31 shoots...Die!

di Zecho
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Studiare meglio, la prossima volta! (La fabbrica di Cioccolato+Re Leone+OC) (6 Plot) ***
Capitolo 2: *** Wake up in Last Vegas. Con la belladonna (Re Leone+Professor Layton+Oc+Harry Potter) (18° prompt) ***
Capitolo 3: *** Lupus in corpore! (Alice nel paese delle meraviglie+OC+Harry Potter+ Professor Layton+il re Leone) ***
Capitolo 4: *** Coi pantaloni calati (OC+Harry Potter+Castle+Geronimo Stilton+Mulan) ***



Capitolo 1
*** Studiare meglio, la prossima volta! (La fabbrica di Cioccolato+Re Leone+OC) (6 Plot) ***


Allora: partiamo dal 6 prompt...7 e 3 finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane impagliato. I miei 7 e 3 sono Simba e Willy Wonka....ok. Non sarà facile ma ci proverò!

La giornata era tiepida e soleggiata mentre Simba saliva la via del paesino per correre da Willy Wonka. La notizia meritava di essere subito detta a Willy, visto che era sempre tanto gentile con lui, prima ancora che agli altri abitanti. In realtà quella era solo una sistemazione provvisoria, ma Willy aveva già ricominciato a lavorare con la fabbrica e proprio là era diretto Simba. Ecco appunto Mr Wonka uscire di casa, chiudendo con attenzione la porta. Si accorse di Simba poco prima di venire investito dal leoncino che
gridava “Mr Wonka!”. “Cosa c'è, Simba? Davvero, sembra tu abbia visto un fantasma!”
“Ho visto anche di peggio, Mr Wonka!”
“Cosa potrebbe essere accaduto? Il prof. Layton, forse? Forse Alice o Caterina? Castle o Tea?”
“No no. Solo Francesco.”
“Che cosa ha fatto?”
Il leoncino si fermò due secondi per respirare poi ripresi “Ieri passeggiavo, quando ho sentito un odore dolciastro dalle finestre. Ho sentito Francesco che si metteva a ridere; poi ha iniziato a correre per la stanza, tirando giù cose a caso. Poi è caduto a terra. Credo stia provando a fare un dolce!”
Mr Wonka rispose, un po' incerto: “Non so, Simba. Francesco è un ragazzo estremamente corretto e, di sicuro, non tanto avventato da tentare una ricetta senza chiedere consiglio a me (il re dei dolci).  Però può essere che...” si tolse il cilindro ed iniziò a giocherellarci. “Sei sicuro di quello che hai visto?”
“Te lo giuro! Poi lui è andato via e io sono balzato dentro e ho leccato per terra; c'erano dei cristalli, dal sapore molto dolce e il colore del cielo. Credo siano dei nuovi dolci!”
Willy Wonka rispose “Ordunque, è riuscito ad inventare dei nuovi dolci...beh, quisquilie, bazzecole! Domani gli chiederò di darmi la ricetta. Anzi! Andiamo a trovarlo stanotte!”
“Shh! Non fare rumore, Simba!”
“Non posso farci niente! Questo pappagallo, che TU hai comprato come allarme, non fa che gracchiare!”
“GRAAAAAAA, Graaaaaa!” Mentre il pennuto non faceva che saltellare da un orecchio all'altro di Simba, Willy tentò di forzare la porta della casa di Francesco. La porta era aperta e dunque cedette subito, facendo cadere i due all'interno di una casa. Si rialzarono e si guardarono intorno, per quanto permettesse il buio e notarono uno specchio subito all'entrata. “Sei sicuro di essere a casa di Francesco, Simba?”
“Sicurissimo, Willy!”
Proprio mentre lo diceva, si trovò di fronte un contenitore di pastiglie e questo sistemava la faccenda: Francesco aveva una salute se non di ferro, almeno di pietra, e dunque non aveva bisogno di pastiglie. Stavano per uscire quando il pappagallo (evidentemente pagato) si mise a strepitare “Willy! Willy! Willy!”  “Zitto pappaga...” iniziò Simba, quando si sentì uno sparo (che strinò i peli della schiena al leoncino) e una voce di un vecchio che strillava: “Vedrai, Concetta, che bel cappottino in pelle di leone!” “Ma qui c'è anche un uomo!” I due si voltarono e videro un vecchio donnone, con la maschera di cetrioli e un vecchietto pelle e ossa che reggeva un fucile. “Si, vieni qui, bel fustacchione!” gracidò la vecchia, illusa forse che il signor Wonka avrebbe guardato sotto il tappeto di rughe.
