Un nuovo inizio.

di _Lou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio. ***
Capitolo 2: *** La festa. ***
Capitolo 3: *** Ricatti. ***
Capitolo 4: *** Amare come una bimba. ***
Capitolo 5: *** Dimmi di no. ***
Capitolo 6: *** Equivoci. ***
Capitolo 7: *** Lavoro di squadra. ***
Capitolo 8: *** Eleanor. ***
Capitolo 9: *** Febbre d'amore. ***
Capitolo 10: *** Justin Bieber. ***
Capitolo 11: *** Soldi ed alcool. ***
Capitolo 12: *** Chiarimenti. ***
Capitolo 13: *** Parlami di te. ***
Capitolo 14: *** Io e te. ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio. ***


Un nuovo inizio.




Guardavo fuori dalla finestra, un sole accecante illuminava la città, tempo infame più sei triste più c’era bel tempo. Mia madre cambiava in continuazione stazione radio non trovando nessuna canzone che le piaccia, mentre io cercavo di ricordarmi perché ci stavamo trasferendo –di nuovo-. Mia madre faceva la pasticcera, perciò ogni tre mesi cambiavamo città per scoprire ‘nuovi sapori’; all’inizio trasferirmi e avere sempre nuovi amici mi piaceva, però ora avevo bisogno di amicizie durature e un ragazzo che durasse più di tre settimane.

“Non fare così amore, Londra ti piacerà!” Esclamò mia madre con un sorrisone stampato sul volto, più che rassicurante risultava irritante, e anche tanto.
“Ma certo mamma, il paese delle piogge e degli stalker sarà sicuramente bellissimo!” Risposi inacidita cercando freneticamente l’ipod nella borsa, magari la mia musica mi avrebbe distratto da lei. 
Non volevo lasciare la California, anche se avevo pochi amici mi sembravano quelli giusti, e poi era un posto fantastico, c’era sempre una festa sulla spiaggia. Seppur non mi sono mai trovata con la gente del posto, la California era diversa; insomma le oche c’erano sempre, ma almeno erano sminuite dai giocatori di basket. 
“Amore, la scuola la inizi domani!” Bofonchiò la ragione di tutti i miei problemi, o anche detta come 'mamma'. 
“Mamma! Cazzo, ma se oggi arriviamo alle otto!” Urlai esasperata passandomi una mano tra i capelli, scompigliandoli. Lei, Elsa Meroni, non mi rispose si limitò a sbuffare. ‘Trovato’ pensai vittoriosa acchiappando l’ipod, piccolo bastardo. Cercavo disperatamente un qualcosa d’ascoltare, avevo tutti i generi nelle mie playlist ma neanche una canzone preferita. Rimasi su loveless. 

“Emily svegliatiii!” Una voce straziante, ancora peggio della sveglia –ancora imballata in uno scatolone- la voce di mia madre. Mi guardo intorno, pareti sobrie d’un rosa pallido, odio il rosa, ma era inutile ridipingerle tanto fra un po’ sarei dovuta andare via. Nella mia camera ancora non c’era nulla di mio, siccome gli scatoloni regnavano in tutta la casa. Non volevo andare a scuola, conoscere altre persone, presentarsi a tutti e studiare; ma mia madre era più capocciona e forte di Hulk. 
“Eccomi.” Strillai cercando un qualcosa da mettermi, seppur era solo marzo avevo solo pantaloncini perché in California faceva già caldo.
Salutai mamma con un frettoloso ‘ciao’ andai di malavoglia alla fermata del pullman, magari a Londra i bus erano più puntuali. Dopo poco arrivò la circolare, non era male,  piuttosto pulito. Con lo sguardo giravo in cerca d’un posto libero, cene era solo uno vicino ad un biondino; sempre meglio che stare in piedi.
“Ciao!” Disse calorosamente guardandomi, aveva dei begli occhi azzurri; ma era dannatamente irritante e per di più aveva uno strano accento. Lo guardai storto, e presi il mio amato ipod.
“Sei qui da poco?” Continuò guardandomi sorridente, ma cosa voleva questo? Forse era uno stalker.
“No, prima vivevo sotto terra.” Risposi inacidita senza guardarlo, lui rise.
“Wow, uno zombie!” Scherzò continuando a ridere, bel sorriso. Forse il biondo non era proprio male.
“A che scuola vai?” Gli chiesi girandomi verso di lui, mantenendo sempre le distanze; non era buono fidarsi degli inglesini.
“Alla George’s High school; te?” Lo guardai bene, o mi prendeva in giro o era davvero uno stalker; sorrisi. Era simpatico. 
“Anche io.” Neanche finii di dirlo che mi saltò addosso entusiasta, con un espressione da ebete.
“Che bello! Sono molto contento!” Esclamò lui sorridente, un sorriso contagioso; sorrisi anche io. Strano, non ero una persona dai tanti sorrisi.
“Dai scendiamo.”Lo incoraggiai vedendo la nostra fermata, cazzo, non volevo andarci a scuola; mi faceva paura e poi c’erano sempre gli stessi gruppi di persone.
“Come ti chiami?” Interruppe i miei pensieri il biondo guardandomi curioso.
“Emily.” Non c’era espressione nella mia voce, non volevo dargli confidenza seppur era molto simpatico; solo non potevo affezionarmi, presto gli avrei dovuto dire addio.
“Io invece sono Niall.” Finì correndo verso un tavolo rotondo, rimasi in palata finché non mi prese un polso e mi ordinò di seguirlo; Dio altre persone. Era un tavolo rosso, dove c’erano sedute più di dieci persone; io quelli come loro li conoscevo. Gli amici della scuola, quelli che non si separano mai, quelli in voga ma non troppo. 
“Woo e chi è questa bella ragazza?” Scherzò uno seduto, aveva i capelli corti e una camicia da boscaiolo. 
“La fine della nostra relazione?” Lo riprese una bellissima ragazza riccia, stavano insieme; lui si passò una mano fra i capelli e la baciò; paraculo ma efficace.
“No, la mia prossima ragazza!” Commentò un ragazzo dai capelli rossicci che gli arrivavano alle spalle, era pieno di piercing sul viso e tatuaggi sulla mano.
“Non credo proprio.” Finii acida guardandolo male; lui indietreggiò e alzò la mano in segno di resa.
“Lei è Emily.” Mi presentò Niall guardando gli altri che sorrisero e urlano un ‘ciao bella’; era impossibile non sorridere con quelli lì.
“E io sono Louis.” Si presentò un ragazzo alto, capelli medio-scuri, due occhi assurdamente azzurri. Dio, se era bello. Indossava una maglia a righe azzurre, e un pantalone del medesimo colore.
“Noi siamo Liam e Danielle.” La coppia parlò, lei sembrava una tipa forte, mentre lui aveva un viso veramente dolce. Altre dieci persone si presentarono, e io dovetti ridire il mio nome cento volte. Non erano male, anzi. Ma, Dio, non volevo affezionarmi.
“Oddio.” Sussurrai alla vista di due ragazzi che con aria da fighi uscirono dalla loro mercedes, il primo aveva una carnagione scura, capelli neri, occhi bruni, fisico statuario e jeans che fasciavano perfettamente i suoi muscoli. Mentre l’altro era un po’ più alto, dei ray-ban a coprirgli il viso, un fisico ancora più muscoloso e una camicia bianca-trasparente che lasciava intravedere la sua tartaruga. Dei del sesso. Purtroppo però vicino a loro, e alla loro macchina c’erano decine di oche; ecco i fighi della scuola.
“Non li guardare nemmeno, sono due bellocci che non ti fileranno mai.” Esclamò acido Niall guardandoli male.
“Prima Louis ed Harry, il tipo coi ricci, erano migliori amici; poi lui gli ha rubato la ragazza e non si sono più parlati.” Mi spiegò Liam mantenendo un tono basso per non farsi sentire da Lou che chiacchierava animante con Katrine, una ragazza bionda. 
La campanella suonò, e tutti noi come un gregge entrammo a scuola. Restai tutto il tempo fra Louis e Niall che mi sembravano davvero simpatici e per di più erano due casinari. 
“Io devo andare a lezione di storia.” Ci lasciò il biondino, mentre io e Lou andammo insieme a Chimica, che schifo già in prima ora. Il moro si sedette vicino a me; ma davanti a noi c’era Zayn, il belloccio di poco prima.
“Guardamii!” Strillò Louis ridendo, si era messo un alga sulle labbra e diceva di essere il professore che aveva dei strani baffoni. 
“Dai, stai fermo!” Esclamai in mezzo ad una crisi di risa, era proprio buffo. 
“Louis! Non infettarmi la nuova arrivata.” Commentò acido il professore, fortunatamente non dovetti presentarmi. Era strano di come tutti conoscessero Lou e le sue imprese; a quanto pare una volta portò persino una capra a scuola. Era un pazzo, un pazzo dannatamene sexy però. 
“Emily, sabato vieni a casa per una festa?” Mi chiese Lou con un sorrisone inseguito da decine di ragazze, sorrisi e mimai un ‘si’ mentre lui veniva trascinato da tutte quelle oche. 
Mi ero svegliata con l’intenzione di non dar corda a nessuno, ed ora già mi ero trovata due futuri amici fantastici. Il corridoio era vuoto, peccato volevo parlare con Danielle, sembrava così simpatica. 
Vidi Zayn passarmi accanto, improvvisamente smisi di respirare, ma andai a finire contro un armadietto e un libro finì in terra. Lui rise; stronzo.
“Ecco a te.” Si abbassò per prendere il libro e restituirmelo, sapevo che tipo era, faceva finta d’esser carino per poi distruggerti, così come Harry aveva fatto con Louis. Non risposi e presi il libro per andarmene, ma lui mi fermò.
“Sabato io e Harry diamo una festa ti va di venire?” Il più figo di tutta Londra mi stava invitando ad una festa con  un altro super super figo? Stavo sognando? In ogni città in cui sono stata, non ero mai quella popolare; sempre la sfigata della situazione.
“Forse.” Risposi fredda, e mi allontanai in fretta. Dio, ovvio che ci sarei andata! Chi mai avrebbe rifiutato al posto mio, e poi ero anche libera!
“Emily, che ti metti sabato?” Mi riportò sulla terra Danielle guardandomi curiosa, mentre trafficava nella sua borsa. 
“Sabato?” Che anche lei fosse invitata alla festa di Zayn? Sarebbe meraviglioso.
“Lou non ti ha ancora detto niente?”Un po’ sorpresa si passò una mano fra i capelli, pensando che il suo amico era proprio idiota.
“Oh, si! Me ne ero già dimenticata!” Risi, e la rassicurai. Cazzo, ed ora? Louis mi aveva invitato per primo ed io avevo anche confermato, ma Zayn ed Harry erano così dannatamente belli. Cos’avrei potuto fare? 
“Ma ciao nanetta!” Urlò l’irlandese abbracciandomi, ci conoscevamo da meno di due ore e già avevamo dei soprannomi, non era per niente un buon segno.
“Psicopatici!” Li salutai, erano di nuovo al completo; terza ora tutti insieme a fare latino. 
Nella classe regnava il nostro caos, Louis continuava a dire ‘cazzus’ insistendo che fosse latino, mentre Liam pomiciava con Danielle, e l’irlandese mangiava panini su panini; erano pazzi e di certo i due fighi di Zayn ed Harry non competevano con loro.

“Allora ciao!” Urlò Niall sbracciandosi dalla sua macchina con un gelato in mano, mi chiedevo da dove prendesse il cibo;
“ciao Emily, noi andiamo.” Finirono Liam e Danielle dandomi un leggero bacio sulla guancia,
“anche io vado.” Continuò Erica, una ragazza del gruppo, salutandoci.
“Io devo andare. A domani.” Concluse Louis non salutando nessuno in particolare, ma tutti. Anche io li salutai e mi avviai verso la fermata dell’autobus, quando improvvisamente mi venne voglia di camminare; l’avrei preso dopo il pullman, pensai incamminandomi per il viale. C’erano negozietti carini da per tutto, ma uno in particolare era stupendo. Una fumetteria, io amavo i manga e di conseguenza amavo quel negozio. 
Neanche salutai e mi catapultai sul dodicesimo volume di shugo chara, l’ultimo; lo presi e andai in cassa. Sobbalzai. Harry, il riccio di stamattina era il commesso.
“Shugo chara, carino. Alla fine Ikuto torna!” Commentò sorridente, stronzo. Poteva tenerselo per lui.
“Stronzo! Mi hai rovinato la sorpresa; ora non te lo pago.” Misi il broncio, mentre lui rideva; che sorriso meraviglioso.
“Non lo paghi, però tu mi dai un bacio.” Commentò avvicinandosi, lasciai il fumetto sul bancone e me ne andai; che giornata da pazzi. 

Me: OK NON PICCHIATEMI! 
Spero vi piaccia, questo è solo un intro.
Poi si spiegheranno parecchie cose,
che dirvi?
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui,
e fatemi sapere cosa ne pensate! <3

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Capitolo 2
*** La festa. ***


La festa.

 

Ero su di giri per la festa di stasera; d’altronde chi non lo sarebbe stato? Una festa da Zayn Malik, Dio quant’era sexy.
“Ciao Emily!” Mi salutò animatamente Niall, che mi aveva tenuto il posto. Mi sedetti accanto a lui, sorridendogli. Ormai le mie barriere stavano cadendo e già mi ero anche affezionata;
“latino ci ha dato dei compiti??” Ero in panico, odiavo latino e le mie traduzioni erano sempre insensate.
Purtroppo però questa era una di quelle scuole dove si entrava anche il sabato
“Si, oggi c’è il compito.” Lo guardai qualche secondo mettendomi a ridere, scherzo di cattivo gusto.
“Emily, non sto scherzando.” Il suo viso era serio, cazzo. Avevo due alternative: studiare o pregare.
Fortunatamente latino c’era in quarta ora, subito dopo l’intervallo.
“.. Sia benedetto in cielo, come in terra..” Dovevo pregare per ore e ore così magari la prof sarebbe morta,
“non penso serva a qualcosa” mi interruppe l’irlandese mentre scendevamo dal pullman.
“Perché fa la cantilena?” Chiese spaventato Liam al biondo, considerandomi una pazza.
“Anche Louis prega da stamattina.” Commentò Danielle guardandoci stranita.
“Anche tu hai appena saputo del compito di latino?” Gli occhi Lou sembravano cercarmi, e la parola latino sulle sue labbra sembrava la parola più bella del mondo; Dio se era sexy.
“Già, forse se preghiamo in due la professoressa schiatta.” Costatò lui, che faceva? Ora leggeva anche nel pensiero. La campanella d’inizio  suonò e noi dovemmo correre in classe; stano non avevo visto ne Harry, ne Zayn. Prima ora, fisica con Danielle. Ci sedemmo vicino, lei era davvero simpatica e mi piaceva. Poco dopo davanti a noi si sedette Harold, la riccia vicino a me lo fulminò con lo sguardo ma lui non le diete molto conto.
“Mi racconti meglio il fatto di Lou ed Harry?” Sussurrai stando sempre attenta al professore, stupido vecchio.
“Harry e Louis si conoscono da piccoli e si volevano davvero molto bene, volevano sposarsi a circa otto anni! A volte sembravano froci, ma insieme erano bellissimi! Louis aveva una ragazza,lui era innamorato di lei,ma quando un giorno Louis tornò a casa trovò Harry avvinghiato a lei. Louis cercò spiegazioni, ma il riccio non parlò e Zayn ci definì cani; da quel giorno per Lou quei due sono morti.” Concluse lei alzando la voce sull’ultima parola per farsi sentire da Styles che andò al bagno. Lo seguii. Aveva il viso arrossato, entrò subito nel bagno per sciacquarsi l viso. Forse piangeva.
“Harry?” Si girò  verso di me, asciugandosi con la maglia il viso. Aveva persino gli occhi lucidi.
“Che c’è?” Un po’ brusco mi venne vicino, incastonò i miei occhi nei sui d’un verde brillante; sentivo il fiato venirmi a mancare.
“Piangevi?” Sussurrai fin troppo presa dalla sua bellezza; aveva delle mani così grandi, e allo stesso tempo morbide, quelle mani avrebbero fatto carezze da sogno.
“No. Io non piango.” Un ghigno sadico sul volto, ma era chiaro che mentiva. Lo lasciai nel bagno, andandomene, ma mi bloccò i polsi.
“E stata lei a saltarmi addosso!” Urlò il riccio con voce supplichevole, volevo riempirlo d’amore invece andai di nuovo in classe. La lezione era quasi finita.
Ero seduta vicino a Louis, Niall ripassava freneticamente, Liam e Danielle si scambiavano baci porta fortuna, Zayn si specchiava ed Harry ricopiava le ultime cose. La prof entrò e ci fece subito copiare il testo da tradurre, cazzo era peggio dell’arabo.
“Sta sera mettiti delle mutandine carine.” Mi sussurrò Louis con un espressione da pervertito, gli diedi un colpetto e iniziamo a ridere come pazzi attirando su di noi sguardi indiscreti. Ci ammutolimmo e cominciammo a tradurre, per fortuna Lou aveva dei bigliettini nel dizionario e riuscimmo a strappare la sufficienza.
“Un brindisi alla mia fantastica compagna di banco!” Urlò Lou scendendo dal tavolo –da dove aveva fatto il brindisi- per abbracciarmi. Era veramente un pazzo.
Finalmente le ore di lezione erano finite, siccome era sabato posai tutti i libri nell’armadietto, ma una bustina azzurra attirò il mio sguardo. Presi in mano l’involucro colorato sorridendo come una deficiente alla vista dell’ultimo volume di Shugo Chara ed un bigliettino: ‘questo è il fumetto, ora voglio il bacio.’ Stupido Harry, pensai tornando a casa con il cuore che sembrava esser impazzito.

Indossai un abito blu e delle ballerine del medesimo colore; misi solo un po’ di lucidalabbra e mascara ed ero pronta per uscire. Nn avvertii mamma, lei era nel suo antro –la cucina- a preparare chissà quale dolce, l’avrei rivista solo dopo qualche settimana per dirmi che ce ne saremo dovute andare. Il telefonino  vibrò, un messaggio.
                                                             Ti aspettiamo xx.
                                                                             Zayn.’

Non sapevo come facesse ad avere il mio numero, ma il suo messaggio mi mandò in crisi. Zayn sapeva che fra po’ sarei dovuta stare a casa sua, mentre Louis mi aspettava invece a casa sua. Sarei rimasta solo dieci minuti dal moro, e non un minuto di più. Casa Malik era gigante, ma non c’era gente; entrai timorosa subito accolta da uno Zayn in smoking,  non me lo ricordavo così bello.
“Wow.” Esclamò lui invitandomi d entrare, un parquet lucido ed un Harold tutto in tiro erano pronti ad accogliermi.
“Scusate ma gli altri?” La casa era praticamente vuota, c’eravamo solo noi tre.
“Festa privata!” Esclamò Harry dandomi un bicchiere di non so cosa; non mi soffermai su cos’era e bevvi. Dopo solo qualche secondo  ci ritrovammo uno sopra l’altro nel vago tentativo di  giocare a twist, fortunatamente girava in automatico, e potemmo giocare tutti e tre.
“Ha detto poggia la mano sulla tetta blu?” Commentò ridendo Styles; come poteva davvero aver rubato la ragazza a Lou?
“Emily sposta la gamba lì.” Continuò Malik con un sorriso stampato sul volto. Difatti la mia posizione non era delle migliori, ma mi stavo divertendo un casino. La voce di Luca e Alessandro Aleotti riempì tutta la casa, il mio cellulare squillava urlando  a squarcia gola ‘due su due’, corsi a rispondere facendo cadere tutti.
“Emily dove sei??” Urlò Danielle per il troppo casino in sottofondo.
“Ora arrivo.” Un po’ scocciata attaccai, io volevo bene a loro, ma ora volevo stare con quei due sclerati.
Li salutai frettolosi senza neanche fargli capire un cazzo.
“Ma dove vai?” Urlò Harry  da lontano, volevo rimanere con lui.
“All’ospedale da mia nonna.” Ok, una scusa pietosa, ma era anche l’unica che era uscita fuori dal mio cervello sotto stress. Casa Tomlinson era piena di  persone, c’era la musica a palla, e da per tutto c’erano birre o alcool. Erano anche tutti in mutande.
“Emily tra un po’ si va!” Mi salutò Liam mostrando un fisicaccio; stava bene in mutande però.
“Dove si va?” Chiesi a Danielle un po’ confusa, che mostrava un intimo giallo che le stava benissimo; nel frattempo cercavo gli altri. Sicuramente l’irlandese era al buffet.
“In piscina!” Commentò lei mentre si sistemava i capelli, era così bella.
“Da quando Lou ha una piscina?” Ridevo come una matta, quel ragazzo mi faceva seriamente paura, era un pazzo, pazzo, pazzo, e sexy.
“Il mio vicino ce l’ha!” Esclamò il moro mettendomi una mano sui fianchi, era bellissimo; mostrava le mutande di Bugs Bunny e una pancetta appena percettibile che ispirava coccole. Non mi spogliai, ma li seguii nella casa del vicino, senza però incontrare Niall. Anche se il posto era pieno di gente Louis con un solo sguardo era capace di isolarci da tutti.
Io sedevo sui bordi della piscina, lui era in ginocchio dietro di me nel tentativo di spogliarmi, ridevo e gli davo un colpetto; pervertito. Mi piaceva stare con lui, mi sentivo come se lui fosse la mia casa fissa che in realtà non avevo, fra le sue braccia ero al sicuro. Amavo il mio posto accanto al suo.
Però, ci conoscevamo da pochissimi giorni e forse mi stavo immaginando tutto.
“Qual è il tuo colore preferito?" Mi chiese cercando il mio sguardo,  io non volevo incontrare il suo o ne sarei rimasta imprigionata. Ciò che provavo per lui era molto differente dai sentimenti che mi suscitavano Zayn e Harry. Zayn era bello, Harry era praticamente perfetto, Ma Louis  era l’unica persona che riusciva ad alternarsi da premuroso-saggio, a malato mentale.
“L’azzurro!” Risposi schizzandolo facendolo sorridere.
“Il mio è il rosso.” Continuò buttandomi in piscina, gli presi la caviglia e lo trascinai con me, tolsi il vestito mi era d’intralcio, gli saltai sulle spalle e iniziai a colpirgli la testa. Lui scoppiò a ridere, mi bloccò le mani, e non so come eravamo vicinissimi; le nostre labbra si sfioravano e la testa non faceva altro che girarmi.
“Chi è Louis William Tomlinson?” Chiese una poliziotta in modo autorevole, era veramente carina. Il pazzo si alzò, prese delle noccioline e la portò in un angolo. Ora avrebbe anche corrotto la polizia?
Nel frattempo Liam fu coinvolto in una rissa, erano stati Harry e Zayn a chiamare la polizia; io mi nascosi sotto il tavolo: loro sapevano che ero all’ospedale da mia nonna. Louis corse da Liam, la poliziotta era sistemata.
“Cazzo volete?! Andatevene.” Urlò Liam avvicinandosi in malo modo a Zayn.
“Ma guarda chi si rivedono? Due fantasmi.” Urlò Louis buttandosi su Harry. Danielle si mise in mezzo;
“Emily dammi una mano!”Urlò la riccia facendomi uscire allo scoperto, Styles e Malik si bloccarono alla mia vista, ero molto diversa da poco prima, niente più abitino solo intimo bagnato.
“Non eri da tua nonna?” Azzardò Zayn accarezzandosi la cresta.




Eccomi qua!
Che ne pensate?
Vorrei ringraziare: Tatti, Cylan, Mimz, itscactus e Cloe
che mi hanno recensito *O* E chiunque altro abbia letto U.U
Ma quanto è stato tenero Harold quando si è messo a ‘piangere’ ricordando i vecchi ricordi(?)
Alla prossima gente. <3

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Capitolo 3
*** Ricatti. ***


Ricatti.

 

 

Louis guardava in cagnesco Harold che invece non staccava lo sguardo da me;
“Allora?” Continuò Zayn non mollando l’osso, lo guardai male. Era chiaro che il suo intento era farmi litigare con Louis e gli altri.
“Quale nona?”  Chiesi ridendo, avrei negato fino alla morte se ne fosse stato necessario.
“La tua! Quella all’ospedale!” Ora il moro annaspava, non volevo litigare con lui, ma tenevo troppo a Lou e agli altri.
“Mia nonna sta benissimo.” Esclamai ridendo, subito dopo seguita da Danielle e Niall, sbucato dal nulla. Zayn mi lanciò uno sguardo colmo di delusione, sembrava dannatamente fragile, il riccio gli prese la mano e se ne andarono in silenzio. Era orribile vederli così, e sapere che era tutta colpa mia mi distruggeva.
“Dio Emily per un attimo ho temuto che avessi scelto loro.” Commentò Louis abbracciandomi. “Fortuna che non è successo, non me lo sarei mai perdonato!” Continuò lui stringendomi più forte; quell’abbraccio sarebbe stato stupendo se non fossi stata corrosa dal senso di colpa. Sorrisi, e dolcemente me ne andai. Uscii da quella casa, avevo bisogno di pensare e soprattutto respirare.
“Dio!” Urlai prendendo a calci un lampione davanti a me che mi fece perdere l’equilibrio; caddi in terra. Ora avevo anche il culo rotto.
“Serata di merda!” Urlavo, tanto nessuno mi avrebbe sentito. C’erano solo due case nei paraggi, una era quella di Louis ed era vuota, mentre nell’altra c’era la musica talmente ad alto volume che non avrebbero sentito neanche dei cannoni.
“Non pensavo che le mie feste facessero così schifo!” Commentò Louis sbucando dal nulla. Presi un colpo e mi rialzai, avevo freddo; ero ancora in intimo.
“Tieni.” Sussurrò lui dandomi una felpa blu –come quelle di mr.Malik- dove dietro in bianco c’era scritt Tommo. Sorrisi, e l’indossai. Mi stava grande, e quasi svenni quando il suo profumo invase i miei polmoni; mi chiesi dove aveva preso la felpa. Erano tutti mezzi nudi. Mi sorrise, che sorriso stupendo.
“Dai ti riaccompagno a casa, tanto non è molto lontana no?” No, potevo arrivarci a piedi; ma forse sarei dovuta andare da sola, forse sarei dovuta andare da Zayn e scusarmi. Dio, avevo combinato un casino. Ricambiai il sorriso e mimai un grazie.
“Emily, tu viaggi molto vero? –Non mi diete il tempo di rispondere e riniziò a parlare.- Deve essere bello, ho sempre desiderato viaggiare molto, non avere una casa, vivere al momento, fare un casino in una città e scappare subito dopo. Io invece qui, faccio un casino e subito dopo devo affrontare le conseguenze.” Già, conseguenze. Io ne ho sempre affrontate poche, siccome io e mia madre abbiamo sempre adottato il motto ‘c’è un problema? Cambia città.’  Sospirai.
“Per un po’ è stato bello, ma sai ad un certo punto ho sentito il bisogno di avere un punto di riferimento; di una persona che sarà sempre pronta ad abbracciarmi quando le cose vanno male. E mia mamma non conta!” Confessai sorridendo, lui mi sfiorò la mano per poi indicarmi casa mia; in un attimo desiderai di abitare più lontano.
“Emily?” Mi bloccai a metà strada, lo guardai; quanto poteva essere bello?!
“Su di me potrai sempre contare.” Urlò correndo verso di me per abbracciarmi, era un pazzo lo sapevo. E quella frase l’avevo sentita non so quante volte, da quante persone diverse; tutte persone che dopo il trasloco ti mandavano massimo tre messaggi e poi non si facevano sentire più. Stavolta però magarai avrei potuto crederci, infondo ero giovane un’altra delusione non mi avrebbe cambiato più di tanto. Gli sorrisi, mimai uno ciao e rientrai in casa. Mamma dormiva, era così carina. Sul volto c’erano residui di cioccolata e panna, ma si intravedeva anche la stanchezza e una voglia di trovare un lavoro fisso. Sapevo che anche lei odiava trasferirsi, d’altronde però da una parte lo amava poiché lei è sempre stata una persona curiosa, e poi doveva imparare tutte le ricette di Londra. Sospirai, presi una coperta e la coprii.


