Letters to Finn.

di damnhudson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno: Artie. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due: Blaine. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre: Rachel. ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro: Mike. ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque: Tina. ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei: Sam. ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette: Quinn. ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto: Carole e Burt. ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove: Kurt. ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci: Mercedes. ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici: Santana Lopez. ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici: Brittany. ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici: Puck. ***
Capitolo 14: *** Capitolo quattordici: Shuester. ***
Capitolo 15: *** Capitolo quindici: Beiste. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno: Artie. ***


Letters to Finn.

 

Prendetevi cura del Glee Club, e lui si prenderà cura di voi.”

 

17 Maggio 2013

Caro Finn.

L’inverno è ormai passato da tempo qui a Lima. Si iniziano a sentire i profumi dei fiori e gli alberi iniziano a germogliare, così sarà tutto come quando ve ne siete andati. Lo so che è solo Maggio, ma sappiamo benissimo che la vostra assenza ha iniziato a farsi sentire già da molto tempo prima Giugno, quando chi come te, o Puck era indietro col programma e quindi non poteva partecipare alle uscite di “Glee” per studiare qualcosa in più. Ci avete lasciato da molto tempo prima e voi non ve ne siete mai accorti tanto quanto noi.

Non so se hai ben capito chi sono, dubito che tu abbia riconosciuto la mia scrittura, non penso che tu l’abbia mai vista da qualche parte “Questa è per te, Artie.”  Non ti sarò mai grato abbastanza per avermi introdotto quella canzone, Proud Mary. Proud Finn, piuttosto. Quella è la nostra canzone, l’ho capito nel momento in cui, tu mi hai indicato facendo un sorriso. Eravamo tutti sullo stesso piano, tutti alti uguali perché stavamo su una sedia a rotelle, avete imparato ad essere come me e a non farmi sentire diverso, anche se effettivamente lo sono, grazie. Grazie a tutti, ma specialmente grazie a te.

Non so bene perché questa lettera. Succede che ogni tanto io senta il bisogno di scrivere a qualcuno, e per tua fortuna quel qualcuno oggi sei tu. Quindi eccomi a tenere in mano una penna nera, mentre cerco qualcosa di sensato da scriverti. Non ti senti speciale, mentre leggi questa lettera indirizzata solo a te? Scommetto che ne avrai centomila da leggere. Lettere di persone a cui manchi da morire e che non vedono l’ora di vederti, anche solo per vederti sorridere o stringerti in un flebile abbraccio. Ma spero che tu possa trovare un po’ di tempo da dedicarmi, tu ci sei sempre per i tuoi amici, anche se d’impatto sembri una persona che se ne frega, io so benissimo che hai un grande cuore; per questo ti ho perdonato, quando la seconda volta che ti chiesi aiuto per entrare nella squadra di football, tu mi voltasti le spalle, anche se poi obbligato dalla Beiste, hai dovuto aiutarmi a vestirmi. Lo so che avresti voluto aiutarmi, come so che il tuo futuro veniva prima di tutto per te, e forse se io non fossi stato paraplegico, l’avrei fatto anche io.

Non ho idea di come le cose funzionino da te… Se provi nostalgia di casa quando ti guardi intorno e l’unica cosa che vedi è disperazione, se ti concedi il privilegio di piangere le notte, quando nessuno ti sente, stretto al tuo cuscino. Non so nemmeno se hanno inventato una coperta così grande da coprirti tutto per non farti sentire freddo, ma so come funzionano le cose qui, Finn, a casa a Lima. Funzionano che non c’è più aria buona da respirare, che ci manchi, come ci mancano gli altri. C’è chi come Sam, che non vuole ammettere la mancanza che sente di te, ma credo che lo faccia solo perché non ammettere una cosa è più facile piuttosto che dire la verità, è sempre così, ho imparato a conoscerlo da quando siamo rimasti in così pochi.. Stiamo andando avanti col Glee, traguardo dopo traguardo, vittoria dopo vittoria. Ora so come ci si sente ad avere un assolo davanti a tutti, so come ci si sente ad avere la voce tremolante, proprio come dicevi tu, quando sapevi che dovevi cantare metà canzone. Ma siamo orgogliosi, perché finalmente tutti abbiamo avuto il nostro tanto agoniato spazio. Tina canta spesso, essendo una delle poche voci femminili, ma non rischiamo di far cantare Sugar. Lei non è molto brava, ma ci mette impegno, è tipo la nostra seconda Brittany, balla da Dio.

Vorrei che tu fossi qui per aiutarci, per motivarci un po’, perché sembra di aver perso anche il signor Shue. Da quando voi vi siete diplomati, sembra aver perso tutto il suo carisma, non reppa nemmeno più. Sembra quasi impossibile quello che sto per dire, ma ci manca anche Rachel, ci manca la sua voglia di vincere, di provare in continuazione, la sua voglia di fare.

Nonostante questo, il Glee Club, come detto da te, si sta prendendo cura di noi, anche se non gli dedichiamo sempre meno tempo. Abbiamo avuto tre nuovi arrivi di recente, un ragazzo del hockey, ha la tua tenacia, ma effettivamente è meno alto e più paziente, ha una bella voce e sempre molte idee. Ci servono, dato che Shuester ci sta abbandonando. I due ragazzi invece sono comuni, sfigati quasi quanto lo eravamo noi all’inizio del nostro viaggio. È incredibile quanto tempo sia passato, davvero. Ogni tanto mi capita di pensarci, ma mai troppo a lungo, ho paura di avere un crollo nervoso. Tu non ne hai mai quando pensi a noi a casa? Com’è il vero inferno, lì?

Vorrei che tu ci avessi parlato della tua scelta, Finn. Avremmo potuto aiutarti, non c’era… Finn, non c’era bisogno che tu andassi in Georgia, che ti arruolassi… Non ce n’era davvero bisogno. Saremo stati orgogliosi di te nella stessa maniera di sempre, ti abbiamo voluto bene da quoterback, da ultimo nella scala sociale, da leader, ti avremmo voluto bene anche da meccanico da Burt. Siamo immensamente preoccupati per te, sempre.

Spero che tu abbia la tua licenza presto, spero che tu venga a trovarci non appena sarai un po’ libero. Ricordati di noi. Sei il nostro eroe, e ci fa strano dire “Il mio amico è alla tv e combatte una guerra per tutti noi.” Ce la farai, Finn. Non mollare mai. Non lasciare che la tristezza di sovrasti, che ti butti giù. Pensa sempre a quanto noi qui, siamo orgogliosi di te, lo siamo, lo siamo davvero. Sei quel tipo di uomo che tutti avrebbero voluto essere.

Sei il mio eroe.

Con tantissimo affetto, un caloroso abbraccio, Artie.

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damnhudson's corner.

Mi sento sempre particolarmente importante a scriverlo.
Allora, il perché di questa raccolta è molto semplice. Mi sono immaginata Finn Hudson nell'esercito e questo è quello che ne è uscito.  Vi dirò la verità, non mi è piaciuto per niente scriverla, perché per me questa cosa del mandare Finn ad arruolarsi ha fatto schifo, ma tanto sento sempre il bisogno di scrivere per quato riguarda lui, quindi eccomi qua.
Una serie di lettere che arriveranno a Finn Hudson durante il suo mandato, in Georgia.

( Lo so che faccio schifo, ma vedrò di aggiornare ogni quanto posso. Le lettere sono già pronte, ma avendo la Finntana da concludere, devo dedicarmi anche a quella, oltre che allo studio, dannato studio. ) 

Nella prossima lettera : Blaine scriverà a Finn (:


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Capitolo 2
*** Capitolo Due: Blaine. ***


Letters to Finn.

18 maggio 2013.

Caro Finn

Sono fortunato ad aver imparato ad impostare una lettera tanto tempo fa, così ora non ho problemi a scriverne una, sperando di non fare nessun errore grammaticale. Non è una delle materie in cui sono più forte in effetti. Accenti, virgole, punti. Mi piacciono i punti.
Sono Blaine, Blaine Anderson e fatico in una maniera assurda per trovare qualcosa da dirti che non includa un ‘ti voglio bene’ o un ‘sono orgoglioso di te’ perché sinceramente sono del parere che ci sarebbero state altre scuole che avrebbero gradito la tua presenza, altre scuole che avrebbero avuto bisogno del tuo talento all’interno della loro squadra.

Mi fermo in pratica ad ogni punto e vado a capo, sperando di occupare un po’ più di spazio su quest’infinito foglio bianco che ci separa. T’immagino gigante come al solito mentre tieni in mano questo foglio di carta. Nelle mie immagini hai una tuta mimetica che ti avvolge, facendoti sembrare un qualunque soldato, e ti guardi intorno con orrore, lo so che tu non vorresti mai essere li. Avresti voluto tenerti lontano da tutte quelle armi di cui – ci gioco il mio gel. – non sai nemmeno il nome. Allora perché Finn? Cristo, non capisco il perché di questa tua decisione. Forse hai anche un fisico giusto: spalle larghe, altezza e resistenza fisica, ma non sei cattivo. Tu non vuoi, e anche se su voglia non sai uccidere. Ti manca la forza necessaria per guardare gli occhi di un uomo spegnersi assieme alla sua vita. Sei troppo buono per farlo. Ti faresti mille paranoie chiedendoti se avesse avuto una famiglia a casa e se stava solo cercando di portare un pezzo di pane alla sua casa. Finiresti col farti uccidere tu stesso per non togliere un padre ai propri figli, perché tu Finn, tu sai come ci si sente a non avere un padre, non lo faresti mai. Saresti preso di mira perché sei troppo buono, perché il tuo sorriso e persino le tue fossette fanno presagire quanto il tuo animo sia buono. E forse moriresti. Dimenticato da tutti, persino da quelli che chiamava compagni. I tuoi unici compagni siamo noi, Finn. Compagni per tutta la vita, compagni per sempre. Siamo cresciuti assieme. Tutti assieme. E sto di nuovo usando molto punti, perché non riesco a fare frasi di senso compiuto. Dio, non voglio perderti per nulla al mondo, tu sei come mio fratello anche se ne abbiamo passato di tutti i colori, anche se spesso e volentieri ci siamo odiati e ti ho detto che sopra il mio sacco da boxe avrei voluto la tua faccia. Non era vero, ti voglio bene e sempre te ne vorrò, perché sei una parte di me. Sento la tua presenza che aleggia sopra il McKinley, la tua presenza quando vado a casa vostra e mi guardo intorno con malinconia. Sono talmente gay che a volte entro in camera tua solo per sentire il tuo odore che a volte mi manca. Anche tua madre vuole mantenerlo, visto e dato che nella stanza c’è ancora un accenno di odore di piedi.

Non voglio che tu te ne vada, Finn. Non voglio che tu concluda la tua carriera con una fine che non ti meriti, Hudson, porca puttana. E mi stai facendo diventare un grandissimo maleducato, ma sicuramente attorno a te ne senti di migliori, di gente disperata che non aveva altra scelta se non imboccare la strada delle armi, e tu, invece? Tu una via ce l’avevi.

Stai avendo i tuoi Glory Days almeno? Hai qualcuno che crede a te li? Qualcuno che si dimostra tuo amico? Ti prego a questo punto del discorso non mollare la lettera perché troppo noiosa, avrei miliardi di cose da dirti. Soprattutto che credo in te, anche se non credo nelle tue scelte. Ma la vita è la tua e io, piccolo hobbit, cosa posso fare?

Vorrei tanto abbracciarti al momento, per ricordarti che sono orgoglioso di te e che ti voglio bene come se fossi mio fratello. Invece sei solo un amico lontano con mano, un fucile che non spara acqua.

Spero davvero, con tutto il cuore, che la fortuna sia sempre dalla tua parte, che nemmeno per un secondo ti abbandoni. Spero che tu sia bravo abbastanza da stare li, perché sarebbe un casino se succedesse il peggio.

Un fortissimo abbraccio, Blaine Anderson.

P.S = Diavolo! Mi sono dimenticato una cosa con tutti questi argomenti riguardante la tua partenza! “Prendetevi cura del Glee Club, e lui si prenderà cura di voi.” Lo sta facendo. Il mio impegno sta dando i suoi frutti. Mi sono preso tutti i tuoi assoli! Sono un Finn Hudson basso, danzerino e canterino.
Mi piacerebbe tornare alla Dalton, però… Mi mancano tanto i miei amici usignoli.

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DAMNHUDSON'S CORNER.

E di nuovo, super mega importante perché se state leggendo questo vuol dire che siete arrivati anche alla fine di questa lettere scritta da Blaine, e così vuol direi che mi state seguendo e che io sono orgogliosa di me e di quello che sto scrivendo. :)
Allora, come vi è sembrato il piccolo Blaine? Mi ha fatto molta tenerezza scrivere di lui, soprattutto per quanto riguarda la sua voglia di abbracciare nuovamente Finn.

( Sono riuscita ad aggiornare in fretta, avete visto? Ho aggiornato tutto oggi. Finntana e Letters to Finn. Alla fine non faccio poi tanto schifo. u_u )

Nella prossima lettera - per ordine alfabetico in base ai cognomi - : Rachel Berry a rapporto.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre: Rachel. ***


Letters to Finn.

