Il Principe e L'Assassina

di The Princess of Stars
(/viewuser.php?uid=181930)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo Scudo Olimpico ***
Capitolo 2: *** Inizio viaggio, salto nel passato e visita notturna ***
Capitolo 3: *** L'ha fatto apposta... ***
Capitolo 4: *** Tra Lamia e la Scorciatoia ***
Capitolo 5: *** Un Bagnetto nel Fiume ***
Capitolo 6: *** Il Cuore di un'Assassina ***
Capitolo 7: *** Confessioni ***
Capitolo 8: *** L'Amore di una Famiglia ***
Capitolo 9: *** La Mia Prima Battaglia ***
Capitolo 10: *** La Seconda Battaglia ***
Capitolo 11: *** Il Coraggio di una Principessa ***
Capitolo 12: *** L'Anello ***



Capitolo 1
*** Lo Scudo Olimpico ***


Ciao, ragazzi! Questa è la mia seconda fanfiction ispiratami da ‘L’Era Glaciale’… non so perché, ma per alcuni pezzi ho preso un po’ spunto, spero non troppo e spero possa piacervi. E’ un Universo Alternativo, MOLTO alternativo. Ci sono elementi dell’Antica Grecia, elementi del medioevo ed elementi che proprio non ci sono. In poche parole, fantasia più totale. Nel primo capitolo ci sarà un punto che sembra molto ‘libro di Storia’… solo il luogo e le ‘donne guerriere’ sono reali. Spero di non confondervi troppo!
Buona Lettura!

 


Prologo


Dati Obiettivo:
Nome:Perseus (Percy) Jackson
Età:8 anni
Capelli:Neri
Occhi:Verdi
Famiglia:Sally Jackson; Re Poseidone
Status:Principe di Atene
Professione:nessuna
Abilità speciale: Controllo sull’acqua
 
Esecutore di Missione:
Nome:Luke Castellan
Età:15 anni
Capelli:Biondi
Occhi:Azzurri
Pseudonimo: Il Ladro di Fulmini
Famiglia:Il Clan
Status:Fuorilegge
Professione:Assassino
Abilità speciale: Infiltrazione
 
Esito missione:Fallito
Info. Missione:“Il re Poseidone è rimasto ad Atene per discutere dei trattati di pace con Sparta e non era presente ai trattati di alleanza in Scizia. Ma ho visto sua moglie, Sally trattare con le Amazzoni. Non sono riuscito a rapire il principe. Non mi aspettavo che un bambino di 5 anni potesse già controllare i suoi poteri sull’acqua, ma non sono certo che quell’onda anomala sia stata causata volontariamente o se si sia scatenata per effetto della paura del bambino. Per arrivare al moccioso ho dovuto usare la spada. Mi sono scontrato con le guardie e con la Regina Amazzone Ippolita VII. Ho avuto la meglio sulla regina, ma anche se con la custode del principino andata, sono stato sconfitto dal moccioso e giuro al Maestro Crono che avrò la mia vendetta. Tuttavia ho una buona notizia, sulla via di fuga mi sono imbattuto nella figliastra di Ippolita VII. Sono stato costretto a rapirla per non farmi scoprire dalle guardie. Mentre le tenevo la bocca chiusa dovevate vedere come scalciava la ragazzina. Ha una bella grinta e che polmoni! Mi è sembrata molto astuta; per poco non mi è scappata una volta che mi sono accampato. Potrebbe esserci utile, dopotutto, anche se Ippolita non era sua madre, suo padre era di Scizia, quindi è comunque un’amazzone. Siamo fortunati che ha solo 4 anni; crescendo con noi, non si ricorderà di quando l’ho rapita.” - Luke Castellan, il Ladro di Fulmini



 
14 anni dopo…




Capitolo 1
 
Percy’s POV:

Mi trovavo nell’assemblea popolare. Avevo il cuore in gola. Questa assemblea era tra le più importanti che ci siano. Mio padre Poseidone, doveva sancire un’alleanza importantissima che avrebbe messo fine alle guerre in Asia Minore. Il patto garantiva oltre che la pace, l’ obbligo di aiuto reciproco sia in abito finanziario che militare eccetto se impossibile dare questi aiuti, e per evitare che qualcuno provasse a fare il furbo, una volta al mese ogniuno degli alleati, manderà dei funzionari a controllare di persona le risorse economiche e militari dell’altro. Al tavolo sedevano: mio padre e mia madre, Poseidone e Sally, re e regina dell’Attica, Zeus ed Era, re e regina dell’ Argolide, Ade e Persefone, re e regina di Persia; Ares, re di Sparta quindi Laconia; Apollo, re di Creta; Afrodite, regina di Tessaglia; Efesto re dell’Etolia; Artemide, regina di Arcadia; Demetra, regina di Messenia; Dioniso, re di Macedonia; Hermes, re di Itaca; e Atena, regina delle Amazzoni di Scizia.

Tra tutti i monarchi, quella che mi incuteva uno strano senso di timore e sconforto, era Atena. Atena originariamente non era la regina delle Amazzoni. Prese il potere 14 anni fa quando morì sua sorella gemella Ippolita VII, la mia custode, più grande di lei di 5 minuti, quindi la maggiore, di conseguenza, erede al trono di Scizia. Non mi ricordo di Ippolita, ma mia madre mi raccontò che come simbolo di alleanza, Ippolita mi aveva giurato fedeltà lo stesso giorno che è morta, uccisa per salvarmi; ma questa è un’altra storia. Atena comunque mi metteva sconforto perché per alcuni anni, ha accusato noi ateniesi della morte della sorella. Era una donna alta, con una chioma di boccoli castano scuro, aveva i tratti somatici che le davano un’aria da donna vissuta, ma la cosa mi metteva più in soggezione, erano i suoi famosi occhi azzurri. Ci sono delle storie sul suo conto, che dicono che quando la regina si arrabbi o sia estremamente concentrata, i suoi occhi cambino colore, diventando grigi. Atena era anche nota per la sua straordinaria saggezza e formidabili capacità strategiche. Questo la rendeva una regina temuta. Tutti i popoli sanno che le Amazzoni sono già un popolo guerriero ed estremamente aggressivo verso i nemici. Già erano tenute sott’occhio quando al potere c’era Ippolita VII, ma guidate da una regina saggia e capace come Atena, erano decisamente temute. Parlo al femminile perché al contrario degli altri paesi con cui stavamo trattando, le Amazzoni, sono un popolo con un’organizzazione di tipo matriarcale. Erano gli uomini che rimanevano a casa a lavorare i terreni o ad amministrarli (chi più ricco) e le donne che si occupavano di politica, ed erano le donne che andavano in guerra. Gli unici uomini che combattevano erano quelli che avevano uno status sociale più elevato, come le uniche donne che restavano a casa erano le balie.

Era il turno di Atena a firmare il trattato di pace. Avevo decisamente il cuore in gola. Mia madre nel frattempo si era avvicinata a me ad osservare la scena. Sapevo che era tesa quanto me, forse di meno perché  mi accarezzò l’avambraccio per tranquillizzarmi. Atena nel frattempo leggeva il trattato. In quel momento riuscì a riscontrare la verità delle storie sugli occhi della regina. Erano diventati grigi. Atena poi poggiò il trattato sul tavolo, prese la penna, la intinse nell’inchiostro… e firmò il trattato.
Tirai un sospiro di sollievo quando dall’assemblea si levò un boato di gioia. Abbracciai mia madre e lei ricambiò il mio abbraccio.

“Popolo di Grecia, Persia e Scizia! Vi prego, di fare silenzio per un momento!” disse re Zeus. I presenti si placarono e il re iniziò a parlare: “Gente, è stato appena firmato da tutti i sovrani di Grecia, Persia e Scizia un documento di grandissima importanza” disse re Zeus alzando la pergamena, arrotolata “Tutti sapete dell’alleanza duratura tra me e re Efesto per volere di mia moglie Era, per questo, come simbolo della nostra nuova alleanza, dalle fucine di re Efesto, è stato forgiato uno scudo con i nostri simboli per rappresentare la nostra unione, forte come lo scudo di un veterano di guerra: lo Scudo Olimpico!”

“Vai figliolo, tocca a te” disse mia madre. Subito mi unii ai figli di re Efesto, Afrodite, Ares, Zeus e Ade. Charles Beckendorf aveva forgiato quello scudo e ammetto che era straordinario. Era fatto di dodici triangoli con punta arrotondata, in acciaio forgiato con un minerale che poi gli faceva prendere un colore d’oro. In questo modo era sottile, bello e forte. Aveva un meccanismo che lo faceva chiudere in un prisma triangolare grande quanto l’avambraccio; più largo verso il gomito e più stretto fino al polso dove era fissato al meccanismo circolare di apertura che copriva il dorso della mano. Una volta indossato, in un secondo scattava e si apriva, assumendo la sua forma circolare; per ritrarlo, bastava spingere una piccola levetta al lato del meccanismo.
Raggiunsi Silena Beauregard, figlia di Afrodite, Clarisse La Rue, figlia di Ares, Thalia Grace, figlia di Zeus e Nico Di Angelo, figlio di Ade, che portavano lo scudo su una barella di legno. Io camminavo vicino a Beckendorf e davanti ai quattro. Quando portammo lo scudo nella sala dell’assemblea. Si sentirono molti sussuri di gente che si chiedeva cosa stessimo portando.

“Sovrani e popoli dell’Asia Minore” iniziai, la mia voce che risuonava nel silenzio della sala “Come simbolo di quest’alleanza, portiamo qui, lo Scudo Olimpico. Questo scudo, come ha detto re Zeus, è stato forgiato nelle fucine di re Efesto, da suo figlio il principe Charles Beckendorf, qui al mio fianco” Beckendorf fece un piccolo inchino con la testa come per affermare quello che avevo appena detto “Questo è uno scudo unico che solo, può perfettamente rappresentare l’alleanza dei nostri popoli. A me lo scudo, principe Charles” dissi. Beckendorf, prese lo scudo e me lo porse. Io me lo misi sul braccio e dopo un tre piccoli clank lo scudo si aprì nella sua forma circolare, in tutto il suo splendore. I presenti rimasero tutti sorpresi e affascinati. Efesto sembrò compiaciuto dell’opera di suo figlio e mio padre soddisfatto di me, solo Atena sembrò non batter ciglio, ma dal suo sguardo capii che stava studiando lo scudo. “Come potete vedere, lo scudo ha incisi tutti i simboli dei nostri paesi per rappresentare l’alleanza dei nostri popoli. La Civetta delle Amazzoni, la Folgore dell’Argolide, il Tridente di Atene e così via, tutti i simboli dei nostri popoli” dissi e spostando la levetta, chiusi lo scudo e lo porsi a re Zeus.

“Grazie, principe Perseus” disse re Zeus “Ora l’unica cosa da fare, è decidere dove custodire lo scudo. Sarà la prima decisione dell’alleanza”

“Propongo di custodirlo a Creta, nel mio palazzo” suggerì re Apollo “Creta è un’isola ben protetta e non corre il rischio di incursioni.”

“Sono d’accordo con re Apollo” disse la Regina Artemide “Creta è un’ottimo posto dove custodire lo Scudo. E’ anche dove è stato nascosto il padre degli dei”

“Io mi permetto di dissentire” disse mio padre “Potremmo tranquillamente custodire lo scudo qui ad Atene, nel Partenone. La città è ben difesa e lo Scudo può essere custodito al sicuro e i miei soldati sono ben addestrati. Vi ricordo che durante le guerre contro i Persiani, gli opliti Ateniesi sono riusciti a sconfiggere il grande esercito di Serse a Maratona”

“Quelli sono tempi ormai andati, re Poseidone” disse Ade “E’ vero, Serse è stato sconfitto, ma vi ricordo che ora sono io il re di Persia e mi sono dimostrato nettamente più capace di Serse. Propongo quindi di custodire lo Scudo in Persia, nel mio palazzo”

“Io sono d’accordo con re Poseidone” disse re Ermes “Atene non è mai stata espugnata!”

“Se stiamo parlando del passato, allora, vorrei ben ricordare che la sconfitta di Serse, non è stata solo grazie agli ateniesi” disse re Ares “Se non mi ricordo male, è stato grazie al mio antenato re Leonida se l’esercito ateniese è riuscito a tornare prima dell’arrivo Persiano. E’ vero, Leonida è stato sconfitto, ma lui con 300 spartani è riuscito a tener testa abbastanza a lungo all’esercito di Serse”

“Con tutto il rispetto, nobili sovrani” iniziò la regina Afrodite “Penso che sia meglio se lo scudo sia custodito in Tessaglia nel mio palazzo. E’ ben protetto e poi io godo dell’alleanza con i Mirmidoni,sono ottimi guerrieri che appoggiano del tutto questa causa”

“No” disse ad un certo punto la regina Atena. Tutti si voltarono verso la donna che non aveva proferito parola fino adesso “Lo Scudo non sarà custodito né a Creta, né ad Atene, né in Tessaglia, né a Sparta e nemmeno in Persia”

“Ma regina Atena” disse re Dioniso “sono i luoghi più sicuri dell-”

“Silenzio, sto parlando” disse la regina alzando una mano e lanciando un’occhiata a Dioniso che mi fece gelare il sangue.

“Sarà custodito nell’unico luogo dove tutti noi ci dirigiamo per chiedere consiglio agli dei: il Tempio di Delfi. Lì tutti manderemo un piccolo contingente militare per difendere il tempio; così tutti lo proteggeremo”

“Sovrani” disse Zeus “Esclusa colei che ha dato l’idea, quanti sono a favore?” Tutti sovrani alzarono la mano.

“Bene!” disse la regina Artemide “Poiché sono stata scelta per avere un responso dall’oracolo per il futuro di quest’alleanza. Mi offro anche di portare questo scudo e di proteggerlo con alcuni dei miei soldati fino all’arrivo degli altri contingenti.” Ci fu un’altra votazione e che ebbe esito positivo.

La mattina dopo, mi preparai per andare a Delfi, mio padre mi aveva detto che sarei dovuto andare anch’io insieme al tenente di Artemide, Zoe Nightshade, e i figli degli altri re e un’ambasciatrice delle Amazzoni.
Mi misi una camicia bianca un po’ aderente, un giacchetto smanicato di pelle nero, dei pantaloni neri e gli stivali di cuoio nero. Non avevo l’armatura, ma avevo delle polsiere in cuoio nero lunghe quanto avambracci. Mi misi la cintura di cuoio con cui tenevo la mia spada, Vortice, e uscii dalle mie stanze. Camminai per i corridoi fino a scendere all’ingresso del palazzo e uscii. Salii sul mio cavallo, Blackjack e quando il tenente Nightshade ci diede l’okay, uscii con i principi e principesse e il piccolo contingente militare di Artemide.
Ci accampammo per un paio di notti lungo la strada, ma poi finalmente arrivammo a Delfi. Dopo esserci riposati, era ora di andare a chiedere un responso dell’oracolo.
 
Annabeth’s POV:
“Guardali, Annabeth” disse il mio maestro, Luke. “Ora capisci il motivo, per cui il Maestro Crono ci ha mandato a spiare? Credono che finalmente tutti i loro guai siano finiti, invece ci hanno solo offerto la miccia per dare inizio alla loro distruzione. Noi dobbiamo solo accenderla”

“Capisco cosa intendi” dissi osservando gli ambasciatori e i principi portare lo scudo nel Tempio di Delfi, dall’alto della torre dove c’eravamo appostati. “Ma non è solo la miccia della loro distruzione, è la miccia per placare la tua sete di vendetta”

“Sei un’ottima osservatrice, Annabeth. Ammetto che hai ragione, potrò finalmente riabilitarmi agli occhi del Maestro Crono, ma non ti ho portata qui solo per vedere la ragione per cui Crono ha cominciato a dubitare di me da 14 anni… sai cosa rappresenta quello scudo?”

“L’alleanza tra i 12 regni più forti dell’Asia Minore” risposi

“Ho quesito per te: cosa succederebbe se lo Scudo, diciamo, sparisse?”

“Artemide sarebbe accusata di tradimento, lei accuserà i figli dei re, Poseidone, Efesto, Zeus e tutti gli altri tranne Atena, cominceranno a scannarsi tra di loro, qualcuno poi accuserà Atena di essere stata complice di chi ha rubato lo scudo e a quel punto anche le Amazzoni cominceranno ad accusare gli altri. In parole povere: sparito lo scudo, la conseguenza è guerra certa” risposi.

“Ottimo lavoro, ragazza. Mi piace come pensi. Non sei contenta di lasciare tra breve la città?”

“Non ce ne andremo senza lo Scudo?” chiesi.

“I 12 regni sono da tempo sull’orlo di guerra e non hanno mai voluto mostrare rispetto verso l’idea di unità del Maestro. Tieni, ordini del Maestro Crono anche lui vuole la piccola parte di vendetta” disse Luke. Poi mise una mano nella borsa che aveva con sé e tirò fuori una pergamena, dandomela.

“Rosicchiamo ancora quell’osso…” commentai.

“Stai per caso dubitando dell’ingiustizia contro Crono?” disse Luke, autoritario “Ti ricordo, che quando la tua matrigna ti ha abbandonata come un cane, quando ti trovai e ti portai dal Maestro, lui fu così generoso da prenderti sotto la sua ala. Guardati! Sei la più giovane e già sei tra i ranghi più elevati del Clan!”

“Chiedo scusa, Maestro… non mi sono dimenticata di quello che tu e Crono avete fatto per me”  Aprii la pergamena e la lessi:

Dati Missione:
Obiettivo: Rubare lo Scudo Olimpico
 
Ostacolo Maggiore: Aggirare/ Lasciare in vita
Nome:Perseus (Percy) Jackson
Età:19 anni
Capelli:Neri
Occhi:Verdi
Famiglia:Sally Jackson; Re Poseidone
Status:Principe di Atene
Professione:Generale Esercito Ateniese
Abilità speciale: Controllo sull’acqua
 
Esecutore di Missione:
Nome:
Annabeth Chase
Età:18 anni
Capelli:Castano scuro
Occhi:Azzurro-grigio
Pseudonimo:L’Angelo della Morte
Famiglia:Il Clan
Status:Fuorilegge
Professione:Assassina
Abilità speciale: Intelligenza
 
“Facciamogli vedere cosa succede a chi si mette contro il Clan” chiesi guardando il mio maestro.

“Chiama a raccolta Ethan, Tammy, Kelly, le Furie e anche Gerione. Daremo anche a lui la possibilità di riabilitarsi e poi ci servono i suoi muscoli” ordinò Luke. Strinsi la mascella al ricordo dell’ultima missione.

“Gerione” dissi tra i denti “Per colpa di quell’idiota abbiamo quasi fallito la missione e per poco non fanno fuori anche Circe. Per colpa sua, ho perso tre dei nostri migliori assassini che erano sotto la mia responsabilità! Se non fosse stato per me, quei Jason, Piper, Castore e Leo sarebbero ancora in vita! Li ho uccisi appena in tempo!”

“Calmati, Annabeth. Mantieni le forze per la missione. Non ne hai mai fallita una, non vorrai che questa sia la prima” disse Luke rimettendo la pergamena nella borsa. Io tacqui. “Gerione è uno stupido ma almeno capisce quando gli dici di uccidere qualcuno. Ricorda, una volta a raccolta riferisci gli ordini e manda Furie a tener sott’occhio il Tempio. Tra le tre Alecto è la più veloce di a lei di venire a informarci” ordinò Luke.

“Sì, Maestro” feci per allontanarmi.

“E… Annabeth…” disse Luke, io mi fermai “Se t’imbatti nel Pricipe Perseus, portamelo… vivo… ho ancora un conto in sospeso con lui” detto ciò, mi allontanai scendendo la torre e correndo sui tetti per poi arrampicarmi fuori dalle mura della città. Una volta scalate le mura, scesi dalla parte opposta arrampicandomi per le pietre sporgenti e i pioli per tenere le lanterne che illuminavano le mura. Poi una volta in perpendicolare con il mio cavallo, scesi ad un’altezza tale da non fargli male, e mi lasciai cadere sul suo dorso e mi allontanai verso l’accampamento del Clan degli Assassini. Galoppai per circa un quarto d’ora nella foresta. Una volta arrivata scesi da cavallo e mi diedi da fare.

“Tammy, Kelly, Ethan! Chiamata a raccolta! Alecto, chiama le tue sorelle. Gerione! Alza il tuo grosso didietro da quella branda e smettila di abbuffarti come un maiale!” ordinai.

“Che c’è?” disse Kelly con quel suo fastidioso tono da primadonna. In quel momento ci raggiunsero le Furie.

“Ordini del Maestro Luke: prepararsi all’infiltrazione. Alecto, tu e le tue sorelle dovrete andare a Delfi a tenere sotto controllo la situazione, quando sentirai il richiamo, ritirati e fai rapporto una volta che ci hai raggiunti” dissi subito.

“E chi sei tu per darci ordini?” disse Tammy con aria presuntuosa.

“Come ho detto prima, sono ordini di Luke, Tammy. O il tuo cervello non capisce quando uno parla?” dissi con un sorrisetto malizioso. Tra tutti i membri che ci siamo portati appresso, mi erano capitati i più presuntuosi e invidiosi, sapevano benissimo che avrei potuto batterli con il mignolo (sono ambidestra, destro o sinistro non fa differenza)

“Se sono ordini del Ladro di Fulmini, perché non è Luke a darceli?” disse Ethan girandomi intorno.

“Perché L’Angelo Della Morte è l’unica di cui mi fido!” disse il mio maestro sbucando dal nulla. “Se lei vi dice che ho dato un’ordine, è così! E se non mi ricordo male, vi ha salvato le chiappe più di una volta dandovi ordini, quindi se vi dice di fare una cosa allora: FATELA!” li rimproverò Luke “Sono circondato da idioti, esclusa la mia allieva…” borbottò, ma lo sentimmo tutti. Io li guardai con sorrisetto, mentre gli altri mi guardarono male. “Annabeth, ci serve un piano” disse Luke. Avevo già un piano in mente e cominciai a spiegarlo.
 
Percy’s POV:
Portando lo scudo, entrai nel tempio con gli altri. Inchinata davanti all’altare stava una donna con un abito bianco e un velo bianco appogiato intorno alle spalle.

“Vi stavo aspettando, principi” disse la donna, voltanodsi. Vidi che avrà avuto più o meno la mia età. Aveva una testa di boccoli rosso-fiamma e gli occhi verde smeraldo. “So che siete qui per darmi da custodire lo Scudo Olimpico”

“Sì, ma ci serve anche un responso” dissi io “Siete voi Rachel, l’oracolo di Delfi?”

“Sì, Principe Perseus” disse Rachel.

“Allora, rispondete alla nostra domanda: quale sarà il futuro dei nostri popoli dopo questa alleanza?” chiesi. In quel momento gli occhi dell’oracolo diventarono completamente color verde acido e Rachel cominciò a parlare con tre voci in contemporanea.

Il viaggio inizia dalla foresta
al ritorno, degli Assassini vedrai l’ira funesta.
L’allievo di Pan va ricercato,
anche da un’amica sarai aiutato
e un alleato sarà trovato.
Riporta lo scudo all’alleanza;
ai sovrani dando speranza.
Quattro a partire, forse due a tornare,
chi ha perso la luce tornerà ad amare
e una verità avrà da affrontare”
Detto ciò l’oracolo cadde a terra esausto Nico e Beckendorf subito andarono in suo aiuto.

“Tutto bene?” chiese subito Nico

“Sì… Immagino di avervi dato un responso” disse Rachel tirandosi su e volgendosi verso di me.

“Sì… grazie” dissi e uscì dal Tempio non del tutto convinto di quello che avevo ascoltato. Non era esattamente il responso che stavo aspettando.

“Principe Perseus” mi chiamò la Principessa Silena, la figlia di Afrodite.

“Hm?” fu la mia risposta.

“Qualcosa non va? Sembrate turbato” disse Silena.

“No, tutto bene e ti ho detto mille volte di darmi del ‘tu’ e di chiamarmi Percy” risposi io.

“Scusa, Percy” disse Silena mettendosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio. “Stavi pensando alla profezia che abbiamo appena sentito?” mi chiese avvicinandosi a me. Io le sorrisi e le offrii la mano, lei la prese e camminammo mano nella mano in modo amichevole. Silena era molto bella, è vero, aveva i capelli lunghi biondi e lisci, gli occhi azzurri, ed era minuta, ma non era esattamente il mio tipo, e poi era innamorata persa di Beckendorf. Eravamo amici perché i nostri genitori da sempre sono stati alleati.

“Sì, ci stavo pensando. Non capisco, io le ho chiesto un responso sul futuro dell’alleanza, e l’oracolo mi ha risposto con una profezia” dissi.

“Forse perché il futuro dell’alleanza dipende proprio da questa profezia” suggerì Silena.

“Non credo. L’alleanza sancisce la fine di guerre e di conseguenza la fine di migliaia di morti. Perché allora diceva quattro a partire, forse due a tornare? Non riesco a capire”

“Questo perché stai costruendo la casa dal tetto e non dalle fondamenta”

“Eh?” chiesi confuso. Silena roteò gli occhi.

“Stai spiegando la profezia partendo dalla fine invece che dall’inizio, furbo!”

“Ah, sì… l’avevo capito!”

“Certo!” disse annuendo con un sorrisetto “Devo raggiungere Charlie” disse

“Hm… non puoi proprio vivere senza di lui, eh?”

“Sono innamorata” disse con un sorriso

“Sì, lo so. Dovrei farlo anchi’io, me l’hai detto un miliardo di volte”

“Ma tanto tu non sei uno che s’innamora” disse ripentendo la mia solita risposta.

“Ciao, Sil”

“Ciao, Perce” disse, io mi abbassai permettendole di darmi un bacio sulla guancia, poi mi lasciò la mano e si allontanò. Io rimasi lì un attimo pensieroso, poi mi incaminai per Delfi, nel tentativo di pensare. Uscii dalla città e mi misi a seguire il ruscello che da sotto le mura passava per il laghetto nella città e negli acquedotti. Non riuscivo proprio a spiegarmi il significato di quelle parole. Non mi accorsi di essere entrato nella foresta vicino la città quando alzai la testa. Il ruscello era alla mia destra, ma ormai era diventato un fiume. Stava calando la sera e sarei dovuto tornare in città. Già stavo per incamminarmi, quando sentii un rumore. Subito misi la mano sull’elsa della spada.

“AIUTOO!!” gridava una voce. Mi guardai intorno per vedere chi ci fosse e all’improvviso quando mi voltai, mi ritrovai subito a terra con qualcuno addosso a me.

“Ahio” borbottai. Chi mi stava addosso, subito si alzò e mi tirò su.

“Grazie agli dei ho trovato qualcuno!” disse il ragazzo davanti a me. Aveva una carnagione scura con un un pizzetto nero, occhi neri, capelli neri dove ci spuntavano due piccole corna- WHOA- WHOA! Frena!Corna?! Lo guardai meglio e vidi che aveva le zampe di una capra. Un satiro! “Ti prego, amico, aiutami! Mi stanno inseguendo sue tizi che mi voglio fare la pelle! Ti supplico! Aiutami! Sono un povero satiro maldestro che gli ha rovinato la cena, e adesso voglio mangiarmi! Aiuto, ti prego!” disse il satiro tutto d’un fiato.

“Polifemo! Lo vedi?” disse un vocione che si avvicinava.

“Sì! La in fondo, Anteo!” disse un altro. Poco dopo spuntarono fuori due omoni. Erano alti quanto me, forse più di me e io sono 1,95m, ma mentre io ero longilineo e con un fisico atletico, questi erano della stazza di un body builder tra muscoli e massa. “Ti abbiamo trovato finalmente!” disse quello con la voce di Polifemo.

“Finalmente potrai ripagare la cena che ci hai rovinato” disse Anteo.

“Prima dovrete affrontare me” dissi mettendomi davanti al satiro.

“Prendilo” disse Polifemo. Anteo corse verso di me a tutta velocità, ma io mi spostai agguantando il satiro e scostandolo con me, mentre Anteo cadde nel fiume e venne trascinato via dalla corrente. Allora Polifemo, mi corse incontro e io tirai fuori la spada puntandogliela alla gola. Lui subito si fermò alzando le mani. “Senti, amico, forse siamo partiti col piede sbagliato” disse il colosso, mentre io lo facevo girara verso il bordo del letto del fiume.

“Ah, ma davvero? Perché allora non te la prendi con uno della tua stazza?” dissi.

“Per favore, non uccidermi!” mi supplicò.

“No, ma t’insegnerò una lezione” dissi e spinsi la spada appena più avanti e Polifemo cadde nel fiume per raggiungere il suo amico. Misi la spada nel fodero e subito venni agguantato in un’abbraccio dal satiro, ma mi spinse giù nel fiume. Facendoci cadere entrambi.

“AIUTOOOO!!!” strillò il satiro cascando in acqua. Per fortuna ho un’abilità speciale che mi permette di controllare l’acqua. Subitò lo raggiunsi mentre cercava disperatamente di attaccarsi a una roccia. Gli passai vicino e mi aggrappai alla roccia.

“Arrampicati sulla mia schiena” ordinai.

“Cosa?! Ma ci trascinerà la corrente!”

“Fidati, so quello che faccio” dissi. Il satiro staccò un braccio dalla roccia e me lo mise intorno al collo, poi fece lo stesso con l’altro. Poi sentii entrambe le zampe di capra aggrapparsi a me. Quando ebbi il satiro a cavalcioni sulla schiena, mi lasciai andare e poi quando sentii come una stretta allo stomaco, l’acqua del fiume ci sputò fuori e atterrammo almeno a 4m di distanza dal fiume.

“Puoi anche scendere adesso” dissi, notando che il satiro non si decideva a scendere per lo stupore. Subito si staccò dalla mia schiena e mi guardò sorpreso.

“Principe Perseus!” esclamò riconoscendomi “Che ci fate, qui?! Non dovreste essere ad Atene?” disse sorpeso.

“Calma! Prima di tutto, come ti chiami?” chiesi.

“Grover, signore” disse il satiro

“Bene, Grover, dammi del ‘tu’ e chiamami Percy. Tu cosa fai nella foresta?” chiesi.

“Io ci vivo.Sono un satiro, dopotutto”

“Ah, bhe… io devo tornare in città prima che faccia buio. Ci vediamo, Grover” dissi.

“A quest’ora non tornerai a Delfi in tempo.  Sarà buio pesto prima che tu arrivi” sbuffai, aveva ragione.

“Hai un debito con me” dissi mandandogli un’occhiata di supplica.

“Da questa parte” disse e mi fece strada nella foresta.
 
Annabeth’s POV:
Era ormai l’alba, il Clan si stava già muovendo. Ethan, Kelly e Tammy ed io scavalcammo il muro ovest, Gerione, le Furie e Luke il muro est. Io guidavo il primo gruppo verso il Tempio, facendo fuori, qualche arciere appostato sui tetti sul nostro cammino.Corremmo sui tetti fino ad arrivare a pochi metri dal Tempio, ma riuscivamo a vedere Luke dall’altra parte, con Gerione e le Furie.

“Al mio segnale, scatenate l’Inferno” dissi (NA: Ricorda niente?) e mi allontanai dalla parte Sud, esattamente in linea retta con l’entrata del tempio. Guardai attentamente le guardie e quando si trovarono le due pattuglie a entrambi i lati del tempio mentre facevano il giro di pattuglia. Mi portai le mani alla bocca e feci il nostro richiamo soffiando tre volte, ordinando l’attacco. Luke e gli altri subito scesero dalle loro postazioni e dopo aver lanciato qualche pugnale dalla distanza, combatterono contro i soldati. Un’orchestrazione perfetta! Avevo l’entrata libera. Subito scesi in strada ed entrai nel tempio. Mi avvicinai all’altare e vidi che lo scudo si trovava lì. Sorrisi a me stessa… troppo facile. Mi avvicinai all’altare e allungai una mano per prendere lo scudo, quando sentii una gran botta in testa e caddi in terra dolorate. Non fu abbastanza forte, però, da farmi svenire. Vidi il Tenente Nightshade, scappare fuori dal Tempio con lo scudo. Scossi la testa per riprendermi dalla botta e corsi fuori anch’io. Vidi Zoe scappare via e subito mi lancia all’inseguimento. Mi arrampicai sul primo edificio facile da scalare per non perdere tempo e mi misi ad inseguirla dai tetti, saltando da una casa all’altra, dondolandomi da una trave a quella successiva. Per poi atterrare su un tetto e continuare a correre. Zoe corse fin fuori dalle mura cittadine, ma fece l’errore di attraversare il cancello principale, dove mi fu facile superare i soldati perché gli edifici diventavano più alti, di conseguenza raggiunsi prima le mura e una volta scavalcate, scesi tramite la catena del ponte levatoio e mi buttai nuovamente all’inseguimento di Nightshade, finchè non arrivammo ad un vicolo cieco: la cascata da dove si formava il fiume e poi ruscello che arrivava a Delfi. La città era in pendio, e dal cancello principale si usciva dalla parte alta della città. Non mi ero accorta di aver corso per tutta Delfi finchè non mi ero trovata lì.
Zoe si trovava davanti a me, la cascata alle sue spalle.

“Fine della corsa, Nightshade” dissi sguainando il mio pugnale “O combatti e muori, o mi dai lo scudo e vivi” dissi. Zoe indossò lo scudo che si aprì nella sua forma circolare, come aveva fatto Perseus, e sguainò la lancia che aveva attaccata dietro la schiena. Io mi misi in guardia rimanendo immobile sul posto. Zoe mi attaccò subito, io parai e contrattaccai colpendo lo scudo. Zoe mi girò intorno, ma io rimasi immobile, quando lei mi fu dietro, mi attaccò. Mi voltai subito, schivai il colpo, presi la lancia tirandola verso di me e le tirai un pugno su naso e spingendola via. Zoe si allontanò tenendosi stretto lo scudo. Caricò nuovamente verso di me e mi scagliò un colpo con la lancia, io lo schivai abbassandomi all’indietro e, tirandomi su, afferrata la lancia, riuscii a portargliela via. Zoe era rimasta solo con lo scudo e la spada nel fodero. Mi diressi verso di lei e tentai di colpirla con la lancia, ma Zoe parò il colpo usando lo scudo, ne scagliai un secondo, ma parò anche quello, spostando la lancia a terra e prima che potessi ritrarla con un colpo di stinco la ruppe, grazie all’armatura, in fretta portai la mano alla spada sguainandola e spostandomi appena in tempo, che sentì l’aria spostarsi di taglio, sotto la mia gola. Zoe fece partire prima un colpo, un secondo e un terzo, io parai, deviai, e mi voltai mentre paravo l’ultimo colpo tenendo le spade incrociate. Zoe affondò la spada, io la scansai e lei partì con un altro colpo puntato alla testa. Con la velocità di un gatto, le andai incontro, parai il suo colpo bloccando con il pugnale l’elsa della spada e portando la mia spada tra me e Zoe, mi bastò aprire le braccia che le infersi un profondo taglio sul fianco. La mia avversaria cadde a terra dolorante perdendo la spada, ma tenne stretto lo scudo. Portò la mano libera sulla ferita nel tentativo vano di fermare il sangue. Io la guardavo inespressiva mentre avanzavo verso di lei. ‘Nessuna paura. Nessuna pietà’ questo mi aveva insegnato Luke oltre che combattere. Il Tenente di Artemide guardò dietro di sé, ma vide solo la cascata e fece una cosa che mi sorprese. Nonostante la ferita, si alzò e chiuso lo scudo si buttò nella cascata.

“Maledizone!” esclamai arrabbiata. Non persi tempo e corsi indietro verso la città per richiamare gli altri. Di corsa, nuovamente, mi riattraversai metà città quando vidi gli altri del Clan, tra cui il Maestro Luke, correre in ritirata.

Ladro di Fulmini!” chiamai. Luke mi notò e mi corse incontro con gli altri.

“Dov’è lo Scudo?” chiese una volta che mi raggiunse. Mi morsi il labbro.

“L’ho perso alla cascata” confessai.

“COSA?!” esclamò infuriato. In quel momento delle frecce si conficcarono nel terreno ai nostri piedi e cominciammo a correre. “Voglio quello Scudo, Angelo!”

“Te lo riporterò, so dov’è”

“Sarà meglio!” tuonò “A meno che non voglia diventare tu il prossimo obiettivo!” disse minaccioso “Andiamo al passo delle Termopili!” ordinò agli altri
“Raggiungici là, e sarà meglio che tu non mi deluda” mi ordinò minaccioso e si avanzò in via di fuga.

“Tranquilla, Angelo, tutti prima o poi fanno errori. Anche il favorito del maestro” disse Kelly.

“Possiamo fidarci di te, Angelo della Morte?” disse Ethan dandomi una spallata e raggiungendo gli altri. Mi trattenni dall’infilzarlo lì con la spada e andai verso la parte piana della città, dove ero certa avrei trovato lo Scudo Olimpico: il ruscello ai piedi della cascata.
 