“Driiiiiiiiiiiiiiin.” La sveglia, ero quasi felice di sentirla. Sempre meglio della voce squillante di mia madre. Mi alzai di malavoglia, d’altronde era lunedì ed il weekend era passato troppo in fretta. Per fortuna in prima ora avevo religione, così non avrei fatto niente. Purtroppo però con me a lezione non c’era nessuno, solo Zayn; ma ci avevo litigato e così avrei passato un’ora a rimpiangere la cazzata della serata scorsa. Stupido cervello sotto tensione.
“Amore sbrigati!” Continuò imperterrita mia madre urlando a squarcia gola; presi un pantaloncino e una canotta. Magari oggi faceva caldo, e scesi mentre mi lavavo i denti, facendo sgocciolare dentifricio da per tutto.
“Emily, siamo a marzo non ad agosto.” Ignorai le sue lamentele e uscii da casa senza neanche fare colazione, avevo voglia di sentire Niall e ridere ad una sua stupidaggine. Il pullman arrivò quasi subito, ed io ci salii con piacere; era marzo e faceva freddo.
“Emilyy!” Urlò Niall sbracciandosi, mi sedetti vicino a lui. Indossava un maglione di lana, e un cappotto.
“Si parte per l’Antartide?” Scherzai io, ero ancora abituata ai ritmi Californiani.
“Entro le nove rimpiangerai un cappotto.” Rispose lui a tono, con l’aria da sapientone.
“Dove hai preso quel cornetto?” Chiesi un po’ sorpresa vedendolo mangiare con gusto il suo cornetto al cioccolato. Lui era sorridente, gli piaceva mangiare era ovvio. Ma da dove prendeva in continuazione cibo, proprio non lo sapevo.
“Dallo zaino.” Rispose con non curanza lui, quasi avere cornetti caldi nello zaino fosse normale.
“Dai scendiamo!” Gli presi la mano e lo portai giù dal bus, se fosse per lui perderebbe sempre la fermata del bus. Una volta fuori scuola, incontrammo anche gli altri. Louis era impanicato siccome alla prima ora aveva il compito di algebra. Danielle discuteva con Liam; il loro rapporto sembrava peggiorare. Forse era solo un impressione.
“Emily, oggi mi aspetti a pranzo?” Era Lou, che si era lasciato dietro circa una ventina di ochette. Odiavo quel tipo di ragazze, erano solo puttanelle che avrebbero fatto di tutto per un pizzico di popolarità in più.
“Certo.” Risposi con un sorrisone, era strano che me lo chiedesse. Mangiavamo sempre insieme. Andai in classe con i piedi che sembravano di piombo; sorridendo però alla vista del dodicesimo volume di shugo chara.
La prof entrò in classe notando con piacere l’insolito silenzio, io ero all’ultimo banco mentre Malik al primo di un’altra fila. Non c’era pericolo d’incontrare il suo sguardo. Rassicurata presi il mio amato manga e iniziai a leggere. Ogni pagina era più bella siccome quello era un regalo di Hazza.
“Emily! Emily!” Urlò la prof guardandomi male, chiusi shugo chara e mi dedicai a lei.
“Che c’è?” Risposi scocciata, forse c’erano novità su gli shugo-chara di Amu scomparsi; e questa mi interrompe.
“Ti squilla il cellulare da circa venti minuti!” Si lamentò lei, e la classe iniziò a ridere. Lanciai un’occhiataccia in generale facendo azzittire le ragazzine, che ancora rosicavano siccome solo un’ora fa Louis aveva preferito me a loro. Guardai il cellulare, vero. Mi alzai senza dar conto alla prof, e uscii. Ero proprio una cattiva ragazza. Era un messaggio di Harry; ora tutti avevano il mio numero!
               
Ho una tua foto; giochi a twist con me e Zayn. Se non vuoi che la faccia
                         vedere a Louis raggiungimi in bagno.
                                           I <3 U xx

 

Sbuffai. Ci mancava solo il pazzoide riccio. Mi feci coraggio, se Lou avesse visto quella foto per me sarebbe stata la fine. Non poteva vedere quella foto proprio ora che stavamo incominciando a legare, proprio ora che avevo deciso bene o male di fidarmi. No; non era affatto giusto.
“Ma guarda chi si rivede.” Commentò lui con un sorrisetto sadico sul volto, lo guardai in malo modo.
“Cos’è un ricatto!?” Sbottai io cercando di tirargli uno schiaffo, ma lui mi bloccò la mano.
Pensavo che mi sarei potuto fidare di te.” Continuò bruscamente lui  con un tono deluso. Abbassai lo sguardo, ero consapevole d’aver sbagliato. D’altronde Harry era così strano.
“Scusa ok?! Ma io tengo a Louis.” Sussurrai continuando a guardare le mie scarpette da ginnastica, Dio, dovevo portarmi la felpa di Tommo a scuola si moriva di freddo.
“Non voglio le tue scuse. Da oggi farai tutto quello che ti dico, o farò vedere questa foto a Lou.” Finì facendomi guardare la foto dove c’ero io sotto il moro; arrossii di botto concentrandomi sulle mie scarpe.
“Non è giusto!” Bofonchiai io passandomi una mano fra i capelli.
“Non è giusto che chiunque persona io conosca alla fine mi tradisca per Louis.” Sospirò lui guardandomi sempre in modo più atroce.
“TU GLI HAI FREGATO LA RAGAZZA.” Per fortuna, sennò ora il mio Lou sarebbe ancora fidanzato.
“Lei mi saltò addosso, e Louis sa benissimo che mi manca.” Stette un attimo in silenzio, poi prese un respiro. Dio; dovevano tornare amici. Anche se non sapevano com’erano insieme, le leggende su di loro erano tutte meravigliose, e a me  stare tra due fuochi proprio non piaceva.
“Harry..” Sussurrai sfiorandogli una sua manona, lui fece un sorrisetto beffardo.
“Non mi freghi, principessa.” Sussurrò avvicinandosi fino a darmi un piccolo morso sul labbro inferiore, lo allontanai di botto.
“Non chiamarmi in quel modo, e stammi lontano.” Gli urlai facendo qualche passo in dietro, lui ghignò una seconda volta.
“Oggi pomeriggio vieni in fumetteria, devo mettere a posto tutti i manga nuovi e non voglio farlo da solo.” Finì lui uscendo dal bagno, mi guardai intorno. Stupido Harry, stupido Londra! Ritornai in classe che la lezione era già finita, poco importava religione non influiva sul voto finale. In seconda ora avevo filosofia, stavo in classe sii con Harry che con Louis. Mi sedetti vicino alla mia carota, era ovvio. Lui mi aveva tenuto il posto; ad entrambi filosofia un po’ piaceva. Insomma, tutto era meglio dell’algebra.
“Come ti è andata la mattina?” Mi chiese spostandomi un capello dietro l’orecchio, sorrisi al contatto della sua mano sulla mia pelle.
“Diciamo, a te?” Gli chiesi sapendo d’esser arrossita, la prof era già entrata.
“Male, sul compito ho scritto che non sapevo un cazzo. La prof si è arrabbiata.” Esclamò lui sbuffando, non guardammo neanche la prof; ci sedemmo molto più comodamente e lui iniziò a raccontarmi di quando odiasse la sua professoressa. La chiacchierata più bella della mia vita, ogni tanto mi sfiorava la mano e c’era costantemente un gioco di sguardi dove tutta la classe era esonerata.
“Che ne dici se domani facciamo i compiti insieme?” Chiede ad un certo punto arrossendo di poco, il cuore perdeva un palpito per ogni secondo. Stavo per morire. Sorrisi, cercando di non risultare un’idiota.
“Certo; anche perché mercoledì latino interroga.” Risposi io guardando il diario ‘comics’, lui sorrise quasi gli piacesse fare latino. Entrambi avevamo un sorrisone disegnato sul volto, e l’ora passò troppo velocemente. Io e Louis ormai stavamo sempre insieme, ogni minuto libero andavo da lui, o viceversa. Parlavamo di tutto e di niente allo stesso momento, però era proprio così tra una chiacchiera e l’altra che avevo scoperto molto sulla sua famiglia, aveva tre meravigliose sorelle anche se lui aveva sempre voluto un fratello, che fino a poco tempo fa era stato Harry.  Vidi Liam e Danielle solo di vista, avevano litigato e tra loro non girava buon’aria perciò cercai di stargli lontano, erano entrambi molto tesi; ed io non volevo un vaffanculo gratis. Niall invece stava sempre a mangiare o a giocare, così tutte le volte sapevo dove trovarlo.
La giornata volò via in un secondo, salutai tutti e mi avviai verso la fumetteria dove c’era Harry ad aspettarmi. Non volevo andarci, non sapevo cosa pensare; quello era un maniaco pure bastardo; e a me non andava per niente di stare un pomeriggio con lui. Seppur era un bellissimo ragazzo e tutte lo volevano, non significava che era anche bello dentro; anzi. Mi avviai verso la fumetteria, le gambe mi tremavano; Dio tutte a me capitavano.
“Finalmente, sei arrivata!” Esclamò lui con i riccioli sporchi di polvere, tra le mani aveva vari fumetti che cercava di sistemare sul bancone, mentre col piede spostava degli scatoloni per farmi passare.
Conciato così, sembrava quasi simpatico.

 

Me: Un grazie speciale a chiunque abbia letto,
o recensito. <3
Grazie,  *-*
E grazie a chi recensirà.
Che ne dite di Harry? Secondo voi
Emily sta meglio col ricco o BooBear?. <3
Be’ alla prossima,
peace and love;
Lisa.

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Capitolo 4
*** Amare come una bimba. ***


Amare come una bimba.



Avevo gli occhi rossi e gonfi; stupida allergia alla polvere.
Sul pavimento giacevano i manga che ancora dovevamo sistemare. Non era stato come mi ero immaginata, Harry si era messo sul serio a lavoro, mi aiutava a portare i pacchi pesanti, mi indicava gli scaffali, e mi passava i fazzoletti, non si distraeva mai, ci teneva davvero a quel negozio. Non me lo sarei mai aspettata da Harold.
“Hai i riccioli pieni di polvere.” Costatai dandogli dei fumetti da posare sugli scaffali alti.
“Non ti avvicinare o mi fai il bagno.” Scherzò alludendo ai miei rumorosi starnuti, gli diedi una leggera spinta e mi inginocchiai per posare i fumetti sugli scaffali più bassi.
“Le persone ci muoiono così.” Continuò Harold dandomi un calcio al sedere in bella vista. Mi sedetti sbuffando facendo ricadere tutta la polvere sul mio viso. Un altro starnuto. Lo sentii soffocare una risata dopo avermi scattato una fotografia. Sbuffai di nuovo e cercai di prendergli il telefono. Teneva l’aggeggio malefico in alto alzando sempre di più il suo braccio enorme, ero in punte, saltellavo, ma era inutile non ci arrivavo. Iniziai a fargli il solletico, ma non lo soffriva.
“Non metterla su twittah però!” Mi coprii la bocca, stupido modo di parlare come Louis. Arrossii leggermente, lui fece un sorrisetto. Non volevo ricordargli della mia strana situazione con Louis, cioè Lou mi piaceva, probabilmente lo amavo, insomma quel tizio era perfetto, ma Harry sembrava quasi un pulcino –seppur era alto tre metri- da proteggere.
“No, non la metterò su twitter. O il tuo  ragazzo poi pensa che poi io ti sia saltato addosso.” Commentò amaro cercando di spolverare i suoi capelli. Sorrisi, era così carino quando muoveva i ricci a ritmo.
“Vado, ti sono rimasti pochi fumetti, no?” Finii acida andandomene, ma lui mi bloccò il polso guardandomi con aria divertita. No, un altro ricatto.
“Vai a lavarti, vestiti carina. Tra poco vengo a prenderti, dobbiamo andare in un posto.”  Lo guardai a mo’ di supplica, volevo solo andare a casa e dormire; e poi erano già le sei, dove saremmo dovuti andare? Sbuffando andai a casa, Louis non si era fatto sentire, neanche un messaggio. Chissà cosa faceva. Un trillo, il telefono, Louis.
                  Guardando la tv è apparsa una pubblicità su dei nani da giardino, ti ho pensato.
                                                                           Louxx.

Lo guardai con aria storta, ma fin troppo divertita. Tolsi l’icona  del messaggio ed entrai a casa un po’ affaticata, era strano, ma mettere e rimettere manga sugli scaffali era stato abbastanza stancante.
“Amore dove sei stata?” Era mia madre, sbucando dal nulla trovandomi ancora tutta bagnata, secondo mia madre se subito dopo la doccia non mi asciugo alla perfeziona prendo il cancro e muoio.
“Con un amico.” Tagliai a corto io cercando qualcosa da mettermi, forse la felpa di Louis, no, un vestitino era troppo ‘m’importa di dove stiamo andando’, ma dei semplici shorts erano troppo ‘c’è l’ho solo io e non me ne frega niente di te.’ Alla fine optai per un jeans stretto ed un top.
“Ora dove vai?” Continuò lei guardandomi sorridente, probabilmente aveva trovato un’altra nuova ricetta.
“Da un amico ma’!” Finii dandole un bacio sulla guancia, andai in cucina in cerca di un po’ pace.
Presi il cellulare, e riguardai il messaggio, leggendolo attentamente, magari c’era un messaggio segreto come ‘sposami’ fra le parole, ma era inutile.
                                  Ho visto un ciccione con una maglia a righe, ti ho pensato.
                                                                Emilyxx.
Risposi poco dopo ridendo del mio stesso messaggio, passarono pochi secondi dall’invio e un Harry tirato a lucido busso alla porta di casa. Mi precipitai ad aprire, sforzandomi di tenere la bocca chiusa, jeans a vita bassa, e una semplice maglia grigia dei Ramones, ma era cazzutamente bellissimo. Mi sedetti in macchina, ovviamente non mi aspettavo che mi aprisse la porta, e arrivò un altro messaggio, sempre Louis.
                           Ho visto un raggio di luce, ti ho pensato.
                                                   Louisxx.

Lessi il messaggio più volte, non mi sarei voluta sbagliare, arrossii di botto e ad un tratto ebbi caldo. Non potevo credere che davvero mi avesse scritto una cosa del genere, Harry mi guardò incuriosito forse pensando che ero pazza. Gli sorrisi.
“Con chi messaggi con tanta foga?” Mi chiese il riccio guardandomi sempre più curiosa, arrossii di nuovo colta sul fatto.
“Si anche io arrossisco quando mia madre mi manda i messaggi. Sono così teneri.” Commentò lasciando perdere l’argomento, mise in moto e partimmo.
“Dove andiamo??” Continuai insistente non riuscendo a stare ferma, volevo sapere quale fosse la nostra ambita destinazione, e il motivo dei suoi bei vestiti.
“Ti farò conoscere la ragione della mia vita.” Un sorriso involontario si fece largo sul suo volto, sentii un nodo allo stomaco.
“E’ la tua ragazza?” Chiesi con un po’ di gelosia, cosa avrei fatto io se lui sarebbe uscito con la ragazza? Sarei rimasta  a guardarli.
“La amo, ma ancora non possiamo stare insieme.” Spiegò con molta calma, come se stesse parlando ad una persona con problemi, lo guardai storto.
“Perché?” Se proprio dovevo passare il pomeriggio con una squinzy, volevo almeno sapere com’era fatta, magari era simpatica.
“Lo saprai appena la vedrai.” Finì per poi stare in silenzio durante tutto il viaggio. Ero incazzata, poi un altro trillo, sempre Louis.
         Entro in una pasticceria, trovo una donna che mi dice ‘saresti perfetto per mia figlia.’
                                                                 Poi scopro   che è tua madre.
                                                           Secondo me ha ragione, Louxx
.

Leggo e rido un po’ preoccupata, mia madre ne ha combinata un’altra delle sue, be’ caro Lou neanche secondo me ha torto. Continuo a sorridere come un ebete, quel ragazzo mi ha stregato ne sono sicura.
Risposi velocemente con uno sguardo interessato da parte del riccio vicino a me.
                            Mia madre è un po’ una pazzoide, però qualche cosa giusta la dice.
                                                                            Emilyxx
.
Il Cuore mi batteva a mille, avevo paura d’osare molto, ci conoscevamo da poco, sospirai, un sospiro colmo di tutto quell’amore che avevo accumulato nel mio cuore e non riuscivo a far uscire. La macchina si fermò, e Harry aprì la sua portiera e scese, mi affrettai ad andare dal gentiluomo. Ad aprirci fu una bellissima donna, ed un uomo biondo, salutarono in fretta Harry e scapparono via. Il riccio entrò come se fosse perfettamente a suo agio, e si precipitò su una piccola, meravigliosa bambina dai capelli biondi e gli occhi azzurri.
“Halli! Halli!” Urlò lei saltandogli addosso, Dio se era bella. Rimasi un secondo a guardarla completamente affascinata.
“Lei è Emily,  ti piace?” Il suo tono era dolce e non si lamentava quando la bimba gli tirava i capelli. Guardò il riccio con aria maliziosa.
“Anzata?” Harry sorrise, io non capii cosa disse e iniziai a sorridere anche io.
“Si è la mia fidanzata, cosa ne pensi?” Commentò cingendomi i fianchi lasciandomi la bimba in braccio, capii che era lei la sua ragione di vita.
“Ti hama.” Finì dandomi tanti pizzicotti sulle guancie, cercai di darla ad Harry, ma era troppo preso dai miei fianchi e dal mio collo; all’affermazione di Lux diventai color porpora e nel frattempo cercavo di cacciare via Eddy.
“Lo so, ah Emi resti qui stanotte.” Sbuffai, posai la bimba in terra, erano già le sette meno venti; dovevo aspettarlo. Gli sorrisi, uscii aspettando con ansia la risposta di Louis, che sembrava non arrivare mai; forse avevo osato troppo. Sentii degli schiamazzi, mi voltai, era Harry  che faceva il solletico alla pargola. Scoprii che Harry era pieno di sorprese. Rientrai, la risposta non arrivava. Lux era stremata e stesa sul letto in procinto di prender sonno.
“NON ADDORMENTARTI LUX!” La sgrullò il riccio mettendo il disc ‘la Sirenetta’ dopo aver preparato i popcorn; mi guardò timoroso, mi sedetti vicino a lui prendendo la bambina in braccio. La piccola si addormentò poco dopo, e io ed Harry ci accoccolammo, stavo per prender sonno anche io e le sue spalle erano così dannatamente invitanti. Era tutta colpa di quella foto se ora mi ritrovavo a vedere un granchio canterino attaccata ad un riccio dannatamente sexy.
“Harry.. non ho il pigiama.” Sbadigliai alzandomi facendo cadere non so quanti popcorn.
“Tranquilla c’è un mio cambio qui.” Si alzò spostando delicatamente la bambina che io inizia a coccolare, tornò poco dopo a petto nudo con dei pantaloni verdi a quadri rossi; orribili.
“Tieni!” Urlò lanciandomi la maglia, dov’era il pantalone? No. Avevo le mutande con le tartarughine.
“Non urlare che svegli la bimba –urlai di rimando- e i pantaloni??” Lui si avvicinò con fare malizioso, continuava a fissarmi negli occhi, per poi posare la mano sui bottoni dei miei jeans; cercai d’allontanarlo, e finalmente se ne andò lasciandomi un bacio lascivo sul ventre.
“Non ridere delle mie mutande.” Sbuffai infine irritata, lui sorrise leggermente, scocciata mi girai e indossai la maglia enorme. La casa era piccola, aveva solo tre stanze, la cucina-camera da pranzo, il bagno, e una camera da letto. Lui mise la piccola nel lettone stendendosi vicino a lei.
“Hai fame? Se vuoi ti faccio qualche patatine fritta.” Non era tardi, ma il peso di tutti quei fumetti, e la stranezza della giornata mi piombò addosso; mimai un no e mi misi sotto le coperte con Harry.
“Harry...” Lo chiamai qualche minuto dopo, vedendo se dormiva. Aprì un occhio e mi guardò stranito.
“Che c’è?” Aveva la voce impastata di sonno, stava per addormentarsi.
“Tu ci vieni spesso qui?” Una domanda sincera, non avevo sonno, non volevo dormire e lui doveva farmi compagnia.
“In poche parole ci abito, questa bambina mi ha rapito.” Rispose anche lui sincero, non pensavo che Harold potesse essere dolce, sensibile, un buon lavoratore e simpatico.
“Ah, e comunque.. Hai delle belle gambe.” Finì sbirciando sotto le coperte, mi misi a ridere, sapevo che mi prendeva in giro di bello non avevo molto, soprattutto le gambe che erano corte, lui invece sembrava perfetto. Un trillo, due trilli, boyfrend di Justin Bieber iniziò ad investire la casa, avevo cambiato suoneria, era Louis. Risposi senza guardare il riccio che sbuffò sonoramente.
“Buonaseraraggiodiluce.” Parlò velocemente quasi avesse paura di quello che diceva.
“Ma sera.” Risposi io ancora preoccupata per il messaggio di prima.
“Dormivi?Noperchénonvolevosvegliartie..”Parlava a trombetta, troppo veloce, sentivo il suo cuore battere dal telefono; era un tipo troppo strano.
“No, tranquillo. Come mai mi hai chiamata?” Chiesi un po’ confusa col cuore che batteva a mille.
“Volevo sentire la tua voce..” Lasciò la frase in sospeso, sospirai, perché non potevo entrare nel telefonino andare da lui e baciarlo?!
“Lou.. Sei dolcissimo, ma ora devo andare.” E staccai, non so perché lo feci. Forse non potevo sopportare ulteriore amore, no, mi sentivo una merda. Mi sentivo come se lo stessi tradendo. Dio. Io non amavo Harry Edward Styles anzi lo odiavo.
“Harry scusa..” Mi alzai dal letto, ero confusa. Era stata una giornata fantastica, ma Louis. Louis non c’era stato nella mia giornata, e non era sbagliato?
“Ma ti amo.” Continuò la piccola Lux interrompendomi, sii io che Harry la guardammo strano. Non aveva mai parlato così bene. Harry mi guardò malizioso, sorrise “si dice che Lux legga nel pensiero.” Ovviamente non era vero, quella bambina non aveva poteri paranormali, ma lo sguardo penetrante di Edward mi leggevano nel pensiero. In quel momento volevo essere in Lux, poteva stare con Harry tutto il tempo che voleva, dirgli ti amo, e stare con lui, però poi sarebbe sempre potuta tornar dal suo papi.
“Emi?” Harry mi riportò alla realtà preoccupato, avevo bisogno di Liam. Lo guardai dispiaciuta, mimai un scusa, e uscii di sera, con solo la maglia del pigiama chiamando continuamente Liam. Lui era strano, ma certamente avrebbe potuto capirmi.
“Lisa?” Risponde, per fortuna. La sua voce è sconcertata, forse non sapeva neanche che avevo il suo numero.
“Liam ti prego ho bisogno di te.” Urlai per telefono sotto una palazzina gialla che avevo raggiunto a furia di correre via.
“Ti vedo da casa mia.” Urlò corredo sotto casa, mi accorsi che erano appena le otto; aveva gli occhi gonfi e rossi. Si soffermò un secondo sopra le mie cosce, e poi m’invitò ad entrare.
“Perché hai gli occhi lucidi?” Chiesi entrando in casa sua, ad un tratto mi chiesi cosa pensava mia madre nel non vedermi tornare.
“Lasciamo stare, mi spieghi perché sei venuta sotto casa mia a ‘st’ora?” Chiese un po’ preoccupato, io gli sorrisi.
“Sai tenere un segreto?” Fortunatamente la sua famiglia era andata a cena fuori, mentre lui era rimasto a casa a piangere. Volevo sapere a tutti i costi cosa gli dava così tanta pena. Annui, e indicò di andare avanti.
“A me piace Louis!” Dissi velocemente chiudendo persino gli occhi, lo sentii ridere.
“Ma davvero?” Chiese in modalità ‘capitan ovvio’, lo guardai un po’ arrabbiata poi sorrisi. Solo ora mi accorsi di quanto era carino.
“Solo che, sono confusa, Harry..” Bisbigliai passandomi una mano fra i capelli, lui sorrise un’altra volta, prese la mia mano fra le sue.
“Devo dirti un segreto, è una cosa che non mi fa dormire..” Bisbigliò abbracciandomi, l sentivo piangere, mi strinsi a lui, cosa poteva esser mai?





Me: SCUSATE IL RITARDO.
Ma sto affogando fra le tesine,
vorrei ringraziare in particolar modo:
-Tattii
-Erica GJ
-Itscactus
-Cylan
E
-Franceskik.
E grazie a voi che aggiorno :’D
Spero di rivederci al prossimo capitolo hem..
Cosa sarà ‘sto segreto??

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Capitolo 5
*** Dimmi di no. ***


Dimmi di no.


Liam si torturava i capelli e si guardava intorno con fare agitato, quasi temesse che qualcuno potesse sentirlo, o vederlo. Mi porsi verso di lui per rassicurarlo, tremava.
“Giuri di non dirlo a nessuno?” Sussurrò asciugando qualche goccia di sudare che rigava il suo viso perfetto.
Sono in quel momento notai il fisico scolpito di mr.Payne o lo sguardo magnetico che usava per ipnotizzare le ragazze, come farfalle nella tela del ragno.
“Ho lasciato Danielle.” Venne fuori così, quasi stesse ordinando un panino da mc’Donald; lo guardai furioso. Non conoscevo perfettamente Danielle, ma la conoscevo abbastanza da amarla. Certo era un po’ stupida, ma aveva carattere, sapeva sempre come rispondere o cosa fare; era perfetta e un po’ a lei mi ero affezionata. Non volevo che quei due non stessero insieme, erano perfetti cazzo!
“P-Perché?” Balbettai incredula guardandolo con aria spaventata e un po’ arrabbiata, forse semplicemente aveva la febbre o forse aveva sbattuto la testa contro un muro.
“Parte, va via, a New York. Dice che solo lì potrà avere un occasione per ballare, partirà dopo domani dopo la festa d’addio che sta preparando.” Bofonchiò come se a lui della riccia non gliene fosse mai fregato un cazzo, quel suo comportamento m’infastidii. C’era un’altra, per forza.
“Liam, lei è perfetta! Poi, potrai sempre andare da lei no?” Cercavo di fargli cambiare a forza idea, ma era inutile. Uf, Payne cosa perderai.
“Emily zitta! – Urlò guardandomi male.- Fai parlare me ok?” Non mi diete neanche il tempo di rispondere che riprese la parola, Payne impazziva. “Ieri sera mi chiama, allora mi precipito da lei sapendo benissimo che la nostra relazione deve finire. Stiamo insieme da troppo, e a me lei non piaceva più; per di più i litigi aumentavano, però andai lo stesso da lei. Mi apre in intimo, mi salta addosso, mi bacia, la assecondo ovviamente, solo che, ecco non mi piace. Io e lei abbiamo lavorato altre volte, stavolta però era diverso. Mi faceva quasi schifo.” Cercai d’aprir bocca, magari mr.Payne quel giorno era semplicemente ritardato, o chissà cosa; però riprese a parlare.
“Dopo un po’ me ne vado, capisco che il mio posto non è quello. Cammino per molto tempo, finché non mi ritrovo fuori casa di Zayn. Fisso la porta, e ricordo che proprio sulla soia di quella porta io correvo dalla mamma di Harry cercando di incularmela e Louis mi strillava mentre sottraeva del cibo all’irlandese, eravamo dei pazzoidi, ma ci volevamo bene. Ero così tentato di bussare, poi però mi ricordai di lui, Harry e Louis. Mi bloccai però non me andai. Dopo poco uscì uno strano biondino, mi guardò stranito, mi fissava anzi, poi si avvicinò. –Prese una pausa.- Mi baciò, ed è stato il bacio più bello di tutta la mia esistenza.” Aprii la bocca, ma lui me la tappò con una mano e cercò spazio fra le mie braccia, lo abbracciai più forte che potevo, piangeva. Liam Payne era il ragazzo più serio e stupido che io abbia mai conosciuto, sempre disponibile e pronto a sfoggiare costantemente un sorriso perdifiato. Era perfetto, bellissimo, dolce, un po’ pirata un po’ principe azzurro; era un ragazzo sprecato eppure lo stringevo sempre più forte.
“Emily, ora però mi devi aiutare a compiere un esperimento.” Disse allontanandosi un po’ guardandomi serio, ero spaventata. Sorrisi guardandolo massaggiarsi di nuovo i capelli; stava per chiedermi qualcosa di stupido, me lo sentivo.
“Farò tutto ciò che devo fare.” Sospirai pensando al peggio, non volevo vestirmi da clown e andare in giro come una stupida. Però lui era così tremendamente dolce.
“Baciami.” Concluse avvicinandosi, mi allontanai guardandolo in malo modo. Lui mi guardò incuriosito un po’ supplichevole, lo allontanai mettendogli un piede in faccia. Lui scoppiò a ridere.
“Ora devi starmi a tre metri di distanza.” Urlai scappando via, lui rise ancora più forte iniziando a rincorrermi; poco dopo mi raggiunse cadendomi addosso. Era più veloce di me, e troppo grosso e forte per spostarlo. Forse avrei potuto baciarlo, insomma era gay non avrebbe dovuto provare nulla.
“Baciami.” Sussurrò all’orecchio mordicchiandomi la guancia, stavo diventando tutta rossa ed era inutile cercare di spostarlo.
“Perché?” Chiesi inacidita, mi infastidiva quando qualcuno mi cercava di dare degli ordini; soprattutto quando poi cercava di baciarmi a buffo. No, non andava proprio bene.
“Magari il bacio di quel ragazzo era solo una coincidenza, se ti bacio e provo qualcosa non sono frocio, ma se non provo niente be’ troveremo una cura. Ok?” Una cura? Le sue parole erano tremendamente tristi; se non mi fosse stato sopra pretenzioso di un bacio lo avrei abbracciato fino a farlo soffocare. Aprii la bocca per protesta, ma lui si fiondò con le sue labbra. Cercai di mandarlo via, ma non mollava la presa; dopo poco iniziai ad assecondarlo finché non lo staccai definitivamente. Se avrei baciato mio fratello avrei provato più emozione, lui però rideva, probabilmente quella di ieri era solo una stupida impressione.
“Cazzo, abbiamo un problema.” Finì poco dopo aiutandomi ad alzarmi, lo guardai preoccupata poi scoppiò di nuovo a ridere.
“Emily, ti prego dormi con me e dirmi che sono normale.” Mi strinse di nuovo a lui e mi trascinò sul letto. Sbuffai cercando con lo sguardo il mio cellulare disperso nei meandri della casa.
“Sei normalissimo, però devo tornare a casa. Io sta notte l’avrei dovuta passare con Harry!” Urlai dall’altro capo della stanza raggiungendolo , lui mi guardò sbigottito non credendo a ciò che aveva sentito. Subito pentita mi tappai la bocca. Cazzo, odio la mia lingua lunga.
“Harry?” Continuò urlando quasi arrabbiato, mi avvicinai a lui tremante col cuore che batteva a mille, non per amore, ma per la paura.
“E’ quello che ho cercato di dirti quando sono venuta da te.” Cercavo di giustificarmi in qualsiasi modo, mi torturavo le mani, cazzo avevo paura e lui aveva uno sguardo di fuoco.
“Emily hai già dimenticato tutti i racconti antiHarry che ti abbiamo riservato? Non puoi farlo, a Louis piaci si vede, e se tu ti metti con coso per lui sarà un altro tradimento. Dio, vieni a letto domani litighiamo.” Si appollaiò sul letto guardandomi attentamente, io mi sedetti vicino a lui e tutto mi investì come un’onda enorme. Harry, Louis, e ora Liam. Non dovevamo prendere sul serio il fatto che fosse omosessuale siccome magari si sbagliava, magari era solo un desiderio diverso dal normale. Lui guardava la tv fingendo che non fosse un problema suo, forse si accettava così, sapevo che aveva solo bisogno d’amore, amore e comprensione. Mi avvicinai a lui mezzo addormentato, si era tolto i vestiti per dormire più comodo; io non arrossii per me era peggio di un fratello anche se poi lo conoscevo da pochissimo. Mi appisolai vicino a lui, tremava ancora, forse aveva paura.

