Lo Squalo Cyborg

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Seconda Parte ***
Capitolo 3: *** Terza Parte ***
Capitolo 4: *** Quarta Parte ***
Capitolo 5: *** Quinta Parte ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


Ora che i Fantasmi Neri sono stati finalmente sconfitti, i Cyborg possono godersi il meritato riposo.
Proprio qui infatti, sulla costa del Pacifico orientale, il dottor Gilmore ha deciso di offrire a tutti loro una bellissima vacanza su una delle spiagge più belle del mondo.
Sono ormai cinque giorni che i nostri eroi si godono il sole e il mare di questo angolo di paradiso: 001 dorme nella sua culla, sonnecchiando tranquillo all’ombra di un piccolo gazebo; 004 preferisce trascorrere le giornate al riparo dalla salsedine, per non danneggiare troppo i circuiti, ma ugualmente si gode la visuale di questo magnifico panorama con il sorriso dipinto sulle labbra; 005 è solito dare una mano ai pescatori del luogo, trainando a riva per conto dei più anziani le barche cariche di pesce, e senza volerlo è diventato l’idolo delle fanciulle che ammirano estasiate i suoi muscoli e il suo torace possente; 006 invece preferisce godersi le sue sabbiature in santa pace, anche se è costretto a sopportare gli stupidi scherzi di quel simpatico mattacchione di 007; anche 008 trascorre piacevolmente il suo tempo, giocando nell’acqua in compagnia degli amici delfini, ed è oltremodo felice di esplorare il mondo sommerso senza il pensiero di dover affrontare nemici di sorta.

- E’ proprio un bel posto per riposarsi 009, non sei d’accordo?
- Avevo perfino dimenticato come si può stare in pace con sé stessi - mormorò il cyborg in risposta, socchiudendo gli occhi e sollevando i capelli al vento.

002 sorrise.
I due amici e rivali nelle corse si erano seduti sulla riva e si godevano il più totale relax, guardandosi attorno e commentando ciò che vedevano. Sembrava quasi un sogno, quell’oasi di pace e di quiete, dopo anni di lotte contro la più malvagia e spietata organizzazione criminale che il mondo abbia mai conosciuto. Fortunatamente invece era tutto vero: il tempo delle battaglie era finito, almeno per il momento, e il sonno tranquillo del piccolo Ivan ( alias 001 ) lasciava intendere un lungo periodo di pace e prosperità per gli anni a venire.

- Lo sai, Joe - esclamò a un tratto Jet. - Stavo pensando che potremmo anche approfittarne per riprendere la nostra famosa sfida!
- Non vuoi proprio darmela vinta, eh?
- Certo che no - sottolineò 002 in chiaro tono di sfida. - E’ una questione di principio,
ragazzo!
- Voi due non cambierete mai, siete sempre i soliti - esclamò dunque una dolce voce familiare alle loro spalle.

002 e 009 si voltarono ad ammirare Françoise, bellissima nel suo costume da bagno, e lo stesso Joe non poté fare a meno di staccarle gli occhi di dosso.

- Complimenti Françoise, stai benissimo - osservò Jet.

La ragazza arrossì, portandosi istintivamente la mano alla guancia.

- Lo pensi davvero?
- Ma certo - confermò l’altro. - Secondo me, potresti vincere tranquillamente qualsiasi concorso di bellezza!
- Dai, smettila - ridacchiò lei divertita. - E tu Joe, non mi dici nulla?

009 non poté fare a meno di osservare Françoise, stando però attento a non indugiare troppo sfacciatamente.
Il bianco costume intero che indossava, sgambato e senza spalline, metteva ancor più in risalto il suo fisico esile e slanciato; le lunghe gambe affusolate e il seno armonioso della fanciulla erano una gioia per gli occhi; e anche se il suo fisico da ballerina non era ciò che si suol dire “appariscente”, Françoise non aveva certo nulla da invidiare a nessuna anzi… Da che era arrivata in spiaggia, buona parte degli sguardi del pubblico maschile erano rivolti a lei.
Qualcuno non poté fare a meno di emettere fischi sottili di ammirazione, tuttavia Françoise ignorò completamente qualunque altro suono che non fosse la risposta del suo adorato Joe.

- Ti… Ti sta molto bene, davvero - balbettò il cyborg, nascondendo timidamente lo sguardo sotto i capelli ed evitando così di guardarla negli occhi.

Françoise sospirò.
Sapeva che Joe non era capace di mentire, men che meno con lei, ma sapeva anche di non poter pretendere troppo entusiasmo dal suo modo di fare così schivo e riservato. Intrecciando dunque le mani dietro la schiena, si avvicinò al compagno e gli propose scherzosamente di sfidarla in una gara di nuoto.

- Volentieri - rispose subito Joe. - Vieni anche tu, Jet?

009 non si accorse assolutamente dell’espressione delusa sul volto di 003, cosa che invece non sfuggì affatto all’occhio di 002.

- No, non ho molta voglia di nuotare oggi - rispose 002, sdraiandosi sulla schiena con le braccia dietro la nuca. - Andate pure, se volete!
- Ma…

Prima che Joe potesse dire anche solo un’altra parola di troppo, Jet gli afferrò rapido il polso e gli scoccò una fredda occhiata di rimprovero.

- Stupido - sussurrò, in modo che solo Joe potesse sentirlo. - Non capisci che vuole stare un po’ da sola con te? Vai, non fare l’idiota!

Di colpo Joe si sentì un emerito imbecille.
Non aveva assolutamente visto l’invito di 003 sotto questo aspetto, perciò si accinse a rimediare. Subito si voltò verso Françoise e le chiese se se la sentiva ancora di sfidarlo. La fanciulla annuì raggiante e, guardando Jet di sottecchi, sembrò quasi volergli dire “grazie”.
Jet sorrise soddisfatto, nel vederli andar via mano nella mano, e non poté fare a meno di commentare tra sé.

