La vie en rose

di zacra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** 28 ***
Capitolo 29: *** 29 ***
Capitolo 30: *** 30 ***
Capitolo 31: *** 31 ***
Capitolo 32: *** 32 ***
Capitolo 33: *** 33 ***
Capitolo 34: *** 34 ***
Capitolo 35: *** 35 ***
Capitolo 36: *** 36 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Shannon doveva ancora capacitarsi di come la madre e il fratello lo avessero convinto ad andare con loro a Parigi per qualche giorno, probabilmente la voglia di stare con loro aveva vinto sulla scelta per lui poco felice della destinazione della vacanza. Stavano  passeggiando per il quartiere di Montmartre guardando di sfuggita gli artisti che disegnavano e chiaccheravano tra loro.
-          Che belle!- disse Costance indicando delle collane nel banchetto di una ragazza che sembrava uscita da un libro fantasy, capelli blu tenuti fermi su un lato da una rosa rosso scuro, abitino  nero con fiori enormi e un paio di stivaletti blu come i capelli che sembravano averne visti tanti di chilometri.
-          Quale vorresti provare mamma?- disse Jared mentre si avvicinavano al banchetto.
-          Salve- disse la ragazza sollevando lo sguardo dal suo lavoro e sorridendo a Costance.
-          Vorrei dare un’occhiata alle collane le posso provare?- chiese Costance.
-          Ma certo- rispose la ragazza.
Costance si mise ad osservarle una ad una facendosi aiutare dai figli a provarle, ma quella che l’aveva colpita sin dall’inizio era quella che indossava la ragazza.
-          Non è che ne avresti una come la tua?- le chiese infine.
-          Pronta no, ma se mi date una ventina di minuti posso farvela- disse lei sorridendole.
-          Sarebbe davvero molto gentile da parte tua- disse Jared.
-          C’è un bar dietro l’angolo se siete stanchi potete riposare li, se dite che vi manda Gin vi faranno assaggiare i migliori dolci di tutta Parigi- disse lei.
-          Bene allora grazie Gin, ci vediamo tra poco- disse Jared
-          A dopo- disse lei iniziando la collana per Costance.
Si diressero verso il bar che le aveva indicato lei.
Finirono di mangiare e tornarono dalla ragazza.
-          Perfetta coincidenza d’orario, ho appena finito- disse la ragazza alzandosi e aiutando Costance a indossare la collana che le aveva fatto.
-          È stupenda, quanto ti devo?- chiese la donna guardandosi nel piccolo specchio che Gin le aveva porto.
-          5 euro- disse lei.
-          Solo?- chiese stupita Costance.
-          Certo una qualsiasi persona che lavora in fabbrica prende si e no 7 euro l’ora chi sono io per pretendere il triplo solo per 20 min di lavoro?- rispose lei.
-          Sei una ragazza molto intelligente- le disse Costance allungandole i soldi che le aveva chiesto.
-          Grazie, ma in realtà sono solo razionale- rispose Gin.
Shannon era rimasto colpito da quello che lei aveva detto, era davvero una bella persona pochi di quelli che avevano banchetti avrebbero fatto il suo stesso ragionamento.
-          Sentite non so quanto vi fermate, ma stasera qui ci sarà  una sorta di festa di artisti di strada è molto bella e lasciano aperto anche il cimitero e i negozi in queste occasioni, di solito a voi americani piace molto, magari potreste passare- disse Gin.
-          Tu ci sarai?- le chiese Costance sorridendole.
-          Si ci sarò, e sarò esattamente dove sono adesso- disse lei.
-          Molto bene, sei stata gentilissima Gin, è il diminutivo di Ginevra?- chiese Costance.
-          No , io mi chiamo Virginia, Gin è il soprannome che hanno iniziato a darmi da quando vivo e lavoro qui a Montmartre- rispose Gin.
-          Ah capisco, io sono Costance, e loro sono i miei figli Jared e Shannon- disse indicandoglieli.
-          Piacere- disse Gin allungando la mano prima a Shannon e poi Jared che non gradì affatto essere stato considerato per ultimo.
-          Gin?- disse un uomo sulla settantina che era seduto davanti ad un cavalletto poco distante da loro.
-          Si Jaques ?-
-          Devo andare in casa un attimo, dai un’occhiata alle mie cose?-
-          Vai- disse lei sorridendo.
-          Siete una grande famiglia sembra- disse Costance.
-          Lo siamo, ognuno ha il suo passato, ma qui non importa chi eri prima, se siamo qui è perché amiamo l’arte e vogliamo vivere solo di quella- disse Gin.
-          Concetto perfettamente Bohemienne- disse Jared con un filo di sufficienza .
-          Che ti posso dire ho letto troppe volte Baudelaire da piccola credo- disse lei.
-          Bene ci vediamo più tardi allora – disse Costance .
-          Certo-
Gin li osservò allontanarsi per un poco poi si rimise al lavoro controllando di tanto in tanto le cose di Jaques fino a che non fu tornato.
-          Che ragazza particolare- disse Costance mentre scendevano i gradini per tornare ad immergersi nel caos della città lasciandosi alle spalle quel quartiere senza tempo che era Montmartre.
-          Già- disse Jared pensando agli occhi azzurri di Gin, che lo avevano guardato senza il minimo cenno di imbarazzo, non era abituato ad essere guardato senza vedere la sua interlocutrice arrossire dopo poco.
Passarono la giornata a passeggiare per le strade della città ogni tanto fermati dai fan, ma tutto sommato furono poche volte e infine tornarono in Hotel per cenare e prepararsi per uscire subito dopo.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Gin era seduta sul davanzale della sua finestra e guardava come ogni sera da due anni il sole tramontare e colorare il cielo di Parigi, non aveva rimpianto neanche una volta di essersene andata dall’Italia per vivere come aveva sempre sognato, ogni tanto vendeva quadri ad una Galleria d’Arte, aveva il suo banchetto e tutto il tempo per scrivere il suo romanzo, faceva la vita dell’artista e viveva nel sottotetto di 50 metri di una vecchia casa a Montmartre, non poteva essere più felice, era facendo quella vita che aveva incontrato le persone migliori, la sua padrona di casa Christelle che era anche la padrona del Bar dove lei mandava sempre la gente a bere e mangiare le faceva quasi da nonna, così come Jaques il pittore che la trattava come una figlia,  e lo stesso valeva per tutti gli altri che con lei popolavano la piazzetta principale del quartiere, erano una grande famiglia e ognuno faceva del suo meglio per aiutare gli altri.
Finì di cenare e poi scese di nuovo ad allestire il suo banchetto come gli altri.
-          Gin tesoro hai mangiato?- le chiese Christelle sulle scale guardandola preoccupata.
-          Si Stel ho mangiato- disse la ragazza sorridendole.
-          Bene, magari stasera è la sera che incontri il tipo giusto- le disse.
-          Ma chi?- chiese Gin intrecciandosi i capelli su un lato e fermandoli con un fiore.
-          Siamo a Parigi tesoro, non importa chi sia il tuo tipo stai pur certa che ….-
-          Sotto il cielo di Parigi lui c’è- disse Gin canzonandola, Stel le diceva quella frase almeno una volta alla settimana.
Stel le sorrise e tornò in casa.
Gin uscì dalla porta e con calma si diresse al suo banchetto con sottobraccio le ultime cose che aveva preparato quel pomeriggio in un momento di calma.
Il taxi lasciò Costance e i figli a pochi passi dalla scala che saliva verso la chiesa del Sacro Cuore.
Iniziarono a risalire verso la piazzetta era tutto un susseguirsi di musica, balli, cibo e artisti di ogni parte dell’Europa, in più c’era il forte odore dell’incenso a rendere se fosse possibile tutto ancora più esotico.
Passeggiarono lentamente godendosi ogni singolo passo e ammirando la meravigliosa serata che la città di Parigi stava offrendo loro.
Gin era seduta accanto a Jaques e lo guardava disegnare, aveva finito di vendere gioielli per quella sera così ora si stava concedendo un po’ di riposo.
-          Vuoi qualcosa da bere Jaques?- chiese Gin alzandosi.
-          Qualsiasi cosa pur che sia fresca- rispose lui sorridendole e tornado ai suoi acquerelli.
Gin prese un thè freddo al limone per Jaques sapeva che lo adorava e un bicchiere di vino per lei.
-          Ecco a te- disse allungandogli la bottiglietta di plastica.
-          Vino? Tradisci la tua bionda fedele per un rosso da festicciola sul prato?- disse lui.
-          Solo per stasera- disse lei bevendo lentamente.
Spesso si chiedeva come avesse fatto a vivere prima di iniziare a farlo lì, era tutto così diverso sembrava di stare in un’altra dimensione rispetto al resto del mondo, e poi facevi poche fermate di metro e di nuovo la realtà ti inghiottiva, ma essere inghiottiti nella realtà di Parigi era sempre un piacere.
-          A quanto pare, li hai proprio conquistati i nostri Americani- disse indicando Jared che si stava avvicinando con la madre e il fratello.
-          A quanto pare- disse lei finendo di bere.
Quando li raggiunsero Gin si alzò in piedi per salutarli.
-          Allora vi piace?- chiese.
-          Si è davvero bello, grazie per avercelo detto oggi- disse Costance sorridendole.
-          Di nulla, anzi se vi sbrigate tra poco ci sono le danzatrici del ventre di là- disse indicando loro alcune ragazze che si stavano preparando poco lontano.
-          Mh….io andrei- disse Shannon guardando la madre.
-          Si anche io, vieni Jared?- chiese Costance al figlio che stava guardando dei vecchi dischi in un banchetto accanto a loro.
-          Vi raggiungo dopo- disse continuando a spulciare i dischi, in realtà voleva solo una scusa per attardarsi .
Restò li per una decina di minuti ma lei pareva non cogliere le sue intenzioni, o forse le coglieva perfettamente e non le importava.
Passò accanto a lei ed al pittore e incrociò lo sguardo di lei che gli sorrise,” perché mi sorridi e non mi parli?” si chiese, forse lo faceva solo per cortesia, infondo neanche si conoscevano e quella con cui aveva parlato maggiormente era sua madre.
Raggiunse la madre e il fratello e si godette lo spettacolo delle ballerine.
-          È rimasto qui per più di dieci minuti aspettando che tu gli dicessi anche la più banale delle cose, è molto umiliante per un uomo della sua età- disse Jaques guardandola serio.
-          Quanti anni dici che ha?-chiese lei.
-          Mh…una trentina all’incirca- disse lui.
-          Hai ragione allora è umiliante- disse lei- ma non è colpa mia se gli interessa parlare con me non deve aspettare che sia io a iniziare una conversazione-
-          Forse è timido-
-          Non credo, timido è suo fratello, lui mi sembra solo troppo sicuro di sé- disse lei.
Jaques sospirò e continuò il suo lavoro.
Gin si alzò e decise di fare due passi era stanca di stare seduta, passeggiò tra le bancarelle e gli spettacoli dei vari artisti poi decise di andare a godersi lo spettacolo della città illuminata dalla scalinata che i turisti non conoscono e che quindi è spesso vuota e silenziosa.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Gin si sedette a cavalcioni sul belvedere e sospirò, prese dalla borsa la sua macchina fotografica e fece un paio di foto.
-          Come fai ad essere sempre bella come la prima volta?- chiese guardando la città dall’alto.
Vide qualcuno salire dai gradini sotto di lei e lo riconobbe.
-          Ciao- disse guardando Shannon.
-          Credo di essermi perso- disse lui.
-          Ah si?-
-          Si mio fratello e mia madre sono rientrati in Hotel e io ho voluto finire di vedere lo spettacolo, poi credo di aver preso solo una serie infinita di strade sbagliate-
Gin controllò l’ora.
-          Se vuoi ti accompagno, dove avete l’Hotel?- chiese guardandolo.
-          Vicino alla tour Eifelle – disse lui.
-          Spero ti piaccia camminare allora-
-          Hai intenzione di farla a piedi?- disse lui guardandola incredulo.
-          Devi viverla una città solo così non ti ci perdi, andiamo? Sono solo un paio d’ore- disse guardandolo.
Lui la seguì giù per le scale che aveva appena risalito.
Camminarono a lungo lei camminava lentamente osservando tutto quello che la circondava sembrava quasi vedesse quel posto per la prima volta, gli pareva uscita da un libro.
-          Non sei un gran parlatore vero?- disse lei ad un tratto quando erano ormai vicini a destinazione.
-          No perdonami, quello non è un mio pregio-
-          E allora che pregi hai?- chiese lei guardandolo e socchiudendo gli occhi in attesa della risposta.
-          Sono un bravo musicista-
-          Mh allora è questo che fai nella vita suoni?-
-          S …si, suono in un gruppo abbastanza famoso- disse.
-          Ah si? Come si chiama?- chiese lei.
-          30 seconds to mars-
-          Mh quando torno a casa ti cerco su internet allora- disse lei.
-          Anche Jared è nel mio gruppo, è il frontman-
-          Immaginavo- disse lei curvando le labbra in un sorriso supponente- comunque eccoci qui- disse indicando l’Hotel di lui a pochi passi da loro.
-          Abbiamo fatto abbastanza in fretta- disse Shannon controllando l’orario sul cellulare.
-          Si ora scusa ma vado che se no passa l’ultima metro per tornare a casa-
-          Ma come non te la rifai a piedi?-
-          Credo di no, non perché sia stanca, è solo che girare con un bell’uomo muscoloso come te accanto di notte è un conto, farlo da sola non mi sembra il caso- disse seria.
-          Allora potrei aspettare la metro con te magari?- disse Shannon.
-          Se vuoi, però sbrighiamoci-
Scesero le scale e si sedettero ad aspettare l’ultimo treno.
-          Sai ti volevo chiedere una cosa- disse Shannon.
-          Cosa?-
-          Come mai blu?- disse toccandole una ciocca di capelli.
-          E che ne so, non hai mai fatto qualcosa solo per vedere che succedeva?- disse lei.
-          Meno spesso di quanto la gente pensi- disse lui serio, ed era vero, spesso faceva l’idiota ma non aveva certo la disinvoltura  del fratello, Jared si, faceva le cose spesso solo per vedere che succedeva.
-          Allora credo dovresti cominciare- disse lei alzandosi.
Il treno stava arrivando, lui si alzò a sua volta per salutarla prima che salisse.
Gin salì sul treno e si sedette mettendo la musica nelle orecchie ci sarebbe voluto un bel po’ prima di arrivare a casa.
Shannon l’aveva persa di vista , ancora pochi secondi e le porte si sarebbero chiuse, si voltò e in un attimo fu sulla metro, con lo sguardo cercò dove si fosse seduta e la raggiunse.
Le mise una mano sulla spalla e lei si voltò togliendosi gli auricolari e guardandolo interrogativa.
-          È l’ultimo treno Shannon- disse guardandolo divertita.
-          Avevo voglia di parlare ancora, prenderò un taxi dopo- disse sorridendole.
-          Non eri uno di poche parole?-
-          Mi piace sentire parlare te allora- disse ed era vero gli piaceva ascoltare quella strana ragazza appena conosciuta.
Arrivarono fino a casa di lei, Gin si fermò davanti alla porta a cercare le chiavi poi si voltò per salutarlo.
-          Buona notte Shan- disse allungandogli la mano.
-          Notte- disse lui stringendola stranito.
-          Cos’è quella faccia? Non ti aspettavi mica un bacio vero? Ti conosco da neanche un giorno- disse lei sorridendo.
-          Giusto- disse lui- magari posso chiederti il numero- disse guardandola.
-          O magari potresti passare a trovarmi , preferisco la presenza di una persona alla sua voce riportata da un apparecchio in plastica al mio orecchio- disse lei.
-          Sei strana- disse lui.
-          Strana buona o strana oddio fortuna che non ci sono andato a letto?- disse lei spiazzandolo.
-          Strana buona direi-
-          Ci vediamo Shannon- disse lei entrando in casa.
Gin salì in casa e prima di andare a letto cercò il gruppo di Shannon e Jared su internet, a volte si vergognava di essere così tanto fuori dal mondo, davanti a lei si aprirono montagne di pagine su di loro, c’era ogni sorta di informazione, da cosa mangiavano a quante donne si portavano a letto in un after-show.
Ascoltò alcuni brani per vedere se le piacessero, e  li trovò orecchiabili.
Spense tutto e si mise a riposare era stata una giornata intensa.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Il giorno seguente passò velocemente e anche quello successivo, Gin pensò che Shannon avesse trovato una migliore compagnia, probabilmente bionda, dato che aveva notato che sia lui che il fratello parevano avere un debole per capelli biondi.
Finì gli orecchini ai quali stava lavorando e non ci pensò più, infondo era stata una bella serata ma certo non la migliore della sua vita.
Controllò l’orario erano quasi le 4 di venerdì pomeriggio, decise di andare a fare due passi sulla Senna per vedere se trovava qualche libro dato che li aveva finiti tutti.
Arrivò al banchetto dove era solita comprare i suoi libri, ormai la proprietaria la conosceva.
-          Gin! Già finito di leggere tutto?- disse la donna guardandola.
-          Finito- disse lei.
-          Quando mi farai leggere quello che scrivi ?- chiese passandole un vecchio libro dalla copertina rossa un po’ rovinata.
-          Quando lo reputerò decente- disse lei sfogliando il libro che le aveva messo in mano.
-          Allora che ne pensi? Direi che è il tuo stile, protagonista maledetto, Londra di fine ottocento e donne inutili per tutto il tempo- disse sorridendole.
-          Penso che questi sono per te- disse passandole tre euro.
Si fermò un attimo a leggere le ultime righe del libro, lei era così, leggeva sempre le ultime righe di un libro, a detta sua erano più importanti dell’inizio, per lei non aveva importanza l’inizio o il contenuto di un libro, quello che contava davvero era come finisse, era una cosa un po’ morbosa voleva capire come si facesse a mettere fine ad una storia, lei come scrittrice non ci riusciva, aveva iniziato mille storie ma non riusciva mai a dire addio ai suoi personaggi.
-          La posso aiutare?- disse la  donna.
Gin sollevò lo sguardo per vedere con chi stesse parlando e vide Jared, probabilmente lui non l’aveva notata dato che era semi-nascosta dalla bancarella.
Si stava cimentando nel discorso in francese peggiore che le fosse mai capitato di sentire, chiuse il libro e si avvicinò sorridendo.
-          Chi ti ha insegnato il francese?- disse guardandolo divertita dalla sua performance scadente.
-          Ho preso lezioni private- rispose scocciato dal sorriso di lei.
-          Dovresti impiegare meglio i tuoi guadagni o cambiare insegnante- disse sorridendogli.
Jared rimase a guardarla un attimo e poi il suo sguardo cadde sul libro che teneva in mano lei.
-          Di cosa parla il tuo?- chiese.
-          Dannazione –
-          È un argomento un po’ insolito per una ragazza così giovane- disse lui.
-          Il fatto che io sia giovane non deve farti pensare che la mia vita sia stata facile fino ad ora- disse Gin.
-          Quanti anni hai?- le chiese.
-          Un centinaio- disse lei seria.
-          Rispondi mai ad una domanda ?-
-          A quelle che mi va- disse facendolo sorridere.
-          Allora che libro vuoi?-
-          Cercavo qualcosa sulla rivoluzione francese-
-          Se vuoi sapere qualcosa della rivoluzione francese leggi “i diari della bastiglia” , ecco a te- disse allungandogli un vecchio libro, Jared lo sfogliò un po’ e decise di comprarlo.
-          E se non mi piace?-
-          Ti piacerà- disse lei .
-          Come fai ad esserne certa?-
-          Ci spero, a me è piaciuto molto insegna tante cose- disse lei facendo per andarsene.
-          Domani torniamo in America- disse Jared.
-          Goditi l’ultima sera a Parigi allora- gli disse
-          Magari potresti aiutarmi- disse
-          E come scusa? A quanto ho letto tu sei sempre qui, immagino saprai perfettamente dove andare per passare una bella serata-
Jared non disse nulla e la osservò andarsene.
Shannon era seduto sul letto del fratello e lo guardava vestirsi, ci metteva sempre una vita prima di essere pronto.
-          Oggi ho visto Gin- disse guardandolo attraverso lo specchio.
-          Ah si?- disse Shannon.
-          Si l’ho incontrata per strada- continuò Jared.
-          E…..-
-          E mi ha aiutato a scegliere un libro, fortuna che è in inglese se no chissà quando lo finivo- disse aggiustandosi per la terza volta i capelli.
-          E di che cosa parla il libro?-
-          Di un donnaiolo che ha paura di amare e quindi sta solo con donne che non gli interessano davvero, poi scoppia la rivoluzione e lui finisce nella Bastiglia, e poi devo continuare a leggere- disse.
Shannon sorrise e scesero a cenare con la madre.
Fecero due passi dopo cena nei dintorni dell’Hotel e poi Costance tornò nella sua stanza.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Shannon aspettò che anche il fratello entrasse in camera sua e prese un  taxi per andare da Gin.
Quando fu sotto casa sua si sentì un po’ un cretino, si stava presentando da lei alle 11 passate per dirle cosa?
Gin sentì bussare alla porta e si trovò Stel in vestaglia davanti.
-          C’è uno che ti cerca di sotto- le disse.
-          Chi?-
-          Shannon mi pare abbia detto-
-          Shannon?-
Gin scese le scale e lui la vide e accennò un saluto imbarazzato.
-          Ciao- disse lei cercando di non sembrare più imbarazzata del dovuto anche se era scalza e con indosso la canottiera del pigiama che le copriva a malapena il sedere.
-          Mi dispiace essere piombato qui a quest’ora volevo solo salutarti prima di partire- disse lui.
-          Buona notte cari- disse Stel rientrando nel suo appartamento e lasciandoli soli sulle scale.
-          Non fa nulla, anzi mi fa piacere. Oggi ho incontrato tuo fratello…-
-          Si me l’ha detto, a proposito gli piace il libro- disse Shannon.
-          Bene, mi fa piacere-
Restarono in silenzio per un po’ entrambi imbarazzati dalla situazione.
-          Ti va di fare due passi? Se mi aspetti un attimo mi infilo qualcosa- disse Gin.
-          Si perché no- rispose lui.
Gin si infilò un paio di vecchi jeans e gli stivaletti e lo raggiunse di nuovo.
Salirono fino al belvedere dove si erano incontrati la sera che lui si era perso e si sedettero ad osservare la città.
-          Allora ti è piaciuta Parigi? A quanto ho letto tuo fratello ci viene spesso ma tu no- disse guardandolo.
-          Potrei cambiare abitudini- disse sorridendole.
-          Non lo so, Parigi ti deve piacere dalla prima volta, altrimenti sarà solo amore di rimando- disse seria.
-          Allora diciamo che potrei tornare a trovare una, come dire, conoscente?- disse.
-          Conoscente, che brutta parola, diciamo amici ?-
-          Amici- disse lui.
Parlarono per un po’ poi Shannon la riaccompagnò a casa.
-          Adesso posso avere quel numero?- le chiese.
-          Non lo so ancora, non mi chiamerai alle 3 del mattino solo perché da te è pomeriggio vero?-
-          Prometto che non lo farò- disse mettendosi una mano sul cuore.
Gin sorrise e gli diede il suo numero di cellulare.
-          Allora come ci salutiamo?- disse Shannon.
-          Direi che un ciao è un saluto riconosciuto in tutto il mondo- disse lei.
-          Ciao?- disse lui.
-          Si ciao- disse lei muovendo la mano a destra e sinistra.
Lui sorrise e si avvicinò a lei.
-          Ciao Shannon fate buon viaggio- disse abbracciandolo.
-          Questo è meglio del ciao-
-           Si ma togli la tua mano dal mio culo, è un po’ troppo confidenziale- disse facendolo sorridere.
Shannon prese il taxi e tornò in Hotel, soddisfatto della serata.
Gin risalì le scale e di corsa sentendo il cellulare suonare.
-          Pronto?- disse senza aver guardato chi fosse.
-          Volevo vedere se mi avevi dato il tuo numero davvero- disse Shannon ridacchiando.
-          Non farmene pentire Shannon- disse lei.
-          Ok notte- disse Shannon riattaccando.
Gin si sdraiò sul letto e in pochi minuti si addormentò.
Passarono un paio di mesi, l’estate parigina era ormai agli sgoccioli, Gin aveva sentito Shannon ogni tanto, a detta di lui aveva trovato una ragazza che gli piaceva molto, una cantante, le aveva detto anche il nome ma lei non lo ricordava.
Parlando gli aveva detto che il fratello sarebbe tornato a Parigi prima della fine dell’anno, ma a Gin non era sembrato un evento così eccezionale visto l’amore di Jared per la Francia.

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Capitolo 6
*** 6 ***


Una mattina Gin stava passeggiando vicino alla Tuor godendosi il venticello leggero dei primi giorni di settembre.
Sentì il cellulare vibrare nella borsa.
-          Ciao Shan- disse rispondendo.
-          Dovresti proprio farti la tinta ormai sono solo azzurrini quei capelli- disse.
-          Cosa? Ma come ? dove sei?- disse guardandosi intorno a cercarlo.
Due mani le si posarono sugli occhi.
-          Indovina chi sono!- disse Shannon ridacchiando.
-          Scemo- disse lei voltandosi ad abbracciarlo.
-          Perché non mi hai detto che venivi? E poi come mi hai trovata?-
-          Non te l’ho detto perché so che tra due giorni è il tuo compleanno e volevo farti una sorpresa, e ti ho trovata solo per culo, stavo cazzeggiando in attesa che Jared mi venga a prendere, doveva vedere una modella sua amica-
-          Fammi indovinare bionda e strafiga?- disse lei.
-          Esatto- disse lui.
-          Dai raccontami che hai fatto di bello e poi voglio sapere della tua amata- disse sedendosi sul prato.
-          La mia amata, mi ha piantato, oddio non che fossimo  mai stati davvero insieme però un pò iniziavo a crederci- disse lui.
-          Peggio per lei- disse Gin seria.
-          Per ora questa frase si ascrive solo a me- disse lui.
-          Fregatene Shan, sei un musicista famoso, sei intelligente, e se un gran bell’uomo è lei che ci perde- disse risoluta.
-          Grazie Gin- disse guardandola.
-          Figurati-
Shannon controllò il cellulare Jared gli aveva mandato un messaggio in cui gli diceva  di  raggiungerlo al Trocadero-
-          Mi porti al trocadero?- le chiese.
-          Non ti ricordi dov’è vero?- disse lei ridacchiando.
-          No-
-          Ok dai ma ho la bici, ti puoi sedere dietro – disse alzandosi e andando con lui a prenderla.
Presero la bici di Gin e Shannon si sistemò alle spalle della ragazza.
-          Comodo?- disse lei mentre lui posava le mani sui suoi fianchi.
-          Più o meno, non salivo dietro su una bici in due da quando avevo 16 anni- disse e lei partì.
In poco furono a destinazione, Gin si fermò appena vide Jared parlare con un altro ragazzo alto che somigliava vagamente a Shannon quando sorrideva.
-          Eccoci principessa- disse fermandosi a pochi metri da Jared che la guardò sorridendole debolmente.
-          Potevate farvi male- disse Jared guardandola con tono di rimprovero.
-          Potevamo ma non è successo- rispose Gin.
Shannon scese dal portapacchi  stiracchiandosi.
-          Tutto bene li sotto? Abbiamo preso un paio di tombini- disse guardandolo e indicandogli all’altezza dei gioielli.
-          Tutto bene- le rispose.
-          Bene allora io vado- disse Gin.
-          Che fai domani sera?- le chiese Shannon.
-          E che ne so….domani sera , per quanto ne so potrei morire tra due ore- disse Gin.
Shannon la guardò un po’ stranito poi sorrise, non c’era davvero niente di normale in quella ragazza, si passò una mano sotto il mento grattandosi la barba  e la guardò serio.
-          Shannon dai dobbiamo andare- disse Jared prendendo per un braccio il fratello e tirandolo verso di se.
Shannon si irritò leggermente per  il comportamento di Jared, era stato strano per tutto il tempo anche in aereo, a dire il vero si era stranito appena lui gli aveva detto che sarebbe partito con lui e Babu per Parigi per venire a trovarla, si liberò dalla presa di Jared e andò verso di lei.
-          Ci sentiamo- disse dandole un bacio sulla guancia e facendola sorridere.
-          Se non ti fai la barba non ci esco più con te- disse Gin.
-          Che antipatica- disse sorridendole.
-          Ciao Jared e ciao tu- disse Gin sorridendo a Jared e a Bob.
-          Ciao- disse Robert.
Jared si limitò ad un cenno del capo e salì sul taxi che era appena arrivato per loro.
-          È mestruato immagino- disse Gin a Shannon prima che lui li seguisse sul taxi.
-          Può darsi- le rispose, non gli era mai capitato di essere così deluso del comportamento del fratello, ad essere sincero non gli era mai capitato di vedere Jared comportarsi così da stronzo con qualcuno che non gli aveva fatto nulla, salì sul taxi e la salutò dal finestrino.
-          Shannon quando hai finito di farti tenere per le palle dalle ragazzine rispondi alla domanda che ti ho fatto?- disse Jared senza neanche guardarlo.
-          Lei non è Lana, e poi non ti ho sentito- disse Shannon serio.
-          Anche Lana non era Lana, ma abbiamo visto come finisce sempre, comunque volevo sapere che fai stasera vieni con noi da Annabelle o no?-
-          Si vengo- disse Shannon.
Bob era leggermente teso non gli piaceva stare in mezzo alle discussioni di quei due anche se erano rare, ma anche lui come Shannon non  capiva il comportamento di Jared nei confronti di quella ragazza, onestamente a lui sembrava una delle migliori compagnie che il fratello potesse trovare, ogni volta che si erano sentiti Shannon era sempre felice, e cosa più importante da parte di lei non c’erano interessi nascosti.

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Capitolo 7
*** 7 ***


Gin tornò a casa appena in tempo, aveva evitato un temporale per poco. Si sedette sul divano e giocherellò con il gatto di Stel che ormai passava più tempo con lei che con la padrona.
Il comportamento di Jared l’aveva lasciata leggermente perplessa, non ricordava di avergli fatto nulla di grave, anzi l’ultima volta che si erano visti mesi prima gli aveva consigliato un libro e lui ne era parso felice.
Sospirò e decise di mettersi al lavoro, mancavano due giorni al suo compleanno ed era certa che Stel e gli altri le stessero preparando una sorpresa.
La pioggia continuò per i giorni seguenti, anche la mattina del suo compleanno Gin si svegliò con lo scroscio costante che batteva sui tetti.
Si alzò lentamente, e entrò nella doccia, il regalo perfetto sarebbe stata una bella notte di sesso, erano quasi due anni che non lo faceva con qualcuno e i suoi ormoni replicavano a gran voce, decise di fare come la maggior parte degli uomini, fece da sola.
Uscì dalla doccia soddisfatta come non le capitava da tempo e sorridente.
Scese di sotto dove la stavano tutti aspettando per fare colazione insieme e darle il loro regalo.
-          Sorpresa- dissero quando lei aprì la porta del soggiorno accompagnata da Stel.
-          Grazie- disse prendendo il regalo che Jaques le stava porgendo.
Si spostò un ciuffo di capelli da davanti agli occhi e aprì la scatola.
Erano due confezioni del colore blu che usava per i capelli.
-          Siamo stanchi di questo azzurro sbiadito- disse Stel.
-          Vado a farmela subito allora – disse Gin sorridendo.
-          C’è anche questo- aggiunse Stel passandole un altro pacchettino.
Era una bottiglia  d’ assenzio che  veniva da Praga.
-          Dici sempre che quello francese non ti piace, allora ce lo siamo fatti spedire da una nipote di Marie che vive a Praga- disse Jaques.
-          Grazie siete stati gentilissimi come sempre- disse abbracciandoli tutti.
Fecero colazione e poi ognuno tornò ad occuparsi del suo lavoro.
Gin salì di sopra e fece la tinta ai capelli, infondo aveva tempo, doveva vedere Shannon nel pomeriggio, si chiese se ci sarebbe stato anche Jared, ma non ci contò troppo dopo l’ultima volta non era sicura di stargli troppo simpatica.
Shannon era nell’atrio del suo Hotel e aspettava il taxi per andare a casa di Gin, sentì qualcuno posargli una mano sulla spalla.
-          Vengo con te- disse Jared.
-          Come?-
-          Vengo con te- ripeté serio.
Shannon si accigliò leggermente e prese la borsa  con il regalo per Gin.
Presero il taxi e partirono verso casa della ragazza.
Gin sapeva che Shannon sarebbe arrivato a breve , decise di scendere così da essere davanti a casa ad aspettarlo.
Lo vide arrivare con il fratello e si chiese come mai ci fosse anche Jared, non che le dispiacesse solo sperava che fosse più gentile del giorno precedente.
Aveva una cosa per Shannon un portafortuna, era un ciondolo con l’occhio di tigre che tra l’altro era cangiante come i suoi occhi, lo aveva fatto sperando gli portasse fortuna con le donne se lo meritava proprio.
Finalmente la raggiunsero.
-          Ciao- disse Gin sorridendo ad entrambi.
-          Ciao – le disse Jared per primo.
-          Questo è per te- disse Shannon allungandole la borsa che aveva in mano.
-          Cavoli Shannon non era necessario, comunque anche io ho una cosa per te- disse avvicinandosi e mettendogli al collo il ciondolo.
-          Che cos’è?-
-          Un portafortuna, così magari la prossima volta trovi la donna giusta- disse Gin sorridendogli.
-          Grazie- le disse Shannon.
Gin si sedette sui gradini e prese fuori dalla borsa una scatola nera lucida molto grande.
-          Cavolo ma che mi hai regalato?- disse aprendola.
Rimase a fissare quel vestito blu per secondi che le parvero infiniti.
-          Shannon non ci credo, chissà quanto è costato….cazzo se è bello- disse prendendolo fuori dalla scatola, era un vestito di Oscar de la Renta che lei gli aveva mostrato in  una mail dicendogli che voleva provare a cucirselo da sola dato  che non se lo sarebbe mai potuta permettere.
-          Ti piace?- le chiese consapevole della risposta.
-          Se mi piace? Cazzarola ci morirei in questo vestito- disse lei.
-          Grazie- disse abbracciandolo forte.
Jared era rimasto un po’ in disparte ad osservarli, lui non aveva nulla per Gin e solo ora si sentiva davvero in colpa per il fatto di essersi presentato non invitato e senza uno straccio di regalo.
-          Mi date dieci minuti, voglio metterlo- disse Gin.
-          Certo- disse Shannon.
Gin fece le scale due gradini alla volta e appena fu in casa si tolse il vestito che indossava e mise quello, era una meraviglia e ora che si era rifatta la tinta blu le stava perfetto.
-          Eccomi- disse tornando da loro con indosso il vestito che le aveva regalato Shannon.
Shannon la osservò le stava davvero bene e si chiese come mai non avesse notato le tette  enormi che aveva prima di quel momento.
-          Ti sta bene- disse Jared.
-          Wow un ciao e un complimento Jared , immagino che il tuo regalo fosse una sera di gentilezza, quindi lo accetto- disse Gin sorridendogli e facendo ridacchiare anche Shannon.
Jared si strinse nelle spalle e prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni iniziando a smanettarci.
-          Andiamo dai- disse Gin prendendo Shannon sottobraccio e allungando una mano verso Jared, che però non la considerò, Gin sospirò e presero a camminare, del resto se lei non gli piaceva non poteva mica obbligarlo.
Passeggiarono per Parigi parlando del più e del meno, di tanto in tanto anche Jared si interessava alle conversazioni e interveniva, si fermarono a prendere un gelato.
Shannon stava pagando e Gin uscì fuori con Jared ad aspettarlo.
-          Ne vuoi un po’?- gli chiese.
-          No grazie-
-          E dai Jared, cosa devo fare per piacerti?- disse lei.
Stava per risponderle ma Shannon li raggiunse, Gin lo stava ancora guardando in attesa di una possibile risposta a lui non disse nulla.
Shannon ricevette una chiamata e si fermarono tutti e tre, Gin si sedette accanto a Jared su una panchina mentre Shannon parlava al telefono.
-          Dai è alla frutta, da quanto è che non mangi in modo decente?- gli chiese Gin allungandogli il cono gelato, che aveva un profumo davvero invitante.
-          Io mangio in modo sano- disse lui prendendolo.
-          Si è per quello che sei magro da far schifo e hai gli occhi arrossati sempre, non mangi , non dormi, Shannon si preoccupa spesso sai?- disse guardandolo.
-          Anche lui è magro- ribattè Jared mordicchiando  il cono.
-          Si ma lui dorme la notte e non si occupa la vita di mille impegni solo per paura di fermarsi, cosa pensi che succeda se ti fermi un attimo a pensare Jared?- disse guardandolo.
Non le rispose si limitò a finire il gelato che lei gli aveva dato.