Mi svegliai coccolata dall’odore di frittelle fritte e dal vibrare del mio cellulare abbandonato per terra, allungai una mano verso il lato destro del letto, Liam non c’era, sicuramente stava facendo le frittelle.
Con  un po’ di forza, senza lasciare il letto però, presi il cellulare soffocando una risata trovando più di trecento messaggi e centodue chiamate perse. In un attimo sbiancai pensando che forse mia madre si fosse ricordata di avere una figlia. Iniziai a scorrere lungo i messaggi ridendo, erano tutti di Harry, qualcuno di Niall e pochi di Louis. Più leggevo, più Styles mi preoccupava.
- Volevo rincorrerti, ma Lux ha ricominciato a piangere. Miauh xx-
- Ho chiamato tua madre, e non sei  a casa. Dove sei?-
- Dove cazzo stai?-
- Ti hanno rapita? Se non rispondi entro un’ora ti vengo a cercare.-
- E’ l’una, ti cerco da un’ora. Ti prego dimmi dove sei.-
- Porca merda, chiamo la polizia.-
- Ho Lux che piange come una deficiente, gli manchi.-
- Cazzo, se ti hanno rapita fai uno squillo.-
- Sono le tre del mattino sto in commissariato.-
- Ti troverò tranquilla. Xx-
- Il poliziotto non mi crede. Continuo a cercarti io.-
- Ora sono seriamente preoccupato.-
Il riccio continuava così per altri duecento messaggini, uno più idiota dell’altro. Era strano, non mi aspettavo che anche lui avesse una tale dose di dolcezza in colpo. E il suo gesto, inaspettato quanto imprevisto mi fece salire l’umore a mille. Più giù, meno recenti c’erano i messaggi di Tomlinson, erano solo cinque. Con il cuore in gola iniziai ad aprire il primo messaggio con la lentezza pari ad lumaca, quasi dovessi disinnescare una bomba.
- Non riesco a dormire, ho freddo ‘qualcuno’ deve riscaldarmi (tu.)- Il cuore prese a palpitarmi, quasi dovesse esplodere. Ero diventata tutto rossa e continuavo a rileggere il messaggio per paura di aver solo immaginato un messaggio così cazzutamente perfetto. Andai avanti di fretta curiosa, con  il cuore che impazziva ancora di più. Avrei potuto morire.
- Sto diventando un pinguino, pì, pì.- Ridevo come una stupida, era strano, quel ragazzo ormai era padrone del mio cuore; andai a quello successivo.
- I pinguini non fanno pì pì. Come fanno???-
- Pipì semmai lo fa un pinguino che deve andare in bagno.-
- Ora ti lascio dormire, notte, anche se ho freddo. Pì pì.-
Mi rotolavo dalle risate, quanto poteva essere credibile un ragazzo che all’una di notte si chiedeva quale fosse il vero del pingiuno? Non era normale lo sapevo, ma a me lui piaceva così. Pazzoide, stupido, e irresistibile com’era.
“Oddio, ti prego almeno non ti sciogliere sul mio letto.” Commentò ironico Liam ridendo, porgendomi un vassoio pieno di frittelle. Lo guardai con sguardo gratificante e iniziai ad ingozzarmi.
“Oggi dovremmo andare  a scuola. La saltiamo però. Insomma, Emily, forse dovrei cambiare città.” Sputò all’improvviso il moro facendomi strozzare con la mia frittella. Lo guardai disorientata, con le lacrime agli occhi. Non glielo avrei MAI permesso.
“Cosa perché?” Sputai un po’ di frittella mangiando e lui iniziò a ridere, si sedette vicino guardandomi ancora mangiare; mi stava risalendo tutto su. Forse avrei dovuto limitarmi a mangiare i cereali.
“Non so, Emily ho paura. Tu hai capito che in me c’è qualcosa di sbagliato vero??” Urlò sdraiandosi. Mise le mani sulla faccia come a coprirsi il suo perfetto volto. Lo guardai con un sorriso materno, e iniziai a giocare con i suoi capelli.
“In te non c’è nulla di sbagliato, tu sei perfetto così.” Sussurrai cercando di tranquillizzarlo, si passò una mano sul petto nudo e poi di nuovo in fronte. Il fatto che non riuscissi a staccare lo sguardo dai suoi occhi nonostante il suo fisico statuario, notava di quanto inumanamente quel ragazzo fosse bello. Mi prese una mano e la strinse forte al petto.
“Promettimi una cosa.” Sussurrò non lasciando andare la mia mano, mi abbassai per sentirlo meglio siccome la sua voce si era trasformata in un sussurro roco, quasi percettibile.
“Cosa?” Dissi fin troppo pronta, sorrise di nuovo; un sorrisetto sghembo. E che sorrisetto sghembo.
“Promettimi che ci sarai, sempre.” Finì affogandomi col suo guardo, rimasi qualche secondo in silenzio; le sue labbra mi distraevano a tal punto da dimenticare di cosa stessimo parlando.
“Lo prometto, almeno che tu non ci prova con Louis. Allora quello è un altro paio di maniche.” Scherzai, incupendolo però. Non potevo guardarlo così, mi straziava il cuore. Gli montai sopra e iniziai a fargli il solletico, facendo sbucare un grosso sorrisone sul suo viso. Lui però dopo poco, cambiò posizione, finendo sopra ed esagerando col solletico. Dopo parecchi minuti passati così, fra le risate e la gioia che sapevamo sarebbe  svanita appena i nostri piedi avrebbero sfiorato terra, proprio prima di staccarci e tornare alla normalità si aprì la porta della camera. Era Danielle con dei cornetti in mano.

Me: Scusate se ci ho messo troppo,
ma  dovevo finire e studiare le tesine >-<
Be’ cosa ne pensate di Liam?  Ò.ò
E’ gay… Ma di chi sarà innamorato?
E poi, sarà gay ma si comporta in modo strano con Emily no?
Oppure vogliamo parlare della dolcezza di Harry?
E i messaggi stupidi-dolci di Louis?
Nei prossimi capitoli comparirà Eleanor  Calder >_< 

Fatemi sapere cosa ne pensate,
grazie di tutto.
Alla prossima. <3

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Capitolo 6
*** Equivoci. ***


Equivoci.

 

 

Pelle olivastra, occhi scuri, un corpo da modella, dei capelli ricci costantemente perfetti come se fosse appena uscita dal parrucchiere, un vestitino blu elettrico che appena arrivava sopra le ginocchia, e la bocca spalancata per dimostrare quanto fosse sbalordita. Danielle Peazer era appoggiata alla porta di mogano che divideva noi e lei. Cercai d’alzarmi frustata, era stata una cattivissima idea; ma le braccia di Liam troppo forti per me non mi lasciarono andare. Poggiai il mio sguardo su di lui, notando che fissava l’orizzonte dalla finestra sul retro; forse anche lui come me in questo momento sperava di scomparire. Puf. Però gli interminabili secondi passavano, e noi rimanevamo sempre li.
“Non posso crederci. Ecco perché non ti è dispiaciuto nemmeno un po’ che andassi via.” Costatò lei, sfiorando il suo braccio con la sua mano destra. Ci guardò per qualche minuto, con sguardo colpevole. Era arrabbiata, ferita e soprattutto disgustata.
“Danielle, non è affatto come pensi. –Annaspavo, siccome non sembravo credibile neanche a me stessa.  La mia voce uscì roca, aveva la gola secca.- E’ tutto in equivoco.” Finii spostando Liam, che si fece togliere facilmente per alzarmi. La mora rideva, guardandomi come se stesse assistendo ad un film horror.
“Emily, non me lo aspettavo da te. Povero Louis, non se lo meritava.” Sussurrò fulminandomi con uno sguardo di ghiaccio, poi passò a Liam che sorrideva, lo guardai sbalordita così come la riccia che dopo un secondo girò i tacchi e se andò.
“Danielle, davvero stavamo solo giocando!” Urlai rincorrendola per le scale, ma lei non si fermò e continuava a correre davanti a se; era troppo veloce. Mi lasciai cadere sugli scalini e sbuffai rassegnata, una mano mi accarezza i capelli, è Liam, involontariamente gli sorridi.
“Chiama Louis, e digli che è solo un equivoco!” Urlo alzandomi e nel contempo fulminandolo con lo sguardo, lui soffoca una risata e mi prende per i fianchi portandomi contro se.
“Non puoi fare così solo perché sei più forte, è ingiusto.” Mi lamentai io cercando di staccarmelo da dosso, ma lui ridendo continuava a stringermi, sospirai e mi lasciai cullare dal suo abbraccio. Dopo un po’ mi lasciò andare e prese il telefono per chiamare il mio pinguino. Il mio telefonino ricominciò a vibrare e un po’ stufa di tutti questi messaggi iniziai col leggere il primo di Harold.
-  Liam? Danielle si è inventata tutto vero? Zayn.- Non era Harold, ma il suo amichetto. Possibile che la voce sia arrivata fino al ragazzo più figo dell’intero paese?
- Danielle ha frainteso tutto ._.- Mi sbrigai a scrivere, forse facendo anche qualche errore di battitura; ma non importava. Se la voce in meno di due minuti era arrivata a Zayn, di sicuro anche Louis lo sapeva.
Il cellulare riprese a vibrare, pensavo fosse la risposta di Zayn, invece era una chiamata dal gatto pazzo, Harry. Mi allontanai da Liam, sapevo che si sarebbe arrabbiato e risposi.
“ Gattina dispettosa, ora ti piace Liam?” Rispose urlando sovrastando le urla di baby Lux, forse piangeva.
“No, Danielle, stupida civettuola ha capito tutto male!” Sbottai io dando un calcio al cestino davanti a me, mi feci pure male. Giornata di merda.
“Che è civetta lo sapevamo tutti, quanto sei stupida. Come farai con Louis?” La sua domanda era completamente inaspettata; ma cazzo era così evidente che mi piaceva Louis?
“Non lo so, gli dirò che non è affatto vero.” Sbuffai cercando con lo sguardo Liam, non lo vedevo probabilmente ora parlava al telefono con Louis.
“Emily, vieni a casa mia entro venti minuti.” Finì lui staccandomi il telefono in faccia; sbuffai sonoramente. Pensavo che ormai la storia dei ricatti era finita, e invece qualcosa mi diceva che sarebbe continuata per moolto tempo. Liam era seduto comodamente in poltrona a guardare un film, lo guardai sconvolta, Dio quel ragazzo aveva seri problemi mentali.
“Liam io vado. – Alle mie parole si alzò dalla postazione relax e mi venne incontro- Devo andare.” Finii correndo via, lui però era troppo veloce. E per la seconda volta in una mattinata ero di nuovo incastrata tra lui e il muro.
“Dove corri?” Sembrava aver capito che stavo andando da Harry, mi stava praticamente fulminando con lo sguardo. Sbuffai, non era giusto così però.
“Devo andare da Harry.” Risposi sicura cercando di far pesare il ‘devo’, speravo non replicasse e mi lasciò andare.
“Vengo con te, prendi la mia macchina.” Lo guardai sbalordita, poi mimai un no.
“No stupido! Non puoi, ci devo andare io da Harry, non tu.” Urlai fulminandolo con lo sguardo.
“Ti accompagno solo, giuro, non entrerò.” Non ti arrendi mai eh Payne? Sbuffai, mimai di no.
“Liam! – Urlai, ma lui mi fece gli occhi dolci.- Solo perché non ho la macchina.” Risposi fredda entrando nella sua panda blu, mi scorrazzò fino a casa di Harry a dieci minuti da lì, con la macchina cinque. Era strano che tutti vivessero così vicini, eppure non si parlassero. Il riccio mi aspettava fuori la porta di casa sua mentre guardava con occhio vigile Lux che giocava ai suoi piedi, appena vide il moro che mi faceva da spalla sbiancò. Scesi dalla macchina con premura, sperando che Liam non mi seguisse; e ovviamente mi seguì.
“Cosa cazzo ci fai a casa mia?” Ringhiò Harry avvicinandosi al moro; mi misi fra tutti e due pregando che non mi spiaccicassero.
“Sto dove cazzo voglio, e non sono affari tuoi.” Rispose l’altro a tono avvicinandosi sempre di più al riccio, allargai anche le braccia; mi avrebbero spiaccicata me lo sentivo.
“Vai via da casa mia.” Ringhiò più forte il riccio; schiena contro il muro e pugni chiusi. Cazzo, le cose si stavano per mettersi male. Liam non si mosse dalla sua posizione attuale, sbuffai.
“Harry, non l’ho portato io è venuto da solo. Però non può starci anche lui?” Chiesi con un sorrisone a trentadue denti sperando di convincerlo, il riccio scoppiò a ridere.
“Emily sbrigati non ho mica tutto il giorno!” Urlò Zayn apparendo davanti a me facendomi quasi collassare, indossava un jeans stretto il quale fasciava a meraviglia i suoi muscoli, e sopra aveva una semplice maglia bianca a maniche corte che però lasciava intravedere i suoi muscoli; si lasciò sfuggire una risatina ed io ripresi il mio contegno.
“Per fare cosa?” Chiesi ancora un po’ intontita, il moro sbuffò guardando male Harry che non mi aveva raccontato niente. Mi portò dentro facendomi sedere sul divano di velluto, seguita da Liam  e il riccio.
“Io ed Harry vorremmo partecipare ad un concorso canoro, ma ci mancano delle voci e il chitarrista, e so che tu suoni molto bene la chitarra.” Spiegò calmo il ragazzo dagli occhi scuri guardandomi con uno strano sorrisetto sul volto, sbuffai, presi la chitarra che era ai miei piedi e intonai qualche canzone che facevo spesso. Era vero, amavo quello strumento, suonando esso mi sembrava di poter toccare il cielo con il dito, mi sentivo libera. Liam applaudì e Zayn aveva la bocca aperta, fortunatamente a lui la presenza di Liam non gli aveva fatto né caldo né freddo.
“Perfetto! Sei presa!” Urlarono tutti e tre entusiasti, io li guardai sorpresa; soprattutto Liam che si era lasciato trasportare.

Without love I wake up in the morning,

without love I am lost in dreams,

I lead my life without love, always looking for you.

Please come back to me and give me a bit 'of your love

so i no longer the girl without love.” Intonò Liam sorridendo, non pensavo che al mondo ci fosse un’altra persona che conoscesse quella canzone, sbalorditivo; e poi la sua voce era veramente meravigliosa. Ero sicura fosse lirico, ma non pensavo fosse anche così bravo, e non ero stata l’unica ad accorgersene.
“Forse potrei partecipare anche io, cosa si vince?” Chiese veramente interessato il moro, facendo ridere Zayn; non si metteva affatto bene e mia madre non sapeva che non stavo a scuola. Fa niente, non avevo più bisogno di giustifiche tanto.
“Si vincono seimila euro, e un incontro con Justin Bieber che farà il presentatore.” Prese parola il riccio guardandolo con aria di sfida, i miei occhi si illuminarono. Un incontro con Justin Bieber? Sorrisi come un ebete, il mio matrimonio era vicino, avrei partecipato e anche vinto. Perciò, non potevo permettermi un avversario come Liam.
“Liam, perché non facciamo un gruppo e stai con Harry e Zayn?” Chiesi attirando lo sguardo di quei su di me, mi avrebbero fucilato.
“Non lavoro con le merde.” Rispose Liam guardandolo male. “E non dovresti lavorarci neanche tu, vieni con me.” Cercò di convincermi, lo guardai male sbuffando.
“Non sarebbe giusto. –In realtà non potevo o la mia foto compromettente di Zayn e me avrebbe fatto il giro dell’Europa.- Loro me lo hanno chiesto per primi.” Cercai di giustificarmi, ma sapevo benissimo che Harry sapeva perché avevo rifiutato di andare con  Liam, il quale se ne andò lasciandomi un bacio sulla guancia e l’occhiolino. Zayn quasi sussultò quando Liam si avvicinò a me, lo guardai curiosa cosa gli passava per la mente?
“Ora andiamo a scuola, non voglio che tu perda un altro giorno di scuola.” Disse Zayn portandomi nella sula porche metallizzata, lo guardai curiosa, Dio se era premuroso. Il riccio invece rimase a casa dicendo che in fumetteria aveva ancora del lavoro da svolgere; mi chiesi perché i loro genitori non c’erano mai.
“ Hai passato la notte con Liam?” Chiese tutto ad un tratto il moro guardandomi, quasi volesse capire cosa pensassi attraverso le mie espressioni. Arrossii imbarazzata.
“No! A lui diciamo che non posso proprio piacere.” Mi giustifica guardando fuori dal finestrino, non potevo permettermi il lusso di guardarlo o mi avrebbe catturato con il suo fantastico sguardo, o sorriso, o, be’ lui era perfetto.
“Ho saputo che si è lasciato con Danielle.” Continuò guardandomi sempre più insistentemente, forse si aspettava che mi sarei girato per guardarlo in faccia.
“Si, non gli piaceva neanche lei.” Dissi cercando tutta la mia forza di volontà per non perdermi nel suo sguardo. ‘Continua a guardare fuori’ mi ripetevo un po’ insicura delle mie doti auto-persuasive. Lui se ne accorse e soffocò l’ombra di una risata, mi irritai  e lo guardai contrariata, ma ormai già aveva lo sguardo fisso sull’asfalto attento alle macchine.
“Dovresti allacciare la cintura.” Concluse porgendosi su di me per allacciarmi la cintura, io sbiancai e gli urlai di riprendere il volante. Straordinario, nonostante avesse perso di vista la situazione per qualche secondo la macchina non era neanche andata fuori strada. Gli alberi sembravano macchie indistinte, e tutto ciò che superavamo sembrava estremamente confusionario, lo guardai distratta cacciando un urlo quando notai la velocità, più di centosessanta.
“ZAYN. RALLENTA.” Urlai coprendomi  il volto con le braccia e rannicchiandomi sul sedile cercando il più possibile di coprirmi, lui scoppiò in una fragorosa risata e con non-chalance prese ad accarezzarmi il viso, lasciando il volante, e concentrare la sua attenzione su di me.
“Ti prego guarda la strada.” Sussurrai con il viso imperlato di sudore, poi ci pensai, io stavo andando a scuola, ma con me non avevo neanche lo zaino. Lui mi obbedì non smettendo però di ridere, era così bello quando rideva.
“Sei proprio strana.” Ammise aprendomi la portiera, non me lo aspettavo così gentiluomo. Scesi con cautela ancora un po’ frastornata per il viaggio ad alta velocità, lui se ne accorse e rise. Entrammo in terza ora, musica, avevamo lezione insieme. Quando entrai notai anche Liam seduto all’ultimo banco, mentre Danielle era al primo. Louis era seduto da solo ed io mi cimentai vicino a lui, mentre Zayn occupò il suo solito posto al primo banco. Mi fece un occhiolino che notò tutta la classe, e tutte le ragazze lì presenti iniziarono ad inveire contro di me; ottima mossa Malik.
“Nottata focosa con Liam eh?” Scherzò il ragazzo dagli occhi blu ridendo, era rilassato, strano.
“Non dovresti essere arrabbiato?” Chiesi sinceramente confusa, facendolo sorridere.
“E’ dal primo superiore che Liam è così, solo ora però lo ha ammesso. Perciò per me puoi fare quel che ti pare con lui!” Scherzò lasciando finire il tutto in una fragorosa risata, fregandosene altamente del professore che ormai ci ignorava. Né io né Lou avevamo il libro, perciò il nostro banco era praticamente vuoto.
“Zayn mavaffanculo!” Urlò Niall con le lacrime agli occhi, subito Liam e Louis si alzarono. Il professore cercò di portare la calma annaspando qualche cosa, ma nessuno gli prestava attenzione.
“Cosa cazzo gli hai detto, stronzetto?!” Urlò Louis correndo verso Zayn, solo quel giorno mi accorsi di quanto fosse veloce quel ragazzo. Zayn chiuse i pugni e si posizionò come per attaccare, Louis ghignò fulminandolo con lo sguardo. Appena Louis si preparò a dare un pugno, Liam glielo bloccò mettendosi davanti al moro.
“Louis, fermati.” Urlò Liam cercando di farci ragione, io mi alzai e andai ad abbracciare il biondo che piangeva. Lo strinsi forte a me ringraziandolo mentalmente per le belle chiacchierate in pullman, lui dopo poco ritornò a sorridere.
“Adesso basta, venite tutti con me!” Urlò la preside che era stata chiamata dal professore, sbuffammo all’unisono e a testa basta entrammo nell’ufficio della preside.
“Cari signorini, e a quanto pare nuovo acquisto, anche signorina. Siccome è da un anno che continuano queste stupide guerre tra di voi, stavolta farete vincere alla scuola l’importante trofeo dell’HighSchoolMusic, che quest’anno ha bandito un concorso. Il premio a denaro sarà vostro, ma mio il trofeo. Farete un gruppo composto da Liam James Payne, Louis William Tomlinson, Zayn Jawaad Malik, Niall James Horan, Harold Edward Styles, e Emily Swan?”
Mise un punto interrogativo sul mio cognome; il cognome di mia madre era Meroni, quello di mio padre Swan; da tutti mi facevo chiamare solo Emily siccome cercavo in tutti i modi di rinnegare mio padre.
“Esatto.” Confermai facendo sorridere la preside.
“Oggi alle quattro vi voglio tutti nel mio garage, farete le prove lì. Informate anche Harold, che è assente.”

 

 

Spaziome: Ritornata :33
E ci ho messo pure poco e.e
Scusate se mi sono lasciata trascinare ho scritto un po’ di più >_<
Be’ cosa ve ne pare di farli lavorare tutti e seeeeei insieme? Ò-ò
Ehm, ehm, eh che ne dite di Justin Bieber come presentatore-giudice? *O*
Muahhaahha, al prossimo capitolo e grazie a chiunque legga. <3

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Capitolo 7
*** Lavoro di squadra. ***


Lavoro di squadra.

 

 

 

Il garage della signorina Tsunade, detta da tutti Tsu-Tsu puzzava di pesce marcio, ed era anche pieno di polvere; così non facevo altro che starnutire e smocciolare da tutte le parti. Fortuna che dovevo solo suonare la chitarra. Harold si toccava in continuazione i capelli sbuffando e Zayn cercava di calmarlo sussurrandogli qualcosa di dolce all’orecchio, Liam interrogava Niall cercando di capire cosa gli avesse detto quella stessa mattina Malik; mentre io aspettavo che il signor Tomlinson si decidesse a venire da noi.
“ Dove caspiterina è Louis?” La preside entrò a sorpresa facendoci sussultare tutti, Harry vedendola si precipitò su di lei, lasciando Zayn a metà tra un abbraccio.
“ Tsunade.” La chiamò per nome, facendola girare verso di lui già mezza arrabbiata. “ Spiegami perché cazzo sono nel tuo garage.” Urlò furioso non distogliendo mai i suoi occhi verdi, da quelli scuri della preside.
“Harry – lo chiamò con dolcezza, con una strana intimità.- Calmati, e vieni con me.” Lo invitò ad uscire, ovviamente voleva restare sola con lui; non potevo davvero crederci che una donna di quarant’anni fosse veramente andata a letto con Harry, le  voci giravano, ma avevo sempre pensato fosse tutta una cazzata; seppur Tsunade si portasse i suoi quarant’anni perfettamente. Nella stanza, improvvisamente piombò il silenzio. Eravamo tutti in palese imbarazzo, e solo Zayn sembrava sapere se quei due si frequentassero o no.
“ Eccomi!” Louis entrò correndo e parlò con l’affanno. Purtroppo, più che buffo ai miei occhi risultava dannatamente sexy.
“ Finalmente.” Sbuffò Niall indicando il suo stomaco che brontolava, scoppiammo tutti a ridere; anche Zayn che fino ad ora era rimasto a distanza da noi. Dopo pochi minuti trascorsi a ridere, e litigare su alcuni fumetti la preside rientrò, ed Harry subito dopo di lei con sguardo affranto. Probabilmente aveva provato in tutti i modi di ritornare a casa, ma Tsunade era incorruttibile.
“ Purtroppo ragazzi – prese a parlare lei, guardando fermamente ognuno di noi.- Qui non ci sono gli strumenti siccome sono tutti dentro casa, perciò dovrete fare le prove nel mio salotto. Ora farete una specie di audizione e cercheremo di portare una canzone perlomeno decente al concorso,  però se solo romperete un qualsiasi oggetto, che sia un bicchiere o un vaso, vi sospenderò.” Finì in modo autorevole, infondo non sembrava cattiva. Entrammo in silenzio, io tenevo stretto il mignolo di Tommo che sorrideva come un ebete, e Liam continuava ad estorcere informazioni al povero irlandese affamato. Appena entrammo ci buttammo sul divano di pelle rosso, era una casa immensa, tre piani, e un giardino enorme, c’erano anche una serie di golf-kart per arrivare dall’altra parte della residenza, cioè ad un enorme palcoscenico con tutti gli strumenti musicali al loro posto, oppure, a due passi da lì una sala di registrazione. Era tutto, dannatamente favoloso.
“ Ho tutto ciò perché mio figlio ama la musica.” Spiegò indicandoci un pianoforte perfettamente curato, non sapevo fosse sposata siccome non aveva la fede al dito.
“ E’ una dannatissima forza.” Commentò Zayn affascinato mentre si avvicinava sempre di più ad una batteria blu e rossa, e in meno di un secondo iniziò a suonarla facendo un rumore assordante.
“ Oh, oh, vacci piano bello!” Urlò qualcuno dietro di noi, ci girammo verso la voce. Comparve un ragazzo mediamente alto, dai capelli scuri, e un magnifico sorriso. La preside lo fulminò e lui corse alla batteria, e iniziò a suonare. Cazzo, era bravissimo.
“ Mamma, fai entrare anche me in squadra!” Piagnucolò guardandomi divertito, subito arrossii e tutte le persone nella stanza se ne accorsero, figura di merda. Tsunade sbuffò, indugiò, e poi fece segno di si. A noi poco importava, volevamo solo che tutto ciò finisse, non poteva essere divertente, i componenti di una band non potevano odiarsi tra di loro.
 Sono Josh, il vostro nuovo batterista.” Urlò non alzandosi dalla sua postazione alla batteria, Harry sbuffò e prese in mano un microfono.
“ Sbrighiamoci.” Ringhiò guardando male la preside. Eravamo saliti tutti sul palco, e ognuno aveva preso il proprio strumento. Harry divideva il microfono con Zayn, Louis con Liam, e Niall ne aveva uno suo, Josh era alla batteria, e io vicino a lui con una chitarra classica in mano; gli strumenti c’erano, il problema era cosa cantare. Zayn sospirò e poi iniziò a cantare.
No you can’t see me
No you can’t meet me
Yeah Im on my game
Thats right Im in my shades.
”In primo luogo non riconobbi la canzone, ma riuscii comunque a seguire il ritmo della canzone, poco vanitoso il ragazzo. Josh prese a fare un po’ di casino con la batteria, facendomi sorridere, e poco dopo Harry che parve saper la canzone iniziò con la strofa successiva.
See the cameras flashing
Anybody, any time for action
You’re the main attraction
Hey, in my shades
.” Non riuscivo a capire perché stessero cantando una canzone dedicate ai propri occhiali da sole, ma era divertente; se non fosse per gli altri che li sentivano cantare senza neanche aprir bocca siccome non conoscevano il testo. Poi a Louis sbucò un sorriso compiaciuto sul viso, e iniziò a cantare come se si fosse ricordato chissà quale formula magica, e Liam iniziò a ridere.
Pull up in my spot looking hot everybody knows
Don’t got no stress in my head cause stress dont fly in my fancy clothes
Yeah, they want to take my picture
Watch out those lights’ll get ya
And they’re calling your name
That’s where I put on my frames
.” Louis parve catare la strofa più lunga, e verso la metà si unì anche Niall; avevano entrambi delle voci delicate e incredibilmente vellutate. Sembrava quasi che Louis, con la sua voce volesse accarezzarmi. E solo Dio sa quanto volevo una sua carezza. Lou in volto aveva stampato il suo solito sorriso ‘sono figo e lo so’; in modo da render ancora più credibile la canzone.
I tell them watch me now
Lil mama how you like me now,
On the dance floor we can work it out and bring this whole place down
.” La voce di Liam era molto forte, e sembrava il padrone del palco. Si muoveva divinamente, e i suoi occhi esprimevano divertimento. Quei ragazzi erano nati per stare sul palco, e soprattutto per cantare insieme. Ero strasicura che se avessero fatto una band avrebbero spaccato di brutto, e fatto milioni di soldi.
No you can’t see me
No you can’t meet me
Yeah Im on my game
Thats right Im in my shades
.”
Finirono con la prima strofa, e poi scoppiarono tutti quanti in una fragorosa risata, tranne io e Josh che non capimmo l’ironia della canzone. Louis continuava a ridere, seppur doveva condividere la stanza con Zayn ed Harry e secondo me quello era già un grande passo.
La preside batteva le mani con entusiasmo e urlava come una pazza, non sembrava neanche più lei.
“Bravi! Finalmente riuscirò a battere quella stupida di Teresa, vince ogni anno. –Ringhiò la preside.- Ragazzi, però, una buona band è anche affiatata perciò oggi dovrete uscire insieme, e stare fuori senza uccidervi, per almeno due ore.” Finì facendo sprofondare il silenzio nella stanza, le risa di prima erano solo un convenevole al fatto di stare insieme, ma nessuno voleva davvero stare con un’altra persona. Regnava ancora la guerra fredda tra di loro.

