Ti odio, ti odio, ti odio...

di The Bookman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Voci ***
Capitolo 2: *** Il gioco ***



Capitolo 1
*** Voci ***


Lo vedi sorridere

Lo vedi sorridere.

“E il piccolo cuore invisibile si spezza.

Ride, divertito, assieme al fratello. Giocano a lanciarsi palle di neve, il maggiore avvolto in una calda sciarpa.

Vorresti strozzarlo, con quella sciarpa.

Vorresti afferrarlo per la nuca e affondargli quella faccia da idiota che si ritrova nella neve gelida, fino a farlo soffocare.

Ma così ti si spezzerebbe ancora di più, non credi?”

Ride e sorride, ancora, e ancora, e ancora!

Basta, piantala. Non farlo. Non sorridere. Non in quel modo. Non a qualcun altro.

Tu, accovacciato su questo ramo dell’albero che li sovrasta, lo osservi. Sei sopra di lui, ma non ti può vedere.

“Dio che male al cuore”

Lo stai guardando da talmente tanto tempo che ormai sembri far parte del paesaggio, ricoperto a quel modo dalla neve. Lo guardi di giorno, lo guardi di notte, lo segui, sempre, ovunque, quasi ossessivamente, morbosamente.

Perché lo odi.

Si, lo odi.

“Ah…che seccatura i sentimenti”

Perché lui ha tutto, e tu invece niente. Ha tutto, ma non gli basta. Vuole di più. Vuole di più la piccola sanguisuga.

E così...lo odi.

“Sicuro?”

Cominci ad avere strani pensieri.

Se lui che ha tutto…diventasse mio…allora anche io avrei tutto, no?

“Si, fallo tuo. Sarà un ottimo giochino per passare il tempo”

Si...sarà mio.

“C’è solo un problema. Riuscirai a non rompere la bambola?”

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Ti premi le palme delle mani sugli occhi, digrignando i denti. Ogni sua parola è una fitta al cuore. Ogni sua risata è una pugnalata al petto.

Non vuoi sentirlo, non lo vuoi vedere.

Però lo vuoi”

Ti impianti le unghie nella carne, per resistere, per non saltargli alla gola e strozzarlo in quel preciso istante.

Lo vuoi sentire soffrire. Lo vuoi vedere piangere di dolore.

Ma lui, come a volerti prendere in giro, ride ancora.

Basta basta basta!

Scendi con uno scatto dal ramo, scrollandoti di dosso la neve e saltandogli addosso.

Vedi i suoi occhi spalancati dalla sorpresa, mentre lo atterri e gli stringi con violenza le mani attorno al collo.

-Ma che ca…- stringi ancora, troncandogli il respiro. Comincia a diventare rosso, agitandosi sotto di te. Scalcia, graffia, ti colpisce, ma nulla ti allontana da lui.

“Sei il solito distratto”

Qualcosa ti afferra per le braccia e ti solleva in aria, e allora tu scalci, ti dimeni, non capendo che cazzo sta succedendo.

Vedi solo il piccolo alchimista rotolare sulla schiena e tossire, mentre macchia il candido terreno di rosso.

“Mi sa che gli hai fatto male”

-Lasciami! – cominci a urlare – lasciami andare!!! – riesci a liberarti, grazie alla tua mostruosa forza…

Io non sono mostruoso

…e colpisci in pieno volto Alphonse, che cade a terra in un attimo.

-Al! Al!

Ecco, l’ha fatto ancora. Si preoccupa solo per lui, pensa solo a lui.

“Ah, vorresti che si preoccupasse per te? Ma se sei stato tu ad attaccarlo”

Ti guarda con odio. Non c’è traccia dell’allegria e spensieratezza di prima.

-Io ti ammazzo!

“Crack, una crepa.

Ti corre incontro, minaccioso, modificando con l’alchimia il braccio metallico. Alza la lama per colpirti.

“Crack. Guarda che se non stai attento si spezza”

Lo fermi prima che possa farti del male, prima che ti procuri altro dolore. Lo hai bloccato per i polsi, con entrambe le mani, e ora le braccia sono sollevate verso il cielo.

“Morale: troppo vicini, dolcezza, troppo vicini…”

Ancora quello sguardo pieno di disprezzo.

Ancora quella voce fastidiosa dalla maledetta armatura.

Lo lasci andare con uno scatto e ti volti verso Alphonse.

-‘Sta zitto, porca puttana, sta zitto! Chiudi quella cazzo di bocca!!!