Percy’s POV:
Passai la notte da Grover. Il satiro viveva nella foresta in una casetta fatta sotto il tronco di un albero. Certo, l’entrata era poco pratica perché piccola, ma era una casa sotterranea e quando entrai la casa era come una qualunque altra dimora, solo… sotto terra. Essendo un satiro, Grover non voleva tagliare alberi per costruirsi una casa, quindi lui, gli altri satiri e le ninfe abitano in case, come questa. In più, per me quella sera fu ‘cena vegetariana’, Grover non mangia carne perché proveniente dagli animali. Ma almeno aveva delle deliziose enchiladas.
Quella mattina, Grover mi riaccompagnò verso Delfi, per la parte bassa della città. Conosceva la foresta come il suo palmo e mi guidò per una scorciatoia.

“Allora, principe-” cominciò Grover. Io gli mandai un’occhiataccia. “-volevo dire- Percy” si corresse “non mi hai ancora detto perché stavi nella foresta da solo”

“Ti ho detto perché sono venuto a Delfi, no?” Grover annuì “Dovevo chiedere all’oracolo un responso per il futuro dell’alleanza e ho ricevuto invece una profezia. Sono andato in giro a pensare e mi sono ritrovato nella foresta quando ho alzato la testa dal terreno. Sapevo come ritornare, tanto. Mi bastava seguire il fiume” risposi.

“Se avessi seguito il fiume a quest’ora saresti ancora a metà strada. Ma che diceva la profezia?”

“Il viaggio inizia dalla foresta
al ritorno, degli Assassini vedrai l’ira funesta.
L’allievo di Pan va ricercato,
anche da un’amica sarai aiutato
e un alleato verrà trovato.
Riporta lo scudo all’alleanza;
ai sovrani dando speranza.
Quattro a partire, forse due a tornare,
chi ha perso la luce tornerà ad amare
e una verità avrà da affrontare”
recitai a memoria.

“Considerando gli eventi, direi che la prima, la terza e la quinta riga si sono avverate” disse Grover. Io lo guardai con sguardo inquisitore. “Bhè, tu ti sei adentrato nella foresta per caso e lì, ci siamo incontrati. Io sono un satiro,e tutti i satiri sono allievi di Pan” spiegò Grover sorridente.

“E la quinta riga?” chiesi.

“Hai trovato l’alleato! Vuol dire che siamo destinati ad un’avventura insieme!” disse Grover euforico.

“No. Proprio no” dissi. Non è possibile! Io e un satiro?!

“Invece sì, pensaci bene, Perce. Ci siamo incontrati nella foresta, io sono un satiro e sono tuo amico, quindi alleato. Avanti, era da tempo che aspettavo qualcosa del genere! Saremo una grande squadra io e te! Grover e Percy, Percy e Grover, Il Principe e il Satiro: due guerrieri forti e invincibili!” disse Grover sfoderando la spada corta che portava con sé.

“Sei sei ‘un invicibile guerriero’ perché stavi scappando come un coniglio invece di combattere quei colossi?” dissi con un sorrisetto. Grover cambiò improvvisamente espressione.

“Quella è un’altra storia!” disse rimettendo la spada nel fodero.  Io mi misi a ridere.

“Ma chi sarebbero gli Assassini?” chiesi improvvisamente incuriosito dalla seconda riga della profezia.

“Sono un Clan di fuorilegge. Ci puoi trovare chiunque: ladri, assassini, truffatori, spie, ex-soldati, mercenari… ma anche se sembrano tanti in realtà sono pochi” spiegò Grover.

“Perché?”

“Tutti coloro che appartengono al Clan, hanno un’abilità speciale che li rende temibili e non sono molti”

“Come me! Io controllo l’acqua” esclamai.

“Esatto. Inoltre, sono tutti abili atleti e guerrieri grazie ad un addestramento spietato. Delle storie dicono che alcuni di loro, riescano a non sentire il dolore quando vengono colpiti, per l’allenamento che ricevono. Tutti i membri del Clan hanno degli pseudonimi che riflettono il motivo per cui sono famosi. Nessuno conosce i loro nomi. Il loro capo è conosciuto come Il Titano, perché non si sa però. Il suo comandante più abile è il Ladro di Fulmini, perché si dice sia così veloce e abile ad infiltrarsi che potrebbe rubare anche la folgore del padre degli dei. Poi c’è il- anzi- la più temuta di tutti; è conosciuta con il nome di Angelo della Morte

“L’ho sentita nominare. Perché si chiama così?”

“Dicono che sia molto bella, ma allo stesso tempo la più spietata di tutti. Se hai l’Angelo della Morte che ti sta dando la caccia, le probabilità che tu viva sono pari a 0” disse Grover.

“Tu come sai, tutte queste cose?” chiesi incuriosito.

“Avevo degli amici che si sono infiltrati tra i membri del Clan… Jason, Piper, Leo e Castore. Erano figli di-”

“Zeus, Afrodite, Efesto e Dioniso” dissi quando m’illuminai.

“Sì… dovevano infiltrarsi per scoprire i segreti del Clan e riferirli per annientarlo una volta per tutte, ma l’Angelo li scoprì prima che potessero farlo… li ha uccisi tutti e quattro in uno scontro 4 contro 1”disse Grover con aria triste. Accidenti! Deve essere proprio abile e spietata quest’ ‘Angelo della Morte’.

“Mi dispiace, amico” dissi dandogli una pacca sulla spalla. Grover mi fece un triste sorriso e guardò davanti a sé.

“Ops” disse vedendo la cascata davanti a noi “Mi sono dimenticato di girare a destra” disse con un sorrisetto idiota. Gli mandai un’occhiataccia.

“Principe” sentì qualcuno chiamare con un filo di voce. Mi voltai verso il ruscello e la vidi.

“Zoe!” esclamai avvicinandomi a lei di corsa. Grover mi stava dietro. Il Tenente di Artemide stava attaccata ad una roccia per non farsi trascinare via dalla corrente. Si era tirata su abbastanza che riuscivo a vedere una profonda ferita sul fianco. “Vengo a prenderti”dissi facendo per entrare in acqua.

“No!” disse con un po’ più di voce. Alzò un braccio e vidi che aveva lo Scudo Olimpico. Lo teneva solo per una maniglia. “Il Clan ci ha attaccati. I principi e principesse sono fuggiti per riferire l’accaduto a Sparta. Lì dovranno trovare il modo di ritrovare lo scudo” disse a stento “Portaglielo” disse e prima che potessi entrare in acqua per aiutarla, mi lanciò lo Scudo con tutte le sue forze. Riuscii ad afferrarlo e lo osservai per vedere se fosse stato danneggiato. Grover lo osservò con me, ma quando rialzai lo sguardo, Zoe Nightshade era scomparsa, lasciandosi andare dalla corrente.

“Ecco il significato della profezia” dissi, capendo finalmente; le prime cinque strofe, esclusa la quarta riga si erano avverate.

“Percy, forse se ci sbrighiamo, possiamo ancora trovare alcuni dei principi e portargli lo scudo” suggerì Grover.

“Hai ragione, andiamo”dissi io. Subito ci mettemmo a correre verso la cima della cascata. Era una bella salita immersa nel verde, ma dovevamo sbrigarci. A quanto pare, però, non sono così atletico come pensavo perché quasi a metà salita, costrinsi Grover a fermarci.

“Tu va’, io ti raggiungo” dissi prendendo fiato. Grover annuì e tornò a correre verso la salita con lo scudo.
 
Grover’s POV:
Corsi più veloce che potevo. Mi stavo facendo tutta la salita di corsa.

“Grover!” mi chiamò poi una voce. Mi fermai e mi voltai. La mia ragazza, Juniper mi corse incontro “Dove stai andando con lo Scudo Olimpico?! L’hai rubato tu?” disse incredula.
“No, Juni, lo sto riportando a Delfi, prima che i principi se ne vadano!” dissi e corsi via. Continuai correre fino a che non mi si parò in mezzo alla strada una figura femminile incappucciata con un mantello nero. Io mi fermai di botto, prima di scontrarmi, poi lei sguainò un pugnale.

“AAAHH!!!” gridai e mi misi a correre dalla parte opposta. La ragazza incappucciata mi corse dietro. Accidenti se era rapida, ma io avevo una marcia in più.

“Grover!” sentì la voce della mia ragazza chiamarmi.

“AIUTOOO!!!” gridai correndo a tutta velocità, saltando tronchi d’albero e scivolando sotto tronchi non saltabili.

“GROVER!!” Juniper mi chiamò. La ragazza misteriosa, sempre dietro di me.

“AAAHHH!!” strillai e mi buttai di testa, sotto un tronco, ma non riuscii a passarci sotto perché tenevo lo scudo sotto la pancia e rimasi incastrato.

“Grover! Cosa succede?!” disse Juniper una volta che mi trovò.

“JUNIPER, VUOLE UCCIDERMI!!!!” strillai.

“Chi?” disse e scavalcò il tronco “OH, DEI!” immagino abbia visto la ragazza corrermi incontro. Juniper mi prese le caviglie e cominciò a tirare.
“Accidenti! Perché non impari a usare la spa-AHHHHHH!!!!!” Vidi la mia vita passarmi davanti agli occhi, poi Percy sbucò dal nulla, scavalcò il troco con un balzo felino, sguainando la spada e l’unica cosa che so è che sentivo le spade scontrarsi. “Stai tranquillo, Grover. Ci sono qua io, andrà tutto bene” disse Juniper accarezzandomi il viso una volta riscavalcato il tronco. Io non dissi niente, tanto ero terrorizzato. “Vai, Principe! Para! Affonda! Fantastico! Fantastico! Bravo il tuo amico” disse Juniper sorridente. Poi sentì un tonfo.
 
Annabeth’s POV:
Il principe ci aveva disarmato entrambi, ma non ebbi il tempo di sguainare la spada che mi attaccò con un pugno. Io lo pararai e contrattaccai, lui fece lo stesso e mi agguantò in una presa. Io lo agguantai per il giacchetto tirandomi il principe addosso e spingendolo con le gambe e facendolo volare sopra di me. Subito mi rialzai con un balzo, mentre lui rotolò e si rialzò. Mi era caduto il cappuccio, quindi ormai mi avevano vista in volto e dovetti escogitare un piano.

“Quello scudo è mio” dissi abbassando la guardia.

“No, lo Scudo è nostro!” disse il satiro una volta che la ragazza presente, lo tirò fuori dal tronco.

“E’ dell’alleanza, non nostro” disse il principe.

“Capisco, visto che non potete permettervene uno vostro, rubate” provocai mentre raccolsi il mio pugnale.

“Mi spiace arraffarti il bottino, brigantella, ma dobbiamo andare” disse il satiro tenendo stretto lo scudo.

“Lo Scudo, se non vi dispiace, lo devo riportare ai sovrani dei 12 regni” dissi.

“Oh, sì! Mi piace questa scusa, Begli-Occhioni” disse il satiro avvicinandosi al principe. Io avanzai minacciosa.

“Mi dai della bugiarda?” dissi guardandolo male.

“Non l’ho detto!”

“No, però l’hai pensato”

“Non mi piace, questa tipa. Legge nel pensiero!” sussurrò il satiro.

“Mi chiamo Annabeth Chase, amici, e sono un’eremita” dissi volgendomi verso il principe.

“Io sono Percy Jackson, principe di Atene, lui è Grover e lei è…” il principe s’interruppe guardando la ragazza.

“Juniper, sono una ninfa” disse incrociando le braccia.

“Sì, e non siamo amici tuoi”

“Se cercate le truppe che sono arrivate ieri a Delfi, perdete tempo; sono andati via” dissi a Percy.

“Grazie dell’informazione e ora sparisci” disse minaccioso

“So dove si sono diretti. Potete lasciarmi lo scudo e io lo riporterò ai sovrani” suggerii

“Mettiamo le cose in chiaro, eremita Annabeth Chase, non so chi sei, non mi fido di te perché ci hai attaccati e non ti lascerò lo scudo. Ora levati dai piedi” disse e mi passò avanti con i suoi due compagni. Non dissi nulla ma li seguii in silenzio. Ammetto che visto da vicino il principe non era male. Alto, atletico e longilineo, i capelli neri ebano e dei bellissimi occhi verde marino; un figo pazzesco e un’abile spadaccino. Vabbè, lasciamo perdere! Non devo farmi distrarre da quegli stupidi pensieri!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Inizio viaggio, salto nel passato e visita notturna ***


Ciao, ancora gente! Ecco il secondo capitolo. Scusate se trovere una parte un po' pallosa, ma non volendo perdere tempo a cercare il libro di storia (nella mia pigrizia) non ho controllato dove si trovavano Delfi e le Termopili e convinta ho fatto l'errore di scrivere che andavano a Sparta, perchè certa che le Termopili fossero a Nord di Sparta. Poi, dopo pubblicato, ho controllato e notato l'errore quindi ci sarà un cambio di programma, chiedo scusa per l'incoveniente. Ah, e se alcuni riferimenti vi sembrano strani per l'epoca ricordo che 'tempo e spazio si confondono'
Buona lettura!




Percy’s POV:

Non mi fidavo di quella ragazza. Aveva attaccato il mio amico senza motivo, come mi aveva spiegato Juniper, mentre correvamo verso l’entrata della città. Però, ammetto che nonostante fosse molto bella, alta e longilinea, con quei lunghi capelli lisci castano scuro e degli splendidi occhi azzurro-grigi, aveva qualcosa di strano, oltre che per qualche buffo motivo mi ricordava Atena. Lì per lì mi sarei fidato, dato che aveva detto di voler riportare lo Scudo a Sparta, ma il suo abbigliamento mi fece suonare i miei allarmi mentali. Aveva una maglia blu scuro aderente, con delle polsiere di pelle nere che come le mie arrivavano fino al gomito, solo che le sue avevano delle specie di scaglie di metallo scuro attaccate. Era un’armatura. I pantaloni aderenti sempre blu scuri e gli stivali neri con i para-stinchi di metallo scuro, fissato sopra. Intorno alla vita, aveva una cintura di cuoio, dove c’erano attaccati un pugnale e una spada e una piccolissima sacca ‘porta oggetti piccoli’ e portava un mantello nero con un cappuccio. Più che l’abbigliamento di un’eremita sembrava quello di un guerriero oppure di un fuorilegge. Arrivammo di corsa fino all’entrata principale di Delfi, ma poi quando ci fermammo, vidi che le truppe non c’erano. Eravamo arrivati troppo tardi.

“Ve lo avevo detto che se ne sono andati” disse una voce femminile proveniente da dietro di noi.

“Guarda un po’ chi si rivede!” dissi voltandomi verso Annabeth “Non hai nessun altro da andare a importunare?” dissi incrociando le braccia.

“So solo dove sono andati e so seguire una traccia” disse la ragazza.

“Sono andati a Sparta. E’ lì che si dirigono in caso di emergenze di guerra” dissi guardandola male. Lei mi guardò con uno strano sguardo, tra la sfida e la rabbia. Quegli occhi mi sembrarono stranamente familiari. Un’attimo prima erano azzurri e un attimo dopo, erano grigi, ora di nuovo azzurri. Mi chiedo se… no! E’ un’idea davvero stupida!

“Non sono andati a Sparta” disse una voce familiare. Ci voltammo e vedemmo Rachel affacciarsi dal Tempio.


Annabeth’s POV:

“Oracolo! Pensavo fosse morta nell’incursione!” disse Percy sorpreso.

“No, sono viva e sto bene. Ma a Sparta non troverete nessuno” rispose l’oracolo.

“Ma prima di morire Zoe ha detto che…” disse Grover.

“…erano a Sparta" finì l'oracolo "Il principe Backendorf ha suggerito di andare Lamia, perché più vicino e quindi più facile proteggere la città in caso di altri attacchi, ha mandato un messaggero ad Atene tramite un rito di trasporto che ho eseguito io stessa” disse Rachel

“Esattamente” dissi io notando le tracce.

“E tu che ne sai? Non avevi detto che volevi portarlo a Sparta?” disse la ninfa Juniper. Puntai ad una serie di tracce di zoccoli di cavalli e carri.

“Vanno verso Nord” dissi “dalle impronte dei cavalli posso dire che andavano di corsa, a quest’ora saranno sicuramente abbastanza avanti a noi e per la cronaca, ho detto che volevo restituirlo ai sovrani non ho detto ‘a Sparta’”

“Non c’è nessun ‘noi’!” disse il principe lanciandomi un’occhiataccia.

“Percy, non litigare, stiamo perdendo tempo!” disse Juniper “Se gli altri sovrani arrivano prima è molto probabile che scoppierà una guerra prima del nostro arrivo”

“Ho ancora le forze per trasportare una sola persona” disse Rachel.

“Perfetto!” esclamò Percy “Rachel mi trasporterà ad Atene con lo scudo e abbiamo risolto!”

“Non così in fretta!” disse l’oracolo “Il rito è esclusivamente per messaggi urgenti o fuga dal tempio, non come trasporto di soldati. Non funziona se la persona porta oggetti di guerra”

“Fantastico” disse sarcastico. Poi sembrò illuminarsi. “Juniper. Vai a Lamia e riferisci ai principi che stiamo portando lo Scudo. Cerca d mantenere la situazione sotto controllo” disse.

“Subito!” disse la ninfa ed entrò nel Tempio con Rachel per fare il rito.

“Insisto nuovamente. Datemi lo Scudo e io lo porterò a Lamia. Sono brava a seguire le tracce e troverò i principi, prima di voi. Potrei togliervi un grosso disturbo” dissi cercando di convincerli. Percy mi studiò per un momento, poi, quando mi sembrò volesse darmi lo scudo lo diede al satiro che mi si era avvicinato

“Muoviamoci. Riportiamo lo scudo” disse Percy. Grover mi guardò con un sorrisetto.

“Oooh, l’Eremitona Bell’Occhiona se ne resta indietro!” sfottè facendomi pat-pat sulla testa “Povera Eremitona Bell’Occhiona!”

“Grover” richiamò il principe “L’Eremitona Bell’Occhiona ci fa da guida” disse. Fu il mio turno a sorridere, soddisfatta. Grover fece un sorriso idiota, ritrasse la mano e raggiunse il principe.

“Percy! Sei sicuro di volerla appresso?! Non mi fido di lei, mi mette in soggezione!” disse il satiro non abbastanza a bassa voce

“Sì, la voglio con noi. Aspettate, vado a prendere due cavalli, o tre?” chiese il principe non preoccupandosi minimamente del tono di voce

“Due, io riesco ad andare a piedi... sono metà capra!” disse il satiro e il principe lo lasciò per andare a prendere i due cavalli. Luke sarà ancora più soddisfatto quando gli porterò anche il principe. Mi avvicinai a Grover girandogli intorno.

“Non ci sarà sempre Re Artù a proteggerti…” dissi “… e quando verrà il giorno, ti consiglio di guardarti le spalle, perché mi piace la carne di capra” gli sussurai nell’orecchio minacciosa.

“Ehi, Sacagawea! Prendi il cavallo e vieni vicino a me, dove ti posso controllare” disse Percy, tenendo per le redini un cavallo bianco, mentre lui stava già sul suo stallone nero. Prima di salire però sentì Grover dire una parola: “Aiuto”

Appena salii a cavallo partimmo subito al galoppo verso Nord. Il mio piano era perfetto. Tutto quello che dovevo fare era guidarli fino a Lamia passando per le Termopili, chi starà di guardia ci vedrà e a quel punto avremo sia Scudo Olimpico che Principe Perseus in un colpo solo.
Cavalcammo a lungo, Grover tenne il passo… perché era un galoppino, se fossimo andati più in fretta non sarebbe riuscito a starci dietro. I cavalli sono più veloci delle capre! Ci eravamo quasi adentrati nella foresta, ed era cominciata la tortura.

“Siamo arrivati?” chiese Grover correndoci dietro

“No” rispose Percy e continuammo a galoppare.



Eravamo nel cuore della foresta.

“Siamo arrivati?” chiese Grover

“No” risposi



 Eravamo appena usciti dalla foresta e ci stavamo dirigendo al lago.

“Siamo arrivati?”

“No, Grover” rispose Percy




“Siamo- arri-vati?!”

“No” risposi con una calma allucinata.

Il sole era ormai alto.



“Siamo arrivati?”

“Sì” risposi

“Davvero?”

“NOOO!!!” gridammo io e il principe

Il sole segnava le 15:00 del pomeriggio.



“P-”

“AAHH!!! GROVER!!!” esplose Percy

“Ho ucci- scortato persone che rompevano meno!” protestai anch’io, fermando il cavallo.

“Possiamo fermarci e fare uno spuntino?” chiese il satiro visibilmente stanco.

“No” dissi autoritaria.

“Ma io ho fame e sono stanco!” protestò Grover.

“Grover, non possiamo fermarci” disse Percy.

“Ma sono distrutto, e ho fame! Fermiamoci, riprenderemo domattina”

“Il lago non è molto distante, possiamo accamparci lì e passarci la notte” dissi io voltandomi verso Percy in attesa di una risposta.

“Fa strada” disse e ci rimettemmo in marcia. Poco dopo raggiungemmo il lago. Il lago non era grandissimo, ma era completamente immerso nel bosco. L’unica parte dove non c’erano alberi era lo specchio d’acqua stesso. Subito trovai un buon posto dove accamparsi. Grover andò poi, in giro per il boschetto per trovarsi qualcosa da mangiare. Io e Percy intanto legammo i cavalli ad un tronco caduto.

“Allora, Annabeth…” disse Percy accarezzando il suo stallone nero “… di dove sei?” chiese.

“Alt! Frena, bello! Non do’ informazioni personali” dissi subito

“Calma! Scusa” disse lui, poi venne da me mentre io accarezzavo un po’ il mio di cavallo.

“Puoi rispondermi solo a una domanda?” disse Percy.

“Solo una” tagliai corto.

“Se sei un’eremita... dove hai imparato a combattere? E perché il tuo abbigliamento fa pensare ad un fuorilegge? E in più se fossi un’eremita, come sostieni, non potresti permetterti un’armatura leggera, un pugnale e una spada come quelle” disse lanciandomi uno sguardo sospettoso.

Un brivido mi percorse la schiena, ma subito risposi con la prima cosa che mi venne in mente.

“Quando una ragazza vive da sola, deve imparare a difendersi, no? E in quanto all’abbigliamento…” dissi guardandolo male “… me lo sono guadagnato; come il pugnale e la spada” dissi e quella era la verità.

“Come te le sei guadagnate?” chiese lui.

“Con dei lavori”

“Che genere di lavori?”

“Difficili. Ma con la pratica diventa tutto più facile”

“Che lavori hai fatto?”

“Oh, ma un anfiteatro d’affari tuoi no, eh?” dissi seccata

“Se non ti dispiace, vorrei sapere qualcosa di più sulla mia guida, prima che mi porti una caverna buia e misteriosa e mi faccia fuori” disse lui avvicinandosi a me, squadrandomi dall’alto in basso. Non mi piaceva. Io sono tra le più alte nel Clan e improvvisamente… con lui così alto che mi squadrava, con il mio 1,75m mi sentivo proprio… piccola e ora…aspetta… per le gambe di capra, Grover è più basso di me! Yu-huu! Non sono la più bassa… mi sento comunque piccola affianco a Percy- va bene! Basta! Sto divagando!
Avevo capito… dovevo guadagnarmi la sua fiducia… avrei dovuto raccontargli qualcosa su di me. Non volevo proprio…

“Ti darò un’informazione sola: questi…” dissi indicando il mio abbigliamento e le armi “… li ho guadagnati combattendo nelle arene clandestine” Percy mi guardò meravigliato.

“E come hai imparato a combattere?” chiese

“Con la pratica” risposi. In parte era la verità ma non avevo detto tutto…



11 anni prima…

“Forza, Annabeth! Reagisci!” disse il Maestro Luke, autoritario e mi tirò un pugno. Io portai un braccio in avanti parandolo, lui allora tentò di colpirmi alle costole. Io deviai il colpo e contrattaccai, ma Luke mi prese il braccio girandomelo dietro la schiena e venendo dietro di me, poi con la gamba mi piegò il ginocchio facendomi cadere a terra e mi mise l’altro braccio intorno al collo. “Liberati!” ordinò. Tentai di togliermi il braccio dal collo, senza riuscirci. Luke strinse la presa e mi tirò il braccio dietro la schiena ancora più su; ancora un po’ e avrebbe dislocato il braccio, faceva male ma dopo 3 anni di allenamento il dolore lo sentivo sempre meno, ma ancora faceva male.

“Non ci riesco!”dissi quasi soffocante.

“Puoi respirare? Puoi ancora combattere!” disse lui e mi lasciò andare “Ancora!”
Continuammo a combattere per ore. Poi dovetti passare allo scontro con le spade. Lì… Luke mi distrusse. Dopo passammo all’allenamento per tollerare meglio il dolore.  Odiavo quell’addestramento. Era una cosa… terribile. Alla fine ero piena di tagli, lividi e i muscoli a pezzi e il giorno dopo sarebbe stato tutto uguale.
 
10 anni prima…
Mi stavo allenando con Malcolm, un ragazzo che avrà avuto 4 o 5 anni più di me. Lui usava la spada io un pugnaletto qualunque per l’addestramento.  Poco dopo, vidi Luke tornare al quartier generale da una missione.

“Annabeth! Vieni qui!” ordinò. Malcolm a quanto pare non aveva sentito, perché mi scagliò un colpo. Lo vidi appena in tempo. Alzai il pugnale e parai il colpo per poi fare una mossa dove riuscii ad atterrare Malcolm con il mio pugnale puntato alla gola e mi bloccai. “Bhe? Cosa stai aspettando?” disse Luke ormai vicino a noi. Io lo guardai stupita. “Finiscilo!” ordinò. Mi voltai verso Malcolm e lo colpì facendogli un taglio leggero sulla guancia, per non ucciderlo, ma simboleggiare che lo avrei fatto se fosse stato un nemico. Mi alzai da lui e Malcolm si tirò su. “Tu” disse il Maestro indicando Malcolm “Torna ad allenarti” Malcolm fece cenno col capo e se ne andò. Poi si voltò verso di me “Vieni qui” disse con un’autorità spaventosa. Subito andai da lui. Luke mi guardò negli occhi senza dire niente e lentamente alzò una mano. Guardai prima lui, poi la mano e Luke mi amollò uno schiaffo fortissimo e dove mi colpì l’anello del Clan fece ancora più male. “Non esitare! MAI! Nessuna pietà, Annabeth!” urlò.

“Ma è Malcolm! E’ mio amico non posso fargli del male!”

“Gli amici sono l’ultima cosa che devi avere per ora! Non ci si può fidare di nessuno in questo mondo finchè il piano di Crono non sarà portato a termine! Un mondo di gente speciale come noi. Solo con persone con le abilità. L’unico di cui devi fidarti, ora,  sono io-”

“-e il Maestro Crono! Lo so” Volò un altro sberlone.

“E impara a trattenere la lingua!” Rimasi in silenzio “Potrai farti degli amici, solo quando quelli come noi saranno di più. Allora sì che potrai fidarti di qualcuno! Noi siamo superiori! Abbiamo un’abilità speciale! Tu sei intelligente, impari in fretta. Dovresti capirlo. Ma ancora non riesci a metterti in testa che NON DEVI AVERE PAURA! Ma soprattutto… NON DEVI AVERE PIETA’! Esattamente come hanno fatto la tua matrigna e tua madre con te! Non hanno avuto pietà di te e ti hanno abbandonata! Prima tua madre e poi la tua matrigna! L’unico che veramente ha avuto pietà è il Maestro Crono” Tacqui guardando ai miei piedi. Luke s’inchinò davanti a me, mettendomi una mano sulla guancia per guardarmi negli occhi. “Annabeth…” cominciò “…io e il Maestro siamo gli unici di cui tu puoi fidarti. Siamo noi che da alcuni anni ti abbiamo dato una casa, una famiglia, sfamiamo e insegnamo l’arte della sopravvivenza. Quando sarai più grande, anche tu dovrai eseguire compiti di grande importanza per il Maestro. Tutto quello che stai passando adesso: il dolore, i lividi, le ferite… sappi che lo facciamo per il tuo bene” disse Luke con uno sguardo più tenero e mi strinse in un abbraccio. Sentii dolore, ma non per l’abbraccio, per i lividi sotto i vestiti, ma non dissi niente; ‘il dolore va tollerato’ era un'altro insegnamento. “Ora vieni con me” disse alzandosi. Luke s’incamminò verso la tenda dove spesso ci entrava con delle persone che si dimenavano per liberarsi dalla presa dei nostri compagni, ma poi non li vedevo più uscire se non una barella portata da due del Clan, con una coperta bianca sopra… sapevo perché, non sono una stupida.
Entrammo in una tenda. Lì ci stavano due del Clan che tenevano in ginocchio, per quanto si potesse, un centauro. Il centauro aveva il capo chino verso il basso.


“Resta qui e qualunque cosa succeda: guarda, impara, ed esegui” mi disse una volta entrato e si avvicinò al centauro “Ha vuotato il sacco?” chiese ai compagni.

“No, Ladro di Fulmini. Non si decide a parlare” disse uno dei due.

“Chirone, ti conviene parlare. Non farmi usare le cattive maniere e non farmi fare brutte figure, c’è la mia allieva” disse indicandomi. Il centauro mi vide e sgranò gli occhi

“Annabeth… sei tu?” disse sorpreso. Io non mossi un muscolo. Come mi conosceva? “Ma- ma sei viva!” disse ancora più sbalordito.

“Non provare a fare la scena commovente dopo quello che hai provato a fare!” disse Luke.

“Di cosa stai parlando?” disse il centauro Chirone.

“Di quando hai tentato di ucciderla per ordine della sua matrigna” Rimasi a bocca aperta e intanto quel sentimento che stava crescendo dentro di me divenne ancora più forte… odio e rabbia e… tristezza.

“Annabeth, sta mentendo!”

“Annabeth chi ti ha cresciuta in questi anni?” chiese il maestro.

“Tu e il Maestro Crono” risposi.

“Cosa stiamo facendo qui?”

“Mi state addestrando per diventare un membro degli alti ranghi del Clan, per portare a termine il piano del Mastro Crono per un nuovo mondo fatto da quelli con abilità” risposi.

“Cosa hai imparato qui?”

“Nessuna paura. Nessuna pietà” risposi con confidenza. Luke sembrò soddisfatto. Il centauro mi guardò sbalordito.

“Sentito?” disse Luke.

“No… no…” diceva il centauro.

“Allora ti decidi a vuotare il sacco? Dov’è che si nasconde Lupa?” Lupa era un nemico temibile. Infatti… era. Lupa aveva con sé una confraternita fatta apposta per sconfiggere il Clan, ma noi abbiamo abilità… loro no. I nostri sconfissero la confraternita e Lupa era fuggita, andava eliminata.
Chirone non rispose. “Non farmi usare brutti metodi. Parla, Chirone!” ordinò il mio maestro, ma non ottenne risposta. Luke scosse la testa e gli tirò una raffica di pugni sul volto. Non avevo mai visto Luke diventare così violento, ma non mossi un muscolo. ‘Nessuna paura’ continuavo a ripetermi nella mia mente. Il volto del centauro era tumefatto per le botte, quando Luke smise di colpirlo. “PARLA! DIMMI DOV’E’ LUPA!!”urlò. Chirone non fiatò minimamente. “Come vuoi. Portate il ciclope!” ordinò. Poco dopo entrò nella stanza un ciclope incatenato scortato da due del Clan.


“TYSON!” gridò Chirone.

“Chirone! Aiuto!” diceva il ciclope, Tyson. Luke prese un pugnale e si avvicinò al ciclope.

“NO! FERMO! Fermo! Non ucciderlo! Parlerò” disse Chirone.

“Era ora!” disse Luke.

“Io parlerò, ma tu giurami che non lo ucciderai” disse il centauro

“Va bene” disse Luke “Giuro sullo Stige che io non lo ucciderò”

“Lupa si trova in Siria. Non so dove di preciso, ma è in Siria” disse il centauro.

“Grazie, Chirone” disse Luke “Ora voi due non mi servite più” disse tirando fuori il pugnale.

“ASPETTA! Hai giurato sullo Stige che non lo avresti ucciso!” disse Chirone.

“Ho giurato che IO non vi avrei ucciso… Annabeth” disse venendomi incontro. Quando mi fu davanti mi mise il suo bellissimo pugnale in mano. Era una splendida opera di artigianato militare.

“Tieni. E’ la tua prima arma seria e visto che prima o poi dovrai usarla… uccidili”

“COSA?!” esclamai.

“Sono nemici del Clan, quindi nemici di Crono… ti ho appena ricordato Crono cosa ha fatto per te, non costringermi a ricordartelo davanti ai tuoi compagni. Mostra un po’ di gratitudine!” Tacqui. Lentamente mi avvicinai al ciclope che mi guardava terrorizzato. I due del Clan lo fecero inginocchiare e fu alla mia altezza.  Ero combattuta, ma dovevo farlo. Alzai la lama e la portai alla gola del ciclope.

“No! Annabeth non farlo!” gridava Chirone… troppo tardi. Il ciclope era già morto e a terra in un lago di sangue. Mi tremavano le mani per quello che avevo appena fatto. Era la mia prima uccisione. Ma non avevo finito. Mi avvicinai al centauro. Il cuore mi batteva fortissimo.

“Non esitare, Annabeth! Pensa a quello che provato a fare. Lui era complice della tua matrigna, quella che ti ha abbandonata” disse Luke. In quel momento la rabbia e l’odio tornarono. E puntai la lama al collo di Chirone.

“No, Annabeth” disse il centauro guardandomi negli occhi. Ma ormai era tardi. Il mio cuore era diventato freddo, le mani non mi tremavano più e come unica cosa che avevo in mente era ‘Non avere pietà’. Tagliai la gola anche a Chirone.
 
6 anni prima…

“Questo è un gran giorno per te, Annabeth” disse Luke mentre mi allacciava l’armatura leggera, dietro al collo. Io intanto mi sistemavo le polsiere corazzate. “Oggi, quando scenderai nell’arena, dovrai mostrare a tutti e al Maestro Crono quanto vali. Fagli vedere quanto può essere pericolosa l’intelligenza” disse Luke mettendomi le mani sulle spalle.

“Sì, Maestro” risposi.

“Quando sei la fuori, ricorda-”

“-Nessuna paura. Nessuna pietà. Il dolore non è niente davanti al fallimento”

“Ti ho insegnato bene” disse Luke. Feci per mettermi l’altra polsiera, ma lui mi fermò. “Fino a poco tempo fa eri una bambina ingenua che non riusciva a capire il perché di quello che faceva… e adesso guardati…” disse indicando lo specchio davanti a me “… sei una guerriera. Pronta a mostrare al mondo di che pasta è fatto un vero membro del Clan” poi mi aprì la manica dell’armatura di cuoio rivelando il mio avambraccio. “Queste non sono state vane” disse. Si riferiva alle varie cicatrici che mi ero procurata con gli allenamenti con le spade. Poi richiuse la manica e io mi infilai la polsiera e misi il pugnale che stava sul tavolo vicino a me nel fodero. Poi mi voltai e Luke mi abbracciò. “Buona fortuna, Annabeth” disse dandomi una pacca sulla schiena.

“Grazie, Luke” dissi staccandomi dall’abbraccio.

“Un’altra cosa” disse “Chi affronterai la fuori, sono tutti nemici del Clan, non ti hanno mai vista. Tu hai la bellezza e la giovinezza della prima adolescenza dalla tua parte… usala. Forza del leone nel corpo dell’agnello” detto ciò se ne andò. Io poco dopo entrai nell’arena. Il Maestro Crono stava in una tribuna e vicino a lui c’era il maestro Luke. L'arena non era latro che una grossa gabbia dove si potevno fare scontri con all' abbastanza spazio per far combattere 8 persone insieme. Dopo una piccola presentazione, cominciò la battaglia. Come pensavo, chi affrontai sembrò sorpreso di vedersi davanti una ragazza. Eravamo da un capo all’altro dell’arena. Il mio primo avversario, aveva uno scudo, dei pugnali e una spada come armi. Feci come mi aveva detto Luke. Tentai di apparire come un agnello guardando l’avversario con insicurezza. Quello mi attaccò subito, prima scagliando un pugnale, io subito lo schivai. Avevo già capito: grosso e stupido… troppo facile. Corsi verso di lui. Lui mi scagliò un altro pugnale che schivai, tentò allora di estrarre la spada, ma quando tentò di colpirmi, io saltai come un gatto alla sua destra e gli conficcai il pugnale nel collo. Fuori uno. Crono sembrò un po’ colpito.

“Chi è il prossimo?” sfidai ed entrarono gli altri avversari. Il resto è inutile raccontarlo. Mi basta solo dire che il mio pugnale aveva assaggiato il sangue. L’ultimo che rimase in piedi, era l’ultima persona che mi sarei aspettata… Malcolm… ‘E’ qui. Vuol dire che non è mai stato uno di noi’ diceva una voce nella mia mente. Ci mettemmo subito a combattere. Malcolm era migliorato molto, ci scambiammo colpi su colpi, ma alla fine successe come quando avevo 8 anni. Mi scagliò un colpo e io con la stessa mossa riuscì ad atterrarlo con la spada puntata alla gola, ma questa volta non esitai ad ucciderlo. I membri del Clan applaudirno, poi io andai verso Crono. Ero sudata e sporca di sangue e polvere, dopo quella prova. Crono si alzò e prese una spada in un fodero vicino al suo posto. Luke rimase seduto.