“ E se non volessimo?” Chiese un po’ insicuro Niall sperando in bene, la preside sorrise in modo sadico e inclinò leggermente la testa verso sinistra.
“ Vi sospendo.” Sbuffammo, ogni cosa era motivo di sospensione ed era ingiusto. A testa bassa ci avviammo verso la porta seguiti da Josh che si era attacco a me come una piccola piovra.
“Dove andiamo?” Chiesi allegra io facendo finta di non vedere le occhiatacce che si scambiavano.
“ A fanculo.” Propose Harry con aria di sfida, guardando male Louis. Era quello il suo intento, far sbottare Lou. Oh, non ci sarebbe riuscito. Mi vibrarono i pantaloni, un messaggio.
- Abbracciami, ora. H.- Guardai male Harold, contrariata e lui intanto sorrideva.
“ No.” Mi opposi io, tutti mi guardarono un po’ confusi e lui non smetteva di ridere, mi arrivò un altro messaggio.
- Allora fotografia.- Sbuffai sonoramente attirando lo sguardo di Lou curioso su di me, divenni rossa d’imbarazzo e feci finta di cadere finendo proprio su Harry, lui tese le braccia per prendermi visibilmente preoccupato, ed io ghignai. Questo valeva come abbraccio, no? Lui iniziò di nuovo a ridere e ci avviammo verso la gelateria più vicina, così la bocca sarebbe stata occupata a mangiare e non a sparar cazzate.
“ Quella lì è una pazza.” Sussurrò Louis stringendomi la vita con un braccio, sussultai e il cuore come impazzito incominciò a batter senza un normale ritmo, rischiavo un infarto; e dovevo smettere di avere queste reazioni da quattordicenne in calore tutte le volte che Louis mi toccava, parlava, guardava, sfiorava, sorrideva, e, tutte le volte che solamente le nostre mani si sfioravano per sbaglio.
“Tutto questo solo per una stupida competizione canora.” Continuò lui, visto che io non aprii bocca. Ero praticamente rapita dalle sue labbra, così rosa, e invitati.
“ Be’ però Justin Bieber sarà il presentatore.” Dissi con gli occhi che probabilmente luccicavano, Justin era sempre stato il mio idolo, e non solo perché era un figo della madonna, insomma si anche per quello, ma anche perché con le sue canzoni riusciva sempre a farmi sorridere, e poi era una buona alternativa al metal e al rock.
“ E con questo?” Chiese lui insospettito facendomi sorridere, girai gli occhi, feci la vaga e iniziai a fischiettare facendolo ridere.
“ Devo essere geloso??” Urlò lui iniziando a farmi il solletico, inutile dire che avevamo lo sguardo di tutti addosso, Josh ci guardava curioso, ed Harry commentava il mio comportamento con Zayn, o almeno mi sembrò quello.
“ No, non penso che una star mondiale si innamori di me.” Risposi io ridendo, lui fece una strana smorfia pronto a controbattere, stava per iniziare una guerra.
“ Se mangi i muffin, si innamorerà sicuramente di te.” Dichiarò Niall sorridendo, già, secondo me quel ragazzo aveva una strana ossessione verso il cibo.
“ Justin dovrà litigare con me.” Affermò Liam sorridendo, lo guardai confusa e lui mi fece l’occhiolino.
“ E con me.-Entrò nella conversazione Niall abbracciandomi.- Io con chi parlo sul pullman sennò?” Fece lui sorridendo, che sorriso meraviglioso. Dio mio, Niall Horan sapeva come far morire ogni ragazza con un solo sguardo.
“ E con me.” Continuò Harold guardandomi malizioso, girai lo sguardo e sorrisi inconsapevolmente sotto lo sguardo indagatore di Lou.
“ E non dimenticatevi di me.” Finì Zayn facendo ridere tutti, una risata sospetta, una risata che nascondeva altro. Josh ci guardò leggermente curioso, ma noi facemmo semplicemente finta di non vederlo.
“ Dì a Justin Bieber che deve fare a gare con troppe persone.” Riprese Louis sincero, facendo una leggera risata rendendo l’atmosfera più tranquilla. Quasi come fossimo davvero solo degli amici che vanno a prendere del gelato, era strano, ma dannatamente bello.
“ Guardati, sei tutta sporca.” Decretò gentilmente Zayn porgendomi un suo fazzoletto, siccome i miei erano tutti sporchi; mai più un gelato al cioccolato con il top bianco.
“ Grazie.” Presi il fazzoletto e un po’ goffa lo ringraziai; Josh era vicino a me ed era anche in braccio all’irlandese. Quei due avevano fatto amicizia, sembravano esser fratelli. 
“ Anche io adoro Dora l’esploratrice!” Urlò Niall entusiasta,
“ si, ma odio Vai Diego.” Continuava Josh con sguardo serio, quasi stesse ordinando di disinnescare una bomba a mano. Mentre Louis ed Harry erano vicini, ma non si parlavano, si ignoravano anzi. Non vedevo l’ora che avrebbero ripreso a parlare.
“ Cos’hai detto oggi al biondo?” Chiesi ancora curiosa, il moro storse le labbra e poi prese a parlare.
“ Ha iniziato lui.” Sussurrò facendomi sorridere, erano un po’ come due bambini di tre mesi, erano sempre tutti ad iniziare e mai a finire. Idioti.
“ E cosa ti ha detto?” Cercavo di essere comprensiva, ma il mio tono da mammina esaurita lo fece sorridere, facendo risplendere la sua dentatura perfettamente bianca che contrastava con la sua carnagione scura.
“ Mi ha detto che Liam - prese una breve paura.- Aveva passato la notte con te, e io gli ho semplicemente risposto che non è affatto vero, e prima di credere a delle stupide vocine inventate da delle mignotte come sua mamma, dovrebbe informarsi meglio. Non volevo offenderlo, ma mi ha dato ai nervi. Liam non passerebbe la notte con te.” Disse tutto ad un fiato, insospettendomi, aveva detto l’ultima frase con un tono più dolce, rassicurante.
“ Te la rubo un secondo.” La voce vellutata di Louis fece zittire si me che Zayn, e mi girai verso di Lou un po’ scocciata, e arrossii di botto quando mi prese la mano e mi portò leggermente più lontano dagli altri.
“ Devo dirti una cosa.” Sussurrò Louis con un strano sorriso sul viso, lo guardavo curioso e con il cuore che batteva a mille. Cosa voleva dirmi? Dio, fa che sia una proposta di matrimonio.
“ Io ho avuto diverse ragazze, tutte belle per carità, ma solo una ragazza mi fa costantemente battere il cuore quando la vedo, insomma una volta l’ho vista ballare e il mio equilibrio ormonale è andato a farsi fottere, insomma, per dirti che questa ragazza è talmente stupenda che io non faccio altro che sorridere quando la vedo, e be’ questa ragazza..” Lasciò il discorso a metà poiché gli squillò il cellulare, uno stupido squillo che spezzò la dolce tensione che c’era fra noi, questa ragazza è, è cosa? E’ una down, o proprio non so.
“ Sei qui?” La voce preoccupata di Lou mi fece trasalire, chi era lì?
“ Cosa, no, ah, ok.” Dopo vari monosillabi si girò verso di me un po’ dispiaciuto, mi diete un lieve bacio sulla guancia e fece per andarsene.
“ Devo andare a prendere la mia fidanzata.” Alla sua affermazione il mio cuore smise di palpitare, e probabilmente avevo anche la bocca aperta, se non le lacrime agli occhi.
“ Tranquillo, avverto io agli altri.” Feci un finto sorriso, e come uno zombie mi diressi verso il muretto dove si erano radunati tutti; erano ancora restii a fidarsi l’uno dell’altro, ma almeno non si odiavano.
“ Emily, cos’hai fatto?” Chiese premuroso Harry guardandomi un po’ curioso, l’unico che in quel momento mi aveva vista. Liam e Zayn erano troppo occupati a parlare e ciò era strano visto che loro due dovevano odiarsi, mentre Niall ormai era da qualche parte con Josh.
“ Niente, Louis andava a prendere la sua ragazza.” Dissi con finto disinteresse e un sorriso forzato stampato in faccia, lo sentii ridacchiare.
“ Dio, quanto odio Eleanor. – Bofonchiò lui.- E anche per colpa sua se abbiamo litigato, Louis per il fatto della ragazza un po’ mi credeva, ma El che all’epoca era solo una sua amica fece di tutto per farci separare; ancora non so il perché.” Disse il tutto accompagnato da un unico sospiro, lo guardai ed un sorriso comprensivo si fece strada sul mio volto, lui fece spalline e poi mi strinse il suo braccio sulla mia vita.
“E’ così che va la vita, un giorno prima è tutto wow, e il giorno dopo vuoi morire.”



Me: Ok, ok, ci ho messo un po’. Ma sto facendo gli esami, capitemi (?) Tra sei giorni ho gli orali, e non ho neanche finito la tesina, ma babbè. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito *O* C’è, ma siete fantastiche. Ogghay, cosa ne pensate di Eleanor? A me NON sta simpatica, perciò ve lo dico, nella storia non sarà per niente amorevole, anzi per chi vota Loumy (Louis+Emily) si arrappierà un po’ :3
Cosa vi sembra della band? E di Josh? Io amo quel ragazzo, e.. la strana reazione di Zayn?
Ditemi cosa ne pensate, e.. al prossimo capitolo.
<3

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Capitolo 8
*** Eleanor. ***


Eleanor.

Io e Zayn eravamo appostati sotto dei cespugli, intenti a respirare piano per non farci vedere dai nostri obbiettivi. Louis era davanti a noi, un po’ imbarazzato e continuava a torturarsi le mani; di fianco c’era una bellissima ragazza, era alta e snella; sembrava persino dolce.
“ E’ lei la strega.” Sussurrò Zayn sempre intento a non farsi scoprire, la guardai stupita e più attentamente; non sembrava né poi tanto carina, e neanche molto dolce. Strega era il nome della missione, e anche il soprannome di Eleanor; era come giocare alle piccole spie, solo che in questo caso pedinavamo la ragazza del futuro padre dei miei figli.
“ Secondo te è bella?” Chiesi girandomi completamente verso il moro, lui mi sorrise prudente e incominciò a scrutare la ragazza che aveva davanti; dovevo ammettere che era dotata di gambe lunghe, e neanche il viso era poi male.
“ No, non troppo.” Disse lui rassicurandomi, lo sapevo benissimo che mentiva, ma nonostante tutto ricambiai il sorriso, e mi sentii quasi meglio.
“ Ho saputo una cosa che non mi piace.” Commentò Eleanor rivolta verso Louis, a pochi passi da noi. Zayn mi fece l’occhiolino sussurrando un qualcosa di incomprensibile. Louis la guardò rassegnato, e sbuffò un ‘dimmi’.
“ Perché hai litigato con Harry e Zayn? Ora la tua popolarità sarà sicuramente scesa. – Non diete il tempo di rispondere al suo ragazzo.- So che ti ho incitato io a litigare con loro, ma era solo per fare un po’ di gossip; dopo sareste dovuti essere di nuovi amici per la pelle. Cosa mi combini? Sai cosa significa per una ragazza del North Carolina non avere un ragazzo che è il più popolare della scuola? E’ umiliante, sono molto arrabbiata con te.”  Disse tutto ad un fiato con una voce un po’ squillante prima di entrare in casa, Louis la seguì a ruota con tutti i suoi bagagli.
“ Quella ragazza fa sempre così. Pensa che quando dovevo passarci i pomeriggi insieme, non faceva altro di come un giorno sarebbe diventata super popolare attraverso programmi televisivi come il grande fratello.” Commentò lui ridendo, aiutando ad alzarmi. Gli presi la mano e con un piccolo salto ero di nuovo in piedi. Indossavo shorts e una canotta completamente bianca; iniziava a far freddo.
“ E’ del North Carolina?” Chiesi curiosa, in lei non vidi le tipiche caratteristiche di una ragazza cresciuta in campagna, ansi sembrava avere anche la puzza sotto il naso.
“ Affatto, e di Manchester, ma va a scuola lì.” Mi spiegò sempre calmo, una cosa che adoravo di quel ragazzo era il fatto che non era come gli altri. Zayn ti sapeva ascoltare, e sempre Zayn sapeva mantenere la calma, Zayn è timido, ma si mostra forte; Zayn è come un super eroe.
“ Assomigli ad Edward Cullen.” Dissi ad un tratto facendolo sorridere, i suoi movimenti sempre cauti quasi fossero progettati, e le velocità con la quale cambiava espressione, erano sorprendenti.
“ Lo sono, sono un vampiro cattivissimo che vuole ucciderti.” Scherzò lui guardandomi con aria seria, i suoi occhi scuri avevano sempre un effetto stordente su di me, e dovevo mantenere la concentrazione sulla nostra conversazione per non perdermi nella sua insormontabile bellezza.
“ E so anche cosa pensi.” Esclamò poco dopo guardandomi con sguardo malizioso, io iniziai a ridere e gli diedi un colpetto sulla spalla.
“ Ah si, e cosa penso?” Chiesi quasi a sfidarlo, lui si avvicinò a me e iniziò a toccarmi le mani, mentre io continuavo a ridere. Prese la mia mano sinistra e la baciò delicatamente, come in quei film in bianco in nero.  Mi cinse la vita con un braccio, e posò sempre molto delicatamente le sue labbra sul mio collo.
“ Pensi che Eleanor sia una strega.” Sorrisi, questo era ovvio. Di certo non ci volevano i super poteri per un intuizione del genere, ma stetti al gioco e continuai ad annuire sotto la sua dolce presa.
  Pensi che io non sia un vero vampiro.” A queste parole scoppiai seriamente a ridere, ma lui mi strinse di più e ad ogni nostro respiro si avvicinò sempre di più alle mie labbra; quando fummo troppo vicini, però, lo respinsi e lui si mise a ridere scrollando con disinvoltura le spalle.
“ Signor vampiro, grazie per oggi.” L’atmosfera da giocosa divenne immediatamente seria, lui si avvicinò stavolta senza far finta di esser un Cullen, e mi sorrise sincero.
“ Tranquilla, però devi fare una cosa per me.” Disse lui con tono grave, lo guardai confusa e lui ritornò a sorridere, un sorriso schernitore, era così bello quando sorrideva.
“ Oggi io ed Harry guardiamo un film, ti va di unirti a noi?” Un po’ esitante, ma sempre sicuro di se stesso. Avrei potuto andarci, tanto Louis avrebbe passato la notte con la sua adorabile ragazza.
“ Ovvio, però con me porto Liam e Niall ok?” Ai nomi dei due ragazzi, il sorriso sbilenco scomparve dal viso del moro, mi guardò incuriosito e un po’ rassegnato, sbuffò e poi annuì poco convinto.
“ Ti vengo a prendere alle otto, ok?” Chiese aprendomi la portiera della macchina, annui e il resto del viaggio lo passammo ad intonare le strofe di ‘ sei sicura’ la più bella canzone rap, romantica di tutti i tempi.
“ Allora ciao.” Sussurrò accompagnandomi fin sotto il portone, mi piaceva il fatto che mi seguisse fin li, era inutile, eppure lo faceva lo stesso. Mi diede un bacio sulla fronte e mi spinse ad entrare.
La casa era al solito, vestiti da per tutto, e ingredienti come zucchero o farina sparsi sul tutto il pavimento; mi girai in casa alla ricerca di mamma e  la trovai appisolata su un libro di ricette. Involontariamente sorrisi, e poi richiusi la porta, senza troppe premure. Accesi la radio, dove partì sparata qualche vecchia canzone degli Articolo 31, ‘bestie mutanti.’ In quelle canzoni crude, che spesso svalutavano le persone, mi riconoscevo molto spesso. Era strano, eppure sentendo quelle parole mi sentivo quasi a casa.

Erano già le otto, ma io vagavo ancora per casa in intimo e un asciugamano arancione sui capelli, cercavo invano qualcosa da mettermi. Mi chiedevo cosa si mettessero gli altri, quando il mio cellulare prese a vibrare come impossessato. C’erano cinque messaggi.
- Certo che vengo. Xx Liam. -
- Non ho capito, ci sono anche Harry e Zayn? Xx Liam.-
- ‘Zzo dici?! Vabbè vengo. Almeno li metto in riga.-
- E’ una pessima idea. C:-
- Se c’è il buffet vengo. Xx Niall.-
All’ultimo messaggio mi scappò una lieve risata, e quasi inciampai nei miei piedi quando sentii  il suono del campanello risuonare per tutta casa.
“ Vado io.” Urlò mamma che probabilmente si era appena svegliata, feci un altro sbuffo non riesco a decidermi tra jeans stretti e una t-shirt; o un paio di pantaloncini e una camicetta un po’ vintage.
“ Ohhh, sono arrivato in un momento sbagliato.” Commentò Zayn continuando a fissarmi, gridai un qualcosa di incomprensibile e poi cercai di coprirmi con una maglia trovata a casaccio sulla scrivania; lui rise e poi prese il jeans lungo e la t-shirt per porgermeli.
“ Questi li preferisco.” Sussurrò lui dandomi i vestiti, gli sorrisi e poi urlai d’uscire dalla mia camera; lui sbuffò e un po’ malcontento uscì a testa bassa. Mi vestii in fretta, e asciugai ben poco i capelli; fortunatamente non si  gonfiarono, ma si arricciarono quanto bastava.
“ La prossima volta bussa.” Continuai acida, guardando il moro alla guida. Sembrava perso nella strada davanti a lui, e faceva quasi tenerezza. Non mi rispose, fece un piccolo gemito e continuò a guardare davanti a lui, senza mai distogliere lo sguardo.
“ Spero che sta sera, non scoppino risse.” Farfugliò lui veramente preoccupato, sospirai e poi lo guardai sicura di me.
“ Vi volete troppo bene, per farvi male sul serio.”  Dichiarai io sicura di quel che dicevo, avevano litigato in passato, ma non voleva dire che lo avessero rifatto all’infinito. Il moro mi guardò tra il sorpreso e il divertito, per poi finalmente aprirmi la portiera. Andammo verso casa, con estrema lentezza, e mi prese un colpo quando vidi Niall sulle  spalle di Liam ed Harry che ridevano come matti. La bocca del moro era spalancata, come la mia d’altronde.
“ Finalmente siete arrivati.” Commentò Harry lanciando una frecciatina a Liam, che colse perfettamente e gli lasciò un pugno sulla spalla. Invece Niall se ne stava per terra, era incazzato per il giro sulle spalle appena compiuto.
“ Ora che sono arrivati, possiamo mangiare la pizza??” Urlò l’irlandese ancora steso sul pavimento, Harold sbuffò e lo guardò confuso.
“ Niall, mi preoccupi. Abbiamo mangiato un po’ di gelato, dieci minuti fa!” Commentò esasperato il riccio, passandosi una mano fra i capelli.
“ Lou non viene?” Chiese Liam guardandomi ossessivamente le gambe, gli feci uno schiocco davanti agli occhi e lui si risvegliò, come se fosse stato in trans.
“ No, stasera c’è Eleanor a casa sua..” Concretò con malizia il riccio, facendo ridere i due James; inevitabilmente il sorriso  dal mio viso scomparve.
“ Si, ma c’erano anche i suoi genitori. Credo non abbiano fatto nulla.” Commentò Zayn avvolgendo la mia vita con un braccio, gli sorrisi e quell’effusione fu’ vista da tutti.
“ Dai su, tutti a tavolaaa.” Continuò a gridare Niall con già la sua pizza margherita davanti. Liam non se lo fece ripetere due volte e si precipitò sul divano; lo seguimmo tutti a ruota.
“ Vi ricordate quando trasmettevano Kiss me Licia??” Chiese Zayn vedendo la pubblicità in tv, io iniziai a ridere; era il mio cartone animato preferito da piccina.
“ Oh, sono sempre stato innamorato di Mirco.”  Costatò Harold facendoci ridere tutti; la pizza finì in un baleno e nello stesso attimo ci ritrovammo a giocare a monopoli.
“ Le case blu sono mie!” Urlava Liam guardandomi in modo torvo.
“ Se Niall sputa le mie gialle.” Risposi con tono abbastanza ironico, il biondo si offese e cominciò a mettere in bocca altre case e più soldi.
“ Fai così solo perché perdi.” Urlò Harold buttandosi addosso all’irlandese, subito seguito da un Liam che cercava di togliere Harry dal biondo; ed infine un Zayn appeso al collo di Liam.
“ RAGAZZI!” Urlavo senza controllo buttandomi sul moro, cercando di allontanarlo dal povero Liam; qualcuno bussò alla porta, ma nessuno di noi si scomodò ad andare ad aprire.
“ E’ APERTO.” Urlò a fatica Harold cercando di strangolare l’irlandese, in modo da fargli sputare i soldi e le case.
“ Smettetela di Urlar- Liam, Niall, Emily cosa ci fate qui?!” Era Louis, subito seguito dalla sua nuova ragazza. In quell’attimo mi sentii terribilmente in colpa.
“ Avete organizzato un incontro senza invitare il vostro migliore amico?” Cinguettò lo scopettone con i capelli; Eleanor. Mentre Lou ci squadrava uno ad uno, deluso.
“ Louis, non fare quella faccia. - Esclamai io, un po’ contrariata.- Tu stavi con la tua nuova ragazza, e non volevamo rovinarti la serata.” Finii inacidita io, mentre lo scopettone gli si attaccava tipo piovra. Gli sussurrò qualcosa all’orecchio, e Lou mimò un ‘già’.
“ Giusto; divertitevi. Andiamo amore.” El annuì, e gli lasciò un lascivo bacio a stampo. Sentii un nodo allo stomaco crescere, e d’improvviso avvampai. Gli diedi le spalle, e corsi via, verso il giardino con piscina del piccolo Hazza.
“ Emily..” Sussurrò sempre il riccio, venendomi incontro; Zayn fece un’occhiataccia a Lou, che capì essere indesiderato e se ne andò.
“ Ti ordino di non piangere, ed è un ricatto questo.” Scherzò Harry guardandomi attentamente gli occhi lucidi; ormai la mia cotta per Lou era palese.
“ Non vale così.” Bisbigliai io girandomi, non volevo farmi vedere debole.
“ Ohhh, la nostra piccola Pichu piange.” Urlò Liam correndo verso di me per stritolarmi, subito seguito da Zayn e gli altri.
“ Ragazzi! Così mi stritolate!” Urlai stretta tra le loro braccia; mi chiesi cos’avevo fatto di buono per aver meritato quattro idioti come loro.
“ Zayn.. puoi venire un attimo?” Lo chiamò Liam, e il moro acconsentì andando verso di lui ancora un po’ restio nel fidarsi del tutto; ma ormai erano cotti l’uno dell’altro. L’amicizia soppressa stava venendo tutta a galla, e per me sarebbe stato un bene; se solo ora Louie non ce l’avesse con noi.
“ Ragazzi, scusate. Vado a fare una telefonata.” Mi allontanai lasciando Harry e Niall discutere su dei videogiochi. Digitai in fretta il numero di Louis, che ormai sapevo a memoria e mettendo da parte il mio enorme ego lo chiamai.
“ Pronto?” Rispose con la voce accaldata, altre lacrime erano pronte a solcare il mio viso.
“ Louie, sono io, Emily. Hai un momento?” Chiesi esitando pregando che non fosse con lo scopettone.
“ .. Certo. – Prese una pausa, e sussurrò un ‘scusa El.’- Eccomi.” Decretò infine con tono un po’ scocciato.
“ Oggi ti avremmo invitato, ma mi hanno detto che la tua ragazza non torna quasi mai..” Lasciai la frase in sospeso, quasi vomitando alle parole ‘tue’ e ‘ragazza.’
“ Emily, io e te dobbiamo chiarire … mi dispiace.” Sussurrò dopo una breve paura, un tonfo al cuore. Ah, ora gli dispiaceva. Prima ci provava spudoratamente con me, e poi se ne era uscito che era già fidanzato.
“ Oh, non preoccuparti. Anche io mi so sentendo con qualcuno. Però, la prossima vola che sei fidanzato, dillo prima invece di provarci con le altre ragazze. E comunque, domani da Tsuname alle sei.” Finii abbastanza inacidita e arrabbiata, me l’avrebbe pagata; seppur in tutta Londra non avrei trovato mezzo ragazzo disposto a star con me. Chi avrebbe voluto stare con una psicopatica, e pure brutta? Nessuno.
“ Con chi ti stai  sentendo?? Comunque domani ci sarò.” Alla notizia del mio presunto ragazzo immaginario, la rabbia scomparve del tutto dal tono di Louie, e prese il posto un’aria da geloso. Sorrisi come un ebete anche se mi aveva fatto male, anche se era stato un po’ stronzo. Non potevo farci nulla, a me quel ragazzo piaceva; ma ormai dovevo ricambiare il favore.
“ Allora a domani.” Finii io attaccando, e quasi mi venne un colpo quando notai tutta l’allegra brigata ad ascoltare la mia telefonata; scoppiammo tutti a ridere.
“ Ragazzi, io e Liam dobbiamo dirvi una cosa.” Dichiarò Zayn, alzandosi su una sedia per richiamare  l’attenzione, tutti ci girammo verso di lui, prese un grosso respiro e: “ Liam dillo tu.” Il solito Zayn.
“ Dopo una lunga discussione tra fairy tail e Naruto, abbiamo deciso che da oggi ci sarà un enorme tregua. Non è pace, se uno di noi farà del male all’altro ci sarà di nuovo guerra aperta. Però, mi siete quasi simpatici, e perciò da oggi: Harold, io, Niall, Zayn, e Louis sono un unico gruppo ok?” I ragazzi si guardarono insospettiti tra di loro, ma quando iniziai ad urlare entusiasta si unirono anche loro.
Dio, ora si che era tutto perfetto.
“ Emily, è mezza notte. Ti accompagno a casa, sei di strada.” Si offrì Liam, caricando Niall in macchina, accettai volentieri  e con un bacio a schiocco salutai Harry e Zayn.  Mi lasciarono fuori casa, ed io li salutai con calore. Cazzo, ero partita da ‘ non devo far amicizia con nessuno’ a ‘ non potrei stare senza di loro.’ A volte il mio cervello diventava stupido.
“ Amore, come mai così tardi?” Era mia mamma, ma neanche gli risposi. Dovevo ancora fare i compiti di latino.

