No rules, we're in California.

di mariisullivan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~The First Day. ***
Capitolo 2: *** ~New Meeting. ***
Capitolo 3: *** ~Big Party. ***
Capitolo 4: *** ~Quarrels And Love. ***
Capitolo 5: *** ~You'll Be Mine. ***
Capitolo 6: *** ~Carry On. ***
Capitolo 7: *** ~New York And Bet. ***
Capitolo 8: *** ~Hidden Truths, Part One. ***
Capitolo 9: *** ~Hidden Truths, Part Two. ***
Capitolo 10: *** ~Flashback. ***
Capitolo 11: *** ~Accomplices. ***
Capitolo 12: *** ~I'm Taking You Home. ***
Capitolo 13: *** ~Love beats every frontiers. ***
Capitolo 14: *** ~Friendship And Almost Sex. ***
Capitolo 15: *** ~All's Well That Ends Well. ***
Capitolo 16: *** ~New Year's Day. ***
Capitolo 17: *** ~Disco. ***
Capitolo 18: *** ~Misunderstandings. ***
Capitolo 19: *** ~Try. ***
Capitolo 20: *** ~I Think I Love You Better Now. ***
Capitolo 21: *** ~Brawl. ***
Capitolo 22: *** ~Parasailing. ***
Capitolo 23: *** ~Future. ***
Capitolo 24: *** ~And Afterall, You're My Wonderwall. ***
Capitolo 25: *** ~Marry The Night. ***
Capitolo 26: *** ~Forever?! ***
Capitolo 27: *** ~The End. ***



Capitolo 1
*** ~The First Day. ***





 

No rules, we're in California.
 

The first day.
 

Lunedì.
Il primo giorno di scuola, dopo 3 mesi di pacchia, non era mai andato a genio a nessuno, tantomeno ad Hope Bennet.
Sapeva che andare a letto tardi, il giorno prima di scuola, non sarebbe stata una saggia decisione, ma il pensiero di lasciare il suo Harry da solo, la domenica sera, la faceva rattristire.
«Cazzo, Hope! Alzati subito o faremo tardi.» Urlò Sophie, la sua migliore amica, dall'altra parte della stanza.
Hope mugugnò qualcosa di incomprensibile, voltandosi dall'altro lato del letto e così Lauren, la sua seconda migliore amica, stufa di dover aspettare, le strappò le coperte di dosso, facendola rabbrividire e costringendola ad alzarsi.
«Sappi che ti odio a morte, Lauren Price.» disse la bionda alzandosi e avviandosi nel bagno.
«Ti amo anch'io tesoro.» rispose lei distrattamente, ripassandosi il lip-gloss rosso sulle labbra. «Mi ricordi perchè abitiamo con lei?» chiese poi, scherzosamente, alla sorella.
«Perché mi aiutate a pagare l'affitto perché sono una pezzente.» urlò Hope, di risposta dal bagno.
Lauren e Sophie ridacchiarono all'assurdità che avevano appena sentito.
Hope Bennet era la persona che, anche se avesse donato 20mila dollari al mese, non sarebbe mai rimasta al verde.
I suoi genitori erano gli ideatori della “Bennet e co.”: la più famosa casa cinematografica mai esistita, e poiché si erano trasferiti da un anno a New York, la loro unica figlia viveva insieme alle sue due migliori amiche, secolari.
Non voleva vivere nella fredda New York e, tantomeno, non voleva vivere da sola, così i suoi genitori le avevano comprato un grande appartamento nel centro di Los Angeles, da condividere con le sue migliori amiche, e Lauren e
Sophie avevano accettato senza pensarci due volte. Nella loro casa c'era qualcuno che non adoravano particolarmente.

Victoria aveva soltanto 27 anni ed era la nuova compagna del loro padre Tom, 43enne. Era bella, attraente e francese e Lauren e Sophie non sopportavano l'idea che lei potesse, in qualche modo, prendere il posto della madre, scomparsa 5 anni prima, quando loro avevano soli 14 anni.
«Sei pronta?» chiese, ancora, Lauren ad Hope.
«Mi mancano le scarpe, l'orologio e il gloss, e poi possiamo andare.» disse saltellando e infilandosi i suoi amati jeans.
«Io mi avvio. Adam mi aspetta tra 5 minuti fuori scuola e non voglio farlo aspettare.» annunciò prendendo le chiavi della sua auto.
«D'accordo.» risposero all'unisco.
Sophie guardò Lauren uscire dalla porta e quella mattina la trovò particolarmente bella. Indossava la sua gonna nera preferita, quella a balze, abbinata ad una maglia Chanel bianca a pois, aderente, e delle converse. Portava i capelli sciolti e ricci sulle punte. Nonostante fosse più grande di soli 3 minuti rispetto a Lauren, Sophie la guardava con aria da madre e sapeva che doveva proteggerla, da tutto e da tutti.
«Prendiamo la mia auto.» disse poi ad Hope «al ritorno dobbiamo andare a prendere le scarpe che avevo ordinato la settimana scorsa.»
«Al ritorno non posso.» l'avvertì «Domani è il compleanno di quell'amore di sorella che si ritrova Harry» ironizzò Hope «e dobbiamo andarle a prendere qualcosa.»
«D'accordo, allora durante la pausa pranzo.»
Hope e Sophie uscirono dal loro appartamento, e si avviarono verso scuola. Hope indossava una camicia rosa confetto a mezze maniche infilata nei suoi amati jeans ad alta vita, rigorosamente stretti, abbinati ad un paio di ballerine, in tinta con la borsa beige. Portava i capelli sciolti e lisci. Sophie, invece, indossava un vestitino blu corto poco sopra il ginocchio, un cinturino di cuoio messo in vita abbinato alla sua borsa Louis Vuitton e al piede le sue amatissime Louboutin. Sophie era assolutamente la ragazza più vanitosa di questo mondo. Adorava la moda più di qualunque altra cosa e non c'era un giorno in cui non indossava qualcosa di firmato o i suoi amati tacchi: ne aveva più o meno una ventina di paia, tutti rigorosamente alti 16 cm.
Quando arrivarono, parcheggiarono al loro solito posto, nonostante fosse il primo giorno di scuola.
Erano ormai 4 anni che frequentavano quella scuola e tutti, perfino le matricole, sapevano che l'angolo affianco all'entrata era il loro e della loro comitiva.
Una volta scese dall'auto, salutarono tutti i loro amici, in particolar modo Liam, che non vedevano da un bel pezzo.
«Com'è stata l'Australia?» chiese Sophie.
«E' stata m.e.r.a.v.i.g.l.i.o.s.a» scandì bene Liam «ma 3 mesi senza i miei migliori amici, è stata dura» confessò infine abbracciandoli tutti, uno ad uno. Quando alla fine abbracciò Lauren, Liam sentì una stretta allo stomaco e le sorrise.
«Sophie mi dici una cosa?» chiese poi, allontanandosi da tutti. Sophie lo seguì annuendo, corrugò la fronte e cercò di capire cosa le stesse per chiedere Liam.
«Da quanto tempo stanno insieme Adam e Lauren?» chiese poi diretto.
Sophie sospirò e cercò di spiegare al meglio tutta la situazione a Liam.
«Lauren è stata parecchio male quando sei andato via per l'Australia, Liam. Da quando sei partito l'hai sentita giusto due, tre volte, all'inizio, ma poi non vi siete calcolati più. Lauren c'è stata male, parecchio e la cosa non l'è piaciuta per niente.» puntualizzò.
«E lui cosa c'entra?» chiese di botto.
«Adam sta dietro a Lauren da quasi un anno. Si sono frequentati per qualche mese, all'inizio dell'anno scorso e poi sei arrivato tu. Le hai detto che ti piaceva, che ti saresti occupato di lei e tutte quelle cose lì, vi siete frequentati
da Dicembre a Maggio e poi sei sparito, così Adam ci ha riprovato ed è, come dire, entrato nelle grazie di Lauren. La fa stare bene, la porta a cena e si vogliono bene.»

«Ma andiamo!» ridacchiò scuotendo la testa. «Lui non sa nemmeno come si vuole bene una persona! E' la persona più falsa ed egoista che conosco e presto lo capirà anche Lauren. IO sono fatto per stare con lei, IO la voglio bene
e IO la rendo felice, che lei lo ammetta o meno.» concluse Liam.

«E allora perchè sei sparito Liam? Se ci tenevi a lei non l'avresti abbandonata.» concluse Sophie stringendo i pugni.
«E' complicato.» disse Liam.
«E' complicato. Per te è sempre questo Liam.»
«Vuoi litigare con me, il primo giorno di scuola, dopo 3 mesi che non ci siamo visti?» chiese, quasi furioso.
«Non voglio litigare con te, voglio solo che tu ti apra. Sei il mio migliore amico dai tempi dell'asilo cazzo! Parla, sfogati con me, cazzo!» Sophie iniziò a spazientirsi. Liam era quasi un fratello per lei, ma lui non voleva mai
confidarsi, preferiva tenersi tutto dentro e lei, questo, non lo aveva mai accettato.

«Sono stato male cazzo!» sbottò Liam «Ho avuto un periodo bruttissimo alla fine di Maggio, ecco perchè i miei genitori mi hanno spedito in quella cazzo di Australia! Mi hanno visto giù, tutte le sere gironzolavo per casa fino alle 3 di notte e spesso non chiudevo occhio. Così hanno deciso di mandarmi in Australia e lì, dopo 4 giorni mi hanno tolto tutto: cellulare, pc, tablet, mi avevano tolto ogni forma di comunicazione. Avrei potuto interagire con voi con delle lettere, ma non mi sembrava proprio il caso. Mi avevano detto che dovevo “staccare la spina” da tutto o non sarei mai stato meglio.» concluse Liam, guardando negli occhi Sophie che, intanto, era rimasta tutto il tempo ad ascoltare.
«Mi dispiace.» rispose «Se solo tu me ne avessi parlato prima, se solo tu ti fossi confidato con me, la tua migliore amica, avremmo potuto risolverlo insieme questo problema, perchè è questo quello che fanno i migliori amici.»
«Ti prometto che la prossima volta non ti nasconderò più nulla.» disse abbracciando la ragazza difronte a lui. Sophie sorrise e ricambiò l'abbraccio, le erano mancati i suoi abbracci.
«Tu?»
«Io cosa?» chiese Sophie.
«Con Louis?»
«Con Louis cosa?» ribattè ancora.
«Non lo so! Dovresti dirmelo tu! Vanno sempre una merda le cose con lui?»
«Ma non ci sono mai state “cose con lui”, Liam!» sbottò «E' un'idiota! Si scopa almeno 2 ragazze a sera e poi ci prova con me, che schifo!»
«Non capisco perchè faccia così, credimi! Parecchie volte mi ha detto che tu gli interessavi però poi non mi spiego perchè continui a fare il cascamorto con tutte, sapendo come sei fatta.» spiegò il ragazzo.
«E' un'idiota, ecco perchè. Lo dico e lo ripeterò fino alla morte. E' un'idiota.»
«Però tu ne sei innamorata.» ridacchiò Liam.
«Io non sono innamorata di nessuno.» puntualizzò lei.
Liam ridacchiò ancora, facendo un gesto disinteressato con la mano e avvicinandosi agli altri. Sophie e Louis erano ormai, 2 anni che si punzecchiavano a vicenda ma, a causa del moro, lei non si lasciava mai andare. C'è statapiù di un occasione, lui si era avvicinato parecchie volte pericolosamente a lei, ma niente. Lei era orgogliosa fino al midollo e non avrebbe mai permesso che quel “Don Giovanni” la baciasse, la portasse a letto e poi la umiliasse davanti a tutti, lasciandola, come aveva fatto con tutte le altre.
«Perchè Zayn non è con noi?» chiese Harry appoggiato alla sua auto e con le mani attorno alla vita di Hope.
«Starà ancora dormendo.» ipotizzò la sua migliore amica, Lauren. «E' tipico di lui. Non c'è una volta che non sia venuto in orario il primo giorno di scuola.» disse Niall.
«Ma ieri abbiamo anche fatto tardi.» disse Louis spuntando da dietro Liam.
«Cosa avete fatto ieri?» chiese Harry.
«Mentre tu eri con la tua ragazza, noi siamo andati ad assistere ad un'altra gara di Niall.» rispose il moro.
«Corri ancora con le moto? O meglio, metti ancora in ridicolo tutti?» chiese Liam.
«A dire il vero ieri è stata una gara di merda.» puntualizzò Niall «Sono stato battuto da uno nuovo.»
«Giura!» urlò Liam «Non ci credo!»
«Purtroppo è vero amico.» disse Louis «Non l'abbiamo mai visto, in nessuna di queste gare.» concluse.
«Sei riuscito a vedere chi era?» chiese Harry.
«Aveva la tuta e un grosso giubbotto. Il casco gli copriva tutto il viso e l'unica cosa che so è che era molto magro.»
«E' vero! Aveva delle gambe magrissime, sembrava quasi una donna.» ridacchiò Louis. «Immagina se era davvero una donna.» In quel momento Louis scoppiò a ridere, contagiando tutti gli altri, tutti tranne Niall.
Teneva tantissimo a queste gare e se davvero fosse stato battuto da una ragazza, sarebbe stata la cosa più umiliante.
«Che ne dite di entrare? La campanella suonerà tra 5 fottuti minuti!» annunciò Louis.
«Fine come sempre, Tomlinson.» ironizzò Hope.
«Stronza come sempre, Bennet.» rispose lui a tono.
«Finitela o vi strozzo.» li ammonì Harry.
«Ha iniziato lei.» si giustificò Louis alzando le spalle e prendendo, scherzosamente, sotto braccio Niall, avviandosi verso l'entrata. «Dove si va stasera?» chiese poi.
«Ma dove vuoi andare tu?» chiese poi Zayn, spuntando da dietro al sua auto, fumando la sua solita sigaretta mattutina.
«Ma che avete oggi? Spuntate tutti dal nulla?» chiese Hope, scatenando una risata generale.
Zayn guardò confuso tutto il resto dei ragazzi che però risposero con un gesto della mano, come per dire “lascia stare”.
Non appena Zayn vide Liam, gli si fiondò tra le braccia. Gli era mancato il suo amicone.
«Come stai brutta baldracca?» chiese Liam.
«Me la cavo! E tu? Cosa mi racconti? Sei sparito negli ultimi 3 mesi.»
«Ci sono stati dei problemi.» confessò Liam a bassa voce «Ne parleremo poi, d'accordo?»
Zayn annuì, battendo il pugno contro quello di Liam, era il loro segno d'amicizia e nessuno lo avrebbe mai cambiato.
«Sono sorpresa!» enunciò Lauren «In 4 anni non sei mai venuto in orario il primo giorno di scuola, cos'è successo questa mattina?» chiese, scherzosamente.
«Tu scherzi, ma mia madre mi ha buttato dal letto e ha detto “è l'ultimo anno, almeno il primo giorno, sii puntuale!» disse imitando la voce della madre «Che rottura di coglioni.» aggiunse infine.

Lauren afferrò sotto braccio Zayn e Adam e insieme iniziarono a salire.

Mentre iniziarono a salire i primi scalini verso l'entrata della scuola, un forte rumore di sgommata li fece voltare tutti indietro. Una moto aveva appena fatto ingresso nel parcheggiò, a tutta velocità e in quel momento stava appena sgommando. La ruota posteriore sfiorò di poco l'inizio dello scalino, rendendo la sgommata, assolutamente perfetta.
Tutti osservarono la scena, soprattutto Niall. Osservò per bene quella motocicletta e non appena si ricordò quale fosse, spalancò gli occhi.
«Hey amico, ma non è la motocicletta che ti ha battuto?» chiese Louis, sottovoce.
Niall lo ammonì con la mano e si avvicinò, piano, alla moto. Il colore era quello, il modello era quello e anche la targa coincideva. però Niall non sapeva spiegarsi perchè a bordo di essa, c'era una ragazza. Non appena
quest'ultima si tolse il casco, scosse i lunghi capelli castani, facendoli scendere sinuosamente sulle spalle e lungo la schiena, poi guardò Niall dritto negli occhi e lo sorrise, maliziosamente.

«Cosa c'è Horan? Sorpreso di rivedermi ancora?» chiese la ragazza maliziosa.
«Eri tu ieri?» chiese Niall a bassa voce, come se avesse paura che gli altri lo sentissero.
La ragazza cominciò a ridacchiare, legando i lacci del casco e posandolo sul manubrio destro.
«Si. Ti ho battuto Horan. Fine della storia.» concluse lei parcheggiando la sua moto, poco distante dall'entrata.
Niall non poteva immaginare che era stata lei ad umiliarlo così, davanti a tutti quella sera. Non aveva mai perso una gara in due anni che gareggiava, mai. La velocità e l'adrenalina erano le sue secondi madri. Non si era mai
fatto male, non aveva mai fatto un incidente e non aveva mai perso, o almeno mai fino al giorno prima.

Niall l'aveva sempre odiata anzi, tutti l'avevano sempre odiata: era cattiva, meschina e troppo una poco di buono per i gusti di chiunque, ma in quel momento Niall era confuso.
Avrebbe dovuto odiarla ancora di più, perchè gli aveva rotto, sotto il suo naso, il titolo di “imbattuto”, ma qualcosa lo spingeva ad essere attratto da lei, qualcosa che neanche Niall si sapeva spiegare.
Mentre saliva le scale verso l'entrata, pensava ancora a lei. -Non posso- si ripeteva, -Non posso essere attratto da Jenny Watson







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Sullivan's space

ok, cercherò di essere il più sbrigativa possibile.

1. in caso qualcuno non lo sapesse,
le parole blu che vedete sono dei "link" 
se voi cliccate sopra
esce l'immagine di ciò che intendevo.

2. questa è la mia seconda FF, togliendo la one shot 
e mi piacerebbe un mucchio sapere cosa ne pensate, 
magari lasciando delle recensioni.

3. Mi anticipo:
grazie a tutti quelli che la leggeranno <3

Vado o lo spazio autrice diventa più lungo 
del capitolo LOL 
un bacio, a prestissimo!

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Capitolo 2
*** ~New Meeting. ***



 

 

~New Meeting.




Il venerdì era decisamente il giorno preferito di tutti: la settimana scolastica finiva dando inizio al week-end e “week-end”, quasi per tutti, significava “feste e divertimento”.
Quella mattina all'appello mancava Adam, «influenza» aveva detto Lauren alla professoressa, ma non appena quest'ultima riprese il suo discorso, Lauren, spiegò il vero motivo a Zayn e Niall che la guardavano accigliati: «Viaggio» bisbigliò cercando di farsi capire.
Il moro e il biondo annuirono all'unisco, tornando alla loro lezione, poco interessante, di storia dell'arte.
Il biondo cercava di prestare attenzione alla lezione da circa 20 minuti ma i suoi occhi andavano man mano chiudendosi e così, per evitare che gli si chiudessero completamente chiese il permesso alla professoressa di uscire, inventandosi di dover andare al bagno.
«Torna in fretta, Horan.» rispose la professoressa.
Niall si alzò dalla sedia e si sgranchì le gambe, uscendo dall'aula.
-Ho bisogno di un caffè- si disse mentre si avviava alla macchinetta vicino le porte d'uscita.
Mentre camminava per i corridoi con le mani infilate nei jeans, Niall pensava ancora a Jenny, non aveva fatto altro in quella settimana e in più l'aveva vista, più o meno, 2 o tre volte e la cosa era molto strana. Negli altri anni la vedeva più spesso, anzi la vedeva quasi sempre: mentre camminava per i corridoi, quando fumava chissà cosa all'uscita da scuola appoggiata alla sua auto o quando usciva di casa.
Quando erano piccoli, Jenny e Niall erano molto amici, essendo vicini di casa, ma qualcosa era cambiato durante gli anni. Avevano 8 anni quando iniziarono ad evitarsi e ognuno prese la propria strada: Niall si creò una parte del gruppo che ancora aveva, mentre Jenny iniziò a conoscere gente più grande di lei.
«Mia madre mi costrinse ad esserti amico.» queste erano le parole che gli disse Jenny e che Niall non riusciva a dimenticare.
Come poteva una bambina di 8 anni, che aveva appena perso entrambi i genitori, sputare tanto odio e veleno?
Non se lo era mai spiegato e non si spiegava neanche il perchè, crescendo, lei era rimasta così.
Quando fu quasi vicino alla macchinetta sentì un odore insolito, -marijuana- pensò e non appena vide una figura, vicino alla porta d'ingresso, sputare del fumo biancastro e piuttosto denso, si diede conferma.
La forte luce gli abbagliava la vista non permettendogli di distinguere bene chi fosse ma Niall sapeva che solo una
persona era così incurante da fumare a pochi 
passi dall'entrata, ma per darsi conferma si avvicinò ulteriormente,
aumentando il passo.

Quando fu vicino alla macchinetta, finalmente, riuscì a distingerla ed era lei.
Quella mattina Niall la trovava più bella del solito: indossava un pantaloncino nero abbastanza corto da evidenziarle le gambe alte e snelle, una maglia a giro maniche con un grosso lupo dagli occhi gialli sul davanti e delle scarpe alte
con delle borchie.

-E' decisamente bella- pensò Niall mentre si avvicinava sempre di più.
Quando le fu abbastanza vicino, la mora girò lo sguardo dalla strada puntandolo sugli occhi celesti del biondo che era
rimasto lì, fermo, senza proferire 
parola.
«Cosa guardi, Horan?» chiese nervosa.
Il biondo fu colto alla sprovvista e iniziò a balbettare. «Oh, no, nulla, insomma.. non credi che se ti beccano ti
espelleranno?» chiese, lui stesso, poco convinto.

«No!» rispose, diretta, lei.
Niall annuì, facendo spallucce e poi abbassò lo sguardo.
«Che marca sono queste scarpe?» chiese poi alla ragazza che subito alzò un sopracciglio.
«Jeffrey Campbell perchè? Vorresti comprarne un paio?» ironizzò poi, facendo un tiro dalla sua canna.
Niall scosse la testa divertito, le piaceva l'ironia della mora, non aveva mai immaginato che un giorno avrebbe riso ad una sua battuta.
«No» rispose «è solo che ho notato che ne hai parecchie, deve piacerti molto questo.. Camel.»
«Campbell.» lo corresse lei «e si, lo amo!» rispose in fine, gettando il mozzicone oltre la scalinata.
«Mi piace il tuo outfit, oggi.» ammise il biondo.
La mora lo guardò per qualche istante, prendendo la sua borsa da terra e portando la tracolla sotto i capelli lunghi,
poi alzò un sopracciglio e sospirò.

«Non ti darò la rivincita, scordatelo.» disse poi allontanandosi.
«Ma non voglio nessuna rivincita.» le assicurò.
«E allora cosa vuoi da me, Horan?» chiese spazientita.
«Prima di tutto ho un nome e tu lo conosci bene» disse Niall alquanto alterato «e poi non voglio niente, era soltanto
un complimento!» gesticolò infine.
«Bene! Ora lasciami andare in classe.» lo congedò lei.
Niall non rispose e la lasciò andare senza proferire parola. La guardava mentre camminava a passo svelto verso le scale e una volta svoltato l'angolo, Niall portò lo sguardo sulla macchinetta del caffè.
-Caffè macchiato- pensò poco prima di premere il tasto del gusto scelto.
Mentre aspettava che il caffè fosse pronto pensava ancora a quanto fosse bella. -Perchè diamine penso ancora a lei?-
si chiese, -Perchè sono attratto da lei? Non devo esserlo, insomma, è spregevole!- si disse ancora, ma una vocina nella sua testa gli diceva che doveva essere attratto da lei e, per quanto lui cercasse di non darle peso, la vocina sembrava essere più forte di lui.

Era, ormai, una settimana che Niall non faceva che pensare a lei, l'altro giorno aveva persino desiderato di vederla e quando quel desiderio non fu esaudito, era quasi deluso.
L'aveva sempre odiata, non l'aveva mai sopportava e quando la vedeva per i corridoi aveva sempre pensato che probabilmente stava andando nel bagno per farsi qualcosa o qualcuno, ma da una settimana pensava tutto il contrario. La trovava bella, attraente e tremendamente sexy anche se ribelle.
-Non può piacermi Jenny- si disse quasi come fosse una domanda, -Tutti questi anni ad odiarla ed ora ne sono attratto? Che eresia! Sarà qualche strano effetto del sonno- cercò di convincersi mentre beveva il suo caffè e tornava in classe.
«L'hai prima creato il bagno, Horan?» ironizzò la professoressa mentre Niall entrava in classe.
«Mi scusi.» disse «Sono stato chiuso dentro.» mentì nascondendo un ghigno.




Arper Lopez
era alquanto spaesata nella nuova scuola. Tutti quei corridoi, tutte quelle aule e tutte quelle persone che, a pochi secondi dal suono della campanella, correvano ovunque le facevano venire una gran confusione mentale.
Los Angeles era molto più caotica della sua Barcellona ed era anche molto più calda. Avrebbe voluto tagliarsi i pantaloni per farli diventare degli shorts e aprirsi il gilet, ma sapeva che non avrebbe mai potuto farlo, anche perchè l'outfit che indossava quel giorno, era nuovo di zecca e non poteva permettersi di comprarsi cose nuove tutti i giorni.

La campanella era appena suonata e lei era ancora alla ricerca dell'aula 32.
La mappa che le avevano dato il primo giorno di scuola non le era stata utile per niente e così si ritrovò sola, per i corridoi.
-2° piano- lesse sulla mappa, e così si avviò per le scale cercando disperatamente quell'aula.
Salito il primo piano, la mora iniziò la seconda rampa di scale e non appena lesse "2°piano" si sentì un tantino soddisfatta. -Manca solo trovare l'aula 32- si disse guardando, con aria persa, a destra e sinistra dei corridoi.
«Sei nuova vero?» le chiese una voce vicina.
Arper cercò di capire da dove provenisse quella voce e quando vide una figura femminile, seduta a gambe incrociate
sul davanzale, si avvicinò.

«Sai dov'è l'aula 32?» chiese Arper.
«Aula 32?» chiese arricciando il naso «Come mai hai scelto geografia astronomica? È così noiosa!»
«Adoro le stelle» disse la mora, con un sorriso dolce sulle labbra.
«Infondo al corridoio, la prima sulla sinistra.» le rispose la ragazza di fronte a lei.
«Grazie.» Arper fece per andarsene quando la ragazza la chiamò.
«Piacere» disse poi porgendole la mano «Sophie.»
«Arper.» rispose la mora.
«Sei sola?»
La mora annuì «Sono qui da soli 3 giorni.»
«Ti va di pranzare con me e il mio gruppo?» chiese cordialmente Sophie.
«Ti ringrazio, ma non vorrei essere d'intralcio.»
«Ma che intralcio!» disse scendendo dal davanzale. «Ci si vede in mensa, se non mi trovi, tavolo 17.» sentenziò prima
di sparire dietro l'angolo.

Arper sorrise alla gentilezza di quella ragazza e si avviò, frettolosamente, verso la sua aula.
Bussò, quasi timidamente prima di aprire la porta.
«Alla buon'ora.» le disse un uomo seduto dietro la cattedra. Aveva i capelli brizzolati, uno strano accento ed era più o
meno sulla 50ina.

«Mi scusi.» disse flebilmente la ragazza «Sono nuova e le classi sono ancora un mistero per me.»
«Oh, certo!» esordì l'uomo «Lei deve essere la signorina.. Lopez, giusto?»
La mora annuì, con un sorriso sornione.
«Io sono il professor White. Si accomodi vicino al signor Malik.» concluse infine, indicando l'ultimo banco vicino alla
finestra.

La mora annuì, dando prima un'occhiata a dove fosse il banco che le era stato assegnato: un ragazzo moro e dalla
pelle ambrata le sorrideva, invitandola a sedersi e così si avviò al suo banco.

Non appena prese posizione, un odore di tabacco e miele le inebriarono le narici. Le piaceva quel profumo, sapeva di
buono.

«Piacere, Arper.» sorrise lei, porgendogli la mano.
«Piacere mio, Zayn.» disse il moro ricambiando la stretta di mano velocemente e portando, di nuovo, l'attenzione alla
lezione.

La mora sorrise, ancora, e prese un libro dalla borsa aprendolo sul banco, per poi ripensare al moro.
La pelle liscia e ambrata, le mani morbide e quell'insolito profumo la facevano stare bene e ogni volta che il moro
voltava lo sguardo verso di lei, si sentiva divampare dentro e sentiva le sue guance andare a 
fuoco. -Gli occhi più belli che abbia mai visto- si disse.
Zayn Malik era di certo uno dei ragazzo più affascinante che aveva mai visto, aveva qualcosa che attirava Arper in modo particolare, forse erano i suoi occhi magnetici oppure proprio quell'odore che la faceva impazzire.




«Cosa si fa questa sera?» chiese Louis, tutto esaltato, prendendo posto al solito tavolo della mensa.
«Il venerdì ti da altamente alla testa.» gli rispose Zayn, ridacchiando.

«Lo sapete che adoro le feste.» si difese «Allora banda di depressi, che si fa?»
«Cinema?» propose Hope.
«Deeen! Risposta sbagliata.» urlò Louis imitando i suoni nei giochi a premi.
«Sunshine?» propose Lauren.
«Deeen! Ancora riposta sbagliata. Chi propone di meglio?»
«La finisci?» gli chiese Harry.
«Deeen!» rispose, Louis, divertito.
«Louis smettila!» esordì Niall «Comunque mio fratello e i suoi amici del college hanno organizzato una festa, potremmo andarci, se vi va.» propose infine quella che sembrava l'alternativa migliore.
«Ti amo biondone!» rispose Louis.
«E party sia!» enunciò Liam, zittendo tutti..
«Ho conosciuto una ragazza nuova, oggi.» disse Zayn a Liam, quasi a voce bassa.
«Com'è?»
«E' carina.» rispose il moro pensandoci qualche attimo. «Davvero carina.» aggiunse poi.
«Nome?»
«Arper.»
Il biondo annuì, continuando a mangiare. «Potresti invitarla stasera, è anche nuova, sarà di certo sola..»
Il moro ci pensò qualche istante e poi scosse la testa «Troppo presto, mi prenderebbe per un maniaco.» ridacchiò.
«Come vuoi amico. Ma sappi che nessuno dice di no a Zayn Malik.» lo prese in giro Liam.
«Lo so, lo so.» si vantò il moro, prima di continuare a mangiare.
«Buongiorno!» esordì Sophie che era appena arrivata. «Lei è Arper.»
Zayn non appena sentì quel nome, spalancò gli occhi e portò lo sguardo alla ragazza che Sophie aveva appena presentato.
La mora si presentò a tutti e quando arrivò il turno di presentarsi a Zayn, ritrasse la mano e gli sorrise, cordialmente.
Liam, che era accanto al moro, se la rideva come non mai e tutti si chiedevano il perchè.
«Stasera si va ad una festa organizzata da quelli del college!» avvisò Louis a Sophie. «Perchè non vieni anche tu?» chiese poi ad Arper, che non seppe cosa dire.
«Si dai!» la incitò Sophie «Non credo hai altro da fare, giusto?»
La mora scosse la testa «D'accordo!» rispose poi, alzando le spalle.
«Perfetto!» sorrise Sophie.
«Ti passo a prendere alle 9?» chiese Louis.
«Ci penso io.» controbatté Zayn guardando Louis quasi in malo modo.
«D'accordo, amico.»
Arper sorrise gentilemente «Non è un disturbo?» chiese poi, rivolta a Zayn.
«Assolutamente no! E poi ognuno ha qualcuno con cui andarci. Mi servirebbe anche compagnia.» rispose, mentendo.
«Ci vieni tu con me?» chiese poi Louis, rivolto a Sophie.
«Assolutamente no!» disse lei, alzando un sopracciglio.
Sophie odiava Louis con tutta se stessa. Odiava il fatto che facesse il cascamorto con tutte, le dava altamente ai nervi. Louis sapeva quanto lei avesse un debole per lui e la cosa era anche reciproca, ma adorava punzecchiarla. Erano 2 anni che ci provava con Sophie, sapeva che non avrebbe dovuto fare il “Don Giovanni” con tutte quelle ragazze, ma era pià forte di lui: e non ci provava con qualcun altro si sentiva morire e a Sophie, orgogliosa al massimo, questa cosa non le andava proprio giù.
«Allora ci si vede tutti alle 9 e 15, fuori casa nostra?» chiese Hope alzandosi dal tavolo.
Il resto del gruppo annuì e lei ed Harry, andarono via salutando con la mano.
«Stasera sarà grandioso, vedrai. Indossa qualcosa di sexy, mi raccomando.» si rivolse Sophie ad Arper, facendole l'occhiolino.



 

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Sullivan's space

come sempre cercherò di essere sbrigativa.

mi viene da piangere, ve lo giuro mi viene troppo da piangere.
49 recensioni, 18 preferiti, 10 ricordate, 30 seguite.
non potete capire quanto io sia felice.
è bello vedere quando a qualcuno piace ciò che fai
ed è assolutamente gratificante quando vedi tante recensioni:
ti senti spronato e ti senti quasi in soggezione perchè dici
"ho -tot- follower non devo deluderli"
e io spero che in questo capitolo non vi abbia delusi.

so che magari non c'è tantissimo in questo capitolo
ma per il momento sono d'intro e sono per spiegarvi i personaggi
e a questo proposito volevo dirvi una cosa:
lo so! lo so! le auto e i personaggi non sono "da tutti" 
ma forse è proprio questo il bello.
loro sono tutti di L.A. e si sa che chi vive la 
sta pieno di soldi anche se
nel prossimo capitolo
scoprirete tante cose nuove *-*


ps: mi piacerebbe sapere dalle recensioni 
quali sono le vostre coppie preferite 
Fatemi sapere, vi prego e se vi va
fate pubblicità alla storia, 
mi fareste felicissimissimissima (?)

pps: il prossimo capitolo sarà a breve, 
chiedo scusa per i tempi lunghi.

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Capitolo 3
*** ~Big Party. ***


   
   

   

   ~Big Party.
   

   

   
Casa "Bennet-Price" era la casa dei sogni di qualunque 19enne. Grande, spaziosa, lussuosa, sempre linda e pinta, ordinata e tutta perfetta. Quel venerdì, però, c'era talmente tanto caos che un elefante non avrebbe potuto fare di peggio.
Jeans sparsi ovunque, paia di scarpe confusi tra loro e trucco sparso alla rinfusa sul tavolo difronte lo specchio, era incredibile quanto i preparativi per una festa mettessero in subbuglio una casa.
«Io devo solo finire di truccarmi.» disse Sophie.
«Auguri!» rispose Hope ridacchiando «Io sono ancora in mutande e tra un po' verranno i ragazzi. Non ce la farò mai...» si disperò gettandosi a peso morto sul letto.
«Se smetti di blaterare e ti sbrighi ce la farai.» disse “mamma Lauren” «Ma se continui ad autocommiserarti è normale che non concluderai nulla!» concluse uscendo dal bagno.
«Non ho bisogno del tuo grande supporto morale, grazie amore.» ironizzò la bionda.
Lauren le fece la linguaccia «Che ne dici del mio vestito stasera?» chiese poi alzandosi le maniche della giacca fino al gomito.
«Me gusta mucho señorita. Nuovo?»
Lauren annuì soddisfatta «Versace» disse per poi avviarsi al tavolo del trucco. Aveva optato per un make-up semplice e leggero: un ombretto verde, simile al vestito, mascara nero ultra-strong e il suo immancabile rossetto rosso.

«E del mio? Che ne pensi?» chiese poi Hope indicandole l'armadio dove aveva appeso l'outfit per quella sera.
Lauren si voltò e annuì convinta. «Oh-là-là.. Sarai una bomba sexy tesoro.. Harry dovrà fare attenzione a non lasciarti sola.» scherzò.
«Com'è geloso lui mi starà incollato tutta la sera, ne sono certa.»
«Non è un bene quando un ragazzo è geloso? Insomma vuol dire che ti ama..» disse Sophie.
«Ma non come Harry!» Hope scosse la testa «Mi sta incollato tutto il tempo dietro. Ha paura che mi cada il culo!»
Lauren e Sophie non potettero fare a meno di ridere a crepapelle contagiando, infine, anche Hope ma infondo era la verità. Harry era assolutamente il ragazzo più geloso che avesse mai visto, certo, sapeva che l'amava ma non c'era bisogno di comportarsi in quel modo, anche perchè a volte diventava quasi paranoico.
«Come sto?» chiese Sophie entusiasta, voltandosi verso le ragazze.
«Vediamo..» analizzò Lauren «Abito Dior nero e fucsia,, scarpe nere Louboutin, borsa, abbinata alle scarpe, Hermes,.. che dire, sei perfetta!» concluse alzando le spalle.
«Affermo a pieno! Questo vestito è uno sprint d'energia! Fa tanto “ho un culo perfetto ma delle cosce da Dea”.. Mi piace!» disse iniziandosi a vestire. «Louis ti salterà addosso!»
«E io ne dovrei essere felice perchè....?» chiese alzando un sopracciglio.
«Andiamo Sophie! Sei innamorata di Louis da 2 anni, e non venirci a dire di no, e chi è che non vorrebbe che il ragazzo che le piace gli salti addosso?» chiese Hope spazientita.
«Chi è che non si è mai innamorata del ragazzo sbagliato? Tutti, suppongo! Ed io ora sono innamorata della persona meno adatta su questo pianeta, e non lascerò che mi metta i piedi in testa, ne ora ne mai!»
«Orgoglio del cazzo!» bisbigliò Hope.
«Si chiama dignità, è diverso.» rispose a tono.
«Se tu provassi a parlare con Louis, se tu gli dicessi come stanno le cose e gli spiegassi che se lui cambierebbe tu saresti disposta a dargli una possibilità, qualcosa potrebbe cambiare!» le spiegò, poi, Lauren.
«E se lui non cambiasse? O peggio, se lui non volesse cambiare? Farei la figura dell'idiota! NO! Assolutamente no!»
«Ok, ora fine della discussione! Quando sarà pronta, parlerà a Louis. E tu Hope, muoviti!»
«Si, mamma Lauren.» scherzò la bionda. «Che poi lei fa tanto la ramanzina a te e Louis e poi muore dietro Liam, fingendo di essere felice con Adam, ti prego!» bisbigliò a Sophie, che alzò gli occhi al cielo e annuì.
Tra Hope, Sophie e Lauren funzionava così. Potevano dire qualunque cosa alle altre persone ma tra di loro sapevano la verità anche solo guardandosi: se stavano male o qualcosa non andava bastava uno sguardo. Lauren diceva di stare bene con Adam, forse era anche
vero, ma nessuno l'avrebbe trattata come Liam.
Lui c'era stato nei momenti difficili, quando non c'era nessuno e quando tutto le sembrava buio: quando aveva paura di dormire da sola nonostante i 19 anni, quando stava male, c'era sempre stato.
Ma quando lei iniziò a stare bene fu lui a stare male: Lauren lo aveva intuito, gli aveva chiesto parecchie volte cos'era che non andava ma lui dava la colpa alla stanchezza, dicendo di stare bene per non farla preoccupare.
Finita la scuola era andato in Australia per dimenticare le cose brutte ed ora che era tornato stava bene, anche se la cosa più bella che aveva gliel'avevano portata via, ma lui non si arrendeva.
«Hanno bussato, vai tu Sophie?» urlò la bionda infilandosi i tacchi.
«Perchè sempre io?» chiese annoiata
«Forse perchè sei l'unica già pronta?»
«Vaffanculo, la prossima volta mi preparerò 2 minuti prima.» disse andando ad aprire la porta.
«Ciao ragazzi.» Sophie salutò Liam, Harry e Louis che entrarono in casa.
«Dov'è Niall?» chiese Hope
«E' andato col fratello.»
Hope annuì.
«Siete pronte?» chiese Liam.
«Manca solo Hope.»
«Lauren,» disse Liam «Posso parlarti?»
«Certo, dimmi!»
«Ehm, ti va di parlarne mentre andiamo alla festa?»
Lauren sembrò tentennare, ma poi si lasciò convincere. «Ci vediamo alla festa.» disse prima di uscire dalla porta con Liam che la fece, da gentiluomo qual era, uscire per prima.
«Scommettiamo che scopano?» rise Louis.
«E mai possibile che pensi solo a quello?» sbottò Sophie.
«Arrrrr» scherzò Louis imitando il verso di una tigre «Siamo nervosette oggi?»

«Sei tu che mi innervosisci, Tomlinson.»
«E daiiiii, siamo amici da tanto, dammi un'occasione.» chiese allungando la mano «Vieni con me stasera alla festa»
«Cosa c'è, ti hanno dato un altro palo?»
«Non l'ho chiesto a nessuno, scherzavo oggi con la tipa nuova, andiamoci insieme. Dammi un occasione, non te ne pentirai..»
Sophie ci pensò qualche attimo, guardando Hope che le sorrideva e l'annuiva. Non sapeva come sarebbe andato a finire, ma gli diede una possibilità, non sapeva neanche lei perchè lo stesse facendo in quel momento, ma voleva dargli un'ultima possibilità. «Sappi che è la prima ed ultima occasione che ti do.» disse prima di avviarsi alla porta.
«Non te ne pentirai, vedrai.» disse uscendo dalla porta.
«Me ne pento già ora.» concluse Sophie seguendo Louis alla sua macchina.
«Finalmente! Sono andati via.» esclamò Harry.
«Credi che Louis si comporterà bene con Sophie?»   
«Con tutto il bene che voglio ad entrambi ma..chissenefrega! Lei ha 19 anni, lui 20, sanno badare a se stessi.» concluse avvicinandosi alla sua ragazza.
«Come sei crudele.» rispose lei scherzosamente, affondando le braccia dietro il collo del riccio e avvicinando le labbra di lui alle sue, socchiudendole in un bacio.
«Bello questo vestito amore, ma non credi che sia d'intralcio?» disse maliziosamente lui, tra un bacio e l'altro.
La bionda rise mordendosi un labbro mentre il riccio aprì la zip e prese sui fianchi i lembi del vestito, sollevandoglielo.
Iniziarono a baciarsi, più vogliosamente: il riccio passava dalla bocca al collo per poi scendere all'incavatura del seno e arrivando sempre più giù. La prese in braccio, dolcemente, e la poggiò sul divano, spogliandola di ogni indumento mentre lei faceva lo stesso con lui.
Lui iniziò a baciarla sempre più passionalmente, in ogni parte del suo corpo e quando si avvicinava al basso ventre adorava sentire i gemiti di lei. Avevano il fiato corto, il battito accelerato e tanta voglia l'uno dell'altra.
«Fammi tua, Harry Styles.» disse la bionda tra un gemito e l'altro mentre, finalmente, il riccio entrò in lei.
   
   
   
Arper era particolarmente nervosa quella sera. Era la prima volta che usciva con un gruppo di persone da quando era lì a Los Angeles e voleva fare una bella impressione su tutti, le piaceva quel gruppo ma soprattutto le piaceva Zayn.
Quel moro dalla pelle ambrata l'aveva affascinata sin dal primo momento, i suoi occhi erano stati come magnete per lei e non aveva fatto altro che pensare a quelli, tutto giorno.
-Sono le 9:20- si disse tra sè, -Perchè Zayn non è ancora arrivato?- si chiese,ancora, nervosamente camminando da un lato all'altro della stanza.
Non sapeva perchè avesse fatto tardi e non aveva neanche il suo numero per potergli chiedere dove fosse e anche se l'avesse avuto non l'avrebbe chiamato, non voleva sembrare oppressiva.
-Arriverà- si disse -O almeno spero-
La mora si stava man mano calmando, accese la TV per compagnia, l'avrebbe distratta un po'. Iniziò a fare zapping col telecomando, cercando qualche programma decente. Passarono altri 10 minuti e del moro non c'era ancora ombra.
-Fanculo a me e che mi sono fidata- si maledisse iniziandosi a togliere le scarpe e proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.
Si rimise velocemente i suoi tacchi, dandosi una sistemata e corse ad aprire.
«Ciao.» disse sorridente Arper invitandolo ad entrare.
«Scusami per il ritardo! Quella stupida auto non voleva partire e mia madre aveva degli ospiti.» spiegò Zayn «Questi sono per te.» disse
porgendole un piccolo mazzo di fiori.

«Grazie. Non dovevi.» la mora arrossì, poggiando il piccolo mazzo di fiori in un vaso di vetro.
«Wow!» disse Zayn.
«Cosa?» chiese uscendo dalla sua casa e avviandosi all'auto di Zayn.
«Bel vestito!» si complimentò
La mora arrossì ancora di più, lusingata e sorrise. «Grazie, anche a me piace come sei vestito, questa camicia bianca ti risalta la carnagione!»
«Grazie! Dovrei andare a fare un po' di shopping domani, ma non ho la più pallida idea di cosa comprare!» il moro le aprì la portiera e la lasciò entrare.
«Io lavoro da Abercrombie & Fitch e ci sono delle cose molto carine, se ti va di passare domani mattina sono in turno e potrei darti una mano.» gli consigliò.
«Ottima idea! Magari potremmo pranzare insieme poi, sempre se ti va.» il moro perse un po' di sicurezza finendo la frase.
«Certo! Sarebbe un'ottima idea!» concluse lei.
Ci fu un silenzio, totalmente imbarazzante che Zayn non sopportò molto.
«Parlami un po' di te.» le suggerì timidamente il moro.
«Cosa vuoi che ti dica? Mi chiamo Arper Lopez, ho 18 anni, vengo da Barcellona e mi sono trasferita qui circa 2 mesi fa, fino ad oggi non ero mai uscita con nessuno e spero che questa sera mi divertirò molto!.» concluse ridacchiando.
«Mmh..provvederò!» disse Zayn annuendo divertito «E quei tatuaggi?» chiese poi curioso «Cosa significano?»
«Ehm..facciamo che te lo spiego più in la, d'accordo?»
«Oh, certo. Scusami.» disse Zayn imbarazzato.
«Ma figurati! Non c'è nulla di cui scusarsi.» gli sorrise dolcemente «Di te che mi dici?»
«Mi chiamo Zayn Malik, ho 19 anni, vengo da Los Angeles anche se ho un padre di origini pakistane e inglesi e adoro i tatuaggi, infatti ne ho 10»
«Wooow!» esclamò Arper.
Zayn annuì, soddisfatto. Amava i suoi tatuaggi.
-Ecco un altro silenzio imbarazzante- pensò lui.
«Ah! Devo farti notare una cosa che mi piace!»
-Una cosa che le piace?- si accigliò Zayn.
«Cosa?» chiese curioso.
«Hai un auto normale rispetto ai tuoi amici e questa cosa mi riempie di gioia.» ridacchiò contagiando il moro.
«Bè non sono come loro! Loro sono tutti provenienti da famiglie straricche: Hope è l'unica figlia di produttori cinematografici, Lauren e Sophie hanno il padre che ha fabbriche sparse in tutto il mondo, Harry e Liam che i loro padri sono soci in affari in un azienda, Louis che ha un padre notaio e una madre infermiera, Niall che è l'erede del patrimonio del nonno e poi ci sono io dove mio padre è dottore, mia madre casalinga e ho 3 sorelle una peggio dell'altra senza il quale, però, non saprei stare.» concluse facendo ridere la mora «Perchè ridi?» chiese divertito.
«Mi hai raccontato i fatti di tutti in due secondi! Sei peggio di una donna, Malik!» ridacchiò.
«Dovresti sentire Louis ed Harry allora! Quando iniziano a spettegolare sono peggio delle vecchiette. Sono incredibili quei due, conoscono ogni cosa di ogni persona. Assurdo!»
«Guarda che tu non scherzi..» ammise.
«Sono stato infettato.» ammise divertito.
Poco distante da loro si sentiva già della musica provenire da una casa e quando furono a qualche metro da essa Zayn accostò e parcheggiò, uscendo dall'auto ed aprendo la porta ad Arper. Le offri il braccio e lei non se lo fece ripetere due volte e infine s'incamminarono verso l'entrata.
«Attenta a chiunque ci sia qui intorno. E non accettare niente, da nessuno!» l'avvertì il moro.
«Non preoccuparti, non fumo e non bevo, puoi stare tranquillo!»
Zayn le fece l'occhiolino per poi schioccarle un bacio sulla guancia, un bacio che la fece arrossire di brutto.
A Zayn piaceva molto la compagnia di Arper e la cosa era reciproca: erano tutti e due molto timidi ma tra di loro la timidezza svaniva e ad entrambi questa cosa piaceva molto.
«Questo posto è magnifico!» esclamò Arper, cercando di sovrastare la musica.
«Altro posto di Niall!» disse Zayn «Vieni, vedo i ragazzi.» urlò prima di farsi spazio tra la folla e raggiungere il retro della discoteca.
«Hei, Arper!» la salutò Sophie, abbracciandola. «Come sei bella!» esclamò.
«Mai quanto te, questo vestito ti dona!»
«Grazie tesoro! Vieni, siediti con noi.»
Arper prima di prendere posto vicino a Sophie e Louis salutò tutti gli altri, educatamente.
«Zayn ti siedi vicino a me?» chiese Lauren al moro, che annuì convinto.
Arper non potette fare a meno di accigliarsi.
-Lauren era venuta con Liam, perchè vuole Zayn accanto a lei?- si chiese Arper -E perchè ora si stanno alzando insieme, sotto braccio?-
«Scusateci un attimo.» disse Lauren prima di sparire tra la folla con Zayn.
Arper era rimasta immobile, ancora accigliata, chiedendosi perchè il tuo “partner” sebbene solo per quella sera stesse andando via con un'altra.
-Forse è la sua ragazza.- suppose Arper, ancora accigliata.

«Niall, che ci fa tuo fratello con Jenny Watson?» chiese sbalordito Harry.
Niall scrutò bene le persone che c'erano e alla sua destra notò davvero suo fratello insieme a Jenny. Era vestita molto poco, se così si poteva dire.
La sua maglia le arrivava giusto un cm sotto il sedere e l'assenza di pantaloncini e quelle calze trasparenti avrebbero fatto impazzire gli ormoni a chiunque: era pur sempre una bella ragazza.
Niall vide i due scambiarsi baci abbastanza provocatori e poi vide lei sniffare della polvere bianca, cocaina suppose, seguita dal fratello.
Rimase assolutamente senza parole, Greg non era mai stato un poco di buono: beveva pochissimo e come “droga” aveva provavo solo sigarette, fino a qualche mese prima.
«Mi viene troppo da ridere!» esclamò Louis.
«Che cazzo c'è da ridere?» commentò Niall bruscamente.
«Hei, hei, calma amico!» disse Louis «Non volevo offendere nessuno!»
«Ci mancava!» concluse il biondo.
«Che brutta aria che gira oggi!» commentò Louis «Andiamo a ballare?» chiese a Sophie che annuì e si avviò insieme a lui, seguiti da Hope ed Harry.
«Ti da fastidio più che lui la stia baciando o che lei gli abbia fatto sniffare della cocaina?» chiese Liam, capendo la situazione.
«Mi da fastidio che lei bacia lui e che lui abbia accettato di sniffare.» cercò di mentire, facendo ridacchiare Liam.
«Perchè ridi?» chiese il biondo.
«Perchè sono convinto che ti sta iniziando a piacere Jenny!»
«Impossibile!» controbatté Niall.
«Chiediamo ad una donna.» si voltò verso Arper che era rimasta tutto il tempo in silenzio ad ascoltare «Cosa ne pensi tu?»
«Ehm, io?» chiese tentennando, cercando di fare meno brutte figure possibili «A mio parere, un parere di donna, credo che lei ti piaccia o non faresti così..»
«Non è vero, non mi piace e smettila Liam!» sbuffò Niall alzandosi e tornando dentro per prendere qualcosa da bere.
«Allora..? Ti stai divertendo?» tentò di fare conversazione Liam.
«Abbastanza! Rispetto ai due mesi in casa, questo è il paradiso!» rispose sorridente.
«Vogliamo andare a ballare?» le propose Liam, allungando la mano.
-Fanculo Zayn- disse Arper tra sé e sé prima di annuire e tendere la mano a Liam.
   
   
   
Le situazioni in pista erano alquanto hot. Louis e Sophie erano avvinghiati nel ballare: lei si muoveva sinuosa attorno a lui, che le manteneva i fianchi e ondeggiava insieme a lei, alquanto divertito. Avevano già bevuto almeno quattro drink ciascuno e la situazione stava un po' degenerando, la vera Sophie non si sarebbe mai lasciata andare così.
Dopo qualche canzone, Louis iniziò ad avvicinarsi sempre più pericolosamente a lei: le mise una mano dietro la schiena avvicinandola a lui mentre l'altra spostava i capelli di lei dal viso, in modo da poterla baciare liberamente. E così fu. Louis allungò le labbra verso quelle della ragazza che non si tirò affatto indietro. Avvinghiò le braccia attorno al collo di lui, lasciandosi trasportare dall'enfasi. Quando, però, le mani di lui le sfiorarono il sedere, Sophie tornò in sé. Allontanò in malo modo Louis, tirandogli uno schiaffo.
«Sei la solita santarellina!» disse Louis, prima di allontanarsi e ballare con una di quelle con cui era solito andarci a letto.

Sophie aveva bisogno di qualcuno, aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno, ma non trovò assolutamente nessuno.
Hope ed Harry erano ai divanetti, scambiandosi qualche casta effusione e facendo la loro solita gara di shottini.
Niall era al bancone che parlava con certi ragazzi. di Zayn e Lauren nessuna traccia, e poi c'era Arper avvinghiata a Liam.
La ragazza ballava insieme al biondo in un modo alquanto sexy, si muoveva in modo sicuro e sinuoso mettendo, in un certo qual modo, in disagio Liam che però la assecondava.
Sophie voleva tremendamente andare via. Il suo peggior incubo si era avverato. Lei sapeva che non avrebbe dovuto baciarlo, sapeva che non avrebbe dovuto cedere al moro e invece si era fatta fregare: l'aveva baciato e se non fosse stato per quel minimo di lucidità che le rimase, a quel punto l'avrebbe anche portata a letto, umiliandola però come già era successo.
-Sciocca, sciocca- si maledisse, -Non avresti dovuto fidarti!- si disse ancora prima di mettere in moto e tornare a casa.
Niall era ancora seduto al bancone e quando gli amici con cui stava parlando andarono in pista, lui decise di rimanere dov'era, osservando il tutto.
Tra la folla vide anche la sua Jenny, ancora insieme a suo fratello. Li vide ballare per qualche canzone, poi vide lui bisbigliare qualcosa nell'orecchio di lei poco prima che salissero sopra, dove c'erano le stanze coi letti.
Niall l'indomani avrebbe parlato con Greg, lo promise a se stesso.
   
   
   
«E così Liam non ti ha detto nulla in auto?» chiese, per conferma, Zayn.
«Già! Ha detto che era solo una scusa per lasciare mia sorella e Louis in auto da soli dato che Hope ed Harry sono in coppia.» rispiegò velocemente.
«Non ci credo minimamente, lo sai questo vero?» chiese, retorico il moro.
«Non lo so Zayn! Non lo so! Liam mi sta facendo impazzire! Prima mi rende felice, aiutandomi in un periodo brutto e poi va via. Non avevo bisogno di un medico, avevo bisogno di un fidanzato che mi aiutasse a stare bene, che rimanesse, ma lui è andato via!»
«Lo so amore, lo so!» disse accarezzandola «Che ne dici se provo a parlarci io con Liam? Magari mi spiega un po' di cose?»
«Zayn ma non c'è nulla da spiegare o da capire. Io ormai sto con Adam e volente o nolente Liam lo deve accettare.»
«Posso provare almeno a parlarci? Voglio capire perchè è andato via.»
«Poi me lo dirai?»
«Se posso si amore, se posso si!» la rassicurò Zayn.
«Tu con Arper?» chiese poi Lauren.
«Bene!» annuì «Molto bene! Mi piace stare con lei, è simpatica e quando sono con lei mi sento libero, spensierato.» ammise.
«La bacerai?» chiese curiosa.
«Non lo so!» ridacchiò «Non sono cose che si programmano!» disse facendo ridere l'amica.
«Perchè vuoi dirmi che voi maschi non vi programmate se baciarvi una tipa o no?»
«Louis lo fa! Io no! Non sono il tipo!»
«Ho proprio un migliore amico coi fiocchi!» disse Lauren abbracciando Zayn.
«E poi domani la vedo da Abercrombie» la informò «lavora lì»
«Farai finta di chiedere la taglia di qualcosa e casualmente lo chiedi a lei?» scherzò
«Stupida me lo ha proposto lei! Le ho detto che dovevo fare shopping e lei ha detto se vieni lì ti do qualche consiglio e così l'ho invitata a pranzo.»
«Che gentleman che sei!» ridacchiò «Paghi tu?»
«Mi sembra il minimo» sentenziò il bruno «Entriamo?»
La riccia annuì e insieme a Zayn entrò dentro, avviandosi al bancone.
«Hei biondino!» lo chiamò Lauren «Gli altri?»
«Louis sta ballando con quella rossa, Hope ed Harry sono su quel divanetto.»
«Mia sorella?» chiese Lauren
«E' andata via, l'ho vista uscire prendendo la giacca.»
«Ed Arper?» chiese Zayn.
«Sta ballando con Liam.»
Il biondo fece cenno col capo, indicando la coppia più sexy della pista.
Zayn non poteva credere ai suoi occhi. La ragazza che gli piaceva che stava ballando, sensualmente, con il suo migliore amico. Non era colpa di Liam, Zayn riusciva a vedere un certo filo di imbarazzo sul volto del biondo, ma la vista lo irritò parecchio e così, non potendo
fare nulla si scolò una birra.

Lauren rimase in silenzio, non voleva scatenare qualche reazione impulsiva nel bruno e così salutò Niall, portandolo via da lì.
«Mi accompagni a casa?» chiese Lauren.
«Ma sono solo le 11.»
«Non mi sento molto bene, ho un po' di mal di stomaco.» mentì
«Hai mangiato qualcosa?» chiese Zayn con premura.
La riccia scosse la testa «Sono venuti i ragazzi alle 9:15 e siamo state dalle 7 a prepararci.»
«McDonald's? Neanche io ho mangiato nulla.»
«E McDonald's sia.»
Prima di mettere in moto, Zayn lasciò un messaggio a Liam: -Assicurati che Arper arrivi a casa sana e salva, Zayn-
Il moro, nonostante la rabbia, non avrebbe mai permesso che qualcuno facesse del male ad Arper, infondo si stava affezionando a lei e nonostante quella sera si fosse comportata così, Zayn l'avrebbe perdonata.
Non erano una coppia, non erano fidanzati e non si poteva dire neanche che si stessero frequentando per cui, ognuno era libero di fare ciò che voleva e questo Zayn lo sapeva bene.
   
   
   
   
   
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Sullivan's space.

   
Io vi amo, ve l'ho mai detto? 
86 recensioni, 29 preferite, 11 ricordate e 38 seguite.
con solo 2 capitoli? *-* vi adoro! Lo giuro!
   
Passando al capitolo avrei un paio di domande da farvi:
   
1. Com'èèè? Devo ammettere che questo capitolo è stato un vero parto!
Ve lo giuro è stato un parto per cui vorrei sapere com'è. <3
   
2. Quali sono le vostre impressioni sulle coppie, nuove e vecchie?
   
Insomma, lasciatemi una bella recensione perchè vorrei capire i vostri punti di vista, 
e vorrei capire cosa vi piacerebbe così magari, potrei accontentare qualcuno di voi <3
   
   
Il prossimo capitolo arriverà presto, don't worry! <3
Love you SO MUCH!
   
PS: se vi va di leggere qualcosa di mio
QUESTA E' LA MIA ONE SHOTprima in classifica tra le più popolari *-*
mentre QUESTA E' LA MIA VECCHIA FF <3
Se vi va, passate e lasciate qualche recensione.

Se invece io vi ho rotto le palle (hhahahaha)
QUESTA ONE SHOT E' STUPENDA! 
vi consiglio di leggerla perchè ho pianto da morire.
lasciate anche lì una recensione se vi va <3


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Capitolo 4
*** ~Quarrels And Love. ***


 

~Quarrels and love.



«Cioè, spiegami meglio» disse Hope «Liam è venuto a Beverly hills solo per stare con te?»
Lauren annuì mettendo in moto l'auto «E' venuto ed è stato tutto il giorno con me e Sophie: mi ha portato le buste, mi dava consigli e mi ha anche comprato un bracciale.» puntualizzò mostrandole un piccolo braccialetto in oro con una croce.
Liam sapeva quanto Lauren amasse quei tipi di braccialetti e così, mentre lei era intenta nel parlare al telefono, gliene aveva preso uno.
«Wow. Poco significativo insomma!» ironizzò Hope.
«So dove vuoi andare a finire ma no! Liam ed io siamo soltanto amici.»
«Certo, questo non lo mette in dubbio nessuno, ma non si può negare che vi amate.»
«Io amo Adam.» disse, poco convinta, Lauren.
«Ma ti senti quando parli?» ridacchiò Hope «Non sei convinta neanche tu di quello che dici!»
«Hope, Liam è andato via all'improvviso e a me non serviva qualcuno che andasse via. Ci vuole coraggio per restare, ad andarsene sono bravi tutti.» disse flebilmente.
«Questo lo so bene..» disse Hope deglutendo velocemente come per ingoiare le lacrime che le stavano per uscire.
Lauren la guardò accigliata per poi ritornare con lo sguardo sulla strada «Che vuol dire?» chiese poi.
Hope stette in silenzio per un po' come per riflettere. Non sapeva come dirlo, non aveva mai immaginato quel momento anche se sapeva che niente era per sempre.
«Harry ed io..bè ci siamo.. ci siamo lasciati.» disse poi tutto d'un fiato.
Lauren girò di botto il volto verso Hope con gli occhi spalancati dallo stupore. «Che hai detto?» chiese a voce alta, non perchè non aveva capito ma bensì perchè ciò che aveva capito non le piaceva.
Il cuore di Hope batteva all'impazzata e le lacrime presero il sopravvento su di lei.
Lacrime amare le rigavano il viso scarlatto, gli occhi azzurri erano gonfi e rossi e i singhiozzi le impedivano di fare un discorso fluido.
«Sabato abbiamo fatto 4 anni e poi.. il giorno dopo, tutto d'un tratto la sera mi ha detto: voglio una pausa! Che cazzo mi significa voglio una pausa Lauren? Che cosa mi significa? Una pausa da cosa? Da me? Dalla nostra storia?
Da cosa?» continuava a chiedersi agitata.

«Perchè non glielo hai detto?» chiese Lauren.
«L'ho fatto!» sbottò «Ma lui mi ha detto: non lo so.»
«Non lo so?» chiese accigliata l'amica.
«Si! Non lo so! Che risposta del cazzo!»
«E scommetto che tu ti sei infuriata e sei andata via, senza voler sapere nient'altro.» indovinò Lauren.
«Cosa avrei dovuto fare? Implorarlo? Non solo la persona adatta a queste cose e lo sai!» continuò «Lo amo, lo amo con tutta me stessa ma non lo pregherò per stare insieme a me.» concluse asciugandosi le lacrime e riprendendo il suo solito, perfetto, autocontrollo.
«Perchè sei così testarda? Perchè sei così cocciuta? Avresti dovuto parlargli! Avresti dovuto chiedergli spiegazioni, lottare per lui! Se lo ami, devi riprendertelo!» sbottò Lauren.
Ad Hope quelle parole non le piacquero per niente. Harry era una delle poche cose che amava di più al mondo e nessuno poteva dire che lei non lottasse per lui, nessuno poteva dire che lei non lo amava abbastanza.
Così, sbottò con la persona con la quale non avrebbe dovuto, per mille ragioni.
«Parli proprio tu eh? Parli proprio tu che sbavi dietro a Liam e fingi d'amare Adam?» sbottò «Ti prego Lauren non venire a dare lezioni d'amore a me che quella che ha bisogno d'aiuto se tu e non io!»
Hope urlò tutta la verità in faccia all'amica, verità che la ferì e non di poco. Uscì dall'auto e sbatté la portiera, entrando a scuola senza salutare nessuno.
Lauren era rimasta ancora in auto, analizzando le parole dell'amica: era vero, Hope aveva detto la verità anche se per metà.
Lei amava Liam ma amava anche Adam ed era tutta una confusione che se lei stessa non capiva, come potevano farlo gli altri?
«Stai bene?» le chiese Liam dal finestrino, facendola ritornare in se.
Lei annuì e scese dall'auto, dandosi una sistemata e salutando tutti i suoi amici.
«Perchè Hope è andata via senza salutarci?» chiese Zayn.
«Forse è colpa mia.» disse, a bassa voce Harry.
«Cos'hai combinato stavolta?» gli chiese Liam, piazzandosi davanti a lui per poter parlare, relativamente, da soli.
«Ci siamo lasciati..più o meno.» rispose Harry, abbassando il capo.
«Che hai detto?» gli chiese Liam, proprio come Lauren lo aveva chiesto ad Hope.
«Quello che hai sentito.» ripeté Harry.
«Perchè?» chiese Liam mentre gli altri iniziarono ad avviarsi.
«A dire il vero abbiamo preso una pausa, o meglio io l'ho voluta.. Sta diventando troppo complicato, Liam! Sta diventando troppo una cosa seria..» spiegò.
«Non ti capisco amico. Sono 4 anni che stai con Hope ed ora ti rendi conto che sta diventando una cosa seria?!» chiese accigliato Liam.
«Il punto è che domenica siamo andati a mangiare per la prima volta con i suoi genitori, insomma tutti insieme! E allora non so.. mi sono sentito, come dire.. male e così le ho detto che volevo una pausa, mi ha chiesto perchè ma
io le ho detto non lo so e s'è arrabbiata e non mi parla più.» concluse velocemente.

