Death And All His Friends

di Vattelapesca
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Joke ***
Capitolo 2: *** 2. Brave-less ***
Capitolo 3: *** 3. Close your eyes ***
Capitolo 4: *** 4. That morning ***



Capitolo 1
*** 1. Joke ***


 
Questa storia si è classificata seconda al contest  "The Most Beautiful Death in the World", contest indetto sul forum di EFP da Rosebud.89 e portato a termine da Krixi19. 
Ha inoltre vinto il premio "Miglior Morte". Trattandosi di una mini mini long, pubblicherò un capitolo alla volta, e alla fine posterò anche lo splendido giudizio della giudicia. ^^ Ne approfitto intanto per ringraziarla e per augurare a tutti voi buona lettura! :D


Death And All His Friends

 
 
1.
Joke
Erano anni che Harry Potter non andava ad un funerale. Non perché nessuno fosse più morto – la gente muore tutti i giorni – ma perché lui aveva ignorato ogni invito. Non era tanto per via di una questione personale nei confronti del povero deceduto di turno, nient'affatto. Si trattava di un tipo profondo e radicato di insofferenza. Non gli importava quanto poco rispettoso fosse il suo comportamento. La questione era molto più semplice: non riusciva più a farlo.
Ovviamente, come per un sacco di altre cose, era colpa della guerra. Era la stata la guerra a portarsi via tutte quelle persone. Era stata la guerra a produrre quella marea di lapidi. Di funerali, lui ne aveva fatto indigestione; tanto da farsi venire la nausea. Così aveva smesso di andarci.
E adesso aveva dovuto ricominciare, e nel peggiore dei modi, per giunta. Tutto gli sembrava talmente strano da risultare addirittura ridicolo. Gli invitati vestiti di nero, il profumo dolciastro dei fiori e poi la bara. Oh, la bara! Harry non aveva osato avvicinarcisi. Non che ne avesse paura, assolutamente no. Non c'era niente di cui aver paura: in quella cassa non c'era nulla. Non ci doveva essere nulla.
Gli sembrava di stare in una boccia di vetro, completamente isolato dal resto del mondo; persino i rumori gli arrivavano ovattati. Intorno a lui, la gente continuava a piangere ed abbracciarsi. C'era un sacco di gente che piangeva, davvero troppa. Vicino alla bara, molto distante da lui, aveva riconosciuto diverse teste. Il suo sguardo continuava a posarsi su una coppia in particolare: una così familiarmente rossa, l'altra scarmigliata e scura. Avrebbe voluto raggiungerli e portarli via di lì, possibile che non si fossero accorti dell'assurdità della situazione? Doveva assolutamente fare qualcosa. Eppure non riusciva a muoversi, proprio non ci riusciva. Rimase così, fermo sull'ingresso, per un tempo piuttosto lungo.
Aspettava che qualcuno gli dicesse che era tutto uno scherzo.  

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Capitolo 2
*** 2. Brave-less ***