- Sei troppo ingenuo, Joe - mormorò. - Chissà come fa 003 a sopportarti… Mah?

Ciò detto, il cyborg rifletté su quanto ammirevole fosse la pazienza di Françoise e si mise a sonnecchiare placidamente sull’arenile. Poco lontano invece, le grida e gli spruzzi di 009 e 003 giungevano attutiti dal suono delle onde che si infrangevano sulla riva.
Il famoso pilota di auto da corsa era anche un bravo nuotatore, soprattutto considerata la straordinaria forza dei suoi arti meccanici. Tuttavia Françoise, con la leggerezza ed agilità dei suoi anni di danza classica, non era certo meno abile di lui nel nuoto. Sulle prime Joe rimase estasiato ad ammirare il suo stile elegante e disinvolto, con la stessa grazia e leggiadrìa di una sirena, e solo la voce della fanciulla lo riscosse improvvisamente dal suo torpore.

- Ehi, Joe - esclamò lei, agitando il braccio sopra la testa. - Che fai lì, sei già stanco?
- Come? No, certo… Adesso ti raggiungo!
- Secondo me non ce la fai - lo stuzzicò 003 con una smorfia.
- Ma sentitela!
- Ah ah ah… Coraggio muoviti, lumacone!

Così dicendo Françoise affrettò la sua bracciata e Joe le venne dietro, rallentando la velocità di proposito, per poterla ammirare così com’era. Nella risata argentina della compagna, così come nel suo dolce sorriso luminoso, Joe Shimamura era sicuro di ritrovare quel sentimento comune a tutti gli esseri viventi; un sentimento nuovo eppure antico, che non si può spiegare senza averlo provato almeno una volta nella vita; un sentimento pieno di domande e con pochissime risposte, frutto di due cuori uniti dallo stesso destino… un sentimento chiamato semplicemente amore!

 

***

 

Mentre 003 e 009 si allontanavano a grandi bracciate dalla costa, il professor Gilmore era immerso nella lettura dei suoi libri con un’espressione beata sul volto. Accanto a lui il piccolo 001 stava ancora dormendo quando, messo in allarme da un improvviso spostamento d’aria, il professore lo vide svegliarsi e galleggiare a mezz’aria per effetto della telecinesi.
Lo stupore si trasformò dunque in paura, non appena 001 cominciò a comunicare telepaticamente con lui di quanto aveva appena visto.

- Professore, professor Gilmore!
- Ivan - esclamò il professore agitato. - Che ti succede, piccolo?
- Avverto una minaccia, un pericolo imminente nelle vicinanze!

Ivan aveva ragione.
Anche Pyunma e i suoi amici delfini sentivano che c’era qualcosa che non andava. I simpatici mammiferi percepivano infatti una presenza sinistra nell’acqua: qualcosa di grande e terribile stava puntando dritto verso la riva, ad una velocità di sei o sette nodi circa, e man mano che si avvicinava si poteva distinguere una lunga sagoma scura poco sotto la superficie.
Rapido come un felino, 008 saltò sul dorso di un delfino e lanciò un grido in direzione degli amici a riva. Subito i Cyborg drizzarono le orecchie: 004 puntò gli occhi nella direzione indicata da Pyunma; anche 006 e 007 smisero immediatamente di litigare, appena in tempo per osservare il misterioso essere acquatico e sgranare tanto d’occhi al cospetto della sua mole; 005 avvertì il pericolo, grazie al suo istinto naturale di pellerossa, e drizzò lo sguardo nella stessa direzione degli altri; lo stesso Jet, svegliandosi di soprassalto, vide la creatura mentre sfrecciava verso 009 e 003 poco oltre la costa…

- Oh no, dannazione - esclamò sgomento. - Joe, Françoise… Attenti, per l’amor del cielo!

Impegnati com’erano a nuotare, i due innamorati non si resero conto del pericolo finché questo non piombò loro addosso. Dapprima Joe riuscì solo a scorgere la sagoma nera sollevare un’enorme spruzzo d’acqua, l’istante successivo però riconobbe con orrore la creatura in tutta la sua grandezza.

- Françoise - urlò. - C’è uno squalo!

La fanciulla non ebbe neppure il tempo di gridare.
La sola vista dell’orribile testa triangolare ebbe il potere di paralizzarla completamente. Lo squalo le sfrecciò accanto, provocandole un’abrasione alla gamba con la pinna dorsale, e 003 finì sott’acqua, boccheggiando per il dolore lancinante e l’improvvisa mancanza d’aria.

- Nooo - urlò Joe disperato. - 003… 003 !!!
- Joe - esalò appena Françoise, riuscendo in qualche modo a riemergere. - Joe… Aiutami, Joe…

Lo squalo virò improvvisamente per attaccarla di nuovo, questa volta spalancando le fauci acuminate.

- Accelerazione!

Con uno scatto di reni, 009 schizzò fuori dall’acqua e, sfruttando la supervelocità, annullò la distanza che lo separava da Françoise. Correndo sulla superficie liquida come se fosse solida, Joe afferrò dunque Françoise giusto un attimo prima che lo squalo potesse addentarla. I denti la risparmiarono per un soffio e, con un lampo accecante, una raffica di energia investì l’animale sul dorso.
Appostato com’era sulla vicina scogliera, 004 sollevò ancora il braccio e fece partire una nuova scarica delle sue micidiali bocche da fuoco sulle dita. Un altro raggio si abbatté sullo squalo dall’alto e, volteggiandogli attorno grazie ai suoi propulsori, 002 si accinse a colpirlo da un’angolazione diversa. Anche 008 si lanciò all’attacco, fronteggiandolo direttamente sott’acqua, ma la reazione dello squalo colse tutti quanti alla sprovvista.
Dagli occhi freddi della creatura, due fasci bianchi di energia puntarono dritti contro Jet, il quale dovette eseguire una capriola aerea per evitare di essere colpito.

