If you are my boyfriend.

di yleniarespiradiparole
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Why are you so stupid? ***
Capitolo 2: *** Non ho più paura di te. ***
Capitolo 3: *** Hai cose peggiori da farti perdonare. ***
Capitolo 4: *** Il segreto di Justin. ***
Capitolo 5: *** Il sorriso più bello del mondo. ***
Capitolo 6: *** L'inizio della verità. ***
Capitolo 7: *** La verità. ***
Capitolo 8: *** Mi sono illusa. ***
Capitolo 9: *** Non voglio perderti. ***
Capitolo 10: *** Solo un'amica. ***
Capitolo 11: *** Geloso per un'amica? ***
Capitolo 12: *** Voglio te, per sempre. ***



Capitolo 1
*** Why are you so stupid? ***


Non mi sono mai sentita una di quelle ragazze meravigliose.
A dire il vero non lo sono mai stata; insomma non ho un fisico da modella e
nemmeno dei capelli da far invidia a chiunque. Sono semplicemente me stessa.
Hailey Smith, sedici anni e una studente come ogni ragazza della mia età.
Non ho un fisico perfetto, da modella, e i miei capelli sono di un castano spento.
Già, non sono una bellissima biondona dal seno prorompente.
Sono una ragazza sensibile, magari a volte un po' acida ma con le persone che
non sopporto o che non sopportano me.
E sì, sono innamorata di un ragazzo che non mi ricambia e che mai lo farà.
Anzì, sono certa che non mi sopporti. Si chiama Justin ed è il fratello della
mia migliore amica Jazzy.


Mancava solo una settimana alla fine della scuola e poi, finalmente,
sarebbero arrivate le vacanze estive dove io e la mia migliore amica
saremmo andate al mare per due mesi da sole. Sinceramente, non vedevo l'ora.
Me ne stavo in classe a guardare fuori dalla finestra cercando qualcosa che fosse
più interessante di quella patetica spiegazione.
Che senso ha spiegare l'ultima settimana di scuola tanto nessuno farà i compiti durante le vacanze!
Speravo che fuori da quell'aula ci fosse qualcosa che facesse passare il tempo.
Niente, soltanto il giardiniere che ripuliva le piante della scuola e un sole da paura.

-Possibile che con questo caldo mi ritrovi chiusa qui dentro?-
pensai tra me e me.

Rivolsi di nuovo lo sguardo alla mia classe, poggiai le braccia sul banco e sbuffai
poggiando il mento su di esse. Avrei fatto qualsiasi cosa pur di non fissare quella lavagna.
Mi guardai attorno, perfino Jazzy, la mia migliore amica era intenta ad ascoltare. Possibile?
Solo dopo mi accorsi che qualcuno mi stava fissando.
Justin, Justin Bieber mi stava fissando con uno dei suoi sorrisetti che difficilmente mi sarei tolta dalla testa.
Dio, se era bello. Dio, quanto era bello.
Il suo sorriso era paragonabile al sorriso di un angelo, probabilmente. Eppure quanto era stronzo.
Da quando lo conoscevo non aveva fatto altro che farmi dispetti su dispetti.
Il motivo? Bho, probabilmente non gli stavo simpatica, eppure io morivo per lui.
Ma avete idea di cosa voglia dire amare qualcuno che non ti sopporta?
E' deprimente, sul serio.
Rivolsi il mio sguardo verso la lavagna e affondai le guancie tra le braccia.
Cavolo stavo arrossendo, non volevo che se ne accorgesse ma era troppo tardi.
Stava già sghignazzando. Fanculo, stupida timidezza. Stupido cuore che batte!

Chiusi la porta del mio armadietto, Jazzy mi fissava con aria interrogativa.
Cominciai a sbattere la testa contro l'armadietto.
-Sono una cretina!- esclamai chiudendo gli occhi e stringendo i libri tra le mani.
Jazzy mi guardò ridacchiando -Beh sì, lo sei-
Oh bene, al posto di cercare di confortarmi infliggeva il coltello nella piaga.
Bella migliore amica che ho, sì. -Grazie per il conforto Jaz- dissi sarcasticamente.
-Di niente amica mia- rispose ridendo.
Camminammo verso la sala pranzo, io ripensavo alla figura da scema che
qualche minuto prima avevo fatto davanti a suo fratello.
Poi all'improvviso sentii qualcosa rompersi sulla mia testa e i capelli bagnarsi.
Chiusi gli occhi, l'acqua mi scivolava sulla pelle. Adesso sì che stavo arrossendo.
Sapevo già chi era stato e avrei tanto voluto non aprire mai gli occhi per averne la certezza.
Troppo tardi, riuscivo a sentire la sua risata e quella dei suoi amici.
A dire il vero tutti ridevano tranne me e Jazzy che continuava a dire
-Justin sei un coglione, guarda che le hai fatto!-
Aprii gli occhi. Lui, Alfredo e altri suoi amici si stavano sbellicando dalle risate.
Io sarei voluta morire; a stento riuscì a trattenermi le lacrime.
Strinsi i libri che avevo in mano ancora più forte al petto, avrei voluto placare
i battiti accellerati del cuore. Ma a quale scopo?
Non sarebbe cambiato niente.

Corsi in bagno seguita dalla mia migliore amica.
Mi tolsi la maglietta e cercai di farla asciugare alla meno peggio,
stessa cosa anche per i miei capelli.
Jazzy continuava a chiedermi scusa, ma in realtà non era colpa sua.
Mi guardai allo specchio, finiva sempre così.
Riuscivo a sentirmi in paradiso con un suo solo sguardo e dopo poco mi faceva sentire uno schifo.
Mi trattava da schifo e tutto questo senza motivo.
Basta, non ne potevo più.
-E' uno stupido, mi sono rotta le scatole di lui!- gridai più a me che a lei.
Mi guardò sorpresa dalla mia reazione, per anni avevo subito tutte le sue cattiverie.
Adesso basta, adesso non ne potevo più!



 



Spazio lettori. 
Questa è la mia prima FanFiction su Bieber quindi spero vi piaccia.
Byebye :) Yleniarespiradiparole.

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Capitolo 2
*** Non ho più paura di te. ***


Erano passate due settimane, la scuola finalmente era finita
e adesso era tempo di vacanze e soprattutto d'estate.
Mare, sole e tanto altro divertimento considerando che saremmo state
per due mesi da sole io e Jazzy si prospettavano giorni interessanti.

Ero seduta sul divano di casa mia, mia madre stavano preparando la colazione
mentre io ero in ansia per l'arrivo di Jazzy. Saremmo andate con la sua auto e
da un momento all'altro sarebbe arrivata a prendermi.
Le valigie erano già in mezzo al corridoio. Lo ammetto ero abbastanza agitata.
Quei due mesi mi sarebbero serviti a dimenticare quel cretino di Justin.
Basta, avevo deciso di metterci una pietra sopra ed è quello che avrei fatto.
Adesso mi serviva solo qualcuno con cui mettere in pratica.
Ad un tratto sentì il clacson suonare, mi affacciai alla finestra:
era Jazzy, me ne accorsi dall'auto.
Salutai mia madre in fretta e furia, presi le valigie e corsi fuori.
Ero felice, felice fino a quando non mi accorsi che seduto davanti al fianco
del posto da guida c'era Justin.
Merda, cazzo, merda! Non posso crederci, non ci voglio credere.
Mi caddero le valigie da mano, Jazzy si avvicinò sorridente a me facendo
la finta tonta. Oh no, non se la sarebbe cavata così facilmente.
-Che diavolo ci fa lui qui?- sbottai indicandolo mentre lui se la rideva.
-Hailey, so che ti avevo promesso che saremmo state da sole, ma.. ha insistito
perchè venisse e i miei non lo volevano fra i piedi tutta l'estate-
cercò di giustificarsi.
Wow, perfino i suoi genitori non lo sopportavano. Poveri, avrei dovuto fargli una statua.
Ma a che diavolo pensava sua madre, agli unicorni?
-No Jazzy, io su quell'auto non ci salgo!-


-Oh, fanculo!- pensai tra me e me.
Eravamo in viaggio da più di mezz'ora, io più imbronciata che mai.
Me ne stavo seduta sui seggiolini anteriori dell'auto a braccia conserte
guardando fuori dal finestrino.
Non sarebbe di certo stato un cretino a cambiare i miei piani.
Io quell'estate mi sarei divertita con o senza la sua presenza.
Ogni tanto Jazzy mi guardava sperando che il mio viso fosse meno imbronciato,
mentre Justin mi fissava dallo specchietto retrovisore.
Pensava forse che non me ne sarei accorta?
Cretino.
-Dai, vedrai che ci divertiremo- disse poi sghignazando.
-Ovvio, mio caro- sorrisi sarcasticamente.
Fanculo Bieber, fanculo.