«Manco io ti parlerei più.. scusa eh!»
«Confortante davvero.» rispose sarcastico Harry.
Liam sorrise e sospirò velocemente, cercando di trovare le parole giuste da dire. «La vita è tua amico, questo è sicuro, ma per me stai facendo un grosso errore, per me non avresti dovuto.» disse scuotendo la testa. A Liam
piaceva come riusciva ad aiutare i suoi amici ma si chiedeva perchè non riusciva ad aiutare se stesso come aiutava gli altri.

«Ho paura Liam!» confessò Harry.
«Paura?»
«Ho paura di deludere le sue aspettative... Insomma lei ha così tanti progetti per il futuro mentre io non so neanche cosa voglio fare domani! Ho bisogno di tempo.» concluse «Ho davvero bisogno di tempo.» precisò Harry
entrando a scuola.


-Perfetto- pensò Hope: non le era bastato essersi lasciata con il suo ragazzo, ora aveva anche litigato con una delle sue migliori amiche. -Che giornata di merda-
Hope era sempre stata una ragazza gentile, solare, che aiutava il prossimo ma odiava le, cosiddette, giornate storte.

Per Hope se una giornata iniziava bene, finiva bene; se iniziava male finiva ancora peggio e quindi, secondo i suoi calcoli, quello era l'inizio dell'inferno.
Aveva cercato di non piangere e di non trattar male qualcuno per tutto il tragitto ingresso-armadietto e ci era riuscita ma non appena aveva aperto l'armadietto fu come se tante spine le avessero perforato gli occhi.
Hope era solita attaccare nell'armadietto una foto sua e di Harry, lo aveva sempre fatto, ogni anno, e non l'aveva mai tolta. Hope fece scendere qualche lacrima che però subito asciugò. Lasciò la foto lì dov'era e prese un libro.
«Cosa c'è?» una voce la fece sobbalzare «La tanto ammirata Hope Bennet è arrabbiata oggi?» ridacchiò una rossa alle sue spalle.
«Cosa vuoi, Landson?» ringhiò Hope.
«Ma nulla..» rispose la rossa con un sorriso alquanto maligno «Volevo semplicemente dirti di riferire alla tua amichetta lì, ..Sophie, che venerdì sera mi è stata molto utile, solo questo!»
«Utile?» inarcò un sopracciglio.
«Si, insomma! Alla festa è venuta con Tomlinson, ci ha ballato, lo ha fatto ubriacare, l'ha baciato e da sciocca non c'ha scopato. Non s'è manco fatta palpare il sedere. Che idiota! Così lui, è venuto da me!» sorrise «Cosa si credeva la Price? Che lui
fosse realmente interessato a lei e l'avrebbe solo baciata? Andiamo, non è il tipo e poi..ma si è vista?»

La rossa ridacchiò insieme alle sue tre amiche e Hope non ci vide più dalla rabbia. Quella giornata era già cominciata male, che finisse allo stesso modo, si disse Hope e poi nessuno si poteva permettersi di offendere la sua migliore amica.
La bionda tirò uno schiaffo assolutamente sonoro sulla guancia della rossa che non esitò un minuto in più per ricambiarlo e iniziare una rissa.
Hope non aveva mai tirato uno schiaffo a nessuno, tantomeno si era messa in una rissa, ma le cose non andava a suo svantaggio.
Le persone si accerchiarono attorno alle ragazze e nessuno di loro si apprestava a dividerle così anche i ragazzi, ignari di tutto, si avvicinarono e non appena videro Hope le divisero.
I ragazzi fermarono Elisabeth Landson mentre Sophie, Lauren ed Arper fermarono Hope.
«Ti sei fusa il cervello?» gli urlò Sophie. «Una rissa? Cosa ti sta succedendo Hope?»
«Landson! Bennet!» urlò la preside «Subito nel mio ufficio!»
«Scusami se ti stavo difendendo!» disse Hope «Fanculo a tutto!» disse con un tono basso ma percepibile mentre si avviava verso l'ufficio della preside.
I ragazzi erano rimasti basiti da quanto avevano appena visto. Sophie guardava la figura della bionda allontanarsi man mano mentre Arper e Lauren erano dietro di lei; i ragazzi parlottavano tra loro.



Dopo 5 ore totalmente stressanti, Zayn aveva bisogno di una lunga e rilassante sigaretta ma prima di fumare aveva bisogno di parlare un po' con Arper: la voleva invitare al cinema per poi baciarla.
-Caspita- si disse -aveva ragione Lauren, noi uomini programmiamo le uscite-

Le cose con lei si erano chiarite già il sabato a pranzo: lui si era scusato di averla lasciata sola e lei si era scusata a sua volta di aver alzato il gomito e di aver ballato in quel modo con Liam.
-Dove sei?- gli aveva scritto Zayn.
-Sono quasi in mensa. :P Perchè?- 
-Ti devo dire una cosa. Ti aspetto in giardino :)- c
oncluse veloce prima di accendersi una sigaretta e sedersi sulla solita panchina. Questo era quello che facevano in quella scuola: sempre le solite cose. Soliti posti, solite panchine, soliti tavoli, soliti professori, era tutto prevedibile e solito e a Zayn cominciava a stufare. Non vedeva l'ora di trasferirsi a Londra per l'università, era entusiasta al massimo anche se non l'aveva ancora detto ai suoi amici: i componenti della sua famiglia erano gli
unici a saperlo.

«Hey» lo salutò Arper.
«Hey!» ricambiò Zayn «Com'è andato il test di algebra?»
«Alla grande!» annuì «Ero abbastanza preparata.»
«Non avevo dubbi» sorrise Zayn.
-Ora o mai più, si disse-
«Che fai questa sera?» disse di getto.
«Lavoro dalle 4 alle 7 e poi sono libera, tu?»
«Nulla..»
-Adesso- penso ancora.
«Ti andrebbe di venire al cinema con me? Sai fanno un film stupendo, quello lì d'azione e mi piacerebbe..»
Zayn, imbarazzato, iniziò a parlare velocemente e così Arper lo zittì con dito sulle labbra e annuendo.
«Si.» rispose poi «basta che non parli per tutto il film.»
I due risero entrambi e dopo che Zayn ebbe finito di fumare entrarono in mensa.
Presero la loro razione di cibo e si sedettero al loro solito posto, notando un'assenza.
Louis ed Harry c'erano, Niall e Liam c'erano, Sophie e Lauren c'erano..
«Hope?» chiese poi Zayn.
Harry abbassò lo sguardo mentre Louis gli indicava con lo sguardo un tavolo non molto distante da loro dove Hope era seduta in solitudine.
«Perchè non viene qua?» aveva chiesto Zayn ricevendo una piccola gomitata da Arper.
«Non lo sappiamo! Lei ed io ci siamo incrociate, è andata alla mia destra e si è seduta lì, senza salutare ne dire niente.» disse Sophie.
Zayn annuì, Sophie abbassò lo sguardo, pensando.
«Vado a prendere un'altra porzione di patatine, volete?» aveva chiesto Niall.
«Sempre il solito.» scherzò Zayn «No comunque, siamo a posto.»
«D'accordo!»
Il biondo si alzò dal tavolo e andò verso la sezione “contorni” della mensa. Poco distante da lui c'era Jenny che si stava sedendo ad un tavolo, con un solo yogurt e un libro tra le mani.
Prese le patatine, Niall si sedette difronte a lei.
«Ciao Jenny» la salutò Niall sorridendo.
Jenny alzò lo sguardo dal suo libro portandolo su quello del biondo e inarcò un sopracciglio. «Qualcuno o qualcosa ti ha fatto capire che puoi sederti al tavolo vicino a me?» disse altezzosa e con una smorfia sul viso.
Niall rimase totalmente spiazzato «Ti ho semplicemente salutato e poi insomma.. sabato ti ho portata a casa, ti ho aiutato con la febbre..»
«Horan il fatto che tu mi abbia dato un'aspirina non vuol dire che tu ti possa sedere al mio tavolo e poi ti ho fatto entrare in casa semplicemente perchè ero stra-fatta di chissà cosa. Quindi.. che non si ripeta più!» concluse con un tono di voce basso chiudendo violentemente il suo libro e uscendo dalla mensa, accendendo una sigaretta.



Finalmente anche le ultime 2 ore di lezioni erano finite e tutti tornarono a casa, tutti tranne Hope.
La preside le aveva dato un'ora di punizione da scontare per tutta la settimana, in cambio di non scrivere niente sul suo fascicolo.
Se ci fosse stato qualcosa di impreciso nel suo fascicolo la New York University non l'avrebbe mai presa e ciò significava dire addio ai suoi sogni.

Una volta arrivata davanti alla porta con su scritto “detenzione” Hope l'aprì e fece una smorfia di disgusto.
Una professoressa grassa e puzzolente, data il tanfo nella classe, era seduta dietro alla cattedra.
Hope fece uno sforzo e si diresse verso la cattedra consegnando il suo modulo.
«Non mi sarei mai aspettata di trovarmi una come te qui.»
La professoressa rise alla sua stessa battuta, mostrando una fila di denti gialli.
-Trinciabue- pensò Hope mentre prendeva posto tra i banchi -Sembra la trinciabue-
La bionda si portava continuamente la sciarpa vicino al naso, cercando di respirare.
«Prof, ho dimenticato di dirvi che ci sono le ciambelle in sala professori, si affretti prima che finiscano.»
La voce di Jenny Watson innervosì ancora di più la bionda. Odiava quel posto, odiava quella professoressa e odiava Jenny. Le era sempre stata indifferente come ragazza ma quando lei si avvicinò ad Harry, cercando di sedurlo,
Hope la odiò, come non mai.

La professoressa non si fece ripetere due volta la notizia e si apprestò ad uscire, lasciando sole le due ragazze.
Non appena fu fuori, Jenny chiuse la porta a chiave e ci posizionò un banco davanti.
«Che diamine stai facendo?» chiese stizzita Hope.
Jenny estrasse dalla sua borsa dell'erba, una cartina e un filtrino fatto con un biglietto del pullman. «Cosa ti sembra che stia facendo? Una canna no?»
«Non voglio finire nei guai per colpa tua!» gli urlò la bionda.
«Ma stai zitta!» rispose la mora leccando sulla colla e chiudendo la canna «Perchè ti preoccupi sempre di come andranno le cose? Perchè non provi a vivere giorno per giorno? Cristo!» concluse accendendola.
Un'odore di erba e tabacco invase la stanza, mandando in estasi la mora.
«Lo senti?» disse «Lo senti il profumo della felicità?»
«Sento solo puzza di erba!»
«Puzza?» rise la mora «Che eresia!»
La mora faceva dei grossi tiri, cacciando dalla bocca del fumo biancastro e intenso.
«Vuoi fare un tiro?» gli propose.
«Un tiro? Non ho mai fumato sigarette, figurati se ora provo una canna, dopo starò malissimo..!»
«Ecco vedi! Questo è il tuo problema! Pensi troppo al futuro, cazzo fumati sta canna e stai zitta.» gli disse passandogli la canna tra le dita.
Hope ci rifletté su qualche attimo. Infondo Jenny non aveva tutti i torti, ultimamente pensava troppo a quello che ne sarebbe stato del futuro ma per lei era normale. Aveva pianificato già tutta la sua vita come non poteva pensare al futuro?
«No grazie!» rispose poi, restituendola.
«Lo sapevo» ridacchiò «Sei la solita santarellina del cazzo..» rispose prima di farsi un altro tiro.
Hope inarcò un sopracciglio con aria di sfida e così prese la canna tra le mani della mora e fece un lungo tiro che le provocò dei giramenti di testa, della tosse e una smorfia strana sul viso.
La mora iniziò a ridere «E' sempre divertente vedere quando qualcuno fa il suo primo tiro. Riprova!» la incitò.
Hope ci aveva preso gusto e così fece un altro tiro, seguito da altri 2.
«Passa qui.» disse Jenny.
Hope restituì la canna e si sentì diversa. Si sentì bene, ma stranamente diversa.
Dopo che la mora fece alcuni tiri disse «Prova questo» e le mostrò come tirare con il naso.
«Cos'è?» chiese la bionda. In quel momento era tutto nuovo per lei.
«Si chiama flash. E' quando fumi dal naso.» spiegò brevemente.
La bionda fece spallucce e fece un tiro dal naso arricciandolo del tutto e strofinandoselo «Questo non mi piace.» concluse.
«Non a tutti piace. Io lo amo.» concluse la mora.
Le due continuarono a fumarsi la canna e non appena finirono, Jenny gettò il mozzone fuori dalla finestra, poi sistemò di nuovo i banchi e aprì la porta.«Non sei così male.» confessò Hope.
La mora la guardò con un sopracciglio inarcato prima di scoppiare in una fragorosa risata. «La canna ti è andata al cervello, è uffciale!
«No davvero!» si affrettò Hope «Se non fosse che volessi scopare con il mio ex-ragazzo credo che saremo potute diventare amiche.» concluse
«Ex-ragazzo?» chiese la mora.
«Ci siamo lasciati.» disse tranquillamente la bionda.
«Mi dispiace. Credo debba essere brutto, non so.»
«E' ok per ora.» rispose, incoscientemente. «Non sei mai stata fidanzata?» le chiese poi.
La mora scosse la testa «Non amo le store durature, preferisco scoparci e basta. Odio affezionarmi a qualcuno..»
«Non ti piace davvero nessuno?» le chiese Hope sorpresa.
La mora scosse la testa, concludendo il discorso. In realtà non era proprio quella la versione dei fatti ma questo solo Jenny lo sapeva. Niall le stava provocando delle sensazioni belle, la faceva sorridere dentro e la rendeva felice nel suo poco, ed era proprio per questo che lei stava cercando sempre più di allontanarlo. Se si fosse affezionata troppo l'avrebbe perso e lei sapeva cosa significasse perdere qualcuno che si ama.



«Allora mi accompagni?» chiese il biondo, insistentemente.
«Non so Liam, che vengo a fare in ospedale da tua madre, insomma è tua madre..» disse Lauren con un filo d'imbarazzo.
«Dai, fagli compagnia!» la incitò Louis.
Erano tutti e quattro a casa Bennet-Price: Louis, Liam, Lauren e Sophie, di Hope ancora nessuna traccia.
Lauren sembrò pensarci qualche attimo «Torneremo presto?» gli chiese poi.
«Massimo un'oretta» le rispose «Sei pronta?»
«Si, vado a mettermi un po' di mascara e sono pronta.» rispose avviandosi già al bagno.
«Allora, dove la porti?» chiese Sophie silenziosamente.
«Cinema» rispose il biondo «E' uscito il nuovo film d'azione e dato che ci saranno alcune parti paurose, lei si attaccherà a me.. o almeno spero» rise Liam.
«In bocca al lupo» disse Sophie facendogli l'occhiolino.
Lauren uscì dal bagno e prese il giacchetto, diede un bacio sulla guancia alla sorella, salutò Louis con la mano e uscì dalla porta accompagnata da Liam.
«Perchè sei ancora qua?» chiese acida Sophie.
«Non posso restare?» chiese Louis, per niente offeso.
«Se proprio devi...» concluse Sophie andando nell'altra stanza; Louis la seguì.
«Sei ancora arrabbiata per venerdì?» chiese il moro non ricevendo risposta «Andiamo Sophie! Avevo bevuto!»
«Sai cosa ho capito Louis? Che senza la tua presenza sto meglio, quindi va' via!» gli urlò contro.
«Mi dai un'ultima occasione?» chiese Louis dolcemente «Ti giuro che non te ne pentirai..»
«Un'ultima occasione?» urlò «Un'ultima un cazzo! Venerdì era la tua prima e ultima occasione e l'hai sprecata. Non mi frega niente Louis!»
Sophie stava perdendo il controllo, gli capitava spesso con Louis. «Mi sono innamorata di te 2 anni fa, ti ho visto scopare con tutta la scuola, ti ho visto baciare due ragazze nello stesso posto davanti ai miei occhi e sono sempre stata zitta» gli urlò
infuriata «E quando venerdì mi hai chiesto di andare alla festa con te ho detto d'accordo, perchè no? E tu cosa hai fatto? Dopo un mio rifiuto hai scopato quella stronza della Landson! Vaffanculo Louis, vaffanculo.» gli urlò ancora più forte,
lasciando scendere delle lacrime.

Sophie era davvero innamorata di Louis, il suo era stato un colpo di fulmine e da quel giorno non aveva avuto occhi più per nessuno. Gli era morta dietro per due anni tacendo su tutto, ma era arrivato anche il suo momento.
Louis aveva creduto per due anni che se l'avesse fatta ingelosire lei sarebbe andata da lui ma, evidentemente, aveva capito davvero molto male.
Dopo che quelle parole uscirono dalla bocca di Sophie come un treno in piena corsa, Louis rimase senza parole.
Le si avvicinò e l'abbracciò, accarezzandole i capelli. In un primo momento Sophie si era rifiutata di abbracciarlo ma quando lui le aveva preso i polsi e li aveva portati dietro la sua stessa schiena, Sophie non seppe opporsi.
-Che coglione- pensò Louis -Sono un coglione-
Lasciò che Sophie si sfogasse per bene poi le spostò il volto dal suo petto a pochi centimetri dal suo viso.
Con i pollici le asciugò le lacrime e poi le spostò i capelli dal viso. Avvicinò le sue labbra a quelle di Sophie e le unì in un lungo ed intenso bacio, uno di quelli che facevano stare bene. Quando le loro lingue interruppero quel gioco di ruolo, Louis fissò
negli occhi Sophie e le sorrise.

«Devo confessarti una cosa.» le disse «Hai presente il primo giorno di scuola di quando sono venuto in questa scuola?»
«Come posso dimenticarlo..» disse lei «Pantalone blu, maglia bianca a righe rosse e delle Vans bianche al piede..»
«Pantaloncino, maglia bianca, Converse.. scarpe che non t'ho più visto al piede» ridacchiò lui.
«Lo ricordi ancora?» chiese sbalordita lei.
«E' di questo che volevo parlarti..Sophie io sono innamorato da te dal primo giorno in cui ti ho vista e credevo che comportandomi in quel modo tu ti saresti avvicinata a me.. ma mi sbagliavo.»
«Che vuol dire?» chiese Sophie.
Louis la baciò di nuovo, ma meno intensamente di prima. «Che voglio fare questo sempre, davanti a tutti, solo con te.»
Sophie non seppe trattenere un sorriso di felicità. Tutto quello che voleva si era avverato. Lei voleva Louis e finalmente lo aveva ottenuto, ma non seppe frenare le sue paranoie.
«Chi mi dice che non è tutto.. finto? Chi mi dice che tra un'ora non bacerai un'altra?»
Louis le sorrise, estrasse il telefono dalla tasca e la baciò scattando una foto.
«Cosa stai facendo?» gli aveva chiesto Sophie.
"La mia nuova ragazza. Non è bellissima?" questa era la didascalia sulla loro foto. Louis la mostrò alla ragazza e sorrisero all'unisco prima di unirsi in un altro bacio.

Sophie amava i baci di Louis, erano così travolgenti e passionali che non riusciva a farne a meno. Quando si dividero si stesero sul letto a guardare la TV, Louis accarezzava i capelli di Sophie che era appoggiata al suo petto.
«Sono in pensiero per Hope.» disse la ragazza.
«Non è tornata ancora?»
«No..» disse guardando il suo ragazzo negli occhi. «Lo diciamo ad Harry?»
«Ottima idea!» gli rispose Louis estraendo il cellulare dalla tasca.



Liam parcheggiò poco distante dal cinema, in un parcheggio a pagamento.
«Perchè siamo al cinema?» chiese Lauren.
«Zombieland, è stupendo vedrai!» le disse prendendola per il polso e strascinandola verso il cinema.
«Zombieland? Ma non dovevamo andare a trovare tua madre in ospedale, Liam?!» gli aveva chiesto quasi arrabbiata.
«Mia madre è sana e vegeta come un pesce. Era solo una scusa.» le sorrise. «Due biglietti per Zombieland.» disse poi alla cassiera.
«Non voglio vedere nessun film, Liam!» disse a bassa voce cercando di non attirare attenzione.
Il biondo ignorò le sue parole, pagò i biglietti e uscì dalla fila.
«Sala 10, fila H, posti 9 e 10.» le disse dopo aver preso i pop-corn e delle bibite.
La riccia si fermò incrociando le braccia al petto.
«Andiamo.. non vieni?»
«Non dovevamo andare a vedere uno stupido film! Avevo accettato di venire solo per tua madre!» gli disse.
«Era l'unico modo per farti uscire con me e passare del tempo.» gli disse Liam dolcemente.
La riccia si fece persuadere dalla dolcezza del biondo e sciogliendo le braccia dal petto si avviò. Liam le porse il braccio, sorridendola, e lei non seppe rifiutare.
Le piacevano le attenzioni di Liam, erano le sue preferite.
Adam era da 4 giorni fuori e si era fatto sentire pochissime volte. Le aveva mandato il messaggio del buongiorno e della buonanotte tutti i giorni, niente di più. Stava iniziando a stufarti di tutte quelle persone che andavano via e l'abbandonavano.
«E' bello?» chiese a Liam.
Il biondo annuì «Ti piacerà vedrai.»I due entrarono nella sala e si sedettero ai loro posti. Il film non era ancora cominciato così, Lauren mandò un messaggio a Zayn: "Sono al cinema con Liam, Zombieland. Ti racconto tutto quando torno."
La risposta di Zayn non tardò ad arrivare: "Anche io! Haha Fila F, posti 12,13. Sono con Arper :P. Ti racconto tutto anch'io."
Zayn si voltò cercando il volto dell'amica e non appena la vide la salutò con la mano facendole l'occhiolino.
Liam ed Arper non si accorsero di nulla e non appena iniziò il film si concentrarono del tutto.
Il film conteneva alcune scene abbastanza forti e così le ragazze si accoccolarono ai ragazzi, stringendoli forte.
Quasi verso la fine del film Liam era riuscito a mettere il braccio attorno al collo di Lauren e Zayn era riuscito a tenere Arper per mano.
Zayn era assolutamente al settimo cielo, quasi quanto Arper mentre Liam era soddisfatto del suo risultato. Aveva poco tempo a disposizione ma ci voleva andare piano.
Una volta finito il film Zayn e Lauren fecero di tutto per non incontrarsi e tutto andò per la meglio.
Liam accompagnò Lauren a casa, ricevendosi dei ringraziamenti e un bacio sulla guancia e Zayn fece lo stesso.
«Grazie della bella serata.» gli aveva detto Arper.
«Grazie a te.» gli sorrise Zayn.
La mora continuava a giocare con le chiavi di casa e Zayn sapeva bene cosa volesse significare.
Si avvicinò con il volto a quello della mora e a pochi centimetri allungò le labbra per poi unirle a quelle carnose di Arper.
La mora affondò le braccia intorno al collo di Zayn, lasciandosi trasportare dalla magia. Aveva atteso davvero a lungo quel bacio.
«Allora buonanotte..» disse Zayn.
«Buonanotte.» lo salutò Arper.
La mora inserì le chiavi nella serratura ma prima si voltò e chiamò Zayn.
«Ti va di dormire con me?» gli aveva chiesto dolcemente.
Il moro sorrise e annuì avviandosi dentro e iniziandola a baciare a più non posso.





 


________________________________________
Sullivan's space.
ma ciao *w*
si, sono tornata con uno schifoso ritardo 
lo so, ma ci sono stati dei casini e ho avuto
una specie di blocco ma credo che m'è servito 
per aver partorito questi bei gemellini HAHAHAHAH
Vorrei dedicare questo capitolo ad una mia amica speciale, Rita che oggi compie ben 18 anni. <3 auguri amò!
tralasciando questo: 
151 recensioni,  49 preferite, 15 ricordate, 57 seguite.
con soli 4 capitoli? ma voi siete lo sugar proprio *W*
DETTO ANCHE QUESTO
1. che ne pensate?
2. qual'è la vostra parte preferita?
3. credete che stia trascurando qualcuno?
4. chi shippate?
5. se non ricordate i personaggi ditemelo, io vi posterò di nuovo le foto 
<3 fatemi sapere, le vostre recensioni mi illuminano, GIURO <3
un grazie speciale a tutte voi.
alla prossima che non sarà troppo lontano, stavolta dico sul serio!

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Peace Love and listen to
LIVE WHILE WE'RE YOUNG 

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Capitolo 5
*** ~You'll Be Mine. ***




 

You'll be mine


Il sabato mattina, soprattutto dopo una festa come quella del giorno precedente, sarebbe dovuto essere di riposo per tutti, ma quel giorno, tutti avevano impegni.
Arper si recò alle 9 al lavoro prendendosi una ramanzina per la mezz'ora di ritardo: la festa le aveva fatto alzare il gomito un po' più del dovuto, facendola svegliare con un mal di testa atroce.
Niall avrebbe dovuto chiarire con il fratello e pertanto decise che non appena si fosse svegliato lo avrebbe invitato a pranzo nel suo ristorante portoghese preferito, Nando's,
Louis, dopo essersi ritrovato a casa della rossa della sera precedente, scappò dai suoi genitori ricordandosi di avere un pranzo importante col rettore di un'università.
Harry sarebbe dovuto uscire con Hope per festeggiare i loro 4 anni insieme.
Sophie e Lauren andarono a fare shopping a Beverly Hills.
Mente per Zayn e Liam ci fu una giornata un po' più intensa: Zayn aveva chiamato il biondo quella mattina invitandolo a fare colazione insieme e l'amico non se lo fece ripetere due volte; doveva chiedergli alcune cose prima di
andare a pranzare con Arper. Verso le 10 si videro da Starbucks e Zayn aveva già ordinato per tutti e due conoscendo i gusti del biondo: un semplice caffè per lui e un frappuccino al doppio cioccolato con crema per il biondo.

«Grazie per aver ordinato anche per me.» disse il biondo dopo aver salutato Zayn, con un pugno.
«Figurati.» disse facendo spallucce prima prima di iniziare a sorseggiare il suo caffè.
Successivamente ci fu una serie di silenzi, il bruno guardava fuori dalla finestra mentre il biondo teneva lo sguardo fisso sul tavolo. Quei silenzi erano strani soprattutto per loro due.
«Allora,» iniziò Liam «c'è qualcosa che non va?»
Il bruno distolse lo sguardo dalla finestra portandolo sugli occhi di Liam, era il suo migliore amico, voleva spiegazioni.
«Va tutto bene, volevo soltanto parlare un po' con il mio migliore amico.»
Il biondo sorrise e il moro ricambiò. «Hai accompagnato Arper a casa?» chiese.
«Certo, l'ho anche accompagnata fin sopra, era un po' ubriaca.» ridacciò. «Perchè ieri sei sparito?» chiese poi serio.
«Arper mi ha fatto letteralmente impazzire di gelosia.» ammise senza problemi a Liam.
«Perchè ballava con me? Amico ti giuro che non volevo..»
«Liam.» il moro lo interruppe subito «tu non c'entri nulla, è stata lei che, non so perchè, si è comportata in quel modo. Ma infondo non è neanche colpa sua» ribatté quasi come se stesse parlando da solo «insomma non stiamo insieme, non ci
stiamo realmente frequentando e quindi siamo liberi, anche se la cosa mi fa impazzire.»
Liam ridacchiò 
«Attenzione, attenzione, il moro qui seduto è geloso! Non t'avevo mai visto così, sai?» continuò «Comunque metti le cose in chiaro no? Dille che ti vuoi frequentare o, almeno, faglielo capire»
«E se lei non vuole? Se lei non volesse frequentarsi con me? Infondo ieri non s'è comportata come una che vorrebbe frequentarmi.»
«Aspetta, aspetta!» lo fermò stavolta Liam «Quando tu e Lauren vi siete allontanati, ieri, l'ho vista strana come se ci fosse anche in lei un pizzico di gelosia.»
«Ma siamo migliori amici!» controbatté Zayn.
«Ma lei questo non lo sa! Forse pensa che c'è del tenero, chissà!»
«In effetti tutti quelli che non ci conoscono a primo impatto lo pensano.» ridacchiò «Ed è un bene così nessuno si avvicina.»
«Nessuno tranne quel verme di Mood.» ringhiò quasi Liam.
«Adam? Guarda che si era informato bene prima di avvicinarsi a Lauren. Chiese informazioni all'inizio dell'anno scorso a Niall.»
«E il biondone?»
«Gli ha semplicemente detto che lei ed io non stavamo insieme, nonostante lui continuasse a fare molte domande.»
«Mi chiedo come abbia fatto Lauren a fidarsi di una persona come lui.» disse Liam scuotendo la testa.
«Io mi chiedo perchè non le hai chiesto di aspettarti!» sbottò «Cristo, Liam se tu gli avessi detto di aspettarti lei lo avrebbe fatto.» continuò infilando una mano nei
capelli «Le ho anche mentito per colpa tua! Le ho fatto capire che non sapevo

perchè fossi andato via e che ti avrei parlato.» il moro prese una pausa, calmandosi e sorseggiando altro del suo caffè «Ieri cosa volevi dirle? Mi ha detto che l'hai
portata in auto però era solo una scusa per Louis..è vero?»

«Si..» disse poco convinto.
«Liam?» lo richiamò spronandolo a dire la verità.
«Ok no!» ammise «Volevo dirle cosa provavo, volevo dirle che io la amo ancora e che per me lei è l'unica ma non ce l'ho fatta! Ho avuto un grosso nodo alla gola che mi
impediva di parlare e non ce l'ho fatta.» sbottò parlando velocemente e

gesticolando. «Zayn tu sai quanto ci tengo a Lauren e vederla tra le braccia di quel viscido mi fa star male..»
Zayn stesse in silenzio, sembrò pensarci qualche attimo e poi annuì convinto facendo aggrottare la fronte all'amico.
«Cosa c'è?»
«Hai 6 giorni!» enunciò il bruno.
«6 giorni?» chiese, ancora, accigliato Liam.
«Adam sarà fuori città e tu avrai l'occasione per far tornare Lauren da te, in 6 giorni a partire da oggi!»
«Credi ci riuscirò? E se mi respingerà?» si preoccupò.
«Non credo lo faccia ma in tal caso vuol dire che è davvero finita, per entrambi.» concluse Zayn dando il tempo a Liam di riflettere. Il biondo annuì, ringraziando il suo
migliore amico e finendo il suo cioccolato.

«Non devi andare da Arper?» chiese poi.
«Hai ragione!» prese ad alzarsi «Ci vediamo stasera?» chiese poi prima di uscire dalla porta.
Il biondo annuì sorridendogli «metti le cose in chiaro.»
Zayn era tanto che non usciva con una ragazza e quella Arper sembrava fatta per lui: Liam lo sapeva, aveva una specie di sesto senso riguardo le relazioni del moro, era
come se fosse il suo angelo custode ed era proprio per questo che tra di loro

si dicevano qualunque cosa.
Liam ripensò alle parole del moro e senza pensarci due volte prese il suo cellulare e compose il numero di Lauren.
«Dove sei?» chiese senza mezzi termini.
«Bervely Hills con Sophie, perchè?» rispose la ragazza dall'altra parte della cornetta.
«Shopping?» immaginò lui.
«Esatto. Cosa c'è Liam?» chiese lei tra il preoccupato e il curioso.
«Sto arrivando.» disse prima di staccare senza che lei potesse ribattere.
Sarebbe andato da Lauren, avrebbe passato una giornata con lei, l'avrebbe fatta ridere, l'avrebbe fatta divertire, l'avrebbe fatta innamorare di lui, ancora.



Niall era disteso a pancia in giù sul suo letto, leggendo uno dei suoi libri preferiti, per la decima volta.
Quella mattina Niall, aspettando che suo fratello si svegliasse, aveva deciso di leggere un libro di Sparks: era impressionante come il biondo fosse affascinato da quello scrittore Americano tanto amato dalle ragazzine adolescenti.
I passi dell'amore era uno dei libri preferiti di Niall, gli piaceva tutto di quel libro. La storia, i personaggi, l'ambientazione, le relazioni e l'amore tra il ribelle e la ragazza perfetta. In un certo qual modo gli ricordava un po' la sua vita, ma al contrario.
Lui era il ragazzo perfetto, diligente e bravo a scuola mentre Jenny era la ribelle. Niall non si dava pace, non riusciva a smettere di pensare a Jenny e a quanto fosse bella.
Quella mattina, stranamente, non l'aveva ancora vista e si chiedeva dove fosse. Voleva vederla, anche se di nascosto.
“...Il vero amore ti può cambiare la vita, lascia che sia il cuore a condurre i tuoi passi..." Niall era estasiato da questa parte del libro infatti ogni volta versava qualche lacrima. Era fatto così: si fregava di quello che pensasse la gente, si fregava di essere giudicato, si fregava di essere preso in giro. I suoi sentimenti venivano prima di tutto.
Niall, deciso, si alzò dal letto e si decise di parlare con il fratello una volta per tutte, e poi sarebbe riuscito a far innamorare Jenny di lui, se lo giurò.
Bussò flebilmente alla porta della camera di Greg e aspettò che gli aprisse la porta. Dopo qualche minuto Niall sentì la chiave nella serratura girarsi e la porta aprirsi.
«Buongiorno.» disse con la voce ancora impastata dal sonno Greg.
«Buongiorno.» ricambiò Niall «che dici mi fai entrare?»
«Ehm.. diciamo che ora non posso.» continuò quasi impacciato.
«Che vuol dire non puoi?»
«Ho ospiti.» ammise.
«Ospiti?» chiese, ancora, accigliato Niall.
Che ospiti poteva avere il fratello se non una ragazza. Fece mente locale. -Jenny- disse a se stesso.
«Ho bisogno di parlarti.» continuò poi.
«Non possiamo oggi?»
Niall scosse la testa deciso «E' proprio del tuo ospite che devo parlarti.»
«Niall, lo so, lo so.» disse quasi annoiato «Non è una brava ragazza, non è questo e non è quello, ma è stata solo una scopata.» chiarì «Chi vuole una donna del genere?» chiese retoricamente.
«Io!» esclamò Niall. «Io voglio una donna del genere o meglio io voglio lei!»
«Jenny?» chiese sbalordito Greg uscendo dalla stanza e chiudendosi la porta dietro le spalle evitando che si svegliasse.
«Si! Jenny Watson. La voglio, voglio farla mia, voglio farla innamorare di me e stare con lei, ma se tu continui a portartela a letto, non mi sarà facile!» disse cambiando tono di voce man mano. «E poi evita di sniffare cocaina. Non l'hai mai fatto, non cominciare ora!»
Greg sembrò quasi infastidito da quello che gli disse Niall, o meglio dal tono «Primo: io sono tuo fratello maggiore» specificò «Secondo: puoi prendertela, ti ripeto è stato solo sesso.» specificò ancora urtando un tantino i nervi di Niall che però rimasero calmi «Terzo: se sniffo cocaina o meno non sono
cazzi tuoi!»

«Sei mio fratello, scusa se mi preoccupo per te!» sbottò.
«Non preoccuparti di me, pensa ai tuoi affari.» disse con calma «Ah! Ieri ha vomitato e credo abbia la febbre, se ti interessa.» concluse poi avviandosi in cucina.
Niall non rispose, si limitò a seguire il fratello con lo sguardo mentre scendeva le scale per poi abbassare la maniglia della porta della camera difronte a lui.
Un odore di aria viziata e sesso gli riempì le narici costringendolo ad arricciare il naso e ad avviarsi velocemente verso la finestra. Prese qualche boccata d'aria e la lasciò aperta, lasciando che i raggi del sole entrassero nella stanza.
Quando si voltò a sinistra della finestra, la vide. Era avvolta nelle coperte, struccata e con un viso terribilmente dolce. Se qualcuno che non la conosceva l'avesse vista avrebbe pensato che era la ragazza docile e buona anziché la ribelle qual era o, meglio, che voleva fingere di essere. Il biondo sapeva che
sotto quell'armatura d'acciaio, sotto quel trucco marcato e sotto la droga si nascondeva una ragazza insicura, piena di paure e debole. Leggeva negli occhi di Jenny tanta sofferenza, tanta paura e tanta voglia di ritornare bambina perchè cresciuta troppo in fretta. Il padre di Jenny aveva abbandonato lei
e la madre poco dopo i suoi 3 anni, per un'altra donna e all'età di 8 anni la madre aveva abbandonato lei per una malattia, lasciandola sola con la nonna e con la responsabilità di crescere da sola.

Niall riusciva a percepire tutto dai suoi occhi e questo lo aveva scoperto solo in una settimana.
Iniziò a tossire, cercando di svegliarla nel modo meno brusco e ci riuscì: la mora, prima, strizzò gli occhi e, poi, li aprì, confusa.
«Buongiorno.» disse dolcemente Niall, ricevendo un silenzio.
«Dormito bene?» chiese, cercando di fare conversazione.
«Primo: non tentare di fare conversazione di primo mattino, sei svernate! E secondo: chiudi quella cazzo di finestra che si congela?!»
«Ci saranno almeno 30 gradi all'ombra e tu stai congelando?» chiese avvicinandosi e poggiando una mano sulla sua fronte. «Ovvio! Hai la febbre!» concluse.
«Ma che febbre e febbre!» disse poi «Sto benissimo e puoi uscire da questa stanza?»
«E' pur sempre casa mia.» disse Niall girando in tondo sulla sedia con le rotelle.
«Ma non è la tua camera.» rispose a tono.
«Mi annoia uscire.» rispose facendo spallucce.
La mora si tolse le coperte di dosso mostrando un fisico a dir poco mozzafiato. Era magra, alta e senza un filo di cellulite o smagliature. Il seno perfetto e lineare, le gambe slanciate e i lineamenti delicati.
L'intimo che indossava permetteva di vedere due tatuaggi: sotto il seno sinistro, sulla costola aveva un'ancora racchiusa in un infinito con la scritta wonderwall su una linea dell'infinito e poco sotto il reggiseno, a sinistra aveve la scritta vivis in me, era latino.

«Bei tatuaggi.» disse Niall.
La ragazza sembrò quasi spaventata da quell'affermazione e raccolse la maglia da terra, indossandola velocemente.
«Grazie.» rispose senz'aggiungere altro.
«Cosa significano?» chiese poi Niall.
«Sempre così curioso eh, Horan?» chiese retoricamente e iniziandosi a vestire.
«Se non ti va di dirmelo, lascia stare.» rispose, capendo di aver toccato un tasto dolente.
La mora sospirò, indossando le scarpe. Sembrò pensarci qualche attimo prima di rispondere.
«Questo,» disse indicando quello sotto il seno «è dedicato a mia nonna, lei è la mia ancora di salvezza e lo sarà all'infinito. Mentre questo,» indicando quello sul fianco «è per mia madre: vivi in me c'è scritto ed è latino, mia madre adorava il latino.» concluse afferrando la borsa.
«Era insegnante, non è vero?» chiese Niall, quasi commosso.
La mora annuì per poi starnutire forte e perdere l'equilibrio, finendo a terra. Il biondo corse verso di lei, alzandola da terra.
«Stai bene?» chiese.
«Si, sto bene!» disse acida. «Lasciami stare!»
«Ti porto a casa vieni con me, hai bisogno di qualcosa, scotti!» disse lui.
«Non preoccuparti.» continuò lei, acida liberandosi dalla presa di Niall.
«Ho detto vieni con me!» le ordinò
«Non prendo ordini da nessuno.» ringhiò quasi, lei.
«Fanculo, vieni e basta!» sbottò Niall prendendola in braccio e sorreggendola da sotto il ginocchio alla schiena.
«Mettimi giù.» urlò lei.
«Sta' zitta e ascoltami!» disse Niall «Ora andiamo a casa, ti do qualche medicina e poi vai a letto!» chiudendosi la porta d'ingresso dietro le sue spalle.
«Non sei nessuno!» disse lei.
«Sono qualcuno a cui stai a cuore!» urlò poi «Smettila di essere stronza e lascia che qualcuno ti aiuti!» urlò poggiandola per terra davanti alla porta.
«Non ho bisogno di aiuto!» disse lei orgogliosamente, sbattendo la porta in faccia a Niall.
Niall sospirò rumorosamente, maledicendosi da solo. Quella ragazza era la più testarda che avesse mai conosciuto e crescendo era diventata sempre peggio ma lui voleva aiutarla.
Jenny guardò dallo spioncino della porta e vide che Niall era rimasto lì, sulla veranda di casa sua, seduta su una sedia. Nessuno si era mai interessato a lei, nessuno le aveva mai detto cose del genere, aveva sempre e solo fatto due cose con le persone: litigato e scopato, nient'altro e per chissà quale motivo le attenzioni di Niall le interessavano.
Aprì la porta, flebilmente e guardò Niall dritto negli occhi.
«Che medicina devo prendere?» chiese a voce bassa, come per diminuire i sensi di colpa verso il suo orgoglio.
Niall sorrise e si alzò dalla sedia avviandosi dentro «Vieni, ci penso io a te.»
     




 

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Sullivan's space.

*si nasconde dietro il pc sperando che non la picchiate*
Lo so, lo so! avevo detto che aggiornavo in fretta e invece non l'ho fatto.
sono cattiva, lo so e mi dispiace tantissimo ma ho avuto problemi.
sono le 4:50 di notte, domani ho scuola e io sto scrivendo tutto ciò solo per voi! 
AMATEMI <3
detto ciò: che ne pensate di questo capitolo? 
so che la maggior parte di voi SHIPPANO per la coppia
Zayn e Arper e poichè li ho messo un po' troppo ho messo
Lauren e Liam, Jenny e Niall.
per farmi perdonare vi dico che nel prossimo capitolo
ci sarà almeno un litigio che alimenterà la voglia di leggere, o almeno spero ahahahah

detto questo:
115 recensioni, 42 preferite, 13 ricordate e 49 seguite!
*w*
io vi amo, lo giuro <3
fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo
e cosa vi piacerebbe nell'altro *W* magari vi accontento!

ps: se vi va, passate a queste due MERAVIGLIOSE STORIE
 

LOUD SILENCE genere One Direction
assolutamente AMAZING e completa
quindi vi invito a metterla nei preferiti ne varrà la pena


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Capitolo 6
*** ~Carry On. ***


Prima di iniziare questo capitolo vorrei avvisare tutti i lettori che c'è una parte a
RAITING ALTAMENTE ROSSO.
Ho segnalato l'inizio e la fine di quel pezzo.
Pertanto invito i lettori più suscettibili, influenzabili o facilmente impressionabili ad

EVITARE QUELLA SEZIONE.





 

Carry on.


«Perchè quando serve, Harry non risponde mai?» chiese Louis, quasi infastidito.
«E' il tuo migliore amico, dovresti saperlo tu!» ridacchiò Sophie, appoggiata ancora con la testa sul suo petto.
«Porca vacca!» urlò Louis gettando il telefono sul letto. «Perchè non risponde?»
«Che ne dici di andare a chiederglielo a casa sua, dato che il cellulare ha dimenticato che esiste?»
«Tu dici?» chiese titubante Louis più a se stesso che a Sophie. «D'accordo!» esclamò alzandosi dal letto e mettendosi le scarpe. «Hai provato a chiamare Hope?» chiese poi.
«Non mi risponde! E non lo fa mai..»
«Dove può essere?» Louis fece mente locale. «In un bar è impossibile, in un night club idem.. mmh... o sta facendo shopping o l'hanno rapita gli alieni. Ma conoscendola, gli alieni l'avrebbero rimandata indietro.» affermò convinto uscendo da casa di Sophie.
«Hey,hey!» lo richiamò Sophie scendendo le scale ed entrando in auto. «E' pur sempre la mia migliore amica.» affermò.
«Il fatto che tu sia la mia ragazza non vuol dire che debba amare chi ami tu.» impostò Louis, stringendole le mano e intrecciando le loro dita. Sophie
sorrise a quel gesto totalmente inaspettato. Finalmente si sentiva amata, finalmente si sentiva protetta e desiderata.

Aveva avuto altre storie prima di quella, ma tutte erano finite in un modo tragico: soprattutto l'ultima.
Sophie ricambiò la stretta di mano e sorrise al moro: appoggiò una mano dietro la nuca di quest'ultimo e iniziò a fargli dei grattini.
«Li adoro!» esclamò Louis, Sophie si limitò a sorridere.
Non riusciva a trovare le parole per le emozioni che provava: aveva, senza ombra di dubbio, paura che si sarebbe scottata con le sue stesse mani stando con Louis, ma voleva rischiare. Nessuno aveva mai fatto quello che aveva fatto Louis. Qualcosa nel profondo gli diceva che si doveva fidare e lei diede retta a quella vocina.
«C'è la luce accesa nella sua camera, è in casa!» disse poi il moro, poco distante dalla casa di Harry.
Accostarono l'auto nel vialetto e bussarono alla porta, ad accoglierli fu la madre di Harry: Anne.
«Ciao Anne, c'è Harry in casa?» chiese senza mezzi termini il moro che, da come aveva parlato, aveva molta confidenza con la famiglia e la madre di Harry.
La donna annuì e sorrise «Ti ringrazio di essere venuto. E' tutto il giorno che è chiuso in camera sua, non ha voluto neanche cenare!» esclamò la donna lasciando entrane in casa entrambi «Salite, prego.»
I due sorrisero all'unisco e, mano nella mano, salirono le scale ed entrarono in camera del riccio.
«Da quando in qua in questa casa non si bussa, mamma?» chiese Harry, non voltandosi.
«Sono io, idiota.» disse Louis.
«Ah!» esclamò con un tono alquanto strano e voltandosi verso i due «Cosa c'è?»
«Cosa c'è?» chiese quasi furioso «Non rispondi ai messaggi, le chiamate le ignori e sei sparito, dimmi tu se è normale!»
«Scusa..non avevo voglia.»
«Hai sentito Hope?» chiese il moro velocemente.
Il riccio scosse la testa, abbassando lo sguardo sulle sue converse rigorosamente bianche. L'ultima volta che aveva visto Hope era stata poco prima che lei andasse in presidenza, e doveva constatare che le mancava molto.
Non le aveva mandato neanche un SMS e non le aveva fatto neanche uno squillo, era stata davvero dura per Harry.
«Non dovrebbe essere a casa?» chiese poi il riccio, riflettendoci.
Sophie scosse la testa «Non è a casa e non risponde al cellulare! Non so davvero dove sia..»
«Andiamo a cercarla!» esclamò alzandosi dalla sedia.
«E dove?» chiese scettico Louis.
«Ovunque!» ribatté la ragazza. «La troveremo prima o poi!»
Harry annuì ancora più convinto e, dopo aver preso le chiavi della sua auto, scese le scale seguito da Louis e Sophie.
Salutò velocemente la madre, avvertendola che usciva.
«A proposito.. ora che ci penso.. ma voi due?» chiese poi, fermandosi.
«Ti sembra il caso e il momento di fare queste domande?» chiese Sophie.
«Ok scusa! Però poi mi raccontate tutto!» disse entrando in auto e aprendo il finestrino «Comunque io vado al parco e in altri due posti vicino la costa e il mare, voi controllate il resto e chiamatela al cellulare.» ordinò il riccio.
Sophie e Louis annuirono all'unisco ed entrarono in auto, sfrecciando poi a tutto gas.
Harry era estremamente preoccupato per la sua ragazza, o meglio la sua ex ragazza.
Il riccio girò per tutta la costa in cerca di Hope. Si fermò alla baita, al molo, al solito bar vicino alla spiaggia, al parco, al loro posto ma di Hope non c'era traccia, così chiamò Louis.
«L'hai trovata?» chiese spedito
«No. Ho girato tutta la città ma niente. Il cellulare l'ha spento.»
«Zayn e Liam?» chiese Harry.
«Sono al cinema con Lauren ed Arper, non sanno niente.» disse amareggiato.
«Vado da Niall, chissà magari sa qualcosa.»
«Veniamo con te?» chiese premuroso Louis.
Il riccio scosse la testa, nonostante sapesse che non avrebbe potuto vederlo «No, grazie. Hai già fatto abbastanza. A domani amico.»
«Fammi sapere» lo salutò Louis che, insieme a Sophie, tornò a casa.
Harry riposò il cellulare nella tasca dei jeans e si affrettò verso la casa di Niall. Una volta arrivato nel vialetto notò l'auto di Hope.
-Grazie al cielo- si disse scendendo dall'auto e bussando il campanello di casa Horan.
«Ciao Greg, c'è Niall?» chiese, educatamente, il riccio.
Il fratello maggiore di Niall annuì, lasciandolo entrare «E' in camera sua.»
Harry lo ringraziò velocemente e salì le scale, arrivando davanti alla porta di Niall. Bussò alla porta, per educazione, aspettando che Niall gli desse il permesso d'entrare. Se fosse stata casa di Louis avrebbe aperto la porta senza farsi problemi. Con Louis era diverso, il loro rapporto era qualcosa di speciale.
«Avanti.» rispose Niall da dietro la porta.
Harry aprì la porta e la chiuse poi dietro di se.
«Hey amico!» lo salutò il biondo.
«Hey biondone.. ma non c'è Hope qui?» pose la domanda il riccio come se la risposta fosse ovvia
«Hope?» chiese accigliato il biondo. «No!» esclamò.
«Qui c'è la sua auto!» disse poi aprendo la finestra e facendo affacciare il biondo alla finestra.
«Ti dico che qua non c'è!» ribadì Niall «Fidati!»
«Mi fido!» disse Harry «Ma dov'è, allora?» chiese quasi a se stesso.
Niall fece spallucce e ritornò sulla sua sedia, davanti al suo computer.
«Hai provato a casa sua?» chiese ingenuamente Niall.
«Secondo te venivo prima da te e poi andavo a casa sua?» ironizzò il riccio.
«Hai ragione..» annuì ancora il biondo, facendo regnare il silenzio nella sua stanza.
Harry si sedette sul bordo del letto. Cercò di pensare dove potesse essere Hope, quando un odore di marijuana gli inebriò le narici.
«Hey amico, da quando in qua fumi erba?» chiese il riccio.
Niall rise per poi affrettarsi a chiudere la finestra «La mia vicina..» disse indicando la casa di Jenny e riposizionandosi sulla sedia.
Harry si alzò di scatto e riaprì le finestre «Sei impazzito? Vuoi che moriamo senz'aria?»
Il biondo rise ancora di più e lasciò che il riccio si schiarisse le idee, appoggiatosi con i gomiti al davanzale e portando lo sguardo in basso.
Quando alzò lo sguardo Harry scrutò bene la persona affacciata alla finestra difronte. Bionda, alta, snella e con una canna fra le dita.
-Hope?- si chiese ad occhi sbalorditi.
Non poteva essere la sua Hope, pensò, ma quando quest'ultima si voltò Harry non potette più negare, ma non si spiegava perchè avesse una canna fra le dita e perchè fosse proprio da Jenny Watson.
«Hope!» urlò facendo sobbalzare la ragazza «Sei impazzita?» urlò ancora.
La ragazza scrutò per bene il riccio e poi, dopo aver fatto davanti ai suoi occhi un tiro abbastanza lungo ed intenso, chiuse la finestra e la tenda, lasciando intravedere ben poco.
Harry andò su tutte le furie e così uscì dalla camera di Niall arrivando alla porta. Il biondo gli afferrò il polso prima che potesse uscire.
«Dove vai?» gli chiese retoricamente.
«Non posso lasciare che si droghi!»
«E dove vai? Credi che bussando loro ti facciano entrare così facilmente?»
«Butto giù la porta.» affermò uscendo.
«Tu sei pazzo.» esclamò Niall, poco divertito.
«La uccido!» esclamò «A quella Watson la uccido viva!» esclamò ancora, bussando il campanello della casa affianco.
Bussò la prima volta.. bussò la seconda volta.. bussò la terza volta.. alla quarta la porta si aprì mostrando una Hope alquanto diversa.
I capelli biondi e lisci erano diventati ricci e con qualche meches nera dentro; la pancia piatta e senza un piercing era diventata quasi un covo di buchi. La ragazza bionda sfoggiò una maglietta a metà pancia mostrando dei piercing alquanto orripilanti, secondo Harry.
«Vieni subito via!» urlò Harry, afferrandola per un polso.
«Ma chi cazzo ti credi di essere?» rispose la bionda liberandosi dalla presa. «Vaffanculo!» gli urlò poi in faccia.
«Sono il tuo ragazzo, vieni subito via da questo posto da schifo!» gli urlò ancora.
«Non mi sei più il mio ragazzo.» disse lei a tono basso ma deciso «Non mi sei più niente adesso.»
Hope, dopo aver detto tutto ciò, chiuse con più delicatezza possibile la porta e lasciò fuori Harry, che rimase abbastanza senza parole.
La bionda aveva ragione: lui non era più il suo ragazzo, lui non gli era più niente e lui oramai lo doveva accettare. Infondo lui aveva voluto tutto ciò. Ognuno è artefice del proprio male.
La bionda si accasciò dietro la porta, lasciando aderire la schiena ad essa e lasciando cadere delle lacrime amare lungo il viso e il riccio fece la stessa cosa.
Si amavano, si desideravano, si volevano, allora perchè non si prendevano di nuovo?
L'amore è sofferenza, l'amore è sacrificio, l'amore ti distrugge nel momento stesso che ti crea.



«Stavi dormendo?» chiese Liam al telefono con Lauren.
«No, perchè?» Lauren stava sorridendo, Liam se lo sentiva.
«Ho dimenticato una cosa, posso venire?» chiese dolcemente.
«Certo, sono qui. Ma cosa hai dimenticato?»
«Arrivo subito.» Liam dileguò subito Lauren senza rispondere alla sua domanda.
Mentre Louis e Sophie erano andati a prendersi un gelato al centro di Los Angeles, Liam aveva escogitato un modo per baciare Lauren. L'avrebbe fatto quella sera stessa. Doveva farlo.
Liam era la persona che se aveva voglia di fare qualcosa, lo faceva, senza preoccuparsi molto di quello che potesse succedere dopo anche se da quando si era innamorato di Lauren si preoccupava di ogni minimo particolare, ma quella volta era speciale.
Si sentiva che doveva baciarla, e così inventò una scusa per andare da lei dopo averla vista una serata intera.
«Hey, ho dimenticato una cosa.» disse Liam entrando in casa.
«Cosa? Non ho trovato niente di tuo.» si scusò quasi, Lauren.
«Ho dimenticato questo..» Liam prese il volto di Lauren tra le sue mani e fece combaciare le loro labbra.
In quel momento Liam si sentì la persona più felice al mondo. Sentiva le farfalle nello stomaco, sentiva i brividi lungo la schiena e sentiva anche le scimmiette che suonavano i piatti nella sua testa ma, quando Lauren lo spinse subito dopo, queste sensazione sparirono e si sentì come se il mondo gli fosse crollato addosso.
Liam guardò Lauren accigliato ma allo stesso tempo sbalordito. In quella manciata di secondi non aveva realmente messo a fuoco cosa stava succedendo. Rimasero qualche secondo in piedi, l'uno distante dall'altra fissandosi negli occhi, quando poi Lauren ruppe quel fastidioso silenzio.
«Non puoi fare così Liam.» urlò «Non puoi! Non sono un giocattolo. Non puoi prendermi, posarmi e poi riprendermi quando ne hai voglia cazzo! Sai cosa ho passato!» urlò ancora di più «Sai cosa ho passato!»
Lauren urlava sempre più forte, dando sfogo alle lacrime. Lacrime che aveva trattenuto per troppo tempo.
«Ho avuto un periodo di depressione, sono stata 3 mesi in quel cazzo di centro di riabilitazione. Avevo problemi Liam, avevo problemi in tutti i sensi! L'alcol, la droga, i tagli, il cibo, era una morta vivente e tu lo sai bene! Poi sono guarita, sotto un certo aspetto, e tu hai detto che ti saresti occupato di me, me l'avevi giurato» urlò ancora «Mi sono fidata di te! Mi sono fidata di te e ho lasciato che tu mi aiutassi, mi sono lasciata andare a te e ai tuoi modi di fare. Ci eri riuscito, mi avevi resa felice.. ma poi sei sparito, sei sparito Liam..» continuò abbassando il tono mano mano che finiva la frase «Sei sparito in l'Australia incurante di come mi sarei potuta sentire, incurante della nostra storia, incurante di noi, incurante di me.» continuò con un filo d'amarezza nella voce «Bisogna andare avanti e io l'ho fatto. Se non uccide, fortifica.» sorrise amaramente tra le lacrime.
Lauren prese qualche attimo, prima di concludere con l'ultima cosa che pensava.
«Ci vuole coraggio per restare, ad andarsene sono bravi tutti..»
Liam era rimasto per tutto quel tempo immobile, lasciando che la ragazza che amava si sfogasse e gli sputasse in faccia tutta la verità, verità che lo stava uccidendo lentamente. Lauren aveva perfettamente ragione ma aveva preferito che i suoi problemi rimanessero suoi.
Abbassò la testa, non proferendo alcuna parola e voltò le spalle. Aprì la porta di casa e poco prima d'uscire si voltò verso Lauren che era rimasta ancora in piedi, al centro del salone con le gote piene di lacrime e la fissò.
«Mi dispiace..» sussurrò poi flebilmente, prima di sparire dietro la porta.



Arper e Zayn erano stesi sul letto della mora, uno affianco all'altra. Il braccio sinistro di lui era sotto la testa di lei e le loro dita erano intrecciate. Avevano parlato per 2 ore intere: avevano scherzato, riso, e si erano scambiati baci, baci casti, molto casti, e nient'altro.
«Guarda che non ti sta male la mia maglia.» scherzò Arper.
«Mi chiedo dove tu abbia potuto trovare una cosa del genere.» rispose anch'esso ridacchiando.
Arper, poco prima che si fiondassero sotto le coperte, aveva dato a Zayn una maglietta verde enorme, che lei aveva usato solo per pitturare il suo piccolo e umile appartamento.
«La comprai apposta grande!» esclamò.
«Grande? Questa è enorme!»
Arper rideva sempre più, un po' per come gli stava la sua maglietta indosso a Zayn e un po' per i capricci che faceva lui.
Zayn sorrise di rimando, lasciando che la risata cristallina della mora riempisse la stanza. Quella ragazza aveva rapito il suo cuore in men che non si dica e lui non ne era affatto dispiaciuto e la cosa era reciproca per Arper.
Non si era mai fidata di nessuno, non aveva mai avuto un fidanzato e si era sbalordita essa stesso per come si era aperta così velocemente a Zayn. Quel ragazzo dalla pelle ambrata gli aveva dato subito fiducia, a pelle.
«Deve avere un grosso significato per te, vero?» chiese Zayn, accarezzando il tatuaggio che Arper aveva tatuato sulla parte sinistra del polso: carry on.
La mora annuì, mettendo a fuoco tutti i ricordi.
«Me ne parlerai un giorno..?» chiese Zayn guardandola negli occhi.
Arper sembrò pensarci qualche attimo e poi iniziò a parlare. Sapeva che poteva fidarsi di Zayn.
*Inizio rating altamente rosso*
«Avevo 9 anni quando i miei genitori si separarono.» iniziò «All'inizio fu tragico, ero molto legata a mio padre, però poi me ne feci una ragione. Mia madre non voleva che io lo vedessi e io così feci. Chiusi ogni rapporto che avevo con mio padre e da allora non l'ho più sentito.» Arper prese respiro profondo «Dopo neanche un anno mia madre iniziò a convivere con un altro uomo e così, dovetti seguirla. Ci trasferimmo dal centro di Barcellona alla periferia, alla zona più malfamata.»
Zayn ascoltava la storia con un particolare interesse: sentiva che quella storia sarebbe stata abbastanza forte.
«Jack, l'ancora attuale compagno di mia madre, iniziò a bere dopo 2 mesi che noi eravamo lì. La sera veniva picchiava mia madre e la maltrattava, in tutti i sensi.» Arper prese un altro respiro «Un giorno eravamo solo lui ed io in casa, mia madre era al lavoro. Avevo circa 11 anni e così mi disse che voleva fare un gioco. Da ingenua bambina qual ero risposi che sarebbe stato divertente fare un gioco con lui. Mi bendò..» ci furono un paio di attimi di silenzio prima che Arper riprese a parlare. «Mi portò sul letto matrimoniale e mi legò con i polsi alle spranghe. Ricordo tutta la scena come se fosse ieri..» aggiunse poi «Mi spogliò nuda, completamente e iniziò a giocare col seno quasi inesistente. Poi si spogliò anche lui e iniziò a strusciare il suo membro sopra il mio gracile e casto corpo.. quando gli chiesi di smetterla e gli dissi che avrebbe dovuto finirla di fare quelle cose, lui mi iniziò a picchiare. Morse il mio seno, mi iniziò a frustare e infilò il suo membro nella mia bocca ancora sporca di latte. Faceva avanti e indietro spingendo sempre di più e facendomi venire i conati di vomito. Poi iniziò a infilare le sue dita nella mia femminilità, ancora pura..»
*Fine raiting rosso*
Arper iniziò a tremare, ricordandosi il suo passato. Zayn la strinse ancora più forte a se, lasciandole un bacio tra i capelli.
«Non preoccuparti.» le sussurrò «Ci sono qui io.»
La mora sorrise e lo abbracciò ancora più forte. Sapeva che con Zayn nessuno avrebbe più potuto violentarla, sapeva che con Zayn era al sicuro, anche se lo conosceva da ben poco.
«Lo so.» disse allora sorridendo. «Bisogna andare avanti e io l'ho fatto.» concluse poi addormentandosi tra le calde braccia di Zayn.





 

_____________________________________________________
Sullivan's space.

*Premetto che questo "Sullivan's space" è più lungo del solito, quindi

                 preparatevi


chiamatemi cattiva, bugiarda, idiota, chiamatemi in tutti i modi che volete
perchè avete perfettamente ragione. Avevo detto che avrei aggiornato in 
fretta e invece c'ho messo quasi 7 giorni ma devo dire che la colpa non era 
tutta mia ma anche del mio computer, anzi del carica batterie.
S'è rotto e quindi non l'ho potuto caricare ma ora ho preso appuntamento 
alla Apple Store per domenica e quindi lo porterò ad aggiustare. <3

PASSANDO ALLA STORIA E LEVANDO I FATTI MIEI DI MEZZO (LOL)
cosa ve ne pare?
A me piace molto, devo dirvi! Mi piace davvero molto è uno dei capitoli più 
"toccanti" della storia e quindi mi gasa. ahhahahaha 
A voi che ve ne pare? 
Chiedo scusa a chi shippa la coppia JENNY-NIALL
(NINNY? JEALL? BOH hahaha)
per non aver messo niente su di loro ma ho dovuto dare spazio ad altri 
personaggi della storia ma nel prossimo ci sarà molto su loro *w*
don't worry <3
1. Fatemi sapere cosa ne pensate?
2. Fatemi sapere come avete reagito alla coppia HOPE-HARRY.
3. Fatemi sapere come avete reagito alla coppia LIAM-LAUREN.
4. Fatemi sapere se avete letto la storia di Arper e come l'avete presa.
5. Mandatemi a fanculo HAHAHAHAH

Comunque volevo farvi notare una cosa
AL CAPITOLO 5 AVEVO SCRITTO 
151 RECENSIONI, 49 PREFERITE, 15 RICORDATE, 57 SEGUITE.
VOLETE SAPERE ORA?
237 RECENSIONI, 61 PREFERITE, 24 RICORDATE, 90 SEGUITE.
CIOE'. IO VI AMO. 
comunque ora vado a fanculo prima che lo spazio autrice diventi più
lungo del capitolo stesso
AHAHAHAHAH

AAAH FATEMI SAPERE SE VI ANNOIANO I MIEI SPAZIO AUTRICE 
SE LI VOLETE PIU' CORTI, PIU' LUNGHI. FATEMI SAPERE.