“Annabeth Chase… sono impressionato. Hai superato la prova brillantemente” disse Crono.

“Grazie, Maestro” risposi chinando il capo.

“Luke ti ha insegnato bene. Sei pronta per diventare operativa” disse dandomi la spada “Questa te la sei guadagnata e anche l’armatura leggera che comprende polsiere corazzate e i para-stinchi”

“Grazie, Maestro Crono”

“Tutti i membri del Clan hanno quest’anello…” disse mettendomi l’anello al medio della mano sinistra “…e uno pseudonimo per non far sapere la propria identità. Tu sarai… L’Angelo della Morte. Ti sta a pennello... bellissima e spietata, e ho già un incarico per te”

“Sì, Maestro?”

“Abbiamo finalmente trovato Lupa dopo alcuni anni di ricerca; va in Siria, a Damasco, trovala… e uccidila”

“Come desiderate Maestro” e così cominciò la mia carriera da assassina per il Clan

Oggi…

“Annabeth! Yu-huu! Ti sei incantata?” disse Percy sventolandomi una mano davanti. Mi ripresi subito dal mio trance.

“Eh?” fu la mia brillante risposta

“Ti sei incantata”

“Abbiamo portato qualcosa da mangiare?” chiesi. Percy sembrò un attimo pensieroso.

“No” rispose. Roteai gli occhi.

“Va a prendere un po’ di legna per fare il fuoco vedo se riesco a cacciare qualcosa nel bosco"

“Oh, no bella!” disse Grover catapultandosi da me “Non pensarci nemmeno! Non ti permetterò di uccidere un povero cervo o cinghiale o uccellino!”

“E allora che proponi?” dissi seccata.

“Vai a pescare… o non sei capace?” lanciai uno sguardo inceneritore al satiro.

"Ma i satiri non sono vegetariani?" disse Percy che intanto aveva già raccolto un bastone bello lungo.

"Sì, ma io dico per voi" disse. Quel satiro mi aveva sfidata. Io colsi la sfida. Presi il bastone di Percy, tirai fuori il pugnale e feci la punta bell’aguzza. Poi, una volta fatto il mio arpione, mi tolsi il mantello, le polsiere e i para-stinchi. Senza farmi notare, mi tolsi l’anello del Clan e lo misi nel piccolo ‘porta oggetti’ che avevo attaccato alla cintura. Poi mi tolsi la cintura con spade e pugnale. Poi entrai in acqua con il mio arpione. Arrivai con l’acqua fino alle ginocchia. L’acqua era bassa ma i pesci c’erano lo stesso. Intanto vidi che a riva, Percy aveva acceso un focolare e mi stava guardando insieme a Grover. Io rimasi ferma immobile con l’arpione a pelo dell’acqua. Piano, piano, si avvicinò un pesce. Con uno scatto fulmineo lo trafissi con l’arpione. Una volta preso, lo spostai più su sul bastone, poiché non avevo niente dove tenerlo. Arrivò un altro pesce dopo qualche minuto, feci lo stesso procedimento del primo e uscii dall’acqua, trionfante con due trote. Percy mi guardò meravigliato.

“Poi me lo insegni, vero?” chiese con un sorriso splendente.

“Forse” risposi con un sorrisetto.

“Bene! Cena in tavola! Ora vanno solo puliti” disse Grover.

“Dai, Grover. Puliscili” disse Percy.

“Perché devo pulire io i pesci?!” protestò il satiro. Non lo sopportavamo più e ci mettemmo minacciosi ai suoi lati.

“Perchè tu ci hai fatto fermare!” disse Percy

“Perché è stata tua l’idea di pescare!” dissi io.

“Perché sei piccolo e insignificante!”

“E perché ti faccio a polpette se non lo fai!”

“Uhm… altri motivi?” disse Grover.

“SUBITO, GROVER!” urlammo entrambi. Il satiro ubbidì e io mi ripresi la mia roba.

 

Percy’s POV:

Calata la sera, dopo che Grover ci preparò per bene i pesci, li mettemmo su un bastone e li arrostimmo sul focolare. Non scoprii niente di nuovo su di Annabeth. Era molto taciturna. Scambiammo pochissime parole. Grover non fece altro che fare l’idiota e sparare stupidaggini, ma era simpatico. Annabeth fu talmente silenziosa tutto il tempo che quando Grover si era allontanato per prendere altra legna, neanche mi accorsi che stava dormendo. La guardai mentre dormiva. Chiamatemi ‘maniaco’ non mi interessa. Dormiva in una posizione abbastanza scomoda per i miei gusti: con la schiena e la testa appoggiata al tronco dove avevamo legato i cavalli (Blackjack e quello di Annabeth dall’altra parte), le braccia incrociate e le gambe allungate e incrociate. Le guardai il viso; era davvero molto bella, ma la parte più bella del suo viso purtroppo non mi era visibile perché aveva gli occhi chiusi. Aveva uno sguardo molto intelligente che ti poteva anche mettere in soggezione. Ero rimasto ancora molto colpito da come gli occhi e cambiavano colore dall’azzurro al grigio quando s’arrabbia o è concentrata.

“Ho trovato la legna!”

“Shh! Sta dormendo” dissi a Grover. Lui tacque e mise la legna sul fuoco. “Anch’io sono stanco. Vado a dormire” dissi a bassa voce.

“Sì anch’io” disse il satiro e si stese sull’erba mentre io, come Annabeth mi appoggiai a tronco dell’albero e tenni stretto lo Scudo Olimpico tra le braccia. Mi ci volle poco e mi addormentai.
 
Annabeth’s POV:

1…2…3…aprii gli occhi. Percy e Grover stavano dormendo. Era la mia occasione per rubare lo Scudo. Silenziosamente mi alzai e mi avvicinai a Percy. Ancora una volta venni distratta dalla bellezza del principe… era un figo, non posso farci niente. Non so perché però mi sentii come delusa poiché i suoi occhi erano chiusi e non stava sorridendo. Aveva un bellissimo sorriso e quegli occhi… sembravano due oceani- ALT! ANNABETH, CONCENTRATI! Scossi la testa e mi concentrai sul da farsi. Lentamente allungai una mano per prendere lo scudo ma la ritrassi non appena sentì un rumore: Grover che russava. Ritentai, ma ritrassi la mano quando Percy si strinse ancora di più lo scudo e si voltò. Poi udii un rumore dietro di me. Misi una mano sul pugnale guardandomi intorno. Mi accorsi che il rumore veniva dal bosco. Mi ci addentrai prestando il massimo dell’attenzione a qualunque cosa. Localizzai da dove veniva il rumore e saltai addosso al mio avversario. Rotolammo per un paio di volte e lo atterai sguainando il pugnale pronta colpire…

“Ma che-?!”

“Dai colpiscimi! So che vorresti farlo!” disse Gerione

“Io sto lavorando, Gerione” dissi al mio collega.

“Che succede, Angelo? Rubare uno scudo è troppo difficile per te?” provocò Ethan. Mi tolsi da dosso a Gerione.

“Che ci fate voi due qui?” domandai.

“Luke si sta stufando di aspettare” riferì Ethan

“Bhe, ho un messaggio per Luke” dissi.

“Ditegli che porto lo Scudo, e ditegli che porto… il Principe Perseus”

“Il Principe?” disse Gerione incredulo.

“Dovrebbe essere a Lamia insieme agli altri” disse Ethan.

“E invece è qui e lo sto portando alle Termopili” dissi appostandoci in una postazione con Percy visibile.

“Potrebbe essere la mia occasione per riabilitarmi…” borbottò Gerione “Prendiamolo!”

“NON ORA!” dissi bloccandolo “Luke lo vuole vivo e ora andate a riferire, forza!” ordinai.

"Voglio darti un consiglio, Annabeth" disse Ethan. Lo guardai aspettando. "Il principe non ti conosce e, conoscendo te, so che sarai molto scontrosa. Cerca di entare nelle sue grazie, invece. Con la tua bella faccia e la tua natura spietata, non ti sarà difficile accalappiarlo e poi pugnalarlo alle spalle. Viso d'angelo e cuore di ghiaccio, questo è il mio suggerimento" disse lui.

"Bene, grazie del consiglio. Ora andate!" ordinai. Ethan e Gerione mi lanciarono un’occhiata e se ne andarono. Tornai all’accampamente e mi rimisi nella posizioni di prima e mi addormentai.
La mattina seguente, però, venni svegliata in un modo assai poco simpatico…

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'ha fatto apposta... ***


Eccomi, qui! Sono tornata con il terzo capitolo di questa storia! Non starò a ciarlare molto, andiamo al dunque: buona lettura!




Percy’s POV:


Durante la notte sentii un rumore. Aprii gli occhi e mi guardai intorno. Lo scudo lo avevo tra le braccia, Grover russava come un trombone, Annabeth… Annabeth! Lei era al suo posto, ma era agitata. Con tinuava a muovere la testa e dai piccoli scatti che facevano braccia e gambe, aveva i muscoli che continuavano a contrarsi. Il volto non era tranquillo come quando mi ero addormentato. Era sudata e tremava… un incubo. Non sapevo che fare. Non potevo lasciarla lì così. Faci la prima cosa che mi venne in mente. Silenziosamente mi avvicinai e tentai di tranquillizzarla senza svegliarla. Non si calmò, anzi si agitò ancora di più appena le toccai il braccio. Allora, feci una mossa estrema, delicatamente l’abbracciai. Sembrò agitarsi ancora di più, ma poi sembrò tranquillizzarsi. Non la lasciai finchè non si calmò definitivamente. Quando vidi che era rilassata, ero combattuto se lasciarla o no, ma alla fine la lasciai senza svegliarla e tornai al mio posto, con lo scudo tra le mani. Non capivo… è una perfetta sconosciuta, ma mi sentivo… strano… Scossi la testa per non pensarci e tornai a dormire.

Quando mi svegliai sentii che qualcosa non andava… NON AVEVO LO SCUDO!! Mi voltai e vidi Annabeth dormire. Mi alzai l’agguantai per la maglia e la tirai in piedi svegliandola bruscamente.

Dov’è lo scudo?!” gridai infuriato. Lei mi guardò arrabbiata e si tolse le mie mani di dosso.

L’hai perso!” accusò. Poi ci illuminammo.

GROVEEEER!!!!” urlammo, poi andammo io da una parte, lei dall’altra per trovarlo. Lo trovai più in là con due ninfe mentre faceva il galletto con lo Scudo, ammollo nel lago dove il terreno era tale che ci fossero dei fanghi.

Ero circondato da 10 di loro. Le dracene mi avevano chiuso in un angolo e allora, aprii lo scudo, tirai fuori la spada e mi feci strada con le mie mosse da Satiro-Killer!” diceva Grover “E poi… quando la polvere del combattimento si posò a terra… c’erano 20 dracene di meno al mondo”

Oh, Grover! Sei un eroe” disse una ninfa.

E’ il mio dovere, pupa” disse lui senza accorgersi che mi ero avvicinato “Mi ricordo di un’altra volta. Quando mi sono imbattuto in una… MANTICORA!” disse aprendo le braccia e colpendomi appena con lo scudo, ma io non mi mossi “ E…-” Grover s’interruppe e si accorse di aver sbattuto contro qualcosa si voltò e divenne pallido non appena vide che ero io “-Ah, ciao! Ciao, Percy!” disse con un sorisetto. Io gli portai via lo scudo.

Ma cosa combini?” dissi e me ne andai. Grover mi venne dietro di corsa.

No! Aspetta, Percy! Mi serve quello scudo! Per favore!” mi supplicò.

 



Grover’s POV:

Ma non hai una fidanzata?” disse Percy alzando un sopracciglio.

Sì, ma non abbandonerei mai Juniper! Era un’esperimento per… una cosa. Per favore, non faccio niente di male, ma ho bisogno di quello scudo” Io volevo solo vedere se piacevo di più se dicevo di essere un grande guerriero. Magari Sarei piaciuto di più a Juniper.

Perché?”

Privacy. Ma ti giuro sullo Stige che non farò niente di stupido!” giurai sincero.

Fa come vuoi” disse. Sorrisi e presi lo scudo.

Grazie, Perce! Sei un amico!”

Senza lo Scudo Olimpico” e me lo riprese.

Eddai, Percy!” ma lui non mi ascoltò. Allora tentai lo stesso e tornai indietro senza guardare dove andavo.

Allora, signorine…” dissi rientrato nei fanghi “… a che punto eravamo?” Poi mi accorsi di chi era con me.

Polifemo?” disse uno.

Calma, Anteo” disse l’altro e mi guardarono malissimo quasi ringhiando.

AAAAAAAHHHHHHH!!!!!” gridai e prima che potessero acchiapparmi schizzai fuori dai fanghi. Loro mi corsero dietro.

Prendiamolo!!” gridò Polifemo. Li riuscii a distanziare ma dovevo trovare un modo dove rifugiarmi. Svoltai un angolo e mi guardai indietro, sapevo di averli alle calcagna, ma ancora non li vedevo. Mi voltai e mi trovai davanti Annabeth immobile e a braccia incrociate, che mi guardava minacciosa . Mi fermai prima di scontrarmi con lei.

Oh, grazie agli dei! Per fortuna!” dissi quando mi venne in mente un’idea. “Oh, no! Una bandita! Aiuto! Aiuto!” gridai dall’altra parte.

Dov’è lo Scudo?” chiese minacciosa.

Tranquilla ce l’ha Percy. Mettimi in una presa mortale” dissi “AAHH! Mi ha preso! Ahh! Aiuto!” recitai.

Sparisci” disse Annabeth e si voltò per andarsene.

E’ andato da questa parte! Per di qua!” sentivo la voce di Anteo. In preda al panico feci la prima cosa che mi venne in mente, andai dietro Annabeth e le tirai un calcio nel sedere. Lei fece un saltò lanciandomi un’occhiata inceneritrice. Poi mi agguantò e s’inginocchiò mettendomi un braccio intorno al collo, l’altro passando sotto il mio braccio per poi arrivare a tappare bocca e naso con la mano, come se mi avesse soffocato. Facemmo appena in tempo ammetterci in posizione che arrivarono Anteo e Polifemo. Chiusi gli occhi per fare il morto.

Ah, Polifemo! Quella bandita ce l’ha fregato!” disse Anteo.

Ehi, cocca! Quel satiro era nostro!” disse Polifemo.

Mi ha fatto scappare una preda mentre ero a caccia” disse Annabeth.

Ugh! Va bene, l’hai preso prima tu” disse Polifemo.

Grr! Sono sempre i banditi a divertirsi” disse Anteo. Aspettai un attimo e riaprii gli occhi.

Eh… mi dispiace avergli dato questo dolore” dissi sarcastico “C’est la vie!” dissi e tenti di alzarmi ma Annabeth non mi lasciò e strinse la presa al collo. “Uhm… puoi lasciarmi andare adesso” ma lei non si mosse. Tentai di liberarmi, ma niente “P-P-Percy!” chiamai “Percy!” dissi cercando di divincolarmi.

Mi sbaglio o andavamo di fretta?” disse Percy arrivando a cavallo e portando il destriero di Annabeth. “A proposito, Annabeth lascialo; non hai idea di dove sia stato” Lì allora mi mollò alzandosi subito. Tirai un sospiro di sollievo, ricordandomi di quando aveva detto che le piaceva la carne di capra.

Oh, mammina! Pensavo che avresti eseguito la tua minaccia per davvero” le dissi.

Non mangio schifezze” rispose Annabeth salendo a cavallo.

Ah, bhe allora megli- aspetta- EHI!” protestai capendo il commento.

Non ti avrei mangiato comunque” disse Annabeth.

Ma non avevi detto…?”

Sei mezzo umano, Grover” disse Percy. Tirai un sospiro di sollievo e li seguii.

 


Annabeth’s POV:

Stavo guidando Percy e Grover nella foresta dopo il lago. Quella foresta era rinomata per essere pericolosa, ma era la strada più breve per arrivare alle Termopili senza fare il giro. Era una foresta buia e tetra, poichè la vegetazione era molto fitta. Per fortuna, non appena raggiungeremo il ruscello, saremo in una zona più chiara e sicura. Mentre li guidavo, però, pensai nuovamente all’incubo che avevo fatto quella notte. Era sempre lo stesso. Non cambiava mai. Eppure non riuscivo a capire di cosa si trattasse.

A cosa stai pensando?” chiese Percy.

Nulla che ti riguardi” risposi acida.

Si può sapere perché sei sempre così velenosa?!” disse spazientito.

E si può sapere perché sei così curioso?!” risposi.

Perché siamo compagni di viaggio. Perché dovremmo mantenere le distanze, dato che viaggiamo insieme?”

Per il semplice motivo che poi tu andrai per la tua strada e io per la mia” risposi fredda.

Quale? Sei un’eremita! Quale strada? Girovagare da sola e senza una meta?” No, per eseguire gli ordini di Crono e uccidere i rompiscatole come te, pensavo.

Non sai nulla di me” risposi lanciandogli uno sguardo inceneritore.

Allora proviamo a conoscerci” disse Percy con un sorriso. Feci un sospiro. “Allora… quanti anni hai?” chiese

18”

Io 19”

Hai viaggiato molto?” Sorrisi appena a quella domanda.

Abbastanza…” Silenzio

Bhe?” Guardai Percy confusa.

“ ‘Bhe’ cosa?” dissi

In teoria quando una persona ti fa una domanda come quella che ti ho appena fatto e tu rispondi, in genere dopo aver risposto si dice ‘e tu?’ ” Roteai gli occhi.

Per te se una per te se una persona non ti parla, non ti guarda e ti risponde a monosillabi, che significa?”

Che parla poco” rispose Percy.

Quindi?” chiesi, puntando verso l’ovvio.

Devo farla parlare di più!” disse il principe con un sorriso. E’ irritante a volte!

UGH! Quanto sei fastidioso!”

Lo prendo per un complimento” disse Percy “Allora? Hai viaggiato molto? Abbastanza…” disse imitando la mia risposta con una scarsa imitazione della mia voce. Roteai gli occhi.

E tu?” risposi

Un po’ ” disse con un sorriso soddisfatto. Scossi la testa.

Di dove sei?”

Ancora?!” dissi esasperata “Percy, quale parte di ‘non do informazioni personali’ non capisci?” dissi innervosita

Veramente, tu hai detto ‘ancora’, non 'non do informazioni personali' ” disse il principe. Mi trattenni dallo strangolare lui e quel suo sorrisetto idiota.

Percy… sai cosa mi fa innervosire di te?”

No, cosa?”

Che mi fai innervosire!”

E’ un’arte che pochi riescono a fare” rispose lui sempre sorridente.

Ma perché tu sai che è l’arte? Io conosco un'arte che in pochi riescono a fare” dissi con una battuta che solo io potevo capire.

Guarda che non sono ignorante! Conosco i vari tipi di pittura, la scultura e architettura. La mia città è piena!” disse serio. Mi caddero le braccia. Era un commento sarcastico!

Percy… hai sentito dell’evasione di stanotte?” chiesi sarcastica. Lui sgranò gli occhi.

No! Chi è evaso?!”

Il tuo cervello è evaso, Testa d’Alghe!” Mi guardò male

Ha-ha. Come sei spiritosa, Sapientona” Gli risi in faccia.

E’ massimo che riesci a fare?”

Per ora? Sì”

Non è nemmeno un insulto! Sai che mi stai facendo un complimento, vero?”

Sì, ma ti sta a pennello” disse con un sorriso.

C’è aria di flirt, qui!” sghignazzò Grover. Io e Percy lo guardammo con lo stesso amore di un Minotauro davanti a un pasto andato a male. “Era una battuta!” disse alzando le mani in arresa. Scossi la testa. Continuammo ad addentrarci nella foresta, sempre più cupa.

State vicini. E’ facile perdersi” dissi.

P-p-perché s-s-siamo pa-passati q-q-qui?” chiese Grover balbettando.

Perché secondo la Sapientona è la strada più corta per Lamia” disse Percy. Ad un tratto Grover si fermò.

Ehi, Grover, muoviti! Non è il posto migliore per fermarsi” disse Percy.

R-ragazzi… sento qualcosa! D-di pericoloso! Non siamo soli! I miei sensi da satiro avvertono una presenza negativa!” disse Grover. Io e Percy ci fermammo. Conoscevo quest’abilità dei satiri, infatti, per questo dovevo fare la brava e non destare il minimo sospetto.

Dove, Grover?-AH!!” gridò Percy quando una freccia lo colpì di striscio sul braccio facendolo cadere da cavallo.

PERCY!” esclamai.

Circondateli!” gridò una voce femminile. Subito scesi da cavallo e andai ad aiutare Percy a tirarsi su mentre cinque losche figure uscirono dai gli alberi. Erano delle dracene. Una aveva un arco e le altre erano armate di lancia o di spada. Subito tirai fuori la spada e il pugnale mentre Percy fece lo stesso con la sua arma. “Guarda, guarda, guarda!” disse una dracena che sembrava il capo “Che ci fa qui il Principe Perssseussss di Atene, accompagnato sssolo da una ragazzsssina e un sssatiro sssspaventato?” disse sibilando.

Cosa volete?” disse Percy mettendosi in guardia schiena-schiena con me

Lo Scudo” risposi io per loro.

Intelligente la ragazzsssa” disse il mostro “Uccideteli e prendete lo Sssscudo, i monarchi ci daranno abbassstanzsssa denaro per darci alla bella vita” ordinò.

"Bella vita? Ma vi siete visti?" provocai. Loro ci soffiarono come cobra.

"Quello, non era molto da sapientona, Sapientona" disse Percy.

"Lasciami fare, Testa d'Alghe" mi voltai nuovamente verso i mostri "Piuttosto che denaro, fatevi dare un rettilario! Forse lì farete la bella vita" infierii. Le dracene soffiarono infuriate e ci attaccarono. "Provoca il nemico. Lascia che venga accecato dalla rabbia. La rabbia non fa ragionare" era uno degli insegnamenti di Luke.

Grover, apri lo scudo! Difenditi!” disse Percy parando un colpo da due dracene. Grover fece come disse. Io andai a difenderlo. Aveva lui lo scudo quindi avrei dovuto aiutarlo lo stesso. Tre dracene iniziarono ad attaccarmi. Con il pugnale deviai il colpo di una che andò a ferire un’altra dracena, mentre con la spada bloccai la terza. La prima sferrò un altro colpo che bloccai con un contrattacco che andò ben a segno. Poi fu il turno di quella ferita che mentre mi attaccò, la dracena arciere mi tirò una freccia, con un salto mortale all’indietro schivai la freccia che colpì la terza dracena. Diedi un’occhiata veloce a Percy e vidi che aveva già ucciso una delle due che stava combattendo. Quella distrazione quasi mi costò quasi caro. La dracena mi attaccò, ma per fortuna mi spostai appena in tempo, ma la lancia avversaria mi ferì il braccio. Quando non gridai di dolore o non ebbi una qualche reazione, la dracena mi guardò sbalordita. Era un taglio ne superficiale ne profondo, ma sentii… fastidio. Non sentivo più il dolore, più o meno. Per quell’allenamenti ero diventata quasi immune. Non persi tempo e prima che Percy potesse accorgersene. Mi avvicinai di scatto alla dracena e la infilzai con la spada. Mancava solo la dracena arciere che scocco una freccia contro Percy. Lui bloccò il colpo del mostro che stava combattendo e lo spostò davanti a sé come uno scudo e la freccia uccise il mostro. Io non mi lasciai scappare l’occasione e avanzai di corsa verso il mostro che scoccò un’altra freccia. Con uno scatto felino rotolai schivando la freccia e balzai di nuovo in piedi e sfruttando un masso che si trovava a terra, tentai di saltare sul mostro, ma quando vidi che la freccia era già incoccata e puntata pericolosamente verso di me sbilanciai il salto nel tentativo di spostarmi. Nel frattempo, Percy arrivò dietro al mostro e lo uccise prima che potesse prendere nuovamente la mira.

Sono finiti?” chiese Percy.

Credo di si” risposi.

Grover, stai bene?” chiese Percy. Il satiro chiuse lo scudo tirando un bel sospiro di sollievo.

Sì, sto bene”

Perché non impari ad usare quella spada?” sbottai contro il satiro.

Io-”

Avresti potuto darci una mano e invece, visto che non sei capace ad usarla, ci fai da zavorra perché dobbiamo pensare a salvare anche le tue chiappe! Se hai una spada, impara ad usarla!”

Annabeth! Basta!” disse Percy con autorità. “Non sa usare la spada, pace! Siamo, vivi, non farne un dramma! Perché ti arrabbi così?” disse lui. In quel momento qualcosa mi fece click nella mente. Luke mi sgridava sempre così e spesso volava una sberla.

Niente… scusa, Grover” dissi. Era la prima volta che mi scusavo con qualcun altro che non fosse Luke.

No, hai ragione. Sono un disastro! Dovrei imparare a usare la spada! Sono un cretino!” disse il satiro coprendosi il viso con le mani.

Ehi, amico, stai tranquillo. Non farne un dramma anche tu!” disse Percy mettendogli una mano sulla spalla “Ti insegno io a combattere. Appena avremo un po’ di tempo ti insegnerò qualcosa” disse Percy. Grover sorrise da un’orecchio all’altro.

Grazie, amico mio” disse il satiro.

Mi dispiace rovinare l’atmosfera fraterna ma…” mi fermai vedendo che c’era qualcosa che non andava in Percy. “…tu sanguini” dissi notando una seconda ferita sul braccio di Percy, non molto lontana dalla prima. Percy guardò la ferita.

E’ solo un graffio” disse lui con un sorriso. Devo ringraziare la mia maglia blu scuro; non si è accorto che stavo sanguinando anch’io come lui.

Dobbiamo uscire di qui e accamparci, poi ci penso io al tuo braccio” dissi.

Ragazzi, il ruscello non è molto lontano possiamo andare e fermarci lì, dopo tutto è lì che ci stavamo dirigendo” disse satiro. Non si era sbagliato, infatti, una volta rimontati a cavallo, uscimmo dalla foresta e dopo pochi metri fummo davanti al ruscello in un posto perfetto per accamparsi. Grover andò a cercare la legna per fare un fuocherello dove accamparci. Nel frattempo, io mi diedi da fare per medicare Percy. Ero stata fortunata che nel posto dove ci eravamo accampati notai che si trovava una pianta curativa. Ne staccai un paio di foglie e Percy mi raggiunse davanti al ruscello.

Togliti la camicia” ordinai autoritaria. Percy fece un sorrisetto e dopo essersi tolto il giacchetto nero, si tolse le polsiere e cominciò a sbottonarsi la camicia, mentre io mi tolsi il mantello che mi ingombrava e tagliuzzai le foglie della pianta medica.

Sai…” disse togliendosi la camicia “… è la prima volta che una donna mi chiede di spogliarmi… quanto mi dai?” disse avvicinandosi a me con un sorrisetto da piacione.

Due sberle e un calcio in bocca” risposi allontanandolo da me e fulminandolo con lo sguardo. Lui alzò, le spalle e mi seguii.

Siediti” ordinai. Lui obbedì. Non potei fare a meno, che notare che era proprio un GRAN BEL PEZZO DI FIGOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!! bel ragazzo. Tartaruga notevole, bicipiti perfetti, insomma un fisico scolpito!

Stai guardando qualcosa di tuo gradimento?” disse lui trattenendo un sorrisetto malizioso.

Taci” risposi guardandolo male. Lui sorrise e si sistemò cosicché io potessi medicarglielo. Gli assassini del Clan vengono istruiti anche per curare, oltre che uccidere.

Allora, ce la farò?” disse Percy mentre gli misi la foglia ormai tagliuzzata sulle ferite.

Penso di sì” risposi “Brucerà un po', ma meglio che prendersi un'infezione” Lui infatti si irrigidì un momento, per il bruciore. Per curare la mia piccola ferita avrei dovuto aspettare di essere sola. Non volevo dare nell'occhio in qualunque modo. “Bene, adesso sciacqua le ferite, non è niente di grave, si chiuderanno presto” dissi.

Grazie” disse Percy sorridente, ma poi il suo sorriso scomparve. “Che ti sei fatta al braccio?” disse prendendo il mio braccio ed esaminando la ferita. Mi trattenni a stento dall'allontanarmi. Non permettevo a nessuno di toccarmi, ma se lo avessi fatto avrei dato nell'occhio. Ma, a quanto pare, mi ero già mossa e Percy se ne accorse. “Stai tranquilla, non ti faccio niente. Voglio solo dargli un'occhiata” disse con una voce calma. Allora mi lasciai prendere il braccio.

Una dracena che ha mancato il colpo” spiegai. Percy mi guardò con aria preoccupata. Si alzò e tenendomi la mano ci avvicinammo al ruscello.

Siediti” ordinò. Feci come disse, non staccando lo sguardo da lui. Percy si sedette vicino a me e appoggiò la mano sull’acqua, in modo che solo la punta delle sue dita toccasse l'acqua e la punta delle mie sfiorasse il suo palmo.

Che stai facendo?” chiesi confusa dalle sue azioni.

Non spostare la mano” disse. Poi, quando stetti per chiedere una spiegazione, l'acqua cominciò a scorrere sulla mano del principe per poi arrivare sulla mia. Sentivo l'acqua salirmi per la manica fino ad arrivare alla ferita. Sentii come un po' di solletico, ma poi più niente. Guardai Percy e notai che le sue ferie che gli avevo medicato erano scomparse, l'acqua le aveva curate. Subito tolsi la mano e mi controllai il braccio. La ferita era scomparsa.

Forte” commentai “Davvero forte” Percy sorrise e si sedette nuovamente accanto a me rinfilandosi la camicia, ma senza farmi la grazia di abbottonarsela, lasciando la sua tartaruga in bella vista...non che mi dispiacesse... ora che ci penso... se poteva fare questo giochetto... perchè ha... poi capii... se l'è levata apposta! 

Perchè non mi hai ancora chiesto come faccio a farlo?” chiese Percy alzando un sopracciglio.

Riesci a controllare l'acqua. E' un abilità. Non sono in molti ad averne e la maggior parte sono membri del Clan. Al Titano servirebbe uno con la tua abilità” dissi senza pensare. Sì, per una volta non ho pensato prima di agire. STUPIDA! Gridava la mia parte razionale. In mia difesa, Percy ha messo in vista la tartaruga e mi distrae! risposi. Oh, fantastico! Adesso parlo da sola!

Tu che ne sai?” chiese Percy con voce sorpresa ma anche sospettosa.

Tutti conoscono il Clan. Il loro capo ucciderebbe per avere qualcuno con queste abilità” risposi

Cos'era una freddura?” disse Percy alzando un sopracciglio. Bhe, almeno se l'era bevuta.

No, una battuta” risposi.

Allora ce l'hai un senso dell'umorismo!” Veramente non mi ero neanche accorta di aver fatto una battuta...(N/A: In verità, solo rileggendo mi sono accorta di aver fatto una battuta)

A quanto pare...” commentai.

Eccola che ricomincia a fare Lady Mystery La Musona!” borbottò Percy.

Come scusa?”

Mi hai sentito”

Sì”

Non era una domanda” gli mollai uno scappellotto sulla testa.

L'ho capito, non sono cretina”

Ma dai, ammettilo! Sei stata una musona, acida per tutto il tempo. Lasciati un po' andare!”

Lasciarmi andare? E tu che intendi con 'lasciarmi andare'?”

Fatti conoscere” Sospirai.

Perchè vuoi tanto conoscermi?” gli chiesi.

Perchè sei diversa. Non lo so perchè, ma mi incuriosisci” rispose arrossendo un po'. Ci fu un istante di silenzio. “Come sai, io sono il Principe di Atene. I miei genitori sono la regina Sally e re Poseidone. Sono nato e cresciuto a palazzo. Non sono completamente di sangue reale. Mia madre non era nobile, ma conobbe mio padre, si sono innamorati e sposati, quindi io sono principe a tutti gli effetti. La vita a corte non è tutta rose e fiori. Ho tutti che vogliono sempre fare tutto per me e non mi lasciano fare niente. Gli altri principi sono simpatici. Non sono ragazzini viziati come spesso si crede. Ho imparato a combattere a palazzo con un maestro fantastico. Era un centauro...si chiamava Chirone”disse Percy. Quel nome mi fece gelare il sangue. Se solo sapesse che io ho ucciso Chirone “E' stato ucciso dal Clan quando avevo 9 anni... insieme a un mio carissimo amico... Tyson, un ciclope” continuò Percy. Fu la prima persona che uccisi... a 8 anni. “Girano delle voci che dicono sia stata L'Angelo della Morte, che furono le sue prime uccisioni” continuò.... Malcolm... probabilmente sarà stato lui, in qualche modo. “Le voci dicono che sia giovane... se ci penso... forse avrei potuto fermarla. Forse avrei potuto fare qualcosa”

Eri un bambino, Percy”

Ma se avessi potuto, in qualche modo... forse Chirone e Tyson sarebbero ancora qui...”

Certe cose non possiamo sceglierle noi” Non ho scelto io di diventare un'assassina... Oh! Annabeth! Ma che ti sta venendo una coscienza! Riprenditi, cretina! Tu sei L'Angelo della Morte! Ricordati cosa ti ha detto Ethan: viso d'angelo e cuore di ghiaccio... tu un cuore non lo hai! Ricordi cosa ti disse Luke? Tua madre ti ha abbandonata come la tua matrigna e tuo padre e poi hanno mandato Chirone ad ucciderti! Luke e Crono ti hanno salvata sii riconoscente e fa il tuo lavoro!

E tu?” chiese Percy. Rimasi un istante in silenzio. 

Non lo so di dove sono” dissi ad un tratto. Percy mi guardò sorpreso. Come non detto... Addio pensieri razionali! “Potrei dire di essere Siriana, Greca, Persiana, Macedone, Israeliana o... non lo so... ho viaggiato talmente tanto che non posso dire con certezza di dove sono. Una... uhm... vecchia conoscenza mi disse che sono Greca, ma non mi ha saputo specificare di dove” Percy annuì “Oltre che la mia lingua parlo quella Macedone, Ebraica e Siriana. Come tu ben sai, ho imparato a combattere con la pratica e come hai visto, è abbastanza efficace. Sono un' eremita da quando avevo 4 anni... non l'ho scelto io, però. Mia madre mi ha abbandonata quando ero piccolissima e la mia matrigna e mio padre mi hanno abbandonata pochi ani dopo e mandato qualcuno a farmi uccidere. Sono qui perchè questa mia conoscenza mi ha salvata e questo è tutto”conclusi.

Come hai imparato 3 lingue?” chiese lui.

Ascoltando. Sono rimasta alcuni anni in quei tre posti. Forse in continuo movimento, ma la lingua era quella finchè non cambiavo regno”

Ho una domanda” disse Percy. Io annuì senza dire niente “Quella ferita non era esattamente un graffietto, non era grave, ma comunque non da poco. Chiunque avrebbe dato segno di essere stato colpito, ma tu non hai fatto niente” Non riuscii a guardarlo e guardai verso il ruscello.

Ci sono cose peggiori” dissi ricordandomi l'addestramento. Seguii un momento di silenzio.

Sai, Annabeth... non sei in gamba come sembri...” Mi voltai guardandolo male, ma Percy sorrideva “... lo sei molto di più” concluse. Non me l'aspettavo e feci per la prima volta, da quando riesco a ricordarmi, un sorriso.
Rimanemmo in silenzio davanti al ruscello. Ma era un silenzio piacevole. Ad un tratto mi accorsi che la mano di Percy si stava avvicinando a me e d'istinto scattai un po' indietro. Percy se ne accorse e mi guardò meravigliato.

Hai paura di me” disse stupito. Guardai in basso.

No...” riposi “... mi viene d'istinto, scusa” Percy non sembrò convinto, ma ritirò la mano. Tornammo nel silenzio di prima. Dopo un po' notai la mano di Percy muoversi nuovamente verso di me, ma questa volta non mi mossi e lasciai che lui mi prendesse la mano facendo scivolare le dita tra le mie. Rimanemmo in un silenzio confortevole, ma poi si ruppe l'incanto quando arrivò Grover.

Ehi, ragazzi! Ho trovato la legna! Voi che mangia-” il satiro s'interruppe “ ho interrotto qualcosa?” disse puntando con un dito verso di noi. Subito Percy mi lasciò la mano e ci alzammo in piedi.

No! Stavamo solo parlando!” disse Percy abbottonandosi la camicia.

Perchè? Tu solitamente chiacchieri mettendo in mostra il tuo fisico?” provocò Grover.

Taci, Grover! Lo stavo medicando!”risposi acida e innervosita.

Ah, si certo!”

Ti consiglio di fare attenzione a provocarmi satiro” dissi avanzando minacciosa.