Dopo un'ora e mezza di viaggio, finalmente arrivammo.
Fui lieta di scoprire che la casa era letteralmente sulla spiaggia; dopo Jazzy
mi raccontò che la casa in realtà era di sua nonna e che prima di morire
l'aveva regalata ai nipoti.
Povera vecchietta, non doveva essere stato divertente avere un nipote come Justin.
Ognuno prese le sue valigie e assieme ci recammo verso l'ingresso.
Ad un tratto mi sentì il fiato sul collo, era Justin, lo sentivo.
- Sai che sei proprio sexy mentre porti le valigie?-
mi sussurrò all'orecchio con aria maliziosa.
-Oh Justin..- sussurrai -Se non ti allontani da me giuro che ti castro a suon di calci delle palle!-
affermai convinta e guardandolo con uno sguardo assassino.
Lui si limitò a sorridere beffardo e ad allontanarsi da me.
Bene, almeno aveva evitaro un'inutile spargimento di sangue, bravo Bieber.
Vedi che quando vuoi capisci?


Ero sulla spaggia, sdraiata sul mio lettino a prendere il sole.
Fortunatamente ero riuscita a sistemare i bagagli in fretta.
Jazzy era rimasta a casa perchè stanca, io preferivo rilassarmi sotto il sole
piuttosto che su di un materasso e poi almeno così non avrei avuto fra i piedi suo fratello.
Cuffie all'orecchie, stavo ascoltanto 'Call me maybe' di Carly Ray Jepsen e addio mondo,
ero sull'orlo di un collasso. Poi all'improvviso freddo, ghiaccio, acqua.
Mi alzai di scatto, ero completamente fradicia e assieme a me anche il mio Ipod.
Davanti a me c'era quel cretino di Justin con in mano un secchiello rubato a chissà quale bambino.
Continuava a ridere come uno scemo; non ci vidi più. Mi alzai di scatto e gli mollai un ceffone.
La sua faccia divenne improvvisamente seria, forse non se l'aspettava.
Feci per andarmene, ma qualcosa mi frenò facendomi cadere sulla sabbia.
Era lì, inginocchiato su di me e mi teneva bloccata per i polsi, il suo sguardo era talmente
serio e freddo da mettermi i brividi. Restammo così per qualche secondo, con lui che mi fissava
e io che guardavo altrove pur di non incrociare il suo sguardo.
-Non farlo mai più- disse poi con tono severo.
-Io faccio quello che mi pare- replicai, la sua stretta divenne sempre più forte.
-Bieber, non mi fai paura. Non subirò mai più niente da te, smettila di fare il bambino!-
sbottai io liberandomi dalla sua presa.
Mi rialzai, presi la mia asciugamano e me ne tornai a casa lasciandolo lì sulla spiaggia.
Cos'era quello, un avvertimento? Pensava seriamente di avermi spaventata così?
Beh, sì sbagliava. Io non avevo più paura di lui.
Le cose adesso sarebbero cambiate.

 





Spazio lettori.
Spero che la storia sia di vostro gradimento.
Aspetto con ansia vostre critiche, byebye.
Yleniarespiradiparole.

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Capitolo 3
*** Hai cose peggiori da farti perdonare. ***


Sbattei la porta alle mie spalle più nervosa che mai,
in cucina c'era Jazzy che stava mangiucchiando qualcosina.
Mi guardò scioccata dalla maniera in cui ero entrata in casa.
Mi sedetti al suo fianco e cominciai a sbuffare -Tuo fratello!-
gridai furiosa. Dio, possibile che una bellezza del genere possa essere così stupida?
-Oddio, non dirmi che ha già iniziato a rompere?- chiese lei con un tono,
misto tra l'ironia e il seccato.
Annuì col capo e lei cominciò a ridere. No, ma dico, mi prendi in giro?
Le dico che suo fratello è uno stupido e lei ride?
-Allora devi piacergli proprio tanto, non rompe mai a nessuno come con te-
sghignazzò lei tra una risata e l'altra. Fanculo, ci si metteva pure lei.
Mollai tutto e andai a farmi una doccia, almeno lì ero sicura che lui
non ci sarebbe stato. Almeno, lo speravo. 



Uscì dalla doccia, mi soffermai per qualche istante davanti allo specchio.
Oh, ho già detto che  non sono una meraviglia, ma infondo non ero proprio
da buttare, no? Qualcuno per me ci sarà da qualche parte.
Ma sì Hailey, stasera usciamo e ci divertiamo!
Chiamai Jazzy chiedendole se avesse voglia di uscire; niente, non voleva.
Uff, quando ci si metteva sapeva essere davvero noiosa.
Decisi di uscire comunque a bere qualcosa da qualche parte, anche se da sola.
Corsi in camera mia e indossai un vestitino bianco con una cinturina alla vita
nera e una giacca blu che fungeva da copri-spalla.
Presi la borsa e scesi di fretta al piano di sotto.
-Ciao Jazzy, Ciao stupido- salutai di sfuggita dirigendomi verso la porta.
-Dove vai vestita così elegante?- chiese quella specie di ficcanaso.
-Dove mi pare, ciao- replicai decisa e me ne uscì.
No, non avrebbe rovinato la mia serata. No e poi no.
Fanculo Bieber, devo dimenticarti!



Ero in quel locale da più di mezz'ora e niente, non c'era nessuno d'interessante,
nessuno che mi avesse colpita per la bellezza o per i modi di fare.
Mi sembravano tutti troppo cafoni o troppo impacciati.
Continuavo a starmene seduta su di una sedia affianco al bancone a sorseggiare
il mio Martini ormai finito, posai il bicchiere sul banco e sbuffai.
-Serata noiosa?- chiese il cameriere sorridente, mentre asciugava i bicchieri appena lavati.
-Già, mi farebbe un altro Martini, per favore?- chiesi sbuffando.
Ok, prima serata? Uno schifo, ma infondo c'erano ancora due mesi davanti.
Non sarebbero stati così pessimi, vero? Vero? Oddio, no.
Il cameriere mi porse l'altro Martini, feci per prendere i soldi dalla borsa,
ma una voce dolce disse -Offro io- oddio, che fosse la volta buona?
Mi voltai curiosa di sapere a chi appartenesse quella voce così dolce,
ma fui non lieta di scoprire che era Justin, ancora una volta lo avevo fra i piedi.
Mi sorrise dolcemente, io ricambiai sbuffando e poggiando la fronte sul bancone.
-Cosa farai stavolta, mi rovescerai il Martini in testa?- chiesi ormai rassegnata
a quello che di lì a poco sarebbe accaduto, la mia più grande figura di merda.
-Mh, non ci avevo pensato. In realtà avevo intenzione di fartelo bere, ma se proprio insisti..-
disse lui ridacchiando, la sua mano stava afferrando il bicchiere ma lo bloccai.
-No, no e no!- afferrai il bicchiere e lo bevvi d'un fiato.
Beh, almeno così non avrebbe potuto rovesciarmelo addosso.
Dio, che cretina che sono!

