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Salve, è la mia prima FF su Harry Potter e la seconda in assoluto, è
spudoratamente romantica (visto che l’amica Rowling non ci delizia di queste
scene, qualcuno le dovrà pur scrivere no?) e l’azione si vedrà solo alla fine.
E’ una sorta di Harmony con un pizzico di Zelig.
Cercherò di aggiornare piu spesso che posso!!!
Un bacio
Enjoy^^
The Turnover
Lo sguardo di Draco si posò su Hermione. Una mano
lentigginosa le stava spostando un ciuffo di capelli dal volto.
Come avrebbe voluto che quella mano fosse la sua.
Per una volta avrebbe volentieri scambiato la sua vita
agiata e confortevole con la confusa e semplice vita dei Weasley.
Per una volta avrebbe voluto rinnegare i suoi alti e
nobili natali per poter essere lui, il ragazzo vicino ad Hermione.
Sembrò averla chiamata col pensiero. Hermione si voltò
verso di lui, rivolgendogli un’espressione sgomenta e interrogativa.
Draco non aveva fatto in tempo a rimettere su il suo
migliore sorriso da stronzo, che Hermione l’aveva colto con lo sguardo adorante
che faceva, quando era sicuro che nessuno stesse guardando.
“Accidenti” mormorò Draco a bassa voce, Hermione
l’aveva visto. Doveva stare piu attento, non poteva permettersi che qualcuno
scoprisse il suo piccolo debole per la mezzosangue.
Poi la sua reputazione di malvagio sarebbe andata in
fumo.
No, non poteva assolutamente accadere.
Volto immediatamente lo sguardo e si alzo in piedi,
dirigendosi verso l’uscita sperando che nessuno si fosse accorto di nulla.
Le sue speranze, purtroppo erano mal riposte…
****************
“Hermione?!” disse Ron
“Che hai fatto? Vuoi degnarci della tua compagnia o
stai rimuginando su qualche incatesimo?”
Hermione si scosse dallo stupore e si volto verso il
suo ragazzo, che la guardava con aria interrogativa.
“Ahahah, bella battura Ron, io almeno qualche volta
penso a qualcosa”
Ron rise della sua battura acida, ed Hermione, anche
se gli voleva bene e teneva a lui, ancora non si capacitava dall’attegiamento
cosi superficiale di Ron. Bastavano due parole per distrarlo, e per non fargli
capire cosa stesse realmente pensando.
Il volto di Draco, il modo in cui l’aveva colto a
guardarla, era una cosa troppo strana, lui non la sopportava, la disprezzava
senza ritegno, non c’era giorno che non cogliesse l’occasioneper chiamarla mezzosangue o peggio. L’unica
cosa che vedeva nei suoi occhi quando lo guardava era antipatia, mai altro.
Ora questo comportamento la disorientava
profondamente.
“Hey, amore, andiamo?” la voce di Ron la svegliò di
nuovo dai suoi ragionamenti. Si alzò dalla panca e si unì a Harry e Ron per
tornare nella torre.
****************
Chi sapeva cosa stava succendendo ai ragazzi di
Hogwarts? I cattivi si innamorano dei lor supposti nemici…I buoni….i buoni…per
quanto tempo ancora saranno buoni?
Che le situazioni si stiano ribaltando?
********************
“Mezzosangue, ti serve una mano a portare tutto
quell’ammasso di sudici libri?
La voce di Malfoy le provoco un brivido lungo la
schiena. Come faceva sempre a sapere quando era sola? Ogni volta che si
dirigeva in biblioteca lasciando Ron e Harry a giocare a scacchi o che andava a
cercare qualcosa che aveva lasciato in aula, Draco la trovava sempre.
“Di sicuro da te, sporco purosangue non voglio
assolutamente nulla, i miei libri saranno pure sudici, ma almeno io li leggo.”
Draco sorrise. Quanto gli piaceva quando si
arrabbiava. Quanto avrebbe voluto bloccarla al muro e guardarla mentre sfogava
la sua rabbia su di lui. Incapace di liberarsi.
“Mia cara, sei veramente maleducata, io ti offro un
aiuto e tu mi tratti cosi. Tutte le ragazze di Serpeverde pagherebbero per
avermi tutto per loro per qualche minuto”
“Ecco, hai detto la cosa giusta, le ragazze di
Serpeverde. Se quelle cozze scialbe, ti cadono dietro come sassolini, fatti
loro. Io sono di Grifondoro, e avendo un po di stima per me stessa, neanche se
fossi tu a pagarmi accetterei che tu fossi mio per cosi poco tempo”
Questa era stata dura, era esattamente quello il
problema con Hermione, era troppo intelligente per morire dietro ai suoi soldi
e al potere della sua famiglia. Lei era una che guardava ai sentimenti, basta
vedere che il suo ragazzo era un fallito totale, senza un soldo, privo di un
minimo barlume di intelligenza, ma comunque uno di quei tipi che rientra nella
categoria “Bravo e affidabile ragazzo”, che per una come lei era sicuramente
preferibile al “Bello, figo, ricco ma malvagio” della quale Draco era il
signore incontestato.
“Touchè” disse Draco. “Ora che mi hai verbalmente
malmenato, mi permetti di aiutarti a portare i libri?”
Il tono di voce, cosi gentile, non era da lui,
assolutamente non era il modo di parlare di Draco Malfoy. Hermione era
sconvolta. Senza parole gli porse un po’ dei suoi libri. Lui li prese e si
volto verso di lei.
“Dove andiamo?” le chiese maliozioso.
“Dove vado io è la biblioteca, dove vai tu non lo so.
Di sicuro non con me”
“Ma come? E i libri? Me li posso tenere, non ha mai
avuto cose cosi diciamo folkloristiche, potrei mettere sulla mensola dei
souvenir dal mondo” rispose.
“Ahahah, molto molto simpatico, si si sei veramente la
simpatia fatta Serpeverde” disse Hermione “ok, vieni in biblioteca, ma mentre
arriviamo mi spieghi perché mi segui, perché sinceramente sento puzza di
bruciato.”
“Come vuoi, mezz…Hermione. Fai strada”
*******************
Serpeverde che fraternizzano con Grifondoro.
Purosangue che aiutano Mezzosangue.
Che sia in atto una rivoluzione nel piccolo mondo di
Hogwarts?
Ed eccomi al secondo capitolo…ringrazio Titti6493, Himeno Chan, Sonaj, Alezka, DamaArwen88,Camyxpink per le
recensioni…Grazie mille a tutti spero vi piaccia anche il seguito.
Un grazie speciale a Candygirl
che anche se odia il paring che ho scelto ha letto il primo capitolo…e che
oltre a condividere la passione per Hp è anche una delle fantastiche
Twilighters!!
2.
“Malfoy, ti supplico,
allontanati da questo tavolo”
Hermione alzò la testa
sbuffando.
“Ti avevo detto che potevi
venire qui solo a patto che mi raccontassi perché ora ti sei preso questa fissa
con me, ma a quanto pare non hai alcuna intenzione di farlo, quindi, se gentilemente
te ne torni tra i tuoi malvagi amichetti, mi faresti un enorme piacere” disse
ormai totalmente esasperata.
Oltre al fatto che non era
riuscita a studiare per neanche un minuto, Draco in un secondo si era
trasformato in “Mister Chiacchera” e l’aveva coinvolta in una animata
discussione sui pregi della mandragora.
Chi poteva immaginarsi che
il cocco del professore di pozioni in realtà si interessasse veramente alla
materia. E udite udite, aveva anche delle opionioni piuttosto precise su quasi
ogni argomento.
