Amici di Letto

di Miss Wixen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UNO- L'appartamento ***
Capitolo 2: *** DUE- La guerra ***
Capitolo 3: *** TRE - L'armistizio ***
Capitolo 4: *** QUATTRO- La Tregua ***
Capitolo 5: *** CINQUE - L'idea ***
Capitolo 6: *** SEI - Il Sesso ***
Capitolo 7: *** SETTE - Il Patto ***
Capitolo 8: *** OTTO- Fortuna e Talento ***
Capitolo 9: *** NOVE - La Fine ***
Capitolo 10: *** DIECI- Rimorchiare ***
Capitolo 11: *** UNDICI- Altri appuntamenti ***
Capitolo 12: *** DODICI - La Fuga ***
Capitolo 13: *** TREDICI- La Famiglia ***
Capitolo 14: *** QUATTORDICI-L'abito ***
Capitolo 15: *** QUINDICI- La Voce ***
Capitolo 16: *** SEDICI- La Casetta sull'albero Parte 1 ***
Capitolo 17: *** DICIASSETTE- La casetta sull'albero Parte II ***



Capitolo 1
*** UNO- L'appartamento ***


UNO – L’appartamento

 
<< Salve la signorina Lea Michele Sarfati?>>
<< Lea Michele va benissimo. Mi dica>>
<< La contatto dall’agenzia immobiliare. Abbiamo un appartamento da proporle : Due stanze, ampio salone, cucina abitabile, arredato e riverniciato da poco, con un bellissimo terrazzo ben esposto. Se le interessa posso organizzare un incontro per vederlo>>
<< Sarebbe perfetto! E, mi scusi, quanto verrebbe?>>
<< 4000 dollari al mese, spese escluse>>
Breve silenzio.
<< Continui a cercare, grazie>>

 
 
<< John sono qui e aspetto che dovrei fare? Non ti perdonerò mai per avermi lasciata sola oggi!>>
Erano le dodici in punto ed era perfettamente in orario per l’appuntamento con Liam il suo nuovo agente immobiliare.
Erano ormai settimane che cercava un appartamento a New York con scarsi risultati.
Tutti gli appartamenti che rispondevano alle sue esigenze erano troppo cari e quelli che poteva permettersi si rivelavano squallidi buchi in posti dimenticati da Dio.
Non immaginava che fosse ancora più difficile di quei tempi trovare un appartamento a New York.
<< Si, va bene, questa volta cercherò di essere meno critica>> .
Si sistemò la sua gonna nera stretta lunga fino al ginocchio e rifece il nodino al colletto della camicetta bianca. Aveva optato per un look elegante ma allo stesso tempo non troppo impegnativo.
<< Ok John, ora devo lasciarti è arrivato Liam >> salutò il suo migliore amico e ripose il suo nuovo i-phone nella borsa e sorrise al signore vestito con un completo scuro che avanzava verso di lei.
<< Salve, sono Liam>> disse allungandole la mano.
<< Lea, molto piacere>>.
Fino a quel momento si erano sentiti solo telefonicamente, aveva cambiato agenzia immobiliare dopo che quella precedente aveva finito le offerte da farle.
Ma quel Liam le sembrava un tipo sveglio, le avrebbe trovato una casa. Ne era sicura.
Doveva avere una quarantina d’anni e sembrava un uomo distinto ed esperto, che sapeva il fatto suo insomma.
<< Allora la porto a vedere questo splendore>>
Lea sorrise e si fece guidare fino al nono piano dove doveva essere l’appartamento.
Liam prese le chiavi e aprì senza dare nessuna mandata.
<< Che strano, chi è stato qui prima non ha chiuso a chiave>> disse facendole spazio per entrare.
Appena Lea entrò si ritrovò in un salone con le pareti color nocciola arredato in maniera moderna, con un grande divano di pelle e un tavolino basso di cristallo, c’erano persino i tappeti e un televisore abbastanza grande.
Rimase a bocca aperta, di tutti gli appartamenti era il migliore che aveva mai visto.
<< L’appartamento è libero da subito e ha la vista sulla piazza, le faccio vedere>>
Liam la accompagnò sul terrazzo rettangolare decorato con diverse piante dai fiori molto belli e colorati, Lea si sentì come Alice nel paese delle meraviglie.
Quell’appartamento non era solo meraviglioso, aveva qualcosa in più le dava una sensazione di sicurezza e protezione, di casa.
Liam le fece vedere anche la deliziosa cucina tutta di marmo con le piastrelle bianche e rosse e alcune credenze di legno. 
Poi sentirono un rumore come di…. passi.
Liam sembrò sorpreso e entrambi si avvicinarono, passando nel lungo corridoio e attraversando di sfuggita il bagno, alla camera da dove provenivano anche delle voci. Sembravano risate.
Che fossero tornati i proprietari?
Appena entrarono nella stanza le due persone si girarono sorprese: una ragazza sulla trentina e un ragazzo che doveva avere la sua età. La ragazza aveva dei bellissimi capelli biondi freschi di parrucchiere e un tailleur molto elegante. Attaccato alla giacca aveva un cartellino, lo stesso che aveva anche Liam.
<< Kelly? Ma che ci fai qui? >> chiese stupefatto Liam alla ragazza bionda.
Lea sorrise imbarazzata.
Il ragazzo accanto a lei non sembrò scomporsi più di tanto.
Lea lo osservò, era alto, molto ed era sicuramente meno elegante della ragazza, aveva dei jeans scoloriti e una camicia a quadri sulle tonalità del rosso.
<< Faccio vedere la casa ad un cliente >> rispose altrettanto sconcertata Kelly.
<< Ma non ti avevano detto che avevo già io una cliente interessata?>>
<< Anche il mio cliente è molto interessato all’appartamento!>> asserì lei come infastidita.
Sembrava una gara a chi avesse il figlio più bello.
<< Signorina Sarfati mi dispiace per l’inconveniente. Farò delle telefonate.>> disse Liam guardandola mortificato prendendo il cellulare.
<< Va bene >> disse Lea.
<< E Lea Michele va benissimo>>
<< Mi scusi di solito chiamiamo per cognome i nostri clienti>>
<< Gia, ma il mio è un nome … d’arte, ecco>>
Il ragazzo alto di fronte e lei scoppiò a ridere.
Lea si girò verso di lui leggermente stizzita.
<< Mi compiace il fatto che la faccia ridere >> disse esibendo un enorme sorriso infastidito.
<< Mi scusi mi fa ridere la situazione!>>
Erano le prime parole che gli sentiva dire e già avrebbe voluto prenderlo a schiaffi. La guardava con quell’aria di sfida da chi parla con i matti.
Intanto Liam si era allontanato conversando animatamente a telefono con qualcuno dell’agenzia immobiliare.
<< Meno male! Almeno la mia mattinata non andrà sprecata visto che sono riuscita a farla ridere!>> disse con aria ironica Lea.
Il ragazzo fece un altro sorriso beffardo e si appoggiò al muro visibilmente seccato.
Dopo qualche minuto Liam tornò.
<< Mi dispiace ma deve esserci stato un malinteso e questo appartamento è stato segnalato come ideale per entrambi! >>
<< Mi ricorda quanto costa?>> chiese Lea avvicinandosi al suo agente immobiliare.
<< 3000 al mese spese incluse>>
<< Lo prendo!>> affermò Lea decisa.
<< Eh no mi dispiace! C’ero prima io, e con Kelly si parlava già di contratto!>>  disse il ragazzo allontanandosi dal muro scaldandosi leggermente.
<< Senta non so chi lei sia, ma sto cercando questo appartamento da più di due mesi! E poi lei cosa se ne fa di una cabina armadio? Ci mette la sua collezione di camicie di flanella dei grandi magazzini? >> disse Lea sempre più irritata avanzando verso di lui.
Ora erano davvero vicini e lei sembrava una nocciolina dal basso del suo metro e cinquanta e dovette inclinare la testa per guardarlo negli occhi con il suo famoso sguardo minaccioso.
<< Come si permette di prendere in giro il mio abbigliamento! Questa casa spetta a me, sono arrivato prima, quindi perché non prende la sua borsa super griffata, la sua arroganza e il suo nome d’arte e non se ne va a cercare un altro appartamento? Ha cercato per due mesi può farlo per altri tre per quanto mi riguarda!>>
Lea aprì la bocca ma la richiuse ingoiando solo aria.
Ci fu un brevissimo secondo di silenzio in cui il ragazzo assunse un’espressione di soddisfatta vittoria mentre Lea cercava le parole da dire.
Gli avrebbe dato volentieri un cazzotto in faccia, ma avrebbe dovuto prendere una scala.
<< Lei deve lasciarmi questo appartamento!>> disse in fine con un tono che in seguito le sembrò al quanto patetico.
<< E di grazia, per quale motivo?>> chiese lui quasi divertito tenendo la testa abbassata per poterla guardare negli occhi, incrociando le mani al petto.
<< Perché… sono una donna!!>>
<< La cavalleria è morta tempo fa!>>  rispose lui con tono di sfida.
<< Bene, signor.. >>
<< Cory Monteith >> disse il ragazzo tranquillo.
< Bene signor Cory Monteith ora andrò in agenzia e vedremo a chi verrà assegnato questo appartamento!!>> disse lei prendendo per un braccio Liam che era sempre più mortificato e uscendo dalla porta.
<< Ma vada dove le pare! E ricordi questo nome perché è quello che leggerà sulla targhetta del citofono di questo appartamento!>> sentì Lea urlare prima di sbattere la porta alle sue spalle.
 
Lea , scortata da Liam, si precipitò immediatamente in agenzia chiedendo di poter parlare con la direttrice.
Una volta nel suo ufficiò si ritrovò di fronte ad una donna sulla cinquantina con i capelli neri corti e degli occhialetti da vista sistemati sul naso aquilino.
<< Salve >> le disse la Mrs Stewart facendole segno di accomodarsi.
<< Buongiorno, mi scusi l’invasione, ma sono davvero molto interessata ad un appartamento che a quanto pare è stato contemporaneamente promesso ad un altro vostro acquirente.>> disse cercando di sfoggiare il suo tono diplomatico e il suo miglior sorriso.
La direttrice ascoltò annuendo.
<< Mi dispiace per l’inconveniente. Ci capita raramente, visto che siamo soliti abbinare un solo acquirente ad ogni appartamento per evitare queste spiacevoli situazioni!>> disse lei con un tono di voce molto professionale ed armonioso, tanto che Lea fu costretta a calmarsi ed annuire.
<< Capisco, ma come ci si comporta in questi casi? Insomma io vorrei quell’appartamento>> disse sfoderando il suo sguardo implorante.
<< L’unica soluzione è fare un’offerta più alta>>
<< Ecco il problema è che per il momento non posso permettermi un appartamento che costi più di 3000 dollari, per questo motivo quell’appartamento  sarebbe davvero perfetto per me. >>
<< Immagino… >> disse la signora togliendo gli occhiali e cercando di riflettere.
<< Però a breve dovrò sostenere un provino per una serie televisiva, quindi magari potrei permettermi di rilanciare con un’offerta più alta >> disse Lea con un barlume di speranza nei suoi occhi.
<< Non potrei in tal caso sfrattare il suo acquirente dopo un paio di mesi?>>
<< Temo di no mia cara >> disse con un sorriso comprensivo.
<< Se il nostro acquirente firma il contratto dovrà aspettare lo scadere di quest’ultimo per prendere possesso della casa>>
Lea fece un sospiro sconsolato. Non c’era soluzione o quel perticone mollava l’osso o la casa dei suoi sogni poteva anche scordarsela.
<< Però potrebbe esserci un’altra opzione>> ammise cauta Mrs Stewart.
<< E sarebbe? >>
<< Potreste divedere l’appartamento, essere coinquilini, infondo l’appartamento ha due stanze abbastanza grandi, e due bagni.>> cominciò alzandosi guardando Lea dritta negli occhi.
<< Non mi sembra il caso… >> biascicò Lea.
<< Si tratterebbe di sei mesi, un anno al massimo. Lei vede come va con il suo lavoro e nel caso poi potrà fare un offerta più alta per avere l’esclusiva sull’appartamento.>>
Lea ci pensò qualche secondo.
Condividere la casa con uno sconosciuto alto, irritante e con uno dubbio gusto nella moda.
Come avrebbe potuto fare? Se lo conosceva appena e già avrebbe voluto prenderlo a schiaffi?
<< No, mi dispiace ma non se ne parla. Dividere l’appartamento con uno sconosciuto? Non fa per me, la ringrazio!>> disse alzandosi improvvisamente a disagio.
<< Ci pensi, è l’unica alternativa che ha>>
 
<< No John! Non andrò mai a vivere con quello! Neanche se fosse l’unico appartamento sulla terra! >>
<< Ma perché no?>>
<< Perché lo affogherei con il cuscino la prima notte, e un omicidio sulla fedina penale, per quanto possa fare notizia, non aiuterebbe molto la mia carriera!>>
Lea in quei due mesi era stata ospite di John, il suo migliore amico e come ogni mercoledì sera si mettevano sul divano a mangiare gelato di soia e guardare stupidi programmi trash alla tv e spettegolare.
<< Perfetto allora continua pure  a vivere qui! >> disse John spostando le gambe di Lea dalle sue per alzarsi e prendere le noccioline in cucina.
 << Ah, domani viene Jason per cui dovresti farti un giro a meno che non ti piaccia guardare!>> disse ridacchiando versando le noccioline nella ciotola.
<< Ma la smetti di ricordarmi in continuazione quanto sei gay!>> disse Lea lanciandogli un cuscino, mancandolo.
<< Hai una pessima mira!>> la prese in giro tornando alla sua postazione sul divano lasciando che la sua migliore amica risistemasse le gambe sulle sue sdraiandosi.
<< E comunque te l’ho detto il primo giorno che ci siamo incontrati che sono gay! >> la rimproverò ridendo.
Lei e John si erano conosciuti nove anni prima. Lea aveva solo quattordici anni quando le era stato assegnato il ruolo di Wendla Bergmann in Spring Awakening.
Fu in quell’occasione che conobbe Jonathan Groff che aveva quindici anni e interpretava Melchior Gabor, suo partener in scena.
Sebbene all’inizio rimase delusa nell’apprendere che John era palesemente e irrimediabilmente gay, lui e Lea erano diventati inseparabili da allora, quasi fratelli.
Del resto condividere un palcoscenico per tanti anni e tutte le battaglie per portare in scena uno spettacolo meraviglioso, ma dalle tinte forti come Spring Awakening aveva unito il cast tanto da farlo diventare una famiglia.
Il giorno della loro ultima replica, avvenuto l’anno prima, fu terribile. Nessuno dei due voleva andare via da quel progetto che aveva visto nascere e crescere con loro, ma dopo due anni di repliche ininterrotte dovevano anche favorire il ricambio degli attori, e quindi la produzione con le lacrime agli occhi fu costretta a cambiare l’intero cast.
John era riuscito ad accaparrarsi dei personaggi in diverse serie televisive, mentre Lea aveva fatto fatica a trovare un altro ingaggio. Ma non perdeva le speranze. Ce l’avrebbe fatta, avrebbe realizzato il suo sogno prima o poi.
<< Senti sai cosa penso?>> le disse all’improvviso John interrompendo il suo momento di riflessione.
Lei lo guardò perplessa aspettando che continuasse.
<< Che devi accettare la proposta per l’appartamento>>
<< Ancora John credevo  avessimo chiuso l’argomento>> disse lei sbuffando.
<< E invece no!  >> disse lui come se avesse avuto un’idea brillante alzandosi di scatto, buttando per aria le gambe di Lea e obbligandola a mettersi seduta.
<< Se tu accetti mia cara, stanne certa che l’altro ragazzo appena avrà sentito l’offerta la rifiuterà immediatamente sapendo che tu hai accettato!>>
<< E perché dovrebbe farlo?>>
<< Avanti Lilybù… >> cominciò pronunciando quel nomignolo che le aveva affidato a quindici anni e che Lea odiava.
<< Chi vuole vivere con una pazza esaurita come te!>>
Lea offesa gli lanciò un altro cuscino colpendolo in pancia questa volta.
<< Senza offesa!>> aggiunse John porgendole il cuscino.
Lea tirò un sospiro.
<< Forse hai ragione!>> ammise alla fine.
<< Infondo non vedo perché debba rinunciare a quell’appartamento!>>
<< Soprattutto perché sarà tuo completamente in un paio di giorni!>> disse John soddisfatto della sua idea.
<< Così finalmente non dovrò sentirti russare tutta la notte!>> disse entusiasta alzandosi in piedi sul letto.
<< Senza offesa>> aggiunse appena vide l’espressione offesa disegnarsi sul volto dell’amico.
<< Chiamo subito l’agenzia!>> disse saltando giù dal letto e correndo a prendere il suo telefonino.
<< E io non russo comunque!>> le urlò John leggermente stizzito.
Lea rise prendendo il telefono e compose il numero.
Si morse un labbro sperando che fossero ancora aperti. Dopo qualche squillo una voce familiare rispose.
<< Mrs Stewart? Sono Lea Michele. Accetto la proposta della convivenza. Avverta pure l’altro acquirente. >>
 
Angolo della scrittrice *__*
 
Ciao a tutte! Come va?
Mi è venuta questa idea guardando per la milionesima volta l’omonimo film Amici di letto( che adoro!) e non sono riuscita a non buttare giù questa storia!! Spero vi piaccia!!!
Cercherò di postare ogni mercoledì, parallelamente continuerò anche a scrivere l’altra storia, ovviamente, anzi se non l’avete ancora fatto e vi va di passare a leggerla si chiama Remember me  ed è nella sezione telefilm-Glee.
Vi mando un bacio e aspetto con ansia eventuali commenti, suggerimenti e critiche!!
XO XO
M.W.