Justin scoppiò a ridere, mentre io mi sentivo più imbarazzata che mai.
Anche stavolta era riuscito a suggestionarmi, anche stavolta era riuscito
ad avere il controllo sulle mie emozioni.
Più lo guardavo ridere e più mi sembrava la risata più bella del mondo.
Più lo guardavo e più avevo voglia di continuare a farlo.

No, Hailey no! Cazzo, riprenditi, hai detto di volerci mettere una pietra sopra e così sarà.
Afferrai la mia borsa e camminai velocemente verso l'uscita e sul marciapiede.
-Ti prego fa che non mi segua, fa che non mi segua, fa che non mi segua-
continuavo a ripetermi tra me e me.
-Hailey!- lo sentì gridare da lontano; feci finta di non averlo sentito e continuai
a camminare decisa per qualche minuto.
Tirai un sospiro di sollievo, almeno non mi aveva seguita.
Sì certo, mi piacerebbe.
Ad un tratto una macchina si accostò al mio fianco, il finestrino si abbassò.
Caspita, ma non si arrendeva mai il tipo? Uffa.
-Sali che torniamo a casa- disse sorridente.
-No, in macchina con te non ci vengo- replicai io a braccia conserte e continuando a camminare.
All'improvviso fermò la macchina in mezo alla strada, scese e mi prese in braccio di peso
obbligandomi a salire in auto con lui. Continuavo ad urlare e a tirargli pugni nella schiena.
Niente, non riuscì a fermarlo e così mi ritrovai affianco a lui nella sua auto.
Per tutto il tragitto non dissi niente, non una parola.
Continuavo a guardare fuori dal finestrino più imbronciata che mai.
Per quanto cercassi di stargli lontana, lui veniva sempre a rovinare tutto.
Dio, Bieber che vuoi da me?


Stavo per entrare nella mia stanza, la serata era stata davvero pesante e adesso avrei
voluto soltanto dormirci sopra e non pensare a niente. Ma eccolo che torna ancora.
-Hailey, volevo dirti che mi dispiace per come mi sono comportato oggi. Sulla spiaggia intendo-
ah, bene, si scusava per niente? E tutto quello che mi aveva fatto passare da qualche anno a
questa parte che fine aveva fatto, lo aveva dimenticato forse?
Mi voltai per guardarlo, sembrava davvero pentito e serio, ma mai fidarsi di Bieber.
-Credo che tu abbia cose ben peggiori da farti perdonare, notte- il mio tono era freddo.
Entrai nella mia stanza chiudendo la porta.
Non lo avrei perdonato facilemente, forse non lo avrei proprio perdonato.



Spazio lettori.
Spero che la storia sia di vostro gradimento.
Aspetto con ansia vostre critiche, byebye.
Yleniarespiradiparole.  

















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Capitolo 4
*** Il segreto di Justin. ***


#Justin.
 


Me ne stavo sdraiato nel mio letto, oramai era notte fonda e io non riuscivo ancora
a prendere sonno. Continuavo a pensare alla frase che Hailey mi aveva detto prima
di augurarmi la buona notte.

'Credo che tu abbia cose ben peggiori da farti perdonare'

Già, aveva ragione. Negli ultimi anni non avevo fatto altro che renderle 
la vita un vero inferno, anzi, a dire il vero non credo ci sia stato un momento in cui non
l'abbia presa in giro. In realtà non sono mai stato carino e simpatico con lei.
Mi sono sempre comportato da vero stronzo, eppure non so perchè.
Non l'ho mai fatto con nessun'altro, cioè magari qualche volta potevo fare il
cretino con qualche ragazza ma sempre a fin di corteggiamento, non con cattiveria
come con lei.
Eppure non mi stava antipatica, non è che mi dispiacesse la sua presenza o
cose del genere, anzi quando c'era lei ero anche di buon umore.
In realtà Hailey non mi era indifferente per niente, anzi è proprio una bella ragazza.
Eccome se lo è, solo che ha poca fiducia in se stessa.
Me lo ha sempre detto Jazzy che non si sente bella, forse gli specchi a casa sua
non funzionano come dovrebbero. Per il suo compleanno gliene regalerò qualcuno.

Eppure adesso le cose stavano cambiando, il suo comportamento stava cambiando.
Per anni non aveva mai osato ribellarsi a tutte le cattiverie che le facevo,
adesso invece, dal gavettone prima della fine della scuola, era cambiato tutto.
Aveva cominciato a rispondermi male, a ribellarsi alle mie marachelle e la cosa
cominciava ad intrigarmi. Mi sarei divertito quest'estate, eccome.
E poi era per questo che avevo tanto insistito con mia sorella per venire con loro,
il mio obbiettivo era stare più tempo con Hailey.

Flashback.
Stavamo giocando nel giardino di casa nostra, io Hailey e Jazzy.
Le ragazze stavano giocando a fare le parrucchiere quando mi avvicinai
ad Hailey e le diedi un bacio sulla guancia -Vuoi essere la mia fidanzata?-
le chiesi timidamente, arrossendo come un pomodore.
Lei mi guardò scoppiando a ridere -Ma no, che schifo!- e si ripulì
la guancia con la mano.
Fine Falshback.


Oh fanculo Justin è successo ai tempi dell'asilo!
Sì, ma ha fatto male. La mia prima cotta, la mia prima dichiarazione e lei
mi aveva distrutto il cuore in quel modo. A me piaceva e tanto.
Stupida Hailey, non capisci mai niente!
Stupida.
Scema.
Cretina. 
Fanculo, ti odio!

Mi coprì la testa con le lenzuola, chiusi gli occhi cercando di cancellare
l'immagine di quel brutto ricordo dalla mia testa.
Mi ci volle un po' per riuscirci, poi finalmente mi addormentai beato nel mio letto.



Spazio lettori.
 

Spero che la storia sia di vostro gradimento.
Aspetto con ansia vostre critiche, byebye.
Yleniarespiradiparole.  






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Capitolo 5
*** Il sorriso più bello del mondo. ***


Mi svegliai di colpo, guardai la sveglia erano quasi le nove e mezza.
Un rumore assordante proveniente dalla cucina mi aveva svegliata.
-Merda!- sentì qualcuno urlare; mi alzai di fretta e corsì al piano di sotto
per vedere che fosse successo e con mia sorpresa mi ritrovai Justin piegato
per terra mentre cercava di prendere i cocci della tazza che aveva fatto cadere.
Mi fermai per qualche istante a guardarlo, perfino appena sveglia era bellissimo.
Dio, Hailey, riprenditi ti  prego!
-Vuoi una mano?- chiesi gentilmente, ma di tutta risposta ebbi uno
sguardo quasi assassino. Wow, doveva aver dormito davvero poco.
Non  aveva una bella ciera, cioè era stupendo sì ma si vedeva che era stanco.
-Ehi, che succede?- disse Jazzy mentre stava scendendo le scale che finivano nel salotto
comunicante con la cucina. Alla vista del fratello mentre ripuliva per terra,
scoppiò a ridere come una matta mentre io e Justin la guardavamo straniti.
-Scusate, ma..ma non capita tutti i giorni di vederlo pulire-
disse tra una risata e l'altra, mentre cercava di ricomporsi.
Justin continuava a guardarla malissimo, se avesse potuto l'avrebbe strozzata.



Facemmo colazione tutti e tre assieme, Justin più silenzioso che mai.
Per un attimo pensai fosse colpa mia del suo comportamento,
insomma continuava a guardarmi malissimo e ogni cosa che dicevo
sembrava dargli fastidio. Che fosse per quello che gli avevo detto?
Beh, se era per quello è proprio vero che  la verità fa male.
Continuavo a fissarlo involontariamente, ma lui se ne accorse.
-Che diavolo hai da guardare?- sbottò con fare infastidito, stavo per
rispondergli ma Jazzy mi battee sul tempo.
-Come siamo acidi stamani, dormito male?- chiese ironica, ma
lui fece finta di non sentire e se ne tornò in camera sua.


