Past and Future

di Loris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Turn The Page ***
Capitolo 2: *** You Break My Heart ***
Capitolo 3: *** Meet Again ***



Capitolo 1
*** Turn The Page ***


                                                         
Derek credeva sul serio che se avessimo passato qualche mese lontano da tutto e da tutti, sarei riuscita a dimenticare quell'incidente che mi aveva portato via tutto ciò che rimaneva della mia famiglia. Vivendo qui, in questa casa sul mare, sembrava che stessi vivendo la vita di qualcun'altro e non la mia. Passavo le notti a pensare e a ripensare perché quando la mia vita, una volta tanto, stava procedendo per il verso giusto, qualcosa o qualcuno era pronto a distruggerla, facendola tornare orrenda e dura da sopportare come sempre. Da molti poteva semplicemente essere definita "la vita"  ma se questa era vita beh avrei preferito chiudere gli occhi adesso e smettere di lottare per tutto. Ormai erano mesi che cercavo di mascherare il tremendo dolore che mi divorava ma non solo il dolore mi stava distruggendo, ma anche il pensiero che sarei potuta essere una sorella migliore, l'avevo lasciata andare senza prima farle sapere quanto per me fosse importante e quanto bene le volessi. Ma dovevo andare avanti per mia figlia e per mio marito, dovevo farmi forza ed andare avanti con la mia vita. 

Abituata ad alzarmi presto per via del mio faticoso ma gratificante lavoro, anche lì nella casa sul mare mi svegliavo presto, a volte le cinque altre volte le sei. Era la solita mattinata e come ogni mattina ormai da qualche tempo uscivo fuori in veranda ad ammirare l'alba con ancora i capelli in disordine e la sola vestaglia indosso, quel sole così lucente e così radioso mi ricordava molto il suo sorriso. Mi ero accorta che da un pò di tempo non riuscivo più a ridere o meglio non riuscivo più a ridere sul serio. Cercavo di non mostrare il mio dolore a Zola, ma sicuramente in questo ultimo mese non mi sarei di certo aspettata di ricevere il premio "migliore madre del mese". Odiavo il fatto che dovessi fingere che tutto stesse andando bene anche senza di lei, che la mia vita stesse proseguendo alla grande, quando in realtà mi mancava qualcosa, mi mancava forse la persona che tra altri bassi era una delle più importanti per me. Lì nella foresta quando accadde ciò che accadde non mi resi conto a primo impatto di cosa diamine fosse successo, del fatto che non l'avrei mai più rivista ne in ospedale o in casa oppure in qualsiasi altra parte.