 

19 Maggio 2013.

Ciao Finn,

Ti ricordi, quando mi dicesti che mi lasciavi libera per poter coronare i miei sogni? Hai sbagliato di grosso. Non sono libera, non mi sento libera. Non mi sento libera da questo groppo che mi ostruisce la gola rendendomi incapace di dire qualsiasi cosa che non ti riguardi o che non riguardi le mille lacrime che mi scendono dagli occhi ogni giorno. Ho provato a sentirmi libera, ho provato a scrollarmi l’idea del tuo sorriso dalla mente, ma non sono capace. Non sono capace di vedere la mia immagine allo specchio riflessa senza vedere la tua affianco a me. Non ci sei Finn e saperti lontano da anni luce da me non mi fa stare bene. Irrigidisce le corde vocali e mi rende schiava dei miei ricordi. Spesso mi ritrovo a guardare le nostre foto, un po’ sul cellulare, un po’ sulla parete… Vivo di ricordi che mi ricordano quanta perfezione siamo stati.
Come stai?
Io male.
Lo so che sono sempre la solita egoista che sente il bisogno di stare in primo piano e forse, oggi pensandoci, sono arrivata ad una conclusione. Stavo pensando a te, e a noi. A quante cose hai dovuto rinunciare per me. Avresti potuto fare una domanda alla Pace University ed entrarci senza alcun minimo sforzo, eppure, per starmi vicino hai scelto una scuola che non ti piaceva, che non ti sarebbe mai piaciuta. Non mi sono bevuta quella storia del ‘è tutto quello che voglio essere, un attore!’ No, mai. Ti conosco troppo bene. Ma mi faceva comodo credere che tu volessi passare tutta la tua vita con me, perché è sempre stato il mio sogno averti tutto per me, senza che nessuno oltraggiasse la nostra relazione. Finché non sei rimasto distrutto, illuso. Finché non ho capito che a distruggerti sono sempre stata io. Io con la mia caparbietà, io con la mia voglia di successo, io con il mio spingerti lontano, io che non ho mai creduto a te come tu hai sempre fatto con me.
La scuola è grandissima, grande quanto il mio talento.
Troppo grande per la mia solitudine, tanto che a volte mi ritrovo a vagare da sola, con gli occhi velati di lacrime mentre ti cerco. È incredibile pensare che tu non sia con me. Dove sono andate a finire tutte le nostre promesse di un amore eterno ed epico, Finn? Mi manchi così tanto.
Voglio smettere di vivere di ricordi, di collezionare lettere su lettere di lamentele che esprimono la mancanza, la solitudine. Ne ho scritte tantissime da quando sono arrivata qui. La solitudine lacera, rompe. La distanza serve solo a colmare la distanza tra i nostri cuori. Non sto bene, non starò bene finché tu non mi dirai che anche tu stai bene, che dormi tante ore quante ne dormo io quando il mio sonno non è scosso dai singhiozzi. Sempre, Finn. Non c’è una volta che la mia mente non vaghi in cerca della tua, che non provi a collegarsi con te, non c’è una notte che passo tranquilla… A volte tengo la televisione accesa per tutta la notte, arrivo a lezione con le occhiaie.
Sono stanca di questa lontananza, sono stanca di non poter tenere le tue mani tra le mie. Non mi ricordo nemmeno cosa si provi a poggiare la testa sul tuo petto nudo dopo che abbiamo fatto l’amore. Mi manca anche quello, mi manca il calore del tuo corpo sopra il mio, il tuo dolce respiro inebriarmi il cervello, confondermi fino a farmi credere di morire per amore.
Non si dovrebbe soffrire per amore, tutte le persone dovrebbero stare assieme se si desiderano a vicenda. Due cuori dovrebbero battere all’unisono se si desiderano a vicenda. Se il desiderio esiste, Finn, le persone dovrebbero stare assieme, per sempre, finché la stanchezza non gli avesse separati. Se noi ci amiamo per davvero, perché allora siamo separati da una serie di carri armati disinteressati dal tuo cuore, Finn?
Non mi ami abbastanza? Non ami abbastanza la maniera in cui ti do amore? Allora perché mi hai lasciato qui da sola? Vivo nella città dei miei sogni senza l’altra metà dei miei sogni. Perché non sono felice, Finn? Io e te ci sentiamo comunque con costanza, sento la tua voce e anche se per poco tempo so che ci sei, che sei ancora qui con me, ma allora perché sento così tanto dolore nel petto? Perché sento il mio cuore sprofondare ogni volta che ti allontani da me? Non voglio perderti. Sostenevi che la nostra relazione sarebbe sempre stata magnifica, che ci saremo sposati, magari dei bambini. Non ho niente di tutto questo, Finn. Nemmeno l’eterna felicità che mi avevi promesso.
Mi manchi. Dio, mi manchi moltissimo. Mi manca tutto di te, mi manca dirti quanto ti amo, quando mi dicevi che ero l’unica per te. Mi manca persino, quando mi prendevi in giro per il mio poco seno. Vorrei che tornassi solo per dirmi tutte queste cose, almeno respirerei aria di normalità. Non la respiro da tanto e mi manca. Mi manca quella sicurezza che sapevi darmi con un’occhiata, una veloce anche. Cosa non darei per averti qui, per avere un qualche tipo di potere magico. Mi sento quasi Sam Evans a credere in queste cose, ma ho bisogno di qualcosa in cui credere. Perché ormai non credo più a niente.
Sono così orgogliosa di te, che combatti per il nostro paese – anche se saresti stato meglio qui al mio fianco. – tuo padre sarebbe stato così orgoglioso di te. Sono sicura che ti sta guardando emozionato, mentre ti batti per i suoi stessi ideali. Qualcuno ti ha riconosciuto? Sa che sei il figlio di Christopher Hudson? L’hai mai detto a qualcuno? Ti sei mai vergognato di te, del tuo corpo o magari della tua poca intelligenza? Mi manca parlare con te, mi manca anche essere la tua migliore amica.
Ho dei flashback, noi due in montagna, mentre beviamo la cioccolata più brutta del mondo e sorridiamo.
Piango spesso, anche ora mentre ricordo quanto siamo stati belli. Piango perché mi manchi e perché sono dannatamente orgogliosa del mio amore. Sei tu, Finn Hudson. Hai già condotto una squadra alla vittoria, anche se erano i Titans. Sei tu. Riuscirai a condurre tutti in salvo anche con un fucile in mano, perché hai questa caratteristica: sei un leader. E non è un’uniforme rossa con un cinque bianco, non è una tuta mimetica o un fucile a farti grande, è la tua anima perché è buona come nessun’altra. È lei ad essere speciale a renderti speciale. Sii sempre te stesso, non cambiare per nessuno. Sei perfetto così come sei.

Ti amo tantissimo, Finn. Ti amo meno di ieri e più di domani. Da domani ti amerò per sempre, anima gemella. Cerca di stare bene, così potrò stare bene anche io. E sii prudente, omino. Ti amo tantissimo.

Tua per sempre, Rachel.
 

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damnhudson’s corner.

 

Credo che la cosa più corretta da parte mia sia dedicare questa lettera a Vera. Volevo dirle un sacco di cose, come grazie ad esempio. Grazie per avermi fatto integrare all’interno dei twins e grazie perché non mi fa mai sentire sbagliata anche se molto spesso faccio delle cose che non sono proprio giuste. A lei affiderei i miei segreti più grandi, tanto che qualcuno gliel’ho già confessato, shh.
Ti voglio un’infinità di bene, che nemmeno ti immagini, sunshine.

Ho scritto questa lettera dopo che ho postato Blaine, non vedevo l’ora di averla scritta. Mi è.. piaciuto quasi farlo. Vorrei che Rachel dicesse queste cose a Finn, che le dispiace essersi posta sempre prima di lui e dei suoi sogni. In ogni caso, spero che i miei bellissimi Finchel siano destinati a durare perché si, sono l’amore.

 Vi voglio bene se siete arrivati fino alla terza lettera e ve ne voglio ancora di più se mi fate sapere se vi sta piacendo o meno.

Grazie a coloro che mi seguono sempre qualsiasi cosa io pubblichi, che mi danno la forza ogni santissima volta.

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro: Mike. ***


Letters to Finn.

 

20 Maggio 2013.

 

Ciao Finn,
L’altro giorno mi sono ritrovato a pensarti, involontariamente, mentre facevo un compito di chimica. In genere non lo faccio. In genere non ti penso. Non perché tu non mi manchi, o altro. Solo che non mi va di stare male perché non ti vedo più e perché non ti immagino col sorriso che sono abituato a vedere, solo per quello. Per quanto mi riguarda sono orgoglioso di te, sono contento che nell’esercito ci sia una persona che so che conserverà la sua umanità. Ora non mi va di riempire questa lettera di critiche alla tua scelta. Forse non sono la persona più giusta per criticarti. Ma sono sicuro che alla fine non siamo poi tanto diversi. Entrambi abbiamo lasciato che qualcuno decidesse per il nostro futuro e se io ce l’ho fatta a tirarmi indietro in tempo, tu hai lasciato che tuo padre scegliesse per te. In ogni caso, lasciamo perdere, va bene? Ci saranno altri momenti in cui parlare di tutto questo gran casino che è la tua vita. Voglio parlare un po’ dei ricordi che io e te abbiamo assieme. Spero di ricordartene qualcuno che col tempo è andato perso. Per me ogni amicizia instaurata a scuola è importante. Siete stati i compagni più importanti della mia vita e sinceramente voglio conservare questi rapporti per sempre. Ogni tanto sento Puck, tramite telefono. Ci diciamo sempre che non appena tornerai faremo una grandissima rimpatriata e che ti faremo ubriacare finché non chiamerai il generale dimettendoti. Sinceramente non so se ci si può dimettere dal tuo status di soldato, ma noi c’immaginiamo sempre così le situazioni. Molto spesso sento anche Rory, Sam e Blaine i quali sono ancora al McKinley. Mi fa piacere sentire la loro voce, anche se la persona che mi manca di più, trovandomi lontano da lui, per quanto riguarda l’ambito amichevole è Artie. Mi manca confrontarmi con lui e parlare con lui. E’ sempre stato il mio migliore amico. Eravamo come te e Puckerman, ci coprivamo le spalle a vicenda e ci piaceva farlo, si. Sono convintissimo che il nostro miglior anno sia stato il primo, d'altronde ci siamo conosciuti. Mi viene davvero impossibile dimenticare il nostro sguardo all’interno dello spogliatoio. Eravamo molto spaventati da Ken Tanaka, e a dire la verità io nemmeno pensavo fosse all’altezza di insegnarci qualcosa. Voglio dire, andiamo, l’hai visto? Secondo te che fine ha fatto? Ho sentito che è entrato in un brutto circolo di droga… Ma comunque. Dio, ti ricordi quanti erano i giri minimi per entrare in squadra? Io credo di aver perso il conto durante il trentatreesimo. Tu giravi, giravi, giravi. E non so come cavolo hai potuto farcela. Mi ricordo che il primo pensiero che ho fatto, quando ti ho visto è stato ‘Se questo mi cade addosso, muoio!’ Non puoi biasimarmi, hai visto la stazza che hai? Sicuramente è buono che tu ce l’abbia nell’esercito.
La prima festa, te la ricordi Finn Hudson? Se ci penso ancora rido. E’ bello non essere l’autista designato, eh? Poveri ed innocenti ragazzi che eravamo. Non reggevamo l’alcool per niente, ma è stato fantastico soprattutto perché stringemmo li il nostro legame.
Sembri Jackie Chan.” Scoppiammo a ridere entrambi. Ubriachi, certo. Ma divertiti, si, particolarmente. Il mio ricordo preferito, Finn, è quando arrivasti da me chiedendomi quasi in ginocchio di aiutarti a ballare.

I gotta be free, I just gotta be free
Daring to try, to do it or die
I've gotta  ... be me.

Gran bell’insegnamento quella volta. Born this way, ti ricordi? Fantastico. Mi manca moltissimo tutta quell’aria di tranquillità che si respirava al Glee. Mi mancate voi in generale a dire la verità. Mi mancano le feste sobrie e quelle un po’ meno. Le volte che ci incontravamo fuori scuola, magari al bar, per bere qualcosa e discutere della scaletta per le provinciali. Mi manca giocare a football con voi, ballare davanti a voi. Mi manca fare parte di qualcosa che mi rende speciale.
Mi manca la normalità che ero abituato a vivere quando stavo a Lima. Qui è tutto molto bello, è vero. Incontro praticamente gente nuova ogni volta che metto il naso fuori dalla parta. Il corso di danza è molto bello e le materie interessanti, ma eravamo più interessanti noi… come gruppo. Soprattutto lavorare come un gruppo. Qui ognuno lavora per se e il detto chi fa da se, fa per tre non funziona.
Le conversazioni sono monotone, a nessuno interessa mai ciò che dici. Inizia ad interessare solo se è qualcosa che li riguarda e io, lo sai benissimo, sono un tipo silenzioso di mio. Non ho stretto amicizie significative, che potranno essere portate avanti… Mi sento solo, ed è la verità. L’unica e sola verità. Sto scivolando in una voragine chiamata solitudine, che mi stringe il cuore e mi fa avere paura.
Tu non ti senti mai solo, Finn? Chi stringi la notte se hai paura? Hai ancora la tua copertina di quando eri piccolo? Mi manca vederla, mi manca anche sentire le tue lamentele, vedi tu! Che fai per divertirti li? Voglio dire, ci saranno dei momenti in cui smettete di essere soldati e tornate ad essere semplici ragazzi di vent’anni, quasi. Vorrei tanto scriverti di tornare a Lima, ma tanto non mi troveresti. Io ti aspetto, in ogni caso, se vuoi qui alla mia università. Non è complicata, anche una testa di zucca come tu puoi farcela.