Ok, Hailey respira profondamente, infondo sei soltanto davanti alla
sua stanza e al massimo ti ucciderà per aver bussato alla sua porta.
Dai, non sarà niente di che.. Ok, no me ne vado.
No ma così non avrò la risposta alla mia domanda. Allora, che faccio?
Busso o no? Busso. No, vado via. No, busso.
Alzai la mano a pugno, stavo per bussare alla sua porta quando
si aprì all'improvviso e mi ritrovai in quella posizione davanti a Bieber che se la rideva.
Beh, almeno era di buon umore. Spero.
-Ehm..- che figura di merda, non avevo la minima idea di cosa dire.
-E' un'ora che sei qui fuori facendo avanti e indietro, ho sentito i passi-
ridacchiò, incrociò le braccia al petto mentre io oramai dovevo essere
diventata più rossa del fuoco. Continuava a guardarmi sorridendo, ogni
tanto si mordeva il labbro inferiore e io non dicevo niente.
Cazzo, Bieber smettila di essere così dannatamente sexy!
-Volevi qualcosa?- chiese poi tornando in se.
-Sì, cioè no..Volevo chiederti se prima eri arrabbiato per quello che ti ho detto ieri sera..-
Dissi d'un fiato; presi arria e mi tranquillizzai. Justin continuava a fissarmi
con uno strano sorrisetto sul volto.
Non riuscivo davvero a capire cosa gli passase per la testa.
Poi improvvisamente mi afferrò il polso ma senza stringere, e si 
avvicinò al mio volto lasciandomi un bacio sulla guancia.
Il mio cuore per poco non scoppiava eppure era un semplice bacio sulla
guancia; andiamo Hailey respira, respira, respira.
Non capivo niente, letteralmente, riuscivo solo a sentire il mio battito
accellerato del mio cuore, e le sue labbra appiccicate alla mia pelle.
Avrei davvero voluto che quel momento durasse un'eternità.
Ma ogni cosa bella e destinata a finire e così anche quel momento; si staccò da me
sorridendo come solo lui sapeva fare. Il sorriso più bello del mondo tutto per me.
-No, non sono arrabbiato per ieri sera. Tranquilla- tirai un sospiro di sollievo,
anche se il battito del mio cuore non si era ancora regolarizzato.
Probabilmente per lui non significava niente, ma per me quel bacio diceva tutto.
Fanculo al rimorso, fanculo a tutte le stronzate. Dimenticarlo ecc..
Non sarei mai riuscita a dimenticare un sorriso così, degli occhi così e
il modo in cui mi faceva impazzire anche solo con uno sguardo.
Lo amavo, ne ero certa.





Spazio lettori.

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Yleniarespiradiparole.  








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Capitolo 6
*** L'inizio della verità. ***


Era passata una settimana da quel bacio sulla guancia e tutto
sembrava tornato come prima. Justin che mi faceva scherzi su scherzi
e io che subivo come una cretina; so che mi ero ripromessa che non
sarebbe mai più successo, ma non ci riesco.
Ogni volta che sorride il mondo si ferma, è come se tutte le cose
brutte e tutti i suoi difetti si cancellassero dalla mia mente.
In quel momento c'è solo lui e il mio cuore che batte.
Ne avevo parlato con Jazzy e lei continuava a dirmi che dovevo trovare
il coraggio di rivelare i miei sentimenti a suo fratello, ma avevo
paura che così facendo peggiorasse la situazione e che, ancora peggio,
cominciasse a prendermi in giro con Alfredo e gli altri.
Non lo avrei sopportato, sarebbe stato fin troppo per me.


Eravamo sulla spaggia io e Jazzy, stavamo prendendo il sole in santa pace
quando ad un tratto arrivò Justin tutto entusiasta.
-Ragazze, ho noleggiato una barca per due ore, venite a fare un giro?-
io e Jazzy ci guardammo in faccia per poi esplodere in un sì assoluto.
Ci saremmo sicuramente divertiti e poi Justin sapeva guidare le barche,
suo padre ogni anno lo portava a pescare assieme a lui quindi non ci
sarebbero stati problemi sotto questo punto di vista.
L'unico vero problema era la paura che potesse farmi qualche scherzo
nel bel mezzo del mare aperto.


Salì sulla barca, non c'era ancora nessuno così mi sedetti su di un divanetto
continuando a guardare il mare confinare col cielo.
A volte è davvero strano rendersi conto di quanto siano belle le cose che ci
circondano, o almeno, rendersene conto troppo tardi o troppo presto.
Ok, sto parlando più di me che di questo cielo.
Smettila Hailey!
Sentì il motore mettersi in moto e all'improvviso la barca cominciò a
camminare sempre più in largo, solo dopo mi accorsi che c'era anche Justin
e che si era messo al volante.
Mi avvicinai a lui osservandolo -Dov'è Jazzy?- chiesi guardandomi attorno,
ma di lei non c'era traccia. Justin sorrise -Non c'è, ha detto che non si sentiva bene-
fece una risatina -Non l'ha vista a casa?- mi guardò.
Beh, a dire il vero ero così emozionata all'idea di fare un giro in barca che non
ci avevo nemmeno fatto caso se lei ci fosse o meno. Oddio, forse lo aveva fatto apposta.
Sì, conoscendola era tutto un piano per far accadere qualcosa.
Cioè niente, perchè io non avrei fatto assolutamente niente.
Perchè i Bieber sono tutti così cocciuti?


Era più di un'ora che navigavamo; io me ne stavo seduta sempre
al solito posto e continuavo a fissare il paesaggio anche se ammetto che
ogni tanto uno sguardo a Justin lo davo.
Poi all'improvviso la barca si fermò, sentii Justin imprecare contro quell'affare.
Mi alzai e gli andai incontro chiedendogli cosa stesse succedendo
-Il motore non vuole andare- disse sbuffando -Beh, tu fallo andare!-
gridai presa dall'agitazione -Ci sto provando!- sbottò lui.
Cominciai a camminare avanti e indietro in preda all'agitazione,
merda bloccata su di una barca in mezzo al mare.
-Basta, provo a chiamare qualcuno- presi il cellulare dalla mia borsa
ma niente, non c'era campo.
Bene, adesso non solo eravamo bloccati in mezzo al mare ma in più
anche spaesati dal resto del mondo. Oh, fanculo!
Gettai il cellulare sul divanetto che rimbalzò facendolo cadere in mare.
-Oh fanculo, cazzo!- gridai sbattendo la mano sulla ringhiera mentre
guardavo il mio cellulare affondare.
-Vuoi smetterla di agitarti, tanto non risolverai niente- disse Justin sedendosi
per terra sorseggiando una birra. No ma dico, mi prendi in giro?
-Tanto prima o poi ci troveranno- fece spallucce; rimasi scioccata da quello che
sentivano le mie orecchie. E se non ci avessero trovato?
Mi arresi all'idea che sbraitare non sarebbe servito a niente e così mi
sedetti al suo fianco senza dire niente.
Restammo in silenzio per qualche istante, poi sentì qualcosa di caldo
accarezzarmi una gamba: era la sua mano.
Cercai di voltarmi verso di lui, ma mi stava col fiato sul collo.
Rabbrividì al pensiero di averlo così vicino a me -Justin, che stai facendo?-
borbottai con un filo di voce -Cerco di passare il tempo- rise lui lievemento
vicino al mio orecchio.
Oh bene, ero il suo passatempo!
Lo spinsi via da me, per poco non gli tiravo una cinquina in pieno viso.
Come osava usarmi in quel modo, così incurante dei miei sentimenti.
Eh certo, che aspetti a dirglieli scema?!