Ps: per chi non si ricordasse.

Lei è Landson. (la rossa)
Lei è Arper
Lei è Sophie.
Lei è Hope.
Lei è Lauren.
Lui è Adam.
a breve ci sarà una NEW ENTRY <3


Ora me ne vado, lasciate tante recensioni che mi riempite il corazon <3

 

SPAZIO PUBBLICITA'.



Naked. GENERE: Romantico. E' la stessa autrice della storia sui 1D Loud Silence che vi postai tempo fa. E' pazzesca, assicuro <3


 

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Capitolo 7
*** ~New York And Bet. ***


 

New York And Bet.


Hope aveva appena parcheggiato difronte il vialetto di casa sua. Appena scese dall'auto notò l'R8 di Harry parcheggiata affianco a quella di Sophie e così constatò che il riccio fosse lì.
Avrebbe passato la prima notte da Jenny e così era passata a prendere le sue cose.

Aprì la porta d'ingresso cercando di fare meno rumore possibile. Sentì delle voci provenienti dalla cucina e così, dopo essersi tolta i tacchi, attraversò il lungo corridoio dopo il salone in punta di piedi posizionandosi al lato della porta, nascondendosi per origliare.

«Tu sei tutto per lei Sophie. Sei la sua migliore amica, sei sua sorella, sei la sua famiglia. Vi conoscete da quando avete 5 anni, devi aiutarla.» disse Harry, dalla voce, preoccupato.
«Io continuo a non capire Harry! Perchè s'è alleata a Jenny? Perchè ha iniziato a farsi le canne?! Cristo Santo!»
«Non lo so Sophie! Non lo so! Anche io sto male perchè ci siamo lasciati ma di certo non vado in giro a drogarmi e a farsi piercing insulsi!»
«Mi spieghi perchè cazzo l'hai lasciata? Cosa ti frulla nel cervello?!» urlò quasi Sophie.
Ci furono degli attimi di silenzio. Harry era seduto sullo sgabello della penisola in cucina e Sophie gli era difronte.
«Non l'ho proprio lasciata.» disse «Ho voluto una pausa per chiarirmi le idee. Ho avuto paura Sophie. Quando lei mi ha presentato ai suoi genitori, che erano venuti da New York per conoscermi ho avuto paura. Insomma io non so cosa voglio dal mio futuro, mentre lei ha già tutto prestabilito!»
«Dopo 4 anni Harry? Dopo 4 anni ti accorgi che lei ha tutto programmato?! Sai come la pensa sul futuro, per lei tutto si basa sul futuro e tu lo sapevi.» spiegò calma la ragazza «Hope può sembrare forte, determinata ma ha tante debolezze e questo tu dovresti saperlo bene.»
Harry annuì facendo spallucce. Sophie aveva perfettamente ragione e lui lo sapeva. Hope le mancava, terribilmente, ma la questione del futuro lo spaventava davvero a morte.
«Anche io sto male Sophie, sto davvero male. Mi manca tutto di lei. La sua voce al primo mattino, l'alito sempre fresco quando mi bacia, le sue mani nei miei capelli e il suo odore mentre facciamo l'amore. Tutte queste cose mi mancano ma poi penso a quando andrà a New York a Settembre, a quando ci divideremo per il college e penso a quando si dimenticherà di me e sto male, mi sale un'ansia infrenabile.» confessò.
«Non puoi avere paura di qualcosa che non sai se accadrà.» spiegò Sophie «Non sai se si dimenticherà di te, non sai se vi lascerete e non sai neanche se magari tu la seguirai o se lei cambierà idea e seguirà te.»
Hope per tutto quel tempo era rimasta con le spalle al muro, intenta nell'ascoltare le parole della sua migliore amica e del suo ragazzo, o meglio ex per entrambi.
Decise così di dare un taglio a quei ma, a quei se e entrò in cucina, orgogliosa come sempre, non lasciando traspirare una benchè minima emozione. Stava per dare un grande annuncio.
«Non vi hanno mai detto che è maleducazione parlare di una persona non presente?» chiese, retoricamente, acida.
I due rimasero senza parole, guardandosi prima l'uno con l'altra e poi rivolgendo lo sguardo alla bionda.
«Da quanto tempo sei qui?» chiese Sophie.
«Abbastanza per sentire tutto ciò di cui avevo bisogno.» rispose con stesso tono di prima «Non farti problemi per il futuro» disse ad Harry
«Sono venuta per prendermi le mie cose, vado a New York!»

Sophie ed Harry spalancarono gli occhi, increduli da cosa avevano appena udito le loro orecchie.
«Inutile fare queste facce, tu non dovrai più farti i problemi per Settembre, tanto ci siamo lasciati ora e tu non dovrai più vedere un'amica che fa a botte per te.»
Sophie la guardò accigliata. Ricordava della lite con la rossa ma non capiva lei cosa c'entrasse.
«Ti stavo difendendo!» urlò «Landson ti aveva offesa e io ti stavo difendendo.» ripetè «Ma il mio aiuto non serve a nessuno, quindi torno dai miei genitori. Forse è meglio!» spiegò avviandosi fuori la cucina.
«Ah, e giusto per informazione. Non mi sono fatta le canne o i piercing per guarire da una “delusione d'amore”» disse imitando due virgolette con le dita «Ma semplicemente per dimostrarvi che non penso sempre al futuro, non penso solo a quello che potrà accadere dopo. So vivere anche alla giornata!» concluse poi andando in camera sua e portandosi via tutto. Sophie era rimasta letteralmente senza parole, così come Harry.
Non disse niente e vide la sua amica uscire dalla porta con le valigie e tutto il suo orgoglio. Hope aveva orgoglio da vendere ed era anche per questo che i due non dissero niente. Non sarebbe servito a nulla se non a peggiorare la situazione.
«Tornerà.» disse Sophie «O almeno spero.» concluse lasciando scivolare sulle guance una lacrima di tristezza.
Harry la abbracciò, non seppe fare di meglio. «Mando un messaggio ai ragazzi.» concluse poi prendendo il cellulare.

 

«Che vuol dire che è andata via?» chiesero all'unisco i ragazzi a mensa.
«E' andata a New York dai suoi genitori. Cosa c'è da capire?» s'innervosì Harry.
«Ma tornerà?» chiese Louis.
Sophie ed Harry si guardarono complici, abbassando lo sguardo.
«Non lo so..» disse poi Sophie «Abbiamo litigato sia io che Harry con lei e dice che non vuole creare fastidi qui.»
«Era arrabbiata» aggiunse il riccio «Molto arrabbiata.»
I ragazzi stettero in silenzio per tutto il tempo, non sapendo cosa dire.
Zayn ed Arper erano seduti l'uno accanto all'altra e la mora, cercando di riparare la situazione, fece una proposta.
«Che ne dite se stasera le facciamo un video?»
Tutti puntarono gli occhi su di lei, non avendo capito bene cosa intendesse.
«Un video dove ognuno di noi le chiede di tornare» iniziò a spiegare «e dove ognuno dice ciò che prova per lei: sia d'amicizia che d'amore.» concluse rivolgendo uno sguardo ad Harry. «So che la ami ancora.» affermò «Te lo si legge negli occhi.
Ogni volta che parli di lei ti si illuminano gli occhi e inizi a gesticolare con le mani, che ti sudano. Ed è tipico di chi ama incondizionatamente.» sorrise infine.

Zayn la guardò e sorrise, non si aspettava di certo che, in poco tempo, lei avesse capito tutto su tutti.
«A me piace come idea!» sorrise complice Lauren. «Capirà che teniamo davvero a lei e che vogliamo la vecchia Hope.»
«Tu dici che tonerà?» chiese Harry rivolgendosi alla mora accanto a Zayn.
«Ci proveremo!» rispose Sophie speranzosa.
«E video sia!» urlò, felice, la riccia.
Il pranzo finì e tutti erano entusiasti della proposta della nuova arrivata. A Lauren piaceva sempre di più ed era felice che il suo migliore amico avesse trovato una ragazza così. Era bella, intelligente, sensibile e molto carismatica.
Era quel pizzico in più che stavano cercando nella loro comitiva e sembrava proprio che l'avessero trovata.
«Andiamo in classe insieme?» propose la riccia ad Arper.
Arper sembrò bloccarsi per qualche attimo, ma poi le sorrise ampiamente e si avviarono insieme.
Zayn e Liam sorrisero compiaciuti ma poi quest'ultimo, dopo che Adam andò via dal tavolo, iniziarono a parlare.
«Ti sbagliavi.» annunciò Liam «Ho seguito il mio istinto. Dopo il cinema l'ho riaccompagnata a casa senza concludere niente ma poi con una scusa sono ritornato, l'ho baciata ma mi ha respinto!» disse afflitto.
«Ti stai rincoglionendo amico? Non hai visto che non mi ha degnato di uno sguardo? E se per sbaglio mi guardava girava la faccia!» gesticolò «Ho sbagliato tutto cazzo! Ho sbagliato tutto. Ora chissà quando mi rivolgerà la parola!»
«Posso darti un consiglio?»
«No amico.» disse Liam alzandosi «Non posso più rischiare. Sta con Adam, e io lo devo accettare.» concluse poi andandosene.
«Prova a dirle la verità.» urlò Zayn «La verità porta sempre a buon fine.» concluse poi guardando Liam andare via.
Liam rimase tutto il tempo pensando a cosa gli aveva detto l'amico. Aveva ragione infondo, se lui gli avesse detto la verità tutto sarebbe andato a buon fine ma qualcosa lo spingeva a non fare dei suoi problemi un problema di Lauren.
-Capitolo chiuso- si disse entrando in aula di trigonometria. -Si volta pagina-



Quel pomeriggio Niall era più euforico del solito, per un motivo non preciso.
Continuava a saltellare per tutta la casa canticchiando dei motivetti strambi e inventati da lui.
Scese in cucina dove la madre era intenta nel cucinare qualcosa per la sera e le diede un grosso bacio sulla guancia.
Poi prese una mela e l'addentò.
«Come mai così allegro oggi?» chiese sorridente la madre del biondo.
«Non lo so.» disse facendo spallucce «Ah, stasera non ci sono a cena. Vado da Zayn e facciamo tardi.»
«Esci con la moto?» chiese premurosa Maura.
Il biondo annuì «Non preoccuparti, starò attento.» la rassicurò dandole un bacio sulla fronte e tornando nella sua stanza.
Si sentì un po' in colpa per averle mentito ancora una volta, ma non poteva di certo dire che andava a fare corse clandestine con la moto. Era un anno circa che faceva gare, non aveva mai perso, eccetto quella volta, e non aveva mai detto nulla alla madre. Se lei lo avesse saputo lo avrebbe prima ucciso e poi le sarebbe venuto un infarto e così Niall, per l'incolumità di tutti, aveva preferito non dirle niente.
Aprì la finestra e si sedette sul davanzale di quest'ultima. Finì di mangiare la sua mela e iniziò a sfogliare un libro, ascoltando gli uccelli che cinguettavano.
Era arrivato già al terzo capitolo quando, spostando lo sguardo verso la finestra difronte al sua, vide Jenny.
Era stesa sul letto, con le cuffie nelle orecchie, intenta nel disegnare qualcosa che Niall non riuscì a decifrare.
C'era un balcone dinanzi la finestra di Jenny, distante circa mezzo metro dalla finestra del biondo così, senza pensarci due volte, posò la sua roba e saltò nel balcone della ragazza che non si accorse di nulla.
Il biondo sorrise quando la vide agitare la testa verso destra e sinistra probabilmente a ritmo di musica. La trovava sempre più bella, lo doveva ammettere.
Iniziò a picchiettare con le nocche sui vetri della finestra e dopo aver anche sventolato le mani, la ragazza si accorse di lui.
Non appena vide il biondo tolse le cuffie e chiuse l'album da disegni, gettandolo sotto il letto. Sbuffò del tutto contrariata e andò ad aprire la finestra.
«Che ci fai sul mio balcone?» chiese sempre con quel pizzico di acidità, tipico di lei.
Il biondo fece spallucce, guardandosi intorno. «Ti avevo visto dalla finestra e mi annoiavo, così sono saltato sul tuo balcone.» concluse sedendosi sul letto e raccogliendo l'album sotto di esso.
Jenny afferrò subito l'oggetto dalle mani del biondo «Primo: non si toccano le cose che non sono tue; secondo: perchè devi annoiare me ora?»
«Andiamo! Perchè non andiamo a farci un giro?»
«Scordatelo!» replicò la ragazza «Non uscirei con te né ora, né mai. E poi mia nonna non vuole che esca tardi.»
Il biondo scoppiò in una delle risate più rumorose che potesse fare, tenendosi la pancia con le mani.
«Sappiamo entrambi che tua nonna va a dormire circa alle 8 di sera e poi esci sempre tardi, non mentire!» si fece serio man mano che finiva la frase.
Poi puntò gli occhi su quelli della ragazza, che quel giorno erano particolarmente belli.
«Facciamo una cosa, una scommessa!» propose lui.
La ragazzo lo guardò con un misto di confusione e disprezzo.
«Questa sera ci sarà una corsa.» spiegò «Se vinci tu: ti lascerò in pace. Se vinco io: uscirai con me.» disse sicuro porgendole la mano.
La ragazza sembrò pensarci qualche attimo. Rifletté bene su molte cose e così anch'essa sicura ricambiò la stretta di mano. «E scommessa sia.» affermò «ma ora va via!» lo cacciò poi fuori dalla sua stanza, chiudendo la porta senza neanche accompagnarlo fuori.
Si stese di nuovo sul letto, prendendo ancora una volta il suo album da disegno e finendo il disegno dove ritraeva il biondo.
Era incredibile come si stesse di nuovo affezionando a lui. Erano passati 11 anni da quando non si erano più rivolti la parola, 11 lunghi anni da quando lei gli aveva detto quella cosa terribilmente cattiva e del quale ora se ne pentiva.
Si stava invaghendo di Niall, non sapeva neanche lei come fosse potuto accadere ma si stava invaghendo di nuovo di quel biondino che si era preso cura di lei per tutta l'infanzia.
Sapeva già cosa avrebbe fatto quella sera. Non avrebbe tolto di mezzo l'orgoglio ma era decisa sul da farsi.



Sophie era rimasta tutta la giornata chiusa nella sua stanza. I suoi amici le avevano mandato i video per Hope tramite e-mail e lei li aveva visti tutti, facendo scendere fontane di lacrime per ognuno, soprattutto per quello di Harry.
Tutti gli altri duravano dai 10 ai 15 minuti ma il suo e quello del riccio duravano 30 minuti ciascuno. Era rimasta tutta la giornata a montarli ed era venuto fuori un bel lavoro.
«Hai finito?» le chiese Lauren entrando nella stanza.
«Si, lo volevo rivedere. Ma mi scoppia la testa.» confessò. «Non sei uscita?» chiese poi.
Lauren sospirò, sedendosi sul letto della sorella e incrociando le gambe: tipico di quando aveva qualcosa di cui parlarle.
«Non avevo voglia.» disse semplicemente. «Come vanno le cose con Louis?» chiese vagamente.
Sophie iniziò ad insospettirsi «Bene, dopo dovrebbe venire qui. Perchè?»
«Così.» mormorò la riccia, facendo spallucce.
«Lauren» la richiamò la sorella «c'è forse qualcosa che devi dirmi?»
La riccia sospirò ancora. «Sono confusa.» ammise poi.
«Confusa di cosa?» chiese sia a se stessa che alla sorella. «Liam?» disse poi toccando il tasto nolente.
La riccia annuì, facendo ancora un altro sospiro.
«Finiscila di sospirare e racconta!» le urlò quasi Sophie.
«Ieri mi aveva mentita.» iniziò non sapendo che la sorella sapeva tutto «Ieri mi aveva detto che dovevamo andare dalla madre ma invece mi ha portata al cinema e poi, dopo che mi ha riaccompagnata qua e se n'è andato, ha trovato una scusa per tornare e mi ha baciata! Così!
Di punto in bianco!» gesticolò Lauren.

«Ed è positivo o negativo?» Sophie continuava a non capire.
«Non lo so!» urlò «Non lo so neanche io! Provo dei sentimenti particolari per lui, Sophie, ma allo stesso tempo mi piace stare con Adam perchè c'è stato quando lui è andato via!» continuò.
«Posso raccontarti una cosa?»
Lauren annuì tirando su col naso evitando che le scendessero lacrime, lacrime di nervosismo.
«Sai che io e Liam siamo migliori amici no?» chiese retoricamente «Il primo giorno di scuola, abbiamo parlato.» confessò «Mi ha detto perchè è andato via.» le disse.
«Perchè non me l'hai detto?» la rimproverò.
«Non potevo. Aveva detto che te ne avrebbe parlato ma a quanto pare non l'ha fatto e quindi te lo sto dicendo io, ora.» le spiegò «In modo che tu possa capire bene, tante cose.» concluse marcando bene le ultime due parole.
«Sentiamo.» disse Lauren facendo iniziare Sophie a parlare.
«Liam ti ha “abbandonata”» disse imitando due virgolette «perchè è stato male.» spiegò «Dopo che tu sei guarita, è stato lui ad entrare in un periodo orribile. Non di droga o problemi col cibo, assolutamente no, ma ha avuto problemi con se stesso.» disse affiancandosi alla
sorella sul letto «E' stato male e i suoi genitori l'hanno mandato in Australia, dove il suo medico gli ha tolto ogni mezzo di comunicazione se non le lettere e a lui gli è sembrato da idioti scriverti una lettera!»

«Perchè a Maggio non mi ha detto che è stato male?» disse iniziandosi a torturare le mani.
«Perchè ha detto che non voleva fare dei suoi problemi i tuoi problemi.» spiegò velocemente.
La riccia sembrò sempre più accigliata. «Non sto capendo.»
«Perchè invece di dirlo a me non vai da lui? Va a casa sua e chiedigli spiegazioni!» le ordinò quasi.
Lauren sembrò pensarci qualche attimo «Sei sicura?» chiese, ancora titubante, alla sorella.
«Ti dico di si!» le ribadì «Vai e chiarisci ogni dubbio! Di qualsiasi genere!»
Lauren sorrise alla sorella e prima di uscire dalla porta e trovarsi Louis davanti le stampo un bacio sulla guancia.
«Grazie» urlò poi, già in auto, lasciando che il moro chiudesse la porta.
«Che diamine succede?» chiese totalmente divertito Louis baciando Sophie.
«Va a riprendersi ciò che è suo!» disse fiera.
«Liam?»
«Aaaah!» urlò «Finalmente qualcun altro che ha capito che lei ama lui! Din, din din. Abbiamo un vincitore!» urlò correndo per tutta la casa, quasi fosse una bambina.
«Tu sei pazza.» disse Louis afferrandola e baciandola.
«Sei tu, Louis Tomlinson, che mi fai diventare così.» enunciò riempiendolo di baci.
In effetti, Sophie, non aveva tutti i torti. Lei era la classica ragazza seria, poco scherzosa e saggia. Non era solita a fare queste sciocchezze ed era come se quel Don Giovanni la stesse cambiando rendendola, sotto certi aspetti, migliore.
«Mi dispiace per come mi sono comportato in questi due anni.» si scusò lui
«Ho buttato il passato alle spalle il momento stesso in cui mi hai chiamata “la tua ragazza” perchè tu non fai lo stesso?»
Il moro le sorrise e continuò a baciarla, sempre più animatamente. Finirono sul letto di lei, con il fiato sempre più corto.
Quando lui fu a cavalcioni su di lei, si fermò qualche istante, contemplando la sua bellezza.
«Cosa c'è?» chiese lei.
Il ragazzo scosse la testa e riprese a baciarla con più foga. Un bacio tirava l'altro e i due si spostavano da una parte del corpo all'altra.
Lei arrivò dalla bocca al collo per poi, sfilargli la maglia e arrivare a sotto l'ombelico, però poi fu lui a ribaltare la situazione. La spogliò e la lasciò in intimo, baciandole ogni minimo particolare, arrivando all'interno coscia.
Si scambiarono un'occhiata complice prima di spogliarsi del tutto. Lui infilò prima la sua lingua nella sua femminilità, facendola gemere più di prima. «Sicura di voler fare l'amore?» chiese poi lui, guardandola negli occhi.
Lei rise «Mi dispiace, ma tu non sai cosa vuol dire fare l'amore.» confessò «per te è sesso.» concluse senza malizia o cattiveria.
«Insegnami tu allora.»
Lei lo guardo con aria di sfida e poi lo tirò a se, cominciando di nuovo a baciarlo. Sophie amava i suoi baci, amava il suo profumo e amava sentire le mani calde di lui sul suo corpo.
Lui iniziò a giocare ancora con la sua femminilità e poi con estrema cautela entrò in lei. I movimenti erano forti e decisi, il che faceva impazzire Sophie.
Le mani di lei passavano dai capelli alle spalle forti per poi arrivare ai glutei scolpiti, mentre invece lui passava dalla bocca di lei al collo per poi passare al seno. Si sorreggeva con le mani sul materasso per non farle peso. Il fiato era sempre più corto e i battiti sempre più
accellerati.

Così, mentre lei gli insegnava a fare l'amore, lui le insegnava ad amare.



 

Quella sera, per la prima volta in vita sua, Niall non disse nulla ai suoi amici. I ragazzi gli avevano anche chiesto cosa avrebbe fatto quella sera, ma lui aveva detto che sarebbe rimasto a casa per studiare, mentendogli spudoratamente.
Non sapeva cosa sarebbe potuto succedere quella sera dopo la sua vittoria. Già. Perchè lui sapeva già che avrebbe vinto.
La corsa sarebbe iniziata tra 10 minuti e di Jenny nessuna traccia. Niall era arrivato lì da circa mezz'ora, osservando tutti i partecipanti. C'erano sempre i soliti, più qualche principiante. Niente che lo potesse spaventare: quello era il suo territorio e anche quella sera avrebbe vinto, se lo giurò. Un po' per rivincita e molto per la scommessa.
Salutò Josh e altri suoi “colleghi” e si poggiò sul cofano di un auto, sorseggiando della birra.
La tuta aderente mostrava ancora di più i suoi muscoli ben delineati e il vento fresco gli scompigliava i capelli metà castani metà biondi a causa delle vecchie tinte.
Si chiedeva di continuo come mai lei non fosse ancora arrivata. Aveva optato per un'abbandono ma poi si ricordò dell'orgoglio che la ragazza aveva sempre avuto e quindi scartò l'opzione,
rimanendo ancora più col dubbio, non avendo altro su cui optare.

Mentre era intento nel fare una conversazione con Josh, che gli si era affiancato poco dopo le sue riflessioni, sentì un rumore di ruote che sgommavano. Una sgommata che solo lei sapeva fare.
Sorrise gettando la bottiglia vuota di birra e prendendo il suo casco da sopra il cofano dell'auto. Lo indossò e alzando la visiera fece l'occhiolino alla ragazza che in tutta risposta alzò un sopracciglio mostrando il suo finto disgusto.
Aveva anche lei una tuta strettissima, di color nero con sopra, però, un giubbotto molto largo in modo da mascherare le forme. Un paio di stivaletti molto unisex e i capelli nascosti dal casco.
Nessun segno di femminilità, insomma.

Tutti si posizionarono ai posti. Niall per secondo, Jenny per prima. In base alla gara precedente.
Una ragazza bionda, con indosso un semplice pantaloncino e un reggiseno alzò una bandiera a scacchi, tipica delle corse.
Tutti si prepararono, facendo rombare i loro motori. Jenny lanciò un'occhiata al biondo che ricambiò senza meno.
La ragazza puntò di nuovo lo sguardo sulla strada e abbassò la visiera, sentendo l'adrenalina salire nelle vene.
Dopo esattamente tre secondi, come da regolamento, la ragazza si abbassò velocemente dando il via alla corsa.
I primi erano inevitabilmente quei due. Si contendevano il posto in un modo assurdo. Nella prima curva Niall era in testa, ma nella seconda il biondo allargò e la ragazza gli rubò il posto sorpassandolo da dentro.
L'adrenalina e la velocità pulsava nelle vene di entrambi. C'era molta più concentrazione di quanto chiunque potesse mai immaginarsi. Niall aveva una voglia irrefrenabile di vincere che stava letteralmente bruciando i motori. Era a tutto gas.
Quando furono a 50m dal traguardo la ragazza era in testa e tutti avrebbero giurato che sarebbe stata lei la vincitrice.
Quando arrivò al traguardo, la ragazza, si fermò a pochi centimetri di distanza, lasciando passare il biondo che, dopo aver effettuato un testa e coda si trovò con la ruota anteriore proprio difronte a quella della ragazza.
Era totalmente confuso, così come tutti gli spettatori e i partecipanti che erano appena arrivati.
Si sentivano solo i rumori dei motori, per il resto regnava il silenzio più totale.
La ragazza alzò la visiera e fece l'occhiolino al ragazzo maliziosamente, proprio come aveva fatto lui 15 minuti prima.
Soddisfatta di se, girò la ruota della moto e andò via, sfrecciando lontano e lasciando tutti, ma soprattutto il biondo, di sasso.









 

_________________________________________________________________
Sullivan's space.

Hola muchachos!
AhahahahahA
chiedo scusa per questa mia vena spagnola questa sera/notte dato che sono le 2:22
prima di tutto, vorrei dirvi che ho pianto molto per colpa vostra..


295 recensioni, 70 preferiti, 28 ricordate, 107 seguite.
con soli 6 capitoli o.o
ho pianto e non sto scherzando!

Grazie infinite.
o come dice Louis
a massive thank you
Ps: se vorreste farmi ancora più felice
dato anche che ho pubblicato in meno di 4 giorni (siate fieri di me <3) 

inserireste questa FF nelle preferite?
sarebbe una gioia immensa. 
se non vi va, non fa niente, 
mi basta quello che già ho ottenuto.

AH DATO CHE L'ALTRA VOLTA L'HO DIMENTICATA
LEI E' JENNY.

Comuuuuunque, tornando al capitolo..
che ne pensate?
avete visto Hope?
e avete visto la genialata di Arper? che cucciolaa quella ragazza.
e vogliamo parlare di sophie e louis?
ma perchè niall e jenny?
wowowowowo in questo capitolo c'è un esplosione


*BOOOOOOOOOOM*

AHAHAHAHAHHAHA
STO IMPAZZENDO CON QUESTI COLORI 
AHHAHAHAHAHHAHA

Fatemi sapere che ne pensate voi che leggere e recensite sempre 
e a voi
"lettori anonimi"
mi farebbe piacere sapere che ne pensate.
è brutto vedere che un capitolo è letto da 500 persone e recensito magari da 15. 
è brutto :(
però fate come volete, amo anche voi ahahhah <3

se volete leggere qualche altra cosa di mio c'è la one shot
BEST THING I NEVER HAD.
e la vecchia FF
LIFE'S SO INCREDIBLE.


TWITTER - FACEBOOK 

PS: se volete non vi dimenticate di
metterla tra le preferite <3




P U B B L I C I T A'


la nuova FF Emmerson's Guardian di gilmoregirls la stessa autrice di Loud Silence,
la storia che pubblicizzai tempo fa e che molti hanno amato.
Amo quest'autrice perchè è assoutamente magnifica e vi invito a leggere questa nuova FF perchè è innovativa.
Giuro nessuna ne ha mai scritta una così.


ps: chiedo scusa a tutti voi per i colori che ho inserito 
ma sto impazzendo hahahah

pps: la new entry ci sarà nel prossimo
sorratemi ahahah


Alla prossima.

 

SULLIVAN

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Capitolo 8
*** ~Hidden Truths, Part One. ***





Hidden Truths 
Part One.

 

Liam non aveva fatto altro che pensare al giorno prima. Essere respinto da quella che lui credeva la donna della sua vita non fu affatto facile ma soprattutto averla vista in lacrime, per colpa sua, quello lo aveva turbato maggiormente.
Non sapeva cosa frullava nella sua stessa testa. Avrebbe potuto dire la verità, spiegare bene com'erano andate le cose ma non lo fece. Una cosa più importante lo preoccupava: lei. Non voleva fare carico dei suoi problemi a Lauren, pur di perderla.
La giornata andava di male in peggio: quella mattina era arrivato in ritardo beccandosi un'ora di punizione nel pomeriggio e dopo pranzo aveva ricevuto anche un cattivo voto in matematica, la sua materia preferita.
Così, subito dopo le lezioni e prima della sua punizione, si avviò nell'aula di matematica per parlare con la professoressa.
Era quasi arrivato alla porta quando sentì la donna alzare il tono di voce. Si affacciò dallo stipite della porta e la vide con gli occhi rossi così, per non sembrare inopportuno, si nascose non potendo fare a meno di ascoltare la conversazione.
A quanto Liam aveva capito la donna era al telefono con il suo compagno urlando degli insulti perchè lui l'aveva tradita.
-Che stronzo- aveva pensato il biondo. Il tradimento era la cosa che più odiava: sia che si trattava d'amore che d'amicizia, per lui era un atto di vigliaccheria.
Dopo qualche minuto il biondo sentì qualcosa sbattere violentemente sul tavolo, seguito poi da attimi di silenzio.
Deglutì velocemente e si fece coraggio.
«Posso parlarle?» chiese il biondo entrando nell'aula di matematica.
La donna scrutò bene la figura di Liam alla porta e poi sorrise «Certo, entra.»
Il biondo rimase colpito dalla riservatezza della donna. Non una lacrima, non un sospiro, nulla che potesse far intuire il suo stato d'animo.
Si sedette al primo banco, proprio difronte la professoressa mentre quest'ultima, dopo essersi alzata dalla sedia, si posizionò sulla cattedra, davanti a lui, e accavallò le gambe. Liam dovette ammettere che non era niente male.
Per i suoi 30 anni era davvero bellissima. I capelli lunghi e ricci le cadevano lungo i fianchi, gli occhi grandi erano contornati da un filo di matita nera e quel neo all'angolo della bocca la rendeva terribilmente sexy.
Il jeans stretto le metteva in evidenza le gambe lunghe ed affusolate, e quella maglia color beige e quel giacchetto nero le mettevano in evidenza il fisico perfetto.
«Riguarda il tuo compito, non è vero Payne?» lo precedette la donna.
Il biondo annuì «Non ho mai avuto brutti voti, insomma sono il più bravo della classe» spiegò «ma proprio non riesco a spiegarmi il perchè di questa C.»
La donna sorrise ancora estraendo il compito di Liam dalla sua cartellina «vediamo..» analizzò.
Liam la scrutò davvero per bene. Nonostante avesse appena saputo di essere stata tradita manteneva il suo sorriso perfetto e la sua socialità.
«Ci sono alcuni errori» disse «Ma non preoccuparti, non andrà sul registro, era una specie di test d'ingresso. Non l'avevi capito?»
Il biondo scosse la testa «No!» sorrise «O non mi sarei fatto venire quasi un infarto!» ridacchiò poi contagiando anche la donna.
«Vuoi iscriverti a medicina, giusto?»
Il biondo annuì «Come lo sa?» chiese poi.
«Ho analizzato le schede di tutti voi, giusto per conoscervi meglio.» ammise.
Il biondo sorrise, non sapendo cosa aggiungere.
«Stai andando a casa?» ruppe il silenzio lei.
«No purtroppo! Ho un'ora di punizione per il ritardo di questa mattina.»
«Oh andiamo! Che noia queste punizioni! Vieni con me!» disse poi uscendo dall'aula e avviandosi in quella di detenzione.
«Signora Jefferson» disse la professoressa «il signorino Payne dovrebbe essere in punizione, ma mi sta dando una mano. Non si preoccupi, d'accordo?»
La donna grassa seduta dietro la scrivania annuì, fregandosene altamente e così, la professoressa Roswell chiuse la porta e sorrise a Liam.
«Contento?» chiese retorica.
Il biondo ridacchiò seguendo la giovane donna «Assolutamente si, ma cosa dobbiamo fare? Insomma, una mano a fare cosa?»
La donna inarcò un sopracciglio «Credi davvero che tu debba darmi una mano?» ridacchiò poi «Era una scusa tontolone! Anzi, se vuoi fare qualcosa di utile, dammi un passaggio che sono a piedi.» disse prendendo la sua borsa.
«Che ne dice se andiamo a prenderci un caffè?» propose il ragazzo.
La donna sorrise, ancora «Offri tu.» rise poi, prendendo il ragazzo sotto braccio.
I due si avviarono insieme ai parcheggi: lui le aprì la portiera e lei si inchinò in stile '800. Arrivarono in un bar vicino la spiaggia e chiesero due caffè, con aggiunta di pasticcini per lei.
Parlarono di tutto, quasi fossero due amici che si conoscevano da una vita. Ridevano, scherzavano, facevano battute e si dimenticarono perfino dei loro ruoli reali.
Dopo che il ragazzo pagò i caffè, i due andarono sulla spiaggia, seduti sulla sabbia e guardando il panorama.
Scarlett, questo era il nome dell'attraente donna seduta accanto a Liam e con la testa poggiata sulla sua spalla.
«Chiamami Scarlett.» aveva detto dopo un po' e il biondo rispose a sua volta «Chiamami Liam.» sorridendo.
I due guardavano il sole immergersi nell'acqua, i gabbiani volare alti e le onde infrangersi contro la scogliera.
«Credi nell'amore Liam?» chiese lei alzando la testa e guardando negli occhi il ragazzo.
«Si.» rispose Liam «L'amore è una cosa meravigliosa.»
«Io ho paura.» ammise lei «Ho paura dell'amore.»
Il biondo sorrise 
«Non abbiamo paura di innamorarci, solitamente non funziona così. Non abbiamo paura di ridere con qualcuno, di passarci interi pomeriggi insieme, di scrivere sms chilometrici.» spiegò «Non abbiamo paura di condividere i nostri posti preferiti con qualcuno. Forse amiamo condividerli proprio perché, quando finirà, o quando semplicemente ci sarà una discussione, andremo a rifugiarci in quei posti e poi speriamo che quella persona venga a riprenderci lì, ci aspettiamo di incontrarla. Non abbiamo paura delle carezze, dei baci, degli occhi negli occhi, di fare l'amore.» continuò mantenendo lo sguardo fisso nel suo «La nostra sola ed unica paura è un'altra: che tutto questo, che l'amore, possa finire.» concluse.
La donna lo guardò con ammirazione. Annuì flebilmente e accennò un sorriso, fissando le labbra del biondo.
Tutta quella saggezza in un ragazzo di soli 19 anni le aveva provocato qualcosa di inspiegabile, qualcosa che l'aveva indotta a baciarlo.
Allungò il viso verso quello del ragazzo che, di certo, non si tirò indietro. Lui avvicinò le labbra a quelle della donna e poi le fece combaciare.
Lei posò una mano sulla guancia liscia e calda del ragazzo mentre quest'ultimo la tirò per i fianchi, attraendola ad esso.
I baci diventarono sempre più passionali e sempre più spinti. Ormai c'era un gioco di lingue in corso.
«Andiamo a casa mia.» aveva detto la donna e il biondo non se lo fece ripetere due volte.
Si alzarono dalla spiaggia e si pulirono prima d'entrare in auto dove, incuranti di tutto, si baciarono di nuovo.
Ormai erano frementi l'uno per l'altra.
Quando la donna le finì di indicare la casa, Liam notò che era proprio di fronte casa di Lauren.
Dopo che la donna uscì dall'auto avviandosi per aprire la porta lui rimase qualche attimo in auto, riflettendo su cosa avrebbe potuto dire la ragazza vedendolo lì, in
compagnia di quella donna.

Ma poi, ripensando a tutto quello che era accaduto, mandò al diavolo Lauren ed entrò in casa, quasi correndo.
Prese la donna per le natiche e la sollevò dal suolo baciandola ovunque. Lei fece aderire il ventre a quello di lui e incrociando le gambe dietro la sua schiena.
Lui la poggiò sul tavolo del salone e la spogliò, senza delicatezza. Le baciava il seno mentre lei, tra un gemito e l'altro, ripassava con le mani la sua schiena.
Dopo che anche lui fu completamente nudo, la prese di nuovo in braccio poggiandola sul divano-letto ancora disfatto.
Lui entrò in lei velocemente e tra i gemiti e il sudore, il fiato era sempre più corto.
Non una parola, non uno sguardo intenso, non un qualcosa di dolce. Per entrambi era solo sesso.



Lauren stava tornando a casa, dopo essere stata in giro per la città in cerca di Liam. Era stata da Liam ma la madre aveva detto che non era ancora tornato a casa, era stata da Harry, da Louis e poi da Zayn. Insieme avevano provato a chiamarlo ma aveva sempre la segreteria.
«Avrà il telefono spento.» lo giustificò Zayn
«Come sempre daltronde.» aveva aggiunto lei, andando via alla ricerca del suo uomo.
Aveva per tutto il pomeriggio evitato le chiamate di Adam, chiedendo a sua sorella di dirgli che era dal padre.
Si era fatto buio e di Liam non c'era ancora nessuna traccia.
Imboccando il vialetto di casa sua Lauren scorse l'auto di Liam. Sorrise istintivamente, credendo che il biondo fosse da lei.
Parcheggiò in fretta e scese dall'auto, estraendo le chiavi di casa dalla borsa.

Una volta aperta la porta di casa vide Louis e Sophie seduti sul divano, intenti nel guardare un film d'azione.
Lui era steso sul fianco con la testa sulle gambe di lei che aveva affondato le mani nei suoi capelli.
«Liam?» chiese gettando la borsa sull'altro divano.
«Non era con te, scusa?!» chiese la sorella.
La riccia scosse la testa «Non l'ho trovato ma la sua auto è parcheggiata qui difronte!»
I due alzarono le spalle, incoscienti di tutto.
«Va a bussare alla porta difronte, magari è lì da qualche suo amico!» disse Louis.
«Lì ci abita la professoressa Roswell.» disse la riccia.
«Quel pezzo di gno..brava donna.» si corresse il moro dopo aver ricevuto un colpetto sul fianco dalla sua ragazza.
«Si, lei!» aggiunse poi Lauren.
«Prova!» la incitò «Magari è lì.»
La riccia si lasciò convincere da Louis, anche se per metà, e andò a bussare alla porta difronte.
I due erano distesi sul letto, ancora nudi. Lei aveva la testa sul suo addome e lui le accarezzava le spalle. Avevano finito di fare sesso da circa 10 minuti e quell'aria soft piaceva ad entrambi. Non appena, però, sentirono il campanello suonare si alzarono in fretta e furia. Lei si rivestì, anche se in modo molto disordinato e lui era ancora intento nell'indossare i jeans e la camicia.
«Si?» disse la donna trovandosi difronte una sua alunna.
«Mi scusi professoressa, c'è..» la ragazza fu interrotta dalla vista del biondo.
Il ragazzo era ancora intento nell'abbottonarsi la camicia quando era andato vicino la porta.
Lauren era rimasta lì, immobile, senza proferire più una parola. Gli occhi le si erano riempiti di lacrime e a stento riusciva a trattenerle.
La donna, la quale aveva capito tutto, si allontanò lasciando i due da soli. Soli insieme ai loro silenzi.
«E così tu eri quello che mi amava eh..» sbottò lei sentendo gli occhi pizzicare.
«Lauren ti posso spiegare..»
«Spiegare cosa» urlò lei «spiegare che sei soltanto un figlio di puttana» urlò ancora «Basta Liam! Basta! Ero venuta a perdonarti, ero venuta a dirti che ho capito che io ti amo ma forse quello è il punto. Io ti amo mentre per te è tutto un gioco. So tutta la verità Liam, so tutto. Sophie mi ha detto tutto ed ero venuta a perdonarti, ma adesso mi fai solo schifo!»
Lauren sputò tutta la verità sul biondo, che era rimasto ancora sull'uscio della porta, guardando la riccia correre via ed entrare in casa.
Rimase qualche attimo fermo, ripensando a tutte quelle parole.
La donna poi si avvicinò a lui «Torna a casa» gli disse dandogli le sue cose.
«D'accordo. A domani Scarlett.» la salutò con un baco sulla fronte.
La donna lo fermò afferrandolo per il braccio. «Forse è meglio che ci dimentichiamo di tutto ciò, ritorna a chiamarmi professoressa Roswell, Payne.» concluse fredda lei.
Il ragazzo annuì, abbassando il capo. Entrò in auto e sfrecciò via lasciando due donne in un colpo solo.
Lauren era totalmente distrutta. Era corsa in camera, chiudendosi a chiave e piangendo a dirotto. Aveva affondato la testa nel cuscino, urlando a più non posso.
Il cuore le si era infranto in pochi attimi.

Vedere il ragazzo che hai finalmente ammesso d'amare, avere appena finito di fare sesso con un'altra donna fu straziante.
Le vennero i conati di vomito e così lo fece. Vomitò non una, ma ben 3 volte.
Sophie la pregò di aprire la porta e lei lo fece, poco prima di ritornare al bagno. La sorella le stesse vicino, scusandosi con Louis e chiedendogli di andare via. Lui lasciò ad entrambe un bacio sulla fronte e poi lasciò la loro casa.
Lauren piangeva sulla spalla di Sophie, non riuscendo a parlare e quando lo fece per raccontare il tutto scoppiò di nuovo in lacrime e vomitando ancora.
Sophie aveva davvero tanta paura. Paura di cosa avrebbe fatto dopo, paura per quella notte, paura per quando lei si sarebbe addormentata, paura che Lauren potesse rivivere il passato e potesse tornare nella clinica.
Non l'avrebbe permesso, non una seconda volta. La portò in cucina e le fece 3 camomille. Lauren non proferiva alcuna parola, si limitava ai gesti.
Dopo aver bevuto la sua camomilla si mise a letto, avvolta tra le braccia della sorella maggiore.
«Ti voglio bene.» le aveva detto Sophie.
Lauren si era limitata a sorrise leggermente, giusto un cenno.
A Sophie le si spezzava il cuore vederla in quello stato, lei era sua sorella, era il suo tutto, era l'unica cosa preziosa che aveva e che aveva avuto, dopo la mamma.
 
 

 

TO BE CONTINUED.



 

_________________________________________
Sullivan's space

avete visto? ho postato dopo 5 giorni *w*
oggi mi andava un monte di usare questo carattere e l'ho fatto 
ahahhahahahha
comunque come avrete notato questo capitolo
è diviso in due
part one ossia questa
e
part two che sarà la prossima (in massimo 3 giorni arriverà)
l'ho voluto dividere per non farlo troppo lungo e per diminuire il tempo di attesa <3

questa parte è un tutto un boom
mentre l'altro sarà ancora più
BOOOOOOOM 
giuro l'altra capirete tantissime cose
e mi scuso se in questa parte ci sono solo due coppie
nella prossima ci saranno un po' tutte <3

Fatemi sapere che ne pensate come sempre, non sapete quanto ci tengo a questa parte <3
1. che ne pensate della prof?
2. e di Liam e la sua "reazione"?
3. e di Lauren?
fatemi sapere tutto quello che pensate <3


ps:
347 recensioni, 81 preferite, 33 ricordare, 116 seguite <3
vi amo ogni giorno di più, ve lo giuro
e se volete continuate a metterla tra le preferite <3
vi amo!



P U B B L I C I T A'

Heylà gente <3

mi farebbe MOLTO piacere che voi seguiste
questa storia
è sempre dell'autrice imscarlet
che ha scritto LOUD SILENCE 
e mi farebbe piacere che avesse molte recensioni e seguite
è una storia riguardante
fantasmi, licantropi, vampiri
ma non come twilight
dove i vampiri luccicano
meglio <3
(amo twilight niente contro <3)

e poi mi farebbe piacere se recensiste o leggeste solamente
la mia vecchia FF
oppure
la mia one shot <3

Alla prossima.


twitter - facebook


ℳarìì Sullìvan

 

 

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Capitolo 9
*** ~Hidden Truths, Part Two. ***



 

Hidden Truths.
Part Two.


 

Quel giorno Niall, tornando da scuola, si chiese cosa fosse successo alla sua comitiva. Era stato troppo impegnato con gli allenamenti di calcio per seguire le vicende dei suoi amici, ma potè giurare di averli visti freddi l'uno con l'altra, il che era alquanto strano.
Non appena fu nella sua camera, Niall abbandonò questi pensieri e guardò fuori la finestra cercando con lo sguardo la sua Jenny. La vide, come l'altro giorno, intenta nel disegnare qualcosa. Questa volta, a differenza dell'ultima, cercò di attirare l'attenzione della ragazza sventolando le mani sopra la sua testa e chiamandola per nome.
La ragazza, dopo solo due richiami, alzò lo sguardo portandolo fuori dalla finestra. Non appena vide il ragazzo, fingendosi controvoglia, si alzò dal letto e andò ad aprire la finestra. Aveva tanta voglia di vederlo, anche se non riusciva ad ammetterlo neanche a se stessa.
«Heylà.» la salutò Niall con un cenno della mano.
La ragazza ammiccò, alzando un sopracciglio. «Ciao.» salutò poi a sua volta.
«Allora, a quando quest'uscita?» chiese diretto e spavaldo il biondo.
Jenny sorrise «Stai scherzando spero.» continuò «Ti rendi conto che ti ho lasciato vincere? Ero a mezzo metro dal traguardo e sono arrivata prima di te.» sorrise ancora beffarda «Ti ho lasciato vincere. Non hai vinto.»
Niall rimase interdetto per qualche istante però poi, mostrandosi ancora più spavaldo, riuscì a rigirare la situazione a suo favore. «Non c'entra nulla! Chi ha varcato il traguardo per primo?» chiese ancora più beffardo di lei «Io! Non importa che tu mi abbia fatto vincere o meno, il vincitore sono io!»
La ragazza cercò subito di intervenire, pur non sapendo cosa dire, ma fu subito interrotta da Niall «Stasera alle 9 sarò sotto da te, fatti trovare pronta o meglio fatti trovare e basta.» concluse poi rientrandosene di nuovo in camera.
Jenny rimase qualche istante fuori dal balcone, rielaborando l'accaduto.
Non sapeva davvero se essere felice o essere arrabbiata con se stessa. Se avrebbe permesso al biondo di entrare nella sua vita sapeva già che lui l'avrebbe abbandonata e, di certo, non era quello che lei voleva o almeno non di nuovo.
Tornò in camera, chiudendo le tende e ci sedette sul letto. Ci rifletté qualche attimo e poi si alzò convinta, dirigendosi verso l'armadio. Stava già decidendo cosa indossare. Aveva deciso che avrebbe dato un'occasione al biondo. L'avrebbe fatto. Non aveva mai preso una cotta per qualcuno: nessuno era riuscito a rubarle il cuore o semplicemente a strapparle un sorriso e così, dato che il biondo ci era riuscito parecchie volte, convinse se stessa che forse lui sarebbe stato quello giusto.
«Cosa cerchi?» le chiese dolcemente la nonna.
«Qualcosa da indossare.» rispose lei con lo stesso tono.
La nonna di Jenny era assolutamente l'unica persona con la quale lei riusciva ad essere la vera Jenny: quella dolce e sensibile.
«Esci?» chiese ancora l'anziana signora sedendosi sul letto.
La ragazza sorrise e annuì.
«Esci con quel bel ragazzo biondo della casa affianco?»
«Nonna!» ridacchiò lei «E' Niall, non te lo ricordi?»
«Oh si!» sorrise la donna «Come mai non viene più qui?»
La ragazza stette qualche minuto in silenzio, sospirando rumorosamente e cercando degli abiti.
«E' complicato, nonna.» le sorrise «Molto» aggiunse dopo guardandola.
«Mi piaceva quel ragazzo!» disse l'anziana «Era così carino e simpatico. Come mai si è tinto?» chiese la donna stranita.
Jenny rise all'espressione mista tra il buffo e il tenero della nonna e fece spallucce «Voleva imitare qualcuno forse, chissà!» ridacchiò subito dopo.
La donna si alzò e le andò incontro. Le poggiò una mano sulla guancia e le sorrise. «Mi ricordi tanto la mamma.» disse con occhi lucidi «Spero, però, che tu possa trovare il meglio dalla vita, amore mio. Il meglio.»
A Jenny le venne una morsa al cuore. Gli occhi le si riempirono di lacrime e così, istintivamente, le venne da abbracciare sua nonna, la sua ancora di salvezza.
La abbracciò ancora più forte e le accarezzava la schiena. «Non preoccuparti.» disse guardandola negli occhi «Credo di aver trovato già qualcosa o meglio qualcuno..» sorrise infine, abbracciandola nuovamente.



Zayn era seduto sulla panchina difronte l'Abercrombie & Fitch aspettando Arper. Quella sera voleva farle una sorpresa infatti non appena la ragazza, uscendo dal negozio, vide il ragazzo fu molto contenta. Corse verso di lui
e lo abbracciò, dandogli un bacio sulla guancia.

«Come mai qui?» chiese la ragazza stringendo la mano a Zayn che teneva appoggiato il braccio attorno alle sue spalle.
«Non sei felice?» chiese retorico lui.
«Scherzi? Non vedevo l'ora di vederti!» ammise sorridente «Che si fa?» chiese continuando a camminare per le vie di Los Angeles.
«Voglio portarti in un posto.» disse lui facendola entrare in auto.
«Dove? Dove? Dove?» chiese lei sempre più entusiasta.
«A casa con i miei.»
La faccia della ragazza cambiò radicalmente colore e Zayn scoppiò a ridere.
«Scherzo, scherzo!» ridacchiò ancora «Sei mai stata ad Hollywood?» chiese poi serio.
Arper scosse il capo «No.» ammise.
«C'è sempre una prima volta no?» sorrise ancora lui, avviandosi per le vie della California.
«Cosa ti ha spinto a venire qui? In California dico.» chiese lui, curioso.
«L'ho sempre sognata, sin da piccola, e non appena ho compiuto 18 anni, cioè 2 mesi fa, ho deciso che avrei coronato il mio sogno. Ed eccomi qua!»
Zayn sorrise. Le piaceva l'allegria che le trasmetteva Arper. «Tu hai sempre vissuto qui?» chiese la ragazza.
«No, fino a quando avevo 9 anni ho vissuto in Inghilterra, Bradford. Ecco perchè se sentirai Bradford Bad Boy è tutto normale.» ridacchiò lui.
«Bradford Bad Boy?» scoppiò in una grossa risata lei «E cos'è?»
«Una specie di soprannome.» fece spallucce «L'ho sempre avuto, da quando mi sono trasferito.»
«Non ti ci vedo nella parte dei “cattivo ragazzo”» ammise la mora.
«Neanche io.» confessò lui «Ma forse per quest'aria spavalda e sicura che ho, credono che lo sia.»
La ragazza annuì e sorrise «Solo tu hai un soprannome?»
«No. Li abbiamo tutti. Tranne Niall che è irlandese ma si è trasferito quando aveva 2 anni, siamo tutti inglesi, ecco perchè.»
«Davvero?» chiese sbalordita Arper.
Il moro rise e annuì con la testa «Liam è di Wolverhampton infatti viene chiamato “Wolverhampton Hustla”. Niall viene da Mullingar e lo chiamano “Mac Daddy Mullingar”, Harry viene da Holmes Chapel e viene chiamato “Holmes Chapel Homie” e Louis da Doncaster e viene chiamato “Swagmasta From Doncasta”.»
Arper sorrise compiaciuta, le piaceva sapere tutte quelle nuove cose sui suoi nuovi amici.
«Hope? Ha più chiamato?» chiese curiosa lei.
Zayn scosse il capo «No, Sophie ci sta malissimo.»
«E' per quello che oggi erano tutti così tesi?» chiese finalmente libera.
«No, non è per quello!» s'affrettò a dire lui «Diciamo che è troppo complicato da spiegare. Ti posso solo dire che io non so in che posizione stare. Sono il migliore amico di Liam e il migliore amico di Lauren e loro due si amano ma.. è tutto un casino lascia stare.»
«No dai, racconta!» lo incitò lei.
Mentre i due arrivarono a Hollywood, Zayn raccontò tutto sulla storia dei suoi migliori amici ed Arper se ne stava lì, al suo posto, in silenzio, ascoltando tutto.
Se ne stava in silenzio principalmente per capire bene la situazione e poi perchè era enormemente incantata dalla voce soave e armoniosa di Zayn. La mora osservava tutti i lineamenti e le espressioni facciali del ragazzo e rimaneva affascinata. Le piaceva il modo in cui lui contraeva la mascella, la vena che pulsava quando cantava stonando per farla ridere, le ciglia folte che si muovevano rendendo lo sguardo ancora più sexy del dovuto.
Arper era davvero ammaliata dal ragazzo dalla pelle ambrata.

«Primo: secondo me non hai capito niente.» rise contagiando la ragazza «Due: siamo arrivati!»
Arper scese dall'auto e rimase totalmente incantata da quello che la vista difronte ai suoi occhi le proponeva.
Dopo aver camminato parecchio a piedi per le vie di Hollywood, Zayn ed Arper entrarono in un ristorantino spagnolo.
«Dato che non ho mai mangiato spagnolo e tu lo sei, questa sera mi consiglierai cosa mangiare! Che ne dici?»
Arper abbracciò molto forte Zayn e poi lo baciò sulle labbra. «Mi mancava da morire mangiare spagnolo! Giuro! E' il mio cibo preferito!»
«Bingo!» sorrise lui «Dai accomodati.»
I due presero posto in un angolo del locale, stracolmo di gente.
Arper ordinò i suoi piatti preferiti e consigliò a Zayn di fare lo stesso. Dopo aver cenato, la ragazza poté constatare che era davvero il ristorante spagnolo più buono che avesse mai provato e si congratulò con il moro.
Dopo che Zayn pagò e si fumò una sigaretta, andarono su una collinetta ad ammirare tutto il cielo stellato.
«Mi piace stare con te.» ammise lui.
Lei lo strinse più forte a sé sorridendo. «Mi sento protetta.» si confidò a sua volta.
Zayn le alzò il capo e le baciò la fronte «Lo sei ora, lo sei.» disse poi lasciandosi alla magia delle stelle e dei baci.



Niall era da circa 10 minuti sotto casa di Jenny. Aveva bussato e la nonna di lei gli aveva chiesto, gentilmente, di aspettare qualche attimo.
Il ragazzo ringraziò la signora e aspettò sotto il portico. Era un po' nervoso quella sera. Aveva indossato un pantalone blu, con una camicia a mezze maniche bianca, abbinata alle sue Converse.
Attese qualche altro minuto e poi la porta di casa della ragazza di aprì. Jenny uscì in tutto il suo splendore.
Portava i capelli lisci e mossi sulle punte, di un castano perfetto e con un capello nero che le stava molto bene in dosso. Gli occhi truccati con un filo di matita e dell'ombretto glitterato nero, un filo di rossetto rosso e un po' di blush.
I tacchi alti la slanciavano più del solito e quel vestitino blu, forse un po' troppo corto, con quelle calze nere la rendevano sexy come sempre o forse più del solito.
«Ciao.» sorrise Niall, totalmente impacciato e sorpresa dalla sua bellezza. «Sei bellissima.» aggiunse poi.
Jenny arrossì in viso e abbassò per qualche istante il viso.
«Andiamo?» le chiese Niall.
Jenny alzò il viso e annuì, avviandosi all'auto di Niall, quest'ultimo le aprì la portiera e lei entrò, seguita da lui.
«Posso portarti in un posto a mia scelta vero?» chiese lui.
La ragazza annuì. «Non ho voglia di andare in nessun posto, quindi ti lascio scegliere.»
Lui ridacchiò «Grazie.» disse poi ironicamente.
«Hai già qualche idea?» chiese lei.
«Si. Ma non ti dirò mai qual è.» sorrise lui per poi accendere la radio.
Lui iniziò a canticchiare qualche canzone e lei lo ascoltava, facendo finta d'essere distratta.
Rimase stupefatta dalla voce di Niall e lo ascoltava sempre più con piacere. I due rimasero in silenzio per tutto il tempo e non appena arrivarono difronte il cancello di una fattoria, il biondo parcheggiò.
Jenny si guardò accigliata ma seguì il biondo che si era già avviato dentro.
«Dammi la mano.» la incitò il biondo.
Jenny fissò per qualche secondo la mano del biondo e non appena la afferrò si sentì un brivido percorrerle la schiena, un brivido piacevole.
«Chiudi gli occhi.» le disse lui.
Jenny eseguì l'ordine e seguì il ragazzo, ascoltando le indicazioni.
«Ferma qui.» concluse lui «Appena te lo dico, apri gli occhi.»
Jenny annuì e aspettò gli ordini di Niall.
Non appena quest'ultimo da lontano urlò un “apri”, Jenny riaprì in fretta gli occhi e si trovò difronte una specie di ippodromo dove, però, vi era un solo cavallo con Niall sopra.
Poiché il cavallo era distante, Jenny, riuscì solo a capire che era un cavallo nero.
Non appena Niall portò il cavallo vicino la ragazza, a quest'ultima iniziarono a venirle gli occhi rossi. Si sforzò di non piangere e ci riuscì.
«E il cavallo di tua madre, non è vero?» chiese Niall scendendo.
La ragazza annuì non sapendo trattenere una lacrima che subito tolse via «Si, Blue Jeans.» sorrise lei iniziando ad accarezzarlo..
«Ti va di cavalcarlo?» chiese Niall.
La ragazza guardò con occhi dolci Niall «Posso?» chiese poi quasi come una supplica.
«Diciamo che devi.» disse Niall cedendogli le briglie del cavallo.
Jenny scavalcò il recinto e si affrettò verso Blue Jeans. Gli accarezzò il dorso e lo baciò. Per un momento Jenny rivide la madre cavalcare quel magnifico cavallo.
«Grazie.» disse a Niall prima di iniziare a cavalcare.
Jenny aveva imparato tutto quello che sapeva dalla madre e ne andava davvero fiera.
Stette circa 20 minuti sopra il cavallo e poi scese, posando il cavallo nel suo posto.
«Posso portarti io in un posto adesso?» chiese la ragazza.
Niall annuì «Ma prima dobbiamo mangiare!» chiese lui con uno sguardo da cucciolo.
La ragazza ridacchiò «Sempre il solito eh Horan?»
Niall si grattò il capo e sorrise annuendo. «Dove vuoi andare a mangiare?» le chiese.
«Cinese?» chiese lei.
«Cinese sia!» confermò lui.
«Però andiamo dove dico io!» ordinò lei.
«Cioè?» chiese Niall.
«China Town.»
«E cioè?» chiese confuso Niall.
«Non sai cos'è Chinatown?»
«Si che lo so! Ma non so dove si trovi! Non ci sono mai stato!»
«Giura!» disse sbalordita Jenny «Ti ci porto io, sali!»
Niall le lanciò le chiavi dell'auto e lei mise in moto.
Dopo circa 20 minuti, i due arrivarono in un viale buio dove ne spuntava un altro pieno di luci.
«Seguimi.» disse lei prendendo, di sua spontanea volontà, la mano di Niall.
Camminarono per poco, dopodiché Jenny chiese a Niall di chiudere gli occhi.
Lui obbedì e la seguì fino ad arrivare in un punto affollato di gente e il biondo lo capì dalle tante voce accavallate.
Non appena aprì gli occhi Niall fu estasiato dalla meravigliosa vista che aveva dinanzi gli occhi.
Le palle di luci, tipiche cinesi, erano appese ogni metro ai lati delle strade e una grossa fontana riempiva quella specie di piazza. Gli occhi di Niall di ingrandirono man mano che camminavano.
Dopo un po' arrivarono in un ristorante cinese. Ordinarono del riso alle verdure, tipico cinese, e del pollo alle mandorle per lui e lei prese delle semplici verdure, essendo vegetariana.
Jenny aiutava Niall con le bacchette e lui le dava le mandorle del pollo.
«Da quanto tempo sei vegetariana?»
«Circa 6 anni.» disse lei.
«Da quando avevi 12 anni?»
La ragazza sorrise e annuì «Non mi pento neanche un giorno di questa scelta.» ammise poi.
«L'importante è essere fieri di se stessi.» disse lui facendo spallucce e continuando a mangiare.
Come ultima portata i due ordinarono gelato fritto e lo mangiarono con molto entusiasmo, entrambi rimasero soddisfatti.
Dopo che pagarono i due ricevettero i biscotti della fortuna e li aprirono insieme, seduti ai bordi della fontana.
«Leggi prima tu.» disse la ragazza.
Niall annuì e iniziò a leggere «L'amore ti travolgerà.» Niall rimase in silenzio «Wow» aggiunse poi «A te?»
«Fidati..»
I due rimasero i silenzio per qualche istante, una voglia irrefrenabile di baciarsi cresceva in entrambi.
Avvicinarono i volti man mano ma quando furono sul punto di baciarsi il cellulare del biondo prese a squillare.
«E' mia madre.» disse un po' imbarazzato. «Meglio che andiamo. Sono l'una e mezzo.» sorrise poi avviandosi.
Per tutto il tragitto in auto i due rimasero in silenzio e non appena Niall arrivò a casa parcheggiò e accompagnò Jenny sotto il portico di casa.
«Bella serata.» gli disse Niall.
«Grazie di tutto.» gli aveva risposto Jenny, baciandolo sulla guancia ed entrando in casa.
Niall tornò in casa massaggindosi la guancia, addolcito da quel gesto, mentre Jenny tornava in camera accarezzandosi le labbra che avevano appena sfiorato la pelle più morbida e profumata di sempre.



Quella mattina Hope era terribilmente triste. La sera scorsa l'aveva trascorsa piangendo a dirotto nel suo letto. Le mancava troppo la sua vecchia vita, il suo Harry, la sua Sophie, le mancava Lauren e addirittura le mancava
Louis e le sue cretinate. Sapeva che se avessero chiamato, lei non avrebbe risposto, ma si chiedeva comunque perchè non l'avessero ancora fatto.

Era a New York da soli 3 giorni ma pensava di essere lì da almeno un mese, era come se il tempo le non passasse mai.
Era andata a fare shopping, per compensare la tristezza, ma anche lo shopping le ricordava le pazze giornate a Los Angeles e di conseguenza la faceva stare male.
Quello sarebbe stato il suo primo giorno di scuola a New York e non sapeva davvero come comportarsi.
Non era mai stata la nuova, non era mai stata sola e, in più, non le andava a genio che tutti la guardassero continuamente essendo la figlia di Robert ed Emma Bennet.
Hope salutò i suoi genitori e uscì di casa, si strinse nella sciarpa e salì in auto avviandosi verso scuola.
Doveva ammettere che New York era un tantino più fredda di Los Angeles.
-Mi servirebbe un abbraccio di Harry- aveva pensato quella notte ma poi, subito dopo, scacciò via quel pensiero.
Appena arrivò a scuola, parcheggiò e si avviò all'entrata subendosi gli occhi di tutti puntati addosso.
Buttò qualche occhiataccia ad alcune ragazze snob e si recò nella prima aula dove aveva lezione: musica.
Si sedette all'ultimo banco e aspettò che la professoressa entrasse. Qualche ragazza si avvicinò a lei e infine le si affiancò un fusto, Hope dedusse che fosse il capitano di football data la stazza.
«Heylà bellezza. Qual buon vento porta qui una donzella così soave?» chiese il ragazzo ad Hope in stile rinascimentale.
Hope voltò lo sguardo verso quel ragazzo e inarcò un sopracciglio.
«Senti» iniziò stizzita «vengo da Los Angeles, sono incazzata nera e ho un fidanzato. Quindi, togliti dalle palle.» concluse più acida che mai.
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa e cambiò subito posto.
-Che sbruffone- pensò lei.
Aspettò qualche altro minuto e poi un professore sulla 50ina fece il suo ingresso.
Le ore passarono in fretta e all'ora di pranzo, Hope si ritrovò sola ad un tavolo.
Un ragazzo camminava verso la sua direzione e per un momento le sembrò di vedere Harry.
Quando quest'ultimo si avvicinò abbastanza da poter essere riconosciuto Hope constatò che non era il suo bel riccio ma un insulso nerd.
Indossò i suoi occhiali da sole e fece scendere una lacrima che asciugò in fretta.
Le mancava terribilmente il suo ragazzo, non sapeva che fare e così si accontentava di piangere.



