Everything changed - Tutto è cambiato

di Chiara_1D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Take me away ***
Capitolo 2: *** Remember When ***



Capitolo 1
*** Take me away ***


16 giugno,ore 12.00:

vengo svegliata da un messaggio sul cellulare:

“Ally scusami, oggi non posso accompagnarti.”

bene,mi toccherà andare a piedi, ecco un altra amica che sparisce al momento del bisogno.

che il giorno più brutto della mia vita abbia inizio.

 

Inizio a prepararmi, metto la musica a palla, sperando che superi il rumore dei miei pensieri, ma niente, continuano a rimbombarmi nella testa; paura,ansia,rabbia...

avete presente quel detto “sperando per il meglio e aspettandosi il peggio”?

Ecco,io mi stavo preparando al peggio, visto che non volevo farmi false speranze.

 

Mi trucco più del solito per nascondere agli altri la mia espressione preoccupata, metto un jeans e una canottiera, oggi fa più caldo del solito.

 

Spengo il cellulare e lo metto in tasca,un ultima occhiata allo specchio ed esco di casa.

Come al solito cammino a testa bassa, scendendo le scale velocemente.

 

Prima di avviarmi mi fermo al bar e prendo una bottiglietta d'acqua, mi aspettavano 20 minuti di camminata sotto il sole accecante di metà giugno,sai che caldo!

 

Esco dal bar, e chi mi ritrovo davanti?!

Josh .

Era da solo, sul suo motorino blu mezzo rotto, appena mi vede accenna un saluto, sorride.

-non parliamo da più di 4 mesi, sembriamo due conoscenti, eppure tra me e lui sono successe tante di quelle cose...- scaccio tutti questi ricordi dalla mente, sospiro ed inizio a camminare.

Dopo nemmeno 5 passi, sento la sua voce da dietro:

“Allyson, vuoi un passaggio?!”

mi giro, vedo Josh che mette in moto il motorino e mi sorride.

“magari grazie,sto andando..”

“a scuola a vedere i quadri d'ammissione”

“come fai a saperlo?”

“te lo si legge in faccia,si vede che hai paura.”

 

Mi metto dietro di lui,il suo profumo è rimasto lo stesso di pochi mesi fa, non riesco ancora a capire il motivo per cui negli ultimi tempi ci siamo così tanto allontanati, forse è perché sono cambiata forse è per colpa degli amici, non lo so, non mi interessa, nella mia mente ci sono fin troppe preoccupazioni.

 

Arriviamo.

Scendo dal motorino, sto tremando, ho paura.

“ti prego accompagnami, non ce la faccio ad andare da sola”

-stupida stupida stupida, perché hai detto quelle cose?-

“certo”-risposta inaspettata.-

mi stringe la mano, mi sorride, “dai forza, andiamo!”

 

ci sono centinaia di fogli, da lontano sembrano tutti bianchi, più ti avvicini, più capisci di cosa si tratta.

Classi prime,classi seconde classi terze CLASSI QUARTE.

Cerco la mia sezione, eccola li.

Con la mano tremante cerco tra le persone il mio nome, ammessa, non ammessa, ammessa ammessa ammessa...

NON AMMESSA. Il mondo mi cade addosso, non mi sento più le gambe, la mia mente è in oblio, il mio cuore ha smesso di battere per un istante.

Josh non sa che dirmi, mi mette una mano sulla spalla, ci allontaniamo da quei fottuti fogli, ritorniamo davanti il suo motorino.

“Me lo aspettavo, ma non pensavo ci si sentisse così.”

“così come?”

“così delusi.”

mi abbraccia.

Il cuore che sembrava essersi fermato ricomincia a battere, ma sono ancora in tilt,sento dentro di me una ferita troppo grande, che nessun abbraccio riuscirebbe a guarire.

“posso fare qualcosa, per farti sentire meglio?”

“Si Josh, portami via da qui, portami al mare.”

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Capitolo 2
*** Remember When ***


Capitolo 2:
”Remember When.”
 
Mi porta al mare, facciamo una passeggiata sulla spiaggia,inizio a calmarmi ma ogni tanto, senza che me ne accorga, mi scende una lacrima,cerco di non farci caso.
 
“Perché sei sparito?perché da un giorno all'altro sei cambiato e non mi hai parlato più?”
interrompo quello strano silenzio con quella domanda che volevo fargli da tempo.
Josh si irrigidisce, fa un respiro profondo e con un tono di voce calmo, quasi come lo volesse sussurrare, mi dice:
“La verità è che era tutta una scommessa, ti stavo solo prendendo in giro, tutte le cose che ti ho detto non erano vere, ma dovevo prendere una posizione nel gruppo, e mi avrebbero accettato tra loro solo se...”
 