Erano passati più o meno venti minuti e io già non ne potevo più.
Non sapevo cosa fare così ne approfittai per fare una domanda a quel cretino,
una domanda che mi portavo dentro da davvero troppo tempo.
Quello era il momento adatto per fargliela.
-Justin, posso chiederti una cosa..?- esitai qualche istante, lui annuì sorridendo.
-Perchè mi tratti sempre così, perchè mi fai tutti quei dispetti?- lui mi guardò sbalordito,
forse non si aspettava che avessi il coraggio di fargli una domanda del genere,
forse pensava che non gliel'avrei mai fatta.
Sorrise guardandomi -Ti ricordi all'asilo quando ti chiesi di diventare
la mia ragazza?
- lo guardai stranita, cioè ricordavo ma cosa centrava?
Mi limitai ad annuire col capo e lui fece un sorrisetto beffardo.
-Ti diedi perfino un bacio sulla guancia e tu mi rifiutasti dicendo
'No, che schifo!' Beh, me la sono presa-

Ok, adesso sì che ero scioccata. Ce l'aveva con me per una cosa accadita
ai tempi dell'asilo? Io a quei tempi pensavo soltanto alle bambole, mica a
farmi i fidanzatini!
-Ma avevamo quattro anni!- sbottai, lui fece spallucce e prese
di nuovo la bottiglia di birra sorseggiandola.
-Io ci tenevo, mi piacevi- Ok, adesso sono scioccata.
Hailey sei una cretina, una stupida, una scema.
Come diavolo hai portuto rifiutarlo in questo modo, gli piacevi!
Merda, merda, merda.








































 

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Capitolo 7
*** La verità. ***


Era passata all'incirca un'ora e io avevo smesso di rivolgergli
parola, ero arrabbiata e frustrata. Come poteva avercela con me
per una cosa successa chissà quanti anni prima?
Non aveva senso, non aveva davvero senso!
Fanculo Bieber, ancora una volta, fanculo.
Ero sdraiata sul divanetto al bordo della barca, osservavo il
sole calare, tra poco sarebbe arrivato il buio. La notte e noi
avremmo dovuto passare la notte su quella dannata barca.
Cominciai a sentire freddo così mi rannicchiai stringendo le ginocchia
al petto, poi improvvisamente un calore improvviso.
Mi voltai, Justin mi stava abbracciando da dietro e aveva una faccia
così dolce che avrei voluto baciarlo, ma non potevo. Ero arrabbiata.
-Spostati da me- dissi fredda continuando a guardare davanti a me.
Lui sorride poggiando il mento sulla mia spalla e con le braccia mi strinse
al suo petto ancora più forte -Non voglio farti morire di freddo e poi
devo ancora farmi perdonare per questi anni, ricordi?-
la sua voce si
fece improvvisamente più dolce ed io arrossì dal nulla.
Allora gl'importava di quello che gli avevo detto la  scorsa sera,
allora un po' ci aveva pensato, magari si sentiva in colpa sul serio..
No, Hailey, non illuderti.
Sospirai e lasciai che mi abbracciasse, mi sentivo così bene quando
stavo con lui. Mi sentivo a casa, mi sentivo davvero felice.
Ma forse non era la stessa cosa per lui, infondo gli piacevo ma adesso..


A svegliarmi fù una mano che mi stava accarezzando i capelli;
aprì gli occhi lentamente, era Justin col suo splendido sorriso che
mi guardava. Non potei far ammeno di arrossire; avevamo dormito
tutta la notte abbracciati l'uno all'altro.
-Buongiorno dormigliona- disse poi sorridendomi, ricambiai il
sorriso -Buongiorno- strabuzzai gli occhi per svegliarmi meglio.
Lui mi abbracciò più forte lasciandomi un bacio sulla fronte,
poi si alzò tornando al motore della barca e lo mise in moto.
No, ok, mi sono persa qualcosa? Che diavolo..
Lo fissavo con un sguardo misto tra l'arrabbiato e scioccato.
-Ti prego dimmi che non lo hai fatto apposta!- lui mi guardò
sorridendo, mentre io avrei voluto ucciderlo. Per colpa sua ci avevo
rimesso anche il mio cellulare. Cazzo!
-Volevo passare un po' di tempo con te, da soli- No, non riuscivo
a credere alle mie orecchie.
La cosa mi lusingava, ma la rabbia era fin troppa.
Fanculo Bieber, ancora una volta rovini tutto.



Entrammo in casa, corsi in camera mia. Non volevo parlare con nessuno
nemmeno con Jazzy perchè sapevo che era coinvolta in tutto questo.
Pensavo fosse dalla mia parte e invece, invece era d'accordo con suo fratello.
Decisi di farmi una doccia, almeno avrei cercato di non pensare a niente
anzi, di non pensare a lui.
Nonostante fosse tutto finto, avevamo dormito assieme, abbracciati.
Le sue braccia mi avevano strinto a lui e.. Dio, il mio cuore sta per esplodere.
Uscì dalla doccia coprendomi solo con l'asciugamano quando entrai in camera
mia e mi ritrovai il signorino Bieber sdraiato sul mio letto mentre giocherellava
con.. con il mio intimo!
-Justin posa subito quella roba e esci dalla mia stanza!- sbottai indicandogli
la porta ed invintandolo ad uscire, ma niente. Lui continuava a
fissarmi con il suo solito sguardo malizioso mentre si mordeva il labbro.
Dio, quant'era sexy quando lo faceva.
-Ehm.. Dobbiamo parlare..- disse poi tornando in se.
-Non puoi aspettare che mi vesta?- chiesi acidamente, ma lui fece cenno
di no col capo e si avvicinò a me spogliandomi con gli occhi.
Dio, Justin smettila ti prego.
Prese a baciarmi il collo, il mio corpo era come immobile sotto le sue
labbra che riuscivano a darmi brividi su tutto il corpo.
Chiusi gli occhi e mi lasciai andare ai suoi baci, fin quando non capì
che le sue mani stavano tentando di sfilarmi l'asciugamano.
Lo spinsi via da me ed abbassai lo sguardo arrossendo; non volevo che
accadesse così, non volevo che la mia prima volta fosse soltanto perchè
aveva voglia di farsi perdonare in qualche modo. Tanto dopo sarebbe
tornato tutto come prima; lui che mi faceva gli scherzi ed io che soffrivo.

-Jus..Justin per favore esci- esitai nel dire quella frase, in realtà non
volevo mandarlo via, ma dovevo farlo perchè sentivo che da un momento
all'altro sarei ceduta e non potevo farlo.
Uscì senza dire niente, stavo per chiudere la porta quando tornò
indietro rubandomi un bacio. Stavolta un bacio vero.
Rimasi di stucco, non rifiutai, lo volevo. Per troppo tempo lo avevo sognato.
Ma adesso non era un sogno, era tutto vero.
Poi si staccò dalle mie labbra e mi guardò sorridendo -Mi piaci ancora Hailey-
sussurrò prima di andarsene via.
Ok, il mio cuore adesso era ufficialmente colmo di gioia.






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Capitolo 8
*** Mi sono illusa. ***


Non sono mai stata felice di qualcosa come lo sono oggi,
cioè come posso non esserlo? Justin mi ha appena detto che gli paccio.
Anzi, che gli piaccio ancora quindi vuol dire che non mi ha mai dimenticato,
quindi vuol dire che c'è una possibilità che accada qualcosa tra noi,
quindi vuol dire che sono stata davvero una stupida a non dichiararmi.
Mi vesto, una camicietta bianca e un paio di pantaloncini di jeans e
torno dagli altri in salotto. Jazzy è sdraiata sul divano mentre suo
fratello e seduto affianco a lei.  Stanno guardando la tv; non so cosa
fare e allora mi siedo sulla poltrona affianco al divano.
Ogni tanto io e Justin ci lanciavamo qualche sguardo complice,
lui sorrideva mentre io arrossivo.
-C'è qualcosa che devo sapere?- chiede Jazzy continuando a guardarci
entrambi sorridendo. Tutti e due facciamo cenno di no col capo,
mentre scoppiamo a ridere. Ok, era impossibile non sospettare qualcosa.
Con noi due poi che ridevamo.