In realtà il vero problema
era la paura di poter essere vista da qualcuno di Grifondoro che senza alcun
dubbio l’avrebbe riferito a Harry o ancora peggio a Ron.
Poi come avrebbe spiegato
cosa ci faceva a chiaccherare amabilemente in biblioteca con Malfoy. L’avrebbero
presa per scema. E quello era un insulto peggiore di Mezzosangue,o almeno lo era per lei.
“Dai Hermione, eravamo
così lanciati e tu mi perdi il filo del discorso così? Forse vuoi cambiare
argomento. Che mi dici allora del capitolo 15 paragrafo 2.1 della Storia di
Hogwarts? Quel pezzo sui bassorilievi pre-quidditch ritrovati a Stiner. Una
scoperta veramente interessante, non ti pare?” le disse, aspettando guardandola
e sorridendo.
Hermione si ritrovò a
ricambiare il sorriso, fissandolo stupita.
Dentro di se c’era una
lotta in corso, stava cercando di evitare di fare una cosa di cui si sarebbe
molto pentita.
Alla fine, la malvagia che
era in lei, vinse di qualche lunghezza.
Ed accadde quello che non
doveva accadere.
Draco VS Ron- Il grande
match
Come poteva non
paragonarli, era semplicemente impossibile.
Uno dolce, simpatico,
maldestro, sempre disponibile, ma purtroppo decisamente poco sveglio, senza
alcun spirito critico e dotato dell’ironia di un criceto con la febbre.
L’altro…biondo, ricco,
molto stronzo, molto misterioso, con un intelligenza acuta e con la puzza di
furbizia proveniente da ogni dove. Capace di ironia sagace e dot….
“NO, BASTA, Hermione. Ora
smettila”
Si disse tra se e se, non
poteva assolutamente continuare a pensare a queste cose. Conoscendosi sarebbe
riuscita a trovare dei pregi in Draco Malfoy, il Nemico per Eccellenza, The
Ultimate Enemy, El Nemigo...
O forse questa idea che
aveva sempre avuto di lui era solo una scusa?
Ora basta, si ripetè. Che
le stava accadendo?
*****************
Draco era totalemente
incredulo. Lei lo stava ascoltando, non nel senso di ascoltare per poi
rispondere male. Ma ascoltare nel senso di rispondere veramente.
Una conversazione vera.
Quando l’aveva fermata nel
corridoio era per per stare un pò con lei e l’aveva vista tutta sommersa dai
libri che non aveva resistito a chiederle se le servisse aiuto.
Ma chiamandosi Draco
Malfoy di certo mica poteva farlo con gentilezza.
Ma a quanto pare Hermione
aveva deciso di stare al gioco.
E lui non vedeva l’ora di
giocare.
Abituato a parlare con
Pansy-Gallina-Parkinson, sentire i ragionamenti di Hermione, era nutella per la
sua mente.
E se la sarebbe goduta
fino a che poteva.
“Ehy, perché ora non parli
piu?” le chiese. Si era improvvisamente rabbuiata e aveva abbassato la testa
sui libri.
“Non so te, Malfoy, ma io
ho tutta l’intentenzione di mantenere le mie E, se poi tu ti accontenti delle
tue misere A, allora fai pure, ma abbia la decenza di lasciarmi in pace mentre
studio” Hermione sbottò.
Ecco, era gia finita. Era
stato troppo bello per essere vero.
“Ok. Come vuoi. Vado a
cercarmi qualcosa da studiare”
“Ti prego, Draco. Fammi il
piacere, tu non studi mai qui, ci hai deliziato piu di una volta con la descrizione
delle tue sale personali dove puoi studiare con sottofondi musicali o
maltrattati elfi domestici che ti servono spuntini esotici. Quindi torniamo al
punto di partenza.”
“Ci risiamo” penso Draco.
Il motivo. Voleva sapere il motivo.
Come poteva spiegarle una
cosa del genere quando nemmeno lui sapeva che cosa stava accadendo.
“Hermione, ora sono io che
ti prego, possiamo lasciare perdere. Facciamo come vuoi tu, io me ne vado e tu
studi. Ma non farmi domande a cui non so rispondere. Perché otteresti solamente
silenzii.”
Prese la sciarpa che aveva
posato sul tavolo e si avviò verso l’uscita.
Senza voltarsi indietro.
“Drac…” le parole morirono
sulla bocca di Hermione.
Che stava facendo? Se ne
era andato, ed era quello che voleva.
Un grazie a chi ha recensito il secondo capitolo. Se avete qualche
consiglio per migliorare la storia, non vedo l’ora di leggerli.
Questo è l’ultimo capitolo introduttivo, dal prossimo in poi, inizia la
linea narrativa principale!
3.
Rimase in biblioteca per un'altra ora, ma
studiare le risultò impossibile.
Il sorriso di Draco le
rimbombava in testa. Si sentiva terribilmente in colpa anche solo al fatto di
pensarlo. Vedeva la faccia dolce di Ron, che l’amava senza riserve, senza
pretese. E si chiedeva come potesse anche “pensare” a qualcun altro.
Non era da lei comportarsi
così. Fino ad ora, Malfoy era stata l’ultimo dei suoi pensieri. Se proprio
doveva lasciare Ron, al massimo avrebbe potuto pensare ad Harry, sarebbe stata
una scelta decisamente più logica.
Ma Draco?
Come era possibile?
Dieci minuti prima della
chiusura della bibleoteca decise di tornarsene nella torre, per vedere cosa
stavano facendo i ragazzi.
Prese i suoi librì e usci
barcollando dalla grande sala studio.
In quel momento pensò che
Draco e la sua inaspettata disponibilità le avrebbero fatto molto comodo. Ma si
pentì immediatamento di averlo pensato e si limitò a formula un semplice
incantesimo non verbale che le alleggerì il peso di tutta quella carta e le
permise di non cadere sotto a quell’ammasso di cultura che si trascinava dietro
ovunque.
“Hermione?!”
Quella voce vellutata la
fece sobbalzare.
“Levilibrus”. Qualcuno pronunciò l’incantesimo prima che tutti i
suoi libri cadessero in terra.
Si voltò per vedere chi
fosse stato. Ma non aveva bisogno di farlo.
Sapeva gia chi era.
“Malfoy” disse con una
nota sorpresa nella voce.
“Ancora qui?” aggiunse.
“Non farti illusioni,
baby” disse sorridendo.”Non sono qui per te, sai, ti facevo più sveglia”
“Ma com…” Hermione non
fece in tempo a finire la frase che lui continuò a parlare.
“Questo corridoio porta al
mio dormitorio, al quale volevo tornare prima possibile, ma a quanto per senza
di me proprio non puoi stare, eh?” disse guardandola e scuotendo al testa con
fare divertito.
“Drac…Malfoy, lasciamo
perdere, sono stanca e non ho la forza di discutere di nuovo con te.” Doveva
andarsene prima di fare qualcosa che avrebbe sonoramente rimpianto “Ti
ringrazio per l’aiuto, da qui posso cavarmela da sola”.
“Come vuoi, allora, ci si
vede in giro” disse Draco voltandosi ed allontanandosi da lei.
“Ah, aspetta, dimenticavo”
“Librusdelevìta”
Il rumore di carta risuonò
per tutto il corridoio ed i libri prima sollevati in aria franarono intorno ad
Hermione, che guardava Draco senza parole.
Prima che lei potesse dire
qualcosa, se ne andò ridendo senza ritegno, fischiettando un motivetto allegro.
“Maledetto” mormorò
Hermione.
“Guarda che ti ho sentito
cara” disse urlando Draco che ormai era arrivato alla fine del corridoio.