Stai quasi per saltargli addosso quando senti un bruciore alla spalla. Il Full Metal ti ha colpito, da bravo bastardo, alle spalle. Ti ho preso di striscio, ma ti ho pur sempre fatto male.

-Sta lontano da Al. Che vuoi, Envy?

Lo guardi quasi sorpreso. Poi, lentamente, ti compare sul volto un ghigno.

-Che voglio? Solo farti una domanda.

Ti guarda sospettoso.

-Mi odi, Full Metal?

-Ma cosa…

-Avanti, è una semplice domanda. Mi odi?

-Si

“Crack. Crack. Crack.”

Risposta sincera, risposta bastarda.

Gli vai incontro, a passi lenti, e ti fermi solo quando gli sei a un palmo dal naso.

-Bene. Allora siamo in due.

Prima che possa fare qualsiasi cosa, anche respirare, lo prendi per un braccio e cominci a trascinarlo via.

-Ma che….Che cazzo stai facendo???- devi sbrigarti, e lo sai. Il piccoletto non starà mica fermo e buono mentre lo porti via.

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C’è qualcosa…di strano.

Che gli è successo?

Perché non mi sta attaccando come al solito?

E allora tu perché lo lasci fare?”

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-Envy fermati!

-No!

-Che cavolo stai facendo? Lasciami!!!

Si sta agitando, e ti strattona. Non riesce ad usare l’alchimia perché gli impedisci di avvicinare le mani.

“Sei distrattoooo….

Non te rendi nemmeno conto.

Non ti accorgi che in fin dei conti ti sta seguendo.

-Sta zitto! – ti giri verso di lui e gli premi una mano sulla bocca- devi stare zitto!

“Non vuoi sentire la sua voce. Non ancora.

Riprendi a trascinarlo, camminando velocemente, finche non raggiungete una casa abbandonata.

Li lo fai entrare malamente e ti richiudi la porta alle spalle. Giri la chiave nella serratura e la lasci cadere a terra.

Ti guarda senza capire, anche se sta riprendendo un po’ di…coraggio.

-Dimmi che diavolo stai facendo! Che sta succedendo? Io ti ammazzo!

“Cr…ah, no, ormai è rotto”

Ti avvicini, a passi lenti, scrutandolo. Non lo guardi negli occhi, non ci riesci, non vuoi.

Quando gli sei davanti appoggi le mani sulla parete, con lui in mezzo, e finalmente lo guardi.

-Lasciami andare.

-No.

“Mi spieghi perché ora rispondi a monosillabi?”

-Dimmi che diavolo hai in mente!

-No.

Sei calmo, nel rispondere, e lui si preoccupa ancora di più.

-Envy piantala! E stammi lontano!- prova a spingerti via, ma tu non ti muovi. Anzi, lo prendi per le mani e gliele blocchi al muro, dove prima stavano le tue.

Purtroppo così ti sei avvicinato un po’ troppo.

“Ehi ehi, con calma…”

Lui se ne accorge e sposta il viso, guardandoti però con la cosa dell’occhio.

Oro nell’ametista. Ametista nell’oro.

Fai un piccolo ghigno.

-Certo che sei proprio piccolo…

-CHI SAREBBE IL NANEROTTOLO COSI’ PICCOLO CHE NON….

Spalanca gli occhi.

Sente la tua lingua carezzargli piano la sua, in cerca di coccole. Tu chiudi gli occhi e stringi la presa sulle sue mani, facendogli male, procurandogli piccoli graffi mentre struscia contro il muro.

“Con calma. Seh. Buonanotte”

Quando allontani il viso ti lecci le labbra, e lo guardi divertito.

E’…terrorizzato. Ha un’espressione talmente scioccata che se lo lasciassi andare cadrebbe a terra.

“Ti piace vederlo così, vero?”

-P…perché?

“Gia, perché? Dai, piccolo sgorbio, stiamo aspettando una risposta”

Non chiamarmi sgorbio

Ridi.

-Perché? Perché? – gli premi la fronte sulla tua, urlandogli a un palmo dal naso.

-Perché ti odio! Ti odio, ti odio, TI ODIO!

Hai uno sguardo folle, mentre lo dici.

E una folata di vento porta via le ceneri del tuo cuore inesistente.

“Occhio, mi sa che si è ripreso”

Il Full Metal riprende un po’ di colorito, e ti guarda con disprezzo.

-Cazzo mi fai schifo! Ti rendi conto di quello che hai fatto? Fai schifo!

