let me love you.

di sorridiash
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 'Scusa che hai detto?' ***
Capitolo 2: *** -No, ma aspetta,perchè sto parlando con te?- ***
Capitolo 3: *** l'invito. ***
Capitolo 4: *** my heart will go on. ***
Capitolo 5: *** Cinderella story. ***
Capitolo 6: *** Two years ago.. ***
Capitolo 7: *** Your breath on my skin. ***
Capitolo 8: *** Flashback started. ***
Capitolo 9: *** Holmes Chapel's Sleeping Beauty. ***
Capitolo 10: *** Flight number 693. ***
Capitolo 11: *** Summer Paradise. ***
Capitolo 12: *** Last Night. ***
Capitolo 13: *** Sunset. ***
Capitolo 14: *** Bonfire. ***
Capitolo 15: *** Don't kill me, please. ***
Capitolo 16: *** Naked guy. ***
Capitolo 17: *** He hates him. ***
Capitolo 18: *** seventeen. ***



Capitolo 1
*** 'Scusa che hai detto?' ***


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 1.
 'Scusa che hai detto?'



 
 
Silenzio.
In camera non vola una mosca,solo il fruscio delle pagine che sfoglio ogni cinque minuti.
Amo leggere,specialmente di sera prima di andare a dormire,mi aiuta ad addormentarmi.
Come minimo in una serata riesco a leggere dieci capitoli di seguito senza mai fermarmi,leggo fin che i miei occhi non si chiudono per il sonno.
Ero alla pagina 265 quando vengo distratta da un rumore,qualcuno bussa alla porta.
-Vieni pure.- Sapevo che era mio padre,se no chi altro? Solo lui vive con me in casa. Mamma non c'è più,ha lasciato papà per un uomo più bello di lui.
Mi chiedo come abbia avuto il coraggio,mio padre è un bell'uomo,per questo odio mia madre,non le parlo e lei pure,per cui non abbiamo più un rapporto, la ringrazio soltanto di avermi messo al mondo.
-Scusami tanto Emma ma devo raccontarti una cosa molto bella.- Così lui entra in camera e si siede sul bordo del letto iniziandomi a fissare negli occhi, il suo sorriso parte da un'orecchio all'altro. 
-Dimmi tutto.- Chiudo il libro lasciando il dito indice come segno, così mi sistemo meglio sul letto per ascoltare tutto.
-Io e Des abbiamo organizzato le nostre vacanze estive!- Esclama lui tutto contento, invece io rimango indifferente.
-Scusa che hai detto?- Ok che sono migliori amici,ma perchè proprio loro,perchè proprio la famiglia Styles?
-Sì,contenta?- A quella domanda decido di non rispondere,mi vuole male,lo sa benissimo cosa penso del figlio di Des, Harry.Mi limito soltanto ad alzare le spalle, ormai lo vedo ogni santissimo giorno a scuola. Lui non fa altro che tirarsela, si crede di essere il più bello, ha tutte ai suoi piedi, eccetto me, la sfigata della scuola, come mi reputano le popolari. Non riesco a farmelo piacere, è sempre sgarbato con me, gli passo affianco e lui si mette a ridere "Cos' ho,il prezzemolo nei denti per caso?"Non sono mai riuscita a capirlo e mai lo capirò.
Magari, durante le vacanze, potrò capire, cercherò di parlargli, sempre che lui ne abbia voglia, ovviamente. 
Ecco,la prima missione dell'estate. 
Con la distrazione di mio padre,perdo il ritmo di lettura per cui mi alzo dal letto e vado in bagno, osservandomi allo specchio per poi darmi una rinfrescata e slegarmi i capelli, torno in camera, e dopo essermi tolta le infradito mi infilo sotto il fresco lenzuolo, spegnendo la luce del comodino. Amo il mio cuscino,è così soffice che solo al contatto con esso mi fa addormentare subito.

 
'Wake up call..'
Dannazione la sveglia.
La suoneria del cellulare inizia a squillare e a tastoni vado alla ricerca del telefono per spegnerla, così schiaccio tutti i tasti finchè non smette di suonare.
Una cosa che odio è alzarmi dal letto alle sette del mattino per andare a scuola,meno male che fra poche settimane l'inferno finisce,
manca solo il diploma e poi me ne vado da sta fottuta città. La odio, troppe carogne in giro per Holmes Chapel,specialmente quell'Harry, che non sopporto.
Mi vesto con i primi vestiti che trovo nell'armadio,cercando di stare attenta agli abbinamenti, visto che Lea, il pomeriggio precedente mi aveva fatto la ramanzina su come vestirsi così che mi ha fatto aprire gli occhi, se no mi sarei messa sempre i miei soliti jeans ed una maglietta a maniche corte,proprio per stare comoda.
Dall'armadio tiro fuori diversi paia di jeans, scegliendone infine uno stretto abbinando una canottiera rosa con dei brillantini sopra e le ballerine nere che mi prestò Lea mesi e mesi fa, cosa che ormai non ricorda neanche più di averle date a me.
Esco dalla stanza e attraverso il lungo corridoio che porta direttamente in cucina e trovo mio padre ai fornelli che sta preparando per entrambi la colazione.
-Buongiorno papi.- Mi avvicino a lui e gli stampo un bacio sulla guancia sinistra prendendo la fetta biscottata appena uscita dal tosta pane.
-Ehi,l'avevo fatta per me.- Dice lui prendendomela dalle mani,mi guarda e inizia ridere per poi darmi nuovamente la fetta. Dopo avergli dato un altro bacio, vado a sedermi al tavolo e dal centro di esso vi è un vassoio con dentro vari tipi di marmellate, vado per prenderne una a caso e tiro su proprio quella che non mi piace affatto,marmellata ai mirtilli,immangiabile.
Così infilo nuovamente la mano e finalmente azzecco quella che piace a me, marmellata alla fragola, così prendo il coltello e inizio a spalmarla su stendendola bene anche sugli angoli. Addento il primo pezzo e la fetta
inizia a sbriciolarsi tutta addosso ai pantaloni. "Che disastro che sono." Penso 
-Senti papi,ma dov'è che andiamo in vacanza che non me lo hai detto?- Dico dopo aver finito di mangiare la fetta, mi alzo e vado verso il frigorifero per prendere il succo all'arancia. Dallo scola piatti prendo il bicchiere e me ne verso un pò iniziandolo a sorseggiare.
-Ah fì,giufto. Anciamo a Fanto Dominco..defi federe che sviagge che ci fono.- Dice con la bocca piena.
-Non ho capito una mazza.- Dico tra una sorseggiata e l'altra.
-Ho detto che andiamo a Santo Domingo,devi vedere che belle spiagge che ci sono.- Dice dopo aver mandato già un boccone di toast alla marmellata di albicocche.
-Ah ok,be' se lo dici tu,mi fido. Vado a finire di prepararmi e poi usciamo.- Così corro in bagno e mi lavo i denti, pettino i capelli e li raccolgo in una mezza coda tenendo giù due ciuffi, proprio come mi aveva fatto vedere Lea. Dal bagno urlo a mio padre di andare in macchina ad accendere l'aria condizionata, uscendo dopo qualche minuto e chiudendomi la porta alle mie spalle dando quattro mandate di chiave. Poso le chiavi nella borsa ed entro in macchina,la radio è già accesa sulla nostra stazione preferita e parte 'Starships' di Nicki Minaj. 
-Buona giornata Emma, a oggi pomeriggio.- Mi dice papà dopo avermi lasciato davanti la scuola. Esco facendo un'uscita trionfale, pronta per aspettarmi che qualcuno mi guardasse ma nulla, tutto come gli altri giorni,ma che palle, oh.
Da lontano vedo Lea venire verso di me, così la raggiungo e ci scambiamo due baci sulla guancia. Noto che mi sta osservando con occhi scrutanti, per vedere se tutto è nella norma, così mi fa segno con il pollice che è tutto okay.
-Oh ma è possibile che ogni giorno ne ha una nuova?- Dice Lea guardando con occhi aggressivi Harry che sta poco più in là, rispetto a noi. 
-Buongiorno eh.- Ecco,lei una delle tante che gli muore dietro, in più che cerco in tutti i modi di farglielo dimenticare, non cambia la sua opinione, lei non molla finchè non la vince.
-Sì scusami,buongiorno..dicevo..ogni giorno ne ha una nuova,minchia che nervoso.- Continua lei, mentre io la guardo e non oso spiaccicare neanche una parola perchè so benissimo che non mi da ascolto. 
-Si vabbe'.. la campanella è suonata, andiamo.- Intervengo mentre Lea non fa altro che mangiarsi Harry con gli occhi.
Mamma mia, quando fa così non la sopporto proprio, è diventata come una radio, sempre le stesse canzoni passano,lei sempre lo stesso argomento parla,uguale.
Cerco nell'armadietto i libri della lezione di Algebra ma non vedendoli inizio a preoccuparmi, ricordandomi poi di averli lasciati sotto il banco il giorno prima.
Mi dirigo verso la classe e dopo aver dato un'occhiata sotto al mio banco li trovo, perciò mi siedo e inizio a sfogliare il libro la all'improvviso, nel mezzo di esso trovo un foglietto piegato in quattro.
Curiosa lo apro ma appena leggo ciò che c'è scritto, cambio totalmente espressione.
'Ci divertiremo MOLTO insieme io e te.. Buona giornata splendore xx' Noto che non c'è nessuna firma, cosa che mi porta a pensare che sia uno stupido scherzo.
Ripensando allo stupido biglietto e facendo due calcoli, nel bel mezzo dell'interrogazione di un mio compagno trovo la soluzione perfetta. Sono sicurissima che è di Styles. 









yuuuuuuuuuuuuppie.
Ecco qui il primo capitolo della
mia nuova FF.
Spero soltanto di non eliminarla come le altre che avevo sul sito,
vorrei finirla come quella che ho in pagina. 
Spero anche che vi sia piaciuta, un besos chicaaaaaaas :3

twittah: @__xoxolover
feisbuk: Valentina Lwt Tomlinson 

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Capitolo 2
*** -No, ma aspetta,perchè sto parlando con te?- ***


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2.
'No,ma aspetta,perchè sto parlando con te?'








'Cazzo era ora che finiva l'ora.'  Penso mentre suona la campanella della terza ora,spalanco le braccia al cielo ringraziando di esseremi scampata l'interrogazione ed esco dall'aula di Pscicologia.Mi dirigo verso il mio armadietto e sbatto dentro, in modo materiale, i libri della lezione che avevo appena svolto e con disinvoltura prendo quelli di Anatomia,che odio tanto. Solo Dio sa quanto desidero andarmene da quella scuola. 
"Tre fottute settimane,ancora tre settimane. Resisti Emma,ce la puoi fare,d'altronde non puoi mollare tutto adesso,non credi?" Continuo a pensare e chiudo delicatamente l'armadietto,quasi rotto ormai per le troppe botte che ha preso. Si merda,quando non si apriva tiravo sempre dei pugni,ci fu una volta che andai nella palestra a prendere la mazza da baseball e la usai per cercare di aprire l'armadietto a colpi di bastonate. Risultato? Finita in presidenza con una nota di demerito. 
Odio tutti nella mia scuola,a momenti anche Lea,se la tira troppo ultimamente,soprattutto da quando è riuscita a portarsi a letto il piccolo grande Styles. Che poi non ce ne è molto da vantarsene,reputazione modalità OFF. Gente che si crede figa se perde la verginità all'età di 14 anni,DIMMI COME FAI? NON SEI ANCORA MATURA PER FARE  DETERMINATE COSE. 
Sorvoliamo sull'argomento se no finisco ad insultare quelle piccole troie.
Mi volto e per puro caso mi ritrovo davanti lui,Harry Styles.
Dio che impressione,ma si è pettinato stamattina? Pare proprio di no.
-Che vuoi?- Dico in modo strafottente,che poi lui a me non calcolava mai,solo perchè ora andremo in vacanza assieme non vuol dire che siamo amici,giusto? Giusto.
-Niente.- Risponde lui passandosi una mano tra la folta chioma ricciolona.
-Bene,addio.- Giro i tacchi e con non schalance me ne vado.
-Ehi aspetta.- Urla nel corridio Harry.
-Ho lezione,devo andare.- Ribatto subito senza neanche fargli sprecare il fiato per dire qualche cavolata.
-Mi vuoi ascoltare per piacere?- Continua lui,il tono della sua voce si faceva sempre più tenue,come se si stesse chiudendo in se stesso.
-Dimmi caro.- Arriccio il naso e abbozzo un sorriso falso.
-Ma veramente mi dispiace Emma,non voglio che tu pensi che io sia solo un egoista.- Nulla da fare,lui continua a parlarmi ma io rigo dritto,nemmeno mi volto per guardarlo in faccia,sapevo che mentiva e che mi avrebbe trattata male anche in vacanza,non voglio avere niente a che fare con un come lui,punto.
-Quando una cosa è fatta,è fatta.-
Commento offesa e nuovamente mi volto per sparire alla vista di Styles. Almeno per queste tre settimane devo stargli alla larga.
Entro in classe senza nemmeno dare il buongiorno al professore e mi siedo al solito banco,il secondo della fila centrale. Come tutte le santissime volte il professor inizia a parlare della sua vita,ma che ce frega a noi studenti della sua vita? Saranno ben cazzi suoi no? No,lui ci deve raccontare cosa ha fatto la sera prima,con sua moglie. "Santi numi,non lo sopporto più,cazzo!"  Penso fra me e me.
-Mi scusi professore,ma che ne pensa se ci spiega la lezione di quest'oggi? A noi non ce ne frega un cazzo di quello che fa con sua moglie a letto.- Esclamo senza dare peso alle parole messe al vento così,senza pensarci due volte. 
-Signorina Watson,come si permette di dire queste cose? Sa che potrei spedirla direttamente dal Preside?- Incita il prof facendo agitare quel grassoccio indice sinistro.
-Può fare quello che vuole prof,so come difendermi con il Preside,non le conviene..- Ne ho le palle piene di tutte queste stronzate,non ne posso proprio più. Il professore inizia a squadrarmi da cima a fondo,è lì lì per dire qualcosa ma tutto quello che gli esce dalla bocca è aria. 
-Fuori Emma,per tutta l'ora.- Esclama tutto infuriato lui indicandomi la porta.
-So dov'è l'uscita...Guardi,vado anche a fare una bella chiacchierata con il Preside,arrivederla prof,alla prossima!-  Esclamo aprendo la porta e chiudendomela alle spalle. "Che idiota!" Dico ad alta voce fuori dall'aula e nel frattempo mi incammino verso la presidenza.
Non ci posso credere,la seconda volta dal Preside in cinque anni di liceo,fantastico. Arrivata davanti la porta della sua stanza mi siedo nelle poltroncine di eco pelle nera,molto comode direi,mi sistemo accavallando una gamba sopra l'altra e facendola dondolare,sono nervosa,stanca di tutto e di tutti.  Il mio comportamento è cambiato nel giro di un anno e a notarlo non è stata solo Lea ma anche mio padre,strana come cosa,nemmeno a lui importava di me,ma l'ha notato. Mi sbalordisco ogni giorno di più come sono diventata cattiva con la gente con il passare del tempo,ecco perchè tutti mi stanna alla larga,ma fanno più che bene se no il primo commento negativo che sento su di me, divento una iena,anzi peggio. Tutto ad un tratto la porta si apre e indovinate chi esce? Styles. Incredibile vero? Dovrò iniziare a farci l'abitudine,purtroppo.
-Come mai qua?- Mi domanda lui. Alzo la testa nuovamente,non so se rispondergli o no,che faccio? Quello che mi sembra giusto.
-Sbattuta fuori dall'aula,sai com'è.- Dico inarcando il sopraciglio destro,scoppio a ridere.
-Woow,brava.- Commenta e si siede affianco a me tenendosi la testa con il gomito appoggiato sul ginocchio e la mano socchiusa sotto il mento.
-Mica tanto,se ne combino un'altra mi boccia e non devo.- 
-Posso sapere chi?- Chiede con aria curiosa.
-Il prof di Anatomia.- Rispondo facendo spallucce. -No, ma aspetta,perchè sto parlando con te?- Continuo.
-Ti ho chiesto scusa e vorrei che tu mi perdonassi. Non sto scherzando.- Si fa serio,già questo vuol dire qualcosa. 
-Ci penserò..- 
-Non possiamo andare in vacanza e far vedere ai nostri genitori che ci odiamo..ripariamo quell'amicizia distrutta,posso cambiare e lo sai benissimo.- I suoi occhi color verde smeraldo si sono schiariti,non che stesse per piangere ma ce li aveva lucidi.
-Si va bene,ma non metterti a piangere,sembri un bimbo.- Ridacchio divertita dalla scena.
-Come sei simpatica Emma..- Dice con sarcasmo.
-Lo so..- Modestia portami viaaaa! Stavo morendo di risate dentro di me,ma dovevo resistere a non farlo seriamente.
-Chi è il prossimo?- Una voce massiccia arriva da dietro di me,spaventata giro la testa e vedo il Preside fare capolino dalla porta.
-Ehm..io signor Preside.- Allungo la mano verso l'alto e il Preside mi fa segno con la mano di seguirlo dentro la stanza.Non me la ricordavo così grande,forse era la luce del sole che entrava dalla finestra a rendere la stanza ampia. Mi accomodo sulla poltroncina rossa davanti alla scrivania e il Preside si sistema sulla sua,il doppio della mia. 
-Allora come mai qua signorina Watson?- Chiede incrociando le dita. 
-Mmm vediamo da dove inizio? Potrei iniziare col dire che il professore di Anatomia è un pervertito,ci racconta di quello che fa con sua moglie,poi vediamo..ah si spiego come mai sono finita in presidenza e poi me ne vado.-  Abbozzo scegliendo le parole adatte,non devo essere scortese con il Preside.
-Si spiega allora..- Incita gesticolando con le mani di continuare a parlare.
-Ho detto una parolaccia al professore di Anatomia ma per una buona causa,non si muoveva a spiegarci la lezione per cui ho detto 'non che ne frega un cazzo di quello che fa con sua moglie a letto'. Mi scusi se ho dovuto ripeterglielo ma veramente non lo sopporto più,faccia qualcosa la prego.- Lo supplico sperando che prenda dei provvedimenti,infatti vedo che con la penna scrive degli appunti e dopo qualche secondo piega il fogliettino e si allunga verso di me.
-Adesso torni in classe e per cortesia consegna questo foglio al professore.- Mi porge il bigliettino e lo prendo con una mano.
-Okay va bene..buona giornata signor Preside.- Alzo il capo e lo saluto mentre mi avvio verso l'uscita. 
Torno verso l'aula e busso alla porta,sento un 'Avanti!' ed entro con un sorriso stampato sul volto. 
-Tenga professore,è da parte del Preside.- Dico porgendogli il fogliettino e andando a sedermi al banco,alcuni dei compagni mi fissano,alcuni bisbigliano. Forse forse qualcosa di buono ho fatto oggi,anche se sono finita in presidenza il Prof di Anatomia si è preso una strigliata dal Preside e ne sono così felice,così come lo è tutta la classe. D'un tratto scatta un applauso e sento pronunciare ad alta voce il mio nome. "Ma che cazz?" Penso confusa. 




yuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuupie.
Oggi il mio 'yuppie' è più lungo del solito c:
by the way,spero che vi sia piaciuto il secondo
capitoloss e ne sarei veramente felice se lasciate
delle recensioni :3


twittah: @__xoxolover
feisbuk: Valentina Lwt Tomlinson 


 

 



 

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Capitolo 3
*** l'invito. ***


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2.
l'invito.








