What does it mean to be human?

di Roly_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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<< Fin da quando ci siamo conosciuti,ho sempre pensato che noi due fossimo destinati a stare insieme. Noi due ci apparteniamo,perché ti stai arrendendo? >> disse Beth con rabbia e lasciando che tutte le lacrime ,che aveva cercato di trattenere fino a quel momento,le solcassero il viso.
<< Io non mi sto arrendendo semplicemente non ho mai nemmeno iniziato a combattere. Era una battaglia che hai inventato tu,io non ne ho mai voluto fare parte >>disse con diffidenza lui restando voltato di spalle.
<< Non mentirmi! Io non sono una qualunque! >>insistette lei. 
<< Davvero credi di essere così importante? >>sapeva che le stava facendo del male,ma era solo per il suo bene. Si sarebbe dimenticato di lui,come avevano fatto tutte le donne che aveva amato,anche lei  sarebbe andata avanti facendosi una vita tutta sua,mentre lui sarebbe rimasto per secoli a ricordarla. 
Era lei quella giusta. Questa volta ne era certo,ma per salvarla si sarebbe sacrificato anche a costo di farsi odiare.
<< Sei solo una cacciatrice,questo non ti rende speciale rispetto qualsiasi altra ragazza >>continuò girandosi per far incrociare i loro sguardi. Mascherò tutto il dolore che stava provando cercando di mascherarlo in indifferenza. Ma lei lo conosceva e infatti non ci cascò,si avvicinò a lui e lo afferrò per il bavero della camicia.
<< Dimmi la verità. L’affronteremo insieme. >> disse lei mentendoci forza soprattutto sull’ultima parola,come se quella parola potesse riuscire a fargli capire quanto lei l’amasse.
Quello sguardo così penetrante,così vicino a lui,era troppo.
Le diede un leggero bacio sulle labbra … o almeno immaginò di farlo.
Le fece togliere le mani dalla camicia e l’allontanò.
<< Non renderti patetica! Ho detto che è finita! >>urlò e questa volta i suoi occhi fiammeggiarono puro odio. Peccato che non fosse per lei,era un odio riservato a Samuel e a Esther,era un odio verso se stesso.
Le aveva promesso che non l’avrebbe mai fatto del male,che mai nessuno l’avrebbe toccata.
E invece eccolo lì a ferire a morte l’unica ragazza che l’amava,l’unica ragazza che l’aveva trattato come l’ovvia prima scelta. L’unica che l’aveva fatto sentire importante e amato.
Beth non aveva più le forze per contrastarlo,per capire che quello sguardo d’odio non era riservato a lei.
Era stanca,voleva solamente chiudere gli occhi,dimenticare tutti quei morti innocenti,dimenticare quelle parole così brutte e svegliarsi accoccolata sul petto del suo amato.
<< Ti prego.. >>disse con l’ultimo briciolo d’energia che l’era rimasto.
<< Addio >>rispose lui e corse via lontano da quella piccola ragazza che l’aveva fatto sentire umano.
Sconfitta Beth si lasciò andare in un urlo di pura sofferenza per poi accasciarsi al suolo.

5 mesi prima….
Il  rombo della loro auto annunciò il loro arrivo in quella nuova cittadina e per i suoi abitanti non poteva che significare una cosa:lì c’erano guai.
A volte Beth voleva inviare un falso allarme alle autorità,tipo l’arrivo di un uragano,così che potessero evacuare la sfortunata cittadina che lei e i suoi fratelli dovevano visitare,per lavoro ovvio.
Questa,in particolar modo,sembrava aver concentrato tutte le calamità su di essa.
Streghe,vampiri,licantropi,ibridi.
Quella sarebbe stata una bella sfida. Come si faceva a distruggere un vampiro originale che ora era anche metà licantropo?
Era una faccenda che dovevano sbrigarla dall’inizio,ma erano stati troppo impegnati a uccidere Lucifero.
Ottima ragione.
<< Sembra un posto carino >>commentò Sam.
<< Già molto carino >>aggiunse Dean soffermandosi  a guardare il sedere di una ragazza con dei lunghi capelli biondi che entrava in un bar.
<< Perché non ci fermiamo qui a mangiare qualcosa? >>disse.
<< Io ci sto. Per te va bene Beth? >>
<< Certo >> rispose la ragazza sorridendo al fratello.
Era ancora un po’ strano considerare quei due ragazzoni suoi fratelli. Ma era così.
Suo padre,John Winchester, era sposato anni prima con un’altra donna con cui aveva avuto due figli,Dean e Sam.
Come ai due ragazzi,anche a lei aveva insegnato il mestiere di famiglia.
Aveva incominciato a praticare quel lavoro,per poi trovarsi proprio a incrociare la sua via con quella di Dean e Sam. Insieme avevano sconfitto il diavolo,mettendo apposto l’inferno e il paradiso,per quanto fosse possibile per degli umani,e avevano deciso di rimanere insieme.
Scoprire di avere una sorella,anche per Sam e Dean fu inizialmente uno shock.
Già tempo prima avevano appreso di avere un fratello,adesso anche una sorella?
Insomma loro padre si era dato alla pazza gioia!
Ma che colpa ne poteva avere quella ragazzina di soli 17 anni?
Era cresciuta con il terrore che il mostro nero esistesse davvero sotto il suo letto,si era vista costretta ad andare a rubare acqua santa da una chiesa per cercare di liberare la madre da un demone. Purtroppo il corpo della madre era troppo fragile per resistere e così era rimasta orfana.
A soli 13 anni si era messa in viaggio alla ricerca di mostri da uccidere,era diventata davvero famosa in quel settore e godeva della supervisione dei più abili cacciatori. Ma era sola.
Loro due erano la sua famiglia e in loro subito era nato il senso di protezione.
E così eccoli lì,i fratelli Winchester pronti a fare pulizia anche in quel piccolo paesino.
Entrarono in quel piccolo pub/bar chiamato Mystic Grill e Beth era sì molto forte,coraggiosa e non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno,ma doveva ammettere che le occhiate che gli rivolgevano,ogni volta che arrivavano in una nuova cittadina,dove si conoscevano tutti e quindi loro erano gli ‘stranieri’,le infastidivano parecchio. Inoltre si sentiva tremendamente in imbarazzo,infondo era timida.
Così si affiancò a suo fratello Sam e a sguardo basso seguiva Dean,che a differenza degli altri due,camminava spavaldamente verso un tavolo libero.
A Beth non sfuggì le occhiate che lanciavano le ragazzine ai suoi fratelli e quelle ancora più spudorate,da parte delle donne.
Ormai ci aveva fatto l’abitudine,d’altronde doveva ammettere che erano davvero due bellissimi ragazzi,ma si chiedeva se mai un giorno avrebbe attirato anche lei l’attenzione di qualcuno.
Prima di intraprendere la sua carriera aveva avuto uno o due fidanzatini. Poi c’era stato Nick,anche lui un cacciatore,ma appena aveva saputo che lei era una Winchester si era dileguato.
Nel settore Sam e Dean erano molto conosciuti e nessuno si sarebbe mai avvicinato a lei per non scatenare le ire dei suoi fratelli,se nel caso l’avrebbero fatta soffrire.
Per chi non li conosceva invece era quasi la stessa cosa. Bastava guardarli per temerli.
Un po’ quella situazione seccava a Beth,ma si diceva che se davvero qualcuno ci teneva a lei avrebbe anche rischiato di mettersi contro i temibili Winchester.
Subito un cameriere si avvicinò a loro per chiedere le ordinazioni e presero qualcosa da mangiare e da bere. << Da cosa partiamo? >>chiese la ragazza mentre mangiava.
<< Ho sentito dire che questi vampiri sono diversi da quelli che noi siamo abituati uccidere di solito >>disse Dean.
<< Infatti per ucciderli bisogna trafiggerli il cuore con un paletto di legno. Per indebolirli invece c’è una pianta particolare,la verbena. Al sole bruciano,non posso entrare in casa se non invitati e c’è dell’altro? >>spiegò Sam.
<< Sei stato chiarissimo,bene allora stasera armiamoci di paletti di legno e conficchiamoli in un paio di cuori,ma con l’ibrido? >>intervenne Beth.
<< Questo è il problema! Come si fa ad ucciderlo,visto che nemmeno il sole lo danneggia? >>chiese retoricamente Dean,per poi aggiungere entusiasta  << Eccola lì >> notando la bionda di poco prima,che passò affianco al loro tavolo e rivolse un sorrisetto al maggiore dei fratelli. Naturalmente lui ricambiò e poi soddisfatto addentò il suo panino.
<< Per favore Dean! Sto cercando di mangiare! >>si lamentò Beth.
<< Dai sorellina non essere gelosa >>rise Dean.
Beth alzò gli occhi al cielo e poi diede un’occhiata in giro.
Tutti normali a primo impatto e notò che quella bionda era seduta al bancone con due ragazzi.
Uno era biondiccio e stava massacrando l’anello che portava,l’altro aveva dei lisci capelli neri e notò che aveva anche dei bellissimi occhi azzurri.
Beth rimase incantata ad osservarlo. Era uno degli uomini più belli che avesse mai visto. Forse il migliore.
E lei era una tipa che poteva vantarsi si essere una che di belli ne aveva visti. Certo alla fine non aveva mai fatto niente,ma quando si viaggia molto si conoscono sempre degli individui molto interessanti.
Anche i suoi fratelli erano molto belli,così come quel ragazzo con l’anello. Ma lui. Quello con degli occhi color ghiaccio. Era perfetto. 
<< Hey Beth. Beth? >>la chiamò Sam.
<< Cosa? >>chiese lei confusa distogliendo finalmente lo sguardo da quel ragazzo.
<< Te lo stai mangiando con gli occhi sorella! Perché poi quando puoi osservare uno come me? >>disse scherzando Dean per mascherare il nervoso che gli era salito.
Non voleva essere uno di quei fratelli che costringono le sorelle a chiudersi in casa. Beth non era il tipo poi,sarebbe di sicuro scappata.
Ma ci teneva a lei,si sentiva responsabile in maniere forse ossessiva. Non voleva che soffrisse ancora e quel ragazzo già da lontano non aveva niente di raccomandabile. 
<< Ma per favore! >>rispose Beth continuando a mangiare.
<< Ragazzi che ne dite di trovare un posto dove dormire? Penso che la cosa richiederà un po’ di tempo e possiamo prendere le cose anche con più calma ora. Possiamo rimanere anche fino alla fine di maggio >>disse Sam.
<< Ma sei impazzito?! Cinque mesi qui?! >>protestò Dean.
<< Hey fra un mese è il compleanno di Beth,non vorrai farle passare il suo diciottesimo compleanno in macchina? E poi è il suo ultimo anno di liceo,deve diplomarsi! >>
<< Sì,ma cinque mesi! >>obiettò Dean.
<< Ragazzi non vi preoccupate. Non è importante >>disse Beth abbassando lo sguardo come un cucciolo bastonato. Dean non resistette a quell’espressione e anche se di mala voglia accettò. << Va bene,restiamo. Tanto qua intorno succedono sempre molte cose strane. Ce ne sarà di lavoro >>cercò  per autoconvincersi.
<< Perfetto allora andiamo alla ricerca di una casa! >>sentenziò Sam.
<< Scelgo io! Ho più gusto per queste cose >>replicò Beth con un sorriso a trentadue denti. Rimanere per tutto quel tempo fermi in un posto,era da anni che non lo faceva.
<< Forse posso esservi d’aiuto >>disse una donna avvicinandosi al loro tavolo.
<< Scusate non ho potuto far a meno di sentire che state cercando casa. Io sono il sindaco di questa cittadina,mi chiamo Carol Lookwood >>si presentò la donna con un bellissimo sorriso.
<< Salve io sono Sam Winchester e questi sono i miei fratelli Dean e Beth. >>
<< Benvenuti a Mystic Falls. Se volete dopo potete passare dal mio ufficio e vi farò vedere le varie case in affitto che ci sono >>propose la Carol.
<< Potrebbe portarci già a vederne qualcuna? >>chiese Beth.
<< Sicuro. Venite vi faccio strada con la mia macchina >>e così il sindaco Lookwood con i tre fratelli Winchester uscirono dal Grill.

Quei tre nascondevano qualcosa,Damon ne era certo e a quanto sembrava anche Rebekah era della stessa opinione. Forse anche Stefan l’avrebbe notato se non fosse stato troppo impegnato a cercare di non uccidere nessuno. Sorrise soddisfatto fra sé e sé per aver fatto subito colpo sulla ragazzina e il fatto che il più grande dei tre avesse già adocchiato Barbie Klaus poteva essere una cosa a suo favore.
Doveva sapere di più su di loro,già avere un serial killer,un fratello dipendente dal sangue,un ibrido che non vede l’ora di prosciugare la ragazza che ami e altri vampiri originali, era tutto una vera rogna. 
Il problema che era tutte cose che non erano state calcolate,per questo non avrebbe fatto di nuovo lo stesso errore. Prevenire è meglio che curare,dice un detto e ormai sarebbe diventata anche la sua nuova filosofia di vita. Se c’era anche l’ombra di un problema,bisognava rimediare subito.
Sapere dove sarebbero andati a vivere quei tre era il primo passo da compiere,per questo aveva mandato Carol e se poi era per caso la casa affianco a quella di Elena,le cose sarebbero andate ancora meglio.
Dopo un po’ Damon,Stefan e Rebekah uscirono anche loro dal Grill. Damon aveva deciso di attuare il suo nuovo piano per guarire suo fratello,”la via della moderazione” l’aveva chiamata.
Era inutile cercare di eliminare la parte assetata di sangue,ma la cosa importante era moderarla e Stefan l’avrebbe capito anche a costo di impiegarci 200 anni.
Tutto andò a fottersi quando Elena li sorprese fuori al bar con una ragazza con il collo sporco di sangue e quello che colava dalla bocca di Stefan era la chiara prova di cos’era successo.
Avvolte,anche se rare,non sopportava la testardaggine di Elena.
Voleva imporre cose in un mondo che non le apparteneva. Come poteva sapere cos’era meglio per Stefan se non era un vampiro? Come poteva solamente in minima parte comprendere il dolore del non nutrirsi?
Non lo poteva sapere e forse non l’avrebbe mai saputo,visto che non aveva intenzione di trasformarsi in vampira.
Allora doveva farsi da parte.
Lui voleva aiutare suo fratello,davvero.
L’aveva trasformato in un mostro nel 1912 e se lo era anche ora era solo per colpa sua.
Se non fosse arrivato in punto di morte,Stefan non si sarebbe dovuto sacrificare.
<< Perché adesso sei tutto ciò che ho >>ecco come gli aveva risposto quando Stefan gli aveva chiesto perché lo facesse.
Ed era sincero. Non era da lui dire certe cose,ma suo fratello doveva capire che,indipendentemente dalla donna che amava,lui avrebbe sempre scelto il suo fratellino.
Era l’unica certezza che aveva in passato,che aveva in quel momento e che avrebbe avuto anche in futuro se nessuno li avesse fatti fuori.
E per evitare un tragedia controllare i nuovi arrivati era essenziale.


Salve a tutti!^^  Allora...sinceramente non so che dire xD Spero che questo capitolo vi abbia così colpito da farvi continuare a seguire la mia storia. Io la sto ancora scrivendo quindi non so nemmeno io cosa succederà,di sicuro si arriverà alla scena che vi ho scritto sopra. In testa ho anche già la coppia e forse l'avete capito anche voi,ma non pensate che le coppie siano già tutte decise. Infatti farò vari accoppiamenti poi alla fine vederemo come andrà a finire xD Ora vi saluto e alla prossima per chi avrà ancora il coraggio di leggere questa cosa che sto scrivendo.
Ps: naturalmente ho cambiato anche il finale della quinta stagione di Supernatural per poterla adeguare alla mia storia. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Arrivarono in una via dove c’erano tante casette molto carine dove svolazzava fuori da ognuna la solita bandiera americana.
<< Qui non dovrete pagare molto d’affitto e domani mattina arriverà il nostro addetto che vi farà firmare il contratto. Pensate di restare per molto? >>chiese Carol mentre faceva fare il giro della casa ai tre fratelli.
<< Stiamo aspettando una chiamata per un lavoro all’estero,ma nel frattempo avevamo pensato di trascorrere un po’ di tempo in qualche tranquillo paesino >>disse Dean sottolineando l’aggettivo “tranquillo” ma non ebbe nessuna reazione da parte del sindaco.
Si era fatta sera quando il sindaco li lasciò e i tre portarono la poca roba che avevano nella loro temporanea dimora.
<< Era da anni che non mi fermavo a dormire in una casa >>commentò Beth accomodandosi su una poltroncina nel salone.
<< Cerca di non abituarti che la cosa è solo passeggera >>disse Dean scaraventandosi sulla poltrona e ricevendo in risposta un cuscino in faccia da parte di Beth.
<< Hey ragazzi sentite qui >>disse Sam interrompendo quel piccolo litigio fra i suoi fratelli.
<< La scia di sangue continua e sembra portare dritta nel piccolo paese di Mystic Fall’s:”Attacchi d’animali,niente che non si possa evitare se solo si facesse più attenzione a dove andare”commenta lo sceriffo Forbes >>Sam lesse quell’articolo di giornale alzando di tanto in tanto le sopracciglia meravigliandosi di quello che stava leggendo<< Certo che ne hanno di fantasia qui >>commentò alla fine.
<< Per questo ci siamo noi. A rompere ogni fantasia >>disse con teatralità Beth.
<< Possiamo incominciare ad analizzare la situazione. I sospetti sono lo sceriffo e il sindaco di sicuro >>disse Dean.
<< Che cosa prevedibile >>commentò Beth.
<< Già… che ne dite se andiamo a fare un giro di ronda? >>propose Sam.
<< Per me va bene. Beth rimani in casa,è meglio mantenere il forzino di guerra al sicuro. Non sappiamo quanti dei nostri ipotetici nemici sappiano già di noi. >>disse Dean.
<< La cosa non mi piace,ma non vi preoccupate guarderò io la casa. >>
<< Attenta a chi inviti in casa >>le dissero i suoi fratelli prima di andarsene.
Appena si chiuse la porta di casa,Beth fu colta da un’improvvisa solitudine. Era da tempo che non rimaneva da sola in casa.
Precisamente da quando sua madre andava a fare la spesa o tornava a casa da lavoro,ma lei invitava quasi sempre qualche amica o se ne usciva. La realtà era che odiava rimanere da sola.
Da quando era morta sua madre era rimasta sempre da sola,poi con l’arrivo dei suoi fratelli tutto era cambiato. Stavano sempre insieme e per questo che Beth si diede della stupida.
Rimanere per qualche ora da sola con se stessa l’avrebbe fatto bene e non si doveva preoccupare di chiudere la porta del bagno a chiave. Distratti com’era i suoi fratelli potevano entrare senza accorgesene che c’era lei,per questo si premuniva sempre di chiudere la porta.
Decisa più che mai a godersi quella temporanea solitudine,andò prima di tutto nella sua nuova camera.
Sistemò i suoi vestiti negli armadi,cambiò le lenzuola con delle sue personali,si mise a guardare anche la tv.
Si sentiva una persona normale nel fare quelle piccole cose e decise che in quei sei mesi avrebbe cercato di cogliere tutta la parte normale di quella sua vita a Mystic Falls.
Erano le tre di notte e decise di andarsi a fare un bel bagno prima di andare a coricarsi.
Fu una cosa molto rilassante e uscì dal bagno quasi dopo un’ora. Prese un asciugamano bello grande e si avvolse dentro andando nella sua stanza per prendere il pigiama nel cassettone.
Sentì sfiorarsi una spalle e subito si girò per guardarsi intorno ma non vide nessuno. “Forse è stata la mia immaginazione?”si chiese ma poi si diede della stupida da sola.
Era una cacciatrice,come poteva pensare che appena succedeva qualcosa di strano era solo frutto dell’immaginazione? Una persona normale e ignara di tutto quel mondo di tenebre avrebbe potuto pensarlo,ma non lei.
Guardandosi sempre bene intorno andò a prendere il paletto di legno che aveva nella borsa e con circospezione incominciò a camminare nel buio stando ben attenta a guardarsi le spalle. Scese le scale e notò indistintamente un’ombra provenire dal salone,ma quando vi entrò non c’era nessuno. Beth si stava davvero incavolando. Chi era questo fottutissimo mostro che si stava divertendo a prenderla in giro?
Fece il giro completo della casa ma non trovò nessuno,così risalì al piano superiore e dando un’occhiata fuori alla finestra,notò con piacere la macchina dei suoi fratelli arrivare. Si girò velocemente e andò a sbattere contro qualcosa,o meglio contro qualcuno. Non si aspettava di avere il nemico così vicino ma prontamente stava per attaccare,quello che la bloccò fu altro. Tutto si aspettava furchè di trovarsi quel mare ghiacciato davanti. Il meraviglioso ragazzo del bar era lì davanti a lei,ma fu questione di un secondo,giusto il tempo di chiudere e riaprire gli occhi e lui non c’era più.
<< Beth siamo tornati! >>sentì urlare Dean,ma lei era ancora lì impalata.
Non se l’era immaginato. Ne era certa.
Allora lui cos’era?

Beth non riusciva a darsi pace. Chi era davvero quel ragazzo?
Cosa ci faceva a casa sua nel cuore della notte?
Chi erano quei ragazzi del bar?
Cosa nascondevano i cittadini di Mystic Falls?
Queste domande la tormentarono fino a che il sonno non l’assalì. Prima di andare a dormire aveva raccontato l’accaduto ai suoi fratelli e tutti e tre avevano concordato che dovevano darsi una mossa e stare molto attenti. A quanto sembrava qualcuno già sospettava di loro.
Naturalmente sorvolò sulla parte emotiva che quel misterioso ragazzo le provocava,così come avrebbe sorvolato sul suo sogno dove predominavano due occhi color azzurro.
La mattina si svegliò solamente perché aveva sentito una pressione sul letto.
Per una che faceva il suo mestiere,bisogna avere il sonno particolarmente leggero.
<< Scusami non volevo svegliarti >>disse Sam abbozzando un sorriso.
<< No,non ti preoccupare >>rispose Beth passandosi una mano fra i capelli cercando di aggiustarli. Se non curava con attenzione i suoi capelli,rischiava di farli diventare come quelli di Medusa.
<< Che ne dici di una bella tazza di latte caldo,cioccolata e verbena? >>disse Sam porgendole la tazza fumante.
<< Verbena? >>
<< Sì. Io e Dean abbiamo pensato che dovremmo incominciare a imbottirci di questa roba se non vogliamo rischiare di farci influenzare >>spiegò Sam. Beth si limitò ad annuire e sorseggiare la sua bevanda.
<< Sai hai tutto il diritto di goderti questo posto e questa casa. Dean voleva solamente dirti che se ti ci affezioni troppo,sarà più difficile lasciarla dopo >>
<< Non ti preoccupare Sam,so cosa intendeva dire Dean e ha ragione. Solo che a volte essere normale mi manca e divento un po’ malinconica e smielata >>.
Beth era felice di non essere più da sola. Aveva due fratelli fantastici che le volevano un gran bene e che l’avevano aiutata parecchio e con loro sapeva di essere al sicuro.
<< Buongiorno raggi di sole guardate cos’ho qui? >>disse Dean facendo il suo ingresso nella stanza della ragazza sventolando una busta e una divisa.
<< Da oggi in poi Beth Winchester è iscritta al liceo di Mystic Falls,Sam è il nuovo bidello e io il nuovo coach della squadra di football! >>disse trionfante.
<< E tutto ciò quando l’abbiamo deciso? >>chiese retoricamente Beth.
<< Non eri tu quella che diceva che dovevamo inserirci nella comunità per una vita normale? Bene questi sono i primi passi per farlo >>
<< E come hai ottenuto tutto ciò? >>continuò a chiedere Beth.
<< Diciamo solamente che la scuola è a corto di fondi e trovare due impiegati che non pretendono molto,di cui uno particolarmente attraente facilita le cose. >>disse sorridendo a trentadue denti Dean.
<< Mi chiedo perché te l’abbia chiesto. Forza ora uscite che mi devo  preparare >>
Beth cacciò i due ragazzi dalla camera e ridacchiò sentendoli bisticciare sul perché proprio a Sam era capitato il ruolo del bidello.
Si preparò felice come non mai di poter iniziare anche una vita scolastica,si sentiva così normale.
Era una bella sensazione,che gli era mancata per troppo tempo.
Allegramente andò in cucina afferrando due biscotti e costrinse i suoi fratelli a partire subito.
Arrivarono in poco tempo fuori al cortile della scuola e parcheggiarono la macchina.
<< Calmati sorellina fai quasi paura >>disse Dean osservando la sorella che si guardava intorno estasiata e con un sorriso enorme stampato in faccia. Era felice per lei,ma lui non riusciva a vederci niente di così gioioso. Erano lì per lavoro,non si sarebbero divertiti.
Semplicemente lui sapeva cosa volesse dire affezionarsi a delle persone e abbandonarle per forza maggiore. Il loro era un mestiere che ti perseguitava per tutta la vita e non ti permetteva di averne una normale.
Entrarono nella segreteria dove un’addetta della scuola mostrò a Dean dove fosse il suo ufficio e i suoi orari,a Sam anche facendogli strada verso lo spogliatoio dei bidelli e infine diede a Beth l’orario delle lezioni che doveva seguire.
<< Benvenuti al liceo di Mystic Falls ragazzi >>e con questa frase la segretaria li congedò.
<< Non so perché ma tutti questi benvenuti mi inquietano >>disse Beth continuando a guadarsi intorno.
<< O siamo noi troppo paranoici o qui tutti sanno qualcosa >>disse Sam cercando di sistemarsi ancora la sua divisa che non gli piaceva per niente.
<< Bene miei cari fratelli io vado a far abbassare la cresta a qualche ragazzino. >>e sghignazzando Dean se ne andò.
<< La fa facile lui. E io adesso cosa dovrei fare? >>chiese Sam alla sorella.
<< Io ti consiglierei di andare a pulire spesso i cestini della segreteria e della presidenza. Si potrebbe trovare sempre qualche cartaccia utile >>osservò risoluta Beth.
<< Che lavoro fantastico! Vi terrò aggiornati e buona scuola >>e schioccandole un bacio sulla fronte se ne andò anche lui.
Con tutte quelle chiacchiere si era fatto tardi e già stavano entrando tutti nelle classi.
La scuola non era grandissima e quindi per Beth non fu difficile trovare l’aula dove si sarebbe tenuta la sua prima lezione. Storia.
Quando entrò rimase un po’ intimorita dagli sguardi di tutti i suoi nuovi compagni di classe che la guardavano curiosi. Cercò aiuto da tutta la spavalderia che aveva e,a testa alta,camminò fino all’ultimo banco vicino alla finestra che era l’unico vuoto.
Doveva ammetterlo,si era immaginata che le cose sarebbero andate un po’ diversamente.
Ma non riusciva ad alzare la testa dal suo cellulare,intanto però si sentiva trafiggere dagli sguardi che tutti le rivolgevano.
Sentì poi un inconfondibile rumore di tacchi avvicinarsi a lei e poi sentì una voce femminile salutarla.
<< Ciao io sono Rebekah >>era la stessa ragazza del bar. Quella bionda!
<< Ciao io sono Beth >>rispose cordialmente la cacciatrice afferrando la mano della ragazza.
<< Sbaglio o ci siamo già viste? >>chiese la biondina prendendo una sedia per potersi sedere di fronte a Beth.
<< Sì,credo sì. Ieri al grill >>rispose Beth. La bionda se lo ricordava ma era un modo per attaccare bottone.
Quei convenevoli scocciavano un po’ a Beth ma poi ebbe un’illuminazione.
Diventare amica del nemico.
Quella ragazza insieme all’altro biondino e al bel moro con gli occhi di ghiaccio,erano dei sospettati e lei doveva scoprire chi fossero in realtà.
Nascondevano qualcosa. Non si era immaginata di trovare quello con quegli occhi bellissimi a casa. Era impossibile,quindi a rigor di logica non doveva essere umano.
Sì,la sua nuova tattica sarebbe stata quella. Doveva diventare la migliore amica di quella biondina se voleva scoprire qualcosa.
<< Rebekah ti vorrei ricordare che sono io la presidentessa del comitato studentesco,quindi è compito mio aiutare la nuova arrivata >>disse con finta calma un’altra ragazza che si era avvicinata a loro.
Era anche essa bionda e molto bella. Oddio era capita in una guerra fra le più popolari della scuola.
Sicuramente erano anche cheerleader … che cosa divertente!
Probabilmente lo sarebbe diventata anche lei,giusto per portar alla ribalta le more.
Beth rise di questo suo pensiero in mente mentre si gustava il battibecco fra le due biondine.
<< Si dia il caso Caroline che io già la conosco e stavo facendo una semplice conversazione. E poi sei tu la presidentessa solamente perché quanto ci sono state le votazioni io non c’ero ancora. Cioè l’anno scorso! >>replicò la prima bionda.
<< Credimi Rebekah non sarebbe cambiato niente. Ti vorrei ricordare che io ho anche vinto il premio di miss Mystic Falls e godo delle attenzioni di certe persone senza dovermele portare a letto >>replicò con acidità Caroline. Rebekah si alzò con una velocità impressionante dalla sedia per guardare dritta negli occhi Caroline,che rimase ferma e con un sorrisino di presunzione.
A Beth non sfuggì quel movimento così veloce e nella sua mente alleggiava solamente la parola ‘Bingo’.
Si alzò anche lei per cercare di calmare le due,ma fu preceduta da altre due ragazze.
Una aveva dei lunghi capelli castani e un visino terribilmente dolce.
L’altra aveva la carnagione scura  e dei ricci scuri che le incorniciavano il visino.
Entrambe erano ,anche loro, molto belle.
“ Cavolo sono capitata nel covo delle più popolari della scuola,sicuramente qualcuna se non tutte conosceranno il bel tenebroso del bar. “pensò Beth più che mai decisa a stringere amicizia con quelle ragazze.
<< Ragazze calmatevi >>disse la castana.
<< Non ti immischiare Elena >>rispose quella di nome Caroline.
<< Ragazze davvero non c’è bisogno di fare così. Mi farebbe molto piacere se entrambe mi aiutaste,sono una tale frana che più aiuto ricevo meglio è >>disse Beth  sfoderando la sua facciata da angioletto.
Funzionava sempre e anche questa volta ebbe l’effetto che voleva.
<< Certo,scusaci. Rivalità tra bionde. Io sono Caroline Forbes >>disse la ragazza ridacchiando.
<< Piacere Beth Winchester >>
<< Piacere io sono Elena Gilbert >>disse quella con i lunghi capelli porgendole la mano.
<< e io Bonnie Bennet >>si presentò anche la mora.
<< Il piacere è tutto mio ragazze. >>disse con tono affabile Beth.
Furono interrotte dal bidello che aveva un avviso per la classe. Il bidello era Sam,che dopo aver detto che il prof di storia sarebbe stato assente per un tempo indeterminato,schioccò un’occhiataccia a Beth che gli rispose ridacchiando. A Sam quel lavoro non piaceva per niente,e in qualche modo l’avrebbe fatta pagare a Dean.
<< Molto,molto,molto carino il bidello,lo conosci? >>chiese Caroline a Beth.
<< Bhè sì. E’ mio fratello >>rispose lei.
<< Ottimo così me lo puoi presentare >>rise Caroline.
 Fino all’ora di pranzo,Beth passò la mattinata con le sue nuove amiche che per fortuna avevano tutte quasi gli stessi orari. Si sedette anche al tavolo insieme a loro e vennero raggiunte da un bel ragazzo biondo e con degli occhi terribilmente azzurri. “Certo ma non sono belli come i suoi”pensò,per poi prendersi a parole da sola. Era forse impazzita?!
Pensare certe cose di un..di un..di un mostro? Certo doveva essere per forza così.
Il tipo del bar era un essere sopranaturale,altrimenti non si spiegherebbe come avesse fatto a entrare in casa sua e uscire tanto velocemente. Doveva saperne di più e non perdere tempo a farneticare sulla bellezza dei ragazzi di quel buco di paese.
Dopo pranzo le lezioni erano decisamente più leggere e approfittò dell’ora di arte per incominciare a tastare un po’ il terreno con l’unica fra quelle ragazze che aveva quell’ora con lei:Elena.
<< Come mai Caroline e Rebekah non vanno d’accordo? >>chiese Beth mentre cercava di dipingere quello che aveva in mente:la professoressa aveva dato la possibilità di fare un dipinto con un tema a piacere.
<< Non c’è un vero perché. Solamente vogliono essere entrambe le reginette di tutto e di tutti. Non invidio per niente Bonnie e Matt che devono passare quest’ora con quelle due nell’aula affianco >>rispose Elena sorridendo.
<< Matt... il ragazzo che si è presentato prima. Lavora al Grill vero? >>
Elena si limitò ad annuire,concentrata a dipingere un bellissimo panorama al tramonto.
<< E’ molto bello >>commentò Beth.
<< Grazie >>rispose Elena sorridendo flebilmente,ma Beth notò lo sguardo triste che aveva colpito quegli occhi di cerbiatto.
<< Tutto bene Elena? >>chiese
<< Sì,è solamente un po’ di nostalgia per vecchi ricordi >>disse sorridendo flebilmente.
A Beth strinse il cuore vederla così triste e si pentì del suo dipinto,forse non doveva farglielo vedere proprio in quel momento. Ma Elena fu più veloce e,incuriosita,sbirciò il quadro di Beth per poi rimanere con lo sguardo sbarrato per diversi minuti.
Beth era abbastanza brava nel dipingere e non risparmiava mai nessun particolare,e quel dipinto non faceva differenza. In uno sfondo dove tutto era oscuro,c’era solo una luna piena che illuminava i personaggi del suo dipinto.
Su un monte c’era un lupo,che rivolgeva lo sguardo alla luna,intento a ululare. Mentre giù a questa montagna si poteva vedere degli essere venire fuori da una grotta e in tutti spiccavano degli appuntiti canini.
In primo piano c’erano due ragazze:una che rivolgeva lo sguardo a quei mostri e sembrava parlare,l’altra rivolgeva uno sguardo terrorizzato a chi guardava il dipinto e aveva una mano sul collo. Un collo insanguinato.
<< Mi piacciono gli horror >>disse Beth per sdrammatizzare un po’ la situazione,forse aveva esagerato,ma quando incominciava a dipingere nessuno riusciva a frenarla.
<< E’ solamente molto realistico. Sembrano che stiano per uscire fuori dal quadro >>disse Elena sorridendo,un sorriso troppo forzato.
<< Per fortuna è solamente frutto della mia fervida immaginazione. Immagina se queste cose esistessero per davvero,in che mondo vivremo? >>dice Beth ridacchiando. Era davvero una bella battuta per chi poteva capirla e da come rise anche Elena,Beth poteva scommetterci la testa che anche lei rideva di gusto perché sapeva.
Decise di non andare oltre,non voleva che Elena la considerasse una pazza e l’allontanasse o,ancora peggio,si insospettisse.
Suonata l’ultima ora,le ragazze uscirono dall’aula e stavano quasi per finire addosso a una Rebekah che aveva uno sguardo omicida.
<< Beth dimmi che reggi l’alcol anche a quest’ora del giorno >>le disse la bionda.
<< Certo,perché? >>
<< Ho bisogno di qualcosa da bere >>e afferrando Beth per un braccio la trascinò via. Con un piccolo cenno della mano salutò Elena,che ricambiò le mimò un buona fortuna.
Arrivarono al Grill e finalmente Rebekah la lasciò,per poi sprofondare in una sedia del locale. Beth le si sedette di fronte,appoggiando la borsa sul tavolo. La bionda sembrava molto arrabbiata,ma si sa che quando uno è nervoso parla ancora di più
Quindi Beth decise di sfruttare la situazione.
<< Allora farò finta che essere stata trascinata come un sacco dalla scuola a qui sia una cosa normale >>disse con calma e cercando di essere più gentile possibile.
<< Scusami,ma quella Caroline mi da sui nervi >>rispose Rebekah sbuffando.
<< Cos’è successo di così grave? >>
<< Mi stavo andando a sedere vicino a Matt e quell’oca mi ha superato andando a sedersi lei! Insomma è un tuo ex,dovresti tenerti lontano no girarci ancora intorno. Come faccia a piacere una così a Klaus,non riesco proprio a capirlo. >>
<< Chi è Klaus? >>
<< E’ mio fratello. Deve essersi completamente rimbecillito se insegue una così >>
A Beth in quel momento non interessava un fico secco della disputa fra le due bionde,la sua mente stava ancora metabolizzando quel nome. Klaus.
Era certa di averlo già sentito da qualche parte,ma dove?
<< Ragazzi >>commentò semplicemente Beth,lasciando che Rebekah continuasse il suo sproloquio su chi doveva essere la reginetta della scuola.
D’un tratto la porta del bar si aprì ed entrò lui. Beth scattò sul posto non appena vide quegli occhi.
Era talmente presa dall’osservare lui che anche Rebekah se ne accorse.
<< Ecco un’altra vittima di Damon Salvatore >>disse.
<< Scusa? >>chiese Beth risvegliandosi dal suo stato di completa estasi.
<< E’ così per tutte non ti preoccupare. Però appena avrai a che fare con lui,ti verrà solamente voglia di prenderlo a schiaffi ogni secondo  >> disse Rebekah lanciando al bel moro un’occhiata da far venire i brividi.
La ragazza era ancora offesa per il modo in cui Damon la sera prima l’avesse cacciata,mentre voleva anche lei aiutare Stefan dietro a quel vicolo.
Con un sorrisetto stampato in faccia Damon si avvicinò alla due ragazze e si sedette anche lui a quel tavolo.
<< Chi ti ha dato il permesso di sederti qui? >>chiese con rabbia Rebekah.
<< Oh andiamo,non puoi avercela ancora con me >>disse sorridendo ancora.
<< Vai al diavolo >>disse la bionda alzandosi dal tavolo << Scusami Beth,ci vediamo domani a scuola >>e così Rebekah se ne andò lasciando una povera Beth Winchester alle prese con quel tipo che non riusciva nemmeno a guardare in faccia che arrossiva per chi sa quale strano motivo.
Con un movimento molto fluido Damon si alzò e si mise dove prima era seduta Rebekah,incrociando le mani e appoggiandosi sopra il mento incominciò ad osservare Beth,come un critico con un’opera d’arte.
<< E adesso veniamo a noi >>

Salve! Ecco un nuovo capitolo! Questo è un altro capitolo sempre POV Beth,ma presto si cambierà per sentire la versione dei fatti anche degli altri personaggi...ci saranno molti Pov diversi finchè non si uniranno un pò le cose. Credo che non ci sia altro da dire,siamo ancora agli inizi e,oltre all'irruzione di Damon in casa di Beth,non c'è molta azione. Spero che qualcuno continuerà a leggere questa mia storia e intanto ringrazio chi ha letto il primo capitolo e l'aggiunta nelle seguite. 
Alla prossima! 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


DEAN-REBEKAH
Quella sera non avevano scoperto niente,quindi tanto valeva integrarsi per bene in quella cittadina e far felice Beth. Vivere per cinque mesi in un posto fisso sarebbe stato divertente,alla fine anche a lui mancava il concetto di casa.
Ormai la sua casa era diventa la sua amata impala,ma infondo desiderava anche lui poter tornare a casa dopo una estenuante giornata di lavoro e buttarsi a peso morto su un divano davanti un camino.
Infondo poteva capire Beth e soprattutto voleva che lei avesse una vita felice e normale.
Per quelli come loro era impossibile uscire dal circolo,c’era sempre qualcosa che sbucava per far ricordare chi fossero in realtà oppure si diventava troppo paranoici da vedere mostri dappertutto.
Dean sarebbe stato disposto a rimanere per sempre nei paraggi di dove avrebbe abitato Beth per proteggerla,ma lei non avrebbe più dovuto avere quella vita.
Per questo non aveva visto di un buon occhi gli sguardi che si scambiava con quel tipo al bar.
Non poteva avere una vita tranquilla con un tipo completamente vestito di nero e con un espressione così provocante. Anche lui usava un’espressione del genere per attirare le ragazze,ma non avrebbe permesso a nessuno di usare sua sorella solamente per divertirsi.
Lì quella mattina a scuola,aveva visto Beth a pranzo con dei ragazzi, a volte rideva e sembrava davvero spensierata.
<< Un tipo così sarebbe perfetto per lei >>disse quando Sam si avvicinò a lui,indicando un ragazzo biondo che si presentava alla sorella.
<< Sul serio? Tu pensi che una come Beth starebbe con un tipo così? >>disse Sam quasi sul punto di scoppiare a ridere.
<< Perché cos’ha che non va? Sembra uno apposto,già ieri al bar ho notato che mandava qualche occhiatina a Beth,ma con decenza. No come altre persone >>
<< A chi ti riferisci? >>
<< A quel tipo che Beth stava mangiando con gli occhi ieri al Grill. Quello vestito completamente di nero e corto >>
<< Non è che tu sei così alt… >>stava dicendo Sam,ma si bloccò visto che il fratello gli aveva mandato un’occhiata omicida. Dean odiava essere non propriamente alto e stare affianco a uno spilungono come Sam,lo faceva sentire ancora più basso.
<< Comunque se quel tipo si permette di avvicinarsi a Beth,giuro che gli staccherò la testa dal collo,anche perché a quanto pare è proprio il nemico >>disse serio.
<< Per questo non devi preoccuparti. Beth sa quel che fa. Non si immischierebbe mai in una situazione complicata con un probabile nemico. >>detto questo Sam se ne andò,lasciando un Dean per niente convinto delle parole del fratello.
Dopo il pranzo si divertì a torturare i suoi studenti facendoli fare allenamenti assurdi. Forse doveva andarci più piano se non voleva essere odiato. Notò con piacere che il tipo biondo si chiamava Matt Donovan ed era il quaterback. Era perfetto,quale ragazza non avrebbe voluto avere una relazione con il quaterback della squadra di football del liceo?
Era un clichè,e Beth…non amava molto i clichè,ma amava la normalità. E quella era una cosa normalissima.
Fiero del suo lavoro da insegnate e fratello decise che farsi una bella birra era un buon modo per premiarsi,magari riusciva pure a rimorchiare qualcuna.
Arrivò fuori al Grill e praticamente si ritrovò addosso una ragazza.
“Oggi è il mio giorno fortunato”pensò.
<< Maledizione! >>imprecò la ragazza notando il tacco spezzato.
<< Aspetta che ti aiuto >>disse Dean cercando di far rimettere in piedi la ragazza e solo allora si accorse di chi fosse. Era la bionda del giorno prima,quella che stava con quei due tipi strani e in più era certo che faceva parte del gruppo con cui Beth stava parlando a pranzo.
Ecco perché la sua sorellina aveva stretto con quei tipi…era un vero genio!
Ma allora anche il quaterback era immischiato. Dean vide sfumarsi davanti a sé tutti i progetti che aveva fatto.
<< Grazie,ma credo che siano andate >>disse la bionda.
Si tolse una scarpa,ma proprio non ce la faceva a mettere un piede a terra,camminare per strada scalza la faceva sentire male. A malincuore si rimise la scarpa e prese il suo telefonino:<< Penso che chiamerò qualcuno per farmi venire a prendere. Grazie per l’aiuto >>e si allontanò da Dean. Ma appena le mani del ragazzo lasciarono la presa dalle braccia di Rebekah,la ragazza stava per capitolare a terra.
Dean,prontamente,l’afferrò ricevendo in cambio un sorriso di ringraziamento.
<< Dai ti do io un passaggio. Giuro di non essere un maniaco >>
Rebekah valutò la cosa. Ritornare a casa a piedi era impossibile. Se chiamava Klaus correva il rischio che il fratello avrebbe incontrato Caroline e l’avrebbe rimasta lì su due piedi.
<< Saresti davvero molto gentile,grazie >>disse infine accettando l’invito.
Damon la riteneva un’incompetente che non poteva gestire le situazioni? Bene gliel’avrebbe fatta vedere lei.
Quel ragazzo che gentilmente la stava aiutando a salire sull’auto,era uno dei nuovi arrivati insieme a Beth e il bidello. Damon aveva ragione,anche lei aveva il sospetto che quei tre nascondessero qualcosa.
Quella giornata con Beth non aveva scoperto niente,sembrava una normalissima ragazzina che stravedeva per Damon. Forse poteva scoprire qualcosa da questo tizio invece.
<< Piacere io sono Rebekah Mikaelson >>disse porgendogli la mano.
<< Io sono Dean Winchester e il piacere è tutto mio >>sorrise Dean ricambiando la stretta.
Era davvero una bella ragazza e chi sa quanto sapeva.
Sarebbe stato cattivo approfittare di lei,ma dovevano sapere di più se volevano risolvere il problema dell’ibrido. Come si chiamava? Era certo che il loro nonno,Samuel,glielo avesse detto.
Vabbè sicuramente Sam l’ho ricordava. Sorridendo ancora alla ragazza mise in moto la sua Impala.


SAM-ELENA
Ancora non riusciva a crederci che stava facendo il bidello! Niente contro quella categoria,ma semplicemente non gli piaceva quel lavoro e quella tuta tremendamente stretta lo faceva solamente infuriare ancora di più. Rassegnatosi al suo destino decise che almeno avrebbe potuto sfruttare la situazione per scoprire qualcosa. In realtà non aveva fretta,infondo aveva sei mesi di tempo ed era molto fiducioso del fatto che insieme ai suoi fratelli avrebbero potuto sconfiggere ogni mostro.
Erano un trio perfetto e infondo lo spaventava  l’idea che quel loro equilibrio si sarebbe potuto rompere da un momento all’altro.
Sapeva che sia Beth e sia Dean volevano una vita normale,magari mettere su famiglia.
E lui? Una volta tutto ciò che desiderava era essere un semplice essere umano.
Ma ora,dopo essere stato scelto per essere il contenitore per il demonio,le cose erano cambiate. La cosa lo aveva turbato parecchio,perché lui che era sempre stato definito il buono,poteva essere usato per essere un tramite per Lucifero? Cosa c’era in sbagliato in lui?
Alla fine le cose si erano risolte,ma non aveva ancora dimenticato quella sua fase dove avrebbe ucciso per bere sangue demoniaco solamente per essere più forte.
Quindi in realtà lui era cattivo?
Sia Dean,sia Beth e chiunque altro lo avevano assicurato che non era così,che siamo noi a scegliere chi vogliamo essere e lui aveva scelto di essere “buono”.
Ma non era del tutto convinto,per questo non poteva immaginare una vita dove non fosse un cacciatore. Quel ‘lavoro’ era la sua ancora di salvezza. Uccidere i cattivi,gli faceva credere che era buono e faceva del bene.
Restava il fatto che o buono o cattivo,di una cosa era certo:il bene che voleva ai suoi fratelli.
Infondo gli faceva piacere che sia Beth che Dean avessero adocchiato qualcuno,il problema era che non sembravano essere le persone giuste. E lì entrava lui che avrebbe fatto di tutto pur di dimostrare l’innocentezza di quei due ragazzi e così dare il via libera ai fratelli.
Come bidello aveva il compito di rimanere a scuola un’ora in più rispetto gli altri. La sua faccia da bravo ragazzo convinse gli altri addetti a lasciargli le chiavi della scuola così che l’avrebbe chiusa lui.
Appena fu sicuro che se ne fossero andati tutti,andò nell’archivio della scuola per scoprire chi fosse la ragazza del giorno prima al bar. L’aveva vista parlare insieme a Beth quel giorno a scuola,insieme a un altro gruppo di ragazzi. Era certo che Beth non avesse scelto quel gruppo per caso,quindi tutti erano immischiati in ancora non si sapeva cosa.
Aveva in mano l’elenco degli alunni dell’ora di storia e incominciò a vedere il fascicolo di ognuno di loro. Per sua fortuna su ognuno c’era una fotografia dell’allievo così per Sam fu più facile trovare quelli che gli servivano. La prima che individuò fu Bonnie Bennet.
Lesse il suo fascicolo ma non c’era niente di strano,ex chearleader,voti nella media e nella biografia risultava che i suoi genitori fossero separati e lei vivesse con il padre.
Dopo fu il turno di Matt Donovan: quaterback e risultava che il ragazzo vivesse da solo,dopo la morte di un anno prima della sorella Vicky. Sam sottolineo per bene il nome di questo ragazzo e si appuntò il nome della sorella. Poteva risultare utile.
Poi lesse la il fascicolo di Caroline Forbes: capo chearleader,capo del consiglio studentesco,reginetta di Miss Mystic Fall’s,la ragazza però aveva anche lei i genitori separati ma viveva lì con la madre e Sam collegò subito che dovesse essere la figlia dello sceriffo. Ciò che spiccò agli occhi di Sam fu la nota in basso che diceva che la sua famiglia apparteneva alla schiera delle famiglie dei fondatori.
Sam decise di appuntarsi anche questo.
Poi vide quello di Elena Gilbert:ex chearldear,aveva perso i genitori due anni fa in un incidente stradale e l’anno prima la zia,per questo il suo tutore legale ora era il signor Alaric Saltzman.
“Il professore che già manca e che mancherà per un po’ “pensò Sam e appuntò anche questo e anche il fatto che anche i Gilbert erano fra le famiglie fondatrici.
Infine lesse il fascicolo di Rebekah Mikaelson che diceva solamente che la ragazza si fosse iscritta quell’anno.
Sam aveva un bel po’ di ricerche da fare,ma decise di dare un’occhiata ai fascicoli di Vicky Donovan e di Jeremy Gilbert,il fratello di Elena.
Ma ad un tratto sentì un rumore di passi. Subito si nascose dietro a quegli alti(per fortuna) schedari.
Era sicuro però di essersi chiuso a chiave,ma a quanto pareva questi tizi non si facevano scrupoli a scassinare una porta.
<< Aspetta un attimo >>sentì dire a una voce femminile.
Sam trattenne il respiro e si tenne pronto all’attacco. Passarono dei secondi,che per Sam sembrarono interminabili fino a che la ragazza di poco prima dicesse:<< Forse mi sono sbagliata,ma mi sembrava di aver sentito un cuore battere. Non sono sicura,non mi nutro da un po’ >>
<< Farò attenzione,tu avvisami se viene qualcuno >>
<< Elena sei sicura che sia una buona idea? Sai che io non sono brava a fare il palo >>
<< Non ti preoccupare Caroline,sarò velocissima >>
Detto questo Elena si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso un archivio che doveva contenere il fascicolo su Beth Winchester.
Rebekah,mossa da chi sa cosa,aveva spifferato a Bonnie mentre erano sedute vicine all’ultima ora,dei suoi dubbi e di quelli di Damon sui nuovi arrivati. Elena se l’era parecchio presa che Damon non le avesse detto niente quella mattina quando si erano incontrati all’ospedale,ma poi si era ricordata che aveva perso tempo a litigare. Ma non riusciva proprio ad accettare il metodo che Damon stava adottando per aiutare Stefan. Forse non poteva saperne niente di quelle faccende da vampiro,ma conosceva Stefan e sapeva come trattarlo. Che si desse dando troppa importanza?
Chi era lei ora nella vita di Stefan? Cos’era stato,oltre che una continua causa di problemi?
No,non era il momento per i suoi melodrammi. Erano andate lì,lei e Caroline per scoprire qualcosa. Avrebbe voluto cedere il posto a Bonnie,ma la sua amica era andata quel giorno a scuola per distarsi ma il pomeriggio ritornava dalla madre per aiutarla.
Che sfortunati tremendi erano lei e i suoi amici,gliene capitavano di tutti i colori e la fortuna a quanto sembrava non aveva ancora deciso a bussare alla loro porta.
Lesse un po’ cosa diceva il fascicolo di Beth,ma non diceva niente di quello che già non sapesse. Aveva viaggiato parecchio per questo aveva studiato sempre in casa,o almeno dall’età di 13 anni. Prima viveva nell’Illinois,ma dopo la perdita della madre i suoi fratelli erano diventati i suoi tutori legali e da allora non si erano mai fermati in un posto fisso. Oltre a questo non c’era scritto altro.
Elena decise di andare a vedere pure i fascicoli di questi suoi fratelli. Gli archivi degli addetti alle pulizie si trovavano dietro a quelli alti.
Sam sentiva che quella ragazza si stava avvicinando,era pronto ad agguantarla e poi avrebbe agito di conseguenza,ma ad un tratto la ragazza si fermò per rispondere al cellulare.
<< Meredith? >>disse
<< Elena! Alaric! >>urlò Meredith dall’altro capo della cornetta.
Bastarono quelle due parole per far scattare Elena. Attaccò e corse fuori,sperando che Caroline la potesse aiutare,nel frattempo istintivamente compose il numero di Stefan.
Sam tirò un sospiro di sollievo. Non voleva saltare già allo scoperto,voleva saperne prima di più e quella giornata poteva ritenersi soddisfatto.
Tutti quei ragazzi sapevano qualcosa e sospettavano di loro. Alla fine erano in pareggio.
Forse non doveva prendersela così comoda,era meglio stare un passo davanti a loro e la prima cosa da fare era scoprire cosa fossero le famiglie dei fondatori e perché fossero così importanti.





Voi che siete riusciti ad arrivare alla fine di questo capitolo senza addormentarvi e soprattutto riuscite a leggere ancora la mia storia,vi faccio i miei complimenti!Ma sappiate che non ci sarà nessun premio xD
Seriamente,mi sono accorta di fare dei capitoli troppo lunghi e cercherò di dividerli meglio. Qui ho deciso di cambiare Pov per vedere cosa stanno facendo anche gli altri. Vi avverto che le coppie che ho fatto sono fatte a caso o per mie esigenze,non so ancora con chi andranno a finire i miei personaggi alla fine. E'probabile anche che rimaranno da soli,chi sà xD
Mi scuso per eventuali errori di forma,ma non l'ho revisionato.
Spero che comunque vi sia piaciuto,alla prossima! 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


DAMON-BETH
Per un certo verso Damon trovava tutta quella situazione molto divertente. Vedere come riusciva a mettere a disagio quella ragazzina con un semplice sguardo,lo faceva rallegrare. Troppo preso dalle mille disavventure degli ultimi tempi e dai continui tentavi di far capitolare Elena ai suoi piedi,si era quasi dimenticato delle gioie che si potevano trovare nell’altro sesso.
Seduzione,intrigo,mistero per poi finire in un letto e assaggiare quel nettare rosso,erano cose che amava e che per troppo tempo aveva messo da parte.
Fondamentalmente non voleva fare del male a nessuno,ma lui non era nemmeno l’eroe buono. Aveva sempre agito d’istinto ed egoisticamente,era nel suo carattere e non sarebbe cambiato da un giorno all’altro. Ma da un paio di mesi qualcosa in lui stava cambiando,o meglio stava cercando di cambiare inconsapevolmente solamente per piacere a una ragazza.
Era quello il vero amore?
Lui non voleva cambiare,perché doveva farlo?
Avrebbe ucciso per salvarla,ma lei riteneva che uccidere era sbagliato,quindi quando lo faceva lei si arrabbiava con lui e questo cerchio continuava da ormai due anni.
Era stufo e quindi se il suo vero io usciva fuori per po’ con quella ragazzina,nessuno poteva fargliene una colpa. Lui era così e nessuno l’avrebbe mai potuto cambiare.
Deciso più che mai del suo nuovo piano,era andato fino fuori quello squallido liceo per potersi avvicinare a lei. Ma poi aveva notato che la poverina era trascinata via da una Rebekah adirata e aveva deciso di fare il suo ingresso in scena dopo un po’.
Dopo quel piccolo battibecco con Barbie Klaus,aveva avuto finalmente la possibilità di rimanere da solo con quella ragazzina che non era niente male. Già il giorno prima l’aveva notato,ma ora da vicino poteva notare ancora di più la bellezza della ragazza.
Non era altissima ma il suo fisico era tonico con le curve al punto giusto ed era molto aggraziata.
I suoi capelli erano abbastanza lunghi ed erano di un bellissimo rosso castano.
Ciò che colpiva di più però erano i suoi occhi,erano di un verde così scuro che andavano quasi nel grigio. Erano un paio di occhi che non dimentichi facilmente e che ti catturano dal primo momento.
Forse per questo che Damon era subito stato attratto da quella ragazzina,nel complesso la riteneva… seducente? Difficile a dirsi finchè se ne stava sempre seduta un po’ impacciata,ma anche quel suo mordersi il labbro inferiore,Damon lo riteneva molto attraente.
La ragazza sembrò ad un tratto calmarsi e finalmente alzò lo sguardo dal tavolino e lo puntò in quello azzurro come un cielo di Damon.
<< Salve io sono Damon Salvatore >>disse il vampiro sorridendo.
<< Io sono Beth Winchester >>rispose la rossa con sicurezza.
La cosa piacque molto a Damon.
<< Dimmi cara Beth cosa ti porta qui,in questo piccolo e insignificante paese? >>
<< La voglia di trovare un po’ di pace. >>rispose Beth,ma poi si fece coraggio.
“ Coraggio sei una Winchester,fatti valere e fai il tuo lavoro” si disse.
<< Insignificante dici-continuò la ragazza- non credo. Deve esserci qualcosa qui che ti fa restare. Non mi sembri il tipo che si accontenterebbe di un piccolo e insignificante paese >>disse assottigliando lo sguardo e imitando il sorriso sarcastico di Damon.
“Oh sì se questa ragazza mi piace! Mi divertirò parecchio!” pensò Damon.
<< Diciamo che so come trovare l’interessante e come usarlo per divertirmi >>rispose il vampiro e,senza alcun pudore,fissò da capo a fino a che il tavolino permetteva la figura di Beth.
<< Stai attento che potrebbe ritorcesi contro però e potresti essere usato tu >>rispose Beth e lanciò un’occhiata veloce dal petto di Damon fino ai capelli.
<< Correrò il rischio >>rispose a bassa voce il vampiro con fare molto seducente.
In quel breve tempo di botta e risposta,i due si erano avvicinati pericolosamente e quasi si sfioravano con il naso. Ma nessuno dei due era intenzionato a muoversi di un millimetro e a staccare gli occhi dall’altro. Era nata come una sfida,ma come due calamite,era impossibile per entrambi interrompere quel contatto visivo.
Solamente una persona esterna avrebbe potuto interromperli e infatti…
<< Buonasera >>disse una voce e i due furono costretti a voltarsi verso quello scocciatore,che si rivelò essere Klaus.
<< Odio interrompere momenti così intensi tra due persone,ma devo portarvi via un attimo il cavaliere signorina >>disse Klaus rivolgendosi esclusivamente a Beth.
Per un attimo la ragazza rimase incantata dal fascino di quel tipo. “Ma dove cavolo sono capitata? E’ impossibile che ci siano solamente persone bellissime qui “
<< E se il cavaliere non volesse andarsene? >>domandò Damon con il suo solito tono sarcastico.
In realtà gli aveva dato fastidio come Klaus avesse fissato Beth e come lei aveva ricambiato. Lei era la sua preda,punto.
<< Sarebbe davvero un peccato. Vuol dire che mi siederò qui e ne parleremo insieme,tutti e tre >>disse Klaus con quel suo tono e sorriso affabile,ma Beth vi lesse benissimo una sorte di minaccia dietro quelle parole. Sperava in un certo senso che davvero quel tipo si mettesse a parlare davanti a lei,così sarebbe stato più facile scoprire quello che le serviva,ma ovviamente Damon si alzò dalla sedia.
<< Ci rivedremo,Beth >>disse il bruno.
<< Ci puoi scommettere,Damon >>rispose con il suo stesso tono la ragazza.
Damon le lanciò un’ultima occhiata prima di chiudersi le porte del locale con Klaus al seguito.
Era stato un vero peccato e avrebbe tanto voluto impalare l’originale seduta stante. Aveva rovinato un momento perfetto,ma si era ripromesso che avrebbe avuto quella ragazzina fosse l’ultima cosa che faceva.

BETH-MATT
Rassegnata che Damon non sarebbe ritornato tanto presto decise di finire la sua ordinazione e tornarsene a casa,alle 20 sarebbe arrivato il notaio per farli firmare l’atto di proprietà della casa e dovevano farlo al più presto se lei e i suoi fratelli non volevano trovarsi la casa invasa dai vampiri.
Ma chi era poi quel tipo che gli aveva portato via Damon? Doveva essere uno pericoloso,se perfino Damon aveva accettato la sua richiesta senza opporre resistenza. E il bel moro non sembrava uno che si faceva mettere i piedi in testa. Per niente.
Quasi si era dimenticata che doveva avercela con lui per essere entrato misteriosamente in casa sua nel cuore della notte. Ma doveva  fingere di essere un normale essere umano ignaro di tutto,quindi quella sua piccola dimenticanza non era stato un errore.
Per quanto riguardava il misterioso ragazzo con quell’accento così affascinante,aveva deciso di chiedere a Matt che stava proprio passando vicino al suo tavolino.
<< Scusami Matt se ti disturbo mentre lavori,ma volevo chiederti una cosa. >>
<< Non ti preoccupare,dimmi pure. >>
<< Sai dirmi chi era quel ragazzo che si è avvicinato prima al mio tavolo ed è andato via con Damon? >>
<< Ah quello è Klaus,è il fratello maggiore di Rebekah >>rispose Matt e rimase zitto a fissare Beth,interdetto se avvertirla o no.
Si sarebbe sentito in colpa a non metterla in allerta,lei era ignara dei pericoli che stava correndo a farsela con persone come loro e un po’ Matt si sentiva responsabile di tutti quei poveri esseri umani che per disgrazia incrociavano la loro strada con quella sua e dei suoi amici. Come uno dei pochi umani rimasti nel suo gruppo aveva il dovere di difendere  gli ignari umani. Mosso da questi buoni propositi le disse:<< Stai attenta Beth. Se Damon è pericoloso,Klaus lo è ancora di più. Ti consiglio di stare alla larga da entrambi. >>
<< Cosa significa questo,Matt? Sono in un brutto giro? >>chiese con fare ingenuo Beth.
<< Diciamo di sì,da troppo tempo anche >>si lasciò scappare Matt.
<< Se dovessi avere qualche problema puoi venire da me,ok? >>aggiunse.
<< Certo. Ti ringrazio Matt. >>e detto questo Beth se ne andò.
Matt era sicuramente una delle persone da proteggere e quindi lo scartò dalla lista dei mostri. Era umano,dire certe cose,cercare di aiutare il prossimo,erano cose che solamente un essere umano era in grado di fare. I mostri erano senza cuore ne anima. Ti portavano via la vita,ti portavano via le persone care senza nessun rimorso. Non erano degne di vivere e per questo che esistevano i cacciatori.
Per far valere i diritti degli uomini,che i mostri calpestavano  senza ritegno.

DEAN-REBEKAH
Era caduto un silenzio imbarazzante nell’abitacolo della macchina,che era stato interrotto solamente dalla ragazza che aveva spiegato a Dean dove abitava.
Forse era un po’ fuori allenamento,ma poi ci ripensò. Cavolo lui era Dean Winchester. Era capace di far capitolare una donna ai suoi piedi con il semplice schiocco delle dita,ma perché con quella biondina non ci riusciva? Sentiva che c’era qualcosa di diverso in lei,che fosse anche lei un pericolo?
In effetti la sera prima era al bar con quei due strani tipi. Ma sembrava una bambolina,come poteva essere un mostro? Era impossibile.
Quindi mandando al diavolo il suo sesto senso che gli gridava: “Pugnalala,pugnalala” , decise di provarci con lei. Non voleva rimanere per sei mesi in quel buco di fogna senza divertirsi un po’.
<< Dimmi Rebekah ce l’hai fidanzato? >>chiese Dean.
<< Avevi detto di non essere un maniaco >>gli rispose la ragazza in tono ironico.
<< Un maniaco non si sarebbe fatto scrupoli,anche se tu fossi stata fidanzata >>gli fece notare Dean.
<< Touchè >>rispose la bionda ridendo.
Lei non voleva cascarci e non l’avrebbe fatto.
Era questo quello che pensava Rebekah da quando era salita in macchina con quel ragazzo. L’aveva notato già il giorno prima e subito le era piaciuto. Quei capelli biondo cenere,quegli occhi verdi… in un certo senso le ricordava Stefan. Non poteva dire lo stesso del fisico,Dean era il doppio per massa rispetto al vampiro,ma quegli occhi avevano la stessa intensità di Stefan.
Rebekah fu folgorata da un’improvvisa illuminazione:che fosse ancora innamorata di Stefan?
Dopotutto era andata a letto con il fratello,era attratta da un ragazzo che glielo ricordava vagamente,ma come si spiegava Matt? Certo anche Matt gli ricordava per un certo verso il vampiro. Era gentile con lei,proprio come Stefan.
Ma no,non era così. Infondo nel profondo Rebekah conosceva la risposta.
In realtà a lei mancava l’affetto. Poteva essere considerata una ragazza facile,ma questo perché nessuno la capiva davvero. Lei si sentiva sola,terribilmente sola.
Sia dal punto di vista dell’amore,sia dal punto di vista dell’amicizia.
Forse era per quello che non riusciva a staccarsi da quel gruppetto sciagurato. Loro erano così uniti,pronti a sacrificarsi l’uno per gli altri. Le sarebbe piaciuto avere un rapporto così con qualcuno. Forse per questo che quel giorno aveva spifferato i suoi sospetti e quelli di Damon alla strega.
Li invidiava. Lei era bella,ricca e immortale,ma le mancava l’affetto di qualcuno. Perfino nella sua famiglia era impossibile trovarlo.
Klaus era instabile e egoista e per quanto si volessero bene,l’ibrido aveva dimostrato più di una volta di poterla ferire se lei non l’ubbidiva.
Elijah se ne era andato,così come Kol,Finn e perfino sua madre.
Era completamente da sola.
Dean notò lo sguardo triste della ragazza,sembrava prossima alle lacrime.
<< Hey tutto bene? >>le chiese.
<< Certo scusa,ero immersa nei miei pensieri >>rispose l’originale sforzandosi di sorridere.
<< Non pensavo che un tacco rotto potesse avere questi effetti >>scherzò Dean e per la seconda volta Rebekah si trovò a ridere di gusto.
Troppo presto arrivarono a destinazione e entrambi erano pentiti di non aver saputo sfruttare a pieno quel tempo condiviso insieme.
<< Grazie per il passaggio Dean e spero che non ti capiti mai una sciagura come la mia >>disse Rebekah mostrandogli il tacco rotto.
Entrambi risero e poi si salutarono. Rebekah vide andare via quell’auto e decise di mandare al diavolo tutti quei sospetti che alleggiavano intorno a Dean,per quei cinque minuti si era sentita bene come non lo era da tempo. Per lei poteva essere chiunque,non le importava. Avrebbe chiamato Damon,ne avrebbe parlato con il gruppetto degli eroi del bene,avrebbe detto che era perfettamente apposto,che non dovevano preoccuparsi. Avrebbe mentito? Be quello dipendeva se erano veri o no i sospetti che avevano.
Prima o poi si sarebbe venuta a scoprire la verità,e sperava tanto che fosse una verità positiva per lei.
Solamente una cosa si chiedeva,che rapporto c’era fra Beth e Dean?
Anche lei le piaceva,sembrava una buona amica e suo fratello faceva il bidello.
Poteva mai essere pericoloso uno che faceva il bidello?
No,ormai erano diventati tutti paranoici. Si preoccupavano per il minimo problema,ne vedevano anche quando non ce ne erano. Quei tre erano apposto.
Ora doveva solamente scoprire che rapporto c’era fra Dean e Beth. 



Salve a tutti!^^ Bene in questo capitolo abbiamo altri pov e finalmente vediamo come la pensano Damon e Matt. Voglio cercare di dare importanza a tutti,anche se magari mi sto dilungando un pò troppo (sono 4 capitoli incentrati sempre sullo stesso giorno),vedrò di porre rimedio,prometto ;)
Finalmente ho descritto anche un pò fisicamente Beth,non c'è una persona da cui ho preso spunto,è frutto della mia immaginazione. Ma chi sa..forse riuscirò a darle un volto un giorno xD
Voglio sempre specificare che le coppie di cui sto parlando sono quasi tutte temporanee. Non so come si evolverà la storia,ma molte delle coppie che sto trattando ora molto probabilmente non avranno mai un futuro insieme. Davvero non riesco a decidermi chi deve stare con chi. Quindi vedremo quello che mi verrà in mente xD
Poi ci tengo a ringraziare tutte le persone che stanno leggendo la mia storia e che l'ha aggiunta nelle varie categorie.
Soprattutto ringrazio Iansom che mi delizia ogni volta con le sue splendide recensioni.
Grazie a tutti e alla prossima! 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


KLAUS-DAMON

<< Damon,Damon,Damon ora ci provi con le rosse? >>lo canzonò l’ibrido.
<< Non credo che siano affari che ti riguardano Klaus >>rispose freddo il bruno.
Era già incavolato per essere dovuto andare via dalla sua preda,non avrebbe accettato anche di essere preso in giro dal quell’ibrido. Ormai era diventato una vera piaga,te lo trovavi dappertutto!
<< Era solamente una domanda tra amici >>rispose in tono pacato il biondo.
Damon alzò un sopracciglio e si trattenne dallo scoppiare a ridere. Amici? Ma per favore!
<< Klaus arriva al punto,cosa vuoi? >>
<< Ho una piccola richiesta da farti. Vedi Damon io penso che tu stia sbagliando a sopprimere lo squartatore,come mi piace chiamarlo. E’ la sua natura,quindi lascialo fare >>
Damon non poteva crederci. << Davvero? Tu mi ha portato qua fuori per parlare del problemino di Stefan? >> Non poteva crederci ,c’era sicuramente qualcosa sotto.
<< Davvero ti sta così al cuore mio fratello? Non dirmi che ti sei innamorato di lui e che quindi usi Caroline per mascherare la cosa >>scherzò Damon,ma aveva esagerato e infatti Klaus non gradì affatto quella battuta e si avvicinò velocemente a Damon afferrandolo per il colletto della camicia.
<< Ho cercato di essere gentile,non farmi usare la forza >>lo minacciò,ma poi dovette lasciare la presa.
Beth era appena uscita dal locale e stava lì fuori,forse aspettava qualcuno che la venisse a prendere.
Non era il caso di far vedere una scena del genere a quella ragazzina. Klaus rimase un attimo a fissarla.
Anche lui era un appassionato del gentil sesso e dovette ammettere che quella ragazza era davvero bella.
Damon non si lasciò sfuggire il modo in cui fissava Beth e questo fece emergere di nuovo la rabbia,che si era attenuata per la piega che aveva preso il discorso.
<< Facciamo così-disse l’ibrido rivolgendosi di nuovo a Damon- andiamo a parlarci e vediamo lui chi sceglie >>propose Klaus,ma questa sua richiesta fece ancora di più scandalizzare Damon.
Ma cos’era successo al sadico e cattivo ibrido? Che si stesse rammollendo anche lui?
<< E dove siamo? In uno squallido programma televisivo? Stefan è grande abbastanza per prendere una decisione da solo >>disse Damon.
<< Significherà che gli parlerò solo io. >>detto questo l’ibrido si avvicinò alla macchina di Damon.
<< Che stai facendo? >>chiese con tono indignato l’altro.
<< Credo che mi cederai gentilmente un passaggio fino a casa tua. Voglio parlare subito con Stefan >>.
Damon sapeva che era inutile protestare,quando l’ibrido decideva qualcosa era impossibile destarlo dal suo proposito.
Un po’ a Damon infastidiva il comportamento ossessivo che aveva Klaus nei confronti di Stefan. Era suo fratello,proprietà sua,fine della storia. Klaus sembrava che volesse quasi rimpiazzarlo,ma c’era solo uno che aveva il diritto di tormentare Stefan e quello era lui.
Sbuffando Damon accese la macchina e inserì la prima,a malincuore con l’ibrido affianco a lui,che sembrava essere a proprio agio quando era chiaro che non era ben accettato in quella macchina.
Ma Klaus non ci badò. Non ci badava mai. Ormai era abituato a non essere accettato. No che lui facesse qualcosa per cambiare la situazione.
Però doveva ammetterlo,quella era stata una delle sue idee peggiori.
Il  motivo di tutta quella messa in scena era un altro:doveva andare a casa Salvatore.
Ci poteva andare di nascosto,ma era meglio prevenire.
Damon era un vampiro astuto,lo doveva ammettere e non ci avrebbe messo niente a capire che c’era un odore di troppo in casa e subito l’avrebbe collegato al proprietario.
Non si preoccupava della reazione del vampiro,solamente voleva evitare una scocciatura. Per una volta voleva fare le cose con calma e senza che nessuno intervenisse per fare l’eroe di turno.
Per questo aveva inventato tutta la faccenda di Stefan. In realtà davvero voleva che il suo “amico” rimase in fase squartatore,era molto più divertente. Ma al momento non era quello il suo problema principale.
Arrivato a casa Salvatore,Damon e Klaus scoprirò che Stefan non era in casa.
<< Vuol dire che aspetterò >>disse Klaus versandosi del wishey in un bicchiere.
<< Fai come fossi a casa tua >>disse Damon,in tono ironico ovviamente.
Klaus incominciò a guardarsi intorno,per poi avvicinarsi alla libreria.
Doveva fare tutto con la massima disinvoltura se non voleva destare dubbi in Damon.
Afferrò un libro a caso:<< Cime tempestose. Chi dei due fratelli è un amante dei romanzi? >>domandò Klaus con l’intento di beffeggiarlo.
Damon si annoio presto e decise di lasciare da solo l’ibrido e andarsene in camera sua.
Klaus approfittò  del fatto che fosse rimasto da solo e andò dritto al suo obbiettivo:i registri di falegnameria della famiglia Salvatore nel ‘900.


STEFAN-ELENA
<< Stefan! >>disse Elena non appena il vampiro rispose al telefono.
<< Elena cos’è successo? >>chiese Stefan preoccupato. Poteva fingere di non importarsi di niente,ma la verità era solo una:lui teneva ancora ad Elena. Forse l’amava ancora,anzi ne era certo.
Ma ciò che era diventato,il pericolo che poteva essere per lei,lo faceva desistere dal ritornare da lei.
<< Stefan corri a casa mia >>disse Elena con voce stridula.
Era raro che la ragazza perdesse il controllo,cercava sempre di restare calma. Ma la chiamata di Meredith l’aveva spaventata parecchio e non sapere cosa le aspettava una volta arrivata a casa,la terrorizzava.
Caroline e Elena entrarono in casa Gilbert e vennero accolte da un Alaric che sorridente scendeva le scale.
<< Ragazze! >>proruppe il professore di storia tenendosi una mano stretta da un fazzoletto sporco di sangue.
<< Cos’è successo Rick? >>chiese Elena avvicinandosi,ma Caroline la fece rimanere ferma al suo posto dietro di lei.
<< Cosa c’è Caroline? Il tuo professore ti spaventa? >>e ormai la situazione era chiara.
L’alter-ego di Alaric era ricomparso,e questo non era mai un bene.
<< Allontanati! >>lo avvertì la vampira.
Ma Alaric prima scoppiò a ridere e poi si avventò contro Caroline,sbattendola contro il muro,ma la vampira era più forte. Così riuscì a toglierselo di dosso e scaraventarlo dalla parte opposta.
Ma quello fu un grosso errore. Infatti Alaric si ritrovò vicino alla sua borsa con le armi e afferrò una bomba di verbena e la lanciò contro la vampira,che non riuscì a evitarla.
Caroline urlò dal dolore e Elena si avvicinò all’amica,non sapendo cosa fare.
<< Elena spostati! >>le ordinò Alaric.
<< Rick smettila >>cercò di dire Elena con le lacrime che ormai erano prossime a bagnarle il viso.
Ma era impossibile fermare quell’Alaric,che senza nessun rimorso,afferrò Elena per un braccio e la staccò da Caroline,per poi lanciarla di lato. Per fortuna di Elena non andò a sbattere contro un muro,altrimenti avrebbe rischiato di farsi male davvero.
Tutto quello doveva essere un incubo. Si era così,non poteva essere vero. Ormai Alaric era diventato quasi un padre per lei,e il dover perdere anche lui era una cosa inaccettabile per lei. Perché doveva soffrire così tanto? Cosa aveva fatto di male lei?
Alaric era fuori di sé e infatti invece di uccidere subito Caroline,decise di torturarla un po’. Infilzò il paletto che aveva in mano,nella spalla destra della povera Caroline che urlò dal dolore. Elena cercò di rialzarsi e con tutte le forze che aveva si scaraventò contro Alaric,ma l’uomo se la tolse di dosso come un insetto e la spinse contro le scale. Quella volta si sarebbe fatta male sul serio.
Ma l’impatto non avvenne,visto che due  forti mano l’afferrarono.
<< Stefan >>sussurrò Elena e non potette trattenere una lacrima che le rigò il viso.
Stefan non perse tempo,avrebbe tanto voluto fermarsi un attimo per abbracciarla e dirle che adesso sarebbe andato tutto bene,ma non poteva.
Diede un sonoro pugno nello stomaco ad Alaric e poi gli spezzò il collo.
Ma non era finita lì. Stefan avvertì un forte odore di sangue. Sangue umano.
Corse al piano di sopra di casa Gilbert e trovò nel bagno una Meredith che era stata ferita quasi mortalmente. Elena l’aveva seguito e quando vide la scena,dovette trattenersi dall’urlare.
Si avvicinò alla donna e vide come il viso di Stefan si stava trasformando.
“Ti prego no “ pensò la Gilbert.
Ma le intenzioni di Stefan erano buone,infatti si morse il polso per dare il suo sangue a Meredith.
Finito il suo compito lì scese giù. Non voleva affrontare Elena.
Era cattivo da parte sua,ma sapeva che se avesse visto la ragazza piangere non si sarebbe trattenuto dal baciarla,dal dirle quello che provava. Ma non era ancora giunto il momento. Doveva prima imparare a controllarsi,quella sera era stato un miracolo,per poco non aveva ceduto alla tentazione di bere il sangue di Meredith.
Quando arrivò giù trovò Caroline che guardava confusa il suo ex professore di storia.
<< Cosa facciamo? >>gli chiese.
A dir la verità nemmeno Stefan lo sapeva. Voleva portarlo via,ma poi vide una macchina parcheggiare alla casa affianco e subito capì che erano i tre del bar. Quelli che Damon aveva etichettato con la parola pericolo. Stefan non sapeva cosa pensare al riguardo,non erano la sua priorità al momento,ma era meglio non rischiare. Di solito suo fratello aveva ragione su queste cose ed era meglio non correre il rischio. Così prese Alaric e l’appoggiò sul divano del soggiorno e decise di aspettare il suo risveglio. Nel frattempo chiamò Damon.

BETH
Beth aveva visto da lontano il battibecco di Klaus e Damon e aveva notato come i due avessero smesso non appena l’avevano vista. Che sospettassero di lei? Quello era ovvio. Chi sa dover erano arrivati però con le loro ricerche.
Beth cercò di fare mente locale per ricordare tutte le sue scoperte,così da illustrarle ai suoi fratelli quella sera. Se solo si fossero decisi a venirla a prendere.
Dopo un bel po’ di tempo vide l’inconfondibile Impala nera fermarsi davanti a lei.
<< Che fine avevate fatto? >>chiese indispettita.
<< Siamo passati all’ufficio del sindaco e abbiamo firmato lì i documenti per l’atto di proprietà. Quella casa è ormai il posto più sicuro al momento >>disse Dean.
<< Scoperto niente? >>chiese curiosa.
<< Posso ritenermi soddisfatto. Poi dopo ne parliamo per bene >>disse Sam,mentre Dean si fece serio.
“Chi sa cosa è successo” si chiese Beth vedendo l’espressione del fratello.
Arrivati a casa,notarono che la casa affianco alla loro aveva le luci accese.
<< Lì ci abita la famiglia Gilbert >>disse Sam.
<< Elena? Non sapevo che eravamo vicine di casa. Che stupida! Eppure stamattina l’avevo vista dalla finestra >>disse Beth.
Doveva concentrarsi di più. Stava prendendo quel caso troppo con calma,doveva tenere gli occhi aperti e non flirtare con il belloccio di turno. Lo faceva per una buona causa,o almeno così giustificava la cosa.
Ma ciò non andava bene. Ma come faceva a resistere a quegli occhi?
E quella voce? Quando aveva pronunciato il suo nome per presentarsi stava per collassare. Era così seducente quell’uomo,era capace di stenderti con un semplice gesto. Certo si poteva ritenere soddisfatta.
Anche lei non si era risparmiata  e sapeva di aver fatto colpo,ma in realtà moriva di vergogna.
Come l’aveva guardata,l’aveva fatta sentire completamente indifesa e questo non poteva permetterselo.
“ Basta flirtare” si disse.
Prima di parlare delle loro scoperte,i tre fratelli avevano deciso di cenare.
Beth trovava la cosa molto divertente. Non erano per niente abituati a cenare in una casa,insieme in un tavolo e infatti calò un silenzio imbarazzante. Mai successa una cosa del genere fra loro.
Ma Beth ricordava bene come erano le cene in famiglia. Ricordava quelle con sua madre.
Così incominciò a parlare di com’era andata la sua giornata a scuola,di com’erano i suoi professori e così anche con qualche battutina,i tre fratelli passarono la loro prima cena di famiglia.





Salve! Eccomi con un nuovo capitolo che spero possa piacervi.
Ringrazio come sempre coloro che continuano a leggere la mia storia. Mi dispiace che non stia avendo molto successo,spero con il tempo possa interessare anche a qualcun'altro.
Nel frattempo ringrazio le fantastiche recensioni,di quel tesoro (è inutile che dico chi sia ;D) e anche chi ha incominciato da poco a seguire questa mia storia e a recensire.
Alla prossima! 
Ps:questo capitolo non è stato revisionato,quindi scusate per gli eventuali errori. 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CASA GILBERT
<< Cos’è successo Stefan? >>Damon all’inizio non voleva rispondere,era troppo impegnato ad osservare cosa stesse facendo Klaus. In realtà non era salito sopra,ma era uscito fuori di casa per osservare dalla finestra cosa l’ibrido avesse in mente. E infatti vide che aveva preso un registro delle falegnamerie che erano appartenute alla sua famiglia,annuire e riposarlo. Perché a Klaus interessava quel registro? Cosa c’era sotto?
Damon sbuffò sonoramente davvero scocciato. Non era possibile che ci fosse sempre un problema. Certo che così non si sarebbe mai annoiato,ma avrebbe preferito usare il suo tempo per divertirsi,no per risolvere problemi. Rientrò nella sua stanza con un salto e si decise a rispondere a Stefan.
<< Sono da Elena e Alaric ha appena tentato di uccidere Meredith e Caroline >>
<< Arrivo >>disse semplice Damon chiudendo la chiamata.
Il vampiro non sapeva se ridere o disperarsi. Si parlava di problemi,ed eccoli altri.
Un Alaric che aveva un alter ego pronto a uccidere tutti i membri del consiglio. Certo Caroline non faceva parte del consiglio,quindi forse bisognava aggiungere alla lista anche i vampiri.
Possibile che nemmeno il suo migliore amico potesse essere normale?
Scese al piano inferiore e si era quasi dimenticato di Klaus.
<< Mi sa che dovrai aspettare ancora un bel po’ per il tuo discorso con Stefan >>
<< Cos’è successo? >>
<< Drammi familiari. Amici che cercano di uccidere amici. Insomma il solito >>disse criptico Damon. Non voleva certamente parlarne con l’originale dei loro altri problemi.
<< Onestamente non me ne frega niente dei vostri problemi. Vorrà dire che parlerò con Stefan un’altra volta >>disse Klaus per poi avviarsi alla porta.
<< Mi sembravi deciso a trasferirti qui,pur di parlare con Stefan >>gli fece notare Damon.
<< Ho altro da fare >>e con questo Klaus andò via.
“ O semplicemente hai trovato quello che ti serviva “pensò Damon.
Era tentato di andar a vedere cosa stesse cercando l’ibrido,ma resistette e con la sua macchina si recò a casa Gilbert.
Arrivato lì gettò un’occhiata alla ragazza che era appena uscita dalla casa affianco. Era Beth,chi altri se no? Era stato lui a dire a Carol di vendere quella casa ai nuovi arrivati e in più già la sera prima era andato per divertirsi un po’ e per confermare i suoi dubbi. Infatti la ragazza,che per il piacere di Damon era coperta solamente da un asciugamano,non aveva perso tempo a impugnare un paletto e dargli l’inseguimento per tutta la casa.
 Alzò un braccio per salutarla e lei ricambiò per poi rientrare in casa.
Chi erano quei tipi? Ecco un altro problema e lui si stava davvero arrabbiando. Avevano mille problemi e nemmeno una soluzione.
Entrò in casa Gilbert e vide un Elena accovacciata a terra che lavava un muro.
<< E’ davvero difficile togliere le macchie di sangue >>disse la ragazza notando lo sguardo stranito di Damon.
“ Certo le macchie” pensò ironicamente Damon. Il problema era Stefan. C’era imbarazzo tra i due e nessuno  accennava a parlarne. A Damon fecero quasi tenerezza. Sia chiaro,lui non provava quei sentimenti per nessuno,ma vedere il suo fratellino che teneva lo sguardo puntato sulle sue scarpe e Elena che si metteva a pulire casa,era davvero comico. I due erano davvero innamorati,e lui cos’era?
Ecco un altro problema. La ragazza avrebbe mai capito quanto fosse importante per lui?
Cavolo lui l’aveva anche baciata e lei non si era di certo allontanata,le aveva detto più di una volta di amarla,possibile che tutto ciò non influenzasse Elena nemmeno un po’? Era così indifferente per lei?
Damon scacciò quei pensieri troppo sdolcinati per i suoi gusti e puntò lo sguardo sul corpo dell’amico.
<< Stefan spezzare le teste è una mia tecnica,non mi copiare >>disse con il suo solito tono sarcastico.
<< Tra un po’ si sveglierà,cosa dobbiamo fare? >>gli chiese il minore,sorvolando su quella battutina.
<< Potremmo richiuderlo per un po’ nella prigione dei Forbes. Quella che ha usato mio padre quella volta. >>propose Caroline.
<< E poi? Ci serve una soluzione che risolva la situazione. Dottoressina lei non ha idee? >>disse Damon rivolgendosi a Meredith che scosse la testa :<< Nei diari non c’è scritta nessuna soluzione. Tranne una… la morte >>disse la dottoressa abbassando la voce a ogni parola.
<< Non è nemmeno da prenderla in considerazione >>proruppe Elena,che finalmente aveva deciso di mettere da parte l’imbarazzo e entrare nel discorso.
<< Io credo che debba decidere Alaric >>disse Stefan con un tono di voce così basso che a stento riuscirono a sentirlo tutti.
Appena detta la frase,non ci fu tempo di rispondere che Alaric si risvegliò tirando un gran respiro. Faceva sempre così quando tornava dal suo viaggio nell’altro mondo,grazie  a quel maledetto anello.
<< Cos’è successo? >>chiese guardandosi intorno confuso.
<< Hai tentato di uccidere la dottoressa,la Barbie vampira e Elena. Oltre a questo,nulla di preoccupante >>disse Damon beccandosi occhiatacce da tutti.
<< Ho fatto cosa? Oddio >>disse Rick mettendosi le mani nei capelli. La situazione stava peggiorando sempre di più.
<< Troveremo una soluzione >>cercò di consolarlo Elena.
<< No,io… ho bisogno di rimanere un po’ da solo. Spero che non ti dispiaccia Elena se torno per questa sera a casa mia,vero? >>disse Alaric.
<< No,ma… credo che non sia prudente restare da solo >>
<< Elena non ti preoccupare. E’ quello che mi sento di fare in questo momento. Ho bisogno di scharirmi le idee >>disse convinto delle sue parole Alaric.
Elena guardò i suoi amici con la speranza che qualcuno di loro intervenisse. Aveva un brutto presentimento. Era certa che rimanere Alaric da solo era l’ultima cosa che dovevano fare,ma chi era lei per decidere cosa dovesse fare lui? Lei era la prima che diceva sempre di dover rispettare le scelte degli altri.
<< Va bene Rick. >> disse infine la ragazza.
<< Mi dispiace davvero per quello che ho fatto. Scusatemi ragazze…io… cercherò di trovare una soluzione. Forse fra le ricerche di Isobel che ho a casa,troverò qualcosa e domani mattina faremo il punto della situazione. >>
<< Vedrai che andrà tutto bene >>gli disse Meredith lanciandogli un sguardo pieno di sicurezza. Avrebbe superato quel momento e sarebbero potuti stare insieme. Lei era convinta che fosse lui l’uomo perfetto per lei e non l’avrebbe fatto scappare via.
Dopo altre varie ‘ scuse’ e molti ‘non ti preoccupare’ Damon decise di accompagnare il suo amico a casa.
Sapeva che Alaric stava già pianificando qualcosa e voleva sapere cosa. Salutarono gli altri e si avviarono verso l’azzurrina macchina del vampiro. Caroline avrebbe dovuto accompagnare Meredith a casa e si ritrovò in macchina anche Stefan.
<< Saresti rimasti da soli >>gli disse la bionda guardando l’amico dallo specchietto della macchina.
Stefan sospirò e mormorò un << Non è ancora il momento >>.
Caroline sapeva che l’amica stava male per quella situazione e Stefan non sembrava essere messo meglio. Così decise che era il momento che lei si immischiasse in quella situazione.
Li avrebbe fatti ragionare e soprattutto li avrebbe convinti a parlare.
Loro erano Stefan e Elena,erano destinati a stare insieme e lei li avrebbe aiutati.

DAMON-ALARIC
Per il breve tragitto da casa Gilbert a casa Saltzman,i due uomini erano rimasti in silenzio. Ma una volta arrivati sotto il palazzo di Alaric,Damon decise che era giunto il momento di parlare ed era convinto che anche Alaric lo voleva. Doveva ancora scendere dalla macchina.
<< Stai prendendo tempo per cercare come chiedermi di farmi salire con te o aspetti che ti baci? >>proruppe il vampiro con il suo solito sarcasmo.
<< Come fai ad essere sempre così idiota,anche in situazioni tragiche come queste? >>chiese esasperato Alaric.
<< Cerco di cogliere sempre l’umorismo della situazione >>rispose Damon con un’alzatina di spalle,per poi guardarlo serio. Era un invito a parlare e Alaric,dopo aver preso un bel respiro,svuotò il sacco.
<< Ho deciso di partire. Andrò per un po’ nel vecchio appartamento dove vivevo con Isobel. Lì,anche se dovesse prendere il sopravvento il mio alter ego,non potrò fare del male a nessuno >>
<< Tranne a te stesso >>gli ricordò Damon. Una volta era stato capace di pugnalarsi da solo.
<< Ormai ho imparato come gestire la cosa. Devo solamente trovare un modo per liberarmene. >>gli disse Alaric.
Calò di nuovo il silenzio dove nessuno dei due riusciva a guardare l’altro.
Era strano. Erano nato un rapporto tra i due che nessuno si sarebbe mai aspettato. Erano davvero migliori amici.
E il fatto che dovessero separarsi pesava. Pesava perché Alaric sapeva di star lasciando l’amico in una situazione catastrofica e senza di lui che riusciva a farlo ragionare,chi sa cosa avrebbe combinato.
Damon infondo era una persona su cui ci si poteva contare,ma se preso dall’impulsività,era capace di fare vere follie. Alaric sapeva di star lasciando la possibilità di crearsi una famiglia. Poteva avere una specie di figlia,con Elena,la considerava già tale. Ma ora la stava abbandonando,ed era tremendo.
Quella ragazza rischiava la vita,aveva bisogno di protezione e lui stava scappando.
Lo faceva per il bene di tutti,certo. Ma il senso di colpa,per star abbandonando il suo migliore amico e sua ‘figlia’ lì,in quell’inferno, non accennava a diminuire.
Sperava solo che Meredith si prendesse cura di Elena. Si sarebbero aiutate a vicenda. Alaric sapeva di potersi fidare della dottoressa. Se avesse potuto,avrebbe creato un qualcosa con lei,una specie di rapporto,ma non poteva. Lui doveva andarsene. Era diventato uno dei maggiori problemi e loro ne avevano già troppi. Se se ne fosse andato,potevano concentrarsi sugli altri drammi.
<< Damon. Tu e Meredith siete quelli più maturi del gruppo. Prendetevi cura di quei ragazzi. Chiedete aiuto allo sceriffo Forbes e al sindaco Lockwood se è necessario,ma non perderli mai di vista. Tutti hanno perso troppo,non si meritano di lasciare questo mondo così presto >>disse Alaric con una nuova voce,che mai il vampiro aveva sentito. Era tremolante,quasi come stesse per piangere.
Alaric pensava a quelli che erano stati i suoi studenti,iniziando da Elena.
Matt,Bonnie,Caroline. Tyler e Jeremy quando sarebbero tornati. E perfino Stefan. Era un bravo ragazzo,aveva solo bisogno di qualcuno che l’aiutasse a trovare la strada giusta.
<< Non preoccuparti >>riuscì a dire Damon. Ma non riusciva a guardare in faccia Alaric. Stava per rimanere da solo,contro qualcosa,che era troppo grande per essere affrontato da solo. Per la prima volta Damon si sentì impotente. E senza il suo fedele alleato,sapeva che tutto sarebbe stato più duro. Ma era una sua decisione e la rispettava. Alaric era un grand uomo,sapeva quello che faceva e lui rimaneva Damon Salvatore!Sarebbe riuscito ad affrontare Klaus,i nuovi arrivati,la strega originaria e tutto il resto. Ce l’avrebbe fatta.
<< Ci si vede,amico >>disse Alaric dandogli una pacca su una spalla.
<< Resterò sempre connesso su facebook se mi cerchi,amico >>disse Damon,come al solito.
La sua ironia era un suo marchio e non si sarebbe di certo contraddetto in quel momento. Ma l’energia con cui aveva detto quell’ultima parola,’amico’,bastò a Alaric per capire che il vampiro lo considerava davvero suo amico. Il migliore.
Sorrisero entrambi,con quel loro sorriso sghembo e poi Alaric scese dall’auto e Damon partì avviandosi verso casa.
Sarebbe stata dura senza il proprio migliore amico affianco,ma avrebbero superato anche quello.
Poi sarebbero tornati a ubriacarsi insieme,affogando i loro drammi nell’alcol,come ormai erano abituati a fare.  Sarebbe tornato tutta alla normalità.

WINCHESTER
Avevano appena finito di cenare,quando Beth sentì il rombo di un auto. Con la scusa di buttare la spazzatura,era uscita a vedere chi fosse. Lei sapeva chi avrebbe trovato. Come lo sapesse era un mistero,ma c’era una specie di forza in lei che le diceva di uscire perché avrebbe visto lui. E infatti,Damon Salvatore in tutto il suo splendore,era appena sceso dalla macchina. Riconoscendola l’aveva saluta e lei aveva ricambiato. Poi come ritornata in se,corse in casa e rimase per un cinque minuti appoggiata alla porta d’ingresso. Cavolo non aveva detto che non l’avrebbe più pensato?
E invece eccola lì,con il cuore in gola e con la voglia di uscire da quella casa per andare da lui e parlare ancora. Il modo in cui lui la guardava,la faceva emozionare e tremare le gambe. Sarebbe rimasta ore ad ammirare quel sorriso così splendente. Ma ancora una volta si diede della stupida.
Era il nemico e non si facevano certi pensieri,con il nemico.
Accertatasi che fosse ritornata in sé,andò nel salotto dove trovò sparsi su il tavolino tanti fogli e un Sam concentrato che scriveva.
<< Che stai facendo? >> chiese Beth.
<< Ho scoperto tante cose su questa Vicki Donovan e anche sul consiglio. Su quest’ultimo non mi è ben chiaro tutto,ma so per certo che dobbiamo entrarci. Così avremo la completa fiducia da parte dei membri e nessuno dubiterà di noi >>spiegò Sam continuando a sottolineare,scrivere,cancellare.
<< Frena fratello. Vicki chi ? Il consiglio? Ma che stai dicendo? >>chiese perplessa Beth .
Non stava capendo niente e Sam ricominciò a formulare altre frasi con soggetto di nuovo il consiglio e questa ragazza.
Anche Dean non stava capendo niente,e esasperato strappò da mano di Sam la matita che stava usando e la spezzò. << Adesso parla >>gli disse Dean.
Sam sbuffò e si decise a parlare. Spiegò ai suoi fratelli di cosa aveva scoperto quel giorno a scuola. Raccontò di come molti dei nuovi amici di Beth facessero parte delle famiglie fondatrici; di come Elena Gilbert e Caroline Forbes stavano anche loro stessero indagando sul loro conto.
<< Vicki Donovan è la sorella di Matt,il quarterback. E’ morta circa un anno fa. Per giorni l’avevano data per dispersa e poi hanno trovato il suo corpo morto nel bosco. Sul web girano notizie diverse,quella che può interessarci è quella di un tizio che può giurare di aver visto,anche se solo per un secondo,il volto della vittima. Era tutto raggrinzito e bianchissimo. Per quanto riguarda il consiglio ho fatto due ricerche e a quanto pare questa cittadina è molto legata ai fondatori. Quindi si presume che il consiglio sia formato dalle famiglie fondatrici. Non ho le prove di questo,ma ne sono quasi certo. Cosa faccia questo consiglio non lo so. Ma ho un’ipotesi anche su questo. Difendono la cittadina dai nemici. Questo è tutto. >>disse Sam facendo rimanere a bocca aperta Dean e Beth.
Entrambi,anche se non lo sapevano,provavano gli stessi sentimenti.
Entrambi si sentivano in colpa. Sam aveva fatto delle ricerche,si era messo a lavoro e aveva scoperto anche cose importanti. Cosa avevano fatto loro invece?
Erano degli stupidi. Con la scusa di indagare,in realtà avevano passatola giornata a divertirsi.
E non potevano permetterselo. Da un momento all’altro potevano rischiare di essere scoperti e essere uccisi,e cosa facevano loro? Si mettevano a flirtare. Dovevano solamente vergognarsene.
<< Sam complimenti. Tu si che hai fatto qualcosa. >>disse Beth mortificata.
<< Non devi preoccuparti e nemmeno tu Dean. Vi state un po’ divertendo,non ve ne faccio una colpa. Davvero. >>disse Sam.
Prima era stato un po’ scorbutico,ma solamente perché si stava davvero concentrando su quel caso. Lui era nato per fare quel lavoro e vivere di solo quello. Dean e Beth erano diversi.
Loro erano nati per vivere una vita normale e il suo nuovo obiettivo era proprio quello di far vivere ai suoi fratelli come normali essere umani.
Per questo si stava davvero impegnando su quel caso.
Ma Beth e Dean non sembravano convinti dalle parole di Sam. Ma era inutile ormai piangere sul latte versato. Domani sarebbe stato un altro giorno e non avrebbero fatto lo stesso errore.
<< Che tutto quel gruppo nasconda qualcosa è certo. Sono stata un’intera giornata con ognuno di loro e vi posso garantire che sono qualcosa. A quanto sembra il più potente è un certo Klaus. Anche Damon ha abbassato un po’ la cresta con questo tipo e Matt me ne ha dato la conferma,dicendomi di stare lontana da questi tipi >>disse Beth sentendosi ridicola.
Quelle notizie erano nulla a confronto di quelle di Sam.
<< Klaus… Klaus..Klaus >>incominciò a dire quest’ultimo.
<< E’ il fratello di Rebekah. Anche a me è venuto in mente di conoscerlo già questo nome. >>disse Beth.
A quel nome Dean scattò. Si sentiva così inutile. Era il fratello maggiore,quello che doveva mantenere le redini di quella famigliola e invece non aveva scoperto un fico secco. Ma si sarebbe rifatto,di questo era certo.
<< Oddio! >>urlò Sam saltando dal divano sul quale era seduto. Anche Dean e Beth sussultarono.
<< Sam! Ma sei impazzito così mi fai venire un infarto! >> si lamentò Beth.
<< E’ lui ragazzi! L’ibrido è questo Klaus! >>incominciò a urlare Sam.
<< Il biondino con quell’accento così sexy sarebbe l’ibrido? >>chiese dubbiosa Beth.
<< Sì. Ricordate Bobby cosa ci ha detto prima di partire? Fate attenzione a >>stava per dire Sam,ma Dean continuò la frase per lui:<< a Nicklaus >>.
Dean era sconvolto. Poteva metterci la mano sul fuoco che quella Rebekah fosse apposto e invece…
Insomma,cosa gli stava succedendo? Aveva il nemico sotto il naso e nemmeno lo capiva? E lui che avrebbe anche voluto difenderla. E invece era quella più vicina al nemico.
<< Cosa dobbiamo fare adesso? >>chiese Beth euforica.
<< Potremo usare la Colt per ucciderlo >>propose Sam.
<< Secondo voi cos’è Rebekah allora? >>chiese ad un tratto Dean.
Gli altri due fratelli fermarono i festeggiamenti e si voltarono verso il biondino. In effetti non ci avevano pensato.
<< A quanto pare Rebekah è davvero la sorella di Klaus. Secondo voi è anche lei un ibrido? >>chiese Beth,più a se stessa che ai suoi fratelli.
<< Secondo le fonti di ibrido esiste solamente uno >>disse Sam.
Ad un tratto tutta l’allegria  si fermò. Avevano scoperto chi fosse l’ibrido,e quindi?
Ora cosa dovevano fare?
<< E se ci alleassimo con questi del consiglio? >>propose Sam.
<< Pessima idea. Non sappiamo chi sono e cosa fanno. >>disse risoluto Dean.
Sarebbe ritornato quello che era un tempo. Pronto a sconfiggere ogni nemico che aveva a tiro,senza rimpianti e ripensamenti. Sarebbe ritornato come suo padre gli aveva insegnato. Forte e deciso.
Quella giornata era stata un completo fallimento. Ma non sarebbe mai più accaduto.
Si alzò dalla poltroncina su cui era seduto e diede un’occhiata fuori dalla finestra.
Quella macchina azzurrina stava andando via. Chi sa con quale mistero.
Dean si girò  verso i suoi fratelli,che erano rimasti colpiti dal cambiamento repentino del maggiore.
Aveva uno sguardo fin troppo serio per uno che come Dean scherzava sempre.
Ma in lui era cambiato qualcosa. O meglio era rinato un vecchio sentimento. Quello di predominare.
Caccia il nemico,divertiti senza farti ostacolare dai sentimenti ,sii responsabile delle vita degli umani.
Erano quelle le tre frasi chiave che stavano alla base della mentalità di un cacciatore. E lui le avrebbe rispettate.
Guardò i suoi due fratelli e con quella nuova luce negli occhi disse:<< Si entra in scena >>





Salve a tutti ^^ Mi sa che questa volta mi sono dilungata troppo...ma se non mettevo la parte Winchester era troppo breve quindi xD

Alaric decide di andarsene e spero di aver reso bene la chiacchierata tra lui e Damon.

Sto anche cercando di parlare anche del triangolo,è fondamentale,ma non so se sto riuscendo a descriverlo bene xD
E il capitolo infine si conclude con finalmente la scoperta di Klaus! I Winchester ci sono arrivati,ma la situazione andrà a peggiorare...ma magari sul campo sentimentale si vedranno dei miglioramenti...chi sa xD
Intanto ringrazio come sempre chi segue questa mia storia,e anche i lettori silenziosi che per fortuna crescete sempre di più :)
 Inoltre ringrazio quelle due magnifiche ragazze che ogni volta recensisco i miei papiri xD
Alla prossima! 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


STEFAN-CAROLINE
Dopo avere accompagnato Meredith a casa,Stefan aveva deciso di andare a piedi ma Caroline l’aveva obbligato a rimanere nella macchina. Era ora di un bel discorsetto.
<< Caroline ti prego. Evitiamo una situazione imbarazzante per entrambi >>stava dicendo Stefan cercando di dissuadere l’amica. Ma lei era testarda e avrebbe fatto di tutto pur di aiutarlo.
Forse per questo la lasciava fare:le ricordava tanto Lexi.
<< La situazione è imbarazzante solamente per te Stefan >>disse risoluta la bionda.
<< Avanti. Cosa hai da dirmi? >>disse il vampiro,ormai stremato. Era inutile combattere contro Caroline se si metteva una cosa in testa.
<< Perché ti stai arrendendo? >>chiese subito la vampira.
<< Io non mi sto arrendendo. Semplicemente non è il momento >>
<< E tu pensi che mentre arriverà ‘il momento’, Damon se ne starà con le mani in mano? >>. Caroline era sempre molto diretta e anche in questo caso disse,senza peli sulla lingua,com’era la situazione.
<< Caroline.-Stefan si prese una pausa,poi continuò-Elena è già innamorata di Damon. Solo non lo riesce ad ammettere. E’ troppo tardi ormai e io non posso farci niente. >> A Stefan costava molto dire quelle cose,ma era la verità ed era inutile nasconderlo. Prima l’avrebbero capito tutti,meglio era.
<< Non è vero! Elena prova qualcosa per Damon,su questo non si discute. Ma ti ama e ti amerà per sempre. Non darti già per sconfitto. Mettiti in gioco e combatti per la ragazza che ami. >>disse risoluta Caroline.
<< Perché mi dici questo? Perché lo fai? E’ perché odi Damon? >>chiese Stefan. Davvero non riusciva a capire le motivazioni più profonde che spingevano l’amica a comportarsi così.
<< Io non odio Damon. Non ho dimenticato quello che mi ha fatto,ma adesso lo capisco. Non condivido,ma capisco. So quanto può essere facile cadere nella parte oscura,ma puoi anche riuscirne. Damon,anche se di poco,l’ha fatto e mi ha salvato così tante volte la vita e a modo suo mi ha aiutata. Io l’ho faccio perché ti considero il mio migliore amico e non voglio vederti soffrire >>confessò la bionda,parcheggiando nel vialetto di casa Salvatore.
Stefan era rimasto senza parole. Avere una migliore amica. Non credeva,che dopo Lexi,ci sarebbe stata un’altra. Una persona che lo capisse e si preoccupasse per lui. Quella ragazza era speciale,l’aveva capito dal primo momento che l’aveva vista. Non avevano iniziato bene,con lei che ci provava con lui. Ma dopo che era venuta fuori la verità,Caroline era riuscita a tirare fuori il suo vero carattere e a conquistare una parte del cuore di Stefan. Aveva fatto di tutto pur di farla sopravvivere in quel mondo oscuro,e ci era riuscito. Caroline era una delle persone migliore che conoscesse. E vederla preoccupata per lui,era  una cosa che non accettava. Lui non se lo meritava.
Ma decise di tenersi per se quei pensieri e le sorrise sinceramente.
Stefan Salvatore,dopo un lungo periodo finalmente sorrideva sinceramente e tutto lo doveva alla sua migliore amica.
<< Ti ringrazio Caroline >>le disse e dopo essersi salutati,Stefan scese dalla macchina e rientrò in casa.
Ma non sapeva ancora cosa gli attendeva.

WINCHESTER-ELENA-CAROLINE-REBEKAH
Era ormai da mezz’ora che Beth era sveglia ma non riusciva ad alzarsi dal letto. Dopo la giornata di ieri,ricca di novità,era stremata mentalmente. Aveva un gran mal di testa,che era aumentato dopo la reazione di Dean. Era troppo serio e quand’era così,entrava nella versione estrema del cacciatore.
Avrebbe potuto fare delle idiozie e mettersi in pericolo.
Beth dovette ammettere che un po’ si preoccupava per Damon. Sapeva quanto Dean potesse essere letale,e non voleva che facesse del male a Damon.
Beth si rigirò nel letto e soffocò un grido nel cuscino. Perché continuava a pensare a quel ragazzo?
Per sua fortuna non l’aveva sognato. Ma non era positivo il fatto che l’unica cosa che le dava la voglia di alzarsi da quel letto,fosse la speranza di incontrare il bel moro.
Però lei sarebbe stata più forte. Si era ripromessa di non fare cazzate e non l’avrebbe fatto.
Avrebbe festeggiato i suoi  18 anni, si sarebbe diplomata,avrebbero ucciso tutti i vampiri e ibridi e licantropi e qualsiasi altra cosa,infine sarebbero ripartiti verso nuove avventure.
Quell’era la sua vita e non sarebbe cambiata.
Si alzò finalmente dal letto e andò ad aprire un po’ la finestra per prendere una bella boccata d’aria.
Per sua fortuna quella mattina l’aria non era particolarmente fredda,anzi era abbastanza piacevole.
Notò che dalla finestra di fronte,Elena era seduta e stava scrivendo. Forse aveva un diario.
Come se l’avesse letto nel pensiero,Elena si girò e,notando Beth,posò il suo diario e aprì la finestra.
<< Buongiorno Beth >>disse sorridendo la castana.
Era così dolce. Beth sperava di cuore che non fosse anche lei una vampira. Le sarebbe dispiaciuto doverla uccidere.
<< Buongiorno a te,Elena. >>
Le due ragazze rimasero a parlare per un altro po’ sui soliti convenevoli.
<< Scusami Beth ma devo darmi una mossa. Purtroppo sono a piedi e ci metto il doppio del tempo. >>confessò Elena. Rimasta da sola,non poteva di certo permettersi grandi sprechi. E la benzina costava. Forse doveva chiedere a Matt se al Grill avevano bisogno di una mano oppure avrebbe potuto vendere il suo sangue a Klaus. Almeno ne avrebbe ricavato qualcosa anche lei.
Pensò la Gilbert ridendo fra sé e sé.
<< Non ti preoccupare ti diamo noi uno strappo. Tanto siamo tutti diretti allo stesso posto. >>disse Beth.
“Più tempo stiamo insieme,più posso scoprire su di lei “pensarono in contemporanea le due ragazze.
E così Elena accettò e le due ragazze si salutarono momentaneamente.
Dopo essersi preparata,Beth scese giù e andò in cucina,dove trovò i suoi fratelli che si divoravano delle frittelle e qualcos’altro. Beth aveva sempre preferito una bella tazza di latte e i cereali,possibilmente al cioccolato.
<< Buongiorno! >>salutò la ragazza prima di prendere la roba che le serviva per fare colazione.
I due ragazzi le risposero con un mugolio,troppo occupati a masticare e poi Sam aggiunse:<< Ricordati la verbena >>.
Beth se ne era dimenticata. Quella roba per fortuna andava perfettamente in armonia con il latte e quasi non la sentiva quando l’ingoiava.
<< Sta mattina dobbiamo dare un passaggio a Elena >>disse la rossa.
<< La Gilbert? >>chiese Dean,sempre serio.
Beth aveva sperato che la notte l’avesse fatto calmare,e invece sembrava più determinato che mai.
Non sopportava vedere il fratello così. Era così bello quando sorrideva e sembrava un po’ più felice.
Beth decise che avrebbe aiutato il fratello,così sarebbe potuto ritornare come prima e avrebbe anche controllato che non facesse cazzate.
<< Sì. E’ rimasta a piedi e ho pensato che sarebbe stata una buona idea farcela amica. Si deve fidare di noi se non vogliamo che capiscano qualcosa. Ieri sera Damon è andato a casa sua,significa che Elena è coinvolta tantissimo in tutto questo. >>spiegò Beth.
<< Tu pensi che possa essere anche lei un… qualcosa? >>chiese Sam.
<< Non saprei dirti. Non riesco a capire ancora bene chi sia umano o no. Di certo Damon e Rebekah non lo sono. Vabbè è inutile poi nominare Klaus >> disse Beth per poi incominciare a mangiare anche lei.
Rimasero in silenzio per un bel po’,finchè Dean non lo ruppe:<< Dobbiamo fare un piano. Ormai sappiamo chi è il nemico,dobbiamo solamente attaccare. >>
<< Ti sei dimenticato che è immortale? >>chiese con una nota sarcastica Beth.
<< Certo che no,sorellina. Ma è pur sempre un vampiro. A quanto pare qui i vampiri hanno un qualcosa che li fanno camminare alla luce del sole,ma non è detto che non soffrono la verbena. >>spiegò il maggiore.
<< Possiamo fare una prova con Rebekah >>propose Sam.
<< Certo,è quella più vicina. >>concordò Dean,per poi rivolgersi a Beth.<< Mettiti qualche collana o qualsiasi altra cosa che possa attirare la sua attenzione,così che la tocchi. >>
<< Dovrei avere una collana adatta alla situazione. Si apre  e potrei mettere la verbena dentro. Ma non pensate che così ci faremo scoprire? >>
<< E’ un rischio che dobbiamo correre se vogliamo darci una mossa. Preferirei trascorrere il resto dei mesi qui,senza dovermi guardare continuamente alle spalle. >>disse Dean.
Tutti e tre i fratelli concordarono con quel piano e Beth salì in camera sua a cercare la collana.
Non aveva molti gioielli con sé. Infondo non gli piacevano neanche,per questo non le importava se ne perdeva uno dei pochi che aveva. Era una stella che poteva aprirsi e mettere dentro delle foto.
Beth più di una volta aveva pensato di metterci dentro una della madre,ma aveva paura che durante un combattimento potesse rompersi. Così aveva cancellato quell’idea e non indossava mai gioielli.
Comunque prese la collanina,aprì la stellina e ci mise dentro un piccolissimo ramoscello di quella pianta.
Afferrò la cartella e uscì di casa,per andare a bussare a Elena.
La Gilbert non la fece aspettare e subito entrarono nell’impala.
<< Ragazzi lei è Elena >>esordì Beth per presentare l’amica. Come se loro non la conoscessero.
<< Ciao Elena,io sono Dean >>si presentò il primo.
<< e io sono Sam >>disse l’altro.
<< Buongiorno e grazie per il passaggio >>disse Elena.
<< Figurati,non c’è problema. >>le rispose Sam con un sorriso.
Elena guardò per un po’ Dean. Sapeva che esisteva un altro ragazzo in quel gruppo,ma Beth non l’aveva mai nominato. Chi sa lui cosa faceva. Sam interpretava la parte del bidello,Beth della studentessa e lui?
Beth aveva detto quella mattina che tutti erano diretti lì. Eppure Elena si sarebbe dovuta ricordare di un tipo come quello. Doveva ammettere che era molto attraente e per il modo di fare le ricordava vagamente Damon. Voleva tanto chiedere lui cosa facesse,ma non voleva destare sospetti,così preferì tacere.
Ma una delle qualità migliori di Beth era l’osservazione. Riusciva ad avere sempre tutto sotto controllo. Anche se era impegnata in qualcos’altro,lei si guardava sempre attentamente intorno e raramente gli sfuggiva qualcosa. Per questo non potè non notare lo sguardo curioso di Elena.
<< E’ il nuovo coach della squadra di football >>le sussurrò in un orecchio.
Elena rimase un po’ sbalordita da come Beth avesse capito a volo ciò che stava pensando. Che avessero qualche dote sopranaturale?
<< Oh,ora capisco >>rispose semplicemente  la Gilbert. Chi sa se Matt aveva scoperto qualcosa.
Per il breve tragitto parlarono semplicemente di scuola. La priorità era scoprire sempre più informazioni,ma tenere un profilo basso era essenziale. Già con Rebekah rischiavano parecchio,era meglio non alimentare la situazione.
Una cosa però riuscirono a scoprirla. Elena non era una vampira.
Infatti la ragazza non aveva potuto fare a meno di guardare la collanina della Winchester e se la rigirò tra le mani. Naturalmente non ebbe nessuna reazione e così fuori un primo possibile nemico.
Certo rimaneva il fatto che potesse essere un licantropo  o una strega o potesse essere dalla parte di Klaus.
Ma era da escludere anche quest’ultimo pensiero. Era chiaro che c’era una specie di muro che divideva Rebekah e Klaus dagli altri. Quindi Elena non era dalla parte dell’ibrido,ergo non era fra le loro priorità.
Beth fu sollevata da questo. Almeno una persona normale c’era,ma era comunque immischiata in tutto quel casino. Beth avrebbe tanto voluto parlare con Elena,sicuramente le due ragazze si sarebbero capite.
Ma non era ancora il momento. Forse alla fine di tutta quella storia,sarebbero potute diventare amiche.
Ma poi Beth ritornò alla realtà. Non ne valeva la pena.
Lei sarebbe dovuta ripartire tra 5 mesi,cosa serviva creare rapporti se poi dovevi lasciare quelle persone?
Arrivati fuori scuola,poterono notare che già c’era quasi tutta la scuola.
I quattro uscirono dall’auto e si salutarono. Mentre Sam e Dean si allontanavano,Elena e Beth poterono notare gli sguardi allupati delle ragazze che rivolgevano ai due ragazzi e poi le occhiatacce che rivolgevano a loro due.
<< Oddio! Sono pessime le ragazze qui. Senza offesa. >>commentò Beth,ridacchiando. Figurati se i suoi fratelli avrebbero prestato attenzione a delle ragazzine in preda agli ormoni. Forse le uniche che potevano avere qualche possibilità erano le ragazze con cui lei aveva dovuto fare gruppo.
<< Non ti preoccupare. E’ normale qui. E’ successo anche con lui. >>disse Elena rivolgendo uno sguardo verso Stefan.
Beth lo riconobbe. Era il ragazzo della prima sera. Il biondino con il tic dell’anello.
Beth notò lo sguardo triste che Elena gli aveva lanciato e come lui avesse ricambiato con la stessa intensità. Si era alzato dalla panchina su cui era seduto e sembrava quasi propenso ad avvicinarsi,ma poi ci ripensò ed entrò nella scuola.
<< Vecchia fiamma? >>chiese Beth.
<< Già e sembra proprio che nessuno dei due abbia il coraggio ne di spegnerla ne di alimentarla >>commentò Elena e solo dopo si rese conto di quello che aveva detto.
Ma cosa le prendeva? Ora si confidava con il nemico?
Ma le risultava così facile parlare con quella ragazza. Era l’unica quasi amica che aveva che sembrava essere fuori a tutti quei casi. Certo tutto sembrava riportare che era l’esatto contrario,ma Elena non poteva fare a meno di sperare che in realtà fosse una normalissima umana,trasferitasi qui con i suoi due fratelli.
Era tutto così semplice,perché si doveva per forza nascondere qualcosa?
Poi Elena si diede della stupida da sola. Quale comune essere umano andava in giro per casa con un paletto?
La Gilbert non era stata molto contenta del fatto che Damon si fosse intrufolato in casa Winchester,ma almeno avevano scoperto qualcosa di utile.
<< Perché non fai tu il primo passo? >>chiese Beth.
<< E’ complicato. >>rispose Elena cercando di tagliare il discorso. Ma Beth quella giornata era in vena di dare consigli da comuni umani.
<< Dicono tutti così. Cosa c’è di complicato?  Lui ti piace,tu gli piaci. Basta dirlo. >>disse risoluta Beth.
Elena sorrise e ringraziò la rossa dell’incoraggiamento.
Come avrebbe voluto che quella ragazza fosse fuori da tutta quella storia. Sarebbero potute diventare grandi amiche. E invece sembrava che il destino le avesse volute farle incontrare per essere nemiche.
<< Dimmi una cosa Elena. E’ una curiosità. Il primo giorno che sono arrivata in città,quel ragazzo era insieme a Rebekah e a un tizio che mi ha detto di chiamarsi Damon Salvatore. >>chiese fingendo indifferenza Beth.
<< Lui è Stefan Salvatore. Sono fratelli e lui è il minore >>spiegò Elena.
<< Capisco. Vagamente si assomigliano >>commentò Beth.
<< E per cosa si assomiglierebbero? Per caso per il bel faccino? >>proruppe una Caroline sorridente e sarcastica. Quello era il suo modo per diventare amica della rossa e poi non aveva potuto far a meno di sentirla incoraggiare Elena con Stefan. Le serviva aiuto da ogni parte se voleva che quei due cocciuti dei suoi amici si rimettessero insieme. Quindi era in un certo senso grata a Beth e le era anche simpatica. Alla fine non doveva fingere molto,era abbastanza semplice essere naturale con lei. Forse per questo anche Elena e Rebekah erano riuscite a relazionarsi con quella nuova arrivata.
<< Anche per il bel fisico,se mi posso permettere >>rispose a tono  Beth facendo ridere la bionda.
<< Nessun problema >> rispose Elena sorridendo.
<< Anche i fratelli Winchester non sono male >>disse una voce alle loro spalle.
E comparve una Rebekah,biondissima come sempre e,dopo la giornata precedente,con un paio di ballerine.
<< Si,non sono male. Quando non ci sono io che li faccio sfigurare. >>rispose sarcastica Beth facendo ridere anche le altre ragazze.
<< Un momento. Esiste un altro Winchester,oltre il bidello? >>chiese Caroline.
<< Sì. E’ nostro fratello maggiore. Dean. E’ il nuovo coach della squadra di football. >>spiegò Beth.
<< Direi che questo pomeriggio assisterò agli allenamenti di Matt >>disse Caroline facendo ridere anche le altre. << Non ci contare carina >>ovviamente Rebekah doveva marcare il territorio.
Era suo di diritto. L’aveva conosciuto prima lei,quindi era suo.
Per evitare un’imminente rissa,Elena cercò di portare l’attenzione delle due bionde sulla collana di Beth.
Era davvero bella,con tutte quelle intagliature e anche la forma. Era una stella perfetta e non molto grande.
Sia Caroline che Rebekah toccarono la collana contemporaneamente e entrambe subito ritrassero la mano scottate.
Elena non riuscì ad evitare di spalancare gli occhi per lo stupore,mentre Beth fingeva spudoratamente l’incredulità.
<< Ragazze cosa vi è successo? >> chiese con una voce da innocentina.
In sol colpo,aveva scoperto due vampire e sapeva che anche gli originali erano ‘allergici’ alla verbena.
Certo non sapeva ancora per certo se anche Rebekah fosse un’originaria,ma ammettendo che era la sorella di Klaus,doveva essere così.
Beth si sentiva soddisfatta per il lavoro svolto,ma anche triste.
Dopo aver appurato che Elena non fosse una vampira,aveva sperato che anche le altre del gruppo fossero ipoteticamente normali. E invece si erano rivelate essere delle vampire.
Lei e Dean avevano rischiato grosso a rimanere da soli con quella gente,per fortuna non era successo niente. Ora restava da scoprire come facessero ad uscire alla luce del sole.
<< Deve essere stata una scossa. Toccarci crea energia elettrica. Potremo portarlo come ricerca in scienze. >>disse Caroline,cercando di mascherare lo stupore con il sarcasmo.
<< Sì,certo >>commentò Rebekah,non potendo fare a meno di incominciare a guardare in cagnesco la rossa.
<< Ok,direi che sia ora di andare in classe >>e ancora una volta Elena era riuscita a evitare una rissa.
Chi sa di cosa sarebbe stata capace l’originale.
“ Forse è meglio tenere più vicina a me Beth. “ pensò Elena.
Non sapevano ancora per certo se lei era un pericolo,ma comunque non avrebbe permesso a nessuno di ucciderla. Se aveva della verbena addosso significava che non era una vampira. Inoltre durante l’ora di biologia aveva notato un’altra cosa.
Si erano dovute pungere il dito per scoprire il gruppo sanguigno e aveva notato che la piccola puntura,sul dito della Winchester non si era rimarginata subito. Quindi questa l’escludeva anche dalla lista dei licantropi.
Era una semplice umana allora,che per un qualche motivo aveva un paletto in casa.
Ma restava umana e lei aveva il compito di proteggerla.
E c’era solo una persona che poteva capirla fino in fondo.
Sì,quel pomeriggio sarebbe andata anche lei a vedere gli allenamenti di football.











Salve sopravvissuti a un altro dei miei papiri xD Questo credo proprio che sia il capitolo dove ci salutiamo,poichè parto anch'io per le vacanze(in teoria) Quindi un nuovo aggiornamento ci sarà  in teoria fra il 23 o il 24. 
Passiamo al capitolo...ho iniziato con un pezzetino dedicato a Stefan e Caroline. Io amo la loro amicizia e mi è dispiaciuto che in questa stagione non è stato dato molto spazio. Inoltre volevo anche spiegare perchè Caroline sembra pateggiare per lo Stelena. Stefan è il suo migliore amico e lei vuole la sua felicità,così come con Elena..quindi = Stelena. Per me è così che la pensa Caroline.
La seconda parte invece ho cercato di rendere le cose un pochino,pochino più movimentate. Il fatto che Elena sia quella che si sta avvicinando di più ai Winchester non è casuale,ho dei progetti per lei. Ma andiamo in ordine...E' inutile negare,dopo 7 capitoli,quale sarà la coppia che alla fine sarà al centro della storia,c'è bisogno di dirlo?xD
Intanto i Winchester hanno ideato una prima mossa,ma poi vedremo che avrà delle conseguenze. Ho messo anche piccoli pezzi dove ci sono anche i pensieri di Caroline e Rebekah,giusto per vedere cosa ne pensano loro,poi il tutto verrà approfondito. 
Ok non voglio fare una nota che sia più lunga del capitolo,quindi passiamo ai ringraziamenti.
Allora ringrazio tutti i lettori,si è raggiunto un bel numero e mi fa piacere che questo rimanga costante con l'andare avanti della storia ^^ Mi farebbe piacere leggere qualche recensione in più per sapere se sto facendo un buon lavoro,ma intanto ringrazio come sempre Iansom e 15rox15  per le loro recensioni sempre stupende!
Auguro a tutti buone vacanze! Ciao!^^ 
Ps: piccolo spoiler! Il prossimo capitolo i POV saranno dedicati a: Stefan-Damon;Klaus-Rebekah;Winchester ;) 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


STEFAN-DAMON
Stefan quella mattina era stremato. Adesso veramente poteva assomigliare a un normale liceale.
Era stravolto e aveva la faccia di uno che non aveva chiuso occhio per tutta la notte. In effetti le cose erano andate proprio così. Quando era ritornato a casa,aveva trovato il soggiorno sotto sopra. All’inizio aveva pensato che un ciclone fosse entrato in casa e aveva scaraventato tutti i libri della libreria da ogni da parte della stanza.
A pensarci bene le cose erano andate così,solamente che il ciclone in realtà era Damon.
Un po’ per distrarsi dalla partenza di Alaric,un po’ per rabbia per aver visto un’Elena così abbattuta per un altro uomo che non fosse lui…. Damon,appena ritornato a casa,aveva preso ogni libro e l’aveva gettato contro qualsiasi cosa gli capitava a tiro. Aveva perfino buttato a terra una parte della libreria. Poi si sarebbe tanto voluto impalare da solo.
Si era completamente dimenticato di Klaus. L’ibrido voleva qualcosa che si trovava nei loro registri della falegnameria. Chi sa cosa aveva in mente. E proprio per scoprirlo,Damon fu costretto a dover rimettere tutto in ordine.
Voleva chiamare Stefan,ma non sai mai,avrebbe potuto rovinare uno dei momenti idilliaci fra i Romeo e Giulietta di Mystic Falls.
A quanto sembrava a lui era riservato solamente il ruolo di Paride. Era nato per quel ruolo.
Qualsiasi cosa capitasse lui era il Paride o il Jacob della situazione. Non voleva essere un cane rognoso.
Ok,forse stava delirando e l’alcol che si era scollato mentre lanciava libri da ogni parte,non l’aiutava a ragionare lucidamente. Ma quella situazione,più tempo passava e più non riusciva a digerirla.
Lui l’amava,ma non sarebbe rimasto ad aspettarla in eterno o sperare che cambiasse idea.
Forse era tempo di cambiare proprio aria,andare via da lì.
Ci aveva già provato con Katherine,ma per lei era ritornato.
Per lei sarebbe sempre ritornato.
E così si ritrovava al punto di partenza. Possibile che ogni volta che amava,c’era sempre qualcosa di sbagliato? Qualcosa che non gli permettesse di avere il suo felici e contenti?
Quando sentì la porta aprirsi e richiudersi,sapeva che da lì sarebbero incominciate le urla.
<< Cos’è successo qui?! >>chiese Stefan alzando di un paio di ottave la voce.
<< Diciamo che non è stata una delle mie migliori giornate. Ma adesso non perdiamo tempo. Abbiamo dei libri da trovare >>disse Damon e brevemente spiegò al fratello di Klaus.
Quindi avevano passato tutta la nottata a riordinare il soggiorno e a trovare i libri che gli servivano.
Stefan era ancora più sconvolto per la notizia della partenza di Alaric.
Elena non l’avrebbe presa bene.
Quella mattina,fuori scuola,era tentato di andarle vicino per parlarle. Qualcuno la doveva avvertire. Ma poi aveva cambiato idea. Vederla scendere dalla macchina con quei tipi l’aveva un attimo destabilizzato.
Damon gli aveva parlato anche di quel problemino. Chi fossero non si sapeva,ma tutti stavano cercando di capirlo. Forse era il momento che entrasse anche lui in gioco.
Era rimasto per troppo tempo fermo in panchina,a causa dei suoi problemi con il sangue.
Ma avrebbe fatto uno sforzo. Già era un po’ più facile così.
Ritornare a scuola,fra tutti quegli umani,metteva a dura provare il suo autocontrollo,ma era anche un bene. Doveva rincominciare ad abituarsi e,come diceva Damon,seguire la via della moderazione. Tre sacche prima di andare a scuola,una a pranzo per andare sul sicuro e altre quattro quando ritornava a casa. Pian piano sarebbe riuscito a moderarsi di più,ce l’avrebbe fatta.
Ora il prossimo passo era scoprire chi erano quei tre. Damon era occupato a casa a leggere quei libri e lui avrebbe operato su quell’altro fronte. Voleva essere d’aiuto e non un problema.
Aveva pensato di seguire l’esempio di Alaric,cioè di andarsene,ma si era auto convinto che il suo aiuto lì fosse importante e non poteva partire. La verità era che non avrebbe mai avuto la forza di abbandonare di nuovo tutto.
Quel pomeriggio aveva gli allenamenti di football e Matt gli aveva detto che il nuovo coach era proprio uno dei tizi che dovevano tenere sott’occhio.
Sarebbe stato uno degli allenamenti più interessanti che avesse mai fatto.