Quel giorno a scuola c'era, forse, più tensione del giorno prima. Sophie e Lauren si stavano avviando all'ingresso quando Harry le chiamò da lontano. Il riccio si avvicinò a loro e le salutò con dei baci.
«Vado dritto al punto.» iniziò Harry «Mi manca Hope!» sbottò sospirando «Ecco l'ho detto. Rivoglio la mia ragazza!»
Lauren sorrise e si avviò verso l'aula di biologia, lasciando Sophie ed Harry parlare da soli.
«Manca anche a me.» ammise Sophie «Troppo!»
«Secondo te l'ha visto il video?» chiese Harry.
«Non lo so.» disse a tono basso «Che ne dici se questo week-end andiamo a riprendercela?»
«Tra due giorni?» disse quasi urlando il riccio «Sei ammattita? Io devo vederla ora! Subito! Domani massimo!»
«Dai aspettiamo il week-end, ha bisogno anche lei di schiarirsi un po' le idee, non credi?»
Harry rimase in silenzio, mordendosi il lato del labbro inferiore e riflettendo. «Forse hai raggione.» aggiunse poi flebilmente «Allora andiamo nel week-end. Che lei sia pronta o meno.»
Sophie sorrise ad Harry e gli lasciò un bacio sulla guancia poi i due si divisero e andarono ognuno nella classe rispettiva.
Sophie era davvero delusa e arrabbiata, anche se non lo dimostrava, e così decise che avrebbe parlato con Jenny, infondo era anche colpa sua che Hope se n'era andata.
Louis ed Harry erano nella stessa classe, seduti all'ultimo banco vicino la finestra.
Il riccio approfittò dell'assenza del professore di astronomia per raccontare tutto a Louis che fu concorde con lui sull'andare a New York.
«Verrò anch'io con voi.» disse «Manca anche a me quella scalmanata di una bionda.» sdrammatizzò poi cercando di far sorridere il suo migliore amico.
I due parlarono tanto quella mattina unendo, nell'ora di musica, anche il resto del gruppo.
Liam raccontò tutto ai ragazzi: in primis, scherzosamente, si complimentarono per la scopata con la professoressa ma poi, essendo amici di Lauren, si dispiacquero per entrambi.
Liam e Lauren erano come la coppia proibita. Si amavano a vicenda ma non riuscivano a stare insieme.
La mattinata passò in fretta e così i ragazzi andarono a pranzo tutti insieme.
Louis, Sophie, Adam e Lauren entrarono insieme in mensa e non appena Sophie scorse Jenny seduta ad un tavolo, si scusò con tutti, e le andò incontro.
I ragazzi, notando il modo convinto con la quale Sophie camminava, la seguirono infischiandosene di quello che aveva detto.
Rimasero a qualche metro distante da loro, assistendo a quello che sarebbe accaduto.
Sophie picchiettò sulla spalla di Jenny e quest'ultima si voltò alquanto infastidita.
«Cosa vuoi?» chiese Jenny.
«Cosa voglio?» sbottò Sophie «La mia migliore amica per colpa tua si è drogata, si è fatta dei piercing orrendi e si è tinta i capelli e in più le avrai fatto il lavaggio del cervello di chissà quale stronzata!» urlò ancora. «Sai qual è il tuo problema Jenny? Che tu non hai amici e rovini quelle degli altri!» sbottò infine.
Jenny guardò in malo modo Sophie e poi rise «Io non avrò amici ma se ne avessi uno saprei come trattarlo. Tua sorella è come una migliore amica no? E allora» disse abbassando la voce in modo che solo lei potesse sentirla «perchè non le hai mai detto la verità su ciò che solo io e te sappiamo? Devo farlo io..?» chiese la mora in sfida.
«Non oseresti.» ringhiò Sophie.
«Guardami!» rispose Jenny facendo qualche passo in avanti verso il Lauren, Adam Louis. «Lei dice che io non ho amici!» urlò «ma lei non sa trattare le persone come amici.» aggiunse «Sapete cosa ha fatto questa ragazza?»
«Sta zitta!» le ringhiò ancora Sophie.
«Questa ragazza» urlò indicando Sophie e attirando l'attenzione di tutti «circa un anno fa, ha fatto sesso con il ragazzo con cui si frequentava la sorella, rimanendo incinta e poi abortendo!» concluse Jenny andando via.
In quel momento tutti rimasero senza parole. Lauren era rimasta immobile, con gli occhi sbarrati. Adam era rimasto senza parole, non sapendo dell'aborto e Louis aveva dipinto sul volto la tipica espressione delusa e amareggiata.
Lauren lasciò il vassoio che aveva in mano e lo fece cadere a terra, scappando via. Sophie ed Adam corsero insieme ma Liam afferrò il braccio di quest'ultimo, con un po' troppa forza, fermandolo.
«Meglio che le lasci stare. Hanno bisogno di parlare da sole.» aggiunse poi rimanendolo solo e andando via con Louis.
«Come stai amico?» chiese Liam a Louis.
«Devastato.» rispose lui «Totalmente devastato.»



 

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Sullivan's space




*BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM*



Prima di tutto mi scuso con TUTTI per aver pubblicato dopo 4 giorno anzichè 3 come avevo preannunciato
ma da quanto avete letto non potevo scrivere una cosa del genere in soli 3 giorni 
contando anche che la scuola mi sta MASSACRANDO
(ma vaffanculo!)

Passando a voi

123 seguite
87 preferite
34 ricordate
394 recensioni totali.
MI STA PER VENIRE UN INFARTO <3
davvero grazie infinite, siete meravigliose e
ringrazio anche chi continua a mettere la storia tra le preferite
e invito a chi non l'ha fatto a farlo, se vuole ovviamente <3

Passando al capitolo:

Che ne dite?
C'è abbastanza BOOM no? *w* 
Mi piacerebbe ricevere tante recensioni a questo capitolo
perchè mi garba da morire *w* davvero.
poi mi piacerebbe sapere:
1. parte preferita?
2. scena preferita?
3. vi mancava hope?
4. cosa credete succederà dopo?
5. (vi ho rotto le palle ma è l'ultima) chi è il vostro personaggio preferito?
Rispondete a queste domande, mi farebbe piacere <3333333

in più se volete
passate alla mia 
ONE SHOT
o alla mia VECCHIA FF
oppure se io vi ho rotto le palle 
c'è la mia autrice preferita in assoluto che sta scrivendo una nuova storia

EMMERSON'S GUARDIAN

se vi va passate e seguitela *W* 
soprattutto a chi ama i fantasmi, i lupi e i vampiri <3

XOXO 
sullivan.

ps: mi scuso per i sullivan's space troppo lunghi ma è come se parlassi con voi <3
vi amo!



Facebook  ~  Twitter. 

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Capitolo 10
*** ~Flashback. ***



 

 
~Flashback.
 

 

Era il giorno di Halloween. Sophie e gli altri erano andati a passare la serata nella clinica con Lauren. Tutti.
Adam, Liam, Sophie, Louis, Hope, Harry, Zayn e Niall.
Adam e Zayn si erano vestiti da Batman e Robin, Niall da zombie, Louis da clown assassino, Harry aveva indossato una maschea di Scream, Liam era vestito da becchino, mentre Sophie e Hope da diavoletta e strega sexy. Quanto a Lauren: aveva semplicemente rubato un camice, fingendosi un'infermiera killer.
Si erano divertiti tutta la serata e quando arrivò il momento di andare via a Sophie venne la solita angoscia. Le dispiaceva, come ogni volta, lasciare la sorella in quel posto, da sola, in quelle condizioni.
Cercava ogni volta di non piangere, evitando il suo sguardo. La abbracciò forte, come era solita fare, e poi le lasciò un bacio sulla fronte augurandole buonanotte.
«Andiamo via insieme? Ho bisogno di parlarti.» chiese Adam a Sophie.
La ragazza annuì, salutando tutti.
«Dormi da Harry?» chiese poi a Hope.
«I miei sono fuori e ho paura a dormire da solo.» scherzò il riccio, scatenando dei risolini generali.
«A domani.» salutò infine Adam.
Mentre tutti gli altri tornarono a casa, i due entrarono in auto, avviandosi in una caffetteria.
«Cosa c'è?» chiese spedita Sophie.
«Devo essere sincero con te giusto?» disse il moro, come per prendere tempo.
Sophie annuì, non capendo Adam dove volesse arrivare con quella domanda.
«Questa situazione mi sta uccidendo. Ti giuro. Sto male per lei, sto male per me, sto male per quello che non possiamo essere.» sbottò.
Adam non sapeva quanto Sophie, in quel momento, si stesse rispecchiando nelle sue parole.
«Vorrei portarla al cinema, vorrei portarla al ristorante, accompagnarla agli allenamenti delle cheerleader, accompagnarla a fare shopping, insomma.. vorrei essere
ogni momento con lei, ogni singolo istante ma non posso!» sbottò ancora.

Adam fece scendere una piccola lacrima sulla sua guancia, lacrima di nervosismo, esasperazione.
«Sto male. Troppo.» aggiunse infine.
«Benvenuto nel club.» rispose lei quasi sarcastica. «Guida dove ti dico io! Non voglio tornare a casa, tantomeno prendere un caffè!»
«E dove vuoi andare a quest'ora?»
«Guida dove ti dico io e sta' zitto!»
Adam seguì le indicazioni di Sophie e una volta arrivati in periferia, arrivarono fuori un locale stracolmo di persone. Adam fermò l'auto almeno 1 km distante dal
locale, in un posto buio e pieno di alberi e se non fosse stato per la musica, le persone e qualche casa lì intorno, poteva essere etichettato come un bosco.

«Sei impazzita? Non possiamo andare a divertirci in un locale, quando tua sorella è lì!» la rimproverò quasi.
«Abbiamo bisogno, entrambi, di bere e divertirci. Quindi muovi le chiappe!» gli ordinò uscita dall'auto.
Aveva bisogno di sfogarsi: per lei, per la sorella e per la solita storia di Louis. Lui che scopava e si divertiva con tutte, lei che soffriva in silenzio.
«Non se ne parla!» urlò il ragazzo.
Sophie, scaltramente, rubò le chiavi dell'auto dal pannello e le portò dietro la schiena, costringendolo ad uscire per riprendersele.
Adam iniziò a rincorrerla e quando la raggiunse lei nascose le chiavi dietro la schiena, obbligandolo ad avvicinarci sempre più al suo viso.
«Ridammele su!» urlava e rideva il moro mentre lei si dimenava per farsi lasciare.
I due erano ad un centimetro di distanza quando lui si allontanò.
«Hai vinto! Entriamo!»
Sophie sorrise compiaciuta e insieme al moro, entrò nel locale.
Ballarono per circa 2 ore e bevvero almeno 6 cocktail a testa. La ragazza cominciò a traballare quando Adam, un tantino più lucido, la portò in auto.
Lei iniziò a ridere coma una matta e si avvinghiò al braccio di Adam.
«Come sei carino questa sera.» gli disse.
«Sophie, smettila! Sei ubriaca.»
«In vino veritas.» gli citò la ragazza.
Lui rise sotto i baffi poco prima che lei gli prendesse il viso e lo portò sulle sue labbra. Si baciarono, sempre più con foga. Lui calò il sediolino di lei e si poggiò sopra.
Iniziarono velocemente a spogliarsi e senza precauzioni ne frasi banali, lui la penetrò.
Il solito fiato corto era accompagnato da gemiti abbastanza forti. Non era di certo la prima volta per entrambi ma Sophie poté giurare che quella fu una delle notti
che non avrebbe dimenticato facilmente.



Due mesi dopo..


Sophie aveva un ritardo di 29 giorni. Dopo quella volta con Adam, volta che non aveva detto a nessuno, non l'aveva più fatto.
Dopo aver passato l'intera mattinata nel bagno della scuola si era finalmente decisa a comprare un test di gravidanza.
Alzò il cappuccio della sua felpa, si avvolse nella sciarpa e uscì a passo felpato dalla farmacia. Entrò in un bar poco distante e chiese di poter andare in bagno.
Aveva le guance rosse per il freddo pungente e le mani congelate per i guanti non messi. Entrò velocemente in bagno e fece il test. Appoggiò la schiena contro il muro e scivolò giù, aspettando i risultati.
Ogni secondo si faceva sempre più straziante e Sophie potè giurare di stare per morire. Osservò l'orologio sul polso e notò che erano passati i soliti 5 minuti.
Chiuse gli occhi per qualche secondo, pregando. Quando li riaprì e osservò il test a Sophie le saltò un battito del cuore.
Vedere quella riga orizzontalmente la fece vomitare ancora di più.
Si alzò da terra, lavò le labbra e si aggiustò il trucco. Uscì dal bagno e si affrettò ad un tavolo: ordinò una cioccolata e dei pasticcini.
Sfogò tutta la tensione, la paura e la frustrazione nel cibo. Più volte infilò le mani nei capelli, come se potessero toglierle tutti i problemi.
Dopo circa 2 ore e un conto di ben 43$, Sophie andò via, in un posto particolare, vicino a qualcuno che forse l'avrebbe potuta aiutare.
Andò dalla sua mamma, la sua stella.
Attraversò il cimitero in rigoroso silenzio, una volta arrivata alla lapide Sophie si inginocchiò vicino.
«Ciao mamma.» sussurrò piano accarezzando la foto dove vi ritraeva la donna. Era alta, magra e dai capelli color cioccolato. Era dolce, sensibile e tanto amorevole. Sophie era tanto legata alla madre e quando la perse acquistò tutta la sua forza per aiutare la sorella Lauren.
«Ho fatto un casino mamma.» disse tra un singhiozzo e l'altro. «Non voglio che tu sia delusa da me, non voglio che tu mi odi ma.. non posso portare avanti una
gravidanza mamma! Sono ancora una bambina.»

Le lacrime cominciarono a scenderle velocemente lungo le gote, i singhiozzi erano irregolari e una forte pressione al cuore la stava devastando.
Sophie riusciva a cacciare la vera sé solo dinanzi alla madre, era come se le togliesse la corazza che si era costruita in quegli anni.
«Voglio tornare ad essere la tua bambina! Voglio tornare a sentire la tua mano calda sulla mia guancia, voglio tornare a sentire la buonanotte e voglio tornare ad
abbracciarti quando ho paura..questo è quello che chiedo mamma, un abbraccio.» Sophie tirò su col naso, riprendendo il suo autocontrollo «Mi manchi tanto
mamma. Le giornate sono spente senza te e a distanza di 5 anni io aspetto ancora che tu torni dalla porta e gridi “sono tornata piccole pesti!”» concluse lasciandosi
sfuggire un sorriso malinconico «So che tu non vuoi vedermi piangere ma è dura.» continuò «Sei il mio angelo custode, mamma. Non dimenticarlo..»

Sophie si alzò da terra e pulì le ginocchia dal solito colorito lasciato dall'erba fresca. Si aggiustò meglio la sciarpa e tirò su col naso.
«Vivi in me..» sussurrò prima di baciare la foto e andare via, dritta all'ospedale.
Quando Sophie arrivò lì aspettò circa 1 ora prima di essere ricevuta da un medico.
Spiegò tutta la situazione al ginecologo e dopodiché disse le sue intenzioni.
Dopo che il dottore le fece firmare parecchie autorizzazioni e permessi, Sophie abortì il suo primo figlio.
Sfortuna volle che quel giorno Jenny Watson era lì e che quel ginecologo era suo zio.
Quando Jenny lo venne a scoprire lo disse subito alla diretta interessata, in un modo alquanto vendicativo.
Sophie minacciò Jenny di dire ai suoi parenti delle dosi di cocaina ma la mora non si fece ingannare né raggirare.
Si fece pagare 1000$ e in più promisero di mantenere il segreto. Le due ragazze accettarono e mentre Sophie cercò di non pensarci più, sfogando tutto nelle lacrime e nel gelato; Jenny sfogò le sue frustrazioni nella cocaina e nella droga più pura.





 

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Sullivan's space.







ok dopo questo piccolo pezzo della nuova
splendida/meravigliosa/stratosferica/strabiliante/......./
canzone dei nostri amati one direction 
posso anche SCUSARMI PER LO SCHIFOSO RITARDO.
lo giuro mi dispiace tantissimo ma non avevo ispirazione e poi BOOM 
è nato questo capitolo per farvi capire meglio le cose.

RINGRAZIO CON TUTTA ME STESSA LE 45 RECENSIONI PER LO SCORSO CAPITOLO
RINGRAZIO PER 97 PERSONE CHE L'HANNO MESSA TRA LE PREFERITE
LE 38 PERSONE CHE L'HANNO MESSA TRA LE RICORDATE
E LE 126 PERSONE CHE LA SEGUONO
Invito chiunque voglia farlo a sponsorizzarla e metterla tra le preferite.
vi giuro mi riempite di gioia quando lo fate *W*

Spero questo capitolo non faccia schifo e spero siate felici quanto me per:
giovedì
e per 
18 e 20 Maggio 2013.
spero riuscirete ad andarci perchè io ci vado: sia giovedì che il 20 maggio, nonostante sia di Napoli <3
Un bacio a chi la recensirà e a chi la leggerà.

AH! COMUNQUE HO SCRITTO
UNA NUOVA ONE SHOT.
SI CHIAMA GOAL
ECCO A VOI IL LINK
(basta cliccare sul banner/foto qui sotto)


68

LASCIATE RECENSIONI <3
VI AMO!


 

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Capitolo 11
*** ~Accomplices. ***



 

 
~Accomplices.


Dopo che Lauren era scappata dalla mensa, sua sorella Sophie l'aveva cercata da tutte le parti. 
Era corsa a casa, al cimitero, al molo, sulla spiaggia e addirittura a casa del padre, ma di Lauren nessuna traccia.
Era davvero dispiaciuta di tutto quello che era appena accaduto. Le era crollato il mondo addosso in pochi attimi.
Sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi di Jenny ma dopo un anno di silenzio aveva creduto che quel silenzio sarebbe durato ancora per molto.
Si sentiva a pezzi, angosciata, sapeva di aver deluso tutti ed era quella la cosa che non riusciva ad accettare.
Era sempre stata una ragazza modello, non per niente era la migliore amica di Hope, e non aveva mai deluso nessuno: aveva sempre soddisfatto ogni aspettativa che fosse sua o altrui.
Tornata a casa, non del tutto arresa, Sophie sprofondò nel divano, chiamando per l'ennesima volta sul cellulare di Lauren.
A differenza delle altre volte il cellulare aveva smesso completamente di squillare e a quel punto, Sophie, si arrese completamente.
Sprofondò in uno di quei pianti isterici e disperati che niente e nessuno l'avrebbe potuta calmare.
Affondò il viso nel cuscino e lo imbrattò tutto di mascara e trucco sbavato ma nulla le importava. Quando si mise composta, tirando su col naso, osservò una foto posta di fianco il televisore.
Quella foto ritraeva le tre ragazze, Hope, Sophie e Lauren, a New York nel periodo di Natale.
Sophie in quel momento capì che aveva bisogno di Hope più di qualsiasi altra cosa, nessuno avrebbe mai potuto eguagliare l'importanza di Hope, nemmeno Louis.
Si alzò di scatto dal divano e corse al bagno, si diede una sistemata e subito accese il suo portatile.
Prenotò all'istante un biglietto d'aereo per New York, al momento di sola andata. Chiuse il computer e salì le scale entrando in camera sua e preparando una mini-valigia.
Mise il giusto necessario per 2-3 giorni, il tempo necessario per convincere la sua migliore amica.
Non solo voleva andare lì per sfogarsi e confidarsi ma voleva riportarla anche alla vita normale, alla vita di tutti i giorni, tutti insieme.
Sophie sapeva benissimo che se Hope fosse ritornata la metà dei suoi problemi sarebbe spariti e la cosa era in vantaggio per tutti.
Dopo aver chiuso la valigia ed essere entrata nel taxi chiamato poco prima, chiamò un'ultima volta Lauren non ricevendo alcuna risposta. Mandò un messaggio breve a Zayn e partì per l'aeroporto.
-Stava andando tutto troppo perfettamente per continuare in questo modo- pensò la ragazza tristemente amareggiata. 
Indossò i suoi occhiali da sole e lasciò scivolare via una lacrima. Pagò il tassista, scese dall'autovettura ed entrò nell'aeroporto, eseguendo il check-in.
Dopo che aspettò circa mezz'ora una vocina all'altoparlante chiamò il suo volo. Sophie s’imbarcò, diede i documenti alle hostess e aspettò che l'aereo decollasse.
Poco prima di dover spegnere il cellulare scrisse ad Harry.
Sono in viaggio per New York. Prendetevi cura di Lauren.
Dopo di che spense il cellulare e lo ripose in borsa. Prese a fissare il panorama al di fuori del finestrino e aspettò che passassero le ore di volo.



Zayn invitò Arper a casa sua, con i suoi genitori, e la ragazza non rifiutò di certo.
Fu molto felice che Zayn si fidasse così tanto da portarla in casa sua, con i suoi genitori. 
Non avevano mai parlato apertamente di cosa realmente fosse la loro relazione, un po' per imbarazzo, un po' per tutte le strane vicende accadute.
Erano appena scesi dall'auto parcheggiata sul vialetto di casa Malik quando una bimba dai folti capelli neri e dalla carnagione scura andò in contro a Zayn.
Zayn la prese in braccio e le lasciò un bacio tra i capelli, riposandola in terra. Arper dedusse fosse la sorella.
«E' come se ogni mattina andassi in guerra.» ridacchiò Zayn voltandosi verso la mora e sorridendole dolcemente.
Allungò la mano e aspettò che Arper l'afferrasse per poi entrare in casa.
La madre di Zayn, Tricia, li accolse con un sorriso che partiva da un orecchio arrivando all'altro. 
La donna aveva lasciato il lavoro da segretaria, del suo stesso marito, per dedicarsi di più ai suoi 4 figli.
«Zayn, perdonami, ho bisogno di parlarti un attimo.» si scusò la madre.
Zayn sorrise ad Arper e si alzò dal divano sul quale erano seduti.
«Dimmi mamma.» disse una volta arrivato in cucina.
«C'è Lauren in camera tua. E' venuta qui dopo pranzo con due occhi rossi e grandi. E' corsa subito in camera tua e si è infilata sotto le coperte. Ho controllato poco prima che tu venissi e stava dormendo. Cos'è successo?»
Zayn rimase assolutamente sorpreso dalle parole della madre e dalla calma con la quale annunciò la notizia.
Prese un sospiro e annuì flebilmente, analizzando il tutto. «Grazie.» le disse semplicemente baciandole la fronte.
Quando tornò nel salone trovò la sorella più piccola, Safaa, intenta nel giocare con i lunghi capelli di Arper. 
Il moro era estremamente felice che le due andassero d'accordo dato che la piccola era quella un po' più gelosa del suo fratellone.
«Hey.» disse rivolgendosi alla mora «Lauren è qui.. che ne dici di farci due chiacchiere?»
La mora gli sorrise «Credo più che dovresti farlo tu, è la tua migliore amica, è venuta a casa tua, io non c'entro.»
Zayn era sempre più sorpreso dalla sua maturità. Era davvero la ragazza perfetta per lui, pensò.
«10 minuti e scendo, d'accordo?»
«Mettici tutto il tempo che vuoi, noi qui ci stiamo divertendo un mondo. Non è vero Safaa?»
La piccola sorrise e annuì, totalmente entusiasta. 
Zayn corse su per le scale e raggiunse la porta della sua camera. Abbassò con calma la maniglia della porta e sprofondò nel silenzio più assoluto.
Dal suo letto si sentivano i respiri lenti e regolari e non appena si voltò Zayn notò la sua migliore amica, con il trucco tutto sbavato, dormire beatamente nel suo letto.
Si sedette per terra, con il viso a pochi centimetri da quello di Lauren.
L'accarezzò e le lasciò un bacio sulla fronte. La riccia aprì pian piano gli occhi, trovandosi di fronte il suo migliore amico.
«Non volevo svegliarti.» si scusò lui.
«Ho bisogno di te, Zayn.» lo supplicò quasi, Zayn.
«Ci sono e ci sarò sempre. Lo sai.» la rassicurò.
«Portami in clinica.» disse semplicemente la riccia.
Zayn rimase assolutamente basito ma cercò di non darlo a vedere. Si alzò dal pavimento e si sedette sul letto, affianco Lauren, l'abbracciò e la sorrise.
«Ti aspetto giù.» le disse poi sull'uscio della porta.
Lauren si sentiva meglio sotto un certo aspetto. Sapeva che in clinica l'avrebbero aiutata e sapeva che qualunque cosa sarebbe accaduta lì l'avrebbero potuta aiutare.
Si ricompose indossando le scarpe e la giacca e scese al piano di sotto. All'uscio della porta c'era Arper che le sorrideva, un sorriso tutt'altro che malvagio, tutt'altro che compassionevole, un sorriso d'amicizia.
Uscirono insieme da casa Malik senza proferire una parola e una volta arrivate fuori l'auto Arper aprì lo sportello anteriore per far sedere Lauren ma quest'ultima le sorrise di rimando e prese posto dietro di loro.
Arper rimase interdetta per qualche minuto, entrò in auto e sorrise ad entrambi.
Era rimasta spiazzata, totalmente. Era sempre stata gelosa di Lauren, in un certo senso, ma ora sapeva che tra loro c'era solo amicizia, le fu davvero grata di quel gesto. Arper lo prese come una forma di rispetto, rispetto che chiaramente ricambiava.
Erano in viaggio da circa 20 minuti, Zayn le prese la mano e le accarezzava il dorso. Arper controllò dallo specchietto come stesse Lauren, siccome non aveva spiccicato una parola e notò che si era appisolata.
«Quanto manca?» chiese alzare il tono di voce.
«Un'altra mezz'ora. E' in periferia di Los Angeles.» le rispose «Mi dispiace» disse d'un tratto.
«Di cosa?» chiese la mora accigliata.
«Di averti fatto perdere del tempo! Insomma sei qui con me quando potresti essere da qualche altra parte a divertirti.»
«Spero tu stia scherzando.» ridacchiò lei stringendo la presa della mano «Io voglio stare con te.» rispose poi.
Il moro le sorrise e la baciò velocemente. «Sophie è a New York.» annunciò poi.
«Cosa?»
«Mi ha mandato un messaggio prima, mentre eravamo in classe. Ha detto “Vado a New York. So che non c'è bisogno che te lo dica, ma stai attento a Lauren. E basta.»
«WoW» disse perplessa Arper.
«Già.» rispose di rimando Zayn.
 
 
 
Niall aveva seguito Jenny fino al parcheggio, dove la ragazza se ne stava beatamente, fumando una canna.
L’aveva raggiunta e le aveva tirato la canna dalle mani e l’aveva gettata, subendosi le sue imprecazioni.
«Che cazzo fai?» gli urlò contro.
«Devi smetterla di fumare questa merda!» gli rispose il biondo con lo stesso tono.
«E tu cosa rappresenti nella mia vita per dirmi cosa devo o non devo fare?»
«Colui che ti vuole portare via da questo giro di merda!»
«Non sai niente di questo “giro”» gli rispose la ragazza imitando due virgolette.
«So che è un giro dal quale o ne esci prima possibile o non ne esci più e peggiori, e io non voglio.»
«Perché non provi a pensare un po’ più a te stesso?» gli disse Jenny con un tono abbastanza placato.
«Non posso pensare a me stesso quando la ragazza che voglio sta male!» esordì a tono alto.
Jenny rimase totalmente senza parole. Aprì la bocca per ribattere ma quest’ultima sembrò essersi prosciugata. La richiuse nello stesso tempo in cui l’aprì. Fece un sospiro e deglutì, voltando il capo lontano dallo sguardo disarmante di Niall.
Il biondo cercò le parole adatte per esprimere una volta e per tutto quello che sentiva, senza esagerare.
«Ogni volta che ti guardo, ogni volta che ti parlo vedo ciò che voglio. Vedo la mia ragazza.» man mano che parlava, Niall si avvicinò a Jenny. Le poggiò la mano destra sulla guancia e le fece spostare dolcemente lo sguardo sul suo.
«Ieri siamo stati bene, ci siamo divertiti, abbiamo parlato e non hai fumato neanche una sigaretta. Credi che non l’ho notato?» gli chiese quasi retoricamente lui.
Jenny rimase ancora in silenzio. Gli occhi le si stavano sciogliendo lentamente in quelli celestiali di Niall.
«Dì qualcosa, ti prego.» la supplicò lui.
Jenny fece un ennesimo respiro, inumidì le labbra e lo guardò dritto negli occhi. «E’ come se tu fossi la mia droga.» disse poi a tono basso, quasi impercettibile. Era come se si vergognasse di quello che Niall le avesse provocato. L’aveva spogliata, le aveva analizzata dentro l’anima e di certo, per una come Jenny, non fu una cosa piacevole.
Niall rimase totalmente spiazzato da quello che la mora le aveva detto, ma non lo diede assolutamente a vedere.
Appoggiò tutte e due le mani sulle sue guancie e le portò il viso al suo, annullando tutte le distanze.
Fu il bacio più bello che avessero mai dato, entrambi. Niall aveva, ovviamente, baciato altre ragazze ma nessuna le aveva provocato quello che le stava provocando Jenny e per quest’ultima fu lo stesso.
Non aveva baciato molti ragazzi, spesso le sue “storielle” si riducevano a semplice sesso, ma potè giurare che quello fu il suo miglior bacio, se non il primo vero bacio.
Le labbra erano frementi l’uno dell’altra e le lingue sembravano stessero danzando. Poco prima di distaccarsi Jenny afferrò con i denti, delicatamente, il labbro inferiore del biondo, come se avesse ancora bisogno di lui.
Una volta distanti, anche per di poco, i due sorrisero.
«Complici.» disse la mora.
Il biondo la guardò con un sopracciglio alzato e si accigliò.
«Siamo complici, come un sorriso dopo un bacio.» aggiunse poi prima di annullare di nuovo le distanze tra loro.




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Sullivan's space.




SCUSATE PER IL VERGOGNOSO RITARDO
suggerito dalla mia amica qui di fianco Poppy 
a cui dedico il capitolo anche se mi sta dicendo delle parolacce
e ora che ha letto mi ha detto "Nooo, ma sei una cucciola!"
Ora mi ha appena baciata.
Ok basta 
ahhahahahhahahahhahahahahahhaha
ANYWAY
mi dispiace troppo ma è stato un periodo BOOM peggio del capitolo precedente.
Sono stata a Milano e ho visto per 68 secondi i ragazzi.
Vi giuro, sono meravigliosi!
Ammetto che dopo che li ho visti sono svenuta (sono idiota, lo so)
ma l'emozione era FORTISSIMA.
Ora sono tipo in flebo, non riesco manco ad ascoltare una loro canzone
perchè non ho preso il biglietto per il concerto e sto malissimo!
ANYWAY x2

CHE NE PENSATE DI QUESTA CACCHETTINA?

per la prima volta ho una parte preferita.
il bacio tra Niall e Jenny.
m'è piaciuto troppo!
Fatemi sapere voi che ne pensate e se sta storia vi sta
andando sulle palle, FATEMELO SAPERE <3
 

sappiate che io vi amo comunque!

grazie a chi legge silenziosamente,
a chi legge e recensisce,
a chi mette tra le preferite/ricordate/seguite 
e grazie a chi continua a dirmi che la adora <3
adoro ogni vostro commento!
<3

Un bacione,
alla prossima (che sarà a breve, prometto) 

 

LA VOSTRA SULLIVAN <3

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Capitolo 12
*** ~I'm Taking You Home. ***



 

 

I'm Taking You Home.


L'aria di New York era decisamente più fredda di quella di Los Angeles. Tutto era in continuo movimento e le luci esterne delle case erano in grado di illuminare delle strade intere.
Il vento pungente arrossì le guance e gli occhi di Sophie che, dopo essere arrivata all'aeroporto, aveva chiamato un taxi e si era fatta portare nella via dove vi era la casa di Hope.
Si fece fermare all'inizio della grande via e, dopo aver pagato, proseguì a piedi. Camminò ripensando alla faccia che avrebbe potuto fare Hope, vedendola. Fantasticò un bel po' però non sapeva se sarebbe stata una faccia felice o una faccia triste e delusa.
Dopo circa 3 o 4 case trovò il numero 9, la casa della bionda. Sophie sorrise notando che nulla era cambiato.
Gli infissi grandi e maestosi non erano stati cambiati di una virgola così come la tinteggiatura e l'enorme porta d'ingresso.
L'enorme porta in legno pregiato era alta almeno 4 metri e larga circa 3 metri, una di quelle porte che solo le persone ricche potevano permettersi, persone come Hope e la sua famiglia.
Salì le scale che la dividevano dalla grande porta e fermò la valigia vicino l'uscio della porta. Bussò al campanello e aspettò per circa 2 minuti.
L'aria andava facendosi ogni secondo più fredda e così, Sophie, si trovò costretta a ribussare con più insistenza.
Abbassò lo sguardo sulle sue Jimmy Choo e sperò che tutto andasse nel verso giusto.
La porta dopo poco si spalancò facendo trovare l'una difronte all'altra le due migliori amiche secolari.
Quando Sophie alzò lo sguardo trovò Hope decisamente diversa. Era dimagrita, le occhiaie visibili e gli occhi gonfi e pieni di lacrime. Con una mano manteneva stretto il suo maglione grigio insieme ad un telecomando e con l'altra l'uscio della porta. Il maglioncino grigio, i jeans chiari strettissimi e le UGG, questo non era decisamente diverso dal solito.
Le due rimasero per un po' in silenzio. Sophie si era progettata un discorso lungo e sensato da fare ma non appena aveva visto la bionda, tutte quelle parole giuste erano sparite, dando spazio nel suo cervello a tanta confusione.
Hope, invece, era rimasta semplicemente senza parole. Non si sarebbe mai aspettata che la sua migliore amica sarebbe venuta lì, a New York, per nessuna ragione al mondo.
Il silenzio si faceva sempre più imbarazzante e così, Sophie, gli diede un taglio.
«Posso entrare?» chiese semplicemente.
La bionda annuì e tirò su con il naso, lasciandola entrare. Le due, senza aggiungere parole o gesti, si accomodarono insieme sullo stesso divano dell'immenso salone.
«Sei cambiata.» esordì ancora Sophie.
Hope rimase ancora senza dire una parole, si fissava le scarpe come pietrificata.
«In senso buono ovviamente.» Sophie, ormai, era come se parlasse da sola. «Insomma hai tolto le ciocche nere dai capelli e mi auguro che tu abbia tolto anche quei piercing. Erano orrendi.» aggiunse.
Hope sorrise, non sapeva neppure lei il motivo di quel sorriso, ma quella situazione le faceva venir voglia di sorridere.
Dopo un po' il silenzio regnò di nuovo, ma questa volta fu Hope a spezzarlo.
«Stavo vedendo il vostro video.»
«Dio! Allora lo hai visto!» esordì Sophie.
«E' arrivato 15 minuti fa.» disse sorridendo «Sono stati tutti molto teneri! Arper e Zayn sono stati dolci e Louis mi ha fatto morire dal ridere. Liam è stato.. saggio, quanto a te è stato meraviglioso e.. bè Harry aveva appena iniziato a parlare.»
Sophie sorrise, la sua migliore amica la inteneriva.
«Non ce l'ha voluta far vedere la sua parte! Tralasciando che l'ha fatta più lunga di tutti, mi ha proibito di vederla!»
«Ti va di vederla insieme a me?» propose Hope, tirando ancora col naso.
Sophie non resisté un minuto in più e subito si fiondò tra le braccia della bionda. Senza aggiungere parole o altro, le due si abbracciarono e per loro quell'abbraccio durò più di mille parole.
Una volta divise si guardarono negli occhi e lì fu come se si stessero promettendo amicizia infinita, ancora una volta.
Hope fece partire il video da dove lo aveva interrotto e si accoccolò tra le braccia della sua migliore amica.
«Ho paura che un giorno, dopo esserci tanto mancati, ci chiederemo se potevamo fare qualcosa concretamente, invece di mancarci senza fare niente.»
Sophie sentiva le lacrime calde di Hope scendere man mano che il riccio parlava.
«Hai presente i Nirvana? E i Pink Floyd? Poi ce l'hai presenti le mani in aria ad un concerto? Il '69? E al sesso?» Hope ridacciò pensando a tutte le volte che l'avevano fatto, in posti sempre più strani. «Le coccole dopo aver fatto l'amore?» qui la bionda s'intenerì, pensando alla prima volta dove e come l'avevano fatto.
«Hai presente i papaveri, e gli spaghetti italiani al pomodoro? La birra? I nostri amici che ridono e cantano? Un libro nuovo? Il giorno prima del tuo compleanno? Le speranze? Aprile? I fiori? Il mare calmo? Hai presente il colore dei miei occhi che ti piace tanto? E le mie fossette? Una torta fatta in casa? Un goal ai mondiali? Hai presente la mia canzone preferita? I bambini? L'amore platonico? Baci proibiti? Le piccole rivoluzioni? Hai presente andare sui pattini, andare a ballare, andare a cena fuori e fingersi cresciuti? Ubriacarsi? Lady Oscar? I jeans ? I grattacieli? Le piramidi? Monet? Shakespeare? I telefilm? Skins? L'oceano pacifico? La granita al limone? I cartoni la domenica mattina? L'attesa delle feste? L'aperitivo? Le superiori? Cantare? Correre? Prendere l'aereo? Hai presente l'estate? Il muro discontinuo di Berlino? Le sette meraviglie del mondo? Hai presente tutte queste cose amore mio? Ecco. Tu sei di gran lunga superiore!»
Hope ormai era in un fiume di lacrime e così anche Sophie per la dolcezza inaspettata del riccio.
«Ho sbagliato e forse questo mi sembra il modo più facile per fartelo capire... non sono mai stato bravo con le parole, lo sai benissimo, ma voglio provare a farti capire che ti amo e che tu sei il mio futuro!» il riccio mandò un bacio alla telecamera con gli occhi, anche lui, pieni di lacrime.
«Mi manchi.» concluse infine il riccio mostrandole la loro prima foto insieme, di 4 anni prima.
La bionda spense il televisore e abbracciò l'amica.
«Ho bisogno di raccontarti un casino di cose.» le confessò subito Sophie.
«Abbiamo tutto il tempo che vuoi.» controbatté Hope. «Anzi no!» aggiunse «Entro domani mattina.»
Sophie la guardò accigliata. «In che senso?»
«Devi raccontarmi tutto, prima che torno a Los Angeles!» le annunciò prima che Sophie l'abbracciò talmente forte da toglierle quasi il fiato.
Una volta riprese, le due cominciarono a parlare di tutto, senza escludere neanche un dettaglio e fu lì che Sophie capì, ancora una volta, che Hope era molto più della sua migliore amica.



Louis era nella sua stanza, disteso sul suo letto intento nel guardare il soffitto.
Erano ormai due ore che non riusciva a fare nulla se non pensare a tutto quello che era successo precedentemente.
Pensava a cosa fare con Sophie, se c'era ancora qualcosa da fare.
Per l'ennesima volta sentì bussare alla sua porta.
«Mamma sto bene, davvero!» esclamò.
«Oh si tesoro.» lo prese in giro Liam imitando una voce stridula e femminile.
«Idiota.» disse senza far trasparire alcuna emozione.
«Wow Tomlinson» disse Liam buttandosi a peso morto sull'altro letto «come siamo carichi di sprint oggi, vero?»
Louis non rispose. Manteneva le braccia conserte e lo sguardo ancora fisso sul soffitto.
Nel frattempo il cellulare di Liam era vibrato almeno 3 volte e così, esasperato, il biondo decise di vedere chi fosse.
- Dove sei? Ho bisogno di parlarti, Z. -
- Da Lou. Ci raggiungi lì? -
- 5 minuti e sono da voi. -
- Ti aspettiamo -
«Mi parli?» chiese Liam quasi come una supplica. Era stato tutto quel tempo in silenzio, mentre il biondo mandava messaggi.
«Non sono di molte parole oggi.» disse semplicemente Louis.
«Lo so che sei devastato e scombussolato ma riflettici! Non savate insieme.»
«Ma ora si!» esplose Louis «Perchè non me l'ha detto?»
Louis assunse una posizione più dritta: si sedette di fronte a Liam, con le gambe incrociate.
«Oh andiamo Lou! State insieme da pochissimo, non potevi aspettarti che ti avrebbe raccontato vita-morte e miracoli della sua vita.» replicò il biondo. «E' la mia migliore amica,» aggiunse «la conosco fin troppo bene e posso assicurarti che ha problemi a fidarsi, a raccontare le sue cose. Lo ha sempre fatto.» disse placando il tono di voce man mano che la frase andava concludendosi.
«Perchè allora fidarsi di Jenny?» Louis torturava le sue mani, quasi fosse la faccia di Adam. «Quel brutto verme me la pagherà, lo sai vero?»
«Chi ti pagherà cosa?» chiese Zayn entrando in camera di Louis.
«Adam! Quella faccia di cazzo me la pagherà!»
«Vacci piano Rocky Balboa!» ironizzò Zayn «Tu non spaccherai la faccia a nessuno.»
«Ci penserò io.» disse Liam.
«La finite, cazzo!» sbottò Zayn. «Voi due non spaccherete la faccia a nessuno ma vi assicuro che si allontanerà dalla scuola, volente o nolente.»
«Io direi più volente o DOlente!» ridacchiò Louis accentuando la prima sillaba.
«Finiscila, sul serio. Piuttosto, ho una notizia da dare ad entrambi.» esordì.
«Bella o brutta?» chiese il biondo.
Zayn si limitò a non rispondere. Prima chinò il capo e poi lo rialzò, guardando prima Liam, e poi Louis.
«Lauren si è voluta far portare in clinica.» esordì a tono basso, quasi impercettibile.
Liam, però, lo ascoltò e abbassò lo sguardo. Cosa avrebbe potuto dire? Infondo la colpa era anche un po' sua.
Liam portava dipinto sul volto la tipica espressione di una persona triste.
«Ora tocca a me!» disse Louis per sdrammatizzare.
«Sophie..» iniziò Zayn ma quest'ultimo fu subito interrotto da Louis, preoccupato.
«Cosa? Quando? Come? Cos'è successo?»
«Sta calmo!» urlò quasi Zayn «Sta bene, ma fammi parlare!»
«Hai ragione, scusa.»
Il moro continuò il discorso «Sophie è andata a New York, da Hope.»
L'espressione sul volto di Louis fu indecifrabile. Un misto tra paura, stupore e delusione. «New York dici?»
Zayn annuì, non seguendo più il filo del discorso.
«Bene! Ehm, dico a mia madre che torno da te. È un problema?»
Se Zayn prima era confuso dopo quell'affermazione non ci stava capendo più nulla. «Che vuoi fare?»
«Vado a New York! Che domande!» esclamò preparando un borsone.
«Io invece vado in clinica.» sbottò Liam. «Mi accompagni?» chiese, poi a Zayn,
«Meglio che tu rimanga qui, Liam.»
«No!» s'alterò il biondo «O mi ci accompagni tu o ci vado da solo!»
Il moro ci riflesse qualche istante e poi, malgrado il disaccordo, annuì. «Andiamo.»
I due aprirono la porta della camera e si voltarono, di nuovo, verso Louis.
«Lo dici tu a tua madre?» chiese Zayn.
Louis annuì «Sapete Harry dov'è?» chiese poi.
I due scossero la testa facendo spallucce. «A domani.»
Zayn e Liam scesero in fretta le scale e dopo aver salutato la signora Tomlinson uscirono dalla casa.
I due salirono sull'auto di Zayn che sfrecciò veloce.
I due adoravano la velocità, più per il tempo risparmiato che per l'adrenalina in se.
«A volte sembri solo il suo migliore amico.» esordì improvvisamente Liam, dal tono un po' offeso.
Zayn sorrise e continuava a tenero lo sguardo fisso sulla strada. «Sono solo il suo migliore amico, infatti.» rispose Zayn.
Negli occhi di Liam si fece spazio la delusione più totale che venne subito dopo scacciata via dalla verità delle cose:
«Noi due siamo fratelli. È tutta un'altra storia.»
«Sono fiero di te, Zayn» disse Liam sorridente.
«Anch'io biondo!» scherzò l'altro. «Anch'io..»




 

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Sullivan's space.


Alohaaaaa <3
Lo so, non mi uccidete, sto facendo ritardo ma sto tipo incasinata
con tutto!
la scuola, la danza, le interrogazioni
madò che stress!
Ho voluto aggiornare stasera perchè 
IL MIIIIIILAAAAAN HA VINTOOOOOOOOOOO
chiedo scusa a tutte le napoletane (anche io sono napoletana/di nascita)
ma il milan è la mia malattia <3


tornando al capitolo
mi sento tanto che fa schifo.
non lo dico perchè voglio "noooo è bellissimo"
ma perchè lo penso davvero
fatemi sapere che ne pensate voi anche se fa schifo.

Vi adoro tantissimo e grazie alle 44 recensioni del capitolo scorso
e alle 140 che l'hanno messa tra le seguite <3
invito tutti a metterla tra le preferite se volete e PLEAAAAAASE
recensite, vi prego!
è brutto vedere quando tipo 300 persone leggono e ci sono tipo 20 recensioni.
per dirvi.
vi prego!

un bacione enorme
Sullivan


se volete TWITTER O FACEBOOK mio
chiedete <3333333


xx love xx

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Capitolo 13
*** ~Love beats every frontiers. ***





 

Riassunto del capitolo precedente:

Sophie era, sotto un certo aspetto, scappata a New York, dalla sua migliore amica Hope.
Quando le due si trovarono faccia e faccia non proferirono parola ma non ci volle molto a sciogliersi l'una con l'altra.
Le due guardarono insieme il video realizzato per la bionda dopodiché si raccontarono tutto e fu in quel che Sophie capì che senza Hope la sua vita era buia.
Quanto riguarda i ragazzi Louis decide di andare a New York, mentendo alla madre e dicendole che dormiva da Zayn che insieme a Liam vanno da Lauren, in clinica.
Liam crede che Lauren sia più importante di lui, per Zayn ma quest'ultimo non gli mente e gli dice che è tutto vero dato che vede Liam come il fratello che non ha mai avuto.


 

 

 

Love beats every frontiers.
 

«Film preferito?»
«Tutti i tipi di horror. Tu?»
«Azione anche se li conosco tutti. Louis mi costringe a vederne almeno 2 a settimana.»
«Musica?»
«Pop. Tu?»
«Rock.»
«Città preferita?» chiese lui.
«Il mio sogno è Sydney. Vorrei andarci dopo il diploma. Tu?»
«Kenya.» rispose lui, facendo calare il silenzio più totale.
Niall e Jenny erano ormai al parco ormai da qualche ora. La sera era calata nel cielo e tutto sarebbe stato calmo e silenzioso se non fosse stato per quelle poche auto che
sfrecciavano sulle strade.

Erano entrambi seduti su una panchina, difronte le giostre per i bambini: lui con un braccio intorno alle sue spalle di lei che teneva le ginocchia al petto e la testa inclinata su di lui.
Niall aveva evitato per tutto il tempo l'argomento “mensa” e la situazione sembrava andare per il verso giusto.
Aveva parlato tantissimo, si erano detti cose che in tanti anni si erano nascosti; si era baciati, ancora, e in quel preciso istante erano intenti nel fissare le stelle. Era un po' che erano in silenzio e quell'atmosfera piaceva ad entrambi.
Entrambi si chiedevano ancora come fosse stato possibile essersi innamorati dopo tanti anni di menefreghismo. Entrambi si chiedevano se era proprio il caso di chiamarlo amore quello che provavano, ma entrambi non si seppero dare una risposta concreta.
«Mi spieghi una cosa?» chiese lui.
«Si. Dimmi.»
«Mi dici perchè hai urlato a tutti che Sophie.. bè che Sophie era incinta?»
Jenny rimase in silenzio, quasi come se si pentisse di quello che aveva fatto.
«Avanti. Lo sai che di me puoi fidarti.» la incitò lui.
«Non lo so, Niall! Non lo so! La gente riesce a rendermi cattiva, riesce a tirare fuori il peggio di me e io..io-io non riesco a controllarmi. È come se tutto il male che gli altri hanno fatto a me io lo debba ricambiare. In un modo o nell'altro.»
«Con me sei diversa..»
«E' questo il punto Niall! Tu mi cambi. Con te divento tutt'un'altra persona e non so spiegarmi il perchè!» spiegò velocemente e a voce tremolante.
Niall fece un lungo sospiro, non sapendo letteralmente cosa dire.
«Non odiarmi anche tu.» lo supplicò quasi la mora.
Il biondo sorrise, baciandole la mano «Non potrei mai odiarti, solo..prova a essere un po' di come sei con me, con gli altri.»
«Ma tanto mi odiano.»
«Nessuno è odiato. Odiare è una parole grossa. Se ti dimostri cambiata, disponibile, gli altri lo saranno con te.» le spiegò. «La mia comitiva non è male. Sanno voler
bene, non per niente sono i miei migliori amici.» le sorrise infine.

«E se non mi accetteranno?»
«Non accadrà.» la rassicurò lui.
Mentre Jenny pensava a come farsi perdonare ed accettare, Niall pensava a quello che avrebbe voluto ora, a lui non importava il futuro. Se voleva una cosa, giusta o sbagliata, lui la doveva ottenere, costi quel che costi.
«Jen..?» Quello era il suo soprannome e solo lui poteva chiamarla così. Lo aveva sempre fatto, da quando erano piccoli.
«Si..?» rispose la ragazza alzando un po' la testa.
«Vuoi essere la mia ragazza..? Insomma.. quella ufficiale..» chiese Niall, con un tono di voce quasi tremolante.
Jenny stette qualche attimo in silenzio, poi alzò la testa dalla spalla del biondo e si voltò, puntando il suo sguardo in quello penetrante di Niall.
Quegli occhi celestiali la disarmavano, rendendola nuda ogni volta.
«Ho paura.» confessò.
Il biondo la guardò accigliata, prendendole le mani «Di cosa?» le chiese poi.
«E' che con me si son sempre arresi tutti. Nessuno è stato tanto coraggioso da restarmi accanto, da sopportare le mie paranoie. Nessuno ha capito che le mie urla erano contro tutti gli amori passati, contro tutte le cose in cui credevo e che poi son finite male. Nessuno le ha sopportate. Nessuno, quando cercavo disperatamente una risposta o una certezza, mi ha mai rassicurato. Nessuno mi ha preso la mano e mi ha detto "proviamo", quando io non riuscivo a camminare dritta. Ho dovuto sempre fare tutto da me.» la mora sputò fuori tutto velocemente. Aveva voglia di sfogarsi e anche se una parte del suo cervello era paranoico l'altro sapeva che poteva fidarsi.
«Ti sembro il tipo che si arrende facilmente?» ridacchiò Niall contagiando Jenny.
«So che posso sembrare forte, orgogliosa e spietata certe volte ma è tutta una corazza.» Jenny si stupì di se stessa.
Non avrebbe mai ammesso quelle cose, soprattutto ad un ragazzo, ma Niall era speciale. «Amare un'insicura è difficile.» spiegò «Lei non si trova mai giusta ed è ansiosa. Sempre!» continuò «L'ansia è una brutta cosa. L'ansia ti butta a terra, ti svuota e ti inquieta, sembra che una pompa invisibile ti stia aspirando l'aria, che cerchi disperatamente..» concluse.
Niall socchiuse gli occhi per qualche istante e fece intrecciare le sue dita a quelle della ragazza. Aprì gli occhi e le alzò il capo, sorridendola.
«Non devi avere paura. Di niente.»
«Ma..»
«Niente ma! Da ora in poi ci penso io a te e tu non dovrai preoccuparti di niente.»
Jenny sorrise, uno di quei sorrisi che lei non aveva mai fatto. Pieno di gioia, di felicità, d'amore.
Lui la guardò con la certezza assoluta di essersi innamorato. La strinse a sé e la baciò sotto il manto di stelle, chiedendosi come fosse mai stato possibile avere avuto la fortuna di averla incontrata!
«Ti voglio bene.» gli disse prontamente, senza aspettarsi una risposta, sapeva che Jenny avrebbe avuto bisogno dei suoi tempi e non l'avrebbe di certo forzata a fare o dire ciò che non voleva.
«Grazie..» disse semplicemente, affondando tra le braccia del biondo.



Dopo che Zayn aveva lasciato un bacio fugace sia ad Arper che a Lauren ed essere andato via dalla clinica, le due ragazze erano rimaste sole. Arper aveva aiutato Lauren a sistemare alcune cose nella sua stanza, dopodiché si erano fermate nella sala principale, bevendo una cioccolata calda.
Lauren aveva lo sguardo fisso in un punto indefinito ed Arper era intenta nell'osservarla.
«Siete bellissimi.» disse ad un tratto Lauren. «Tu e Zayn» spiegò poi dopo che la ragazza la guardò interrogativa.
«Vi conoscete da così poco e già avete tutto questo feeling, tutta questa sintonia e armonia. E' stupendo.» sorrise poi.
La mora ricambiò il sorriso, totalmente spiazzata e senza parole. «Grazie.» disse semplicemente.
«Non farlo soffrire.» disse Lauren. La sua era più una supplica che una minaccia.
«Non lo farò.» la rassicurò Arper, con un dolce sorriso.
«Non ho mai visto Zayn così preso, sai? Ha avuto molte ragazze, devo ammetterlo, ma nessuno gli sta facendo il tuo stesso effetto.»
Arper si sentì morire dentro. Le guance le andarono a fuoco e un sorriso a 32 denti prese posto sul suo viso.
«In che senso?» le chiese.
«E' come se tu fossi il suo uragano.»
«Ed è una cosa buona?»
«Molto. Zayn non è come gli altri. E' timido, anche se non lo dimostra. Non ha mai portato nessuna ragazza a casa sua, tranne me ma io non conto.» concluse ridacchiando e contagiando Arper.
«Mi fa piacere perchè non puoi immaginare quanto la cosa sia reciproca.» sorrise, ancora, Arper.
«Tu ti chiederai perchè sono qui vero?» le disse Lauren posando la tazza sul tavolino dinanzi a lei.
Arper sorrise, un po' imbarazzata «Non te l'ho chiesto perchè non sembrare invadente e non ti biasimo se tu ora non vorrai dirmi nulla. Immagino che fidarsi non sia
facile, se ora sei qui.»

«Se Zayn si fida di te anch'io posso farlo. E' come se fossimo una cosa noi due.»
«Si vede. Se Zayn ed io non stessimo insieme penserei che vi amate. Lui si muove, tu ti muovi, lui sorride, tu sorridi. E' come se foste in simbiosi.»
«E' sempre stato così.. siamo uniti da qualcosa che neanche noi sappiamo cos'è.»
Le due sorrisero. Lauren cercò di spiegare la sua relazione con Zayn e Arper sembrò afferrarne tutti i punti.
«Riguardo a me,» cominciò Lauren «perdere un genitore all'età di 14 anni non è facile. Il primo anno ero chiusa, fredda e parlavo solo con la mia famiglia e Zayn. Non mi fidavo di nessuno, avevo paura di tutto e di tutti. La mia paura più grande era di affezionarmi a qualcuno e poi vederlo andare via, in qualunque modo. Non è facile, non lo è mai stato.» Lauren parlava con la calma più totale, segno che stava iniziando a gestire se stessa e le sue emozioni.
«Certe cose non si superano.» aggiunse con un sorriso sornione.
Arper sorrise amareggiata e chinò per qualche istante la testa, riflettendo alla sua, di storia. «Non sai quanto ti capisco.» aggiunse poi.
«Sai qual è il punto?» Lauren continuò il suo discorso, fidandosi sempre più della mora. «Adesso non so neanche se ho una famiglia. Mio padre è sempre con quella modella da 4 soldi, mia sorella si è scopata il mio ragazzo e mi sento sola, più che mai.»
«Ma non sei sola.» Arper cercò di rassicurarla e di, sotto un certo aspetto, farla ragionare. «Ci siamo noi, me compresa. Non sarai mai sola, a cosa servono gli amici altrimenti? E per quanto riguarda Sophie..»
«Non parlarmi di lei.. ti prego!»
«No, Lauren! Dobbiamo parlarne invece! Non puoi fuggire dai problemi, loro ritorneranno, più forti che mai. A tutti capita di sbagliare, anche alle persone a cui siamo
più vicine.»

«Se Sophie ed io dobbiamo riconciliarci sarà il destino a deciderlo.»
Arper ridacchiò «Che gran cazzata! Il destino non esiste. Siamo noi gli artefici del nostro destino. Se non alzi il culo e fai qualcosa nella tua vita, il destino non lo farà per te. Se io non fossi venuta qui non avrei mai incontrato qualcuno come voi, come Zayn.»
«E' diverso..»
«Diverso un corno! E' tua sorella, va' da lei e parlale, chiarisci, fa qualcosa! Tu almeno ce l'hai una sorella..» aggiunse poi.
«Ho imparato una cosa nella vita Lauren..» continuò «Non si sa mai quanto si è forti, finchè l'essere forti non è l'unica scelta che ci rimane.»
«Io non mi sento forte, non lo sono mai stata, e mai lo sarò. Altrimenti non avrei mai fatto uso di droghe, non mi sarei mai tagliata la pelle per compensare un dolore interno, non mi sarei mai allontanata dal mondo. Io non sono forte.»
«Invece ti sbagli. Tu sei forte e puoi esserlo sempre di più! Se non fossi stata forte non saresti una delle più belle persone che io conosca e, a mio parere, tagliarsi non aiuta. E' solo un dolore esterno aggiunto a quello interno.»
Lauren rimase stupita dalle parole sagge di Arper. Quella ragazza le piaceva sempre di più e le doveva molto se, dopo tutte quelle parole, lei si sentiva migliore e sapeva come migliorare la sua situazione.
Senza aggiungere altro si alzò e l'abbracciò, con la dolcezza più assoluta.
«Grazie.» aggiunse.
Arper le sorrise di rimando. «Io non ho fatto niente. Ognuno è artefice del proprio destino, ricorda.»
Le due rimasero qualche altro istante in silenzio, sorridendosi a vicenda e osservando le persone che passavano.
Dopodichè tornarono nella stanza di Lauren, guardando degli stupidi programmi in tv fin quando alla mora non squillò il cellulare.
-Allontanati da Lauren, ti devo parlare. Z.-
La mora si alzò e con la scusa di un'altra cioccolata calda uscì dalla stanza, avviandosi fuori e chiamando Zayn.
«Dimmi.» gli disse velocemente Arper.
«Sono a due minuti dalla clinica. Sono con Liam. Lauren è calma?»
«Non è in una clinica di pazzoidi Zayn.»
«Lo so.» ridacchiò Zayn, ripensando a quello che aveva detto «Nel senso, sta male o diciamo si è ripresa?»
«Si è ripresa, l'ho fatta riflettere. O almeno credo.»
«D'accordo. 2 minuti e sono lì.»
La mora riagganciò il telefono e sorrise, sorriso che sparì subito vedendo Adam avvicinarsi sempre più all'entrata.
«E tu? Dove credi di andare?» gli disse posizionandosi davanti a lui.
«Una miriade di cazzi tuoi no eh?»
«Sono cazzi miei. Se Lauren è tornata qui è per colpa tua quindi ora gira i tacchi e torna da dove sei venuto.»
«Credi di spaventarmi o di minacciarmi?»
Arper, sempre più stizzita e accecata dalla rabbia prese Adam e lo spinse via. «Se entri ti spacco la faccia e giuro che non sto scherzando.»
Adam le rise letteralmente in faccia «Tu? Sei una donna non riusciresti mai a spaccarmi la faccia.»
«Lei no, ma io si.»
Zayn era entrato in scena quasi in modo teatrale.
«Va' via.» gli ordinò poi Liam, stringendo le mani a pugno.
«Per ora ci siete voi ma quando Lauren sarà sola io verrò e chiarirò con lei.» disse allontanandosi e andando via.
Liam e Zayn si guardarono complici e mentre Liam entrò velocemente dentro la clinica, Zayn prese dolcemente Arper e la baciò.
«Mi dispiace.» le disse ad un soffio dalle labbra.
«Per cosa?» chiese la mora.
«Questa sera saremmo dovuti essere a casa mia e invece siamo qui. Mi dispiace che la mia situazione abbia rovinato tutto.»
«Non è la tua situazione, Zayn. E' la nostra situazione. Ne sono dentro anch'io quanto te.»
Zayn sorrise dolcemente e riprese a baciarla, con più intensità.
«Posso farti una domanda?» chiese lei.
Il moro annuì
«Cosa siamo noi? Cioè.. mi hai capito vero? Dimmi che hai capito perchè è già imbarazzante di suo questa domanda.»
I due ridacchiarono all'unisco, un po' per imbarazzo un po' per la velocità di lei nel parlare.
«Perchè preoccuparci di questo? Noi siamo Zayn e Arper, senza etichette.»
Arper non sapeva se doveva essere delusa o lusingata da quella risposta e così rimase alquanto perplessa, senza darlo a vedere però.
«Vogliamo entrare dentro o lasciarli soli?» chiese lei con un pizzico di freddezza.
«Mando un messaggio a Liam. Andiamo a casa e ceniamo com'era da piano?» le sorrise.
La ragazza annuì e nel contempo uscì Liam, alquanto deluso.
«Cos'è successo amico?» chiese prontamente Zayn.
Il biondo sospirò infilando le mani delle tasche dei jeans. «Dice che vuole stare per una notte da sola. Ha detto di dirti che non vuole vedere nessuno, neanche te. Ma vi
manda un bacio, ad entrambi.»

Il moro si accigliò «E per quale motivo?»
«Dice che vuole riflettere su un po' di cose e per farlo deve restare qualche ora da sola.»
Zayn annuì e sorrise rammaricato quasi. «Ti accompagno a casa?» chiese a Liam.
«No grazie. Vado a piedi. Ho bisogno anch'io di pensare.»
«Ci vediamo domani amico. Ciao Arper.»
I tre si salutarono e mentre Liam andò a piedi verso casa i due salirono in auto.
«Mandi un messaggio a mia sorella e le dici che stiamo tornando?» disse Zayn.
La mora annuì e mandò prima un messaggio alla sorella di Zayn, Doniya, e poi, all'insaputa di Zayn, a Lauren.
-Rifletti su quello che ti ho detto. Sii forte. xx Arper-
«Fatto!» annunciò.
Il moro la sorrise e le strinse la mano. Accesero la radio e iniziarono a canticchiare quello che le stazioni radio trasmettevano. Quando poi arrivò una canzone dei Pink Floyd -Hey You- la mora fece zittire Zayn e insieme ascoltarono quello che per lei era la perfezione della musica.
«Open your heart, I'm coming home..» la mora ripetè solo questo verso e guardò Zayn con gli occhi dell'amore.
«E' la mia canzone preferita e quello è il mio pezzo.» disse poi nel bel mezzo dell'assolo di chitarra.
«L'hai comprato? Che dici che è tuo?» ridacchiò Zayn.
Arper lo spinse leggermente e rise insieme a lui. «La adoro. Ne farò un tatuaggio.»
«Il secondo?»
«Il terzo a dire il vero.»
«Qual è il secondo?»
La mora si girò di lato e mostro a Zayn il secondo tatuaggio: una chiave di violino sull'osso del collo, all'inizio della spina dorsale.
«E' davvero bello.» disse lui.
«Quando ero piccola non riuscivo a dormire se non c'era un po' di musica per l'assenza di mio padre e così l'ho fatto.»
«Bello. Mi stupisci sempre di più.»
«I tuoi che significato hanno?» chiese lei.
«Ho tanti tatuaggi, con tanti significati. Questo delle dita incrociate è segno di speranza, lo ying e lo yang è segno di equilibrio, poi c'è la scritta per mio nonno.. tutti
hanno un senso.»

«Ne hai tanti per spiegarmeli tutti.» scherzò lei contagiando Zayn.
«Siamo arrivati.» annunciò lui scendendo dall'auto.
Salirono in fretta le poche scale che portavano alla porta e ad aprirli fu la madre.
Non appena i due salirono nella stanza di Zayn, Arper rimase a bocca aperta. Era piena di quadri dei loro amici e quindi la mora dedusse che fossero stati fatti da lui.
C'erano Harry, Louis, Liam, Niall, Sophie, Hope e Lauren, quest'ultima aveva ben due quadri tutti di se stessa.
Poi la mora vide, vicino la finestra, un quadro coperto.
«Cos'è questo?» disse indicandolo.
«Il mio progetto segreto.» le sorrise.
«E' pronto in tavola.» urlò la madre dalla cucina.
I due scesero e arrivarono in cucina. «Mamma, papà lei è la mia ragazza. Arper.»
La mora rimase assolutamente senza parole e un sorriso enorme si fece spazio sul suo viso. Finalmente aveva capito quello che lei e Zayn erano e non ne fu che felice.



Louis camminava a passo svelto verso l'entrata dell'aereo che sarebbe decollato a breve. Fila 30 posto 3. Louis diede le carte d'imbarco all'hostess e dopo l'ultimo controllo finalmente s'imbarcò.
Superò le prime 15 file e passò all'altra zona dell'aereo. Dopo aver superato altre 10 filo scrutò una chioma riccia inconfondibile. Una volta superate le ultime 5 file caso
volle che affianco al suo posto c'era il suo migliore amico: Harry.