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Capitolo 2
*** DUE- La guerra ***


DUE -  La guerra

 
Cory portò le due valigie e i tre scatoloni al nono piano e indugiò qualche secondo davanti alla porta del suo nuovo appartamento.
Forse avrebbe dovuto bussare.
“Ma al diavolo!” pensò, dopotutto quell’appartamento era suo al cinquanta per cento da quando aveva accettato l’accordo proposto dalla sua agente immobiliare.
Prese le chiavi e aprì.
<< Buongiorno>> disse per annunciare la sua presenza.
<< Ciao >> disse presa alla sprovvista la sua nuova coinquilina appena lo vide.
Cory fece un sorriso incerto.
La ragazza di fronte a lui era intenta a portare dentro la sua stanza un enorme tastiera.
<< Potresti… ecco..>> disse lei imbarazzata indicando lo strumento musicale che era due volte più grande di lei.
<< Oh si certo>> disse Cory precipitandosi a darle una mano, lasciando la porta aperta e i suoi bagagli fuori.
<< Grazie >> disse lei prendendo la tastiera da un lato.
Cory fece lo stesso e in pochi secondi portarono dentro la camera quell’aggeggio.
<< Suoni? >> chiese Cory una volta posata la tastiera accanto ad un muro dell’enorme stanza.
<< Se posso darti del tu, ovviamente …>> aggiunse subito dopo.
<< Non mi sembra il caso >> disse lei seria.
Cory rimase qualche secondo a guardarla perplesso, poi lei scoppiò in una risata.
<< Sto scherzando!>>
<< Ah, ok >>
Calò di nuovo un imbarazzante silenzio.
<< Bhè io vado a prendere la mia roba>> disse lui per togliersi da quella situazione avvicinandosi alla porta.
<< Comunque non è che la suono proprio, la tastiera, mi serve per gli esercizi vocali, sono una cantante>> disse lei con un sorriso soddisfatto.
<< Mhm.. certo>> disse lui sperando che non si notasse troppo il suo tono ironico.
<< Ah, spero non ti dispiaccia, ho preso la stanza con la cabina armadio e il bagno in camera >>  disse bloccandolo prima che lui uscisse dalla stanza.
<< Non c’è problema >>
Bene sono in casa con una cantante esaltata ladra di stanze con il bagno in camera, pensò.
<< Tanto che me ne facevo della cabina armadio?!>> disse lui con una punta di sarcasmo.
Lei sembrò non accorgersene e mostrò un sorriso di soddisfatta vittoria.
<< Poi parleremo della divisione del frigorifero e delle credenze >> aggiunse lei ritornando alla sua valigia.
<< Potresti chiudere la porta ora che esci, Cory? Posso chiamarti Cory, giusto? >>
<< Certo è il mio nome!>> disse cominciando ad assumere un tono leggermente infastidito.
<< Comunque si, poi parleremo del frigorifero>>
Che cosa assurda  discutere su come dividere un frigorifero, pensò, a lui serviva solo lo spazio per la birra, per il resto probabilmente nemmeno l’avrebbe usato!
<< … Lea Michele….>> disse pensando alla discussione della ragazza con il suo agente immobiliare qualche settimana prima, quando si erano ritrovati casualmente a vedere lo stesso appartamento.
<< Lea andrà benissimo >> disse sorridendogli, sembrava anche lei leggermente infastidita.
<< Ok, pensavo che… >> cominciò.
<< Lascia stare. Ciao >> disse lui nel panico uscendo e chiudendole la porta.
“Ok”, si disse ritornando alle sue valigie ancora fuori la porta d’ingresso, “questa convivenza sarà più difficile del previsto!”
 
<< La, la , la , la , la>>
Lea si era appena seduta al pianoforte aprendo il suo libro di esercizi alla pagina dieci e aveva cominciato a scaldarsi la voce quando fu interrotta da un rumore assordante provenire dalla stanza accanto.
Provò a concentrarsi ugualmente sul suono della sua voce.
<< La, la, la, la, l…>> si interruppe nuovamente pigiando su note a caso della tastiera infastidita.
La musica che aveva sentito poco prima era stata alzata e ora le sembrava di essere bloccata in una discoteca havy metal di basso livello.
Si alzò furiosa, aprì la sua porta e si precipitò nella stanza da cui proveniva quel rumore  non ben identificato: quella di Cory.
<< Potresti abbassare il volume?>> urlò per farsi sentire appena aprì la porta.
Cory smise di tenere il ritmo con la testa e si girò con la sua sedia girevole verso di lei.
La guardò perplesso. Lea aveva uno sguardo assassino e continuava a fissarlo in attesa che abbassasse il dannato volume di quella stupida musica.
<< Perché? >> chiese Cory abbassando leggermente la musica in modo da poter parlare.
<< Perchè sto cercando di fare i miei esercizi giornalieri per la voce >> rispose Lea con quell’ aria di sufficienza che Cory odiava.
<< Puoi farli dopo! Io sto cercando di sentire la mia musica!>> asserì Cory poco prima di girarsi verso il suo pc dando le spalle a Lea.
Rialzò la musica al volume in cui era prima tanto che che Lea perse definitivamente la pazienza.
Si avvicinò scattante verso il pc del ragazzo e in un secondo, senza che nemmeno Cory se ne potesse rendere conto, aveva staccato il cavo che collegava al pc le casse, facendo in modo che la musica provenisse solo da quelle del computer.
<< Questa non si chiama musica, direi più frastuono assordante! Credo che questo volume sia più appropriato>> disse decisa avvicinandosi alla porta.
Cory era rimasto senza parole.
Dopo pochi secondi Lea andò via sbattendo la porta alle sue spalle.
Tornò in camera con espressione soddisfatta e si sedette alla sua tastiera.
1 a 0 per Lea.
 
<< Izzie, è pazza, semplicemente pazza! L’altro giorno ha bussato alla porta del mio bagno tutta ricoperta di crema bianca in faccia mentre mi facevo la barba, per dirmi che dovevo chiudere per un quarto d’ora l’acqua” perché gli sbalzi di temperatura nella doccia fanno male alle sue corde vocali”! Così io sono dovuto rimanere sporco di schiuma da barba per venti minuti!>> disse Cory esasperato al telefono.
<< Cory, sta calmo innanzitutto >> gli rispose Isabel appena lui smise di lamentarsi.
<< Perché hai accettato quell’accordo, allora? >> le chiese lei rimproverandolo.
<< Perché non mi sarei mai potuto permettere quella casa diversamente! E poi non pensavo che sarei andato a vivere con l’incredibile Hulk!>> disse mantenendo il tono di voce basso per non farsi sentire da tutti.
Era appena andato in pausa e ne aveva approfittato per uscire dai grandi magazzini ,in cui lavorava come cassiere, per fare quella telefonata e per potersi sfogare un po’.
<< Secondo me stai esagerando Cory! Sei prevenuto con lei! Infondo è  solo una donna con qualche mania… >> disse Izzie cercando in qualche modo di minimizzare la situazione.
<< Qualche mania? Sembra uscita da un ospedale psichiatrico! Ha ordinato la sua parte di frigorifero per colori!>>
<< Vabbè… è una ragazza particolare… ma anche tu hai i tuoi difetti!>>
<< Ma tu da che parte stai? >> chiese leggermente irritato.
<< Da nessuna parte, cerco solo di farti calmare!>>
<< Sei mia sorella dovresti essere dalla mia parte!!>> affermò Cory deciso.
<< Cory puoi venire un momento nel mio ufficio? >> lo chiamò Camille, la direttrice del negozio.
Cory annuì.
<< Scusa Izzie, devo tornare a lavoro ne riparliamo appena stacco. Un bacio a Clare>> salutò la sorella e chiuse la chiamata.
Rientrò nel negozio e seguì Camille fino al suo ufficio.
La sua titolare aveva trentanove anni che portava benissimo.
Appena entrarono nella stanza Cory guardò la donna bionda davanti a sé.
Ne scrutò le forme ,il fisico perfetto da chi passa la vita in palestra e dal parrucchiere.
Le labbra carnose erano ricoperte di un rossetto rosso che le rendeva ancora più sensuali.
Il suo sguardo finì inevitabilmente sulla provocante scollatura della camicetta avorio tutta piena di vaporosi merletti.
Camille gli sorrise maliziosa.
<< Credo proprio di doverle spostare il turno di un buon quarto d’ora>> disse con la sua dolce voce ammaliante sorridendo maliziosa.
Cory le rispose con un perfetto sorriso sghembo.
Camille gli passò accanto e lui rimase inebriato dal suo profumo agrodolce che gli dava subito al cervello, non sapeva perché quella donna era capace di farlo davvero impazzire di desiderio.
Chiuse in un secondo la porta del suo ufficio a chiave e si avvicinò sensualmente al ragazzo sbottonando i primi bottoni della camicetta e lasciando intravedere il reggiseno di pizzo.
<< O più di un quarto d’ora…. Dipende da te!>> aggiunse sorridendo maliziosamente poco prima di catturare le labbra del ragazzo tra le sue.
 
Angolo della scrittrice *__*
Ecco un altro capitolo!! So che non è ancora mercoledì ma domani sono davvero incasinatissima e non avrei avuto tempo di postare il capitolo!! Spero non vi dispiaccia!!
Ringrazio tutte coloro che hanno messo la storia nelle seguite, ricordate e preferite e le ragazze che hanno commentato!! Spero di non deludervi!! Un bacione a mercoledì prossimo!!
 

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Capitolo 3
*** TRE - L'armistizio ***


TRE – L’ Armistizio

 “Abbiamo alzato ora la bandiera bianca della resa; innalzeremo più tardi, su tutto il mondo, la bandiera rossa della nostra rivoluzione”
( Lenin sull’Armistizio del 1917)

 
<< Pronto? >>
<< Lea..? >>
<< T-Theo, sei tu?>>
<< Si. Ciao, come stai? >>
<< C-ciao… io bene…ehm.. tu? >>
<< Bene. Questo weekend sono a New York e mi chiedevo se potevamo vederci…>>
<< Io e te? >>
<< Bhè… si>>
<< Ah, ok. >>
Breve silenzio.
<< Ti posso far sapere stasera? >>
<< Oh, certo, Lea>>
<< Ok, a dopo.>>
<< Ciao>>
<< Ciao, Theo>>
 
Il campanello suonò tre o quattro volte prima che Cory si decidesse ad alzarsi dal letto ed aprire.
Non aspettava visite per cui doveva essere qualcuno per Lea, ma perché la sua coinquilina squilibrata non andava ad aprire?
<< Cory potresti aprire, sono sotto la doccia>> urlò Lea dall’altra parte della sua stanza.
Cory sbuffò e si precipitò ad aprire prima che la persona che suonava il campanello insistentemente sfondasse la porta.
<< Buongiorno raggio di sole!>>
Cory guardò perplesso il ragazzo a cui aveva aperto la porta che ora sorrideva imbarazzato.
<< E tu non sei Lea…>> aggiunse indicandolo con un dito.
Era rimasto appoggiato allo stipite della porta. Cory notò subito che era più basso di lui e che aveva una folta chioma molto curata di riccioli castano chiaro.
<< No, sono Cory il suo coinquilino>> disse cercando di essere cordiale facendogli spazio per entrare.
<< Piacere, io sono Jonathan, il migliore amico gay di Lea>> disse porgendogli la mano sorridendo divertito.
Cory, leggermente imbarazzato ricambiò la stretta di mano e il sorriso.
<< Lea è sotto la doccia, arriva subito!>> aggiunse sperando di potersi congedare e tornare al più presto nella sua stanza ad oziare.
<< Bene… >> rispose il ragazzo bagnandosi le labbra e scrutandolo da capo a piedi.
Cory distolse lo sguardo sempre più a disagio. Perché lo guardava così? Sembrava volesse mangiarlo!
<< Lea non mi aveva detto che eri così carino…. Sai gay? >>
<< Oh, no!>> si affrettò a rispondere.
<< John!!>> lo rimproverò Lea uscendo dalla sua stanza ancora con l’accappatoio rosa addosso e i capelli bagnati raccolti in un turbante creato con l’asciugamano.
<< Che c’è, Lilibù?>> le chiese non capendo che cosa avesse potuto dire di male, in fondo era solo un’innocente curiosità, pensò John.
<< Scusa Cory!!>> disse Lea trascinando il suo migliore amico nella sua stanza.
<< A presto Cory>> disse John facendogli l’occhiolino.
Cory rispose con un debole sorriso imbarazzato prima che Lea chiudesse la porta della stanza alle sue spalle.
<< Ok, questi sono matti!>> disse a bassa voce Cory poco prima di rientrare nella sua stanza.
 
<< Sei impazzito? Come diavolo ti è venuto in mente di chiedergli se è gay? >>
<< Cosa c’è di male!!! Era solo curiosità!>> rispose noncurante John buttandosi sul letto.
Lea andava avanti e indietro tra la stanza e il bagno alla ricerca dei vestiti.
<< Non è carino John!>> lo rimproverò cominciando a spalmarsi la crema idratante sulle gambe.
John sbuffò.
<< Vuoi dirmi perché mi hai chiesto di precipitarmi qui?>> le chiese seccato aggiustando il cuscino sotto la sua testa.
Lea si fermò un istante e si sedette sul letto.
<< Ecco… mi ha chiamato Theo, stamattina, è a New York e vuole vedermi!>> disse tutto d’un fiato.
<< Wow >> esclamò sorpreso John.
<< E tu?>>
<< Gli ho detto che gli avrei fatto sapere stasera>> rispose la ragazza abbassando gli occhi imbarazzata.
John la guardò con aria di rimprovero.
<< Oh John no so che fare!! E se lo rivedo e comincia tutto d’accapo?>> disse mettendosi di schiena rispetto al suo migliore amico porgendogli la crema.
Lui si mise seduto e si avvicinò per spalmarle la crema dietro la schiena come ormai erano soliti fare.
< Lea, siete stati insieme quattro anni, e teoricamente non vi siete nemmeno proprio lasciati! Tu hai deciso di trasferirti a New York e lui ha deciso di non farlo.>> disse lui massaggiandole delicatamente la schiena per consolarla.
Lea era sempre più angosciata da quella decisione.
Non sapeva se aveva veramente voglia di vedere Theo, erano tre mesi che non si vedevano né sentivano, però John aveva ragione non si erano propriamente lasciati.
Avevano preso una pausa, per vedere come andava.
Forse lui aveva capito che non poteva vivere senza di lei ed aveva deciso di traferirsi a New York!
<< E se volesse dirmi addio?>> disse ad alta voce senza accorgersene.
<< Forse vuol dire che non era destino>> le rispose John dolcemente.
<< In ogni caso devi affrontarlo, non puoi fuggire per sempre e se non lo incontri rimarrai sempre con il dubbio!>> aggiunse con aria saggia.
Lea si morse un labbro, aveva ragione si tutti i fronti doveva ammetterlo e basta.
<< Hai ragione lo invito a cena qui domani!>> sentenziò alzandosi.
<< Bene!>> annuì soddisfatto John.
<< E Cory, gli fai fare la candela?>> chiese dopo qualche istante.
Già, si era dimenticata di avere un coinquilino.
<< Bhè gli chiederò di farsi un giro!>> rispose lei alzando le spalle e prendendo la sua gonna blu elettrico preferita dall’armadio.
<< Perfida!>> disse ridendo John.
<< Comunque è proprio carino…>>
<< Chi?>> chiese Lea sovrappensiero.
<< Cory!>>
<< Bho, si>>
<< Sicura non sia gay?>>
<< John!>> lo riprese lanciandogli un cuscino.
<< No, perchè se non te lo scopi tu, potrei farlo io!>>
 
Cory aveva pazientemente aspettato le due ore necessarie perché la lavatrice finisse il suo compito, e poi andò in bagno per ritirare i suoi panni.
Controllò che la lavatrice fosse effettivamente finita e tutto soddisfatto aveva aperto l’oblò e preso una bacinella.
Cominciò a tirare fuori gli abiti bagnati quando fu colpito da una maglietta. Era rosa.
Ma non aveva fatto la lavatrice con i bianchi? si chiese
Preso dal panico prese velocemente tutti i vestiti e controllò i colori.
Andavano tutti dal rosa pallido al fucsia. Persino le sue mutante erano diventate rosa confetto!
Come era stato possibile!!
Guardò dentro il cestello della lavatrice e si accorse che qualcosa era rimasto dentro, lo tirò fuori e lo analizzò.
Un calzino, fucsia, minuscolo. Non poteva essere suo.
<< Lea>> urlò alzandosi e dirigendosi verso la porta della ragazza, bussando con insistenza.
Lea aprì la porta sgomenta e lo guardò senza dire una parola.
<< Potresti evitare di lasciare i tuoi stupidi calzini fucsia nella mia roba?>> le chiese irritato.
<< Oh, scusa non l’ho fatto apposta!>>
<< Già ho problemi con questa stupida lavatrice per conto mio, senza che ti ci metta anche tu a trasformarmi il guardaroba in quello di una coniglietta di playboy!>>
Lea rise.
<< Mi dispiace>> aggiunse cercando di trattenere la risata.
Cosy arrabbiato si girò e tornò verso il bagno e Lea lo seguì.
<< Senti, visto che ci siamo, dovrei chiederti una cosa? Non è che domani sera mi lasceresti casa per una  cena? >>
Cory si girò e la guardò come se fosse pazza.
<< E dove dovrei andare io?>> le chiese sempre più arrabbiato.
<< Bho, dove ti pare>> sorrise lei speranzosa.
<< Non se ne parla nemmeno>> disse categorico ritornando alla sua bacinella piena di vestiti rosa.
<< Solo fino alle dieci!! Ti prego!!>> disse lei supplichevole.
Cory la guardò sbuffando.
<< Ti aiuterò con la lavatrice per i prossimi sei mesi!>>.
<< E va bene!>> cedette Cory alla fine.
<< Ma solo fino alle dieci.>>
<< Certo, poi ci chiuderemo in camera!>>
 
Lea era così emozionata per quella cena che aveva cominciato a prepararsi tre ore prima.
Aveva apparecchiato la tavola neanche fosse la cena di capodanno e aveva cucinato per quindici.
Era una serata speciale e non voleva che niente e nessuno la rovinasse, per cui alle sette in punto cacciò Cory fuori di casa, dopo aver controllato che non avesse lasciato la sua roba in giro per il salone.
Poi andò a vestirsi e sistemarsi trucco e capelli.
Aveva optato per un vestitino nero a tubino che le arrivava a metà coscia, con una profonda scollatura che le lasciava una gran parte della schiena nuda.
I capelli li aveva lasciati sciolti e le cadevano sulle spalle sistemandosi in morbidi boccoli.
Dopo essersi truccata leggermente gli occhi e le guance si guardò allo specchio soddisfatta. Qualunque cosa fosse venuto a dirle Theo, dopo averla vista così, sarebbe caduto ai suoi piedi, ne era certa.
Guardò il diplay del suo cellulare, segnava le otto e quindici. Era solo una questione di minuti e poi Theo sarebbe arrivato.
Scoprì di essere abbastanza nervosa così cominciò a vagare per la casa senza una meta precisa.
Non si sentivano da così tanto tempo! Avevano litigato furentemente e lui era andato via sbattendo la porta di casa, che condividevano da poco, e lei poi si era trasferita a casa di John a New York, e lui era sparito.
O forse era sparita lei.
Non sapeva dire con esattezza chi aveva smesso di chiamare chi. Sapeva solo che da un giorno all’altro nulla, silenzio, vuoto.
Non era molto normale in effetti, per una coppia che sta insieme da quasi quattro anni, si ritrovò a pensare Lea.
Ma in realtà tra loro era sempre stato così, arrivava un momento di rottura in cui dovevano stare ognuno per conto proprio per un po’, ma non era mai durato così a lungo.
La verità era che Lea non era pronta a rinunciare ai suoi sogni e nemmeno Theo, così ognuno aveva preso la sua strada sperando che l’altro cambiasse idea e tornasse indietro.
Ma non era successo, almeno fino a quel momento, quando Theo aveva deciso di riapparire nella sua vita.
Ed è proprio vero quello che dicono : le cose accadono quando smetti di cercarle.
Passato un quarto d’ora Lea decise di smettere di vagare avanti e indietro e sedersi, tanto non sarebbe arrivato prima comunque.
Aveva cinque minuti di ritardo, ma in fondo non era una cosa poi tanto grave. Soprattutto considerando che la persona in ritardo era Theo. Lei preferiva essere sempre in anticipo per le cose importanti, mai in ritardo.   
Tamburellò con le dita sulla guancia sinistra, diede un ultimo sguardo alla tavola, soddisfatta del suo capolavoro e rimase lì, ad aspettare.
 