La porta si aprì ed ecco cosa vide Francesco: Willy stava correndo intorno al tavolo, inseguito dalla vecchia mentre Simba era sull'armadio e il vecchio stava prendendo la mira; intanto il pappagallo dormiva sulla gabbietta del canarino dei due vecchi. “Ma porcaccia pullera, che miseriaccia sta succedendo??!” il grido poderoso del ragazzo fermò i quattro, che lo guardarono. “Ah, Francesco!” il vecchio si fece avanti “Questi due si sono introdotti in casa nostra e ...” “Anche se stessero organizzando un nuovo bunga bunga” disse Francesco, trattenendo a stento la pazienza “Sarebbero stati fatti loro; e poi li avevo invitati io. Probabilmente si sono confusi.”. Detto ciò, Francesco si avvicinò a Concetta (che aveva bell'è raggiunto Willy) e la staccò dicendo dolcemente “Concetta mia, Willy Wonka è invitato a cena da me, dunque direi che potresti lasciarlo stare.” Poi andò dal vecchio e, preso Simba in collo, disse all'uomo in tono asciutto “Spero che gli chiederai scusa per come l'hai trattato, Bastiano.” Il vecchio guardò acido il leoncino e poi disse, controvoglia, “Scusami.” “Bene, signori! Io vi lascio tornare ai vostri cubicoli.” disse Francesco, alla fine. Prima di chiudere la porta Bastiano disse, deluso “Peccato, sarebbe stata una bella pelliccia”.
Francesco fece entrare i due e si voltò a squadrarli: “Allora, mi direste che maremma benedettina stavate facendo?” chiese Francesco. Willy rispose“Volevamo entrare in casa tua!”
“Oh! Bella questa! E perché?”
“Hai fatto o no un nuovo dolce?”
“No! Perché pensi ciò?”
“Oggi, da casa tua si sentiva un odore molto dolce e te che ridevi!”
Francesco fece un sorrisetto della serie: “la-prossima-volta-riflettici-sopra” “Io faccio chimica. Ieri il Prof ci aveva dato un compito sul gas esilarante. Mi ha suggerito di aprire una bombola e di segnarmene gli effetti” “Perché allora hai gettato giù ogni cosa e poi te ne sei andato?” chiese Simba, sospettoso
“Ho letto che per guarire bastava darsi un colpo tremendo sulla cocuzza. Ovviamente non ci sono riuscito e sono caduto a terra. Sono riuscito ad aprire la porta, il gas si è rarefatto e sono andato via. Ah, Simba! La prossima volta ricordati di pulirti le zampe. Si capiva che eri venuto qui!”.
Simba e Willy arrossirono: si erano fatti beccare come due polli. “Solo una domanda, France.” chiese Willy “Cosa erano quei cristalli per terra?”
“Ma te ne sei scordato? Mi avevi detto di provare i tuoi nuovi dolci o sbaglio? Ecco, li ho provati.” Dopo una breve pausa aggiunse “Erano dolci ma l'odore non era il massimo!”. Poi invitò gli amici a cenare insieme a lui, dimenticando questa vicenda di gas e porte.

NDA: Parto col dire che questa è la mia prima fanfiction "lunga". Mi perdonerete, quindi, personaggi irreali e corbellerie; ho cercato più che potevo di riprodurre carattere e modo di parlare dei personaggi (compreso me) ma non so se ci sono riuscito. I signori Concetta e Bastiano sono creati dalla mia fantasia, ma hanno alcuni tratti in comune con dei vecchi che abitano nella mia via. Anche il paesino, pur essendo immaginario, è creato in base al paesino dove abito io (San Gimignano). Forse i nostri non sono proprio nei guai, ma c'è un mezzo casino e anche un pappagallo c'è! Vi ringrazio per il tempo speso a leggere il mio obbrobrio e, vi prego, se spendeste due minuti ancora per scrivermi sotto qualcosina sulla storia, lo apprezzerei vivamente! Ciao!