I due si guardarono come se tutto fosse normale e il riccio fece spazio a Louis che gli sedette accanto.
«Cos'hai detto a tua madre?» chiese Louis
«La verità!» disse calmo «Sa quanto ci tengo ad Hope. Tu?»
«Che dormo da Zayn.»
Harry annuì spostando lo sguardo verso l'altro lato dell'aereo mentre Louis appoggiò la testa sulla sua spalla.
«Mi manca.» disse poi Louis.
Harry si voltò e il moro alzò il capo, si sorrisero entrambi e il riccio annuì «Anche a me manca. Hope, non Sophie, sia chiaro.»
I due ridacchiarono e mentre l'aereo stava per decollare Louis estrasse l'iPod dalla borsa e porse una cuffietta al suo migliore amico.
«Che ti va di ascoltare?»
«What if ce l'hai?» chiese il riccio sbirciando la playlist.
«Coldplay? Certo!»
Louis fece partire l'intera discografia di quel magnifico gruppo britannico che Harry tanto amava e la musica li accompagnò per tutto il viaggio.
Dopo 7 ore di viaggio, passate velocemente grazie al sonno di entrambi, i due finalmente arrivarono a New York.
Presero velocemente i piccoli bagagli e corsero a prendere un taxi.
Il riccio diede l'indirizzo al tassista che non tardò a partire.
«Che ne dici di farle una sorpresa?»
«In che senso?» chiese Harry.
«Lasciami fare! Ci porti alla pizzeria più vicina!»
«Ma sei scemo?» enunciò Harry «Noi andiamo di fretta e tu vuoi una pizza?»
«Idiota è per la sorpresa!»
«Spiega!» disse Harry esasperato.
«Noi prendiamo delle pizze, andiamo la e con la scusa che siamo i pizzaioli entriamo!»
«Perchè se andiamo senza pizze non ci faranno entrare?»
«Madonna Harry! Sei una palla! Lasciami fare e sta' zitto!» concluse Louis mentre Harry sbuffò e aprì la portiera, uscendo dall'auto e entrando in pizzeria.
«4 pizze, due margherite.» parlò Louis «Ad hope cosa le piace?» disse poi rivolgendosi ad Harry.
«Panna, prosciutto e mais.»
«Una panna, ehm.. come ha detto lui e una wurstel e patate.»
«Spero che tu sappia che siamo nella migliore pizzeria di New York.»
«Ottimo, faremo una maggiore buona impressione.» sorrise Louis. «Sai già cosa dirle?» disse poi serio.
«No e non voglio pensarci altrimenti ci penso, vado lì, la vedo e dimentico tutto come un coglione, ed è già successo quindi non voglio pensarci..»
«Yo, sta calmo Harry. Andrà tutto bene.»
Il riccio sospirò passandosi una mano tra i folti capelli «E tu?» chiese a Louis «Ci hai pensato?»
Il moro annuì «Si, ma non lo saprai mai.»
«Grazie.» disse sarcastico e ridacchiando nervoso Harry.
«Prego.» rispose Louis allo stesso modo.
Passarono altri 5 minuti e le pizze furono pronte. Harry pagò velocemente ed entrarono subito nel taxi.
Il tassista accelerò la corsa e i due arrivarono in men che non si dica.
Scesero dal taxi e pagarono. Poi, salite le poche scalinate, rimasero fermi dinanzi alla porta.
«Bussi tu?» chiese Harry.
«No! Bussa tu!»
Harry lo guardò in malo modo «Tu!» rispose poi.
«Ti odio.» enunciò Louis prima di premere il dito sul campanello
Attesero pochi istanti prima di udire la voce di Hope.
«Chi è?»
Ad Harry mancò un battito al cuore, al suono di quella voce soave il riccio si sentì venir meno ma poi cercò di riprendere il controllo. «Pizza!» disse camuffando la voce.
I due sentirono le ragazze borbottare qualcosa del tipo -Chi ha ordinato la pizza?- o cose simili ma, di buona fede, aprirono la porta.
Quando i quattro si trovarono faccia e faccia fu come se un gatto avesse mangiato loro la lingua.
I ragazzi entrarono in casa senza dire nulla, ognuno con due pizze fra le mani.
Harry ed Hope andarono nel salotto e si sedettero sul divano mentre Louis e Sophie andarono in cucina.
I due si sedettero uno difronte l'altro senza proferire neanche un verbo. Louis mangiava la sua pizza fissandone ogni particolare mentre Sophie lo guardava. Mentre
Louis aveva già finito la sua pizza, Sophie era ancora al secondo pezzo.

Era come se il suo stomaco si fosse chiuso per le mille farfalle morte. La ragazza avrebbe voluto sistemare tutto e far tornare a vivere quelle farfalle che solo lui le sapeva provocare ma non sapeva cosa dire. Temeva di dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato e di sembrare inopportuna, così aspettò che lui proferisse parola ma quando Louis si alzò, Sophie iniziò a preoccuparsi, inutilmente.
Il moro si alzò dallo sgabello e girò intorno al tavolo fino ad arrivare dietro di lei. La girò dolcemente e le posò le mani sui fianchi. La guardò per qualche istante negli occhi, tutto il cielo e la terra si specchiavano negli occhi di lei, pensò Louis.
I due seguitarono a guardarsi, a Louis parve di annegare in quegli occhi verde smeraldo.
Lou le accarezzò il viso, allungò il collo e la baciò. La trasse a se con una mano e la strinse.
Con l'altra mano frugava nei suoi capelli sinuosi.
Fu un bacio d'amore, di quelli lunghi e puro. Un lungo bacio di puro amore.
I due, una volta staccatisi si guardarono intensamente negli occhi ed entrambi riuscirono a leggere ciò che l'altro nascondeva segretamente. Erano trasparenti l'uno per l'altra.
«Mi dispiace.» iniziò lui «Non avrei dovuto lasciarti andare. Avrei dovuto seguirti e dirti che io ci sono e invece non l'ho fatto. Amare qualcuno non significa solo fare l'amore, baciarsi o farsi le coccole. Amare significa sopratutto starsi vicino nei momenti del bisogno, nei momenti difficili.Amare non significa solo sorridere e giocare. Quando ami, inevitabilmente, soffri. E io invece non l'ho fatto: non ti sono stato vicino, non ti ho aiutato.. ma non si può dire che non abbia sofferto. Con te non mi manca niente. Con te è tutto un vento fresco che mi scompiglia i capelli. E' tutto un fuoco d'inverno. Il vento stava cercando di spegnere tutto, ma io non l'ho permesso. Non ho permesso che rimanessero le tue ceneri, che avrei custodito gelosamente nel mio cuore. Sono qui e sto cercando di non far spegnere definitivamente quel fuoco, ma tutto dipende da te.» concluse poi.
«Chi è che non si sveglia al mattino e sogna di incontrare il principe azzurro?» chiese retorica Sophie «Tu sei il mio principe azzurro. Io voglio svegliarmi accanto a te, fare colazione con te, cambiarmi con te, giocare ai videogiochi con te, guardare film con te nel letto, prenderti per mano e guardare la tv, mandarti messaggi dolci, comprarti regali, sonnecchiare insieme, indossare la tua confortevole felpa quando ho freddo, guardarti negli occhi, essere con te all'alba e al tramonto, cucinare per te, camminare nella pioggia con te, addormentarmi mentre sono al telefono con te, coccole a letto con te, scompigliare i tuoi capelli, darti il bacio della buonanotte. Io non voglio essere felice, Louis. Io voglio te.»
A quelle parole Louis si sciolse più di quanto non lo fosse già e abbracciò Sophie con tutta la dolcezza che in quel momento avrebbe potuto avere. Non sapeva se lei sarebbe stata il suo futuro ma sapeva che era lei la donna che in quel momento lui avrebbe voluto. E mentre tra loro due c'era uno scambio di dolcezza e quiete tra Harry ed Hope la situazione era diversa. I due erano stati seduti sul divano nel salotto intenti nel mangiare la pizza senza avere un momento di tregua o silenzio.
«Mi sei mancata.» disse Harry inizialmente.
La bionda aveva sorriso «Anche tu.» rispose poi continuando a mangiare. «Sei venuto fin solo per me.. ci tieni davvero così tanto a me?»
«Credo di si.» rispose Harry.
«Ma.. perchè?»
«Veramente non lo so, e tante volte me lo sono chiesto anch'io. Ma alla fine ho capito che ci sono alcune cose che non puoi spiegare. Succedono e basta.»
Hope s'intenerì e accarezzò la guancia calda di Harry.
«E' la tua voce che mi tranquillizza. E' il tuo modo di parlare, il tuo modo di chiamarmi con quel nomignolo che mi riservi. E' che sei tu e quando si tratta di te, io non so che mi succede. Per quanto cerca di trattenermi, se si tratta di te io sono felice, perchè ti amo.»
Per Hope quella fu di certo la migliore dichiarazione d'amore. Lei non aveva bisogno di frasi chilometriche, di frasi fatte e banali. Lei aveva bisogno della sincerità, lei
aveva bisogno di Harry.

La bionda s'alzò dal suo posto e gli andò incontro. I due si trovarono in piedi, l'uno difronte all'altra. Senza aggiungere altro si baciarono e si desiderarono come non
mai.

Dalla foga i due andarono contro il primo muro. Harry le sfilò i jeans ma prima di essere completamente nudi entrambi, chiuse la porta del salone a chiave.
I due inserirono della musica e si adagiarono sul divano. Lui era sopra di lei che fremeva dalla voglia di riavere il suo Harry. Quando furono completamente nudi entrambi Harry evitò a giocare con la femminilità di lei per la troppa voglia.
Entrò in lei cautamente, come sempre e quella volta fu la più bella di sempre.





 

________________________________________________________________________________
Sullivan's space






HOPE/HARRY      LAUREN/LIAM





ARPER/ZAYN        LOUIS/SOPHIE




JENNY / NIALL 






ok! oggi mi andava di fare sta cosa ahhaha
vado troppo in fretta perchè tra pochissimo gioca il Milan. 
quindi fatemi sapere che ne pensate <3 
io lo amo ahahah un bacione enorme!

Alla prossima xx

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Capitolo 14
*** ~Friendship And Almost Sex. ***




All'asterisco vi consiglio di far partire questa canzone
 

Friendship and almost sex.


 

Per non dare fastidio alle persone nel suo reparto, Lauren quella notte era scesa giù nella sala d'attesa dove c'era la piccola televisione che da sempre l'aveva tenuta compagnia in quel posto.
Indossava il suo pigiama preferito. Era caldo, comodo e in più era in stile natalizio, il periodo più bello per Lauren.
Aveva fatto svariate volte zapping con il telecomando con scarsi risultati fin quando non arrivò al suo canale di musica preferito. Aveva poggiato di nuovo il telecomando sul piccolo tavolino difronte a lei ed era rimasta a fissare il vuoto oltre la finestra. Ripensò a molte cose e si chiarì tante idee.
Quella notte era rimasta davvero sveglia a riflettere. Non aveva chiuso occhio ma questo l'aveva aiutata parecchio.
Quando il mattino seguente un'infermiera l'aveva chiamata, Lauren sussultò appena e si accorse che erano già le 7 del mattino. Stanca e, ovviamente, leggermente assonnata, Lauren tornò nella sua stanza e si accomodò nel letto.
Si coprì bene dalla testa ai piedi, proprio come piaceva a lei e si addormentò.
Lauren aveva riflettuto su troppe cose tutte contemporaneamente ma il suo chiodo fisso fu Liam.
Aveva davvero capito quanto lei lo amasse e che, nonostante tutto, lui lottava ancora per lei. Questo non potè che farla stare meglio e non potè che farle prendere decisioni più che giuste.
Aveva deciso di dare un'occasione a Liam, certo, gli avrebbe permesso di tornare nella sua vita come una volta ma a condizione che tutto ricominciasse da capo.
Non era impazzita, di certo non voleva che entrambi si dimenticassero del passato perchè è da quello che si impara tutto, ma voleva che cercassero di accantonarlo e di rivivere ogni istante.
Dopo che Lauren era entrata nel mondo dei sogni già da mezz'ora, Liam era arrivato mattiniero con un piccolo mazzo di tulipani e la borsa della scuola su una spalla.
Quella mattina aveva deciso di andare prima da Lauren e poi a scuola.

Aveva dato il buongiorno alle infermiere camminando sorridente lungo i corridoi e quando imboccò quello prima della stanza di Lauren, l'infermiera che aveva visto la ragazza sveglia nella sala d'attesa lo avvertì che era da poco si era svegliata e così Liam entrò cauto nella stanza.
Entrò e respirò a pieni polmoni il profumo di ciliegie nella stanza, poi si voltò verso Lauren e le sorrise nonostante lei stesse dormendo. Sorrise ancora di più quando vide che la ragazza indossava le pantofole che lui le aveva regalato durante una gita a Hollywood.
Le poggiò i fiori sul comodino e le baciò flebilmente la fronte, cercando di non svegliarla.
Chiuse leggermente le tende in modo da permetterle di riposarsi a pieno e si sedette su una sedia al suo fianco.
Aveva ancora un po' di tempo prima dell'inizio delle lezioni.
La osservò centimetro per centimetro. Gli piacevano i suoi capelli rigorosamente color cioccolato mischiati alla capigliatura riccia ma ordinata.
Gli piacevano le labbra carnose e delineate e il suo naso perfetto. Gli zigomi accompagnati da una mascella assolutamente femminile ed elegante. Liam non potè desiderare di meglio in quel momento.
Sussultò appena quando la sentì muoversi ma non appena la ragazza si posizionò su di un fianco con le mani racchiuse vicino al viso, Liam sorrise e le accarezzò leggermente i capelli.
Quello era il suo modo di dormire. Quando Lauren si posizionava in quella maniera lui capiva che si era finalmente addormentata beatamente e così riusciva a rilassarsi.
Avevano dormito tante volte insieme e ognuna di esse lui aveva aspettato che lei si addormentasse per prima, anche quando erano leggermente brilli.
Il biondo diede un occhiata ai suoi messaggi e ne trovò due: uno di Harry e uno di Sophie.
-Ho riconquistato la mia donna! Ci si vede lì biondo! xx Harry-
Liam fu davvero felice per Harry ma si astenne dal rispondergli, lo avrebbe fatto da vicino così passò al messaggio successivo.
-So che sei con mia sorella quindi dalle un bacio da parte mia. Ps: ho fatto pace con Louis :P Non appena torno ti racconto tutto. Ti odio, Sophie-
In quel momento Liam non potè trattenersi dal ridacchiare così si lasciò scappare un sorriso a pieno viso.
Era sorprendente come Sophie sapesse sempre tutto e come riuscisse sempre a tirargli su il buonumore, era formidabile e non per nulla era la sua migliore amica.
Liam aspettò lì ancora qualche attimo ma poi constatò che avrebbe fatto tardi alla sua lezione di trigonometria e così ribaciò Lauren e andò via, socchiudendole la porta.
Sapeva che lei non si sarebbe svegliata prima del suo arrivo, era troppo una dormigliona per farlo e così giurò a se stesso che sarebbe arrivato prima che lei potesse aprire gli occhi.



Niall quella mattina si era svegliato leggermente presto. Dopo essersi lavato e vestito era sceso al piano di sotto, aveva dato il buongiorno alla madre e aveva iniziato a fare colazione.
«Come mai ti sei svegliato così presto?» chiese Maura.
Niall fece spallucce continuando a mangiare i suoi pancake «Non lo so. Non avevo neanche messo la sveglia.»
Maura sorrise teneramente e diede una carezza a Niall «Mi sbaglio o tu e Jenny Watson state diventando amici? Insomma vi ho visti insieme un paio di volte.»
Niall ridacchiò scuotendo la testa «Mi spii, madre?» scherzò. «Comunque stiamo insieme.»
«Insieme come amici o..»
«Insieme come fidanzati, mamma!» precisò subito il biondo alzandosi dal tavolo.
«Fai attenzione, Niall. Ultimamente non è che ha avuto una bella reputazione lo sai e..»
«Sta' tranquilla.» la rassicurò lui prendendo la borsa e le chiavi dell'auto «So badare a me stesso e in più la sto aiutando, in tutti i sensi.»
«D'accordo. Ci vediamo dopo amore.»
Maura salutò Niall, che s'affrettò fuori per prendere l'auto e andare a chiamare Jenny.
Non era del tutto vero che non c'era un motivo ben preciso per la quale lui si era svegliato così presto. Aveva calcolato tutto e nel suo tutto includeva anche chiamare Jenny e andare a scuola insieme.
Bussò veloce il campanello e attese che qualcuno gli aprisse la porta.
«Buongiorno.» gli sorrise la signora anziana dinanzi a lui.
«Salve signora, Jenny è sveglia?»
«Certo! Accomodati.»
La nonna di Jenny si affiancò alla porta fece spazio al biondo per entrare.
«Vuoi andare a chiamarla tu se vuoi.» disse la signora.
Il biondo annuì e sorrise «Grazie.» disse poi cordialmente.
Mentre saliva le scale il biondo vide alcune foto affisse al muro e ne notò una in particolare. C'erano lui e Jenny dietro la torta di compleanno. Era il settimo compleanno di Jenny e Niall lo ricordò con piacere perchè le regalò la cosa più bella del mondo, a detta di lei.
Proseguì lungo le scale e trovò la camera di Jenny.
«Avanti.» rispose Jenny dopo il lieve tocco delle dita sulla porta.
«Ben svegliata.» annunciò lui.
Jenny si voltò di scatto e spalancò gli occhi, sorpresa.
«Che ci fai qui?»
«Sono venuto a prenderti, andiamo insieme a scuola. Sei pronta?»
La ragazza sorrise e spense la sigaretta che stava fumando. «Mi mancano le scarpe.» indicò poi i piedi con dei calzini buffi che fecero ridacchiare Niall.
«E questi calzini?»
«L'unica parte del corpo che sente freddo sono i miei piedi, così devo mettere dei calzini alti e poi li adoro!»
Niall ride ancora di più così la ragazza lo spinse sul letto lasciandosi trasportare.
I due si trovarono uno sopra l'altro, a pochi centimetri di distanza. Lei adorava il suo profumo di colonia, la mandava in estasi. «Che buon profumo che hai.» disse a pochissimi centimetri dal viso.
«Anche il tuo è buono se non fosse mischiato a quello del fumo.» disse calmo «Non mi avevi promesso che non avresti fumato più?!»
«No!» rispose subito lei «Ho detto che con te posso anche non fumare, perchè non ne sento la necessità ma non ho mai detto che smetto.»
«Potresti farlo..»
«Dammi tempo ok?» sorrise teneramente lei.
Lui annuì e portò le labbra di lei alle sue. I baci diventavano sempre più passionali e le mani di lei si aggrappavano sempre più alle spalle di lui.
Si mise a cavalcioni su di lui e continuò a baciarlo con foga. Passava dalla bocca al collo fino a dietro l'orecchio e poi tornava alle labbra sempre più frementi.
Quando lei portò le mani ai pantaloni di lui in cerca dei bottoni lui le prese i polsi.
«No.» disse lui scuotendo la testa. «Non deve sempre finire così.»
La ragazza si accigliò, non capendo il suo discorso.
«L'amore non è sesso. Se mi baci, anche con foga, non vuol dire che poi dobbiamo finire a letto Jenny.. non funziona così.»
La ragazza si sentì quasi mortificata dalla rettifica di Niall e così si alzò, quasi con stizza, e continuò a vestirsi.
Niall si mise seduto sul letto e la guardava mentre andava avanti e indietro per la stanza, nervosamente, in cerca di qualcosa.
Si alzò di scatto e la prese per un braccio, facendola voltare verso di lui.
«Non è una cosa brutta quella che ti ho detto.»
«Lo so.» rispose lei «E' una cosa mia..»
«Cosa? Oramai le cose mie sono tue e le cose tue sono mie.»
«Niall per me è sempre stato così» sbottò «Per me dopo i baci c'è sempre stato sesso, sesso e altro sesso. Non c'è mai stato niente, né prima, né dopo. Questo è un altro problema mio, sono legata al passato e non posso dimenticarlo.»
«Ma non devi dimenticarlo, anzi! Dal passato puoi trarne tante cose. Non dico che non voglio fare nulla con te ma non voglio che sia sesso. Sarà fare l'amore e sarà stupendo, vedrai.»
Niall strinse tra le sue braccia la mora che man mano si lasciava sempre più andare con lui.
«Mi fido di te.» disse lei con la voce soffocata dalle sue braccia.
«E' la cosa migliore che tu mi potessi dire.» concluse il biondo lasciandole un bacio tra i capelli.



«Cazzo!» imprecò Liam ad alta voce davanti alla bacheca della scuola.
«Buongiorno anche a te, Liam. Che succede?» chiese Arper.
«Oh, ciao Arper.» salutò Liam «Ho giurato a me stesso che sarei andato da Lauren prima che lei si svegliasse ma ho una visita guidata.»
«Te ne sei dimenticato? Siamo anche insieme nel corso di biologia! Comunque vada, non fa niente. Ci andrai dopo.» lo rassicurò la mora «E poi darai del tempo in più a Lauren per riflettere e fidati» sottolineò Arper «sarà a tuo vantaggio.»
«Buongiorno!» disse Zayn ad entrambi.
«Devi farmi un piacere.» disse veloce Liam.
«Ma ciao anche a te.» scherzò Zayn mentre Arper ridacchiava «Dimmi.»
«Quando torni da scuola potresti andare da Lauren?»
Zayn inarcò un sopracciglio e si trattenne dallo schiaffeggiare il suo migliore amico «Hai problemi mentali, amico?» ironizzò «Secondo te, io dopo scuola non vado da Lauren? Ti sei fuso il cervello?»
«Che ne so!» rispose sbuffando Liam «E' che ultimamente sono troppo stressato, stamattina sono andato da lei ma si era appena addormentata e volevo andare io dopo ma ho questa visita guidata ed è un casino!»
«Riprendi fiato!» scherzò Arper.
«Vai a questa visita e rilassati! Ci sentiamo dopo secchione!» lo salutò Zayn prendendo per mano Arper ed allontandosi.
«Buongiorno, di nuovo.» disse teneramente ad un soffio dalle labbra di Arper.
I due si scambiarono un piccolo bacio fugace, ma tenero.
«A dire il vero devo andare anche io alla visita.» sorrise Arper.
«Ah è vero! Va' allora. Ci sentiamo tramite messaggio.» disse Zayn baciandola nuovamente.
«A dopo!» sorrise lei correndo verso Liam.
«Ti siedi vicino a me?» chiese lei.
«Non ho compagna migliore.» sorrise pienamente lui entrando nell'autobus scolastico.
-Quando tornate? Z.- scrisse Zayn ad Harry e Louis.
-Già senti la nostra mancanza, Malik?- rispose Louis.
-Arper e Liam sono in gita, Niall è sparito, voi siete lì e Lauren è in clinica. Mi sento forever alone.-
-Sei un forever alone. Ahahahah-
-Fottiti, salutami Sophie, Hazza e Hope-
-Solo io posso chiamarlo Hazza-
-Salutameli e basta-
-No-
-Ucciditi Tomlinson-
-Ti amo Malik, divertiti a scuola mentre noi facciamo shopping a NY-
-Rettifico: Sparati Tomlinson-
-Smack,smack-
Zayn ridacchiò e scosse la testa pensando a quanto fosse sciocco ogni tanto Louis, mandò un messaggio ad Arper e infine posò il cellulare in tasca. Si avviò verso la sua aula di matematica quando vide entrare Niall e Jenny Watson mano per mano. Zayn sgranò gli occhi e si avvicinò cautamente, non credendoci realmente.
«Hey amico.» lo salutò il biondo.
«Ehm, ciao Niall!» disse Zayn aggrottando le sopracciglia.
Niall manteneva stretta la stretta con la mano di Jenny che restava a testa alta guardandosi intorno e scorgendo alcuni sguardi puntanti su di lei.
«Andiamo?» chiese quasi innervosita.
Niall si voltò verso di lei e le sorrise come per incoraggiarla «So che già vi conoscete per sommi capi ma.. Zayn lei è Jenny, Jenny lui è Zayn Malik.»
I due si guardarono per un po' negli occhi, quasi con aria di sfida però poi entrambi allungarono la mano in segno di buona educazione.
«Piacere.» dissero all'unisco.
«Ho letteratura ora, ci vediamo dopo ok?» disse la ragazza a Niall.
«D'accordo a dopo.» lo salutò lui con un bacio sulla guancia.
Mentre Jenny andò via verso la sua aula, Zayn prese sotto braccio Niall e iniziarono a camminare lentamente.
«Se andremo di questo passo non arriveremo manco per la 3° ora.» scherzò Niall.
Zayn fece per riflettere ma un senso di disorientamento lo prevalse e così parlò di getto «Tu e Jenny? Insomma, ti sei messo con la nostra peggior nemica?»
«Wo,wo! Vacci piano Malik! Non è la peggior nemica di nessuno, è solo stata incompresa ma ti posso garantire che, prima di tutto, le dispiace di tutto quello che è successo e, seconda cosa, vuole rimediare.»
«Vuole rimediare?»
«Insomma vuole.. piacervi, diciamo così!»
Niall cercava di spiegare al meglio il discorso che Jenny le aveva fatto pochi giorni prima.
«A lei dispiace di tutte le cose che ha fatto e io vi chiedo di perdonarla.»
«Perdonarla?» urlò quasi Zayn. «Scherzi? Lauren è di nuovo in clinica, quei 4 deficienti sono a New York per colpa sua e noi dovremmo perdonarla?» disse stizzito e marcando l'ultima parola.
«Guarda che non è colpa sua se Hope e Sophie sono scappate a New York e Lauren è in clinica. Non ha fatto lei sesso con il fidanzato di sua sorella, ti ricordo.» Niall iniziava a prendere le parti di Jenny.
«Ti sta facendo il lavaggio del cervello quella!»
«Quella ha un nome.» si stizzì Niall «E poi non dico di farlo per lei ma per me!»
Zayn sospirò rumorosamente, controllando le sue emozioni. Erano uno difronte all'altro vicino allo stanzino dei bidelli.
«Non voglio che faccia del male anche a te, Nialler.» disse totalmente calmo Zayn.
«Non succederà.» lo rassicurò il biondo «Ma almeno prova ad accettarla.»
Zayn sorrise e annuì col capo «Spero non mi penti di questa scelta.» scherzò avviandosi finalmente nell'aula con Niall.
Per tutta la giornata Zayn fu completamente solo, gli unici momenti in cui era in compagnia furono la prima ora e a mensa. Avevano pranzato e chiacchierato lui, Niall e Jenny. Zayn dovette ricredersi su Jenny, la trovò molto simpatica anche se ogni tanto qualche battuta acida la buttava giù. Non voleva né poteva fidarsi del tutto e non lo avrebbe mai fatto ma era di certo un buon inizio e ne furono felice tutti.
Zayn tornò a casa per qualche minuto, aveva bisogno di posare la borsa e necessitava di una sciacquata.
Salutò con un falso sorriso Elisabeth Landoson e la sua famiglia, che abitavano nella casa affianco ed entrò nella sua, di casa. Salutò in fretta le sorelle e la madre e si diresse a passo svelto, salendo le scale a due a due, verso camera sua.
Aprì la porta in fretta, senza neanche guardare in che stato fosse e lanciò la borsa, affrettandosi in bagno.
Dopo che ebbe finito di darsi una ripulita Zayn tornò verso camera sua armeggiando con il suo iPhone. Quando richiuse la borsa dietro le sue spalle, Zayn armeggiava ancora con il suo cellulare fin quando qualcuno glielo tolse dalle mano e si scaraventò su di lui, o meglio sulle sue labbra.
*Aprì gli occhi di scatto e si trovò a baciare la sua migliore amica.
Per istinto la spinse via, anche se con delicatezza. I loro occhi si incrociarono e fu lì che Zayn capì tutto.
Lei aveva bisogno di lui e forse, sotto un certo aspetto, anche lui aveva bisogno di lei.
Chiusero di nuovo gli occhi e si avvicinarono con più calma. Lui le poggiò una mano sulla guancia, dal quale scorrevano lacrime, e un'altra dietro la schiena.
La strinse a se e la baciò dolcemente, bacio che fu senza ombra di dubbio ricambiato. I loro volti si inclinavano da destra a sinistra, le loro lingue erano entrate ormai in contatto così come il resto del loro corpo.
Lauren infilò le mani tra i capelli di Zayn che le prese il lembo del maglione e glielo sfilò via. Il ragazzo la prese per i fianchi e le fece incrociare le gambe dietro la schiena. Si invertirono di posto. Lei era letteralmente con le spalle al muro freddo e lui la sorreggeva da sotto i glutei. Smisero di baciarsi per qualche istante. Si guardarono negli occhi, complici. Lui chiuse la porta a chiave e continuò a baciarla. La portò sul letto, dove entrambi si adagiarono sopra.
Zayn le fissava ogni minimo particolare. Lei gli sfilò velocemente la camicia e così i baci ricominciarono. Si fece spazio tra le sue gambe e iniziò a baciarle il collo scendendo fino all'incavatura dei seni e arrivando a poco sotto l'ombelico. Lasciava piccole scie di baci al quale la ragazza non sapeva trattenersi dall'ansimare. Quando lui ritornò con il viso a pochi centimetri dal suo i ruoli si invertirono. Era lei che conduceva il gioco.
Gli baciò, a sua volta, il collo, succhiandone leggermente alcune parti. Gli lasciò delle piccole chiazze rosse. Scese fino al ventre. Baciava ogni piccola parte del suo corpo e vedeva il membro di Zayn accrescere sempre di più.
Lui, al quanto eccitato, infilava le mani tra i capelli di lei che stringeva, sempre più, le forti e possenti braccia del ragazzo.
Zayn aveva una fisico assolutamente perfetto, pochi potevano permettersi quella forma fisica. Lauren lo trovava assolutamente sexy, così come Zayn trovava Lauren. Era bella, assomigliava quasi ad una dea. I ricci ben definiti, le labbra delineate e un naso perfetto. Un seno proporzionato ad un corpo ammirevole.
Quando la ragazza tornò su, al collo di Zayn, un brivido stranissimo pervase entrambi.
Si guardarono negli occhi per qualche minuto, senza proferire parola. Lei a cavalcioni su di lui.
Improvvisamente la ragazza si alzò e iniziò a vestirsi nuovamente. Senza che Zayn le dicesse niente gli passò la camicia e si sistemò i capelli.
«Mi dispiace.» sussurrò quasi, le lacrime erano già ai bordi degli occhi.
«Hey, hey.» le disse rassicurante Zayn prendendole il viso tra le mani «E' tutto ok.»
Zayn la strinse tra le braccia e fece aderire il suo petto alla testa di Lauren. «Dovevi essere molto triste e arrabbiata per essere venuta qui e avermi baciato in quel modo.»
Lauren si limitò a tacere, lasciando che le lacrime le scorressero via, portandosi tutto dietro.
«Come mai non sei in clinica?»
«Non ho bisogno di quel posto. E' solo un rifugio per me, per tentare di scappare dai problemi, ma ho capito che dai problemi veri non si scappa e così li affronterò.»
sorrise guardando dritto negli occhi il ragazzo.

«Ed io ti aiuterò.» le sorrise di rimando.
«Scusami per come mi sono comportata, per i baci e per il quasi sesso. Non voglio rovinare la tua situazione con Arper, la adoro, davvero e mi dispiacerebbe se
succedesse qualcosa per colpa mia.»

«Lauren!» urlò, quasi, Zayn. Era nervosa e quando stava così e doveva dire qualcosa iniziava a parlare a raffica. «Tra me ed Arper andrà tutto bene e questo sarà un segreto che terremo custodito solo io e te, d'accordo?»
La ragazza sorrise e diede un flebile bacio sulle labbra a Zayn, uno di quelli puri e casti.
«Ti voglio bene.» gli disse stringendolo forte.
Zayn sorrise, baciandole i capelli profumati «Anch'io, amore.» aggiunse poi senza alcun segno di malizia.





 
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Sullivan's space


ok, dopo questa cagata multicolor per la quale ci ho impiegato 10 minuti 
possiamo passare a questo nuovo capitolo.
INNANZITUTTO 
mi scuso con tutte/i per lo SCHIFOSO ritardo.
veramente mi dispiace tantissimo ma ci sono state tante cose 
che mi hanno tolto del tempo alla storia.
Una di queste cose è stata l'occupazione *w*
ok, lo so che non ve ne frega nulla ma 
è stata una delle esperienze più belle della mia vita ahahhaha
cooooooooomunqueee
(scusatemi ma questo scrivere colorato mi gasa AHAHAHHA)
mi dispiace ancora tantissimo per non aver aggiornato prima.
Di questo capitolo che ne dite?
A me piace, ma non troppo, sinceramente poi boh!
l'unica parte che mi gasa è quella dei messaggi tra i ragazzi e la scena di Lauren e Zayn
avrei anche potuto farli trombare seriamente (LOL) ma ho preferito di no 
per tantissimi motivi.


Grazie a tutti quelli che leggono la storia, 
a quelli che la recensiscono capitolo dopo capitolo,
a quelli che la mettono tra le preferite,
a quelli che fanno pubblicità,
a quelli che la inseriscono tra le storie scelte 
(quando l'ho letto ero tipo in lacrime <3)
e a tutti coloro che citano alcune mie frasi <3
Grazie di tutto!

-Twitter  -Facebook
Un bacione enorme, fatemi sapere che ne pensate, anche della scena con la canzone:


 
L A  V O S T R A  S U L L I V A N 

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Capitolo 15
*** ~All's Well That Ends Well. ***



All's well that ends well.


«Zayn! Zayn!» urlava Waliyha scuotendogli la testa.
Il bruno aprì pian piano gli occhi, confuso e con un grosso dolore alla fronte. Waliyha, la sorella di 15 anni, ridacchiò di gusto.
Il bruno portò istintivamente una mano alla fronte e constatò che aveva un vero e proprio bernoccolo.

«Sei diventato cieco per caso?» chiese Waliyha guardando Zayn disteso per terra. «Non mi vedi neanche?»
Il bruno aggrottò la fronte «Che diamine è successo?» chiese ancora più confuso.
La ragazza rise ancora di più e allungò una mano a Zayn per aiutarlo ad alzarsi. «Ero in camera tua e stavo uscendo e tu non mi hai proprio visto così hai sbattuto la testa vicino alla porta, molto violentemente.»
concluse ridacchiando ancora.

«Oh mio Dio! Mi sto rincoglionendo!» disse massaggiandosi la fronte. «Quindi io non mi sono mai mosso di qui?»
Wailyha inarcò un sopracciglio «Si, ti stai rincoglionendo! Hai perso i sensi, dove vuoi essere andato?» chiese senza volere davvero una risposta dato che uscì subito via dalla camera del moro che rimase per
qualche istante a riflettere e a massaggiarsi la fronte.

Ripensò a quello che, evidentemente, aveva sognato. Ridacchiò e scosse la testa pensando a che sogno assurdo avesse appena fatto.
Si alzò di scatto e prendendo le chiavi dell'auto si guardò allo specchio che aveva in camera.
Il bernoccolo era altamente evidente e rosso. Zayn sapeva che non sarebbe scomparso prima dei 6-7 giorni.
Scese le scale velocemente e diede un urlo di saluto alla madre annunciando che sarebbe andato da Lauren.
Mandò un messaggio ad Arper e Liam, chiedendogli se si stessero divertendo e partì in fretta e furia.
Arrivò in meno di 20 minuti e accostò l'auto nel parcheggio della clinica.
Salutò le poche infermiere che giravano per i corridoi e andò nella stanza di Lauren.
La trovò seduta alla scrivania, intenta nel guardare una rivista di moda. C'era una valigia chiusa al suo fianco.
«Buongiorno.» salutò lui, facendola girare.
«Heylà! Finalmente! Mi chiedevo quand'è che mi saresti venuta a prendere!» sbottò alzandosi dalla scrivania e iniziando a sistemarsi per andare via.
Zayn aggrottò la fronte. «Venuto a prenderti?» chiede spiegazioni.
«Ho deciso che voglio affrontare i miei problemi e non scappare come faccio sempre!» disse convinta guardandolo negli occhi.
Zayn spalancò gli occhi. Il suo sogno era per metà premonitore.
«Perchè quella faccia e.. che diavolo hai fatto alla fronte?»
«Devo raccontarti una cosa prima di andare via.» annunciò «Siediti.»
La ragazza prese posto sulla poltroncina dove era seduta prima e invitò Zayn ad imitarla. Stettero uno difronte all'altro.
Zayn le raccontò il sogno ed entrambi pensarono a quanto fosse strano che lui si fosse sognato che lei sarebbe voluta andare via e che il giorno dopo la cosa fosse successa realmente.

Risero entrambi riguardo quel “quasi sesso” e constatarono che quella cosa non sarebbe mai e poi mai potuta accadere.
Mentre Lauren salutò le infermiere e parlò col dottore, Zayn posò la valigia in auto.
Il bruno aspettò qualche minuto in auto prima che la riccia entrò.
«Fatto?» chiese prima di partire.
La riccia annuì e stampò un bacio sulla guancia a Zayn.
«Gli ho spiegato tutto e mi ha detto che per qualsiasi cosa questo posto sarà sempre disponibile per me ma io gli ho spiegato che sto diventando forte e non ne avrò bisogno più.»
«E lui?»
«Mi ha sorriso dolcemente e mi ha detto comunque di venirlo a trovare ogni tanto e lo farò.» sorrise Lauren.
«Devi fare tutto quello che ti senti da ora in poi.»
«Andiamo a prendere Arper e Liam?»
Zayn aggrottò la fronte «Come sapevi che erano in gita?»
«Mi sono informata.» fece l'occhiolino al bruno «Voglio fare una sorpresa a Liam come stamattina l'ha fatta lui a me. M'ha portato i fiori.»
«Lo so.» disse il suo migliore amico. «Risolverai con Sophie?» chiese.
La riccia annuì «Si. A proposito, dov'è?»
«A New York. Louis, Harry, Hope e lei tornano domani.»
«Perchè quei 4 deficienti sono a New York nel periodo natalizio e noi siamo qui come dei poveri sfigati?» chiese ridacchiando.
Il bruno fece spallucce e rise «Secondo te domani moriamo?»
La riccia rise di gusto «No! Anche perchè non possiamo morire.»
«E perchè?» chiese Zayn.
«Non ho ancora detto a Nick Jonas quanto sia importante per me!»
Il bruno si lasciò sfuggire un risolino «Ti piace così tanto?»
La riccia annuì «Si potrebbe dire che sono una delle prime fan. Lo amo. Insieme agli altri 2, ovvio!»
Zayn ridacchiò «La cosa divertente è che hai 19 anni e ti piacciono ancora i Jonas Brothers.»
«Non c'è età per amare i Jonas Brothers!» lo rimproverò.
Zayn alzò le mani in segno di resa e sorrise. Lauren inserì un CD che lei stessa aveva comprato per Zayn, dei Jonas Brothers, e lasciò che la magia della musica la riportasse a quando aveva circa 12 anni e i tre fratelli avevano appena iniziato a fare successo.
I due canticchiarono insieme fin quando non arrivarono fuori scuola e notarono che gli altri due erano già arrivati.
Erano intenti nel fare due chiacchiere e non appena videro Lauren rimasero sorpresi.
Scendendo dall'auto, Zayn salutò Arper con un bacio, mentre Lauren si avvicinò a Liam dolcemente.
«Come mai qui?» chiese Liam.
«Ho deciso di affrontare i miei problemi.» disse fissando il suolo sotto i suoi piedi.
I due rimasero qualche istante in silenzio, mentre Zayn ed Arper si erano allontanati di qualche passo.
Liam allungò la mano verso quella di Lauren e lasciò che le loro dita si incrociassero.
La riccia rimase con lo sguardo fisso verso le loro mani.
«Se per baciarti dovessi poi andare all'inferno, lo farei...»
«..così potrò vantarmi coi diavoli di aver visto il paradiso senza mai esserci stato..» continuò Lauren.
«William Shakespeare.» concluse Liam sollevandole il capo con la mano, dolcemente, e avvicinandosi a lei.
Il biondo fece aderire le loro labbra e si assicurò che quello fu il bacio più bello che Lauren avesse mai
dato.

Rimasero attaccati per circa 3 minuti, fin quando non aprirono gli occhi e contemplarono che ormai si appartenevano.
«Mi dispiace.» mormorò il biondo. «Non avrei dovuto abbandonarti.»
La riccia sorrise dolcemente. «E' tutto ok. Adesso.» lo rassicurò lei.
«Da ora in poi ci sarò, te lo giuro.»
I due si scambiarono nuovamente un bacio, questa volta più fugace.
«Hey.» disse Arper un po' imbarazzata per aver rovinato un momento così dolce «Che ne dite se facciamo l'albero di Natale da te, Lauren? So che non l'avete ancora fatto e sarebbe bello farlo prima che tornino i fantastici 4.»
I due si guardarono negli occhi e sorrisero.
«Allora?» chiese Zayn.
«Ci stiamo!» rispose Liam per entrambi.
Mentre tutti e 4 salirono in auto, Liam si sedette affianco a Lauren, tenendole la mano.
Gli sembrò di tornare ai vecchi tempi: lui, Lauren, la magia del Natale e la loro dolcezza.
«Volete sapere l'ultima?» urlò Zayn.
Gli altri aggrottarono la fronte ed annuirono curiosi.
«Niall e Jenny stanno insieme.» disse ridacchiando.
«Tu che stai dicendo?» chiese Liam sbalordito.
«Quello che hai sentito.» rise ancora. «Oggi li ho visti mano nella mano e abbiamo parlato io e il biondo e vuole che tutti noi le diamo un'opportunità.»
«Io ci sto!» disse Arper.
«A te non ha fatto nulla.» disse Liam.
«Neanche a te, se vogliamo dirla tutta e neanche a me. Non ha fatto a nessuno.» precisò Lauren «Ha soltanto riferito, se vogliamo dire così, una cosa che mia sorella» disse marcando l'aggettivo mia «aveva fatto e per la quale aveva pagato di non dire. Lo sbaglio l'ha fatto Sophie, non Jenny.»
Liam la guardava dritto in viso, cercando di capire le sue intenzioni «Quindi tu la vuoi.. perdonare e darle un'occasione?»
La riccia annuì sorridendo «Si.» disse poi convinta «Tutti possono cambiare no?»
Liam alzò le mani in segno di resa e sorrise «Se puoi perdonarla tu, posso farlo anch'io.» concluse poi baciandola dolcemente.
I 4 arrivarono nella grossa villa Bennet-Price e mentre i maschi scesero nel seminterrato per raccogliere tutte le cose natalizie, albero incluso, le ragazze iniziarono a spostare i mobili per poterlo posizionare.
«Cazzo! Non credevo pesasse così tanto.» disse Zayn con il fiatone.
«E' alto tipo 3 metri, mi pare ovvio!» ridacchiò Lauren.
«E' stupenda questa casa.» puntualizzò Arper. «E' enorme e ben curata.»
La riccia le sorrise «Grazie.»
I 4 si misero all'opera iniziando ad aprire ogni ramo dell'albero.
Dopo circa 2 ore, Zayn e Liam montarono la punta e finalmente la struttura dell'albero fu pronta.
«Oh mio Dio!» esclamò Arper.
«Cosa?» chiesero tutti all'unisco.
«E' meraviglioso.» disse facendoli ridacchiare tutti.
«Mi chiedo, se per montarlo solamente ci abbiamo messo 2 ore, per addobbarlo finiremo la notte di Natale?» scherzò Liam.
«Ti dispiacerebbe restare qui fino a Natale?» chiese retorica Lauren avvicinandosi alla bocca di Liam.
Il biondo scosse la testa e la baciò. Le era mancata davvero quella sensazione.
«Finitela di sbaciucchiarvi e venite ad aiutarci!» scherzò Zayn.
I due si staccarono sorridendo e andarono ad aiutare gli altri. «Guastafeste.» lo baciò sulla guancia Lauren.
«Hai tutta la vita per baciarlo, non rompere!» scherzò di rimando Zayn.
«Non sei mai stato geloso?» disse Arper a Liam evitando di farsi sentire.
Il biondo scosse la testa «Conosco Zayn da tutta la vita, così come Lauren. Loro due sono troppo fratelli per amarsi.» fece spallucce.
«Che state dicendo?» chiese Lauren fintamente gelosa.
I due si guardarono e sorrisero. «Niente.» disse poi Liam facendo spallucce.
I 4 si misero all'opera e, a parere di Arper, l'albero stava venendo abbastanza bene.
Mentre erano intenti nel mettere le ultime decorazioni, sentirono la toppa della porta girare.
Si voltarono tutti e 4, contemporaneamente, verso la porta.
Zayn, Lauren, Liam ed Arper si trovarono difronte Louis, Sophie, Harry ed Hope.
«Sorpresa!» urlarono i 4 da fuori.
Si abbracciarono tutti con grande euforia, aiutandoli poi a prendere le valigie e le buste che avevano in mano.
Avevano fatto parecchio shopping natalizio a New York.
Sophie e Lauren si guardarono negli occhi e entrambe li avevano pieni di lacrime.
Si abbracciarono come solo due sorelle sanno fare. «Mi dispiace.» disse Sophie.
«Sh!» la zittì Lauren. «E' tutto ok ora!»
Le due si abbracciarono nuovamente ed Hope si unì a loro mentre Arper parlava con i ragazzi.
«Che ci fa Liam qui?» chiese Hope senza mezzi termini.
«Abbiamo fatto pace, cioè.. siamo tornati insieme.» disse Lauren.
Le tre si abbracciarono forte e sorrisero. «Niall e Jenny stanno insieme.» annunciò Lauren.
«Che vuol dire Niall e Jenny stanno insieme?» urlò Sophie.
Zayn rise contagiando Arper «L'evento dell'anno.» disse poi prima di scoppiare a ridere nuovamente.
Arper disse quello che aveva detto Zayn in auto e tutti rimasero in silenzio.
«Io la perdono.» annunciò Lauren mettendo a posto gli scatoloni dell'albero.
Sophie ed Hope la guardarono stranite.
«Ognuno è libero di fare quello che vuole.» precedette Zayn prima di avviare una discussione.
«Assolutamente.» precisò Liam.
«Che ne dite se la perdonate tutti?» chiese Arper.
Zayn la guardò come per farle capire che forse aveva fatto il più grosso errore ma poi si ricredette.
«Io ed Harry ci siamo.» disse Hope guardando Harry che non ribatté.
«Tu che dici?» chiese Louis alla sua ragazza.
Quest'ultima ci pensò qualche attimo, con tutti gli occhi puntati su di lei.
«Ok, ok.» sospirò «E diamogli quest'opportunità.» annunciò.
«Lo chiamo?» chiese Harry.
«Niall?»
Il riccio annuì. «Lo invitiamo qui con lei.»
«D'accordo.» disse Lauren. «Comunque quest'albero è stupendo!» sorrise fiera.
Il riccio andò in cucina e lo chiamò, invitando lui e la sua nuova ragazza.
Mentre tutti erano intenti nel cucinare qualcosa per la sera, suonò il campanello.
Si guardarono tutti all'unisco. «Vado io!» annunciò Sophie.
Si avviò alla porta e aprì trovandosi il biondo e Jenny davanti i suoi occhi.
«Bentornata!» annunciò Niall abbracciandola. Quest'ultima ricambiò l'abbraccio e sorrise.
«Gli altri?» chiese il biondo.
«Sono di là.»
«Posso parlarti?» chiese Jenny a Sophie.
La ragazza annuì e le due si accomodarono nel salotto.
«So che vi ho causato un sacco di problemi e.. mi dispiace ma vorrei rimediare.» concluse poi porgendole una busta bianca.
Sophie aggrottò la fronte, prese la busta e l'aprì.
«Questi sono i soldi per la quale ti ho ricattato. Mi dispiace.»
Sophie le sorrise e l'abbracciò, spiazzandola per qualche istante.
Jenny ci pensò e capì che finalmente aveva chiarito tutto così ricambiò l'abbraccio.
«Tutto è bene ciò che finisce bene.» disse poi Sophie avviandosi in cucina con la sua nuova amica




 

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Sullivan's space.


BUON...SALVE!
(dato che non so a che ora leggerete ciò ahahah)
COMUNQUE:
voglio dedicare questo capitolo a 
@xjawaadshug 
perchè domenica è stato il suo compleanno
e avrei dovuto pubblicare per lei domenica 
ma dato che non ce l'ho fatta çç ecco a te! <3

AH COMUNQUE


AUGURI DI BUON NATALE AMORINI MIEI <3

passando al capitolo:
CHE NE DITE ?
*w*
a me piace molto perchè CI SONO TUTTI 
*w*
e hanno fatto pace *wwww*
we, veramente mi piace tantissimo ahahahahha <3
ora vado perchè sono le 2 e mezzo e sto facendo la nottata con i miei amici
e sono qui a scrivere ahhahaha mi stanno prendendo per asociale hahahah
<3 ANCORA TANTI AUGURI <3

se volete
aggiungetemi a
facebook
o
seguitemi su
twitter


Lasciatemi una recensionuccia e fatemi sapere che ne pensate <3
e dato che credo non pubblicherò prima del 31 vi auguro


BUON ANNO NUOVO <3

scusate se sto usando questi colori ma sono natalizi *w*
ps: voglio condividere con voi la gioia che
MI HANNO REGALATO UN TATUAGGIO *W*
sono troppo felice ahahha
ok basta!
a voi cosa hanno regalato?
susu fatemi sapere <3
peace&love


-SULLIVAN-


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Capitolo 16
*** ~New Year's Day. ***



 

New Year's Day.


Era passata ormai una settimana da quel giorno in cui tutti avevano fatto pace.
Tutto andava per il verso giusto e l'aria Natalizia si faceva sentire sempre di più.
I ragazzi avevano passato il Natale ognuno con la propria famiglia ed ora erano felici di dover passare il capodanno tutti insieme nella grossa
villa Bennet-Price.

Tutti tranne Jenny.
«Non posso lasciare mia nonna da sola.» aveva detto a Niall. Quest'ultimo aveva anche proposto di stare da solo con lei ma la ragazza aveva
rifiutato cordialmente.

«Non posso rovinarti il capodanno, davvero. Vi raggiungerò dopo mezzanotte. Non preoccuparti.» lo aveva rassicurato.
Niall le aveva lasciato un bacio flebile agli angoli delle labbra ed era andato via, raggiungendo i suoi amici.
«E quindi Jenny non verrà?» chiese Hope.
Il biondo scosse la testa, un po' amareggiato.
«Dai, la vedrai dopo!» sorrise Zayn.
Il biondo annuì, avviandosi nel grande salone. Le ragazze erano intente nell'apparecchiare la grossa tavola mentre Arper e Liam cucinavano la
cena.

«Louis, Harry!» li richiamò Sophie «Potreste anche muovere il culo e fare qualcosa!»
I due erano intenti nel giocare, come sempre, alla PlayStation. «Stiamo finendo la partita a FIFA. E poi cosa possiamo fare?» rispose Harry.
«Arper e Liam stanno cucinando, Niall fa l'assaggiatore, Zayn li guarda, voi apparecchiate e noi giochiamo. Semplice no?» controbatté Louis.
A quel punto, Sophie, li guardò accigliata e si avviò vicino il televisore.
«Non fare quello che sto pensando.» la minacciò Louis.
«Altrimenti?» rispose beffarda spegnendo il televisore con un gesto veloce.
«Ti do 3 secondi per scappare.» la minacciò Harry.
«Altrimenti?» rispose ancora più beffarda, ridacchiando.
I due sul divano si guardarono complici e corsero verso di lei che scappava per tutto il resto della casa.
Hope bloccò Harry, trattenendolo, mentre Sophie si nascose in bagno.
Il suo ragazzo, furbamente, fece finta di entrare in un'altra stanza e così entrò di soppiatto nel bagno.
Lei urlò dalla paura e afferrò il manico della doccia schizzando tutta l'acqua addosso a Louis.
Il bruno corse verso di lei e con un gesto veloce le prese il manico della doccia bagnandola tutta.
Si guardarono complici, scoppiando a ridere e chiudendo, finalmente, l'acqua.
Sophie lo portò a sé e lo baciò dolcemente.
«Ti amo.» disse lui.
La ragazza sorrise dolcemente e lo abbracciò «Anch'io.» rispose poi.
«Ma ora andiamoci a cambiare o faremo la fine dei polipi che sta cucinando Arper.»
Il bruno la guardò accigliata chiedendosi cosa volesse intendere.
«In che senso?» chiese ridendo.
«Era una battuta idiota!» risero insieme andando nella camera di Sophie.
I due si asciugarono per bene e mentre Louis si toglieva la maglietta la ragazza poté notare il fisico scolpito del suo ragazzo.
«Che hai da guardare?» chiese Louis sorridendo.
«Nulla.» rispose lei scuotendo la testa e uscendo dalla stanza.
«Ti aspetto giù.» disse poi scendendo le scale.
«Che diamine avete fatto?» chiese Lauren.
«Sesso a volo a volo?» rise Harry.
«Uno, NO! Due, sei un idiota!» lo dileguò entrando in cucina.
«Allora, Nialler! Com'è la cena?»
«Mmh, buona!» rispose ingoiando qualcosa che stava mangiando.
Gli altri due risero mentre Sophie prendeva alcune cose dalla dispensa.
«Cosa cerchi?» chiese Arper.
«Prendo le bibite.» sorrise di rimando.
«E' pronto? Ho fame!» si lamentò Harry.
«Cazzo, Harry! O rompi lo palle o non fai niente e comunque dai fastidio. Trovati un hobby!» gli urlò dietro Sophie.
«Stronza.»
«Coglione.»
«Zoccola.»
«Zoccola alla mia ragazza?» si intromise Louis.
«No, scusa amore.» sorrise Harry abbracciando Louis.
«E' il mio uomo.» mimò Harry a Sophie che lo rispose con un vaffanculo esplicito tramite dito medio.
«Andate tutti a tavola!» li richiamò Liam. «E' pronto!»
«Finalmente!» urlò Harry facendo sedere tutti a tavola.
Liam ed Arper fecero le porzioni mentre Zayn portava tutto al tavolo.
Una volta finito, i tre si sedettero al tavolo.
Zayn ed Arper si sedettero vicini, affiancati da Niall.
I due si scambiarono un bacio veloce prima di iniziare a mangiare.
-Buon appetito- scrisse Niall a Jenny che ricambiò con un cuore.
I ragazzi mangiarono con calma e le portate si alternavano a delle risate e dei giochi.
«Ragazzi si è aperta una nuova discoteca sulla spiaggia. Perchè non andiamo lì stasera?»
«Mmh, si può fare!» disse Zayn.
«Prima però dobbiamo andarci a lavare.» ridacchiò Arper.
«Puzziamo alquanto di pesce.» disse Liam facendo ridere tutti.
-Hai mangiato?- chiese Niall.
-Si, la nonna si è superata oggi :) e tu?-
-Si. Liam ed Arper sono bravi in cucina :)-
-Che fate ora?-
«Niall posi quel cellulare? Sembri un asociale!» lo ammonì Zayn.
«Scusami se la tua ragazza è qui e la mia no.» lo rispose amareggiato.
-Mi hanno appena richiamato che sto troppo attaccato al cellulare. Passo dopo a prenderti. Andiamo a ballare.
xx-

-A dopo. Mi metto il vestito che mi hai regalato a Natale. xx-
Niall sorrise e intascò il cellulare.
«L'ho chiuso, banda di idioti.» scherzò poi sedendosi sul divano giocando insieme ad Harry alla Play.
«Facciamo un gioco?» propose Louis.
«Che gioco?» gli chiese la sua ragazza.
«Anzi no! Lo facciamo in discoteca! Portatevi molti soldi che dobbiamo bere molto!»
La sua ragazza lo baciò prendendogli il viso «Sei un'idiota.» gli soffiò sulle labbra.
Lui la baciò, ignorando quell'insulto gratuito.
«Mancano 3 minuti alla mezzanotte.» annunciò Liam.
«Vieni, prendiamo lo champagne.» lo portò con se Lauren.
La ragazza cercò di prendere lo champagne nella dispensa in alto, non riuscendo nel suo intento così Liam la prese per i fianchi e la sollevò,
aiutandola.

Lei posò le 3 bottiglie di champagne mentre Liam prendeva i bicchieri.
«Mi sei mancato davvero.» disse lei.
Il biondo annuì sorridendo «Anche tu, non sai quanto.» rispose poi baciandola.
«Vi muovete o no?» urlò Louis dal salone.
I due ridacchiarono a pochi centimetri di distanza prima di baciarsi di nuovo e ritornare nel salone.
Improvvisamente suonò il campanello, ad un minuto dalla mezzanotte.
Tutti si guardarono interrogativi mentre Niall andò ad aprire.
Si ritrovò la sua ragazza difronte che subito lo abbracciò baciandolo.
«La nonna si è addormentata, così sono venuta.» disse velocemente entrando in casa mano nella mano con il biondo.
«E tu che ci fai qui?» chiese sorpresa Sophie.
«Mia nonna si è addormentata e così sono venuta. Forse non dovrei essere qui?!» chiese timorosa.
«Ma che!» l'abbracciò Sophie «Oramai sei di famiglia!» le disse facendole un'occhiolino di complicità.
Le due sorrisero e tutti si prepararono per il conto alla rovescia.
Non appena scoccò la mezzanotte Niall, Zayn e Louis aprirono lo champagne.
Le coppie si diedero subito un bacio veloce, scambiandosi poi gli auguri l'uno con l'altro.
«Buon 2013!» urlò Niall prima di dare un bacio a fior di pelle a Jenny.
«Ci andiamo a preparare?» chiese Lauren.
«Si!» disse Liam.
«Ci vediamo qui fra mezz'ora?»
«Facciamo un'ora.» disse Harry malizioso.
Tutti scoppiarono a ridere mentre Niall, Jenny, Zayn ed Arper andarono a casa per prepararsi.
«Noi ci andiamo a preparare!» urlò Harry correndo con Hope verso la camera di quest'ultima e le altre due coppie li imitarono.
Lauren e Liam entrarono nella camera degli ospiti.
«I tuoi vestiti sono sul letto.» disse la ragazza, un po' imbarazzata. «Vado nel bagno a vestirmi.»
«Aspetta. Abbiamo tempo.» disse Liam prendendola per i fianchi e avvicinandola a sé.
Il corpo di Lauren reagì a quelle parole con una scossa al basso ventre.
Liam le prese il viso con le mani e la baciò dolcemente. Era uno di quei baci che non si scambiavano da tempo.
Quando entrambi si distaccarono, Liam le portò una mano dietro la schiena inarcandola e cominciandole a baciare la gola.
Le lasciava, di tanto in tanto, qualche scia umida per via della lingua che fremeva.
Si spostò dalla gola al collo. Cominciò a baciarle quest'ultimo, salendo pian piano. Ogni volta che le succhiava un lembo di pelle la ragazza
ansimava e stringeva le mani attorno alle grosse spalle di Liam.

Il membro di lui si eccitava sempre di più.
La fece adagiare sul letto, spostando tutti i suoi vestiti sulla sedia e chiudendo la porta a chiave.
Si stese su di lei, facendo leva sulle sue stesse mani.
Ricominciarono a baciarsi e oramai Lauren si era completamente lasciata andare a lui.
La spogliò velocemente: aveva bisogno di sentire il suo corpo caldo sotto il suo.
La guardò, ammirandola in ogni minimo particolare; poi si privò altrettanto dei suoi vestiti, sparpagliandoli per la stanza senza curarsene.
Nonostante Lauren indossasse un semplice completo intimo color rosa confetto, Liam la trovava tremendamente sexy.
Le tolse il reggiseno con un gesto veloce e cominciò a baciarle il seno. Li stringeva delicatamente e li baciava, alternandosi. Poi spostò le mani ai fianchi, baciandole la pancia e scendendo sempre più verso il basso ventre.
Entrambi ansimavano e sentivano crescere l'eccitazione. Regnava l'eros in quella stanza.
Quando Liam arrivò all'elastico delle mutandine alzò gli occhi come se volesse chiederle il consenso. La ragazza sorrise per poi abbandonare la testa all'indietro.
Il ragazzo le sfilò velocemente anche l'ultimo indumento rendendola, a tutti gli effetti, nuda ai suoi occhi.
Portò una mano all'intimità di lei, inizialmente prese a giocare con il clitoride, punto debole di Lauren e poi, con un abile mosse, inserì due dita nella sua femminilità.
Le dita si muovevano avanti e indietro facendo gemere di totale piacere Lauren e faceva eccitare sempre di più Liam.
La ragazza, ormai troppo vogliosa, spogliò completamente Liam portandosi il suo membro, ormai totalmente eccitato, tra le grosse labbra. Liam era sostenuto dalle ginocchia mentre Lauren succhiava e leccava il suo membro. Le portò una mano fra i capelli, accompagnandola nei movimenti.
Venne dentro la sua bocca con un grido di piacere.
Poi si sporse verso i pantaloni, estraendo dal portafogli una piccola bustina. Con le labbra riuscì ad aprirla estraendone poi un preservativo. Lo infilò sul suo membro e si stese adagio su Lauren.
Fece aderire il suo bacino con quello di Lauren.
Con una spinta dei fianchi la penetrò fino in fondo, togliendole il respiro.
Liam iniziò a muoversi velocemente, dando delle spinte decise ma non violente.
I muscoli interni di lei lo stringevano, facendogli perdere completamente la testa.
Lauren amava fare l'amore con Liam, le era sempre piaciuto, lo considerava il Dio del sesso. Nessuno l'avrebbe mai detto o mai potuto pensare e questo eccitava Lauren ancora di più.
Quando le spinte di Liam si affievolivano sempre di più, diventando più secche, capirono che stavano arrivando al culmine.
Vennero entrambi con un gemito di estremo piacere. Lui si lasciò andare alla sua destra. Mentre il battito del cuore e il respiro si regolarizzava entrambi stettero in silenzio.
La ragazza poi si accovacciò a lui, poggiando la testa sul petto di lui e le mani sul ventre.
«Sei sempre il migliore, Payne.» disse poi sapendo di averlo fatto sorridere.







 

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AVVERTENZE 
PRIMA DI LEGGERE QUESTO SULLIVAN'S SPACE
DOVETE VEDERE ASSOLUTAMENTE 
QUESTO VIDEO




 
non è bellissimo? *w*
una ragazza, dolcissima l'ha fatto per me
e mi è piaciuto tantissimo come l'ha montato!
che ne dite voi? *w*

Dato che quasi tutti me l'avete chiesto vi rispondo qui:



Questo è il mio tatuaggio :)


*PASSANDO AL CAPITOLO*

Non mi uccidete per la parte di Liam e Lauren,
non lo so che diamine mi sia preso questa sera;
mi andava di fare qualcosa di altamente erotico
e spero di esserci riuscita ahahahhaha
voi che ne dite?
è stata molto HOT devo dire la verità
AHHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHA
comuuuuunque, questo capitolo, come quello precedente,
è stato molto PEACE AND LOVE
(and sexy aggiungerei ahahah)
ma non vi abituate!
Per farmi perdonare del ritardo vi dirò che nel prossimo, 
che sarà sempre il giorno di capodanno,
succederanno 2 cose molto shock.
la prima meno della SECONDA.
stoooooop!
NON DICO NIENT'ALTRO.


grazie a tutti quelli che leggono in silenzio, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate;
grazie a tutti quelli che recensiscono, vi adoro uno ad uno;
grazie a chi l'ha inserita tra le preferite/seguite/ricordate;
GRAZIE A CHI C'E' SEMPRE STATO
E
GRAZIE AI NUOVI LETTORI.

Vi adoro tutti,

la vostra "piccola" SULLIVAN

 

T W I T T E R 

F A C E B O O K 

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Capitolo 17
*** ~Disco. ***



 


Disco.