<< Forse dovresti rispondere!>> disse Cory tra un bacio e l’altro.
Camille continuò a baciare il ragazzo ignorando il telefonino che suonava già da qualche minuto.
<< Magari è importante!>> insistette Cory senza però mollare la presa dalla schiena nuda della donna.
Camille mugugnò seccata, stampò un altro bacio sulle labbra di Cory e si alzò per raggiungere il telefono.
Cory si stese beato sul letto. Era più di mezz’ora che si coccolavano distesi dopo aver fatto l’amore, e lui era pronto a ricominciare.
Lea lo aveva cacciato di casa per la sua cena così lui aveva subito chiamato Camille per sapere se era libera.
Camille era andata nell’altra stanza a rispondere alla chiamata e quando tornò sembrava piuttosto nervosa.
<< Devi andartene!>> disse cominciando a prendere i vestiti che avevano buttato a terra poco prima.
<< Cosa? Già? Ma non avevi detto che..>>
<< Si, ma mio marito ha detto che si è liberato prima e che sta parcheggiando la macchina al garage di fronte, quindi devi muoverti!>> disse allarmata lanciandogli i pantaloni addosso.
Cory si alzò con uno scatto in piedi e afferrò la maglietta.
<< Sono rosa?>> commentò Camille passandogli i boxer che aveva trovato sul pavimento.
<< Lunga storia>> disse Cory infilandosi le mutante e i jeans.
<< Ok, ora vai>> disse cominciando a spingerlo fuori dalla stanza verso la porta di casa.
<< Senti Camille, forse dovremmo smetterla! Sono stanco di dover scappare via ogni volta come un ladro!>> ammise Cory leggermente infastidito con le scarpe ancora in mano.
<< Cory, ne abbiamo già parlato! La nostra relazione funziona così, io sono sposata!>>
<< E se non mi andasse più bene?>> chiese Cory fermandosi un istante a guardarla davanti la porta di casa.
<< Possiamo parlarne un’altra volta, tesoro? Non mi sembra il momento più opportuno!>> disse lei sorridendogli tenendo la porta aperta con una certa fretta di richiuderla.
<< Certo>> si arrese lui.
<< Ok, ti chiamo io>> disse poco prima di spingerlo fuori dalla porta e richiuderla velocemente.
Cory si mise i calzini saltellando da un piede all’altro per scendere le scale, e appena arrivato al portone infilò rapidamente le scarpe.
<< Buonasera!>> lo salutò cordialmente un uomo sulla cinquantina in giacca e cravatta.
Cory ricambiò il saluto riconoscendo l’uomo: il marito di Camille.
Anche quella volta ce l’avevano fatta per un pelo.
Si sistemò i capelli e tornò in macchina. Guardò l’ora : dieci meno dieci.
Almeno il lato positivo era che poteva ritornare a casa.
 
<< Sono le dieci, posso entrare?>> chiese entrando cautamente dalla porta principale.
C’era un buon odorino di arrosto appena cucinato, ma non sentiva rumori quindi pensò che dovevano già essersi chiusi in camera.
Meno male pensò, almeno avrebbe saltato la parte imbarazzante delle presentazioni.
Ma la scena che gli si mostrò di fronte fu molto diversa da come se l’aspettava.
C’era Lea seduta immobile al tavolo ancora perfettamente apparecchiato e circondato da una miriade di vivande intatte. Esattamente come l’aveva lasciata.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto così si avvicinò leggermente.
<< Hey>> le disse cercando di svegliarla da quel suo sogno ad occhi aperti.
<< Ciao>> disse girandosi a guardarlo.
<< Bene, quindi il tuo invitato era immaginario!>> disse ironicamente.
<< No, solo stronzo. Non è venuto>> rispose lei monocorde senza una particolare espressione nel viso.
<< Ah, capisco>> disse semplicemente.
Non era bravo a consolare le persone quindi cercò il modo più veloce per tornare indisturbato nella sua stanza.
Poi Lea cominciò a guardarlo sovrappensiero.
<< Che c’è? >> le chiese dopo qualche istante cominciando seriamente ad essere spaventato da quello sguardo.
<< Per caso, hai fame?>>
  
 
Angolo della scrittrice *___*
Ciao a tutteeee!! Ecco qui un nuovo capitolooo, spero vi piaccia!! Che ne pensate? Troveranno un punto d’incontro?? Intanto devo dire che qualcosa in comune ce l’hanno questi due: una vita sentimentale abbastanza incasinata!!!!! Daiiiii ho davvero voglia di sentire i vostri pareriiiiii!!
Ringrazio chi legge in silenzio e Rroberta per il commentoooo, spero di riceverne altri!!
 
XOXO
A Mercoledì prossimo!
M.W.
 

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Capitolo 4
*** QUATTRO- La Tregua ***


 QUATTRO – La tregua
 

 

C’è un momento per amare
un momento per tradire
il momento giusto per ricominciare
C’è un momento per odiare
per capire che non va
C’è il momento dei rimpianti
dei rumori più assordanti
degli amori senza un attimo di tregua
C’è la notte della strega
una notte senza musica,
C’è il momento della resa
mentre l’aria è ancora tesa
è certo irrazionale ridere
…ridere….

 
<< Quindi sei un’attrice!>> disse Cory per avviare la conversazione.
Erano seduti a tavola uno di fronte all’altro e avevano cominciato a mangiare lo sformato di pasta in un silenzio imbarazzato.
Insomma non erano mai stati nella stessa stanza per più di cinque minuti senza litigare.
<< Già!>> disse lei sorridendo ma continuando a guardare il suo piatto.
<< E cosa hai fatto? Cioè nel senso non ti ho mai vista in tv...>>
<< Io sono un’attrice di teatro, ultimamente ho fatto Spring awakening a Broadway per due anni>>
<< Ah, ok>> non aveva la minima idea di cosa fosse.
Calò un altro silenzio carico di imbarazzo.
<< Vuoi un po’ di vino?>> le chiese Cory cercando di essere gentile.
<< Si, grazie>> rispose Lea avvicinando il bicchiere alla bottiglia che il ragazzo teneva in mano.
<< Allora la cavalleria non è morta del tutto!>> costatò lei sorridendo divertita mentre prendeva un sorso dal bicchiere.
<< La verità è che sono uno dei pochi ad usarla ancora… ma non dirlo a nessuno.>> le disse dandosi un tono poco prima di scoppiare a ridere insieme a Lea.
Ora che ci pensava lei aveva davvero una bella risata, non che fosse rilevante.
<< Tu invece di che ti occupi?>> chiese curiosa Lea quando smisero di ridere.
<< Ehmm… diciamo che mi occupo del settore vendite di materiale agro alimentare per una grande catena di negozi>> rispose lui sicuro di sé.
<< In pratica fai il commesso?>>
<< Esatto>>.
Scoppiarono di nuovo in una grande risata.
Lea doveva ammettere che non era proprio un gorilla inetto, come l’aveva sempre etichettato parlando con John, anzi, era quasi… simpatico.
<< Il mio lavoro consiste nello stare dietro la cassa di un supermercato >> aggiunse bevendo un altro sorso di vino.
<< E’ un bel mestiere!>> disse Lea per essere gentile.
<< No, in realtà fa schifo, ma apprezzo il gesto >> la ringraziò ridendo.
<< Oh, figurati>> aggiunse lei ironica unendosi alla risata.
<< Posso chiederti, se non sono indiscreto, come mai stai cenando con me e non con chi dovevi cenare?>>
<< Dovevo solo cenare con il mio ex>> cominciò Lea fingendo noncuranza.
<< In realtà non ci siamo proprio lasciati. Facciamo questi tira e molla da quattro anni, ma credo che stavolta sia finita sul serio! Mi ha chiamato all’ultimo momento dicendomi che aveva avuto un imprevisto a lavoro e che doveva assolutamente tornare a Los Angeles. Gentile, vero?>> chiese Lea ironicamente.
I suoi occhi si rabbuiarono per un istante ma poi si sforzò di sorridere.
Non le piaceva apparire debole, e di certo non davanti ad un semi-sconosciuto, con cui divideva l’appartamento, ma comunque uno sconosciuto.
<< Mi dispiace!>> disse Cory sinceramente terminando anche l’arrosto che Lea gli aveva servito.
<< Oh non fa niente, ci sono abituata. Abbiamo rimandato fin troppo l’inevitabile! Vuoi una fetta di torta? E’ al cioccolato!>> disse cambiando repentinamente argomento e togliendo i piatti vuoti dal tavolo.
<< Ok, grazie>>
<< Mi dispiace per la tua biancheria, è davvero rosa?>> chiese Lea mortificata porgendo a Cory un piatto con la torta.
<< Si, è abbastanza rosa, ma tranquilla so che quest’anno va di moda!>> rispose lui per tranquillizzarla.
<< Bhè, non dirlo a John o ti salta addosso!>>
<< Terrò bene a mente il consiglio!>>
 
Dopo una mezz’ora, finita la cena e messi i piatti nella lavastoviglie decisero che era venuto il momento di andare a dormire.
<< Grazie mille per la cena!>> disse Cory avvicinandosi alla porta della sua stanza.
<< Oh, figurati>> rispose Lea sorridendo.
<< Allora buonanotte!>>
<< Buonanotte Cory>>
E ognuno sparì nella propria stanza chiudendo la porta.
 
<< Quindi non si è presentato?>> chiese John esterrefatto al telefono.
<< Esatto!>>
<< E tu hai cenato con Cory!>>
<< Esatto!>> disse Lea sistemando dei libri nella sua stanza reggendo il telefono con la spalla.
<< E…?>> chiese sempre più curioso.
<< E, cosa?>>
<< Avete fatto sesso?>>
<< John! Smettila, ma perché avremmo dovuto?>> esclamò diventando leggermente rossa. Ringraziò che il suo migliore amico non fosse lì con lei, altrimenti l’avrebbe presa certamente in giro.
<< Perché tu sei meravigliosa e lui è un gran figo!>>
<< Punto primo io sono “teoricamente” fidanzata, secondo anche se non lo fossi lui non mi piace!! E terzo smettila di dire queste cose!>> disse cominciando ad irritarsi.
<< Va bene Lilibù!>>
<< Quarto finiscila di chiamarmi così!! Odio quel nomignolo!>> aggiunse piccata.
John rise.
<< Senti ora devo chiudere, ci vediamo più tardi!>> tagliò corto Lea.
<< Ok! A dopo Lilibù>> disse interrompendo la comunicazione.
Lea lanciò un urletto di esasperazione e infilò il cellulare nella borsa.
 
<< Si, Camille, sarò lì tra mezz’ora!>> disse Cory prendendo il portafogli e le chiavi della macchina pronto per uscire.
Andava davvero di fretta, Camille l’aveva già chiamato due volte per ricordargli l’appuntamento e lui non poteva fare tardi.
Chiuse la comunicazione con Camille e ripose il telefonino in tasca.
Appena uscì dalla stanza la sua attenzione fu catturata dalla televisione accesa.
<< E’ Madagascar due?>> chiese avvicinandosi a Lea che era distesa sul divano con un enorme ciotola di pop corn.
<< Si!>> rispose entusiasta.
<< Cavolo volevo proprio vederlo!>> disse sedendosi distrattamente ipnotizzato da quella scatoletta magica.
<< Puoi restare qui… se vuoi!>> disse Lea cortesemente.
<< Maledizione non posso, ho un appuntamento!>> si ricordò rialzandosi.
<< Buona serata allora!>>
Improvvisamente, senza saperne il reale motivo, Cory non aveva più tanta voglia di andare da Camille.
Un’altra sveltina, magari in cucina con la minaccia incombente del ritorno del marito.
No, quella sera la prospettiva di una serata tranquilla semplicemente davanti alla tv a vedere un cartone l’allettava molto di più.
Il sesso con Camille era stato divertente: tutta quella segretezza, l’eccitazione provocata dalla paura di poter essere scoperti, sembrava di essere il protagonista di uno di quei film con Brad Pitt e Angelina Jolie, si sentiva quasi un agente segreto.
Ma con il passare del tempo quella situazione era diventata leggermente pesante e monotona.
Sobbalzò quando sentì il suo cellulare vibrare nella tasca, lo prese e lesse velocemente il messaggio di Camille.
“ Sbrigati, abbiamo solo venti minuti, mio marito torna prima!”
Chiuse il telefono e lo lanciò sul divano sedendosi.
<< In effetti non era niente di importante…. Niente che valga più di Madagascar due! Mi passi i pop corn?>> disse mentre Lea gli faceva posto sul divano ridendo.
Dopo una ventina di minuti il cellulare di Cory riprese a squillare insistentemente, ma con il rumore del film e delle risate i due nemmeno ci fecero caso.
 
Angolo della scrittrice *__*
 
Ecco un nuovo capitolo, mi dispiace se è breve, ma purtroppo sono un po’ incasinata!! Vi preannuncio che il prossimo sarà davvero divertente!! Cory farà una proposta particolare a Lea heheheheheheh qualche idea???
In ogni caso come avrete notato i sue si stanno conoscendo un po’…. Spero vi sia piaciuto comunque.
Grazie mille per i commenti e per le visualizzazioni!!!
A mercoledì prossimo!!
 
XO XO
MW
 
 

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Capitolo 5
*** CINQUE - L'idea ***


 CINQUE- L’IDEA

 
Un'idea che non sia pericolosa, è indegna di chiamarsi idea.
Oscar Wilde

 
 
<< Giusto qualche minuto e Paul potrà riceverti>>
<< Grazie Kelly>> rispose Lea sorridendo alla segretaria del suo agente.
Accavallò le gambe e si mise pazientemente ad aspettare, cosa che per la cronaca odiava da morire.
Paul era il suo agente da più di un anno, l’aveva indirizzata da lui John che era suo cliente da tempo.
John le aveva assicurato che Paul era davvero il migliore nel suo campo e che le avrebbe certamente trovato un ingaggio al più presto, come era successo a lui.
Ma lei non aveva avuto la stessa fortuna, anzi fino a quel momento non le aveva proposto proprio un bel niente, le diceva solamente “ Fidati di me, a breve arriverà la tua grande occasione!”
Ma quanto durava quel “breve”?
<< Lea, ciao vieni!>> le disse Paul aprendo la porta del suo ufficio.
Lea lo salutò ed andò a sedersi sulla sedia di fronte la scrivania.
<< Allora..>> esordì Paul consultando delle carte.
<< Ho qui una cosa che potrebbe interessarti!>> disse guardandola entusiasta.
Lea fece un sorriso a trecento cinquanta denti. In un attimo si vide su un cartellone pubblicitario, o come la protagonista di una serie tv di successo, a vincere il suo primo Oscar, sfilando sul red carpet come una vera stella di Hollywood.
<< Sarebbe un provino per un teatro off Broadway che cerca una caratteristica comica!>> annunciò Paul soddisfatto, come se le avesse appena proposto la parte di Elphaba in Wicked.
Il sogno del tappeto rosso si infranse immediatamente nella mente di Lea.
<< Caratterista?>> chiese perplessa.
Paul annuì deciso.
<< Ma io speravo in una qualche apparizione televisiva…>> disse titubante.
<< Lea, tesoro>> cominciò Paul prendendole la mano ed accarezzandogliela con quel modo di fare fastidiosamente gay e falso.
<< Il mondo del cinema e della televisione sono una casta chiusa… E bhè ecco ricercano altri requisiti!>>
Lea aveva perfettamente capito cosa le stava cercando di dire tra le righe. Che per fare un provino per una parte in un film avrebbe dovuto avere trenta centimetri in più, due taglie in più di reggiseno e doveva essere più bella.
Sentì come una voragine aprirsi sotto la sua sedia, e le venne una gran voglia di sprofondarci dentro.
<< Ma tranquilla cara! Paul ha sempre una soluzione!>>
Oddio come odiava le persone che parlavano di se stesse in terza persona!!
<< E quale sarebbe la soluzione?>> chiese sconsolata.
Paul si alzò con uno sguardo trionfante come se avesse appena avuto l’idea del secolo.
<< Devi rifarti il naso!>>
 
<< Ti rendi conto, John!!! Mi ha praticamente detto che sono un cesso e che per fare un provino devo rifarmi il naso!!>> piagnucolò con la testa appoggiata al petto del suo migliore amico.
<< E tu che gli hai detto?>> le chiese John accarezzandole i capelli per confortarla.
<< Che non ne avevo nessuna intenzione e sono andata via!>> disse mettendosi a sedere di colpo.
<< Hai fatto bene!! Domani lo chiamo e gliene dico quattro!>>
<< Ma no, lascia stare! In fondo ha ragione!! Guardami!>> disse avvicinandosi allo specchio.
Con il trucco sbavato per le lacrime e i capelli scompigliati non era proprio un bello spettacolo.
John fece un sospiro di dissenso e le si avvicinò davanti allo specchio.
<< Quello che io vedo è una bellissima donna con un pessimo mascara che si scioglie alla prima lacrima!>>
Lea rise.
<< Ecco, così va meglio!>> disse dolcemente John.
<< Lea tu sei fantastica! E sei un’artista eccezionale! Per nessun motivo devi cambiare quello che sei d’accordo?>> le chiese prendendole le mani e facendo in modo che lo guardasse.
Lea tirò su con il naso e annuì.
<< Arriverà la tua occasione! Ne sono certo!>>
<< Speriamo!>> disse lei tornando a sedersi sul letto.
<< Parlando di occasioni, devo dirti una cosa!!>> disse John cominciando a camminare avanti e indietro per la stanza.
<< Ecco.. mi hanno preso per uno spettacolo…>>
<< Davvero! Oddio che bello!!>> disse Lea saltando di gioia.
<< La cui tourneè partirà a Londra>> disse tutto d’un fiato.
Lea rimase un secondo immobile.
<< L-Londra?>>
<< Si, Lilibù>> disse andandosi a sedere accanto a lei.
<< Ma Londra è lontana da qui! Tanto! Tipo che lì è mattina e qui è notte!!>> disse in preda al panico.
<< Si, ma sarebbe solo per un paio di mesi, poi tornerei qui!>> disse lui per tranquillizzarla.
<< E quando partiresti?>>
<< Ecco… questo è il problema. >> cominciò non sapendo proprio come dare quella notizia alla sua migliore amica.
<< Ho il volo dopodomani alle sei di mattina>>
 