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Capitolo 2
*** Wake up in Last Vegas. Con la belladonna (Re Leone+Professor Layton+Oc+Harry Potter) (18° prompt) ***


il promt successivo è il numero 18. 7 vuole sposare 9, ma 9 non per forza è consenziente. Matrimonio a Las Vegas!. I miei 7 e 9 sono Simba e Layton..alquanto problematico...ma voglio provarci!

“Oggi è un grande giorno per il professore!” fece Luke, eccitato, comparendo accanto a Francesco e Caterina. Gli piaceva parlare con quei due: Caterina era molto bella ed estremamente gentile mentre Francesco era molto divertente e, a differenza di quanto l'aspetto selvaggio lasciasse intuire, era molto comprensivo. “Già! Finalmente si sposa!” fece Caterina, entusiasta “Peccato non ci abbia detto con chi e perché proprio qui a Las Vegas!” rispose, un po' burbero, Francesco mentre camminava per il ricco centro americano.

I quattro raggiunsero un altare all'aperto e si sistemarono. Dopo poco arrivarono gli altri loro amici e si levò una musica nell'aria. “La marcia nuziale, che bella melodia!” commentò Ginny, che era seduta vicino a Francesco “Già, veramente romantica!” concordò Francesco. “Arrivano gli sposi!” disse Caterina, dopo essersi voltata di scatto. Il professor Layton era elegantissimo, con l'alta tuba tirata a lucido e un garofano bianco all'occhiello. “E quella sarebbe la sposa?” aggrottò le sopracciglia Francesco “Così dovrebbe.” rispose Luke “Dio bono, che postura curva!” osservò Caterina “E che movimenti strani!” aggiunse Ginny “Signore e signori” diceva intanto il vecchio prete “ ci siamo riuniti con gioia nella casa del Signore nel giorno in cui questi nostri fratelli intendono formare la loro famiglia.”. Continuò così per una mezz'ora buona, sotto un sole fiammeggiante un caldo torrido e un umido soffocante. Ad un tratto la sposa dovette leggere il vangelo di S.Marco, capitolo 3 versetto 7 fino a 21; dunque, parlando attraverso il velo, iniziò “Gesù intanto si ritirò...” “Maremma guascona! Che voce sgraziata!” borbottò Francesco “Parola mia, Luke, il prof. Ha dei gusti sessuali veramente particolari!” “Luke, scusa...” chiese Caterina “In dove l'ha trovata questa ragazza, il professore?” “In chat” rispose lui “Ma aveva la webcam rotta?” “Io non mi immischio nei fatti suoi: se a lui piace, a me va bene così!” si difese Luke, con la faccia alla Neil deGrasse . La sposa, nel frattempo, aveva finito di leggere il brano ed era tornata a posto. Dopo un'altra ora di ipotermia (al limite del colpo di sole) finalmente si arrivò al momento clou. Il prete si diresse verso i due e disse “Vuoi tu, Hershel, prendere la qui presente...” il prete si piegò e sussurrò (ma tutti sentirono) alla sposa “Come si chiama lei?”. “Armando!” sussurò Caterina alla vicina Ginny. Mentre le due sghignazzavano sotto i baffi, la sposa disse “Aisha.”. “Vuoi tu, Hershel, prendere la qui presente Aisha come tua legittima sposa nel bene e nel male?” “Lo voglio” “Vuoi tu, Aisha, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Layton e amarlo nella buona e nella cattiva sorte?” “Lo voglio” “Allora lo sposo può baciare la sposa!”. I quattro si sporsero per vedere la sposa, mentre Layton le alzava il velo. Quel che vide, gli fece cadere la tuba mentre il prete si faceva un segno di croce e la folla tratteneva il fiato. I quattro rimasero esterrefatti: sotto il velo c'era Simba, con le labbra protese per il bacio. Aprì gli occhi e si guardò spaesato intorno. “O Signore!” mormorò Molly Weasley “Lo sapevo che c'era qualcosa di strano”