-Facciamo un bel gioco, Full Metal Shorty.

-Scordatelo.

-Regola numero uno: decido io le regole.

-Envy…- ti ammonisce, digrignando i denti.

-Regola numero due: non prenderti troppe libertà. Per ora voglio solo divertirmi un po’, ma se mi dovessi stancare potrei anche ammazzarti. O peggio.

“Scommetto che non vuole sapere il peggio”

Regola numero tre, nonché ultima: Io ti odio, e tu mi odi. Questo non cambierà mai. Tutto chiaro?

-Vaffanculo brutto bastardo pezzo di…

-Ah-ah-ah – stavolta sei tu ad ammonirlo. – ricordati come ti ho chiuso la bocca poco fa.

La chiude di scatto, senza nemmeno farlo apposta.

-Però non mi hai risposto. Sono chiare le regole?

Rimase in silenzio, e volta nuovamente la testa, senza guardarti.

-Oh…il silenzio del prigioniero…- con uno scatto gli porti le mani sopra la testa, e prendi entrambi i polsi nella stessa mano, mentre con l’altra lo colpisci violentemente allo stomaco. Più volte, più forte, quasi fino a fargli perdere i sensi.

Ma lo prendi per il mento e lo riporti davanti a te.

-Eh, no, carino, troppo facile svenire.

Mugugna qualche insulto pesante, mentre un rivolo di sangue gli cola dal labbro.

-Allora, giochiamo?

“Come sei infantile quando ti impunti”

Si. Lui che ha tutto è mio. Allora anche io ho tutto.

“Spiacente ragazzo, ma ti devo contraddire. Lui non ti vuole, quindi non è completamente tuo”

Dettagli.

“No, semplice realtà”

Ti fermi, e lo guardi gemere ancora per un po’. Fai una smorfia, e lo lasci cadere a terra. Gli siedi davanti, mentre continua a tossire.

-Scusa Shorty, non lo faccio più.

Tenta malamente di mettersi a sedere, ma non ci riesce e cade nuovamente giu.

“Patetico…”

Sta zitto.

“Uh?”

Sospiri e lo prendi per una spalla, “aiutandolo” a sedersi appoggiando la schiena al muro. Ti guarda ancora un po’ incavolato, e respira affannosamente.

-Sei…un bastardo...si può sapere…che vuoi?

Gli sfiori una ciocca di capelli, poi, con uno scatto, gli strappi l’elastico che gli teneva la treccia. I capelli dorati si sciolgono immediatamente, ricadendo morbidi sulle sue spalle.

Fai il ghigno più perverso che ti riesce.

-Voglio violentarti, no?

Spalanca gli occhi, scioccato, e si alza in piedi con uno scatto.

-Stammi lontano!

Ridacchi divertito, tenendoti la pancia con una mano.

-Sto scherzando, idiota.

“Ricordati che lo odi”

Certo che lo odio…

Lo riacchiappi per una gamba e lo costringi a sedersi. Beh, in realtà l’hai fatto cadere.

-Allora, piccoletto, ti spiego il gioco. Nulla di perverso, per ora. Voglio solo fare un po’ di conversazione. E’ un po’ diverso da come lo avevo immaginato, ma va bene anche così.

…voglio solo sapere che si prova ad avere tutto.

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Capitolo 2
*** Il gioco ***


-Vuoi solo…parlare

-Vuoi solo…parlare?

Gia, in effetti è strano. Che ti prende?”

-Si – annuisci, incrociando le gambe e poggiando le mani sulle caviglie.

-Si fa una domanda all’altro, e se quello non risponde, gli fai fare quello che vuoi. Ma niente comandi del tipo: ammazzati, vattene, o fammi andare via.

Gli fai il verso, e lui ti guarda scocciato. Ma non tenta nemmeno più di scappare, è sinceramente interessato al gioco.

-Ok, ma comincio io.

-Prego.

-Perché mi hai portato qui?

Lo guardi perplesso.

-Ma sei scemo? Hai la prima domanda e la sprechi così?

-Rispondi. Sinceramente.

-Beh…perché…sinceramente?

-Si

-Perché ti voglio.

Fa la stessa faccia di prima e ti addita con l’automail.

-Lo sapevo, lo sapevo! Io me ne vado!

-Non in quel senso, stupido!

Non solo…

-E in che senso?

-No, chibi, ora tocca a me.

-Non chiamarmi piccolo!

-Allora…cosa provi per me? – ti affretti a portare avanti le mani, per precisare – niente doppi sensi. Solo…come persona. O Homunculus, se preferisci.