 
Sono seduta al tavolo della mensa mangiando quel disgustoso pranzo che buttano dentro il piatto schizzando poi il puré sulla camicia appena uscita dalla lavanderia,
lavata,stirata e profumata. Grandioso,devo dire che le cuoche si divertono a mettere nel piatto il cibo che poi,nel giro di venti minuti diventa tutto freddo. 
Ecco un'altro motivo per andarmene da questa fottuta scuola. 
Di solito in mensa sto sempre sola, ma togliamo anche il 'di solito' sono sempre sola.
Dal mio tavolo vedo tutti gli elementi con cui condivido gran parte della mia giornata,alla mia destra più o meno verso il centro della sala c'è il tavolo delle cheerleader dove a capo ci sta la più popolare della scuola,Taylor,alta,bionda con gli occhi azzurri,un fisico da paura e tutti i ragazzi intorno a lei. Tra questi c'è pure Harry,
non vi ho raccontato che è il capitano della squadra di basket. A volte andavo a vedere le partite,ma dopo un pò mi stufavo fare destra e sinistra con la testa,ogni volta tornavo a casa con il torcicollo e dovevo sempre prendere degli infiammatori per farmelo passare,per cui ho smesso di andarci. Ma il motivo per cui andavo non era assolutamente per lui,anche se,a dirla tutta, che con la divisa sta veramente da Dio.Come se in un certo senso apprezzo qualcosa di quel ragazzo. Le cose che mi piacciono di lui? Beh, vediamo.
Ha delle gambe lunghissime,è magro,poi? Non ne ho idea. Il suo carattere non mi piace per niente.
Non ho mai avuto strani pensieri su di lui,anzi,forse quando ero alle elementari,se non ricordo male,mi piaceva anche,ma ormai è passato così tanto tempo che
non ricordo bene quali erano i miei pensieri da piccola. Poi,continuiamo con i personaggi della scuola; Alla sinistra c'è il gruppetto di ragazzi Emo,subito dopo di loro gli Hippie,diciamo alla sinistra ci sono gli sfigati,compresi i fanatici della matematica,della scienza e i secchioni. Invece dietro con me mia ci sono i FOREVERALONE,
una di queste che sono io e altre sei o sette persone che mangiano da sole. Mi è capitato di sedermi nello stesso tavolo di un ragazzo un giorno,l'unica cosa che ha fatto
è stato alzare la testa dal piatto e guardarmi. Che espressività ragazzo.E poi sono io quella anormale,ma vabe'. 
Mi alzo dal tavolo per andare a svuotare nel cestino il vassoio ancora pieno di cibo,faceva altamente cagare quello che aveva preparato oggi,fortuna che almeno la frutta era decente. Addento la mela e dalla borsa dei Rolling Stones tiro fuori il mio iPod. 
Lista,Brani casuali,play. Addio mondo.
Esco fuori in giardino e cerco un posto all'ombra,mi appoggio contro il tronco dell'albero e accavallo le gambe una sopra l'altra,
sempre dalla borsa tiro fuori il libro che iniziai a leggere la sera che mio padre mi diede quell'orrenda notizia delle vacanze estive. 
Ci credete se vi dico che mi sono letta la trilogia di 'The Hunger Games'
Bene,non credeteci,perchè non è assolutamente vero,vi siete prese male eh!
Non so,non mi ispira,non sono attratta da quel genere di libro,piuttosto preferisco leggermi dei romanzi o dei gialli,ma di fantascienza è difficile che li leggo.
Per esempio,il libro che sto leggendo adesso è uno di Nicholas Sparks, Vicino a te non ho paura. Mi piace molto come autore,lo seguo sempre e prima o poi mi leggerò anche i primissimi libri usciti. Per ora mi va di leggere dei romanzi,magari la prossima settimana leggo il 'Manuale per sopravvivere alle vacanze estive' di sicuro lo troverò più divertente di Styles. 
Picchietto con le dita il retro del libro,tenendo il ritmo della canzone che sto ascoltando,See no more,di Joe Jonas e faccio scorrere le dita sulle pagine sbiadite sfogliandole ogni cinque minuti. Cambia la canzone,cambia anche il ritmo del ticchettio sul libro. Mi stufo dopo neanche venti minuti che leggo e decido di chiudere il libro,scordandomi di  leggere il numero della pagina in cui mi ero fermata,la prossima volta cercherò di ricordarmi cosa ho letto. 
Così all'improvviso, l'unica parte rimasta al sole cioè le gambe, vengono oscurate da qualcosa,mi sporgo un attimo e noto cos'è a causare tutto questo.
"Cosa vuoi ancora?" E' Styles,deve sempre a venirmi a rompere nei momenti di tranquillità.
"Wo ohoh,calma..sono venuto per dirti che sei stata invitata alla mia festa che darò questo sabato sera. Mi farebbe piacere se venissi a trovarmi.Ti aspetto,ciao!" 
"Ragazzo che non mi ha mai calcolato in tutta la mia esistenza,che hai detto?"  Sbatto le palpebre per vedere se stavo sognando o meno. E' tutto vero.
"Non fare la difficile,se vuoi vieni,se no arrangiati. Io ti ho invitato." Cioè,Harry Styles mi ha appena invitata alla sua festa? Sembra tanto una presa per il culo ma vabe',tanto non ci vado lo stesso,che poi se decido di andarci con chi passo la serata? Con nessuno ovviamente,perciò preferisco starmene a casa a leggermi un libro o a guardare un film,non cambia nulla. 
Mancano pochi minuti al suono della campanella che segna la fine della pausa pranzo,così mi alzo da terra scrollandomi dal fondoschiena i fili d'erba che si appicciano e se non te ne accorgi te stessa sono gli altri a riderti dietro e dopo capisci come mai tutte quelle risate. Una volta sola mi era capitato,ma era stato imbarazzantissimo,ecco perchè prima di muovermi ora controllo sempre. Ed ecco che suona quella fastidiosissima e assordate campanella,vorrei tanto prenderla a bastonate per farla smettere.Così a passo deciso mi dirigo verso l'armadietto,dove dentro ad esso avevo appoggiato i copioni che avevo fatto stampare la mattina stessa dal bidello che poi me li portò in classe mentre stavamo facendo lezione,il prof di Matematica sgranò gli occhi in un modo alquanto aggressivo verso il bidello che aveva interrotto il discorso che teneva da più di quaranta minuti.Era ora che riprendeva un pò di fiato,sembrava una radio talmente parlava tanto. 
Vi starete chiedo,che copioni? Ebbene sì Mrs.Janette mesi prima mi incaricò di scrivere il copione per la rappresentazione teatrale che avrebbe fatto fare a noi studenti dell'ultimo anno.
Ci sono tre classi dell'ultimo anno,ma naturalmente non tutti partecipano,per adesso a fare le audizioni sono venute le cheerleader e qualche giocatore di basket e guarda caso,ma proprio a caso c'è anche Harry.
"Emma,vieni pure!" Mrs. Janette mi fa segno con la mano di seguirla in teatro,scendo le scale e mi siedo accanto a lei poggiando i copioni sulle gambe.
"Buongiorno Mrs.Janette!" La saluto mostrandole il mio sorriso a trentadue denti.
"Distribuisci te per favore i copioni,poi te mi aiuterai a scegliere i protagonisti!" Esclama lei mentre si mette gli occhiali a forma di mezzaluna per leggere il testo. Mentre passo tra un ragazzo e l'altro cerco di catturare l'espressioni della professoressa,non voglio che un mese di scrittura viene buttato al vento così,solo perchè a lei non piace,a tutti i costi lo dirigerei io stessa. 





yuuuuuuuuuuuuuuuuuuuupie.
Hola gente,come va? c:
Rispondetevi da sole,haahahaha che coglions che sono LOL
mmmm,non mi convince molto questo capitolo ma è già un inizio 
per i prossimi due capitoli che scriverò!
Mi aspetto qualche recensione :3

twittah: @__bigbrowneyes    yaya ho cambiato nick!
feisubk: Valentina Lwt Tomlinson 

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Capitolo 4
*** my heart will go on. ***


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4.
my heart will go on.

 





Fuck yeah,a Mrs. Janette è piaciuto il mio copione. 
Le prove ebbero inizio lo stesso giorno che io e Mrs.Janette abbiamo selezionato i protagonisti.L'esibizione di Styles sorprese la professoressa tanto da reclamarlo protagonista principale della recita scolastica. 
Al fianco di Harry,come altro protagonista,ad alzata di mano,la professoressa scelse Taylor,quell'oca cheerleader con la gonna corta sulle chiappe,inguardabile.
Talmente ero su di giri che mi diedi una manata sulla fronte e mi feci male da sola,certo che sono proprio idiota.
Sono passati tre giorni dall'inizio delle prove e per far venire bene una scena  si dovrebbe ripete come massimo cinque volte,anche meno se si impegnassero,ma a quanto pare per una misera scena bisogna ripeterla finchè non mi viene l'esaurimento totale.
"Harry,abbiamo ripetuto sta scena per almeno dieci volte. Lo sappiamo che ti piace baciare Taylor,però dobbiamo continuare.
Tra nemmeno tre settimane andate in scena,mi dite come fate se state fermi sempre sulla stessa battuta?
FORZA TUTTI AL LAVORO."
Ho i nervi che mi stanno saltando talmente sono furibonda.Dalla borsa tiro fuori quel pò d'acqua che mi era rimasta a pranzo e sorseggio di tanto in tanto per bagnarmi un pò il palato. 
"Si ok d'accordo,ma non ti scaldare.. ho già i miei cavoli girati per cui statti calma."  Mette due mani davanti facendomi segno di calmarmi.'Fly down'.Ha ragione,devo darmi una calmata,penso sia la cosa migliore che possa fare,abbasso gli occhi sul copione leggendo le battute seguenti e sperando  almeno che quelle non dovessero ripertele dieci volte.Non vedevo l'ora di tornarmene a casa e riposarmi un pò,cosa che mi servirebbe in questo preciso istante.
"Harold,mi sono rotta di vedere sempre sti sbaciucchiamenti.Dovete muovervi. MUO.VER.VI."
"Ammettilo,sei gelosa che io bacio lei e non te."
"Harold,ma vai va'." Con il braccio faccio proprio il segno di andarsene in quel posto,avrei voluto finire la frase ma con la professoressa accanto non mi sembrava appropriato farlo.
"Sisi certo.." Rispondo e continuo a  guardo con aria di sfida,sembra non cedere.
Mentre gli attori provano,sullo sfondo del palcoscenico vedo quattro ragazze che si stanno preparando per fare le loro prove di danza classica.Parte una lieve melodia accompagnata dalle note di un pianoforte ,le ballerine sembrano degli angeli che fluttuano su un lago ghiacciato, così leggere che quando ritornano a terra dopo i salti non si sente nessun riecheggio. Meravigliose,credo che sia la parte più bella dello spettacolo. Ho sempre desiderato fare danza ma mio padre non era d'accordo. Diceva che non ero all'altezza di praticare quello sport,se così possiamo definirlo,pensava che io ero portata a diventare una nuotatrice o chissà quale altra atleta,ma di certo non gli passava nemmeno per l'anticamera del cervello di portarmi a danzare.
Il tempo passa così velocemente che sembra così strano che due ore sembrano venti minuti. Così mi alzo dalla poltrona ed applaudisco,saluto con la mano tutti gli attori e le ballerine complimentandomi con quest'ultime. Ritiro i fogli dentro la cartelletta inserendo il tutto nello zaino chiudendolo poi con la zip che si sta per rompere,devo comprarmene uno nuovo.
Infine saluto anche Mrs.Janette ed esco dal teatro seguita dagli altri attori che hanno piccole parti nella recita. Scendo le scale di corsa e proprio all'ultimo gradino metto male il piede e prendo una storta. Ahia. Mi siedo a terra e con la mano destra mi massaggio il punto in cui mi fa male,sembra passato.Vado nel mio armadietto e tiro su il libro di Chimica visto che dopo domani avrò una verifica e so un bel che niente,meglio che mi metta a studiare prima che prendo un brutto voto e poi non mi promuovono per l'esame.Lascio la scuola alle sei e mezza passate e  mi incammino verso casa ascoltandomi delle canzoni degli Aerosmith. Ho vari ricordi su quel gruppo musicale,uno è proprio riferito a mio padre.
Quando ero piccola papà era d'abitudine che mentre preparava da mangiare metteva su il loro CD finchè non era pronto,ed io ero sempre in cucina ad aiutarlo ed ascoltarlo insieme.Direi che quello è uno dei migliori ricordi che posso avere.
Smetto di pensare al tutto quando torno alla realtà ritrovandomi a due centimetri da una macchina,ero veramente sovrappensiero per non accorgermi che stavo attraversando la strada senza neanche controllare se arrivavano mezzi. Fortuna che ha frenato in tempo,se no ci rimanevo completamente secca. Ringrazio con la mano il conducente e costui mi fa il segno di andarmene a quel paese.Certo che la gente è proprio gentile eh. 
Finalmente arrivo a casa e davanti alla porta cerco nella tasca dello zaino il mio mazzo di  chiavi,la inserisco nella serratura e la faccio scattare aprendola in modo materiale,mi fiondo dentro chiudendola con la schiena e mi appoggio,'giornata finita!' dico,tanto in casa non c'è anima viva.
Sbuffo verso l'alto e quel pò d'aria fa svolazzare il ciuffo sul viso,fa un certo solletichio.
 
 
 
GIOVEDI' 18 MAGGIO.

 
Immaginate di essere seduti al proprio banco durante la lezione di Mrs.Garber,la professoressa di Filosofia.
Ecco bene,ora prendete qualcosa che vi faccia rimanere svegli perchè le sue lezioni sono alquanto noiose.
Talmente noiose che si addormenterebbe un pilota d'aerei farebbe la strage dell'anno. Cerco di seguire la lezione restando appoggiata sul banco con il braccio che regge la testa talemente pesante che scivola di continuo e ogni volta che la prof fa qualche stridolino mi rimetto composta ma la riassiumo in pochissimo tempo. Scrollo il polso per sistemarmi bene l'orologio e controllo l'ora, sono le dieci e meno un quarto e mancano ancora venti minuti prima che la campanella dell'intervallo suoni. Alzo la mano cercando di attirira l'attenzione della prof. Alza gli occhi dal libro e mi osserva incredula,pensa che devo chiederle qualcosa sulla lezione ma sappiamo tutti che il motivo è un'altro,persino lei lo sa,ma fa finta di niente.
"Sì signorina Watson?" Domanda lei abbassando i suoi occhialoni rotondi.
"Posso andare ai servizi?" Lei sbuffa e con la mano mi indica la porta,scatto dalla sedia e con passo deciso corro fuori dalla classe,pronta per rientrare al suono della campanella. 
Scendo le scale e decido di farmi un giro nel corridoio,ogni tanto sento degli urli provenire dalle aule e  vedo persone che escono per prendersi un pò d'aria fresca,che poi tanto fresca non è.
 Fa troppo caldo in questo periodo,non si riesce a stare chiuse nelle aule per più di sei ore ecco perchè nel pomeriggio andiamo a fare lezione sotto gli alberi all'ombra. E' così bello.Passeggio facendo su e giù per le scale quando sento delle note musicali provenire da un'aula.La cerco con l'udito,la sento sempre più vicina,una voce maschile echeggia nel corridoio che porta all'uscita principale della scuola.Finalmente l'ho trovata e facendo piano mi avvicino.Poggio l'orecchio sulla porta e sento nuovamente una voce profonda che continua a cantare sulle note di My heart will go on di Celin Dion. Gli mancano poche strofe e finisce la canzone,un boato di applausi rimbomba nell'aula e lui,non so se è un ragazzo famoso o uno della scuola,annuncia al microfono un 'grazie a tutti'.
Sono così sbadata che non mi accorgo nemmeno di avere la mano sulla maniglia della porta che poi  d'un tratto si apre.Che figura di scheisse,ovvero di merda.
Come minimo ci sono dieci occhi puntanti su di me ma io sono concentrata nei suoi,quelli del cantante.
Io lo guardo,lui mi guarda.
Io divento rossa,lui mi guarda.
Io abbasso gli occhi,lui mi guarda.
"Come mai qua Emma?"
"Curiosità!"
"woow,interessante." Che figura,tutte a me. Faccio per andarmene ma il mio corpo non reagisce ai comandi del cervello,mi blocco.
"Ah,bella voce Harold."  Dico abbassando lo sguardo,mi sentivo in un modo in cui non mi sono sentita mai. La sua voce era davvero qualcosa di meraviglioso. 'Emma frena,che minchia stai facendo?'
"Grazie Emma." 
"Niente.." Arrossisco e timidamente lascio la sala per ritornarmene in classe il più presto possibile.





yuuuuuuuuuupie yeah.
Ciao bellezze,grazie per tutte le visite e le recensioni che fate!
Grazie anche a quelle belle personcine che mi hanno messo
tra gli autori preferiti e le storie fra le seguite,ricordate e preferite! :3
Che cosa carina :33
Bhe spero che vi sia piaciuto questo capitolo,un besos al prossimo :3

twittah: @__bogbrowneyes
feisubk: Valentina Lwt Penocchio 

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Capitolo 5
*** Cinderella story. ***


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5
Cinderella story.