Erano le otto di sera. John era partito da nemmeno un giorno e già si sentiva persa e sola.
Non erano mai stati così tanto lontani e per così tanto tempo. In realtà non erano mai stati lontani in generale, da quando avevano quindici anni.
Era la sua famiglia, la sua anima gemella, l’unica persona capace di confortarla e capirla, che sapeva tutto di lei e l’amava incondizionatamente.
Ora aveva solo una gran voglia di ingozzarsi di patatine e birra fino alla nausea.
<< Hey!>> la salutò Cory entrando.
Lea asciugò repentinamente la lacrima che le era appena scesa e ricambiò il saluto.
Cory insospettito dallo strano tono di voce della sua esuberante coinquilina si avvicinò e la vide piangere silenziosamente.
<< Tutto bene?>> le chiese preoccupato, sedendosi accanto a lei.
Lea cercò di ricomporsi e formare con le labbra una specie di sorriso.
<< Tutto ok>>
Cory non era per niente convinto, ma aveva capito che lei era molto orgogliosa, così rimase in silenzio ad aspettare che lei parlasse. Sapeva anche che era una logorroica unica, e che quindi avrebbe dopo poco cominciato a vomitare parole senza controllo.
E così fu.
Cominciò a raccontargli di John che andava via, e blaterò qualcosa su un agente e altre cose alla velocità della luce che Cory ebbe difficoltà a capire, così si limitò ad annuire.
Tanto Lea aveva solo voglia di parlare, non le importava molto avere un qualche parere.
Così si riempivano in continuazione il bicchiere di birra, stappando una bottiglia dopo l’altra e dopo una buona oretta erano stravaccati entrambi sul divano a ridere.
Non erano propriamente ubriachi, però brilli e allegri, molto, molto allegri.
<< Renditi conto>> cominciò Lea tra le risate.
<< Il mio ex mi ha dato buca nemmeno una settimana fa e io sono qui a piangere perché il mio migliore amico, gay, è andato a Londra! Sono senza speranza!>> aggiunse stendendo le gambe sul divano e appoggiando la testa, che cominciava a girargli, al bracciolo.
<< Sono la regina delle sfigate d’amore!>> sentenziò prendendo un altro bicchiere di birra.
<< E sono anche disoccupata e senza futuro!>> continuò ridendo.
Anche Cory rise.
<< Ok, per il lavoro vinci tu! Il mio farà anche schifo, ma almeno ne ho uno! Però credo di batterti in sfighe amorose!!>>
<< Davvero? Racconta!!>> disse sedendosi con le gambe incrociate sul grande divano.
<< Diciamo ho una relazione complicata…>>
<< Ti ha mollato?>>
<< No…>>
<< Ti ha tradito?>>
<< No!>>
<< L’hai tradita e non sai come dirglielo?>>
<< Nooooo! Ma stai mai un po’ zitta?>> chiese irritato.
<< Ok, scusa>>
<< E’ che lei non è proprio libera…>>
Lea rise.
<< E’ fidanzata? Sei tipo l’amante?>> chiese sempre più divertita.
<< Si, sono l’amante, però lei è sposata!>>
Lea rimase senza parole.
<< Ed è il mio capo!>> aggiunse leggermente imbarazzato.
Lea dopo qualche secondo scoppiò a ridere e Cory insieme a lei.
Risero così forte che Lea si ribaltò cadendo dal divano.
<< Ok, sei ancora più sfigato in amore di me!!>>
<< Ma il problema siete voi donne!!>>
<< E perché? Sentiamo un po’ Mr “io sono il sesso forte!”>> lo scimmiottò Lea rimettendosi seduta.
<< Perché fate tutto complicato! Cioè io ho cominciato la storia con Camille per sesso, perché l’unico modo per non essere rotto le palle da voi donne è che voi siate già sposate! Capito?>>
<< Era un po’ contorto il pensiero, ma conoscendo il sesso maschile e sapendo con quale membro del corpo ragionate, capisco perfettamente!>>
<< Oddio non mi dire che sei una tutta casta e pura! Dimmi che non hai mai usato un uomo solo per il sesso! Voi donne non siete meglio di noi!!>> asserì soddisfatto Cory prendendo altra birra.
<< No, mio caro non sono per niente casta e pura!! Ti dico solo che per Spring Awakening ho dovuto recitare una scena di sesso con John in topless!>>
<< Cosa? Davvero!! Non l’avrei mai detto!>> disse lui sorpreso!
<< Esattamente e avevamo solo quindici anni! So più cose sul sesso di quanto tu ne possa immaginare!>>
<< Lea Michele mi stupisci ogni momento di più!>> disse sorridendole malizioso.
Oddio, ma che stava facendo? Stava flirtando, pensò Cory.
Ma in fondo, cosa c’era di male?
<< il mio agente oggi mi ha detto che sono brutta! Forse è per questo che ho lo stesso ragazzo da quattro anni e nessuno mi vuole!>> disse ridendo.
<< Sta zitta, non sei brutta!!>>
<< Lo dici sono per compassione!! >> disse lei convinta.
<< Assolutamente no!>>
<< Quindi faresti sesso con me?>> disse alzandosi per guardarlo seriamente negli occhi.
<< Anche ora!>> rispose lui alzando le spalle.
<< Si, certo!>> disse ironica ridendo.
<< Quanto mi manca il sesso!!>> affermò stendendosi di nuovo sul divano.
<< Bhè, ma perché no?>> chiese Cory per niente ironico.
<< Perché no cosa?>>
Cory si alzò con un balzo, fiero della sua brillante idea.
<< Perché io e te non facciamo sesso?>>
 
Angolo della scrittrice *__*
 
Ecco ci qua ragazze, nuovo capitolo!! Un po’ corto ma sono incasinatissima in questo periodoooo spero vi piaccia heheheheheh le cose si fanno bollenti!! Che ne pensate della proposta indecente che fa Cory a Lea? Nel prossimo capitolo avrete la reazione di Lea hauahuaahuaahu!!!
Al mercoledì prossimoooo
 
XO XO

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Capitolo 6
*** SEI - Il Sesso ***


 

SEI- Il sesso

 

"La guerra fra i sessi è l'unico tipo di guerra in cui i nemici dormono regolarmente insieme." Quentin Crisp

 
<< Fare sesso io e te?>> chiese Lea sgranando gli occhi.
<< No, io e John!>> asserì Cory ironico.
<< Sei ubriaco, siediti!>> gli ordinò Lea tra le risate.
Cory si risedette sul divano.
<< Invece è una buona idea! Istauriamo una relazione fondata e basata solo ed esclusivamente sul sesso!>> cominciò a spiegare Cory.
<< Nessun coinvolgimento emotivo, niente gelosia, niente “ Dove sei? Cosa fai? A che ora torni?” solo puro piacere fisico!>>
<< Ma non possiamo.. cioè… tu nemmeno mi piaci!>> disse Lea d’un fiato.
<< Neanche tu se è per questo!>> aggiunse subito Cory leggermente offeso.
<< Sei troppo alto e poi non sei proprio…. Mmm.. tonico!>> disse Lea alzandosi con aria di sfida.
<< E tu sei troppo bassa, sei insopportabile e hai …. Le tette piccole!>> affermò alzandosi anche lui.
<< Bene!>> quasi urlò lei stizzita.
<< Bene!!>>
Erano vicinissimi, non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso. I loro respiri si fecero sempre più pesanti.
Sarà stata la birra o la stanchezza o cosa non sapeva esattamente dirlo, ma Lea si sentiva fisicamente incredibilmente attratta da Cory.
Cosa che non era mai successa in quel primo periodo di convivenza.
Neanche Cory aveva mai pensato a Lea come una ragazza vera e propria, era solo la rompiscatole che gli rovinava tutti vestiti e che lo lasciava senza acqua calda.
Eppure in quella circostanza, con i capelli scompigliati e le guance rosse era terribilmente sexy.
O forse erano solo le numerose birre a parlare.
<< Sarebbe solo sesso senza nessuna conseguenza, vero?>> sussurrò Lea avvicinandosi impercettibilmente sempre di più a Cory.
<< Solo sesso!>> affermò Cory piegandosi leggermente per avvicinarsi alle labbra di Lea.
<< Magari una volta…>> cominciò Lea senza poter continuare visto che le sue labbra erano state catturate da quelle di Cory in un leggero bacio.
Aveva un buon sapore, doveva ammetterlo. E anche un buon profumo di muschio e dopobarba.
<< Ok, però dobbiamo stabilire delle regole!>> disse Lea staccandosi all’improvviso.
<< Nessuna scenata di gelosia, ognuno dorme nel suo letto, niente coccole né prima né dopo e devi levarti i calzini, mi fanno senso!>> elencò categorica lei.
<< Giuro!>> rispose Cory mettendo una mano sul petto.
<< Ok, allora si può fare!>> disse Lea alla fine poco prima di raggiungerlo e ricominciare a baciarlo.
Il bacio si fece da subito più appassionato e Cory prese Lea in braccio per portarla nella sua stanza.
Lea cominciò a baciarlo sul collo.
<< Andiamo in camera mia!>> ordinò lei staccando un secondo il viso dal collo di Cory.
<< Perché?>> le chiese lui perplesso fermandosi davanti la porta della sua stanza con la ragazza ancora in braccio.
<< Perché non ho voglia di farlo nelle tue lenzuola!>>
<< D’accordo come vuoi!>>
Ricominciarono a baciarsi e appena entrarono nella stanza di Lea lui la lasciò e entrambi cominciarono a spogliarsi.
Con una certa fretta Cory si tolse la maglietta e Lea i pantaloncini della tuta finchè non furono entrambi nudi, l’uno di fronte all’altro.
Cory la squadrò dall’alto al basso, soffermandosi sul suo seno.
<< Ok, mi può bastare!>>
Lea fece una smorfia di disappunto e guardò Cory a sua volta dalla testa ai piedi.
<< Mhm, può bastare anche a me!>> disse poco prima di avvinghiarsi a lui e insieme si stesero sul letto in un nuovo bacio appassionato.
 
La sveglia suonava insistentemente sul comodino di Lea e quasi le sembrava che le stessero trapanando il cervello.
Allungò una mano e la spense, poi si portò le mani alla testa. Pensava che le sarebbe scoppiata da un momento all’altro.
Si allungò leggermente per stiracchiarsi quando sentì qualcosa vicino a lei.
Cory!
Pensò mettendosi seduta di scatto.
“ Oh no, oh no, oh no!”
<< Cory…. Cory>> disse scuotendolo per svegliarlo.
Cory mugugnò così lei alzò il tono della voce finche lui non aprì gli occhi.
<< Che ore sono?>> chiese assonnato.
<< L’ora che tu vada via di qui!!>> affermò Lea tirandosi il lenzuolo per coprirsi mentre cercava per la stanza la sua biancheria e il pigiama.
Cory ritrovatosi improvvisamente nudo prese un cuscino per coprirsi.
<< Cavolo Cory, ma perché hai dormito qui con me?>>
Lea sembrava un invasata correva da una parte all’altra infilandosi i vestiti uno alla volta restando in piedi.
<< Ero ubriaco!>> minimizzò lui.
<< Ok, ora va via di qui!>> gli ordinò lei con aria minacciosa lanciandogli la maglietta in faccia.
Cory si stropicciò gli occhi e cominciò a rivestirsi.
<< Che sia chiaro: stanotte non ha avuto nessun significato. Eravamo ubriachi e abbiamo fatto una stronzata e non ricapiterà più!>> disse decisa Lea puntandogli il dito.
Cory alzò le spalle.
<< Ok>>
<< Prima e ultima volta!>>
 
“ Dove sono queste stupide chiavi??” si chiese Lea mentre rovistava freneticamente nella borsa davanti alla porta di casa.
Odiava quando non riusciva a trovarle nel grande marasma che era la sua borsa, ma quella volta davvero non riusciva a capire in quale meandro si fossero nascoste, così rovesciò la borsa a terra.
Niente. Delle chiavi nemmeno l’ombra.
Poi le balenò un’immagine nella mente: lei che usciva di fretta di casa con Cory che era rimasto ancora un po’ chiuso nella sua stanza. Aveva preso la borsa, il portafogli il cellulare… ma non le chiavi! Aveva dimenticato le chiavi sul marmo del mobiletto all’ingresso.
E ora, come avrebbe fatto?
Non le restava che un’unica soluzione, per quanto preferisse rimanere sul pianerottolo per tutta la vita, doveva chiamare Cory.
<< Pronto ciao senti ho dimenticato le chiavi, quando torni?>> chiese bruscamente appena il ragazzo rispose.
<< Ho altre tre ore di turno. Vieni al supermarket a prenderle!>>
Lea rispose un “ok” seccato e riagganciò.
In un quarto d’ora era arrivata al grande supermercato dove Cory lavorava.
Chiese ad una cassiera bionda dall’aria piuttosto annoiata dove potesse trovare Cory e lei la scortò nel deposito poco più avanti.
Lea bussò prima di aprire la porta e trovò Cory indaffarato con delle scatolette di tonno.
<< Hey!>> le disse alzando solo lo sguardo senza smettere di mettere apposto le scatolette, dal cartone che le conteneva, sugli scaffali.
<< Ciao.>> disse Lea avanzando.
La porta si richiuse alle sue spalle con un tonfo sordo che la fece trasalire.
Cory si alzò e la raggiunse.
Prese le chiavi dalla tasca mentre Lea tendeva la sua piccola mano per prenderle.
<< La vuoi smettere!>> disse lei leggermente infastidita quando Cory per farle uno scherzo aveva steso il braccio in alto con le chiavi, per impedirle di prenderle.
<< Sei noiosa! Ieri sera eri divertente!>> disse Cory sorridendo con un velo di malizia.
<< Ieri sera ero ubriaca.>> rispose lei sfidandolo strappandogli le chiavi dalle mani.
Senza accorgersene si erano avvicinati sempre di più. Sul volto di Cory si stampò un leggero sorriso.
Non era stato solo l’alcool a scatenare quella strana attrazione fisica tra i due.
C’era davvero. E in qual momento, in quel deposito pieno di scatole e cartoni semibuio, qualcosa attirava Cory a Lea e Lea a Cory.
Si avvicinarono sempre di più finchè le loro labbra non si sfiorarono e poi si cercarono.
<< Avevamo detto che non sarebbe più capitato….>> disse Lea in un sussurrò poco prima di allacciare le sue braccia attorno al collo di Cory.
<< Già!>> disse lui prendendola in braccio e facendola sedere sul primo tavolo libero che trovò alzandole la gonna.
Le chiavi di casa le caddero di mano, inavvertitamente, andando a finire sul pavimento.
Le mani di Cory si muovevano abili sui bottoni della camicetta di Lea che in pochi secondi era finita per terra accanto alle chiavi.
Lea intanto aveva cominciato a sbottonare i pantaloni di Cory infilando le mani sotto la sua maglietta.
Si staccarono un secondo giusto per permettere a Cory di sfilarsi la maglietta verde della divisa.
I loro baci si fecero sempre più appassionati e il respiro sempre più pesante e le loro mani si muovevano freneticamente toccando ogni parte del corpo.
Lea sentiva le mani fredde di Cory accarezzarle la schiena e fu percossa da un brivido.
Non aveva mai fatto niente del genere, pensò : sesso in uno scantinato, con una persona di cui non era innamorata, per il solo gusto di fare sesso.
Era una cosa che non avrebbe mai fatto prima, probabilmente. Non le sarebbe nemmeno passata per la mente un’idea simile.
<< Cory dovresti…>> disse una voce aprendo la porta bruscamente.
Cory in un balzo si allontanò da Lea e si rialzò velocemente i pantaloni.
Una donna bionda, minuta vestita di tutto punto, non con la divisa come gli altri.
<< Camille io…>> disse Cory imbarazzato mentre Lea cercava di infilare la camicetta, rossa per la vergogna.
<< Volevo dirti di riordinare lo scaffale numero sette….>> cominciò Camille sorridendo divertita per aver sorpreso il suo amante a farsela con una ragazza nel suo supermercato.
<< Ma vedo che sei occupato, quindi passo più tardi!>> disse ironica richiudendo la porta.
Lea si rivestì velocemente schiarendosi la voce in un silenzio imbarazzato.
<< Forse è meglio che vada!>> biascicò aggiustandosi leggermente i capelli scompigliati.
Aprì la porta per andare via quando la voce di Cory la bloccò.
<< Lea!>>
<< Si?>>
<< Stavi dimenticando le chiavi!>>
 
Angolo della scrittrice *___*
 
Ecco un nuovo capitolooooo le cose cominciano a farsi davvero bollenti hauahauahuahau spero vi sia piaciuto!! Mi scuso con il leggere ritardo, ma visto che è cominciata, ahimè, l’università potrò postare i capitoli con minore costanza, ma tranquille non vi abbandono!!!!
Vi invito a leggere, se vi va, l’altra mia fan fiction, remember me!! Un bacio a tutte e grazie per le recensioniiiiii
Alla prossima!
 
XOXO
 
MW     

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Capitolo 7
*** SETTE - Il Patto ***


 SETTE – Il patto

 
 L'amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande. Woody Allen
  
<< Pronto?>>
<< Lilibù?>>
<< Hey John!!!!!! Che bello sentirti come stai?>>
<< Bene pandorina e tu?>>
<< Bene! Come vanno le prove?>>
<< Alla grande!! Adoro questo spettacolo! E c’è un collega che è davvero un figo tremendo!!>>
<< E Jason?>>
<< Ci siamo lasciati! Durava da troppo>>
<< Ma se stavate insieme da solo tre settimane!>>
<< Appunto! Piuttosto tu novità?>>
<< NO! Nessuna!>>
<< Hey, calma! Cosa hai fatto ieri sera?>>
<< Mmmm… niente ti che…. Mangiato pop corn, bevuto birra sul divano, fatto sesso con Cory e il mio agente mi ha detto che devo rifarmi il naso!>>
<< Ahm…. Cosa? Aspetta, ripeti?>>
<< Il mio agente ha detto che devo rifarmi il naso, lo so è assurdo!>>
<< Non quello! Ciò che hai detto prima!>>
<< Birra sul divano?>>
<< Dopo..>>
<< Cory?>>
<< Mi riferisco all’azione che ha come oggetto Cory!>>
<< Ok, abbiamo fatto sesso!>>
<< ODDIOOOO! E me lo dici così, brutta sgualdrinella!!! Voglio i particolari!>>
<< Cioè ti dico che il mio agente mi ha detto di rifarmi il naso e tu ti interessi solo a questo?>>
<< Non rigirare la frittata per cambiare argomento! Com’è a letto? Bravo?>>
<< Non lo so… normale…>>
<< Disse quella che ha fatto sesso con un solo uomo in ventidue anni!>>
<< Senti ero ubriaca… e scusami se non sono una che la da in giro come te!>>
<< E fai molto male, cara!>>
I due risero.
<< Comunque è davvero un peccato!>>
<< Cosa?>>
<< Che tu abbia fatto sesso con Cory!>>
<< Ma non mi dicevi che dovevo assolutamente farlo?>>
<< Si, ma questo certifica il fatto che Cory non è gay!>>
 
<< Ciao>> disse Cory aprendo la porta di casa.
Lea gli rispose distrattamente, stava seduta sul divano a sfogliare una rivista.
Appena la raggiunse, lei richiuse la rivista e gli sorrise imbarazzata.
Tamburellava con le dita sul bracciolo del divano segno del fatto che fosse un po’ nervosa.
<< Tutto ok?>> le chiese sentendosi stranamente a disagio.
<< Forse dovremmo parlare di cosa è accaduto ieri sera… e oggi…>> disse facendo segno a Cory di accomodarsi.
<< Ok, certo che a voi donne piace davvero tanto “parlare”>>
<< Cosa vuoi dire?>> chiese bruscamente offesa.
<< Nulla, lascia stare. Avanti parliamo. Analizziamo cosa è successo, facciamo una lista dei pro e dei contro e troviamo una soluzione. E’ così che si fa, giusto?>> chiese lui ironicamente sedendosi.
<< Che problema hai?>>
<< Io assolutamente nessuno! Ma a quanto pare tu ce l’hai, visto che non riesci ad accettare una semplice azione spontanea ma devi assolutamente renderla, come fate sempre voi donne, una cosa razionale che ha bisogno di spiegazioni!>>
<< Leggo del leggero maschilismo nelle tue affermazioni. Dunque tu cosa proponi, super uomo?>> chiese lei stizzita aspettando una risposta.
<< Niente. Perché tutto per voi deve avere una conseguenza? Abbiamo fatto sesso, punto. Non c’è niente di male nel fatto che ti sia piaciuto!>> disse Cory sicuro di se.
<< Chi ti assicura che mi sia piaciuto?>> chiese lei con aria di sfida.
Lui sorrise e poi la guardò dritta negli occhi.
<< Sono certo che ti sia piaciuto!>>
Seguì qualche istante di silenzio in cui i due si fissarono semplicemente come se stessero facendo a gara a chi avrebbe ceduto per primo.
<< Non ricapiterà!>> scandì lentamente Lea senza interrompere il loro gioco di sguardi.
<< L’hai già detto questo, eppure…>>
Cominciarono ad avvicinarsi.
<< Tra noi c’è attrazione, Lea Michele, devi ammetterlo…..>> disse sorridendo maliziosamente mentre i loro visi si avvicinavano impercettibilmente.
<< Forse…>> asserì lei mentre le loro labbra stavano per sfiorarsi.
Cory rise debolmente, soddisfatto, chiudendo gli occhi.
<< Ma..>> disse lei alzandosi bruscamente dal divano costringendo Cory a riaprire gli occhi.
<< Forse dovremmo controllarci!>>
<< E perché? Avanti cosa c’è di male nel sesso?>>
<< Che implica sempre dei sentimenti!>>
<< Hai paura di innamorarti di me?>> chiese tronfio appoggiando entrambe le braccia allo schienale del divano.
<< No, fidati, al massimo potrebbe essere il contrario!>>
<< Prometto solennemente di non innamorarmi di te!>> disse ironico portando la mano sul petto per giurare.
<< Ma del resto, dubito che una bacchettona frigida come te, accetti di fare sesso solo per divertimento, quindi…!>> disse alzandosi per andar via.
<< Ci sto!>> lo bloccò lei.
<< Come?>>
<< Ci sto, a questa storia dei…. trombamici! >> disse torturandosi le mani nervosamente.
<< Ok!>>
<< Valgono le stesse regole di ieri sera! E se solo uno dei due comincia ad innamorarsi dell’altro si smette!>>
<< E io aggiungo che si può fare sesso in qualunque luogo e tutte le volte che uno dei due ne abbia voglia!>> disse avvicinandosi a lei.
<< Questo si vedrà!>>
<< Allora trombamici?>> disse allungandole la mano.
Lea rise e annuì e si strinsero la mano.
<< Che ne dici di cominciare da…. ora?>> chiese Cory ridacchiando malizioso avvicinandola a se.
<< Dico che si può fare!>>
 