Arrivò la sera e decidemmo di uscire per qualche locale.
Misi un vestitino azzurro mentre Jazzy uno nero, scendemmo
le scale e Justin era già all'auto che ci aspettava.
Quasi mi mancò l'aria appena lo vidi, era bellissimo.
Aveva dei jeans neri stretti e una camicia bianca stupenda,
ero tutto stupendo, ogni cosa che riguardasse lui era stupenda.
Entrammo in auto e andammo in un locale parecchio
frequentato, entrammo e fin da subito ci scatenammo in pista.
Scoprì con mia sorpresa che Bieber era un bravissimo ballerino.
Bene, c'era qualcosa di lui che non era perfetta?

 
Ballavamo da un po', io e Jazzy andammo al bancone ed
ordinammo da bere. Una vodka per me e un mojito per lei.
-Allora, mi racconti che è successo sulla barca?- disse lei
mentre sorseggiava il suo drink.
-Beh, abbiamo litigato, lui mi ha detto il motivo dei suoi dispetti
e poi ancora litigato
- le sorride per poi fare un sorso di vodka
-Praticamente mi rompeva perché all'asilo quando lui si
dichiarò a me io gli risposi che mi faceva schifo
- Jazzy scoppiò a
ridere come una scema, perfino il cameriere la guardava male.
-No..Non dirmi che ce l'aveva con te per una cosa successa 12 anni fa!-
annuisco col capo e lei continua a ridere, faccio un sospiro e
la guardo -Oggi, quando siamo tornati.. Mi ha baciata e ha detto
che gli piaccio ancora
- dico guardando il mio drink mentre Jazzy si
è voltata verso la pista da ballo -Oh..- la sentì mugolare.
Mi voltai dalla sua parte e capì il motivo della sua reazione.
Poco più in là c'era Justin che abbracciava una mora, alta e
fisico perfetto. Oh beh, molto meglio di me certo.
Fanculo, mi ero davvero illusa di potergli piacere sul serio.
Mi ero davvero illusa che per una volta non mi stesse prendendo
in giro, ero stata una sciocca. Come sempre.



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Capitolo 9
*** Non voglio perderti. ***


Continuavo a fissarli quasi incredula.
Incredula nel vederlo così affiatato con quella ragazza
che conosceva da quanto? Due minuti, dieci forse?
Incredula perchè quella stessa mattina mi aveva detto ciò
che sognavo mi dicesse da sempre, ma ovvio. Era solo uno dei
suoi ennesimi scherzi, delle sue ennesime bravate per farmi
del male, come sempre.
Il suo sguardò si voltò incrociando il mio, il suo sorriso si
trasformò in una smorfia di 'dolore'.
Non ebbi il coraggio di guardarlo oltre e così corsi via da quel
fottutissimo locale; avevo sentito la voce di Jazzy che m'implorava
di tornare indietro ma la ignorai del tutto e cominciai a camminare
per strada senza nemmeno sapere dove stessi andando.
Poi improvvisamente sentì due braccia afferrarmi per i fanchi:
era Justin, lo riconobbi dal suo profumo inconfondibile.
Mi dimenai cercando di sfuggire alla sua presa, ma non ci riuscì,
era decisamente più forte di me -Hailey non ti lascerò andare via
ancora una volta, dammi almeno il modo di spiegare!-
la sua
sembrava quasi una supplica, ma in quel momento ero così
nervosa che nessuna spiegazione sarebbe stata davvero valida da giustificarlo.
Mi voltò verso di lui costringendo a guardarlo, i suoi occhi
era lucidi un po' come i miei. Avrei voluto piangere, ma non volevo
sembrargli debole, era una questione di orgoglio
. Non volevo
dargli la soddisfazione di fargli vedere che ancora una volta mi aveva
fatto male, forse troppo.
Afferrò il mio viso tra le sue mani, i nostri sguardi s'intrecciarono
fra loro, per quanto lo odiassi non riuscivo a distaccare lo sguardo
dal suo. Poggiò la sua fronte sulla mia -Giuro che posso spiegarti-
sussurrò così piano che a sento riuscì a capire.
Chiusi gli occhi, ma mi tornò alla mente l'immagine di lui
avvinghiato a quella ragazza 'sconosciuta'.
Lo spinsi via da me abbassando lo sguardo, mi voltai dalla parte
opposta cercando di continuare a camminare, ma nuovamente
mi bloccò afferrandomi per il polso.
-Hailey, quella è una mia vecchia amica, non ci stavo provando!-
ok, un tonfo al cuore. Quindi ero stata io la stupida ad aver pensato
male, quindi ero davvero gelosa di quel cretino.
Quindi lo amavo davvero così tanto?
Hailey sei una stupida!
Lo guardai negli occhi -Me lo giuri?- lui si limitò ad annuire e
mi tirò di nuovo a se abbracciandomi fortissimo.
Sentii il suo respiro fisso sulla mia pelle, sul mio collo che ogni
tanto mi procurava dei brividi, ma nonostante questo sarei
rimasta così per sempre, se dispensabile.
Una sua mano mi accarezzava i capelli, l'altra la schiena.
-Mi piaci da morire Hailey, nessuna potrebbe mai prendere
il tuo posto.. Il-il mio cuore è tuo da più di dodici anni ed è e
sarà sempre così-
a questa frase mi strinse a se ancora più forte,
era come se non volesse lasciarmi andare, ma io non lo avrei mai fatto.
Lo strinsi anche io forte a me, lasciando che il mio viso affondasse sul
suo petto.


Ero sdraiata sul mio letto a ripensare a quello che era successo
quella stessa sera. Ormai erano le due ed io non ero ancora riuscita
a chiudere occhio, forse per la forte emozione o forse perchè
da quasi un'ora fuori stava diluviando.
No, ma dico, la pioggia d'estate? Ma stiamo scherzando?
La cosa brutta è che c'erano anche i lampi che ogni tanto
illuminavano la stanza di un color celeste.
Affondai la testa nel cuscino, intenta a cercare di prendere sonno
quando qualcuno entrò nella mia stanza in punta di piedi.
-Hailey..- mi voltai ritrovandomi Justin in boxer con il suo
fisico dannatamente perfetto; per poco non ci morivo.
-Che ci fai qui?- bisbiglia ancora un po' intontita -Ho paura
dei tuoni, posso dormire con te stanotte?-
no aspetta, cosa?
Justin Bieber ha paura dei tuoni?
Lo guardai negli occhi e notai con stupore che aveva un'aria
al quanto seria. Non riuscii a trattenermi dal ridere e lui
incrociò le braccia al petto facendomi labbruccio.
-Non c'è niente da ridere- disse imbronciato, sorrisi e gli alzai
la coperta in segno di consenso. Non se lo fece ripetere due volte
e subito si fiondò nel mio letto sorridendomi.
-Forza Bieber, adesso dormi- ridacchiai voltandomi di spalle,
sentì il suo corpo aderire al mio e la sua mano che mi
accarezzava la schiena provocandomi dei brividi infiniti.
Poi di nuovo il suo mento sulla mia spalla e il suo respiro dritto
al mio orecchio, non riuscì a trattenermi e mi lasciai ad un leggero
gemito. Lo sentì sorridere per poi abbracciarmi fortissimo.
-Justin, posso chiederti una cosa?- dissi ad occhi chiusi, mentre
mi lasciavo coccolare in quel modo -Certo- affermò poi lui.
-Era una scusa vero?- lo sentì sorride per poi lasciarmi un
bacio sulla spalla -Sì Hailey, era una scusa- mi sussurrò prima
che ci addormentassimo abbracciati.