Mentre ero davanti ai fornelli e preparavo un buon caffè che mi avrebbe fatto cominciare la giornata col verso giusto, udii dei passi avvicinarsi sempre più, era sicuramente Derek e socchiudendo qualche istante gli occhi, mi sforzai di mostrargli un bel sorriso per non farlo preoccupare. Negli ultimi tempi aveva fin troppi problemi a cui pensare ...
-Buongiorno- terminai voltandomi lentamente verso di lui, guardando la sua figura ancora in pigiama. Almeno qualcosa della mia vita era rimasta uguale, mio marito. Anche se con una particolarità che lo rendeva in qualche modo più virile: una fasciatura molto spessa alla mano destra. -Come al solito la prima ad alzarsi ...- commentò lui sorridendo, mentre lentamente si avvicinava al tavolo della cucina. Si sedette mentre poggiando i gomiti sul tavolo mi ricordò. -Oggi ... devo fare fisioterapia, spero non te ne sia dimenticata..- mi informò con una minima dose di entusiasmo. -Certo.- proseguii -... porterò con noi anche Zola, dopotutto non mi va di lasciarla ad un'estranea ...- dissi infine, sospirando, ripensavo a quando Zola rimaneva a casa con la persona che adesso non era qui con me e non lo sarebbe stata più. -..Ti capisco.- disse Derek continuando -Ma allora?! Questo caffè?- cercava di farmi sorridere anche se neanche Zola riusciva più a farlo ormai da tempo, neanche mia figlia riusciva a rendermi felice. Fingendo un sorriso, mi avvicinai al tavolo con due tazze piene di caffè, ma mi fermaì all'improvviso, rimanendo di sasso. Non so cosa fosse successo al mio interno ma il finto sorriso sul mio volto scomparì all'istante, come se non ci fosse mai stato. Sospirai più volte posando le tazze velocemente sul lavello e così cominciai a parlare a sfogarmi, seppure il mio tono di voce fosse titubante. -Non riesco. Non riesco Derek .. Giuro, sto cercando di reprimere tutto questo dolore... che .. che .. mi sta divorando, ma non riesco più a fingere che tutto vada bene, ma non riesco più a vivere la mia vita ... Non riesco più a fare nulla, non riesco più a mangiare .. a dormire serenamente, non riesco più a pensare ad un futuro ... Derek ti prego, aiutami ... mia sorella è morta e non credo di esserle stata abbastanza accanto .. non .. non credo di essere stata una brava sorella e ciò mi .. mi .. Era fatta, avevo vuotato il sacco, dopo alcune settimane che questo ridicolissimo teatrino aveva preso vita cioè dal suo funerale. Portaì le mani al volto piegandomi in due, mentre sedendomi sul pavimento pulito e lucidato lasciai che la mia schiena scivolasse sul mobile nuovo della cucina. Cominciai a piangere, tantissime lacrime salate mi rigavano il volto, con violenza e senza sosta. La sedia su cui era seduto Derek venne quasi sbalzata via. Percepii subito le braccia di Derek attorno a me. Da sempre mi sentivo protetta dalle sue braccia, al sicuro da ogni male, ma questa volta sembrava che nulla potesse placare il mio dolore. Era difficile da accettare, speravo con tutto il cuore che un giorno sarei potuta tornare ad essere la solita Meredith di sempre, ma non ne ero tanto sicura .. almeno in quel momento, non lo ero. -Andrà tutto bene, vedrai .. insieme riusciremo ad uscirne .. sei stata un'ottima sorella e lei lo sapeva, sapeva quanto le volevi bene .. lo sapeva..- le parole di Derek non riuscirono del tutto a placare il mio ininterminabile pianto. Scostando le tue mani dal volto, guardai per un secondo gli occhi di ghiaccio di Derek, lucidi e colmi di lacrime. Portai poi le mie braccia attorno al suo collo, lo strinsi a me più forte che potevo ricominciando a piangere e a singhiozzare. In quel momento riuscii soltanto ad esclamare una parola composta da cinque lettere, ricche di sentimento ma anche di amarezza. -Lexie ... Lexie ...- Ripetevo più volte, mi sembrava di non aver fatto abbastanza per lei e non avrei mai potuto avere una seconda possibilità, mai, per farle capire quanto davvero fosse importante per me ...
 
 
Please tell Meredith I love her and that she is a good sister ... [Alexandra "Lexie" Caroline Grey]
 
 
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Ed eccoci qui, dopo questa "celebre" citazione di Lexie siamo alla fine di questo prima capitolo (di una lunga serie, si spera xD) della mia primissima FanFiction. Mi auguro con tutto il cuore che vi sia piaciuta e che continuerete a seguirmi
p.s. recensionatemi!

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Capitolo 2
*** You Break My Heart ***