<< Mi stai schiacciando!>>
<< Ma non è vero!>>
<< Fa mettere me sopra! Tu sei un pachiderma!>>
<< No, mi sento meno uomo!>>
<< E io non respiro!>>
Con uno scatto Lea scansò Cory e si posizionò sopra di lui e ricominciò a baciarlo.
Un cellulare squillò diffondendo per tutta la stanza una melodia che Cory non riusciva ad identificare.
<< E’ il tuo?>> chiese fermandosi.
<< Oh si!>> disse Lea alzandosi per rispondere.
<< Ma che canzone è?>> chiese perplesso lui coprendosi con il lenzuolo.
<< Don’t rain on my parade! Barbra Streisand! Ti dice qualcosa?>>
Cory fece segno di no con la testa.
Lea fece una smorfia di disappunto e rispose al cellulare.
<< Pronto?>>
<< Lea?>> chiese titubante il suo agente al telefono.
<< Oh, ciao, dimmi!>>
<< Ho una buona notizia per te!>>
<< Ok…>> disse frettolosamente Lea cercando di coprirsi in qualche modo.
<< Ho un nuovo provino! Per una serie tv! Non ho molte notizie sulla trama, appena puoi devi raggiungermi in ufficio!>> disse lui entusiasta.
<< Ok! Certo più tardi vengo!>>
<< Ti dico solo due parole : Ryan Murphy!>>
 
Angolo della scrittrice *__*
 
Ecco il nuovo capitolo e per la mia gioia ho inserito anche John!!!! Hauahauahau! Di quale serie tv starà parlando l’agente di Lea? Qualche idea?? xD Vi anticipo anche che nel prossimo capitolo Lea scoprirà un nuovo talento di Cory, secondo voi quale potrebbe essere?
Un bacio e grazie mille a tutte coloro che seguono la storia e chi commenta!!!
Vi prometto tante, tante risate!! Soprattutto vista la tragica fine dello scorso episodio di glee ( ho allagato la stanza :’(( )
 
XO XO
 
MW

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Capitolo 8
*** OTTO- Fortuna e Talento ***


 OTTO- Fortuna e Talento

 La fortuna di avere talento non è sufficiente; bisogna avere anche il talento di avere fortuna.
Hector Berlioz
 

 
<< Oh Lea, tesoro! Entra pure, finalmente!>> disse Paul appena la vide attendere in sala d’attesa fuori dal suo ufficio.
Lea sorrise alla giovare segretaria ed entrò nell’ufficio del suo agente sedendosi alla poltrona davanti a lui.
<< Mi hai fatto aspettare due settimane prima di ricevermi!>> disse Lea mascherando una punta di irritazione in un sorriso.
<< Sono stato occupato! Piuttosto tu mi hai richiamato due giorni dopo!>>
<< Sono stata occupata!>> disse sorridendogli ironica.
<< Comunque>> disse per cambiare discorso cercando qualcosa nella pila di carte.
<< Ho avuto questa soffiata su una nuova serie televisiva musicale. Non ho ancora molte informazioni, so solo che il provino è fra un paio di mesi e che cercano attori…. mmm… particolari!>>
Lea si schiarì la voce. Paul la irritava terribilmente. Era una persona molto schietta, e non si faceva tanti scrupoli a ricordarle che non era la classica top model, alta un metro e ottanta che passava nella sua agenzia.
<< Bene, direi che sarebbe perfetto!!>> esclamò entusiasta Lea.
<< Ok, cara, ti mando le scene da imparare per il provino appena possibile. Ciao!>> la liquidò tornando a spulciare le sue scartoffie.
Lea annuì e alzandosi salutò Paul con la consapevolezza che tanto lui nemmeno l’aveva sentita.
 
<< Cory dove sei? Devo assolutamente parlarti!!>> incalzò Lea al telefono senza dar modo a Cory di rispondere.
<< Ora non disponibile per quello che vuoi fare, baby!>> rispose ridacchiando ironico.
<< Da quando la parola parlare ha come sinonimo fare sesso?>> chiese lei leggermente piccata.
<< Da quando ho scoperto che sei una ninfomane assatanata!>> le rispose lui abbassando il tono della voce per non farsi sentire.
<< Io non sono…>> cominciò scaldandosi, poi sospirò cercando di calmarsi. Lo faceva apposta per farla arrabbiare, non gli avrebbe dato questa soddisfazione.
<< Lascia stare!>>
<< Dai calmati!>> disse Cory ridendo.
<< Scherzavo! Vieni sulla settima Avenue, il palazzo di fronte allo Sturbucks, così appena finisco qui andiamo via insieme e potremo “parlare”>> enfatizzò l’ultima parola con tono allusivo e Lea rispose con una risatina ironica.
<< A tra poco!>> disse lei chiudendo la comunicazione di botto.
Ripose il cellulare in tasca e si perse nella confusione di New York.
 
Quando Cory suonava si sentiva libero.
Fin da piccolo aveva il vizio di tamburellare ovunque e con ogni oggetto gli capitasse tra le mani.
Ogni giovedì da ormai tre anni faceva le prove con un gruppo rock/pop e lui suonava la batteria.
Lo facevano tutti per hobby in realtà, avevano qualche serata ogni tanto ma per lo più lo facevano per divertimento.
Ogni componente aveva un lavoro diverso, o studiava, ma tutti i giovedì si riunivano e scaricavano la tensione della settimana suonando insieme.
Quando Lea arrivò allo studio di registrazione, sembrò spaesata e sorpresa.
Probabilmente non si immaginava di trovarlo in una sala d’incisione a suonare la batteria.
Cory le fece segno dall’altra parte del vetro di aspettarlo lì un minuto e lei annuì perplessa.
Quando finirono di incidere l’ultima parte della canzone, Mark, dall’altra parte della sala gli fece segno di uscire, così Cory raggiunse Lea.
<< Tu suoni la batteria?>> chiese ridendo indicando la sala che conteneva strumenti di ogni tipo.
<< No, in realtà muovo solo le mani c’è uno dietro il pannello che suona davvero!>> rispose Cory ironico.
<< Ora è tutto chiaro!!>>
<< Hey Cory non ci presenti la tua nuova ragazza!>> li interruppe un ragazzo alto, moro, sorridendogli.
<< Non sono la sua fidanzata!>> puntualizzò brusca Lea, poi sorrise.
<< Gia, in ogni caso lei è Lea, la mia coinquilina e lui è Brad, suona la chitarra!>>
I due si strinsero la mano e Brad squadrò Lea da capo a piedi sorridendole.
<< E’ una fortuna che tu non sia la sua ragazza, Lea!>>
Lea sorrise leggermente imbarazzata.
Cory si sentì leggermente di troppo per un’istante e quasi gli venne da ridere, poi interruppe il gioco di sguardi tra i due dicendo a Lea che si stava facendo tardi e che dovevano andare via.
<< A presto Lea!>> disse Brad sorridendole mentre i due lasciavano lo studio.
<< Certo potevi dirmelo che suoni la batteria!>> esclamò leggermente offesa Lea appena furono fuori dal palazzo.
<< Mi è passato di mente!>>
<< E anche che avevi un amico così carino!>>
<< Chi Brad? No, non è poi così carino!>> disse alzando le spalle.
<< Non è carino? Ma dove hai gli occhi?!>> lo schernì Lea.
<< Quello è carino!>> disse indicando un ragazzo con gli occhiali e un maglioncino color cachi che passava stringendo uno zainetto.
Lea scoppiò a ridere, Cory mantenne un espressione seria per pochi minuti e poi scoppiò a ridere di nuovo.
<< Che guasti orribili che hai!!>> affermò Lea storcendo il naso.
<< Bhè, hai ragione, vengo a letto con te!>>
Lea gli tirò una gomitata nello stomaco e ricominciarono a ridere camminando per le strade affollate di New York.
<< Ma cosa dovevi dirmi?>> le chiese Cory fermandosi al carretto degli hot dog.
<< Ne vuoi uno?>> aggiunse indicandolo.
Lea annuì e Cory prese due hot dog e pagò.
<< Che gentlmen!>> disse per ringraziarlo Lea.
<< Non ti ci abituare, la prossima volta offri tu!>>
<< D’accordo. Comunque ho parlato con il mio agente! Ha trovato un provino per me, è per una serie tv ideata da Ryan Murphy, non si sa molto altro!>>
<< E’ grandioso!>> esclamò Cory con la bocca piena.
<< Hey, ho capito che siamo amici, ma potresti evitare di farmi la doccia con la mollica!>> esclamò Lea pulendosi la giacca.
<< Scusa!>> disse sempre a bocca piena per dispetto scoppiando a ridere.
<< Ora però voglio sapere della batteria!>>
<< E’ uno strumento a percussione e si suona con le bacchette e devi saper tenere il ritmo!>> spiegò ironico.
<< Simpatico! Intendo da quanto la suoni e perché?>> chiese sedendosi sulla prima panchina libera.
<< Quando ero piccolo suonavo ovunque, a scuola, a tavola, in chiesa! Così mia madre per disperazione mi regalò una batteria e mi iscrisse ad un corso per impedirmi di rovinarle le pentole e i cucchiai. Fine della storia!>> disse noncurante.
<< Wow!>> esclamò Lea interessata.
< Sai, sono cresciuto con quattro sorelle, dovevo sfogarmi in qualche modo!>> disse ridendo.
Lea aprì la bocca per parlare ma fu interrotta dal suono di un cellulare che squillava.
Cory prese il cellulare dalla tasca e rispose.
<< Liz, dimmi! Si, certo che mi ricordo che Cassidy si sposa tra due mesi! Si, prendo il biglietto! Ho detto di si!! Vengo una settimana prima per il vestito. Ok. Ciao Liz!>>
Lea lo guardò curiosa.
<< Quattro sorelle! Affascinante!>> disse sorridendogli.
<< No, credimi, non lo è!>>
 
Angolo della scrittrice *__*
 
Capitolo un po’ di passaggio, spero non sia troppo noioso, ma dovevo cominciare ad inserire questi nuovi particolari alla storia. Chisà di che serie televisiva stanno parlando, e chi sa cosa accadrà al matrimonio di Liz!!! Per saperlo restate collegate su questa storia hauahauahau un bacio a tutti!!
E grazie mille per i commenti me very Happy! *__*
 
XOXO
 
MW

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Capitolo 9
*** NOVE - La Fine ***


 NOVE -- La Fine
 

Non essere giù perché la tua donna ti ha lasciato: ne troverai un'altra e ti lascerà anche quella.
Charles Bukowski

 

<< Dai, aiutami ad imparare la parte per il provino!>> ordinò Lea posando sul giornale ,che Cory stava leggendo con poca attenzione, il foglio con le battute.
Cory prese il foglio titubante.
<< Tu leggi “ ragazzo” e io “ragazza”>> spiegò sedendosi sul divano accanto a lui.
<< Ma va! Davvero? Credevo ti presentassi per il ragazzo!!>> disse Cory ridendo ironico.
Lea lo fulminò con lo sguardo e Cory ritornò serio e si schiarì la voce.
Rimasero in silenzio qualche istante e Lea chiuse gli occhi e ispirò lentamente.
Cory la guardò perplesso.
<< Tocca a te!!>> le ricordò.
<< Lo so, mi sto solo concentrando prima di partire!>> disse sempre a occhi chiusi.
<< Ok>> disse Cory abbassando il copione, non sapeva quanto sarebbe durata la preparazione così fissò il televisore spento in attesa.
<< Mi chiedevo come mai avessi voluto chiedere aiuto proprio a me?>> chiese dopo qualche istante di silenzio.
<< Io? Sei tu che hai chiesto aiuto a me!>>
<< Non è così la battuta!>>
<< Quale!?>>
<< Devi leggere sul copione!>> gli fece notare indicando il foglio di carta che lui teneva tra le mani.
<< Ah, avevi cominciato? Mi vuoi avvertire!?>> la rimproverò Cory riprendendo a leggere il copione.
<< Bhè, vuol dire che ero molto naturale. Ora comincio, sta attento!>>
Sorrise guardandolo con uno sguardo ingenuo e ammiccante.
<< Mi chiedo come mai avessi voluto chiedere aiuto proprio a me?>> ripetè Lea.
<< Perché è la mia unica occasione per diventare bravo come te.>> rispose lui leggendo per un istante e poi riprendendo a guardarla leggermente imbarazzato.
Lea si stupì per un brevissimo istante di come Cory avesse detto la battuta in maniera naturale, ma poi riprese a recitare.
<< Pensi che io sia brava?>> chiese abbassando leggermente gli occhi.
<< A dire il vero prima pensavo che fossi un po’ pazza. Non smettevi mai di parlare! E poi hai cantato e hai toccato delle corde proprio qui.>> disse portando la mano sul lato destro del suo petto.
<< Il cuore è dall’altra parte!>> lo corresse lei dolcemente spostandogli la mano.
Si guardarono per un istante negli occhi che sembrò durare una vita. Così, intensamente.
<< Oh, e adesso sta battendo forte, sei incredibile!>> si avvicinarono lentamente, come due adolescenti al primo bacio, quasi avessero paura di sforzarsi.
Lea chiuse gli occhi preparandosi al dolce contatto delle labbra quando Cory scoppiò a ridere.
<< Ma chi le ha scritte queste battute?>> chiese tra le risate.
<< Che ti importa!! Sono carine!>> disse offesa riprendendosi il suo copione.
<< Sei bravo, a recitare però!>> disse lei dopo qualche istante di riflessione.
<< Bho si al liceo recitavo, poi ho smesso!>> disse alzando le spalle ritornando alla sua rivista. 
<< Davvero?>> chiese Lea ridendo sorpresa e incuriosita.
<< Si ho fatto perfino Danny Zuko in Grease!>> ammise lui ridendo.
Lea cominciò a ridere sempre più forte pensando a Cory tutto gelatinato con il giubbotto di pelle a ballare “grase lighting”.
Poi le venne un’idea e smise di ridere guardandolo.
<< Che c’è?>> chiese lui notando il suo sguardo da pazza che ha appena avuto un’idea geniale.
<< Dovrei proporti al mio agente, hai mai pensato di fare l’attore?>>
 
<< Ahy! Che diavolo c’è qui sotto?>> urlò Lea togliendosi dalla schiena la pallina da tennis che le si era conficcata dietro la schiena.
Cory smise per un attimo di baciarla e entrambi risero, poi quando Lea ebbe lanciato via la pallina ricominciarono a baciarsi stendendosi sul divano.
Ormai erano quasi due mesi che andava avanti questa specie di gioco che si era creato tra i due.
Lea si sfilò velocemente la camicetta e poi sbottonò i pantaloni di Cory che intanto le aveva già slacciato il reggiseno.
Si baciavano e ridevano, era così che funzionava. Niente legami, niente gelosia e niente complicazioni, solo sesso e risate.
Lea contro ogni previsione c’era riuscita. Era riuscita a non dover controllare sempre tutto, a lasciare quella cosa esattamente cos’, semplice com’era.
<< Mi fai il solletico!>> disse lei ridendo mentre Cory le lasciava dolci baci sul collo.
<< C’è qualcuno? Lea!!?>> urlò qualcuno al di là della porta bussando.
John!
Lea riconobbe subito la voce e spostò Cory facendolo precipitare giù dal divano come un salame, mettendosi in piedi.
<< Vestiti!>> gli ordinò abbassando la voce e cominciando a vestirsi.
<< Lea !!>> riprese a chiamare John.
<< Sono sotto la doccia, arrivo!!>> urlò Lea per prendere tempo.
<< Veloce!>> aggiunse a Cory che si stava lentamente rivestendo.
<< E Cory? Non può aprirmi?>> chiese insistentemente John.
<< Sono sotto la doccia anche io!>> disse pentendosene subito dopo.
Lea gli fece una smorfia come per dirgli “ ma che diavolo ti è venuto in mente!”
Cory portò una mano sulla testa in segno di scusa e finì di vestirsi.
Lea infilò la maglietta velocemente e corse alla porta.
<< Finalmente !>> disse John sorridendo malizioso comparendo sulla porta.
<< Eravamo….ehm …>> cominciò arrampicandosi sugli specchi Lea.
<< Sotto la doccia!>> concluse sorridendo divertito John.
<< Voi avete solo una doccia, vero?>> chiese malizioso.
I due si guardarono imbarazzati.
<< Io credo di dover andare via…>> disse Cory svignandosela alla velocità della luce chiudendosi la porta alle spalle.
<< Allora Lilibù non mi saluti!>> disse John appena Cory fu uscito dall’appartamento.
Lea sorrise e gli saltò al collo.
<< Sono così felice di vederti!!>> disse cominciando a dargli una miriade di baci sulla guancia.
<< Anche io!>>.
Si abbracciarono per diversi istanti.
<< Comunque hai la camicetta al contrario tesoro!>>
 
<< Quindi voi fate sesso, così, tanto per ingannare la noia!>> disse John sorseggiando la tazza di thè che gli aveva preparato Lea seduto in cucina.
<< Bhè diciamo di si….>> rispose lei prendendo la sua tazza e appoggiandosi al bancone accanto al frigorifero.
John scoppiò a ridere.
<< Che c’è da ridere?>>
<< No, è solo che non credevo che tu fossi tipo da… >>
<< Sesso senza amore?>> terminò Lea sorridendo.
<< C’è sempre una prima volta per tutto no?>> continuò alzando le spalle.
<< Certo! Però non saprei…. Da quanto va avanti così questa storia?>>
<< Due mesi!>> disse lei senza dare molta importanza alla cosa.
John per poco non sputava il thè che aveva in bocca.
<< Lilibù, ma fare sesso per due mesi e condividere lo stesso appartamento è una relazione mia cara!>> esclamò con leggera aria di rimprovero.
<< Ma non è vero! Perché bisogna etichettare sempre tutto!?>> disse scaldandosi leggermente.
<< Tesoro, io lo dico per te. Quanto potrà andare avanti questa storia?>> le chiese dolcemente avvicinandosi.
Lea abbassò gli occhi. Non aveva risposte.
<< Sei appena uscita da una storia importante, e ora ti sei un po’ divertita con questa storia, ma vuoi davvero complicare tutto?>> le chiese accarezzandole le braccia.
<< Perché dovrei complicare tutto?>>
<< Perché fidati succederà, quando c’è di mezzo il sesso finisce sempre con uno dei due che si innamora, prima o poi…>>
<< Non per forza…>> il suo tono di voce era sempre meno convinto.
<< Secondo me dovresti uscire con altre persone…. Guardarti intorno… avere cene romantiche… ti dico solo di pensarci, ok?>>
 
<< Cory… pensavo una cosa!>> disse all’improvviso Lea rimettendosi i pantaloni.
Cory ,che era rimasto steso sul letto a giocherellare con le lenzuola, la guardò.
<< Forse dovremmo smetterla…. Frequentare altre persone>>
Un secondo di silenzio.
<< Ok>> rispose alzando le spalle.
<< Questa è stata l’ultima volta>> chiarì Lea.
<< Ok>>
<< Bene, siamo sempre amici, no?>> chiese lei guardandolo.
<< Certo!>>
<< Ti accompagno alle prove allora!>>
 
Angolo della scrittrice *__*
 
Mi scuso per l’attesa spero di poter mettere prima il prossimo capitolo!! Grazie a tutte coloro che leggono e coloro che commentano.
 
