Ebbene,
no non sono morta... felici????
no scommetto che non ve ne importava molto... =(, ma eccoci
comuqnue qui.. a scrivere capitoli di fic anziché capitoli
di tesi
=(.
alle
solite il calìpitolo non è
betato.. ho fatto del mio meglio ma, diamine, trovare un beta
è
diventato impossibile... D=
CH
2 :ALBAN ARTHUAN
La
foresta era silenziosa e spoglia. I
rami nudi degli alberi salivano a graffiare il cielo carico di neve.
La nebbia saliva lenta mentre la luce spariva velocemente lasciando
avanzare la notte, l’odore di neve e di freddo impregnava
l’intera
valle.
Gli
umani si preparavano a celebrare il giorno più corto
dell’anno. Poteva sentirli aggirarsi per i
villaggi affaccendati, preparare i ceppi da bruciare in onore della
dea, i druidi preparare le pire rituali con cui avrebbero illuminato
la notte più buia dell’anno, le madri preparare
dolci e i
bambini agitarsi e discutere tra loro su cosa riceveranno in dono.
Presto
gli anziani
avrebbero spento i fuochi e tutti assieme avrebbero atteso in
silenzio e nel buio più totale che il Druido accendesse il
primo
fuoco sacro da cui tutti avrebbero riacceso i focolai in segno di
buon auspicio.
Merlin
si specchiò nel ruscello. I
corti capelli neri e la corona di foglie secche, rami di brionia e
brionia bianca e bacche di sorbo erano coperti di brina e fiocchi di
neve, nel palco di corna di cervo s’intrecciavano nastri
bianchi
edera e vischio. La veste grigia, coperta di brina e ghiaccio gli
arrivava ai piedi, lasciandone scoperte solo le punte. I fianchi
erano circondati da una cintura di rami d’agrifoglio e di
bacche di
fusaggine, semi di rosa, sorbo rosso. Il mantello bianco dagli
alamari d’argento terminava in brina e nebbia che si
spargevano,
impalpabili, sul terreno.
Merlin
si allontanò dal corso d’acqua
per tornare al cerchio di pietre. Il sole stava per tramontare e lui
avrebbe preso il posto di Morgana sul trono delle stagioni.
Il
trono delle stagioni era un vecchio
seggio di pietra eroso dal tempo e dall’usura, era situato
nell’esatto centro del cerchio di pietre. Da li reggevano e
gestivano il clima nei mesi di cui erano detentori, ascoltavano le
preghiere degli umani e le richieste della terra per poi riferire
quanto necessario alla dea madre.
Al
calare del sole Morgana, terminato
il suo compito, si sarebbe alzata dal trono e all’accendersi
dei
fuochi di Yule vi si sarebbe seduto lui.
Entrò
silenzioso nel cerchio di pietre
con il suo strascico di nebbia, brina e freddo. Arthur, Alban Heruin,
lo guardava dalla parte opposta del cerchio poco dietro Morgana e
fermò gentilmente Gwen, Alban Eiler, che ancora gli parlava,
indicandole Merlino con un cenno. Gwen voltò lo sguardo su
di lui e
si illuminò di un radioso sorriso. Merlin le rispose con un
leggero stendersi delle labbra prima di tornare a fissare Morgana e il
trono delle stagioni.
Alban
Elved appariva altera e
autorevole sul trono nonostante le foglie e le bacche fossero
cadute da tempo dai suo capelli lasciandovi soltanto tralci
d’uva
secchi ed i gambi delle spighe di grano, il vestito appariva
sgualcito e rovinato, piume di corvi e altri uccelli adornavano il
suo grembo ed ai sui piedi, tra il muschio i fungi crescevano
rigogliosi. Alzò lo sguardo su di lui non appena
varcò il cerchio
di pietre, lo sguardo carico di aspettativa, orgoglio e una vaga luce
di solievo.
Sedere
sul trono delle stagioni era
tutto fuorchè una passeggiata. Era impossibile riposare
troppo
impeganti a tessere reti di nuvole o maglie di sole, ascoltare le
richieste umane e cercare di esaudirle in accordo con i bisogni della
terra.
Il
primo fuoco sacro venne acceso,
Merlin lo sentì. Il calore si diffondeva nel suo petto e
piano
dilagava, quel calore avrebbe tenuto vivo, tramite lui, la maggior
parte degli animali e delle piante che erano caduti in letargo e che
con l'arrivo della primavera si sarebbero svegliati.