Ragazzi, calma!” disse Percy mettendosi in mezzo. Roteai gli occhi e preparai il focolare, mentre Percy andò a pescare. Sistemato il focolare, tentai di accenderlo con due pietre focaie. Quando finalmente ci riuscii, vidi Percy che stava tornando trionfante con dei pesci sull'arpione fatto 'in casa' (senza camicia, posso aggiungere....secondo me l'ha fatto apposta)

Pensavo non fossi capace. Quando l'ho fatto io mi hai detto d'insegnartelo” dissi con un mezzo sorriso.

Mai sentito parlare di bluff?” disse lui sorridente, come sempre. Scossi la testa... che Testa d'Alghe...

Dammi quei pesci, li sistemo io e, per cortesia, rimettiti la camicia!” dissi prendendo l'arpione e cercando di sembrare seccata...

Lo so che ti stai rifacendo gli occhi” disse lui infilandosi la camicia.

Che palle! Ma state sempre a flirtare!” esclamò Grover che nel frattempo si era accomodato su un sasso vicino al focolare. Gli lanciai un'occhiata omicida, ma lui ridacchiò come risposta.

Se non fosse per Percy e lo Scudo, lo avrei già ammazzato... ....

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tra Lamia e la Scorciatoia ***


Annabeth's POV:

Quella mattina mi svegliai, per fortuna, senza Percy che mi agguantava tirandomi in piedi. Aprii gli occhi e subito sentii delle voci. Erano Percy e Grover.

Ora ti farò una serie di attacchi; tu difenditi come ti ho spiegato” era la voce di Percy. Mi voltai e vidi che Percy impugnava la sua spada, che avevo scoperto chiamarsi Vortice, e Grover stava in posizione difensiva con il suo spadino. Era un po' storto ma non troppo. Poi il principe fece una serie di attacchi e Grover li parò tutti. Al contrario di Percy, I movimenti di Grover erano comunque pieni di errori, avrebbe saputo difendersi, ma non avrebbe resistito più di due minuti con un avversario vero.
Allungai le braccia scrocchiando le spalle, mentre mi stiracchiavo. Silenziosamente mi alzai e mi avvicinai a loro. Indovinello: come stava Percy? Con o senza camicia? Buona la seconda. Loro non si accorsero nemmeno della mia presenza tanto erano presi dall'allenamento. Notai che si stavano alternando. Prima Percy attaccava e Grover difendeva e poi il contrario. Poi si fermarono.

Bravo, Grover! Questi sono allenamenti base, ma ti bastano per sopravvivere” disse Percy.

Testa d'Alghe, è tutto storto” dissi io. I ragazzi sembrarono accorgersi di me “Con te va bene perché sei tu” gli dissi avvicinandomi “Vediamo come te la cavi con la sottoscritta” dissi al satiro tirando fuori il pugnale.

E' tutto tuo, Sapientona. Vediamo se una ragazza di strada insegna meglio di un allievo di Chirone” disse Percy con un sorrisetto. Se solo sapesse... Grover sembrò un po' esitante, ma si mise in guardia.

Ti darò un aiuto” dissi a Grover.

Cioè?” chiese il satiro.

Io sono ambidestra, ma di solito impugno il pugnale a destra, per questo incontro lo userò a sinistra”

Ambidestra, eh? Ora sì che sono più tranquillo!” disse Grover.

In guardia, satiro” ordinai. Grover subito si mise in posa, senza esitare. Io rimasi ferma immobile, Grover tentò di minacciarmi con un passetto in avanti, ma io rimasi ferma, allora il satiro mi scagliò un colpo storto. Con un movimento di polso deviai il colpo, mi spostai dietro Grover e con una pedata nel posteriore lo feci cadere a terra.

Questo era per il calcio che mi hai tirato ieri” dissi. Grover tentò di colpirmi di nuovo, ma nuovamente deviai il colpo e gli tirai una ginocchiata sullo stomaco.

Ahio!” protestò Grover.

Se dici 'ahio' al nemico non gliene può fregar di meno” risposi e attaccai io. Grover parò il colpo e tentò di contrattaccare, ma io lo deviai e contrattaccando a mia volta, mi avvicinai e acchiappandogli con forza la collottola, lo feci chinare, gli tirai un'altra ginocchiata nello stomaco e una volta in ginocchio gli puntai la lama alla carotide.

Sei bravo a insegnare la tecnica, Percy, ma hai tralasciato un dettaglio importante: posizione” dissi. Tolsi la lama dalla gola del satiro e lo aiutai ad alzarsi. “Grover,prova a divaricare di più le gambe e a piegarle un pochino ma non molleggiare, vedrai che avrai più stabilità. Tieni la schiena dritta e non esitare quando attacchi, ma non essere il primo a farlo. Se il nemico ti provoca, non dargli retta.”

Che maestrina, Sapientona” disse Percy, che finalmente si era rimesso la camicia, nascondendo un sorrisetto.

C'è chi può” risposi mettendo il pugnale nel fodero.

Grazie, Annie” disse Grover sorridendo.

Non chiamarmi Annie” risposi.

Eddai! Era solo uno sprannome, Annie” provocò Percy.

Che come te, io odio, Perseus

Non chiamarmi Perseus” rispose lui, guardandomi male. Il mondo, quasi, sapeva che odiava il suo nome intero.

Va bene, Perseus”

Almeno Annie è più affettuoso”

Non ti azzardare” Lui alzò le mani.

Sei proprio di ghiaccio” disse lui.

Sei tu che sei freddo!”

Non sarà la mattinata?”disse Grover. Roteai gli occhi e mi diressi verso il mio cavallo.

Andiamo?” dissi. I ragazzi subito si unirono a me e ci rimettemmo in marcia.



Stavo camminando avanti rispetto a Percy e Grover. Gli avevo detto che sarei andata in avanscoperta, ma in realtà volevo stare da sola a pensare. Avevo ancora fatto quell'incubo. Niente di nuovo. L'unico momento in cui potevo veramente rilassarmi, venivo tormentata da un incubo che si ripeteva e si ripeteva. Pensando, salii in cima all'altura dove ci trovavamo e misi subito da parte i pensieri, vedendo chi si trovava sotto l'altipiano: i principi e le principesse. Cavolo! Questo non l'avevo previsto! Abbiamo raggiunto i principi! Avranno fatto il giro lungo, pensai. Dovevo trovare una soluzione e subito. Percy e Grover si stavano avvicinando. Mi guardai intorno e vidi che probabilmente qualche dio mi favoriva. Vidi una caverna e mi venne in mente un'idea. Diedi un colpo di tallone al cavallo e trottai indietro verso Percy e Grover.

Ehi, ragazzi! Ho trovato una scorciatoia” annunciai. Percy si sistemò meglio lo scudo sulla schiena.

Scorciatoia?” ripetè

E' una strada più corta, rispetto all'altra, Testa d'Alghe” spiegai come se stessi parlando con un cretino.

Lo so cos'è una scorciatoia!” protestò.

O ci infiliamo la dentro e precediamo i principi alle Termopili o facciamo il giro lungo e non li raggiungiamo?” dissi un po' acida. Percy guardò la grotta.

Di là?" disse sospettoso "Ma mi hai preso per uno scemo?”

Molto probabile, visto che dobbiamo arrivare a Lamia prima dei principi e tu vuoi fare il giro lungo” Percy stava per protestare, ma fu interrotto da Grover che arrivò con una freccia spezzata... che ci fa una freccia qui? Banditi di passaggio, forse.

Ehi, ragazzi! Guardate qua” disse il satiro e mise le due metà da una parte e dall'altra della testa come se lo avessero colpito. Che idiota...

Ha trovato una scorciatoia” disse Percy. Il satiro squadrò l'entrata della caverna sospettoso. Lasciò cadere la freccia e fece per allontanarsi.

No, grazie. Preferisco vivere”

Allora ti consiglio di infilarti lì dentro” dissi velenosa.

Mi stai minacciando?”

MUOVITI, SATIRO!!"
“Satiro!” faceva eco la mia voce. Sentimmo  poi come rompersi qualcosa. Guardai la caverna. Non mi ero accorta delle rocce a rischio di frana che stavano per crollare.

Bella mossa, tigre” disse Grover facendomi pat-pat sulla testa.

Forza, entriamo!!” disse Percy. Facemmo partire i nostri cavalli al galoppo ed entrammo nella caverna, ma l'ingresso fu sbarrato dalla frana non appena fummo dentro. Sentivo ancora le rocce cadere, e la terra tremare sotto i nostri piedi. I cavalli a malapena rimanevano fermi. Poi tutto si placò.

Okay, seguiamo la scorciatoia” disse Percy come se niente fosse. Ci incamminammo nuovamente, nella caverna. Non avevo idea di dove potevamo sbucare, ma almeno i principi ci avrebbero o superato o noi li avremmo preceduti.



Sally's POV:

Mi trovavo a Lamia. La situazione era terrificante. Mio marito Poseidone ed io siamo stati chiamati d'urgenza esattamente la mattina dopo l'arrivo di Percy e gli altri principi a Delfi. Un messaggero ci aveva informato della scomparsa dello Scudo Olimpico e che dovevamo dirigerci subito a Lamia per organizzare meglio le difese. Grazie a i nostri sacerdoti, riuscimmo a fare il rito di trasporto dell'individuo, così, io, mio marito e gli altri re fummo subito lì.
Ma la situazione divenne un putiferio quasi all'istante. Il bellicoso Re Ares di Sparta fu il primo ad attaccare. Accusò Artemide dell'incapacità delle sue truppe, la regina gli aveva risposto con parole altrettanto amare. Ben presto gli altri monarchi cominciarono a prendere le parti. Abbiamo sancito un'alleanza ieri e già siamo sull'orlo di guerra. Ma anche se questa era una situazione importante, pensavo solo a figlio, pregando che stesse bene.

E voi non avete niente da dire, Regina Atena?” disse re Ares, all'Amazzone. La donna rispose con uno sguardo severo che mi mise i brividi. Conoscevo Atena ed eravamo migliori amiche, nonostante lei non andasse molto d'accordo con Poseidone, e sapevo che quello sguardo non prometteva nulla di buono. “Non siete stata voi a proporre di portare lo scudo a Delfi?” disse il re con sfottò.

Sì, è vero sono stata io, ma non c'erano anche i vostri 'grandi' spartani a guardia?” rispose fredda la regina.

C'erano anche le vostre Amazzoni e gli altri vostri soldati incapaci!” rispose l'uomo.

I miei Persiani sono più che capaci!” disse re Ade

Allora perché le hanno prese?”

8 persone hanno fatto i bozzi anche ai Lacedemoni!” intervenne re Apollo e lì ricominciarono a scannarsi.

SILENZIO!!” gridò Atena. Tutti i re si placarono. “Siamo stati presi alla sprovvista, ma ora dobbiamo organizzarci per recuperare lo scudo. Siate razionali, la guerra non è la soluzione! Scannarsi a vicenda non serve a niente e vi ricordo che anche i vostri figli erano lì. Se gli è successo qualcosa per difendere lo scudo, farsi la guerra non ve li riporterà indietro, se gli è successo qualcosa; anzi, dovreste aiutarvi a vicenda, è il minimo che possiate fare” disse Atena. Aveva ragione.

E' facile a dirsi per voi, Atena. Voi non avete figli” disse re Zeus. Atena lo guardò impassibile, ma notai dolore nel suo sguardo.

Non più” fu la sua risposta. Rimasi stupita. Non più? “Ma, questo dettaglio non ha importanza” proseguì l'Amazzone. “Adesso abbiamo un serio problema da risolvere e l'unico modo è collaborare, innanzi tutto, dobbiamo trovare lo scudo”

Monarchi!” disse una voce maschile. Un messaggero entrò nella sala assemblee “E' arrivata una ninfa da Delfi, ha delle notizie estremamente importanti” disse.

Fatela entrare” ordinai. L'uomo fece cenno con la testa e apri la porta, come detto, una ragazza entrò nella sala.

Chi sei tu?” chiese la regina Afrodite.

Mi chiamo Juniper, sono una ninfa della foresta di Delfi, sono arrivata con il rito di trasporto grazie all'oracolo. Ho delle notizie importanti” disse la ninfa

Allora parla, Juniper” disse Poseidone.

Lo scudo non lo hanno i responsabili del furto, ne i principi” cominciò la ragazza “I principi arriveranno tutti tranne uno” Il cuore mi andò in gola. E' morto uno dei principi? Dei, fate che non sia Percy! “Il principe Perseus” disse la ninfa. Il mio mondo si fermò in un'istante “State tranquilli, il principe è vivo e sta portando lo Scudo Olimpico qui a Lamia” disse la ninfa. Il mio cuore riprese a battere. Mio figlio stava bene.

Come sarebbe a dire che ha lo scudo?” chiese Re Ermes sospettoso.

L'ha recuperato e lo sta portando qui” rispose la ninfa.

E' solo?” chiesi preoccupandomi.

No, con lui ci sono un satiro di nome Grover e un'eremita” rispose lei

Un'eremita?” ripetè Apollo

Sì, ha detto di chiamarsi... uhm... Anna... Annabeth! Sì, chiama Annabeth” disse lei. Nessuno ebbe una reazione del tutto particolare, tranne Atena. Alzò le testa di scatto con gli occhi sgranati, ma quell'espressione sparì con la rapidità con cui era apparsa.

Fantastico!” disse Ares sarcastico. “Non riesco a credere che la salvezza per la nostra alleanza è nelle mani di un ragazzo, di un satiro e di un'eremita, donna per altro”

Re Ares, volete che vi ricordo cosa vi hanno fato le mie Amazzoni durante la guerra?” rispose Atena. Il re rispose con un righio.

Bene, grazie, Juniper” disse mio marito.

Allora, che facciamo?” chiese la regina Persefone.

Aspettiamo i principi e Perseus” disse Atena.

Cosa?! Io suggerisco di mandargli incontro una scorta!” disse Dioniso.

No” dissi io “Non sappiamo dove si trovano e lo scudo è con Perseus e i suoi compagni di viaggio. Dobbiamo avere fiducia in mio figlio e sperare che ci riporti lo scudo” I monarchi si consultarono tra di loro.

E sia” decretò Re Zeus.

Così venne sciolta l'assemblea. Tutti i re e le regine andarono per fatti loro. Mio marito mi si avvicinò e mi abbracciò.

Sei stata brava, Sally” disse Poseidone. Io non risposi ma lo strinsi di più.

Poseidone, secondo te come sta Percy?” gli chiesi.

E' un ragazzo forte e ha un'abilità fuori dl comune. Saprà cavarsela. Tornerà, ne sono certo” disse accarezzandomi il viso. Io annuì, ma ero comunque preoccupata. Alle spalle di mio marito, vidi Atena allontanarsi dalla sala. Aveva gli occhi lucidi e aveva un'espressione che no le avevo mai visto e 18 anni d'amicizia sono tanti.

Scusami, un'attimo” dissi a mio marito. Poseidone fece un piccolo cenno di capo e andò dall'altra. parte della sala. Seguii Atena fuori dall'edificio, nel cortile. La mia amica si appoggiò ad una colonna posizionata nel giardino. Non riuscivo a vederla in volto, perchè mi dava le spalle, ma notai che era a braccia incrociate; era nervosa.

Atena” chiamai con un tono calmo. Lei si voltò e mi vide

Ciao, Sally” rispose. Mi avvicinai a lei e vidi che tratteneva delle lacrime.

Che succede?” le chiesi.

Niente” fu la sua risposta. Le poggiai una mano sulla spalla.

Atena, ci conosciamo da 18 anni, so che qualcosa non va” dissi. Lei non rispose “Si tratta di tua sorella? Da quando è morta Ippolita non sei stata più la stessa”

No, Ippolita non centra niente” disse lei, allora andai al punto.

Perché sei scattata come una molla al nome di 'Annabeth'?”

Te ne sei accorta, eh?”

Non sei stata abbastanza veloce, questa volta” Atena abbozzò un sorriso, ma subito tornò seria. “Quando re Zeus ti ha detto che era facile parlare per te perchè non hai figli, che volevi dire con 'Non più'? Hai avuto figli in passato? Non me lo hai mai detto! E poi, credevo che nella famiglia reale la secondogenita non potesse avere figli o sposarsi prima della primogenita ” dissi.

E' stata la prima legge che ho abolito una volta al trono” disse Atena senza guardarmi.

Perché?” insistetti, mi nascondeva qualcosa. Atena era chiaramente agitata. Glielo leggevo in faccia.

E' un'ingiustizia” rispose lei.

Perché?” Insistetti guardandola negli occhi. Atena aggrottò le sopracciglia e gli occhi da azzurri le divennero grigio argento.

Che domande mi fai, Sally?! Perché non è giusto che una deve aspettare che la sorella maggiore sia pronta per farsi una famiglia! Quando una è pronta, è pronta e basta!” disse arrabbiata e si voltò nuovamente. Rimasi sorpresa e dispiaciuta. Atena non aveva mai alzato la voce con me. Lei si voltò nuovamente e sembrò capire la mia reazione “Scusa, Sally. Sono nervosa. Lo Scudo, l'organizzazione della difesa, re Ares che provoca e dà fastidio... ho i nervi un po' tesi” disse, sorrisi un po', ma sapevo che nascondeva qualcosa.

Ti capisco, abbiamo lavorato tutti sodo per l'alleanza. Distruggerla dopo due giorni, non sarebbe saggio” dissi io.

Ecco perché sei la mia migliore amica” disse Atena. Ci scappò una risata ad entrambe, ma poi lei tornò nuovamente seria. Io allora l'abbracciai. Atena non è il tipo da abbraccio, ma ricambiò subito.

Se c'è qualcosa che non va', non esitare a dirmelo” Lei non rispose ma strinse di più l'abbraccio.

Okay, basta abbracci, ho una reputazione da mantenere” disse Atena scherzando. Io alzai le mani in arresa.

Va bene, Signora-”

Signora Toccami-E-Sei-Morto” Risi.

Ecco l'Atena che conosco” dissi sorridente e mi allontanai, ma vedendo che non mi seguiva mi voltai. “Non vieni, Atena?”

Ti raggiungo più tardi, devo pensare un po' ” disse lei abbozzando un sorriso, feci cenno col capo e mi allontanai. 



Annabeth's POV:

Ehi, Annabeth, quanto manca?” mi chiese Grover per l'ennesima volta.

Non lo so!” risposi esasperata.

Ma hai detto tu di andare dentro la caverna!” disse Percy

Dì un po', Percy... ma non hai detto tu di andare a destra?” risposi.

Ma sei tu la guida!” disse Grover. Allibita, mi schiarii la voce, pronta all'esibizione.

No, andiamo a destra! Sono certo che arriveremo prima a Lamia, se non mi sbaglio!” imitai Percy “Sì, ti sei sbagliato, Testa d'Alghe! Così, impari a non seguire la guida” Percy mi guardò male poi guardò Grover per appoggio.

La ragazza ha ragione” disse il satiro.

Lo dici perché lo pensi, o perché hai paura di possibili ritorsioni?” rispose Percy con sguardo inquisitore.

Annabeth mi mette molto in soggezione, ma lo penso pure” rispose il satiro. Mentre la coppietta bisticciava, notai una cosa sulla parete. Diedi un colpo di tallone al cavallo, facendolo trottare fino alla parete. Era una parete con una grossa scheggiatura e mi era familiare.

Un momento, io questa parete l'ho già vista” dissi attirando l'attenzione degli amiconi “Questo significa che ci siamo già passati, il che significa che stiamo girando intondo, il che significa che non stiamo andando a Lamia!” sbottai tornando indietro col cavallo. “Siamo nei guai! Allora, per prima cosa dobbiamo trovare un modo per-”

Annabeth!” mi interruppe Percy, voltandomi il viso verso di sé con una mano, allungandosi dalla sella. “Rilassati” disse tranquillo. “Inspira, espira” disse ed eseguii. “Brava” disse dandomi un buffetto sulla guancia. Mi fece un'impressione strana. L'unico che mi ha mai toccato il viso è stato Luke, ma solo per tirarmi una sberla se non eseguivo gli ordini, e invece Percy mi diede un buffetto amichevole. “Allora, adesso fermiamoci e pensiamo. Prima da che parte siamo andati?” riflettè Percy.

Abbiamo seguito la parete e poi abbiamo girato a sinistra” disse Grover.

Okay, allora seguiamo la strada e giriamo a destra” dissi io. I ragazzi furono d'accordo e ci rimettemmo in marcia. Camminavamo in silenzio. L'unico rumore erano gli zoccoli dei cavalli e di Grover e delle cretinate che stava sparando. Non ci prestavo attenzione. Ero concentrata sulla strada, dovevamo uscire da lì. Ad un tratto, sentii un rumore. Sembrava un sibilo. Fermai il cavallo e si fermarono anche Percy e Grover.

Perchè ti fermi?”

Shh!” zittii il principe. “L'avete sentito?” chiesi

Sentito cosa?” chiese il principe. Sentii nuovamente il sibilo. “Ora l'ho sentito” disse Percy.

Mi fate venire in mente quando mio cugino Ronny, mi ha raccontato che ha assistito alla morte dello zio Ferdinand” disse Grover “Disse di aver sentito la stessa cosa quando entrò nella stessa caverna” Roteai gli occhi come Percy per quello che diceva Grover. “Bah! Ma questa non può essere la caverna, perchè lo zio Ferdinad è stato ucciso da...” Grover sembrò illuminarsi “... Medusa” Percy ed io ci guardammo allarmati. “Ragazzi, siamo nei guai!” disse il satiro spaventato. Io scesi dal cavallo e diedi le sue redini a Grover, poi andai da Percy.

Percy, dammi lo scudo” dissi allungando una mano.

Che hai intenzione dei fare?” chiese lui bloccandola.

Vado in avanscoperta, se non torno tra dieci minuti, non seguitemi” dissi

Ma se Medusa è lì, ti ucciderà! Non puoi uccidere qualcosa che non puoi guardare!” disse Percy.

Ma posso guardare il suo riflesso” dissi indicando lo Scudo Olimpico che emetteva luce da quanto era splendente.

Allora vado io” disse facendo per scendere dal cavallo.

No, Percy!” obbiettai.

Non lascio che vada tu”

So badare a me stessa e tu non puoi morire per nessun motivo! Tu sei un principe, io una ragazza di strada, non posso farti rischiare”

E io non voglio fare rischiare te”

Percy, no. I 12 regni, contano su di te, hai una missione più importante” dissi.

Annabeth ha ragione, Percy” disse Grover, “Non possiamo rischiare di perdere te” Percy mi guardò dubbioso e preoccupato.

Lascia andare me” dissi. Lui pensò un attimo e poi tolse lo scudo da dietro la schiena e me lo diede riluttante.

Basta che poi torni” mi disse. Gli feci un sorrisetto e sguainato il pugnale, seguii la via da dove proveniva il sibilo. Lo scudo mi faceva più luce oltre le crepe delle pareti. Camminavo all'indietro guardando dietro di me, con il riflesso dello scudo. Ad un tratto sentii un altro sibilo più vicino. Poi la vidi dietro di me.

Ma che bella sorpresa!” disse la donna dai capelli di serpente “L'Angelo della Morte è venuto a trovarmi” disse Medusa. Non esitai e chiusi gli occhi mi voltai scagliando un colpo, ma la mia spada non colpì niente. “A quanto pare non ti hanno addestrata per combattere ad occhi chiusi” provocò.

Scherzi? E' l'allenamento più difficile” dissi scagliando un altro colpo guardando dove si trovava, tramite lo scudo.

Allora quello, non ti serve” e attaccò lei togliendomi lo scudo con un rapido attacco, prima che potessi spostarmi. Subito chiusi gli occhi e ascoltai ogni minimo suono. I serpenti sui suoi capelli sibilavano, ma mi indicavano la sua posizione. Era molto vicina e davanti a me, scagliai altri colpi, ma la mia spada non colpiva niente. Lei era veloce e ad occhi chiusi ero più lenta. Sentii i serpenti sibilare minacciosi, poi mi attaccò, mi scostai e colpii, ma ancora la mia spada non colpii niente. La sentivo, ma al buio era più difficile. Sentivo i serpenti, ma poi silenzio. Non aprii gli occhi, poteva essere una trappola. Piano piano sentii altri suoni, ma provenire da più parti. Sembravano più sibili. Accidenti! Sapevo che Medusa mutava il corpo da donna a donna-serpente. Il suono era il suo corpo che strusciava, ma non riuscivo a capire da dove venisse, i suoni erano da tutte le parti, poi un botto improvviso e caddi a terra perdendo la spada. Poi sentii un suono e delle mani pendermi i polsi e tenermi a terra. “A quanto pare L'Angelo è stato sconfitto” disse Medusa.

Respiro ancora, posso combattere!” risposi.

Che coraggio! Ma vedi, i miei piccolini sono molto attaccati a me e molto velenosi” disse lei. Sentivo dei serpenti sibilarmi vicino alla faccia.

Non sai a che tipo di addestramento mi hanno sottoposta” bluffai, non ero immune al veleno.

Fammi vedere i tuoi occhi” disse lei “Ho sentito che sono di un azzurro più cangiante della Regina Atena”

Ne dicono tante sul mio conto! Ormai sentirmi dire che sono bella è parte della routine”

Sei sprezzante del pericolo e non hai paura di morire. Mi chiedo cosa ti faccia paura, ma scoprirlo o no non mi cambierà la vita... perchè non guardi la morte in faccia?” I suoi serpenti mi scivolavano sul viso sibilando minacciosi.

Non guardare, Annabeth! Non devi aprire gli occhi!” sentivo la voce di Percy. I serpenti si allontanarono, ma Medusa mi teneva ancora.

E questo chi è? Un altro ficcanaso” poi mi lasciò i polsi e la sentivo allontanarsi, ma non ero sicura se ne fosse andata. Poi sentì qualcuno riprendermi il polso.

Ti serve una mano?” disse una voce familiare. Aprii gli occhi.

Sei tu, Grover” dissi alzandomi. “Dov'è Percy?” chiesi, non vedendo né lui ne lo scudo.

Andiamo ad aiutarlo” disse il satiro. Presi la spada da terra e seguii Grover di corsa, finchè non arrivammo al luogo di scontro di Percy e Medusa. Percy non se la stava cavando bene. Continuava a mancarla, poi lei lo attaccò e lo atterrò come aveva fatto con me. Vidi una roccia a terra. La presi e spinsi via Grover, dicendogli di chiudere gli occhi. Subito lanciai la pietra che colpì Medusa sulla testa, ma prima che potesse voltarsi chiusi gli occhi.

Chiudiamo la questione, mostro!” provocai. Medusa sibilò e la sentivo avvicinarsi con un grido di rabbia, ma quando mi stavo preparando per scansarmi, sentii il classico suono di quando viene affettato qualcosa.

Odio i serpenti” disse Percy “Dai, ragazzi aprite gli occhi” disse e feci come detto. Vidi il cadavere di Medusa ai miei piedi. Percy si era alzato ed era riuscito a decapitarla prima che mi raggiungesse.

Bel colpo” dissi io.

Bella mira. Hai preso pure me” disse lui, massaggiandosi la fronte.

Scusa”

Che schifo!” commentò Grover “Vogliamo contemplare il cadavere di Medusa o ce ne andiamo? Questo posto mi fa venire i brividi"

Vado per la seconda” disse Percy e fece un fischio con le dita. I cavalli arrivarono da dove eravamo entrati.

Perchè, non sono scappati”? chiesi sorpresa.

Sono cavalli da guerra, se gli dai un'ordine, loro lo seguono” spiegò Percy. Montai sul mio cavallo e proseguimmo, non appena Percy riprese lo Scudo Olimpico e salì a cavallo.
Camminammo parecchio tempo e riuscii a capire che stava calando la sera per i pochi buchi di luce che entravano dalle crepe delle pareti. Decisi che era meglio fermarsi per accendere un fuoco e passare la notte.

 

Okay, ragazzi, fermiamoci, proseguiremo domattina” dissi fermando il cavallo.

Perché?” chiese Percy. Gli indicai le crepe sulle pareti.

La luce è più debole-”

-sta per calare la sera” mi precedette.

Questo punto è abbastanza ampio. Possiamo fermarci qui” dissi.

Bene, Grover va a cercare qualche legno, speriamo di trovare qualcosa. Annabeth, lega i cavalli, Io sistemo qualcosa da mangiare. L'ultima volta ho preso pesci extra” disse Percy.

Hmm, la Testa d'Alghe si è industriata” dissi scendendo dall'equino, Percy scosse la testa, ignorando il mio commento, ma notai un leggero sorriso. Notai una roccia con una specie di spuntone, perfetta per legarci i cavalli. Percy si avvicinò a me legando il suo cavallo e accarezzandogli il muso, mentre io mi limitai a delle pacche sulla spalla. Ho imparato a cavalcare, ma ho avuto una brutta esperienza da piccola.

Dovresti dargli un nome” disse Percy, all'improvviso.

Ma non è di qualcuno? E poi che nome gli do?” risposi.

No, è un cavallo della caserma, non hanno nomi. In quanto al nome... bho, non lo so. Il mio si chiama Blackjack” Guardai il suo stallone. Aveva il pelo nerissimo e Blackjack gli stava bene come nome. Guardai il mio cavallo; aveva il pelo completamente bianco il muso rosato e gli occhi azzurri: un cavallo albino... bellissimo. Era la prima volta che guardai con attenzione il muso del mio cavallo. Gli occhi erano di un azzurro brillante, mi ricordavano due stelle... stelle...

Starlight”dissi.

Eh?” disse Percy confuso.

Ha gli occhi chiari, mi fanno venire in mente le stelle, quindi: Starlight”

Starlight... sì, è carino” disse e accarezzò il muso di Starlight. Io continuai a limitarmi ad accarezzargli la spalla. Percy se ne accorse. “Perchè non vieni ad accarezzalo sul muso?” chiese. Bastardo! Stavo pensando.

Perché non sono molto tranquilla ad avvicinare le mani alla bocca” risposi.

Perché?” Decisi di rovinarmi la reputazione.

Da piccola, stavo provando a guardare i denti di un cavallo per capire se era giovane o no e mi ha morso la mano” dissi coprendomi la faccia con una mano. Percy si mise a ridere. “Non è divertente! Fa male!” dissi; anche se adesso non sentirei più molto male.

E' successo anche a me, ma io ho tolto la mano in tempo” disse lui. Lo guardai storto, ma Percy continuò a sorridere. “Dai, vieni qui” disse. Avevo già capito le sue intenzioni.

No” risposi decisa.

Hai paura che ti morda?”

Non ho paura” risposi

Allora, vieni” disse... non ci credo, mi ha fregata! Mi avvicinai lo stesso. Percy si scostò facendomi spazio, mettendosi alla mia sinistra, un po' dietro di me. Mi disse di accarezzarlo sul muso, ma non appena avvicinai la mano il cavallo si mosse e io la ritirai subito. “Tranquilla, guarda. Non ti fa niente” disse prendendomi la mano e delicatamente, posizionandola sul muso di Starlight. Il cavallo si lasciò accarezzare tranquillamente. Sorrisi. Era tanto che non accarezzavo un cavallo sul muso per paura di venir morsa. “Visto? Non ti ha fatto niente” disse Percy.

Per questa volta hai vinto, Testa d'Alghe” dissi.

Ma qualcosa mi dice di non abituarmici” disse lui sorridendomi.

Proprio così” dissi voltandomi con un sorriso. Non mi accorsi di quanto stavamo vicini finchè non ci guardammo negli occhi. I suoi oceani verdi si connetterono con i miei azzurri. Lentamente, Percy si avvicinò e mi ritrovai fare lo stesso senza staccare lo sguardo da lui. No! No! Annabeth! Non cadere sotto il suo incantesimo! Diceva la mia parte razionale. Ma lasciala in pace! E quando mai le ricapita più! Forza! Bacialo! Bacialo! Diceva la parte idiota. Ma mentre le due parti del mio cervello si scontravano, Percy ed io ci stavamo ancora avvicinando. Percy appoggiò la fronte alla mia chiudendo gli occhi. Io feci lo stesso, aspettandolo. Ormai, sentivo il suo respiro caldo sulle labbra. Poi il cavallo sternutì facendoci saltare come molle.

Uhm...” dissi io

Ehm...” fece lui. Mi schiarii la voce per parlare, ma poi vidi Grover che sorrideva da un orecchio all'altro.

Grover! Che stai facendo?” dissi agitata e imbarazzata. Da quanto tempo stava lì?!

Ho trovato qualche legnetto e dei ciuffi di cose infiammabili che sono cadute dalle crepe più grandi” rispose lui “Perce, puoi fare tu il fuoco? Dovrei parlare due minuti con Anita” disse il satiro.

Non chiamarmi Anita!” protestai.

Preferisci Annie?”

Chiamami pure Anita” dissi avvicinandomi al satiro e allontanandomi dal principe. Seguii Grover un po' più avanti nella grotta, in silenzio. Poi lui lo ruppe.

Ti sei presa la cotta! Annie-Anita si è presa la cotta!” canticchiò

Stai parlando del principe?” dissi.

No, parlo di Beowulf... ma CERTO che parlo di Percy! Il ragazzo ti piace, e manco poco!”

No! No! Ti sbagli di grosso! Io e Percy? Ma ti pare! E poi, i principi non sposano le vagabonde” Figuriamoci un'assassina! Avrei voluto aggiungere.

Quindi, ti piacerebbe il matrimonio se fosse lui lo sposo, giusto?” disse sghignazzando

Finiscila! Percy neanche mi pensa” risposi

Annabeth, tu gli piaci! Lo vedo da come ti guarda”

Ma figurati!” Silenzio... “Davvero, pensi che gli piaccia?” Grover rise.

L'hai agganciato” disse il satiro. Scossi la testa ma con un sorriso. “Ehi, per una volta non mi hai minacciato!” disse lui sorridente.

Attento a provocarmi, satiro” dissi con un'occhiataccia. Ma Grover non ci fece caso.

Dai, torniamo”

Tutto qui? Volevi prendermi in giro?” chiesi.

Non esattamente” disse e si avvicinò al fuoco che Percy aveva acceso. Scossi la testa e mi unii a loro.

 


Sto correndo per un corridoio. Sono una bambina. Corro e chiamo “Mamma! Mamma!” invece di una madre, esce una donna giovane, dell'età di mia madre, non la vedo in volto, lo so e basta. Lei mi prende per una mano e mi porta dall'altra parte. “Dov'è la mamma? C'è uno con una spada in mao nel palazzo e le guardie vogliono mandarlo via” dicevo.

La mamma dice la parola 'mamma' come forzata “ha detto di metterti al sicuro che quell'uomo è pericoloso” risponde lei.

Atena, dov'è la mamma? E papà?” chiedo disperata.

Annabeth, andiamo” dice lei portandomi con sé. Corriamo per il corridoio, ma poi esce da una porta un uomo incappucciato. Non è il tizio che so di aver visto, ma un altro. Lui sguaina una spada e ci attacca. Io grido terrorizzata, ma Atena a sua volta sguaina la sua lancia che porta sulla schiena, devia un attacco e stordisce l'uomo colpendolo con la base della lancia. Poi mi riprende per mano e continuiamo a correre. Ad un tratto un altro uomo esce dal una porta, ma è ferito e grondante di sangue. I capelli biondi sono ammazzettati attaccati alla fronte per il sudore, ha dei graffi sul volto e si tiene una mano sulla ferita.

Atena” chiama lui con un rantolo.

Frederick!” chiama Atena lasciandomi la mano e correndogli incontro. Lui le cade tra le braccia, senza forze.

Papà!” grido io.

Atena, lui sta cercando il principino” dice 'mio padre' “Avvisa tua sorella, Ippolita. E' uno di loro! E' troppo forte anche per lei” fa una pausa e vedo le lacrime scendere dagli occhi di Atena, che lo stringe tra le braccia “Proteggi la bambina E' forte come te, una vera amazzone, e fa che sappia la verità” fece un'altra pausa.

No, Frederick” dice Atena.

Mi dispiace che le cose non sono andate come volevamo” disse Frederick e si voltò verso di me “Mi dispiace che non abbiamo potuto darti una famiglia normale” mi disse, e si voltò nuovamente verso Atena. “Proteggi nostra figlia” le dice.

No, Frederick! Noi abbiamo bisogno di te! Io ho bisogno di te!” dice Atena, piangendo.

Sei più forte di me Atena, lo sei sempre stata, e Annabeth ha preso da te” disse lui “Ora andate, ma dammi un bacio prima che vada negli Inferi”

Io faccio quello che vuoi, ma tu non lasciarci!” supplicò Atena e lo baciò subito ma poi lui morì.

Papà!” piangevo io. Atena stava cercando di trattenersi ma non ci riusciva. Ma poi la m bambina ha un'idea. “Mamma! Devo avvertire la mamma!” e corro via.

No! Annabeth! Torna qui!” gridava Atena ma l'avevo già seminata. Corro e corro finchè non arrivo alla sala del trono e vedo il corpo ancora sanguinante di una persona che sapevo a me cara: Ippolita. Lancio un grido di terrore e scappo via. Corro più che posso quando mi scontro con qualcuno. E' il tizio con la spada che avevo visto aggirarsi per il palazzo.