XOXO
 
MW
 

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Capitolo 10
*** DIECI- Rimorchiare ***


 DIECI – RIMORCHIARE

 
Gli uomini che non cercano di sedurre le donne sono destinati ad essere vittime di donne che cercano di sedurli.
Walter Bagehot

 
 
<< Quindi vuoi uscire con altre persone?>> chiese Cory ridacchiando sedendosi al tavolo.
Avevano appena ordinato due tazze di caffè allo Sturbacks di fronte lo studio di registrazione dove Cory sarebbe andato da lì a poco a provare.
<< Esatto!>> asserì Lea sorseggiando il suo caffè.
Cory scoppiò a ridere poco dopo aver ingoiato il sorso di caffè preso.
<< Cosa ridi?>> chiese lei ridendo fingendosi offesa.
<< No… è che non ti ci vedo a… rimorchiare!>>
<< Io rimorchio tantissimo, caro!>>
<< Si, si immagino!>> disse ironico continuando a ridere di gusto.
<< Ha parlato il latin lover!>> disse lei prendendolo in giro con aria di sfida.
<< Cara nessuno può resistermi!>> si pavoneggiò lui convinto.
<< Ah nessuno? >> chiese Lea guardandosi intorno.
<< Allora se hai il coraggio vai da quella cameriera e torna con il numero.>> disse Lea avvicinandosi a lui e guardandolo dritto negli occhi.
Lui colse la sfida con lo sguardo e dopo averlo tenuto fisso su di lei per qualche istante cominciò ad alzarsi.
Lea sorrideva sempre più divertita e lo seguì con lo sguardo mentre parlava con la cameriera.
Lui rideva, lei rideva.
Li vedeva parlare ma non riusciva a capire cosa si dicessero.
Poi lei sorridendo scrisse qualcosa su un fazzoletto che aveva sul vassoio e glielo porse.
Cory rise di nuovo e prendendo il foglio la salutò e tornò a sedersi.
Poi sventolò il fazzoletto vittorioso.
<< Wow sono colpita!>> disse Lea sorridendo divertita.
<< La classe non è acqua, baby!>> disse lui soddisfatto.
<< Scusa!>> disse la cameriera con cui Cory aveva poco prima parlato avvicinandosi al tavolo.
<< Avevo sbagliato a darti il numero del pasticcere! Finisce con 3761 >> disse scusandosi e sorridendo.
Cory per poco non sputava tutto il caffè e la ringraziò imbarazzato.
Lea scoppiò in una risata fragorosa appena la ragazza si fu allontanata.
<< Ma sei un impostore!! Le hai chiesto il numero del pasticcere!!!>
<< Questi dolci sono buonissimi!>> si giustificò lui.
Lea intanto continuava a ridere.
<< Vai tu allora, Miss rimorchio! Vai da quello e fatti dare il numero, se ne hai il coraggio!>> le disse indicando un bel uomo sulla trentina in giacca e cravatta che leggeva un giornale da solo qualche tavolo più in là.
Lea accolse immediatamente la sfida alzandosi e muovendosi verso il tavolo che aveva indicato Cory.
Aveva detto qualcosa di divertente perché il tizio distolse l’attenzione dal giornale e rise.
Poi la vide sedersi al tavolo. Era disinvolta…. Non l’aveva mai vista così.
Cory era stupito.
Poi risero di nuovo.
Il tipo gli lanciò un occhiata e anche Lea si girò a guardarlo. Chi sa cosa si stavano dicendo.
Il tipo gli fese l’occhiolino e Cory rispose imbarazzato con un cenno del capo.
Dopo qualche altra moina di Lea e un paio di risate la ragazza si alzò e tornò a sedersi di fronte a lui.
<< Che ti ha detto?>>
<< Che lavora in un ufficio di avvocati qui di fronte>>
<< E perché continua a guardarmi?>> chiese sempre più infastidito.
<< Perché vorrebbe il tuo numero!>>

Appena ebbero finito il loro caffè si recarono alla sala prove.
Lea adorava sentire il gruppo suonare, ed aveva assistito spesso alle loro prove : si sedeva in un angolo su di una sedia e rimaneva ad ascoltare.
Doveva ammettere che Cory era proprio bello quando suonava, sembrava fosse nato per quello, sembrava libero.
Anche gli altri erano davvero bravi, ed ogni tanto Brad le lanciava qualche sorriso malizioso.
Oddio quanto le piaceva quel Brad! Era tanto tempo che un ragazzo non la metteva così in soggezione da farla arrossire!
Però non avevano mai parlato più di tanto, parlava spesso con Cory, si limitava a guardarla ogni tanto mentre suonava e a sorriderle. Niente di più.
Quella prova però fu diversa.
Si era vestita carina, ed ora che aveva deciso di buttarsi in questo strano e spaventoso mondo degli appuntamenti galanti aveva tutta l’intenzione di portare a sacco la sua preda.
Così i suoi sguardi furono più maliziosi del solito e molto più insistenti.
Brad colse la palla al balzo, e appena fecero la pausa si allontanò con disinvoltura dal gruppo formato dai ragazzi avvicinandosi a Lea.
<< Ti piace davvero tanto ascoltarci suonare, eh? >> le chiese sorridendole.
<< Siete bravi! Sono la vostra prima fan!>>
<< E anche l’unica!>>
Risero entrambi.
Brad aveva davvero un buon profumo e quello sguardo era quasi… ipnotico.
Avrebbe dovuto dire qualcosa? Tipo invitarlo a cena ecc. Ah, no, era lui il ragazzo, avrebbe dovuto farlo lui, pensò guardando a terra imbarazzata.
<< Ascolta se ti piace tanto la musica dovresti venire con me a sentire un gruppo fantastico in un locale un giorno di questi…>>
Esatto.
<< Magari!>> disse illuminandosi soddisfatta.
<< Un giorno tipo… sabato…?>> la guardò speranzoso come chi non accetta di certo un no.
<< Sabato sarebbe perfetto!>>
Missione compiuta. Molto brava Lea.
Lea 1- Cory 0.
 
 
Angolo della scrittrice *__*
 
Non sapete quanto sono mortificataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa è tardissimo lo so ma qui è tutto un correre da una parte e da un’altra!!! Sono contenta di essere riuscita a ritagliare un po’ di tempo per scrivere!!! Spero di riuscirci più spesso! Un bacio e grazie mille per tutti i vostri commenti *___*  
 
XO XO
MW

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Capitolo 11
*** UNDICI- Altri appuntamenti ***


 ALTRI APPUNTAMENTI

 
<< Stasera mi serve casa>>
<< No>>
<< Perché?>>
<< Perché non puoi sbattermi fuori ogni volta che vuoi, Lea!>>
<< Ma dai>> cominciò seguendolo per tutta la cucina con sguardo implorante.
<< Solo per stasera…. Siamo o non siamo amici?>>
Cory si fermò a guardarla.
<< Certo che lo siamo…. Ma si da il caso che anche io stasera ho bisogno di casa libera, quindi sarai tu, al massimo, a smammare.>> disse prendendo una bottiglia di succo di frutta e raggiungendo il tavolo.
<< Davvero? E chi è lei?>> chiese Lea curiosa raggiungendolo.
<< Avanti dimmelo!>> disse ridacchiando e punzecchiandolo sui fianchi.
<< Ok, ok. E’ una commessa del negozio!>> ammise arrendendosi Cory.
Lea scoppiò a ridere.
<< E’ innamorata persa di me è ho deciso di darle un occasione!!>>
<< Nel senso che te la scopi?>>
<< Esatto!>>
<< Sei un pervertito!>> disse lanciandogli una presina e scoppiando a ridere.
<< Non credere che il tuo Brad sia meglio!>> disse schernendola.
<< E invece si! Ha persino rispettato la mia decisione di non fare sesso prima del sesto appuntamento!>> disse gongolante portando alla bocca un cucchiaino pieno di yogurt.
<< E quanto ha aspettato, due settimane?>>
<< Vabbè si… E comunque tu non avresti aspettato nemmeno quelle!>>
Cory ridacchio posando il succo di frutta.
<< Ricordati cara che tutti gli uomini sono uguali!! >> la provocò parlandole sottovoce all’orecchio.
<< Non Brad!>> disse Lea non molto convinta, solo per non dargli soddisfazione.
<< Sta solo attenta ok?>> disse leggermente più serio poco prima di avvicinarsi alla porta.
<< Ok, capo. Ma stasera mi serve casa!>> gli urlò mentre si allontanava.
<< No, no. Abbiamo due camere. Ognuno starà nella sua.>>
 
<< Cory!>> urlò una voce dall’altro capo del telefono che quasi lo stordì.
<< Cassy!>>
<< Come stai, fratellone?>> il suo tono di voce sprizzava allegria.
<< Bene. E tu?>> Cory era leggermente spiazzato da quella telefonata.
Non che non avesse buoni rapporti con le sorelle, anzi, però di solito era sempre Izzie a chiamarlo, sua sorella maggiore, con la quale aveva davvero un rapporto stupendo. Le tre sorelline minori le sentiva meno spesso.
<< Ti ho chiamato per chiederti se avevi intenzione di portare qualche ragazza al matrimonio… perché bhè ecco mi farebbe piacere!>>
Il sogno delle sue sorelle era sempre stato quello di vederlo felice con una ragazza, ma sapevano anche che non era tipo da rapporti fissi.
Non aveva mai portato una ragazza a casa, fatta eccezione per April. Già April. Accantonò il ricordo.
<< No Izzie, non credo!>>
<< Vabbè>> rispose lei leggermente delusa.
<< Io un posto in più lo conto, non si sa mai….>>
Cory non disse niente. Sapevano entrambi che non sarebbe stato necessario, ma non voleva rovinare il buon umore di Cassidy.
<< Ci vediamo la settimana prossima, fratellone!>>
<< Non vedo l’ora!>>
 
Lea aprì la porta di casa seguita da Brad e la sua risata si confuse con un’altra più pungente e stridula.
Sul divano vide Cory seduto accanto alla cassiera bionda del supermercato. Era truccata in modo esagerato, a suo parere e non aveva un aria molto intelligente.
<< Ciao>> li salutò Cory alzandosi e posando il bicchiere di spumante che aveva in mano.
La ragazza bionda si alzò e sorrise.
Aveva un sorriso davvero civettuolo, pensò Lea, come facevano a piacergli quel tipo di ragazze?
<< Ciao>> sorrise cordiale Lea.
<< Lei è Nelly>> disse presentando la ragazza.
<< Lea piacere>> disse stringendole la mano.
<< Lui è Brad!>> questa volta fu Lea a presentare il ragazzo accanto a lei a Nelly.
I due si strinsero la mano poi Brad salutò anche Cory.
La situazione sembrava davvero paradossale ed imbarazzante: tutti e quattro in piedi senza proferire parola.
<< Bhè noi pensavamo di andare in camera!>> disse Cory poggiando la mano sulla schiena di Nelly in un gesto molto intimo.
Lea sentì una punta di fastidio che scacciò subito prendendo la mano di Brad.
<< Anche noi>> disse sorridendo maliziosa a Brad.
<< Bene >> disse Cory avviandosi verso la sua camera facendo entrare Nelly.
Lea fece lo stesso, aprì la porta della sua stanza e Brad cautamente varcò la porta.
<< Buonanotte!>> disse Lea appoggiandosi alla porta.
<< Buonanotte>> rispose Cory facendo capolino con la testa da dietro la sua di porta.
Poi le due porte si chiusero contemporaneamente.
Ma come mai sembrava tutto così strano?
 
Angolo della scrittrice *___*
 
Mi scuso nuovamente per il ritardo, e vi prometto che il prossimo capitolo sarà mooolto più bello, almeno spero!!! Intanto vi ringrazio e vi mando un bacioneee!!
 
XOXO
 
MW

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Capitolo 12
*** DODICI - La Fuga ***


DODICI - LA FUGA

 
Non consumare le tue belle scarpe nuove (e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole. Usale, piuttosto, per prenderlo a calci in culo ( La verità è che non gli piaci abbastanza)

 
Lea si svegliò con il sorriso sulla faccia. Brad le piaceva davvero tanto! E se quella era la sua occasione per essere felice? Si accoccolò sotto le coperte godendosi il tepore di quella fantastica notte.
Poi sentì la porta aprirsi. Aprì gli occhi sorpresa e allungò la mano nella zona di letto che doveva essere occupata da Brad. Non c’era nessuno. Si era alzato.
Si mise seduta di scatto e controllò la stanza.
Vuota. Nessuna presenza umana oltre la sua.
Non c’erano nemmeno più i vestiti? Che fosse uscito per prendere la colazione e farle una sorpresa? Ma perché portare via anche il borsone allora?
Decise che doveva controllare. Si alzò si vestì velocemente e aprì la porta della stanza.
<< Buongiorno >> disse Cory sorridendo con la brioche ancora in bocca e la tazza di caffè in mano.
<< Buongiorno>> rispose lei frettolosamente aprendo la porta e precipitandosi fuori sotto lo sguardo divertito di Cory ancora in pigiama.
Appena aprì il portone sentì una leggera brezza scompigliarle i capelli e pensò che forse avrebbe fatto bene a prendere una giacca prima di precipitarsi fuori.
Si girò intorno in cerca di Brad e dopo poco lo vide avviarsi verso la via dove aveva lasciato la macchina. Camminando disinvolto e soddisfatto.
Non voleva prenderle la colazione se la stava proprio filando.
Adirata cominciò ad inseguirlo finchè non lo raggiunse.
<< Brad!>> urlò.
Il ragazzo si girò sorpreso e sfoderò un sorriso sornione di circostanza.
<< Hey!>> le disse appena lei lo raggiunse.
<< Dove vai?>>
<< Ho delle prove>> si affrettò a dire. Ma suonava davvero come una scusa bella e buona.
<< Alle otto di mattina?>>
<< Ehm.. si… ecco!>> disse cercando di arrampicarsi sugli specchi, ma lo sguardo assassino di Lea gli fece capire che era meglio se le diceva la verità.
<< Vedi Lea tu sei fantastica…. Perfetta! Il problema sono io… non credo di essere la persona adatta per te!>>
<< Oh… hai ragione…. Sei tu il problema non io. >>
<< Già>> rispose sorridendo lui non accorgendosi dell’evidente ironia nel tono di voce di Lea.
<< Sai cosa penso?>> chiese Lea fingendo entusiasmo.
<< Che dovremmo rimanere amici!>>
<< Dici sul serio?>>
<< No! Vaffanculo stronzo!>>
E detto questo si girò di spalle e tornò soddisfatta verso casa.
Quando aprì la porta trovò sempre Cory nello stesso posto in cui l’aveva lasciato.
La guardò, per poco non scoppiava a ridere.
<< Non una parola, Cory. Non ti azzardare a dire una sola parola!>>
 
<< Certo che tesoro mio sei proprio sfigata!>>
<< Grazie John sei sempre di conforto!>>
<< Lea, li collezioni! Prima Theo il fidanzato invisibile, poi il trombamico-coinquilino e ora il musicista dalle gambe lunghe >>
<< Molto divertente Jonny!>>
<< Quando ti ho detto di avere degli appuntamenti non intendevo di andarti ad incasinare con uno stronzo patentato che se la da a gambe dopo averti portata a letto!>>
<< Giuro che se non la smetti ti chiudo il telefono in faccia!>>
<< Dovevi trovarti uno carino, gentile… sentimentalmente disponibile!>>
<< Come se fosse facile! Dove lo trovo?>>
<< Già hai ragione Lilibù, i migliori sono tutti gay!>>
<< Esatto!>>
<< Comunque tu te le cerchi tesoro mio! Cioè non impari dai i tuoi errori? Devo sempre insegnarti tutto! Tu dovresti…Lea? … Lea??? Hai riattaccato?>>
 
<< Camicia blu o azzurra?>>
<< Bho, è indifferente>>
Lea lo fulminò con lo sguardo per l’assurdità della sua affermazione.
Erano in camera di Cory che le aveva chiesto una mano a fare la valigia. Era finita con il fargliela lei completamente mentre lui era rimasto steso sul letto a leggere una rivista di musica rock alzando solo di tanto in tanto lo sguardo quando Lea gli chiedeva che tipo di maglia o che colore di pantalone preferisse.
<< Azzurra, decisamente azzurra!>> disse lui sorridendole per accontentarla.
<< No credo sia meglio la blu!>> disse infine lei sistemando la camicia scelta nella valigia.
<< Che me lo chiedi a fare se tanto poi scegli comunque quella che vuoi tu?>> chiese sbuffando Cory.
<< Così, per renderti partecipe!>> disse Lea alzando le spalle.
<< Ecco fatto! Sei pronto per partire!>>
<< Bene, grazie!>> disse Cory alzandosi.
<< Ora va a fare la tua!>> le ordinò.
<< Cosa? E perché? Io non devo partire!>> rispose lei sorpresa.
<< Perché vieni con me al matrimonio di mia sorella!>>
<< Non se ne parla nemmeno!>>
<< Dai ti prego! >> la implorò.
<< Prendiamo in giro tutti gli ospiti e beviamo gratis! Non farmi andare da solo!>>
<< Ma io ho il provino tra meno di due settimane!>>
<< Ma si tratta di una settimana! Ti aiuterò a ripetere e tornerai qui qualche giorno prima del provino!>> le rispose subito sorridendole Cory.
<< E poi è imbarazzante penseranno tutti che siamo fidanzati!>>
<< Nah, sanno tutti che non porterei mai una fidanzata a casa! Ti presenterò come mia amica e coinquilina!>>
Lea ci pensò un attimo. Voleva proprio dirgli di no, voleva starsene un po’ tranquilla, almeno una settimana senza il suo coinquilino, avere la casa tutta per se.
Però pensandoci cosa avrebbe fatto? Ora che con Brad era finita sarebbe rimasta semplicemente sola a casa a deprimersi davanti ad un film, tuttalpiù con John.
<< E va bene >> si arrese infine sotto i festeggiamenti di Cory.
<< Solo perché non sono mai stata in Canada!>>
<< Ci divertiremo!>>
<< Ah, ovviamente dormiamo in camere separate!>>
 
 
Angolo della scrittrice *__*
 
Scusate per l’attesa, come sempre!!! Ecco qui il nuovo capitolo!! Si parteeee direzione : Canada!! Cosa combineranno questi due a casa Monteith?? Lo scopriremo nel prossimo capitolo ahauahauhaua :*
Grazie per i commenti!!! Siete meraviglioseeee *___*
 
XOXO

MW 

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Capitolo 13
*** TREDICI- La Famiglia ***


TREDICI – LA FAMIGLIA

 
 
<< Cory!>> urlò una voce che a Lea sembrò proprio appartenere ad un bambino.
Il tempo di girarsi e vide un bambino saltare letteralmente tra le braccia di Cory che lo prese al volo.
<< Matty!! >> disse Cory entusiasta facendo una giravolta con il nipotino in braccio.
Lea guardò la scena sorridendo intenerita posando i bagagli a terra.
<< Gli avevo detto di non correre, ma non mi ha ascoltato!>>  una ragazza alta con dei lunghissimi capelli biondi e gli occhi di un bellissimo verde smeraldo si avvicinò trafelata.
Diede due baci sulle guance di Cory e poi si girò a guardare Lea sorridente.
<< Lea, lei è Charlotte, mia sorella>>
<< Che piacere conoscerti! Sei la coinquilina di Cory, vero?>> chiese stringendole la mano.
<< Si, esattamente. Il piacere è tutto mio!>> rispose Lea sorridendo a sua volta.
<< E lui è Matt il terribile!>> disse Cory scompigliando con i suoi ricci biondi con una mano.
<< Ciao!>> disse sorridendole leggermente intimidito il bambino.
<< Bene, non restiamo fermi qui David ci aspetta fuori in macchina >> annunciò Charlotte indicando l’uscita.
Matt e Cory presero le valigie e si avviarono verso la macchina a passo spedito ridendo lasciando indietro le due ragazze.
<< Allora >> cominciò Charlotte prendendo Lea sotto braccio come una vecchia amica.
<< Come fai a sopportare in casa quello zotico di mio fratello?>>
<< Me lo chiedo spesso anche io!>>
E ridendo si avviarono all’uscita.
 