 



È sabato pomeriggio e sono solo le quattro e mezza.
Questa sera ci sarà la famosa festa di Harry alla quale sono stata invitata e, per pura coincidenza, non andrò.
Sono rinchiusa in queste quattro mura lilla della mia camera a guardarmi un film strappa lacrime con Zac Efron.
E' troppo bello quel ragazzo.Perché non esistono tipi come lui nella mia scuola? Perché? 
La porta della camera è aperta e sento delle nocche bussare sullo stipite, mi volto spaventata e fulmino con lo sguardo mio padre che è in piedi sulla soglia a fissarmi. 
«Che c'è pà?» Domando fermando il film con il telecomando.
«Sono venuto ad avvisarti che stasera vado ad una cena e non voglio che stai a casa da sola.»
«E dove devo andare?»
«Alla festa di Harry.»
«Non ci pensare neanche pà, sai che non sopporto quelle feste.»
«Mi spiace ragazzina ma ci devi andare, punto.»
«Ho detto no, okay?»
«Non discutere, ci vai a quella festa, che tu voglia o no.»
«Che scocciatura.»
«Non osare a parlarmi in quel modo signorina.» 
Spengo la televisione e volto le spalle a mio padre; mi siedo sul letto rivolgendomi verso la porta finestra. Mi vorrei buttare giù ma voglio vivere. 
Ricapitolando: devo andare ad una festa svogliatamente, non so cosa mettermi e in più devo vedere la faccia di Harry per tutta la serata? Potrei non farcela. 
M'immobilizzo davanti all'armadio e lo fisso in cerca di una visione. Magari si accende una lampadina e mi seleziona i vestiti da indossare, oppure appare la fata turchina e mi realizza un vestito su misura, poi una semplice zucca si trasforma in una carrozza e dei topolini diventano dei cavalli.
Ma ve lo immaginate? No. 
Evidentemente leggevo troppe fiabe da piccola. 
Inizio a far scorrere le gruccie con appesi gli abiti all'interno dell'armadio.Ne ho visti due o tre che potrei provare.
Ricordo bene l'ultima volta che ho indossato uno dei due; tre anni fa alla comunione di mia cugina Liz. Non credo mi entri ancora.Il più recente invece è nero, di raso e cade dolcemente sulle ginocchia, vi è una catenella d'oro in vita come cintura.Chiudo le ante e tolgo i vestiti per poi provare l'ultimo vestito.
Mi guardo allo specchio,passandomi le mani sui fianchi e noto che non sono ingrassata di un chilo.Però c'è qualcosa che non mi convince,forse è troppo elegante per una festa in casa.D'un tratto mi viene in mente che mia madre,prima di abbandonarci,mi disse che nel suo armadio avrebbe lasciato dei vestiti di quando lei era giovane e che ora non le andavano più.Stranamente non ho mai avuto curiosità nei confronti di quei vestiti fino ad oggi.Silenziosamente mi dirigo nella camera da letto e apro le ante dell'armadio stando attenta a non farle cigolare.Appena vedo i vestiti mi cade subito l'occhio su uno di essi. E' di un rosso sangue ed è molto simile a quello nero solo che al posto di avere la scollatura ha un colletto dritto che si allaccia con due bottoncini dietro al collo. Curiosa lo provo e mi guardo nuovamente allo specchio ammirando la bellezza di quel vestito.
Mi calza a pennello. Lo ricordo come se fosse ieri quando lo indossò mia madre,era la notte di capodanno del 1998 ed io avevo solo 5 anni.Continuo a girare su me stessa,per sentirmi a mio agio,per non farmi giudicare dalle persone per il mio aspetto fisico,l'ho sempre odiato,non sono perfetta,anzi il contrario.
D'un tratto volto le spalle all'armadio e la mia attenzione viene richiamata da un porta gioielli argento sul comò vicino alla porta.Lo apro accuratamente e guardo quello che contiene.C'è una ciondolo d'oro con su il ritratto di Gesù ,un bracciale di Battesimo,un'anello e due orecchini a forma di cerchio con dei brillanti.
Quest'ultimi mi attraggono e li provo così senza metterli nel buco dell'orecchio. Sciolgo i  capelli rossicci e li lascio cadere sulle spalle scuotendoli un pò e con una mano mi aiuto a cercare il buco per poterli infilare. Mi guardo nuovamente allo specchio e finalmente dopo tanto tempo ritorna la vera Emma,la graziosa bambina nascosta dentro di me da ben dieci lunghi anni,da quando mamma mi ha abbandonato. Torno in camera mia e indosso dei tacchi non tanto alti e provo a camminare,mi sembra di essere su dei trampoli,non ci so stare. Faccio delle prove andando avanti e indietro dalla porta al letto facendo qualche giravolta ogni tanto.
In teoria ora mancherebbe solo il trucco e per me risulta  la cosa più complicata del mondo. Non mi sono mai truccata da sola a parte quando vado a scuola che metto un filo di matita nera e il mascara,ma nessuno mi aveva mai insegnato come ci si truccava veramente,infatti ogni volta che ci provo faccio disastri.Decido di provarci lo stesso,tiro fuori dalla trousse due ombretti di colori differenti e con un dito inzio a spalmarlo sulla palpebra destra,lo stendo per bene e mi guardo da più vicino per vedere se l'ho messo bene. Faccio anche l'altro occhio nella stessa maniera ed infine metto il mascara cercando di allungarle il più possibile le ciglia. Pettino i capelli fino a farli diventare lisci e morbidi al tocco. 
Scendo le scale e mi dirigo verso il salotto dove c'è papà che sta finendo di guardarsi la partita del Bayern,richiamo la sua attenzione schiarendomi la voce.
Lui si gira e ammira la mia bellezza quando il suo sguardo si fa sempre più cupo. Mi osserva impaurito.
«Dove hai preso quel vestito?» Righia lui alzandosi dal divano e  vendomi incontro.
«Dall'armadio di mamma, ha detto che li ha lasciati a me.» Dico portandomi le mani vicino alla faccia e agli occhi,non devo piangere,mi sono appena truccata.
«Toglilo,non ci vai vestita così alla festa.»
«Ma papà,non ho nient'altro da mettermi.»
«Ho detto che te lo devi togliere.»
«Ma che hai oggi? Sei strano,che ti prende?»
«Non ho voglia di parlarne.» Mi tolgo le scarpe e corro su in camera mia buttandomi sul letto con la pancia all'ingiù,quasi mi viene da piangere ma devo trattenerle,non posso e non voglio. 
 
Mancano pochi minuti alle nove ed è ora che mi incammini verso casa Styles.Alla fine non mi sono cambiata il vestito,mio padre se ne è andato via alle sette e mezza, poco dopo che sono scesa in salotto per fargli vedere come ero vestita.Mi sa tanto che le ricordavo la mamma vestita in quel modo,forse è anche per quello che aveva reagito così.Dall'attacca panni prendo la borsa,apro la porta e la chiudo alle mie spalle sbattendola fortemente e metto le chiavi dentro di essa.
Mi incammino verso casa Styles e suono il campanello incessantemente visto che nessuno sente con tutta questa musica.
Dopo un bel pò di tempo che sono fuori ad aspettare, qualcuno si accorge della mia presenza.
Ad aprirmi la porta è un ragazzo biondo con gli occhi azzurri e non fa altro che guardarmi da testa a piedi. 
«Piacere io sono Niall,il cugino di Harry.» Allunga la mano verso di me e con premura gliela stringo.
«Non sapevo avesse cugini.» Dico allontanandomi da lui,il suo odore non è molto gradevole,è già ubriaco prima ancora di iniziare la festa. Siamo messi bene.
«Tu come ti chiami biondina?»
«Uno,non sono bionda. Due stammi alla larga ubriacone. Tre il mio nome è Emma.»
«Ti va di prendere qualcosa da bere?» Continua senza neanche badare a quello che gli ho appena detto,non è normale.
«Non mi va,grazie lo stesso.»
«Ehi ehi ehi,che succede qui?» Arriva Harry e interrompe la chiacchieratina tra me e suo cugino.
«Niente,tuo cugino vuole offrirmi da bene.»
«Mio cugino? Ma lui non è mio cugino,è un mio amico.» Harry da una pacca sulla spalla al biondino tanto da farlo andare a sbattere contro una ragazza dietro di lui. Sento pronunciare delle parolacce dalla ragazza colpita ed Harry per scusarsi alza una mano e  prende l'amico sotto braccio.
«Vieni,aiutami a portarlo in camera,deve riposare.» Harry mi guarda negli occhi e mi fa segno con una mano di prendere il braccio sinistro di Niall e lentamente saliamo le scale,alla prima porta a destra entriamo dentro e senza far rumore Harry poggia sul letto il biondino. 
«Forza ritorniamo alla festa.» Sussurra Harry mentre in punta di piedi esce dalla stanza e lo seguo fino in giardino dove poi noto che ci sono più di una cinquantina di persone che ballano e parlano tra di loro scherzando e bevendo koktail.
Non è il mio posto quello,non sono un'amante delle feste,mi sento,come dire,esclusa da tutto ciò che c'è qui intorno.
Mi siedo sugli scalini e in mano reggo un drink,non so nemmeno io cosa sia ma non è di cattivo gusto,sa di fragola.
Guardo la gente divertirsi e ballare,vorrei essere come loro un giorno. 
Mi sento toccare la spalla sinistra,mi guardo dietro e noto che Styles non fa altro che fissarmi.
«Non balli?» Domanda mentre sorseggia un pò il suo drink.
«Non sono capace.»
«E' impossibile,di certo non sarai un manico di scopa. Proviamo?»
«Non ci tengo grazie.»
«E dai,per un pò. Solo un pochino,ino ino ino.» Mi porge la mano ma io sono così orgogliosa di non accettare.
«Se non ti alzi,ti alzo con la forza.» Continua lui facendo labbruccio.
«Sai cosa vuol dire due minuti?» Calco bene le parole 'due minuti'.
Allungo il braccio verso Harry e costui mi prende la vita,io poggio le mani sulle sue spalle. 
Parte un lento. Perchè proprio ora?Non siamo al ballo del liceo,non ce ne è bisogno.
Pian piano  vedo che inizia ad avvicinarsi,non voglio che superi la distanza di meno cinque spanne l'un dall'altro.
Lascio la presa e scappo fuori da quella casa,ho brutti ricordi e non vorrei riviverli ancora una volta,ne ho abbastanza.
Fuggo dalla casa correndo ma con i tacchi ho paura di perdere l'equilibrio e di cadere come un sacco di patate. 
Mi ritrovo a correre a piedi nudi per la strada,cercando disperatamente le chiavi dentro la borsa e dopo minuti di ricerca le trovo sul fondo.
Mi chiudo la porta alle spalle e con il fiatone salgo le scale buttandomi infine sul letto e rammendando dei piccoli ricordi di Styles.

Voi non sapete cos'è successo veramente tra noi due, anni fa'.










yuuppie.

Questo yuppie non ha molte 'forze' per il semplice fatto che l'ho dovuto riscrivere perchè mi si è spento il pc e si è eliminato tutto.
Inoltre me lo devo far correggere da una mia amica perchè ho dei piccoli problemi nei verbi.
Ditemi che non sono l'unica,se no mi rifugio sotto un ponte con un barbone çwç
Spero che vi sia piaciuto,il prossimo capitolo sarà un pò strano già già!
Ah grazie mille per le 43 recensioni,53 preferite,12 ricordate e 66 seguite. cioè wooooooooooooow e chi se lo aspettava! 
Vado e continuate a recensire,so che mi volete bene :3

twittah: @__xoxolover
feisbuk: Valentina Lwt Tomlinson 

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Capitolo 6
*** Two years ago.. ***


Two years ago..


Due anni fa'...
 
Quel giorno lo ricordo come se fosse ieri.
Avevo un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Ero felice,almeno credo che lo fossi.
Ero diventata importante per qualcuno e la cosa mi piaceva,non mi era mai capitata una cosa del genere.
Essere al centro dell'attenzione per qualcuno che non è mio padre,mi faceva sentire speciale.
Però,così tutto a un tratto,quel bellissimo sogno svanì nel nulla portandosi dietro quel po' di 'reputazione' che mi ero guadagnata. 
E certo,chi poteva amare una sfigata,secchiona e timida ragazza come me? 
Purtroppo questi sono ricordi brutti,difficili da scacciar via. Non dimentico facilmente.


Delle nuvole nere stavano coprendo quel ciel sereno che qualche minuto prima appariva sulla città di Holmes Chapel.  Arrivai giusto in tempo all'ingresso della scuola che poi iniziò a piovere.
Il punto è che diluviava e la pioggia soffocava la voce sottile della professoressa di Storia. Più lei alzava il tono di voce per farsi sentire fino ai posti in fondo alla classe più la pioggia continuava a scendere pesantemente. Ella iniziò a diventare tutta rossa in faccia,stava sprecando tutto il fiato per il troppo parlare che faceva. 
«Prof,riprenda fiato.» Disse una voce femminile provenire dai primi banchi.
«E' impossibile fare lezione in queste condizioni. Basta termina qui,fate quello che volete.» E stranamente tutti gli alunni la sentirono e si misero a parlare fra di loro causando un bordello.
Io mi voltai dietro per poter parlare con Lea,una ragazza che si era appena trasferita in città. 
Sin dall'inizio stringemmo una forte amicizia tanto da confessarci entrambe i nostri segreti.
Suonò la campanella del cambio dell'ora e presi dal banco i libri per poi stringerli al petto ed uscire dall'aula,mi avviai all'armadietto e notai qualcosa di strano. Tra la fessura dell'anta vi era una busta bianca,la presi in mano e la guardai insospettita. Sopra di essa c'era scritto il mio nome. Mi sentivo osservata e iniziai a scrutarmi attorno per vedere se c'erano degli occhi puntati su di me,ma sembrava che nessuno importasse della mia presenza. Feci roteare la busta e con mani tremolanti l'aprì.


 
"Sei così bella che mi fai agitare il cuore ogni volta che vedo una tua foto.
Sei così bella che se ti vedo in giro tutto si blocca e diventa bianco e nero ogni cosa, lasciando il tuo corpo a colori.
Sei così attraente che pur di averti potrei raggiungerti ovunque.
L’immagine di te mi accelera il sangue e risveglia ogni volta le mie emozioni. "

                                                                                                                                                           
Dal tuo ammiratore segreto.


 
Avevo un'ammiratore segreto,mi sentivo felice da tutto ciò.
Da lui inziai a ricevere alcuni regali; Una volta trovai sul banco una scatola di cioccolatini,i miei preferiti. 
Mi conosceva bene per sapere i gusti che avevo,ed io sono molto difficile,diciamo,sono viziata.

Un'altra volta invece,sempre nell'armadietto, trovai appesa una rosa bianca, della quale il suo significato è "Son degno di te." 
Da quel giorno,per la scuola iniziarono a girare brutte voci.
Dicevano che c'erano dei ragazzi che si prendevano gioco delle ragazze facendole credere che loro le amavano e per fare scherzi del genere bisogna essere veramente stupidi. 
Io invece non credetti a queste voci,sapevo che era vero,lo capivo da ciò che mi scriveva nelle lettere. Ecco perchè mi sentivo importante, speciale, volevo vederlo e ringraziarlo di persona,ma non avevo nessun indizio su chi fosse Lui.
Chiesi ad alcune mie compagne di classe se per caso conoscevano quella scrittura ma loro scuotevano sempre la testa, mi allontanai e le sentì sghignazzare divertite. Patetiche. 
Senza farlo apposta quello stesso giorno ricevetti una lettera per un'appuntamento al buio, con lui. 

 
"Salve bellezza,vorrei invitarti a cenare con me stasera, ho un'appartemento in centro città e mi farebbe molto piacere se accettassi.
Se vuoi mi trovi al 750 dell'East Evelon alle otto, sii puntuale.
Ti aspetto.

                                                               
                                                                                                            xoxo il tuo ammiratore segreto."


 
 
Non sapevo nemmeno io che fare,ero eccitata all' idea.
Di questo ragazzo però, sapevo solo che frequentava la mia scuola, non avevo mai avuto sospetti su nessuno, diciamo, non si era mai avvicinato nessuno ragazzo a me, a parte uno, ma so che lui non c'entrava nulla. Era solo un'amico di famiglia, niente di più. 
Nel tardo pomeriggio iniziai a prepararmi, e a dirla tutta non sapevo come vestirmi, più che altro non potevo sapere se Lui si sarebbe presentato in giacca e cravatta, sapevo che almeno era un ragazzo romantico. Per ciò cercai di vestirmi in modo carino, un vestito nero con dei fiorellini rosso-bordeaux che riprendeva il tono di colore del coprispalle. Lasciai i capelli mossi cadermi sulle spalle e misi su il mio profumo preferito seguito poi da un giacchino di pelle per coprirmi meglio.
Aspettai che mio padre tornasse a casa dal lavoro e quando lui arrivò lo salutai per poi uscire e con me portai l'ombrello,il tempo era incerto, c'era il pericolo che potesse tornare a  piovere.  
 
Arrivai sul luogo,era uno di quei palazzi a schiera,cercai l'East Evelon e spinsi la porta girevole.
Entrai in quel lussuosissimo palazzo e guardai nella pianta i numeri degli appartamenti. Il 750 era al settimo piano per cui presi l'ascensore e schiacciai il pulsante numero sette, aspettai che la lucina rossa si accese ed esso partì. Mi incamminai lungo il corridoio e mentre passavo leggevo su ogni porta il numero dell'appartamento,notai che era l'ultimo in fondo a tutti. Sistemai i capelli e scrollai un pò il giubbino e con decisione bussai alla porta. Appena le nocche toccarono la porta,essa s'aprì,era stata socchiusa,mi aspettai che almeno il ragazzo si presentasse alla porta e presentarsi,ma ciò non accadde. 
«Permesso..» Aprì completamente la porta chiudendomela poi alle spalle e una volta dentro l'appartamento mi guardai attorno. Alla mia sinistra vedevo una luce accesa,la seguì e mi ritrovai in cucina dove poi c'era il ragazzo seduto sulla sedia. 
«Ehi ciao..» Poggiai una mano sulla sua spalla,era estremamente freddo.
Mi inclinai su di lui e d'un colpo mi spaventai a morte,iniziai ad urlare dallo spavento e corsi alla porta ma qualcosa, o meglio qualcuno mi bloccò. 
«Dove credi di andare bambolina?» Mi prese entrambe le braccia e non riuscì a girarmi in tempo per vederlo in faccia. 
«AIUTO. » Urlai ma lui mi mise una mano sulla bocca.
«Stai tranquilla Emma,non ti faccio nulla.» Quella voce,quella voce l'avevo già sentita,mi era familiare. Lentamente mi voltai e appena vidi il suo volto spontaneamente lo colpì in faccia con uno schiaffo tanto che poi lui dovette massargiarsi la guancia per il dolore che gli causai.
«Styles,come ti sei permesso di prendermi in giro? Me la paghi questa,addio.» Aprì la porta e la chiusi alle mia spalle causando un frastuono,corsi sino all'ascensore e non facevo altro che prendermela con me stessa. Sono stata un'idiota a cascarci,dovevo dar conto a quelle voci che giravano a scuola. 
 
Ecco,vi ho raccontato un pò del mio passato,non me lo sarei mai immaginato che Harry potesse arrivare fino a questo.
Ed ora capite anche il motivo per cui non mi sta molto simpatico,però c'è qualcosa in lui che mi fa cambiare opinione sul suo conto. 




yuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuupie!
seeeeeeeeeeeeeeera,eccomi qui con il continuo e scusatemi se non sono riuscita ad aggiornare prima
ma non trovavo delle idee su come continuare,ceh ero disperata.
Infatti ho dovuto prendere spunto da un'episodio di Supernatural,si io amo quel programma sdfasdsdfk
In ogni caso devo ringraziare tutti quelli che recensiscono e che mettono la storia tra le ricordate e le seguite,
ceh,siete fantastiche oasdlkjf 
Ora la smetto,vado a tirar fuori qualche idea sul continuo,se no mi ritrovo alla fine della settimana che non ho 
pensato a nulla çwç
PS: Quella "lettera d'amore" non sono parole mie che sia chiaro,le ho prese su internet lool
Sapete,non ho mai scritto una lettera d'amore lool

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Capitolo 7
*** Your breath on my skin. ***


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7.
Your breath on my skin.