“Ma...Layton, mi dia una spiegazione!” sbraitò l'ispettore Chemley “Evidentemente Potter gli ha propinato una pozione allucinogena.” sussurrò (ma in modo che si sentisse) il professor Piton “Oh, va sucati un pruno, Severus!” sbottò Francesco che, al pari dei porri lessi, non tollerava le bischerate “Harry è sempre stato a pomiciare con la qui presente Ginny!”.

“Hai l'antidoto, Severus?” chiese la McGranitt, per superare l'imbarazzo

“Certo Minerva”

“Se mi permettete, c'è un metodo ancora migliore per risolvere la situazione!” esclamò Francesco, approssimandosi a Simba. All'improvviso (pregando il cielo che gli venisse perdonato il sacrilegio) ficcò due dita in bocca a Simba e gli provocò il vomito. Dopo aver abbondantemente rimesso, il leoncino si rimise in piedi e disse smarrito “Dove sono?”

“Vediamo” iniziò Francesco “Sei di fronte all'altare, con il prof. Layton e state per sposarvi, dopo aver assunto della belladonna che ti ha fatto credere di sposare una donna e ti ha alterato i sensi in tal direzione. Vuoi di più?”

Mentre i due “sposi” si riempivano di scuse a vicenda, Caterina notò un ragazzo che si stava defilando. “Ehi, Ennio!” strillò, riconoscendone l'andatura “Dove vai?” “ehm...ergh...e....” cincischiò lui (famoso nel paese di Francesco per il commercio di sostanze allucinogene e per il consumo delle stesse); Francesco mise sicuro le mani nella sacca che il ragazzo stava portando e tirò fuori una serie di piantine, alcune anche mezze essiccate. “Alloro, Mimosa hostilis, belladonna...tutti allucinogeni!” enunciò sicuro alla folla.

“Chi l'avrebbe detto! Ennio ha perso due rametti di Belladonna di cui uno è finito, portato dal vento, tra le foglie di tè del prof. Layton mentre l'altra è finita fuori dalla grotta di Simba, che l'ha mangiata.” riassunse stupito Francesco “Già, ma adesso cosa succederà?” domandò Caterina

“Beh, io non lo denuncio, non l'ha fatto apposta.”

“Ma non si può lasciare impunito!”

“Oh beh...si potrebbe somministrare della belladonna e fargli baciare Millicent Bulstrode!” propose Ginny. Lei, Francesco e Caterina si misero a ridere come pazzi, mentre camminavano verso il Circus Circus.

Come vedete, la mia soluzione è alquanto strana: Layton è consenziente, ma per un inganno mentre Simba è sotto l'effetto di una droga (ho fatto una ricerca e mi sono informato). Per chi non lo sapesse, per far guarire uno da un avvelenamento di Belladonna, basta come misura iniziale farlo rimettere/vomitare. La battuta con Armando si riferisce ad una battuta di Johny groove che diceva di aver "preeeeso" una ragazza in discoteca. Arrivati a casa, lui le chiedeva: "Come ti chiami?" e lei "Armando". Ho deciso di usare la frase in dialetto siciliano "Va sucati un pruno" (Va a ciucciarti una susina, non dire stortate) per fare una citazione al grande Tony Troja e per permettermi di offendere il prof. Piton senza che lui capisse (come farebbe a capire una frase in dialetto italiano?). Spero che stavolta la storia sia risultata decente.

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Capitolo 3
*** Lupus in corpore! (Alice nel paese delle meraviglie+OC+Harry Potter+ Professor Layton+il re Leone) ***


Ecco il terzo prompt: Zoo Safari! 1, 2 e 6 diventano animali. I miei 1, 2 e 6 sono Alice, Caterina e Francesco. Ottimo! A me e Caterina piacciono i lupi, quindi diventiamo lupi e s'attaccasse Alice!


Era una meravigliosa giornata di sole mentre Francesco e Caterina passeggiavano per il parco.