David e Charlotte erano davvero una bella coppia, pensò Lea! Lei era ricercatrice in una grande azienda di cosmetici e lui era a capo di un famoso studio legale.  Erano sposati da otto anni e avevano due figli : Matt di sette anni e Lily di tre, che era rimasta a casa con i nonni.
Il viaggio in macchina era stato piacevole: lei e Cory non smettevano di punzecchiarsi e Charlotte non smetteva di ridere.
<< Questa e casa tua?>> chiese Lea appena entrarono del vialetto di un enorme villa circondata da verde.
<< E’ dove sono cresciuto!>> disse Cory alzando le spalle.
Lea non riusciva a credere ai suoi occhi, aveva sempre pensato a Cory come uno vissuto nelle caverne tra capre e cavoli e non in una mega villa con giardino e piscina.
<< E’ bellissima!>> furono le uniche parole che era riuscita a pronunciare.
Parcheggiarono la macchina e Cory prese la sua valigia dal portabagagli e si avviò verso la porta di casa.
Charlotte lo raggiunse.
<< Non dai una mano a Lea con le valigie?>> gli chiese buttando un occhio alla povera Lea in evidente difficoltà.
<< Nah è una donna emancipata! Le piace fare da sola>>
<< Grazie!>> disse Lea a David che intanto era sceso per darle una mano con i bagagli.
<< Prego figurati, se aspetti Cory!>> le disse ridendo chiudendo la macchina.
<< Izzieeee!!>> sentì urlare poco lontano da lei.
Cory si era fiondato tra le braccia della donna che aveva aperto la porta.
Lea si avvicinò titubante, non voleva rovinare quel meraviglioso momento, poi Cory si staccò e la guardò.
<< Izzie, lei è Lea, la mia coinquilina, e lei è Izzie la mia sorellona!>> disse Cory felice di fare le presentazioni.
<< E’ un piacere averti qui Lea!>> disse lei asciugandosi la mano su uno strofinaccio prima di stringergliela.
<< Grazie dell’invito!>> disse Lea sorridendo.
<< Avanti Cory, falle fare il giro della casa e presentale il resto della famiglia!>> disse facendo spazio ai due per entrare.
<< Lasciate qui le  valigie, passa Paul a prenderle dopo!>>.
Poi si avvicinò all’orecchio di Lea.
<< So che ti sembrerà molto caotico qui, ma ti ci abituerai>>
 
<< Ma casa tua è fantastica!>> disse Lea entusiasta lanciandosi sull’enorme letto nella camera destinata a lei.
Cory si limitò a ridacchiare guardandola divertirsi come una bambina.
<< E le tue sorelle sono dolcissime, e i tuoi davvero simpatici e i tuoi nipoti…>>
<< Basta con tutti questi complimenti! Non ci sono abituato!>>
<< Infatti non sono per te, ma per la tua famiglia! Mi chiedo come uno come te sia davvero cresciuto qui!>>
<< Hey!>> si lamentò lui lanciandole un cuscino dritto in faccia.
Scoppiarono a ridere.
<< Zio!>> lo chiamò Matt precipitandosi nella stanza.
<< Giochiamo a baseball?>> gli chiese speranzoso.
<< Bhè…. Vediamo …. Chi arriva primo in giardino!>> disse  il ragazzino che ridendo cominciò a correre.
Cory sorrise a Lea.
<< Come te la cavi con le mazze?>> chiese malizioso alzandosi dal letto.
<< Molto bene, caro!>>
<< Allora è una sfida!>>
E insieme ridendo corsero fuori in giardino.
 
<< E Lea e Matt segnano un altro preziosissimo punto!>> affermò Lea battendo orgogliosa il cinque a Matt che saltellava per tutto il giardino.
<< Non vale così però!>> protestò Cory buttandosi a terra con il fiatone causato dalla corsa.
<< Vale e come! Non sai perdere!>> aggiunse Lea partecipando ai festeggiamenti di Matt.
<< Cory!>> lo chiamò Izzie affacciandosi dalla porta finestra che dava sul giardino.
<< Vieni dentro c’è qualcuno che vuole salutarti>>
Cory si alzò e ridendo rientrò dentro con Lea e Matt che continuavano a prendersi in giro.
Una ragazza magra, alta e con dei bellissimi capelli rossi era al centro della stanza e parlava animatamente con le sorelle di Cory.
Lea vide il suo amico pietrificarsi e si sentì quasi in imbarazzo.
<< Chi è?>> chiese lei sottovoce per non farsi sentire dagli altri.
Cory deglutì.
<< Oh, nessuno. Solo quella stronza della mia ex ragazza>>
 
 
Angolo della scrittrice *___*
 
Susateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!! Non so proprio come scusarmi!! Sono a casa per le feste senza pc quindi posso solo fregarlo a mio padre ogni tanto o mio fratello! Ecco un nuovo capitolo prometto che le cose si faranno più complicate ed interessanti hauahauahaahua
Ringrazio chi continua a leggere e seguire questa storia e chi commenta! Siete meraviglioseeee!!
 
XOXO

MW

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Capitolo 14
*** QUATTORDICI-L'abito ***


QUATTORDICI- L’ABITO

 
 
<< Oh, nessuno. Solo quella stronza della mia ex ragazza>>
Lea ridacchio silenziosamente sotto i baffi.
<< Le cose si fanno interessanti!>> affermò prima di cominciare ad avvicinarsi alle ragazze.
<< Ciao Caren!>> disse Cory tentando di nascondere l’imbarazzo.
<< Ciao Cory>> disse lei con un sorriso suadente.
Ci fu qualche istante di silenzio.
<< Lei è Lea>> disse Cory presentando la sua amica.
<< Piacere>> disse Caren stringendole la mano.
C’era qualcosa di strano in quel sorriso, pensò Lea, c’era qualcosa di forzato e leggermente falso, scacciò presto il pensiero.
<< Caren è venuta qui per accompagnarmi a all’ultima prova del vestito!>> disse Cassidy, la sorella più piccola di Cory, quella che stava per sposarsi.
<< Perché non vieni anche tu! >> propose Caren.
<< Ovviamente con Lea!>> aggiunse subito Amber, l’altra sorella di Cory, gemella di Charlotte.
<< Certo! Si può fare>>
 
Mentre le ragazze ridevano e parlottavano sedute sui divanetti dell’atelieur, Lea e Cory ne approfittarono per scappare da lì. Si misero a girare per il negozio riempiendo di commenti negativi ogni vestito che vedevano.
<< Oddio ma chi compra vestiti del genere?>> disse Lea mimando con una smorfia il gesto del vomito.
Cory rise guardando Lea volteggiare con un vestito enorme color limone.
<< E questo?>> chiese lui mostrandole un vestito di un verde pastello pieno di fiocchi.
<< Bleah!!>
Scoppiarono a ridere.
<< Tua sorella però è davvero bellissima con quel vestito!>> disse Lea smettendo per un istante di ridere.
<< Già!>>
<< Ma è così giovane! Cioè, non so, sposarsi così presto… >>
<< Izzie ha avuto Clare a diciotto anni. Il suo ragazzo appena lo seppe la lasciò senza farsi più né vedere né sentire. Poi a ventitrè anni ha incontrato Paul e si sono innamorati, lui ha sempre adorato Clare e la tratta come se fosse figlia sua. Così un anno dopo si sono sposati. Anche le gemelle si sono sposate presto. Charlotte a ventidue anni e Amber a ventitre. E’ una tradizione di famiglia!>> spiegò Cory sorridendo.
<< Allora manchi solo tu!>> scherzò Lea.
<< Oh, no. Io sono la pecora nera della famiglia! >>
<< E raccontami un po’ la storia di Caren >> disse lei ridacchiando.
<< Ma c’è poco da raccontare! Stavamo insieme al liceo. Volevamo scegliere lo stesso college e per un periodo volevamo addirittura sposarci. Poi poco prima del diploma ho scoperto che mi tradiva con il mio migliore amico. Così le nostre strade si sono separate>>
<< E’ per questo che sei così cinico nei confronti dell’amore?>> chiese lei stranamente seria.
Cory rimase qualche istante a guardarla.
<< Può darsi>> disse guardando a terra.
<< In ogni caso ho una sorpresa!>> annunciò Cory cambiando argomento.
<< davvero?>> chiese Lea curiosa.
Cory la prese per mano e la condusse in un’altra ala del negozio.
<< Dove andiamo?>> chiese lei ridendo.
Cory si fermò all’ingresso di un camerino.
<< Entra e prova quel vestito!>> le ordinò.
<< Quale vestito?>> chiese perplessa.
<< Quello nel camerino>>
Lea rise ed entrò cautamente nel camerino.
<< Esci!>> la esortò Cory dopo una manciata di minuti.
<< No, mi vergogno!>> disse lei dal camerino.
<< Prometto che non riderò!>>
Lentamente Lea uscì lasciando intravedere lo strascico del lungo vestito color magenta.
Si mise al centro leggermente imbarazzata e si girò di tre quarti per mostrare il vestito.
Cory sorrise sinceramente colpito. Quando aveva visto quel vestito aveva pensato subito a lei, ma non immagina che potesse starle così bene.
La profonda scollatura a V faceva intravedere la curva dei seni ma non sembrava affatto volgare. Il morbido drappeggio abbracciava i fianchi e scendeva fino ad aprirsi a metà coscia in un lungo spacco.
<< Non restare in silenzio, come sto?>>
<< Sei perfetta!>>
<< Grazie!>> rimasero qualche istante immobili a guardarsi.
<< Ok, ti sei divertito, ora lo posso togliere?>>
<< Si certo, così vado a pagarlo!>>
<< Pagarlo? No, davvero Cory!>>
<< Ti ho invitato al’ultimo momento al matrimonio di mia sorella, e il minimo che possa fare è regalarti il vestito perfetto. Quindi, per quanto sia difficile per te, sta zitta e togli quel meraviglioso vestito così posso pagarlo!>> disse sicuro di sé.
<< E va bene, grazie!>> disse Lea abbracciandolo.
<< Tutto per la mia migliore amica!>> disse ridendo stringendola forte a sé.
<< Così mi strozzi!>> disse lei tra le risate.
<< Ragazzi, noi abbiamo finito!>> disse Cassidy entrando con Caren e Amber nella zona dei camerini.
I due si separarono sotto le risate delle due sorelle di Cory e il sorrisetto falso di Caren.
<< Sei bellissima!>> aggiunse Cassidy sorridendo entusiasta.
<< Grazie mille!>> rispose leggermente imbarazzata Lea.
<< Vi aspettiamo fuori!>> disse Amber avviandosi verso l’uscita.
<< Arriviamo subito>> disse Cory guardando Lea ridendo.
Cassidy seguì saltellando la sorella e lo stesso fece Caren dopo aver lanciato uno strano sguardo che Lea interpretò come un inaspettato sguardo di sfida.
 
Angolo della scrittrice *__*
 
Il primo capitolo del 2013!!!! Anche se il 2013 è cominciato da un bel po’!! Vi faccio comunque tanti augurii!! Anche se un po’ in ritardo!! Vi ringrazio per i commenti e ovviamente ringrazio tutte coloro che continuano a leggere con tanta pazienza questa storia!!!
Vi anticipo che nel prossimo capitolo scopriremo un nuovo talento di Cory!!Hihihihi e ci sarà una grande festa in famiglia pre-matrimoniale, cosa accadrà??
 
XOXO
 
MW

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Capitolo 15
*** QUINDICI- La Voce ***


QUINDICI- La Voce

 
Cory stava sistemano il nodo della cravatta quando bussarono alla porta.
<< Avanti!>> disse distrattamente guardandosi allo specchio sciogliendo nervosamente il nodo venuto male.
<< Ciao>> disse una testa rossa sporgendosi dalla porta.
Cory guardò il riflesso nello specchio della ragazza e si sentì stranamente a disagio.
<< Posso entrare?>> chiese Caren dolcemente.
<< Certo!>> rispose girandosi a guardarla.
Lei si avvicinò lentamente.
<< Nervoso per il matrimonio?>>
<< No, è solo che odio le feste formali in famiglia con giacca e cravatta!>> rispose lui tirandosi via la cravatta.
Non era abituato a portarla.
< Aspetta, faccio io>> disse Caren sorridendo avvicinandosi a Cory e prendendo la cravatta dalle sue mani.
Cominciò a fare il nodo, lentamente concentrandosi sul pezzo di stoffa blu.
Cory si guardava intorno imbarazzato. Odiava quella sensazione, la sensazione che lei era capace di scatenargli dopo tanti anni.
Perché?
<< Ecco fatto!>> disse soddisfatta guardandolo negli occhi.
<< Grazie!>> sussurrò a stento lui.
Erano davvero molto vicini e sarebbe bastato un soffio di vento ad annullare la distanza tra i due.
Il respiro di Cory si fece pesante.
Poi si sposto all’improvviso per guardarsi allo specchio e Caren indietreggiò.
<< Allora come va la tua vita?>> le chiese infilando la giacca.
<< Bene! Sarò la curatrice di una mostra a New York a breve…. Magari possiamo vederci..>> disse lei sedendosi sul suo letto.
<< Certo>> rispose Cory leggermente titubante.
<< Ragazzi dai, venite di sotto che stanno arrivando gli ospiti!>> irruppe nella stanza Charlotte.
<< Arriviamo!>> disse Cory che sorridendo a Caren uscì dalla stanza seguendo la sorella nel salone.
 
Scese le scale notò che le sorelle, i cognati e i nipoti erano tutti nel grande salone della casa a ridere e parlare con qualche parente e amico appena arrivato.
Si girò intorno e dopo poco vide Lea parlare con sua madre.
Era bellissima e radiosa. Furono le prime cose che pensò
Aveva un bellissimo vestito lilla lungo fino al ginocchio, molto semplice ma elegante.
Rimase li immobile a guardarla ridere divertito.
Si accorse che non era per lui una semplice coinquilina. In quei mesi era diventata la sua migliore amica, una persona della quale si fidava ciecamente e sentì un bisogno improvviso di andare a picchiare quel deficiente del suo amico che l’aveva fatta soffrire.
Lei si accorse del suo sguardo e lo ricambiò.
Poi gli fece segno di avvicinarsi e lui si avvicinò.
<< Certo che sei peggio di una donna!! Ci metti due ore a prepararti!>> lo schernì Lea appena le fu accanto.
<< Simpatica! Ho avuto solo qualche problema con la cravatta!>>
<< Certo, certo… Tua madre mi stava raccontando del fatto che sei un bravissimo cantante!>> disse lei sorridendo quasi sbigottita.
<< Nahh, non sono poi così bravo! Lea è brava, cantava a Broadway! In Sing awakening!>> disse orgoglioso Cory alla madre.
<< Spring. Spring Awakening>> lo corresse subito lei.
<>
<< Ma è magnifico!>> disse la madre di Cory entusiasta.
<< Dovreste cantare qualcosa insieme!>> propose battendo le mani.
<< No, no, Lea può cantare!>>
<< Eh no, caro. Tu canti con me! Dai!>> lo pregò lei.
<< E va bene !>> si arrese.
<< Ma cosa?>> chiese subito dopo.
<< Io ho un’idea!>> disse Lea tirandolo verso il piccolo palchetto dove un’orchestrina stava accordando gli strumenti.
Lea si avvicinò al pianista e gli sussurrò qualcosa all’ orecchio, poi prese due microfoni e ne porse uno a Cory.
<< Sono certa che tu conosca questa canzone!>> disse poco prima che partisse la base.
Cory era terrorizzato, ma riconobbe la canzone e rise prendendo avvicinando il microfono alle labbra.
 
Don’t go breaking my heart.
Cominciò Cory ancora tra le risate.
 
I couldn’t if I tried
Continuò Lea con voce sicura.
 
Oh, honey if I get restless
Cory tornò serio e canto avvicinandosi a lei con aria si sfida.
 
mmm, baby you’re not that kind.
Lea era sorpresa per la sua spavalderia, ma soprattutto per la sua voce!
 
Don’t go breaking my heart
You take the weight off of me
Oh, Honey when you knock on my door
Ooh I gave you my key

Cominciarono a divertirsi, giocando tra di loro.
Gli ospiti li seguivano ballando sul posto.
 
Ooh Ohh
Nobody knows it.
When I was down
I was your clown

Era incredibile quanto si stessero divertendo a cantare insieme! E Lea era sempre più colpita.
Perché non le aveva mai detto che sapeva cantare così bene?

Ooh ooh
Nobody knows it.
Right from the start
I gave you my heart
.
Cassidy e Charlotte avevano cominciato a ballare al centro con i loro rispettivi partner.
Anche dei bambini amici di Matty avevano cominciato a saltellare divertiti per la sala.
La festa cominciava ad animarsi.
 
Ohhhhhhh oh
I gave you my heart

Izzie guardava il fratello divertirsi su quel palchetto compiaciuta. Era un po’ che non lo vedeva così sereno.
C’era un alchimia innegabile tra i due. Potevano accorgersene tutti, tranne loro due.
 