 
Il buio mi circonda.
Dove sono? Non riesco a vedere nulla.
Avanzo di qualche passo alla ricerca di un appoggio o di un qualcosa che mi faccia capire dove mi trovo. Muovo il braccio destro ma trovo solo il vuoto e nient'altro. Sento degli spostamenti di qualcuno all'interno della stanza. «Chi c'è?» Domando con voce tremolante. Sento davanti a me il respiro caldo di qualcuno: mi immobilizzo e sento la persona avanzare sempre di più verso di me. All'improvviso due labbra premono sulle mie: all'inizio rimango immobilizzata sorpresa di questo gesto da una persona che non posso vedere. Rispondo al bacio e mi chiedo il perchè.
Perchè lo sto facendo?
Sento le sue braccia stringermi la vita e cerco di riconoscerle associandole a tutte le persone che conosco. Con le mani cercai di raggiungere il collo, sfiorarlo delicatamente per poi sentire della peluria e con decisione infilo lentamente le mani tra di essi. Al tatto sembrano ricci e morbidi. «C-chi sei?» Dico balbettando.
 Sento un tonfo affianco a me e mi sveglio di soprassalto, spalancando gli occhi e delle goccioline di sudore scendono dalla fronte. Realizzo che tutto quello era un sogno, un fottuto sogno dove io baciavo un ragazzo e, per colpa del buio, il suo volto mi era sconosciuto.
A svegliarmi è il mio cane Spike e aveva appena fatto cadere il telecomando a terra, mi alzo  dal divano per poi sedermi e riprendere le forze e vedo che lui viene verso di me  scodinzolando  facendomi le feste, lavandomi la mano con la sua bava e saltando sul divano perchè vuole giocare. Io lo guardo con aria di sfida, mentre lui inizia ad abbaiare. Mentre io dormivo allegramente, Spike si è divertito a fare macello in salotto, c'è un disordine indescrivibile e ora che metto a posto faccio tardi a scuola .Controllo l'ora sull'orologio a parete dietro di me e quando vedo che le lancette segnano le due meno cinque, corro in bagno a darmi una lavata in faccia per svegliarmi meglio, visto che sono in ritardo. 
Al volo infilo le mie blazer rosse ed esco di casa lasciando il povero Spike da solo, mentre io vado a teatro per controllare a che punto stanno con la recita scolastica.
Prendo la bici e inizio a pedalare velocemente, il vento si infrange contro di me scompigliandomi i ricci rossi portandoli poi davanti agli occhi e dandomi fastidio, con una mano li tolgo dalla faccia e appena arrivo a scuola e butto la bici a terra,di corsa vado in teatro per poi fiondare sulle poltroncine rosse con il fiatore.
«Tutto bene Emma?» Mi domanda Mrs.Janette guardandomi preoccupata.
«Si,ho dovuto fare tutto di fretta..» Spiego portandomi una ciocca dietro l'orecchio e scruto i personaggi sul palco,catturando gli occhi di Harry.
«Vuoi del caffè?» In teoria a me il caffè fa decisamente schifo, non riesco a sopportare quell'odore forte, ma visto che devo svegliarmi, lo accetto volentieri. Annuisco e la professoressa muove la mano e richiama l'attenzione di un ragazzo minuto, robustino e  con gli occhiali.
«Simon,ci porteresti due caffè per piacere?» Il ragazzo annuisce e di corsa scatta alle macchinette tornando poi con i mano i due bicchieri di caffè, lo mescolo bene e lo sorseggio mentre Harry e Ashley stanno provando la scena del ballo. Mi esce spontaneo urlare nel bel mezzo di quella scena interrompendo il tutto.
«NO,NO E NO.Ashley sei una cheerleader,sii spontanea non un manichino mentre balli.» Mi guarda con aria di sfida, come se mi stesse maledicendo.
«Ci proverò.» Esce dalle quinte e la pianista inizia a suonare le note di Bach. Entra roteando e con dolcezza finisce tra le braccia di Harry per poi prenderla sui fianchi e farla roteare in aria. Prova a fare il suo meglio ma quello che voglio io è lontano mille miglia. 
«Senti,mancano pochi giorni,mi dici come fai a imparare il tutto?» Dico salendo sul palco per farle una dimostrazione di come deve esibirsi. Esco dalle quinte e con la testa faccio segno alla ragazza di  partire subito con la musica. 
Muovo lievemente il mio corpo svolazzando sul palco andando poi a finire tra le braccia aperte di Harry, mi prende una mano e mi posiziona davanti a lui facendomi fare un piccolo giro attorno a lui. Mi metto in prima posizione e lentamente inzio a fare una piroetta mentre le sue mani morbide avvinghiano i miei fianchi per poi afferrarmi e portarmi in aria. Con delicatezza mi mette giù e faccio una seconda piroetta per poi finire nuovamente tra le sue braccia. I nostri nasi si sfiorano, i suoi occhi sono fissi sui miei ed io nei suoi, il suo respiro caldo fa svolazzare i miei capelli mossi.
D'un tratto mi viene in mente la scena del sogno, le mani suoi fianchi, il respiro affannoso davanti a me, i capelli mordibi e mossi. Collego il tutto e mi ritrovo a pensare che il ragazzo nel sogno era Harry. Dall'imbarazzo mi stacco da lui voltandomi poi verso Ashley che mi osserva in modo minaccioso.
«Così devo fare,capito?» Devo stare calma,non posso perdere la pazienza,non ora ne dopo. 
«Senti miss perfettina,so tutto io,perchè non lo fai tu al mio posto? Mi sono rotta di sprecare il mio tempo prezioso per sto stupido teatro,io me ne vado,ciao.» Con passi decisi, Ashley si dirige verso la porta e con lei anche le due amiche escono dal teatro.
«Ora come facciamo Emma?» Domanda Mrs. Janette abbassando i suoi occhiali a mezzaluna e mi guarda con aria preoccupata. 
«Beh Mrs.Janette,io dico che Emma sia la persona giusta per fare la parte..che ne dice?» Una voce maschile arriva da dietro di me, mi volto e noto che quello a parlare è Harry. 
Vergognoso si porta una mano dietro la testa arruffandosi i ricci.
Lo guardo sorpresa e all'improvviso sento che alcuni ragazzi iniziano a pronunciare il mio ripetutamente, mi sento al centro dell'attenzione e ancora una volta sono in imbarazzo per quello che sta succedendo, mi volto verso Mrs.Janette e con un sorriso sulle labbra annuisce e mi nomina protagonista della storia.
No ma aspetta,ma la storia l'ho scritta io,ho scritto che c'è un bacio e ora d-devo baciare Harry? 
Oddio.







yuuuuuuuuuuuuupie!
Booooonsoir geente!
Ho aggiornato presto questa settimana,A M A T E M I eoeihrtgk lool
Dovete sorrarmi se è corto ma non posso aggiungere nient'altro,diciamo,non ho idee .-.
Dovete sorrarmi anche se ci sono degli errori ma non ho riletto :/
Ora vado a finire di scrivere il prologo di una nuova FF rossa che metterò a breve c:
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e reeeecentesite crazien infiniten rhglkhtgdoifvk

twittah: @__xoxolover
feisubk: Valentina Lwt Penocchio 

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Capitolo 8
*** Flashback started. ***


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8.
Flashback started.






Mi alzo lentamente dal divano,attenta a non svegliare il mio cagnolone che dorme beatamente accanto a me e mi dirigo alla finestra osservando la luna piena abbagliare la via.
Mi soffermo pensando a ciò che mi è capitato stamattina.
Voglio raccontarvi tutto,quindi mettetevi comode e leggete.
 
 
Stamattina a svegliarmi furono i raggi del sole che filtravano dalla finestra della mia stanza. Era solo l'alba perciò mi rigirai nel letto cercando di riprendere sonno, ma invano. Quindi, avendo perso le speranze nel riuscire a riaddormentarmi, mi alzai dal letto ancora assonnata, dirigendomi poi in bagno per fare una doccia calda. Il getto dell'acqua mi massaggiò le spalle,facendomi dimenticare il sogno che feci la stessa notte. 
Con entrambe le mani feci da scodella per poi sciaquarmi la faccia e levandomi il trucco della sera prima visto che ero uscita con Lea. Uscii dal box della doccia e avvolsi il mio corpo sgocciolante nel morbido asciugamano azzurrino che mi portò nonna Rosalie quando ritornò dalle vacanze in Islanda, due anni fà. Strizzai i capelli in un'altro asciugamano per poi pettinarli e sciogliere i nodi formatosi durante la notte. Iinfine li asciugai con l'aiuto del phon e per divertirmi lo muovevo davanti al volto per poter far svolazzare i capelli ormai asciutti e rendere il tutto come se fossi su un set fotografico, facendo alcune pose da diva e facce buffe. 
Mi avviai in camera e cercai dei vestiti decenti per poter passare comodamente la domenica mattina in casa. Una canottiera bianca e un pantaloncino corto rosso abbinando il tutto con le blazer rosse,più comoda di così non potevo stare. Con calma scensi in salotto, dove ad aspettarmi c'era il mio cagnolino ed iniziò a farmi le feste.
«Andiamo a fare un giro bello?» Iniziò a scodinzolare e a saltare dalla felicità, perciò dall'attaccapanni presi il guinzaglio per poi infilare il gancio nel collare.
Spike corse velocemente all'ingresso trascinandomi dietro a lui e ansimante di uscire graffiò la porta lasciando dei segni su di essa. 
Appena mi chiusi la porta alle spalle, una vampata di caldo mi penetrò nel petto e per farmi un pò d'aria utilizzai il quotidiano che ogni mattina il postino lanciava sul uscio di casa.
 Fu Spike  a portarmi a spasso,continuava a tirare e ogni due per tre si fermava per annussare il territorio per poi lasciare una sua traccia, di tanto in tanto.
Era già da giorni che quando lo si portava fuori diventava matto, uno dei miei presentimenti,forse il più azzeccato, era la presenza di una cagnolina in calore e lui ne fiutava l'odore. E' proprio vero,non solo le persone hanno il bisogno di fare l'amore con il proprio partner, ma anche gli animali devono soddisfare i loro bisogni.
La nostra destinazione era al parco, che distava poco più in là dopo la casa di Styles, cosi che potevamo risposarci entrambi all'ombra degli alberi.
Mentre camminavo, con una mano cercavo di slegare il nodo delle cuffiette che si faceva ogni volta che le buttavo dentro la borsa senza arrotolarle bene, presi poi dalla tasca del pantalone il lettore mp3 e dopo aver slegato il filo, misi  una cuffietta nell'orecchio destro, giusto per non distrarmi dalla strada visto che nella nostra via ci sono alcuni elementi che superano il limite di velocità, quindi sempre meglio prevenire. 
D'un tratto il cane iniziò a tirare sempre di più, diede un colpo talmente forte che la presa del guinzaglio si lasciò andare e mi scappò dalle mani. Cercai di  richiamarlo urlando a squarciagola ma sembrava non volermi ascoltare. Lo rincorsi lungo la strada e si fermò proprio davanti alla casa di Styles. Lì c'era Harry che stava rasando il prato e tanto per attirare l'attenzione delle ragazzine della via,si mise a petto nudo.
E guarda caso la prima cosa che notai erano i suoi addominali,ci lavorava parecchio per mantenersi in forma,come del resto tutti i ragazzi della squadra di Basket. Appena Harry notò che stavo correndo per prendere Spike, lui prese al volo il guinzaglio tenendolo saldamente a terra. «Grazie Harry.» Alzò il volto verso di me e mi sorrise. Non bastava avere il batticuore per aver corso per più di ottocento metri,ma la vista di quel sorriso perfetto di Harry,delle volte mi faceva venire la tachicardia.
«Ohi,su,respira.. E' tutto a posto!» Esclamò poggiandomi una mano sulla spalla,arrossì e mi cimentai in uno dei miei sorrisi,quello per ringraziarlo di avermi aiutata. Si accucciò su di lui e mi porse il guinzaglio di Spike. «Grazie di nuovo,se non ci fossi stato tu non so che fine avrebbe,anzi avrei fatto.» Sussultai e lentamente mi rialzai da terra e barcollai un attimo,non avevo fatto colazione e mi venne un calo di pressione. «Vuoi qualcosa da bere?» Mi chiese mentre cercava di reggermi in piedi.
«Si grazie,ne necessito.» Entrai in casa accompagnata da un Harry tutto sudato e mi accomodai sullo sgabello sull'isolotto della cucina. Si diresse al frigorifero e prese in mano la bottiglia d'acqua naturale per poi versarmene un pò in un bicchiere. Ne bevvi a sorsi mentre osservavo la cucina grande e ordinata. Dall'ultima volta che entrai in quella casa, era cambiato parecchio soprattutto il salone e la cucina che erano in stile etnico, mentre ora era tutto moderno. 
«Nel giro di dieci minuti ti ho ringraziato troppo,non va bene.» Mi misi a ridere e lui con sguardo tenero mi fisso per alcuni secondi. Sentendomi imbarazzata,abbassai lo sguardo sulle mie scarpe attorcigliando il guinzaglio nelle mani.  «Sarà meglio che vada.» Velocemente mi diressi alla porta e nel momento che la stavo per aprire lui si mise davanti ad essi impedendomi il passaggio. «Sai che non sopporto quando fai così,non devi scappare piccola.» Il suo tono di voce si fece sempre più roco e pauroso. «Harry,per piacere lasciami andare.» Cercai con la mano la maniglia della porta e l'aprì,lui si scansò di torno e sull'uscio mi girai un'ultima volta.
«Tanto ci vediamo dopo.» Urlò quando ormai ero lontana da lui,mi voltai di scatto e arricciai la fronte inarcando il sopraciglio.
«Per cosa?»
Ero confusa,perchè mai dovremmo vederci dopo? 
«Pranziamo da te oggi.» Fece l'occhiolino schioccando le dita verso la mia direzione. 
"Che palle." Sbuffai e con non chalance mi avviai verso casa fischiettando. 
 
«Papà,perchè non mi hai detto che vengono gli Styles a pranzo? » Domandai mentro uscivo dalla porta sul retro della cucina e vidi mio padre alle prese con il barbeque. 
«Non te l'ho detto? Pensavo di avertelo accennato ieri sera a cena.» Si voltò verso di me puntandomi addosso il forchettone per la salsiccia,quasi faceva paura. 
«A quanto pare no.» Sbottai per poi sedermi sulla sdraio vicino alla piscina.
«Scusami tesoro.. » Escalmò. «Passami le verdure per piacere. » Continuò e dal tavolo presi il vassoio contenenti zucchine e peperoni. «Potresti anche apparecchiare la tavola per sei?» 
«Perchè per sei? Chi c'è d'altro?» Domandi curiosa. «Gemma con il suo fidanzato.» Annuii con la testa ed entrai in casa per prendere gli occorenti per apparecchiare la tavola. 
 
Dal giardino vidi arrivare la combricola Styles a piedi per poi entrare dal cancellino di legno e tutti insieme ci vennero a salutare, abbracciandoci e baciandoci.
Era da tanto che non vedevo Gemma, non era cambiata per niente, anzi forse si era fatta ancora più bella di quello che era prima.
«Dai è pronto tutti a tavola se no si raffredda la carne.» Esclamò mio padre sedendosi a capotavola, alla sua destra c'era seduto Des, il suo migliore amico fin dai tempi del liceo. 
Dopo aver finito di pranzare, Harry ed io ci sedemmo sul bordo della piscina lasciando in ammollo i piedi.
Eravamo vicini, forse fin troppo quando d'un tratto sentì qualcosa appoggiarsi sulla mia mano.
Era la sua, morbida e liscia, lo fulminai con lo sguardo e lui ritirò il braccio indietro per poi continuare a fissare l'acqua limpida e calda della piscina.  


 
Continuo a fissare la luna quando d'un tratto sento Spike abbaiare,mi volto verso di lui e vedo che corre verso di me continuando a ringhiare.La mia ombra gli ha messo paura, che stupido cane. Cammino lentamente a piedi nudi, sentendo il freddo pavimento sotto di me e un brivido percorre lungo la mia schiena.Arrivo sulla soglia della cucina andando poi al frigorifero per prendere il latte,me ne verso un pò in una tazza e lo bevo a sorsi visto che è completamente freddo. Poggio poi il bicchiere vuoto nel lavandino e sento piccoli passetti leggeri venire verso di me,mi volto ed è Spike che cerca coccole. Insieme ci dirigiamo in camera per poi addormentarci entrambi sotto il lenzuolo leggero.





yupppppie yeah!
Non ci posso credere,ho aggiornato. A M A T E M I.
Scusatemi per il ritardo ma non avevo la più pallida idea di come impostare questo capitolo,sorratemi ve ne prego. e.e
Devo ringraziare le 100 persone che l'hanno messa tra le ricordate,oddio quante sakdjfjs 
Ringrazio anche le 102 persone che hanno recensito i capitoli precedenti,ma quanto posso amarvi? T A N T O. 
Bene,io mi dileguo perchè devo scappare,adios u.u

@__xoxolover on twittah
Valentina Lwt Penocchio on feisbuck 

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Capitolo 9
*** Holmes Chapel's Sleeping Beauty. ***


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9.
Holmes Chapel's Sleeping Beauty.



 

 

Non sono mai stata così ansiosa prima d'ora. 
Lea poggia con delicatezza le sue mani sulle mie spalle e me le massaggia lentamente, cercando di rilassarmi un pò, visto che sono super agitata. 
«Dai su, tranquilla, andrà tutto alla grande!» Sussurra al mio orecchio mentre mi sistema i boccoli che aveva fatto con la piastra apposta, facendoli cadere sulle spalle.
Entrambe ci guardiamo negli occhi attraverso lo specchio che stava davanti a noi e con prontezza mi alzo dalla sedia e appena mi volto, Lea mi stringe in un forte abbraccio. 
«Tre minuti e sul palco, forza!» Miss. Janette dice ad alta voce dietro le quinte per farsi sentire da tutti i personaggi. Dall'altra parte del tendone vedo la figura di Harry che molleggia su se stesso, percepisco che anche lui è teso, forse più di me visto che continua a toccarsi i capelli.
Mi do una scrollata al vestito rosa antico sui fianchi e con passo deciso vado incontro a Miss. Janette dove sta aspettando tutte le comparse che devono entrare prima dei protagonisti, ovvero Harry ed io. Un ragazzo alto, con uno smoking nero, sta presentando lo spettacolo e dopo aver annunciato il titolo della mia opera, ossia,
"Holmes Chapel's Sleeping Beauty".
 Il sipario rosso si apre e cinque ragazze escono dalle quinte seguite dalla musica. 
Svolgono quel  balletto, che ogni volta vedevo provare in teatro, perfettamente, proprio come angeli che fluttuano su un lago ghiacciato. La musica finisce e Miss. Janette mi fa segno con la mano di entrare. E' il mio turno. Cammino lentamente sul palco, molleggiando di qua e di la, muovendo, a ritmo dei passi, il vestito. Altre tre ragazze escono dietro di me con un vestito rosa, verde e azzurro. Loro interpretano la parte delle fatine, che aiutano la principessa Aurora a nascondersi nella capanna, che avevano costruito con le loro bacchette magiche, nel bosco di Holmes Chapel. 
Durante la recita escono alcuni ragazzi travestiti da animali del bosco e danzano assieme a me, quando poi da dietro le quinte esce Harry in calza maglia ed una tunica marroncina. Lui invece rappresenta il principe Filippo, il ragazzo  che si innamora a prima vista della principessa Aurora. 
La storia de "La bella addormentata nel bosco" narra la vicenda di una principessa che viene maledetta dalla strega Malefica. Al compimento del suo sedicesimo compleanno,infatti,la principessa si punge con il fuso dell'arcolaio e muore. Per fortuna un'ultima fatina doveva ancora dichiarare il suo dono,così decise che la principessa,dopo essersi punta con il fuso dell'arcolaio,non sarebbe morta,ma si sarebbe semplicemente addormentata e avrebbe dormito fin quando non avesse ricevuto il bacio del primo amore.
La storia che ho scritto per la recita si basa sulla fiaba della Bella addormentata nel bosco, ma con un tocco originale; La principessa, non si pungerà con il fuso dell'arcolaio, ma verrà solamente maledetta per la sua bellezza e per questo la strega Malefica, la vorrà morta. Ma la terza fatina, come dono le offre la vita della strega Malefica, perciò la strega morirà e lei rimarrà in vita solamente se Filippo le da il suo primo bacio d'amore. 
"Harry ti bacerà, accettalo." Sento una vocina nella mia testa e solo al pensiero mi sento male.
"Ma cosa vuoi che sia un bacio? E' una recita, state fingendo." Dice un'altra vocina, sto iniziando ad innervosirmi e non vedo l'ora che quest'incubo finisca all'istante.