Ad un tratto videro Alice che raccoglieva dei fiorellini in riva al lago, mentre sua sorella le leggeva (inascoltata) di Guglielmo il conquistatore.

I due ragazzi si avvicinarono e la piccola, dopo averli salutati, chiese “Ragazzi, visto che siete sempre tanto gentili, potreste raccogliermi quel fiore là? e indicò verso il centro del lago

“Lasciate fare a me, che questo è un lavoro da uomini!” Francesco si tolse la t-shirt e si tuffò nel lago.

Raggiunse il centro del lago e staccò il fiore.

Mentre tornava a nuoto a riva, sentì che qualcosa non tornava: era peloso e se ne era fatto una ragione. Ma una pelliccia non l'aveva mai avuta! E i denti stavano iniziando a fargli male, specialmente i canini, che avevano superato i sei centimetri! Le amiche entrarono subito in acqua, vedendo il ragazzo dibattersi in una rete invisibile.

Appena Caterina arrivò là, vide che all'amico era comparsa una bella coda. Gli gridò: “Francesco, cosa c'è?” ricevendo per risposta un guaito veramente pauroso. Ad un tratto, Caterina notò che il naso stava diventando un muso mentre ad Alice stavano ritraendosi i capelli. In quel momento i tre furono sollevati in aria, ci fu un violento lampo e nel lago ricaddero tre lupetti bianchi.

La sorella si accorse che c'era troppo silenzio, dunque si alzò e andò al laghetto. Alla vista dei tre lupetti, si mise a gridare irata“Andatevene via, bestiacce pulciose!” e a dare delle belle ombrellate là “dove non batte il sole”.

I tre si misero a correre via dal parco e si rifugiarono in un vicoletto, col cuore che batteva.

“Ma che diamine le è preso?” chiese Alice

“Non ti sei accorta, cara” disse Francesco, in tono pratico “che ci siamo mutati in lupi?”.

Alice lo guardò, abbassò la testa e si guardò le zampe inferiori. Poi disse “Stranissimo, e sempre più stranissimo!”

“Dì pure sovrannaturale!”

“Come può essere successo?”

“Forse io ne so qualcosa”

“Dicci, Cate”

“In Ramma ½ un ragazzo e suo padre diventano una ragazza e un panda, immergendosi in una sorgente ove erano morti, appunto, un panda e una ragazza.”

“E nello stagno comunale sarebbero annegati tre lupi selvaggi?”

“Così pare!”

“Questa situazione è molto inquietante!”

“Dunque, cara Alice, vediamo di sistemare la situazione il prima possibile!”

“Ma dove potremo andare?”

“Beh, c'è Rafiki che essendo uno stregone e una scimmia se ne intende di queste cose, poi c'è Capitan Libeccio, Lupin...”

“Chi è il più vicino?”

“Rafiki.”

“Andiamo da lui; inizio già a sentire le pulci!”

 

“Mmmmm...”

Il vecchio babbuino iniziò a camminare di fronte ai tre, scuotendo la canna. “Adunque?” fece Francesco. Rafiki rispose secco “Non mi mettere fretta, Francesco!” Il lupetto chiese sorpreso “Come hai fatto a capire che ero io?” Rafiki rise e disse “Hai delle macchie sopra gli occhi, che ricordano le tue sopracciglia. La tua amica (Caterina, se non sbaglio) ha una macchia nera sulla nuca mentre Alice ne ha una gialla.”.

Ad un tratto Rafiki si fermò e disse “Ho capito cosa è successo!”.

Si sedette e iniziò: “Il fiore che avete colto era maledetto..”

“L'avevo detto, io!” disse Caterina sorpresa.

Rafiki le diede una bastonata sulla zucca e la redarguì: “Non mi interrompere! Dunque dicevo: il fiore era maledetto e dunque vi siete trasformati. Sei stato te, Francesco, a cogliere il fiore?”

“Si.”

“Lo immaginavo. Infatti a te piacciono i lupi! Se l'avessi colta io, sareste tutti diventati babbuini!”

Il babbuino attaccò a ridere, che rischiò di cadere dalla roccia-pensatoio.