                                                                            
Non mi sarei mai immaginata di ritrovarmi seduta a questo dannato tavolo. Di fronte a me c'era Owen, e insieme discutevamo sul divorzio, e proprio di fianco a noi c'erano i nostri avvocati. Lui non era affatto d'accordo, mentre io ero sicura della mia scelta, desideravo andare via da SEATTLE, senza lasciare alcun conto in sospeso. Ma sembrava che la mia guerra durata ormai tre settimane, non avesse dato frutti. Mancavano esattamente due fottutissimi giorni e sarei andata via da qui. Via da Seattle che non aveva fatto altro che causarmi problemi. Avevo conosciuto l'amore della mia vita, se così lo si poteva definire e mi aveva piantato in asso sull'altare senza un motivo valido. E quando incontrai Owen, oh quando incontrai lui pensavo sul serio che saremmo rimasti insieme fino alla fine, c'era qualcosa tra noi due, che ancora adesso non riesco a capire cosa fosse .. semplice chimica o altro? Non lo sapevo. Seppure mia madre non fosse la persona più adatta per dare consigli, sin da bambina mi ripeteva sempre di rimanere con i piedi per terra e che "Nulla durava per sempre, e dovevo ficcarmelo bene in testa." Ero sempre stata un tipo molto cinico e sopratutto testardo e molto egocentrico. Stando qui ero cambiata e non sapevo se fosse una cosa positiva oppure no, speravo solo che non mi recasse alcun problema con il mio lavoro. La mia vita sentimentale somigliava ad un'enorme ciclone, era tutto così confuso. Non sapevo bene cosa avrei fatto col mio matrimonio, una volta che mi sarei trasferita. Avevo solo voglia di cambiare aria, di gettarmi tutto alle spalle e realizzarmi come chirurgo. Stavo piegando gli ultimi indumenti in valigia, quando Owen salì le scale di casa. Era da un pò di tempo ormai che non avevamo più una vita di coppia, lui dormiva sul divano mentre io nel letto matrimoniale. Il motivo era che desiderava ardentemente un bambino mentre io per niente .... Forse avevo sbagliato io, a non mettere fin da subito le cose in chiaro: niente figli. Desideravo con tutto il cuore che riuscisse a capire che, almeno per il momento, l'unica cosa alla quale volevo dare attenzioni era al mio lavoro. Ad un passo dal mio sogno, non potevo fermarmi a preparare crostate alla marmellata o chissà quale altre dolce da mammina, non ero così e non lo sarei mai stata. Senza rivolgergli alcuno sguardo, facendo quasi finta che non avesse percorso quelle scale, continuai a sistemare le ultime cose fondamentali per il mio trasferimento. 
Sapevo che avevo fatto una cosa molto azzardata, ma sopratutto poteva essere definita, una vera e propria cattiveria. Prima dell'incidente aereo entrambi avevamo passato l'ultima notte insieme, prima del mio trasferimento. Non avrei potuto fermarmi davanti a quella porta, di quella saletta privata così buia e priva di rumori. Avevo bisogno di lui, per l'ultima volta. Desideravo che mi baciasse come solo lui sapeva fare, guardandomi dritta negli occhi, scrutandomi l'anima. Quella fu una delle notti più belle e indimenticabili della mia vita, ma mi ripromisi che non sarebbe mai più accaduto. Amavo ancora Owen e lui amava ancora me, ma dopo il tradimento mi sembrava che qualcosa si fosse rotto, qualcosa di davvero complicato da riparare, che avevamo deciso di rimanere in sospeso. -... h-hai fame? sai .. sono passato dal tuo ristorante cinese preferito .. e ho pensato che non avessi cenato .. così .. ti va di cenare insieme ?- mi chiese Owen, senza avvicinarsi a me. Socchiusi leggermente gli occhi, stoppando qualsiasi mio movimento. Feci un bel respiro, per rispondergli negativamente e che di certo causava più dolore a me che a lui. -Non mi sembra affatto il caso .. ti ringrazio e vorrei ricordarti che fino a pochi giorni fa, parlavamo di divorzio ..- si avvicinò di qualche passo. -Almeno .. Almeno un'ultima volta ... cena con me. Senza però mettere in mezzo questo maledetto divorzio!- mi chiese quasi implorandomi. Avevo gli occhi ricoperti da un velo trasparente e lucido, avevo così tanta voglia di piangere e gettarmi tra le sue braccia, ma non lo avrei mai fatto. -D'accordo. D'accordo. Solo per questa volta.- poggiai sul letto una delle mie camicie preferite che mi sarebbe piaciuto molto portare con me alla Mayo. Mi avvicinai alla credenza tirando fuori, qualche piatto e qualche posata. Non misi neanche la tavola o le tovagliette, non mi sembrava affatto il caso. Mi sedetti proprio di fronte a lui, mentre quest'ultimo cominciò a parlarmi.