“Era proprio quello che
volevo” ribattè Hermione ormai arrabbiatissima.
“Accio libri”
Aspetto che tutto fosse
tornato sulle sue mani e furiosa si avviò verso la torre di Grifondoro,
sperando di non incontrare altre distrazioni lungo la strada.
“Scolapiatti”
La Signora Grassa si
spostò per far passare Hermione che sospirando entrò nella sala comune.
“Finalmente ce l’hai fatta,
pensavo che qualche topo ti avesse presa prigioniera in biblioteca”
La voce familiare e dolce
di Ron le diede un brivido caldo lungo la schiena.
“Ho avuto dei
contrattempi” disse lasciando i libri sul primo tavolò che trovò e
avvicinandosi alla poltrona dove era seduto Ron intento ad una partita a
Sparaschiocco con Harry.
Si sedette tra le braccia
di Ron, sperando che il suo calore la potesse confortare.
Nello stesso momento
qualcuno chiamò Harry per consultarsi sulla prossima partita di Quidditch.
Ora erano rimasti
soli.Finalmente. Guardandosi intorno vide che a parte Harry e Seamus che
discutevano animantamente dall’altra parte della sala, non era rimasto nessuno.
Si strinse ancora di più vicino a Ron e gli baciò il collo nel modo in cui lui
adorava.
“Si ti prego continua” lo
sentì mormorare, mentre lei si avvinghiava ai suoi fianchi continuando a
baciarlo sul collo, prima con delicatezza, poi con piu ardore, arrivando quasi
a morderlo.
Lui le prese il mento tra
le dita e le avvicinò la bocca alla sua. Schiudendole le labbra con la lingua.
Quando si toccarono, sentì Ron fremere di desiderio.
“Andiamo al solito posto”
le disse afferrandola.
Il solito posto era il
bagno dei prefetti al terzo piano dove non andava mai nessuno, se non per un
motivo particolare.
“Va bene, andiamo” disse
Hermione improvvisamente rabbuiatasi.
Ron ovviamente non si
accorse di nulla, tutto preso a pensare a come avrebbero passato la prossima
mezz’ora, o meglio dieci minuti, perché Ron non è che fosse proprio un asso
della durata, pensò tra se e sé, sperando lui non si accorgesse di nulla.
Qualcuno lo stava chiamando,
doveva essersi addormentato sulla poltrona. Era stato alzato fino a
tardi a fare qualcosa di non proprio corretto ma ne era assolutamente
valsa la pena. Se solo ci ripensava gli saliva un sorrisino
compiaciuto sulle labbra.
“Hermione?”
disse ancora nei fumi del sonno.
“Hermione?!Hermione?!Ma
che dici Draco. Ah, aspetta, non me lo dire. Ti sei di nuovo scolato
il Whisky incendiario che hai sgraffignato dall’ufficio di
Snape.”
“Pansy,
ti prego chiudi il becco e vattene”
“Ma
Draco, dobbiamo andare ad Hogmeade, ti sei dimenticato? Stiamo
aspettando tutti te.”
Ops. Draco aveva avuto tutt’altro
a cui pensare piuttosto che alla gita a Hogsmeade e dopo quello che
aveva scoperto ieri sera, per niente al mondo quella mattina sarebbe
uscito dal castello.
“Andate
senza di me” disse lasciando Pansy a bocca aperta.
“Ho
altro da fare” detto questo si alzò e se ne andò,
lasciando la povera serpeverde decisamente arrabbiata.
“Fai
come vuoi” gli disse e se ne andò per raggiungere gli
altri che si stavano dirigendo verso l’uscita, in attesa di
Gazza che li avrebbe condotti al villaggio.
Draco nel frattempo era scomparso
dietro la porta del bagno. Non poteva uscire dal dormitorio in quello
stato con i capelli tutti arruffati e i vestiti discinti. Doveva
darsi un contegno. Anzi no, doveva essere disarmante e figo da
lasciare a bocca aperta. Essendo un soggetto decisamente egocentrico
non fu difficile trovare qualcosa da indossare che potesse
rispecchiare il suo stato mentale.
Un completo di Ar’manee, il
miglior stre-stilista di tutta Londra. Con lui non si falliva un
colpo. Indossò con cura la cravatta di seta porpora che dava
un tocco di colore al completo che era completamente nero e gli
aderiva perfettamente al bel corpo magro ma muscoloso al punto
giusto. Era stato fatto apposta per lui, ed era ciò che di
meglio aveva. Non doveva sbagliare nulla. Altrimenti avrebbe avuto
rimorsi per tutta la vita.
Si guardò di nuovo alla
specchio.
Capelli: OK
Profumo: OK (un tocco di
AquaDiMorgana 4 Men non guastava mai)
Vestiti: piu che OK
Era pronto. Prese la bacchetta dal
comodino e la infilo nella tasca interna della giacca fatta apposta
per essa.
Aspettò che tutte le voci
si dileguassero, e si avvicinò alla libreria della sua stanza,
ne tirò fuori un foglio di vecchia pergamena. Lo aprì e
soffocò una risata.
“ExpositeNocens”
le sue parole soffiarono vita sulla vecchia carta stinta, che
velocemente si tinse di linee e punti, che si muovevano velocemente,
indicando i nomi di chiunque fosse ad Hogwarts in quel momento.
Potter pensava fosse l’unico
ad avere una cosa del genere. Povero idiota. Draco ne era in possesso
dal primo anno, era stato un gentile dono di sua zia Bellatrix che
l’aveva inventato quando era ad Hogwarts. Ovviamente Draco non
essendo naive come Potter non aveva fatto sapere a nessuno che era in
possesso di una cosa così utile. Preferiva tenersela per i
momenti migliori, tipo questi.
Fortuanatamente nella scuola non
era rimasto nessuno, se non per qualche ragazzino indifeso del primo
anno che non aveva nemmeno il permesso di uscire dal dormitorio, e
gli fu facile trovare il nome che cercava, esattamente nel posto dove
aveva aspettato di trovarlo.
“Nada”
pronunciò la formula di chiusura e la pergamena tornò
al suo stato naturale.
La rimise al suo posto e si
diresse verso la porta del dormitorio. Sorridendo e con una voglia
incredibile di saltellare per tutta la strada che lo separava da
Hermione
**********************
Sentì il ritratto aprirsi e
si girò sorpresa, chi poteva essere a quest’ora.
Dovevano essere tutti a Hogmeade a fare il pieno di caramelle da
Mielandia.
Si sporse dalla poltrona pregando
silenziosamente che non fosse Ron. Dopo quello che era accaduto la
sera precedente non aveva alcuna voglia di vederlo.
Aveva deciso di non andare e
starsene per conto suo, per fare ordine tra i mille pensieri che le
vorticavano in testa. La gita al villaggio era stata una coincidenza
fortunata, altrimenti si sarebbe dovuta chiudere in biblioteca e
stare li per un giorno intero, invece ora se ne stava comodamente
rannicchiata davanti al fuoco leggendo uno dei suoi capitoli
preferiti della storia di Hogwarts, felice di avere ancora tutta una
giornata davanti prima di dover fronteggiare il suo ragazzo.
Non vedendo nessuno, si rimise
comoda a leggere. Doveva essere stata un’impressione.
“Mezzosangue,
che ci fai qui tutta sola? Lentiggini non ti ha voluto portare a
Hogmeade eh?”
Quella voce poteva essere di una
persona sola. E solo una persona in tutta Hogwarts la chiamava così.
“Draco
Malfoy” disse tentando di contenere le emozioni che le stavano
bruciando dentro. “Di grazia, cosa ci fai qui, nella MIA
torre?” chiese sperando di ottenere una risposta soddisfacente.