All'improvviso, mentre io sono distesa sul palco, sento due morbide mani poggiarsi sulle mie incrociate al petto e un sussulto esce dalla mia bocca.
Sento un respiro caldo sul collo e due labbra si posano sulle mie, socchiudo gli occhi e incontro quelli verdi di Harry, che anche lui teneva leggermente aperti. 
Un caloroso applauso si espande per tutto il teatro, Harry stende una mano per aiutare ad alzarmi e tutte le comparse ci raggiungono al centro del palco.
Il pubblico continua ad applaudire anche quando il sipario si richiude, tutti insieme formiamo un cerchio e ci stringiamo in un forte abbraccio e sento il battito del cuore di Harry nell'orecchio. Credo fortemente di provare qualche sentimento per lui, anche se lo odio, so che in fondo al cuore gli voglio un bene dell'anima, ma sono così orgogliosa da non ammetterlo a me stessa. 



 
***
 
Finalmente è arrivato il gran giorno che aspettavo da circa sei anni, prendere il diploma e partire. 
Partire senza una meta precisa, andare alla stazione centrale e salire sul primo treno in partenza, sarebbe stata una cosa bellissima se solo mio padre non organizzasse quel viaggio con la famiglia Styles. 
Anche quest'oggi sono davanti ad un pubblico, ma di soli studenti che attendono con ansia di ricevere il proprio diploma. 
Tutti gli alunni del quinto anno indossano le tuniche nere e gialle, i colori dello stemma della scuola, e in coro iniziamo a cantare l'inno inglese. Dalla terza fila, dove sono seduta, vedo il preside che cerca di leggere, ma la sua voce tremolante glielo impedisce, così si avvicina Miss. Janette, non che la vice preside e parla lei al suo posto. Sento Che inizia ad elencare in ordine alfabetico gli alunni, che mano a mano salgono sul palco per ricevere il diploma. Sono una delle ultime ad essere chiamate e con tutta me stessa cerco di stare calma, non voglio salire sul palco per poi scoppiare a piangere, non devo. 
«Watson Emma!» Ecco che Miss. Janette pronuncia il mio nome, mi alzo dalla sedia e con passo deciso mi dirigo verso la professoressa ed essa mi porge in mano un foglio arrotolato chiuso con un fiocco rosso. Le sorrido e una volta che mi dirigo al mio posto, una lacrima calda scende sul viso. 
Da una parte mi mancherà non entrare più in questa scuola, ma dall'altra sono felice di aver trascorso i cinque anni più belli della mia vita, anche se a volte c'erano alti e bassi. 
Finita la cerimonia, vedo in lontananza che mio padre si avvicina a me per poi stringermi forte al suo petto. «Congratulazioni piccola.» Sussurra mio padre all'orecchio mentre mi accarezza con una mano i capelli. Un'altra lacrima riga il mio volto e lui, con il suo pollice grande, me l'asciuga. 
«Scusate, volete una foto?» Ci chiede un ragazzo di quarta, il fotografo del giornalino scolastico. 
«Sì, grazie mille!» Risponde mio padre e un'altra volta mi stringe forte a lui, mettendoci in posa per la foto. Il ragazzo ci mostra la macchina fotografica per vedere se la foto era uscita bene. Entrambi annuiamo e il ragazzo se ne va in giro per il giardino a fotografare gli altri diplomanti. 
Da lontano vedo Harry che ride insieme ad un suo amico, affianco c'è anche Des, suo padre che sorride anche lui al figlio. Non so come, ma i nostri sguardi si incorciano e il cuore sale in gola. 
Quando all'improvviso lo vedo dirigersi verso di me, allarga le braccia e come se niente fosse mi abbraccia. Sprofondo tra le sue braccia e non posso fare a meno di sentire il suo profumo, lo strigo forte anche io e cerco di scacciare tutto l'odio che provo verso di lui. 
«Harry, chiama tuo padre, facciamo una foto tutti insieme! » Esclama mio padre con voce contenta, così mi volto verso di lui e sfoggio uno dei miei sorrisi migliori. Nuovamente ci mettiamo tutti in posa per poter scattare un'altro ricordo del giorno del diploma. 
Un giorno indimenticabile.








yuuuuuuuuuuuuuuuupie!
Hola chicas e chicos, scuuuuuuuuuuuuusatemi per avervi fatto aspettare due settimane, ma non avevo la più pallida idea di cosa scrivere. 
Il primo pezzo diciamo che è di passaggio, mentre il secondo ci doveva per forza essere, mi son sempre piaciute le scene dove consegnano il diploma 
e volevo scriverne un pezzo. Vi anticipo già da adesso, che dal decimo capitolo in poi la storia si fa sempre più interessante!
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e lasciare una recensione non morde mica u.u

@__xoxolover
Valentina Lwt Penocchio

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Capitolo 10
*** Flight number 693. ***


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10. 
Flight number 693.



 
«Em, muoviti. Harry e Des sono già arrivati.» Urla mio padre dal piano di sotto. 
Continuo a camminare avanti e indietro nella mia stanza, facendo mente locale su tutto ciò che ho infilato nella valigia nera qualche istante fà. 
Vestiti? Presi.
Costumi? Presi.
Occhiali da sole? Presi.
Crema solare? Presa.
Ipod? Preso.
Accessori? Presi.
Assorbenti? Diamine, no. 
Corro in bagno e dal mobiletto panna, sotto il lavandino, prendo un pacco di assorbenti. 
Solo ed esclusivamente per precauzione, ho un vuoto di memoria e non ricordo l'ultima volta che mi era venuto il ciclo. Meglio che me li porto dietro, non si sa mai. 
Faccio scivolare la valigia dal letto e con un tonfo cade a terra.
Dal rumore,spavento Spike, dove tranquillamente dormiva ai piedi del letto, e subito dopo lo vedo stiracchiarsi la schiena, facendo scodinzolare la coda pelosa. 
Siccome è pesantissima la valigia e non riesco a trasportarla giù da sola per le scale, la trascino fuori dalla stanza lasciando socchiusa la porta e guardo per l'ultima volta il letto,  il quale mi mancherà tantissimo, soprattutto il morbido cuscino in piume d'oca. 
«Qualcuno mi può aiutare con la valigia?» Urlo a squarcia gola e una figura alta e snella si presenta sull'uscio di casa. 
«Ti aiuto io.» Harry sale velocemente le scale e usando tutte le sue forze, alza da terra la valigia, scendendo piano piano.
Non posso fare a meno di notare le vene e i muscoli del braccio destro, dove sbilancia tutto il peso su un fianco.  
Piccoli e leggeri passi, si affiancano a me, e vedo Spike con le orecchie basse, ha già intuito che stiamo andando via.
Mi guarda con occhi tristi, lucidi e soprattutto pieni di amore. 
«Ma che ci hai messo qua dentro?» Domanda Harry prendendo un respiro profondo una volta arrivato al pianerottolo. 
«Lo stretto necessario.» Rispondo acidamente, per poi superarlo ed uscire di casa seguita sempre dal cagnolone. 
Caricato le ultime valigie nel baule, saliamo tutti sulla macchina di mio padre. Harry, Spike ed io siamo seduti nei posti passeggeri, mentre, affianco a mio padre,il conducente, c'è Des, il quale non fa altro che ridere e sbattere le mani come se fosse un bambino, che non vede l'ora di salire sulla sua attrazione preferita.
Sbuffo.
Sul sedile in mezzo, sale Spike, dove si siede comodamente sopra e poggia il muso sulle mie gambe, così inizio a fargli i grattini sulla testa dandogli teneri baci sulla fronte. ­
«Adesso ti portiamo da nonna, mi raccomando eh, fai il bravo!» Raccomando Spike mentre sventolo un dito, con la coda dell'occhio osservo la faccia di Harry, esterefatto. 
«Che c'è? Non mi hai mai visto parlare con Spike?»
«Lo tratti come un bambino.»
«Lui è il mio bambino.. il mio cucciolo. Bello lui!» Poggio una mano sul muso del cane e gli faccio delle smorfie, facendo ridere Harry come un dannato.
«Tu non sei a posto.» E si volta verso il finestrino guardando fuori le villette a schiera, che sfrecciano davanti ai suoi occhi.  
 
Arriviamo così a casa di nonna Rosalie, dove lei ci attendeva seduta sulla sedia a dondolo nella veranda.
Appena Spike scende dalla macchina corre verso di lei e nel mentre lui le fa le feste, mio padre rimette in moto la macchina per poter far andare l'aria condizionata.
«Buone vacanze!» Esclama nonna Rosalie e mi avvicino a lei per darle due baci sulla guancia, ormai rugosa, per via della vecchiaia.
Risaliamo tutti in macchina e Des viene costretto a cambiare posto, venendo dietro con me e Harry, visto che al posto del conducente c'è il nonno.
Ci accompagna lui, visto che l'ultima volta che mio padre lasciò la macchina al posteggio incustodito dell'aereporto, gliela rigarono tutta quanta.
Des, essendo abbastanza robusto e occupando gran parte del sedile, vengo completamente spiaccicata al fianco di Harry. 
Lui, stando scomodo, allunga il braccio sinistro vestro il tettuccio della macchina. 
Io invece, sentendomi in imbarazzo, mi stringo nelle spalle, sperando che non faccia il movimento di mettere il braccio intorno al collo, quando fortunatamente lo porta sul poggia testa del sedile. 
 
Dopo una ventina di minuti, arriviamo all'aereporto di Manchester, dove dopo aver tirato giù i bagagli dal baule, ci dirigiamo tutti di corsa verso il check-in.
«Muovetevi, siamo in ritardissimo!» Esclama Des mentre accellera sempre più il passo. 
Corre talmente veloce che non riesco stare dietro al gruppo e mi fermo, lasciando la presa della valigia.
«Harry, ti prego, aiutami.» La mia voce ansimante fa spaventare Harry, che si gira di scatto e mi guarda negli occhi. Riprendo fiato e lui, gentilmente mi porta la valigia, mentre io tengo sulle spalle il suo zaino. 
 
«Il volo 693 è in partenza, siete cortesemente pregati di dirigervi verso il gate 46 per l'imbarco, grazie.» Annuncia una voce femminile, calda e sensuale. 
«E' il nostro, su dai!» Harry e Des aumentano il passo arrivando primi al gate.
Mio padre allunga i biglietti ad una ragazza alta e bionda, velocemente percorriamo il corridoio di vetro che porta direttamente all'aereo.
In fila indiana entriamo nel velivolo e alzandomi in punta di piedi, controllo se ci sono posti liberi.
Sento poi la voce di Harry il quale annuncia che ne aveva trovati due liberi verso il fondo e altri due poco più avanti.
Mi siedo comodamente nei posti centrali e dandomi una sistemata ai capelli, li raccolgo in una mezza coda.
 E' come un colpo allo stomaco quando trovo davanti ai miei occhi Harry che sorride, mostrandomi i suoi perfetti e bianchi denti.
Ed eccolo lì, in tutta la sua bellezza. 
«Che spavento, cazzo.» Esclamo portandomi una mano al petto, per sentire il battito del cuore accelerare alla sua vista.
«Non pensavo di fare così paura.» Fa l'occhiolino. «Comunque, mio padre vuole stare vicino al tuo, perciò mi metto qui, se per te non è un problema.» Mi giro di scatto fulminandolo con lo sguardo, ma lo trovo già seduto, a braccia conserte e con la cintura allacciata. 
«No, ma fai pure eh!» Sforzo un sorriso e lui fa spallucce. 
Facendo due calcoli, veloci veloci, noto che sono quasi dieci ore di viaggio. 
Nauseante, direi. Mi infilo le cuffiette nelle orecchie e seleziono play sul mio Ipod. 
Parte "Rude boy" di Rhianna e sprofondo nel sedile, lasciandomi trasportare dalla sua voce potente ed energica, fino ad addormentarmi sotto le note di "When I look at you" di Miley Cyrus. 




YUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUPIE!

Ciao bellezze oiikfldv
ho aggiornato presto questa volta, contente? c:
Innanzitutto devo ringraziare tutte le belle personcine che leggono la storia, che la mettono tra le seguite/ricordate/preferite; mi fate sentire bene aslkfkjdhfslk
Poi volevo dirvi che siccome ho una connessione di cacca, in questi giorni mi dedicherò a una storia che sto scrivendo su Conor Maynard, ce l'ho tutta in mente
e non vedo l'ora di scrivere qualche capitolo per poi pubblicarvi il prologo!
Mi voglio scusare sia se incontrerete degli errori, ma sono stanca per rileggerlo,
sia perchè è corto, prometto che dal prossimo saranno più lunghi çwç 
Detto questo volevo informarvi che ho cambiato banner e che me l'ha fatto quella figona di anns. 
Siccome mi piace moltissimo una sua storia, ve la link qui sotto. 
 
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Dovete cliccare sull'immagine per poter andare alla storia!
In più volevo ricordarvi che le recensioni devono contenre più di dieci parole, se no le conta come messaggi personali c: 
Ora la finisco qua, perchè mi sto allungando troppo!
Spero che passate da lei, perchè è veramente brava! c: 

Un bacio enorme, vale. kisskiss.

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Capitolo 11
*** Summer Paradise. ***


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11. 
Summer Paradise.

 


"Tell me how to get back to  
Back to summer paradise with you 
And I'll be there in a heartbeat
Oh-oh 
I'll be there in a heartbeat 
Oh-oh 
I'll be there in a heartbeat "




 
Ero sdraiata sotto l'ombrellone,ascoltando tranquillamente  l'iPod, mentre cercavo di riposare un pò visto che la notte precendete avevo dormito poco, faceva troppo caldo nonostante il condizionatore era acceso. All'improvviso dell'acqua ghiacciata mi finisce addosso quando realizzo che Harry ed un suo amico hanno un secchiello in mano ed entrambi ridono come dei matti. Se fosse per loro, si rotolerebbero sulla sabbia come dei pesci fuori dall'acqua.
Fulmino con gli occhi Harry ed il suo amico, alto quanto lui, con gli occhi azzurri e abbastanza in forma.
«Harry, se il telefono non funziona giuro che ti ammazzo. » Gli urlo contro, mentre lui continua a ridere insieme al ragazzo dagli occhi azzurri. 
Mi alzo di scatto e faccio un passo felino verso di lui, quando Harry inizia a correre a gambe elevate.
Lo guardo correre via come una femminuccia e quando realizza che l'avevo preso in giro fa una smorfia, tirando fuori la lingua.
Da sotto l'ombrellone prendo gli occhiali da sole ed il pareo, per poi metterlo sui fianchi.
A passo deciso mi dirigo al bar della piscina, sistemandomi su uno sgabello e attirando l'attenzione di un barista, un ragazzo di colore, con gli occhi verdi. 
"Molto bello" penso mentre osservo il suo fisico palestrato. 
Ordino un succo d'ananas e quando il ragazzo mi porge il bicchiere con tanto di ombrellino e  sombrero, lo prendo tra le mani e ne sorseggio piano piano.
Da lontano, vedo Harry e il suo amico ridere e scherzare con delle tipe, molto probabilmente del luogo vista la loro carnagione scura.
Inizio a muovere frettolosamente la gamba sullo sgabello, nervosa dalla visuale, forse un pò troppo gelosa. 
«Tutto a posto? »Mi volto di scatto quando sento una voce provenire affianco a me. 
E' una ragazza, alta, bionda con gli occhi azzurri, con un fiore tra i capelli, che mi squadra da testa a piedi. 
«Sì, perchè? » Rispondo con perplessità, facendole un sorriso sforzato.
«Così.. per fare conversazione.. Comunque piacere, Lexie. » Allunga la mano, ed io faccio lo stesso. Stringo la sua mano, morbida ed esile al tatto.
«Piacere Emma! » Sorseggio il succo, finendolo e allungandolo verso il bancone, dove il barista lo prende e lo poggia nel lavabo. 
«Da quanto sei qui? » 
«Da due giorni, te? »
«Quasi una settimana. » 
«Capito.. sei sola? »
«No, con mio padre e amici. » Veniamo interrotte, quando la bionda si volta di scatto, perchè si sente chiamare.
Entrambe vediamo un ragazzo alto e biondo che corre verso di noi, e noto che è lo stesso ragazzo che era insieme ad Harry, trenta minuti fa.
«Lexie, mi servono le chiavi della stanza. » Dice con il fiatone il ragazzo, guardando repentinamente la ragazza bionda, e me.
«Ah, ma te sei la sorella di Harry. » Mi giro di scatto quando sento nominare Harry. «No, lui non è mio fratello. » 
«Pensavo che lo foste. »
«Pensavi male..  »
«Scusami per prima.. comunque io sono Louis. » Fingo un sorriso quando poi gli dico il mio nome. Prende e se ne va, con la chiave della stanza. 
«Mio fratello è idiota, lascialo perdere. » 
«E' tuo fratello? »
«Strano ma vero.. siamo molto diversi, ce lo dicono tutti. »
«Interessante.. » Dico con disinvoltura, continuando a fissare Styles che ride con una bionda ossigenata.
E la gamba inizia a dondolare di nuovo sul poggia piedi dello sgabello. Una mano si posa sul ginocchio, cercando di tenerlo fermo, ma invano. 
« Ehi, che succede? » Lexie richiama la mia attenzione, toccandomi con il dito il viso, facendomi girare verso di lei.
« C'è qualcosa che non va, ti si legge negli occhi.. sono una brava ascoltatrice,sfogati. » Confessa, guardandomi dritta negli occhi, mettendomi in soggezione. 
«Niente, non mi va di parlarne, scusami. » Mi alzo dallo sgabello, lasciando la bionda da sola al bar.
A passo veloce mi dirigo verso l'ombrellone, prendendo su la borsa della spiaggia, cerco la chiave della stanza e, fissando i granelli di sabbia che si infilano tra le dita dei piedi, salgo al quarto piano del residence.
Una volta che sono in stanza, prendo l'asciugamano dalla borsa completamente bagnato per colpa di Harry, e lo stendo fuori dal balcone per farlo asciugare.
Controllo l'ora sul cellulare, ed in quel medesimo istante, mi arriva una chiamata. Sullo schermo vedo il nome di Harry, penso se devo rispondergli o meno. 
«Che vuoi? » Domando. 
« Tranquilla eh. Il mio amico Louis ci ha chiesto se stasera ceniamo con lui e sua sorella. »
« Buono a sapersi » 
« Smettila di rispondermi male. Che fai, ti aggreghi a noi o vuoi fare la forever alone per tre settimane? » Commenta lui con tono acido, tanto che potrei correre in bagno e vomitare.
« No Harry, non lo farò. Vengo, ma ad una condizione.. »
« Quale? »
« Di al tuo amico di non provarci con me. » 
« Cosa molto difficile, ma glielo dirò. »
« Grazie sfigghy. »
« Senti chi parla.. »
« Addio. » Chiudo la telefonata e getto il telefono, quello che mi aveva bagnato Harry nel pomeriggio, sul letto in mezzo ai cuscini, cosa che sicuramente dimenticherò di aver lanciato lì. Vale a dire che quando dovrò uscire, impazzirò a cercarlo per la stanza, quando poi mi verrà in mente del volo che gli ho fatto fare.
Ricapitolando, ho preso il cellulare per guardare l'ora, ma l'ho già dimenticata, perciò mi fiondo nel letto, cercandolo tra i cuscini e sullo schermo mi segna in caratteri cubitali, le diciassette e cinquantasei minuti. Le sei, in teoria. 
Ho bisogno di una doccia, ho bisogno di rilassarmi, ho bisogno di pensare. Apro l'acqua tiepida facendola scivolare sul collo, fino a scorrermi lungo la spina dorsale, bagnandomi completamente la testa, per poi insaponarla. Esco dalla doccia, non so quanti minuti dopo, ma mi accorgo dell'orario che si è fatto, solo quando decido cosa indossare quella sera. 
Canottiera bianca con il segno della pace, pantaloncini rossi, converse rosse, capelli raccolti in una coda alla cavolo di cane, collana abbianata al pantaloncino e due bracciali sul polso destro. Niente borsa, alla sera voglio essere libera, muovermi tra la gente senza dare borsettate che poi  mi insultano.
Bussano alla porta e velocemente la apro trovandomi davanti due incantevoli occhi verdi. "Smettila di fare così Emma." Dice il mio alter- ego, ogni volta che i nostri sguardi si incrociano. 
« Andiamo, ci stanno aspettando in sala.» Lo seguo fino alla sala, quando poi incrociamo gli sguardi dei due fratelli.
« Era ora,cavolo! » Esclama il ragazzo dagli occhi azzurri.
« Colpa mia, scusate! » Fingo un espressione dispiaciuta per poi voltare le spalle e dirigermi verso il buffet, dove riempio il piatto con tutti gli antipasti che mi ritrovo davanti, viene solo l'acquolina a guardarli. Torno al tavolo, sedendomi accanto a Lexie, le rivolgo un sorriso e addento il primo boccone della serata.
Si prevede già una bella serata.
 