AIU-” lui mi tappa la bocca prendendomi di peso in braccio.

Zitta, mocciosa!” dice e corre via portandomi con sé.

ANNABETH!” è la voce di Atena che mi chiama. Ma non riesco a rispondere per la mano sulla bocca. Il ragazzo tira fuori un pugnale e me lo punta alla gola.

Prova a venirmi dietro e la principessina muore!” minaccia.

ATENA, AIUTO!!” grido

ANNABETH!”

 


Annabeth! Svegliati!” Mi svegliai di soprassalto. Vidi tutto annebbiato, ma quando mi si chiarì la vista, vidi Percy che mi teneva per le spalle, guardandomi preoccupato. Sudavo freddo e il cuore lo avevo a mille.

Non sono morti e non mi hanno rapita, sono stata abbandonata!” dissi di fretta.

Chi? Di chi parli?” disse Percy confuso.

Continuo ad avere un incubo, sempre lo stesso!” dissi abbracciandolo, nascondendo il viso nel petto. Lui mi abbracciò teneramente.

Era solo un incubo. Stai tranquilla. E' tutto a posto” disse rassicurandomi. Io annuì soltanto stringendolo ancora di più. Percy mi tenne stretta a sé, strofinandomi la schiena con la mano per rassicurarmi. Non mi importava se Grover, stava guardando e se sembravo una rammollita in quel momento. Quel sogno mi tormentava da anni. Erano rare le volte che non lo facevo, ma quest'incubo è sempre più vivo di qualunque altro sogno che io abbia mai fatto. Avevo ucciso uomini e mostri il doppio di me, scampata a situazioni impossibili, sopportato gli allenamenti più duri e ogni volta mi terrorizzava questo sogno.
Poi, piano, piano, riuscii a tranquillizzarmi e mi addormentai ascoltando il battito del cuore di Percy. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Un Bagnetto nel Fiume ***


Annabeth's POV:

Ci eravamo messi nuovamente in marcia. Dalla notte scorsa non avevo proferito parola e né Percy né Grover mi chiesero niente. Camminammo a lungo. La caverna sembrava sempre la stessa, ma alla fine riuscimmo ad uscirne. Tra di noi inizialmente regnò il silenzio, ma poi Grover e Percy cominciarono a fare un po' i buffoni. Ammetto che ascoltando le loro buffonate un po' sorrisi, ma non mi distraerono del tutto dall'incubo, non ci riuscivo. Non capivo perchè, ma da quando Percy quella notte mi strinse a sé per tranquillizzarmi dopo l'incubo, non riuscivo più a dire niente. Questo per uno stupido incubo. Sono sempre riuscita a comportarmi come se nulla fosse, ma perchè non ci riuscivo più dopo quella notte? Sarà stato perchè sono apparsa debole? Perché il ragazzo che sto portando al macello sembra preoccuparsi per me? Per quel 'quasi-bacio'? Anche lì, ma che cosa mi è saltato in mente?! Ma sono completamente impazzita? Ci eravamo addentrarti in una foresta vicino ad un fiume. La foresta non era buia come la prima, dove avevamo incontrato le dracene, era meno fitta e notevolmente più invitante per i viaggiatori. Ma questo non significa che fosse priva di pericoli.

Eccone un'altra!” disse Grover, che stava scambiando barzellette con Percy “Due Persiani vanno a una fiera-”ma fu interrotto da Percy.

-No, Grover. Non quelle barzellette”

Non vuoi Persiani alla tua fiera?”

No! Non intendevo-”

-Razzista bastardo” Lì mi misi a ridere. “Visto?! L'ho fatta ridere!” disse Grover trionfante.

Ah, grazie! Ridi quando m'insultano!” disse Percy sarcastico, ma sapevo che anche a lui veniva da sorridere. Percy non era un razzista, era troppo buono e umile per esserlo. Mi chiedo perchè Luke ce l'abbia tanto con lui- Whoa! Frena, bella! Il maestro vuole che glielo porti vivo per vendicarsi. Qualcosa deve aver fatto! Luke non fa mai niente senza una buona ragione. Mi ha dato un ordine e io devo eseguirlo. Comunque, riuscivo a sentire il fiume che scorreva, voleva dire che eravamo oltre la metà del viaggio verso Lamia, quindi vicini alle Termopili.

Annabeth, ci fermiamo qui. Ripartiremo tra un paio d'ore” disse Percy. Io annuì e basta, poi scesi da cavallo.

Finalmente! Le mie povere zampe non ce la fanno più. Devo mangiare qualcosa”disse il satiro. Scossi la testa, e trovai un posto dove legare Starlight. Percy fece lo stesso.

Io vado a vedere se trovo qualche cosa da mangiare per stasera” annunciò il principe “Annabeth” mi chiamò mi voltai verso di lui “Vuoi venire con me?” chiese.

No, vado a dare un'occhiata in giro” risposi. Lui annuì e si allontanò. Grover intanto stava ciarlando e sparando cavolate, come sempre. In questi momenti un tappo in bocca non sarebbe male, quel satiro ha una chiacchiera terrificante. Mi stavo per allontanare quando vidi con la coda dell'occhio, una figura sinistra che scomparve subito. I miei allarmi mentali andarono a mille. C'era qualcosa che non andava.

Grover, penso che-”mi bloccai quando mi sembrò di rivedere una figura “-sia meglio chiamare Percy e andarcene subito” dissi cercando di capire cosa si nascondesse nelle vicinanze.
 



 Grover's POV:

Cosa?! Andarcene subito?! Non ci penso nemmeno!” protestai quando Annabeth disse di andarcene. “Sono stanco e non ho alcuna intenzione di spostarmi tra meno di due ore!” dissi voltandomi, ma non vidi Annabeth che si era allontanata. “Ah, finalmente! Ho zittito l'eremita!” feci un passo indietro e sentii la schiena su qualcosa di solido e peloso. “E questo che è?” dissi tastando cosa avevo dietro, poi vidi una colata di bava davanti a me. Deglutii temendo il peggio. Alzai lo sguardo verso l'alto e vidi una manticora che mi ringhiava e la bava che le colava dalla bocca “AAAAAAHHHHHHH!!!!!” gridai quando la manticora alzò una zampona e ruggendo tentò di colpirmi, ma feci in tempo a spostarmi. Il mostro attaccò ancora, ma prima che potesse provare a colpirmi, Annabeth si era lanciata per colpirlo, ma il mostro con una zampata la scaraventò su un tronco. Si voltò nuovamente verso di me per colpire, ma nonostante la botta, Annabeth si rilanciò all'attacco e riusci a colpire il mostro alle zampe posteriori, ma questo lo fece solo arrabbiare di più. Il mostro fece per colpirla, ma lei usò lo zampone come scala per arrivare al muso, ma la manticora mise una zampa davanti bloccandola e poi la scaraventò a terra. Schiacciandola con la zampa. Vedevo che faticava a respirare. Mi sentivo inutile e impotente ma sopratutto un codardo. Avevo uno spadino e avrei potuto distrarre il mostro per salvarla, ma ero come paralizzato. Quando vidi la manticora alzare la coda di scorpione per darle il colpo di grazia, mi decise di intervenire. Ma prima che potessi farlo, Percy saltò fuori dal nulla e tagliò il pungiglione. Il mostro era infuriato, ma non smise di schiacciare Annabeth sotto la sua enorme zampa. Allora, Percy lo colpì alle zampe posteriori. Il mostro allora decise di spostarsi. Vidi Annabeth insiprare come non mai, rimandando l'aria nei polmoni. Il mostro sparò degli aculei contro Percy, ma mentre lui li parò con lo Scudo Olimpico, la manticora gli diede una zampata lanciandomelo addosso. Entrambi finimmo contro un tronco. Annabeth, intanto prese una pietra da terra e gliela lanciò per distrarlo. La manticora, infatti lasciò perdere me e Percy e andò dritta verso di lei. Annabeth allora, sguainò il pugnale e quando la manticora attaccò lei gli inferse un bel taglio profondo sulla zampa. Poi corse via. Capì, stava cercando di combatterlo in uno spazio più aperto: il fiume. Percy ed io subito corremmo dietro di lei e il mostro.
Giunti al fiume, Annabeth stava già a terra sul bordo del letto del fiume. La manticora le saltò addosso, ma preso un bastone da terra, Annabeth lo alzò davanti a sé e il bastone si conficcò nel fianco del mostro, ma quando cadde, nel fiume a quanto pare, non era ancora morto, infatti, con un'artigliata, si aggrappò al mantello dell'eremita portandosela dietro.

PERCY!” gridò lei

ANNABETH!” gridammo io e Percy. Raggiunta la sporgenza, vedemmo Annabeth cadere nel fiume. Fortunatamente, la sua testa uscì fuori dall'acqua, ma come se non bastasse, prima che potesse orientarsi nella situazione, la corrente la spinse con gran forza su un masso facendole sbattere la testa e andò giù. Non feci in tempo a rendermi conto di cosa stava accadendo che Percy mi diede lo Scudo Olimpico e si lanciò nel fiume. Feci la cosa più naturale, subito corsi dove sapevo che l'acqua diventava meno forte. Percy sarebbe dovuto uscire da lì. Continuai a guardare l'acqua. Non li vedevo. Cominciavo a preoccuparmi come non mai. All'improvviso Percy uscì dall'acqua proprio nel punto che stavo raggiungendo. Teneva un' Annabeth priva di conoscenza per la vita mentre ritornava sulla terra ferma. Il mantello era andato perso.

Percy! Annabeth!” Gridai felice e corsi verso di loro, mentre Percy prese in braccio Annabeth per sistemarla meglio, fuori dall'acqua. Li avevo quasi raggiunti, quando Percy la mise terra e si mise in posa per fare la CPR e farle sputare l'acqua bevuta, ma appena fui vicino, inciampai con le zampe e mi scontrai contro Percy che per la forza cadde addosso ad Annabeth che per la pressione sputò l'acqua in una botta sola. Subito mi avvicinai e cominciai a darle degli schiaffetti per farla rinvenire.

Forza, forza! Respira, Annabeth!” dissi.
 



Annabeth's POV:

Quando mi ripresi, sentii l'acqua che avevo nei polmoni risalire e la sputai tutta fuori. Ma il cervello ancora non connetteva. Ero bagnata, sdraiata a terra e Grover che mi dava degli schiaffetti in faccia. Tossì sputando fuori l'ultima acqua rimasta.

Grover, sono sveglia!” dissi con una specie di rantolo e tossendo ancora acqua, poi mi tirai su sui gomiti.

Annabeth, ci hai fatto prendere un colpo!” disse il satiro dandomi un'abbraccio. Vidi Percy che sembrò sollevato e... felice.

Ci vuole più di un bagnetto per farmi fuori- Umpf!”feci appena a tempo a finire la frase che le mie labbra furono impegnate a fare altro quando Percy mi prese il viso fra le mani e mi baciò. Il bacio fu brevissimo, ma sentii come una scarica elettrica percorrermi il corpo e il cuore battermi a mille. Non mi ero mai sentita così. Oh, no! No! Cavolo, no! Non sarà che... no! Non è possibile! Io sono l'Angelo della Morte! Uccido a sangue freddo per ordine del Maestro Crono, per liberare il mondo da futili mortali senza abilità! Ricorda cosa ha detto il Maestro Luke! Io non ho un cuore. Non posso permettermi di averne uno! Non appena si ritirò, Percy mi guardò come sorpreso della sua stessa azione.

Scusa, è che...”disse lui “...sono contento che tu non sia affogata” disse sorridendomi

Sto bene...” risposi come un'idiota. Al momento stavo cercando di ricordarmi come mi chiamavo. Ma poi mi venne in mente un pensiero che mi fece tornare seria

Perchè l'hai fatto?” gli chiesi “Saresti potuto morire cercando di salvarmi” Percy mi accarezzò la testa.

E' così che si fa in una squadra” disse lui.

Bhe... grazie” risposi.

Non so voi, ma siamo la squadra più strana che si sia mai vista” disse Grover. Percy mi tese la mano e mi alzai. I ragazzi mi chiesero se stessi bene ancora una volta e quando gli risposi che stavo bene ci incamminammo dove avevamo lasciato i cavalli. Ero ancora bagnata fradicia e sentivo freddo. A un tratto sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla d'istinto presi la mano per attaccare il mio aggressore ma poi mi fermai vedendo che era Percy.

Whoa! Calma! Non ti faccio niente” disse lui guardandomi stupito. Subito gli lasciai la mano abbassando lo sguardo.

Scusa...” dissi a bassa voce.

Non fa niente” disse Percy e mi rimise la mano sulla spalla. Mi accorsi che lui era completamente asciutto, ma non riuscii a dire niente che lentamente sentivo l'acqua che avevo addosso scivolare via finchè non mi vidi tutta l'acqua ai piedi ed io ero asciutta come se non fossi mai caduta nel fiume. Sapevo che era parte della sua abilità di controllo dell'acqua, ma comunque rimasi colpita.

Forte” commentai.

L'hai detto pure per il potere curativo” disse lui con un sorriso. Sembrava che quel bacio di prima se lo fosse già dimenticato... meglio così.

Che ci vuoi fare? E' forte lo stesso” dissi con un sorriso.

Ehi, belli! Volete flirtare ancora un po' o vogliamo recuperare i cavalli?” disse Grover. Percy ed io lo guardammo malissimo. Grover sembrò intimidito e continuò a camminare fischiettando un motivetto.

Ci eravamo rimessi in marcia da un po' e ormai stava calando la sera. Il cielo era completamente grigio e minacciava di piovere. Dovevamo trovare un riparo e fermarci. Sfortunatamente non trovammo niente, poi Percy trovò qualcosa.

Ragazzi!” chiamò “Quella grotta può fare a caso nostro” disse puntando ai piedi di un colle vicino a noi. Era solo un'incavatura nella roccia, non correvamo pericoli.“Quanto manca?” chiese Percy

30km” risposi.

Sono distrutto” disse Percy “Proseguiremo domattina” disse scendendo da cavallo. Io feci lo stesso. Mi guardai intorno nella caverna, ma non vidi dove legare i cavalli.

Parthenon” sentii Percy dire e si allontanò da Blackjack che rimase fermo sul posto. Io avvicinai Starlight e lo lasciai, ma il cavallo mi seguì. Allora ripresi le redini e lo riportai vicino a Blackjack, capii che “Parthenon” doveva essere la parola che li faceva stare fermi sul posto, dopo tutto erano cavalli da guerra.

Parthenon” dissi e mi allontanai. Starlight rimase sul posto. Sorrisi a me stessa soddisfatta e andai ad a cercare qualcosa da mangiare prima che scoppiasse il nubifragio, mentre Percy andò a cercare la legna per il focolare. Camminai nei dintorni senza trovare nulla. Le uniche cose che trovai erano bacche velenose o indigeste. Camminai ancora un po' finchè non giunsi ad un lago. Lì doveva essere dove finiva il fiume dove sono caduta questo pomeriggio. L'acqua era calma, e c'era una bella vista, ma per il cielo grigissimo, il panorama era spento. Mi guardai intorno, e poi lo vidi. Vicino al lago c'era un melo. La cena non sarebbe stata molta, ma meglio di niente. Subito mi avvicinai all'albero e mi arrampicai. Staccai una mela e la lasciai cadere a terra non avendo nessun posto dove metterla. Ne presi una seconda e feci lo stesso. Poi ne vidi un'altra e mi arrampicai più su per prenderla e quando l'ebbi in mano la lasciai cadere a terra senza guardare giù.

Ahio!” disse una voce familiare. Abbassai lo sguardo e vidi Percy sotto l'albero che si stava massaggiando la testa.

Che stai facendo?” chiesi quando alzò lo sguardo per vedere da dove era caduta la mela.

Che sto facendo io? Che stai facendo tu?” disse lui.

Ho preso la cena” dissi cominciando a scendere.

Mele? Questa la chiami 'cena'?” chiese lui dal basso mettendo giù la legna che aveva trovato.

Senti, bello; quando si sta qui fuori, si sopravvive così. Accontentati” risposi.

Almeno cerca di non cadere” e fu in quel momento che il ramo con cui mi stavo per calare si spezzò. Caddi subito ma ebbi un atterraggio morbido. Percy mi aveva agguantata nella caduta. “Come non detto” disse lui.

Gufaccio del malaugurio” borbottai guardandolo male mentre mi rimise giù.

Ehi! Almeno ti ho presa in tempo!” protestò lui.

Me l'hai tirata lo stesso” dissi sistemandomi. Lui scosse la testa.

Allora, il viaggio è quasi finito” disse lui.

Già” risposi io.

Tu che farai quando avremo riportato lo scudo?” chiese Percy di punto in bianco.

Tornerò alla mia vita precedente” risposi.

Tornerai a vagare senza una meta?”

Sì” risposi. Lui annuì.

Se non sono indiscreto... puoi raccontarmi dell'incubo che fai?” chiese lui. Presi un respiro... me lo sarei dovuto aspettare. Percy si era appoggiato al tronco dell'albero incrociando le braccia, aspettando una risposta.

Vedo il tutto dagli occhi di una bambina, correndo per i corridoi di un palazzo e da una porta esce una donna. Non la vedo in faccia, ma nonostante io chieda della mamma, lei mi prende per mano e mi porta via. A un certo punto sbuca fuori da una porta un uomo armato, lei mi difende e scappiamo, poi da una porta esce un altro uomo che nel sogno so essere mio padre. E' ferito gravemente e esala i suoi ultimi respiri cadendo tra le braccia della donna e dicendole di proteggere loro figlia, ma poi scappo a cercare la 'mamma' ed entrata in una stanza vedo il corpo di una donna che so a me cara. Scappo terrorizzata e m'imbatto in un... neanche un uomo, un ragazzo che mi agguanta e mi rapisce puntandomi un pugnale alla gola, minacciando di uccidermi mentre la donna che cercava di proteggermi mi chiama... e poi mi sveglio” gli dissi.

Lo fai di continuo?”

Sì...” dissi “Mi è capitato a volte di fare altri sogni, ma questo è più vivido e realistico di qualunque altro sogno io abbia mai fatto e...” confessai “...nel sogno... è l'unico momento che sento qualcosa che mi... spaventa” Percy rimase silenzioso, ma mi guardò con uno sguardo strano e con un piccolissimo sorriso. “Che c'è?” chiesi.

Niente...” disse lui “... è la prima volta che mi dai confidenza senza protestare”spiegò, poi lentamente si avvicinò a me, guardandomi negli occhi. Lo vidi con uno sguardo un po' incerto, ma continuava ad avanzare finchè non mi fu vicinissimo. I suoi oceani verdi non si staccarono dai miei occhi azzurri.Mi prese gentilmente il viso tra le mani senza interrompere il contatto visivo. Lentamente si abbassò non spostando lo sguardo dai miei occhi. Io rimasi ferma immobile con il cuore che mi era partito a mille. Sentivo nuovamente il suo respiro sulle labbra, chiusi gli occhi e mi baciò. Questo bacio era diverso da quello che mi aveva dato appena ripescata. Era più lungo e più dolce. Delicatamente mi posò le mani sulla vita, mentre le mie mani gli andarono tra i setosi capelli ebano. Era il bacio più bello che io abbia mai ricevuto e anche perchè il primo. Anche durante le missioni, non ero mai arrivata a baciare l'obbiettivo prima di ucciderlo. La missione... stavo portando Percy al Clan!

No, Percy non posso” dissi ritirandomi appena, ma mi uscì come se non lo intendessi. Lui sembrò infischiarsene e mi baciò ancora. Il mio cervello stava in tilt. Lui mi strinse ancora di più a sé e ammetto che avrei continuato a baciarlo, ma la testa mi diceva altro. “Percy, sono seria” dissi

Anch'io” rispose lui ribaciandomi con la stessa delicatezza di prima. Ma stavolta ebbi più controllo e mi ritirai di scatto tanto che Percy sembrò sorpreso, oltre che deluso e ferito.

Non posso” dissi tenendolo a distanza.

Che ho fatto?” chiese lui preoccupato di essere lui il problema.

Non sei tu, Percy. Sono io” dissi “Questo non può succedere” dissi.

Perchè? Non capisco”

Perchè tu sei il Principe Perseus di Atene ed io sono una vagabonda! Non può funzionare e anche tu sai benissimo che il Principi non possono stare con le vagabonde”

Ma possiamo trovare una soluzione!”

No”dissi decisa “Devi accettare la realtà” dissi allontanandomi. Ripresi le mele che avevo colto e tornai alla grotta con Percy che mi seguiva silenzioso e a debita distanza. Giunti alla caverna, notai che Grover si era accorto della tensione, infatti la prima cosa che fece fu cominciare a parlare, parlare e parlare. Io e Percy facemmo appena in tempo ad entrare nella grotta che cominciò a piovere. Percy diede la legna a Grover, mentre io diedi ai ragazzi la loro cena (una misera mela) e cominciai a mangiare mentre Grover accese il fuoco al primo colpo di pietre focaie.

Sono grande! Al primo colpo!” disse il satiro alzandosi in piedi. “D'ora in avanti mi chiamerete: Grover... Signore del Fuoco!”

Ehi, Signore del Fuoco!” chiamò Percy “Ti ha preso fuoco una zampa” Grover si guardò la caviglia e noto la fiamma sulla pelliccia caprina.

AAHH! BRUCIO! BRUCIOOO!” gridò girando intorno al focolare, da seduta lo acchiappai e lo spinsi sotto l'acqua fuori dalla caverna. “Oh...grazie!” disse rientrando fradicio e fumante “D'ora in poi ti chiamerò: Annabeth-”

“-Signora del Toccami-E-Sei-Morto”

Cosa?!”

Stava scherzando, Zucca-Vuota!” dissi acchiappandolo per il collo e strofinandogli la testa riccia in mezzo alle corna.

Ehi, piccioncini!” chiamò Percy e io smisi di strofinare la testa a Grover “E' meglio andare a dormire, domani ci aspetta una bella camminata”

Sì, mamma” disse Grover sistemandosi accanto a me. Percy intanto si era girato e messo a dormire... sapevo di averlo ferito e sentivo come un nodo nello stomaco. “Sai, Annabeth” disse Grover “Io non ho mai avuto un amico che rischiasse la vita per me” Mi voltai verso il principe.

Già... Percy... sarà un grande re un giorno” dissi guardandolo mentre dormiva. La mia mente ritornò a quel bacio di poco fa.

Lo penso anch'io... Che bello! tra poco saremo a Lamia e potrò riabbracciare la mia Juni!" disse Grover contento. Sorrisi, ma il nodo nello stomaco mi crebbe.

"Sono sicura che non vede l'ora di rivederti" dissi sorridente. Grover sembrò soddisfatto con la risposta.

"Bene, meglio andare a dormire. Buona notte, Annabeth. Ti voglio bene” disseil satiro sistemandosi e chiudendo gli occhi. Sgranai gli occhi sorpresa. Non me lo aveva mai detto nessuno! certo, Percy mi ha baciata ma questo è un'altro discorso. "E scommetto che anche Percy te ne vuole" disse a bassa voce. Sorrisi un po'... se solo sapesse... 

Buona notte” dissi, sapervo che Grover mi aveva sentita. Guardai fuori dalla grotta. C'era solo un'acquazzone, niente tuoni e fulmini. Pensai che alle Termopili mancava pochissimo. Più ci pensavo più il nodo nello stomaco cresceva. Scossi la testa e chiusi gli occhi, sperando che la nottata non fosse seguita da altri incubi.
 



Luke's POV:

CHE COSA?!” tuonai. Alecto era appena tornata a fare rapporto riguardo a quanta strada mancava ad Annabeth per arrivare, ma non mi sarei aspettato una simile risposta. “Ne sei sicura?” chiesi sospettoso.

Affermativo. Li ho visti con i miei occhi”

Sicura al massimo?”

Sì, Maestro Luke. Hanno parlato, non sono riusciata a capire di cosa, poi si sono baciati e io sono corsa ad avvisarvi”

Ma dai! Conosci Annabeth! La ragazza ha un cuore di ghiaccio! L'avrà solo ammaliato per non farlo insospettire” disse Ethan.

Bhè, Annabeth non sembrava esattamente non gradire” rispose Alecto. Ma che cavolo mi combina, la ragazzina?! Mi voltai passandomi una mano tra i capelli. Ero infuriato. Se lei fa qualcosa di stupido, io perderò lo Scudo, tornerà la pace e Crono mi scuoierà vivo come minimo, e tutto per una cavolata di una ragazzina di 18 anni!

Annabeth non può tradirci” dissi con una calma mortale.
 



Che ve ne pare? Spero vi sia piaciuto quest'altro capitolo de "Il Principe e L'Assassina". Siamo ad un punto cruciale della storia!  Grover rivedrà la sua Juniper? Lo Scudo arriverà a Lamia? Ma soprattutto... Cosa farà Annabeth? E il povero Percy?
Critiche costruttive sono MOLTO ben accette ;-)
Al prossimo capitolo!
The Princess of Stars





 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il Cuore di un'Assassina ***


Sally's POV:

I principi erano arrivati da poco. Percy non era con loro. La situazione era tornata ad essere un putiferio. Ares sembrava molto a favore di una guerra. Dire che era un provocatore era poco. Faceva commentini subdoli e perfidi e tutti gli altri perdevano le staffe. Solo io, Atena e Artemide riuscivamo a zittirlo, ma comunque, gli altri monarchi si infuriavano subito. I principi avevano più sale in zucca dei loro genitori. Tentavano in tutti i modi di farli ragionare. Per fortuna erano almeno riusciti a farci avere di nuovo un'assemblea civile. Al momento stava parlando re Ade e mi si avvicinò la principessa Silena.

Dov'è Percy?” mi chiese sottovoce.

Non lo so. Ma so che sta provando a riportarci lo scudo” risposi con lo stesso tono.

Siete preoccupata?”

Molto” risposi. Silena mi mise una mano sulla spalla per rassicurarmi.

Non preoccupatevi. Percy è in gamba, saprà cavarsela. Abbiate fiducia in vostro figlio.” Annuì con un piccolo sorriso.

Regina Sally” mi interpellò la regina Afrodite “voi che cosa dite riguardo alla situazione?”

Dico che dobbiamo avere fiducia in Perseus” risposi sorridendo a Silena.

Sono d'accordo con la regina” disse Atena “Tutti conoscete Perseus, nonostante sia molto giovane, è un ragazzo leale e determinato. Diamogli fiducia” suggerì la mia amica guardando mio marito Poseidone. Lui volse lo sguardo verso re Zeus, il quale era stato eletto presidente dell'assemblea, spettava a lui il giudizio finale.

E sia” decretò. Tirai un sospiro di sollievo. Guardai Silena che mi sorrideva. Poverina, aveva perso sua sorella Piper da pochi anni per mano dell'Angelo della Morte, ma non aveva mai perso il suo sorriso.

Tornerà” disse fiduciosa.

 

Annabeth's POV:

Guardai davanti a me e lo vidi avvicinarsi, sempre di più, ad ogni passo era sempre più vicino.

Ma guarda un po'!” disse Percy “L'eremita ce l'ha fatta! Siamo alle Termopili. A Lamia manca davvero poco. Come ho potuto dubitarne?”

Già! Ottimo lavoro Annabeth!” disse Grover dandomi una pacca sulla gamba, visto che io stavo a cavallo e lui a terra. Io gli feci solo un piccolo sorriso, ma stavo davvero male. Il nodo che avevo nello stomaco era sempre più stretto. Grover teneva lo scudo in mano. Avrei potuto rubarglielo e scappare, volatilizzarmi nel nulla come ho sempre fatto. Percy, dopo ieri notte, non potevo più guardarlo allo stesso modo, non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia. “Non vedo l'ora di riabbracciare la mia Juniper!” disse Grover.

Conoscendo Silena, minimo mi strozzerà con un abbraccio” disse Percy.

Chi è Silena?” domandai stranamente irritata.

Una cara amica” rispose Percy.

Quanto 'cara'?”

In teoria non dovrebbe interessarti” disse lui. Capì subito cosa intendeva.

Ma ci pensate? Saremo eroi! Salveremo l'alleanza!” diceva il satiro e io iniziai a dare i numeri.

Forse non dovremo farlo” dissi.

E perchè no?” chiese Grover.

So come sono la maggior parte dei monarchi, se riportiamo lo Scudo Olimpico cercheranno un colpevole del furto. Guardaci Grover, un principe, un satiro e una ragazza di strada, chi credi che incolperanno?”

Bhè dato che l'abbiamo recuperato forse non noi” disse sorridente.

Già e forse ci faranno cavalieri, diventeremo eroi e ci faranno dei!” sbottai sarcastica e velenosa. Grover era certamente sorpreso dalla mia reazione e Percy mi guadò stranito.

Si può sapere che hai?” chiese il principe fermandosi. Voltai lo sguardo altrove.

Niente, andiamo. Prima arriviamo meglio è” dissi e andai avanti. Il passo era praticamente davanti a noi. Alzai lo sguardo e vidi delle figure fin troppo familiari: Kelly, Ethan e Gerione. Mi diedero solo un'occhiata e poi si ritirarono probabilmente al raduno. Mi fermai mordendomi il labbro... era questo questo che volevo? Percy e Grover mi passarono avanti. Guardai nuovamente le Termopili. Loro si stavano infilando sotto un grosso masso caduto nel tempo, non era possibile vedere nulla da sopra il passo. Per la prima volta nella mia vita, non sapevo cosa fare. Dovevo continuare con la missione o che? Il nodo nel mio stomaco si fece sempre più stretto. In un attimo mi passarono davanti dei momenti del viaggio...
 



Muoviamoci. Riportiamo lo scudo” disse Percy. Grover mi guardò con un sorrisetto.

Oooh, l’ Eremitona Bell’Occhiona se ne resta indietro!” sfottè Grover facendomi pat-pat sulla testa “Povera Eremitona Bell’Occhiona!”

Grover” richiamò il principe “L’Eremitona Bell’Occhiona ci fa da guida” disse. Fu il mio turno a sorridere, soddisfatta. Grover fece un sorriso idiota, ritrasse la mano e raggiunse il principe.
 



P-”

AAHH!!! GROVER!!!” esplose Percy

Ho ucci- scortato persone che rompevano meno!” protestai anch’io, fermando il cavallo.

Possiamo fermarci e fare uno spuntino?” chiese il satiro visibilmente stanco.

No” dissi autoritaria.

Ma io ho fame e sono stanco!” protestò Grover.

Grover, non possiamo fermarci” disse Percy.

Ma sono distrutto, e ho fame! Fermiamoci, riprenderemo domattina”

Il lago non è molto distante, possiamo accamparci lì e passarci la notte” dissi io voltandomi verso Percy in attesa di una risposta.

Fa strada” disse e ci rimettemmo in marcia. Poco dopo raggiungemmo il lago. Il lago non era grandissimo, ma era completamente immerso nel bosco. L’unica parte dove non c’erano alberi era lo specchio d’acqua stesso. Subito trovai un buon posto dove accamparsi. Grover andò poi, in giro per il boschetto per trovarsi qualcosa da mangiare. Io e Percy intanto legammo i cavalli ad un tronco caduto.

Allora, Annabeth…” disse Percy accarezzando il suo stallone nero “… di dove sei?” chiese.

Alt! Frena, bello! Non do’ informazioni personali” dissi subito

Calma! Scusa” disse lui, poi venne da me mentre io accarezzavo un po’ il mio di cavallo.

Puoi rispondermi solo a una domanda?” disse Percy.

Solo una” tagliai corto.

Se sei un’eremita come hai imparato a combattere? E perché il tuo abbigliamento fa pensare ad un fuorilegge? E in più se fossi un’eremita, come sostieni, non potresti permetterti un’armatura leggera, un pugnale e una spada come quelle” disse lanciandomi uno sguardo sospettoso. Un brivido mi percorse la schiena, ma subito risposi con la prima cosa che mi venne in mente.

Quando una ragazza vive da sola, deve imparare a difendersi, no? E in quanto all’abbigliamento…” dissi guardandolo male “… me lo sono guadagnato; come il pugnale e la spada” dissi e quella era la verità.

Come te le sei guadagnate?” chiese lui.

Con dei lavori”

Che genere di lavori?”

Difficili. Ma con la pratica diventa tutto più facile”

Che lavori hai fatto?”

Oh, ma un anfiteatro d’affari tuoi no, eh?” dissi seccata

Se non ti dispiace, vorrei sapere qualcosa di più sulla mia guida, prima che mi porti una caverna buia e misteriosa e mi faccia fuori” disse lui avvicinandosi a me, squadrandomi dall’alto in basso.

 


 

Arrivarono altri due pesci dopo qualche minuto feci lo stesso procedimento del primo e uscii dall’acqua, trionfante con tre trote. Percy mi guardò meravigliato.

Poi me lo insegni, vero?” chiese con un sorriso splendente.

Forse” risposi con un sorrisetto.

Bene! Cena in tavola! Ora vanno solo puliti” disse Grover.

Dai, Grover. Puliscili” disse Percy.

Perché devo pulire io i pesci?!” protestò il satiro. Non lo sopportavamo più e ci mettemmo minacciosi ai suoi lati.

Perchè tu ci hai fatto fermare!” disse Percy

Perché è stata tua l’idea di pescare!” dissi io.

Perché sei piccolo e insignificante!”

E perché ti faccio a polpette se non lo fai!”

Uhm… altri motivi?” disse Grover.

SUBITO, GROVER!” urlammo entrambi. Il satiro ubbidì e io mi ripresi la mia roba.

 


 

Ehi, Annabeth, quanto manca?” mi chiese Grover per l'ennesima volta.

Non lo so!” risposi esasperata.

Ma hai detto tu di andare dentro la caverna!” disse Percy

Dì un po', Percy... ma non hai detto tu di andare a destra?” risposi.

Ma sei tu la guida!” disse Grover. Allibita, mi schiarii la voce, pronta all'esibizione.

No, andiamo a destra! Sono certo che arriveremo prima a Lamia, se non mi sono sbagliato” imitai Percy “Sì, ti sei sbagliato, Testa d'Alghe! Così, impari a non seguire la guida” Percy mi guardò male poi guardò Grover per appoggio.

La ragazza ha ragione” disse il satiro.

Lo dici perché lo pensi, o perché hai paura di possibili ritorsioni?” rispose Percy con sguardo inquisitore.

Annabeth mi mette molto in soggezione, ma lo penso pure” rispose il satiro. Mentre la coppietta bisticciava, notai una cosa sulla parete. Diedi un colpo di tallone al cavallo, facendolo trottare fino alla parete. Era una parete con una grossa scheggiatura e mi era familiare.

Un momento, io questa parete l'ho già vista” dissi attirando l'attenzione degli amiconi “Questo significa che ci siamo già passati, che significa che stiamo girando intorno il che significa che non stiamo andando a Lamia!” sbottai tornando indietro col cavallo. “Siamo nei guai! Allora, per prima cosa dobbiamo trovare un modo per-”

Annabeth!” mi interruppe Percy, voltandomi il viso verso di sé con una mano, allungandosi dalla sella. “Rilassati” disse tranquillo. “Inspira, espira” disse ed eseguii. “Brava” disse dandomi un buffetto sulla guancia. Mi fece un'impressione strana. L'unico che mi ha mai toccato il viso è stato Luke, ma solo per tirarmi una sberla se non eseguivo gli ordini, e invece Percy mi diede un buffetto amichevole.

 



Non ho paura” risposi

Allora, vieni” disse... non ci credo, mi ha fregata! Mi avvicinai lo stesso. Percy si scostò facendomi spazio, mettendosi alla mia sinistra, un po' dietro di me. Mi disse di accarezzarlo sul muso, ma non appena avvicinai la mano il cavallo si mosse e io la ritirai subito. “Tranquilla, guarda. Non ti fa niente” disse prendendomi la mano e delicatamente, posizionandola sul muso di Starlight. Il cavallo si lasciò accarezzare tranquillamente. Sorrisi. Era tanto che non accarezzavo un cavallo sul muso per paura di venir morsa. “Visto? Non ti ha fatto niente” disse Percy.

Per questa volta hai vinto, Testa d'Alghe” dissi.

Ma qualcosa mi dice di non abituarmici” disse lui sorridendomi.

Proprio così” dissi voltandomi con un sorriso. Non mi accorsi di quanto stavamo vicini finchè non ci guardammo negli occhi. I suoi oceani verdi si connetterono con i miei azzurri. Lentamente, Percy si avvicinò e mi ritrovai fare lo stesso senza staccare lo sguardo da lui. No! No! Annabeth! Non cadere sotto il suo incantesimo! Diceva la mia parte razionale. Ma lasciala in pace! E quando mai le ricapita più! Forza! Bacialo! Bacialo! Diceva la parte idiota. Ma mentre le due parti del mio cervello si scontravano, Percy ed io ci stavamo ancora avvicinando. Percy appoggiò la fronte alla mia chiudendo gli occhi. Io feci lo stesso, aspettandolo. Ormai, sentivo il suo respiro caldo sulle labbra. Poi il cavallo sternutì facendoci saltare come molle.
 