REBEKAH-KLAUS
Rebakah quella giornata si sentiva strana. Forse il termine giusto era delusa.
Il giorno prima,dopo essere scesa dalla macchina di Dean,era così felice.
Aveva deciso di dire a tutti che non c’era niente di cui preoccuparsi,ma suo fratello con tre paroline l’aveva completamente smontata.
<< Non essere sciocca >>le aveva detto mentre prendeva nota di quello che aveva letto nei registri della falagnameria dei Salvatore.
<< Perché mi devi sempre trattare così male? >>disse Rebekah imbrocciandosi.
<< Perché fai delle cose sciocche. E’ ovvio che quei tipi nascondono qualcosa,anche se io ne ho conosciuta solo una. Perfino un essere inferiore come Damon Salvatore l’ha capito. Subito è passato all’attacco con la ragazza,ma sono sicuro di avere ottime possibilità di vincere su Salvatore >>disse Klaus mentre un sorriso furbesco gli si dipisse sul volto.
<< E non pensi che Caroline si potrebbe ingelosire? >>chiese Rebekah più per schernire il fratello,che per interesse.
<< E’ proprio quello che voglio. Se si ingelosisce capirà finalmente che non può restirmi e verrà lei da me. Vedi è questa la differenza fra me e te. Io riesco a fare l’utile e il dilettevole,cosa che non riesci a fare tu,sciocchina. >>concluse Klaus convinto del suo piano e si aprì in un largo sorriso quando finì di scrivere quello che aveva scoperto.
Rebekah si limitò a sbuffare. Purtroppo doveva ammettere che il fratello non aveva tutti i torti. Anzi,era un piano perfetto. Anche se non credeva che Caroline sarebbe mai andata a supplicare Klaus di mettersi insieme. Era una tipa tosta lei,non si sarebbe mai sottomessa,a costo di morire di gelosia. E anche Beth non sembrava da meno,ma chi sa. Aveva notato come la ragazza aveva fissato Damon,il solito sguardo di tutte le ragazzine. Anche se in lei c’era qualcosa di diverso.
Non sapeva spiegarsi cosa,ma aveva notato della chimica fra Beth e Damon.
Non ci badò molto,non erano affari suoi e aveva altro da pensare.
<< Si può sapere cosa hai scritto? >>chiese infine la bionda,notando il sorriso compiaciuto del fratello.
<< Come ti ho detto,mia cara sorella,io riesco sempre a far combaciare l’utile con il dilettevole. Ti sei dimenticata del nostro problemino con l’esistenza di un altro albero di quercia bianca? >>
<< Certo che no,l’altro giorno ne ho parlato io stessa con il sindaco per saperne di più >>disse Rebekah facendosi più attenta,era un discorso molto importante quello.
<< Bene io sono riuscito a entrare in casa Salvatore,con il permesso del padrone di casa e a sbirciare fra i loro archivi. A quanto pare sono stati loro a usare la legna della quercia bianca e costruire una cosa in particolare >>spiegò l’ibrido.
<< Cosa? >>domandò Rebekah,ma a quanto sembrava il fratello voleva farla rimanere sulle spine.
<< Avanti Nick! Parla! >>gli urlò la ragazza.
<< Va bene. Volevo creare più suspence. >>sghignazzò l’ibrido mentre la bionda si limitò a roteare gli occhi.
<< I Salvatore hanno costruito il Wickery Bridge >>rivelò Klaus.
<< Il vecchio ponte nel bosco? >>domandò incredula Rebekah << E perchè non siamo lì a dargli fuoco? >>chiese subito dopo.
<< Voglio essere certo che nessun pezzo manchi all’appello. Domani andrò a dare una controllatina e poi andremo la sera a fare un bel falò >> scherzò l’ibrido.
<< Io porto i mashmallow >>commentò Rebekah,anche lei sarcastica.

Così mentre il fratello quella mattina era occupato a ispezionare un ponte,lei si limitava a osservare il nemico. Ma era davvero delusa.
Aveva pensato che magari con Dean…era così carino e gentile.
E invece avevano ragione tutti. Loro erano un pericolo,eppure sembravano così innocenti.
Nel corridoio aveva osservato Sam e sembrava un normale bidello. Oddio normale non tanto.
Era così dannatamente sexy in quella divisa,mai nessun bidello al mondo era mai stato così bello.
Però,oltre quel particolare,era tutto normale. Stava riposando a terra i cestini che erano stati svuotati il giorno prima e sembrava molto disinvolto in quello che faceva.
Anche Beth sembrava una normale liceale. Dopo averle chiesto che rapporto c’era fra lei e Dean e con la risposta che erano fratelli,Rebekah non aveva nessuna forma di risentimento.
Le era anche simpatica infondo. Sapeva scherzare ed era l’unica che sembrava ascoltare i suoi discorsi con interesse.
“Stai attenta Bekah,forse lo fa solamente per avere informazioni” si disse,il che poteva essere più che vero. Insomma quante persone portano la verbena senza sapere i loro effetti? Per quasi tutti era così,ma no in quel paese. Se la portava lei ne conosceva gli effetti,quindi anche i suoi fratelli.
Sconsolata aveva passato la mattinata in completo silenzio e come un’autonoma stava indossando la sua divisa da cheerleader. Quella giornata non aveva voglia di fare niente.
Aveva sperato di trovare un po’ di pace adesso che suo padre era morto e sua madre era chi sa dove. E invece era costretta a vivere ancora in costante allerta.
Forse avrebbe fatto bene a seguire o Elijah o Kol. Quella cittadina era solo fonte di problemi.
Scesa nel campo degli allenamenti,aveva fatto un giro del campo e aveva lasciato Caroline dirigere gli allenamenti di cheerleader. Di solito litigavano sempre per chi dovesse farlo,ma quella giornata non aveva nemmeno la voglia di bisticciare con la sua arcinemica bionda.
Semplicemente si andò a sedere sugli spalti a osservare gli allenamenti di football.
Notò Stefan,Matt e Dean.
Se avesse potuto scegliere in quel momento,forse avrebbe puntato di più su Dean. Ma poi c’era Matt. Lui era così carino,certo anche gli altri due ragazzi lo erano,ma Matt.
Lui era la bontà in persona,era una persona così pulita nell’animo. E quella purezza sembrava risplendere nei suoi occhi azzurrissimi.
Rebekah si sentiva che insieme a lui non avrebbe mai sofferto. Lui non l’avrebbe mai spezzato il cuore,era troppo buono per farlo,ma lui non la voleva.
Era la sorella del loro peggior nemico,per non parlare di tutte le volte che aveva contribuito per la loro distruzione. Ma,forse,per lui sarebbe cambiata.
Rebekah scosse la testa,come a cacciare via quei pensieri. Doveva smetterla di pensare come una ragazzina. Non lo era più da secoli ormai,perché si ostinava a voler vivere quelle situazioni da liceale?
La cotta per il capitano della squadra di football. Lo sbandamento per il coach.
Erano tutti clichè da ragazzina,e non se lo poteva permettere.
Avvertì un rumore di passi e dopo pochi minuti si ritrovò Beth che si sedette affianco.
<< Niente allenamenti oggi? >>domandò la rossa.
<< No,non mi sento molto bene >>disse Rebekah senza nemmeno guardarla in faccia. Era arrabbiata con lei. L‘aveva considerata come un’amica e in realtà era una traditrice.
<< Bekah perché ce l’hai con me? E per via di sta mattina? Io non volevo farvi del male >>disse Beth.
<< Smettila! Sei una persona falsissima e questo è stato il tuo primo passo falso >>le urlò Rebekah guardandola con uno sguardo di fuoco. Beth cercò di mantenere la calma. Non aveva con se paletti di legno,ma la vampira non l’avrebbe uccisa lì davanti a tutti,ne era certa.
<< Non capisco >>cercò di dire Beth,ma venne bloccata da Rebekah che l’afferrò il polso e lo strinse così forte che la rossa pensò che di sicuro si sarebbe spezzato.
<< Ho detto di smetterla >>le sibilò Rebekah.
<< Mi fai male >>si lamentò Beth e incominciò a considerare la situazione da cacciatrice. Non voleva mica finire con il polso rotto. Se l’avesse data una bella spinta,forse si sarebbe liberata o magari sarebbero capitolate entrambe giù per la gradita. Quello si però che l’avrebbe fatto male.
<< Rebekah lasciala >>disse una voce alle loro spalle. Elena stava osservando la situazione da lontano e vedendo che la rossa non si liberava aveva deciso di intervenire.
Quello però fu un errore. Se c’era Elena,Beth non poteva mica difendersi. Sarebbe parso strano che una ragazzina ingenua come lei riuscisse a metterci tanta forza in una spinta e che reagisse in maniera così aggressiva.
<< Eccola qui,la nostra paladina della giustizia >>disse beffarda Rebekah.
<< Hey cosa succede lì? >>urlò all’improvviso una voce.
Per fortuna quella scenetta aveva attirato l’attenzione di molte persone e alcuni giocatori della squadra di football l’aveva fatto notare a Dean.
Rebekah d’avanti a tutti quegli occhi fu obbligata a lasciare andare Beth e,con uno sguardo omicida, decise che era ora di tornarsene a casa e vedere cosa aveva combinato Klaus. 

WINCHESTER

Beth se l’era vista brutta. Un polso rotto non era niente,aveva avuto di peggio,ma se si poteva evitare era meglio. Certo non poteva dare tutti i torti alla vampira. Si era comportata da vera falsa.
Ma il tono triste che aveva usato era sincero. Lei voleva tanto essere loro amica.
Le erano davvero simpatiche e formavano un bel gruppo.
Ma non era possibile. Loro erano nemici e non sarebbe mai potuta nascere nessuna amicizia.
Il modo con cui aveva reagito Rebekah e per la frase che aveva usato,l’aveva fatto capire che la bionda ormai sapeva tutto. O meglio,sapeva che loro erano qualcosa.
Come aveva detto Sam il giorno prima:erano in pareggio.
E questo non andava bene ai fini del loro piano.
Dolorante si massaggiava il polso e guardò Rebekah allontanarsi.
“ Addio alla mia prima possibile amica” pensò con rammarico Beth.
<< Hey tutto apposto sorellina? >>chiese Dean che aveva raggiunto le ragazze.
<< Sì,non niente di grave >>rispose Beth e cercò con gli occhi il fratello per fargli capire che erano in pericolo. Se Rebekah sospettava di loro,avrebbe potuto fare di tutto con l’aiuto di Klaus. E loro non erano ancora pronti per affrontare l’ibrido.
Dean sembrò capire e così tornò dalla sua squadra dicendogli che l’allenamento era finito.
<< Grazie Elena per essere venuta a difendermi >>disse Beth alla ragazza che era rimasta ancora lì.
<< Figurati,so quanto può essere violenta a volte Rebekah >>rispose Elena con un sorriso forzato.
Nei suoi occhi c’era agitazione e preoccupazione.
Forse anche lei aveva capito che la situazione stava per collassare. Chi sa,forse potevano diventare alleate.
Beth fissò Elena per un momento con uno sguardo serio e anche la castana ricambiò quello sguardo. Entrambe stavano considerando l’opzione di parlare e sperare in un’alleanza.
Ma per quello che ne sapeva Beth,Elena poteva essere una spia dei vampiri.
E per quello che ne sapeva Elena,Beth poteva essere una minaccia per lei e i suoi amici.
L’intervento di Dean fu provvidenziale.
<< Beth andiamo in infermeria,hai bisogno di mettere un po’ di ghiaccio >>disse il fratello premuroso come sempre,ma il suo intento era anche di allontanarsi per parlare.
<< Va bene. Elena tu al ritorno… >>disse Beth.
<< Non ti preoccupare,me ne andrò con Caroline o Matt >>disse la ragazza.
Dopo esserci salutati,Dean e Beth volarono in infermeria e la dottoressa che era lì stava proprio per andarsene. Dean le assicurò che avrebbe provveduto lui e così la donna se ne andò.
<< Siamo nella merda >>disse Beth,appena furono da soli andando a mettersi del ghiaccio.
<< Dov’è Sam? >>chiese incominciando a innervosirsi.
Se non avessero perso tempo. Se non avessero preso così alla leggera la situazione,a quest’ora non si sarebbero trovati in quel gran casino.
<< Eccomi >>disse Sam,arrivando in infermeria con un’aria trafelata.
Aveva ricevuto un messaggio da Dean,dove gli diceva di correre lì e subito si era precipitato.
<< Cos’è successo? >>chiese.
<< Rebekah stava quasi per rompermi il polso. Sta mattina lei e Caroline hanno toccato la collanina e si sono scottate. La cosa gli ha dato molto fastidio direi >>spiegò Beth.
<< Questo significa che lei ora sa che noi sappiamo. Questo implica che anche Klaus.. >>disse Sam,più a se stesso che agli altri.
<< Dannazione! >>urlò Dean dando un pugno al lettino dell’infermeria.
<< Non ne stiamo facendo una buona >>disse fra i denti.
Sam e Beth abbassarono il capo colpevoli. Dean aveva ragione,erano stati così stupidi e altezzosi da non prendere la situazione sul serio.
Quella della collana era stata una buona idea. Ora sapevano chi era il nemico,ma sapevano fin dall’inizio che quella era una mossa a doppio taglio. Ma erano stati stupidi lo stesso.
Erano i nemici ad avere il coltello dalla parte del manico. Finchè non scoprivano come uccidere Klaus,non potevano permettersi di esporsi e invece l’avevano fatto.
Sam voleva aiutare i suoi fratelli a vivere una vita normale,Dean voleva proteggerli,Beth li voleva vedere felici. E cosa avevano concluso per mettere davanti i loro sentimenti?
Niente.
In quelle situazioni se vuoi bene a una persona,devi mettere prima il lavoro e poi pensare ai vari drammi. Questi non posso essere risolti approfittando dei casi di lavoro che vengono presentati.
<< Cosa facciamo? >>chiese Beth lanciando uno sguardo alla porta e vide un’ombra.
Si girò con calma,non voleva che questa si accorgesse di qualcosa.
<< Ragazzi >>disse semplicemente e mosse gli occhi velocemente verso la porta.
Sam si avviò e quando fu abbastanza vicino,con un gesto fulmineo l’aprì.
Ma non c’era nessuno.
<< Beth predi la crema che ti potrebbe servire e corriamo a casa. >>disse Dean.
La situazione stava precipitando e non avevano nemmeno un paletto con loro.
Beth annuì e fece come le aveva detto il fratello. Trovò in un armadietto una crema antidolorifica e così i tre Winchester si avviarono verso la loro impala.
Sul tragitto non incontrarono nessuno e tornarono a casa sani e salvi.
Ma non avevano idea di quello che stava per succedere da lì a poco.




Salve a tutti ^^ Partenza posticipata e quindi ho deciso di mettere ora un nuovo capitolo,visto che non so di preciso quando ritorno. In questo capitolo succededono un pò di cose,e ho cercato di mettere altri punti di vista. Spero che vi sia piaciuto e continuiate a seguire questa storia^^
Come sempre ringrazio tutti quelli che la leggono(crescete sempre di più per fortuna,grazie) e quelle due meraviglie che come sempre mi lasciano una recensione.
Alla prossima,baci! 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


ELENA-MATT-CAROLINE
Le cose stavano precipitando e Elena l’aveva appurato quando aveva visto quella scena fra Rebekah e Beth. Non sapeva se aveva fatto bene a intervenire,ma doveva ancora decidere cosa pensare di Beth e,vedendo che la ragazza non reagiva,d’istinto era intervenuta.
Se non fosse arrivato Dean,comunque il suo intervento sarebbe stato superfluo,ma guadagnare la fiducia dei tre Winchester era fondamentale e poi lei non voleva già puntare il dito contro.
Per quanto ne sapevano lei e i suoi amici,quei tre potevano anche essere degli ottimi alleati.
Lo sguardo d’intesa che si erano lanciate lei e Beth,l’aveva dato ancora di più la sicurezza che anche la rossa la pensava così.
Fatto sta che appena il coach Dean aveva portato via Beth, era subito andata incontro a Matt.
Stefan era fuggito subito via,ma non ci badò troppo.
Erano nella fase dell’indifferenza,quindi si evitavano. Ma Elena era decisa a parlare con Stefan,di loro,però quello non era il momento. Doveva parlare con Matt.
<< Hey vieni un attimo con me >>gli disse afferrandolo per il braccio e trascinandoselo sugli spalti.
I due furono immediatamente seguiti da Caroline,che voleva capire cosa stava succedendo.
Elena decise che anche la sua amica bionda poteva rientrare nel piano che stava mettendo su.
<< Ragazzi io penso che non dobbiamo subito passare all’attacco con i Winchester. Loro sono umani e noi abbiamo il compito di difenderli e se nel caso,renderli partecipi. >>spiegò la Gilbert.
<< Concedere il beneficio del dubbio? Elena ma sei impazzita? Ti sei dimenticata che sta mattina mi sono scottata con la collana di Beth? Significa che loro sanno e non direi che sono normali umani >>disse un’inviperita Caroline.
<< Anche io e Matt sappiamo. Questo non ci rende normali,ma restiamo umani. Non sappiamo niente di loro. Può darsi che ci posso dare una mano. Stiamo facendo tante di quelle ricerche e complotti,quanto sarebbe molto più semplice parlarne con i diretti interessati >>disse Elena.
<< Certo e come dovrebbe andare la cosa? Salve per caso voi siete a conoscenza dei vampiri,dei licantropi,delle streghe,degli ibridi? Se si volete entrare nel nostro sciagurato gruppo? >>rispose Caroline sarcastica,ma era solo un modo per non sembrare troppo arrabbiata per quello che stava dicendo l’amica.
<< Non c’è bisogno di essere così acidi,Caroline. Anch’io la penso come Elena. Noi che sappiamo dobbiamo proteggere e rimanere in questa situazione di stallo è inconcludente. >>disse Matt.
<< Bene. Andiamo a parlarci,però sappiate che non me ne starò con le mani in mano se tenteranno di infilzarmi >>disse Caroline,ormai rassegnatasi. Poi continuò:<< Immagino che con Damon e Stefan non ne hai parlato e non ne parlerai,vero? >>
<< Non devono essere per forza messi al corrente di tutto quello che facciamo. Loro sarebbero più contrari di te Caroline. Sono vampiri e non capiscono il nostro modo di ragionare umano >>disse Elena,per poi mordersi la lingua per quello che aveva detto.
<< Mi sa che allora anch’io dovrò entrare a far parte dell’altro gruppo. Quello dei vampiri,visto che lo sono >>disse Caroline con voce tagliente.
<< No,Care. Non volevo dire questo.. >>cercò di dire Elena.
<< Lascia stare. Non dirò niente a Stefan e Damon,ma io me ne tiro fuori >>detto questo Caroline voltò le spalle ai suoi amici e se ne andò.
Elena sbuffò e si afferrò la testa con le mani,tirandosi all’indietro i capelli.
<< Non faccio altro che combinare guai >>ammise ad alta voce.
<< Non è questo. >>disse Matt,che non si era mosso da vicino alla sua ex fidanzata.
<< E allora cos’è? >>chiese Elena,guardando l’amico con uno sguardo afflitto.
<< E’ da tempo ormai che cerchi di stare al passo con il soprannaturale. Ma Elena,non ne facciamo parte noi. Possiamo esserci amici,ma non potremo mai capirlo a pieno. >>
<< Ma come possiamo tirarcene fuori se questo viene sempre a bussare alla nostra porta? >>
domandò Elena.
<< Non dico che dobbiamo tirarcene fuori se questo ci chiama in causa. Ma cercare di vivere una vita normale,possiamo farlo. Elena io ti voglio rivelare una cosa. A me piace una ragazza. Non ne sono innamorato,ma mi piacerebbe tanto far nascere qualcosa tra noi. Ma lei appartiene a un altro mondo. E io ho l’obbligo di preservare la mia normalità umana. >>confessò Matt.
<< Cosa stai cercando di dirmi? >>
<< Ti sto dicendo di ascoltare il tuo cuore,ma anche la tua anima che è umana. >>
I due rimasero a fissarsi a lungo e poi mestamente Elena dovette ammettere una cosa.
<< Io ci tengo alla mia umanità,ma ormai penso che sia troppo tardi. >>
<< In questo caso,sappi che potrai sempre contare su di me. Ma stai attenta a ciò che fai >>le dissi dolcemente Matt.
Elena non potette fare a meno di abbracciare l’amico. Lei l’aveva fatto soffrire in passato,ma lui era ancor lì. Vicino a lei. E sembrava essere l’unico che la capiva e la sosteneva.
Si chiese di quale ragazza stesse parlando,ma preferì non chiederglielo.
Probabilmente Matt ci soffriva e non voleva essere lei a girare il dito nella piaga.
Il suo amico aveva scelto di non incasinarsi la vita. Aveva preso una decisione.
Cosa che lei non aveva fatto. Aveva deciso di incasinarsi la vita e non voleva tirarsene fuori,in più non sapeva nemmeno prendere una decisione.
Era davvero una persona terribile.
Strinse ancora di più Matt per poi lasciarlo andare.
<< Appena avremo la possibilità parleremo con i Winchester >>disse la ragazza e Matt annuì solennemente.

KLAUS-CAROLINE-REBEKAH.
Klaus aveva passato tutta la mattina nei pressi del ponte e aveva scoperto che non poteva attraversarlo. A quanto pareva ci sarebbe stato,un non sapeva cosa e non gli interessava sapere,e il ponte era stato chiuso al transito di chiunque.
Da lontano poteva però affermare che nessuna tavola mancasse all’appello e sorrise soddisfatto.
Almeno quella volta le cose sarebbero andate bene.
Nessun intoppo,nessuna corsa dietro alla morte.
Avrebbe aspettato che i lavori finissero e poi avrebbe fatto un bel falò.
Sicuro di se,decise di trascorrere il resto della giornata in giro. La segretaria del sindaco era davvero stata squisita e aveva deciso di lasciarla in vita.
Si sentiva soddisfatto dei suoi piani e quindi era anche magnanimo.
La giornata poi prese una nota molto interessante quando vide una Caroline Forbes,che camminava per le strade del paese. Doveva essere nervosa per il mondo in cui camminava particolarmente veloce e con un grazioso labbro sporto leggermente in avanti.
Quasi come se tenesse il broncio.
La visione di quella ragazza,rendeva Klaus sempre di un particolare buon umore.
Era così forte,brillante,genuina,bella.
Donne che raramente aveva incontrato nella sua lunga esistenza,riuscivano a incarnare tutte quelle qualità. Probabilmente se l’avesse incontrata quand’era umana,l’avrebbe trasformata lui stesso. Quella di farla diventare una vampira,era stata la mossa più intelligente che Katerina avesse fatto in vita sua.
Gli piaceva il modo in cui lei lo respingesse,con determinazione,ma lui lo sentiva chiaramente come il cuore della ragazza perdesse un battito ogni volta che lui le parlava di un futuro.
Un futuro lontano da quell’insulsa città,dove lei sarebbe potuta risplendere ancora di più.
Un futuro insieme a lui.
L’ibrido ostacolò la camminata della vampira,mettendosi davanti.
<< Buongiorno mia cara >>la salutò affabilmente Klaus.
<< Ti prego,anche tu no. E’ stata una giornata terribile e non ho voglia di giocare con te >>disse Caroline,per niente intimorita dal vampiro. Ormai era abituata alle continue avanche dell’ibrido e spesso,doveva ammetterlo,che le divertivano e le lusingavano.
Il modo come la trattava,con dei modi così di classe.
No che avesse qualcosa da ridire per come l’avevano tratta Matt o per come la trattava Tyler,ma Klaus aveva un charme che solamente uno che aveva esperienza e aveva viaggiato poteva avere.
Prima era successo con Stefan,poi con Damon e adesso con lui.
Caroline si conosceva. Sapeva che quei modi di fare all’antica l’ammaliavano completamente.
Se magari Klaus fosse comparso nella sua vita umana,quando lei era ancora ignara di tutto,sicuramente ci starebbe stata. Era il suo tipo ideale.
Ma lei sapeva,lei era nel gruppo dei vampiri.
Ancora le bruciavano nella mente le parole che aveva usato Elena. Sapeva che l’amica non voleva offenderla in nessun modo. Ma se l’era presa comunque.
I suoi amici,e perfino lei stessa,la consideravano ancora come un’umana.
Ma non lo era,ed era tempo che la cosa fosse messa in  chiaro.
Prima di tutto però doveva ammetterlo a se stessa.
<< Siamo nervosette quest’oggi,my lady. Posso fare niente per alleviare i tuoi dispiaceri? >>continuò l’ibrido,per niente scoraggiato dalla risposta della bionda.
<< Oltre scomparire? >>chiese sarcastica lei.
<<  Non essere maleducata. Non si addice a una ragazza con la classe come la tua. >>rispose Klaus,continuando a mantenere quel suo sorriso affabile.
Ad un tratto Caroline si fermò e con uno sguardo fermo fissò l’ibrido.
<< Klaus tra noi vampiri e gli essere umani,ci può mai essere una sana amicizia? >>chiese.
Klaus era in giro da molto tempo,anche di più di Stefan e Damon,era l’unico che poteva dargli una risposta soddisfacente.
<< Non saprei dirti,sweetheart. Ma mettiamola così. Se tu vedi un tavolo con delle persone rozze e un altro tavolo con delle persone raffinate,quali sceglieresti? >>gli chiese l’ibrido.
<< Naturalmente quello con le persone raffinate >>rispose velocemente Caroline,non capendo dove volesse arrivare l’originale.
<< Vedi è la stessa cosa. Puoi esserci amica di quelle persone rozze,ma ti troveresti a disagio e fuori luogo se tu incominciassi a parlare di bon ton e loro ti guarderebbero come un’aliena. L’amicizia può essere tale solamente se hai da condividere qualcosa con l’altro. E di solito ciò avviene con quelli della stessa specie. >>disse Klaus.
Caroline lo fissò per un attimo,rimuginando su quelle parole. Non poteva dargli torto. Quella lite con Elena era partita proprio dal fatto che loro la pensassero diversamente.
Lei pensava da vampira  e l’amica da umana.
Se lei moriva di sete,cosa l’avrebbero consigliato di fare Elena o Bonnie?
Sicuramente di resistere.
E invece Stefan,Damon o Klaus,cosa l’avrebbero detto?
Sicuramente di nutrirsi e magari,da parte di uno dei tre,di non esagerare.
Loro la capivano perché sapevano cosa si provavano,le sue amiche no.
Non appartenevano a quel mondo e sperava con il cuore che mai ne avrebbero fatto parte. Ma ormai erano arrivati al punto di mettere dei punti fermi.
Lei era una vampira e dovevano capire che ragionava come tale.
<< Grazie Klaus,mi sei stato d’aiuto >>disse Caroline,ancora troppo sovrapensiero per capire fin infondo ciò che aveva appena detto all’ibrido.
<< Lieto di servila,my lady. Ora mi concedete l’onore di portarla a bere qualcosa? >>chiese l’originale.
Caroline ci pensò su. Dopotutto cosa poteva succederle?
Così accettò,ma non ebbero nemmeno il tempo di varcare la soglia del Grill,che all’improvviso Klaus venne spinto all’indietro.
La causa? Rebekah.
<< Nick,ma dov’eri finito? Sono ore che ti cerco! >>urlò indispettita la ragazza.
<< Non c’è bisogno di reagire così e poi,a quanto puoi vedere,ero occupato. >>le disse Klaus lanciando uno sguardo a Caroline,facendo diventare il suo tono di voce più duro.
<< E la tua amichetta non te l’ha detto oggi cos’è successo? >>disse Rebekah,non nascondendo la voglia di mettere zizzagne tra quei due.
<< No,cosa? >>chiese Klaus. Ma non era preoccupato. Lui non si preoccupava. Era più il tipo che si adirava.
<< I nuovi arrivati sanno dei vampiri. Oggi la ragazza portava un medaglione con della verbena. Sono un pericolo Nick >>spiegò Rebekah
<< Non lo sappiamo con certezza >>cercò di dire Caroline.
<< Per favore,sii furba per una volta e usa quella testolina >>disse con acidità Rebekah.
<< Stai attenta a come mi parli >>rispose a tono l’altra.
<< Altrimenti? >>chiese per niente intimorita l’originale.
<< Smettetela! -tuonò Klaus- Bekah ha ragione. Sono un pericolo. >>
<< Non ne siamo sicuri >>ripetette Caroline,ma la sua voce tremolante non era per niente convincente. Come faceva ad esserlo se nemmeno lei credeva a ciò che diceva?
<< Non dobbiamo per forza fargli del male >>disse sicura di se. Di quello almeno era certa.
<< Chi ha detto che lo faremo? Basta solamente spaventarli un po’ e vedremo come reagiranno. >> disse Klaus,mentre nella sua mente già prendeva forma un’idea.
<< E basta? >>chiese sconcertata Rebekah per il comportamento troppo magnanimo del fratello.
<< Certo. Non sappiamo chi sono e non ci conviene alzare un polverone inutile. Se scompaiono qualcuno li potrebbe venire a cercare e io ho bisogno di rilassarmi un po’ >>spiegò l’ibrido,poi si voltò verso Caroline.
<< Possiamo contare sul tuo silenzio,Caroline? >>
Rebekah rimase a bocca aperta e urlò:<< Nick! Lei andrà a spifferare tutto ai suoi amici! >>
<< No,perché dovrebbe? Sarebbe controproducente >>disse sicuro di sé Klaus non staccando i suoi occhi da quelli della ragazza.
Caroline avrebbe tanto voluto sprofondare sotto terra. Klaus non aveva torto e trovava il suo piano perfetto. Nessuno si sarebbe fatto del male e avrebbero potuto liberarsi di quei tre senza problemi,ma questo equivaleva allearsi con il nemico.
Cosa avrebbero pensato tutti gli altri di lei? Ora si metteva a fare piani con il diavolo in persona?
Ma come aveva detto lui,ostacolarlo sarebbe stato controproducente.
<< Prometto che non lo dirò ad essere vivente >>disse infine Caroline,non distogliendo lo sguardo da quello dell’ibrido. Voleva che lui si fidasse di lei.
<< La prossima volta nessuno mi impedirà di offrirti qualcosa >>disse l’originale,per poi salutarla con un sorriso.
Rebekah lo seguì e ancora non riusciva a riprendersi dalla scena che aveva da poco assistito.
Caroline era sicura della scelta che aveva preso. Aveva promesso,e non avrebbe rotto di certo il patto se ne avesse parlato con Damon e Stefan,no? Infondo loro erano morti.

SALVATORE-CAROLINE
Stefan aveva approfittato di tutto quel trambusto scatenato dopo quell’attacco di Rebekah,per inseguire i tre sospettati e a quanto sembrava erano colpevoli.
Aveva ascoltato solamente l’inizio del discorso,ma bastava.
<< Sanno di Klaus >>disse Stefan entrando in casa,dove trovò Damon seduto nella scrivania del salotto che leggeva un libro.
<< Chi? >>chiese alzando gli occhi da quello che era il quinto registro di falegnameria che leggeva.
E ne mancavano ancora 15!
<< I Winchester! Oggi a scuola Rebekah stava per attaccare la ragazza,ma si è fermata. Sono andato a sentire cosa dicevano i tre quando sono andati in infermeria e hanno nominato Klaus che ora sapeva di loro e che stavano sbagliando tutto. Che dovevano fare qualcosa. >>spiegò Stefan al maggiore andando a prendere il suo quotidiano bicchiere di sangue.
Ogni giorno lo trovava lì sul tavolino e c’era solamente una persona che poteva metterlo.
Stefan doveva ammettere che con i modi di Damon si stava trovando abbastanza bene.
Se beveva da un bicchiere invece che da una sacca,non solo la quantità era minore ma riusciva anche a contenere la sua parte animale. Con le sacche finiva per prenderle a morsi e non riusciva a smettere. Ogni mattina doveva combattere con questa cosa.
Ma poi il pomeriggio,già il giorno prima,Damon gli preparava un bicchiere di sangue e riusciva a farselo bastare fino alla sera. Stefan sperava che il fratello adottasse questo metodo anche per la mattina e per la sera,sarebbe stato meglio.
<< Bene,bene,bene >>disse Damon appoggiando i piedi sul tavolo e incrociando le mani dietro alla nuca.
<< Queste si che sono notizie. Ora dobbiamo solamente pensare alla prossima mossa >>disse sorridendo sornione,mentre vedeva il fratello bere a piccoli sorsi dal bicchiere.
Aveva pensato che quello era il metodo migliore,non poteva comportarsi come una bestia se beveva così,non poteva mica spaccare i bicchieri.
Doveva ammetterlo che era un genio. Forse avrebbe potuto aprire una scuola per allenare i neo-vampiri. A quanto pareva i suoi metodi avevano successo,perfino Stefan stava migliorando.
<< Hai scoperto qualcosa tu? >>domandò Stefan .
<< Certo. Anche ai vampiri può venire il mal di testa. Sto da stamattina che leggo questi libri,noiosissimi e non c’è scritto niente di che >>disse Damon sbuffando.
<< Sai,stamattina… >>incominciò a dire Stefan ma poi si bloccò. Quello che stava per dire era stato scioccante anche per lui,figuriamoci per Damon.
<< Cosa,fratellino? Avanti,non ti vergognare di parlare con il tuo fratellone >>disse Damon continuando a mantenere quel suo sorriso sarcastico.
<< Sta mattina Elena è scesa dalla macchina dei Winchester >>confessò infine il minore.
Damon si prese tutto il tempo per assimilare quella notizia.
Si alzò dalla sedia e si avvicinò al tavolino dove avevano gli alcolici.
Si versò una generosa dose di scoth e lo bevve lentamente.
Stefan osservò tutta la scena senza fiatare. Non pensava che Damon potesse rimanere così colpito.
<< E’ impazzita >>disse infine il moro riposando il bicchiere sul tavolino e sollevando le sopraciglia come gesto d’incredulità.
<< Avrà avuto i suoi buoni motivi. Elena non è stupida >>cercò di dire Stefan. Ma non convinse nemmeno se stesso con quelle parole.
<< Elena è un’incosciente,che le piace giocare con il pericolo. >>disse Damon,alzando a ogni parola il tono della voce.
Elena era una delle ragazze più spericolate che avesse mai conosciuto. Già di suo era come una calamita che attirava sciagure,poi si divertiva anche ad andarle a cercare.
<< Forse dovremmo starle vicini. Ora è completamente da sola e non sa ancora niente di Rick,potrebbe fare qualche sciocchezza e non ci sarebbe nessuno a fermarla. >>disse Stefan.
<< Non gliel’hai detto? >>chiese allibito Damon.
<< No. Non ci parliamo e ci evitiamo,quando gliel’avrei potuto dire? >>
<< Vi divertite a fare gli incosciente e poi a fare gli adolescenti alla presa con le loro prime cotte? Sveglia Stefan! Non so se ne te sei accorto ma hai 163* anni! >>gli urlò contro Damon.
Stefan si limitò ad abbassare la testa mortificato. Damon aveva ragione,si era comportato da ragazzino. Non era mai stato un tipo orgoglioso,ne tanto meno menefreghista.
Lui amava Elena,eppure per non apparire un mostro,per dimostrarle che poteva ancora essere degno di essere il suo ragazzo,aveva deciso di allontanarla.
Ma aveva sbagliato. Se davvero ci teneva a lei doveva andare lì,raccontarle tutto e porgerle una spalla su chi piangere. Per qualche strana ragiona,Damon sembrava che in quel momento gli avesse lasciato campo libero e lui doveva approfittarne.
Era inutile negarlo che fra Elena e Damon c’era qualcosa. Tutti l’avevano capito,tranne Elena.
C’era una sorta di legame tra i due e Stefan incominciava a dubitare che avrebbe avuto la possibilità di spezzarlo. Infondo non voleva nemmeno farlo. Sapeva che Damon avrebbe reagito male,e lui non voleva perdere suo fratello proprio ora che si erano ritrovati.
<< Perché non vai a dirglielo tu? >>propose un po’ titubante Stefan.
Damon l’osservò per qualche minuto. Era una trappola?
Cosa si aspettava che rispondesse? Che l’esortasse andare lui invece?
Perché Stefan non capiva che doveva lottare per quello che voleva?
Era sempre stato così,fin da piccoli. Bastava che il padre o qualche altro bambino gli dicesse qualcosa e Stefan incassava il colpo. Ma invece di vendicarsi dopo,porgeva a loro l’altra guancia.
Damon non aveva mai capito questo comportamento da parte del fratello.
D'altronde però doveva ringraziare questa sua caratteristica. Se non fosse stata per la sua indole vota al perdono, il loro rapporto si sarebbe davvero chiuso secoli fa. E invece Stefan,era lì.
Con quel tremendo sguardo da cane bastonato,che lo perdonava sempre.
Come faceva a non arrabbiarsi del fatto che anche lui era innamorato di Elena?
Dmaon dovette ammettere a se stesso che invece lui,più di una volta,aveva desiderato che Stefan scomparisse,così Elena sarebbe stata tutta sua.
Stefan doveva imparare a essere più cattivo. Se mai un giorno lui non ci fosse più stato,Stefan doveva continuare a sopravvivere e con quella sua indole generosa non avrebbe fatto molta strada. Doveva spronarlo a essere più perfido,ma non esagerare e cadere nella fase dello squartatore.
<< Se non lo vuoi fare tu,allora ci penserò io >>disse Damon.
Di base era mosso da buoni propositi,ma c’era anche una parte di lui che desiderava farlo per se stesso. Voleva far capire ad Elena,che lui per lei ci sarebbe sempre stato,che poteva dargli una chance.
Stefan annuì solamente,cercando di mascherare la delusione per la risposta del fratello.
Ma cosa si aspettava? Damon faceva bene. Lottava per quello che voleva.
A salvare quella situazione fu il suonare del campanello,seguito da una serie di colpi,sicuramente pugni.
<< Chi sta tentando di sfasciarci la casa? >>chiese ironicamente Damon andando a vedere chi era.
Neanche il tempo di aprire la porta che si trovò una furia bionda in casa.
<< Siete vampiri! Perché ci mettete tanto ad aprire una porta? >>chiese stizzita Caroline.
<< Ciao anche a te Barbie >>disse con il suo solito tono ironico Damon,andando a prendere un altro bicchiere di liquore. Da come si era presentata la vampira,era meglio mettere una buona dose di alcol in corpo.
<< Non c’è tempo per i convenevoli. Ho fatto una cosa gravissima! >>disse Caroline camminando avanti e indietro per il salone.
<< E perché ne vieni a parlare con noi? Non siamo mica le tue migliori amiche. >>disse Damon.
<< Cos’è successo? >>chiese invece preoccupato Stefan.
L’amica il giorno prima l’aveva aiutato e lui aveva il compito di ricambiare.
D’altronde la considerava la sua migliore amica. Quindi non c’era niente di strano.
<< Oh Stefan io non volevo,ma è giusto così >>disse Caroline andando ad abbracciare l’amico per cercare un po’ di conforto.
Se prima la ragazza era convinta della decisione presa,di accettare il piano di Klaus,adesso se ne pentiva tantissimo. Come gli era saltato in mente?
Stefan un po’ impacciato ricambiò l’abbraccio,sotto lo sguardo divertito di un Damon che gli faceva l’ok senza essere visto da Caroline.
<< Spiegati meglio >>gli disse Stefan,quando si staccarono da quell’abbraccio.
La vampira si andò a sedere su l’enorme divano seguita da Stefan,mentre Damon si accomodò sulla poltroncina,continuando a sorseggiare il liquore.
<< Questo non dovrei dirlo ma Elena e Matt hanno deciso di parlare con i Winchester per vedere da che parte stanno. Sono convinti che loro ci possono aiutare. Ma vedete stamattina io e Rebekah abbiamo toccato una collanina che portava Beth e ci siamo scottate. Dentro c’era la verbena! Io non sono d’accordo con Elena e Matt e abbiamo avuto un piccolo battibecco,così me ne sono andata e ho incontrato Klaus >>e lì Caroline si bloccò. Aveva parlato a macchinetta fino a quel momento,ma ora veniva il difficile.
Le facce di Stefan e Damon erano incomprensibili,ma Caroline aveva notato come il moro a ogni parola stringeva sempre di più il bicchiere che aveva in mano,segno che non apprezzava quello che stava sentendo. Stefan era più composto,ma quando vide che l’amica si era bloccata,le strinse una mano per esortarla nel suo racconto.
<< Ho incontrato Klaus e stavamo andando a prendere qualcosa al Grill,quando è arrivata Rebekah che ha raccontato al fratello l’accaduto della collana e Klaus ha deciso di agire. Mi ha assicurato che non li ucciderà,vuole solo spaventarli un po’ per vedere come reagiscono. E io ho accettato,promettendo che non avrei parlato con essere vivente. Voi siete morti quindi non vale,insomma.. >>Caroline stava incominciando a farneticare ma si fermò quando Damon appoggiò con forza il suo bicchiere sul tavolino che aveva affianco.
Caroline sussultò per quel gesto così violento e ringraziò il cielo che non gliel’avesse lanciato in faccia.
<< Perché l’hai fatto? >>chiese Stefan.
<< Perché penso che sia la cosa migliore da fare. Andare lì a chiedere cosa sono o cosa non sono,è rischioso. Invece così possiamo sperare che se ne vadano e avremo evitato una tragedia inutile. >>spiegò  Caroline con un filo di voce.
<< E tu ti fidi di Klaus? Credi che davvero non li farà del male? >>chiese ancora Stefan.
<< Sì. Era sincero. >>rispose semplicemente Caroline.
Stava per scoppiare in una supplica,stava per pregarli di non odiarla,ma si trattenne.
Rimasero in silenzio per un po’,ognuno intento a pensare,fino a che Stefan non chiese al fratello:<< Tu che ne dici? >>
<< Sinceramente me ne infischio se Klaus mantiene o no la sua promessa. Può anche ucciderli,non mi interessa. Ciò che mi fa leggermente alterare sono quei due! Matt! Da dove è uscito ora? E’ ora che qualcuno faccia una bella paternale ad Elena,è completamente fuori di testa! >>disse Damon cercando di regolare la voce.
Non era il tipo che urlava,ma era davvero difficile mantenere la calma quando si sentivano quelle eresie.
<< Quindi non ce l’avete con me? >>chiese Caroline,rilassandosi finalmente.
<< Per una volta Barbie vampiro hai fatto una cosa sensata. >>disse Damon alzandosi dalla poltrona,per versarsi un altro bicchiere di whishy e riempirli altri due.
Uno lo porse a Stefan e un altro a Caroline,poi si andò a risiedere.
<< Un brindisi a una tragedia scampata. >>disse alzando il bicchiere.
<< Io non brinderei ancora. Con la fortuna che abbiamo >>disse Caroline per poi bere.
Damon si limitò a storcere la bocca contrariato da quella negatività. Ma non poteva nemmeno lui escludere la possibilità che qualcosa andasse storto.
<< Sai quando Elena andrà a parlare? >>chiese Stefan,dopo che avevano finito tutti e tre di bere.
<< Appena avrà la possibilità passerà all’attacco. Forse domani mattina. Sai con la storia del passaggio >>rispose Caroline.
Damon stava già per commentare ma venne bloccato da Stefan.
<< E invece Klaus? >>
<< Penso direttamente sta sera. Non so cosa di preciso in mente,però. >>rispose Caroline.
<< Io non mi fido >> disse Stefan,poi vedendo gli sguardi dubbiosi degli altri due si spiegò.
<< Concordo anch’io sul pensare che il piano di Matt e Elena sia da bocciare e appoggio quello di Klaus. Ma non fido sul fatto che non li faccia del male. >>
<< Ecco che lo Stefan moralista ritorna >>si lamentò Damon.
<< Possiamo andare a dare un’occhiata più tardi. Basta che non ci facciamo scoprire da Klaus >>propose Caroline e Stefan accettò.
A Damon non importava,ma non poteva mica lasciare andare a quei due novellini da soli?
Quindi i tre decisero che sarebbero andati a perlustrare la zona,mentre la faccenda “Alaric” era stata rimandata al giorno seguente.






Salve a tutti!^^ Eccomi,prima del previsto,a pubblicare un nuovo capitolo. Questo è il primo capitolo dove non c'è un pov Winchester,volevo metterlo ma non volevodilungarmi troppo. Spero che vi sia piaciuto e come sempre ringrazio di cuore chi continua a seguire la mia storia e recensisce sempre.
Alla prossima,baci da Roly_chan! 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


WINCHESTER-ELENA
Beth aveva la sensazione che la sua testa pesasse molto di più.
Ormai potevano affermare che erano in pericolo e non avevano armi per potersi difendere.
Uguale:erano nella merda.
Era seduta comodamente sulla poltrona del soggiorno e ogni dieci minuti si spalmava quella pomata sperando che il gonfiore al polso potesse sparire del tutto. Nella situazione in cui si trovavano,c’era bisogno che tutto funzionasse alla perfezione. E un polso le serviva.
<< Ti fa ancora male? >>chiese Sam sedendosi affianco a lei.
<< E’ solamente gonfio,passerà presto >>rispose sorridendo per rassicurarlo.
Dean raggiunse i suoi fratelli nella stanza con ancora il cellulare in mano.
<< Ho parlato con Bobby. A quanto pare c’è un modo per uccidere gli originali. >>disse.
<< Bene e qual è? >>chiese Sam senza entusiasmo.
Da come aveva preannunciato quella notizia il fratello maggiore,Sam aveva capito che non erano buone notizie.
<< Serve un paletto di quercia bianca e si dia il caso che sia un albero estinto da tempo >>disse Dean digrignando i denti pur di non urlare per la rabbia. Avevano dovuto subire cose peggiori.
Erano ritornati dalla morte,avevano sconfitto Lucifero,avevano evitato l’apocalisse.
Poi arrivava un ibrido qualunque e creava tutti quei problemi.
Possibile che quello fosse il loro limite? Un fottuttissimo originale con sua sorella?
E se ce ne fossero stati altri di originali?
Non voleva nemmeno pensarci.
<< E se chiedessimo a Castiel? >>propose Sam.
<< E’ da escludere. Nulla contro Castiel,ma finalmente siamo riusciti a tirarci fuori da tutto questo casino con gli angeli e non ci tengo a rientrarci >>rispose il maggiore.
Poi andò in cucina per prendersi una birra,quando ritornò nel salotto stava quasi per strozzarsi per quello che stava dicendo Beth:<< Potremo parlare con i miei “amici” e vedere di creare un’alleanza >>
<< Sei uscita fuori di testa? >>disse Dean buttandosi su quella poltroncina che ormai definiva sua.
<< Perché? E’ pur sempre una possibilità. Finora da soli non siamo riusciti a fare niente e ora rischiamo anche la vita >>rispose piccata l’altra per il tono che aveva usato Dean nei suoi confronti. Lei non era pazza,era solamente di larghe vedute tutto qui.
<< Non ci succederà niente >>disse con convinzione Dean.
<< Perché non ammetti che per una volta non sappiamo come agire e magari ci serve un aiuto esterno? >>continuò l’altra convinta della sua tesi. Ma anche Dean era molto testardo.
<< Un aiuto da degli estranei che probabilmente non vedono l’ora di dissanguarci. >>
<< Non sarebbe la prima volta che ci fidiamo di estranei. Quante volte è capitato che in casi estremi abbiamo rivelato il nostro segreto? >>
<< Ma questa volta sappiamo che molto probabilmente gli estranei possono ucciderci >>
<< Anche così rischiamo,tanto vale tentare. Perché devi essere sempre così ottuso? >>
<< E tu perché devi essere sempre così stupida? >>
Alla fine si erano ritrovati ad urlarsi contro e quello che li interruppe fu il campanello che suonava.
<< Vado io ad aprire-disse Sam- intanto voi datevi una calmata. Non risolveremo niente litigando tra di noi >>detto questo si alzò per andare ad aprire alla porta.
Sam era indeciso. Ammetteva che sia Beth sia Dean avevano delle ottime motivazioni.
Anche lui pensava che parlare con quei ragazzi fosse una buona idea. Dopotutto arrivati a quel punto dovevano tentare il tutto per tutto. Ma questo poteva equivalere anche a un vero e proprio suicidio.
Vedeva Elena come una persona di cui fidarsi,ma lei era amica di Caroline e Rebekah. E quest’ultima era la sorella di Klaus. Per non parlare dei due tipi al bar,i Salvatore.
Insomma Elena sembrava troppo immischiata per poter essere un’ipotetica alleata.
Aprì la porta ed ebbe un piccolo sussulto quando si ritrovò davanti proprio la Gilbert.
“Parlando del diavolo,spuntano le corna” pensò,sorridendo amichevolmente.
<< Ciao Elena,è successo qualcosa? >>disse alzando un po’ la voce per far sapere anche a quei due chi avevano fuori alla porta.
<< Ciao Sam. Volevo solo sapere come sta Beth >>rispose Elena un po’ timidamente.
Era ancora in lotta con se stessa per quello che stava facendo.
Era ritornata a casa da scuola e la casa era vuota. Non si aspettava niente di diverso d’altronde.
Alaric aveva bisogno di tempo e di spazio,e lei non voleva stargli col fiato sul collo.
Lui aveva già fatto molto per lei e Jeremy,anche se non aveva nessun obbligo. Non poteva di certo aggredirlo,perché l’aveva lasciata da sola. Anzi,lui l’aveva fatto per il suo bene e lei non aveva nessun diritto di lamentarsi. Nonostante ciò però,lo provò a chiamare al cellulare ma nessuno rispose,quindi si limitò a lasciargli un messaggio in segretaria.
Una parte di lei gridava di dare l’allarme,ma l’altra diceva che era normale e doveva smetterla prima di essere presa per pazza.
Erano le sette di sera e si era ritrovata in casa senza aver niente da fare.
Bonnie era dalla madre. A quanto sembrava la signora Abbie non l’aveva presa molto bene la trasformazione.
Caroline. Non aveva capito se erano litigate,ma era meglio che si calmassero prima le acque.
Matt era a lavoro e non voleva disturbarlo in quegli attimi in cui sembrava un normale umano.
Stefan e Damon. Non erano nemmeno da prendere in considerazione. Doveva ancora capire bene cosa le stava succedendo e non era il caso che i tre stessero insieme in un’unica stanza.
Gli unici che l’avrebbero accolta erano Klaus e Rebekah. Il primo per dissanguarla e la seconda per ucciderla. Ma almeno l’avrebbero accolta a braccia aperte.
Elena sorrise per quel suo ultimo pensiero divertita,ma poi ritornò la malinconia. Per mettere un freno a quella situazione doveva trovare qualcosa da fare.
Dalla finestra vide che le luci di casa Winchester erano accese. Perché non agire subito?
Così era partita decisa e,dopo aver premuto il campanello,tutta quella determinazione scomparve.
Cosa stava facendo? Andava proprio a casa del nemico? Se fosse successo qualcosa nessuno poteva correre in suo soccorso. Ma scacciò via quei pensieri.
Perché tutti la voleva uccidere? Era ridicolo. I Wichester non ne avevano motivo,ancora.
Quando vide Sam aprirle la porta si sentì più rassicurata. Avrebbe preferito Beth,ma così sarebbe stata di sicuro invitata dentro. Poi Sam aveva un sorriso così dolce,sicuramente avrebbe fatto dietro front se ad aprirla fosse arrivato Dean. La metteva un po’ d’ansia quell’uomo ed era certa che lui fosse il più restio da convincere per un’ipotetica collaborazione.
<< Prego entra,è di là in salotto >>disse Sam spostandosi per far entrare la ragazza.
<< Grazie >>disse Elena e l’ansia incominciava a sentirsi. Sam se ne accorse che la Gilbert era in difficoltà e lui  non resistette. Era così dolce lei,non meritava di essere uccisa dagli sguardi furiosi di Dean. Sapeva che il fratello non si sarebbe risparmiato così decise di accompagnarla per darle man forte.
<< Ti faccio strada >>aggiunse e la portò in salotto.
<< Hey Beth,guarda chi ti è venuta a trovare >>disse Sam sorridendo.
<< Ciao Elena! >>rispose la rossa saltando dal divano per andare a salutare l’amica.
Sapeva che era lì,aveva sentito Sam alzare la voce quando era andato ad aprire la porta. Subito Dean le aveva lanciato uno sguardo,come per dire “se parli ti strangolo”. Ma Beth era decisa.
Aveva preso una decisione e se Dean non gli andava bene,pazienza. Se ne sarebbe fatto una ragione.
Per il momento però era meglio tenere Elena e Dean lontani.
Così non aveva nemmeno dato il tempo di rispondere alla Gilbert che subito se l’era tirata in camera sua.
<< Qui possiamo stare più tranquille. A volte è una vera scocciatura vivere con due fratelli. Vogliono sempre immischiarsi in tutto quello che faccio >>disse Beth dando una scusa al suo strano comportamento.
Elena si limitò a ridacchiare e tristemente pensò che avrebbe voluto tanto avere a casa suo fratello.
Jeremy l’avrebbe aiutata in quel momento. Ma non era lì per piangersi addosso.
<< Mi dispiace che ti sei fatta male. A volte Rebekah è un po’ aggressiva. >>disse Elena.
<< L’ho notato e anche incredibilmente forte >>aggiunse Beth cercando di dare un tono più serio alle ultime tre parole.
<< Hai resistito però. Anche tu sei forte. >>fece notare Elena.
<< Bè vivere con due fratelli maschi ti insegna sicuramente a fare i muscoli. >>
<< Questo è vero. Anche mio fratello si divertiva a torturami tanto che ho dovuto imparare a combattere >>rivelò Elena senza pensarci. Lo trovava così bello parlare di quelle cose normali con qualcuno e anche Beth lo pensava.
<< Tu hai un fratello? >>chiese,ma notando lo sguardo triste dell’altra si pentì di averlo chiesto.
<< Sì. Jeremy. Però lui adesso è a Denver da degli amici. E così sono rimasta da sola. >>confessò Elena.
Non sapeva perché stava dicendo quelle cose proprio a Beth,ma sapeva che di lei si poteva fidare,che la capiva. Era così facile parlare con lei e ancora una volta le due ragazze pensarono alla stessa cosa.
<< Da sola? Cioè in quella casa vivi da sola? >>
<< Sì. I miei genitori sono morti due anni fa e mia zia qualche mese fa. Ormai sono maggiorenne quindi posso vivere da sola e ho la tutela di mio fratello. Però prima avevamo un tutore, il professor Alaric. Purtroppo in quest’ultimi tempi la sua salute è andata a peggiorare e così è partito per andare a curarsi.
Hai conosciuto la persona più sfortunata della Terra. >>disse infine quella frase per alleviare un po’ l’atmosfera triste che si era venuta a creare. Era assurdo che a una sola ragazza fossero capitate tutte quelle tragedie. Per non parlare delle tragedie nell’ambito del supernaturale.
Ma forse non era l’unica e infatti man mano si sarebbe ricreduta.
<< Stai attenta che posso farti concorrenza. Io ho sempre vissuto con mia madre. Mio padre ogni tanto veniva a trovarci,ma non restava mai più di tre giorni. Qualche anno fa è morto e dopo poco anche mia madre l’ha seguito. Entrambi sono stati assassinati. Così io sono andata a vivere da degli amici di famiglia e per pure caso ho incontrato Dean e Sam. Non sapevamo di essere fratelli,nostro padre non ce l’ha mai detto. >>
<< Quindi voi siete fratelli solo da parte di un genitore >>osservò Elena.
<< Esatto. Quando siamo venuti a sapere la verità abbiamo deciso di unirci. Loro erano abituati a cambiare sempre città. Non restavamo mai più di una settimana o al massimo un mese in un posto. Fino a che non abbiamo deciso di stabilirci per un po’ qui e poi andare in Europa. L’America non ci ha portato proprio fortuna. >>disse Beth ridacchiando.
Dovevano parlare di tutt’altro,erano partite con l’intenzione di creare alleanze,preparare una guerra.
E invece eccole lì a ridere e scherzare sulle sventure della loro vita,che sembrava meno disastrata se rivelata a una persona che poteva capirti. Avevano continuato a parlare per un’altra oretta su come era stato difficile ritornare a scuola per Elena e per come fosse invece cambiarne sempre una per Beth.
Di come era stato triste lasciare Matt per Elena e di come aspettava ancora l’anima gemella l’altra.
Entrambe non volevano rompere quell’equilibrio che si era venuto a  creare. Si sentivano come delle normali adolescenti,delle normali umane.
Nemmeno si erano accorte del tempo che passava e si fermarono solamente quando sentirono bussare alla porta.
<< Beth è pronta la cena >>disse Dean facendo capolino da dietro alla porta.
<< Ok. Che ne dici di rimanere a cena da noi Elena? Comunque a casa saresti da sola. >>chiese Beth,speranzosa. Voleva passare altro tempo con la sua amica.
<< Non siamo dei cuochi,ma è abbastanza commestibile quello che facciamo >>aggiunse Dean con ironia.
Non vedeva di buon occhio l’amicizia tra la sorella e quella ragazzina che poteva essere un nemico. Ma doveva riconoscere che si era fatta avanti per difendere Beth dall’attacco di Rebekah.
Certo,era ancora convinto che non dovessero dire niente a nessuno,ma non poteva, in un certo senso, essere riconoscente. Beth non aveva parlato,era sicuro altrimenti non avrebbe visto quell’espressione così serena e spensierata sul volto della sorella. Anche di questo doveva essere riconoscente con Elena.
Era stata in grado di far vivere a Beth dei momenti da vera umana e Dean non voleva altro.
<< Mi dispiace ma preferisco tornare a casa. Può darsi che mi cerchi qualcuno e non trovandomi  si potrebbe preoccupare. Accetterò volentieri un’altra volta. >>disse Elena.
Era vero ciò che aveva detto. Se fosse arrivato qualcuno di quei pazzi dei suoi amici e non l’avrebbe trovata a casa,avrebbero sfasciato casa Winchester per vedere se era lì.
Era meglio non scatenare ancora una guerra.
<< Come vuoi >>disse Beth e insieme a Dean l’accompagnarono alla porta.
Passando per la porta della cucina ed Elena salutò anche Sam.
<< Domani mattina allo stesso orario di oggi. Va bene? >>chiese Beth.
<< Certo,grazie. >>rispose Elena e sorridendo in quella maniera dolce che solamente lei sapeva fare,salutò i due fratelli e rientrò in casa.
Quello fu il primo degli eventi che cambiò radicalmente,ancora una volta,la vita di quei ragazzi.

KLAUS-REBEKAH
<< Tu sei davvero fuori di testa! Come hai potuto rivelare tutto a Caroline? >>sbraitava ancora una Rebekah abbastanza irritata dal comportamento del fratello. Come poteva fidarsi di quella biondina se addirittura non si fidava di lei che era sua sorella?
Cosa aveva di così speciale quella ragazza?
<< Non essere gelosa Bekah >>disse pacatamente Klaus inviando una serie di sms.
Nel giro di pochi minuti,dove Rebekah continuava a sbraitare sul comportamento sconsiderato del fratello,bussarono alla porta di casa Mikaelson.
Klaus,con velocità vampiresca,andò ad aprire e fece entrare i due individui.
<< E loro chi sono? >>chiese Rebekah.
<< Due miei carini amici lupi che non vedono l’ora di diventare ibridi. E per fare che questo loro desiderio avvenga dovranno fare una cosa per me >>spiegò Klaus con quel suo solito sorriso furbesco.
<< Ci dica Niklaus,cosa dobbiamo fare? >>chiese il primo uomo.
Erano entrambi due uomini ed erano grandi quanto degli armadi. Non avevano un’aria molto intelligente  ne molto pulita,considerato l’odore che emanavano.
Rebekah si decise che avrebbe accompagnato il fratello la prossima volta a scegliere i lupi che dovevano diventare ibridi. Ma per il piano che aveva Klaus quei due erano perfetti. Forti in caso di battaglia e abbastanza agili,naturalmente non aveva intenzioni di trasformarli dopo,non aveva di certo perso il gusto per la bellezza. Non voleva essere attorniato da orribili creature. Per questo gli piaceva Caroline,lei era così bella e di splendida compagnia grazie alla sua mente brillante e curiosa. Ma non era quello il momento di pensare a Caroline. Dopo quel pomeriggio era ancora più certo di poter conquistare la bionda,peccato che non si potesse servire della Winchester,era giunto il momento che lei e i suoi fratelli sloggiassero.
<< E’ molto semplice. Andate a questo indirizzo-e porse loro un foglio- casa Winchester. Dovette solamente appiccare un incendio intorno alla casa. Magari evitate la porta,diamo loro una possibilità di salvezza. >>spiegò Klaus.
<< Altrimenti miss nuova ossessione di Nik potrebbe prendersela. >>aggiunse Rebekah per schernire il fratello.
<< Ho fatto una promessa e io le mantengono sempre >>si giustificò l’ibrido per poi mandare quei due energumeni a compiere la loro missione.
Soddisfatto di quel suo piano decise di andare un po’ a dipingere,mentre Rebekah non gli staccava gli occhi di dosso,sconcertata dal comportamento del fratello. Che si stesse davvero infatuando di quella Caroline Forbs? 



Salve!^^
Ecco un nuovo capitolo,abbastanza piatto ma prometto che nel prossimo ci sarà un pò di movimento. Quasi tutto il capitolo è dedicato ai Winchester visto che nell'altro non avevo scritto niente su di loro. Ho iniziato a scrivere dell'amicizia di Elena e Beth per caso e devo dire che mi piace più del previsto. Poi vediamo il piano di Klaus,molto semplice ma ci saranno delle complicazioni...
Spero che vi sia piaciuto,e come sempre ringrazio di cuore chi continua a leggere la mia storia e quelle due meravigliose ragazze che recensiscono sempre.
Alla prossima! 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


POV  DI ……
<< La casa dove dovete appiccare il fuoco è quella affianco. Casa Gilbert. Non farete avvicinare nessuno e se qualcuno vi attaccata,reagite con la forza. >>disse una voce guardando negli occhi quei due.
<< Va bene >>risposero semplicemente,senza nemmeno aver la possibilità di poter infrangere quell’ordine.
I due uomini attraversarono la strada,tenendo ben stretto fra le mani due taniche di benzina che misero tutto intorno alla casa. Nessuno vide nulla,poiché era notte fonda e tutti stavano dormendo.
I due uomini fecero come gli era stato comandato e si appoggiarono proprio davanti alla recensione che circondava casa Gilbert.
Nascosta poco distante nella sua macchina,quella donna che aveva ammaliato quei due,si preparava a godere di quella scena.
<< e adesso vediamo chi siete veramente Winchester. >>disse fra se se mentre un ghigno spuntava sulle sue seducenti labbra.

POV WINCHESTER
Dopo quella cena Dean si sentiva un po’ più rilassato. Passare del tempo con i suoi fratelli in un ambiente sereno,com’era la loro cucina,era sempre piacevole. Per quella sera aveva deciso di far cadere la sua maschera di serio cacciatore,per ritornare il solito Dean sempre pronto a scherzare e tormentare i suoi due fratellini. Era felice di come quella situazione stava avendo,suo malgrado,degli effetti positivi.
Vedere Beth così spensierata e sorridente gli riempiva il cuore di gioia.
Prima di andare a dormire,si era fermato in salotto con Sam. Il minore aveva deciso di approfittare  di quei momenti in cui Beth andava a dormire,per poter fare un resoconto della giornata e fare alcune ricerche aggiuntive. Il suo piano comprendeva che anche Dean ne restasse fuori.
Certo quello di mettere i sentimenti davanti non si era rivelata un’ottima mossa,ma Sam non poteva fare proprio a meno di pensare ai suoi fratelli. Loro erano nati per quella vita,calma e umana,e lui li avrebbe aiutati. Ma Dean era sceso al piano di sotto e l’aveva scoperto.
<< Cosa fai Sammy? >>gli aveva chiesto sbirciando da dietro la sua spalla sinistra.
<< Niente di che. Un semplice resoconto della giornata. >>disse rimanendo sul vago.
<< Hai notato come Beth si è rilassata dopo che Elena è stata qui? >>chiese l’altro.
Non aveva voluto immischiarsi molto su quello che stava facendo il fratello,quel giorno era dedicato a Beth.
L’indomani mattina avrebbe tormentato il suo fratellino.
<< Sì,sembra che stiano diventando amiche. Hai cambiato idea sul piano di Beth? >>
<< Assolutamente no. Ho solamente detto che mi fa piacere che Beth riesca a essere più felice e inoltre mi fa piacere se porta quel bel faccino in casa. >>aggiunse Dean sghignazzando.
<< Ti ricordo che tu sei il coach della sua scuola. Se avessi una storia con Elena ti licenzierebbero,e ti taglierebbero dall’albo degli insegnanti. Ma poiché non sei inserito in nessun albo,verrà direttamente la polizia ad arrestarti >>cercò di far ragionare Sam il fratello. Se Dean aveva buttato una battutina del genere,voleva dire che davvero lo pensava.
<< Non mi dire che non hai notato come sono le amiche di Beth. Ok,saranno anche dei mostri,ma dio se hanno le carte in tavola. La Gilbert mi stuzzica particolarmente visto che è l’unica umana. >>continuò Dean su quel suo discorso. Lui era fatto così,molto incline al gentil sesso. Ma sembrava che Sam non riuscisse mai a imparare quel lato del fratello e quindi ogni volta partiva una paternale.
Sam si limitò a mandargli un’occhiataccia e prima che aprisse bocca Dean lo bloccò,alzando le mani in segno di resa:<< Va bene,va bene. Mi terrò questi pensieri per me,capellone. >>aggiunse quella parola che doveva essere un insulto.
<< A volte mi chiedo chi sia il fratellino >>disse sospirando Sam per poi ritornare a scrivere.
<< Come sei noioso-si lamentò Dean,poi aggiunse-io vado a dormire. E domani preparati per un terzo grado >>detto ciò mise una mano in testa al fratello per scompigliargli i capelli e poi se ne andò.
Sam sbuffò mentre cercava di risistemarsi i capelli.
Ma poi un sorriso gli spuntò in volto. Suo fratello sembrava essere ritornato,per quella sera,allegro come sempre. Continuò a fare altre ricerche,ma la stanchezza era tanta  e si addormentò sul computer senza premunirsi di chiudere la finestra. Con il freddo che faceva rischiava di prendersi un malanno. Erano cacciatori,ma non immuni alle malattie.
Ma forse fu proprio quella piccola dimenticanza a salvare Elena.

POV ELENA
La povera Gilbert si era svegliata di soprassalto sentendo una terribile puzza di bruciato. Era saltata giù dal letto e aprendo la porta si era dovuta andare a scontrare contro una nube di fumo. Richiuse la porta e tossendo un po’ andò ad aprire la finestra,per poi ritornare alla porta cercando una via di fuga. Riuscì a scendere le scale ma dovette bloccarsi al penultimo scalino visto che le fiamme avevano quasi completamente avvolto il piano terra. Elena tossì di nuovo tenendo ben stretto davanti alla bocca e al naso un fazzoletto bagnato che aveva preparato,prima di scendere,in bagno. Pensò a dove aveva lasciato il cellulare e si ricordò sul divano del salotto. Si guardò in giro,per quanto il fumo permettesse e facendo attenzione riuscì ad arrivare al divano. Afferrò il cellulare e il più velocemente possibile cercò di digitare il numero di Stefan. Ma un altro colpo di tosse le uscì e quello le fu fatale. Aveva aspirato troppo fumo e con tutte le sue forze cercò di tenere gli occhi aperti. Ma non riuscì a digitare l’ultimo numero,che svenne.

POV WINCHESTER
Sam arricciò il naso e fu costretto a svegliarsi a causa di quel cattivo odore.  Si passò una mano in faccia,ancora tutto assonnato e si diresse alla finestra per chiuderla ma davanti a sé aveva uno spettacolo terrificante. Casa Gilbert era avvolta dalle fiamme.
<< Beth! Dean! Presto! >>urlò con tutta la voce che aveva in corpo e si lanciò fuori di casa,certo che i suoi fratelli l’avessero sentito.
Infatti i due scattarono dal letto e Beth potette vedere dalla sua finestra come era ridotta la casa della sua amica. Nella frazione di un nano secondo si fiondò giù per le scale e poi fuori,seguita da Dean che era solo a pochi passi di distanza da lei.
Sam corse a perdifiato verso la casa della ragazza,ma la sua corsa fu ostacolata da due armadi.
<< Dove pensi di andare? >>disse uno dei due per poi scoppiare entrambi a ridere. Ma Sam non si fece intimorire,era anche lui ben piazzato e riuscì a dare un pugno in faccia talmente forte a uno dei due che riuscì a farlo cadere a terra. Notò che era riuscito a spaccargli il labbro,ma la ferita si stava rimarginando.
Quali dei loro mostri erano?
Subito passò all’attacco anche con l’altro dandogli una ginocchiata nello stomaco.
<< Beth! Corri a prendere delle armi! >>urlò. Per il legno poteva servirsi dei paletti per la recensione.
Beth annuì e ricorse in casa,mentre Dean si avvicinò al fratello.
<< Ci penso io qui,vai a salvare Elena. >>disse Sam,staccando un paletto e colpendo il primo dei due energumeni che si era rialzato.
Considerato quanto fossero Dean non avrebbe potuto fare molto,e poi qualcuno doveva andare a prendere quella povera ragazza.
Dean riuscì ad arrivare alla porta,ma la strada più veloce era la finestra. Così andò davanti a quella che doveva essere nel soggiorno e,prendendo una breve rincorsa e parandosi la testa,si lanciò rompendo il vetro e atterrando rotolando per un po’.
Subito si rialzò e fu inevitabile tossire per il gran fumo. Si coprì le vie respiratorie con il bordo della maglietta nera e cercò di muoversi e vedere qualcosa. La stanza era quasi completamente avvolta dalle fiamme e il resto della casa non sembrava essere messa meglio. Per sua fortuna,ma soprattutto per quella di Elena,la ragazza era nel salotto anche se svenuta.
Dean la prese in braccio,ma il problema ora era un altro. La finestra era inutilizzabile a causa delle fiamme che l’avevano avvolta. Dean decise che era meglio rischiare. Forse si sarebbero un po’ abbrustoliti,ma era di certo meglio che rimanere lì a carbonizzare. Teneva ben stretta a sé Elena,assicurandosi che in caso di atterraggio brusco non sbattesse la testa. Poi prese una bella rincorsa e  si ributtò dalla finestra andando a finire nella siepe che osteggiava il portico. Dolorante Dean si alzò,senza mai lasciare la presa su Elena e vide che i suoi fratelli stavano completando il lavoro.

Beth entrando in casa andò a prendere un grande coltello,aveva letto che per uccidere dei mostri,di qualsiasi natura fossero,vai sul sicuro se gli tagli la testa. Poi andò anche a prendere una pistola con proiettili d’argento,se nel caso la leggenda fosse vera.
Appena uscì fuori vide che il fratello stava piantando un paletto nello stomaco dei uno dei due mostri,ma che l’altro si era rialzato e che lo stava per colpire alle spalle. Così lei subito gli puntò alla testa e gli sparò.
L’uomo cadde a terra urlando per il dolore,mentre Sam tolse il paletto improvvisato dallo stomaco dell’altro per infilarglielo nel cuore. Ma l’uomo non era un vampiro quindi non morì.*
<< Beth non sono vampiri >>gli disse Sam.
Beth annuì e si avvicinò a quello che aveva sparato e mentre si stava per alzare,la ragazza con un solo colpo secco gli tagliò la testa. Cercò di evitare di guardare il corpo privo del capo che cadeva al suolo senza vita.
Per quanto fosse abituata,certe scene le davano il voltastomaco.
Sam afferrò il coltello dalla mano della sorella e subito tagliò la testa anche all’altro.
<< Vai a prendere delle lenzuola che li avvolgiamo dentro >>disse Sam a bassissima voce per non urtare Beth,che sembrava molto scossa,anzi disgustata da quella scena.
La sorella annuì e fece un’altra corsa in casa.
Dean corse verso il loro giardino e distese lì Elena. Beth subito uscì di casa e Dean afferrò lui le lenzuola.
<< Ci pensiamo noi a quei mostri. Tu pensa alla tua amica. >>le disse.
Subito Beth praticò tutte le manovre necessarie,facendole il massaggio cardiaco e dopo un po’ Elena riaprì gli occhi prendendo un bel respiro per poi tossire,cacciando tutto il fumo dai polmoni.
Dean e Sam,invece,avevano avvolto i due corpi e le loro teste e ora li stavano portando nel bagaglio della macchina,dopo avrebbero pensato a buttarli nei boschi.
<< Se questi dannati mi sporcano la mia bambina,giuro che li farò resuscitare solo per riammazzarli io con le mie mani >>disse Dean facendo alzare gli occhi al cielo a Sam.
Per fortuna erano stati più veloci del risveglio di Elena,quindi subito si avvicinarono anche loro alla ragazza e Sam pensò bene di chiamare i vigili del fuoco.
<< Stai bene? >>chiese Dean apprensivo verso quella ragazzina.
<< Si,più o meno. Grazie mi avete salvato la vita. >>disse Elena guardando i Winchester uno per uno negli occhi. Se lei era viva lo doveva solamente a quei tre ragazzi,che per sua fortuna erano capitati nella sua vita.
Sapeva di potersi fidare di loro,e quella era stata la prova. Ora nessuno l’avrebbe smossa dalla sua idea.
<< Lavoro di gruppo. Sam l’allarme,io il salvataggio e Beth la rianimazione >>disse Dean sorridendo sghembo per cercare di alleggerire un po’ l’atmosfera.
<< Davvero non so come ringraziarvi,tutti. –poi si rivolse a Dean-ti sei lanciato in una casa in fiamme per salvarmi. Davvero,grazie. >>
Dean le sorrise per poi mettergli una mano in testa per arruffargli capelli,come aveva fatto prima con il fratello:<< Sei una mia alunna e un’amica di mia sorella. Non hai nulla da ringraziarmi >>.
Elena stava per ribattere,ma poi tutti furono costretti a voltarsi verso il suono di un singhiozzo.
E quel rumore proveniva proprio da Beth,che con gli occhi lucidi fissava Elena.
<< Mi dispiace così tanto. E’ tutta colpa nostra,tu non c’entri. Se solo avessi insistito per farti rimanere a mangiare da noi. Se solo ti avessi proposto di rimanere con noi. >>disse Beth,mantenendo gli occhi lucidi ma senza piangere,nonostante fosse scossa da tremiti. Lei non piangeva,non poteva.
Il nemico era nei paraggi e non si sarebbe fatta vedere debole.
<< Non è colpa vostra >>cercò di dire Elena per poi bloccarsi. Beth le si era buttata addosso abbracciandola. Elena per un primo momento rimase ferma per quel gesto inaspettato,ma poi ricambiò l’abbraccio e non potendo evitare di far scorrere due lacrime ribelli sul suo viso.
Dean e Sam guardavano la scena,non sapendo cosa fare o dire. Beth aveva ragione. Era colpa loro.
E la presenza di quei due mostri era la prova. Qualcuno li stava mettendo alla prova e avevano usato Elena come esca,mettendo a repentaglio la sua vita.
Intanto la gente era uscita dalle loro case per vedere cos’era successo e per assicurarsi che Elena stese bene. I pompieri non tardarono ad arrivare e cercarono di estinguere l’incendio nel minor tempo possibile per non far peggiore la situazione della casa. Quando finirono dissero che l’abitazione non era utilizzabile per viverci e di fare la massima attenzione se decidevano di entrare per prendere qualcosa. Per sicurezza era meglio richiamarli e farsi aiutare.
Alcuni avevano pensato di portare delle coperte per far coprire quei quattro ragazzi,che tirati giù dal letto,non avevano avuto il tempo nemmeno per infilarsi le pantofole. Sam e Dean non l’accettarono,piuttosto preferirono che le indossassero le due ragazze.
Una macchina sfrecciò per la strada,passando inosservata a causa di quel gran trambusto. La donna che la guidava sorrise guardando quella scena. Quello che voleva sapere era venuto a galla e,ancora una volta,la sua doppelganger era riuscita a salvarsi.


Salve! Scusate se non commento molto questo capitolo ma sono di corsa. Spero che vi sia piaciuto e ringrazio come sempre quelle due magnifiche ragazze che recensiscono sempre e anche i lettori silenziosi e chi ha inserito questa storia fra le seguite.
Alla prossima!
*mi è venuto un dubbio. Un licantropo muore con un paletto nel cuore? Secondo me sì,ma fate finta che non sia così xD

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Come deciso,Caroline,Stefan,Damon si stavano dirigendo a casa Winchester attraverso il bosco.
Ma arrivati nel quartiere lo spettacolo che videro li fece rabbrividire. C’era la macchina della polizia,un camion dei pompieri,un’ambulanza e tant’altra gente. Dietro si emergeva casa Gilbert,ormai diventata nera,che sembrava essere diventata ancora più grande tanto quanto il senso di colpa che stava crescendo dentro i tre vampiri.
Caroline non riuscì a trattenere le lacrime e corse verso la casa,gridando il nome dell’amica.
La gente subito si spostò per far vedere alla ragazza che Elena stava bene.
<< Caroline sto bene >>disse subito la Gilbert sorridendo per convincere l’amica.
Ma Caroline non riuscì a smettere di piangere e subito si precipitò ad abbracciarla.
<< Elena mi dispiace così tanto! Scusami!Perdonami! >>diceva la bionda intervallando fra una parola e l’altra un singhiozzo.
Dopo essersi ripresi anche Damon e Stefan si avvicinarono alla ragazza.
<< Come stai? >>chiese Stefan non potendo nascondere il sollievo per vedere Elena all’in piedi e soprattutto viva.
<< Sto bene >>rispose la Gilbert,felice che Stefan fosse preoccupato per lei.
Allora c’era ancora una possibilità per loro. Doveva seguire il consiglio di Beth e buttarsi.
Lei non voleva perdere Stefan,lui gli aveva mostrato la luce quando era nel suo periodo più oscuro. L’aveva salvata e,nonostante tutte le tragedie che stava vivendo,non voleva essere in nessun’altro posto.
Ma poi c’era Damon. Lui con quei suoi occhi azzurri come il ghiaccio e sempre così enigmatici,ma che ora tradivano una nota di preoccupazione per lei.
Lui era sempre così apprensivo per lei.
Una vocina nella sua testa gli disse che era ovvio,lui era innamorato di lei.
Ma cosa stava combinando lei? Stava calpestando i suoi sentimenti in maniera spregevole. Era una persona cattivissima. E non sapeva cosa fare.
Per fortuna fu proprio Damon a farla ritornare sulla Terra chiedendo cos’era successo.
<< La casa ha preso fuoco,forse c’era qualche tubatura del gas che non andava? >>disse Beth.
Dovevano completamente coprire la possibilità che fosse stato un incendio colposo. Già si sentiva in colpa di suo,non voleva che anche altri incominciassero a guardarla con uno sguardo accusatorio.
Ma ancora più importante. Non voleva che scoppiasse già una guerra.
Ormai era chiaro che erano stati scoperti,ma avevano bisogno di qualch’altro giorno per prepararsi.
<< Probabile >>rispose semplicemente Elena.
Come Beth,anche a lei conveniva,anzi ai suoi amici conveniva mantenere un profilo basso e non  far capire che c’entrassero. Di preciso Elena non sapeva a chi dare la colpa,ma non sapeva nemmeno cosa avrebbe detto a Beth. Quindi era meglio inventare una semplice scusa come quella.
Per fortuna di tutti lo sceriffo era la madre di Caroline e quindi fu abbastanza facile insabbiare la cosa.
<< Signorina lei non ha riportato nessuna contusione o ferita? >>chiese un’infermiera a Beth.
<< No,sono apposto >>rispose lei. I suoi fratelli erano stati costretti a farsi medicare:Sam aveva il labbro inferiore un po’ rotto,a causa di un pugno di uno dei lupi scansato all’ultimo minuto e Dean… bè si era buttato in una finestra era ovvio che fosse graffiato.
Elena era grata a quell’uomo. Lei era uscita completamente integra da quell’avventura,e lo doveva tutto a lui. Chiunque fosse,meritava tutta la sua gratitudine.
<< Come ha fatto Sam a ferirsi il labbro? >>chiese poi.
<< Stavo per correre io in casa e lui mi ha afferrato per dietro. Involontariamente gli ho sferrato una gomitata >>rispose repentinamente Beth ridacchiando anche.
Era un vero asso nell’inventare scuse. Aveva una fantasia senza fine.
Caroline intanto era riuscita a fermare le lacrime e afferrò le mani di Beth e la guardò dritta negli occhi.
<< Ringrazio te e i tuoi fratelli per aver salvato la mia amica. >>disse solennemente.
Si era fidata di Klaus ed ecco che ora ne pagava le conseguenze. Se dopo Stefan e Damon l’avessero messa al rogo non avrebbe avuto niente da contra battere. Si sentiva profondamente tradita,sia da se stessa sia dall’ibrido. Come aveva potuto credere che non avrebbe fatto del male a nessuno?
Come poteva aver creduto di vedere quegli occhi splendere di sincerità?
Era stata un’idiota e Elena aveva pagato per quel suo errore. Ma sarebbe andata da Klaus a dirgliene quattro. Se pensava che gli avrebbe rivolto ancora la parola,poteva scordarselo.
Che andasse al diavolo lui,i suoi regali,i suoi modi di fare e quelle labbra così seducenti.
Caroline Forbes non ci stava e in qualche modo gliel’avrebbe fatto pagare.
<< Non c’è di che >>rispose Beth cercando di dare alla sua voce un tono che potesse essere al livello della bionda.
<< Niente punti! >>disse allegro Sam avvicinandosi al gruppo. Ecco che adesso aveva la possibilità di conoscere tutti quei vampiri in una sola volta. Sperava solamente che Dean non entrasse in casa ad armarsi di paletti e fare una strage. Infatti il maggiore dei Winchester camminava dietro di lui e aveva uno sguardo troppo serio.
<< E io che pensavo che le mie gomitate fossero più potenti >>scherzò Beth,facendo capire al fratello qual era la versione dei fatti.
La situazione però era abbastanza tesa. Per la prima volta i fratelli Winchester e i fratelli Salvatore erano faccia a faccia. Si scrutavano spudoratamente. Damon e Dean troppo seri e Stefan e Sam si lanciavano occhiate e nel frattempo ne lanciavano anche ai loro fratelli se nel caso fossero scattati.
<< Direi che è stata una nottata piuttosto lunga,perché non andiamo a dormire un po’? >>propose Beth con l’intento di spezzare quel contattato visivo. Era anche abbastanza inquietante,e non aveva veramente intenzione di scannarsi proprio lì e in quel momento,vero?
<< Peccato che non abbi più una casa dove dormire >>disse Elena più fra se se.
<< E secondo te la stanza degli ospiti a casa mia che c’è a fare? Proprio per questi casi d’emergenza. >>disse Beth.
Quella frase riuscì a spezzare davvero quella lotta di sguardi,facendo sussultare i Salvatore.
<< Cosa? Dovrebbe venire a dormire da voi? >>chiese Damon alzando un po’ la voce e avvicinandosi istintivamente a Beth.
“ No così vicino! No così vicino! “ pensò la cacciatrice.
Che cosa stava dicendo prima? Oddio come facevano quegli occhi a essere così splendenti anche nel buio totale? E come faceva a essere così seduce quella voce? Ma erano davvero così soffici come sembravano quei capelli?
Queste e altre mille domande passarono per la testa della povera Beth. Solo dopo,quando avrebbe analizzato la situazione razionalmente,sarebbe rabbrividita per quei pensieri così stupidi e per niente nel suo stile. Non avrebbe mai pensato che la sua mente potesse produrre cose così idiote.
Ma in quel momento aveva ancora Damon vicinissimo a lei che la guardava fissa negli occhi.
Dove cavolo era finita tutta la sicurezza dell’altro giorno al bar?
<< Ecco.. -incominciò a dire Beth- sarebbe comunque più vicina a casa sua se gli serve qualcosa e poi cosa ci sarebbe di male? >>riuscì a dire infine.
Damon non rispose,o meglio si prese un minuto di proposito per poter osservare meglio quella ragazzina.
Il giorno prima era così sfacciata e ora era timida?
Era davvero un esserino curioso. Era riuscita a inventare bugie su bugie senza mai permettere al suo cuore di accelerare il battito. Perché lui sapeva che tutto quello che aveva detto fino a quel momento erano bugie. Eppure in quel momento non faceva niente per cercare di dare un contegno ai battiti del suo cuore.
D’altronde lui faceva sempre quell’effetto alle donne,di qualsiasi età,ma lei era un caso curioso che meritava di essere considerata un po’ di più.
Era furba,astuta,sfacciata. Ma anche timida,incosciente,sciocca.
Chi era? La versione femminile e molto più attraente di dottor Jekyll e mister Hyde?
Finalmente Damon stava per aprire bocca,ma venne bloccato da Dean.
<< Stai attento a come tratti mia sorella >>disse il cacciatore guardando il vampiro con uno sguardo di fuoco. A Dean non era piaciuto per  niente quel breve contatto fra la sorella e quell’essere.
Aveva notato come Beth fosse in preda all’agitazione e di come lo guardava. Sembrava tanto sul punto di svenire da un momento all’altro e anche le guance erano leggermente imporporate.
Beth che esternava così apertamente quello che stava provando dentro,era assurdo. Lei non abbassava mai le difese. Sapeva sempre come camuffare le cose per non apparire debole. Anche prima con Elena,non aveva versato una lacrima,nonostante l’avesse voluto fare e sarebbe stato anche più naturale.
Invece con quel vampiro da quattro soldi si era completamente rincretinita. Non voleva offenderla,non l’avrebbe mai fatto. Ma non riusciva a trovare altri termini per definire la reazione della sorella.
E quel Damon? Cosa aveva da guardare? Senza nessun ritegno,davanti ai suoi fratelli,davanti a Dean Winchester,si era permesso di squadrare la sua sorellina da capo a piedi. Un vampiro!
Dean era pronto a piantargli un paletto dritto nel cuore in quel preciso momento,ma decise che sarebbe stato meglio la tortura. Quindi doveva attendere un po’.
<< Cos’è una minaccia? >>rispose Damon con tono derisorio.
Dean stava per reagire,ossia mollargli un bel cazzotto ma Sam riuscì a mettergli una mano sulla spalla e spingerlo un po’ più indietro. Invece Stefan si era avvicinato,e afferrando anche lui il fratello per una spalla disse:<< Damon. E’ il mio coach di football. Non farmi fare una brutta figura. >>
Damon,con finto sguardo sorpreso,allora si degnò di guardare quel tipo.
Si trattenne dal ridere. Stefan era davvero sfortunato per quanto riguardava i suoi coach. Finivano tutti all’altro mondo,infatti presto anche quel tipo così arrogante avrebbe raggiunto il signor Tanner.
Era solo questione di tempo.
Elena si schiarì la gola per attirare l’attenzione su di lei.
<< Penso che la decisione sia la mia. E io ringrazio Beth per l’offerta che accetto. >>
Tutti rimasero a bocca aperta. Nemmeno i Winchester pensavano che la ragazza avrebbe accettato.
Ma Elena non era stupida,dietro c’era un ragionamento.
Che possibilità aveva altrimenti?
Bonnie non c’era.
Casa Salvatore era troppa affollata. Damon e Stefan occupavano troppo spazio per lei. Non poteva decidere cosa fare se li avesse dovuti vedere 24 ore su 24. Già Katherine aveva fatto così e si era visto com’era andata a finire. Lei non era come lei,assolutamente no. Ma prevenire era meglio che curare.
Anche la casa di Caroline era da escludere. Stefan e Damon si sarebbero trasferiti lì per tenerla d’occhio.
Matt non c’entrava niente e non voleva metterlo in mezzo.
E quindi rimaneva casa Winchester. Certo dover vivere con due ragazzi,che non conosceva per niente era un po’ imbarazzante per i suoi gusti,ma era sicura che lì nessun vampiro si sarebbe avvicinato.
Quella era una delle case più sicure di Mystic Falls e poi non le dispiaceva la compagnia di Beth.
<< Cosa? >>chiese allibito Damon per poi sussurrare nell’orecchio al fratello:<< L’avevo detto  io che era impazzita >>
<< Mi hanno salvato la vita oggi. Questo mi fa pensare che non tenteranno di uccidermi >>cercò di scherzare la Gilbert,ma tutti erano ancora troppo sorpresi per ridere,così aggiunse:
<< E poi è un modo per ringraziarli. So che Beth non le piace pulire la casa e nessuno dei tre è un esperto in cucina. Potrei esservi d’aiuto. >>
<< Non devi venire a farci da cameriera. Tu sarai nostra ospite e verrai trattata come tale. >> disse Sam sorridendo.
A quanto sembrava avrebbero vissuto insieme era meglio creare subito un buon legame. E poi lui era gentile di natura. Il comportamento sempre così rassicurante  di Sam faceva sentire Elena meglio. Dopotutto non sarebbe stato male vivere nemmeno con i due fratelli maschi.
Sam era così gentile,Dean era divertente,Beth era un’ottima amica e casa Winchester era una roccaforte.
Sì,si sarebbe trovata bene.
Dopo aver preso gli indumenti più importanti,i Winchester e Elena decisero che era meglio andare a riposare. Per fortuna il giorno dopo era festa,e quindi avevano la possibilità di dormire fino e tardi.
Quella era stata una serata da cancellare. Tremenda e ognuno era immerso nei propri drammi.
Damon,dopo il battibecco con Dean,se ne era andato quasi sbuffando fumo dal naso tanto era arrabbiato.
Elena non l’aveva mai visto così,sembrava un toro davanti a un mantello rosso.
La cosa era stranissima,considerando che Damon non si arrabbiava mai. Invece quella volta sembrava sul punto di incominciare a urlare e fare una vera strage.
Inoltre quella sera sembrava che la cattiva sorte ce l’aveva ancora con Elena.
Prima che anche Stefan se ne andasse l’aveva afferrato per un braccio e,prendendo coraggio,gli aveva chiesto di Alaric.
<< Non penso che Damon mi rivolgerà tanto presto la parola. Ti prego,dimmi qualcosa tu. Come sta? >>chiese Elena in tono supplichevole.
Stefan non riuscì a resistere a quelli occhi di cerbiatto così preoccupati e cercò di dire la verità nel modo più gentile possibile:<< Elena. Alaric ha deciso di allontanarsi per un po’. Non vuole metterci in pericolo e causare altri problemi. Appena starà bene tornerà. >>
Elena non sembrava molto convinta ma Caroline riuscì a consolarla:<< Anche Tyler ha fatto così. E io sono sicura che ritornerà,lo stesso vale per Alaric >>.
Detto questo,Caroline alzò i tacchi decisa più che mai a dirne quattro a Klaus. Lei si era fidata e lui l’aveva ingannata. Per Caroline non era solo stato un affronto,era qualcosa di più profondo. Si sentiva tradita.
Anche Stefan si congedò salutando Elena e i Winchester.
Potevano essere un pericolo per lui,ma era convinto che Elena starebbe stata al sicuro con loro.
Beth aveva fatto vedere dove starebbe stata a dormire e Sam gli portò delle lenzuola pulite più un morbido cuscino. I due Winchester cercarono di far di tutto per far sentire la ragazza a casa. Avevano sentito cosa si erano detti Elena e Stefan,a quanto sembrava anche il tutore della ragazza l’aveva lasciata.
Era completamente sola.  Loro sapevano cosa significasse e come unico appoggio avevano avuto sempre solo la famiglia. Se uno di loro fosse andato via o,ancora peggio,fosse morto,era inevitabile che anche gli altri due avrebbero ceduto. Non avrebbero avuto più le forze per andare avanti e avrebbero mandato la loro vita a rotoli. Forse era un rapporto un po’ ossessivo,ma sapevano di poter contare solamente su l’altro e su se stessi. Nessuno in quel mondo li avrebbero accettati,non avrebbero mai avuto la possibilità di vivere una vita normale. Creare una relazione con loro simili era ancora più difficili.
Erano tutti presi dal loro lavoro per pensare ai sentimenti,a una vita umana.
Invece c’erano loro tre. Forse erano ancora troppo giovani per capire,ma per loro era impossibile non pensare a una vita umana,dove potessero essere una normale famiglia. Ma tutto questo sembrava solamente un sogno irrealizzabile. Quindi se volevano che quella scintilla di umanità continuasse a splendere in loro,dovevano restare insieme fino alla fine.
Così passò una settimana,naturalmente segnata da molti eventi.




Salve gente! Allora ecco un nuovo capitolo...volevo però un attimo spendere due parole per commentare quello precedente. Effettivamente non c'è molto da dire:questa tipa influenza gli scagnozzi di Klaus a incediare la casa di Elena. Vedendo tutto l'intervento dei Winchester,la sconosciuta si può ritenere abbastanza soddisfatta. Devo dire che sulla verità di chi sia non so di preciso quando verrà fuori,visto che mi serve per far iniziare quella che reputo la terza e ultima fase della mia storia. Quindi ci vuole ancora un bel pò di tempo,ma credo che basta leggere l'ultima frase del capitoloper farsi un'idea di chi sia. ;)
Ora passiamo al capitolo di oggi...Allora non ho messi POV visto che tutti dicono un pensiero,spero di essere stata chiara nei vari passaggi di pensiero fra un personaggio e l'altro. Ho cercato di entrare ancora un pò di più nella testa di Elena e del triangolo,poi c'è Caroline che poverina si sente terribilmente in colpa e poi c'è il primo confronto fra i Winchester e i Salvatore. Non vorrei essere stata scontata,ma fra un pò vedremo un vero confronto ;)
E poi ci sono loro:Beth e Damon. Quanto mi piace scrivere di loro ** Ovviamente siamo lontani anni luce dall'arrivare a dire che si amano. Credo che ormai sia chiaro che una delle coppie sicure siano proprio loro due. Che ne dite?
E boom! Elena ha deciso di andare a vivere dai Winchester! Non riuscivo a vederla sola soletta in casa e quindi mi è venuta questa genialata xD
Ora smetto che questa nota è diventata più lunga del capitolo xD
Spero che non sia stato troppo lungo o pesante,per ogni cosa basta dirmelo ;)
Ringrazio tutti quelli che continuano a seguire questa mia storia e chi la recensisce! Grazie!
Alla prossima

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


DEAN-ELENA

La prima mattina di quella convivenza,Elena aveva deciso di fare loro una grande colazione. Non era molto abile in cucina ma era in grado di non far bruciare niente. Dopo la morte di zia Jenna,aveva dovuto imparare a cucinare se non voleva morire di fame e così le sue doti culinari si era affinate.

Elena non sapeva ancora come comportarsi. Parlare o non parlare?
Era giunto il momento di un’alleanza? Infondo aveva una paura un pò egoistica.
Se i Winchester non sarebbero stati d’accordo,lei doveva andarsene da quella casa. Per dove poi?
Forse faceva bene ad andare a Denver da Jeremy. Un po’ di vita normale le avrebbe fatto bene.
All’improvviso sentì dei passi,segno che qualcuno stava scendendo le scale e dopo un po’ si ritrovò davanti Dean Winchester.
Elena non sapeva come comportarsi anche con lui.
Era divertente e gentile,gli aveva salvato la vita. Ma aveva anche visto come aveva sfidato Damon senza nessun problema e quello sguardo così minaccioso. E poi vicino a lui si sentiva così una bambina.
E non dipendeva dal fatto che fosse un insegnante(sempre ammesso che lo fosse davvero),era altro.
Aveva un fascino da persona matura,da una che ne aveva vissute tante e lei non avrebbe mai potuto raggiungere il suo livello. Si sentiva insignificante e impacciata vicino a lui,e mai era successa una cosa del genere a Elena Gilbert. Forse un po’ con Elijah,ma con Dean c’era qualcosa di diverso.
<< Buongiorno >>disse l’altro con la voce ancora impasticciata dal sonno. Si era dimenticato della loro nuova coinquilina. Per un attimo aveva pensato che fosse una ragazza che si era portato a letto. Ma poi tutta la notte precendente gli era venuto in mente e questo bastò a far cambiare umore a Dean. Avevano un ipotetico nemico sotto casa. Doveva stare attento.
Era un nemico molto sexy comunque. Forse non era il termine giusto,l’avrebbe usato di più con Rebekah,ma Elena era molto molto bella e a Dean non sarebbe dispiaciuto venir a sapere che era proprio una che si era portato a letto. Ma la realtà non era quella.
<< Buongiorno. Ho preparato la colazione >>rispose la ragazza sorridendo.
<< Non dovevi disturbarti >>
<< Nessun disturbo. E’ il minimo che posso fare dopo che mi avete salvato la vita e mi avete dato un tetto. >>
<< Siamo molto generosi,non preoccuparti. >>rispose Dean sorridendo a una battuta che poteva capire solo lui. Tutto quello che faceva lui e i suoi fratelli per gli altri andava oltre all’essere generosi o altruisti.
Elena non rispose,ma gli versò una tazza di caffè fumante e poi si sedette per mangiare qualcosa anche lei.
Dean la ringraziò e poi incominciò a mangiare anche lui. Era calato dell’imbarazzo tra i due. Soprattutto da parte di Elena,Dean era più che altro impegnato ad osservarla.
Vide come si spostò tutti i capelli all’indietro per non farli cadere nel piatto e come con eleganza aveva portato un cucchiaio di cereali alla bocca. Masticava lentamente e puntava quei suoi enormi occhi da cerbiatto da un’altra parte,con la mano libera stringeva un tovagliolo che usò per pulirsi le labbra.
 Erano davvero molto invitanti e Dean quasi si imbambolò a fissarle.
Doveva risultare molto inquietante e così decise di distogliere lo sguardo da lei.
Se voleva delle risposte non l’avrebbe di certo trovate osservandola costantemente.
<< Allora Elena cosa ti andrebbe di fare oggi? Immagino che ti andrebbe di svagarti un po’ per dimenticare la serata di ieri >>disse Dean.
<< Non c’avevo pensato. Per me va bene anche rimanere in casa,ma immagino che Beth mi trascinerà di forza fuori di casa pur di farmi svagare. >>
<< Immagino di sì. Beth quando si preoccupa diventa un po’ troppo maniacale. >> disse Dean a bassissima voce come se le stesse rivelando un segreto di stato. Questo fece ridere Elena.
<< Se si preoccupa per me non voglio deluderla. Quindi penso che l’accontenterò. Poi mi ha confidato che non ha molte amiche,quindi farà bene anche a lei un’uscita fra sole ragazze >>disse Elena ritornando seria.
<< A causa del nostro lavoro,Beth è sempre stata costretta a viaggiare ed era impossibile per lei creare grandi rapporti. Ma qui la vedo serena e per questo che non voglio che niente vada storto. Voglio che mia sorella e mio fratello siano felici e farò di tutto affinchè nessuno si intrometti. >>disse Dean facendo sottintendere parecchie cose.
<< Tutti e tre vi meritate di essere felici,siete delle persona stupende per quello che ho visto finora e sono sicura che nessuno vi darà fastidio. Eccetto certe persone. >>rispose Elena.
Forse con lui poteva parlare,proprio con colui che aveva reputato il più lontano da lei,si era rivelato essere il suo confidente. Sì,avrebbe parlato con Dean. Era una persona matura e poteva contare su di lui.
Ma quando stava per aprire bocca fecero in cucina il suo ingresso Beth e Sam che bisticciavano per come continuava una certa canzone.
Elena non avrebbe avuto problemi a parlare davanti anche agli altri due,ma l’opportunità era saltata e l’atmosfera era sfumata. Ma lei e Dean si lanciarono uno sguardo d’intesa,come se volesse dire ne riparliamo dopo. Peccato che quel dopo non avvenne a causa di una serie di imbarazzanti eventi.
Quella sera stessa Elena stava per entrare in bagno per andarsi a fare una bella doccia rigenerante. Come previsto Beth l’aveva trascinata per ogni centro commerciale dei dintorni e a loro si era unita Bonnie. La sua migliore amica era ritornata per un giorno a Mystic Falls e aveva deciso che un poco di svago avrebbe fatto bene anche a lei. La situazione con la madre era sempre più insostenibile e sembrava esserci una barriera spessissima fra le due,peggio di prima.
A ogni modo,Elena era lì davanti alla porta e l’aprì ancora sovra pensiero. Fece anche due passi e poi si accorse che il bagno era avvolto dal classico vapore di quando si usa l’acqua troppo alta.
Non ebbe nemmeno il tempo di metabolizzare il tutto che si ritrovò davanti un Dean che,di spalle,si stava asciugando con un asciugamano i capelli. Il problema era che il biondo era completamente nudo.
Elena subito si girò e corse via andando a sbattere contro Sam.
<< Cos’è successo? >>chiese preoccupato il ragazzo e poi si accorse che il volto di Elena era completamente rosso.
<< Ni..nie..niente! >>disse infine la mora alzando troppo la voce,così Dean uscì da bagno,questa volta con un asciugamano intorno alla vita.
Elena non riusciva nemmeno a guardarlo in faccia,e bofonchiando delle scuse,corse in camera sua.
Sam guardò il fratello con un sguardo di rimprovero,mentre sull’altro spuntò sulle labbra un sorriso soddisfatto. Appena si era accorto che c’era qualcuno in bagno si era coperto,ma Elena era già scappata.
Lui non era un tipo che si faceva problemi,aveva un ego smisurato. Sapeva di essere bello e non si preoccupava di certo di farsi vedere nudo. Ma non voleva passare per un maniaco.
Cosa che successe circa due giorni dopo. Dean aveva fatto irruzione nella stanza della sorella per ucciderla.
Quella sconsiderata aveva macchiato con del gelato il sedile della sua bambina. Era una piccolissima goccia,ma la sorella meritava comunque una tortura. Peccato che nella camera non si fosse ombra di Beth.
Trovò invece un’Elena in intimo che stava per provarsi un vestito appena comprato da Beth. La rossa si era accorta solo dopo che gli andava troppo grande,così aveva deciso di regalarlo ad Elena. Beth era andata a prendere due limonate fresche in cucina così da lasciare tempo all’amica per provarsi il vestito.
Ma quand’era salita aveva trovato il fratello imbambolato a fissare l’amica,che sembrava essere talmente sotto shock da non fare niente per coprirsi.
<< Dean! >>urlò allora Beth e il fratello sembrò riprendersi,fece le sue scuse e andò a rinchiudersi nel garage per pulire la sua amata impala,mentre si continuava a torturare per quella terribile figuraccia.
Dopo questi avvenimenti nessuno dei due era più riuscito a guardare l’altro in faccia,oltre per i soliti saluti.
Soprattutto Elena lo evitava di continuo. Dopotutto Dean si sentiva con la coscienza apposto,erano stati degli incidenti e poi non si scandalizzava mica a vedere una ragazza in intimo. Ma Elena solamente a sentire il nome “Dean” arrossiva ripensando alla scena del bagno. Era quella che l’aveva scossa di più,non avrebbe mai avuto il coraggio di parlare con Dean.
Allora aveva pensato di parlarne con Beth,ma anche la ragazza sembrava vivere su un altro pianeta.
In quei giorni Elena si era sentita,tramite qualche messaggio con Stefan che si voleva assicurare che stesse bene. Naturalmente la Gilbert aveva evitato di raccontargli degli incidenti con Dean,ma per il resto era felice. Stava vivendo meglio di quanto pensasse insieme ai Winchester e Stefan non aveva nulla di cui preoccuparsi. A Elena la rendevano particolarmente felice le attenzioni di Stefan. Le facevano sperare in un loro possibile ritorno,ma il fatto di non vederlo per tutta quella settimana a scuola la fecero insospettire. E quando glielo chiese,il vampiro gli aveva risposto che  era difficile stare in un ambiente con tutte quelle persone e che aveva bisogno di un altro po’ di tempo per abituarsi. Elena non aveva obiettato,ma la cosa non la convinceva. 

SALVATORE
In realtà quella settimana i Salvatore avevano avuto molto da lavorare. Poi il pessimo umore di Damon non aiutava particolarmente. Il vampiro ancora non si riusciva a capacitare di quello che era successo quella fatidica notte. Come si era permesso quel Dean Winchester di parlargli in quel modo?
Nessuno gli si rivolgeva così senza pagarne le conseguenze.  E poi cosa faceva Elena? Decideva di mettersi dalla sua parte. Quella era stata una vera pugnalata.
Non poteva crederci che la ragazza aveva preferito degli sconosciuti a lui e suo fratello. In particolar modo a lui. Aveva fatto il possibile per essere alla sua altezza,per farle capire quanto fosse disposto a fare per lei.
E invece sembrava proprio che a Elena non fregasse niente. Ma lui non poteva farci niente.
L’amava e per questo avrebbe fatto di tutto pur di proteggerla da Klaus.
<< Dov’è la Barbie vampiro? >>aveva chiesto con stizza appena rientrato in casa. Lui e la biondina dovevano scambiarsi due paroline.
<< Sarà andata subito da Klaus. Non prendertela con lei. Noi per primi ci siamo cascati,Caroline si sentirà in colpa già di suo. >>aveva risposto Stefan cercando di difendere la sua amica.
Damon aveva risposto con una specie di grugnito e ormai,da una settimana li aveva usati troppo spesso quei suoni. Stefan una volta,per alleggerire l’atmosfera,aveva scherzato dicendogli che si sarebbe frantumato i denti se avesse continuato così. Ma si era beccato solamente un libro in faccia.
No,Damon non era dell’umore giusto per scherzare e non sembrava intenzionato a calmarsi.
Inoltre il fatto che continuassero a non trovare scritto niente su quei libri,sembrava peggiorare ancora di più l’umore del bel moro.
Per questo quando Stefan aveva trovato qualcosa d’interessante,nel bel mezzo della notte,era corso in camera del fratello saltando sul letto.
Dopo lo reputò un gesto molto infantile da parte sua che era sempre stato una persona pacata,ma sperava così di rendere un po’ contento Damon. Nonostante il pessimo umore,il fratello non aveva smesso di aiutarlo con il suo problema del sangue facendogli trovare un bicchiere di sangue sul tavolino del soggiorno.
Anche di mattina e di sera.
Stefan voleva ringraziarlo in qualche modo,e quello sembrava il modo giusto.
Damon si svegliò di soprasalto  e il suo primo impulso fu quello di spingere via Stefan dal letto,ma il minore non demordeva.
<< Damon! Guarda cos’ho trovato! >>aveva cercato di dire per convincere il fratello a svegliarsi del tutto.
Damon si passò una mano sulla faccia e borbottando qualcosa si decise a mettersi seduto.
<< Sentiamo fratellino >>aveva detto.
<< Su questo registro sembra proprio che i nostri nipoti abbiano usato un tipo di legna particolare. L’avevano preso da un albero insolito e unico,per questo avevano deciso di costruire qualcosa di altrettanto speciale. Indovina di cosa si tratta. >>spiegò Stefan.
<< Non ho voglia degli indovinelli Stefan >>rispose scocciato Damon.
<< L’albero era una quercia bianca e hanno costruito il Wickery Bridge. >>disse Stefan facendo un sorriso soddisfatto che riempì anche i suoi occhi verdi smeraldo.
Damon ricambiò quel sorriso e sembrava tanto sul punto di gridare “Vittoria!Vittoria!”
<< Non ci resta altro che andare a impiccare un bell’incendio e recuperare qualche asse >>disse infine il maggiore.
<< Dobbiamo solo decidere quando >>
<< Possibilmente prima di quell’ibrido. Domani andrò a vedere com’è la condizione del ponte e la sera agiremo >>disse risoluto Damon. Niente sarebbe potuto andare storto.
<< Secondo te perché Klaus deve ancora fare niente? >>chiese Stefan dubbioso.
<< Non lo so. Ma dobbiamo sfruttare questo vantaggio poi ci dedicheremo ai Winchester. >>
<< Pensi che siano ancora un pericolo per noi? >>
<< Ne sono convinto. Sono dei tipi strani e voglio eliminare il problema prima che sia troppo tardi. >>
<< Damon,non uccideremo nessuno >>
<< Ti preferivo di più quand’eri il sadico squartatore senza scrupoli. E ora fila via dalla mia stanza. >>disse Damon rimettendosi di nuovo disteso.
Stefan alzò gli occhi al cielo e andò anche lui a dormire. Poteva essere finalmente più sereno.

DAMON
 Come aveva detto,Damon il giorno dopo andò al ponte e trovò uomini che lavoravano dappertutto. Aveva chiesto in giro e gli avevano risposto che il ponte era in ristrutturazione,ormai terminata e che fra un paio di giorni ci sarebbe stata un festa d’inaugurazione.
Damon si disse che l’avrebbe concesso. Dopotutto presto sarebbe rimasto che un cumolo di ceneri e qualche paletto per ricordare quell’amato ponte. Era una festa d’addio più che altro.
Però voleva essere certo che tutti i pezzi fossero lì,ma gli avevano detto che il fascicolo l’aveva il sindaco Lookwood. Così Damon era andato a cercarla ma sembrava essere scomparsa.
Che Klaus fosse stato più veloce? Cosa voleva dal sindaco? Voleva dire che allora cercava qualcosa in quei fascicoli? Possibile che mai niente potesse andare nel verso giusto?
Ma Damon si riprese presto grazie un buon bicchiere di bourbon preso al Grill. Non c’era di che preoccuparsi. I suoi paletti li avrebbe presi dal ponte,punto.
Uscito dal Grill decise di ritornare a casa,per poi decidere se partecipare o meno a quella festa.
Ormai ogni volta che usciva di casa aveva l’impulso di andare a casa Winchester per accertarsi lui stesso che Elena stesse bene,ma era troppo orgoglioso per farlo.
Però si trattava di Elena.
Aveva questi pensieri quando vide una chioma rossa uscire da un negozio. Non si era dimenticato della parentesi Beth Winchester.
Dean Winchester era un montato che presto sarebbe andato all’altro mondo,Sam Winchester era uno spilungone che,per aiutare il fratello,sarebbe stato ucciso anche lui e poi c’era quella piccoletta.
Se si fosse messa in mezzo non l’avrebbe risparmiata,ma ogni volta che doveva privare il mondo di una bellezza femminile,si sentiva in colpa. Una colpa grande quanto una briciola,ovviamente.
Poi Beth l’aveva particolarmente incuriosito. Non c’era un vero perché,ma il fatto che sembrava una volta pendere dalle sue labbra e l’altra volta volerlo tenere testa. Trovava il tutto molto divertente e l’aveva presa quasi come una sfida.
Così decise di andarla a infastidire un po’,giusto per vedere quale versione si sarebbe presentata quel giorno.



Buona domenica a tutti! Ecco un nuovo capitolo che spero possa essere stato di vostro gradimento.
Dopo l'incendio di casa Gilbert,le cose si calmano un pò. La calma prima della tempesta diciamo xD
Vediamo un pò la convivenza fra Elena e i fratelli Winchester,soprattutto con Dean. Prende tutto molto per le pinze. Ora non è che loro saranno una coppia sicura,ci devo ancora pensare. Però mi piacere mischiare un pò le carte e fare interagire tutti i personaggi con tutti,ecco.
Piccolo momento Defan. I due continuanno le loro ricerche e trovano finalmente la soluzione al loro problema con Klaus. O almeno credo così xD
Vediamo un pò Damon agire e poi incontra Beth. Volevo mettere anche il loro dialogo,ma il capitolo sarebbe venuto troppo lungo,così l'ho tagliato.
Posterò fra martedì-mercoledì,così da non far passare molto tempo ;)
Ringrazio tutti quelli che continuano a seguire la mia storia e chi continua a recensiere capitolo dopo capitolo,davvero grazie!
Alla prossima!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


DAMON-BETH
Così decise di andarla a infastidire un po’,giusto per vedere quale versione si sarebbe presentata quel giorno.
Inoltre,non poteva nascondere di voler estorcere dalla ragazzina qualche notizia su Elena. Voleva sapere come stava.
<< Salve Jekyll >>le disse in un orecchio approfittando del fatto che la ragazza fosse di spalle.
Beth sussultò e subito si girò. Ovviamente non aveva bisogno di voltarsi per sapere chi fosse il proprietario di quella voce.
<< Jekyll? >>chiese perplessa.
<< Sì. Quale versione mi offrirai oggi di te? Quella da dottor Jekyll o Mr Hide? >>disse Damon sogghignando.
Beth non sapeva che rispondere. Era uscita un attimo per andare a comprare delle cose per la casa e non si aspettava di incontrarlo. Dopo quella notte dell’incendio non era più successo. Anche quando erano uscite lei e Elena,per Mystic Falls non avevano mai visto il moro. Elena le aveva confessato che era un po’ preoccupata,anche perché nemmeno Stefan si stava facendo più vivo a scuola. Matt aveva detto che Damon non andava più al Grill da un paio di giorni,il che era strano visto che il vampiro era un cliente abituale.
Beth non aveva capito bene che rapporto c’era fra Elena e Damon,solamente sapeva che la ragazza ci teneva anche a questo Salvatore e a lei era sorto spontaneo chiedersi a chi dei due fratelli tenesse di più.
Aveva notato la luce negli occhi che la sua amica aveva quando parlava di entrambi ed era difficile dirsi chi amava. Beth si rispose che nemmeno Elena doveva saperlo e che si era cacciata in un bel guaio.
Non erano ancora in quel tipo di confidenza da dirsi cose del genere,soprattutto perché i Salvatore non erano nominati spesso. Elena ne parlava raramente e per Beth era chiaro il motivo. Dovevano essere vampiri e naturalmente Elena non voleva metterli in pericolo.
La rossa aveva anche notato il comportamento di quella sera che avevano avuto i due fratelli nei confronti della ragazza. Anche lì non sapeva dire chi l’amasse di più. Se quella luce negli occhi potesse definirsi amore. Lei non ne sapeva molto in quel campo,quindi non poteva ne giudicare ne dare conclusioni.
Ma aveva letto e visto parecchi film per poter dire che un triangolo non era mai una cosa sana.
Non conosceva bene Stefan quindi non poteva capire appieno come Elena potesse essere innamorata di lui,ma poteva capire quello che riguardava Damon.
Non che lo conoscesse,ma poteva immaginarsi come ci si doveva sentire a essere fissata con amore da quegli occhi azzurri come il ghiaccio. Come doveva essere sentirsi afferrare da quelle mani.
Come doveva essere baciare quelle labbra.
Beth scacciò quei pensieri dalla sua mente e decise di rispondere al moro. Quale Beth doveva mostrare?
Ormai quella seduttrice era inutile,ma non voleva nemmeno essere se stessa. Lei era timida e arrossiva per ogni cosa che diceva il vampiro. Quindi decise di usare una via di mezzo,se ci riusciva.
<< Sono una persona versatile. >>rispose semplicemente voltandogli le spalle e incominciando a camminare verso casa.
<< La cosa sembra interessante. Quindi oggi saresti quella sostenuta? >>continuò Damon seguendola.
<< Non c’è bisogno di interpretare nessun ruolo. Mi viene spontaneo allontanarmi da te >>rispose Beth continuando a camminare.
<< Cosa ti ho fatto che ti spinge ad allontanarti da  me? >>
<< Il fatto che tu sia un completo sconosciuto che continua a importunarmi non dovrebbe portare ad allontanarmi da te? >>
<< Mi reputi ancora uno sconosciuto? Cosa posso fare allora per diventare un conoscente? >>chiese Damon bloccandole la strada e avvicinandosi pericolosamente a lei.
La sua voce era carica di malizia e il modo in cui la guardava,socchiudendo leggermente gli occhi,era assolutamente seducente. Nessuna ragazza sarebbe riuscita a mantenere la calma in un momento del genere,ma Beth fece il possibile. Si fermò e prese un bel respiro.
Quella fu una pessima mossa. Aveva il vampiro così vicino a lei che l’unica cosa che riusciva a inalare era il profumo di lui. Era così inebriante.
Beth cercò di riprendere il controllo della situazione,ma era più difficile del previsto.
Era così perfetto quell’uomo,non c’era niente che potesse dirgli contro. Era sagace,bello,ironico.
Ma era un vampiro,un mostro che chi sa quante vite umane aveva portato via.
Ecco,doveva concentrarsi su quell’ultimo  pensiero.
<< Perché ti interessa tanto diventarlo? >>riuscì a rispondere alzando un sopracciglio.
Doveva cercare di essere più furba,più ironica di lui. Damon sembrava il tipo che riusciva a rivolgere con le parole la situazione dalla sua parte. Anche lei ne era capace,ma sembrava che lui fosse molto più esperto.
Riuscì a passare oltre il vampiro e a continuare a camminare. Ormai non mancava molto a casa sua,sarebbe riuscita a resistere.
<< Mi incuriosisci >>rispose semplicemente il moro,continuando a seguirla.
<< E cosa sono? Un nuovo animaletto da laboratorio da osservare? >>chiese indispettita lei.
Damon sogghignò. Quella battutina gli fece venire in mente Stefan.
In entrambi i casi,Beth rischiava di finire senza più una goccia di sangue.
<< Ti faccio ridere? >>disse ancora più indispettita la ragazza. Sapeva di non essere una modella ma essere considerata a quel livello non l’avrebbe tollerato.
In una piccola parte di lei c’era un altro sentimento che stava nascendo.
Si sentiva ferita. Non voleva che Damon pensasse questo di lei.
Ma quella parte di lei era ancora piccola piccola ed era facile evitarla.
<< Sai essere sarcastica. Non riesce a tutti,Pettirosso* >>rispose il vampiro guardandola bene.
Con quell’aria imbronciata e tutti quei capelli arruffati,sembrava ancora più piccola.
Era come un pettirosso. Damon era soddisfatto di aver trovato un soprannome anche questa volta appropriato.
<< Pettirosso? Non osare mai chiamarmi così! E’ un nomignolo orribile e poi chi ti da queste confidenze? >>disse una Beth ancora più stizzita.
Quel Damon Salvatore stava andando oltre la sua pazienza.
Sapeva già di suo di non essere molto alta e che quella massa aggrovigliata di capelli sembravano darle un aspetto ancora più infantile. Non c’era bisogno che le venissero affibbiati anche soprannomi che non facevano che marcare questi suoi difetti.
<< Non te la prendere Pettirosso. Non vuol dire che non sei carina. >>disse Damon prima di scoccarle un sorriso mozzafiato,per poi scoppiare a ridere.
Beth era rimasta senza respirare quando Damon le aveva fatto quel complimento,ma poi tutto era stato spazzato via da quella melodiosa risata. Era stato un insulto,ma non poteva che ammirare un suono del genere. L’unica cosa che riuscì a fare fu quella di avanzare il passo,sbattendo un po’ di più i piedi a terra.
Era un comportamento da bambina,ma era meglio prendersela con il marciapiedi che con la faccia di quel tipo. Era indecisa se prenderlo a pugni o urlargli contro.
Damon subito la rincorse e disse:<< Avanti Pettirosso,non te la sarai mica presa? Sono le tue espressioni che sono decisamente buffe >>cercò di scusarsi.
<< Non pensi di avermi insultato abbastanza per oggi? Se il tuo obbiettivo era quello di conquistarmi con la tua ironia,sappi che non ci sei riuscito >>
<< Ma questo non potrà fermarmi dal salutarti e importunarti ogni volta che voglio,Pettirosso >>disse Damon con un sorriso spavaldo.
<< Ma ti senti? Sappi che se solo ti permetterai di chiamarmi di nuovo con quel nomignolo,sarà l’ultima parola che avrai pronunciato. >>e nella voce di Beth non c’era ironia. Poteva essere bello quanto voleva,ma permettersi di dire certe cose non ne aveva il diritto. Lei era una Winchester,ma soprattutto era una donna e nessuna si farebbe trattare così da un uomo qualunque.
Quel tipo era uno spaccone,oltre che lunatico,abituato ad avere tutto con i suoi modi di fare e per il suo bell’aspetto. Beth non aveva ancora capito bene cosa lui davvero volesse da lei ne cos’erano quelle strane sensazioni che provava quando era con lui.
Ma non avrebbe mai avuto un’influenza tale da impedirle di spaccargli la faccia.
Damon si prese un attimo per osservare l’espressione seria di quel Pettirosso.
Di buffo ormai non c’era più niente. Anzi,sembrava più una draghessa pronta a staccargli la testa. Allora l’osservò da un’altra angolazione,come se davanti a lui avesse un’altra ragazza. I suoi capelli sembravano delle fiamme e la sua espressione era seria e minacciosa. Ma c’era un che di accattivante e attraente,che lo spingeva a voler alimentare quel fuoco che sembrava essere nato in lei.
Ma decise di star a sentire una vocina nella testa che gli diceva che rischiava davvero di scottarsi.
Forse aveva esagerato,ma era da tempo che non lasciava libero quel suo lato. Quello del predatore,del seduttore,del cattivo.
Se non avesse saputo che Beth poteva davvero infilargli un paletto nel cuore,se fosse stata completamente umana,l’avrebbe influenzata e avrebbe fatto un buon pasto.
Si era accorto dal primo momento della fragranza afrodisiaca che la ragazza emanava. Era puro nettare quello che scorreva nelle sue vene e,la sua voglia di poter rivivere almeno un momento di quella sua vita fatta solo di sangue e sesso,l’avevano portato a comportarsi così con lei.
Ma non poteva essere lei una sua ipotetica vittima,non poteva essere lei un giocattolino con cui sfogare le sue frustrazioni e la sua rabbia. Gli doveva essere chiaro fin dal primo momento,ma non poteva negare l’attrazione che provava per lei.
Era pura curiosità,sia ovvio.  Ma quel sangue lo spingeva ad avvicinarsi a lei,e passare tutto quel tempo non aveva fatto che aumentare il desiderio di assaggiarne un po’. Mai era stato tutto quel tempo con lei e quindi ora quella sua qualità si era fatta molto più presente,molto più vivida di quanto non fosse prima.
Damon sentì i canini premere contro le gengive. Era da tempo che non provava una sensazione del genere,era bello rivivere quelle sensazioni e ancora una volta la voglia di giocare con quello scricciolo lo pervase.
Ma non poteva,no quando erano per strada,no quand’era davanti casa sua,no quando c’era Elena che li osservava dalla finestra.
Damon sembrò riprendere contatto con la Terra,sbattendo anche un po’ gli occhi.
Beth,che non aveva per un solo istante mollato lo sguardo del vampiro,fu curiosa di vedere cosa fosse stato così potente da distrarre un Damon che sembrava completamente immerso in un mondo tutto suo.
La sua risposta la trovò vedendo che c’era Elena Gilbert che li osservava dalla finestra.
Beth si sentì particolarmente strana. Tutto quel momento con Damon era stato strano,ma questo era diverso. Era da aggiungere alla sua lista di sensazioni strane che dovevano poi essere esaminate a mente lucida.
Elena vedendo che era osservata subito si allontanò dalla finestra e Beth potè vedere per un attimo gli occhi azzurro-ghiaccio di Damon intristirsi. Ma fu solo un secondo,dopo ritornarono a essere quelli di sempre. Quelli seri ma con una punta di malizia e divertimento.
Come fosse possibile,Beth non lo sapeva dire ma ormai aveva perso il conto delle cose strane che stavano succedendo.
<< Sarà meglio che vada. A presto Pettirosso. >>disse Damon con il suo solito tono di voce,ma c’era una nota strana che non seppe come identificarla. Lui le fece un occhiolino per poi girarsi e allontanarsi a piedi.
Beth corrugò la fronte,confusa dai continui sbalzi d’umore del vampiro e poi gli urlò dietro:<< Non chiamarmi più così! >>.

BETH-ELENA
Quando rientrò in casa,Elena le andò vicino per afferrare la borsa con le cose che Beth aveva comprato.
Elena non aveva potuto evitare di osservare quell’attimo in cui Damon e Beth non si stavano parlando,però avevano gli sguardi incatenati. Elena non sapeva come definire la cosa,ma chiunque avrebbe pensato che quei due insieme avrebbe potuto scatenare un incendio per il fuoco che ardeva nei loro occhi. Era un fuoco particolare però.
<< Ti ha fatto qualcosa Damon? >>chiese preoccupata e non sapendo come definire quegli sguardi.
<< No. Si è solamente messo in testa di volermi chiamare Pettirosso. >>spiegò Beth ancora indignata per quel nomignolo.
<< Damon è fatto così. Si diverte a dare a tutti un soprannome. >>disse Elena sorridendo. Peccato che quel sorriso non arrivò agli occhi,e Beth lo notò.
<< Potevi uscire e parlargli se volevi >>osservò Beth aiutando Elena a posare quel poco di spesa che aveva fatto.
<< No,non è il caso >>disse semplicemente la Gilbert e la rossa annuì.
Stranamente non si sentiva di andare a indagare di più fra quello che succedeva fra la sua amica e quello strano uomo. Una vocina in lei diceva che semplicemente non voleva. Beth non rispose alla vocina,ma il discorso Damon Salvatore non venne più toccato. Ma era solo questione di giorni.
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Mancavano solo un giorno alla festa d’inaugurazione del ponte e c’era più di una persona interessata a quell’evento. Damon non era più riuscito a mettere le mani sui quei fascicoli ed era andato un’altra volta al ponte per controllare. Niente gli sembrava fuori posto,ma era certo che qualcosa sarebbe andato storto. Per questo motivo che aveva deciso che avrebbe partecipato a un’altra di quelle insulse feste e Stefan decise che l’avrebbe accompagnato. Era meglio rimanere uniti in momenti del genere. Infatti anche il minore dei Salvatore avvertiva uno strano presentimento. Era pur sempre vero che le feste in quel paesino non andassero mai a buon fine,quindi i suoi presentimenti alquanto negativi erano più che legittimi.
Anche i Winchester e Elena erano stati invitati. Elena era un membro delle famiglie fondatrici mentre i Winchester erano i nuovi arrivati. Come ogni sindaco che si rispetti,anche Carol doveva dare una buona impressione della sua città. E quale modo migliore di farlo se no mostrandolo a una festa?
Ma i quattro erano molto indecisi. Elena,dopo le sue precedenti feste era un po’ titubante e poi c’era ancora il mistero di chi avesse incendiato la sua casa. Mentre per quanto riguardava i Winchester…bè loro semplicemente non erano tipi da festa. O almeno,no di quelle cittadine. Si sentivano sempre estranei a quelle faccende. Loro non appartenevano a quei paesini,che senso aveva partecipare a quelle feste dove tutti si conoscevano?
L’unica davvero felice di quella festa era Caroline. 






Salve lettori ^^ Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.
Allora vediamo un nuovo dialogo fra Damon e Beth. In poche parole Beth prova "strane sensazioni piacevoli" quand'è con il nostro amato vampiro,ma non per questosi farà mettere i piedi in testa. Invece Damon è attratto da lei per primo perchè è curioso secondo per il sangue. Ovviamente a pensare che si piacciono siamo ancora lontani,ma a piccoli passi ci arriveremo.
Accennato momento Delena e poi un piccolo confronto fra Beth e Elena. Le due sono diventati grandi amiche,ma l'argomento Salvatore è ancora un pò troppo spinoso per affrontarlo.
Pezzo finale dove c'è un pò di preparativi pre-festa. Il fatto che Caroline si felice è una vera sciocchezza,credetemi xD
Ringrazio come sempre tutti quelli che continuano a seguire questa storia e a recensire <3
Alla prossima! 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


CAROLINE-KLAUS-REBEKAH
Il giorno dopo l’incendio,Caroline aveva incontrato Klaus che camminava per strada sorridente. In realtà  si era ripromessa che non gli avrebbe rivolto più la parola. Poteva fargli tutti i regali che voleva,ma quella volta Caroline sarebbe stata irremovibile.
Ma la voglia di fargli sparire quel sorrisetto era troppa e dovette rompere la promessa che aveva fatto con se stessa.
<< Klaus! >>lo chiamò avvicinandosi a lui.
<< Buongiorno cara>>disse l’ibrido e notò lo sguardo minaccioso della bionda.
Cosa le era successo? Lui aveva rispettato il loro patto,come minimo la ragazza adesso si sarebbe dovuta prostrare ai suoi piedi per ringraziarlo. E invece sembrava più intenzionata a volerlo prendere a schiaffi.
<< Mi sembri un po’ nervosa… >>disse e Caroline si innervosì ancora di più.
<< E me lo chiedi anche? Avevi promesso.. >>l’accusò lei.
<< Sì e io ho mantenuto la mia promessa >>disse Klaus.
<< Non prendermi in giro. Ieri sera Elena ha rischiato di morire perché la sua casa è andata misteriosamente a fuoco. >>disse facendo le virgolette con le mani alla parola ’misteriosamente’.
<< Elena? Io avevo detto ai due licantropi casa Winchester. >>disse sicuro di sé Klaus.
<< E io dovrei crederti? >>continuò Caroline.
<< Caroline io non avrei mai rotto una promessa. E poi che motivo avevo di uccidere la doppelganger?  >>
Caroline potè di nuovo vedere come gli occhi azzurrissimi di Klaus traspirassero piena sincerità così come le sue parole. Lui aveva ragione…
Ma no! Non ci sarebbe ricascata. Mai più.
<< Mi fidavo di te. >>disse con rabbia e poi si allontanò da lui quasi correndo.
Klaus voleva inseguirla ma in quel momento c’era un altro sentimento che aveva la meglio in lui. La rabbia. Così tornò spedito a casa per discutere con la sorella.
La ragazza era pigramente distesa sul divano del salotto,quando Klaus rientrò sbattendo la porta così forte che stava quasi per scardinarla.
<< Rebekah! >>tuonò l’ibrido.
<< Cos’è successo Nik? >>chiese svogliatamente la bionda.
<< Ieri sera. Hai rischiato di far morire la doppelganger,ti sei messa in mezzo,ma soprattutto ti sei messa contro di me >>disse con una voce così forte e minacciosa da far scattare la sorella dal divano.
<< Nik ma di cosa parli. Io non ho fatto niente. Sono rimasta a casa tutta la sera >>disse Rebekah.
<< Finché non saprò chi è il colpevole ti consiglio di rimanere in campana,sorella >>la minacciò Klaus.
Rebekah rimase senza parole. Suo fratello non la credeva e questo faceva male. Soprattutto l’aveva minacciata. Quella ferita non si sarebbe tolta facilmente,si andava semplicemente ad accumulare insieme a tutte quelle che il fratello gli aveva già fatto. Lei era contraria a tutti i piani che il fratello stava adottando da un po’ di tempo,ma non gli avrebbe mai fatto un affronto così grande. Sapeva quanto fosse importante quell’insulsa doppelganger per lui,insomma non aveva nemmeno ucciso Caroline.
Questo non doveva essere un segnale di fiducia?
Ormai non sapeva più che fare per essere accettata almeno dal fratello.
Non le importava di quello che pensavano gli altri,ma del rispetto e dell’appoggio della sua famiglia lei ne aveva bisogno e Klaus era la sua famiglia.
E nel bene o nel male l’avrebbe fatto ragionare.
Un’altra idiozia era il piano che il fratello aveva ideato per distruggere quel maledetto ponte. Sì,sarebbe andata anche lei a quella festicciola e l’avrebbe fatto ragionare.