Durante la cena io e Lexie abbiamo legato di più, abbiamo avuto modo di conoscerci meglio.
Nel parlare, ho scoperto che lei ha soli sedici anni, quando in realtà ne dimostra diciannove come me, rispetto alle ragazze della mia scuola, lei è più matura di tutte quelle che conosco. 
In poche ore mi ha raccontato della sua vita, dei suoi sbalzi d'umore, di come i suoi compagni di scuola, specialmente una ragazza, ce l'ha con lei, prendendola in giro sulla musica che ascolta. Le ho consigliato di non calcolarla, di risponderle come si deve, senza farsi mettere i piedi in testa.
Mentre dall'altra parte, Harry e Louis, parlano in continuazione di ragazze, quelle che gli passano davanti, facendo commenti poco graditi da me, infatti,dal nervoso la gamba inizia a dondolarmi di nuovo. 
« Andiamo a farci un giro io e Emma, a più tardi ragazzi. »
« Ma che cazzo...? »
« Devo parlarti.. » Mi dice sottovoce, per non farsi sentire dal fratello. 
Usciamo entrambe dalla sala, avviandoci verso la riva, le onde si infrangono sulle caviglie, bagnandoci anche i polpacci. « Dimmi pure.. »
Interrompo il silenzio, guardando gli occhi azzurri di Lexie. « No, sei te che devi parlare. Tutto il giorno che ti vedo nervosa.. »
« E' una situazione un pò strana.. non puoi capire. » Dico abbassando lo sguardo sui piedi bagnati. « Posso capire eccome.. spara, forza. »
« E va bene.. mi piace Harry, ma il punto è che io e lui ci odiamo. » Confesso, attorciglandomi le mani dal nervoso. 
« Mi pare ovvia la cosa.. com'è il detto? "Chi si odia, si ama." » Lexie si ferma, fermando anche me con un braccio.
Con un dito mi indica di andarci a sedere su una sdraio li vicino a noi. 
« Piantala Lexie, non è vero. C'è, non è che ci odiamo, non ci sopportiamo, ecco. »
Le dico mentre ci stendiamo sulle sdraio verdi e gialle.
« Posso darti un consiglio? »
« Sentiamo. »
« Lascialo perdere. Fai in modo che sia lui ad accorgersi che c'è qualcosa che non va in te. » Si volta verso di me, vendendomi agitata per la situazione. 
Ogni volta che parlo di lui mi si stringe lo stomaco, come se a parlarne mi dia fastidio, e in effetti è così.
« E' quello che faccio, ma lui mi stuzzica sempre, come oggi pomeriggio con tuo fratello. Dormivo e lui mi è venuto a rompere le balle. »
« Evidentemente interessi anche a lui.. sai i ragazzi per ricevere attenzione, fanno gli stupidi.  » Allarga le braccia al cielo, facendo uno smorfia.
« Non lo so.. so solo che voglio stare alla larga da lui.. i miei ormoni impazziscono alla sua vista »
« Oh tesoro, ne sei innamorata allora. »
« Lexie, ti prego basta. »
« Okay, okay, la finisco. Ma mi ringrazierai un giorno! » Dice iniziando a correre sulla riva, quando tutta l'acqua le bagna i vestiti.
Talmente felice che è, mi prende per il braccio e mi trascina con se in acqua, completamente vestita. 
La serata finisce quando le guardie ci hanno rimproverato per aver fatto il bagno di notte, spedendoci direttamente in camera.
Prima di andarcene però, siamo passate ad avvisare Harry e Louis, notando che se la stavano spassando con due tipe.

Saluto Lexie con un bacio sulla guancia, mentre io mi dirigo verso l'ascensore per arrivare al terzo piano. 
Corro in camera, denudandomi completamente, per poter infilare l'intimo asciutto e indossare dei pantaloncini come pigiama. 
Mi butto sul letto, cercando di scacciare via il pensiero di Harry ed i suoi occhi verde smeraldo. 






yuuupie yeah.
Ciaooo bella gente!
Scusate per il ritardo, ma avevo il blocco dello scrittore.
E' uscito una schifezza perchè avevo poche idee çwç
Per me, fa cagare i piccioni.
Diciamo che questo è un capitolo di passaggio, cioè un introduzione su ciò che dovrebbe succedere nel prossimo capitolo. 
Come potete ben notare ci sono due nuovi personaggi.
Louis, quella meraviglia di mio marito, e Lexie, una mia cara amica che ho voluto inserire nella storia.
Diciamo che Lexie, me la sono immaginata come Lottie, solo che ho aumentato la sua età lol
Non so vai, ma per me Lottie e Louis, si somigliano poco e niente, anzi, per me niente, forse il colore degli occhi presi dalla madre. 
In ogni caso, devo ringraziarvi veramente tutte quante, a chi legge e recensisce e a chi legge e se ne sta zitto zitto.
Ma l'importante è che vi piaccia la storia. 
Ringrazio anche per tutte quelle belle personcine che hanno messo la storia tra preferiti/ricordate/seguite. Siete fantasiche ogrfdvkl 
Evaporo peipi, alla prossima :3
-vale ♥ 

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Capitolo 12
*** Last Night. ***


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12.
Last Night.




 

 

«Va bene Louis, a domani, buonanotte. » Dico uscendo dall'ascensore quando dietro di me si chiudono le porte di acciaio laccato, lasciando un eco rimbombare nelle mie orecchie, arrivando così al terzo piano. Sono pronto per cambiare totalmente, anche radicalmente se il tempo me lo permette.
Devo in tutti i modi trovare la soluzione migliore per poterla avere tutta per me, al posto di rovinare sempre di più le cose con lei.
Lei è Emma, la ragazza per la quale nelle ultime settimane ho perso la testa. Strano, ma vero.
Forse il fatto che siamo sempre stati nemici-amici, mi fa avere poche possibilità con lei, ma voglio provarci, a qualunque costo.
Percorro lentamente il lungo corridoio, fissando costantemente la moquette bordeaux con dei puntini color oro, cercando di scacciare via i pensieri più brutti della mia vita. Passare le giornate con Louis mi ha fatto capire molte cose, alla vera amicizia, come ci si deve comportare realmente con le ragazze e a tutte le belle cose che si possono fare in due, senza avere nessun disturbo.  
Arrivo davanti alla stanza 314, ovvero la mia, e con la mano cerco le chiavi nella tasca posteriore del jeans, ma qualcosa mi dice che non c'è.
Cerco anche in quelle davanti, ma nemmeno. Bene, sono rimasto chiuso fuori, o meglio, mi sono chiuso fuori.
Sbuffo, facendo svolazzare una ciocca di capelli sul volto e guardo l'ora tirando fuori dalla tasca il  telefono e noto che sono quasi le due di notte. 
Non voglio e non posso disturbare mio padre, tanto meno dormire in spiaggia, perchè fuori fa fresco. 
« Harry?! » Domanda una voce femminile provenire alle mie spalle, facendomi sussultare e voltare allo stesso tempo, vedendo poi una figura piccolina ed esile a pochi passi da me. Scruto con lo sguardo nel buio, inarcando un sopraciglio, e appena accendo la luce a timer del corridoio, riconosco il viso della ragazza.
« Ah, sei te Lexie. Che ci fai ancora sveglia a quest'ora?»
« Potrei farti la stessa domanda. » 
« Sto ritornando ora dal falò. » 
« Con mio fratello? »
« No guarda, da solo.. Eh certo, se no con chi ci andavo? »
« Non lo so, magari con Emma. »
« Sì, certo. »
« A proposito, mio fratello è già salito? »
« Sì. Ora vado, buonanotte.» 
« Buonanotte anche a te. »  Lexie mi volta le spalle sculettando e salendo le scale, lasciandomi una bella visuale.
"No, cazzo, no, non devo pensarci." Penso e ripeto dentro di me continuamente, dandomi una botta sulla fronte e scacciando dalla mente quel brutto pensiero.
Ricapitolando; Sono le due di notte, non ho le chiavi per entrare in camera ed io non ho voglia di dormire in spiaggia, perciò devo decidere se svegliare mio padre o magari chiedere ad Emma il favore di ospitarmi in camera sua. Opto per la seconda opzione, anche se penso di ricevere un no come risposta.
Mi avvicino alla stanza 309,quella di Emma se non erro, e con due nocche busso alla porta, abbassando automaticamente lo sguardo sul pavimento.
Aspetto vari secondi, ma Emma sembra non sentire. Riprovo, incrociando le dita e sperando che almeno stavolta mi senta.
Infatti dopo qualche secondo mi trovo lei davanti agli occhi.
La fisso costantemente negli occhi, ma qualcosa attira la mia attenzione: E' in pantaloncini corti ed una canottiera bianca, che risalta il seno prosperoso.
Strani pensieri perversi invadono la mia mente, scatenando in me una forte voglia di saltarle addosso.
"Stai calmo Harry, stai calmo." Ripeto continuamente dentro di me. 
« Scusami per l'orario.. ma vedi, mi sono chiuso fuori, posso stare da te per questa notte? » Domando velocemente, mentre infilo una mano tra i folti capelli, scrollandoli e cercando di smollare la tensione che c'è in me. 
« Che pirla. » Lei si fa da parte, facendomi segno con la mano di entrare in camera.
E' come la mia, con il bagno sulla sinistra, l'armadio sulla destra e il letto anche, ma a differenza sua,la visuale  dal balcone da sul mare, mentre il mio sul giardino.
« Dormi sulla poltrona. » Interrompe il silenzio, voltandosi verso di me mentre si siede al bordo del letto, pronta per coricarsi. 
« A sto punto preferivo dormire sulla sdraio. »
« Vai, nessuno te lo impedisce. »
« Simpatica. » Le faccio una smorfia, tirando fuori la lingua. 
« Buonanotte Harry. »
« Buonanotte Emma. » La vedo sporgersi verso il comodino per poter spengere la luce e si  corica lentamente sul letto mentre io cerco di trovare una posizione decente per dormire, ma quando provo a chiudere occhio, non riesco  fare a meno di immaginarmi al suo fianco.
"Ma solo per poter dormire comodo." 
"Certo come no." 
Avete presente il diavoletto e l'angioletto che spuntano sulle spalle degli attori di un film? 
Ecco, è quello che sta succedendo in questo preciso momento, ma a differenza del film, capita tutto nella mia testa, nella mia fottuta testa. 
Passano i minuti, o anche le ore, ed io sono sempre qui seduto, semi sdraiato o non so come posso descrivere la posizione che ho assunto, su questa scomodissima e piccolissima poltrona, quando continuo a pensare vivamente di alzarmi e andare a coricarmi affianco a lei.
Ormai è da tanto che si è addormentata, non si accorgerà nemmeno che sono entrato nel suo letto.
Perciò mi tolgo le scarpe, lasciando vicino alla poltrona, mi sfilo la maglietta nera dei Ramones lanciandola sulla poltrona e mi sdraio sul letto cercando di non far rumore.
Mi avvicino sempre più a lei per poter annusare i suoi ricci capelli castani che profumano di lampone. 

 
Spalanco gli occhi appena sento dei rumori provenire dal corridoio, intuisco che sono i bambini che corrono di prima mattina per andare a fare colazione visto che i loro genitori gli urlano dietro e non fanno caso che c'è gente che dorme ancora a quell'ora.
A proposito dell'ora, che ore sono? "Oh merda, sono le nove ed Emma non è più nel letto." Penso.  
« Ehi?! » Mormoro schiarendomi la voce. Nessuna risposta.
Dò una scrollata ai capelli tutti arruffati, sistemandomi il ciuffo boccoloso cadente sul viso e mi rimetto in sesto, indossando la maglietta e le scarpe.
Fatto ciò, corro, mi fiondo, volo, faccio qualcunque cosa per poter arrivare in tempo in sala per mandare giù qualcosa, vista la mia improvvisa fame mattutina.
Plumcake, uova, bacon e quan'altro sono in grado di riempirmi lo stomaco fino a pranzo.  
« Cosa ti avevo detto ieri? » Oddio che spavento. Emma che mi appare alle spalle all'improvviso mi fa sussultare, quasi da farmi cadere il vassoio addosso, ma sono abbastanza sveglio da non farlo visto che mi era già capitato in passato, ero in prima media e i miei compagni deridevano di me quando tutto il sugo macchiò l'unica felpa decente che avevo.  
« Scusami, ma la poltrona era davvero, davvero scomoda. » 
« Pensavo che saresti riuscito a resistere, ma mi sbagliavo. »
« Grazie comunque. » Sussurro al suo orecchio.
Mi alzo in punta di piedi per poter cercare un tavolo vuoto, ma Emma mi precede trovandone uno a pochi passi da noi, così ci sediamo e iniziamo a fare la colazione. 
« Non aspettarmi, tanto devo andare a farmi fare il doppione delle chiavi. »
« Mi chiedo come hai fatto a chiuderti fuori.. sei un disastro Harry.  » Ride divertita all'idea che io sia un perfetto idiota, che scorda le cose, ma le devo dare assolutamente ragione. Sono un'idiota
Così una volta dopo essermi fatto fare in doppione della camera, filo direttamente in camera per poter cambiarmi i jeans, alquanto scomodi, mettendomi un costume stile hawaiiano ed una maglietta, giusto per non fare il trasgressivo che va in giro per l'hotel a petto nudo che poi le ragazzine cadono ai miei piedi, e mi dirigo verso la spiaggia dove ad aspettarmi c'è mio padre.
 
« Buongiorno papà! » Mi tolgo la maglietta poggiandola sopra le asticelle dell'ombrellone e vedo che mio padre sta giocando a carte con Josh, il padre di Emma.
« Buongiorno figliolo, tutto bene? »
« Potrebbe andare meglio, grazie. Te? »
« Tutto a posto anche io.. » Mi siedo accanto a lui, guardando le carte che ha in mano, capisco che stanno giocando a poker, ma senza soldi, solo per allenarsi visto che nel pomeriggio ci sarà una gara. 

 
E' proprio vero, il tempo vola. Non mi accorgo nemmeno che ormai sono passate quasi due settimane da quando sono arrivato, e non mi rendo nemmeno conto
che rimane poco tempo per conquistare il cuore di Emma. 
Emma, il mio pensiero fisso da ormai quasi un mese, da quando ho iniziato a  provare dei sentimenti per lei ai provini della recita di fine anno.
Per non parlare poi di quando l'ho baciata davanti a più di duecento persone, quando potevo farlo semplicemente in modo più romantico e magari da soli.
Ormai il sole sta tramontando, il cielo è sfumato di azzurro, rosa e arancione all'orizzonte, un panorama bellissimo visto dagli scogli. 
Ogni volta che mi sento triste o per qualsiasi altro stato d'umore, vado sempre a rifugiarmi nei posti più belli che ho visto in vita mia.
E lì, sugli scogli, posso semplicemente dire che è il migliore in assoluto.
Sarebbero ancora più bello se con me ci fosse qualcuno di importante al mio fianco, ma è una cosa che non si realizzerà mai, me lo sento.  
Ed è proprio in quel momento che qualcosa mi blocca, o meglio due mani piccole e morbide che si posano delicatamente sui miei occhi che mi fanno sussultare.
Chi sarà mai? 
Il mistero della vita.






 
 
yuuuuuuuuuuuuupie.
hooooola babessss, como estas? Yo bien :3 
Ya, ablo espanol.. ok la smetto c: 
Si ho fatto spagnolo al liceo linguistico ma solo per un anno, so sad ewe
Contente che ho messo il seguito? u.u 
Spero di sì, perchè ci ho messo parecchie ore per perfezionarlo.. l'ho finito a mezzanotte e mezza ed ero stanchissima ewe 
Quindi spero che vi piaccia anche perchè ho voluto fare il capitolo diverso dal solito, da come avete letto,
è tutto dal punto di vista di Harry ma non ho voluto scriverlo giusto per non togliervi la sopresa. 
Riguardo a tutte quelle belle persone che mettono la storia tra le seguite/ricordate/ preferite, io non so più che dirvi, siete stupedi tutti quanti.  
Ah e poi devo assolutamente ringraziare tre ragazze, che per la prima volta mi hanno contattato su twittah
menzionanodomi e chiedendomi di continuare perchè amano questa storia, ceh ma voi siete asghjklf 
Sto scrivendo un papiro lalalala ok, basta la pianto qui AHA
Sooo, recensite, recensite, recensite, mi raccomando più di 10 parole, potete anche scrivere minchiate, del tipo " fgogdfklv ok? " AHAHA NO.
Evaporo peipi, un besos ciau :3
-vale. 
 
twittah: @__xoxolover
feisbuk: Valentina Lwt Penocchio 
Ps: volevo chiedervi due piaceri:
Uno: Potete fare un salto a leggere la mia storia su Conor maynard, 
The twins Maynard
Due: Vi andrebbe di passare dalla storia della mia amica? Non potremo mai stare insieme.

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Capitolo 13
*** Sunset. ***


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13.
Sunset.