 

Annabeth! Svegliati!” Mi svegliai di soprassalto. Vidi tutto annebbiato, ma quando mi si chiarì la vista, vidi Percy che mi teneva per le spalle, guardandomi preoccupato. Sudavo freddo e il cuore lo avevo a mille.

Non sono morti e non mi hanno rapita, sono stata abbandonata!” dissi di fretta.

Chi? Di chi parli?” disse Percy confuso.

Continuo ad avere un incubo, sempre lo stesso!” dissi abbracciandolo, nascondendo il viso nel petto. Lui mi abbracciò teneramente.

Era solo un incubo. Stai tranquilla. E' tutto a posto” disse rassicurandomi. Io annuì soltanto stringendolo ancora di più. Percy mi tenne stretta a sé, strofinandomi la schiena con la mano per rassicurarmi. Non mi importava se Grover, stava guardando e se sembravo una rammollita in quel momento.

 


 

Grover, sono sveglia!” dissi con una specie di rantolo e tossendo ancora acqua, poi mi tirai su sui gomiti.

Annabeth, ci hai fatto prendere un colpo!” disse il satiro dandomi un'abbraccio. Vidi Percy che sembrò sollevato e... felice.

Ci vuole più di un bagnetto per farmi fuori- Umpf!”feci appena a tempo a finire la frase che le mie labbra furono impegnate a fare altro quando Percy mi prese il viso fra le mani e mi baciò. Il bacio fu brevissimo, ma sentii come una scarica elettrica percorrermi il corpo e il cuore battermi a mille. Non mi ero mai sentita così. Non appena si ritirò, Percy mi guardò come sorpreso della sua stessa azione.

Scusa, è che...”disse lui “...sono contento che tu non sia affogata” disse sorridendomi

Sto bene...” risposi come un'idiota. Al momento stavo cercando di ricordarmi come mi chiamavo. Ma poi mi venne in mente un pensiero che mi fece tornare seria

Perchè l'hai fatto?” gli chiesi “Saresti potuto morire cercando di salvarmi” Percy mi accarezzò la testa.

E' così che si fa in una squadra” disse lui.

Bhe... grazie” risposi.

Non so voi, ma siamo la squadra più strana che si sia mai vista” disse Grover. Percy mi tese la mano e mi alzai.

 


 

Che c'è?” chiesi.

Niente...” disse lui “... è la prima volta che mi dai confidenza senza protestare”spiegò, poi lentamente si avvicinò a me, guardandomi negli occhi. Lo vidi con uno sguardo un po' incerto, ma continuava ad avanzare finchè non mi fu vicinissimo. I suoi oceani verdi non si staccarono dai miei occhi azzurri. Lentamente si abbassò non spostando lo sguardo dai miei occhi. Io rimasi ferma immobile con il cuore che mi era partito a mille. Sentivo nuovamente il suo respiro sulle labbra, chiusi gli occhi e mi baciò. Questo bacio era diverso da quello che mi aveva dato appena ripescata. Era più lungo e più dolce. Delicatamene mi posò le mani sulla vita, mentre le mie gli accarezzavano i setosi capelli ebano. Era il bacio più bello che io abbia mai ricevuto e anche perchè il primo. Anche durante le missioni, non ero mai arrivata a baciare l'obbiettivo prima di ucciderlo. La missione... stavo portando Percy al Clan!

No, Percy non posso” dissi ritirandomi appena, ma mi uscì come se non lo intendessi. Lui sembrò infischiarsene e mi baciò ancora. Il mio cervello stava in tilt. Lui mi strinse ancora di più a sé e ammetto che avrei continuato a baciarlo, ma la testa mi diceva altro. “Percy, sono seria” dissi

Anch'io” rispose lui ribaciandomi con la stessa delicatezza di prima. Ma stavolta ebbi più controllo e mi ritirai di scatto tanto che Percy sembrò sorpreso, oltre che deluso e ferito.

Non posso” dissi tenendolo a distanza.

Che ho fatto?” chiese lui preoccupato di essere lui il problema.

Non sei tu, Percy. Sono io” dissi “Questo non può succedere” dissi.

Perchè? Non capisco”

Perchè tu sei il Principe Perseus di Atene ed io sono una vagabonda! Non può funzionare e anche tu sai benissimo che il Principi non possono stare con le vagabonde”

Ma possiamo trovare una soluzione!”

No”dissi decisa “Devi accettare la realtà” dissi allontanandomi.
 


 

Sai, Annabeth” disse Grover “Io non ho mai avuto un amico che rischiasse la vita per me” Mi voltai verso il principe.

Già... Percy... sarà un grande re un giorno” dissi guardandolo mentre dormiva. La mia mente ritornò a quel bacio di poco fa.

Lo penso anch'io... Che bello! tra poco saremo a Lamia e potrò riabbracciare la mia Juni!" disse Grover contento. Sorrisi, ma il nodo nello stomaco mi crebbe.

"Sono sicura che non vede l'ora di rivederti" dissi sorridente. Grover sembrò soddisfatto con la risposta.

"Bene, meglio andare a dormire. Buona notte, Annabeth. Ti voglio bene” disse il satiro sistemandosi e chiudendo gli occhi. "E scommetto che anche Percy te ne vuole" disse a bassa voce prima di addormentarsi.

 


 

Ehi, Annabeth! Ti sei incantata?” disse Percy ormai sotto il grande masso con Grover. E fu allora che mi decisi cosa fare. Sono completamente impazzita...Raggiunsi subito Percy e Grover.

State giù!” ordinai allarmata.

Come?” dissero sorpresi.

Shh! State giù e seguitemi!” dissi scendendo da cavallo. Percy fece lo stesso, allarmato.

Ma perchè? Che succede?” chiese Grover.

In mezzo al passo delle Termopili....” presi un respiro non riuscendo a guardarli negli occhi, Percy in particolare “... c'è un imboscata che aspetta solo voi” confessai.

Cosa?!” esclamò Grover.

Come sarebbe un'imboscata?” disse Percy non capendo. Lo guardai dritto negli occhi.

A 8 anni, Tyson e stato il primo, Chirone subito dopo, ce ne sono stati altri per addestrarmi, a 14 un certo Malcolm e Lupa poco tempo dopo, a 15 Jason e Piper a 16 Leo e Castore, il tenente Zoe Nightshade quando è stato rubato lo Scudo Olimpico e queste me le sono procurate negli anni” confessai e mostrai un avambraccio con le cicatrici dell'addestramento. Grover e Percy sgranarono gli occhi.

Tyson il primo? Chirone il secondo? Jason, Piper, Leo, Zoe?! Addestramento?!? E quelle cicatrici?!” Ma di cosa stai parlando?” disse Pery chiaramente confuso. Sentivo per la prima volta, il dovere di trattenere le lacrime.

Ho mentito in quanto l'essere un'eremita, come ho mentito su come ho imparato a combattere...” Feci un respiro profondo “Io sono un membro del Clan

COSA?!” esclamarono esterrefatti.

Ti prego, dimmi che è solo uno scherzo!” disse Percy. Vedevo centinaia di emozioni passargli negli occhi. Dolore e confusione principalmente ma anche speranza. Lui sperava fosse solo uno scherzo. Avrei voluto dirglielo, ma ero stufa di fargli vivere una bugia. Aprii il piccolo porta-oggetti che avevo attaccato alla cintura e ritirai fuori l'anello che mi aveva dato il Maestro Crono quando superai la prova, e me lo misi al medio sinistro. Loro notarono subito l'anello del Clan e rimasero ancora più sconvolti.

Sono io L'Angelo della Morte

NO! No! Hai ucciso i miei amici!” disse Grover sconvolto. Percy era visibilmente sconvolto e il suo sguardo da confuso divenne di pura rabbia.

Ci hai ingannato!” accusò.

Era il mio mio compito!” risposi “Dovevo recuperare lo Scudo ma poi-”

-CI HAI PORTATI AL MACELLO!” Volsi lo sguardo a terra.

Mi dispiace!” dissi con voce quasi rotta. Ma quando Percy mi agguantò sollevandomi da terra e sbattendomi conto la parete di pietra tenendomi inchiodata lì, il cuore cominciò a battermi terribilmente, ma non come quando mi baciò.

No, ti sbagli! Non ancora” disse con la voce furiosa. Il suo volto era a pochi centimetri dal mio e mi guardava con uno sguardo penetrante non di odio, ma di tradimento. Sarei facilmente scampata ad una presa così, ma non riuscivo a farlo. Il rimorso me lo impediva.

Sentite, vi posso aiutare” dissi tendo i sui polsi per evitare di strozzarmi.

Stammi vicino Grover, è ora di mettere in pratica quello che ti ho insegnato, ci apriremo la strada”

Non potete! I membri del Clan che ci sono sono troppo forti! Dovrete fidarvi”

FIDARCI?! E PERCHè MAI DOVREMMO PIU' FIDARCI DI TE?! Tutto questo, tempo! Sei stata tu! Tu hai ucciso il mio migliore amico! Hai ucciso il mio maestro! La sorella della mia migliore amica! Gli amici di Grover! Li hai uccisi tutti! Dammi una buona ragione perchè dovremmo fidarci!”

Perché io sono cresciuta con il Clan li conosco, so le loro debolezze. Dovrete fidarvi perché non avete alternative” Ci fu un'istante di silenzio. Lo sguardo di Percy era così intenso che sembrava perforarmi gli occhi. Grover si avvicinò. Mi guardò attentamente negli occhi anche lui.

Come satiro riesco a leggere le emozioni... Annabeth, guardami negli occhi e dimmi... ti sei pentita veramente?” Anche lo sguardo di Grover era molto intenso. Senza indugi risposi con un una sola sillaba senza distaccare lo sguardo dagli occhi del satiro.

Sì” e in quell'istante mi scivolò una lacrima giù per la guancia e cadde sulla mano di Percy. Avevo abbassato lo sguardo non riuscendo a guardare né l'uno né l'altro. Altre lacrime mi caddero silenziose sul viso. Quell'instante di silenzio me lo sentivo sulle spalle pesante come sostenere il peso del cielo, mi parve un'eternità. Poi Percy allentò la presa e mi rimise giù. Non riuscivo a guardare nessuno dei due in volto. Poi Percy mi prese il volto fra le mani forzandomi a guardarlo e mi asciugò le lacrime con i pollici.

Non deluderci ancora” disse Percy. In quel momento capii... mi avevano dato una seconda occasione.
 


 

Salve amici! Vi sono mancata?” dissi ai miei compagni raggiungendoli all'imboscata.

Annabeth, cominciavo a preoccuparmi” disse Luke, il mio mentore.

Non c'è da preoccuparsi. Tra poco sazierai il tuo desiderio di vendetta” dissi avvicinandomi agli altri. Il piano era appena scattato.

Vedo il satiro e ha lo Scudo!” disse Gerione.

Restiamo nascosti finchè non si vede il principe, è lui che va preso di sorpresa” ordinò Luke. Io mi avvicinai a Geirone che stava fremendo dall'impazienza.

Vuoi riabilitarti dal fallimento?” gli sussurrai nell'orecchio.

Sì! Voglio riabilitarmi!” disse lui in fibrillazione

E allora cosa aspetti?” Lui non aspettò, infatti. Scattò come una molla e gli altri lo seguirono correndo dietro a Grover.

NO! Avevo detto di ASPETTARE IL PRINCIPE!” Tuonò Luke. Alzai le spalle con sguardo innocente. Luke emise una specie di ringhio e seguì gli altri. Io allora corsi subito dove si era nascosto Percy che aspettava Grover e i fuorilegge alle calcagna. Se i miei calcoli non sono sbagliati, Grover dovrebbe arrivare prima di loro e dare a Percy lo scudo. Appena raggiunsi la postazione mi misi dove solo Percy poteva vedermi e dove io potevo dagli il segnale che Grover stava arrivando. Percy stava nascosto dietro una protuberanza delle pareti del passo su una piccola altura. Appena vidi Grover arrivare correndo all'impazzata, feci il segnale a Percy, che non appena il satiro svoltò l'angolo prese lo scudo e Grover intanto tornò a prendere i cavalli dove li avevamo lasciati. Subito arrivarono i miei ex-compagni che si trovarono Percy davanti.

Sorpresa!” disse e li spinse giù dall'altura. Io subito lo raggiunsi.

Perfetto! Ora raggiungiamo Grover e andiamocene, subito!” dissi. Feci per voltarmi quandio sentii una voce fin troppo familiare.

Avanti Annabeth” disse Luke “Facciamo fuori il principe Ateniese”

Maestro, ha un'abilità come noi, può essere utile al Titano” dissi cercando di non farli scontrare.

Non mi importa. Quell'onda anomala è stata un'umiliazione” rispose lui. Puro odio nei suoi occhi. Misi le mani sulle else ed astrassi spada e pugnale. Lentamente mi avvicinai a Percy insieme a Luke, ma poi mi parai davanti al principe puntando la spada contro il mio Maestro. “Che stai facendo?!” tuonò.

Lascia stare il principe, chiaro?” dissi minacciosa più che mai. Luke ebbe una reazione del tutto diversa: rise. I miei ex-compagni erano risaliti sull'altura.

Molto bene! Prima faccio fuori te” disse Luke “Me lo sarei dovuto aspettare. Dovevo saperlo che avresti rischiato la vita per proteggerlo. Salvare persone è nei nel sangue di voi Amazzoni; proprio come tuo padre re Frederick e la tua matrigna Ippolita VII morti per mia mano per proteggere il principe, e tua madre che ti ha abbandonata nel tentativo di salvarti” disse lui.

Cosa?!” Non credevo alle mie orecchie.

Ah, sì, mi sono dimenticato di dirti che ti ho rapita perché mi eri d'intralcio e, poverina, tua madre ha tentato di raggiungerti invano, almeno lasciarti a tuo padre e a sua sorella le concedeva di vederti” Ero sconvolta. Luke sembrò accorgersene.

Non hai ancora capito? Tu sei la figlia segreta e perduta della Regina Atena” In quel momento il puzzle si compose: il sogno, queste informazioni... l'incubo non era un sogno, ma un ricordo! Luke ha ucciso mio padre, mia zia e matrigna Ippolita, mia madre mi ha abbandonata, Luke mi ha rapita! Per tutto questo tempo ho creduto di essere una ragazza di strada e ora scopro che... io sono la Principessa Amazzone!
In quel momento smisi di ragionare, ero furiosa! Saltai addosso a Luke e ci scontrammo. Il suono delle nostre spade faceva eco nel passo delle Termopili. Gli unici altri suoni erano le spade di Percy e le armi dei miei ex-compagni sullo Scudo Olimpico. Dimenticai tutti gli insegnamenti di Luke e mi feci prendere dalla rabbia. Ogni colpo era al massimo della sua forza, ma non con la stessa abilità che avevo da lucida. Luke aveva parato il mio ennesimo colpo e mi aveva spinta via. Mi ripresi. Feci mente locale sulla situazione. Non dovevo farmi prendere dalla rabbia. I prossimo colpi furono più precisi. Luke fu il primo ad attaccare. Partì con un colpo diretto allo stomaco, col pugnale lo deviai senza problemi e partii con un contrattacco con la spada Luke velocemente riuscii a parare il colpo e subito andò per la testa. Con la spada bloccai il colpo e tentai di colpirlo col pugnale, ma Luke velocemente mi bloccò il braccio con la mano libera. Io allora tentai di colpirlo con la spada, ma con la sua bloccò il colpo, mi tirò a sé e mi diede un pugno in faccia con l'elsa della spada. Grazie all'allenamento non fece così male, ma comunque non fu una bella sensazione. Indietreggiai appena, ma subito lo riattaccai con un affondo. Luke deviò il colpo e appena tentai di colpirlo alla testa col pugnale, riuscì a togliermelo di mano con un rapido colpo di spada. Essendo tendenzialmente mancina, prima colpii Luke con la spada ma non appena deviò il colpo feci un cambio di mano così veloce che quando contrattaccai, riuscii a colpirlo sulla guancia la sciandogli una bella ferita. Luke fece un sorrisetto e andò per un attacco alla testa, deviai il colpo e contrattaccai, ma lui fece lo stesso e tentò di colpirmi alla testa, allo stomaco e alle gambe, ma non ebbe fortuna perché parai tutti i colpi. Poi entrambi cercammo di disarmare l'altro e le nostre spade volarono via. Luke non perse tempo e cominciò un corpo a corpo.
(N/A: Sono troppo pigra per scrivere il corpo a corpo. Lo scontro dovrebbe essere più o meno così: http://www.youtube.com/watch?v=Bn4GlJe2slk&feature=relmfu saltate al minuto 0:39)

Mi stavo stancando, ma non avevo intenzione di lasciarlo vincere. Questa era la mia debolezza contro Luke, lui era molto più veloce e resistente. Lo attaccai nuovamente con una serie di colpi rapidi, un calcio, un pugno, un altro pugno e un calcio, ma Luke fermò il colpo e mi diede un pugno in faccia, nello stomaco, poi mi prese per la maglia e mi scagliò con tutta la sua forza sulla parete. Sbattei violentemente la testa sulla roccia e persi conoscenza.
Mi ripresi poco dopo, Luke aveva ripreso la spada e aveva messo Percy all'angolo, gli altri del Clan erano a terra. Percy era visibilmente stanco. Anche Luke era sudato e respirava cercando di compensare l'impiego di ossigeno nei polmoni.
Lentamente mi rimisi in ginocchio alzandomi in piedi. Dallo sguardo del mio mentore capì subito cosa voleva fare. Corsi verso di loro, Percy attaccò Luke, ma lui si abbassò schivando il colpo e colpì Percy con un colpo che andò ben a segno non nello stomaco di Percy, ma sul mio fianco. Il taglio era profondo e sentii un dolore lancinante percorrermi il corpo. Caddi a terra vicino a loro, senza forze. Vidi Luke puntarmi la spada furioso e tentò di colpirmi, ma Percy bloccò il colpo con lo scudo e Vortice gli trapassò il corpo.

Questo per tutto quello che le hai fatto!” gli urlò Percy. Vedevo sfocato, ma vidi Luke più sorpreso che mai e Percy furioso più di sempre. Quando Percy ritrasse la spada dal corpo di Luke, lo spinse via, lontano da me, ma il Maestro Luke Castellan era morto. I miei ex-compagni rimasero esterrefatti. “Ne volete ancora?” disse Percy minaccioso. Alecto e le sue sorelle, Kelly, Tammy, Ethan e Gerione si allontanarono impauriti, già sapevo cosa avrebbero fatto: avvertire Crono. Vidi apparire Grover con in cavalli.

Ce l'abbiamo fatta! Ce l'abbiamo fa...” il satiro tacque quando mi vide. I ragazzi si avvicinarono. Chiuso lo scudo, Percy s'inchinò al mio fianco accarezzandomi il viso. Io sorrisi appena.

Eravamo un bel trio, eh?” dissi dolorante.

Eravamo? Siamo un trio” disse Percy prendendomi una mano.

Mi dispiace di avervi ingannato, di aver ucciso i vostri cari... mi dispiace per tutto” dissi non riuscendo a guardarli.

Io sono troppo pigro per portare rancore” disse Grover. Gli sorrisi. Il mio cavallo, Starlight si avvicinò a me strofinandomi il muso sulla base del collo.

Ciao, bello” dissi accarezzandogli il muso. Lui si lasciò accarezzare poi rialzò la testa.

Dai, Annie alzati. Sei un'Amazzone! Vedi, Starlight è disposto a portarti” disse Grover, ma io ero senza forze. La ferita era profonda e sanguinava. “Dai, Annabeth, coraggio! Percy, diglielo tu che si riprenderà” Grover aveva la voce rotta. Percy mi guardava e basta.

State a sentire... dovete lasciarmi qui. Se lo Scudo non arriva e Crono vi attacca non avrete speranze, ma avrete un vantaggio, L'Angelo della Morte torna nel suo regno... e forse è meglio così” dissi.

No, Annabeth! Questo non è vero!” disse Percy stringendomi la mano.

Invece sì... sono un mostro, Percy”

Non è stata una tua scelta! Tu non sei cattiva! Non ti meriti questo! Perché non ho dell'acqua quando serve?!” disse lui e una lacrima gli scivolò sul viso.

Percy, la profezia! Ricordi?” disse Grover e cominciò a recitarla.

Il viaggio inizia dalla foresta
al ritorno, degli Assassini vedrai l’ira funesta.
L’allievo di Pan va ricercato,
anche da un’amica sarai aiutato
e un alleato sarà trovato.
Riporta lo scudo all’alleanza;
ai sovrani dando speranza.
Quattro a partire, forse due a tornare,
chi ha perso la luce tornerà ad amare
e una verità avrà da affrontare.

Non ero io l'alleato, era lei, come quella che ha perso la luce... lo è sempre stata. I quattro a partire eravamo io, te, lei e Juniper. Juni è andata a Lamia e Annabeth sta...Non riuscii a finire la frase, ma sapevo che stava per dire

A quanto pare gli dei hanno segnato la mia sorte” dissi.

Non dovevi farlo” furono le uniche parole di Percy. Gli passai la mano tra i capelli.

E' così che si fa in una squadra... andate” dissi. Sapevo che ne l'uno ne l'altro volevano andarsene ma fecero come gli dissi. Starlight però non si mosse. “Va con loro” dissi, lui di tutta risposta si accovacciò vicino a me. Mi voltai verso i miei amici. La vista mi si stava annebbiando ma vidi Percy voltarsi un'ultima volta per poi andarsene con Grover. Non appena sparirono dalla mia visuale gradualmente più buia, udii dei passi che si avvicinavano di corsa a me. Qualcuno mi si inginocchiò vicino.

Ho visto tutto. Ha ragione, tu non sei cattiva” disse una voce femminile “Stai tranquilla, ti aiuterò io” disse la sconosciuta. La vista mi si annebbiava sempre di più, ma riuscii ad intravedere una ragazza con i capelli color caramello e occhi marroni.

Chi sei?” dissi con un rantolo.

Calipso, figlia di Atlante” furono le ultime parole che udii e il buio mi avvolse...


OOOhhhhh! Che succederà? Per questo capitolo, vi preeeegoooo, oltre che dirmi se vi piace o no datemi una critica costruttiva! Please? :-)
Al prossimo capitolo!




 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Confessioni ***


Annabeth's POV:

Quando mi risvegliai, vidi inizialmente tutto annebbiato. Mi portai una mano al viso stropicciandomi gli occhi e riuscii a vedere meglio i dintorni. Ero in una casa in legno. Il soffitto con delle travi sporgenti,  un tavolo in mezzo alla piccola casa, un focolare, un piccolo armadio con un baule vicino e un comodino vicino al letto su cui mi ero stesa. Non capisco... dovrei essere morta. Mi guardai e notai che non avevo gli stivali come le polsiere gli schinieri e le armi legate alla cintura.
 
“Ah, ti sei ripresa!” disse una voce femminile. Mi voltai e vidi una ragazza dai capelli color caramello e gli occhi marroni entrare dalla porta. Aveva una lunga treccia da un lato con dei fiori intrecciati insieme. Mi sembrava familiare. Aveva in mano una coppa.
 
“Dove sono?” chiesi.
 
“A casa mia, sei rimasta svenuta per mezza giornata e tutta la notte” disse la ragazza avvicinandosi a me. Si sedette sul letto vicino a me, mentre io lentamente mi tirai su. La testa mi faceva male e mi girava da morire. Avevo una sensazione di puro fastidio al fianco e mi faceva male. “Tieni, è nettare. Ti sentirai meglio” disse la sconosciuta.
 
“Grazie” dissi bevendo lentamente il nettare. Cominciai subito a sentirmi meglio
 
“Chi sei?” le chiesi.
 
“Te l'ho detto prima di svenire. Pensaci bene” disse con un sorriso. Pensai un momento, poi mi ricordai. Luke è morto, ho salvato Percy parandomi davanti a lui, ho tradito il Clan... sono la figlia della Regina Atena... e lei è...
 
“Calipso?” dissi incerta. Lei sorrise ancora di più.
 
“Sì, esatto” disse annuendo “Allora, come ti senti, Annabeth?”
 
“Stordita e mi fa male il fianco- ehi! Ma io non ti ho detto come mi chiamo” dissi accorgendomi che mi aveva chiamata per nome.
 
“Stavo tornando a casa e passando ho sentito dei rumori. Mi sono avvicinata e ho visto tutta la scena e ho sentito il principe e quel tipo chiamarti per nome oltre che scoprire che Atena ha una figlia perduta e che la Principessa Amazzone è in realtà L'Angelo della Morte...” abbassai lo sguardo. Mi sono ribellata a Luke, ma questo non cambia il mio passato. “...e ho anche capito che il Principe di Atene non sarà più quello di un tempo” disse lei. Rialzai lo sguardo guardandola sorpresa.
 
“Che vuoi dire?” chiesi.
 
“Anche lui ha scoperto la stessa cosa che hai scoperto tu, grazie a lui”
 
“Parla-la-mia-lingua-se-puoi-okay?”dissi scandendo le parole. Ma chi è questa? Un altro oracolo che parla per enigmi?!
 
“Lo capirai anche da sola” disse.
 
“Perchè mi hai salvata?” le chiesi “Io sono L'Angelo della Morte, ho ucciso moltissime persone, ho tentato di rubare lo Scudo Olimpico, ho quasi tradito Percy” Il suo sorriso non svanì, rimase sempre lì.
 
“La parola chiave sta in quel quasi” rispose “Cosa ti ha spinta a tradire il Clan?” Venni fulminata. Calipso aveva messo il dito nella piaga. Sapevo anch'io che c'era un motivo di fondo, ma non sapevo cosa.
 
“Non lo so” risposi guardando la coppa di nettare nelle mie mani e ne bevvi un altro sorso “So solo che non sono più la stessa donna che ha iniziato il viaggio da Delfi... Calipso, secondo te una persona può cambiare in così poco tempo?” le chiesi.
 
“Forse. Dipende dal suo cuore, e tu hai dimostrato che anche un'assassina può averne uno” rispose lei. Questa risposta mi fece pensare agli eventi. Ad un tratto mi ricordai della situazione. Percy e Grover saranno sicuramente arrivati a Lamia e i miei ex-compagni saranno già tornati da Crono. Dovevo aiutarli. Conoscevo Crono fin troppo bene. Appoggiai il nettare sul comodino.
 
“Crono starà già organizzando un attacco! Dov'è Starlight, il mio cavallo? Era con me, prima di svenire. Devo andare a Lamia e- AH!” sentii un dolore lancinante alla ferita quando tentai di saltare giù dal letto. Calipso mi fece ristendere giù.
 
“Vacci piano, Xena. Quella è una bella ferita, quando te l'ho medicata si vedeva quasi l'osso delle costole!” disse Calipso
 
“Ho subito di peggio, posso tollerarla” dissi nel tentativo di convincerla.
 
“Tipo?”
 
“Uhm...”
 
“Come immaginavo” disse lei.
 
“Io devo andare” insistetti.
 
“Annabeth, non sei ancora abbastanza in forze, non ce la fai. Devi riposarti, domani starai meglio”
 
“Senti, Calipso, io ti ringrazio dell'aiuto, ma devo andare subito! Il Titano potrebbe attaccare da un momento all'altro!” dissi cercando di convincerla.
 
“No, hai bisogno di riposo almeno fino a domani”E' più cocciuta di me, la ragazza! “Se vuoi andartene prima, dovrai passare sul mio cadavere” aggiunse
“Sai che lo hai detto alla persona sbagliata, vero?”
 
“Provaci” GRRR! Mannaggia a Percy e Grover! Mi hanno rammollita! La guardai male imprecando mentalmente in tutte le lingue che conoscevo e non.
 
“Va bene, hai vinto. Ma domani mattina devo partire subito” dissi guardandola male.
 
“Affare fatto” disse lei con un altro sorriso e offrendomi la mano. Io la strinsi per sigillare l'accordo. Poi Calipso si alzò e si avvicinò alla porta, per uscire “Ho delle cose da fare, compiti da ninfa, tu riposati. Se più tardi ti senti meglio e vuoi salutare il tuo cavallo, è nel recinto” disse Calipso. Io annuì e mi ristesi.
 
“Calipso” chiamai prima che uscisse. Lei si volto in attesa “Che fine hanno fatto le mie armi, polsiere, schinieri e stivali?” chiesi.
 
“Gli stivali stanno in fondo al letto e il resto nel baule” disse. Io annuì.
 
“Un'altra cosa” la fermai nuovamente “Grazie” Calipso sorrise piegando appena le ginocchia e il capo in un piccolo inchino, poi uscì, chiudendosi dietro la porta. Io rimasi lì pensierosa. Qualcosa mi aveva spinta a tradire il Clan, a mettermi contro l'organizzazione più pericolosa di tutte. Pensandoci, avevo capito che la risposta era la stessa di cosa mi aveva spinta a rifiutare Percy quando ci siamo baciati. Pensai alle parole di Calipso. Ci eravamo appena incontrate e già sembrava conoscermi, ma pensandoci... ormai io non conoscevo più nemmeno me stessa. Ero divisa in due: da un lato c'era il mio passato e quello che mi ha fatta diventare, dall'altro c'era Percy e il fatto che il mio mondo si è capovolto perchè da vagabonda scopro di essere l'erede al trono di Scizia, la figlia perduta della Regina Atena, la Principessa Amazzone. Quell'ultimo pensiero mi fece ragionare. Se fossi andata a Lamia, Atena sarebbe stata lì e avrei dovuto affrontarla, ma anche se non volevo, avevo il diritto e il bisogno di sapere perché Atena mi ha lasciata a mio padre e sua sorella Ippolita, la mia matrigna che era pure mia zia. La cosa mi spaventava, ma la prima volta che ho avuto davvero paura è stato ieri, quando ero certa di stare per morire. Come ha detto Medusa, non ho paura di morire, ma ho avuto paura di perdere Percy, di non vedere più il suo viso, i suoi occhi verdi, di sentire la sua voce, di ascoltare le sue idiozie, i nostri battibecchi, che pensandoci bene, durante il viaggio non abbiamo fatto altro che bisticciare come una vecchia coppietta sposata. In quell'istante capii. Capii perchè avevo tradito il Clan, perchè avevo rifiutato Percy nonostante non volessi.
Io, Annabeth Chase, L'Angelo della Morte,mi sono innamorata di Percy Jackson. L'Assassina si è innamorata del Principe de Atene.
 




Percy's POV:

Lamia finalmente... se solo Annabeth fosse qui. Io e Grover non riuscivamo a parlarci. Eravamo ancora molto scossi. Non riesco a credere che un momento c'era e un momento dopo...
Assassina o no, traditrice o meno, ci ha salvati tutti e due, ha salvato lo scudo e ci ha aiutati dicendoci che Crono potrebbe tentare qualcosa.
Grover ci provava a parlare, a dire qualcosa, ma il problema ero io. Annabeth per me era... non lo so... non mi sono mai sentito così per nessuno. MA DI TUTTE LE PERSONE PROPRIO DELL'ASSASSINA DOVEVO INNAMORARMI?! Perchè era così: io mi sono innamorato di Annabeth Chase... e adesso è morta.
Quando arrivammo a Lamia, le guardie ci scortarono fino in assemblea. Tutti i presenti sembrarono colpiti. L'assemblea non era ancora iniziata. Tutti si voltarono verso di noi.
 
“Grover!” era Juniper. La ninfa corse verso di noi e prima abbracciò e baciò il satiro e poi abbracciò me.
 
“Percy!” questa era Silena. La Principessa di Tessaglia mi corse incontro strozzandomi in un abbraccio. Ricambiai tristemente, ma non perchè non fossi contento di vedere la mia amica. “Lo sapevo che saresti tornato!” disse stringendomi ancora. Quando mi lanciò uno dei suoi soliti sorrisi, notò la mia espressione. Non fece a tempo a chiedermi niente che arrivarono mia madre e mio padre ad abbracciarmi.
 
“Ottimo lavoro figliolo!” disse mio padre Poseidone.
 
“Percy, sei tornato! Il mio bambino!” disse mia madre Sally, stritolandomi anche più di Silena. In teoria avrei protestato, ma ero in stato di catalessi più totale. Molti re ci fecero dei complimenti. Re Zeus, poi cominciò uno dei suoi soliti sermoni che nemmeno ascoltai. Poi, quando parlammo di Crono, mia madre mi fece, senza sapere, una domanda sul viaggio, che era l'unica che non volevo ricevere.
 
“Percy, noi tutti siamo stati informati che eravate in tre. L'eremita, Annabeth, dov'è?” Abbassai lo sguardo.
 
“E' morta. Ci siamo scontrati con alcuni membri del Clan e lei mi ha salvato” risposi. Guardai Atena e vidi l'inaspettato: vidi una sola lacrima scivolarle sul viso. Ma non fece movimenti e non se ne accorse nessuno... Probabilmente, quando Juniper ha parlato di noi e ha fatto il suo nome, Atena aveva sicuramente pensato che la ragazza fosse sua figlia.


“Una brutta perdita...” disse re Zeus “Ma adesso abbiamo altro da pensare. Dobbiamo discutere cosa fare per Il Titano che ora sappiamo chiamarsi Crono, ma data l'ora lo faremo domani. Dichiaro sciolta l'assemblea per oggi”. Non aspettai, me ne andai nelle mie stanze e ci rimasi fino al giorno dopo, senza dire niente.

 



 
Annabeth's POV:

La mattina seguente mi sentivo davvero meglio. La ferita mi faceva meno male. Avevo ripireso tutte le mie cose e stavo già sellando Starlight, che mi accolse con grandi feste, come poteva farlo un cavallo, insieme a Calipso. La sera prima, le avevo raccontato tutta la storia, mia e dell'avventura con il principe e il satiro. Era così curiosa e mi aveva salvato la vita. Mi aveva detto, parlando, che lei era molto sola e parlava praticamente con nessuno, quando mi chiese di me, raccontarle la mia storia era l minimo che potessi fare. Andavo davvero d'accordo con Calipso e ammetto che mi dispiaceva un po' andarmene. Le chiesi se voleva venire insieme a me a Lamia, visto che era sempre sola, ma lei disse di no. Essendo una ninfa, non poteva stare troppo a lungo lontana dalla sua area di controllo.
 
“Grazie ancora, Calipso. Senza il tuo aiuto sarei bella che andata” le dissi una volta finito di sellare Starlight e rimettendo l'anello del Clan nel porta-oggetti sulla cintura.
 
“Figurati, Annabeth. A nessuno si nega un aiuto” Le sorrisi e l'abbracciai “Abbi cura di te, Xena, e non fare troppi sforzi, potrebbe riaprirsi la ferita”
 
“Sì, mamma” dissi montando a cavallo “Se sopravvivo contro Crono e non mi giustiziano i monarchi, verrò a farti visita e, se vuoi, ti faccio conoscere Percy, ma giù le mani” le dissi. Lei rise al commento.
 
“Vi aspetto” disse sorridente “Adesso, vai! Lamia è vicina, ma sbrigati, hanno bisogno di te!” Diedi un colpo di talloni a Starlight e lui partì al galoppo. Non so per quando galoppai, so solo che quando e il sole fu alto ero alle porte di Lamia. Una volta entrata, mi diressi verso il palazzo dove i monarchi tenevano le assemblee. La città ammetto che era molto bella, ma probabilmente non venivamo molti forestieri. La mia attenzione però fu distolta dalle donne quando vidi più avanti dall'altra parte della strada, un satiro familiare e un ragazzo alto e atletico che indossava un farsetto smanicato di pelle nera e la camicia bianca che si divertiva a togliersi per provocarmi, con i capelli neri ebano e gli occhi verdi più belli che avessi mai visto, ma erano entrambi tristi. Erano accompagnati da Juniper. Li riconobbi subito, ma chiamai uno solo dei due.
 
“Percy!” chiamai. Il ragazzo si fermò e si volto lentamente verso di me.
 
“Annabeth...” disse a bassa voce, ma riuscii a sentirlo lo stesso. Smontai da cavallo e corsi verso di lui. Percy mi corse incontro. Quando fummo l'uno davanti all'altro, Percy mi tenne stretta per la vita, mentre io lo tenevo per il colletto del farsetto, come se avessi paura che sarebbe scappato via. Gli lessi mille emozioni negli occhi. Mi toccò il viso con le mani per assicurarsi fossi vera, per poi rimetterle dove stavano prima. Aveva un'espressione che era un misto tra confusione, gioia e felicità.
 
“Sei viva” disse Percy incredulo, ma in senso positivo.
 
“Ti detto che ci vuole di più per farmi fuori” risposi con un sorriso. Lui scosse la testa , mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Questo baciò fu di gran lunga il migliore di tutti. Per la prima volta lo baciai con amore. Sapevo che qualcuno stava guardando ma non mi importava. In quel momento c'eravamo solo noi. Non eravamo un principe e un'assassina. Non eravamo il Principe di Atene e L'Angelo della Morte. Eravamo Percy ed Annabeth. Eravamo due ragazzi normali.
Quando ci separammo, Percy appoggiò la fronte alla mia accarezzandomi le guance con i pollici. Ci guardammo negli occhi e gli sorrisi, lui fece lo stesso, ma ovviamente Grover ruppe l'incanto.
 