CAROLINE-ELENA
Caroline si sentiva un po’ meglio dopo aver affrontato Klaus. Ora poteva finalmente mantenere fede alla promessa che aveva fatto con se stessa. Non parlargli più.
 Durante la settimana era andata anche a casa dei Salvatore. Nonostante avesse paura di una loro reazione,gli doveva delle scuse. Stefan fu subito pronto a consolarla,mentre Damon l’avrebbe voluta staccare la testa,ma il fatto che non l’avesse fatto era un buon segno. Caroline era felice che almeno i suoi due amici vampiri l’avevano perdonata e furono proprio loro a parlarle della festa. Naturalmente lei già ne era a conoscenza,ma si meravigliò nel sapere di tutta quella questione della quercia bianca e del fatto che Klaus nascondesse qualcosa.
<< E tu piccola Barbie dovrai scoprirlo o almeno distrarlo. >>disse Damon.
<< Ma io avevo deciso di non parlargli più. >>cercò di contra abbattere Caroline.
<< Secondo te sono più importanti le promesse che fai con te stessa o uccidere quell’ibrido? >>chiese Damon sarcasticamente e la bionda non ebbe niente da ridire.
Aveva ragione,e così fu costretta  a rompere la sua promessa.
Ma era pur sempre una festa e lei era famosa in tutta Mystic Falls per essere l’anima di qualsiasi party. Ma avrebbe tanto voluto che anche gli altri suoi amici fossero lì con lei.
Non voleva passare tutta la serata a complottare contro Klaus. Sempre se l’originale si fosse presentato,dopotutto c’era anche la possibilità che non venisse.
Caroline ci sperava tanto.
Sia Bonnie che Matt avevano detto che non sarebbero venuti. Poi c’era Elena.
Dopo quel loro piccolo litigio e l’incidente della casa,Caroline non riusciva più ad avvicinarsi. Inoltre era sempre con uno dei Winchester. Lei era riconoscente ma non sapeva se potersi fidare o meno di loro. Potevano sempre essere un pericolo per lei che era un vampiro,ma Elena sembrava essere felice con loro. Per questo si stupì quando fu proprio la Gilbert ad avvicinarsi a lei e a chiederle della festa.
<< Tu cosa farai Care? Ci vai? >>
<< Penso di sì. Tu? >>aveva risposto semplicemente. Voleva tanto chiedere a Elena di accompagnarla,ma non voleva metterla di nuovo in pericolo.
<< Non saprei. Ultimamente ho paura di andare alle feste. Però per svagarsi un po’… >>
Caroline non sapeva come obbiettare. Se le avesse detto che non poteva venire perché avevano un piano contro Klaus,la Gilbert sarebbe venuta di sicuro. Se invece le diceva di venire le sarebbe potuto succedere qualcosa. In ogni caso rischiava la vita,tanto valeva che decidesse da sola.
Elena ci pensò un po’ e poi decise:<< Sì,ci verrò. Sarà l’opportunità per scoprire cosa tu,Stefan e Damon mi state nascondendo. >>
<< Noi.. >>come poteva continuare? Doveva parlare o meno?
<< Non ti preoccupare Caroline non voglio metterti in difficoltà. Tanto lo scoprirò da sola. >>disse sicura di sé la Gilbert.
In quel momento arrivò in classe anche Beth che andò a posare la sua borsa al banco infondo alla fila sinistra e poi andò a salutare le ragazze.
Con Caroline non aveva relazionato molto,dopo l’accaduto della collana,ma comunque si salutavano sempre.
<< Tu viene alla festa Beth? Io ho deciso di andarci. >>le disse Elena.
<< Non saprei… >>disse ancora indecisa Beth.
<< Dai ci divertiremo. Da quant’è che non vai a una festa? >>insistette Elena.
<< Ti ho spiegato il perché >>cercò di obbiettare la rossa.
<< Ma è pur sempre una festa con musica,alcool e ragazzi. Che sia cittadina è solo un dettaglio >>continuò la Gilbert.
Elena non sapeva cosa pensare di quella festa,ma voleva per una volta credere che non sarebbe potuto succedere niente. Aveva visto lo sguardo triste di Beth quando gli aveva spiegato perché lei e i suoi fratelli preferivano sempre non partecipare a eventi del genere.( Beth aveva omesso che questo succedeva quando non c’era del lavoro di mezzo,ma erano particolari.)
Quindi Elena voleva portare Beth a una festa. Lei aveva fatto tanto per lei in quella settimana e avrebbe fatto di tutto per sdebitarsi. Anche lasciargli Damon.
Quella era una situazione particolarmente delicata.
Dopo che la Gilbert li aveva visti dalla finestra aveva incominciato a pensare che a Beth,Damon piacesse.
Aveva notato lo sguardo che aveva quando lei glielo nominava e di come quando rimaneva assorta molto spesso immersa nei suoi pensieri.
Elena non la conosceva bene dopotutto,quindi all’inizio aveva pensato che fosse una caratteristica dell’amica ma poi Sam gli aveva confessato che anche lui si era insospettito perché Beth non rimaneva mai in silenzio e con quell’espressione persa nel vuoto. Elena voleva andare dritta al punto e magari aiutarla,ma non ci riusciva.
Una vocina nella testa gli diceva che era gelosa. Non voleva che Damon fosse di qualcun’altra. Ma quelli erano pensieri insensati e egoistici. Non erano suoi e lei li ripudiava categoricamente.
Non sapeva ancora bene cosa provava per il vampiro,ma non era arrivata a quel punto.
Per questo,avendo scacciato quella vocina maligna,si era decisa che avrebbe aiutato Beth. O almeno avrebbe cercato di farle passare dei momenti insieme a Damon.
Magari avrebbe fatto bene anche a lui. Beth era così carina,gentile,divertente,ma anche un tipo tosto e intelligente. Sarebbe stata perfetta anche per Damon.
 Il problema era che il vampiro la vedeva come una minaccia,però poi le aveva parlato e le aveva dato un soprannome! A volte Damon era davvero difficile da capire.
Comunque il suo obiettivo non era quello di trovare una ragazza a Damon,ma aiutare la sua amica. Per questo aveva visto la festa una buona occasione.
Era certa che il vampiro ci sarebbe stato.
Quindi avrebbe portato Beth alla festa e si sarebbe tenuta lei lontana dal ragazzo.
<< E va bene. Andiamo a questa festa. >>disse infine Beth.
Elena sorrise e l’abbracciò felice. Si sarebbe andata bene.

WINCHESTER
Ritornate a casa Beth e Elena avevano avvertito anche Sam e Dean della loro decisione,ma i due fratelli non erano ancora convinti.
La verità era che in una settimana non avevano scoperto niente e quindi andare a una festa non era per niente il caso. Erano delusi e arrabbiati con loro stessi.
Come era possibile che nessuno sapesse niente di quell’albero?
Erano andati alla biblioteca cittadina e non avevano trovato niente.
Avevano cercato sul pc,ma ancora niente.
Volevano anche chiedere in giro,ma non era prudente.
Quindi erano lì da una settimana senza concludere niente.
<< Cosa dobbiamo fare Sammy? >>chiese Dean mettendosi anche le mani nei capelli,per poi sbuffare sonoramente.
<< Non ne ho idea. Magari un viaggio nel tempo. Recuperiamo la Colt prima che i proiettili finiscono. >>disse Sam senza convinzione.
Dean non si preoccupò nemmeno di rispondere,era una stupidata.
<< Io non la scarterei come idea. >>disse Beth facendo il suo ingresso nel salone.
<< Cosa ci fai ancora sveglia? >>chiese Sam.
<< Guardate che lo so benissimo che approfittare di quando io e Elena dormiamo per discutere del nostro problemino. >>disse in tono accusatorio la ragazza.
<< Sembri così rilassata e felice che abbiamo pensato che volevi una pausa da tutto questo >>confessò Dean.
<< Sentite io non mi sono dimenticata di quello che sono e del nostro compito. E’ vero,mi sto rilassando,ma non per questo voglio mollare. >>disse Beth appoggiando le mani sul tavolo.
<< Siamo una squadra e lavoriamo sempre insieme. Ricordate? >>disse guardando i suoi fratelli.
<< Ma prima di tutto siamo una famiglia e vogliamo solamente il tuo bene. Per questo vederti molto spesso così nel mondo delle nuvole ci crea qualche sospetto. >>disse Dean.
<< Mi sbaglio o stiamo parlando di altro adesso? >>chiese perplessa la rossa.
<< Diciamo che è collegato. Abbiamo notato di come a volte sembri così assorta nei tuoi pensieri. C’è qualcosa che ti turba? >>domandò Sam e prima che Beth potesse rispondere,Dean aggiunse:<< E non dire che è per la questione di Klaus. >>
<< Non è niente,davvero. Quando succederà qualcosa,sarete i primi con cui parlerò. >>disse Beth nel tono più rassicurante che aveva.
<< Bene chiarito questo-continuò lei- cosa ne dite della festa? >>
<< Che potete benissimo andarci anche solo tu e Elena. >>rispose Dean.
<< Sapete quando vivevo nel mio sperduto paesino anche da noi si organizzavano spesso queste festicciole. Era un buon modo per relazionarci,per discutere dei problemi del paese. Questo lo facevano gli adulti ovviamente. Il punto è questo. Qui esiste un consiglio,hanno invitato Elena perché fa parte di queste famiglie fondatrici. Secondo voi quando avranno la possibilità di incontrarsi i membri se no a una festa? >>spiegò Beth lasciando i suoi fratelli a bocca aperta. Non ci avevano pensato.
 Beth sorrise soddisfatta e poi continuò:<< Niente di elegante mi raccomando,però un po’ di shopping vi farebbe bene. Buonanotte. >>e detto questo se ne andò.
I due fratelli si guardarono negli occhi e poi si sorrisero complici.



Buona domenica a tutti! Ecco un nuovo capitolo,che spero possa essere stato di vostro gradimento ^^
Mi sono dimenticata di dire l'altra volta,che sì il nome Pettirosso non è proprio frutto della mia fantasia. Infatti mi sono ispirata a come Damon chiama Bonnie nei libri ;)
Ma alcune di voi l'avevano già capito,brave ragazze xD
Ora passiamo al capitolo di oggi.
Sono gli ultimi preparativi pre-festa per vedere nel frattempo anche un pò cosa pensano alcuni di loro,visto che le loro decisioni determineranno ciò che accadrà nei capitoli dedicati alla festa.
Caroline è decisa a non parlare a Klaus,ma è costretta a farlo e non crede all'ibrido. Lui se la prende con la sorella,che non incassa molto bene il colpo e vede sempre di più la sua famiglia sgretolarsi davanti ai suoi occhi. Elena è decisa più che mai a sdebitardi con Beth e vorrebbe aiutarla con Damon. Cerca di comportarsi da amica e fa tutto con le migliori intenzioni,ma presto capirà che sta un pò sbagliando modo. Poi c'è un momento Winchester. Sono un pò frustati per il lavoro che non va molto bene,ma Beth riesce a farli ragionare.
Spero che non vi abbia annoiato questo capitolo,visto che è abbastanza calmo,ma presto arriverà un pò di azione..lo prometto xD
Ringrazio come sempre chi continua a seguire la mia storia e quelle due fantastiche ragazze che recensiscono sempre ogni mio capitolo. Grazie!
Alla prossima! 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


E così arrivò il giorno della festa. Non era una cosa elegante,ma Beth decise di indossare qualcosa di davvero carino. Di solito si vestiva con gli indumenti che definiva da cacciatrice. Jeans,magliettina,camicetta a quadrettoni e anfibi. Da quand’era a Mystic Falls si era concessa di indossare un paio di converse e delle ballerine. Quindi per quella festa voleva prepararsi per bene,ma non sapeva cosa sarebbe potuto succedere quella sera. Non aveva un buon presentimento quindi era meglio vestirsi comodo e magari nascondere una pistola e un paletto da qualche parte.
Alla fine aveva dovuto rinunciare alla sua idea di osare un po’ di più e aveva puntato sul semplice e pratico. Aveva messo una maglietta un po’ più particolare e larga,dei jeans stretti e degli stivali alti ma più eleganti. Dopotutto erano ancora in inverno e le temperature non erano ancora molto alte.
Ovviamente sotto la maglietta aveva nascosto qualche arma,per ogni evenienza.
I capelli li aveva lasciati sciolti ma in modo tale che fossero tutti appoggiati sulla spalla sinistra.
Anche Elena non aveva esagerato,indossando dei leggins e una maglia più lunga e anche lei gli stivali,lasciando i capelli sciolti.
Quando andarono al piano inferiore trovarono i due Winchester che le aspettavano.
Loro non erano diversi dal solito,ma sicuramente avevano uno aspetto più curato che metteva ancora più in luce la loro naturale bellezza.
Elena cercò di non fissarli troppo,soprattutto Dean. Ancora non si era dimenticata di quei piccoli incidenti e si sentiva così imbarazzata ma lui faceva il possibile per metterla a suo agio. Elena non poteva che essere,ancora una volta,riconoscente.
Entrarono nella Impala e arrivarono nello spiazzato fatto apposta per far parcheggiare le macchine che sarebbero arrivate per quella serata.
Ad accoglierli venne Carol che subito li portò a vedere la magnifica opera di ristrutturazione del ponte,sembrava nuovo.
<< Peccato per l’insegna >>aveva detto il sindaco.
<< Perché? >>chiese Dean.
<< Quella che vedete ora non è l’originale. Ne abbiamo dovuta creare una noi perché quella iniziale l’abbiamo data ad Alaric. Ma ho saputo che non sta molto bene,così non ho voluto disturbarlo. >>spiegò Carol.
<< Grazie,è stato molto carino da parte sua >>disse Elena.
Carol le rivolse un sorriso e poi andò ad accogliere altri invitati.
Elena sentendo nominare Alaric si era innevitabilmente rattristita e Dean le mise una mano su una spalla.
<< Si riprendirà. >>disse sorridendo.
Elena annuì ricambiando quel sorriso. Oh sì se non era in debito con quell’uomo.
<< Cibo! >>disse quest’ultimo allargando il sorriso e subito si catapultò sul banchetto.
<< Dean,ricardati le buone maniere! >>gli urlò dietro Sam andando a recuperare il fratello prima che gli facesse fare qualche brutta figura.
Elena e Beth risero ma vennero interrotte da una voce alle loro spalle.
<< Un po’ volgare >>disse la voce seducente.
Le due ragazze si girarono e si ritrovarono ovviamente i due zaffiri di Damon che le guardava con quello sguardo che solamente lui poteva avere.
<< Elena,Pettirosso. >>disse a mo di saluto.
<< Damon >>rispose con lo stesso tono Elena,mentre Beth disse:<< Ti ho già detto di non chiamarmi così! >>
Se prima sentire quella voce l’aveva completamente intontita,adesso era solamente indispettita.
<< Mi è piaciuta così tanto la tua reazione quel giorno,che ho deciso che ne vale la pena >>si giustificò Damon con il suo classico sorriso sulle labbra.
<< Stai attento che la prossima volta non mi limiterò alle semplici parole >>disse senza farsi scoraggiare Beth.
Ecco,Damon poteva rivedere quel fuoco. Quanto gli piaceva,era estremamente divertente e attraente.
<< Sarà ancora più interessante allora >>rispose allaciando il suo sguardo a quello di fuoco della ragazza.
Elena si sentì per un attimo triste. La stava ignorando.
Ma poi ritornò in sé. Era questo che voleva e a quanto sembrava Damon era stato più collaborativo di quanto avesse pensato.
<< Caroline! >>disse la Gilbert per poi correre incontro all’amica,non lasciando il tempo a Beth di seguirla.
<< Elena… >>era riuscita a dire l’altra,staccando gli occhi da quelli del moro.
Perché l’aveva lasciata da sola? Lei non poteva resistere a lungo con un Damon che era così vicino e che sembrava divertirsi a cercare un modo per farla irritare.
Rischiava di fargli del male o di farsi del male.
Cercò di vedere dove fosse andata,ma non la trovava.
<< Sarà meglio che la raggiunga >>disse più a se stessa che al vampiro vicino a lei.
<< Perché ogni volta cerchi di scappare? >>chiese impertinente come sempre il vampiro.
Beth si girò verso di lui con un’espressione di pura confusione.
Davvero non riusciva a capire. Cosa voleva da lei?
Forse voleva abbindolarla per poi farle sputare la verità?
Sì,doveva essere quello il motivo. Ma lei non ci sarebbe cascata.
<< Perché so che mi inseguirai >>rispose Beth facendo un sorrisetto per poi alzare gli occhi al cielo. Era una frase così stucchevole. Naturalmente lei l’aveva detto per scherzare,non ci credeva davvero a frasi del genere.
Ma su Damon ebbe l’effetto di una doccia fredda. Era la stessa frase che gli aveva detto Katherine prima di offrirgli il suo sangue. Era la prima volta che aveva bevuto sangue,ed era ancora umano. Era un tempo quando credeva che il suo amore fosse ricambiato,quando amava veramente quella donna. Ma adesso le cose erano cambiate. Non provava più niente per lei,ma sentir dire una frase del genere da Beth l’aveva destabilizzato un attimo. E se fosse stata una conoscenza di Katherine?
Forse la vampira avevano mandato quei tre per osservare la situazione a Mystic Falls?
E loro tre si stavano prendendo così cura di Elena…
Doveva trovarla. Elena poteva essere in pericolo più di quanto pensasse.
Beth aveva approfittato di quell’attimo di smarrimento del vampiro per sgattaiolare via.
Proprio non ce la faceva a rimanere per molto tempo con quel ragazzo.
Le creava dentro troppo sensazioni che non aveva mai provato e doveva ammettere che aveva un po’ di timore di scoprire di cosa si trattavano.
Così pian piano si allontanò e incominciò a camminare per tutta la parte  del bosco illuminata per la festa alla ricerca di qualcuno che conoscesse.
Vide Dean che parlava con un gruppo di uomini più grandi,probabilmente erano i membri del consiglio,non voleva intromettersi.
Così continuò ad camminare ancora per un po’. Ogni tanto mangiava qualcosa,parlava con alcuni suoi compagni di scuola e poi venne assalita da Sam.
Il ragazzo aveva il fiatone e anche un graffio sul viso.
<< Sam! Cos’è ti è successo? >>chiese allarmata Beth.
<< Beth dobbiamo salvare il ponte!  >>disse il ragazzo afferrando la sorella per un braccio e incominciando a trascinarsela dietro.
<< Il ponte? Sam di cosa stai parlando? >>chiese Beth fermandosi.
Sam fu costretto a fermarsi e le mise le mani sulle spalle abbassandosi per poterla guardare bene negli occhi.
<< Dobbiamo trovare Dean e fermare Klaus. Il ponte è fatto di quercia bianca. >>spiegò parlando velocemente.
L’espressione sul volto di Beth mutò in un secondo. Annuì seria.
<< Vai a prendere altre armi nel cofano,io trovo Dean. Telefonino sempre reperibile,mi raccomando. >>
Sam concordò e subito corse alla loro Impala.

Sam correva a perdifiato per la stradina che doveva portarlo al parcheggio.
Era stato un fortuito caso del destino quello.
Aveva raggiunto Dean vicino al banchetto e poi i due si erano separati,per partire alla ricerca dei membri del consiglio.
Camminava tranquillamente quando poi aveva visto Elena e Caroline senza Beth.
Non voleva essere pressante con la sorella,ma era lecito chiedere dove fosse.
<< Oh. Bè Beth è rimasta a parlare con Damon. Ma stai tranquillo. >>aveva detto Elena.
Sam aveva annuito senza troppa convinzione.
Nemmeno a lui piaceva che la sorella stesse troppo tempo con quel non si sa bene ancora cosa.
Ma voleva darle fiducia. Se lei era felice allora lui non aveva niente da ridire ma continuava a non andargli a genio quel tipo. Certo lui non era così contrariato come Dean. Sapeva cosa significasse essere un mostro. Il fatto che si era nutrito di sangue demoniaco e che poteva essere usato come il corpo per Lucifero,erano ancora delle ferite aperte. Ma Sam sapeva di essere in grado di amare.
Quindi chi era lui per mandare subito al patibolo quel Damon Salvatore?
Sperava solamente che la sorella sapesse in cosa si stava cacciando.
Un cameriere stava passando con un vassoio con dei bicchieri di champagne dentro e Sam stava giusto allungando una mano per afferrarne uno,ma un’altra mano fu più veloce di lui.
Rebekah aveva preso un altro bicchiere e ne aveva posato un altro.
Con una mano aveva fermato il cameriere,per posare il bicchiere che aveva appena preso ormai svuotato. In un sol sorso se le era bevuto tutto.
Sam rimase sbigottito da quella scena e non poté fare a meno di commentare.
<< Sai,dovresti andarci piano >>
<< Non ti preoccupare cucciolo,so reggere molto bene questa roba >>rispose Rebekah per poi guardare attentamente Sam.
<< Un Winchester da solo. Un evento più unico che raro. >>
<< Cosa vuoi dire? >>
<< Niente che è difficile vedervi divisi. Qual è il vostro segreto? Come fate ad essere così uniti?La mia famiglia è completamente sfasciata. >>
<< Sicura di non aver esagerato con l’alcool? >>chiese Sam avvicinandosi per vedere bene negli occhi la ragazza.
<< Sì,sto bene. Sono solamente arrabbiata. Alla prossima Sam Winchester >>detto questo la vampira se ne andò.
Sam la seguì con lo sguardo e vide che all’improvviso si era girata verso il bosco,come se qualcuno la chiamasse ed era entrata nella parte buia di esso.
Sam decise di seguirla,magari scopriva qualcosa.
Nonostante la sua stazza,sapeva essere molto silenzioso e non ebbe bisogno di avvicinarsi ulteriormente per sentire quello che Rebekah e Klaus si stavano dicendo.
<< Cosa vuoi Klaus? Mi eviti da giorni e adesso ti sei ricordato che hai una sorella? >>chiese indispettita la bionda.
Infatti dopo quel loro litigio i due non si erano più parlati. Rebekah aveva tentato un approccio in ogni modo,ma il fratello la respingeva sempre.
<< Non te la prendere sorellina >>disse l’ibrido.
<< Continuo a non capire. Che senso ha incendiare ora il ponte? Non sono stupida,come dici tu. Questo attirerà solamente di più l’attenzione. E se qualche pezzo fosse ancora in circolazione? Gli altri subito capiranno che quel ponte è importante per noi e non ci metteranno a trovare i pezzi mancanti >>disse con rabbia la bionda. Era un discorso che voleva fargli da una settimana,se solo lui l’avesse dato la possibilità.
<< Vivi nella completa paranoia! Damon Salvatore è stato tutta la settimana alla ricerca del fascicolo sui lavori del ponte e non l’ha trovato. Appena Carol me l’ha consegnato gli ho dato fuoco. I Winchester non immagino nemmeno che il ponte è fatto con la quercia bianca. Probabilmente non sanno nemmeno a cosa serve. E’ solamente un gesto per dimostrare che non si possono mettere contro di me. E’ una battaglia persa in partenza. >>disse fiero di sé Klaus.
<< Sai che ti dico. Continua a vivere tu in un mondo così paranoico. Tu lo vuoi fare solamente perché hai paura che qualcuno possa sconfiggerti. Ti senti semplicemente solo e indifeso.. >>disse Rebekah per poi essere afferrata per il collo e sbattuta contro un albero.
<< Non permetterò nemmeno a te di dirmi cose del genere >>sputò con rabbia Klaus per poi lasciar andare la sorella.
Rebekah tossì un po’ e poi lo guardò in malo modo.
<< Non pensare che io ti aiuti. Meriti di rimanere da solo. >>urlò la ragazza ferita dal gesto del fratello.
Poi Sam fu costretto a correre subito via,prima che qualcuno si accorgesse di lui.
Nella corse era andato a sbattere contro un ramo che gli aveva graffiato la faccia,ma continuò a correre.
Quel ponte non doveva andare distrutto. Dovevano far di tutto per salvarlo.
E adesso si trovava a correre ancora una volta,sperando che tutta andasse per il verso giusto,mentre l’adrenalina e la determinazione per una nuova battaglia incominciavano a crescere in lui.

<< Devo ammetterlo. E’ un’ impressa dura scegliere chi sia più carino fra Sam e Dean. >>aveva detto Caroline mentre vedeva il minore dei Winchester allontanarsi.
Elena aveva ridacchiato. Non poteva che essere d’accordo con la sua amica,anche se magari avrebbe preferito Dean. Per una questione d’altezza,questo era tutto.
Con lo sguardo vide Stefan. Da quanto tempo non lo vedeva.
All’improvviso Caroline si alzò e bofonchiando un ‘devo andare’ era fuggita via.
In realtà la ragazza aveva ricevuto un sms da Damon che le diceva di entrare in azione.
Ma Elena non sapeva niente di tutta quella storia e quindi rimase meravigliata dallo strano comportamento dell’amica.
Così prese coraggio e andò da Stefan.
<< Ciao >>disse timidamente.
<< Buona sera >> aveva risposto lui.
<< Allora cosa sta succedendo? >>andò subito al sodo Elena.
Stefan la guardò con un’espressione confusa.
<< Non fare quella faccia Stefan. Lo so che mi state nascondendo qualcosa e non potete tirarmi fuori solamente perché vivo dai Winchester. Lo sapete che potete fidarvi di me >>
<< Non è niente Elena. Dobbiamo solamente fare in modo che non succeda niente a questo ponte >>spiegò Stefan.
<< Perché? >>chiese giustamente Elena.
Stefan non voleva parlare e non l’avrebbe fatto. Doveva essere forte e non cedere a quello sguardo supplichevole,desideroso di risposte.
Elena sospirò rassegnata.
<< Non è giusto. Perché non capite. >>disse.
<< Elena non posso dirlo. Ma non dipende dal fatto che abiti con i Winchester,anzi! Forse è stata la cosa migliore. >>confessò Stefan.
<< Così non sei tentato a venirmi a trovare? >>chiese Elena in un attimo di coraggio.
<< La tentazione non può essere eliminata >>disse Stefan,senza nemmeno pensarci.
Non voleva dirlo,ma gli era sfuggito. Avrebbe tanto voluto andarla a trovare in quei giorni. Anche solo per parlare. Ma non era possibile,no se quello comprometteva tante altre cose. Il fatto che fosse a casa dei Winchester era un bene,così lui non poteva andare da lei.
 << Stefan perché non ne parliamo? >>chiese speranzosa Elena.
<< Elena io…non sono più quello di una volta. Credimi,quello che provo per te non è cambiato,ma tutto quello che ci circonda,sì. >>le disse addolcendo lo sguardo.
<< Parli di Damon? >>
<< Anche. Io non voglio rompere il legame tra di noi che dopo secoli sembra essere rinato. >>
<< E pensi che togliendoti di mezzo e permettendo a Damon di farsi avanti,andrà tutto bene? Stefan tu lo sai che io ti amo >>rivelò Elena quasi con le lacrime agli occhi.
<< Lo so. Ma tu devi capire. Io non voglio ripetere gli errori del passato e tu hai bisogno di tempo. >>
<< Non dirmi cosa devo fare! -disse con rabbia Elena.-Sono abbastanza grande da saper capire i miei sentimenti >>
<< Elena,per favore. Guardami negli occhi e dimmi che non provi niente per lui. >>disse Stefan abbandonandosi finalmente ai sentimenti.
Le mise una mano sulla guancia e incatenò il suo sguardo a quello di Elena mentre gli faceva quella domanda. Gli costava molto,ma doveva sapere.
Elena rimase interdetta ricambiando quello sguardo che dopo tanto tempo riusciva a vedere sul volto di Stefan.
Quanto aveva combattuto per rivedere quegli occhi verde smeraldo risplendere?
Quanto aveva desiderato essere di nuovo toccata da quelle mani?
Poteva riaverlo,doveva solamente essere sincera e rispondere a quella semplice domanda. L’unica cosa che sapeva era che voleva riavere Stefan,ma non poteva ingannarlo. Non sapeva cosa provava per Damon,era un argomento che aveva fatto diventare tabù ed era facile mentire a se stessa dicendosi che non era niente.
Ma Stefan sembrava aver smosso qualcosa dentro di sé,come se avesse parlato con la sua stessa anima,che già da tempo si stava affliggendo con quella domanda:cosa provava davvero per Damon?
Elena non sapeva che rispondere e non ne ebbe nemmeno il tempo che Stefan si staccò da lei e disse:<< Sta succedendo qualcosa >>
Poi ritornò a rivolgersi a Elena.
<< Elena ascoltami. Chiama un taxi e torna a casa. Capito? Vai. >>le disse lasciandole poi un bacio sulla fronte prima di correre alla ricerca di Damon.
Elena rimase ancora un minuto lì ferma,toccandosi con due dita il punto dove poteva ancora sentire il tocco delicato delle labbra di Stefan,mentre cercava di ritornare in se stessa.
Con la punta dell’occhio vide arrivare una Beth tutta trafelante e lei l’ostacolò la strada.
<< Che succede? >>chiese.
<< Niente. Sto solamente cercando Dean,tu l’hai visto per caso? >>chiese parlando come un razzo.
<< No. >>
<< Fa niente. Elena ascoltami secondo me ti conviene chiamare un taxi e incominciare a tornare a casa,noi arriveremo subito. >>disse Beth cercando di mantenere un tono tranquillo.
<< No. -si impuntò Elena-io vengo con te. >>
<< Elena ascoltami… >>cercò di dire Beth.
<< No Beth ascoltami tu. Posso farcela,tu non hai idea di quello che ho passato nell’ultimo anno >>disse con convinzione Elena.
Beth era tentata di darle un colpo in testa per farla svenire per un po’,non aveva tempo da perdere lei.
<< Fai come ti pare >>disse ricominciando a correre mentre Elena la seguiva.
Dove cavolo si era cacciato Dean? E perché non rispondeva al cellulare?
Poi fu tutto questione di un attimo.
Stefan aveva raggiunto Damon e Caroline. La ragazza era andata alla ricerca di Klaus,ma non l’aveva trovato. Così si era avventurata nei boschi dove due ibridi l’avevano aggredita. Per fortuna era riuscita a scappare e aveva notato che la gente era aumentata. Non potevano essere tutti invitati.
Aveva incontrato Damon,che aveva concordato con lei e poi erano stati raggiunti da Stefan.
Sam era appena ritornato con il borsone pieno di armi nello spiazzato illuminato.
Elena e Beth avevano trovato Dean e aveva appena urlato il suo nome.
Poi successe l’irreparabile.
Dall’altra parte del ponte ci fu un’esplosione che innescò un terribile incendio. In pochi secondi il fuoco aveva ricoperto l’intero ponte. Le poche persone che ci erano sopra furono abbastanza veloci da buttarsi nel fiume e furono subito ripescate.
Dean vedendo le due ragazze corse da loro preoccupato.
<< Cos’è successo? >>
<< Sei uno stupido! Hai un cellulare,perché non lo rimani accesso? >>urlò Beth.
<< Si può sapere cos’è successo?! >>urlò di rimandò Dean.
<< Il ponte era la nostra unica possibilità di uccidere Klaus! Era fatto di quercia bianca! >>gli rivelò Beth.

Anche se con un pò di ritardo,eccomi con un nuovo capitolo!
Ed entriamo nel primo capitolo dedicato alla festa! 
Vediamo un piccolo momento fra Damon e Beth,perchè sì,ci stava xD  Avverto che ci saranno presto altri momenti fra loro due,anche molto più lunghi u.u
Anche un altro momento Stelena,che era da molto non trattavo. Una delle frasi che dice Stefan è presa chiaramente dall'episodio 3x18.
Poi c'è il punto di svolta. Sam riesce a scoprire tutto quello che Klaus ha in mente,ma nessuno riesce a fare niente.

Nei prossimi capitoli vedremo come affronteranno tutta questa situazione,ma la festa non è ancora finita...è solo l'inizio.
Spero che anche questo capitolo possa esservi piaciuto e ringrazio tutti coloro che continuano a seguire questa storia e la recensisce.

Alla prossima! 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Dean rimase paralizzato. Quello si che era un guaio di proporzioni cosmiche.
<< Merda! >>disse con rabbia.
Anche Elena rimase sbalordita e stava per farsi prendere dal panico,ma poi gli venne un’illuminazione.
<< L’insegna esiste ancora! C’è l’ha Alaric,ricordate? >>disse con ritrovata gioia Elena.
<< E’ vero! >>gridò Beth sorridendo a trentadue denti. Forse avevano ancora qualche speranza!
<< Immagino che allora al signor Niklaus non dispiacerà se vi faccio fuori >>disse una voce gutturale. I tre si girarono e si ritrovarono davanti un bestione con i canini già in bella vista e gli occhi contornati da venuzze e resi rosso sangue.
Subito l’uomo si avventò su Beth,ma non aveva fatto bene i conti su chi aveva davanti.
Infatti la ragazza con facilità riuscì a deviare il colpo e prontamente il fratello aveva tirato fuori il suo paletto di legno e con fermezza glielo infilò nel cuore.
C’era gran trambusto in giro e nessuno si accorse di niente,ma poi si incominciarono a levare delle urla quando vennero trovati a terra due corpi dissanguati.
<< Ascoltatemi. Correte a casa di questo Alaric e mettete in salvo quella maledetta insegna. Qui ci penseremo noi. >>disse Dean vedendo finalmente il fratello arrivare.
<< Beth prendi altri proiettili e le chiavi! >>gli disse Sam lanciandogli un sacchettino con altri proiettili di legno.
<< State attente >>aggiunse.
<< Anche voi >>disse Beth per poi afferrare Elena per la mano e incominciando a correre.
<< Cosa siete? >>chiese la Gilbert continuando a correre.
<< Cacciatori e tu? >>
<< Una doppelanger. Il mio sangue permette di creare nuovi ibridi. >>
<< Direi che le nostre rivelazioni siano da aggiungere alla lista delle sventure della nostra vita. >>disse Beth sarcastica.

La situazione stava precipitando. Damon,Stefan e Caroline rimasero per un attimo paralizzati,ma subito si ripreso quando sentirono le urla.
<< Questo posto è pieno di vampiri e ibridi >>sputò Damon.
Dovevano calcolare che tutto quello poteva succedere. Dovevano essere più veloci e più attenti. Insomma come cavolo avevano ragionato?
Era impossibile essere ottimisti,sperare che Klaus non sapesse niente e per una volta andare con più calma. Si doveva essere sempre un passo avanti al nemico.
<< Dobbiamo andare ad aiutare queste persone. >>disse Caroline e Stefan concordò con lei. Damon li seguì,non perché la ritenesse una cosa importante,semplicemente si sentiva frastornato ed era molto più facile lasciarsi trascinare dagli eventi.
Aveva fallito. Il suo obiettivo era quello di uccidere Klaus per salvare Elena,ma non ci era riuscito. Dentro di sé aveva una gran rabbia  e decise di sfogarsi per il momento strappando il cuore a chiunque si mettesse sul suo camino.
Gli ibridi e i vampiri scelti da Klaus erano stati preparati proprio per colpire i Salvatore e i Winchester. Lo sceriffo e i suoi agenti cercarono di far sfollare l’aria ,così che questi potessero agire indisturbati.
Damon con la coda dell’occhio vide una chioma rossa correre via da quel posto e al suo seguito c’era anche Elena. Poi vide qualcosa muoversi nei boschi. Certo,non potevano mancare i lupi!
Subito si gettò all’inseguimento delle due ragazze. Ma Beth non era di certo impreparata.
Ad un tratto si fermò e si mise davanti ad Elena cacciando una pistola da dietro i pantaloni e la puntò nel punto del bosco dove aveva sentito del movimento. Infatti dopo un secondo un lupo saltò dagli alberi ma Beth riuscì a sparargli proprio in fronte,poi con un gesto veloce si rigirò e spinse di nuovo Elena dietro di lei. Afferrò il paletto che aveva nascosto sotto la manica e con un solo gesto veloce lo infilò dritto nel cuore di un vampiro che la stava per assalire.
Dopo prese l’accendino e diede fuoco al lupo,ma non era ancora finito lì lo scontro.
Infatti ben presto le due ragazze furono circondate da quattro uomini,che fossero semplici vampiri o ibridi era da scoprire al momento.
Le due però furono costrette ad indietreggiare e finirono fra gli alberi. Lì la situazione diventava più difficile,ma non impossibile.
Beth era concentrata al massimo e Elena quasi non la riconosceva più.
Era sempre la solita piccola Beth,che ti ispirava un senso di protezione e fiducia immediatamente,ma era diverso. Sembrava fin troppo seria,fin troppo grande e faceva anche un po’ timore. Elena  pensò che doveva essere una vera professionista la sua amica. La sua postura,nonostante gli sforzi e la fatica,era sempre eretta e il suo sguardo era assottigliato. Il fatto che fosse così piccola forse era un pregio visto quant’era veloce,ma era difficile pensarla dover lottare con un omone come quello che si stava avvicinando a loro. Ma Beth non si fece intimorire e gli sparò alla testa.
Sapeva che i proiettili di legno non uccidevano nessuno,ma era un modo per prendere tempo e arrivare all’auto. Purtroppo non aveva una vera ascia con sè e il coltellino era troppo piccolo per poter tagliare delle teste.
<< Elena c’è un altro modo per uccidere gli ibridi oltre che staccargli la testa? >>chiese.
<< Devi strappargli il cuore >>disse con un sussurro Elena.
C’era un silenzio impressionante e solamente le urla della zona vicino al ponte facevano eco. Il vampiro che aveva sparato Beth si stava rialzando e la ragazza riafferrò il suo paletto. Non voleva allontanarsi dall’albero che aveva alle sue spalle,sarebbe stata scoperta dietro. Poi non avrebbe avuto il tempo di impallare un vampiro,sfilare il paletto e riattaccare. Sicuramente nel frattempo sarebbe arrivato qualcun altro.
Lanciò una breve occhiata a destra e notò una cosa che poteva fare al caso suo. Almeno per guadagnare un po’ di tempo.
Fece giusto due veloci passi a destra e il mostro attaccò avventandosi sulla piccola Beth.
Il problema per lui era che era molto più alto di lei e anche accovacciandosi non potè evitare di scontrarsi con un ramo che sporgeva da quell’albero.
Beth subito si spostò e diede una spinta a quell’essere che così finì impalato nell’albero.
Per fortuna era solo un vampiro.
Ma la rossa non ebbe nemmeno il tempo di riprendere fiato che subito venne riattaccata. Repentinamente conficcò il suo paletto dritto nel cuore del suo aggressore,ma questo sorrise beffardo. Prese Beth per le spalle e la lanciò verso Elena.
Quegli ibridi erano terribilmente forti. Il mostro prese il paletto che precedentemente Beth aveva usato e lo lanciò via.
Beth si mise seduta,grazie anche all’aiuto di Elena e afferrò il coltellino che aveva portato con sé. Quando l’ibrido si avventò sulle ragazze Beth riuscì a tagliarli la gola.
Peccato che questo non ebbe nessun effetto sull’ibrido,che sorrise macabramente mostrando i suoi denti sporchi di sangue.
Ma quell’espressione gli si bloccò sul volto e Beth e Elena lo videro accasciarsi di lato.
<< Vi serve aiuto damigelle? >>disse ironicamente Damon mostrando il suo sorriso sarcastico.
<< Io mi guarderei le spalle >>disse con calma Beth.
Il vampiro si girò per vedere cosa intendesse dire la ragazza e si ritrovò davanti un’altra brutta faccia. Damon fu veloce però.
Gli spezzò il collo e poi gli strappò il cuore.
Le due ragazze si rialzarono e con serietà disse Elena:<< Dobbiamo continuare a correre >>
Beth annuì e le due ricominciarono a correre,ma ormai la strada era poca.
<< Dove dovete andare? >>chiese Damon inseguendole.
<< Sappiamo dov’è l’ultimo pezzo del ponte >>disse velocemente Elena.
E questo bastò al vampiro per convincerlo che dovevano davvero darsi una mossa.
Arrivarono al parcheggio e videro che ormai l’unica macchina rimasta era proprio l’Impala e Chevy Camaro dei Salvatore.
Erano ormai vicino agli sportelli quando Damon sentì avvicinarsi qualcosa. Nemmeno il tempo di avvertire che furono circondati da quattro lupi e due probabili vampiri.
I lupi dovevano essere ovviamente ibridi,quella sera non c’era la luna piena quindi i licantropi non potevano trasformarsi.
Quanti cavoli di ibridi era riuscito a fare Klaus?
Fu la domanda che tutti e tre si fecero.
Beth controllò la sua situazione. Aveva solamente una pistola con dei proiettili pressochè inutili. Chi sa come se la stavano cavando i suoi fratelli…
Poi si riconcentrò sulla sua situazione e vide che non era molto lontana dal bagagliaio. Qualcosa doveva essere rimasto che poteva ritornarle utile.
Fece un passo e subito tutti scattarono.
Beth fece il più presto possibile e sparò a chiunque si trovasse davanti in quel breve tragitto. Solo per trattenerli un attimo.
Aprì il bagagliaio e prese il primo fucile che trovò.
Subito lo puntò su un lupo che stava per attaccare Elena e quello cadde a terra tramortito. Poi fu la volta di quello che stava per attaccare Damon alle spalle.
Era uno dei loro fucili migliori,quelli che usavano quando la situazione era seria. Riuscì perfino a far saltare in aria le teste di quei due vampiri/ibridi.
Agli altri due lupi ci aveva pensato Damon,che subito si stava riavvicinando alle due ragazze,ma comparve una figura dietro di lui,troppo velocemente da essere vista prima. Questo si rivelò essere Klaus che spezzò la schiena del vampiro facendolo morire temporaneamente.
Poi si avvicinò a Beth buttandola contro l’impala. L’impatto fu talmente forte che la ragazza perse i sensi.
Dopo l’ibrido si avvicinò a Elena.
<< Tesoro. Spero che non ti dispiaccia avvertire i tuoi cari amici che se vogliono vedere i loro fratelli vivi devono consegnarmi il resto del ponte. Nel frattempo mi divertirò a far parlare loro >>
<< No,Klaus aspetta! >>cercò di dire Elena.
Ma l’originale si limitò a carezzarle una guancia e farle un sorriso così minaccioso che le parole le si bloccarono in gola.
Klaus prese i due “ostaggi” ,lasciando un’Elena che sconvolta cadde a terra cercando di trattenere i singhiozzi.

Dean e Sam si erano armati per bene e come sempre facevano uno splendido lavoro di squadra.
Dean sparava e Sam dava il colpo di grazia. Dovevano ammetterlo che si erano aspettati peggio,ma tutto risultava più semplice quando si aveva alle spalle una persona di cui ci si poteva fidare.
Invece Beth era lì nei boschi da sola e doveva proteggere anche Elena. Sapevano che la loro sorellina era in gamba abbastanza da cavarsela,ma la preoccupazione e l’ansia non potevano svanire. Per questo cercarono di essere il più veloci possibile per raggiungere Beth.
Man mano andavano verso il centro di quello spiazzato,così come facevano Stefan e Caroline.
Anche loro erano una grande squadra,ma ebbero qualche difficoltà. Dopotutto Caroline non aveva mai combattuto seriamente e nemmeno Stefan poteva vantarsi di una grande esperienza,soprattutto perché si sentiva sempre così debole a causa del sangue che beveva sempre di meno. Certo,era sangue umano,questo lo rendeva abbastanza forte,ma rispetto al suo periodo di squartatore si sentiva sempre così terribilmente debole se doveva fare un paragone. Ma nonostante ciò anche i due vampiri riuscirono ad arrivare al centro.
<< Stefan! >>urlò Caroline.
La ragazza aveva abbassato un attimo la concentrazione e si era ritrovata due vampiri contro. Stefan fece per raggiungerla ma anche lui venne bloccato da due avversari. Cercò di afferrare il primo ma questo si scansò,così Stefan cercò di avvicinarsi verso l’amica,ma venne afferrato da dietro. Cercò di liberarsi,ma quella stretta era davvero forte e presto l’altro vampiro gli fu davanti pronto a strapparli il cuore. Stefan lo guardò con disprezzo e dentro di sé si preparò al colpo,ma questo non avvenne.
Uno sparo così forte riuscì a far saltare in aria la testa del vampiro che aveva davanti e poi si sentì liberare anche dietro.
Si girò e vide il corpo di quel mostro cadere a terra con un paletto conficcato nel cuore.
<< Care.. >>disse ma vide che anche lei stava bene.
I suoi aggressori avevano perso letteralmente la testa.
I Winchester avevano visto quei due ragazzi da lontano essere aggrediti e subito erano partiti all’attacco.
<< Stai bene? >>chiese Dean a Caroline che era ancora seduta a terra.
<< Si,grazie >>disse con un soffio la ragazza alzando il volto.
Però la bionda non era stata abbastanza veloce da far ritornare la sua faccia normale.
Dean indietreggiò e urlò:<< Sammy c’è ne un altro! >>
<< No,aspetta! >>disse Caroline facendo ritornare il suo volto con le sembianze umane.
Sam stava per correre dal fratello,ma Stefan lo bloccò.
<< Vi prego,dovete ascoltarci! >>disse il vampiro.
<< Tu sei uno dei Salvatore-notò Sam e poi diede un’occhiata anche alla ragazza-e tu sei Caroline Forbes >>
Dean raggiunse il fratello e anche Stefan andò da Caroline trovandosi così uno di fronte all’altro.
I Winchester avevano saputo fin dall’inizio che quei due erano  vampiri,forse non lo sapevano con sicurezza di Stefan,ma di Caroline erano certi. Però ora che era tutto confermato,faceva uno strano effetto trovarseli davanti. La loro natura diceva di sparare e piantare altri due paletti,ma il loro intuito li consigliava di aspettare. Dopotutto loro erano lì per Klaus…ma quei due erano vampiri! Presto o tardi comunque avrebbero avuto notizie di morti strane e sarebbero andati a ucciderli,che senso aveva aspettare?
Dean alzò il suo fucile e lo puntò verso Stefan.
<< Perché dovremmo ascoltare le vostre chiacchiere,sanguisuga? >> disse Dean.
<< Per spiegarvi che noi non abbiamo fatto niente di male >> rispose Stefan cercando di far calmare il cacciatore.
In realtà lui se lo meritava di morire e non avrebbe avuto niente da ridere se quei due l’avessero fatto fuori. Quante persone innocenti aveva ucciso? Lui era un mostro e si meritava di morire.
Ma Caroline no.
Lei era un vero esempio da seguire e non meritava di essere uccisa così.
<< Siete vampiri >>disse Dean e quelle due parole per lui avrebbero dovuto essere una motivazione più che valida. Non voleva perdersi in chiacchiere con quei due. Sua sorella era lì fuori da sola e sperava che ora fosse in viaggio verso casa di Alaric.
<< Elena credeva che potesse nascere un’alleanza tra di noi >> cercò di dire Caroline,ma si bloccò dopo l’occhiata minacciosa che le lanciò Dean spostando il fucile verso di lei.
Sam gli mise una mano su una spalla e il fratello era tanto propenso a sparare a lui adesso.
<< Perché Elena credeva questo? Come ci avreste aiutati e come avremo aiutato voi? >> chiese Sam.
Lui era sempre stato quello più…disponibile.
Se c’era un’altra via per arrivare al loro obiettivo,era disposto anche ad allearsi con dei mostri. Certo,se questi si rivelavano essere davvero degni di quel nome,allora non avrebbe esitato ad ucciderli. Ma tendeva ad essere sempre un po’ fiducioso.
Inoltre avevano detto Elena,e lui si fidava di quella ragazza.
<< Non ho ancora capito bene cosa siete,ma forse siete qui  per uccidere qualcuno che da molto fastidio anche a noi >>spiegò Stefan,sorridendo tristemente alla parola fastidio.
Definire Klaus così era molto riduttivo,ma voleva andare con calma per capire bene quella strana situazione.
<< Diciamo che abbiamo avuto lamentele da parte di molta gente. Peccato che queste si trovino tutte nell’al di là. >>disse Dean sarcasticamente.
Stefan si sentì un po’ più sollevato. Quel tipo era simile a suo fratello in un certo senso,quindi lui sapeva come trattarlo.
Più o meno. Quindi decise di fare quel nome.
<< Siete qui per Klaus? >>
I due Winchester stettero per un attimo in silenzio studiando quei due vampiri e poi annuirono.
<< Elena aveva ragione allora! >>trillò Caroline.
Si ripromise che da ora in avanti avrebbe sempre seguito quello che l’amica diceva,lei si che aveva intuito!
<< Quindi voi siete? >> chiese la bionda.
<< Cacciatori >>rispose semplicemente Sam,che era rimasto un po’ colpito dalla reazione di quella ragazza.
Dean continuava a rimanere con un’espressione interdetta e ancora molto dubbiosa,ma man mano stava abbassando il fucile.
<< Dov’è Elena? >>chiese Stefan cercando di mascherare la sua apprensione.
<< E’ andata con Beth a casa di Alaric >>spiegò Sam.
<< Perché mai? Lui non c’è >>rispose il vampiro.
<< Non ti sfugge niente. Sono lì per un altro motivo. >>disse Dean prendendo il cellulare dalla tasca del giubbotto e componendo il numero di Beth.
Stefan e Caroline li guardarono confusi e Sam li spiegò che lì c’era l’ultimo pezzo del ponte.
<< Allora non è andato tutto perduto. Meno male. >>disse Caroline tirando un sospiro di sollievo,ma sussultò quando Dean imprecò.
<< Merda. Beth non risponde. >>
<< Prova su quello di Elena >>disse Sam,incominciando ad agitarsi. Beth rispondeva sempre al telefonino.
Anche nei luoghi più isolati,il suo cellulare aveva miracolosamente sempre campo.
<< Forse Damon è con loro. Ora lo chiamo. >>propose Stefan,ma nemmeno il fratello rispose.
All’improvviso si sentì un suono avvicinarsi sempre di più.
<< E’ la suoneria di Elena >>disse Sam e infatti dopo un secondo la ragazza era entrata nello spiazzato e si stava avvicinando a loro correndo. I quattro la raggiunsero e subito le chiesero cosa fosse successo.
Elena,anche se non aveva più aria nei polmoni e a mala pena si manteneva in piedi per l’enorme sforzo che aveva fatto nella corsa, disse: << Klaus ha preso Damon e Beth >>.
Dopo quella risposta,il mondo si fermò e così anche il cuore dei due fratelli Winchester.

Salve gente ^^ Ecco il continuo della festa...come era prevedibile si è rivelata essere un vero distastro. Giuro che un giorno darò a questi disgraziati una festa perfetta e senza danni,se la meritano xD
Devo ammettere che la cosa che so fare peggio è scrivere le parti d'azione con i combattimenti,quindi abbiate venia xD
Per il resto spero che vi sia piaciuto e sorpresa:Klaus prende Damon e Beth! Questo è un bene per chi si sta affezionando a questa coppia,un male per Damon e Beth xD
Forse questo capitolo è troppo lungo,ma non sapevo dove tagliare e se non mettevo il pezzo Winchester-Stefan-Caroline era troppo breve.
Spero che non vi abbia annoiato e che la storia possa continuare a piacervi.
Grazie a tutti coloro che la continuano a seguire,e grazie per le bellissime recensioni.
Alla prossima! 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Damon si sentiva stordito e confuso. Spesso lo avevano ucciso. Cioè lui non moriva,era solo una cosa temporanea,ma poi ti svegliavi sempre con un gran casino in testa e spesso in posti strani.
Come in quel momento. Si trovava seduto su una sedia molto scomoda e non riusciva a muovere le mani e le braccia legate dietro alla sedia. Anche le gambe erano legate e da quelle fitte che provava era chiaro che le corde erano bagnate con la verbena. Piegò la testa all’indietro e andò a sbattere contro qualcosa.
Non riusciva a girarsi ma non era difficile capire che si trattava di una persona.
E  tutto gli ritornò in mente.
L’incendio,la lotta e poi Klaus. Era avvenuto tutto così velocemente e non era riuscito a evitare quel colpo. Cercò di girarsi per vedere di chi si trattasse,ma non ci riuscì. Non sapeva se ti trattasse di Elena o Beth.
Ma era certo che ci fosse solo una persona oltre a lui,quindi l’altra dov’era?
Sperava vivamente che in quel momento stesse a casa di Alaric a fabbricare paletti,almeno sarebbe valsa la pena di essere torturato un po’.
Il problema però rimaneva di chi delle due ragazze fosse legata insieme a lui.
Ovviamente sperava che Elena in quel momento fosse al sicuro,ma un po’ gli dispiaceva se quella piccoletta di Beth fosse stata torturata.
Dopo un paio di minuti anche quest’altra persona si svegliò e mugugnò qualcosa.
<< Ben svegliata >>disse Damon.
<< Dove ci troviamo? >>rispose la sua vicina.
<< Beth? >>provò a chiedere.
<< Sì Damon,sono io >>rispose lei.
Un’ondata di sollievo investì Damon in pieno. Allora forse Elena stava bene,ma perché Klaus aveva preso Beth?
<< Che ci fai qui anche tu? E’ ovvio che tu e i tuoi fratellini non siete normali esseri umani e sapete molto più del dovuto… >>
<< Credimi conosco più cose io che tu e la tua allegra banda >>
Damon si prese un momento per pensare. Era arrivato a diverse teorie,ma una era prevalsa sulle altre,soprattutto dopo averla vista lottare in quel modo,non poteva che essere un’unica cosa.
<< Sei una cacciatrice >>disse sicuro di sé e il silenzio della ragazza era solamente una conferma.
Era incredibile e la cosa gli faceva rabbia:c’era tutto un mondo da scoprire,tante cose da sapere e lui solamente negli ultimi tempi lo stava scoprendo. Si sentiva come un bambino e capì che i suoi 164 anni erano relativamente pochi e che li aveva sprecati.
C’erano cacciatori e dovette ammettere che prima d’allora non ne era al corrente.
L’unico che aveva conosciuto fino a quel momento era Mikael,ma Beth non sembrava un vampiro.
Anche Alaric era una specie di cacciatore,ma a quanto sembrava i Winchester avevano fatto di quello non una semplice vendetta ma un vero lavoro.
Cosa cacciavano? C’erano altri mostri che lui non era a conoscenza? Come potevano dei semplici essere umani lottare contro creature fortissime e uscire sani e salvi riuscendo anche ad ucciderli?
Aveva visto come Beth aveva lottato. Era forte,veloce e abile,ma rimaneva pur sempre un’umana con dei sensi deboli. Eppure era riuscita a fare fuori vampiri,ibridi,licantropi senza molta fatica.
Qual’era il suo segreto?
Non riusciva proprio a capacitarsi che un semplice essere umano potesse fare tutto quello,ma venne riportato sulla Terra dalla voce di Beth.
<< Dobbiamo cercare di scappare >>disse risoluta la ragazza.
<< Miss ovvietà >>commentò con acidità Damon,ancora troppo furente con se stesso.
Beth incominciò a sfregare le mani cercando di allentare le corde,ma la cosa fu inutile.
Sbuffò sonoramente.
Odiava essere messa fuori gioco in quel modo. Chi sa ora come stavano dando di matto i suoi fratelli.
Non voleva farli preoccupare e voleva dimostrare che lei poteva cavarsela anche da sola. Che dovevano avere fiducia in lei.
Ma poi si cacciava in quelle situazioni. Era legata così forte,che gli sarebbero rimasti i segni per chi sa quanto tempo,in una stanza grandissima ma illuminata solamente da una luce soffusa e tutte le finestre erano sbarrate. E in più era insieme a Damon,che non sembrava molto propenso alla collaborazione.
La sua prima festa si era trasformata in una terribile tragedia. L’unica cosa che poteva sperare era che qualcuno fosse andato a prendere quella benedetta insegna fatta di quercia bianca. Era la loro unica possibilità di sconfiggere Klaus,non dovevano sprecarla. Eppure era certa che anche quella volta qualcosa sarebbe andato storto.  Sicuramente per i suoi fratelli ora la priorità era quella di salvarla e non poteva biasimarli. Anche lei avrebbe fatto lo stesso.
Ma l’insegna,l’insegna!
<< Maledizione! >>urlò infine per cercare di sfogare un po’ l’enorme frustrazione che aveva.
Damon girò istintivamente la testa,per quanto potè e sorrise beffardo.
<< Calmati Pettirosso >>disse.
<< Damon sono già nervosa di mio,non ti ci mettere anche tu! >>
<< E per quale motivo saresti alterata,tesoro? >>disse Klaus facendo il suo ingresso nel salone.
<< Tu e tuoi mostri mi avete rovinato l’acconciatura >>rispose sarcastica Beth.
Damon era sempre più incuriosito. Adesso stava facendo la forte.
Forse i cacciatori si dovevano comportare così in caso di pericolo? Dovevano essere spavaldi?
<< Sono certo che il parrucchiere ti rimboserà,sempre se riuscirà a vedere il tuo fantasma >>rispose Klaus mettendosi davanti a Beth.
<< Scommetto che c’è un parrucchiere anche nel mondo dei morti,non ti preoccupare >>contrabattè la rossa. Non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa dal primo ibrido orginale di turno. Lei era timida e impacciata,ma sapeva fare il suo lavoro.
Doveva sempre essere forte e mai abbassare la testa difronte a qualsiasi nemico.
Se mai fosse morta,l’avrebbe fatto mantendo un certo onore.
Non erano regole che ti insegnavano,ma ogni cacciatore sapeva che dovevano andare così le cose.
Quel sorrisetto impertinente diede molto fastidio a Klaus e subito l’espressione sul volto dell’originale cambiò.
Da calma e affabile,si era trasformata in un’espressione di terrore che avrebbe fatto tremare le gambe a chiunque. Ma i nemici di Klaus erano pur sempre Beth Winchester e Damon Salvatore,sicuramente avrebbe dovuto faticare un po’,ma presto o tardi i loro fratelli sarebbero andati a bussare alla sua porta con il legno di quercia bianca. Nel frattempo però nessuno gli vietava di divertirsi un po’ con quei due,così come aveva fatto tutta la sera con la gente del posto. A dire la verità lui l’aveva fatto perché voleva vedere come avrebbero reagito i Winchester e per capire bene cosa fossero,ma era sempre paicevole vedere il terrore negli occhi degli ignari umani.
Era certo che fossero stati loro e i loro amichetti a convincere Caroline che la colpa era la sua.
Ma per una volta lui era innocente e l’avrebbe dimostrato. Prima però,aveva voglia di svogarsi.
<< Arriviamo al dunque. Voglio sapere dov’è il resto del ponte. >>chiese minacciosamente Klaus.
Infatti lui aveva sentito Elena urlare a Damon che sapevano dov’era l’ultimo pezzo. Senza farsi prendere dal panico aveva mandato alcuni dei suoi a distrarre i tre,poi sarebbe intervenuto lui per il colpo a sorpresa.
Il suo piano era riuscito alla perfezione,come sempre d’altronde.
<< Immagino che se sia rimasto qualche pezzo,stia gallegiando nel fiume >>rispose Beth.
<< Ragazzina non ti conviene prendermi in giro >>sputò con rabbia quelle parole l’ibrido,ma questo non intimorì Beth.
Allora Klaus decise di prendersela un po’ con Damon.
<< Sai qual è il problema? Io sono un gentiluomo e non metterei mai le mani addosso a una donna,per questo mio caro Salvatore penso che tu soffrirai un po’ di più >>
<< Non è una novità >>rispose con non chalance Damon alzando anche un po’ le spalle.
Klaus era molto infastidito da quei due. Erano delle nulità,ma si divertivano a sfidarlo.
<< Dimmi dov’è il resto del ponte! >>tuonò Klaus e poi prese una boccetta che aveva in tasca.
Le tolse il tappo e fece cadere il contenuto nell’occhio destro di Damon.
Il vampiro non potè far a meno di lanciare un urlo di dolore,se pure strozzato.
Beth strinse i denti e chiuse gli occhi con forza. Se avesse potuto si sarebbe anche messa le mani sulle orecchie,anzi sarebbe scappata.
Non sopportava sentire quelle urla di dolore,da chiunque provenissero le davano sempre fastidio.
Anche sua madre se ne era andata tra delle urla talmente acute che ancora gli dolevano le orecchie.
Klaus notando la reazione della rossa,sorrise cinicamente e,tenendo sempre ben saldo il viso del vampiro nella mano sinistra verso anche nell’occhio sinistro il contenuto della boccetta.
Ovviamente era verbena,poi si chinò  all’orecchio di Damon e sussurrò:<< Non appena i tuoi occhi saranno guariti tornerò e mi divertirò a farti diventare sordo. Questo finchè non mi direte dove si trova il resto del ponte e finchè la verbena che prendi non sarà smaltita,poi ti soggiocherò a farti vere e proprie doccie con la verbena. >>detto questo Klaus si  riconcentrò su Beth.
<< Bene mia cara a quanto vedo ti ha sconso un po’ sentire quelle urla >>
Beth non rispose,ma la rabbia che aveva dentro si poteva benissimo leggere sul suo volto.
Era volgare,ma non riuscì a trattenersi . Con sdegno sputò in faccia all’ibrido.
L’espressione che dopo assunse l’uomo,Beth potè giurare che nemmeno Lucifero poteva arrivare a quei livelli. Era tremenda e orribile. La rossa cercò di mantenere la calma,ma per un attimo ebbe paura.
Questo poi fu sostituito dal dolore. Sentì una fitta tremenda al collo ed ebbe come la sensazione che la pelle,la carne,le ossa si stessero lacerando a causa di quei due denti affilatissimi come rasoi e micidiali.
Se Klaus avesse messo più infondo i suoi canini probabilmente si sarebbe trovata con la testa che rotollava per il pavimento.
Ma ciò non avvenne. Klaus si staccò da lei,con una forza così bruta che Beth sentì che un altro po’ di pelle si fosse lacerata.
<< Ogni giorno ti riservirò lo stesso trattamento così che la tua ferita non si rimargini mai. Prima o poi perderai tutto il sangue che hai. >>disse Klaus dandole un bacio leggero sulle labbra così che anche lei si potesse assoporare il suo stesso sangue.
Sapeva che la cosa avrebbe dato particolarmente fastidio a Beth.
Infatti la ragazza era sul punto di vomitare sia per quel gesto sia per il sangue che sentiva sulle labbra e collare un po’ sul mento. Ma prima doveva dire la sua.
<< Presto i miei fratelli saranno qui e ti faranno il culo e dopo mi diveritò a guardati bruciare all’inferno. >>
Klaus sorrise solamente,lasciando la stanza e chiudendo la porta alle spalle.
Lui non aveva paura di quella minaccia,avrebbe avuto la parte del ponte e punto.

Rimasti da soli Damon potè finalmente lanciare una serie di imprecazioni colorite,mentre ancora non riusciva ad aprire gli occhi. Aveva un senso che però era ben sviluppato in quel momento:l’olfatto.
Il sangue di Beth era dappertutto e il fatto che lui fosse ferito non faceva che aumentare la sua sete.
Non potè fare a meno di trattenere i suoi canini,e quella di non portersi saziare era un dolore ancora più grande di essere bruciato gli occhi. Sentiva la gola ardere e un’improvvisa smania di liberarsi solo per poter affondare i suoi canini in quel collo,che ricordava elegante e profumato,lo prese facendolo muovere le mani freneticamente.
<< Beth ferma il sangue! >>
<< Non so se l’hai notato ma sono bloccata e sto cercando anche di non vomitarmi addosso! >>urlò di rimando Beth.
Damon allora cercò di darsi un contegno e con calma di riprendere in mano la situazione.
Passò un’ora dove non si sentì fiatare una mosca,oltre che il respiro accelerato di Beth.
Damon riusciva di nuovo ad aprire gli occhi,anche se la vista era ancora un po’ offuscata,ma dopo altri dieci minuti tutto tornò normale.
<< Adesso va meglio >>disse.
<< Buon per te >>commentò acida Beth.
Lei si sentiva sempre peggio. Il sangue,anche se molto di meno,non smetteva di uscire e non era nemmeno riuscita a pulirsi bene la bocca. Aveva tentato di farlo sulla sua maglietta ma non appena muoveva il collo,una fitta tremenda di dolore la colpiva in piena ed era tenta a urlare a squarciagola. Ma non sarebbe servito a niente. Quindi cercò di tenere le labbra ben serrate e di muoversi il meno possibile.
<< Se bevessi un po’ di sangue di vampiro guariresti subito >>le disse Damon.
<< Basta sangue per oggi. Già assaggiare il mio è stato troppo e questa terribile puzza di ferro mi fa solamente salire conati di vomito. >>rispose Beth disgusta di vedere tutto il lato destro della maglietta e il braccio rossi.
L’aveva perfino nei capelli! Tutto quello era un vero schifo!
<< Credimi se potessi ti darei una mano a pulirti. Tutto questo sangue mi sta dando alla testa. >>commentò Damon.
<< Può darsi che la voglia diventi così tanta da darti la forza di strappare le corde. >>rispose con tono sarcastico Beth.
<< Sono con la verbena,questo mi indebolisce. >>
<< Ti stanno anche bruciando la pelle >>osservò Beth.
<< Anche >>
<< E non senti dolore? >>
<< Mi fa più male la gola in questo momento >>confessò Damon.
Ci fu un momento di silenzio,ma poi Beth lo ruppe. Parlare la distraeva dal dolore che continuava a sentire.
<< Tu pensi che Elena stia bene? >>chiese.
<< Sì. Altrimenti Klaus ci avrebbe accennato qualcosa. >>
<< Almeno ho portato un compito a termine >>.
Damon si limitò ad annuire. Beth si chiese cosa stesse pensando e come facesse ad essere così calmo.
Si immaginava che il suo volto ci fosse dipinta una maschera di serenità,a differenza della sua sudata e sporca di terreno e sangue.
<< Sei così tranquillo perché sai che Elena sta bene? >>si azzardò a chiedere. Voleva capire che rapporto c’era fra i due. E una vocina le suggeriva che voleva anche capire se c’era una possibilità per lei.
<< Ma sei una cacciatrice o una psicologa? >>chiese sarcasticamente Damon.
Beth ridacchiò e poi rispose:<< Forse lo sarei diventata se non fossi una cacciatrice >>
<< Perché lo sei? Insomma è perché si viene  scelti o cose del genere? >>chiese Damon incuriosito.
<< No,non si viene scelti. Di solito si inizia per vendetta o perché è il lavoro di famiglia >>
<< Qual è il tuo caso? >>
<< Diciamo che è per vendetta. Mia madre venne posseduta da un demone ma era troppo debole e non resistette. Ricordo ancora il rumore delle sue ossa che si sgretolavano quando quel demone ci metteva troppa forza,alla fine lui abbandonò il suo corpo e la trovai morta in una pozza di sangue. Io ero uscita per andare a prendere l’acqua santa ma quando tornai era già troppo tardi. Passai l’anno seguente alla ricerca di quel mostro e alla fine lo trovai. >>sorrise fiera di sé Beth. Era stata una bella sfida quella,ma aveva avuto la meglio vendicando sua madre,anche se sapeva bene che questo non gliel’avrebbe riportato indietro.
<< E cosa ti ha spinto a continuare? >>chiese Damon. Non era da lui fare conversazione,sentire racconti,ma quella storia l’aveva colpito. Quella ragazzina portava dentro di sé un dolore immane,ma continuava a combattere senza lasciarsi andare. In gamba com’era poteva godersi la vita nei migliori modi possibili e invece era lì con lui.
<< Durante quell’anno ho salvato molte persone da mostri del genere. Ormai non sapevo che farmene della mia vita e quello sembrava il modo migliore per sentirmi speciale. Salvare quelle persone ignare,sfruttare la tua conoscenza per fare del bene,cercare di dare il tuo contributo per migliore il mondo. Bè le ho trovate delle ottime ragioni. >>
<< Ma hai sprecato la tua umanità. Non hai una vita normale,non hai una casa,non hai degli amici o un ragazzo. Insomma cose da ragazzine >>osservò Damon.
<< Tutto ha un suo lato negativo. E poi ci sono i miei fratelli,finchè sto con loro sono a casa. Tutto quello che hai elencato risulta essere abbastanza futile se non hai una famiglia su cui contare >>
Damon non potè che essere d’accordo con lei. Sarebbe potuto succedere di tutto,ma l’unica cosa che non sarebbe cambiata mai era il suo legame con Stefan. Lui l’avrebbe sempre perdonato,l’avrebbe sempre accettato,lui sarebbe sempre rimasta la sua casa.
<< Siete dei vampiri strani voi >>disse ad un tratto Beth.
<< Come? >>
<< I vampiri che di solito cacciamo hanno una seconda schiera di denti per mordere e il sangue di un morto li indebolisce. >>spiegò Beth.
<< A quanto sembra abbiamo scoperto che esistono diverse specie di vampiri. Dovremmo aggiornare Wikipedia appena usciamo di qui. >>rispose sarcasticamente Damon.
Beth ridacchiò ancora una volta. Nonostante quella situazione,riusciva ancora a farla ridere quel vampiro.
Era davvero un tipo interessante. Ecco un altro pregio da aggiungere alla lunga lista che mentalmente e segretamente,Beth aveva stillato.
<< Bene,credo che sia ora di trovare un modo per liberarci >>disse Damon.
<< Potremmo provare ad allentare le corde >>propose Beth.
Ma dopo un’altra ora il risultato fu solo quello di farsi ancora più del male.
Damon era certo che ormai la verbena fosse arrivata fino alle ossa e Beth si era tagliata i polsi.
“Come se non avessi perso troppo sangue oggi” pensò.
In più si aggiungeva il fatto che stesse completamente perdendo le forze. Il sangue che aveva perso era stato davvero troppo e non sapeva quanto ancora poteva farcela,ma cercò di non darlo a vedere. Ma doveva resistere,presto i suoi fratelli sarebbero arrivati a salvarla.
D’un tratto si sentì un leggero rumore,tanto che solo Damon riuscì a sentire.
<< Che c’è? >>chiese Beth notando che il vampiro stava cercando di girarsi.
Poi potè vedere da sola la porta aprirsi e una testa bionda sbuccare.
<< Rebekah? >>chiese la rossa non credendo di poter vedere la vampira in quella stanza. Facevano a turno lei e il fratello?
<< Ok,non ho molto tempo prima che Nik se ne accorga. >>disse la bionda avvicinandosi a Beth.
Rebekah aveva due bicchieri che reggeva saldamente in una mano mentre nell’altra aveva un fazzoletto.
Si avvicinò prima alla rossa e le pulì le labbra e poi avvicinò il bicchiere.
<< E’ acqua più qualche integratore che ho trovato in giro,più una buona dose di verbena >>spiegò la bionda.
Beth all’inizio era molto dubbiosa e teneva ben serrate le labbra ma poi si decise a bere e potè appurare che Rebekah aveva detto il vero. Da quando Elena viveva a casa con lei,non aveva preso più la verbena,non c’era stato modo e doveva ammettere che nemmeno ne dava importanza. Invece così Klaus avrebbe trovato una bella sorpresina quando avrebbe tentato di morderla di nuovo.
Rebekah poi andò da Damon e gli fece bere un bicchiere di sangue.
<< No che te lo meritassi eh >>disse la ragazza. Poi a grandi falcate di avviò verso la porta,ma Damon non potè fare a meno di dare voce a quella domanda che stava alleggiando per la stanza.
<< Perché l’hai fatto? >>
Rebekah si bloccò e lentamente si girò puntando lo sguardo verso Beth.
<< Io non sono d’accordo con il piano di Nik. Sono sicura che fra un po’ ci ritroveremo tutti in casa o avrete sicuramente inventato un altro piano che ci porterà dritti al pattibolo. >>spiegò con rabbia,poi addolcendo la voce disse:<< Hai una famiglia fantastica. Non riducetevi come noi >>poi volò via.
Beth rimase ancora per un po’ a bocca aperta scioccata dai quei cinque minuti.
<< Chi l’avrebbe detto >> disse,marcando con enfasi ogni parola,Damon.
<< Già. Cos’è successo alla famiglia di Rebekah? >>chiese Beth.
<< Diciamo che i suoi concorrono per il premio dei peggiori genitori del millennio. Il padre era un cacciatore che ha cercato di distruggerli e la madre,dopo che li ha trasformati in vampiri,cerca ancora di farli fuori. Mentre i suoi fratelli sono tutti dei pazzi,Klaus è il peggiore ovviamente. >>spiegò Damon con il suo tipico tono di derisione,ma a Beth quella storia non fece ridere.
Anzi,provava tanta pena per Rebekah che era stata costretta a quella vita senza un briciolo d’amore.
Passò altro tempo e quando Beth si guardò in giro vide che dei leggeri raggi di sole entravano da sotto la porta. Si era addormentata senza nemmeno accorgesene,ma la cosa che la sconvolse di più fu dove aveva appoggiato la testa. Si era rannicchiata,per quanto fosse possibile,su quella sedia e aveva la testa su una spalla di Damon. Un fresco odore,di non sapeva bene cosa,la investì in pieno trovando quell’appoggio molto più che comodo,ma dovette allontanarsi.
<< Ben svegliata Pettirosso >>disse Damon.
<< Non posso crederci di essermi addormentata >>disse Beth cercando di stiracchiarsi.
<< Credo più che sei svenuta. La roba che ti ha dato Barbie Klaus non è servita a molto. >>commentò il vampiro.
Beth non potè che dargli ragione. Certo le ferite erano rimarginate rispetto a ore prime,ma si sentiva terribilmente stanca. Il sangue che aveva perso era stato parecchio e presto Klaus sarebbe ritornato all’attacco. Non sapeva per quanto avrebbe resistito.
<< Ce la farai >>disse Damon come se l’avesse letto nel pensiero.
Tutto quello che stava succedendo era irreale. Stava dando troppe confidenze a una cacciatrice che probabilmente gli avrebbe tagliato la testa non appena sarebbero usciti di lì. Ma non riusciva far a meno di provare come una sorta di rispetto nei confronti di quella ragazzina.
Non aveva versato una lacrima,non si era lamentata,non aveva perso la forza di lottare.
Che fosse nata per essere una cacciatrice non c’erano dubbi,aveva una pellaccia molto resistente.
Ma c’era qualcosa che stonava.
Quale mostro avrebbe mai aggredito un esserino che nell’aspetto sembrava essere così innocente?
A quanto pareva Klaus non si era fatto molti scrupoli e doveva ammettere che anche lui non se li sarebbe fatti. Ma ora qualcosa in lui era cambiato. Stava uscendo fuori una parte che avrebbe volentieri sottoterrato,ma non sapeva come fare.
Ma era certo che Beth andasse protetta e se fosse stato in uno dei suoi fratelli,l’avrebbe portata via da tutto quello schifo per farla ritornare ad avere una vita più decente.
Scosse la testa come per cacciare quei pensieri stupidi. Anzi ne aggiunse uno.
Certo l’avrebbe portata via,ma sarebbe diventata la sua scorta personale.
Il suo sangue impregnava ancora tutta l’aria e,ora,anche la sua giacca di pelle.
Lui però non sarebbe stato come Klaus. L’avrebbe fatto con garbo gustandosi pienamente quel nettere.
Strinse forte i denti cercando di calmarsi. Aveva sete.
Il sangue che Rebekah gli aveva dato non era stato sufficiente visto quanto ne avesse perso lui.
D’un tratto si sentirono dei rumori e delle voci.
Subito Beth e Damon si concentrarono per sentire,ma nessuno dei due riusciva a capire di chi si trattasse.
Non volevano nutrire false speranze,ma poi la porta si aprì.
Beth dentro di sé stava per esplodere dalla felicità.
I suoi fratelli erano lì! L’avevano salvata!





Salve people! ^^
Vi è piaciuto questo capitolo? Spero di sì.
Allora andiamo a commentarlo...io non credo che Klaus farebbe mai un gesto del genere,quello del bacio,ma faceva il suo effetto e poi c'è tutta una spiegazione che in seguito verrà detta.
Capitolo dedicato oltre alla tortura,a Damon e Beth. I due piano piano si avvicinano,conoscendosi un pò meglio,ma non siamo nemmeno all'inizio di quello che ho in mente per loro ;)
Piccolo momento con Rebekah. A me piace moltissimo come personaggio e secondo me soffre molto più di quello che da a vedere. Si merita anche lei un pò di felicità e presto gliela darò :)
Detto questo,ringrazio tutti quelli che continuano a seguire la mia storia e la recensisco.
Alla prossima! 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


DOPO IL RAPIMENTO...
Dean pensò davvero che la sua vita si sarebbe conclusa lì.
Come se i suoi sensi si fossero amplificati,sentì il suo cuore battere sempre più lentamente,come se si stesse per fermare.
Elena era arrivata correndo come una forsennata e aveva dato quella notizia:Beth era stata presa da Klaus.
A Dean non importava se il suo cuore stava per cedere,se non sapeva come uccidere quell’ibrido,se sarebbe stato ucciso. Lui avrebbe salvato sua sorella,il dopo non era importante.
Ci mise tutta la forza che aveva in corpo per muovere le gambe,che ormai sembravano essersi pietrificate,per incominciare a marciare a passo di carica verso l’Impala. Ma la sua strada venne bloccata da Stefan.
<< Aspetta. Dobbiamo fare un piano >>disse il vampiro.
Ma Dean non gli prestò attenzione superandolo,ma Stefan non demordeva,così si piazzò di nuovo avanti.
<< Lì c’è anche mio fratello >>.
Ma Dean non era in vena di chiacchiere e non si sarebbe fatto scrupoli a piantare un paletto anche nel cuore di quel biondino,se si fosse ancora permesso di intralciargli la strada.
<< Tuo fratello è già morto. >>disse con cattiveria Dean,per poi superarlo di nuovo,ma non fece molti passi prima di essere afferrato per il polso da una mano esile e delicata. Si voltò e si scontrò con gli occhi arrossati per il pianto di Elena.
<< Dean ascolta. Se andiamo lì rischiamo solamente di peggiorare la situazione. Cerchiamo di trovare una soluzione migliore >>cercò di farlo ragione la Gilbert,ma Dean non voleva ascoltare nessuno.
<< Si tratta di mia sorella,lo capisci? >>disse marcando ogni parola.
<< Si Dean. Tu non puoi immaginare quanto stia soffrendo anch’io,ma dobbiamo rimanere lucidi se vogliamo salvarli. >>disse con calma Elena.
Ma ancora una volta la ragazza fu colta da quella strana sensazione. Si sentiva insignificante e inutile vicino a lui.
Dean,in quel momento,non gli era mai sembrato così grande.
Il volto di solito sempre sorridente e delicato,era d’un tratto scomparso per far prendere posto a quello di un vero uomo. Peccato che gli occhi lo tradivano. Quelle due pozze verdi tremavano di paura.
Ma Elena continuava a sentirsi una bambina e per un attimo si chiese se avesse il diritto di dirgli certe cose. Dopotutto lei cosa ne poteva sapere?
Ma cercò di mantenere lo sguardo fermo,cercando aiuto in quegli occhi così tremendamente tristi e tormentati.
Dean rimase a pensarci per  un secondo e poi si rilassò,cacciando un gran sospiro.
<< Va bene >>disse infine e solo allora Elena mollò la presa dal suo polso.
Si voltò verso Sam e gli venne una morsa al cuore.
Aveva gli occhi lucidi.
Anche Dean se ne accorse e subito andò da lui,mettendogli una mano sulla spalla.
Elena avrebbe voluto fare qualcosa per loro. Erano stati così carini e sempre così gentili con lei. Ogni volta che quella settimana lei si era mostrata triste,subito erano stati pronti per confortarla o farla ridere.
Soprattutto Beth.
La sua piccola amica,sapeva difendersi molto bene,ma aveva paura per lei. Il fatto che lei e Damon fossero insieme la tranquillizzava un po’,ma il terrore,che potesse capitare qualcosa di davvero brutto ai suoi due amici,l’attanagliava il cuore.
Dovevano pensare un piano e alla svelta.
<< Immagino che vuole il resto del ponte >>disse Stefan e Elena annuì.
<< Non abbiamo il tempo di costruire dei paletti o di idea un grande piano di attacco però >>disse Dean.
I presenti concordarono e tutti sapevano qual era la soluzione.
<< Troveremo un altro modo per ucciderlo,adesso pensiamo a salvare Beth e Damon >>disse Caroline con il suo solito ottimismo cercando di tirare un po’ su tutti,ma non convisse nessuno tantomeno lei stessa.
I cinque si avviarono verso le macchine per dirigersi prima a casa di Alaric e poi da Klaus,ma Sam si bloccò facendo fermare anche tutti gli altri.
<< Cosa c’è Sammy? >>chiese preoccupato Dean.
<< Ho un’idea >>disse l’altro mostrando un debole sorriso.
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Il rumore che fece l’Impala entrando nel viale di casa Mikaelson fece scattare Klaus dalla sua poltrona e sorrise soddisfatto.
Un altro dei suoi brillanti piani era andato a buon fine,ma sarebbe stato comunque attento. Quei Winchester sembravano essere dei tipi molto svegli per essere dei semplici umani. Avevano ucciso senza nessuna difficoltà i suoi ibridi e la ragazzina sembrava avere la pelle dura.
Erano dei professionisti ed era meglio non prenderli troppo sotto gamba.
Andò ad aprire la porta ancora prima che suonassero e accolse i suoi invitati con un falsissimo sorriso.
<< Qual buon vento vi porta qui miei cari amici? >>chiese.
I Winchester erano sul punto di spaccargli la faccia e anche Stefan faceva un grandissimo sforzo per mantenere la calma.
<< Prenditi la tua stupida quercia bianca e dacci nostra sorella e il vampiro >>tuonò Sam.
Di solito il minore dei fratelli Winchester era più pacato e cercava di mantenersi sempre,ma quella volta che lasciava la via libera ai suoi sentimenti di rabbia,faceva molta più paura di Dean.
Klaus non si fece intimorire,continuando piuttosto a sorridere e fece segno di dargli l’insegna.
Stefan passò avanti ai due fratelli e gliela diede. Klaus la osservò soddisfatto. L’ultima arma che poteva ucciderlo sarebbe presto finita nel camino e lui avrebbe finalmente potuto continuare a vivere la sua esistenza senza più il timore di essere ucciso.
Ora si che era immortale.
<< Ora dicci dove sono >>disse Stefan guardando l’ibrido con odio.
Tutto quello che gli aveva fatto passare,e tutto quello che ancora ora gli faceva vivere,non poteva che far nascere in Stefan niente se non quel sentimento tremendo e bruttissimo. Ma l’odio che il vampiro provava per quell’originale era più che legittimato. Ora la sua anima si sarebbe sollevata un po’,solamente quando avrebbe potuto vedere il fratello.
Ma Klaus quella volta voleva essere certo che tutto filasse bene.
<< Sono in quella stanza-disse l’ibrido-ma prima…un piccolo test >>
Guardò fisso negli occhi Stefan e poi disse:<< Questa è la vera insegna fatta di quercia bianca? >>
Stefan,in tono mono corde rispose di sì. Però Klaus voleva esserne certo così fece lo stesso anche con Sam e Dean,che riluttanti,lo lasciarono fare.
Anche loro risposero di sì,e solo allora Klaus potè finalmente sentir gridare dentro di sé la gioia per la vittoria.
Niente gli faceva più paura ora e il problema della madre, era di facile soluzione. Quindi poteva sentirsi finalmente più felice.
Fece strada ai tre e aprì la porta della stanza dove Damon e Beth erano stati rinchiusi.
<< Consiglio a Stefan di non entrare. Il troppo sangue potrebbe darti alla testa. >>disse e il vampiro non potè che dargli ragione.
Appena la porta venne spalancata un odore di sangue lo investì in pieno,facendolo per un attimo vacillare.
<< Prendete voi mio fratello >>disse ai due Winchester e poi corse fuori a prendere aria pulita.
Sam e Dean annuirono ed entrarono piano cercando di far abituare i loro occhi a quella luce così soffusa,poi il terrore li pervase.
Se per tutta quella notte avevano avuto paura,la scena che videro in quel momento li fece provare una sensazione ben peggiore.
Beth se ne stava appoggiata alla schiena di Damon e li guardava con un debole sorriso sghembo. Il suo viso era pallido come un lenzuolo e anche visibilmente stanco. La cosa che però li fece agghiacciare fu il suo collo. Era completamente rosso,così come la sua maglietta.
Alcune gocce erano anche sul pavimento.
Quello era sangue e non era difficile immaginare cosa fosse successo.
Sam e Dean non sapevano se girarsi per uccidere quel mostro o correre disperati verso la sorella. La prima soluzione non era fattibile,visto che avrebbero rischiato di farsi uccidere loro,quindi optarono per la seconda, cercando di mascherare tutta la disperazione che provavano in quel momento.
Beth appena aveva visto i suoi fratelli era quasi saltata dalla sedia,ma un capogiro l’aveva colta all’improvviso ed era stata costretta ad appoggiarsi di nuovo sul vampiro. No,che lui avesse opposto resistenza.
Anzi,cercava di mantenersi più indietro possibile così che lei potessi appoggiarsi meglio.
Se Beth avesse avuto le forze avrebbe fatto qualche battuta o sarebbe arrossita per quel contatto così ravvicinato con lui.
I due Winchester si avvicinarono alla sorella e Damon,senza fiatare.
Sam si occupò di tagliare le corde del vampiro,mentre Dean quelle di Beth e poi subito  cercò di prenderla in braccio
<< No,ce l’ha faccio >>disse lei,ma non ci fu verso di far cambiare idea al fratello che la strinse forte a sé.
Beth si concesse un attimo di debolezza,accoccolandosi di più fra quelle braccia,appoggiando la testa sul petto di Dean e inspirando quell’odore che sapeva di casa. Così diverso da quello di Damon,ma comunque molto confortante.
Dean strinse ancora di più la presa e senza voltarsi andò fuori da quella casa. Sam invece con quel suo tono minaccioso disse:<< Ci vendicheremo >>e poi seguì il fratello.
Klaus dovette ammettere che ci sapeva fare il gigante. Con quell’atteggiamento poteva diventare un ottimo attore per film thriller.
Damon si concesse di lanciare un’occhiata a Klaus.
Gli occhi azzurro ghiaccio del vampiro colpirono in pieno l’ibrido. Quegli occhi che stavano a significare solo una cosa:tu morirai.
Ma Klaus non aveva paura di nessuno ormai e rise di gusto quando Damon fu colpito dai raggi che entravano dall’enorme finestra vicino alla porta.
Il vampiro urlò per il dolore e quello fece bloccare tutti.
Beth si voltò e riuscì anche a dire un “Damon” facendo trasparire la sua preoccupazione per le urla del vampiro.
<< Oh scusa,mi sono dimenticato di dirti che ti ho sfilato l’anello. >>detto questo lo lanciò verso il vampiro e poi andò al piano di sopra.
Stefan,sentendo le urla del fratello,subito era corso dentro e afferrò l’anello infilandolo al dito di Damon.
Poi l’aiutò ad alzarsi e tutti uscirono da quella casa degli orrori.
<< Giurò che me la pagherà quel bastardo >>ringhiò Damon notando come guarisse lentamente da quella bruciatura.
<< Noi andiamo all’ospedale-disse Dean-Sam guida tu >>
<< Non ho bisogno di andare all’ospedale >>si lamentò Beth.
<< Non fare storie sorellina. Sei ferita e non so quanto sangue ti sia rimasto in corpo >>rispose Dean.
<< Veniamo con voi >>disse d’un tratto Stefan,attirando lo sguardo di tutti.
<< Cosa? >>domandò Damon.
<< Hai bisogno di sangue e non so se con le scorte che ci sono rimaste in casa ce la farai a riprenderti. >>spiegò Stefan.
<< Ma se abbiamo fatto una settimana fa rifornimento! >>obbiettò Damon.
<< Ero molto preoccupato e forse mi sono fatto prendere un po’ la mano. Ma se andiamo in ospedale Meredith ci aiuterà >>confessò la sua colpa Stefan.
Damon non disse niente,ci avrebbe pensato dopo a dargli due pugni per la sua idiozia. Cosa c’era da preoccuparsi?
Non poteva “drogarsi” ogni volta che era preoccupato,se andava avanti così non ne sarebbe mai uscito. Però molto,ma molto,infondo quel gesto mosse qualcosa dentro Damon. Suo fratello era preoccupato per lui.
Era una bella cosa.
<< Salite allora >>disse Dean,cercando di auto-controllarsi.
Stava per far salire nella sua amata baby due vampiri.
Quello era un vero sacrilegio,che non si sarebbe mai più ripetuto.
Sam si mise al posto di guida,mentre Stefan sul sedile del passeggero tenendo il finestrino tutto abbassato. Il sangue di Beth lo faceva sentire troppo male  e non vedeva l’ora di arrivare all’ospedale.
Dietro invece c’erano Damon,Beth in mezzo e poi Dean.
Sempre se fosse stata in forza,Beth avrebbe riso per quella situazione. Era davvero surreale,ma si sentiva mancare la forza di respirare a tratti,figuriamoci se aveva quella di ridere.
Preferiva piuttosto mantenersi più immobile possibile per non aprire la ferita sul collo. Già aveva fatto molti movimenti bruschi,e aveva ricevuto un paio di fitte tremende come preavviso.
Abbassò lo sguardo sulla mano destra di Damon che aveva appoggiato sulla gamba.
Non doveva ancora essere guarita visto che era tutta rossa.
Era come se fosse stata bruciata,era completamente ustionata.
<< Deve fare un male cane >>commentò lei.
Damon non aveva capito che la rossa si stesse riferendo a lui,ma poi rispose sarcasticamente:<< Non è che tu stia messa meglio >>
Beth sorrise in maniera inquietante e disse:<< Mi sentirò meglio solamente quando avrò la testa di quello schifoso su un pianto d’argento >>
Quella frase fece sorridere tutti e nessuno non poteva che essere d’accordo con lei. Klaus aveva esagerato riducendo Beth e Damon in quelle condizioni,e ora meritava solamente la morte.

Arrivati all’ospedale,Stefan subito chiese della dottoressa Fell,che arrivò quasi correndo.
<< Stefan! Damon! Cos’è successo? >>chiese preoccupata Meredith,concentrandosi specialmente su Beth che sembrava quella messa peggio.
<< Klaus >>rispose semplicemente Stefan e questo bastò a far capire alla dottoressa tutta la situazione.
<< Avremo bisogno di… >>cercò di dire ancora il minore dei Salvatore,ma non ci fu nemmeno bisogno di finire la frase che Meredith annuì e gli indicò una stanza dove potevano agire indisturbati.
<< Tu rimani qui. >>disse serio Damon al fratello,e l’altro non potè che fare quello che gli era stato detto,consapevole che era la scelta migliore.
<< Una barella >>urlò la dottoressa e,quando arrivò,Dean appoggiò delicatamente la sorella.
L’accompagnarono fino fuori alla stanza,poi furono costretti ad aspettare fuori. Sapevano che non era niente di grave,ma la preoccupazione non accennava a diminuire.
Il senso di colpa li stava divorando. Beth era sotto la loro responsabilità,era la piccola della famiglia,la loro sorellina e l’avevano lasciata da sola in un momento del genere.
Sam non riusciva a stare fermo,camminando avanti e indietro,mentre Dean si sedette su una sedia.
Presto anche Stefan li raggiunse e silenziosamente si sedette a una sedia di distanza da Dean.
Sapeva cosa stavano provando i due Winchester e quanto doveva essere difficile per loro quella situazione. Il piano era andato bene,ma ciò comportava una loro collaborazione e per dei cacciatori esperti come loro, quello era un vero oltraggio. Non poter uccidere dei mostri,far il loro lavoro alla fine,era massacrante.
Inoltre si aggiungeva l’angoscia per Beth.
Lì Stefan,li poteva capire perfettamente.
Quando aveva saputo che Damon era stato rapito da Klaus,l’aveva colpito una fitta al cuore. Sapeva che fratello poteva diventare troppo irrispettoso nei confronti di una persona solo per farla alterare,figuriamoci con Klaus.
Già fra i due non correva buon sangue,poi si metteva il caratteraccio di entrambi. Insomma aveva più di un motivo per aver paura per il fratello.
E proprio mentre stava pensando a lui,Damon raggiunse i tre.
Non aveva voglia ne tempo di starsene lì con le mani in mano,voleva agire. Quello di Klaus era stato un affronto troppo grande.
Solo lui e Beth sapevano cosa avevano dovuto sopportare.
Buttò un’occhiata alla porta della stanza dove la piccoletta si stava venendo curata,e non potè che pensare che Klaus si era rivelato più viscido del previsto.
Era sempre stato un galantuomo l’ibrido,ma doveva essere davvero infuriato se aveva osato baciare Beth,solamente per il gusto di farla soffrire. Damon non poteva vedere la scena,ma l’aveva sentito benissimo.
Era durato meno di un secondo,giusto il tempo di sporcare di sangue anche le labbra di Beth,ma il tempo sembrava essersi prolungato all’infinito. Il gesto della ragazza effettivamente era stato molto avventato e c’era d’aspettarselo che Klaus avrebbe perso la ragione,ma deturpare un esserino così dolce e piccolo come il Pettirosso era un vero sacrilegio.
Damon era sempre più convinto che quella ragazzina andasse portata in salvo.
Tutta quella vita non le apparteneva,ma poi si ricordava come aveva combattuto e di come avesse sfidato anche lui. E si diceva che lei era nata per essere una cacciatrice,che era forte abbastanza per poter camminare nell’Inferno e uscirne illesa.
Allora cos’era quel pensiero costante di protezione?
Perché pensava continuamente che andasse salvata?
Lui aveva già da pensare Elena,che da sola riusciva a essere un problema enorme visto le continue calamità in cui si imbatteva.
Lo faceva con piacere,sia chiaro.
Ma avrebbe tanto voluto che la Gilbert potesse vivere tranquillamente e lui non dovesse sempre essere all’allerta e preoccupato che le succedesse qualcosa.
Quindi mettersi a pensare anche di Beth era impossibile.
Non ne aveva il tempo,ecco tutto.
<< Allora fratellino,cosa avete fatto? >>chiese spezzando il silenzio religioso che si era venuto a creare in quel corridoio.
<< E’ tutto apposto,quando arriveremo a casa lo vedrai con i tuoi stessi occhi. >>spiegò Stefan.
Dean osservava Damon con un’espressione furiosa.
Quel vampiro non gli piaceva per niente.
No, che l’altro gli fosse tutta quella simpatia ma almeno aveva il tatto di starsene seduto in silenzio senza disturbarlo.
Invece quell’arrogante di un vampiro che vestito com’era gli dava l’idea di un motociclista,era piombato lì facendo un grande fracasso disturbando tutto e tutti.
Aveva notato da tempo ormai come la sorella lo guardasse e il fatto che i due adesso si parlassero anche così amichevolmente non gli andava giù.
Ormai Beth sembrava aver superato quella strana fase del rimbecillimento,ma ora era in un’altra ancora peggiore. Lo sguardo della sorella,colmo di preoccupazione quando aveva sentito urlare il motociclista e quello complice di quand’era nella macchina,non erano bei presagi.







Salve a tutti e buon TVDay! Avete già visto l'episodio? Io l'ho trovato meraviglioso..forse però sono troppo di parte. Non c'è mai stato un episodio che io abbia detto che fosse brutto,quindi xD
Ora torniamo alla mia di storia. Allora vediamo cos'è successo dopo che Elena ha dato la notizia del rapimento e il post-rapimento. Devo essere sincera..il tutto non mi convince molto,ma spero che comunque vi sia potuto piacere ^^
Grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi e ovviamente un grazie speciale alle mie due recensitrici ^^
Alla prossima!
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


<< Cos’è successo di preciso quand’eravate lì? >> chiese Sam più serio che mai.
Dean non sapeva come facesse il fratello a rivolgere la parola a quel tipo e come gli fosse saltato in mente quella domanda.
Tutta quella preoccupazione era già una tortura,che bisogno c’era di farsi ancora più male?
Damon non rispose subito osservando attentamente quel gigante.
Ora almeno aveva un’aria più amichevole,quando l’aveva visto minacciare Klaus,gli era venuta quasi la pelle d’oca.
<< Tutto quello che stai immaginando >>rispose evasivo il vampiro.
<< Può darsi che sia andata meglio però >>ribattè Sam.
Damon allora si decise a parlare,comunque non sarebbe riuscito a scrollarsi quel capellone da dosso.
<< Klaus all’inizio si stava divertendo con me,poi era andato da Beth. Lei gli ha sputato in faccia e quello non c’ha visto più. >>spiegò brevemente Damon omettendo quanti più particolari potesse,soprattutto il fatto del bacio. Non sapeva perché l’avesse fatto,ma quella era una cosa che sarebbe rimasta in quella stanza delle torture,così come tutto quello che si erano detti lui e il Pettirosso.
Sam annuì semplicemente,ma strinse ancora più forte le mani sulle braccia.
Dean invece erano meno pacato e non sapeva controllarsi. La voglia di ritornare da quel mostro e farlo soffrire le pene dell’inferno era tantissima,ma si sfogò stringendo talmente forte i pugni che stava per sanguinare.
Poi la porta della stanza,dov’era Beth,si aprì e scattò dalla sedia.
<< Come sta? >>chiese alla dottoressa che gli sorrise in modo rassicurante.
<< Va tutto bene. Abbiamo solamente dovuto fare qualche trasfusione e chiuderle la ferita. Abbiamo usato il metodo tradizionale. >>disse infine lanciando uno sguardo complice ai due Salvatore.
<< Cioè? >>chiese Sam.
<< Dopo ne riparliamo >>rispose Stefan.
Meredith si raccomandò che Beth riposasse e facesse quanti meno sforzi possibili,dopo non potè più trattenere i due fratelli Winchester che entrarono nella stanza della sorella.
Subito Sam andò ad abbracciarla e Beth ricambiò con tutte le forze che aveva. Da dietro la spalla del fratello potè vedere Damon che la fissava con uno sguardo indecifrabile.
Beth non potè fare a meno di ricambiare,per poi distoglierlo in contemporanea.
A Dean non gli sfuggì quello scambio di sguardi e si irrigidì sul posto.
<< Tu non vieni ad abbracciarmi? >>chiese scherzando Beth,notando lo strano comportamento del fratello.
Per tutta quella situazione Dean doveva sentirsi terribilmente in colpa. Anche Sam lo era e Beth lo sapeva,ma l’altro Winchester era un po’ più diverso da loro due.
Era difficile da spiegare,semplicemente era più umano.
Non poteva fare a meno di provare tutti i lati più negativi dell’esserlo. Darsi colpe dove non c’erano. Fare finta che vada tutto bene solo per non far preoccupare gli altri. Continuare a lottare contro il male senza mai cedere al lato oscuro.
Anche lei e Sam erano così,ma come diceva lei,erano a uno stadio inferiore.
Non avevano quella stessa forza d’animo e si sarebbero fatti trascinare dagli eventi nei casi disperati,invece Dean avrebbe mantenuto sempre il suo lato umano.
Lei stessa aveva ucciso persone solo per arrivare al suo scopo finale,la vendetta.
Forse avrebbe potuto risparmiare qualcuno,forse poteva essere salvato.
Ma lei era troppo accecata per farlo.
Anche Sam era caduto nel lato oscuro per il potere.
Bere sangue di demone,non gli aveva fatto bene e sapeva quanto il fratello soffrisse per quello che aveva fatto e lei non gli dava nessuna colpa.
Lei poteva capirlo alla perfezione.
Dean invece era diverso… era troppo buono.
Con gli umani ovviamente.
Beth cercò di incoraggiarlo con un sorriso,e Dean lentamente andò ad abbracciare la sorella. Pian piano che sentiva la sua piccola Beth stringersi a lui,non poteva che aumentare la presa dimenticandosi momentaneamente di quel vampiro e di tutto quello che era successo.

Damon aveva osservato la scena per un secondo,senza pensare a nulla in particolare. Però era stato come incatenato a osservarli.
Venne ridestato poi dalla voce di Meredith.
<< Un paio di giorni fa Alaric mi ha chiamato >>disse la dottoressa.
<< Come sta? >>chiese subito Stefan.
<< Sta facendo del suo meglio. Gli è capitato solo una volta di perdere coscienza,ma non si è fatto niente. Sta mandando le ricerche avanti,ma non è venuto ancora niente fuori. Mi ha chiesto di tutti voi e gli ho detto che state bene anche se manca a tutti. >>spiegò la dottoressa.
<<  Ti ha detto quando tornerà? >>chiese Damon più serio che mai.
<< No >>rispose semplicemente l’altra.
Damon annuì e poi a grandi falcate se ne andò.
Stefan e Meredith si scambiarono uno sguardo preoccupato.
Entrambi sapevano che Damon infondo soffrisse per la lontananza dal suo amico. Era in una situazione difficile e il vampiro avrebbe trovato tutto più semplice se solo ci fosse stato lì,con lui il suo compagno di bevute.
Invece Alaric era da solo,chi sa dove,a dover affrontare tutta quella faccenda dell’alter-ego. Non era giusto dopo tutto quello che quel uomo aveva fatto.
Stefan raggiunse il fratello e insieme tornarono a casa.

<< Bene adesso firmiamo e andiamocene da qui >>disse Beth .
<< Ha detto la dottoressa che devi riposare >>replicò Sam.
<< Posso anche farlo a casa nostra. Ora voglio sapere cos’avete fatto,poi giuro che andrò a dormire >>promise Beth.
I due Winchester annuirono e Meredith,anche se preoccupata,diede il permesso per dimettere la rossa.
<< Quelle due sanguisughe se la sono svignata,ma non hanno capito con chi hanno a che fare. >>disse Dean entrando in macchina.
<< Forse ci aspettano direttamente da loro >>propose Sam.
<< Allora mi dite cosa succede? >>disse Beth alzando un po’ la voce.
<< Ora lo vedrai con i tuoi occhi >>le rispose Sam sorridendola.
Beth annuì poco convinta,ma decise di starsene zitta.
Odiava non sapere cosa succedeva e la sua curiosità non l’aiutava.
Doveva ammettere che l’unica cosa che voleva in quel momento era dormire.
Ma non poteva crollare,non prima di aver scoperto cosa era successo.
Dean prese una strada che non avevano fatto mai prima d’allora e questo le permise di distrarsi. Dopo un paio di minuti si ritrovò davanti a una casa enorme.
Chi era così ricco?
Scese dalla macchina e rimase a bocca aperta,mentre ammirava quante più cose potesse.
<< Andiamo >>disse Dean camminando a passo di marcia.
Beth quasi poteva vedere un’aura nera intorno al fratello e questo le fece intuire di chi poteva essere quella casa.
Sam le andò vicino mettendole un braccio sulle spalle spingendola a camminare.
<< Speriamo che aprano subito o rischiamo che Dean butti a terra la porta >>disse Sam scherzando notando anche lui l’umore del fratello.
Doveva essere una vera sfida per Dean collaborare con dei vampiri,andare a casa loro. Anche lui trovava tutto ciò molto strano,ma il fine giustifica i mezzi.
Se quell’alleanza era necessaria per uccidere quel mostro di Klaus,poteva resistere senza dare di matto a differenza del fratello maggiore.
Dean non appoggiò nemmeno la mano sulla porta che si aprì,rivelando un’Elena che sorrideva radiosa.
<< Dean! Per fortuna stai bene >>disse la ragazza,felice che l’amico non avesse un graffio. Naturalmente Stefan gli aveva già detto che tutti e tre i Winchester stavano bene,ma lei non si sarebbe calmata fino a che non li avesse visti.
<< Certo,che ti aspettavi? >>chiese retoricamente Dean ricambiando quel sorriso. Almeno lui e i suoi fratelli non erano gli unici a dover stare in quella casa di vampiri. Elena riusciva però a essere molto più a suo agio e ciò confondeva Dean. Com’era possibile?
Elena fece spazio per far entrare i tre e sorrise anche quando vide Sam.
Quando invece vide Beth la sua espressione mutò completamente.
Non riusciva a girarsi e guardare in faccia l’amica.
Chiuse la porta e rimase girata di spalle.
Non ci riusciva. Anche quando prima era tornato Damon,non ce l’aveva fatta a parlargli.
Si sentiva così tremendamente in colpa.
Come non poteva non esserlo? Se solo non avesse urlato,se si fosse rivelata più utile,se gli avesse aiutati nella battaglia,insomma se si fosse comportata l’opposto,Damon e Beth non avrebbero dovuto soffrire così tanto.
Il suo ruolo era stato quello di essere sballottata qua e in là mentre loro due si mettevano davanti per proteggerla.
Si era sentita inutile,ma non aveva armi ed effettivamente non poteva fare nulla,non riuscendo a reggere quei ritmi così veloci. Aveva solo un compito semplice semplice. Far vedere a Beth dove abitasse Alaric.
Invece lei era stata così ingenua,così stupida da urlare cosa stava succedendo.
Era ovvio che Klaus doveva essere nei paraggi e che avesse ascoltato tutto.
Cercò di trattenere le lacrime mentre continuava a guardare l’enorme porta.
Beth ci rimase male per il comportamento dell’amica.
Non che si aspettasse una festa,ma almeno un ‘tutto bene’ o cose del genere.
<< Elena? >>provò a chiamarla.
La Gilbert si girò cercando di contenere le lacrime.
Beth era ridotto uno straccio,ma non si lamentava,invece lei sì?
Era un comportamento infantile e la sua amica non se lo meritava,così come Damon.
<< Scusami di tutto Beth. Sono stata stupida e per un mio errore avete subito tu e Damon. Non sai quanto mi dispiaccia. >>riuscì finalmente a dire.
<< Elena non è colpa tua. Nessuno di noi sapeva che Klaus era nei paraggi >>
<< Ma se solo mi fossi resa più utile,non facendo fare tutto il lavoro a te e Damon,sareste stati più attenti >>
<< Per favore. >>replicò Beth alzando gli occhi al cielo.
Non aveva le forze,ma avrebbe colto l’occasione per far un bel discorsetto a tutti.
<< Io non capisco perché vi addossate tutti colpe che non avete. Questo è il mio lavoro. Difendere gli umani ed è ovvio che ci possono essere danni collaterali. >>
<< Tutto quello che è successo lo reputi un semplice danno collaterale? >>sbottò Dean rivelando tutta la rabbia che provava verso se stesso.
<< Capisco la preoccupazione,ma se rimanete tanto sconvolti,che io rischi la vita,allora chiudetemi in una grotta sotterranea dove nessuno mi può trovare e quindi non sarò in pericolo. >>replicò Beth più decisa che mai a far finire quella storia. Tutta quella tensione era insopportabile.
<< Quindi smettiamola tutti. Dovevamo solamente essere più prudenti e sarà un errore che non si ripeterà >>disse sicura di sé.
Damon spuntò da un corridoio e si avvicinò un po’ a loro.
<< Forse c’è una cosa che dovresti venire a vedere >>disse ritrovando il suo solito tono sarcastico.
Beth lanciò un’ultima occhiata ai quei tre e poi seguì il vampiro.
<< Ci sai fare con i discorsetti Pettirosso >>commentò lui.
<< Non ti ci mettere anche tu. Questa giornata è iniziata con il piede sbagliato >>disse ancora nervosa la rossa.
<< Scommetto che migliorerà di sicuro dopo che vedrai questa sorpresa >>
Andarono nello scantinato e poi seguirono uno stretto corridoio che portava a una cella,lì Beth sgranò gli occhi.
<< L’insegna?! Ma come…? >>chiese meravigliata andando a toccarla per essere certa che non fosse frutto della sua immaginazione.
<< E’ stata un’idea di tuo fratello Sam >>la informò Stefan avvicinandosi un po’ a lei.
La ragazza non aveva avuto il tempo di farsi una vera doccia e l’odore del sangue non era ancora scomparso,quindi il vampiro preferiva mantenere le distanze.
<< L’ho sempre detto che Sammy è un genio,cosa si è inventato questa volta?  >>domandò Beth orgogliosa che ancora una volta i Winchester avessero dato un contributo fondamentale.
<< Non avevamo modo di salvarvi se non quello di dare a Klaus quello che voleva. Quindi abbiamo creato un falso. Dopo di che ho ammaliato i tuoi fratelli facendoli credere che quello che abbiamo dato a Klaus fosse vero e che non si sarebbero ricordati del piano fino a che non vi avessimo salvato. Io prendo la verbena e Klaus non lo sa. Ho dovuto solo fingere >>spiegò Stefan a una Beth sbigottita.
Non aveva dovuto soffrire inutilmente. Mentre lei era costretta a subire quelle torture da Klaus,i suoi fratelli e gli altri stavano mettendo in atto un piano perfetto. Ne era valsa la pena.
Ora potevano agire senza alcun disturbo e attaccare a sorpresa.
Beth però era decisa a tenere gli occhi aperti questa volta. Non sarebbe dovuto andare niente storto.




Salve ^^ Ecco un nuovo capitolo,ancora post-rapimento.
Per un pò di azione bisognerà aspettare ancora un bel pò di capitoli,spero quindi che non vi annoierete xD
Molto più spazio sarà lasciato invece alle parti "sentimentali",se vogliamo chiamarle così.
Scopriamo qual'era il piano di Sam,funzionato alla perfezione...per ora.
Non mi sono mica dimenticata di Alaric,ritornerà fra un pò e avrà anche un ruolo mooolto importante.
Intanto spero che continuiate a seguire la mia storia e vi ringrazio.
Saluti da Roly_chan!

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Poco dopo sentì dei passi scendere le scale e subito li identificò come quelli di Sam.
<< Siamo venuti a prenderla >>disse.
<< Come? >>chiese confuso Damon alternando lo sguardo su Sam e poi su Stefan.
<< Abbiamo pensato che sarà più al sicuro a casa loro. Nessuno può entrare. >>
A Damon la cosa non piacque. Voleva che quella volta andasse tutto bene,e far che ciò avvenisse,doveva avere quel pezzo di legno sotto i suoi occhi.
Sam si avvicinò per prenderla,ma Damon gli si mise davanti.
Subito Beth e Stefan si avvicinarono ai due,preoccupati di una reazione.
<< State calmi. Ho solo una richiesta. >>disse Damon guardando poi negli occhi Sam,dovendo a malincuore alzare la testa.
Solo per quello Damon già odiava quel Winchester.
<< Sarebbe? >>domandò alzando un sopracciglio Sam.
<< Per due giorni l’insegna deve rimanere in questa casa. Giusto il tempo di fare un paio di paletti per noi. In alternativa posso venire a farli io a casa vostra…ma dovrei essere invitato.. >>
<< Preferiamo la prima opzione -disse Dean facendo il suo ingresso in quella stanza- a patto che possiamo rimanere qui a sorvegliarti >>
<< Che bisogno c’è? >>disse Damon con il suo ghigno,cercando di mascherare l’irritazione che provava verso quel Ken cacciatore.
Lui non sarebbe mai riuscito a sopportarlo. Gli era semplicemente antipatico e il solo suono della sua voce gli urtava i nervi.
<< Lo stesso che provi anche tu. Hai paura che noi ti diamo dei paletti falsi. Bè anch’io non mi fido di voi. Chi mi garantisce che non mi darai un pezzo di legno falso,condannandoci a morte certa quando andremo ad affrontare Klaus? >>disse Dean usando lo stesso tono del vampiro.
Solo che non lo faceva apposta. Lui parlava così e il fatto che avesse un qualcosa in comune con quel mostro gli faceva torcere le budella.
<< Penso di essere stato fin troppo gentile con voi. Di solito non concedo tutte queste opportunità a chi potrebbe uccidermi appena mi girò di spalle >>contrabbattè Damon avvicinandosi a Dean con sguardo minaccioso.
<< Posso dire lo stesso di te. >>replicò Dean facendo anche lui un passo verso il vampiro.
Tutta quella situazione era stremante per Beth. La dottoressa non aveva mentito quando aveva detto che aveva bisogno di riposo e tutta quell’atmosfera non gli faceva bene. Sam riusciva a vedere come ogni secondo che passasse la sorella diventasse sempre più bianca. Possibile che tutto il discorso che avesse fatto prima al piano di sopra,Dean l’avesse già dimenticato?
Diceva che voleva proteggerla e non capiva che così la stava solo ferendo?
Così decise di intervenire.
<< Basta così. Damon accettiamo la tua offerta,domani sera verremmo a prendere l’insegna >>
<>stava dicendo Dean ma venne bloccato dallo sguardo che il fratello gli lanciò.
A Dean bastò un attimo per capire. Gli bastò vedere come Beth cercasse di sfregarsi le mani sulle braccia come se avesse freddo. Solo perché stava in piedi e sembrava che non ci fossero pericoli,non  significava che stesse bene.
Si maledisse da solo per quel suo comportamento.
Non faceva che metterla in pericolo.
Dopo che la sorella aveva finito di parlare al piano di sopra,lui,Sam e Elena erano rimasti in silenzio.
Non c’era niente da dire,oltre che concordare su quello che aveva detto la ragazza. Era giusto essere preoccupati,ma darsi colpe dove non ce ne erano,era assurdo e controproducente. Invece di far in modo che potesse stare tranquilla e rilassata,la stavano solamente stressando con tutte quelle paranoie.
<< Se volete potete rimanere qui. Non c’è problema. >>proruppe Stefan.
Damon lo guardò con un sguardo fra il “sei impazzito” e il “ora ti uccido”.
<< Mi hanno aiutato a liberarti. >>si difese Stefan,facendo solo innervosire di più il fratello.
Non c’era bisogno che gli ricordasse che,in un certo senso,era in debito con quei bambocci.
<< D’accordo >>sbuffò per poi andarsene da quella stanza diventata troppo stretta per lui e la sua voglia di strangolare tutti i presenti.
O almeno quelli che avevano parlato.

Andò nel salotto per versarsi una generosa dose di wishy. Si scollò talmente velocemente il contenuto,che quasi nemmeno sentì il sapore in bocca.
<< Damon >>disse Elena facendo il suo ingresso nel salone.
Era giusto che parlasse anche con lui.
Non gli aveva detto niente da quando era tornato,e chi sa cosa aveva dovuto sopportare a causa di Klaus.
<< Se sei qui per le scuse,ho già sentito quelle che hai rifilato a Beth e che includevano anche me >>disse il vampiro versandosi altro liquore.
<< Tu non sei un cacciatore. Non sei obbligato a tutto questo,ma alla fine ci finisci sempre dentro. Non posso non ringraziarti e sentirmi in colpa. >>confessò Elena appoggiando una mano sulla sua per fargli posare il bicchiere.
Damon si soffermò un po’ a vedere la mano delicata e esile della ragazza. Elena accorgendosi di quel gesto,forse troppo intimo,tolse la mano portandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
<< Lo sai perché lo faccio. >>disse infine il vampiro guardandola fisso negli occhi.
Elena non riusciva a ingoiare il groppo che gli era salito in gola.
Certo che lo sapeva perché lo faceva e lei non poteva che sentirsi ancora più in colpa. Damon rischiava la sua vita per lei e cosa faceva in cambio?
Niente,oltre che farlo soffrire sempre di più.
Cosa doveva fare? Cosa doveva dire?
Avrebbe fatto di tutto per far sentire Damon amato,per farlo sentire felice e per non farlo pentire di rischiare la vita ogni volta per un’ingrata come lei.
Ma sarebbe stata solamente ancora più cattiva,perché lo sapeva che se si sarebbe lasciata andare con lui,non sarebbe stata sincera.
Non poteva smettere di amare Stefan da un momento all’altro. Lei l’amava ancora,di quello era certa. Quello che provava per Damon era ancora da scoprire. E c’era una parte di lei che avrebbe avuto voglia di farlo,ma se poi si fosse accorta che non era quello che voleva?
Avrebbe fatto soffrire Stefan,avrebbe fatto soffrire Damon,avrebbe sofferto lei. Era vero,comunque in quella situazione non è che stessero meglio,ma prima di arrivare alla strada del non ritorno voleva essere certa.
Provare era troppo rischioso. Quei due non si meritavano altro dolore.
<< Non posso far altro che ringraziarti e prometterti che farò il possibile per ripagarti >>disse infine.
E l’avrebbe fatto. Sia se alla fine avrebbe scelto lui,sia se non l’avesse fatto,non l’avrebbe mai lasciato da solo. Ma come aveva detto ora poteva solo ringraziarlo. Non era molto,ma andare oltre per poi non essere sicura di quello che provava avrebbe solamente peggiorato le cose.

Dean in quel momento salì al piano di sopra,avviandosi verso la porta,ma poi si ricordò che anche Elena doveva essere avvertita di tutta quella situazione e decise di entrare nel salone.
<<
Dean che succede? >>chiese preoccupata lei.

<< Abbiamo deciso che ci fermerò per un giorno qui,hai bisogno di qualcosa? >>chiese cercando di non guardare Damon.
<< Credo di sì. Aspetta che vengo con te. >>disse lei,sorridendo al vampiro prima di andarsene.
Damon bevve quel nuovo bicchiere,un’altra volta tutto d’un sorso.
Quel Dean Winchester sarebbe sparito dalla faccia della Terra prima di quanto pensasse.

<< Se vuoi puoi usare una delle stanze libere che sono al piano di sopra >>offrì Stefan a Beth.
<< Non ti preoccupare mi va bene il divano. Solo mi servirebbe un bagno. Vorrei almeno sciacquarmi i capelli. >>
<< Certo >>così Stefan le mostrò un bagno per poi lasciarla da sola.
“ Vivere per chi sa quanto tempo sicuramente ti permetteva di fare molti soldi. Forse per questo si possono permettere una casa che farebbe invidia a qualsiasi milionario. “pensò Beth.
Poi decise di non perdere tempo ad ammirare quel bagno.ma di lavarsi i capelli. Per fortuna si trattava solo delle punta,che lasciò poi bagnate. Si lavò anche meglio il collo e la spalla approfittando di quei saponi con quell’ottimo profumo.
Aveva cambiato la maglietta,mettendosi una camicia di Dean,ma era troppo grande per lei e non vedeva l’ora che il fratello gli portasse qualcosa di suo,ma non credeva di poter resistere fino al suo ritorno.
Si sentiva così stanca.
Arrivò nel salotto e vide però che c’era qualcuno seduto su una poltroncina.
Damon. Chi poteva essere se non lui? Nessuno riusciva ad essere così sexy anche mentre guardava il vuoto.
Beth decise di non disturbarlo,forse anche lui era prossimo a una crisi di nervi.
Entrò e si mise sul divano,distendendosi lentamente. Era così comodo.
Peccato solo che avesse bisogno di un cuscino.
Si girò un paio di volte prima di trovare una posizione dove potesse avere anche la testa appoggiata comodamente. Ma si bloccò quando vide che Damon si era alzato dalla poltrona.
Non voleva disturbarlo,e se adesso l’avesse cacciata di casa avrebbe fatto anche bene.
Ma Beth rimase meravigliata invece da quello che fece.
Con forza,ma delicatamente,la fece mettere a sedere,poi si sedette lui.
Dopo la fece distendere,facendole appoggiare la testa sulle sue gambe.
<< Ora cerca di stare ferma e dormire. >>disse il vampiro,sorseggiando un altro po’ di whishy.
Le guance di Beth si colorarono di un vivissimo rosso per l’imbarazzo di tutta quella situazione. Voleva anche alzarsi,ma che figura c’avrebbe fatto?
Damon aveva ragione a chiamarla Dottor Jekyll e Mr Hyde.
Prima faceva la dura con Klaus rischiando di farsi uccidere,poi si vergognava ad avere la testa appoggiata sulle gambe di un ragazzo.
Per un attimo Beth si chiese che considerazione dovesse avere Damon di lei. Quello era un gesto intimo,non poteva farlo senza aspettarsi una reazione.
Però lei si limitò a girarsi di lato,dandogli le spalle e mettersi meglio su quelle gambe.
<< Grazie >>mormorò.
<< E’ la parola del giorno? >>disse ironicamente Damon,ma c’era qualcosa nella sua voce che fece intuire a Beth che qualcosa aveva fatto innervosire il vampiro,oltre tutta la questione con Dean.
<< A quanto sembra. Oltre che lo scusami >>
<< Vero >>concordò Damon sghignazzando.
<< Allora ti serve la ninna nanna? >>disse poi ritrovando un po’ di buon umore.
<< Con il sonno che ho penso che… >>iniziò a dire Beth per poi sbadigliare.
Questo le bastò a farla sprofondare nel mondo dei sogni.
Damon notò come la luce,ormai del primo pomeriggio,giocasse sulla figura di Beth.
Notò come i suoi ricci,se toccati dal Sole risplendessero ancora di più facendole sembrare delle fiamme vive di un fuoco.
Poi distolse lo sguardo continuando a fissare il vuoto,mentre con una mano era intento a reggere il bicchiere mentre beveva a piccoli sorsi,e con l’altra incominciò ad accarezzare e giocherellare con qualche ciocca di quell’incendio che erano i capelli del Pettirosso. 

ELENA-DEAN
Nell’abitacolo della macchina era caduto un silenzio innaturale.
Mille domande alleggiavano ma ne Dean ne Elena aveva la forza di darne voce.
Erano stati due giorni tremendi,dove nessuno aveva chiuso occhio.
Inoltre non si poteva sorvolare sul fatto che Klaus,se ne sarebbe potuto accorgere da un momento all’altro del loro imbroglio.
Inutile poi era accennare a tutto il resto dei loro problemi.
Elena lanciò un’occhiata a Dean e vide come il ragazzo fissasse duramente davanti a sé.
<< Come stai? >>chiese infine la Gilbert.
Forse non era la domanda più opportuna da fare,ma era la prima che gli era venuta in mente.
<< Bene >>mentì freddamente Dean.
Non aveva voglia di parlare. Non aveva voglia di ascoltare. Non aveva voglia di fare niente,oltre che uccidere quell’ibrido.
Le parole poi che aveva usato la sorella,l’avevano fatto innervosire ancora di più.
Poteva capirlo che anche lei era scossa,sicuramente più di loro. Ma trattarlo così,davanti a quei due vampiri che avevano di sicuro ascoltato tutto. L’aveva fatto sentire umiliato.
Lui era soltanto preoccupato.
Già era difficile per lui mostrare anche ad altri,le sue debolezze. Le sue emozioni.
Poi la cosa non veniva nemmeno apprezzata?
E in più si preferiva correre dietro a un motociclista?!
Dean non poteva accettarlo. Non voleva essere permaloso,ma quel gesto della sorella l’aveva ferito e se l’era presa. Non gli sarebbe passata in fretta quella rabbia.
Ma che bisogna c’era di prendersela anche con Elena?
<< Tu come stai? >>chiese addolcendo la voce.
Elena non si aspettava che Dean cercasse di continuare la chiacchierata e di preciso non sapeva nemmeno cosa rispondere.
<< Diciamo bene. Sono sollevata. Damon e Beth stanno bene e questo è quello che mi premeva di più >>rispose infine.
Dean aggrottò la fronte,in una chiara espressione di confusione.
<< Come fai a preoccuparti così tanto per un vampiro? >>
Elena non aveva ancora capito cosa facessero di preciso i cacciatori come i Winchester.
Aveva conosciuto solamente Mikael,il padre degli Originali,e non era stato un incontro piacevole. In ogni caso era ovvio che Dean non potesse capire.
Se era un vero cacciatore,non avrebbe mai compreso come un’umana potesse preoccuparsi di un vampiro. Elena non sapeva nemmeno come spiegarglielo.
<< E’ un mio amico >>disse lei semplicemente.
<< E’ pur sempre un vampiro. Sai quante persone innocenti avrà ucciso? >>continuò Dean.
<< E’ vero,ma è il passato. Si può cambiare. >>
Dean borbottò qualcosa che Elena non riuscì a cogliere,ma non poterono continuare a parlare che erano arrivati in casa.
La Gilbert si occupò anche di prendere i vestiti per Beth,oltre i suoi.
Indugiò un secondo prima di rientrare in macchina. Non voleva immischiarsi,aveva già i suoi di problemi,ma doveva fare qualcosa. Non si era ancora dimenticata il perché dovesse essere in imbarazzo con Dean,ma forse poteva aiutarlo.
Dean stava già mettendo in moto,quando Elena si decise ad entrare in macchina.
<< Senti Dean non devi pensare a quello che ti ha detto Beth. >>iniziò la ragazza e vedendo che l’altro non accennava a dare una risposta continuò.
<< Noi eravamo preoccupati ed ovvio che lei non vuole questo. Era stanca,per questo ha risposto così.. >>
<< Elena stai zitta. >>sbottò Dean,facendo rimanere la Gilbert a bocca aperta,prima di farfugliare delle scuse.
<< Non c’è bisogno di scusarsi. Anzi,sarei io a doverlo fare,non volevo prendermela con te. Solamente che la situazione della mia famiglia è molto particolare ed è difficile che qualcuno possa capire quello che ci succede se non sa le cose passate. >>spiegò Dean.
Aveva cercato di essere il più carino possibile,per far capire a Elena che semplicemente non doveva immischiarsi.
Lei era di parte,non avrebbe capito cosa Dean in quel momento stesse provando.
Aveva passato un’intera giornata a collaborare e complottare con dei vampiri,e la cosa non sembrava finita.
Sua sorella veniva rapita e torturata.
Lui veniva trattato uno schifo.
Insomma non era dell’umore giusto per essere psicanalizzato. Elena si stava rivelando un’ottima amica e forse alleata. Ma era dalla parte dei vampiri.
E quello per lui incideva molto su l’idea che si era fatto di lei.
Forse era sbagliato essere così categorici,ma lui era fatto così.
Cercava di capire,di comprendere,ma erano più uniche che rare le volte in cui riusciva davvero ad avere un rapporto con qualche mostro.
Elena era umana e questo la salvava,ma fino un certo punto.
Non aveva ancora ben capito che rapporto ci fosse fra la ragazza e quei due vampiri.
Aveva visto l’atmosfera che alleggiava nel salotto prima,quando aveva ‘disturbato’ Elena e il motociclista.
Per non parlare poi degli sguardi che si lanciavano invece lei e il biondino.
Questo l’aveva fatto giungere alla conclusione che Elena non poteva avere la sua piena fiducia. Gli dispiaceva,ma non avrebbe mai parlato con lei di quello che gli passava per la testa. L’avrebbe fatto sembrare debole e questo non poteva succedere.
Elena aveva avvertito che qualcosa si era rotto fra lei e Dean.
Non è che rapporto condividessero prima,ma c’era come una sorta di punto di incontro.
Ora tutto era svanito.
Aveva capito perché Dean si comportava così. Non si fidava di lei,troppo coinvolta con i vampiri. E lei accettò quella decisione.
Non si sarebbe sorpresa se anche Sam e Beth avessero reagito così.
Ma lei non avrebbe chiuso i rapporti con i suoi amici vampiri. Erano i suoi migliori amici.
La sua famiglia,quasi.
Quindi,con enorme dispiacere,accettava quello che avrebbero deciso i suoi amici cacciatori,ma per niente al mondo avrebbe lasciato la sua famiglia sopranaturale.

Salve e scusatemi se pubblico solo ora un nuovo capitolo. Ho avuto dei problemi con il pc e solo stasera l'ho potuto riavere. Spero che questo nuovo capitolo non vi abbia deluso,anche se non accade niente di che a livello d'azione. Vediamo però altri scontri fra i vampiri e i Winchester,e tre momenti Delena,Bamon(per me Bamon sta per Beth e Damon xD)e Deena(non so come chiamarli xD). Spero che il capitolo non sia stato troppo lungo e cercherò di aggiornare  entro sabato e domanica così da non far passare troppo tempo..grazie a chi continua a seguirmi e alla prossima!