“Sono
passato a farti un salutino, sai ieri sera mi sei sembrata piuttosto
giu di morale”
“Ieri
sera quando?”
“Sai,
dopo la piccola sosta nel bagno dei prefetti, non eri al meglio della
tua forma”
Disse guardandola con fare
compiaciuto.
Lui come diamine faceva a sapere
cosa era successo nel bagno dei prefetti. Oh santo cielo. Era
l’ultima persona che doveva sapere una cosa del genere.
“Malfoy,
io, non…sai…non…” non riusciva a
spiccicare parola.
“Ora
sei senza parole Granger, deve essere una sensazione nuova per te,
immagino, abituata come sei a non fare pause tra una parola e
l’altra.”
Hermione divenne tutta rossa in
viso. Cercando di convincersi che stesse facendo finta di sapere
qualcosa.
“Ma
come hai fatto?” riusci a dire alla fine.
Nel frattempo Draco si era
avvicinato, e la guardava senza proferire parola. In un istante le
balzò davanti e mise le mani sui braccioli della poltrona dove
era seduta, impendendole di muoversi.
“Vuoi
sapere come ho fatto? Ero curioso di sapere cosa facessi con quel
fallito di Weasley, così ho preso la mia palla di vetro e con
un semplice incantesimo ti ho trovata. Devo dire che all’inizio
non è stato molto piacevole. Vederti baciare il roscio,
vederti che lo toccavi che ti toccava come se fossi sua, che faceva
strusciare la lingua sul tuo collo, e in altre parti, non mi è
piaciuto, volevo essere io a farti gemere, Granger” disse
avvicinandosi ancora di piu al suo volto, quasi a sfiorarle la
faccia.
“Ma
non potevo smettere di guardare. I tuoi occhi sono magnetici lo sai,
e non solo. Non potevo toglierti gli occhi di dosso. Vederti sudare e
muoverti sopra di lui, mi provocava un brivido di rabbia”
“Ora
basta Malfoy, non voglio sentire più nulla, lasciami in pace”
disse Hermione cercando di alzarsi. Con forza spostò le mani
di Draco dal bracciolo e corse verso la porta del dormitorio.
Ma Draco fu più veloce di
lei.
Non fece in tempo a mettere la
mano sulla maniglia che si sentì a afferare e spingere contro
la porta.
Draco le aveva bloccato le mani
contro gli stipiti e la teneva stretta.
Un brivido le corso lungo la
schiena che la costrinse ad in arcuarsi per seguire l’onda che
le provocò. Lui se li avvicinò ancora di più,
avvicinando la sua bocca al suo orecchio, e mordendole il lobo con
delicatezza.
“Non
vuoi sentire il resto della storia? Ora viene la parte migliore.”
“Drac…no,
ti prego” disse, mentre lui continuava a tormentarle il collo.
“Dai,
Hermione se non fossi certo che ti piacesse non continuerei”
“Come
fai ad esserne cosi certo, non mi sembra di averti dato alcune
indizio”
“Ah
si, non essere cosi naive, pensi che non ti abbia sentito. Mentre
Weasley ti toccava e spingeva le dita dentro di te, ho sentito quale
nome hai urlato in preda al piacere, e non era il suo, mia cara, era
un nome infinitamente più nobile”
Santo cielo, urlò Hermione
dentro di se. I flash di quel momento le tornarono tutti vididamente
in testa. Come poteva aver fatto una cosa del genere.
In piena estasi, aveva gridato il
nome di Draco senza ritegno. Sognando che le mani che le stavano
esplorando fossero le sue, sperando che il corpo bagnato e caldo
stretto al suo appartenesse a Draco Malfoy.
Cosa le stava succedendo?
“Dalla
tua faccia, deduco che tu abbia capito di cosa sto parlando, Granger”
“Lasciami
andare Malfoy, altrimenti non rispondo della mie azioni”
“Hermione
se ti lascio andare io non rispondo delle mie azioni, vuoi veramente
che lo faccia?”
“Correrò
il rischio”Draco le sorridette e mentre lei cercava di
liberarsi dalla sua presa, lui l’afferrò per la vita,
la strinse a se.
“Ti
avevo detto di non rischiare”
Si avvicinò pericolosamente
alla sua bocca a la baciò con violenza e passione.
Harry
camminava per la stradine di Hogsmeade, a fianco a Ginny,
canticchiando una canzone che aveva sentito a Londra, ed ora non
riusciva a togliersela dalla testa.
Ginny lo stava odiando per questo.
Ma lui continuava imperterrito.
“Harry,
dai, ora basta, non ce la faccio più a sentirti cantare, poi
eri tu quello che me ne diceva di tutti i colori quando ero entrata
in fissa con la sigla di quel bel cartone che mio padre si vedeva,
avevo pure la figurina del padre di lei. Come è che faceva la
canzone?”
“No
Ginny ti prego non ricominciare” disse Harry smettendo di
cantare.
“Eccola,
ce l'ho...*Sulla
cima dell'Olimpo, c'è una magica città, gli abitanti
dell'Olimpo sono le divinità, poi c'è una bambina che
ancora dea non è. È graziosa e birichina, Pollon il suo
nome è*”
“Pollon,
Pollon, combina guai, su nell'Olimp..”
“Ok,
Gin, hai reso l'idea” disse Harry tappandole gentilmente la
bocca con un bacio.
“Potter,
cosi non vale” mormorò sulle sue labbra.
Dopo
qualche minuto Ginny si staccò dall'abbraccio di Harry e si
allontanò.
“Harry,
vado, che ho un appuntamento con Luna, tu vai a cercare mio fratello
non vedo ne lui ne Hermione da stamattina.”
“Ok.
Gin, a dopo”
Harry si voltò e si mise in
cerca del suo amico. Era da ieri sera che non lo vedeva, quando si
era svegliato non era a letto, ma Seamus gli aveva detto che l'aveva
scorto mentre andavano tutti insieme al villaggio, quindi doveva
essere li da qualche parte.
Si guardò un po in torno,
poi gli venne in mente che molto probabilmente avrebbe trovato Ron ai
Tre Manici di Scopa, di solito si rintanava li a bere una burrobirra.
Cercò un altro po' per le
varie stradine e poi si diresse verso l'entrata del pub.
Era ancora presto perché il
popolare locale fosse affollato da studenti che si riposavano dopo
una giornata di divertimenti,ed appena entrato quindi non gli fu
difficile scorgere Ron, seduto da solo con in mano una bottiglia
chiusa, che fissava l'etichetta come se avesse una calamita negli
occhi.
Harry si preoccupò, non era
da Ron, starsene seduto da solo senza fare nulla, a meno che non gli
fosse successo qualcosa di molto grave. Qualcosa che riguardava
Hermione.
Se era davvero così c'era
da preoccuparsi.
“Ron?!”
“Harry,
che ci fai qui? Non dovresti essere in giro a spassartela con mia
sorella?”
“Tua
sorella sta con Luna e mi ha mandato a cercarti, è da
stamattina che non ti vediamo in giro.”
Ron lo fissò e poi tornò
a guardare la sua burrobirra senza alcun apparente interresse nel
rispondere all'amico.
“Dai,
Ron, ormai ti conosco, dimmi che ti è successo, cosi vediamo
cosa si puo fare”
Si lasciò cadere contro il
tavolo, e sbatté con forza il pugno sul tavolo. “Harry
non si può fare nulla, nulla, nulla, capisci? Nulla”
disse
“Dai,
Ron, avete litigato di nuovo?”