-Vedo che hai quasi completato la valigia ... ma ... parlando d'altro ... come stai? - cercò di avvicinare la sua mano destra alla mia sinistra, ma la ritiraì in men che non si dica, fingendo che dovessi pulirmi il muso. -Come vuoi che vada?! Ho perso un'amica .. e forse avrei potuto perdere .. tutti .. tutti quanti i miei amici. e desidero ardentemente divorziare dall'amore della mia vita. Quindi .. come vuoi che stia?- dissi ironicamente, mentre con un sorriso cominciai a mangiare gli spaghetti di soia, fissando il piatto pieno zeppo di quel cibo dietetico. -.. Si beh, hai ragione...- si fermò Owen, portò nervosamente la sua mano alla fronte, mentre sospirando se la massaggiava. Cominciò poi a parlare molto velocemente, senza però guardarmi in viso. -Ti prego Cristina. Ho bisogno .. ho bisogno che ci chiariamo .. io sono disposto a seguirti, anche in capo al mondo, dovunque tu voglia! Ma permettimi di seguirmi .. permettimi di far parte della tua vita ... Getta via quelle carte e ricominciamo!- buttai in un batter d'occhio il boccone giù per la gola, e scuotendo il capo da destra verso sinistra più volte, mi alzai dalla tavola indietreggiando. -No,No. Non puoi farmi questo Owen. Non ci credo, tu mi stai chiedendo di .. ricominciare?! Sciocco da parte tua .. dopo che sei andato a letto con un'altra donna, solo perché non volevo avere un bambino?! Tiriamo sempre fuori la stessa storia ... ma quando la smetterai Owen?! - Presi una breve pausa, avvicinandomi alla valigia. La sfiorai e continuai a parlare, mentre senza guardare il suo volto cercai di trovare le parole giuste per fargli capire che per quanto l'amassi, le cose tra noi due non stavano andando affatto bene e non me la sentivo di ricominciare .. adesso. Avevo bisogno di cambiare aria, di ricominciare da 0 e di dedicarmi solo ed esclusivamente a me stessa. -... Io ti amo Owen. Ti amo e continuerò a farlo .. dovunque io sia. Ma ti prego, ti scongiuro, non seguirmi. Ho bisogno di stare sola! - non appena completai la frase mi accorsi di versare alcune lacrime. Non sapevo se fossero dovute alla piccola Grey, anche se non fossimo state mai grandi amiche, mi stava simpatica e avevo sempre nutrito per lei un profondo affetto. Oppure la colpa del mio pianto fosse il mio matrimonio?! .. forse era un pò di tutto ... che avevano scaturito in me quella rottura di tubi, improvvisi. -... E no. Non ti avvicinare ... non stringermi a te, non farlo! Non ho bisogno che tu mi stringa tra le tue braccia ...- esclamai piangendo e incorciando le braccia al petto, dandogli le spalle. Sapevo che non avrebbe resistito, infatti si avvicinò a me, abbracciandomi da dietro. Le sue calde e forti braccia mi avvolsero. Cercai di respingerlo più volte senza però riuscirci. Alzando il viso, i miei occhi neri come il carbone, incontrarono i suoi, Somigliavano così tanto al cielo. E furono come una calamita per me, la quale il momento dopo ci ritrovammo l'uno sul l'altro a baciarci appassionatamente. Diamine, Cristina! Cosa ti passa per la testa?! ... Non avevo voglia di lasciarlo, ma dovevo farlo, per me stessa. Il mattino seguente, verso le cinque. Mi ritrovai per tutto il salotto a rimuginare sul dafarsi, se permettergli o meno di seguirmi. Tra qualche ora sarei dovuta partire, ma mi trovavo ancora in intimo mentre pensavo a come sarebbe stata la mia vita senza di ... lui. Decisi di scrivergli un biglietto, attaccandolo al frigorifero con una calamita, volevo che sapesse cosa mi stava attendendo. 
Presi i bagagli, e arrivai dopo qualche minuto all'aereoporto grazie ad un taxi. Salendo le scale per entrare all'interno dell'aereo, socchiudendo anche per un solo attimo gli occhi, ripercorsi la mia lunga permanenza qui a Seattle assieme a Meredith e agli altri, tra momenti dolorosi e felici... forse un giorno sarei tornata per ritrovare quelle poche persone a me care e forse avrei cercato di risanare il mio matrimonio? Al momento non sapevo darmi una risposta e preferivo rimanere il tutto con un grosso punto interrogativo. 
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Ed eccoci qui alla fine del secondo capitolo! Mi auguro con tutto il cuore che sia stato di vostro gradimento!
Cos'altro posso dirvi?! .. Cristina è un'enorme punto interrogativo, chissà come andrà finire ... Vi aspetto per il prossimo capitolo e sopratutto! seguitemi in tanti! :)
p.s. Presto conosceremo il contenuto dello SHOCKANTE bigliettino scritto dalla nostra dr. Yang al suo Owen. 