Saluti :D 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


SAM-STEFAN
Beth dormiva beatamente e nulla l’avrebbe potuta disturbare. Era stanca morta e tutto quello di cui aveva bisogno era solamente riposare.
<< Ci sono alcune coperte nelle stanze degli ospiti se gliene vuoi portare >>proruppe Stefan,fermando la catena di pensieri di Sam.
Non voleva disturbarla. Aveva notato quanto la sorella fosse scossa e loro erano stati così stupidi da pressarla in quella maniera. Comprendeva pienamente quello che Beth aveva detto,anche se non poteva fare a meno di essere costantemente preoccupato per lei.
Spesso lui e Dean avevano parlato di questo argomento. Che,magari,erano troppo ossessivi verso la sorella. Ma loro la vedevano così piccola e indifesa,era impensabile non preoccuparsi per lei. Sam sapeva che la cosa migliore per lei era mollare tutto.
Ricominciare da capo,ma sapeva quanto potesse essere difficile.
Quando facevi un lavoro come quello,c’era sempre il pericolo che i demoni del passato spuntassero fuori da ogni parte,distruggendo quell’angolo di normalità che con tanta fatica avevi cercato di costruire.
Se solo Beth avesse trovato qualcuno. Una persona che si doveva guadagnare la loro piena fiducia,questo era ovvio.
Lui e Dean così sarebbero potuti stare più tranquilli,sapendo che Beth era al sicuro.
Almeno lui la pensava così. Era convinto che non si potesse semplicemente cambiare vita da un momento all’altro,per questo c’era bisogno di un alleato come partner.
Dean era invece del pensiero opposto.
Se decidi di mollare,devi lasciarti tutto alle spalle,il che era impossibile.
Sam scosse la testa. Era inutile farsi tutti quei problemi.
Beth avrebbe deciso da sola cosa fosse giusto per lei e loro l’avrebbero dovuto accettare.
Stefan se ne stava in silenzio aspettando che Sam lo rispondesse. Era concentrato a tagliare il legno in parti uguali,per poi dedicarsi a fare i paletti. Aveva persino dovuto mettere dei guanti,se non voleva rischiare di trovarsi le mani tutte insanguinate.
Stava facendo del suo meglio per ritornare a essere il solito Stefan.
Quello che riusciva a mantenere sempre il controllo,ma era difficile.
Dopo l’abbuffata che si era fatto la sera prima,ora gli sembrava di impazzire.
Quando Caroline l’aveva scoperto,gli aveva dato un pugno così forte che si era ritrovato scaraventato dall’altra parte della stanza.
L’amica voleva aiutarlo e lui le aveva ringhiato contro.
Era una vera bestia,altro che mostro.
Per fortuna ne Elena ne i Winchester l’aveva visto,altrimenti dubitava fortemente che si sarebbe venuta a creare quella specie di alleanza.
Ma era dura resistere all’impulso di saltare al collo di Sam.
Aveva bisogno di distrarsi e lavorare quel legno non lo stava aiutando.
Decise allora di fare un gesto completamente masochista.
Si tolse i guanti e continuò a lavorare,ovviamente qualche scheggia lo colpiva le mani,provocandogli un leggero fastidio. Non era molto doloroso,ma almeno questo lo faceva pensare ad altro e non alla sua gola che bruciava.
Sam notò quel gesto di Stefan e rimase a fissarlo sconcertato per un paio di minuti.
<< Tutto bene? >>chiese incerto.
<< Si certo >>rispose troppo velocemente Stefan.
<< Ti rendi conto che fra un po’ sanguinerai,vero? >>
Stefan si limitò ad annuire. Sam non sapeva se quel vampiro fosse pazzo o un sadomaso o chi sa cos’altro.
<< Sicuro che non hai bisogno di aiuto? >>continuò a chiedere.
<< Devo solo pensare ad altro,è facile >>disse Stefan più a se stesso che a Sam.
Lì il Winchester capì.  << Hai sete? >>chiese con un sussurro.
Il minore dei Salvatore si bloccò per un attimo e poi continuò il suo lavoro,scuotendo la testa.
“ A chi vuoi darla a bere “pensò Sam,provando compassione per quel vampiro,che preferiva farsi del male più che scegliere l’ovvio.
Effettivamente lui rischiava però se continuava a rimanere lì.
Era una sacca di sangue ambulante e doveva star mettendo a dura prova l’autocontrollo del biondino. Ma se lo lasciava là da solo,chi sa cosa avrebbe combinato.
Forse poteva chiedere a qualcuno di aiutarlo,ma chi?
Se avesse chiamato Elena,anche lei poteva essere un problema.
Magari poteva chiedere all’altro. Anche Sam in momenti di difficoltà,l’unica persona che voleva al suo fianco era suo fratello.
Non doveva essere diverso un rapporto del genere,nemmeno fra vampiri.
<< Penso che andrò a prendere quelle coperte >>annunciò Sam.
Stefan annuì,tirando poi un sospiro di sollievo.
Era riuscito a non uccidere quell’umano,ma si sentì un po’ triste.
Probabilmente il cacciatore aveva capito il problema e adesso stava scappando via,valutando la possibilità di ritornare per ucciderlo.
Come dargli torto.
Ormai doveva arrendersi. Non avrebbe mai più potuto riavere rapporti con gli umani,non era stabile.

SAM-DAMON
Sam andò dove Stefan gli aveva detto e prese una coperta,poi scese al piano inferiore dirigendosi nel salone.
Diede un’occhiata in giro ma non c’era traccia della sorella. L’unica cosa che vedeva era un testa nera. Era l’altro vampiro,quello che Dean chiamava:motociclista.
Si avvicinò a lui e incominciò a parlare:<< Hey sai dov.. >>ma non ci fu bisogno di continuare la frase.
Si era avvicinato abbastanza al divano. Damon si era girato lievemente per guardare in faccia Sam e aveva bloccato la mano che fino a quel momento aveva usato per accarezzare i capelli di Beth.
Sam spalancò gli occhi all’inverosimile,guardando quella scena.
Sua sorella era lì che dormiva beatamente,usando le gambe del vampiro come cuscino, mentre una mano di lui era appoggiata sui capelli di lei.
Nemmeno si era accorto di aver trattenuto il respiro,se fosse entrato prima Dean…
Damon da canto suo rimaneva in silenzio ad osservarlo,aspettando le urla e le minacce che fra poco l’avrebbero investito.
A detta sua non stava facendo niente di male.
Era nervoso e pur di far star ferma Beth,si era trasformato in cuscino.
Non c’era niente di compromettente o cosa. Era abituato a farsi cogliere in situazioni molto più ambigue. Doveva ammetterlo che forse,ma proprio forse,quel gesto era stato troppo intimo. Ma aveva agito d’istinto.
Per lui era normale e giusto.
Tutto qui. Non c’era bisogno di altre spiegazioni.
Sam aprì la bocca e d’impulso,Damon mise una mano sull’orecchio di Beth. Dopo quello che aveva fatto,non voleva mica farla svegliare.
<< Ho portato delle coperte >>annunciò Sam,facendo il giro intorno al divano per poterle mettere sulla sua sorellina.
Damon lo guardò sconcertato per un po’,corrugando la fronte.
Si era aspettato di peggio,e invece il capellone era stramente tranquillo.
<< Sai penso che tuo fratello abbia qualche problema >>disse il cacciatore dopo aver completato il suo lavoro.
<< Cioè? >>chiese il vampiro.
<< Ha incominciato a lavorare con il legno senza i guanti. Non penso che gli faccia bene. >>
Damon spalancò per un attimo gli occhi,sorpreso per quella notizia.
Scattò all’in piedi,cercando però di appoggiare delicatamente la testa di Beth sul divano senza farla svegliare.
<< Vai,ci penso io >>intervenne Sam,mettendosi al posto prima occupato da Damon.
Il vampiro non disse niente,si precipitò solamente giù per le scale,pronto a sferrare due pugni in faccia a suo fratello.
Sam guardò contrariato sua sorella. Fin dall’inizio si era affidato al buon senso della rossa,cercando di convincere perfino Dean che Beth sapeva quello che faceva.
Ora non era tanto sicuro che lei lo sapesse ancora.
Aveva anche detto che non avrebbe ostacolato nessuna decisione che lei avrebbe preso.
Ma un vampiro.
Le cose cambiavano un po’.
Forse si sbagliava. Dopotutto,che lui sapesse,non era successo niente.
Certo,aveva notato un certo feeling fra loro,ma poteva anche solo essere una cosa passeggera. Il vampiro sembrava troppo immischiato in quello strano rapporto con Elena e il fratello,non aveva di certo tempo per importunare anche la sua sorellina.
O almeno così la pensava Sam Winchester.

KLAUS
Klaus guardò soddisfatto il suo ultimo capolavoro.
Altro che Michelangelo,Van Gogh e Monet… lui era un vero artista.
Magari avrebbe potuto far esporre anche questa sua ultima opera al Louvre o alla galleria degli Uffizi,per cambiare un po’.
Il suo piano era andato benissimo,aveva fatto un bel dipinto e adesso gli mancava solamente fare pace con Caroline,e poi tutto sarebbe stato perfetto.
Si sarebbe preso una breve pausa e poi avrebbe incominciato a trovare un modo per liberarsi definitivamente di sua madre. Dopo nessuno l’avrebbe mai più potuto ostacolare.
<< Signore di là abbiamo finito >>disse una voce da dietro alla porta.
Klaus andò ad aprirla,trovandosi davanti le due cameriere che aveva chiamato per fargli pulire l’improvvisata sala delle torture. Quei due avevano lasciato un sacco di sangue.
Tutto spreco quello.
<< Bene andatevene e ovviamente non ricorderete di essere mai state qui >>dopo averle influenzate,le due donne se ne andarono,lasciando Klaus ai suoi pensieri.
Per un solo istante pensò a quella piccoletta rossa.
Il suo gesto era stato meschino e per niente da gentil uomo.
Ma quella pesta l’aveva fatto arrabbiare parecchio,era stata così impertinente.
E poi era stata pure per vincere una piccola sfida.
Aveva notato che anche il Salvatore l’aveva messa gli occhi addosso,e come poteva non essere così?
Probabilmente se non ci fosse stata Caroline,anche lui avrebbe puntato su quella ragazzina.
Oltre ad essere di una bellezza disarmante,era forte e brillante.
Forse un po’ bassa,ma era tutto proporzionato.
Per questo voleva prendersi un po’ beffa di Damon,baciandola per primo.
Forse questo il vampiro non l’aveva percepito,ma ci sarebbe stato tempo per farglielo capire e deriderlo un po’.
C’era però una piccola parte di lui che gli suggeriva di stare in allerta.
Quella Winchester era davvero ostinata e i suoi fratelli non dovevano essere da meno.
Come era possibile che i Winchester avessero ceduto così facilmente?
Forse doveva mettere un po’ da parte la gioia del momento e incominciare a ragionare.
Era vero che spesso anche i più professionisti,si fanno ostacolare dai sentimenti.
Ma era anche convinto che ne i Winchester ne i Salvatore potessero arrendersi così semplicemente.
Decise di andarsi a fare un giro per schiarirsi un po’ le idee.
Cosa mai potevano avere in mente quei tipi?
Arrivò al Mystic Grill,pronto a far accompagnare quelle sue riflessioni da una bella dose di alcool,ma ebbe una piacevole sorpresa.
Seduta su uno sgabello,intenta a parlare con quell’ umano Matt Donovan,c’era lei.
Caroline Forbes.







Salute gente =D Ecco un nuovo capitolo,che spero vi possa essere piaciuto.
Forse ho esagerato con Stefan. L'ho fatto diventare un masochista o non so cosa,spero che però abbiate capito cosa intendessi e che le intenzioni di Stefan sono sempre buone. xD
Ho voluto poi dare una spiegazione al gesto di Klaus e poi vediamo che l'ibrido si risveglia da quel momento di gioia e incomincia a ragionare. Questo ovviamente non fa che complicare le cose.
Scusatemi se il capitolo è più breve del solito,ma ho dovuto spezzarlo per non farlo diventare troppo lungo.
Aggiornerò fra mercoledì-giovedì,nel frattempo ringrazio tutti coloro che continuano a seguire la mia storia e a recensirla <3
Alla prossima! ;D
 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


 KLAUS-CAROLINE-MATT
Dopo tutto quello che era successo  in quella serata,Caroline si dovette rendere ancora più conto di quanto Klaus fosse pericoloso.
Sembrava quasi che si era raggiunto un equilibrio,dove tutti potessero vivere serenamente.
E invece quella era stata solamente la quiete prima della tempesta.
L’unica cosa positiva era stata scoprire che i Winchester erano dalla loro parte.
Ok,forse avrebbero preferito fare fuori anche lei,ma almeno li avrebbero aiutato a sconfiggere Klaus.
Così Tyler sarebbe potuto ritornare.
Ecco per cosa stava peggio Caroline.
Gli mancava Tyler e,nonostante lei lo chiamasse praticamente tutte le ore,lui non si faceva sentire. L’ultima volta risaliva a settimane fa dove,in una breve chiamata,le diceva che stava facendo il possibile per spezzare il suo legame con Klaus e che l’amava.
Caroline stava per scoppiare a piangere di nuovo,se lo sentiva.
<< Hey Care >>disse Matt offrendole un’ottima tazza di cioccolato caldo.
<< L’offre la casa >>aggiunge sorridendole.
<< Oh grazie Matt >>disse la ragazza,tirando su con il naso e cercando di darsi un contegno.
<< Si può sapere cos’è successo alla festa al ponte? >>chiese Matt,che era venuto a scoprire di quella notizia dai superstiti che quella sera stessa,erano andati lì al Grill.
<< La quercia bianca è andata distrutta ed era la nostra unica arma contro Klaus >>spiegò sconsolata la vampira.
Matt battè un paio di volte le palpebre,stupito e angosciato per quella notizia.
<< E adesso che si fa? >>chiese.
Caroline avrebbe voluto dirgli tutto il piano che avevano ideato,ma non voleva metterlo in pericolo. Chi poteva essere salvato,andava protetto.
Lei era stata costretta a incominciare a bere verbena,se nel caso Klaus fosse andata a farle visita. La prima volta aveva anche vomitato,davanti alle facce disgustate dei fratelli Winchester. Era stata una pessima figura e ancora se ne vergognava.
<< Non ne ho idea.-prese un sorso- sai i Winchester sono cacciatori di demoni >>lo informò. Di quello poteva parlare,almeno.
Matt doveva essere informato,e alla fine lui era uno dei pochi membri del gruppo che i fratelli avrebbero protetto. Anche se Caroline non poteva dire ancora con precisione quanto potessero essere forti. Ma vederli combattere contro tutti quegli ibridi e vampiri,era stato stupefacente.
<< Cacciatori di demoni?! Ma come…oh ma che mi stupisco a fare! Ormai qui nessuno è normale,e ci mancavano solo loro >>disse Matt alzando gli occhi al cielo.
Si sentiva sempre più solo in quella cittadina che pullulava di creature soprannaturali.
Quale fosse il suo ruolo,non l’aveva ancora capito.
<< Magari potranno aiutarci contro Klaus >>azzardò a dire la bionda.
<< E tu,mia cara,pensi davvero che degli esseri come quelli possono essere un pericolo per me? >>chiese la voce sarcastica dell’ibrido in questione,facendo il suo ingresso al Grill,sedendosi allo sgabello vicino quello di Caroline.
<< La speranza è l’ultima a morire >>disse la vampira,non degnandolo di uno sguardo.
<< Il solito –disse Klaus a Matt,che a malincuore dovette lasciare la sua amica,poi l’ibrido continuò a parlare- spero che avessi più stima di me >>
<< Davvero dopo che hai rapito e torturato due miei amici,pensi che io ti continui a parlare? >>chiese la vampira,arrabbiandosi seriamente.
<< Sono vivi,almeno >>gli fece notare l’altro.
<< Klaus tu stasera ci hai mandato contro ogni tipo di mostro,rischiando di farci uccidere tutti. E’ morto anche un innocente! >>
<< A parte che i miei “amici” erano indirizzati tutti contro i Winchester e i Salvatore. Poi si chiama autodifesa questa. Se avessi lasciato lì quel ponte,il giorno dopo avreste tentato di uccidermi. Sono stato solo più veloce. >>
<< Bene sappi una cosa però. I Winchester e i Salvatore sono miei amici. E se fai del male a loro considerami la tua prima nemica >>
Klaus si lasciò sfuggire una risata,dopo quella piccola minaccia di Caroline.
<< Mia adorata,con tutto il rispetto ma non credo che tu possa nuocermi molto. E poi perché li difendi? I Salvatore vivono solo in funzione della doppelganger e i Winchester non vedono l’ora di strapparti il cuore dal petto. >>
<< Loro non lo farebbero >>proruppe Matt,cercando di dar man forte all’amica.
<< Davvero? Sai mi sono informato in questi giorni. O almeno ho letto le notizie che Bekah ha trovato e direi che il vostro maggior pericolo siano loro. Hanno un curriculum niente male,sai? Hanno ucciso demoni,fantasmi,zombie,mutaforma,licantropi,spiriti,e tanti altri tipi di mostri che nemmeno io conosco bene, perfino Maria la sanguinaria! Ovviamente i loro prediletti sono i vampiri >>spiegò Klaus,per niente intimorito da quella lista da lui stesso stilata e sorridendo sornione davanti agli sguardi sbigottiti di Caroline e Matt.
<< Esistono queste cose? >>riuscì a dire il povero barista.
<< Oh nemmeno immagini quello che si nasconde dietro a ogni ombra >>disse Klaus con l’intento di spaventarlo ancora di più.
<< Come fa a sapere queste cose Rebekah? >>chiese Caroline.
<< Non lo so. Sai non era molto propensa ad aiutarmi nei miei ultimi piani,quindi immagino che abbia avuto molto tempo libero per fare le sue ricerche. Allora sei ancora convinta di poterti fidare di quei tre? >>chiese Klaus.
La bionda rimase in silenzio per un paio di secondi. Doveva ammettere,almeno a se stessa,che l’ibrido aveva lanciato un bel campanello d’allarme. Lei non aveva idea che potessero esistere creature del genere e si chiedeva come avessero fatto quei tre a sconfiggerli. Probabilmente lei,una vampira,davanti a uno zombie sarebbe scappata a gambe levate. Non c’era dubbio che quei cacciatori sapessero il fatto loro,ma lei cercò di vedere il lato positivo.
<< Sì. Se sono così esperti,vuol dire che sarà un gioco da ragazzi uccidere anche uno come te. >>disse seria Caroline.
<< L’unico modo era la quercia bianca,come farete ora? >>chiese Klaus mantenendo quel suo sorriso beffardo. Da come la vampira avrebbe risposto,lui poteva capire tutto.
Caroline fece un solo errore. L’unico. Che fece capire tutto all’ibrido.
Per un breve,brevissimo,istante,gli occhi azzurri della vampira furono attraversati da un piccolo luccichio. Era difficile da spiegare. Era il classico riflesso che si vede negli occhi quando una persona è felice.
Klaus dovette ammettere che era dispiaciuto che la bionda non fosse per niente turbata da una sua dipartita. Anzi,era felice.
Ma questo lo faceva innervosire solo di più. E dovette controllarsi dall’andare a uccidere tutti.
<< Troveremo un sistema >>disse subito Caroline,ma ormai era troppo tardi.
Detto questo la ragazza se ne andò,con una strana sensazione addosso.
Forse era stata troppo cattiva?
Ma subito scacciò quella domanda dalla sua testa. Doveva rimanere concentrata e parlare al più presto con Beth. Doveva essere sicura che lei e i suoi amici sopranaturali non fossero in pericolo.
Nel frattempo Klaus,si fece portare altri due bicchieri,che scollò velocemente,per poi uscire anche lui dal locale. Appena fu fuori prese il suo telefonino,mentre ancora un piano ben preciso,stava prendendo forma nella sua testa.
Compose il numero che gli serviva e attese giusto uno squillo.
<< Pronto? >>disse la voce dall’altro capo.
<< Ho una missione per te,Tyler. >>

SAM-DEAN
Sam stava per chiudere anche lui gli occhi. Era da un bel po’ che non dormiva effettivamente e ormai stava scendendo la sera.
Aveva sentito un paio di urla al piano di sotto,ma non voleva interferire fra cose di famiglia.
Sussultò quando sentì la porta d’ingresso sbattere,subito dopo Elena e Dean fecero il loro ingresso nel salone.
<< Ce ne avete messo di tempo >>disse lui sbadigliando.
<< Siamo andati a prendere anche qualcosa da mangiare. Come sta Beth? >>chiese Dean avvicinandosi.
<< Dorme da ore ormai,e sarei anch’io felice di seguirla >>l’informò Sam,facendo un altro sbadiglio.
<< Hai lasciato da soli i due vampiri? >> domandò Dean,alterandosi un po’.
<< Non incominciare >>disse l’altro alzando gli occhi al cielo.
<< Siamo qui per un motivo,non per provare i divani! >>disse Dean,alzando leggermente la voce. Non voleva mica svegliare Beth.
<< Li ho lasciati solo per un’oretta,non essere paranoico >>
<< Sam ma sei impazzito anche tu adesso? Stiamo parlando di vampiri! Dei schifosi mostri succhia sangue che non vedono l’ora di berci come se fossimo delle limonate! >>
<< Sai che ti possono sentire vero? >>
<< Me ne frego! E’ bene che sappiano che appena tutta questa storia sarà finita,li farò fuori ad uno ad uno >>
<< Come puoi dire questo? Loro non vogliono farti del male… >> cercò di intervenire Elena.
<< Ti prego,non ti ci mettere anche tu >>la bloccò Dean.
<< Bene-continuò il maggiore dei Winchester- vorrà dire che andrò io stesso a controllare. E questo me lo porto con me >>disse prendendo un paletto dal borsone delle armi,per poi recarsi giù nello scantinato.
<< Non capisco perché faccia così >>disse Elen,guardando la figura di Dean allontanarsi.
<< Lui è fatto così. Prende molto sul serio il suo lavoro. Ma non ti preoccupare,dopo che si sarà calmato lo faremo ragionare >>riferì Sam appoggiando la testa sulla spalliera del divano,chiudendo gli occhi.
<< Sam? >>chiese dopo un paio di minuti Elena.
<< Cosa? >>mugugnò l’altro.
<< Cosa fate di preciso tu e i tuoi fratelli? Cosa vuol dire essere cacciatori? >>
Sam aprì gli occhi,fissando Elena.
Infondo non sapeva nemmeno lui cosa significasse.
<< In effetti vorremmo saperlo un po’ tutti >>disse Caroline facendo il suo ingresso in salone,insieme a Stefan.
Sam li guardò ad uno ad uno e poi sospirò.
A Dean non sarebbe piaciuto che lui andasse a dire in giro i segreti del mestiere. Ma doveva delle spiegazioni a quei ragazzi,così come anche loro a lui.
<< Andiamo in cucina,che dite? >>


DAMON-STEFAN
Non appena  Sam l’aveva avvertito che qualcosa non andava in Stefan,subito era corso a controllare. Dovette ammettere che il cacciatore non aveva torto.
Suo fratello aveva lo sguardo fisso e concentrato sul legno che stava tagliando,ma dalle sue mani colava un po’ di sangue.
Subito Damon si avvicinò e con uno schiaffo,fece cadere il pezzo di legno che incominciava ad avere la forma di un paletto.
<< Sei per caso impazzito? >>chiese infuriato.
<< Non capisci.. >>cercò di giustificarsi l’altro,ma Damon lo bloccò.
<< Smettila di fare la vittima e cerca un modo per risolvere la situazione! >>
<< Sentire dolore,mi distrae dal pensare alla sete! >>
<< Quindi hai deciso di intraprendere la via del masochismo? Vuoi che ti compri una catena? Smettila di dire idiozie! La situazione è già difficile,non abbiamo il tempo di occuparci anche di altro. >>
<< Se sono un peso,potete anche escludermi >>disse Stefan,sperando che il fratello lo contraddicesse. Quanto odiava sentirsi così debole! Ma quella era la verità,era giusto mettere le cose in chiaro.
<< Lo sei sempre stato- incominciò Damon- ma sei anche l’unico di cui mi posso fidare veramente >>concluse non distogliendo lo sguardo da quello meravigliato di Stefan.
Sapeva quanto suo fratello maggiore fosse restio ai sentimenti. Quando poi si trattava del loro rapporto,era come camminare su un campo minato.
Bastava una parola fuori posto,e esplodeva tutto.
Ma Damon aveva l’abilità di dire tutto al momento giusto.
<< Mi dispiace per … >> Stefan voleva scusarsi per quel suo comportamento infantile,ma ancora una volta,l’altro non gli diede il tempo.
<< Non abbiamo tempo per i sentimentalismi. Ora vai a bere un bicchiere. Uno solo Stefan,ci siamo intesi? Qui ci penso io >>disse Damon,mettendosi i guanti e incominciando a intagliare il pezzo che aveva iniziato Stefan.
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Quando Stefan andò nella piccola stanza,dove avevano il frigorifero con le sacche di sangue,ci mise la bellezza di 45 minuti,per uscirne. La maggior parte del tempo l’aveva perso,cercando di andarsene da quella stanza avendo bevuto un unico bicchiere.
Quando ci riuscì,era molto orgoglioso di sé per quel piccolo gesto.
Sentì stridere,ancora una volta,delle ruote di una macchina fuori alla loro casa.
Quella di prima erano dell’ Impala dei Winchester,ma ora  chi poteva essere?
Decise di andare ad aprire lui la porta,visto che gli altri erano intenti a discutere.
Non gli era piaciuto molto quello che stava dicendo Dean,ma sorrise quando Elena aveva cercato di difenderli.
Aprì la porta,facendo rimanere il pugno di Caroline a mezz’aria.
<< Wau sei stato veloce >>disse lei.
<< E’ successo qualcosa? >>chiese a bruciapelo l’altro.
Oramai la domanda di routine,non era più “ Come stai” ma era quella.
Veniva spontaneo a tutti,chiedere prima di tutto se era successo qualcosa.
<< Niente di particolare. Solo una chiacchierata con Klaus >>
<< Entra >>disse Stefan.
<< Mi ha detto certe cose sui nostri nuovi…amici? Bè volevo chiedere direttamente agli interessati >>disse lei con un sussurro.
In quel momento videro uscire Dean,a passo di marcia dal salone e andare giù nello scantinato.
<< Pensi che dovrei andare anch’io? >>chiese Stefan.
Damon e Dean da soli in una stanza,non era una grande cosa. Rischiavano di farsi fuori a vicenda.
<< E’ giunta l’ora che incominciano ad andare d’accordo >>disse Caroline,avviandosi nel salotto,seguita da Stefan.
Elena aveva fatto la domanda giusta.
Qual’erano le vere intenzioni dei Winchester? Cos’era in realtà un cacciatore?
Sam sembrava intenzionato a parlare,finalmente.
Così i quattro si recarono in cucina a discutere.
Il Winchester spiegò a loro del motivo perché lui e i suoi fratelli erano diventati cacciatori,e cosa li aveva spinti ad andare avanti.
<< Klaus mi ha detto che avete fatto fuori tanti altri mostri che non credevo nemmeno che potessero esistere. Come ci riuscite? >>chiese Caroline.
<< Direi che la maggior parte delle volte abbiamo fortuna.- cercò di scherzare Sam,poi tornò serio- La fortuna di sicuro determina,ma dobbiamo anche ringraziare alcuni amici. Di solito però sappiamo cavarcela anche da soli. Esiste sempre un modo per sconfiggere un nemico. Le nostre informazioni le abbiamo dal diario di nostro padre e da un vecchio amico di famiglia,che ne sa più lui che google. >>
<< Ciò che ha detto prima Dean è vero? Ci farete fuori dopo Klaus? >>domandò Stefan.
<< E’ un nostro dovere farlo,ma si può sempre dare uno strappo alla regola. Insomma se
non fate niente di male,non vedo perché dovremmo uccidervi. >>
<< Dean non sembra pensarla come te >>gli fece osservare Elena.
<< E’ difficile lasciare andare via delle…creature,come loro. E’ una cosa istintiva e Dean cerca di fare la cosa giusta. >>
<< Noi non uccidiamo nessuno. Ci nutriamo da delle sacche che prendiamo all’ospedale e sappiamo controllarci >>obiettò Caroline.
<< Ma rimanete pur sempre dei vampiri. Se non riusciste a trattenervi? Se uccideste qualcuno,dopo che vi abbiamo lasciato andare? Il senso di colpa è un grosso problema per noi >>
Ci furono dei secondi di silenzio,poi Sam si decise a parlare. Anche lui meritava delle risposte.
<< Come fate a camminare alla luce del sole? >>
<< Ecco..grazie a questi anelli. >>disse Caroline,mostrandogli la mano dove portava quel piccolo oggetto.
Sam prese la mano per osservarlo da vicino:<< Com’è possibile? >>chiese infine,lasciando andare la mano della bionda.
<< E’ fatto con una pietra particolare,lapislazzuli. Una strega ci può fare un incantesimo. >>spiegò la vampira.
<< Streghe. Ne sanno sempre una più del diavolo >>fu il commento di Beth,che fece il suo ingresso in cucina.
<< Scusaci ti abbiamo svegliata? >>domandò il fratello.
<< Non ti preoccupare. Preferisco ascoltare queste cose. Allora… come si può diventare vampiri? >>
<< Devi morire con sangue di vampiro in corpo,poi al risveglio bere sangue umano. >>spiegò Stefan.
<< E’ tutto così diverso >>disse soprapensiero Beth,cercando di assimilare quelle nuove notizie.
<< Non l’avrei mai detto che potessero esistere specie differenti di mostri,senza offesa. Bobby si divertirebbe un mondo a studiarli >>commentò Sam.
Beth annuì sorridendo. Bobby era come un secondo padre per loro ed era sicura che lui avrebbe dato di matto se fosse venuto a scoprire tutta quella situazione.
Rapimenti,sotterfugi,strane alleanze.
Non era molto sicura che Bobby sarebbe stato d’accordo.
<< Cosa sono di preciso gli Originali? Cos’è un ibrido? >>chiese.
<< Gli originali sono la famiglia che ha dato inizio alla nostra specie. All’inizio non erano vampiri,però loro madre per salvarli ha fatto un incantesimo trasformandoli in immortali. Klaus è un caso particolare però. Rispetto ai suoi fratelli,ha un altro padre che era un licantropo. Sua madre aveva bloccato la parte da lupo,ma dopo che ha spezzato la maledizione è diventato un vero ibrido. >>spiegò con calma Stefan.
Quella storia ormai la sapeva a memoria e inoltre era un perfetto oratore.
Quando spiegava era in grado di incantare.
<< Quanti originali ci sono? E come ha fatto a spezzare la maledizione? >>chiese Sam.
Quella si che era un racconto davvero incredibile e interessante.
Chi sa perché più il tempo passava,più finivano in casi strani.
<< Ne sono rimasti cinque. Klaus e Rebekah che conoscete. Poi ci sono Kol,Elijah e Finn.
Quando loro madre creò questa specie,usò il sangue di una donna. Per spezzare la maledizione Klaus ha dovuto uccidere Elena,che è la doppelanger di quella donna di tanti secoli fa. >>continuò Stefan.
Sam e Beth strabuzzarono gli occhi quando sentirono il ruolo della loro amica in quella storia.
<< Per questo il tuo sangue può creare nuovi ibridi? >>domandò Beth.
L’altra si limitò ad annuire. Le veniva sempre la pelle d’oca quando sentiva quella storia.
Era un anello fondamentale lei e ancora si chiedeva cosa ci facesse lì viva e vegeta.
Doveva essere morta,per il bene dell’umanità.
<< Dov’è ora la madre degli originali e gli altri fratelli di Klaus? >>chiese Sam.
<< E’ scappata chi sa dove. L’ultima volta aveva cercato di ucciderli tutti,vuole rimediare al suo errore. Probabilmente Finn è con lei,lui si sarebbe volentieri sacrificato per la causa. Elijah e Kol non lo sappiamo >> concluse Stefan.
Quella storia era straordinaria. E difficile.
Come avrebbero fatto a uccidere tutti quei vampiri?
Forse era giunto il momento di chiedere aiuto a qualche loro amico speciale.









Salve a tutti! Oggi sono di corsa,quindi mi limito a ringraziare tutti coloro che continuano a seguire la mia storia e la recensiscono <3

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e,presto darò il via all'azione quindi non temete. Questi capitoli un pò più calmi non dureranno per sempre xD
Alla prossima ;D 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


DEAN-DAMON-BETH-SAM
Dean era sceso quasi correndo dirigendosi verso quella piccola stanza.
Non voleva lasciare nemmeno un secondo da sola l’insegna,o meglio in brutta compagnia.
Quando arrivò però trovò una sorpresa.
Nella stanza c’era l’insegna. Bene.
Già tre paletti. Ottimo.
E solo Damon. Malissimo.
Dean poteva sopportare la presenza della vampira bionda,tollerava quella del biondino,ma era inaccettabile per lui stare rinchiuso in una stanza con quel vampiro motociclista.
Ma non poteva nemmeno andarsene e lasciarlo da solo con la sua insegna.
“Indifferenza. Pensa che qualcuno potrebbe prendersela se lo prendi a cazzotti. “ si disse,cercando di incoraggiarsi.
Entrò togliendosi la giacca  e l’appoggiò sulla spalliera di una sedia.
Poi trovò dei guanti e l’infilò,infine prese un pezzo di legno e uno dei suoi coltelli,incominciando a intagliare.
Dopo un paio di ore di completo silenzio,Damon annoiato incominciò a fischiettare.
Ovviamente l’obiettivo del vampiro era quello di far innervosire il cacciatore.
In realtà voleva farlo impazzire.
Non lo sapeva di preciso perché,ma quel Dean gli era antipatico.
Si credeva un gran simpaticone e invincibile. Bene,c’avrebbe pensato lui a fargli abbassare la cresta.
Poi si erano anche aggiunti altri due buoni motivi per odiarlo: il primo era che era un po’ troppo vicino a Elena.
Già bastavano lui e suo fratello,non c’era bisogno di altri pretendenti.
Il secondo era per quello che aveva detto prima. Damon ci sentiva bene e se quel Ken pensava che sarebbe riuscito a ucciderlo,aveva fatto male i calcoli. Sarebbe morto prima lui.
Dean era ormai giunto al massimo della sopportazione. Era pronto a prendere quel paletto che aveva in mano e uccidere Damon. Ma lui sapeva essere ancora più bambino del vampiro. Così incominciò a canticchiare una canzone.
Non era stonato,anzi era anche molto bravo,ma sapeva che comunque avrebbe dato fastidio al vampiro.
Damon infatti dopo cinque secondi si sentiva già scoppiare la testa. Quel dannato cacciatore lo stava sfidando,bene questo avrebbe solamente affrettato la sua morte.
Quando Beth scese al piano di sotto,trovò i due che cantavano,fischiettavano e battevano i piedi a terra per dare il ritmo.
La ragazza rimase per un paio di minuti fuori alla porta,con gli occhi sgranati, a vedere quella scena surreale.
L’intento dei due era quello di dare più fastidio all’altro.
E poiché non si potevano,ancora,uccidere,il modo migliore era far impazzire l’altro.
O meglio istigarlo a iniziare una lotta,così che l’altro fosse giustificato ad averlo fatto fuori.
Ad occhi esterni però,la cosa risultava essere solamente divertente.
Beth stava per scoppiare a ridere. Ma aveva a che fare con due uomini o due bambini che si facevano i dispetti?
Decise però di mettere fine a tutta quella scena,prima che degenerasse sul serio.
<< Hey ti ho portato da mangiare >>disse al fratello.
Sentendo la voce della ragazza,sia Dean che Damon si bloccarono.
Il Winchester non si era ancora dimenticato come era stato trattato,ed era più forte di lui,ma se l’era davvero presa.
<< Metti lì >>rispose freddamente.
Damon alzò un sopracciglio indispettito. La piccoletta aveva rischiato la vita e lui la trattava così? Ma non erano affari suoi,così decise di dedicarsi al suo lavoro. Non potendo però far a meno di ascoltare tutto con attenzione.
Beth fu colpita in pieno da quell’ondata di gelo che proveniva da suo fratello,ma decise di sorvolare. Sapeva che Dean si comportava così,solo perché era preoccupato per lei.
Appoggiò il piatto su un tavolino lì vicino e poi si guardò un po’ intorno.
Nonostante quella sfida canora in cui i due si erano cimentati poco fa,avevano quasi concluso il lavoro,lasciando solamente un altro pezzo dell’insegna da dover intagliare.
Beth notò che il fratello aveva due occhiaie enormi,poteva essere scambiato per uno zombie. Non dormiva da quasi due giorni,un po’ di stacco se lo meritava.
<< Dammi qua. Continuo io il lavoro,tu vai a riposare >>disse lei mettendogli una mano sulla spalla.
Ma Dean se la scrollò di dosso e con acidità disse:<<  So cavarmela da solo. Dopotutto non è più legittimo preoccuparsi per un famigliare,ricordi? Sei stata tu a dettare questa legge >>
Beth rimase per un attimo a bocca aperta non sapendo cosa dire.
Come poteva dire quelle cose suo fratello? Come faceva a non capire che lei era la prima che si preoccupava,anche solo di farli stare in pena?
<< Vai a farti fottere Dean >>disse con rabbia la ragazza,correndo via.
Damon aveva assistito a tutta la scena con distacco,ma gli rimbombava ancora nella testa l’ultima frase che Beth aveva detto. Era intrisa di rabbia e tristezza.
<< Se continui così non vincerai di certo il premio come fratello dell’anno >>disse il vampiro deridendo Dean.
Il cacciatore era già incavolato di suo. Non voleva trattare così male la sorella.
Mai e poi mai l’avrebbe voluta far soffrire e si odiava quando la causa era proprio lui.
Forse stava esagerando…ma non si sarebbe di certo fatto dare lezioni da un vampiro!
<< Pensa a farti gli affari tuoi >> gli rispose Dean con astio.
<< Sai tutta questa rabbia ti porterà ad avere un infarto da un momento all’altro >>continuò Damon.
<< Anche da morto,il mio primario obiettivo sarà quello di farmi uno spiedino con il tuo cuore. >>gli rispose a tono l’altro.
<< Che cosa macabra e inquietante >>disse il vampiro facendo una finta espressione schifata.
<< E’ inquietante anche vedere voi mostri far finta di essere dei semplici umani ed entrare in casa di altra gente >>disse Dean.
Non si era mica dimenticato che il vampiro era entrato in casa loro,quando ancora dovevano fare il contratto di proprietà. Per quel solo giorno,la casa era ancora senza alcun proprietario legittimo e quindi chiunque aveva l’accesso libero.
Damon roteò gli occhi al cielo,con un espressione scocciata.
<< Ti ricordi ancora quella storia? >>
<< Certo. E’ da lì che mia sorella sembra esser andata fuori di testa. >>
<< Per essere pignoli è dal bar. Ma che ci vuoi fare…il mio fascino fa molte vittime >>gli rispose Damon,sorridendo a trentadue denti.
Dean lo guardò male,ma poi sorrise divertito.
<< Non so di preciso cosa sta succedendo a Beth per colpa tua. Ma sappi che se non sarò io a ucciderti,lo farà lei. E’ una che porta molto rancore e difficilmente si dimenticata chi l’ha fatta soffrire. >>
<< Devi stare attento allora >>gli fece notare Damon,ma Dean sapeva come risponderlo.
<< Sono il fratello,non mi ucciderà mai. Tu non solo la farai soffrire,se mai dovesse succedere qualcosa,sei anche un vampiro! Non ci penserà due volte a farti fuori. >>
Damon non aveva idea di come fossero andati a finire in quel discorso. Ma gli fu impossibile reprimere un pensiero:” io non la farei mai soffrire “.
Insomma,si stava già parlando come se ci fosse qualcosa tra di loro. Il che era impossibile.
Ammetteva di provare una certa attrazione per quella ragazzina.
Era una tipa tosta,di un’incredibile bellezza e il suo sangue aveva un odore paradisiaco.
Ma amava Elena.
Fine della storia.
Se mai ci fosse stato qualcosa tra loro due,non sarebbe andato oltre il sesso e lo scambio di sangue. Punto.
Quindi tutti quei discorsi con quel finto Ken erano inutili e insulsi.
Preferiva piuttosto mettere in chiaro altri punti.
<< Non è fra le mie priorità portarmi a letto tua sorella.-disse distorcendo un po’ la verità. Cavolo,se non lo voleva- Punto su altre ragazze. >>
Dean gli lanciò un’occhiata omicida quando aveva incominciato il discorso il vampiro.
Come si permetteva di parlare così di Beth? Ma poi aveva capito dove l’altro voleva andare a parare. Naturalmente si stava riferendo ad Elena.
Era chiaro che ci fosse qualcosa tra i due. A detta di Dean era unilaterale la cosa,e non poteva che approfittare di quell’occasione per prendersi gioco del vampiro.
<< Non sei molto bravo nelle scommesse allora. Puntare su ragazze che pensano ad altro non è un grande affare. >>disse Dean ridendo sotto i baffi.
<< Questo a te non deve importare. Stai lontano da lei. >>disse Damon,marcando ogni parola per bene.
<< Un vampiro grande e grosso come te che è geloso di un piccolo e innocuo cacciatore come me. La cosa mi onora. >>disse Dean per poi scoppiare a ridere.
Damon digrignò i denti e scattò all’in piedi. Quello era il limite,ora quel Ken sarebbe andato all’altro mondo.
Anche Dean si alzò,impugnando saldamente quel paletto. Non aspettava altro.
Ma tutto si fermò quando un Sam piuttosto adirato entrò nella stanza,dando al fratello un cazzotto in pieno viso.
Dean indietreggiò,e non poco,dopo quel colpo.
<< Ma che cavolo ti prende?! >>urlò,pulendosi con la manica il rivolo di sangue. Il pugno era stato talmente forte che il labbro inferiore si era un po’ rotto.
<< Potrei farti la stessa domanda. Cos’è adesso ti diverti a fare l’orgoglioso? >>gli disse Sam.
<< Non posso essere per una volta incazzato anch’io? >>
<< Questo non vuol dire che devi trattare male chi ti sta intorno. Se hai un problema apri la bocca e sputa il rospo,altrimenti  tieniti tutto per te. >>gli disse Sam contro per poi andarsene.
Dean per la rabbia stritolò la mano intorno al paletto. Damon non sapeva se fosse possibile o no,ma decise di fermarlo:<< Hey vedi di non romperlo,non è che ne abbiamo molti. >>
Dean non si voltò,ma lasciò farlo cadere a terra,poi aggiunse:<< Con quel pezzetto altri due ne vengono fuori. Guai a te se quando ritorno,trovo qualche sorpresa >>e poi andò via.
Damon rimase per alcuni minuti a fissare il punto in cui il cacciatore era scappato.
E lui che pensava che i suoi drammi fossero i peggiori. Invece adesso gli capitavano tra i piedi,dei cacciatori messi davvero male.

BETH-SAM
Beth salì di corsa al piano di sopra.
Quello era il colmo? Nemmeno capiva perché il fratello ce l’avesse tanto con lei.
Si era solamente alterata un po’,ma non gli sembrava di aver esagerato.
Insomma,avevano litigato per cose ben peggiori.
Nel suo cervello una ragione per cui il fratello potesse avercela con lei c’era. Ma se era davvero quello il motivo,allora sì che l’avrebbe preso a pugni.
Non poteva essere geloso di Damon. Solamente perché lei ci aveva scambiato quattro chiacchiere!
Ma che discorsi erano? Mica era una bambina,aveva tutto il diritto di fare quello che gli pareva.
<< Caroline,fra quanto tornerai a casa? >>chiese entrando nel salone.
<< Credo ora. Non voglio che mamma si preoccupi troppo. >>disse la bionda.
<< Bene,saresti così gentile da darmi uno strappo? >>
<< Cos’è successo? >>si intromise Sam.
<< Ho solamente bisogno di prendere un po’ d’aria. Così come dovrebbe fare tuo fratello Dean! Ti aspetto alla porta Care. >>disse Beth velocemente per poi andarsene.
Ma Sam voleva sapere cos’era successo,quindi la raggiunse.
<< Hey Beth aspetta. Dimmi. >> le disse dolcemente.
<< Smettila di fare la tua solita faccia da cane bastonato. Non è successo niente,solo che a volte Dean è insopportabile. Ora si diverte a fare il freddo e a trattarmi male. >>spiegò lei,cercando di farla sembrare una cosa da niente.
In realtà era incavolata nera e anche addolorata.
<< Eccomi Beth,possiamo andare >>disse Caroline.
La cacciatrice annuì e così le due se ne andarono.
Sam si sarebbe presto dato all’inseguimento della sorella,ma prima doveva dirne due a Dean.

BETH-CAROLINE
<< Devi andare da qualche parte di preciso? >> chiese la vampira una volta nella macchina.
<< Va bene qualsiasi parte. Voglio camminare un po’. >>rispose Beth,per poi continuare<< Ti senti rassicurata adesso? >>
<< Su cosa? >>domandò Caroline,presa in contropiede da quella domanda.
<< Da me e miei fratelli. Prima volevi sapere,per essere sicura che non fossimo un pericolo. Cosa pensi ora? >>
<< Credo che posso dormire un po’ più tranquillamente adesso. Anche se venire a scoprire che possono esistere altri mostri mi ha un po’…inquietato. Insomma com’è possibile?  >>
<< E’ il mondo. C’è il bene e c’è il male. Paradiso e inferno. >>disse teatralmente Beth,facendo ridacchiare Caroline.
<< Posso sola affidarmi al mio angelo custode allora,sperando che mi guardi le spalle. >>disse scherzando la bionda.
<< Io non mi fiderei. Anche gli angeli si rivelano essere dei gran figli di puttana,il più delle volte. >>rispose seriamente Beth.
<< Cioè tu..tu hai conosciuti degli angeli? Angeli?! >>chiese scioccata Caroline.
<< Ho passato l’intero anno passato con loro,per risolvere le loro stupide faide famigliari >>
<< Io… non ho parole. Com’è possibile che tu e tuoi fratelli,degli esseri umani,vi siete trovati in situazioni del genere? >>
<< Si incomincia con un piccolo caso,poi si viene a scoprire che questo fa parte di un progetto più grande e così via. E’ un circolo vizioso. >>spiegò ironicamente Beth.
<< Direi che allora non posso che essere felice di avervi qui. >>disse allegramente Caroline.
<< Puoi fermarmi qui. >>disse Beth ringraziando per il passaggio e scendendo dalla macchina.
Quella vampira gli era simpatica. Era allegra e ottimista. E una persona così ci voleva in un gruppo come il loro.
Era mattina presto,ed essendo domenica,per strada non c’era ancora nessuno. Presto sarebbe tornata a casa Salvatore,per cercare di ideare un piano di attacco. Non avevano molto tempo e quello era il terzo giorno. Chi sa cosa poteva aver scoperto Klaus in tre giorni. Forse già si era accorto della loro truffa e adesso stava architettando qualcosa.
Aveva capito che quell’ibrido non era da sottovalutare. Non l’aveva mai pensato,ma dopo quello che era successo tre giorni prima,lo prendeva molto più seriamente.
Nonostante la doccia rigenerante che alla fine aveva fatto in casa Salvatore,si sentiva sporca. Ancora sentiva la puzza del suo sangue.
Era stato un piccolo gesto,ma lei lo reputava molto più grande se considerava il mostro che l’aveva fatto.
Camminò per un bel po’ di tempo,fino ad arrivare davanti a un parco giochi e su un’altalena vide Rebekah.







Salve ^^ Ecco un nuovo capitolo,che spero possa esservi piaciuto.
Spero di non aver reso troppo pesante l'atteggiamento di Dean. Ma è cocciuto il ragazzo,vedrete che si farà perdonare. Intanto Damon ha un pò di confusione.
Gli piace molto esteriormente Beth,ma in sostanza non riuscirebbe mai a mettere un dito addosso alla cacciatrice. La vede troppo innocente e piccola.
Ho voluto lasciare degli spazi anche al rapporto Beth&Sam e Beth&Caroline. Mi piace molto il rapporto che c'è tra i due fratelli,e quello che potrebbe crearsi fra le due ragazze.
Ringrazio tutti quelli che continuano a leggere la mia storia,e che continuano a recensire <3
Alla prossima! ;D
 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


BETH-REBEKAH
La vampira aveva la testa china e si dondolava un po’.
Beth rimase a fissarla per un po’,poi decise di avvicinarsi.
Ancora non si spiegava il comportamento strano della bionda e voleva sapere.
Molto probabilmente avrebbe ucciso anche lei,ma prima voleva una spiegazione.
Si sedette sull’altalena affianco e incominciò a dondolarsi.
Rebekah all’inizio aveva deciso di non parlare e far finta che non ci fosse nessuno vicino a lei. Ma era difficile. Dopottutto lei stava aspettando da tempo,che qualcuno le andasse vicino per parlarle. Era da secoli che aspettava che qualcuno le chiedesse come stesse.
Non era certa che Beth era lì per quello,anzi sicuramente voleva altro.
Quindi era meglio strappare subito il cerrotto e poi mettersi l’anima in pace.
Sarebbe rimasta sola per sempre.
<< Cosa vuoi? >>chiese con astio.
Beth si bloccò e si girò per guardarla.
<< Io so di essere lunatica,ma ho trovato una che mi può battere >>disse con un ghigno.
Rebekah roteò gli occhi verso l’alto e poi tornò a guardare davanti a sé,cercando di nuovo di far finta che non vi fosse nessuno vicino a lei.
<< Ok parlo. Perché? Perché hai aiutato me e Damon? >>chiese seria Beth.
La vampira abbassò lo sguardo,fissandosi per un po’ le punta delle scarpe,poi decise di rispondere,dicendo la verità.
<< Non lo so. Forse per fare un torto a mio fratello,forse perché mi ero prefissata che tu dovevi diventare una mia amica e mi dispiace che tu muoia. Forse perché guardando il rapporto che hai con i tuoi fratelli,la speranza che possa avere anch’io un qualcosa di simile non sparisce. Di certo so una cosa. Ho aiutato Damon solo per pietà. >>disse l’ultima frase ridacchiando.
Se la confusione e la perplessità avessero potuto avere un aspetto,sarebbero stato quello che aveva in quel momento Beth dipinto sul volto.
Non riusciva a credere che un’ultra centenaria vampira,che aveva ucciso chi sa quante persone innocenti,potesse provare e dire certe cose.
Era tenta di ridere e chiederle quale fosse la vera ragione.
Ma le parole di Rebekah erano state così sincere,che non se la sentiva di ferirla.
In che situazione del cavolo erano finiti lei e i suoi fratelli?
Tutti quei sentimenti non facevano che complicare tutta la storia. Loro erano arrivati lì per fare piazza pulita,non per apprendere che anche dei mostri succhisangue potessero provare certe cose. Come avrebbe avuto mai il coraggio di impallare Rebekah?
Sembrava così indifesa in quel momento,che al solo pensare di lei che uccideva quella ragazza le faceva venire i brividi. Sarebbe stata crudele e mostruosa.
Ma per questo ci sarebbe stato tempo. Non riusciva ancora ad affrontare la valanga delle nuove informazioni che aveva avuto e cambiare lì,su due piedi,il suo modo di pensare e agire.
Ne avrebbe parlato con Elena,magari. Forse lei sarebbe riuscita a spiegarle come si faceva ad accettare di far rimanere in vita degli essere che chi sa quanto male avevano provocato.
Ne avrebbe parlato con i suoi fratelli. Dovevano decidere sul da farsi. Uccidere e chi uccidere?
Intanto doveva cercare di mantenere i nervi saldi. Niente era cambiato nella sua vita.
Era riuscita a mantenere la calma,cioè era riuscita a non impazzire,quando aveva scoperto tutto lo schifo che esisteva nel mondo. Non sarebbe ceduta certamente ora,solamente perché aveva scoperto che alcuni dei cosi detti mostri,erano anche migliori di alcuni essere umani.
Solamente perché tutto quello che le era stato insegnato fino a quel momento,tutto il suo modo di ragionare,si andava a fottere non significava per niente che la sua vita fino a quel momento era stata un’enorme barzelletta.
Lei si definiva una di larghe vedute,però doveva almeno ammettere con se stessa che ogni volta che lasciava andare un mostro,il senso che avesse fatto una cazzata,che presto sarebbe morto qualcuno,non l’abbandonava mai.
Per quanto volesse vedere umanità in ogni cosa,era convinta che non ci fossero speranze per degli esseri.
E invece eccoli lì,tutti riuniti in quella cittadina. Dei “mostri” che amavano,soffrivano,combattevano la loro natura. Insomma,facevano tutto quello che per lei era impossibile.
Ma ci sarebbe stato tempo per parlare con qualcuno di questo. In quel momento doveva solo rimanere concentrata e rispondere a Rebekah.
<< Grazie >>disse semplicemente,non sapendo ancora come comportarsi.
<< Di niente >>rispose la vampira freddamente.
<< Bekah io non capisco ancora bene come funziona. Per quanto possa essere tollerante,mi è quasi impossibile pensare che un vampiro possa provare tanto. Quindi mi posso solo limitare a ringraziarti. Ma se tu volevi tanto diventare mia amica,perché allora quella volta mi hai aggredito? Perché non hai fermato tuo fratello? >>
<< Non sapevo ancora bene cosa pensare di te. Nonostante tutto,tu rimani una minaccia per me. Chi non mi dice che in questo momento i tuoi fratelli non stiano progettando un’arma per farmi fuori? Ci tengo alla mia pelle e so che voi siete dei veri esperti. >>
<< Mi avresti potuto parlare. I Salvatore sono ancora sani e salvi. Non li abbiamo torto un capello. >>
<< Solamente perché rispettate Elena. Qui non ho nessuno che ci tiene a mantenermi viva,nessuno vi avrebbe fermato dall’uccidermi. Tuttora non posso sentirmi al sicuro e fidarmi di te. >>
<< Però mi hai aiutato. Significa che speri che io ti capisca. Non hai perso le speranze. >>
Rebekah fece un sorriso amaro e poi incominciò a dondolarsi.
<< Mi hanno detto che tendo a dare troppa fiducia alle persone che mi mostrano un po’ di gentilezza. >>disse.
<< Mi hanno detto la stessa cosa >>rispose Beth,incominciando a dondolarsi anche lei.
Rimasero così per un po’,intente ad assaporare l’aria fresca della mattina che le colpiva in pieno viso. Sembrava quasi che il vento volesse portarsi via tutti i mille pensieri che affollano la mente delle due ragazze,ma quella era solo un’illusione. Appena avrebbero smesso di giocare con quelle altalene,i pensieri e i timori sarebbero rimasti sempre lì. Ancorati nelle loro teste,senza un’ipotetica via di soluzione.
Fu Rebekah la prima a fermarsi e a parlare.
<< Non avrò possibilità di salvezza. Voi conoscete un modo per ucciderci,vero? >>
Beth non mutò la sua espressione,anche quando smise di dondolarsi e scese dall’altalena.
<< Tutti hanno una possibilità. Basta solamente sapere come comportarsi. >>disse.
“ Peccato che nessuna sa come si fa “ pensò intanto.
Avrebbe aiutato Rebekah a salvarsi. Lei l’aveva aiutata e glielo doveva.
Ma non era sicura che sarebbe riuscita a far cambiare idea a Dean.
La bionda era un’originale,questo non faceva altro che far aggravare la sua situazione.
Rebekah non sembrava molto convinta dalle parole della rossa e si limitò ad annuire.
<< Io ora torno a casa. >>la informò Beth,avviandosi verso casa Salvatore.
<< Beth,nonostante tutto Klaus è mio fratello e io starò sempre dalla sua parte. >>disse Rebekah sicura di sé.
<< Lo capisco. Spero che un giorno riusciremo a prendere un caffè insieme,senza finire a prenderci quasi a cazzotti >>disse sorridendo Beth,ricordando di quella piccola disputa che avevano avuto quella volta sugli spalti del campo di football.
<< Lo spero anch’io >>rispose l’altra,ricambiando quel sorriso.
Beth le era simpatica. Lo era stato fin dall’inizio. Per un motivo o per un altro era stata l’unica a cercare di venirla incontro. Di capirla. Forse sarebbero finite per uccidersi a vicenda. Ma Rebekah sarebbe stata per sempre riconoscente a quella ragazza.
Forse era giunto il momento di tornare a casa. Fra tutte quelle chiacchiere e riflessioni,era ormai ora di pranzo,e lei mancava da casa da un giorno ormai.
Si alzò dalla sedia dell’altalena con un piccolo saltello e,quando alzò lo sguardo si ritrovò davanti due occhi molto simili a quelli di Beth. Quel verde che andava quasi nel grigio.
Solamente che quel paio di occhi si trovava molto più in alto.
<< Sam Winchester >>disse a mo di saluto.

TYLER.
Stava facendo del suo meglio,ma non era per niente facile. Rompersi in continuazione le ossa,poi risistemarsele,e poi riniziare di nuovo. C’erano stati momenti in cui avrebbe voluto mollare tutto. Erano quei momenti in cui il dolore era troppo forte,che nemmeno urlare e dimenarsi era sufficiente o utile. L’unica cosa che lo teneva ancora lì,bloccato fra quelle quattro montagne,era il pensiero di poter passare poi un’intera esistenza con la sua amata Caroline.
Era stato difficile tagliare i ponti con tutti i suoi amici,con sua madre,con lei.
Ma in quel momento era quello che serviva. Aveva bisogno di rimanere concentrato sul suo lavoro e sperare che presto tutto sarebbe finito.
Ormai non sentiva nessuno da tempo. Aveva ricevuto e ascoltato a ripetizione i messaggi che Caroline gli rimaneva praticamente tutti i giorni,pregandolo di ritornare. Ma doveva essere forte e resistere. Era per lei che lo stava facendo,per il suo bene.
Per questo quella sera aveva deciso di ignonare il telefono che continuava a squillare.
<< Tyler giuro che te lo disintegrò questo coso,se non ti decidi a rispondere! >>urlò Haley*.
Lei era diventata un’ottima alleata per lui. Era anche lei un licantropo e lo stava aiutando tantissimo.
Sbuffando si era alzato dal letto per vedere chi era e digrignò quando vi lesse il nome di Klaus.
Non voleva rispondere,ma lui doveva credere che era ancora sotto il suo asservimento.
<< Pronto? >>
<< Tyler mio caro. Hai ancora il mio numero salvato nella tua agenda telefonica,che gioia! >>
<< Cosa vuoi Klaus? >>
<< Devi farmi un piccolo favore. Me lo devi. Dopotutto te ne sei andato senza il mio permesso >>disse indurendo la voce l’altro.
<< Avevo bisogno di staccare la spina >>si giustificò Tyler.
<< Di questo ne riparleremo. Ora ascoltami. Sto per inviarti le coordinate di un bar che si trova a New York. E’ davvero molto grazioso e la proprietaria è una vampira centenaria. Niente che tu non possa affrontare. Vai,predila e portamela. Dopo potrai ripartire. >>
Tyler voleva attaccare il telefono,ma non poteva. Doveva fingere che fosse ancora sotto i suoi ordini. Poi doveva ammettere che non aveva ancora rotto del tutto l’asservimento. Infatti non gli era poi così difficile pensare che era giusto aiutarlo.
Ne aveva ancora di strada da fare se era messo così male…
<< Come si chiama? >>chiese.
<< Sage. Ti aspetto qui fra due giorni? Sono anche troppi…forza Tyler. Sballordiscimi! >>disse l’ibrido per poi chiudere la chiamata,sorridendo soddisfatto.
Tyler rimase per un po’ fermo,fino a che Haley non gli parlò.
<< Accetterai? >chiese la ragazza,avendo ascoltato la chiamata con i suoi affilati sensi.
<< Non posso fare altro >>disse con un sospiro Tyler,per poi continuare<< Mi accompagnerai vero? Se vado a Mystic Falls e vedo lei. So che manderò tutto all’aria per restare. Mi ci vuole qualcuno che mi costringa ad andarmene,anche con la forza >>disse con un sorriso sarcastico l’ultima frase.
<< Sarà un piacere per me prenderti a calci nel sedere. Adesso muoviamoci,New York ci aspetta e poi dritti in Virginia. E pensara che io mi lamentavo di non viaggiare abbastanza. >> disse la ragazza sorridendo ironicamente.
Come gli aveva detto Klaus,non fu difficile per lui sconfiggere Sage. Nonostante fosse molto forte la donna,lui era un ibrido e questo era una marcia in più.
E così in nottata erano già diretti verso Mystic Falls.
Solo un paio di ore e sarebbero arrivati.
E più si avvicinavano e più Tyler si sentiva il cuore battere all’impazzata. Forse poteva almeno passare per un salutino…
Quando mise piede nel suo paese natale,un senso di gioia e nostalgia lo colpì in pieno.
Non era la prima volta che abbandonava la sua casa per qualche mese,ma quando poi ritornava si sentiva come se dovesse ricominciare una nuova vita.
Per sua fortuna aveva degli amici che lo facevano sempre sentire accettato.
Ma ora non aveva tempo.
Haley arrivò fin troppo presto fuori la casa di Klaus,per i gusti di Tyler e riluttante il ragazzo si avviò verso la porta,trascinando quella Sage come un sacco di patate.
Appena bussò,Klaus subito gli aprì la porta.
<< Il figliol prodigo. Eccolo qui. >>disse l’ibrido con il suo solito sorriso sornione.
<< Questa è la vampira che mi avevi chiesto. >>rispose semplicemente l’altro,per poi girarsi e incominciare a camminare.
<< Non sei curioso di sapere cosa sta succedendo? >>gli chiese Klaus.
<< Non mi interessa. Ci vediamo >>e avanzò il passo per non sentire cosa l’ibrido avrebbe potuto dirgli. Era già difficile la situazione non voleva sapere altro.
Subito salì in macchina e strinse forte gli occhi.
La rabbia che provava in quel momento era tanta,ma ancora di più la frustrazione per non poter fare niente.
<< Tutto bene? >>chiese l’altra,vedendo l’amico ridotto in quello stato.
<< Parti >>disse semplicemente.
Lungo la strada gli sembrò per un momento,di intravedere una chioma bionda.
<< Veloce Haley >>disse con un sussuro straziante. 

KLAUS
Il suo piano era semplice. Doveva scoprire se quella era vera quercia bianca o no.
Per farlo gli serviva un gentile volontario che si facesse impallettare,rischiando la morte.
E chi poteva essere più adatto di Finn?
Lui si divertiva a fare i sacrifigi. Ora farne uno per il suo adorato fratello ibrido non doveva essere un problema. Soprattutto se aveva con se la sua vecchia fiamma.
Sage era una vampira che il fratello aveva trasformato qualche secolo fa e di cui sembrava essere innamorato.
Non appena avesse avuto la notizia che la donna era nelle sue mani,era certo che Finn sarebbe corso nella sua trappola.
C’era solo un rischio. Che con lui anche loro madre sarebbe ritornata a Mystic Falls.
Ma di quello se ne era occupato Kol.
L’altro orginale aveva tenuto sott’occhio Finn,riferendo a Klaus che loro fratello aveva preso a girovagare per il paese senza la madre. Dovesse fosse la donna era un po’ un mistero. Si diceva che stava creando delle alleanze con dei cacciatori,o con delle streghe? Le notizie era frammentarie,e Kol non voleva avvicinarsi molto alla donna.
Come dargli torto?
Ma di quello poi se ne sarebbero occupati.
<< Fai un bel sorriso cara >>disse l’ibrido alla donna ancora svenuta.
Fece la foto e poi la inviò al numero che Kol gli aveva recuperato.
“ Guarda chi c’è a farmi compagnia? Che ne dici di unirti a noi,fratello? “ aveva scritto inviando il messaggio a quello che era il numero di telefono di Finn.
Ora non gli restava che aspettare.




Salve e Happy TVDay's! La puntata di oggi mi è piaciuta tantissimo.
Anche se la parte Stelena di me era tristissima,la parte Delena continua a festeggiare. Per non parlare del Klaroline! 
Felicissima anche per il nuovo episodio di SPN: Castiel e Crowley,che gioia rivederli *-*
Non aggiungo altro,non voglio fare spoiler.
Tornando alla mia storia,spero che vi sia piaciuta. L'amicizia fra Beth e Rebekah incomincia ad aumentare.
Ho voluto dare un pò di spazio anche a Tyler. Durato forse troppo poco,ma non è ancora il momento per un ritorno definitivo.
*Haley per chi sta seguendo la quarta stagione sa benissimo chi è,così come Sage(che invece è presente nella terza stagione).
Spero di non avervi deluso e grazie per chi continua a seguire la mia storia e a recensire <3
Alla prossima,saluti da Roly_chan! 

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Capitolo 26
*** Capitolo26 ***


SAM-REBEKAH
Dopo averne dette due a Dean,Sam era corso all’impala per inseguire la sorella.
Nelle condizioni in cui era chi sa cosa avrebbe potuto combinare.
Correva veloce,ma per un attimo dovette rallentare.
La sua vista si era annebbiata e tutto era diventato rosso fuoco. Per rendere il tuo più realistico aveva anche incominciato a sentire caldo.
Ma fu questione di un secondo. Tanto che Sam pensò anche di esserlo immaginato.
Doveva imparare a dormire un po’ di più. Ma non c’era mai tempo per farlo.
Per fortuna i paletti erano quasi pronti,anche prima del previsto e questo significava che a breve avrebbero messo la parola fine alla storia di Klaus.
Cosa dopo sarebbe successo con gli altri vampiri che popolavano Mystic Falls,sarebbe stato tutto da decidere.
Quando finalmente trovò Beth,la vide in compagnia di Rebekah.
Le due si stavano salutando con un sorriso sulle labbra e poi la sorella aveva ripreso la sua marcia.
Sam pensò che infondo era meglio che  lasciasse Beth un po’ da sola a smaltire tutto quel gran casino. Forse l’avrebbe dovuto fare anche lui.
Ma fra i tre,poteva ritenersi il più fortunato.
Tutto quello che stava succedendo,metteva in discussione tutto quello che lui e i suoi fratelli sapevano.
Ma dopo tutte le cose che gli erano successe,aveva imparato ad essere più tollerante.
Che ipocrita sarebbe stato altrimenti?
C’era stato un periodo dove anche lui poteva essere considerato un mostro. Anzi lo era.
Quindi da quale pulpito veniva la predica? Lui non era nella situazione di giudicare e non l’avrebbe fatto.
Quei vampiri non gli sembravano cattivi e,dopo aver sentito tutta la storia e chiarito certi punti,non se la sentiva di trattarli ancora come fossero chi sa quali abomini.
Cosa pensare degli Originali,però era da decidere.
Klaus era una minaccia da fare fuori,quello era sicuro.
Ma gli altri? Cosa doveva fare con quella Rebekah?
Beth gli aveva spiegato che la vampira l’aveva aiutata quando era stata catturata.
Perché non dare anche a lei il beneficio del dubbio?
Senza neanche accorgersene,era sceso dalla macchina e si era diretto dalla ragazza.
<< Sam Winchester >>disse lei.
<< Rebekah >>rispose lui,infilandosi le mani nelle tasche del giubbino.
Era un gesto che faceva quand’era in imbarazzo e in effetti lo era. Cosa doveva dire a quella ragazza?
<< A quanto vedo oggi i Winchester sono in vena di chiacchiere con me. Presto mi troverò anche il coach? >>chiese lei con sarcasmo.
<< Non credo >>rispose subito Sam,troppo presto forse e Rebakah lo interpretò male.
<< Giusto. Questo avveniva prima che scoprisse cosa fossi. Peccato,era stata divertente quella chiacchierata nella macchina >>
<< Dean è fatto così. Ci mette tempo per fidarsi e la reputazione che hai qui,non aiuta. >>
<< Certo,la grande Elena Gilbert ha espresso il suo giudizio e se lo dice lei allora così sarà. >>
<< Elena non ha detto niente.. >>cercò di dire Sam,ma venne interrotto dalla bionda.
<< Ti prego,risparmiatelo. So come funzionano le cose,tutto ruota intorno a lei e io non sono nella sua cerchia. La ragazzina si sarà dimenticata chi è stata la prima a pugnalare alle spalle… >>disse con rabbia Rebekah.
Lei si era fidata di Elena,aveva deciso perfino di aiutarla per uccidere il suo stesso fratello.
E cosa aveva fatto invece l’altra? Quella lurida doppelganger?
L’aveva pugnata letteralmente alle spalle,rovinandole il suo primo ballo scolastico.
Non ci sarebbe più ricascata. Elena sembrava una brava e ingenua ragazza,ma in realtà era solo una manipolatrice che si divertiva con i belli di turno.
E il fatto che ora vivesse a casa dei Winchester,non faceva che confermare la sua teoria della mangiatrice di uomini. Dopo tutto non era così diversa da Katherine.
<< Senti non mi interessa delle vostre dispute. Voglio solo sapere se posso fidarmi di te o no. >>
<< Se mi stai chiedendo se io mi diverta a staccare la testa alla gente. Bè la mia risposta è no. Per il quieto vivere ho scelto la via delle sacche,e se mi capita di bere dalla fonte non la uccido.  Questo basta? >>
<< Dipende da che ruolo avrai nella vicenda con Klaus. >>
Rebekah sorrise amaramente. Chi sa perché per colpa di suo fratello finiva sempre per rischiare la vita. E quello sconsiderato non la ringraziava nemmeno. Dovevano ancora chiarirsi e lei non avrebbe fatto il primo passo. Da come i Winchester parlavano,poteva dedurre che l’attacco era vicino,e lei non l’avrebbe detto al fratello.
Ma non avrebbe nemmeno permesso che morisse. Ciò che stava facendo era davvero stupido,ma confidava nell’abilità di Klaus di salvarsi sempre.
A Sam bastò guardarla in faccia per capire che Rebekah sarebbe stata in grado di mettersi davanti a Klaus,pur di salvarlo. Era suo fratello e nessuno meglio di lui poteva capirlo.  Lui stesso si sarebbe sacrificato milioni di volte pur di salvare Dean o Beth.
Anche se avessero litigato a morte,lui avrebbe dato la vita per loro.
<< Come hai fatto a sapere tante cose su di me e i miei fratelli? >>chiese d’un tratto Sam,ricordandosi che Caroline aveva accennato a delle ricerche fatte dalla bionda.
<< Non è stato poi così difficile. Internet aiuta parecchio. Mi è bastato cercare qualche caso strano e che misteriosamente è stato risolto da tre agenti federali. Mi sono sempre chiesta come si faccia a uccidere un fantasma. >>
<< Basta dar fuoco alle ossa o a dei resti del defunto >>rispose meccanicamente Sam. Ormai spiegare quelle cose suonava come una cantilena.
Il Winchester però non sapeva che una delle caratteristiche principali di Rebekah,fosse la curiosità. La ragazza incominciò a tartassare di domande il cacciatore,costringendolo anche a raccontare qualche loro avventura.
<< Incredibile. Sono su questa terra da secoli,ma tutto quello che mi racconti è una novità per me. >>disse entusiasmata la vampira.
Infondo però era molto triste. Era stata costretta sempre a scappare,e quando non lo faceva era rinchiusa in una bara. Si era persa tutto un mondo,a causa della testardaggine di suo fratello e del bigottismo del padre.
Le sarebbe piaciuto prendere una macchina,partire per nuove avventure,conoscere quelle strane creature. Avrebbe riempito il suo tempo,visto che ne aveva parecchio.
Non doveva pensare a farsi una famiglia,non doveva pensare a spezzare una maledizione,non doveva creare ibridi.
Oltre che sconfiggere sua madre,non aveva nulla da fare.
E trovava meraviglioso ed entusiasmante quello che facevano i Winchester.
Con rammarico pensò che forse non era così diversa da suo padre.
Ma lei non avrebbe ucciso i suoi figli,non avrebbe distrutto una specie.
Non sapeva nemmeno se avrebbe mai fatto fuori una di quelle creature della notte,che tanto le assomigliavano. Voleva solamente andare via e conoscere il mondo.
Sam era confuso. Lo sguardo della ragazza che si illuminava sempre di più ad ogni suo racconto,lo disorientava. Insomma lui gli raccontava di come uccideva dei mostri e lei si entusiasmava?
<< Se ci tieni tanto potrai unirti a una nostra caccia >>propose Sam ironicamente.
Non si aspettava che Rebekah lo prendesse sul serio. Invece lei sembrava quasi sul punto di incominciare a saltare e non potè evitare di battere le mani.
Poi si bloccò e si rabbuiò di colpo.
<< Non posso. Se Niklaus venisse a scoprire che vado a caccia penserebbe che sono diventata come nostro padre. >>
La tristezza con cui la vampira aveva pronunciato quelle parole era così disarmante,che Sam rimase senza parole. Lui non era stato serio quando le aveva proposto di unirsi a loro,molto probabilmente sarebbe anche morta nel giro di pochi giorni.
Eppure non potè che dispiacersi. Era così malinconica quella biondina,che Sam voleva quasi aiutarla e incitarla a scappare.
Ma non poteva mettere davanti sempre i suoi sentimenti. Lei era un’originaria,una vampira,la sorella di quell’ibrido.
Doveva mantenere le distanze da lei,non invitarla a fuggire con loro.
A fermare il flusso di pensieri di Sam,ci pensò Rebekah stessa.
<< E’ stato divertente parlare con te. E io che pensavo fossi un burbero capellone. >>
<< Hey! >>protestò Sam,provocando solo le risate dell’altra.
<< Mi sa che ci ricontreremo presto Winchester. >>disse lei salutandolo anche con la mano.
Sam ricambiò il saluto timidamente.
Quella ragazza era stata in grado di cambiare umore  così tante volte da fargli perdere il conto. Fatto stava che la situazione non faceva che complicarsi.

DEAN-ELENA-STEFAN
Dean aveva un piano ben preciso quella giornata.
Uccidere Damon,picchiare suo fratello,fare pace con Beth e poi litigare di nuovo.
Ben presto,però,il secondo punto della lista salì al primo.
Sam aveva preso la sua bambina! La sua Impala!
Come aveva osato? Prima gli dava un pugno davanti al motociclista e poi scappava a fare l’eroe con la sua macchina!
Ma perché nessuno capiva che era prossimo a una crisi di nervi?
Perché nessuno capiva che non voleva sembrare debole davanti ai loro nemici?
Invece cosa facevano quei due? Lo trattavano una merda,facendolo fare la parte del cretino con quelle sanguisuga davanti!
Ammetteva di aver esagerato con Beth,ma ci avrebbe pensato lui a sistemare le cose. Non c’era bisogno che Sam si mettesse in mezzo.
Invece ora si trovava bloccato in una casa piena di vampiri,con un labbro sanguinante.
Avrebbe voluto urlare e pestare i piedi a terra come un bambino,ma decise di darsi un contegno.
Un po’ di sangue non aveva ucciso mai nessuno e dover cambiare totalmente il modo di pensare era una cosa di poco. Insomma la sua vita procedeva normale come sempre.
“ Ma quando mai la mia vita è stata normale?! “pensò con triste sarcasmo.
Decise di rientrare in casa,rimanere lì fuori come un idiota non avrebbe risolto niente.
Stava per dirigersi direttamente nel semiterraneo,ma Elena gli bloccò la strada,mettendogli in mano qualcosa.
Dean la guardò confuso,poi si decide di vedere cosa gli aveva dato la ragazza.
Era un fazzoletto,un po’ bagnato.
<< Forse è il caso che ti pulisca >>disse lei,rivolgendogli un lieve sorriso.
Dopo quella discussione nella macchina,c’era un certo imbarazzo tra di loro.
Ma Elena non riusciva a non essere grata a quel ragazzo,che le aveva salvato la vita.
Che in una sola settimana,l’aveva fatta ridere così tante volte.
Che si era fidato di lei.
Era certa che se i Winchester non avevano ancora ucciso Stefan,Damon e Caroline,era solo per suo rispetto e fiducia.
Per quanto Dean si potesse allontanare da lei,sarebbe comunque rimasta lì,dietro ad un angolo,ad aiutarlo. Per quanto potesse.
Il biondo ricambiò il sorriso,mormorando un ‘grazie’ e poi si diresse in cucina.
Per quanto volesse correre subito correre dal motociclista,rimanendo a sorvegliarlo senza chiudere occhio,non poteva bloccare il suo stomaco e le continue proteste.
Non ricordava nemmeno più quand’era stata l’ultima volta che aveva mangiato qualcosa.
Arrivato in cucina,trovò l’altro vampiro che semplicemente fissava davanti a se.
Dean pensò che se lui era un po’ svitato,lì erano già tutti fuori di testa.
Poi si ricordò che quest’altro era molto sensibile al sangue e che forse era meglio non entrare.
“ Ma se mi attacca posso togliermelo subito dai piedi” pensò.
Si chiedeva come facesse Elena e perfino i suoi fratelli,a difendere uno come quello.
Per quanto potesse sembrare un normale adolescente,anche un po’ depresso,era un mostro che cercava di trattenersi per non uccidere gente.
Appunto,cercava. Chi sa già quante persone aveva fatto fuori.
Perché nessuno lo capiva e facevano passare a lui per la parte del cattivo?
<< Devo subito cacciare il paletto? >>chiese,usando il suo tono di voce sarcastico.
Stefan si voltò verso il cacciatore,non capendo molto quella battuta.
La vedeva più come una minaccia. Quindi rispose seriamente.
<< Non ne vedo il caso. Riesco a trattenermi >>
<< Per quanto ancora? >>chiese Dean,ritornando serio.
Stefan abbassò lo sguardo,consapevole che non poteva dire niente per difendersi.
Quel cacciatore aveva ragione. Prima o poi avrebbe perso di nuovo il controllo.
Il solo sentire l’odore di quel sangue,che usciva dalla piccola ferita sul labbro dell’altro,lo stava destabilizzando.
<< Per tutto il tempo. Stefan non è un novellino in questo campo >>intervenne Elena.
La ragazza non era riuscita a trattenersi. Sapeva che il vampiro non aveva bisogno della difesa di qualcun altro. Era in grado di farlo da solo.
Ma non ce l’aveva fatta. Sentire che qualcuno giudicava Stefan,senza sapere cosa il ragazzo avesse dovuto sopportare,era inaccettabile per lei.
E Dean poteva essere anche un esperto in quel campo,ma non ne capiva molto sui sentimenti. Almeno su quelli degli esseri soprannaturali.
<< Quindi ti è capitato di perdere il controllo? >>chiese Dean,concentrandosi di nuovo sul vampiro.
Se Elena voleva iniziare una battaglia,gli stava bene. Ma  lui non l’avrebbe persa.
La ragazza si ostinava a stare dalla parte sbagliata.
Era chiaro che quel vampiro non era in grado di mantenersi,e dalla frase di Elena,aveva potuto dedurre che infatti non ci era riuscito.
Non escludeva che forse quel ragazzo aveva tentato di resistere,ma rimaneva comunque il fatto che non ci era riuscito.
<< Capita anche agli esseri umani. Quante persone hai ucciso tu Dean,solo perché era la cosa giusta? O meglio,perché avevi perso il controllo? >>insinuò Elena.
In realtà lei non lo sapeva se davvero Dean avesse mai fatto una cosa del genere.
In fin dei conti,non conosceva niente della storia dei Winchester. Soprattutto dei maschi.
Ma ne sapeva abbastanza per intuire che,non potevano aver sempre fatto bene il loro lavoro. Dovevano aver passato almeno un periodo buio.
Chi non lo passava? Anche un normale umano l’aveva.
Figuriamoci poi se venivi catapultato in un mondo dove il male puro era all’ordine del giorno.
Lei non ne faceva una colpa,anzi era più che comprensiva. Ma non permetteva che i suoi amici venissero giudicati in quel modo. E lei li avrebbe difesi.
A quelle parole,in Dean scattò qualcosa.
Non aveva mai fatto del male a nessuno. Ma non si sentiva nemmeno di protestare all’accusa di Elena.
Magari in alcuni casi avrebbe potuto fare di più.
Magari si sarebbe dovuto impegnare di più,ed evitare che spesso il male avesse la meglio.
Ma soprattutto un caso gli saltò in mente.
Per salvare suo fratello Sam,aveva stretto un patto con un demone: dopo un anno sarebbe morto. I cerberi infernali,creature mostruose,lo sarebbero andato a prendere e sarebbe finito dritto all’inferno. E così era successo.
Lì il tempo scorre diversamente,così risultava che era stato torturato per anni e anni e alla fine aveva ceduto.
Era sceso da quella giostra,per far mettere un’altra anima al suo posto. E lui aveva il compito di torturarla.
Ecco,questo non se lo sarebbe mai perdonato. Ormai erano passati quasi due anni,ma il senso di colpa era ancora enorme.
Per colpa sua altre anime avevano sofferto.
Per colpa sua si era aperto il primo sigillo.*
Per colpa sua tante persone erano morte.
Elena notò come lo sguardo di Dean si fosse d’un tratto spento. Fissa un punto davanti a se,perso chi sa in quali pensieri.
Davvero aveva ucciso qualcuno?
La ragazza lanciò uno sguardo a Stefan,che ricambiò perplesso.
Lei non voleva far soffrire Dean. L’aveva buttata lì. Sicuramente aveva i suoi motivi.
Ma il ragazzo sembrava essere entrato in uno stato catatonico? Di shock?
Non si muoveva e respirava a fatica.
Poi si riprese. Non sarebbe di certo crollato davanti al nemico.
Ci volle tutta la forza di volontà che aveva per non scoppiare a piangere,ma ci era riuscito.
Avrebbe conservato quelle lacrime,per il futuro.
Primo o poi sarebbe successo,quindi. 


Salve a tutti ^^
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso.
Ringrazio tutti quelli che continuano a seguire la mia storia e a recensirla <3
*il primo sigillo. In Supernatural con il fatto che Dean "cede" al male,cioè decide di torturare lui le anime nell'Inferno,fa scattare il primo sigillo. Si diceva che il primo sigillo si aprirà proprio quando: "un uomo giusto cederà al male" o una cosa del genere,scusate ma non me lo ricordo a memoria xD In totale sono 66 i sigilli e quando vengono aperti tutti si scatena l'apocalisse. Per far si che si potessero aprire anche gli altri,doveva per forza essere aperto il primo. Ecco perchè Dean si sente in colpa. Spero di essere stata chiara,ma non vi preoccupate che si parlerà di questo anche nella storia. Soprattutto del viaggio di Dean all'Inferno e di tutto il resto ;)
Ps: mi dispiace del ruolo che ho fatto avere a Stefan in questo capitolo. Non vi preoccupate,avrà comunque modo di dire la sua ;) 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


CASA SALVATORE

<< Lavoro finito. Siamo tutti pronti per andare a uccidere Klaus? >>disse Damon,in tono allegro. Come se li stesse incitando per una partita di pallavolo.
Ovviamente aveva sentito la chiacchierata fra Elena,Stefan e il finto Ken.
Avrebbe dovuto dare due schiaffi al suo fratellino.
Invece di rispondere,si era fatto proteggere dalla sua ex.
Il modo in cui Elena aveva difeso Stefan poi.
Era agguerrita e l’avrebbe vista anche capace di sfidare il cacciatore in una lotta.
“Elena è sempre pronta a proteggere Stefan.”pensò con una punta di tristezza e di invidia il maggiore dei Salvatore.
<< Hai finito tu? >>chiese incerto Dean.
<< Certo. Se avessi aspettato te,ci avremo messo le ore. Dove sono il gigante e la bambina? >>domandò Damon,non notando Sam e Beth.
<< Immagino che sono a fare qualche seduta da psicologo in giro >>disse sarcasticamente Dean,alzando gli occhi al cielo.
Quei due se ne andavano proprio quando c’era bisogno di loro.
Con stizza il Winchester compose il numero di Sam,attendendo anche un bel po’.
<< Sam! Che fine hai fatto?! >>lo aggredì Dean,quando l’altro finalmente rispose.
<< Sto arrivando. Oh ecco Beth! >>
<< Muovete il culo che qui c’è del lavoro da fare >>e detto questo riattaccò.
Dopo tutto quello che era successo,Dean si sentiva terribilmente a disagio a stare in quella stanza con quei tre. Ma cercò di non darlo a vedere,concentrandosi sul panino che poco prima la sorella gli aveva preparato.
Damon andò a prendere una delle mappe,che aveva preso da casa di Alaric,raffigurante la piantina di casa Mikaelson.
Dopo un massimo di cinque minuti dalla chiamata,Sam e Beth ritornarono.
<< Abbiamo fatto un’altra sosta al Grill. C’è bisogno di mangiare qui. >>disse la rossa,appoggiando le buste sul tavolo in cucina.
<< E anche di bere >>aggiunse Damon,sussurrandoglielo nell’orecchio.
Beth lo guardò indignata,ma non potè fare nulla per le sue guance,che si imporporarono di un rosso acceso.
Da canto suo,il vampiro sorrise soddisfatto per quella reazione.
Era così spassoso quel piccolo Pettirosso.
Dean stava quasi per strozzarsi quando vide quella scena,ma decise di mantenere la calma. Dovevano uccidere Klaus,non poteva pensare ad altro.
<< Avete finito i paletti? >>chiese Sam.
<< Ebbene sì,gigante. Se ora volete,potremmo dare inizio alla progettazione del piano per uccidere quel maledetto ibrido. >>rispose Damon,diventando sempre più serio.
I sei così si diressero nel salone.

CASA MIKAELSON 

Rebekah se la prese comoda per ritornare a casa. Non aveva nessuna fretta e,a dirla tutta,nemmeno la voglia. Ma si sentiva in colpa di lasciare suo fratello da solo contro quei cacciatori. Il legame di sangue si poteva rivelare anche una vera piaga.
Arrivata a casa trovò l’ultima persona al mondo che pensava di poter rivedere un giorno.
Fuori alla porta c’era suo fratello Finn.
Non aveva mai avuto un grande rapporto con lui. Sia la differenza di età sia perché da vampiri,la maggior parte del tempo l’aveva passata in una bara.
E quando era stato liberato,aveva portato solo guai.
Rebekah subito si guardò intorno,temendo di vedere anche la madre.
Fece i pochi passi che la divideva da Finn,con la velocità vampiresca,e gli si piazzò avanti.
<< Cosa vuoi? >>gli disse dura,pronta a uno scontro.
Ma Finn aveva altro a cui pensare.
<< Sai che Klaus ha rapito Sage? >>gli chiese con lo stesso tono l’altro.
Rebekah si rilassò un po’,guardando il fratello sconcertata.
<< Sage? Quella sgualdrinella senza un briciolo di classe che trasformasti? >>domandò la bionda,non potendo fare  a meno per esprimere tutto il disgusto che provava per quella donicciola.
Ma Finn teneva molto a lei e,per questo,le parole della sorella lo colpirono tantissimo.
Non avrebbe permesso di parlare così della donna che aveva amato per secoli.
L’unica che era riuscita a fargli apprezzare minimante le gioie di quella condanna,che era il vampirismo.
<< Non hai risposto alla mia domanda? Tu lo sapevi? >>richiese con forza il vampiro.
<< Certo che no. La nostra sorellina ha preferito tenersi lontana da casa. >>rispose Klaus,invitando i due ad entrare.
Legata su una sedia,in quella che ormai era diventata la stanza rossa delle torture,c’era Sage.
La donna era sveglia e,appena vide Finn,il suo viso si illuminò sfoderando un grandissimo sorriso.
<< Finn >>disse con un filo di voce.
La vampira aveva aspettato secoli per poter rivedere il suo amato e adesso era lì davanti a lei.
Una parte di lei era adirata. Chi sa da quanto Finn era in giro e non l’era venuta a cercare,ma non voleva sprecare quei momenti di gioia. Klaus poteva farli fuori da un momento all’altro.
Finn ricambiò quel sorriso,che presto diventò una smorfia di dolore.
Klaus,senza nessun preavviso,aveva preso uno dei paletti che doveva essere di quercia bianca e aveva colpito il fratello dritto nel cuore.
Presto la pelle dell’originale divenne grigia e raggrinzita,mentre cadeva a terra apparentemente morto.
Sage diede un urlo e copiose lacrime le solcarono il viso. Lo sapeva che quella gioia sarebbe stata breve,ma era stata davvero troppo poco. Il tempo di rivederlo e doveva già dirgli addio.
Rebekah invece era rimasta con gli occhi spalancati e con le mani davanti alla bocca.
<< Bene mie donzelle,adesso è l’ora della verità. Vediamo se i Winchester e i Salvatore mi hanno mentito. >>disse Klaus sorridendo compiaciuto,poi gli venne in mente un’altra idea.
<< Sage! Tu sei un’amica di Damon Salvatore,giusto? Perché non vai a fargli una visitina  e gli racconti quello che è successo? Se davvero i paletti sono falsi,digli di preparare delle bare. Li ucciderò ad uno ad uno. >>
<< Appena mi slegherai ti strapperò il cuore dal petto. >>disse fra i denti la vampira.
Klaus le si avvicinò e con un dito tracciò il profilo della sua guanci,ma Sage si scostò,disgustata da quel tocco.
<< Non costringermi a soggiogarti >>le disse l’ibrido.
La vampira sapeva di essere in trappola. Se si fosse opposta,Klaus l’avrebbe soggiogata e chi sa cos’altro l’avrebbe obbligata a fare. Poi così poteva almeno aiutare Damon.
A quanto sembrava anche quest’ultimo voleva Klaus morto,quindi si sarebbe potuta unire a lui.
<< Va bene >>disse infine Sage.
Quando Klaus la slegò,non potè fare a meno di lanciare un ultimo sguardo a Finn e poi dire all’ibrido:<< Mi vendicherò >>e con questo corse via da lì. 

CASA SALVATORE

<< Ho inviato un messaggio anche a Caroline. Però non mi ha ancora risposto. >>disse Elena.
<< Iniziamo lo stesso,non c’è tempo da perdere. >>disse Dean e tutti furono d’accordo.
Era come se avessero una bomba ad orologeria in testa,e il tempo ora stava per scadere.
<< E’ una casa immensa,ci sono molti posti dove possiamo nasconderci >>osservò Beth.
Nonostante i continui battibecchi fra Dean e Damon,riuscirono a ideare un piano.
Ma alla rossa continuava a sembrare inadatto.
<< Pettirosso si può sapere cosa non ti piace? Io e il mio fratellino lo distraiamo,facendo la parte delle esche perfino. Tu e i tuoi fratelli invece dovete semplicemente entrare dal retro e agire. Cosa c’è di sbagliato? >>chiese spazientito Damon.
<< E’ stupido. Klaus capirà dal primo momento che siete lì per distrarlo,e vi ucciderà all’istante. >>replicò la cacciatrice.
Il vampiro stava per replicare,ma una furia bionda fece il suo ingresso in casa.
<< Klaus ha preso Bonnie >>disse Caroline,quasi con il fiatone,nonostante fosse una vampira.
<< Cosa? >>urlò quasi Elena,avvicinandosi all’amica.
<< Eravamo da me. La madre di Bonnie è andata via di nuovo e lei era venuta un po’ da me per sfogarsi,quando alla porta mi ritrovo Kol.  Aveva mia madre e quando ho cercato di attaccarlo mi ha rotto il collo. Al mio risveglio,mamma mi ha detto che Kol ha costretto Bonnie ad andare con lui,che Klaus aveva bisogno di lei. >>spiegò Caroline,parlando a macchinetta.
Per capire il tutto e per poi andare nel panico,ci vollero un paio di minuti.
<< Ok,non ho capito un cazzo di quello che è successo. Chi è Kol? Cos’è in realtà Bonnie? >>chiese Dean,non afferrando ancora quanto grave fosse la situazione.
<< Kol è un altro degli Originali e Bonnie è in realtà una strega. E se Klaus la voleva potrebbe significare.. >>Stefan aveva timore di terminare la frase. Tutto sarebbe andato in fumo e le loro speranze di sopravvivenza diminuivano a vista d’occhio.
<< Cosa? Parla! >>sbraitò Dean,con ormai l’ansia e la paura di sentire il seguito.
<< Loro madre li ha legati gli uni agli altri. Se succede una cosa a uno di loro succede anche agli altri.  Su questo si basava il nostro piano. Ma se vuole Bonnie significa solo che vuole che spezzi il legame. >>spiegò Stefan,e il silenzio che ne derivò,fece aumentare la certezza che così dovevano essere andate le cose.
<< Bonnie è così forte da poter fare una cosa del genere? >>chiese Sam.
<< Direi di sì >>rispose Elena.
<< Se stavano così le cose,perché non abbiamo chiuso Bonnie in una roccaforte? Non sapevo niente di tutta questa storia della stregoneria.. >>disse Beth.
Sapeva che c’era qualcosa che non andava. Non era il piano,era semplicemente il suo sesto senso che la stava avvertendo del pericolo. Per fortuna che non erano ancora partiti all’attacco,altrimenti sarebbe stato un vero suicidio.
<< Non ci sono scuse Beth,hai ragione. Dovevamo pensare di più a Bonnie. >>disse semplicemente Stefan.
Tutti lo sapevano lì,che spesso lasciavano la loro amica strega da sola.
Era pur sempre vero che in quel momento lei aveva preferito rimanere con la madre.
Ma dovevano pensarlo che Klaus sarebbe andato dalla strega più vicina che conosceva e più facile da minacciare.
Ancora una volta erano stati stupidi.
Non avevano pensato. Erano un gruppo così numeroso,eppure continuavano a sbagliare.
<< Quindi ora in quella casa ci sono tre vampiri Originali e noi abbiamo 4 paletti ciascuno. Dov’è il problema? Andiamo lì e li uccidiamo. >>disse Dean.
<< Rischiamo parecchio,ma male estremi estremi rimedi. >>concordò Beth.
<< E’ un suicidio! -obbiettò Caroline- io che sono una vampira,sono stata messa fuori gioco in un secondo. Come pensate di farcela voi? Senza offesa,ma siete solo tre umani. >>
<< Abbiamo affrontato di peggio biondina. >>replicò Dean.
Con chi pensavano di aver a che fare? Lui e i suoi fratelli avevano combattuto creature che loro nemmeno conoscevano,di forza e astuzia inaudite. Ora che avevano le armi,distruggere quegli Originali era una passeggiata.
Ma il discorso non proseguì,visto che incominciarono a bussare con forza alla porta.
Tutti sussultarono. Il timore che potesse essere Klaus,li aveva fatti pietrificare sul posto.
Ma fu questione di un attimo. Damon prese un paletto e si avviò ad aprire la porta.
Beth lo seguì,pronta a uccidere lei stessa quel mostro che l’aveva trattata in quel modo.
Dean cercò di fermarla,ma venne bloccato dal fratello.
Era meglio che aspettassero di là,se nel caso,poi fare un attacco a sorpresa.
Regnava ora un silenzio spettrale,rotto solo dai battiti degli umani lì.
Tutti con un paletto in mano,pronti a scattare.
Beth affiancò Damon,decisa a colpire subito l’ibrido,ma il vampiro la spostò,facendola mettere dietro di lui.
La rossa voleva protestare,ma non ci fu tempo,che Damon aprì la porta.
Il suo cuore perse un battito,mentre la sua mano scattava già verso il petto del nemico,mentre cercava di spostare Damon.
Ma davanti si trovò solo una donna.
<< Sage? >>chiese incredulo il vampiro moro.
<< Oh Damon. >>riuscì a dire solo la vampira,andandolo ad abbracciare. 
Damon ricambiò quell’abbraccio,ancora un po’ sbigottito,poi la prese per le spalle per guardarla bene in viso.
<< Sage che ci fai qui? Cos’è successo? >>chiese alla rossa,spingendola verso il salotto.
Beth chiuse la porta con stizza.
Si era aspettata il nemico,mica una che saltava addosso a Damon.
Non avevano tempo per quelle cose.
Li seguì nel salotto,dove tutti guardavano la donna con perplessità.
Solo Stefan sembrava conoscerla e infatti le si avvicinò anche.
<< Sage cosa ti è successo? >>chiese il minore dei Salvatore.
<< Klaus ha ucciso Finn >>riuscì a dire la donna,riuscendo a calmarsi un po’.
<< Mi ha rapito quel bastardo di suo fratello Kol,circa un giorno fa e quando Finn è arrivato per salvarmi,Klaus l’ha ucciso davanti ai miei occhi! >>spiegò meglio.
<< Non è possibile,Klaus non ha.. >>stava per ribattere Damon,ma poi capì.
Tutti capirono.
L’attacco a sorpresa non era più necessario. L’ibrido sarebbe venuto lui da loro.

Nella zona residenziale di Mystic Falls,precisamente in casa Mikaelson,Rebekah guardava suo fratello Finn ancora lì per terra.
Lanciò uno sguardo nell’angolo dove quella piccola strega si era andata a sedere.
Si vedeva lontano un miglio che era stravolta e che faceva di tutto per trattenere le lacrime.
Quando le due ragazze videro il vampiro Originale incominciare a muoversi,chiusero gli occhi.
Da lì a poco una battaglia stava per iniziare.






Anche se in ritardo,ecco un nuovo capitolo. Spero che possa essere stato di vostro gradimento e ringrazio di cuore chi continua a seguire questa storia e a recensirla <3
Ps: il rapporto fra Damon e Sage sarà un pò diverso. Un pò simile a quello che aveva Stefan con Lexi,ma leggermente. :) 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


<< Cosa possiamo fare adesso? >>disse Sam,più a se stesso che agli altri.
La storia del legame era venuta fuori solamente in quel momento.
Non ne sapeva niente,altrimenti avrebbe potuto uccidere Rebekah,le occasioni ce ne erano state.
“ Ci saresti riuscito? “ chiese una vocina nella sua testa.
Effettivamente non lo sapeva.
Ucciderla così,senza che lei attaccasse per prima,era un po’ più complicato.
All’apparenza sembrava così innocente e dolce,che gli sembrava impossibile pensare di conficcarle un paletto nel cuore.
In una lotta,dove lei si metteva avanti per difendere quel mostro di suo fratello,invece avrebbe cambiato le cose.
Sarebbe stato più semplice.
O almeno così la pensava.
Lanciò uno sguardo a Beth. Di solito,quando la situazione si faceva tragica,sua sorella riusciva a trovare la soluzione,ma in quel momento sembrava più concentrata a incenerire con lo sguardo,quella nuova vampira.
Sage.
“ Anche lei rossa. “ pensò Beth.
Notò come Damon continuasse ad abbracciarla e lei a piagnucolare sulla sua spalla.
Non che la cosa gli importasse. Le dava solo fastidio che magari,il vampiro la chiamava Pettirosso solo perché le ricordava quella sua amica Sage.
Si sarebbero spiegate un sacco di cose così.
Forse per quello che continuava a infastidirla.
Scuotè la testa come per cacciare via quei pensieri,e decise di concentrarsi su un problema molto più grande.
Klaus ora sapeva e il suo contrattacco era imminente.
Lì erano quattro vampiri,tre cacciatori e un’umana.
Mentre il nemico era tre o quattro vampiri Originari.
Insomma,la cosa non era tanto squilibrata,se magari avessero anche ideato un qualcosa di astuto. Non erano in una situazione molto disperata.
Come un fulmine a ciel sereno,le venne un’idea.
“ Dividi e conquista “ pensò.
L’aveva sentito una volta in un film,e decise che quello sarebbe diventato la sua citazione preferita.
Se contava anche Elena,potevano dividersi a due a due.
Ognuno poteva dedicarsi solo a un nemico.
Guardò tutti i presenti,per organizzare le coppie.
Rebekah era quella più facile da gestire,forse.
Non voleva ucciderla,le era simpatica.
Poteva mandare anche solo Sam. Il fratello le aveva confidato di aver avuto una conversazione con la bionda e che sembrava essere stata molto pacifica.
Si erano simpatici,e infondo infondo contava anche sul fascino del fratello.
Doveva pensare a tutto.
Da Finn avrebbe mandato Sage. Che quella rossa,sicuramente finta,se ne andasse a vivere la sua storia da mille e una notte con questo tizio.
Da Kol avrebbe mandato Stefan e Caroline.
E infine lei,Dean e Damon si sarebbero occupati di Klaus.
I due erano molto forti e lei doveva vendicarsi.
Elena sarebbe stata fuori da tutto,così da non rischiare inutilmente.
Batté una volta le mani e sorrise trionfante.
Era un vero genio. Quello era un piano a prova di bomba.
<< Cos’hai ideato? >>chiese subito Dean,capendo l’atteggiamento della sorella.
<< Dividi e conquista fratello,ricorda. >>disse con voce saggia,per sdrammatizzare la situazione e poi spiegò il suo piano.
Ovviamente ci furono delle proteste,soprattutto da parte di Elena che non voleva essere tirata fuori e da Caroline,che trovava ingiusta la sua decisione di salvare Rebekah.
<< Non ha meno colpe di Klaus. >>obbiettò la bionda.
<< Non vuole creare una nuova specie per dominare il mondo. Non è l’essere più forte del pianeta. Non vuole ucciderci. Non vedo perché dovremmo farle qualcosa. Se reagirà, le pianterò un paletto nel cuore io stessa,ma non vedo il motivo di farlo prima >>spiegò Beth.
<< Perché vuoi salvarla? >>chiese Elena.
<< Perché è mia amica >> “ più o meno “ pensò subito Beth.
Non erano propriamente amiche,ma potevano diventarlo.
Aveva visto quanto quella ragazza soffrisse e non poteva dimenticare quel suo gesto quando era prigioniera da Klaus. Non ci riusciva proprio.
Avrebbe fatto di tutto per salvarla,almeno finché lei non avesse attaccato,ovvio.
Elena non era molto d’accordo.
Non è che avesse voglia di combattere,ma non voleva rimanere chiusa in casa sapendo che i suoi amici erano là fuori a rischiare la vita.
Non era mica una vigliacca.
Si sarebbe armata e li avrebbe aiutato.
Per non parlare poi di quella nuova amicizia fra Beth e Rebekah.
Non era gelosia o cose simili,solamente conoscendo entrambe non capiva come potessero andare d’accordo,né quando avevano avuto il tempo di stringere un rapporto del genere.
Forse lei non conosceva la vampira bionda così bene,ma… a pelle non le era simpatica tutto qui.
Ma avrebbe rispettato Beth. Se diceva che era una sua amica ,non avrebbe obbiettato.
<< Non pensi che Klaus venga qua con una qualche scorta? >>chiese Damon.
<< Non saranno un problema,l’importante è focalizzarsi sul nemico vero,che ho assegnato a ognuno. >>rispose con massima serietà la rossa.
<< Mai pensato di entrare nell’esercito? >>scherzò il vampiro moro.
Quella piccoletta sapeva farsi rispettare. Sì,gli piaceva sempre di più.
<< E Bonnie? Come facciamo con lei? >>chiese Elena.
Non aveva intenzione di abbandonare ancora una volta,quella che era da sempre la sua migliore amica.
Beth rifletté un attimo.
<< Klaus non la porterà con sé,perché dovrebbe farlo? >>disse Sam,avvicinandosi alla sorella. Era meglio unire le menti,insieme sarebbe stato più facile.
<< Potrebbe usarla come ostaggio >>costatò Dean.
Il suo rapporto con i fratelli era ancora un po’ freddo,ma in quel momento dovevano passarci sopra. Dopo avrebbero avuto tempo di litigare ancora,ma adesso dovevano unire le forze.
<< Non credo. Klaus sarà adirato al massimo e avrà pensato subito solo all’attacco. >>disse Stefan.
Lui era quello che conosceva meglio l’ibrido. Erano stati grandi amici un tempo e sapeva come ragionava. Klaus,per farli uscire allo scoperto,sarebbe stato capace di radere al suolo la casa,non aveva bisogno di ostaggi o cose varie.
<< Nessuno di voi ha pensato che potrebbe già essere morta? >>domandò Damon con ironia.
Non voleva che davvero la strega morisse,ma era solamente realista.
Ciò gli fece ricevere occhiate omicida e d’accusa da parte di Elena,Caroline e Stefan.
<< Penso che gli convenga averla ancora viva. Se Bonnie è così forte da spezzare questo legame,allora potrebbe ritornare utile a Klaus >>costatò Sam.
<< Ok,facciamo così-iniziò Beth- Damon e Elena andate con la macchina da Klaus. Sicuramente lui sarà già in viaggio. Vedete se Bonnie è ancora lì,poi tu-indicò la ragazza- e la strega guiderete verso casa nostra,mettendovi al sicuro. Mentre Damon ritornerai qua. Sei abbastanza veloce,no? >>
<< Ci puoi scommettere. >> disse sicuro di se il vampiro.
<< Non è più sicuro che vada qualcun altro con loro? Chi ci garantisce che Klaus non rimanga qualcuno lì? >>disse Stefan.
<< Ok,per i miei gusti stiamo perdendo troppo tempo nel parlare. Elena e Beth salite in macchina,voi cercate di non farvi uccidere. >>disse risoluto Damon,avviandosi già verso la porta.
<< Ma io come faccio a ritornare qui in tempo? >>urlò Beth,per farsi sentire dal vampiro,ma ormai lui era già fuori.
<< La cosa non mi piace per niente. In ogni caso,fai attenzione. >>le disse Dean,dandole una borsa con alcune armi.
La rossa fissò per un attimo gli occhi luminosi del fratello.
Odiava quando litigavano.
Quando poi per orgoglio erano costretti a essere freddi con l’altro.
Si ripromise di fare subito pace con il fratello,appena quella storia finisse.
Così si limitò ad annuire con vigore e lanciare un sorriso di sfuggita a Sam,per poi correre fuori.
Elena si limitò a sospirare. Quella giornata sembrava infinita ed era certa che le sarebbe venuto un infarto.
<< Fai attenzione. >>le disse Caroline per poi abbracciarla.
<< Mi raccomando. >>le disse Stefan.
Elena avrebbe tanto voluto sprofondare fra le sue braccia rassicuranti.
Dopo quella giornata,avrebbe avuto molte cose da chiarire.
Era in quei momenti,dove non si sa quello che ne sarà della tua vita,che ti rendi conto di quanto tempo si era perso dietro a futili motivi.
Lanciò uno sguardo anche ai Winchester,soffermandosi su Dean.
Avrebbe chiarito anche con lui.
Decisa a fare di tutto per sopravvivere e aggiustare tutte quelle questioni  irrisolte,prese il suo paletto e raggiunse Damon e Beth.


Finn tirò un forte respiro,per poi risvegliarsi.
Credeva che la sua ora fosse ormai giunta,e invece eccolo ancora lì.
Subito cercò con lo sguardo Sage,ma della donna non c’era traccia.
<< Bentornato fratello. >>disse Klaus,facendo trasparire tutta la rabbia che aveva dentro.
Quei farabutti l’avevano ingannato.
In un certo senso,il tutto era molto divertente.
Con quegli impiastri non si annoiava mai,ma ora stavano diventando una vera scocciatura.
<< Che ne hai fatto di Sage? >>chiese Finn,rialzandosi e cercando di attaccare il fratello.
Ma Klaus era molto più forte,così riuscì a bloccarlo e decise di ipnotizzarlo.
<< Vedi questa strega? Nessuno dovrà toccarla. Dovrai difenderla anche a costo della vita,chiaro? >>pronunciò con voce ferma l’ibrido.
Finn non poté fare a meno di annuire.
Detto questo,Klaus uscì da casa pronto a raggiungere il punto nel bosco dove i suoi ibridi lo aspettavano.
Rebekah,però lo fermò.
<< Cos’hai in mente adesso? >>chiese.
<< Secondo te? >>domandò retoricamente Klaus.
<< Vengo con te. >>disse decisa Rebekah.
<< Vedi sorellina,purtroppo non mi fido più di te. Sei diventata un ostacolo. >>
La vampira non ebbe nemmeno il tempo di controbattere,che si sentì trafiggere.
Le bastò un secondo per capire cosa fosse successo e una lacrima le solcò il viso.
Ancora una volta. Non era la prima e forse non sarebbe stata nemmeno l’ultima.
Si diede della stupida da sola.
Era una vampira centenaria e ancora si faceva calpestare in quel modo.
Ancora una volta,il fratello l’aveva pugnalata,costringendola a un sonno indeterminato.
Lei non lo voleva.
Aveva voglia di fare tant’altre cose,e invece era costretta,ancora una volta,ad aspettare che lui o qualcun altro decidesse per lei quando avrebbe potuto di nuovo ritornare in vita.
Ancora una volta si riprometteva di portare rancore verso il fratello e di vendicarsi.
E ancora una volta sapeva che era tutta un’illusione.
Non ce l’avrebbe mai fatto. Lei voleva solamente una vita e sembrava che l’unico che la voleva al suo fianco era Niklaus.
Così,ancora una volta,si sarebbe fatta maltrattare in quel modo solo per avere la speranza di avere un giorno la vita che tanto sognava.
Klaus vide la sorella cadere al suolo,in quella morte apparente.
Una stretta al cuore lo colpì all’improvviso.
Si sentiva tradito.
Lei stava per preferire un altro a lui,suo fratello.
Ma non aveva tempo per pensare a quello,la sua stessa sopravvivenza era a rischio.
Voltando le spalle deciso,al corpo immobile della sorella,corse verso il bosco.

Damon teneva premuto così forte il piede sull’acceleratore,che rischiava seriamente di romperlo.
Elena,seduta davanti,cercava di non guardare fuori dai finestrini. Tutta quella velocità,la faceva sentire male,ma decise di starsene zitta e buona.
Come sempre il suo ruolo era quello minore e consisteva nel correre.
Questa volta non avrebbe sbagliato,e al diavolo se aveva paura di superare i 200 km/h,avrebbe raggiunto casa Winchester anche in soli dieci secondi.
Una domanda continuava a tormentarla però.
Damon era stato troppo calmo e consenziente.
Di solito non lasciava a nessuno decidere cosa doveva fare. Non per niente quasi tutti i piani erano ideati o perfezionati da lui.
E invece questa volta,aveva dato ascolto a Beth quasi senza battere ciglio.
Che fosse quella la strada migliore,non si poteva discutere,ma che Damon non facesse nemmeno un commento era strano.
E poi chi era quella Sage?
Ecco altre cose da chiarire quando tutta quella storia sarebbe finita.
Arrivarono a casa Mikaelson in un batter d’occhio.
Ci fu un momento di totale silenzio, dove Elena trattenne anche il respiro,per non disturbare Damon che cercava di sentire qualcosa. Ebbe l’impressione che anche Beth lo stava facendo,mentre si guardava intorno.
Elena rivide quella ragazzina che l’aveva fatto scudo con il suo corpo,quella volta nel bosco.
Di nuovo quel cambiamento,che in un sol secondo l’aveva trasformata in una piccola e dolce ragazza,in una fiera e grande combattente.
<< C’è un cuore che batte e due che respirano. >>annunciò Damon,per poi continuare.
<< Elena tu rimani in macchina e mettiti al posto del guidatore. Appena Bonnie arriva,scappate via. >>
<< Ma Damon non puoi lasciarmi qui. Vi posso dare una mano. >>protestò la Gilbert.
 << Non ce ne bisogno. Per una volta,stammi a sentire e trattieni la principessa guerriera che è in te >>disse il vampiro,per poi scendere dalla macchina.
Beth stava per seguirlo,ma fu bloccata dall’altra ragazza,che la guardò con occhi supplichevoli.
<< Mi dispiace Elena,ma sono d’accordo con Damon. Non rischiamo più del dovuto. >>rispose la rossa,per poi scappare dalla macchina,prima che la Gilbert potesse rispondere.
Affiancò il vampiro e si concentrò al massimo per captare qualcosa.
Quella volta non c’erano i suoi fratelli a guardarle le spalle.
Non sapeva quanto potesse contare su Damon,quindi doveva rifarsi solo alle sue forze.
Camminarono un po’,poi furono attirati dalla figura di una ragazza distesa a terra.
Bastarono altri pochi passi per riconoscerla: Rebekah.




Salve a tutti.
Mi dispiace dell'enorme ritardo e di questo capitolo. Non è il massimo lo so,ma se ci riesco,entro martedì ne pubblicherò un altro dove ci sarà la battaglia! :)
Spero che vi possa essere piaciuto lo stesso e voglio ringraziare chi segue ancora la mia storia e la recensisce.
Grazie davvero,alla prossima ** 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Beth,all’inizio titubante,decise di avvicinarsi al corpo della vampira.
La pelle era tutta raggrinzita e un pugnale la trafiggeva il cuore.
<< E’ morta? >>chiese preoccupata.
Cos’era successo? Chi era stato capace di uccidere un Originale?
<< No. Serve solo per tenerla ferma. >>le rispose Damon.
<< Che cosa dobbiamo fare? >>continuò la cacciatrice, ma il vampiro sembrava concentrato su altro.
Non ricevendo risposta, Beth si preparò a estrarre il pugnale dal cuore della vampira.
<< Ferma! >>la bloccò Damon.
<< Perché? >>
<< Non ti sembra che abbiamo già altri problemi? Abbiamo un Originario fuori gioco e tu la vuoi liberare? >>
Beth ci pensò su. Le dispiaceva rimanere la ragazza in quelle condizioni.
Ma doveva ammettere che Damon aveva ragione.
Nessuno le garantiva che al risveglio,Rebekah non li attaccasse per difendere il fratello.
Oddio era tutto così complicato.
Insomma, lei l’aveva aiutata, però quand’era in pericolo.
<< Allora Elena porterà anche lei a casa. >>disse decisa.
<< Fai come ti pare. >>commentò il vampiro, troppo sovrappensiero.
Nessuno che li impediva di stare lì, era molto strano.
C’erano due persone, ne era certo e il cuore che batteva doveva essere di Bonnie.
Come mai nessuno interveniva?
Cosa li aspettava dentro casa?
Beth lanciò uno sguardo all’amica e poi marciò verso la porta d’ingresso.
<< Aspetta. >>le disse Damon, per poi seguirla.
Ma lei era decisa a sbrigare tutto alla svelta.
Impugnò saldamente il pugnale e appena mise una porta sulla porta,questa si aprì.
Fece un passo dentro e fu investita in pieno dai ricordi legati in quella casa.
Lì era stata torturata e ridicolizzata.
Era arrabbiata, ma si impose di mantenere la calma.
Damon le fu affianco e la guidò, dove sentiva il cuore battere.
L’altro respiro era scomparso e quello era un grosso guaio per loro, ma non si fermarono.
Come previsto, Bonnie era nella stanza delle torture, legata e svenuta in angolo.
Vedendo che non c’era nessuno, Damon corse velocemente verso la strega, spezzando la corda. Beth lo stava raggiungendo, ma di colpo si sentì trascinare all’indietro.
Per un secondo non si sentì più il pavimento sotto i piedi, e un attimo dopo era sbattuta malamente verso la parete.
La botta fu bella forte,ma niente di irreparabile. Forse qualche costola rotta.
Damon subito si girò e si trovò davanti Finn.
Non perse tempo nelle sue solite battutine e si avventò verso il nemico.
Beth, si rialzò barcollando e cercò di seguire i movimenti dei due vampiri.
Erano troppo veloci per lei, ma ebbe comunque la sensazione che Damon fosse in svantaggio.
Il moro aveva cercato di colpire subito al cuore,ma Finn lo aveva bloccato trattenendolo per il polso. Allora l’altro aveva cercato di sferrare un pugno,ma l’Originale era molto più vecchio di lui,quindi più forte.
Con destrezza,Finn aveva evitato il colpo e dato una poderosa ginocchiata nello stomaco del giovane Salvatore.
Damon non aveva bisogno di respirare, ma si sentì mozzarlo stesso il respiro ed ebbe l’istinto di tossire. Ma una sua caratteristica era la tenacia.
Ancora piegato,a causa di quel colpo,cercò di prendere la rincorsa per dare una bella testata nello stomaco dell’altro,ma Finn si era rivelato un ottimo combattente.
Infatti, afferrò il vampiro per le spalle e lo lanciò verso la parete alla sua sinistra, facendo sbattere contro una vetrinetta o qualcosa del genere.
Damon cadde a terra, coperto di pezzi di vetro e anche qualche scheggia.
Finn perse un attimo ad osservare il suo operato,dando così la possibilità a Beth di contrattaccare.
La cacciatrice si lanciò verso il nemico, che prontamente la afferrò per le spalle.
<< Ti ho in pugno. >>disse in tono trionfante il vampiro.
<< Non ne sarei così sicuro. >>rispose con arroganza l’altra, che velocemente alzò la mano sinistra verso la faccia del nemico e rivelò cos’aveva.
Una piccola bomba a verbena esplose colpendo in pieno l’Originale, che lasciò andare Beth e urlò per il dolore.
Ancora con il viso sfigurato, si rivolse verso la rossa avanzando a piccoli passi.
<< Tu maledetta. >>riuscì a dire e il resto delle parole gli morì in gola.
Damon, rialzatosi, non aveva perso tempo e aveva colpito Finn con il paletto di quercia bianca.
L’Originale cadde a terra, privo di vita per sempre.

Beth e Damon fissarono per un secondo quel corpo privo di vita, giusto per riprendere fiato e poi ripartirono.
Il vampiro si portò sulle spalle Bonnie e corse fuori, dirigendosi subito verso la macchina.
<< Aiutami con Rebekah. >>gli urlò contro Beth, e vedendo di non essere ascoltata, decise di fare da sola.
Afferrò l’amica per le braccia e cercò di trascinarla.
Non fece molta strada quando Damon ritornò da lei.
<< Non abbiamo tempo. Forza andiamo. >>fece il vampiro.
<< Non la lascerò in mezzo al nulla. >>protestò la rossa.
<< Ci penso io. Voi andate. >>disse Elena,raggiungendoli.
Aveva visto com’era conciato Damon e si era subito preoccupata. Voleva sincerarsi che anche Beth stesse bene. Non sembrava messa male,ma era comunque molto in ansia per la sua piccola amica.
La rossa però non sapeva se fidarsi.
Sapeva che Rebekah non era molto simpatica a Elena. Ma le bastò guardare quegli occhi da cerbiatto per ricredersi.
Elena non avrebbe mai fatto niente che potesse andare contro il suo volere.
La rispettava e sapeva che poteva fidarsi.
Annuì con vigore e poi si rivolse al vampiro,ma non lo trovò dove credeva.
Infatti lui era già dietro di lei,e con un piccolo e innocuo colpo riuscì a far cedere le gambe della rossa.
Quella era già la seconda volta, in meno di dieci minuti, che le mancava la terra sotto i piedi. Questa volta ad accoglierla però, non era un muro bensì le forti braccia e lo scultorio petto del vampiro.
<< Ma..ma..ma cosa stai facendo?! >>disse Beth,cercando di scendere.
<< E’ il modo più veloce per muoverci. >>spiegò Damon,stringendola più forte a se.
<< Non fare guai. >>gli sentì dire,forse ad Elena,ma la Winchester ci stava capendo poco e niente.
L’unica cosa che riusciva a comprendere era quella strana sensazione.
In realtà nemmeno quella capiva.
Le sue guance erano inevitabilmente rosse e le sue mani quasi tremavano al contatto con quel corpo.
Una era appoggiata su una spalla e l’altra sul petto.
Cercò di darsi un contegno,ma non ebbe un grande risultato.
Il suo odore era così  forte,selvatico,mascolino. Era perfetto,lo descrivevano.
Beth aveva quasi paura di alzare lo sguardo,non sapeva cosa avrebbe potuto vedere.
Lo sentì per un attimo deglutire e quindi le fu istintivo sollevare gli occhi.
Grande,grande errore.
Il suo cuore perse un battito,quando vide quel volto così da vicino.
Ogni particolare sembrava essere stato scolpito.
I suoi lineamenti erano duri e sensuali al contempo e quelle labbra. Dio!
Sembravano che ti invitassero ad assaporale.
Diventando ancora più rossa,Beth riabbassò lo sguardo.
Non che poi la situazione migliorasse. Era comunque “costretta” a una vicinanza strettissima con quel petto avvolto da una misera maglietta nera,anche aderente!
Insomma,che depravata era diventata?
Lì rischiavano di morire tutti e lei pensava a quelle cose?
In quel momento desiderò che Dean fosse lì e la facesse scendere con la forza dalle braccia del vampiro.
Magari aiutandola,non sapeva quanto le sue gambe potessero reggerla.
E quelle mani che la toccavano poi. Una un po’ più sopra del ginocchio e l’altra quasi alla vita.
“ Se svengo,posso sempre dire che ho avuto un leggero trauma cranico a causa della botta. “ pensò,cercando di farsi coraggio.

KLAUS-KOL
<< Quello che dovete fare è molto semplice. Uccidete tutti quelli che si trovano in quella casa,tranne la doppelganger. >>disse in tono autoritario l’ibrido.
Un gruppetto di circa venti ibridi,licantropi e vampiri,ascoltava quegli ordini.
Tutto quello che animava Klaus era la vendetta per quella umiliazione.
Non aveva pensato ad altro,ne a un’eventuale contrattacco.
Come sempre era sicuro delle sue risorse e sapeva che avrebbe vinto.
<< Bell’esercito,fratello. >>disse sorridendo sornione Kol.
<< Quale sorpresa! >>fece con finto entusiasmo Klaus.
Se il minore dei Mikaelson era lì,un motivo doveva esserci.
Non faceva mai niente per niente e la sua presenza  era molto sospetta.
<< Cosa ci fai qui? >> chiese sospettoso Klaus.
<< Dopo tutto l’aiuto che ti ho dato,mi tratti così? >>fece indignato l’altro. Ovviamente scherzava,ma vedendo che il fratello ibrido ancora freddo decise di parlare.
<< Sono qui per darti una mano. A quanto pare nostra madre si è accorta che la spiavo e non ne è stata molto felice. Ha deciso di fare altre alleanze e io mi sono detto:  perché non entrare a far parte del team Klaus? >>
La realtà era molto diversa. Kol non era uno stupido ragazzino viziato,come si era sentito chiamare molto spesso dai suoi fratelli. Sapeva sopravvivere e giocare d’astuzia.
Ciò che aveva detto non era una totale bugia.
Era vero che la madre l’aveva scoperto e aveva deciso di fare nuove alleanze.
Ma il suo ruolo era molto diverso,da come aveva raccontato a Klaus. Anzi,era l'opposto.
Non si sentiva una pedina nelle mani della madre,semplicemente aveva scelto l’ovvio team della vittoria. Quello che gli permettesse di sopravvivere.
E come gli aveva detto la sua ‘cara’ amica: meglio morti voi che io.
Era lì per monitorare la situazione.
Con il legame spezzato,Finn era praticamente inutile. Quindi la sua morte era stato solo un incidente di percorso che non interessava a nessuno.
Quella giornata Klaus aveva deciso di fare anche qualcosa di più produttivo però.
Stava in pratica andando a fare guerra ai Salvatore e ai Winchester.
Kol non sapeva ancora bene i piani della madre,ma era certo di una cosa: quei vampiri e quei cacciatori dovevano essere eliminati.
E quale occasione migliore poteva presentarsi?
Con Klaus al suo fianco,sarebbero riusciti a fare fuori sicuramente qualcuno.
<< Come faccio a fidarmi? >>chiese l’ibrido.
<< L’hai fatto quando ti portavo le varie notizie. >> gli fece notare l’altro.
Klaus ci pensò su. Non si fidava molto,ma cos’altro poteva volere Kol,se non il suo appoggio?
Si era messo contro loro madre,era ovvio che quindi corresse da lui.
Non era certo di quella teoria,ma ci avrebbe pensato in futuro,ora aveva solo il desiderio di placare la sua sete di vendetta. E con Kol la sua situazione non faceva che migliorare.
In realtà le cose non erano così facili,per lui.

Per i Winchester,Stefan,Sage e Caroline,quei momenti di attesa stavano diventando impossibili.
Nessuno di loro riusciva a stare fermo,troppo in ansia per tutto quello che stava succedendo.
Sam lanciò uno sguardo al fratello. Forse era il caso di parlare,ma sarebbero sembrate le ultime confessioni da farsi prima di morire. Invece loro dovevano essere ottimisti.
Per una volta,le cose potevano andare bene.
Continuando a fissare Dean,Sam ebbe un leggero capogiro e di nuovo intorno a lui tutto si fece rosso. Ma ancora una volta,la cosa durò un attimo,tanto che nessuno se ne accorse.
Ecco cosa doveva fare quando tutto sarebbe finito,un bel sonno ristoratore!
I tre vampiri in contemporanea si girarono verso le finestre.
<< Stanno arrivando. >>disse in tono tetro Stefan.
Tutti afferrarono i pugnali e le piccole bombe fatte di verbena e strozzalupo.
I Winchester si munirono anche dei loro fedeli machete,qualche testa di sicuro sarebbe volata.
Si scambiarono uno sguardo complice,quello che erano soliti farsi prima di una battaglia.
Quel incrociarsi stava a intendere “ ti guardo le spalle “ , “andrà tutto bene” , “ sempre insieme “ . Come una volta disse Dean,erano loro due contro il mondo.
Certo le cose erano un po’ cambiate,ora erano loro ‘tre’ contro il mondo e fu abbastanza strano non trovarsi la mano delicata della loro piccolina sulla spalla.
Erano sempre stati solo loro due e non credevano che qualcun altro potesse entrare in quel piccolo ‘gruppo’.
E invece Beth si era integrata alla perfezione e ora si sentiva così tanto la sua mancanza.
E la cosa era stupefacente. Non si erano mai resi conto quanto ormai anche la presenza della rossa fosse diventata determinante. In tutte le loro grandi battaglie finali c’era sempre anche lei,invece ora no.
Cercarono di vedere il lato positivo: per una volta lei non rischiava.
Dean fece scattare il suo fucile,segno che era carico e si diresse alla porta,seguito a ruota dagli altri.
Immortale o meno,quel giorno quell’ibrido sarebbe morto.
Usciti,subito si dovettero scontrare con il nemico.
Un ibrido saltò alle spalle di Dean,facendolo cadere,ma prontamente Sam gli tagliò la testa. Intanto due vampiri stavano per attaccarlo ma il fratello riuscì ad alzarsi in tempo e infilzare uno di questi.
Sam dovette combattere un po’. Quel vampiro sembrava un pazzo e non faceva che puntare alla gola ,mettendo in bella mostra i suoi affilati canini.
Dean stava per intervenire,ma qualcuno gli diede una spinta così forte da fallo finire a qualche metro di distanza dal centro del combattimento.
Alzò la testa e si scontrò con il sorriso beffardo stampò sulla faccia da schiaffi di Kol.
<< Dean Winchester giusto? Ciao io sono un altro degli Originali,Kol. Mi sembra educato farti sapere il nome di chi ti spedirà all’altro mondo. >>

Stefan e Sage se la stavano cavando alla grande,così Caroline non doveva fare molto.
Ogni volta che si preparava ad attaccare,l’amico vampiro si metteva davanti e ci pensava lui. Stefan sapeva che la bionda era molto impreparata.
Non aveva mai avuto un vero scontro,tranne che quello al ponte.
Voleva difenderla,a costo di rimetterci lui.
Grazie al sangue umano,riusciva a gestire la situazione discretamente e inoltre avendo come spalla,una vampira così antica come Sage era un grosso aiuto.
Caroline stava per avventarsi contro un vampiro,che stava per colpire alle spalle Stefan,ma la sua strada venne sbarrata da Klaus.
<< Anche tu qui,love? >>
<< Cosa pensavi? Io starò sempre dalla parte dei miei amici. >>rispose la bionda,per poi lanciarsi verso l’ibrido.
Ma questo non ci mise molto a deviare il colpo,e le afferrò i polsi,bloccandogli dietro la schiena.
<< Non ci siamo,sweetheart. Mi aspettavo un po’ di riconoscimento da parte tua dopo le mie numerose attenzioni. >>
<< Nessuno te l’ha chiesto! >>sputò Caroline,dimenandosi per cercare di liberarsi.
Ma la presa dell’ibrido era veramente forte,e non voleva chiedere aiuto a nessuno.
Li erano tutti occupati e la situazione non sembrava nemmeno delle migliori.
Maledizione!
<< Allora,aspetto ancora delle scuse. Mi hai aggredito quando sai benissimo che non sono stato io ad appiccare il fuoco a casa Gilbert. >>fece serio Klaus.
<< Ti sembra il caso di parlare di queste cose ora? Nel pieno di una lotta? >>chiese sbalordita Caroline. Chi sa dove voleva arrivare in realtà il suo nemico.
<< Non è colpa mia se non mi concedi mai un po’ del tuo tempo a chiacchierare pacificamente,magari davanti a una bella bottiglia di vino. >>
<< Sei patetico. >>rispose riluttante la vampira.
I suoi amici avevano passato le pene dell’inferno a causa sua e l’Originale la stava proponendo un appuntamento?
Caroline sentì uno strattone ancora più forte. Il commento della bionda non era piaciuto molto a Klaus.
Va bene che gli piaceva,ma non l’avrebbe mai permesso di mancarlo di rispetto.
fu poi distratto da un rumore proveniente dal bosco e sapeva anche di chi si trattasse.
Un sorriso sornione gli si dipinse sul volto, ora si che tutto sarebbe stato più diverte.