- Non è possibile - esclamò incredulo. - Ma che razza di bestia è ?!?

Frattanto 008 continuava a spostarsi rapidamente sotto lo squalo, cercando di colpirlo sotto la pancia, ma dovette constatare con disappunto che i raggi rimbalzavano sulla sua pelle, come se questa fosse in realtà una specie di corazza. Anche le raffiche di 004 non ebbero l’effetto desiderato e, prima che gli altri Cyborg potessero unirsi in aiuto, lo squalo diresse il suo bianco sguardo inceneritore un po’ ovunque. Sia Pyunma che Albert furono dunque costretti a mettersi sulla difensiva, perdendo così di vista il bersaglio, e poterono solo osservare l’animale mentre se la filava sott’acqua.
Nel frattempo Joe era riuscito a riportare 003 a riva sana e salva, anche se lo spavento e l’acqua ingerita le avevano fatto perdere i sensi. Geronimo fu subito accanto a loro, assieme a Chang e Bretagna, e si preoccupò che non fossero feriti.

- State bene? - domandò il gigantesco Cyborg, rivolgendosi a 009.

Joe annuì.
Malgrado avesse inghiottito parecchia acqua, Françoise respirava ancora. Il polso era normale, così come il battito, e dalle sue labbra uscivano parole sconnesse assieme al nome del suo innamorato.

- Joe
- Va tutto bene, Françoise - rispose lui, adagiandola sulla riva per far sì che si riprendesse. - Va tutto bene, sei salva adesso!
- Accidentaccio, che spavento - commentò Bretagna, grattandosi la nuca pelata. - Ma da dove diavolo è sbucato quello squalo, eh?
- Squalo mio nonno - esclamò dunque Jet, atterrando accanto a loro con rabbia. - Se quello era uno squalo, io sono la Regina d’Inghilterra!
- Non ho mai visto nulla del genere - fece eco Pyunma, avvicinandosi assieme a 004. - Gli ho sparato a meno di un metro e non gli ho fatto neppure un graffio…
- I colpi gli rimbalzavano addosso - confermò Albert, osservando costernato la sua artiglieria. - Di qualunque cosa si tratti, non può essere un animale!

Françoise tossì violentemente e tornò immobile.
Malgrado il mistero che si celava dietro quella specie di squalo, la cosa più importante in quel momento era assicurare a 003 tutte le cure possibili. Subito Joe la sollevò tra le braccia e si affrettò a portarla dal professor Gillmore, deciso a vederci più chiaro nella faccenda in un secondo momento.

 

( continua ) 

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Capitolo 2
*** Seconda Parte ***


Come il professor Gilmore ebbe finito di visitare Françoise, Joe fu il primo a domandare delle sue condizioni.

- Professore, come sta?
- Meglio - rispose l’altro. - Ha una brutta abrasione sulla gamba, e ha anche ingerito parecchia acqua salata, ma si rimetterà presto!

Joe parve sollevato anche se, assieme ai compagni, era ancora sconvolto per l’accaduto. Nessun essere vivente poteva uscire illeso dalle armi di 004 o dalle pistole dei Cyborg, oltretutto quello squalo aveva risposto al fuoco con raggi disintegranti… Solo un essere artificiale poteva essere capace di una cosa del genere.

- Ci vogliono un motore atomico e un convertitore di energia nucleare per poter generare dei fasci distruttivi di quella potenza - esclamò 004, commentando ad alta voce le immagini che 001 aveva raccolto sui danni occorsi lungo la costa. - Non ho mai sentito di squali che emettono raggi dagli occhi, oltre ad azzannare le loro vittime!
- Non si tratta di un semplice squalo - intervenne dunque 001, comunicando telepaticamente con i presenti. -
Ho percepito chiaramente un flusso di onde elettromagnetiche, che può essere generato solo da un dispositivo ad alta concentrazione protonica di supporto… Il nostro nemico ha una struttura biologica parziale, su base meccanica e tecnologia avanzata!
- Un cyborg, dunque - tagliò corto 002.
- Ma non è possibile - fece dunque Bretagna. - Con la caduta del Fantasma Nero, abbiamo distrutto tutte le loro diavolerie! Come avrebbe fatto quella bestiaccia a cavarsela?

Il professor Gilmore chinò il capo in silenzio, socchiudendo gli occhi e intrecciando le mani dietro la schiena, ma subito si rese conto che non poteva nascondere oltre la verità.

- C’è una spiegazione, purtroppo - mormorò. - Ma sarà meglio che vi spieghi tutto dal principio!