“Ehi! Questo non è più un gioco. Che fine ha fatto la parte violenta, vendicativa?”

Non ancora. Non ancora

-…sinceramente non lo so. Non ti capisco. Prima dici di odiarmi e poi…poi…beh, lo sai. Poi cominci con questo giochetto idiota, che consiste solo nel fare delle domande e…

-Non hai risposto.

-Si invece!

-No, non è una risposta valida.

“Mi annoiooooo…”

-Quindi devi fare penitenza.

Inorridisce.

-Vediamo…voglio voglio…voglio che ti levi i vestiti. Anzi, solo la giacca.

Ora inorridisce sul serio, e tu ridacchi.

Stare con lui ti fa star bene. Anche se lo costringi. Anche se lo odi.

Perché tu lo odi, vero?”

-Avanti Full Metal, prima che Alphonse ci trovi.

A malavoglia comincia a sfilarsi la giacca, guardandoti un po’ imbronciato un po’ implorante, tipo “cucciolo abbandonato”

-Da qua. – gli fai segno di dartela.

-Non è giusto.- piagnucola un po’, poi te la lancia. E dire che siete uno di fronte all’altro.

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 Si può sapere che cazzo stai facendo? Vattene! Scappa! Mollagli un pugno in faccia così la finisci con questo gioco inutile!

No…

No? E perché? Vuoi forse stare al suo gioco?

Voglio capirlo…

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-Va bene, ora tocca a me.

Annuisci.

-Perché non mi uccidi?

“Ah…voi due siete uno spreco per questo gioco”

-Beh….come dire…- fai finta di pensarci, sfiorandoti le labbra con l’indice della mano destra -…al momento non ce n’è bisogno. – naturalmente lui ti guarda scocciato.

-Devi rispondere sinceramente.

Sbuffi.

-Mi dispiacerebbe vederti morto, “sinceramente”.

-Cosa…è perché?

-Perché forse mi piaci.

-…

Questa volta non ha reazioni esagerate, ma si vede benissimo che è imbarazzato. Volta la testa, evitando il tuo sguardo.

Scoppi a ridere.

-Sei carino quando arrossisci…

-P-piantala!

-Ok ok, ora tocca a me. Vediamo…- lo guardi di sottecchi, sorridendo -…come mi trovi con questo aspetto?

-In…in che senso? – deglutisce rumorosamente e tu ghigni compiaciuto. Ti piace vederlo così. Un po’ imbarazzato, un po’ combattuto interiormente.

Ti avvicini. Ne troppo…ne troppo poco.

-Io dico che con questo aspetto da umano sono un gran figo. Tu che ne pensi?

Ti guarda sorpreso, ma dopo un attimo distoglie lo sguardo. Lo stuzzichi un po’, dandogli qualche pizzicotto al fianco.

-Eddai…non vorrai fare penitenza?

-Uhm…- rimane ancora in silenzio.

“Per me si vuole far spogliare. Furbo il ragazzino”

-Acciaio…comincio a formulare la sadica punizione? – un altro pizzicotto, e ti afferra la mano di scatto.

-Piantala. – ti esibisci in un’espressione rassegnata, alzando le spalle.

-Bene. – giri il polso bloccato verso l’alto e lo afferri tu. Lo avvicini e gli cingi la schiena con l’altro braccio.

-Ehy! EHY! Stammi lontano! Che cavolo vuoi fare? – sorridi malizioso.

“Oh…finalmente…devo mettermi comodo?”

-Ecco cosa devi fare. Ora io ti bacerò…

-No! Non ci provare!!!

-…e tu ci starai.

Spalanca gli occhi, mentre cerca di allontanarsi. Ma non si sforza più di tanto, a dire il vero.

-Non è giusto…- piagnucola un po’ -….sei sleale.

-Troppo gentile…- ti avvicini ancora con il viso. –Allora, cominciamo?

-Cominciamo? Ma che…

Troppe parole, troppe domande.

Gli prendi anche l’altra mano e annulli la gia minima distanza che vi separava.

Mio, mio, mio…

E’ rigido, imbarazzato, ma non si muove. O almeno, la parte che ti interessa non si muove.

-Devi ricambiare. E’ un ordine…- glielo sussurri tra i denti, per poi riprendere a giocare con la sua lingua, che finalmente ti sfiora, prima timidamente, poi sempre più appassionatamente.

E le lingue battagliano, rincorrendosi maliziose, lottando e giocando.