Con questo chiudo, devo tornare a studiare e a prepararmi per il musical. Si fanno un sacco di musical qui, che meraviglia. Spesso riesco anche ad ottenere le parti principali. Sono sempre molto orgoglioso di me, quando mio padre attraversa lo stato per venire a vedermi, mi fa sentire completo.

 

Con tantissimo affetto, Mike Chang.

 

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damnhudson’s corner.

Ho finito la scuola, ho finito la scuola, yayayayay(?). Anche se mi tocca avere a che fare con matematica per tutta l’estate sono soddisfatta visto che non è che io abbia studiato molto quest’anno, quindi mi è andata più che bene e mi accontento. J

Okay, Mike Chang. Ho provato a farlo più IC possibile, un Mike al quale importa della situazione scolastica, ballo e suo padre. Che dite, ce l’ho fatta? Onestamente questa lettere non mi è piaciuta particolarmente, ma okay.

DEDICHINA: dedico questa lettera a mia cugina, la quale mi ha dato uno spunto per poter iniziare a scrivere ovvero la rievocazione dei ricordi che Mike aveva di Finn. Football, ballo, primo anno.  Love u, hon. <3

 Prossima letterasempre secondo ordine alfabetico per cognome! – : Tina Cohen Chang.

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque: Tina. ***


Letters to Finn.

21 Maggio 2013.

Caro Finn,
sono Tina Cohen Chang, tu sei uno dei pochi che hanno imparato il mio nome dall’inizio, quindi vedi di non dimenticarlo, smemorino.

Sono gli ultimi giorni al Glee Club questi. Stiamo cercando di prenderci tutte le nostre rivincite che a poco poco stanno arrivando. Mi stanno riempiendo il cuore tanto che me lo scaldano e mi fanno, per un secondo, dimenticare a cosa sto andando incontro. Università, lontananza dalla mia famiglia. Tutto questo mi mancherà. Io non lo so come fai tu, Finn. Lontano anni luce dalle persone che ami, da tua madre… tuo fratello e Burt. Come fai? Vorrei che tu mi rispondessi a questa lettera anche solo per scrivermi come fai a combattere la solitudine. Sto morendo senza Mike, anche se ci sentiamo praticamente sempre, sto morendo senza vederlo. Tu come diavolo fai, Finn? Ti appelli a qualcuno in genere? Hai ripreso a pregare ad un panino? Spero per te di no, eh. (:

Mi fa ridere questa faccina! No. Non è vero, sto singhiozzando silenziosamente da quando ho acceso la tv, Finn. Che succede? Hanno attaccato la vostra trincea, ho capito bene? Okay, quindi? Com’è stato? Ho sentito Rachel… Non sta benissimo, nessuno sta bene. Stiamo pregando affinché tu possa trovare il tempo di risponderci. Ho sentito che molti di noi ti stanno scrivendo. So che anche Mike l’ha fatto… Non mi vuole dire cosa ti ha scritto… Dice che è personale. Rispondici per favore, anche solo… anche solo per dirci che stai bene. Attendo ogni giorno, fissa davanti alla tv, mentre spero che il tuo nome non sia detto, che non venga aggiunto alla lista dei morti. Sai che colpo sarebbe per tutti noi? Come faremo a vivere con la consapevolezza che tu non ci sei, che ci hai abbandonato? Come faremo a vivere con la consapevolezza che sei morto combattendo una guerra che non era tua? Non morire… Non farlo, Finn. Se non lo fai per te stesso, okay, allora fallo per noi. Noi non meritiamo di vivere senza di te, e tu meriti di vivere perché nella tua vita hai fatto un sacco di cose belle. Soprattutto per gli altri. Hai tolto molti di noi dall’anonimato, dalla noia di una vita monotona, o meglio, hai aiutato affinché questo succedesse. Sei il nostro leader e tale sarai per sempre.

Mi manchi un po’. Mi manca percorrere quell’andito lunghissimo con tutti voi, con voi diplomati. Mi manca stringere la mano di Mike, mentre mi giro a parlare con Mercedes o con te.

Sono molto dispiaciuta di non aver stretto un’amicizia abbastanza forte con te. Mi dispiace non aver trovato qualcosa da dire, mi dispiace non averti fatto abbastanza complimenti, quando raccoglievi la tua goffaggine e andavi ad esibirti davanti a tutti noi che ti guardavamo con sguardo scettico. Avrei voluto capire molto di più su di te. Mi sarebbe piaciuto essere una tua amica stretta, una di quelle persone di cui ti fidi. Avremo potuto avere tante cose in comune. Sono rammaricata per quei momenti andati, quelli che potevano essere meglio.

Mi dispiace soprattutto parlarti di tutto questo in una lettera e non di persona, ma forse questa è l’unica maniera per farlo, perché sono una persona molto timida e non parlo molto se non – appunto – con le persone che conosco a fondo. Tutto questo è così triste, Finnie, è triste sapere che quando tornerai, nel migliore dei casi, avrai qualche cicatrice e il tuo volto non sarà più quello di un bambino, è triste l’abitudine al silenzio che regna sovrano dentro il tuo animo assieme alla consapevolezza di aver ucciso un uomo che magari era come te: a combattere una guerra non sua. Tu ci pensi a queste cose, Finn? Al fatto che forse a casa abbiano una famiglia, come ce l’hai tu. Magari… magari stai portando via un padre ad una famiglia. Oh, Finn. Sono così disperata che penso che questa lettera abbia cessato di possedere un senso dopo la mia presentazione. Rachel ci ha comunicato che a Giugno avrai la tua prima licenza militare, si, quattro giorni, ma almeno per quattro giorni saremo sicuri che sarai al sicuro. Che bello… Non vedo l’ora francamente di abbracciarti e di vedere che stai bene. Stai bene, Finn? Per davvero, però. Non fare come sempre. Hai quella strana abitudine di chiuderti in te stesso col tuo dolore senza far pesare niente a nessuno. È così da quando ti conosco. Hai sempre portato silenziosamente la croce sulle spalle, perché quelli erano i tuoi problemi. Non ne hai mai parlato con nessuno, questo ti rende onore, Finn Hudson.

Io comunque sto bene… si, per modo di dire. Mi piace far credere a Mike che questa lontananza non mi pesi poi più di tanto. Lui sostiene che ci vediamo tutti i giorni – anche se per computer, che alla fine non è così male e poi dice che andrò nella sua stessa città quest’anno… Ma non è la stessa cosa, Finn. So che sai di cosa parlo, lo so perché anche tu sei lontano da Rachel, lo so che ti manca. Mi manca il contatto fisico… non quello, anche solo quello delle nostre mani che si sfiorano, i suoi polpastrelli che sfiorano le mia braccia creando una serie di brividi. Non gli ho mai parlato di tutto questo perché non mi sembra giusto. Non mi pare corretto ricordargli che sto male, mettergli i miei problemi sulle spalle. Sono convinta che lui abbia già i suoi, è lontano da casa mentre io sono ancora qui, che abito con i miei genitori.

Starò zitta, come sempre, come fai tu. Creerò un muro tra i miei sentimenti e il resto intorno… E’ così che deve andare, è così che funziona. E’ così che vai avanti, l’ho capito da sola. Mi sono risposta da sola.

Ti ammiro molto, Finn.

Ti voglio bene, Tina.

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damnhudson's corner.

Allora, prima di tutto... scrivere anche questa lettera è stato un po' difficile. Voglio dire cosa sappiamo su Tina se non che passa le puntata e piangere? Che rammarico, quella ragazza ha un tale potenziale all'interno del Glee Club. Comunque ho trovato Tina più semplice di Mike, essendo una ragazza, mi sono appigliata ai sentimenti.... cosa che potevo fare benissimo anche con Mike, ma dai, e' un ragazzo e magari... Okay, non sapevo come mi sarebbe uscita, dunque ho scritto sui ricordi.

Per quanto riguarda questa lettera ha una dedica ben precisa, va a tutte quelle persone che la leggono e che fanno salire le visualizzazioni, ma sopratutto a chi spende due minuti per lasciarmi una recensione - che mi riempono tanto e sempre il cuore d'affetto. - So thank you to: persempretusarai, __Sabotage ( my love. ) , Andy14, GirlOnFire and PedoCory ( con la quale ho avuto il piacere di intrattenere una conversazione da poco. Ottima ragazza *O* )

Non mi pare di avere altro da dire, se non: GRAZIE, GRAZIE A TUTTI. Grazie a coloro che la seguono in silenzio, che l'hanno messa tra i preferiti e tra le seguite, siete una parte di Letters to Finn e di me. ♥

Nella prossima lettera - cognome RULEZ! - : Sam Evans, gente! (:

Alla prossima. ♥

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Capitolo 6
*** Capitolo sei: Sam. ***


Letters to Finn;
22 Maggio 2013.



Finn Hudson,

finalmente riesco ad avere un po' di tempo per me e a riesco a scriverti qualcosa in questa lettera. Anche se ancora non ho la minima idea di cosa scrivere, ma si, prima o poi arriverò ad una conclusione. Dunque... Sai, Finn... il Glee Club è stato l'artefice della mia salvezza. Il mio stato sociale è sempre stato anonimo in ogni scuola, ma il Glee Club mi ha sempre accolto a braccia aperte e credo che questa sia la sua migliore qualità: nonostante lo si allontani, lo si disprezzi questo non cesserà mai di aiutarti. E questo lo sappiamo tutti, perché tutti siamo passati nella fase della negazione, quella fase in cui nessuno di noi voleva ammettere quanto avesse bisogno del Glee Club. Eppure, cavolo, ci ha sempre amati e resi una famiglia quando le cose con la nostra non andavano bene. Almeno, per me è sempre stato così. La mia famiglia ha attraversato tanti momenti brutti, orribili che avrebbero potuto separaci, eppure siamo sempre rimasti assieme e non abbiamo mai mollato e questo è stato soprattutto perché io ho avuto degli amici che mi hanno tenuto vivo quando potevo solo morire dentro. Grazie, grazie a tutti voi. Grazie a te per essermi venuto a spiare in doccia, mentre cantavo quella canzone, every rose has its thorn. Si, conservo ancora quella canzone nel cuore, perché anche se mi ribellai all'entrate nel Glee, entrarci è stata la mia migliore scelta. Sai, alle superiori si fanno determinate scelte... Alcune sono giuste, te le porterai dentro con orgoglio e non te ne pentirai mai, altre, Finn sono sbagliate anche se al momento sembrano la cosa più sensata e giusta... Ma non lo sono, amico.

Avrei così tante scelte sbagliate da mostrarti come esempio, eppure, Finn... Non trovo miglior esempio che la tua partenza per la Georgia. Non so se abbiamo un rapporto tale da poterti dire cosa fare o no, ma per me noi siamo amici, perché ne abbiamo passate tante assieme. Ti ho rubato la ragazza, il posto da quoterback e poi ti ho visto riprendermi tutto quello che ti avevo tolto con una tale facilità che mi hai fatto pentire di essermi messo contro di te a prescindere. Io non lo so chi è meglio tra noi due, sinceramente. Perché tu sei li che combatti una guerra insieme ad altri volontari, mentre io qui combatto per far valere i miei sogni: diventare un fumettista. Ma i sogni sono sogni e ognuno di noi deve essere il proprio eroe a prescindere da quello che nella vita farà. Sii il tuo eroe, Finn e lo sarai anche per le altre persone. Se vedono che ami il tuo lavoro lo faranno anche loro, Finn.

Mi ha fatto un immenso piacere conoscerti, sei una di quelle persone che lasciando un'impronta decisa nella vita degli altri: con un sorriso, una parola, una canzone o semplicemente uno sguardo. Non lo so, ma conoscerti mi ha fatto capire che differenza c'è tra l'essere e apparire. Con te queste due qualità si fondevano. Tu eri ciò che trasparivi, ciò che ci facevi vedere. Eri genuino, buono ma allo stesso tempo determinato e egoista a modo tuo. Hai sempre combattuto per i tuoi ideali, e mi dispiace che tu - arrivato ad un certo punto della tua vita - abbia lasciato che qualcun'altro decidesse per te. Non so se a mente lucida avresti fatto la stessa decisione, arruolarti, ma sono sicuro che con questa decisione tu abbia reso orgoglioso la tua famiglia anche se la separazione è molto dolorosa. Ma Finn, ti sei reso orgoglioso tu? Voglio dire, quando ti guardi allo specchio - sempre che ne abbiate uno! - ti sorridi contento per quello che è il tuo lavoro? Sei contento di quello che fai? Di come lo affronti, di come lo racconti. Sei contento di te, Finn? Mi ricordo che per noi indossare quella maglia, col nostro numero dietro e stampato in bianco, era un onore ogni volta. Ci sentivamo al sicuro da tutto e tutti, perché facevamo parte della squadra di football, in testa alla classe sociale anche se facevamo parte del Glee Club, orgogliosi giorno dopo giorno di essere quello che al periodo eravamo. Una scintilla di luce che non si spegneva mai, ecco cosa era per noi quella maglia rossa. Era la nostra luce. Ci bastava guardarla per tirarci su di morale: facevamo parte della squadra di football della scuola. Nessuno poteva toccarci, perché eravamo una squadra e se cadeva uno, cadevano tutti. Solo oggi, con la vostra lontanaza, la tua, quella di Mike, Puckerman, sto capendo cosa la Beiste voleva insegnarci. Essere una squadra comporta avere delle responsibilità. Non devi solo più badare a te stesso, essere una squadra comportava badare gli uni agli altri, senza nessuna differenza di peso, altezza, nome. Un po' come facevamo nel campo. Ci guardavamo le spalle ed eravamo al sicuro, Finn. Nessuno poteva toccarci. Eravamo dentro una bolla, costruita dai nostri sacrifici, costruita dal nostro sudore. Eravamo forti, Finn. Ho bisogno che tu mi risponda con sincerità a questa domanda, Finn. Ti vuoi bene proprio come te ne volevi al liceo quando indossavi la maglia rossa dei Titans? Provi lo stesso orgoglio?