 

***

 

IL RACCONTO DEL PROFESSOR GILMORE

 

Quando i Fantasmi Neri iniziarono a reclutare scienziati, per mettere a punto e perfezionare i primi modelli cyborg, eravamo assai lontani dal progetto definitivo. La serie “00” non era ancora in fase di sviluppo e, prima di effettuare esperimenti sull’uomo, i nostri superiori ci obbligarono a lavorare su animali di grossa stazza: elefante, tigre, leone, rinoceronte… Un esemplare per ogni specie, facendo degli innesti meccanici da combattimento sulla loro struttura biologica, ed ottenendo così delle macchine da guerra perfettamente integrate col loro habitat naturale.
Eravamo circa in trenta ad occuparci del progetto, ma alla fine restammo solo in dieci a contemplare il risultato del nostro lavoro. Nonostante fossero solo animali, li avevamo dotati di ogni genere di supporto bellico: raggi disintegratori, propulsori a reazione, sviluppatori della massa muscolare… Ognuno di quei prototipi era in grado di far fronte a un’intera divisione militare, con le conseguenze che potete immaginare.
Lo squalo per esempio, ovvero “Thunderdies”, era un ottimo combattente subacqueo. Ognuno di noi scienziati aveva lavorato sui microcircuiti e sulla corteccia cerebrale di ogni animale, riuscendo ad annullare la loro volontà, e la prima squadra di animali fu spedita immediatamente al fronte per verificare le loro capacità sul campo.
Fu un completo disastro però!
Nonostante il nostro lavoro, gli animali mostrarono molta più resistenza del previsto. La loro natura selvaggia li rendeva difficilmente controllabili e, non ritenendoli adatti ai loro scopi, i capi dell’organizzazione decisero di accantonare il progetto. Gli Animali-Cyborg furono dunque nascosti in basi dislocate una dall’altra e poco tempo dopo, ritornando sui piani originali, ci occupammo di costruire una nuova schiera di cyborg umani. Il risultato, come ben sapete, foste voi della serie “00”…

 

***

 

Gilmore sospirò.
Anche lui aveva contribuito ad intervenire sul corpo dei cyborg, seppure costretto a farlo, e il forte disprezzo che provava verso sé stesso lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. I Fantasmi Neri avevano sacrificato degli esseri viventi per i loro scopi, trasformando delle persone in macchine sofisticate e distruggendo completamente la loro vita. Come se non bastasse, adesso i Cyborg dovevano far fronte a delle creature selvagge ed incontrollabili, con armi e poteri forse persino superiori alle loro capacità.
008 indovinò il motivo del suo improvviso silenzio e, avvicinandosi a lui, provò a rassicurarlo.

- Non si rimproveri così, professore - esclamò. - Ciò che è successo non è stata colpa sua!
- Ho avuto la mia parte di colpa - sottolineò Gilmore, quasi maledicendo sé stesso. - Ma il problema adesso è che “qualcuno” ha riattivato i comandi di Thunderdies, e questa è una cosa gravissima: lo Squalo-Cyborg è stato progettato per attaccare le navi, sia quelle da guerra che da trasporto; se distruggesse qualche petroliera ad esempio, potrebbe alterare l’equilibrio marittimo in modo irreversibile e condannare la fauna alla totale estinzione; oppure potrebbe essere lanciato contro gli incrociatori e i sommergibili che trasportano gli ultimi ritrovati bellici al plutonio, riversando così nell’oceano tonnellate di radiazioni che segnerebbero la fine di ogni forma di vita esistente…
- Dobbiamo fermarlo - scattò dunque 002, battendo violentemente il pugno contro il palmo della mano.
- Anzitutto dobbiamo sperare che 001 riesca a localizzarlo ma, al momento purtroppo, si è di nuovo riaddormentato!

Così dicendo, Gilmore diede un’occhiata verso la culla e si strinse la testa nelle spalle con aria mesta. Purtroppo il piccolo Ivan aveva bisogno di molte più ore di sonno del normale, dato che il suo corpicino non poteva certo sostenere a lungo l’enorme dispendio di energie, e senza i suoi poteri era impossibile indovinare dove era diretta quella sardina metallica troppo cresciuta.
In quella 009 provò a riflettere su una soluzione alternativa, anche se difficilmente realizzabile, e mise gli altri a parte della sua idea.

- Se 003 fosse riuscita a stabilire un contatto con la mente dello squalo, nel momento in cui è stata attaccata - esclamò Joe ad alta voce. - Forse potrebbe essere in grado di dirci qualcosa su chi lo controlla…
- Non diciamo sciocchezze - scattò subito Gilmore. - In questo momento 003 non deve fare sforzi di nessun genere, se vogliamo che si riprenda completamente!
- Tuttavia Joe non ha tutti i torti - osservò Jet. - Con 001 fuori causa, solamente 003 può dirci qualcosa per aiutarci a rintracciare quella bestiaccia!
- Non piace neanche a me l’idea di affaticare 003, soprattutto in questo momento e nelle sue condizioni - sottolineò Joe, chinando il capo con rammarico. - Ma, per quanto mi sforzi, non vedo altra soluzione!

Nessuno osò proferire parola.
Tutti, compreso il professor Gilmore, rifletterono attentamente sulle parole di 009 e concordarono in silenzio con lui: 003 era l’unica in grado di fornire loro una seppur minima traccia per localizzare lo Squalo-Cyborg.

- Va bene - disse infine il professore rassegnato. - Aspettiamo che si riprenda però, non voglio che si affatichi più del necessario!
- Certo - si disse subito d’accordo Joe. - Professore, posso andare a vedere come sta?

Gilmore annuì.

- Cerca solo di non svegliarla, per il momento - si raccomandò. - Ammesso che tu abbia ragione, dovrà fare un enorme sforzo per isolare i dettagli utili dai momenti di panico… La sua psiche potrebbe rimanere sconvolta, se le chiedessimo subito di ricordare senza le precauzioni dovute!

009 fece un cenno di assenso col capo e, stando bene attento a non fare rumore, spinse piano la porta ed entrò nella stanza ove Françoise stava riposando.