Salve! Lo so avevo detto che avrei aggiornato martedì ma... non ce l'ho fatta ç_ç
Per questo che ho voluto fare un capitolo più lungo del solito. Spero che possa esservi piaciuto.
Grazie a tutti coloro che continuano a seguire questa storia,che devo dire aumentate sempre di più. Grazie!
E permettemi di fare un ringraziamento speciale a quelle due ragazze che continuano a recensire ogni mio capitolo <3
Alla prossima,che sarà,nei peggiori dei casi,fra un settimana.
Baci :3



 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Capitolo decisamente più lungo rispetto agli altri. Spero che possa piacervi lo stesso e che non risulti troppo pesante. :)





DAMON

Avevano fatto fuori un Originale! Un Originale!
Certo,trattandosi di Finn non era poi una grande vittoria,ma per il momento si potevano accontentare.
L’unico problema era Sage. La sua cara amica,colei che l’aveva insegnato il lato piacevole dell’essere vampiro. Sapere che aveva ucciso il suo amato Finn,avrebbe sicuramente inclinato il loro rapporto. Dirla così era un eufemismo.
Erano buoni amici,una delle poche persone di sesso femminile con cui aveva un legame stretto e non c’era andato a letto,ma questo non avrebbe fermato Sage dallo strappargli il cuore dal petto.
Non era colpa sua però. Insomma quel tipo voleva fare fuori lui e il Pettirosso.
Parlando proprio di quest’ultima,sembrava che nonostante gli sforzi precedenti,stesse bene.
Probabilmente il sangue che Meredith aveva usato per guarirla due giorni fa,era ancora presente in lei e così era guarita più velocemente. Probabile.
Pragmatico come sempre,aveva deciso di portasela in braccio e usare la sua velocità vampiresca  per arrivare prima alla villa,dove il combattimento sembrava dovesse avvenire.
Sembrava quasi che stesse reggendo una semplice piuma,tanto che la ragazza era leggera. A ricordargli che invece si trattasse della cacciatrice,era l’inconfondibile odore del suo sangue.
Deglutì,forse troppo rumorosamente. I canini lottavano per fuoriuscire,ma sapeva controllarsi,nonostante il forte istinto.
Non c’era bisogno di vederla,poteva benissamente intuire che le sue guance dovevano essere arrossate e che magari si stesse pure mordicchiando il labbro inferiore.
Aveva notato che era un piccolo vizio che la rossa aveva. Lo faceva quando si sentiva a disagio e si dava il caso,che lo fosse sempre quando era in sua presenza.
Doveva ammettere che nonostante si conoscessero da solo tre settimane,si erano ritrovati in situazioni molto compromettenti.
Per i suoi standard erano sciocchezze,ma per lei dovevano essere invece momenti molto imbarazzanti.
Ovviamente,vederla così in difficoltà lo divertiva e gli faceva piacere in maniera smisurata.
Fiero e orgoglioso dell’effetto che faceva sul gentil sesso,era compiaciuto che anche la cacciatrice non riuscisse a resistergli.
Ci aveva pensato su ed era arrivato a un paio di conclusioni e possibili obiettivi.
Stava aspettando Elena da un anno ormai,e la continua indecisione della ragazza incominciava a stancarlo. Lei stava lottando per fare pace con Stefan,ma allo stesso tempo continuava a ‘ronzargli’ intorno.
Damon aveva deciso che sarebbe stato ancora più chiaro.
Ne avrebbe parlato con lei e messa alle strette.
Una semplice amicizia non gli bastava,lui l’amava e voleva sapere se ci poteva essere una possibilità. Elena gli avrebbe dovuto rispondere con un secco sì o no.
Al dolore ci avrebbe pensato dopo.
Mentre aspettava che si creasse la situazione ideale,poteva distrarsi un po’.
E lì arrivava Beth. Di base non aveva cattive intenzioni.
Non l’avrebbe usata o obbligata a fare niente,ma potevano divertirsi insieme.
E per la prima volta con il termine ‘divertirsi’ non intendeva in quel senso.
Certo,se l’occasione si fosse creata non si sarebbe tirato indietro,anzi!
Ma partire con quelle intenzioni non l’avrebbe mai fatto.
Era così piccola,dolce,fragile,che approfittarsi di lei era impossibile.
Il suo divertirsi stava nello stuzzicarla,sfidarla.
Lo divertivano parecchio le sue reazioni,quindi invece di rimanere chiuso in casa a crogiolarsi da solo davanti una bottiglia di whisky,poteva sfruttare il suo tempo nel provocare quella ragazzina.
Tutto quello che sarebbe potuto nascere dopo,non era colpa sua.
Una vocina nella sua testa gli stava suggerendo che semplicemente era alla ricerca di un amico. Con la partenza di Alaric era rimasto sempre più da solo ed era così demoralizzante dover portare da solo avanti le casse del Grill.
Ma Damon non diede retta a quella vocina,troppo sentimentale per i suoi gusti.
La bellezza dell’essere vampiri era il poter fare diverse cose contemporaneamente.
Come organizzare il programma dei prossimi giorni,osservare di sottecchi la ragazza che si tiene in braccio,sentire il contatto con le mani tremanti di lei sul proprio petto,stringere quel corpicino e correre contro il nemico.
<< Ci siamo. >>disse, facendo riscuotere dai propri pensieri Beth.
La ragazza fino a quel momento stava riflettendo su quante possibilità ci fossero che assomigliava a Dean più di quanto volesse ammettere.
Proprio come il fratello, stava diventando una maniaca!
Non faceva che ammirare il corpo di quel dannato vampiro, che doveva imparare a non prendersi certe confidenze. Cavolo, lei era una ragazza sensibile!
Era felice che ormai fossero giunti sul campo di battaglia, per diversi motivi.
Primo per scappare da quell’imbarazzante situazione. Era certa che Damon si stesse anche divertendo parecchio a vederla così scossa.
Secondo perché una parte di lei non faceva che essere in ansia per i suoi fratelli.
Erano grandi e forti abbastanza da cavarsela anche senza di lei, ma non poteva che essere preoccupata.
Terzo per vendetta. Finalmente aveva la possibilità di far fuori quell’ibrido.
Damon la fece scendere e dovettero fare solo altri tre passi,per poi entrare nel centro del campo di battaglia. Lo spettacolo che gli si parò davanti non era dei migliori.
Stefan era assalito a destra e sinistra da diversi vampiri. Il minore dei Salvatore non riusciva a concentrarsi pienamente,troppo preoccupato per Caroline ancora nelle mani di Klaus.
Sage sembrava che stesse facendo una grande fatica,cosa strana visto che per una vampira centenaria come lei quei quattro soldatini dell’ibrido dovevano essere una passeggiata.
Sam,che era riuscito a liberarsi da quel vampiro folle,ora si trovava a dover lottare con degli ibridi.
Dean invece era riuscito a rialzarsi.

<< Non mi farò spedire all’altro mondo da uno con un nome così idiota. >>disse il cacciatore,non facendosi intimorire  da Kol.
L’Originale si limitò a una scrollata di spalle,per poi partire all’attacco.
Dean faceva fatica a tenere testa al vampiro. Dopotutto era solo un semplice umano,che doveva tener testa alla super forza e velocità di quel mostro.
Non era proprio una cosa semplice,nemmeno per lui che era un esperto.
Era inutile tentare un corpo a corpo,non avrebbe avuto possibilità di vincita.
Beth vedendo il fratello in difficoltà,non pensò due volte a mettere da parte la vendetta,per correre in suo soccorso.
Ma Klaus non era dello stesso avviso. Lasciando andare Caroline,bloccò la strada alla rossa.
<< Mi dispiace cara,ma tu dovrai dedicarti solo a me. >>fece l’ibrido.
Quella piccola impertinente l’aveva sfidato parecchio,e adesso non poteva sfuggirgli.
Frustrata,Beth si avventò subito verso il nemico,che però gli bloccò i polsi.
La cacciatrice non si fece intimorire, e gli mollò una poderosa testata sulla bocca.
Quel colpo faceva male a chiunque,anche a un ibrido antico come lui.
Klaus la lasciò andare e si portò una mano a massaggiarsi il punto leso.
<< Ci sai fare ragazzina, lo devo ammettere. >>
<< Non sai quanto e adesso levati. >>disse lei, cercando di raggiungere di nuovo il fratello.

Intanto Damon era corso verso Stefan, e senza esitazione strappò via dal petto il cuore del vampiro che stava attaccando alle spalle il fratello.
Si scambiarono un semplice sguardo complice,per poi riconcentrarsi sui nemici.
Kol stava per sferrare un pugno in pieno viso a Dean, ma il cacciatore fu abbastanza veloce da schivarlo. Così come l’altro che arrivò poco dopo e l’altro ancora.
Non potevano continuare all’infinito in quel modo, così Dean decise di rispondere.
Impugnò il suo coltello e riuscì a conficcarlo nello stomaco del vampiro.
Ovviamente non era un coltello qualunque, era quello speciale.
Una delle poche armi in grado di uccidere un demone.
Dean infondo sperava che funzionasse anche sull’Originale,peccato che le cose non andarono proprio così.
<< E tu pensi di uccidermi con un coltellino? Dovrai fare di meglio. >>disse con un ghigno maligno Kol,afferrando il Winchester e spingendolo lontano.
In realtà quel coltello gli aveva fatto male. Nulla d’irreparabile, ma la cosa gli aveva dato parecchio fastidio.
Klaus da quel punto di vista aveva ragione.
Quei mocciosetti erano peggiori di quegli insetti che continuano a volarti intorno, finché non gli schiacci.
Con poche falcate si avvicinò al corpo di Dean, che giaceva a terra immobile.
Kol si abbassò quel po’ per afferrarlo e in quel frangente, il cacciatore sfoderò la sua arma.
Con un veloce gesto, colpì il vampiro con il paletto di quercia bianca.
Un sorriso spuntò sulle labbra carnose di Dean, certo di avercela fatta.
Ma,a malincuore si accorse di aver colpito un semplice polmone.
Kol lo spinse via e incominciò a tossire con forza.
Non moriva per un gesto del genere,ma faceva davvero male.
Dean,barcollando si rialzò. Ora poteva dargli il colpo di grazia,non doveva arrendersi.

Caroline stava per correre in aiuto di Beth,ma  venne bloccata da Klaus.
<< Tesoro non ti conviene intrometterti. C’è solo una persona che può e chi sa se facendo così, attireremo la sua attenzione. >>
La cacciatrice non capì subito quelle parole, finché non si trovò la gola stretta in una morsa ferrea.
Vedendo l’amica in difficoltà, Caroline cercò di intervenire lo stesso.
Questo fece aumentare ancora di più la stretta intorno al collo di Beth.
<< Ho detto tu no. >> fece con voce seria Klaus.
Caroline si guardò intorno disperata.
Se continuava cosìl’ibrido le avrebbe spezzato il collo. Ma poi intercettò lo sguardo di Damon.
Il vampiro,accortosi della situazione,stava cercando di fare il più veloce possibile per dare una mano alla ragazzina. Così Caroline,corse da lui e il fratello,prendendo il suo posto.
Beth invece continuava a tirare calci.
Lo odiava. Quell’ibrido riusciva sempre a farle fare la figura dell’incompetente.
Lei poteva difendersi da sola,non aveva bisogno di nessun supereroe che corresse in suo soccorso. Era lei l’eroe.
Capace di salvarsi anche nelle situazioni peggiori.
Certo non aveva nessun potere,oltre che quello della tenacia. Non era un potere ma l’aveva permesso di cavarsela anche in situazioni molto più drammatiche.
<< Stai buona per un po’. >> fece con tono di rimprovero Klaus.
Quella ragazzina era una vera peste,la faceva una persona più matura che sapesse capire quando giungeva il momento di starsene fermi e aspettare la proprio morte.
Invece lei continuava a scalpitare.
Klaus era impegnato a vedere se il suo piano stava riuscendo,da non accorgesi del coltellino che Beth aveva tirato fuori.
Con un gesto secco lo infilò nel braccio destro,con cui l’ibrido la stava mantenendo.
Klaus diede un urlo,più di protesta che di dolore.
La cacciatrice cadde a terra,cercando di riprendere fiato.
<< Tu brutta.. >>incominciò l’Originale,prima di beccarsi un pugno in pieno viso.
Damon era corso in soccorso appena possibile.
Doveva ammetterlo: il Pettirosso era una forza della natura.
Pensava di trovarla ancora lì,quasi morente,e invece ora stava già all’in piedi vicino a lui.
Ma quante energie aveva?
Non si stancava mai?
Klaus si pulì con dito il piccolo rivolo di sangue vicino alla bocca e osservò i suoi due nemici.
<< Eccovi qui. Sai Damon tu sei salito decisamente in cima alle persone che voglio fare fuori,e subito dopo ci siete tutti voi Winchester. Quindi vediamo di sbrigare la cosa alla svelta. >>
Klaus aveva un piano ben preciso.
Creare un esercito di ibridi,così da difendersi dalla madre.
Per fare ciò aveva bisogno della doppelganger,e chi lo ostacolava dall’arrivare a lei?
Era quello stupido vampiro di Damon Salvatore.
Odiato da tutti,ma che continuavano a seguirlo nei suoi piani per salvare Elena Gilbert e fare fuori il sottoscritto.
Klaus era certo di una cosa: fatto fuori Damon,tutto sarebbe stato più facile.
Stefan sarebbe stato semplice da eliminare o soggiogarlo.
Con la perdita del fratello,non avrebbe avuto più nessun punto d’appoggio e sostegno.
Sarebbe stato da solo a lottare contro la sua sete,e anche se l’avesse ostacolato,non era un problema.
Gli altri di quell’allegra banda nemmeno li considerava. Ancora troppo immaturi e inesperti per riuscire a fronteggiarlo e sconfiggerlo.
Poi c’erano quelli nuovi,i Winchester.
Erano da eliminare subito. Aveva sentito altre storie su di loro,cose che non aveva detto nemmeno a Caroline. Si diceva che erano stati in grado di fermare l’apocalisse,di sconfiggere Lucifero in persona.
Klaus non sapeva quanto fossero vere quelle storie,ma non avrebbe permesso a quelli che a conti fatti rimanevano tre umani,di intralciare i suoi piani.
Quindi i suoi obiettivi erano uccidere Damon e i Winchester.

SAM
Possibile che tutti quei vampiri e ibridi se la prendessero con lui?
Insomma quanti cavoli ne erano?
Sembrava che stesse combattendo da ore,e poi perché quelli più folli capitavano a lui?
Stava avendo qualche problema,doveva essere sincero.
Il tempo di estrarre un paletto e subito era attaccato alle spalle.
In quel momento stava proprio per ucciderne uno,quando sentì un dolore allucinante al collo. Un dannato non-sapeva-bene-cosa lo stava mordendo.
Con  una forza sovraumana,inflisse il paletto nel cuore del vampiro che aveva avanti,per poi tirarlo fuori e con un abile gesto della mano,fece girare il verso dell’oggetto di legno infilzando il coso che lo stava mordendo.
Con la machete che aveva nell’altro mano,gli tagliò la testa,poi si preparò a un nuovo attacco.
Quando si voltò, però si andò a scontrare solo contro quella Sage.
La vampira dolorante si reggeva a stento in piedi.
Sam non aveva tempo per le domande, così la fece spostare e colpì il nuovo vampiro che gli presentò davanti.
<< Finn.. >>sentì dire alla vampira << lui è morto e io lo raggiungo,è la regola. >>
Sam si voltò un secondo per osservarla e capire bene cosa stava dicendo.
<< Di a Damon che mi dispiace. Ma volevo vendicarmi. So che anche lui e gli altri potevano morire,ma io volevo vedere Klaus. Per come sono ridotta, direi che lui ha ucciso Finn,siamo pari. >>detto ciò Sage cadde a suolo,senza vita.
Sam spalancò gli occhi incredulo. Non aveva capito molto cos’era successo.
Un altro mostro lo attaccò e con un gesto secco della sua affilata arma gli staccò la testa.
Tutto gli sembrò muoversi al rallentatore, proprio come nella sua mente dove riusciva quasi a vedere i pezzi del puzzle prendere la loro giusta posizione.
Non era sicuro, forse una chiamata a Bobby ci stava, ma non era il momento.
Rischiare o no?
Si sentì quasi le spalli più pesanti,come se gli avessero messo un macigno.
Da lui ora dipendeva l’esistenza di un’intera razza. Ma forse loro non erano stati creati da Klaus,e nel caso contrario lui non lo sapeva.
Poteva vivere con quel senso di colpa?
Lanciò uno sguardo veloce alla sorella.
Stava fronteggiando Klaus,muovendosi quasi in sincrono con Damon.
La piccola conversazione che avevano avuto in macchina,prima del ritorno nel pensionato,gli ritornò in mente.

<< Mi dispiace. So che non dovrei comportarmi così. Sembro una bambina. >>si rimproverò da sola Beth.
<< Non c’è bisogno di scusarsi. E’ normale perdere le staffe ogni tanto,e poi questa volta è colpa di Dean. Sai è un po’ geloso. >>disse Sam.
<< Ma di cosa? Ora non posso nemmeno più parlare con un ragazzo? >>
<< Non è questo il problema lo sai. Puoi parlare con chi vuoi,ma questo ragazzo… >>e Sam lasciò in sospeso la frase.
<< Sì è un vampiro. Lo so.  Ma farci due chiacchiere non mi farà passare alla parte malvagia. >>disse sarcasticamente la rossa.
<< Penso che non sia questo che preoccupa Dean. >>
<< E allora cos’ è? Illuminami! >>fece esasperata Beth.
<< E’ il tuo modo di fare quando stai vicino a quel tipo. Sorvolando sul fatto che sembri una ragazzina alla sua prima cotta,è come lo guardi e come lui guarda te. Sembra che un incendio potrebbe scoppiare da un momento all’altro. >>
<< Sam,ti prego. Non iniziare con queste frasi da romanzi. Forse divento un po’ impacciata quando sto con lui. Insomma è un così bel ragazzo e permettete che faccia un certo effetto anche a me? >>
<< Quindi è tutta una questione di attrazione? >>
<< Non dire così,sembra una cosa brutta e superficiale. Lui mi fa ridere e mi fa sentire sensazioni che non ho mai provato. E’ un qualcosa di nuovo e mi incuriosisce.
Mi fa sentire più umana,vicina a quella che dovrebbe essere la vita reale.
E non parlo solo di Damon,ma di anche tutti gli altri. Qui non è un semplice caso,dove arriviamo,uccidiamo il cattivo e addio tutti. No,qui abbiamo a che fare con drammi adolescenziali,familiari,d’amore e io non ho mai vissuto tutto questo,capisci?
E sai qual è la cosa strana? Che queste cose dovremmo saperle noi,noi che siamo umani!
E invece ce le stanno mostrando un gruppo di ‘mostri’.
Io devo molto a te e Dean,siete stati i primi a farmi scoprire che vuol dire avere una famiglia,essere riconoscente,essere fedele,avere delle responsabilità. Ma ci sono cose che non ho ancora vissuto,cose che ogni umano normale dovrebbe fare. E qui sto imparando e,che molte cose riguardino Damon,beh non sono mai stata fortuna. Mi è capitato un vampiro. Pazienza. >>con gli occhi lucidi,Beth disse quell’ultima parola con un sorrisetto.

Al solo pensare tutto quello Sam sentì inumidirsi gli occhi.
Beth,già prima di diventare una cacciatrice,non aveva mai vissuto una vita felice e facile.
Era stata sempre umiliata,ferita,sola.
Con lui e Dean sembrava rinata. Ma lì,fra quegli strani amici,risplendeva.
E non avrebbe permesso a nessuno di spegnere quella nuova luce.
Sapeva che era sbagliato. Sapeva che doveva mettere da parte i sentimenti,ma non poteva.
“ Lo faccio solo per te Beth” pensò e poi urlò: << Fermate tutto! >>









Salve a tutti! Con la fine dei corsi universitari,ho più tempo e quindi eccomi qui ad aggiornare prima del previsto!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e sia stata abbastanza chiara. Quando scrivo i capitoli d'azione non sono mai soddisfatta,ma spero di aver reso comunque l'idea che è una battaglia molto dura xD
Tutti hanno detto,anche negli altri capitoli,cosa vorrebbero fare dopo questa lotta e ora vediamo quello che pensa Damon.
Continua amare Elena,ma ha nominato Beth come sua nuova amica di bevute. Diventerà davvero lei? La ragazza ci starà? Non lo so nemmeno io xD
 Ho cercato di dare un senso a questo accanimento di Klaus verso Damon e i Winchester,che poi le prenda sempre Beth è un caso. xD
Sage dice delle cose molto pesanti e credo che tutti abbiate capito cosa la vampira intendesse. Dopo un pò anche Sam riesce a fare 2+2.
Quello scritto in corsivo è un flashback,e poichè ce ne saranno un bel pò più avanti che si andrà avanti,avverto che li scriverò sempre in questo modo.
Se questi tipi stanno tanto simpatici a Beth un motivo c'è e la ragazza si confessa a suo fratello,durante il loro ritorno a casa Salvatore,dopo la chiacchierata con Rebekah..che non mi ricordo che capitolo era,scusate xD
Quindi Sam,non molto felice,decide di far felice sua sorella e ferma tutto.
Bene direi che questa nota sta diventando troppo lunga xD
Quindi passo ai miei grandi grandi grandi ringraziamenti a tutti coloro che continuano a seguire questa storia e che mi lascia anche una recensione. Grazie davvero!
Alla prossima :3 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


<< Mi sento onorato >>disse in tono sarcastico per poi avventarsi contro Klaus.
Gli mollò un altro pugno,ma quando stava per ricolpire,l’ibrido gli afferrò il pugno e lo strinse talmente forte da ridurre Damon a inginocchiarsi a terra.
Si sentiva tutte le ossa della mano fatte in briciole ed era inevitabile urlare.
Beth subito si fiondò in suo soccorso,riuscendo a colpire con quel suo coltello un fianco dell’Originale.
Klaus lasciò andare Damon,per ingaggiare uno scontro con la cacciatrice,ma il moro non aveva intenzione di tirarsi indietro. Così si rialzò e si unì in quella lotta.
L’ibrido ebbe non poche difficoltà. Fermava uno,l’altro partiva.
Quei due erano una vera scocciatura!
All’improvviso si levò un grido,due parole urlate così forte per farsi sentire da tutti ed ebbero l’effetto sperato.
Stefan e Caroline avevano ucciso gli ultimi due vampiri rimasti.
Dean si stava avvicinando a Kol,pronto a dargli il colpo di grazia.
Ma tutti si fermarono,scossi dal grido del Winchester.
 Tenendo sempre d’occhio il nemico,inconsciamente si raggrupparono al centro del campo di battaglia,per sentire meglio Sam.
<< Non possiamo uccidere gli Originali. >>disse veloce,e un’espressione di sconcerto apparve sulle facce degli ascoltatori.
<< Sammy che cosa stai farneticando? >>chiese allarmato Dean. Che qualcuno fosse stato in grado di soggiogarlo?
<< Sage è morta,perché Finn è morto. >>spiegò l’altro.
Damon vide il corpo dell’amica e costatò che era davvero senza vita,ma che c’entrava l’Originale?
<< Spiegati meglio. >>disse duramente Klaus.
<< Prima di morire Sage ha incominciato a dire che ora lo avrebbe raggiunto,che la regola così diceva. Che le dispiaceva se anche gli altri sarebbero morti,ma il suo obiettivo era vendicarsi,uccidendo Klaus >>
<< Non capisco. Cosa stai cercando di dire? >>domandò confusa Caroline.
<< Sage da chi è stata creata? >>chiese Beth,incominciando a capire dove il fratello volesse arrivare.
<< Da Finn. >>rispose Damon e dopo un istante,alzò le sopraciglia e la sua bocca prese la forma di una piccola O. Puro stupore era stampato sul volto del vampiro,che aveva capito.
<< Se uccidi un Originale, muoiono anche quelli che hanno creato. >>disse Stefan,stupito quanto gli altri.
<< E tu sei riuscito a tirare fuori una tale teoria da quelle quattro semplici parole? >>chiese scettico Dean.
Ma non ci fu tempo di controbattere che Klaus incominciò a ridere.
<< Tutto questo rende la cosa molto divertente. E ditemi Salvatore,voi sapete chi vi ha creato? >> chiese retoricamente l’ibrido.
<< Forse sono stato io o tu fratello? Magari Elijah o Rebekah,chi può dirlo. >>gli diede corda Kol.

Dean non era mai stato così veloce in tutta la sua vita. Un solo semplice scatto,talmente rapido che nemmeno i tanti vampiri che erano lì poterono fermarlo.
Con gesto secco infilò il paletto di quercia bianca dritto nel cuore di Kol.
L’Originale rimase a bocca aperta,rivolgendo il suo ultimo sguardo negli occhi verdi splendenti del Winchester.
Era stata una cosa inaspettata. Kol non aveva calcolato quella possibilità,certo delle sue abilità. Non si aspettava che la madre facesse qualcosa per riportarlo in vita,infondo sapeva che nonostante tutto anche lei voleva vederlo morto. L’obiettivo della strega era sterminare tutta la razza dei vampiri,e anche se Kol aveva deciso di schierarsi dalla sua parte,sapeva che la madre alla fine avrebbe ucciso anche lui.
Sapeva che la strega Originaria aveva grandi piani,ma lui non ne sarebbe mai venuto a conoscenza.
Così si accasciò a terra,morto per sempre.
Tutti trattennero il fiato,per quello che sembrò un’eternità,mentre sbigottiti, guardavano il corpo del vampiro Originale a terra.
Una tempesta di sensazioni si scatenarono negli animi dei vampiri lì presenti.
Nel giro di nemmeno un’ora sarebbero morti? Quante possibilità c’erano che fosse Kol il creatore della loro stirpe?
Beth teneva ancora gli occhi strabuzzati e fissava il fratello come se fosse un alieno.
Perché? Perché l’aveva fatto?
La risposta era semplice: era giusto così.
Sapeva che per Dean lì nessuno faceva differenza. Quella era un’alleanza temporanea,ma alla fine lui avrebbe ucciso anche il resto dei vampiri di Mystic Falls.
Era il loro lavoro,lui non sbagliava era lei che ormai non ragionava più.
Quelli che la circondavano erano tutti mostri,che andavano eliminati,perché si ostinava a volerli salvare? Tutta quella spensieratezza e umanità che provava con loro,era solo una mera illusione. Loro non sapevano nemmeno più cos’era da secoli.
Eppure non poteva far a meno di pensare che non potessero morire.
Solo perché sei di un’altra razza,quella che per scontato è cattiva,non vuol dire per forza che tu sia tale. Cos’erano quei pregiudizi?
Lì i veri mostri sembravano essere lei e i suoi fratelli,che avevano ucciso e uccidevano senza nessun scrupolo,convincendosi che era giusto. Ma non era sempre così.
Dovevano fermarsi e riflettere davvero su chi erano i loro nemici,e lei era certa che quei vampiri erano un’eccezione. Non si spiegava altrimenti cos’erano quei sentimenti che provava quand’era con Damon o la naturalezza con cui si comportava quand’era in loro presenza.
Beth non ammetteva nemmeno per un secondo,che stava generalizzando in maniera impressionante. Che in realtà gli unici sentimenti che la facevano rimanere a riflettere,erano quelli che li provocava Damon. Non era ammissibile per lei,pensare che si fosse presa una sbandata o qualcosa di simile.
Si riconcentrò di nuovo su Dean e quasi a rallentatore vide Klaus avvicinarsi e afferrarlo per la gola.

In realtà all’ibrido non importava molto della dipartita del fratello. Con Kol non aveva mai avuto un grande rapporto. Troppo giovane e impulsivo per sopravvivere in quel mondo. La sua morte era solo questione di tempo. Ma il gesto,la sfrontatezza che quell’insulso umano aveva avuto,quello si che lo facevano andare fuori di testa.
Quello stupido cacciatore si era permesso di uccidere un Originale.
Sam stava per andare ad aiutare il fratello,ma fu bloccato da Damon.
Gesto prevedibile e anche giusto.
Il vampiro non sapeva quanto tempo ancora avesse e sperava che a quel punto fosse Klaus il creatore della sua stirpe. Per quanto lo volesse,non avrebbe permesso a nessuno di ucciderlo,finché non avessero trovato un’altra soluzione. E poi,anche se quel Ken moriva,non gli cambiava la vita,anzi.
Aveva sempre avuto in mente di farlo fuori,si pentiva solo di non averlo fatto prima.
Quell’idiota li stava per mandare tutti all’altro mondo!
Con un pugno colpì Sam,che cadde a terra dolorante.
Beth era in una piena crisi di panico.
Non voleva che i suoi amici morissero,ma non avrebbe permesso che questo succedesse a suo fratello. D’altronde per fermare Klaus,non c’era altro modo.
Mosse un passo e subito si trovò davanti Damon.
<< Non costringermi. >>disse semplicemente il vampiro.
<< Non lascerò morire mio fratello. >>affermò con determinazione la rossa,pronta a combattere anche con lui,se fosse stato necessario.
A Damon dispiaceva,ma non aveva altra scelta. Ne andava della sua sopravvivenza,di quella di suo fratello.
Stava per colpirla quando si sentì un altro urlo.
“Cos’altro deve succedere? “ pensò Damon,esausto.
Tutti si girarono,compreso Klaus allentando di poco la prese sul collo di Dean.
<< Lascialo andare o giuro che la uccido! >>urlò Rebekah,stringendo Elena e mettendo una mano sul cuore della ragazza,pronta a scattare da un momento all’altro.
Elena tremava,ma cercava di mantenere un certo contegno,doveva fingere per bene.
<< Sorellina sei impazzita? Quei tipi hanno ucciso Finn e Kol,i nostri fratelli. >>replicò Klaus.
<< Non far finta che te ne importi qualcosa di loro. Se tu uccidi quel cacciatore,io eliminerò la doppelganger. >>disse con voce ferma Rebekah,ma con gli occhi lucidi.
<< Appena lo lascerò,tenterà di uccidermi di nuovo. Davvero vuoi che io,tuo fratello,muoia? >>cercò di farle cambiare idea l’altro.
<< Non lo farà. Te lo assicurò io. >>s’intromise Beth.
Dean non riusciva a ragionare,ne stava capendo molto. Gli mancava l’aria e sentiva i polmoni quasi esplodergli,ma non gli piaceva quello che stava dicendo la sorella.
Ok,forse era stato troppo avventato,ma non capiva il comportamento dei suoi fratelli.
Insomma,alla fine avrebbero ucciso anche i Salvatore e Forbes,lui aveva solo accelerato i tempi. Tutti avevano visto i problemi di controllo del minore e l’altro non aveva l’aria di un santo. Avevano ucciso delle vittime innocenti,e il suo compito non era quello di far piazza pulita di questi esseri? Non era questo che faceva un cacciatore?
Eppure non riusciva a capire tutta quella tolleranza da parte dei suoi fratelli.
Cosa gli era successo a tutti?
Rebekah fece pressione sul petto di Elena,e quest’ultima sentì distintamente le unghie della bionda graffiare la sua pelle.

ELENA-BONNIE-REBEKAH
Se prima era dubbiosa,ora lo era ancora di più. Forse non doveva fidarsi così tanto di Rebekah,ma non aveva avuto altre scelte.
Aveva promesso a Beth,che avrebbe badato lei all’Originale,che non sarebbe intervenuta nel combattimento, non aveva detto niente. Erano stati gli altri a obbligarla a rimanere fuori,ma non appena Damon e Beth se ne furono andati,lei tolse il paletto dal petto di Rebekah.
<< Cosa stai facendo?! >>le urlò dietro Bonnie.
La strega non era ancora nel pieno delle sue forze,ma non aveva potuto fare a meno di scendere dalla macchina per capire cosa stava succedendo.
<< Abbiamo bisogno di una merce di scambio in caso estremo. >>spiegò Elena.
<< E tu pensi che lei accetterà? Dopo che Finn è morto? >>
<< Rebekah si affida a chiunque le dimostri un po’ di affetto. Per fortuna Beth ha pensato bene di istaurare un legame con lei. Mi baso su questo. >>
<< Speri,vorrai dire. >>disse Bonnie.
Sì,Elena non poteva far a meno di sperare. Non che non si fidasse della forza dei suoi amici,ma sapeva che qualcosa sarebbe andato storto. Quale dei loro piani era mai andato a buon fine? Nessuno.
Era sempre sfuggito qualcosa,ma questa volta le cose sarebbero andate diversamente.
E poiché lei non poteva dare nessun contributo fisico,avrebbe fatto lavorare il cervello.
<< Bonnie,so che non hai forze,ma devo chiederti di fare una cosa. Riusciresti a fare un qualche incantesimo che blocchi Rebekah? Per poco. >>chiese Elena.
La strega sospirò. Quello sforzo le sarebbe costato tantissimo,ma non poteva tirarsi indietro. Dopotutto erano corsi subito a salvarla e lei doveva ripagare quel favore.
<< Dovrò sempre starle vicino. >>disse semplicemente Bonnie.
<< Grazie,davvero. E scusa noi.. >>incominciò a dire la Gilbert.
<< Elena non aggiungere altro. Lo sai che sono sempre disposta ad aiutarvi,come sai che odio essere messa in mezzo alle faccende dei vampiri. Per questo mi allontano da voi,però ci siete sempre per salvarmi,e se posso fare qualcosa, lo faccio. >>chiarì la strega,per poi allungare le mani e pronunciare delle strane parole.
Elena fissò per un attimo l’Originale,pensando a tutt’altro. Era vero,la sua amica era sempre voluto rimanere fuori da tutti quei casini,ma lei ce la rimetteva dentro ogni volta che le faceva comodo. Si ripromise che non avrebbe mai più chiesto niente alla strega.
Lei desiderava una vita lontano da tutto quel male e non poteva obbligarla a rimanere al suo fianco. A differenza sua,Bonnie sapeva cosa voleva e lei doveva rispettare la sua scelta.
Rebekah spalancò gli occhi e prese una boccata d’aria,ma quando cercò di alzarsi o di muovere un muscolo,non ci riusciva.
<< Cosa mi avete fatto? >>domandò alterandosi.
<< Ti lasceremo andare,ma prima devi ascoltarmi. Finn è morto. >>la informò Elena.
<< Chi è stato? >>chiese la bionda,con un’inaspettata calma.
<< Damon o Beth,non lo so. Ma lui stava cercando di ucciderli. >>cercò di giustificare i suoi amici.
<< E ora dove sono tutti? >>continuò a chiedere imperterrita la vampira.
<< Stanno combattendo. Rebekah io so che tu non vuoi che succeda qualcosa a Beth,e nemmeno io,per questo dobbiamo allearci. >>
La bionda non rispose subito e questo fece preoccupare Elena. Dirle che forse la cacciatrice aveva ucciso suo fratello non era stata una grande mossa. Si morse la lingua,come se quel gesto potesse fare una qualche differenza.
In realtà Rebekah stava pensando a quanto fosse troppo sciocca.
Beth aveva ucciso suo fratello e forse ora ne stava facendo fuori un altro,per quale motivo, però sentiva che schierarsi dalla sua parte era la cosa giusta?
Era anche vero che i suoi cosi detti fratelli,non avevano mostrato un minimo di affetto nei suoi confronti. Uno la uccideva in continuazione,gli altri non la consideravano,avevano solamente lo stesso sangue,ma a conti fatti,per quanto si sforzasse,non avevano un bel legame. Poteva azzardare con il dire che non l’avevano per niente?
Sì,che poteva!
Qualcuno di loro si era mai preoccupato di andarla a salvare?
Qualcuno di loro si era mai interessato dei suoi sentimenti?
La risposta era semplice: no.
Che Beth aveva cercato di istaurare un rapporto con lei per convenienza,non lo metteva in dubbio. Ma lei aveva fatto lo stesso. Nonostante ciò continuavano a venirsi incontro.
<< Va bene. -disse infine la bionda- Ma si fa a modo mio. >>

Rebekah,Elena e Bonnie erano rimaste in disparte per tutto quel tempo.  La vampira stava quasi per scattare,quando vide Dean uccidere Kol,ma fu bloccata dall’incantesimo di Bonnie.
Elena non sapeva che dire per calmare l’Originale. Aveva appena visto il fratello morire,era ovvio che reagisse così. Ma l’agitazione incominciò a salirle perché forse tutti i suoi amici potevano morire. Rebekah,con il suo udito speciale,aveva spiegato anche a loro quello che aveva sentito. Quella storia del legame,della discendenza,della stirpe o come in qualsiasi modo si voleva chiamare,era un evento tragico.
Era certa che qualcosa sarebbe andato storto,e non aveva sbagliato.
Forse stava sviluppando una qualche abilità sensoriale.
Il cuore incominciò a battere all’impazzata quando vide Klaus stringere Dean per la gola.
Ovviamente Damon fermava chiunque cercava di aiutare il cacciatore. Per colpa sua forse sarebbe morto,Elena poteva capirlo ma non avrebbe lasciato Dean morire.
Lui l’aveva salvata,l’aveva dato un tetto,l’aveva fatta ridere,l’aveva fatta vivere momenti di pura normalità. E al diavolo se avevano litigato e probabilmente lui ora la odiava,non l’avrebbe lasciato morire. Glielo doveva.
<< Rebekah! Rebekah! Pensa come si sentirà Beth se Dean morisse. Dobbiamo fare qualcosa. >>
<< Ha appena ucciso mio fratello! >>rispose a tono la bionda.
Andare contro la propria famiglia era sbagliato,ma si calmò lo stesso.
Avrebbe pensato lei stessa a dare due pugni in faccia a quel biondino,poi si sarebbe andata a ricoverare. Stava completamente perdendo il lume della ragione,ma gli serviva qualcuno per fermare Klaus.
Non si era di certo dimenticata quello che il fratello gli aveva fatto,e si sarebbe vendicata. Da sola non sarebbe riuscita a fare niente,ma con i Winchester dalla sua parte,magari..
Così cercò di non pensare che in un giorno avessero fatto fuori due dei suoi fratelli e decise di agire.
Ecco perché ora Elena si trovava stretta nella morsa micidiale dell’Originale.
Sperava con il cuore,che questa appunto non glielo strapasse.
C’era un’antipatia reciproca,ma per le proprie ragioni avevano deciso di metterla da parte.

Klaus osservò la piccoletta rossa,che continuava a mantenere quello sguardo fiero.
Doveva implorarlo di lasciare andare il fratello e invece continuava a fare l’arrogante.
Ma l’ibrido fu costretto a lasciare andare Dean,che cadde a terra tossendo.
Rebekah era seria,si poteva incominciare a sentire il sangue di Elena che fuori usciva dai graffi che l’Originale le stava facendo.
Klaus sapeva quanto la sorella odiasse la doppelganger,e non poteva permettersi di farla uccidere. Tutto il suo piano sarebbe andato in fumo,ma voleva un ricordino di quel combattimento.
Velocemente si avvicinò a Damon e,senza scrupolo,infilò la sua mano nel petto del vampiro. Non si fermò finché non toccò il cuore del Salvatore.
<< Non avrò nessun scrupolo a strapparglielo via. E Rebekah non farmi credere che ti importi qualcosa di questo qui. >>disse sicuro di se Klaus.
Tutti rimasero senza fiato,soprattutto Damon.
Con la sua classica ironia,riuscì anche ad alzare gli occhi al cielo.
Perché finiva sempre lui in quelle situazioni?
Ormai aveva perso il conto delle volte in cui avevano cercato di strappargli il cuore.
E faceva sempre così maledettamente male.
Avrebbe voluto gridare e protestare,ma a che sarebbe servito?
Solo a morire prima. Era una sensazione bruttissima,ti sentivi impotente.
Tutta la tua vita era,letteralmente,nelle mani di un altro e tu non potevi farci niente.
E Damon odiava sentirsi così.
<< Datemi tutti i paletti. >>ordinò Klaus.
Ci fu un attimo di esitazione,dove Damon sperava che nessuno fosse così stupido da darglieli sul serio. Dopo tutto quello che avevano passato,non poteva finire così.
Ovviamente le sue preghiere non furono accolte e la bontà di Stefan prese il sopravvento.
Non avrebbe di certo permesso al fratello di morire. Damon lo capiva,e odiava quel rapporto di simbiosi che avevano. Sempre incollati,sempre pronti a farsi uccidere per l’altro.
Anche se a occhi esterni potesse sembrare il contrario,in realtà loro non si erano mai allontanati,anche se loro per primi facevano fatica ad ammetterlo.
Dopo una grande litigata,finivano sempre per andare alla ricerca dell’altro.
Era un rapporto malsano e strano,dovevano imparare a cavarsela da soli prima o poi.
Quei pensieri,ovviamente erano dettati dalla frustrazione e dalla rabbia di aver perso di nuovo.
Non poteva criticare Stefan,quanto poi lui era il primo a correre in suo soccorso.
Il minore raccolse tutti i vampiri e li consegnò a Klaus,che li prese rivolgendogli un sorriso soddisfatto.
C’erano state delle perdite,ma ancora una volta aveva avuto la meglio.
Con quell’espressione corse verso la sorella,solo per darle uno sguardo di puro disprezzo e poi andò via.





Salve a tutti. Scusate se non mi dilugo con la nota,ma sono di corsa. Spero che la lunghezza non sia stato un problema,ma non aggiungendo un capitolo da una settimana,ho pensato di non spezzare niente.
Non so dirvi quando pubblicherò un nuovo capitolo,ma arriverà sicuramente entro il 28. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio con il cuore chi continua a seguire la mia storia.
Prometto che dopo di questo capitolo darò più spazio ai sentimenti e incomincerà a nascere anche qualche bella coppietta ;P
Grazie a tutti i lettori e chi recensisce <3
Saluti e buon Natale :3 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


I suoi altissimi tacchi riecheggiarono per le scale del vecchio edificio.
Proprio sull’attico doveva andare a vivere quella strega?
Sbuffò infastidita. Odiava dover essere succube di qualcuno.
A lei piaceva comandare,fare il suo gioco,e invece ora si trovava coinvolta in una faccenda che poco le interessava. Ma per salvarsi la pelle,avrebbe dovuto stringere ancora per un po’ la cintura e assecondare quella pazza.
Arrivò all’ultimo piano,e bussò all’unica porta di quel corridoio.
Dopo diversi secondi,finalmente si degnarono di andare ad aprirla.
<< Katherine Pierce,la mia padrona l’aspetta. >>disse la cameriera,scostandosi per farla entrare.
Scocciata,la vampira entrò in quella casa e andò in quello che era una specie di studio.
E lì trovo la strega. La vecchia Esther.
<< Sei stata veloce. -commentò la donna- Prego,accomodati. >>
Katherine si sedette sulla comoda poltroncina,accavallando le gambe e facendo tutto quello che era solito fare. Non doveva mostrare a nessuno che in realtà la sola vicinanza a quella donna,le faceva accopponare la pelle. Faceva più paura di Klaus.
<< Che notizie mi porti? >>chiese subito la strega.
Quella vampira non le piaceva,ma era stata costretta ad avere a che fare con lei.
Se voleva sconfiggere una volta e per tutte, i suoi figli e riportare l’ordine nella natura,doveva usare tutti i mezzi che aveva a disposizione.
<< A Fell’s Church sono arrivati i cacciatori,e a quanto pare non hanno perso tempo a coalizzarsi con i Salvatore e la mia doppelganger. >>disse Katherine.
Odiava il ruolo che stava rivestendo,ma era costretta.
Ne andava della sua vita,e come diceva sempre: meglio morti voi che io.
Stava condannando i suoi vecchi giocatolini. I suoi preferiti in assoluto: i Salvatore.
Ma era una cosa che andava fatta,e magari riusciva a trovare anche un buon accordo per salvare almeno Stefan.
Perché lui e non Damon?
Perché con il minore era tutto diverso. Damon gli assomigliava troppo.
Era pretenzioso,arrogante,egoista,testardo.
Invece Stefan era il suo esatto opposto e riusciva sempre a sorprenderla con quell' atteggiamento così diversi.
Era tutto più divertente con lui e lei lo rivoleva al suo fianco.
D’un tratto fece l’ingresso nella stanza Kol.
Katherine non aveva mai avuto a che fare molto con lui,negli anni precedenti,ma Esther l’aveva da poco reclutato.
L’aveva scoperto mentre la spiava e aveva deciso di risparmiarlo.
Il sesto senso della vampira,le suggeriva che alla fine di quella storia,sarebbero morti tutte e due.
Quella dannata strega era stata capace di trovarla e costringerla a mettersi dalla sua parte,promettendo che sarebbe sopravvissuta.
A quanto pare,se si uccideva un Originale,anche tutti quelli creati morivano.
Katherine non sapeva di preciso chi fosse l’iniziatore della sua stirpe,ma Esther le aveva garantito che non doveva preoccuparsene. Sì,come no.
Per questo stava già ideando un piano B. Non si sarebbe fatta usare come una marionetta.
<< Come si chiamano i cacciatori? >>chiese la strega.
<< Dean,Sam e Beth Winchester. >>rispose con il suo solito tono scocciato la vampira.
Esther annuì vigorosamente,lasciando capire ai presenti in quella stanza,che c’era qualcos’altro sotto.
<< Kol avvicinati quanto più puoi a Klaus. Devo continuarlo a tenerlo d’occhio,tanto nessuno lo ucciderà. In un modo o nell’altro capiranno la verità. Sei sicura che i Winchester stanno dalla parte dei Salvatore? >>domandò la strega.
<< Certo. Ho visto con i miei occhi quei tre affrontare le fiamme,ibridi,vampiri,lupi,solo per salvare quella Gilbert. >>spiegò Katherine.
Era stata lei a far appiccare il fuoco a casa di Elena,quella notte.
E il risultato era stato quello che sperava. Se loro diventavano amici della sua noiosa doppelganger,di conseguenza lo erano anche degli altri.
<< Puoi andare Katherine. Ti contatterò io,se avrò bisogno ancora di te. >>la congedò Esther.
La vampira dovette trattenersi dall’impulso di tentare di strappare il cuore seduta stante a quella stronza. Come si permetteva di trattarla in quella maniera?
Non sapeva contro chi si era messa e ben presto gliel’avrebbe fatta pagare.
Furiosa come non mai,si limitò ad annuire e poi corse  via da quella casa,con un piano B,C,D e via dicendo,che si formavano nella sua mente vendicativa.

Quella battaglia era finita già da diversi minuti,ma nessuno accennava a muoversi.
C’erano ferite da guarire,nuovi piani da ideare,ricerche da fare,ma erano paralizzati.
L’unica arma che avevano per sconfigge Klaus,se l’erano fatta sfuggire da sotto il naso e per poco non ci finivano tutti secchi.
Com’era possibile che nessun piano riuscisse ad andare a buon fine?
La tristezza e la delusione era l’unica cosa che li animava,e ben presto la rabbia prevalse.
<< Tu! Come ti sei permesso!? Stavi per ucciderci tutti! >>urlò Damon,dirigendosi verso Dean.
I due erano distrutti,ma decisero di sprecare le loro ultime energie per darsele di santa ragione.
<< Almeno adesso abbiamo un Originale in meno!  >>controbatté il cacciatore.
<< Smettetela! >>strillò Elena,mettendosi fra i due.
<< Abbiamo problemi più gravi adesso. Come capire chi sia il vostro Originale. >>disse in tono solenne la Gilbert.
Damon la guardò,come fosse un alieno. Perché si ostinava ad andargli contro?
Perché continuava a proteggere quel bambolotto,piuttosto che lui?
Possibile che qualsiasi persona veniva prima?
Arrabbiato e deluso,il vampiro entrò in casa,dirigendosi verso le sacche di sangue.
Sarebbe stato meglio bere dalla fonte,e magari più tardi l’avrebbe fatto.
Doveva sfogarsi in qualche modo.
Caroline e Stefan lo seguirono,sperando che fosse indulgente almeno con loro e li permettesse di usare la sua riserva.
Beth si sentiva uno straccio,sia emotivamente che fisicamente.
Quella lotta l’aveva stremata,e il fatto che avessero perso non faceva che scoraggiarla.
Vide Rebekah avvicinarsi al fratello e decise di raggiungerla.
<< Mi dispiace. >>disse semplicemente,non sapendo che altro aggiungere.
Ancora una volta,l’Originale l’aveva aiutata e in cambio aveva ricevuto due fratelli morti.
Di quel passo la loro amicizia era una semplice utopia.
<< Non so che dire. Ne dare una spiegazione a quello che ho fatto. Non ti sei nemmeno degna di togliermi quel paletto. >>la accusò la bionda.
<< L’avrei fatto >>disse l’altra.
<< Quando? Dopo aver ucciso tutti i miei fratelli? >>
<< E’ questo il mio compito,e lo sai. Ma posso garantirti che non ti farei mai del male. Sono in debito con te e questo è il minimo che posso fare. >>detto questo,Beth andò da Sam,per sincerarsi delle sue condizioni.
Il fratello aveva gli occhi chiusi. Con troppa forza,e le mani strette a pungo appoggiate sulle tempie. Sembrava anche sul punto di digrignare i denti.
<< Sam? >>chiese incerta la sorella,mettendogli una mano sulla spalla.
Rebekah si avvicinò e rimase meravigliata da quel comportamento,quanto l’amica.
Cercò così di riscuoterlo con maggior forza e finalmente il ragazzo aprì gli occhi.
L’inizio aveva uno sguardo perso,poi riuscì a focalizzare le due ragazze.
Ancora quelle sue maledette allucinazioni!
Tutto intorno a lui si era fatto rosso sangue e una fitta gli aveva attraversato la testa.
Stava incominciando davvero a preoccuparsi,ma decise che non era ancora giunto il momento di parlarne. Aveva altro di cui pensare adesso.
<< Sto bene. >>disse,sforzandosi di sorridere.
<< Come siete conciati tutti,non direi che il termine bene,sia il più adatto. >>osservò Rebekah.
Che ci faceva ancora lì? Non lo sapeva nemmeno lei.
Ma dove poteva andare adesso? Di certo non portava tornare a casa da Klaus,era da escludere. Così si poteva solo limitare a rimanere lì,sapendo di essere estremamente contraddittoria.
<< Dite che se andiamo all’ospedale e chiediamo di quella dottoressa,riuscirà a insabbiare la cosa? >>domandò Beth.
<< Meredith è amica di Elena,dovete chiedere a lei >>disse Rebekah,per poi girarsi e incominciare a camminare.
<< Dove vai? >>chiese la rossa.
<< Ho dei fratelli da seppellire. >>fece con fare ovvio la vampira.
Beth non seppe che dire. “Aspetta,ti do io una mano!” non era di certo una cosa che poteva fare.
Non dopo che uno l’aveva ucciso lei stessa.
Si limitò ad annuire e voltarsi,per poi sentire il lieve e veloce rumore che fece Rebekah,per prendere il fratello in spalle e correre via.
Beth lanciò un’occhiata a Dean.
Non sapeva ancora come comportarsi con lui.
Arrabbiarsi,dargli ragione,pestarlo,aiutarlo. Voleva fare tutto contemporaneamente.
Perché suo fratello doveva essere così complicato?
Lei e Sam si avvicinarono a lui. Aveva bisogno di andare all’ospedale,e anche Elena.
Rebekah era davvero vicina a strappargli il cuore.
<<  Secondo te la dottoressa Fell ci aiuterà? >>chiese Beth all’amica.
<< Certo >>rispose semplicemente l’altra.
<< Andate voi,io vi raggiungo fra un po’ >>aggiunse.
Doveva andare a parlare con i suoi amici vampiri prima,e cercare di calmare le acque.
Era certa che Damon non avrebbe lasciato andare,anzi!
Forse era meglio obbligare Dean a rinchiudersi in casa.
Aveva fatto tanto per salvarlo,non l’avrebbe di certo fatto uccidere così.
I tre Winchester annuirono,dirigendosi alla loro auto.
Anche se malconci,erano ancora in grado di guidare.

Elena non sapeva che fare.
Calmare Damon le sembrava sensato,ma anche ingiusto.
Dean aveva cercato di ucciderlo,era ovvio che il vampiro cercasse di vendicarsi.
Ma non era solo quello il problema.
Cercava sempre di essere onesta,almeno con se stessa e non doveva dirsi bugie.
Il problema non era solo quello,andava oltre.
Difendere Dean era schierarsi apertamente contro Damon.
Lo stesso Damon che l’aveva salvata,aiutata e l’amava,nonostante lei non gli avesse mai concesso una chance.
E adesso gli sarebbe arrivato quest’altro colpo.
Lei gli si metteva contro.
Per un attimo valutò se fosse davvero il caso di farlo.
Poteva lasciare le cose così com’erano. Dean sapeva difendersi e non era da solo.
Damon era solamente un vampiro di 147 anni,che aveva a suo fianco un altro fratello vampiro.
No,non avrebbe lasciato Dean indifeso.
Incominciò a chiedersi perché facesse così tanto per quel ragazzo conosciuto da poco più di due,tre settimane.
Ma quella domanda era facile: lui le aveva salvato la vita,quando non gli doveva niente.
“ Non è iniziata così fra te e Stefan? “fece una vocina maligna nella sua testa.
Elena voleva mettersi a ridere. Era ridicolo mettere a confronto quello che c’è fra lei e il vampiro e quello che c’è fra lei e il cacciatore.
Era assurdo anche solamente pensare,Dean,dal punto di vista romantico.
Non ci sarebbe mai stato niente fra loro.
Aveva già problemi con i due Salvatore,figuriamoci se si metteva in mezzo ad altre situazioni.
Caroline era subito andata via,voleva accertarsi delle condizioni di Bonnie.
Elenasapeva che ormai aveva perso una sua preziosa amica.
Magari,un giorno quando tutto sarebbe finito,sarebbero tornate insieme.
Ci sperava sul serio,per ora si sarebbe accontenta di vederla solo quando decideva l’altra. Non l’avrebbe più messa pressione o in pericolo.
Stefan e Damon erano in salotto,intenti a scollarsi dei bicchieri di liquore.
Il minore subito si accorse di lei,e fece segno al fratello.
<< Ma guarda chi abbiamo qui! Allora sei pronta per iniziare i corsi per diventare una cacciatrice? >>fece ironico Damon,cercando di mascherare la rabbia.
Già sapeva perché la Gilbert era lì, e questo non faceva che invogliarlo a uccidere quel Dean Winchester.
Elena sospirò,sapeva che non sarebbe stata facile,ma decise di provarci.
<< E’ la sua natura. E Damon tu sai quanto è difficile andarci contro. >>
<< Mi stai paragonando a quell’insulso biondino? >>e dicendo questo,con la velocità da vampiro,si mise di fronte alla Gilbert.
Quando faceva così,Elena non lo sopportava.
La scrutava con quei suoi due pozzi d’acqua e si sentiva scavare nel profondo.
Stefan stava per intervenire,ma si decise a non fare niente.
Ogni sua mossa avrebbe fatto arrabbiare ancora di più il fratello,e poi sapeva che non le avrebbe fatto niente di male.
Poi ormai aveva preso una decisione. Una dura e dolorosa decisione.
Nessuno lo sapeva e non l’avrebbe detto nessuno.
Non poteva farlo ancora,ma ormai era questione di tempo.
Osservò il fratello e sorrise.
Gli sarebbe mancato,come ogni volta che si allontanavano,ma lo faceva anche per lui.
Posò il bicchiere,sul tavolino e quel gesto catturò l’attenzione di Damon e Elena.
<<  Il cacciatore capirà il suo errore. Sa che gli serviamo vivi e dell’aiuto extra non ci farà male. >>disse con il suo solito tono pacato.
Lanciò un’occhiata a Elena,che gli sorrideva grato.
Lui ricambiò e si chiese come avrebbe fatto e se era giusto.
Avrebbe dovuto consultare anche lei prima,ma sapeva già che sarebbe stata contraria.
Ma era giusto così,cosa c’era da fare se già sapeva come sarebbero andate a finire le cose? Stava solo accelerando i tempi…
Dopo decise di ritirarsi nella sua stanza e fu quasi tentato di chiudersi a chiave. Ma Damon l’avrebbe buttata giù comunque.

<< Non sorridere vittoriosa. Io non ho ancora deciso. >>disse il moro,sicuro del suo pensiero.
<< Ma sai che Stefan ha ragione. >>
<< Non è detto. >>continuò a rimanere serio il vampiro.
<< Damon.. >>incominciò Elena.
Non sapeva come iniziare,non voleva sembrargli pretenziosa o altro.
Voleva solo fargli capire quello che pensava e non ferirlo.
<< Non prenderla sul personale. Io non sto scegliendo fra voi e loro. Siete tutti miei amici e se posso evitare di farvi fare la guerra avvicenda… Mi capisci,vero? >>
Damon capiva,non era mica stupido.
Ma la cosa non gli piaceva comunque. Aveva fatto tanto per creare un rapporto con lei e adesso vedeva portarsela via. E non era suo fratello,ma degli sconosciuti.
Elena era così bella,intelligente,simpatica,buona,sincera,sexy,gentile,divertente e tanti altri pregi. E si trovava in una casa con altri due uomini,come potevano resistere?
Come potevano considerarla una semplice amica,dopo quello che lei faceva per loro?
Come potevano non innamorarsi di lei?
E che speranze avrebbe avuto dopo lui?
Elena voleva una vita umana,cosa che non gli avrebbe mai potuto dare.
Ma quei Winchester sì.
Avrebbe voluto baciarla in quel momento. Farle quella fatidica domanda.
Farle capire che lui l’avrebbe dato tutto l’amore che cercava,che sarebbe stato l’uomo che voleva.
Ma cosa servivano tutti quegli sforzi,se prima o poi lei l’avrebbe lasciato,per continuare la sua vita da umana?
Voleva tentare,comunque. Almeno un paio di anni li avrebbe trascorsi felice.
Però il pensiero di suo fratello,al piano di sopra lo fermò.
Stefan era stato strano e se li avesse beccati,chi sa cosa sarebbe successo.
No,non era ancora giunto il momento.
<< Digli di guardarsi le spalle,potrei cambiare idea. >>disse infine.
Elena gli sorrise raggiante e lo ringraziò.
Damon non l’aveva delusa. Ancora una volta.
Solo fuori la porta di casa Salvatore,si ricordò che era senza macchina.
Ma decise di camminare,si sarebbe schiarita un po’ le idee così.

Era ormai sera tarda quando i Winchester e Elena entrarono a in casa.
La dottoressa aveva proposto di rimanere a dormire lì in ospedale,almeno per i Winchester,che avevano riportato anche qualche contusione forte.
Dean aveva anche un braccio rotto e per non parlare delle costole inclinate,chi una chi di più. Ma decisero tornare a casa.
Non sarebbero rimasti di certo in ospedale per così poco.
<< Avete fame? >>chiese Elena.
Lei era quella messa meglio,si poteva dire che non aveva praticamente niente.
Oltre ai cinque graffi sul petto,ma lei aveva deciso di utilizzare il metodo speciale di Meredith.
I Winchester,quando vennero a sapere di cosa si trattava,declinarono l’offerta.
Sangue di vampiro in corpo. Siamo impazziti?
Su alcune cose non riuscivano a passarci sopra,anche se la cosa avrebbe fatto molto comodo.
Beth scosse la testa e decise di andarsi a fare una bella doccia.
In realtà voleva rimanere da sola e torturarsi con i mille pensieri che le giravano in testa.
Sam voleva solamente dormire,speranzoso di recuperare un po’ di lucidità.
Elena e Dean rimasero ancora in ingresso e osservarono i due andarsene.
<< Tu non scappi dal cattivo della situazione? >>chiese retoricamente il cacciatore,avviandosi in cucina.
<< Non dire così. Sono solamente stanchi,vedrai che domani chiarirete. >>cercò di confortarlo Elena.
Quella giornata sembrava non finire mai. E lei stava avendo troppo a che fare,con le persone che le davano più grattacapi.
Con Dean c’era ancora quella sorte d’imbarazzo e di litigio,quindi non sapeva bene come comportarsi.
E poi aveva già dovuto affrontare Damon,adesso anche Dean.
Altri pensieri che le intasavano la testa. Si sarebbe solamente voluto svuotare di tutto.
Ma non poteva. Non combatteva,non poteva difendere i suoi amici.
Il minimo che poteva fare,era stare lì ad ascoltarli e aiutarli,e cercare una soluzione ai loro problemi,per farli sentire meglio.
Vide Dean armeggiare con una padella e una scatola,volendo prendere anche un’altra.
Elena si avvicinò per aiutarlo,e si mise fra il poco spazio che c’era fra il piano cucina e il corpo del cacciatore.
Dovette mettersi sulle punte,ma riuscì ad afferrare il barattolo di sale.
<< Ecco fatto. >>esultò quando lo sentì sicuro nelle sue mani,tanto che poté rimettere i piedi a terra.
<< Dammi il resto >>disse girandosi verso Dean.
Ciò che non aveva previsto,era la pochissima distanza fra lei e il viso del biondo.
Si bloccò,con una mano ancora allungata,a guardalo come un’idiota.
“ Che stai facendo? Muoviti! “ si impose.
Ma era più facile a dirsi,che a fare.
Non era mai stata così vicina al cacciatore,e solo ora poté ammirare pienamente il suo viso. Labbra carnose e seducenti,barba chiara appena accennata,e quegli occhi.
Così verdi. “ Come un prato a primavera” pensò.
Le storie divertenti,di donne che li offrivano da mangiare e una stanza gratis,che Beth le raccontava,avevano un senso adesso.
Come si poteva non impazzire per una bellezza del genere?
E quando Dean si decise a parlare,per Elena andò ancora peggio.
<< Io devo ringraziarti. Mi hai salvato e sono in debito con te. Ma non farti più venire idee del genere. Quella vampira poteva ucciderti! Abbiamo già troppi masochisti in questa casa. >>disse il cacciatore,mettendoci un po’ di ironia a un discorso altrimenti troppo serio.
Finalmente Elena si riprese. Poteva anche non provare niente per il biondo,ma rimaneva pur sempre una giovane ragazza,con degli occhi che ci vedo molto bene.
Non era da lei,ma ormai se ne era fatta una ragione.
Con Dean diventava strana,l’opposto di quello che era di solito.
<< Dopo tutto quello che avete fatto per me,è il minimo. Avevo fatto un patto con Rebekah ed ero certa che non l’avrebbe mai rotto. Poi mi sa che gli piaci. >>la buttò lì,per riderci sopra. Perché lei non aveva un po’ di ironia?
Non aveva imparato niente da Damon?
Dean sembrò soppesare quella notizia e infine sorrise.
<< Ovvio. Il mio fascino fa colpo anche sui mostri. Come potrebbe essere altrimenti? >>
Rimaneva sempre bellissimo,ma l’espressione buffa che fece,provocò solamente una sincera e gioiosa risata alla Gilbert.
Avrebbe voluto dirgli che non doveva parlare così,nemmeno di Rebekah.
Avrebbe voluto fargli anche a lui un discorsetto.
Avrebbe voluto chiarire se erano ancora litigati.
Ma si limitò a ridere. Perché era una cosa così rara.
Riusciva quasi a dimenticarsi di tutti i suoi drammi  e ritornare a essere una semplice umana.






Salve a tutti :3 Si,ci sono ancora!Come sono andate le vacanze? Ovviamente,scusatemi per il mega ritardo,ma non ho avuto proprio tempo per stare al pc,infatti ho tutte le storie che seguo da leggere e poi dovevo aggiornare!
Quindi mi sono inchiodata alla sedia ed ecco cosa ne è uscito fuori.
Mi scuso per la lunghezza,ma non aggiuornando da tempo(e non sapendo quando potrò rifarlo),ho preferito fare il capitolo più lungo.
Spero che vi sia piaciuto e che Elenina non vi abbia annoiato xD
Ma andiamo in ordine.
Ricordate l'incendio a casa Gilbert? L'artefice di tutto è Katherine Pierce! La strega sta usando tutte le carte che può,e presto si servirà di altre persone.
D'altronde come può tenere al guinzaglio Katerina Petrova? Infatti lei già sta pensando a piani di vendetta,ma che vedremo più avanti.
Ovviamente è ambientato più indietro nel tempo,rispetto a quello che siamo arrivati.
L'amicizia fra Rebekah e Beth è vicina,le condizioni di Sam vanno a peggiorare(questo aspetto lo spiegherò fra un paio di capitoli),e Stefan ha preso un'importante decisione,che darà il via a una nuova coppia ;)
La protagonista del capitolo però è: Elena.
Mi sono soffermata troppo sull'azione e mi sono resa conto che arrivati a 32esimo capitolo,devo incominciare a far nascere qualche amore u.u
Ma per far ciò,Elena deve chiarire la sua situazione con i Salvatore.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio chi continua a seguirmi e recensire. GRAZIE **
Vi auguro a tutti un felice anno nuovo!
E alla prossima! <3 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Il sole incominciò a entrare dalla grande finestra della sua stanza,ma Damon non aveva intenzione di alzarsi da lì.
“ Ma che fine hai fatto,Alaric?! “ pensò con rabbia.
Il suo amico non si faceva sentire da troppo tempo ormai,e le possibilità di contattarlo erano zero. E lui era lì da solo,non sapendo cosa fare.
Il problema principale che lo torturava non era Klaus. Era la conversazione avuta con Stefan,la notte prima.

Dopo che Elena se ne era andata,subito era corso in camera del fratello.
<< Cosa ti salta in mente?! Ora patteggi anche tu i cacciatori?! >>disse con rabbia,ma Stefan non si scompose.
<< Non esagerare. Cerco solo la via più ragionevole. >>rispose alle accuse del maggiore con innaturale calma,anche per uno come lui.
<< Fratellino che sta succedendo? >> chiese Damon,cercando di nascondere la preoccupazione che stava salendo in lui.
Stefan ci pensò un attimo. Parlare o no?
Tirò fuori un sospiro e decise di sputare il rospo.
<< Tra breve me ne andrò via. Per sempre. >> disse in tono sommesso.
Damon non volle nemmeno ascoltare le spiegazioni del fratello,si limitò a trucidarlo con lo sguardo e correre via.


Aveva bevuto un paio di bottiglie di alcol,solo per non pensare. Sperava,però,che la sbronza durasse di più e invece era già sveglio.
Non l’aveva deriso,era inutile,Stefan era fin troppo serio.
Non l’aveva urlato contro,era fin troppo deciso.
Non era felice,sarebbe rimasto davvero solo adesso.
Senza nemmeno l’appoggio di suo fratello,cosa avrebbe fatto?
Come poteva fronteggiare tutti i pericoli,senza lui al suo fianco?
Perché dannazione Stefan era così importante nella sua vita?
Era molto meglio quando lo odiava,o almeno faceva finto di farlo.
Decise che non si sarebbe fermato.
Era abituato ad agire da solo,ed era meglio che incominciasse di nuovo a non contare su nessuno.
Passò l’intera giornata più ubriaco che lucido,ma un’idea gli era venuta,e l’avrebbe messa in pratica il giorno dopo.

Nonostante tutto,i Winchester e Elena decisero di ritornare a scuola.
Era inutile starsene in casa a piangersi addosso.
Il silenzio che c’era nell’impala quella mattina era carico di tensione.
Beth non aveva intenzione di cedere,così come Dean. La conversazione avuta quella mattina,non aveva fatto altro che aggravare la situazione.

Erano seduti intorno al tavolo,per fare colazione.
Elena aveva lanciato uno sguardo sia a Dean sia a Beth,invitandoli a parlare,ma i due erano più testardi di un mulo. Così aveva cercato di far cedere Sam.
Spinto dall’amica,il Winchester decise che era stupido continuare a tenere il broncio.
Dopotutto per lui non era successo niente d’irreparabile,per fortuna.
<< Dean,che ne dici di continuare il nostro lavoro alla scuola? Giusto per occupare il nostro tempo. >>disse.
Non c’era bisogno di aggiungere altro. Il fratello avrebbe capito che la questione era risolta.
<< Dovremo continuare le nostre ricerche però. >>aggiunse l’altro,sorridendo.
Almeno con Sam era tutto chiarito.
Ora era il turno di Beth,ma la ragazza invece continuava a mangiare e a canticchiare guardando fuori alla finestra.
Quell’atteggiamento indispettì parecchio Dean,che in tono duro le disse:
<< Siamo finalmente seduti al tavolo di casa,tutti insieme. Potresti almeno fingerti interessata e felice. >>
<< Ho ferito i tuoi sentimenti? Sai quanto mi dispiace,dato che tu hai fatto lo stesso con me. >>replicò lei acida.
Ok,ora si che era incavolato nero.
Scattò dalla sedia,tanto che stava per cadere,e sbatté i palmi sulla tavola.
<< Si può sapere cosa vuoi? I tuoi sentimenti? Ma quali? Sono delle persone che hai conosciuto da meno di un mese e ci hai parlato si o no tre quattro volte,e già sei disposta a metterli davanti alla tua famiglia! Io so quello che devo fare,sono un cacciatore e uccido le succhiasangue! Per risparmiarli ci vuole più di due chiacchiere e qualche complimento! >>a quelle parole Beth scattò,mettendosi anche lei all’in piedi.
<< Non capisci niente! Sei solo un ottuso bigotto! Si vede lontano un miglio che loro sono diversi dai soliti mostri che cacciamo! E poi io non mi faccio abbindolare dal primo che arriva e non vendo la mia amicizia,loro sono riusciti a guadagnarsela. Aiutandomi! >>
<< Ma per favore! Non ti fai abbindolare? >>
<< Per chi mi hai preso? Certo che no,se ho avuto qualche attenzione è solo perché me la merito! >>
<< Beth apri gli occhi! Quel vampiro ti sta solo usando per assicurarsi che non lo uccidiamo! Sei così stupida da non accorgerti che non se ne frega niente di nessun’altra,lui ama Elena! >>non appena Dean disse quelle parole,si mise le mani sulla bocca e spalancò gli occhi.
Non poteva averlo detto sul serio. Lo pensava,ma non voleva di certo dirlo alla sorella.
Magari,dopo aver fatto pace,le avrebbe fatto un discorsetto. Voleva farle capire che lei era una bellissima ragazza,e non era giusto che si facesse trattare così.
Non aveva dubbio che i complimenti che riceveva se li meritasse,anche un cieco era capace di vedere quanto fosse splendida,ma doveva capire che quel Damon amava un’altra e lei non doveva accontentarsi di essere la seconda scelta.
Voleva farle un discorso maturo e anche confortante,ma tutto era andato storto.
Si sentì sprofondare quando Beth gli rivolse quello sguardo così freddo e vuoto.
Non cercava di trattenere le lacrime,non ne aveva,il che era peggio.
Si sentiva un vuoto al posto del cuore,una bruttissima sensazione.
Avrebbe voluto gridargli contro. Come si era permesso di dire quelle cose?
Di screditarla così tanto,davanti proprio a Elena?
Come aveva potuto farla apparire così stupida?
Ma non fece niente,oltre che guardarlo con durezza.
Poi decise di andarsi a chiudere in camera,per prepararsi.
Indossò la sua migliore maschera,non gli avrebbe permesso di fargli vedere quanto fosse delusa e triste.
Dean aveva cercato di fermarla,ma lei aveva fatto finta di niente.
<< Scusatemi. >>si congedò Elena,alzandosi anche lei.
<< Elena non intendevo dire certe cose . Mi dispiace. >>riuscì a dire il cacciatore,afferrandola per un braccio.
<< Si,lo so Dean,non ti preoccupare. >>le rispose l’altra,sorridendo debolmente.
Poi andò a finirsi di preparare in bagno.
In realtà si chiuse la porta alle spalle,e scivolando su di essa,si sedette a terra.
Perfino Dean se ne era accorto di quello che provava Damon per lei,e faceva così strano sentirselo dire da altre persone.
Era una situazione così delicata,e se ne vergognava tanto,per questo voleva che le persone non ne parlassero.
“Non ha avuto molto tatto.” Pensò,sorridendo tristemente. Dirlo così sembrava un eufemismo.
Ma si fece forza,doveva sistemare tutta quella situazione il prima possibile.
Si alzò da terra e si diresse in stanza di Beth,non fece nemmeno in tempo ad aprire la porta,che la cacciatrice uscì con la borsa su una spalla.
<< Beth,senti io.. >>incominciò la Gilbert,ma la rossa si limitò a sorridere.
<< Forza Elena,non mi piace essere in ritardo,anche se lo sono sempre >> disse ridacchiando e scendendo al piano di sotto.
Elena la guardò scendere e capì che forse era
meglio trovare un nuovo alloggio.


Dean era tentato di starsene in casa, ma la speranza che nella macchina o durante la giornata scolastica, Beth gli rivolgesse la parola, gli diede la forza di tornare a quel finto lavoro.
Sam si era limitato a guardarlo male, poi si era alzato per sistemare un po’ quella cucina.
Si era scocciato di cercare di far ragionare quei due, così come gli sembrava ingiusto prendere le parti dell’uno o dell’altro.
Decise piuttosto di riprendere il suo piano iniziale:  risolvere lui i problemi sovrannaturali e far vivere a Dean e Beth una vita più normale possibile.
Il primo passo era scoprire i Salvatore da quale Originale erano stati creati,e decise di andare a chiedere proprio a Rebekah.
Arrivati nel parcheggio della scuola,tutti scesero veloci dall’Impala,prendendo direzioni diverse.
Beth non voleva litigare anche con Elena,ma non se la sentiva di stare in sua compagnia.
Era giunta a una conclusione accettabile: le piaceva Damon.
Sarà per il bell’aspetto,sarà per come la riesce a fronteggiare,sarà per il fatto che più di una volta l’aiutata,sarà per quella cinica ironia,sarà per quei gesti sotto sotto dolci,sarà per il coraggio,sarà che è l’unico che la fa arrossire.
C’era più di un motivo per cui gli piaceva,non ne era di certo innamorata tanto meno infatuata. Gli piaceva solamente la sua compagnia e lui stesso.
Che fosse innamorato di Elena,non era di certo un problema.
Le andava solo di divertirsi,quindi poteva amare chi gli pareva.
Peccato che Dean quella mattina avesse deciso di distruggere tutti i suoi buoni propositi.
Ricordandole che probabilmente lei non gli faceva il minimo effetto, che magari la ritenesse pure brutta.
Non poteva di certo fargliene una colpa, Elena era splendida. Chiunque era messo all’ombra quando c’era lei.
Ma non era per quello che era arrabbiata con l’amica,era altro.
Non riusciva a sopportare che lei potesse avere Damon, ma non facesse niente.
Era inconcepibile. Come poteva lasciare il vampiro soffrire?
Come poteva non voler rimanere sempre con lui?
Era certa che se avesse parlato con Elena, avrebbe cercato di consolarla e incoraggiarla.
Lì avrebbe dato poi di matto. Non voleva la pietà di nessuno, né il supporto da quella che era la causa del problema.
Così decise che per quella giornata avrebbe evitato Elena, per quanto le dispiacesse, ma era meglio evitare una lite.
Entrò nell’aula di biologia e, istintivamente, si andò a sedere accanto a Rebekah.
<< Buongiorno >>disse la bionda, continuando a sfogliare la sua rivista.
<< Buongiorno a te. >> rispose l’altra.
Era inutile chiederle se quel posto era libero,già sapeva la risposta: “ Chi vuoi che si segga affianco alla cattiva della scuola? “
Beth non riusciva davvero a capire cosa ci facesse quella vampira lì.
Aveva una vita immortale,era ricca e bella,tutto quello che ogni umano desidererebbe.
Eppure si ostinava a venire in quella scuola,dove la maggior parte la odiavano o la temevano,rimanendo spesso da sola.
<< Non ho mai frequentato un liceo. Nemmeno esistevano quando sono nata,e nei secoli… diciamo che non ne ho avuto tempo. >>disse d’un tratto la bionda.
<< Leggi nel pensiero? >>chiese stupita la rossa,provocando le risate dell’altra.
<< Certo che no. Ma è una cosa che si chiedono tutti e da come mi osservavi… sei un libro aperto per me >>spiegò,facendole anche un occhiolino.
Beth si voltò a guardare davanti a se,ridacchiando.
<< Quindi lo fai solo come un’esperienza? >>domandò la cacciatrice,alzando un sopracciglio e increspando le labbra,cercando di non ridere.
<< Certo. Non mi interessa niente di provare cose umane. >>rispose l'altra, alzando gli occhi al soffitto e sorridendo.
Quella ragazzina la capiva troppo bene. Era inutile fingere con lei.
<< Come è andata ieri? >>chiese Beth,facendosi seria.
<< Sono andata a bruciare i corpi dei miei fratelli,c’era anche Klaus. Non l’ho di certo chiamato,ma lui sa sempre dove sono. Ovviamente non l’ho degnato di uno sguardo e me ne stavo andando,però mi ha fermato chiedendomi se volessi ritornare a casa con lui. >>raccontò Rebekah.
<< Immagino che gli sei scoppiata a ridere in faccia. >>azzardò la rossa.
<< Esatto. Ora abito in una bella villa bianca nella zona residenziale. La seconda sulla destra . >>ci fu un attimo di silenzio,poi la vampira ricominciò a parlare<< Cos’è successo a te? >>
<< Sono proprio un libro aperto allora. – disse ridacchiando tristemente Beth – Ancora una volta ho litigato con Dean. Solo che lui non capisce,è così ottuso! E mi ha screditato davanti Elena! >>
<< Cos’ha c’entra questa volta quella ? >>chiese in tono sprezzante la bionda.
<< Niente,ma siamo arrivati a parlare di quel Salvatore e Dean ha detto che non ho possibilità,perché c’è solo Elena. >>
Finita quella frase,il professore entrò in aula e Rebekah non ebbe il tempo di esternare tutta l’odio che provava verso quella doppelganger,ma disse solo una cosa: << Damon non è Stefan. Per quanto la possa amare, non l’aspetterà per sempre e la piccola Gilbert sta facendo passare troppo tempo. >>
Beth guardò l’amica e la sorrise grata.
Non correva per vincere il cuore del moro,ma solo per piacergli.
Avrebbe dimostrato a Dean e chiunque altro,che tutti i complimenti che riceveva erano sinceri e meritati.
E quel pomeriggio,le se presentò un’opportunità.

<< Allora,è vero? Finn e Kol sono morti? >> chiese la strega,mentre la collera cresceva sempre più in lei.
<< Ho visto con i miei occhi la biondina cremarli >>disse Katherine.
La strega si limitò ad annuire e poi riattaccò la chiamata.
La vampira rimase a fissare per un po’ il suo cellulare.
Non solo l’aveva minacciata di morte,ma la trattava anche come una serva.
E questo era un vero e proprio affronto per Katherine Pierce.
Per fortuna però,già aveva ideato un piano,che l’avrebbe liberata per sempre di quella odiosa strega. Sorrise diabolica,fissando il locale più famoso di quel paesino.
Il Mystic Grill.

Intanto Esther aveva preso un’importante decisione e se ne sarebbe occupata personalmente quella volta.
Adesso anche dei cacciatori le andavano contro?
I Winchester?
Dall’altra parte aveva sentito storie e storie su di loro. Le creature più pericolose e forti,erano stati sconfitti da quei tre moscerini.
Ma se la morte non era riuscita a fermarla,nemmeno quei patetici cacciatori ce l’avrebbero fatta.
Così decise che era ora,di usare anche lei uno di loro,il più potente.
Le bastò uno squillo di telefono,e la voce cupa e forte di Alaric la rispose.
<< Sei pronto per entrare in azione? >> chiese lei,sapendo già la risposta.
<< Sempre pronto a uccidere qualche vampiro. >>





Salve a tutti! Scusatemi per il mio immendo ritardo..ma siamo in periodo di esami,mi capite vero? ç_ç 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :)
Sono diventata peggio della Plec,faccio soffrire Damon in tutti i modi ç_ç Prima o poi gli darò il lieto fine anche a lui,giuro! u.u
Stefan decide di andarsene,ovviamente dopo che tutta questa situazione sarà finta.
Tutti i motivi li sapremo fra un pò,durante una conversazione con Caroline,non ci vorrà molto non vi preoccupate ;)
Nonostante il dolore,Damon ha pensato a una possibile soluzione,che gli permetterà di distrarsi un pò.
Vi anticipo che questo sarà collegato all'ultima frase inerente al pezzo di Beth..quindi nuove scene Bamon! **
Parlando proprio di Beth,ha una bruttissima litigata con Dean. Non ve la prendete molto con lui,espone solo quello che a volte penso io. xD
Cioè che forse sto andando troppo veloce nei rapporti. E' vero siamo al 33esimo capitolo,ma infondo sono passate 2-3 settimane.
L'amicizia fra Beth e Elena,incomincia a barcollare,ma la vera rottura sarà per un motivo ancora più grave...
Dall'altra parte però il rapporto Rebekah e Beth cresce sempre di più,tanto che la vampira la incoraggia a farsi avanti con Damon.
E mentre Katherine arriva a Mystic Falls,Esther è pronta a sfornare la sua arma migliore (per ora)..il povero Alaric ç_ç
Dopo questa nota,passo alla parte più importante,cioè a ringraziarvi di cuore!
Grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi e a recensire <3
Alla prossima! :3 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Quella giornata stava rientrando nella sua lista, tra le peggiori nella sua vita scolastica.
E per sottolineare il suo disagio,Elena,era anche seduta da sola a mensa.
Matt aveva deciso di dedicarsi anima e corpo al football. Voleva andarsene da quel paesino maledetto, e una bella borsa di studio faceva proprio al caso suo. Così, appena aveva un po’ di tempo libero, si recava al campo.
Bonnie non era ancora in forze. Dopo l’incantesimo fatto per bloccare Rebekah, si era sentita male e aveva preferito allungare il suo periodo di permanenza a casa.
Caroline era sparita chi sa dove, insieme a Stefan. Li aveva visti, allontanarsi dai corridoi appena era suonata la campanella per la ricreazione.
Era tentata di seguirli, ma si era imposta di non farlo. Sapeva che fra i due vampiri c’era una profonda amicizia e lei non voleva passare per la fidanzatina gelosa.
Nemmeno più quel titolo poteva permettersi.
Doveva farsene una ragione: lei e Stefan non stavano più insieme.
Prima lo capiva e meglio era per tutti.
<< Nessuno è adatto per sedersi con lei, miss Gilbert? >>si sentì dire, dalla voce allegra di Sam.
<< A quanto pare è l’esatto contrario. >>rispose lei tristemente.
<< Ti do lo stesso consiglio che mi hai dato tu, stamattina. Chiarisciti con quei due. >>disse il cacciatore, riferendosi ai suoi fratelli.
<< Non saprei nemmeno cosa dire. Immagino che l’ultima persona al mondo che Beth voglia vedere in questo momento, sono io. >> confessò Elena.
Sam allora decise di sedersi di fronte all’amica e di esporre,finalmente a qualcuno,quello che gli girava per la testa da un po’.
<< Io non capisco. Voi ragazze siete così complicate! Non voglio immischiarmi nelle tue questioni,ma Beth! Ecco, io non la penso così diversamente da Dean. Soprattutto mi chiedo cosa prova. Gli piace? E’ innamorata? Ha una cotta? Se solo ne parlasse, sarebbe più facile per tutti. >>
<< Secondo me, non lo sa nemmeno lei… -disse a bassa voce l’altra, per poi aggiungere- e cosa pensi di me? >>
Aveva assolutamente bisogno di un aiuto. Da qualcuno che fosse completamente imparziale, però. Tutti erano fino troppo dentro,ma Sam si era sempre rivelato un ottimo amico,in grado di dare un giudizio oggettivo. Ne era una prova, quello che le stava dicendo in quel momento.
Sam si prese un attimo per cercare le giuste parole,poi disse: << A quanto ho capito,hai avuto una storia con il biondo,ma in contemporanea anche il fratello ti ama. E tu non sai che fare. >>
Elena si limitò ad annuire,speranzosa che il cacciatore le potesse dare tutte le risposte che cercava.
<< Ci deve essere però un motivo per cui hai subito preferito il minore all’altro,no? >>chiese Sam.
La Gilbert si rese conto che,giustamente,lui non conosceva tutto nei particolari e che qualcosa in più doveva sapere.
<< Damon mi ha… colto alla sprovvista.* Quando l’ho conosciuto, era il cattivo della situazione, ma poi è cambiato. Farebbe di tutto per me,e io… sono..sono una tale ingrata. >> disse Elena,con ormai le lacrime agli occhi.
Aveva scelto il luogo peggiore per confessarsi. Lì,davanti a tutta la scuola,con il bidello!
Sam avrebbe voluto abbracciarla,per confortarla.
Ma il solo accarezzarle la mano,già sembrava un gesto troppo intimo che tutti avrebbero interpretato male. Certo,pure se l’avessero licenziato,non gliene importava niente.
Però Elena sarebbe passata per una… insomma,per l’opposto di quello che è in realtà.
Quindi dovette limitarsi alle parole. Per fortuna di entrambi,la Gilbert sapeva ritrovare il controllo si sé velocemente,così che nessuno si accorse di quell’attimo di debolezza.
<< Non l’hai di certo obbligato tu ad amarti. Se lo fa, non deve aspettarsi niente in cambio, mi hanno detto che funziona così.-disse Sam,cercando di farla sorridere,poi continuò serio – Non posso dirti cosa fare,però ti dovresti chiedere se si tratta sola di gratitudine o va oltre. >>
<< Il problema è che se ci provassi,perderei tutto il resto. Incominciando da Beth… >> replicò Elena.
<< E’ chiaro che faccio il tifo per mia sorella,scusami ma è così. Però lei deve essere abbastanza matura e accettare la sconfitta. Se tu non ci provi, come rimarresti se lo vedessi con un’altra? Probabilmente la vostra amicizia si romperebbe lo stesso.
Per gli altri… non si dovrebbe nemmeno creare il problema. Devono accettare le tue scelte. >>
La Gilbert guardò l’amico con ammirazione. Sì, era decisamente ancora una bambina lei.
<< Ti ringrazio Sam. >> disse sincera.
<< Di niente. Questi problemi mi fanno ricordare che il mondo non è solo caccia il cattivo di turno. >>rispose l’altro,con semplicità, alzandosi dal tavolo e uscendo nel cortile.
Doveva pensare a cose ancora più gravi.
Come quegli attimi in cui cominciava a vedere tutto rosso intorno a lui. Quella mattina si era aggiunta un’altra cosa: le urla.

Mentre era nello spiazzato a spazzare, maledicendosi per aver voluto continuare quel lavoro, aveva cominciato a sentire degli strilli acuti e pieni di dolore.
Subito si era concentrato per capire da dove provenissero, ma sembravano essere dovunque. Destra, sinistra, sopra, sotto.
Nemmeno il tempo di fare un passo indietro, che tutto davanti a lui si era fatto rosso fuoco. Aveva chiuso gli occhi, e quando li riaprì, era scomparso tutto.

Incominciò a pensare a varie ipotesi.
Magari era in crisi d’astinenza dal sangue demoniaco. Per un periodo della sua vita, aveva bevuto quel liquido, per far accrescere i suoi poteri psichici.
Ovviamente tutto era molto sbagliato, e dopo la morte di Ruby, il demone da cui beveva sangue, aveva cercato di smettere.
Aveva perso i suoi poteri, ma era ritornato ad essere un normale essere umano.
Aveva sofferto per un po’ però, come un drogato, aveva avuto delle vere proprie crisi, tanto che i suoi fratelli erano stati costretti a rinchiuderlo in una cella.
Forse ci stava ricadendo, ma prima di lanciare l’allarme, avrebbe cercato di risolvere la situazione da solo.
Dean sembrava già lui prossimo ad un esaurimento nervoso. Fra tutti quei cambiamenti e litigate, i suoi nervi stavano per cedere.
Beth, invece, stava affrontando la sua prima cotta o quello che era, e non voleva rovinarle il momento. Già si stava pentendo per quello che aveva detto a Elena, incitandola quasi a farsi avanti con Damon. Ma voleva solo facilitare la situazione a sua sorella e aiutare la sua amica.
Se Elena avesse scelto subito, Beth non si sarebbe imputata ancora di più e avrebbe sofferto di meno.
Si diede dello stupido. Criticava tanto Dean, però anche lui non perdeva occasione di immischiarsi negli affari della sorella.
Basta, non avrebbe più detto una parola ad Elena. Per essere oggettivo andava contro Beth, e non era giusto.
<< Sam >> si sentì chiamare e vide proprio la rossa correrli incontro.
<< Ehy, cos’è successo? >>chiese subito preoccupato.
<< Niente. Volevo solo avvertiti che salto le ultime ore. Sarebbero quelle di storie, ma Alaric non c’è. >>lo informò con un’alzatina di spalle.
<< Beth. Dì la verità >> disse Sam, capendo che la sorella gli stava nascondendo qualcosa. Figuriamoci se lei si dava tanta pena per cercarlo, solo per dirgli questo.
<< Ok. Davvero sono le ore di storia, e gli altri le passeranno a recuperare altre materie. Io però ho altro da fare. Ci sono sviluppi per quanto riguarda la questione dell'Originale. >>
<< E in cosa consistono? >> insistente il maggiore.
<< Bè… Damon ha avuto una buona idea e gli serve la mano di un cacciatore però. >>rivelò infine la rossa.
Sam sarebbe voluto scappare via. Scomparire.
Se le diceva di no, lei si sarebbe arrabbiata, fatto di testa sua e non si sarebbe più fidata di lui.
Se le diceva di sì, Dean l’avrebbe ucciso.
In entrambi i casi ci rimetteva. Merda.
<< Anch’io ho un piano >>tentò di farle cambiare idea, inutilmente.
<< Perfetto. Tu lavori da un lato ed io da un altro. Avremo più possibilità di riuscita. >> disse con euforia la ragazza.
Stava puntando sulla dolcezza, quella piccola peste.
Sapeva che non poteva resistere quando la vedeva così allegra e faceva quella faccina angelica. Non poteva distruggerla così. Non ne aveva la forza.
<< Va bene. Ma fai attenzione. >> disse infine.
Beth sorrise vittoriosa e si allungò per dargli un bacio sulla guancia, per poi correre via.
Magari quel vampiro, stando di più con la sua sorellina, avrebbe potuto dimenticare Elena. Chi sa.
Di Dean non c’era ombra, vide piuttosto una chioma liscia e bionda, avviarsi verso un tavolino che era fuori. Era giunto il momento di fare quattro chiacchiere con Rebekah.

BETH E DAMON
Uscita dall’aula si stava recando in sala mensa, ma poi fece dietro front, decidendo di mangiare fuori. Non faceva molto freddo, quindi poteva resistere.
Tutto pur di evitare di discutere con Elena. Si sentiva così in colpa, per come stava trattando l’amica, ma non voleva iniziare un discorso nel quale non sapeva nemmeno cosa dire. Elena si sarebbe scusata, ma perché doveva farlo?
Insomma, che diritto aveva lei di arrivare lì e rubarle il ragazzo?
Ma la Gilbert non si decideva, quindi che male c’era se ci provava lei?
Dopotutto sapeva a cosa andava incontro, bastava uno schiocco di dita della castana e Damon sarebbe corso da lei.
Quindi perché darsi tante pene e non godersi quel po’ di normalità e aiutare le sue amiche?
Perché si ostinava a mettersi in mezzo a quella situazione?
Ma ora si era aggiunta una nuova cosa. Doveva farla pagare a Dean.
Voleva dimostrargli che poteva dare anche lei una buona impressione su un ragazzo, quindi era più che mai decisa a far colpo sul vampiro.
Senza nemmeno accorgersene, una macchina azzurrina era parcheggiata di fronte, e il suo proprietario si stava avvicinando proprio a lei.
<< Buongiorno pettirosso. >>disse la voce suadente di Damon.
Beth sussultò, non pensando di incontrarlo proprio in quel momento.
Doveva ancora metabolizzare tutto il suo piano, e lui già spuntava fuori.
<< Buongiorno a te. >> rispose, riuscendo finalmente a fissarlo negli occhi.
Se c’era una cosa che cercava sempre di evitare con quel vampiro, era il contatto visivo.
Fin dal primo momento, quelle due pozze di cielo limpido, le facevano un brutto effetto.
Si sentiva fuori dal mondo, bastava che lui la guardasse e tutto perdeva la sua importanza.
<< Ho un favore da chiederti >> arrivò subito al punto l’altro.
Beth scosse la testa per concentrarsi su quelle parole.
<< Cosa vuoi? >>chiese sospettosa.
<< Ho avuto una brillante idea, su come scoprire il mio Originale, ma mi serve la mano di una cacciatrice. >> spiegò Damon, sottolineando l’ultima parola.
<< Un cacciatore non ti va bene? >>chiese ironica l’altra.
<< E che non vado molto d’accordo. - rispose l’altro, facendo una smorfia, per poi riconcentrarsi sulla ragazza- Invece, con una donna, sarebbe tutto molto più facile. E divertente. >>
Ogni singola parola era stata detta con una lentezza, quasi snervante, ma con l’aiuto di quella voce così accattivante, il tutto era diventato estremamente sexy.
L’aveva definita donna? A lei?
Sentiva le sue guance imporporarsi, ma si impose di non cedere a quelle quattro lusinghe.
Doveva essere forte e determinata.
<< In cosa consisterebbe questo tuo piano? >> domandò, sorvolando sulla precedente provocazione.
<< Ne parleremo meglio in viaggio. Ti accenno solo che c’entrano i fantasmi. >>
<< E chi ti dice che io venga con te? >> continuò lei.
Damon sbuffò spazientito. Non avevano tempo da perdere.
<< Perché vogliamo la stessa cosa? >>chiese con fare ovvio.
Beth ci pensò su per alcuni minuti e poi si decise a rispondere.
<< Potrei benissamente uccidere Klaus. Ma se non lo faccio, ringrazia Elena e Caroline. >> volle mettere in chiaro la rossa.
Poteva fargli un certo effetto e avere una certa influenza su di lei quel vampiro, ma non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa.
Corse ad avvertire Sam, pregando di non incrociare Dean.
Si immaginava già la faccia da cane bastonato del fratello che le chiedeva scusa.
Per quanto ce l’avesse con lui, non avrebbe retto.
Poi ritornò da Damon, che la aspettava nella macchina.
Beth si sentì cedere le gambe, quando vide lo sportello della Camaro azzurra aprirsi e per fortuna dovette sedersi,altrimenti avrebbe rischiato di cadere a terra, come una cretina, tanto che le gambe le tremavano.
Non aveva messo in conto però, che avrebbe dovuto condividere l’abitacolo con il vampiro. Il suo odore era dappertutto ed erano troppo vicini.
Intrecciò le dita sul grembo, cercando di non far vedere quanto le tramassero le mani e sperò che il suo cuore smettesse di battere così forte.
“ E' per tutta la corsa che hai fatto, è solo per quello. “ si ripeteva.
<< Da qui sei tu l’esperta, dove andiamo? >> chiese il corvino.
Beth ci rifletté. Poteva comodamente chiamare Bobby, chiedergli di darle un caso nelle vicinanze ed entro sera sarebbe già stata a casa.
Ma questo includeva anche dover passare prima a prendere delle armi a casa, e quindi dare a Dean il tempo di venir a conoscenza di tutto e di fermarla.
Se decidevano di andare di persona dal vecchio cacciatore invece avrebbe anche fatto affievolire quell’atmosfera pesante fra lei ed Elena.
<< Sioux Falls, Sud Dakota. >>disse decisa.
<< Cosa c’è lì? >>domandò il vampiro, incominciando a guidare.
<< Un amico che può aiutarci. >> rispose la rossa.
Ci fu del silenzio che durò nemmeno dieci minuti, e Beth notò che già avevano superato l’insegna che avvisava l’uscita da Mystic Falls.
Con la guida folle del vampiro, probabilmente entro sera ci sarebbe davvero ritornata a casa.

STEFAN-CAROLINE
<< Hey Stefan! >>gli urlò dietro Caroline, nei corridoi affollati.
<< Ciao Care. >>salutò l’altro,accennando un sorriso.
<< Allegro come sempre >>fece l’amica, scherzando.
<< Allora come va con Elena? >>chiese subito, dopo.
Stefan ci pensò su. Ormai ne aveva parlato con Damon, perché non farlo anche con la sua migliore amica?
<< Devo dirti una cosa >>fece serio il vampiro e così andarono a sedere sulla gradinata del campo di football.
Caroline stava incominciando davvero a spaventarsi. Il suo amico era fin troppo serio, perciò non volle pressarlo ancora di più e preferì aspettare che fosse lui a parlare. Di qualunque cosa si trattasse, non doveva essere una cosa molto piacevole.
<< Sto per andarmene via. Per sempre. >> disse infine il biondo.
Gli faceva male ogni volta che lo pensava,e dirlo ad alta voce era anche peggio, ma ormai era quella la sua decisione e nessuno l’avrebbe fatto cambiare idea.
Ne la faccia arrabbiata del fratello, ne quella sconvolta dell’amica.
Ci aveva riflettuto a lungo e molte cose l’avevano portato a prendere quella dura decisione.
Aveva capito che aveva ancora molto da imparare e doveva crescere.
Aveva sempre aggredito Damon per il suo modo di vivere, non capendo che il fratello era molto più capace di lui. Riusciva a passare dalla fase uccidiamo chiunque mi capiti, a quella delle semplici sacche in un batter di ciglia.
Ciò era dato dalla sua esperienza, cosa che lui non aveva evidentemente.
Probabilmente il suo destino non era quello di essere un vampiro, ma ormai era troppo tardi per pensarci.
Quanto poteva allenarsi rimanendo sempre lì?
Non poteva mica attaccare la gente di quel posto, se poi andava male?
Era molto più semplice farlo dove non conosceva nessuno.
Il secondo motivo era lei: Elena.
La ragazza era stata fin dal primo momento chiara, non voleva quella vita, non voleva diventare una vampira.
Stefan non poteva di certo costringerla, e accettava quella sua decisione, ma proprio per questo doveva incominciare a farsi da parte. Presto Elena sarebbe andata al college, avrebbe conosciuto nuove persone, continuato la sua vita umana.
Ma se lui continuava a rimanere con lei, il distacco poi sarebbe diventato più doloroso.
Lo faceva per lui: per crescere, per diventare migliore.
Lo faceva per lei: per darle la vita che desiderava.
Non sapeva bene quando se ne sarebbe andato, di certo non presto. Non avrebbe mai potuto lasciare quel posto senza sapere che Elena fosse al sicuro e abbandonare il fratello. Come avrebbe voluto che lui lo seguisse…
Con il suo aiuto sarebbe stato tutto più facile, ma Damon doveva prendere le sue decisioni da solo. Se voleva tentare con la Gilbert, che lo facesse, ma prima o poi avrebbe dovuto affrontare anche lui la realtà e lasciarla.
Caroline sembrò leggerlo nel pensiero e quindi si ricompose.
Ci aveva pensato anche lei. Che senso aveva andare al college e continuare quella farsa? Avere una laurea non le serviva nella vita, era molto più utile capire quanto sapesse cavarsela in quel mondo.
Dopo l’arrivo dei Winchester, le era sembrato ancora più urgente quel bisogno di scoprire cosa ci fosse oltre la famigliare Mystic Falls.
Le venne in mente una delle prime conversazioni che ebbe con Klaus.

<< C’è un mondo intero, lì fuori ad aspettarti. Grandi città e arte e musica. Vera bellezza. E tu puoi avere tutto >>**


Lei era una vampira ormai, era la sua natura ed era ora di farci i conti.
Le sue amiche sarebbero andate avanti nella vita, avrebbero avuto dei figli, sarebbero invecchiate, lei no.
Doveva incominciare a convivere con questa cosa:alla fine sarebbe rimasta da sola.
<< Ti seguirò. Appena avrò finito il liceo. >>disse infine.
<< Cosa? >>chiese confuso Stefan.
<< Noi non apparteniamo più a tutto questo. Prima impariamo a vivere senza i nostri umani amici, meglio è. Non è questo il tuo ragionamento? >>
<< Già. >> asserì il vampiro, sorridendole.
<< Solo...ne dovresti parlare con Elena. Magari lei vorrà seguirti. Se capisce che ti perderà, forse deciderà di trasformarsi. >>ipotizzò la bionda.
<< E condannarla a tutto questo male? Ne parlerò con lei, questo è certo. Deve andare avanti, tutti dobbiamo farlo. >>
<< La cosa positiva di tutto ciò, è l’aver conosciuto il mio migliore amico. >> confessò Caroline, lanciandogli un’occhiata eloquente.
Stefan si addolcì, sentendo la sincerità con cui la vampira gli aveva confessato quella cosa. Così le mise un braccio sulle spalle e se la strinse a sé, in un gesto carico d’affetto.
Ormai Caroline era diventata la sorella che non aveva mai avuto.
Ragionevole, spiritosa, dolce, intelligente.
E lui aveva il compito di difenderla.
<< E Damon cosa farà? >>domandò la bionda.
<< Non lo so. Da quando gliel’ho detto, non mi parla, non ha nemmeno voluto ascoltare le mie ragioni. >> gli confidò.
<< Forse se gli fai un invito formale, ti seguirà. Non ti preoccupare, prima o poi te lo ritroverai tra i piedi. >> disse scherzando Caroline, facendo ridere l’amico.
Sì, era quella la giusta strada da prendere. Ma prima, dovevano aggiustare un bel po’ di cose.




Eccomi ritornata con un nuovo capitolo. Come sempre,spero che vi sia piaciuto e per qualsiasi cosa, un dubbio, una critica..basta dirmelo.
Era da tanto che non scrivevo su Elena e Sam, e ho voluto dedicare una grande parte a loro.
Vorrei sottolineare che l'imbarazzo che si viene a creare a un certo punto, è dettato solo dal fatto che Elena sta per piangere in compagnia di un bidello.
Sarebbe una cosa un pò strana xD Ma non c'è niente di sentimentale,per ora poi vedremo xD 
Intanto la situazione di Sam va sempre di più a peggiorare, prima o poi salterà tutto fuori. A dire la verità avrei voluto svuotare il sacco già fra massimo 3 capitoli,ma poichè questo comporterà un cambiamento drastico, preferisco rimandarlo ancora un pò e far crescere ancora i rapporti fra i vari personaggi.
Volevo scrivere di più su i miei Bamon, ma non vi preoccupate, avranno capitoli interi dedicati solo a loro. (Dubbio: Bobby abita a Sioux Falls? Facciamo finta che sia così xD)
Infine, ecco un momento dedicato a Stefan e Caroline. Il vampiro spiega il perchè del voler andare via, aggiungendo che gli farebbe piacere che anche il fratello lo seguisse. E Caroline decide che andrà via con lui. 
Ho pensato che essendo la mia storia ambientata nel loro ultimo anno di liceo, un pò di spazio a quello che faranno nel futuro ci stava.
Loro hanno deciso, poi vedremo come andrà a finire, anche per gli altri.
Spero che il capitolo non sia risultato troppo lungo,ma spezzarlo mi sembrava inutile.
Ringrazio davvero di cuore chi continua a seguire questa storia e a recensirla <3
Alla prossima :3 
* frase detta nella 3x16
* frase detta nella 3x11 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


SAM-REBEKAH.
Rebekah si sarebbe voluta fare un applauso.
Era arrivata a metà giornata senza dare di matto.
Solo un paio di giorni prima due suoi fratelli erano morti e aveva dichiarato guerra a Klaus, ma era ancora viva e, apparentemente, sana di mente.
Come avrebbe voluto avere affianco a lei Elijah. Con la sua saggezza le avrebbe potuto dare qualche utile consiglio, ma desisteva dal contattarlo. Con tutti quei cacciatori lì in città, era meglio tenerlo lontano dal pericolo.
Un lato positivo c’era però: l’amicizia con Beth.
Le era sembrata molto sincera quella mattina ed era contenta di sapere che aveva un’alleata. Poi anche con Sam non poteva lamentarsi, il problema era Dean.
<< Ciao. >> si sentì dire e vide proprio Sam sedersi davanti a se.
<< Capellone. >>fece lei, a mo’ di saluto.
<< Ehy! >> protestò lui, facendo ridere la vampira.
<< Cosa c’è? >>chiese poi. Se lui era lì, un motivo ci doveva essere.
<< Ok, arriviamo subito al dunque. Sei tu la vampira che ha creato i Salvatore? >>
Rebekah alzò gli occhi al cielo. Le sembrava strano che nessuno glielo avesse ancora chiesto. Sinceramente non lo sapeva.
Avrebbe puntato più su Klaus, a lei non era mai interessato creare nuovi vampiri, e non era nemmeno il passatempo di Elijah.
<< Non lo so. >>rispose infine.
Si fidava, ma fino un certo punto. Quindi era meglio prevenire e non dire in giro le sue teorie.
<< Sai che Beth è andata con Damon per scoprirlo. Se tu lo dicessi, potrei farla tornare già qui. >>
<< Una ragione in più per non dirlo. >>fece Rebekah.
In realtà Sam l’aveva detto solo per capire a che livello era arrivata l’amicizia fra la sua sorellina e quella vampira.
Ormai Beth aveva legato con tutti i vampiri in circolazione, e la cosa era pure ricambiata.
Sembrava essere una di loro.
Subito scacciò quel pensiero dalla mente. Sua sorella vampira, mai e poi mai!
<< Dovresti smetterla di venire a parlarmi solo per chiedermi qualcosa. Non è una cosa molto carina e potrebbe incominciare a dare fastidio. >> disse Rebekah, cercando di essere indifferente.
Il cacciatore stava per rispondere, ma sentì di nuovo quelle urla.
<< Le senti? >>chiese, incominciando a guardarsi intorno.
<< Cosa? >>domandò la bionda senza capire.
Sam si mise una mano sulla tempia destra, mentre l’altra la stringeva a pugno.
Quelle urla gli stavano perforando i timpani, maledizione!
Rebekah non sapeva che fare. Era forse impazzito?
Soffriva di qualche disturbo psicologico?
Gli appoggiò una mano delicatamente su quella che aveva chiuso a pugno, ma lui non sembrò nemmeno accorgersene.
<< Alce, capellone, gigante ? >>lo chiamò ironicamente, aspettandosi una sua reazione.
Ma niente, continuava a guardarsi intorno con gli occhi spalancati.
<< Sam? >> tentò infine, alzandosi e parandosi davanti.
Gli strinse con decisione la mano e gli mise l’atra su una guancia, costringendolo a guardarla negli occhi.
<< Terra chiama Sam. Ci sei? >> domandò ancora la vampira, sentendosi una stupida.
Però qualcosa sembrò funzionare. Lo sguardo del cacciatore si fece più attento e sembrò, finalmente, ritornare normale.
<< Non hai sentito quelle urla? >> chiese confuso lui.
<< No, nessuno stava urlando. >> lo rassicurò lei, cercando di essere più dolce possibile.
Con un pazzo era meglio andarci piano, poteva avere un’altra crisi.
Poi si accorse della sua situazione, alquanto compromettente.
Aveva ancora una mano su una sua guancia e l’altra su quella chiusa a pugno.
Con un certo imbarazzo, si allontanò, incrociando le braccia e dondolando sui talloni.
Non era da lei, ma per i suoi canoni c’era stato fin troppo contatto fisico e anche intimo.
Sam si accorse della situazione e si alzò con agitazione, inciampando quasi nel piede del tavolo. Riuscì a rimettersi in piedi e borbottando un << Ok, ci si vede. >>e si allontanò.
<< Ok. >>rispose Rebekah, guardandolo andare via, cercando di non ridere.
Quel Sam Winchester era davvero un tipo bizzarro.

DAMON- BETH.
Era già da quasi due ore che erano in viaggio, e nessuno dei due aveva ancora aperto bocca.
<< Allora ti vuoi decidere a dirmi cos’hai in mente? >>chiese infine Beth, non sopportando più quel silenzio imbarazzante.
Damon le lanciò un’occhiata, la ventiquattresima per la precisione.
Ogni cinque minuti si concedeva un attimo per guardarla.
Non aveva ancora ben chiaro che tipo fosse quella ragazzina.
Le sembrava sul punto di morire dall’imbarazzo, ma un minuto dopo era a proprio agio, sfidandolo anche.
Ormai questa cosa andava avanti da quando l’aveva conosciuta, e non riusciva ancora a venirne a capo.
Per questo ogni gesto che faceva, era dettato dall’istinto, da quello che gli veniva al momento. Non poteva predeterminare già cosa fare, se non sapeva come sarebbe andata a finire.
Anche quell’idea di partire insieme, era piena di incognita.
Si era immaginato mille possibili esiti: lei che gli rideva in faccia, lei che sveniva per la proposta, lei che lo torturava per sapere il suo piano, lei che scappava.
Alla fine gli era andata bene. Aveva accettato, portandolo chi sa dove.
Non che avesse paura, questo mai. Però il dubbio che lo stesse conducendo in un covo di cacciatori, lo faceva diventare un po’ ansioso.
<< Devi sapere una cosa. Barbie vampira è stata creata da me. Io e mio fratello siamo stati creati da una stronza di nome Katherine. Lei è stata creata da una certa Rose. E qui si fermano le nostre conoscenze. Ho pensato che in qualche modo potremo entrare in contatto con il fantasma di Rose. >>spiegò Damon.
Gli dava un po’ fastidio dover dire tutte quelle cose, le riteneva personali, ma decise che la cacciatrice dovesse conoscerle se volevano andare avanti con le indagini.
<< Potremmo cercare una medium, sarebbe più facile. - propose Beth, per poi continuare ad elencare le possibili soluzioni – Oppure potremmo cercare un fantasma che vada dall’altra parte e attendere sue notizie. Ma come possiamo costringere un fantasma a fare quello che vogliamo? Ne dovremmo trovare uno che non vede l’ora di lasciare questo mondo e quindi garantirgli poi la libertà. Ma dovremmo essere terribilmente fortunati. Oppure potrei chiedere aiuto a … >> Beth però si fermò e scosse la testa. Non era nemmeno un’opzione quella.
Damon non ci aveva capito molto, ma gli sembrava che avevano più di una possibilità per arrivare al loro obiettivo. Questo era positivo, no?
<< Chi è questo amico, che ci dovrebbe aiutare? >>domandò infine il vampiro.
<< Si chiama Bobby. E’ un ottimo cacciatore e se io e i miei fratelli ci siamo conosciuti, lo dobbiamo solo a lui. E’ una specie di secondo padre per noi. >>spiegò la rossa, sorridendo al ricordo del burbero cacciatore.
<< Scommetto che diventeremo grandi amici. >>disse Damon, sarcasticamente facendo ridere la rossa.
<< Sicuramente. E’ molto, molto, molto amichevole. >> continuò con lo stesso tono la cacciatrice.
La situazione andava sempre di più a migliorare.
Perché aveva deciso di buttarsi in quel folle piano?
Ah sì, per scappare un po’ da quella cittadina.
Con la partenza di Alaric, la futura di Stefan, il piano di uccidere Klaus andato in fumo, la strafottenza di Elena, stava impazzendo.
Aveva bisogno di staccare un po’ la spiana ed era felice che Beth avesse scelto di fare un viaggio tanto lungo.
Era una bella pausa da tutti quei casini.
Spingere sull’acceleratore, un po’ di sano rock, la compagnia di una deliziosa ragazza era tutto quello che chiedeva.
Beth si era un po’ lasciata andare e ora canticchiava a bassa voce, la canzone dei Bon Jovi che stava passando alla radio.
I paesaggi innevati facevano da sfondo alle città che si lasciavano alle spalle, mentre il sole andava tramontando.
Dopo circa quattro ore di viaggio, Beth crollò e si rannicchiò sul sedile.
Damon, con quel suo fare insolitamente protettivo e premuroso, abbassò di poco il sediolino della ragazza per farla stare più comoda e accese anche l’aria calda.
Poi decise di prendersi un attimo tutto per lui.
Continuando a guidare, prese il borsone che aveva dietro al sedile e prese una sacca di sangue.
Guida, rock, il suono soave del respiro regolare e del battito di una ragazza e sangue.
Quella sì che era libertà.

DEAN-SAM
Basta  quello era davvero troppo!
Odiava quel lavoro, odiava quei ragazzini, odiava perdere così il tempo.
Per fortuna di Dean, Matt aveva deciso di prendere un po’ lui le redini della squadra di football, prima che il cacciatore facesse una strage.
Com’era possibile che lui, almeno di 8 *anni più grande, fosse più veloce e agile di quei debosciati che facevano parte della squadra?
Non aveva dubbi che il barista avrebbe intascato la borsa di studio. Lì in mezzo era il migliore.
<< Dean! >>si sentì chiamare da Sam.
<< Ne hai ancora per molto. Io ho finito e vorrei tornare a casa. >> continuò il minore.
<< Sono state le parole più belle che tu mi abbia mai detto. >> fece con fare ironico l’altro, ringraziando il fratello per averlo liberato.
<< Elena e Beth? >>chiese poi.
<< Elena non lo so. Non la vedo dall’ora di pranzo. Beth invece… >> e poi si bloccò.
Cavolo, e adesso cosa avrebbe dovuto rispondere?
Dean inarcò un sopracciglio, segno che stava incominciando a spazientirsi e questo fece andare Sam ancora di più nel pallone.
Verità o no?
Perché finiva sempre in quelle situazioni?
<< Sammy sto aspettando. >>insistette il biondo.
<< E’ andata a farsi un giro. Forse ha scoperto qualcosa di utile. >> disse infine.
<< E con chi? >>.
Ecco la domanda cui Sam non avrebbe mai voluto rispondere, ma era inutile tergiversare.
<< Con Damon. >>ammise infine.
Dean rimase immobile a fissarlo per un minuto buono, poi cacciò un lungo respiro e disse: << Ok. >>
L’altro rimase stupito da tale reazione e ripeté << Ok? >>
<< Sì, ok. Che cosa vuoi che ti dica? Ormai qui ognuno decide per se, invischiando dei pareri degli altri. E ora andiamo a casa. >>.
Detto questo, Sam non chiese altro e si avviarono alla loro auto.
Dean estrasse il suo telefonino, volendo chiamare almeno Elena.
Però dovette bloccarsi visto che la ragazza li stava raggiungendo.
<< Ragazzi! Scusatemi, ma mi ero intrattenuta a parlare con Caroline. >>si giustificò la Gilbert.
I tre salirono in macchina, diretti a casa.

STEFAN- ELENA
Elena vide l’impala girare l’angolo. Nonostante la sua corsa, non era riuscita a raggiungere i Winchester. Le sembrò subito strano che i ragazzi non l’avessero nemmeno provato a chiamare, ma non ci diede peso.
Con tutte le cose che avevano da pensare, non potevano badare anche a lei.
Due passi a piedi le avrebbero fatto bene.
Stava per avviarsi quando vide Stefan, uscire dalla scuola.
Si fece coraggio e lo raggiunse.
<< Ciao. >>iniziò lei.
Non era mai stata così impacciata con il vampiro, come lo ero in quel momento.
Si era creato come un muro che li divideva e niente sembrava capace di scalfirlo.
Ma lei non si sarebbe arresa.
Doveva prima di tutto fare chiarezza su quello che provava per Stefan, altrimenti non sarebbe mai riuscita ad andare avanti.
<< Ciao Elena. >>
Per il vampiro, quella giornata, sembrava non finire mai. Tutti erano in vena di chiacchiere con lui, come se sapessero che stava architettando qualcosa e volevano farglielo dire per forza.
Non si sentiva ancora pronto ad affrontare quel discorso con Elena, ma aveva la sensazione che li sarebbero andati a finire.
<< Come mai non sei con i Winchester? >>chiese, cercando di essere il più naturale possibile.
<< Non li ho raggiunti in tempo, poi ho visto te >>confessò la ragazza.
Rendeva tutto più difficile. Come avrebbe fatto ad andare avanti senza di lei?
<< Elena. Io… io… io penso che ormai.. >>incominciò il vampiro, ma era così difficile dirle addio.
<< Perché non ci vuoi provare? >>chiese lei, facendosi coraggio.
Erano arrivati alla resa dei conti. Lì, in quella scuola che aveva visto il loro inizio, sembrava che avrebbe assistito anche alla loro fine.
Il suo grande amore, quello che sembrava che dovesse durare per sempre, si stava rompendo davanti ai suoi occhi.
<< Ci sono mille ragioni. Proteggerti prima di tutto. Ma c’è anche un’altra, che non ho mai nemmeno voluto ammettere a me stesso. >> confessò Stefan.
Non voleva dirlo, non voleva nemmeno pensarlo.
Quel motivo l’aveva sempre cacciato via dalla sua mente.
Lo trovava così immaturo.
Ma a quanto sembrava, non era così grande come credeva.
Elena lo guardava, attendendo il continuo, in cuor suo sapendo già cosa stava per dire l’altro.
E questo non faceva che farla sentire ancora di più in colpa.
Aveva rovinato il suo amore epico.
Aveva rovinato la sua amicizia con Beth.
Aveva rovinato la fiducia che Damon aveva per lei.
Tutto a causa della sua indeterminazione. Tutta per colpa sua.
E nonostante Stefan avesse ragione, lo avrebbe solo voluto fermarlo, dirgli che avrebbe aggiustato tutto. Ostinandosi a essere terribilmente ingiusta.
Decise quindi di starsene zitta e raccogliere quello che aveva seminato.
<< Io non posso continuare a stare con te, sapendo che mio fratello prova qualcosa per te. Sapendo che tu provi qualcosa per lui. >>e alla fine l’aveva detto.
Non ne faceva una colpa a Damon. Aveva saputo farsi volere bene, lealmente.
Ed evidentemente quello che c’era fra lui e Elena, non era così forte se non era riuscito ad ostacolare l’immischiarsi del fratello.
<< Io non lo so. >>disse flebilmente la Gilbert.
<< Non lo sai. Questo non esclude che qualcosa ci sia. >> le fece notare Stefan.
Era estremamente calmo, forse la crisi gli sarebbe venuto dopo.
Ma non poteva farsi vedere piangere, non davanti a lei.
Sapeva che Elena poteva crollare da un momento all’altro, e se avesse visto piangere anche lui, nessuno dei due avrebbe avuto più la forza di smettere.
Non si stavano dicendo addio.
Si sarebbero ancora rivisti, ma mai più come una coppia.
<< Mi dispiace aver dovuto dare a te questo peso. Avrei dovuto essere più coraggiosa e farlo io. >>confessò la ragazza, e la voce tremante si poteva ben sentire.
<< Non ti preoccupare. Questo non toglie che ci sarò sempre, se hai bisogno di una mano. Mi sa che non riuscirò mai a dimenticarti. >>si lasciò scappare Stefan.
<< Cosa farai adesso? >>chiese Elena. Non avrebbe sopportato di non poterlo nemmeno più vedere.
<< Rimarrò qui. Almeno finchè non si sarà sistemato tutto. Poi andrò via, non so bene dove, ma ho ancora molto da imparare come vampiro. >>spiegò.
Elena annuì, non sapendo cosa dire, ma soprattutto aveva paura di scoppiare a piangere.
Stefan le si avvicinò e le lasciò un dolce bacio sulla fronte.
<< Mi dispiace. >> disse ancora la Gilbert, non potendo trattenere una lacrima.
<< Non preoccuparti. >>la rassicurò il vampiro, accarezzandole una guancia e asciugandole quella goccia di acqua salata.
Poi le diede le spalle e andò via.
Elena desiderò con tutto il cuore avere la super velocità da vampiro e scappare via.
Prima un passo, poi un altro e poi corse,velocissima.
Voleva tornare a casa sua, aprire la porta e trovare Jeremy che scendeva le scale e la guardava confuso.
Poi sarebbe andata in cucina, incrociando nel corridoio zia Jenna.
Al piano cottura ci sarebbe stato suo padre, che l’avrebbe richiamata preoccupato.
Ma la sua meta sarebbe stata una.
Sua madre si sarebbe girata, ansiosa per tutto quel trambusto e lei si sarebbe gettata fra le sue braccia, pronta a sfogare tutte le sue lacrime.
Invece, la sua corsa la portò solamente davanti a una casa in via di ristrutturazione.
Si limitò a piangere silenziosamente, poi lentamente si avviò verso la porta dei Winchester.
D’un tratto il suo telefonino prese a vibrare, e notò che Dean la stava chiamando.
<< Elena? Elena dove sei? >>chiese la voce agitata del cacciatore.
<< Sono proprio fuori la porta. Cos’ è successo? >>domandò, incominciando a preoccuparsi.
<< Non entrar.. >>stava dicendo il biondo, ma la chiamata venne interrotta.
Elena sentì dei rumori provenire dall’interno della casa e spalancò la porta.
<< Dean! >>strillò, come una pazza prossima a un esaurimento nervoso.
In effetti era molto vicina da diventare realtà, quando vide la figura della sua doppleganger davanti agli occhi.
<< Ciao Elena. Ti sono mancata? >>




Salve a tutti. ^^ Ecco il capitolo, più o meno revisionato, e il mio commento. Lo faccio più che altro per ringraziare come sempre tutti coloro che continuano a leggere questa storia e recensirla.
Grazie, davvero <3
Per quanto riguardo il capitolo vediamo che la situazione per Sam va sempre di più a peggiorare, ma quello che ho in servo per lui, andrà ben oltre. Annuncio già che un ruolo importante l'avrà Rebekah, ma non posso aggiungere altro  xP
Damon e Beth sono in viaggio, in teoria ci vorrebbero 20 ore di macchina, quindi non vi stupite di tutto il tempo che passeranno in macchina insieme questi due.
Nel frattempo a Mystic Falls avranno il loro bel da fare. Katherine è uscita allo scoperto, e non dimentichiamoci che c'è anche un Alaric pronto.
E mi dispiace per tutte le Stelena che seguivano la mia storia, ho distrutto il loro epic love. Non credo di esserci riuscita davvero e, ammetto che mi è dispiaciuto tanto, ma the show must go on.
Spero di aver reso almeno bene la scena. :)
Con questo penso di aver detto tutto, il prossimo aggiornamento sarà fra una settimana, massimo qualche giorno di ritardo.
Vi ringrazio ancora e alla prossima :3
* in realtà la differenza di età, fra Dean e gli scolari, è più di 8 anni. Ma qui facciamo finta che sia così xD
 

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


KATHERINE-WINCHESTER-ELENA
Katherine aveva deciso di fare il suo ingresso. Aveva assistito alla fuga di Damon e Beth, e si era decisa che era quello il momento migliore. Senza quei due fra i piedi, era tutto più semplice.
In qualche modo si sarebbe voluta sbarazzare anche di Dean, ma non c’era stato modo. Insomma, voleva che tutti quelli che potevano osare sfidarla, non ci fossero. Ma dovette accontentarsi.
In macchina non aveva aperto bocca. Aveva assistito anche alla litigata in casa Winchester quella mattina, e sapeva che la sua sciocca doppleganger se ne sarebbe stata zitta.
Si era persino vestita come lei, fatti i capelli lisci e preso qualche suo libro.
Eppure quel cacciatore l’aveva scoperta.
Stizzita, si voltò verso il biondo, che si era alzato e la guardava con aria di sfida.
<< Come hai fatto a capire che non ero lei? >>chiese.
A volte ci erano cascati perfino i Salvatore, e poi arrivava un tizio qualunque che metteva in discussione le sue abilità d’attrice.
Indignata, ecco come si sentiva.
<< Elena aveva il cappotto blu stamattina, tu invece nero. E poi lei non sorride in quel modo inquietante. >>rivelò il cacciatore, ovviamente non poteva non evitare di far arrabbiare ancora di più la vampira.
Infatti, Katherine gli si avvicinò di nuovo e a un centimetro di distanza dal volto, disse:<< Stai attento come parli. Potrebbe essere l’ultima cosa che vedrai. >>
Dean non si fece intimorire e continuò a mantenere il suo solito sorriso da sfida.
Non sapeva chi era e nemmeno gli interessava.
Poteva scommetterci che fosse la doppleganger di Elena, anche se pensava che fosse morta.
Però quelle due erano praticamente due gocce d’acqua.
Nonostante ciò si rimproverò per non essersene accorto prima, e averla invitata anche ad entrare.
Ma gli era bastato un attimo, l’aveva osservata muoversi e dirigersi verso il salotto.
E tutto gli si era fatto chiaro.
Non poteva essere Elena. Ne era certo.
Così era andato in cucina e, aprendo anche la fontana, aveva digitato il numero della ragazza per assicurarsi.
<< Cosa vuoi Katherine? >>chiese con astio la Gilbert.
La vampira sembrò recuperare di nuovo il buon umore e, muovendosi soavemente, andò a sedersi su una sedia, che era intorno al tavolo.
<< Ti sei sistemata bene a quanto vedo. Bella casa, ma soprattutto- e lì incominciò a squadrare dalla testa ai piedi i due Winchester, per poi rivolgersi di nuovo alla sua doppleganger- ottima compagnia. Come l’hanno presa i Salvatori? Insomma passare da dei vampiri a dei cacciatori. Deve essere stato un duro colpo. >> fece con finto tono melodrammatico.
<< Perché non ci dici cosa vuoi? >>chiese questa volta Sam.
<< Assolutamente nulla. Sono solo venuta a salutare la mia cara amica >> rispose Katherine. Avrebbe deciso lei quando svuotare il sacco.
<< Non mi interessa il tuo saluto. Puoi benissamente andartene e non farti più rivedere. >> disse dura Elena.
La vampira scattò dalla sedia e si mise davanti alla sua copia umana. Non ci fu tempo di dire o fare qualcosa, che Dean prontamente si frappose tra le due e spinse via Katherine, mettendoci tutta la forza che aveva.
Presa in contropiede, la vampira fu costretta a indietreggiare, finendo seduta di nuovo. Il cacciatore allora si avventò su di lei, afferrando un coltello e prendendole la gola con una mano.
Ma Katherine era preparata, e bloccò Dean, catturando il suo polso in una delle sue delicate mani. Le bastò metterci un po’ di pressione e il biondo fu costretto a lasciar cadere il coltello. Nonostante ciò, lui non mollava la presa dal collo e la distanza fra i loro visi era minima.
La vampira lo guardò incuriosita. Come aveva potuto farsi sfuggire un umano così? Era da aggiungere sicuramente alla sua lista di uomini da provare.
Avvicinò ancora di più la faccia, e quasi le loro labbra si toccavano, quando con voce sensuale e accattivante disse: << Mi piaci molto. Ma sei troppo sfrontato, proprio come Damon. Mi sa che preferisco Sam, calmo e sensibile, proprio come il mio Stefan. >>e poi, finalmente, lo allontanò, spingendolo via.
Dean barcollò all’indietro, ma non cadde.
Katherine era stata molto precisa nell’uso delle parole.
“ Il mio Stefan “ ripeté Elena in mente.
“ Potrebbe anche prenderselo. Ormai non ha più nessun ostacolo. “ continuò a pensare la ragazza, ricordando anche quello che era successo meno di mezz’ora fa. Lei e Stefan si erano lasciati. Addio per sempre.
Stava per ricadere nello sconforto, quando poi decise di ritornare alla realtà.
Doveva pensare a salvare i suoi due amici, dalle pazzie di quella sua copia.
Ma Katherine era andata lì solo per creare un po’ di scompiglio.
Voleva gettare la sua doppleganger nel panico, insinuarle il dubbio che potesse puntare anche sui Winchester.
E sì, anche marcare il territorio. Era meglio ricordare a quella stupida umana, che Stefan sarebbe stato sempre solo suo.
Per i suoi piani, preferiva parlarne proprio con i Salvatore. Era a conoscenza che i due non si fidavano più, ma lei sapeva come trattarli e le loro reazioni.
Dopo che avrebbero finalmente capito che stava dicendo il vero, per una volta, avrebbero avuto loro il ruolo di sganciare la bomba anche al resto del gruppo.
Esther aveva i minuti contati.
<< Ci vediamo. >>disse semplicemente, per poi andarsene velocemente così come era arrivata.
Il primo dei suoi propositi era andato a buon fine: Elena era nel panico.