 

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Capitolo 10
*** Solo un'amica. ***


Mi svegliai la mattina dopo che mi sentivo stranamente bene,
mi voltai leggermente e vidì che Justin stava ancora dormendo
abbracciato a me, riusciva a tenermi stretta nonostante dormisse.
E pensare che per poter dormire con me, si era inventato di aver
paura dei tuoni. Sì certo, uno come lui che ha paura dei tuoi non credo.
Spostai lentamente le sue braccia e feci per alzarsi quando un suo
braccio mi afferrò facendomi ricadere a letto. Era sveglio, non stava
dormendo e mi guardava con il suo solito sorrisetto dolce.
Dio, si era appena sbegliato ed era comunque la cosa più bella che avessi visto!
-Dove credevi di andare?- sussurrò con un tono misto al malizioso e
al rintontito per il sonno. -Mh, a preparare la colazione?- risposi ovvia,
mi sorrise e dolcemente sfiorò le mie labbra con le sue, mentre la sua
collanina mi solleticava il petto.
Le sue labbra erano morbide, soffici. Sarei impazzita, sicuro, ma come
al solito gli piace stuzzicarmi. Mi baciò il collo lentamente e un piccolo
gemito uscì dalla mia bocca facendolo ridacchiare -Sai che se ci vede tua
sorella penserà male, vero?-
lui fece spallucce e continuò a baciarmi.
Lo staccai da me ridendo e mi alzai seguita dal suo sguardo per andare
in cucina a preparare la colazione.


Andai in cucina, Jazzy era già lì che stava mangiando una briosche.
Mi guardò con aria pensierosa e amareggiata, che fosse successo qualcosa?
Mi avvicinai a lei, aveva già preparato un caffè anche per me.
-Hailey, devo dirti una cosa..- disse per poi abbassare lo sguardo tenendolo
fisso sulla tazzina, non riusciva nemmeno a guardarmi negli occhi.
-Mio fratello.. Stanotte non ha dormito qui..- la guardai seria per poi
scoppiare a ridere come non mai sotto i suoi occhi che mi scrutavano
quasi spaventati da quello che stavo facendo. Poi entrò Justin ancora in
boxer e mezzo assonnato;
Jazzy lo guardò scioccata per poi guardare me.
-Dovete spiegarmi qualcos voi due, dove diavolo ha dormito Justin se non
era in camera sua?-
continuava a fissare prima me e poi lui, Justin arrossì
sorridendo e fece finta di niente aprendo il frigorifero e prendendo il latte.
Io la guardai ancora ridendo -Ehm, con me Jazzy..- più la guardavo e più
sembrava scioccata dalla situazione. -Ok, ho bisogno d'aria- si alzò ancora
incredula, prese le sue sigarette e se ne uscì fuori.
La seguì con lo sguardo fino al terrazzo per poi incrociare il mio sguardo
con quello di quel cretino impalato davanti a me. Ridacchiava, poi si
avvicinò di scatto rubandomi un bacio, ma proprio in quel momento rientrò
sua sorella che ci guardò letteralmente paralizzata.
Ci dividemmo di colpo, Justin si toccava i capelli imbarazzato mentre
io cercavo di trattenere le risate. -State insieme?- balbettò lei con un filo di voce.
-No. Sì. Forse..- dicemmo in sincronia; ci guardammo per poi sorridere.
Jazzy era paralizzata dalla situazione -No cioè, un giorno volete uccidervi, quello
dopo finite a letto assieme?-
stavo facendo un sorso di caffè quando sputai tutto
addosso a Justin per lo stupore -Ma non abbiamo scopato!- gridai con
rimprovero, mentre il signorino continuava a brontolare pulendosi il suo
bellissimo dorso nudo ricoperto di caffè.
Dio, che sexy! Oh Hailey, non fare la pervertita.



Eravamo abbracciati e stavamo ballando assieme, in quel momento
credo che sarebbe potuta venire anche la fine del mondo ma non me
ne sarei accorta. La mia fine del mondo era nei suoi occhi, ogni volta
che mi guardava, ogni suo sorriso era morte certa.

Eravamo nel locale, sempre il solito oramai. Stavamo ballando da chissà
quanto tempo, eppure non c'importava di niente che non fossimo io e lui.
Non so nemmeno dove fosse Jazzy e se fosse venuta con noi.
Sarei rimasta tra le sue braccia per sempre, ma qualcuno o meglio
qualcuna chiamò Justin. Una ragazza mora, la stessa della sera prima.
I due si abbracciarono, era forse un vizio?
-Oh Justin e lei chi è?- disse sorridendomi -Oh, Hailey.. E'-è una mia amica-
il cuore mi sprofondò, un amica? Io ero solo una fottutissima amica?
Fanculo Justin, fanculo!
La ragazza mi porse la mano ed io gliela strinsi, forse un po' troppo forte
perchè fece una smorfia di dolore -S..Selena, piacere- le sorrisi con fare
acido per poi guardare Bieber allo stesso modo.
-Piacere mio, scusate ma adesso 'l'amica' se ne torna a casa- finsi ancora una volta
un sorriso per poi andarmene più disgustata che mai da tutta quella situazione.
Fanculo, ero solo un'amica?
Bene, lo sarei stata punto e basta.










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Capitolo 11
*** Geloso per un'amica? ***


La mattina seguente mi svegliai intenta a cercare di non rivolgere
per niente la parola a quel cretino. Non volevo vederlo, ma dovevo.
Scesi le scale, mi accorsi che era già in piedi e stava facendo colazione;
gli passai davanti senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
Era lui a guardare me, insistentemente.
-Dobbiamo parlare- lo sentì borbottare, feci finta di niente.
Io non volevo rivolgergli parola. Presi la mia tazza di latte e andai a
sedermi sul divano intenta a guardare qualche stupido programma
televisivo, ma niente. Solo cartoni animati per bambini, oh quindi per Justin.
Si sedette affianco a me, roteai gli occhi al cielo sbuffando ma questo
non placò la sua dannata voglia di parlarmi.
-Ieri sera..- lo bloccai ancor prima di finire o,meglio, iniziare la frase
-Ieri sera niente, sei stato molto chiaro. Siamo amici, basta- mi alzai tornando
alla cucina, rovesciai il latte nel lavatoio quasi disgustata. Non dal latte,
ma da quel cretino che mi aveva spezzato il cuore ancora una volta.
Corsi in camera mia, mi vestì in fretta e decisi di uscire a fare due passi,
stare lì dentro non  mi faceva di certo bene.


Stavo camminando sulla strada principale, vicina alla spiaggia,
ogni tanto lo sguardo andava al mare che riusciva a darmi quella sensazione
di calma e tranquillità. Quella sensazione di cui avevo bisogno.
Ad un tratto andai a sbattere contro qualcuno, alzai lo sguardo per
chiedere scusa, ma m'imbambolai. Davanti a me c'era un ragazzo
al dir poco stupendo, con un bellissimo sorriso e degli occhi azzurri da
far perdere il respiro a chiunque.
-Hei, per una volta c'incontriamo in circostanze normali- disse il
ragazzo mostrandomi il sorriso più bello e dolce che aveva.
Aspetta un attimo, ci conosciamo?
Lo guardai stranita e a lui scappò una risatina -Sono il ragazzo dei Martini,
ricordi? Il cameriere..-
lo guardai meglio, oddio era vero. Era proprio lui,
ma senza quella divisa da cameriere e senza tutto quel buio non lo
avrei mai riconosciuto. -Ah capisco, piacere Hailey- sorrisi porgendo
la mano -Piacere John- la strinse sorridendomi.
-Stavi andando da qualche parte?- chiese poi, feci cenno di no col capo
e così decidemmo di fare un giro assieme.
Quel John sembrava simpatico, per qualche ora era riuscito a farmi
dimenticare del tutto i problemi con quello scemo di Justin.
Chissà, magari era la volta buona che lo avrei dimenticato..
No, Hailey, non farti strane idee, magari neanche gli interessi!