“Adesso che dovremo fare?” lo riportò sulla terra Caterina

“Ah...” esalò Rafiki e si sedette a pensare.

“Prima di domattina, possibilmente!” disse esasperato Francesco, ricevendo una bastonata sulla zucca e un laconico “Lasciami fare!”. Attesero un tempo infinito, per di più funestati dalle pulci.

Ad un tratto il vecchio babbuino disse “Non ne ho idea”.

 

“Uff. Ed eccoci al punto di partenza!”

“Già...o forse no!”

“Perché dici così?”

Ma prima che Francesco potesse rispondere, Alice iniziò a fiutare una pista...poi si mise a correre.

“Alice, maremma miseria!” le gridò Francesco, rincorrendola insieme a Caterina. Sulle prime, i due credevano che Alice avesse fatto “un alzata di ingegno”, ma poi le loro narici captarono un delizioso odore di dolce, plumcake per essere precisi.

Alice svoltò ad un angolo e si trovò di fronte una figura marrone, che spandeva un delizioso odore di plumcake. La figura si voltò e si rivelò come l'ispettore Chelmey, con un aria di temporale sul viso.

“Raga...” disse Francesco, comparendo dalla strada e fermandosi “Temo si debba passare al piano R.”

“Piano R?” rispose Caterina

“Ritirata!” gridò Francesco scappando via con gli altri, mentre Chelmey li inseguiva gridando “Lestofanti! Rubare i plumcake dalla tavola del direttore di Scotland Yard!”.

Ad un tratto, i tre andarono a sbattere contro un paio di pantaloni strappati e due scarpe consunte; alzarono lo sguardo e videro il professor Lupin che li guardava stupito.

Francesco disse “Professore, ci aiuti!” ma emise soltanto un ululio, simile a quello dei cuccioli con la madre. Sembrava, però, che il professor Lupin li capisse, perché li prese in braccio e li nascose in una tasca dello scalcinato mantello (va detto che i tre lupetti erano tutti e tre molto piccoli, a dispetto del loro fisico da umani).

L'ispettore si fermò e berciò a Lupin “Hai visto tre lupetti golosi di dolce, Lupin”

“No, ispettore” disse il giovane uomo, dolcemente “Se sono scappati dallo zoo, saranno andati verso la foresta proibita. Deve scendere per via San Matteo e quindi andare verso il castello” aggiunse, con fare noncurante.

“Beh...un eccezione, a volte, si può fare...” tremò l'ispettore, prima di andare via borbottando: “Se li becco, con le loro morbide pellicce faccio un cappottino ad Amelie e con i loro denti ci decoro le tazze da té!”.

Lupin aspettò che fosse sparito dalla visuale, prima di tirare fuori i tre dicendo “Pericolo scampato”. Invero i passanti udirono un ringhio soffocato, ma i ragazzi capirono ciò.

Fatto ciò, Lupin tirò fuori la bacchetta e sussurrò: “Finite incantatem!”. I tre ricomparvero nel loro aspetto abituale, un po' scombussolati ma altrimenti sani.

“Lo dicevo io a Piton di non scaricare le pozioni avariate nel laghetto. Possono avere strani effetti su piante e persone!” sorrise Lupin ai tre stesi a terra “Nel vostro caso vi siete trasformati in tre lupi, perché Franci è stato il primo a cogliere il fiore. L'avessi fatto io, sarete diventati tutti...come me, insomma!”. “Grazie mille, Remus!” sorrise Francesco “Di nulla. Ora andate, io devo andare ad acquistare un Avvincino.” sorrise di rimando Remus Lupin, dileguandosi per la strada.

“Scusa, Alice...ma qual'è l'animale preferito da tua sorella?”

“Beh, mi aveva detto del drago, ma credo di sba....”

I tre ragazzi si fermarono a pochi passi dal laghetto con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite: immerso nel laghetto, c'era un drago alto quanto una torre, che sputava fuoco e ringhiava in maniera paurosa.

“Penso sia proprio il drago, sai?”