DAMON-BETH
Beth cercò di stiracchiarsi e godersi a pieno la sensazione dei flebili raggi di sole, che le riscaldavano il viso. Con ancora gli occhi chiusi, inspirò profondamente, aspettandosi di sentire quello che ormai era diventato il familiare odore della sua stanza. Invece fu colpita in pieno da un profumo molto diverso.
Scattò e per poco non finì con lo sbattere la testa al tettuccio della macchina.
Damon, Bobby, viaggio, soluzione.
<< Ben svegliata Pettirosso. >>la accolse la voce del vampiro.
Lui si girò per guardarla e scoppiò in una fragorosa risata.
Da quanto non rideva? Ormai nemmeno lo ricordava più.
E si sorprese che sapesse ancora farlo.
La rossa aveva un aspetto buffissimo. Lo sguardo era completamente spaesato, le labbra arricciate, e i capelli erano completamente in disordine.
Sembrava davvero un uccellino adesso.
Beth arrossì e cercò di sistemarsi.
<< Non è carino ridermi in faccia. >>borbottò.
<< Mi farò perdonare, portandoti a fare colazione. >>promise, ancora ridacchiando, il vampiro.
La rossa voleva avercela con lui, ma le era impossibile.
Lo vedeva così spensierato, e quella risata … era pura melodia.
Rimase a fissarlo per un po’, infischiandosene di quello che poteva pensare.
Come faceva? Com’era possibile?
Nessuno poteva essere così bello. Era la persona più perfetta che avesse mai visto.
Forse era una cosa da vampiri, diventare così spettacolari, tipo come quelli di Twilight.
Ma lui non brillava, splendeva di luce propria.
Ridacchiò per quel pensiero. Splendeva di luce propria. Che frase patetica, eppure non sapeva con che altre parole definire quello che vedeva.
Quindi primo quesito risposto: lo trovava bellissimo e attraente.
Questo spiegava parecchie cose, come l’imbarazzo, la voglia di vederlo, la voglia di avere un contatto fisico.
Ecco, tutto era più chiaro. La risposta era così semplice e lei si era persa in un bicchiere d’acqua, immaginando chi sa cosa.
<< E’ ora di sgranchirsi un po’ le gambe. >>asserì lui, scendendo dalla macchina.
Beth lo seguì, non accorgendosi nemmeno che si erano fermati davanti a una tavola calda.
Tutto le era così familiare. Le ricordava i viaggi che facevano lei e i suoi fratelli, istintivamente si voltò per vedere Dean che richiudeva la macchina. Ma ovviamente lui non c’era, così come a reggerle la porta non c’era Sam.
Solo allora si rese conto che quella era la prima volta, da due anni, che intraprendeva una caccia senza i suoi fratelli.
Come faceva prima da sola? Ah si, non aveva paura perché non le fregava niente della sua vita. Che morisse pure, tanto che senso aveva rimanere ancora lì?
Poi aveva conosciuto Dean e Sam, e aveva cambiato radicalmente idea.
Ma quelli non erano pensieri da fare in quel momento.
Entrati nella tavola calda, si andarono ad accomodare al primo tavolino che trovarono vuoto, sedendosi uno di fronte all’altro.
Una cameriera, che chiaramente faceva anche un altro lavoro oltre a quello, andò a prendere le loro ordinazioni.
Ovviamente quella bionda slavata, non la degnò di uno sguardo, scrivendo quello che voleva senza distogliere lo sguardo da Damon.
Beth ci era abituata, succedeva sempre anche con i suoi fratelli e lei si limitava ad aspettare, spazientita, che la sguardrinella di turno decidesse di andarsene.
Il vampiro però non le diede molto corda, e così subito se la tolsero dalle scatole.
Non era in vena di flirtare e poi nemmeno le piaceva.
Troppo volgare, ma si intonava al resto del locale.
Le pareti erano ingiallite, i divanetti per sedersi erano tutti sfoderati e in alcuni fuoriuscivano anche le molle. Un paio di camionisti erano seduti al bancone, ridendo in modo sguaiato e facendo battute per niente fini sulla cameriera.
L’ubriacone della sera prima, giaceva ancora su una sedia e la testa appoggiata sul tavolo.
Tutto era fin troppo squallido. E Damon si pentì di essersi fermato in un posto del genere. Non che avessero molta scelta. Da quelle parti i locali erano tutti così, non essendo grandi città e trovandosi sulla statale.
“ Almeno l’odore di croissant, brioche e crostate fanno risalire il livello del locale. “ pensò. Poi si concentrò ad osservare la sua compagna di viaggio.
E l’unica cosa che stonava lì, era proprio Beth.
Si era rivelata avere degli atteggiamenti molto aggraziati. Il modo in cui teneva la schiena dritta, il modo in cui la treccia che si era fatta cadeva su una spalla, il modo in cui sorseggiava il caffè, il modo in cui aveva ripiegato il tovagliolo.
Sembrava una qualche ballerina, uscita fuori da un quadro di Degas.
La sua pelle chiara sembrava di porcellana, ma si vedeva che era morbida e vellutata.
Nonostante fosse senza trucco, non c’era un’imperfezione sul suo viso.
Damon decise che l’espressione che preferiva era quella quando assottigliava gli occhi e sorrideva in modo furbesco.
Proprio come stava facendo in quel momento, guardandolo: << Tu mangi? >>chiese, dopo averlo visto mordere il cornetto.
<< Finchè mi nutro di sangue, tutto funziona come fossi ancora vivo e umano. >> spiegò.
<< E’ strano pensare che sei morto. – osservò lei, per poi continuare – Come farai ora? Non sappiamo quando torneremo a casa e non pensare che ti faccia nutrire di qualche ragazza. >>
<< Come siamo rigidi, cacciatrice. Non ti preoccupare, secondo te cosa c’è nel borsone dietro? >>
<< Non l’avevo notato. E hai bevuto? >> chiese ancora.
<< Come siamo loquaci stamattina. >> osservò giustamente il vampiro.
<< Voglio solo capire quanto posso contare su di te. >> disse seria lei.
<< Ti guarderò le spalle, non ti preoccupare >> fece sarcasticamente lui.
<< A dir la verità, non vorrei che tu mi ostacolassi. Sai, tipo vedi del sangue e perdi il controllo. Non posso badare anche a te. >> spiegò lei, ridacchiando poi per l’espressione perplessa che aveva in volto Damon.
Poi si fece serio e un sorriso sghembo gli si dipinse in viso.
<< Ora ti darò una dimostrazione. >>disse e chiamò la cameriera.
<< C’è altro che posso fare? >>chiese quella, non smascherando il doppio senso della frase.
<< Sì. Tagliati con questo coltello la mano. >>
Era per la prima volta che vedeva Damon influenzare una persona. La sua voce si abbassava, diventando ancora più magnetica e i suoi occhi facevano uno strano movimento. La pupilla si ingrandiva e si rimpiccioliva velocemente.
Beth protestò, ma la cameriera fece quello che gli era stato detto.
Con un solo gesto secco, si procurò un lungo taglio sul palmo della mano.
Damon lo fissò per un po’, afferrò quella mano e se la portò più vicino al viso.
<< Visto, non mi fa niente. >>disse, guardando la cacciatrice.
<< Ok, ok! Ti credo! Ora falla andare. >>
<< Questo lavoro è davvero pericoloso, guarda che taglio che ti sei fatta. Dovresti medicarti. >> disse il vampiro, influenzando ancora la cameriera.
Quella sembrò riprendere contatto con la realtà e corse a fare quello che le era stato detto.
Beth rimase a fissare il punto in cui la donna se ne era andata ancora per un po’, interdetta.
<< E per rispondere alla tua domanda precedente. Sì, mi sono nutrito. Mentre tu facevi sogni d’oro. >> disse con il suo solito tono.
<< Come fai? A resistere. Molti vampiri avrebbero già dato di matto per quelle quattro gocce. E poi hai bevuto con me vicino! Se avessi perso il controllo e mi avessi morso? >> chiese Beth.
<< Non so che vampiri hai conosciuto tu, ma non cedo per così poco. Non avrei mai perso il controllo, è impossibile. >> rispose l’altro.
Beth si ricordò che la maggior parte dei momenti passati insieme, c’era sempre stato del sangue intorno. Eppure non aveva mai perso il controllo.
L’esempio più lampante era quando dopo la tortura di Klaus, si erano seduti vicini nella macchina, ma lui non aveva fatto una piega.
<< Complimenti allora. Sei molto bravo in questo, te lo concedo. Quanto manca da Sioux Falls? >>chiese subito, non dando modo al vampiro di gongolare troppo per quel suo complimento.
Capendo l’intento della rossa, Damon sorrise trionfante e bevendo l’ultimo sorso di caffè, disse: << Massimo tre ore e saremo arrivati. >>


STEFAN-KATHERINE

Stefan arrivò a casa e la prima cosa che fece, fu scollarsi una sacca intera di sangue.
Si sentiva uno schifo.
Aveva deciso di mollare lui, eppure non si sentiva meglio.
Ormai aveva una lista infinita di tutti i pro che aveva portato quella sua decisione, nonostante ciò voleva solo prendersi da solo a calci nel sedere.
Prese un’altra sacca di sangue, pronto a prosciugare anche quella, ma poi sentì dei rumori dal piano superiore.
Forse era Damon. Chi sa se sapeva già…
In ogni caso già immaginava la faccia del fratello, quando l’avrebbe visto con il sangue colarli dalla bocca.
Decise allora di affrontare anche lui, così per i prossimi giorni non avrebbe più dovuto affrontare nessuno.
Arrivò in salotto e subito puntò lo sguardo verso il carrello dei liquori.
Solo che invece della schiena possente del fratello, c’era quella piccola e ricoperta da una cascata di capelli perfettamente piastrati.
In un primo momento pensò che fosse Elena, ma poi si rese conto di chi si doveva trattarsi.
<< Katherine >>sibilò.
<< Ciao Stefan. >>disse allegra la vampira, sorseggiando il suo alcolico.
<< Non volevo disturbarti, così mi sono servita da sola. >>si giustificò, con una finta aria da santarellina per poi riacquistare la reale facciata. Sorriso maligno e sguardo languido.
<< Cosa vuoi? Klaus è ancora in circolazione lo sai? >>
<< Certo, ma per ciò che so, tutti voi mi vorrete ancora viva. >>affermò lei, tuffandosi sul comodo divano.
<< Non capisco tutta quest’ostilità nei miei confronti. Perfino con gli Originali andate d’accordo e con me fate i difficili. Non è giusto. >> si lamentò, per poi ridacchiare e avvicinando il bicchiere alla bocca.
Peccato solo che non riuscì a finire il suo alcolico.
Infatti, questo cadde a terra, sparpagliandosi sul pavimento.
Katherine rimase per un minuto con la bocca aperta e il respiro mozzato, mentre il dolore incominciava a spandersi per tutto il corpo.
Stefan aveva preso un paletto, ormai ne avevano sparsi per la casa, e glielo aveva conficcato nella pancia.
<< Oggi non sono in vena dei tuoi giochetti. >>disse freddamente il biondino, facendo rimanere l’altra sbalordita da quel comportamento.
<< Dimmi cosa vuoi >>continuò con quel tono l’altro.
La vampira riacquistò lucidità ed estrasse il paletto, per poi controllarsi la ferita.
Niente che un po’ di buon sangue non potesse fare.
Stava per chiederglielo a Stefan, ma lo sguardo glaciale dell’altro la fece desistere.
Lei aveva visto quello che poteva essere capace.
Di solito tranquillo e pacifico, Stefan poteva diventare anche il più pericoloso dei vampiri quando perdeva il controllo.
In quel momento non sembrava molto calmo e lei preferì non istigarlo.
Avrebbero perso tempo, e questa era l’ultima cosa che proprio non avevano.
<< Ho cattive notizie. Esther è prossima all’attacco. Sta preparando qualcosa di davvero grosso e bisogna stroncarla sul nascere. >> rivelò la vampira.
<< Come fai a sapere queste cose? >>chiese perplesso Stefan.
<< Mi aveva rintracciato, obbligandomi a fornirle informazioni su di voi. Vuole uccidere Klaus e anche gli altri due, e mi aveva garantito la salvezza. >>
<< Scommetto che non ti sei fatta scrupoli. >>
<< Stefan, tutto ciò è diventato ripetitivo. Io agisco sempre per me stessa. Sono fatta così, facendomelo notare ogni volta non mi cambierà. Ma ora sono qui. >> ammise Katherine, con tono annoiato.
<< Sei qui solo perché vuoi usarci. >>l’accusò l’altro.
<< E’ vero, ma vi conviene. Io mi voglio sbarazzare di quella stronza come lo volete voi. Io so delle cose, che potrebbero ritornarvi utili, quindi voi userete me. Non ti sembra equo? >> propose lei, cercando di far ragionare il vampiro, sempre più perplesso.
<< Chi mi garantisce che non ci condurrai tutti alla morte? Non sarebbe la prima volta. >> le fece osservare.
<< Anche questo è vero. Ma ho anche una lista chilometrica di esempi in cui si vede quanto io odi le streghe. Non scenderei mai a patti con una di queste, tanto meno mi faccio trattare come una serva. Mettermi contro di voi, questa volta significa mettermi contro anche a cacciatori e Originali. Dopo dovrei scappare un po’ troppo. >> Katherine cercava di parlare con calma.
Ma odiava dare tante spiegazioni!
Preferiva i fatti. Ma doveva guadagnarsi la fiducia di Stefan, cosa che scarseggiava parecchio, nonostante le sue parole.
Il vampiro non ci riusciva proprio. Tutto quello che l’altra gli aveva rivelato, sembrava così vero e sincero, ma sapeva quanto potesse essere brava con le parole. Eppure se stavano davvero così le cose, rischiavano tutti la pelle.
Esther era davvero potente e invincibile, chi sa di cosa poteva essere capace!
In ogni caso rischiavano e, onestamente, non voleva assumersi quella responsabilità da solo.
<< Aspetteremo che Damon ritorni e decideremo. >> asserì infine.
<< Non c’è tempo Stefan! Dobbiamo rintracciare Alaric e Jeremy, prima che ci arrivi la strega e allearci con qualche Angelo. >>confessò infine Katherine.
<< Cosa? >>chiese sbalordito Stefan.
Il tono con cui aveva parlato la vampira era agitato e c’era anche una nota di paura. E come faceva a sapere tutte quelle cose? Angeli? Da dove ne poteva pescare uno? Da poco aveva saputo della loro reale esistenza, grazie ai Winchester e già ne dovevano andare alla ricerca?
<< Faremo una riunione, ora con tutti. >> decise il biondino, prendendo il telefonino.

WINCHESTER- ELENA
Elena era nel panico totale.
Cosa voleva Katherine? Avevano così tanti problemi, e adesso se ne aggiungeva anche un altro?
C’era una fine alla loro sfortuna?
E ora che era stata anche invitata ad entrare, la situazione era ancora più tragica.
Doveva ammettere una cosa, Katherine era il nemico che più temeva.
Era subdola, meschina e cattiva.
Se era riuscita in tutti quei secoli a sopravvivere dalla vendetta di Klaus c’era un perché.
Sapeva il fatto suo, ed era riuscita sempre ad avere quello che voleva. In un modo o nell’altro, vinceva sempre e nessuno poteva farci niente.
Era questo che più temeva di lei, il fatto di non poterla fermare.
Tutti i loro sforzi sarebbero stati inutili.
Forse stava esagerando, anzi sicuramente, ma quando Katherine Pierce era nei paraggi, lei non poteva che avere paura, arrabbiarsi e dare di matto.
<< Elena, forse dovresti darci qualche spiegazione, non credi? >>chiese retoricamente Dean, andandosi a sedere.
Si sentiva le ossa a pezzi, era da giorni che veniva pestato.
Sapeva che quel caso non era facile, ma non credeva che ci fossero così tante cose dietro.
<< Hai ragione. Mi dispiace non avervi avvertito prima, ma non credevo che Katherine si facesse viva. Almeno non così presto. >>ammise Elena, sedendosi anche lei, per poi essere seguita da Sam.
Proprio quest’ ultimo, decise di spingere l’amica a parlare:<< E’ la tua doppleganger, giusto? E cosa c’entrano i Salvatore? >>
<< Sì. Secoli fa, Klaus voleva usare lei per spezzare la maledizione, ma lei si fece trasformare in vampiro. Da allora fugge da Klaus e il resto degli Originali. Lei ha creato i Salvatore. >>
riassunse la ragazza,omettendo tutto il lato sentimentale della faccenda. Sapeva quanto i due vampiri odiavano il modo in cui erano stati trattati, e preferivano non parlarne in giro.
Ovviamente i due Winchester capirono che dietro c’era ben altro, e Dean non potè che alzare gli occhi.
Quelle due stupide zanzare si erano innamorati secoli fa di una pazza e ora si erano di nuovo, entrambi, innamorati della copia umana.
Patetici.
Sam invece rimase concentrato sulla causa. Già si sentiva in colpa per non aver capito che quella non era Elena, non voleva perdere altro tempo.
<< Klaus è qui, che motivo avrebbe Katherine per ritornare? >>domandò più a se stesso che agli altri.
<< Uno bello grosso se ha deciso di mettere a rischio la pelle. >> disse Dean, con fare ovvio.
Dopo la sua spiegazione, Elena si era ammutolita, dedicandosi a fissare il tavolo.
Era stufa di tutto. Doveva morire nell’incidente sul ponte, così non ci sarebbero stati tutti quei problemi.
Ma ormai era una cosa che se la ripeteva tutti i santi giorni, doveva farci l’abitudine di essere una sciagura per l’umanità e cercare di andare avanti.
Senza Stefan.
Ecco un’altra cosa che avrebbe ripetuto nella sua mente, ogni giorno.
<< Elena. Mi dispiace ancora. >> disse ad un tratto Dean.
Poteva capire la situazione in cui viveva quella ragazza ancora di più ora. Non doveva essere facile andare avanti sapendo che lì fuori c’è la tua doppleganger cattiva che vuole portarti al suicidio, un vampiro Originale che vuole usarti come un distributore di sangue e quasi tutta la tua famiglia è morta.
Sapeva di aver ferito anche lei quella mattina, e magari le poteva far piacere sentire quelle parole.
<< Non preoccuparti Dean, davvero. E’ tutto apposto. >> lo rassicurò, sforzandosi di sorridere, nonostante l’unica cosa che volesse fare era piangere.
<< Beth mi ha inviato un sms. Stanno andando da Bobby e dice di non preoccuparci. Devo avvertirla di quello che sta succedendo qui? Li faccio fare dietro front? >>chiese Sam.
<< No, lascia stare. Abbiamo anche altro a cui pensare, oltre alla pazza. E’ meglio che si dedicano a quello loro. >> convenne Dean, stupendo perfino se stesso.
Doveva darle fiducia e lui doveva cercare di non dare di matto.
Sua sorella aveva preso la fissa per un vampiro?
Bene, una nuova emozionate esperienza da aggiungere.
“ Certo di questo passo impazzirò davvero” pensò.
<< Dove è andata Beth? >>chiese Elena.
<< Oh….Beth e Damon sono alla ricerca di una soluzione per la questione del legame. Bobby è un nostro caro amico, nonché un grande cacciatore e sa tutto quello che c’è da sapere sul mondo sopranaturale. Forse vogliono qualche informazione da lui. >> spiegò Sam, parlando a macchinetta.
Poteva parlarne con Elena?
Oppure la ragazza si sarebbe ingelosita? E Beth?
Voleva dirglielo o no?
Fatto stava che era in una situazione drammatica e non potevano curarsi anche di quello.
Era un’informazione di servizio, loro erano partiti per il caso, quindi non era un segreto.
E poi Elena, non sembrava per niente toccata da quella notizia, preferì piuttosto andarsene subito a dormire.
Era stata una giornata davvero pensate e quella era la cosa migliore da fare.
Rimasti da soli, i Winchester decisero anche loro di andare a dormire, non c’era niente che potessero fare al momento.
Nonostante ciò, fu inevitabile discutere sugli eventi di quella giornata.
<< Sei piuttosto calmo per la questione di Beth. >>osservò Sam.
<< Non posso fare altro. Ho già fatto troppe cazzate, e ormai mi sono arreso a far ragionare quella peste. Vorrei tanto vedere la faccia di Bobby quando vedrà il motociclista. >> disse l’altro ridacchiando.
<< Già. Immagino che per prima cosa se la prenderà con noi. Beth però sembra fidarsi di quel tipo. >>
<< Io penso che gli ormoni in subbuglio, influenzano le sue decisioni almeno del 80 per cento. >>
<< Non credo che sia solo quello. Beth è un tipo diffidente, soprattutto con l’altro sesso. Sai quanto è timida! Sembra molto spontanea con lui, però. >> continuò Sam.
<< Vuol dire che ha trovato la sua anima gemella? In un vampiro che si innamora sempre della stessa ragazza? >> disse Dean, non abbandonando il suo fare ironico.
<< Non dico questo. Solo che Beth diventa un’altra persona quando c’è quel vampiro di mezzo. Sembra una semplice ragazzina umana e questo mi fa piacere. E poi non giudicarlo. Anche tu hai notato quanto Katherine e Elena siano diverse. L’hai notato molto bene. >> rispose il minore, sottolineando l’ultima parte del discorso.
<< Cosa vuoi intendere? >> chiese Dean.
<< Dico solo che te la squadri bene la Gilbert quando esce di casa. >> disse Sam, ridendo.
<< Non ho mai nascosto che Elena mi piaccia. E’ una ragazza molto sexy, che attira lo sguardo. Non è colpa mia se in te non funziona tutto come dovrebbe. >> rispose Dean, capovolgendo la situazione, e ora ridendo lui.
Dopo questa chiacchierata decisero di andare davvero a dormire, un sonno che non sarebbe durato molto.



Salve a tutti ^^ Scusatemi per l'enorme ritardo, ma siamo in pieno periodo di esami e credo che mi capiate ç_ç
Spero che il capitolo sia stato a degno delle vostre aspettative.
Katherine ha fatto il suo ingresso in grande stile, gettando tutti nel panico. 
Intanto Damon e Beth continuano il loro viaggio ignari di tutto. Inoltre mi è sembrato giusto sottolineare la bravura di Damon nel gestire la sete di sangue. Io penso che sia una cosa importante e che se ne dia poco credito nello show.
Le scene con Katherine e Co. avvengono di sera, nello stesso giorno in cui quei due sono partiti, invece la scena Bamon l'ho ambientata già al giorno dopo. Ho fatto un casino lo so, spero di essere stata chiara xD
Ringrazio tutti coloro che continuano a seguire la mia storia e a recensirla <3
Alla prossima :3
Ps: sto facendo dei capitoli troppo lunghi? Se così, basta dirmelo ;)

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


DAMON-BETH

Ormai mancava poco, il loro viaggio stava per finire e solo allora Beth si rese conto della gravità delle sue ultime azioni.

Aveva deciso di partire con un vampiro, ingannando i suoi fratelli e chiedere aiuto a un cacciatore.
Cosa avrebbe dovuto dire a Bobby?
Avvertirlo o sperare che non se ne accorgesse?
In entrambi i casi, Beth aveva solo paura della sua reazione.
Avrebbe odiato vedere dipinta sul volto segnato dall’età del suo padre acquisito, la delusione.
Lei si sentiva terribilmente in debito con Bobby, l’aveva salvata da morte certa e l’aveva fatta ricongiungere con i suoi fratelli.
Tutte le volte che aveva bisogno di una spalla su cui piangere, lui c’era.
E lei come lo ripagava?
Portandogli un vampiro in casa.
No, non era stata per niente una buona idea quella. Una delle peggiori che aveva avuto negli ultimi anni.
<< Alla prossima gira a destra. >>disse, rendendosi conto che ormai erano arrivati.
Rilesse sms che Sam gli aveva inviato, dove le diceva che tutto andava bene a Mystic Falls e che Dean non era arrabbiato.
Questo la rincuorava, ma si chiedeva se in realtà era tutta una bugia.
Aveva questa strana sensazione che qualcosa non andava, ma ormai si era convinta che fosse solo per la situazione in cui lei e Damon si stavano andando a cacciare.
Eppure non poté evitare di notare, quanto anche l’umore del vampiro fosse cambiato. Sembrava agitato e teso come una corda di violino.
<< E’ successo qualcosa? >>chiese infine.
Damon si voltò un attimo a guardarla, per poi tornare a fissare davanti a se, con lo sguardo corrucciato.
Mentre Beth dormiva, aveva ricevuto un sms di Stefan che gli chiedeva dov’era.
Lui, ancora arrabbiato per l’ultima discussione che avevano avuto, non aveva risposto.
Quella mattina però, prima che ripartissero, dopo la breve sosta alla tavola calda, Stefan si era fatto sentire di nuovo.
Gli aveva detto di fargli sapere quando sarebbe tornato e di stare attento.
Ma cosa erano diventati? Una coppietta di sposi?
Cos’erano tutte quelle attenzioni?
Per sms per giunta!
Suo fratello era una femminuccia, ma non arrivava a quei livelli.
Che avesse paura che fosse stato lui a partire?
Non sarebbe stata la prima volta. Si erano lasciati e rincontrati così tante volte in quei secoli, che ormai non si preoccupavano nemmeno più di avvertire.
O almeno lui non lo faceva più, e Stefan lo sapeva.
Quindi cosa c’era che non andava?
E la domanda di Beth, non faceva che confermare la sua tesi.
<< Sì. Questo posto fa schifo. >>disse, mascherando la sua preoccupazione.
Lui non era il tipo che si metteva a parlare e rimuginare sui problemi con gli altri, agiva da solo.
Già gli dava fastidio il fatto che, con Beth, non riusciva a tenere freno la lingua. Aveva parlato di più con quella ragazzina in quei pochi giorni, che in tutta la sua vita.
Ma la rossa si rivelò essere un osso duro. Era o non era la sua caratteristica migliore quella di essere una buona osservatrice?
Sì. Quindi non si sarebbe di certo bevuta quella scusa.
<< Damon. >>disse in tono di rimprovero.
<< Cosa? >>chiese esasperato l’altro.
<< Sai qualcosa, vero? Cosa sta succedendo a Mystic Falls? >> domandò lei, facendosi prendere dall’ansia.
<< Questo è il problema, non lo so. >>rivelò il corvino, mordendosi la lingua. Perché glielo diceva? Perché?
<< Anch’io ho un brutto presentimento. Dici che è il caso di fare marcia indietro? >>propose Beth.
<< Dopo venti ore di viaggio? Sentiamo almeno cos’ha da dirci questo cacciatore. >>
La Winchester annuì. Avevano fatto tanta strada, tanto valeva restare. Magari Bobby gli avrebbe potuto suggerire un caso nelle vicinanze della Virginia, così da fare prima.
<< Fra 2 km c’è una strada sulla sinistra. Prendi quella e fermati all’officina. >> gli diede le ultime indicazioni.
E poi eccola lì, quella casa piccola e sgangherata, circondata da un mucchio di macchine rotte.
Aveva visto tante volte Bobby e Dean, destreggiarsi con vari e strani attrezzi e far ripartire macchine che sembravano morte.
Un giorno ci sarebbe riuscito anche lei.
C’era una macchina molto carina, che da tempo si trovava nell’officina e aveva deciso che ci avrebbe pensato lei stessa ad aggiustarla.
Damon parcheggiò proprio di fronte alla casa, per poi spegnere l’auto.
In che lurido buco di fogna l’aveva portato?
Quella casa a mala pena si reggeva in piedi!
Stava per fare qualche battuta, ma poi si bloccò vedendo lo sguardo trasognante di Beth.
Si guardava intorno, come una bambina a un luna park.
Ci dovevano essere tanti bei ricordi legati a quel posto, se lei reagiva in quel modo. Avrebbe voluto sapere di cosa si trattava, ma scosse la testa.
Che gli frega a lui? Voleva solamente andarsene al più presto da lì.
Beth scese dall’auto e si diresse verso la porta, che venne aperta ancora prima che bussasse.
Damon, che era dietro di lei, vide comparire sulla soglia un uomo con una barba incolta e un cappellino con la visiera blu e bianca.

I piccoli occhi s’illuminarono alla vista della ragazza e un grande sorriso gli comparve sul quel volto, a prima impressione burbera.
<< Beth! >>disse, accogliendo fra le braccia la rossa.
Dopo quel breve abbraccio i due si staccarono, sorridendo.
<< Bobby, che gioia! Spero che hai un paio di birre fredde in frigo. >>
<< Certo. Tu e quei due idioti non mi avvertite mai quando ritornare e io mi tengo sempre pronto. >>disse ridacchiando l’uomo.
Poi spostò lo sguardo e lo puntò su Damon.
Un brivido percorse la schiena del vampiro.
Ora capiva cosa dovevano provare i mocciosetti davanti ai padri delle loro fidanzate.
Quel Bobby lo stava trucidando con lo sguardo, e sembrava tanto sul punto di volerlo sparare.
Però, lui non era un mocciosetto, Beth non era la sua ragazza, una pallottola non gli avrebbe fatto niente, quello era un umano e lui era un vampiro.
<< Bobby lui è Damon. >>disse semplicemente la rossa, cercando di deglutire.
<< Piacere. >> disse il vampiro, allungando la mano e sfoggiando il suo classico sorriso sornione.
<< Certo. >>bofonchiò il cacciatore, ricambiando la stretta.
Ecco, era arrivata la sua fine.
Cosa doveva fare? Dire a Bobby chi era Damon o tacere e sperare che non se ne accorgesse?
Le probabilità però erano assai scarse, era un cacciatore molto in gamba, figuriamoci se si faceva ingannare.
Tanto valeva svuotare il sacco e sperare che non li prendesse a calci in culo a tutte e due.
Beth stava per aprire la bocca, quanto Bobby disse: << Qua fuori fa freddo, forza entrate. >>
Damon le lanciò uno sguardo divertito e, ringraziando l’uomo, entrò.
La rossa lo seguì sconvolta, preparandosi al peggio.
<< Ha una casa molto accogliente, complimenti. >>disse il corvino, con tono affabile.
“ Almeno conosce l’educazione. “ pensò la cacciatrice.
Ma Bobby non era il tipo che si faceva abbindolare da un po’ di cortesia, e non si degnò nemmeno di risponderlo.
Li condusse fino al soggiorno, per poi dire: << Vado a prendervi qualcosa da bere. >>
Rimasti da soli, Beth si lasciò andare un sospiro e si buttò su una poltroncina.
<< Penso che impazzirò. >> annunciò, prendendosi la testa fra le mani.
Damon invece incominciò a curiosare intorno e, nel suo tono sarcastico, disse:<< Credo di non piacergli. Ora come faremo senza la sua benedizione? Ti va bene lo stesso Las Vegas? >>
<< Damon non fare lo scemo! >> sbottò Beth.
Lei era prossima a una crisi di nervi e lui faceva lo spiritoso!
 Parlando di matrimonio!

Da poco aveva assodato che gli piaceva, e lui faceva certe battute.
Appoggiò i gomiti sulle gambe e sul palmo della mano destra, vi appoggiò il mento, mentre con gli occhi lo osservava.

In giacca e cravatta doveva essere un vero spettacolo per gli occhi.
D’altronde anche con un sacco della spazzatura, sarebbe sempre stato un dio sceso in terra.
Sbuffò ancora, e si voltò verso la porta, notando solo in quel momento Bobby con un fucile in mano.
<< No! >>urlò, lanciandosi verso il cacciatore.
Damon si girò, ma il colpo già era stato sparato.

MYSTIC FALLS

Elena si era meravigliata di se stessa.
Nessuna crisi di nervi, nessuna crisi di pianto, nessuna stanchezza.
Si continuava solo a girare e rigirare nel letto, aspettando che Morfeo le facesse visita.
Erano successe tante di quelle cose in un solo giorno, che non riusciva nemmeno a rifletterci sopra.
Nella sua mente continuavano solo a passare immagini.
Ricordi di un passato felice, ricordi di un presente avvilente, ricordi di un futuro che non si avvererà mai.
Erano ormai le due di notte e aveva deciso di andare a prendere un libro. Magari un po’ di lettura le avrebbe conciliato il sonno, ma destino volle che quella notte nessuno chiudesse occhio.
Il cellulare che aveva appoggiato sul comodino affianco al letto, incominciò a vibrare e subito Elena si sporse per vedere di chi si trattasse.
Trattenne il respiro, quando vi lesse il nome di Stefan.
Immediatamente collegò quella chiamata a Katherine.
Era stata così stupida da non avvertire il suo ex, che quella disgrazia per l’umanità era lì.
Senza ulteriore indulgi, rispose, aspettandosi il peggio.
<< Stefan? Cos’è successo? >>chiese preoccupata.
<< Elena, tu e i Winchester riuscite a venire subito qui? Devo parlarvi di una questione urgente. >>
<< Certo, cinque minuti e saremo lì >> rispose la Gilbert, saltando giù dal letto.
Il tono grave che aveva usato il vampiro, non fece che metterle ulteriore ansia e subito corse a svegliare i suoi coinquilini.
La prima stanza era di Dean.
Elena si maledì da sola. Com’era possibile che in un momento del genere, riuscisse anche a tentennare?
Era davanti alla porta del maggiore, decidendo se bussare o fare direttamente irruzione.
Ci erano già stati momenti imbarazzanti tra di loro, e lei non ci teneva ad aggiungerne altri. C’era un rapporto strano tra di loro.
Di rispetto sicuramente, ma anche di imbarazzo, almeno da parte sua.
Dean sembrava sempre così sicuro di sé, e non si faceva scalfire da niente.
Lei invece era una vera e propria bambina con lui.
Ma era inutile rimuginarsi ancora sopra, e proprio in quel momento!
Decisa ad voler subito correre da Stefan, aprì la porta.
Con la stanza immersa nel buio, Elena ci mise un po’ per focalizzarlo, camminando alla cieca.
Arrivata vicino al letto, si rese conto che il biondo, dormiva a pancia in giù e le coperte lo coprivano fino a metà schiena.
E mentre la sua parte da stupida adolescente desiderava voler vedere bene il suo volto addormentato, la parte matura aveva già allungato un braccio per svegliarlo.
Poi successe tutto all’improvviso.
Elena si sentì afferrare il polso da una morsa ferrea, mentre era spinta in giù. Atterrò con la schiena su qualcosa di morbido, decisamente il letto, mentre la stanza veniva illuminata da una luce.
Quando finalmente i suoi occhi si abituarono, focalizzò il viso di Dean a un palmo dal naso.
Erano così vicini che riusciva a sentire distintamente il respiro, leggermente affannato del cacciatore, che si mischiava con il suo.
Il suo intero campo visivo, era riempito da quegli occhi di un verde così intenso e attraente, che la voglia di rimanere sempre a fissarli era tantissima.
“ Questo perché volevi evitare altre situazioni imbarazzanti “ pensò con disappunto la Gilbert.
Dean era a cavalcioni su di lei, mentre con una mano teneva i polsi di lei sopra la testa e non faceva che fissarla.
<< So..sono Elena. >>riuscì a dire infine la ragazza.
Il cacciatore la scrutò per un altro paio di secondi e poi si decise a scendere giù da lei.
<< Scusami. Sei entrata così di soppiatto che pensavo che fosse quella bastarda. >> disse Dean, sorridendo e aiutandola ad alzare.
<< Non ti preoccupare. E che non volevo farti preoccupare più del voluto. Basto già io.- rivelò la Gilbert, con autoironia, poi ritornò seria- Mi ha chiamato Stefan e mi ha detto di correre da lui. >>
<< Ok, andiamo allora. >> disse subito Dean, infilandosi il primo paio di scarpe trovato.
Elena era già corsa a svegliare Sam, quando fu fermata dall’altro cacciatore.
<< Ci penso io. Evitiamo altri assalti per stanotte. >>
La ragazza si limitò ad annuire, fuggendo a lavarsi almeno la faccia, cercando di far scomparire il rossore sulle guance.
Dean non fu molto gentile con il fratello, anzi lo scaraventò giù dal letto.
<< Cosa? Chi? >> farfugliò il minore, guardandosi attorno con aria di smarrimento.
<< Forza bell’addormentato, dobbiamo andare dai Salvatore. >>
<< Perché? Dammi almeno il tempo di andare in bagno. >>cercò di dire l’altro, ma fu bloccato da un Dean metà ironico e metà nervoso.
<< E io avrei bisogno di una bella doccia fredda, ma cerco di resistere. >>
<< Cos’è successo? >>chiese meravigliato il fratello.
<< Sono finito a cavalcioni sulla Gilbert, ma adesso non perdiamo tempo. Su, su. >>e detto questo, corse all’auto, e si calmò solo quando fu al caldo dell’abitacolo.
<< Maledizione. >>borbottò, infastidito da quell’ennesimo inconveniente.
Non lo sapeva nemmeno lui perché avesse avuto il bisogno di confidarsi subito con il fratello.
Era come si volesse giustificare in partenza. Ma che motivo c’era?
Ma non volle perdere altro tempo, in cose così futili.
Era stato solo uno dei mille incidenti che vedeva lui ed Elena in situazioni imbarazzanti.
Evidentemente qualcuno aveva deciso di sfidarlo, vedere quanto sarebbe durato prima di provarci sul serio con quella ragazza.
Ma lui sapeva già la risposta: mai.
Elena non era il tipo da una notte e via, e lui non poteva darle di più. Quindi nessun divertimento con lei, niente che potesse andare oltre un’amicizia.
Sam e Elena si catapultarono nell’auto, che lui fece partire appena le portiere si chiusero.
Arrivarono in meno di cinque minuti alla casa dei Salvatore, grazie alla guida folle del cacciatore.
<< Mi sa che ora vomito. >>disse Sam, dando voce a quello che era anche il pensiero della Gilbert.
<< Forza femminuccia, andiamo. >>  gli rispose Dean, dirigendosi verso la porta.
Fu subito affiancato dalla ragazza, che gli mise un qualcosa davanti. Un giubbino.
<< Ti sei dimenticato di prenderlo. >> si giustificò la castana.
<< Grazie. >>gli disse sincero Dean.
Elena voleva dimostrargli, e voleva dimostrare a se stessa, che poteva superare anche quell’ennesimo incidente.
Inoltre ancora una volta si sentiva riconoscente, verso quell’uomo.
Nonostante lei non avesse rivelato tutta la storia di Katherine, Dean non ci aveva pensato due volte a farle da scudo.
A perdonarla.
<< Di niente. >>rispose, sorridendo.
Dal suo canto, il cacciatore non poteva che esserne lieto.
Aveva fatto pace almeno con qualcuno, ora gli mancava solo Beth.
Sam, rimasto più indietro, li vide come i loro sguardi brillassero.
Dietro si celava la gratitudine, questo era ovvio, eppure non poté non pensare quanto sembrassero affiatati.
Non aveva dubbi che Elena provasse qualcosa per i Salvatore, quindi era praticamente impossibile che ci fosse spazio anche per Dean.
E suo fratello era troppo chiuso verso l’amore.
Convinto che non potesse offrire niente a nessuna donna, non aveva mai voluto creare nessun legame con qualcuna.
Ma lui sapeva quanto questo non fosse vero.
Dean provava e anche troppo.
Faceva il duro, ma dietro quella corazza si nascondeva solo un uomo che desiderava avere una famiglia.

<< Hai mai pensato di avere una vita simile? Una famiglia, una moglie, dei figli. >> gli chiese Dean una volta, pensando a come ora fosse felice una loro ex- babysitter, con la sua famiglia.
<< No, non credo di esserci portato>> rispose disinteressato.
Dopo aver risolto il loro caso, Sam si sentì come in dovere di aggiungere qualcosa. Era stato troppo superficiale, su un argomento che sapeva quanto fosse delicato per il fratello.
<< Tutte quelle puttanate da famiglia felice, sono uno stress. Fidati, non ci siamo persi niente. >>
<< Perché non sappiamo com’è. >> gli rispose con disinvoltura Dean, accedendo la radio, mettendo così fine a quel discorso.*


Forse quei due avevano più cose in comune di quanto pensassero, ma non era il luogo ne il momento giusto, per pensare a simili cose.

Dean bussò alla porta e subito Stefan lì aprì.
<< Prego entrate. Gli altri sono già in salotto. >> riferì il vampiro.
Alla parola “altri” i tre rimasero molto perplessi, e arrivati nella sala si resero conto di chi fossero gli altri.
Caroline, Klaus e Rebekah.
<< Volevo avvertire anche Bonnie e Matt, ma ho pensato che è meglio tenerli fuori. Damon non mi risponde. >> disse il vampiro.
<< Non ti preoccupare è con Beth. Forse hanno trovato qualcosa per quanto riguarda la questione Originali. >> gli spiegò Elena, non riuscendolo a guardare negli occhi.
Si erano lasciati da meno di ventiquattro ore e già si trovavano di nuovo insieme a complottare chi sa cosa.
Questo non faceva bene a nessuno dei due, ma erano costretti.
<< Allora Stefan, ci vuoi dire cos’è successo? Qui non c’è nemmeno più concesso dormire! >> disse esasperata Rebekah.
Odiava vedere quella gattamorta, sempre con quella faccia da funerale.
Intanto non poté trattenersi dal sorridere, quando aveva sentito dov’era la sua amica rossa.
“ Vai Beth. Fai vedere di che pasta sei fatta. “ pensò.
<< Gli avevo detto aspetta domani mattina. Ma non mi sta mai a sentire. >> disse una voce, che tutti ormai conoscevano troppo bene.


SIOUX FALLS

Per fortuna Bobby aveva desistito un attimo.
Per fortuna Beth era stata così veloce, dallo spingere e così fargli sbagliare mira.
Ma nonostante ciò, il sottile paletto di legno, colpì Damon a una spalla.
Il vampiro digrignò i denti, volendo contrattaccare, ma Beth si era frapposta fra i due.
<< Mi hai portato un vampiro in casa! >>urlò l’uomo.
<< Bobby ti posso spiegare. >>cercò di giustificarsi la rossa.
<< Avete due secondi per portare i vostri culi fuori dalla mia proprietà, prima che usi i miei metodi. >>disse il cacciatore, con voce cupa, per poi andarsene.
Ecco, era successo. Lo sapeva dall’inizio che sarebbe andata a finire così.
Lo sguardo carico di delusione, rabbia e disapprovazione, che Bobby le aveva riservato, era un duro colpo per lei.
<< Sono quasi certo di non piacergli. >> commentò Damon, togliendosi quel paletto dalla spalla.
<< Adesso che facciamo? >> chiese ancora, ma ormai Beth non lo sentiva più.
Che cavolo le stava passando ultimamente per la testa?
Aveva passato quasi tutto il tempo a litigare con Dean, stava perdendo l’amicizia di Elena, era stata pestata e umiliata, per cosa? Perché si stava comportando così?
Lei non era mai stata un tipo freddo e calcolatore, ma non era nemmeno così incline ai sentimenti.
Certo le piacevano le attenzione che il vampiro le dedicava, le piaceva pensare che fosse riuscita a fare colpo su un tipo come lui.
Le piaceva l’idea che non ci fossero segreti.
Le piaceva l’idea che potesse essere lei la principessa da salvare.
Le piaceva l’idea che tutto stava ritornando al suo posto. In maniera non molto umana e normale, ma la sua vita sembrava stesse ritornando quella di quando aveva solo otto anni.
E invece non era così. E adesso stava distruggendo la sua famiglia.
<< Pettirosso. >>la richiamò il vampiro, ma non ricevendo nessuna risposta, decise di pararsi davanti a lei.
Solo che non si aspettava di vedere quella faccia.
Dovette piegarsi un po’, per appurare che quegli occhi grigi erano velati dalle lacrime.
“ No, ti prego. “ pensò il corvino.
Lui non era il tipo che volevi avere vicino se eri prossimo a una crisi.
Non sapeva consolare, peggiorava solo la situazione con le sue parole sempre fuori luogo.
Non ne era capace e ne voleva provarci, ma la sua coscienza sembrava essersi risvegliata, e gli suggeriva solo una cosa: è colpa tua.

Come sempre d’altronde. Non ne faceva mai una buona.
Beth aveva deciso di aiutarlo, nonostante sapesse che i suoi fratelli (che il suo adorato Dean) l’avrebbero giudicata, e lui cosa faceva?
Si era preso gioco di lei, facendo anche lo sbruffone entrando subito in quella casa.
Sapeva quanto Beth era legata a quel vecchio cacciatore, eppure non se ne era curato.
“ Cosa vuoi da me?! “voleva urlarle contro, ma non ebbe il coraggio.
In così poco tempo, Beth aveva sempre dimostrato di stare dalla sua parte. Ne era anche lusingato, certo di aver fatto colpo anche sulla piccola cacciatrice, e questo spiegava il perché si facesse in quattro per lui.
“ Ma non gliel’ho mica chiesto io. “ pensò egoisticamente, non credendoci nemmeno lui a quelle parole.

Sapeva come ci si sentiva, a non essere contraccambiati.
A non sentirsi mai dire un grazie.
Guardò Beth ancora una volta e poi si voltò, per andare a cercare quel cacciatore.
Lo trovò in cucina, mentre stringeva una bottiglia di birra e reggeva ancora il fucile.
Bobby appena si accorse della presenza del vampiro, prese la mira e senza esitazione sparò, puntando allo stomaco.
Anche nel vecchio cacciatore c’era una vera lotta.
Era felice di vedere la sua piccola, ma era stato un duro colpo vederla al fianco di quel bell’ imbusto.
Non aveva un’aria raccomandabile, ma non voleva essere un padre geloso. Primo perché non era suo padre, secondo perché voleva solo il meglio per quella che ormai era diventata una sua figlia per lui.
Se lei era felice con quel tipo, ok.
Ma qualcosa non quadrava, lo leggeva negli occhi di Beth che gli stava nascondendo qualcosa.
La conferma l’aveva avuta quando l’aveva invitato.
La rossa era quasi sbiancata e il corvino aveva sorriso trionfante.
Non ci aveva pensato due volte a farlo fuori, e l’avrebbe rifatto.
Ma aveva visto come senza esitazione Beth gli si era buttato contro, come fosse preoccupato il suo sguardo per la ferita di quel mostro.
Lo sapeva! Lo sapeva! Doveva andare anche lui a Mystic Falls!
<< Hai deciso di suicidarti? >>disse con voce aspra, riferendosi al fatto che il vampiro non si muovesse da sotto all’arco della porta e non facesse niente per liberarsi di quel nuovo paletto.
<< Se ti fa sentire meglio, prendimi pure come bersaglio. >> disse sicuro di sé Damon.
<< Cosa abbiamo qui? Un fetido succhiasangue che vuole fare l’eroe? Mi dispiace, ma questa recita con me non funziona. >>replicò il vecchio.
<< Il ruolo dell’eroe non mi si addice, né lo voglio. Beth però, non si merita di essere tratta pure lei così. >> continuò il vampiro, mantenendo lo sguardo fisso in quello del cacciatore.

<< Non le ho piantato ancora un paletto nello stomaco. Può ritenersi fortunata che vi lasci entrambi. >> osservò.
<< Il problema sono io. Bene, facciamoci questa scazzottata. Ma non cacciarla, è qui perché ha bisogno d’aiuto. E non esiste un codice di lealtà fra cacciatori? >>
 Ormai non sapeva nemmeno lui cosa stava dicendo. Avrebbe solamente voluto staccare la testa a quel vecchio e liberarsi del paletto che aveva ancora conficcato nello stomaco.
Ma doveva resistere. Per il bene di tutti.
Se quella possibilità d’aiuto andava male, potevano pure continuare a convivere con Klaus e sarebbe stata solo questione di tempo, prima che qualcuno facesse fuori tutti gli Originali.
E poi c’era lei. Beth.
Chi sa se stava ascoltando o stava finalmente sfogando tutte quelle lacrime represse. Forse entrambi.
Mentre parlava, era sempre più certo di aver sbagliato di nuovo.
Una persona normale l’avrebbe abbracciata, consolata e poi insieme sarebbero andati a parlare con quel vecchio.
Invece lui, con la sua solita testaccia, aveva deciso di improvvisare quella scenata.
La cosa buffa era che davvero ci credeva in quello che diceva.
Tutti dicevano che era sempre colpa sua. Ma nessuno agiva.
Ma questo cacciatore sembrava deciso, invece. Sarebbe stata una morte onorevole almeno.
Bobby rimase sconcertato da quelle parole.
Era più pazzo di Dean quel tipo.
<< Cos’è? Il tuo amore viscerale per Beth che ti fa dire queste assurdità? >>chiese ironicamente il cacciatore.
<< E’ questo il punto? Io e il Pettirosso non stiamo insieme. Non siamo nemmeno amici. Stiamo solo lavorando insieme per uccidere un nemico comune. >>spiegò Damon, maledicendo lui e i suoi stupidi nomignoli.
All’improvviso sentì un dolore alla spalla sinistra e costatò che aveva un altro paletto conficcato nella carne.
“ Certo che è veloce quell’affare. Questi vestiti sono tutti da buttare.” Pensò con disappunto.
<< Tu ti stai prendendo tutti questi colpi per una che non è nemmeno tua amica? >>chiese, sorridendo sarcasticamente il cacciatore.
Ma Damon non fece una piega.
Per una volta tanto che aveva a che fare con una ragazza, dove il sesso non c’entrava niente, tutti pensavano che ci fosse qualcosa.
<< Basta così. >> disse Beth, spuntando al suo fianco.
Il vampiro la guardò aspettandosi di vedere il volto ancora segnato dalle lacrime, invece sembrava stesse bene.
“ La maschera della cacciatrice. Ormai le sto imparando tutte. “pensò Damon, incominciando a sfilarsi i paletti.
<< Mi dispiace sul serio Bobby. Non volevo mentirti, ma sapevo come dirtelo. Non ti preoccupare ora togliamo il disturbo. >> disse con voce dispiaciuta la cacciatrice, rimanendo sempre composta e non facendo trasparire nulla.
Bobby voleva resistere. Insomma gli aveva portato un vampiro in casa!
Ma non ci riuscì.
<< Aspetta. Dimmi di che si tratta almeno. >>
Beth sorrise soddisfatta e gli raccontò in breve cos’era successo fino a quel momento a Mystic Falls.
<< Per questo ci serve qualcuno per contattare questa Rose. Non abbiamo un suo oggetto, però pensavo che una brava medium o qualche fantasma potesse aiutarci. >>
<< Può funzionare. Vedo cosa trovo. >> asserì il cacciatore, avviandosi nel suo studio, ma Beth lo bloccò a metà strada.
<< Grazie Bobby. >>gli disse, cercando di far trasparire tutta la gratitudine che provava in quel momento verso quell’uomo.
Lui si limitò a sorridere e borbottare:<< Dovresti mangiare qualcosa >> , per poi incominciare le sue ricerche.
Poi Beth si concentrò su Damon, e prese un’importante decisione.
Non lo faceva per far colpo o chi sa cosa. Lo trovava il metodo più pratico e giusto in quel momento.
<< Forza, fai vedere. >> disse, spingendo il vampiro a togliersi la giacca di pelle e la maglietta.
<< Io non c’entro niente questa volta. Sei tu che hai deciso di violentarmi, glielo devi dire al vecchio quando verrà a ucciderci. >> disse il vampiro, cercando di opporsi.
<< Non essere scemo, voglio solo vedere in che stato sono le ferite. >> “ e decidere se è il caso. “ pensò, mentre la sua mente non faceva che riflettere sulla sua ennesima stupidaggine.
Beth cercò di concentrarsi il più possibile, unicamente su quelli che erano dei veri buchi.
L’organismo stava già facendo il suo corso, e per fortuna le ferite si stavano rimarginando, ma era chiaro che c’era bisogno di sangue.
“ Devo essere impazzita. “ pensò prima di allungare il suo polso verso la bocca di uno stupefatto Damon.


Salve e scusatemi per il ritardo ^^'
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e scusatemi per la lunghezza.
Vediamo che finalmente Damon e Beth sono arrivati a destinazione, e Bobby non la prende molto bene xD Alla fine grazie al suo cuore d'oro, decide di aiutarli, ma penso che non vedrà mai di buon occhio il vampiro.
Spero di non aver reso Damon troppo OOC, è la cosa che temo di più :S
Nel frattempo a Mystic Falls...mi diverto a mettere a dura prova Dean xD Voglio precisare che la frase : "Il suo intero campo visivo, era riempito da quegli occhi di un verde così intenso e attraente, che la voglia di rimanere sempre a fissarli era tantissima. " è una semplice descrizione oggettiva, non è Elena a pensarlo.
Penso di non dover aggiungere altro, oltre ai miei ringraziamenti. Davvero grazie, grazie, grazie a tutti coloro che continuano a leggere questa storia e a recensirla <3
Alla prossima :3

* questo pezzo è preso dall'episodio 12 della 5° stagione

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


Avviso: questo capitolo non è stato revisionato, provvederò a farlo il più presto.
Nel frattempo ringrazio tutti coloro che lo leggerano e non vi preoccupate, non è così lungo come sembra. xD
Mi scuso per il ritardo, e per questo capitolo che non lo definisco proprio il massimo. Siamo ancora nella fase di passaggio, ma il prossimo, che pubblicherò entro una settimana, sarà ricco di novità vedrete ;)
Nel frattempo cercate di digerire questo xD Grazie ancora a tutti quelli che continuano a seguire questa storia e recensirla.
Ps: la mia solita nota la farò quando revisionerò il capitolo.
Buona lettura :)







DAL CAPITOLO PRECEDENTE: “ Devo essere impazzita. “ pensò prima di allungare il suo polso verso la bocca di uno stupefatto Damon.



<< Cosa significa? >>chiese serio lui.

<< Tu non sai che significa affrontare fantasmi e cose del genere, quanta fatica comporti. Non sappiamo per quanto dovremmo rimanere in viaggio e non puoi sprecare le tue sacche per una cosa del genere. Io non potrò dartelo, devo mantenermi in forze e Dio solo sa quanto ne perderò. Quindi approfittane ora, bevi il mio sangue e non fare storie. >>

Damon era sconcertato. Una parte di lui non faceva che urlargli “Sì, l’hai sempre desiderato! “

E l’altra invece, gli diceva di correre via, lontano da quella tentatrice.

Non era quello il momento, assolutamente no.

Ma dall’altra parte, quella era un’occasione d’oro.

Dal primo momento, il sangue di Beth era stato un vero richiamo per lui. Dal profumo, già si poteva immaginare che sapore doveva avere. Puro nettare! E lui l’aveva su un piatto d’argento.

La fissò e vide come le sue guance si fossero tinte di un rosso accesso, non appena lo sguardo le era caduto sul suo petto nudo.

I canini cominciarono ad allungarsi, ma non permise altro.

Non poteva.

Semplicemente non poteva farle questo.

<< Scordatelo. >>disse infine.

Ma Beth non demorse.

Prese un bicchiere e poi si tagliò il palmo della mano, con un coltello.

Fece scorrere un po’ di quel liquido, e vide come Damon guardasse scendere quelle gocce, come ammaliato.

Quando i tre quarti del bicchiere furono riempiti, glielo offrì, mentre si legava uno straccio intorno alla ferita e se ne andava da quella stanza.

Il vampiro si avvicinò con cautela, non spostando mai lo sguardo da quel nettare.

E questa volta vinse la sua parte animalesca, che lo spinse a bere quel bicchiere con avidità.

MYSTIC FALLS

<< Gli avevo detto aspetta domani mattina. Ma non mi sta mai a sentire. >> disse una voce, che tutti ormai conoscevano troppo bene.

Katherine fece il suo ingresso nel salone, con la sua solita aria spavalda, ma istintivamente si mise al fianco di Stefan e appoggiò una mano sulla sua spalla.

Doveva risultare un gesto innocente e che serviva solo per mettersi meglio in posa, ma in realtà era molto di più.

Era da quando aveva aiutato a uccidere Mikael che non era così vicina a Klaus.

Era fuggita da quell’uomo per secoli, e adesso era sotto lo stesso tetto e a separarli c’era la grandezza di un tappeto.

Insomma,erano troppo vicini e c’era troppo odio tra di loro.

Klaus indurì lo sguardo e serrò la mascella, indeciso sul da farsi.

Quella Katerina lo mandava sempre fuori di testa.

L’aveva ridicolizzato e sfidato, riuscendo anche ad avere la meglio e questa era una cosa che lui non avrebbe mai accettato.

Gli bastava un piccolo scattò, e le avrebbe strappato il cuore dal petto, certo che nessuno l’avrebbe ostacolato.

In quella stanza non c’era nessuno che potesse difenderla, quindi aveva la strada libera.

<< Forza parla. >>la incitò Stefan.

Klaus lo guardò sconcertato. Ovviamente si era dimenticato che una persona c’era.

Il suo vecchio amico non avrebbe permesso la morte della doppelganger, per chi sa quale oscuro motivo.

Se solo fosse stato sempre uno squartatore, le cose sarebbero state tutte più semplici e divertenti.

<< Tu ci hai svegliato per farci sentire qualche balla? E’ ovvio che ciò che ci dirà è tutta una bugia e che ci farà uccidere tutti! >> intervenne Caroline con veemenza.

Quella brutta bastarda! Era tutta colpa sua!

L’aveva uccisa, trasformata in un vampiro, minacciata, facendo viverle le esperienze più brutte della sua vita e non vita.

Non le interessava quello che aveva da dire, non avrebbe portato a niente di buono, quindi era meglio farla fuori.

Perché nessuno si decideva a farlo?

<< Ti ho lasciato che eri una stupida oca bionda e così ti ritrovo. Speravo in un miglioramento. >> le rispose Katherine.

Caroline stava per scattare, ma venne bloccata da Elena.

<< Non mi fido di te, ma stai rischiando molto esponendoti così. Quindi sono curiosa di sapere perché ti serve il nostro aiuto. >> disse la Gilbert, beccandosi un’occhiataccia da parte della sua sosia.

<< Chi ti dice che ho bisogno.. >>stava per rispondere l’altra, ma venne interrotta da Klaus.

<< Adesso basta, parla prima che decida in quale modo posso farti soffrire di più. >> la minacciò l’ibrido.

Katherine cercò di nascondere l’agitazione per quelle parole, ma la sua mano strinse ancora di più la spalla di Stefan, che si girò a guardarla sbalordito.

Sapeva quanto la vampira temesse l’ibrido, ma non credeva così tanto.

Questo poteva giocare a loro favore.

<< Esther mi ha trovato e obbligato a spiarvi. Con me c’erano anche Finn e Kol, ed era decisa a farvi tutti fuori. Appena è venuta a sapere che c’erano anche i Winchester, si è messa in contatto con un demone e ora stanno complottando insieme. In più Alaric e Jeremy sono già pronti per venire qui e farci tutti fuori. Questo è quello che so. >> spiegò Katherine, serissima.
Gli altri rimasero per un minuto buono in silenzio, cercando di assimilare quelle nuove informazioni.

Alla fine fu Dean a parlare: << Non sai il nome del demone? >>

<< No. La strega non si fidava così tanto di me, dopotutto. >>

<< Come darle torto >> replicò Dean, ironicamente.

Sam incominciò a pensare di chi potesse trattare.

Di demoni che li volevano morti ce n’erano a bizzeffe, ma che scendessero a patti con una strega?

Perché dovevano farlo?

Ma il problema maggiore in quel momento era l’arrivo di Alaric e Jeremy.

Uno era una specie di padre per Elena e l’altro il fratello, questo voleva dire che erano intoccabili.

Vide che gli altri stavano parlando, ma non capiva cosa dicevano.

A dirla tutta, non sentiva nessun suono provenire dalle loro bocche.

Cercò di concentrarsi al massimo, pronto a non dare di matto per quello che a breve avrebbe visto.

Ormai si era abituato, ci sarebbero state urla, fuoco, rosso.

Ma questa volta era diverso, semplicemente non sentiva nulla.

Poi vide un’ombra di sfuggita che attraversava la stanza e ne usciva.

Il suo primo istinto fu quello di seguirla, ma sarebbe stato strano agli occhi degli altri, quindi cercò di non darci peso.

Poi una voce, quella voce, lo chiamò: << Sammy. >>

Il tono era derisorio, irritante e maligno. Dall’altronde era la voce del diavolo. Sam l’avrebbe riconosciuta sempre, l’aveva stampata bene nella testa dalla prima volta che l’aveva incontrato e mai l’avrebbe dimenticata.

Cercò di guardarsi intorno, senza creare sospetti negli altri, ma non aveva capito bene da dove provenisse.

<< Sammy. >> lo chiamò di nuovo, e il cacciatore potè scommetterci che veniva proprio dal corridoio, dove aveva visto scomparire quell’ombra.

Cosa doveva fare? Dare l’allarme?

Se il diavolo era lì, doveva avvisare anche gli altri, no?

Intanto Rebekah aveva notato il comportamento strano del ragazzo.

Era fin troppo silenzioso. Non lo conosceva bene, ma aveva capito che lui era quello che ragionava. Quello che metteva a tacere i fratelli quando incominciavano a delirare.

E Dean lo stava facendo alla grande. Se non c’era Damon, con la sua fastidiosa ironia, c’era il cacciatore biondo.

Rebekah decise di avvicinarsi a Sam, pensando soprattutto a quello che era successo quella mattina.

Forse stava avendo un’altra delle sue crisi.

Gli diede una gomitata, e il ragazzo rispose al tocco, puntando il suo sguardo sulla biondina.

Il problema era che non riusciva a sentire niente, se non quella voce.

<< Allora? Che ne pensi? >> provò a chiedere la vampira, credendo che in realtà stesse bene. Ma quello sguardo smarrito e confuso, le fecero subito cambiare idea.
Cosa poteva fare per non dare nell’occhio?

Non poteva nemmeno parlare, con tutti quei vampiri nella stanza.

Allora la bionda prese il cellulare e scrisse un messaggio.

“ Tutto quello che vedi o senti non è reale. “ e lo fece leggere al cacciatore.

Sam rimase colpito dal gesto dell’Originale. Come aveva fatto a capire che era proprio quello il problema?

Fatto stava che la cosa era servita. Quell’odiosa voce era scomparsa e finalmente riusciva a sentire tutto.

Ancora una volta doveva ringraziare quella vampira. E ricredersi.

Beth non aveva poi tutti i torti. Gli esseri di quel posto erano diversi.

Troppo umani per poterli uccidere così a sangue freddo.

Ma quello che lui maggiormente si chiedeva era: perché lei.

Perché proprio Rebekah lo stava aiutando? Perché lei sapeva come trattarlo? La cosa era molto inquietante, soprattutto per uno che non credeva al destino.

<< Grazie. >> le sussurrò e poi si riunì al gruppo che si era circondato intorno a Katherine per avere maggiori informazioni.

<< Non c’è di che. >> mormorò la vampira, decisa a scoprire cosa stava succedendo al cacciatore.

Ormai ci era dentro, ed era troppo curiosa per tirarsi indietro.



SIOUX FALLS

Beth era ancora scossa dalla sua ultima trovata.

Dargli il suo sangue. Come le era venuto in mente?

E se adesso lui impazziva e cercasse di divorarla?

Ma la cosa le risultava solamente ironica.

Se c’era una cosa che le aveva imparato quel viaggio era che poteva fidarsi di Damon.

Lui era davvero bravo con tutta la cosa del controllo del sangue, e anche se non l’avrebbe mai ammesso, gli doveva la vita.

Nel giro di così poco tempo le aveva salvato la pelle, che la cosa era diventata anche fastidiosa.

Insomma, lei era una cacciatrice e non sapeva difendersi?

Se ne vergognava così tanto, ma decise di non darci peso in quel momento.

Andò nello ‘studio’ di Bobby e lo trovò a sfogliare un’agenda.

<< A quanto pare anche l’ultima medium amica che avevo è morta. Penso che ne dovrò cercare una nuova. >> disse il vecchio, appena sentì la ragazza entrare nella stanza.

<< Già. >>disse semplicemente lei, guardandosi intorno e infilandosi le mani nelle tasche posteriori dei jeans e dondolando sui talloni.

<< Beth ho capito che ti dispiace, non c’è bisogno che continui a comportarti come una cretina. >> fece il cacciatore, in tono affettuoso.

<< Sempre gentile. E’ solo che… Non prendertela con Sam e Dean. Non è colpa loro. >> confessò la rossa, esponendo la sua preoccupazione.

<< Non è colpa loro che tu sei diventata completamente pazza, certo. Ma potrebbero legarti su una sedia almeno. >>

<< Lo sai che scapperei. E poi non possono. Voi tutti vi preoccupate per me, e vi ringrazio, ma so quello che faccio. >> disse seriamente la cacciatrice.

<< Come mai allora vedo sulla tua testa aleggiare un’insegna luminosa che urla: “ Non ho idea di quello che sto combinando” ? >>

Beth si morse un labbro, non sapendo come rispondere.

Bobby la conosceva troppo bene, e lei non sapeva ancora come rispondere.

Come faceva a spiegare che c’era una parte di lei che non faceva che spingerla verso quel vampiro?

Che stava andando tutto per il verso giusto, che era quella strada da seguire?

<<  Voi non vi preoccupate. Mi fido di lui, non mi farà mai del male. >> disse. Quella era l’unica cosa che sapeva e per ora bastava.

Tutte quelle domande avrebbero poi trovato la risposta, con il tempo le sarebbe stato più chiaro.

Damon entrò nella stanza, non dando così modo al cacciatore di replicare, ma solo altro a cui pensare.

Beth ne era completamente persa. Male, molto male.

Come faceva a non capire che quello era un fottuto vampiro che l’avrebbe solo fatto soffrire?

Che vita poteva avere con un immortale?

Con un essere che non poteva provare nulla?

Eppure il modo in cui anche lui la guardava, lo faceva riflettere.

Quegli occhi azzurri come il ghiaccio, sembravano diventare fuoco quando si posavano sulla sua piccola.

Non era però legato alla sete, l’unica cosa che a detta di Bobby potevano provare i vampiri.

Era uno sguardo così magnetico, così passionale, così forte, che almeno in parte poteva spiegare perché Beth ci fosse cascata.

Il problema nasceva quando anche lei lo guardava.

Nei suoi profondi occhi color grigio si poteva leggere lo stesso desiderio del vampiro.

In quegli sguardi c’era molto di più di quello che quei due si limitavano a raccontare. Forse nemmeno loro se ne rendevano conto e ciò era positivo.

Voleva dire che si poteva fare ancora qualcosa. Si potevano fermare.

Forse sbagliava, ma Bobby si sentiva in dovere di intervenire.

Beth era una figlia per lui e avrebbe fatto di tutto per non farla soffrire.

Ancora aveva impresso nella mente il giorno in cui l’aveva incontrata per la prima volta.



14 febbraio 2010

Quella  
giornata aveva piovuto interrotamente e sembrava che non avesse intenzione di smettere.

Bobby era attaccato alla finestra, in preda alla solita ansia che gli saliva ogni volta che quegli idioti erano a caccia.

L’avevano avvertito che erano sulle tracce di uno dei cavalieri dell’Apocalisse: Carestia.

Insomma, solite cose. In più erano anche in compagnia del loro angelo- amico Castiel, che c’era da temere?
Ma in momenti come quelli, l’ironia non serviva a niente.

All’improvviso vide dei fari avvicinarsi sempre di più, ma non era quelli dell’Impala.

Sospettoso, subito andò a prendere una pistola, attendendo che lo sconosciuto facesse il suo ingresso, ma questo si limitò a bussare alla porta.

Bobby andò ad aprire, nascondendo la pistola dietro la schiena, ma poi questa cadde a terra per la sorpresa.

Davanti a lui c’era una piccola ragazza con dei lunghi capelli rossi, tutti schiacciati e bagnati.

<< Bobby Singer? >> chiese.

<< Sì, sono io. >> riuscì a dire il cacciatore.

<< Io sono Beth Winchester. Mio padre mi ha avvertito di indirizzarmi da lei, se ero a corto di casi. >> arrivò subito al punto la ragazzina.

Bobby lo sapeva che quel giorno sarebbe arrivato.

Il defunto John Winchester non era mai stato molto chiaro su tutta quella faccenda.

Le uniche cose che sapeva era che aveva un’altra figlia, oltre Dean e Sam, e preferiva non parlarne con i ragazzi.

I due erano molto legati alla madre e sapere che loro padre aveva un’altra, poteva essere un duro colpo. Anche se era dopo la dipartita della donna.

Sapeva che l’avrebbe subito riconosciuta. Rossa e occhi color grigiastro. Era impossibile che passasse inosservata.

<< Aspetta un attimo ragazzina. Entra dentro e parliamo con calma. >> le disse il cacciatore.

<< Lo sai che c’è l’apocalisse? Secondo te ho tempo di sedermi a bere tè e mangiare biscottini con te? >> rispose con astio l’altra.

<< Tu non puoi immaginare quanto lo sappia. E proprio per questo ti dico di entrare dentro e spiegarmi cos’è successo. >> insistette.

<< Tu conoscevi mio padre, giusto? Bene, sicuramente sai che è morto e mia madre l’ha seguito a ruota. Questo è tutto. Io faccio il mio lavoro e ho intenzione di fermare quest’apocalisse e tutti mi hanno consigliato di venire da te, se voglio iniziare con qualcosa e non andare alla cieca. >> spiegò la rossa, con freddezza.

<< Quanti anni hai? >> chiese l’altro.

<< Quasi 15. Non penso di essere dell’età giusta per un vecchio come te. >> rispose lei, mettendoci quanto più veleno potesse in quella frase.

Bobby ne rimase scandalizzato. Era così piccola e già era una cacciatrice!

Ma la cosa che forse lo destabilizzò di più fu vedere l’odio che trasmettevano quegli occhi.

Una ragazza così piccola non doveva provare quel sentimento.

<< Non ti preoccupare. Le rosse non sono il mio tipo, soprattutto se sono così acide. Ora entra, prima che ti costringa con i miei metodi, che prevedono pistole e calci in culo. >> le disse con finta serietà il cacciatore.

Beth alzò un sopracciglio meravigliata, ma decise di entrare.



<< L’hanno cremata questa medium? Bobby mi stai ascoltando? >>chiese ancora Beth.

<< Sì, ho capito! Credo di no, perché? Che vuoi fare? >> domandò il cacciatore.

<< Se ci sono ancora le sue ossa, probabilmente c’è ancora il suo fantasma, soprattutto se è morta in modo violento. Nessuno vuole davvero lasciare questo mondo. >> spiegò Beth.

 << Ti scrivo l’indirizzo allora, ma fai attenzione. Immagino che sarà infestato quel posto. >>  disse Bobby, ignorando volutamente il vampiro.

<< Sarà come in Ghost quando quello va dalla medium allora. >> intervenne Damon, con ironia.

<< Una cosa del genere, speriamo che nessuno abbia imparato a impossessarsi dei corpi. >> replicò la rossa, con lo stesso tono.

Perché dovevano farlo davanti a lui?

Quei sorrisetti, quelle occhiatine, quella complicità… rendeva tutto più difficile.

<< Ok, eccolo qui. >> li interruppe Bobby.

La rossa lo ringraziò, pronta per partire. Prese tutto il necessario, anche qualche cambio per lei e dopo dieci minuti era già fuori alla porta.

<< Ancora una volta ho reso la tua giornata più entusiasmante. >> disse sarcasticamente Beth, prima di abbracciare il cacciatore per salutarlo.

<< Vedi di non fare sciocchezze, capito? >> si raccomandò lui.

<< E usa lui per pararti dai colpi, dovrebbe essere abbastanza resistente. Io spero comunque che puntino al cuore. >> aggiunse.

Beth roteò gli occhi al cielo divertita.

<< E dopo chi guiderebbe? >> replicò la ragazza.

Senza indugiare ulteriormente, Beth salì sulla Chevry del vampiro e continuò a salutare il cacciatore con la mano, finchè non fu definitivamente fuori dalla sua vista.

<< Dove siamo diretti ora? >> chiese Damon.

<< Olney, Illinois. >> 

MYSTIC FALLS

<< Dovrei chiamare Jeremy o Alaric? >> chiese Elena.
<< Ma quanto puoi essere stupida? Questo è il nostro vantaggio e tu ci vuoi far scoprire? >> le rispose, con non molta gentilezza, Katherine.

La doppleganger umana inspirò ed espirò un paio di volte, cercando di mantenere la calma.

Aveva mandato via Jeremy per tenerlo al sicuro e cosa aveva ricavato da quel suo brillante piano?

Niente, oltre che mettere ancora più in pericolo suo fratello.

Era una mina vagante, doveva farsene una ragione, fare le valigie e andare a vivere su un’isola deserta.

Per quanto ogni volta cercasse di mettere da parte quei pensieri, per farsi forza, per affrontare meglio la situazione, questi c’erano sempre e non facevano che accumularsi sempre di più.

Prima o poi sarebbe esplosa, e ormai era questione di tempo.

Afflitta si sedette su una poltrona, ascoltando cosa avevano intenzione di fare i suoi amici e nemici.

Tutti in una sola stanza, la cosa era surreale e quasi comica.

Probabilmente Damon ne avrebbe riso tutto per tutto il tempo, o sarebbe andato in escandescenza, mandando tutti al diavolo e andando da solo a prendere il suo amico.

Forse avrebbe dovuto fare anche lei così.

Se voleva una cosa, doveva andare a prendersela senza coinvolgere nessuno però.

Quindi seguì i discorsi degli altri fino a un certo punto, poi la sua mente era troppo impegnata a elaborare un piano.
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Alla fine non c’era poi così tanto da pianificare.

Avrebbero aspettato l’arrivo di Alaric e Jeremy, storditi e trovato poi un modo per farli rinsavire.

Per quanto riguardava il demone, Sam e Dean non avrebbero avuto problemi a farlo fuori.

Per la strega ci avrebbero pensato Klaus e Rebekah in persona a strapparle il cuore da petto e darle fuoco.

Il vantaggio che avevano era di sapere già tutto, almeno non sarebbero stati colti alla sprovvista. Dopo il ritorno di Beth e Damon, avrebbero anche scoperto quale Originale dovevano uccidere e il caso si sarebbe chiuso.

Per il resto dei vampiri, era da decidere.

Si era ormai fatta l’alba e tutti decisero di ritornare alle proprie case, e quella sarebbe stata un’altra assenza da giustificare alla scuola.

Nell’impala nessuno osava fiatare, sia per stanchezza sia perché non c’era niente da aggiungere. Ancora una volta qualche amico era in pericolo e ancora una volta avrebbero rischiato la vita per salvarlo.

Arrivati a casa, subito ognuno andò nelle rispettive stanze, ma il destino aveva deciso che Dean Winchester non doveva dormire quel giorno.

Erano circa le 11 di mattina quando il suo cellulare prese a squillare e riluttante rispose.

<< Idiota! >> gli dissero dall’altra parte della cornetta.

<< Bobby, buongiorno anche a te. >>riuscì a dire Dean, con voce ancora assonnata.

<< Buongiorno un corno! Sai chi ha appena lasciato la mia casa? Beth e quel vampiro! Cosa cavolo state combinando lì? >> sbraitò il vecchio cacciatore.

<< Bobby non ho bisogno della paternale. Tu non sai quante volte abbiamo litigato io e Beth per tutto questo tempo, ma è cocciuta. >>

<< Ti sembra una buona spiegazione? >>

<< No, Bobby, certo che no. Ma.. >> Dean poi si bloccò, sentendo dei rumori nel corridoio.

<< Aspetta un attimo. >>disse il biondo al suo interlocutore, prendendo la fedele pistola che aveva nascosto sotto il cuscino e infilandosi le scarpe.

Arrivò all’inizio delle scale e vide che la porta d’ingresso chiudersi.

<< Bobby ti richiamo dopo. >> e l’altro cacciatore non ebbe nemmeno il tempo di replicare, che Dean chiuse la chiamata.

Uscì da casa e rimase sconvolto da ciò che vide.

Elena era appena sfrecciata via, nella sua piccola macchina rossa.

<< Merda! >> imprecò Dean e corse all’impala, lanciandosi all’inseguimento della Gilbert.

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SAN FRANCISCO, CALIFORNIA.

<< Biglietti presi. >> disse l’uomo, appoggiandosi all’infisso della porta.

<< E hai fatto anche quella chiamata? >> chiese la donna, mentre osservava con sguardo meticoloso le sue cameriere preparare le valigie.

<< Certo. Ha fatto un sacco di domande, però. >> si lamentò l’altro.

<< Mi aspetto che tu le abbia messe a tacere >>

<< Mi è bastato dire che Elena sente terribilmente la sua mancanza e il ragazzino non ha avuto da ridire. >> spiegò.

<< Bene. Una volta che l’avremo preso non ci metterò molto ad entrare in contato con la sua altra parte. E’ morto già parecchie volte e ho avuto così modo di manipolarlo. >>

<< E poi? Non pensi che sia ora di darmi qualch’altra spiegazione? >> pretese di sapere l’uomo.

<< Una volta che anche Jeremy sarà dalla nostra parte, vi occuperete dei vampiri. Mi ci vorrà poco, e riuscirò a ricollegare di nuovo i miei figli tra di loro. Per i cacciatori se ne occuperanno i demoni, attaccheranno prima di noi, magari ci fanno anche il favore di toglierci qualcun altro di torno. >>

<< Mi congratulo con lei, Esther. Un piano perfetto. >>

La strega sorrise trionfante, sentendo già la vittoria in mano.

<< Ora cerchiamo di non perdere l’aereo. Il nostro piccolo Gilbert ci attende a Dannver. >>

<< Un po’ mi mancherà il sole di queste parti. >> si lamentò l’uomo, porgendo il braccio alla strega.

<< Quando tutta questa storia sarà terminata, potrai tornarci quanto ti pare, Alaric. >>

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


Ormai Dean aveva terminato tutto il suo vocabolario di parolacce.

Non conosceva altre parole per descrivere quella situazione.

Sapeva che alla fine, tutti sarebbero usciti fuori di testa e la prima era stata proprio Elena.

La ragazza correva troppo con quella macchina, e l’ultima cosa che avevano bisogno in quel momento era un incidente stradale.

Non aveva capito bene cosa avesse spinto la ragazza a un simile gesto. Qual era stata la goccia a far traboccare il vaso? Ma soprattutto non capiva cosa avesse in mente.
Usciti dalla cittadina, Dean decise che era il momento di fermarla e cercare di farla ragionare.

Gli bastò premere di più sull’acceleratore e sorpassò la Gilbert.

Elena non capì subito quali fossero le intenzioni del cacciatore, ma quando lo vide spostarsi sull’altra corsia per girare la macchina e così ora stava per venirle addosso, fu costretta a frenare.

Strinse forte gli occhi e non li aprì finché non smise di sballottare avanti e indietro.

<< Forza, scendi. >>le disse la voce autoritaria di Dean.

La ragazza non se lo fece ripetere  due volte, bisognosa di scendere da quell’auto del terrore. Odiava guidare.

<< Allora? Mi devi dare una spiegazione. >> chiese spazientito il biondo.

<< Perché? Ora non sono più libera di uscire da casa? >> disse, cercando di sembrare una dura, ma non le veniva così bene quella parte.

Infatti Dean inarcò un sopracciglio, per sottolineare quanto dovesse essere ridicola in quel momento.

O almeno così si sentiva.

Lei non era fatta per le avventure, per le fughe nel cuore della notte, per i segreti. Preferiva fare piani e assicurarsi che tutti i suoi amici stessero bene. E quella sua bravata, avrebbe arrecato solo altri problemi, ma era decisa. Lo faceva per suo fratello.

<< Ho deciso di andare a prendere Jeremy, prima che Esther o chiunque altro lo rapisca. >> ammise Elena.

<< E non hai pensato che magari è già nelle mani della strega? Che quando andrai lì ti faranno fuori? Come fantasma non potrai fare molto. >> cercò di farla ragionare Dean, non abbandono il suo sarcasmo.

<< L’ho chiamato e mi ha detto che stava aspettando l’arrivo di Alaric. Gli ho detto di nascondersi da qualche parte. Che lo stavo andando a prendere. >>

<< E se fosse tutto un trucco? Se la strega l’avesse già manipolato? >> continuò il cacciatore.

<< Vuol dire che lo scoprirò al momento. >> disse sicura di sé Elena.

Dean si passò una mano sul volto, come se quel gesto servisse a portar via la sua angoscia e esasperazione. Dall’altra parte la ragazza non voleva perdere altro tempo. Doveva salvare suo fratello e l’avrebbe fatto a qualsiasi costo.

<< Dean, so che può essere pericoloso, ma qui c’è in ballo la vita di Jeremy. Non posso lasciarlo da solo, di nuovo. Io ho l’obbligo di prendermi cura di lui. Cerca di capirmi. Ti prego. >> supplicò infine Elena.

Non voleva causare altri problemi. Ce l’avrebbe fatta da sola.

Avrebbe preso suo fratello e insieme sarebbero ritornati a Mystic Falls.

Si girò, pronta a rientrare in macchina, quando si sentì afferrare il polso e, con forza, fu obbligata a voltarsi.
Il viso- quel magnifico viso- di Dean era a meno di un centimetro da lei e quei due magnetici occhi la scrutavano con attenzione.

A Elena le si mozzò il fiato, come ogni volta ormai, che si trovava a scontrarsi con la faccia del cacciatore così vicina.

Dean, di solito consapevole dell’influenza del suo fascino, sembrava dimenticarsene quand’era con la Gilbert.

E faceva bene! Con lei non rischiava.

Non poteva considerarlo più di un amico. Un amico che stava diventando ogni secondo sempre più importante per lei. Ma niente di più.

Il suo cuore era ancora in subbuglio per la perdita di Stefan, e ancora indeciso su cosa provare con Damon.

Però, non poteva di certo affermare che Dean non le facesse un certo effetto. Era pure sempre una ragazza e lui doveva smettere di trattarla così!

<< Verrò con te. >>asserì infine il cacciatore, allontanandosi un po’ da Elena, dandole così spazio per respirare.

<< Cosa? Assolutamente no! Tu devi rimare qui, non sappiamo quando arriveranno i demoni e solo tu e Sam sapete come combatterli. >> disse lei, ma Dean stava già caricando le valigie nella sua Impala.

Questo gesto, fece inviperire molto Elena, che gli sbarrò la strada.

<< Ascoltami quando parlo! >>
<< Lo farò quando tu incomincerai a dire cose sensate. >>le rispose a tono il biondo, avviandosi già al posto di guidatore nella sua Impala.

<< Dean, non farlo. Io sto facendo questo per mettere in salvo la vita di mio fratello, non mettere a repentaglio quella del tuo. >> cercò ancora una volta di farlo ragionare, ma il cacciatore si limitò a dire: << Sposta la tua macchina dalla strada ed entra qui. >>

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Come ogni mattina, Rebekah si recava nel piccolo spaziato nel bosco, dove aveva seppellito i suoi fratelli.

Rimaneva giusto cinque minuti, il tempo di un breve saluto e di una maledizione verso la sua famiglia.

Perché tutto era andato a rotoli?

Perché non potevano essere felici come tutti gli altri?

Perché lei non era permesso conoscere il vero significato di quella parola?

Felicità. Il semplice pronunciarla, e già ti veniva da sorridere.

Ma tutto questo non era parte della sua vita.

Riservò un pensiero anche a Nicklaus.

Aveva scoperto che suo fratello, ogni mattina la seguiva in quel posto e poi rimaneva nascosto.

Era un gesto così dolce da parte sua, ma anche terribilmente frustante.

Klaus era terribilmente orgoglioso e testardo, con un ego smisurato e così succube della paura, da non poter mai dimostrare un attimo di debolezza.

Anche se si trattava di sua sorella stessa.

Lei non era da meno.

Poteva anche fare il primo passo, ma non voleva, non quella volta.

Era stanca di dover essere sempre lei quella che si faceva in quattro per rimettere le cose apposto.

Insomma, non solo veniva pugnalata e tradita, doveva pure umiliarsi?

Quella volta non gliel’avrebbe data vinta.

Non importava che ora era completamente sola, doveva resistere. E poi qualcosa a cui pensare l’aveva.

Oltre l’arrivo di sua madre, con demoni al seguito, c’era anche la questione di Sam.

Aveva intenzione di parlarne con Beth, appena fosse tornata, ma nel frattempo era l’unica a saperlo.

Aveva deciso di immischiarsi in quella situazione, perché Sam era sempre stato così gentile con lei e davvero non se lo sentiva a lasciarlo da solo a vagare per strada urlando come un pazzo.

Questi strani mostri stanno arrivando per farli fuori, e il cacciatore doveva essere in ottima salute se aveva intenzione di sopravvivere.

Ormai aveva preso le sue decisioni, e nessuno poteva farle cambiare idea.
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 Nel tardo pomeriggio, Beth e Damon arrivarono a destinazione.

Parcheggiarono davanti al cimitero, dove la donna era seppellita.

Secondo le ultime informazioni che Bobby aveva inviato, la medium era morta per una causa non soprannaturale. Un uomo l’aveva sparato, a causa di una sua premonizione che non gli era andata molto a genio.

Beth era convinta che il fantasma dovesse essere ancora lì.

Era stata pur sempre una morte violenta.

<< Dici che possiamo entrare già ora? >> chiese Beth.

Durante quel tragitto, non avevano parlato molto lei e Damon.

Quella cosa del sangue si era rivelata più imbarazzante del previsto.

Non che il vampiro fosse questo chiacchierone, e a dirla tutta, nemmeno lei lo era.

Forse era semplicemente la sua testa che si faceva mille problemi, rendendo le cose più tragiche di quelle che erano.

<< Conviene aspettare che si faccia più tardi, poi soggiogherò il custode. >> convenne Damon.

Stare chiuso, per tutto quel tempo, in un abitacolo piccolo di una macchina con Beth, si era rivelato più difficile del previsto.

Non faceva che pensare al sapore delizioso di quel nettare divino.

Sì, divino era il termine giusto.

Era uno dei migliori- se non l’unico – che avesse avuto un tal effetto su di lui.

Pieno appagamento, pace dei sensi e sete. Tanta, troppa.

Era una di quelle cose, che ti rende felice per quel poco di tempo che riesci ad averla, ma appena te la portano via, non fai che desiderala sempre di più.

E lui l’aveva avuto sotto il naso, per moltissime ore.

Si meritava un premio per il suo autocontrollo.

Per fortuna che ora c’era questa cosa della caccia.

Oddio, chiamarla fortuna era un eufemismo.

Tralasciando che ci sentiva terribilmente stupido a fare il gostbuster, ci sarebbe stato di sicuro del sangue.

<< Spiegami come funziona questa cosa. Non si può proprio evitare di andare a disseppellire questa donna? Sai la puzza che ci sarà? Dopo dovremmo solo dare fuoco ai nostri vestiti… >>disse il vampiro, facendo ironia.

<< Per far lasciare definitivamente il nostro mondo, da un fantasma, bisogna cremare il suo corpo completamente. Non deve rimanere nemmeno una cellula di lui. Il mio piano è prendere questo corpo, usarlo come ostaggio e obbligare la medium a parlare. >> spiegò la rossa.

<< Povera donna. Non può avere pace nemmeno da morta >> commentò Damon, con finto dispiacere.

Beth si limitò a roteare gli occhi e poi prese qualcosa da mangiare.

<< Dovresti farlo anche tu, sai? Nutrirti. >>disse di punto in bianco.

Damon la guardò allibito.

Quella ragazzina voleva morire? Aveva tendenze suicide?

Certo, per fare la cacciatrice, doveva per forza averne, ma non credeva fino a quel punto.

<< Sei più pallido del solito, tutto qui. Ti ho già detto che non voglio intorno qualcuno troppo debole che mi possa rallentare. >> chiarì Beth.

Lei era molto professionale, questo il vampiro l’aveva capito, ma non era di certo il tipo che permetteva che gli fossero dette certe cose.

<< Spero di perdere il controllo. >> disse con veemenza, per poi prendere una sacca di sangue e affondarci i canini.

Chiuse gli occhi, assaporando a pieno quel B positivo, che non era niente a confronto dell’odore che emanava il sangue della sua vicina.

Lo sentiva fluire forte nel cuore, che poi lo pompava ancora più velocemente nelle vene.

Perché doveva trattenersi? Cosa doveva a quella ragazzina?

Non faceva che sfidarlo, per poi sfoderare quei suoi occhioni per destabilizzarlo.

Finì quella sacca in un batter di ciglia, grazie anche al fatto che la maggior parte era finita sulla sua maglietta e molto sgocciolava dal suo mento.

Il suo viso era ancora trasfigurato dai quei tratti animaleschi, quando si voltò verso la ragazza e si buttò su di lei, puntando al collo.

Beth fu veloce, e riuscì a mettere le mani davanti, appoggiandole sul suo petto e cercando di spingerlo via.

<< Damon, no! >>urlò, non sapendo cosa fare.

Il vampiro la sovrastava completamente.
Non aveva vie di fuga.

Chiuse forte gli occhi ed abbassò un po’ il capo, mentre metteva quanta più forza poteva nelle braccia, per cercare di fermarlo.

Era stata un’illusa.

Credeva di potersi fidare di lui, e invece gli era bastato un non-nulla per arrivare in quella situazione.

Quasi voleva uccidersi da sola, per quanto era stata stupida.

Doveva star sentire Dean e Bobby, doveva prendere le dovute preccauzioni.

Invece non si era nemmeno preoccupata di munirsi di un pugnale di legno.

Sciocca, infantile e morta. Ecco come l’avrebbero ricordata.

Una lacrima solcò il viso della ragazza, che non sfuggì a Damon.

Cosa stava facendo?

Cosa gli era venuto in mente?

Non era da lui lasciarsi andare così. O forse sì?

Perché lui sabotava le cose.

Perché lui non poteva far vedere il buono che c’era in lui.

Perché alcune persone quando vedono cose buone, si aspettano una persona buona. E lui non voleva dover essere all’altezza delle aspettative di qualcuno.*


E Beth rappresentava in pieno una di quelle persone, che più temeva.


Gli aveva dato la sua fiducia troppo presto, credendolo diverso.

Era ora che capisse invece il mostro che era.

Doveva stare lontana da lui, prima che la portasse giù nel suo baratro.

Lei era la persona più pura che avesse mai conosciuto e non si sarebbe mai permesso di sporcarla.

Beth sentì Damon fermarsi e si decise ad aprire gli occhi.

Il vampiro era ancora sopra di lei, con quel viso.

Le sue iridi erano sempre azzurre come il ghiaccio, ma il resto era rosso. Inoltre i suoi occhi erano contornati da venuzze violacce e il suo viso era ancora più bianco. Impossibile da non notare, erano i due canini, ancora insanguinati, che prepotentemente facevano mostra di sé.

Ma nonostante tutto, Beth non poteva non pensare quanto Damon fosse sempre splendido. Questo però non la fermò dallo spintonarlo via e uscire dalla macchina.

Il vampiro non la fermò.
-------------

Caroline quella giornata l’aveva passata chiusa in casa e ci avrebbe passato anche la notte.

C’era troppo su cui pensare, soprattutto dopo la chiacchierata che aveva avuto con Klaus quel pomeriggio.

Se l’era ritrovato fuori casa, seduto comodamente sullo scalino della veranda.
Il suo primo istinto fu di ignorarlo, ma la curiosità ebbe la meglio.

<< Mia cara, pensavo che mi avresti evitato per sempre. >> disse con quel suo timbro vellutato ma che nascondeva ironia.

<< Mi risulta difficile farlo visto che hai deciso di soggiornare sulla mia veranda. >> gli fece notare la bionda.

Klaus ridacchiò compiaciuto.

Poi gli chiedevano pure perché gli piacesse Caroline. Insomma, che c’era da spiegare?

Era bella, forte, raggiante.*

Incarnava il suo prototipo di donna perfetta.

Peccato solo che c’era quel Tyler!

Anche se non si faceva sentire o vedere da tempo, la vampira non si decideva a mollarlo.

Ma Klaus non si sarebbe arreso. Quando voleva una cosa se la prendeva, senza mezze misure.

Conosceva Caroline, per quanto dicesse di odiarlo infondo era certo che lei fosse attratto da lui.

Erano troppo simili per ripugnarsi e presto anche lei l’avrebbe capito.

<< Allora? Perché sei qui? >>chiese la vampira, incominciando a spazientirsi.

<< Sono qui per accettare le tue scuse. >> disse Klaus, parandosi davanti a lei.

<< Cosa? >>

<< Katerina ha ammesso di essere stata lei ad appiccare il fuoco a casa Gilbert. Io ho mantenuto fede al nostro patto, mentre tu non hai fatto altro che accusarmi. Credo che delle scuse siano il minimo. >>spiegò l’ibrido, convinto delle sue parole.

Caroline rimase a fissarlo a bocca aperta.

Con tutti i guai che avevano, lui pensava a delle stupide scuse?

<< Perché ti interessa tanto che io te le dia? >> chiese lecitamente.

<< Mi piace avere ragione. >> disse semplicemente l’Originale, sorridendo sornione.

Caroline sapeva che se non l’avesse accontentato, le avrebbe dato il tormento giorno e notte.

Quindi anche se riluttante, riuscì a dire: << Ok, scusa. >>

<< Visto, non era così difficile, love. >> e detto questo, Klaus stava per andarsene, ma venne bloccato dalla voce squillante di Caroline.

<< Non hai paura? >> chiese d’impulso la vampira.

Esther era l’essere più potente con cui avessero mai avuto a che fare.

E anche Klaus sembrava temerla, e se perfino lui provava questo allora c’era da preoccuparsi.

Eppure sembrava così calmo e rilassato, questo non faceva che inquietarla ancora di più. Poteva significare solo una cosa: aveva un piano.

<< Voglio essere fiducioso. Forse i tuoi amici non sono così inutili. >> rispose con non- curanza lui.

Ma Caroline quella giornata era alla ricerca di certezze.

Non ci stava capendo più niente.

Da quand’era vampira aveva incominciato a percorre questo lungo tunnel, ma sembrava infinito.

Non c’era stato un giorno in cui potesse godersi quello che era.

Le sarebbe bastato una corsa nei boschi, ma ormai nemmeno quello era permesso.

Gli unici attimi in cui si sentiva meglio era al fianco del suo lupo, ormai ibrido.

Ma lui sembrava scomparso.

E fu la disperazione a portala a chiedere: << Sai qualcosa su Tyler? >>

Quella domanda aveva spiazzato entrambi.

Era stata una stupida a domandarlo proprio a Klaus.

Che si aspettava?

Che lui mettesse da parte ogni cosa per coronare il suo sogno d’amore?

Cosa pretendeva?

Prima diceva di odiarlo e poi sperava che la aiutasse?

Klaus l’osservò a lungo, indurendo sempre di più lo sguardo.

Poi con due lunghe falcate, le fu di nuovo di fronte.

<< Perché continui a pensare a lui? Un giorno, tra un anno, o magari un secolo, ti presenterai alla mia porta e lascerai che ti mostri quello che ha da offrire il mondo. Ricorda le mie parole. Ragazzo di paese, vita di paese: non sarà mai abbastanza, per te.* >> le sputò in faccia, quasi con violenza.

Poi scomparve, lasciando una Caroline a fissare il vuoto davanti a sé.


E ora lei, distesa sul suo letto, continuava a rimuginare su quelle parole.

E forse giunta l’ora di andare avanti e dimenticare Tyler?

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Quando Sam si svegliò, ormai era pomeriggio inoltrato.

Sbalordito trovò la casa completamente vuota.

Subito chiamò Dean, che gli spiegò un po’ la situazione, rassicurandolo che lui ed Elena sarebbero tornati presto a casa.

Sam, pensò anche di mettersi in contatto con Beth, ma vide che la sua sorellina già ci aveva pensato.

Infatti aveva ricevuto un sms dalla rossa, dove gli diceva che entro domani sera sarebbe stata di ritorno.

Aveva casa completamente vuota e il silenzio regnava, cosa molto utile per i suoi nervi ormai sempre più tormentati.

Scese in cucina, ma svenne quasi, alla vista di Lucifero seduto comodamente sul tavolo, che si rigirava una mela fra le mani.

Era perfettamente come se lo ricordava.

Capelli biondo cenere, barba quasi bianca, occhi blu elettrico.

Aveva ancora l’aspetto di quel poveraccio che aveva impossessato.

Sam era convinto che quel capitolo fosse stato chiuso.

Circa due mesi fa, lui e i suoi fratelli erano riusciti a farlo fuori, eppure eccolo lì.

<< Sammy, finalmente ti sei svegliato! Mi stavo annoiando a stare qui da solo. >> si lamentò, per poi scoppiare a ridere.

Il cacciatore non sapeva che fare.

Non c’era una vera arma per farlo fuori, loro si erano limitati ad aprire un varco e buttarcelo dentro.

Non era una cosa che si poteva fare in due minuti, ci avevano messo un anno, dove la lista delle vittime era senza fine!

<< Come hai fatto a fuggire? >> chiese, cercando di mantenere la calma.

Lucifero lo guardò per un secondo, e poi scoppiò a ridere.

Quel suono era così forte, che Sam giurò di aver sentito la lampadina artistica che era nel corridoio, rompersi, ma quando si voltò poté constatare che non c’era traccia di vetro.

Poi si girò di nuovo verso quel mostro, ma di lui non c’era traccia.
Al suo posto invece c’erano le fiamme.

La cucina stava per andare a fuoco, avanzando sempre di più verso Sam.

“ E’ un incubo, non c’è altra spiegazione” pensò, andando a distendersi sul divano.

“ Quando riaprirò gli occhi, sarà tutto scomparso.” Si ripeté in mente, finché Morfeo non l’accolse fra le sue braccia, alle 19.00.
















 

 

Sì, sono ancora viva! Mi scuso immensamente per l'enorme ritardo, ma davvero non ho avuto tempo di aggiornare prima.
E ora che l'avevo, mi sono dovuta fermare! Infatti il capitolo doveva essere lungo ancora un bel po'. Nella mia mente doveva contenere anche la caccia di Damon e Beth, e una scena che cambierà tutto, facendo finalmente nascere una coppia! Ahimè, dovrò farlo nel prossimo capitolo che verrà pubblicato: fra sabato-domenica-lunedì.
Tutti i miei futuri aggiornamenti avverrano in uno di questi giorni ;)
Voglio spendere due parole su questo capitolo:
- i Deanna( non sono brava con i nomi, abbiate pietà ^^'): penso che manchi davvero poco, Dean è pronto a mollare due ceffoni ad Elena. xD All'inizio non capiva il comportamento dell'amica, ma dopo averci parlato, non può che aiutarla. Anche lui non ci penserebeb due volte e partirebbe al salvataggio di uno dei suoi fratelli: come può giudicarla?
Ma si preoccupa per lei e decide di accompagnarla.
-i Bemon( mettiamoci la E così li differenziamo dai Bamon xD): dopo la genialata dell'altro capitolo, dove Beth decide di dare il suo sangue a Damon, il vampiro incomincia a riflettere. Non so se sono stata chiara, ma spero che si noti la lotta interiore che vive nel bel moro. Lui si sente troppo legato a Beth, è avvenuto tutto così velocemente che nemmeno lui sta capendo xD All'inizio doveva essere solo un divertimento, poi una compagna d'avventure, ma ora sta facendo i conti su quello che potrebbe provare lei e su cosa vuole lui stesso. Alla fine ha vinto la sua parte umana, che la lascia andare vedendo il suo gesto solo come una cosa positiva: l'ha salvata da se stesso.
- i Klaroline: non parlavo di loro da tantissimo tempo! Visto che in mente ho tante scenette divertenti, ho pensato di dedicare un po' di spazio anche a loro per non farveli dimenticare xD
- i Sebekah ( vi ho già detto che non sono brava a inventare nomi?): Rebekah ha scoperto il segreto di Sam, e non può far meno di interessarsi. Cosa si nasconde dietro questo gesto? Cosa potrebbe portare? Lo scopriremo solo vivendo xD Intanto Sam questa volta ha una vera "conversazione" con Lucifero. Tutto verrà spiegato nel prossimo capitolo, anche su chi sia questo Lucifero ;)

Capitolo un po' di stallo, ma spero che vi possa essere piaciuto lo stesso. Voglio ringraziare tutti i nuovi lettori ( che aumentate sempre di più, che gioia ç^ç) e tutti quelli che mi seguono da tempo, e che continuano a recensire <3

Alla prossima! :3

Ps: capitolo non revisionato.

*Episodio di TVD 3x19
*Episodio di TVD 3x14
*Episodio di TVD 3x20

 

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


Alle 19.05 Sam riaprì gli occhi.

Sentì un fastidioso scoppiettio, come di piccole botte. I classici petardi che usano i ragazzini.

“ Forse è qualche tepistello” pensò in un primo momento, ma il rumore era troppo vicino, tanto che gli risultava impossibile chiudere occhio.

Infastidito, si alzò di scatto e vide proprio a terra del divano, alcuni di questi petardi.

L’artefice di tutto era Lucifero, che seduto comodamente sulla poltroncina di Dean li lanciava.

Sam, con un cipiglio meravigliato, lo incominciò a fissare e riflettere.

Che fosse impazzito? Ormai tutto sembrava confermare questa tesi.

Cosa avrebbe dovuto fare allora? Morire? Suicidarsi? 
Non gli faceva per niente piacere la cosa.

Lui era quello che vedeva la luce alla fine di quel tunnel*, che era la sua vita e quella dei suoi fratelli. Lui voleva sopravvivere, ma non così.

Come un pazzo, sarebbe stato solo un problema per tutti. 
Ma avrebbe combattuto. Doveva provare a fare qualcosa, poi se non ci fossero state soluzioni allora, solo in quel caso, si sarebbe tolto dai piedi.

Lucifero sembrò solo in quel momento accorgersi di averlo svegliato e con aria dispiaciuta disse:<< Scusami. >> ma subito dopo rise.

<< Com’è possibile tutto questo? >>chiese il cacciatore, più a se stesso che al diavolo, ma quest’ultimo decise di spiegare finalmente quello che stava succedendo.

<< Sammy, Sammy, Sammy- incominciò in tono canzonatorio- credevi davvero che ti saresti sbarazzato così velocemente di me? Insomma, pensavo che avessi una più alta considerazione del sottoscritto! >>

<< Abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare. >> insistette l’altro.

Lucifero sbuffò spazientito, poi decise di parlare: << Sam, io e te siamo legati. Tu dovevi essere il mio contenitore. Nel momento in cui mi avete gettato in quel varco, facendomi rinchiudere, ho perso gran parte dei miei poteri ma il legame con te è rimasto. Io non sono qui davvero. Questo non mi impedisce però di manipolare il tuo cervello anche se mi trovo ancora in quella gabbia. I tuoi poteri, alimentati dal sangue dei demoni, sono ancora relativamente forti e finchè non scompariranno, io ti farò compagnia. >> 

“ Almeno non sono pazzo” pensò sollevato Sam.

Per quanto potesse sembrare assurda quella situazione, aveva il suo senso.

Se si trattava di resistere, ce l’avrebbe fatta.

Prima o poi i suoi poteri sarebbero scomparsi del tutto e di conseguenza anche il diavolo, e tutto sarebbe tornato normale.

<< Renderò questa convivenza indimenticabile. >> mormorò Lucifero, con un perfido sorriso e un brivido di terrore attraversò la schiena del cacciatore.

Forse non era così semplice la cosa.

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Beth non era il tipo che piangeva e non l’avrebbe fatto nemmeno in quel momento.

Il suo scudo contro il male che riceveva, era l’arroganza e l’indifferenza.

Ma in quel momento non sapeva se sarebbe stata in grado di ergere le sue barriere.

Si sentiva così sciocca.

Aveva rischiato tutto per seguire quello in cui credeva.
Era certa della fiducia e della stima che aveva provato fin dal primo momento verso il vampiro.

Ma il suo istinto aveva fatto cilecca. Alla grande.

Non capiva però cosa avesse scatenato quella reazione.

Forse aveva detto qualcosa che non doveva dire? 
Aveva avuto un atteggiamento troppo avventato?

Beth scosse la testa, maledicendosi.

Non era colpa sua. Lei non c’entrava niente.
Era lui.
Solamente lui.

Era un vampiro e questo diceva tutto.

Appena avessero portato a termine il caso, sarebbe ritornata a casa e avrebbe mantenuto le distanze da quell’essere.

Era ancora seduta sulla panchina di fronte al cimitero, quando il custode andò a chiudere l’ingresso principale.

Vide Damon uscire dall’auto e avviarsi verso il cancello di ferro battuto.
Il corvino era pronto a romperlo, bastava una leggera pressione e quello si sarebbe aperto, ma Beth lo bloccò.

<< Scavalchiamo. All’uscita prenderemo le chiavi dal becchino. Non dobbiamo rimanere tracce. >> disse la rossa, con voce glaciale.

Damon se l’aspettava.

A dirla tutta aveva pensato di peggio.
Si era immaginato che la cacciatrice l’avrebbe pugnalato a sangue freddo, invece si limitava a fare la sostenuta.

Meglio così. 

Niente era mai iniziato e niente sarebbe iniziato.

Certo lui si perdeva la possibilità di assaggiare ancora una volta quel nettare rosso, ma così aveva evitato che quella ragazzina si attaccasse troppo a lui.

Doveva pensarla così.

Ogni sorta di ripensamento era vietato.

Non poteva permettersi il senso di colpa.

Lei c’era stata fin da subito, aveva messo in gioco ogni cosa per stare dalla sua parte, si era fidata.

E cavolo! Quante persone l’avevano fatto, prima d’allora?

Nessuno.

Era stupido nascondere il legame che era subito nato tra di loro.

Si piacevano e da lì sarebbe potuto nascere dell’ottimo sesso, e magari anche una bell’alleanza.

Ma era tutto da dimenticare. 

Lei non era quel tipo di ragazze che poteva essere tratta così, quindi inutile rimuginarsi sopra.

Dopo il grande cancello principale, il cimitero era circondato da mura alte quanto Damon.

Il vampiro, con tanto di sacca dove c’erano le arme e altri attrezzi, fece un salto, ma si fermò sul bordo, aspettando Beth.

La cacciatrice prese una breve rincorsa, e poi si lanciò verso il muro.

Riuscì ad afferrare con le mani il bordo, e con l’aiuto dei piedi che aveva appoggiato sulla parete, si spinse fino a quando non raggiunse completamente la vetta.

Il problema ora era l’altra parte.

Infatti non era possibile lasciarsi semplicemente cadere, a causa dei cespugli, pieni di spine, che circondavano la base delle mura.

Beth e Damon si fissarono per un secondo.

Bastava che lui la prendesse in braccio, ma in quel momento era impossibile.

La rossa allora decise di non indugiare, si diede una spinta e poi si lanciò.

Era riuscita ad evitare i cespugli, ma prima di fermarsi, rotolò per un po’.

Quando aprì gli occhi, poté constatare che non c’era nulla di rotto.

Soddisfatta, si diresse nella baracca dove alloggiava il becchino, certa che Damon la stesse seguendo.

Come programmato, il vampiro soggiogò l’uomo e prese le chiavi del cancello, così da evitare di dover scavalcare di nuovo il muro.

Inoltre si fece dire anche dov’era seppellita la donna.

Nancy O’ Gough si trovava quasi alla fine di quel cimitero e sulla sua lapide c’era un’incisione: “ Che tu possa finalmente vivere in pace”.

Beth apprezzò pienamente quelle parole, probabilmente anche sulla sua tomba ci sarebbe stata scritta una cosa del genere.

Per chi aveva una vita come la loro, solo la morte sembrava una via di fuga.

Prese la pala che c’era nella sacca e incominciò a scavare, ma Damon la fermò.

<< Dai a me, sono più veloce. >> disse semplicemente il vampiro, utilizzando poi la sua velocità.

Beth non fece obiezioni e quando gli passò la pala, fu ben attenta a non sfiorare le sue mani.

Non voleva più nessun contatto con quell’essere.

Damon fu veloce, e in un attimo, la tomba di legno chiaro fu ben visibile.

Fu sempre il vampiro a forzarla e ad aprirla.

La medium era morta da soli due mesi, ma il suo corpo mostrava tutte le caratteristiche del deterioramento.

Beth subito prese la sacca e invitò Damon a metterci il corpo.

Per quanto fosse abituata a scene del genere, non riusciva mai a farsene una ragione.

Vedere un corpo umano in quello stato era terribile.

Forse la cosa più brutta era la puzza e gli insetti.

Per non parlare della pelle che ben presto avrebbe lasciato il posto solo a un mucchio di ossa e poi al nulla.

Damon fu rapido nel mettere tutto apposto, poi prese il sacco dalle mani della cacciatrice, caricandoselo in spalla e si incamminarono verso l’uscita.

Il silenzio che regnava tra i due era ancora più lugubre del  cimitero.

C’era tanto risentimento e voglia di dirne tante all’altro.

Ma l’orgoglio non permetteva niente.

L’autoconvinzione di aver fatto la scelta giusta, non dava la possibilità di un chiarimento.

C’era solo voglia di tornare a casa e ristabilire gli equilibri di una volta.

In venti minuti erano già fuori alla porta dell’appartamento della defunta medium.

Beth dovette ammettere a se stessa, che i poteri del vampiro erano molto utili. Facevano guadagnare tempo.

Damon forzò la porta e riuscirono ad entrare, ma fecero un paio di passi prima di fermarsi. 

Beth prese il sale e fece con esso un cerchio intorno a loro.

<< Ricorda: sale e ferro. Sono le uniche due cose che tengono lontani i fantasmi. >> spiegò.

Damon annuì impercettibilmente, troppo occupato a fissare alla sua sinistra.

C’era un qualcosa che non riusciva a identificare.

<< Guarda. >> fece segno alla cacciatrice.

Beth aguzzò la vista, ma nemmeno lei riuscì a distinguere quella sagoma sfumata, così decise di tentare:<< Nancy, sei tu? >>

In un attimo quella figura si avvicinò a loro, fermandosi a un millimetro dalla scia di sale.

I ricci erano di un biondo sciupato, così come i vestiti. Avevano perso i colori, diventando sbiaditi.

Il volto poi era bianco come un lenzuolo e due grosse occhiaie nere contornavano quegli occhi verdi.

L’unica cosa che sembrava viva era il buco che aveva nella fronte.

Il segno del proiettile era ancora lì, come simbolo del male ingiusto che le era stato inferto. 

Damon non si scompose. 
Si era immaginato che un fantasma dovesse essere così.

L’unica cosa che lo colpì davvero furono i suoi movimenti.

Come un ologramma, la figura della donna perse la sua eterogeneità per diventare frastagliata.

Come se ci fosse stata un’interferenza che non permetteva di vedere bene, rendendola a strisce.

Un secondo dopo però, era più indietro e sembrava ancora un normale essere umano.

<< Cosa volete? >> disse, quasi non muovendo le labbra.

<< Nancy siamo amici di Bobby Singer. Lo ricordi? >> chiese Beth, addolcendo la voce.

Damon non l’aveva mai sentita parlare così.
Sembravano imperlate di miele quelle parole. Troppo dolci e tentatrici.
Era impossibile dirle di no.

<< Sì. >> rispose il fantasma.

<< Bene. Siamo qui per aiutarti, se tu ci fai un favore. >> continuò la rossa, con quel tono.

<< In cosa consiste? >>chiese dubbiosa lo spirito.

<< Dovresti metterci in contatto con una certa Rose. Era un vampiro e vogliamo sapere chi è il fondatore della sua stirpe di sangue. In cambio noi ti libereremo, potrai finalmente vivere in pace. >> spiegò Beth, sottolineando la frase che aveva letto sulla lapide.

<< Non c’è pace per quelli come noi. Gli essere soprannaturali vanno in un luogo orribile. Si è da soli e si combatte contro tutti. Sono pochi quelli che riescono a trovare un loro angolo di paradiso anche lì. 
Forse io sarò fra quei fortunati. >> aggiunse infine il fantasma, per poi scomparire.

<< Ma dov’è andata? >> chiese Damon, e in risposta si sentì un eco: << Resistete. >>

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Era un stupido! Imbecille! Idiota!

Aveva pensato di riuscire a cavarsela contro il diavolo? 
A chi voleva darla a bere?

Era da solo due ore che era incominciata quella convivenza forzata, e già si sentiva di impazzire.

Da più di venti minuti, Lucifero si era fissato con un’ allucinazione ben precisa: lui che faceva sesso con sua madre.

Sam non poteva accettare una tale cosa, e per quanto cercasse di non guardare e di ripetersi che era tutta una finzione, a un certo punto aveva preso il giaccone ed era scappato fuori di casa.

Non che la situazione migliorasse.

<< Che brutto posto. E’ tutto così noioso! Se lo rasi al suolo, giuro che non ti darò più fastidio. >> si lamentò il demonio.

<< Fattelo piacere. >> bofonchiò Sam, per poi entrare nel Mystic Grill.

Si diresse al bancone e chiese a Matt qualcosa da bere.

<< Quel ragazzo assomiglia me da giovane. Cioè assomiglia al corpo giovane che sto possedendo. >> commentò Lucifero.

Sam cercò ancora una volta di ignorarlo, ma quello incominciò a urlargli nelle orecchie.

Il cacciatore mantenne la calma per quanto poté, affogando la collera e il dolore nell’alcol, ma ben presto anche questo tentativo si rivelò inutile.

Stringeva il bicchiere così forte, che a breve si sarebbe rotto, ma una mano delicata e femminile si poggiò sulla sua.

<< Non era l’altro fratello quello alcolizzato? >> domandò con sarcasmo Rebekah.

Sam la guardò con aria spaesata e intontita, indeciso se fidarsi.

Era lei o un’altra allucinazione?

<< Che bel bocconcino! >> esultò Lucifero, squadrando la vampira.

<< Rebekah, sei tu. >> disse infine il cacciatore.

Il commento del maligno gli aveva fatto capire che la ragazza era davvero lei.

Dall’altra parte, la bionda aveva subito intuito che c’era qualcosa che non andava.

Il ragazzo sembrava un invasato, che non smetteva di guardarsi intorno e sussultare.
<< Cos’hai? >> chiese.

Sam era titubante. Parlare o meno?

Ma ormai Rebekah sapeva, tanto vale dirle tutto. Magari così si sarebbe sentito meglio anche lui.

<< Ho scoperto perché avevo quelle allucinazioni e questo non ha fatto che peggiorare la cosa. >> ammise.

<< Ehi! Potrei offendermi. >> ribeccò Lucifero.

“ Non lo pensare”

<< Avevo ragione allora! L’avevo intuito che dovevi avere qualche problema del genere. E cos’hai scoperto? >> domandò la vampira.


<< Sammy, ma te la sei fatta? >> chiese in contemporanea l’altro.

“Concentrati solo su Rebekah”

<< E’ legato al mio passato. All’ultima caccia che io e miei fratelli abbiamo fatto. >> spiegò il cacciatore.

<< Sammy rispondimi! Non posso credere che te la sei lasciata scappare! >>

“Rebekah, pensa solo a Rebekah”

<< E non c’è niente che si può fare? >> domandò giustamente l’Originale, per poi aggiungere: << Posso aiutarti, se vuoi. >>
E dopo quella frase, per un momento – per un solo dannato momento- Lucifero scomparve.

Sam non lo sentì e non lo vide.

Era completamente focalizzato sul viso angelico della vampira, che con tanta semplicità e spontaneità stava cercando di aiutarlo.

<< Perché lo faresti? >> chiese, non sapendo nemmeno lui cosa aspettarsi.

La stessa Rebekah non lo sapeva.

Per noia?
Per un capriccio?
Per un attimo di misericordia?
Per sentirsi utile?
Per avere un amico?
Per non rimanere da sola?
Per ricambiare la sua gentilezza?

Lei  non sapeva quale fosse la risposta, probabilmente era per tutti questi motivi. O semplicemente perché lei non riusciva proprio a relazionarsi con persone normali e senza problemi.

<< Comunque grazie. >> disse infine Sam.
 
Rebekah rimase spiazzata. 

Quel cacciatore era di una dolcezza e delicatezza, assurda per lei.

Mai nessuno le aveva parlato con tanto riguardo. Nemmeno quando la galanteria era un obbligo.

“ Rimani con i piedi per terra!” si disse.

<< Di niente >> rispose, ancora incerta per poi spostare lo sguardo sul suo alcolico.

Quella bolla di calma in cui Sam si stava beatamente crogiolando, esplose, facendolo ricadere nell’inferno della sua vita.

<< Ma quanto siete carini! Hai un modo molto strano per portarti una donna a letto sai? Io sarei… più passionale. >> incominciò a dire Lucifero, ricomparendo e prendendo una ciocca di capelli di Rebekah fra le dita.

“Non è reale, non è reale” 

<< Più carnale. >> disse sempre l’altro, mettendo quella ciocca dietro l’orecchio della vampira.

“Calmati, è tutta una finzione!”

<< Più lussurioso >> e con la punta della lingua incominciò a percorrere il candido collo della vampira.

Per Sam quello fu il colmo.

Reale o meno, lui non riusciva a tollerare una scena del genere.

Si alzò di scatto dallo sgabello, pronto a sferrare un paio di pugni a quell’abominio, ma non fece in tempo nemmeno ad alzare il braccio che Rebekah l’ho bloccò, afferrandogli il polso.

<< Che vuoi fare? >> chiese sconcertata da quel repentino cambio di umore.

<< Lei non può vedermi, ricordi Sammy? Sono solo nella tua testa. >> gli ricordò Lucifero, in tono canzonatorio.

Il cacciatore riuscì a liberarsi dalla presa della vampira e corse fuori dal locale.

<< Dove pensi di andare tutto da solo? >> chiese beffardo l’altro, correndo al suo fianco.

Sam aumentò l’andatura, cercando di mettere sempre più distanza fra lui e il diavolo.

Non voleva più vederlo, non voleva più sentirlo.
Lo stava rendendo pazzo!

Correva come un forsennato, non sapendo dove andare.

Non si accorse nemmeno che una fitta pioggia stava bagnando le strade quasi deserte del paese.

Non si accorse nemmeno che Rebekah cercava di raggiungerlo.

Non si accorse nemmeno che un’auto stava per venirgli addosso.

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In un primo momento Damon e Beth non avevano capito il senso di quella frase. A cosa dovevano resistere?

Poi bastò dare un’occhiata intorno e capire che le cose si stavano complicando ancora di più: erano circondati da una decina di fantasmi.

C’era un religioso silenzio e nessuno osava muoversi.

La tensione era quasi palpabile, mentre i due ragazzi impugnavano le loro armi con fermezza. 

Ci fu uno scoppio violento che fece rompere tutte le finestre, così che pezzi di vetro schizzarono dappertutto.

Beth e Damon furono costretti a buttarsi per terra, e per il vampiro fu istintivo coprire con il proprio corpo la cacciatrice.

In quel momento la ragazza non ci badò molto, presa più che altro dal notare che il cerchio non era più uniforme.

Infatti il vento aveva fatto spostare un po’ di sale, così da rendere inutile quella protezione che si erano creati.

Nemmeno il tempo di rendersene pienamente conto che vennero attaccati da ogni lato.

Damon tirò Beth all’in piedi e poi incominciò a colpire con una sbarra di ferro, ogni fantasma che si avvicinava.

Era molto veloce, e questo permetteva alla cacciatrice anche di starsene ferma senza far niente, ma non era da lei.

Così caricò il suo fucile con piombini a sale e si dedicò agli spiriti che le venivano incontro.

Andarono avanti così per cinque minuti, poi dieci, poi quindici, poi venti… e della medium non c’era ombra.

Beth notò che i proiettili stavano per terminare, e la stanchezza incominciava a farsi sentire.

La cosa migliore era creare un nuovo cerchio e aspettare lì.

Il posto migliore era dietro il grande divano, così che anche il vento potesse essere ostacolato.

<< Coprimi le spalle. >> disse a Damon.

“ E’ quello che sto facendo dall’inizio.” Pensò il vampiro oppure “Non c’è bisogno di dirmelo”.

Ma le parole in quel momento erano inutili e fece come gli era stato detto.

Era facile per lui.
Era come giocare a baseball in un certo senso, e dovette ammettere che prendersela con quegli esseri era un vero anti-stress.

Quello che non aveva calcolato era la loro intelligenza. 

Un  gruppetto si era riunito alle sue spalle, e in un lampo lo assaltarono.

Damon però fu veloce. 
Ne colpì uno dopo l’altro, l’ultimo però era il più potente.
Non avevano ancora agito per far stancare prima i suoi nemici.

Con un gesto della mano spinse via il vampiro, facendolo sbattere al muro. 

Beth si rialzò e prontamente prese il fucile, provò a sparare ma l’arma le venne strappato via dalle mani.

Allora cercò di finire il cerchio, ma quando le mancava giusto un millimetro, il fantasma la sollevò lanciandola verso le finestre.

Erano al quinto piano, e l’impatto al suolo le avrebbe fatto davvero male se non peggio.

Beth si preparò all’inevitabile, ma Damon fu più veloce, e così ad accoglierla invece del vuoto e poi l’asfalto, ci furono le braccia del vampiro.

La cacciatrice non ebbe nemmeno il tempo, di girarsi per guardare in viso il suo salvatore, che quel fantasma stava per riattaccarli.

Indossava un abito elegante, ma anche molto antico.
Doveva essere lo spirito di un uomo di fine ottocento o giù di lì, questo spiegava la sua forza e abilità.
 
Beth d’istinto gli lanciò il resto del sale che conteneva la sacca e questo servì a fermarlo per un po’.

<< La medium ci ha fregato >> sbraitò il vampiro, pronto ad andarsene.

<< No, lei tornerà. >> disse sicura la cacciatrice, voltandosi.

I due erano ancora in quella sorta di abbraccio, sfidandosi con lo sguardo e immobili.

C’era tanta rabbia eppure non riuscivano a staccarsi, quando però Beth riprese contatto con la Terra, quasi sentiva le mani del moro scottare contro la sua pelle.

Con un gesto di stizza si allontanò, quasi schifata da quel contatto.
Non si era dimenticata quello che era successo e non si sarebbe fatta ingannare ancora una volta.

Non voleva essere ipocrita, continuava a piacergli e tutte quelle attenzioni la mandavano in visibilio, ma doveva ricordarsi che era un vampiro.

Doveva imporsi certe reazioni se non voleva incominciare a dare di matto e fare la figura della patetica ragazzina che si lascia abbindolare dal belloccio di turno.

Damon cercò di non curarsi molto sull’accaduto, ma si concentrò sulla figura della defunta Nancy, che era riapparsa.

Come Beth aveva detto.
Perché quella ragazzina aveva sempre ragione?

Subito i due si avvicinarono alla donna, che teneva lo sguardo fisso sulla sacca che conteneva il suo corpo.

<< Klaus. >> riuscì a dire semplicemente, prima che tutti gli spiriti che occupavano quella casa ritornassero.

Beth subito aprì l’involucro e ci buttò sopra un po’ di benzina che aveva portato con sé in una bottiglina.

Damon invece aveva ripreso la mazza di ferro e aveva riniziato a colpire quelli che si avvicinavano.

La rossa accese un fiammifero e poi diede un’occhiata alla medium:<< Grazie. >> le disse sincera.

<< Rose sta bene. >> rispose la donna, prima che di prendere fuoco e poi svanire.

Damon aveva sentito tutto e un sorriso comparve sulle sue labbra.
La sua amica stava bene. Finalmente era libera.

<< Andiamo. >> disse Beth, avviandosi veloce alla porta e in un batter d’occhio i due erano già in macchina, pronti a tornare a Mystic Falls con quella deludente risposta.
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Sam poteva ritenersi soddisfatto.

Finire sotto una macchina era molto confortevole, caldo e dolce.

Ci mise circa dieci minuti prima di capire che la cosa fosse impossibile.

Aprì gli occhi e si alzò di scatto, cercando di capire dove fosse finito.

<< Ma che modi! >> si lamentò una voce.

Sam dovette abituarsi un attimo alla luce soffusa che emanava il camino, per capire che si trattasse di Rebekah.

<< Cosa mi è successo? >> chiese.

<< Hai dato di nuovo di matto, poi sei corso via e come uno stupido sei finito sotto una macchina. Sicuro di essere un cacciatore? >> spiegò ironicamente la vampira, sedendosi affianco a lui e premendo il fazzoletto bagnato e con disinfettante su un piccolo taglio che Sam aveva quasi sulla tempia destra.

Il cacciatore, sentendo bruciore, cercò di divincolarsi, ma Rebekah era molto più forte di lui e riuscì a fermarlo.

<< Perché piuttosto non mi parli quest’ultima famosa caccia? >> chiese la vampira curiosa.

Adorava il modo di raccontare le storie di Sam.
La faceva viaggiare con la mente. Lontano da tutto quel dolore e utile.

Dopo una loro avventura, c’era sempre il lieto fine.
Ma questa volta le cose sembravano essere andate diversamente.

Il ragazzo aveva imparato il trucco.
Doveva focalizzare tutte le sue attenzioni su Rebekah.

I suoi gesti delicati e quasi affettuosi. Il modo in cui si stava prendendo cura di lui, lo facevano sentire appagato.

Gli mancavano da tempo ormai quelle attenzioni da parte di una donna.

Se non si contava la sua tresca con il demone Ruby e qualche rara scappatella, era dai tempi di Jessica che non veniva trattato così.

Jessica era stata la sua vera prima fidanzata, ai tempi del college, quando aveva deciso di smetterla di seguire suo padre e le sue cacce, e non aveva fatto una bella fine a causa di un demone.

Da allora aveva cercato di non iniziare nessuna relazione.
Non avrebbe portato nessuno verso morte certa, tanto meno Rebekah.

Ma lei riusciva a distrarlo, ad allontanare Lucifero e l’unica cosa che chiedeva e sapere cosa fosse successo. Così decise di accontentarla.

<< Ricordi tutte le catastrofi dell’ultimo anno? Quello era l’inizio della Apocalisse. Insomma, la fine del mondo. Tutti i sigilli che tenevano bloccato Lucifero in una gabbia, era stati rotti e lui era libero. Solo che gli angeli, per vagare nel nostro mondo, hanno bisogno di contenitori, di corpi umani e Lucifero non fa eccezione. Io ero il suo.
Dean invece doveva essere quello di Michele, l’arcangelo in grado di sconfiggere il diavolo. Ovviamente ci siamo opposti e alla fine, grazie anche all’aiuto di Beth, siamo riusciti a rispedire quell’essere nella sua gabbia. Ma per un periodo io avevo dei poteri psichici e per alimentarli ho dovuto bere sangue demoniaco. Lui mi ha spiegato che c’è ancora connessione fra di noi, a causa di questo sangue che circola in me. Quando l’avrò smaltito del tutto, mi lascerà in pace. >> 

A fine racconto, Sam dovette scontrarsi con l’espressione di puro scetticismo di Rebekah.

<< Così.. voi avete ucciso Lucifero? Cioè Lucifero? >>chiese perplessa.

<< Ti sembra così strano? >>

<< Non è una cosa che si sente tutti i giorni. Insomma, non stiamo parlando di angeli, ma del diavolo in persona! >> 

<< Tu e i tuoi fratelli siete all’origine di tutte le stirpe di vampiri della vostra specie. Anche questo è parecchio inquietante. >>controbatté il cacciatore.

<< Ammettilo però. Saremo anche inquietanti, ma abbiamo un gran fascino. >> e così era ritornato.

Lucifero se ne stava comodamente seduto su un lato del divano, dietro Rebekah, che subito si accorse dello sguardo afflitto del ragazzo.

<< Lo vedi anche ora? >> 

<< Sì. >> riuscì a rispondere semplicemente l’altro.

Si era deconcentrato. Ecco perché lo vedeva adesso.
Una cosa che però non si spiegava era: perché proprio Rebekah?

Possibile che ci fosse qualcos’altro sotto?
O era legato semplicemente al fatto che con lei si sentiva terribilmente bene?

Stranamente, gli donava serenità e normalità.
Insomma come poteva un vampiro dargli certe sensazioni?

Ormai aveva capito che anche i cosi detti mostri, potevano provare e regalare emozioni, e non solo la morte. 
In quel momento non seppe definire quello che lo spinse ad agire in quel modo.

Forse la disperazione e anche un pizzico d’egoismo.

Eppure non lo reputò mai un errore nel resto della sua vita. Anzi, era stato semplicemente il trampolino verso un nuovo inizio, una nuova vita.

Ma in quel momento non lo sapeva ancora, e istintivamente posò le sue labbra sottili su quelle soffici e carnose di lei.

Rebekah rimase immobile, con gli occhi spalancati e la mano con il fazzoletto a mezz’aria, incerta sul da farsi.

Non capiva il gesto del cacciatore, evidentemente non le aveva raccontato proprio tutto. Si sentiva usata, ancora una volta.

Eppure non riuscì ad allontanarlo. 

Cosa c’era di male? Una piccola scappatella le era concessa, no?
Il suo problema era un altro però: lei si affezionava.

Partiva sempre con il presupposto che non era niente di serio, solo per divertirsi si diceva. Ma alla fine ci cadeva con tutte le scarpe.

Era una colpa volere qualcuno da amare?

In quel mondo, sembrava di sì.

Quindi non aveva niente da perdere.

Buttò quel fazzoletto a terra, e si decise a rispondere a quel bacio.

All’inizio fu solo un semplice sfiorarsi, come per tastare il volere dell’altro. Ma quando fu ben chiaro, Lucifero, tutti i problemi, il mondo scomparve.

Le lingue si scontravano, si cercavano, si intrecciavano.
Così come le mani, che correva sulle schiene dell’altro.

Rebekah, si posizionò meglio fra le gambe del ragazzo, intrecciando le sue gambe alla vita dell’altro, facendo strusciare inevitabilmente le loro intimità, già desiderose di un contatto più intimo.

Sam la strinse ancora di più a sé con un braccio, mentre con l’altra mano incominciava a scendere ad accarezzare le curve della bionda.

Ma le bocce non volevano sapere di separarsi, ancora bramose e desiderose di assaporarsi.

Ed ebbero la possibilità di farlo per tutta la notte. 









E' nato! E' nato! Il 40esimo capitolo è nato! xD
Salve a tutti c: 
Ok, credo che delle scuse siano obbligatorie ç_ç Purtroppo il tempo che dedico a questa storia mi è stato brutalmente portato via dall'università. Inoltre mettiamoci che sono molto pigra e quindi appena torno a casa vado a dormire... insomma, mi scuso davvero tantissimo per questo mega ritardo e spero che sia anche l'ultimo.
Ora parliamo del capitolo... volevo renderlo 'epic', visto che segna l'inizio di una nuova fase della storia, ma ahimè non mi è riuscito così bene xD
Doveva esserci anche una parte dedica ai Deanna, ma non volevo rendere il capitolo troppo lungo e pesante da leggere.
Quindi mi sono limitata a parlare di solo due coppie: Bemon e Sebekah.
I primi non se la passano bene. Beth non è un tipo che perdona subito, sono 40 capitoli che non riesce a fare una vera pace con Dean quindi xD E con Damon non è da meno, nonostante ciò non può negare l'attrazione che prova per lui. Ma vedrete che il vampiro farà un gesto davvero carino per lei, e questo li ricongiungerà ( solo per poi farli separare di nuovo e poi...non dico altro ;P). La caccia si è conclusa, spero di aver reso decentemente la scena e si scopre che Klaus (come nel telefilm) è al capo della loro 'stirpe'. Le reazioni al prossimo capitolo xD
I secondi invece... oddio, finalmente dopo 40 capitoli ho scritto qualcosa su di un bacio! Eppure mi sembra di essere andata troppo veloce xD
Non odiate Sam, lui sa come trattare una donna, quindi anche se ora può sembrare un egoista, tratterà Rebekah meglio di chiunque altro. Solo che a ogni coppia voglio dare una particolare storia: loro sono quelli che partono quasi da nulla per poi crescere insieme. Ma voi cosa ne pensate? Vi piacciono o no?
Spero di essere stata anche chiara per quanto riguarda la storia dell'Apocalisse e di Lucifero. Ne avevo già parlato nel capitolo 26 ( che nemmeno a farlo apposta è il primo capitolo dove Sam e Rebekah hanno una prima conversazione decente xD)
Non mi dilungo oltre, voglio solo ringraziare chi continua a seguire questa storia e lasciare fantastiche recensioni <3
Alla prossima :3

Ps: capitolo non revisionato.

Ed eccolo la foto dell'attrice Holland Roden, che a grandi linee assomiglia a Beth. Quando ho creato il personaggio non mi sono ispirata a nessuno in particolare, giusto un po' alla Bonnie che viene descritta nei libri, però devo dire che questa magnifica attrice ci assomiglia molto **



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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


Forse era ora di iniziare a dare ascolto a Sam, era troppo istintivo e si lasciava coinvolgere subito.

Dean non faceva che pensare a questo da almeno un’ora.

Aveva deciso di aiutare Elena, e nonostante continuasse a rimproverarsi, non riusciva a pentirsi del tutto.

E’ vero, stava mettendo in pericolo suo fratello. Ma sapeva anche che lui poteva cavarsela, mentre Elena andava incontro a morte certa.