 

( continua ) 

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Capitolo 3
*** Terza Parte ***


- Françoise

 

Joe rimase immobile a guardarla per diversi minuti, pensando a quanto fosse importante e preziosa per lui. Dal giorno in cui l’aveva conosciuta, assieme al resto dei suoi compagni Cyborg, pian piano si era reso conto di tenere a lei più di ogni altra cosa al mondo.
Per tutta la vita, Joe Shimamura non aveva conosciuto altro che solitudine e disprezzo: la vita lo aveva reso orfano, costretto a combattere per difendersi, e fin da piccolo conobbe l’odio e la discriminazione altrui; poche persone si erano dimostrate veramente amiche, quando era ancora un essere umano, ma nessuno di loro era stato una presenza fissa o un punto di riferimento per lui…
Con Françoise però era diverso.
Ciò che lei provava era una certezza nel cuore di Joe. Françoise non aveva mai nascosto di nutrire qualcosa di più del semplice affetto, e anche lui sentiva di ricambiare lo stesso sentimento in modo altrettanto grande e profondo. 009 era un Cyborg, l’ombra di colui che un tempo era Joe Shimamura, ma possedeva ancora il suo cuore umano e soprattutto sentiva di essere capace di amare. Françoise era tutto per lui, l’unica vera gioia della sua esistenza, e non poteva assolutamente rischiare di perdere anche lei.
Improvvisamente Joe si rese conto che la ragazza era sveglia e che, distesa sul letto com’era, lo stava osservando a sua volta con aria triste e sconsolata.

 

- Mi dispiace - si scusò subito 009. - Non volevo svegliarti…
- Non preoccuparti - lo tranquillizzò lei sottovoce. - A dire il vero, ero già sveglia!
- Forse è meglio che ti lasci riposare!
- No Joe, aspetta!

 

Françoise lo supplicò con lo sguardo di rimanere. Joe esitò per qualche istante, la mano sulla maniglia della porta, ma si voltò nuovamente e andò a sedersi accanto al suo letto. Gli occhi di Françoise erano limpidi, come sempre del resto, tanto da potergli comunicare tutto senza alcun bisogno di parole. Malgrado la debolezza, 003 provò a sollevare il braccio facendolo scivolare fuori dalle coperte. Joe vide le sue dita tremare e, sorridendo per rassicurarla, le strinse dolcemente tra le sue.

 

- Faresti meglio a dormire - le fece notare 009 con un sussurro. - Il dottore dice che non devi fare sforzi per il momento e…
- Ho sentito tutto - lo interruppe lei, guardandolo seriamente.

 

Joe ammutolì.

 

- Françoise - cominciò, dopo una lunga pausa di silenzio. - Non sei obbligata a farlo, davvero, vedrai che troveremo un’altra soluzione!
- Sai bene anche tu che non è così: non possiamo aspettare che 001 si svegli, e solo io posso tentare di localizzare quello squalo prima possibile!

- Ma può essere pericoloso - le fece notare subito l’altro. - Hai sentito cos’ha detto il professore, no? Con quello che hai subito oggi, se cercassi di mettere a fuoco qualcosa adesso, potresti rimanere traumatizzata in modo permanente!
- Non abbiamo scelta, lo hai detto anche tu!
- Sì, ma non a prezzo della tua incolumità - tagliò corto 009. - Se ti dovesse succedere qualcosa, io… Françoise, io non

 

003 avvertì tutta l’ansia e la preoccupazione del compagno, dal modo in cui questi le teneva la mano. Era preoccupato per lei, lo sapeva benissimo, ma il dovere di un Cyborg veniva prima di tutto il resto. Anche se aveva appena sfiorato la morte, in acqua con quell’orribile mostro meccanico, lei era l’unica in grado di fare qualcosa.

 

- Joe - cominciò. - Quello squalo è una minaccia per tutti, per il mondo intero; non possiamo permettergli di fare altre vittime!
- Françoise, io non voglio perderti - scattò dunque 009, inorridito al solo pensiero. - Non voglio!
- Oh, Joe…

 

Per 009 era come avere ancora davanti agli occhi quella scena terribile: le onde, lo squalo e 003 sott’acqua con la gamba ferita… L’idea che lei potesse morire, Joe ne era sicuro, avrebbe potuto annientare anche lui in quello stesso istante. Ciò che si chiedeva adesso a Françoise era di farle rivivere ancora una volta tutta la paura e l’angoscia di una morte spaventosa, vittima delle mascelle di un mostro meccanico, la morte a cui lei era andata vicino.
Troppo vicino.
Forse lei aveva abbastanza coraggio per rivivere quell’esperienza, onde mettere a fuoco ciò che i suoi sensi avevano certamente percepito a livello inconscio, ma il timore che ciò potesse nuocerle incuteva in Joe un forte senso di colpa per aver espresso a voce alta quella soluzione.

 

- Stammi vicino, Joe - disse lei sottovoce, stringendo più forte la mano del compagno. - Ho bisogno di te, ora più che mai… Ti prego!

 

Gli occhi di Françoise si riempirono di lacrime e fu allora che Joe, dimenticando per un attimo la sua timidezza, non poté fare a meno di stringerla forte a sé. Nel calore di quell’abbraccio, ora Françoise poteva sentirlo più vicino che mai: tutto l’amore, l’affetto e il senso di sicurezza che era capace di infonderle; mentre le accarezzava i capelli con una mano, e le spalle con l’altra, Joe desiderava proteggerla con tutto sé stesso; era una sensazione troppo intensa, troppo profonda per poterla esprimere a parole, ma entrambi sapevano fin troppo bene ciò che provavano l’uno per l’altra.

 

- Ti amo - sussurrò 009, sfiorandole appena la fronte con le labbra.

 

Calde lacrime sgorgarono dalle palpebre semichiuse dei due innamorati, stretti e abbracciati come se quelli fossero i loro ultimi istanti assieme. Joe la baciò più e più volte, confermandole così quanto appena detto, e nello stesso tempo le diede ancora più forza e coraggio per affrontare quella prova durissima che l’attendeva.