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Capitolo 3
*** Meet Again ***



                                                                         
Era stato complicato per tutti superare la morte di Lexie, anzi alcuni erano ancora tutt'ora scossi dall'accaduto. E a molti poteva sembrare che a me non fregasse un fico secco, ma in realtà non era così, io e lei Lexie avevamo avuto una storia e seppure fosse finita ancora una volta per colpa della mia ex moglie, ero ancora molto abbattuto. Cercavo spesso di chiamare Meredith di starle vicino quanto Cristina, anche se adesso era partita per la Mayo. L'incidente aereo non l'aveva fermata, aveva deciso di proseguire con la sua vita, di lasciarsi tutto alle spalle e continuare nel suo intento, quello di diventare un chirurgo famoso quanto Ellis Grey. Io ero rimasto per Meredith che non mi aveva mai abbandonato. In questo momento potevo sembrare una persona che non si preoccupava poi molto dell'amica, visto che mi trovavo nel letto della mia roulotte con una completa sconosciuta. Avevo un debole per le biondine con i capelli corti, era più forte di me. Era bella formosa e sopratutto ... nuda. Risvegliarmi accanto a quella donna mi face scappare un mio solito sorriso bastardo, anche se non mi ricordavo come ci fossimo finiti a letto la notte prima. Ogni notte ne portavo una diversa e non mi prendevo mai la briga di cambiare regolarmente le lenzuola, nessuna lo sarebbe venuto a sapere no?. Non era per me fare le faccende domestiche, le uniche cose che sapevo fare bene era il sesso e operare, per il resto facevo abbastanza schifo. Non sapevo consolare una persona come si doveva, ad esempio non ero riuscita a tirare su di morale Meredith, come nessuno d'altronde. Aveva deciso di non voler tornare neppure a lavoro, seppure tutti noi avessimo deciso di continuare con le nostre vita. Il telefonino squillo senza sosta e lessi sul display il nome della persona che mi rompeva le scatole, ero pronto a fare un bis con la biondina, ma ahimè non avevo guardato l'orario. -Alex Karev! Vieni subito qui, è il primo giorno di lavoro e già stai causando problemi, ti giuro che vengo lì e ..-- Non riuscii neanche a risponderle, odiavo quella sua voce da gallina, seppure fosse ormai una mia cara amica. Mi alzaì dal letto indossando i boxer che si trovavano sul comodino. - Ehi bella. Fuori di qui, devo andare a lavoro! E' TARDISSIMO. - Dissi alterandomi, anche se quella notte fosse stata pazzesca e io non me la ricordassi, il dovere chiamava e di certo il sesso poteva aspettare mentre bambini in fin di vita proprio no. Guardai l'ultima volta il lato B della ragazza della quale non conoscevo neanche il nome prima di recarmi in auto per raggiungere il SGMW. Avevo rifiutato la mia offerta di lavoro per seguire il mio cuore che senza indugiare mi ripeteva di rimanere al fianco di Meredith. -Ehi Kapner. La prossima volta che mi strilli all'orecchio come una gallina prima di esser sterminata, ti riporto nella tua fattoria!- dissi ridendo e lei mi rispose col suo solito fare da permalosa. -Ci sono stata due mesi Karev, ti prego, ne ho abbastanza di sterco e cibo per maiali.- Prese la cartella dei suoi pazienti e fece il giro delle stanze senza salutare ne me ne il suo "quasi" ragazzo Jackson. -Come al solito non ha preso le sue vitamine stamattina. Da quando viviamo soli, ci stiamo riavvicinando.- disse Jackson, quasi come se stesse parlando da solo. -Mi fa piacere fratello, ma ho dei pazienti quindi ti lascio.-