2.
Brave-less
«Stai tranquillo, amico. Andrà bene.»
Liam Begum guardò il sorriso incoraggiante dipinto sulla faccia lentigginosa del suo datore di lavoro. Non era mai stato un tipo coraggioso, lui. Certo, avere al proprio fianco uno con la sua fama lo aiutava, ed anche parecchio. Ma il nocciolo della questione era sempre lo stesso: lui non era un tipo coraggioso.
«Mi dispiace.» disse improvvisamente. Ed era vero, si vergognava terribilmente per averlo trascinato nei suoi casini.
«Te l'ho detto, non c'è problema. Fammi un favore, però. La prossima volta evita di metterti in queste situazioni.»
«Certo, certo! Te l'ho detto, non l'avevo mai fatto in vita mia! Sono stato uno stupido a credere di poter vincere fin dalla prima volta, è logico che mi hanno fregato.»
«Manca molto?» Chiese Ron guardandosi intorno.
«No... Dobbiamo scendere quelle scalette laggiù, c'è una specie di terrazza sull'argine, l'appuntamento è là.»
Man mano che scendevano le scale di pietra, Liam sentiva l'umidità penetrare sempre di più nei suoi vestiti, tanto che pareva arrivare alle ossa. Il ragazzo arricciò il naso nel sentire il forte odore emanato dal fiume: un misto tra terra bagnata e qualcosa di marcio. La terrazza era talmente vicina all'acqua che, allungando una mano da sotto la balaustra di ferro, la si sarebbe potuta toccare. Entrambi i lati di quello spazio si aprivano in un camminamento che correva fino a perdita d'occhio.
«Molto probabilmente rimane scoperto solo quando il fiume è in secca come adesso.» Disse Ron.
«Come?»
«Questo posto, questa specie di percorso... vedi com'è basso? Quando il fiume è a portata regolare viene di sicuro coperto. Non mi sorprende che l'abbiano scelto, a nessuno verrebbe in mente di scendere fin quaggiù.»
Liam annuì, per niente rassicurato. «E adesso cosa facciamo?»
«Aspettiamo, no?»
Si misero con le spalle al muro, perché non sapevano da che parte sarebbero arrivati. Sopra di loro, un lampione emetteva una luce giallastra, facendo brillare appena il pelo dell'acqua. Ron aveva preso a giocare con qualcosa che teneva in tasca, sembrava una di quelle scatolette dove si mettono i gioielli; continuava a far scattare l'apertura in una cadenza regolare di ticchettii.
«E' per Hermione?» Chiese infine Liam.
L'uomo si fermò, poi aprì la scatola. L'anello catturò subito la luce del lampione, riflettendola.
«Volevo chiederle di sposarmi ma...»
«Ma sei dovuto venire qui. Avete litigato, non è vero?»
Ron sorrise debolmente. «Quando mai io e Hermione non litighiamo?»
Liam abbassò lo sguardo a terra, imbarazzato.
Li videro arrivare poco dopo, tre figure nere che si avvicinavano rapidamente. Prima che fossero troppo vicini, Ron strinse brevemente il braccio di Liam, come per fargli coraggio.
«Ehi, hai portato un amico?» Chiese uno di loro, sospettoso.
«Ho... ho i soldi.»
«Con calma, con calma. C'è tutto il tempo di fare due chiacchiere.»
«Non vuole fare due chiacchiere. Prendete i soldi e facciamola finita.» Si intromise Ron con tono deciso.
«Ma senti un po' qua!» Ghignò quello. «Non vuoi scambiare due parole con noi, Liam? Poco cortese da parte tua.»
«Non... non sono qui per discutere. Prendete i soldi.» Detto così estrasse un sacchetto dalla tasca.
«Ecco, è proprio dei soldi che volevo parlare. Vedi, c'è un piccolo aumento.»
«Voi non potete, questo è quanto vi devo.»
«Oh, noi possiamo eccome.»
«No, invece. Non c'è alcuna ragione valida per pretendere degli interessi, stiamo effettuando il pagamento in orario.» Sbottò Ron.
«Senti, perché non ti fai gli affari tuoi? La ragione valida è che noi vogliamo più soldi, e quindi voi ce li darete.»
«Non credo proprio.» Replicò Ron.
Poi accadde tutto molto velocemente. Liam neanche vide chi, effettivamente, alzò per primo la bacchetta, fatto sta che pochi secondi dopo lampi colorati volavano ovunque. Lui fu il primo ad essere colpito. Uno Schiantesimo lo gettò a terra, facendogli sbattere la faccia sul duro cemento.
 
Quando si svegliò era tutto finito. In bocca aveva il sapore del sangue, e scoprì di aver perso un dente quando la lingua trovò un buco. Ovviamente, i suoi soldi erano spariti. Di Ron non c'era nessuna traccia. Lo trovò affacciandosi dalla balaustra di ferro. In acqua, riverso a pancia in giù, galleggiava uno spettro dai capelli di fuoco.  

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Capitolo 3
*** 3. Close your eyes ***