La squadra è diventata un vai e vieni di pivellini con lo stomaco debole, che non reggono nemmeno dieci giri di campo. Usano la stupidissima scusa: "Non ho mangiato abbastanza a colazione!" e scappano. Ci lasciano soli alla ricerca di nuovi "talenti". Mi viene da ridere se penso che per entrare nella squadra avevo dovuto fare quaranta giri di campo accompagnati da dorsali e addominali, immensi scatti per tutta la lunghezza del campo... Mi viene proprio da ridere soprattutto pensare che la Beiste continuava a ripetermi "Corri bella ragazza, corri o non solo finirai preso per il culo dalla scuola, ma ti manderò nella classe di danza classica!" E mi ricordo la grinta che i vostri sguardi mi passavano, perché ce la dovevo fare, nessuno meritava di finire nella classe di danza classica. Il nostro futuro era il football. Finn, per caso, hai chiesto una borsa di studio ad altre scuole? Nessuna te ne aveva accordato una? Non ci credo nemmeno se mi pagano.

Non ti ho detto nemmeno una volta che mi manchi, Finn. Forse è così, forse no, forse sopravvivo solo col pensiero che anche tu nel tuo piccolo stai facendo il tuo lavoro, quello a cui forse hai sempre ambito. Quello che forse ti meriti, perché io credo nel destino, dunque se è arrivato, vuol dire che doveva arrivare. Forse la tua strada è davvero quella Finn Hudson, onorala.
Sono orgoglioso di te, Finn.
Sam Evans.

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damnhudson's corner!
Non ci credo che ci ho messo una vita per scrivere la lettera di Sam, è stato difficilissimo scriverla, soprattutto perchè la cara amica ispirazione vacillava pesantemente. Ho seriamente avuto paura di avere il blocco da scrittore, se una in erba come me possa averlo, LOL.

Dunque, cosa c'è da dire su questa lettera? Ho cercato di andarci piano con Sam, sapendo che comunque i due non sono molto amici o almeno per quello che ci hanno mostrato. Ho cercato di fare un Sam intraprendente e che finalmente ha capito cosa vuole fare dalla vita, il fumettista! ( grazie alla mia Vera per questa idea, lei mi ha disegnato un Sam fumettista, grazie amore. ) Ho cercato di non far la solita lettera dove i ragazzi piangono la mancanza di Finn, un piccolissimo tuffo nei ricordi e taaanta malinconia da passato(?).

E non so cosa altro dire. Ah! Volevo scusarmi se ci dovesse essere qualche orrore grammaticale. Ho cambiato pc, perché nel mio non si sente la musica e quello che sto uttilizzando al momento ha un banalissimo word e sappiamo che non ha la correzione, inoltre per contare le parole ho dovuto usare un programma online.... #sadlife! Dunque, se doveste trovare qualcosa di ORRIBILE, lasciatemi perdere.

Un abbraccio abbraccioso a chi continua a seguirmi nonostante gli eeerrori.
Marti!

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Capitolo 7
*** Capitolo sette: Quinn. ***


Letters to Finn;
23 Maggio 2013.

Caro Finn.
Ehy, Finn.
Ciao Finnie.

 

Finn,
Sono due giorni che faccio in pratica sempre la stessa cosa. Ho un insieme di fogli accatastati assieme, che iniziano tutti nella stessa maniera. Sono due giorni che, mentre guardo fuori dalla finestra, ti penso con in testa il casco. Scommetto che, data la tua testa, il casco ti stia alla perfezione. Andiamo, ti ricordi, quando venivi da me agitato chiedendomi se era effettivamente vero che avevi la testa a patata? Il momento più bello in ogni caso è stato, quando hai smesso di fare queste domanda e ti sei accettato per come sei realmente.
Mi ero preparata una scaletta da seguire, per poter parlare tranquillamente in modo tale da non avere questi momenti di buio mentale totale, ma ora come ora non riesco a scriverti niente di praticamente sensato.

Cerco una maniera diversa per poterti iniziare a scrivere, in modo tale che tu non possa considerare la mia lettera del tempo sprecato, cerco di fare una lettera diversa che non ti faccia pentire di avermi dato un’altra occasione, cercando addirittura di farla passare come la lettera migliore che tu abbia ricevuto, ma poi pensandoci sono sicuro che, nonostante tu senta Rachel tutti i giorni, per te la migliore sarà sempre la sua. E forse tutto questo è colpa mia. Non voglio metterti nessuna crisi in testa, non voglio farti sentire male per il passato andato, ma voglio che tu sappia che mi dispiace. Mi dispiace per tutto dall’inizio di noi. Mi dispiace per averti sempre dato per scontato, per averti usato, per averti spinto tra le braccia di Rachel… Per aver semplicemente mandato all’aria tutto. Lo so che ci tenevi e anche se non l’ho mai dato a vedere come tu volevi, anche io ci tenevo. Ci ho sempre tenuto. Sei il mio primo amore, sei quella parte che non si dimentica della propria vita. Sei stato assieme a Beth, una delle poche cose belle che io abbia fatto al liceo, e nonostante tutto… nonostante quanto io ti ho fatto soffrire, tu non ci sei mai riuscito a scalfirmi, forse tu mi hai amato davvero, senza rimpianti, senza scherzi. Grazie Finn, per avermi fatto conoscere l’amore vero, per aver concesso al mio cuore un primo amore ricambiato, non è cosa da tutti gli adolescenti.

Eravamo carini… Non trovi? Un po’ stereotipati ma carini. E mi ricordo che avevo sempre il sorriso quando ti camminavo affianco, quando sentivo la tua mano stringere la mia. Mi mancano quei momenti. A dire la verità mi manca proprio il liceo, ma anche qui non me la passo male. Il campus è grande e i corsi sono abbastanza impegnativi, ma c’è un motivo se mi hanno presa no? Vuol dire che sono all’altezza. E anche io, nonostante tutto mi sento all’altezza, sento di meritare questo posto. E per la prima volta nella mia vita, oltre a sentire che lo merito lo so con certezza. Mia madre è così orgogliosa di me, cerca di chiamarmi a tutte le ore, ma io evito con cautela le chiamate, non vorrei passare per una mammona che non sono. Lo sai benissimo, quanto me, che me la sono sempre cavata anche senza di lei. Anche se era difficile, ce l’ho sempre fatta e poi… beh, è stato anche grazie a te, ma mi pare di aver già dedicato una parte della lettera ai ringraziamenti. (: - non è fantastica? Stanno circolando molte di queste faccine oggi giorno, e se tu non fossi troppo lontano da casa, secondo me saresti un estimatore di queste emoticons. -

Non so se Puck ti abbia già scritto e raccontato, ma mentre era in “vacanza” ci siamo incontrati. Abbiamo preso un caffè assieme e dopo averlo supplicato di smetterla di parlare di Super Mario, siamo passati alle cose serie: mi ha raccontato che ha ricevuto una cartolina da parte tua, in cui spieghi che va tutto bene. Mi sembrava scosso, continuava a ripetere ‘Se fosse stato tutto apposto non si sarebbe preso la briga di scrivermi. Voglio sapere cosa sia realmente successo.’ Così, per tutto il tempo. Non è successo niente, vero? E poi smettila di non scriverci. Lo so che non hai tempo, ma par favore, almeno una lettera a Rachel in cui ci saluti tutti ci farebbe piacere e comodo, soprattutto.

Prima di iniziare a scrivere, stavo studiando un po’ di diritto ambientale. Ci sono un sacco di cose che non so, ma che sto imparando qui. Sicuramente, con qualche pianta speciale sarei capace di curarti un po’ delle ferite che ti stai provocando, anche se spero che non siano niente di grave, o meglio… non saprei curarne altre.

Sai Finn, stavo pensando. Non so bene come organizzare questo pensiero e magari prima di fartelo arrivare sano e salvo ti sarai già annoiato e avrai buttato questa lettera sul fuoco – che immagino tu abbia dato che da un po’ freddo ancora – sì, ho dei complessi di noia, lasciami in pace.  Sono del parere che ogni persona faccia degli errori, io per prima. Tutti qui dentro commettono degli errori, addirittura l’altro giorno durante un compito hanno trovato una ragazza a copiare le risposte da internet, non è da pazzi? Beh, anche quello è un errore. Voglio che però tu, Finn Hudson, sappia che ogni errore che si rispetti ha una soluzione. Non lasciare che una decisione – come tu dicesti – crei completamente la tua vita. Sii molto di più che un errore fatto quando avevi diciassette anni, comportati da uomo. Affronta le tue paure.  Sii molto di più di quello che ti aspetti, sii come le persone intorno a te ti hanno visto e apostrofato. Tu sei migliore di quanto pensi.

Ora devo andare, spero che ti abbia fatto piace sentirmi, e spero di non essermi dilungata troppo. Spero anche di non averti messo tristezza, non volevo. Voglio che tu sia sempre lucido. Torna a casa presto, ci manchi tanto. Ti voglio un gran bene.

Quinn L. Fabray.

 

 

 

damnhudson’s corner.

 

Dunque… ci ho messo una vita perché ho avuto una brutta esperienza con il blocco dello scrittore, e non avendolo mai avuto non sapevo come farlo passare… ho preferito aspettare. Quindi questo è il risultato. Non so se vi aspettavate di meglio o io abbia soddisfatto i vostri canoni… nel caso io non l’abbia fatto mi dispiace molto, molto, molto.
Quinn è una delle mie preferite, e mi pare che scrivendo questa lettera sia uscito il mio amore per la #Fuinn e per la #Quick.
Ho cercato di scrivere in maniera decisa, come se fosse realmente lei a farlo. La amo, non c’è altro da dire.
Grazie a chi mi ha aspettata, aiutata a superare questo momento con le paroline incoraggianti e chi ha avuto tanta fiducia in me. Spero di non avervi deluso, me lo auguro. In caso così fosse(?) ditemelo, per favore.
Lots of love, Marti.

Ps: non so chi ci sarà nella prossima lettera, presumo Carole o Burt. Magari lo faccio assieme il loro. (:

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Capitolo 8
*** Capitolo otto: Carole e Burt. ***


Letters to Finn;
 24 Maggio 2013.