 

- Non ho più nulla da temere, adesso!

 

( continua )

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Capitolo 4
*** Quarta Parte ***


- Pensaci bene, ragazza mia!

 

Il professore ammonì più volte 003, prima di sottoporla all’amplificatore del pensiero, tuttavia quest’ultima sembrava più che mai determinata a procedere. Sapeva dei rischi che correva, nel mettere a fuoco i dettagli dell’aggressione da parte di quello squalo, ma non c’erano alternative.

 

- Non si preoccupi, professore - esclamò. - Sono consapevole di quello che faccio, e sono pronta a rischiare!
- Ti prego, cerca di ragionare - ribatté Gillmore, con la stessa apprensione di un padre preoccupato per la propria figlia. - L’amplificatore non ti permetterà solo di rivedere e distinguere i dettagli dello squalo, ma aumenterà anche in modo esponenziale il dolore e la paura che hai provato al momento dell’aggressione; se qualcosa nella tua mente dovesse cedere, un’immagine o un’emozione troppo forte per le tue difese, le probabilità che tu riesca a sopravvivere sono pochissime!

 

Françoise strinse forte la mano di Joe.
Anche lui avrebbe preferito risparmiarle questo rischio, su questo non c’era dubbio, ma conosceva anche le ragioni che la spingevano. L’unica traccia che poteva permettere ai Cyborg di rintracciare lo squalo era nella sua mente: 003 lo aveva visto, anche se non a livello cosciente, e i suoi sensi di cyborg avevano sicuramente registrato qualcosa che avrebbe consentito ai suoi compagni di individuare il prossimo obiettivo dello squalo e del suo manovratore.
Con la setta dei Fantasmi Neri fuori causa, neppure Isaac Gillmore riusciva ad immaginare il nome di qualcun altro a conoscenza del segreto. Trovare Thunderdies era imperativo, prima che il misterioso nemico decidesse di utilizzarlo come arma di distruzione vera e propria. Senza dubbio l’attacco a 003 era stato un semplice avvertimento, ma il rischio per l’intero pianeta era troppo grande per poter perdere tempo in scrupoli…

 

- Mi lasci tentare, professore - esclamò lei decisa. - La prego!

 

Gillmore si strinse dolorosamente nelle spalle e chinò il capo.

 

- Va bene - rispose rassegnato. - Comincerò col monitorare il diagramma delle tue onde cerebrali ma, se i valori dovessero scendere sotto il livello di guardia, interromperemo tutto all’istante!

 

Joe esitò ma, prima che potesse dire qualcosa, Françoise posò entrambe le mani sulla sua e gli rivolse un sorriso speranzoso.

 

- Non temere - sussurrò. - Non mi accadrà nulla, se ci sarai tu a farmi coraggio!
- Françoise - esalò appena l’altro. - Ti prego, sii prudente!

 

003 annuì.
L’ultima volta che aveva visto usare l’amplificatore, quando 001 si occupò di identificare i tre gemelli tibetani a capo del Fantasma Nero, gli effetti erano stati quasi devastanti per il povero Ivan. 003 non possedeva certo le difese cerebrali del piccolo Cyborg, e il rischio era senza dubbio maggiore per lei, ma ugualmente doveva sforzarsi di affrontare le sue paure per ricordare ciò che i suoi occhi e la sua mente avevano percepito del terribile squalo meccanico.
Una volta che lei ebbe indossato il casco, il professore attivò la macchina malvolentieri.

 

- Ascoltami attentamente, Françoise - fece la voce del professore, attutita dal cristallo di vetro che separava lui e 009 dalla stanza dell’amplificatore. - Devi ripercorrere tutto quello che i tuoi occhi hanno visto, a partire dal momento in cui lo squalo è venuto verso di te: focalizza le immagini, cercando il più possibile di dominare la tua paura, e ricorda che tutto ciò che stai per rivivere è già successo!
- Va bene, professore - rispose Françoise.

 

Subito nella mente di Françoise cominciarono a scorrere le immagini precedenti ciò che aveva vissuto: rivide sé stessa mentre nuotava, sentì il calore del sole e il freddo dell’acqua sulla pelle, e Joe era poco dietro di lei che muoveva le braccia per raggiungerla…
Poi di nuovo quel momento!
Le onde cerebrali di 003 ebbero un’alterazione improvvisa.

Il professor Gillmore e 009 fissarono preoccupati prima il diagramma sul monitor e poi di nuovo lei alle prese con l’amplificatore. Françoise aveva la fronte imperlata di sudore e l’espressione dolorosa sul volto, segno che i ricordi stavano turbando seriamente il suo sistema nervoso, tuttavia cercò in tutti i modi di dominare la propria paura.
Una scura ombra gigantesca sfrecciò dritta sotto di lei, sollevando l’acqua con violenti spruzzi biancastri, e Françoise rivide chiaramente l’orribile muso triangolare con la bocca spalancata e irta di denti aguzzi.
Un brivido scese lungo la sua spina dorsale, irrigidendola sulla sedia, e dalla sua bocca uscì un gemito soffocato.

 

- Françoise - esclamò 009, poggiando entrambe le mani contro il vetro. - Dottore, spenga la macchina… La spenga, per l’amor del cielo!
- Cerca di calmarti - rispose Gillmore, lo sguardo fisso sulle apparecchiature. - E’ normale che reagisca così: lo spavento è stato forte, ma al momento è tutto sotto controllo; dobbiamo aspettare e confidare in lei, è una ragazza in gamba e sono sicuro che ce la farà!