 Non ero emozionatissimo, eppure era il suo mio primo giorno da strutturato. Forse perché il mio pensiero ogni mattina andava a Meredith e non riuscivo con tutto me stesso ad immedesimarmi nel ruolo di strutturato, non potevo negare che quel camice blu mi rendesse ancora più sexy di quanto già non lo fossi, ma rimaneva il fatto che non riuscivo a dare il meglio di me. Feci il giro dei pazienti e dopo circa due orette mi ritrovai immerso in mille cartelle mediche da firmare e altre da compilare. Ero nell'atrio dell'ospedale a firmare qualche cartella quando dei capelli biondi e lunghi mi passarono proprio di fianco. Subito pensaì a lei, come facevo a non pensare all'amore della mia vita?! Mi voltai e incontraì il suo sguardo e non potevo credere ai miei occhi o forse, non volevo credergli. La sagoma perfetta di Izzie era per me riconoscibile tra mille, rimasi a bocca aperta e non sapevo cosa dire ne fare. Provai a tornare a respirare e a tenere ben salda la penna tra le mani prima che scivolasse dal nervosismo, mi avvicinai a lei a passi piccoli. -C-che cosa ci fai qui?- Dissi senza muovere un muscolo, fermo davanti a lei a riflettere sul perché provassi quella strana emozione nel rivederla. Mi sorrise, il suo splendido sorriso mi avvolse e mi fece rivivere momento dopo momento della nostra storia e del nostro breve e intenso matrimonio. -.. Sono qui per te. -Ho saputo cosa è successo a Meredith ... Mi ha chiamato ..Webber. Mi vuole come nuovo neurochirurgo del Seattle Grace Mercy West .. ma non so se accetterò il posto, sta a te decidere.- mi disse lei tutto d'un fiato. Neanche lei era tranquilla e rilassata, anzi forse era più nervosa di me. Non riuscivo a credere che fosse davanti a me a sorridermi come se non ci fossimo mai lasciati. Scossi il capo varie volte e sembrò quasi che fossi tornato in me. -N-non mi interessa. Puoi fare ciò che ti pare.- Senza guardarla chiusi le mie cartelle mediche e salii le scale per tornare nel mio reparto. Tornato nel mio reparto mi sedetti qualche istante su uno di quei soliti lettini messi lì tanto per quasi come se dicessero "vieni qui Alex e rifletti sulla tua schifosa vita, con comodo" .
Cosa avrei dovuto fare? Il mio cuore mi diceva di tornare da lei, di prendere casa con lei subito e di mettere su famiglia con l'unica donna che io abbia davvero amato, mentre il mio cervello temeva per me, temeva che potessi stare male ancora una volta che potesse abbandonarmi ancora una volta per delle sciocchezze come l'ultima volta. Quello che mi aveva fatto, non me lo sarei mai e dico mai aspettato e mai dimenticato da lei. Mi aveva abbandonato e me lo sarei potuto aspettare da chiunque ma non da lei, non da mia moglie. Avevamo superato enormi ostacoli insieme ma sembrò che a lei non importasse un fico secco di tutto ciò, l'unica cosa che le importava era la sua carriera. Scossi nuovamente il capo guardando l'orologio, il mio turno era finito da un pezzo e stanco com'ero avrei solamente dovuto andare a casa e farmi una doccia e mettermi a letto. Raccolsi in fretta e furia la mia roba per non dovermi scontrare ancora una volta con il volto angelico di Izzie. Prima che me ne andassi la vidi di sfuggita nella camera di una paziente sorridente come sempre con addosso il camice blu che le stava benissimo. Alla destra del camice aveva il cartellino da visitatore, ma chissà se lo sarebbe stato per molto. Tornai nella roulotte e non riuscii a prendere sonno visto che non facevo altro che pensare a lei. Mi giravo e rigiravo nel letto fino a quando non bussarono alla porta. Mi alzai indossando solo il pantalone lungo del pigiama, quella sera faceva particolarmente caldo. Quando aprii mi ritrovai Izzie davanti che non seppe resistere a sorridermi. -Abiti ancora qui .. vedo.