Lentamente porto le mani sul viso tastando quelle che poco prima si erano posate sui miei occhi e con il tatto cerco di capire di chi sono associandole ad un volto.  
Mani morbide e lisce, dita lunghe e sottili mi fanno intuire che sono quelle di una ragazza.
«Chi sono?» Chiede, appunto, una voce femminile. Dal timbro riconosco che non è la voce di Emma, perciò deve essere qualche altra ragazza. 
«Lexie?!» Chiedo mentre tolgo delicatamente le mani dagli occhi.
«Ma no, mi hai scoperta.. » Mi volto verso di lei sorridendole e la vedo sbuffare, poco dopo  si siede accanto a me, lasciando le gambe a penzoloni.
«Non ho molta scelta, te ed Emma siete le uniche che conosco. » 
«Non prendermi per il culo. La rossa di ieri? La mora del giorno prima?» Mi da una spallata, quasi da farmi cadere di lato. 
«La rossa è tedesca e quando parla non capisco un cavolo di quello che dice. La mora e tutte le altre ragazze con cui mi hai visto, sono amiche. »
Un pò irritante la cosa, volevo passare un pò di tempo da solo e invece mi ritrovo in compagnia di Lexie. 
«Mi fai morir dal ridere sai? » Annuisco a mio malgrado. Continuo a guardare il sole tramontare, avvolto ancora nei miei pensieri quando la bionda  
richiama la mia attenzione e prende qualcosa dalla sua borsa, ovvero una macchina fotografica.
« Mettiti di profilo, voglio farti una foto. » Faccio come mi dice e dopo che mi scatta la foto me la mostra. Sorrido compiaciuto dal mio prefetto profilo.  
« Mi piacciono i tuoi riccioli,posso toccarli? » Continua lei, fissandomi costantemente i capelli.
«Mi fai paura con quegli occhi. Satana esci da Lexie, ora.»­ Scoppia a ridere ed io la seguo a ruota. 
Si alza da terra e si da una scrollata sui pantaloni per togliersi i residui di sabbia che le sono rimasti attaccati e con un gesto mi fa segno di alzarmi.
Faccio come mi dice e dopo qualche minuto ci ritroviamo a camminare sulla riva del mare a parlare e scherzare. 
E' così carina quando arriccia il naso, anche quando agli angoli della bocca gli si formano due fossette e quegli occhi azzurri ormai sono paragonabili al colore del mare. 
All'orizzonte osservo l'ultimo spicchio di sole per poi sparire e man mano cala il buio. 
All'improvviso mi suona il telefono, facendomi vibrare metà natica, e appena vedo il nome di Emma lampeggiare sullo schermo, il cuore inizia a battere talmente forte che anche Lexie si potrebbe accorgere del imbarazzo. 
«Sì, pronto?  » Rispondo con voce quasi balbettante. 
«Dove minchia sei? E' da mezz'ora che ti aspetto nella hall.» Allontano il telefono per colpa della voce squillante di Emma.
«Scusami, mi son dimenticato. Arrivo, dammi 5 minuti. »  Mi attacca il telefono in faccia e dopo aver guardato lo schermo spegnersi, lo rimetto nella tasca posteriore dei pantaloni. 
« Era Emma?» Domanda Lexie. 
« Sì.. mi ero dimenticato che dovevamo cenare assieme. »
« Posso farti una domanda un pò imbarazzante? »
« Ehm.. se proprio insisti. » Si ferma lungo la riva per poi voltarsi verso di me e fissarmi negli occhi. « C'è qualcosa fra di voi? »
 "Domanda alquanto imbarazzante. E mo che le dico? "
« Perchè ti interessa? » 
« Come non detto, lascia stare. »
« No, ora me lo dici. » Insisto, voglio sapere perchè è così curiosa. No, aspetta, non è che magari gli piaccio e vuole sapere se sono single o no? 
« Sono solo curiosa. » Risponde. Inarco un sopraciglio per fargli capire che non mi convince, qua, gatta ci cova. « Dimmi la verità. » 
« No Harry, mi spiace non posso. » Avanza di qualche passo mentre io rimango impalato nella sabbia, guardandola andare via.
Dopo poco si volta nuovamente verso di me. 
« Ah Harry, domani c'è il falò in spiaggia, verrai?» Chiede alzando un pò il tono di voce per farsi sentire.
« Non lo so.» Mi incammino verso la passerella, raggiungendola poco dopo.
« Chiedi ad Emma se vuole aggregarsi a noi, verrà anche Louis.» Lexie si sposta una ciocca di capelli biondi dalla fronte, per poi portarseli dietro l'orecchio e sforza un sorriso. 
« Certo. Ciao Lexie, a domani. » Alzo la mano destra per salutarla, subito dopo le infilo nelle tasche anteriori del pantalone, stringendomi così nelle spalle.
A passo diretto, mi incammino verso la hall, dove ad aspettarmi c'è Emma.
Super le colonne di mattone rosso e scruto con lo sguardo le poltrone verde acqua, cercando di catturare lo sguardo intenso di Emma. 
Avanzo di qualche passo, ma di lei non vedo traccia, così, dopo aver composto il suo numero, porto il telefono all'orecchio e sento partire gli squilli.
Segreteria telefonica,
non c'è campo. 








yeah buddie, yuppie yeah.


Bel saluto eh? fdlkv
Puonasera gente, scuuuuuuuuuusatemi per il lungo ritardo ma è stato faticossissimo fare questo capitolo.
L'ho scritto e cancellato ben due volte perchè faceva altamente cacare i piccioni, ma questo non è da meno.
Fa schifo ed è corto, perdonatemi, ma la fantasia si è andata a far fottere. çwç
Il punto è che reputo questo capitolo uno di "passaggio" proprio perchè ho scritto una cosa che dovrà succedere nel prossimo.
Non dico altro se no vi tolgo la sorpresa, skstm.
 eeee poi volevo dirvi un'altra cosa: Ricordate quando avevo scritto nello scorso capitolo "Voglio finire la storia prima di Natale" ?
SCHERZI A PARTE , è una grandissima iper mega cazzata. Non riuscirò a finirla in una settimana.
Io non so veramente chi legge i miei "yuppie" ma a parer mio, sto dando di matto oggi.
 Ecco perchè ora lascio questo stupido spazio autrice per andare a scavarmi una buca e buttarmi dentro. 
Con amore, vale. ♥
 

Per aver scritto un capitolo schifoso, mi faccio perdonare mettendovi questa gif meravigliosa di Harry isdjvlk

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Capitolo 14
*** Bonfire. ***


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14.
Bonfire.


 

 

Toc toc.
Sento bussare alla porta e velocemente infilo i pantaloncini corti di jeans ed una canottiera bianca con lo stemma della pace, che mi ero preparata poco prima di farmi la doccia. 
«Un momento. » Esclamo saltando su due gambe per mettermi i pantaloncini fino alla vita  salendo faticosamente, forse sono piccoli oppure sono io che sono ingrassata.
Da quando sono in vacanza non faccio altro che mangiare e non faccio nemmeno lo sforzo di farmi una corsettina sulla riva, si vede che sono proprio una scansafatiche. 
Mi do un'ultima occhiata allo specchio prima di aprire la porta e trovarmi davanti il riccio. 
Per riccio intendo Harry, non l'animaletto molto carino ma altrettanto pungente.  
«Pronta? » Domanda lui squadrandomi da testa a piedi e con sorriso sornione alza il capo per guardarmi negli occhi. «Manca una cosa.» Che poi in realtà sono tre, ma sorvoliamo. Dico alzando un dito, chiudendo la porta in faccia a Harry, che trasgressiva.   
Corro in bagno spruzzando Chanel n°5 sul collo e un pò sui polsi, giusto per attirare l'attenzione dei ragazzi affascinanti.
Dilemma: Sandali o Converse? Con i sandali sembro più femminile mentre con le Converse più maschile. "Perfetto, metto i sandali." Penso fra me, aprendo l'anta dell'armadio e tirando fuori un paio di sandali color oro.  Dalla poltrona rosso fuoco, prendo la borsa hippie che avevo comprato nel pomeriggio dai zumbaumba.
«Fatto!» Esclamo uscendo dalla porta e facendola sbattere dietro di me.
Mi affianco ad Harry, mentre lui, con nonchalance, poggia il suo braccio attorno al mio collo. Ma che cazzo? Non siamo fidanzati.
Richiama l'ascensore premendo ripetutamente il tasto, quasi da farlo rompere. 
«Sta arrivando Harry, basta.» Si volta verso di me sorridendomi appena. Strano il ragazzo oggi, avrà il ciclo. Le porte metalliche si aprono facendo rumori strani, quasi arrugginiti ed Harry con una mano mi fa il gesto di passare avanti, così  velocemente mi fiondo dentro esso seguita poi dal riccio premendo il pulsante zero. L'ascensore riparte scendendo al piano terra e quando si ferma ci ritroviamo nell'hall. Ad aspettarci ci sono i fratelli Tomlinson con un sorriso stampato in faccia e appena ci vedono ci corrono incontro. «Buonasera a tutti! » Esclama Harry dando una pacca sulla spalla di Louis ed un bacio sulla guancia a Lexie. Faccio anche io lo stesso per poi dirigerci verso la sala pranzo e raggiungere il tavolo dei nostri genitori che tengono il posto anche per noi. 
« 'Sera ragazzi.» Il padre di Harry si alza dalla sedia sbracciandosi per farsi notare e appena raggiungiamo il tavolo, il riccio ed io ci sediamo intorno ad esso aspettando poi anche mio padre, come al solito in ritardo. «Allora dopo andate al falò? » Interviene nuovamente Des, interrompendo un silenzio tombale. Harry ed io annuiamo con la testa, per poi guardarci negli occhi e sorridere a malapena. 
 
 
Sono ormai le dieci e mezza di sera passate, il cielo è ricoperto completamente di stelle e la luna illumina l'intera spiaggia.
Dal balcone di camera mia si può vedere benissimo la spiaggia ed inoltre il fuoco del falò acceso. Lexie mi aveva accompagnata in camera per cambiarmi la maglia e mettermi qualcosa di più affascinante ma non avevo nulla di quello che si poteva definire elegante. «Massì, chi mi deve vedere? » Sbuffo sedendomi sul letto accanto a Lexie che continua ad osservare il suo cellulare. «Ohi, ci sei? » Le sventolo una mano davanti, distraendola. Si è incantata a fissare la foto che ha come sfondo del cellulare. 
« Chi è? » Domando avvicinandomi sempre di più a lei, mentre con una mano si asciuga una lacrima. « Un mio caro amico, mi manca tantissimo. » E' triste, si vede che ci tiene a questo ragazzo. «Dai, tra qualche giorno tornerai a casa e lo potrai riabbracciare. » Mi alzo in piedi, mettendomi davanti a lei e le metto un dito sotto il mento per poi sollevarle la testa. 
« Non potrò più farlo. E' un angelo ormai.» La peggior figura di merda della mia vita. 
« Oddio mi spiace un casino.» Anche lei si alza, per poi stringermi forte in un abbraccio. 
« Basta piangere, se no il trucco va via. » 
« Ci provo. » Si allontana da me dirigendosi in bagno per darsi una sistemata in viso.
E' brutto perdere così da un giorno all'altro una persona a cui vuoi un bene dell'anima.
Ed è brutto anche perdere la persona che ti ha messo al mondo.
A volte anche a me manca mia madre, ma non lo faccio notare per non ricevere attenzione. 
«Andiamo?» Chiede Lexie uscendo dal bagno, sistemandosi due ciocche bionde sul viso. 
«Allora che maglia mi metto? Non ne ho una elegante.» Sbuffo portandomi le mani sui fianchi e molleggiando su una gamba.
«Vieni, te la presto io.» Usciamo dalla stanza, andando al piano di sopra, dove alloggia lei con suo fratello.
Dal suo armadio tira fuori una canottiera nera con le paillettes, molto più elegante di quella che indosso.
Senza vergogna tiro via la canottiera bianca, rimandendo in reggiseno e subito dopo infilo quella di Lexie che mi sta giusta giusta.
Mi guardo allo specchio e da parte della bionda sento dire « Che schianto! ». Avrà dei problemi alla vista. "Meglio che vai dall'oculista." Avrei voluto risponderle. 
 
Insieme ci dirigiamo in spiaggia, dove già ci sono ragazzi che chiacchierano tra loro, bevendo dei cocktail.
Ci avviciniamo al bancone delle bibite e tutte e due prendiamo un cocktail all'ananas, con uno spruzzo di vodka liscia, giusto per cambiare il gusto.
«Cos'è sto schifo? » Urla Lexie disgustata, facendo facce strane ed infine poggia il bicchiere ancora pieno sul bancone.
Insieme di immergiamo nella mischia, tra ragazzi e ragazze che ballano a ritmo di musica, quando parte il tormentone dell'estate "Cecerececececerececececere" e tutti si mettono a cantare. 
Ad un certo colpo, sbucano fuori quegli imbecilli di Harry e Louis, che ci fanno spaventare urlandoci nelle orecchie. 
 Iniziano a ballare con noi, facendoci divertire con le loro mosse buffe, come dei pagliacci, quando poi la musica inizia a rallentare passando ad una romantica. 
Imbarazzantissimo. Mi guardo intorno, cercando di non incontrare lo sguardo di Harry, ma è un fulmine.
Due mani mi cingono il bacino, facendomi roteare di centoottanta gradi. I miei occhi incontrano quello verdi di Harry.
Il cuore inizia ad andare a duecento allora, quasi come una Ferrari.
Le luci lampeggianti, che hanno posizionato sui lampioni durante il pomeriggio, fanno sembrare l'atmosfera ancora più romantica.
Poggio le mani sulle sue spalle ed insieme dondoliamo su noi stessi, improvvisando dei passi.
Non mi rendo nemmeno conto che dopo tre minuti di pausa romantica, il DJ ha cambiato musica, tornando a quella di prima, ovvero ritmata e da discoteca.
« Vado a prendermi un drink, lo vuoi anche te?» Mi avvicino all'orecchio di Harry, posando una mano sulla spalla per sorreggermi.
Annuisce ed io lascio la pista, strattonandomi di qua e di là tra la gente che non mi vuole far passare. Una volta al bancone ordino due drink a scelta del ragazzo che mi serve.
Non mi interessa se è forte o no, basta che bevo. Come dire, voglio ubriacarmi, dalla serie "Party hard, allday and allnight." Dopo vari minuti ritorna il ragazzo di colore accompagnato da due drink dello stesso colore rosa pesca. Ne assaggio un pò per sentire il gusto. Alcool al punto giusto, so per certo che anche a Harry piacerà.
Mi intrometto di nuovo nella folla, cercando di stare attenta ai bicchieri e non faccio in tempo ad arrivare che qualcosa mi colpisce al cuore. 
Arrabbiata, delusa, inferocita, non so nemmeno io cosa provo in questo medesimo istante.
Chi se lo sarebbe aspettato che dopo una serata "romantica" il ragazzo che mi piace ci prova con un'altra? Piangere?
No, non è necessario, ho due drink in mano, non ho nemmeno voglia di buttarli via, li bevi io. 
Bevo, bevo finche la vista non mi si appanna, bevo finche non mi sento totalmente sobria. 
Bevo finche non finisco tra le braccia di un ragazzo. Ed il ragazzo che mi ritrovo davanti è qualcosa di indescrivibile.
Indescrivibile perchè ormai non ci vedo più, ma non riesco fare a meno di buttargli le braccia al collo e ballarci, finche le gambe riescono a reggere il mio corpo. 
«Ohi, te, stai lontano da lei. » Mi sento strattonare, una mano mi stringe l'avambraccio, ma io mi dimeno e mancava poco a cadere, ma due mani ben salde mi afferrano da dietro la schiena. 
«Non ti avvicinare. » Sono le ultime parole che sento prima di perdere i sensi. 






YUUUUUUUUUUUUUUUUUPIE YEAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

Miiiiiiiiinchia, non posso crederci.
Ma io faccio nevicare, ho aggiornato prima del previsto! oirlfvkd
Visto come sono brava? Si sta avvicinando il Natale e sono così buona che ho aggiornato nel giro di poco oittgklvf c: 
Allora che dire su questo capitolo? A me piace e tanto, sono soddisfatta!
Avete capito che è dal punto di vista di Emma?
Se la lettura è stata gradita, lasciatemi una recensione mlmlml ( più di 10 parole.)
Grazie a tutte quelle che recensiscono, che leggono in silenzio, che hanno messo la storia tra preferite/seguite/ricordate aoigfvk 
Se tutto va bene e riesco, il 23 o il 24 aggiorno ancora visto che poi c'è Natale e S.Stefano e non riesco visto che non sono nemmeno a casa çwç 
Dal 27 in poi sarò da una mia amica, mi porterò dietro il pc, e seeeeeeeeee riesco faccio una twiiiiiiitcam reifdlk 
Ora vado, un besooooooos. 
Ps: Per capodanno ho una OS bellissima da postarvi uergj, non vedo l'ora! ♥
-vale.
 

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Capitolo 15
*** Don't kill me, please. ***


"HA AGGIORNATO, HA AGGIORNATO."
 



 
No, non ho aggiornato. 
Mi spiace deludervi così, ma la fanfiction è momentaneamente SOSPESA.
Non so per quanto, ma in questo periodo non ho più ispirazione, il tempo per scrivere manca, la voglia pure. 
So che nelle regole di EFP è vietato lasciare "avvisi" come se fosse un capitolo, ma non so in che altro modo si può fare.
Spero che ora non mi uccidiate per avervi fatto prendere questo colpo, ma ripeto, mi scuso infinitamente con TUTTE voi lettrici e lettori, se ci sono.
Insultatemi, fate quello che volete, lasciate pure recensioni negative, ma per ora è meglio così. 



 
Ricordate:
VI VOGLIO BENE E NON DIMENTICATEVI DI ME, POTREI TORNARE DA UN MOMENTO ALL'ALTRO QUANDO NESSUNO SE LO ASPETTA! ♥
Pace&Amore ♡

 

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Capitolo 16
*** Naked guy. ***


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15.
Naked guy.