“Io,
sinceramente non so che fare, ce la metto tutta, ma dopo questa cosa,
sono senza armi, è finita.”detto questo si lasciò
completamente cadere sul tavolo e scoppiò in una sorta di
singhiozzo nervoso.
“Diamine,
Ron, spiegami, di certo non posso esserti d'aiuto se fai così,
raccontami”
“Harry..Io
non ce la faccio”
“Ron,
dai che sarà mai successo, ti ha di nuovo battuto al sudoku e
te la sei presa perché a te non ti riesce di fare una
colonna?”
L'amico rise, ma era una risata
nervosa, una risata che non auspicava niente di felice.
“Sai,
penso che Hermione finalmente abbia trovato qualcuno che può
fare il sudoku con lei, che la porti a teatro, che capisca varie
lingue, che la soddisfi a letto...qualcuno che non sono io, io non
voglio più avere niente a che fare lei”
“Ron
ma che ha fatto, Hermione non ti tradirebbe mai, non è che ti
stai scambiando una litigata per qualcosa che non esiste?”
“Harry,
ieri sera, mentre stavamo facendo sesso, mentre la guardavo e
pensavo, quanto la amo, proprio nel momento più importante,
non ha gridato il mio nome, non ha gridato Ron, dalla sua bocca sono
uscite solo 5 lettere, ma erano piu pesanti di una montagna. D R A C
O”
La faccia di Harry si contorse in
una smorfia a metà tra la sorpresa ed il disgusto.
Draco ed Hermione?!?
Nemmeno in un incubo li avrebbe
potuti immaginare insieme, erano troppo diversi, prima cosa lui era
malvagio fino al midollo, e lei no, e poi Hermione era sua amica e
ragazza di Ron, come avrebbe mai potuto tradirli cosi.
“Ron
ma sei sicuro che abbia detto proprio Draco, e non qualche altra
cosa?”
“Ma
dai, Harry, mi prendi per scemo, che avrebbe potuto dire? “Caco”?!”
Harry guardò l'amico.
“Beh,
no in effetti”
“Ed ora che hai intenzione
di fare?'” gli chiede Harry.
“Sinceramente...ubriacarmi
di whisky incendiario e dimenticare tutto.” disse Ron
scoraggiato.
“Secondo me le devi parlare,
è esattamente da te nasconderti sotto le coperte, o in questo
caso dietro ad un bicchiere e non affrontare la verità. Vai da
lei e chiaritevi.”
“Harry, ti prego lasciami in
pace e risparmiami la tua filosofia buonista e ottimista, oggi non è
giornata, rischi solo di prenderti un pugno.”
“Ma Ron...” Harry
provò a ribattere, ma Ron fu piu veloce di lui, prese il
cappotto e si allontanò, dirigendosi verso l'uscita.
Prima di uscire però si
voltò verso il suo amico, rivolgendogli un ultimo
sguardo prima di uscire.
Uno
sguardo che diceva piu di mille parole.
Lo
sguardo di chi si sente sconfitto, di chi sente di aver perso una
ragione di vita, uno sguardo pericoloso.
Harry
ebbe un moto di paura che gli scosse la schiena, si alzò piu
in fretta che potè per correre dietro il suo amico, ma era già
sparito dalla visuale.
Era
veramente preoccupato, doveva trovare Ron e di sicuro non poteva
farlo da solo.
Si
volto verso il castello e corse, sperando di trovare Hermione e
sperando che lei, visto come stavano le cose, fosse interessata ad
aiutarlo.
Ma
ora i pensieri erano superflui, Harry sentiva che qualcosa nel suo
mondo si era spezzato, si era rotto un equilibrio. Non è cosi
che dovevano andare le cose.
Nel
frattempo, in una sala vuota, due corpi, scaldati dal tiepido fuoco
del camino, si incontravano per la prima volta.
Nell'antro
buio di un sotterraneo, una bocca si aprivain un ghigno
soddisfatto...
CoRner:
Ma ciao a tutti,*mesiinchina*
per ringraziare chi con pazienza è arrivato fino a qui...Sono
stata un pò “malvaggerrima” in questo capitolo, in
teoria ci doveva essere la SCENA tra Draco e Herm, e sinceramente
anche io pensavo di continuare cosi, ma poi alla fine se la scrivevo,
mi ritrovavo con mezza trama gia usata al quinto cap, quindi deciso
per piccola svolta della situazione, e mi sono concessa un scenetta
Harry/Ginny, spero me la perdonerete...per il prossimo cap, spero di
metterci poco, anche perchè la base è gia stata
gettata.
Lasciatemi un commentino se vi
va, alcuni mi hanno veramente aiutato a continuare la storia, e a
migliorare la trama.
Ora qualche rispostina veloce.
Sonaj: sono contenta che ti sia
piaciuta la scena succosa, vedrai dopoXDD
Fedefun: ecco la reazione di
Ron, anche se è ancora incompleta perché dal punto di
vista di Harry, ma tutto a suo tempo...^^
SweetChocolate: contentissima
che ti piaccia, mi dispiace per gli errori di battitura, era un
problema con il diabolico word, ora uso altro progr, quindi tutto
risolto
stellina-malfoy. Grazie mille
per tutti i complimenti^^
Da qui si cambia registro, la storia fino ad ora non aveva
senso,non mi ispirava neanche piu scriverla, fortunatamente erano
solo capitoli introduttivi, quindi faccio un bel ribaltone, e cambio
tutto.
Draco era troppo moscioooooo...
Spero vi piaccia il nuovo stile
6.
Divorami l'anima.
Sentirla davanti a me, intrappolata tra le mie braccia, mi stava
dilaniando l'anima, stava facendo bruciare un fuoco che mai si era
acceso per nessun altra, bella, come una notte senza nuvole, come una
sigaretta ed una coca cola a mezzanotte in compagnia della donna che
ti fa ridere, di colei che ti guarda e ti odia cosi tanto da amarti
alla follia.
L'avrei fatta mia, senza dubbio, volevo possedere il suo corpo,
disintegrare la mia anima tra le sue membra vergini.
“Guardami Granger” le afferrai il polso e lo poggia
senza
delicatezza sul mio petto, vicino al cuore “sentilo, batte
per
te”
“Vaffanculo Draco” disse slacciandosi
subitaneamente
dalla mia presa ferrea, usando la mano che le avevo posato su di me
per spingere più lontano possibile.
Sentii una stretta, una brivido d'ira percorse tutto il mio corpo,
non doveva andare cosi.
Il suo metro e cinquanta di carne e ossa, cosi delicato e fiero, non
poteva di certo averla vinta contro il mio corpo, contro un corpo che
non poteva fare altro che volerla, che possederla senza sosta.
La afferrai a tradimento per le spalle, sentendo sotto di me la sua
pelle fremente di rabbia.
“Ti odio Draco, lasciami stare, lasciami ti prego, ti
odio”
la sua voce da irosa stava diventando un sussurro, il tremore che la
scuoteva si placò, si afflosciò tra le mie
braccia, e
feci giusto in tempo a stringerla a me, appogiandola con il mio
petto, sentendo la sua testa reclinarsi, e le lacrime copiose che mi
bagnavano la mano che le sfiorava il volto.
“Mi fai male” disse in un sussurro, mi resi conto
che la
stravo stringendo cosi forte a me, che rischiavo di spezzarla.
La sensazione del suo corpo sciolto senza paure sul mio, mi diede il
colpo di grazia. Sperai che ci fosse un muro dietro a sorreggermi,
perche mi lasciai cadere seduto, tenendo sempre Hermione vicino a me.
Mi mancava il respiro.
“Granger” il suo pianto si era ridotto ad un sibilo
dolce, che mi faceva venire di voglia di legarla a me e non lasciarla
piu scappare..