P.s.. dunque donne oggi invecchio e dato che vi voglio tanto bene voglio fare io un bel regalo a voi quindi spero il capitolo vi sia gradito !!!!! un bacione A.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Shannon finì la conversazione con Antoine, gli aveva detto di aver visto Lana ad una festa e lei si era diciamo dimostrata molto disponibile con chiunque compreso lui.
Shannon sospirò e raggiunse Gin e il fratello, Jared era leggermente nervoso, si chiese cosa potessero essersi detti, Gin non lo conosceva ancora bene e quindi poteva aver detto la cosa sbagliata ed essersi giocata l’intera serata.
-          Avete programmi per cena? Perché io pensavo di cenare da me vi andrebbe?- chiese Gin guardando prima Shannon e poi Jared.
-          A me sta bene- disse Shannon.
-          Io devo vedere un’amica- disse Jared alzandosi.
Gin si sentì in colpa, ma lei non era capace di stare zitta, era sempre stata convinta che se pensavi  che qualcuno stesse sbagliando glielo dovevi far notare.
Shannon guardò il fratello cercandone lo sguardo ma Jared era sempre stato anche troppo bravo  a non far capire che cosa gli passasse per la testa se non voleva.
-          Grazie per ….non lo so, grazie- disse Gin avvicinandosi per abbracciarlo.
-          Ciao Gin- disse Jared stringendola lui per primo.
Shannon la prese per mano e si incamminarono verso casa di Gin.
Gin aveva notato che lui era più silenzioso del normale, e dato che ormai lo considerava un buon amico voleva capire cosa fosse successo.
-          Allora quando pensi di vuotare il sacco Shan?- disse quando erano ormai a pochi metri da casa sua.
-          A che ti riferisci non ti seguo-
-          Dai Shannon hai quel muso lungo da che hai ricevuto la chiamata-
-          Si beh, era Antoine…-
-          E…-
-          Ha detto che Lana ad una festa andava con tutti, pensa che ci ha persino provato con lui pur sapendo che è mio amico-
Gin entrò in casa e lui la seguì.
-          Shannon sinceramente dovresti fregartene  e basta, le si fa Hollywood, fanculo tu fatti Parigi, è piena di modelle bionde e carine, e scommetto che tuo fratello ha i numeri di tutte-
-          Non è nel mio stile-
-          Mi sembra che il “tuo stile” al momento non ti stia facendo stare bene anzi, Shan sembri sotto un treno, per una ragazzina che ha la metà dei tuoi anni-
-          Pensavo potesse essere la persona giusta- disse sedendosi sul divano.
Gin lo osservò, non aveva mai sopportato le persone che credevano nella fantomatica persona giusta e si facevano inevitabilmente inculare ogni volta.
-          Shannon io ti voglio bene, ma te lo devo dire, la persona giusta non esiste,l’amore non esiste è solo un processo chimico che si attua nel tuo cervello sei tu che vuoi innamorarti, tu che decidi di rincoglionirti, nessun colpo di fulmine, niente farfalle nello stomaco, e mi  sembra assurdo dovertelo dire io visto che io ho 25 anni e tu 41-
-          Non è così  Gin, sono anni che mi faccio scaldare il letto da donne diverse, voglio di più, io non riesco a fare come mio fratello non riesco a rinunciare alla possibilità di stare bene con qualcuno solo per paura- disse serio.
-          Tutti vogliamo di più Shannon, ma non c’è questo di più ricordatelo, ci siamo solo noi più vecchi e stanchi, più disposti ad accontentarci- disse lei con un velo di amarezza.
-          Sei troppo giovane per essere già così rassegnata-
-          E tu sei troppo vecchio per non esserlo ancora- disse lei sedendosi accanto a lui sul divano e guardandolo.
-          Gin?-
-          Mh?-
-          Sarebbe così sbagliato se ti baciassi adesso?- disse guardandola.
-          Si lo sarebbe, ma non per me, io potrei anche baciarti per me il bacio sarebbe solo una dimostrazione di affetto, ma per te sarebbe la ricerca di affetto per la ragione che entrambi sappiamo bene- disse guardandolo negli occhi.
Shannon si lasciò andare sul divano e chiuse gli occhi.
Gin aveva quasi la metà dei suoi anni, un anno in meno di Lana, ma quando parlava con lei gli sembrava di essere lui il ragazzino, aveva sempre una risposta pronta non importava la domanda qualsiasi cosa lui le avesse chiesto lei avrebbe avuto una risposta e non era mai quello che lui voleva sentire, però era sempre quello che aveva bisogno che gli dicessero.
Gin preparò la cena e si misero a mangiare in silenzio, si chiese se non lo avesse in qualche modo offeso per quello che gli aveva detto prima.
-          Shan?-
-          Si-
-          Non ti sei offeso vero? Per il bacio intendo-
-          No figurati- disse sorridendole ed era vero non si era offeso per niente anzi era felice di aver trovato una ragazza come lei, era una vera amica.
Finirono di cenare e Gin prese una torta dal frigorifero.
-          L’hai fatta tu?- chiese Shannon.
-          Si è tutta opera della mia mente malata, cosa vuoi bere?-
-          Se mi fai restare a dormire qui direi qualcosa di forte- disse lui.
-          Basta che se ti viene da vomitare arrivi al bagno-
-          Promesso- disse Shannon.
Gin posò la torta sul tavolo e prese tutto l’alchol che aveva in casa, vino, birra, rum e l’assenzio che però si voleva tenere per lei.
Mangiarono in due quasi tutta la torta, Shannon le aveva persino cantato “tanti auguri” ed era ancora sobrio quando lo aveva fatto.
Intorno alle 7 del mattino Gin era ancora sveglia guardava Shannon dormire sul suo letto mentre lei era rannicchiata sulla poltrona, si era spesso chiesta che cosa portasse le persone a ridursi in quel modo, prese un altro sorso di birra e sospirò, sapeva il perché, la verità era che non tutti sono forti abbastanza per restare da soli, più che altro nessuno lo è, probabilmente lei era l’eccezione, ogni tanto però era pesante essere l’eccezione, si alzò dalla poltrona e si avvicinò a lui sedendosi sul letto, gli spostò i capelli dalla fronte, sembrava tranquillo, lo aveva ascoltato farneticare di Lana e di altre donne fino alle 4 quando era crollato per la stanchezza.
Shannon sentiva la mano fresca di Gin accarezzargli la fronte e le guance ma tenne gli occhi chiusi fingendo di dormire ancora.
Gin si abbassò e gli diede un bacio leggero sulle labbra.
-          La troverai Shannon, sei una persona troppo speciale non vai sprecata un giorno quella giusta arriverà- disse Gin.
Shannon la sentì alzarsi e poi la porta si chiuse, aprì gli occhi e trovò un biglietto accanto a se, che diceva che andava a comprare la colazione.
Si alzò dal letto con ancora la sensazione delle sue labbra morbide addosso, notò che lei gli aveva lasciato dei vestiti puliti a lato del letto, i pantaloni della tuta e una maglietta da uomo.
Entrò nella doccia e lasciò che l’acqua lavasse via la notte appena passata, ma una domanda era insistente nella sua mente quanto doveva aver sofferto Gin per essere così dura con la vita, più che con la vita era dura con se stessa , si vedeva che non era una stronza, anzi era una delle persone migliori che avesse mai incontrato lo aveva lasciato dormire nel suo letto, gli aveva preparato dei vestiti per cambiarsi non era tenuta a farlo ma l’aveva fatto, e poi quel bacio, un semplicissimo bacio a stampo che gli aveva dato i brividi tanto era intenso.

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Capitolo 9
*** 9 ***


Gin prese alcune paste al bar di Stel , erano appena fatte, doveva sbrigarsi dato che doveva ancora preparare il banchetto.
Entrò in casa e lo trovò in camera sua con addosso solo i pantaloni intento ad asciugarsi i capelli con l’asciugamano.
Si perse un istante ad osservarlo, era davvero messo bene per uno di 40 anni, le sorrise e lei ricambiò.
-          Allora occhioni, non sapevo cosa volessi mangiare così ho preso varie cose- disse lei mettendo il vassoio sul tavolo e prendendo dal frigo del caffè freddo.
Bevve un paio di bicchieri di caffè e poi iniziò a preparare le cose da portare sul banchetto.
-          Quella è la tua colazione?- disse Shannon guardandola con fare di rimprovero.
-          Si Shan, sono in ritardo- disse lei sparendo giù dalle scale con le sue cose.
Shannon si sedette a mangiare dopo essersi infilato la maglietta, era tutto buonissimo, Gin tornò su e prese in mano un altro scatolone.
-          Gin-
-          Dimmi- disse voltandosi e trovandoselo vicino.
-          Tieni- disse passandole un pezzetto di croissant con la cioccolata.
-          Ho le mani sporche e impegnate Shan quindi o mi imbocchi o niente- disse lei.
Shannon sorrise e Gin aprì la bocca guardandolo, non c’era niente di malizioso nel suo sguardo era come se fossero amici da una vita, lei rendeva tutto semplice.
-          Grazie- disse dopo aver finito di masticare.
-          Se non hai nulla in contrario potrei farti compagnia giù- le disse.
-          Jared non è geloso del tempo che passi con me?- disse lei.
-          Ti raggiungo tra un attimo-rispose lui.
Gin si sedette dopo aver finito di sistemare le cose e si mise a lavorare ad un paio di orecchini.
Shannon chiamò il fratello per dirgli che era ancora con lei, Jared gli disse che forse sarebbe passato nel pomeriggio.
La raggiunse e lei gli fece posto sulla panchina.
La osservò lavorare con attenzione, era così concentrata, la scelta dei materiali era facile la cosa più bella era guardarla elaborare le forme con i fili di rame o argento.
-          Vuoi provare?- chiese guardandolo.
-          Perché no- disse Shannon, gli passò del filo di rame e alcune pietre.
-          Che devo fare?-
-          Non c’è uno schema Shannon fai quello che ti viene- disse sorridendogli.
Shannon fece un paio di tentativi ma le sue mani poco si adattavano a lavori così minuziosi così lascio perdere per non farle sprecare materiale.
-          Gin ci sei oggi pomeriggio vero?- chiese un ragazzo avvicinandosi a loro.
-          Certo Jean, alle 4 giusto?- disse Gin sorridendogli.
-          Giusto, ci vediamo- disse Jean allontanandosi.
-          Che succede oggi alle 4?- chiese Shannon curioso.
-          Manifestazione non autorizzata davanti all’Eliseo, contro le nuove leggi sul lavoro per i giovani volute da Francia e Germania, ci stanno togliendo tutto e non si può- disse Gin seria.
-          Cosa farete?-
-          Vieni e lo vedrai- rispose lei.
-          Venire dove?- disse Jared che li aveva appena raggiunti e aveva sentito solo parte della conversazione tra Gin e il fratello.
-          Ciao- disse Gin sorridendogli.
-          Ciao, questo è per te, ieri non avevo niente da regalarti, spero ti piaccia- disse Jared allungandole un piccolo pacchetto di carta argentata.
-          Grazie, non me l’aspettavo- disse sincera, ed era così, l’ultima cosa che si sarebbe aspettata era un regalo da lui.
Lo scartò e aprì la scatolina per vederne il contenuto, sorrise e lo guardò.
-          Allora lo hai letto davvero il libro che ti ho consigliato quel giorno- disse.
-          L’ho letto- ammise Jared.
Gin prese in mano i dadi viola contenuti nella scatola, il protagonista del libro li riceveva in regalo verso metà del libro da una zingara, e diventavano il suo portafortuna.
-          Grazie ancora- disse Gin.
Shannon osservava il fratello chiedendosi cosa provasse davvero per quella ragazza, se le fosse stata sulle palle come gli aveva fatto intendere fino a quel momento, non le avrebbe di certo fatto un regalo.
Jared notò il cambio di abito del fratello e si chiese se tra i due non ci fosse stato qualcosa quella notte, Gin notò lo sguardo di Jared e sorrise.
-          Tranquillo Jared  io e Shannon non abbiamo giocato a intingi il biscottino stanotte, gli ho solo dato dei vestiti puliti- disse Gin, facendo scoppiare Shannon in una delle sue risate fragorose mentre Jared la guardava un po’ perplesso.
Restarono un po’ con lei poi decisero di andare.
Shannon salì a riprendere le sue cose lasciando Gin e Jared da soli.
-          Allora lo hai letto! E ti è piaciuto?- chiese Gin guardandolo.
-          L’ho trovato interessante, ma non ho capito molto la fine, cioè lui le dice che la ama finalmente e lei se ne va, perché? Ha aspettato quello per tutto il libro, mi sembra assurdo- disse Jared.
-          Non è assurdo, lei lo ama, ma ha paura e come tutti quelli che hanno paura preferisce rinunciare anzi che rischiare- disse Gin.
-          Già- rispose lui sospirando pensieroso.
Shannon li raggiunse e Gin gli sorrise.
-          Allora ci vediamo dopo- disse Shannon.
-          Se ti va- rispose Gin dandogli un bacio sulla guancia.
-          Magari portati dietro il fratellino, visto che credo sia geloso del tempo che passo con te- disse Gin scherzando.
Shannon annuì e le sorrise, Gin si avvicinò a Jared e gli diede un bacio leggero sulla guancia, molto diverso da quello che lui le aveva visto dare al fratello, era come se avesse timore della sua reazione, come se non fosse del tutto certa che lui avrebbe apprezzato.
La salutarono e si incamminarono.
Shannon voleva sapere che cosa passasse per la testa del fratello, così una volta saliti sul taxi glielo chiese.
-          Ti vedo strano- disse Shannon.
-          Strano…io sono sempre strano- rispose Jared evasivo.
-          Ok allora diciamo che ti vedo più strano del solito e questa tua stranezza si accentua quando c’è Gin nei paraggi- disse Shannon guardandolo.
-          È solo una tua impressione Shan-
-          Mh…una cosa però non mi torna se lei non ti piace come mai le hai fatto un regalo?-
-          Semplice cortesia, è una tua amica no?-
-          Si è una mia amica, ma io ho avuto molte amiche e tu non di impegnavi neanche a ricordarne il nome- disse Shannon.
-          Gin è quel tipo di amica?- chiese sembrando piuttosto interessato alla risposta.
-          No, Gin è una vera amica, avete molte cose in comune sai? Se solo le dessi una possibilità te ne accorgeresti- disse  Shannon.
-          Magari lo farò, le darò una possibilità-
-          Non fare lo stronzo Jared non con lei chiaro?- disse Shannon guardandolo serio, sapeva che non stava scherzando e annuì semplicemente.
Gin passò la mattina al lavoro poi dopo pranzo si preparò per la manifestazione che il collettivo degli studenti e altri lavoratori avevano organizzato.
Shannon e Jared arrivarono vicino all’Eliseo, davanti c’era un gran fermento di persone, stettero  in disparte ad osservare cercando i capelli blu di Gin tra la gente.
Ad un certo punto tutte le persone che partecipavano alla manifestazione iniziarono a spogliarsi restando solo in biancheria e intonarono “working class Hero “ di Lennon.
Shannon vide Gin era nelle prime file e aveva uno sguardo che lui non avrebbe mai saputo come descrivere, la vita sua e di Jared non era stata facile da subito, ma non avevano idea di cosa volesse dire avere vent’anni e il futuro bruciato per l’incompetenza di altri, nessun lavoro, nessuna possibilità di fare quello che si vuole incluso avere dei figli.
Si voltò a guardare Jared, e lo sguardo che si scambiarono valse più di qualsiasi parola in quel momento.
La polizia uscì dall’Eliseo intimando ai manifestanti di andarsene o sarebbero stati arrestati, in tutta risposta loro si sedettero a terra con le mani alzate.
Gin sapeva quello che faceva erano anni che manifestava, un poliziotto la sollevò da terra con poco sforzo e le mise le manette portandola via con gli altri prima di salire sul furgone che l’avrebbe portata via si voltò e vide Shannon e Jared, sorrise e salì, era felice che fossero andati a vedere quella manifestazione erano personaggi famosi e avrebbero potuto influenzare i loro fan a manifestare per i loro diritti.

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Capitolo 10
*** 10 ***


Gin passò la notte in questura con gli altri, più di quello non potevano fare infondo erano sempre manifestazioni non violente.
Dopo essere stata rilasciata tornò a casa.
-          Ti sei fatta arrestare anche ieri?- chiese Stel vedendola rientrare.
-          Ma certo Stel-
-          Ti ho vista al telegiornale della sera, immagino che i poliziotti abbiano fatto a botte per decidere chi di loro ti avrebbe portata via, visto quanto poco eri vestita e quanto sei giovane e carina- disse Stel facendola sorridere.
Gin si lasciò andare sul letto esausta non aveva dormito molto quella notte.
Erano circa le 3 del pomeriggio che sentì suonare alla porta, si alzò a fatica e andò ad aprire.
-          Ciao- disse Jared guardandola e sorridendo.
-          Ciao, che ci fai qui?- chiese ancora un po’ assonnata.
-          Volevo vedere come stavi, dopo ieri intendo-
-          Tutto bene Jared, vuoi entrare?- chiese guardandolo.
Jared annuì e lei lo fece salire e accomodare in casa sua.
 
Jared si sedette sul divano e Gin si appoggiò al muro a guardarlo, era un po’ a disagio ad averlo in casa, non si erano parlati molto, era una situazione decisamente diversa da quella con Shannon.
-          Vuoi qualcosa da bere?- chiese cercando di interrompere quel silenzio imbarazzante.
-          L’acqua va benissimo- rispose.
Gin riempì il bicchiere  e glielo porse.
-          Allora come mai sei qui?- chiese mentre lui stava bevendo.
-          Ero passato a vedere come stavi te l’ho detto-
-          E come mai volevi vedere come stavo? Jared non voglio sembrarti ingrata, ma diciamo che non mi è parso di starti troppo simpatica, quindi il fatto che tu sia qui mi mette un po’ a disagio- disse Gin sinceramente.
-          Sono consapevole del fatto di non essere stato troppo simpatico con te, ma sono qui per rimediare-disse sorridendole.
-          Bene, quindi cosa pensi di fare? Vuoi che diventiamo amici ?-
-          Sarebbe un inizio- disse posando il bicchiere e raggiungendola.
-          Sarebbe anche il massimo che puoi aspettarti da me Jared- disse seria.
-          Che vuoi dire?-
-          Nulla di più di questo, possiamo essere amici-
-          Amici come te e Shannon?- disse Jared allusivo.
-          Che intendi?-
-          Lo so che lo hai baciato-
-          E come lo sai?-
-          Me lo ha detto lui, probabilmente pensavi che dormisse ma era sveglio- disse Jared.
-          Era solo un bacio a stampo-
-          Ti piace mio fratello?- chiese Jared andando dritto al punto.
-          Si ma non nel modo che pensi tu-
-          E io ti piaccio in quel modo?- chiese malizioso avvicinandosi ancora.
-          Sei bello, non posso dire che non è vero, ma avrai anche tu i tuoi difetti, la perfezione non esiste-
-          Io ci vado molto vicino sai?-
-          Modesto -
-          Fai sul serio? Avanti dimmi quali sono i miei difetti- disse guardandola.
-          Ok, hai gli occhi troppo grandi e leggermente sporgenti, ma hanno un bel colore, hai le labbra molto sottili forse troppo, sei troppo magro e su questo dovresti lavorarci, e non mi piacciono le tue mani- disse lei
-          Mh, vai avanti- disse togliendosi la maglietta e restando a torso nudo a guardarla, convinto che non potesse trovare altre imperfezioni.
Gin lo osservò attentamente, era bello certo chi lo avrebbe mai negato?
Continuò ad osservarlo attentamente, purtroppo per lui aveva studiato arte per anni e le proporzioni le conosceva bene.
-          Hai i pettorali leggermente asimmetrici ma la maggior parte delle persone non lo noterà mai tranquillo, e qui…- disse sfiorandogli il fianco appena sopra l’elastico dei boxer.
-          qui ?-disse lui trattenendole a mano
-          Ti si vedono le smagliature, probabilmente sono di quando sei dovuto ingrassare e dimagrire in fretta- disse lei ritirando la mano.
Jared non disse nulla, lo aveva analizzato per bene, Gin prese la maglietta e gliela porse.
-          Non vuoi vedere altro?- disse malizioso.
-          A meno che il tuo non sia blu o viola credo sapere cosa c’è oltre quei boxer Jared- disse lei sorridendo.
Jared si rimise la maglia leggermente offeso, probabilmente più dal fatto  che lei fosse rimasta impassibile a guardarlo e a criticarlo più che dall’ultima battuta.
-          Io sono in svantaggio però, tu mi hai criticato e io no- disse guardandola.
-          Non ti aspetterai che mi spogli vero Jared?- disse lei.
-          È solo questione di coerenza tu vedi me io vedo te, fingi di essere in spiaggia- le disse.
Gin sospirò e si sfilò il vestito restando in biancheria davanti a lui, se la sua voleva essere una provocazione lei di certo non avrebbe mollato per prima.
Jared la osservò attentamente prima di iniziare.
-          Vediamo, hai parecchie lentiggini sul viso, non mi piacciono molto ma ti stanno bene, i capelli blu ti fanno sembrare più pallida del dovuto, hai il seno un po’ troppo grande rispetto alla tua corporatura, stessa cosa vale per il sedere troppo pieno-
-          Si chiama avere delle forme Jared- ribatté lei.
-          Io non ti ho interrotta- disse serio riprendendo a guardarla.
-          Abbiamo finito?- disse Gin prendendo il vestito e facendo per rimetterselo.
-          Abbiamo finito- disse Jared osservandola mentre si rivestiva.
-          Bene, ora che abbiamo fatto, qualsiasi cosa fosse quello che abbiamo appena fatto, che cosa vuoi fare?- gli chiese.
Jared la osservò e sorrise, cominciava a capire cosa ci trovasse Shannon di tanto bello in lei, era spontanea era molto che non aveva a che fare con persone spontanee.
-          Ti vanno due passi fuori? È un po’ nuvolo ma un po’ d’acqua non ha mai ucciso nessuno- disse guardandolo.
-          Proprio non ci vuoi stare da sola nel tuo appartamento con me vero?- disse malizioso.
-          Direi di no, dato che dopo solo 15 minuti che eri qui, io ero in mutande davanti a te, non mi piace il tuo modo di fare Jared, sono una ragazza romantica cosa credi- disse guardandolo.
-          Romantica? Tu?- disse ridacchiando.
-          Si suona male vero?- disse precedendolo sulle scale.
Jared sorrise nuovamente e la seguì fuori.
Passeggiarono tra le strade della vecchia Parigi, quelle dove si respira ancora il fascino della decadenza ottocentesca, Gin era un’ottima ascoltatrice lo aveva fatto parlare a lungo, non che a lui la cosa dispiacesse, ma voleva sapere qualcosa su di lei e ogni volta che la conversazione si spingeva verso un argomento per lei delicato era sempre stata brava a sviare il discorso.
Erano a metà strada per ritornare a casa quando iniziò a piovere molto forte, si ripararono sotto la tettoia di un ristorante ancora chiuso e aspettarono che si calmasse almeno un po’.
Gin sollevò lo sguardo e vide Jared cercare di sistemarsi i capelli ormai irrimediabilmente bagnati e sconvolti.
-          Jared sei carino lo stesso, smettila tanto è inutile- disse guardandolo.
-          Non mi piace avere i capelli in disordine- disse irritato dalla calma della ragazza.
-          Prima donna- disse facendogli una linguaccia.
Lui la guardò male e riprese a camminare senza aspettarla, arrivarono a casa senza che nessuno dei due dicesse altro, Gin era incredula non poteva essersela presa per così poco.
Jared era in piedi dietro di lei e la osservava armeggiare nella borsa alla ricerca delle chiavi, aveva freddo ed era bagnato c’erano tutti i presupposti per l’ennesima influenza.
Gin lo fece salire e prima ancora di cambiarsi lei gli portò del vestiti asciutti e gli mise un asciugamano in testa per asciugargli i capelli.
-          Mi dispiace per prima forse ho esagerato- disse guardandolo mentre si strofinava i capelli.
-          No, sono io che ho esagerato, è solo che sono molto cagionevole ma questo credo che Shannon te lo abbia detto e trovarmi con capelli tutti bagnati al freddo non mi faceva stare tranquillo- le rispose.
-          Capito- disse lei.
Stava per andare a cambiarsi in camera sua quando suonarono alla porta.
Andò di sotto ad aprire e si trovò davanti il sorriso di Shannon.
-          Sapevi che ho in ostaggio tuo fratello?- chiese.
-          Jared è qui?-
-          Si vieni-
-          Che hai fatto sei tutta bagnata- disse osservandola una volta entrati in casa, il vestito le aderiva al corpo definendolo perfettamente.
-          Eravamo fuori mentre pioveva, ma tranquillo ho fatto cambiare Jared così non si ammala- disse poco prima che Jared facesse capolino dal bagno.
-          Dovresti cambiarti anche tu- disse seriamente preoccupato.
Gin li lasciò soli e andò in camera sua per mettersi qualcosa di asciutto e pulito.

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Capitolo 11
*** 11 ***


Jared si sedette sul divano con il fratello, Shannon si sentiva un po’ a disagio a stare in casa di Gin con lui, gli piaceva stare con lei ma da soli e poi voleva chiederle del bacio della scorsa mattina.
Gin uscì dalla stanza e li raggiunse dando una rapida occhiata a che ora si fosse fatta.
-          Ti ho riportato i vestiti- disse Shannon allungandole una borsa.
-          Grazie- disse posando la borsa sul  tavolino e sedendosi accanto a lui sul divano.
-          Non ti sei asciugata i capelli- disse con tono di rimprovero.
-          Dai Shannon è solo acqua- rispose lei con un sorriso.
-          Cambiando discorso quando tornate a casa?- chiese Gin.
-          Partiamo tra 4 giorni- rispose Jared.
-          Mh beh visto che siete qui che ne dite di cenare insieme stasera, sempre che non abbiate altro da fare- disse guardandoli.
-          Perché no!- disse Shannon guardando il fratello, Jared annuì e Gin sorrise ad entrambi.
Gin si alzò dal divano e aprì il frigo per dare un’occhiata a cosa ci fosse.
-          Jared tu esattamente cosa mangi?-  chiese con un filo di sarcasmo facendogli segno di raggiungerla davanti al frigo.
-          Simpatica- disse posandole una mano sulla spalla e guardando dentro.
-          Allora?-
-          Questi li mangio, e anche questo ,e questo, poi immagino tu abbia dei biscotti?- disse.
-          Si primo scaffale- disse indicandogli il mobile accanto a loro.
-          Perfetto- disse accarezzandole il collo prima di spostarsi a dare un’occhiata ai biscotti.
Shannon si alzò e raggiunse Gin sorridendole.
-          Non è che rifaresti la torta dell’altra sera?- le chiese.
-          Posso farlo, ma le tue belle braccia muscolose devono aiutarmi a girare l’impasto sono piuttosto stanca – rispose facendolo ridere.
Jared si appoggiò al bordo del mobile di cucina con i biscotti in mano e li osservò cucinare insieme, sembravano amici di vecchia data, Gin gli si avvicinò con un cucchiaio di sugo per la pasta.
-          Visto che non cucini assaggia- gli disse.
-          Ma ho appena mangiato i biscotti-
-          Bevi- disse lei.
Jared bevve un sorso d’acqua per togliersi il sapore dolce dei biscotti e  poi prese il cucchiaio col sugo per assaggiarlo.
-          Allora? – chiese Gin.
-          Buono, bravi- disse restituendole il cucchiaio.
Gin e Shannon finirono di preparare la cena e poi si sedettero tutti e tre a tavola per mangiare.
La cena fu piuttosto divertente Shannon e Gin non facevano che dire cavolate e Jared sembrava divertirsi come non gli succedeva da parecchio.
Mentre lavava i piatti Gin diede un’occhiata fuori dalla finestra pioveva ancora e piuttosto forte, incrociò lo sguardo di Shanoon che probabilmente stava pensando la stessa cosa dato che guardava anche lui sconsolato fuori dalla finestra.
-          Avete chiamato un taxi?- chiese guardandolo.
-          Non ancora- rispose Jared precedendo il fratello.
-          Se volete fermarvi a dormire qui, per me non è un problema- disse guardandoli.
-          E tu dove dormi?- chiese Shannon.
-          Lo vedi quel bellissimo divano sul quale è seduto il tuo fratellino? Beh si da il caso che sia comodissimo- disse sorridendogli.
Shannon era pensieroso, se fosse stato da solo non ci avrebbe pensato un attimo ad accettare di restare da lei, voleva parlarle di quel bacio assolutamente.
-          Che facciamo?- gli chiese Jared con il cellulare in mano.
-          Restiamo?- rispose dubbioso.
-          Restiamo- disse Jared rimettendosi il cellulare in tasca.
-          Bene, mi fa piacere- disse Gin sorridendo ad entrambi.
Si sedettero sul divano e guardarono un po’ di televisione, o almeno ci provarono dato che l’unica che capiva davvero qualcosa era Gin.
-          Ho un film su questa chiavetta è in inglese, ma non so se vi piace- disse Gin spegnendo la tv.
-          Va sicuramente meglio che vedere le figure tutto il tempo- disse Shannon.
Gin inserì la chiavetta nel televisore e iniziò a scorrere i titoli fino ad arrivare a quello che cercava.
-          Sbaglio o ci sono anche dei porno qui dentro- disse Shannon divertito.
-          Si ci sono, ma non è roba mia-
-          Se sono sulla tua chiavetta sono roba tua- ribatté Jared.
-          È poco gentile da parte vostra mettere in dubbio la mia serietà- disse Gin facendo partire il film.
Gin si sistemò tra Jared e Shannon e si misero  a guardare il film, era la classica “americanata” figoni palestrati, donne idiote ma bellissime e una marea di esplosioni a bonus tanto per riempire pellicola.