“Annabeth! Allora stai bene!” esclamò il satiro correndomi incontro.
 
“La cosa ti sorprende?” chiesi sorridente avvicinandomi di due passi prima che il satiro mi travolse agguantandomi per il collo con il braccio
 
“Evviva! Stai bene!” disse e mi strofinò la testa con la mano “Stai bene” ripetè lasciandomi e mollandomi un cazzotto sul braccio in modo amichevole, ma comunque forte.
 
“Ehi!” protestai, ma lui mi stritolò nuovamente.
 
“Fatti dare un bacio!” disse e mi sbacciucchiò la guancia stritolandomi di più.
 
“Grover, non respiro!” dissi. Lui si fermò e mi lasciò di botto.
 
“Come sono contento!” disse sorridente. Anche Juniper si unì a noi e mi guardò sorpresa.
 
“Annabeth! Pensavo fossi morta!” disse lei “Lo pensavamo tutti” aggiunse.
 
“Bhe, eccomi qui” dissi con un sorriso.
 
“Come hai fatto a salvarti? Era un taglio profondo, tropo forse” chiese Grover.
 
“Mi ha trovata una ninfa, Calipso, figlia di Atlante, e mi ha salvata. Ha detto che quasi si vedeva l'osso” dissi con nonchalance. Sgranarono gli occhi tutti e tre.
 
“E la ferita?” chiese Percy preoccupato. Portai le mani alla base della maglia e la sollevai mostrandogli la nuova cicatrice che prendeva tutto il fianco sul costato.
 
“Aggiungiamola a quelle sugli avambracci” dissi riabbassando la maglia. Percy stava per dire qualcosa ma fu preceduto da Juniper.
 
“Ragazzi, mi spiace informarvi che stiamo tardando all'assemblea” disse la ninfa.
 
“Qual'è il tema?” chiesi.
 
“Crono” rispose Percy.
 
“Devo assolutamente parlare con i monarchi. Devo informarli il più possibile su di lui” dissi incamminandomi. Percy si piazzò davanti.
 
“Annabeth, ma stai fuori?! Se tu entri lì dentro e qualcuno ti riconosce sei morta, ma questa volta sul serio! Ti condanneranno a morte senza processo!” disse lui trattenendomi.
 
“L'unica che deve riconoscermi è mia madre. Stai tranquillo, so che quello che faccio e poi, per loro sono un'eremita, giusto? Oppure no?” dissi.
 
“Annabeth ha ragione. I re non sanno chi è. Potrebbe tranquillamente inventarsi una storia e informarli sul Titano” disse il satiro. Guardai nuovamente Percy che sembrò diffidente.
 
“Scusate, ma... credo di essermi persa qualcosa. Tu chi saresti in realtà? E perchè dovrebbero condannarti a morte?” chiese Juniper insospettitasi. Anche se ormai avevo le idee chiare, non potevo rischiare.
 
“Una persona che vuole rimediare ai suoi errori” risposi. Juniper sembrò più confusa di prima, ma non chiese niente e ci incamminammo. Percy mi tenne la mano tutto il tempo. Appena arrivammo alle porte della sala delle assemblee, Percy mi lasciò la mano e mi guardò negli occhi, serio.
 
“Spero tu sappia quello che fai” disse e aprii la porta. Tutti i presenti si voltarono verso di noi. Vidi tutti i monarchi.  Re Zeus e sua moglie Era, Re Ade e la Regina Persefone, Re Ares, la Regina Afrodite, le Regine Artemide e Demetra, i Re Ermes, Apollo, Dioniso, Efesto e Re Poseidone, il padre di Percy, insieme alla Regina Sally, la madre di Percy, e vicino a lei c'era una donna alta, con una chioma di ricci castani e due famosi occhi azzurri. Era la versione più adulta di me, non c'era dubbio: quella era mia madre Atena, Regina delle Amazzoni di Scizia. Quando si voltò a vedere chi era entrato la vidi irrigidirsi. All'occhio inesperto, rimase impassibile, ma io mi accorsi subito che aveva un'aria incerta e forse di gioia ma anche... spaventata. Glielo lessi negli occhi... che erano uguali ai miei.
 
“Principe Perseus, meglio tardi che mai!” rimproverò re Zeus. Poi sembrò notarmi. “Chi è questa ragazza?” chiese il re.
 
“Il motivo del ritardo” rispose Percy “Annabeth Chase, colei che pensavamo fosse morta” disse. Tutti i monarchi rimasero sorpresi e cominciarono a parlottare tra di loro, stupiti.
 
Chase? Ha detto proprio Chase? Chase? Com'è possibile?” dicevano tra di loro. Ma io non spostai lo sguardo da Atena. Lei non spostò il suo dal mio.
 
“Chase? Non è possibile! La figliastra di Ippolita è stata rapita 14 anni fa dal Clan e probabilmente uccisa” disse re Ade.
 
“No, è lei” disse Atena “Una madre non dimentica una figlia” Tutti la guardarono stupiti per poi ricominciare a parlottare domande di confusione. La madre di Percy guardò Atena con gli occhi sgranati, ma lei non sembrò curarsene. Atena poi si avvicinò a me. Percy fece due passi indietro. Atena si avvicinò sempre di più a me e nella sala regnò il silenzio..
 
“Allora è vero” dissi non distogliendo lo sguardo da lei. Atena si avvicinò ancora a me. Poco dopo la regina mi fu davanti e mi guardò con uno sguardo materno, ma allo stesso tempo mi stava studiando come per capire cosa fare. Incerta mi prese il viso tra le mani guardandomi. Io abbassai lo sguardo pensando al mio passato... a cosa ero diventata... al dispiacere che stavo per darle. Poi, dagli occhi della regina scesero delle lacrime e mi abbracciò stretta. Ero incerta, ma l'abbracciai anch'io. Stavo abbracciando mia madre.
 
“Credevo di averti persa” disse con voce rotta. Mi sembrò stranissimo. Mia madre era davanti a me e mi stava abbracciando. Mille emozioni passarono attraverso di me, ma una si fece più forte di tutte, rimorso... mi aveva appena ritrovata e ora forse mi avrebbe persa, di nuovo.
 
“Cosa significa, Atena?! Da quando avete una figlia?” disse re Zeus sconvolto a sua volta.
 
“La mia vita privata non è cosa che vi riguarda” rispose mia madre ricomponendosi.
 
“Credo invece, ci dobbiate una spiegazione. Se no a noi, alle vostre Amazzoni.” disse la Regina Artemide indicando due ambasciatrici, le riconobbi per la speciale uniforme.
 
“Infatti” aggiunse una delle principesse, vidi che aveva un mantello rosso come Re Ares, era la Principessa Clarisse di Sparta “Cosa significa che di punto in bianco esce fuori un'erede al vostro trono? Anche se ammetto che c'è una somiglianza sbalorditiva”Atena guardò i monarchi che attendevano una risposta.
 
“Io penso che questo non sia affar nostro” disse la madre di Percy “La Regina ha una figlia che fino a poco tempo fa ha creduto morta. Lasciatela stare. Come ha detto lei, la sua vita privata non ci riguarda”
 
“Sono d'accordo con mia moglie” disse Re Poseidone “Non siamo qui per parlare della vita privata della Regina, siamo qui per altri motivi”
 
“Infatti, adesso siamo qui per parlare di come sconfiggere Crono. Avremo più possibilità di sconfiggerlo ora che l'alleanza è salva grazie al satiro Grover, il Principe Perseus e mia figlia Annabeth, la Principessa Amazzone ”
 
“No, non ancora” dissi io e mi scostai. “Sovrani, so che questo vi può sembrare strano e improvviso, ma la questione iniziata con lo Scudo Olimpico, non è finita” dissi prendendo la parola.
 
“Atena, accomodatevi, vi prego. A quanto pare vostra figlia ha dato inizio all'assemblea” disse Zeus. Mia madre obbedì e si sedette sul seggio.
 
“Crono starà già pianificando qualcosa e io sono qui per aiutarvi” dissi io.
 
“Esattamente...” iniziò re Zeus “Come può una ragazza che fino ad ora è stata un'eremita aiutare con un problema così grande?” Aspettai un attimo prima di rispondere. Guardai prima Percy e poi mia madre. Sapevo che quello che stavo per fare non gli sarebbe piaciuto.
 
“Dicendovi tutto quello che so” risposi “Crono è uno che se non ottiene a breve ciò che vuole, dichiara guerra e sono certa che questo farà. Crono non è come tutti i membri del Clan, lui ha due abilità; controllo del tempo e forza, è in grado di sollevare un peso pari a 10 volte il suo e lui è come il Principe Perseus, solo 40kg in più e di soli muscoli. Non bisogna farlo avvicinare alle mura. Lo stesso vale per Gerione, il mostro con 3 petti. Anche lui ha la forza come abilità, ma per fortuna è un'idiota, ma non va sottovalutato. Poi c'è Ethan Nakamura, Nemesi, lo chiamano. E' subdolo, astuto come una volpe e un ottimo guerriero, è tra i più temuti del Clan...” andai avanti parlandogli dei membri più pericolosi e i re assorbirono tutto quello che gli dicevo. “... in oltre, la tattica più usata dal Clan è l'entrata nelle zone isolate. Bisogna mettere dei contingenti militari ad ogni porta e non spostarli assolutamente da lì. Basta una porta aperta, UNA SOLA e siamo tutti fregati. E' vero che se le truppe sono unite saranno più forti ma è il frazionamento di truppe avversarie il punto debole del Clan.
In sintesi i punti di svantaggio sono che tutti i membri del Clan hanno delle abilità speciali mentre i soldati no, o forse qualcuno, gli Assassini sono addestrati con allenamenti durissimi dolorosissimi e sono pronti a tutto, pur di ottenere quel che vogliono e Crono sarà sicuramente presente. Quelli di vantaggio sono che, le nostre truppe sono di più, io vi ho detto tutto quello che c'era da sapere e il Ladro di Fulmini è storia” conclusi.
 
“E che mi dici dell'Angelo della Morte? E' la più pericolosa di tutti. La sua fama è di essere quasi più pericolosa di Crono stesso” disse Re Poseidone.
 
“Lei non è un problema” risposi.
 
“Come? Direi che è un grosso problema! Ha ucciso mia sorella, Piper insieme ai principi Jason, Leo e Castore” disse una ragazza che avevo capito essere Silena.
 
“Non vi scaldate, principessa” disse re Zeus “Scommetto che la nostra Annabeth abbia una spiegazione come del perchè sa tutte queste cose” disse lui con sguardo inquisitore. Ora o mai più. Mi dispiace, Percy. Tirai fuori dal porta-oggetti l'anello del Clan e lo lanciai a re Zeus che lo prese al volo.
 
“La risposta è in quell'anello” dissi. Percy mi guardò spaventato e incredulo. Zeus studiò l'anello per poi alzare di scatto la testa e guardarmi esterrefatto.
 
“E' l'anello del Clan!” esclamò. Mia madre si voltò di scatto verso di me con gli occhi sgranati. “Chi sei tu, Annabeth Chase?” disse Zeus guardandomi con uno sguardo durissimo.
 
L'Angelo della Morte” risposi. Si levò un frastuono di frasi incredule. Non riuscii a guardare mia madre negli occhi. “Sono io l'Assassina più temuta di tutti”
 
“PRENDETELA!” tuonò Re Zeus. Le guardie subito si avvicinarono a me con le spade e le lance. Come risposta, sguainai le armi e le buttai a terra prima che potessero attaccarmi e mi lasciai catturare.
 
“No, fermi!” disse Atena “Lasciatela!”
 
“Ha confessato, lei è un'assassina! E' L'Angelo della Morte, Santi Numi!” disse Re Ade.
 
“Ha ucciso mio figlio!” disse Re Dioniso, infuriato.
 
“Anche il mio!” disse Re Efesto
 
“E il mio!” disse Re Zeus.
 
“Tu hai ucciso mia figlia!” gridò la Regina Afrodite.
 
“Sei tu! L'hai uccisa! Hai ucciso mia sorella!” gridò Silena sguainando la spada e correndomi incontro. Percy l'agguantò fermandola.
 
“Silena, no! Fermati!” disse trattenendola.
 
“L'ha uccisa! Insieme ai fratelli di Talia e Charlie!” gridò lei. La situazione si fece un putiferio. Re, regine, principi e principesse mi gridarono accuse, gridando sentenze. Mia madre Atena sempre più sconvolta. Non riuscivo a guardarla negli occhi. Sapevo che stava sicuramente provando un gran dolore, ma è questo che sono diventata. Un'assassina che uccide a sangue freddo, un mostro.
 
“SILENZIO!” Tuonò Re Poseidone. Il silenzio ritornò nella grande sala. “Siamo partiti col parlare di come sconfiggere Crono e adesso si consegnata a noi l'esponete più temibile del Clan. Ha diritto come a tutti i criminali un processo...” mi guardò dritta negli occhi poi guardò Atena“... principessa o no”
 
“Re Poseidone ha ragione, ma sappiamo benissimo quale sarà la sentenza finale, quindi un processo è inutile” disse la Regina Afrodite guardandomi furiosa.
 
“Annabeth Chase”cominciò re Efesto “Ti dichiariamo colpevole dell'omicidio dei principi Castore, Jason, Piper, Leo, del consigliere Ateniese, Chirone, del giovane Tyson, di Lupa, del Tenente Malcolm, e di tutti coloro morti per mano tua. Hai qualcosa da dire a tua discolpa?” Sentii gli occhi di tutti su di me, ma lo sguardo più pesante non fu quello di Atena, ma di Percy. Sapevo che stava sperando che dicessi qualcosa per salvarmi dalla situazione in cui mi ero cacciata...
 
“No” fu la mia risposta “Ammetto di aver ucciso a sangue freddo tutte quelle persone innocenti” Vidi Percy, Atena e Grover distogliere lo sguardo, agitati.
 
“Strano... sei conosciuta oltre che per essere bella e spietata per essere scaltra...”disse Re Zeus studiandomi “...ma tuttavia stai solo peggiorando la tua situazione... mi sembra l'opposto di uno scaltro. Perchè?”
 
“Perchè con questo viaggio ho capito che io non sono un'assassina, ma lo sono diventata. Mi sono pentita e mi dispiace per quello che ho fatto, mi dispiace di avervi portato via i vostri amici e i vostri cari, mi dispiace per tutto... ma questo non cambia ciò che ho fatto. Voglio affrontarne le conseguenze come vorrei che le cose fossero andate diversamente” risposi guardando Atena con quell'ultima frase. La regina abbassò lo sguardo non riuscendo a guardarmi. Regnò il silenzio per un istante.
 
“Sei una ragazza coraggiosa, questo te lo concedo, ma non cambia la sentenza” disse Re Ares. Tutti guardarono Re Zeus. Il silenzio regnò nella sala. Guardai Percy e vidi che sua madre gli aveva messo una mano sulla spalla per tranquillizzarlo o almeno provarci. Atena guardava re Zeus agitatissima. Dopo un minuto che sembrò un'eternità Zeus diede il suo decreto.
 
“Morte”
 
“NO!” gridò Percy e subito mi raggiunse allontanando le guardie e parandosi davanti a me come per proteggermi dai monarchi. “No! Non vi permetto di giustiziarla!”
 
“Percy, ma stai fuori?!” disse Silena incredula “Ha ucciso mia sorella!”
 
“E mi ha salvato la vita” disse Percy.
 
“Cosa?-L'ha salvato?!- L'assassina ha salvato Perseus? Sì ha detto proprio così” dissero i presenti tra loro.
 
“Eravamo in viaggio, a pochi chilometri da qui” cominciò Percy “Esattamente al passo delle Termopili. Ci stava aspettando un'imboscata. Il Ladro di Fulmini, colui che voleva rapirmi e portarmi al Clan per la mia abilità, voleva uccidermi perchè da piccolo casualmente l'ho sopraffatto. Annabeth per tutto il tempo mi stava conducendo a morte certa, ma poi ha confessato tutto e ci ha aiutati a scappare. Luke, è questo il suo nome, però ci ha preceduti e Annabeth si è schierata contro di lui per proteggermi. Abbiamo combattuto contro il Clan, ma quando fummo io contro Luke, dopo averla messa fuorigioco, riuscì a mettermi all'angolo. Annabeth si è parata davanti a me quando lui ha colpito ed è rimasta ferita gravemente.
Quando è finito lo scontro, tutti e due pensavamo stesse per morire, per questo quando ci ha detto di andarcene, io e Grover lo abbiamo fatto anche se non volevamo. Se gli dei avessero voluto, lei sarebbe morta, ma è stata salvata da una ninfa, per questo è ancora qui” disse Percy. I sovrani sembrarono ancora più sorpresi. “E poi, ci ha detto tutto ciò che sa sul Clan e sono certo che voi adesso credete che stia mentendo. -Ma porca miseria!- Chi meglio di lei conosce la mentalità del Clan? Solo Annabeth. Non potete ucciderla, non ve lo permetto. Ricorro al mio diritto di veto” decretò Percy. Essendosi parato davanti a me, non si notava, ma mi aveva preso la mano e me la stava stringendo e io facevo lo stesso.
 
“Anch'io metto il veto” disse Atena.
 
“Mi dispiace, giovane principe, ma il veto è uno solo. Non puoi niente. E voi, Regina, siete troppo coinvolta, il vostro veto non conta” disse re Ares.
 
“Invece io appoggio Perseus” disse Re Poseidone “Anch'io metto il mio diritto di veto, quello che non date ad Atena”.
 
“Anch'io do il veto” disse la Regina Sally “Mio figlio Perseus si fida di lei e io mi fido di Perseus”
 
“Anch'io metto il veto” disse Silena. Rimasi a dir poco sorpresa. “Mi duole dirlo, ma Perseus è mio amico e so che non ci tradirebbe mai... mi metto contro l'esecuzione di Annabeth”
 
“Faccio lo stesso ragionamento della Regina Sally” disse il Principe Beckendorf “Io mi fido di Perseus e se lui dice di lasciarla vivere con queste ottime motivazioni, dico di ripensare alla sentenza. Se non sbaglio poi si è pentita. Altrimenti perchè costituirsi sapendo che l'avrebbe aspettata una sentenza di morte certa?” Anche Beckendorf mi colse alla sprovvista.
 
“Noi tutti, principi e principesse crediamo a Perseus” disse Talia, la figlia di Re Zeus, quindi sorella di Jason “Se lei gli ha salvato la vita, le siamo grati e poi il principe ha ragione. Ci ha informati su come sconfiggere Crono, forse dovremmo darle una seconda occasione. A nome dei restanti principi metto il veto” annunciò, poi mi guardò malamente “Ma questo non significa che hai il nostro perdono” disse guardandomi con quei suoi occhi blu elettrico, che mettevano i brividi. Guardai gli altri principi che mi volevano aiutare: i gemelli Travis e Connor Stoll, Katie Gardner, i figli di Apollo Lee e Michael, Nico di Angelo, perfino Clarisse La Rue di Sparta voleva salvarmi!
 
“Per me, lei è solo un'assassina. Oltre che il perdono non ha neanche il veto! Non mi contate” disse il principe Nico. Il figlio di Ade... mi ero scontrata con sua sorella quando Gerione mandò a monte la missione... e l'ho uccisa per aprici la strada della fuga. Okay, non contiamo Nico. Poi il silenzio...
 
“Esclusa Atena, 11 monarchi e 1 principe pro esecuzione e 2 monarchi e 10 principi contro, con mia grande sorpresa, siamo pari” disse Re Apollo. Tutti guardarono Re Zeus per un giudizio.
 
“Ha ucciso tuo fratello, Talia” disse il re a sua figlia “e quello che ci ha raccontato può essere esattamente quello che Crono vuole che facciamo. Ti ricordi di Luke? In qualche modo ci ha avvisati su ciò che stava per fare: Non fidarti mai di uomo che-
 
“-ha tradito il signore; non prenderlo al tuo servizio, perchè potrebbe tradire anche te” interruppi il Re che mi guardò sorpreso, avendolo anticipato “Luke Castellan, Il Ladro di Fulmini, era il mio Maestro. Lo diceva sempre quando mi addestrava, oltre che ripetere i principi del Clan: Nessuna paura. Nessuna pietà. Il dolore non è niente davanti al fallimento” dissi, ma stavo praticamente parlando da sola, ricordandomi degli orrori che ho vissuto.
 
“Ha salvato un mio amico, ha tradito il Clan, si è costituita e, come ha detto il Principe Charles, sono certa che sapeva che l'avresti condannata a morte... non mi sembra stia cercando di comprarsi la nostra fiducia” disse Talia. Re Zeus sembrò pensieroso, ma non sembrava voler cambiare il suo decreto.
 
“Vi prego, Re Zeus!” supplicò Percy “Vi prego, non giustiziatela. Annabeth non è cattiva, non è stata colpa sua! Lei è cresciuta con il Clan. Lei non voleva questo” Percy cercava di difendermi con le unghie coi denti. Anche se da poco tempo... mi sembrava di conoscerlo da una vita e adesso stava dimostrando perchè. Io gli strinsi la mano ancora di più.
 
“Poteva lasciare il Clan molto tempo prima!” lì scattai.
 
“Loro non mi hanno dato scelta!” Tutti i monarchi mi guardarono stupiti. Nessuno probabilmente gridava a Re Zeus. Lasciai la mano di Percy dopo essermi tolta le polsiere mostrai nuovamente gli avambracci. “Queste me le sono procurate durante l'addestramento. Voi non sapete cosa fanno alle nuove reclute. Le mettono sotto addestramenti durissimi, e qualcuno si azzarda a dire qualcosa lo picchiano. Io ne ho prese di sberle. Se c'è una cosa che non ho mai imparato è trattenere la lingua. Tutte le altre botte le prese durante gli allenamenti sfiancanti a cui ero sottoposta. Me lo ricordo come se fosse ieri... i muscoli a pezzi, la stanchezza... il dolore. Una volta ho pensato di fuggire, ma un ragazzo lo fece prima di me. Lo catturarono e lo portarono dentro una tenda... una dove non uscivano più. Quella dove ho ucciso Chirone e Tyson, a 8 anni mi è stato ordinato il mio primo omicidio, ma dopo tutte le fandonie con cui mi hanno riempito la testa, dell'abbandono, di non essere voluta dai miei genitori hanno ucciso Annabeth e mi hanno reso... questo. Un'assassina spietata, una macchina per uccidere... non l'ho scelto io... io non sono un'assassina” Stavo trattenendo le lacrime, sforzandomi di non piangere, ma la voce mi tradiva. Percy mi mise una mano sulla schiena cercando di rassicurarmi, ma aveva gli occhi lucidi anche lui.
 
“Vi prego” disse al Re. Nella sala regnò il silenzio. Tutti si aspettavano un giudizio finale di Zeus.
 
“Amico mio ascoltatemi” disse Re Poseidone “La ragazza è stata indottrinata, non ha avuto libertà di scelta. Nulla toglie il fatto che abbia ucciso molte persone, ma allo stesso modo, nulla toglie il fatto che è stata praticamente costretta a diventare L'Angelo della Morte” Altro silenzio. Zeus stava pensando. Guardò me, poi Percy, poi Poseidone e poi tutti gli altri.
 
“Ho bisogno di tempo per un giudizio” disse Zeus “Ma non mi fido di lei e non lascerò che vada a farsi i giri turistici per Lamia. Per ora rimarrà nelle segrete. Portatela via” decretò. Percy sembrò parzialmente sollevato, ma poi le guardie si avvicinarono e mi misero le manette alle mani. Mentre mi portavano via guardai Percy e poi Atena, mia madre, la grande Regina Amazzone, che per la prima volta non potè intervenire.
 



 
Mi avevano sbattuta da poco in una gattabuia. Si trovava in una delle torri quadrate ai lati delle mura. Se ci fosse stata una battaglia avrei sicuramente assistito allo scontro dalla finestra della cella. Le guardie mi avevano tolto le manette e avevano messo le mie armi con il loro fodero dentro un baule che avevano messo non lontano dalla cella. La prigione non era grande, ma avevo abbastanza spazio per muovermi un po'.
Ero stesa sulla brandina. Ferma immobile. Non tentai neanche una volta di uscire. Pensavo agli eventi del viaggio, che in pochi giorni mi hanno cambiata: l'amicizia di Grover... e l'amore per Percy.  Grazie a lui ho scoperto questo sentimento che non pensavo esistesse. Percy ha risvegliato in me quella parte che Luke mi aveva fatto dimenticare. Luke mi aveva riempito la mente di menzogne, mi ha fatto diventare qualcuno che non sono. Mi ha divisa in due tra Annabeth e l'Assassina. Per praticamente tutta la mia vita ho creduto di essere una ragazza di strada, una bambina abbandonata dai suoi genitori, e invece non solo scopro di essere l'erede al trono di Scizia, ma anche che Luke, colui di cui mi sono fidata ciecamente per una vita, ha ucciso mio padre, la mia matrigna e zia e mi ha rapita.
A un tratto sentii dei passi. Qualcuno si stava avvicinando alla cella. Poi udii il rumore della chiave nella serratura.
 
“Lasciateci soli” disse l'unica voce davvero amica che conoscevo.
 
“Ma principe-”
 
“Ho detto 'soli'!” ripetè Percy autoritario.
 
“Agli ordini, Principe” disse la guardia. Poi sentii gli altri passi allontanarsi.
 
“Annabeth?” chiamò Percy incerto, chiudendo la porta dietro di sé. Io, mi alzai dalla brandina restando in piedi davanti a lui, ma a distanza.
 
“Che ci fai qui?” gli chiesi incrociando le braccia.
 
“Volevo vedere come stavi e parlarti” disse lui avvicinandosi. Io non dissi niente, e questo per fargli capire di continuare.
 
“L'assemblea è ancora in corso, ma Zeus ha fatto uscire i principi” cominciò “Non va benissimo, ma forse c'è speranza. E' patta e Zeus è incerto. La cosa che depone maggiormente a tuo sfavore è-”
 
“Che ho ucciso suo figlio...”  lo interruppi “... lo so” ci fu un momento di silenzio.
 
“Hai una spada di Damocle sulla testa, Annabeth. Ora Atena è lì solo per rappresentanza, non le hanno nemmeno accordato il diritto di veto perché è tua madre. E' troppo coinvolta e questo non le dà la sua solita influenza sui monarchi”
 
“Perchè i tuoi genitori mi hanno difesa?” chiesi voltandomi verso la finestra della cella e guardando fuori.
 
“Mia madre ed io siamo molto legati. Lei ti ha salvata per quello che ha detto in sala, mio padre... perchè si è accorto subito di una cosa di cui mi sono accorto anch'io quando pensavo Luke ti avesse uccisa quando mi hai salvato...” Rimasi ferma immobile, aspettando che continuasse. “Ho parlato con mio padre e quello che mi ha detto, mi ha dato una ragione in più per venire qui. Io non sono legato a te per semplice amicizia o gratitudine... Io mi sono innamorato di te, Annabeth” fu musica per me sentire quelle parole uscirgli di bocca “E non ho alcuna intenzione di perderti per colpa di Luke. Io dicevo sempre di essere uno che non s’innamora, bhe… Silena aveva ragione: è bellissimo innamorarsi. Tu non meriti l’esecuzione e per me non contano le cose orribili che hai fatto in passato. Tu sei buona, intelligente, coraggiosa, leale; questa è la donna che vedo e di cui mi sono innamorato e volevo che tu lo sapessi… io ti amo Annabeth” confessò Percy. Nonostante gli dessi le spalle, trattenni il sorriso che avevo.
 
“Anch’io credevo di non innamorarmi mai” dissi io e mi voltai guardandolo “Ti amo anch’io, Percy” dissi e lasciai apparire il sorriso che stavo nascondendo. Percy lascio uscire il respiro che stava trattenendo e mi venne subito incontro, io feci lo stesso, poi lui mi prese il viso tra le mani e ci baciammo. Non era un bacio come quello di quando sono arrivata Lamia, ma perché eravamo felici di aver espresso i nostri sentimenti. Sapevamo entrambi in che situazione eravamo e che questa confessione nel caso che qualcosa andasse storto ci avrebbe fatto soffrire di più, ma ero contente che Percy sapesse cosa provavo e che lui provava lo stesso per me. Non mi ero mai legata a nessuno così.
 
“Ti avverto” dissi staccandomi da lui, ma comunque tenendo la fronte premuta alla sua “Se va tutto bene-”
 
Andrà tutto bene” mi interruppe lui, ma io ripresi.
 
“Se però poi mi tratti male, Percy…”
 
“Annabeth, ti giuro che no-”
 
“-se mi deludi, se mi abbandoni, se provi a tradirmi io ti ammazzo”
 
“No, ti giuro sullo Stige che non lo farò mai”
 
“Bene” dissi facendomi scappare un sorriso. Ma entrambi sapevamo che stavamo sorridendo per non piangere. Percy poi mi diede un bacio sulla base della spalla e mi abbracciò stretta. Sarei potuta rimanere così per sempre. Percy poi si staccò dall’abbraccio, ma mi tenne le braccia intorno alla vita mentre io portai le mani ai suoi setosi capelli ebano.
 
“Ti tirerò fuori di qui” disse il principe… il mio principe.
 
“Re Zeus non si fida di me e sono certa che non crede alle informazioni che vi ho dato. Cerca di convincerlo ad applicare la strategia che vi ho detto, è l’unica via di salvezza. Non sottovalutate il Clan” gli dissi accarezzandogli i capelli.
 
“Lo farò” rispose lui. Percy ed io ci guardammo un attimo negli occhi. Quei due oceani verdi che ho sempre trovato rassicuranti… sono una demente; lo ammetto solo adesso che potrei non vederlo più. Poi lui si abbassò, io andai in punta di piedi e mi baciò. Fu un bacio più lungo e dolce di quello precedente. Poteva essere il nostro ultimo bacio e volevamo godercelo fino in fondo, assaporando ogni istante di quel momento. Non eravamo più in una cella, io non ero una carcerata a rischio esecuzione e lui non era un principe. Eravamo semplicemente noi. Poi, troppo presto per entrambi, ci separammo, ma restammo pochi istanti l’uno tra le braccia dell’altro.
 
“Ora capisco” disse una voce familiare. Percy ed io saltammo come molle.
 
“Regina Atena!” esclamò Percy terrorizza to quando vide la regina, mia madre, davanti a noi (oltre che essere diventato rosso come un pomodoro…io non ero tanto diversa) “Da quanto tempo siete qui?” chiese.
 
“Abbastanza per capire perché insistevate tanto sulla sua salvezza, Principe” disse Atena. Io non sapevo cosa dire. Percy tentò di ricorrere ai ripari.
 
“Mia Signora, io-”
 
“-So come funziona” disse la regina “Dovrei avvisare i monarchi, ma io sono troppo coinvolta e solo tu sei abbastanza influente per salvare lei e noi. Va da tuo padre e tua madre. Motivali; così come devi fare con i principi solo così possiamo sperare di far cambiare idea a Zeus” Tirammo entrambi un sospiro di sollievo.


“Potete concedermi una parola con Annabeth?” disse mia madre. Percy annuì, mi lanciò un ultimo sguardo e lasciandomi la mano che mi stava tenendo, uscii dalla cella e se ne andò lasciandomi sola con Atena.
 
“Sei arrabbiata?” mi chiese avvicinandosi incerta.
 
“No” risposi “Sono solo confusa. Scopro che sei mia madre a 18 anni, e tu non sembri turbata della mia apparizione dal nulla... Per una vita ho creduto di non essere stata voluta, ma dalla tua reazione in assemblea, quando mi hai vista ho capito di, no” presi fiato e trattenendo il pianto le posi la domanda che da tempo volevo porle “Mamma, perché mi hai abbandonata?”
 
“Io non volevo” e una lacrima cadde dal volto della Regina Atena.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** L'Amore di una Famiglia ***


Zeus’s:POV:
 
Quella ragazza! Quell’…assassina! Ha ucciso mio figlio, il fratello di Talia e lei ha deciso di mettere il veto per proteggerla! Perché?! Perché si fida di Perseus e sono amici dalla nascita! Per di più, Perseus è molto influente sui principi, tutti si fidano di lui, e ha anche dimostrato il perché.
Avevo appena fatto uscire il principi dalla sala dell’assemblea. Dovevamo discutere sulla sorte della ragazza e di come difendersi dal Clan. Io non mi fido di lei, anche se mi fido di Perseus. Nulla cambierà la mia sentenza, come re, ma come padre, non voglio deludere Talia che ha esposto ottimi motivi per non giustiziarla.
 
“Bene, dobbiamo trovare una strategia per sconfiggere Crono” dissi.
 
“Prima bisogna discutere del destino dell’assassina” disse Re Ermes.
 
“Io non mi fido di quella ragazza. Può averci detto di fare quello che vuole Crono. E’ sicuramente una trappola. Il mio giudizio non cambia” dissi.
 
“Re Zeus, è vero che ha ucciso molte persone senza pietà, ma quella povera ragazza è stata indottrinata nei principi del Clan. Non aveva ancora capacità di intendere e di volere, loro si sono approfittati di ciò e le hanno fatto il lavaggio del cervello, non potete giustiziarla come se fosse una fuorilegge qualunque” disse re Poseidone.
 
“E’ una fuorilegge qualunque!” tuonai
 
“Vi sbagliate! Dovete tener conto di questo” rispose Poseidone.
 
“Allora dovete tener conto anche che ha ucciso i nostri figli!” disse Re Dioniso “Non potete salvarla solo perché ha salvato il vostro!”
 
“E voi non potete giustiziarla senza prendere in considerazione le cose buone che ha fatto solo perché ha ucciso i vostri figli!” disse la Regina Sally decisa e autorevole. Anche se mi duole dirlo, Sally aveva messo il dito nella piaga e aveva ragione. “Re Zeus, la ragazza non ha solo salvato mio figlio, ha permesso che riportasse lo Scudo, ha salvato anche il satiro e prima di costituirsi ci ha detto tutto quello che sapeva sulle strategie del Clan. Dovete tener conto anche di questo”
 
“Ha ucciso mio figlio e questo non cambia la mia sentenza. Annabeth Chase sarà giustiziata!” riposi.
 
“Se voi giustiziate mia figlia, io giustizierò voi” disse la Regina Atena mettendosi di fronte a me e guardandomi con quei suoi intimidenti occhi azzurri che avevano preso il famoso colore grigio. Vidi una grande determinazione negli occhi della regina. Mai vista in vita mia. Per un momento il mio coraggio mi abbandonò, per poi ritornarmi.
 
“E come pensate di farlo?” risposi sfidandola.
 
“Considerando solo il legame di sangue tra me e Annabeth, lei è la mia unica erede. Quindi se voi toglierete qualcosa di indispensabile a me, io toglierò qualcosa di indispensabile a voi tutti” disse la Regina guardandomi negli occhi “Quando arriverà Crono, io e le mie Amazzoni non combatteremo per voi” detto questo mi diede le spalle e uscì dalla sala dell’assemblea, Sally aveva tentato di fermarla ma il loro legame di amicizia per una volta fu inutile.
 
“Vuole la secessione? Che faccia come vuole!” dissi io.
 
“Ma Re Zeus, le Amazzoni e la stessa regina sono indispensabili a vincere contro Crono!” disse Re Apollo.
 
“Apollo ha ragione. Abbiamo bisogno della forza e l’organizzazione delle Amazzoni quanto la strategia e la saggezza della Regina Atena” disse la Regina Persefone.
 
“Atena non è lucida e noi siamo abbastanza per fare a meno delle Amazzoni; e adesso pensiamo alla strategia” decretai. Ma infondo sapevo che senza l'intelletto di Atena e le sue Amazzoni le nostre possibilità di successo erano calate di molto. 


 

Annabeth’s POV:
 
Presi fiato e trattenendo il pianto le posi la domanda che da tempo volevo porle “Mamma, perché mi hai abbandonata?”
 
“Io non volevo” e una lacrima cadde dal volto della Regina Atena.
Io non volevo’ fu la prima frase della sua risposta. Ci fu un istante di silenzio. La regina sembrava pensare ad un modo per parlarmi, forse con tatto o forse per moderare una mia possibile reazione. Solo una lacrima le era caduta quando disse quella frase, le altre minacciarono di cadere ma la regina le trattenne. Decisi di intervenire e mettere in chiaro cosa volevo da lei.
 
“Dimmelo e basta. Nessuna paura. Nessuna pietà” dissi. Lei annuì, prese un respiro e parlò.
 