- In un batter d'occhio le nostre labbra divennero un tutt'uno, le sua mani calde e vellutate sul mio volto facevano uno strano effetto, non ricordavo più come fosse baciare Izzie ed era davvero fantastico. Quella fu la notte più bella di tutta la mia vita fu ineguagliabile. E quando il mattino dopo fui sveglio avevo paura di aprire gli occhi, pensando che aprendoli non l'avrei trovata al mio fianco. Li aprii e al mio fianco notai subito la schiena lucida di Izzie e i suoi capelli che cadevano sulle spalle in modo leggiadro. Toccai qualche ciocca dei suoi cappelli, cominciando a baciarle la schiena. Non vedevo l'ora che si voltasse e che mi guardasse. Forse mi stavo facendo troppo prendere da lei e dal suo corpo mozzafiato e non mi rendevo più conto che Izzie non era più una persona della quale mi sarei riuscito a fidare di nuovo, così facilmente. Si voltò e sorridendomi mi augurò buongiorno. -Buongiorno. Hai fatto prima di me. Mi sarebbe piaciuto tanto prepararti una colazione coi fiocchi!- Disse lei baciandomi appassionatamente. I nostri sguardi sembravano quelli di due adolescenti tra i corridoi della loro scuola, ma ancora non si erano resi conto che non erano più degli adolescenti. Tornammo sotto le lenzuale e continuammo ciò che avevamo rimasto in sospeso la notte prima. La sveglia dopo qualche ora suonò nuovamente e saremmo dovuti andare a lavoro, sembrava ancora una volta che fossimo marito e moglie. Lei con la mia camicia del giorno prima e con solo le mutandine addosso mi fece impazzire e dovetti rivestirmi il prima possibile se non avessi voluto fare tardi nuovamente. -Il lavoro chiama! - dissi a lei per farle capire che si sarebbe dovuta rivestire e saremmo dovuti andare di corsa all'ospedale, un'altro giorno in ritardo non sarebbe stato l'ideale ma sopratutto sarebbe stato poco professionale. Arrivati in ospedale mi resi conto che avevo sbagliato. Avevo fatto un'enorme casino al quale non c'era rimedio, le avevo fatto credere che sarebbe potuto tornare tutto come un tempo, ma lo sapevo io e lo sapeva anche lei, ma era difficile ammetterlo che nulla sarebbe tornato come un tempo. Restai fermo a riflettere sul dafarsi in auto per circa una decina di minuti prima di prendere coraggio e entrare in ospedale a fare il mio dovere. Dopo circa qualche ora passeggiando con alcuni specializzandi nell'ospedale incontrai Izzie e il cartellino alla sua destra era cambiato, non era più un visitatore ma era diventata uno strutturato del SGMW. Lei mi sorrise ed io cercai di abbozzare un dolce sorriso per non farle capire quanto fossi dispiaciuto di averle dato false speranze. Passando proprio davanti alla porta dell'ufficio del primario Owen Hunt, notai che la sua aria era più nervosa del solito e non faceva altro che stare al telefono. Non erano affari miei dopotutto avevo ben altri problemi a cui pensare ad esempio ... Izzie.
 
Intanto alla Mayo ...
In quel corridoio grigio e così affollato, una donna di origini coreane camminava a passo veloce per raggiungere il primario di chirurgia toracica. Arrivata sorrise al suo collega che era un uomo alto e di colore. -Dottor ... Burke. Ecco le lastre che aveva richiesto poco fa.- L'uomo si voltò verso la donna sorridendogli ma con il suo solito fare serio e professionale non le rispose. Il telefonino della dr.Yang però cominciò a squillare e la donna non potè fare a meno di rifiutare la chiamata del suo collega e marito Owen Hunt, e tornare a fare il proprio lavoro. 
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Eccoci alla fine del capitolo "rivelatore". Mi auguro vi sia piaciuto e che mi scusiate per il ritardo nel postarlo, ma sono molto contento di questo capitolo. Spero piaccia tantissimo anche a voi e che dirvi?! Grazie sempre di seguire la mia ff e .. recensionatemi in tanti!

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