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Capitolo 12
*** 12 ***


Finito il film Gin preparò il divano e andò a cambiarsi per la notte, mise la sua canottiera dei Metallica e dei pantaloncini blu scuro.
-          Buona notte allora- disse guardandoli entrare nella sua stanza.
-          Notte- rispose Jared sorridendole.
-          Notte Gin- disse Shannon.
Gin si sistemò sul suo divano, non era comodissimo come aveva fatto credere a Shannon ma per una notte poteva anche andare.
Shannon si mise a letto mentre Jared osservava tutto quello che c’era nella stanza di Gin prendendo in mano ogni cosa.
-          Jared piantala, se ne accorge che le cose sono spostate- disse Shannon sbuffando.
-          Va bene mamma la smetto- rispose raggiungendolo a letto.
Jared si distese accanto al fratello, e si ricordò di quando  erano piccoli e dormivano con la madre nello stesso letto.
-          È un letto piuttosto grande- disse consapevole del fatto che Shannon non stesse ancora dormendo.
-          Si e allora?-
-          Poteva dormire con noi- disse Jared.
-          Jared te l’ho già detto lei non è come le altre-
-          Appunto, io con le altre come le chiami tu, mica ci dormo- disse girandosi su un lato.
Gin si girava nel divano da parecchio senza riuscire a prendere sonno, sentì dei rumori in cucina e andò a vedere chi dei due si fosse alzato.
Vide Jared che beveva un bicchiere di succo di frutta.
-          Ti ho svegliata?-
-          Non esattamente, ho mentito a Shannon, il mio divano non è per niente comodo- disse massaggiandosi la schiena.
-          Perché non dormi con noi?-
-          Certo, e io mi dovrei fidare di te?- disse sarcastica.
-          Si dovresti- disse Jared serio.
Gin non disse altro, Jared finì di bere il succo di frutta e dopo aver sciacquato il bicchiere si diresse in camera da letto, fermandosi sulla soglia ad aspettarla.
Gin sospirò e decise di andare con lui, si distese sul letto cercando di non svegliare Shannon e si coprì col lenzuolo, Jared si sdraiò accanto a lei e si girò verso il bordo del letto.
Gin si sentiva leggermente in imbarazzo per la situazione, ma la morbidezza del materasso sotto di lei era impagabile dopo le ore passate sul suo divano, chiuse gli occhi e si addormentò quasi subito.
Shannon si svegliò con un raggio di luce che filtrava dalla finestra si voltò dall’altro lato pensando che il fratello fosse distante e si ritrovò addosso a Gin, si spostò e la osservò, quando era arrivata a letto? Non se ne era neppure accorto, guardò il fratello che sembrava dormire anche lui e conoscendolo era molto raro che lo facesse.
Gin si mosse verso di lui nel sonno erano vicinissimi gli sarebbe bastato un movimento minimo perché le loro labbra si sfiorassero.
Gin aprì gli occhi e trovò Shannon intento ad osservarla, incurvò le labbra in un mezzo sorriso ma lui non ricambiò, stava per spostarsi quando Shannon le mise una mano dietro la nuca e la baciò, un bacio che non aveva niente a che fare con quello che lei gli aveva dato la mattina passata, quello che si stavano scambiando in quel momento era un bacio vero e proprio, lo spinse via quando sentì Jared muoversi nel letto e si voltò.
Sentiva il cuore batterle forte nel petto, era stato decisamente un risveglio non privo di conseguenze, senti Shannon alzarsi e andare in cucina, controllò che Jared dormisse ancora e si alzò a sua volta, voleva parlare con lui.
-          Shannon?- disse guardandolo.
Lui sollevò appena lo sguardo dal cellulare  e non disse nulla.
-          Comportamento curioso il tuo, prima mi infili la lingua in gola, poi manco mi rispondi- disse cercando di farlo sorridere.
-          Non avrei dovuto farlo, è stato più forte di me- disse serio.
-          Ve bene, non è successo niente- disse lei sdrammatizzando.
Shannon sospirò fingendo di scrivere qualcosa con il cellulare, forse per lei non era successo niente, ma lui voleva davvero baciarla e si rese conto che era stata una delle cose più stupide che avesse fatto ultimamente, la conosceva e sapeva che lei non era il tipo di donna da storia impegnata o meglio non voleva esserlo.
Jared li raggiunse in cucina, si era accorto di tutto quello che era successo tra i due, ma non lasciò trapelare nessuna emozione.
-          Giorno- disse sedendosi accanto al tavolo di cucina.
-          Ciao Jared- rispose Gin passandogli dei biscotti per colazione.
Shannon lo salutò con un cenno del capo e si mise a bere il suo caffè, Gin glielo aveva allungato per renderlo più americano.
Fecero colazione insieme poi Shannon e Jared presero un taxi per raggiungere Bob e altri amici.
Gin era seduta al suo banchetto e pensava a quanto Shannon fosse stato strano con lei quella mattina, aveva provato a chiamarlo ma lui aveva messo giù la chiamata senza neppure risponderle.
Si maledisse per non essersi spostata quando lui si era avvicinato, Shannon era una persona meravigliosa ma troppo sensibile e lei era quanto di più diverso ci fosse al mondo.
La giornata volse finalmente al termine e Gin dopo cena decise di farsi una passeggiata per la città per cercare di svuotare la mente.
Si ritrovò a poca distanza dall’Hotel di Shannon e Jared e decise di vedere se era in camera, stava per arrivare al banco della reception che qualcuno la prese per un braccio facendola voltare.
-          Gin- disse Jared sorridendole.
-          Ciao, ero venuta a cercare tuo fratello- disse lei.
-          Non te lo ha detto?-
-          Cosa scusa?-
-          Ha preso l’aereo questo pomeriggio-
Gin si bloccò un attimo poi cercò di dissimulare il dispiacere e sorrise a Jared.
-          Certo che sbadata, avevo letto il messaggio di fretta- disse sorridendo più del dovuto.
Jared si accorse che gli stava mentendo ma non disse nulla, non voleva farla sentire peggio.
-          Jared vieni stiamo andando- disse Robet guardandoli.
-          Si arrivo!- rispose- vuoi venire con noi?- aggiunse guardandola.
-          No grazie, in effetti sono un po’ stanca, magari ci vediamo prima che torni a casa ok?- rispose evasiva.
-          Ok, buona notte Gin- disse abbassandosi a darle un bacio sulla guancia.
-          Ciao Jared- rispose lei.
Uscì fuori e si incamminò verso casa, di strada ce ne era parecchia per arrivare, ma per quanta fosse, al momento non le sembrava sufficiente, si stava ininterrottamente chiedendo come mai lui non le avesse detto nulla prima di  partire. Non era tenuto a farlo certo ma tra amici di solito si saluta prima di tornarsene dall’altra parte del mondo.
Si sedette su un muretto poco distante da casa sua e si mise ad ascoltare un po’ di musica.
Parigi di sera, e le note dei Metallica nelle orecchie solo lei poteva trovarci qualcosa di romantico in quel momento.
Canticchiò alcune strofe di Unforgiven 2 era una delle sue preferite e in un certo senso si adattava a quel momento, non faceva che rivivere i secondi di quella mattina nella sua mente attimo dopo attimo quasi fosse durato un’eternità.
Tornò a casa e dopo essersi fatta una bella doccia si mise a letto.
Passarono un paio di giorni e Shannon non si fece sentire, lei dal canto suo non aveva più provato a chiamarlo, prese il cd che aveva fatto con la canzone dei Metallica, lo avrebbe dato a Jared chiedendogli di farlo avere al fratello.
Prese un pennarello indelebile e ci scrisse sopra “ min. 2.14” quelle righe racchiudevano quello che lei voleva dirgli in quel momento, lo mise in borsa e si diresse all’aeroporto per salutare Jared.

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Capitolo 13
*** 13 ***


Gin arrivò in aeroporto appena in tempo per salutare dato che aveva fatto tardi a causa del traffico.
-          Pensavo non venissi più- disse Jared.
-          Ho rischiato, c’era un traffico pazzesco- rispose riprendendo fiato dopo la corsa fino al gate.
Jared le sorrise, e Gin gli passò un cd.
-          Puoi darlo a tuo fratello per favore?- chiese mente Jared lo prendeva dalla sua mano.
-          Certo, per me non hai nulla?- rispose lui.
Gin si sentì un po’ in imbarazzo, in effetti non aveva nulla per Jared, abbassò lo sguardo cercando un modo facile per uscire da quella situazione imbarazzante.
L’ultima chiamata per il volo di Jared interruppe la loro conversazione e l’imbarazzo di Gin.
-          Ho io una cosa per te Gin- disse Jared  prima di andarsene.
Lei sollevò lo sguardo in attesa, chiedendosi cosa fosse, lui la prese per mano portandola lontano da sguardi indiscreti, non voleva certo le foto visto quello che aveva in mente.
-          Jared il tuo aereo, dove stiamo andando?- chiese Gin.
Lui la spinse contro il muro e la baciò dolcemente.
-          Ti avrebbe dovuta salutare così quel cretino di mio fratello- disse serio prima di correre verso il gate.
Gin rimase appoggiata al muro dell’aeroporto senza sapere cosa fare, non pensava di interessare a Jared , non ci pensava assolutamente.
Raccolse le idee cercando di uscire da quella strana situazione psicologica, era passata da nessun ragazzo a due in meno di una settimana, anche se uno dei due non si era fatto più sentire dopo averla baciata nel suo letto.
Uscì dall’aeroporto e tornò in città sperando che il caos di Parigi le impedisse di pensare ulteriormente.
Jared mise il cd nel suo Pc e lo ascoltò prima del fratello mentre era in Taxi.
-          Minuto 2.14- disse andando avanti nella traccia.
Ascoltò attentamente, conosceva la canzone, quando ebbe finito spense tutto e rimise il cd nella custodia.
“dovresti conservare certe strofe per qualcuno che ci tenga maggiormente”- scrisse in un messaggio mandandolo a Gin.
Gin lesse il messaggio di Jared e gli rispose “ il problema di tuo fratello sono io, è colpa mia, sono io, sono sempre io il mio problema con gli altri….”.
Jared sospirò e si preparò a scendere dato che il taxi era arrivato davanti casa sua.
La sera stessa consegnò il cd al fratello.
Shannon aspettò alcuni giorni prima di decidersi ad ascoltare il cd, lo mise su e scorse fino al punto che lei gli aveva segnato, stava per ascoltare ma spinse il tasto dello stop sullo stereo e butto il cd in un angolo, aveva ripreso a uscire con Lana e con altre ragazze, si era sentito così umiliato quando lei gli aveva detto che il loro bacio non era niente, che non era successo nulla, non era nulla per lei forse.
Si preparò per uscire usciva tutte le sere da quando era tornato a Los Angeles, Antoine e gli altri lo distraevano e anche alcune amichette facevano un buon lavoro.
Gin era seduta in riva ad una  Senna leggermente ghiacciata, era quasi Natale e Parigi assumeva quell’aspetto romantico che spezzava quasi il cuore, a causa della neve e delle luci natalizie.
Aveva sentito di tanto in tanto Jared, ma nessuno dei due aveva mai tirato fuori il loro bacio all’aeroporto, aveva provato a chiamare Shannon alcune volte ma lui non l’aveva mai richiamata e nonostante tutto le faceva male, non credeva di meritarselo, era sempre stata onesta con lui riguardo ai suoi sentimenti.
Guardò l’orologio, era in ritardo, aveva promesso a Stel di aiutarla a servire al bar, si alzò e tornò verso casa.
Jared era in studio che aspettava il fratello ormai da più di un’ora, era decisamente fuori di se, dato  che non aveva avvisato del ritardo, guardò Tomo e gli fece cenno di tornare a casa tanto ormai non era più in vena di fare qualcosa.
Shannon arrivò davanti a casa del fratello e parcheggiò la moto, aveva ancora la testa dolorante e si sentiva decisamente svuotato dopo la notte passata con una ragazza di cui non ricordava il nome.
-          Mamma arriva domani pensi di riuscire a tenere un comportamento più adulto per una decina di giorni?- gli chiese Jared senza neanche guardarlo.
-          Si- rispose secco.
Jared lo guardò con sufficienza e uscì dalla stanza.
Shannon si sedette davanti al pc del fratello che era aperto nella casella di posta e notò le mail di Gin, ne lesse alcune, non ce ne era una in cui lei non gli chiedesse di lui, finivano tutte con un “ come sta Shan?” oppure “ salutamelo”.
-          Mail interessanti non sapevo foste così amici- disse quando Jared rientrò.
-          Quello che mi sorprende sai cos’è Shan?-
-          Cosa Jay illuminami-
-          Che dopo aver ascoltato il cd tu non sia volato a Parigi a scusati per la testa di cazzo che sei stato- disse serio.
-          Non l’ho mai ascoltato- ammise.
-          Allora non te la meriti- sentenziò Jared.
-          Probabilmente hai ragione, siamo troppo diversi- disse alzandosi e uscendo da casa del fratello per tornare a casa sua.
Jared lo guardò andarsene e sospirò .Quanto poteva essere testardo? Si sedette e si rimise a suonare, sentire le corde della chitarra sotto le sue dita non lo rilassò come sperava, c’era altro, capiva Shannon dopo anni passati da soli si diventa dei bastardi, ma Gin non gli sembrava il tipo di ragazza con cui farlo, ci teneva a lui, l’unico problema era che non lo faceva come Shannon avrebbe voluto, sospirò chiedendosi se non fosse lui ad iniziare a tenere troppo a quella ragazza.

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Capitolo 14
*** 14 ***


Shannon entrò in casa sua e si mise a cercare il cd di Gin, non lo aveva mai realmente buttato, solo accuratamente nascosto dalla sua visuale, sotto chili di vestiti e altre cose inutili, aveva provato a togliersela dalla testa, ma quando una persona ce l’hai nel cuore e non nella testa è difficile sbarazzarsene facilmente.
Lo mise nel lettore e questa volta lo ascoltò, e si sentì un perfetto idiota, ripeté la traccia per un tempo infinito di volte.
Pensò a cosa fare, lei lo aveva provato a chiamare molte volte senza che lui la richiamasse mai, era consapevole di essersi comportato da stronzo, ma pensava che ormai fosse tardi per recuperare le cose ,si sedette sul letto sospirando.
Gli ultimi giorni dell’anno passarono velocemente tra i compleanni, il natale e le feste con gli amici, Gennaio arrivò prima del previsto e Shannon ancora aspettava che qualcosa in lui scattasse e decidesse di chiamarla.
Gin era intenta a preparare la cena quando sentì il cellulare suonare.
-          Ciao- disse Jared quando lei rispose.
-          Ciao straniero, sono arrivati i miei regali?- chiese lei.
-          Solo quello di mia madre che tra l’altro ha adorato, grazie- disse Jared.
-          Figurati, solo mi spiace, speravo arrivassero prima-
-          Non ti preoccupare arriveranno anche gli altri- disse Jared.
-          Allora come va lì?-chiese Gin.
-          Tutto bene, stiamo sempre in giro, diciamo che al momento non ho lavorato molto, ma riprenderò, Parigi com’è?-
-          Fredda e bellissima, c’è la neve, dovresti vederla con la neve, è uno spettacolo- disse Gin affacciandosi alla finestra.
-          Chi lo sa magari faccio un salto- disse lui confermando la prenotazione dell’aereo per Parigi per il giorno seguente.
-          Ci credo quando lo vedo, sono mesi che lo dici, sei un uomo troppo impegnato- disse Gin ridacchiando.
-          Mi sottovaluti e ti sottovaluti, per te potrei liberarmi sai?- disse .
-          E tutte le modelle che hai lì? Povere come fanno se tu te ne vai- disse Gin scherzando.
-          Cercheranno di farsi fotografare con altri personaggi famosi credo- rispose serafico.
-          Come sei cinico-
-          Come te- disse sentendola sorridere al telefono.
-          Già – disse Gin.
-          Adesso ti lascio parigina, sarà sera da te- disse Jared.
-          Si stavo per cenare in effetti, spero che ti arrivi presto il regalo sono curiosa di sapere se ho fatto un buon acquisto- disse Gin.
-          Speriamo arrivi presto allora- disse Jared.
-          Jared, come sta Shan?-
-          Sta bene-
-          Mi fa piacere- disse Gin.
-          Ci sentiamo Gin- disse Jared prima di attaccare.
-          Ciao Jared- disse lei.
Jared si distese sulla poltrona e prese in mano il regalo di Gin , gli era arrivato quella mattina ma voleva aspettare di essere da lei per aprirlo.
Shannon aveva tra le mani il regalo di Gin, prese il cellulare e le scrisse un ringraziamento stiracchiato, sperando che fosse lei a chiamarlo dato che non sapeva come riprendere il discorso tra loro.
Gin lesse il messaggio di Shannon, era piuttosto freddo, ma era meglio del nulla assoluto che c’era stato per tutto quel tempo, gli rispose chiedendogli come andassero le cose. Messaggiarono per un po’ poi lui la salutò dato  che per lei si stava facendo tardi e le diede la buona notte.
Jared arrivò a Parigi nel primo pomeriggio, Shannon aveva preso un po’ male il fatto  che lui andasse a trovare Gin, in realtà aveva preso male il fatto che la situazione fosse completamente diversa rispetto  a mesi prima, ma non poteva biasimare altri che se stesso.
Prese un taxi e si fece portare da lei, durante il viaggio si rese conto della stupidità del suo gesto, stava andando da lei non invitato, senza aver avvisato e con una situazione in sospeso tra loro che lui sperava tanto si chiarisse nel letto di lei.
Non era un tipo romantico, o meglio lo era a modo suo e con chi decideva lui e Gin era una di quelle persone che gli facevano venire voglia di andarci a letto certo, ma non solo per fare sesso, gli piaceva parlare con lei era facile, con lei era tutto facile, avrebbe fatto sul serio se lei avesse deciso di provarci.

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Capitolo 15
*** 15 ***


Gin era seduta davanti al suo banchetto intenta a lavorare, qualcuno le si mise davanti alla luce e lei alzò leggermente lo sguardo guardando le scarpe di quello che le copriva la luce, quelle scarpe, conosceva solo una persona che le indossasse.
-          Non ci posso credere- disse alzando il viso e incrociando gli occhi azzurri di Jared.
-          Sorpresa- disse lui.
-          Sei pazzo! Quando sei arrivato? Perché non me lo hai detto ieri?-
-          E perdermi questa espressione cretina- disse lui imitandola.
-          Che stronzo che sei-
-          Grazie cara- disse sorridendole.
La aiutò a chiudere il banchetto e entrarono in casa.
-          Quanto resti?- gli domandò porgendogli una tazza di tè.
-          Sono appena arrivato già parli della mia partenza? Ne sono davvero felice sai?- disse facendo il sostenuto.
-          Dai smettila- disse sedendosi accanto a lui.
Jared prese dalla valigia il regalo di  lei e lo aprì.
-          Ho aspettato ad aprirlo è arrivato ieri-
-          Lo immaginavo, è arrivato anche a Shannon- disse Gin.
-          Ti piace?- aggiunse mentre lui sfogliava il libro di fotografie che lei gli aveva comprato.
-          Molto- rispose posandolo sul tavolo davanti a loro.
-          Vuoi il mio?- chiese guardandola.
-          Certo- rispose Gin sorridendo.
Lui si avvicinò a lei e le diede un bacio leggero sulla guancia.
Gin sorrise e lo guardò.
-          Un po’ misero come regalo Jay, non ti sei impegnato molto a cercarlo- disse ridacchiando.
-          Non è mica finito sai- disse abbassandosi sulla sua bocca e baciandola con decisione.
Si abbassò ancora su di lei facendola sdraiare sotto di se e con una mano iniziò ad accarezzarle il seno.
-          Smettila Jared – disse Gin spostandosi dalla posizione in cui lui l’aveva costretta.
-          Pensavo che….- disse lui rimettendosi a sedere leggermente imbarazzato e confuso dal rifiuto di lei.
-          Pensavi male. Jared io non sono la persona giusta, mi dispiace, è troppo difficile per gli altri starmi accanto- disse Gin tormentandosi le unghie.
-          Cosa vuoi dire?-
-          Che tutti mi lasciano Jay, appena io mi affeziono mi lasciano, i miei genitori, gli amici, Shannon. Sono così difficile da amare…- disse più a se stessa che a lui.
Jared non sapeva bene come comportarsi le emozioni di Gin gli erano anche troppo famigliari purtroppo, sapeva cosa si provava ad essere lasciati dalle persone alle quali si tiene senza uno straccio di spiegazione.
Gin si avvicinò a Jared ,lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia.
-          Sei una bella persona Jay- disse facendo per allontanarsi di nuovo.
-          Anche tu Gin!- disse lui attirandola a se e stringendola forte tra le braccia.
-          No…- disse lei piano- non è vero!-
-          Si! Si lo sei! Come ti spieghi altrimenti il fatto che tutti qui ti vogliano così bene?-
Gin non rispose Jared aveva ragione, era piena di persone che le volevano bene. Sollevò la testa e incrociò gli occhi di Jared, di quel colore così meraviglioso, a volte faceva davvero male guardarli tanto erano profondi.
Si avvicinò piano al viso di lui, fino a sentire il suo respiro caldo sulle guance e gli diede un bacio lei questa volta,voleva sentirsi di nuovo amata come non le capitava da tempo anche se non era sicura che Jared fosse la persona giusta per amare qualcuno, sempre così assorbito da se stesso, in realtà semplicemente spaventato dal fatto di lasciarsi andare con qualcuno.
Jared le mise una mano dietro la nuca prolungando il bacio nella speranza che lei non si tirasse indietro nuovamente.
Il cellulare di Gin suonò interrompendo quel momento.
Gin si alzò andando a rispondere in camera sua, non aveva neppure guardato da chi venisse la chiamata.
-          Pronto?- disse incerta.
-          Gin! Sono Shannon- disse lui sentendo che gli aveva risposto in francese.
-          Ciao, scusa non avevo guardato da chi venisse la chiamata prima di rispondere-
-          Fa nulla, volevo parlarti- disse Shannon schiarendosi la voce.
-          Dimmi- disse lei sedendosi sul letto.
-          Vedi è che in tutti questi mesi non ho fatto che pensare a quella mattina nel tuo letto, sono consapevole di essermene andato senza una spiegazione, ma quando tu hai detto che il nostro bacio non era nulla me ne sono dispiaciuto per me non era così, ti voglio bene Gin, e forse te ne voglio troppo, non so come spiegarmi non sono bravo con le parole lo sai. Ho ascoltato il cd, e credo che anche tu provi qualcosa per me..-
-          Shannon sono passati mesi, non mi hai mai chiamata, hai idea di come io mi sia sentita? Eravamo così amici e poi più niente per mesi, dovevo chiedere a Jared come stavi- disse seria.
-          Mi dispiace- le disse.
Gin sospirò e vide la porta di camera sua aprirsi e Jared entrare, le prese il cellulare di mano.
-          Ciao Shan- disse Jared.
-          Jay, sei a casa sua?- chiese Shannon.
-          Si, sono appena arrivato-
-          Potresti ripassarmi Gin?-
-          Certo- disse passando il cellulare alla ragazza.
Gin lo prese e sorrise  a Jared.
-          Gin, potremmo essere amici almeno?- disse Shannon.
-          Amici certo, ciao Shan- disse lei riattaccando.
-          Gin?....- disse Shannon, rendendosi conto che lei aveva interrotto la chiamata.
Era certo di essersela giocata, se Jared era là probabilmente se la sarebbe portata a letto entro breve e non ci sarebbe mai stata neanche lontanamente la possibilità di un “noi” tra lui e Gin, si lasciò andare sul divano chiudendo gli occhi.

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Capitolo 16
*** 16 ***


Gin si sdraiò sul letto e Jared si mise accanto a lei.
-          Perché deve essere sempre tutto così complicato- disse lei sconsolata guardando il soffitto della stanza.
Jared sorrise tra se poi si spostò mettendosi sopra di lei e guardandola.
-          È la vita Gin, se fosse facile e lineare non ne varrebbe la pena- disse serafico.
-          Cosa devo fare?-
-          Lo chiedi alla persona sbagliata, tu mi interessi Gin, ma interessi anche a mio fratello, quindi per essere imparziale non ti dirò cosa fare, posso solo suggerirti che io sono qui e sono disponibile, ma la scelta di come occupare il mio tempo sta a te- disse socchiudendo gli occhi e passandole una mano tra i capelli.
Gin gli accarezzò il viso.
-          Usciamo- disse alzandosi dal letto.
Jared scosse la testa sorridendo e la raggiunse, le ragazze sdraiate sotto di lui su un letto difficilmente lo liquidavano proponendogli una passeggiata.
Girarono  per Parigi tra la neve e la gente che frettolosa e irritata voleva solo sbrigarsi a tornare a casa. Gin si era resa conto che stare con lui le piaceva parecchio, le piaceva come la faceva sentire, capita.
Si ritrovò a guardarlo imbambolata mentre tornavano a casa in metro.
Jared abbassò lo sguardo su Gin e la sorprese a guardarlo, lei arrossì e lui si chinò a darle un bacio sulla guancia.
-          Smettila di guardarmi così, altrimenti a casa non mi fermerò al bacio sulla guancia- le disse provocatorio e malizioso.
Gin si schiarì la voce imbarazzata, intanto la donna accanto a lei si alzò per scendere e Jared ne approfittò per sedersi accanto a lei, le passò un braccio attorno alle spalle e con la mano si mise ad accarezzarle il collo dolcemente.
Gli piaceva quella ragazza, dopo tanto tempo finalmente aveva trovato qualcuno che gli piacesse davvero, voleva veramente fare sul serio con lei, ma se lei gli avesse detto di no, avrebbe rispettato la sua decisione.
Gin si alzò per scendere e lui la raggiunse dopo essersi richiuso la giacca, Gin si sistemò la sciarpa e mentre stavano per scendere Jared la prese per mano, lei si voltò a guardarlo e lui non disse nulla, gli piaceva la sensazione che gli dava tenere nuovamente qualcuno per mano, o forse era lei che glielo faceva piacere.
Fecero tutto il tragitto fino a casa mano nella mano, Gin non avrebbe mai voluto che la lasciasse andare, le dava una tale sicurezza che era indescrivibile, ma allo stesso tempo si sentiva come spaventata all’idea di poter provare qualcosa per lui, le sembrava proprio il tipo che ti fa a pezzi e ti lascia in un paio di giorni.
Lasciò la mano di Jared per cercare le chiavi nella borsa e aprire il portone di casa.
Non appena furono nel suo appartamento Gin fece un bel respiro e prese Jared per un braccio facendolo voltare.
-          Voglio stare con te, mi piace stare con te, parlarti, credo mi piaccia tu, nonostante io senta che tu sia dannatamente sbagliato per qualsiasi donna sana di mente- gli  disse tutto d’un fiato sentendosi arrossire subito dopo aver pronunciato quella frase.
Jared rimase un attimo fermo a guardarla e poi le sorrise.
-          Anche tu mi piaci Gin- disse sollevandole il viso e baciandola.
Jared la spinse contro al muro e approfondì il loro bacio, la sollevò da terra e le fece incrociare le gambe intorno ai suoi fianchi.
-          Jared aspetta- disse lei e lui la posò a terra.
-          Che c’è?- le chiese.
-          Credo tu stia andando un po’ troppo in fretta, voglio fare le cose seriamente per una volta quindi niente sesso al primo appuntamento- disse facendolo sorridere.
-          È la prima volta che mi dicono di no a Parigi sai?- le disse.
-          Ci sono sempre le prime volte Jared- rispose lei sorridendo e posando il cappotto sul divano.
Jared restò con lei per un paio di settimane aveva deciso che sarebbe partito dopo S. Valentino e le aveva chiesto di raggiungerlo a Los Angeles per il compleanno del fratello.
Gin era sdraiata sul letto accanto a Jared lo sentiva respirare profondamente segno che finalmente si era addormentato, erano due settimane che stavano insieme, e S.Valentino si stava avvicinando quindi anche la partenza di Jared, prese dal cassetto del comodino il biglietto per Los Angeles che lui le aveva comprato perché lo raggiungesse al compleanno di Shannon, si perse un istante a pensare a Shan , alla telefonata che gli aveva fatto per essere lei a dirgli che stava con Jared, l’aveva presa bene, o almeno questo le aveva fatto credere.
Si alzò dal letto e prese il pc, aveva bisogno di scrivere, si mise gli auricolari e fece partire la musica per concentrarsi solo sulla scrittura del suo romanzo.
Jared si svegliò disturbato dal rumore dei tasti che battevano  sul pc, si mise a guardarla scrivere, ma lei pareva non accorgersi di nulla di quello che la circondava in quel momento era del tutto concentrata in quello che stava facendo.
Le accarezzò un braccio e lei sussultò voltandosi.
-          Ti ho svegliato?-chiese togliendosi la musica dalle orecchie.
-          Ho il sonno leggero- rispose lui mettendosi a sedere.
-          Mi dispiace- spense il pc e lo posò sul comodino.
Lui la prese tra le braccia giocherellando con le ciocche ribelli che le uscivano dalla treccia che si era fatta.
-          Come procede?- le chiese riferendosi al romanzo.
-          Non lo fa, non procede- rispose Gin sbuffando e lasciandosi scivolare sul letto.
Alzò il lenzuolo coprendosi completamente, era molto frustrata erano mesi che non riusciva a scrivere come prima, le veniva quasi da piangere.
-          Che stai facendo?- chiese Jared andando sotto con lei.
-          L’idiota. Batto i piedi come una bambina solo perché non riesco a scrivere, sono mesi che non scrivo Jared, sono così arrabbiata con me stessa è come se non riuscissi ad entrare nell’ordine di idee nel quale si è quando si scrive, è così frustrante- disse Gin chiudendo gli occhi per un secondo.
Jared la osservò era davvero assurda come poteva essere così arrabbiata con se stessa per una cosa tutto sommato così inutile, non era una scrittrice non doveva vivere di quello, quindi perché preoccuparsi tanto?
-          Pensi  che io sia una stupida, te lo leggo in faccia Jared- disse lei guardandolo.
-          Un po’. Insomma Gin rilassati, l’ispirazione tornerà da sola è inutile che la cerchi fidati- disse serio.
-          Speriamo- disse lei girandosi su un fianco per rimettersi a dormire.
Jared le passò un braccio intorno alla vita attirandola verso di lui.
-          Visto che siamo svegli ci sarebbe una cosa che potremmo fare in questo bel letto comodo e caldo- disse malizioso baciandole il collo.
-          Certo dormire!-
-          Risposta sbagliata- disse lui dandole un morso leggero sulla spalla.
-          Hei! Niente morsi!- disse Gin voltandosi.
-          Non ti piacevano?-
-          Si troppo, e non riesco a dirti di no se lo fai- disse Gin.
-          Perfetto- le rispose Jared sollevandole la maglietta e mordendola sotto al seno.
La aiutò a sfilarla del tutto e poi si tolse anche la sua, con le mani iniziò ad accarezzarle il seno, risalì di nuovo a cercare la sua bocca, mentre con una mano si infilava nelle sue mutandine, la accarezzò dolcemente sentendola tendersi verso di lui ad ogni tocco.
Senza capire come si fosse spogliato così velocemente Gin si ritrovò Jared sopra di lei, le sfilò gli slip e lo sentì entrare deciso, lasciandola  per un attimo senza fiato.
Gin si prese alcuni secondi per abituarsi a quella sensazione di pienezza poi iniziò a muovere il bacino insieme a Jared.
Lo sentiva ansimare sempre più forte, probabilmente stava per venire ma lei era ancora ben lontana dal farlo, cercò di aumentare il ritmo ma Jared venne ugualmente prima di lei.
Jared si prese alcuni istanti per riprendere fiato e uscire da lei, si era accorto che non era venuta e non gli era mai capitato negli ultimi anni di lasciare una donna insoddisfatta.
-          Non ti è piaciuto?- le chiese dopo essersi rimesso a letto.
-          Jared, non prenderla come una cosa personale ti prego, ho sempre fatto fatica a venire durante un rapporto, non è colpa tua- disse lei guardandolo.
-          Allora dovremo lavoraci- disse sorridendole e prendendola tra le braccia.
Gin posò la testa sul petto di Jared e chiuse gli occhi addormentandosi.
Jared la sentiva il respiro caldo di lei sulla sua pelle, ma non faceva che ripensare al fatto che forse fosse colpa sua se lei non era riuscita a venire, era davvero stata una bella botta per il suo orgoglio.

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Capitolo 17
*** 17 ***


Erano passati anche gli ultimi giorni, più velocemente di quanto lui avrebbe voluto e lei lo stava portando in aeroporto con la sua auto, si mise a guardare fuori dal finestrino, mancavano solo tre settimane al compleanno del fratello, tre settimane e lei sarebbe stata di nuovo con lui, non sapeva il perché ma era certo che gli sarebbe mancata più del dovuto probabilmente.
Gin si voltò a guardarlo dopo aver parcheggiato, era sfuggente da quando si erano alzati quella mattina.
Non appena si accorse che lo stava guardando Jared scese dall’auto e andò a scaricare la valigia.
Non le disse nulla fino al gate e Gin iniziava ad essere davvero a disagio, era sicura di non aver fatto nulla delle mille cose che aveva imparato gli dessero fastidio quindi non si spiegava l’atteggiamento di Jared.
-          Tutto bene?- gli chiese infine guardandolo.
-          Certo, perché me lo chiedi- sbottò lui riprendendo a scrivere sul cellulare.
-          Ok- disse lei sporgendosi per dargli un bacio prima di lasciarlo andare.
Jared le diede un bacio veloce sulla guancia e si mise in fila.
Gin si mise accanto alla parete ad aspettare che andasse via, non si spiegava proprio il suo comportamento.
Jared alzò lo sguardo e la vide appoggiata alla parete che lo guardava, l’aveva trattata malissimo e lei era rimasta a guardarlo andare via, chiese scusa alle persone dietro di lui e uscì dalla fila.
-          Che fai ? perdi l’aereo così- disse Gin con sguardo di rimprovero.
-          Mi sono comportato da stronzo vero?-
-          Si un pochino, mi spighi che hai?-
-          Mi mancherai Gin, più di quanto avessi previsto quando sono arrivato qui settimane fa-
Lei sorrise, era un ragazzo così complicato, mascherava la sua sensibilità dietro troppi atteggiamenti da bastardo e a volte finiva per diventare davvero quello che fingeva di essere e se ne pentiva.
-          Ci vediamo il 7 marzo- disse lei prendendolo per il colletto della giacca e attirandolo a se per baciarlo.
Jared si rimise in fila dopo averla salutata.
Dopo averlo visto sparire dietro le porte scorrevoli con gli altri passeggeri Gin tornò  a casa.
Le sarebbe mancato anche lui, le sarebbe mancato eccome, prese il pc e iniziò a scrivere.
Scrisse per ore appena lui era sparito l’ispirazione era tornata, sorrise per l’ironia della cosa, a quanto pareva lui decisamente non era la sua musa.
 