 Ho sempre dirottato la mia vita al bene comune Finn. Non solo il mio, non solo il tuo, il nostro. Ogni scelta che ho fatto, l'ho compiuta pensandoti. Ma fin da prima che nella mia vita arrivassi tu, ho sempre cercato di fare contenti gli altri, prima di sentirmi contenta io. Non ho mai lasciato che tutto andasse al caso, mi sono divertita a programmare la mia vita, divertita a vedere la gente intorno a me con un sorriso che sapevo di aver donato. Ero io, avevo donato un sorriso. Sono sempre stata una buona persona, e forse facendomi qualche conto in tasca, lo sono ancora. Non mi sono mai lamentata di come le cose andavano, mi sono sempre rimboccata le maniche e mi sono fatta forza, da sola, sulle mie gambe. Anche quando sentivo che il passare del tempo mi stava portando via tutto, iniziando da tuo padre. Non ce l'ho col tempo. Mi ha reso più matura, mi ha fatto rendere conto di cosa davvero fosse importante, vedevo il tempo scorrere sul tuo viso, rendendoti ogni giorno più grande, bello e forte e vedevo il tempo scorrere sulle mie rughe che ogni giorno si accentuavano di più, facendomi capire che forse di tempo non ne avevo poi tanto per godermi la vita. Sono sempre stata la persona che volevo essere, sin da bambina, ma non ti nego, Finn che avrei voluto fare qualcosa di più, da inserire magari nel mio bagaglio culturale: entrare in una confraternita, o non so, bere fino a sentirmi male, giocare a bowling o provare il paracadutismo di cui mi parli tanto nelle tue lettere che ogni tanto arrivano sane e salve. Mi dici sempre che quando salti dall'aereo ti senti libero, ti senti di esserlo per davvero però, come se nessuno ti avesse comprato. Senti l'aria passare tra i corti capelli che adesso porti e senti gli occhi produrre quell'acqua bagnata che da piccolo avevi sempre, lacrime, Finn. Mi dici sempre che è la sensazione più bella del mondo. Però, poi, quando i tuoi piedi toccano la terra e le persone ti raggiungono mi dici che: " Sono tornato ad essere quello che sono sempre, proprietà di uno stato che ci manda a morire. " Mi sarebbe piaciuto ad una certa età, Finn considerarmi una donna vissuta per poter dare ai miei figli dei consigli, capendo davvero la situazione che al momento passavano, perché in fondo quella situazione io l'avevo passata quando ero più giovane. Non mi lamento della mia vita, fa' attenzione, non sputo nel piatto in cui per anni ho mangiato, non sono quel tipo di persona. Mi è piaciuto essere quel tipo di donna sempre attenta ai bisogno del proprio marito, sono quella donna che da bambina volevo essere: con una casa, un marito che mi amava, un figlio che era tutta la mia vita. Forse se avessi potuto scegliere qualcosa in più... avrei voluto avere un altro figlio, magari chiamarlo Jonathan, per poter abbreviare il suo nome in Jay. Mi piace abbreviare le cose. Non mi sono mai pentita delle mie scelte, anche se alcune col passare del tempo si sono dimostrate più sbagliate che giuste. Ma mi hanno portata dove sono ora, e oggi sono felice. Con tutte quelle decisioni. Lo sono davvero Finn. Mi sono resa conto, stamattina mentre mettevo ancora in ordine la tua camera, di non averti mai raccontato come ho incontrato tuo padre. Ho capito perché non me l'hai mai chiesto: avevi paura che mi facesse soffrire troppo un tuffo nel passato del genere e forse a quel tempo, era vero. Tuo padre se n'era andato e nemmeno per scelta sua, ci aveva lasciati da soli. Ma oggi, Finn, mi sento pronta a raccontarti come l'amore della mia vita mi abbia portato a te, che sei la cosa più bella che mi potesse capitare. Correvano gli anni sessanta, avrò avuto più o meno quindici anni e mi piaceva il baseball. Mi piaceva tanto perché anche mio padre lo amava e avevo bisogno di qualcosa che ci avvicinasse. Quel pomeriggio, mi trovavo sopra delle scalinate un po' rovinate, ma che tenevano su tante persone. Non avevo tante amiche, forse qualcuna, non avevo molti amici a quindici anni... Osservavo quelle persone su un campo a forma di diamante disegnato col gesso da loro stessi, muovere con cura quella mazza e osservavo la pallina schizzare via dal loro campo visivo, mi sentivo bene a vedere che mentre io continuavo a vedere la palla, loro l'avevano persa di vista. Mi piaceva seguire il suo corso, mentre andava a fare un fuori campo o non so cosa. Tuo padre era un giovanissimo giocatore di baseball e messo lì col suo cappellino malandato giocava con i suoi amici, o forse, per se stesso. Sta di fatto che era bravo, Finn. Era forse il più bravo di tutti. Era veloce e forte allo stesso tempo, ero molto affascinata da lui, sin da subito. Mi piaceva osservare la gente negli occhi, perché riuscivo a vedere: sogni, paure, speranze, dolori... Riuscivo a vedere tutto. Mia nonna diceva che era un dono, io la trovavo solo una splendida cosa. Nel momento in cui tuo padre si girò verso le scalinate, Finn, giuro di non ricordare niente di quello che vidi nei suoi occhi... Nei suoi occhi c'era solo il mio riflesso. Il riflesso di una giovane ragazzina con i capelli castani e lunghi. C'ero solo io e la trovavo una cosa stranissima. Mi chiese se avevo dell'acqua, ma io non andavo in giro con una bottiglietta e poi pensavo che ognuno avesse la sua. "No, ma ti accompagno a prenderne una, se vuoi. " E lui sorrise. Aveva il tuo stesso sorriso, anche col passare del tempo, un po' stanco e con i denti ingialliti dal fumo, ma ha conservato lo stesso sorriso. Ci siamo sposati dopo quasi undici anni di fidanzamento, Finn... Qualcosa del genere.
 Un pomeriggio, tornò a casa con una lettera. Aveva l'aria triste, e io... avevo già capito, avevo intravisto il mittente, mi accasciai al suolo. Nessun suono, nessuna lacrima mi uscì. Silenzio. Lo stesso silenzio che l'accompagnò alla porta dieci giorni dopo quando partì. Il silenzio accompagnò il nostro abbraccio. Il silenzio accompagnò la sua mano che ti spettinava i capelli: "bada alla tua mamma." Eri piccolissimo Finn. Non piangesti nemmeno. Sei sempre stato il bambino più bravo del mondo. Riuscivi ad essere grande ma piccolo, ogni volta.
 Sai Finn, a volte piango. Lo faccio, raramente, ma lo faccio. Ti penso. Tu hai sempre avuto una speranza, venti speranze in confronto a tuo padre, tu sei sempre stato più forte, ti ho cresciuto con la consapevolezza che la vita era difficile. Sei stato un ragazzo ancora prima di essere una bambino.
 Tu hai tante speranze di vita, Finn. Non farti buttare giù da un fucile Finn. Non abbiamo bisogno di piangere un'altra morte, il mio cuore non ce la farebbe affatto. Concentrati, pensa alla tua mamma. Ai tuoi amici, a tuo fratello Kurt, a Burt. Noi ti aspettiamo a casa, a braccia aperte. Non vediamo l'ora di vederti varcare la porta. E non importa se il tempo avrà segnato il tuo visino perfetto da bambino, non importa se avrai qualche ferita sulle braccia, non importa se sarai zoppo... Credimi bambino mio, non importa. Sarai sempre il mio bambino, e sarai vivo e vegeto. Ti amo, Finn Hudson, piccolo Finn Hudson. Sei sempre il mio bambino, non dimenticartelo. Non sarà il tempo a dividerci, non sarà una stupida guerra a separarci, bambino mio. Sei il mio angelo, e ci sarai sempre. E io sarò il tuo, sarò la tua piccola ombra. La mamma troppo piccola per poter arrivare anche solo alle spalle del figlio.
 Ti voglio bene, Finn. Te ne voglio tantissimo. Davvero.
 Stai al sicuro.
 Mamma.




 PS: Ciao, Finnister. Sono Burt, finalmente tua madre ha mollato quella penna per scriverti qualcosa di troppo sentimentale, ah, donne. Spero che tu non ti sia commosso troppo, per favore, non far cadere la considerazione che ho di te così in basso. No, seriamente, concordo tua madre quando dice che ti vuole bene. Ti voglio bene quasi fossi mio figlio di sangue, te lo assicuro. E so che per te è difficile ammetterlo, ma lo so che alla fine mi vedi come una figura paterna. Lo so. E ne sono orgoglioso. Soprattutto perché hai lasciato che mi prendessi cura di te, oltre che di tua madre. Grazie Finn, te ne sono grato. Grazie per avermi insegnato tanto in così poco tempo. Grazie per avermi aiutato ad essere padre, prima che uomo. E grazie per le ultime nozioni sull'essere uomo che mi hai passato. Sono state utili. E' proprio vero che non si smette mai di imparare, nemmeno dai giovani figli. Mi manca vedere le partite di football con te, quindi spicciati e torna presto a casa. Scusa, non sono di molte parole, lo sai. Ma ci tenevo che leggessi qualcosa anche di mio. Ti voglio bene, Finnister. Torna sano e salvo. Ti aspettiamo.
 Burt.


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damnhudson's corner.
PRIMA DI TUTTO: Ho avuto una tempestiva correzione, merito del mio angelo senza ali. [cit.] Grazie Vevve, ti voglio benissimo.
Dunque.
Questa è l'ottava lettera, dei genitori di Finn. Ho cercato di non andarci giù troppo pesante e mi sono un po' troppo immedesimata nel ruolo della madre di Finn, questa è la lettera più lunga che io abbia mai scritto tra tutte, eh. Mi dispiace aver scritto troppo, soprattutto se vi ho annoiati, spero di non averlo fatto comunque.
E non so, non so cos'altro dire.
Nella prossima lettera c'è Kurt. *BUIO TOTAAAAALE.*
Un abbraccio gigante, Marti.

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Capitolo 9
*** Capitolo nove: Kurt. ***


Letters to Finn;
25 Maggio 2013.

Ciao, Finn,
è difficile, onestamente difficile, scrivere una lettera sensata da mandarti. Mi dispiace se ti aspettavi qualcosa di più, ma io e te abbiamo un rapporto davvero diversi dagli altri fratelli e scriverlo ora su una lettera mi fa male. Mi fa male rivangare ogni bel momento passato con te, mi fa male... perché ora ti so lontano dalla tua famiglia, lontano dal tuo vero futuro. Io non lo so quale realmente fosse, ma sono sicuro che non era questo e come tu sai io non sono la persona migliore, non so tenere le cose dentro come dovrei fare, quindi preferisco stare zitto e non dire niente. Non ti ho mai detto un 'ti voglio bene', non ti ho mai abbracciato e non ci siamo mai sfiorati come vere persone, perché sono allergico ai contatto fisici. Mi dispiace essere stato una persona pesante, come si suol dire, ma avevo bisogno di sentirmi a mio agio con me stesso, e ponendomi al di sopra degli altri mi è venuto bene; mi faceva stare meglio vedere che c'era chi mi vedeva bene, mi vedeva come un idolo, come Wade. Mi sarebbe piaciuto dare di più a tutti quelli che mi circondavano.
Non sono stato il fratello che desideravi, vero? Mi dispiace. Mi dispiace, forse avresti voluto di più, ma i miei mi hanno insegnato ad essere prima abbastanza per me e poi per gli altri; sono grato a mio padre e a mia madre - per quanto ci sia stata, povera mammina - per questo insegnamento. E' stato davvero importante.
Mi dispiace averti fatto fare cose ridicole davanti ai tuoi ipotetici amici quali Azimio e Dave Karofsky, ma avevo davvero bisogno di te, e io queste cose non le ammetto. Mi ha reso davvero felice averti al mio fianco nei momenti difficili a lottare per la mia libertà. Mi ha davvero fatto piacere conoscerti.
Gran parte di quello che sono è merito di papà, ma anche tuo, Finn. A tuo modo mi hai insegnato che perseverare per un sogno non è mai sbagliato, anche se non so se conosci la parola 'perseverare'. E' esattamente lo stesso insegnamento che mi hai dato tu.
Mi dispiace averti parlato quel pomeriggio in palestra, ci penso spesso, forse se avessi lasciato che tu sposassi Rachel ora non saresti così lontano da casa a lottare per chissà cosa. Mi dispiace, sono un impiccione. Non è stata colpa mia, vero? A volte vorrei chiamarti per chiederti questa cosa, vorrei solo che tu mi dicessi che non è colpa mia... Non lo è, vero Finn? Avevi già preso in considerazione l'idea di partire? Mi dici sempre che devo parlare con te, che devo confidarmi... e io ogni tanto lo faccio, ma perché allora tu non l'hai mai fatto con me? Perché non mi hai mai reso partecipe delle tue scelte? Avresti dovuto parlarne con me, o con qualcuno che ci tenesse a te quanto lo facevo io, incondizionatamente. Lo so che non ho mai dato l'idea che mi importasse granché di te, ma non era così... A me piaceva passare del tempo con te, piaceva portati il latte con i biscotti e sentirti blaterare su cose stupide quali la tua amicizia con Puck.
A proposito, l'hai sentito? E' molto preoccupato per te, parla sempre di una cartolina che gli hai spedito e parla di un qualche messaggio criptico, crede che tu gli abbia voluto dire qualcosa che lui non riesce a capire. Non so perché si fa queste seghe mentali, non volevi forse solo salutarlo? Secondo me sì e lui dovrebbe smetterla. Blatera anche lui sul volerti sempre chiamare, ma Quinn mi ha detto che poi non trova la forza per sentire la tua voce. Dice che probabilmente anche quella è cambiata. E poi fa strani discorsi filosofici sull'animo. Non so che gli sia preso. Ah, è rimasto a Lima, ma questo te lo dirà direttamente lui, se troverà mai la forza per scriverti. Lo spero tanto, avete tanto bisogno l'uno dell'altro, è così evidente. Se non fossi così etero avrei pensato che un giorno ti saresti messo con lui. Che bello, vi avrei supportato alla grande.

Hai visto, Finn? Non mi sono dilungato sui miei sentimenti momentanei, ho spostato l'attenzione su qualcosa che magari ti interessa di più, come Puck. Lo sappiamo bene che alla fine di me non ti importa poi così tanto, secondo me ti sentivi quasi obbligato a passare del tempo con me, sempre da mio padre, che per me voleva solo il meglio.
L'anno prossimo ho deciso di iscrivermi alla Parson Academy, è una scuola di moda, tipo... Non so, non mi sono informato molto, la mia prima ed unica scelta era un'altra, ma il mio sogno è volato via, assieme alla mia voglia restante di fare altro. Ho partecipato a vari karaoke notturni. Mi ha obbligato Blaine, dice che non devo smettere di cantare, dunque eccomi, canto ai karaoke, bello schifo. Vorrei solo sotterrarmi, fare qualcosa di meglio a quell'audizione.
E' finito tutto per me.
Ti voglio bene, fratello.

Tuo, Kurt Hummel.


damnhudson's corner.
Non lo so cosa sia, okay?
Purtroppo Kurt non è il mio personaggio preferito, né che mi piace poi più di tanto... Quindi quel che è uscito è questo e non mi piace per niente, che palle.
Spero di non aver deluso nessuno, se l'avessi fatto... Mi dispiace tanto, sono pronta a cantarvi una canzone dei The Wanted a vostra scelta(?). E basta, non so cosa dire, effettivamente... Mi dispiace.
Ho anche l'ispirazione vacillante, perché mi sto dedicando allo scritto di un'altra ff che non compete a tema Glee e a voi non importa niente, che ridere, devo dire per forza queste cose.... E niente.....