Arrivammo fuori casa 'mia', ero stata davvero molto bene con lui,
nonostante non lo conoscessi affatto. Speravo davvero sarebbe successo
di nuovo; mi accorsi che continuava a fissarmi e improvvisamente arrossì.
-Mi sono divertito molto oggi, dovremmo rifarlo..- sospirò sorridendomi,
oddio che sorriso, il più bello dopo quello di Justin.
Annui col capo, solo dopo mi accorsi che si stava avvicinando
pericolosamente a me, davvero troppo pericolosamente. Oh mamma, che dovevo fare?
Lasciare che mi baciasse o dirgli di no, poi dopo ricordai la sera prima
e decisi che dovevo farla pagare a quel cretino. Lo avrei baciato.
Riuscivo a sentire il suo respiro sempre più caldo e forte, era ad un passo dalle
mie labbra finché qualcuno non aprì la porta di colpo facendolo sobbalzare
e allontanarsi da me. Mi voltai e vidi Justin sulla soglia della porta guardarci
con fare minaccioso e piuttosto arrabbiato. Continuava a guardare male quel
povero John che continuava a non capire.
-Ehm, allora ci vediamo al locale..Ok Hailey?- disse dandomi un semplice
bacio sulla guancia, annui fingendo un sorriso e salutandolo con un cenno di mano.
Lo guardai andare via e appena svoltò l'angolo piombai addosso a Bieber spingendolo
-Si può sapere che diavolo vuoi?!- sbottai guardandolo male e gettando la borsa
sul divano nel salotto -Si può sapere chi è quel tipo, sembra uscito da una fiaba-
nel suo volto c'era una smorfia di disgusto.
Ridacchia con fare nervoso, in realtà non ero per niente divertita da tutto quello.
Voleva divertirsi lasciando che io fossi legata a lui, ma porco diavolo, no!
-E' un amico, sei geloso?- dissi con fare ironico e anche un po' provocatorio,
ma lui sbuffò lasciandosi cadere sul divano imbronciato.
Mi avvicinai a lui dandogli un bacio sul collo che lo fece rabbrividire.
-Sei geloso di un'amica Bieber- sussurrai al suo orecchio per poi andarmene
via e tornare in camera mia. Basta con tutti questi sotteffuggi, doveva chiarirsi le
idee perchè le mie lo erano di già.


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Capitolo 12
*** Voglio te, per sempre. ***


Erano passate due settimane e dall'accaduto con John il
cameriere ed erano due settimane che non si faceva vivo al locale.
Avevo perfino provato a chiedere al padrone se sapesse qualcosa,
ma continuava a sostenere di non sapere niente e cose del genere.
Che se la fosse davvero presa per la reazione di Justin?
Anche quella sera, come tutte le altre, me ne ero rimasta al bancone
a sorseggiare qualche bibita mentre la mia migliore amica si
scatenava con qualche ragazzo e quell'odioso se ne stava avvinghiato
alla sua amichetta 'Selena'.
A quanto pare aveva fatto infretta a rimpiazzarmi con quella sciacquetta.
Fanculo, fanculo, fanculo..
-Buonasera signorina, posso offrirle qualcosa?- una voce alle mie spalle
mi fece rabbrividire, mi voltai e con enorme piacere rividi ancora una
volta il magnifico sorriso di John, ma aspetta.. perchè non indossava
l'uniforme da cameriere?
Mi sorrise dolcemente -Se ti stai chiedendo perchè non ho l'uniforme,
sappi che mi sono licenziato-
arrossì senza motivo, forse perchè era
riuscito a leggermi nel pensiero. Ero davvero così prevedibile?
Rimanemmo a parlare per chissà quanto tempo, ci raccontammo
ciò che avevamo fatto in quelle due settimane. Lui mi parlò un po' di se
ed io un po' di me; sembrava di aver incontrato un amico dopo 20 anni.
E la cosa non mi dispiaceva affatto, anzi, più parlavamo e più sentivo
di potermi fidare completamente di lui.
Ad un tratto la mia attenzione fu catturata da Justin e la sua amichetta
che lentamente sparivano fra la folla: direzione bagno.
Oh bene, non perde tempo il signorino.
Senza volerlo mi rattristai, John guardò nella stessa direzione dei miei
occhi e probabilmente capì il motivo della mia tristezza.
Mi prese per mano e mi trascinò fuori dal locale; non sapevo nemmeno
dove mi stesse portando ma qualcosa mi diceva che dovevo fidarmi.


Non so né come e né perchè, ma ci ritrovammo seduti sulla spiaggia
in piena notte ad osservare le onde del mare che s'infrangevano sulla riva.
Quella leggera brezza, il rumore delle onde, la notte, la luna, le stelle..
Rendeva tutto magico, tutto perfetto. Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare
dal rumore delle onde e del vento che assieme parevano melodia.
Poi tornai coi piedi per terra -Perchè mi hai portata qui?- chiesi voltandomi
verso di lui che mi sorrise senza indugi.
-Quando ho bisogno di tranquillità, di non pensare a niente, vengo qui..-
ok, come faceva a sapere che era quello di cui avevo bisogno?
Forse mi legge nel pensiero o forse..forse semplicemente sa leggere nei
miei occhi, perchè Justin non ci riesce?
-Ho visto come guardi quel tipo, il ragazzo che ci ha interrotti l'altra volta
e quello che poco fa se n'è andato in bagno con quella mora. Ti piace non è vero?-

Lo fissai per qualche istante, poi voltai lo guardo dritto verso il mare per
poi perdermi tra il buio della notte. Una marea ti pensieri mi invasero la mente,
tutti diversi, tutti differenti tra loro eppure così uguali.
-No, lo amo, ma è un'amore impossibile..- sospirai senza distogliere lo
sguardo dall'orizzonte. John sospirò con me, guardando nel vuoto assieme a me.
-Non esistono amori impossibili..- lo fermai -Ma solo persone incapaci di amare?
Andiamo, è una frase sentita e risentita
- sbuffai piegando le ginocchia verso il
petto e posando il mento su di esse.
Lo sentì sorridere e avvicinarsi a me poggiando la testa sulla mia spalla
-Non esistono amori impossibili, ma solo persone con la paura di soffrire-
rimasi spiazzata da questa affermazione, lo guardai e lui mi sorrise-
Che c'è? L'amore è anche questo, soffrire, odiare e poi amare. Credo che
l'amore tormentato sia il più vero e il più forte-

Lo guardai ancora una volta senza dire niente.
Aveva ragione, gli amori più belli sono quelli più tormentati, ma il mio
e quello di Justin era uno di questi? O semplicemente non mi ricambiava?
Dio, perchè era così difficile. Perchè non era uno di quegli amori semplici?


Mi alzai avvicinandomi alla riva, John mi seguì a ruota.
Mi tolsi i tacchi e li lascia cadere sulla sabbia per poi avvicinarmi alla riva
fino a sentire l'acqua gelata bagnarmi i piedi.
Sentivo i suoi occhi fissi sulla mia schiena, qualcosa mi diceva che
dovevo sfogarmi con qualcuno e così lo feci:
- Ho sempre avuto paura dell'amore, ho sempre avuto paura che
potesse farmi più male che bene. Che potesse fare male al cuore più
del dovuto. L'ho visto con i miei.. Loro non si sono mai amati, hanno
sempre finto di voler essere la famiglia felice, quella perfetta.
Quella che non ha niente da nascondere eppure mia madre beveva,
mentre mio padre usciva e tornava a casa la sera arrabbiandosi
senza motivo.
Non so nemmeno come sia amare davvero qualcuno, se sia davvero
possibile, so solo che con Justin riesco a provare delle emozioni
che non avevo mai provato in vita mia e adesso ho paura..-

una lacrima mi rigò la guancia -Ho paura perchè per la prima volta
mi sento dannatamente fragile e so che l'unica persona che mi fa
stare bene può spezzarmi il cuore..-
ad un tratto sentì una voce dietro
le mie spalle dire -Non lo farò mai- non era John, lo avrei riconosciuto.
Mi voltai di scatto e mi ritrovai il volto di Justin rigato dalle lacrime,
mentre John se ne stava in disparte a guardare la scena commosso.
Gli corsi incontro abbracciandolo fortissimo, lui mi strinse a se
affondando il viso fra i miei capelli. Scoppiammo entrambi in un lungo
pianto che fece cessare lui -Io so già cosa voglio e voglio te, per sempre-

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