Jared arrivò a casa e dopo aver riposato per un paio d’ore chiamò Gin.
-          Pronto- disse non appena la sentì prendere la chiamata.
-          Dico ma sei fuori? Qui sono le 4 del mattino Jay- mugugnò  lei.
-          Non sei felice di sapere che sono arrivato a casa sano e salvo- disse lui.
-          Si felicissima, buona notte- rispose Gin sbadigliando.
-          Non essere troppo espansiva mi raccomando- disse lui.
-          Jared, amore domani devo lavorare ti prego lasciami dormire- disse Gin con gli occhi chiusi.
Lo sentì sorridere al telefono.
-          Perché sorridi?- chiese lei.
-          Mi hai chiamato amore, buona notte Gin- disse riattaccando e lasciandola riposare.
Gin sorrise e dopo aver posato il cellulare sul comodino si rimise a dormire.
Le settimane passarono abbastanza rapidamente e presto Gin si ritrovò a consegnare la carta d’imbarco e il suo passaporto nuovo di zecca all’hostess davanti al gate.
Si sedette al suo posto in aereo e si mise a leggere, sarebbe stato un lungo viaggio e lei quella notte non aveva dormito molto per l’agitazione, il volo, Jared e si anche Shannon era stato parte in causa della sua insonnia.
La voce dell’hostess la risvegliò dal suo riposino, era finalmente arrivata a Los Angeles, prese la borsa e si preparò a scendere dall’aereo con gli altri passeggeri.
Jared era seduto ad aspettarla  insieme al fratello.
Shannon lo osservava ,il suo nervosismo era palpabile ancora non si spigava come mai gli avesse chiesto di andare a prenderla insieme.
Gin li vide da lontano e sorrise sollevò la valigia e andò verso di loro.
-          Ciao- disse Jared abbracciandola.
-          Ciao Jay- rispose lei dandogli un bacio veloce sulle labbra, avrebbe preferito darglielo sulla guancia ma lui aveva deciso di far crescere una foresta di pelo sul suo viso, quindi le labbra erano le uniche libere.
-          Ciao Shan- disse spostandosi a abbracciandolo dandogli poi un bacio sulla guancia.
-          È andato bene il viaggio?- chiese Shannon prendendole la valigia.
-          Si dai, è stato lungo ma piacevole- rispose sorridendogli.
Si incamminarono verso l’auto e Shannon si distanziò un  po’ da loro per lasciarli parlare.
-          Cos’è quella foresta di pelo che ti sei fatto crescere Jay? – disse lei sorridendogli.
-          Era per rendermi meno desiderabile agli occhi delle altre donne cara- rispose lui toccandosi la barba.
-          Diciamo che sei pigro e dato che non avevi voglia di fartela l’hai lasciata crescere- disse mentre salivano in auto.
-          Beccato- disse Shannon ridacchiando e partendo.
-          Fatti gli affari tuoi e guida tu- disse Jared al fratello.
Si voltò a guardarla, l’avrebbe baciata per tutto il tragitto fino a casa, ma con Shannon a guardarli non gli pareva il caso.
-          Che c’è?- chiese Gin notando che la stava fissando.
-          Nulla- rispose voltandosi verso il finestrino.
Gin allungò la mano fino ad arrivare a prendere quella di Jared e la strinse.
Shannon parcheggiò davanti casa del fratello e dopo averli salutati ripartì, vederli insieme gli faceva più male del previsto, mentre guidava pensava solo al fatto che avrebbe potuto essere lui quello da cui era venuta se solo non avesse mandato tutto a farsi benedire mesi addietro.
Jared si chiuse la porta alle spalle e poi la attirò a se baciandola con passione.
Lei lo spinse via sorridendo.
-          Non succederà niente tra noi finché avrai questa foresta sulla faccia tesoro-
-          Tornerò sbarbato tra meno di 10 minuti e sarà meglio che tu per allora sia nuda- disse lasciandola in camera sua e andando in bagno.
Gin si sedette sorridendo tra se sul letto di Jared ,dopo essersi spogliata si avvolse nel lenzuolo e lo aspettò.
Jared arrivò in camera sua e sorrise, si era spogliata e addormentata, doveva essere davvero esausta per il viaggio, si sdraiò accanto a lei e decise di aspettare che si risvegliasse, ora come ora avrebbe aspettato ore tanto lei era lì con lui finalmente.
Si perse ad osservarla dormire, non aveva mai guardato dormire le ragazze che si portava a letto, se le scopava e poi andava in un’altra stanza oppure le invitava gentilmente a levarsi dalle palle, Gin non era perfetta, parlava nel sonno a volte, si muoveva sempre e questo gli rendeva il dormire con lei molto difficile, ma non l’avrebbe cambiata con nessuna delle modelle scalda-letto che era solito frequentare, lei era vera, le unghie mangiucchiate con lo smalto rovinato, i capelli sconvolti la mattina appena sveglia, il sedere troppo grosso che lei cercava sempre di nascondere, ma che per un assurdo scherzo del destino era una delle parti che lui maggiormente amava di lei, forse perché di donne con le curve non ne aveva mai avute, gli erano sempre piaciuti altri tipi di donne era vero, ma lei lo aveva preso in un modo che non sapeva spigarsi e che non voleva spiegarsi, a volte quando tenti di dare nome ad un’emozione la perdi o la cambi irrimediabilmente.
Gin aprì gli occhi e lo trovò intento a guardarla.
-          I maniaci guardano la gente dormire Jay-
-          Oh ma io sono un maniaco, quella del cantante è solo una copertura- disse sfilandole il lenzuolo di dosso e lasciandola  nuda.
La baciò languidamente scendendo con la bocca sui suoi seni, mentre con una mano la accarezzava tra le cosce spingendosi sempre più verso la sua intimità.
Entrò in lei con un dito e continuò a muoverlo.
Gin sentiva che stava per raggiungere il limite e cercò la bocca di Jared.
-          Fai l’amore con me- disse dopo averlo baciato.
Jared le sorrise e in un attimo fu dentro di lei.
La amò con tutta la passione di cui era capace, muovendosi lentamente dentro di lei fino a sentirla venire con lui.
-          Finalmente- disse baciandole la fronte quando ebbe ripreso fiato.
Gin sorrise e lo strinse a se, quell’uomo era una delle cose migliori che le fossero capitate nella vita e se ne rendeva conto ogni volta sempre più.
Jared prese il lenzuolo e avvolse entrambi, restarono sdraiati a coccolarsi finchè non si addormentarono .

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Capitolo 18
*** 18 ***


Jared si risvegliò quando la luce del mattino si fece insistente, il giorno prima non avevano neppure cenato, si mosse verso di lei e iniziò ad accarezzarle le spalle per svegliarla.
Gin era sveglia ma voleva godersi ancora un po’ di coccole quindi esitò alcuni istanti prima di voltarsi verso di lui.
-          Ho fame- disse guardandolo.
-          Ci credo- disse Jared ridendo come un ragazzino.
Si alzò dal letto e dopo essersi messo addosso qualcosa le lanciò una delle sue camicie non voleva che prendesse freddo.
Gin si infilò l’intimo e si mise la sua camicia.
-          La tua stupida camicia anoressica non copre il mio culo enorme- disse sconsolata.
-          Infatti non lo deve coprire- ribatté Jared facendole segno di seguirlo in cucina.
Jared la fece sedere e si mise a cercare qualcosa per fare colazione, di solito era solo in casa e si era scordato di fare la spesa prima che lei arrivasse, quindi in casa non c’era molto ad essere sinceri.
Le passò la scatola dei biscotti dopo averne tenuti un paio per se e si appoggiò al tavolo sgranocchiandoli.
Gin prese un biscottò e si mise a osservare la casa.
-          Jared?-
-          Mh?-
-          Non hai notato nulla di diverso in me?- chiese sorridendogli
-          No cosa c’è di diverso?- rispose imbarazzato.
Gin si alzò e andò davanti a lui.
-          Guarda meglio- disse porgendogli le mani.
Jared le prese e iniziò ad osservarle senza sapere bene cosa stesse cercando, poi lo vide, un piccolo tatuaggio di colore rosso sul polso destro di Gin con il simbolo di Marte.
Ci passò sopra un dito disegnandone il contorno e le sorrise.
-          Non me lo aspettavo- disse serio.
-          Certo che non te l’aspettavi, che sorpresa è se te lo aspetti Jay?- disse lei ridacchiando.
Le prese entrambe le mani e se le portò dietro la schiena in modo che lei lo abbracciasse e la guardò, stava per baciarla quando suonarono alla porta.
-          Fanculo- disse sciogliendosi dall’abbraccio di Gin controvoglia per andare ad aprire.
Gin tornò in camera da letto per infilarsi un paio di pantaloni, girare mezza nuda in casa del fidanzato quando si è soli è una cosa ma con altra gente non è carino, pensò tornando in soggiorno.
Jared aprì la porta e si trovò davanti il fratello e la madre.
-          Mamma, che…come mai qui?- chiese.
-          Oh non fare il furbo Jared, credi che una madre non se ne accorga era tutta la settimana che eri nervoso all’idea dell’arrivo di Gin per il compleanno di tuo fratello e comunque io sono venuta per salutarla- disse Costance entrando.
-          Ciao Costance- disse Gin andandole incontro e abbracciandola.
-          Ciao Gin, sono felice di vederti. Ci volevi tu perché i miei figli si sbarbassero finalmente, hai un’ottima influenza su entrambi- disse Costance.
-          Beh adesso non esageriamo- rispose Gin imbarazzata lasciandosi sfuggire un’occhiata verso Shannon.
Shannon si appoggiò al muro osservandole parlare, o meglio osservando Gin, indossava la camicia del fratello e dei pantaloni neri, aveva i capelli raccolti in uno chignon malandato sulla testa, ma le sembrava comunque stupenda.
Jared entrò nella stanza con un bicchiere di thè freddo per la madre e uno per lui.
-          Grazie- disse quando Jared glielo allungò.
Sorseggiò lentamente il thè pensando a quanto fosse stato cretino, Jared si sedette tra la madre e Gin posando una mano sulla coscia della ragazza e iniziando a parlare con loro.
-          Devo fare un paio di cose, Jay puoi riportare tu la mamma?- chiese guardandoli.
-          Certo, ci vediamo domani festeggiato- rispose Jared.
-          Si domani, ciao- disse posando il bicchiere sul tavolino davanti al divano e andando verso la porta.
-          Ciao Shan- disse Gin, lui si voltò le sorrise debolmente e la salutò con la mano.
Gin lo osservò finchè non fu uscito dalla porta, qualcosa nel loro rapporto era cambiato e questo le faceva davvero male, riprese a parlare con Jared e Costance cercando di non pensarci.
Dopo un paio d’ore di chiacchere e risate Jared riportò la madre a casa insieme a Gin.
-          Allora parlami della festa per l’animale- disse Gin mentre erano fermi ad uno stop.
-          La faremo a casa sua, ho chiamato un po’ di amici, più che altro amiche in effetti- disse sorridendo.
-          Bello mi farai conoscere le tue ex in una volta sola- disse Gin sarcastica.
-          Beh, con molte ci sono stato perché negarlo, ma non sono durate più di un mese-disse lui.
-          Jared anche noi stiamo insieme da meno di un mese, devo leggere tra le righe- disse Gin.
-          No.- disse lui secco voltandosi a guardarla-tu non hai niente a che vedere con loro- aggiunse serio.
-          Certo che non ho niente a che vedere con loro, non sono una modella, non sono bella, e vivo a Parigi in una soffitta di 50 metri mentre loro hanno appartamenti a New York o Los Angeles pieni di vestiti costosissimi, non ho decisamente niente a che fare con loro- disse lei.
-          Non era questo quello che intendevo e lo sai- disse parcheggiando davanti casa e scendendo senza aspettare che lei gli rispondesse.
Gin lo raggiunse davanti alla porta d’ingresso e lo abbracciò da dietro.
-          Sei così permaloso, è quasi un peccato non farti innervosire volontariamente- disse .
Jared sorrise aprendo la porta, Gin era davvero diversa dalle altre, gli faceva bene stare con lei era più rilassato,  le settimane di convivenza con lei a Parigi gli avevano permesso di farsi conoscere da lei, con tutte le sue manie assurde, e lei non l’aveva sbattuto fuori, anzi a sua volta gli aveva mostrato il suo lato peggiore così che anche lui sapesse a cosa stava andando incontro nel caso avesse voluto continuare, e lo aveva fatto, aveva deciso di continuare.

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Capitolo 19
*** 19 ***


Il giorno seguente passò velocemente e l’ora della festa di Shannon arrivò in un attimo.
Gin era seduta sul pavimento della stanza di Jared e cercava qualcosa da mettersi.
-          Devi proprio stare seduta per terra? È sporco Gin tirati su- disse guardandola dall’alto.
-          Jared sto sempre seduta per terra, quando leggo, quando scrivo, quando….-
-          È sporco, non fare la bambina- disse sollevandola, le sue manie per la pulizia spesso le davano sui nervi, quanto poteva essere sporca una camera da letto dove entravano solo loro due?
Sospirò e si rimise a guardare i suoi vestiti sconsolata.
Jared si allacciò il bottone dei pantaloni e prese una maglietta dal cassetto.
-          Vestiti Gin, siamo già in ritardo- disse.
-          Non so che cavolo mettere e tu non mi aiuti, non sono mai stata ad una festa qui a Los Angeles e poi ci saranno i vostri amici, vorrei piacergli-
Jared prese uno dei vestiti di Gin e le lo porse.
-          Mettiti questo-
-          Ok- rispose lei prendendolo dalle mani di Jared e indossandolo.
Si infilò le ballerine e lo guardò.
-          Come sto?- chiese.
-          Come sempre, stai bene scema!- disse lui mentre Gin si legava i capelli.
-          Lasciali sciolti per una volta ti costa tanta fatica- disse Jared.
-          Per adesso facciamo come vuoi tu, ma sappi che se mi rompo li lego- disse Gin uscendo dalla porta di casa con lui.
Arrivarono a casa di Shannon dove c’era già parecchia gente, Jared venne quasi subito assorbito dalla miriade di persone, soprattutto donne che gli chiedevano le cose più disparate.
Gin stette in disparte cercando con lo sguardo Costance, che tra le altre cose era l’unica persona che conoscesse davvero escludendo il festeggiato e il fratello.
Siccome non la vedeva da nessuna parte decise di prendere qualcosa da bere giusto per non sembrare davvero un pezzo di tappezzeria.
Prese un bicchiere di birra e si sedette sui gradini che davano sul giardino.
I bicchieri di birra diventarono presto cinque, ma Gin reggeva bene ed era solo birra, stava solo iniziando a rompersi le palle, nessuno le parlava, aveva scambiato con Shannon tre parole in croce nel totale imbarazzo di entrambi e Jared era sparito.
Jared guardò Alina, erano nel bagno del piano di sopra e lui si stava comportando da perfetto stronzo, Alina abbassò la zip dei suoi jeans e lui la lasciò fare, non significava niente lei per lui, era solo arrabbiato, aveva visto Shannon e Gin parlare poco prima, aveva visto come si guardavano come lei guardasse Shannon lei gli voleva bene e lui era innamorato di lei, e questa cosa lo faceva impazzire, non appena venne sul seno di Alina si rese conto dell’enorme stronzata appena fatta, si era comportato da ragazzino geloso.
-          Levati dai- le disse poco gentilmente uscendo dal bagno.
Stava scendendo gli scalini per tornare di sotto quando vide Gin salire.
-          Jay finalmente, dove cavolo eri?- disse andandogli incontro.
-          Avevo delle cose da sistemare- rispose mentre Alina li superava e tornava di sotto.
Gin gli diede un bacio, facendosi indietro quasi subito interdetta.
-          Hai bevuto? Sai di vodka alla pesca- disse guardandolo.
-          E tu sai di birra- sentenziò sbrigativo.
-          Si ma tu di solito non bevi-
-          Devo renderti conto del fatto  che bevo un bicchiere di vodka alla pesca al compleanno di mio fratello?- disse con un tono più alto del previsto, alcune persone si erano voltate a guardarli.
-          Fa nulla- disse Gin lasciandolo solo, aveva appena visto Costance entrare e si diresse verso di lei.
Si mise a parlare con Costance e fece come se nulla fosse successo, il comportamento di Jared l’aveva infastidita parecchio ma non era una da scenate in pubblico e di solito neppure lui, infatti lei non capiva come mai se la fosse presa tanto per una domanda così stupida.
Alina era accanto a Babu e beveva un altro bicchiere di vodka alla pesca.
-          Chi è quella che parla con Costance?- chiese a Babu.
-          È Gin la ragazza di Jared, è davvero perso per lei- rispose Babu sorridendole.
-          Ah davvero?...- fece lei continuando a bere, lei era stata una delle tante modelle che Jared si era portato a letto negli ultimi anni, ma non aveva mai mandato giù il fatto di essere stata piantata e ora vedere che razza di ragazza aveva preso il suo posto la faceva decisamente incazzare.
Prese un bicchiere di vino rosso da un vassoio e andò verso di lei.
-          Ops cavolo scusami- disse Alina guardando la macchia sul vestito di Gin.
Gin fissava la macchia sul suo vestito, era uno dei suoi preferiti, lo aveva cucito da sola, ci aveva messo quasi una settimana per trovare una stoffa che le piacesse.
-          Non..non fa nulla può capitare- disse guardando la ragazza che aveva davanti, era davvero bella sicuramente era una modella.
-          Vieni andiamo a provare di pulirlo- disse Costance – scusaci Alina- aggiunse superandola e portando Gin di sopra.
-          La conosci?- chiese Gin mentre si sfilava il vestito in bagno per provare a lavare via la macchia.
-          Si una delle tante scappatelle di Jared, credo che il vino sul tuo vestito non sia stato un incidente Gin- disse sospirando.
-          Non fa niente Costance, Jared ha un passato lo so, ma non mi interessa cosa faceva prima, la persona che era o la gente che frequentava, mi fa stare bene, quindi non può essere tanto male- disse Gin sorridendo.
Jared era fuori dalla porta del bagno socchiusa e aveva sentito le ultime parole di Gin, e questo lo aveva fatto sentire ancora di più un verme, si ripromise che non sarebbe più successo, lei non si meritava questo da lui.
-          Tutto bene?- disse entrando in bagno.
-          Si solo una macchia di vino, ma guarda tua madre l’ha fatta venire via è davvero una gran mamma devi esserne fiero- disse Gin rimettendosi il vestito anche se leggermente bagnato.
-          Tieni d’occhio le tue amichette- disse Costance sottovoce a Jared prima di uscire.
Jared osservò Gin sistemarsi il vestito, probabilmente quella di Alina non era stata affatto una distrazione.
La aiutò ad allacciare la lampo e fece per uscire.
-          Jared…- disse Gin trattenendolo per una mano.
-          Si?-
-          Jared perché ti sei arrabbiato tanto prima? Ti avevo solo chiesto se avevi bevuto una vodka alla pesca perché non è da te-
-          Lo so, scusami è che i compleanni mi agitano, non so mai come comportarmi- mentì sorridendole e uscendo dal bagno tenendola per mano.
Gin si sentiva sollevata, probabilmente era solo agitato per il rapporto ancora incerto che lei aveva col fratello.
Scesero di sotto appena in tempo per la torta e i regali.
Jared si sedette sul divano accanto al fratello, Gin rimase in disparte non sapendo come comportarsi in quella situazione, Costance le fece segno di andare a sedersi accanto a lei, sollevandola dal dubbio di dove sistemarsi.
Non appena Shannon finì di scartare i regali ognuno tornò a chiaccherare tranquillamente, Gin prese dalla borsa il suo regalo per Shannon e appena lo vide da solo decise di andare a portarglielo.
-          Shan?-
-          Mh?- disse guardandola.
-          Questo è per te- disse lei allungandogli una busta chiusa.
Shannon la aprì e le sorrise dopo aver visto il contenuto.
-          Mi hai regalato una stella?- disse guardandola.
-          È un regalo idiota lo so, ma non le ho dato il nome, così potevi farlo tu- disse lei imbarazzata.
-          Grazie Gin- disse sorridendole, avrebbe voluto dire altro ma vide Jared dirigersi verso di loro e si limitò ad un abbraccio.
-          Che fai Shan te ne approfitti?- disse Jared sorridendo ad entrambi.
-          Proprio così Jay, se ne stava approfittando- disse Gin in tono scherzoso.
Shannon sorrise.
Alina stava andando verso di loro, Jared si irrigidì leggermente ma non lo fece notare ai due.
-          Vedo che il vestito è venuto pulito-disse Alina indicando l’abito di Gin
-          Già- rispose Gin abbozzando un sorriso stiracchiato.
-          Allora…da quanto state insieme?- chiese, mentre Shannon si allontanava con Babu.
-          Circa un mese- disse Jared guardandola serio.
-          Un mese?- disse Alina guardandolo, con lei era rimasto un paio di mesi, ma non l’aveva mai considerata più che una da scopare.
Gin venne distratta da Costance ed Emma, così Jared ne approfittò per prendere Alina in disparte.
-          Che cosa vuoi Alina?-
-          Nulla Jay, tranquillo volevo solo conoscerla meglio- disse lei.
-          Lasciala stare-
-          Le vuoi bene, che dolce, se sapesse come sei veramente, fai anche con lei sesso violento oppure è troppo santarellina per quelle cose?- disse Alina maliziosa.
-          Fottiti Alina-
-          Se sei tu ad aiutarmi volentieri- disse lei allontanandosi.
Jared tornò da Gin e non perse di vista Alina per tutta la sera, era gelosa e lui le aveva dato anche la possibilità di fregarlo dato che se l’era scopata nel bagno.
Tornarono a casa a festa finita, Gin si distese sul letto ancora vestita e lo osservò spogliarsi.
-          Quanto sei stato con Alina?- gli domandò.
-          Un paio di mesi- rispose sbrigativo.
-          Una delle storie più lunghe allora- scherzò lei.
Jared sorrise e si mise a letto, Gin si spogliò e si mise la maglietta per dormire sdraiandosi accanto a lui.
La prese tra le braccia e inspirò il suo profumo, lei era davvero la cosa migliore che gli fosse capitata e non voleva mandare tutto a farsi fottere per le sue cattive abitudini.

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Capitolo 20
*** 20 ***


Erano passati alcuni giorni dalla festa di Shannon, quella mattina Jared si era svegliato presto per andare in studio a cercare di buttare giù alcune melodie con Tomo.
Gin si voltò verso il lato del letto di Jared e lo trovò vuoto e freddo, doveva essersi alzato da parecchio, aveva lasciato il suo cellulare sul comodino si allungo a prenderlo per vedere che ore fossero, gli era arrivato un messaggio proprio nel momento in cui lei lo aveva preso in mano e dato  che non aveva la tastiera bloccata,Gin nel prenderlo in mano aprì il messaggio.
Era di Alina, era una foto di loro due che si baciavano nel bagno al compleanno di Shannon, il messaggio diceva “ ne ho fatte altre, non vorrei trovarmi costretta a mostrarle alla tua fidanzatina, sembri tenerci davvero tanto, eri in preda alla gelosia quando mi hai portato in bagno l’altro giorno vediamoci allo Chateau Marmont tra un’ora stanza 34”
Gin fece un bel respiro, era davvero arrabbiata con Jared davvero tanto, ma non voleva che quella modella ossigenata lo ricattasse per queste scemenze, era solo gelosa, si fece una doccia veloce e si preparò per uscire, sarebbe andata lei all’appuntamento e avrebbe detto a quella stronza di lasciarli in pace, poi quando fossero stati soli avrebbe chiesto spiegazioni anche a Jared.
-          Jay posso prendere la macchina per fare un giro? Mi annoio in casa- disse Gin affacciandosi sullo studio.
Jared le fece segno di si con la testa e Tomo le sorrise, lei prese le chiavi dell’auto di Jared e andò all’appuntamento con Alina.
“eccoci qui” pensò una volta davanti alla stanza di Alina, bussò e aspettò che lei aprisse.
-          Jay non pensavo che….- disse Alina rimanendo basita nel trovarsi davanti Gin.
-          Posso accomodarmi vero?- disse Gin entrando nella stanza.
-          Come…ch che ci fai tu qui?- chiese Alina mettendosi la vestaglia.
-          Sono venuta per vedere le altre foto di cui parlavi Alina, non vorrai deludere le mie aspettative spero?- disse Gin gelida.
Alina era interdetta non si sarebbe mai aspettata che la dolce ragazza della festa potesse essere fredda e cinica quanto Jared, deglutì rumorosamente.
-          Non ce ne sono altre, eravamo troppo occupati a scopare- disse maligna.
-          Immagino sia stato un po’ scomodo nel bagno- disse Gin.
Alina la osservò, “ma a che gioco sta giocando? Le ho appena detto di essermi scopata il suo ragazzo e lei mi chiede se era una cosa comoda?”.
-          Fai sul serio Gin?-
-          In che senso scusa-
-          Non ti importa che me lo sia scopato?-
-          Oh certo che mi da fastidio, ma a Jared penserò dopo, adesso sono venuta per dirti di lasciarlo stare, hai avuto la tua occasione e l’hai sprecata, quindi ora , fuori dalle palle Barbie- disse Gin uscendo dalla stanza e lasciando Alina sola.
Alina si sedette sul letto sorridendo nervosa, se si fossero incontrate in altre circostanze probabilmente sarebbero anche potute essere amiche, vedendola alla festa aveva creduto che lei fosse solo una ragazzina ingenua e che in poche settimane sarebbe riuscita a riprendersi Jared, ma ora si era resa conto che era esattamente la donna che Jared meritava al suo fianco era esattamente quello che lei non era mai riuscita ad essere.
Gin guidò per parecchio, doveva sbollire la rabbia altrimenti se fosse tornata a casa in quelle condizioni lo avrebbe di certo ucciso, aveva capito che era geloso di lei e Shannon ma non era un buon motivo per scoparsi le ex nei bagni, sarebbe stato meglio per lui se avesse avuto una buona spiegazione al suo ritorno.
Jared aveva in mano il suo cellulare e fissava il messaggio di Alina, sentì la porta aprirsi e vide Gin entrare, le sorrise ma lei non ricambiò.
-          Ora ne parliamo vuoi- disse prendendogli il cellulare di mano e sedendosi davanti a lui.
-          Sei andata da lei?- chiese Jared titubante.
-          Si-
-          Cazzo- disse Jared passandosi una mano tra i capelli nervoso.
-          Posso spiegarti- aggiunse guardandola.
-          Lo spero, salta pure la parte in cui te la scopi nel bagno lei quella me l’ha già raccontata, vieni al perché l’hai fatto- disse Gin.
-          Mi dispiace- disse guardandola.
Gin non disse nulla si alzò dal divano e andò in camera a fare la valigia, “ mi dispiace” era decisamente troppo poco.
Jared restò appoggiato al muro cercando di trovare una soluzione e le parole per andare a parlarle, quando la vide con la valigia in mano andare verso la porta il suo cuore perse un battito, non poteva lasciarlo, lo lasciavano tutte le persone a cui teneva.
Gin si voltò a guardarlo prima di aprire la porta, lui non disse nulla, non fece un solo passo verso di lei.
-          Che razza di uomo sei? Non cerchi nemmeno di farmi restare?- disse andando verso di lui.
-          Hai già deciso che te ne vuoi andare mi sembra-
-          Cresci Jared, impara a chiedere scusa e cresci- disse Gin facendo per allontanarsi di nuovo.
-          Resta! Maledizione, resta- disse prendendola per un polso e attirandola tra le sue braccia, la strinse così forte che a lei mancò quasi il respiro.
-          Ho sbagliato Gin, è tutta la vita che sbaglio nel modo di amare le persone, gli unici con cui sono davvero me stesso sono Shan e mia madre, con le altre persone mi sembra sempre di dover essere meglio di come sono, che se sarò come loro si aspettano mi ameranno di più- disse.
-          Jared tu non sei mai stato l’uomo che avrei pensato di avere accanto nella vita,e poi non sei perfetto, ho visto le tue crisi isteriche per il cibo, ci ho messo una settimana prima di poterti toccare i capelli, non sei perfetto, ma purtroppo per me credo di iniziare ad innamorarmi della persona imperfetta che sei- disse Gin.
Lui la guardò negli occhi abbozzando un sorriso.
-          Non ti sto perdonando Jared, io non corro dietro a nessuno, ricordatelo, ma so restare. Dimostrami che ne vale la pena- disse Gin.
Jared prese la sua valigia da davanti alla porta e la riportò in camera con lei così che la disfacesse.
 
Passarono fuori tutto il resto della giornata, lui fece il possibile per farla sorridere e la cosa non fu neanche troppo complicata, non l’aveva perdonato, ma gli stava dando modo di rimediare e questo probabilmente valeva più del perdono.
Passarono davanti ad un negozio di Victoria’s secret e lui vide che lei stava guardando uno dei completi in vetrina.
-          Entriamo?- le chiese.
-          E secondo te io ci entro in quei cosi microscopici?- disse lei scherzosa.
-          Dovremo tentare- disse spingendola dentro al negozio.
Gin entrò nel camerino e si provò l’intimo.
-          Jay?- lo chiamò da dietro la tenda del camerino.
-          Fa vedere – disse lui scostando la tenda di poco.
-          Per me è troppo stretto, vedi qui. Al manichino mica rimaneva i segno delle mutande sulla ciccia- disse toccandosi i fianchi.
-          Lo prendiamo- disse alla commessa chiudendo la tenda prima che lei potesse ribattere.
Uscirono dopo aver pagato, Jared cercò la mano di Gin e la prese.
-          Non avresti dovuto comprarlo, non mi stava neanche bene- sentenziò  lei.
-          Ah non ti stava bene?- disse Jared attirandola a se ed abbracciandola, Gin sentì la sua erezione premere contro la sua coscia e trattenne a stento una risatina.
-          Ok mi hai convinta, e aggiungerei, fortuna che indossi questi pantaloni larghi- disse sorridendogli.
Jared sorrise a sua volta e salirono in auto per tornare a casa.
Erano quasi arrivati a destinazione, quando Jared parcheggiò davanti ad un vecchio cinema.
-          Ti va di vedere un film?- le chiese.
-          Che film?-
-          Un mio vecchio film, Highway l’hai mai visto?-
-          No-
-          Bene allora andiamo- disse scendendo dall’auto.
Lo seguì dentro e presero i biglietti.
-          Come sapevi che davano questo film?- chiese Gin una volta che si furono seduti.
-          Non lo sapevo, ho visto la locandina mentre guidavo- rispose sorridendole.
-          Scusa ma non ti scoccia rivederti nei film?-
-          Assolutamente no- disse affondando una mano nei pop-corn.
Il film iniziò dopo parecchi minuti di pubblicità, anche i piccoli cinema cedevano alla pubblicità per restare aperti pensò Gin sgranocchiando un paio di  pop-corn.
Erano circa a metà del film che Gin sentì la mano di Jared voltarle il viso verso di lui per baciarla, Gin rispose al bacio poi si spostò per rimettersi a guardare il film, che nonostante tutto le stava piacendo davvero.
Jared iniziò a baciarle il collo.
-          Vorrei seguire- disse Gin.
-          E cosa te lo impedisce?- disse lui mordicchiandole il collo e facendola sussultare.
-          Tu- disse guardandolo seria, ma sorridendo subito dopo, la stava guardando con gli occhioni da cucciolo, e non era facile restare seri in quella circostanza.
-          Dai Jared fammi guardare il film- disse Gin voltandosi verso lo schermo.
Jared le mise un braccio intorno alle spalle ma senza andare oltre, aveva deciso di lasciarla guardare in pace il resto del film, infondo avevano ancora tre settimane per stare insieme.

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Capitolo 21
*** 21 ***


Erano passate circa due settimane dal compleanno di Shannon e lui e Gin non si erano più visti o sentiti, ma quella sera sarebbe successo, Costance aveva deciso di cenare tutti insieme quindi non si poteva obbiettare.
Gin si stava finendo di vestire, era felice di vedere Costance, le aveva mandato per mail il suo romanzo finito e lei le aveva detto che lo avrebbe letto per farle sapere cosa ne pensasse.
-          Perché non lo fai leggere anche a me quello che hai scritto?- disse Jared riportandola alla realtà.
-          Perché …non lo so ho bisogno del parere di una persona adulta credo-
-          Così mi offendi, non mi credi adulto?-
Gin diede una rapida scorsa a ciò che lui indossava, sembrava un ventenne.
-          No- sentenziò infine legandosi i capelli.
Jared la osservò scegliere gli orecchini, non si era offeso, però gli dispiaceva che lei non volesse ancora fargli leggere il romanzo finito.
 