 

Intanto gli impulsi nervosi di 003 registrarono nuovamente il dolore alla gamba, così come era stata ferita dalla pinna dorsale e dalla pelle ruvida dell’animale. Françoise credeva di essere sul punto di svenire ma si sforzò ugualmente di resistere, aggrappandosi all’unico punto sicuro sullo schermo della sua mente.

 

- Joe

 

La paura era forte.
La paura di morire, divorata orribilmente dalle fauci di quel mostro meccanico, ma Françoise era consapevole che le immagini amplificate non potevano mutare: tutto questo era già accaduto, ed era stato 009 a salvarla; per quanto fosse ancora vivo in lei il terrore e l’angoscia per ciò che aveva provato, adesso era nuovamente in grado di dominarsi e soffermare la sua attenzione sui particolari.

 

- Devo concentrarmi - si ripeté mentalmente. - Posso farcela… Devo!

 

Ora 003 stava tornando al momento in cui la testa dello squalo incrociò il suo sguardo terrorizzato.
In quel momento la paura aveva bloccato le sue capacità di intendere e di connettere, ma i suoi sviluppatissimi sensi della vista e dell’udito avevano registrato ciò che ora stava cercando faticosamente di isolare da tutto il resto.
Con i raggi x, poteva infatti vedere benissimo la fitta rete di circuiti dentro la testa dell’animale: questi erano attraversati da innumerevoli impulsi luminosi, segno che qualcuno gli trasmetteva l’ordine di attaccare, e il cervello non era altro che una forma ridotta e primitiva di decodificatore; a differenza della sua specie naturale, lo Squalo-Cyborg non seguiva il proprio istinto bensì puntava verso bersagli trasmessi al suo cervello tramite onde elettromagnetiche di controllo; i raggi disintegratori degli occhi erano situati poco sotto due microtelecamere, al fine di controllare i suoi movimenti a distanza, e il tutto funzionava grazie al dispositivo atomico posto nella pancia.
Gli impulsi trasmessi al cervello dello squalo riecheggiavano adesso nella testa di 003. Sott’acqua i suoni erano amplificati e, facendo un enorme sforzo di concentrazione, Françoise poteva quasi riconoscervi un codice simile all’alfabeto Morse.
Di nuovo l’ombra del mostro sopra di lei sulla superficie!
003 aveva perso quasi completamente i sensi in quel momento, di conseguenza anche il messaggio captato era poco più di un frammento. Tuttavia le poche lettere che era riuscita a cogliere, poco prima che lo squalo cambiasse improvvisamente rotta, sembravano formare qualcosa.

 

- T-L-A-N-T…

 

Anche il professore e 009 cercarono di ricostruire parte del messaggio ma, nel mettere insieme alcune parole di senso compiuto, Gillmore sbarrò gli occhi terrorizzato.

 

- Non ci posso credere - esclamò con un filo di voce. - Una base americana situata nel mezzo dell’Oceano Atlantico… E il folle che comanda lo squalo ha inteso spedirlo proprio laggiù, con l’ordine di distruggere l’apparato di lancio dei missili che stanno costruendo!
- Aaahhh !!!

 

L’urlo di dolore di 003 indicava che ormai aveva raggiunto il suo limite di resistenza.
Senza perdere tempo, il professore spense immediatamente l’amplificatore e 009 si fiondò nella stanza per aiutarla. Françoise respirava a fatica ma, come ebbe aperto gli occhi, Joe sembrò sollevato.

 

- Françoise - disse. - Come ti senti, va tutto bene?
- Credo… Credo di sì - mormorò lei appena. - Siete riusciti a scoprire qualcosa?

 

009 sorrise e la rassicurò con un cenno del capo.

 

- Sappiamo dov’è diretto lo squalo - rispose. - Ed è tutto merito tuo!

 

Gli occhi di 003 si illuminarono di gioia.
Fu il professore che ricordò ad entrambi la gravità della situazione.

 

- Non c’è tempo da perdere - esclamò. - Avvertiamo subito gli altri e prepariamo il Delphin II a partire!

 

***

 

Il tempo di salire a bordo dello speciale aereo/sommergibile, i Cyborg inserirono le coordinate e lanciarono il veicolo alla massima velocità. Il Delphin II uscì fuori dall’hangar subacqueo posto sotto la base mobile e puntò dritto verso il punto indicato: la base missilistica di Woderphour, dove le autorità americane stavano mettendo a punto delle nuove testate nucleari.
Il professore sarebbe rimasto a prendersi cura di 001, mentre 009 e gli altri avrebbero inseguito Thunderdies per distruggerlo e scongiurare così una catastrofe di enormi proporzioni. Tuttavia c’era qualcosa che non quadrava e, riflettendoci sopra, 004 non poté fare a meno di esprimere ad alta voce i suoi dubbi.

 

- E’ strano - esclamò. - Se colui che controlla lo squalo ha in mente di distruggere bersagli nucleari, perché mai lo avrebbe indirizzato contro di noi solo per metterci in allarme?
- Ha ragione Albert - osservò 002. - Non ha molto senso, a meno che non faccia parte di una trappola!
"Prendi l'aspetto del fiore innocente, ma sii il serpente sotto di esso!" - sospirò Bretagna, citando il celebre passo del MacBeth di Shakespeare.
- Purtroppo dobbiamo correre il rischio - tagliò corto 009. - Anche se si dovesse trattare di una trappola, il nostro compito è fermare quello squalo ad ogni costo!