L’alchimista ti afferra per i fianchi e ti porta sopra di se, lasciandosi andare. Ora siete stesi per terra, e ti prende il viso tra le mani, come se temesse che tu possa andare via.

Ma purtroppo devi.

Riprendi fiato, ma tieni ancora gli occhi chiusi. Gli mordi piano un labbro, sorridendo.

-Quanto mi piacciono le penitenze…

-Uh-uhm…-annuisce, anche se sei convinto non ti abbia sentito. Lascia ricadere la testa sul pavimento, allontanandosi di poco da te. Ma non ti caccia, ti lascia stare su di lui. Incrocia le braccia sopra gli occhi, sospirando.

-Envy…

-Uhm? – gli tiri un po’ la maglia giù, con il rischio di slargarla, e gli dai qualche piccolo morso al collo.

-Tu l’hai gia fatto?

-Cosa intendi con “gia”? Ho più di duecento anni…

-E’ un si? – altro morso, e geme per un attimo.

-Si, l’ho gia fatto.

-Ah…- poverino, sembra quasi triste. Ti fermi e lo guardi negli occhi.

-Perché, vuoi accertartene?

Si mette a sedere di scatto.

-Razza di…stupido! No che non voglio accertarmene no!- ridacchi, costringendolo a tornare disteso. Ora invece del collo gli torturi il mento, avanzando implacabile verso le sue labbra.

-E tu, Full Metal? L’hai “gia” fatto?

Silenzio imbarazzato.

-Si.

-Oh…ma che precoce il piccoletto…

-Vaffanculo! Non chiamarmi piccoletto, cazzo!

-Ok ok…scusa Full Metal Shorty…

-Envy! – si rialza, furioso.

-Siiii?

-Levati di dosso! La mia penitenza è finita da un pezzo!

Fai una smorfia, ma ti allontani lo stesso.

-Permaloso…bene, fai la tua domanda.

E’ ancora imbronciato, e incrocia le braccia al petto.

-Qual è il tuo vero aspetto?

Sbatti un po’ le palpebre, sorpreso.

Perché non mi fai domande sulla pietra? Perché non mi chiedi come riavere il braccio e la gamba?Sei proprio uno sciocco, ‘O Chibi-san

Abbassi la testa, ma in realtà sorridi.

-Non me lo ricordo. E’ passato troppo tempo.

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Bene, ora tocca a te. Che gli farai fare?

Ed?

Ed?

E improvvisamente il brutto e cattivo Envy ti sembra solo un ragazzo un po’ strano. E quando mai a te è piaciuto il normale?”

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Alzi lo sguardo. Sei quasi contento di dover essere tu hai suoi ordini.

-Allora? Che devo fare?

E’ sorpreso. Non pensava di doverti far fare qualcosa sul serio. Credeva che avresti giocato qualche trucchetto sleale pur di non perdere.

E invece aspetti pazientemente la tua “punizione”.

-Ehm…ecco…voglio che tu…

-NII-SAN! NII-SAN!

Guardate entrambi verso la voce, me non vedete nessuno. Si alza in piedi, muovendo un passo in avanti.

-Al…

Anche tu ti alzi, e lo guardi allontanarsi.

“Beh? Fermalo! Fermalo prima che se ne vada!”

-Full Metal.

Si gira verso di te, quasi preoccupato. Deglutisce.

-Si?

Sorridi.

-Ci vediamo.

“No, no! Torna indietro idiota!”

-Envy! Aspetta! – ti viene incontro. Si guarda indietro, poi ti guarda nuovamente. La voce insistente di suo fratello si fa sempre più vicina.

-Che c’è?

-Devi fare una cosa che ti ordino, giusto? – sei perplesso.

-Direi che il gioco è finito.

-No.

-Uhm?

-Voglio finire il gioco come si deve. Ecco il mio ordine: portami lontano da Al.

Fiuuuu….c’è mancato poco. Certo che voi umani siete proprio stupidi”

Sorridi. Di nuovo. Poi scoppi proprio a ridere.

Una risata sincera, genuina.

Non beffarda, e nemmeno sarcastica.

Una risata…stupenda.

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Più lo guardo e meno lo capisco…

Scusa Al, ma dovrai aspettare ancora un po’.

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Scusate l’enorme ritardo, ma ho avuto dei problemi, e non potevo aggiornare.

Spero che questo chappy vi sia piaciuto ^_______________^ (mega sorrisone alla Hakkai(anche se io non ho il monocolo. Ho solo la paresi)

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