Arrivarono a casa di Costance in poco tempo, quella sera stranamente c’era poco traffico lungo la strada. Gin vide la moto di Shannon già parcheggiata sul vialetto, era agitata all’idea di vederlo, il giorno del suo compleanno sembrava che lui avesse voluto dirle altro prima che Alina li interrompesse.
Jared aprì la porta con le sue chiavi ed entrarono.
Shannon e Costance erano seduti sul divano.
-          Che fate?- chiese Jared avvicinandosi.
-          Tuo fratello ha comprato questa vecchia macchina ma non capiamo come scorrere la pellicola per lo scatto- rispose Costance.
-          È una Olympus Pen. Posso?- disse Gin allungando la mano.
-          Certo- Shannon le la porse.
-          Il pulsantino è qui sotto, vedi- disse indicando a Shannon un piccolo pulsante  e facendo poi scattare la macchina.
-          Sai che le foto vengono in un formato che è la metà di quello normale con questa macchina, è geniale penso sia da questa idea di foto ridotte che hanno pensato alla polaroid in seguito- disse Gin.
-          Non sapevo ti intendessi di fotografia- disse Jared guardandola.
-          Infatti non me ne intendo, lo sai che mi piace sapere tante cose- disse sbrigativa.
Costance la osservò, solo lei sapeva quanto male facesse a Gin dire che non sapeva nulla di fotografia, il romanzo che le aveva fatto leggere parlava di  lei, del suo vero sogno, le sorrise e si alzò dal divano per andare a finire di preparare la cena.
La cena era quasi finita, Gin stava bevendo la sua birra e Shannon era impegnato ad evitare il suo sguardo.
-          Allora mamma, ti è piaciuto il romanzo di Gin?- chiese Jared curioso.
Gin tossì, le era andata la birra per traverso in gola, Jared le diede una piccola pacca sulla schiena.
-          Tutto ok?- chiese Shannon preoccupato.
-          Si tranquillo ho l’abbonamento alla figure di merda  durante le cene- sdrammatizzò lei.
Costance sorrise e  guardò il figlio minore.
-          Jared capisco che tu voglia sapere di cosa parla il suo romanzo, ma di quello che ne penso io ne parlerò con lei dopo. Da sole- disse Costance facendole l’occhiolino.
-          Grazie- disse Gin mimando la parola con le labbra.
-          Tu piaci troppo a mia madre ci tiene troppo a te- disse Jared prima di riprendere a mangiare quel che restava nel suo piatto.
-          Spero che non sia solo  tua madre a tenerci a me- disse Gin sarcastica.
A Shannon sfuggì un’occhiata verso di lei, che li portò a guardarsi finalmente negli occhi, lei fu la prima a distogliere lo sguardo.
-          In questo momento sono io quello che dubita se permetti, perché non me lo fai leggere- disse Jared guardandola.
-          Jared non fai sul serio spero- disse Gin.
-          Oh si invece- disse lui alzandosi da tavola e uscendo di casa sbattendo la porta.
Gin rimase seduta a fissare il posto vuoto accanto a lei basita, non sapeva davvero cosa dire, non pensava che lui ci tenesse tanto a leggerlo ogni volta che ne parlavano la sminuiva sempre dicendo che non era il suo lavoro scrivere e altre cazzate simili.
-          Non so cosa dire- disse Gin.
-          Tranquilla tesoro, non è la prima volta che lo fa, se ne va per un po’ si calma e torna- disse Costance.
Shannon si alzò per dare una mano alla madre a sparecchiare e con la coda dell’occhio vide dalla finestra il fratello seduto nella sua auto.
-          Vado a parlarci- disse alla madre e a Gin.
Gin osservo Shannon salire in auto con Jared.
-          Vedrai che lo farà ragionare, anche se un po’ lo capisco Gin, come mai non gliene hai mai parlato?- disse Costance facendole segno di accomodarsi a sedere davanti a lei.
-          Fatico a parlarne, tu come staresti Costance? Potevo realizzare il mio sogno ero entrata in quella cazzo di università, ero brava ma non avevo i soldi, ti crolla il mondo addosso, se non mi avessero detto che ero brava sarebbe stato meglio- disse Gin seria.
Costance la guardò senza dire nulla voleva lasciarla sfogare.
-          Il giorno che mi è arrivata la lettera di accettazione cavoli, me lo ricordo ancora aprii la busta e lessi “ammessa “, poche righe sotto c’era il costo del primo anno di corso, 6.000 euro, mi sono sentita morire, non avrei mai avuto tutti quei soldi e neanche i miei e non volevo metterli nella situazione di dovermi dire di no, così dissi semplicemente che non ero passata- disse mordendosi nervosa le labbra per scacciare via le lacrime.
Costance le andò accanto e la abbracciò con la dolcezza che solo una madre poteva avere, la strinse forte per farla sentire meglio o almeno provarci.
Shannon era seduto accanto al fratello da parecchi minuti e Jared non accennava a parlare.
-          Jay te lo dirò una volta sola. Non ho lasciato perdere con lei perché tu facessi il ragazzino offeso non appena le cose non vanno come vorresti e….-
-          Ho scopato con Alina al tuo compleanno perché ero geloso di voi e sai cosa ha fatto Gin?.....mi ha perdonato, probabilmente lei è troppo per me, come lo è per te- disse Jared guardando fisso davanti a se.
-          Sei uno stronzo Jared. E hai ragione non te la meriti- disse Shannon scendendo dall’auto sbattendo la portiera.
Prese il casco e disse alla madre che aveva un appuntamento salutò velocemente Gin e uscì salendo sulla sua moto per tornare a casa o dovunque gli fosse venuta voglia di andare.
Gin si asciugò le lacrime e dopo aver ringraziato Costance per tutto quello che aveva fatto uscì.
Jared era seduto al posto di guida ma non aveva nemmeno messo in moto l’auto, Gin aprì la portiera del guidatore  e si mise a sedere sulle gambe di lui guardandolo e accarezzandogli il viso.
Jared restò fermo a godersi le carezze che lei gli stava facendo senza capire come mai fosse così gentile dopo tutto quello che lui aveva fatto, iniziò a raccontargli del suo romanzo e lui finalmente iniziò a capire come mai ci tenesse tanto a scriverlo.
-          Mi dispiace Gin- disse stringendola.
-          Non fa niente, è passato- disse lei distogliendo lo sguardo da lui.
-          No non è passato Gin- disse Jared.
-          Beh non ha importanza, se è passato o meno, ormai è come se guardassi me stessa attraverso uno specchio vedo tutto quello che potevo essere e che non sarò mai-
-          Sai Kurt Cobain ha imparato a suonare da solo- le disse.
-          E questo cosa centra adesso Jared?-
-          Che non servono le cazzo di università che costano milioni, se sei bravo a fare qualcosa fallo e basta, se ti fa sentire bene fallo. Gin si vive una volta sola, non puoi rimpiangere per tutta la vita il fatto di non averci provato- disse serio.
-          Che frase fatta del cazzo Jay- disse Gin ridendo con le lacrime agli occhi.
-          Già- disse lui- ma è così Gin fai quello che vuoi, fallo per te. Te lo meriti- aggiunse.
Gin si allungò verso di lui e gli diede un bacio.
-          Ci sono molte università qui a Los Angeles, potresti guardare i corsi e…-
-          E poi come le pago? Il problema è sempre quello- disse lei passando sul sedile del passeggero.
-          Potrei…-
-          Non dirlo neanche per scherzo, non mi pagherai l’università Jared. Discorso chiuso- disse Gin voltandosi verso il finestrino.
Lui mise in moto senza aggiungere altro, non voleva litigare, ma voleva trovare il modo di farla restare, mancava solo una settimana alla sua partenza per Parigi.
Gin rimase silenziosa per tutto il viaggio e anche una volta arrivati a casa non disse molto, si mise a letto  e si addormentò quasi subito.

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Capitolo 22
*** 22 ***


Jared si mise a guardare le università di Los Angeles che avessero dei buoni corsi di fotografia, era testardo e voleva che lei realizzasse il suo sogno, prese il pc di Gin e si mise a guardare le sue foto per vedere quali sarebbero state adatte ad un portfolio per il colloquio d’ammissione.
Gin si svegliò tardi la mattina seguente, guardò l’ora erano le 10 passate, la parte di letto di Jared era immacolata, probabilmente aveva dormito sul divano qualche ora.
Quando arrivò in cucina notò un post-it rosa su una busta grande.
“non ti arrabbiare e chiamami”, Gin aprì la busta erano delle sue foto messe in un portfolio per un corso di un’università a Los Angeles, si passò una mano sul viso cercando di calmarsi, ma la cosa non funzionò prese le chiavi della macchina di Jared e decise di andare allo studio da lui.
Era appena partita quando le suonò il cellulare.
-          Ciao Gin- disse Jared
-          Come hai potuto? Cosa non ti è chiaro nella frase “ non voglio che mi paghi le cose”, Jared sono davvero arrabbiata con te, non immagini quanto io….- disse Gin prima di accorgersi che un’auto aveva sbandato dalla corsia opposta e le stava venendo addosso.
-          Merda- disse sterzando.
Jared sentì un gran casino fracassargli il timpano.
-          Gin? Gin? Cazzo – disse uscendo dallo studio.
-          Che succede?- chiese Tomo.
-          Credo che Gin abbia fatto un’incidente era in macchina a poca distanza da casa, accompagnami- disse Jared.
-          Andiamo con la moto che facciamo prima- disse Shannon precedendolo fuori.
Shannon spinse la moto oltre i limiti legali di velocità ma in quel momento non poteva importargli meno della sua patente.
Gin si sollevò a fatica dal volante, fortuna che aveva la cintura e c’era l’airbag, slacciò la cintura e scese dall’auto, una signora che doveva aver assistito all’incidente la sorresse.
-          Ho chiamato un’ambulanza, l’altro ragazzo non si muove- le disse facendola sedere sul marciapiede.
Gin guardò verso la macchina del ragazzo, quanto sangue c’era, aveva la testa dolorante, si toccò la fronte doveva avere parecchi tagli sul viso dato che il finestrino dalla sua parte era completamente andato, si  guardò il braccio sinistro, aveva delle schegge di vetro piantate sull’avambraccio.
L’ambulanza arrivò i paramedici si diressero subito verso il ragazzo dell’altra auto e lo caricarono sulla barella, doveva essere ancora vivo.
Jared la vide seduta sul marciapiede, sporca di sangue ma viva, scese dalla moto e andò verso di lei.
-          Gin – disse abbracciandola.
Lei si ritrasse in con una smorfia di dolore era piena di schegge di vetro su buona parte del corpo.
-          Perché cazzo nessuno viene ad medicarla – urlò ai paramedici.
-          Jay- disse Shannon mettendogli una mano sulla spalla, i due paramedici stavano cercando di far rinvenire l’altro ragazzo.
-          Ti ho distrutto la macchina- disse Gin guardando l’auto nera davanti a se.
-          Che cazzo me ne frega della macchina Gin! Che cazzo me ne frega- disse accarezzandole il viso dolcemente.
Uno dei paramedici venne verso di loro e dopo averle fatto togliere la maglia iniziò a medicarle il braccio.
-          Ecco ho pulito le ferite ma dovreste portarla in ospedale deve mettere dei punti- disse il ragazzo.
-          Grazie- disse Shannon.
Jared aveva spostato la macchina dopo che la polizia aveva fatto i rilevamenti, l’unica cosa rotta davvero era il finestrino dalla parte del guidatore, c’erano altre ammaccature ma nulla di grave, Gin salì in auto con lui e Shannon li seguì in moto fino all’ospedale più vicino.
Arrivarono all’ospedale Jared la fece scendere per cercare un parcheggio e Shannon la accompagnò dentro.
Gin si sedette ad aspettare dove le aveva detto l’infermiera, tremava ma non riusciva ad imporsi di smettere era probabilmente l’adrenalina dovuta all’incidente, prese l’mp3 dalla tasca dei pantaloni e si mise ad ascoltare la musica per cercare di calmarsi. Shannon si sedette accanto a lei e le diede un bacio sulla guancia, poi prese ad accarezzarle la schiena finché non vide Jared arrivare da infondo al corridoio, Gin sentì la mano di Shannon smettere di accarezzarla e le sembrò quasi di sentire più freddo senza il suo tocco, si chiese se quello che provava per lui non fosse in realtà mai finito.
-          Vado a prendere la bere- disse Shannon a Jared.
Jared sorrise al fratello e si sedette al suo posto, tolse a Gin uno degli auricolari e lei si voltò a guardarlo.
-          Tutto bene?- le chiese.
-          Non riesco a calmarmi, ci provo ma non ci riesco , mi tremano le mani, la testa mi gira e ho la nausea, non sto bene Jared- disse lei piangendo nervosa.
Lui stava per dirle qualcosa ma l’infermiera la chiamò dentro per darle i punti.
Gin si sedette sul lettino e Jared entrò con lei.
-          È un parente?- chiese il dottore.
-          No- rispose Jared.
-          Allora deve aspettare fuori-
-          Ma è la mia fidanzata- ribatté lui.
-          Jared sono solo dei punti- disse Gin guardandolo.
Jared uscì dall’ambulatorio e si sedette ad aspettare col fratello.
Gin lasciò che le medicassero ancora le ferite e poi le misero i punti.
-          Ha preso una bella botta qui- disse il medico sfiorandole il taglio sulla fronte.
-          Già –
-          Se dovesse sentirsi insolitamente stanca o le girasse molto la testa si faccia portare al pronto soccorso intesi- disse prima di congedarla.
-          Intesi- rispose Gin prima di uscire.
Quando aprì la porta trovò anche Costance ad aspettarla.
-          Oh tesoro- disse prendendole il viso tra le mani e guardandola.
-          Sto bene Costance, solo graffi- disse Gin.
-          Belli grandi però- disse Costance guardandole il braccio sinistro pieno di fasciature.
Uscirono dall’ospedale e tornarono a casa, Jared non disse molto durante il tragitto, ma del resto Gin non aveva molta voglia di parlare.
Una volta entrati in casa Gin andò diretta in camera per mettersi a letto,si era tolta i pantaloni e le scarpe ma da sola non riusciva a togliere la maglia, il braccio le faceva male e i punti tiravano troppo.
-          Jared?- chiamò.
Jared andò in camera da lei.
-          Ho bisogno che mi togli la maglia e il reggiseno e che mi aiuti a mettere quella per dormire- disse guardandolo.
-          Che compito ingrato – disse lui sorridendo.
-          Non fare il cretino e aiutami-
Jared la aiutò come le aveva chiesto e dopo essere andato in bagno si mise a letto accanto a lei.
-          Jared, non voglio più litigare per una cosa del genere chiaro?- disse voltandosi a guardarlo.
-          Voglio solo che tu sia felice Gin-
-          Io sono felice Jay- rispose.
-          Non è vero- disse lui.
-          Jared….- sospirò Gin.
-          Fai il colloquio-
-          E se mi prendono?-
-          Se ti prendono ci penserò io-
-          Jared è questo che non voglio, non voglio che ci pensi tu, non voglio che mi mantieni, non mi devi niente- disse Gin.
-          Ti devo moltissimo invece Gin. Tu sei una delle cose più  belle che la vita mi abbia regalato e non te ne rendi conto- disse lui.
-          Permettimi di farlo- aggiunse avvicinandosi a lei.
-          Sei testardo…-
-          Anche tu-
-          Va bene Jared, ora però dormiamo- disse accoccolandosi tra le braccia di lui che sorrideva trionfante.
Il giorno del colloquio di Gin arrivò presto, Jared si era offerto di tornare a prenderla anche se aveva alcuni appuntamenti allo studio, ma lei gli aveva detto di no, quindi dopo averla lasciata davanti all’università e guardata entrare ripartì.

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Capitolo 23
*** 23 ***


Una volta che l’ebbero congedata Gin si precipitò fuori, per lei era stato il colloquio più imbarazzante di tutta la vita, si era sentita tremendamente inadatta rispetto agli altri candidati , con il loro portfolio perfetto e le loro foto fatte in studio, scese le scale dell’ingresso principale e vide Shannon appoggiato ad un muretto con la moto accanto.
-          Shan?-
-          Ciao, allora ?-
-          Allora lasciamo stare, non sono all’altezza e l’unico che non lo ha capito è Jared- disse sconsolata appoggiandosi al muretto accanto a lui.
Shannon la guardò per un attimo era andato a prenderla perché erano settimane che voleva parlarle e non ne aveva ancora avuto l’occasione.
-          Facciamo un giro vuoi?- disse indicandole la moto.
-          Andata- disse Gin sorridendogli.
Shannon le porse un casco e dopo essere salito con lei partirono.
Guidò fino a Venice Beach e dopo aver trovato un posto appartato dove parlare si sedettero a guardare il mare davanti a loro.
-          Le ho dato un nome sai?- disse Shan voltandosi verso di lei.
-          A chi?-
-          Alla stella che mi hai regalato a chi se no?!-
-          E come si chiama?- chiese lei curiosa.
-          Gin 2.14- disse Shannon.
Gin sorrise imbarazzata cercando di rivolgere il suo sguardo altrove.
-          Gin, Jared mi ha raccontato di quello che è successo con Alina al mio compleanno, perché lo hai perdonato?- chiese serio.
-          Shannon  non credo dovremmo affrontare questo genere di discorsi tu ed io- disse Gin sbrigativa.
-          Io invece credo che dovremmo, perché lo hai perdonato?-
-          Mi disse che era geloso di come ti guardavo, come biasimarlo, Shannon quando ti guardo o ti parlo qualcosa in me cambia mi sento bene al sicuro- disse lei.
-          E questo cosa centra col fatto che lo hai perdonato?-
-          Sai quando mi ha detto di essere geloso di  te, mi sono resa conto che deve tenerci a me, sul serio, non sei geloso di qualcosa a cui non tieni davvero….-
-          Non capisco dove vuoi arrivare-
-          Preferisco stare con una persona che mi ama, piuttosto che con la persona che io credevo di amare e che mi ha lasciata per paura di provare la stessa cosa- disse Gin seria.
-          Non pensavo fossi innamorata di me-
-          Mi stavo innamorando Shannon, ma tu non hai saputo aspettare, non mi hai dato fiducia-
-          Insomma in poche parole ti sei accontentata come tutti, proprio tu che mi avevi detto di no fare- disse Shannon maligno.
-          Non mettermi in bocca parole non mie-
-          Ma sono tue, non ami Jared ma lui probabilmente ama te, quindi si Gin ti stai accontentando-
-          Portami a casa- disse lei alzandosi dalla panchina.
Shannon la prese per un braccio facendola voltare verso di lui e la baciò, ma lei non rispose al bacio lasciandolo sconcertato.
-          Soddisfatto?- disse guardandolo negli occhi, era così arrabbiata con lui, adesso la voleva solo perché non era disponibile.
Salirono in moto e la riportò a casa ripartendo subito dopo che lei gli ebbe restituito il casco.
Gin si spogliò velocemente e si buttò sotto il getto della doccia, l’ultima ora passata con lui le aveva fatto più male di tutti quei mesi di silenzio che c’erano stati tra loro, si passò il bagnoschiuma sul braccio, le avevano tolto i punti ma le cicatrici si vedevano ancora piuttosto bene, erano davvero evidenti sulla sua pelle bianca, si mise a piangere un pianto liberatorio di quelli che ti prendono all’improvviso e non sai mai cosa ti riporteranno alla memoria quella lacrime, un misto di vecchie e nuove delusioni che credevi di aver superato.
Uscì dalla doccia dopo essersi sciacquata e sentì dei rumori provenire dalla stanza di Jared, probabilmente era tornato a casa.
-          Gin?- disse preoccupato vedendola sulla soglia della sua stanza.
-          Perché mi guardi così?- chiese lei sorridendo.
-          Hai pianto-
-          No- mentì lei.
Lui la prese portandola davanti allo specchio e lei incrociò la sua immagine notando gli occhi terribilmente arrossati.
Si voltò verso di lui e sorrise nuovamente.
-          Oggi non è andata come speravo- disse sedendosi sul letto ancora avvolta nell’accappatoio di lui.
Jared si sedette accanto a lei e le slacciò la cintura dell’accappatoio iniziando a baciarle il collo.
-          Non è di questo che ho bisogno adesso Jay- disse Gin coprendosi nuovamente.
-          Ok- rispose lui leggermente offeso dal rifiuto.
Gin lo prese per un braccio attirandolo sopra di lei.
-          Stiamo così per un po’ ti spiace? Ho voglia di sentirti- disse lei posando la testa nell’incavo del collo di Jared.
Lo guardò negli occhi mentre gli disegnava il contorno delle labbra con le dita, delicatamente come se avesse paura che una pressione maggiore lo avrebbe fatto sparire.
Non sapeva cosa provasse per lui, era qualcosa di strano , non era amore ma neppure amicizia pura e semplice, Jared era il tipo di persona che sapeva  mancare.
-          Perché sorridi?- le chiese.
-          Così…- rispose Gin baciandolo dolcemente.
Jared si abbassò su di lei approfondendo il loro bacio.
-          Jared ho il tuo ginocchio piantato contro la coscia mi da fastidio- disse Gin .
-          Non è il ginocchio quello che preme sulla tua coscia- disse lui malizioso riprendendo a baciarla.
Suonarono alla porta e Jared indugiò alcuni istanti ancora sulla bocca di Gin prima di sollevarsi.
-          Vestiti- disse prima di uscire dalla porta e andare ad aprire.
Gin si alzò dal letto e dopo essersi infilata la biancheria prese dall’armadio uno dei suoi vestiti e raggiunse Jared di sotto.
Vide Emma seduta davanti a lui sul divano, avevano entrambi l’aria leggermente preoccupata.
-          Ciao Emma!- disse Gin sorridendole.
Emma le sorrise di rimando e subito dopo la tornò alla sua precedente espressione corrucciata.
-          Che succede?- chiese Gin sedendosi accanto a lei.
-          Ehm….- disse lei guardando Jared indecisa sul da farsi.
-          Ci sono alcune foto di noi due che usciamo dall’ospedale dopo il tuo incidente, con relativi articoli sulla nostra probabile relazione- disse Jared.
-          Ah..- rispose Gin accavallando le gambe.
-          Finchè Jared non conferma o smentisce nulla, costruiranno sopra le loro solite storie- disse Emma guardando Gin.
-          Se la presento come la mia ragazza, la sua vita non sarà più la stessa lo sai- disse Jared ad Emma.
-          Jared la presentazione della mostra di Terry sarebbe un’ ottimo momento e poi saresti accanto ai tuoi amici quindi un territorio più che favorevole- disse Emma.
-          La mostra di Terry è domani Emma- sbottò lui, non voleva per Gin le attenzioni che la sua condizione di persona famosa lo avevano portato a dover sopportare.
-          Quella di Emma non mi sembra una cattiva idea- disse Gin guardandolo.
Jared non le rispose e uscì in giardino, Gin sospirò passandosi una mano tra i capelli.
-          Vi lascio soli- disse Emma.
Gin la accompagnò alla porta e poi raggiunse Jared in giardino.
Lo trovò seduto davanti alla piscina e si mise davanti a lui.
-          Jay?- disse cercando il suo sguardo.
-          Non sai in che casino ti stai cacciando Gin, qui quando sei qualcuno, quando la gente ti riconosce per strada tutta la tua vita cambia-le disse serio.
-          Jared, per loro sarò solo la stupida ragazzina che Jared Leto si porta a letto al momento si dimenticheranno di me in fretta- disse Gin.
-          Non puoi esserne sicura- disse lui.
-          Jared andiamo, non sei stanco di uscire con me solo per andare allo studio, da tua madre o a cena da gente che conosciamo per evitare che mi vedano?- disse lei.
-          Lo faccio per te-
-          No lo fai anche per te, così non devi affrontare un’eventuale “noi” finchè non sei pronto tu- disse Gin seria.
Jared rifletté sulle parole della ragazza, in un certo senso aveva ragione la stava nascondendo al mondo perché si stava solo dando altro tempo.
-          Domani andremo alla mostra di Terry e sarai ufficialmente la mia ragazza- disse infine.
Gin sorrise e si abbassò a dargli un bacio sulla guancia.

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Capitolo 24
*** 24 ***


La sera del giorno seguente arrivò prima di quanto Jared desiderasse, la guardava asciugarsi i capelli mentre si allacciava i bottoni della camicia, stava per darla in pasto a Los Angeles e pregava con tutto se stesso che fosse pronta.
Gin posò il phon in bagno e tornò in camera per decidere cosa mettere, prese in mano il vestito che le aveva regalato Shannon era l’unico abito d’alta moda che possedesse lo indossò e si voltò verso Jared.
-          Può andare?- chiese.
-          Si, hai delle scarpe con i tacchi vero?-
-          No Jared ti prego-
-          Gin- disse lui risoluto guardandola.
Lei prese l’unico paio di scarpe col tacco che possedesse e le indossò controvoglia.
-          Sembrerò un’ubriaca imbranata che cammina sulle uova- disse guardandolo.
-          Vorrà dire che ti terrò sottobraccio per tutto il tempo- le rispose.
Arrivarono davanti all’entrata con l’auto Jared scese per primo e le allungò una mano per aiutarla. Non appena fu scesa Gin si sentì investire da una miriade di luci e flash dei fotografi, Jared la prese per la vita tenendola stretta e la portò dentro velocemente.
La presentò a Terry, gli aveva parlato di lei molte volte ed ora era felice di fargliela finalmente conoscere.
-          Sapessi quanto spesso i nostri discorsi sono ricaduti su di te- le disse Terry sorridendole.
-          Spero non solo per le mie prestazioni sessuali- disse Gin facendo sorridere ulteriormente Terry.
-          sei esattamente come lui ti aveva descritta, spontanea, divertente e auto-ironica. Scusate ma devo lasciarvi- disse Terry andando verso un uomo che lo salutava da lontano.
-          Direi che gli sono piaciuta- disse Gin a Jared.
Lui sorrise e si rimisero a parlare con Babu e altre persone che lui le aveva presentato quella sera.
Era ormai quasi un’ora  che erano lì e Gin iniziava ad essere davvero stanca di quelle scarpe, approfittò di un attimo di distrazione di Jared per andare in bagno a mettersi delle comode ballerine che aveva messo in borsa in previsione del fatto che sarebbe crollata.
Uscì dal bagno con le scarpe in borsa erano più ingombranti e ovviamente ora la borsa pesava un’esagerazione, cercò Jared con lo sguardo, ma lo sguardo che incrociarono i suoi occhi fu quello del Leto sbagliato, Gin non credeva che anche Shannon sarebbe stato lì.
Gin si voltò iniziando a guardare le foto appese alle pareti, sperando che lui avesse la gentilezza di non venire a parlarle.
Shannon la osservò indeciso sul da farsi, non era certo di voler davvero parlare con lei, non dopo quello che si erano detti il giorno precedente, prese un bicchiere di vino e si perse tra la gente.
Jared finalmente la vide, stava ancora guardando le foto di  Terry, le si avvicinò e la abbracciò tenendola per la vita.
-          Sbaglio o ti sei abbassata?- le sussurrò all’orecchio.
-          Mi facevano male i piedi- disse- me lo dai un sorso d’acqua “secco”?- aggiunse giocando con le dita della sua mano .
-          Si ma solo se la smetti di chiamarmi così- disse lui passandole la bottiglia d’acqua.
-          La verità fa male- disse lei sorridendo prima di bere.
-          Tu parli nel sonno- le disse.
-          Non credo proprio- disse Gin.
-          Una di queste notti mi prenderò la briga di registrarti per dimostrartelo- le disse serio.
Gin gli porse la bottiglietta d’acqua sorridendo, era consapevole di parlare nel sonno, lo faceva da quando era piccola, ma non gli avrebbe dato la soddisfazione di ammetterlo, non ancora almeno.
Jared vide il fratello e gli fece segno di raggiungerli, Gin non era entusiasta della cosa, ma erano fratelli e di certo non lo avrebbe mai potuto evitare, per Jared , Shannon era probabilmente la persona più importante di tutte e i problemi che lei aveva con Shannon non dovevano in alcun modo turbare il rapporto tra i due fratelli.
-          Come va?- disse Shannon dopo averli raggiunti, evitando di guardare Gin anche solo per sbaglio.
-          Al solito, immagino oggi avessi di meglio da fare che venire allo studio, ti abbiamo aspettato e chiamato Shan, se vuoi dare buca dillo almeno- lo rimproverò Jared.
-          Si beh ho avuto un imprevisto, una vecchia conoscenza è venuta a trovarmi- disse sbrigativo.
-          La conosco?- chiese Jared.
-          Se ti dicessi il suo nome neanche te ne ricorderesti, proprio come me, ma la conosci, in senso biblico intendo- disse Shannon incontrando lo sguardo di Gin.
-          Si bene, allora salutamela se la rivedi- disse Jared sbrigativo.
-          Come sei serio Jared , non ci sono altre informazioni che vuoi da Shannon , ad esempio se è bionda o mora, così da restringere il campo per la ricerca del nome- disse Gin guardandolo.
-          No dai…- disse lui schiarendosi la voce e bevendo un sorso d’acqua.
-          Non sarà imbarazzo quello che stai provando e cercando di annegare in questo momento vero?- disse lei facendo scappare a Shannon un sorriso sincero, Gin era sempre in grado di sdrammatizzare le situazioni più complicate, quasi tutte le donne con cui lui o Jared erano stati per più di qualche giorno non volevano minimamente affrontare l’argomento ex-ragazze, ex-sveltine o qualsiasi tipo di ex.
Jared le rivolse uno sguardo di rimprovero, non amava che lei fosse così rilassata a proposito della sua vita passata, forse perché non capiva come potesse una ragazza così giovane essere già così matura.
Gin gli prese la mano intrecciando le loro dita e gli sorrise.
-          Una foto Jared?- disse uno dei fotografi ufficiali guardandoli.
Gin fece per spostarsi ma Jared la trattenne, Shannon si spostò per non entrare nella foto con loro.
Il fotografo fece un paio di scatti a Jared e Gin.
-          Ancora una – disse Jared, voltandosi verso Gin e baciandola prima che lei potesse evitarlo.
Il fotografo ringraziò e si allontanò in cerca di altri invitati da immortalare.
Gin era arrossita violentemente dopo l’inaspettata azione di Jared, lui la osservò e sorrise.
-          Avevi detto che eri pronta ad affrontarlo no? Bene questo è la mia vita- le disse quasi con il tono di un professore che ti vuole insegnare come vivere nel modo giusto.
Gin non disse nulla e si allontanò aveva bisogno d’aria.
Shannon aveva seguito l’intera scena, lei probabilmente era molto seccata dal comportamento del fratello ma lui lo capiva, voleva soltanto che lei si rendesse conto di come sarebbe cambiata la sua vita da quel momento in poi, la privacy sarebbe diventata molto difficile da mantenere, soprattutto quella dei momenti più intimi come i baci o gli abbracci.
Uscì fuori e la trovò seduta su una panchina.
-          Non fare l’offesa- le disse guardandola dall’alto.
-          Non dirmi come mi devo sentire Shannon- rispose lei.
-          Volevi che si mettesse in gioco e l’ha fatto, non sai quanto sia costato tutto questo a uno come lui, non è il tipo di persona che ama mettere in piazza i suoi sentimenti specie se sono veri- disse serio.
Gin lo guardò, sapeva che Shannon aveva ragione, era stata lei a dire a Jared di essere stanca di nascondersi e ora non poteva tirarsi indietro solo perché non era esattamente come se lo sarebbe aspettato, quando aveva deciso di stare con lui sapeva che la loro vita insieme sarebbe stata più complicata di quello a cui era abituata fino a quel momento.
Sorrise a Shannon e tornarono dentro insieme.
Shannon la lasciò sola al tavolo del buffet per andare a cercare Babu.