Infondo poi capiva anche lei.
Suo fratello era in pericolo e voleva salvarlo.
Quante volte aveva agito così? Quante volte aveva mandato tutto a puttane per salvare i suoi fratelli?

Ormai ne aveva perso il conto.

Ora era meglio concentrare le proprie energie sulla creazione di un piano.

Stava andando incontro alla strega che aveva creato quella razza di vampiri e al suo fedele tirapiedi che non poteva essere ucciso.
Inoltre doveva difendere la sua amica con tendenze suicide e il suo fratellino sfigato.

Insomma meglio di così non poteva andare.

<< Dove alloggia Jeremy? >> chiese

<< A un motel fuori città. >> rispose Elena, poi decise di dire quello che ormai stava pensando, anche lei da un’ora.

<< Scusami, Dean. So che ti sto mettendo in difficoltà ma io.. >>

<< Elena ti prego, risparmiatelo. Quello che è fatto è fatto. Ora possiamo solo sperare di ritornare a casa sani e salvi. >>

Dean non voleva essere scontroso o altro, semplicemente non sopportava quelle chiacchiere, a suo avviso, inutili.

<< Certo, hai ragione. Volevo solo chiarire le cose. >> rispose la ragazza.

<< Non ti preoccupare, non c’è niente da chiarire. Capisco le tue motivazioni, altrimenti non sarei qui. >> spiegò il cacciatore, addolcendo la voce.

A conti fatti Elena non lo conosceva bene e non riusciva ancora a distinguere i comportamenti del ragazzo. Questo la confondeva e non poco, rendendola ancora più insicura.

Il viaggio era lunghetto, ci avrebbero messo otto ore più o meno.

Dean era abituato, gli bastava mettere un po’ di musica e poteva guidare senza sosta.

Anche Elena non poteva lamentarsi.
Nonostante non le piacessero molto i viaggi in macchina, trovava molto comoda la guida del biondo ed era facile rilassarsi su quei sediolini, mentre fuori si potevano ammirare tutti quei paesaggi.

E pensare che non era mai andata più lontano della sua casa sul lago.
Comunque era nelle vicinanze di Mystic Falls.

Invece ultimamente era stata costretta più di una volta a quei viaggi.

Inevitabilmente il suo pensiero andò al primo dei suoi viaggi  con Damon.

A dire il vero, non era stata una sua scelta.

Il vampiro l’aveva semplicemente raccolta dalla strada e portata con sé, verso la Giorgia.

Eppure Elena non si era mai pentita di quell’avventura.
Infondo si era divertita, nonostante non fosse finita molto bene la cosa.

All’epoca non aveva nemmeno un grande rapporto con il moro, eppure si era trovata molto a suo agio, lasciandosi trasportare dall’eccessiva esuberanza tipica di Damon.

C’era subito stata una connessione tra di loro e con il tempo era aumentata, per diventare cosa?

Amicizia o amore?

La Gilbert cercò di scacciare via quei pensieri.
C’era una sola cosa su cui bisognava focalizzarsi: suo fratello.

<< Per caso ti sei sentita con Beth in questi giorni? >> chiese ad un tratto Dean.

<< Non parlo con lei dalla mattina in cui è partita con Damon. >> rivelò l’altra.

Erano passati quasi tre giorni e lei non aveva avuto il coraggio di sentirsi con la sua amica.

Dovevano chiarire, ma voleva comunque chiederle come stava.
Però aveva deciso di evitare.
Si era venuta a creare quella situazione di freddezza tra di loro, proprio a causa di una battuta fuori luogo sul vampiro.

Non voleva che Beth credesse che voleva sue notizie, per controllare come stessero andando le cose fra lei e Damon.

Non voleva passare per una gelosa.

Lei doveva ancora prendere la sua decisione, ma nel frattempo non si sarebbe di certo messa in mezzo a loro due.

Elena si concentrò su Dean.

Doveva ancora imparare bene a decifrare le espressioni del biondo, ma sembrava arrabbiato e vagamente angosciato.

O magari il contrario?

Fatto sta che lei non riusciva ad evitare di starsene zitta.

<< Non devi preoccupati. Beth è al sicuro con Damon. >> disse sicura.

Il cacciatore rise amaramente, per poi risponderle: << Al sicuro? Con un vampiro? Ti rendi conto che tutti questi problemi, li stiamo avendo proprio a causa di questi esseri? >>

<< Mi sembra di averne già discusso Dean. Abbiamo opinioni differenti al riguardo e francamente non riesco a capire come puoi continuare a pensarla così. Ci stiamo aiutando a vicenda e con i tuoi occhi hai visto che non fanno del male a nessuno. Perché dovrei continuare a chiamarli mostri? Perché dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio? >> e alla fine ce l’aveva fatta!

Finalmente, era riuscita a fare un discorso con Dean Winchester come una persona matura e decisa.

Con lui aveva sempre avuto questo rapporto di rispetto e inadeguatezza.
Questa volta invece era riuscita a spiegare le sue ragioni e a sfidarlo anche!

<< Quindi secondo te, solamente perché ora hanno deciso di seguire la strada per la beatizzazione, dobbiamo dimenticare tutte le persone che hanno ucciso in passato? >> controbatté l’altro.

<< Bisogna sempre dare una seconda opportunità. >> rispose concisa la ragazza.

<< Elena parliamoci chiaro. Quanto pensi che possa durare? >>le chiese.

<< Cosa intendi? >>

<< Secondo te perché quei due si trattengono? Tu ti priveresti mai di una delle cose che ti dà più goduria? Se lo fai è solo per non deludere una persona a cui tieni. Tu che intenzioni hai? Diventerai come loro? >>

Elena rimase spiazzata da quelle insinuazioni, e il coraggio di poco prima andò a farsi un giro.

Deglutì a vuoto e riuscì a dire un misero: << Non voglio diventare un vampiro. >>

<< Non ci vuole mica un genio per capire come andranno a finire le cose.
Quando lascerai entrambi, perché dovrai farlo prima o poi, loro non avranno più legami con nessuno e ritorneranno ad essere i mostri che sono. >> concluse il cacciatore.

Non voleva essere invadente, ma visto che ne stavano parlando…

Dopotutto quello non era che una parte del discorso che avrebbe voluto fare a Beth, e non poteva che fare bene anche ad Elena.

<< Chi te lo dice che lo fanno per me? Possono farlo anche per loro stessi. >> cercò di replicare l’altra.

<< Per loro non c’è niente di male nell’uccidere anche una sola persona al giorno. Basta essere discreti e cambiare spesso città. Nessuno li scoprirebbe e potrebbero essere quello che davvero sono, senza fare degli inutili massacri. >>

<< Sei troppo sicuro di tè, Dean. Pensi di conoscere tutto e tutti, ma non è così. >>

<< Se io ho torto, allora come mai tu non vuoi diventare come loro? Ti affatichi tanto, quando poi non potrai che rimanere solo un paio di anni con uno dei due. Invecchierai e non puoi evitarlo. Almeno che.. >> insinuò il cacciatore.

Ci teneva a quella ragazzina.
Quella ragazza che tanto le ricordava sua sorella, con la sola e importante differenza che lei non aveva davvero nessuno.

Nessuno che potesse consigliarla, aiutarla, dirle quando sbagliava, stare lì a consolarla quando sarebbe tornata in lacrime dopo aver commesso un errore.

Ogni decisione era sulle sue spalle, e con chi poteva parlarne?
Con i suoi amici poppanti? Con esseri sovrannaturali, che non potevano di certo capire le sue esigenze? Con un fratello ancora più piccolo per telefono?

Ad Elena mancava una figura di riferimento, tutto qui.

Di certo non voleva diventare lui. Aveva già Sam e Beth, che valevano per mille persone.

Ma era nella sua indole.
Non riusciva a tirarsi indietro quando trovava dei “bambini smarriti”.

Perché Elena non era che questo.
Una bambina che era stata costretta a crescere troppo presto, smarrita in quel mondo in cui era stata trascinata per dei sentimenti, che le sarebbero rivoltati contro.

Non ci fu tempo di ribattere che il cellulare della ragazza prese a squillare.

Lei subito rispose mettendo il vivavoce, notando che la chiamata era da parte di Jeremy.

<< Cos’è successo? >> chiese, mentre l’ansia cresceva.

<< Elena! Alaric mi ha chiamato avvertendomi che sta per arrivare. Cosa devo fare? >>

La Gilbert era nel panico.

Si voltò a guardare Dean. Sperando che dopo quella discussione, non l’abbandonasse e avesse una soluzione al suo problema.

La realtà però era ben diversa.

Il cacciatore non sapeva che fare.

L’unico vantaggio che potevano avere, era proprio quello di arrivare prima, ma ora avevano perso anche quello.

Quella Esther non ci avrebbe messo molto a trovare il piccolo Gilbert con un incantesimo localizzatore.

Eppure non voleva arrendersi.

Non avrebbe deluso la sua amica e avrebbe salvato quel ragazzo.

<< Ascoltami bene. Stiamo arrivando, ce la faremo. Ma se nel caso ti trovassero: fingi. Fai finta che sei già manipolato e cerca di avvertirci sulla tua posizione. >> disse Dean, pigiando sull’acceleratore.

<< Hai sentito Jeremy? Ti salveremo, non preoccuparti. >> confermò Elena.

Dopo aver chiuso la chiamata, si voltò di nuovo verso il viso concentrato del biondo.

Non sapeva chi avesse deciso di aiutarla, di salvarla. Perché avere Dean Winchester al suo fianco era un vero e proprio miracolo.

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Il fuoco ormai stava svanendo, ma era ancora forte il suono dello scoppiettio che produceva.

Sam lo stava fissando da ore ormai, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata alla ragazza che beatamente dormiva fra le sue braccia.

La passione li stava divorando dall’interno e l’unica via di fuga era quella di esternarla.

Ogni bacio era accompagnato da movimenti languidi dei bacini, da mani che frenetiche percorrevano i corpi dell’altro, da sospiri.

Rebekah finalmente riuscì a sbottonare la camicia del cacciatore, potendo  ammirare il suo fisico scolpito e lasciando le mani tastare quelle spalle muscolose e forti.

Sam incominciò a lasciare una scia di baci infuocati sul collo della ragazza, fino ad arrivare alla scollatura. La vampira fu costretta a inclinarsi sempre di più finché non si trovò completamente distesa su quel divano.

Il ragazzo si concesse un attimo per ammirarla.

I lunghi capelli biondi erano sparpagliati ma lasciavano il viso completamente libero.
Un braccio cadeva giù dal sofà, mentre l’altro era portato sopra la testa.
Le gambe erano ancora saldamente legate alla sua vita e il petto non faceva che alzarsi e abbassarvi a ritmo del respiro.

Era bellissima.

Sam riuscì a sfilarle il maglioncino bianco, e con un dito incominciò a tracciare il profilo del suo volto, fino a scendere all’incavo per poi arrivare al bordo dei jeans.

Con estrema lentezza glieli sbottò, per poi scoprire le sue lunghe gambe.

Poi fu di nuovo la volta di baci violenti, decisamente da bollino rosso, mentre le carezze incominciavano a farsi più intime.
All’estremo delle forze, i due si unirono, muovendosi quasi all’unisono dando così all’altro il piacere che agognava tanto.

Man mano le spinte si fecero sempre più veloci e fu impossibile trattenersi, alla fine, dall’urlare quasi il nome dell’altro.

Per tutto quel tempo non aveva mai visto o sentito Lucifero.


E lui non ci aveva nemmeno pensato a dirla tutta, occupato in cose decisamente migliori.

Ma quando poi Rebekah si era addormentata, il diavolo era tornato e con lui, anche la sua saccente ironia.

Per il cacciatore era stato impossibile chiudere occhio, un po’ a causa degli incubi e un po’ a causa del demonio che non smetteva di urlargli nelle orecchie.

<< Sei ancora qui per un’altra dose o perché hai paura che ti uccida se tu scappi? >> chiese ironico Lucifero.

<< Nessuna delle due. >> rispose scocciato Sam.

<< Come mi dispiace essermi perso la scena! E’ colpa tua Sammy! Quando stai con lei, riesci a cacciarmi fuori dalla tua mente! >> sbraitò l’altro.

<< Com’è possibile? >> domandò confuso il cacciatore.

<< Evidentemente lei ti interessa di più, ti coinvolge di più. Riesci a concentrarti solo su di lei! >> rivelò Lucifero, ma non voleva dare l’impressione all’altro di aver trovato la soluzione.
Così aggiunse in tono, falsamente drammatico:<< Oppure ti fa battere così tanto il tuo cuore innamorato, che rende anche il tuo sangue più puro. >>

Sam roteò gli occhi al cielo frustrato.

Credeva che quel mostro gli avrebbe dato davvero una spiegazione e invece ne sapeva meno di lui.

Eppure la prima ipotesi sembrava così sensata…

Lanciò un altro sguardo alla vampira, incominciando a interrogarsi su cosa sarebbe accaduto e su cosa realmente provava.

La trovava bellissima ed era stato un ottimo sesso. Decisamente uno dei migliori della sua vita, se non il migliore.

C’era stato tutto quello che aveva sempre desiderato da una donna.

Bramosia e malizia, ma anche dolcezza e si era sentito felice.

Rebekah non aveva smesso un attimo di guardarlo, di lanciargli sorrisi, di tenerlo vicino.

Restava il fatto che fosse una vampira.
Per chi sa quale scherzo del destino, finiva sempre per affezionarsi a degli esseri sovrannaturali.

Perché lui non riusciva a fare semplicemente del sesso con una donna, non riusciva a separare la cosa fisica dai sentimenti.

Non poteva trattarla come un oggetto, non era da lui.

Magari lei però l’aveva visto così, voleva solo divertirsi.

In quel caso gli sarebbe andato bene, ma era inutile mentire a se stessi: dopo quella nottata avrebbe avuto sempre un occhio di riguardo nei suoi confronti. Tutto era cambiato.


                                                                                                                                                                           Tutto quello che sapevo quando mi sono svegliato stamattina
                                                                                                                                                                                                                      è che adesso so qualcosa, qualcosa che prima non sapevo
                                                                                                                                                                                                                      e l’unica cosa che ho viso nelle ultime 18 ore
                                                                                                                                                                                                                      sono quegli occhi verdi e le lentiggini del tuo sorriso.
                                                                                                                                                                                                                     Nel profondo della mia mente, mi fa sentire bene.
                                                                                                                                                                                                                     Tutto quello che so è che da ieri tutto è cambiato.*


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Dopo l’incidente con i suoi, Elena non era mai tranquilla quand’era in macchina e soprattutto quando si correva troppo.

Ma quel giorno non le importava niente, anzi le sembrava che stessero andando anche troppo piano, nonostante i 140 all’ora erano stati superati di tanto.

Aveva fatto bene a scappare per raggiungere Jeremy, le sue paure avevano avuto conferma: il suo fratellino era davvero in pericolo.

<< Sarò sincero: fra dieci minuti saremo lì e io non ho un piano. Dimmi che stai architettando qualcosa tu. >> confessò Dean, che proprio non riusciva a venirne a capo.

<< C’è poco da pensare se non sappiamo cosa potremmo trovare. >> disse Elena.

Ormai aveva capito che con il cacciatore, soprattutto in quei casi, bisognava arrivare subito al dunque, senza troppi giri di parole.

<< Siamo fottuti. >> rispose con calma l’altro, sorridendo di sbieco.

<< Direi di sì. >> concordò la Gilbert.
Almeno sapeva rendere le cose più allegre e non si lasciava andare nello sconforto.

Ormai mancava poco, e già era visibile l’insegna luminosa, accesa visto che era già  calata la sera.

Dean decise che non era saggio fermarsi nel parcheggio, così lasciò la macchina sul ciglio della strada, dove i rami di antichi alberi si allungavano e si curvavano tanto che riuscivano a nascondere l’auto.

Dopo aver preso il borsone con le armi, lasciò un ultimo sguardo alla sua amata Impala, pregando che nessuno la rubasse, ma soprattutto che potesse ritornare a riprenderla.

Fecero il breve tragitto, cercando di non correre, ma l’ansia e la voglia di risolvere subito la situazione era troppa.

<< Jeremy ha detto che si trova nella stanza numero 20. >> lo informò Elena, una volta arrivati davanti al motel.

All’esterno c’erano diverse macchine, questo non faceva che rendere le cose più difficili.

Quante persone c’erano dentro?
Quante possibilità c’erano che Esther e Alaric fossero già arrivati?
Quante possibilità c’erano che avessero portato già via Jeremy?

Dean fece un respiro profondo e poi incominciò ad avviarsi all’entrata, con Elena al seguito.

Il suono di un campanello, avvertì l’anziana proprietaria dell’hotel dell’arrivo dei due giovani. Subito mise da parte i ferri con cui stava lavorando e si concentrò sui nuovi ospiti.

<< Buona sera, posso esservi d’aiuto? >> chiese con una voce estremamente dolce, che riuscì perfino a tranquillizzare un po’ il cacciatore e la Gilbert.

<< Sì, stiamo cercando un ragazzo. Jeremy Gilbert. Lui mi sta aspettando. >> disse Elena.

<< Mi dispiace, ma non posso dare informazioni sugli altri ospiti, almeno che non siate parenti. >>

La ragazza stava subito per rivelare che lei era la sorella, ma venne bloccata da un gesto inaspettato da parte di Dean.
Infatti quest’ultimo le mise un braccio sulle spalle, avvicinandosela a sé con fare protettivo, per poi dire:<< Siamo gli zii. Sono il fratello del padre. >>

Elena non capì quella bugia.
Che differenza faceva se quella gentile vecchina veniva a conoscenza del grado di parentela?

La donna li guardò a lungo, sospettosa, per poi aggiungere un: << Ok, ora lo chiamo. >>

Il cuore della Gilbert incominciò a battere ancora più frenetico.
Questo significava che Jeremy era ancora lì, vero?
Erano miracolosamente riusciti ad arrivare in tempo?

Dean la strinse un po’, e quando lei si voltò, incrociò il sorriso rassicurante del biondo.

Anche lui pensava che ce l’avevano fatta. E questo diede ancora più sicurezze alla ragazza, che se le vide strappare via quando sentì quel campanellino suonare di nuovo.

Istintivamente girò un po’ la testa per vedere chi fosse il nuovo arrivato.
Un uomo, con una tuta grigia e logora, sicuramente un dipendente del posto e con degli occhi che sarebbero rimasti impressi nella mente della Gilbert per tutta la vita.
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Quando sentì che Rebekah stava per svegliarsi, smise si dare ascolto alle assurde chiacchiere di Lucifero e si concentrò sulla ragazza.

La vampira cercò di stiracchiarsi, cosa che non le riuscì molto a causa della presenza del cacciatore e del divano troppo piccolo.

Resasi conto che lui era ancora lì, subito aprì gli occhi per accertarsi della cosa.

Si era immaginata che Sam scappasse, capendo di aver fatto un errore.

Insomma era andato a letto con il nemico.

Eppure eccolo lì.

Illuminato dalla poca luce del cammino, ma bello, anzi bellissimo con quel sereno sorriso che gli comparve sul viso alla vista della ragazza.

E a detta di Rebekah, anche molto sexy, con quei capelli tutti in disordine e il suo corpo nudo ancora in bella vista.

La ragazza era rimasta piacevolmente sorpresa dalla affinità che subito avevano trovato. Come se l’altro sapesse esattamente quale fosse il punto debole dell’altro, quali fossero i gesti da fare per dare maggiore piacere all’altro.

Serenamente poi si era addormentata, mentre un braccio di Sam le circondava la vita e con fare affettuoso le lasciò un bacio sulla testa.

Rebekah non era abituata a tutte quelle attenzioni.

Di solito il sesso fra vampiri si limitava a strapparsi i vestiti da dosso e poi fare una gara a chi se la svignava prima.

Ma dovette ammettere due cose: mai nessuna l’aveva amata davvero e, appunto, non erano umani.

I vampiri sentivano tutto in maniera diversa.

Il sesso, se non era fatto per amore, era solamente una valvola di sfogo.

Per gli umani era diverso.

Quando lo fai con una persona, ogni volta, te la godi al massimo perché non puoi mai sapere quando ti potrà ricapitare.

Nessuno ti dà la sicurezza che vivrai un altro giorno.

O almeno così le piaceva pensare.
Infondo era una tipa romantica e che voleva solo una vita ricca di amore.

Ma con la sua fortuna, anche ritornando umana, avrebbe incontrato solo una massa di completi approfittatori, che non riuscivano a vedere il lato poetico dell’essere umani.

Però Sam sembrava diverso.

E questo la faceva sentire ancora più patetica.
Ci stava ricascando, pensando che qualcuno ci tenesse davvero a lei.

<< Buongiorno. >> le disse il ragazzo.

<< Anche a te. Allora, come va? >> chiese lei, cercando di mascherare tutto quello che stava provando.

<< Ecco.. >> il tentennare di Sam, la fece insospettire e per questo subito si accigliò:<< Non dirmi che mentre lo facevamo, lui ha preso il mio posto! >> l’accusò, inorridendo.

<< Certo che no! Ero troppo focalizzato su di te, per permettere a quel demonio di intrufolarsi nella mia mente. >> rivelò il cacciatore.

<< Oh.. >> riuscì a dire semplicemente Rebekah, sentendosi per un attimo imbarazzata.

Era un complimento quello, vero?

Lanciò uno sguardo al fuoco, cercando di riprendere il controllo, per poi voltarsi di nuovo a guardare negli occhi del ragazzo.

<< Quindi non l’hai più visto? >> chiese, facendosi seria.

<< Non proprio. Quando tu ti sei addormentata, lui è ritornato, ma ora è sparito di nuovo. >>

<< Com’è possibile? Cosa c’entro io? >>

<< Mi ha rivelato che se mi concentrò completamente su altro, lui non riesce ad entrarmi nel cervello. O almeno una cosa del genere. >> spiegò Sam, mentre continuava ad accarezzare la schiena nuda dell’Originale.

Ma la sua mano si bloccò, quando lo sguardo di lei si fece dapprima furente e poi triste.

<< Tu lo sapevi prima di venire a letto con me? >> chiese fredda.

<< No. L’avevo intuito ma… Aspetta Rebekah. >> ma le parole di Sam furono inutili.

La ragazza già si era alzata e si stava rivestendo.

Quasi voleva mettersi a piangere.

Di nuovo, era stata ingannata.

Sam sembrava così diverso, ma non era che uguale a tutti gli uomini che aveva incontrato.

Voleva sbatterlo fuori di casa, ma poi si diede della stupida.


Non era stata lei la prima a dirsi che era tutto per divertirsi?
E adesso cosa aveva da lamentarsi?


Si erano usati a vicenda.

Eppure le faceva quasi male la cosa.

Si rimise il maglioncino bianco, e quando la sua testolina uscì, si ritrovò Sam davanti.

Il ragazzo si era rimesso i pantaloni, ma i suoi pettorali erano ancora scoperti.

Rebekah in quel momento notò un particolare: un piccolo tatuaggio nero a sinistra del petto, raffigurante un pentacolo circondato da un sole.

<< Serve per non farsi impossessare dai demoni. >> le spiegò Sam, notando lo sguardo fisso della bionda.

“ A dire la verità pensavo a quanto diventassi ogni minuto più sexy, ma va bene anche quest’interpretazione. “ pensò l’altra, per poi girarsi a guardare un’altra parte.

<< Rebekah, ti prego, ascoltami. >> la supplicò l’altro, mettendole una mano sulla guancia per farla voltare.

La vampira quasi sussultò a quel tocco, e lo assecondò.

<< Non volevo ferirti o altro. E’ vero, mi ero reso conto che con te vicino la situazione migliora, ma non ho mai voluto usarti. >> cercò di spiegare il cacciatore, ma Rebekah era ancora molto restia.

<< Allora perché l’hai fatto? >> gli chiese di rimando.

<< Io.. io non lo so. In quel momento mi sono sentito di farlo e non mi pento. Lo rifarei ancora. >> confessò Sam, con impeto, cercando lo sguardo della ragazza, che meravigliata, non sapeva cosa fare.

I suoi occhi, di quello strano e coinvolgente verde, erano tremendamente dolci e sinceri.

La sua faccia da cane bastonato, metteva a dura prova anche la rabbia della bionda.

<< Ti voglio credere, ma non pensare che sia così facile. La prossima volta ti farò sudare sette camicie. >> lo minacciò ironicamente l’altra.

<< Così, ci sarà una prossima volta.. >> iniziò il cacciatore, afferrandola con le sue grandi mani per la vita, quasi con irruenza, per poi baciarla.

Ad ogni gesto, Rebekah si sentiva sempre più dentro a quella situazione e più difficile sembrava la via di fuga.

A tratti era dolce e romantico, ma poi diventava passionale e  travolgente.

Sam si limitò a un lungo bacio a timbro, inebriandosi del profumo e della consistenza che avevano le labbra della bionda, per poi lasciarla.

<< Accetto la sfida. >> annunciò, per poi sorridere e avviarsi alla porta, dopo essersi completamente rivestito.

<< Vado al Grill e a casa. Puoi sempre raggiungermi. >> aggiunse, guardandola divertito.

<< Non contarci. >> lo sfidò l’altra, ricambiando il sorriso.

Non appena la porta si chiuse, Rebekah si lasciò sprofondare nel divano, mentre guardava il soffitto trasognante.

Si concesse un’oretta di solitudine, giusto per rimettere le idee apposto e poi si diresse verso il bosco, dove aveva seppellito i suoi fratelli.


Lì, ad attenderla, c’era un Klaus furente.







Salve a tutti! Eccomi qui con un nuovo capitolo!
Spero che possa esservi piaciuto, nonostante la mancanza di azione. Non volevo che diventasse troppo lungo.
Questo capitolo mi sono voluta dedicare ai Deanna e ai Sebekah.
I primi non fanno che scontrarsi, ma non riescono a rimanere litigati a lungo. Come spesso ho detto, Dean a volte impersonifica quello che penso io. 
Io vedo Elena umana, ancora oggi non riesco a vederla vampira, ma ci rendiamo conto che alla fine comunque potranno passare le stagioni, possiamo essere di qualsiasi team, ma Elena, se non fosse stata costretta, alla fine avrebbe lasciato entrambi i Salvatore. Tanti problemi, per passare solo un po' di anni insieme... xD
Nonostante le accuse che hanno rivolto all'altro, i due riescono ad arrivare a destinazione e ovviamente non saranno molto fortunati..

Per quanto riguarda i Sebekah, ormai sono andati, quella scintilla è nata e non può crescere.
Spero davvero che questa coppia vi possa piacere, perchè ho grandi cose in servo per loro ;)

Concludo ringraziando tutti coloro che continuano a seguire questa storia e a recensire, davvero grazie <3
A presto! :3

*Bellissima foto che ho trovato sul web. Complimenti a chiunque l'abbia creata, mi ha letto nel pensiero.
*Everything has changed di Taylor Swift feat Ed Sheeran. 

Ps: capitolo non revisioanto
Pps: nel capitolo precedente ho messo la foto di un'attrice che adoro, che assomiglia a Beth vagamente xD
 

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


Dean ci aveva creduto davvero.

All’inizio non si fidava nemmeno di quella vecchietta, per questo aveva detto quella balla su lui e Elena.

Credeva che potesse essere una complice: meglio evitare i dettagli.

Ma dopo le varie domande di routine, la donna sembrava normale e stava anche per avvertire il ragazzo.

Ci aveva creduto davvero, tanto che non aveva potuto evitare di sorridere in modo rassicurante ad Elena.

E invece le cose non andarono come sperato.

<< Dean! >> urlò la Gilbert, non appena vide il nuovo arrivato.

L’uomo appena entrato, sembrava essere un normale impiegato, se non fosse stato per gli occhi.

Erano completamenti neri.

Totalmente e unicamente neri.

Ad Elena mancò quasi l’aria, troppo inorridita da quella scena, ma subito si riprese, strattonando per la giacca il cacciatore e chiamandolo.

Il biondo subito si mise davanti alla ragazza e prese il suo fedele coltello.

Per Dean fu facile capire di che mostro si trattasse: era un demone.

Quegli esseri si impossessavano dei corpi umani e l’unica cosa che li faceva distinguere erano gli occhi.
Il cacciatore immediatamente si scagliò contro quel mostro, impugnando la sua arma.

Ovviamente non era un semplice coltello, infatti questo strumento era in grado di uccidere i demoni.

Elena guardava la scena a bocca aperta.

Aveva già visto Dean in azione, ma mai così da vicino.

Come facesse per lei era un mistero.

Perse un colpo quando quel mostro sferrò un pugno in pieno volto al cacciatore, che indietreggiò traballando.

Elena si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa per poter aiutare l’amico, ma non fece in tempo che venne anche lei intrappolata.

Si sentì tirare i capelli, e ben presto si ritrovò per metà distesa sul bancone, mentre quella vecchietta- proprio quella vecchietta!- mostrava il suo vero volto.

Chiuse un secondo le palpebre e quando le riaprì, anche i suoi occhi diventarono neri.

La Gilbert cercò di divincolarsi, ma la presa era forte e quella donna sembrava proprio pronta a tagliarle la gola.

Agì d’impulso.

Allungò le mani e riuscì a graffiare tutto il viso della donna, che la liberò urlando.

Elena cercò di riprendere il respiro e quando si girò, quella vecchietta si stava di nuovo avvicinando.

Questa volta però, la ragazza non dovette fare altro.

Qualcosa passò vicino a lei velocissimamente, e colpì proprio dritto al cuore la donna.

Questa inclinò la testa e urlò, mentre dei fasci di luce bianca fuoriuscirono dalla sua bocca spalancata e dai suoi occhi.

Il tutto durò solo qualche minuto, e poi si accasciò al suolo senza vita.

<< Stai bene? >> chiese Dean, mentre già stava scavalcando il bancone.

Solamente quando quest’ultimo estrasse dal corpo morto della donna il coltello, Elena si rese conto della velocità e della precisione del cacciatore.

Si voltò e poté constatare incredula che anche l’altro uomo era morto.

<< Penso di sì >> riuscì a rispondere infine.

<< Ne sei certa? >> chiese una voce all’improvviso, ed Elena sapeva bene chi fosse il proprietario.

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Klaus era di spalle e fissava le due tombe.

Rebekah fu tentata di scappare, ma decise di non farlo.

Quello era il suo posto, dove poteva piangere, disperarsi, urlare.

Era Klaus che doveva andarsene, non lei.

Così decisa si avvicinò dove erano sepolti Kol e Finn.

Non c’era ne una lapide ne una croce.

Il posto era riconoscibile solo perché lì non c’era erba, ma semplice terreno.

Non crescevano fiori, gli unici che c’erano, erano stati messi da Rebekah e ogni giorno andava per cambiarli.

La vampira fece finta di non notare il fratello, e si dedicò piuttosto al suo lavoro con i fiori.

<< Ieri sera sono passato a casa tua. Volevo parlare con te. >> confessò Klaus.

Rebekah si bloccò un attimo, trattenendo il respiro.

Il tono con cui l’ibrido aveva parlato era stato distaccato, impossibile leggerne qualcosa dietro a quelle semplici parole. Nessun’emozione era scaturita da quelle parole.

<< Quindi? >> riuscì a dire infine, continuando il suo lavoro con il terreno.

Non riusciva proprio a guardarlo in faccia.
<< Ho preferito non disturbarti. Eri piuttosto impegnata. >> rivelò Klaus.

Rebekah velocemente gli si parò davanti, indispettita e pronta a fare a botte se era necessario.

Ma rimase sconcertata quando vide il viso del fratello.

Quest’ultimo sembrava quasi che si trattenesse dal ridere, e questo non fece che far innervosire ancora di più la bionda.

<< Appunto. Hai fatto bene ad andartene. Cos’hai da ridere?!  >> gli urlò contro.

<< Sei così sciocca sorellina. Ti ricordi che già una volta ti sei innamorata di un cacciatore e com’è andata a finire? Te lo dico io: lui che stava per ucciderci tutti e ti ha usato. E mi sembra che questa storia si ripeti ogni volta. Tutto ciò è davvero divertente. >> e lasciò andare una piccola risata.

Rebekah aveva quasi le lacrime agli occhi e lo guardava come fosse un alieno.

Era sangue del suo sangue, perché doveva trattarla così?

Perché non poteva riservarle due parole dolci?

Perché doveva sottolineare i suoi errori del passato ogni volta?

Ma questa volta sarebbe andata diversamente, non sarebbe fuggita via piangendo.

Non avrebbe lasciato lui decidere per lei.
Era la sua vita e ne faceva quello che voleva.

Si avvicinò ancora di più a lui e con tutto il disprezzo che nutriva gli disse:<< Ridi della ragazza che amava troppo facilmente. Ma preferisco aver vissuto la mia vita invece che la tua, Nik. Nessuno si riunirà mai intorno a un tavolo per raccontare le storie di un uomo che non sapeva amare.* >>

Dopo di questo corse via, cercando di trattenere le lacrime e di non perdere nessun pezzo del suo cuore, ormai in frantumi.

Klaus rimase a fissare un punto impreciso, per poi lasciare andare un urlo di frustrazione e prendendosela con tutti gli alberi che aveva intorno.

Possibile che la sorella non riuscisse a capire che tutto quello che diceva e faceva era per il suo bene?

Perché doveva essere sempre così testarda?

Ma era inutile prendersela con quegli alberi, parlare con se stessi, c’era un’unica cosa da fare: uccidere Sam Winchester.
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Quella voce autoritaria, antica, forte poteva appartenere solo a una persona.

Con orrore Elena poté appurare che era proprio lei.

Esther Mikaelson, che teneva stretto a un braccio Jeremy.

Dean subito si accostò alla ragazza, indeciso sul da farsi.

Con la coda dell’occhio notò che nuovi personaggi stavano arrivando, e in breve furono circondati.

<< Mia cara, non dovevi disturbarti. Ti avrei riportato io tuo fratello a casa. >> disse la strega.

Erano spacciati, Dean lo sapeva.

Non ci voleva certo un genio per capirlo.

Avrebbe resistito, ma uscirne vivi era impossibile.

<< Lascialo andare! >> si impose Elena, sperando inutilmente che le sue parole potessero avere un qualche effetto.

<< Mi dispiace, ma non posso. Non vederla come una cosa personale, è per un bene più grande. >>

<< E’ così che ora si chiama un omicidio di massa e di innocenti? >> domandò il cacciatore, più per prendere tempo che perché ci credesse davvero.

<< Dean Winchester. Ho sentito molte cose sul tuo conto e mi aspettavo che fossi dalla mia parte. Sto cercando di estirpare questo male dal mondo, non è quello che fai anche tu? >> insinuò la strega.

<< Io non uccido degli innocenti e questo ragazzo non c’entra niente. >> rispose il biondo.

<< Non è detto che morirà. In ogni caso vi consiglio di lasciarci andare. >> disse infine Esther stufa di tutte quelle chiacchiere.

Elena osservò il viso del fratello che cercava di liberarsi dalla presa della strega, ma questa l’aveva intimato con uno sguardo.

Sconfitto, Jeremy si rispecchiò negli occhi della sorella, cercando di dirle: vai via! Salvati!

Ma la Gilbert non avrebbe mai lasciato il fratello nelle mani di quella pazza, a costo di farsi uccidere.

Avrebbe preferito che Dean non fosse lì.
Non avrebbe mai voluto portarlo in quella situazione tragica.

<< No. >> disse semplicemente Elena.

<< Ve la siete cercata. >> e con un solo gesto, la strega fece volare la ragazza dall’altra parte della stanza, facendola sbattere al muro.

Dean cercò di raggiungere l’amica, ma venne bloccato da tre uomini, che si rivelarono essere dei demoni.

Ma cosa c’entravano questi mostri in tutta quella situazione?

Poi si ricordò delle parole di Katherine: Esther si era messa in contatto con un demone molto potente.

Dean incominciava a sospettare che potesse trattarsi proprio di lui, ma quello non era il momento adatto per pensare.

Anche se come si stavano mettendo le cose sembrava proprio che nessuno avrebbe sentito la sua teoria.

Jeremy si dimenava, mentre la strega cercava di spingerlo fuori.

Ma il ragazzo non avrebbe mai lasciato la sorella lì, così stava provando a colpire Esther, ma quella riusciva sempre a scansarsi o utilizzava la magia.

Dean colpì il primo demone allo stomaco con il coltello, per poi sferrare un pugno a quello che era alle sue spalle.

Tirò fuori la sua arma dall’uomo defunto, per riuscire poi a graffiare il viso di un altro, mentre un nuovo demone lo stava bloccando di nuovo alle spalle.

Il biondo cercava di sferrare gomitate, ma era tutto inutile e fu costretto a beccarsi un pugno nello stomaco e poi in faccia.

Sentiva così dolore alle braccia, tirate all’indietro da quel mostro, che sperava che presto quello gliele strappasse.

Riuscì a sferrare un calcio ai ‘paesi bassi’ del demone che lo stava colpendo a pugni e si lasciò andare a un piccolo sorriso, che gli morì quando riuscì ad intercettare Elena.

La ragazza era riuscita a rialzarsi ed aveva afferrato l’estintore.

Nonostante quell’arnese fosse pesante, riuscì a colpire in pieno volto uno di questi mostri, che si accasciò a terra urlando e con il sangue che gli usciva a fiotti dal naso ormai rotto.

Elena vide che Dean era in una brutta situazione.

Era stato bloccato e alcuni di questi mostri lo stavano colpendo pesantemente, mentre il suo fratellino veniva trascinato via.

La Gilbert cercò di farsi forza e di caricarsi di tutto il coraggio che aveva.

Nessuno sembrava accorgersi di lei, così indisturbata andò alle spalle di un demone che si stava dirigendo verso Dean, e lo colpì con l’estintore in testa, spaccandogliela.

Il sangue si riversò sul pavimento e sulle sue scarpe, mentre l’odore ferroso le arrivava alle narici, dandole il voltastomaco.

Ma non si sarebbe fermata, nonostante non le piacesse quello che stava facendo e, in un certo senso, si sentisse anche ridicola con quell’affare in mano.

Ma il suo momento di gloria durò poco.

Due demoni, una donna e un uomo, erano appena giunti e subito si occuparono di Elena.

L’uomo la prese per una spalla, strattonandola e buttandola a terra.

La Gilbert cercò di rialzarsi, ma la donna l’afferrò per i capelli e la fece sbattere la faccia sul pavimento.

Per fortuna, Elena fu abbastanza veloce da pararsi con le mani e così evitare di rompersi qualcosa.

Ma non poté fare niente contro i due calci di seguito che ebbe nello stomaco.

Anche se voleva urlare le era impossibile.

Il fiato le si mozzò in gola, quasi non la faceva nemmeno respirare.

Dean guardò quella scena con il terrore negli occhi.

No, non avrebbe perso un’altra amica.

Avrebbe fatto di tutto pur di salvare Elena, anche andare contro le sue stesse parole.

“Castiel, ti prego. Aiutaci!”
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Sam si sentiva di impazzire. O forse l’era già diventato?

Dopo aver lasciato casa di Rebekah, si era diretto al Mystic Grill per fare rifornimento di caffè.

Era impossibile prendere sonno, Lucifero non gliel’avrebbe permesso.

<< Perché mi vuoi così male? >> gli aveva chiesto disperato, mentre assisteva impotente per l’ennesima volta a una delle scene che il demonio gli riservava.

Questa era la volta di una cosa realmente accaduta.

La morte di Ellen e Jo.
Queste erano due loro care, morte proprio mentre erano a caccia di Lucifero.

Era ancora una ferita aperta, una delle tante morti che i suoi fratelli si portavano sulle spalle.

<< C’è bisogno di chiedermelo? Tu non hai voluto ospitarmi nel tuo corpo, mi hai ucciso. Sai come si dice: occhi per occhio.. >> e da lì era partita una di quelle irritanti risate.

Era pomeriggio e non aveva notizie ne da Dean ne da Beth ne da Rebekah.

Era quasi tentato dal chiamare Bobby, tutto pur di non rimanere da solo ancora con quel demonio.

Ad un tratto sentì battere contro la porte così forte, che pensò che fosse solo un’altra allucinazione.

Presto a quel rumore si aggiunse anche il suono del campanello.

Sam alzò lo sguardo dallo schermo del suo pc, e lanciò un’occhiata a Lucifero, che serenamente aveva le gambe accavallate sul tavolo e si dondolava sulla sedia.

<< Sei tu? >> chiese sospettoso Sam.

<< Non sarebbe divertente e io ho un forte senso dell’umorismo. >> gli rispose.

Il cacciatore decise di alzarsi e vedere chi fosse.

Aprì la porta e sbalordito si trovò davanti a una Rebekah con un’aria affranta e affaticata.

<< Uh! Ma guarda chi ci è venuto a fare visita! >> esultò Lucifero, spuntando da dietro alle spalle del ragazzo.

<< Cos’è successo? >> chiese l’altro.

<< Ennesima lite con Klaus e… >> rispose lei, con lo sguardo puntato sulle scarpe.

<< Cosa? >> la invitò a continuare Sam.

<< Sai, ho pensato… Insomma, tu mi hai detto che potevo venire se volevo! >> riuscì a dire infine la bionda.

Il cacciatore sghignazzò un po’, piacevolmente colpito dall’imbarazzo iniziale della ragazza.

Ora però doveva invitarla ad entrare o no?

Già si immaginava la predica che avrebbe avuto da Dean, e forse avrebbe anche rischiato di farsi uccidere.

Però la cosa avrebbe reso anche felice Beth.
La rossa avrebbe fatto i salti di gioia a poter invitare la propria amica in casa.

Elena odiava la bionda, ma non avrebbe fatto storie.

<< Vuoi entrare? >> chiese infine, facendo rimanere l’Originale a bocca aperta.

Pensava che lui sarebbe uscito e sarebbero andati a fare due passi insieme, e invece l’aveva invitata ad entrare in casa.

Non riuscì a dire niente ed incerta entrò.

<< Cosa si offre a un vampiro? >> domandò Sam ironico.

<< Un bicchiere di coca-cola va bene. >> rispose l’altra sorridendo.

La bionda si guardò intorno, decisamente più serena.

Non sapeva bene perché fosse andata da lui, ma non le andava di rimanere da sola.

Ancora sentiva echeggiare le parole di Klaus ed erano sempre una pugnalata.

Stranamente, anche Sam le faceva quello strano effetto di calmante.

Si sentiva meglio quando era con lui, si sentiva più libera.
Quasi non dovesse fingere.

<< Posso chiedere perché avete litigato? >> chiese Sam, porgendo il bicchiere alla ragazza.

<< Ci ha beccato e la cosa non gli va bene. >> spiegò tutto d’un fiato l’altra, cercando di interpretare l’espressione del ragazzo da dietro il bicchiere.

Sam prima si corrucciò, per poi rilassarsi e fare anche spallucce.

<< Se ti fa sentire meglio, presto avrò anch’io una lite del genere con Dean. >>

<< E’ peggio a me. Non è la prima volta che sto con un umano, con un cacciatore. >>

<< Ehy! Io sono stato con un demone che mi ha sfruttato solo per liberare Lucifero. >>

Rebekah ridacchiò:<< Ok, questa mi manca. >> aggiunse.

Ci fu un momento di silenzio, dove ognuno evitava lo sguardo dell’altro.

Quell’attimo d’imbarazzo venne interrotto dalla ricomparsa di Lucifero, che incominciò a urlare:<< L’avete fatto! Te la sei fatta! >>

Sam sussultò, borbottando anche uno: << Stai zitto! >>.

<< Questo Lucifero diventa sempre di più una seccatura! E si può sapere cosa ci fanno lì tutti quei caffè? >> imprecò a un certo punto Rebekah.

Era andata lì per calmarsi, non aveva voglia che quella calma apparente fosse rovinata da un psicopatico.

Sam non seppe come giustificarsi.

Non voleva farla preoccupare ancora di più, dicendole che ormai erano due giorni che non chiudeva occhio.
<< Non ci pensare Bekah. Piuttosto perché non andiamo a fare un giro? >> cercò di dissuaderla, incominciando a spintonarla verso la porta.

Ma la bionda era decisa a non mollare.
Eppure in quel momento voleva solamente lasciarsi andare.

Non voleva sentire tutto quel dolore che provava quando ripensava alle parole di suo fratello.

<< E se invece rimanessimo qui? >> chiese, voltandosi verso Sam.

Il ragazzo rimase stupito dal tono usato dall’altra.

Non c’era malizia, solo tanta sofferenza e tristezza.

Il cacciatore le sorrise con dolcezza e l’abbracciò.

Rebekah rimase sbalordita da quel gesto e in un primo momento  non rispose.

Tutto quel calore e affetto che stava ricevendo, sembrava essere la risposta a tutti i suoi problemi.

Era questo che cercava da secoli.

Quasi tremando allungò le braccia e si strinse forte a lui, e si sentì finalmente felice.





Salve! Purtroppo non posso dilungarmi molto con il mio commento, spero soltanto che vi sia piaciuto.
Aggiungo due cose però: 1- voglio specificare che quello che succede a Dean e Elena avviene un giorno prima di quello che sta avvenendo a Mystic Falls.
2- GRAZIE! Grazie davvero a chi continua a seguire questa storia, ai nuovi arrivati e chi c'è da sempre e mi sostiene con quelle magnifiche recensioni <3

*Episodio 4x04 di TVD
Ps: capitolo non revisionato 



Questo è Lucifero, interpretato dall'attore Mark Pellegrino:

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


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Elena non aveva un’idea precisa del Paradiso e dell’Inferno.

Infondo non sapeva nemmeno se crederci.

Dopo tutte le disgrazie che aveva vissuto, la sua fede era alquanto incerta.

Ma in quel momento le fu istintivo dire in mente alcune paroline.

Probabilmente tutte le sue costole erano rotte, per non parlare dei lividi che ormai ricoprivano quasi tutto il suo corpo.

Un rivolo di sangue scorreva dal naso e sentiva scottare la guancia destra.
Probabilmente le impronte della mano pesante di quel demone erano ancora ben visibili.

In lontananza sentiva le urla di Jeremy, stava anche piangendo?

E Dean? Non poteva essere già morto, non poteva esserlo e basta.

Aveva la pellaccia molto più dura della sua, ce l’avrebbe fatta e avrebbe salvato suo fratello. Ne era certa.

Con queste convinzioni la morte sembrava molto più piacevole.
Sperava solo che tutto finisse presto, perché davvero era all’estremo delle forze.

Ma ad un tratto non sentì più niente.
Nessuno la stava pestando, o semplicemente era già finita all’altro mondo?

Eppure il dolore era ancora lì, tanto che le era impossibile muoversi.
Cercò di aprire gli occhi, che fino a quel momento aveva tenuto serrati per non far fuoriuscire le lacrime, e vide una scena che non si sarebbe mai aspettata.

Un uomo, con un trench beige, che senza molti problemi schivava i colpi degli avversari.

Ma la cosa che fece sbalordire Elena fu come riusciva a ucciderli.

Gli bastava toccarli, appoggiare una mano sul capo ad esempio, e i demoni morivano.

Proprio come con il pugnale speciale, questi, se venivano toccati da quell’uomo, prima fuoriuscivano dei fasci di luce, segno che il corpo era stato purificato, e poi cadevano a terra senza vita.

Elena vide Esther tentennare sull’uscio della porta, indecisa sul da farsi.

Jeremy era in ginocchio, segno che era stato colpito anche lui, e fu inutile per la strega cercare di rialzarlo.

Così lo lasciò e scappò.

Dean usò la sua arma e uccise anche l’ultimo demone.

Si girò un attimo verso il nuovo arrivato, sorridendogli, ma poi corse subito da Elena.

La ragazza era riuscita a mettersi un po’ seduta, grazie anche all’aiuto di un braccio che le faceva da sostegno e fu inevitabile portare una mano sul fianco sinistro.
Sì, lì decisamente tutte le costole erano andate. Così come la gamba destra.

Ma Dean stava bene. Suo fratello era salvo.
Tutto era perfetto.

<< Non ti muovere, rischi di peggiorare. >> la consigliò il cacciatore.

Non riusciva nemmeno a guardare l’amica in quelle condizioni.

Se Castiel non fosse arrivato in tempo, se non avesse accolto le sue preghiere, probabilmente Elena sarebbe già morta.

Dean si era ripromesso di non chiedere più aiuto a quell’uomo.

Lo considerava uno dei suoi più cari amici, era uno di famiglia ormai, ma aveva fatto una scelta.

Se voleva tenere al sicuro i suoi fratelli, dovevano allontanarsi da situazioni che andavano oltre i loro limiti.

Già uccidere Lucifero era stata una sfida immensa e non voleva che ricapitasse.

Sapeva che il suo amico non doveva passarsela bene, ma purtroppo loro non potevano farci niente.

Quindi, sia per non sentirsi in debito sia perché non aveva il coraggio di dirgli addio, aveva preferito non chiamarlo più.

E si sentiva anche ipocrita per aver chiesto il suo aiuto dopo tutto quel tempo, ma era stata l’unica soluzione.

Infondo poi non si dispiaceva nemmeno, era felice di rivederlo.

Come sempre era apparso dal nullo, solo un rumore simile a delle ali aveva preannunciato la sua presenza.

Dean aveva alzato il viso, dopo che aveva ricevuto l’ennesimo pugno e tirò un sospiro di sollievo.

Castiel si stava già occupando dei due demoni che se la stavano prendendo con Elena.

Non ci fu nemmeno bisogno di combattere.
Le mani sul capo e i due urlando caddero a terra senza vita.

Poi si era girato verso di lui e aveva fatto gli stessi gesti.

Appena fu libero di muoversi, Dean aiutò l’amico a fare fuori anche gli ultimi mostri rimasti.

Tutto come ai vecchi tempi.


<< Non è che tu stai messo meglio. >> gli fece notare Elena, mentre accettava di buon grado il sostegno di Dean.

Il ragazzo anche era ridotto molto male, tanto che gli risultava difficile anche sorreggere una mingherlina come la Gilbert.

Ma strinse i denti e le prese un braccio, facendolo cingere il collo, e riuscì a farla alzare.

Elena cercò di non urlare per il dolore e di non pesare troppo su Dean.

<< Guarda cosa t’hanno fatto. >> disse più a se stesso il cacciatore che alla ragazza, mentre con gesti delicati le accarezzava la guancia tumefatta.

Elena fu costretta a rispecchiarsi negli occhi del biondo e quasi stava per piangere.

Lei in suo confronto sembrava essere uscita da un centro benessere.

Dean aveva il labbro spaccato, un occhio completamente coperto da un enorme livido, la faccia contusa e sull’occhio sinistro era presente un bel taglio dove non smetteva di uscire sangue.

Elena si chiese come facesse ancora a stare lì a preoccuparsi per lei, piuttosto che imprecare per il dolore.

Quel contatto visivo fu interrotto dall’arrivo di Jeremy, che subito diede il cambio al cacciatore.

<<  Prima o poi ti farai uccidere. >> l’ammonì bonariamente il piccolo Gilbert, sorridendo alla sorella.

<< Ma tu sei vivo. E’ questo che conta. >> gli rispose Elena, per poi rivolgersi agli altri due uomini.

<< Devo ringraziarti Dean. E non dirmi che non c’è ne bisogno! E anche te.
Nonostante non ti conosca mi hai salvato la vita. >>

Castiel la guardò fisso e a piccoli passi si avvicinò alla ragazza.

Elena sussultò quando quello strano uomo appoggiò la sua mano sulla sua guancia.

Lanciò uno sguardo allarmata a Dean, ma questo guardava la scena disinteressato quasi.

Fu sconcertata da quel comportamento e riportò la sua attenzione sull’altro.

Era giusto qualche centimetro più basso di Jeremy, con dei capelli corti nerissimi e quasi in disordine.
Magnetici erano i suoi occhi azzurri come il mare.
Le labbra carnose erano una semplice linea, che sottolineavano la serietà di quel volto.

Durò un secondo.

Era ancora intenta a guardare quegli occhi quando si sentì quasi pervadere da una nuova forza restauratrice.

Quando poi l’uomo allontanò la sua mano da lei, Elena poté constatare che si sentiva bene. Era guarita.

Provò a muovere la gamba, si toccò le costole, la faccia.
Tutto era apposto.

<< Mi chiamo Castiel. >> disse l’altro, lasciando finalmente andare un sorriso.

Elena ricambiò radiosa e stupefatta quel sorriso e dicendogli: << Grazie di tutto, Castiel. >>
Poi si voltò verso il fratello e non riuscì a contenere l’euforia, tanto che gli saltò addosso per abbracciarlo.

Dean assistette a tutta la scena felice che almeno quella parentesi era risolta.

<< Ne avresti bisogno anche tu. >> gli fece notare Castiel.

<< Mi sa di sì. Non voglio di certo sporcare la mia bambina. >> rispose ironico il cacciatore.

<< Da quanto sei padre? >> chiese sconcertato l’altro.

Dean dondolò la testa sconsolato.
Castiel non avrebbe mai sviluppato il senso dell’umorismo, ma questo lo faceva divertire ancora di più.

Un tocco e anche il biondo fu come nuovo, gli unici segni di quello che era appena avvenuto erano i vestiti insanguinati e i vari corpi morti sparsi nell’hall del motel.

<< Cosa sei? >> chiese d’un tratto Jeremy, curioso come al solito.

Castiel cercò uno sguardo di consenso da parte di Dean, non sapendo se potesse fidarsi o meno di quelle nuove persone.

<< E’ un angelo. >> rispose al suo posto il biondo.

I due Gilbert rimasero sbalorditi da quella rivelazione.

<< Un angelo? Cioè, vieni dal Paradiso? E dove sono le ali? >> chiese ancora Jeremy.

<< Quante domande piccoletto. Che ne dite di continuare questa conversazione davanti qualcosa da mangiare? Presto qui ci sarà la polizia, è meglio non farsi trovare sulla scena del crimine. >> fece notare  Dean e tutti furono d’accordo, e si avviarono verso l’Impala.

<< Tu vieni con noi Cass, vero? >> chiese il cacciatore.

Voleva chiarire con l’amico, voleva sapere come andassero le cose, voleva scusarsi.

L’angelo ci pensò su e poi accettò l’invito.

Così i quattro partirono, pronti a tornare a casa, ignari di quello che gli aspettava.

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Seduto su una delle pietre che contornavano l’ingresso alle vecchie segrete del cimitero Lookwood, Alaric si rigirava il suo cellulare fra le mani in attesa di nuove notizie.

Lui e Esther avevano deciso di dividersi.

Sia per velocizzare le cose, sia per portare almeno un risultato a casa.

Non che avessero dubbi nella riuscita dei loro piani, ma avevano sospettato che Katherine potesse aver spifferato tutto ai loro avversari.

Quindi avevano convenuto che qualche precauzione era giusto prenderla.
Quindi mentre la strega aveva fatto una sosta per prendere Jeremy, lui doveva avviarsi a Mystic Falls e magari dare un’occhiata in giro.

Non aveva potuto fare molto, dopotutto era un semplice umano, ma qualcosa di utile era uscito fuori.

A quanto sembrava mancavano all’appello Damon, il maggiore e la minore dei Winchester, ma soprattutto Elena.

Era corso in un posto più appartato per chiamare la strega e riferirle quella scoperta, che rovinava tutti i loro piani.

La presenza di Elena era vitale per loro e invece proprio lei mancava.

Aveva già provato a chiamare la strega un paio di volte, ma le sue chiamate erano andate tutte a vuoto e adesso non gli restava che aspettare.

Appoggiò la fronte sui palmi delle mani, frustrato dagli ultimi eventi, poi fu costretto ad alzare la testa quando sentì dei passi.

Si guardò intorno sospettoso e cercando di vedere di chi si trattasse.

Ben presto quel piccolo posto venne occupato da una decina di uomini, che a un certo punto si fermarono.

Alaric scattò all’in piedi, non capendo cosa stesse succedendo, poi ad un tratto il suo cellulare prese a squillare.

Non appena rispose, Esther subito incominciò a parlare:<< Alaric, le cose qui non sono andate come speravamo. Quindi ora tocca a te. >>

<< Elena non … >> stava cercando di dire l’altro, ma venne blocca dalla voce autoritaria della strega:<< Lo so! Per questo ho chiesto un aiuto. Uccidi tutti i suoi amici, se è necessario, ma prendi Stefan Salvatore. Se abbiamo lui abbiamo anche la ragazza. >>

<< Esther, io non capisco. Perché non facciamo uccidere a lui i tuoi figli? >> chiese giustamente Alaric.

<< Vuoi davvero essere in debito con un essere del genere? E poi so prendermi le mie responsabilità. Io ho creato questi abomini e io li eliminerò. Ora fai come ti ho detto. >> e con questo la strega chiuse la chiamata.

L’ex professore di storia si diede dello stupido da solo.

Non voleva anche lui uccidere di persona quegli esseri?

Capiva perfettamente Esther e non poteva che appoggiarla.

<< Seguitemi. >> disse semplicemente a quegli uomini, mandati da un quel loro alleato, e si avviarono verso casa Salvatore.
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<< Questo è per te. >>  disse sorridendo Katherine, mentre tendeva un bicchiere di liquore a Stefan.

Il vampiro subito si accigliò, stupito da quella strana gentilezza.

<< Cosa ci hai messo dentro? >> chiese.

L’altra allora sbuffò, lasciando andare il bicchiere, e si andò a sedere sulla poltroncina affianco.

Stefan fu veloce e così riuscì a prendere a volo il bicchiere, lo fissò per un po’ e poi si decise a bere.

<< Hai visto? Non sei morto. >> disse Katherine, mettendo su la sua faccia da annoiata, e bevendo anche essa.

<< Mi ricordi perché sei ancora qui? >> gli chiese ironicamente il minore dei Salvatore, rimanendo sempre straiato sul divano e reggendo un libro.

<< Vuoi che torni da quella stregaccia? Qui sono più al sicuro. E poi era da tanto che non stavamo un po’ insieme Stefan. Mi sei mancato. >>  rivelò l’altra, sorridendo divertita.

Il vampiro si limitò a lanciare uno sguardo in alto e poi tornò alla sua lettura.

In realtà stava solo fissando quel libro, mentre la sua testa non faceva che pensare.

Damon mancava da casa ormai da tre giorni e non aveva avuto ancora nessuna notizia.

Che qualcosa fosse andato storto? Ne dubitava.

Se fosse stato così, anche Beth era inclusa ed era certo che i Winchester, che almeno Sam, lo avvertissero.

Per stare calmo comunque aveva inviato un messaggio al fratello, chiedendogli di fargli avere sue notizie.

Come si aspettava Damon non si era fatto vivo.

E preferiva. Se si fossero sentiti, sicuramente l’altro avrebbe capito che stava  nascondendo qualcosa e Stefan non voleva ancora dirgli niente sulla questione dell’imminente attacco di Esther, Alaric e questi demoni.

Doveva ammettere che la presenza di Katherine aveva anche i suoi lati positivi.

La vampira non stava mai ferma o zitta, e questo gli permetteva di non soffermarsi poi molto sui quei pensieri.

E su quelli inerenti ad Elena.

<< Sta arrivando qualcuno. >> disse ad un tratto Katherine, alzandosi dalla poltroncina e spostandosi subito verso la finestra.

Immediatamente venne seguita da Stefan, che cercò di mettere bene a fuoco i volti dei nuovi arrivati.

Ma soprattutto cercava di capire quanti ne fossero.

<< Quindici. >> disse semplicemente la Petrova, facendosi seria e irrigidendosi.

Alla fine stava succedendo e nei peggior modo possibile.

Stefan riuscì a individuare la figura di Alaric, che era in testa al gruppo.

Doveva combattere anche lui, non c’erano altre vie d’uscita.

Questo sempre ammesso e concesso riuscisse a sopravvivere a tutti quegli esseri.

I due vampiri  non sapevano bene cosa aspettarsi, perché erano certi... quelli erano demoni.

Secondo i Winchester, quei mostri erano dotati di una forza immane ed erano quasi indistruttibili.

C’era poco da fare con loro e non si erano nemmeno preparati.

In ogni caso si attrezzarono velocemente con quel poco che avevano.

Due fucili con piombini di sale, acqua santa e lessero ancora una volta la formula per l’esorcizzazione.

<< Sembriamo due cretini. >> si lamentò Katherine, mentre guardava la bottiglina con quell’acqua benedetta.

<< Speriamo almeno di essere due cretini che riescono a sopravvivere. >> rispose passivamente l’altro, mentre caricava il suo fucile.

Ma dovette fermarsi, visto che la vampira gli si era piazzata davanti e ora premeva con forza le sue labbra sulle sue.

Stefan spalancò gli occhi, non sapendo bene cosa provare.

Katherine però non fece altro, non cerco altro e dopo un paio di secondi si staccò.

<< Se nel caso non dovessimo farcela. >> disse, non abbandonando quel suo sorrisetto furbesco.

<< A chi vuoi darla a bere. >> brontolò il vampiro, per poi avviarsi fuori.

Katherine lo lasciò andare avanti e rimase a fissarlo per un attimo, prima di raggiungerlo.

Quello stupido proprio non riusciva a fidarsi di lei e questo non faceva che mandarla in bestia.

Arrivata fuori, le sembrò quasi che quei maledetti fossero aumentati o semplicemente sapevano confondersi bene nel buio.

<< Stefan! Da quanto non ci si vede! >> disse Alaric, sorridendo, facendosi avanti e Katherine non ci pensò due volte ad alzare il fucile nella sua direzione.

<< Avrei preferito non farlo in questa situazione. >> rispose serio il vampiro, pronto a scattare.

<< Che ne dici se andiamo a fare due chiacchiere in un altro posto. Da soli. >> sottolineò Saltzman.

<< Perché Alaric? >> chiese semplicemente l’altro, sperando che qualcosa potesse scattare nel suo vecchio amico e farlo rinsavire.

Ma il cacciatore non volle nemmeno risponderlo e fece gesto ai suoi di attaccare.

Stefan e Katherine vennero circondati e assaliti all’istante, e ci poco da fare anche per loro che erano due vampiri.

Alcuni colpi andarono a segno, facendo cadere a terra tramortiti alcuni demoni; l’acqua permetteva di farli allontanare, scottati e ustionati. Esattamente come succedeva con la verbena con la loro specie.

Impossibile però era esorcizzarli.
Non si aveva il tempo di aprire bocca, che subito altri tre saltavano alle spalle.

Stefan era riuscito a colpirne parecchi, non fermandosi nemmeno un attimo, ma secondo i suoi calcoli gli era rimasto un solo proiettile.

Da lontano un demone si stava avvicinando a passo di carica verso di lui, e già era pronto a sparargli, ma venne attirato da un movimento alla sua destra dove si trovava Katherine.

La vampira era girata, intenta a fermare due demoni che non le davano tregua, e non si era accorta di quello che stava per assalirla alle spalle.

Stefan agì d’istinto e usò l’ultimo proiettile per sparare proprio al mostro che stava per attaccare la Pierce, che si girò un nanosecondo per lanciargli un sorriso.

Il piccolo Salvatore sospirò.
Doveva imparare a volersi più bene, e non a mettere sempre la vita degli altri al primo posto.

Ma non era proprio riuscito a trattenersi.

Katherine sarebbe stata spacciata, e per quanto potesse odiarla, non riusciva a vederla uccisa in quel modo.

Colpì con il fucile la faccia del demone che lo stava attaccando e velocemente riuscì anche a dire la formula per esorcizzarlo.

Quest’ultimo, alzò il viso verso il cielo e spalancò la bocca, lasciando fuoriuscire una densa nube nera, per poi cadere a terra privo di coscienza.

Stefan rimase impressionato da quell’evento, ma si riprese e si voltò.

Ebbe solo il tempo di vedere due occhi neri come la pece di fronte a lui e la voce di Katherine che urlava il suo nome.

Poi il buio.
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Beth fissò per la centesima volta l’ora.

Erano le 19.30 e in nottata sarebbero ritornati finalmente a casa.

Se il viaggio dell’andata era stata in qualche modo piacevole, quello del ritorno era l’opposto.

Nessuno dei due aveva aperto bocca, e anche la radio era stata messa a tacere.

La rossa voleva tanto schiacciare un pisolino, ma stava cercando di resistere.

Il suo era un motivo stupido e immaturo, ma doveva ancora sbollire la rabbia per quel tradimento.

Voleva far credere a Damon che lei non dormiva perché non si fida più di lui.

Onestamente non sapeva quanto potesse importarsene il vampiro di una cosa del genere.

Anzi aveva dimostrato che di lei non gliene fregava niente.

Per orgoglio o per qualch’altra ragione, sconosciuta a Beth, lui aveva deciso di attaccarla.
Perché ne era certa che non avesse perso il controllo.

Si era rivelato troppo bravo in situazioni del genere, dove il sangue li circondava, figuriamoci quindi se cedeva per la sua sola presenza.

Era stata una sua decisione e questo la feriva ancora di più.

Cosa gli aveva fatto di male?

C’era altro da pensare però.

Klaus non poteva essere ucciso, se volevano far rimanere in vita quelli che ormai erano… i loro alleati?

Doveva esserci una scappatoia però.

Annoiata e stanca, dei suoi stessi pensieri, incominciò a giocherellare con il cellulare e, quando iniziò a squillare, venne presa talmente alla sprovvista che se lo fece cadere da mano.
Subito si abbassò per recuperarlo, andando a sbattere anche con la fronte sul cruscotto, ma alla fine riuscì a rispondere.

<< Beth, mi senti? >> chiese dall’altra parte Sam.

Dolorante la rossa si alzò, massaggiandosi la testa:<< Sì, certo. Cos’è successo? >>

<< Beth… i demoni sono qui, con Alaric e… >>

<< Demoni? E cosa? Avanti continua Sam! >> lo spronò la sorella.

<< Hanno preso Stefan. >> rivelò infine l’altro.

La rossa congelò sul posto, non avendo il coraggio di voltarsi a vedere la reazione del suo compagno di viaggio.

<< Perché? Cosa vogliono? >> domandò, con una voce fin troppo stridula.

<< Elena. Lei non è qui, è andata a recuperare Jeremy con Dean. >> spiegò il cacciatore.

<< Sei da solo? E loro dove sono? Come stanno? >> chiese Beth, non riuscendo a trattenere l’ansia e la preoccupazione.

<< Devo ancora chiamarli. Ma stai tranquilla, ok? Andrà tutto bene. Cercate solo di tornare il prima possibile. >>

<< Certo, tenete duro. Avverto io Dean, voi preparatevi >> e chiusero la chiamata.

La rossa non aveva bisogno di girarsi, sapeva che Damon era arrabbiato e che stava per rompere l’acceleratore, tanto che lo pigiava forte.

Non sapeva cosa dire.
In quei casi ogni parola sembrava inutile.

Il vampiro stringeva, quasi convulsamente il voltante con la mano sinistra e con la destra invece il cambio.

Beth era in bestia con lui.
Era una delle ultime persone con cui voleva avere a che fare.

Ma era pur sempre Damon.

Lo stesso Damon che l’aveva fatta da scudo.
Lo stesso che l’aveva protetta, nonostante tutto.
Lo stesso che ora faceva finta di niente, mentre dentro si stava distruggendo.

Beth allungò la mano sinistra, quasi tremante e incerta, e l’appoggiò delicatamente su quella con cui il vampiro stringeva il cambio.

Il corvino si voltò meravigliato da quel gesto, ma la ragazza era girata dall’altra parte, intenta a chiamare il fratello.

Nonostante ciò però continuava a tenere quella mano sulla sua, e a massaggiarla dolcemente.

Damon voleva schivarla, dirle che non ne aveva bisogno, che non voleva la sua commiserazione.

Eppure non fece niente, se non rimanere immobile e cercando di lasciarsi calmare dai quei tocchi.














Salve a tutti! Prima di tutto mi scuso per il ritardo e per questo capitolo.
Mi sembra troppo breve, ma se scrivevo altro poi esageravo... anyway! Spero che vi sia piaciuto e di essere stata chiara.
Quel "lui" evidenziato verrà rivelato più avanti, spero in un modo che nessuno si aspetta.
Per l'orrida immagine di copertina... abbiate pietà! Non sono brava in queste cose xD
Comunque concludo ringraziando come sempre chi continua a seguire questa storia, per i nuovi e per chi recensisce <3 
Alla prossima! c:

Per chi non lo conoscesse, Castiel è questo figo( e nella foto è così cuccioloso *-*) qua interpretato da Misha Collins <3 

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


Image and video hosting by TinyPic Rebekah sarebbe rimasta volentieri per sempre fra quelle braccia.

Nonostante lei fosse un’ immortale, solo in quel momento si sentiva davvero al sicuro, come se nessuno potesse farle del male.

Nessuno poteva costringerla a vivere una vita che non voleva.

Nessuno poteva scalfirla con parole maligne.

Si strinse ancora più forte, appoggiando la fronte sul petto del cacciatore, lasciando che alcune lacrime le bagnassero il viso.

Sam non voleva essere invadente.

Così si limitò ad accarezzarle i lunghi capelli, e si lasciò anche lui andare.

Chiuse gli occhi, beandosi di quel piccolo barlume di pace.

Lucifero sembrava scomparso e lui poteva finalmente rilassarsi, concentrandosi sulla bella bionda fra le sue braccia.

Quando fu certa che più nessuna lacrima sarebbe uscita, alzò il volto e baciò Sam.

Fu costretta a mettersi anche sulle punte, ma in quel momento era pronta anche a scalare una montagna pur di assaporare ancora una volta l’effetto calmante che aveva su di lei il cacciatore.

A dispetto dell’ultima volta, il tutto fu più dolce, ma alla fine quella scintilla scattò di nuovo.

I baci diventarono più famelici, le mani più frenetiche, gli sguardi più desiderosi.

Senza accorgersene, Rebekah si ritrovò con le spalle contro l’infisso della piccola arcata che c’era prima del soggiorno.

Le mani di Sam incominciarono a scendere sempre più giù, fino ad arrivare alle cosce, che fece intuire alla vampira di farle legare intorno alla sua vita.

Rebekah si lasciò trascinare dall’andamento del ragazzo, e conficcò le unghia nel legno dell’infisso, quando il Winchester fece entrare la sua mano nei pantaloni di lei.

Sam doveva essere onesto, con lei si lasciava andare come mai aveva fatto in tutta la sua vita.

Il primo giorno che l’aveva vista, non aveva fatto nessun commento, ma era rimasto immediatamente colpito.

C’era qualcosa che quasi la faceva risplendere.

E vederla in quel momento, con la schiena inarcata per facilitare i suoi movimenti, sussurrare il suo nome, completamente in suo potere… si sentiva felice.

Non gli importava che non riuscisse a dormire.
Non gli importava che c’era un fratello vampiro Originario che voleva farlo fuori.
Non gli importava che presto si sarebbe scatenato l’inferno.

Tutto quello che gli bastava in quel momento era stare con lei.

Che si stesse affezionando un po’ troppo?

I suoi pensieri e i suoi gesti vennero bloccati, quando sentirono bussare alla porta.

<< Aprite questa porta! >> tuonò Klaus.

Rebekah e Sam si fissarono con gli occhi spalancati, non sapendo cosa fare e con decisamente la voglia di far finta di non sentirlo e continuare la loro attività.

<< Quanto tempo vi ci vuole per rivestirvi? >> chiese un’altra voce.

Annoiata e maliziosa: Katherine Pierce.

<< Sei sempre la solita. >> si lamentò Caroline.

I due giovani, che ora erano andati a rimettersi apposto, rimasero sbalorditi che quei tre fossero fuori casa Winchester.

E questo fece nascere il dubbio che qualcosa di brutto fosse successo.

Il cacciatore, con questa nuova consapevolezza, andò ad aprire la porta, seguito dalla bionda.

<< Finalmente! >> esultò la Petrova.

<< Cosa volete? >> domandò senza giri di parole Sam.

<< Alaric e i demoni sono arrivati in città e hanno preso Stefan. >> spiegò la bionda, con un’aria tremendamente preoccupata e ansiosa.

Era andata al Grill e aveva incontrato Klaus.

I due si erano evitati, finché non aveva visto Katherine entrare tutta trapelante nel locale e chiedere a Matt se avesse visto Elena o uno dei Winchester.

Per quella domanda insolita e l’atteggiamento strano della vecchia vampira, avevano deciso di seguirla e farle sputare il rospo.

Non l’avessero mai fatto!

A Klaus non interessava molto la cosa, era certo che in qualche modo gli altri avrebbero salvato il piccolo Salvatore, ma quando aveva sentito tutta la storia raccontata da Katherine, aveva deciso di immischiarsi.

A quanto sembrava Alaric e dei demoni avevano preso in ostaggio Stefan, per far uscire fuori Elena.

E lui aveva bisogno della doppelganger!
Gli ibridi non si creavano mica da soli!

Solo che anche i suoi nervi, già non molto stabili, stavano per esplodere.

Nel giro di due giorni aveva beccato due volte la sorella intenta a fare cose che avrebbe preferito non sentire e vedere.

Questo avrebbe dato fastidio a ogni essere umano, figuriamoci a lui che aveva l’unico desiderio di fare fuori quel cacciatore.

Ma l’occasione si sarebbe creata, ne era certo.

<< Vi hanno detto dove l’hanno portato? >> chiese Sam, facendosi serio.

Occuparsi della questione demoni era il suo compito e non avrebbe fallito.

<< Nel bosco. Dove si trova la prigione dei Lookwood. >> disse Katherine.

<< Sapete già come agire. Vado a prendere il resto delle armi e a chiamare gli altri. >> annunciò il Winchester, rimanendo un attimo da solo a pensare.

Senza il pugnale diventava tutto più difficile, e non sapeva quanto fidarsi di quei vampiri.

Oltre Rebekah, e forse Caroline, gli altri potevano rivelarsi essere anche dei nemici.

Scosse la testa per cacciare via quei pensieri. Doveva essere positivo e non pensare sempre al peggio.

<< Allora perché chiami i tuoi fratelli? Non lo fai perché speri che tornino presto a casa? >> insinuò Lucifero.

Sam sbuffò infastidito. Sperava di essersi liberato di lui, ma la sua assenza non era che durata una mezz’oretta.

<< O ti preoccupi che non sei abbastanza forte? Avresti potuto dormire un po’ sai? >> continuò il diavolo, ridendosela.

Non avrebbe mai permesso a quell’omuncolo di riposare: il suo obiettivo era portarlo alla morte.

Ma il cacciatore lo ignorò, o almeno ci provò, e pensò a chiamare Beth, dopo di che prese il suo borsone con le vari armi e ritornò dai quattro vampiri.

<< Andiamo. >> disse chiudendosi la porta alle spalle e afferrando la mano di Rebekah.

Il suo positivismo era andato a farsi un giro, visto il brutto presentimento che sentiva.
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Nella macchina Jeremy non smetteva di tartassare di domande Castiel, che con la sua solita calma e pazienza, rispondeva.

Dean era un po’ infastidito.

Aveva aspettato tanto per parlare con il suo amico e adesso non vedeva l’ora di farlo, così da togliersi quel peso dallo stomaco.

Ma poi vedeva Elena, che seduta sul sediolino affianco al suo, osservava il fratello dallo specchietto retrovisore e sorrideva serena, e lui non poteva che esserne felice.

Sembrava che tutto stesse andando finalmente per il verso giusto, quando sentì il suo cellulare squillare.

Lesse il nome, e un sorriso a trentadue denti gli comparve sul viso.

Qualsiasi cosa avesse da dirgli, non gli importava.
Voleva solamente sentire la sua voce, dopo tanto tempo.

<< E’ Beth. >> annunciò, e questo fece calare il silenzio nell’abitacolo.

<< Hey, sorellina. >> la salutò.

<< Dean, dove sei? >> chiese lei, con voce seria e questo fece demoralizzare un po’ il biondo.

<< A circa due ore da Mystic Falls, perché? >>

Beth si prese una lunga pausa, e questo fece preoccupare il fratello che accostò e spense la macchina.

<< Alaric, con dei demoni, ha preso Stefan. Vuole Elena. >>

Sbang! Era stato colpito in pieno.

E lui che povero illuso credeva che qualcosa fosse cambiato.

<< Lei è con me. >> disse semplicemente Dean, con ormai la sua voce diventata smorta.

<< Lo so, ma dobbiamo salvare Stefan. E io non so.. oh, aspetta un attimo. >> si interruppe d’un tratto Beth, facendo rimanere sconcertato l’altro, per poi rimanere scioccato.

<< Biondino ascoltami bene, - tuonò la voce di Damon, dall’altro capo della cornetta- tieni Elena lontano. Mentile, legala, falla svenire, ma non permettere a quella masochista di avvicinarsi a Mystic Falls. >>

<< Questo lo so già di mio, ma lì hanno bisogno di una mano.. ho la soluzione. >> disse infine Dean, voltandosi verso Castiel.

<< Bene. Arriveremo il prima possibile e vi faremo sapere. >> detto questo, il vampiro attaccò, non dando la possibilità al cacciatore di salutare la sorella.

Ma adesso c’era altro a cui pensare.

<< Cos’è successo? >> chiese Elena, ma Dean fece finta di non ascoltarla e si rivolse solo all’angelo, facendogli segno di scendere dalla macchina.

<< Cos’è successo? >> ripeté Castiel, una volta fuori e aver raggiunto l’altro.

Il cacciatore si passò una mano sulla faccia, poi si decise a guardare l’amico.

<< Senti. Lo so e mi dispiace. Mi sono comportato una merda con te e non smetterò mai di ringraziarti per quello che hai fatto per me, per i miei fratelli, per i Gilbert.. >>

Era dannatamente difficile.

Chiedergli un altro favore, gli sembrava così ingiusto e da ipocriti, ma per fortuna Castiel sembrò capire.

<< Dean, io non metterei mai nessuno di voi in pericolo, per questo non mi sono fatto vedere prima. Non volevo immischiarvi nelle dispute che stanno avvenendo in Paradiso, ma se c’è qualcosa che posso fare per aiutarvi, basta chiedere. >> disse l’angelo sollevato.

I Winchester gli mancavano ogni giorno.

Erano diventati la sua famiglia e la separazione faceva male.

Ma, dopo aver sconfitto Lucifero, aveva preferito mantenere le distanze.

In realtà ogni tanto andava a trovarli, ma li osservava da lontano, senza farsi scoprire.

E quando si era sentito chiamare da Dean, si era subito precipitato, preoccupato che potesse essere successo qualcosa ai suoi amici che gli avevano insegnato così tanto.

<< A Mystic Falls non se la stanno passando bene, avranno bisogno di una mano, ma io non posso andare. I demoni vogliono quella ragazza- spiegò il biondo, indicando Elena- e devo tenerla lontana da lì, per il suo bene. >>

<< Sam e Beth dove sono? >> domandò all’altro.

<< Beth sta arrivando, mentre Sam è lì. >>

<< Va bene. >> e in un attimo Castiel scomparve.

Dean guardò il punto dove poco secondi prima c’era il suo amico e biascicò un grazie sincero, per poi alzare lo sguardo attirando dal rumore dei passi di Elena.
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Arrivare al bosco fu più veloce del previsto e subito Sam e i quattro vampiri si addentrarono.

Si guardavano dappertutto e più procedevano verso lo spiazzato dove c’era la vecchia prigione dei Lookwood, più si sentivano osservati.

Caroline reggeva con fermezza il fucile, spaventata che per le mani sudate potesse caderle.

Quel posto era il suo inferno.

Oltre ad essere il luogo dove succedevano le peggiori cose, era anche dove lei e Tyler si andavano a nascondere per stare da soli.

Ma quelli erano solo ricordi, perché il licantropo era chi sa dove e lei non aveva sue notizie, e ora doveva pregare di sopravvivere se voleva rivederlo.

Camminava dietro a Sam e Rebekah, e notò che le loro mani erano ancora unite.

Lanciò uno sguardo a Klaus e vide che anche l’ibrido le fissava, con uno sguardo furioso.

Non era un segreto che lei odiasse quella vampira, e davvero non capiva cosa provasse un ragazzo tanto gentile e intelligente come Sam, per una come quella.

Nonostante ciò non le piaceva come Klaus li osservasse.

Si preoccupava per l’incolumità di Sam, e si disse che era meglio tenere sott’occhio l’Originale.

Mentre era immersa ancora in quei suoi pensieri, sentì uno scricchiolio alla sua destra.

Subito di girò, ma trovò solamente Katherine che si guardava intorno, poi d’un tratto la vide alzare il fucile e sparare tra dei rami alti di un albero.

Il colpo fece sussultare tutti, che cercarono di capire cosa fosse successo.

La risposta arrivò presto, quando videro un corpo precipitare giù da quell’albero.

Mancavano giusto un paio di metri per l’ingresso della prigione, ma non poterono andare oltre, visto che vennero attaccati da ogni parte.

Presto gli spari cessarono, visto che le munizioni finirono e soprattutto perché non c’era tempo per ricaricare i fucili.

Sam, dopo aver mollato due pugni in pieno viso a uno di quei mostri, riuscì a fargli bere l’acqua santa e così quello si ritrovò a contorcesi per il dolore a terra.

<< Vai Sam! Forza! Scusami ma non ho trovato i miei pon pon. >> gli urlò dietro Lucifero.

Il cacciatore cercò di non dargli ascolto e concentrarsi solo sulla battaglia, ma era davvero difficile, specialmente ora che non aveva nemmeno più un’arma.

Infatti mentre stava sgozzando un demone, con un coltello che aveva, non si accorse di un altro che lo stava per assalire alle spalle.

Per sua fortuna Rebekah l’aveva notato e subito era corsa in suo soccorso, strappando via il cuore dal petto dell’avversario.

Sam si voltò sorridendola grato, ma fu un errore visto che un nuovo mostro stava per colpirlo.

La vampira cercò di tirarlo via, ma se non fosse stato per l’arrivo provvidenziale dell’angelo con gli occhi blu, il cacciatore sarebbe stato spacciato.

<< Castiel! >> disse sorpreso.

<< Ciao Sam. >> disse semplicemente l’altro, ma con la felicità che trapelava da quelle due paroline, per poi lanciarsi subito nella lotta.

<< Dobbiamo trovare Stefan. >> convenne Rebekah, catturando l’attenzione del Winchester, che era intento ad ascoltare tutte le cattiverie che in quel momento Lucifero diceva sull’angelo.

Sam annuì e si diressero verso l’entrata della prigione, ma ben due demoni li attaccarono.

La bionda non aveva molte difficoltà a tenerli testa, così suggerì al cacciatore di avviarsi.

Anche se all’inizio un po’ incerto, perché non voleva lasciare la vampira da sola, decise di andarci.

Scese i gradini, e  poi fece un breve corridoio sotterraneo, illuminato da alcune torce.

Sam si guardava intorno con circospezione, e cercò di evitare di fare rumore quando dovette aprire il cancello decadente in ferro arrugginito, che portava a una stanza più grande.

Vide Stefan in un angolo, bianco come un lenzuolo e con delle occhiaie nerissime. Teneva gli occhi chiusi, probabilmente svenuto… o almeno questo sperava Sam.

Avanzò con passo calmo, e subito si mise sulla difensiva quando sentì un leggero rumore alla sua destra.

Man mano la figura di Alaric si fece avanti, con una pistola in bella vista e un sorriso agghiacciante.

Il Winchester, cercò la sua di pistola, che aveva messo nei pantaloni dietro la schiena, ma non la trovò.

<< Come farai adesso? >> chiese Lucifero, con finto tono melodrammatico.

<< A quanto pare hai chiamato i rinforzi. Chiudiamola qui allora. >> e detto questo l’ex professore di storia sparò, ma il colpo andò a vuoto, visto che Sam si era spostato in tempo, lanciandosi a terra.

Fu veloce, e riuscì ad assalire Alaric, facendolo sbattere contro la parete di roccia.

Quello grugnì per il dolore e cercò di colpirlo, ma il ragazzo riuscì a mollargli due pugni in pieno viso, prima di essere fermato da una ginocchiata nello stomaco.

Indietreggiò un po’, cercando ancora una volta di non dare ascolto alla voce del diavolo, ma questo lo fece distrarre e non poté evitare una serie di pugni e poi di calci sul viso e sull’addome.

Cercò di rialzarsi da terra, tossendo, ma quando alzò lo sguardo si vide puntare di nuovo la canna della pistola contro.

<< Dì addio a questo mondo. >> disse Alaric, sicuro della sua vittoria.

Ma Sam era un osso duro, non si sarebbe mai arreso.

Per quanto potesse essere difficile, quella era la sua vita e lui avrebbe sempre combattuto per non perderla.

Nella mano destra aveva da tempo un coltellino svizzero, e in quel breve momento che Alaric sembrava esitare, se lo spostò meglio e fece scattare la molla che fece uscire la punta, poi lo lanciò sulla gamba dell’ex professore, che cadde a terra dolorante e infastidito.

Sam si rialzò e gli mollò un pugno così forte, da farlo sbattere con forza a terra e battere la testa, così svenne.

Il Winchester si rialzò barcollando, sorridendo soddisfatto.

<< Ancora una volta ce l’hai fatta e ormai rimane poco sangue demoniaco in te. >> disse d’un tratto Lucifero serio.

Il ragazzo non lo diede a vedere, ma dentro stava gioendo.

Fra tre giorni sarebbe stato il compleanno di Beth e avrebbero potuto festeggiarlo serenamente.

Il demonio sarebbe scomparso, avrebbero fatto rinsavire Alaric così che anche il resto dei loro amici potesse essere felice, Rebekah avrebbe fatto pace con Klaus, ne era certo.

Castiel era lì e magari si sarebbe potuto unire anche Bobby.

Per una volta nella loro vita avrebbero passato un compleanno senza problemi.

Si voltò verso Stefan e notò che il vampiro si era svegliato e cercava di dire e fare qualcosa.

Il cacciatore non capì e così si avvicinò.

<< Sai alce qual è il tuo problema? Che sei e rimarrai sempre uno sciocco sognatore: questa vita fa schifo. Credimi, farai un favore all’umanità. Persone come te sono una piaga, addio. >> disse con un tono di pura malvagità e cattiveria Lucifero, per poi scomparire.

Sam si stava sforzando di interpretare cosa volesse Stefan, ma le parole del demonio l’avevano destabilizzato.

<< Attento! >> riuscì a urlare infine il vampiro, cercando con tutte le sue forze di spostare il cacciatore mentre indicava un punto dietro alle sue spalle.

Il Winchester si stava girando ma non arrivò mai a farlo.
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Rebekah aveva decapitato anche l’ultimo demone ed era pronta a raggiungere Sam, quando vide suo fratello in difficoltà.

Klaus in difficoltà? Ma cosa stava dicendo?

Era impossibile.

Per lei era solamente un trucco, voleva attirare la sua attenzione?

Ma mentre pensava questo, altri mostri dagli occhi neri l’attaccarono, sbattendola contro un albero.

<< Exorcizamus te, omnis immundus spiritus, omnis satanica potestas, omnio incursio infernali adversari, omnio legio, omnis congregatio et secta diabolica. In nomine et virtute Domini Nostri Jesu Christi, eradicare et effugare a Dei Ecclesia, ad animabus ad imaginem Dei conditis ac pretioso
divini Angi sanguine redemptis >> disse Rebekah con forza.

Quello era l’esorcismo che i Winchester avevano detto di usare e sembrò funzionare.

Il demone cadde a terra, mentre dalla bocca fuoriusciva una densa nube nera, che si disperse nell’aria.

La vampira cercò di non badare a quello che era da poco accaduto, nonostante fosse strano perfino per lei, e marciò verso quel dannato ingresso.

<< Non così in fretta, signorina. >> disse una voce alle sue spalle.

L’Originale si voltò, notando che l’altro demone era ancora vivo e sorrideva sornione.

A differenza degli altri, questo non aveva gli occhi neri e sembrava avere una classe di altri tempi.

Era sicuramente un uomo molto affascinante, ma Rebekah non ci pensò due volte ad attaccarlo.

Sferrò pugni e calci, fino a diventare una specie di ossessa, ma proprio non riusciva a colpire quel presunto demone.

Si spostava velocemente, troppo anche per lei, il che la diceva lunga.

D’un tratto non lo vide più davanti a sé, e sussultò quando sentì afferrarsi i polsi e tirarseli dietro con forza, in una mossa ferrea.

Cercò di dimenarsi, ma proprio non riusciva a liberarsi.

<< Bene tesoro, direi che sia ora di salutarci. Credo che ci rivedremo presto. >> le sussurrò nell’orecchio l’altro, con una voce estremamente sensuale per poi lasciarla libera.

Rebekah barcollò per un attimo, scossa e interdetta dalle parole e dallo strano comportamento di quell’essere.

Ma in quel momento non c’era tempo per pensare.

Finalmente corse giù nelle vecchie prigioni, e in un batter di ciglia fu nella stanza principale, ma non immaginava mai di assistere a una scena del genere.

Stefan scuoteva Sam, che era inerme per terra in una pozza di sangue.

Rebekah si mise le mani sulla bocca, immobile, non avendo il coraggio di fare niente.

<< Dobbiamo aiutarlo, ma io sono praticamente senza sangue. Alaric mi ha dissanguato. >> spiegò il vampiro, con una voce flebile, quasi impercettibile.

<< Fermatevi. >> disse Castiel, entrando nella stanza.

Si avvicinò al cacciatore, mettendolo una mano sulla testa e usando i suoi poteri per guarirlo, ma non ebbe l’effetto spiegato.

<< Ci devi essere qualcosa che mi blocca. Dobbiamo portarlo all’ospedale. >> e detto questo,l’angelo se lo mise su una spalla, cercando di non badare al peso.

<< Rebekah può dargli un po’ di sangue e guarirà. >> insistette Stefan, sentendo la gola in fiamme.

Non sapeva chi era quel tipo e se potesse fidarsi, ma questo passava in secondo piano.

Sam era in quello stato per colpa sua.

Se era sospeso fra la vita e la morte, era solo perché aveva cercato di salvarlo.

Avrebbe messo a repentaglio anche il loro segreto pur di aiutare il cacciatore.

Castiel ci pensò su un attimo, ma poi scosse il capo.

Sapeva che i suoi fratelli, che Sam per primo, non avrebbe mai accettato una cosa del genere. E lui avrebbe mantenuto quella volontà.

<< Ci vediamo in ospedale. >> disse e stava per scomparire come suo solito, ma si sentì afferrare la manica della giacca e quindi si bloccò.

<< Vengo con te. >> sussurrò Rebekah.

L’angelo annuì , e ci volle giusto il tempo di versare una lacrima, che si trovarono sul retro della struttura bianca e nuova dell’ospedale.
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Era davvero questione di minuti e sarebbero arrivati finalmente a Mystic Falls.

Beth non ce la faceva più.

Si rigirava il cellulare fra le mani, cercando di scaricare lo stress.

Aveva un brutto, bruttissimo, presentimento.

Aveva lasciato la mano di Damon e ora se ne pentiva: un po’ di sostegno le serviva in quel momento.

Un trillo fece illuminare il cellulare, segno che qualcuno le avesse inviato un sms.

Beth deglutì e timorosa lo lesse.

<< Venite all’ospedale. >> le diceva il testo del messaggio inviato da Rebekah.

Non c’era bisogno di essere un genio.

In un posto del genere non ci và di certo un vampiro, quindi presumibilmente Stefan stava bene.

Come altri umani lì c’erano Alaric e…

Non doveva preoccuparsi.
Avevano sconfitto i nemici e adesso lui si stava prendendo cura delle ferite, non era di certo d’acciaio.

Damon, se non avesse avuto l’ossessione di nascondere i suoi sentimenti, avrebbe tirato un sospiro di sollievo.

Certo quel messaggio non significava che il suo fratellino fosse salvo, ma almeno era un buon segno.
Non si poteva dire lo stesso del Winchester.

Sia perché aveva deciso di mantenere le distanze sia perché non era nel suo stile, non disse o fece niente per rassicurare Beth.

La rossa era stata molto gentile prima, ma sapeva che lei avrebbe apprezzato già il fatto che lui continuasse ad andare più veloce che potesse.
Dopo circa trenta minuti dall’arrivo di quel messaggio, Damon e Beth erano davanti all’ospedale.

Subito si catapultarono fuori dalla macchina ed entrarono nell’edificio.

Le infermiere li fermarono, chiedendo chi cercassero e quando la rossa stava per rispondere vide che sul corridoio sulla sua sinistra c’erano alcuni dei suoi nuovi amici.

<< Siamo con loro. >> disse Damon, scacciando quelle due donne e quasi dovendo trascinare la cacciatrice.

Un nuovo terrore si stava impadronendo di lei e quasi non riusciva a respirare.

Con uno sguardo stralunato osservò tutti i volti afflitti dei presenti in quel corridoio.

C’era Caroline che stringeva i pugni con troppa forza.

C’era Stefan, con un aspetto davvero terribile, e Beth sospettava che molto dipendesse dal suo umore.

C’era Rebekah con gli occhi rossi e con una lacrima che doveva ancora smettere di percorrere tutto il suo profilo.

Infine c’era Castiel.

Il suo rapporto con l’angelo era particolare.

In un primo momento si era anche infatuata di lui, ma ben presto capì che non provava niente che potesse andare oltre a una sana e profonda amicizia.

Damon la sosteneva ancora per le braccia e guardava quel nuovo personaggio con sospetto, ma la lasciò andare quando la vide tendere le braccia verso quell’uomo.

Beth, con mani tremanti afferrò quelle dell’angelo e le strinse con forza.

<< Castiel. >> disse semplicemente, con gli occhi ormai lucidi.

Gli era bastato guardare in viso l’amico per capire che la situazione era grave.

<< Dov’è? >> chiese, senza che un vero suono uscisse dalla sua bocca, ma l’altro capì cosa intendesse la ragazza.

<< E’ stato sparato, in testa, e hanno cercato di liberarlo dal proiettile, ma prima hanno dovuto fermare l’emorragia. Per ora è stabile e non sanno di preciso quando potranno agire. >>spiegò.

<< Castiel, io.. io non capisco. Quando si risveglierà? >> ormai Beth non ragionava più.

<< Questo non si sa. Bisogna aspettare. >> e detto questo, l’abbracciò.

La rossa si lasciò consolare, quasi non sentendolo nemmeno quel tocco.

Niente avrebbe potuto farla sentire meglio.

Niente e nessuno, se non Sam in persona.









Salve a tutti! Mi scuso per questo enorme ritardo :(
Spero che questo capitolo almeno sia stato al livello delle vostre aspettative, anche se non mi convince molto..
In breve Sam viene sparato e adesso è in una specie dicoma. Devo essere sincera, non sono un'esperta in queste cose, quindi mi sono basata su quello che succede a un certo personaggio nella 7x10 di Supernatural (non dico altro, non vorrei che fosse uno spoiler).
Su chi ha preso la pistola di Sam, chi sia il misterioso e affascinante demone con cui Rebekah ha combattuto, che fine abbia fatto Alaric... bisogna aspettare il prossimo capitolo >.<
Inoltre non ci dimentichiamo che Damon e Beth devono ancora rivelare che Klaus è al vertice della loro linea di sangue, Stefan deve rivelare ancora le sue intenzioni sul "dopo" a Damon.. insomma, ci sono cose da dire e spero di renderle al meglio e di pubblicare il capitolo quanto prima.
Ringrazio tutti coloro che continuano a seguire questa storia e a recensirla <3
Alla prossima, baci c:

Domanda di curiosità: qualcuno che segue questa storia andrà alla convention di Perugia?

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


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Elena si avvicinò a Dean, e quando stava per aprire bocca, il cacciatore la oltrepassò dandole le spalle.

<< Hey! Aspetta Dean!  >>protestò la Gilbert.

<< Non avete fame? Io sì. Forza che dovrebbe esserci una tavola calda o un bar nei dintorni. >>si giustificò l’altro.

<< Davvero pensi che io me la beva? Cosa sta succedendo? >> insistette la ragazza, ma Dean non avrebbe parlato nemmeno sotto tortura.
<< Guarda Elena che se non sali in macchina ti lascio qui e dovrai fartela a piedi. >> disse salendo in macchina e accendendo il motore.

<< Scommetto che Damon ti avrà detto di tenere Elena lontano da Mystic Falls. >> intervenne Jeremy, a bassa voce.

Il cacciatore si voltò curioso.

Era più in gamba di quanto sembrasse quel ragazzino.

In risposta il piccolo Gilbert sorrise e fece spallucce:<< Non è una novità.  Ma sappi che Elena ti darà il tormento finchè non parlerai e, se non lo farai, è capace di partire da sola. >> lo informò in tono divertito.

<< Già, me ne sono accorto. >> commentò semplicemente il biondo.

Elena non solo era masochista, ma anche terribilmente cocciuta.

Doveva imparare a volersi più bene e non pensare sempre agli altri.

“ Chi sa chi ti ricorda.. “ pensò in un attimo di autocritica.
La descrizione del carattere della ragazza combaciava perfettamente alla sua.


Si chiese se stesse facendo bene a nascondere quello che stava succedendo all’amica.

Lui avrebbe dato di matto ed Elena sembrava proprio sul punto di farlo.

Con un’aria imbronciata, salì in macchina sbattendo la portiera.

Dean e Jeremy le lanciarono un’occhiata, attendendo una sua reazione.

La Gilbert però si ostinava a guardare fisso davanti a sé, stringendo forte le braccia contro il petto.

Aveva un’aria fiera che incuriosì parecchio il biondo.

Non l’aveva mai vista da quel punto di vista.

Elena ne aveva passate tante ed era ancora lì.
Era testarda, masochista ma anche tanto coraggiosa.

<< Io mi sono lasciata con Stefan. >> disse infine.

<< E cosa c’entra ora? >> chiese il cacciatore.

Non voleva essere maleducato, anzi era anche sorpreso, ma non capiva il nesso.

<< Lì ci sono ancora i miei migliori amici, ma io vorrei semplicemente che tu facessi marcia indietro e mi portassi lontano. Tutto quello che mi serve è in questa macchina. Mio fratello. >> rivelò la ragazza.

Jeremy fu colpito da quella dichiarazione di puro affetto da parte della sorella e le strinse una spalla, sorridendole commosso.

Elena ricambiò il gesto del fratello, afferrando con forza quella mano, poi si riconcentrò sull’amico.

<< Ma io ti chiedo di andare a Mystic Falls. Per quanto vorrei lasciarmi tutto alle spalle e riniziare, non abbandonerò mai quelli che mi sono sempre stati vicini. E tu ora pretendi che io resti in disparte mentre loro rischiano la vita per me? Non sono una cacciatrice, a stento riesco a correre senza inciampare nei miei piedi, ma sono disposta a morire pur di aiutare i miei amici. Lo trovi così strano questo discorso? >>

Dean rimase senza parole, preferendo rimanere a fissare il contachilometri spento.

Non c’era bisogno che lei parlasse, lo sapeva già di suo cos’era giusto fare.

Ma questo significava metterla in pericolo e questo non l’avrebbe permesso.

Aveva vissuto mille liti del genere con i suoi fratelli.

Non avrebbe mai messo le loro vite a repentaglio e nulla poteva fargli cambiare idea.

Lo stesso vale per Elena, in quel momento.

<< Fra una mezz’oretta incominceremo ad avviarci. >> disse.

<< Perché perdere tempo?! Non capisci.. >> incominciò a protestare la ragazza.

<< Ho detto fra mezz’ora e così faremo! >> si impose Dean, facendo sussultare gli altri due.
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Beth continuava a torturare la coda di cavallo che si era fatta e che delicatamente cadeva sulla spalla destra.

Com’era potuto succedere?

Sam rischiava di non svegliarsi più.

Coma.

Beth aveva sempre visto da lontano e non aveva mai preso in considerazione che lei o i suoi fratelli o qualsiasi altro cacciatore potesse morire per una cosa banale come quella.

Malattie, incidenti stradali, coma. Erano cose che succedevano ai comuni mortali.

A loro era destinata una morte più veloce.
Magari in un combattimento, una possessione, un sacrificio.

Cose da cacciatori, insomma.
Vivevi in questo ambiente, morivi in questo.
Era semplice.

Eppure ancora una volta dovette ricredersi.

Beth guardò in viso il fratello e fu impossibile afferrare quelle due lacrime che scesero dai suoi occhi grigi.
 
Quella era una lunga e tremenda agonia.

Avrebbe fatto di tutto per vedere solamente per un attimo uno di quei suoi sorrisi.
 Per poter abbracciarlo e essere ricambiata.

Vederlo imbronciarsi quando lo prendeva in giro per i suoi capelli.

E invece Sam era lì, immobile.

Il viso palidissimo, non l’ombra di un sorriso, e con gli occhi chiusi.

Beth avrebbe voluto strillare e disperarsi mentre gli sferrava pugni sul petto intimandolo di svegliarsi. Ma teneva tutto dentro e non restava altro che continuarlo a guardare e piangere.

Stringeva quasi convulsamente la mano del fratello, con la speranza che da un momento all’altro potesse ricambiare.

Ma niente.

Tutto le appariva ovattato, non riusciva a vedere chiaramente ne tanto meno sentire.

A quanto aveva potuto capire Castiel era in quella stanza, mentre fuori erano rimasti Stefan, Damon, Rebekah e Caroline.

Beth avrebbe voluto chiedere cosa ci facessero ancora i vampiri lì, ma decise che la cosa non le importava.

Intanto, quelli che erano rimasti fuori non facevano che squadrassi indecisi sul da farsi.

<< Klaus è il creatore della nostra linea di sangue. >> annunciò Damon di punto in bianco.

Tutto quel silenzio gli stava dando sui nervi.

La vita dello spilungone era in bilico, pazienza.

Gli dispiaceva per la rossa, ma se non aveva intenzione di far bere al fratello un po’ di sangue vampiresco, non potevano farci molto.

E poi c’era l’uomo delle meraviglie: Castiel.

Non aveva capito bene chi o cosa fosse, ma la ragazzina sembrava fidarsi talmente tanto da buttarsi subito fra le sue braccia.
Lui voleva offrigli un appoggio.

Lei gli era stata vicino quando pensava che Stefan fosse in pericolo e lui era disposto a fare uno strappo alle sue regole.

Le sarebbe stato vicino, nonostante quello che era successo fra di loro, quell’avvenimento metteva da parte quegli attriti.

E invece lei era corsa da quello strano tipo, che aveva avuto anche l’arroganza di invitarli ad andarsene.

Inutile dire che tutti si erano impuntati a rimanere lì, ad aspettare chi sa cosa e lui si era lasciato coinvolgere.

<< Cos’altro deve succedere oggi? >> si lamentò Caroline, alla notizia di Damon.

Non aveva mai messo in conto di uccidere Klaus.

Sia perché questo avrebbe significato la morte di Tyler, sia perché infondo infondo sperava in una redenzione dell’Originale.

Durante la lotta l’aveva controllato e non aveva fatto niente di male.

Anzi la aveva perfino aiutata un paio di volte.

Il problema era farlo capire agli altri.

Ma quello non era ne il luogo ne il momento giusto per confessare i suoi pensieri.

Il telefono incominciò a squillarle e, dopo averne letto il nome, rispose.

<< Elena. >>

<< Caroline, sei da sola? >> chiese l’altra.

<< No. Sono con i Winchester e il loro amico, Stefan, Damon, Rebekah.. >>

<< E dove siete? >>

<< In ospedale. >>

Dopo quella risposta, ci fu un attimo di silenzio, dove la vampira sentì che Elena riferiva il tutto a qualcuno e poi la salutò.

Non ci fu nemmeno il tempo di far un ulteriore commento, che si incominciarono a sentire delle urla e dei passi che rumorosi si avvicinarono sempre di più a loro.

Tutti si misero allerta, ma si rilassarono un po’ quando videro una testa bionda spuntare da dietro l’angolo.

Dean Winchester aveva l’espressione di un pazzo.

Caroline si spaventò, quasi temendo che il cacciatore potesse farsi prendere da uno scatto d’ira e fare una strage.

Al suo seguito c’erano Meredith, che cercava di calmarlo, avvertendolo che quel comportamento non avrebbe fatto bene ne a lui ne al fratello; Elena e Jeremy.

Damon e Stefan sembravano sul punto di lasciar andare un sospiro di sollievo alla vista dei due Gilbert, ma vista la situazione preferirono evitare.

<< Non dirmi cosa fare! >> sbraitò Dean, all’indirizzo della dottoressa che si arrese esasperata.

Il cacciatore oltrepassò gli altri, avendo come obbiettivo solo raggiungere la porta della stanza di Sam, ma venne bloccato dall’uscita di Castiel.

<< Dean, devi calmarti. >> cercò di farlo ragionare.

<< Mio fratello rischia di non svegliarsi più, perché un figlio di puttana l’ha sparato mentre lui cercava di salvare il culo a dei succhiasangue e dovrei stare calmo?! >> urlò il cacciatore, infischiandosene di tutto e di tutti.

<< Ora levati! >> aggiunse, cercando di spostare l’angelo con forza.

Castiel cercò di fermarlo, usando tutta la pazienza e la forza di volontà che aveva, ma fu l’intervento di Damon a sedare il cacciatore.

Il vampiro lo afferrò prima per la giacca, per poi sbatterlo al muro e gli afferrò la gola nella mano.

Appena Dean cercò di liberarsi, il moro lo fece sbattere di nuovo contro il muro.

Elena gli afferrò una spalla, cercando di strattonarlo, inutilmente. Infatti il vampiro la spinse via con una semplice scrollata.

<< Non sei l’unico a cui importa del gigante, abbi un po’ di rispetto e non fare la prima donna. >> sibilò Damon, a un palmo dal naso dal viso del cacciatore, per poi lasciarlo andare.
Dean all’inizio si sentì confuso.

Lanciò uno sguardo a Rebekah, notandola solo in quel momento.

La vampira era rannicchiata per terra, che fissava un punto con uno sguardo spento e gli occhi arrossati.

Ma fu ovvio per lui capire a chi si riferisse il motociclista.

Orgoglioso, sferrò un pugno al Salvatore, per poi entrare in quella stanza.

Damon si massaggiò un po’ la mandibola, infuriato e pronto ad uccidere sul serio quel bambolotto, ma poi incrociò la sguardo di Beth.

La stanza, come tutte quelle degli ospedali, aveva una finestra che dava sul corridoio.

Le tende erano rimaste aperte e la ragazza doveva aver assistito a tutta la scena.

Non disse o fece nulla, bastò lo sguardo a far capire al vampiro quanto lei lo ringraziasse in quel momento.

Dean arrivò e chiuse le tende, mettendo fine a quel contatto.

<< Io vado a casa. >> disse semplicemente Damon, lanciando un debole sorriso ai due Gilbert.

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Alaric cadde a terra, lamentandosi per i modi poco gentili del demone.

<< Invece di fare la femminuccia dovresti ringraziarmi per averti salvato il culo. >> disse scocciato quello, guardandosi attorno.

Non appena vide l’oggetto della sua ricerca, si aprì in un largo sorriso e battendo una volta le mani.

<< Esther, mia adorata. Cos’è successo? >> chiese con finto dispiacere.

La strega, amareggiata dovette rivelare che il suo fallimento.

Non aveva Jeremy, non aveva Elena, non aveva un mezzo per uccidere i suoi figli.

Se il suo defunto marito l’avesse vista in quel momento!

Probabilmente le avrebbe mollato anche due ceffoni per aver portato un tale disonore alla sua famiglia.

<< Lo sai vero che basta chiedere? Un semplice schiocco delle dita e i tuoi tre pargoli andranno all’altro mondo. >> propose per la millesima volta il demone.

La situazione era molto particolare.

Avrebbe potuto fare tutto da solo, ma era obbligato ad agire così.

Se Castiel  l’avesse scoperto, probabilmente l’avrebbe fatto allo spiedo.

Quell’angelo era diventato così maledettamente potente, da mettere perfino lui in difficoltà.

L’aiuto della strega quindi era essenziale se non voleva essere scoperto.

<< Ti ringrazio, ma preferisco far da sola. >> rispose Esther, ma il demone si era scocciato di aspettare.

La situazione stava andando troppo per le lunghe, era giunta l’ora di concludere la cosa.

<< Lasciami solo dare una mano. Posso fare in modo che il tuo cacciatore diventi immortale e sia collegato agli altri tuoi figli. >>

La strega e Alaric si lanciarono uno sguardo scettico.

Saltzaman non si fidava per niente di quel tipo.

Dopo che aveva sparato a Sam, si era incamminato verso l’uscita, consapevole che ormai poteva fare ben poco.

Nel corridoio era comparso lui, con aria allegra, che si rigirava fra le mani una pistola.

<< Bottino di guerra. Era dell’alce. E’ così divertente fregarli ogni volta questi Winchester. >> commentò il demone, sorridendo assorto.

<< Ora andiamo. >> disse tornando serio e afferrò Alaric per un braccio e poi scomparvero.


 Aveva fatto tanto per tirarsi fuori da tutta questa questione del sopranaturale e ora non gli andava proprio di fare patti con un individuo del genere.

Ma che scelta aveva?

Annuì quasi percettibilmente all’indirizzo della strega e lei ricambiò.

<< Sentiamo cos’hai in mente. >> disse infine la donna.
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<< Perché non hai potuto aiutarlo? >> chiese Elena a Castiel.

Erano gli unici ad essere rimasti lì, oltre a Jeremy, Rebekah e ovviamente i Winchester.

I due Gilbert guardarono l’angelo curiosi di sapere la risposta, e anche la bionda si concentrò su di loro.

<< Penso che ci sia una specie di sigillo in lui. O comunque una forza che mi ostacola. >> spiegò incerto.

La vampira ascoltò tutto e decise che forse era giunta l’ora di parlare.

Aveva mantenuto quel segreto troppo a lungo e magari raccontandolo si poteva trovare una soluzione.

Vedere Sam in quelle condizioni era straziante.

Solamente quattro ore prima erano abbracciati fra di loro, e tutto sembra così perfetto.

Voleva baciarlo ancora, rivivere tutte le sensazioni che aveva provato con lui.

Avevano ancora così tanto di vivere insieme.

<< Il sangue di demone, se controllato da Lucifero, può essere talmente forte da ostacolare i tuoi poteri? >> chiese con una voce che nemmeno sembrava la sua.

Troppo distaccata e vuota.

Alla sua infelicità non c’era mai fine.

<< Suppongo di sì. Ma cosa c’entra? >> domandò Castiel confuso.

Rebekah fece un profondo respiro per poi raccontare quello che era successo a Sam negli ultimi giorni.

<< Quel mostro lo stava portando alla pazzia. Non dormiva da 50 ore credo, se non di più. Scommetto che anche durante il combattimento l’abbia tormentato. Posso scommetterci che l’abbia fatto distrarre. >> a fine racconto, la bionda digrignava i denti e stringeva le mani così forte fra di loro, che rischiava di rompersi qualcosa.

Elena la guardò stupita.

Sia per la storia sia per la reazione dell’Originale.

Non pensava che potesse tenerci così tanto a Sam, ne che il ragazzo ricambiasse così tanto.

Insomma, le aveva rivelato quel segreto su Lucifero.

Non sapeva dire se la cosa fosse un bene o un male, ma magari qualcosa di buono poteva uscirne fuori.

Rebekah era sempre stata molto cattiva nei suoi confronti, però con gli altri tendeva ad essere un’altra persona.

Più gentile e… buona.

Sapeva quanto Sam si sentisse solo e immaginava che sarebbe stato molto contento al suo risveglio di trovarsi la bionda ad aspettarlo.

<< Immagino che sia questa la risposta. Lucifero deve aver ancora una forte influenza, ma direi che fra un po’ dovrebbe sparire. >>

<< Quindi se Sam riesce a resistere, potrai guarirlo?  >> chiese speranzosa Elena.

<< Direi di sì. >> affermò Castiel, sorridendo sollevato.

Sam era una delle persone più forti che conoscesse, ce l’avrebbe fatta. Ne era certo.
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Klaus si rigirava il bicchiere fra le mani, osservando come ipnotizzato il liquido ambrato muoversi.

Forse l’aveva riempito un po’ troppo, visto che alcune gocce di tanto in tanto schizzavano fuori, bagnando la sua mano.

Ma al momento quello era l’ultimo dei suoi problemi.

Le parole di Katerina gli ronzavano ancora in testa e niente sembrava potesse cacciarle via.

Dopo il combattimento e che l’angelo portasse via il cacciatore morente, rimasero solo lui e la vampira.

Klaus trovò il suo comportamento molto strano.

<< Non hai più paura di me? >>chiese, stuzzicandola.

<< Dovevo parlarti. >> rivelò seria la Petrova.

<< E di cosa? >>

<< Voglio fare un patto con te. >>

L’ibrido la guardò divertito, ma anche curioso di sapere dove volesse andare a parare, così le fece segno di continuare.

<< Ho notato quanto la nuova fiamma di tua sorella non ti sia simpatica. >>

<< Sembra proprio però che non rimarrà viva ancora a lungo. >>

<< Perché rendere le cose così semplici? Sorvolando sul fatto che troveranno sicuramente un modo per salvarlo, dov’è il divertimento? >>

<< Cosa intendi? >>

<< Dagli il tuo sangue e fallo trasformare. Scommetto che darà di matto e litigherà con tua sorella. >>

<< E questa sarebbe la cosa di cui dovevi parlarmi? Una tale stupidaggine? >> chiese dubbioso Klaus.

Katherine si limitò ad un’alzatina di spalle e lo guardò seria:<< Tu non ci hai pensato però. Direi che la mia idea vale qualche punto verso la mia libertà. >>

<< Credimi tesoro, ti sto lasciando anche troppa libertà. Non tirare troppo la corda. >>

La vampira lo guardò con astio per poi andare via, non prima di aver urlato un:<< Pensaci bene. >>


Klaus era certo che Katerina stesse nascondendo qualcosa.

Non avrebbe mai rischiato tanto per dirgli una cosa così sciocca.

Poteva sempre minacciarla e torturarla, ma era certo che lei sarebbe fuggita in qualche modo.

E poi voleva sapere cosa tramava, ma trovando un qualche lato positivo nella situazione anche lui.

Odiava essere la pedina di qualcuno, ma la voglia di vedere quel Winchester nella disperazione totale era troppa.

Appoggiò con forza il bicchiere traboccante di liquore sul tavolino e guardò davanti a sé, sorridendo malignamente.
Avrebbe avuto la sua fetta in quella che sembrava essere diventata una vera e propria guerra.
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La Gilbert si alzò dalla sedia che era nel corridoio e aprì lentamente quella della stanza dov’erano i Winchester.

Da quando Dean ci aveva messo piede, ormai due ore fa, nessuno si era avvicinato.

Elena non entrò del tutto, per paura di disturbare i due fratelli e anche per codardia.

Non voleva vedere Sam, l’avrebbe solamente fatto demoralizzare e c’era bisogno di un po’ di conforto in quel posto.

Beth e Dean, al suono della porta, si girarono verso la Gilbert.

Fu un colpo dritto al cuore e la ragazza subito di pentì di essere andata lì.

Gli occhi di entrambi erano arrossati, ma quello che spaventava sul serio erano le espressioni vuote.

“ E’ come se gli avessero strappato l’anima.” Pensò la Gilbert.

Cercò di aprire bocca un paio di volte prima di far uscire un vero suono:<< Volete qualcosa da mangiare? Sto tornando a casa e.. >>

Quanto poteva diventare stupida in certi momenti?

Per fortuna i due Winchester apprezzarono il gesto e annuirono.

<< Vai pure. Rimango io qua. >> disse Beth, sorridendo debolmente.

<< Sicura? Puoi guidare tu per una volta.. >> propose Dean.

<< Non mi va di provarci proprio oggi. >> rispose malinconica la rossa.

Il cacciatore annuì solamente, ma prima di andarsene abbracciò la sorella.

Quando era entrato nella stanza, all’inizio, si era avvicinato con cautela, osservando attentamente il volto del fratello.

Si sentì perso.

Sam, il suo Sammy.

No, non poteva davvero rischiare di non vederlo più.

Il suo compito era difenderlo, a ogni costo, e ora era in quel letto d’ospedale.

Aveva fallito.

Non riusciva nemmeno a piangere, troppo in preda allo scoch.

Alzò lo sguardo e si scontrò con quello grigio della sorella.

Quasi non la riconosceva, sembrava essere cresciuta in un attimo.

Infondo erano solo passati tre, quasi quattro, giorni da quando l’aveva vista l’ultima volta, ma sembrava così diversa.

La vide prendere un respiro e poi gettarsi fra le sue braccia.

“ Basta, basta, basta! “ ecco cosa urlavano i pensieri dei due.

Si erano dati battaglia per troppo tempo, per motivi che nemmeno loro conoscevano.

Ma era giunta l’ora di mettere la parola fine a tutta quella storia.

Loro erano sempre stati uniti e potevano permettere proprio in quel momento che qualcosa si mettesse fra di loro.

La vita di Sam era la cosa più importante e dovevano affrontarla insieme.

Ci sarebbe stato tempo per discutere, per spiegare le proprio motivazioni, ma ora bastava davvero il conforto fra le braccia dell’altro per sentirsi un po’ meglio.

Quel po’ per permettere di andare avanti.


<< Tornerò presto. >> promise Dean, prima di lasciarle un bacio sulla testa e accarezzandole amorevolmente un braccio.

<< Non ti preoccupare. Ricordati di prendere un po’ di cioccolata, ne ho bisogno. >> disse Beth, per poi risedersi vicino a Sam.

Il maggiore lanciò un ultimo sguardo ai suoi due fratellini, per poi uscire da quella stanza.

Prima di voltare l’angolo, verso l’uscita dell’ospedale, notò anche Rebekah che si ostinava a rimanere lì.

Magari se Dean, Elena, Castiel e Jeremy avessero saputo quello che da lì a poco sarebbe successo, non sarebbero andati via.

Avrebbe fatto la differenza? Forse sì, forse no.

Non l’avrebbero mai saputo.

E per alcuni anche la speranza di rimuginarci sopra sarebbe stato impossibile.

Per alcuni la loro ora era arrivata.







Eccomi qui con un nuovo capitolo! Spero che possa esservi piaciuto.
Ci stiamo avviando verso la fine di questa storia. Ovviamente ci sarà un seguito ;)
Ringrazio tutti coloro che continuano a seguirmi e a recensire. Non avete idea di quanto mi rendiate felice!
Alla prossima! c:

Ps: come sempre, se avete qualche dubbio basta chiedere, anche se molte cose verranno spiegate in seguito.
Pps: le parti in corsivo sono flashback
Ppps: capitolo non revisionato. 

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


Beth fissava il fiume che scorreva davanti a lei con forza.

Rappresentava appieno com’era lei in quel momento: agitata ma rimaneva nei suoi argini.

Certo dire che lei era semplicemente agitata era un eufemismo. Stava provando il dolore probabilmente più grande della sua vita, pari solo a quello che avrebbe dovuto sopportare nei giorni a seguire.

E pensare che quello era il giorno del suo diciottesimo compleanno.

Non che se l’era immaginato chi sa come, ma in nessuna delle sue fantasie si era presentata una situazione del genere.

L’unica cosa che ringraziava con tutto il cuore era che nessuno sembrava esserselo ricordato.

Non voleva auguri, non voleva niente di niente.

Sentì il rumore di passi che si avvicinavano, ma non si mosse nemmeno quando sentì qualcuno sedersi vicino a lei.

Immaginò di trovarsi Dean o Castiel o Bobby, magari Rebekah ma venne smentita del tutto.

Di fianco a lei c’era l’ultima persona che potesse immaginare: Damon Salvatore.

DIVERSE ORE PRIMA.

Rimasta da sola con Sam, decise che magari poteva pure lasciarsi andare, ma dovette bloccarsi dall’entrata di Rebekah.

Dire che la ragazza era sconvolta era poco.

Sul viso erano ancora presenti i segni delle lacrime e il suo sguardo era totalmente vuoto.

Beth non immaginava che la vampira potesse ridursi in quelle condizioni per suo fratello.

Evidentemente doveva essersi persa qualcosa.

<< Va avanti da molto la cosa? >> chiese, meravigliandosi del suo tono di voce uscito fuori più astio di quanto volesse.

<< No. E’ da pochi giorni. >> rispose la bionda, non avanzando quasi aspettasse il permesso dalla rossa.

<< Devono essere stati molto intensi se stai soffrendo così tanto. >> osservò la cacciatrice  facendo segno all’altra di avvicinarsi.
Rebekah cercò di ridacchiarci sopra, ma le uscì fuori solo un suono stridulo e fastidioso.

Appena gli fu vicina, allungò la mano a toccare quella di Sam, speranzosa di avere una qualche reazione.

Sfiorò con le punta delle dita la fronte del ragazzo, spostandogli una ciocca di capelli, poi fu costretta a girarsi troppo turbata da quella scena.

Non poteva fare a meno di pensare quanto fosse anche colpa sua.

Se gli fosse stato più vicino.
Se avesse parlato con qualcuno di Lucifero.
Se l’avesse costretto a dormire, piuttosto che perdere tempo con lei.

Beth strinse forte i pugni, fissando il muro.

Non dovevano andare così le cose.

Non era giusto.

<< Sam era tormentato da Lucifero e secondo Castiel.. >> stava per dire la vampira, dopo essersi calmata.

<< No, non voglio sapere nulla. Se dovessi sapere che c’era qualcosa che non andava in Sam e io non me ne sono accorta, non me lo perdonerei mai. >>

Rebekah si limitò ad annuire, per poi prendere anche lei una sedia e mettersi vicino alla rossa.

Rimasero in silenzio per molto tempo, poi Beth decise di uscire da lì.

Aveva bisogno di un po’ d’aria se non voleva dare di matto.

La bionda restò per quei paio di minuti a guardia del corpo del ragazzo, ma poi la sua attenzione fu catturata da una figura misteriosa fuori alla stanza.

Lungo soprabito nero, sguardo furbo, sorriso ammiccante: era lui! Il demone nel bosco!

La vampira scattò dalla sedia per gettarsi all’inseguimento di quell’uomo misterioso, ma non appena arrivò a fine corridoio si accorse che questo era scomparso.

Avrebbe voluto fare un giro di perlustrazione per l’ospedale, ma decise che in quel momento la sua priorità fosse Sam e così ritornò da lui.

Però tutto si aspettava furché la scena le se presentò.

Klaus, suo fratello Klaus, che dava da bere del suo sangue al cacciatore.

<< Cosa diavolo stai facendo?! >> urlò la vampira.

<< Sto dando una mano. Visto che nessuno si decideva  a farlo, c’ho pensato io. >> disse con fare ovvio.

<< Nessuno ha chiesto il tuo aiuto Nik! Ora lascialo andare! >>

<< Non capisco perché ti agiti tanto sorellina. Non è quello che vorresti anche tu? >>

<< Io non gli farei mai una cosa del genere. Non andrei contro il suo volere.. >>

<< Sbaglio o c’è un chiaro riferimento al nostro rapporto? >> chiese l’ibrido, incominciando a far emergere tutta la rabbia che aveva dentro.

<< Nik, ti prego.. >> lo scongiurò la sorella, preoccupata per una sua reazione.

<< Cosa Rebekah? Cosa speri di ottenere alla fine di tutta questa storia? >>

<< Un po’ di pace. >> rispose sincera la bionda, non riuscendo a nascondere il rancore che provava per il fratello.

In quel momento Beth rientrò nella stanza, allarmandosi subito per quello che stava vedendo.

Klaus che teneva il fratello per i capelli e i canini ancora in bella mostra.

Quello che però la fece rabbrividire fu vedere le labbra di Sam sporche di sangue.

<< Cos’hai fatto? >> chiese inorridita.

<< Quello che ogni buon fratello farebbe. Dare la felicità alla propria sorellina. >> e con questo Klaus spezzò il collo al piccolo Winchester.

Due forti ‘no’ rimbombarono per i corridoi dell’ospedale, e poi solo lacrime.

Beth si catapultò sul corpo senza vita del fratello, scuotendolo con l’inutile speranza di sentire il suo respiro, mentre Rebekah si lanciò su Klaus.

In un primo momento l’Originale pensò che la sorella volesse staccargli la testa a morsi, ma dovette scontrarsi solamente con dei deboli pugni sul petto.

La vampira non aveva nemmeno le forze per ucciderlo, troppo presa dal pianto disperato e i singhiozzi interrotti solamente da dei flebili ‘perché’.

Klaus incominciò a provare uno strano sentimento, che il suo cervello gli ricordò chiamarsi: senso di colpa.

Forse quella volta aveva esagerato, troppo preso dalla sua paura di rimanere da solo e manipolato dalle parole di Katerina.

<< Andate via! >> urlò con forza Beth.

<< Andate via! >> ripeté con tutto il fiato che aveva in gola, mentre copiose lacrime le rigavano il viso.

Rebekah si girò verso di lei, cercando di dire qualcosa, ma alla fine le uscì solo un rantolo che doveva assomigliare a un ‘mi dispiace’.

<< Ho detto via! >> strillò ancora una volta la rossa, mentre le infermiere correvano a vedere cosa fosse successo.

Klaus le soggiogò, dicendole che il paziente Winchester era guarito, poi prese per le spalle la sorella e la portò via.

Lanciando uno sguardo nuovo verso la rossa: il rimorso.

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Beth rimase sorpresa, ma non lo diede a vedere.

Cosa volesse Damon da lei era un mistero, ma non le interessava in quel momento.

Anzi non le sarebbe mai più interessato.

Il vampiro stette per alcuni minuti in silenzio, perso chi sa in quali pensieri, poi si decise a parlare:<< Dovresti tornare a casa. >>

La rossa non lo degnò nemmeno di risponderlo.

Lei non aveva una casa. Non aveva più niente.

<< Dean, Bobby e Castiel ti staranno aspettando. >>continuò il vampiro, per la prima volta non usando nessun nomignolo.

Ma Beth aveva altro per la testa e quelle piccolezze non la toccavano nemmeno.

<< Come si fa ad andare avanti quando si è toccato il fondo? Cosa devi cambiare dentro di te per riuscire a sopravvivere? Chi devi diventare?!* Me lo sai dire Damon? Cosa può aiutarmi a dimenticare Beth Winchester e diventare una nuova persona? >>

E alla fine era esplosa.

Era solo questione di tempo, ma lo sapeva benissimo che prima o poi tutto sarebbe salito a galla.

<< Dimenticare Beth Winchester non aiuterà di certo tuo fratello. >> rispose semplicemente il vampiro, non sapendo bene cosa dire.

Come poteva darle risposte su domande che si faceva anche lui da secoli ormai?

<< E’ tutta colpa mia e non dire che non è così! Ho vissuto per anni cercando di essere una ragazzina come tutte, ma non lo sono mai stata. Ho cercato allora di essere una cacciatrice, ma ho fallito anche in questo. Se fossi una vera professionista non mi sarei fatta abbindolare da te! Non sono una ragazza normale, non sono una ragazza anormale… cosa diavolo sono?! >> sbottò Beth, stringendo forte gli occhi, per impedire alle lacrime di fuoriuscire.

Damon guardò quella piccola grande donna che stava cercando di aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di non cadere nel baratro della pura disperazione.

Si sentì lo stomaco attorcigliarsi e gli occhi farsi lucidi.

Non era da lui, non gli era mai successo, nemmeno da umano.

Vedere una persona soffrire e piangere con lei, non gli era mai capitato.

Eppure quelle parole lo colpirono nel profondo.
Lo rispecchiavano.

Le mise una mano su una spalla, stringendola forte, poi le sfregò la schiena, ma alla fine cedette.

Allungò il braccio fino a coprirle entrambe le spalle e la strinse a sé.

Sentì Beth afferrargli in una mano un pezzo di maglia , mentre veniva scossa dai singhiozzi.

<< Sei umana. La più pura che abbia mai conosciuto. >>

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Dean reggeva una busta e sentiva distintamente il profumo dei caldi panini presi al Grill.

Sulla spalla sinistra penzolava un borsone preparato da Elena. Ci aveva messo dentro qualche cambio per Beth e anche per Sam.

Una volta dentro l’ospedale venne accolto da una sorridente infermiera:<< Suo fratello è guarito! >> gli disse con entusiasmo.

Dean lasciò tutto nelle mani di quella donna e corse nella stanza con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

Aprì la porta, quasi scardinandola tanto della forza che aveva usato e gli occhi verdi gli si illuminarono alla vista di Sam seduto sul letto.

Beth era appoggiata al muro, con uno sguardo vacuo e spento.

Perché quel comportamento?

Questo fece intimorire Dean, che smorzò man mano il suo entusiasmo.

<< Hey. >> intervenne Sam, con un sorriso troppo finto.

<< Cosa succede qui? >> chiese il biondo, con ormai il morale sotto le scarpe.

Vide i suoi fratelli scambiarsi un’occhiata e poi tacere.

<< Allora? >> insistette l’altro, con una nota di rabbia nella voce.

<< Klaus mi ha ucciso. >> spiegò semplicemente il piccolo Winchester, osservando l’espressione del fratello man mano che assimilava cosa volessero dire quelle quattro parole.

Incomprensione, rabbia, turbamento, preoccupazione, consapevolezza, paura e infine devastazione.

Perché una notizia del genere poteva solo devastarlo e annientarlo.

Sam doveva avere del sangue di vampiro in corpo. Solo questo poteva spiegare il perché fosse ancora vivo.

<< Troveremo una soluzione, ora torniamo a casa. >> disse infine.


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Dean non sapeva dove andare.

Era uscito fuori di casa per schiarirsi le idee, ma adesso non aveva più il coraggio di rientrare e affrontare la situazione.

Sarebbe potuto andare alla ricerca di Beth, ma sapeva che la cosa sarebbe stata inutile.

La rossa sarebbe tornata quasi si sarebbe sentita pronta.

Lui la capiva, avrebbe voluto fare lo stesso ma mai come in quel momento si sentì perso.