Nella scorsa, quella di Burt e Carole non ho ricevuto molte risposte, apparte quella della mia amora più bella♥. Sto iniziando a scemare, forse? Per favore, fatemelo sapere, così magari - non smetto, LOL - taglio i capitoli, faccio solo quelli più importanti...
Fatemi sapere voi, sono al vostro servizio.

Nella prossima lettera: ..Miss Mercedes Jones!

Hasta pronto.

Ps: un grosso, grossissimo abbraccio va al mio amore, il mio angelo, che mi ha corretto anche questa, togliendo di mezzo tutti gli errorini che avevo fatto. Ti voglio bene, Vevve. <3 

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci: Mercedes. ***


Letters to Finn;
26 Maggio 2013.


Caro Finn,
tutti dicono che dopo la morte, ci sia il passaggio per un posto migliore. Io onestamente ci credo. Credo che ci sia un bel posto per chiunque lo meriti. Un posto in cui tutto il male subito cesserà di esistere, come se qualcuno te lo togliesse dalle spalle. Un posto così bello che ti dirai che finalmente hai trovato il posto che da tutta una vita cercavi. Forse, i tuoi sforzi saranno ricompensati, una volta che metterai piede nel fantomatico Paradiso. Io non so mai come aspettarmelo, lascio che sia la mia fede a creare un'immagine del Paradiso, in modo tale da non aspettarmi troppo e rimanere delusa quando poi sarà il mio turno per visitarlo. Mi piace solo pensare che finalmente tutti mi accetteranno per quello che sono, finalmente potrò cantare tutte le canzoni che voglio, senza che nessuno si metta in mezzo. Saremo solo io e il mio talento, per una volta. E poi non vedo l'ora di rincontrare mio nonno, mia madre dice che al suo tempo, anche lui è stato un eroe di guerra. Un grande uomo. Mi piacerebbe conoscerlo... Ho bisogno di qualcuno che mi possa accogliere all'entrata. Forse dire che non vedo l'ora è un po' brutto, ma effettivamente, sono stanca di tutti i pregiudizi che la gente, ancora al giorno d'oggi, conserva. Sono una ragazza di colore, con un sogno e fin lì è okay, poi però il mio aspetto fisico si fa vedere e allora smetto di avere talento, perché non sono bella. Non sono il prototipo di persona che tutti si aspettano.

Hai mai pensato al suicidio, Finn? Ci hai mai fatto caso a quante cose potrebbero semplificarsi in questo caso? Io no. Non mi piace pensarmi egoista, come non sono. Se ti uccidi per mano tua, è solo un fatto egoistico. Puoi avere tutti i problemi del mondo, ma ce li hai solo tu. Se ti uccidi, invece, tutte le persone a te vicino avranno dei problemi e ti assicuro, Finn, che avere a che fare con la nostalgia di un sorriso o la malinconia, o la solitudine, non è facile. Non è facile perché saresti ogni giorno inseguito dai ricordi, e chi lo vuole?
A volte penso che sarrebbe stato più facile, però, pensarci. Pensare solo al fatto che da un momento all'altro non saresti più esistita, che tutti i tuoi problemi avrebbero cessato di esistere con te, che tutti d'ora in poi sarebbe stato più facile. Sarebbe stato davvero meglio non pensarla come me. Ma sai, ci sono cose che la fede ti impedisce di pensare e il suicidio è una di queste cose. Sono quello che sono grazie a molti suoi insegnamenti.
Ci sono due modi di vedere la fede. E sono sbagliate entrambe, caro Finn. C'è chi come il nostro parroco la vede una questione stretta di regole da seguire e chi come voi, la vede come una cosa inutile.
E forse è vero che è un po' inutile, forse è vero che nessuno ci ascolta quando preghiamo, ma farlo ad alta voce o in silenzio è sempre d'aiuto. Parlare con una persona che teoricamente ti ascolta, ti fa stare meglio. A volte i problemi sono talmente insopportabili che non hai nemmeno la forza di parlarne con qualcuno di effettivamente vero. E chi meglio di Dio, Finn?
Perché non ci provi anche tu?

Non ti ho ancora chiesto come stai, e forse è solo perché alla fine non riceverò risposta finché anche tu non starai seduto al nostro tavolo domenicale tra amici. Abbiamo deciso che la domenica, avendo un giorno libero, più o meno tutti, ci vediamo: a Lima, che è più facile per tutti - compresi Artie e Puck - . E per un secondo sembra tutto come prima, escludendo che manchi tu.
Sono riuscita a convincere i ragazzi che prima di mangiare, dobbiamo fare una preghiera da mandarti. C'era chi era titubante, come Kurt - il quale è rimasto ancora legato al suo essere ateo - , ma alla fine ce l'ho fatta. Non si sa come, ma anche Puck, ha voluto provare a pregare. L'ha finita raccontando una barezelletta, ma ciò che disse è stato veramente carino. Gli manchi tanto. Dice sempre che saresti stato meglio con lui a Lima a lavorare nell'officina di Burt. Sappiamo tutti che Puck non è un tipo sentimentale, ma questa cosa ha realmente colpito tutti.
Quando torni?
Ci manchi tantissimo. Ci manca soprattutto la tua espressione da pesce lesso. Scherzo, ovviamente. O forse no. :) Però manchi davvero a tutti, compresa Santana.
Continuo a pregare per te, che te lo meriti, tutti i giorni.
Ti voglio bene, Finn.
Mercedes.


damnhudson's corner.

Inizio subito col dire che la lettera non è corretta e dunque ci potranno essere degli errori, ma purtroppo mi rendo conto di essere in ritardo, e che la mia fantasia sta continuando a lavorare e quindi mi devo spiacciare a scrivere Letters to Finn ed arrivare alla conclusione. Sarà comunque molto triste, visto che ci tengo molto a questa ff. Mi sto fasciando la testa prima del tempo, TROLOL. Lo faccio sempre, stupida me.

Allora, questa lettera è la decima, se non sbaglio ed è scritta da Mercedes. Io onestamente non sono molto attaccata al suo personaggio, anche se mi ci rivedo un po' per quanto mi riguarda - CONTRADDIZIONE MODE: ON. - Il mio unico problema era cercare qualcosa da farle dire a Finn. Sappiamo bene che i due non hanno mai avuto grandi rapporti, anzi, dubito che si siano mai rivolti la parola. Ma comunque ho puntato sulla fede, cosa di cui Mercedes va molto fiera. :)
Questa lettera mi piace più di quella di Kurt, onestamente... Ditemi voi, se è piaciuta o meno.

Mi scuso inoltre per il ritardo con cui posto... Sono stata in vacanza per un settimana, e poi ho combattuto contro la mancata ispirazione per questa ff, proprio.

Nella prossima lettera c'è Santana ( my finntana feelings. ) e poi Brittany. :)
Spero che continuiate a seguirmi, fino alla fine. ♥

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Capitolo 11
*** Capitolo undici: Santana Lopez. ***


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Intervistatore: " Se la Santana della terza stagione potesse dire qualcosa alla Santana della prima, cosa le direbbe? " Naya Rivera: " Stai lontana da Finn Hudson. " *ride.*
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Letters to Finn;
27 Maggio 2013.
Sei un idiota, Finn Hudson,
vale come inizio, vero? Anche se così non fosse non m'importa, ormai ho giò iniziato e gli altri fogli sono così lontani dalla mia vista e dalla mia manina. Cioè, avevo pensato di scrivertela al computer, perchè muovere la penna mi fa fatica, ma poi ho pensato a quanto in effetti la fatica mi facesse comodo, grazie a lei avrei avuto i muscoli alle mani, che servono sempre, se hai capito cosa intendo.  Bene, ora che ho chiarito il mistero del perché questa lettera sarà pressoché incomprensibile mi adeguo a quello che dovevo scrivere, e non me lo ricordo per niente, perché effettivamente io non ho molto da dirti Finn.
Probabilmente se potessi riniziare la nostra amicizia da capo io sceglierei di non avere niente a che fare con te, perché Finn mi hai fatto stare male, come nessuno mai. Mi hai usata e poi0 mi hai gettata via. Hai sputtanato la mia dubbia - perché nemmeno io ancora lo sapevo Finn - sessualità e hai fatto sì che fosse merce di tutti e poi mi hai cantato una canzone. Un giorno hai detto che io per te non ero niente, e poi sei tornato dicendomi: "Sei importante per me, Santana." Che razza di puttatanate spari, amico? Voglio dire, se per te una persona è importante, perché la tratti come se fosse la peggiore specie della merda? E scusami se uso questo linguaggio poco aulico. Sempre che tu sappia cosa voglia dire questa parola, perché al momento ho dubbi su tutto per quanto ti riguarda.
Ho iniziato questa lettera con la consapevolezza che non ne sarebbe uscito davvero nulla di buono per quanto ti riguarda, Finn. Ma ho deciso di scrivertela lo stesso, nonostante i vari e frequenti ripensamenti. Non mi piace essere trattata come spazzatura, Finn. Non da chi non sa nemmeno cosa voglia dire il detto " piangere sul latte versato. " Non lo accetto, davvero.
Okay, forse sono una stronza patentata a cui piace vedere le persone che offendo stare male, ma odio - come tutti, penso - essere offesa a mia volta. Non è una lezione che mi hai impartito Finn. Mi hai fatto solo stare male nel momento più critico della mia adolescenza, nel momento in cui tutto quello che mi serviva era essere capita anziché sfottuta da un telegiornale che diceva che: "Essere cheerleader porta ad essere lesbiche! " Sai Finn ci ho messo una vita intera per sentirmi orgogliosa di quello che sarei diventata dopo. Oh, sai così poche cose sul mio conto!
Ero una bambina grassa, brutta e un po' pelosa. Avevo praticamente le ciglia unite. Sai, Finn, mi prendevano in giro moltissimo, ogni giorno della mia vita. Non mi sono mai apprezzata a fondo, non mi sono mai voluta bene come le mie compagne di classe facevano. Sono stata abituata fin da subito ad essere una stronza, come oggi voi mi chamate, per difendermi Finn. Difendermi dalle persone come te, che a vent'anni non hanno ancora capito che devono stare al proprio posto.
Quando sono entrata nel ciclo scolastico successivo, amico, non ho mai baciato un ragazzo, perché ancora era brutta e cicciona. E forse tu, leggendo questa lettera dirai 'la conosco già questa storia' sì, amico mio, è la stessa storia di Quinn, perché credi che passiamo tanto tempo assieme? Perché ci capiamo, perché abbiamo passato le stesse cose alla stessa età. Allora dopo esseremi fatta un pianto estenuante che ancora ricordo ho chiesto a qualcuno di aiutarmi, perché così non andava più bene. Sai cosa hanno scoperto, Finn? Che avevo un disturbo alimentare dovuto all'assidua assenza di mio padre, sempre troppo impegnato col suo lavoro. Un medico. Bella merda, Finn. A cosa serviva avere un'assicurazione medica se poi non avevo un padre con cui andare in bicicletta o costruire una casetta sull'albero? A niente. E forse lo sai anche tu Finn. Solo che mio padre non era morto, e forse questo è stato anche peggio per me. Ho iniziato a mangiare meno di quanto potessi e poi alla fine sono arrivata ad una forma accettabile e dopo aver tolto quel pelo in più, le persone hanno iniziato a vedermi accettabile, e finalmente dopo tanto tempo ho ripreso a guardarmi allo specchio e quello che ho visto, per la prima volta, mi è piaciuto.
Al liceo, dove noi ci siamo conosciuti, ho fatto sesso con una matricola del football (la mia prima volta), un ragazzo carino, solo per salire sulla scala sociale. Mi sono prefissa degli obiettivi e alla fine sono entrata nelle cheerleader. Finalmente ho incontrato Quinn, la perfezione fatta a ragazza. E' stata una delle prime persone ad aiutarmi, sai? Mi ha fatto sentire accettata e ho imparato a voler bene alle persone per quello che esattamente erano e per quello che mi davano.  Ho incontrato Brittany e tutto è andato meglio, davvero.
E poi sono entrata nel Glee Club. Ed ero gelosa, lo sai? Di te e Rachel Berry. Della vostra innaturale bolla rosa fatta d'amore. E non ce l'ho fatta Finn. Ho dovuto rovinarvi tutto. Mi sono convinta sempre di più, ogni minuto, che lo stavo facendo anche per te, e poi lo sai cosa è successo.
Quando mi hai mandato via al matrimonio di tua madre, mi sono sentita rifiutata, per l'ennesima volta. E l'ho odiato, perché nessuno mi rifiutava, nessuno poteva rifiutare Santana Lopez. Tu, un fottuto albero, mi ha rifiutato, preferendo un'altra persona a me, una persona che non era nemmno la metà di quello che ero o che sono io. Mi hai fatto stare male, Finn. Per davvero, ferita nel mio orgoglio che avevo faticato a tirare su. L'hai mandato a puttane, hai mandato me a puttane.
Avrei semplicemente dovuto starti lontano, perché hai rovinato la mia vita sin dall'inizio. Non hai mai creduto in me, e l'unica cosa di cui avevo bisogno Finn era che qualcuno importante come te - nel Glee, non pensare ad altro perché non sei importante per altro! - credesse in me. Ma mai nessuno l'ha fatto, nè tu, nè gli altri, nè Shuester che si  è sempre professato il nostro professore. Avrei solo voluto esserti amica, che tu mi apprezzassi come hai fatto con gli altri, e secondo me, essere cattiva con te, ti avrebbe portato a volermi bene, ma così non è stato, vero Finn? Mi odi?
Ho finito, Finn. Davvero, qui c'è tutto quello che da sempre avrei voluto dirti, ma che non ho mai avuto il coraggio di dirti. Spero che tu stia bene, spero di vederti varcare la soglia di casa un giorno o questi. Non mi manchi, non ti voglio bene, spero solo che tu stia bene.