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Capitolo 25
*** 25 ***


Gin prese una fetta di torta al cioccolato fino a quel momento rimasta immacolata, “ le star e la loro linea” pensò sorridendo tra se.
-          Ti finirà tutta sui fianchi, e a giudicare da quello che vedo non ne avrebbero certo bisogno- disse una voce femminile alle sue spalle.
-          Alina..- disse Gin dopo averla riconosciuta.
-          Ciao Gin-
-          Sai dovresti prenderne una fetta, il cioccolato è un ottimo anti-stronzaggine- disse Gin allungandole un pezzetto di torta sulla sua forchetta.
Alina prese il pezzo di torta e lo assaggiò.
-          Ecco vedi funziona sembri già meno stronza- disse Gin facendola sorridere.
-          Ti piacciono le foto?- le chiese.
-          Alcune si, alcune no- disse Gin finendo la fetta di torta.
-          Ce ne sono alcune mie, non so se l’hai notato-disse Alina.
-          Si le ho viste, hai dei bellissimi occhi che in foto rendono moltissimo, se Terry si fosse concentrato su quelli anzi che farti spogliare sarebbe decisamente venuto fuori un lavoro migliore- disse Gin sincera.
-          Grazie per il complimento, non me l’aspettavo da te-
-          Perché? Perché sei stata con Jared? La vita è troppo breve per restare arrabbiati con qualcuno- le disse Gin.
-          Che vuoi ancora?- la voce di Jared prese alla sprovvista entrambe.
-          Stavamo solo parlando Jared, non essere geloso- disse Gin sorridendo.
-          Ma..- disse Jared interdetto, come poteva parlare con Alina dopo quello che lui aveva fatto con lei.
-          Vi lascio- disse Alina allontanandosi.
-          Perché parli con lei?- le chiese Jared.
-          Perché è stata l’unica a rivolgermi la parola in tutta la sera Jared- rispose Gin sincera.
-          Pensavo ti divertissi-
-          Jared mi fa piacere essere qui con te, ma le uniche persone che mi hanno parlato sono stati Shannon e Alina, gli altri non fanno che indicarmi e parlarsi all’orecchio, ok che sono il giocattolo nuovo di Jared Leto, ma non mordo sarebbe carino che mi parlassero o mi insultassero almeno non mi annoierei-
-          Sei assurda- disse lui pulendole un po’ di cioccolata dall’angolo delle labbra.
Gin gli fece una linguaccia e lui cogliendola alla sprovvista le diede un bacio di quelli come si deve.
-          Ero già stata dal dentista per questo mese ma grazie per la cortesia- le disse lei sarcastica.
-          Prego figurati- rispose lui con naturalezza prendendola per mano e andando con lei a parlare con Babu e un paio di modelle.
Passarono un paio d’ore Shannon raggiunse Jared e gli altri per salutarli per lui tre ore abbondanti a fare finti sorrisi a gente che non gli piaceva erano più che sufficienti.
-          Sentite io andrei- disse guardando Jared e poi Babu.
-          Si beh adesso andiamo anche noi, credo che Gin sia stanca di stare qui- rispose Jared.
-          A proposito dov’è?- chiese Shannon.
-          È in bagno a cambiarsi di nuovo le scarpe- rispose Jared sogghignando.
Gin si infilò la scarpa destra e si alzò dal water “ Dio come diavolo fanno le modelle a camminare su sti cosi per ore intere” pensò, sentì la porta dell’antibagno aprirsi e un vociare di oche inondare le sue orecchie così decise di aspettare che se ne andassero.
-          Non ti sognare che io ti faccia salire sulla mia auto Alina, sei ubriaca- disse una ragazza.
-          Ma come faccio a tornare ….- disse Alina mangiandosi le ultime parole.
-          Non è un problema mio- disse l’altra ridacchiando insieme ad altre ragazze.
Gin sentì la porta richiudersi e dopo aver aspettato che se ne andasse anche Alina uscì dal bagno.
Aveva quasi raggiunto la porta quando sentì dei singhiozzi provenire da uno degli altri bagni, si avvicinò e bussò piano.
-          Tutto bene?- chiese.
-          Gin?- fu la risposta di Alina.
-          Si sono io-
Alina aprì la porta del bagno e Gin la guardò, aveva il trucco disfatto, gli occhi arrossati  e il vestito bianco sporco di un qualche cocktail.
-          Lo troverai molto divertente immagino- disse Alina guardandola con disprezzo.
-          No, lo trovo molto triste, sei una ragazza bellissima e lo butti via- rispose Gin seria porgendole una mano per rialzarsi.
-          Non ho bisogno della tua pietà- disse Alina scacciando la mano di Gin.
-          Come vuoi-
Gin si allontanò e andò nuovamente verso la porta.
Alina sentì il vomito salirle in gola e si piegò sul water, scossa dai tremiti non si era neppure accorta che qualcuno le tenesse indietro i capelli fino a quando non ebbe finito, sollevò la testa e Gin le passò un fazzoletto bagnato sulla fronte aiutandola poi ad alzarsi per andare a sciacquarsi la bocca al lavandino.
Jared era in attesa che Gin uscisse dal bagno era parecchio che se ne era andata, ad un tratto la vide avanzare verso di lui con Alina sottobraccio.
-          La portiamo a casa ok?- gli chiese mentre lui la guardava stranito.
-          Ciao Gin, io vado- disse Shannon avvicinandosi a lei e dandole un bacio leggero sulla guancia.
-          Buona notte Shan- rispose Gin accarezzandogli il braccio prima che se ne andasse.
Shannon fece un cenno del capo al fratello e andò verso l’uscita con Babu e un altro ragazzo.
-          Bene andiamo- disse Jared salutando un paio di persone ancora e dirigendosi poi fuori insieme a Gin e Alina che gli sembrava decisamente fuori forma.
Salirono in auto e Jared diede all’autista l’indirizzo di Alina, che si era seduta tra lui e Gin sul sedile posteriore, la sentì appoggiare la testa sulla sua spalla e la spinse via in modo molto sgarbato.
-          Non ci provare- sibilò voltandosi verso il finestrino e iniziando a smanettare nervoso con il cellulare, non capiva perché Gin si preoccupasse tanto per lei.
Alina sentiva le lacrime affacciarsi prepotenti ai suoi occhi ma le trattenne, sapeva come era fatto Jared, come si comportava con lei e con le altre modelle che si era divertito a scoparsi negli anni, l’unica con cui si comportava in maniera umana era Gin, che doveva avere qualche dono segreto dato che riusciva a farlo sorridere sinceramente ogni volta che la vedeva.
Arrivarono davanti a casa sua e Gin scese dall’auto per farla scendere a sua volta, Jared neanche la salutò.
-          Vuoi che ti accompagni?- le chiese Gin.
-          No…- rispose lei scoppiando a piangere, non si spiegava come fosse possibile che dopo quello che era successo tra loro Gin fosse stata la prima persona che si era davvero preoccupata per lei dopo anni.
-          Su non piangere che diventi brutta- disse Gin sdrammatizzando.
Alina le sorrise e si diresse verso la porta di casa.
Gin aspettò che fosse entrata e poi tornò in auto con Jared che la prese per un braccio attirandola a se.
-          Perché devi essere sempre così ….-le disse fermandosi a pensare ad un aggettivo che la potesse descrivere.
-          Così?- gli chiese lei.
-          Empatica- disse guardandola serio.
-          empatica- ripeté Gin ridacchiando.
-          Si empatica, tu è come se riuscissi sempre a capire gli altri anche se ti hanno ferito o altro tu capisci sempre come si sentono e fai qualcosa per loro anche se non lo meritano- disse lui.
-          Che vuoi che ti dica, Jared ho passato gran parte della mia vita ad osservare amici e famigliari fingere di essere felici per poi tradirsi con sguardi che dicevano più delle parole, e mi sono ripromessa di non essere la causa del dispiacere degli altri, mi sono ripromessa di fare quello che avrei sperato che gli altri facessero per me, nonostante tutto- gli rispose.
-          Ti amo- le disse quando l’autista si fermò davanti a casa.
Gin allungò imbarazzata la mano verso la portiera e scese mettendosi ad aspettarlo davanti alla porta.
Jared scese non sapendo come continuare una possibile conversazione con lei dopo quello che lui aveva detto forse con un po’ troppa leggerezza vista la situazione, aprì la porta di casa ed entrarono.

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Capitolo 26
*** 26 ***


Gin prese le sue cose e andò in bagno a prepararsi per la notte, avrebbe passato in bagno il resto della sua esistenza, non aveva mai detto a nessuno “ ti amo” e ora si sentiva come costretta a ricambiare quello di Jared per non ferirne i sentimenti, uscì dal bagno e lo trovò sdraiato sul letto a leggere.
Jared posò il libro sul comodino e la guardò.
-          Jared io…-
-          Se te l’ho detto è perché è quello che sento io per te in questo momento non sei obbligata a rispondermi adesso anche se mi farebbe piacere- le disse.
Gin si sdraiò accanto a lui girandosi su un lato per osservarlo e Jared fece lo stesso, si guardarono negli occhi entrambi persi tra i loro pensieri e il domandarsi a cosa stesse pensando l’altro.
-          A che pensi?- chiese Gin.
-          Stavo per farti la stessa domanda. Mi chiedevo quando arriverà la lettera con la risposta al tuo colloquio, vorrei davvero che restassi- le disse.
-          Mh…-
-          Tu a che pensavi?- le chiese spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-          Mi chiedevo se quello che provo per te è amore- disse sincera.
-          E la conclusione alla quale sei giunta è?-
-          Che credo di si, credo di amarti Jared ed è la cosa più spaventosa che mi sia mai successa. E se non fossi all’altezza?-
-          All’altezza di cosa Gin?-
-          Di amarti abbastanza, non vorrei mai che un giorno tu mi trattassi come hai trattato Alina stasera-
Jared sgranò leggermente gli occhi pensando a quello che era successo in macchina con Alina e si schiarì la voce prima di rispondere.
-          Io non ho mai amato Alina, stare con lei per me era solo questione di sesso come lo era con tutte le altre modelle-
-          E perché con me è diverso? Cosa ti ha fatto decidere che con me dovesse essere diverso?-
-          Tu-
-          Io?- domandò lei curiosa.
-          Quando ti ho conosciuta vivevi da sola a Parigi, ti sei creata una vita da sola, sai stare sola ed essere felice, sei il tipo di donna di cui un uomo ha bisogno non la donna che ha bisogno di un uomo, con te mi sono sentito libero di essere me stesso  come lo sono con le persone a me care, tu non mi conoscevi prima dell’estate scorsa e quindi non avevi già un’idea di come io dovessi essere, ti rendi conto di quanto questa cosa manchi a quelli come me? L’assenza di aspettative da parte degli altri, la possibilità di essere solo se stessi-
-          Disse colui che si spoglia sul palco per delle sedicenni urlanti ed arrapate- disse Gin facendolo sorridere.
-          Sono serio Gin-
-          Lo so- rispose lei sbadigliando.
-          Io ti apro il mio cuore e tu sbadigli, davvero carina- disse voltandosi scocciato.
Gin si avvicinò a lui abbracciandolo da dietro e baciandogli il collo dolcemente.
-          Jared?-
-          Mh….-
-          Anche io ti amo- disse lei poggiando la testa sulla sua schiena.
Lui sorrise e chiuse gli occhi tenendo una mano posata su quella di lei che gli teneva la vita.
Gin lo sentiva respirare lentamente segno che si era probabilmente addormentato finalmente, ma per la prima volta dopo anni era lei quella che non riusciva a prendere sonno, quella sera le era capitato di sentirsi dire le uniche due parole che pensava non le sarebbero mai toccate in tutta la vita, lui non era certo perfetto ma era quello di cui lei aveva probabilmente avuto bisogno per tutta la vita, qualcuno che non la lasciasse andare, il sua fantomatica scusa per restare, chiuse gli occhi e si addormentò finalmente.
Passarono alcuni giorni, Gin si era alzata da poco ed era in casa da sola dato che Jared era andato con Emma a sistemare alcune cose per il nuovo album, si trascinò controvoglia verso la cucina, era affamata ma in quella dannata casa c’era solo roba sana e vegana , prese un paio di biscotti  e si mise a controllare la posta, quasi si strozzò leggendo il suo nome su una delle buste, le era finalmente arrivata la risposta per il corso di fotografia.
Si prese alcuni secondi per finire di masticare l’ultimo pezzo di biscotto e poi aprì la busta.
Erano venti minuti che fissava la busta aperta sul tavolo davanti a lei, non l’aveva neppure presa fuori, non era sicura di volerlo davvero sapere.
Si vestì e dopo aver preso la lettera la mise in tasca diretta allo studio, sperando che Jared avesse dieci minuti per lei.
Jared vide Gin entrare nello studio attraverso il vetro della sala di registrazione, si era seduta ad aspettare , probabilmente Emma le aveva detto che dovevano finire.
-          Facciamo una pausa?- chiese Jared a Tomo e al fratello.
-          Ma si dai, ho la schiena a pezzi- rispose Shannon.
Jared usci dalla sala e la guardò.
-          Che succede?- le chiese.
-          Devi fare una cosa per me- disse Gin trascinandolo fuori dallo studio e lontano da occhi indiscreti.
Prese la lettera e gliela porse.
-          Allora ti hanno presa?- le chiese lui.
-          Non lo so, l’ho solo aperta….ti prego Jay leggila tu- disse Gin mordicchiandosi le unghie nervosa.
-          Ok-
Jared apri del tutto la busta ed estrasse la lettera , la lesse velocemente e poi la guardò, non poteva credere che non l’avessero presa.
-          Non mi hanno presa….- disse lei seria cercando conferme o smentite nello sguardo di lui.
-          No, non ti hanno presa- confermò Jared.
-          Fa niente ci vediamo dopo- disse lei voltandosi, non voleva assolutamente che lui la vedesse piangere per una cosa infondo molto stupida come l’ammissione ad un corso.
-          Gin…dai- disse lui cercando di farla voltare.
-          No Jay è tutto ok. Dai vado a iniziare a preparare le mie cose per la partenza, infondo tra due giorni torno a casa- disse lei dandogli un bacio leggero sulle labbra e uscendo dalla porta.
-          Che succede?- chiese Shannon arrivando alle spalle del fratello.
-          Non l’hanno presa- disse Jared gettando a terra la lettera stropicciata con rabbia.
Shannon osservò il fratello tornare nello studio, tutta quella rabbia avrebbe di certo prodotto un ottimo pezzo, conosceva Jared quando era incazzato lavorava in maniera stupenda, ma doveva ammettere che gli dispiaceva vederlo così.

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Capitolo 27
*** 27 ***


Gin era seduta nella macchina di Jared con lo stereo acceso e un sacchetto di caramelle in mano, era delusa molto delusa, di solito a Parigi quando si sentiva depressa le bastava scendere da Stel e improvvisare un karaoke con lei e gli altri.
Tornò a casa con un paio di giochi per Karaoke e li mise su, certo poteva sembrare una ragazza matura ma reagiva alle cose brutte della vita come la più classica delle adolescenti, musica alta e gelato.
Jared rincasò tardi quel pomeriggio, di solito non tornava più tardi delle 4 ma quel giorno erano le 6 passate, aprì la porta di casa e venne investito dalla musica e dal profumo di dolci fatti in casa che veniva dalla cucina.
-          Credevo di trovarti rannicchiata in posizione fetale sul letto, chiedendoti perché la tua vita facesse così schifo- disse guardandola.
-          La vita è  troppo breve per perdere tempo a fare quello che hai appena detto, e poi quando sei triste non è certo quello che devi fare- disse lei avvicinandosi a lui con un biscotto al cioccolato.
Jared lo mangiò  e non appena ebbe finito lei lo baciò con decisione.
-          Prevedo che il prossimo passo sia del sesso arrabbiato- disse guardandola malizioso.
-          Punteggio perfetto, stellina d’oro- rispose lei facendolo sorridere.
La sollevò di peso portandola in camera da letto, la spogliò velocemente senza però essere troppo brusco, quando furono entrambi nudi, la prese facendola mettere a cavalcioni su di lui per entrare poi in lei deciso.
Gin si lasciò scappare un gemito che fece sorridere entrambi ,quando lui le strinse il sedere con le mani, aumentando il ritmo delle spinte.
La sentì ansimare sempre di più, si fermò lasciandola interdetta e uscì da lei.
-          Che vuoi fare?- chiese Gin col fiato corto.
-          Questo-
La prese facendola girare e appoggiare con le mani alla testata del letto per poi entrare nuovamente in lei deciso portandola a raggiungere l’orgasmo con lui.
Gin si distese sul letto cercando di riprendere fiato.
-          Cavoli…- si lasciò sfuggire trasognata.
-          Lo so ….sono bravo- disse lui sorridendole.
-          Modesto specialmente modesto- disse Gin facendogli la linguaccia.
-          Vieni qui antipatica- disse attirandola verso di lui.
Gin posò la testa sul suo petto sorridendo come un’adolescente, mentre lui canticchiava qualcosa che forse un giorno avrebbe trasformato in una nuova canzone.
Lo sentì steccare e si cacciò ridere senza ritegno.
-          Se ti sentissero le tue fan adoranti- disse senza riuscire a fermarsi.
-          Immagino tu sappia fare di meglio vero?- disse scocciato.
-          Non ti sarai offeso….ma dai- disse lei sollevandosi a sedere e guardandolo.
-          Canta avanti- disse mettendosi seduto a sua volta con le braccia conserte.
-          Jared io canto solo sotto la doccia- disse lei.
-          Allora fingi di essere sotto la doccia- disse insistente.
-          Ok- rispose Gin schiarendosi la voce , si alzò dal letto avvolgendosi nel lenzuolo e prese una spazzola.
-          Ma che stai facendo?-
-          Shh…..creo l’atmosfera- rispose seria portandosi la spazzola davanti alla bocca come fosse un microfono e iniziando a cantare “we will rock you”.
Jared la guardava divertito, era fantastica gli ricordava lui da ragazzino nella sua stanza quando cantava sulle note dei suoi idoli, e si accorse che tra l’altro non aveva una voce affatto male.
Gin finì di cantare e le scivolò il lenzuolo dalle mani lasciandola nuda, lo raccolse imbarazzata e sorrise timidamente a Jared.
-          Il finale è stato meraviglioso- disse applaudendole.
Gin posò la spazzola e tornò a mettersi a letto con lui.
-          Ora dormiamo ti prego, non sto più in piedi- disse accoccolandosi sul suo lato del letto nel lenzuolo.
Jared si risvegliò sentendola muoversi nel sonno, sembrava agitata, pensò che stesse avendo un incubo.
-          Shannon…- la sentì sussurrare nel sonno.
La scosse debolmente e lei aprì gli occhi, cercando di calmarsi.
-          Tutto bene?- le chiese.
-          Ora meglio, stavo avendo un incubo-
-          Me ne sono accorto, c’era anche mio fratello nel tuo incubo, hai detto il suo nome- le disse.
-          Si è vero c’era anche lui- rispose lei dopo aver richiuso gli occhi, quello che non poteva dirgli era che stava sognando di sposarsi con lui e che Shannon interrompesse la cerimonia per dirle che l’amava e lei dopo aver pensato pochi istanti lo chiamasse correndogli dietro.
Jared le accarezzò il viso e lei sorrise, si sentiva davvero malissimo, amava Jared ma forse il fatto di non aver mai dimenticato Shannon veramente non le permetteva di amarlo completamente, si strinse tra le sue braccia, nella speranza che Shannon non tornasse a visitarla nei sogni di nuovo quella notte.

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Capitolo 28
*** 28 ***


La mattina seguente quando si svegliò Gin trovò il letto vuoto e freddo c’era un biglietto sul cuscino di Jared , lo prese e lo lesse “ devo vedere Emma anche oggi. Per le 3 sono a casa J.”.
Gin si prese ancora alcuni minuti per riposare, poi decise di alzarsi e finire di fare la sua valigia, il giorno seguente sarebbe tornata a Parigi e anche se poteva sembrare assurdo era felice di tornare nonostante questo le comportasse non poter stare con Jared, le mancava la sua vita.
A pranzo mangiò finalmente della pizza, anche se non era quella che mangiava a casa sua era comunque meglio di quello che mangiava con Jared, sentì la porta di casa aprirsi e guardò l’ora , era appena l’una.
-          Jared?- disse uscendo dalla cucina.
-          Arriva- le rispose Shannon.
-          Ciao, vuoi un po’ di pizza?- chiese guardandolo.
-          Si perché no- rispose lui prendendone una fetta dal cartone.
-          È odore di pizza d’asporto quello che sento Gin?- urlò Jared chiudendosi la porta di casa alle spalle.
-          Quale pizza?- disse lei affacciandosi fuori dalla cucina con Shannon.
-          Quella che mio fratello sta ancora masticando alle tue spalle- rispose risoluto.
Gin si mise a ridere guardando Shannon, Jared si sedette sul divano chiudendo gli occhi per un attimo era piuttosto stanco.
-          Hai fatto la valigia?- chiese  a Gin quando l’ebbe raggiunto sul divano.
-          Si mamma- disse lei.
-          Bene, stasera viene mia madre ceniamo tutti insieme ok?- le disse
-          Perfetto- rispose Gin.
Passarono il resto della giornata a parlare di niente con Shannon e verso ora di cena Gin iniziò a cucinare per tutti.
La cena fu molto tranquilla e presto venne il momento dei saluti, l’aereo di Gin partiva molto presto la mattina seguente quindi si salutarono quella sera.
-          Fai buon viaggio- le disse Costance abbracciandola.
-          Vieni a trovarmi- rispose Gin.
Costance sorrise e lasciò che salutasse anche Shannon.
-          Ci vediamo Gin- disse porgendole la mano.
-          Ma dai la mano? Cos’è tutta questa professionalità- scherzò lei abbracciandolo, e quando lo sentì stringerla tra le braccia rimpianse di non aver optato per la stretta di mano, la sua partenza per Parigi le avrebbe certo fatto bene per chiarirsi le idee.
Salutò nuovamente entrambi mentre salivano nell’auto di Costance e poi rincasò con Jared.
-          Come sei silenzioso- disse Costance al figlio ormai a poca distanza da casa.
-          Lo sai che non sono mai stato un gran oratore-
-          Mancherà anche a me- disse lei.
-          Mamma, non voglio parlare di questo-
-          Shannon, credi che io non mi sia accorta di nulla? Gin ti piace, ma lo neghi a te stesso per proteggere i sentimenti di tuo fratello e mi rende orgogliosa vedere quanto tu tenga a lui ,ma allo stesso tempo sono molto preoccupata per te-
-          Mi passerà mamma- rispose lui serio
Costance scese dall’auto e rincasò ancora preoccupata per il figlio maggiore.
Gin si distese sul letto accanto a Jared che era immerso nei suoi pensieri.
-          A che pensi?- chiese.
-          A nulla di particolare, domani sveglia alle 6 giusto?-
-          Giusto-
-          Bene allora dormiamo- disse spegnendo la luce e girandosi sul suo lato.
Gin sospirò e si voltò dal lato opposto, lo stava facendo di nuovo, si stava comportando come quando era dovuto andare via da Parigi, si comportava da stronzo per avere un distacco più facile.
La mattina arrivò presto e Gin in poco tempo si ritrovò a scendere dall’auto di Jared e a scaricare la valigia.
-          Ti dispiace se non ti accompagno, c’è casino, e molti fotografi in giro ho notato-
Gin risalì un attimo in auto e gli diede un bacio che lo lasciò per alcuni istanti senza fiato.
-          Anche tu mi mancherai Jay- disse scendendo.
Jared la osservò entrare in aeroporto, aveva capito che si comportava da cretino solo quando si dovevano separare, probabilmente lo aveva capito dall’ultima volta a Parigi, questo era solo un altro  motivo per amarla, non aveva fatto scenate da donna incompresa, l’aveva baciato e se ne era andata.
 
Quando Gin uscì dall’aeroporto parigino una ventata fresca di inizio aprile la investì “ casa” pensò lei sorridendo tra sé.
Si sedette in metro e chiamò Jared.
-          Sono in metro-disse appena lo sentì rispondere.
-          Ti avevo detto di prendere un taxi sei stanca?- le chiese.
-          No sto bene Jay…-
-          Com’è il tempo?- le chiese solo per avere una scusa per tenerla al telefono.
-          Adesso piove- rispose lei sbadigliando.
-          Copriti-
-          Jared sono una donna adulta di  25 anni so prendermi cura di me stessa- disse lei ridendo.
-          Credi che non lo sappia?-
-          Devo scendere, ci sentiamo domani ok?- disse Gin.
-          Ti amo-
-          Anch’io-
-          Anch’io cosa?-
-          Anche io mi amo- disse lei facendolo sorridere dall’altra parte del telefono.
-          Ti amo Jared , devo scendere davvero adesso- disse Gin attaccando.
Shannon era appoggiato al muro dello studio, non aveva mai odiato così tanto il fatto che il fratello tenesse sempre il cellulare in vivavoce, sentirle dire che lo amava non era certo quello che gli serviva in quel momento.

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Capitolo 29
*** 29 ***


Era ormai un mese che Gin era tornata alla sua vecchia vita parigina, il quartiere stava riprendendo vita con l’inizio della primavera e anche i turisti erano più numerosi grazie alla buona stagione.
Gin portò in casa le ultime cose dopo aver smontato il banchetto e poi si mise a preparare la cena, quella sera aveva finito più tardi del solito, ma non le era certo dispiaciuto dato che il ritardo era dovuto alle vendite.
Dopo aver cenato si mise a guardare un film in tv, anche se in realtà i suoi pensieri andavano spesso a Jared ultimamente, non si sarebbe mai aspettata di sentire la sua mancanza così tanto,  si sentivano una volta ogni due giorni, probabilmente perché nessuno dei due voleva sembrare troppo “innamorato” sorrise all’idea di quello che aveva appena pensato.
Prese il cellulare e lo chiamò, infondo a Los Angeles erano all’incirca le due del pomeriggio.
-          Che fai ancora sveglia?- disse appena rispose alla chiamata.
-          Anche per me è bello sentire la tua voce Jared- disse lei piccata
-          Dai non fare la permalosa, è solo che a Parigi è notte, non riesci a dormire?-
-          No dormo benissimo è solo….-
Jared restò in silenzio aspettando che lei finisse la frase.
-          È che mi manchi….non provare a ridere-disse Gin
-          Torna, vieni a vivere qui- disse lui serio.
-          Jared non voglio discutere di questo, non un’altra volta, volevo solo sentirti- disse lei sdraiandosi sul letto.
-          Bene, mi hai sentito, ora devo tornare a lavoro- disse serio prima di riattaccare.
-          Jared non….- fece appena in tempo a dire Gin, ma la chiamata era già finita.
“vaffanculo Jared” pensò chiudendo gli occhi per un po’, ogni volta doveva indirizzare le loro discussioni sul fatto che lei dovesse andare a vivere con lui, lo trovava estremamente egoista da parte sua, non poteva chiederle di mollare tutto quello che aveva a Parigi, guadagnato con anni di fatica per lui, non lo trovava affatto giusto.
Passarono una decina di giorni ancora, nei quali Gin e Jared si sentirono pochissimo e solo via mail o sms.
Jared aveva trovato un negozio in affitto a Venice Beach dove lei avrebbe potuto aprire un’attività, infondo faceva sia gioielli che vestiti, le aveva appena mandato una mail dove le ne parlava e in allegato c’erano le foto del posto.
Gin era seduta sul letto con il pc tra le gambe , aveva riletto la mail centinaia di volte e aperto le foto del locale altrettante, voleva davvero che le cose tra loro funzionassero se si era sbattuto a cercare qualcosa per lei, aveva bisogno di parlarne con qualcuno era una decisione troppo importante.
Scese di sotto e bussò a casa di Stel.
-          Gin tesoro tutto bene?- le chiese aprendole.
-          Ho bisogno di parlarti Stel- disse Gin dopo che Stel l’ebbe fatta accomodare in soggiorno.
Le raccontò tutto, Stel già sapeva del corso di fotografia per il quale lei aveva fatto domanda ma non era stata accettata.
Stel la ascoltò attentamente e sorrise nel sentirle sempre dire “Jared ha fatto, Jared mi ha detto”, quel ragazzo doveva tenere davvero molto a lei, ma siccome dell’amore lei ne sapeva più di Gin si stava domandando se la sua giovane amica provasse amore per lui, Gin finì di parlare e lei la guardò sorridendo.
-          Adesso ti farò una domanda tesoro, e dovrai essere sincera-
-          Va bene- disse Gin
-          Lo ami?-
Gin sospirò sorridendo e chinò la testa di lato.
-          Mi manca, ma non so se questo significa che lo amo- rispose Gin sincera.
Stel ridacchiò e Gin la guardò interdetta.
-          Perché ridi?- chiese.
-          Mi pare ovvio che tu non ti sia mai innamorata prima d’ora tesoro, sei persa per quel ragazzo e ti dirò anche come l’ho capito, quando lui ti dà il “buongiorno” la mattina ti illumini e la sera prima di andare a dormire indossi sempre una sua camicia, lo sai perché portiamo le cose degli altri?- disse Stel.
Gin non disse nulla e sorrise debolmente.
-          Indossiamo le cose delle persone a cui vogliamo bene perché nei percepiamo l’odore e ci sembra che siano con noi, e non sto parlando di profumo, parlo dell’odore, come quello di nostra madre o nostro padre, che percepiamo nitidamente aprendo le ante dei loro armadi è qualcosa di profondo- disse Stel alzandosi e andando a sedersi accanto a Gin.
-          Lo ami tesoro, e dovresti provare a far funzionare le cose, lo devi a te stessa, e poi questo appartamento sarà sempre tuo nel caso le cose non funzionassero- disse accarezzandole i capelli dolcemente.
-          Ti voglio bene Stel- disse Gin abbracciandola.
-          Ma certo che me ne vuoi tesoro- le rispose facendola sorridere.
Gin tornò di sopra e rispose alla mail di Jared, dicendogli che le andava bene il posto e la sua proposta .
Non fece in tempo a posare il pc spento sul comodino che lui  la chiamò.
-          Dimmi che non scherzi- le disse.
-          Non scherzo, voglio stare con te Jared- disse lei.
Jared si ritrovò a sorridere come un ragazzino con il cellulare in mano.
-          Bene allora ti prenoto il volo e poi vedremo come far arrivare qui tutte le tue cose- disse eccitato.
-          Si va bene Jay ma calmati, sembri un’adolescente che deve organizzare la prima festa- disse lei ridacchiando.
-          Stai pur certa che te la faccio la festa appena scendi dall’aereo- disse serio.
-          Sei un porco-
-           E ti piace- fu la sua risposta prima di salutarla e riattaccare.
In un paio di giorni Gin si ritrovò ad essere nuovamente in aeroporto con tre valige al seguito e circa cinque scatoloni di roba che Stel le avrebbe spedito in settimana a Los Angeles.
Il viaggio fu piuttosto snervante ma quando atterrò ad L.A. tutta la stanchezza parve scomparire.
Jared la vide arrivare ma cercò di controllare l’istinto di saltarle addosso davanti a tutta quella gente, lei lo abbracciò dandogli un bacio leggero sulle labbra e andarono velocemente verso la macchina.
Gin fece appena in tempo a chiudere la portiera dell’auto che sentì Jared attirarla verso di lui e baciarla come fosse la prima volta, con lo stesso desiderio e amore, rispose al suo bacio felice di essere li.
-          Mi sei mancata, sai cosa vuol dire per uno come me stare senza sesso o altro per più di un mese?- disse facendola sorridere.
-          Hai sempre la tua amica mano- disse lei mimando il gesto.
-          Come sei volgare-
-          Disse il regista di Hurricane-
Jared le sorrise e mise in moto l’auto.
Arrivarono a casa e Jared le  diede qualche minuto per farsi una doccia, ormai era con lui e certamente poteva aspettare ancora dieci minuti.
Gin uscì dal bagno dopo aver fatto la doccia, sperava che l’acqua l’avrebbe risvegliata, ma aveva sortito l’effetto opposto era più stanca che mai, guardò Jared sul letto che la aspettava.
-          Secondo cassetto a destra- le disse dopo che lei si fu infilata la biancheria.
-          Cosa?-
-          Aprilo-
Gin aprì il cassetto che lui gli aveva detto, dentro c’era un baby-doll di seta nero coi bordi in pizzo.
-          E questo?- disse guardandolo.
-          È per te, cosa pensi che me lo metta io?-
-          Potrebbe essere- disse lei sarcastica prima di  infilarselo.
-          Come sto?- chiese guardando Jared.
-          Sei bella-
Gin arrossì e si sedette sul letto accanto a lui.
Jared si allungò verso di lei iniziando a baciarla con decisione e desiderio, Gin si lasciò andare sotto di lui e fecero l’amore, Jared si era accorto che lei era piuttosto stanca ma la voglia che aveva di lei era troppa per aspettare fino al mattino seguente.
Gin si accoccolò tra le braccia di Jared  e si addormentò praticamente subito, con lui che le canticchiava Alibi come ninna nanna e le accarezzava la schiena.

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Capitolo 30
*** 30 ***


Era passato quasi un mese da quando Gin si era trasferita a Los Angeles e all’apertura del suo negozio mancavano una manciata di giorni.
Shannon era al negozio con Gin e la stava aiutando a sistemare le ultime cose su uno scaffale in alto.
-          Passami anche quella scatola- disse Gin guardando Shannon dall’alto della scaletta in legno.
Shannon le porse la scatola che lei gli aveva indicato e poi le tenne la scala perché non scivolasse dato che gli sembrava avere un equilibrio piuttosto precario.
Gin era così concentrata a controllare che tutto fosse al posto giusto che fece un passo troppo lungo scendendo gli ultimi scalini e perse l’equilibrio.
Shannon la prese prontamente evitandole così la caduta a terra, Gin si tenne alle braccia di Shannon per qualche istante, tra loro le cose non si erano mai sistemate, c’era una sorta di tacito accordo di non affrontare mai l’argomento “noi cosa siamo e cosa potemmo essere”, sollevò lo sguardo verso di lui e le parve di  essere di nuovo a Parigi la mattina che lui l’aveva baciata, la guardava con la stessa intensità con lo stesso desiderio negli occhi.
-          Grazie- disse spostandosi da lui e rimettendosi a fare qualcosa, qualunque cosa le avesse impedito di guardarlo fino all’arrivo di Jared ed Emma.
Shannon prese la scala e la portò sul retrò, sapeva perfettamente quanto fosse sbagliato continuare a provare quei sentimenti per lei, ma ciò nonostante non riusciva ad imporsi di smettere e come se non bastasse viveva con la costante convinzione che anche per lei non fosse tutto finito.
La osservò appoggiato allo stipite della porta che dava sul retro senza dire nulla, voleva solo guardarla dato che era l’unica cosa che potesse davvero fare.
Gin era seduta sullo sgabello e stava sistemando la chiusura di alcuni braccialetti, vide la porta d’ingresso aprirsi e Emma comparire accompagnata da Jared, ultimamente era lei a vedere Jared ogni giorno e se Gin non avesse avuto piena fiducia in entrambi sicuramente sarebbe stata gelosa del tempo che Emma passava con lui.
-          Avete finito – disse Emma guardando prima Gin e poi Shannon.
-          Si ci siamo riusciti- le rispose Shannon prendendo in mano le chiavi della sua auto.
-          Pensi di venire alle prove domani?- disse Jared guardandolo da sopra gli occhiali da sole.
-          Si – tagliò corto Shannon.
-          Ok allora a domani, lo sai che abbiamo deciso di provare nello studio di casa mia?-
-          No questo non lo sapevo-
-          Bene ora lo sai- disse Jared sorridendogli.
Shannon scosse la testa abbozzando un sorriso stiracchiato, era impossibile controbattere con Mr. Perfezione.
-          Emma vuoi un passaggio?- chiese Shannon guardandola.
-          Si grazie- rispose lei seguendolo fuori.
Jared e Gin restarono al negozio ancora un po’, poi quando iniziò ad avvicinarsi l’ora di cena tornarono a casa.
 