“Malfoy” stava stringendo con forza il mio
maglione, le
nocche della sua mano erano rosse, le presi la testa tra le mani per
poterla guardare negli occhi.
Era cosi bella che mi faceva male stare li a fissarla, senza poter
fare nulla per lei.
“Draco” disse usando il mio nome di battesimo, nome
che
usavano con me solo pochissime persone, che sulle sue labbra aveva un
sapore cosi diverso.
“Cosa ci sta accadendo? Non è possibile, provare
cosi
tanto in cosi poco tempo”
“Hermione, non ti innamorare di me ti prego, non sono colui
che
vorresti al tuo fianco”
Il suo sguardo, inespressivo, mi diceva piu delle sue parole, lo
specchio dei miei pensieri era lo scuro marrone dei suoi occhi.
Le nostre anime, come i nostri corpi, uniti senza una ragione, senza
un motivo, dove c'era solo odio, era stato piantato un seme, un seme
della discordia, che avrebbe creato solo problemi.
Ma in questo momento, piu che pensare a ciò che andavamo
incontro, preferivo cullarla contro di me, sentirla rilassarsi,
svuotare la mente e pensare che non sempre deve esserci un futuro di
cui preoccuparsi.
“Io...la mia vita era già
scritta”sussurrò
sapendo che io potevo sentire anche il più flebile alito uscire dalla sua
bocca, cosi pericolosamente vicina alla mia “è
l'ultimo
anno, mi sarei dovuta diplomare col massimo dei voti, Honor Student
di questo corso, Capoclasse, impeccabile secchiona, algida fidanzata
di Ron Weasley, giullare della corte di Harry Potter...”
Al solo sentire il nome di Lenticchia, contrassi il pugno, l'avevo
sempre odiato, lui come Potty il santo, loro era la famiglia di
Hermione, loro non l'avevano chiamata Mezzosangue per sei anni senza
sentire il minimo rimorso, erano loro a cui lei avrebbe affidato la
vita, non a me. Ed il solo pensiero mi distruggeva, roso dalla
rabbia, sapendo che per noi esisteva un passato d'astio ed un futuro
inesistente.
“...io e Ron, coppietta di Hogwars, ammirati e belli, senza
difetti ad un superficiale occhio esterno. Poi sei arrivato tu, quel
giorno in biblioteca, ho sentito l'odio sciogliersi in pozze
dolorose, mi sbriciolavo sotto ai tuoi occhi gelidi, sempre cosi
cattivi nei miei confronti, hai quel potere su di me che nessun
altro, mi fai venire voglia di non essere piu me stessa, di essere
una vile Serperverde, di soddisfare tutti i tuoi desideri piu
nascosti, ma non sono questo io, non lo posso essere, e se non sono
così, non sono per te, e tu...beh lo sai, non sei per
me.”
Piangeva, gli occhi gonfi di candide lacrime la rendevano ancora piu
perfetta ai miei occhi impietosi, tenevo i pugni stretti, volevo
toccarla, volevo inginocchiarmi ai suoi piedi, e chiederle di
uccidermi, di sentire le sue mani sul mio collo mentre esalavo
l'ultimo respiro, perchè quando si sarebbe allontanata,
sarei
morto, forse non nel corpo, ma nell'anima, perchè l'unica
nostra scelta in questo momento era vivere in due mondi, due universi
paralleli che non dovevano piu incrociarsi.
“Hermione” si tirò su, tenendo sempre
una mano
dolcemente vicina al mio volto, si inginocchiò davanti a me
“baciami, per un unica volta, desiderami”
“Unica, Draco, come se potesse essere vero”
Si abbassò su di me, sfiorandomi i capelli biondi, con i
polpastrelli ancora umidi dalle lacrime che le scorrevano sul volto. Col
pollice toccò le mie labbra, giocando con loro, tentandomi,
la
sfiorai con la lingua, vedendola sussultare, tolse la mano, e
spostò
la sua attenzione sui miei occhi, li chiusi, godendo delle sua mani
che esploravano il mio viso, teso dal piacere.
Non resistetti molto a quella tortura, le afferrai violentemente il
polso, colmando in un istante la poca distanza che ci separava,
inchiodandola possessivo, al mio corpo, la tirai su in piedi,
entrando senza permesso nella sua bocca infiammata, baciandola senza
freni, le nostre lingue danzavano un waltzer oscuro, di rintocchi e
campane, di sangue e rabbia, i nostri corpi ormai uno, fluttuavano in
un limbo infernale.
La presi in braccio mettendo le sue gambe intorno ai miei fianchi,
volevo sentire il suo peso gravare sul mio, sentire ogni suo
movimento, appropriarmi dei suoi fianchi e dalle sua gola.
Si irrigidì contro di me. Smise di baciarmi, fu una cosa
improvvisa. Senza motivo, si staccò da me.
“Herm...”mi mise un dito sulla bocca.
“Arriva qualcuno”
Non potevo andarmene così, sapendo che non ci sarebbe stato
piu nulla tra noi. Dovevo imprimerle il mio ricordo, dove non avrebbe
piu potuto dimenticarlo.
Con uno scatto, afferrai la sua mano, la bacia con furia, mentre
estraevo la bacchetta dal suo fodero nella mia giacca.
“Imprimo” non esisitai a pronunciare il semplice
incantesimo, la lascia attonita mentre mi allontavano velocemente
dalla sala comune di Grifondoro.
Mentre me ne andavo, la sentii pronunciare il mio nome, bruciante
come un tizzone ardente, era proprio quello che chiedevo.
“Addio, mia perfetta mezzosangue” dissi maledicendo
l'ossimoro che viveva in lei, e la mia incapacità di
respirare
ancora senza pensare a lei.
Si
respirava un aria strana ad
Hogwarts, un aria stracolma di magia, o almeno io la sentivo
così.
Camminavo in un guscio ovattato, per proteggermi dagli sguardi di
paura o di astio a cui ormai ero quasi abituato. Mi proteggevo da
lei, dai suoi occhi che così spesso li trovavo voltati verso
i
miei, pronti a sfuggirmi non appena un contatto si fosse potuto
stabilire.
Era
doloroso vederla cosi distante
eppure così vicina, dovevo alzarmi e afferrarla, portarla
via,
dove avremmo potuto essere solo io e lei.
Erano
state due settimane
d'inferno sopratutto gli ultimi giorni. All'inizio ero quasi
compiaciuto nel vederla litigare con Lenticchia ogni due per tre, in
Sala Grande, a lezione, durante gli allenamenti di Quidditch,
insomma, ovunque capitasse, ed io da bravo serperverde non perdevo
l'occasione di farmi una sonora risata insieme ai miei amici, che si
chiedevano cosa stesse andando storto nella coppietta di Hogwarts, mi
tenni dal dire che molte di quelle liti erano merito mio, ma dentro
gioivo. Finchè lei non tornava tra le sue braccia, anche se
non la potevo stringere tra le mie, le cose andavano bene. Quando
avrebbe fatto pace con Ron, perchè conoscendola, l'avrebbero
fatta, avevo paura delle mie azioni.
Probabilmente
dovevo essere
impazzito a seguire con gli occhi quella piccola mezzosangue che fino
a qualche mese prima per me era meno di niente, ma non potevo fare a
meno di seguire ogni suo movimento, di fissare la sua chioma scuotere
mentre rideva ad una qualsiasi battuta di Harry-sopravvisuto-Potter o
guardava con astio quel traditore di Ron. Avrei preferito mille volte
che quello sguardo lo rivolgesse a me, l'importante era che mi
guardasse, che incrociasse gli occhi con i miei.