Santana Lopez.


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damnhudson.
TADAAAAN.
- Prima di tutto vorrei farvi notare il banner che amorevolmente ho fatto non appena ho imparato a fare qualcosa con photoshop. Sono stata brava, vero? Grazie, grazie(?). La frase della canzone è una di "Wake me up when september ends" e come spero che voi sappiate è dei Green Day. Mi e' sembrata davvero apropriata come frase. :)
- Secondo di tutto: oh, i miei adorati Finntana. È stato un colpo al cuore scrivere questa specie di rottura(?) tra di loro. Ma se proprio devo essere IC è questo quello che mi è uscito, quello che, secondo me, Santana avrebbe detto al ragazzo. Non è suo amico, non è una persona stretta. Per lei Finn è un conoscente col quale condivide dei ricordi brutti o belli che siano.
- Terzo: ho visto che Mercedes non vi è piaciuta particolarmente. Eh, pazienza, non è un personaggio che si apprezza molto, oppure le mie lettere vi hanno stancato e se fosse così lo capirei.
- Quarto: prometto di dedicarmi al più presto alla risposta delle recensioni, non sono una brutta maleducata, solo non ho molto tempo. Vedrò di fare al più presto tutto.
- Quinto: nella prossima lettera, come potete vedere dalla descrizione della ff, c'è: Brittany e poi Puckerman. Cosa sarà scrivere quella lettera, ai il mio cuore.

Un abbraccio fortissimo a chiunque ancora mi legge/recensisce/mette nelle seguite/preferite.
Siete le migliori!

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici: Brittany. ***


Letters to Finn;
28 Maggio 2013.
 
 
Caro Finn,
Finalmente sono riuscita a capire come aprire un documento word e sono riuscita a capire, dopo che me lo hanno spiegato tre volte come mettere in stampa una un documento. Scusa, so che l’avresti preferita scritta a mano, ma ho proprio paura che poi tu non capiresti affatto la mia scrittura, per questo mi sono messa a scriverla su un computer. Per quanto riguarda l’invio, puoi stare tranquillo. Mamma ha assicurato che probabilmente sei una vita senza controllare la tua casella postale elettronica, quindi la mandiamo come hanno fatto tutti tramite la posta, sperando ovviamente che qualche piccione non si arrabbi col postino e inizi a beccarlo mentre ti consegna la lettera… Oppure potrebbe farla a pezzi! Nel caso mi conviene fare una fotocopia.
Quest’anno mi diplomo, sono esaltata, Finn. Finalmente posso essere come tutti voi, apprezzata anche dai miei genitori oltre che dai miei amici. Lo so che erano arrabbiati con me perché non mi sono diplomata con voi. Forse erano anche un po’ delusi, anche se non me l’hanno detto. L’ho visto dalla loro faccia. In genere anche i miei non sono persone sveglie e quando sono delusi abbassano lo sguardo, mentre parlano se lo sono. Lo fanno sempre. E mi dispiace tanto ma non era il mio anno. Non potevo farcela assolutamente. Così, quest’anno, mi sono messa d’impegno e ho studiato tanto. Mi hanno promesso che se ce la faccio, quest’anno, mi lasceranno andare a trovare Santana, anche se spero che torni a Lima. Mi manca tanto. Lei ti ha già scritto?
Sai, non penso che m’iscriverò al college. L’altro giorno ero in giro con gli altri e l’abbiamo finita in un club notturno non mi ricordo nemmeno come si chiamasse ma sta di fatto che abbiamo cercato di far ballare Artie, cioè, Sam ha preso in braccio Artie che stava sempre sulla sedia e in quel momento ho realizzato che mi piacerebbe vedere la gente che balla. Ho pensato che sarei un’ottima insegnante, perché ho tanta pazienza con le persone che non apprendono al volo come me. Mio padre dice che è d’accordo e mia madre avrebbe voluto un chirurgo plastico, ma si accontenteranno, mi hanno anche detto che li ho resi orgogliosi. Allora io sono felice così. Facendo quello che mi piace con persone che posso rendere felici. Penso che a te, solo perché sei tu, regalerò un corso gratis… E ti infilerò dentro una teca di plastica dura mentre balli, così non potrai rompere nessun’altro naso. Lo so che non si dice, ma quello è stato sicuramente il mio momento preferito di Rachel Berry e Finn Hudson.
L’altro giorno, ho trovato mamma che guardava la tv. È impressionante come passino sempre dei servizi su di voi… E comunque, dice di averti visto! Mi ha detto: ‘Ho visto quel tuo compagnetto di scuola un po’ goffo, carino e bianco come il latte alla tv’ Ora, se ignori le parti imbarazzanti come compagnetto di scuola, ottieni il fatto che so che stai bene perché la mamma ti ha visto e non c’è niente che potesse rendermi più felice, a parte che Lord Tubby ha avuto dei gattini piccoli piccoli. Sono bianchi quasi quanto te, anzi, no! Tu sei più bianco di loro. No, scherzo. Spero che tu stia davvero bene, perché se questo era quello che realmente volevi fare da grande, devi essere contento per avercela fatta. Non tutti riescono a fare quello che vogliono, non tutti hanno il privilegio di scegliere la propria carriera. Santana voleva fare la cantante e adesso sarà per sempre una cheerleader. Capisci cosa intendo?
Se tu volessi, Finnie, potresti andartene da lì, magari fingendo che stai male come a scuola e cercarti un’università all’altezza delle tue aspettative? No, dicevo così… Magari qualcuna ancora la si trova, evitando di morire in questo periodo e sei ancora in tempo. Sto solo cercando di aiutarti, non te la prendere. Sì, ho visto che quando qualcuno prova a farlo vai su tutte le furie. E’ solo che ci sono persone che non accettano la tua lontananza, e io… mi adeguo a loro. Lo so, il nostro rapporto non è mai stato dei migliori. Tu mi hai dato della stupida, io non ti ho mai trattato meglio o forse non ti ho mai calcolato più di tanto, ma sta di fatto che anche io ci tengo a te e una volta mi è arrivato un biglietto di Rachel che diceva: Cara, Britt, solo perché Finn ha detto che si sente a suo agio col suo corpo non significa che le continue prese in giro di Santana non lo feriscano. Non ti fa male, quando ti dicono che sei stupida?
Mi sono resa conto allora che dovevo fare qualcosa per te e che mi facevi più tenerezza di quanto pensassi. Ho chiesto a Santana se poteva smetterla almeno un po’ di prenderti in giro e poi ognuno ha avuto i propri problemi e lei ha smesso quasi del tutto. Sono contenta di averti aiutato almeno un po’, Rachel ci tiene a te, anche se è un po’ egoista nei tuoi confronti e tu sembri non accorgertene.
Ora devo andare, mamma mi chiama. Ho le ripetizioni di matematica finali. Mi ha fatto piacere scriverti almeno un po’. Era da tanto che qualcuno non mi ascoltava come immagino farai tu.
Mi manchi tanto, Finnie. Torna presto.
Britts.

 

Allora. Sono ‘tornata’ con l’intenzione di finire questa raccolta di lettere dedicate a Finn e con l’intento di prendermi poi una pausa dallo scrivere su Glee qualcosa di lungo come una FF. Mi darò semplicemente alle shot, che non mi obbligano a pensare troppo. Ask i miei neuroni.
Comunque lo so, non aggiorno da una vita, ma avevo ‘avvisato’ dunque boh. Per essere qualcosa che ho scritto da appena sveglia mi piace e non conoscendo bene il personaggio di Brittany in quanto non mi attira molto è quello che ne è uscito. Ho cercato, come al solito, di fare le persone IC, spero solo di esserci riuscita.
Spero possa piacere e che non ce l’abbiate con me per il così tanto tempo che ho impiegato ad aggiornare. Mi ci voleva tempo per scrivere qualcosa anche solo lontanamente decente. E poi boh, ho le mie robe per la testa per quanto riguarda Glee al momento, quindi… Niente, fatemi sapere.
Ricordo che questo supplizio sta per terminare, mi mancano solo tre lettere di cui una sarà cortissima perché è proprio un epilogo e come spin-off probabilmente farò scrivere a Finn una letterina. Comunque niente, nella prossima c’è Puckerman, inutile dire che sono molto preoccupata per come andrà la lettera.
Se siete arrivati fin qui a leggere ciò che ho blaterato, grazie. Vuol dire che mi volete bene e che volete bene e questa FF.(?)
Vi voglio bene anche io.
Tanto amore, compreso quello che non sono capace a dare, Marti aka damnhudson.

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Capitolo 13
*** Capitolo tredici: Puck. ***



Letters to Finn;
29 Maggio 2013.
 
Ciao Finn,
Ho ricevuto la cartolina che mi hai mandato. Mi è piaciuta molto, soprattutto sono stato sorpreso, quando mamma me l’ha portata in camera. Solo non la capisco. Come mai non mi hai scritto durante un anno e poi mi hai mandato una cartolina? Lo so cosa dirai, perché ti conosco. Dirai: ‘Amico, non sono tipo che scrive le lettere.’ E forse è anche vero, ma c’era una nota sbagliata in quella cartolina, in quel testo, ci metterei – se potessi – la mano sul fuoco, Hudson. Perché appunto, ti conosco come le mie tasche.
Sembra ieri, quando abbiamo iniziato ad essere amici. Non ho mai capito cosa ti spingesse a seguirmi, cosa ci vedessi in me. Sono sempre stato al di sotto dei tuoi standard. Ero la stessa persona che ero fino all’anno scorso: uno scapestrato, un criminale. Rubavo i coltellini in sughero e li rivendevo per comprarmi le caramelle e questo non è migliorato col tempo. Ho rubato in tutti i negozi in cui sono stato. Eppure tu non mi hai abbandonato, non mi hai lasciato solo nemmeno una volta. Non capisco. Mi sei stato vicino anche quando per due volte ti ho fottuto la ragazza, ti sei allontanato un po’, hai provato un po’ di rabbia e poi mi hai lasciato perdere. Sarebbe stato meglio essere preso a calci in pancia, piuttosto che vederti così deluso da me. Oltre mia madre, sei – tutt’ora – l’ultima persona che voglio deludere, chissà come sta procedendo il mio lavoro! È strano, oggi, pensare a tutte quelle cose che abbiamo fatto assieme senza mai preoccuparci delle conseguenze, nonostante fossimo adulti e punibili dalla legge, è incredibile tanto quanto pensare a come non siamo mai stati capaci di allentarci, nemmeno col passare del tempo o io non sarei seduto qui, con un dizionario affianco, a scriverti una lettera. Fa strano pensarti così lontano da casa, noi che di aspettative ne avevamo ben poche e volevamo prendere l’officina di Burt e mandarla avanti. Tu ti sei mosso, Finn, hai mandato avanti la tua vita, per quanto sia scontato dirlo, mentre io invece sono ancora qui buttato a Lima a lavare piscine. Ho provato ad andare in California come ti avevo raccontato e proposto ma mi sono reso conto che da solo non posso poi fare niente. Mi sono sempre convinto di essere abbastanza e a volte troppo per tutti e invece non basto nemmeno a me stesso. Non sono riuscito a portare avanti quelli che io definivo i miei sogni e sono tornato a casa, dove le vecchie mammine mi hanno ripreso a lavorare. Lavo qualche piscina e me la cavo, riesco anche ad andare al bowling di tanto in tanto e.. sono stato a trovare Quinn, spacciandola per una vacanza. Non penso che ci abbia creduto però. Non sono il genere di persona che ha abbastanza soldi per farsi una vacanza. E’ stato bello rivederla. Era così leggera. Non era più la Quinn Fabray di un tempo, quella che era sempre sotterrata dai problemi, no… Ora il suo unico problema è la matematica che si è fatta troppo difficile. Mi ha detto che ce la farà, che si laureerà e che poi verrà a prendermi a Lima e andremo in California assieme, così non avrò paura. Paura. Si tratta di questo, Finn. E lei è l’unica che l’ha capito. Paura delle conseguenze. Diventando grande impari che certe cose puoi farle e altre no. Da grande non puoi fallire, Finn. Da grande non puoi avere il lusso di avere piani B per la tua vita. Il piano è uno solo e se fallisce sei fottuto. Io non ho altri piani di riserva, è stata una delusione scoprire di essere impaurito dal diventare grande, mi è dispiaciuto molto, ma soprattutto mi ha fatto incazzare. Quando mi hai detto di no per andare assieme in California, Finn… Mi hai detto che avevi dei piani, mi avevi detto che avresti seguito la Berry a New York. Finn, avrei preferito che facessi il cagnolino da compagnia piuttosto che andartene lì. Mi hai mentito, quando dicevi questo, quindi? Conoscendoti quello era solamente il tuo piano B. Si parla sempre di piani B. Quel piano poteva essere benissimo un piano A, Finn. Sarebbe stato meno pericoloso, meno dignitoso, sì, ma non avresti rischiato costantemente la vita.
Lo capisci che siamo tutti preoccupati per te? Lo capisci che ho ripreso ad andare in chiesa con mia nonna per cercare di tenerti al sicuro? Io non lo so se c’è qualcuno, comunque si chiami, ma spero che mi stia ascoltando, perché devi stare vivo. Ci sono miliardi di cose che devo fare con te, che ancora non abbiamo avuto il tempo di fare. Ci sono cose che voglio dirti, motivi per cui ringraziarti… Abbiamo una vita per continuare ad essere amici e mi darebbe fastidio mandare tutto a puttane perché hai scelto di fare l’eroe al posto di tuo padre. Perché l’hai fatto per questo, lo so, Finn. Ti conosco. Non hai preso per niente bene la notizia di tuo padre e fin lì ci sta, ma addirittura provare a migliorare la sua posizione? Sei un altro Hudson, Finn. Non sei lui. Se ha fatto qualcosa di male resterà per sempre. Non migliorerai mai la sua posizione. Amico… Lo dico per te, non per farti stare male. Nemmeno se ucciderai più di tutti, nemmeno se non prenderai mai i congedi, nemmeno se… ti dimostrerai obbediente, come nessun’altro. No, Finn. Non cambierà mai niente, ma se pensi che questo spingerà i tuoi commilitoni a salvarti la vita, ti sbagli. Non lo vedi che siete solo persone unite da un fucile? Non siete amici. Non vi conoscete. Quanti dei loro nomi conosci? Io darei la vita per te, Finn. Io la darei perché ti conosco una vita. Io perché so qual è il tuo colore preferito, cosa ti piace mangiare, cosa ti sei rotto quando sei caduto a nove anni dallo scivolo, perché so qual è il tuo film preferito… Io, Finn. Io. Soltanto io posso dare la mia vita per la tua. Perché sei il mio migliore amico. Nessuno rischierebbe la morte per una persona che non conosce. Con queste parole guardati intorno, Finn. Ripetimi che quello è il posto in cui vuoi stare e pensaci bene a quanto ti faccia stare bene stare in quel posto. Tuo padre può anche essere orgoglioso di te, in un altro mondo, ma tu, io, tua madre, la tua ragazza… noi siamo orgogliosi di te? Siamo orgogliosi di una persona che ha rinunciato ai suoi sogni per un no ad una borsa di studio, per fare contento il padre? Io no. Non dovevi rinunciare ai tuoi sogni, amico.
Ora devo andare a pulire una piscina… Devo scappare. Ciao, stai bene, sempre. E pensa a chi ti aspetta a casa per una vita da vivere.
Puckerman.
 