Lentamente apro gli occhi strizzandoli un pò e dopo essermi svegliata completamente, mi siedo sul bordo del letto lasciando le gambe a penzoloni.
Mi stiracchio la schiena ma realizzo dopo qualche secondo che non sono in camera mia. Scruto la stanza e lancio un urlo alla vista di un ragazzo mezzo nudo nel letto, indossando solo dei boxer con un braccio posato sotto il cuscino e l'altro sopra il petto ben scolpito. La sua carnagione è olivastra, i capelli castano scuro con qualche ciocca bionda, labbra carnose, e vari tatuaggi sparsi sul braccio e sul corpo. Il ragazzo,spaventato dalla mia voce squillante, si sveglia di soprassalto mettendosi seduto sul materasso, sistemandosi il ciuffo. «Stai tranquilla.» "Come faccio a star tranquilla che ho dormito con uno sconosciuto, mezzo nudo nel letto?" Avrei voluto rispondergli così, ma le parole non mi uscivano di bocca. « Tutto bene?» Continua il ragazzo, poggiando una mano sulla mia spalla. Annuisco e abbasso il capo per vedere se indosso ancora i vestiti, non si sa mai che il tizio abbia abusato di me mentre io ero incosciente.
«Cosa ci faccio qui? E tu chi sei? » Dico sforzando le corde vocali ed escono parole non ben definite, ho la voce roca. 
« Ti ho portata lontano dalla festa. C'era un tizio ubriaco che ti voleva fare del male, ti ha urlato dietro e te sei svenuta. Perciò ti ho trascinata via dalla folla.»  
« Oddio. Lo hai visto bene in faccia? » Domando alzando il capo e mi soffermo a guardare i suoi occhi color nocciola. « Sì, anche se le luci mi accecavano son riuscito a vedere che è un ragazzo abbastanza giovane. Pelle chiara, capelli castano scuro un pò mossi, e se non sbaglio aveva gli occhi chiari. » Spiega, mentre si alza dal letto e sistema una canottiera bianca sulla poltrona in vimini. «Detto così, sembra che tu mi stia descrivendo un mio amico, ma non può essere lui, non farebbe mai una cosa del genere, almeno credo. » 
« Non so, però guarda il tuo braccio sinistro. » Abbasso lo sguardo e noto che c'è un segno di tre dita che mi circondano il braccio.
Allibita, porto la mano sul livido massaggiandolo, ma più continuo più il dolore aumenta. Bastardo, chiunque sia stato. 
« Incredibile. Comunque non mi hai ancora detto chi sei. » D'un tratto sento il telefono squillare. Cerco la borsa nella stanza e appena la trovo frugo dentro trovando sul fondo il telefono e sullo schermo noto il nome di Lexie. Rispondo freneticamente e trovo la sua voce alquanto allarmata.
«Dove minchia sei?» Allontano il telefono dall'orecchio per via della sua voce squillante. «Calma, sto bene. Ora scendo.» La rassicuro e dopo aver messo giù ripongo il cellulare nella borsa, alzando automaticamente lo sguardo verso il ragazzo, attentendo una sua risposta. 
« Allora? » Lo incito fissandolo, anche se mi sento davvero in imbarazzo.
« Zayn, piacere. » Allunga la mano e con prontezza, gliela stringo. Stretta salda, mano morbida al tatto e liscia.
« Emma. » Lascio scivolare la mano lungo il mio fianco e non appena mi alzo dal letto, barcollo per qualche secondo fino a ritrovarmi nuovamente seduta sul materasso. 
Non ho nemmeno le forze per mantenermi in piedi. « Se aspetti cinque minuti, mi faccio la doccia velocemente e ti accompagno giù. » 
« Davvero, grazie mille dell'aiuto. » Così Zayn, sparisce dentro il bagno, lasciandomi sola sul letto come se fossi un cuscino. Allungo il collo per vedere fuori dalla finestra e noto che la visuale della spiaggia è simile dal punto di vista della mia camera ma un pelo più vicina. Evidentemente sarà il secondo piano. 
Una volta uscito dal bagno, si incammina con l'asciugamano attorno al bacino all'armadio, tirando fuori un bermuda rosso e una canottiera nera indossandola subito.
Ritorna in bagno e dopo due secondi è di nuovo fuori con addosso il costume. Con il capo mi fa cenno di alzarmi, così lentamente poggio i piedi per terra e mi alzo, aiutata da lui per potermi reggere e mi cinge la vita con un braccio. Apre la porta e dopo che siamo usciti entrambi la chiude dietro di sè, dirigendoci all'ascensore. La targhetta di vetro affianco alle porte d'acciaio mi danno la conferma che siamo al secondo piano. Lo sento fischiettare, guardandosi attorno, soffermandosi a guardarmi e me ne accorgo con la coda dell'occhio che fissa proprio il quel punto. Pervertito. Le porte si aprono lentamente ed entriamo insieme, lui dopo di me. 


 
« No, seriamente, dove caspita eri finita? Abbiamo passato la notte a cercarti Lou, Harry ed io. Non abbiamo detto niente a tuo padre per non allarmarlo, ma ci hai fatto prendere un bello spavento. Non farlo mai più. » Esclama con voce esuberante Lexie, quasi sgridandomi. 
«  Lexie, stai tranquilla. Sto bene, non mi è successo nulla. »
« Ho capito, ma dove sei stata? Non eri in camera. » 
« Cos'è, il terzo grado? Ero in camera di un ragazzo. Okay? » Dico roteando gli occhi al cielo. 
« E tu vai in camera di un ragazzo che nemmeno conosci? Wow, andiamo bene. »
« Davvero Lexie, smettila di fare la madre. Lasciami in pace. »
« Scusa se mi son preoccupata per te. Scusa se non ho, oh aspetta, abbiamo chiuso occhio. » La guardo fissa in quegli occhi azzurro oceano che man mano si fanno sempre più piccoli. Sussurro un eloquente "scusa" e le do un abbraccio, giusto per smollare la furia di Lexie. 
« Mi dici solamente se ieri Harry ha provato a toccarmi? » Alza un sopracicglio, come se la cosa l'avesse infastidita, ma avendo capito di cosa stavo parlando, annuisce senza proferire parola. 

 
Era davvero lui il ragazzo che mi ha lasciato il livido sul braccio?
Mille pensieri iniziano a torturarmi la testa, tanto da farmi una doccia ghiacciata per cercare di non pensarci.
Mi tornano in mente certe scene della sera prima e come sembra, le cose che mi aveva raccontato Zayn, il mio salvatore, siano successe veramente. 





 
I'M BAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAACK!
Felici? ortfdlk u.u
Spero di sì! :3
Ve l'avevo detto che sarei ritornata quando voi nemmeno ve lo aspettavate c:
E così eccomi qui con il continuo.
Davvero scusatemi tanto, ma non avevo proprio voglia di scrivere, diciamo mi mancava l'ispirazione u.u 
Detto questo, non voglio dilungarmi, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Se ci sono errori, scusatemi ma non ho riletto. 
Ora vado, xoxo, Vale. 

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Capitolo 17
*** He hates him. ***


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16.
He hates him.


 


 
Davvero, non riesco ancora a credere che Harry abbia fatto quelle cose la notte del falò. 
Mi chiedo cosa l'abbia spinto a tenermi saldamente il braccio tanto da lasciarmi il segno delle tre dita.
Massaggio il punto dolorante e un'altro flashback mi ritorna in mente. 
" Se lo può scordare che gli rivolgerò la parola, mi ha deluso, ancora, non me lo sarei mai immaginata così aggressivo. "
Dico nella mia mente mentre con il piede sinistro do un calcio all'acqua schizzandomi alcune gocce sui pantaloni. 
Guardo in lontananza uno stormo di gabbiani svolazzare nel cielo dalle varie sfumature di azzurro, rosa e arancione. Il sole piano piano sta calando, il livello del mare lentamente sale ed io sono ancora sommersa da mille pensieri. Dovrei essere a tavola in questo momento, ma avendo lo stomaco chiuso ho deciso di andare in riva al mare con la prospettiva di cogliere il bello del tramonto, immortalando il momento scattando una fotografia.
Ma il pensiero di Harry mi ha disconcentrata.
Click. Scatto foto qua e là per la spiaggia, cogliendo alcuni particolari che ad occhio nudo non si vedono. 
Zummo la foto e noto una sagoma nera sulla punta dello scoglio davanti a me. Metto a fuoco la vista e riesco a vedere anche io quello che ha catturato la foto. Mi avvicino sempre di più allo scoglio e intravedo a malapena un volto maschile. Mi accorgo che è molto familiare, perciò do un piccolo richiamo e la persona si gira. Lo guardo bene e vedo che è Louis, con una maglietta a righe, pantaloni rossi e un paio di Toms ai piedi. 
« Hei, che ci fai qua tutto solo? » Domando, mentre Lou mi da una mano a salire sullo scoglio, per poi aggiustarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
« Potrei farti la stessa domanda. » Risponde lui con un mezzo sogghigno. 
« Ho bisogno di riflettere e il rumore del mare mi aiuta. » 
« Anche io sinceramente. » Si sofferma ed entrambi guardiamo l'orizzonte. 
« Che succede a te? » Domando incuriosita. 
« Una ragazza.. mi ha scaricato per un altro. »  Si guarda intorno con la sguardo perso nel vuoto.
« Oh, mi spiace.. effettivamente non ti meritavi una come lei. »
« Io l'amavo e l'amo tutt'ora. Non riesco a togliermela dalla testa. » Si infila entrambe le mani tra i capelli e se li scuote.
« Vuoi un consiglio? Lascia perdere tutto e rinizia una nuova vita, solo così potrai dimenticarla. » Mi siedo sullo scoglio lasciando le gambe a penzoloni.
« Facile dirlo, eh? » Sogghigna.
« Fidati di me, anche io sono stata scaricata da uno, ma son stata forte e ho superato la cosa fregandomene. »
« Seguirò questo tuo consiglio, grazie. Te invece, a che pensavi? » Si accomoda anche lui vicino a me e con la coda dell'occhio noto che mi sta fissando. Imbarazzata, mi giro completamente dall'altra parte per non far vedere il mio volto triste. 
« Ad Harry. A come è cambiato nel giro di una notte. » Dico tutto ad un fiato. Devo pur sfogarmi con qualcuno. 
« Perchè scusa? E' un bravo ragazzo. »
« Allora come lo spieghi questo? » Gli indico il braccio e sulla sua faccia compare un espressione di dispiacere. 
« Davvero Emma, dovresti parlare con lui. E' tutto il giorno che mi parla di te, dovete chiarire delle cose voi due. »
« No, io non parlerò più con lui. Mi ha ferita, sia fisicamente che sentimentalmente. »
« Emma, credimi. Parlaci, ha una cosa importante da dirti. »
« Quando avrò voglia lo farò, grazie comunque. » Sussurro, seguito poi da un silenzio momentaneo, si sente solo l'acqua che si infrange sugli scogli.
« Hai già mangiato? » Mi domanda interrompendo il silenzio.
« No, non ho fame. » 
« Dovresti mangiare qualcosa, anche solo un frutto. »
« Magari dopo. » 
« Senti, io ora vado che mia sorella mi starà cercando, vieni con me o resti qui? » Allunga la mano verso di me. Penso a quale scelta prendere. 
« Vengo. » Allungo la mano anche io e lui mi aiuta ad alzarmi. Scrollo la sabbia dai pantaloni e insieme ci dirigiamo verso la passerella per poi entrare nel residence. Varchiamo le colonne in mattone rosso e lì ad aspettarci ci sono Lexie e... Harry. 
Alla vista del riccio, un brivido mi percorre lungo la schiena, tornando ancora alla mente una scena della sera precendente.
 Anche Harry alza lo sguardo ed entrambi ci guardiamo negli occhi, ma subito dopo riabbasso il capo, fissando le piastrelle di marmo sotto i miei piedi. Louis mi prende per un braccio, trascinandomi verso sua sorella ed Harry per poi avviarci tutti e quattro assieme al teatro dove quella sera si sarebbe tenuto uno spettacolo cabaret. "Che noia." Penso e sbuffo contemporaneamente mentre gli altri continuano a camminare. Mi dimeno dalla presa di Louis e appena mi lascia il polso, mi fermo su me stessa, fissando un punto davanti a me. 
Zayn è a pochi passi da me e mi squadra da testa a piedi, come se mi stesse facendo la radiografia al corpo. Mi fa un cenno con il capo di seguirlo ed io squoto la testa, segno che non posso fare ciò che mi dice. 
« Ciao bellezza. » A passo deciso si avvicina verso di me e mi saluta poggiando il suo braccio attorno al mio collo. 
« Ho un nome Zayn. » Fingo un sorriso.
« Scusami tesoro. Come stai? » Faccio spallucce. A pochi passi da noi c'è Harry e appena lui mi sente parlare, si gira, fissando prima me e poi Zayn.
I suoi occhi si fanno sempre più piccoli, quasi indemoniati. Due secondi ed Harry scaglia un pugno sul viso di Zayn, che poi cade a terra come un sacco di patate. 













YUUUUUUUUUUUUPIE.
Ciau bellezze del mio cuore, come state? c:
Bene, non mi dilungo molto con lo spazio autrice, perchè ho poco da dire.
Uno: La storia è quasi al termine.
Due: Ringrazio tutte le belle fanciulle che leggono e recensiscono la mia storia <3 siete FA-VO-LO-SE!
Tre: Scusate se ultimamente i capitoli sono corti, ma dopo un pò la voglia di scrivere scarseggia.
Quattro: Vi anticipo già che finita questa storia, ne inizierò un'altra, ma devo ancora scegliere quale idea usare perchè ne ho troppe. 
Cinque: Due ff che avevo iniziato le ho cancellate perchè non sono più riuscita a continuare, perciò le rimetterò non appena troverò un continuo c: 
ora vado, un bacio a tutte.
vale, <3

PS: su twittah ho cambiato nick, ora sono @voujs. follow me, and i'll follow back!

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Capitolo 18
*** seventeen. ***


SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE PER LA LUNGA ATTESA, DAVVERO, SCUSATEMI.
 
Volevo dirvi solo una cosa riguardo al capitolo seguente:
il testo sarà narrato in terza persona per una visuale maggiore dei comportamenti di tutti i personaggi.
Fino alla fine della storia non verrà più utilizzato il presente ma il passato. 


 
17.
 
 
Il pugno sferrato sulla faccia di Zayn da Harry, lo mise KO. La furia del riccio lo aveva completamente mandato fuori controllo così da reagire in malo modo. Harry voleva a tutti i costi proteggere e avere tutto per se Emma, ma più andava avanti, più peggiorava le cose. 
Emma rimase sbalordita da quell'azione tanto da guardarlo con occhi minacciosi e lui non appena si accorse di aver esagerato, se ne andò dalla hall lasciando Louis,Lexie ed Emma da soli con il ragazzo tatuato. Emma si inginocchiò al fianco di Zayn, controllando con una mano che il naso non si fosse rotto , lo aiutò ad alzarsi e entrambi si diressero verso la stanzina che  le era stata indicata da un ragazzo che stava dietro il bancone della reception. Dopo qualche minuto arrivò una signora un pò robusta e di colore per medicare la piccola ferita sul sopraciglio  di Zayn.  «Bene ho finito.»  Esclamò la signora fissando per bene il cerotto color pesca sul sopraciglio nero di Zayn. « Ora puoi andare. » Concluse, tirandosi via il guanto in lattice per poi buttarlo nel cestino affianco alla porta. Zayn si alzò lentamente dalla sedia barcollando un pò e si scrollò i vestiti di dosso, stirando con le mani la maglietta bianca che indossava. Ringraziò e strinse la mano all'infermiera per poi voltarsi in direzione della porta. Fissò per qualche secondo negli occhi Emma e distrattamente, inciampò nei suoi stessi piedi. Si risistemò in un batter d'occhio e continuò a camminare al fianco di Emma; le loro braccia, nei passi, si sfioravano e dei brividi percorsero lunga la schiena del ragazzo tatuato. Una volta arrivati davanti al teatro, scesero i primi gradini e si sedettero su due poltroncine libere, uno affianco all'altro. Emma si sistemò un ciuffo biricchino dietro l'orecchio e nello stesso momento accavallò la gamba destra sull'altra, incrociò le dita sul ginocchio e iniziò a fissare i ballerini sul palcoscenico. Zayn invece, a differenza dell'eleganza dei movimenti di Emma, portò i gomiti dietro di lui appoggiandoli sul lato interiore della poltrona, incrociò le mani al petto per tenersi saldamente e, per finire, stese le gambe in avanti accavallando un piede sopra l'altro. Un tratto le luci si spensero e il tendone rosso si chiuse davanti agli occhi degli spettatori. Emma si voltò verso Zayn ammirandone il suo profilo perfetto. Lui, non appena si accorse di essere osservato, si girò verso di lei sfoggiando un sorriso, mostrando i suoi diritti e denti bianchi. "Perfetto" fu quello che pensò Emma mentre abbassò lo sguardo sulle sue dite che giocavano furiosamente. Una volta che le luci si riaccesero, qualcosa catturò l'attenzione di Emma: tre file più avanti di lei, notò una chioma folta e ricciolina. Il cuore le iniziò a battere nella stessa maniera in cui gli spettatori applaudirono al corpo di ballo. Capì subito che era Harry perchè al suo fianco c'erano due teste biondine. Alla fine dei saluti dei ballerini, alcune persone iniziarono ad alzarsi per uscire dal teatro e così fecero anche Zayn ed Emma. Per lui fu spontaneo allungare la mano in avanti e prendere quella di Emma per poi stringerla saldamente. Lei, imbarazzata dalla situazione che si stava creando, la ritrasse furtivamente, ma la presa di Zayn era salda e non riuscì a lasciarla. Lei si voltò al'indietro, guardando con aria di dubbio Zayn e, prima che potesse sforzare un sorriso per non farlo preoccupare, venne chiamata da una voce femminile poco più avanti di lei. Si girò di scato e vide Lexie richiamare la sua attenzione sbracciandosi. «Ehi Emma, ci raggiungete al bar in spiagga? » Le disse alzando il tono di voce per farsi sentire meglio. Emma si voltò verso Zayn, chiedendone la conferma, e lui, con controvoglia, accettò lo stesso anche se in loro compagnia c'era il ricciolino. 

 
La luna piena rifletteva la sua brillante luce sul mare e le stelle luccicavano sopra le loro teste. Dopo essere stati serviti dei loro drink, cercarono un posto tranquillo dove passare il resto della serata e alla fine optarono di andare in spiaggia. Non si ricordarono però che le sdraio venivano ritirate sempre alla fine della giornata, per cui si sedettero a terra, chi con le gambe incrociate come Emma, chi completamente disteso sulla sabbia come Zayn e Louis. Harry era l'unico rimasto in piedi e osservava con aria di sfida il ragazzo tatuato, le mani si chiusero a pugni e le nocche divennero bianche talmente stringeva la mano. Louis, non appena si accorse del cambio d'umore di Harry, cercò di distrarlo chiedendogli di andare a fare dei palleggi. Il riccio si voltò verso Louis e annuì, si voltò verso sinistra e velocemente sputò della saliva dal nervoso. Louis si alzò da terra scrollandosi la sabbia di dosso e insieme ad Harry si diresse verso le cabine della spiaggia, dove vi erano i giochi per i bambini. Presero il primo pallone e si avviarono sulla riva e iniziarono a passarsi la palla.
« Ehi Zayn, te non vai a giocare? » Domandò Lexie al ragazzo tatuato. Lui spostò lo sguardo sulla bionda e scosse la testa.
«No, non sono amante del calcio. » Spiegò portandosi indietro il ciuffo biondo che gli ricadeva sul viso. Lexie  fece spallucce e tornò a giocare con la sabbia, disegnando dei cerchi su di essa. Emma invece, se ne stava tranquillamente seduta con il suo drink in mano che ogni tanto sorseggiava. 
La serata sembrava non finire più, Zayn si stufò circa dieci minuti dopo che si sedettero a terra, Emma iniziò ad avere sonno e l'unica vispa era Lexie che voleva andare in discoteca ma nessuno l'accompagnava. Alla fine decisero tutti quanti di terminare la serata andando ognuno nelle proprie stanze. Emma accompagnò Zayn alla sua stanza e non appena lei si girò per andarsene, lui le afferrò il braccio, portandola davanti al suo viso. I loro respiri caldi si mischiarono e le labbra di Zayn fremevano dalla voglia di baciare quelle di Emma. Lei si allontanò subito, non voleva che succedesse qualcosa fra loro due, non voleva che Harry venisse a sapere del bacio e non voleva che lui si infuriava un'altra volta. Lasciò Zayn impietrito davanti alla porta della camera e corse giù per le scale, prendendo una scorciatoia che la portava davanti alla sua stanza. Correndo non si rese conto che andò a sbattere contro la spalla di qualcuno, tanto da causarle un dolore assurdo e fermarsi in mezzo alla strada. Si voltò e appena lo vide in piedi davanti a lei, si chiuse in se stessa. 
« Emma?! »  






YUPPIE.
Corto come yuppie, no?
Eh già.. è corto perchè sono davvero rammaricata per avervi fatto aspettare
così tanto.. PERDONATEMI. çç
In ogni caso, spero che ora siate contente che ho aggiornato e che ci siano ancora persone che seguono la storia. 
Non ho nulla da dire, perciò vado, kiss, vale. 

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