Li
avrebbe sentiti agitarsi nel suo
grembo con l'arrivo dei primi caldi fino a venire al mondo per la festa
di Alban Eiler. Arthur spesso lo prendeva in giro dandogli
della donna, perchè solo una donna può portare in
grembo i figli,
lui gli dava dell'idiota colpendolo, ma sapeva che in fin dei conti
non aveva tutti i torti, effettivamente lui poteva definirsi
“madre”.
Merlin
avanzò lento e solenne,
coprendo il prato di brina e nebbia, fino a posizionarsi davanti a
Morgana. S'abbassò su di lei prendendole le mani tra le
proprie
e baciandole piano la fronte, poi l'aiutò ad alzarsi.
Morgana
gli sorrise chinando piano il
capo e s'avviò fuori dal cerchio dove Arthur e Gwen si
sarebbero
presi cura di lei.
Quando
l'ultimo dei fuochi fu acceso
Merlin si sedette sul trono delle stagioni. La radura si
coprì di
bianco e scintillante gelo e presto cominciò a nevicare.
Merlin
chiuse gli occhi e si concentrò sul suo lavoro.
Passò
Yule e passarono le festività.
Il mondo dormiva sotto il suo manto di ghiaccio e neve, ma spesso
entiva Arthur aggirarsi attotrno al cerchio di pietre. Lo faceva ogni
anno, era il suo modo di tenergli compagnia. Ogni tanto il capobranco
di qualche specie animale veniva a fargli visita, poggiando il muso
sulle sue gambe, arrampicandoglisi in grembo o volandogli sulle spalle
o sui palchi di corna esprimendo la loro richiesta. In quei
casi Arthur non rimaneva mai e lui, composto e austero sul trono,
faceva in modo di esaudire le loro richieste.
Quell'anno
la dea madre aveva richiesto
un inverno particolarmente rigido ed il numero di perdite per ogni
specie era stato piuttosto elevato. Merlin era sfinito già
un mese
prima dell'arrivo della stagione di Gwen, con l'inverno così
rigido
il numero di richieste era davvero alto, ed ora, a meno che non ci
fossero suppliche da esaudire o prendere inconsiderazione, si
lasciata scivolare scompostamente sul trono, cercando di
recuperare le forze. Il palco di corna di cervo pendeva vagamente
scomposto verso sinistra e molti nastri bianchi si erano staccati
lasciando scivolare verso terra i rami d'edera, la corona e la cintura
avevano perso molte bacche molte mangiate dagli uccelli,
altre cadute a terra dovev via via neve e ghiaccio andavano
sciogliendosi.
Merlin
sentiva Arthur camminare con
evidente apprensione attornno al cerchio di pietre. La
velocità
dei passi era aumentata ed era concentrata di fronte a lui e non
più
su tutto il perimetri del cerchio. Avrebbe voluto consolarlo,
Merlin, e dirgli che andava tutto bene era solo stanco ma quando
erano sul trono non potevano nè parare né aprire
gli occhi per
non deconcentrarsi troppo.
Altri
quindici giorni passarono prima
che cominciasse a sentire le nuove vite aitarsi nel grembo
dell'inverno, pronte per venire al mondo. Sorrise dolcemente e
sentì Arthur smettere di camminare.
La
festa di Alban Eiler era finamente arrivata, sentiva gli umani
cominciare i preparativi per la festa e Merlin si permise di aprire gli
occhi. La sua veste era sgualcita,
la neve era quasi del tutto sciolta, non ne rimanevano che piccoli
mucchietti accanto ai suoi piedi. Il mantello era sporco in
più
punti e della corona e della cintura non rimanevano che rami
intrecciati tanto spogli da sembrare nidi d'uccello. Tra l'altro
era quasi certo che una coppia di usignoli avesse fatto il nido sul
palco di corna di destra perchè lo sentiva vagamente
più pesante e spesso li aveva sentiti cantare li, avrebbe
dovuto trovar loro un
posto più adeguato. Sbadigliò vistosamente e ,
quando riaprì gli
occhi, al di là del cerchio di petre Gwen, nel suo abito
più
bello, lo guardava sorridendo e Merlin si concesse un sospiro di
solievo.
Informazioni
inutili da parte della
sottoscritta... si il mettere Merlin come “Luce di
Arthur” e Arthur come “luce della
spiaggia” volutamente in quanto il nome Merlin deriva dal
nome di un falco, che è appunto merlino, e dal
nome gallese Myrddin che vuole dire “fortezza del
mare” ma può essere tradotto, secondo alcuni
persino me “sirena”. La mia scelta è
quindi è un voluto e consapevole scambio di nomi per
renderli ancora più sottilmente legati... come se non lo
fossero
abbastanza =)... o forse non è mai abbastanza..
chissà... dipende
dai punti di vista
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