3.
Close your eyes
Ronald Weasley era il tipo di persona che aiutava sempre i propri amici. Anche quando loro non glielo chiedevano. Sopratutto quando loro non glielo chiedevano. Con gli anni, poi, aveva perso quella sua certa voglia di protagonismo che più volte l'aveva colpito durante l'adolescenza. Aveva capito di essere importante tanto quanto Harry, o i suoi fratelli. Aveva smesso di sentirsi l'eterno secondo, e gran parte del merito era dovuto ad Hermione. La sua Hermione.
Quindi, quando quel pomeriggio aveva visto Liam, il commesso dei Tiri Vispi Weasley, pallido come un cencio e tutto sudato, aveva capito subito che c'era qualcosa che non andava. Si era fatto spiegare la situazione ed era venuta fuori una storia di debiti di gioco non del tutto indifferente. Mentalmente, si era appuntato di fare un discorsetto a George riguardo ai criteri con cui sceglieva il loro personale, ma aveva offerto il proprio aiuto a Liam. Quella sera, infatti, il ragazzo si sarebbe dovuto incontrare con i suoi creditori per chiudere i conti una volta per tutte. Ron, sicuro che la presenza di un eroe della Seconda Guerra Magica avrebbe sia rassicurato Liam che intimorito quei tizi, aveva promesso di accompagnarlo. Ovviamente, le cose non erano così semplici come sembravano. Quella sera, infatti, lui avrebbe dovuto passarla con Hermione. Erano settimane che la cosa era fissata, e lui aveva programmato una serata speciale, dove, forse, avrebbe avuto anche il coraggio di farle quella domanda.
Dirle che avrebbero dovuto rimandare non fu per niente facile, sopratutto perché Ron aveva deciso di non raccontarle la verità. Gli avrebbe di sicuro detto qualcosa come: «Devi assolutamente riportare il fatto alle autorità! E' illegale.» Ed effettivamente avrebbe avuto ragione, ma Ron voleva bene a Liam e sapeva che era un bravo ragazzo. Capita a tutti di mettersi nei guai, a loro era capitato tante di quelle volte! Inoltre, l'avrebbe fatta solo preoccupare. Non dirle nulla era decisamente la soluzione migliore.
Così aveva raccontato ad Hermione qualcosa a proposito dell'inventario da fare e di George che stava troppo da solo. La ragazza, ovviamente, non l'aveva presa proprio bene. Alla fine, come succedeva sempre, si erano ritrovati a litigare a proposito di tutt'altro e lei era addirittura arrivata a rinfacciargli il fatto che ancora non vivevano insieme. Ron se ne era andato con la coda tra le gambe e una gran voglia di far fuori quell'imbecille di Liam. Comunque, si era presentato all'appuntamento come promesso, sperando di poter concludere in fretta così da tornare dalla sua ragazza per sistemare le cose.
Ma non sempre tutto va come vorremmo. Quella sera, a Ron le cose cominciarono ad andare male quando uno dei creditori estrasse la bacchetta. Ancora peggio fu quando un incantesimo lo colpì, scaraventandolo nelle fredde acque del Tamigi.
 
Attraverso la superficie liquida, a pochi centimetri dal suo naso, vedeva le stelle brillare nel cielo scuro. Pensò a quanto fosse stupido morire così, disteso in neanche cinquanta centimetri d'acqua e completamente pietrificato. Pensò a quanto fosse stato stupido non dire a nessuno dov'era, e a quanto fosse stato stupido litigare con Hermione. Pensò anche che l'ultimo suo ricordo che le aveva lasciato era una porta sbattuta, e gli venne una gran tristezza. Ronald Weasley non voleva morire. C'erano un sacco di cose che doveva ancora fare nella sua vita. Dire alla sua famiglia che si era finalmente iscritto al corso per diventare Auror, ad esempio. E poi dare ad Hermione quel maledetto anello che portava in tasca da mesi, lo aveva anche in quel momento, poteva sentire il peso della scatoletta sulla sua gamba immobile. E poi sposare Hermione, ed avere dei figli. Sì, avere dei figli era una cosa che gli sarebbe di sicuro piaciuta.
Che modo stupido di morire. Pensò ancora una volta. Era sopravvissuto alla guerra, era sopravvissuto a Voldemort, e ora gli toccava morire così.
Aveva paura, una paura tremenda. Quando sentì l'aria scivolare via definitivamente dai suoi polmoni, desiderò di poter chiudere gli occhi. Ma non ebbe nemmeno quella consolazione.

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Capitolo 4
*** 4. That morning ***


Note: eccomi qua alla fine di questa piccola storia. Alla fine, se avrete la pazienza di leggere (e io spero proprio di sì ^^) troverete il bel giudizio della giudiciA. Che ringrazio ancora una volta di cuore. :D


4.
That morning

Quando, quella mattina, le vennero a bussare alla porta, Hermione Granger stava facendo il bagno. In realtà, il bagno aveva smesso di farlo da un po' di tempo, ormai, visto che si era addormentata nella vasca. Aveva passato la notte insonne, consumando le ore a rimasticare le parole astiose della sera prima. Si svegliò così, con l'acqua ormai gelida che le sfiorava il mento. Andò ad aprire senza nemmeno asciugarsi, dietro di lei i passi che aveva percorso erano orme di acqua sul parquet.
 