Dopo un lungo silenzio, ecco il terzo! Ok, potevo anche non mettercelo Chelmey, ma volevo inserirci un momento comico, per evitare che la storia fosse troppo tesa al "ritorno alla normalità". Via San Matteo è la via più a nord di San Gimignano, opposta a via S. Giovanni (dove abito io) e perpendicolari a via della piazza e via del castello. Ribadisco che Caterina e Francesco sono esistenti e io, Francesco, sono esattamente come nelle storie (peli e il resto XD).
Ringrazio vivamente Veronika Redbird e Kona_chan per le recensioni: grazie tantissime!

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Capitolo 4
*** Coi pantaloni calati (OC+Harry Potter+Castle+Geronimo Stilton+Mulan) ***


Il quarto prompt è Primo giorno di lavoro per 6 e 2. Si vedranno le mutande di Francesco. Che dire...tombola!

Francesco era fuori dalla porta del ristorante e cercava di non rodersi le unghie: era il suo primo giorno di lavoro e doveva solo aspettare che il ristorante aprisse. Tutto sommato, il suo lavoro non era difficile: doveva consegnare i piatti ai tavoli che li chiedevano, portare il conto e le ordinazioni.

Ad un tratto sentì una mano sulla spalla e si girò: Caterina gli sorrideva, in una splendida uniforme da cameriera dell'ottocento.

“Allora, è il nostro primo giorno di lavoro, Checco. Come ti senti?”

“Ho paura di fare una catena di figuracce”

“Non ti preoccupare, mr nervo! Fai attenzione e non ti succederà nulla. Su, fammi un bel sorriso”

Il ragazzo le sorrise timido e lei lo abbracciò, cercando di rassicurarlo. Voleva bene a questo suo amico speciale, che non si tirava mai indietro a nulla, se si sentiva vincente.

In quel momento si sentì un fragore di saracinesca e la porta del ristorante si aprì. “In bocca a Junior” augurò Caterina a Francesco con un sorriso incoraggiante, mentre andava nel vicino maid café “Speramus necessarium non esse!” rispose quegli mesto, avviandosi nella sala del ristorante.

 

“Però, già mezz'ora di lavoro e ancora non mi è successo nulla” disse Francesco, muovendosi tra i tavoli del ristorantino. Arrivò alla porta della cucina e avvisò che servivano altri due piatti di cannelloni al ragù e tre involtini alla bresaola. Ad un tratto, sentì due voci allegre che lo chiamavano e vide Fred e George che lo invitavano a raggiungerli. Raggiunse il loro tavolo e vide che attorno al tavolo stavano: i due gemelli, Ginny e Ron; Tea, Trappola, Geronimo e Benjamin e, infine, Castle con madre, figlia e Becket.

Francesco, dopo un opportuno scambio di convenevoli, prese le ordinazioni e se ne andò via tranquillo, se si eccettua che tre volte sentì uno schiocco secco alla vita e sempre per tre volte Tea si complimentò perché aveva iniziato a portare i pantaloni a vita bassa.

“Dovrei fare più yoga, ho le anche che scricchiolano” si ripromise Francesco, appuntandosi di usare quel benedetto buono sconto per la palestra, regalatogli da zia Carlotta per Natale.

Ad un tratto, sentì un improvviso silenzio; si voltò e vide che erano entrati nel ristorante Chi Fu (che pareva si fosse ficcato un palo nel sedere) e una vecchia e grinzosa dama, che il ragazzo riconobbe come la contessa Angelina (e una lunga serie di nomi) de Papalis, attuale fidanzata del consigliere imperiale. Si diresse a prendere l'ordine, quando vide l'amica Martina nel corteo della vecchia spocchiosa. La ragazza lo vide e gli corse incontro. Lo abbracciò e disse, carezzandosi i capelli lunghi di cui era fierissima “Allora, Checco, questo è il tuo primo giorno di lavoro. Come va?”

“Liscio come il capo dell'Alberighi” sogghignò Francesco, citando la pelata del professore di ginnastica

“Mavtina! Vieni subito qui!” sbraitò Angelina. Francesco la seguì, preparando il taccuino per l'ordine.