“ Hei, pichu hai studiato algebra?” Mi chiese Niall guardandomi curioso, feci segno di no. E mi accasciai sul banco, facendo ridere Zayn che era a due banchi di distanza. Il professore entrò, ma non si accorse di me.
“ Emily, stai male?” Mi chiese lui, con aria preoccupata; ideona.
“ Si, vado in infermeria, ciaoo.” Risposi ridendo andandomene,  lui sbuffò, ma ormai ero fuori la classe e non mi avrebbe richiamato. Ultimamente, per me la scuola stava diventando un peso.
“ Anche tu qui.” Era Harry, sdraiato su un lettino in lattice mentre leggeva un manga, ‘ number’, una volta l’avevo letto anch’io, ma non arrivai mai alla fine. Troppo triste.
“ Non ho fatto i compiti di algebra.” Dissi sedendomi vicino a lui.
“ Cosa!? Signorina Swan, cosa fa?!” Urlò scherzando lui, offrendomi un po’ di spazio sul lettino accanto a lui, mi stesi lì sorridendo.
“ Sono stata trattenuta a forza, a casa di un ragazzo riccioluto e pazzo.” Dissi io, sicura di me. Harry fece un po’ di tosse, mi chiesi se stesse davvero male.
“ Mi dispiace.” Sussurrò continuando a tossire, mi avvicinai a lui preoccupata.
“ Stai male?” Scosse la testa, e sorrise, un sorriso talmente contagioso che si espanse anche sul mio viso.
“ Saltate le lezioni eh.” Commento il nostro ‘medico’ Luca, noi lo guardammo con sguardo colpevole, e lui si mise a ridere.
“ Hazza, non mi avevi detto di esser fidanzato.” A quell’affermazione mi alzai dal lettino, facendo ridere i due maschi della situazione.
“ Non siamo fidanzati.” Precedetti io il riccio, continuando a faro sorridere, il medico ci squadrò poi annui.
“ Allora ti piace il buon vecchio Louis.” Disse con tono grave, come chissà quale scoperta avesse fatto. Io annui con le gote arrossate, ed Harry sospirò.
“ Comunque, Harold ti vedo accaldato.” Si preoccupò il medico avvicinandosi ad Harry, che rifiutò il suo aiuto.
“ Tranquillo, sto bene.” Il medico annuì, e alla fine dell’ora ci rispedì in classe. Harry si offrì di accompagnarmi durane il tragitto, e nel mentre mi accarezzava continuamente i capelli.
“ Sei una ragazza strana, sai?” Mi chiese prima di lasciarmi andare, io annui divertita e gli lasciai una carezza sulla mano, prima di andarmi a sedere al mio solito banco vicino a Louis. Con la prof di latino che ci squadrava, avrebbe sicuramente mandato uno di noi a tradurre la versione per casa.
“ Dobbiamo parlare.” Disse Lou ad alta voce ignorando l’intera classe.
“ Non abbiamo niente da dirci, non sono arrabbiata per Eleanor.” Mentii usando il suo stesso tono, sentii la prof.ssa borbottare qualcosa, ma non gli diedi troppo conto.
“ Pensavo che Eleanor non tornasse più.” Commentò lui, cercando un contatto con i miei occhi, i quali però gli sfuggivano.
“ Invece, ci ha fatto la sorpresa ed è tornata.” Esclamai io inacidita, lui se ne rese conto e abbassò lo sguardo.
“ Emily, ascoltami. Dammi un’opportunità sta sera, esci con me e ti proverò che non sono un bugiardo.”Urlò lui mettendosi in ginocchio davanti a tutti, io mi girai con le guance d’un rosso scarlatto, e mimai un ok.
“ MA SIETE DIVENTATI DEI PAZZI?! Swan, Tomlinson, uscite subito dalla classe prima che chiami la presideeeeeeee.” Urlò la professoressa, circondata dalle risate generale dell’intera classe. La professoressa era anziana, avrà all’incirca cinquant’anni, ma ne dimostrava settanta. La pelle era traslucida, quasi trasparente, e piena di lentiggini e rughe, e per concludere le vene viola e verdi sporgevano da qualsiasi parte del corpo. Io e Lou uscimmo a testa bassa, trattenendoci dal ridere, con addosso lo sguardo di rimprovero del signor.Cullen.
“ Cosa avete fatto ieri sera?” Mi chiese curioso, facendomi sorridere, nel suo tono riuscivo ad intravedere persino la gelosia; forse mi ero sbagliata sul suo conto.
“ Abbiamo giocato, mangiato pizza, e stipulato una tregua.” Dissi io calma aspettando la sua reazione.
“ Io con Harry non ci farò mai pace.”Ringhiò ad un tratto, arrabbiato.
“ Never say never. Dagli un po’ di fiducia.” Gli sorrisi, compiaciuta per aver  messo in mezzo una celebre frase del mio idolo, che tra un po’ di mesi sarebbe stato nella mia scuola.
“ E perché dovrei farlo?!” Urlò sempre più arrabbiato, gli feci segno di abbassare la voce, o ci saremmo ritrovati di nuovo in presidenza.
“ Fallo per me.” Sussurra incastonando il mio sguardo nel suo, rimanendo quasi senza fiato quando incontrai quelle due perle azzurre. Non riuscivo proprio a capire, come facesse ad essere così fottutamente bello. Sospirò, poi sbuffò, si passò una mano nei capelli, e rimase qualche secondo in silenzio, come a prendere una decisione.
“ Se oggi alle prove si comporta male, gli sfragno la faccia.”Lo guardai e poi iniziai a ridere, pensando cosa significasse il verbo ‘sfragnare’ pensai subito a picchiare, o un qualcosa del genere.
“ E’ vero che vi siete fatti buttare fuori un’altra volta?” Chiese Liam curioso, seduto in sala mensa. Louis annuì orgoglioso sedendosi vicino a lui.
“ Non posso crederci.” Farfugliò Niall mentre masticava, rivelando a tutti com’era un sandwich masticato.
“ Siete dei pazzi.” Commentò Harold sedendosi vicino a me, tutti furono sorpresi da quel gesto, e ancor di più quando Zayn si sedette tra Liam e Niall. Tutta la mensa si girò verso di noi, anche loro a bocca aperta. Louis si girò verso di me, gli feci l’occhiolino e capì che doveva stare buono.
“ Io c’ero, e Lou si è persino messo in ginocchio.” Lo stuzzicò Zayn facendomi sorridere,
“ Ma come, Emily, prima fai la zoccola con Liam e ora con Louis? Sei una calamita per i ragazzi già fidanzati.” Commentò Danielle sedendosi ad un tavolo vicino al nostro, questo era l’ultimo giorno che trascorreva a scuola, e ppoi finalmente sarebbe partita, andata via.
“ No, non si chiama Danielle.” Rispose Harold, facendo ridere tutto il tavolo. Lei se ne andò offesa, ed io ringraziai mentalmente il riccio, ero sorpresa di quanto potesse essere dolce se era dalla mia parte, e non contro di me.
“ Che palle.” Esclamò Liam sbuffando, io gli sorrisi e gli presi la mano per rassicurarlo. Tutti pensavano che avesse lasciato Danielle per il viaggio, e solo io sapevo il vero motivo. Zayn fulminò le nostre mani unite con lo sguardo.
“ Ah, Emily, ricorda che oggi devi portare la chitarra.” Mi rammentò Niall dando un ultimo boccone al suo panino.
“ Emily, hai portato la chitarra?” Urlò Niall entrando nella sala musicale della preside, che ci lasciò un bigliettino sulla batteria.
“ Leggo io!” Si offrì Harold, prendendo il foglio di carta fra le mani. “ Io e Josh siamo al lago, non distruggetemi la casa.” A quell’affermazione ci mettemmo a ridere, e ci sedemmo comodamente sul divano facendo finta di cantare qualcosa a buffo. In realtà mangiavamo solo patatine.
“ Visto che abbiamo finito tutte le patatine, e sono le sette. Io direi che possiamo andare, Emily vieni con me?” Mi chiese Louie offrendomi la mano, mi alzai da sola e ignorai il suo gesto. Salutai gli altri, e lui mi aprì la portiera.
“ Dove mi porti?” Chiesi curiosa , giocando col sedile dell’auto. Si abbassava e alzava molto facilmente, al contrario dei sedili di mia mamma.
“ Poi vedraii, ora stai zitta.” I minuti passavano, le canzoni cambiavano, e andavamo sempre più lontano.
“ Sono curiosaaaaaa.” Iniziai a saltare nella macchina, facenddolo ridere, iniziò a dimenarsi, e poi di colpo si fermò.
“ Siamo arrivati, tranquilla.” Sussurrò lui scendendo dalla macchina, aspettai qualche secondo per farmi aprire la portiera, ormai ci ero abituata, ma lui era già lontano che mi aspettava in mezzo un campo. Scesi col sorriso in faccia, per la mia stupidità e lo raggiunsi.
“ Ecco qui!” Esclamò lui indicando un enorme castello disabitato, mi chiesi se era un reperto storico.
“ Lou, sei sicuro che possiamo stare qui??” Chiesi preoccupato, non volevo ritrovarmi in prigione. No che a mia mamma gliene fosse fregato a qualcosa, ma era più per me.
“ Certo, basta non distruggere niente. Ci vengo sin da quando son piccolo, qui.” Mi sussurrò lui, con un lieve sorriso sul volto.
“ Vieni.” Bisbigliò prendendomi la mano, per farmi entrare nel castello. Trattenni il respiro, e quando entrai quasi mi venne un colpo. C’era un grande atrio, con il celo scoperto, e sul pavimento un cesto da picnic, champagne, e tutto il resto. Il mio cuore faceva le capriole, e quasi tremavo.
“ Siccome non sono un bravissimo cuoco, mi sono fatto aiutare da mamma.” Mi rivelò sorridendo, io lo guardavo entusiasta, e anche innamorata.
“ E dov’è Eleanor?” Tra tutte le cose belle che avrei potuto dire, me ne uscii con Eleanor, lo scopettone felicemente fidanzato col padre dei miei figli.
“ A casa. – Prese un respiro.- Io ed Eleanor eravamo amici sin da piccoli, poi ci siamo messi insieme, e un anno fa, quando andai a Manchester la trovai mentre si faceva un altro ragazzo. E dall’ora è finita, ma ieri è venuta a casa mia con i suoi genitori, e non posso lasciarla, sua mamma è la migliore amica della mia, ma io non la amo!” Sputò le parole tutto ad un fiato, arrabbiato, e un po’ deluso. Si avvicinò a me, non staccando il suo sguardo dal mio, mentre diventavo sempre più rossa e iniziavo ad avvampare.
“ Dico davvero, lei per me non conta niente.” Mi sussurrò all’orecchio, dandomi lievi baci sul collo, per poi salire sulle guancie, sul mento, sopra le labbra, e con le mani mi accarezzava la schiena facendomi stendere sul prato.
“ Io penso di..” Stava per concludere, ma il cellulare squillò e lui fu’ costretto a rispondere.
“ Si amore.. arrivo subito.” Sussurrò staccando il telefono ad Eleanor, mi guardò rattristito ed io per poco non scoppiavo in una crisi di risa.
“ Scusami.. Emily, devo. Dai, Sali in macchina ti riaccompagno a casa.” Annuii e salii mentre combattevo con le lacrime che volevano rigarmi il viso; e la serata perfetta se ne andò a farsi fottere.
“ Accompagnami da Harry.” Alla mia richiesta rimase un po’ scioccato, ma mi accontentò.
“ Scusami Emily, mi farò perdonare. Te lo prometto.” Sussurrò avvicinando la sua mano alla mia, ma io la tolsi. Sbuffò, e mi lasciò fuori casa di Harold.
La porta era aperta, non c’era ombra di Zayn, era strano. Feci qualche passo, cercando Harry, spaventandomi quando lo vidi accasciato in terra, era tutto sudato, e respirava a fatica.

 

 

 

Me: Ciao belleeeeh.
Ci ho messo molto per scrivere questo capitolo, ma almeno ho finito gli esami :’)
Sono stata promossa con sette, se a qualcuno importi e.e
 Allooora, il mese di luglio probabilmente non aggiornerò, poiché mercoledì parto.
Vado a Londra *O* E ci resterò quindici giorni, poi quando torno devo andare anche a Napoli.
Comunque, vedrò SICURAMENTE di aggiornare, ma non i primi giorni visto che sono a Londra, e non penso mi metterò a scrivere :’D Per farmi perdonare ho scritto una OS Larry, ci passate? Thanks. <3
Tornando alla storia, Eleanor è finalmente apparsa, ma non ha ancora fatto nulla :’D
I ragazzi hanno fatto la ‘pace’, ma non ci sperate molto, non durerà troppo :’D
Louis, Eleanor, Emily, alhknk. Ha fatto un casino -.-‘
Secondo voi come si farà perdonare?? Bah u.u
Qualcuno ha notato lo strano comportamento di Zayn?.. Chissà cosa gli gira per la testa a quello lì e.e
E il povero Harry si sente male :’’D Ed Emily si prenderà cura di lui.. Secondo voi, cosa succederà nella prossima puntata (?)
Passate qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1101902&i=1 E’ una ff di una mia amica.
E anche da Cylan che si merita moolte recensioni. <3
Grazie mille per le recensioni, ricordatevi la OS e mi metto subito all’opera per il prossimo capitolozzo. <3

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Capitolo 9
*** Febbre d'amore. ***


Febbre d’amore.

 

Harold dormiva profondamente, sul primo letto matrimoniale che trovai. Non mi ero mai accorta di quanto grande fosse quella casa; di tanto in tanto ansimava ed io nel frattempo avevo già sentito ogni medico del luogo, senza aver ricevuto risposte concrete ‘è troppo tardi signorina, aspetti domani.’ Dicevano, però il mio stupidottero sta male ora, non domani. Lo sentivo bisbigliare qualcosa mi avvicinai a lui; e questa doveva essere la serata più bella della mia vita.
“ Ho caldo.” Sussurrò prendendomi una mano, teneva gli occhi chiusi, e difatti sudava parecchio. Mi chiesi se avrei dovuto spogliarlo, o coprirlo. Di solito, quando si aveva la febbre si doveva avere freddo non caldo. Sospirai, e lo accontentai al suo secondo gemito. Con estrema delicatezza provai a sfilargli la maglia da sopra, ma non ci riuscivo minimamente, mi posizionai su di lui, e con un po’ di sforzo gli misi le braccia in verticale, poi sfilargli la maglia fu’ abbastanza semplice. Lo vidi ghignare, e subito mi tolsi da quella posizione abbastanza equivoca. Per la prima volta mi accorsi delle spalle grosse di Harry, poi con lo sguardo scesi ai pettorali ben definiti, non mi ricordavo che ultimamente avesse fatto palestra. Il mio sguardo scese più giù accarezzando con gli occhi la sua tartaruga, infine quelle linee ai fianchi che sembravano esser disegnate a penna, mi guardai intorno e un po’ timorosa gli accarezzai con il dito quelle due linee.  Il suo telefono vibrò, ed io ritornai alla realtà, distogliendo lo sguardo dal suo fisico con un po’ di disapprovazione. Era un messaggino, da Zayn:
- non so se riuscirò a controllarmi, cazzo mi provoca. Hai visto alla festa? Mi stava sempre appiccicato, e se gli salto addosso? Brò, ti lascio andare che una biondina è venuta da me. Xx-  
Lasciai cadere il telefono sul pavimento, abbastanza confusa, prima di riandare in cucina per preparare le asciugamani e l’acqua fredda, dovevo fargli scendere la temperatura. Ero terribilmente preoccupata, e ogni attimo trascorso senza di lui cresceva la mia ansia, corsi verso di lui facendo cadere un po’ d’acqua; mi sedetti accanto a lui e gli posai un asciugamano fredda sui piedi, sul petto, e sulla fronte; sarebbe dovuto bastare. Cambiavo l’acqua ogni cinque minuti, ma il tempo passava, erano le tre, ed il sonno mi prese.
“ Emily, Emily.” Aprii un occhio, disorientata e un po’ stizzita per l’orario in cui mi svegliai, erano le quattro, era passata solo un’ora; ed Harry sussurrava come indemoniato il mio nome. Mi avvicinai a lui, per capire cosa voleva, ma ora stava zitto.
“ Ho freddo.” Sussurrò poi, mi alzai per andare a prendere una coperta, ma mi bloccò il polso.
“ Resta con me.” Finì ancora più piano, sorrisi e mi accoccolai vicino a lui, stringendo la sua testa nel mio petto. Tutti dicevano che quel ragazzo era uno stronzo, era cattivo, uno sciupa femmine, un puttano, eppure bastava un po’ di febbre e diventata più dolce di Liam quando si fingeva un cagnolino.
“ Hai ancora freddo?” Chiesi insicura, ansimava di meno, la febbre gli stava scendendo. Mi strinse più forte, e scosse la testa.
“ Accarezzami i capelli.” Sussurrò aprendo gli occhi, quel verde acceso mi colpì in pieno facendomi sorridere. Annuii e iniziai a giocare con i suoi ricci ribelli, il che era strano, anche io avevo i capelli come lui, solo più mossi eppure, non ero tanto bella. Iniziò a sorridere, la febbre stava calando di molto, non scottava più come prima.
“ Perché non hai chiamato qualcuno?” Chiesi abbastanza preoccupata, lui lasciò un po’ la presa, e mi guardò negli occhi.
“ Mi succede spesso, di solito quando litigo con mia mamma. Svengo per un po’, ho la febbre per qualche ora e poi tutto ritorna alla normalità. Però, grazie. E’ più bello avere la febbre con qualcuno che ti coccola.” Sentenziò lui sorridendomi, gli sorrisi di rimando, e il mio sguardo si rattristò.
“ Litighi spesso con tua mamma?” Chiesi insicura, non volevo essere invadente o qualcosa di simile, ero solo curiosa.
“ Si. Litighiamo spesso ultimamente, lei vuole che vada a vivere a casa, ma io voglio rimanere qui. Non voglio lasciare te, e tutti gli altri.” A quelle parole il mio cuore perse qualche battito, lo strinsi più forte automaticamente, lui per me era un po’ come Liam.
“ Mi dispiace, io invece con mia mamma non litigo mai, forse perché a stento si ricorda che ha una figlia.” Conclusi ridendo, lui sfoggiò un sorriso triste, ed in un attimo capovolse la situazione. Facendomi finire sotto di lui, volevo spostarlo, ma era inutile troppo forte.  Iniziò a ridere, e a mordermi il lobo dell’orecchio; era già guarito il piccolo Styles!?
“ Harreh, spostati.” Bofonchiai con le guance che andavano a fuoco, era inutile; ogni qualvolta che avevo un incontro ravvicinato con un ragazzo, diventavo come un pomodoro e andavo in iperventilazione.
“ Prima ho visto come mi guardavi, sa.” Sussurrò facendomi avvampare, lo congelai con un occhiataccia,  che però a lui fece ridere.
“ Stai zitto, e lasciami andare.” Bofonchiai acida, lui però non si perse d’animo e continuava a stare sopra di me, sbuffai sonoramente in modo da fargli capire quanto mi stesse dando fastidio.
“ Com’è andata con Louie?” Chiese poi spostandosi leggermente di lato, avrei preferito avvampare per altre sette ore pur di non toccare l’argomento Tomlinson.
“ Oh benissimo, mi ha portato in un posto magnifico, con le stelle, lo champagne, e tutto, solo che poi Eleanor, la sua attuale ragazza lo ha chiamato, e se ne andato a casa; per questo motivo mi son fatta accompagnare da te.” Risposi tra l’acido e lo sconforto, ero sulla soglia della depressione da quando in scena era entrata lo scopettone. Di solito combattevo, ma quella ragazza aveva le gambe troppo lunghe, e non competevo neanche looontanamente.
“ E’ il solito, però quella Eleanor non lo ama veramente. Solo Dio sa quanti se ne sia scopati quella, lascialo in pace per un po’, fallo ingelosire, fai la preziosa. E vedi che la lascerà subito andare.” Decretò il riccio con aria seria, forse non aveva del tutto torto; però avevo paura che se lo avessi fatto ingelosire, poi lui si sarebbe allontanato definitivamente.
“ E poi non reggo il confronto con El.” Bofonchiai desiderando di sparire, perché proprio io dovevo combattere con quello scopettone? Aveva un sorriso discretamente carino, e delle bellissime, e sinuose gambe; non era giusto però.
“ Certo che no, quella ragazza è così frivola. Poi tu sei più bella.” Sussurrò lui, diventando lievemente rosso. Lo guardai stupita e anche un po’ colpita, gli diedi un bacio a schiocco sulla guancia, e gli feci segno di addormentarsi, lui sulle prime sbuffò un po’, poi però capì che ero seria, e poggiò la testa sul cuscino, mentre io preparavo le mie cose per andarmene.
“ Dove vai?” La sua voce era sempre stata forte, e un po’ rauca, mi piaceva. Mi girai verso di lui, per guardarlo in faccia mentre gli rispondevo, e ancora una volta quei suoi occhi così verdi mi colsero di sorpresa.
“ A casa.” Sussurrai con un tono abbastanza ovvio, di certo a quest’ora sulla luna non potevo andarci. Lui fece un sorrisetto sghembo, simile a quello di Zayn e mi fece posto sul letto, rialzandosi.
“ Ci sono circa, dodici camere da letto in questa casa, non è un problema per me ospitarti.” Continuò con disinvoltura, non sapevo se accettare. Infondo avrei dovuto passare la serata tra le coccole di Louie, invece di fare l’infermiera ad Harry; ma ormai era inutile farsi tutto un tratto di strada a piedi alle cinque del mattino. Mimai un ok, e mi diressi nella stanza più vicina, la stanza di Harry. Appena entrai la puzza di pizza avariata mi colse in pieno, invadendo i miei polmoni; c’erano calzini sporchi da per tutto, e album ricordi per terra, ciò che regnava nella sua stanza erano soprattutto le fotografie. Me ne colpì soprattutto una, dove c’era Harry sulle spalle di un Louis che rideva come un matto, al mare, all’epoca Hazza non aveva gli addominali di ora, e Louie portava i capelli più lunghi, ma per un qualche motivo, erano assolutamente meravigliosi. Poco a poco, mi assopii con l’idea di un Lou ed un Harry felici e contenti.
“ Buongiorno, pichu.” Bisbigliò Harold accanto a me, lo guardai sorridente e strinsi l’abbraccio tra il quale ero stretta, ritornando a dormire.
“ HARRY! VAI VIA!” Urlai dopo aver concepito il fatto che io e il riccio avevamo dormito insieme, eppure ricordavo benissimo d’esser andata a dormire in tutt’altra camera.
“ Tranquilla, ti sono solo venuto a svegliare. E’ mezzo giorno, e Liam ti ha chiamato circa dieci volte. Zayn è di la che cucina la pasta, hai fame vero?” Lo guardai sconvolta, la pasta a colazione mi faceva schifo, e poi non volevo andare di là con l’aspetto di uno zulù appena sveglio. Non davanti a Zayn.
“ Va benissimo, ora lasciami dormire.” Esclamai esausta ficcando la faccia nel cuscino, Harold sbuffò e iniziò a pizzicarmi i polpacci, e poi le cosce. Iniziai a ridere, e a dimenarmi come un pesce fuor d’acqua, il chiasso attirò Zayn in camera nostra.
“ Non si vuole svegliare.” Proclamò ad alta voce il riccio, in meno di un secondo mi ritrovai un pesantissimo Zayn seduto sul culo.
“ E’ morbido però.” Esclamò il moro prendendomi in giro, iniziai a sbuffare e di colpo mi girai facendolo cadere su di me. In un attimo mi ricordai del messaggio che aveva inviato ad Harry, a chi voleva saltare addosso ‘sto qui?
“ Zayn, dobbiamo parlare.” Decretai cercando di sistemarmi i capelli che ricordavano la criniera di un leone spettinato.
“ Quale ragazza ti piace?” Chiesi senza preoccuparmi di Harold, che alla mia domanda iniziò a ridere, seguito dal moro che ghignò.
“ Nessuna, ed è mattina per affrontare questo argomento. Un giorno magari, te lo dirò.” E si alzò per andare in cucina, lo seguii in fretta, ma necessitavo di una doccia. La tavola era già apparecchiata, ma io non avevo affatto fame. La paura fatta per Harold il giorno prima, mi aveva fatto letteralmente chiudere lo stomaco.
“ Posso farmi la doccia?” Chiesi sapendo già la risposta, difatti non aspettai un loro consenso e mi avviai al bagno. Prima però presi una maglia pulita di Harold, e i miei pantacollant che, fortunatamente non si erano sporcati.

“ Ok, ok, ciao ragazzi.” Li salutai ridendo e scesi dalla macchina, entrai in casa dove trovai mia mamma che cucinava freneticamente. La guardai sorridente e salii in camera, presi il cellulare e iniziai a rispondere distrattamente ai messaggi di Liam, con ‘ call me maybe’ in sottofondo.
“ Amoreeee.” Era mia madre che urlava, andai da lei e alla porta mi ritrovai Niall con le mani nei capelli. Lo guardai preoccupato, e lui senza neanche darmi il tempo di prendere una giacca mi fece precipitare nella macchina di Liam.
“ Cazzo, Eleanor ha fatto un cazzo di casino.” Bofonchiò  il biondo guardando preoccupato Liam, ce era al volante.
“ Cos’è successo?” Chiesi confusa, Liam mi fulminò con lo sguardo. E capii che ciò prevedeva guai, soprattutto guai.
“ Ora ne parli con Louis, ma davvero hai fatto sesso con Harry?” Sbroccò il moro al volante che per poco non deviava la strada.
“ Ma siete stupidi? NO.” Mi  ritrovai ad urlare in una macchina pericolante, Niall sbuffò e poi sorrise.
“ Eleanor ha una tua foto, dove ci sei tu, su di Harry mentre gli sfili la maglia. Perché non ce lo hai detto?” Mi accusò Niall incenerendomi con le se parole. Non mi sembrava vero che Niall credeva a quella arpia.
“ Io ti ho sempre detto tutto.” Commentò freddo Liam fuori casa di Louis dove ci aspettavano, Harry, Eleanor e ovviamente Lou.
“ Liam, cazzo, credimi.” Un sussurro percettibile solo all’orecchio dell’interessato, sbuffò, e poi mi strinse la mano. Ci avviammo verso la coppia di fidanzati con la stessa velocità di un condannato che percorre il patibolo.
“ Allora – cinguettò El prendendo la parola.- Siamo tutti qui perché la tro-Emily ha scopato con Harry, per questo motivo io e Louis abbiamo deciso che se Liam e Niall ci vogliono bene, non parleranno più con quelli.” A quelle parole sentii la rabbia ribollirmi nelle vene, guardai Louis che teneva lo sguardo basso, come poteva credere a quella serpe velenosa.
“ Sta ricapitando. Non essere sciocco Lou.  – Urlò Liam, infuriato quanto me.- Emily non ha fatto niente, Harry probabilmente aveva litigato con la mamma e gli sarà venuta la febbre, lei lo stava spogliando per il caldo, ma niente di più. Cazzo smettila di credere ad Eleanor, è solo una stronza. E poi chiama Emily troia, però quella che si è sbattuta tutta Manchester è  lei. Cazzo Louis, non smetterò di parlare  a Zayn ed Harry. Non posso
smettere di parlargli. Mi di spiace, credi quel che vuoi, noi ci saremo sempre per te.” Completò Liam guardando speranzoso l’amico che magari aveva capito cos’era in realtà Eleanor.
“ BASTARDI.” Urlò il castano, e trafiggendoci con i suoi occhioni azzurri se ne andò. Merda.

Spazio me: Ragazze, sono tornata!
Londra è stata bellissima, è conosciuto dei tipi magnifici, con i quali ancora mi sento e_e
Spero che non mi abbiate dimenticata, da domani incomincerò a leggere TUTTE le ff che mi sono persa u.u Grazie di tutto, mi siete mancate da morire. <3
Lisa.

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Capitolo 10
*** Justin Bieber. ***


Justin Bieber.