Non
potevo fare altro che fissare
quel viso serio e geniale, perfetto in ogni sua fattezza e
meravigliarmi della mia pazzia per lei.
Mi
diressi verso la biblioteca,
sperando di trovare un po di pace, i miei amici non mi davano tregua,
quella gallina di Pansy non faceva che schiamazzare parlando di
quello o quell altro vestito che aveva comprato durante le vacanze di
natale a londra, volevo darle una sonora sberla sulla faccia per
farla smettere di parlare ma mi fermai in tempo, e decisi di
prendermi una pausa dai fighetti serperverde per godermi con calma
,ma non visto, la mia Granger che studiava, china su libroni
giganteschi. Era ormai un passatempo quotidiano di cui non potevo
fare a meno.
Presi
posto al lato piu esterno e buio della grande sala di lettura della
bellissima biblioteca di Hogwarts, la panca era comoda e calda, tirai
fuori un libro a caso e scorsi la sala per cercare Hermione. Le
panche si stavano svuotando, non mi fu difficile individuarla con
tutti i capelli a coprirle il viso.
Mi
chiesi come mai l'incanto
Primio non stesse dando gli effetti desiderati, dovevo aver sbagliato
qualcosa, ormai era passato tanto tempo ma continuava a non
funzionare, stavo perdendo le speranze, era la mia ultima chance di
capire veramente cosa stesse accadendo con la mia vita.
Anche
l'ultimo studente aveva
lasciato la biblioteca, ci ritrovavamo solo io e Granger, non potevo
piu resistere, anche se avevo promesso a me stesso che non le avrei
parlato, che avrei lasciato stare, sentivo il bisogno fisico di
spostarle quella ciocca ribelle di capelli che le dava fastidio
mentre studiava.
Nel
momento in cui avevo deciso di
alzarmi intravidi una figura alta avvicinarsi ad Hermione e
sfiorarla, non mi ci volle molto a capire che si trattava dell'odioso
Weasel, magari voleva tentare una pace definitiva, anche se il primo
impulso era andare li e squartarlo con le mie mani, mi costrinsi a
rimanere fermo e non fare nulla, osservare quella scena sarebbe
servito anche a me a capire meglio lo stato delle cose.
“Hermione”
sentii Weasel apostrofare la Granger “abbiamo bisogno di
parlare”
“Cosa
vuoi Ron? Sei tu quello che non mi può perdonare un piccolo
errore, una cosa da nulla, io ci ho messo del mio meglio”
“Voglio
che tu mi assicuri che tu non provi alcun sentimento verso quel
viscido Serperverde e che il suo nome non è nulla per
te.”
Il
silenzio di Hermione provocò
un sobbalzo nel mio cuore, era il momento della verità, o me
o
lui.
“Ron
te l'ho gia detto non provo nulla per lui, ma tu non vuoi crederci,
cosa pretendi che faccia”
“Vieni
a letto con me, qui in questo momento e dimostrami che mi
sbaglio”
Ok, ora
non me ne sarei rimasto
fermo, nell'istante in cui Ron stava afferrando ciò che era
mio, le mie gambe si mossero da sole e la mia mano trovo senza sforzo
la strada per la bacchetta. Ma accadde qualcosa che fermò la
mia avanzata.
“Hermione,
baciami, guardami negli occhi” disse Ron afferrandola per le
spalle stringendola a a se baciandola con cattiveria.
La spina
dorsale di Hermione si
contorse in una curva dolorosa che la fece staccare dall'abbraccio di
Ron. La sua mano corse alla manica della divisa, tremando la
scostò
dall'avanbraccio e urlò.
Potevo
sentirlo, il fuoco bruciare sulla sua pelle, esattamente come stava
bruciando sulla mia, piccoli aghi stavano tessendo il loro filo sulla
candida pelle del mio braccio, e la stessa cosa stava accandendo ad
Hermione. Il mio incanto aveva funzionato a dovere.
“Hermione
cosa sta accandendo al tuo braccio” disse Ron mentre vedeva
delle lettere sempre piu nitide distiguersi sulla spalla di Hermione
“cosa c'è scritto sul tuo braccio?”
Guardai
l'interno del mio braccio
e lessi la parola che aspettavo da troppo tempo.
“HERMIONE”
impresso e fuoco sulla mia pelle per sempre, un incanto senza
possibilità di essere riverso.
La
verità finalmente.
“Hermione,
rispondimi, perchè sul tuo braccio è apparso il
nome di
Draco Malfoy?”
La
faccia di Hermione era
sconvolta, stavo aspettando il momento giusto per rendere nota la mia
presenza.
“Penso
sia un Incanto Imprimo, un maledizione senza possibilità di
essere cambiata, serve a rivelare la verità, quando viene
inferta colui che la scaglia offre il suo stesso dolore in cambio
della conoscenza dei veri sentimenti della persona, quindi anche lui
riceve lo stesso trattamento della persona soggetta
all'incanto.”
“Vedo
che hai studiato bene il libro di Incantesimi Granger, sono
contento”
dissi rivelandomi dal mio nascondiglio in fondo alla biblioteca.
Il suo
nome sul mio avanbraccio
bruciava sempre di piu mentre mi avvicinavo a lei, la volevo
stringere cosi forte che dovetti stringere i pugni per evitare di
farle male.
“Draco”
il modo in cui disse il mio nome mi disarmò completamente.
Potevo
leggere dal suo sguardo la
lotta interna che si stava svolgendo dentro di lei. “Cosa hai
fatto?Perche mi hai scagliato l'incanto Primio?”
“Granger,
sei cosi sveglia e non capisci le cose piu ovvie”
Ron che
fino a quel momento era
rimasto muto senza muoversi si avventò contro di me ma io
fui
piu veloce, mentre la sua mano cercava la bacchetta la mia voce aveva
gia formulato un incantesimo, non volevo fargli male, avevo in mente
qualcosa di meglio per lui.
“PETRIFICUS
TOTALUS”
Il corpo
di Ron si immobilizzò
esattemente li nell'atto di prendere la bacchetta. Io guardai
Hermione, ma non riuscii a capire cosa stava provando in quel momento
Ci
fermammo uno davanti all'altro
senza parlare, le spostai dagli occhi quella ciocca che le tormentava
sempre il volto.Afferrò la mia mano e se la portò
in
volto, baciandola. Con l'altra mano le afferrai per i fianchi
attirandola verso di me.
“Non
ci puo essere niente tra noi, Draco, è solo uno sfizio che
vogliamo toglierci entrambi, nient'altro.”
“Hermione
non mentire a te stessa, sei la prima della nostra classe, sai
benissimo come funziona l'imprimo, la mia richiesta è stata
quella di scoprire se le nostre due anime fossero legate una
all'altra, i nostri due nomi sono apparsi reciprocamente ognuno sulle
braccia dell'altro, funziona solo se entrambe le persone sono
coinvolte allo stesso modo e con la stessa
intensità”
“Mi
sta dicendo che non sono pazza?”
“Ti
sto dicendo che sono tuo, fai di me quello che vuoi, strappami il
cuore, bruciami, uccidimi, qualsiasi cosa”
Non
c'era bisogno di parole in
quel momento, tutto cio di cui avevo bisogno era stringerla a me, e
non lasciarla fuggire piu.
Aggrappata
a me Hermione piangeva,
le tirai su il viso con una mano, avvicinando il suo volto al mio,
per sentire l'odore del suo respiro, le sue lacrime bollenti mi
bagnarono il volto, regalandomi un po del loro calore. Non so cosa
avrei potuto fare se qualcuno me l'avesse portata via.