Quando, quella mattina, le vennero a bussare alla porta, Hermione Granger si aspettava di trovare uno dei suoi amici, o magari sua madre. Ma sulla soglia, quel giorno, c'erano due maghi, due Auror ad essere precisi, che lei sapeva essere colleghi di Harry. In un riflesso spontaneo, le sue mani corsero allo scollo dell'accappatoio, chiudendolo. Fece un passo indietro, senza sapere se sentirsi più a disagio per il suo aspetto o per le espressioni che quegli uomini avevano.
 
Quando, quella mattina, le vennero a bussare alla porta, Hermione Granger seppe subito che c'era qualcosa che non andava. I due Auror le chiesero di accomodarsi e lei li portò in salotto. Glielo dissero velocemente, senza fare troppi giri di parole. Non le ci volle molto per capire e d'altronde loro furono sufficientemente chiari. Lì per lì, lei non sentì niente se non un tonfo sordo sul cuore. Solo quello. Le parve di aver smesso persino di respirare. Chissà perché, l'unica cosa che sentiva chiaramente erano le gocce d'acqua fredda scenderle sul collo. Ma era davvero un dettaglio insignificante.
Crollò quando uno dei due estrasse dalla tasca una scatolina verde e gliela diede, dicendo qualcosa come: «Penso che questo fosse destinato a lei, era nella sua tasca.»
Dentro, proprio come ci si aspetta da quel genere di scatolette, c'era una anello. Tra i singhiozzi, riprese improvvisamente a respirare, e fu doloroso.
 
Quando, quella mattina, le vennero a bussare alla porta, Hermione Granger aspettava che Ronald Weasley tornasse a casa.
Ma quel giorno lui non sarebbe tornato, e neanche quello dopo. Ad essere precisi, non sarebbe proprio più andato da nessuna parte. E a questo c'era una spiegazione molto semplice: quella notte, Ronald Weasley era morto.
 
 
 
Nick: (su forum e EFP) Snoopy_4 / Vattelapesca
Pg preferito: Ron Weasley
Pacchetto (contenuto compreso): il Matto: morte per annegamento
 
Seconda classificata: Death di Snoopy4
 
- Grammatica : 8,95/10
Grammatica ottima, ho trovato pochissimi errori!
Ed adesso”: dunque, la regola generale dice che è possibile usare la d eufonica se la parola seguente inizia per vocale; tuttavia è preferibile non usarla se la vocale che segue è diversa e, soprattutto, è da evitare quando a breve distanza c’è un’altra d, come in questo caso. Quindi, ti tolgo -0,10
 
«Mi dispiace.» Disse improvvisamente.”: L’uso delle virgolette è un po’ un far west, in quanto ogni casa editrice ha le proprie regole; io credo che l’importante sia la coerenza all’interno dei propri testi, quindi non sono fiscalissima. Ma mettere la maiuscola, come in questo caso, è sbagliato (sarebbe come mettere una maiuscola all’improvviso all’interno di una qualsiasi frase). (Diverso è il caso per esempio di “«Ciao.» Lei si guardò attorno a disagio.”, dove con lei comincia proprio un’altra frase). È un errore che fai sempre, è dunque sistematico. -0,30
 
era vero, si vergognava terribilmente di averlo trascinato nei suoi casini.”: in questo caso, si vergognava ‘per’ averlo trascinato è molto più corretto. -0,20
 
«No... dobbiamo scendere quelle scalette laggiù, c'è una specie di terrazza sull'argine, l'appuntamento è là.»”: Dobbiamo va con la maiuscola, in quanto dopo i puntini di sospensione precedenti comincia una nuova frase. -0,15 per maiuscola mancante
 
quando quel pomeriggio aveva visto Liam – il commesso dei Tiri Vispi Weasley – pallido come un cencio”: l’inciso con la lineetta mi sembra eccessivamente forte per i suoi contenuti (stai semplicemente specificando chi è Liam), dunque penso che l’inciso con le virgole sia più corretto. -0,20 per errore di punteggiatura
 
lo aveva anche il quel momento”: hai messo la l al posto della n; immagino sia un errore di battitura/distrazione. -0,10 per errore di distrazione
 