Era passata una settimana dal litigio con Lou, e finalmente tutto il gruppo si era riunito. Tranne Louis, ovviamente. Lui era troppo orgoglioso, o semplicemente perfetto per stare con noi; ed era da giorni che continuava a rifiutare di parlare si con me, che con Liam.
“ Non ti butti??” Urlò Harold già in piscina mentre un Niall arrabbiato lo rincorreva per cercare di riprendere la propria merendina; Zayn e Liam facevano gare di apnea, salendo in superficie appena il compagno chiudeva gli occhi; e c’era una strana aria serena. Incontravamo Louis solo alle prove, e solo in una settimana eravamo migliorati molto. Mancavano tre mesi alla competizione, ma oggi ci sarebbe stato l’incontro con i giudici, cioè con Justin Bieber; il mio idolo da sempre che mai avrei pensato di poter incontrare.
“ Si, ora mi butto.” Sussurrai fissando il display, non c’era traccia di messaggi dolci e al allo stesso tempo stupidi, quelli che ti fanno ridere e rubano un battito al tuo cuore, i messaggi idioti di Louie.
“ Smettila di pensarlo, Emi.” Urlò Harold rovesciandomi un secchio d’acqua sul capo; sussultai per il freddo e in meno d’un attimo ero già in piedi per rincorrerlo. Era questo il bello della nostra amicizia, continuavamo a farci dispetti, ad insultarci, e poi ci rincorrevamo per abbracciarci e fare la pace in grande stile.
“ Non picchiarmi, ti prego.” Sussurrò lui con le spalle al muro, scoppiai in una fragorosa risata girandomi verso Zayn che aveva vinto, incrociò il mio sguardo e senza bisogno di parole capì e venne verso di me.
“ Ti da forse fastidio questo ragazzo?” Chiese con aria autorevole, proprio come una guardia del corpo. Non potei fare a meno di sorridere, subito seguita da un Liam con il fiatone. Ora Niall rincorreva lui.
“ Non ho fatto nulla, giuro.” Urlò Harold alzando le mani, feci finta di piangere nascondendomi dietro Zayn, non potendo far a meno di notare i muscoli delle sue spalle; lui se ne accorse e si girò arruffandomi i capelli, feci spallucce e ci ributtammo tutti in piscina ignorando il crimine di Harry.
“ Ragazzi, sono le cinque forse dovremmo iniziare a prepararci.” Urlò Niall, mentre veniva quasi affogato da Liam, guardammo tutti l’orologio e con uno sbuffo comune uscimmo dalla piscina. Alle cinque e un quarto dovevamo essere a casa della preside che ci avrebbe accompagnato da Justin, non vedevo l’ora.
“ Prima!” Urlai mentre correvo verso il bagno, Harold sbuffò dicendo qualcosa come ‘ è casa mia, e sono io il primo.’ Ma nessuno di noi parve dargli tanta attenzione  e finimmo tutti accalcati alla porta del bagno.
“ Sono femmina, e sono io la prima.” Finii facendomi spazio a gomitate, loro sbuffarono ed io scoppiai a ridere.
“ Io sono Liam è ho più diritti di voi.” Continuò il moro prendendomi per i fianchi, in modo da impedirmi l’accesso al bagno; ma un Zayn coccoloso gli fece segno di andare da lui per controllare certe cose. Approfittai del momento per impadronirmi della doccia, mentre Harold occupava l’altro bagno in fondo al corridoio. L’acqua calda mi scivolava sulla pelle, e incominciavo a pensare che forse era inutile far finta che a nessuno di noi  mancava Louis. La notte ormai non dormivo almeno che Harry o Liam mi parlassero al telefono fino alle tre, oppure un hamburger con Niall  che quelli non facevano mai male. Era come se quel ragazzo era riuscito a darmi una casa sicura con i suoi occhi azzurri, e a farmi sentire costantemente a mio agio col suo sorrisone a trentadue denti, e poi puf, arriva una stronza con delle belle gambe e tutto finisce.
“ Sei proonta?” Urlò Niall infastidito, feci segno di si e con un paio di shorts ed un top provvisorio uscii dal bagno, lui diete l’ultimo morso ad un panino e prese il mio posto nel bagno.
“ Emily – mi chiamò Harry prendendomi la mano.- Ti va se facciamo un giro?” Chiese sfiorandomi con lo sguardo, il mio cuore perse e un battito.
“ Tra poco dobbiamo andare ..” Cercai qualche scusa, ma ormai ci eravamo già incamminati verso il giardino.  Lui teneva la mia mano, quasi avesse paura che sarei scappata via, ed io continuavo a stringerla per fargli capire che non l’avrei lasciato.
“ So che ti manca Louis, e lo abbiamo capito tutti. Però tu per noi sei importante, ed è importante anche la gara canora siccome mi servono crediti o verrò bocciato. Così Emily, voglio solo dirti che se ti senti tanto triste, se stai per piangere, o semplicemente crolli. Fai un fischio, e correrò da te.” Mi sussurrò all’orecchio sfiorandomi appena il collo con le labbra. Sentii dei brividi per il tutto il corpo, sorrisi, e  lo abbraccia più forte che potevo, dopo qualche secondo di sorpresa mi strinse a se. Solo qualche mese fa mi sarei data dell’idiota ad affezionarmi così tanto a delle persone, ed ora non riuscivo ad immaginarmi senza loro cinque, e anche se era stupido ormai facevano parte della mia vita, e non li avrei lasciati scappare così facilmente.
“ Andiamoo!” Urlò Liam prendendo la sua macchina, assieme me e Niall. Mentre Harry e Zayn venivano con le proprie macchine.  Niall mise su della musica indelebile, e le mie mani tremavano alla vista della casa della preside, Justin era vicino, JUSTIN BIEBER, lo stavo per incontrare e non era solo un fottuto sogno dal quale mi sarei potuta svegliare in un attimo.  
“ Alla buon’ora.” Ci rimproverò Tsunade appena entrammo in casa sua, dove già c’era Louis seduto  sul divano di pelle, non riuscivo a smettere di guardarlo. Cazzo, era perfetto. Ci scusammo in coro e ci sedemmo vicino al nostro componente.
 “ Allora, io ho un pullman, se me lo rompete io rompo voi. Josh non può venire siccome è da una settimana che ha la febbre, così ci arrangeremo senza batterista. Ora saltate sul bus, e ragazzi state facendo un ottimo lavoro.” Sussurrò l’ultima parte con un sorriso timido, forse non era poi così un mostro. Salimmo svelti sul mini pullman che aveva solo tredici  posti, e dopo aver fatto a gara per gli ultimi sediolini ci accomodammo.
“ Posso?” Chiesi a Lou  guardandolo con’aria speranzosa, sbuffò pesantemente e di malavoglia tolse le gambe dal sediolino senza smettere di ascoltare la propria musica. Sapevo che non ci avrebbe perdonato molto facilmente, ma cazzo almeno un sorrisino.
“ Lou?” Lo chiamai incerta, lui si girò con aria distratta, gelandomi con gli occhi.
“ COSA VUOI?” Finì in modo freddo, voleva ferirmi e lo capivo dal tono di voce.
“ Io non stavo facendo nulla con Harry.” Sussurrai guardandolo distratto, ghignò e poi si girò di nuovo verso il finestrino. Sbuffai, e lasciai il sediolino vuoto andando ad un altro posto, dove potevamo restare solo io, e la mia musica. Mi concentrai sulle strade affollate di Londra che percorrevamo, e lasciai perdere ogni pensiero che stupido tornava da Lou.
“ Siamo arrivati.” Ci svegliò tutti Tsunade facendoci scendere davanti un enorme edificio, scendemmo in silenzio ed entrammo in ciò che sembrava una grande casa. Con la storia di Lou, mi ero quasi dimenticata di Justin.
Appena entrammo ci accolse un uomo in carne e senza capelli, ci disse di attendere nella sala blu, e ci accomodammo su delle scomode sedie del medesimo colore. Era inutile, non riuscivo a sopportare la lontananza di Lou, benché fosse a fosse a pochi passi da me, eravamo come estranei, Zayn si accorse del mio umore e silenzioso mi venne vicino. Cercava di parlarmi, ma non rispondevo, era inutile. Non volevo Justin, Zayn o Niall, volevo solamente che Louis avrebbe ricominciato a volermi bene, sempre se abbia mai iniziato.
“ Ciao a tutti!” Esclamò un ragazzo dagli occhi nocciola entrando nella nostra stanzetta, lo guardai bene ed il mio cuore prese non so quanti battiti, bum, bum, bum, bum, stava impazzendo con una sinfonia irregolare. Non riuscivo a staccare gli occhi da lui, e mi resi conto che i poster, le foto, e il p.c non davano giustizia alla sua bellezza, e nelle interviste il suo accendo canadese era sempre troppo nascosto. Stavo per svenire, e per continuare a vivere mi aggrappai a Zayn che sorrise. Fortunatamente non ero l’unica che stava andando in iperventilazione, ma c’era anche l’irlandese nella mia stessa situazione.
“ Io sono Justin Bieber, voi?” Chiese con un tono dolce, mentre ad ogni parola evitavo un collasso. Harold rise, e venne in mio aiuto sedendosi vicino a me. Mi diede la mano, ed io iniziai a stritolarla. Justin Bieber era a pochi passi da me.
“ Io sono Liam.” Disse con entusiasmo il moro, poco dopo si presentò anche Zayn e Louis.
“ I-io s-sono N.. Niall.” Continuò il biondo che a stento ricordava il suo nome, Justin se ne accorse e gli andò vicino per stringergli la mano, ciò lo aveva fatto con tutti, ma con Niall era stato diverso. Si era accorto che era un so fan.
“ Io sono Harry, e lei è Emily. Vorrebbe parlare, - scherzò riferendosi a me,- ma penso che se ti avvicini mi potrebbe morire frale braccia.” Continuò accarezzandomi i capelli, io ripresi il controllo di me stessa e sorrisi al mio idolo che cazzo si stava avvicinando per stringerci le mani. Prima Harry, e poi prese la mia per il baciamano, quasi sussultai quando le sue labbra si posarono delicatamente sul dorso della mia mano. Harold lo fulminò con lo sguardo, e Juss si allontanò di pochi centimetri, mentre io non potevo far a meno di pensare a quanto diamine fosse bello.
“ Siete fidanzati?”  Chiese ad un tratto Bieber, guardando curioso sii me che Harry. Io diventai tutta rossa, ed Harold mi strinse forte a se.
“ No, siamo solo amici.” Proclamò ad alta voce il riccio, quasi per far sentire bene a Lou che continuava ad esser distaccato e freddo.
“ Anche io e Selena eravamo solo amici.”  Continuò malizioso Bieber, sorrisi, ma Lou non la prese così.
“ Ridicolo.” Sussurrò per poi uscire dalla stanza, lo seguii a ruota seppur Liam mi urlò di stare seduta. Fuori pioveva, e non era una novità siccome il clima di Londra mi odiava. Il mio idiota camminava agitato sotto la pioggia, non potetti fare meno di osservare la sua bellezza.
“ LOUIS, TI PREGO ASCOLTAMI.” Urlai raggiungendolo sotto la doccia, lui mi guardò curioso. Probabilmente avevamo solo qualche minuto prima che ci avrebbero reclamato in sala, per il provino.
“ Sono tutto orecchie.” Continuò l’idiota guardandomi con aria di sfida, presi un respiro, sapevo che me ne sarei pentita.
“ So di non essere perfetta, e so che non sono la ragazza più bella di questo mondo, anzi. Però, tu mi fai sentire bella con i tuoi sorrisi, mi fai battere il cuore con le tue frasi, e mi fai ridere con i tuoi messaggini. Sarò stupida lo so, ma è dal primo giorno che ti vidi  che non riesco a toglierti dalla testa. Louis, mi sono innamorata di te.” Sussurrai mentre la pioggia sfiorava di continuazione il mio viso, lui sorrise e mi venne vicino. Forse c’ero quasi vicina in un felice e contenti.
“ Scusa Emily, ma proprio non posso amarti.”  Concluse ritornando dentro, restai qualche secondo a fissare il vuoto, sotto la pioggia e con il cuore a pezzi. Lui non mi amava, lui voleva Eleanor, e più la consapevolezza si faceva strada nel mio cuore, più aumentavano le lacrime che mi graffiavano le guance. Dopo poco rientrai anch’io, trovando i miei amici seduti in cerchio davanti Justin, Harold mi tenne il posto e andai vicino lui. Mi guardò curioso, avevo il mascara colato, e l’espressione di chi ha visto il proprio cuore sgretolarsi in migliaia di pezzettini taglienti. In silenzio mi abbracciò, e poi fulminò con lo sguardo Louis, che stava zitto a guardare Bieber che spiegava non so cosa.
“ Quindi queste sono le regole della gara.” Continuò ad alta voce il cantante di fama mondiale, mi lanciò uno sguardo e preoccupato per la mia espressione tanto diversa da prima mi accarezzò il viso.
“ Puoi venire un attimo?” Sussurrò prendendomi la mano, lo guardai sorpresa, per poi seguirlo di corsa; già sapevo la procedura, l’avevo sognato ad occhi aperti chissà quante volte, ora Justin si sarebbe inginocchiato e mi avrebbe chiesto se volevo sposarmi con lui, forse però in quel momento avrei detto di no.
“ Qualsiasi cosa sia successa, - Justin prese parola, cercando il mio sguardo.- Tu la supererai, perché le Belieber sono forti e belle, e tu sei una Belieber no?” Non aspettò la mia risposta e riprese a parlare, sorrisi incrociando il suo sguardo. “ Quel ragazzo è sicuramente innamorato di te, o non sarebbe scappato via in preda alla gelosia. E poi, non è l’unico  a cui piaci. Non ti abbattere, e sorridi, perché sei veramente bella quando sorridi. E posso abbracciarti?” Chiese incerto, lo guardai sorridente rassicurata dalle sue parole, sarei dovuta esser io a chiedergli un abbraccio, ma mi andava benissimo così. Mi strinsi a lui, e sul suo viso sbocciò un sorriso lusingato, uno di quelli soddisfatti per l’amore delle fan. Rientrammo, prendemmo posizione ed iniziammo a cantare.

I'm no superman
I can't take your hand
And fly you anywhere
You wanna go (yeah
)

Iniziò a cantare Louis, siccome la sua voce vellutata rispecchiava alla perfezione il messaggio che voleva trasmettere la canzone. Mentre cantava guardava un posto fisso, un posto vuoto, non c’era entusiasmo, ma era triste, e con tono troppo amaro sussurrò un ‘ non sono superman.’ Lo guardai sorpresa, sperando che ciò sfuggisse a Justin, io quei sei mila euro – divisi per noi.- Li volevo, magari con quei soldi avrei potuto convincere mamma a comprare casa in modo permanente, e restare a Londra.

I can't read your mind
Like a billboard sign
And tell you everything
You wanna hear but

Lo seguì Liam con la sua bellissima voce potente, Justin era sbalordito. Mi lasciavo trasportare dalla voce di Liam, rimanendo sempre concentrata sulla mia chitarra. Fortuna che lui aggiunse il giusto entusiasmo alla canzone.

I'll be your hero.
I, I can be everything you need
If you're the one for me
Like gravity I'll be unstoppable
.”

Continuò  Niall cantando da perfetto inamorato, forse Justin gli aveva fatto un brutto effetto.  Avrei voluto sorridere, ma neanche la sensazione di libertà che mi trasmetteva la chitarra, riusciva a togliermi dalla testa lo sguardo freddo di Lou. Lui non voleva essere il mio eroe, era si più forte della gravità, ma non per me, ma per Eleanor. 

So incredible, some kind of miracle
And when it's meant to be, I'll become a hero, oh
So I'll wait, wait, wait, wait for you

Yeah, I'll be your hero.”

L’ultima strofa toccava ad Harold, che trasformò la canzone in una dolce melodia colma d’amore, seppur sapeva che stava dicendo solo stronzate, avrei potuto aspettare anni, ma mai nessuno si sarebbe trasformato in un eroe per me, neanche con un miracolo. Ed il che era anche giusto, non ero abbastanza per avere il mio eroe, non ero abbastanza neanche per Louis.
Cantò la sua strofa, e all’ultima frase si girò verso di me, penetrandomi con i suoi occhi così dannatamene verdi. Arrossii e ricambiai il sorriso. Il battito di mani del grande Bieber spezzò la strana atmosfera che si era creata tra me e il riccio.
  Voi, non potete partecipare.” Sussurrò Justin vicino a Tsunade, stavamo per crollare un po’ tutti, in fondo ci eravamo impegnati per ottenere dei risultati come questo.
“ Siccome non ci sarà gara, e sono sicuro che umilierete gli altri gruppi.” Continuò sorridendo, noi lo seguimmo e iniziammo a saltare felici, o quasi. Il viaggio in pullman sembrò ancora più lungo, e neanche le costanti battute di Liam o Harold riuscirono a farmi sorridere.

“ Che ne dici se dormi da me?” Mi chiese Harry appena io, Liam e Zayn arrivammo a casa sua. Annuii, non volevo tornare a casa mia, da una mamma assente che non sapeva neanche della gara canora.
“ Resto anche io.” S’intromise Liam sorridendomi, Zayn gli diede una pacca sulla spala, e lui ricambiò. Erano proprio pappa e ciccia quei due, proprio non riuscivo a capire come avevano fatto a restare lontani tutto quel tempo.
“ Emily, cosa ti ha detto oggi Lou?” Chiese Zayn guardandomi curioso, mentre rubava l’ultimo pezzo di pizza alle patate dal piatto di un Liam indispettito.
“ Nulla, io gli ho detto che lo amo, e lui che non ricambia.” Feci un mega riassunto, sentendo un vuoto farsi largo dentro di me, come se si stesse aprendo una piccola voragine. Non ebbi il tempo di continuare che mi ritrovai stretta in un abbraccio soffocante con tre ragazzi alti e muscolosi. Ma, nonostante non riuscivo a respirare mi lasciai cullare dalle loro braccia, ne avevo realmente bisogno.
“ Puoi dirmi le esatte parole?” Chiese dopo un po’ Harry, non staccando il suo sguardo da me, lo guardai stanca. Non volevo ricordare, mi faceva male.
“ Ha detto qualcosa come: mi dispiace, ma non posso amarti.” Sussurrai rannicchiandomi su me stessa, Harry fece un salto. Lo guardai curiosa.
“ Tranquilla, è tutta colpa della famiglia di Eleanor.” Rispose poco dopo, io e i ragazzi ci riunimmo intorno a lui per sentire la spiegazione. In che modo era colpa della famiglia dello scopettone?

 

Angolo me: Lo so ci ho messo tantissimo, scusate il ritardo; ma ultimamente non sono stata molto al computer, siccome sono quasi sempre in piscina. Ringrazio tutti coloro che recensiscono, siete veramente speciali. E.. che ne pensate della prima – e non ultima- apparizione di Justin? *-*
Scriverò presto il prossimo capitolo, bye bye
Lisa.

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Capitolo 11
*** Soldi ed alcool. ***


Soldi ed alcool.

 

“ In che senso?” Chiese Zayn, mentre si avvicinava ad un Liam che distratto lo accolse fra le sue braccia.
Harold arrossì, teneva lo sguardo basso e si torturava le mani.
“ Sbrigati però, siamo curiosi.” Continuò Liam, avvolgendo la vita del moro con le sue gambe. Lo guardai sbalordita, probabilmente così stava solo più comodo, Zayn fece un sorrisetto e poi appoggiò la testa sul torace del castano, che sospirò. Li guardai curiosa, erano strani.
“ La famiglia di Louis prima era povera.” Sussurrò Harry prendendo un po’ di coraggio, continuammo a guardarlo curioso. Lo gelai con lo sguardo cercando di farlo parlare, e lui mi sorrise.
“ Eleanor era innamorata di Lou. – Prese un respiro, mi guardava preoccupato, forse aveva paura di ferirmi.- Così i genitori della Calder prestarono diecimila euro alla famiglia di Lou, al costo che Eleanor sarebbe stata fidanzata con Louis per dieci anni. Louis si è ribellato, e ha pagato quattro mila euro; ma per scontare la pena ce ne vogliono sei mila e lui non ne ha.” Finì pronto a sorreggermi se fossi svenuta. Io come Zayn e Liam avevo la bocca spalancata, non poteva fare così, non eravamo nel milleseicento; cazzo.
“ Se glieli diamo noi seimila euro?” Chiesi speranzosa che gli altri accettassero, mi girai verso i piccioni per terra, e Zayn aveva una mano sotto la camicia di Liam? Guardai meglio, avvicinandomi almeno col collo, ma era troppo tardi.
“ Non accetterebbe mai soldi da noi.” Continuò Harold, distruggendo anche il mio ultimo barlume di speranza. Mi accasciai per terra, disorientata, confusa, triste, in un pomeriggio il mio cuore era stato ridotto in mille pezzi, e in una serata avevo capito che non avrei potuto fare niente per aggiustarlo.
“ HEI APSETTATE!” Urlò alzandosi in piedi Liam, seguito da uno sbuffo del moro. Mi guardò sorridente, quasi la bellissima notizia di un Louis\Eleanor per sempre felici e contenti gli piacesse; si sedette vicino a me prendendo il mio viso fra le mani.
“ A quanto ammonta il premio per la gara canora?”Mi sussurrò sulle labbra per poi far dipingere un sorrisone sul mio volto, presa dalla felicità gli saltai addosso; mi strinse a se sorridente. Harry e Zayn ci guardavano curiosi, loro non avevano capito.
“ Ragazzi!” Urlai anch’io alzandomi subito seguita da Liam che prese Zayn per mano.
“ LA VINCITA DELLA GARA CANORA E’ DI SEIMILA EURO,  CERTO!” Urlò il moro, rovinando la sorpresa per Harold che fece una smorfia disgustata-derisoria-acida, lo guardai sorpresa cercando di capirlo.
“ Emily, ma sei cogliona?” Sillabò piano gelandomi con lo sguardo, mimai un no, sempre più sorpresa.
“ Cazzo. – Continuò, sempre più arrabbiato.- Non vinceremo quella gara canora, e anche se per miracolo di Dio noi vincessimo, pensi davvero che lui sceglierebbe te alla Calder?” Finì in modo gelido e distaccato, sentivo gli occhi pizzicarmi e un nodo alla gola. No, non avrebbe scelto me, e lo sapevo. Eleanor era bella, ricca, e costante; io invece non sapevo neanche quanto tempo sarei rimasta a Londra. Era tardi ed io ero triste, ma non volevo restare in quella casa. Mi congedai con uno ciao, e uscii di fretta senza dare a nessuno l’opportunità di fermarmi; vidi Zayn pronto a rincorrermi, ma feci segno di no. Camminavo senza una meta, volevo solo smaltire la rabbia e la tristezza che mi avevano praticamente invaso, incominciai a pensare ai miei primi giorni a Londra, e all’amicizia con Niall e Louis; allo scandalo di me e Liam e alla partenza di Danielle, ai ricatti di Harry e a Louis. Sentii un urlo, poi un rumore e un altro urlo. Mi avvicinai al vicolo buio da dove provenivano le urla, pronta ad usare il mio cellulare come arma. C’era un ragazzo steso per terra con una bottiglia di birra in mano, mi avvicinai a lui curiosa quanto spaventata. Era buio pesto, ma quei lineamenti mi sembravano familiari, sembrava quasi Louis; ma era impossibile, era buio pesto, e Louis William Tomlinson era felice, non aveva bisogno di ubriacarsi.
“ Hei.” Sussurrai dando un colpo al braccio del ragazzo per poi scappare via,  lo vidi alzare il collo e riabbassarsi. Non ero riuscita a vedergli occhi, e con la speranza che fosse Louis mi avvicinai di nuovo a lui, dandogli una mano per farlo alzare. Si aggrappò a me talmente forte, che quasi trascinò anche me a terra. Con un po’ di pazienza lo appoggiai ad un lampione, e quasi mi mancò il respiro quando vidi i suoi occhi azzurri. Gli occhi di Tomlinson, non erano solo azzurri, erano un colore acceso, un colore nuovo, il colore più bello che io abbia mai visto. Persi qualche battito, ma lui continuava a stare zitto, forse non mi riconosceva. Lo feci aggrappare a me,  e ci avviammo a casa mia che non distava molto. Dopo qualche decina di minuti, e qualche caduta, finalmente arrivammo. Trovai le chiavi di riserva e aprii d scatto la porta, mia mamma probabilmente dormiva, non m’importava molto, e arrivati in camera mia lo stesi sul letto; prese sonno poco dopo. Mi feci spazio fra le coperte, e mi appisolai vicino a lui.
“ Emily?” Chiese appena mi stesi nel letto, sorpresa mi girai verso di lui trovandolo sveglio. Annui.
“ Si.” Sussurrai per rassicurarlo, subito dopo aver parlato mi strinse a se, regalandomi un caloroso abbraccio. Sospirai, la sua vicinanza mi faceva sempre uno strano effetto.
“ Mi odi?” Chiese dopo poco, avvicinando il suo viso al mio. Sentivo il suo respiro mischiarsi col mio, e i battiti del mio cuore accelerare.
“ No, certo che no.” Sussurrai per rassicurarlo, lui sorrise.
“ Qualsiasi altra ragazza mi avrebbe odiata.” Commentò posandomi la mano sulla guancia, mentre si spinse con il bacino verso di me. Arrossii. Cercai di dir qualcosa, ma venni zittita nel miglior dei modi, posò le sue dolci labbra sulle mie, e poco dopo il bacio diventò passionale, e fu solo una danza tra le nostre lingue. Tirò un sospiro, per poi lasciarmi piccoli baci lascivi sul collo, ad ogni suo tocco la mia pelle andava a fuoco.
“ Lou.” Bisbigliai, e lui sorrise come compiaciuto.
“ Ora dormi.” Sussurrò lasciandomi l’ultimo bacio all’angolo della bocca, il mio cuore faceva capriole ed io ero schifosamente felice. Il mio cuore si era auto-riparato al primo bacio, ed ora avevo solo la dannata sensazione che sarebbe andato tutto bene.
La sera passò velocemente, e mi risvegliai ancora stretta fra le sue braccia, mi ci sarei potuta abituare facilmente. Approfittai di quei minuti per poterlo guardare, e soffermarmi sulle sue belle labbra.
“ Buongiorno.” Gli sussurrai all’orecchio facendolo svegliare. Aprì gli occhi di sorpresa, per poi impallidire quando mi trovò di fianco a me.  Farfugliò qualcosa, poi si passò disperatamente una mano tra i capelli, per poi uscire frettolosamente dal mio letto. Lo guardai alzarsi, e andare via, probabilmente avevo un’aria da disperata.
“ Aspetta!” Urlai andando verso di lui che si girò di mala voglia, mi gelò con gli occhi, quasi mi volesse chiedere ‘cosa c’è ancora?’ Deglutii, e mi avvicinai abbastanza timorosa.
“ E il bacio di ieri sera?” Urlai cercando di non esser presa dal panico, lui scoppiò a ridere sadicamente.
“ Quale bacio?” Chiese freddo, guardandomi in modo malevole. Avevo riempito la mia testa di illusioni, e ora ne pagavo le conseguenze; anche se quella notte lui non sembrava poi così ubriaco.
Emily, tutto quello che è successo ieri sera è stato un errore.” Parola per parola mi trafisse il cuore, lo guardai con fare rassegnato cercando di trattenere quanto più possibile le lacrime. Se ne andò dritto, ed io non feci nulla per fermarmi. Poco prima di sbattere la porta definitivamente si girò verso di me, aprì la bocca per dir qualcosa, ma poi la richiuse e se ne andò. Mia madre osservò la scena in silenzio, pronta per farmi una ramanzina, anche lei aprì la bocca, ma al contrario di Louis uscirono solo urla.
“ Fottiti.” Sussurrai risalendo in camera, senza che lei continuò ad inveire contro di me. Corsi nella mia stanza, e mi fondai sul letto per iniziare a piangere confortata dal profumo di Lou intrappolato nelle lenzuola, che ora invadeva i miei polmoni.
“ Emilyy, c’è qualcuno per te.” Urlò mia madre con un megafono apposto della bocca.
“ MANDALO VIA!” Urlai di rimando con la voce strozzata dalle lacrime, probabilmente era una vecchietta che voleva darmi qualche caramella.
“ Emily, sono venuto a chiederti scusa.”  Harry entrò senza bussare in camera mia, sconvolto si buttò sul mio letto per abbracciarmi. Non volevo farmi vedere da lui in quello stato, soprattutto perché aveva dannatamente ragione, Louis non avrebbe mai scelto me. Nessuno dei due proferì parola, e in silenzio Harry si accoccolò vicino a me, stringendomi, rassicurandomi, dicendomi che lui ci sarebbe stato. Ma era inutile, io ero uno stupido errore, e non meritavo gli abbracci rassicuranti di Harold, non lo meritavo.
“ E’ un bastardo.” Continuò il riccio accarezzandomi i capelli.
“ Ci siamo baciati.” Sussurrai io, cercando di nascondermi sotto le coperte. Lui si appoggiò alla mia schiena.
“ E poi?” Chiese come se non lo sapesse, come se voleva farmi pesare il fatto che lui me lo aveva detto.
“ Ha detto che è stato un errore.” Sussurrai ricominciando a piangere, sentii la sua stretta rinforzarsi mentre mi iniziava a baciare il collo.
“ Non aver paura, qualsiasi cosa accada io ci sarò.”  Mi sussurrò infine facendomi sorridere, Harold era qualcosa di speciale, qualcosa di puro, qualcosa di inestimabile come un angelo, ed io proprio non lo meritavo. Non avrei fatto altro che macchiarlo dei miei stessi errori.


Me: Ok, ci ho messo tantissimo ad aggiornare.. ma vi amo e voi lo sapete. <3
Prima del quattordici aggiornerò visto che riparto, e poi il ventisei parto nuovamente, ma ook, facciamo finta di nulla, ahaha. Sarò più puntuale, prometto. Aggiornerò ogni settimana, ogni dieci recensioni,
promesso. Comunque, scusate se il capitolo è breve però è intenso, u.u Louis è UN EMRITO STRONZO.
Uhh, ma io lo amo. <3 Capiamolo povero cucciolo, deve stare con lo scopettone. Nel prossimo capitolo succederà l’inaspettato e si sapranno gli scheletri nell’armadio di Zayn, ed Eleanor (?)
Alla prossima,

Lisa.

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Capitolo 12
*** Chiarimenti. ***


Chiarimenti.

Pov Harry.



Mi passai abilmente una mano tra i capelli, confuso, mentre con l’altra stringevo ancora forte la vita di Emily che aveva smesso di piangere e si era addormentata. Louis la stava facendo soffrire, prima l’aveva baciata e poi l’aveva buttata via; tipico. Probabilmente voleva solo rendere il gioco più divertente, o forse è veramente innamorato di Emily; ma è impossibile. Amare Emily, avere Emily, significherebbe lasciare Eleanor, ergo, lasciare le macchine costose e i vestiti firmati; e ciò è impossibile. Tutti sanno quanto Louis sia viziato, e di certo non sarà una ragazza a farlo cambiare idea. Lui la vuole solo per una notte, per togliersi lo sfizio di essersela fatta e poi la lascerà in pace; ma non gli permetterò di far soffrire ulteriormente la mia piccola Emily già abbastanza distrutta.
La sua mano stringe la mia, ed il mio cuore come da manuale incomincia a perdere qualche battito. Poco dopo si gira verso di me, ancora addormentata, e si avvicina sempre di più; finché i nostri respiri non si fondono, e riesco a sentire il suo battito cardiaco pesante, regolare, stonare con il mio invece che sta impazzendo. Prendo un respiro, cerco di calmarmi, non ho più quattordici anni.
“ Harry?” Sussurrò piano accarezzandosi i suoi grandi occhi color nocciola, la strinsi un po’ di più, sorridendo alle sue guance già rosse.
“ Si?” Sussurrai anch’io incominciando ad accarezzarle i capelli, per un po’ stette in silenzio e lacrime silenziose le rigavano il volto, sapevo che pensava alla notte prima passata con Louis, al loro bacio, e mi faceva male. Ogni sua lacrima era un pugno in pieno stomaco, e ogni qualvolta che mi nominava quel bacio mi sentivo mancare; nonostante ciò non potei far a meno di asciugarle le lacrime, perdendo altri battiti, al contatto della mia mano con la sua pelle così calda.
“ Grazie. – Disse appena, nascondendo il suo viso nel mio petto.- Grazie di tutto.” La strinsi forte a me incapace di  rivelarle i miei veri sentimenti, incapace di dirle che sin dal primo giorno lei era diventata padrona dei miei pensieri; ma era inutile, anche se mi fossi rivelato lei non mi avrebbe mai amato.
“ Tranquilla, sai che puoi contare su di me.” Gli dissi in modo sicuro accarezzandole i capelli, lei non poteva sapere quanto quelle stesse parole mi facessero male; lei strinse a se la mia mano e chiuse di nuovo gli occhi.
“ Sai,  ieri notte, quando mi ha stretto a se.. Quando le sue labbra si sono posate sulle mie.. Io..” Annaspava, balbettava, ed intanto sentivo il mio cuore sgretolarsi.
“ Però quando mi ha parlato in quel modo, mi sono ricordata di Eleanor..”
“ E hai sentito come un fuoco dentro che ti divorava, ti sentivi bruciare eppure la temperatura non superava i diciannove gradi; volevi piangere, e ti sentivi distrutta all’idea di non poterlo fare tuo, giusto?” In un attimo liberai in parte il mio cuore, dicendo cose che non le avrei mai potuto dire realmente. Lei mi guardò confusa, e poi si strinse più forte a me.
Pian piano sentii il suo respiro farsi più pesante, e capii che si era addormentata. Con un sospiro mi alzai dal letto, e senza salutare nessuno me ne andai; avevo bisogno di aria, di respirare. Feci qualche passo per il viale, senza smettere di pensare ai suoi occhi nocciola coperti da un velo di lacrime, alla sua bellissima risata, alla sua pelle calda; Emily ormai era diventata parte di me.
“ Amore dove sei stato ieri sera?” Una voce stridula, da oca, fastidiosa mi colpì in pieno. Mi girai lentamente, già sapendo chi fosse la proprietaria. Dietro di me c’erano Louis ed Eleanor che ridevano spensierati, mentre si tenevano per mano. Louie aveva un’aria pensierosa e non faceva altro che annuire, mentre lo scopettone si teneva avvinghiata a lui come se gli potesse scappare da un momento all’altro.
“ Louis.” Lo salutai freddo andando davanti a lui, che rimase sconvolto. Era da circa due anni che non gli rivolgevo la parola.
“ Harold.” Sapeva quando io odiassi il mio nome completo, e nonostante ciò mi chiamava sempre così.
Eleanor osservava la scena in silenzio con uno strano sorrisetto; Dio quanto mi stava sul cazzo.
“ Possiamo parlare?” Chiesi freddo, non stacco il mio sguardo da quello turchino dal ragazzo che avevo di fronte. Lui annuì e andammo entrambi in un luogo più appartato, senza lo scopettone. In un attimo mi ricordai di quante notti passate sul letto a coccolarci avevamo passato io e Lou, a tutti i nostri abbracci, alle nostre belle promesse, ai nostri finti matrimoni, in un attimo i suoi occhi blu scavarono in me un buco profondo di ricordi.
“ Cosa c’è ora sweet?” Mi chiese con tono di sfida, usando però il mio nomignolo; involontariamente sorrisi, e lui fece lo stesso.
“ Che intenzioni hai con Emily? Vuoi solo entrarle nelle mutande non è vero?” Ringhiai a denti stretti, facendo esplodere sul viso del castano un sorrisetto sghembo, quel sorrisetto sghembo che sempre mi aveva fatto letteralmente impazzire.
“ E’ così bella, solare, determinata, fragile..  Sembra capirmi sai?- Prese una pausa, un sospiro, abbassò lo sguardo, e poi riprese a guardarmi.- Mi ricorda incredibilmente te.” Sussurrò piano, e in un attimo i suoi occhi non erano così freddi, e il suo tono era meno tagliente. Quasi era tornato il Louis di sempre, quello con la battuta pronta e una risata da mozzare il fiato, quasi era tornato il mio Boobear.
“ Comunque – riprese a parlare, riservandomi di nuovo uno sguardo freddo,- non voglio scoparmela è basta, penso sia un ottimo passatempo; e se non ci fosse Eleanor ci potrei anche stare insieme.”  Commentò sarcastico  andandosene, ma lo bloccai prendendolo per un braccio; entrambi fummo sorpresi dalla mia reazione.
“ Se Emily trovasse i sei mila euro, tu chi sceglieresti?” Ero stranamente calmo, e quasi sapevo la risposta. Una parte di me, quella bastarda, voleva Louis ed Eleanor insieme, l’altra invece, quella innamorata, voleva un Louis ed una Emily felici insieme; perché lui era l’unico modo per renderla felice, ed io per lei mi sarei anche messo da parte. Louis si passò una mano tra i capelli, e poi mi regalò di nuovo quel suo sorrisetto sghembo.
“ Emily.” A quel nome tremai, davvero Louis avrebbe lasciato soldi, vestiti e vagonate di figa per una ragazza? Ne era veramente così innamorato? E allora perché l’aveva tratta in quel modo?
“ Ma – riprese con tono secco.-  Penso di non meritarla, ed è meglio se mi sta lontano.” Finì aspro andandosene definitivamente, avrei voluto dirgli che mi manca, ma lo guardai silenzioso andando verso Eleanor per poi baciarla. Sbuffai, e meccanicamente chiamai Liam. Non sapevo perché stavo chiamando proprio lui e non Zayn, io e Liam ci eravamo voluti bene, ci eravamo odiati, e ora c’era uno strano rapporto tra noi, ma mi fidavo, Zayn erano pazzo di Liam.
“ Pronto?” Solo la voce calma di quel ragazzo fece calmare il casino che avevo in testa.
“ Liam.. Ho bisogno di parlare, possiamo vederci?” Chiesi titubante, pauroso di un rifiuto.
“ Certamente!  Vieni da me, ho sia la birra che fifa.” Sorrisi e staccai, mi mancavano i nostri vecchi pomeriggi passati a bere birra e giocare alla play.
“ Hei amico che volevi dirmi?” Urlò lui aprendomi la porta, presi una birra dal tavolino e mi lanciai sul suo divano di pelle, casa sua era sempre la stessa, ed era su quel divano che all’età di quattordici anni io persi la verginità.
“ Sono preoccupato.” Sussurrai prendendo al volo il joystick che mi lanciò.
“ Dai dimmi, di me puoi fidarti, lo sai.” Continuò selezionando su ‘campionato.’ Sorrisi, avrei vinto.
“ Emily.” Dissi ad un fiato, selezionando il Barcellona, mentre lui prese una squadra francese.
“ Sei innamorato di lei giusto?” Domando con finta aria d’innocenza, mentre faceva qualche scambio di giocatore. Annui.
“ Ho parlato con Louis, e lui è innamorato di lei.. E lei di lui.. Ma mi ha detto che lui non se la merita.” Continuai confuso, abbandonando il joystick. Ero confuso, non sapevo cosa fare, avevo bisogno di qualcuno che credesse in me.
“ Harry, tranquillo respira.” Sussurrò abbracciandomi, sorpreso lo strinsi a me. “ So che tu sai amare una donna in ogni modo, se davvero sei innamorato di lei farglielo capire, e rendila tua.” Finì con tono dolce, mi aggrappai più stretto a lui, certo di aver trovato uno scoglio sicuro, e lo sentii ridere. Si allontanò e mi fissava serio. Quasi mi faceva paura.
“ Harry ..” Prese un respiro mentre continuava a passarsi le mani nei capelli, sembrava dovermi dire chissà quale segreto.
 “ Liam?!” Zayn entrò di corsa in stanza, urlando quando ci vide entrambi sul divano a parlare; cosa gli prendeva?
“ Z-Zayn! Stavamo parando, m-mi ha chiesto un consiglio, giuro!” Liam scattò in piedi con le mani in alto, mentre il moro non distoglieva lo sguardo da me; sbottai a ridere, sembravano una vecchia coppia sposata.
“ Comunque, ero venuto a prenderti per andare alle prove.. ma a quanto pare hai già un passaggio.” Sputò amaro il pakistano guardando entrambi male, che fosse geloso?
“ Dai andiamo tutte e tre alle prove.” Dissi io prendendoli per mano, andammo in macchina e quei due non facevano altro che lanciarsi strane occhiate.
Una volta arrivati la direttrice ci accolse frettolosamente, era da un po’ che non la vedevamo; insieme a lei c’era anche Josh che si fondò su Emily e Niall; mentre io guardavo curioso uno Zayn attaccato a Liam, e Lou che non staccava lo sguardo da Emily.
“ Io per oggi ho preparato una canzone!” Disse Louis sorridendo, Tsunade lo incitò a cantare e lui salì sul palco, seguito da noi.
A cantare iniziò Niall che riconobbe da subito la canzone.