L'unica
cosa che intendevo fare in
quel momento era spogliarla e farle capire che non si sarebbe
liberata di me tanto facilmente, la sognavo da anni, ora che era
arrivato il momento di viverlo questo sogno, non potevo piu
aspettare.
L'attirai
ancora piu vicina,
facendole sentire quanto avevo bisogno di lei, ma non reagì
al
mio gesto, mi guardava invece con un espressione divertita e contrita
allo stesso tempo, non capivo cosa intendesse. Poi catturai i suoi
occhi voltarsi verso un punto imprecisato della biblioteca.
“Lenticchia”
risi tra me e me, me ne ero completamente dimenticato, povero si
stava godendo tutta questa bella scenetta, non doveva essere facile
per lui. Da bravo Slytherin gli detti solo un occhiata e poi tornai a
dedicarmi a Hermione. Che Weasley soffrisse un pochino, cosi imparava
a toccare e fare il simpatico con la mia donna.
“Hermione?
Che ti prende?” le chiesi dato che continuava a girarsi verso
Ron.
“E'
solo, che da una parte mi fa un po pena”
Oddio,
non riuscivo a smettere di
ridere, ed io che mi preoccupavo che volesse tornare da lui, se era
solo quello il problema, l'avrei risolto subito.
“Finite
incantatem” rilascia Ron dalla pastoia total-body ma non feci
in tempo a farlo che mi si avventò contro. Niente da fare, i
grifondoro non imparano proprio dai loro errori, duri come noci di
cocco sono, pensavo tra me e me, mentre con fare delicato alzavo la
bacchetta per difendermi dall'attacco di Lenticchia Weasley.
“Io.Ti.Uccido.
Draco Malfoy, togliele le mani di dosso o assaggierai la mia
bacchetta”
“Io
non tolgo le mani di dosso a nessuno, men che meno a Hermione,
piuttosto tu, abbassa quel ammasso di legnetti che ti ritrovi e
vattene.”
“Draco,
fammi parlare con lui da sola” mi disse Hermione lasciandomi
di
stucco.
“Ma...”
“Ti
prego, Draco, appena ho finito ti raggiungo, ovunque tu
sarai”
quest'ultima frase la sussurrò accostandosi al mio orecchio.
Nel
frattempo Ron, aveva deposto
la bacchetta, e stava aspettando a braccia conserte, con un aria
trionfatrice. Che pensasse quello che voleva, era da me che Granger
sarebbe venuta, tra le mie braccia, di sicuro non le sue, pensai
mentre mi allontanavo.
Non ce
la facevo a tornare nel mio
dormitorio, ed aspettare li che Hermione tornasse con il verdetto
della sua chiaccherata con Weasley. Camminavo avanti e indietro per
il corridoio deserto, tutta la scuola stava cenando, dedussi, doveva
essersi fatto decisamente tardi, chissa cosa pensavano i miei amici
della mia scomparsa, non avevo pensato nemmeno un secondo ad
avvisarli. Ormai avevo capito che da quando la Granger era entrata
nella mia vita non ci stavo piu cosi tanto con la testa, non mi
riconoscevo piu nemmeno io. Una volta mi sarei ucciso piuttosto che
aspettare che una ragazza venisse da me, ma piu che altro, soffrire
per una donna, io, Draco Malfoy, dovevo essere proprio impazzito.
Le voci
di Hermione e Ron nel
frattempo si stavano alzando sempre di piu, potevo quasi distinguere
le parole attraverso le spesse pareti di pietra.
“Tu
mi hai preso in giro per anni, Hermione” le stava urlando Ron.
“No,
e lo sai che non è vero, ormai era un anno che non c'era piu
niente tra di noi, se non vuoi vederlo peggio per te”
“Ma
tu sei sempre stata la mia confidente, la mia ragazza, la mia
migliore amica”
“Mia,
mia, MIA, Ron questo è il problema, hai sempre pensato che
io
fossi di tua proprietà, che qualsiasi cosa succedesse sarei
sempre rimasta al tuo fianco senza fare un fiato, qui è
stato
il tuo errore”
“Bene,
se non vuoi essere proprietà di nessuno di certo stare con
Malfoy ti sarà d'aiuto, ti esibirà come un
trofeo, gia
me lo immagino che si vanta con quei maledetti serperverde di averti
portata a letto, proprio tu, la mia ragazza, amica di Harry, non
capisci quanto si divertiranno alle nostre spalle, sarò lo
zimbello di Hogwarts, e tu la sua puttana”
Beh,
avevo ascoltato abbastanza,
Weasley ora aveva davvero esagerato, chiamare la MIA ragazza una
puttana, era veramente troppo.
Aprendo
la porta della biblioteca
per andare a dare una lezione a quel idiota, rimasi fermo senza
avanzare piu, vedendo Hermione schiaffeggiare Ron.
“Che
donna” pensai tra me e me.
Ma Ron
le afferrò la mano
mentre lei cercava di andarsene, e la baciò un altra volta.
Non si dava per vinto per quel ragazzo. La cosa che mi sconvolse fu
che Hermione non si tirò indietro, anzi lo
abbracciò e
lo strinse.
Con lo
stomaco stretto dalla
gelosia mi girai velocemente e mi allontanai, deciso ad andare a
sfogare la mia rabbia, in un posto dove non potesse vedermi nessuno,
e non sentii la voce di Hermione che mi urlava.
“Draco
aspetta”
Di
corsa, veloce come il vento,
arrivai all riva del lago, prendendo a calci ogni cosa si trovasse
sul mio sentiero.
“Stupido,
stupido, stupido” ripetevo a me stesso.
Non dovevo
darmi corda da sola, perchè se l'avessi fatto sarei
impazzito,
ma era piu forte di me, continuavo a rivedere la scena, di Hermione
che fino ad un momento prima voleva schiaffeggiare Lenticchia e poi
si ritrovava a ricambiare il suo abbraccio, non era normale, doveva
essere successo qualcosa.
Ma piuttosto
che pensare a cosa potesse essere successo, preferivo essere
incazzato e nervoso, invece di ragionare logicamente.
Tra le braccia
di quel idiota, puah!
Mi sentivo
rodere da dentro, dovevo spaccare qualcosa, sfogare la mia rabbia
contro un oggetto, o meglio una persona.
Ma una mano
posata sulla mia spalla mi fermò.
“Draco...”
Era la mia
Granger.
“So che
quello che ti dico ora sembre uscito da una commedia d'amore, una di
quelle cose che dicono le protagoniste mentre versano tutte le loro
lacrime, ma tu devi ascoltarmi, non è come sembra.”
“Non è
come sembra, Hermione, dimmi tu cosa devo pensare, prima lo prendi a
schiaffi, poi lo baci, pazza, solo questo sei”
Detto questo mi
girai verso il lago, lascandole solo il mio silenzio.
“Draco,
per una volta, ascolta qualcun altro, oltre a quel tuo cinico cuore
da serperverde che ti ritrovi”
Mi prese il
volto e me lo girò verso il suo, costringendomi a guardala
negli occhi.
“Ti
ascolto”
Ragazzi
grazie a tutti per i commenti, se non c'eravate voi non so se avrei
continuato a scrivere. Cleo88
il
tuo commento mi ha fatto veramente troppo piacere, grazie grazie
grazie. Shavanna
il capitolo ha sconvolto anche me mentre lo scrivevo, XD Pinefertari, grazie
somma capa dell'aaar @Scott
ti ringrazio tantissimo, non sai come ero emozionata
quando ho letto il tuo commento, la mia fic stampata, grassieeeeeee...
Scusate se questo cap
è un po sconclusionato ma l ho scritto nei ritagli di tempo,
spero vi piaccia cmq...baciiiiii