 
- Stile e Lessico: 8,7/10
Hai un stile semplice, pulito e lineare, che è molto efficace e coinvolgente. Mi è piaciuta la scelta di variare il pov per ogni capitolo, ma soprattutto mi è piaciuto molto come tu sia riuscita a sfruttare i vari pov mettendo in evidenza le diverse sfaccettature della stessa storia (il che non è una cosa scontata).
A volte e in alcuni punti le frasi sono eccessivamente brevi e il tutto risulta quindi un po’ “intermittente” e scattoso, ma nell’insieme non è male. La pause frequenti segnate dalle numerose virgole rallentano il ritmo, riproducendo i pensieri dei vari pg, coinvolgendo il lettore, tirandolo dentro la storia, facendolo entrare nei pensieri dei personaggi.
Ho notato che hai leggermente variato lo stile ad ogni cambio di pov, il che è una cosa che aumenta davvero molto il coinvolgimento del lettore e anche la caratterizzazione del personaggio stesso.
Ho adorato poi le ripetizioni del capitolo 4, che sottolineano proprio quanto nella vita un solo istante possa cambiare ogni cosa, tanto da essere eterno, e che coinvolgono moltissimo il lettore, portandolo a immedesimarsi in Hermione.
Il lessico è appropriato, semplice ma non eccessivamente, il che si adatta benissimo alla focalizzazione interna, rispecchiando i pensieri dei vari personaggi.
Ci sono diversi passaggi che mi hanno colpito, in particolare questo “In acqua, riverso a pancia in giù, galleggiava uno spettro dai capelli di fuoco.” che mi è piaciuto da impazzire.
Ti faccio notare solo una cosa. “ma perché lui aveva rifiutato ogni invito”: non si ricevono inviti per andare ai funerali, quindi non si possono rifiutare; ci si può rifiutare di andare, questo sì, ma la frase così com’è è priva di senso (o meglio, io ho capito cosa intendevi dire, ma detta così non va bene).
C’è un passo che non mi convince:
Ron aveva preso a giocare con qualcosa che teneva in tasca; sembrava una di quelle scatolette dove si mettono i gioielli. Continuava a far scattare l'apertura in una cadenza regolare di ticchettii”: C’è qualcosa che non mi convince nel coordinamento di queste frasi. Al posto del punto e virgola, forse avrei messo una virgola e al posto del punto dopo gioielli avrei messo il punto e virgola; oppure, dopo gioielli avrei messo i due punti. Sicuramente ci sono altri modi, quello che non mi convince di questa frase così com’è messa è che l’ultima frase mi sembra staccata eccessivamente dalla prima, che è quella a cui fa riferimento (dici che gioca e poi spieghi in che modo). Ovviamente, è poi una questione stilistica.
E ti faccio notare altre due sciocchezze (sono due suggerimenti, più che altro):
come succedeva sempre loro”: avrei omesso il loro, credo che nel contesto stia meglio senza.
cassa”: penso che il termine bara stia meglio; so che dopo lo utilizzi, quindi magari l’hai fatto per evitare ripetizioni, ma credo che invertendo le cose il tutto stia meglio.
 
Quindi, riassumendo, davvero un ottimo lavoro; vedo tantissimo potenziale, se riuscissi a renderlo meno frammentario e più omogeneo, anche nelle sue pause, diventerebbe ancora più bello e coinvolgente.
 