know I stand in line
Until you think you have the time
To spend an evening with me
And if we go someplace to dance
I know that there's a chance
You won't be leaving with me
.”

La sua voce vellutata rispecchiava a pieno quelle parole, e  quasi vidi le lacrime sul volto di Tsunade. Io mi limitavo a battere le mani, non ne potevo proprio di una canone del genere.

Then afterwards we drop into a quiet little place
And have a drink or two
And then I go and spoil it all
By saying something stupid
Like I love you.”

A cantare è Louis, ha una voce delicate e poi le sue parole rispecchiano alla perfezione la notte precedente con Emily, sento una stretta al cuore stringere, e vedo invece Emily che arrossisce violentemente mentre continua a suonare la sua chitarra.

I practice every day to find some clever
lines to say
To make the meaning come through
But then I think I'll wait until the evening
gets late
And I'm alone with you
.”

Inizio a cantare io e con me anche Zayn, non riesco a trovare tonalità e ogni nota è sempre fuori posto, prendo un respiro e lascio la strofa al moro, che continua a cantare girato completamente verso Liam che arrossisce, ed entrambi sussurrano l’ultima frase.

I love you..
I love you..
I love you..


Sussurrano Zayn e Liam accompagnati da Louis ed Emily, io non ce la faccio, sono di troppo e non riesco  neanche a cantare; non riesco a fare ciò per cui sono nato. Sbuffo, fortunatamente nessuno si è accorto del mio malumore. Vedo Louis andare verso la mia piccola Emily, la prende per un braccio e la porta in un luogo più appartato.
“Tutti seduti!” Urlò Tsunade sedendosi sul pavimento, sebbene ci fossero cinque divani liberi; la seguimmo a ruota anche se eravamo solo io, Liam, Zayn e Niall.
“ Prendete – diete ad ognuno un quaderno, anche a Lou ed Emily che erano tornati.- Voglio che tra tre mesi su questo quaderno ci sarà scritta una canzone.” Disse prima di andarsene lasciando ognuno di noi stupefatto. Non sapevo che fare, sospirai arrabbiato, Emily aveva le lacrime agli occhi, di nuovo. Ma non ce la facevo a parlarle, ero incazzato col mondo intero, con me, e con il mio amore. Andai di fretta a casa, prendendo quello stupido quaderno e buttarlo nel cestino. Chi cazzo se ne fregava dei soldi, se l’unica cosa che volevo non voleva me?


-PovLouis.-

 

Guardavo Emily, i suoi occhi da cerbiatta, il sorriso furbetto, i capelli leggermente mossi che le accarezzavano le spalle, la carnagione olivastra, il seno pieno, e la positività che trasmetteva anche una sua sola parola; era perfetta, ed era decisamente troppo per me. Troppo per un ragazzo avido ridotto a vivere una vita di troie e soldi immeritati. Perché anche a novant’anni avrei dovuto sopportare la voce squillante e da oca di Eleanor, avrei dovuto dirle che è bella, e avrei dovuto ignorare tutti i ragazzi che si è fatta. D’altronde avevo scelto io di finire così, e se non ci fosse stata Emily non mi sarei mai accorto del grande pezzo di merda che ero, ma non potevo averla, e poi Harry era fottutamente innamorato di lei. E non potevo farlo soffrire, non potevo far soffrire l’unica persona che seppur involontariamente mi regalava sorrisi su sorrisi; perché lui era un qualcosa di veramente speciale, ed unico, ma non tutti sapevano apprezzarlo.
“ Amoruccio, uccio, uccio.” Eleanor piombò in camera mia con solo l’intimo addosso, la guardai freddo, non volevo fare sesso, e con lei non mi si sarebbe mai attizzato, di questo passo poi.
“ Amore mio bello, sei veramente bellissima, sai?” Feci un sorriso finto, e gli lasciai un bacio lascivo sul collo e uscii quasi correndo da quella casa.
Per la seconda volta in una giornata mi ritrovai a vagare per la strada senza meta, sapevo cosa il mio cuore cercava, Emily; ma non potevo averla. A furia di camminare mi ritrovai davanti la casa di Liam e senza pensarci entrai, lasciava sempre l porta aperta; a prova di ladro. In cucina non c’era nessuno, così andai in salone, ed infine in camera da letto.
“ LIAM?!” Urlai, sorpreso, sconvolto, stupito. Sapevo dell’omosessualità di Liam, ma, era tutto così, non era possibile, diamine.
“ LOUIS! Cosa ci fai qui?” Urlò il mio amico coprendosi, io mi girai di scatto completamente rosso mentre Zayn scivolava sotto le coperte. Poi scoppiammo tutti e tre a ridere.
“ Ero venuto a parlarti.” Sussurrai leggermente imbarazzato.
“ Amore dovresti farti pagare.” Continuò Zayn dando un leggero bacio sulla nuca di Liam, che rabbrividì. Cazzo, era così dannatamente strano.
“ Lou, scusa, ora sono subito da te.” Continuò Liam mandandomi in salone.
“ Basta che non mi tocchi con le tue mani.. Neanche se te le lavi!” Urlai ridendo, mentre Zayn si sedette vicino a me sul divano continuando a guardarmi in modo torvo.
“ Perché sei qui?” Mi parlò chiaro e freddo il moro, ai nostri tempi eravamo veramente molto uniti, e sapevo che lui è sempre stato schietto.
“ Hai fatto del male a me e ad Harry, poi Emily, e infine hai ferito anche Liam e Niall. Non sai quant’è volte Liam nel sonno ha detto il tuo nome, o Niall non ha mangiato il suo dolce perché era triste. E tu ora vieni da Liam perché hai qualche problema giusto? Però quando Liam aveva un problema tu non c’eri.” Disse fermo il moro facendomi sentire sempre di più una merda; era solo quello che mi meritavo.
“ Zayn! – Urlò Liam entrando in salone.- Lou, non gli dar retta, io ci sarò sempre per te. Lo sai.” Sussurrò Liam abbracciandomi, lo strinsi forte a me, sapendo che prima lo stesso petto a cui io mi stringevo era stato leccato e chissà quant’altro da Zayn, che ora ci guardava con’aria di disappunto.
“ Si, ma per favore non dite nulla agli altri.. Oggi con Emily sono stato un po’ bastardo, e ragazzi, scusa di tutti.” Finii prendendo il joystick pronto a ricevere molte spiegazioni sul rapporto di Zayn e Liam.


Angolome: Questo capitolo l’ho sudato :’) Ma grazie per le meravigliose 10 recensioni, siete fantastiche ed è grazie a voi che io aggiorno! Tornando alla storia, oggi non c’è stato un pov di Emily giusto per far vedere anche come la pensano gli altri u.ù Harry è così fottutamente dolce, è innamorato, ma non lo dirà. E’ pronto a far di tutto pur di rendere felice la sua Emily, il punto è: se si spingesse troppo oltre?
Louis, Louis invece è uno stronzo coglione dolce ed innamorato, lui vuole Emily, ma è convinto di non poterla avere, di non essere abbastanza per lei, e allora la allontana, la vuole far soffrire, almeno lei non si lascerà avvicinare; ma cosa gli ha detto oggi??
Liam e Zayn.. Il prossimo capitolo sarà molto ZIAM! Sempre se lo volete.. Insomma, a me piacciono come ‘coppia’ ovviamente è solo una bromance, non insinuo che nella realtà stiano insieme, ma nella mia ff si, e penso che siano molto dolci insieme. Mentre voi cosa ne dite?
Tra nove giorni parto per .. New York! *^* E appena questo capitolo arriverà a dieci recensioni pubblicherò il prossimo C’:  Comunque a NY ci starò dieci giorni perciò se non aggiorno e perché sono via (‘:
Ancora grazie di tutto; <3.

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Capitolo 13
*** Parlami di te. ***


Parlami di te.
Pov Louis.

 

-Sei solo una puttana, e io non ti amerò mai.- Questo avevo detto ad Emily il giorno prima mentre una lacrima solitaria le sfiorava una guancia. Lei non disse assolutamente niente e tornò indietro da Tsunade, subito seguita da me. Forse diglielo aveva fatto più male a me che a lei. 
Non so cosa fosse l’amore, non mi ero mai innamorata di nessuna e l’unica persona che si avvicinava a farmi provare emozioni forti era Harry; per cui per quasi tutto il periodo della mia adolescenza avevo fortemente creduto di essere omosessuale, finché non incontrai Eleanor che con le sue belle gambe era assolutamente sexy; e tutto andava bene il primo mese. Quando non facevamo altro che scopare ed andare alle feste, poi però l’interesse sciamò ed infine fui costretti a vendermi a lei per la mia famiglia. All’inizio pensavo che se la mia punizione era dover scopare per il resto della mia vita con Eleanor, be’ non mi dispiaceva affatto. 
Poi però, ho incontrato lei, che con i suoi occhi da cerbiatta e il sorriso furbo mi ha fatto innamorare. E sono certo di essere innamorato, perché quando sono con lei il mio cuore non smette di fermarsi neanche un attimo, perché ho sempre voglia di starle vicino, perché quando lei piange il mio cuore inizia a farmi male. 
Ma dovevo farlo, Eleanor iniziava ad avere dei sospetti, forse non era così stupida. Se non avrei subito chiuso quella strana situazione di amore-odio con Emily, El sarebbe entrata in scena;  e non volevo che la mia Emily soffrisse. Sapevo quanto Eleanor possa essere cattiva, la lingua tagliente, molte amiche, e tanti soldi a disposizione; per di più ora che sarebbe diventata la nostra compagna di classe sarebbe stato tutto ancor più difficile; ma non avrei mai permesso che El facesse del male ad Emily. 
“ Hei, Lou!” Liam mi diete un pugno sulla spalla appena varcai il cancello di scuola, io ricambiai con una pacca e infine vidi un Zayn timido che ci raggiungeva; salutai anche lui e poi vidi entrambi arrossire. 
“ Zay perché hai la sciarpa? Non fa così caldo.” Dissi al moro che esibiva una canotta blu ed una sciarpa arancione, che forse era anche da donna. Non aveva proprio gusto nel vestirsi quel ragazzo. 
“ E’ la sciarpa della mamma di Liam.” Bofonchiò lui guardando male quest’ultimo che arrossì, sorrisi ipotizzando un succhiotto. 
“ Non l’ho fatto a posta! Ero preso dall’atmosfera.” Si giustificò il castano visibilmente imbarazzato, scoppiai in una fragorosa risata subito seguito dagli altri due. 
“ Hey Zayn! Liam!” Niall interruppe le nostre risa saltando su i due piccioncini che ricambiarono l’abbraccio, ero sicuro che entrambi fossero molto gelosi per questo dissi a Niall di prende un po’ le distanze, lui mi guardò male  e si girò da un’altra parte. Sapevo che non mi odiava, ma sicuramente Emily gli aveva riferito la nostra chiacchierata e ora avrei sudato per ricevere di nuovo una sua dolce parola. Poco dopo nel cortile arrivarono Emily ed Harry, quest’ultimo circondava la sua vita con un braccio e lei sembrava felice. Felice senza me. Sentivo il cuore scoppiarmi, e il mio stomaco contorcersi. Io volevo la sua felicità, e sapevo che io non dovevo far parte della sua vita, e lei ed Harry erano bene , mentre io ero male.  Sbuffai, se non fossi stato un ragazzo, orgoglioso, e vicino a me non ci fossero state tutte quelle persone, probabilmente sarei scoppiato in un pianto convulsivo, magari solo una lacrima per liberarmi un po’ di quel dolore che mi opprimeva da settimane. 
“ Ciao ragazzi!” Harold ci salutò entusiasta non rivolgendomi neanche uno sguardo, non ero certamente il favorito, ma era giusto così. 
“ Heilà!” Commentò Emily dandomi le spalle, sbuffai, ma continuavo a ripetermi che era giusto così. 
“ Amoruccio-uccio-uccio.” No. La voce squillante di Eleanor fece girare tutti verso di noi, lei come da copione mi buttò le braccia al collo, e per poco non  mi scansai quando una tanfa di Chanel si impadronì dei miei polmoni. 
“ Hei, baby.” Le sussurrai all’orecchio cercando d’allontanarmi, ma lei si avvinghiò a me stretta, dandomi un lungo, sbavoso, schifoso, bacio fin troppo volgare per i miei gusti. Era risaputo che il mio sogno era un bacio sotto la pioggia, proprio da gay. 
Harry sussurrò qualcosa e tutti iniziarono a ridere, non sapevo di cosa parlassero ma non ci voleva il genio per capire che era una battutina su di noi; che strano, ero sempre stato io a fare le battute divertenti. 
El mi prese la mano e mi accompagnò in classe, prima ora latino, c’erano tutti. 
Harry ed Emily seduti vicino, ovviamente. E Zayn e Liam all’ultimo banco. E come di copione Eleanor si sedette vicino a me; per tutta la lezione non fece altro che mettersi in mostra, e mostrare le tette al professore. Dio, salvatemi. 
“ Hei Tomlinson, è vero che hai tradito tutti i tuoi amici per una zoccola?” Urlò Andrea, un ragazzo idiota della nostra classe; mi aveva sempre odiato, non sapevo la ragione, ma quel ragazzo proprio non poteva vedermi. Eleanor aprì la bocca, sembrando ancor di più una bambola gonfiabile, poi la richiuse. Voleva solo mostrare le sue labbra; Emily rise di gusto, Harry le faceva il solletico, e il prof correggeva alcuni compiti. 
“ Tomlinson non rispondi?” Continuò, vidi Liam alzarsi, ma Zayn gli sussurrò qualcosa che costrinse l’altro a sedersi, Emily ed Har continuavo a solleticarsi mentre Niall era interessato al suo panino; non servivo più a nessuno. Il prof ci disse di star zitti, ed ebbi la scusa per non rispondere. 
“ Come mai oggi il signor Tomlinson non fa casino?” Chiese la professoressa di latino, quella vecchia, entrando in classe; feci spallucce e agli sgoccioli me ne andai, correndo per il corridoio. 
Passo dopo passo mi ritrovai in giardino, mi sedetti per terra sconfitto. 
A nessuno gli importava di me. Per i miei genitori ero solo un mezzo per far soldi, Emily ed Harry erano sul punto di sposarsi, Niall mi odiava, e Liam  aveva il suo Zayn. Loro, i miei amici, erano le persone a cui io tenevo di più, ed erano anche persone che ero stato costretto a lasciare.. 
“ Eccoti.” Una figura alta e muscolosa venne verso di me, un paio di jeans Levi’s aderenti, e un ciuffo alto circa sei centimetri. Zayn si sedette vicino a me, guardandomi curioso. Sentivo altre lacrime voler uscire, sorrisi, stavo facendo  il bambino, era solo colpa mia se mi trovavo in questa situazione. 
“ Soffri molto?” Il moro si avvicinò a me,  ghignai. No, sono veramente felice. La ragazza che amo mi odia, e così anche tutti i miei amici, ma è bene! Perché se sto con loro la mia ragazza psicopatica super ricca fa andare tutti a dormire sotto i ponti, ma tranquillo è una questione veramente divertente. Lo sentii ridere, era in ginocchio davanti a me. Mi strinse a lui, sorpreso rimasi impietrito. 
“ Hai degli occhi bellissimi, non mi piace vederli tristi.” Alle sue parole sorrisi, quando eravamo piccoli non faceva altro che complimentarmi gli occhi e il culo. Annui stresso al suo petto muscoloso, circondandogli la vita con le mie braccia; lui sorrise. 
“A nessuno importa di me Zay.” Sussurrai sconfitto sentendo le sue braccia stringermi più forte, presi la sua maglia tra le mani e inizia ad appendermi a lui, che sapevo fosse pronto a sostenermi. 
“ Emily ha Harry.” Continuavo nascondendomi nell’incavo del suo collo, mi diete un leggero colpo sulla testa. 
“ Sei tu che l’hai fatta andare da lei.” Le sue parole erano dure, e stonavano con l’amore che mi trasmetteva il suo abbraccio. 
“ Vero. – Presi fiato, era strano confidarmi con lui.- Ma solo perché Eleanor ha dei sospetti, ieri l’ho sentita parlare con delle sue amiche, dicevano di volerla picchiare.” Rabbrividii all’idea della mia Emily star male, lui se ne accorse e continuò a  stringermi. 
“ Tu mi stai dicendo che hai contro di te l’odio di tutte le persone che ami solo per proteggere una ragazza?” Era sorpreso, e delle lacrime silenziose iniziarono a sfiorarmi le guance, le mie mani si stringevano contro la sua maglia. 
“ Ci sono proprio dentro eh.” Affermai ghignando. “ Ma l’ho fatto anche per Harry.” Subito dopo averlo detto altre lacrime più dolorose mi graffiarono il viso. 
“ Cosa? Raccontami.” Mi sussurrò all’orecchio, dandomi un lieve bacio sul lobo; ma non bastò a  farmi alzare lo sguardo, non volevo che mi vedesse piangere. 
“ Io ed Harry eravamo molto legati, e i miei mi avevano appena venduto, nelle condizioni del ‘patto’ c’era il non vedere più il mio mocciosetto. Mi dissero che sembravamo gay, ed Eleanor non voleva avere un ragazzo che sembrasse gay. Se non gli avessi dato ascolto, dissero che avrebbero fatto in modo di liberarmi da Harry, avevo paura, ero stupido. ” Rivelai sotto voce, era la prima persona a cui lo dicevo. Singhiozzavo fortemente, piangendo in modo convulsivo liberandomi in parte dei miei tormenti, mentre con le mani quasi gli strappavo la maglia. Lui era sbalordito, ma non lasciava la presa su di me; il suo profumo era una goduria per i miei polmoni. 
“ Tu hai rinunciato alla persona di cui eri innamorato solo perché avevi paura che qualcuno gli potesse far del male?” Chiese lui scandendo ogni parola sorpreso, io risi, ma non osai contraddirlo. Non sapevo cosa ci fosse stato tra me e Harry, forse amore, forse una grande amicizia, ma sapevo che non l’avrei mai scoperto. 
“ Ed ora farai lo stesso con Emily.” Dedusse lui staccandosi con forza da me, appena si allontanò mi sentii perso, solo, avevo bisogno di un suo contatto. Abbassai lo sguardo, ma lui quasi con forza fece per alzarmi il viso facendomi incontrare i suoi occhioni scuri; adoravo la forma dei suoi occhi. 
“ Non sapevo fossi così forte.” Mi sussurrò sulle labbra, mi sentii dannatamente fragile a quelle parole. 
“ Neanche io.” Ammisi cadendo in ginocchio, lui sospirò, immaginava quanto soffrissi. 
“ Conta su di me, io e Liam saremo felici di darti una mano.” 
“ No. Liam non deve sapere nulla, nessun altro deve sapere nulla. Non voglio la tua pietà Malik.” Finì acido alzandomi, non potevo portare anche Zayn nella mia merda; ma lui mi prese il polso attirandomi di nuovo a se, il suo petto largo sembrava sempre più invitante e nei suoi occhi alloggiava la dolcezza. 
“ Sei sicuro di voler restare solo con un cane a soffrire?” Mi chiese calmo, come se fosse pronto ad andarsene. Che brutta visione di me, ma in fin dei conti era giusto così. 
“ Fin troppo sicuro.” Risposi amaro passandomi una mano fra i capelli, lui rise dandomi una spinta pesante che mi buttò per terra; poco dopo si stese su di me tenendomi i polsi, mi sentii avvampare. 
“ Non ti lascerò abbattere tanto facilmente Tomlinson.” Mi sussurrò all’orecchio  sfiorandomi con le labbra la guancia sinistra, sorrisi involontariamente, in un attimo ricordai quanto Zayn fosse leale, e sexy. 
“ Grazie.” Era l’unica parola che riuscii a dire facendolo sorridere, lui mi fece spallucce. 
“ Così fanno gli amici, o scopa amici se vuoi.” Scherzò lui in modo malizioso, gli diedi un pugno sul braccio. 
“ Non se ne parla, io e il mio culo siamo troppo belli per te.” Risposi a tono facendolo ridere. 
 “ Già il tuo culo è proprio bello.” Finì lui senza traccia di malizia nella sua voce, era solo un commento tra amici. Quando entrammo in classe era già la quinta ora, e avevamo storia insieme, ci sedemmo vicino e lui appoggiò il suo viso sulla mia spalla per addormentarsi. La prof non ci diceva mai niente, era inutile, sapeva che eravamo casi persi; ed io mi ricordai di dover scrivere una canzone. Sbuffai, stupida Tsunade. 
“ Zay?” Eravamo in cortile, stavamo per tornare a casa.
“ Dimmi idiota.” Sorrisi al suo soprannome affettuoso. 
“ Puoi farmi un favore?” Domandai dubbioso, avevo paura che scappasse da me, e non avrei sopportato l’ennesimo abbandono.
“ Certo, dimmi.” Mi sorprese la sua prontezza nel rispondermi, sorrisi gioioso. 
“ Oggi pomeriggio Eleanor vuole fare un giro in paese con me.. E be’, mi salveresti?” Lui ricambiò il sorriso, e annuì convinto. 
“ Sarò da te alle quattro.” Perfetto, pensai mentre tornai a casa mano per mano con El; mi sentivo più leggero, quasi meglio; Emily aveva sempre Harry, Liam il suo ragazzo e Niall mi odiava ancora, ma ad affrontare tutto questo, per la prima volta, c’era un amico. 
“ Tesoruccio-uccio-uccio, che ne dici di uscire oggi?” El si stese sul mio letto completamente nuda, sbuffai, non aveva una casa? Feci segno di no sperando che non si arrabbiasse. 
“ Oggi io e Zayn dobbiamo uscire, mi deve consigliare cosa regalare ad una certa persona..” Ovviamente non era vero, e non sapevo cosa dicevo, ma erano le tre e cinquanta e dal tono feci intuire di star parlando di lei, che saltò in piedi e vestendosi se ne andò di corsa. 
“ NON VEDO L’ORA DI VEDERE LA TUA SORPRESA!” Urlò entusiasta in strada; alla fine era abbastanza facile liberarsi di lei. 
Mi infilai nella doccia e lasciai che l’acqua tiepida mi liberasse dalle mie preoccupazioni, adoravo farmi la doccia, ero sempre così.. rilassato. Ma  il campanello suonò, e fui costretto ad uscir dalla doccia ancora bagnato, probabilmente era il postino; mi legai un asciugamano – fin troppo piccola- in vita ed andai ad aprire. Mi diedi un colpo in testa, mi ero completamente scordato dell’appuntamento con  Zayn, ed io che ero già pronto per passare un pomeriggio a dormire. 
“ Che accoglienza, Tomlinson.” Mi punzecchiò facendomi ridere. 
“ Mi ero scodato beota.” Risposi a rime, prendendo due birre, per poi lanciargliene una. 
“ E quando mai.” Finì acido stendendosi sul divano. 
“ Vado a vestirmi.” Annunciai prima di andare in camera mia. 
“ Per me puoi benissimo restare così.” Lo avrei ammonito, ma non ne avevo voglia, ero quasi stanco. Ci vestimmo, e siccome dovevo un regalo alla mia ‘ragazza’, uscimmo. Andammo nel corso più trafficato di Londra, e iniziammo a girare per negozi, sempre vicini. 
“ Cosa le devi regalare?” Chiese il moro prendendo un vestito di Cavalli, gli avrei potuto comprare anche una Porche tanto i soldi erano i suoi. 
“ Qualcosa di costoso e bello.” Finì guardando delle scarpe col tacco esagerato, non sapevo che numero portasse. 
“ Un ciondolo?” Azzardò lui prendendo la lettera ‘Z’ dal bancone, per poi porgermela. 
“ Se incastonato di diamanti potrebbe andare.” Scherzai io dandogli la L, lui sorrise sorpreso dal gesto. 
Non comprammo i ciondoli, ma un vestito di Cavalli nero che faceva tanto zoccola, perfetto per lei. 
“ Ci fermiamo da starbucks?” Mi pregò il moro indicando un enorme muffin al cioccolato, feci segno di si e ci sedemmo ad un tavolino circolare. Mentre andavamo alla cassa trovai Harry ed Emily. 
Harry le accarezzava i capelli, lei sorrideva. 
Poi lui le cinse i fianchi portandosela vicinissimo a se, lei non oppose nessuna resistenza. 
Infine lui l’abbracciò, in un abbraccio che a me sarebbe stato sempre negato. 
Mi sentii morire, non ce la facevo, sentivo Malik stringermi la mano, mano, non sarebbe bastato; mi avviai verso Harold e gli diedi un sonoro pugno sul naso che lo fece sanguinare, subito me ne pentii, non volevo procurargli altro dolore, ma lui non faceva altro che farmi del male.
“ MOSTRO, TI ODIO!” Urlò Emily in preda alla rabbia inginocchiandosi vicino al riccio che posò la testa sulle sue cosce nude, mi veniva solo da ridere. 
“ TU. – Emily puntò il dito contro di me.-  Sei entrato nella mia vita facendo finta di essermi amico, mi hai fatto innamorare della tua risata cristallina, mi hai quasi fatto una dichiarazione, e poi non hai fatto altro che ferirmi, con le tue parole taglienti e i tuoi sguardi di ghiaccio mi fai stare male. Ma la verità è che sei solo un povero stronzo fallito, che si diverte a far soffrire gli altri. Be’, allora ora posso dirti che sarò io a non amarti mai, anzi più che altro ti odio. Ora ho capito che non ho bisogno di te, un povero stronzetto che si comporta come un ragazzino di due anni.” Mi urlò contro tutta la sua rabbia e mentre lo faceva piangeva, ma non erano lacrime di tristezza, bensì lacrime di consapevolezza. Le sue parole sembravano tanti piccoli aghi che si abbattevano contro la mia pelle, avrei tanto voluto accasciarmi dal dolore, piangere, e chiedere perdono; ma tutto quel che feci era ghignare. Un ghigno pieno di dolore, una smorfia che mascherava la mia tristezza. Lei era la ragazza che amavo, la stessa ragazza in intimo a bordo piscina che mi chiedeva quale fosse il mio colore preferito, già quella ragazza mi stava facendo capire quanto lei soffrisse ad ogni mio rifiuto. Ma io l’amavo, mentre lei aveva il suo amatissimo Harry, ed io non avevo nessuno, non ero nessuno, forse se fossi morto avrei liberato molte persone da un peso, forse ero solo uno sbaglio. 
“ Emily cosa cazzo ti urli eh?!” Zayn mi venne vicino sbraitando contro quella ragazza che tanto amavo. 
“ Zayn.. Sai quanto lui è stato..” Le parole le morirono in gola, ma lui fece finta di nulla e prendendomi per mano corremmo via; a quel contatto vidi Harold rattristarsi, forse era solo un impressione. 
“ Come stai?” Mi chiese premuroso il pachistano cingendomi la vita con le sue forti braccia, eravamo fuori un negozietto. 
“ Oh, Zayn.” Farfugliai stringendomi a lui, lo sentii sussultare e poi rafforzò la stretta. Forse non ero così forte come mi aspettavo, ma ci dovevo riuscire per il bene di tutti. Zayn mi accarezzò i capelli, e poi sorrise. 
Sentimmo chiamarci a squarcia gola, era Harry che ci chiamava arrabbiato, quando venne ci separò con forza quasi gli dessimo fastidio; mi girai verso di lui e mi ritrovai un bel pugno in piena faccia. 
“ Questo è per prima stronzo. E tu Zayn, cheti spacciavi tanto come mio migliore amico, be’ fottiti.” Finì freddo il riccio, ed ecco fatto avevo trascinato anche Zayn nella mia merda; entrambi sbuffammo e ci preparammo per andare alle solite prove, che stavolta si svolgevano di sera. 
Erano le 19.00 precise ed eravamo tutti a casa della nostra preside, appena Liam vide Zayn gli lanciò le braccia al collo e il moro lo strinse a sé, ma non forte come faceva con me, era un altro tipo di abbraccio, capii che quello era un abbraccio pieno d’amore. Sospirai sapendo che io non avrei mai potuto avere un abbraccio del genere. 
Harry era seduto sul divanetto rosso, ed Emily su di lui che giocava con i suoi ricci e nel frattempo parlavano con Nialler che mangiava un cono gelato, ed infine Liam e Zayn seduti accanto a loro mentre si lanciavano occhiate furtive. Sorrisi, come li invidiavo. 
“ Buonasera ragazzuoli.- Prese un respiro.- Siccome non siete affatto inventivi, e tra di voi  la guerra non cessa, ho per voi, anzi per noi, sette biglietti per un bellissimo viaggio in una casa sul lungo mare. Non accetto no, e partiremo domani mattina alle otto in punto. Be’, spero ci divertiremo, e toccherà alla sorte scegliere le stanze..”