 

 

( continua )

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Capitolo 5
*** Quinta Parte ***


OCEANO ATLANTICO MERIDIONALE

- Ormai, dovremmo essere vicini - esclamò Jet, nel mentre che il Delphin II stava sorvolando l'enorme distesa d'acqua salata. - Secondo le coordinate, la base dov'è diretta quella bestiaccia si trova a circa dieci chilometri di distanza!
- Mantieni la rotta - rispose serio 009, puntando fisso lo sguardo sugli strumenti e le varie apparecchiature di bordo.

Secondo le informazioni del dottor Gilmore, gli americani avevano impiantato delle rampe di lancio subacquee a cinquecento piedi di profondità. Tali missili erano progettati con delle testate al plutonio, in grado di contaminare almeno due terzi della fauna acquatica mondiale, e Thunderdies stava puntando dritto verso la base locale ove erano situati i comandi di controllo.
La base era una grande piattaforma galleggiante, di aspetto simile ad una di quelle strutture per le trivellazioni petrolifere, e ovviamente era stata mimetizzata apposta dalle autorità competenti per motivi di sicurezza internazionale.
Senza dubbio, colui che aveva riattivato lo squalo-cyborg doveva sapere dell'obiettivo nei minimi dettagli... ma il mistero era e restava comunque il "perché", visto che si trattava di un immane genocìdio ambientale.

- Eccolo - gridò Joe, vedendo comparire il segnale sul sonar. - Immersione rapida: dobbiamo intercettarlo, prima che vada a schiantarsi contro la base!
- Ricevuto!

Senza farselo ripetere, Jet spinse avanti la cloche e il Delphin II scomparve come una freccia sotto il pelo dell'acqua. Schizzando poi alla velocità massima, grazie alla potente spinta degli speciali propulsori anfibi, l'apparecchio si mise alle calcagna dello squalo.
Thunderdies era proprio davanti a loro, la sagoma inconfondibile rivolta verso i piloni sommersi della base, e stava filando come un vero e proprio siluro inarrestabile.

- Attivare l'artiglierìa - ordinò 009, prendendo posto personalmente al controllo dei potenti cannoni laser con cui il veicolo era equipaggiato. - Fuoco!

I fasci di energia elettromagnetica colpirono con precisione il bersaglio ma, rimbalzando contro la sua corazza protettiva, lasciarono l'animale illeso e libero di continuare la sua nuotata mortale.

- Maledetta bestiaccia - imprecò 006. - Se lo prendo, giuro che lo trasformo in una zuppa di pesce e bulloni con uova e limone!
- Bleah - scattò subito Bretagna con una smorfia. - Ehi, Chang... vuoi farmi vomitare, per caso?
- Fatela finita, voi due - ruggì Jet rabbiosamente.
- Non si ferma - sibilò 009 tra i denti. - Pyunma, vieni con me, dobbiamo distogliere la sua attenzione dalla base!

E così, seguito a breve distanza dalle capacità subacquee di 008, Joe salì sull'apposita scialuppa d'assalto e guadagnò gli ultimi metri di distanza tra lui e la creatura. Thunderdies non intendeva fermarsi ma, proprio come in una delle sue corse all'ultimo respiro, Joe lo sorpassò con uno scatto fulmineo e gli tagliò la strada stringendolo sul fianco metallico.
Lo squalo non gradì affatto l'interferenza e, mandando sinistri bagliori dagli occhi, cercò di azzannare la scialuppa subacquea di 009. Pyunma cercò di sparargli, concentrando il sottile fascio di laser lungo le branchie, ma inutilmente.

- Ha una resistenza incredibile - osservò attònito. - Stai attento, 009, cerca di evitarlo!

Frattanto Jet e gli altri mandarono avanti il Delphin II, onde dare manforte ai loro compagni.
Una volta indossati gli speciali scafandri di protezione, 002 e 004 uscirono in acqua per unirsi a 008 nella controffensiva. Albert indirizzò i suoi colpi alla base della coda, cercando di privarlo quantomeno della capacità di nuotare, mentre Jet spinse al massimo i propulsori per tentare di sottrarre Joe ai denti di quella belva scatenata.
Purtroppo la scialuppa era stata letteralmente sventrata a metà, costringendo 009 ad uscire per evitare un morso che rischiò quasi di troncargli il busto allo stesso modo.

- Dannato mostro - fece Joe, constatando come il suo acceleratore fosse palesemente inutile, con l'acqua che limitava i suoi movimenti.

Thunderdies ignorò Jet e gli altri e, sferzandoli violentemente con un colpo di pinna, tornò subito ad occuparsi dei movimenti spasmòdici e oltremodo difficili del povero 009.
Ora Joe poteva chiaramente vedere lo stesso muso triangolare che aveva quasi rischiato di uccidere Françoise. Subito sentì rimontargli in corpo una tale rabbia che, pur non potendo muoversi come voleva, gli infiammò l'animo col desiderio di vendetta.
Joe concentrò tutta la forza possibile nel braccio, aspettando il momento buono per conficcare un pugno lacerante nelle lamiere, ma non aveva tenuto conto della forza e dela rapidità di movimenti dell'altro.
Thunderdies era stato progettato come una sorta di carro armato sottomarino e, senza smentire sé stesso, si avventò su 009 come un vero squalo gigante. Il pugno del coraggioso cyborg mancò il suo obiettivo, frenato soprattutto dalla resistenza dell'elemento liquido, e la creatura spalancò le immense fauci davanti alla sua espressione sconvolta.
Jet e gli altri non poterono fare altro che assistere alla scena impotenti.
L'ultima cosa che Joe percepì, prima di scomparire inghiottito dalla bocca del mostro, fu un terrore angoscioso pari a quello che aveva provato Françoise nel ricostruire mentalmente la dinamica dell'aggressione...
Dopodiché, tutto il suo mondo si fece buio!

 

 

( continua )

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