And nobody told us
‘Cause nobody showed us
And now it’s up to us babe
Ooh, I think we can make it
So don’t misunderstand me
You put the light in my life
Oh, you put the sparks to the flame
I’ve got your heart in my sights

Continuarono a cantare e le loro voci si impastavano alla perfezione, come se non avessero fatto altro fino a quel momento. Come se fosse la cosa più naturale sulla terra.
 
Ohh Ohh
Nobody knows it
But,
When I was down
I was your clown.
Ohh Ohh
Nobody knows it,
right from the start
I gave you my heart.
Ohhhhh oh
I gave you my heart

L’unica che sembrava non divertirsi era Caren che guardava i due in disparte appoggiata ad una colonna con espressione neutra. Se l’era immaginata completamente diversa quella settimana, ma era anche certa che alla fine sarebbe andata come voleva lei. Aveva un forte ascendente su Cory e ne era perfettamente consapevole.
 
Don’t go breaking my, don’t go breaking my…
I won’t go breaking your heart
 

I due terminarono avvicinandosi guardandosi dritti negli occhi.
Finita la canzone scoppiarono entrambi a ridere abbracciandosi circondati da applausi e urla di entusiasmo.
Ringraziarono con un paio di inchini e poi la band cominciò a suonare un’altra canzone e i due ancora ridendo abbandonarono il palchetto.
<< Allora, sono o non sono un gran cantante?>> chiese Cory pavoneggiandosi.
<< Devo ammettere che sei piuttosto bravo, per essere un troglodita zoticone!>>.
E ridendo si persero tra la fola di invitati.
 
<< Pronto Paul, sono Lea!>>
<< Oh, ciao Lea, tesoro, dimmi>>
<< Volevo parlarti di un mio amico. E’ molto bravo a recitare, ha una bellissima voce e suona la batteria… pensavo potesse interessarti…>>
<< Mandami curriculum e foto!>>
<< Perfetto. Grazie.>>


Angolo della scrittrice *___*
 
Ciaooo a tutti eccomiiiii!! Scusate l’attesa però come molte di voi universitarie sanno questo è periodo di esami :S E io ne ho dueeeee a breveee speriamo beneeee!!! Intanto vi lascio questo capitolo e vi mando un bacio!!!
Grazie a tutte voi per la pazienza e la costanza con la quale continuate a seguire questa storia.
Siete fantastiche!!!
 
XOXO
 
MW

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Capitolo 16
*** SEDICI- La Casetta sull'albero Parte 1 ***


SEDICI - La casetta sull'alberto Parte 1



<< Lilibùù!!>> sentì urlare Lea attraverso il cellulare.
<< John!! Che bello sentirti!>> rispose lei entusiasta.
<< Già, anche per me è un piacere, scimmietta! Come stai?>>
<< Bene!! Qui è bellissimo! E tu?>>
<< Io tutto bene! Sono in vacanza da Joe, per la pausa prima di riprendere la tournèe.>>
<< Joe? E chi è Joe?>>
<< Joe! Il mio collega, quello davvero carino! >> disse ridacchiando.
<< E Jason?>>
<< No, Lilibù… non poteva funzionare!>>
Lea rise.
<< Sei assurdo John! Un pazzo!>> disse tra le risate.
<< E’ per questo che mi adori, no?>>
<< Si!>> disse lei sorridendo.
Non si era accorta di quanto le mancasse John, fino a quel momento.
Voleva davvero molto bene a Cory, ma John era John, e nessuno avrebbe potuto sostituirlo.
<< Anche io ti adoro, scimmietta, e mi manchi!>> disse tornando serio per un istante.
Lea sorrise, le leggeva nel pensiero anche attraverso il cellulare.
<< Anche tu>>
<< Comunque basta sentimentalismo. Sai che mi fa venire la nausea!>>
Lea scoppiò di nuovo a ridere.
<< Cosa fai di bello?>>
<< Niente di che, sono stesa con Cory sul letto!>>
<< Cosa??? Sporcaccioni!>>
<< Ma no cosa hai capito!?>>
<< Se se, ho capito benissimo!>>
<< John! Stiamo guardando la tv. Un programma spazzatura, mentre aspettiamo che sia l’ora di cena.>>
<< Niente sesso?>>
<< John!!>> lo rimproverò Lea.
<< Quinidi…. Vuoi dirmi che finalmente Cory ha deciso di schierarsi dal lato giusto!>>
<< Che intendi?>>
<< No, John, non sono diventato gay!>> rispose Cory continuando a sfogliare la sua rivista.
<< Ah, ci può sentire?>> chiese John a Lea.
<< Si, John, sono qui accanto sento tutto. Ciao! Come stai?>>
<< Oh, bene!>> disse lui ridendo imbarazzato.
<< Che figura di merda, Lea! Potevi dirmi che poteva sentirmi!>> disse a bassa voce.
<< Continuo a sentirti!>> si intromise ancora Cory.
Lea non riusciva a smettere di ridere.
<< Ok, bene. Vi lascio al vostro programma spazzatura!>> disse John.
<< Ah come va la preparazione per il provino?>>
Lea sgranò gli occhi.
Dannazione, il provino!! L’aveva completamente dimenticato.
<< Bene! Benissimo anzi!>> disse improvvisamente agitata alzandosi.
<< Perfetto! Allora ci sentiamo tesoro mio! Baciiii!!! Ciao Coryyy è un piacere come sempre!>>
<< Ciaco John, anche per me!>> rispose Cory sorridendo e posando la sua rivista.
<< Ciao Johnny, ci sentiamo in questi giorni. Ti voglio bene. Baci>> e chiuse precipitosamente il cellulare lanciandolo sul letto. Cory si scansò per non essere colpito.
<< Hey!! Che ti succede?>>
<< Il provino, Cory! L’ho completamente trascurato! Devo ancora imparare una canzone!>> disse sempre più agitata camminando avanti e indietro per la stanza.
<< Ok, ora la impariamo, calmati! Come si chiama?>>
<< Don’t stop qualche cosa>> disse completamente in preda al panico.
<< Ok…. Dai, prendi il testo e cominciamo!>>
 
<< Strangers waiting ….Up and down the boulevard….Their shadows searching in the night >>
Cantava incerta Lea strizzando gli occhi per ricordare le parole.
Cory annuiva seduto di fronte a lei controllando sul foglio.
Anche se non ne aveva bisogno, ero quasi un’ora che ripetevano quella canzone, e ormai l’aveva imparata a memoria persino lui. Lea invece era andata così tanto nel pallone che proprio non riusciva a memorizzare le parole.
<> si bloccò guardando Cory per chiedergli aiuto.
<< Some… some…>> le suggeriva lui sperando che Lea ricordasse la parola da sola.
<< Someday?>>
<< Somewhere, Lea somewhere in the night! Non è possibile che tu non riesca a ricordartelo!>> disse Cory posando il foglio con le parole.
<< Lo so! Non so perché, non mi entra proprio in testa!>> disse Lea scoraggiata.
<< Ok, sei troppo agitata! E qui c’è troppo casino! Tra i bambini che giocano e le mie sorelle che cianciano come galline!>>
Lea scoppiò a ridere.
<< E dove vorresti andare?>>
<< Vieni con me!>> disse lui prendendola per mano e trascinandola fuori dalla stanza.
Uscirono dalla grande casa cercando di non farsi vedere dal resto della famiglia e corsero nel giardino.
<< Ma dove andiamo?>> chiese Lea tra le risate.
<< Zitta e corri, Lea Michelle!>> le rispose Cory anche lui ridendo.
Arrivati davanti ad un grande albero Cory si fermò.
Avevano entrambi il fiatone.
<< Mmmm…. Un albero….>>
<< Alza la testa!>>
Lea alzò la testa e notò sui grandi rami rigogliosi una piccola casetta di legno.
<< Tu vuoi salire li su?>> gli chiese perplessa.
<< Esattamente!>> disse Cory avvicinandosi alla scaletta e tirandola un po’ per controllare che fosse ancora sicura.
<< Oh, no, io non ci salgo!>>
<< Cosa c’è hai paura?>>
<< Io… non… >> cercava di trovare una scusa convincente mentre Cory continuava a guardarla con aria di sfida.
<< Hai paura!>> affermò per prenderla in giro.
<< No, che non ho paura!>>
<< E allora sali!>>
<< E va bene! Dopo di te, Mr Salame!>>
<< Ha-ha-ha. Simpatica!>>
E ridendo cominciarono a salire sulla scala che li avrebbe portati sulla piccola casetta sull’albero.
 
Angolo della scrittrice *___*
 
Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!! Scusatemi tantissimoooo è stato un periodo assurdo! Fortunatamente gli esami sono finitiiiiiii!! Ecco qui la prima parte di questo capitolo!!! E’ tornato John!!! Che bello non vedevo l’ora heheheheheheh E vi assicuro che nel prossimo ci saranno delle beeeelle sorpreseeee!!! Cosa accadrà nella casetta sull’albero???? Diciamo che dopo l’ultima puntata di glee abbiamo riacceso le speranze per i nostri adorati Finchel!!! Che bello finalmente un bel duetto che aspettavo da tantoooooo *_____* Non vedo l’ora di sapere andrà a finireeeeeee!!!
Comunque non divaghiamo! Grazie a tutte voi per i commenti siete adorabili!!!!!
 
XOXO

MW

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Capitolo 17
*** DICIASSETTE- La casetta sull'albero Parte II ***


DICIASSETTE – LA CASETTA SULL’ALBERO PARTE II

 
<< Lea non approfittarne per guardarmi il sedere!>> scherzò Cory fermandosi a metà della scala.
<< Il tuo sedere l’ho già visto… e non è poi un granchè!>> disse rimanendo seria.
Cory si fermò un secondo e la fulminò con lo sguardo.
<< Guarda che lascio la presa e ti precipito addosso!>> La sfidò lui.
<< Oddio! Per carità, mi schiacceresti!!>> e scoppiando a ridere arrivarono alla piccola casetta sull’albero.
<< Benvenuta nel mio rifugio segreto!>> disse dandole una mano per entrare.
Con un ultimo balzo Lea entrò dalla porticina e si guardò intorno.
Era una casetta in legno abbastanza grande, per essere una casetta sull’albero, il tetto era alto, evidentemente Cory doveva essere stato alto anche da bambino. Notò degli scatoli di latta contenenti dei vecchi giocattoli impolverati.
<< Ma che bella!>> disse stupita.
<< Non deve venirci nessuno da un po’!>> costatò Cory dando un occhiata ai fumetti risalenti ad almeno una quindicina di anni prima.
<< Ma sei sicuro che questa cosa regga?>> chiese Lea presa improvvisamente da una punta di terrore.
Cory rise.
<< No dai, credo di si…>>
<< Come credi?>>
Cory continuò a ridere vedendo Lea farsi prendere sempre più dal panico.
<< Non fa ridere Cory!>> lo rimproverò la ragazza.
<< Avanti!! Come potrebbe cadere!?>>
<< Che ne so! Hai detto che non ci vieni da tanto…>>
<< Tranquilla se cadiamo ti prendo io!>> disse facendosi improvvisamente serio avvicinandosi a lei prendendola per i fianchi.
<< Ci credo molto! Sono sicura che se dovesse cominciare a cedere la struttura mi lanceresti per farti da materasso!>> lo prese in giro Lea allontanandolo.
<< Devo dire che stai mettendo su dei morbidi cuscinetti!>> disse cominciandole a pizzicare i fianchi.
<< Smettila!>> disse ridendo e divincolandosi correndo per il perimetro della casetta.
Cory la prese quasi subito e la tirò a se.
Continuavano a ridere.
Si sentivano come due bambini, giocando a rincorrersi in quella piccola casetta.
Bisognerebbe più spesso ritornare bambini, pensò Cory. E’ come se il male del mondo non esistesse, è come se tutto potesse essere risolto in una risata.
Però non erano due bambini, non più.
Smisero di ridere lentamente, quasi senza accorgersene.
Con Cory era tutto così naturale, pensò Lea, come respirare.
Non riusciva a capire come fosse possibile che in così poco tempo si fosse così tanto legata a lui da saperne riconoscere persino il respiro. Il tocco delle sue mani sulla sua pelle.
<< La proviamo questa canzone?>> disse Lea per spezzare lo strano silenzio che si era creato.
<< Hai ragione!>> disse Cory allontanandosi leggermente da lei, quel poco che la piccola casetta gli permetteva.
<< Avanti Lea Michele…. Canta!>> le disse guardandola.
Lea aprì la bocca. Poi la richiuse.
<< Non ricordo come comincia>>
<< Just a small town girl. Livin' in a lonely world. She took the midnight train going anywhere >>
<< Ma come fai a conoscerla? >>
<< Dai, Lea è una canzone famosissima! La suonavo con la band!>>
<< Ma il testo non riesce ad entrarmi in testa!>>
<< Non ci pensare, rilassati! Hai imparato cose più difficili! Dai continua! Fai finta che ci sia la musica!>>
Cory chiuse gli occhi si avvicinò a lei sorridendo e canticchiò la melodia prendendole le mani e facendola girare su se stessa.
Lea rise e dopo qualche istante si fece trasportare da quella danza scoordinata.
<< Just a city boy. Born and raised in south Detroit. He took the midnight train going anywhere >>
Fu incredibile, all’improvviso era come se sentisse davvero la musica rimbombare da delle casse immaginarie nella sua testa.
Chiuse gli occhi e continuarono a ballare e cantare.
<< A singer in a smoky room. The smell of wine and cheap perfume. For a smile they can share the night . It goes on and on and on and on. >>
Riaprirono gli occhi e saltellarono tenendosi le mani per tutta la casetta.
<< Don't stop believin'. Hold on to that feelin' . Streetlight people . Don't stop believin' .Hold on Streetlight people >>
Terminarono la canzone tra le risate.
Cory si buttò a terra con il fiatone. Erano anni che non ballava e saltava in quel modo, aveva sempre odiato ballare, ma era felice che quello stratagemma aveva aiutato Lea a ricordare tutte le parole.
<< Ce l’hai fatta! Non hai sbagliato nemmeno una virgola!>>
<< E’ vero!!! Non c’ho fatto nemmeno caso!>> disse Lea riprendendo fiato sedendosi accanto a lui.
<< Lo so sono un insegnante eccezionale!>> disse Cory tronfio.
Lea gli fece una smorfia.
Poi si mise a sedere accanto alla piccola finestrella.
Mise le gambe penzoloni e appoggiandosi all’asta di legno si sporse leggermente per guardare fuori.
Sentiva le guance avvampare a causa del movimento e l’aria fresca di quella serata era piacevole.
La vista era spettacolare. Si vedevano le stelle e il folto manto d’erba del giardino ricco di alberi.
La luce blu della sera rendeva tutto più magico, quasi un giardino incantato, illuminato solo dalle luci soffuse provenienti dalla casa e dal cortile.
<< Certo che deve essere stato bellissimo crescere qui!>> disse continuando a contemplare quello spettacolo naturale.
<< Si, per lo più. Non che sia stato tutto perfetto…. ma questo rifugio l’ho sempre adorato!>> disse Cory sedendosi anche lui come Lea per guardare fuori.
<< Mio padre costruì questa casetta per crearmi uno spazio tutto mio, lontano dalle mie sorelle! Non fraintendermi io le adoro, ma sai, esser l’unico maschio in mezzo a tante donne non è facile!>>
Lea sorrise.
<< Sai… io non so niente della tua famiglia!!>> si accorse all’improvviso Cory.
<< Non c’è molto da dire >> disse lei alzando le spalle.
<< Mia madre è infermiera e mio padre ha un negozio di alimentari. Sono cresciuta praticamente da sola, nessuna sorella o fratello, mia madre ha sempre avuto dei turni assurdi. A volte passavo il tempo nel negozio di mio padre ad immaginare che vita potesse avere ogni cliente. Poi a nove anni ho cominciato a recitare, e a teatro mi sono sempre sentita a casa. I miei genitori mi hanno sempre supportata in tutto dandomi tutto quello che desideravo. A diciassette anni sono andata via definitivamente di casa. Li vedo poco i miei, e mi dispiace, ma è la vita! John è sempre stato come un fratello per me, una sorta di famiglia>>
Quando Lea parlava di John le si illuminavano gli occhi, doveva essere davvero molto importante per lei, pensò Cory.
<< Sei una continua sorpresa Lea Michele!>>
<< Sarfati!>>
<< Cosa? >>
<< Lea Michele Sarfati. E’ il mio vero cognome!>>
<< Ah, già! Ma posso chiederti perché l’hai cambiato?>>
Lea si morse un labbro.
<< Ti sembrerà una cosa stupida…. Ma alle elementari ero una tipa piuttosto solitaria e i miei compagni tendevano a prendermi in giro storpiando il mio nome, tipo Lea “ So-fatty” e cose del genere. Quando ho fatto il mio primo provino avevo tredici anni, così quando mi hanno chiesto il nome ho risposto : Lea Michele. E basta, e da allora è stato sempre il mio nome d’arte.>>
<< Non è stupido!>> disse Cory comprensivo.
Per la prima volta la guardò con ammirazione. Non riusciva a smettere di fissarla mentre parlava illuminata dalla luce della luna continuando a guardare dritta davanti a se.
Pensò che era proprio bella, ma scacciò subito quel pensiero.
Poi lei lo guardò e rise.
<< Perché mi guardi così?>> gli chiese.
<< Così come?>>
<< Non lo so, in maniera strana…>>
<< No, stavo solo pensando… >>
<< A cosa?>>
Che sei molto bella…
<< Che ti voglio bene, e che sei davvero una buona amica!>> gli uscì invece.
<< Anche tu sei un buon amico!>> disse lei sorridendo.
Senza nemmeno farci caso Cory spostò la ciocca di capelli che era finita sul viso di Lea, lei rimase immobile mentre lui si soffermava sulla sua guancia accarezzandola.
Non sapeva cosa gli stesse succedendo, non avevano nemmeno bevuto.
Forse era la luna, o l’aria di gelsomino, ma si stavano avvicinando sempre di più.
I nasi si sfioravano. Nessuno dei due sapeva esattamente cosa stesse accadendo, era come se una forza li attraesse l’uno all’altro.
Non erano più bambini…. No!
<< Ecco dove eravate!>> squittì una voce femminile.
Si allontanarono bruscamente e Cory si alzò in piedi.
<< La cena è pronta, vi stavamo cercando!>> annunciò Charlotte spuntando con la sua testolina bionda.
<< Arriviamo!>> disse Cory sorridendo alla sorella ancora un po’ scombussolato per quello che stava accadendo.
Charlotte sorrise ai due e scese dalla casetta.
<< Pronta?>> le disse allungandole la mano per aiutarla ad alzarsi.
<< Pronta!>>

 
Angolo della scrittrice *___*
 
Non ci sono più scuse ormai sufficienti!!! Mi dispiace tantissimo di avere sempre meno tempo!!! Però prometto che non  vi abbandonerò!!! E continuerò a scrivere anche se meno frequentemente!! Anche perché ci stiamo avvicinando al momento clou!!! Hihihihihi ma non vi anticipo niente!!!
Vi ringrazio per la pazienza e ovviamente a tutte coloro che continuano a seguire la storia e a commentare!! Vi adoroooo
 
Ps ( X CHI HA VISTO LA PUNTATA 4x16)
 
Ma la scena di Finn che picchia Brody e gli dice sta lontano dalla mia futura moglie???? Sono morta!!! Ma quanto si sta facendo figo quest’uomo???? Lo adoroooooo
Hauhauahauaahau
 
XOXO

MW

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