Gin era seduta sul letto a leggere e Jared la osservava, in quei mesi aveva notato il comportamento che lei e Shannon si erano imposti in pubblico, la totale indifferenza nei confronti dell’altro e questo non aveva fatto che accrescere nuovamente i suoi dubbi, certo Gin stava con lui ma spesso si trovava a pensare per quanto ancora lo avrebbe fatto, aveva come l’impressione di non riuscire ad essere mai abbastanza per lei.
-          A che pensi?-
La voce di Gin lo riportò alla realtà.
-          A niente di specifico, stavo solo….-
-          Stavi solo viaggiando lontano con le tue seghe mentali lo so- disse lei posando il libro e sdraiandosi.
La raggiunse sul letto e lei gli diede un bacio leggero sulla guancia.
-          Dormi stanotte Jared ti prego, è quasi una settimana che non dormi più di quattro ore a notte, comincio ad essere preoccupata- disse lei guardandolo.
-          Ci proverò- le rispose sorridendo.
Gin si girò su un fianco e chiuse gli occhi addormentandosi quasi subito, era stata una giornata stancante e lei aveva davvero bisogno di riposare.
Quando Gin si svegliò la mattina seguente Jared aveva la testa posata sulla sua spalla e dormiva profondamente, decise di non svegliarlo e si limitò a guardarlo dormire, la voglia di accarezzargli il viso era tanta e Gin gli passò dolcemente una mano sulla guancia.
Jared strinse gli occhi e poi li aprì guardandola.
-          Dicevi che devo dormire e poi mi svegli?- disse sorridendole.
-          Scusa- disse lei.
Jared si spostò sul suo lato del letto stiracchiandosi e Gin si alzò.
Mentre Gin era in bagno Jared aprì il cassetto del suo comodino dove aveva nascosto l’anello che aveva comprato per lei pochi giorni prima, era quella la ragione della sua insonnia, era certo che lei fosse quella giusta ma non era sicuro di essere quello giusto per lei e sapeva che se le avesse chiesto di sposarlo lei non gli avrebbe mai detto di no, sapeva che lei lo amava a suo modo, ma aveva sempre il dubbio che in un angolino neanche troppo piccolo del suo cuore ci fosse ancora il nome del fratello.
Sentì la porta del bagno riaprirsi e rimise via tutto.
-          Buongiorno- disse Gin chinandosi a baciargli il collo e continuando con baci leggeri su tutto il tatuaggio che aveva sulla clavicola.
Si fermò e lo accarezzò sul petto, Jared  leggeva nei suoi occhi una sorta di preoccupazione.
-          Che c’è?- le chiese guardandola.
-          Stai sparendo, posso contarti le ossa su tutto il corpo Jay, dovresti integrare la tua dieta con delle proteine almeno per un po’- rispose Gin.
-          Quello che mangio va benissimo, io non ti sono mai venuto a dire quello che devi o non devi mangiare e gradirei che facessi lo stesso- rispose secco.
-          Jared sono solo preoccupata, non dormi abbastanza e ….Dio….perchè ogni cosa con te deve essere così complicata se ti alzi col piede sbagliato?-disse Gin.
-          Gin sto bene ok? E adesso scusa ma sto facendo tardi ho un impegno- le disse uscendo dalla stanza.
Gin sospirò quel giorno era già abbastanza agitata per l’inaugurazione del suo negozio e di certo non aveva bisogno di litigare con lui.
Andò in cucina a fare colazione dopo essersi vestita mentre lui era ancora sotto la doccia, apparecchiò la tavola per entrambi e si sedette ad aspettarlo.
Jared andò in cucina dopo essersi infilato i pantaloni, era in ritardo e non era sicuro di voler fare colazione, la vide seduta ad aspettarlo con la tavola apparecchiata.
Si infilò anche la canottiera e la raggiunse.
-          Pronta per stasera?- le chiese versandole il thè.
-          Agitata è la parola giusta- disse Gin.
Jared le sorrise e le accarezzò la schiena si era reso conto di essersi comportato da stronzo come sempre, Gin prese un biscotto e lo intinse nella tazza, stava per mangiarlo quando Jared le prese il polso portandosi il biscotto alla bocca e precedendola.
-          Buono?- chiese Gin ridacchiando.
-          Molto mi sa che ne prendo ancora, qualcuno mi ha detto che mi vuole più morbido- rispose facendole l’occhiolino.
Suonarono alla porta a Jared si alzò da tavola, doveva essere Emma.
-          Ci vediamo stasera direttamente là! E Gin?-disse Jared
-          Si?-
-          Stai calma- disse prima di uscire dalla porta.
Gin passò buona parte della giornata in negozio impegnata a risistemare in maniera quasi maniacale ogni cosa le sembrasse nel posto sbagliato, tornò a casa solo per farsi una doccia e cambiarsi d’abito.
Quando arrivò nuovamente al negozio Jared la stava aspettando fuori con Shannon, Tomo , Emma ,Vicki e Babu.
-          Eccola qui la nostra artista- disse Tomo strappandole un sorriso.
-          Non avevi le chiavi?- chiese Gin a Jared.
-          Le ho dimenticate a casa – le rispose mentre lei apriva con le sue.
Il catering arrivò puntuale e finalmente dopo aver sistemato tutto un’ultima volta la serata poté iniziare.
Jared e Shannon avevano invitato molti amici alla serata e Gin era impegnatissima a parlare con tutti, stava salutando l’ennesima modella amica di Jared quando vide entrare Alina, era certa che lui non l’avesse invitata, si scusò con Jared e l’altra ragazza e andò a salutarla, Jared la seguì con lo sguardo per vedere dove fosse diretta, e poi incrociò lo sguardo di Alina che gli sorrise, sorriso da lui ricambiato con uno sguardo gelido, non gli piaceva che Alina volesse essere amica di Gin.
-          Ciao- disse Alina una volta che Gin l’ebbe raggiunta.
-          Ciao, non pensavo di vederti qui, cioè non pensavo che Jared ti avrebbe detto di venire- disse Gin
-          Non è stato Jared ad invitarmi infatti, tra modelle si parla  ed è venuta fuori la storia dell’apertura del tuo negozio così ho pensato di venire a salutare, ti devo molto dopo quello che hai fatto per me la sera della festa, avresti potuto fregartene ma non l’hai fatto, sei una persona migliore di tutte quelle che ci sono in questa stanza messe insieme- le disse.
-          Spero di poterlo restare- ammise Gin più a se stessa che ad Alina.
Restarono a parlare ancora per alcuni minuti, poi Jared le raggiunse, Alina si affrettò a salutare Gin e se ne andò, Gin le piaceva ma sentirsi trattata da Jared a quel modo le faceva ancora male, sapeva di aver sbagliato lei per prima, ma del resto non si sceglie di chi innamorarsi e lei di Jared si era proprio innamorata.
-          Fai scappare le persone bravo- disse Gin sarcastica guardandolo.
-          Faccio scappare le troiette stronze e gelose- sibilò Jared.
-          Jared….-
-          Non voglio più parlare di questo, sei vuoi parlare con lei ok, ma io non voglio più averci nulla a che fare- sentenziò.
Gin non aggiunse nulla, non perché non avesse nulla da ribattere ma si stava stancando di discutere con lui per ogni piccola cazzata che si presentava nella loro vita.
La serata si concluse al meglio, molte delle ragazze le avevano già fermato dei vestiti o dei gioielli da acquistare e sarebbero passate a ritirarli la settimana seguente.
Una volta sistemato tutto Gin salì in auto era davvero stanca, si appoggiò allo schienale e chiuse gli occhi.

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Capitolo 31
*** 31 ***


Jared era seduto accanto a lei da una decina di minuti e la guardava riposare, probabilmente si era addormentata ma se volevano tornare a casa doveva svegliarla almeno per farla spostare di posto.
Le accarezzò il viso e dopo qualche smorfia Gin aprì gli occhi.
-          Fammi venire lì bella addormentata che torniamo a casa- le disse.
-          Non ho voglia di scendere Jay- si lamentò lei.
-          Dai Gin non possiamo passare la notte qui-
-          E chi lo dice scusa?- rispose lei.
Jared sospirò e si voltò a guardare fuori dal finestrino.
Gin si sollevò dal suo sedile e si mise a cavalcioni su di lui, posando la testa sul suo petto.
-          Mi dici perché dei due devi sempre essere tu quello con la sindrome pre-mestruale?- chiese sospirando.
-          Perché ti piaccio così- rispose accarezzandole i capelli.
Gin si spostò e lui riuscì a mettersi al posto di guida e a partire per tornare a casa.
Gin guardò fuori dal finestrino per quasi tutto il viaggio, anche se non stava realmente osservando quello che accadeva, la sua mente viaggiava lontano era in auto con Jared ma pensava a Parigi, al suo appartamento, a tutto quello che aveva lasciato per lui, in cuor suo sperava davvero di non aver commesso un errore.
Jared parcheggiò l’auto in garage, stava per spegnere la radio quando Gin lo fermò.
-          Aspetta mi piace questa canzone- disse lei alzando il volume.
-          Davvero? è Wishlist dei Pearl Jam giusto?-
-          Si.mi piace troppo ad essere sincera credo sia un po’ ossessiva da quando l’ho sentita la prima volta non riesco a smettere di ascoltarla è così triste…non trovi?-
-          Si lo è- rispose cercando di capire dove lei volesse andare a parare.
La canzone finì e Gin spense la radio.
-          Per me eri tu, quando stavo a Parigi e mi mancavi e passavano alla radio una canzone che mi faceva pensare a te alzavo il volume ogni volta, credo davvero di essermi irrimediabilmente innamorata di te Jared- disse Gin con un velo di paura che fortunatamente lui non colse, non si era mai innamorata davvero quindi questa sensazione la spaventava.
-          Non ti farei mai soffrire Gin- le disse prima di scendere dalla macchina.
Aprì lo sportello dalla parte del passeggero e la prese in braccio.
-          Ma che fai? Mettimi giù che peso troppo Jay!- disse lei.
-          Penso i poter arrivare fino al divano- le rispose con uno sguardo malizioso.
Jared la tenne in braccio fino al divano come aveva promesso, poi si mise a sedere su di esso insieme a lei.
Gin si alzò e si mise a cavalcioni sopra di lui.
-          Che vuoi fare Gin?- le chiese alzando un sopracciglio.
-          Tu che pensi…- disse lei sfilandosi l’abito e restando in biancheria a guardarlo.
-          Penso che mi piaccia quello che hai in mente, quindi hai la mia approvazione-
-          Adesso ho bisogno del tuo permesso?-disse lei incrociando le braccia sotto al seno e fingendosi arrabbiata.
Jared le sciolse i capelli e le accarezzò la schiena, si avvicinò a lei e le diede un bacio leggero su un seno facendola sorridere.
Le posò le mani sui fianchi facendole il solletico, amava sentirla ridere, amava il modo in cui si sentiva quando era con lei, si tolse la maglia e la fece scendere dalle sue gambe, dopo essersi sfilato anche i pantaloni la prese per mano e la portò in camera da letto.
-          Avevi detto che saresti arrivato solo al divano- disse Gin ridacchiando mentre lui si metteva sopra di lei.
-          Ho mentito…- le rispose baciandola languidamente mentre entrava in lei.
Gin spinse il bacino verso di lui e Jared entrò in lei ancora di più, aveva fatto sesso tante  forse troppe volte nella sua vita ma non si era mai sentito così vicino a qualcuno come in quel momento, la guardò negli occhi e notò che erano leggermente lucidi.
-          Ti fa male?- disse facendosi più indietro, non era abituato a preoccuparsi realmente di quello che provasse la persona con cui faceva sesso, ma d’altra parte sesso era quello che faceva con le altre, con lei in quel momento stava facendo l’amore e la differenza la sentiva dentro di lui.
-          No Jay è perfetto- rispose baciandolo sul petto.
Iniziò a muoversi con lei, aumentando sempre più il ritmo fino a non farcela più con una mano andò a solleticarle il clitoride in modo che venisse con lui e quando la sentì tendersi sotto di lui vennero entrambi.
Indugiò qualche secondo dentro di lei baciandole il collo dolcemente, la sentì sospirare e notò che aveva gli occhi chiusi, forse si stava addormentando pensò spostandosi da sopra di lei.
-          Non andare via…- mugugnò Gin rannicchiandosi sotto il lenzuolo.
-          Non vado da nessuna parte- rispose Jared accarezzandole il braccio finchè non la vide addormentarsi definitivamente sotto i suoi occhi.
Si voltò e si mise a guardare il soffitto i pensieri gli percorrevano la mente veloci e prepotenti, non ricordava di essersi mai sentito così vulnerabile con nessuno, Gin aveva quel modo di prendere le persone, era quasi impossibile che non piacesse, perché ti metteva a tuo agio, ascoltava e capiva tutti, era come  se le fosse impossibile non cercare di vedere chi le stava attorno felice.
Si voltò a guardarla di nuovo rannicchiata sotto al lenzuolo, i capelli che le ricadevano morbidi su spalle e schiena, la bocca socchiusa, a volte gli sembrava impossibile che uno come lui potesse meritarsela non era mai stato un santo anzi, era sempre stato quanto meno uno stronzo , eppure il destino gliela aveva regalata lo stesso.
Chiuse gli occhi e cercò di riposare a sua volta, ne aveva davvero bisogno.
 
Gin si svegliò con un raggio di sole che le batteva insistente sugli occhi, sentiva l’acqua della doccia scorrere, Jared doveva essersi alzato da poco pensò prendendo una delle sue magliette e indossandola prima di scendere di sotto preparare la colazione.
Jared uscì dalla doccia e dopo essersi messo addosso qualcosa la raggiunse in cucina.
-          Quella è la mia maglietta- le disse.
Si avvicinò a lei notando che indossava anche qualcos’altro di suo.
-          Sono i miei boxer questi?- chiese guardandola.
-          Sono comodi penso li terrò- disse Gin.
-          Ma…-
-          La colazione è pronta- lo interruppe lei passandogli la tazza con il suo infuso.
Jared si sedette e iniziò a mangiare con lei, sentì il cellulare suonare e lo prese fuori dalla tasca dei pantaloni era suo fratello.
-          Dimmi- disse Jared con la bocca ancora mezza piena.
-          Devo dirti una cosa…-
-          Forza spara….-
-          Ho di nuovo male alla spalla e il medico ha detto che devo trovare qualcuno che mi faccia i massaggi almeno per due settimane, ho perso il numero del fisioterapista che mi avevi dato l’ultima volta e…-
-          Posso farlo io- disse Gin.
-          Tu?- la guardò Jared stranito.
-          Ciao Shan, sei in vivavoce come avrai intuito, e comunque posso farlo sul serio, mio padre è un fisioterapista e mi ha insegnato molte cose, quindi se ti fidi posso provare- disse Gin.
Shannon rimase in silenzio per qualche secondo, non sapeva cosa dire, se le avesse detto di no Jared sicuramente si sarebbe chiesto il perché del rifiuto e dicendole di si, si sarebbe messo da solo nei casini, non era certo di poter passare del tempo con lei da soli.
-          Va bene, possiamo provare sei libera oggi pomeriggio? Prima iniziamo prima finiamo- le disse.
-          Shan è sabato certo che sono libera- disse Gin.
-          Bene allora grazie-
-          Ci vediamo dopo Shan- disse Jared riattaccando.
Jared rimise il cellulare in tasca e la osservò.
-          Che c’è?- chiese Gin.
-          Non sapevo che tuo padre fosse un fisioterapista, a dire il vero non so quasi niente della tua famiglia-
-          Non è tra i miei argomenti preferiti Jay- rispose lei.
-          Mio padre è fisioterapista e mia madre fa la donna delle pulizie, volevano che io studiassi per diventare avvocato e invece appena presa la laurea in Filosofia me ne sono andata a fare l’artista di strada a Parigi, non me lo hanno mai perdonato- disse guardandolo.
-          Ecco non sapevo neppure fossi laureata in Filosofia- le disse per sdrammatizzare.
Gin sorrise ma non c’era nulla di felice e disteso nel sorriso che aveva.
-          Facciamo due passi è una bella giornata, ti va?-
-          Facciamo tutto quello che vuoi Gin- disse sorridendole.
Si vestirono e uscirono di casa dirigendosi verso le colline, lui andava spesso a passeggiare lungo quei sentieri con Babu e altri amici ma le non l’aveva mai portata, era felice di poterlo finalmente fare.
Salirono parecchio in alto c’era un terrapieno da dove si vedeva molto bene la città e decisero di fermarsi a riposare prima di tornare.
-          È davvero bella- disse Gin sedendosi a terra.
-          Gin…- la guardò lui.
-          Jared è solo polvere e terra e erba e….boh non voglio indagare oltre- disse facendolo sorridere.
-          Dai Mr. Germofobico, siediti con me- aggiunse guardandolo.
Jared si sedette accanto a lei nonostante non amasse sedere per terra.
Gin infilò una mano nella tasca dei pantaloni di Jared dove sapeva lui tenesse il cellulare e scattò una foto al panorama davanti a loro.
-          Speravo cercassi altro nei miei pantaloni- disse facendola sorridere.
-          Forse un’altra volta- disse rimettendo a posto il cellulare.
Restarono li seduti a parlare e ridere per quasi un’ora. Gin era sdraiata a terra con la testa di Jared appoggiata sul seno, erano entrambi perfettamente rilassati quando sentì alcune gocce d’acqua bagnarle il viso.
-          Cazzo piove- disse Jared sollevandosi velocemente e incamminandosi.
Gin era ancora seduta a terra e rideva come una matta.
-          Che hai da ridere Gin muoviti-disse Jared tornando verso di lei e facendola alzare.
-          Anche la prima volta che siamo usciti è piovuto ricordi?- disse lei.
-          È vero, avresti mai detto che saremmo finiti insieme?- le chiese.
-          No, eri davvero antipatico con me-
La pioggia si fece più intensa e loro si misero a correre fino a casa.
Rientrarono completamente bagnati, ma per loro fortuna era circa metà agosto quindi non si sarebbero certo ammalati, si erano solo presi in pieno un acquazzone estivo di quelli coi fiocchi.
Dopo aver pranzato si sedettero sul divano a guardare un po’ di televisione in attesa che arrivasse Shannon, Jared aveva detto a Gin che potevano usare il letto nella stanza degli ospiti anche perché era vicino allo studio e poteva tenerli d’occhio.

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Capitolo 32
*** 32 ***


Shannon parcheggiò la moto davanti a casa del fratello e dopo aver riposto il casco suonò alla porta, Jared andò ad aprire mentre Gin spegneva la tv.
Gin li raggiunse sulla porta e Shannon le sorrise.
-          Bene, noi andiamo allora- disse Gin guardando Jared.
-          Certo, tanto io sarò nello studio- le rispose.
Gin e Shannon entrarono nella stanza degli ospiti e lui si sedette sul letto facendo per togliersi la maglietta.
-          Aspetta prima voglio capire come sei messo, se ti rompo Jared mi uccide lo sai?- disse facendolo alzare.
-          Ok, che devo fare?-
-          Dirmi quando ti fa male- disse lei prendendogli il braccio e facendoglielo alzare lentamente.
Shannon la lasciò fare finché non sentì una fitta, e una smorfia di dolore comparve sul suo volto.
-          Capito- disse Gin- via la maglietta e sdraiati- disse indicandogli il letto.
-          Vuoi approfittare di me?- disse malizioso.
-          Ti piacerebbe- rispose lei scherzando.
Non aggiunse altro, era ovvio che stare con lei gli piaceva e che gli sarebbe piaciuto anche altro.
Gin iniziò a massaggiargli la spalla e dopo i primi minuti, Shannon iniziò a rilassarsi era davvero brava.
-          Questo farà un po’ male- disse lei riportandolo alla realtà, subito dopo Shannon sentì un forte dolore alla spalla e si irrigidì.
-          No Shan, rilassato, ti faccio più male altrimenti dai-disse Gin interrompendo quello che stava facendo in modo che lui si rilassasse di nuovo, cosa che non stava facendo, con una mano Gin iniziò a fargli i “ grattini” alla base del collo, Shannon aveva gli occhi chiusi e si stava godendo quella bellissima sensazione, Gin vide Jared fare capolino sulla porta e gli fece segno di raggiungerla senza fare rumore, fece continuare i “grattini” a Jared e lei finì il massaggio.
-          Ma quante mani hai?- mugugnò Shannon, facendo scoppiare Jared in una risata incontrollabile.
-          Abbiamo finito- disse Gin ridacchiando a sua volta.
-          Eri tu?- disse Shannon guardando il fratello.
-          Proprio io- disse Jared.
-          Avevo bisogno di trovare il modo per mantenerti rilassato per poter finire- disse Gin.
Shannon sorrise ad entrambi e rimise la maglia.
Shannon andò a casa di  Jared ogni giorno per due settimane e ogni volta le cose tra lui e Gin miglioravano era di nuovo tutto come all’inizio, come a Parigi nei primi tempi che si conoscevano, e questo lo faceva sperare per il meglio, non voleva rubare la ragazza al fratello ma quello che sentiva per lei era difficile da non considerare.
Era ormai l’inizio di settembre e mancavano solo una manciata di giorni al compleanno di Gin, Jared era seduto nello studio con in mano l’anello che le aveva comprato un mese prima i dubbi non erano passati anzi erano ormai una costante delle sue giornate, vedeva come Shannon la guardasse e benchè lei non lo guardasse allo stesso modo lui si sentiva ugualmente insicuro.
-          Jared?- la voce di Gin lo ripotò alla realtà.
-          Cosa?- le chiese mettendo l’anello in tasca prima che lei lo vedesse.
-          Shannon vuole sapere se stasera andiamo a sentirlo suonare – disse lei con il cellulare in mano.
-          Veramente sono un po’ stanco, ma se tu vuoi andare vai pure- rispose sorridendole.
Gin sorrise e uscì dallo studio.
-          Vengo solo io Shan, Jared è stanco- disse Gin.
-          Bene, ti passo a prendere tra un paio d’ore allora- le disse prima di riattaccare.
Shannon arrivò davanti a casa del fratello puntuale come raramente gli succedeva di essere, scese dall’auto e suonò alla porta.
Gin era in camera che tentava di allacciare la lampo del vestito con scarsi risultati, Jared si alzò dal letto per andare ad aprire e con un movimento fluido della mano le chiuse la zip.
Arrivato di sotto Jared aprì la porta al fratello e lo fece accomodare.
-          Sta arrivando- disse a Shannon.
-          Sicuro di non voler venire?- gli domandò.
-          Sono parecchio stanco Shan, non ho voglia di sorridere ai fan e stare in mezzo al casino, non adesso- rispose Jared serio.
-          Va bene- rispose Shannon, sentendo qualcuno scendere le scale, si voltò e vide Gin sorridergli.
-          Scusa l’attesa- disse raggiungendoli.
Jared li accompagnò entrambi alla porta per salutarli, prese Gin da parte un attimo e le diede un bacio.
-          Ci vediamo dopo- le disse abbottonandole il vestito sopra il seno e facendola sorridere.
-          Posso uscire adesso mamma?- chiese Gin ironica.
-          Avrei dovuto farti mettere una tuta da ginnastica- rispose lui.
-          Scemo – disse Gin salutandolo e andando verso l’auto di Shannon.
La serata procedette bene, Gin era seduta su un divanetto a fare foto a Shannon ed Antoine mentre suonavano, li trovava fantastici, totalmente assorbiti dalla musica, da quello che trasmetteva loro e da quello che volevano far sentire anche al loro pubblico.
Subito sotto alla consolle c’era un gruppo di ragazze seminude che urlavano il nome di entrambi, a Gin venne da sorridere, se ci fossero stati i Nirvana su quel palco anche lei sarebbe stata li sotto ad urlare come una cretina.
Shannon scese dalla consolle e dopo essere andato a cambiarsi la maglietta decise di raggiungere Gin sul divanetto, dovette superare parecchie fan e concedere ad ognuna almeno un barlume della sua attenzione ed un sorriso.
-          Stanco?- gli domandò Gin appena lui riuscì a sedersi accanto a lei.
-          Sono stato più stanco, ti è piaciuto?-
-          Si, non è il mio genere musicale ma è stato bello lo stesso, e poi tu e Antoine siete dei modelli stupendi- rispose Gin prendendo la macchina fotografica e iniziando  a mostrargli le foto che aveva fatto loro quella sera.
Shannon si avvicinò a lei ulteriormente mettendole un braccio intorno alla vita, Gin era concentrata sulle foto che gli stava mostrando e lui invece era concentrato solo su di lei e sulla sensazione sbagliata ma meravigliosa che gli procurava la loro vicinanza.
Gin sollevò il viso trovandosi Shannon a pochi centimetri da lei, sorrise debolmente e lui si avvicinò per baciarla, Gin si voltò e Shannon si ritrovò a baciarle la guancia.
-          Shan…. Per favore- disse Gin guardandosi le mani.
Jared era appena entrato nel locale, aveva deciso di fare un salto dopo essersi riposato, e quello che aveva visto non gli era piaciuto per niente, sperava che Shannon ormai l’avesse dimenticata ma non era così, anche se era distante poteva chiaramente scorgere l’imbarazzo sul volto di Gin per la situazione in cui si trovava, salutò qualche fan e si diresse verso di loro, fingendo di non aver visto nulla.
-          Jay- disse Shannon vedendolo arrivare.
-          Shan….- rispose lui monosillabico andando a sedersi accanto a Gin, le sollevò il mento e le diede un bacio sulle labbra senza staccare gli occhi dal fratello un attimo.
Shannon si rese presto conto che doveva aver visto quello che era successo poco prima e si voltò  a parlare con altra gente, non riuscire a sostenere lo sguardo del fratello era il chiaro segnale che si fosse comportato da perfetto imbecille.
Jared sentì Gin rilassarsi non appena le mise un braccio intorno alle spalle, sapeva che era stata quasi innamorata del fratello ma con quello che aveva fatto quella sera gli aveva fornito la conferma che ora non esistesse nessun’altro nel suo cuore, si sentiva leggermente in colpa all’idea di averla quasi messa alla prova quella sera, ma al contrario di quello che dava sempre a vedere lui era un insicuro sempre bisognoso di essere rassicurato su ogni particolare della sua vita.
-          Vuoi vedere quello che ho combinato?- disse Gin riprendendo in mano la macchina fotografica.
-          Certo- le rispose dolcemente.
Restarono seduti a guardare le foto per una ventina di minuti circa, poi decisero di tornare a casa, Gin si era accorta che lui fosse ancora parecchio stanco, nonostante facesse il possibile per non farsene accorgere.
Salutarono Shannon e Antoine e poi si diressero verso l’uscita, non privi di difficoltà dato che le fan li fermavano in continuazione per foto o altro.
Gin venne spinta via da due biondine decisamente su di giri che si avvinghiarono a Jared toccandogli tutto il possibile, Gin si diresse verso di loro e con un gesto deciso prese la mano di Jared attirandolo verso di lei.
-          Hey ma chi ti credi di essere ?- disse una delle due visibilmente alterata.
-          La sua ragazza, quella con cui dorme, con cui fa l’amore, quella che può fare questo  – disse Gin baciando Jared che era decisamente divertito dalla situazione.
Le ragazze li guardarono allontanarsi senza aggiungere altro.
Salirono in auto e Jared aveva ancora il sorriso sulle labbra.
-          Smettila di sorridere Jay, non è divertente vedere ragazze mille volte più belle di me che ti si strusciano addosso- disse Gin.
-          Per me nessuna è più bella da te adesso- le rispose.
-          Mi si cariano i denti con tutta questa dolcezza caro- disse Gin sarcastica e lui sorrise avviando il motore.
Arrivati a casa si misero a letto entrambi esausti.
Gin si voltò a guardare Jared che riposava, era molto raro che si addormentasse lui per primo, pensò a Shannon e a quello che sarebbe potuto succedere con lui poche ore prima e si rese conto che non ci sarebbe mai più stato nulla tra lei e Shannon, era innamorata di Jared, aveva pazientemente aspettato che lei si innamorasse di lui e si era dato senza remore.
Si avvicinò a lui e lo abbracciò anche se era voltato di schiena lo sentì sorridere.
-          Pensavo dormissi- disse Gin.
-          Preferisco farlo con te che mi abbracci- le rispose prima di chiudere gli occhi.
Gin posò la testa sulla schiena di lui e si mise a dormire a sua volta.

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Capitolo 33
*** 33 ***


Il compleanno di Gin era arrivato, Jared si alzò presto quella mattina, probabilmente in realtà non era mai andato a dormire sul serio, il suo cervello aveva continuato a calcolare e ricalcolare ogni istante di quella giornata perché fosse perfetta, scese in cucina e prese dal frigo la torta che le aveva comprato e nascosto il giorno prima, tirò fuori dalla tasca la scatolina con l’anello e la incartò.
Gin scese le scale e raggiunse Jared in cucina dopo essersi vestita.
-          Buon giorno e buon compleanno- le disse accendendo la candelina sulla torta.
-          Ecco, già mi piace questa giornata- disse Gin soffiando sulla candelina e sorridendo a Jared.
Le tagliò una fetta e aspettò che lei l’avesse mangiata tutta prima di darle finalmente il regalo.
Le allungò il pacchettino e lei sorrise iniziando a scartarlo.
Gin trattenne il fiato quando vide che cosa conteneva la scatolina in velluto nero, all’inizio pensava fossero orecchini, ma non era così, e ora si ritrovava a fissare “l’anello” quello con la “A” maiuscola per eccellenza, Jared le prese la scatola di mano e si inginocchiò davanti a lei schiarendosi la voce.
-          No ti prego alzati- disse Gin senza sapere se ridere o piangere.
-          Vuoi sposarmi Gin?- le chiese guardandola.
-          Dannato Leto….- disse Gin abbracciandolo e stringendolo forte a se.
-          Si Jared certo che ti voglio sposare- rispose infine baciandolo.
Jared le sorrise e le prese la mano per metterle l’anello, le stava un po’ largo ma si poteva stringere.
Gin si perse per alcuni istanti a osservarsi ancora incredula l’anulare sinistro, da quando l’aveva conosciuto era diventato sempre più importate per lei, era come se fossero in un certo senso destinati a stare insieme, lui era ciò di cui le aveva sempre avuto bisogno, qualcuno che la facesse sentire completa e lei era per lui quella che per la prima volta dopo anni lo aveva fatto sentire amato davvero.
Gin lo spinse a terra e si mise a cavalcioni sopra di lui togliendosi la maglia e aiutandolo a togliersi la sua.
-          Il letto sarebbe più comodo- disse Jared.
-          Sta zitto….- rispose Gin sorridendo prima di baciarlo nuovamente.
Finirono di spogliarsi entrambi in pochi minuti, Jared entrò in lei deciso facendola gemere di piacere, Gin iniziò a muoversi sopra di lui aumentando il ritmo sempre di più.
-          Gin….- gemette Jared socchiudendo gli occhi mentre sentiva il piacere aumentare, Gin rallentò non era ancora pronta quindi doveva farlo resistere ancora.
Jared la prese per i fianchi e mosse il suo bacino verso di lei in modo da penetrarla meglio e iniziò a muoversi dentro di lei in modo circolare.
-          Così…- ansimò Gin buttando indietro la testa e muovendosi a sua volta.
Dopo alcuni minuti l’orgasmo arrivò per entrambi, Gin crollò sopra di lui cercando di riprendere un respiro regolare mentre lui la stringeva a se.
Gin si cullò nella sensazione che le dava sentirlo così vicino a lei,era felice finalmente dopo anni era felice anche lei.
Passarono la giornata insieme e la sera andarono a cena da Costance, Jared moriva dalla voglia di dirlo alla madre e di sposarla il prima possibile, anche se in cuor suo era preoccupato per la reazione del fratello maggiore.
La sera arrivò presto e Jared si ritrovò a suonare alla porta della madre prima del previsto, Gin lo prese per mano e suonò al posto suo.
-          Ciao siete in anticipo- disse Costance facendoli entrare e accomodare in salotto con Shannon.
Dopo alcuni istanti di silenzio, interrotti solo dal timer del forno Jared si decise a parlare.
-          Mamma, Shannon, io e Gin ci sposiamo- disse serio.
-          Oh tesoro è meraviglioso – disse Costance, mentre Shannon era ancora incredulo.
-          Congratulazioni-disse infine come se fosse lontano anni luce da quella stanza, da quel momento e da se stesso seduto sul divano.
Shannon si alzò dal divano e uscì in giardino.
-          Dovrei andare a parlare con lui- disse Jared guardando la madre.
-          Vado io- disse Gin alzandosi.
Jared la osservò uscire e andare a sedersi con lui sulla panchina davanti alla piscina.
-          Ti avrei amata davvero- le disse dopo minuti di silenzio.
-          Avresti amato quello che Jared con fatica ha trovato in me, la parte migliore, quella che gli è costata litigate, pianti e incazzature, avresti amato il lavoro di un altro, io ti voglio bene Shannon, ma questo è tutto, non ti amo, amo Jared e lui mi ama- disse Gin
-          E vuoi farmi credere che per te sia facile stare accanto ad uno come lui?-
-          No, non è mai facile, nel giro di poche ore passa dalla felicità alla rabbia come solo un bipolare saprebbe fare, ma ci tiene a me, non sarebbe alla finestra a guardarci parlare se non fosse così, ha paura di perdermi e tu meglio di me sai, quanto  questa paura abbia influito sulla sua vita, tu sei suo fratello, io la sua fidanzata e noi insieme a vostra madre siamo le uniche persone che contino davvero per lui Shan-
-          Lo so…- disse Shannon sospirando- amici?- aggiunse voltandosi a guardarla.
-          Certo, mi sei mancato tanto come amico- rispose Gin abbracciandolo.
Jared li vide abbracciarsi e sperò che fossero riusciti a chiarirsi.
Shannon e Gin tornarono dentro e Shannon abbracciò il fratello.
-          Mi dispiace per tutto Jay- disse sincero.
-          È passato- rispose Jared- sarai un bellissimo testimone- aggiunse guardandolo negli occhi.
-          Ovvio che lo sarò- disse Shannon ridacchiando e facendo sorridere tutti.
Si sedettero tutti insieme a parlare del matrimonio, Jared voleva farlo entro due mesi, prima del natale insomma, Costance cercò di dissuaderlo ad allungare i tempi, ma lei meglio di tutti sapeva che non potevi togliere a Jared un’idea quando aveva già preso forma nella sua mente.
-          Il 5 dicembre?- disse Gin con il calendario in mano esasperata.
-          Si- rispose Jared.
-          Bene, abbiamo una data- sospirò Gin, facendo sorridere Costance che le accarezzò il viso dolcemente.
Erano passate circa tre settimane da quando avevano iniziato ad organizzare tutto, Gin era in auto davanti all’Atelier che le aveva suggerito Jared per cercare l’abito da sposa.
-          L’abito da sposa….io?- disse sospirando ancora incredula.
Sentì bussare contro il finestrino, era Costance che le faceva segno di scendere ed entrare con lei.
-          Coraggio mia cara- disse prendendola sottobraccio e entrando con lei.
Iniziarono a provare un’infinità di abiti, alcuni classici, altri assurdi di varie tonalità e colori, ma nessuno le faceva battere il cuore, si stava spogliando in camerino per l’ennesima volta quando vide qualcosa luccicare da sotto la montagna di vestiti che la avevano appena portato.
Spostò quelli che non le interessavano e si trovò ad osservare l’abito in questione.
Aveva un corpetto lavorato con cristalli azzurro chiaro che le ricordavano il colore degli occhi di Jared  e la gonna era ampia ma non troppo principesca, le piaceva moltissimo, lo indossò e uscì per farsi vedere da Costance, le sarebbe piaciuto tanto che ci fossero anche sua madre e suo padre li con lei, aveva provato a chiamarli ma loro le avevano solo detto “congratulazioni” e che non sarebbero venuti al matrimonio, come se lei neanche fosse la loro figlia.
-          Sei splendida- la voce di Costance la riportò alla realtà e le sorrise.
-          È stato amore a prima vista- disse Gin guardandosi nuovamente allo specchio.
Costance si alzò e andò ad abbracciarla, le tirò su i capelli e le mise un velo in testa.
-          Ecco, non avrei potuto chiedere una sposa migliore per Jared- le disse.
Fecero tutti gli accordi con le sarte, dove accorciare, dove stringere o allargare e finalmente sia Gin che Costance tornarono a casa.
Gin entrò in casa vide che Jared era impegnato in una telefonata, le fece un cenno col capo lei sorrise e andò in camera a cambiarsi.
Le cadde dalla tasca dei jeans il portafoglio e la foto dei suoi genitori uscì di poco, la raccolse e si trovò a singhiozzare come una ragazzina, mai nella vita avrebbe pensato che la deludessero così tanto.
-          Che succede?- chiese Jared sedendosi accanto a lei.
-          Non vogliono neppure conoscerti, non verranno al matrimonio, nessuno mi accompagnerà orgoglioso all’altare Jared- disse seria.
-          Vieni qui- disse lui abbracciandola e accarezzandole i capelli.
-          Cambieranno idea Gin, vedrai- le disse non credendo lui per primo alle sue stesse parole.
Gin posò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi.
-          L’ho trovato sai? Il vestito per sposarti- disse sollevando la testa e guardandolo.
-          Bene, perché io ho appena finito di contrattare per la chiesa-
-          Francia immagino- disse lei.
-          No, riprova-
-          No Francia? Mi hai spiazzato, dai dimmelo-
-          Vienna, Votivkirche, dici sempre che è la cosa più bella che tu abbia mai visto, quindi ho pensato fosse perfetta-
-          Oddio io, io….ti amo Jared- disse sorridendo come una ragazzina.
-          Spero solo non sia troppo freddo- disse lui.
-          No, Jay vedrai non ci sposiamo mica in Islanda!- disse Gin ridacchiando.
-          Ti ringrazio- disse Gin.
-          E per cosa ?-
-          Per tutto quello che fai, hai fatto e farai per me- disse lei.
Jared le sorrise,  lei era diventata velocemente una delle cose migliori della sua vita e per vederla felice avrebbe fatto i salti mortali.