“solo se mi fossi innamorata di te, ovvio, e appena mi è successo sei sparito.”
-volevo piangere ma avevo consumato tutte la mie lacrime, volevo urlare ma non sarebbe servito a niente, dopo quelle parole mi sentivo un oggetto, una stupida barbie usata e poi buttata.-
Josh abbassa lo sguardo;
“mi dispiace, comunque io mi stavo...”
non gli lascio finire la frase, non volevo sentire altre cose che mi avrebbero potuto far soffrire
“fatto sta che sono passati tanti mesi, non provo più niente per te ormai,puoi stare tranquillo
ora riportami a casa, e scusa se ti ho disturbato”
mi alzo di scatto e mi sistemo i capelli, si alza anche lui senza dire niente.
 
Silenzio, stupido e doloroso silenzio.
Sarei dovuta essere arrabbiata, ma ero solo ferita e delusa, non riuscivo a provare rabbia verso di lui, solo una delusione immensa. 
 
Mi riporta sotto casa, scendo dal motorino e mi levo il casco.
“grazie.” me ne sto per andare quando sento prendermi la mano, -mi giro-
“amici?”
sorrido, nascondendo il dolore di quella domanda
“certo”.
Si erano fatte le 18 e 30, decido di non andare ancora a casa, vado al parco e mi siedo su una panchina,mi metto a pensare a Josh;
 
Eravamo così legati, lo amavo ogni giorno di più, ogni giorno lo conoscevo meglio, fino ad innamorarmi anche dei suoi difetti. La prima volta che l'ho visto ho capito che non lo avrei dimenticato facilmente, non solo per quegli occhi che rimangono impressi nella mente, 
ma perché quel giorno, quel venerdì pomeriggio di fine primavera, 
in quei pochi secondi, dove i nostri sguardi si incrociarono per la prima volta,
ho provato cose dentro di me che non avevo mai sentito prima, sensazioni indescrivibili.
Quanti ricordi di me e lui, ancora non riesco a credere che abbia finto tutto questo tempo, chissà se ricorderà quelle cose che non dimenticherò mai.
 
Si era fatta praticamente sera, erano le 20 circa, decisi di ritornare a casa, prima o poi avrei dovuto affrontare mia madre. Ma non era lei che mi preoccupava, più che altro era mio zio.
E infatti appena suonai al campanello di casa mi ritrovai davanti mio zio e dietro di lui mia madre e mia nonna.
Non feci in tempo a fare un altro passo che mi riempirono di domande, dove ero stata tutto questo tempo,con chi e se ero stata ammessa.
 
Feci un respiro profondo e con un filo di voce dissi: “mi hanno bocciata,mi dispiace.”
Zio mi tirò due schiaffi, mamma iniziò a piangere e nonna abbassò lo sguardo, li avevo delusi, avevo deluso loro e me stessa, mi sentivo una merda.
 
Zio mi stava urlando contro, diceva che ero una deficiente senza cervello, ero la vergogna della famiglia. E non potevo dargli torto, tutti imprenditori, avvocati e laureati a partire dal mio bis nonno mi sembra. E concluse con la frase che mi fece più male, ancora la sento rimbombare nelle orecchie: “farai la fine di tuo padre”.
 
Eccomi chiusa in camera mia, che piango, urlo, strappo foto e pagine di libri.
non riesco a calmarmi.
Mi sdraio sul letto e fisso il soffitto, penso a mio padre, non ho molti ricordi di lui; l'ultima volta l'ho visto circa sei anni fa, mi manca molto, ma non posso dirlo a nessuno.
 
Mamma ha scoperto che si drogava e lo ha cacciato di casa, ricordo di averlo visto fare le valigie piangendo e ricordo anche le ultime parole che mi disse: “Papà non può restare qui piccola, devo andare via, ma ti giuro che se un giorno starò bene e sarò guarito tornerò,perdonami.” 
non lo odio per quello che ha fatto e che forse fa ancora, la droga è una brutta dipendenza e se un giorno riuscirà ad uscirne sono felice per lui.
 
Mio zio ha preso il posto di mio padre, ma è sempre stato molto severo, non mi ha mai dato un abbraccio e non mi ha mai detto ti voglio bene. Solo schiaffi quando facevo qualcosa di sbagliato.
 
Non ne posso più, troppi pensieri per la testa che non riesco a gestire, no adesso basta, questi ricordi mi stanno facendo troppo male.
 
Con la vista annebbiata dalle lacrime apro il cassetto della scrivania e prendo la prima cosa che mi capita tra le mani, una forbicina per unghie. Per un attimo pensai “forse il dolore fisico può mettere a tacere i miei pensieri” iniziai a farmi dei graffi sulle braccia ed a ogni taglio pensai (anche se volevo urlarlo)
 -rivoglio mio papà,voglio una vita normale come tutti gli altri,voglio andare via e ricominciare tutto da capo.- 

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