Anche la sua Impala, luogo dove si rifugiava per esternare tutto quello che provava, per piangere senza riserbo, gli sembro inappropriato.

Fece un paio di passi sul marciapiede, non pensando dove mettesse i piedi, senza ancora una meta.

Due ragazzi diretti a scuola lo urtarono, ma non se ne accorse nemmeno.

Una macchina passò e il suo conducente lo fissò stranito.

Ma ancora una volta non si accorse di niente, solo quando la mano delicata di Elena gli si posò su una spalla si ridestò.

La ragazza gli fece segno di seguirla e lui lo fece, meccanicamente, un posto valeva un altro in quel momento.

Voleva solamente staccare la spina, far finta di dimenticare tutto.

Elena lo fece entrare in casa sua, invitandolo ad accomodarsi su un divano un po’ diroccato.

Casa Gilbert era ancora in costruzione, ma ormai il grosso era stato fatto e per fortuna qualcosa si era salvato.

Jeremy era nella sua camera e gli operai erano in pausa pranzo.

Dean si guardò intorno, chiedendosi se avrebbe mai avuto le forze di risollevarsi così come stava facendo quella casa.

Ancora la ricordava, intrappolata nelle fiamme, ma adesso con un po’ di lavoro, stava ritornando bella come un tempo.

C’era speranza anche per lui?

Ne dubitava.

Ma avrebbe dovuto fingere. Per Beth. Solo per lei.

Elena lo guardava silenziosa, in attesa di notizie.

<< Klaus ha fatto bere il suo sangue a Sam e poi l’ha ucciso. >> disse freddo Dean, calcolando bene la sua voce.

Ma fu impossibile contenersi con il proseguo del racconto:<< E Sammy.. lui ha deciso.. e ora lui non.. >>

La sua voce traballò, non riuscendo proprio a finire di dire la frase.

Si inumidì le labbra e prese un bel respiro, ma questa volta non riuscì nemmeno ad iniziare.

Elena dovette scontrarsi con quei due occhioni verdi e carichi di dolore, che presto incominciarono a bagnarsi di lacrime trattenute per troppo tempo.

Dean si passò una mano sulla faccia, cercando di riprendere il controllo di se stesso.

Strinse forte la mano destra sulla bocca, impedendo ai singhiozzi di fuoriuscire, limitandosi a un pianto silenzioso.

Presto però sentì due braccia sottili circondarlo e la fronte della Gilbert appoggiarsi nell’incavo della sua gola.

Presto quell’abbraccio fu ricambiato e finalmente diede il via libera alle sue lacrime.

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Sam guardò ancora una volta alla finestra, completamente chiusa.

Quelle erano le sue ultime ore ed erano un vero schifo.

Tornati dall’ospedale, Sam, Dean e Beth vennero accolti da Castiel e da Bobby.

<< Cosa ci fai qua? >> chiese il minore dei Winchester alla vista dell’anziano cacciatore.

<< Dopo la visita di Beth ho deciso di venire a vedere cosa stavate combinando. >> spiegò brevemente l’altro, poi andarono tutti a sedersi intorno a tavolo.

<< Non puoi fare niente? >> chiese la rossa a Castiel, dopo che ebbero raccontato cos’era appena successo.

<< Mi dispiace. Non posso cambiare la natura di una persona, né riportarla in vita se non ho un ordine dall’alto. >> disse amareggiato l’angelo.

<< Penseremo a poi come fare. Per ora dobbiamo trovare un po’ di sangue umano per farti completare la trasformazione. >> fece Dean, cercando di essere ottimista.

<< E dobbiamo anche chiedere a Bonnie di farti uno di quegli anelli solare. >> continuò Beth, sforzandosi di sorridere rassicurante.

<< No. >> proruppe Sam, lasciando tutti senza parole.

<< Io non voglio trasformarmi in vampiro. >>

<< E’ solo una cosa momentanea, ragazzo. Ci sarà sicuramente un escamotage. >> lo incoraggiò Bobby.

<< Se lo troviamo entro il tempo che mi resta ok, ma altrimenti non ho intenzione di passare la mia vita come un morto. >> si ostinò Sam.

Beth si alzò di scatto dalla sedia e urlò:<< E preferiresti morire?! Lasciarci?! >>

<< Beth, lo sai che non vorrei. Pensi che io voglia rimetterci la pelle? Ma quale altre alternative ho? >>

<< Diventare un vampiro e non arrenderti. >> insistette la rossa.

<< E se alla fine non troviamo niente, dovrei prendere un paletto e uccidermi? No, grazie. E non durerei un giorno come succhiasangue. Lo sappiamo tutti quanto sia debole e avete visto cosa succede a chi non sa controllare la sete di sangue. Se dico Stefan Salvatore vi ricorda qualcuno? >>

<< Tu hai noi. Non ti abbandoneremo mai. >> intervenne Dean, più serio che mai.

<< La cosa migliore per me sarà sicuramente essere circondato da buste di sangue ambulanti. >> disse con ironia pungente l’altro.

<< Damon, Rebekah, Caroline sanno controllarsi, loro potranno aiutarti. E poi non sappiamo ancora se non c’è un’altra soluzione.. >>ma la ragazza venne bloccata.

<< Beth ti prego, non rendiamo tutto più difficile. Ho deciso. Morirò. >> disse solennemente Sam.

La rossa cercò di reggere lo sguardo deciso del fratello, ma alla fine crollò e dovette scappare, uscendo da quella casa.

Il cacciatore fissò ancora una volta il cellulare, indeciso se chiamare o meno Rebekah.

Non aveva idea di come avrebbe fatto a dirle addio e  poteva solo immaginare quanto anche lei stesse soffrendo.

Già se l’immaginava a inveire, se non peggio, contro il fratello e piangere.

No, non avrebbe retto anche a lei.

Aveva una grande fame e gli doleva tutto, ma cercò di stringere i denti per quel paio di orette che gli restavano.

Ormai era sera e nessuno aveva trovato una soluzione, Bobby aveva persino chiamato Damon, ma la risposta era sempre stata solo una: non esisteva una cura, ma solo leggende che non avevano il tempo di verificare.

La sua attenzione venne colta da strani rumori al piano inferiore.

Incuriosito andò a vedere di cosa si trattasse e si ritrovò davanti un Dean, che sorridente, gli offriva una bottiglia di birra.

<< Serata film! Come sempre. >> gli spiegò, con un’alzata di spalle, per poi dirigersi in salotto.

Sam, stupito, lo seguì e potè constatare che era vero.

Quando non erano in giro a cacciare, di solito si riposavano così.

Tv, birra, cibo, spaparanzati su un divano, insieme.

In quegli attimi di normalità, tutto sembrava perfetto.

<< Vada per Shutter Island! >> esultò Beth contenta.

Sam sorrise felice che anche la sorella fosse tornata e per il battibecco che da lì a poco sarebbe nato.

<< Castiel! Non dirmi che l’hai accontentata di nuovo! -si lamentò Dean-  Per questo non ti faccio decidere mai a te! Alla fine ti fai influenzare dalla peste. >>

<< Ma lei mi ha detto che uno dei film più belli di sempre. >> cercò di giustificarsi l’angelo.

<< Non starlo a sentire, Dean non capisce niente. >> lo appoggiò la rossa, sorridendo trionfante.

<< Hey! Cosa stai insinuando? >> protestò il cacciatore, beccandosi una linguaccia da parte della sorella.

<< Forza, basta voi due! Ma da dove le prendete tutte queste energie? >> li fermò Bobby, facendo il suo ingresso con un enorme scodella di pop-corn.

Castiel si sedette sulla poltroncina a sinistra, mentre il più vecchio dei cacciatori su quella a destra.

Dean si gettò sulla poltrona, appoggiando anche le gambe e Beth, dopo aver messo il dvd, gliele spostò un po’ per sedersi lei e poi il fratello le rimise, ma questa volta addosso a lei.

Sam li guardò, cercando di imprimersi bene quell’immagine nel cervello e poi si andò a sedere anche lui sulla poltrona, alla sinistra di Beth.

Come sempre, la ragazza si rannicchiò addosso a lui e poi premette il tasto play.

“ Cosa sarebbe meglio? Vivere da mostro o morire da uomo per bene? “ è l’ultima frase con cui si conclude il film e Sam non può che appoggiare la scelta del protagonista: morire da uomo per bene.

<< Ragazzi. >> disse con un sospiro. Era così stanco.

<< Vi voglio bene. >> continua, con ormai gli occhi chiusi e un sereno sorriso sulle labbra.

Un lungo respiro e poi nulla.

Beth lo guarda, aspettandosi che da un momento altro aprisse gli occhi, ma non accade niente, così può solo incominciare a piangere.

<< Maledizione. >> bofonchia Bobby, abbassando il suo fedele berretto sugli occhi, per nascondere le copiose lacrime che gli stanno solcando il viso rugoso.

Castiel rimane a fissare fuori dalla finestra, deglutendo più volte a vuoto e stringendo forte le mani fra di loro.

Dean resta semplicemente paralizzato, nessuna reazione da parte sua. Immobile.

E così che finivano le cose?

Dopo tutto quello che avevano vissuto, che avevano superato?

Perdevano un fratello e loro stessi?
…………………………..

<< Abbiamo un patto allora. >> conferma l’uomo, sorridendo sornione.

Il suo interlocutore si limita ad annuire, facendosi forza.

E’ la cosa giusta da fare.

La colpa è solo sua, e lei deve rimediare.

<< Bene. Presto verrò a riscuotere. Ora è il momento di suggellare l’accordo. E’ la prassi. >> si difende l’altro, per poi avvicinare il suo viso all’altra.

Lei rimane immobile quando lui la bacia, con tanto di lingua e poi si allontana.

<< E’ stato un piacere fare affari con te. >> conclude l’altro, per poi scomparire soddisfatto.

Tutto sta andando secondo i suoi piani.























Buonasera! Ecco il nuovo capitolo che spero che vi possa essere piaciuto e si siano capiti i vari passaggi temporali.
Ringrazio a tutti per il continuo sostegno che mi date continuando seguire questa storia e grazie speciale per le mie fedeli recensitrici <3
Alla prossima, baci <3 

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


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Damon era seduto sul lato destro della poltrona rossa e fissava il fuoco come se non ci fosse niente di più interessante.

Stava cercando con tutte le sue forze di estraniarsi, e quasi era tentato di darsi fuoco, pur di smettere di sentire Stefan che non smetteva di trafficare con chi sa cosa.

Perfino Katherine era più silenziosa, rinchiusa nella sua stanza.

Damon non faceva che ripetersi di avere il vero nemico sotto casa.

Era convinto che la Petrova nascondesse qualcosa di grosso e la voglia di prenderla a pugni finché non sputa il rospo, era tantissima, ma si era imposto di mantenere la calma.

Meglio tenerla sott’occhi.

Appoggiò la fronte sul bicchiere di vetro riempito da whisky particolarmente freddo.

Sentiva la testa esplodergli e ancora le immagini di quel pomeriggio con Beth gli stavano bruciando i nervi.

Era inevitabile: si sentiva in colpa.

Se non avesse costretto quella ragazzina a partire con lui, magari le cose sarebbero andate diversamente.

Bevve con foga il contenuto del bicchiere.

No, non era colpa sua.

Non era colpa di nessuno.

Era capitato.

Era stato lo spilungone a non essere stato attento e Klaus si era comportato come suo solito.

Doveva essere il più freddo possibile e smettere di pensare alle lacrime della rossa, che ancora impregnavano la sua camicia.

Con la morte di Sam, sicuramente tutta quell’allegra banda di cacciatori vorrà la testa dell’ibrido su una forca.. e lui non poteva permetterlo!

<< Stefan! Se non la smetti immediatamente giuro che ti spezzo il collo! >> sbraitò infine.

Il piccolo dei Salvatore si fermò e lo guardò a lungo, poi tirò un sospiro.

<< La fine di tutto questo arriverà a breve. >> disse, avvicinandosi al fratello.

<< Sei diventato un veggente adesso? >>

<< Alaric ha fatto troppi errori e dovrà porne rimedio. E questa volta dobbiamo mettere la parola fine a tutta questa storia. >> fece serio.

<< Lo so. >> replicò semplicemente Damon, pentendosi di aver iniziato quel discorso.

Stefan si voltò e si avviò fuori dal salone, poi si fermò e sussurrò:<< Io e Elena ci siamo lasciati da giorni. >>

Certo che il fratello l’avesse sentito, se ne andò.
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Beth aveva ancora la testa appoggiata sul petto immobile del suo Sam.

Piangeva, senza nemmeno rendersene conto, ancora incredula per quello che era successo.

Non dovevano andare così le cose.
Perché doveva continuare a soffrire?

Un ricordo le trapassò la mente.

Veniva da un passato così lontano, che quasi si era convinta che nemmeno l’avesse vissuto davvero.

Era davanti a una televisione un po’ sgangherata e guardava delle ballerine di danza classica destreggiarsi in salti e pirolette.

Appoggiò una mano allo schermo e cercò di mettersi sulle punte.

Sorrise soddisfatta. Ci era riuscita.

<< Smettila! >> sentì urlare dalla cucina.

Nonostante avesse solo otto anni aveva capito subito come funzionavano le cose in casa sua.

Stare alla larga quando la mamma dà di matto.

Non aveva ancora ben chiaro cosa ci fosse che non andasse in lei.. o forse prima o poi tutti i grandi diventavano come lei?

A volte era allegra e sorridente, altre rabbiosa e isterica.

Rumori di cose che si rompevano.
Grida.
Lacrime.
Suo padre che usciva dalla cucina, sospirando avvilito.

Solita routine.

Cercò di non prestarci attenzione e continuò i suoi esercizi di danza.

<< Se solo lei non fosse nata! A quest’ora me la starei passando alla grande! >> inevitabile però fu sentire quelle parole.

Corrucciò la fronte, riflettendo su chi era la povera malcapitata che era così odiata dalla madre.

John Winchester, suo padre, le andò in contro e la guardò con amore, mettendola in imbarazzo.

<< Sai, sei davvero brava. >>

<< Gr.. gra..grazie. >> balbettò.

Il giorno dopo era iscritta a una vera scuola di danza ed era così felice che per tempo non pensò a quelle strane parole pronunciate dalla madre.

Non seppe di preciso quando, ma alla fine riuscì darsi una risposta.

La causa di tutto era lei.

Lei non doveva nascere.

Lei aveva rovinato la vita a quella donna, che per forza di cose doveva chiamare madre.

Aveva sofferto così tanto, chiedendosi mille volte cosa ci fosse di sbagliato in lei.

Perché quei pochi che la volevano bene se n’erano andati?
Perché suo padre? Perché Sam?

Perché alla fine si trovava a soffrire sempre di più?

Ad un tratto però Beth sentì distintamente il cuore di Sam battere.

Forse era impazzita?

E sussultò quando lo vide aprire gli occhi.
Il suo fratellone aveva aperto gli occhi!

<< Cosa… >> fece confuso il cacciatore.

Gli altri rimasero un attimo ad osservarlo, interdetti e sorpresi, ma poi si fiondarono su di lui.

C’era tempo per scoprire cosa fosse successo, l’importante in quel momento era godersi la gioia di essere ancora tutti insieme, vivi e umani.

E per quel frangente di tempo, mettere da parte le mille paranoie sulla propria vita.

Magari c’era ancora tempo per aggiustarla…

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<< Mia cara Esther! Ho un regalo per lei! >> proruppe quel dannato demone!

La strega si pentì ancora una volta di essersi messa in contatto con quell’essere, ma aveva deciso di porre fine alla cosa.

Aveva avuto notizie molto interessanti.

I Winchester erano in lutto, e quello era un ottimo momento per attaccare.

Il demone alzò gli occhi al cielo, infastidito dalla poca considerazione, per poi pararsi davanti a lei e mostrarle cosa aveva in mano.

Esther lo guardò curiosa e meravigliata.

<< Voglio davvero essere un suo alleato. >> disse il demone.

Tutti i paletti bianchi erano lì, davanti ai suoi occhi.

Sorrise cinica.

Tutto stava per giungere al termine.

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Sam non poteva crederci.

Era vivo!

<< Castiel..>> proruppe, ma l’angelo scosse la testa, capendo subito cosa volesse dire.

<< Io non c’entro. >>

<< Allora, come.. >> chiese ancora, sorpreso il cacciatore.

<< Possiamo rinviare a dopo le domande e goderci questo momento? >>lo ammonì bonariamente Dean.

Sam dovette ingoiare il groppo che si era fatto in gola alla vista del fratello con ancora gli occhi lucidi.

Aveva ragione e cercò di pensare solo al fatto che fosse ancora miracolosamente vivo con la sua famiglia.

A notte fonda, decisero di andare a dormire, ma lui aveva quasi paura di farlo.

E se non si fosse più svegliato?

Entrò nella sua camera e sussultò alla vista di una figura distesa sul suo letto.

Accese la luce e poté costatare che si trattasse di Rebekah.

La bionda scattò e si catapultò fra le sue braccia.

<< Sei vivo! Sei vivo! >> esclamò, stringendolo ancora più forte a sé.

<< Non per molto se non mi lasci respirare. >> rispose ridendo il cacciatore.

<< Scusa >> bofonchiò la vampira, lasciandosi allontanare e prendersi il viso fra le mani.

Sam l’ammirò e cacciò via con i pollici quelle lacrime che scorrevano sul viso delicato della ragazza.

Sì, aveva avuto paura di non poterla vedere più.

Non sapeva ancora identificare bene cosa ci fosse fra di loro, era successo tutto così velocemente.

Eppure poteva ammettere che ci tenesse a lei.

<< Io, ti chiedo scusa. Tutto quello che hai passato è stato a causa di mio fratello e io.. >>incominciò la bionda, ma venne bloccata dall’altro.

<< Non darti colpe. Mi hanno raccontato tutto e tu non c’entri niente. Non so ancora bene come ho fatto a ritornare in vita, ma evitiamo tutte queste paranoie e problemi per questa notte. Ti va? >> chiese, sorridendo dolcemente.

Rebekah annuì e gli circondò il collo:<< Ci sono tanti modi per festeggiare la cosa. >> disse maliziosamente.

<< Bene. Penso che possiamo dare inizio alla festa allora. >> rispose con altrettante maliziosità Sam, appoggiando le mani sui fianchi di lei e spingendola verso sé.

Si lanciarono un altro sorriso e poi finalmente le loro labbra si toccarono.

Tutto aveva un sapore diverso, nuovo, migliore.

Avevano iniziato quella cosa senza pensare alle conseguenze.
Avevano rischiato di perdersi, ma poi si erano ritrovati.

Quello che avevano imparato da quell’esperienza era che forse non c’entrava solo il sesso, l’empatia o altro.

 Forse c’era qualcosa di più, che cresceva ogni volta che stavano insieme.

Forse quella era la volta buona per entrambi.
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Erano trascorsi diversi giorni da tutte quelle serie di eventi, ed Elena ebbe il bisogno di scriverli sul suo fidato diario.

Beth e Damon erano partiti e avevano scoperto che Klaus era al vertice della stirpe di sangue di Katherine, Salvatore,
Caroline e Tyler.
La sua doppelganger li aveva avvisati che Esther lavorava con un demone e Alaric.

E proprio quest’ultimo li aveva attaccati causando il coma di Sam, che poi era stato ucciso da Klaus e miracolosamente ritornato in vita.

Infine lei e Dean erano andati a salvare Jeremy.
Lei e Dean avevano combattuto insieme.
Lei e Dean avevano gioito.
Lei e Dean avevano pianto.

Quasi le veniva da ridere se ripensava a quanto avesse timore del maggiore dei Winchester.

Era così convinta che non avrebbe mai creato un legame con lui.

E invece adesso gli sorrideva complice al racconto di come avevano combattuto con quei demoni nell’hall del motel, prima dell’arrivo di Castiel.

Lei e Jeremy avevano preso l’abitudine di andare a fare colazione dai Winchester, per poi andare a scuola insieme.

Subito aveva legato con quello strano angelo e il burbero Bobby.

Era tutto così divertente e piacevole.

Quello che la bloccava dall’essere pienamente al suo agio però era la presenza di Rebekah e l’imbarazzo che c’era ancora con Beth.

Non si sarebbe mai permessa di replicare sulla vampira.

Aveva già assistito alle diverse liti fra Bobby, Dean e Sam.

Per quanto il cacciatore sembrasse felice e spensierato, i due avevano avuto molto da ridire sul suo rapporto con la bionda.

Oltre ad essere la sorella del vampiro che l’aveva ucciso, era.. appunto, una vampira.

Ma il ragazzo non aveva avuto sentire ragioni.

Si fidava di Rebekah e le aveva confidato che incominciava a volerle un gran bene.

A quelle parole Elena non poteva che essere contenta per l’amico e appoggiarlo, nonostante non riuscisse proprio a relazionarsi con l’Originale.

Con Beth invece era tutto più difficile.
Ne avevano parlato, ma non erano riuscite a venirne a capo.

La mattina dopo la magica risurrezione di Sam, era andata a trovare i Winchester e ad aprirle la porta era venuta proprio Beth.

Era l’unica sveglia e l’aveva invitata a mangiare qualcosa con lei.

<< E così si è svegliato. >> aveva concluso il suo racconto la rossa.

<< Ci sono sicuramente delle domande da farsi, ma per ora sono così felice. >> 

<< Già. Inizieremo a breve le ricerche, sperando che di non avere una qualche brutta sorpresa. >>

Parlarono un altro po’ sulle ultime vicende e poi arrivarono all’argomento Damon.

<< E così ti sei lasciata con Stefan.. >> iniziò Beth.

<< Sì. Non potevamo continuare così e Stefan aveva tutte le ragioni del mondo. >> ammise.

<< Il motivo è quello che penso? >> chiese titubante la rossa.

<< Io non volevo creare tutta questa situazione. E’ successo. Quello che c’è fra me e Damon è difficile e mi spaventa. Non te ne faccio di certo una colpa se tu ci provassi. Sono io che non mi do una mossa. >>ammise infine la Gilbert.

<< Perché hai paura? >> chiese curiosa l’altra, non capendo.

<< Penso di non saperlo gestire. Lui è così imprevedibile … e per quanto la cosa mi possa anche piacere, non fa per me. Vorrei solamente un po’ di tranquillità e non sono sicura di trovarla con Damon. >>

Beth si prese un minuto per pensare come rispondere all’amica.

Lei era stata sincera e adesso era il suo turno.

<< Damon mi è piaciuto dal primo momento. Oltre ad essere l’uomo più bello che abbia mai visto, mi ha subito … presa. Mi sento come una ragazzina in preda agli ormoni quando mi è vicino. Divento terribilmente stupida.. – e lasciò andare una piccola risatina, per poi continuare seria-  ma anche così forte. So che non posso contare su di lui, visto che non c’è niente fra di noi, eppure ogni volta è lì. E per quanto io cerca di trattenermi, non riesco a non essere me stessa. E’ speciale. E per un po’ mi fa sentire anche a me così. >>

Beth scrutò il tavolo, persa nei suoi pensieri, mentre Elena cercava di metabolizzare le parole dell’amica.

Non pensava che la cosa fosse così seria.

<< In ogni caso- proruppe la cacciatrice – quello che c’è fra di voi è lampante e io non ho speranze. Lui ti ama e io non voglio essere un rimpiazzo. Quindi ti consiglio di buttarti. Cos’hai da perdere? Di amori così travolgenti nella vita si possono contare su una sola mano. >> concluse sorridendo.

Elena stava per ribattere, ma venne bloccata dall’arrivo di Castiel.

Beth si alzò per far vedere all’angelo dove poteva prendere da mangiare, ma la Gilbert l’afferrò per il polso, e con la massima serietà, disse:<< Tu nemmeno immagini di cosa possa esserci fra te e Damon. Lo dicono i vostri occhi. >>



Elena venne riportata alla realtà, dalle proteste proprio della rossa..

<< Cos’è successo? >> chiese a Jeremy.

Il fratello la guardò stranito, poi le rispose:<< Rebekah ha deciso di organizzare una festa di compleanno a Beth. >>










Buonasera a tutti! Parto con le mie più sentite scuse. So che è passato quasi un mese dall'ultimo aggiornamento e non potete immaginare quanto mi dispiaccia non essermi fatta viva. Purtroppo fra un mio blocco e gli esami, non riuscivo proprio ad andare avanti.
Alla fine ecco cosa ne è uscito fuori. Il risultato non è quello che speravo, ma prometto di rifarmi nel prossimo capitolo, che pubblicherò massimo fra una settimana.
La storia sta per giungere al termine.. penso che arriverò al 50esimo capitolo, quindi molte cose verranno risolte.. e usciranno altri problemi.
Nel frattempo ringrazio a tutti coloro che continuano a seguire la mia storia, ai nuovi arrivati e a recensirla <3
Risponderò al più presto, don't worry questione di qualche oretta. ;D
Saluti c:

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


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<< Posso almeno decidere io chi invitare? >> chiese esasperata Beth

<< Quanto sei difficile! Se lascio a te la lista degli invitati, ci troveremo ad essere al massimo dieci persone. Nelle migliori delle ipotesi. >> ribeccò Rebekah, mentre continuava a dare inviti a destra e manca per i corridoi affollati della scuola.

<< Ma è il mio compleanno! Che senso ha invitare persone che nemmeno conosco? >> protestò ancora la rossa.

<< Cara, tu forse non ti rendi conto che sei fra la cerchia delle più popolari della scuola. Tutti conoscono te. Magari ci sarà qualcuno di interessante. >>

<< E da quando sono fra le più popolari? Non faccio nemmeno parte delle cheerleaders. >>

<< Da quando sei mia amica. E per quanto detesti ammetterlo, anche da quando te la fai con Caroline, Elena. Poi ci sono Stefan e Matt. Sei la sorella del professore più sexy della scuola e del mio Sam. >> spiegò la bionda, lasciandosi andare un sospiro di gioia ed estasi, pensando al suo ragazzo.

Poteva definirlo così, vero?

Ormai lei e Sam erano sempre insieme, e anche se a occhi esterni potevano sembrare un po’ freddi, lei sapeva benissimo invece la complicità che li univa.

E poi tutto sentiva furché il freddo quand’era con lui.

Se fosse stato possibile non l’avrebbe mai fatto uscire dal suo letto…

Ricevette una gomitata sul fianco da Beth, che la guardava con aria disgustata.

<< Attenta, potrebbe scenderti la bava. >> la rimproverò, beccandosi una risata divertita da parte della vampira.

Continuarono a distribuire inviti per la scuola, chiacchierando fra di loro.

L’argomento della "risurrezione" di Sam non fu toccato.

Ogni volta che Beth cercava di parlarne con la sua amica biondissima, quest’ultima deviava sempre il discorso infastidita.

Questo destò molti sospetti nella piccola Winchester e avrebbe indagato di sicuro.

Eppure Rebekah sembrava così allegra e spensierata.
Non aveva per niente l’aria di una che ha fatto qualcosa.

Beth aveva un paio di tesi su cosa poteva essere successo e la più convincente era anche la più terrificante.

Un patto con un demone.

Ma chi poteva averlo fatto?

Dean e Bobby avevano già dato la loro parola di non c’entrare niente in quella storia.

Dubitava che fosse stata Elena.

Nonostante la Gilbert ci tenesse molto a lei e ai suoi fratelli, aveva appena riavuto il suo. Non avrebbe mai rischiato la sua vita.

Quindi restava Rebekah.

Ma di fatto lei era già morta.

I patti con un demone funzionavano che per ricevere qualcosa, in cambio dovevi dare la tua vita, la tua anima.

Come funzionava di preciso?

Un vampiro aveva un’anima? Erano considerati come esseri vivi pienamente? Potevano fare patti?

Finché non avesse avuto risposte alle sue domande era inutile accusare Rebekah.

L’avrebbe tenuta sott’occhi, questo era certo.

<< Per favore, questa festa non è per gli sfigati. >> disse la vampira.

Beth si voltò curiosa e anche arrabbiata.

<< Rebekah! >> la rimproverò.

La bionda aveva strappato da mano a un ragazzo l’invito, dicendo quella frase per niente gentile.

Alla Winchester cose del genere non piacevano per niente.

Quante volte si era sentita chiamare così?
Quante volte non era stata invitata alle feste?

Anzi, la domanda più appropriata era: quando era stata invitata?

La sua breve vita scolastica, prima di diventare una cacciatrice, era stato un vero schifo.

Con un sorriso gentile, offrì un invito al ragazzone che aveva avanti.

Era alto e ben piazzato, con un viso molto carino e un sguardo terribilmente dolce.

<< Tieni. Spero che verrai. >> gli disse.

<< Grazie. >> balbettò l’altro, per poi andarsene.

<< Per quale motivo hai invitato Finn Hudson alla festa? >> chiese indispettita la vampira.

<< Perché non avrei dovuto farlo? E perché è uno sfigato? Non è male. >> commentò la rossa,  mentre vedeva il ragazzone allontanarsi fra la folla.

<< E io che pensavo che l’avessi fatto per una buona causa! Lo vuoi solo perché ti piace! Che approfittatrice! >> l’accusò ironica l’Originale.

Beth non si curò nemmeno di rispondere, ma condivise le risate dell’amica.

Dopotutto si stava divertendo.

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<< Non vedo l’ora di andarmene da questo posto! >>

<< Lo so Bobby, non fai che ripetere questo da quando sei arrivato. >> disse scocciato Dean, sorseggiando la sua birra, mentre erano seduti al bancone del Grill.

<< Se avete deciso di non uccidere nessuno, per quale cavolo motivo siete ancora qui? >> chiese esasperato  il vecchio cacciatore.

<< Abbiamo promesso a Beth di rimanere qui fino al giorno del suo diploma. E poi non è vero che non uccideremo nessuno. Stiamo cercando un modo per fare fuori Klaus. E poi c’è ancora la questione della strega e di quell’Alaric. Il lavoro non manca. >>

Bobby bofonchiò qualcosa che Dean non riuscì ad afferrare, immerso nei suoi pensieri.

Oltre tutto quello che aveva detto, c’era un altro problema.

Castiel.

Il suo fottuto amico, che scompariva tutta la giornata per ritornare solo di sera.

Cosa faceva non si sapeva.

Problemi in Paradiso, rispondeva, non rendendosi conto di quanto risultasse divertente quella frase.

Eppure Dean era certo che nascondesse qualcosa.

Gli stava sfuggendo un dettaglio importante, ma non riusciva proprio a capire cosa potesse essere.

Tutta la situazione era strana.

C’era questa strega, che con l’aiuto di un cacciatore impazzito, voleva morti tutti i suoi figli e di conseguenza tutti i vampiri.

Questa aveva fatto un accordo con un misterioso demone.

Cosa ne ricavava quest’ultimo?

Dean era convinto che quando sarebbe riuscito a rispondere a questa domanda, tutto avrebbe avuto senso.

E aveva il sospetto che anche tutto quello che era successo a Sammy c’entrasse qualcosa.

Che Klaus sapesse più di quello che sembrava?

Ne aveva parlato, in un attimo di disperazione, con Caroline e Rebekah e loro gli aveva riferito che l’ibrido non c’entrasse nulla.

E poi c’era Katherine.

Non c’era momento in cui Elena non lo mettesse in guardia sulla sua doppelganger, eppure quest’ultima finora non stava facendo niente di male.

E questo lo faceva insospettire ancora di più.

Insomma, c’erano troppi nemici in giro nello stesso posto e nello attimo, e questo gli suggeriva che erano tutti collegati in qualche modo.

Ma perché? Cosa volevano davvero?

E così ritornava al punto di partenza.

<< Ci mancava solo lui. >> sentì commentare Bobby.

Cercando di capire a chi si riferisse, alzò lo sguardo dal bancone e si scontrò con la faccia da schiaffi di Damon.

Il vampiro si era accomodato a uno sgabello, poco distante da loro, e sorrideva malizioso alla cameriera.

Da voltastomaco.
Lui aveva più classe. Non a caso il numero della ragazza era già salvato nella rubrica del suo cellulare.

<< Hai finalmente capito che quella tua giacca era da bruciare? >> chiese sardonico il biondo all’indirizzo del bel moro.

La cameriera si allontanò e così il maggiore dei Salvatore, poté dedicare il suo sguardo altezzoso al cacciatore.

<< Credimi Ken, quella giacca vale più di tutti gli stracci che hai mai avuto in tutta la tua vita. >>

Bobby alzò gli occhi al soffitto, stufo delle frecciatine che i due si lanciavano.

<< Sembrate due femminucce. >> commentò, andandosene.

Dean e Damon si guardarono, concordando tacitamente che forse era meglio smetterla su quel discorso.

<< Come mai così in tiro? >> chiese curioso il biondo e per togliersi un dubbio.

<< E’ la festa di tua sorella, come vuoi che mi vesta? >>

Lo sapeva! Non ci poteva credere, ma lo sapeva!

Perché  l’aveva invitato?
Per quale ragione?

Damon prese il bicchiere che la cameriera gli aveva portato, e lo scollò tutto d’un fiato.

Poi si alzò, aggiustandosi la giacca e sorridendo divertito per la reazione del cacciatore.

<< Io vado. Ho un regalo da prendere e non voglio arrivare in ritardo. Ci vediamo più tardi. >> lo informò, con l’unico scopo di infastidirlo.

E ci riuscì alla grande.


----------------------------------------

Era per quel motivo che Beth non voleva che ci pensasse Rebekah alla festa.

Troppa gente e questo le impediva di trovare chi davvero le interessava.

Continuava ad essere strattonata e baciata.

Sorrisi e auguri, da persone che non aveva mai visto in vita sua.

E l’unico, quello che davvero le importava, non si era ancora fatto vivo.

Sospirò sconsolata, osservando però con una punta di soddisfazione le sue lucide scarpe altissime.

Erano davvero state poche le volte in cui si era vestita in modo così carino.

Le piaceva come si era personalmente preparata.

Si era fatta dare qualche consiglio solo da Elena.

Osservò come Rebekah e Caroline si erano conciate e si disse che aveva fatto bene a non chiedere a loro.

Quello non era per niente il suo genere.

<< Ciao. >> si sentì dire, mentre delle dita delicate le toccavano il braccio scoperto, per richiamare la sua attenzione.

Beth alzò lo sguardo e si scontrò con le iridi nocciola di Finn.

<< Sei venuto. Mi fa piacere. >> disse subito, sorridendogli.

Aveva un qualcosa che le piaceva.

Sembrava la bontà fatta in persona, in questo le ricordava un po’ Matt.

<< Già. Buon compleanno. >> fece l’altro, sorridendo imbarazzato.

<< Grazie. >> rispose lei, con lo stesso tono.

Non capiva perché quel ragazzo fosse così timido con lei.

Forse lo era di natura, ma questo la faceva sentire molto in soggezione.

<< Tieni, è per te. Spero che ti piaccia. >> fece lui, dandole una piccola bustina.

Ora si che era in imbarazzo!

La maggior parte degli invitati probabilmente non sapeva nemmeno chi era lei.

E lui le aveva fatto il regalo.

Dolce, gentile ed educato.

Da dove era uscito?

Beth aprì la bustina, e poi lo scatolino, scoprendo finalmente cosa aveva avuto.

Un braccialetto.

Era molto semplice. Un sottile filo argentato e un pallina brillantata.

Rimase estasiata.

Rispecchiava esattamente i suoi gusti e aveva anche qualcosa di familiare.

Doveva l’aveva già visto?

<< Grazie Finn. Davvero. E’ stupendo. >>

<< Vieni, ti do una mano a metterlo. >> propose lui, sorridendola.

Eh sì, era davvero carino.

Damon aveva osservato tutto quel teatrino, stringendo fra le mani il suo di regalo.

<< Non essere geloso. Dovevi aspettartelo se continui a correre dietro a quella gattamorta di Elena. >> gli rinfacciò Rebekah.

Il vampiro la osservò con un sguardo da assassino, ma lei era impegnata a osservare fuori dalla finestra.

Seguì il suo sguardo, ma non vide nulla.

<< Stai bene? >> chiese sconcertato.

<< Certo. >> rispose l’altra, girando i tacchi.
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<< Tutto chiaro? >> chiese ancora una volta Esther.

<< A fine festa lei sverrà, probabilmente anche prima e tu, Alaric, la prenderai e la porterai da Esther, che si farà trovare da Nicklaus. Nel frattempo lui penserà alla vampira bionda, così che poi potrete continuare i vostri piani. >> ripeté uno dei demoni lì riuniti.

<< Esatto. Adesso vai e completa la tua missione. >> disse la strega e questo annuì, per avviarsi a casa di Rebekah Micaelson, dove si sarebbe svolta a breve la festa.
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Ormai non sapeva nemmeno da quanto tempo fosse seduto lì con Finn.

Di tanto in tanto sorseggiava la coca che aveva nel classico bicchiere rosso da festa, si sistemava meglio il vestito e osservava il centro della sala dove tutti ballavano e bevevano.

Probabilmente già ubriachi.

Poi c’era Finn, che affianco a lei sorrideva e le spiegava chi era tizio e chi caio.
Gli era molto simpatico e si stava davvero divertendo.

Tutti i problemi che l’affliggevano erano sempre lì, ma almeno era più facile tenerli a bada.

<< E ora mettiamo un po’ di musica più calma e invitiamo la festeggiata al centro della pista! Un applauso a Beth! >>

Maledetta Rebekah!

Si stava così rilassando con Finn, perché non poteva avere un po’ di pace?

Cercò con lo sguardo uno dei suoi fratelli, Castiel.. anche Bobby!

Uno qualsiasi che potesse ballare con lei e non farla sentire come una deficiente al centro della pista.

<< Ti prego, accompagnami. >> supplicò al ragazzo seduto affianco a lei.

<< Oh no. Io non so ballare. Renderei anche te ridicola. >> rispose lui.

Beth stava per ribattere, ma poi alcuni ragazzi l’afferrarono e l’obbligarono a alzarsi dalla sua sedia.

La stavano letteralmente spingendo e ad un tratto sentì una mano scivolare nella sua e stringerla.

Quel gesto le diede alla testa!

Chi si permetteva tali confidenze?

Eppure una scossa di elettricità l’attraversò tutta, quando questo sconosciuto fece intrecciare le loro mani.

Alzò lo sguardo per vedere di chi si trattasse e si scontrò con gli occhi azzurro intenso di Damon.

Dal giorno in cui l’aveva consolata, al fiume, non l’aveva più rivisto.

La cosa la rendeva un po’ arrabbiata con il mondo intero.

Si diceva che invece di cadere nello sconforto, era meglio stare in quel continuo stato di rabbia.

Anche se non le faceva bene alla pelle, come le aveva ripetuto all'infinito Rebekah.

Ma da un lato preferiva così.

Oltre l’imbarazzo per l’essersi fatta vedere in quello stato di debolezza, c’erano ancora molte questioni irrisolte.

Non aveva di certo dimenticato di quando lui aveva cercato di morderla.

Anzi! Qualche volta aveva anche sognato quel viso trasformato.


Spalancò gli occhi, con il respiro quasi che le mancava.

Dannazione a Damon, i suoi disturbi di personalità e a lei!

Si alzò dal letto, e sbuffando, si diresse in cucina.

Ma a quanto sembrava qualcun altro era sveglio.

<< Castiel. >> disse.

L’angelo era appoggiato al ripiano della cucina, con una birra in mano.

Una birra?

<< E’ successo qualcosa? >> chiese lei, stranita.

<< Niente in più del solito. >> disse lui, ostentando un sorriso.

<< Per bere una birra alle tre di notte, ci deve essere un  qualcosa. Sai che puoi parlare con me. >> lo invitò la rossa, afferrando una fredda bottiglia di quella bionda.

Al diavolo tutto!

<< Posso dire lo stesso di te. >> le fece notare l’altro, inclinando la sua bottiglia così che potessero fare una sorta di cin-cin.

Beth bevve prima un lungo sorso e poi aprì bocca:<< A volte non mi capisco. >>

Castiel la guardò perplesso, in attesa che continuasse.

<< E che voglio essere una persona forte e indipendente, ma allo stesso voglio qualcuno che si prenda cura di me. Deve essere difficile stare al mio passo. >> finì sarcastica, sorseggiando un altro po’.

<< Tutti noi ci prendiamo cura di te e resti comunque una ragazza in gamba. >>

<< Certo ma… vorrei qualcuno di diverso da un familiare. Capisci cosa intendo? >> a volte risultava sfiancante parlare con Castiel.

Come faceva a non notare il sarcasmo e i sottomessaggi?

Ma, per una volta, l’angelo sembrò capire.

<< Penso che quel qualcuno l’hai anche trovato. >> insinuò l’altro.

Insinuare? Che passi da giganti che stava facendo!

<< Credo. Cioè… può darsi. Ma non voglio che questo mi renda debole e patetica. >>

<< Non me ne intendo di queste cose ma… forse ti fai troppi problemi. >> la spronò l’amico.

<< Se ti dicessi tutto quello che è successo, non la penseresti ancora così. - mormorò lei, per poi continuare- Allora? Vuoi dirmi a te cosa succede? >>

<< Sto cercando di aggiustare le cose, ma non so se il mio metodo è giusto. E non mi chiedere in cosa consiste!  >> disse lui, mettendole una mano sulla bocca.

Beth cercò di parlare lo stesso, ma poi annuì infastidita.

Chi sa cosa stava combinando…


D’un tratto sentì un braccio circondarle la vita e si trovò a una distanza pericolosa dal petto e bacino di Damon.


Forse era meglio rimanere nel mondo dei suoi pensieri, avrebbe gestito meglio le cose.

Partì una musica dalle note… caraibiche?

Non ne aveva idea, sapeva solo che questo comportava inevitabilmente un contatto troppo fisico.

<< Che.. che… che stai facendo?! >> riuscì a dire infine.

<< Ballo con la festeggiata. Complimenti e io che ti facevo un pezzo di ghiaccio. >> rispose lui, con il solo tono ironico.

Col cavolo che pensava quello!

In realtà aveva sempre immaginato Beth come un vero fuoco.

E a quanto sembrava, anche il suo amichetto giù nei pantaloni era dello stesso parere.

Per rispondere alla domanda che gli aveva fatto però non sapeva cosa dire.

<< Che cavolo ti sta passando per la testa? >>

Quelle parole, dette dal saggio e noioso Stefan, lo continuavano a tormentare.

Non ne aveva idea.

Convinto di amare Elena, non riusciva a spiegare a se stesso perché continuasse a ronzare intorno alla rossa.

Gli sembrava di essersi rincretinito.
Eppure si convinceva dicendosi che: lui non era un santo, era un egoista.

Elena non si decideva? Be, era un uomo con le sue esigenze.

Nonostante ciò però, non riusciva a immaginare Beth come una semplice valvola di sfogo.

<< Sono due belle ragazze, non capisco tutti questi problemi. Secondo me se proponi una cosa a tre ci stanno. >>

Gli aveva suggerito Katherine, origliando la conversazione che aveva avuto con Stefan.


Quella maledetta… aveva delle ottime idee… ma non poteva!

<< Mai una volta che sei serio. >> si lamentò lei, sbuffando.

Damon l’osservò, indeciso sul da farsi.

Prendersi gioco di lei o meno?

Magari poteva parlare prima con Elena e poi decidere.

Sì, sembrava una cosa accettabile.

<< Vedo che hai fatto nuove amicizie.. >> osservò lui, riferendosi a Finn.

<< Già. Nuove amicizie, umane. >> sottolineò l’ultima parola, l’altra.

<< C’è qualcosa che vuoi dirmi, mia cara? >> chiese sarcastico il vampiro, facendole fare un giro su se stessa e poi afferrandola per la vita e stringerla di nuovo forte a se.

Beth si scontrò di nuovo con quel petto marmoreo e rimase a fissarlo negli occhi, con un’espressione sbalordita.

Non sapeva se lo era per l’atteggiamento lunatico dell’altro o per la sua incredibile bellezza.

L’eterna lotta fra mente e ormoni, insomma.

Eppure da come il cuore le batteva, per le mani sudate e la strana sensazione allo stomaco, si disse che forse non era solo una questione di ormoni.

Una mano le se appoggiò sulla spalla, rompendo quello scambio di sguardi.

Beth si girò e trovò il sorriso imbarazzato di Finn.

<< Non volevo disturbare ma… >> iniziò, ma venne interrotto dalla voce tagliente di Damon:<< Bé, l’hai fatto. >>
 
Detto ciò, il vampiro si voltò e si allontanò dalla pista.

La musica era diventata di nuovo più forte e le luce si erano soffuse per creare la classica atmosfera da discoteca.

<< Me ne devo andare fra un po’ e volevo chiederti un ballo. >> urlò il ragazzo per sovrastare i rumori.

In un primo momento Beth accettò pure, appoggiando le sue mani sulle larghe spalle dell’altro ma poi scosse la testa.

Che stava facendo?

<< Scusami, ma .. devo andare. >> mormorò, e corse via da lì.

Doveva parlare con Damon, non poteva andare avanti così.

Era timida, certo. Ma non riusciva più a tenersi tutto dentro.

Aveva il bisogno di sapere se c’era una possibilità per loro.

Avrebbe dimenticato quello che era successo, avrebbe fatto funzionare le cose.

Spinse un po’ di gente per farsi largo fra la folla, e prese un grande respiro quando finalmente uscì fuori.

L’aria era fredda e si pentì di essersi vestita così leggera.

Ma tutto passava in secondo piano, doveva trovare Damon.

Si guardò intorno, ma non vide nessuno.

Dove poteva essersi cacciato?

Un brivido le percorse la schiena e si sfregò più volte le mani sulle braccia, troppo bianche.

Si guardò le mani, pallide e con le punta viola.

Cosa le stava succedendo?

Si toccò le guancie, attestando con orrore quanto anche esse fossero gelide.

Sentiva il ghiaccio nelle vene.

La vista incominciò ad annebbiarsi, mentre in lei si susseguivano brividi di terrore e di freddo.

Stava per cadere all’indietro, ma due forti braccia l’afferrarono.. con aggressività.

Chi era il suo aggressore?


Voleva voltarsi, ma le palpebre non ne volevano sapere di rimanere aperte.

<< Da… >> cercò di dire, sapendo che lui sarebbe stato l’unico a sentirla, anche se non era vicino.

Ma non riuscì a terminare che sprofondò in quel che sembrava un incubo.
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<< Mi sento quasi in colpa. >> sospirò Sam, mentre riempiva di baci il collo della sua vampira.

<< Beth si starà divertendo. Ho visto Damon che la portava al centro della pista. >> rispose Rebekah, riuscendo a togliere quella camicia al suo compagno.

<< Devo ancora capire se fidarmi o meno di quel tipo. >> osservò l’altro, sollevando il vestito aderente della bionda.

Lo fece arrivare molto sopra, così da lasciare le lunghe gambe scoperte, che afferrò con forza, facendo scontrare le loro intimità.

Rebekah sentiva le dita del cacciatore premere con pressione sulla sua pelle. E non erano solo le dita a premere.

Dio, la avrebbe mandata al manicomio prima o poi.

Lo afferrò per il collo, facendo così scontrare le loro bocche.

Era tutto così perfetto.

Si staccarono, solo per guardarsi meglio in viso.

Rebekah scattò giù dal letto e si appiattì alla porta.

Quello non era il suo Sam!
La sua faccia… era quella di quel demone!

Un ringhio di cane le perforò i timpani, tanto che fu costretta a stringere, quasi con convulsione, le mani sulle orecchie.

<< Rebekah! Rebekah! >> si sentì chiamare, da quelle che sembrava la vera voce del Winchester, ma non aveva il coraggio di controllare.

<< Aprì gli occhi, sono io! Sam! >> tentò di nuovo il ragazzo, preoccupato per la reazione della bionda.

Decise di provare, aprendo solo un occhio, ma adesso vedeva il viso di Alexander, il suo primo fidanzato umano.

<< Non è possibile.. >> biascicò, aprendo la porta e scappando via.

<< Rebekah! >> la richiamò il cacciatore, per poi afferrare la sua camicia e rincorrerla.
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Bobby era nella cucina, della grande villa dell’Originale, quando si vide proprio quest’ultima addosso.

Subito Dean gli si avvicinò, stranito e in allerta.

<< Hey, ragazza. Cos’è successo? >> chiese perplesso il vecchio cacciatore.

La vampira alzò lo sguardo e si scontrò con la faccia di suo padre.

<< Lasciami stare! Prenditi la mia anima e vai via! >> urlò, scaraventando Bobby dall’altra parte della stanza.

Dean rimase a bocca aperta, non sapendo spiegare a se stesso cosa stesse succedendo.

Il viso della vampira era quello di un mostro.
Denti appuntiti, grosse vene che contornavano gli occhi e quest’ultimi, rossi come il sangue.

Scattò contro il cacciatore, puntando alla gola, ma lui non si fece trovare impreparato.

Nella tasca aveva una di quelle siringhe, che gli aveva dato Jeremy, piene di verbena.

Non sapeva se questo sarebbe servito per fermare l’Originale, ma le iniettò tutta la dose.

Ma mano questa si calmò, fino a cadere sul pavimento.

Dean si appoggiò alla penisola, passandosi una mano nervosa sulla faccia.

<< Amico, stai bene? >> fece all’indirizzo di Bobby.

<< Sì, cos’è appena successo? >> chiese l’altro.

<< Forse abbiamo la soluzione alla miracolosa risurrezione di Sam e questo non sarà un bene per nessuno. >> asserì serio il Winchester.













Ormai scusarmi per i ritardi è inutile. Ma lo faccio lo stesso: sorry, sorry, sorry!
Allora questo capitolo doveva essere moooooolto più lungo, ma ho preferito tagliare qui... va a finire che poi non mi vengono più idee e finisco prima di arrivare a 50 xD
Non penso che ci sia molto da dire, oltre al fatto che verrà tutto spiegato nel prossimo capitolo.. dove avremo finalmente il nome di questo famoso demone!
Il personaggio di Finn non è stato creato per durare (anzi magari un occhio più attento capirà anche chi è davvero lui ;D), in realtà non doveva nemmeno esistere ma diciamo che è un omaggio all'attore da poco scomparso Cory Monteith. In realtà volevo proprio chiamarlo così, ma poi vedrete come andranno le cose e quindi non mi sembrava opportuno. Quindi ho deciso di dargli il nome del personaggio che interpreta in Glee.
Detto ciò, spero che il capitolo vi possa essere piaciuto, ringrazio tutti quelli che continuano a seguire questa storia, i nuovi arrivati e le mie care recensitrici <3 
Spero di aggiornare prima possibile, così da terminare la storia prima delle mie vacanze esistive :3
Un bacio, alla prossima c: 
Ps: risponderò alle recensioni appena mi connetto domani! E' tardi e sto per addormentarmi sulla tastiera ç_ç 

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


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Klaus aprì il cassetto e raccolse con cura le magliette, per infilarle nel grosso borsone di pelle.

Di solito faceva fare questo lavoro a qualcuno, ma decise che era meglio pensarci da sé.

Meno persone sapevano, più la sua decisione sarebbe rimasta segreta.

I suoi paletti di quercia bianca erano scomparsi.

Non aveva nemmeno avvertito Rebekah.

La sua sorellina aveva deciso di schierarsi con i cacciatori? Bene, questo significava che non avevano più niente in comune.

Così aveva deciso che era giunta l’ora.
Avrebbe preso Elena e avrebbe creato la sua schiera di ibridi.

D’un tratto sentì un rumore terribile.

Corse a vedere cosa fosse successo e appurò che la porta di ingresso era a pezzi, e d’avanti a lui c’era sua madre.

Sorrise falsamente, pronto ad attaccarla.

A quanto sembrava, tutto sarebbe terminato a breve.

<< Nicklaus. >> asserì la strega.

L’Originale non rispose, scrutando la donna.

Perché tentennava? Cosa aveva in mente?

Il biondo si disse che era meglio non scoprirlo ed agire subito.

Si avventò sulla madre, ma bastò che l’altra alzasse una mano, e il figlio volò via sbattendo sulle scale.

<< Se non ti uccido subito è solo perché debbo un favore ad una persona. >>

<< Cosa vuoi? >> chiese Klaus, digrignando i denti.

<< Per ora voglio solo che tu svenga. >>

L’ibrido sorrise divertito, ma presto la sua vista si annebbiò e sprofondò nel sonno.
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Stefan si vergognava terribilmente, ma non aveva potuto farne a meno.

La sete era diventata troppa, niente di ingestibile però.

Aveva preferito in ogni caso andare nei boschi lì vicino e cacciare qualcosa.

D’un tratto sentì dei lievi rumori e poi un “Da..” soffocato.

Sembrava essere la voce di Beth quella.

Decise così di andare a dare un’occhiata, ma non trovò nessuno.

Si guardò intorno e notò un leggero luccichio fra l’erba.

Raccolse l’oggetto, costatando che era un braccialetto, ma aveva uno strano odore.

Fece un po’ di pressione sulla pallina, rompendola.

Della strana sostanza verde fuoriuscì.

Non era un esperto di piante o cose del genere, ma immaginò che fosse qualcosa di nocivo per gli umani.

Entrò nella villa, cercando Beth, ma non riuscì a trovarla.

Forse si stava solamente impressionando?

Probabilmente la ragazza era con qualcuno e non voleva essere disturbata.

Magari quel “Da” era stato soffocato da… non voleva nemmeno immaginare!

<< Hey Stef. Cos’è quella faccia? >>

Il minore dei Salvatore sussultò, non accorgendosi nemmeno dell’arrivo di Caroline, troppo preso dai suoi pensieri.

<< Hai visto Beth? >> chiese.

<< No. Stava ballando con Damon, poi sono scomparsi. Perché? Cos’è successo? >>
<< Niente di importante. Forse sono solo troppo paranoico. >>

<< Stefan! Ti ordino di parlare! >> si impuntò la bionda.

<< Ero nel bosco e ho sentito la voce di Beth. E quando sono arrivato dove in teoria era, ho trovato solo un braccialetto. Il ciondolo conteneva una strana sostanza. >> spiegò il vampiro.

<< E questo non lo reputi importante? Forza, andiamo a cercare Damon. >>
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<< Cosa succede qui?! >> disse sbalordita Elena, alla vista di una Rebekah svenuta a terra.

<< E’ lei che ci ha aggredito! >> rispose Dean, alzando le mani in segno di resa.

La Gilbert li guardò stranita.

Per quale motivo la vampira avrebbe dovuto fare una cosa del genere?

D’un tratto spuntò Sam, con aria trafelata, i capelli scombinati e la camicia sbottonata.

<< Che orrore! Datti un contegno! >> si lamentò Dean, con ironia.

Ma il minore dei Winchester era troppo impegnato a notare la sua ragazza, lì per terra.

Si avvicinò, prendendola fra le sue braccia e osservandola.

<< Come l’avete fermata? >> chiese.

<< Per mia fortuna ho sempre della verbena con me. Ha fatto quello che penso? >> domandò il biondo serio.

<< E’ l’unica soluzione che mi è venuta in mente. >> rispose afflitto l’altro.

Non era giusto.

Ma non dovevano passare prima dieci anni?

Perché non gli aveva detto niente?

Come aveva fatto a non accorgersene?

<< Di cosa state parlando? >> pretese di sapere la Gilbert.

<< Deve aver stipulato un patto con un demone per far ritornare in vita Sam. >> spiegò brevemente Dean.

<< E ora sta venendo a prendere la sua anima? >> chiese titubante la ragazza, non credendo a quello che stava dicendo.

In che mondo oscuro viveva senza nemmeno saperlo?

Gli altri annuirono con serietà, facendola spaventare parecchio.

Odiava quegli esseri, figuriamoci quelli che facevano patti.

Significava che avevano ancora più potere e lei non sapeva davvero come avrebbero fatto a risolvere quella situazione.

<< E ora? >> chiese ancora.

Ci doveva essere un rimedio.
<< Andiamo a casa nostra, lì abbiamo le armi. Poi… vedremo. >> concluse Bobby risoluto.

<< Elena tu rimani qui. Fai andare tutti a casa e avverti gli altri, per favore. >> aggiunse Sam, non distogliendo gli occhi dal viso di Rebekah.

Il suo amico soffriva ancora una volta.

Se solo avesse potuto fare qualcosa…

<< Va bene. >> disse, sentendosi completamente inutile.

I tre cacciatori, con la vampira, uscirono dal retro, correndo verso la loro macchina.

Arrivati a casa, subito si premunirono cospargere la polvere hoodoo vicino alle porte e le finestre.

I cani infernali, bestie invisibili a occhi umani, erano mandati, dal demone degli incroci, a strappare via l’anima dal colui che aveva fatto un patto.

E Dean ne sapeva qualcosa.

Anni prima, per salvare la vita a Sam, aveva fatto un patto con un demone.

Non avrebbe mai dimenticato come quelle bestie l’avevano lacerato il petto, le gambe, le braccia…

Ma il peggio era arrivato quando era finito in inferno.

<< Pensi che.. si tratti di lui? >> chiese a Bobby, mentre metteva quella polvere nera sull’ultima finestra.

<< Parli di quel figlio di puttana scozzese? >> sputò fuori il vecchio cacciatore.

Non riuscivano mai a farlo fuori.

In un modo o nell’altro, se lo ritrovavano sempre in mezzo.

<< Dov’è Castiel? >> domandò Sam, con freddezza.

Gli altri due rimasero impressionati dal tono e dallo sguardo del piccolo Winchester.

Quando diventava così, faceva davvero paura.

Quelli occhi erano calcolatori, spietati e tenibili.

<< Ho provato a chiamarlo, ma non mi risponde. >> spiegò Dean.

<< Se scopro che c’entra qualcosa, lo faccio fuori con le mie mani. >> disse l’altro, digrignando quasi i denti.

<< Ora calmati e pensiamo a una soluzione per salvare la tua amichetta. >> cercò di farlo ragionare Bobby.

Ma le cattive notizie non vengono mai da sole, questo ormai l’avevano imparato.

E il bussare forsennato alla porta da parte di Elena, non avrebbe dovuto sbalordire più di tanto.
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Beth sentì la testa farle un male cane.

“Almeno non ho più freddo.” Pensò, cercando di captare qualcosa che potesse farle capite dove fosse finita.

Ma non sentì niente, oltre a un fischiettio.

Aprì gli occhi, sbattendo più volte le palpebre, a causa della forte luce.

La prima cosa che vide furono le punta delle sue scarpe, e poi la corda intorno alle sue caviglie.

Cercò di muovere le mani, ma inutile dire che anche queste erano intrappolate dietro alla schiena.

Era seduta per terra, con le gambe distese in avanti, e la schiena appoggiata a un muro.

Voltò la testa di lato e quasi urlò.

Vicino a lei, c’era Klaus, che la guardava con il suo classico sorriso sornione.

<< Che diavolo.. >> stava per dire, ma venne interrotta da un rumore di passi e poi dall’arrivo di Esther e Alaric.

<< Ben svegliata. >> fece la strega, guardandola con fare materno.

Beth si sentì quasi di vomitare, per quello sguardo lurido e falso.

Non voleva che la guardasse così, sentiva la pelle d’oca.

<< Cosa volete? >> chiese con rabbia e disagio.

Odiava essere catturata, odiava essersi vestita così.

La gonna del vestito era troppo corta e questo avrebbe ostacolato di certo i suoi movimenti.

Perché di certo non se sarebbe stata con le mani in mano.

<< Già, mi chiedo anch’io perché non mi uccidiate subito. >> intervenne Klaus.

<< Purtroppo dobbiamo aspettare il via da un caro amico. Ma sai certo figliolo, che entro un’ora, dovrai dire addio a questo mondo. >> detto questo, la strega ordinò ad Alaric di rimanere lì di guardia, per poi uscire da quella stanza.

Avevano pochissimo tempo per risolvere quella situazione.

Ci doveva essere un  modo.

<< Come avete fatto a farmi svenire? >> chiese Beth.

Se Saltzman si fosse distratto un attimo magari…

<< Credo che puoi arrivarci anche da sola. >> rispose l’altro, sorridendo maligno.

<< Finn.. >> sospirò la rossa.
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Il ragazzo, in quel momento, si trovava schiacciato al muro e a stento respirava, a causa della mano di Damon.

Non appena Stefan gli aveva raccontato cos’era successo, il vampiro era corso dritto da quello spilungone .

Sapeva che c’era qualcosa che non andava in quello, ma se Beth preferiva qualcuno di più umano…

Erano problemi suoi, le conseguenze.

Eppure, appena aveva saputo che la rossa non si trovava, non aveva potuto far a meno di intervenire.

Stupido idiota coglione che non era altro.

Stava nascendo questa mania di fare il babysitter, che doveva essere stroncata.

<< Allora, dov’è?! >> gli urlò ancora una volta, mostrando i canini.

Ma l’altro, in tutta risposta, gli rise in faccia, rivelando il suo vero aspetto.

Un demone.

<< Goditi quest’istanti di vita, perché saranno gli ultimi. >> e continuò la sua risata malefica.

Damon non ne poté più e con un solo scatto, gli spezzò il collo.

<< Era necessario? Hai solo ucciso un ragazzo, non il demone! >> lo ribeccò Caroline.

<< Ti sembra questo il problema principale, adesso?! Ogni tanto fai funzionare quella tua testolina bionda! >> le sputò contro il moro.

<< Come ti permetti?! Assassino.. >> incominciò la ragazza.
Per fortuna Stefan intervenne, bloccando un possibile scontro.

<< Ragazzi! E’ chiaro che vogliono uccidere Klaus, focalizziamoci su questo. >>

Gli altri due preso un bel respiro, cercando di calmarsi.

Probabilmente non sarebbero mai andati davvero d’accordo.

<< Ok. Non c’è tempo per piani o cose varie. Chiamate i Winchester e andiamo alla villa di Klaus. E’ il primo posto che mi viene in mente. >> asserì il maggiore dei Salvatore.

Caroline e Stefan annuirono, non pienamente convinti, ma non c’erano davvero altre alternative.

D’un tratto videro Jeremy, correre verso di loro.

<< Rebekah. Anima. Demone. >> riuscì a dire, cercando di riprendere fiato.

Damon si passò una mano  in faccia, infuriandosi ancora di più.
Adesso aveva i tic come quel dannato Ken?

Cosa doveva ancora succedere quella sera?

Maledetto Stefan e le sue premonizioni!

Si ricordava ancora, qualche giorno prima, quella conversazione con il fratello… e aveva ragione!

Erano giunti al capolinea.

Non aveva ascoltato una parola di quello che aveva detto Jeremy.

Lui sapeva cosa fare.
Sapeva a cosa sarebbe andato in contro.

Sapeva che era giunta l’ora di dire addio al suo caro amico.

<< Dove vai? >> lo fermò Stefan, afferrandolo per il braccio.

<< Senza l’aiuto dei Winchester, Esther ci farà fuori. >> cercò di farlo ragionare.

<< Moriremo lo stesso questa sera, Stef. Almeno potrò dire di averci provato. >>

Calmo.
Assolutamente tranquillo.

Aveva preso la sua decisione, questo bastava a non farlo andare fuori di testa.

Suo fratello lo lasciò, consapevole che aveva ragione.

<< Dì ad Elena quello che è successo e dove stiamo andando. Caroline, tu cosa vuoi fare? >> chiese il biondino.

<< E me lo chiedi anche? Forza, non perdiamo tempo! >>

E con questo i tre corsero via, verso la grande villa di Nicklaus.
--------------------------------------------

L’ibrido aveva capito il piano della rossa.

Distrarre il cacciatore e colpirlo alle spalle.

Facile ed efficace.
<< Sai molti di noi, iniziamo questo lavoro per vendetta. Tu come sei finito in mezzo a questi casini? >> chiese ancora.

Alaric si stava spazientendo.
Mancava davvero poco e l’avrebbe colpita, nonostante dovesse essere intoccabile.

Sentirono che Esther stava parlando con qualcuno, ma nessuno seppe riconoscere l’altra voce.

Poi ci fu una botte e altre chiacchiere.

Cosa cavolo stava succedendo?

Ma la Winchester decise di approfittare di quell’attimo di distrazione per agire.

Allungò le gambe, per quanto poté, e poi colpì le caviglie di Alaric, che inciampò, cadendo a terra.

Klaus si allungò, mordendogli il collo.

<< Non lo uccidere. Pensa piuttosto a liberarmi. >> lo richiamò la rossa.

<< La pietà. Che cosa inutile. >> commentò l’Originale, afferrando il coltello che era nelle mani del cacciatore.

A dir la verità, aveva intenzione di farsi liberare prima lui, ma capì da solo che non c’era tempo per protestare.

Beth strinse gli occhi, sperando che Klaus non le tagliasse le mani, visto che era costretto ad usare quell’arnese di spalle.

Un tocco preciso e veloce, e la rossa fu libera.

Subito spezzò anche le corde che le tenevano legate le caviglie e poi pensò a liberare l’ibrido.

<< Non pensare che mi sia dimenticata la mia vera missione: uccidere te. >> precisò lei, premendo la punta del coltello alla base del collo dell’Originale.

Lui sorrise divertito, ma poi il suo sguardo cambiò alla vista dei nuovi arrivati.

Si alzò e spinse anche l’altra a farlo, afferrandola per un braccio.

Beth non ci stava capendo niente e, barcollando, si fece trascinare nella stanza sotto le scale.

Klaus chiuse la porta, rimanendo in ascolto, mentre la rossa cercava di adattarsi alla nuova situazione e di mettere in ordine le idee.

Dovevano trovarsi in uno sgabuzzino, considerate le piccole dimensioni del luogo.

<< Cosa sta succedendo? >> chiese, cercando di captare anche lei qualcosa.

L’ibrido non la rispose, ma si avvicinò più a lei, tanto che la ragazza fu costretta a indietreggiare fino a che non sbatté con le spalle, contro i ripiani pieni di cose, dietro di lei.

Quando poi l’altro si abbassò a terra, Beth trattenne il respiro.

Tra meno di un secondo avrebbe dato di matto, se non avesse avuto delle spiegazioni.

Erano immersi nel buio totale, ma cercò comunque di vedere cosa stesse facendo l’Originale.
<< Dammi la mano, svelta. >> la esortò lui.

<< Sei impazzito? Cosa diavolo sta succedendo?! >> sbottò infine.

<< I nuovi arrivati non sono vampiri ne lupi ne demoni. Hanno un odore diverso e non mi piace. E sicuramente non sono venuti a salvarci. Ora, se mi fai la grazia di.. >> spiegò velocemente Klaus, afferrandole il polso.

A quanto sembrava c’era una botola, che conduceva fuori?

<< Forse non sono venuti a salvare te, ma me. >> ipotizzò Beth.

Magari era Castiel con qualcuno dei suoi amici angeli.

<< Non cambierebbero molto le cose. Tu mi vuoi vivo, quindi ora muoviti! >> ordinò l’ibrido, strattonandola.

La rossa decise di seguirlo, almeno per tenerlo sottocontrollo, ma una voce la bloccò.

<< Beth dove sei? >>

La ragazzina sorrise radiosa.

Lo sapeva!

<< E’ Castiel, te l’avevo detto! >> disse, allungandosi già alla maniglia.

<< Fai come ti pare. Ma non ti azzardare di dire dove sono andato. >> la minacciò l’Originale, prima di lasciarla e correre via.

Beth davvero non capiva lo strano comportamento dell’ibrido.

Cosa temeva che gli facessero?

Il suo amico non l’avrebbe mai ucciso, conosceva tutta la storia.

Con la massima attenzione aprì la porta, e cercando di fare il minor rumore possibile, si avviò verso la stanza dove poco prima erano imprigionati lei e Klaus.

Lasciò andare un sospiro di sollievo quando riconobbe l’inconfondibile tranch beige dell’angelo.

<< Castiel! >> richiamò la sua attenzione.
L’altro si girò, forzando un sorriso.

Beth lo conosceva troppo bene e una parte di lei incominciava a pentirsi di non aver seguito l’Originale.

<< Stai bene? >> le chiese.

<< Sì. Che ci fai tu qua? >>

<< Crowley è in città. >> le rivelò.

La rossa cercò di ingoiare il groppo che l’era salito in gola.

Crowley era il demone degli incroci, di una furbizia e forza uniche nel suo genere.

Non c’era da scherzare con lui nei paraggi.

<< Va bene. Allora andiamo ad avvertire gli altri. Esther e Alaric dove sono? >> domandò l’altra.

<< La strega è fuggita, mentre.. >> e l’angelo non continuò.

Beth lo guardò per qualche minuto, con espressione corrucciata, aspettando che continuasse.
Ma a quanto sembrava quella sera avrebbe dovuto fidarsi un po’ del suo istinto.

Lo sapeva cosa avrebbe visto e non aveva il coraggio.

Avevano passato più di un mese a cercare una soluzione affinché tutto andasse liscio.

Affinché non ci fossero morti ulteriori.

Non poteva arrivare Castiel e fare a modo suo!

Ma non era nel suo genere.

Gli angeli non erano così buoni come si vorrebbe far credere.

Facevano il loro lavoro, quello che veniva definito come giusto, non importandosene dei se o dei ma.

Non avevano una parte umana.

Ma Castiel era diverso.

Grazie a lei e a tutti gli altri, si era avvicinato al suo essere umano.
Aveva imparato a dire no, a ordini ingiusti.

Eppure il corpo senza vita di Alaric giaceva lì per terra, con il fumo che usciva ancora dai bulbi oculari.

Per liberare un corpo da un demone e ucciderlo, per gli angeli bastava un tocco della mano e quello finiva arrostito.

Beth strinse forte il pugno intorno al manico del coltello, mordendosi il labbro, cercando con tutta se stessa di rimanere impassibile.

Non poteva perdere il controllo adesso.

Quello non era il suo affettuoso e dolce amico Castiel.

<< Andava fatto. >> spiegò semplicemente l’altro.

La rossa annuì, pronta a scattare da un momento all’altro.

<< Dimmi Beth. Dov’è Klaus? >> chiese l’angelo, fissandola dritto negli occhi.

<< Perché ti interessa saperlo? >> domandò di rimando l’altra.

<< Ti ricordi quando ti dissi che volevo aggiustare le cose? Klaus è essenziale. >>

<< Cosa gli vuoi fare? >> continuò imperterrita la rossa.

<< Quello che è giusto. Mio padre, il padre di tutti noi Angeli, ci ha abbandonato. In Paradiso c’è una continua lotta e bisogna che qualcuno prendi le redini della situazione. >> cercò di convincerla.

<< Stai deviando il discorso. Cosa vuoi fare con Klaus? >> scandì ogni parola per bene, mentre la rabbia mista a delusione si faceva spazio in lei.

<< Mi serve più potere, Beth. E lo posso solo attingere dal Purgatorio. >>

La Winchester fece un passo indietro, rimanendo a bocca aperta, mentre si guardava in giro come se potesse trovare tutte le sue risposte scritte da qualche parte.

<< Io.. io.. io non capisco. >>

<< Mi servono quante più anime possibili. >> aggiunse  ancora l’Angelo, facendosi di colpo serio.

Lui sapeva!
Sapeva che lei stava per capire tutto.

E col cavolo che glielo avrebbe permesso.

<< Tu vuoi uccidere Klaus, così che migliaia di vampiri muoiano e le loro anime andranno in Purgatorio. E dopo le assorbirai. >> disse Beth, spalancando i suoi occhi e alzando la voce a ogni parola.

Castiel rimase impassibile, mentre l’altra incominciò a passarsi una mano sulla fronte e sorridere scioccata.

<< Questa.. questa è la cosa più egoistica che abbia mai sentito. Se tu e i tuoi fratelli del cazzo non riuscite a risolvere i vostri problemi, è solo colpa vostra! Non potete uccidere delle persone così! >> urlò la cacciatrice, puntandogli il dito contro.

<< Sono vampiri. Non penso che gli altri farebbero tutte queste.. >> ma Beth lo bloccò, avvicinandosi e spingendolo.

<< Puttanate. Non lo permetterebbero e lo sai perché? Perché questo non sei tu Castiel. Tu non sei così. >> e inevitabilmente la sua voce calò, assumendo anche delle sfumature più dolci.

<< Tu faresti di tutto per i tuoi fratelli. Sto facendo lo stesso. >>

La Winchester lo guardò intensamente, cercando qualcosa che gli ricordasse il suo Angelo, ma sembrava davvero un’altra persona.

Inspirò e espirò con forza, facendo qualche passo indietro, massaggiandosi il collo.

Non aveva idea di cosa fare.

Era lì da sola, contro tre angeli.

Praticamente era spacciata.

<< Te lo chiedo per l’ultima volta. Dov’è Klaus? >>

Si girò velocemente, appoggiando i pugni chiusi sui fianchi e allargando un po’ le gambe.

Testa alta e sguardo più serio che mai.

Almeno sarebbe morta con decenza.

<< Fanculo. >> asserì.

<< Non mi lasci altra scelta.. >> disse infine l’Angelo, con voce quasi sconsolata, per poi avvicinarsi alla ragazza insieme agli altri due.
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<< Elena, Jeremy! Cos’è successo? Dove subito andare via da qui! >> urlò Dean, da dietro alla porta.

<< Beth! E’ stata rapita e stanno andando tutti a casa di Klaus. Probabilmente c’entra Esther. >> rispose Elena, parlando più velocemente possibile.

Il biondo e Bobby rimasero a fissarsi.

Cos’avrebbero dovuto fare?

Nello sbigottimento totale, aprì la porta, facendo entrare i due Gilbert, per poi abbassarsi e aggiustare la polvere hoodoo.

Sentì che Bobby li dirigeva in salotto, dove c’erano anche Sam e Rebekah.

Sentì qualche imprecazione da parte del fratello e la voce tenue della vampira che lo invitava ad andare dalla sorella.

Che per lei non ci sarebbero state speranze.

Il che era vero.

Nessuno aveva speranze di sopravvivere quella notte.

In un modo o nell’altro ne sarebbero usciti tutti distrutti.

Diede un pugno sulla porta.

E poi un altro, un altro e un altro ancora.

Sentiva le mani bruciare e quasi pulsare, mentre si scorticavano contro il legno.

Appoggiò la fronte, tirando un altro pugno, mentre una lacrima incominciò a solcargli il viso.

Avrebbe perso sua sorella.
Avrebbe perso suo fratello.
Avrebbe perso quello che era di fatto suo padre.

Avrebbe perso tutto.

Perché?!

Due braccia sottili, ormai troppo riconoscibili, gli strinsero contro la vita.

Sentì la testa di Elena appoggiarsi sulla sua schiena e sicuramente stava piangendo anche lei.

Cosa avevano fatto di male per meritare una vita simile?

Dean si girò di scatto, avvolgendo con un braccio le spalle della ragazza e premendo la mano sul capo che fece appoggiare sul suo petto.

L’abbracciò forte perché ne aveva bisogno.

Non poteva più sopportare di soffrire da solo e lei sembrava capirlo più di chiunque altro.

<< Dean. Fidati di me. Damon, Stefan e Caroline faranno di tutto per salvare Beth. Tu rimani qui con Sam. Risolviamo una cosa per volta. >> gli disse la Gilbert, mentre con una mano gli accarezzava la schiena.

Il cacciatore annuì, non perché fosse d’accordo.

Semplicemente si sentiva incapace anche di prendere una decisione, in quel momento.

<< E’ qui. Lo sento! >> urlò Rebekah.

Dean e Elena si lasciarono, correndo nella salotto.

Sam teneva fra le sue braccia la vampira, che si guardava intorno come una pazza e stringeva convulsamente un pezzo della camicia del suo ragazzo.

Non aveva idea di quello che sarebbe successo.

Sentiva solo quegli ululati farsi sempre più vicini, finché non avvertì sulla sua pelle un respiro.

Era pesante, puzzolente.
Quasi poteva immaginare la bava che colava.

Era giunta la sua ora.

Appoggiò la testa contro Sam, serrando gli occhi, poi si allontanò, preparando a voltarsi.

<< Buonasera ragazzi. >>

Quella voce!

Aveva occupato gli incubi di Rebekah per tutte quelle notti.

Sotto l’arco della porta del salotto, si ergeva la non propriamente alta figura di Crowley.

Un uomo sicuramente di classe e affascinante, con atteggiamenti di altre epoche, sapeva come attirare gli sguardi su di sé.

Ma sotto quell’aria di eleganza e seduzione, si nascondeva un demone subdolo e malvagio.

<< E’ da molto che non si vede. Dov’è finita la mia cacciatrice preferita? >> chiese lui, riferendosi a Beth.

<< Dovresti dircelo tu. >> gli rispose con freddezza Bobby.

<< Per quanto adori quello scricciolo, non ho avuto molto tempo da dedicarle ultimamente. Ho preferito piuttosto una bella bionda. >> e puntò i suoi occhi neri sulla vampira.

Lei si scrollò di dosso Sam, che protestò, alzandosi in piedi e uscendo dal cerchio di polvere nere, che avevano fatto intorno a sé.

<< Concludiamo questa cosa. Che riguarda solo me e te. >> aggiunse Rebekah, facendo affidamento a tutto il coraggio che aveva.

Il minore dei Winchester cercò di avvicinarsi, ma Crowley alzò una mano e quello sbatté quasi contro Jeremy.

<< Come ha detto lei. E’ una cosa fra di noi. >> disse il demone, avvicinandosi alla ragazza.

<< Ah e prima che possiate fare qualcosa di stupido, com’è vostro solito, sappiate che sono salito di livello ora. >> e rivolse un sorriso di sbieco a tutti i presenti.

<< Cosa intendi? >> chiese Dean, con riluttanza.

<< Indovinate chi è il nuovo re degli Inferi? >> annunciò con ironia Crowley, facendo rimanere i presenti a bocca aperta.

<< Sei.. il diavolo? >> domandò sbalordito Jeremy, non sapendo se credere alle sue stesse parole.

<< Sì, potete chiamarmi anche così. >> rispose soddisfatto, per poi concentrarsi su Rebekah.

<< Che ne dici se andiamo via da qui? Meglio non far assistere tutta la scena ai tuoi amici, non ti pare? >> propose con finta gentilezza il demone, porgendole una mano.

La vampira la scansò, avviandosi verso la porta.

<< Qualche volta dovremmo organizzare una cena. Offro io. >> disse Crowley agli altri, per poi seguire la vampira, ridendo.

D’un tratto però si bloccò, guardando sotto i suoi piedi.

Era finito in trappola.

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I vetri sulla sinistra si ruppero e Beth fu costretta a gettarsi a terra.

I tre angeli si guardarono intorno, attendendo senza paura, gli attacchi di questi nuovi nemici.

La rossa sapeva chi doveva essere.

Era certa che fossero arrivati i suoi soccorsi, ma lei non sarebbe rimasta con le mani in mano.

L’unico modo che avevano per uccidere un angelo, è usare la loro stessa arma.

Infatti, quegli esseri avevano una specie di lungo coltello, ed era l’unica cosa che in quel momento potessero usare per farli fuori.

Sentì che qualcuno, o più di uno, stava correndo intorno a loro, ma la cacciatrice rimase concentrata sul pugnale che aveva l’angelo più vicino a lei.

Come se l’avesse letto nel pensiero, Damon diede un pugno talmente forte, a quell’essere, da farlo arrivare vicino a Beth.

La ragazza non perse tempo e sfilò dalle mani dell’angelo il pugnale.

Stava per colpirlo dritto al cuore, ma questo si alzò, afferrandola per il polso e inchiodandola al muro.

Però la cacciatrice non si perse d’animo e gli diede una ginocchiata nello stomaco.

Il nemico si piegò un po’, ma non mollò la presa, anzi strinse ancora più forte.

Damon comparve da dietro, mordendolo al collo.

L’angelo lasciò andare Beth, per cercare di disfarsi del vampiro, ma la rossa subito lo colpì al centro del petto.

Quello cadde a terra, senza vita e bruciate nel pavimento, c’era il segno nero delle sue ali.

I due rimasero un attimo a fissarle, stupefatti, poi si guardarono negli occhi.

<< Buon compleanno. >> esordì Damon, sorridendo di sbieco.

La Winchester alzò gli occhi al cielo, ma non poté evitare di ricambiare quel sorriso divertita.

Poi tornò seria, notando che anche l’altro angelo era morto e in più c’era anche Bonnie!

<< Lo sai che potrei farvi fuori in un istante. >> disse Castiel, fissando la rossa.

Beth non poteva che continuare a pensare di quanto fosse cambiato.

Sarebbe stato un duro colpo anche per i suoi fratelli.

<< Ti prego. Troveremo un altro modo. >> lo supplicò, non sapendo cos’altro dire.

Quello si irrigidì ancora di più, per poi scomparire.

Beth tirò fuori un sospiro.
L’avevano perso.

<< Bè. Più o meno ho sempre immaginato così una mia festa di compleanno. >> disse, cercando di spezzare il silenzio che era calato, poi si rese conto del perché.

Tutti fissavano il corpo senza vita di Alaric.

La rossa decise di uscire da quella casa, per dare un po’ d’intimità a loro che consideravano il cacciatore come uno di famiglia.

Si sedette su uno scalino, sotto al porticato, esausta.

Avrebbe solamente voluto addormentarsi.

Mai un attimo di riposo o di calma, a un certo punto diventava esasperante.

<< Klaus è vivo. Ha appena inviato un sms. >> le disse Damon, spuntando all’improvviso affianco a lei.

<< Non so se definirlo codardo o furbo. >> commentò la rossa, guardandolo sottecchi, indecisa se aggiungere altro.

<< Non farlo. >> l’anticipò l’altro, irrigidendosi.

Non aveva bisogno della compassione di nessuno.

Era partito convinto che quella notte sarebbero morti tutti, e invece finora ‘solo’ Alaric ci aveva rimesso la pelle.

Era prevedibile, sapeva che sarebbe finita così.

Magari, avrebbe preferito dirgli un addio.. ma non era da loro.

Ancora una volta perdeva qualcuno.

Avrebbe dovuto farci l’abitudine, eppure sentiva una fitta al cuore ogni volta che pensava a una delle loro bevute.

Sorrise malinconico, indeciso sul da farsi.

L’idea di base era correre a casa Winchester e vedere cosa stava succedendo.

Ma avrebbe dovuto portarsi anche Beth?

Se i suoi fratelli erano morti, avrebbe dovuti vederli subito?

Aveva già avuto quella bastonata, a causa del tradimento dell’angelo…

E tra parentesi, lui lo sapeva che quel tipo avrebbe portato guai.

Con che faccia avrebbe dovuto dire a Elena e Jeremy che il loro padre adottivo era morto?

Sarebbe dovuto andarsene fin dall’inizio!

Stupido lui che era rimasto!

E ora c’erano anche nuovi bambini da prendersi cura… aveva sempre odiato le balie, e odiava ancora di più adesso che era diventato uno di loro.

Forse avrebbe dovuto far decidere Stefan…

<< E’ stata una lunghissima serata. Direi che sia ora di tornare a casa. >> annunciò Beth, alzandosi.

<< Aspetta. >> la fermò il moro.

La cacciatrice si voltò a guardarlo.

“E pensare che volevo dirgli quanto mi piaceva.” Pensò.

Non era per niente il momento quello, così decise di rimandare.

Inoltre doveva ancora metabolizzare tutta la storia di Castiel.

Si sorprese a non piangere.
Forse era diventata impassibile a tutto.

Mentre rifletteva su quante probabilità c’erano che i suoi dotti lacrimali fossero rotti, vide che Damon si avvicinava sempre di più a lei.

La guardava intensamente, serio come non mai.

Beth cercò di non iniziare a sbavare.
Dio, quell’uomo era troppo bello.

Ecco, era diventato davvero un animo insensibile che pensava solo alle cose venali e terrene…

Poteva adattarsi, dopotutto.

Il vampiro si fermò solamente quando la distanza fra di loro era di un millimetro.

Sentiva il suo profumo, il suo calore, e perfino il suo respiro.

Evidentemente lui non sapeva l’effetto che le faceva, o le voleva davvero male.

Beth sentì le mani tremarle e le strinse forti contro il vestito.

Le dolevano le orecchie, tanto che il cuore le batteva forte, non facendola sentire niente intorno a sé.

Lo stomaco ormai era salito in gola, mentre la bocca si era completamente seccata.

Non erano buone sensazioni, eppure si disse che era giuste.

Era così che ci si doveva sentire quando un ragazzo ti piace tanto, anche troppo.
Non faceva che si fissare quegli occhi, ma le sue gambe decisero di muoversi da sole, così come le sue mani.

Le appoggiò sulle sue spalle, e annullò la distanza fra di loro.

A diavolo tutto e tutti!

Le piaceva un vampiro! Chi se ne frega!

Poteva essere anche un alieno, ma Damon era stato l’unico a sconvolgerla così tanto.

La sua vita era una tale merda, eppure la stava trovando divertente da quando c’era lui.

Perché sapeva che qualcuno, che non fosse un suo parente, vegliava su di lei.

La capiva e non la giudicava.

Lui amava Elena, ok.
Ma almeno un bacio voleva rubarglielo, non aveva voglia di privarsi di qualcosa.

Non più.

Strinse forte gli occhi, non volendo vedere la reazione del moro e sperando con tutta se stessa che non l’allontanasse.

Si sentiva andare a fuoco, in particolarmente modo le labbra unite ancora con quelle dell’altro.

Erano morbide e stranamente calde.
Chi l’avrebbe mai detto.

Sentì le braccia di Damon circondarla.
Un infarto. Stava per avere un infarto.

Poi il buio.
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Crowley lasciò andare una grande risata, che fece gelare a tutti i presenti il sangue nelle vene.

Elena si avvicinò a Jeremy, stringendo forte il braccio del fratello, in attesa dell’imminente attacco.

I cacciatori avevano fatto questo strano simbolo sul pavimento, mettendoci sopra un tappeto.

A quanto pareva serviva a intrappolare un demone come Crowley o tutti?

Non aveva capito bene, fatto sta che non stava funzionando visto il modo in cui rideva il demone.

Questo infatti, dopo un po’ riuscì a muoversi e si voltò verso di loro.

<< Il mio fedele cagnolone ha pensato bene di rompere un po’ il disegno. >> spiegò, muovendo la mano come se stesse accarezzando qualcosa.
<< Attacca. >> sibilò.

Fu questione di secondi e la stanza si riempì delle urla disumane di Rebekah.

La ragazza cadde a terra, strillando per il dolore, mentre tutti assistevano a quello spettacolo atroce.

Grafi profondi incominciarono a uscire su ogni parte del corpo, mentre anche i vestiti si stracciavano.

Sangue ovunque, e probabilmente anche parti interne del suo corpo, si stava riversando sul pavimento.

Elena incominciò a piangere, inorridita, e Jeremy pensò bene di farle nascondere il viso nella sua spalla, per non farle vedere oltre.

Poi fu costretto a chiudere lui stesso gli occhi.

Bobby e Dean stringeva Sam, impedendogli di farsi uccidere.

Purtroppo non c’era niente da fare.

Quando le urla di Rebekah cessarono, tutti capirono che era finita.

<< Alla prossima. >> disse Crowley senza aggiungere altro, e scomparve.

I singhiozzi di Sam risuonavano per tutta la stanza, e quando finalmente lo lasciarono andare, lui rimase immobile a fissare il corpo lacerato della vampira.

Era tutta colpa sua.

Punto.

Trascinò i piedi vicino a lei e prese quello che rimaneva fra le sue braccia.

Il tempo sembrò fermarsi, mentre non riusciva a smettere di piangere.

<< Cosa diavolo.. guardate! >> disse Dean.

Sam aprì gli occhi e anche la bocca.

Il corpo di Rebekah si stava rigenerando e dopo alcuni minuti, poté vedere i limpidi occhi azzurri della ragazza pieni di vita.












Sì! Sono ancora viva!
Non so davvero come scusarmi.. ma questo capitolo è davvero il più difficile che abbia mai scritto, spero che almeno sia venuto bene.
Mi scuso ancora anche per questa mia nota molto breve, ma oltre ripetere che mi dispiace per questo terribile ritardo, non so che altro aggiungere xD
Avverto che il prossimo capitolo lo pubblicherò fra un bel po', visto che fra pochi giorni partirò, ma cercherò di fare del mio meglio per non farvi aspettare ancora così tanto.
Inoltre sarà l'ultimo capitolo!
Abbiamo scoperto che Esther stava collaborando ANCHE con Castiel (questo punto verrà spiegato bene nel prossimo capitolo), Alaric è morto e mi dispiace non aver dato tanto spazio alla cosa, ma ci sarà tempo. Rebekah anche sembrava spacciata ma è ancora qui! e finalmente Beth e Damon si sono baciati!
Tutte le domande avranno una risposta nel prossimo capitolo.
Ringrazio tutti quelli che continuano a seguirmi e a recensire. GRAZIE DI CUORE.
Alla prossima, baci c: 

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


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<< Sono a casa! >> urlò Beth.

Si diresse in cucina, sperando di trovare già il cibo pronto.

Inutile dire che non fu così.

Sbuffò, cercando di ricordare il numero del ristorante cinese, quando finalmente si accorse della presenza della madre.

Era seduta a terra in un angolo, dondolando la testa.

Beth la guardò indecisa sul da farsi.

Probabilmente era solo stata lasciata dal suo ennesimo ragazzo e a breve avrebbe dato di nuovo la colpa a lei.

E non ci teneva per niente.

Si avviò con passo spedito fuori dalla cucina, ma si bloccò al suono di un gemito soffocato.

<< Scappa.. >> sussurrò sua madre.

La rossa pensò di non aver capito e così si avvicinò, cercando di toccarle una spalla.

Ma la donna alzò il volto, mostrando due occhi completamente neri.

<< Scappa! >> urlò, prima di prendersi la testa fra le mani e lasciando andare uno strillo.

<< Via! >> continuò.

Beth sapeva cosa stava succedendo, suo padre le aveva parlato di quelle cose.
<< Torno presto! >> l’assicurò, correndo già verso la porta.

Ma non appena cercò di mettere la mano sulla maniglia, questa svanì.

No, questo non era per niente normale.

Cercò di spingerla, ma non ci furono risultati.

Allora andò alla finestra più vicina, che a sua volta scomparve.

Intanto le urla della madre le stavano perforando i timpani.

Si guardò intorno disperata, cercando di reprimere le lacrime.

Fece due passi indietro e poi sbatté contro qualcosa.

Il tempo di voltarsi, e vide il volto di Castiel.

Non riuscì a fare altro che aprire la bocca e spalancare gli occhi, poi il buio.


Beth scattò a sedere,tirando un grosso respiro di sollievo. 

Era stato solo un sogno, anzi un incubo.

La prima parte era però dei ricordi: era così che realmente aveva scoperto della possessione della madre.

Un senso di oppressione le strinse il cuore, riportandole alla mente quei brutti momenti.

Per un po’ si era incolpata di tutto.

Non aveva fatto nulla per andare in contro la madre, cercare di capirla.

Aveva passato quei tredici anni di convivenza con lei a giudicarla e a essere la prima a pensare che non fosse altro che una puttana.

Eppure, quella sera aveva lottato per salvarla.

Aveva resistito con tutte le sue forze, facendosi uccidere pur di avvertirla del pericolo.

Beth scosse la testa, cercando di concentrarsi sul presente.

La morte di Alaric, il tradimento di Castiel, il bacio con Damon.

Ecco cosa ricordava.
Come cavolo era finita nel suo letto?

<< Hey. >> sentì dire, dalla voce stranamente bassa di Dean.

Il fratello era seduto su una sedia, vicino a lei, e ben presto le prese la mano destra stringendola.

Tutto quello affetto voleva dire che qualcosa non andava.

<< Come stai? >> chiese.

<< Credo, bene. Cos’è successo? >> domando lei, cercando di capire perché l’altro aveva un’aria così afflitta.

Poi capì. 

Castiel.

<< Chi te l’ha detto? >> 

<< Damon. E’ arrivato qua, con te in braccio e ci ha spiegato tutto. >> 

Beth strinse forte quella mano, non sapendo cosa dire.

Rimasero così in silenzio, finché non ci pensò la ragazza a spezzarlo.

<< Mi dispiace Dean, di tutto. Non mi va di far finta di niente. So che ci sono stati dei problemi fra di noi e li voglio risolvere. >>

Il cacciatore lasciò vagare lo sguardo per la stanzetta, illuminata solo dal piccolo lume sul comò.

Prese coraggio e decise di mettere le cose in chiaro.

<< Dispiace tanto anche a me, credimi. E che… non riesco ad accettarlo, questo rapporto con i vampiri. E’ più forte di me. E ogni volta che tu o Sam li difendevate, mi sento sempre più escluso e deriso. Inoltre… sì, tu e Damon. La cosa mi fa rabbrividire. Voglio la tua felicità, ma anche essere sicuro che starai bene e con quello intorno, non credo che sia possibile. >>

Dean si sentì d’un tratto più leggero.

Perché non ne aveva parlato fin dall’inizio?

Era stato un bello sfogo!

Con tutte le cose successe nelle ultime ore, ne aveva bisogno.

Beth riflettete un po’ su quelle parole, ammettendo che poteva capire benissimo il fratello.

Ma doveva essere onesta. Glielo doveva.

<< Non ti posso promettere che lo lascerò perdere, ma stai certo che non ti nasconderò più niente. Spero che questo possa tranquillizzarti, in parte. >>
sorrise timida, guardandolo di sottecchi.

Aveva bisogno del sostegno del fratello in quel momento come non mai.

Sentiva un vuoto dentro, e i ricordi di tutti i momenti passati con Castiel, bruciare.

Per non parlare poi, di quanto era stata stupida a fidarsi di quel Finn.

Non poteva affrontare tutto questo senza avere Dean al suo fianco.

Quest’ultimo si alzò, per poi abbassarsi e stringere la sorella forte a sé.

La rossa ricambiò, lasciando che una lacrima le rigasse il viso.

Rimasero così per un altro paio di minuti, poi il biondo si staccò per regalarle un bel sorriso.

<< Sei curiosa di sapere cos’è successo qui? >> le domandò.

Beth annuì vigorosamente, saltando giù dal letto e seguendolo fin nel soggiorno.

Lì c’erano Jeremy, Bobby, Sam e Rebekah.

Appena videro la cacciatrice, si alzarono per abbracciarla.

L’ultima fu la vampira.

La Winchester notò subito che c’era qualcosa di strano.
Di diverso.

Era più calda e la sentì respirare con difficoltà.

<< Tutto bene? >> le chiese, scrutandola in cerca d’indizi.

Quella però sorrise e le afferrò la mano, facendola posare sul petto.

In un primo momento, Beth trovò la cosa preoccupante e pensò che la vampira fosse impazzita, poi capì.

<< Il.. il.. il tuo cuore. >> disse meravigliata la rossa, non nascondendo l’espressione sbalordita sul viso.

Rebekah sorrise a trentadue denti, voltandosi verso Sam, quando quest’ultimo le se affiancò, appoggiando una mano su una spalla.

<< E’ ritornata umana. >> spiegò.


Rebekah spalancò gli occhi, incredula che fosse ancora viva.

O forse era morta e quello non era altro che il famoso “altro lato”?

Quasi sentiva ancora la sua pelle sbranata da quei mostri.

Il dolore era ormai fissato nella sua mente e non l’avrebbe dimenticato presto.

Eppure vedeva distintamente il suo Sam, che ricambiava lo sguardo stupito.

Cercò di aprire bocca, ma quasi si strozzò.

Tossì forte, mentre il cacciatore cercò di farla mettere seduta.

I suoi polmoni stavano andando a fuoco, così come il resto del corpo.

Aveva il forte impulso di stracciarsi le vene, pur di non sentire quel bruciore.

<< Respira Bekah. >> le consigliò Sam, dandole piccole pacche dietro alla schiena.

La bionda fece come detto, ed espirando e inspirando lentamente, riuscì a prendere il controllo del suo apparato respiratorio.

Ed ebbe anche l’impressione che bruciasse tutto di meno.

<< Cosa.. >> riuscì a biascicare.

 
<< E’ incredibile.. >> commentò Bobby.

<< Non so come hai fatto, ma sei la succhiasangue più fortunata del mondo >> aggiunse Dean, incerto su cosa provare.

Felicità per suo fratello sicuramente, ma era impossibile cancellare in lui il disprezzo per quelle creature.

Eppure, si sentì sollevato che la bionda fosse ancora viva.

Gli sarebbe dispiaciuto non avere più nessuno con cui litigare ogni giorno.

Jeremy ed Elena osservavano in silenzio la scena, lanciandosi qualche sguardo confuso.

Che cavolo stava succedendo?

Si sentirono due idioti in quel momento, completamente estrani a tutte quelle cose.

Era un bene o un male che l’Originale fosse ancora viva?

Sam prese il viso della sua ragazza, fra le mani, osservandola bene.

Era tutto perfetto come prima.

Il che era impossibile, o magari era collegato al fatto che fosse un’immortale?

Praticamente non c’era niente che potesse ucciderla.

Forse valeva anche per i patti con i demoni?

D’un tratto si sentì bussare la porta, e tutti sussultarono.

Dean e Bobby andarono a vedere, pronti a un possibile nuovo attacco.
Ma si ritrovarono davanti solo Damon.

Damon con Beth in braccio.

Una Beth svenuta.

<< Che cosa è successo?! >> tuonò Bobby, cercando di afferrare la ragazza.

Il vampiro alzò gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente.

<< Dovreste ringraziarmi per averla riportata sana e salva a casa. >> disse, donando ai due cacciatori uno sguardo di sufficienza.

<< Ok, ok. Adesso dalla a me. >> rispose Bobby, prendendo la rossa fra le sue braccia -nonostante lei non fosse più leggerissima e lui aveva una certa età-.

Dean subito stava per richiudere la porta ma Damon la bloccò con una mano.

Non aveva nessun obbligo di avvertirli di quello che era successo.

Anzi, al massimo l’avrebbe fatto solo per vedere la sofferenza su quelle odiose facce.

Ma poi pensò a Beth.

Dannata ragazzina!

Maledetto il giorno in cui l’aveva incontrata!

Avrebbe dovuto ucciderla alla prima occasione e risparmiarsi tutti quei problemi.

Lei l’aveva baciato.

Come le era saltato in mente?

Perché doveva complicare le cose?
In quello c’era già lui, che valeva per 100 persone.

Voleva fermarla, indeciso ancora se rivelarle cosa stava succedendo a casa sua, che forse i suoi fratelli non c’erano più..

Magari era meglio farla svenire.
Gliel’avrebbe perdonato.
Sì, era la soluzione migliore.

E invece lei lo aveva baciato!

Doveva spostarsi, ma infondo chi si sarebbe aspettato che lui si ritirasse?

Era lei che se l’era cercata!

E poi aveva un profumo così buono, che stuzzicò subito il suo appetito.

Ma non era solo quello.

Sentiva il cuore della cacciatrice martellare freneticamente, eppure non era solo il suo.
Possibile che anche il suo vecchio e inutile cuore da vampiro stesse battendo?

Impossibile!
Ma era come se lo fosse.

La strinse per un attimo, esitante.

Avrebbe voluto approfondire quel bacio, assaggiare il suo sangue e poi farla sua.

Sentirla gemere sotto di lui, mentre lo guardava con quel suo solito sguardo di fuoco.

Ma non era solo una questione fisica.

Sentiva quel bacio fosse la cosa più giusta che gli fosse mai successo in tutti quegli anni.

Ma di giusto non c’era proprio niente.

Perché lui era solo un problema e Beth non meritava di essere tratta così.

Lui non l’amava, perché...
Dio, quant’erano calde e carnose quelle labbra?

Quando non le usava per dirgli sempre la cosa giusta…

Ancora quella parola!

No, lui per pura misericordia non l’avrebbe usata, ma lei doveva smetterla.

Non l’amava, perché amava Elena.

Così l’aveva colpita, ed era corso a casa Winchester.

Non voleva passare altro tempo con lei, 
non voleva ascoltare le parole di conforto di Stefan,
non voleva vedere il corpo di Alaric.

<< Cosa vuoi ancora? >> chiese Dean, interrompendo il flusso di pensieri di Damon.

<< Se magari me lo chiedessi più gentilmente.. >> iniziò il vampiro, sorridendo di sbieco.

<< Magari posso farti parlare infilandoti un paletto dritto nel.. >> rispose il cacciatore, facendo un passo avanti.
Non era dell’umore giusto per sopportare quella succhiasangue.

Era sull’orlo di una crisi di nervi e avrebbe più che volentieri sfogato su di lui.

<< Ragazzi. >> intervenne Elena, affiancando il cacciatore e lanciandogli uno sguardo di ammonimento.

Non era il caso di iniziare una lite in quel momento, dovevano collaborare!

Damon, non appena vide la Gilbert, ebbe voglia di fuggire.

Se doveva ancora metabolizzare lui cos’era successo, figuriamoci se aveva le forze per spiegarlo alla ragazza.

<< Cos’è successo? >> chiese l’altra, notando l’agitazione sul viso del vampiro.

Non l’aveva mai visto così.

Di solito non mostrava mai quello che provava o pensava, invece ora si poteva leggere alla perfezione il disagio e.. tristezza?

<< Castiel. Era lui che collaborava con Esther. >> disse il Salvatore, riacquistando la sua faccia di bronzo.

<< Che cazzo stai dicendo?! >> sbottò Dean, stringendo così forte i pugni, che quasi rischiavano di sanguinare.

Elena gli mise una mano su una spalla, come per sostenerlo e chiese spiegazioni al moro.

Sentendo l’urlo precedente del biondo, anche gli altri della casa si avvicinarono all’ingresso, per ascoltare quello che aveva da dire Damon.

<< Siamo andati a casa di Klaus, e abbiamo ascoltato prima la conversazione fra Beth e quell’angelo, e poi abbiamo attaccato. A quanto pare lui e la strega erano in combutta. Castiel voleva uccidere Klaus, così che le anime di migliaia di vampiri sarebbero finite al Purgatorio e lui le avrebbe assorbito. A quanto pare ci sono problemi in Paradiso e gli serve più potere. >>

Tutti rimasero a bocca aperta, sconvolti.

Mai si sarebbero aspettati una cosa del genere dal dolce e gentile Castiel.

<< Aspettate. Katherine aveva detto che Esther stava lavorando con un demone. >> la voce roca e graffiante di Rebekah ruppe quel silenzio.

 << Che ti è successo? >> chiese Damon, guardandola attentamente.

C’era qualcosa che non andava.
E non era solo per i suoi vestiti stracciati.

Sam subito le andò vicino, protettivo, mettendole un braccio sulle spalle.

Parlare o meno con Salvatore? Magari lui poteva sapere qualcosa di utile.

<< Il tuo cuore.. batte! >> esclamò a bocca aperta il vampiro.

Cos’altro doveva succedere quella sera?

<< Ne sei sicuro? >> domandò il minore dei Winchester, spostando lo sguardo dalla sua ragazza al moro.

Era incredibile!

La cosa non lo rassicurava per niente, però.

<< Certo, io ci sento ancora benissimo. >> rispose Damon, digrignando i denti.

La situazione era assurda!
Era tutto talmente strano, anche per un vampiro!

<< Merito anch’io delle spiegazioni. >>

<< Sì, hai ragione. Andiamo da me. >> disse Elena, esausta.

Anche Jeremy stava per seguirli, ma il moro lo fermò.

<< Devo parlare con tua sorella, in privato. >> si giustificò, confidando nel buon senso del piccolo Gilbert.

Quest’ultimo non era di certo uno stupido.

Il tono con cui l’altro gli si era rivolto, gli fece venire i brividi.

C’era altro ed era anche grave.

Voleva controbattere.
Digli che non era più un bambino e poteva sopportare.

Ma Damon sembrava davvero scosso e Jeremy immaginò che voleva sfogarsi. E di certo non l’avrebbe fatto con lui intorno.

Eppure aveva solo voglia di prenderlo a pugni!

Lui e suo fratello stavano incasinando la vita di sua sorella!

Emise un sospiro sconsolato, annuendo semplicemente.

Così Elena e Damon si recarono a casa Gilbert, mentre gli altri rimasero a fare i conti con tutte quelle nuove notizie.

<< Perché? Com’è possibile? >> chiese Beth, non sapendo cosa pensare.


E se la sua amica fosse in pericolo?
Forse stava per morire?

Lanciò uno sguardo a Sam e sembrava proprio che anche suo fratello la pensasse così.

<< Quando ho stipulato l’accordo con Crowley, non ha specificato cosa sarebbe venuto a riscuotere. Evidentemente è la mia immortalità che voleva. >> ipotizzò la bionda, continuando a sorridere.

Non le importava niente, era umana!

Lei era di nuovo umana!

Avrebbe voluto saltellare per tutta la casa.

Perché Sam non si godeva il momento? 

Non capiva che ora non c’era più niente che potesse ostacolarli? 

Certo, la cosa era molto strana.. ma godiamoci il momento, no?

<< In ogni caso, non abbiamo mangiato la torta! >> esclamò Rebekah.

L’amica alzò le sopracciglia quasi fino all’attaccatura dei capelli.

<< Oltre l’immortalità anche il cervello si è preso quel bastardo? >> replicò.

<< Preferisci rimanere tutta la notte sveglia a farti domande a cui non possiamo dare una risposta? >>

<< Non mi sembra.. >>

<< Niente storie! >> e spingendola per le spalle, l’ex vampira condusse la cacciatrice in cucina.

<< Matt è passato prima e ce l’ha lasciata. Avevamo invitato a restare anche a lui, ma ha preferito andare da Bonnie e Caroline. >> spiegò sempre la bionda, con un’alzatina di spalle.

Beth si sentiva solamente confusa, e dubbiosa.

Forse Rebekah sapeva di più di quello che aveva detto?

<< Elena e Damon sono da me, vuoi che li vada a chiamare? >> chiese Jeremy.

<< Vado io. Mi serve un po’ d’aria. >> rispose la rossa, quasi correndo fuori da casa.

Era prossima a una crisi? Probabile.

Rebekah era davvero veloce a riprendersi.

Certo, ricordava tutte le volte in cui l’amica le aveva raccontato che il suo più grande desiderio fosse di ritornare umana.

Ora si spiegavano un po’ di cose.

Magari avrebbe reagito anche lei così.

Ma in quel momento non ce la faceva.

Castiel. Castiel. Castiel.

Era inutile, per quanto cercasse di scacciare quel pensiero, era impossibile dimenticarlo.

Quel figlio di puttana.

E Damon?
Cos’era successo?

Insomma si stavano baciando, anzi lei baciava lui... e dopo?

Possibile che fosse davvero svenuta per l’emozione?

Arrivò fuori al portico di casa Gilbert, senza nemmeno accorgersene.

Una vocina nella sua testa le diceva di fare marcia indietro, mangiare la sua fottutissima torta e cercare di prendere sonno.

Ma lei appoggiò comunque il pugno chiuso sul legno splendente e nuovo,  la porta non era stata chiusa, e la leggera pressione la fece aprire del tutto.

Quella scena rimase impressa nella mente di Beth per sempre.

Più che altro fu la sensazione a quella scena a rimanerle dentro, ricordandole il perché non si affezionava, il perché non poteva permetterselo.

Perché non era suo destino.
C’era sempre qualcosa o qualcuno che veniva prima di lei.

Era successo con sua madre, con Castiel e ora anche con Damon.

Si chiese se da un momento all’altro dovesse aspettarsi una coltellata anche dai suoi fratelli, da Bobby e da Rebekah.

Fece un passo indietro e poi un altro.

Questa giornata sembrava davvero senza fine. 
Insomma, perché tutti si accanivano su di lei?
Che aveva fatto di male?

Un altro passo e poi perse l’equilibrio.

Ok, questa volta si sarebbe davvero rotta quella sua stupida testa.

Sentì la botta, chiara e forte.

E per l’ennesima volta, quella sera, ci fu solo il buio.

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<< E così… la strega ti ha dato buca. >> disse Katherine, ridacchiando.

<< Ti avevo avvertito! >> continuò, canzonandolo.

<< In passato ha tradito il marito, c’era d’aspettarselo. E’ una doppiogiochista. >>

<< Non mi risulta che tu sia una santa. >>

<< Mai detto il contrario. >> rispose, lasciando poi andare una risata e sprofondando nel divano di pelle.

<< Allora… che si fa? A quanto pare lei non è disposta a darti le anime dei vampiri che morirebbero uccidendo i suoi figli. >> osservò la vampira, accavallando le gambe.

L’uomo le lanciò un’occhiata, indeciso se avesse fatto bene a dare ascolto a quella donna.

In caso contrario, poteva sempre farla fuori senza alcun problema, ma in quel momento le serviva.

<< Non ho bisogno del suo permesso. Uccidendo anche loro però, mi avrebbe aiutato ad aprire le porte del Purgatorio. Ma ho sempre un piano B. >>

Katherine affinò lo sguardo, incuriosendosi.

<< E sarebbe? >>

<< C’è un uomo, che può dirmi un modo alternativo per aprire quel dannato posto ed io ora ho una cosa a cui non potrà dirmi di no. >> le confidò, sorridendo vittorioso.

<< Forza continua! >> lo incitò la Pierce.

<< L’immortalità di Rebekah. La donerò a lui, così che avrà tutto il tempo del mondo per continuare quello che sa fare meglio: cacciare. >>

<< Lo trasformerai in una specie di cacciatore vampiro com’era Mikael? >>

<< Diciamo di sì. E tu, mia cara, alla fine sarai libera da qualsiasi vincolo di sangue con quel Nicklaus e sarai immortale. >>

La vampira gli sorrise complice.

<< Ho solo una richiesta: voglio uccidere io Klaus. >> disse seria.

Avrebbe vendicato la sua famiglia, che era stata sterminata secoli fa da quel mostro.

Finalmente ci sarebbe riuscita e non avrebbe dovuto più temere nessuno.

<< Affare fatto. >> rispose semplicemente l’altro.

Il bussare forte, del nuovo personaggio, riecheggiò per tutta la stanza dell’hotel.

Katherine osservò come l’uomo fece scintillare il suo sorriso maligno nell’oscurità, prima di alzarsi per aprire la porta.

Doveva rimanere sempre attenta.
Questa volta si stava davvero giocando il tutto per tutto.

<< Crowley. >> ringhiò quasi il nuovo arrivato, alla vista del demone che era andato ad aprirgli.

<< Mio caro, prego accomodati e lasci che ti presenti la nostra deliziosa socia in affari: Katherine Pierce. >> disse il demonio, spostandosi per far entrare l’altro.

<< E lui è Samuel Campbell! >> 

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Elena si rigirava le chiavi fra le mani, nervosamente.

Oltre al casino che era successo con Castiel, il ritorno umano di Rebekah.. c’era dell’altro.

Quasi voleva chiedere a Damon di non dirglielo, almeno per quella sera.

Ma decide di strapparsi subito il cerotto.

Aprì la porta e invitò il vampiro a entrare.

Non c’era mai stato tanto imbarazzo fra i due come quel momento.

Guardavano dovunque, tranne che l’altro, in un silenzio quasi fastidioso.

<< Allora? >> chiese la Gilbert, incrociando le braccia al petto e portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

<< Forse dovresti sederti.. >> iniziò Damon.

<< No, no. Dimmelo semplicemente. >>

<< Alaric. >>

Bastò quella semplice parola, quel tono di voce, quegli occhi e Elena capì tutto.

Invano attese che il vampiro continuasse, rassicurandola che aveva frainteso.

Si pentì immediatamente di non averlo dato ascolto.
Aveva bisogno di sedersi.
Decisamente.

Scivolò contro il muro, togliendosi le scarpe alte con stizza, poi si strinse le gambe al petto e appoggiò la fronte sulle ginocchia.

Ecco, poteva rimanere così per sempre.

A piangere quello che era un padre ormai.

A piangere su quanto facesse schifo la sua vita.

A piangere. Semplicemente piangere.

Sentì che anche Damon si era seduto affianco a lei.

Non la sfiorò, e lei non ebbe il coraggio di verificare che quello che era appena uscito dalla bocca del vampiro, fosse proprio un singhiozzo.

Non seppe di preciso quando smisero, ma si alzò di scatto, cercando di pulirsi il viso con le mani.

Aveva ancora Jeremy.

Doveva dirlo anche a lui.

E a Meredith.

E.. e organizzare il funerale.

E avvertire la scuola.

Si mise una mano sulla bocca, mentre nuove lacrime le rigavano il viso.

Damon cercò di abbracciarla, ma lei lo allontanò.

<< Ce la faccio. >> si giustificò, tirando su con il naso.

Non doveva perdere la testa.

<< Stasera io e Beth ci siamo baciati. >> ammise all’improvviso il moro.

Elena lo guardò con aria sbigottita.

Davvero ne voleva parlare in quel momento?

<< Damon.. non ora. >>

<< Sì invece! Diavolo! Ho perso il mio migliore amico, per la centesima volta stavamo per morire, siamo tutti distrutti, devastati! Ed io devo sapere che in tutto questo gran casino c’è uno spiraglio di luce. >> disse il vampiro con foga, per poi prendere il viso dell’altra fra le mani e baciarla.

Premette fortissimo le labbra, ma non andò oltre.

La ragazza non sapeva cosa fare.

Sentiva la connessione fra di loro, ma anche che tutto quello era sbagliato.

Tutti ne avrebbero sofferto e lei non aveva le forze per combatterli.

Si sentì una tale codarda.

Damon si staccò, per rimanere a fissarla ardentemente e disperatamente.

<< Per andare avanti, devo almeno provarci. >> sussurrò.

E aveva ragione!

Se non ci provavano, sarebbero rimasti in quella condizione per sempre!

Elena allora allungò le braccia intorno al suo collo e fu lei, questa volta, a baciarlo.

C’era desiderio, passione.

Quasi sembrava che si mangiassero.

Sbatté con la schiena contro quel muro, mentre sentiva le mani di Damon ovunque.

Stringeva i capelli dell’altro, quasi per reggersi, dall’attacco della lingua del vampiro che lambiva il collo.

Dio, che stava succedendo?

Aveva bisogno di sapere.
Sapere che c’era altro oltre l’attrazione fisica.
Che avrebbe trovato le forze per combattere.

Tirò quei capelli, per fargli alzare il viso e lo baciò di nuovo sulla bocca.

Mordevano le labbra dell’altro, le lingue si intrecciavano, i denti si scontravano.

C’era così tanto, eppure mancava la cosa principale.

E se ne reso conto entrambi.

Quasi mancava il desiderio di calmarsi un attimo e assaporare per bene il sapore dell’altro.

Baciarsi con passione e dolcezza, per ricordare quel momento per sempre.

Sentirono una botta, che li fece fermare.

Si guardarono negli occhi e un lieve sorriso apparve sui loro volti.

Almeno qualcosa di buono era successo quella notte.
Avevano scoperto cosa c'era fra di loro.


Andarono a vedere cos’era quel rumore, e si accorsero della porta aperta.

Male, molto male.

Avanzarono il passo e trovarono una Beth distesa al suolo senza sensi.

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Una volta arrivato a casa, Stefan corse a prendere una busta di sangue.

Ne aveva davvero bisogno.

Non c’era stata un’unica cosa che fosse andata per il verso giusto.

E Katherine era sparita!

Che fine aveva fatto?

Chi sa perché, aveva la netta impressione che quella miserabile c’entrasse qualcosa.

Lui e Damon avevano deciso di interrogarla, anche incatenandola se fosse stato necessario, ma poi il fratello aveva avuto una chiamata da Dean Winchester.

A quanto pare non trovava la sorella e voleva sapere se fosse andato da loro.

A quanto sembrava Sam aveva deciso di morire, piuttosto che diventare vampiro.

Chi poteva dargli torto?

Stefan, era deciso più che mai a scoprire cosa ci facesse Katherine lì, ma suo fratello lo sorprese.

Borbottò qualcosa senza senso e poi se andò.
Da quel giorno, anche la vampira scomparve dalla circolazione e così addio all’interrogatorio.

Si meravigliava ancora del comportamento di Damon.

Aveva abbandonato tutto per andare a cercare Beth.

Doveva davvero tenerci a lei…

Possibile che solo lui non riusciva a trovare un’altra oltre a Elena?

Già, chi sa come stava.

Sicuramente era stata informata di Alaric.

Forse era il caso di chiamarla almeno. Dopotutto restavano ottimi amici.

Alaric.

Prese un altro sorso dalla sacca, accorgendosi che ormai era vuota.

Emise un sospiro e si recò nel salone.

Era certo che avrebbero aiutato l’amico, che tutto si sarebbe risolto e invece… lui non c’era più.

Tirò un calcio al muro, facendo un buco ovviamente.

Corse allora a prendere un bicchiere di qualsiasi alcolico, anzi forse era meglio la bottiglia.

Ma si bloccò, vedendo Klaus, appoggiato alla parete del caminetto.

<< Cosa ci fai qui? >> sputò con rabbia.

Anche se sarebbe finito probabilmente morto, poteva sfogarsi con l’ibrido.

<< Mio caro Stefan. Questa sera ho rischiato grosso, abbiamo rischiato grosso. >> si corresse.

<< Klaus non sono in vena di ascoltare i tuoi deliri. >>

<< E invece lo farai, se vuoi continuare a vivere! >> sbraitò l’Originale, dando un pugno nel muro.

“Ok, Damon si arrabbierà sul serio.” Pensò con ironia, alla vista di quell’altro buco.

Ormai le minacce dell’ibrido non gli sortivano più nessun effetto.

Soprattutto in quel momento, dove la morte sembrava l’unica via d’uscita.

<< Dobbiamo ragionare d’astuzia ed io ho già un piano. >>

Stefan si andò a versare da bere, alzando gli occhi al cielo, sentendo le parole dell’altro.

<< E sarebbe? >> chiese senza interesse.

<< Chiuderemo l’inferno e il Paradiso. >> proclamò Klaus.

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Rebekah stava cercando di rendere l’ambiente più accogliente, sistemando la tavola e accendendo le candeline.

Certo, adesso ci metteva più tempo, ma Beth sembrava essersi persa lì fuori.

Eppure casa Gilbert era a due passi..

Sentì sospirare, e vide Sam appoggiato allo stipite della porta.

Gli sorrise e poi continuò a piegare tovagliolini.

Forse era meglio spegnere le candeline, se non voleva che la cera cadesse sulla torta.

<< Rebekah puoi fermarti un attimo. >> disse il cacciatore.

<< Non c’è tempo. Beth sarà qui a momenti, e dopo tutto quello che è successo, ci meritiamo un attimo di pace. >>

<< Non pensi che dovremmo parlarne? >>

<< Certo, domani. >> sentenziò la bionda, soffiando sulle fiammelle delle candele.

Fra qualche mese avrebbe potuto anche lei festeggiare il compleanno.

Finalmente avrebbe compiuto diciannove anni!

Sorrise allegra, fissando la torta.

Avrebbe fatto scrivere a caratteri cubitali la sua età!

Sam però le mise le mani sulle spalle, costringendola a voltarsi per guardarlo, strappandola dai suoi sogni ad occhi aperti.

<< Rebekah non possiamo rimandare. Più tempo passa, più chi sa cosa può succedere. Magari devi ancora nutrirti con il sangue, magari ci saranno delle conseguenze.. >>e a quel punto la voce del Winchester si affievolì, per poi continuare: << Abbiamo rischiato di perderci così tante volte. >>

A quelle parole l’ex vampira sorrise affettuosa, mettendosi sulle punte per baciarlo.

Poi gli accarezzò il viso, guardandolo negli occhi, cercando di infondergli la stessa sicurezza e ottimismo che provava lei in quel momento.

<< Sto bene e non ci perderemo, anzi! Ora siamo più uniti che mai. Potremmo perfino avere dei figli, ti rendi conto? Quindi prendiamoci queste ore di riposo, i problemi saranno ancora lì. >>

Sam annuì, ma senza entusiasmo.

Da un lato non voleva vedere quella felicità sparire dal viso della sua ragazza.

Da un lato non riusciva a distrarsi, ad accantonare la cosa.

<< Dove diavolo è finita Beth? >> chiese Dean, più a se stesso che agli altri, e uscì da casa.

Bobby si limitò ad affacciarsi alla finestra, che dava sul giardino dei Gilbert e notò un certo movimento.

Insospettendosi, fece segno anche ai restanti e andarono a vedere cosa stesse succedendo.

Rebekah avrebbe voluto urlare.

Non era possibile!

Aveva appena finito di dire che avevano bisogno di una pausa e subito nascevano nuovi problemi.

Distesa a terra c’era Beth, priva di sensi.

Guardò in cagnesco Damon ed Elena che si avvicinarono:<< Cinque secondi fa abbiamo sentito un rumore. >> informò la Gilbert.

“Mi sa tanto di scusa, cara. Sarò anche diventata umana, ma non sono mica scema.” Pensò la bionda.

<< Forse è semplicemente inciampata. >> osservò lei.

<< Sai Rebekah, ti preferivo quand’eri la vampira petulante. Tu e il tuo ottimismo mi avete già scocciato. >> sbottò Dean, controllando il battito cardiaco della sorella.

<< Notizia dell’ultima ora: non sempre è colpa del sopranaturale. >> continuò l’altra.

Il maggiore dei Winchester ne aveva davvero abbastanza.

Voleva essere gentile, ma c’era un limite a tutto.

Si alzò di scatto e si avvicinò minacciosamente alla ragazza.

<< Tu sei una porta guai. Ti rendi conto che è tutta colpa tua? Se non avessi preso la fissa con mio fratello, nessuno l’avrebbe ucciso, nessuno avrebbe dovuto fare un patto e nessuno avrebbe ora l’immortalità che ti hanno preso. Questo vuol dire che avremo altri problemi e rischieremo di nuovo la vita e qualcun altro morirà. Chi ti dice che non sia già iniziato e hanno fatto qualcosa a Beth?! Che fra qualche minuto anche tu andrai all’inferno?! >> sputò quasi quelle parole.

Non doveva morire nessun altro e invece erano solo agli inizi.

Era questo che non faceva che pensare da quando avevano scoperto del ritorno umano della bionda.

Ok, i suoi pensieri in quel momento sembravano contradditori.

Lui credeva davvero che sarebbe stato meglio che quella bionda girasse al largo, ma ormai faceva parte della famiglia.

Più che altro, non voleva vedere Sam soffrire e ultimamente l’umore del fratello ruotava intorno a lei.

Se le fosse successo qualcosa, probabilmente non si sarebbe ripreso più!

Per questo Dean ora si doveva occupare anche di lei, e lui non ce la faceva.

Era troppo.

E come volevasi dimostrare, qualcosa era successo.

Era vero, forse Beth era solo inciampata e sbattuto la testa, ma se non era così?

Doveva ancora accertarsi che Rebekah non sarebbe morta da un momento all’altro, che il nemico si sarebbe mantenuto lontano per un po’, che aveva una soluzione per tutto..

Oddio, si poteva avere l’affanno solo per il pensare troppo velocemente? O forse stava per avere un infarto?

La bionda lo guardò duramente, mettendo quasi il broncio, che tremò un po’.

“Fa che non pianga, fa che non pianga..” incominciò a ripetersi in mente, ma non sentendosi in dovere di scusarsi.

Che ognuno interpretasse le sue parole come voleva, chi lo conosceva davvero sapeva cosa intendeva dire.

<< Ok, diamoci una calmata. >> intervenne Bobby, sbuffando sonoramente.

Sam si passò una mano fra i capelli, ed ebbe la tentazione di strapparseli.

Lanciò uno sguardo a Elena, che guardava Jeremy sottocchio.

Voleva avvicinarsi per chiedere cosa fosse successo, ma in quel momento aveva sua sorella la priorità su tutto.

Già se la immaginava a imprecare per essere diventata la donzella in pericolo. 

Si lasciò sfuggire un sorriso a quel pensiero piacevole e si abbassò per prenderla e portarla a casa.
Era inutile rimanere là.

Ma non appena la toccò, questa incominciò a mugolare qualcosa, attirando l’attenzione di tutti.

Dopo un paio di secondi, che parvero un’eternità, aprì gli occhi.

<< Beth! >> esclamarono all’unisono i presenti, fiondandosi su di lei.

<< Calma, calma. - disse la rossa – fatemi respirare. >>

Sam la aiutò ad alzarsi, afferrandola per le spalle e sfregandole.

La cacciatrice borbottò un grazie e arrossì alla vista di quelle mani che la toccavano con tale affetto e calore.

Quel gesto non passò inosservato a nessuno.

Ok, Beth era un po’ timida, ma mai era arrossita a causa di un suo fratello.

<< Cos’è successo? >> chiese Damon.

La ragazza sembrò paralizzarsi, quando si voltò a guardarlo.

Il suo viso divenne quasi rosso come i suoi capelli, e immediatamente, distolse lo sguardo, puntandolo a terra.

<< Non.. non… non ricordo. >> balbettò.

Ok, quel comportamento era davvero strano.

Il vampiro si avvicinò a lei, mettendole due dita sotto il mento, per farle alzare il viso, e scrutò i suoi occhi.

Non vide niente di strano.

Di certo non era in fase di transizione. Dubbio lecito, visto tutto quello che era successo negli ultimi tempi.

<< Forse sei davvero solo inciampata. >> mormorò il moro, continuando a esaminarla.

Oltre al fatto che stava trattenendo il fiato e rossissima in viso, nulla era cambiato in lei.

<< Va bene, fine della visita. >> intervenne Dean, spingendo via il vampiro, che in risposta alzò le mani in segno di resa.

Gli lanciò un’occhiataccia, ma almeno aveva fatto qualcosa di utile.

<< Andiamo a casa, c’è una sorpresa per te. >> le disse il biondino, rivolgendosi alla sorella.

<< Io.. io non posso. >> 

<< E perché mai? >> chiese sconcertato l’altro, prendendole le mani.

Beth, delicatamente, le respinse, sorridendo in segno di scuse.

Fece due passi per allontanarsi e avere una visuale completa di tutti i presenti.

Arricciò un po’ del tessuto del vestito intorno alle dita, come segno di nervosismo.

Chiuse gli occhi e prese un bel respiro, per poi ammettere:<< Io non posso perché non vi conosco. Non so chi siete. >>









*Ok, da dove incomincio a scusarmi?*
Ehm.. salve! Sì, non sono morta, non mi hanno rapito gli alieni e non sono andata a fare compagnia sott'acqua a Stefan... purtroppo ne il tempo ne l'ispirazione sono stati dalla mia parte, e quindi mi sono ridotta a pubblicare questo finale dopo uno- quasi due mesi? Sappiate che mi dispiace tantissimo! Soprattutto per avervi dato un finale così.. deludente? Banale? Non so che termine usare xD Magari a qualcuno è piaciuto e mi perdona per il ritardo e io lo ringrazio tantissimo!Mi sento peggio della Plec in questo momento. Un finale e non vi ho dato nemmeno una coppia! Tenete presente che Rebekah se la legherà al dito che Sam non sia intervenuto, quando Dean le ha detto quelle cose. Ma.. ma nella mia testa invece tanto amore per il seguito *-*
Allora una breve sintesi della situazione! Esther ha fatto il doppiogioco fin dall'inizio con Crowley e Castiel. Crowley era il demone degli incroci (colui con cui si fanno i patti, per intenderci), ma dopo la sconfitta di Lucifero, è diventato il re degli Inferi.. purtroppo le cose per lui non vanno bene, e decide di usare la strega, che uccidendo i suoi figli e quindi tutti i vampiri, farà finire migliaia di anime in Purgatorio (l'altro lato per gli esseri sopranaturali). Così Crowley le assorbirà e avrà il potere che gli serve. Perché non ha ucciso direttamente lui gli Originali? Per rimanere in incognito u.u Stesso piano lo ha anche Castiel (angelo e fedele amico dei Winchester), che vuole cercare di aggiustare la situazione in Paradiso. E quando scopre che Esther lo ha ingannato, facendo la doppiogiochista, decide di uccidere stesso lui Klaus. Ma così la sua copertura è scoperta e i Winchester non si fideranno più di lui per luuuuuuuuuuungo tempo. Nel frattempo Crowley non si perde d'animo, visto che grazie a Katherine sa cosa stava succedendo (punto che approfondirò in seguito), e rubando l'immortalità(immortalità di un'Originale sottolinerei, visto che è lì la cosa fondamentale) di Rebekah decide di darla a questo Samuel Campbell ( citato nel primo capitolo. Chi segue SPN sa di chi parlo, che non lo segue.. sarà una bella sorpresa ;D) e iniziare il suo piano B. Cosa invece intende fare Castiel e che fine ha fatto Esther, lo scopriremo solo vivendo u.u

Intanto Rebekah torna umana, i Delena capiscono cosa c'è davvero fra di loro (e non sapte quanto è stata dura trovare un difetto in quel bacio, che l'ho immaginato come nella 3x19. C'è.. quello è un signor bacio! Ma questa è una storia Bemon, quindi.. u.u), Klaus vuole chiudere l'Inferno e il Paradiso per risolvere i suoi problemi, e boom! Cosa è successo a Beth? 


Ecco cos'è successo in questi 50 capitoli. Non vedo l'ora di iniziare la seconda parte della storia! Ho così tanti piani! Ma non voglio fare lo stesso errore: non vi farò aspettare mesi per un mio capitolo! Quindi pubblicherò la nuova storia quando già starò a buon punto.. spero di non metterci più di uno-due mesi.
In ogni caso, metterò qui un avviso, così se vorrete continuare a seguirmi..

Vi ringrazio tutti! Dal primo all'ultimo! Davvero!  Le mie recensitrici, chi ha inserito la storia fra le seguite/ricordate/preferite, i lettori silenziosi.. grazie, grazie, grazie!
E permettetemi un ringraziamento particolare a:  Iansom e Ellaa che mi hanno sempre incoraggiato a continuare questa storia con le loro belle parole <3

Spero di ritrovarvi tutti per il continuo di "What does it mean to be human" che si intitolerà: " I am human"

Baci! :3 

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