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Capitolo 34
*** 34 ***


Salve a tutte mie care, volevo rubarvi alcuni minuti per una questione importante, una simpatica ragazza ha pensato bene di copiarsi la mia FF e spacciarla per sua in una pagina Facebook sui Mars...anch'essa sua devo supporre dato che appena le ho fatto notare che la FF era mia ha cancellato pagina e tutto....vorrei far sapere alla cara ragazza che sono felice che la mia storia le sia piaciuta a tal punto da spacciarla per sua, devo essere davvero brava se ti sei presa la briga di copiarti tutti e 33 i capitoli....detto ciò buona lettura a tutte ( in particolare alle mie care Cri_6277, AnniePhantom , Vale_Rose_Mary e Iooppidoo )
Kiss
A.


Gin provò a chiamare i suoi genitori per convincerli ad andare a trovarla praticamente ogni settimana, ma il risultato era sempre lo stesso, Jared era davvero molto dispiaciuto per questo, quella sera era intento a parlare del matrimonio con la madre, il fratello ed Emma, mentre Gin era sempre al telefono, non sembrava una chiaccherata tranquilla e se ne rendeva conto anche se non capiva una parola d’italiano.
Mancavano poche settimane al matrimonio, Jared la vide rientrare in casa e posare il cellulare sul tavolo sconsolata per l’ennesima volta, si voltò verso Emma e le fece segno di seguirlo .
-          Prenotami, due biglietti per Firenze e una stanza in Hotel, penso sia venuto il momento che io mi presenti da solo- disse ad Emma.
-          Va bene-
-          Voglio partire entro al massimo due giorni- aggiunse prima che lei lo lasciasse solo.
Emma annuì e tornò in casa dagli altri.
Quando tutti se ne furono andati Jared raggiunse Gin in camera da letto.
-          Andremo noi in Italia, non è una proposta Gin, ci andremo e basta- disse secco.
Gin era ancora sdraiata sul letto e fissava il soffitto.
-          Non sai quello che dici Jay, pensano che io sia un’idiota a sposare una rock star, che tu mi userai e basta, non hanno intenzione di darti una possibilità, scordatelo-
-          Non mi importa, sarò io a darne una a loro Gin- disse risoluto mettendosi a letto con lei e spegnendo la luce.
Gin rimase a fissare il soffitto a lungo, non era preoccupata per quello che avrebbero detto a lei, era in pensiero per lui, era un uomo adulto certo ma era anche molto sensibile e se c’era  una cosa che i suoi sapevano fare era ferire le persone.
L’unica cosa che la rallegrava era il problema della lingua solo suo padre parlava inglese abbastanza bene da avere una conversazione.
Come richiesto da Jared , Emma aveva prenotato tutto in modo che partissero entro due giorni e così fu, Gin si ritrovò a respirare aria italiana molto prima di quanto avesse immaginato.
Lei e Jared portarono la valigia in Hotel, si erano portati dietro poche cose dato che sarebbero rimasti solo pochi giorni, una volta sistemati uscirono per andare a casa di Gin.
Una volta davanti alla porta di casa Gin fece per tornare indietro, Jared la trattenne per un braccio e suonò il campanello.
-          Virginia- disse il padre aprendo la porta e guardandola stupito.
-          Ciao papà- disse lei stringendo forte la mano di Jared e cercando di sostenere lo sguardo di biasimo e delusione che il padre le stava riservando.
-          Non capisco cosa tu sia venuta a fare qui- disse in inglese in modo che anche Jared capisse.
-          Le ho chiesto io di venire- disse Jared.
-          Non mi sembra di averti rivolto la parola-disse il padre di Gin guardando Jared con sufficienza.
-          Luca falli entrare- disse la voce della madre di Gin.
Il padre si spostò facendoli entrare in casa, Gin fece segno a Jared di seguirla in salone, dove si sedettero sul divano davanti alla madre di Gin.
-          Ciao mamma- disse Gin.
-          Che hai fatto ai capelli Virginia?- disse le madre guardandola con desolazione.
-          Sarà stato questo meraviglioso esemplare di nullafacente a convincerla a tingerli- disse cattivo il padre.
-          Li ho tinti così due anni fa papà- ribattè Gin.
-          E di grazia da quanto esci con questo qui? Potrebbe essere tuo padre lo sai?-
-          Stiamo insieme da 8 mesi- disse Gin.
-          8 mesi….- disse il padre ridendo nervoso.
-          Santo Dio Virginia guardalo, davvero non hai trovato di meglio di uno che non sa neppure abbinare i vestiti e vivere alle spalle della società facendo musica per adolescenti-
-          Papà smettila- disse Gin alzando la voce e andando verso il padre.
-          Non usare quel tono con me Virginia, hai perso il diritto di farlo quando te ne sei andata da questa casa-
-          Almeno non sono diventata triste come te- disse Gin
Il padre le diede un ceffone sulla guancia facendole voltare il viso di lato, Jared si alzò di scatto spingendo il padre di Gin contro il muro.
-          Coraggio “bad Guy” fammi vedere quanto sei pericoloso- lo provocò il padre di Gin
-          Andiamo Jared- disse Gin rimettendosi la giacca e portandolo fuori con lei.
Camminarono a lungo senza dire nulla Gin sentiva la guancia ancora calda, sapeva in partenza come sarebbe andata, suo padre non era un uomo violento, solo autoritario e quindi voleva che quello che diceva fosse legge per tutti senza recriminazioni di sorta.
-          Mi dispiace- disse guardando Jared.
-          Non avrei dovuto insistere tanto- disse lui.
-          Non fa nulla davvero Jay, mio padre è fatto così, e diciamo che siamo sempre stati molto bravi a farci a pezzi a vicenda anche solo a parole- disse lei.
-          Quando ti ha dato quello schiaffo mi sono sentito morire, ti ho sempre detto che voglio vederti felice e poi ti porto qui, dove non sei mai stata felice e ti faccio rivivere tutto da capo solo per un mio capriccio-
-          Io ti amo Jared, qualsiasi cosa succeda sceglierei sempre te, ti difenderei in qualsiasi occasione perché so che tu ne vali la pena-
Jared le prese il viso e la baciò dolcemente.
Proseguirono la passeggiata fino al Ponte Vecchio, Gin si mise ad osservare l’Arno sotto di loro, Firenze era sempre bella come se la ricordava.
-          Deve essere stato bello crescere in una delle città più belle al mondo- le disse Jared.
-          Io non sono cresciuta qui, ci siamo trasferiti a Firenze quando avevo già 18 anni a causa del lavoro di mia madre-
-          E dove sei cresciuta?-
-          Sono nata e cresciuta a Bologna, è solo ad un’ora di treno da qui, ma c’erano giorni che mi sembrava dall’altra parte del mondo, quasi come se ci avessi vissuto in un’altra vita- disse appoggiandosi al muretto e guardando l’acqua sotto di loro.
-          Ci sono stato a Bologna sai?-
-          Dormire in un’ Hotel a cinque stelle, e suonare in uno stadio chiuso non vuol dire essere stato in una città Jay- disse lei sarcastica guardandolo.
Jared si strinse nelle spalle, voleva solo dirle che quel poco che aveva visto gli era piaciuto.
-          Scusami, non sono io in questo momento, credo di essere stanca, davvero stanca.- disse Gin chiudendo gli occhi e sospirando.
-          Torniamo in Hotel ok?- disse lui.
Gin annuì e si incamminò, Jared la raggiunse era come incerto sul da farsi, parlare, non farlo, prenderle la mano o semplicemente camminare in silenzio come stavano facendo.
Gin si sentiva malissimo, la discussione con suo padre l’aveva destabilizzata più di quanto lei avesse fatto intendere a Jared, camminava velocemente segno che era arrabbiata e sapeva che di lì a poco sarebbe scoppiata a piangere come una ragazzina, odiava farsi vedere così, odiava essere così debole davanti alle altre persone.
Jared affrettò il passo per poterla raggiungere.
-          Gin?- disse prendendola per un braccio.
-          Fammi arrivare in Hotel ti prego- disse voltandosi verso di lui.
Jared la guardò e vide solo tristezza nei suoi occhi, non l’aveva mai vista così e di sicuro non avrebbe mai voluto esserne lui la causa in futuro, prese i suoi occhiali da sole e le li passò, ormai era sera ma non aveva importanza.
Gin li mise e poi tese la mano verso di lui.
Jared prese la mano di Gin stringendola forte, mai come in quel momento si era reso conto che lei lo amasse davvero, devi amare una persona con tutto te stesso per permettergli di vederti in certe condizioni, ci vuole fiducia in certe situazioni.
Raggiunsero finalmente l’Hotel ed entrarono nella loro stanza, Jared si chiuse la porta alle spalle, mentre Gin si era seduta sul letto dopo essersi tolta il cappotto, indossava ancora gli occhiali da sole, Jared posò la sua giacca e la raggiunse sul letto, le sfilò gli occhiali, rivelando i suoi occhi tristi e pieni di lacrime, Gin si voltò mettendosi a fissare la porta davanti a lei.
Jared le mise un dito sotto al mento facendola voltare nuovamente verso di lui.
-          Smettila- disse Gin spostando la mano di Jared con decisione.
-          Gin, guardami- disse Jared serio.
-          No- rispose lei alzandosi dal letto.
Stava per raggiungere il bagno ma Jared la bloccò spingendola contro al muro, le teneva le braccia ferme e la guardava dolcemente.
-          Non guardami così non ce la faccio- disse lei con la voce leggermente spezzata.
-          Gin, ti amo, sei una ragazza forte e lo so, ma non devi essere sempre forte da sola, lascia che sia io quello forte per stasera ok? Non ti farò domande voglio solo che ti sfoghi- disse lasciandole andare le braccia.
Gin esitò per qualche istante guadandosi le scarpe, poi si avvicinò a Jared abbracciandolo e quando lo sentì stringerla a se, si lasciò andare in un pianto liberatorio.
Dopo tutto il tempo che aveva passato da sola si era dimenticata quanto potesse essere bello affidarsi ad un’altra persona per una volta.
Jared la tenne abbracciata a lui ancora per qualche minuto dopo che Gin si fu addormentata, quella sera con lei aveva condiviso una delle cose più intime e vere che una persona potesse condividere con un’altra, un momento di debolezza.

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Capitolo 35
*** 35 ***


La luce del sole che filtrava da un lembo spostato della tenda fece risvegliare Gin, avevano ancora due giorni da passare in Italia e lei avrebbe tanto voluto portarlo a vedere Bologna, aveva ancora le chiavi di casa di quando ci abitava, le portava con se dovunque andasse la facevano sentire sicura, quello era il posto il cui si era sentita meglio in tutta la vita, i suoi non l’avevano mai venduta e suo padre ci andava una volta  l’anno per controllare che fosse tutto a posto.
Si alzò e andò a farsi una doccia.
Jared si svegliò sentendo l’acqua e si stiracchio prima di alzarsi a sua volta e raggiungerla in bagno, aprì la porta della doccia ed entrò con lei.
-          Tieni le  mani a posto Jay- disse Gin sentendosi accarezzare il seno.
-          Buon giorno anche a te- disse dandole un bacio leggero su una spalla.
Gin si voltò e gli sorrise baciandolo, Jared la spinse contro il muro della doccia sollevandola, mettendo perfettamente in chiaro quali fossero le sue intenzioni.
-          Non possiamo aspettare stasera vero?- disse Gin sorridendo.
-          Stasera sarò stanco- disse entrando in lei deciso facendola sussultare.
Gin si aggrappò alle spalle di Jared mentre lui continuava ad aumentare il ritmo delle spinte, lo sentì venire e appoggiò la testa sulla sua spalla sorridendo.
-          Scusa- le disse.
-          Ti farai perdonare ne sono certa- disse Gin sorridendogli mentre lo sentiva uscire da lei.
Jared le sorrise e finirono di farsi la doccia.
Una volta fatto colazione uscirono, Jared non sapeva dove lei lo stesse portando ma l’espressione sul suo volto era lontana anni luce da quella che le aveva visto la sera prima e quindi questo gli bastava.
-          Adesso me lo dici dove stiamo andando?- le chiese una volta sul treno.
-          Ti porto a Bologna e ti faccio vedere la mia casa- disse lei mostrandogli un mazzo di chiavi.
-          Bene- disse lui sorridendole e sistemandosi meglio sul sedile.
Arrivarono a Bologna e ad accoglierli c’era una bella pioggia intensa di quelle che Gin ricordava bene come tipiche della sua città.
-          Corri- disse a Jared.
Jared la raggiunse sotto al portico era un po’ irritato per via della pioggia, più che altro per il fatto di non avere un ombrello con se.
-          Gin non voglio prendermi qualcosa, mancano solo tre settimane al nostro matrimonio e…-
-          Lezione numero uno, a Bologna ci sono solo portici, quindi metti via quel muso lungo e andiamo- disse prendendolo per mano.
Jared passeggiò a lungo con lei che gli raccontava e gli mostrava ogni cosa di quella città, era uno a cui piaceva più che altro parlare ma le cose come gliele raccontava lei avevano un suono tutto loro e quindi la ascoltava e basta.
Si fermarono in un bar per prendere una cioccolata calda. Jared era seduto di fronte a lei quando la vide sbiancare.
-          Che succede?-
-          Il mio incubo del liceo è appena entrata, mi ha reso la vita un inferno, letteralmente- disse Gin.
-          Chi è?-
-          Bionda, bellissima e ti ha già notato, non puoi sbagliare, vado in bagno ok?- disse Gin alzandosi.
Arrivò in bagno e dopo essersi chiusa la porta alle spalle fece un respiro profondo, dopo tutti gli anni passati quella ragazza era ancora in grado di farla sentire una nullità,” probabilmente è un dono, ci sono persone che sanno per natura far sentire gli altri sempre inferiori”, pensò Gin sciacquandosi il viso.
Quando riaprì la porta del bagno la prima cosa che vide fu Rosa Monari, alias il suo incubo liceale , intenta a provarci con Jared.
-          Ci avrei scommesso….- disse a bassa voce.
Tornò a sedersi al tavolo con lui e lei la osservò a lungo.
-          Ci conosciamo?- le disse infine.
-          Si, sono Virginia, facevamo il liceo insieme- disse Gin.
-          Oh certo Virginia, e lui è un tuo amico straniero immagino- disse guardando Jared.
-          Veramente lui è il mio fidanzato, ci sposiamo tra qualche settimana- disse Gin guardandola seria.
-          Come sei divertente Gin- disse Rosa- sei sempre stata una che sapeva scherzare- aggiunse continuando a fare gli occhi dolci a Jared.
-           E tu sei sempre stata una stronza piena di se, ora ti dispiace smetterla di provarci con lui- disse Gin pacata.
-          Vuoi davvero che creda che uno come lui stia con te, quando potrebbe stare con…-
-          Con una come te? Fai pure chiedilo a lui- disse Gin.
Rosa domandò a Jared con il suo inglese migliore se lui fosse davvero fidanzato con Gin, Jared per tutta risposta prese la mano sinistra di Gin e mostrò  Rosa l’anello.
-          Questo anello costa come la tua borsa di Gucci di due stagioni passate e non mi sembra che sia tu ad indossarlo, e inoltre con te non varrebbe neppure la pena spendere il prezzo di questa colazione, se vuoi scusarci- disse alzandosi e andando a pagare con Gin.
Gin osservò Rosa per qualche istante prima di uscire, “ la ruota gira” pensò, a volte bisogna fare attenzione a come si trattano le persone, lo sfigato che hai sempre preso per il culo al liceo potrebbe diventare il tuo capo un giorno, per il semplice fatto che tu stesso lo hai abituato a combattere.
-          Aveva un gran bel culo però- disse Jared all’orecchio di Gin.
-          Si lo ha sempre avuto- ammise Gin facendolo sorridere, era anche questo che gli piaceva di lei, potevi fare commenti o apprezzamenti su altre donne e lei non se la prendeva.
Passeggiarono ancora un po’, poi finalmente arrivarono alla vecchia casa di Gin.
Jared fece per entrare non appena lei aprì la porta.
-          Aspetta, apro un po’ le finestre, con tutta la polvere che c’è non voglio farti venire un attacco d’asma- disse Gin.
Jared aspettò qualche minuto e poi lei tornò verso la porta facendolo entrare.
Lo fece accomodare in salone, dove Jared vide un pianoforte a coda.
-          Di chi è?- disse indicandolo a Gin.
-          Di mio nonno, suonava spesso quando ero piccola- disse lei passando una mano sul coperchio prima di aprirlo.
-          Posso?- chiese Jared sedendosi davanti ad esso.
Gin si sedette accanto a lui e lo osservò, suo padre manteneva il pianoforte sempre a posto e accordato quindi se Jared avesse voluto suonare non le sarebbe certo dispiaciuto.
Jared iniziò a suonare e Gin rimase seduta a guardarlo a lungo, vederlo suonare era una delle cose che preferiva di più era se stesso in quel momento, si vedeva da come teneva gli occhi chiusi e si dondolava nel ritmo che le sue mani creavano, prese il cellulare e gli fece un piccolo video mentre aveva ancora gli occhi chiusi.
-          Che fai?- disse guardandola e cercando di prenderle il telefono.
-          Ti violento….andiamo Jay cosa credi che faccia con il cellulare in mano? Ti sto filmando, sei bellissimo quando suoni- disse guardandolo.
-          Io sono bellissimo sempre-
-          Questo raccontalo alle tue fan, che non hanno mai avuto il piacere di aver a che fare con te malato e scorbutico- ribatté Gin.
-          Questo è un privilegio solo tuo- le disse
-          Ah tesoro è bello che tu ci tenga tanto a me da rendermi partecipe dei tuoi continui malanni- disse Gin sarcastica.
La osservò alzarsi e andare in un’altra stanza così decise di seguirla.
-          È la tua vecchia camera?-le chiese osservandola sdraiata sul letto.
Lei annuì e gli fece segno di raggiungerla sul letto, Jared si sedette su un lato e le sorrise, era la classica camera che si sarebbe aspettato da lei, poster di gruppi rock alle pareti, insieme a disegni, foto e frasi prese chissà da dove, in quella stanza si respirava tutto di lei.
-          Sei il primo ragazzo che entra nella mia camera da letto sai?- disse.
-          Davvero?-
-          Già, la mia stanza è sempre stata off-limits per chiunque fidanzati compresi-
-          No aspetta non facevi entrare i tuoi ragazzi in camera tua? E dove ehm…-
-          In macchina, ho quasi sempre fatto sesso in macchina- disse Gin sorridendo.
-          Scomodo- disse Jared.
-          L’hai detto- gli rispose.
Restarono a parlare sul letto di lei per ore, fortunatamente si erano presi da mangiare al supermarket sotto casa di lei quindi potevano fare davvero tutto con calma.
Jared la osservò armeggiare con i fornelli e pensò che se quella era una delle prove generali della loro vita insieme stava davvero andando benissimo.
 
 
Ps. Allora mie care lettrici, devo comunicarvi che siamo ormai alla fine della nostra storia.....ma non temete, il mio cervellino sta già macchinando altro....e stavolta ci saranno sorprese .
Kiss
A.

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Capitolo 36
*** 36 ***


Il giorno della partenza arrivò, Gin era nuovamente davanti casa dei suoi genitori, aveva chiesto a Jared di non andare con lei stavolta lo avrebbe raggiunto in Hotel e sarebbero partiti per l’aeroporto dopo che lei li avesse salutati.
Suonò il campanello e dopo un paio di minuti, vide la madre aprirle la porta.
-          Sono passata solo per salutare. Qui c’è la busta con l’invito per il matrimonio mamma- disse allungando alla madre la busta con scritto sopra il loro nome.
-          Virginia non vuoi ripensarci, conosci quell’uomo da così poco tempo- le disse.
-          Passa una buona giornata mamma- rispose lei, scendendo i gradini che portavano in casa e risalendo sul taxi che l’avrebbe riportata in Hotel.
Jared era seduto nella hall e la stava aspettando con le loro valige, la vide entrare e rimise il cellulare in tasca.
-          Come….- disse ma lei lo interruppe mettendogli un dito sulle labbra.
-          Non me lo chiedere, andiamo a casa e basta- disse prendendo la sua valigia e tendendo verso di lui la mano libera.
Jared le prese la mano e uscirono dall’Hotel per tornare a casa.
Il viaggio di ritorno fu piuttosto snervante dovettero fare ben due scali, ma finalmente arrivarono all’aeroporto di Los Angeles dove ad aspettarli c’era Shannon e una macchina comoda che li avrebbe finalmente riportati a casa.
Jared decise di non tornare più sull’argomento “genitori” con Gin, non voleva farla sentire male più del dovuto.
I preparativi per il matrimonio delle ultime settimane assorbirono le energie di tutti, Gin non era una perfezionista quindi fu Jared ad occuparsi di ogni cosa, dalla scelta dei fiori per la cerimonia a quella del ristorante dove avrebbero fatto il rinfresco.
Ad una decina di giorni dal matrimonio l’unica cosa che dovevano ancora decidere era la torta, erano dentro all’ennesima pasticceria impegnati a discutere sempre sulle stesse cose, Jared voleva una torta vegana, ma Gin non riusciva a farsene piacere nessuna di quelle che fino a quel momento le avevano fatto assaggiare.
Il pasticcere entrò nel salone dove Gin e Jared erano seduti e porse loro l’ennesima torta, era molto semplice, una classica torta alla frutta con al posto della crema pasticcera una crema alla soia e vaniglia. Gin ne prese un pezzetto e la assaggiò, Jared la osservò e la vide inclinare leggermente l’angolo della bocca in un sorriso compiaciuto.
-          Finalmente- disse assaggiandola a sua volta.
-          Vi piace?- chiese il pasticcere.
-          Si va bene questa – rispose Jared mentre passava a Gin quel che restava della torta nel piatto perché la finisse.
Gin finì la torta e aspettò che Jared si accordasse per tutto.
-          Pensavo non l’avremmo mai trovata- disse una volta che furono saliti in auto.
-          Come sei pessimista, abbiamo solo mangiato un centinaio di torte orrende prima di trovarne una buona , ecco tutto-
-          Se tu non fossi così schizzinosa-
-          Se tu non fossi così alternativo-
Jared le sorrise e tornarono a casa, ormai mancava poco e nonostante non volesse ammetterlo iniziava ad essere agitato, sarebbero partiti per Vienna la settimana seguente, avevano deciso di essere li tre giorni prima del matrimonio per avere il tempo di riprendersi dal viaggio.
La sera prima della partenza Gin era in camera da letto con indosso l’abito da sposa, lo aveva provato ogni giorno da quando le lo avevano consegnato, per paura di ingrassare.
Sentì la porta della camera aprirsi e vide Jared entrare.
-          Che fai? Porta sfortuna esci, fammelo togliere- disse Gin nascondendosi dietro la tenda della finestra.
-          Non credo alla sfortuna- rispose lui risoluto.
-          Io si! Esci e fammelo togliere-
Jared uscì dalla stanza ridendo come un ragazzino per il comportamento di lei.
Gin si tolse l’abito da sposa e lo ripose nella sua confezione, facendo attenzione a non rovinare nulla, poi andò ad aprire la porta, Jared era appoggiato al muro, la guardò e le sorrise.
-          Mettiti qualcosa addosso, mancano cinque giorni non voglio che ti ammali- le disse.
Gin si tolse il reggiseno e si mise la maglietta che usava per dormire poi si mise sotto le coperte con lui, a Los Angeles non faceva tanto freddo ma lei non voleva irritare Mr. Perfezione quindi lo fece e basta.
-          Lo sai che sei un rompi palle?- disse guardandolo.
-          Hai ancora cinque giorni per ripensarci, dopo di che sarà tuo obbligo legale sopportarmi per il resto della tua vita- disse lui.
-          Poco male, sei di quasi vent’anni più vecchio di me, il che significa che sarò di nuovo su piazza intorno ai sessant’anni- rispose Gin facendo la seria.
-          Ripeti scusa?- disse lui.
-          Sto scherzando Jay- disse Gin avvicinandosi per baciarlo.
Jared sorrise e si rimise a leggere mentre lei si rannicchiava sotto le coperte, la osservò addormentarsi e dopo un po’ fece  lo stesso.
Il giorno del matrimonio era arrivato, Gin si stava preparando aiutata da Costance e Alina, non solo l’aveva invitata ma le aveva anche chiesto di farle da damigella.
-          Si può?- disse una voce assai famigliare a Gin.
-          Stel- disse Gin andando ad abbracciare lei e Jean.
-          Gin sei stupenda – le disse Jean abbracciandola, quando lei gli aveva chiesto di accompagnarla all’altare si era sentito felicissimo.
-          Sono un fascio di nervi- ammise rimettendosi a sedere perché Alina finisse di sistemarle i capelli.
-          Che sciocca, non vi ho presentati. Christelle ,Jean lei è Costance la madre di Jared e lei è Alina la mia damigella- disse Gin, pur consapevole che per via della lingua non si sarebbero parlati molto tra loro.
Alina le sistemò anche l’ultimo fiorellino bianco tra i capelli e poi la fece voltare verso lo specchio.
-          Mi hai fatto troppo bella, guarda che non mi riconosce- disse Gin facendola sorridere.
Bussarono alla porta.
-          Avanti- disse Costance.
-          Dieci minuti- li informò Tomo sorridendo  a Gin. Emma e Shannon sarebbero stati i testimoni di Jared, mentre Tomo e Vicki i suoi, era molto grata a Tomo per essersi offerto.
Fece un bel respiro profondo e si guardò allo specchio.
-          Ti lasciamo sola ok?- le disse Costance.
Gin annuì e uscirono tutti dalla stanza, lei continuava a guardare quell’immagine riflessa nello specchio, quella donna nella quale faticava a riconoscere se stessa, non tanto per il vestito o il trucco, quanto per il fatto che aveva sempre pensato, che mai nella vita, il ruolo della sposa le si sarebbe adattato.
Indossò il velo e si mosse verso la porta, le gambe le tremavano, si impose di calmarsi, aprì la porta e trovò Jean ad aspettarla sorridente, gli sorrise di rimando e questo bastò a calmarla leggermente.
Pian piano che si avvicinava alla porta che dava sulla chiesa il cuore le batteva sempre più forte, sentì partire la marcia nunziale e Jean le strinse il braccio.
-          Pronta?- le chiese.
-          Assolutamente no-
-          Era quello che speravo dicessi- rispose lui iniziando a camminare con lei sottobraccio.
La chiesa non era pienissima, fortunatamente Jared amava la sua privacy ed aveva invitato solo gli amici più stretti, Gin sorrise a Terry che le stava scattando una foto e poi volse il suo sguardo verso l’altare, quasi le scappò una risatina nel vedere Jared, era vestito totalmente di bianco.
-          Divah-  mimò Gin con le labbra guardandolo.
Jared le sorrise, aveva fatto bene a non guardare il vestito fino a quel momento, si sarebbe di certo perso quella meravigliosa sensazione che stava provando in quel momento vedendola avanzare verso di lui, gli sembrava che quel vestito fosse stato fatto apposta per lei, allungò la mano verso di lei quando fu abbastanza vicina e la cerimonia ebbe inizio,siccome lui non era stato battezzato con rito cattolico, non fu una vera e propria cerimonia ma solo un atto legale che per concessione della città si svolgeva all’interno di una chiesa storica.
Il cerimoniere fece segno a Shannon di passargli le fedi, Jared la prese e la mise al dito di Gin, lei fece lo stesso anche se per l’agitazione tentò per due volte di metterlo nel medio e Jared sorrise.
-          Molto bene, con questo documento io attesto che siete ufficialmente marito e moglie. Può baciare la sposa signor Leto-
Jared sollevò il velo dal volto di Gin e le diede un leggero bacio sulle labbra, ricevendo fischi da tutti i presenti per la cerimoniosa castità del gesto, Gin gli mise una mano dietro la nuca e lo attirò più vicino approfondendo il bacio.
-          Brava Gin- disse Tomo dando una pacca sulla spalla a Jared.
-          Abbiamo capito chi è l’uomo dei due- disse Terry guardandoli e sorridendo.
Gin sorrise  e si voltò a cercare Stel che era seduta a piangere su una sedia insieme a Jean.
-          Ah Stel avevi promesso- disse Gin asciugandole le lacrime con un fazzoletto.
-          Lo sai che sono pessima – le rispose la donna facendo sorridere sia lei che Jean.
Jared la raggiunse e salutando sia Stel che Jean la portò fuori con lui.
-          Aspetta, il lancio del bouquet- disse Gin prima di salire in auto.
Si girò di spalle e tutte le ragazze si prepararono a prenderlo, pochi istanti prima di lanciarlo Gin si voltò.
-          Emma!- disse lanciandolo alla ragazza che lo prese imbarazzatissima ma felice.
Salirono in auto e salutarono tutti, Gin pensava che avrebbero fatto un rinfresco con gli amici dopo il matrimonio, ma quando vide l’auto parcheggiare davanti al loro Hotel guardò Jared interdetta.
Lui la prese per mano e salirono in camera da letto.
-          Che vuoi fare ?- disse Gin
-          Lo sai che cosa voglio fare- le rispose guardandola languidamente mentre le toglieva il velo.
Gin sorrise prese la mano di Jared e lo attirò a se abbracciandolo.
-          Ti amo Jared-
Lui sorrise  e le slacciò l’abito facendolo ricadere a terra.
-          Anche io-
La trascinò sul letto e iniziarono a baciarsi, mentre fuori dalla finestra i fiocchi della prima neve imbiancavano la bella Vienna.

P.s. Bene mie care, siamo giunte alla fine anche di questa FF.....un pò mi dispiace, mi stavo affezionando ai personaggi...ma la verità è che nella mia testolina altri stanno già facendosi spazio.... spero che il finale sia stato esaustivo.
a breve pubblicherò il primo capitolo della nuova FF così potrete continuare a seguire i miei deliri XD
un bacione a tutte, uno speciale alle mie care seguaci...(che farei senza di voi)...Cri_6277 ,looppidooVale_Rose_MaryAnniePhantom... e ovviamente grazie a tutti coloro che hanno perso un pò delle loro giornate anche solo a leggere!
Kiss 
A.

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