Come tutte le sere in cui erano insieme, Zayn aveva riaccompagnato Arper a casa accettando l'invito di prepararsi da lei.
Non appena entrati in casa i due aprirono un bottiglia di champagne brindando anche in quella casa, da soli e lasciandosi trasportare dalla magia di quella notte.
Si erano scambiati baci profondi e passionali senza andare oltre. Nonostante tra i due oramai ci fosse qualcosa che andava oltre il volersi bene, il bruno sapeva meglio di chiunque altro cosa Arper aveva passato e così aveva deciso che sarebbe stata lei a decidere quando sarebbe stato il momento giusto.
Non voleva crearle nessuna pressione né tantomeno ansia.
Mentre Zayn, seduto comodamente sul divano di lei, era già pronto da parecchio, Arper era ancora intenta nel controllarsi il trucco.
Aveva scelto un leggero blush sulle guance, coprendo quelle semi-invisibili lentiggini, un filo di eyeliner sulle palpebre superiori e del mascara per risaltare le lunghe e folti ciglia.
Quando fu finalmente soddisfatta del risultato uscì dalla stanza e percorse il corridoio di casa sua velocemente.
Prima di arrivare al salone si diede un'ultima sistemata al perfetto chignon che si era preparata con i lunghissimi capelli nero corvino e infine entrò nel salone richiamando l'attenzione di Zayn con un colpo di tosse.
«Sei bellissima.» esclamò il bruno avvicinando ad Arper che si era leggermente arrossita.
«Anche tu.» rispose poi lasciandogli un piccolo bacio all'angolo della bocca.
«Possiamo andare?» chiese conferma Zayn «Lauren mi ha mandato un messaggio dicendo di andare tutti da lei.»
«Certo.» annuì la mora «Sono pronta!»
Zayn prese il giaccone dalla spalliera del divano indossandolo e invitando Arper ad imitarlo.
Quando furono entrambi fuori, Zayn le aprì la portiera dell'auto facendola entrare per poi entrare e mettere in moto.
Il bruno aumentava leggermente la marcia notando che fossero quasi gli unici tra le vie di Los Angeles, poi prese flebilmente la mano sinistra di Arper e la fece
combaciare con la sua destra iniziando ad intonare alcune parole di una canzone che adorava particolarmente.

«..your hand fits in mine like it's made just for me but bear this in mind it was meant to be and I'm joining up the dots with the freckles on your cheeks and it all makes sense to me..«»
La mora arrossì di botto, sorridendo inevitabilmente e poggiando la testa alla spalla di Zayn che continuava a canticchiare quello che per lei era pura poesia. Non sapeva se era amore, non poteva ancora constatarlo ma sapeva per certo che per il momento lei voleva solo ed unicamente Zayn. Si sentiva protetta e amata come mai si era sentita in tutta la sua vita.
«..I know you've never loved the crinkles by your eyes when you smile, you've never loved your stomach or your thighs, the dimples in your back at the bottom of your spine but I'll love them endless..»
Il bruno pronunciò queste ultime parole accostando sul vialetto di casa Bennet-Price e guardando Arper dritta negli occhi.
La mora non riuscì a sostenere il contatto visivo con Zayn e così abbassò gli occhi baciandolo dolcemente.
Quando i due scesero dall'auto bussarono velocemente al campanello ed una splendida Hope Bennet li andò ad aprire.
«Ri-buonasera!» salutò Hope entusiasta.
I due sorrisero all'unisono ed entrarono in casa.
«Ci siamo tutti?» chiese Liam.
«Negativo. Mancano Niall e Jenny.» rispose Sophie.
«Come siamo belli!» esclamò Lauren entrando in cucina.
«Mai quanto noi due!» s'atteggiò Louis fiancheggiato da Harry.
«Ragazzi vi ricordo che siete fidanzati! Chi volete conquistare?» scherzò Zayn.
«Sssh!» lo zittì Louis. «Se mi lascio ho sempre il rimpiazzo!» scherzò, beccandosi uno sguardo fulminante da parte di Sophie.
«Guarda che se vuoi ti faccio iniziare già ora!» rispose Sophie scatenando una risata generale.
«Ti amo.» disse ridendo ad un soffio dalle sue labbra.
«Vaffanculo.» gli rispose lei, baciandolo per poi mordicchiargli il labbro inferiore.
«Ecco! Sono arrivati anche Niall e Jenny
«Certo che però sono bellini insieme!» disse Arper.
«Mi auguro solo che non lo faccia soffrire.» ammise Zayn che era un po' come il protettore di Niall.
Gli voleva un bene da pazzi e glielo aveva sempre dimostrato, in qualunque situazione.
Hope aprì la porta alla coppia appena arrivata e, una volta dentro, tutti insieme decisero di andare sulla spiaggia ognuno per conto proprio.
Ci misero esattamente 15 minuti ad arrivare e nonostante non fosse così tardi c'era già molta gente.
Scesero tutti e 10 dalle auto avviandosi all'entrata dove poterono constatare che quella discoteca fu tutto tranne che “sulla spiaggia”.
Tutti, nessuno escluso, pensarono che fosse all'aperto, sulla sabbia e con le onde del mare in sottofondo invece non fu affatto così.
«Molto più chic!» pensò ad alta voce Hope.
«Un privè per 10.» disse Harry all'entrata.
«Sicuro che puoi permettertelo, tesoro?» lo prese in giro il bodyguard all'entrata.
Harry inarcò un sopracciglio, stringendo la presa alla mano di Hope che fino ad allora era rimasta dietro di lui.
«Ciao Luke.» sorrise beffarda Hope. «Mi fai entrare o no?» continuò poi con finta innocenza.
«Oh, salve signorina Bennet.» s'impallidì. «Mi scusi.» continuò ancora aprendo il passaggio e lasciandoli entrare.
«Mi spieghi perchè conoscevi quel bodyguard?» chiese perplesso Harry entrando nel privè.
«Ehm, forse ho dimenticato di dirvi che questa discoteca è dei miei genitori.» disse velocemente.
«E perchè non ce l'hai detto?»
«Lo sai che non mi piace vantarmi o dire a tutti quello che ho o quello che fanno i miei genitori.» disse semplicemente alzando le spalle. «Ora andiamo a ballare?» disse entusiasta rivolgendosi verso tutti.
Le ragazze fecero un gridolino di gioia ed entrarono in pista, seguiti dai ragazzi.
Si scatenarono su quasi tutte le canzoni, cantandole e ridendo come matti.
Louis richiamò l'attenzioni di tutti facendoli rientrare nel privè.
«Voi forse avete dimenticato il gioco che volevo farvi fare ma io no!» sorrise poi malizioso.
«Di che si tratta?» chiese subito curiosa Arper. «E sopratutto perchè ci sono 60 shottini?»
«Semplice!» rispose veloce Jenny. «E' un gioco che funziona con gli shottini. 6 di noi scrivono 1 cosa iniziando con “per tutti quelli che”. Se lo hai fatto bevi se non lo hai fatto stai ferma col giro.»
«Come: per tutti quelli che hanno baciato almeno una volta nella vita.»
A quelle parole i ragazzi subito bevvero il primo shottino, seguito poi dalle ragazze.
«Ovviamente non domande idioti come quelle di Louis.» disse Jenny.
«A meno che non vogliate ubriacarvi come degli idioti.» continuò poi Zayn facendo ridere tutti.
«Iniziamo?» chiese Louis aspettando che tutti annuissero. «Preparatevi una domanda. Vi chiamerò a caso.» disse poco prima di indicare Arper.
«Aspetta! Non sono pronta!» disse ridendo.
«Non mi interessa. Sbrigati!»
«Mmh, per tutti quelli che, almeno una volta, si sono persi al supermercato ritrovandosi a piangere come dei coglioni.» disse prima che tutti bevessero di nuovo.
«Ok. È ufficiale! Arper è peggio di Louis.» disse Niall con la tipica voce di qualcuno che aveva appena bevuto della vodka liscia.
«Ecco, bravo biondino. Tocca a te.»
«Per tutti quelli che hanno fatto sesso almeno una volta.»
Ed ecco che tutti alzarono il gomito bevendo tutto, fino all'ultima goccia. Tutti tranne Arper e Louis.
La ragazza si sentì improvvisamente avvampare ma quando notò che tutti gli sguardi erano puntati su Louis e non su di lei si rilassò.
«Sei impazzito amore?» disse Sophie ridacchiando.
«No!» urlò Louis. «Io non ho fatto sesso. Io ho fatto.. l'amore.»
In quel preciso istante ognuno di loro si scambiò reciprocamente uno sguardo stranito per poi scoppiare in una fragorosa risata, Louis per primo.
«Potevi risparmiartela questa cazzata!» disse Harry mantenendosi la pancia dal ridere.
«Ok! Basta!» li interruppe di nuovo Louis. «Mancano ancora altre 3.»
«Io, io, io!» urlò Lauren alzandosi dalla sedia a mo' di bambina.
«Vai! Spara!» gli disse Louis.
«Per tutti quelli che... ehm... si ok, per tutti quelli che almeno una volta hanno insistito per dire una cosa e poi se la sono dimenticati, tipo me ora.»
Prima che tutti facessero un altro giro di shottini ricominciarono a ridere a crepapelle.
«Bene! Vedo che sono tutti come me! Sparano domande alla cazzo solo per bere!» esclamò Louis facendoli ridere di nuovo tutti.
«Ho bisogno di fumare.» annunciò Zayn alzandosi.
«Fermo dove sei!» urlò di nuovo Louis.
«Dai sono altre 2!» disse Arper.
«Falla tu!» disse Jenny facendosi partecipe.
«Mmh.. per tutti quelli che almeno una volta hanno fatto un dipinto e gli è uscito bene!»
A quelle parole solo lui e Jenny fecero un ulteriore giro.
«Coglione ti sei rovinato da solo!» gli disse Harry.
«Solo tu e, apparentemente, Jenny sapete disegnare. Mancano ancora altre 2.»
«Cazzo!» esclamò Zayn ridacchiando.
«Ne faccio una io!» urlò Sophie. «Per tutti quelli che almeno una volta hanno fatto pensieri erotici su una persona del sesso opposto!»
Come quando Louis aveva affermato quella cosa, tutti si guardarono nuovamente tra di loro per poi ridere.
«Siete fatti proprio per stare insieme!» scherzò Liam prima che i due si scambiassero un tenero bacio.
«Per tutti quelli che almeno una volta hanno mandato a fanculo un professore!» urlò Niall facendo partecipare al gioco tutti.
«Ultimo!» urlò ancora più forte Louis.
«Per tutti quelli che sanno dire velocemente “li vuoi quei kiwi” ma non sanno dire “date il pane al cane pazzo, date il pane al pazzo cane”.»
Mentre tutti provarono a dire il secondo scioglilingua partirono delle parolacce involontaria alla quale tutti risero accompagnandole con un ultimo giro di vodka.
«Sto per vomitare!» scherzò Lauren prima di essere dolcemente abbracciata e baciata da Liam.
«Andiamo a ballare!» urlò Hope trascinando con sé Sophie, Jenny, Arper e Lauren.
Mentre le ragazze andarono al centro della pista Zayn andò al bagno mentre tutti gli altri rimasero nel privè, controllando le loro donne mentre si divertivano tra una battuta e qualche altro drink.
Louis teneva gli occhi dritti su Sophie ma quando un gruppo di persone iniziarono a posizionarsi davanti a lei, rimase per qualche minuto seduto, tentando di non
pensarci ma la gelosia lo uccideva e così, fortuna volle che si alzò.

La scena che gli si porse dinanzi agli occhi lo fece accecare così tanto da fiondarsi tra la gente come un pazzo.
Adam manteneva il polso sinistro di Sophie ben saldo, avvicinandola sempre di più a lui e al suo cattivo alito di troppo alcol.
Louis l'aveva vista dimenarsi con scarsi risultati. Quando gli fu finalmente vicino gli sferrò un destro che lo fece cadere dritto in terra. Iniziò a sferrargli dei pugni in
pieno viso che lo fecero sanguinare dal naso e dalle labbra.

Nessuno tentò di fermarlo.
«Brutto figlio di puttana!» gli urlò Louis. Era accecato dall'odio, tutto l'odio e il male che aveva procurato alla sua ragazza.
«Non ti basta averla messa incinta e averla fatto abortire.» si fermò urlando e facendo, inconsapevolmente, imbarazzare Sophie che venne portata via da tutte le
amiche.

«O sparisci da questa città o ti giuro che tu non vivi un giorno in più!» lo minacciò poi alzandosi da terra e seguendo le ragazze.
Erano tutti nel privè, tutti tranne Zayn.
«Forse è meglio che andiamo via.» propose Liam.
«Non mi farò rovinare la serata da quello lì. Siamo chiari?» disse un po' stizzito Louis.
Le ragazze erano fuori dal privè, vicino i bagni.
«Come stai?» chiese Arper.
«Bene. Solo che era ubriaco e non sapevo che diamine volesse da me.»
«Non parlo di questo.» disse Arper. «Parlo del fatto che ti sei notevolmente imbarazzata quando Louis ha urlato quella cosa.»
«Cosa potrei dire?» urlò quasi Sophie. «Ha urlato tutti davanti a tutti. Cosa posso fare?» continuò alterandosi.
«E' vero ma non l'ha fatto apposta. Era troppo arrabbiato per controllarsi.» cercò di farla ragionare Hope
«E' impulsivo.» continuò Lauren.
«Impulsivo un cazzo! Non può sbagliare sempre!» cercò di calmarsi sedendosi, insieme a tutte le altre su un divanetto proprio difronte la porta dei bagni.
«Ma Zayn?» chiese Sophie.
«Al bagno.» disse Arper guardando verso la porta che proprio in quel momento si aprì.Dal bagno uscirono Zayn ed Elisabeth Landson. Il bruno era intento nell'alzarsi la zip, aggiustarsi la camicia e riordinarsi i capelli mentre la rossa era intenta nell'abbassare il suo vestito. Tipico atteggiamento di chi appena finiva di fare sesso.
Arper, come tutte le altre, rimase decisamente basita.
Il cuore le si fermò in gola e un senso di vomito le iniziò a provocare disturbo.
«Direi che è decisamente ora di andare!» si affrettò a dire Lauren alzandosi.
«Noi andiamo a prendere le giacche e le chiavi dell'auto di Harry. Aspettateci fuori.» disse Hope.
In quel momento, anche se non aveva ancora detto o fatto niente Arper avrebbe voluto ringraziarle. Non aveva mai avuto nessuno che si fosse preso così tanta cura di lei e fu proprio in quel momento tragico che capì cos'era l'amicizia.




 

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c-c-c-c-ci-cii-ciiaao!
-scusate-
lo so ho fatto ritardo e avevo promesso ad alcune di aggiornare venerdì o sabato ma
questa volta non è stata tutta colpa della mia ritardaggine (?)
1. la scuola mi sta stressando come mai.
2. avevo scritto il capitolo e non so come SI E' CANCELLATO.
vi rendete conto? si è cancellato.
non vi nego che volevo uccidermi ma poichè non era intero
ma era metà, non mi sono uccida.
comunque questo capitolo non so com'è, cioè l'ho scritto cercando di immedesimarmi
in tutti i personaggi ma non so davvero cosa diamine ne è uscito fuori.
se volete farmi sapere voi cosa ne pensate ne sarò felicissima.
cioè davvero mi rendereste la donna più felice del mondo se tipo sto capitolo arrivassimo a un sacco di recensioni.
*w*
ok sto delirando decisamente e vi chiedo ancora scusa ahahha <3
volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno fatto i complimenti per il tatuaggio e per il video
siete cucciolissime <3
poi volevo ringraziare come sempre tutti quelli che 
LEGGONO IN SILENZIO
LEGGONO E RECENSISCONO
METTONO LA STORIA TRA
PREFERITA/RICORDATA/SEGUITA 
vi rendete conto che siamo arrivati a:
142 preferite
54 ricordate
173 seguite
e 762 recensioni con SOLI 16 CAPITOLI?
mi rendete davvero orgogliosa e fiera di tutto!
grazie davvero tanto <3

se volete, dopo che avete recensito, potete passare alla mia prima OS?
best thing i never had.
non so chi l'ha letta o no ma pareri nuovi mi faranno piacere <3
fatemi sapere tutto.

Un bacio da me
-Sullivan- 
e liam <3 alla prossima xx

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Capitolo 18
*** ~Misunderstandings. ***




 


Misunderstandings

 

 

Quella mattina Arper si era svegliata con gli occhi rossi e gonfi. Aveva pianto tutta la notte ed era riuscita a dormire, all'incirca, per sole 3 o 4 ore.
Vedere, quello che per lei era, il suo fidato ragazzo uscire dal bagno dopo aver fatto sesso con un'altra ragazza l'aveva devastata, del tutto.
Si era fidata, gli aveva dato tutto l'amore che poteva ed era stata delusa, ancora un volta.
Avvolta ancora nel plaid caldo, Arper accese il suo cellulare dopo che l'aveva spento per le troppe telefonate di Zayn.
39 chiamate perse e 7 messaggi non letti, tutti di Zayn.
I messaggi erano tutti del tipo: “dove sei?”, “perchè non rispondi?”, “sono preoccupato”.
Arper, deglutì velocemente e immediatamente cestinò quei messaggi, come fece con tutte le chiamate.
Era rimasta qualche minuto distesa sul letto, fissando il soffitto alla ricerca di un perchè.
Arper continuava a porsi quella costante domanda. Perché..
Si alzò pigramente dal letto e si recò in cucina, aveva bisogno di bere del caffè.
Mise sul fuoco la macchinetta e si sedette alla penisola. Osservò l'orologio. Le 9 in punto.
Prese il telecomando e cominciò a fare zapping tra gli stupidi programmi televisivi che trasmettevano quella mattina.
Si alzò per prendersi il caffè ormai pronto e lasciò la TV sintonizzata su un film d'azione. Zombieland.
Arper ricordava perfettamente la prima volta che vide quel film.
Era con Zayn, il loro primo appuntamento, un ricordo indimenticabile.
Non appena i ricordi smisero di attraversargli la mente, la mora scoppiò di nuovo in una valle di lacrime.
Era stato un colpo duro per lei, troppo. Si sentì ancora una volta sola, completamente.
Cercò di dare sfogo a tutti i suoi dispiaceri, piangendo a dirotto e lasciando che tutto scivolasse via insieme alle lacrime.
Dopo circa 4-5 minuti qualcuno suonò al campanello. Arper cercò di darsi una ripulita e tirando su col naso andò ad aprire.
Sperava tanto che fosse Lauren o qualcuno che le avrebbe potuto dare supporto ma quando aprì la porta e si trovò uno Zayn Malik alquanto preoccupato, i nervi le salirono alle stelle.

Sbatté di colpo la porta, nell'intento di chiuderla ma la punta del piede di lui la bloccarono in tempo.
Il bruno entrò velocemente in casa chiudendo la porta alle sue spalle.
Guardò Arper abbastanza accigliato.
«Mi spieghi perché diamine non mi rispondi al cellulare? Ieri sei andata via così, di colpo, senza neanche avvisarmi. Non
rispondi al cellulare ed ora che vengo qui mi vuoi sbattere fuori dalla porta e ti ritrovo anche che hai pianto. Che succede?»
chiese Zayn parlando velocemente.

Arper cercò di mantenere tutta la calma possibile ma non ci riuscì. «Vuoi sapere da me cosa succede?» chiese retoricamente
alzando la voce. «Vuoi sapere davvero da me cosa succede?» richiese sorridendo amaramente.

«Non sono io quella che ieri è uscita dal bagno dopo aver fatto sesso. Non sono io quella che ieri si è scopata una rossa
incurante della propria ragazza. Non sono io quella che ha scopato in un lurido bagno di una discoteca con la ragazza che la aspettava fuori, o meglio non sono io quella che ha preso per il culo qualcuno per 3 mesi.» sbottò Arper.

«Mi sono fidata di te, ti ho raccontato tutta della mia vita. Avevi detto che saresti rimasto accanto a me, che mi avresti protetto e mi avresti amato e invece alla prima occasione mi hai tradita.» la voce si incrinava pian piano. «Era questo quello che volevi, Malik? Una lurida scopata? Non sono una puttanella che apre le gambe al primo che passa, non lo sono mai stata e mai lo sarò.» Arper sospirò rumorosamente, evitando di piangere. Odiava dimostrarsi debole.
Zayn la guardò accigliato più de solito. «Mi spieghi di cosa diamine stai parlando? Non ho scopato con nessuno, tantomeno in un bagno di una discoteca, tantomeno con una rossa.» sorrise ironicamente. «Spero che questo sia tutto uno scherzo anche se non è divertente!»
«Sei un attore nato!» ridacchiò sarcastica «Non sono l'unica ad averti visto per cui non possiamo dare neanche la colpa alla sbornia.» continuò «Ora per favore sparisci!»
«Fai sul serio?» ridacchiò nervoso Zayn.
«Mai stata più seria. Non voglio più avere a che fare con te. Tu per la tua strada io per la mia. Adesso fuori che devo andare a lavorare!»
Zayn aveva la mascella serrata ed i pugni chiusi. Sapeva che in quel momento qualunque cosa avrebbe detto sarebbe servito
a ben poco. Arper era una di quelle persone orgogliose almeno quanto lui.

Si voltò e si diresse verso la porta. Avrebbe voluto fare qualcos'altro ma era confuso per farlo.
Sapeva della sua stessa innocenza e in un modo o nell'altro l'avrebbe fatto capire anche a lei.
«Ti amo.» le disse.
«Chi ama non tradisce.» rispose la mora chiudendo la porta e accasciandosi al muro lasciando che tutto il dispiacere scivolasse via insieme alle lacrime.


Quella mattina la nonna di Jenny si era svegliata più felice del solito, senza un motivo particolare.

Aveva preparato le frittelle e le aveva contornate con della cioccolata.

Svegliò Jenny accarezzandole i capelli. La bruna le aveva sorriso e subito si era recata in cucina.

Aveva divorato 4 frittelle in men che non si dica e la nonna le aveva fatto compagnia.

«Perché non ne porti un paio al ragazzo qui accanto? Come si chiama, aspetta, Nordan, ehm no. Ehm Noah..»

«Niall. Nonna. Niall.» ridacchiò Jenny. «Comunque si. Ottima idea! Vado a vestirmi.» annunciò prima di sparire al piano di
sopra.
Si vestì velocemente, sciacquandosi la faccia e preparandosi con un filo di trucco.

Scese di nuovo al piano di sotto e
prese il piatto con le frittelle preparato dalla nonna.

Le diede un bacio fugace sulla guancia e uscì dalla porta.

Attraversò il vialetto e incontrò i genitori di Niall insieme a Greg.
«Buongiorno signori Horan.» sorrise la bruna.

«Buongiorno Jenny.»

«Niall è di sopra?» chiese ancora la bruna.

L
a madre di Niall annuì «Si e se lo svegli digli che noi torniamo stasera.»

«Arrivederci, signora.»

I signori Horan sorrisero e salutarono Jenny che entrò in casa e chiuse la porta alle sue spalle.

Salì di corsa le scale ed entrò silenziosamente in camera di Niall.
Poggiò il piatto sulla scrivania e si sedette sul letto di fianco al biondo.
Iniziò a fargli dei grattini e a baciarlo lungo la guancia.
Il biondo schiuse pian piano gli occhi e sorrise non appena vide Jenny.

«Buongiorno.»

«Buongiorno amore.» lo baciò la bruna.
«Ti ho preparato le frittelle, o meglio mia nonna le ha preparate e mi ha quasi imposto di portartele.» ridacchiò lasciando
che Niall si mettesse seduto sul letto proprio accanto a lei.


«Me le passi?» chiese dolcemente con la voce ancora impastata dal sonno.

La bruna sorrise e lo accontentò.
«I tuoi tornano stasera, comunque.» disse prima di curiosare nella sua stanza mentre Niall
era intento nel mangiare.
Le piaceva la sua camera, nonostante fosse alquanto disordinata.

«Mi passi un tovagliolo?» chiese Niall con della cioccolata sparsa ad un angolo della bocca.

La bruna sorrise maliziosamente e si avvicinò a lui. S'abbassò di poco e baciò, succhiando via la cioccolata, Niall.

Fu il primo di una serie di baci romantici.
La bruna spostò via il piatto, poggiandolo sopra un comodino e mettendosi a cavalcioni su di lui.

Le mani di lui ormai saettavano dai fianchi ai lati del seno, arrivando poi ai capelli e alla schiena.

I baci erano sempre più spinti, come i loro bacini.

I due si guardarono complici per un istanti, con le bocche frementi di rincontrarsi.

Fu Niall il primo ad iniziare.

Prese i lembi della maglia di Jenny e la sfilò via, osservandola a fondo.

La bruna fece lo stesso con la maglia del pigiama del biondo, ammirandone poi i pettorali non troppo scolpiti.
«Dobbiamo
lavorarci su.» scherzò lei, tastando la tartaruga poco visibile.


Il biondo ridacchiò di gusto tornando sulle sue labbra.

«Pillola?» chiese lui poi per essere sicuro.

La bruna annuì, tornando con le labbra sul suo collo.

Quando entrambi, tra un fremito e l'altro, furono completamente nudi si guardarono per un po'.

I ruoli si invertirono e lui fu sopra di lei.

La guardò per qualche istante prima di penetrarla.

Entrambi muovevano il bacino, alternatamente, entrambi erano eroticamente sudati, entrambi avrebbero considerato quella volta la migliore di sempre.
Il biondo le lasciò una scia di baci umidi lungo il collo mentre con la mano esplorava il suo corpo.

Jenny, fin troppo eccitata, percorreva la sua schiena con le mani stringendo sempre più forte contro le spalle.

La loro eccitazione stava per raggiungere il culmine. 

Il fiato era davvero troppo corto ormai, così come i gemiti forti.

Il biondo continuava a baciarla e a toccarla senza mai fermarsi, aveva aspettato quel momento per troppo tempo.

La portò all'apice con un colpo secco e vennero insieme, con un gemito di piacere.




Si affiancarono l'uno all'altra e dopo aver ripreso fiato, il biondo s'alzò lasciandole un bacio tra i capelli e avviandosi al
bagno.


«Considererò questa, la mia prima vera volta.» annunciò Jenny.

Il biondo sorrise dolcemente, senza alcuna malizia.
Si amavano, era ormai sicuro.


«Andiamo, andiamo, andiamo! Apri la porta!» sussurrava Zayn più a se stesso che alla sua migliore amica.
Era letteralmente corso da Lauren dopo aver discusso con Arper. Continuava a non capire nulla riguardo quella storia e
sapeva che solo lei poteva aiutarlo.

Dopo circa 2 minuti di continuo bussare al campanello Lauren, evidentemente appena sveglia, aprì la porta.
«Ma che cazzo vuoi a prima mattina?»
«Buongiorno anche a te.» disse il bruno entrando in casa. «Voglio che tu mi dica tutto di ieri, tutto!»
«Zayn, ma vaffanculo!» lo congedò la riccia ritornando in camera.«No, davvero. Ho litigato con Arper e non vuole più parlarmi, dice che ho scopato con una rossa ma non è assolutamente vero.» disse a raffica raggiungendola in camera.
«Fa bene a stare così con te, e non mentirmi!»
«Ma che diamine avete passato tutti stamattina? E' un complotto contro di me? Non ho scopato nessuno. N.E.S.S.U.N.O» disse Zayn spazientito «Neanche tu mi credi?»
«E' la verità, Zain, con la i, Jawaad Malik?»
«Te lo giuro su di noi.» disse Zayn.
Lauren sapeva che quella era la verità, il bruno non giurava mai su di loro quando era una bugia bella e buona.
«Ora ti prego, spiegami tutto!»
«Se te lo racconto, prometti di farmi dormire?»
«Si.» annuì il bruno.
«Ieri, poco dopo la rissa, eravamo sedute tutte noi sul divanetto difronte i bagni. Ad un tratto, poco dopo che qualcuno di noi avesse chiesto tu dove fossi sei uscito tu dal bagno. Eri alquanto sconvolto, nel senso che sei uscito come se avessi appena finito di farti una scappatella e Landoson, la rossa di cui parla Arper, era dietro di te intenta nell'aggiustarsi il vestito.» sospirò Lauren «Noi donne forse siamo un po' impulsive ma in quel caso, 2+2 ha sempre fatto 4.» concluse poi facendo spallucce.
Zayn si alzò di scatto infilandosi la mano tra i capelli «Dio mio! Ti giuro che non ci ho fatto nulla, davvero!»
«E perchè allora sei uscito così?» chiese giustamente la riccia.
Zayn sbuffò prima di raccontare la sua versione dei fatti «Ero nel bagno quando questa sanguisuga mi spunta dietro e ci chiude entrambi nel bagno. Avevo già il pantalone sbottonato quando anche lei si inizia ad alzare il vestito e a strusciarsi su di me. Ho cercato di allontanarla ma lei insisteva e così ho aperto velocemente la porta e sono andato via, prima che lei potesse fare qualcos'altro.»
Lauren lo guardò come per chiedergli un'ulteriore conferma.
«Te lo giuro.» lo precedette lui.
«Ok, ti credo. Dobbiamo aggiustare questa situazione, ma non ora!»
«Sei impazzita? Muoio senza di lei. La amo come non mi sono mai innamorato e la rivoglio mia, mia e basta!»
«Conosciamo entrambi Arper: orgogliosa e testarda. Peggiorerai solo le cose se inizi a tartassarla e questo lo sai meglio di me.» sorrise amaramente lei.
«Ok ma dobbiamo uscire!»
«Avevi detto che mi avresti fatto dormire!» protestò lei a mo' di bambina.
«Quando moriremo avremo tutto il tempo per dormire, ora muovi le chiappe!» gli ordinò lui scoprendola dalle lenzuola
calde.

«Sei il peggior migliore amico del secolo, Malik!»
«Scusami se Liam s'è beccato l'influenza e i fantastici 4 sono a fare shopping!»
«E così sono la ruota di scorta?!» urlò, fingendosi offesa, Lauren.
«Muoviti e sta' zitta.» scherzò lui baciandole una guancia.
«Dovrai farti perdonare!»
«Una borsa va bene?» chiese lui conoscendo fin troppo bene Lauren.
«Oui,oui.» ridacchiò lei con finto accento francese.
Zayn rimase in camera di Lauren, aspettando che finisse di prepararsi. Le piaceva il rapporto con lei, era semplice,
spontaneo e sapeva che nessuno al mondo gliel'avrebbe rovinato.










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OVER THE RAIMBOW SO HIGH


ok, dopo quest'ennesima cagata multicolor
volevo dirvi:

Sullivan
E' TORNATA!!

OK basta ce continuo a scrivere così la finisco per domani
per cui dato che voi volete il capitolo velocemente ci metto 2 secondi.


Che ne pensate di questa cosa che ne è uscita fuori?
lo so che non aggiorno da parecchio ma ho avuto una sorta di
blocco dello scrittore
e quindi sono stata ferma ma grazie alla mia amicona
POPPY (ringraziatela nelle recensioni)
mi è passata e mi ha dato tanti consigli/idee

ora mi tolgo dai coglioni però vi chiedo una cosa:
recensite!
vi prego, recensite.
se 220 persone leggono vorrei che almeno 200 recensissero.
almeno vorrei sapere cosa ne pensate, se vi piace, se vi fa cagare
suuuuuuu, a voi le opinioni
e poi vi ho minacciati anche su TWITTER e FACEBOOK quindi u.u

ahahhahaha <3
un bacio enorme a tutte voi.



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L A  V O S T R A  S U L L I V A N 

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Capitolo 19
*** ~Try. ***




 

~Try.

 

Louis trovò Sophie particolarmente silenziosa quella mattina. Dopo aver fatto colazione in compagnia di Hope ed Harry le due coppie si erano divise dirigendosi ognuno per la propria strada.
Louis e Sophie vagavano per il centro commerciale da circa 10 minuti, mano nella mano senza dire una parola.
Osservavano le vetrine e se il bruno diceva qualcosa lei si limitava ad annuire o ad emettere parole monosillabiche.
Ad un tratto il bruno si fermò di scatto, voltandosi verso di lei.
«Posso sapere che hai? Non parli da stamattina.» le disse preoccupato.
Sophie lo guardò interrogativo «Mmh?»
«Sei silenziosa da stamattina e a stento mi parli o mi baci. Cos'è successo?»
«Nulla.» mentì lei.
Louis la guardò con un sopracciglio inarcato «Potrai ingannare chiunque, ma non me!»
La ragazza sospirò rumorosamente gonfiando, involontariamente, il petto. «Sediamoci.» gli disse calma.
I due si sedettero su una panchina del centro commerciale di fronte una vetrina di dolciumi.
«Hai presente ieri?» iniziò lei. Il bruno annuì non capendo il filo logico del discorso. «Quando hai picchiato Adam e hai gridato a tutti quello che mi è successo?» Louis annuì mordendosi l'interno delle labbra, iniziando a capire.
«Non mi dispiace che tu mi abbia difeso solo che mi sono sentita ferita. Hai sbandierato a tutti quella cosa e molti mi hanno guardata
come se fossi una sgualdrina da 4 soldi, e tu sai che non lo sono!» continuò stringendogli la mano.

«Ho paura che tu non abbia superato la cosa e come posso dimenticarla se la persona che amo non riesce ad accettarla?»
Sophie cercò di mantenere un tono calmo e placato. Cercava di mantenere il contatto visivo con Louis che però continuava a fissarsi i
lacci delle scarpe.

«Mi dispiace.» disse sincero il bruno.
«Lo so che ti dispiace,» sorrise lei «solo vorrei che tu superassi quella cosa..»
Tra i due ci fu qualche attimo di silenzio. Sophie cercava di mettere in chiaro fatti e situazioni che Louis non riusciva a superare del tutto. Il bruno la amava, indubbiamente, ma era come se una parte di lui non riuscisse a dimenticare quell'avvenimento.
«Non è che io non voglio, non ci riesco. È più forte di me ma una parte del mio cervello non riesce a dimenticarla, non riesce ad accantonarla e sai perché? Perché magari quel bambino che tu hai abortito poteva essere il nostro, il tuo primo bambino in grembo e il mio primo figlio da accudire.. e ti invidio anche sai? Tu sei forte, cerchi di superare tutto e io invece neanche ci provo.»
«Possiamo provarci insieme, credimi non è facile per me ma so che con le persone che amo ci posso riuscire e poi lui è andato via.»
Louis s'accigliò, non capendo il soggetto della frase di Sophie.
«Adam è andato via questa mattina. E' passato davanti casa mia con delle valigie sull'auto.» sorrise rincuorandosi.
Il bruno ridacchiò «Ha funzionato allora.»
Sophie ridacchiò a sua volta baciandolo dolcemente «Ti amo.»
«Anch'io.»
I due si baciarono a fior di pelle, dimenticandosi del resto intorno a loro, dimenticandosi delle cattiverie, dimenticandosi dell'odio
intorno. Se c'era il loro amore, c'era tutto.

“I ragazzi che si amano si baciano in piedi

Contro le porte della notte

E i passanti che passano li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano

Non ci sono per nessuno

Ed è la loro ombra soltanto

Che trema nella notte

Stimolando la rabbia dei passanti

La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Essi sono altrove molto più lontano della notte

Molto più in alto del giorno

Nell'abbagliante splendore del loro primo amore”



Harry aveva approfittato del fatto che Hope fosse andata al bagno per9e i magnifici anelli esposti in vetrina.
Mancavano pochi giorni al loro 5° anniversario ed Harry aveva pensato di regalarle qualcosa che l'avrebbe fatta diventare per sempre sua.
Avevano affrontato tante difficoltà insieme, le era stata vicina in ogni momento e in qualunque momento di gioia o dolore i due si erano
supportati a vicenda.

Comprò le fedine che aveva già ordinato qualche giorno prima, le più belle che c'erano.
Aveva fatto incidere le loro iniziali e il giorno del loro anniversario.
Dopo che le fece inserire entrambe in un unico cofanetto, aveva pagato velocemente ed era uscito fuori, sapendo già che Hope ci avrebbe
messo più tempo di lui.

Attese qualche altro minuto e non appena lei fu fuori Harry la prese per mano, portandola vicino la grande fontana.
«Scusa se ci ho messo tempo, ma sai che devo sempre specchiarmi.» sorrise accavallando le gambe.
Il riccio sorrise a sua volta, guardandola negli occhi. Era emozionato e voleva che quel momento sarebbe stato speciale.
«Sei silenzioso, ed è strano.» ammise lei.
«Devo dirti una cosa.» disse nervoso lui.
«Hai un ritardo?» scherzò lei, contagiandolo con la sua risata cristallina.
Il riccio scosse la testa, baciandola poi velocemente.
Hope iniziò a stranirsi «Che succede?»
«Ho comprato una cosa per noi, per i nostri 5 anni insieme.»
Hope sorrise istintivamente, mordendosi le labbra.
Harry estrasse dalla giaccia il cofanetto, facendo riempire gli occhi di lei di lacrime.
«Non ci sono parole per descrivere l'amore che provo per te ma forse questi anelli,» disse mostrandoglieli «potranno dare un senso concreto a ciò che facciamo giorno per giorno. Non faccio promesse a lungo termine, lo sai, ma questi anelli sono un'inizio..possiamo provarci.» concluse Harry guardandola con occhi lucidi.
Hope era totalmente senza parole; scacciava via le lacrime con l'indice della mano destra sorridendo a più non posso.
Harry estrasse l'anello e lo infilò all'anulare sinistro di lei. Hope, lo fissò per un bel po', assolutamente felice.
Poi, imitò Harry e infilò l'altro sulla mano di lui. «Ti amo davvero.» disse prima che le lacrime scendessero di nuovo.
Harry s'intenerì, baciandola dolcemente, come per confermare la sua promessa.
La guardava con gli occhi dell'amore. La strinse a sé e l'abbracciò, con la dolcezza più assoluta.


«Arper mi passeresti quelle maglie?» chiese Luke, un suo caro collega, intento nel riordinare gli scaffali
La bruna annuì, aiutandolo con piacere. «Ti vedo particolarmente felice oggi.» sorrise.
«Lo sono!» rispose entusiasta il biondo. «Ma non posso dire lo stesso di te, che succede?»
«Che ne dici di prenderci 10 minuti di pausa?» propose sapendo che con lui avrebbe potuto parlare.
«Certo! Andiamo!»
I due si avviarono al bar del centro commerciale, dopo aver chiesto 10 minuti di spacco.
Dopo che la ragazza prese due intensi caffè iniziò a raccontare tutto, nei minimi dettagli.
Gli aveva parlato di quanto amasse Zayn, delle belle giornate insieme, della discoteca, del bagno, delle scuse, del ti amo e del non
perdono.

«Non credi che lui non abbia davvero fatto nulla?» gli chiese lui.
La mora scosse la testa, trattenendo le lacrime con tutta se stessa. «Li ho visti con i miei occhi uscire dallo stesso bagno, fosse una voce potrei anche crederlo ma li ho visti..questo mi ha ferita maggiormente.»
Luke serrò le labbra, non sapendo cosa risponderle. Le afferrò la mano e l'accarezzò, sorridendole dolcemente.
«Tu, invece?» chiese pimpante lei, cercando di cambiare argomento «Perchè sei così felice?»
«Credo di aver trovato l'amore della mia vita!» esclamò lui sorridendo a pieno.
«Chi è la fortunata?»
«Ehm, vorrai dire il fortunato!»
Arper spalancò gli occhi, ridacchiando sbalordita.
«Cioè, tu vuoi dirmi che sei gay?»
Il biondo annuì facendo spallucce «Si!» esclamò «Non vedi quando guardo tutti quei bei fusti che faccia ho?» ridacchiò contagiando anche lei.
«Sono felice per te!» sorrise lei abbracciandolo con tutta la gioia possibile.
«Anch'io e spero che anche tu possa risolvere!» le disse con sincerità.
«Lo vorrei anch'io ma.. chi ama non tradisce Luke.» concluse poi sorridendo malinconicamente.
«Dai andiamo!» lo incitò lui, vedendo la tristezza nei suoi occhi.
I due si alzarono e lui iniziò a raccontarle delle cose divertenti, non per renderla felice, sapeva che non ci sarebbe riuscito, ma per farla almeno sorridere o stare bene.
Mentre camminarono lungo il tragitto che portava al loro negozio, Zayn, Lauren e gli altri li videro.
«Come può avermi rimpiazzato già? Come può essere così felice dopo che ci siamo lasciati? Come?! Forse non era davvero felice con me e quella è stata solo una scusa, perchè se non è così io non capisco!» si esasperò il bruno.
«Guardala bene negli occhi.» gli disse calma Lauren. «E' distrutta.. e fidati che ne so qualcosa.» sorrise poi, amaramente.
Zayn infilò una mano tra i capelli, sospirando a pieni polmoni. «Le parlerai?» disse poi guardando Lauren dritta negli occhi.
La riccia gli sorrise annuendo. «Lo sai che lo farò.» lo rassicurò prima di baciarlo su una guancia.





 

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Sullivan's space



avete mai avuto una vera e propria storia preferita?
quella storia che vi ha fatto perdere la testa,
che vi ha creato dipendenza, che vi ha fatto
ridere, impazzire, esultare, piangere di tristezza e di gioia?
una storia che vi ha cambiato il modo di vedere un personaggio?
oggi, prima del vero "spazio autrice"
vorrei parlarvi giusto 1 minuto della MIA storia preferita.
so di averla già pubblicizzata tempo fa
ma vorrei che fosse popolarissima come non mai.
è una di quelle storie che davvero merita e anche se piangerete di tristezza
quando finirà DON'T WORRY
c'è il continuo, e quindi piangerete di felicità, 
o almeno io l'ho fatto.
la storia in questione è
LOUD SILENCE
e per chi l'avesse già letta questo è il
CONTINUO <3



ORA, tocca a me.

allora spero vi piaccia questo capitolo e ci terrei molto a sapere
cosa ne pensate delle coppie
chi state odiando e chi state amando
in chi vi rispecchiate di più
cosa cambiereste nei personaggi/scene
ma soprattutto 
cosa pensate che accadrà nel futuro?

susu mi aspetto tante opinioni soprattutto
dai lettori anonimi.
so che amate la storia, che continuate a leggerla e tutto
ma a volte mi piacerebbe sapere VOI cosa ne pensate.


detto sciò,
vi ringrazio ancora per le splendide recensioni 

e per lo splendido sostegno.
vi consiglio ancora una volta le due storie.

au revoir <3

 

sullivan!

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Capitolo 20
*** ~I Think I Love You Better Now. ***


-all'asterisco inserite questa canzone

 

 

~I Think I Love You Better Now.

 

Erano passati 5 giorni dalla giornata al centro commerciale. I ragazzi erano tornati a scuola e a Liam era appena passata la febbre che lo avevo tenuto rinchiuso in casa per una settimana.
Odiava la febbre, proprio perchè sapeva che non gli sarebbe passata prima di 4-5 giorni.

Il ritorno tra i banchi non fu di certo dei migliori; i ragazzi erano quasi tutti semi dormienti e le lezioni sembravano non passare mai.
Arrivati all'ora di pranzo, si riunirono tutti al solito tavolo, eccetto Arper.
Quel giorno era assente e così Zayn, Lauren o gli altri non ebbero modo di vederla, così come nei giorni precedenti.
Lauren e Zayn avevano cercato di rintracciarla in tutti i modi ma la mora aveva preferito evitarli, entrambi.
L'unica che riuscì ad avere contatto con lei fu Jenny.
«Come sei riuscita a parlarle?» le chiese subito Zayn sotto gli occhi di Lauren.
Gli altri erano intenti nel cercare di non addormentarsi. Hope ed Harry parlavano animatamente insieme a Liam mentre Louis, Niall e Sophie ripassavano per la lezione successiva.
«L'ho incontrata al bar vicino la spiaggia.» rispose «Ci vado lì quasi tutte le mattine ed erano le 6 del mattino quando l'ho vista. Ci siamo salutate e mi sono seduta vicino a lei. Abbiamo chiacchierato del più e del meno.» Jenny iniziò a raccontare tutto di sua spontanea volontà sapendo già che se non l'avesse fatto lei Zayn glielo avrebbe comunque chiesto. «Poi l'ho vista pensierosa e le ho chiesto se c'era qualcosa che non andava e lì è scoppiata a piangere. Credimi non sapevo cosa fare.» aggiunse sincera «Così l'ho abbracciata, era l'unica cosa che mi era venuta in mente.» sorrise «Dopodiché mi ha raccontato di quando ti abbiamo visto in discoteca e di quando avete litigato e di quando sei andato via dicendole ti amo e di quanto sta male.»
Il bruno sospirò rumorosamente alzando gli occhi al cielo. «Non è come crede e se solo mi ascoltasse potrei spiegarle tutto.»
«Io so tutto.» esclamò Jenny.
Gli altri due si guardarono di colpo riportando poi l'attenzione su Jenny.
«Ho ascoltato Elisabeth Landson questa mattina mentre raccontava alle sue amiche come tu e Arper avreste litigato per lei, nonostante non abbiate fatto nulla.» sorrise «Come vuoi che se lo sia procurato quell'occhio nero?» aggiunse maliziosamente.
Zayn spalancò gli occhi mentre Lauren ridacchiò divertita.
«Sei stata tu allora?» chiese retorica Lauren «Sei un mito!» esclamò prima di battere il 5 insieme a Jenny.
«Comunque oggi pomeriggio la rossa ed io andremo a parlare con Arper.»
«Non vi crederà.» disse dapprima Zayn.
«Almeno ci proveremo.» sorrise rincuorante Jenny.
«Dai mangiamo! Ci penseremo dopo a tutto ciò!» sviò, cordialmente, Lauren.
Jenny ritornò vicino al suo ragazzo, aiutandolo con storia, mentre Zayn e Lauren ascoltavano con interesse i discorsi degli altri, infilandoci nel mezzo qualche battuta.
«Verresti un attimo in giardino con me?» chiese Liam alla sua ragazza.
La riccia sorrise e annuì, alzandosi dal tavolo e scusandosi con gli altri.
«Ci vediamo stasera tardi.» la informò Hope.
«Perchè?»
«Hope ed io andiamo dai miei, una cena di famiglia.» s'intromise Harry.
Hope sorrise, felice contagiando Lauren che ammiccò e si avviò verso il giardino insieme a Liam, entrambi mano nella mano, le dita intrecciate e la testa di lei appoggiata alla spalla di lui.
Si sedettero su una panchina, lontani dal caos della mensa e immergendosi nella calma e nel silenzio più totale del giardino scolastico.
«Devi dirmi qualcosa?» chiese la ragazza.
Il biondo scosse la testa sorridente, portando le ginocchia al petto e facendo appoggiare Lauren con la schiena su di esse.
«Volevo stare un po' con te.» ammise sincero.
Lauren sorrise e nonostante Liam non la vedesse sapeva che l'aveva fatto.
«Odio quando hai la febbre sai?» scherzò lei.
«Anch'io.» rispose Liam.
«Qual è il tuo motivo? Niente sesso?» rise Lauren.
«Anche.» disse Liam facendosi contagiare. «No, comunque la odio perchè mi sento demente nel letto senza fare niente. Mi sento un inerme e non è da me.»
«Disse Liam il supereroe che salva ogni giorno il mondo intero!» lo prese in giro.
Liam rise a crepapelle mentre Lauren lo guardava divertita, adorava vederlo ridere, le emanava allegria.
«Credi che Zayn ed Arper facciano pace?» chiese lei.
«Sai, se non fosse mio fratello ed il tuo migliore amico penserei che lo ami e che sei gelosa!» disse Liam fingendosi geloso.
«Ma no! E' semplicemente che odio vederlo così. Quanto sei stupido!»
Liam rise di gusto. Sapeva che avrebbe difeso Zayn. «Sto scherzando! Comunque penso di si. Lui la ama troppo per lasciarsela andare e per lei è lo stesso.» rispose sincero «Sarebbero stupidi se si lasciassero andare e dato che non lo sono non lo faranno.»
Lauren annuì, lasciandosi stringere dalle braccia possenti di Liam e dalla quiete pomeridiana.
I due restarono nel giardino, scambiandosi dei baci, di tanto in tanto passionali, per poi tornare a parlare di tutto ciò che gli passava per la mente. Erano così loro due.
Preferivano conoscersi sempre di più anziché stare ore a baciarsi senza conoscere il partner.
Per entrambi in un rapporto c'era bisogno principalmente del dialogo e poi tutte quelle smancerie, come le chiamava Lauren. E il sesso. Entrambi amavano come il loro modo di fare sesso
combaciasse alla perfezione.

Non erano ne troppo dolci e smielati, ne troppo violenti. Si completavano a vicenda.
Non appena la campanella suonò i due dovettero fuggire nelle rispettive aule. Non avevano quasi mai una lezione insieme.
«Ci vediamo all'uscita.» disse Liam prima di farle un'occhiolino e sparire nella sua aula.
Lauren lo salutò ed entrò in aula sorridendo: lo faceva sempre dopo che era stata in compagnia di Liam.


Finite le lezioni, Jenny aspettò Elisabeth Landson in sella alla sua moto.
La vide in cima alle scale che rideva insieme a delle amiche. Si accostò infondo al marciapiede per non perderla di vista.
Quando il gruppetto scese, Jenny guardò attentamente Elisabeth sorridendole maliziosa.
Le porse il secondo casco e la fece salire in sella.
Accese la moto provando una sensazione di leggerezza quando sentì il rombo famigliare che quella emise.
Tolse il cavalletto e si equilibrò sui piedi. Rivolse un ultimo sguardo alle amiche della rossa, prima di abbassare la visiera e sfrecciare lungo la strada.
Casa di Arper non distava molto così le due ci misero poco più di qualche minuto.
Arrivate a destinazione, Jenny fece scendere prima Elisabeth e poi, dopo aver spento la moto, la imitò.
Prese il casco dalle mani della ragazza e lo portò su un lato dei manubri, per poi stringere il suo tra le mani.
Attraversarono il vialetto e bussarono al campanello, attendendo che la mora li andasse ad aprire.
Quando videro un fusto di 1 metro e 80 le due rimasero interdette.
«Salve, cercate Arper?»
Jenny annuì, mentre il ragazzo si fece al lato per farle entrare.
«Arper ha la febbre. Io sono Luke. Piacere.»
La rossa gli sorrise distrattamente, ricevendo un'occhiataccia da Jenny, mentre quest'ultima sorrise cordialmente ricambiando la stretta di mano.
«Arper è in camera sua, la seconda camera a sinistra.»
Le ragazze si avviarono mentre Luke entrò in cucina per preparare un tè.
Arrivate fuori la porta, bussarono sullo stipite.
Arper portò lo sguardo sulle due ragazze e assunse un espressione accigliata.
«Come stai?» chiede Jenny.
Arper sorrise «Avere la febbre da 3 giorni e notare che questa si è impossessata di me non è divertente.»
«Umorismo perenne eh?» ridacchiò Jenny contagiando anche Arper.
«Posso sapere a cosa devo questa visita?» disse riferendosi chiaramente alla ragazza in compagnia di Jenny.
«Oh certo! Landson ha qualcosa da dirti.» sorrise prima di voltarsi verso la rossa e spingerla a parlare.
«So che tu e Malik avete litigato, ma voglio dirti che non abbiamo fatto nulla.. insomma.. è stato tutto un malinteso.» disse sforzandosi.
«E..?» la invogliò Jenny.
Elisabeth la guardò fulminandola ma non potette sostenere lo sguardo di Jenny.
«Mi dispiace.» sussurrò quasi.
Passò una manciata di secondi, prima che la ragazza sospirò intensamente per poi rispondere.
«Apprezzo il tuo gesto Jenny, davvero ma come posso credervi? Insomma, mi sei stata d'aiuto e ti ringrazio ma sappiamo entrambe del tuo passato e potresti anche aver chiesto a lei di dire
questa cosa.» suppose. «Ripeto, ti ringrazio ma non posso credervi.»

«Non credi che possa essere andata davvero così?» si intromise Luke.
Arper chiuse gli occhi scuotendo la testa. Portò le labbra all'indentro, cercando di non piangere.
«Vi apprezzo, ma non posso credervi.» sorrise poi cordiale.
«Almeno ci abbiamo tentato. Ci vediamo in questi giorni ok?» disse Jenny.
*Arper sorrise, per quanto la situazione potesse permetterglielo «Grazie ancora.» disse flebilmente prima di girare di nuovo la testa verso la finestra.
Mentre Luke accompagnò le ragazze alla porta, Arper fece scendere qualche lacrima, incurante di doverle asciugare.
Aveva trattenuto tutto fin a quel momento, aveva bisogno di liberarsi.
Le mancava Zayn, terribilmente, ma qualcosa in lei la spingeva a non credere alle storie che gli avevano detto.
Avrebbero potuto essere delle cose inventate, delle bugie e Arper non permetteva a nessuno di dirgli delle bugie.
C'era una cosa però che si chiedeva costantemente Arper, una cosa a cui non riusciva a dare una risposta: perchè il bruno, nonostante l'avesse tradita, continuava a cercarla, a desiderarla, ad amarla. Chi ama non tradisce, pensava, e allora perchè lui continuava a volerla?
Mentre era assorta nei suoi pensieri sentì dei passi avvicinarsi alla stanza. Tirò su col naso prima di parlare di nuovo. Luke era un confidente ormai per lei.
«Mi manca sai? Insomma, non avevo mai avuto un ragazzo vero e proprio.. erano state tutte storie stupide e futili. Credevo che con Zayn sarebbe stato diverso, sentivo che mi amava e se devo essere sincera lo amavo anch'io. Le giornate trascorse insieme, Hollywood, le cene, i picnic, capodanno. Tutto così insieme, credimi, è stato un fulmine a ciel sereno.. ma poi tutte le cose belle finiscono no? E noi siamo finiti..»
«Potremmo essere infiniti, per quanto mi riguarda.»
Quella voce fece sobbalzare Arper. Si girò di scatto, alzandosi dal letto e asciugando via alcune lacrime scese lungo le gote.
Il cuore le iniziò a battere irregolarmente, la gola cominciò a seccarsi.
«Che ci fai qui?» chiese di colpo.
«Non ti vedo da un po'. Non rispondi a nessuno dei messaggi, non vieni a scuola.. mi sono preoccupato.» affermò strofinando la mano sinistra dietro la nuca.
Arper cercò di nascondere la felicità, ma un piccolo sorriso le sfuggì al controllo.
«Anche tu mi manchi..» aggiunse ad un tratto Zayn. «So quello che ti ha detto Jenny, sia al bar che ora, e ti giuro sulla mia stessa vita che è tutto così. Non ho baciato nessuna al di fuori di te, non ho toccato nessuna al di fuori di te, non ho guardato nessuna al di fuori di te. Lo giuro.»
Arper sorrise «Sull'ultima dubiterei un po'.» scherzò facendo ridacchiare anche Zayn.
«Ci dimentichiamo di questa storia perchè credimi, sto impazzendo!»
Arper si finse sostenuta, guardandosi intorno. Riportò lo sguardo sul bruno, per poi annuire e sorridere fiera.
Il bruno la raggiunse vicino al letto, per poi abbracciarla. Fu in quel momento che Arper capì qual era il suo posto preferito: le braccia di Zayn.
«Non ti bacio perchè ho la febbre ma ti giuro che vorrei tanto farlo.» ammise Arper.
Il bruno incurante di tutto, le prese delicatamente il viso tra le mani e la baciò.
«In salute e in malattia.» sorrise prima di baciarla nuovamente.
I due sentirono una leggera tosse, prima di girarsi verso la porta. «Io vado. Ci sentiamo, d'accordo?»
Arper annuì, sorridendo. «Grazie di tutto.»
«E' stato un piacere conoscerti, Zayn.»
«Anche per me.» sorrise sincero il bruno.
I due seguirono con gli occhi Luke mentre andava via e una volta sentita la porta d'ingresso si guardarono di nuovo negli occhi. I loro sguardi erano
come delle forze opposte, si attraevano come non mai.

«Che ne dici di un bel film al caldo?» propose il bruno.
La ragazza si rilassò, annuendo come in paradiso. «Tu si che mi capisci!» esclamò poi, prima di rintanarsi sotto le coperte.
Il bruno fece partire un film a caso, togliendosi le scarpe e affiancandosi ad Arper. Il petto di lui combaciava con la sua schiena. Tutto il braccio destro
sopra la sua pancia, stringendola a lui, e la mano sinistra che le accarezzava i capelli.

In men che non si dica Arper si addormentò tra il caldo delle braccia di Zayn, che poco dopo la imitò beatamente.
Era stata una lunga giornata, stancante per entrambi, ma quando arriva la notte e gli amanti restano soli, il mondo sparisce e tutto intorno si illumina








 

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Sullivan's space


Ciao amori miei,
lo so, lo so, sono in un ritardo pazzesco ma questi ultimi 2 giorni non sono stati colpa mia!
Lunedì EFP non andava e martedì (ieri) ho avuto un 18esimo quindi sorratemi <3
C'è stata la scuola a rompere le palle, e quindi ho avuto poco tempo 
ma spero che non capiterà più, davvero!
per farmi perdonare vi dirò che
il prossimo capitolo sarà molto divertente e ci saranno maggiormente le donne
e ci sarà anche la spiegazione del titolo, CREDO ahhaha non lo so ancora!

prima di chiedervi alcune cose volevo
RINGRAZIARVI
insomma, nonostante il capitolo precedente non sia stato recensito come gli altri
ho notato che sono cresciuti i SEGUITI/PREFERITI/RICORDATI
insomma: 198 seguiti
142 preferiti e 62 ricordate
credetemi sono troppo felice e quindi
I just want to say a massive thank you to everyone <3

ok, dopo tutto ciò oggi volevo farvi delle domandine tanto carine
e ci terrei che rispondessero la maggior parte di voi <3

1. qual è il vostro capitolo preferito?
2. qual è la vostra scena preferita e che ricordate di più?
3. quale frase, in tutta la storia, vi ha colpito di più?
4. cosa vi è piaciuto di questo capitolo?
5. cosa vorreste vedere nel finale?

allora, di tutte queste domande la 5 è quella a cui tengo di più.
mi piacerebbe sapere nel finale cosa vorreste, scrivetemi di tutto,
magari terrò in considerazione anche qualche vostra idea,
insomma.. create! 3


ora me ne vado, ho rotto abbastanza <3
ringrazio di cuore ognuno di voi
siete meravigliosi!



Se volete chiedermi/scrivermi qualcosa non esitate a farlo! ♥ 

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Love you so much,
 

Sullivan!

 
 

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Capitolo 21
*** ~Brawl. ***



 

Brawl

 

Erano passati altri due mesi, e così come i mesi erano passate anche le varie festività. I ragazzi avevano trascorso carnevale sulla spiaggia, in una discoteca all'aperto, mentre nel weekend di San Valentino ogni coppia era andata in un posto diverso.
Zayn ed Arper erano andati a San Francisco, Hope ed Harry sulla spiaggia di Santa Monica consumando una cenetta romantica per poi ritrovarsi al loro posto, Jenny e Niall ad Hollywood per un red carpet, Louis aveva sorpreso Sophie portandola a Newport Beach, sul set cinematografico della sua serie televisiva preferita: OC, mentre Liam aveva regalato a Lauren due biglietti per un viaggio a Rio De Janeiro per tre giorni, con tanto di concerto e meet&great dei Jonas Brothers
Lauren, ricevuto il regalo, era scoppiata in lacrime: non solo per il viaggio che avrebbe di certo trascorso con Liam ma per l'emozione di coronare il suo sogno di incontrare il suo gruppo preferito.
Erano stati i 3 giorni più rilassanti che Lauren avesse mai potuto trascorrere.
Avevano visitato Rio, lo splendido Gesù sul monte Corcovado, fatto dei bagni nelle splendide spiagge di Copacabana e poi erano andati al concerto, incontrando poi i componenti del gruppo, passandoci del tempo insieme.
Ritornare alla “vita normale” era stato un po' traumatico per entrambi ma raccontare tutto, nei minimi dettagli a tutti i loro amici era stato divertente.
Arrivato il weekend successivo: i ragazzi si erano riuniti con la squadra di football capitanata da Niall, in un pub poco distante dall'oceano, mentre le ragazze avevano deciso di riunirsi a casa Bennet-Price.
Avevano mangiato delle pizze e guardato un film, quando a Jenny venne un'idea azzardata.
«Posso fare una proposta indecente?» chiese sorridendo maliziosamente.
«Io amo le proposte indecenti!» esclamò Hope, che stava iniziando ad annoiarsi.
«Quanto indecente?» chiese, premurosa, Sophie.
«Ehm.. ho un po' di.. erba.» tentennò, «erba buona, intendo, e se ne fumassimo un po' tutte insieme non sarebbe una cattiva idea!» propose.
Le ragazze sembrarono astenersi, non avevano quasi mai toccato neanche una sigaretta.
«Io ci sto!» annunciò Arper «Insomma, provare almeno una volta nella vita ci sta!»
«La mia prima volta è già andata,» ridacchiò Hope «ma la seconda non rifiuto di certo.» concluse poi ridendo e contagiando le altre.
«Voi che dite?» chiese Jenny.
Lauren e Sophie si guardarono complici per scrollare le spalle e annuire convinte. «Ci stiamo!»
«A patto che dopo usciamo e andiamo a divertirci!» urlò Hope ottenendo il consenso di tutte.
«Ok, Arper mi passi la borsa?» la bruna obbedì e le passò la borsa dalla quale Jenny cacciò fuori una macchinina della Milk, viola con una linea nel mezzo.
La aprì, dimezzandola, e da essa uscirono fuori almeno 3 bustine d'erba. Lauren, avendo già avuto a che fare con la droga, prese le bustine odorandone il contenuto. Annuì positivamente, trovando il contenuto realmente ottimo.
«Faccio i filtri?» si propose Hope.
Jenny annuì «Dovrebbero esserci dei biglietti della metro già usati nella borsa, prendili e falli!»
«Noi che possiamo fare?» chiese Sophie, un po' a disagio data l'ignoranza sull'argomento.
Jenny intuì come si sentisse e le sorrise confortandola. «Potresti prendere il tabacco e fare dei mucchietti medi?»
Sophie annuì e si mise all'opera mentre Lauren prese le cartine ed Arper aiutava Hope.
«E' bellissimo!» esclamò Jenny.
«Cosa?» chiesero in coro ognuna intenta nel proprio compito.
«Che stiamo “lavorando” tutte insieme.» ridacchiò prima di prendere tra le mani un oggetto rotondo metallico.
«Cos'è quello?» chiese Sophie.
«Un trita-erba!» rispose Lauren.
Jenny annuì, aprendo il cofanetto ed inserendo all'interno l'erba necessaria per almeno 2 canne. Richiuse l'oggetto e iniziò a far girare le mani in senso opposto.
«Voi a che punto siete?» disse sbirciando i mucchietti fatti da Sophie. «Vanno bene,» disse «l'ultimo però leva un po' di tabacco. Ce n'è troppo.»
Dopo circa mezzo minuto, si fermò con le mani e aprì il cofanetto.
Lauren le passò due cartine, posizionate già a forma di L.
«Io ti amo.» ridacchiò Jenny. «Come sapevi che l'avrei chiusa ad L?»
La riccia scrollò le spalle «Intuito.»
Jenny si riavviò i capelli con un gesto deciso e iniziò a mischiare il tabacco con l'erba, portando il tutto, poi, sulla sua mano.
Posizionò le cartine al di sopra accompagnate dalla mano e girò il tutto sull'altra. Lauren l'aiuto a portare il resto del miscuglio
rimante dalla prima mano all'altra.

La bruna iniziò a rollare inserendo alla base il filtro per poi concludere leccando e chiudendo la canna.
«Voglio accenderla io!» disse Hope.
Jenny alzò un sopracciglio ridacchiando. «Ricorda: chi arriccia, “appiccia”.»
Le altre ridacchiarono fissando Jenny mentre accese la prima canna della serata.
Si misero tutte in cerchio. Jenny, Lauren, Hope, Arper e Sophie.
La canna iniziò a girare, ognuna faceva 3 tiri, osservando il fumo invadere la stanza.
«Chissà cosa staranno facendo i ragazzi.» disse Arper passando la canna a Sophie.
«Che ne dite di andare da loro dopo per poi concludere con del sesso?» propose Lauren.
«Certo che, anche se non si direbbe, hai sempre voglia tu eh!» constatò Arper.
Le altre risero armoniosamente contagiando anche il soggetto. «Non per niente sono il Dio e la Dea del sesso!» esclamò Sophie
ottenendosi una gomitata scherzosa da parte della sorella.

«Tu no?» punzecchiò Lauren.
Jenny alzò le mani in segno di resa. «Chi non ha voglia di sesso?» ironizzò poi.
Arper si sentì al quanto fuori luogo. Lei non aveva mai fatto sesso dopo quell'episodio, non aveva mai provato il piacere di fare l'amore con qualcuno.
«Com'è stata la vostra prima volta?» disse Hope.
«Per me è stato un trauma.» esclamò Lauren. «E' stata con il mio primo ragazzo che non faceva altro che chiedermi se ne fossi sicura.»
«A me rideva mentre lo facevamo.» disse Jenny «E mi chiedeva di chiamarlo “King”. Immaginate voi.»
«A me è stato perfetto.» disse invece Hope. «Insomma, Harry lo è!»
Dopo quest'affermazione tutte risero in coro. «Che cazzo volete, lo è!» ribattè ancora.
«A me è stata.. normale.» disse Sophie. «Però ricordo che mi fece male per 3 giorni consecutivi, sembrava che mi fossi fatta la pipì addosso.»
Le ragazze ormai ridevano a crepapelle per tutto. Un po' per la canna un po' per le cose che dicevano.
«E la tua?» chiese Lauren ad Arper.
Quest'ultima si fece piccina piccina. Si sentì le guance andare a fuoco e iniziò a tormentarsi l'interno delle labbra.
«Diciamo che non c'è mai stata una prima volta.» disse tutto d'un fiato.
«Sei vergine?» chiese Jenny di colpo, cacciando del fumo dalla bocca.
«Diciamo di si..» annuì poi.
Lauren capì immediatamente il suo disagio. «Avrai modo di farlo con una persona davvero importante. Non è una cosa brutta essere vergini ma lo è il fatto che non hai ancora trovato qualcuno di importante.»
«A dire il vero ora c'è qualcuno di importante.» Arper le sorrise come per ringraziarla.
«Oh! Vedi! Avrai modo! Don't worry.»
«Be Happy.» aggiunse Jenny, con tono alla Bob Marley, assolutamente in tema con quello che stavano facendo.