- Caratterizzazione personaggi (e IC): 9,8/10
La caratterizzazione dei personaggi è ottima: risultano ben delineati, per niente appiattiti.
Harry mi sembra completamente IC; hai descritto un Harry dopo guerra che, giustamente, non può corrispondere del tutto all’Harry descritto dalla Rowling ma che è completamente in linea con il ritratto che lei ci da. È infatti molto plausibile che, dopo la guerra, Harry non ne possa più di vedere morte ovunque – ricordiamo quanto la morte sia stata presente nella sua vita – rifiutandosi persino di andare ai funerali. Oltretutto, la sua reazione di shock, incredulità e rifiuto di fronte alla morte del suo migliore amico mi sembra molto credibile, sia come reazione in sé e per sé, sia come reazione di Harry stesso, appunto.
Hermione è IC, sebbene il tuo capitolo non si soffermi, giustamente, più di tanto su di lei in quanto tale, ma più sulla reazione alla notizia appena appresa, sul suo dolore; tuttavia, all’inizio fai un riferimento alla sua perspicacia, particolare che contribuisce a rendere credibile e IC questo personaggio. Al di là del discorso sull’IC, Hermione è ben caratterizzata e delineata; anche qui, non hai appiattito il personaggio, ma anzi gli hai dato spessore, parlando del suo dolore, delle sue abitudini (“Hermione Granger si aspettava di trovare uno dei suoi amici, o magari sua madre”: che lascia presupporre come i suoi amici o sua madre abbiano l’abitudine di presentarsi a casa sua; è un piccolo particolare, che aumenta però tantissimo la credibilità).
Ron. Ron è fantastico. È meraviglioso come tu abbia scelto di trattare questo personaggio; lo hai caratterizzato benissimo: lui è maturato, come sottolinei tu confrontandolo al Ron del passato, ma ha mantenuto i tratti peculiari della sua personalità, rimanendo lui. La caratterizzazione risulta poi completa: ci parli del suo passato, ci parli del suo presente e, soprattutto, ci parli dei suoi pensieri durante la morte. Insomma, anche qui abbiamo una caratterizzazione a tutto tondo.
Liam è quello che mi ha convinto di meno, proprio in quanto OC. Adesso mi spiego: sei stata brava a caratterizzarlo, è un OC che ha la sua personalità, i suoi tratti peculiari e che, soprattutto, non pare una sagoma appiattita; tuttavia, la sua caratterizzazione non è troppo profonda (lo so che non è importante ai fini della trama, ma al lettore viene comunque da chiedersi come Liam si sia indebitato così; l’accenno al gioco d’azzardo viene fatto solo nel capitolo con il pov di Ron, mentre avrebbe potuto trovarsi anche nel capitolo di Liam, che rimane un po’ nebuloso). Visto il ruolo che ha avuto, poi, forse avrei usato un altro pg potteriano, in modo che la caratterizzazione potesse essere più approfondita (per esempio, George stesso avrebbe potuto indebitarsi con il gioco – sai, dopo la morte di Fred non è più lui – anche se dubito che avrebbe chiesto aiuto a Ron, quindi il capitolo avrebbe avuto sfumature diverse).
 
- Originalità e intreccio: 14/15
La storia è originalissima, o almeno, io non ho mai letto niente di simile. È originale sia per la trama in sé, ma anche per come hai scelto di trattare la morte (come ribadirò anche nella voce successiva); mi hanno colpito moltissimo i pensieri di Ron mentre stava morendo: pietrificarlo è stata un’idea geniale, che ti ha permesso di dilatare enormemente il momento della morte, in modo da analizzare tutti i pensieri che passano nella testa di Ron e in modo da aumentare anche il pathos, l’angst e il coinvolgimento emotivo (il lettore sa già che sta morendo, ma spera fino alla fine che possa salvarsi).
Come ho accennato anche in precedenza, la cosa bella di questa storia è come tu sia riuscita a farne vedere così tante sfaccettature in soli quattro capitoli – che sono poi brevi, tanto che potrebbe essere tranquillamente una one-shot. Hai parlato della vicenda di Liam, che conduce alla morte di Ron; hai parlato della reazione di Harry al funerale; hai visto anche tutta la faccenda dal punto di vista di Ron, e ti ho già detto quanto questa scelta sia stata originale; hai parlato di come Hermione apprende la notizia: insomma, è davvero una storia piena di sfumature.
La trama in sé e per sé è semplice, ma il modo in cui tu l’hai trattata ha ampliato la vicenda, dandole molto spessore.
 
- Utilizzo della morte 10/10
La morte è utilizzata divinamente. Innanzitutto, è centrale ai fini della storia: non è piazzata lì, così, quasi per caso, no, ha un suo perché, una sua motivazione, che s’incastra perfettamente con gli altri eventi. Ma soprattutto è vista da diverse ottiche. Abbiamo il pov di Harry, a morte già avvenuta, caratterizzato da sconcerto e incredulità; abbiamo il pov di Liam, che ci narra di come si arriva a questa morte; abbiamo il pov di Hermione, che ci narra lo shock della scoperta, il dolore del lutto; e, soprattutto, abbiamo il pov di Ron, che ci narra gli eventi che hanno portato alla sua morte dal suo punto di vista ma anche dei momenti durante la morte stessa. Insomma, l’hai narrata, analizzata, trattata sotto ogni punto di vista. Veramente, bravissima.
 
- Gradimento personale: 5/5
Come vedi, questa storia mi ha entusiasmato e coinvolto davvero tanto. Ho già detto e ridetto quanto io abbia apprezzato le scelte sui pov, soprattutto su quello di Ron, quindi non mi sto a ripetere. Davvero, ottimo lavoro.
 
Tot 56,45/60

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