 
*martichu.*
Ho appena trovato e scritto la mia lettera preferita. Forse perché come freinship li scippo da morire o forse perché Puckerman è uno dei miei personaggi preferiti, ma sta di fatto che ho adorato questa lettera dall’inizio alla fine. Ogni cosa che è scritta la sento, mentre Puck la pronuncia. Lo sento mentre gli dice che il suo migliore amico e che gli fa capire senza dirlo che gli manda molto. Finalmente gli ha detto quanto ci tiene a lui.
Nel mio universo parallelo, i Fuck(Finn+Puck) si conoscono da una vita, sin da quando sono piccoli. Ho sempre avuto questa ossessione da quando ho scritto una raccolta Fuck. Comunque spero che possa piacere anche a voi… sì.
Grazie mille per essere qui a tutti. Chi legge in silenzio, chi invece recensisce… Grazie. You’re the best part of me.
Damnhudson aka Marti.

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Capitolo 14
*** Capitolo quattordici: Shuester. ***


Letters to Finn.
30 Maggio 2013.
Caro Finn,
Ho mollato.
Ho mollato perché tutto sembra aver perso il suo senso senza di voi, che siete la ragione per la quale ho preso le redini del Glee Club. Il mio dovere era salvare voi dalla noia dell’essere ragazzini e l’ho fatto. Inutile dire quanto mi senta un… cretino. Non ho portato a termine il mio dovere, l’ho fatto a metà. Ho altri ragazzi come Artie, Blaine, Tina, Sam da portare avanti… Ma non ce la faccio, Finn. Arrivo, do il compito e me ne vado. Mi sento un cretino, come ti ho detto, un fallito. Emma è incinta, finalmente siamo riusciti nel nostro intento. Ma se ho mollato con gli altri ragazzi, mi chiedo che genere di padre sarò io. E se mi stancassi di quella bambina/o? Non so come reagire a tutto questo, Finn.
A volte mi manca parlare con te, ho scritto praticamente venti lettere da quando sei andato via. Mi sento solo. Non ho nessuno con cui parlare. Un periodo avevo un bel rapporto con la Beiste, ma poi è successo che ha iniziato improvvisamente a sentirsi donna e a voler passare più tempo con Emma, ma questo mi va bene, perché Emma era una persona sola oltre me, quindi ora ha un’amica. Sono contento per lei, sì, sinceramente. Solo che mi sono trovato solo. Ti ricordi? Non parlavamo davvero tanto. Tu eri solito confidarti con me e io lo facevo con te. No, non ho mai avuto amici della mia età, lo sanno tutti. Mi manca parlare con te. Sento la tua presenza come fossi un fantasma, ho seriamente bisogno di parlare con te… o con uno psicologo, visto che la cosa non è tanto normale… Ma tralasciamo questo punto.
Mi metto sempre d’impegno la mattina, mi dico: Ok, William, oggi torni ad essere un bravo professore di spagnolo e riprendi le redini del Glee Club. Hanno bisogno di te. E poi smetto quando arrivo in classe. Cerco il viso sempre allegro di Rachel, certo la tua faccina annoiata, il sarcasmo spinoso di Santana, il silenzio di Mike, le lamentele di Mercedes, l’eccentricità dei vestiti di Kurt, il biondo naturale di Quinn, la cresta spettina di Puckerman, ma non ci siete. Non ci siete più. Siete cresciuti. È stata la cosa più triste del mondo, vedervi crescere tra le mie mani, vedere voi che prendevate in mano la vostra vita senza l’aiuto di nessuno. Molti mi chiedono perché sia un po’ morto da, quando siete andati via, sono morto perché mi sento solo. Voi continuate a crescere senza di me.
Quando ti assegnano una classe nuova, Finn, ti abitui a l’idea di dover fare di tutto per poterli aiutare, inizi a crescere con la classe nella quale insegni, inizi a sentirti parte integrante della compagnia, allora, un giorno questi si diplomano e tu devi iniziare da capo con la consapevolezza che il vostro cammino è stato separato e col pallino che dovete crescere in maniera separate. Non mi è mai piaciuto plasmare gli alunni a mia immagine e somiglianza, no, solo che con voi sono stato proprio bravo. Mi sono meravigliato di come io, William Shuester, fossi riuscito a fare tanto per voi. Non ho mai capito come ho fatto. Non ho mai capito cosa voi ci trovaste in me. Ero uno scarto della società come voi, un uomo annoiato da un matrimonio opprimente. Forse è per questo che siamo andati tutti d’accordo nella maggior parte dei casi. Eravamo nello stesso gradino nella scala sociale nonostante io fossi un vostro insegnante. Non mi avete mai fatto sentire come tale, io mi sentivo uno di voi e oggi non potrei essere più orgoglioso di tutti voi che state vivendo i vostri sogni, aspettative. Ci siamo salvati a vicenda. Ci siamo dati una ragione per vivere. Solo che la mia eravate voi, il mio gruppo solidissimo che superava tutti gli ostacoli assieme, un branco di ragazzini per lo più scapestrati e senza sogni. “Questi ragazzi mi hanno cambiato la vita!” dissi una volta a Emma. Nessuna parola poteva essere più vera. Hai capito come posso sentirmi io, ora, senza di voi, Finn? Mi sento vuoto. Non siete più tutto il gruppo. Vorrei che partecipaste ad una lezione, un giorno di questi, quando magari anche tu sarai riposato a casa. In memoria dei vecchi tempi, in memoria di quello che abbiamo passato, di quello che abbiamo vinto. Ti va? È l’unica maniera in cui posso chiedertelo, visto che sei così lontano da noi. Agli altri manderò una mail, tu non le ricevi lì. Come te la passi lì? Hai voglia di parlare con qualcuno che non sia un tuo commilitone? Quando magari hai un po’ di tempo, anziché chiamare Rachel chiamami, io ci sono sempre e aspetto con ansia di sentirti. Davvero. È da quando sei partito che aspetto di ricevere una tua chiamata. Lo so che l’amore è l’amore e che preferisci parlare con Rachel, ma… io ci tengo. Lo sai, sono un tipo sentimentale. Ti assicuro che non piangerò nel caso dovessi farlo… Spero. Non riesco ancora a controllare le mie emozioni a quaranta anni, quasi. Ah, Finn, quante cose imparerai col tempo. Imparerai che non dovevi buttare questi anni cercando di fare piacere a tuo padre… Lui era già orgoglioso di te e di tua madre. Sei cresciuto bene e non hai imboccato la sua strada a lui andava bene così, lo so perché anche io sono orgoglioso di te tanto quanto lui, o forse di me. Imparerai a mettere prima gli altri e poi te stesso, ma forse questo tu lo sai già fare, visto la tua prospettiva per il futuro. E poi, Finn… Imparerai ad amarti ed apprezzarti per quello che il tempo ti ha fatto diventare. Sarai un fantastico padrino per mia figlia… Lo so.
Torna presto.
Ti voglio bene come se fossi mio figlio,
Will.




*martiMe.*
Sono una di quelle persone che tende a portare a termine quello che inizia nonostante tutto nonostante il tempo. Oggi ho scritto ben due lettere da ben due diverse persone. Questa e quella conslusiva della Beiste. Non so se scriverò anche l'epilogo che prevedeva una lettere conclusiva di Finn, non so se ho la testa al momento. Ho un esame di riparazione di matematica e quello al momento è il mio unico pensiero. Non è vero, ma mi convinco che sia così. LOL.
Comunque niente, è Will Shuester e nonostante le recensioni siano calate vertiginosamente, come ho detto porto a termine questa raccolta, anche se smette di piacere perché ha annoiato. By the way, niente io me lo aspettavo così, quindi niente... sono fissata con i niente. Alla prossima lettera con la Beiste. Arriverà presto, come ho detto è scritta già.
Marti.

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Capitolo 15
*** Capitolo quindici: Beiste. ***



Letters to Finn.
31 Maggio 2013.
 
Ciao testone,
Come stai? Mi auguro che le tue ossa siano ancora tutte intere, potrebbero servirti.
Quando William mi parlava di te e pensava che non lo stessi ascoltando in realtà lo stavo facendo. Mi ha detto moltissime cose. Sai, tipo che eri uno all’altezza dei tuoi sogni, che avresti sempre voluto giocare a football, perché secondo te era il tuo destino e cazzate simili. Sono rimasta… interdetta, quando mi ha detto che soprattutto che sei rimasto male perché Cooter non ti ha scelto. Quel coglione. Non ha mai capito un cazzo di football, non ho ancora capito chi gli avesse conferito la licenza di scegliere chi aveva un futuro e chi no. Ora, non è che quel ragazzo di colore non avesse talento, ma non so se lo sai, ma a te aveva scartato a prescindere. Non so come mai. Io ti ho sempre affidato ad occhi chiusi la mia squadra, ovviamente, dopo aver provato a darla ad Evans che non ha fatto male, ma non aveva quella cosa chiamata passione per lo sport che faceva. Tu eri talentuoso e passionale per quello sport, si capiva che avresti voluto una vita che ruotasse intorno a lui. E io… Ho deciso di darti una seconda chance. Finn, riesci a scendere per tre giorni al massimo? Ho trovato una scuola che avrebbe l’onore di averti con sé, concedendoti una borsa di studio. Ce la faremo assieme!
Scusa per non aver creduto in te sin dall’inizio, avrei dovuto.
Nella speranza che tu sia ancora intero, Hudson, ti saluto.
Tua coach,
S. Beiste.
 
 
*martime.*
BOOOOM.
Finita. Finalmente ho finito Letters.
Allora, ero del parere che avrei scritto anche l’ultima lettera mandata da Finn, ma poi mi sono resa conto di non avere né l’ispirazione, né la testa, né il tempo necessario. Non che non mi vada, ma al momento dovrei studiare per l’esame di domani shh. By the way… Ecco, sì, ce l’ho fatta… E’ finita davvero.
Io voglio un sacco di bene a questa raccolta… Gli voglio bene perché, oltre ad averla scritta io, è sempre quello che ho voluto per il mio Finn. Amore. Era tutto quello di cui aveva bisogno… Di cui HA bisogno. Ha bisogno di qualcuno che creda in lui, sempre e comunque… E questo non ce l’ha sempre avuto. E’ Finn Hudson, temo che parecchie persone del fandom non abbiano capito a pieno questo personaggio, ma lascio ad ognuno i propri pensieri(:
Ah… Non mi ero preparata un discorso per questo momento, LOL. Voglio solo dire grazie a chi c’è sempre stato… A chi non si è perso nemmeno un capitolo. A chi mi ha dato la forza di continuare sempre e comunque, nonostante le recensioni calanti… Chi mi ha aiutato a far girare questa FF, pubblicando pezzi di essa su facebook… Chi l’ha messai tra i preferiti, seguiti, chi l’ha recensita e chi invece l’ha solo letta in maniera silenziosa. Grazie. Grazie a tutti. Questa ff non sarebbe stata nulla senza di voi, in primis.
Spero di trovarvi qualora mi torni la voglia di scrivere su questo fandom. Siete tutti speciali… Dalla prima all’ultima persona.
Marti.

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