«Frequento la Los Angeles High School.» disse Louis sorseggiando un drink.
Mentre era seduto al bar, con un drink tra le mani, una ragazza gli si era avvicinato.
Sebbene potesse sembrare una modella dato il viso angelico, i vari piercing, i capelli biondi contornati con delle ciocche viola e l'eyeliner marcato copiosamente, dicevano il contrario.
«Non siamo poi così distanti.» rispose lei.
Cercava di flirtare, trovando il ragazzo al suo fianco molto attraente, ma riceveva continue risposte secche, spesso prive di sentimento.
Il bruno si voltò, accennando un sorriso e finendo il drink in un sorso. «Sarebbe?»
Era senz'ombra di dubbio una bella ragazza ma troppo senza limiti, a parere di Louis.
«Long Beach.» rispose la bionda quasi sottovoce.
Entrambi sapevano che quella era una delle scuole più malfamate della California.
«Oh..» si limitò a dire il bruno. Fu in quel momento che Louis capì tutto.
«Sai cosa odio?» Louis si voltò di colpo udendo le parole di lei che uscirono improvvisamente fuori «Quei figli di papà laggiù! Insomma, si credono padroni del mondo ma sono solo delle facce di culo che non concluderanno nulla nella vita!»
Louis scese dallo sgabello, infilando una mano nelle tasche dei pantaloni e cercando qualche dollaro per lasciarlo come mancia sul bancone. Si avvicinò alla ragazza con uno sguardo tutt'altro che malizioso. «Quei figli di papà laggiù sono i miei migliori amici e credimi se non ci fossero loro questo paese farebbe letteralmente schifo per le persone come te o i tuoi insulsi amici. E se vuoi un consiglio:» continuò Louis calmandosi pian piano «se vuoi sedurre un uomo, togliti quelle ridicole ciocche viola dai capelli!»
Fece per andarsene quando la ragazza gli afferrò un braccio, voltandolo verso di se e avvicinandosi pericolosamente.
Louis riusciva a sentire la puzza d'alcol proveniente dalla sua bocca.
«Non sei nessuno per dirmi quelle cose, è chiaro? Non puoi permetterti di offendere me e i miei amici. Soprattutto nel nostro territorio! Te la farò pagare Tomlinson. Te la farò pagare amare!» la ragazza, furiosa, si allontanò da Louis urtando con la spalla contro quella di Sophie.
«Che ci fai qui?» domandò subito il bruno.
«Oh, ciao amore, sono felice di vederti anch'io!» disse ironicamente. «Eravamo a casa e ci stavamo annoiando, non del tutto, poi a Jenny è venuta un'idea, l'abbiamo attuata, abbiamo riso e scherzato, poi abbiamo bevuto e poi siamo venute da voi. Non so se ho voglia più di sesso o di alcol, o di erba..»
Louis la zittì con un bacio. «Che cazzo ti è preso?» continuò lui ad un soffio dalle sue labbra.
Sophie era leggermente su di giri. Aveva iniziato a parlare con una velocità inaudita.
«L'idea di Jenny era quella di farvi fumare non è vero? Hai gli occhi come un panda, l'alito che sa di erba e parli a raffica. O hai fumato e bevuto o ti stai rincoglionendo!»
«La prima!» rispose lei ridendo.
Louis l'assecondò, avvolgendole la vita con le sue braccia e poggiandosi con la schiena al bancone.
«Sei bella anche fatta lo sai?»
Sophie sorrise esageratamente e annuì, come fosse una bambina, scatenando l'ilarità di Louis.
«Che ne dici di andare a casa e..»
«Fare sesso?» lo precedette Sophie.
Louis sembrò pensarci su, tenendola sulle spine. Poi ridacchiò e annuì, come se stesse facendo un favore a lei..
«Noi andiamo a casa, ci vediamo domani schiappe?» disse Louis ai ragazzi seduti al tavolo.
Gli altri annuirono mentre Sophie mandava un bacio alla sorella. «A dopo!» urlò a tutti.
Mentre Louis reggeva Sophie con un braccio alla vita, sentì qualcuno avvicinarsi a lui.
Arrivato alla sua auto, fece entrare Sophie e chiudendole lo sportello si avviò al suo.
Voltato di spalle qualcuno gli lo spinse sulle spalle. Il bruno si voltò velocemente trovandosi un ragazzo, forse qualche anno in più a lui, a pochi centimetri di distanza. Grosso, muscoloso e con vari piercing e tatuaggi.
Louis intuì che fosse un amico della bionda. Forse era questo quello che lei intendeva per “te la farò pagare”?
«Hai qualche problema amico?» chiese Louis spavaldo.
«Mi sa che qui, tu, hai qualche problema.» rispose il ragazzo, puntandogli un dito contro il petto.
«Posa giù le mani, bello!»
«Altrimenti? Cosa farà il bel figlio di papà?» lo prese in giro.
Louis cercò di mantenere la calma, sospirando e alzando gli occhi al cielo.
«Mi spieghi cosa vuoi?» chiese ancora Louis.
Il ragazzo diede un'occhiata dentro l'auto, poi ammiccò a Sophie. «Non male la pollastra. Voglio lei.»
«Negativo amico. Non è in vendita! Lei è mia!» Louis pronunciò l'ultima parola con un pizzico di rabbia. Diventava alquanto nervoso quando si trattava della sua ragazza.
«Significa che dovrò prendermela da solo.» lo provocò, avvicinandosi allo sportello di Sophie.
Louis, accecato di rabbia, gli si scaraventò contro. Ebbe inizio una vera e propria rissa. Tutti i presenti iniziarono ad accerchiarsi intorno a loro. Sophie era rimasta paralizzata in auto.
I colpi erano alterni. Louis colpiva il suo avversario, l'avversario colpiva Louis. Ma verso la fine, Louis ebbe la peggio.
Non solo perchè il suo avversario era ben più muscoloso e più grosso di lui ma anche per il semplice fatto che i colpi che riceveva erano ben più pesanti.
Iniziò a colargli del sangue dal naso e dopo un po' perse i sensi.
Quando Zayn, Niall, Liam, Harry e le ragazze uscirono fuori si fecero largo tra la folla, osservando la scena.
Non appena misero a fuoco l'accaduto i ragazzi si fiondarono nel centro.
Mentre Liam e Niall si occupavano di Louis, Harry e Zayn si occupavano del ragazzo, riducendolo peggio di Louis
Lauren riacquistò tutta la lucidità che fino a quel momento le era mancata e chiamò un'autoambulanza.
Il primo caricato fu Louis che fu seguito dai tutti i suoi amici. Liam fece salire Sophie in auto con lui dopodiché subito corsero in ospedale.
L'autoambulanza li precedette di qualche secondo. Scesero tutti velocemente dalle auto, sentendo i paramedici parlare tra loro mentre la barella con Louis
ancora privo di sensi sopra, veniva portata dentro.

Erano tutti agitati e le uniche cose che riuscirono a capire furono: operazione d'urgenza




 

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Sullivan's space



ciao, non so se ti ricordi di me
ma io sono mariisullivan e dopo tanto tempo ho aggiornato ancora.
MI DISPIACE DA MORIRE
ve lo giuro, mi dispiace aver aggiornato così tardi ma ci sono stati tanti imprevisti.
So che ogni volta dico sempre la stessa cosa ma non è colpa mia!
Per farmi perdonare vi dico che aggiornerò prima di 8 giorni!
Per Pasquetta avrete un nuovo capitolo, 
PROMESSO <3



Ok, tralasciando queste mie cagate passiamo al capitolo
CHE NE DITE ? *w* 
a me piace da morire perchè è divertente e le ragazze fumano e si sballano
e mi piace da morire
la fine non poteva essere diversa,
mi conoscete e sapete che non faccio mai andare niente tutto bene
diventerebbe noioso e non mi piacerebbe!
OK, a ritmo di UP ALL NIGHT sto scrivendo questo pezzo e quindi vi dico
VI AMO DA MORIRE
credo che finirò a 30 capitoli ma non ne sono sciura
mi mancherebbe questa storia ma boh, non ci penso ancora!

vi prego di lasciarmi qualche pensiero e farmi sapere cosa ne pensate
ci terrei da morire, lo sapete!


non fatemi rimanere forever alone

e quindi

SCRIVETEMI
SCRIVETEMI 
SCRIVETEMI
anche voi lettori muti, 
LO SO CHE CI SIETE
E QUINDI FATEVI SENTIRE
COSA AVETE DA DIRE!

grazie per le 897 recensioni
arrivati a 1000 farò una bella sorpresa per tutti voi! <3

VI AMO DA MORIRE





 

 

Se volete chiedermi/scrivermi qualcosa non esitate a farlo! ♥ 

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Love you so much,
 

Sullivan!


 

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Capitolo 22
*** ~Parasailing. ***



 

Parasailing.

 

I ragazzi erano da più di un'ora in sala d'attesa. Le ragazze erano sedute tutte insieme, tranne Sophie che camminava avanti e indietro nervosamente.
Liam continuava a fissarla, era pur sempre la sua migliore amica.
Harry si manteneva la testa con le mani infilate tra i capelli, in assoluta tensione, mentre Zayn e Niall chiacchieravano.
«Credo che dovremmo avvisare la madre.» annunciò Harry.
«Tu, non lo farai!» disse Zayn.
Il riccio lo guardò interrogativo. «Gli faresti venire un infarto per come ingigantiresti la cosa.» spiegò.
«Ci penso io.» disse Liam alzandosi.
«Vuoi che venga con te?» chiese Lauren.
Il biondo annuì. «Si, ti riporto anche a casa.» le disse «Che ne dite di andare a casa tutte voi?» si rivolse alle ragazze.
«Scordatelo! Non mi muoverò da qui io!» annunciò Sophie.
«Tu resta ma, Hope, Jenny, Arper venite con me su. Vi riporto a casa.»
Le ragazze si scambiarono uno sguardo con i rispettivi fidanzati che la trovarono la migliore idea.
Hope abbracciò Harry. «Cerca di stare calmo però ok?» gli sorrise dolcemente, lasciandogli un bacio sul naso.
Il riccio annuì, baciandole la mano. «A domani. Ti chiamo appena so qualcosa.» le promise.
Arper baciò Zayn, assicurandogli che sarebbe ritornata al più presto.
«Appena abbiamo notizie di Louis ti faccio sapere.» disse Niall.
«Vieni a casa mia appena sai. Voglio insegnarti una cosa.» sorrise rassicurante.
Il biondo annuì «Ci vediamo domani.»
Le ragazze andarono via con Liam mentre i ragazzi restarono in ospedale.
«Sophie.» la chiamò Harry «Vieni qui.»
La bruna obbedì avvicinandosi al riccio. «So che sei preoccupata ma sta' tranquilla! Andrà tutto bene ok?»
«Non fare promesse che non puoi mantenere.» lo richiamò.
«Te lo prometto!» insistette lui «Andrà tutto bene, ne sono sicuro.»
La bruna annuì, appoggiando la testa sulla spalla di Harry.
«Lo amo.» sussurrò «E non posso permettere che gli succeda qualcosa.»
«Non gli accadrà nulla.» la rassicurò ancora Harry.
In quel momento videro una seria di medici passare lungo i corridoi. Il riccio si alzò di scatto e corse verso uno di loro.
«Mi scusi, siamo qui per Tomlinson..»
Il dottore interruppe subito il giovane «Sta' tranquillo figliolo, sta alla grande.»
«Potrei sapere cosa ha avuto?»
«Lei è un parente?»
«Si può dire che sono un fratello.»
«Bene. Allora il signor Tomlinson, per come mi è stato spiegato, è stato partecipe ad una rissa e subendo alcuni colpi al naso ha avuto dei problemi alle vie respiratorie.
Abbiamo riportato in asse il setto nasale ed ora è ancora sotto anestesia. Ma l'operazione è andata a buon fine. Domani potrà già tornare a casa.»

Harry fece un sospiro di sollievo. «La ringrazio.» disse stringendo la mano al dottore.
«E' il mio lavoro.» sorrise cordiale il medico. «Ah figliolo! Ti consiglio di tornare a casa. Sarà sotto controllo per tutto il tempo. Andate a casa.» gli consigliò infine, andando via.
Harry annuì tornando dai suoi amici. Sophie notò un filo di felicità negli occhi di lui.
«Sta bene!» annunciò a tutti. «Il dottore dice che l'hanno dovuto operare per via del naso. Non riusciva a respirare bene e così hanno dovuto operarlo ma sta alla
grande.»

«Grazie a Dio.» sospirò Sophie.
«Che ti avevo detto?» sorrise Harry «Comunque dice che è meglio che torniamo a casa, qui siamo inutili.»
«Avviso Liam di non dire nulla alla madre!» annunciò Zayn approfittando anche per fumare una sigaretta.
«Torniamo a casa su!» disse Niall.
Uscirono tutti dall'ospedale, avvisando gli altri di non preoccuparsi di nulla.
Harry accompagnò Sophie a casa, promettendole che sarebbe tornato l'indomani per andare a trovare Louis.
Infine tornò a casa, profondando in un sonno rilassante.


«Hai fatto tardi!» lo ammonì Sophie.
«Sono le 08:05! 5 minuti di ritardo non credo che siano così tanti!» replicò il riccio.
«Si invece! Sbrigati!»
Il riccio obbedì e subito ripartì verso l'ospedale. Accese un po' di radio, gustandosi le solite canzoni mattutine.
«Hai dormito?» le chiese abbassando il volume dello stereo.
«Più o meno.» rispose «Avevo un mal di testa atroce.»
«Passato?»
«Fortunatamente si.» ammise Sophie.
«I genitori di Louis sono in ospedale.» annunciò Harry.
«Glielo hai detto tu?»
«Mi hanno chiamato un'ora fa. Si chiedevano dov'era Louis e così gli ho detto di aspettarmi perchè sarei andato da loro. Sai, parlare da vicino è più rassicurante che da un telefono.»
«Si sono preoccupati molto?»
«Non tanto. Insomma, Johanna è un'infermiera e dice di aver visto continui interventi di questo tipo ma comunque è andata in ospedale per accettarsene lasciando al compagno le redini della casa.»
Sophie ridacchiò «Ci pensi mai che tutto questo finirà a Luglio? Insomma, ci diplomeremo e ognuno andrà per la propria strada e ci divideremo..»
«Siamo ad Aprile, godiamoci questi ultimi mesi no? E poi i veri amici sono per sempre!» annunciò positivo.
«Tu ed Hope, siete per sempre. Ma noi altri.. bè, chi può dirlo?»
Harry sospirò, sorridendole «Saremo amici e anche a costo di vederci una volta l'anno, noi saremo amici!»
«Spero sarà così.» concluse infine, immergendosi nei suoi mille pensieri.
Passati circa 15 minuti i due arrivarono in ospedale. Parcheggiarono velocemente ed entrarono conoscendo già la strada verso il secondo piano.
Chiesero dove fosse la camera di Louis ad un'infermiera e quest'ultima le indicò una porta infondo al corridoio principale.
Arrivati sulla soglia, Harry bussò e qualcuno dall'altra parte rispose.
«Entra bel riccio!» rispose Louis.
Mentre i due entrarono, il bruno li sorrise. Sophie sorrise alla madre di Louis che era seduta su una sedia affianco al letto.
«Come va?» sussurrò Sophie.
«Alla grande! Insomma, ho steso quel deficiente e il mio naso tornerà come nuovo in meno di una settimana. Sto alla grande!»
Lei ridacchiò, guardandolo negli occhi.
«Harry, ti posso parlare un attimo?» le chiese Johanna.
Il riccio annuì, uscendo insieme alla donna.
«Dimmi.»
«Oh, credi davvero che debba dirti qualcosa?» ridacchiò avviandosi verso il bar. «Volevo solo lasciare quei due soli. Ti va un caffè?»
Harry rise, le piaceva la sua spontaneità. «Volentieri, grazie.»
«Bene, quello è il bar.» disse indicando quest'ultimo «Prendine uno anche a me.»
Harry rimase per qualche secondo interdetto poi obbedì ma quando fece per allontanarsi, Johanna gli andò incontro.
«Sto scherzando!» disse ridendo.
Harry la assecondò e scherzarono per un bel po'. Il riccio considerava Johanna una seconda mamma e così era anche per la donna. Le piaceva l'influenza che aveva su Louis, lo rendeva più cosciente di ciò che faceva.
Qualche manciata di minuti più tardi, Sophie li raggiunse al bar, chiedendo ad Harry di raggiungere Louis.
Il riccio si avviò mentre loro due facevano conoscenza. L'ultima cosa che Johanna voleva era metterla a disagio e così cercò di comportarsi come faceva con Harry o con gli altri amici di Louis.
Sophie l'apprezzò molto e dovette ammettere che era una madre modello, le sarebbe tanto piaciuto farle conoscere anche sua madre ma sapeva che non era possibile.
«Louis mi ha parlato molto di te.» ammise la donna. «E so anche della tua mamma e quando avrai bisogno di una figura materna sappi che sono a tua disposizione tesoro. Non esitare a chiamarmi d'accordo?»
La bruna sorrise annuendo e si lasciò abbracciare. Sentiva nelle braccia di Johanna lo stesso calore che emanavano le braccia di Louis.
Quando sciolsero l'abbraccio le due sorrisero.
«La ringrazio.» disse Sophie.
«E invece ti ringrazio io. Da quando è con te lo trovo cambiato in meglio. Non che prima combinasse chissà quali danni ma lo trovo davvero migliorato.» le sorrise, ancora «Quindi, grazie!»
Le due sorrisero all'unisono e tornarono in camera di Louis.
Trovarono Harry e Louis, già vestito, seduti sulle sedie intenti nel giocare ai loro iPhone.
«Il dottore dice che posso tornare a casa.» annunciò Louis. «Ma dice che non avendo 21 anni devi firmare tu.»
«Seconda porta a sinistra dopo l'ascensore. Ti sta aspettando.»
La donna alzò gli occhi al cielo «E quando avreste avuto intenzione di dirmelo?» disse avviandosi già fuori la porta.
Sophie si posizionò alle spalle di Louis. «Venite a mangiare tutti da noi?»
Harry emise un suono simile ad un si e Louis annuì sicuro.
«Avviso i maschi.» disse il bruno alzandosi.
«Harry avvisi tu Hope e le altre? Ho dimenticato il cellulare.»
Sophie capì che il riccio non l'aveva proprio ascoltata, così gli sfilò l'iPhone di mano, facendolo scattare in piedi.
Nel fondo della stanza, Louis se la ridacchiava beatamente.
«Sei impazzita? Mi fai perdere!» si lamentò Harry.
«Hai sentito almeno una parola di quello che ti ho detto?»
«Ho capito solo Hope e che hai dimenticato il cellulare.»
Sophie sbuffò rumorosamente. «Chiama le altre, tutte, e dì che mangiamo tutti da noi.»
«D'accordo. Ma ora mi ridai il cellulare?» chiese Harry allungando la mano.
Sophie restituì il cellulare al suo proprietario e si avviò verso Louis.
«Mi chiedo sempre come lo sopporti Hope.»
«Lui invece mi chiede sempre come faccio a sopportarti.» ridacchiò Louis beccandosi un'occhiataccia da parte di lei «Ma io lo assicuro che non c'è nulla da sopportare.» cercò di rimediare, baciandola dolcemente.
Johanna entrò in camera e li avvisò che era andato tutto a gonfie vele. Notò che erano già tutti pronti per andare via e così fecero.
Usciti dall'ospedale, Louis andò a casa con la madre per una rinfrescata mentre Harry ed Sophie tornavano a casa per svegliare Hope e Lauren e per avvisarle, di persona, del pranzo.
Sophie si assicurò che avesse avvisato tutti gli altri, dopodiché si mise ai fornelli.
-Serve una mano lì?- Sophie ricevette un messaggio da parte di Jenny.
La bruna aveva in mente di insegnare una cosa nuova a Niall ma se avessero avuto bisogno del suo aiuto lì, avrebbe di certo rimandato.
-No :) Ti ringrazio. Ci vediamo all'una, d'accordo?- rispose Sophie
-A dopo. xx- rispose infine Jenny, infilandosi il cellulare in tasca.
Scese le scale, salutando la nonna e avvisandola che non sarebbe tornata prima delle 5.

La nonna di Jenny era davvero una gran bella persona. Sempre solare, socievole e gentile.
Per Jenny era la persona più importante della sua vita e si augurava di averla sempre, per tutta la vita, al suo fianco.
Aveva pur sempre una certa età e così, quando si ammalava o semplicemente si sentiva debole, Jenny iniziava a preoccuparsi terribilmente.
Era la sua ancora di salvezza, ripeteva sempre e si comportava sempre bene con lei.
«Fa' attenzione con la moto.» le raccomandò.
Jenny sorrise ed uscì di casa, oltrepassando il vialetto e bussando sulla porta di casa Horan.
Fu proprio il biondo ad aprile, con un sorriso sornione.
«Buongiorno!» le disse Niall facendole spazio per entrare ma la bruna rimase al suo posto.
«Buongiorno anche a te amore, ma no, non entrerò! Hai 2 minuti per metterti le scarpe, prendere un costume ed avvisare i tuoi che stai uscendo, io sono sul retro di
casa mia per prendere la moto.»

Jenny non diede il tempo di replicare che subito fu fuori dalla vista di Niall che, dopo aver avvisato i genitori, aver preso il costume ed essersi infilato un paio di
Converse, raggiunse la sua ragazza sul retro.

«Mi spieghi cos'hai in mente?»
La bruna scosse la testa «Non è più una sorpresa così!»
«Mi dici almeno dove andremo?»
«In un posto.»
«Dove?»
«Stai zitto!» lo ammonì infine Jenny «Sono sicura che il casco è della tua misura ma se non ti dovesse andare, ne ho un altro in auto.»
Niall lo indossò e come premeditato da lei, gli andò a pennello.
Montò in sella con Jenny e si diressero verso il suo posto segreto.
Niall si guardò intorno. Erano sicuro che fossero diretti al porto.
Ad un certo punto Jenny rallentò l'andatura e imboccò una stradina a senso unico perpendicolare alla superstrada.
Quando la moto si arrestò, Jenny si sfilò il casco e scese, mettendo giù il cavalletto.
Niall non si sbagliò. Erano al porto, davanti ad una distesa di varie barche.
Jenny fece segno al biondo di seguirla e quest'ultimo obbedì.
Si fermarono davanti ad una barca, con il cognome di Jenny.
Watson.
Niall la guardò interrogativo.

«Si, ok, ora ti spiego.» disse ridacchiando. «Conosci il parasailing?»
«Ehm..si! Quello con il paracadute, giusto?»
La bruna annuì, sicura!
«Bene! Lì c'è uno spogliatoio dove puoi metterti il costume e io sarò qui ad aspettarti.» annunciò sfilandosi gli shorts e la maglia, sfoggiando uno splendido bikini.
«Sono geloso che tutti ti possano vedere in costume!» scherzò Niall.
«Idiota!» lo ammonì scherzosamente lei «Sbrigati dai!»
Il biondo si avviò verso la cabina mentre Jenny chiamò Laird, istruttore di parasailing.
Sapeva come funzionasse quella pratica sportiva ma serviva qualcuno di compagnia a Niall e qualcuno che guidasse la barca così aveva assunto Laird come istruttore in modo da poter guidare la barca mentre lei aiutava Niall in aria.
«Siete pronti?» chiese Laird a Jenny.
«Il mio ragazzo si sta cambiando. 1 minuto e sarà qui.» rispose salendo sulla barca.
«Non è la prima volta per te, vero?»
Jenny scosse la testa «Lo faccio spesso. È uno dei miei sport preferiti, dopo le corse di moto ovviamente.»
«Corri?» chiese sorpreso il ragazzo. Non sopra i 25 anni, alto, muscoloso e castano. Il solito tipo da spiaggia, pensò Jenny.
«Si e non perdo mai una gara.»
«I miei amici organizzano una corsa questa sera, alle 10, Bowers' Point. Ingresso gratuito. Si vincono 200$.»
«Non mi interessano i soldi.» disse vedendo arrivare Niall «Ma verrò. Questione d'orgoglio.» sorrise poi, ammiccando.
Laird sorrise al biondo «Sei pronto amico?»
Niall scosse nervosamente la testa «Non so che diamine devo fare.» ammise facendo ridacchiare entrambi.
«Allora, è semplice! Metti l'imbracatura e il salvagente poi ti siedi sulla piattaforma e fai in modo di tenere la cinghia più spessa sotto le cosce anziché sotto il sedere. Non reggerebbe il tuo peso. Fa' attenzione a questo, mi raccomando!»
Niall cercò di assimilare quelle regole basi e si avviò insieme a Jenny. Gonfiato il paracadute, Jenny e Niall indossarono i salvagente e la bruna si assicurò che
l'imbracatura di Niall fosse ben salda.

Una volta pronti si sistemarono sulla piattaforma e vennero sollevati in aria, mentre il cavo d'aggancio si svolgeva sino a che loro non raggiungevano una trentina di metri d'altezza.
Niall cercò di rilassarsi a mano a mano e la vista sembrava gustargli sempre di più.
Quando Laird aumentava la velocità, i due salivano sempre più in aria mentre invece quando diminuiva la velocità i due scendevano.
Quando Jenny gli fece un cenno, Laird diminuì quasi del tutto la velocità.
«Ora toccheremo l'acqua con i piedi, vedrai, sarà divertente!»
Niall la guardò annuendo e sorridendo. Si stava divertendo molto.
Come disse la bruna, i due scesero fino a 30cm sopra il mare e toccarono l'acqua con i piedi, dopodiché Laird accelerò subito di nuovo, facendo godere ai due una meravigliosa vista di tutta Santa Monica.
Videro delfini, razze, focene, testuggini e persino degli squali. Niall dovette ammettere che fu l'esperienza più divertente e bella che avesse mai fatto.
Una volta scesi, Laird li lasciò soli, salutandoli e andando via.
«E' stato fantastico.» ammise Niall.
«Lo so. Lo faccio spesso.» sorrise Jenny asciugandosi i piedi.
«Dovremmo rifarlo, magari insieme a tutti i nostri amici.»
Jenny sorrise annuendo. «Sarebbe fantastico e magari potremmo fare un picnic.» aggiunse.
«Io ci sto!» annunciò avvicinandosi a lei.
La strinse a sé e la baciò, assaporando ogni centimetro di pelle.
«Niall.» lo chiamò lei.
«Si?» disse guardandola negli occhi.
«Ti amo.» disse dolcemente.
Niall le sorrise a 32 denti e la alzò, prendendole i fianchi.
«Anch'io.» rispose poi baciandola.
Era incredibile come due parole potessero migliorare ancora di più lo stato di una persona.
Se Niall quella mattina era felice, dopo quella frazione di secondo, lo sarebbe stato almeno per una settimana intera.







 

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Sullivan's space




hello beautiful!



Come state?
Io sto un pochino "influenzata" e mi sento scema
ahahhahaha lo so che lo sono ma questa volta ne sono consapevole
ed è brutto çç

bando alle ciance
mi scuso se non ho mantenuto la promessa di aggiornare ieri
ma come detto prima sono stata poco bene e
questo capitolo sarebbe venuto orribile così
ho preferito aspettare e regalarvi questo "pezzo".
(non sapevo come definirlo)

devo dirvi, dato che vi considero la mia famiglia
che ci sono rimasta un pochino male che il capitolo precedente abbia avuto solo 15 recensioni
non riesco a capire se ha fatto schifo o se a voi non andava di recensire 
o semplicemente vi siete annoiati della storia..
lo so, sono complessata.

spesso penso che da un momento all'altro la finirò però poi mi ricredo
ma poi vengo di nuovo assalita da questi pensieri..
non so che fare.

ho programmato già da ora una parte del finale e credo
che vi piacerà molto :) o almeno spero 


ricordatevi sempre che io vi amo da impazzire e che siete la migliore famiglia del mondo! 




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davvero, sono a vostra disposizione! 




AH! QUASI DIMENTICAVO.

1. Nel prossimo capitolo ci sarà una bella sorpresa per i fan di Zarper.
2. Farò pubblicità ad una OS a cui tengo molto, di una mia cara amica
(POPPY, vi ho già parlato di lei)
3. Se siete Larry Shipper (o non) mi piacerebbe che passaste alla mia OS Larry: GOAL
o magari se vi va di piangere un po' c'è la mia prima OS: BEST THING I NEVER HAD.

un bacione enorme.
fatevi sentire..

 

ℳarìì Sullìvan


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Capitolo 23
*** ~Future. ***




~Future.
 

Le cose a Los Angeles erano tornate più che normali, il naso di Louis era tornato come nuovo e tutti si erano già dimenticati di quella storia.
Hope ed Harry erano immersi nello studio. La bionda teneva ai suoi voti alti quasi quanto teneva al riccio.
Amava avere tutte A e se qualcosa andava storto cercava in tutti i modi di far ragionare l'insegnante persuadendolo in modo da convincerlo che la teoria giusta fosse la sua.
Non era una secchiona, di certo non passava ore intere a studiare ma era intelligente e furba e riusciva a studiare anche solo stando attenta in classe.
Era il fiore all'occhiello di quella scuola e la preside non nascondeva che la trovasse la migliore studentessa mai avuta.
Harry cercava di starle al passo ma era alquanto difficile, per quanto lui cercasse di portare sempre ottimi voti a casa, Hope era sempre la prima.
Il riccio, al contrario di come potessero pensare gli altri, non si sentiva né a disagio né in soggezione, adorava la sua piccola “cervellona” ed era fiero di essa.
«Ho finito biologia, chimica, letteratura, filosofia e storia. Mi manca solo spagnolo!»
Harry la guardò accigliato. «Da quando noi facciamo anche spagnolo?»
La bionda si era alzata andando a prendere il suo libro rosso con tanto di “Aprender el Español” sul davanti. «Ho deciso di fare un corso extra-curriculare. 2 ore a settimana. Sono dei punti in più per l'esame.»
«Non credo che potranno farti uscire 120 su 100. Credo sia impossibile.» scherzò Harry.
«Potrebbero farlo, insomma non hanno mai avuto nessuno di così bravo.» si pavoneggiò scherzosamente.
Ad Harry piaceva la sua sicurezza, la rendeva una persona di carattere. «In effetti potrebbero, ma non credo lo faranno.»
«Sto leggendo Harry Potter sai?» disse la bionda, iniziando a svolgere alcuni esercizi. «E' fenomenale.»
«Lo so. Secondo te perchè ho tanto insistito?!» chiese retoricamente. «E' la miglior saga mai scritta.»
«Dopo Twilight ovviamente.»
Il riccio inarcò un sopracciglio. «Spero tu stia scherzando. Un vampiro che luccica non sarà mai migliore delle avventure di Harry Potter. Lo capirai finendo tutti i libri.»
«Ho visto già tutti i film.» rispose Hope.
«I film non sono neanche 1/3 dei libri amore, credimi. Quello che c'è nei libri non è paragonabile a 2 ore di film. Ad esempio, Silente nel film non ti dicono che si chiama Dumbledore o come non ti dicono che la McGranitt si chiama McGonagall. Tutt'un'altra storia.»
«Per ora sono al secondo libro e devo dire che mi piace ma i film sono pazzeschi. Insomma, tutte quelle scenografie, quele musiche e quegli effetti, sono straordinari!» rispose la bionda ritornando sui suoi esercizi.
«Senza dubbio. Film assolutamente ben realizzati.»
«Farò anch'io dei film così pazzeschi!»
«Sarai un'ottima regista, vedrai.» le disse baciandola dolcemente.
«Grazie per questo Oscar, so di essermelo meritato ma grazie lo stesso.» scherzò lei fingendosi ad una premiazione Oscar, sostituendo il premio con il suo portapenne.
«Stai perdendo la testa.»
«Non metterò mai i miei soldi nella sua banca, signor Style. Anche se dovesse essere l'ultima su questo pianeta!»
«Supplicherai di metterli, ti farò vedere.» rispose Harry finto altezzoso.
I due piombarono in un silenzio, entrambi intenti nel pensare a qualcosa.
«A cosa pensi?» chiese Hope.
«Al nostro futuro. Insomma, per me tu sarai la cosa più sicura nella mia visione del futuro ma immaginarmi un direttore di banca, sposato con una regista.. fa un certo effetto!»
La bionda sorrise dolcemente. «Io ho il terrore del futuro. So quello che voglio fare, certo, ma non so se davvero si avvererà.»
«Ce la faremo, vedrai.»
«Lo spero tanto.» rispose infine Hope con aria sognante.
D0po pochi istanti il campanello suonò e Liam, scendendo le scale annunciò che avrebbe aperto lui.
In casa Bennet-Price si fiondò tutta la “crew”, nessuno escluso.
«Hola amiga!» disse Niall rivolgendosi ad Hope.
«Ci annoiavamo a stare in casa e così ci siamo organizzati e siamo venuti a rompervi le palle prima che Liam e Lauren vanno a cena da tuo padre» disse Arper rivolgendosi sempre ad Hope. «E prima che Louis parta.»
«Ottimo.» rispose Harry che si era stufato di studiare. «Che si fa?»
«Io ho portato le birre.» rispose Zayn.
«E noi le patatine. Quindi direi un bel film horror ci sta tutto!»
Gli altri concordarono pienamente. «Chi sceglie?» chiese Sophie.
«Liam!» risposero in coro i ragazzi. «E l'amante per eccellenza dei film horror.» aggiunse infine Zayn.
«Vado a prendere delle ciotole e dei bicchieri. Niall mi accompagni?» chiese Jenny, aveva intenzione di informarlo della gara di quella sera. Non voleva tenerglielo
nascosto, non ne vedeva motivo, soprattutto dopo quello che il giorno prima gli aveva appena detto.

«Dovrebbero essere lì, vedi.» disse il biondo indicando un mobiletto poco sopra il piano cottura.
«Mangi spesso qui eh?» lo prese in giro Jenny.
«Imparo molto facilmente dove sono le cose che mi piacciono.» rispose a tono.
«Devo dirti una cosa.» disse pronta lei.
Niall si accigliò, non riusciva a capire cosa gli potesse dire.
«Dimmi tutto.»
«Tutto.» scherzò lei ma quando Niall ridacchiò e poi tornò serio si decise a parlare sul serio. «No, è importante. Allora, ieri ti ricordi di Laird?»
Il biondo annuì non capendo cosa c'entrasse l'istruttore di parasailing.
«Ecco, mi ha parlato di una gara di moto, questa sera e volevo semplicemente dirti che ci andrò.»
«No.» rispose Niall senza batter ciglio.
Jenny rimase paralizzata, nessuno mai le aveva impedito qualcosa.
«Cosa? Non era un permesso, né tantomeno una richiesta. Io ci andrò, che tu lo voglia o meno.»
«Se tu ci andrai..non finirà bene.»
Il quel momento Jenny perse le staffe. Non era la tipa che si faceva comandare, l'unica che poteva ordinarle qualcosa era la nonna anche se quest'ultima non era solita comandarla.
«Per me possiamo finirla anche qui. Non ho mai preso ordini da nessuno in tutta la mia vita e ora, solo perchè sei il mio ragazzo, non puoi comandarmi. Amo gareggiare con la mia moto, è qualcosa che mi rende felice e mi carica di adrenalina e tu non me lo impedirai!»
«Ma non capisci? E' pericoloso!»
«Vieni proprio tu a farmi la predica? Insomma anche tu gareggiavi, o sbaglio? Eri uno dei migliori in zona e non perchè camminavi in modo “non pericoloso”!» la
situazione cominciò ad agitarsi.
«E' questo il punto! Gareggiavo, prima! Ma adesso che ho una ragazza che amo davvero molto e che mi ha regalato delle splendide emozioni non voglio rischiare la mia vita quando ho tanto da perdere e non voglio, altrettante, che lei rischi! Non è un fatto di egoismo, ma io sono felice con te e non voglio che ti capiti qualcosa!» sbottò.
«Non mi accadrà nulla.» cercò di calmarsi lei.
«Questo lo dici tu, ma chi mi può assicurare una cosa del genere? Chi mi dice “sta' tranquillo, andrà tutto bene”? Nessuno, ed è per questo che io non voglio che tu
rischi.»

«La vita è mia, Niall. Sono 4 anni che gareggio, 1 di questi senza neanche una vera patente e tu non mi impedirai di farmi stare bene.» dettò ciò Jenny prese la ciotola e
andò a posizionarsi per terra, vicino al televisore posizionando le ciotole sul piccolo tavolino in mezzo ai divani. Niall tornò con dei bicchieri e degli apri bottiglia e andò a posizionarsi su una poltrona.

Ad entrambi non era piaciuta la discussione ma erano troppo orgogliosi da starsene seduti vicini a far finta che non fosse successo niente.
Jenny non si era minimamente aspettata una scenata del genere da parte del biondo. Gli aveva accennato che avrebbe preferito che smettesse ma non credeva che avrebbe reagito in quel modo.
Aveva smesso di fumare, perchè glielo aveva chiesto lui, ma smettere di gareggiare.. era impossibile per lei.
Tutti, ovviamente, capirono che i due avessero avuto una discussione ma non aprirono bocca. Liam fece partire il film e il volume del televisore inondò il silenzio di
quella stanza.

Wrong Turn era uno dei film più schifosi che i ragazzi avessero mai visto e più che paura faceva letteralmente schifo.
Vedere dei cannibali che mangiano delle vere persone non era cosa da tutti i giorni. Liam si compiacque sempre di più della sua scelta vedendo tutte le ragazza saltare o fare dei gridolini di terrore ad ogni scena forte.
Al posto di Jenny, che non saltò neanche ad una scena, Louis si terrorizzò.
Tra Sophie e Louis non si sapeva chi avesse più terrore. Zayn e Liam lo presero in giro per tutto il tempo.
Quando il film finì, Louis si fiondò sul pulsante della luce, illuminando tutta la stanza. Tutti risero animatamente.
«Hai urlato per tutto il film.» lo prese in giro ancora Zayn.
«Sono sensibile!» si difese Louis.
«No, sei fifone!» lo istigò Liam scatenando l'ilarità di tutti.
«Vaffanculo!» lo rispose Louis alzandosi dal divano. «Non mi mancherete affatto, teste di cazzo.»
«Neanche tu!» rispose Niall ridendo ancora.
«Io vado. Ci sentiamo in questi giorni stronzi!» Louis prese a salutare tutti e quando arrivò ad Hope si girò, senza salutarla.
«Cerca di non tornare.» gli urlò dietro Hope.
Louis corse di nuovo dietro e l'abbracciò alzandola da terra. «Mi mancherai, mostriciattolo!» disse rimettendola giù.
Nonostante tutte le volte che si insultassero o tutte le volte che litigavano si volevano un gran bene.
Harry e Louis si abbracciarono forte. «Mandami una foto appena sei lì e se ci sono delle belle ragazze, fai le foto e mandamele!» scherzò ammiccando verso Sophie.
«Tu provaci e io ti ammazzo!» rispose a tono Sophie rivolta verso Louis.
«Ciao raga!» urlò Louis dall'entrata.
«Sei ancora lì?» urlò più forte Hope.
«Vaffanculo.» disse alla fine Louis uscendo dalla casa e dirigendosi verso l'auto.
Si appoggiò all'auto facendo aderire i fianchi di Sophie ai suoi. Mentre teneva le braccia allacciate dietro la schiena di lei, Sophie giocava con i capelli castani di Louis, guardandolo negli occhi.
Sarebbe stata dura una settimana intera senza di lui.
«Mi manchi già.» ammise lei.
Lui la baciò, inebriandosi le narici del perfetto odore che emanava la pelle di Sophie. La amava in ogni sua piccolezza e la trovava splendida, qualsiasi cosa facesse o dicesse.
«Anche tu.» rispose infine.
«Credo che tu debba andare. Non voglio farti fare tardi.» disse dolcemente la bruna, scostandosi un po'.
«Chiamami appena arrivi e anche dopo aver fatto il colloquio. O anche prima.. insomma sentiamoci!»
Louis la riavvicinò a sé e la baciò di nuovo, con una passione più travolgente.
«Te lo prometto.» disse infine dandole un bacio a stampo ed entrando in auto.
Calò il finestrino dell'auto e le disse ti amo, mentre aspettava che lei rientrasse in casa.
Mentre Sophie era sul ciglio dell'entrata sentì le ruote dell'auto di Louis sfrecciare lontane e sapeva che gli sarebbe mancato più di quanto immaginasse.
Sapeva che quello sarebbe stato uno dei colloqui più importanti di Louis ma stare senza di lui la rendeva un po' triste.«Che colloquio aveva Louis?» chiese curiosa Arper.
«Per un college di medicina. Vuole diventare pediatra.» sorrise fiera la bruna.
«Oh, fantastico!» esclamò Arper. «Speriamo vada tutto per il meglio.» augurò sincera. «E perchè vuole farlo proprio a Yale? Insomma il Connecticut è abbastanza lontano da qui.»
«Lo so ma è quello che ha sempre sognato. Ha una vera e propria passione per i bambini e aiutarli è sempre stato ciò che desiderava.»
«Ce la farà, vedrai.» la rassicurò infine Arper.
«Mi fido di lui.» disse fiera «E' brillante in ogni cosa.» concluse infine sorridendo dolcemente.


Liam era totalmente entusiasta di dover incontrare il padre di Lauren. Era emozionato e sperava di far un'ottima impressione.
Al contrario di Liam, Lauren era il ritratto della noia. Era seduta sul sediolino accanto a Liam cambiando continuamente stazione radio.
«Guarda che puoi collegare il cellulare tramite Bluetooth, non c'è bisogno di andare alla ricerca di una canzone che non uscirà mai.» scherzò Liam.
Lauren scosse la testa «Mi da noia farlo. Preferisco cambiare canzone.»
Il biondo accostò l'auto su un'aria di sosta e la spense; la riccia lo guardò accigliato.
«Mi spieghi cos'hai?» chiese lui mantenendo un tono placato.
«Lo sai.» rispose lei.
«No! Ti giuro che non lo so! Insomma ti comporti come una bambina arrabbiata!»
«Non sono arrabbiata, né tantomeno una bambina ma odio andare a casa di mio padre. Non fraintendermi, lo amo più di qualsiasi altra persona al mondo ma odio la sua compagna. Mi da sui nervi!»
«Perchè? Insomma, tuo padre non può rimanere solo a vita e non pensavo che io o qualsiasi altra persona l'abbia dovuto dire a te. Sei la persona meno bigotta o
“antica” che io conosca.»

«Non si tratta di essere antichi o bigotti, non c'entra neanche il fatto che io voglio che io mio padre sia solo. Si tratta del fatto che Miss Victoria voglia prendere il posto di mia madre e questa cosa mi manda in bestia!» sbottò con voce tremante. «Lei o qualsiasi altra donna non potrà mai sostituire quello che mia madre mi ha donato e mai ci riuscirà. Quando avevo 16 anni ed era passato poco dalla tragica morte di mia madre lei disse -se ti senti di chiamarmi mamma, puoi farlo- ma vai al diavolo! Non avrò mai e dico MAI bisogno di chiamare qualcun altro mamma perchè di madre ce n'è una sola!» alcune lacrime presero a rigarle il viso e così Liam la strinse al petto, accarezzandole i capelli.
Non sapeva cosa si provasse a non avere più una madre ma poteva capire il vuoto che si sentiva.
«Forse il punto è proprio perchè lei è troppo giovane. Non si sarà resa conto di quello che diceva. In ogni modo, so che tu sei una persona intelligente e matura per cui metti da parte, almeno per una cena, tutto quello che pensi su di lei e provaci daccapo. Fallo per me.» le chiese dolcemente guardandola negli occhi ed asciugandole le ultime flebili lacrime con i pollici.
«Ci proverò ma non ti assicuro nulla.» sospirò mettendosi a posto.
Liam le sorrise e avviando l'auto le prese la mano. Fecero partire un paio di canzoni e iniziarono a canticchiarle insieme.
Arrivati a destinazione Lauren avvertì una morsa allo stomaco. La cassetta della posta portava ancora i disegni a fiori che lei aveva fatto insieme alla mamma e il prato era ben ordinato e pieno di fiori colorati, come se lei fosse ancora lì a prendersene cura.
Scese dall'auto inebriandosi dell'odore dei fiori; Liam le prese la mano e si avviarono alla porta.
Il padre aveva dovuto vederli perchè non appena furono sull'uscio aprì la porta, sorridente come non mai.
Liam lasciò la presa e Lauren potè bearsi di un abbraccio padre-figlia. Il calore delle braccia del padre la fecero stare molto meglio, la morsa allo stomaco si affievolì e sentiva quasi la voce della madre chiamarla per andare in cucina.
Non amava particolarmente ritornare in quella casa. Tutto le ricordava la madre e non era facile per lei, non lo era mai stato.
Quando si guardarono negli occhi si sorrisero complici e il padre le baciò la guancia. Lauren si scostò posizionandosi al lato.
«Lui è Liam, papà. Liam, lui è papà!» sorrise presentandoli.
I due si strinsero la mano. «Piacere di conoscerla, signore.» disse il biondo, Tom si limitò a sorridere.
Dalla cucina comparì Victoria. Liam dovette ammettere ch'era davvero una splendida modella. Era alta, con i capelli color nocciola e degli splendidi occhi verdi.
«Lei è Victoria.» la presentò Tom a Liam.
«Piacere Liam.» sorrise al biondo. «Ciao Lauren, come stai?»
«Bene grazie.» rispose mantenendo quel poco di freddezza.
«La cena è pronta. Se volete accomodarvi..»
Tutti e 4 si diressero in sala da pranzo e le cameriere presero a servire la cena. Erano tutte pietanze deliziosissime e tra un piatto e l'altro Tom faceva sempre più domande a Liam. Il biondo inizialmente si era sentito sotto pressione ma dopo una serie di battute sarcastiche e qualche bicchiere di vino si era lasciato andare.
Era quasi arrivato il momento del dolce e per sgranchirsi un po' le gambe Tom chiese a Liam di accompagnarlo.
Lauren si era lasciata andare leggermente nei confronti di Victoria ma le tensioni si sentivano ancora.
«Dimmi figliuolo,» cominciò Tom «La ami davvero?»
Il biondo non esitò un istante, rispose subito senza titubanze. «Certo signore, senza ombra di dubbio.»
Tom annuì convinto. Camminavano l'uno affianco all'altro lungo la grande piscina. Tirava una leggera brezza marina che riempiva le narici di entrambi.
«Credi l'accetterà mai?»
Liam capì subito che quella domanda riguardasse le due donne. «Ho cercato di farla ragionare e credo che col tempo ci riuscirà ma non ne sono certo. Ha passato dei momenti difficili, molto difficili e col tempo forse ce la farà ad accettarla ma non ora, signore.»
«Mi piaci ragazzo.» disse con tono placato. «Sei.. saggio, oserei dire.»
«La ringrazio signore.»
Liam cominciava ad adorare il padre di Lauren sempre di più. Lo trovava una bella persona anche se, nonostante non potesse sembrare, gli incutesse un po' di terrore.
«Vieni, torniamo dentro.»
I due entrarono di nuovo in casa dove trovarono le due donne sedute al tavolo intente nel chiacchierare.
Si unirono a loro e iniziarono a gustare il dolce.
La serata passò in fretta e i due, dopo aver salutato Tom e Victoria andarono via soddisfatti della serata.
«Non è stato male come credevo.» annunciò Lauren.
«Te l'avevo detto. Vedrai pian piano sarà più facile accettarla.»
La riccia annuì, baciandolo velocemente sulla guancia. «Grazie.»
«A te, tesoro.» rispose Liam sorridendola a sua volta.
«Ti faccio un'avvertimento!» esordì lei.
«Spara.» disse Liam.
«Se ti azzardi a trovarti un'altra donna dopo che io sia morta, ti giuro che ti perseguiterò a vita.»
Liam rise di gusto e le accarezzò la mano, Lauren lo imitò e così conclusero una splendida serata.


Zayn era in compagnia di Arper a casa di quest'ultima. Entrambi erano soli e così avevano deciso di dormire insieme.
Erano sul divano, intenti ognuno nel fare qualcosa quando lei tolse il cellulare dalle mano di Zayn e si mise a cavalcioni su di lui.
Iniziò a baciarlo, prima dolcemente e poi più passionalmente. Strusciava il suo bacino contro quello di lui, facendo aumentare l'erezione di lui.
«Non credo saprò trattenermi.» disse Zayn tra un bacio e l'altro.
«Non voglio che ti trattenga stavolta. Stanotte è la nostra.» disse continuandolo a baciare.
Il bruno la sollevò e lei allacciò le gambe attorno alla vita di lui. Andarono in camera di Arper dove tutto era sistemato alla perfezione.
Il letto era tutto ricoperto di petali di rose e su tutte le superfici lisce c'era almeno una candela.
Un profumo di rose invadeva la stanza e la voglia di entrambi riempiva il silenzio.
«Hai presente quando abbiamo litigato e tu mi hai detto ti amo?»
Il bruno annuì. Erano sui loro stessi fianchi, l'uno di fronte all'altra sul letto.
«Bè, la stessa cosa vale per me. E sai come mi sono resa conto di essere innamorata di te? Quando tra ragazze abbiamo parlato della nostra prima volta e io ho
immaginato
te. Solo tu riesci a darmi quello che in 18 anni non sono mai riuscita ad avere ed è per questo che io, Arper Lopez amo te, Zayn Malik.»
Fu in quel momento che il cuore di Zayn si sciolse completamente. Si era sentito dire tanto volevo ti amo, spesso quando una ragazza era sul punto di venire ma
nessuna aveva mai scaturito tanta emozione.

Prese di nuovo a baciarla sentendo i loro corpi bramare. La portò sotto di lui e sentiva la voglia di entrambi crescere ogni secondo di più.
I vestiti erano ormai di troppo e così le tolse velocemente la maglietta.
Rimase qualche istante ad ammirarla. Era bella, doveva ammetterlo. La bruna sbottonò la camicia di Zayn lanciandola per terra insieme alla sua maglietta.
Il bruno portò le mani dietro la sua schiena e le slacciò il reggiseno, iniziando a baciare ogni centimetro di pelle.
Arper ansimava e gemeva, non aveva mai ricevuto alcun tipo di contatto in quel genere.
Cercò di rendersi utile e slacciò la cintura di Zayn, sfilandogli i pantaloni. L'erezione di lui era parecchio evidente ormai.
Lui fece lo stesso con i pantaloni di lei e quando rimasero entrambi in slip, Zayn cominciò a giocare con i suoi capezzoli.
Sarebbe stata la notte migliore per entrambi, si disse mentalmente.
Cominciò a baciarla dall'orecchio scendendo all'ombelico dove Arper sussultò appena.
Scese sino alla sua femminilità e prima di denudarla del tutto la guardò come per ottenere consenso. La bruna per tutta risposta inclinò la testa verso l'alto e si
abbandonò al piacere della lingua di Zayn contro la sua femminilità.

Ansimava e gemeva come non mai. Muoveva le mani tra i capelli del bruno aggrappandosi ogni tanto alle sue spalle.
Quando Zayn cominciava a giocare con il suo clitoride Arper sussultava e gemeva sempre più forte e così capirono quale fosse il suo punto G.
Zayn tornò con la testa sopra il suo seno e fu in quel momento che Arper condusse il gioco.
Si mise a cavalcioni su di Zayn spostandolo sotto di lei. Gli sfilò senza pietà e velocemente gli slip, ammirando la sua erezione. Non sapeva cosa fare, certo aveva sentito tante cose sulla fatidica prima volta ma era come se avesse rimosso tutto dal suo cervello.
Zayn accompagnò la mano di lei con la sua portandola su e giù alternatamente. Quando Arper prese il ritmo, Zayn le infilò un paio di dita nella sua femminilità abituandola a quel contatto.
Dopo un po', quando la situazione si andava scaldando sempre di più, Zayn ritornò a dominare.
Si mise su di lei e pian piano la penetrò del tutto. I loro bacini combaciavano perfettamente e i gemiti di entrambi riecheggiavano nella stanza.
Sentiva i muscoli della sua femminilità stringere ogni volta che spingeva e ogni volta che lei lo supplicava di continuare il bruno la accontentava, spingendo sempre di più.
Si baciarono on passione mentre lui si faceva leva sulle mani per non darle peso. Ogni tanto le baciava il seno o le istigava il clitoride con un dito facendola urlare di piacere.
Quando giunsero all'apice, entrambi gettarono un ultimo grido. Lei era sopra di lui e rimasero così per un po', lui ancora dentro lei.
Quando infine si separarono erano entrambi esausti. Zayn scostò alcune ciocche sudate dal viso di Arper baciandola un'ultima volta.
«Ti amo.»
Era la prima volta che lo diceva lui dopo aver fatto l'amore.«Ti amo anch'io.» rispose Arper accoccolandosi tra le sbraccia di lui aspettando che i loro respiri tornassero regolari.
 




 

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Sullivan's space



ciao amorini cuoricini!
lo sapete, ormai prima dei 10 giorni/2settimane non aggiorno
e devo dire che mi dispiace molto farlo ma la scuola mi uccide.

questo capitolo mi piace da morire, vi giuro forse è uno dei miei preferiti in assoluto *w*
mi piace ogni singola parte e mi scuso se c'è qualche errore <3

ringrazio i 10 che hanno recensito il capitolo precedente e
ringrazio tutti coloro che continuano a inserirla tra le preferite/ricordate/seguite.
ormai siamo arrivati a 226 seguite e ancora non ci credo!
Vi ringrazio ancora tutti, siete magnifici!

Grazie a tutti coloro che, pur non avendo un account EFP, spendono sempre qualche minuto per scrivermi qualcosa di bello!
Grazie, siete meravigliosi!

La OS che vi avevo promesso non è ancora arrivata,
devo convincere ancora la mia amica a pubblicarla ma rimarrete entusiasti al massimo.





Se volete chiedermi/scrivermi qualcosa non esitate a farlo! 

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davvero, sono a vostra disposizione! 



Se siete Larry Shipper (o non) mi piacerebbe che passaste alla mia OS Larry: GOAL
o magari se vi va di piangere un po' c'è la mia prima OS: BEST THING I NEVER HAD





 

ℳarìì Sullìvan
 

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Capitolo 24
*** ~And Afterall, You're My Wonderwall. ***



 

~And Afterall, You're My Wonderwall.

 

Quella notte sarebbe stata indimenticabile per tutti. Nonostante Zayn ed Arper avessero consumato la loro prima notte d'amore, Liam fosse riuscito a far avvicinare Lauren alla sua matrigna e Niall e Jenny avessero litigato parecchio, le sorprese non erano finite e si sa che non tutte le sorprese sono sempre positive.
Spesso ci sono quelle che ti tolgono il fiato e ti fanno piangere di gioia, di felicità; e poi ci sono quelle sorprese che più tardi arrivano più siamo sollevati. Sorprese che diventano incubi e ti lacerano dentro.
Erano circa le 3 di notte e ormai la città era sommersa dalla quiete e dai respiri delle persone che dormivano.
Niall, però, era l'unico che non riusciva a chiudere occhio. Si era poggiato sul letto, ancora vestito, sperando che il sonno si impossessasse di lui.
Jenny non era ancora tornata ed era questa la causa della sua insonnia. Si rigirò un paio di volte sul letto, altamente innervosito.
Si chiedeva che fine avesse fatto ormai la bruna; aveva partecipato a tante gare lui e nessuna era mai finita dopo l'una.
Si alzò dal letto impaziente, si affacciò alla finestra e notò la luce della stanza di Jenny accesa. Era sicuro di averla vista spenta almeno fino a 30 minuti prima.
Non l'aveva sentita arriva, ed era alquanto strano, con quel silenzio era impossibile non sentire il rombo di una moto.
Decise di andarle a bussare. Scese le scale cercando di produrre quanto meno rumore fosse possibile, aprì la porta e la richiuse alle sue spalle evitando di farla sbatterla.
Attraversò il vialetto e arrivò sotto il porticato di lei. Bussò una prima volta e dopo non aver ricevuto alcuna risposta provò un altro paio.
Se Jenny non era in casa Niall era certo che almeno la nonna avrebbe dovuto aprire. Non andava mai a dormire senza la sua nipotina sotto lo stesso tetto. Era capace anche di stare sveglia fino alle 6 del mattino ma doveva assicurarsi che lei stesse bene. Non ne aveva mai fatto parola con Jenny perchè sapeva che, o sarebbe stata contraria oppure avrebbe preferito ritirarsi presto pur di non farla aspettare.
Ma la nonna non voleva che la sua gioventù dovesse essere ostacolata dalla sua solitudine e così preferiva aspettarla sul divano, facendo finta di dormire e “svegliandosi” non appena lei entrasse in casa.
Jenny non era soltanto la sua unica nipotina ma era anche l'unica persona che lei avesse. Si, c'erano i vicini e qualche anziano che ogni tanto la veniva a trovare ma come affetti aveva solo la sua piccola, dolce e tenera Jenny.
Le mancava l'aria se solo pensava che le potesse capitare qualcosa. Si ancoravano a vicenda e il fatto che la sua piccolina avesse trovato qualcuno di
tanto speciale la faceva rincuorare.

Niall era ancora sul porticato di casa quando decise di prendere le chiavi che Jenny teneva sopra lo stipite della porta.
Il biondo non riusciva a capire come mai nessuno gli aprisse ancora.
Girò la prima mandata e aprì la porta, trovando silenzio assoluto in casa. Si diresse subito nella stanza di Jenny, salendo gli scalini a due a due.
Trovò la porta chiusa con la luce accesa dentro. Bussò una prima volta, dopodiché aprì non avendo ottenuto risposta.
A Niall mancò letteralmente il respiro. Il panico iniziò ad impossessarsi di lui e non sapeva letteralmente cosa fare.
La nonna di Jenny era distesa sul pavimento, priva di sensi.
Il ragazzo corse verso l'anziana signora e le poggiò due dita sul polso e poi poggiò l'orecchio sul cuore.
Non sapeva se fosse per il panico totale o per la reale situazione ma Niall non sentiva battito.
Afferrò subito il cellulare dalla tasca e chiamò l'autoambulanza.
«Signora! Signora!» gridava il ragazzo invano.
Niall cercò di non muoverla. Per quanti film avesse visto, l'anziana poteva avere anche un'emorragia interna e in questi casi non bisogna mai muovere la vittima.
L'autoambulanza non tardò ad arrivare e svegliò tutto il vicinato, compresi i genitori del biondo. Di Jenny ancora nessuna traccia.
Maura e Bob Horan lo guardavano pietrificati mentre lui, a bordo della sua auto, sfrecciava dietro l'autoambulanza.
Mentre era alla guida, decise impaziente di chiamare Jenny. Attese qualche squillo prima che lei rispondesse.
«Dove cazzo sei?» disse Niall freddissimo.
«Cosa vuoi?»
«Ho detto dove cazzo sei!» urlò ancora di più Niall.
«Ad un after. Che vuoi da me? Sono le 3 e sono viva. Ora possiamo staccare?»
«Devi correre in ospedale! Subito!»
«Che diamine è successo?» a quel punto Jenny iniziò a preoccuparsi. La sua voce schizzò.
«Ti aspetto lì. Sta' calma.» Niall cercò di essere quanto più dolce possibile.
Era troppo impulsivo e fu solo dopo che si rese conto che averla aggredita in quel modo non fu la sua migliore decisione.
Arrivato in ospedale corse in seguito ai paramedici fino ad una stanza che fu chiusa subito dopo l'entrata della paziente. Niente finestre o spiragli dal quale uno potesse vedere. Cosa succedesse da quel punto in poi lo seppero solo i medici.
Niall mandò un messaggio a tutta la sua comitiva.
-Non so cosa stia succedendo ma la nonna di Jenny è in ospedale.-
Non obbligò nessuno a venire, tanto meno a chiamarlo o supportarlo ma sapeva sin dal principio che i suoi amici non l'avrebbero mai lasciato da solo, né a lui né a Jenny che aveva bisogno d'aiuto più di chiunque altro.
Circa 5 minuti dopo il suo arrivo, Jenny si precipitò al secondo piano trovando Niall seduto su una sedia con la testa tra le mani.
La bruna aveva i capelli scompigliati, il casco fra le mani e il fiatone a mille. Aveva dovuto correre parecchio.
Riavviò i capelli all'indietro e si sedette accanto a Niall.
«Mi spieghi che succede, per favore?» disse tra un respiro e l'altro.
Niall sospirò lentamente, cercando le parole adatte. Le prese le mani, nonostante fosse il primo a tremare.
«Non sono bravo in queste cose.» iniziò «Cercherò di essere cauto e di non farti preoccupare, insomma nessuno sa cos'è successo anche se c'ero solo io quando l'ho vista
A quelle parole Jenny collegò tutto. Si alzò di scatto sbarrando gli occhi. Il cuore iniziò a batterle a mille e le gambe avevano già iniziato a tremare. Scuoteva la testa, come per indicare “no”.
Aveva già capito tutto.
«Ti prego, ti prego..» supplicò mettendosi in ginocchio con le lacrime agli occhi. «Prendi me, ma non la nonna..»
Jenny iniziò a singhiozzare sulle ginocchia del biondo, il quale non sapeva davvero cosa fare.
Sapeva che nessuna parola al mondo l'avrebbe potuta aiutare e così stette in silenzio.
Le accarezzò i capelli in primo momento e poi la fece alzare.
Cercò di calmare i singhiozzi di Jenny.
«Shh, shh.» le diceva stretta al petto. «Vedrai, forse non è niente di grave.» furono le uniche parole che Niall riuscì a dire.
«La nonna è anziana, Niall. Non ce la farà.. non ce la farà.» concluse però Jenny tornando a singhiozzare.
I minuti sembravano non passare mai. Jenny, dopo aver smesso di piangere, era rimasta immobile con la testa appoggiata al muro. Pietrificata.
I ragazzi, tutti, avevano raggiunto la coppia e cercavano di supportare la bruna.
Nessuno proferiva una singola parola, Sophie portò una coperta e del caffè alla bruna e le stava vicino.
Era incredibile come si fossero così legate l'una all'altra. Erano passate da nemiche ad amiche in così poco tempo che, forse, ormai nessuno avrebbe più potuto dividerle.
Circa 2 ore più tardi, un medico venne vicino al biondo e portò lui e Jenny poco distanti dagli altri.
«Salve, sono il dottor Miles. Lei deve essere Jenny, se ho capito bene.»
Jenny annuì flebilmente, trattenendo il respiro.
«Bè, sua nonna è sveglia e vuole vederla, insieme al signor Horan.» disse indicando Niall «Non è del tutto stabile ma il batitto è regolare, ed è già
qualcosa.» Il dottore sorrise cordialmente per poi allontanarsi dai due.

Jenny entrò nella stanza e Niall, con un gesto per gli amici, fece intendere che dovesse seguirla.
La signora era distesa su un letto, con dei fili intorno a tutto il corpo.
Jenny cercò di trattenere le lacrime ma non appena fu tra le sue braccia non riuscì a contenere quelle piccole gocce che le fuoriuscirono dagli occhi: le mandò via con un colpo secco della mano, sorridendo alla sua ancora di salvezza.