Tutto filò liscio, fino a che Martina perse l'orecchino. Francesco, che era un galantuomo di altri tempi, si chinò a raccoglierlo e lo seguirono anche i pantaloni. Quando il ragazzo si rialzò, i pantaloni non fecero altrettanto, cosicché rimase in mutande (quelle di zia Petronia, per giunta, quelle a pallini neri). Chi Fu fece un sorriso storto e gracchiò “Toh, guarda...io avevo chiesto dei tordi matti, ma credo mi dovrò accontentare di un allocco impallinato”.

Quello che Francesco gli berciò, non si può ripetere, ma vi posso dire che descriveva i vari record in area sessuale della madre di Chi Fu, che occupavano una sessantina di pagine sull'annuario.

 

La porta del ristorante si aprì e Francesco ne venne espulso con un calcio in meridione. Caterina corse a soccorrere il ragazzo, che pareva sul punto di uno shock e mormorava “Io mi ero preparato tanto bene...poi per colpa di una mutanda e di una presa in giro, pff...”

Gli vennero vicino Fred e George, stranamente seri, e gli dissero “Scusaci, Francesco...siamo stati noi a farti questo scherzo.”

Non furono sbranati da Francesco grazie all'intervento di Caterina e Martina, che nel frattempo era arrivata. George disse “Avevamo pensato di farti uno scherzetto”

“...quindi abbiamo contattato...” continuò Fred

“...Castle e Trappola. Gli abbiamo consigliato...”

“...Per non suscitare sospetti...”

“...di portare anche le loro famiglie...”

“...cosicché, mentre ordinavi...”

“...io, Trappola e Castle, con un paio di forbici, potevano farti tre taglietti alla cintura.”

“Noi pensavamo...”

“...che ti sarebbero caduti in quel momento i calzoni...”

“..e sarebbe finita bene.”

“Invece, è arrivato quello spocchioso, ed è finita come sai.”

“A proposito, dove hai trovato quegli insulti che hai rivolto a Chi fu?”
“Quando sono arrabbiato” rispose Francesco, non completamente pacato “Mi vengono spontanei” Era sul punto di dare un altro saggio di ciò, quando Martina gli disse: “Lo sai che la contessa mi ha detto che ti assumerà lei come cameriere? Ha detto che, se hai perso la testa, è stata solo colpa di Chi fu (che ha subito lasciato) e che durante l'ordinazione sei stato meraviglioso! Accetti?”

Francesco era andato a fare il cameriere per comprare un nuovo videogioco, ma con questa assunzione avrebbe potuto comprare una consolle intera, e gli sarebbe rimasto di che regalare agli amici per il compleanno.

Il ragazzo accettò, perdonò i gemelli e tutti insieme andarono a prendersi un gelato dal Dondoli.

NDA: Dopo un silenzio vergognosamente lungo, ecco il quarto prompt, dove compaiono tutti i personaggi della lista non ancora “presentati” (Castle, la famiglia Stilton, mezza famiglia Weasley, Chi fu) . Lo so, l'idea è molto sopra le righe ma almeno rispetta il prompt. E passiamo alle spiegazioni:

I Maid café sono bar molto alla moda in Giappone, ove a servirvi ci sono camerierine tutte pucciose, che intrattengono il cliente con canzoncine, giochini e simil cose; un po' come delle sorelline che curano il fratellone.

La frase che Francesco dice è in latino, perché sia io che il mio personaggio amiamo parlare latino (per quanto i miei risultati non siano eccelsi) e significa “Speriamo che non serva, che non ce ne sia bisogno”, riferito alla fortuna

Martina altri non è che martyc97, mia compagna di classe, “nipotina” e tra le mie più attive recensitrici, che mi ha supplicato di inserirla nella storia.

Il Dondoli, infine, è una gelateria della mia città, che fa molti tipi di gelato, tutti molto buoni.

Un bacio a tutti, particolarmente a Martyc97, Veronikabird e Kona chan (ho già detto tutti XD). A chi interessasse, ho scritto la mia prima storia slash. Se voleste lasciarmi un commento, sarebbe cosa bona et iusta!

Bacioni!

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