 

--
Angolo me: 
Attenzione dico stronzate e spoilero, hahaha.
Be’ oggi siete arrivati alle dieci recensioni, ed io oggi ho finito il capitolo. 
Ma posterò domani perché ora è mezzanotte e nessuna di voi sarà connessa. :’)
Be’ questo è il capitolo di – fine prima stagione- siccome tra qualche giorno partirò per la grande mela, e mi sarà possibile aggiornare solo al mio ritorno cioè tra quindici giorni, voi contateli e in men che non si dica sarò di nuovo fra voi; anche se dubito vi mancherò, hahaha. 
Vi posterò innumerevoli foto della grande mela, promesso. 
Ora possiamo anche parlare del capitolozzo:
In questo capitolo c’è un accenno chiaro alla Zouis, ma tranquille Louis è etero, ma Zayn? Pensateci. 
Liam poi che fine farebbe? Di certo non si farebbe mettere i piedi in testa da Lou. Pensate anche a questo. 
La smetto di dire stronzate. (?)
Louis è un po’ un eroe incompreso che tutte voi hanno giudicato male, stronze, lui lo faceva solo per proteggere tutti. Munch love. <3
Però in questo modo Louis soffre veramente come un cane, ed è arrivato a considerarsi uno sbaglio quando fa di tutto per gli altri, oh amor mio. 
E Zayn sembra l’unico capace di capirlo, oh. <3
Zayn e le sue battute.. 
Quanto scherza?
E poi la sfuriata di Emily, certo dal punto di vista di Lou lui non se lo meriterebbe, 
ma di quello di Emily che non sa nulla di tutto ciò, se lo merita eccome. 
Harry è il solito stupido innamorato. 

Ma soprattutto cosa succederà in quei cinque giorni sul lungo mare?

Se volete scoprirlo non dovete far altro che seguirmi, 
ah.. 
Grazie mille per tutto il vostro sostegno, siete meravigliose, davvero. 
-
E’ vero che quando torno da NY questo capitolo ha dieci recensioni?
Fatemi felice. 
---

Ho scritto una storia su glee, a qualcuno può interessare?

Sarei molto felice se qualcuna di voi la leggesse C:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1019136

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Tornerò presto.
<3

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Capitolo 14
*** Io e te. ***


Io e te.

 



Cercavo di dormire inutilmente, ogni qualvolta che il mio cervello sembrava assopirsi per prendersi una pausa, una nuova domanda  o l’ennesimo pensiero mi fulminavano, e non riuscivo più a chiuder occhio.
Erano già le sei, ma non mi andava di alzarmi e prepararmi, avevo altre due ore di tempo, e così restavo inerme, a letto mentre cercavo di capire cosa girasse nella testa di Louis, che ormai mi odiava. 
Eppure aveva dato un pugno sul naso ad Harry proprio dopo che mi aveva abbracciato, e se fosse stato geloso? Impossibile, lo so; ma qualcosa continuava a dirmi che Louis cercava di nasconderci qualcosa. Era cambiato troppo da quando l’avevo conosciuto, non era meschino né vigliacco, però si comportava come tale. Perché? Forse era per Eleanor, forse lei era così ricca da poterlo comandare a piacere con dei ricatti. Che idea stupida. Forse è così, forse in realtà non mi odia, forse quando ha  detto che sono una puttana intendeva che mi amava.
Scoppio a ridere da sola, se è davvero così Louis William Tomlinson non è altro che un coglione troppo complicato che procura solo dolore.
Ed è vero, ogni sua parola tagliente, ogni sguardo truce, ogni bacio che regala allo scopettone e non a me, mi fa male. E non è un dolore comunque, come quello di un graffio, o quando cadi e ti sbucci il dolore, no; è qualcosa di cento volte più potente, come un coltello nella spalla, o un proiettile nel cuore; fa male  e ogni volta mi sento morire. Ogni volta una fitta di tristezza mi avvolge, e non posso far a meno di pensare che se Louis mi desse un’opportunità saprei renderlo felice.
La vibrazione del telefono mi distoglie dai miei pensieri, quasi spero che sia lui con uno dei suoi messaggi svenevolmente dolci sui pinguini; invece è Harry.
- Piccola, passo a prenderti io? H.-  Sorrido involontariamente, è solo grazie a lui se ora sono ancora capace di respirare e non mi sia chiusa in camera senza uscire più. Grazie a lui, alla sua dolcezza, ai suoi sorrisi splendidi che io sono ancora capace di sorridere.  
Harry mi ha trovata piangendo, seduta in strada mentre andavo a casa mia; era la stessa sera in cui Lou mi disse che non mi avrebbe amato mai. Si sedette vicino a me, mi accarezzò i capelli, e senza parlare mi prese in braccio e mi portò a casa sua; quella notte mi addormentai stretta fra le sue braccia, e mi risvegliai allo stesso modo. Da quella sera il nostro legame è indissolubile.
- No, ci vado volando. Idiota. -  Mi piace stuzzicarlo, e già l’immagino nel letto mentre borbotta qualcosa di stupido al mio messaggio; quando riusciamo a stare insieme, solo io e lui, spesso lo prendo in giro e allora lui si vendica con una lotta del solletico.
A volte penso che Harry sia è un angelo, un qualcosa di meraviglioso, ed è solo mio.
Lui non mi ha mai lasciata sola, sin dall’inizio, anche se era un po’ stronzo mi ha sempre tenuta con se, senza lasciarmi, mi ha abbracciata e con un sorriso ha asciugato ogni mia lacrima.
Altre volte invece penso di essere egoista, e di non meritarlo;  lui è così perfetto, ed io così sbagliata che stando con lui potrei rovinarlo, ma sono troppo egoista per lasciare la mia scorta di sole ed allegria personale.
Guardo il telefonino ancora non risponde, forse vuole fare l’offeso ed ha alzato il muro del silenzio;  mi è inevitabile sorridere al pensiero di un lui imbronciato, magari con le guance gonfie e lo sguardo fisso nel vuoto; un tonfo alla finestra mi fa svegliare dalla trance in cui ero caduta. Il mio istinto mi ordina di mettermi sotto le coperte e procurarmi un’arma che mi possa proteggere dal futuro zombie che assalirà casa mia. Troppi film horror.
Un altro tonfo alla finestra ed essa si apre, sussulto e mi copro maggiormente. Dopo due secondi qualcuno entra, sento dei passi leggeri, dovrei alzarmi e dargli una padellata in testa, ma se è veramente uno zombie? Forse andrà da mamma, non posso permetterlo. Mentre cerco di alzarmi, lo zombie si butta su di me, bloccandomi; sento un calore familiare, alzo lo sguardo e noto dei ricci. Quasi urlo, che Harry si sia trasformato in uno zombie? E se anche mia mamma lo fosse? Probabilmente l’intero mondo è stato invaso da questa epidemia ed io sono l’unico essere sano, se è così, spero che anche Louis sia sopravvissuto.
“ Hey, svegliati.” La sua voce strapiena di dolcezza invade l’intera camera, capisco che non è stato zombiezzato. Sospiro e l’abbraccio forte per la stupida paura che mi ha fatto prendere.
“ Cos’hai?” Mi chiese sorpreso allontanandomi un po’, gli sorrisi, non ero brava con le dimostrazioni d’affetto.
“ Avevo paura che tu fossi uno zombie.” Spiegai rendendomi conto solo ora di quanto la mia idea fosse stupida.
“ Vatti a vestire che manca solo un’ora.” Mi ricordò facendo salire anche la propria valigia, era molto piccola e molto diversa dalla mia che sembrava quasi un armadio.  Lo guardai bene, indossava una camicia blu e un pantalone corto bianco; cercai di distogliere lo sguardo dai suoi muscoli e mi diressi verso l’armadio supponendo che pantaloncino e canotta sarebbero andati più che bene.
“ Avrai freddo, prendi anche una giacca.” Continuò il riccio prendendo una felpetta nera dal mio armadio, gli diedi una gomitata nello stomaco per farlo spostare e lui scoppiò a ridere. Odiavo quando si metteva davanti a me, e mi faceva pesare la sua altezza. Già, perché Harry era davvero alto.
“ Sei proprio piccola.” Esclamò ad alta voce prendendomi in braccio, non mi piaceva quando faceva  così. Iniziai a dimenarmi per fargli allentare la presa, ma riuscii solo a farci cadere.
Eravamo entrambi stesi sul pavimento, e per un attimo desideravo non alzarmi.
Sentivo Harry da per tutto, sapevo che cercava di non pesare su di me, e la su a altezza ora non era così evidente. Feci per alzarmi rossa in viso, ma lui mi fermò, sentivo il suo respiro confondersi col mio, mentre il suo sguardo così intenso cercava di imprigionare il mio.
“ Dai fammi alzare.” Sussurrai, e lui si spostò. Subito vidi il suo viso rabbuiarsi, sapevo che l’avevo offeso.
“ Non fare così!” Urlai abbracciandolo e tornò a sorridere, come avrei fatto senza di  lui?
“ Dai, ora andiamo o faremo tardi.” Mi punzecchiò facendomi entrare in auto. Sbuffai, e appoggiai i piedi sul sedile, mi guardò in modo truce ed io gli feci la linguaccia.
Quando arrivammo erano già tutti lì, Liam e Zayn si abbracciavano, ero quasi sicura che stessero insieme, ma non mi azzardavo a parlare col moro, siccome pareva stranamente dalla parte di Louis.
“ Hei ragazzi, ma quanto ci avete messo??” Urlò Niall venendo verso di noi, entrambi facemmo spallucce e poi andammo in salone dove ci aspettava Tsunade.
“ Sono felice che ora ci siete tutti. – Incominciò solare la preside.-  Josh vi manda i suoi saluti, e  vorrei dirvi che in questa settimana al mare non tollero risse, e tutti a letto verso mezzanotte. Ora, la disposizione delle stanze vogliamo sceglierla qui o in hotel?” Chiese con gentilezza, sembrava quasi un camposcuola.
“ In hotel, su andiamo!” Urlò Zayn prendendo per mano Liam, che lo seguì di corsa nel pullman.
Tsunade sbuffò, e poi tutti prendemmo posto. Inutile dire che ci mettemmo tutti davanti in coppie già disposte, io ed Harry, Zayn e Liam, mentre Louis e Niall stavano da soli.

“ Emily fatti più la!” Urlò Harry dandomi una gomitata, sbottai a ridere.
“ Tu sei enorme, prendi tutto il posto!” Continuavo ad urlare cercando di fargli male.
“ Io non ho il culone come certe persone!” Rispose a tono, lo fulminai.
“ Bene, allora io e il mio culone ce ne andiamo da Niall.” Il biondo si era già bello che addormentato.
“ NO!” Urlò il riccio sporgendosi verso di me, per poi acchiapparmi dalla vita.
“ Non lasciarmi.” Sussurrò e a quel punto gli saltai letteralmente addosso, lui scoppiò a ridere, ma ormai ero un koala e non avevo intenzione di staccarmi dal suo torace muscoloso.
“ Non urlate o sveglierete Liam!” Sussurrò incazzato Zayn guardandoci male, sorrisi inevitabilmente. Zayn e Liam erano seduti davanti a noi, e Zay cingeva forte il suo compagno quasi temesse di lasciarlo andare.
Arrivammo a Miami Beach che era mattina, e stavamo ancora dormendo.
“ Allora ci siete tutti?” Urlò Tsunade  radunandoci nell’atrio del’hotel, alzammo tutti e cinque la mano e lei sorrise. Aveva una busta con sei nomi dentro, il primo ad andare  fu’ Louis. Camminava piano, e qualcosa dentro di me voleva che sul suo biglietto ci fosse scritto il mio nome, il mio cuore iniziò a battere, volevo essere io.
“ Emily.” Sussurra sorpreso, quasi faccio un salto. Poi ragiono, e ancor prima che posso pensare urlo no.
“ Mi dispiace, non si effettuano cambi.”Continuò dura Tsunade, sussultai. Louis? Una settimana in camera con lui, ma lui mi odiava.
La preside ci diede le chiavi e lui senza neanche guardarmi se ne andò. Avrei voluto fermarlo, abbracciarlo e fargli capire che non era solo; ma tutto ciò che feci era stringermi ad Harry.

Pov Zayn.

 

Sussultai, Emily e Louis in camera insieme? Un brivido di gelosia mi percorse la schiena, non era affatto giusto; per lo più subito dopo la stronzetta si strinse ad Harry, quasi volesse urlarci che lei è felice con Harold, che lei non vuole più Louis.
“ Amore, tremi?” La voce soave di Liam mi riporta alla realtà, ed è vero, tremo, ma dalla rabbia. Prendo un respiro, mi calmo e gli do un bacio sulla fronte. Dopo un po’ chiamano il mio ragazzo che si accinge ad andare tutto contento, ed io non riesco a non pensare a quanto è bello.
“ Niall.” Il biondo esulta, lo abbraccia, e se ne vanno in stanza. Un altro brivido di gelosia mi percorre, ma stavolta più forte. Non voglio che Liam dorma con qualcuno oltre me, Liam è mio. Non tollero che nessun altro gli parli, lo tocchi o lo guardi. Anche perché senza di lui io sarei perso.
“ Così io e te stiamo di nuovo in camera insieme.” Decreta Harry salendo le scale, sbuffo. Har era il mio migliore amico, il mio confidente più caro, ed ora siamo ridotti ad essere sconosciuti, tutta colpa di Emily; ma so che appena ‘sta situazione del cazzo si risolverà io e lui torneremo come prima. Mi innervosisco, così accendo l’ennesima sigaretta, calmandomi subito  quando la nicotina invade i miei polmoni.
“ Non fumare così tanto, sai che ti fa male.” Il riccio prende la sigaretta dalle mie mani e la spezza, proprio al filtro in modo che non possa più fumarla. Se fosse stato qualcun altro, probabilmente sarebbe già morto, ma è Harry, e so che non lo fa con cattiveria.
“ Allora con Emily?” Sussurro stendendomi sul nostro letto, lui si siede vicino a me, restio a darmi fiducia.
“ Allora con Liam?” Mi prese in contro piede, sorrisi. Lui sapeva della mia omosessualità, glielo dissi da piccolo, a circa quindici anni e lui mi aiutò a superare quel periodo così buio.
“ Tutto alla grande, è perfetto.” Ovviamente minimizzai, io e Liam non eravamo solo perfetti, perfetto era poco per lui.
“ Io penso che Emily sia cotta di Lou.” Sospirò, soffriva si vedeva. “ Ma sempre meglio amici che niente.” Finì malinconico, tutta colpa di Emily. Sospirai, se solo potesse sapere quanto anche Louis soffra.
“ Perché ora sei dalla parte di Lou?” Mi chiese tagliente allontanandosi, ghignai.
“ Harry, lo sai. Tutti dicevano che eravate amici per la pelle, che vi amavate, che eravate come fratelli. Però al primo ostacolo tu non lo hai rincorso,  lo hai lasciato  andare. E be’, se tu lo conoscessi sul serio, non lo avresti mai lasciato andare.” Ringhiai,  non potevo farci nulla, Louis si era impossessato di me. I suoi occhi, le sue labbra, il suo modo di muovere le mani, era per me droga. Un rapporto malsano, dove io ero succube di uno stronzetto complessato.
“ E tu invece lo conosci?” Harry ringhia, so quanto lui sia geloso di Louis; me lo diceva sempre che quel ragazzo era solo il suo, io ridevo, facevo finta di niente, ma in realtà l’ho sempre voluto.
“ Si, è sicuramente meglio di te.” Urlai, ma poi Harry  si avvicinò pericolosamente a me, mi preparai per un pugno; invece mi abbracciò. Sospirai sentendo il suo corpo a contatto col mio, mi mancava ed era inutile nasconderlo.
“ Zayn, dimmi la verità. – Mi sussurrò Harry, sfiorandomi la guancia con le sue labbra perfette.- Ti piace Louis?” A quella domanda sussulto, Louis? Certo lo trovavo attraente, ma avevo Liam, e be’ quel ragazzo è qualcosa di assurdamente speciale.
“ No, amo Liam.” E non mentii, amavo davvero quel ragazzo, la sua forma degli occhi, il suo sbadiglio rumoroso che faceva ogni mattina, il suo chiedermi scusa dopo avermi svegliato, i suoi momenti da cattivo ragazzo dove non fa altro che provocarmi, amavo tutto di lui.
“ E’ allora lascia stare Lou, lo sai che sono geloso di lui. E’ stato il mio primo migliore amico, abbiamo un rapporto speciale.” Concluse abbassando lo sguardo, tremai.
“ No, Harry, non posso.” Non potevo lasciare Louis o meglio non volevo; non riuscivo neanche ad immaginarmi senza lui accanto, con le sue carezze, il suo arrossire, e il suo soffrire per una stronza. E poi Louis ispirava sesso, anche Liam lo faceva, ma era diverso, Louis era qualcosa di nuovo; qualcosa che non avrei mai avuto.
“ Zayn, io sono etero, ma con Louis ho un rapporto speciale. Se ti metti in mezzo, lo rovinerai.” Finì quasi fosse una supplica, lo riabbracciai come per dirgli che proprio non potevo. Poi sentimmo correre, ed un Emily in lacrime piombò nella nostra stanza.
“ Harry.” Sussurrò abbracciandolo, lo cercava, lo voleva, e quando lo trovò si aggrappò forte a lui, notai che il riccio fece la stessa cosa.
“ Cos’è successo?” Chiese Har, mentre le accarezzava i capelli per calmarla.
“ Louis.” Emily si limitò a sussurrare, a quel nome sprofondai; ma non lo feci notare.
“ E’ stato dolcissimo Harry!” Urlò sempre stretta a lui, se era dolce perché piangeva?
“ Solo che..” Lei continuava a sussurrare, a dire piccoli pezzi, io non ce la facevo più.
“ CHE MINCHIA HAI FATTO?”  Urlai ed Harry sorrise come se anche lui fosse nella mia situazione.
“ Cosa vuoi tu?” Urlò Emily di risposta, si era alzata, aveva gli occhioni arrossati e lucidi, sembrava soffrire anche lei. Sbuffai.
“ Voglio aiutarti.” Sussurrai avvicinandomi, ma lei si allontanò. Scocciato corsi via, da Lou. Sapevo che alloggiava nell’hotel di fronte, appena uscii vidi Liam e Niall ridere, vicini. Avrei voluto spaccare la faccia al biondo, Liam era mio e di nessun altro, ma non avevo tempo, Lou probabilmente voleva togliersi la vita; ed io l’avevo notato. Non  mangiava più, ed aveva strani tagli sul corpo.
“ Lou!” Urlai, ma la sua porta era aperta. Dio, un giorno qualcuno l’avrebbe violentato di nascosto.
Era seduto sul letto, un’espressione sconvolta, ed un pezzo di vetro sul polso, ma cosa cazzo era successo?
“ FERMATI!” Urlai buttando  via il vetro, lui alzò lo sguardo, distrutto.
“ Tanto a chi importa.” Continuava serio, non sapevo se picchiarlo o abbracciarlo; scelsi la seconda, facendo perdere molti battiti al mio cuore quanto sentii il suo corpo così vicino al mio; uniti eravamo perfetti, come due pezzi di un puzzle che si completano.
“ A me.” Gli sussurrai stringendolo sempre di più. “ Ora dimmi cos’è successo.” Lo incitai, e quasi sussultai quando sentii le sue mani che mi presero la maglia, lo faceva sempre quando era agitato.
“ Eravamo io ed Emily, ho pensato di rimediare.. – Prese un respiro.-  Le ho chiesto di ricominciare, di fare gli amici.. più o meno, e lei ha urlato ti odio ed è scappata.” Stavo per scoppiare a ridere, e voleva uccidersi per una cazzata del genere?
“ Poi. – Riprese stringendosi ancor di più a me.- Mi ha chiamato il padre di Eleanor, mi ha detto che siamo entrambi maturi, che vuole dei nipoti.. Io, Zayn, io..” Non riusciva a dirlo, sapevo che le lacrime sfioravano le sue bellissime guance. Si nascose nell’incavo del mio collo.
“ Tranquillo, ci sono io con te.”  Gli sussurrai non potendo far  a meno di pensare che fosse un angelo.
“ Zayn, il ventitre luglio mi sposerò con Eleanor.” E bum, un enorme peso cadde sulle spalle di entrambi. Eravamo a marzo, ciò significava che ci  mancavano solo due mesi? E per di più quel giorno c’era il concorso finale. No, ti prego no. Il mio Louis no.
“ Stai tranquillo piccolo mio.” Quelle parole mi sfuggirono senza volerlo, lo guardai curioso, lui neanche ci fece caso.
“ Cosa farà Emily?” Chiese preoccupato, e già, lui pensava solo ad Emily, cosa faceva lei, cosa pensava lei, io ero solo un amico, un’idiota, e non sarei mai stato niente di più; ma mi andava bene poiché non potevo restare senza lui. 
“ Zayn, io mi sono innamorato. E da oggi so che ricambia.” Disse con un bellissimo barlume negli occhi.
“ Gli ho chiesto di ricominciare, gli ho chiesto scusa, so che non dovevo, ma magari Eleanor avrebbe capito.. Poi lei mi ha detto che vorrebbe tanto, però infine ha anche detto che mi odia. Io cazzo non so come comportarmi!” Sbottò stendendosi sul letto, non potei far a meno di osservare le sue cosce e il suo culo così invitante. Deglutii, non era proprio il momento.
“ Non scherzo se ti dico che è il mio primo pensiero la mattina, non faccio altro che pensarla, e ogni qualvolta che qualcuno pronuncia il suo nome il mio cuore fa le capriole, e quando si stringe ad Harry, o semplicemente guarda qualcun altro mi sento morire.” Sospirò lui, mentre io mi sedevo vicino a lui. Avrei tanto voluto dirgli che anche io provavo i suoi stessi sentimenti, ma non volevo perderlo.
“ Zay?” Mi chiamò in modo dolce, quasi insicuro.
“ Puoi restare a dormire con me sta notte?”  La sua voce riempì l’intera stanza, lo guardai insicuro, ma lui era sotto le coperte. Capii che non era per altri scopi, ma semplicemente aveva bisogno di sostegno. Sospirai ed annui senza tropo entusiasmo.
“ Certo coglione.” Avevo anche paura che appena mi sarei allontanato avrebbe ripreso il pezzo di  vetro. Erano già le nove e con la stanchezza del pullman, prima mi sfilai i vestiti e poi mi misi a letto.
“ Posso togliermi i vestiti, dormo senza e mi danno fastidio?” Chiese il castano non notando che io l’avevo già fatto.
 “ Tranquillo Tomlinson solo perché sono frocio non vuol dire che io ti violenti.” Però quanto lo vorrei, penso, ma sto zitto. Lui si alza e si gira, ha persino vergogna quando so che con Harry si faceva anche la doccia; prima si tolse la maglia, un po’ timido. Dio, era sempre così sicuro, e ora così lento, timido, mi snervava; infine con una lentezza disumana tolse anche i suoi pantaloni, ed era inutile dire dove il mio sguardo si fosse soffermato. Poco dopo si mise a letto, mi diede un bacio sulla guancia.
“ Notte.” Sussurrò, e si strinse a me; sapevo che non dormiva, avrebbe pensato al suo matrimonio per tutta la notte; quando saremmo tornati a casa avremmo anche dovuto combattere.
Erano le quattro quando finalmente il respiro di Louis diventò pesante, e volò nel mondo dei sogni. Io ero ancora sveglio, mi era impossibile dormire con lui affianco. Lo sentivo muoversi, sospirare, eravamo vicini, con delicatezza presi ad accarezzargli le spalle, poi sbuffò e si girò dandomi il culo.
 Lo  fai a posta Tomlinson? Mi permisi di poterlo osservare in tutta la sua bellezza, ignorando la crescente erezione nei miei pantaloni; sospirai, mi girai dall’altro lato e con tutto me stesso iniziai a pensare al mio dolce Liam, al suo sorriso, a i suoi occhi, al suo corpo. Già, era lui il motivo della mia eccitazione, non Louis. Almeno spero. Verso le cinque riuscii a prendere sonno.

“ Hey Lou, ti ho portato la colazione, so che ieri eri triste!” Annunciò Liam aprendo la porta, lo guardai confuso. Cosa ci faceva qui? Mi guardò deluso, arrabbiato, triste. E Louis ancora dormiva, no ti prego no.
Non mi lasciare, fu’ il mio ultimo pensiero prima che lui cadde in ginocchio per terra.

 

 

Mio spazio: Hey girl!
Eccomi qui *U*
E NY era bellissima, se volete delle foto ditemelo che le posto,
oppure vi aggiungo agli amici C’:

Vabbe’, ignoratemi.. ma..
Mi siete mancate tutte tantissimo.
E quando al mio ritorno ho trovato
210
recensioni, be’ quasi cadevo dalla sedia.
Perciò grazie, davvero, siete speciali.
E.. Parlando della storia,
finalmente sono partiti e sono anche arrivati,
all’inizio parla Emily tanto per spiegare il suo rapporto con Harry,
si vogliono bene, ma lui la ama, quanto dureranno??
E anche lei, piccolina, soffre.
Vuole Louis, Louis vuole lei, ma non stanno insieme.
WOW.
Mentre Har e Zayn hanno fatto la pace, o quasi.
E intanto accenno alla Larry passata, quanto sono belli quei due? Li avete visti ai vma :’)
Si, i’m a Larry shipper.
Gomunque, poi ci sono Zayn e Liam, non sono meravigliosi?
Così dolci, così perfetti.
Dall’altra parte ci sono Zayn e Louis.
Così passionali, così sbagliati.
Ma Zayn? E’ confuso, è sicuro di amare Liam, ma allora perché vuole Louis?
Uf, che casino.
E poi..
IL MATRIMONIO!
Nel prossimo capitolo si sapranno i dettagli, ma..
Vi immaginate un matrimonio tra Eleanor e Louis?.
---

Grazie ancora,
e se non ho recensito qualche storia fatemelo notare che mi scordo.
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Passate dalla mia OS Larry: Laugh for me, please.
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1257133
Grazie a chiunque ci faccia un giro! <3

Lisa.



 

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