«Oh, bambina mia. Sto bene, sai? Ho bisogno di parlarvi, quindi sedetevi e ascoltatemi bene.» disse con qualche sforzo.
I due presero posto su due sedie diverse, l'uno accanto all'altra.
«Vedi bambina mia, quando ho rivisto Niall, dopo anni che non lo vedevo ho subito pensato che lui fosse la persona adatta a te. Ti guarda come solo io so fare e riesce a capire ogni piccolezza.»
Niall sorrise, stringendo la mano alla sua ragazza.
«Mi piace perchè oltre ad essere un bel giovanotto ha un bel caratterino. E' determinato, maturo e responsabile. Siete fatti per stare insieme e destinati ad esserlo. Quando ho conosciuto tuo nonno lui doveva partire per arruolarsi e mi disse “se tu mi aspetterai, io te ne renderò” e così fu. Non appena tuo nonno tornò, ci sposammo e ci amammo come nessuno mai. Ecco bambina, io voglio che tu ami qualcuno che ti ricambi e che quell'amore duri per sempre e se avrai bisogno di te, in cielo o in terra io ti aiuterò. “And afterall, you're my wonderwall” ricordi?»
A Jenny venne in mente il giorno in cui la nonna le fece sentire quella canzone. Erano sul divano, svogliando delle vecchie foto quando alla radio uscì la canzone “Wonderwall” e ascoltando ogni singola parola le due dissero insieme il ritornello e così quella fu la loro canzone. Erano entrambe l'uno l'ancora di salvezza dell'altra.
A Jenny gli occhi le si riempirono di lacrime e baciò la mano della nonna come per trasmetterle ancora tutto l'amore che lei provasse solo ed unicamente per lei.
«Non so se ora, o domani, o tra 10 anni sarà la mia ora.» disse con voce affaticata «Ma io vi giuro che vi proteggerò da lassù e sarò il vostro angelo custode.»
La nonna di Jenny sorrise ad entrambi per poi accasciare la testa di lato e chiudere gli occhi, lasciandosi trasportare nel regno degli angeli.
Quando il battito cardiaco si arrestò, Jenny urlò di disperazione. La nonna era tutto ciò che le rimaneva.
Cominciò a piangere senza sosta e l'argine con il quale aveva bloccato tutte le lacrime si frantumò completamente sotto il peso della tristezza e del dolore lancinante.
Si sentì avvolgere da un dolore così fitto che nemmeno pensava potesse appartenergli; altre lacrime presero a rigargli le gote ma niente e nessuno provò a fermarle.
Niall portò Jenny fuori dalla stanza, in compagnia dei suoi amici. Tutti capirono al volo e cercarono di rendersi utili.
Sophie abbracciò più forte che poteva la bruna, cercando di trasmetterle tutto il conforto che voleva darle.
Il dolore era assolutamente lancinante. Perdere la persona più cara che si ha non è solo una perdita fisica ma una perdita fisica e spirituale.
Metà di te se ne va con quella persona e tu ti senti completamente svuotato, come se niente e nessuno potesse riempire quel vuoto.
E Jenny era così che si sentiva: svuotata di se stessa, dimezzata ma completamente distrutta.




 

__________________________________________________
Sullivan's space.


ve lo giuro, ve lo giuro, ve lo giuro
mi dispiace da morire.
è quasi un mese che non aggiorno e mi dispiace davvero
T A N T I S S I M O 
Il prossimo capitolo arriverà prima e sarà più lungo di questo, don't worry.
però.. devo darvi una notizia non bella..
la storia è giunta quasi al termine, mancano circa 3-4 capitoli e poi l'epilogo alla fine di tutto.
se fosse per me la continuerei fino alla fine ma a Luglio parto per fare l'animatrice e non posso più aggiornare.
cercherò di renderla più bella possibile e di farvi rimanere un bel ricordo di questa storia e di me <3


ora però avrei bisogno di un vostro parere.
a Settembre, dopo che sarò tornata, voglio continuare a scrivere
secondo voi devo scrivere
a- una nuova storia con Larry
b- una nuova storia completamente diversa
c- il continuo di QUESTA storia.

Fatemi sapere che ci tengo davvero tanto su questa cosa.

Ora vi lascio alle vostre recensioni, se volete lasciarne una 
e vi ringrazio sempre più per tutto quello che fate/dite per me <3

vi voglio davvero un casino di bene.




A PRESTO.


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davvero, sono a vostra completa disposizione! 



 

ℳarìì Sullìvan

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Capitolo 25
*** ~Marry The Night. ***



 

~Marry the night.

 

L'aria estiva si faceva sentire sempre più a Los Angeles e i ragazzi ne furono più che felici.
Gli esami si avvicinavano e tutto procedeva per il verso giusto. L'anno era passato tranquillamente nonostante i suoi soliti alti e bassi.
Jenny sentiva sempre più la mancanza della nonna ma, secondo lo psicologo che aveva deciso di consultare, era più che plausibile.
Erano passati soltanto due mesi e, nonostante fosse la fine di Maggio, doveva passare ancora del tempo.
Non si cancella facilmente il dolore della perdita di un caro ma con la giusta dose di supporto e amore da parte di chi ti vuole bene, quella fitta perenne al cuore può
affievolirsi.

«Bisogna cremarla.» disse a Niall che si stava occupando del funerale «Era quello che voleva.»
E il biondo esaudì il suo desiderio. Dopo la cerimonia religiosa, si occupò della cremazione e della spartizione delle ceneri.
La bruna aveva deciso di spargere le ceneri in mare, la passione di sua nonna.
Il mare era sempre stato il rifugio di entrambe: amavano sentirne l'odore di primo mattina e la cosa che più le faceva rilassare era il rumore delle onde che si
infrangevano contro gli scogli.

Jenny amava andarci e da quando la sua ancora non c'era più, ci andava quasi tutti i giorni come per ricordarne la presenza.
Si metteva in riva, seduta su un piccolo asciugamano con le sue Ray-Ban rigorosamente nere, il vento che le scompigliava i capelli e la sua malinconia.
Passava quasi tutti pomeriggi su quella piccola zona, quasi sempre con i libri fra le mani.
Non era mai stata una secchiona e mai lo sarebbe diventata ma le piaceva sapere e studiare e aveva dei voti abbastanza buoni.
Voleva superare gli esami con dei buoni voti così da poter essere accettata alla facoltà di legge senza problemi.
Erano circa le 5 del pomeriggio quel giorno e Jenny era molto concentrata sul suo studio tanto da non accorgersi di Niall alle sue spalle.
Quando il biondo le sfiorò la spalla con le labbra, la bruna sussultò. Il biondo sorrise contagiando anche lei.
I sorrisi e Jenny erano nemici negli ultimi tempi ma solo con la presenza di Niall, Jenny sapeva rilassarsi gettando via tutto il negativo.
«Non mi diventare una secchiona, eh!» la prese in giro.
La bruna scosse il capo sorridendo. «Non lo farò mai, giuro!» 
Ci furono degli attimi di silenzio, dove entrambi si bearono della bellezza di quella giornata.
«Stasera c'è una cena di famiglia da me,» annunciò Niall. «e mi piacerebbe che ci fossi anche tu.»
«Ma se è una cena di famiglia, io non c'entro nulla!»
«Ci saranno tutti i miei spocchiosi cugini con le loro ragazze da 4 soldi, per una volta voglio mostrargli come sono fatte le vere donne!»
«Quindi mi porti solo per dare una lezione ai tuoi cugini?» lo punzecchiò fintamente arrabbiata.
«No! Non hai capito.»
«Io ho capito bene, mio caro!» continuò a scherzare Jenny.
«Voglio che tutti sappiano chi è la mia ragazza e che so scegliere tra il bene e il male. Credono sempre che io sia quello tenerello e stupidello della situazione senza sapere davvero un cazzo di me!» iniziò a sfogarsi Niall. «Sono un ragazzo intelligente, brillante e con una splendida ragazza. Riesco a gestire tante situazioni contemporaneamente ma la mia famiglia crede sempre che io sia un tonto!»
Jenny mise d'istinto una mano sulle labbra di Niall. «Non devi arrabbiarti se sono gelosi di te. Sei la persona migliore che abbia mai incontrato e io sono fiera e dico fiera di essere la tua ragazza. Non m'importa se gli altri ti trovano tonto, stupido o altro. Tu sei il mio tenerello, il mio stupidello e il mio tonto!»
Niall sorrise, accompagnato da Jenny che tolse la mano dalle labbra e lo baciò come solo lei sapeva fare.
«Vuol dire che mi accompagnerai?» chiese per conferma Niall.
La bruna annuì e lo ribaciò. Si abbandonò alla stretta del suo ragazzo e si sorprese, nonostante il tempo, di vedere che lei era fatta per stare tra le braccia di Niall. La facevano sentire protetta e amata.
«Vuoi ascoltare una cosa?» chiese Jenny.
Il biondo annuì e la bruna aprì il suo libro, sfogliando tra le pagine e arrivando ad una paragrafo interamente sottolineato.
«Le ragazze che sognano hanno gli occhi spesso lucidi, non si truccano quasi mai ma non rinunciano al mascara e alla matita nera, perchè vogliono essere guardate negli occhi, vogliono essere guardate a lungo negli occhi, vogliono che qualcuno le faccia arrossire. Le ragazze che sognano, quando ascoltano la musica, cantano con voce commessa per far sentire a chi hanno intorno quali parole le stanno facendo vibrare, muovono le mani e piedi come se a casa avessero un pianoforte o come se facessero danza da tutta la vita.» Niall ascoltava Jenny come se la sua voce fosse la sua melodia preferita. «Le ragazze che sognano, ho solo una certezza, al mondo non ci staranno mai veramente bene. Sono malinconiche, e appena realizzano un desiderio, quel desiderio gli manca già. Le ragazze che sognano non svegliarle, ti prego. Morirebbero.»
I due si guardarono negli occhi con la complicità di due amanti.
«E' bellissimo.» disse il biondo «Chi è l'autore?»
«Sconosciuto, ma credo che avrebbe dovuto mettere il nome. Lo trovo pazzesco.»
Mentre Jenny sfogliava ancora le pagine di quella raccolta di poesie, Niall controllò chi gli avesse appena mandato un messaggio.
-A mezzanotte tutti a casa mia. I miei non ci sono, portate i costumi. xx Louis-
«E' Louis. A mezzanotte tutti a casa sua. Andiamo?»
La bruna annuì convinta. «Ho voglia di stare con loro.» concluse sorridendo e abbandonandosi alle braccia del biondo.


Mentre Hope ed Harry si dedicavano completamente allo studio, studiando alternatamente le varie materie d'esame, Liam e Lauren si davano da fare in un altro tipo di
studio.

Si erano dedicati al sesso tutto il pomeriggio. L'avevano fatto sulla lavatrice, sulla tavola di biliardo, nella doccia ed ora avevano appena finito di farlo nel modo più classico: nel letto.
«Credo che ne avrò abbastanza per un anno intero.» annunciò la bruna, spostandosi sul lato sinistro ancora ansimante.
C'era un assoluto silenzio in camera e gli unici rumori che si udivano erano i loro respiri irregolari.
«Spero tu stia scherzando.» ridacchiò Liam.
La bruna sorrise a sua volta e fece per alzarsi quando Liam la prese per un braccio e la tirò a se.
Erano ad un palmo di distanza, la pelle ancora un po' umida e i capelli ancora un po' scompigliati.
Il biondo le riavviò i capelli per poi baciarla dolcemente.
«Ti amo lo sai?»
La bruna si alzò sul letto, ancora nuda. «Chi non mi amerebbe tesoro? Sono bella, intelligente e sono la dea del sesso. Sai una cosa? Anch'io m'amerei.» disse con fare teatrale.
E fu lì che Liam scoppiò dalle risate, portandola di nuovo a sé e baciandola ancora.
Gli piaceva il profumo della pelle di Lauren, lo faceva eccitare come non mai.
«Credo che se non vado a farmi seriamente una doccia finiremo di nuovo per fare l'amore.» sentenziò la bruna che si alzò e prese l'intimo pulito dal cassetto.
«A me non dispiacerebbe.» disse Liam che fece ridacchiare ancora la bruna.
«Ci metto 5 minuti ok?»
Liam annuì afferrando il suo cellulare per rispondere ad alcuni messaggi non letti.
«Amore, stasera siamo tutti invitati da Louis, dobbiamo portare un costume .»
«D'accordo.» urlò la bruna da dentro la doccia.
«Amore, qual è il tuo codice di sblocco?»
«Liam.»
«Che c'è?»
«Liam.» ripetè la bionda.
«Dimmi.»
La bruna bloccò il flusso dell'acqua e uscendo dalla doccia
«Liam ma sei scemo o cosa? Il codice è Liam! 4526.»
«Aaaah!» fu in quel momento che Liam scoppiò dalle risate contagiando anche Lauren.
Mentre Lauren finiva di prepararsi, il biondo guardava alcune foto dall'iPhone della bruna.
Era intento nel guardare una foto loro a Rio de Janeiro quando arrivò un messaggio.
-Hey bella, che ne dici se domani studiamo insieme come la settimana scorsa? :P xx Chris-
Liam non era mai stato un tipo geloso, non aveva mai letto i messaggi della bruna e mai avrebbe voluto farlo, ci teneva alla sua privacy e rispettava quella altrui ma
sapere che la sua ragazza si incontrava con un altro ragazzo per studiare, senza che lui ne sapesse niente, lo faceva un tantino irritare.

E poi, che significava quella faccetta? E quei baci a fine messaggio?
La bruna fece capolino nella stanza con un asciugamano avvolto attorno al suo corpo e i capelli ancora umidi.
«Che c'è?» chiese a Liam, notando il suo sguardo accigliato.
«Lauren mi tradisci?» chiese Liam senza mezzi termini.
La bruna spalancò gli occhi «Ma sei impazzito?»
Liam si alzò dal letto, posizionandosi a pochi centimetri dalla bruna. «Rispondi, mi tradisci?»
«No!»
«Sei sicura?»
«Liam ma stai scherzando? Sono più sicura del fatto che non ti tradisco che del fatto che mi chiamo Lauren Price.»
«Allora mi spieghi chi è Chris e perchè ci studi insieme senza che io sappia niente?! Io mi fido di te però..»
Liam fu interrotto dalla sonora risata di Lauren che sembrava non riuscisse più a smettere.
«Io ti parlo serio e tu mi ridi in faccia?»
«Sei geloso!» urlò Lauren saltando tra le braccia di Liam.
«Non sono geloso! Ok si, forse un po', ma mi spieghi questa storia?!»
«Chris sta per Christina e non per Christopher o Christian o qualunque nome tu abbia pensato! E' una ragazza del 4 anno che ha bisogno d'aiuto in alcune materie.»
«Aaah!»
«Sei carino geloso, sai?»
«M'è venuto un colpo, sai?» Lauren rise ancora e Liam la prese in braccio portandola di nuovo sul letto e iniziando a farle il solletico.
La bruna si dimenava a più non posso senza alcun risultato. Fu quando entrambi furono sul punto di morire per le risate che si fermarono.
«Non ti tradirò mai, ok? Saremo per sempre tu ed io, Lauren e Liam. Per sempre.»
«Per sempre.» sussurrò Liam baciandola dolcemente.
Lei si rigirò su un fianco, posò il capo sul braccio Liam. Lui la guardò. Tutto il cielo e la terra si specchiavano nei suoi occhi. Seguitarono a guardarsi. A Liam pareva che
avrebbe potuto annegarci nei suoi occhi. Poi l'accarezzò sul viso, si baciarono, la trasse a se. La strinse mentre con l'altra mano le frugava fra i capelli.

Fu un bacio d'amore, un lungo bacio di puro amore.


«Quale rosso preferisci? Tipo bordeaux oppure pompelmo-fragola?»
«Devi scegliere tu. Insomma, è casa tua.»
«Lo so, però voglio che quando tu entri dalla porta e magari sei stanchi sorridi perchè vedi che abbiamo scelto il colore insieme. Non so se mi spiego.»
Zayn sorrise d'istinto. Lui ed Arper erano vestiti da imbianchini ed erano tutti intenti nel tinteggiare l'appartamento della mora.
«Dai allora?!» insistette Arper.
«Pompelmo! Bordeaux è troppo spento come colore!»
«Bravo amore, ti avrei odiato a morte se avessi scelto bordeaux!» Arper rise contagiando anche Zayn.
«Scommetto che già sapevi che avrei scelto rosso pompelmo!»
«A dire il vero no. Ho seriamente pensato che avresti scelto il bordeaux.»
Arper iniziò a tinteggiare le mura, accompagnata da Zayn. «Perchè?»
«Non lo so! Me lo sentivo.»
Zayn scosse il capo e sorrise. «Non ti manca Barcellona?»
«Non necessariamente. Facciamo un gioco?»
Il bruno la guardò interrogativa «Tipo?»
«Tipo che chiudi gli occhi e vedi!»
Il bruno eseguì l'ordine e Arper, cercando di non far capire nulla, immerse la mano pittura per poi spalmarla tutta sul viso del bruno che indietreggiò di scatto.
Quando aprì gli occhi trovò la sua ragazza sporca di pittura e lo stesso odore di essa sulla sua pelle.
Arper lo guardò con aria di sfida e non appena il bruno mosse un piede in avanti la bruna schizzò via, cercando di non farsi prendere.
Fu una vera e propria lotta con i colori. Quando si scontrarono lei aveva già i capelli di 3 colori mentre lui sembrava letteralmente un arcobaleno.
Arper prese il pennello della pittura e Zayn, per sfuggire via, corse via, dirigendosi in camera di Arper.
La camera, come tutta la casa, era sommersa di scatoloni e, mentre Arper era intenta nel cercarlo, Zayn si trovò tra le mani alcuni documenti.
-Boston, 20 Gennario- era la data poco sotto l'intestazione che giaceva in alto -Harvard Univeristy-
-Cara Miss Lopez, la Harvard University è lieta di comunicarle che lei è stata ammessa alla facoltà di Medicina. Le ricordiamo che a Settembre inizieranno i corsi...-
Zayn non volle più continuare a leggere. Era in piedi, con gli occhi fissi su quel foglio di carta.
Zayn ne ebbe la conferma: le parole fanno più male di qualunque pugnalata.
«Eccoti qui!» urlò Arper che s'ammutolì dopo aver visto cosa aveva tra le mani il bruno.
Ci furono degli attimi di silenzio, la bruna si avvicinò a Zayn e gli sollevò il capo per avere un contatto visivo con lui.
«Lo so, avrei dovuto parlartene ma volevo farlo insieme a tutti gli altri..»
«Giusto.. perchè io sono come tutti gli altri. Io non conto niente..» rispose Zayn amareggiato.
«No, no! E' solo che non sapevo come dirtelo e ho pensato di dirlo prima tutti insieme..»
«Sai una cosa? Il mio sogno è aprire una società con Liam. Vogliamo fare gli architetti solo che lui vuole continuare a stare qui a Los Angeles e il mio sogno era andare a Londra.. solo che poi ho conosciuto te e credevo che non sarei mai più andato a Londra, per continuare a stare con te. Ma sai che ti dico? Ognuno ha il proprio futuro. Tu hai il tuo, a Boston e io ho il mio a Londra.»
Zayn poggiò il foglio sopra lo scatolone e uscì dalla camera, seguito da Arper.
Fu ad un passo dalla porta quando si voltò di scatto. «Erano tutte cazzate allora? Erano tutte cazzate! I colori delle pareti, lo stare insieme dopo una dura giornata.. ed io che davvero ci credevo ad un futuro insieme.»
Arper era rimasta per tutto il tempo in silenzio. Le si era bloccato tutto in gola, era un groppo troppo grande da mandar giù o da essere sputato fuori.
«Quindi.. è finita?» disse con quel po' di voce che le rimaneva.
Zayn sorrise, uno di quei sorrisi amari, spenti, che ti frantumano il cuore. «Vorrei poter dire il contrario ma è così. Le nostre strade si dividono..»
E fu così che uscì di casa, lasciando Arper in mezzo al corridoio, una mano stringeva il pennelo, l'altra il cuore che credeva si sarebbe frantumato a breve.


«Perchè i nostri amici sono perennemente in ritardo?» chiese Sophie.
«Perchè sono ritardati?» rispose Louis scatenando tutta la sua ilarità.
«Sei squallido.»
Louis avvolse la vita di Sophie con le braccia e la baciò «Però mi ami uguale!» sentenziò allontanandosi.
«E' tutto pronto?» chiese.
«Gli alcolici sono sul tavolino vicino la piscina, i bicchieri idem. Il cibo è sul tavolo e i film vicino alla TV.»
«Il posacenere per Zayn?» chiese Louis.
«Sul tavolo. E' immancabile.» ridacchiò «Li odio quando fanno tardi!»
«Sono mezzanotte e due minuti amore, sta' tranquilla!»
«Eccoli!» urlò Sophie udendo il campanello.
Non appena aprì la porta tutta la sua comitiva si materializzò nel salotto di casa Tomlinson.
«Avete portato i costumi vero?» chiese Louis.
Tutti annuirono alzando in alto i loro costumi.
«Andatevi a cambiare! Bagno in piscina di notte!»
I maschi urlarono di gioia come fossero delle donne e tutti scoppiarono in grosse risate.
Louis e Sophie intanto, muniti già di costumi, regolarono la temperatura della piscina e crearono un'atmosfera assolutamente soft.
Louis le cinse i fianchi e Sophie si perse nella bellezza degli occhi di Louis.
Ad interrompere quell'attimo così romantico fu Harry che, con grande delicatezza, spinse entrambi in piscina dando il via ad una serie di tuffi collettivi.
E così furono tutti in piscina: Zayn, Liam, Harry, Sophie, Lauren, Niall, Arper, Jenny, Louis ed Hope.
I Fantastici 10.
Si scatenarono per un buon 30 minuti, fino a quando non uscirono tutti dall'acqua.
Ognuno di loro prese un asciugamano per poi stendersi al chiaro di luna.
«Harreh, mi passi un po' di crema lunare, ho paura di scottarmi.» scherzò Louis.
«Oh Lou, la tua pelle cristallina non può mica rovinarsi?»
«La smettete checche impazzite?» disse Zayn alzandosi per fumare.
«Miaooo!» lo punzecchiò Louis che però ricevette solo un'occhiataccia da parte del bruno.
«Chi vuole un giro di vodka?» chiese Louis.
Tutti alzarono la mano, pienamente coinvolti.
Louis posizionò il tavolino con l'alcol in mezzo a tutti loro e dopo aver distribuito un primo giro di vodka continuò con il secondo.
«Ho una cosa da dirvi!» disse Louis.
«Spara amico!» continuò Liam.
«No! Prima un altro giro di alcol.»
E fu così che distribuì il terzo giro.
Non erano di certo ubriachi ma erano già alquanto brilli.
«Ok, prima di rivelarvi la mia notizia. Avete ricevuto tutti la risposta alla domanda d'ammissione vero?»
I ragazzi cominciarono ad accigliarsi ma annuirono, volendo seguire il discorso di Louis.
«Bene, un altro giro!»
Tutti buttarono giù un'altra quantità di alcol, non era uno degli argomenti preferiti di Louis parlare di futuro e roba varia e così buttava tutto sullo “scherzo”.
«Perfetto. Ora che siamo un po' tutti brilli voglio dirvi una cosa. Anzi no! Facciamo un gioco!»
«Hai rotto le palle tu e i tuoi giochi!» disse Zayn.
«Ancora miao eh Zayn! Comunque ho un'idea. Ognuno di voi scrive su un pezzo di carta dov'è stato ammesso e per quale corso e cosa vuole diventare. A turno peschiamo e ogni biglietto che viene pescato il proprietario alzerà la mano per poi offrire a tutti un giro. Ci state?»
Harry baciò sulla guancia Louis talmente forte da fargli mancare il respiro. «Lo amo quando ha queste idee!»
«Bene, smettila.»
«Chi prende carta e penna?»
«Già fatto!» disse Sophie.
«Quanto siete attivi stasera!» scherzò infine Louis prendendo un foglio e una penna.
Dopo aver finito di scrivere, Lauren si avvicinò ad Arper. L'aveva vista silenziosa e in disparte tutta la serata e perlopiù l'aveva vista lontana da Zayn.
«Hey!»
La bruna le sorrise. «Come va?»
«Bene, più che altro a te come va?» chiese diretta Lauren «E' successo qualcosa tra te e Zayn non è vero?»
Arper sospirò rumorosamente abbassando lo sguardo per poi riportarlo sugli occhi di Lauren.
«Ci siamo lasciati.»
La riccia spalancò gli occhi. «E perchè?»
«Perchè io a Settembre vado a Boston, ad Harvard e non gli ho accennato nulla poi oggi eravamo insieme e ha trovato la carta d'ammissione e abbiamo discusso..»
«E qual è il problema?» ribatté Lauren.
«E' complicato da spiegare..» concluse Arper sorridendo malinconica.
Quando tutti ebbero concluso i fogliettini vennero piegati e mischiati dentro una ciotola.
«Inizio io!» disse Harry pescando il primo bigliettino.
«Columbia, New York, Cinema, Regista.»
«Hope!» dissero in coro Sophie ed Harry.
«Su i gomiti!» disse Louis e tutti bevvero un altro shottino di vodka.
«Tocca a me!» disse poi Hope che estrasse il 2 bigliettino.
«Stanford, San Francisco, Legge, Giudice.»
Jenny alzò la mano e Niall la guardò fiera.
«Figo! Ti ci vedo sai a fare il giudice! Ti immagino come quei giudici pazzi, pieni di tatuaggi e che arrivano in moto in tribunale, facendo anche tardi. E' figo!»
Louis come al solito fece ridere tutti, compresa Jenny.
«Pesco?» disse la bruna ma Louis la bloccò.
«Prima bevete!»
«E se uno non vuole?» obbiettò scherzosamente Hope.
«Ti butto in piscina!»
E fu così che la bionda, seguita da tutti gli altri, buttò giù il suo drink.
«Stanford, San Francisco, Architettura.» lesse Jenny e fu così che Liam alzò la mano.
Il gioco durò fino all'ultimo bigliettino.
Hope sarebbe andata a New York insieme a Sophie, Harry e Louis; avrebbero frequentato tutti e 4 la Columbia: Louis sarebbe diventato un pediatra, Harry un banchiere, Sophie una stilista e Hope una regista.
Lauren, Jenny, Niall e Liam sarebbero andati alla Stanford: Lauren sarebbe diventata una stilista come la sorella, Jenny un giudice, Niall un notaio e Liam un architetto.
Arper sarebbe andata a Boston, ad Harvard, per diventare un'oncologa.
Estrassero tutti i bigliettini tra miriade di risate e battute. Erano ormai ubriachi ma cercavano comunque di mantenere il controllo.
«Manca un ultimo bigliettino!» urlò Sophie che non aveva ancora pescato.
«Allora!» cercò di leggere attentamente ma la vista le era alquanto appannata. «Voglio diventare un architetto, aprire una società insieme al migliore amico e stare insieme alla donna che amo ma di queste 3 cose ho la certezza solo della prima.»
Tutti capirono che era Zayn l'autore di quel bigliettino ma erano fin troppo brilli per dire qualcosa.
«Ok, ok!» Disse Harry alzandosi in piedi. «Io devo dire una cosa importantissima!»
Il riccio andò vicino la sua ragazza e le prese le mani.
«Ok, io sono brillo o meglio sono letteralmente ubriaco e tu sei bellissima e ti amo ma domani io sarò sobrio, è vero, ma tu rimani sempre bellissima e io ti amerò comunque.» ad Harry tremavano letteralmente le mani «Ok, ti giuro che mi sto cagando addosso per questa cosa ma sono pronto.» il riccio fece un grosso respiro e cercò di mantenere la calma. «Lo farò nel modo più classico.»
Harry si mise in ginocchio e, mettendo una mano nel pantaloni, estrasse un'anello.
«Lo so che ti ho già regalato un anello e lo so che forse questa non è la cosa più romantica perchè siamo entrambi ubriachi ma io voglio dirti una cosa.» Harry notò che in quel momento non era l'unico ad avere gli occhi lucidi. «Io ti amo e sarò anche all'antica ma per me il matrimonio è la cosa più importante nella coppia. Mi sono innamorato di te quando avevamo entrambi 14 anni e ne abbiamo passate davvero tante insieme. So che ora abbiamo soltanto 18 anni ma io, io.. io lo voglio Hope. Mi va bene anche fra qualche anno però noi dobbiamo farlo perchè io devo avere la certezza che tu sarai mia per sempre e che io sarò tuo per altrettanto tempo..»
Il viso di Hope era ormai un fiume di lacrime. Gli altri rimasero tutti in totale silenzio. Sophie non riuscì a trattenere le piccole lacrime di gioia. Hope era pur sempre la sua migliore amica.
«E quindi..» continuò Harry «Hope Bennet, mi vuoi sposare?»






 

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Sullivan's space



in questo spazio voglio solo scusarmi per il ritardo però come vedete mi sono fatta perdonare.
non aggiungo nient'altro, lascio a voi tutto lo spazio di questo mondo.
io vi giuro che spero vi sia piaciuto, poi boh.
a voi la parola!


Grazie mille a tutti voi.
Siete la mia forza :*



 

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ℳarìì Sullìvan

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Capitolo 26
*** ~Forever?! ***




 

~Forever?!

 

Los Angeles High School, 14 Luglio.
Gli esami erano ormai ufficialmente finiti e il giorno tanto atteso per gli studenti era arrivato: il giorno degli arrivederci, degli addii e dei benvenuti.. il giorno del diploma.
Il cortile della scuola non era mai stato così bello: 200 sedie bianche erano disposte in modo simmetrico davanti agli spalti per i parenti e difronte ad essi vi era il piccolo palchetto per la consegna dei diplomi; sulla sinistra c'era un'enorme banchetto di benvenuto e tanti nastri blu e rossi erano disposti ovunque.
Gli studenti erano tutti in tuniche blu e copricapo annesso, i nastrini gialli sulla sinistra.
C'era un gran vociare nel cortile e ognuno era con i corrispettivi parenti.
I signori Bennet erano insieme alla loro bambina, Hope.
«Sapete, io.. ho una cosa da dirvi.» disse la bionda.
Hope amava i suoi genitori e sapeva di poter sempre contare su di loro. Avevano vissuto per 2 anni separati, loro sulla costa Atlantica e lei sulla costa Pacifica ma Hope sapeva che gli sarebbe bastata una telefonata e i suoi genitori sarebbero stati subito a sua disposizione.
La madre sorrise con occhi lucidi. «Credi davvero che io e tuo padre non ci siamo accorti che porti un'anello sull'anulare sinistro?»
Ad Hope brillarono gli occhi, non sapeva davvero cosa dire. Con sua madre non aveva mai avuto bisogno di parlare tanto, era una di quelle persone che le cose le
leggevano negli occhi.

«Sono fiera di te, bambina mia.» disse il padre, stringendola tra le sue braccia.
«Smettetela, smettetela.» disse Hope scherzosa «Ho promesso di non piangere e non devo farlo!»
«Avete già deciso quando?» chiese il papà.
La bionda scosse la testa. «Harry dice che possiamo farlo anche tra 10 anni.»
«E allora perchè chiedertelo già ora?» si accigliò la madre.
«Vuole la certezza che io sia sua per sempre.»
«M'è sempre piaciuto quel ragazzo, sai?»
Hope ridacchiò e riabbracciò il padre.
«Buonasera, signori Bennet.» salutò Harry accompagnato dalla sua famiglia. «Andiamo a sederci?» si rivolse poi alla bionda.
«A dopo!» salutò quest'ultima.
I due raggiunsero gli altri: Lauren e Liam erano mano nella mano, più ansiosi che mai, Niall, Zayn e Louis parlottavano tra loro mentre Sophie ed Arper si scambiavano qualche consiglio.
Jenny, invece, era in piedi vicino il palco.
Il vice preside invitò tutti a fare silenzio e a prendere posto e qualche minuto dopo la preside Hopkins raggiunse il centro del palco.
«Buongiorno a tutti: parenti e futuri maturandi. In quanto preside di questa scuola sono lieta di presentarvi la vincitrice del concorso scrittrice per un giorno.» La preside diede un piccolo sguardo a Jenny che le sorrise soavemente. «Pronuncia il discorso d'apertura, signori e signore, la signorina Jennipher Watson.»
Un applauso caloroso invase l'aria e Jenny si sentì leggermente sollevata. Raggiunse lo stesso posto della preside e sorrise a tutti i presenti. Diede un leggero sguardo ai suoi amici, gli sarebbero mancati da morire.
«Preside Hopkins, famiglie, colleghi diplomati, sono qui difronte a voi, consapevole del momento che stiamo vivendo.» Jenny cercava di acquistare sempre più fiducia. Era sempre stata sfrontata ma ultimamente qualcosa in lei era cambiato. «So perfettamente, a parte la mia incredibile tensione, che state provando quello che provo io: orgoglio e appagamento, soddisfazione e rammarico e una forte speranza per il futuro.» la mora guardò tutti gli studenti, uno ad uno.
«Ma non sono qui per approfondire il discorso sui vostri sentimenti, invece vorrei condividere con voi qualcosa di personale e vorrei parlarvi di persone della mia vita che non ci sono più, persone che mi mancano molto, persone che mi sono sempre accanto in modi diversi, ma che siano separati dalla morte o dalla semplice distanza, so che sono ancora con me perché vivono nel mio cuore..» Jenny guardò Niall e gli occhi le vennero lucidi ma cercò di trattenere le lacrime.
«La verità è che col tempo è questo che saremo l'uno per l'altro anche noi, solo un oceano di ricordi, alcuni meravigliosi e teneri, altri un po' meno.. ma sono proprio i ricordi che ci aiutano a diventare quello che siano e quelli che saremo perciò sia che voi siate insieme o che siate solo l'uno nei pensieri dell'altro ricordatevi di chi vi è stato vicino un tempo e mi auguro che ovunque vi capiterà di andare nella vostra vita porterete sempre questa scuola nel cuore.» Tutti i ragazzi sorrisero e annuirono consapevoli. Lauren appoggiò il capo sulla spalla di Liam mentre Hope cercava di trattenere le lacrime. «A mio parere non a caso ci chiamano i "maturandi".. insomma più che nello studio ce ne vuole di maturità per lasciare la tua adolescenza, la tua classe, la tua famiglia.. coloro che ti hanno fatto ridere, copiare, piangere, divertire, arrabbiare. Coloro che ti hanno sollevato dai momenti più tragici, che ti hanno donato sorrisi sinceri, coloro che ti hanno fatto capire quale sia la vera essenza della vita: l'amicizia.» E fu qui che tutti i fantastici 10 si guardarono l'uno con l'altro.
«Io sono fiera di noi e credo e spero che sia lo stesso per voi. Congratulazioni.» Jenny chinò leggermente il capo e un boato di applausi le avvolse le orecchie. Fu uno dei migliori discorsi di sempre e tutti ne furono fieri.
Scese dal palco e raggiunse i suoi amici che l'abbracciarono con foga. Niall le lasciò un leggere bacio all'angolo della bocca.
«Ed ora, chiamerò uno ad uno per la consegna del diploma.» annunciò la preside.
E mentre salirono tutti, uno ad uno, i ragazzi parlottavano e scherzavano tra loro, applaudendo ad ogni singolo diplomato.
Poi toccò a Niall, ad Arper, a Zayn, a Liam, alle sorelle Price, ad Harry, a Louis e a Jenny.
«E per ultima, ma non per importanza, signori e signore accogliamo con un fortissimo applauso la migliore maturanda che la Los Angeles High School abbia mai
avuto.» Harry sorrise fiero, così come tutti i suoi amici. «Hope Bennet.»

La bionda salì sul palco e prendendo il diploma spostò i nastrini del cappello sulla destra, per poi abbracciare fiera la sua preside.
«Ti auguro il meglio, cara mia.» concluse la preside, sorridendole cordiale.
Harry, non appena la bionda scese, la prese in braccio e la baciò, come solo lui sapeva fare.
«Ce l'abbiamo fatta!» urlò poi Sophie lanciando il cappello in aria mentre tutti gli altri la imitarono.
Si recarono al buffet, congratulandosi con tutti gli altri ragazzi.
«Perché non lo fai più?» chiese ad un tratto Zayn.
«Fare cosa?» rispose Arper perdendo un battito.
I due si allontanarono, in modo da poter parlare senz'interruzioni.
«Sorridere. Ma sorridere davvero.»
«Tu, perché non ridi più come prima?» continuò la bruna.
«Che intendi?»
«Una volta ridevi sonoramente, buttando il capo indietro e arricciando il naso. Non lo fai più. Adesso ti contieni. Perché?»
«Non mi sembra più così bello ridere.» rispose sincero Zayn.
«Ecco. A me non sembra più bello sorridere.»
«Perché?» si accigliò Zayn.
«Perché una volta eri tu a provocare i miei sorrisi. Ed eri tu, a coglierne ogni sfumatura con i tuoi occhi cioccolato.»
«Ma io sono qui. Io ti guardo ancora, sai? Però non vedo più quei sorrisi. E fa male.»
«A me fa più male.» ammise Arper, abbassando il capo.
«Cosa? Non sorridere?»
«No. Il fatto che tu rimani a guardare da lontano, senza scomporti per farmi sorridere.»
«Lo facevo.»
«Già, lo facevi. Ora non più.»
«Mi vorresti di nuovo al tuo fianco?» chiese Zayn.
«No…non lo so…forse. Sì. Ti voglio al mio fianco ogni istante. Ti voglio vicino a me quando faccio qualche cazzata, per poi potermi voltare e dirti “Ma hai visto? Hai visto che ho combinato?” e ridere a crepapelle con te.»
«Io ti vorrei con me in una giornata di pioggia, per stare accoccolato a te di fronte al camino. Ti vorrei portare con me a vedere l’alba, seduti sulla spiaggia, mentre guardo il tuo profilo illuminato dal rosa caldo del sole.» continuò il bruno.
«E perché non lo fai?» chiese infine lei.
«Tu verresti?»
«Sì.»
«Bene, perché ti ci vorrei portare domani.» ammise Zayn.
«Devo dirti una cosa.» annunciò Arper.
«Dimmi.» la spronò il biondo.
«Non mi interessa una relazione dove ci diciamo continuamente quanto ci manchiamo o quanto ci amiamo, m’interessa che tu stia con me anche se sarò acida, anche se vorrò vedere un film noiosissimo, m’interessa quando mi starò in silenzio, dispersa chi sa dove e tu stai lì e magari mi dai un bacio o mi dici qualcosa di carino.
Non m’importa della cena o di dove mi porti, mi importa star con te, solo questo.
M’importa che ci sarai, che m’abbraccerai anche se non te lo chiederò, m’importa che c’ameremo.
M’importa giocare con te, magari prendendoci a manate o insultandoci, ma m’importa che ci sarai sempre.
Non m’interessa l’amore fatto di cuoricini e tante belle parole.
M’importa che ci sarai, che ti piacerò sempre, sopratutto quando sarò scontrosa ed in disordine, m’importa che ti siederai accanto a me sul letto quando ti caccerò via.
Non m’importano i regali, quelli lasciamoli a chi non sa amare forte a chi non sa amare in modo vero.
Noi possiamo amarci davvero tanto, ci insulteremo, ci picchieremo e ci prenderemo in giro, ma saremo dolci, dolci come non mai, m’importa dei baci improvvisi e di quelli sulla guancia, sorprendiamoci e non con i regali o con dei gesti enormi, ma con gesti piccoli, con parole improvvise.
M’importa che starai con me nonostante me, il mio carattere, nonostante non sia loquace.
Sopportami che io ti sopporterò.
Non sono bella e nemmeno perfetta, t’arrabbierai e anche io lo farò, griderò, t’insulterò o semplicemente ti guarderò sbattere le porte o urlare come un disperato per colpa mia, ma tu resta, sopportami, perchè io con te lo farò sempre. Ho rifiutato Harvard perchè ti amo e perchè voglio stare con te. Verrò con te a Londra.
Che dici ti va di vivermi? Perchè sai io ne ho una voglia matta anche se ho paura.»
«Mi sento infinito già da adesso.» ammise Zayn.
«Infinito?» chiese confusa Arper.
«Sì. Ora capisco che voleva dire Charlie, nel film.»
«E com’è? Sentirsi infinito, intendo.» chiese ancora la bruna.
«Mi sento infinito quando sto con te.» disse Zayn con le lacrime agli occhi.
«Quindi, ci sentiremo infinito insieme.»
«Per sempre?» chiese Zayn avvicinandola a sé.
«Per sempre.» annuì Arper baciando il bruno.
E quello fu il bacio più bello che i due si fossero mai dato. Pieno di amore, tristezza, malinconia, felicità e tanti altri sentimenti. Si erano mancati così tanto che se l'avessero saputo prima non si sarebbero divisi per così tanto tempo.
Zayn la prese per mano, intrecciando le loro dita come le loro vite, e si avviarono verso gli altri.
Erano tutti seduti sul prato, con del ponch tra le mani, intenti nel fissare l'orizzonte.
«Ma voi ci pensate che tra meno 2 mesi saremo tutti divisi. Insomma, non proprio tutti ma quasi. Ognuno prenderà le proprie strade e chissà se saremo ancora i fantastici 10..» disse Hope terribilmente malinconica. «Io non voglio lasciarvi, voi siete la mia famiglia!» concluse scoppiando a piangere.
Harry la strinse a sé, insieme a Sophie. «Noi saremo amici per sempre, ciccina. E anche se non ci vedremo per anni interi, ci sentiremo e poi.. dimentichi che dobbiamo organizzare il tuo matrimonio?» disse facendola ridacchiare.
«Ci sarete tutti no? Insomma, ognuno avrà un ruolo!»
«Niall ed io saremo i ballerini ufficiali della serata!» disse Liam.
«Io sarò l'ospite d'onore.» disse Zayn.
«Io sarò il testimone e guai a chi cerca di rubarmi il posto!» minacciò Louis. «Le ragazze faranno le damigelle d'onore e Sophie la testimone insieme a me. Ognuno ha già un ruolo! Cazzo, sposatevi domani!» continuò ancora Louis.
«La tua finezza mi persuade, amore.» scherzò Sophie facendo sogghignare tutti.
«Ci pensate se Lauren stesse ancora con quell'idiota di Adam?! O se Arper non fosse mai venuta in questa scuola?! O se Jenny non mi avesse mai battuto in quella gara?! Che cosa saremmo stati noi a questo punto. Cioè.. mi fa strano.» disse Niall.
«E' stato il destino, così voleva e così è andata. Semplice ma efficace.» rispose Harry.
«E' figo, sapete?!» disse Arper. «Non so cosa sarei ora senza voi, grazie..» concluse umilmente.
I ragazzi sorrisero e Lauren l'abbracciò forte. Avevano legato molto loro due.
«Facciamo una promessa?» propose Jenny. «Tra qualche anno, dopo esserci laureati, ci ritroveremo qui e ci racconteremo tutto, qualunque cosa accada.»
«Io ci sto.» disse Niall poggiando la sua mano su quella di Jenny.
Zayn, Arper, Liam e Lauren li seguirono così come tutti gli altri.
«Per sempre?!» disse Hope.
«Per sempre!» risposero tutti in coro alzando le mani al cielo, infinito e grande, come la loro amicizia.




 

_____________________________________________________
Sullivan's space

 

03/07/2013



Non ho parole.. non le ho davvero.
Mi sento triste e felice in questo momento:
felice perchè finalmente sono riuscita ad aggiornare in modo da non farvi soffrire più
ma triste perchè la fine è arrivata..
Fortunatamente ho scelto di postare anche un epilogo, ambientato tra tanti anni, però diciamo che la fine è questa.
In questo momento sono così:



sto troppo male, vi giuro.
E' passato quasi un anno dall'inizio di questa storia e concluderla è troppo dura.
Siamo qui, al 26esimo capitolo e ho 999 recensioni quando credevo di averne a stento 100.
Credo di essere la persona più fiera di questo sito e io voglio ringraziare voi per aver permesso tutto ciò.

Questa storia è
seguita da 237 persone,
preferita da 169,
ricordata da 79
e io vorrei ringraziarvi
UNO AD UNO.
Grazie per il calorosissimo sostegno che mi avete dato in tutto questo tempo,
grazie per le magnifiche parole che mi scrivevate ogni giorno,
grazie per le recensioni magnifiche,
grazie per esserci sempre stati, 
grazie per essere stati i migliori "fan" di sempre!!

Vi ho amati all'inizio, vi amo ora e vi amerò per sempre.

GRAZIE DI TUTTO.



 

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ci vediamo presto con l'epilogo.


 


 


ℳarìì Sullìvan

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Capitolo 27
*** ~The End. ***


si consiglia i signori lettori di fare click sull'asterisco *
quando vi è presente per rendere la lettura più gradevole.




The end.

 

7 anni dopo, 13 Luglio.



- Los Angeles.

«E' pronta la valigia di Travis?» chiese il biondo.
«Certo! E' quella rossa.»
«Amore, a che ora abbiamo il volo?»
«11:50 quindi sbrigati! Dobbiamo passare da tua madre a prendere Travis e poi si corre in aeroporto!»
«Mi spieghi perchè devono sposarsi proprio alle Maldive?»
«Perchè è il loro giorno più importante e non può essere rovinato da stupidi paparazzi o fan urlanti.»
La bruna si diede un'ultima occhiata allo specchio sull'entrata della loro villa e il biondo la raggiunse alle sue
spalle.

Erano cresciuti tanto dal giorno del diploma ma niente era cambiato.
Stessi amori, stessi interessi, stesse amicizie anche se in posti diversi.
«Sei bellissima ora, non oso immaginare domani.» le disse dolcemente baciandole l'incavo tra la spalla e il collo.
La bruna si girò e gli sorrise. «Ti amo come il primo giorno.»
Niall le sorrise a sua volta e la baciò. Nonostante fossero cresciuti e avessero due carriere molto impegnative non
perdevano mai occasione per ricordarsi quanto si amassero a vicenda.

Jenny era un noto giudice mentre Niall era uno dei più grossi notai di tutta la California.
Una delle loro più grandi passione era viaggiare e nonostante i loro 26 anni avevano già girato gran parte del mondo.
Cina, Giappone, India, Italia, Spagna, Francia, Turchia, Grecia, Africa..
E poi fu lì, in Africa, Kenya per esattezza, che conobbero Travis: un bambino di appena 2 mesi, rimasto orfano.
Per Jenny fu amore a prima vista: prese quel tenero pargolo tra le braccia come se fosse la cosa più preziosa che
avesse e col tempo così diventò.

In 1 mese la bruna riuscì ad ottenere la tutela del bambino e i due divennero a tutti gli effetti i genitori di Travis Horan.
«Le valigie sono già in auto. Andiamo?»
Jenny si girò intorno e controllò che tutto fosse in ordine.
«Si!»
I due si diressero verso la casa nativa del biondo e quando arrivarono e bussarono al campanello, il padre di Niall corse ad aprire con in braccio il piccolo.
«Mamma, mamma!» disse il nonno con enfasi e il piccolo urlò di piacere gettandosi tra le braccia della mamma.
«Ha fatto il bravo, vero nonno?»
Il signor Horan annuì e sorrise mandando dei bacini al piccolo Travis.
«Volete fermarvi o dovete scappare?» chiese la madre di Niall.
«Siamo già in ritardo!» urlò il biondo dall'auto.
«Ci vediamo tra 3 giorni.» sorrise la bruna.
«Sicura che non vuoi lasciarlo a me?» disse Maura, riferendosi a Travis.
«Non vado da nessuna parte senza il mio angelo e poi la sposa non mi perdonerebbe mai se facessi una cosa simile.» ridacchiò la bruna.
«Ci vediamo allora! Ciao Travis!» urlarono i signori Horan, salutando il piccolo che sfrecciava via insieme alla
madre e al padre.

«Liam e Lauren ci raggiungono all'aeroporto o prendono un altro volo?» chiese Niall dirigendosi verso l'aeroporto.
«Ora li chiamo!»



«Abbiamo 5 minuti per arrivare all'aeroporto. Ce la faremo?» scherzò Lauren parlando con Liam mentre guidava la sua Ferrari rosso fuoco.

«Sei la persona che mette meno ansia al mondo, sai amore?» disse Liam ironicamente.
Lauren rise di gusto e baciò, velocemente, Liam sulla guancia.
«Moriresti senza di me quindi ssh!»
«Che ha detto Niall?» disse Liam facendo finta di non aver ascoltato le parole di Lauren.
«Chiedevano se li avremmo raggiunti all'aeroporto o se sarebbero dovuti passare da noi.»
«E tu che hai detto?»
«Che ci incontriamo a metà strada e posiamo le auto così, in giro.» lo prese in giro la riccia. «Cosa gli potevo dire? Ci vediamo lì!»
«Quanto sei spiritosa ultimamente! Si sposano loro, non tu!»
Liam aveva capito subito che il motivo di tutta quell'esuberanza e di tutta quella “falsa” ironia fosse l'ansia.
«Si sposano! Insomma, dopo tanto tempo si sposano finalmente! E' normale che sia agitata!» sbottò lei.
«Ti ripeto, sta' calma!»
Lauren inspirò profondamente ed aspirò, molto lentamente.
«Non vedo l'ora di abbracciare la mia piccolina!» disse Liam.
«Sei più ansioso di rivedere Chantalle che per matrimonio in sé!» ridacchiò Lauren scendendo dall'auto.
«E' la bambina più perfetta che io abbia mai conosciuto!»
«Più perfetta?! E tu avresti preso una laurea? Tu saresti l'architetto più gettonato d'America? Pff!» scherzò Lauren.
«So che non è corretto ma per lei esistono le eccezioni! E poi si, io sono quell'architetto! E tu solo una stilista.» scherzò a sua volta Liam sapendo perfettamente che quel solo era totalmente ironico.
Lauren e Sophie avevano messo su un'azienda di moda di fama internazionale fatturando milioni e milioni di dollari annui.
Sophie dirigeva una sede a New York mentre Lauren ne dirigeva una a Los Angeles.
«E comunque è ovvio che è la bambina più bella, Chantalle è la figlia di mia sorella.» si pavoneggiò scherzosamente.
Liam rise di gusto e i due si presero per mano e portando le valigie si diressero verso il check-in dove incontrarono i loro amici.
Lauren prese subito Travis tra le sue braccia e incominciò a baciarlo dappertutto.
Dopo che ebbero finito il check-in, salirono sul loro aereo e mentre Travis finalmente dormiva beato, i ragazzi parlavano di lavoro e affari e le ragazze si concentrarono solo ed esclusivamente sul matrimonio del giorno dopo.



- Londra.

Una vocina nell'altoparlante ricordava ai passeggeri di allacciarsi le cinture di sicurezza e di spegnere qualsiasi
apparecchio elettronico. L'aereo era pronto per decollare.

Zayn ed Arper si guardarono complici. Un sorriso riempì il viso di entrambi.
«Noi però non ci sposeremo alle Maldive, vero?»
Zayn ridacchiò e la baciò dolcemente. Tra soli 6 mesi Arper sarebbe diventata la signora Malik e tutto sarebbe
stato ufficialmente perfetto.

«Abbiamo già prenotato ed organizzato il tutto, non credo.»
«Meglio!» ridacchiò la bruna. «So che non vedi l'ora di abbracciare Liam!» continuò a scherzare.
«Ci siamo visti una settimana fa ma è come se fosse passato un secolo! A te chi manca di più?»
«Sincera? Louis! Nell'ultimo periodo avevamo legato davvero tantissimo e mi manca confidarmi con lui!»
«E' sempre stato un ottimo amico, ne sono consapevole.» annuì Zayn.
Ci furono degli attimi di silenzi dove Arper si beò della stretta del bruno.
«Credi che una volta tornati a vivere a Los Angeles, sarà tutto come prima?»
«Assolutamente si!» esclamò il bruno. «Non ne ho il benché minimo dubbio.»
«E il nostro lavoro? Insomma io ho già il concesso di trasferimento nel reparto oncologia ma tu? C'è Liam che è il miglior architetto.»
«Infatti ci metteremo in società come avevamo programmato di fare da 18enni.»
Arper sorrise di gusto e baciò dolcemente Zayn.
«Sai non ho ancora visto neanche un vestito da sposa!»
«Perchè?» chiese Zayn. «Ci stai ripensando?» scherzò.
«No, assolutamente.» disse dolcemente la bruna. «E' solo che senza le mie amiche non potrei mai farlo.»
Zayn annuì e concordò con la bruna, tenendole nascosto il segreto che avevano lui e Lauren.
Il bruno aveva sempre avuto una passione per il disegno e quando conobbe Arper le fece anche un ritratto stupefacente; così Lauren, quando seppe la notizia delle nozze concordò con Zayn che il vestito da sposa lo avrebbero disegnato insieme e così fu.
Quella settimana insieme a Liam non fu solo per chiarire alcune cose amministrative ma fu anche un modo per disegnare il fatidico vestito che Lauren aveva già messo in produzione solo ed esclusivamente per lei.
«Io mi addormento o queste 10 ore non passeranno mai.» annunciò Zayn, distendendosi sul sediolino. «Ecco perchè amo la prima classe.» disse poi, chiudendo gli occhi e cercando di dormire.
Arper lo imitò, concordando a pieno ciò che il suo futuro marito aveva appena detto.


-Maldive.

Erano le 8 di sera a Malè, alle Maldive quando tutti gli invitati si trovarono insieme seduti a tavoli per la cena prima del matrimonio.
C'erano tutti. Parenti, amici, colleghi.
I futuri sposi erano in un tavolo al centro, insieme ai loro testimoni: Sophie e Louis mentre il resto della comitiva erano tutti insieme in un tavolo affianco.
Harry aveva affittato un hotel intero per il loro matrimonio e tutto sarebbe stato perfetto.
In America, la sera prima del matrimonio, oltre ad essere l'addio al nubilato e al celibato, era la serata dei regali.
Hope ed Harry erano davvero in estasi, dopo poche ore avrebbero realizzato il loro sogno più grande: unirsi in
matrimonio.

Ebbero da tutti gli invitati dei grandi regali e poi infine arrivarono i regali dei loro migliori amici.
Arper e Zayn regalarono ai due una splendida baita in montagna; Louis e Sophie una Porche Cayenne; Liam e Lauren fecero sì che il vecchiofaro a Los Angeles, nonché il loro posto, fosse loro definitivamente; Niall e Jenny regalarono ad Hope una splendida collana di diamanti e ad Harry un Rolex Limited Edition.
Poi arrivò il turno dei testimoni.
Louis si alzò in piedi e attirò l'attenzione di tutti.
«Alcuni di voi forse si chiederanno da cosa deriva la parola matrimonio. E' interessante sapere che la parola matrimonio deriva dalla radice latina della parola madre, mater.» iniziò Louis interrompendosi subito ridacchiando. «No,ok aspettate! Io non sono come lei.» scherzò riferendosi ad Hope e facendo ridere tutti i presenti.
Louis prese dalla giacca un piccolo foglietto, abbastanza vecchio e lo aprì leggendone il contenuto.
«Hope bennet diventerà Hope Styles.» recitò Louis «E questo Harry l'ha scritto a 14 anni.» continuò guardando complice il suo migliore amico.
«Ricordo che Harry parlava sempre di lei, e non solo a 11 anni, anche a 12 anni, a 13 anni, e poi finalmente a 14 anni Harry si fece coraggio la fermò e attaccò discorso con lei tra i corridoi del loro nuovo liceo e lei si comportò da saputella come sempre.» Ad Hope scesero delle lacrime di gioia; era incredibile quanto Louis riuscisse ad essere divertente ed emozionante allo stesso tempo.
«Harry mi disse: Louis ho parlato con lei.» cantilenò cercando di imitare il riccio. «E quando gli chiesi se aveva finalmente aperto gli occhi, se aveva capito che Hope Bennet era un essere umano come tutti gli altri, lui mi rispose di no...Disse: Hope bennet è una creature divina, è un angelo, il mio angelo mi disse.»
Harry rivolse uno sguardo alla bionda che ormai piangeva da un po'. Le strinse la mano e gliela baciò, sorridendole dolcemente.
«Io credo nell'amore vero, credo nell'amore a prima vista.» disse Louis guardando poi Sophie. «Credo che l'amore smuova le montagne, ma ciò non significa che non esistano momenti difficili o difficoltà da affrontare perché ce ne saranno eccome.. ma trovare la persona che fa per te e sapere che ricambia pienamente il tuo amore rende tutto molto più semplice.»
Louis riuscì a toccare il cuore di tutti. Erano tutti chi con le lacrime agli occhi, chi sulle guancie.
«Hope Bennet diventerà Hope Styles. Quello era il sogno ed eccoci qui dopo 7 anni testimoni del fatto che quel sogno è diventato realtà.» Louis sorrise ancora, cercando di bloccare le lacrime che oramai stavano prendendo il sopravvento anche su di lui.
«E il nostro regalo ai due sposi è una splendida villa a Los Angeles, dove vivranno felici e contenti con i tutti i loro migliori amici. Arper, Zayn, Niall, Jenny, Lauren, Liam e noi due.» Louis concluse il suo discorso alzando il calice dello champagne e rivolgendosi ai due.
«Auguri agli sposi.» disse infine ottenendo un clamoroso applauso da tutti gli invitati.
Hope abbracciò Louis come mai aveva fatto e lo ringraziò. Harry si limitò a sorridergli e ad alzare il calice dello champagne in suo onore. Loro due non avevano bisogno di abbracci o cose sdolcinate, ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra.



14 Luglio. The Big Day.


Tutto era assolutamente perfetto quel giorno, come Hope aveva sempre desiderato.
Il vestito era semplice ed elegante, Sophie l'aveva progettato apposta per lei: morbido e perfettamente candido.
Il trucco era sobrio e delicato e l'acconciatura allo stesso modo.
Al collo la bionda aveva deciso di indossa la splendida collana regalatagli da Jenny e Niall e ai piedi le sue
preferite YSL.

Si sentiva una vera e propria principessa in attesa del suo principe.
Harry non l'aveva ancora vista ma già sapeva che sarebbe stata la sposa più bella mai vista.
Il riccio l'aspettava all'altare, tutti i parenti ed amici erano già seduti.
Lo smoking gli calzava a pennello e tutto sembrava andare per il meglio.
Sophie era seduta affianco a Louis, poco dietro gli sposi.
Tutti le avevano fatto i complimenti per lo strepitoso vestito e lei ne fu più che lusingata.
La sua piccola Chantalle indossava un vestito molto simile alla sposa poiché era colei che portava le fedi.
Harry aveva scelto la fede più bella e costosa che avesse mai visto, fu un'impresa ardua ma non quanto la
preparazione del suo discorso.

Ci aveva messo 2 mesi per scrivere poche righe che sarebbero rimaste impresse nella mente di tutti per il resto
della vita, o almeno era quello che si augurava. Voleva stupirla in tutti i modi e ci sarebbe riuscito.

Jenny e Niall erano seduti accanto a Lauren e Liam mentre Arper e Zayn erano dietro di loro.
I genitori di entrambi erano sulla destra, difronte lo sposo.
La cena si sarebbe svolta adiacente all'altare. Dei tavoli rotondi erano disposti in modo simmetrico, tutti pieni di swarosky e fiori.
La torta era già disposta alla fine del banchetto ed era davvero stupefacente.
Un grosso buffet era disposto lungo la piscina vicino al mare e i camerieri erano più eleganti del solito.
* La marcia nuziale ebbe inizio e tutti gli invitati si alzarono in piedi.
Harry guardò alla fine della splendida navata e un senso di pienezza lo invase.
La sua sposa era lì, più bella che mai, pronta ad essere per sempre sua.
Gli occhi gli brillarono e, non appena Hope iniziò a camminare con il bouquet in mano al fianco del padre, l'ansia cresceva sempre di più.
Hope sorrideva a tutti gli invitati, cercando di trattenere le lacrime ma quando incrociò lo sguardo della madre e della sua migliore amica, un paio di lacrime le solcarono il viso.
Quando furono ad un palmo di distanza, Harry le sorrise e ringraziò il padre come da rituale.
Il sacerdote fu subito pronto per unire quella splendida coppia.
«Potete accomodarvi.» disse agli invitati.
«Siamo tutti qui riuniti davanti a Dio per unire: Harry Edward Styles ed Hope Bennet, nel sacro vincolo del matrimonio.» alla bionda sfuggirono altre lacrime di gioia dagli occhi mentre stringeva con tanta forza la mano del riccio.
Mentre il sacerdote procedeva con la cerimonia, Harry cercava di non dimenticare il suo discorso.
Di tanto in tanto guardava la sua futura sposa, sorridendole dolcemente.
Arrivarono allo scambio delle fedi e la piccola Chantalle portò il piccolo cuscino con sopra le fedi.
Harry prese la fede di Hope e la guardò dritta negli occhi. La voce iniziò a tremargli ma cercò comunque di
mantenere il controllo.

«Hope..» iniziò il riccio «Io ti amo dal primo istante in cui i miei occhi smeraldo hanno incontrato i tuoi color cielo e quest'anello e queste parole sono semplicemente un modo per mostrare al resto del mondo i sentimenti che ho dentro al cuore da sempre. Io ti amo Hope Bennet,» Harry prese un ultimo respiro. «ti ho sempre amata e sempre lo farò. Oggi la mia vita ha inizio, oggi divento un uomo perchè dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna.» il riccio infilò l'anello al dito della bionda «Nessuna misura del tempo è abbastanza con te ma cominceremo con il per sempre. Eternamente mia, eternamente tua, eternamente nostri.» concluse trattenendo le lacrime.
Hope deglutì cercando di ricacciare giù tutte le lacrime che le erano salite agli occhi e cercò di pronunciare il suo discorso.
«Temevo seriamente che questo giorno non sarebbe mai arrivato.» iniziò ridacchiando nervosamente. «Harry Styles.. mi hai fatto questa proposta 7 anni fa e io avevo accettato.. e adesso siamo qui, davanti a Dio e a tutti i nostri cari a confermare il nostro amore.» Hope strinse la mano di Harry più forte che mai. «Sono passati così tanti anni dalla prima volta che i nostri cuori si sono avvicinati che oramai non credo si sciolgano più e.. ad essere sincera.. lo spero davvero.» continuò mordicchiandosi l'interno delle labbra. «Sono perdutamente, incondizionatamente e infinitamente innamorata di te.. e lo sarò sempre e per sempre.» concluse infilando l'anello e lasciando scendere altre lacrime lungo le gote.
«E adesso recitate.» disse il sacerdote.
«Io, Harry Edward Styles prendo te, Hope Bennet, come mia legittima sposa.»
«Io, Hope Bennet prendo te, Harry Styles, come mio legittimo sposo.»
«Nella buona e nella cattiva sorte,»
«In salute e in malattia,»
«Per amarti,»
«E onorarti, tutti i giorni della mia vita.»
«Vuoi tu, Harry Edward Styles prendere Hope Bennet come tua legittima sposa?» recitò il sacerdote.
«Lo voglio.» disse il riccio.
«Vuoi tu, Hope Bennet, prendere Harry Edward Styles come tuo legittimo sposo?»
«Lo voglio.» rispose la bionda tremolante.
«E per il potere conferitomi da Dio io vi dichiaro, marito e moglie.» annunciò il sacerdote. «Può baciare la
sposa.» concluse accompagnato dall'applauso di tutti.

Harry baciò dolcemente Hope e si finalmente unirono in matrimonio.
«Ti amo.» sussurrò il riccio stringendola dolcemente.
La cerimonia ebbe fine e tutti si congratularono con gli sposi.
Hope abbracciò calorosamente i suoi suoceri ed Harry fece lo stesso.
Anne adorava Hope e sin dal primo momento in cui l'aveva conosciuta sapeva che lei sarebbe stata la donna del suo piccino.
«Benvenuta in famiglia.» disse Anne abbracciando calorosamente la bionda.
Mentre tutti gli invitati si sedettero ai tavoli, Harry portò Hope in un angolo isolato. L'abbracciò e la baciò
dolcemente.

Nascose il capo tra il collo e la spalla della bionda e quando i loro occhi s'incrociarono Hope potette notare che Harry stava piangendo.
«Ti amo tantissimo.» disse Harry baciando ancora la sua Hope.
Le sue lacrime si fusero a quelle di Hope che sarebbe stata per sempre la sua metà.

 

 

 

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Sullivan's space.


... sono senza parole ...
cioè non mi capita spesso di essere senza parole, anzi non mi capita quasi mai ma ora sono letteralmente senza parole.
questa storia è ufficialmente finita e tutto ciò mi fa piangere il cuore.
ho cercato di dare tutto il meglio di me stessa in questo capitolo e spero di esserci riuscita al 101% perchè io lo trovo davvero bello.
mi piace tutto e spero che lo sia anche per voi.
non so se vi ho fatto piangere, ridere, emozionare o quant'altro ma spero di avervi toccato anche se solo per un minimo il cuore.
questa storia ha quasi 1 anno e io non posso crederci che è finita.
quando l'avevamo progettata, io e delle mie amiche, ci auguravamo che avesse successo ma non avrei mai pensato fino a questi livelli.
E' davvero tutto così strepitoso che non so neanche se me lo merito.
non ho gif per esprimere come sto in questo momento, ahahha è assurdo!

grazie di tutto ragazzi.
siete meravigliosi <3

 

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