“Avevo 13 anni quando incontrai tuo padre per la prima volta” iniziò “Cavaliere Frederick Chase. Siriano di nascita ma cresciuto in Scizia. Io e Frederick ci siamo conosciuti quando i nostri genitori hanno firmato un’alleanza con la Tessaglia poiché i suoi erano nostri ambasciatori. Frederick era più grande, aveva 16 anni e all’inizio eravamo solo amici. Io per lui ero come una sorellina minore e lui un fratello più grande. Eravamo veramente inseparabili, poi quando ebbi 17 anni scoccò la scintilla. Vedevo come tuo padre aveva cominciato a guardarmi diversamente, era più sorridente e quando mi vedeva parlare con qualche altro principe o un ragazzo in generale, spesso diventava geloso. Ci fidanzammo l’anno dopo, avevamo entrambi capito che eravamo fatti l’uno per l’altra e volevamo sposarci. Ippolita, tua zia, non era gelosa o invidiosa che avessi trovato l’uomo della mia vita prima di lei, anzi ne era ben contenta. Una volta mi disse che pensava al matrimonio combinato, per permettere a me e Frederick di sposarci il prima possibile”
 
“Perché Ippolita doveva sposarsi per permettere a voi di sposarvi?” chiesi non capendo.
 
“Fino a 14 anni fa, c’era una legge: le secondogenite della famiglia reale non possono sposarsi prima che la primogenita lo abbia fatto, (appena sono salita al trono quella è stata la prima legge che ho abolito). Io e Ippolita eravamo gemelle, ma lei era la maggiore per pochi minuti. Comunque, io mi rifiutai di far sposare mia sorella con un uomo che non amava, sapevo che il suo desiderio più grande era di avere il suo lieto fine, con un uomo che ama e una sua famiglia. Quando lo dissi a tuo padre, lui era disposto ad aspettare Ippolita questo mi portò ad amarlo ancora di più” Atena fece una pausa “Avevo 23 anni quando accadde il guaio e la causa del perché sai che sono tua madre adesso. Ero rimasta incinta e Ippolita non si era ancora sposata”
 
“E…cos’è successo?” chiesi con voce tremante.
 
“Tua zia fu la prima che lo seppe. Sapeva che ci eravamo messi nei guai. La soluzione sarebbe stata l’aborto”
 
“Allora perché non l’hai fatto?”
 
“Perché tu sei una figlia voluta!” Rimasi a dir poco esterrefatta da quella risposta “Io e tuo padre ti desideravamo tantissimo ma dopo il matrimonio. Il casino accadde quando lo dovetti dire ai miei genitori. Erano furibondi, ma sapevano quanto ti desiderassi e hanno trovato una soluzione alternativa, ma il prezzo è stato caro, ma se non avessi pagato quello, il prezzo saresti stata tu”  Capii cosa intendeva. Rimasi in silenzio lasciandola continuare. “Tuo padre ed io rompemmo il fidanzamento, lui se ne tornò in Siria e io andai in segreto con lui, facendo credere di essere andata a Sparta per un trattato di pace. Quando nascesti tu, io e tuo padre mettemmo su una messa in scena e ti lasciai a lui. Poi Ippolita e Frederick si fidanzarono e si sposarono pochi mesi dopo e tu eri diventata la figliastra della Regina Ippolita VII. Era stato tuo padre a chiedere in moglie Ippolita e lei capì prima di me perché lo aveva fatto. Solo poco tempo prima che morirono capii perché si erano sposati l’uomo che ho sempre amato e mia sorella. Sarò per sempre riconoscente a Ippolita per avermi concesso di vederti crescere… fino a quella notte” Atena non ebbe bisogno di continuare. Io ero quasi senza parole. Ci fu un istante di silenzio quando misi insieme i pezzi del puzzle.
 
“Sono stata arrabbiata con te per così tanto tempo” dissi “Chiedendomi come hai potuto scegliere di abbandonarmi” Atena voltò lo sguardo aspettandosi che infierissi su di lei “Ma… dopo aver sentito Luke e ascoltato la tua storia…” Atena si voltò mentre presi fiato voltando lo sguardo, non sapendo dove guardare  “Tu, Ippolita, papà, avete rinunciato a ciò che vi era più caro… per me e tu ancora cerchi di proteggermi” feci una pausa cercando di mantenere forte la voce “Scusa, non sono brava in queste cose è che-che… i-io no-…io non sono abituata ad essere messa per prima” Atena mi venne incontro e mi abbracciò strettissima.
 
“Beh, facci l’abitudine” disse lei “Sei mia figlia, e non mi importa ciò che sei diventata, mi importa solo che sei viva. Fuorilegge o no io cercherò sempre di proteggerti. Anche quando hai confessato io sapevo che non è stata una tua scelta” Le lacrime mi scivolavano sulle guance come cascate. Piangevo silenziosamente mentre mia madre mi abbracciava forse per l’ultima volta, considerando la mia situazione. Quando ci separammo dall’abbraccio, Atena mi asciugò le lacrime dagli occhi accarezzandomi i capelli.
 
“Come sei cresciuta…” disse mia madre “Mi somigli tantissimo”
 
“Ma ho i capelli lisci come papà” dissi cercando di farla sorridere, ma ottenni un’altra reazione.
 
“Te lo ricordi?!” disse meravigliata. Cambiai espressione ripensando all’unico ricordo che avevo di lui: la sua morte.
 
“Sì, me lo ricordo…” risposi “Aveva i capelli lisci e biondi, gli occhi marroni, asciutto e credo fosse alto, sull’ultimo dettaglio non ne sono sicura” dissi, Atena sorrise.
 
“Non altissimo ma giusto, per i miei gusti” confermò Atena.
 
“Ma me lo ricordo ferito… quando morì tra le tue braccia” le dissi. Lei abbassò lo sguardo.
 
“Gli avevo fatto una promessa e io non sono riuscita a mantenerla” disse lei.
 
“Non è stata colpa tua” la rassicurai. “Mi ricordo quella notte. Tu hai cercato di salvarmi ma Luke ti ha tenuta sotto scacco e tu sapevi che non avrebbe esitato ad uccidermi se ti fossi avvicinata. Hai cercato di proteggermi, come stai facendo adesso” le dissi. Atena stava per rispondermi quando Percy piombò di nuovo nella stanza della cella. Aveva il fiatone ed era allarmato.
 
“Regina Atena, il Clan ci sta attaccando! Chiamate le Amazzoni, presto!” disse Percy.
 
“Mi dispiace, ma non posso” disse Atena.
 
“Cosa?! Perché?” chiesi confusa.
 
“Sto tenendo Zeus sotto scacco… con la secessione” disse lei.
 
“COSA?!”disse Percy sbalordito.
 
“No, mamma! I monarchi hanno bisogno di te e delle Amazzoni, non puoi fare la secessione!” dissi.
 
“Ma lui non può giustiziare mia figlia” rispose, chiuse la cella e se ne andò. Sgranai gli occhi incredula. No! No! Non poteva fare questo per me! Le Amazzoni sono indispensabili! Percy era rimasto meravigliato quanto me. Ma un altro pensiero mi piombò nella mente: Percy doveva andare a combattere. Era un uomo responsabile e conosceva i suoi doveri di principe. A quanto pare anche Percy sapeva questo perché prima che potessi dire qualcosa nel tentativo di persuaderlo di restare, ancora prima di proferire parola, passò le mani tra le sbarre della cella e afferrandomi il viso mi baciò. Non ebbi il tempo neanche di reagire che il bacio era già finito.
 
“Tornerò” disse e si allontanò per andare in battaglia. Adesso ero rimasta sola nella cella.
Poi sentii un corno e sapevo che la battaglia stava per iniziare e io non potevo fare niente. Mi avvicinai alla finestra della cella dove era possibile vedere il campo di battaglia. Scrutai le truppe, vidi tutti i principi e alcuni monarchi in campo, le Amazzoni non c’erano ma quando vidi in che modo avevano messo le truppe, capii che tipo di strategia volevano usare e capii anche che probabilità di vittoria si erano abbassate ancora più di prima: Zeus credeva che le mie informazioni fossero una trappola e aveva schierato le truppe come i tanti che sono caduti sotto gli  attacchi del Clan.
Vidi il Clan pronto all’attacco. Crono era in prima linea come sempre, solo per rimanere indietro in seguito, e subito diede il segnale di attacco; il Clan partì alla carica.
 
“ARCIERI!!” gridò Percy e anche se non vedevo gli arcieri, vidi una pioggia di frecce abbattersi sul Clan, ma alcuni si salvarono con gli scudi, altri con la loro abilità.
 
“CARICA!!” ordinò la Principessa Talia e tutto l’esercito, Percy a cavallo di Blackjack compreso, andò incontro al Clan e cominciò una battaglia senza esclusione di colpi. Guardvo solo Percy tutte le sue mosse i membri del Clan che combatteva con tutte le sue forze e, mentre lui rischiava la vita, io non potevo fare niente.



Eccomi tornata! Che ve ne pare questo capitolo? Un po' troppo alla Beautiful? Spero vi sia piaciuto anche se forse un po' pallosetto. Al prossimo capitolo!
Un bacio
The Princess of Stars

P.S.
Per chi non avesse capito bene cosa intendeva Annabeth dopo che Atena le ha raccontato tutta la storia: Atena voleva la sua bella famiglia e il suo bel Frederick, Frederick voleva la sua bella famiglia e la sua Atena, Ippolita voleva il suo happy ending. Pur di tener in vita Annabeth, Frederick e Atena si lasciano e pur di far in modo che Annabeth conoscesse la madre e Atena vedesse sua figlia, Frederick chiede in moglie Ippolita e lei volendo un gran bene alla sorella se lo sposa anche se non lo ama.
Spero di aver chiarito possibili dubbi :-)


 



     

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** La Mia Prima Battaglia ***


 
Annabeth’s POV:
 

Fidanzata da poco e già mi sento vedova e avanzo di galera…ma che sto dicendo?! Sono un avanzo di galera!
Da quando era cominciata la battaglia stavo fissa alla finestra. La situazione non era delle migliori. Tantissimi soldati stavano morendo, altri rientravano stanchi o feriti, il Clan stava avendo la meglio anche se per fortuna, non erano riusciti ad entrare, forse Zeus ad una cosa aveva ascoltato: non lasciare porte incustodite. Per tutto il tempo non distolsi lo sguardo da Percy. Indossava la sua armatura da battaglia. Aveva i suoi schinieri d’argento sugli stivali, le protezioni per le gambe sui pantaloni e, a pelle, l’armatura per il busto, gli spallacci e le polsiere, il tutto costituiva la famosa armatura argentea degli Ateniesi. Lui combatteva da dio. Era uno dei pochi che era riuscito a far secco qualche nemico. Manovrava Vortice con maestria e i suoi riflessi erano sempre pronti a tutti i colpi che gli lanciavano. Sembrava di vedere che in quel campo di battaglia ci fossero Ettore o Achille. Percy stava combattendo su Blackjack. Era uno dei pochi che era riuscito a rimanere sul cavallo. Spostai lo sguardo e vidi Gerione che faceva strage di soldati con pugni e il suo martello appuntito. Percy lo vide, mise nel fodero Vortice e Prese la lancia che aveva attaccata alla sella di Blackjack. Lo vidi caricare contro Gerione e il cuore mi andò in gola. Percy alzò la lancia pronto a colpire, ma Gerione lo vide e lo attese e quando fu abbastanza vicino lo colpì con lo scudo facendolo cadere da cavallo. Percy cadde a terra rotolando. Blackjack si rialzò e si allontanò mentre Gerione tornò a fare strage di soldati e Percy sguainò la spada. Il principe Ateniese caricò contro Gerione che voltandosi alzò il martello e agganciato lo scudo degli Ateniesi lo tirò i avanti. Percy lasciò lo scudo e schivò il colpo che Gerione gli lanciò e poi tentò di colpirlo. Vortice e il martello del mio ex-compagno si incrociarono, ma Percy poteva poco contro l’abilità di Gerione, la forza, che spinse la spada di Percy verso il basso e lo colpì in faccia con il dorsi della mano. Percy indietreggiò per il colpo. Io sentivo il cuore battermi a mille. Gerione allora cercò di colpirlo di nuovo, ma Percy deviò il colpo e tentò un affondo, ma l’altro lo schivò e gli sferrò con il martello appuntito un colpo in faccia che se lo avesse preso gli avrebbe spaccato il cranio. Poi tentò di colpirlo dall’alto, ma Percy schivò anche quel colpo. Ma quando cercò di colpirlo, Gerione bloccò il colpo e mandandogli la spada dietro la schiena, lo strinse con il martello in una presa soffocante. Cercava di stritolarlo fino alla morte. Conoscevo Gerione era uno di quelli che si diverte a dare morti atroci e sofferenti e questa era la sua mossa preferita. Stritolare il nemico per spaccargli le ossa. Giuro che il mio cuore non ha mai battuto così forte e non sono mai stata così agitata per qualcuno. Non riuscivo a distogliere lo sguardo. Liberati! Liberati! Liberati! pregavo. Percy lasciò la spada e mise le mani intorno al collo di Gerione e gli diede una testata. Gerione mollò la presa lasciandolo andare. Percy perse la spada e andò a prendere la prima arma vicina. La lancia di qualche soldato morto. Tentò di colpirlo, ma Gerione gliela fece perdere con un colpo e poi lo colpì in faccia con il piede del martello. Percy cadde a terra vicino al corpo di un soldato di Tessaglia, e prima che Gerione potesse colpirlo, si coprì con lo scudo del caduto. Per un momento pensai che lo scudo non fosse servito a niente, ma poi lo scudo si spostò, e Percy si rialzò conficcando una lancia nel corpo di Gerione. Il principe si alzò affondando sempre di più la lancia nel corpo del nemico. Ma Gerione non voleva morire. Colpì Percy con un pugno, spaccò la lancia e con il pezzo di legno lo colpì dietro la nuca e sulla faccia facendolo cadere a terra. Mi ricordai che lì Percy aveva perso Vortice, infatti prese la sua spada che stava ancora a terra e quando Gerione tentò di colpirlo con il bastone della lancia,  Percy parò il colpo e colpì nuovamente Gerione nel busto, affondando la spada il più possibile per ucciderlo. Gerione però ancora non si diede per vinto e mise una mano alla gola di Percy sollevandolo da terra. Lui però affondò ancora di più la spada e Gerione cominciò ad inginocchiarsi senza mollare la presa, ma infine Vortice e il suo guerriero ebbero la meglio e Gerione cadde a terra morto e Percy finalmente estrasse le spada. Non mi ero mai sentita più sollevata. (In caso vogliate vedere la scena: http://www.youtube.com/watch?v=1SnPHdvPPxM&list=PL1E255C6B8055954A)
Guardai Crono che era rimasto indietro. Sembrava furioso.
 
“RITIRATA!” Ordinò. Il Clan smise di combattere e si allontanarono ritornando al loro accampamento. Allora, anche gli eserciti dei dodici regni si ritirarono dentro le mura di Lamia. Guardai i soldati entrare e i muli per prendere i corpi dei caduti per i funerali, uscire. Guardai i principi che stavano rientrando: Percy, Talia, Nico, Clarisse, Travis e Connor, Katie, Beckendorf,  Lee e Michael ma non vidi Silena, la principessa di Tessaglia. In quel momento sentii un rumore di chiavi dietro di me e vidi Silena. Andai subito da lei.
 
“Principessa Silena! Che ci fate-OW!” Mi aveva dato  un pugno sul naso! Quella piccoletta è forzuta! “Ow” ripetei tenendomi il naso, per il dolore. Per fortuna non scese sangue.
 
“Questo è il minimo che ti meriti per aver ucciso mia sorella!” disse arrabbiata.
 
“Okay, me lo merito” dissi. “Che ci fate qui?” chiesi.
 
“Hai visto la battaglia?” chiese. Io annuii. “Le truppe non sono messe bene. Ci sono stati parecchi morti e molti feriti. Abbiamo bisogno delle Amazzoni e abbiamo bisogno di te” disse lei. Rimasi sorpresa.
 
“Di me?” chiesi.
 
“Atena non vuole che tu venga giustiziata e non combatterà ne ci aiuterà con la strategia. La tua abilità speciale è l’intelligenza e sono certa che anche Atena ha quest’abilità, come Re Poseidone ha il controllo dell’acqua”
 
“Anche loro?” dissi sorpresa.
 
“Si tratta di genetica, Annabeth! Non è che queste capacità saltano così dal nulla, ma ora andiamo fuori tema” disse “Il punto è che se tu combatti, Atena combatterà e le Amazzoni combatteranno. Sono guerriere fedelissime alla loro Regina e se la Regina si fida di sua figlia, loro si fideranno di lei” rimasi silenziosa e pensai un momento sulla situazione.
 
“Zeus ti ha mandata qui?” chiesi.
 
“No, sono venuta di mia volontà” rispose lei.
 
“Questo vuol dire che se esco di qui, ci verrò risbattuta dentro non appena mi vedono. Come faccio a combattere?” risposi.
 
“Potrai dimostrarci che ti sei veramente pentita e Zeus potrebbe lasciarti vivere” disse lei.
 
“Vorrei, ma non posso” risposi “Zeus non si fida di me. Nessuno si fida di me tranne Percy e voi vi fidate di lui, ma non di me! Non potrò mai combattere e penso che se mi giustizieranno forse è meglio così… sono un mostro Silena e non capisco come P-qualcuno possa vedere qualcosa di buono in me dopo quello che ho fatto anche se non ho avuto altra scelta” dissi voltandomi per non far vedere una lacrima mi scivolò sulla guancia.
 
“Lo dici perché sai recitando una parte o per sincerità?” disse lei sospettosa.
 
“Guardami!” dissi voltandomi verso di lei. Silena mi guardò negli occhi studiandomi ma io mi voltai nuovamente.
 
“Se non vuoi farlo per te, fallo per colui a cui entrambe teniamo, il mio migliore amico, l’uomo più innamorato che io abbia mai visto. Fallo per Percy”.  Stavo per risponderle ma lei mi batté sul tempo. “E’ inutile che neghi, ho visto come vi guardavate al tuo processo! E non mi è neanche sfuggito che vi stavate tenendo per mano” Silenzio.
 
“Che colpo basso” brontolai “Hai la chiave apre quel baule?” dissi uscendo dalla cella mentre Silena la chiudeva.
 
“Che c’è nel baule?”
 
“Le mie armi e l’armatura leggera” dissi avvicinandomi al baule per esaminarlo.
 
“No, mi dispiace” disse lei. Mi voltai verso Silena e vidi che aveva una forcina che le teneva la frangia
 
“Non importa” dissi studiando il baule “Informa gli altri principi: Crono attaccherà di nuovo- Mi presti la forcina?” chiesi. Silena mi guardò sospettosa ma poi me la diede capendo cosa volevo fare. Aprii la forcina e la infilai nella serratura del baule, la girai un paio di volte cercando le levette del meccanismo di apertura e una volta trovate, tre click e aprii il baule. Presi i miei schinieri, misi le polsiere corazzate, misi la cintura e ci legai le mie armi che stavano nel fodero. Silena mi accompagnò fuori dalla torre. Le guardie sembravano stupite di vedermi girare libera per Lamia. L’unica cosa che li fermava dall’attaccarmi era Silena che mi stava accompagnando. Andammo fino all’infermeria. Vidi soldati feriti sui lettini, i guaritori si stavano dando da fare. Mentre passavo tutti quelli che mi videro mi fissarono sospettosi. Entrammo in una tenda dell’infermeria e vidi il Principe Beckendorf seduto su una sedia mentre si metteva una qualche crema medica su una ferita leggera ma lunga che aveva sull’avambraccio.
 
“Charlie!” esclamò Silena e corse da lui. Lui la vide, si alzò dalla sedia e prontamente si abbassò per essere baciarla. Sorrisi alla vista. Quando si separarono, Beckendorf mi guardò.
 
“Ecco, Annabeth, o meglio, Principessa Annabeth! Il grande amore di Percy” disse lui.
 
“E tu sei il Principe Beckendorf, il grande amore di Silena” risposi.
 
“Se te lo stai chiedendo, Silena mi ha detto tutto, ha MOLTO intuito per queste cose” disse “Percy sta nella tenda in fondo all’infermeria” disse lui, come se mi avesse letto nel pensiero.
 
“Va da lui” mi disse Silena.
 
“Sei la prima che lo ha conquistato. E meno male! Sarebbe stato un altro ragazzo carino sprecato” disse il principe.
 
“No, Beckendorf. Tu sei carino, lui è un Figo-Spaziale, che è diverso!” risposi. Silena si mise a ridere. Se non avessi ucciso sua sorella, forse saremmo potute essere buone amiche. Li salutai e andai a cercare Percy e poi lo trovai. Stava in una tenda appartata, probabilmente una di quelle riservate ai generali. Era da solo, a torso nudo e stava finendo di fasciarsi una ferita sul braccio, aveva i capelli attaccati alla fronte per il sudore dovuto alla battaglia che era durata ore. Dopo lo scontro con Gerione, Percy non era messo molto bene, nulla di grave per fortuna, ma aveva un taglietto sul naso, uno sulla guancia e un livido con un po’ di sangue ben visibile sullo zigomo. Lui si accorse della mia presenza e rimase completamente meravigliato dal vedermi lì. Non c’era nessuno tranne lui in quella tenda. Mi lasciai andare per un momento e corsi verso di lui abbracciandolo. Percy mi strinse a sé senza esitare. In quell’istante mi importava solo di averlo tra le braccia, che fosse sopravvissuto.
 
“Che ci fai qui?” mi chiese “Dovresti essere nella cella”
 
“Silena mi ha fatta uscire” gli risposi e lo abbracciai nuovamente. “Combatterò con te” dissi.
 
“No, Annabeth! Non voglio rischiare di perderti” disse lui. Gli misi delicatamente le mani sul volto.
 
“Tu non sai cosa ho provato in quella cella. Non sai come mi sono sentita mentre tu stavi in battaglia a rischio di morte, quando hai combattuto contro Gerione. Io non voglio perdere te. Tu hai già fatto troppo, e non voglio che tu muoia per causa mia o perché è tuo dovere di principe, combattere”
 
“No, non puoi andare” insistette.
 
“Percy, ormai sono qui, devo andare per forza!” feci una pausa, tenendogli le mani sul volto “Se tu muori in battaglia non potrò mai perdonarmelo e verrò giustiziata lo stesso e i tuoi sforzi saranno stati inutili. Se dobbiamo morire, allora moriremo insieme” gli dissi. Percy chiuse gli occhi e appoggiò la fronte alla mia, sapeva che avevo ragione, ma non voleva ammetterlo. “Per di più, io sono L’Angelo della Morte, che figura ci faccio a morire giustiziata?” dissi ironica, nel tentativo di risollevargli il morale, più che altro per ridere per non piangere.
 
“Non fa ridere” disse Percy alzando la testa serio. Abbassai lo sguardo e le mani dal suo volto. Presi fiato e gli dissi la verità, cosa provavo in quel momento.
 
“Io ho paura, Percy” gli dissi non riuscendo a guardarlo e guardai un angolo della tenda. Lui però mi prese il viso tra le mani forzandomi a guardarlo.
 
“Non devi averne finché siamo insieme. Ce la faremo, Sapientona!” disse e mi tirò a sé per un altro abbraccio. Lo strinsi forte come se la mia vita dipendesse da quell’abbraccio. Per una volta il coraggio mi aveva abbandonata, mi ero sentita persa. Perseus era la mia ancora, ciò che mi spinse a non mollare. Lui se ne era accorto, in fondo sapevo che anche lui aveva paura, ma vedevo che era determinato a non mostrarlo per me. Percy a sua volta mi strinse forte, poi mi baciò sulla testa, poi sulla guancia e poi sulle labbra. Come al solito, venni investita da un fiume di emozioni. Era questo l’effetto che aveva Percy su di me. Ero talmente presa che non avevo neanche sentito qualcuno chiamare Percy.
 
“Annabeth è- Perseus!” esclamò la regina Sally entrando insieme a Poseidone. Io e Percy saltammo come molle. Ma che palle! Siamo in una guerra e potremmo non arrivare a domani, un momento da soli non possiamo averlo?! E poi, alla faccia dell’essere discreti! Atena ci ha visti, Silena l’ha capito, lo ha detto a Beckendorf, e ora pure Sally e Poseidone?! Che sono i genitori di Percy, tra l’altro, e in più sono entrati mentre ci baciamo e lui a torso nudo! Che figura di cacca!
 
“Che sta succedendo qui?! Perché lei è qui?!” disse Poseidone guardandomi male.
 
“Papà, io- Annabeth- noi…” balbettò Percy.
 
“Perché eravate abbracciati e vi stavate baciando?!” Sally si schiaffò il palmo in fronte.
 
“Perché nostro figlio ha deciso di fare il gigolò!” disse lei sarcastica e incrociando le braccia “Secondo te, Poseidone?! Il nostro Perseus si è trovato la ragazza che è non è altro che L’Angelo della Morte, Annabeth, l’assassina, la figlia di Atena” Non so chi aveva la faccia più rossa se io o Percy.
 
“COSA?!” esclamò l’uomo con occhi sgranati. Abbiamo ‘Testa d’Alghe Senior’!
 
“Papà, io mi sono innamorato di Annabeth e lei ha deciso di combattere con noi” disse
 
“Non se ne parla!” dissero i suoi genitori.
 
“Re Poseidone, Regina Sally, se io combatto, anche Atena parteciperà e di conseguenza anche le Amazzoni e poi devo fare quattro chiacchiere con Crono” dissi arrabbiandomi, ora gliela faccio pagare.
 
“Se Zeus o altri monarchi ti vedono, tu non ne fai neanche due di chiacchiere” disse re Poseidone.
 
“Voi avete bisogno delle Amazzoni, le Amazzoni seguono Atena e Atena mi vuole viva. Se io combatto, lei mi seguirà” dissi.
 
“Ma come sei uscita?” chiese Sally.
 
“L’ho fatta uscire io” disse Silena entrando anche lei nella tenda insieme a Beckendorf.
 
“Silena?” disse Percy sorpreso. Stava per dirle qualcosa, ma lei lo batté sul tempo.
 
“Non c’è tempo per le domande, dobbiamo portarla da Atena e farle indossare l’armatura Amazzone così si potrà confondere tra le guerriere. Annabeth, solo in campo di battaglia potrai rivelarti. Non credo Zeus sia così stupido da attaccare le Amazzoni per catturarti” disse lei seria. Annuii concordando pienamente con il suo piano.
 
“Ma come la portiamo da Atena senza che qualcuno dia l’allarme?” chiese Percy. Sorrisi.
 
“Basta che mi diciate dove si trova mia madre, a raggiungerla ci penso io” dissi.
 
“Esattamente, come pensi di fare?” mi chiese Poseidone.
 
“Sono o non sono cresciuta col Clan? Salterò su qualche tetto, quattro acrobazie e entro per qualche finestra” dissi guardandoli tutti.
 
“Giusto! A Delfi sono entrati senza troppi problemi… mi piace la ragazza” disse Beckendorf e Silena gli diede una gomitata nello stomaco e Percy lo guardò male.
 
“Guarda, non sei il primo” risposi e Silena mi lanciò un’occhiataccia. Alzai appena le mani in resa. 
 
“Mi è simpatica” disse Sally con un sorriso “Tua madre è alla caserma est”. Percy allora si avvicinò ad una parete della tenda e slacciò i cordini che chiudevano quella parete, mi fece cenno di avvicinarmi e così feci.
 
“Passa da qui, devi solo superare il muro del distretto medico. Dall’altra parte c’è il distretto militare est, lì c’è la caserma” Guardai gli edifici e gli oggetti che potevo usare, le guardie che passavano. Osservai attentamente e al momento giusto andai di corsa verso la caserma.
 


 
Ero sul campo di battaglia. Indossavo l’armatura delle Amazzoni, l’armatura del mio popolo: indossavo gli schinieri bronzei sopra gli stivali, le protezioni per le gambe sopra i pantaloni e la corazza di bronzo sopra una maglia smanicata per proteggere il busto, le polsiere di bronzo sugli avambracci e l’elmo.
Sapevo che Crono stava tornando all’attacco, e noi li stavamo aspettando al fianco dei monarchi e dei principi. Le Amazzoni erano schierato tra i Tessagliani e gli Ateniesi. Stavo a cavallo di Starlight e mia madre stava davanti alle truppe.
 
“Amazzoni, prima di combattere, vi dirò che oggi, non sarò solo io a dover essere ascoltata. Ma anche un’altra persona e vi chiedo di darle la vostra fiducia, poiché io stessa mi fido di lei, mia figlia” disse Atena. Allora mi feci avanti. Sentivo gli sguardi delle guerriere su di me. Una volta vicino a mia madre mi tolsi l’elmo. Udii alcuni commenti di sorpresa. Forse alcune non sapevano di tutto l’accaduto nella sala. Prima che qualcuno potesse dire qualcosa. Suonarono le campane di allarme. Crono era in vista. Mi voltai e vidi il Clan avvicinarsi.
 
“Cosa dobbiamo fare, Principessa Annabeth?” mi chiese una guerriera. Le altre le vidi tutte intente ad ascoltarmi. Guardai dietro di me e vidi il Clan sempre più vicino e poi mi voltai nuovamente verso le guerriere.
 
“Amazzoni” cominciai “Ho avuto occasione di scontrarmi con alcune di voi in passato. Una di voi vale per dieci, il vostro coraggio, intelletto strategico e la vostra volontà non hanno paragoni, siete le prescelte della Dea della Sapienza, siete le sue guerriere!” mi voltai guardando l’esercito nemico sempre più vicino “Vedete il Clan che si avvicina? Vogliono portarvi via il dono più prezioso di questa terra, la Libertà; DIFENDETELA! Vi appartiene!” gridai sguainando la spada. Si levò un boato da parte delle Amazzoni. Quando il Clan si avvicinò, aspettai il comando di Zeus.
 
“CARICA!” gridò. Gli altri monarchi seguirono il suo esempio.
 
“OPLITI, CARICA!” gridò Poseidone
 
“AMAZZONI, ALL’ATTACCO!”  gridò mia madre e partimmo alla carica. Presi la lancia attaccata a Blackjack e la scagliai con forza contro il Clan nonostante la distanza. Credo di aver fatto secca Kelly e fatto cadere da cavallo Tammy.
Si levò un altro boato da parte delle mia guerriere. “Bel colpo, Annabeth” disse Atena. Non dissi niente e mi scagliai all’attacco. Notai il Clan spostarsi in un certo modo e capì cosa volevano fare.
 
“CAVALLERIA A TERRA!” Gridai. Le guerriere a cavallo scesero dal destriero in corsa. “SCUDO MOBILE!” ordinai. Tutte le donne unirono gli scudi e formammo un enorme scudo mobile.
 
“SCUDO MOBILE!” era la voce di Percy e si era unito a noi nella formazione.
 
“SCUDO MOBILE!” questa era Silena.
 
“SCUDO MOBILE!” Beckendorf! Facemmo appena in tempo a sistemarci che gli arcieri del Clan ci colpirono con una pioggia di frecce. Gli opliti, le Amazzoni e i guerrieri di Tessaglia ed Etolia riuscirono a rimanere incolumi, ma molti tra gli Argivi erano rimasti colpiti. Re Ade e mia madre non persero tempo e subito gli arcieri più famosi dell’Asia minore, Persiani e Amazzoni scagliarono le loro frecce sul Clan, ma come prima, molte frecce furono respinte. Appena gli eserciti furono ancora più vicini, ordinai di sciogliere la formazione a scudo.
 
“FORMAZIONE DELTA-SIRIA!” gridai. Ho vissuto in Siria, so come combattono e so che le Amazzoni raramente e velocemente usavano questa formazione, ma perché era molto efficace e non volevano che venisse riproposta da nemici. Le guerriere si chiusero in un rettangolo. Quelle con le lance passarono in avanti formando tre file portando in avanti le armi che uscivano come spuntoni dagli scudi, le spadaccine come me si trovavano al centro formando un’enorme testuggine con spuntoni, mentre le arciere si ritiravano vicino le mura. Al primo impatto fu un miracolo che non ci si ruppe la formazione. Quando capii che il Clan ormai era sparpagliato intorno a noi diedi a mia madre il segnale d’attacco.
 
“ORA!” gridò lei e tutte le spadaccine, come un virus, passarono attraverso gli scudi delle lanciere, facendo massacro dei soldati sopresi dall’improvvisa esplosione di soldati. Da lì  la battaglia fu un putiferio. Si sentivano spade scontrarsi, grida di feriti o di caduti. Nonostante il caos più totale, mi accorsi che i soldati dei regni stavano combattendo con più grinta da quando arrivarono le Amazzoni. Questa non era la prima battaglia a cui assistevo, ma era la prima battaglia in cui partecipavo. Combattendo guardai mia madre lottare a capo delle guerriere di Scizia. Muoveva la lancia con forza ed eleganza, aveva una grande strategia di combattimento e non lasciava che nessun nemico la fermasse. Percy e Silena combattevano vicino a me, Percy già avevo visto come combatteva. Silena era un altra furia. Sfruttava la sua statura e la sua velocità per sconfiggere chiunque le si parasse davanti. Beckendorf era al suo fianco. I due combattevano insieme aiutandosi in ogni momento. Non avevano bisogno di dirsi niente che l’uno era già pronto ad aiutare l’altro.
Nella battaglia ormai si sentiva solo il rumore di spade e grida, tonfi e frecce che si scagliavano sui bersagli o rimbalzavano per le abilità del Clan. Non so per quanto tempo ci scontrammo, so solo che per il momento avevo collezionato solo un graffio sul braccio, Percy mi aveva raggiunta e stava combattendo a pochi passi da me. Mi guardai intorno e vidi che stavamo avendo la meglio.
 
“RIMPIEGATE! RIMPIEGATE!” ordinò Crono. Il Clan si ritirò nuovamente, la battaglia era bastata per oggi e avevamo vinto noi. Si levò un boato da parte dei nostri eserciti, ma sapevo che sarebbero tornati, ma sapevo anche che tutti i monarchi mi avevano vista combattere contro il Clan. Non si fidavano di me, ma per il momento avrei potuto dimostrare da che parte stavo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La Seconda Battaglia ***


 Annabeth’s POV:
 
Ero nuovamente in campo di battaglia. I nostri eserciti erano schierati davanti alle mura. Ero a cavallo di Starlight, vicino a me c’erano Percy, Silena, Beckendorf , alcuni degli altri principi Grover e Juniper, anche loro avevano deciso di scendere in campo, nonostante le proteste da parte mia e di Percy.  Il Clan era davanti a noi. Stranamente Crono si fece avanti sul suo carro, accompagnato da Ethan, allora anche noi principi Grover e Juniper ci facemmo avanti, mentre i monarchi restarono con l’esercito. Crono scese dal carro insieme ad Ethan.
 
“Quello non è 1, sono 6 messi insieme!” disse Percy quando lo vide.
 
“Eccola qui! Il mio Angelo, anche se adesso non più” disse Crono “Sono sorpreso di vederti… ancora viva” disse lanciando un’occhiataccia verso Ethan con i suoi occhi quasi d’oro.
 
“Wow, pensavo avessi più stima di me!” dissi io sarcastica.
 
“Da quando ti ho permesso di darmi del ‘Tu’?”
 
“Da quando mi sono stufata di essere il tuo sicario preferito; mi licenzio” dissi, stupidamente nel tentativo di provocarlo. Eravamo a distanza poiché Crono non si fidava di noi e noi di lui.
 
“Facciamo una cosa più semplice: uno scontro all’ultimo sangue uno di voi contro il mio campione. Il perdente si dovrà sottomettere” disse Crono. Noi ci mettemmo in disparte e ci consultammo.
 
“Vado io, sono il più grosso e il più forte” disse Beckendorf.
 
“No, vado io. Ho già combattuto contro di loro” disse Percy.
 
“Ragazzi, non possiamo accettare, c’è la fregatura. Crono non è mai onesto” dissi io.
 
“Se lei dice così sono d’accordo. Conosce il Clan meglio di noi” disse Travis.
 
“Ma se ci rifiutiamo, cosa faranno?”
 
“Principi” chiamò Ethan e un guanto volò davanti a noi, ora non potevamo ritirarci “Io Nemesi sfido uno di voi ad un combattimento all’ultimo sangue” disse. Il guanto era vicino a me. Conoscevo Ethan, era subdolo e forte, pronto al gioco sporco. Feci un passo in avanti ma prima che potessi prendere il guanto Grover corse in avanti e lo raccolse prima di me.
 
“Io, Grover Underwood, satiro del bosco di Delfi, accetto la tua sfida” disse Grover. Ethan sorrise un sorriso malvagio e andò a prepararsi. Anche noi ci allontanammo e Grover ci seguì per prepararsi.
 
“Non dovevi, Grover. Non sei ancora pronto” gli dissi dandogli l’elmo.
 
“Loro hanno bisogno di te, Annabeth. Tu conosci il Clan, non possiamo rischiare di perderti” Non dissi niente. Sapevo che aveva ragione. Juniper andò da lui ma non riuscì a dire niente. Lo guardò e abbassò lo sguardo subito dopo. Grover le mise una mano sotto al mento alzandole le testa e le diede un bacio. Poi si voltò verso me e Percy e ci abbracciò entrambi. Si mise l’elmo, prese lo scudo e si fece avanti. Grover procedette piano, alzando la spada pronto a difendersi. Ethan rimase fermo immobile ma appena Grover gli fu davanti, lanciò via lo scudo e gli scagliò un attacco dall’alto che il satiro schivò e tre sul corpo che Grover parò con lo scudo, girò su sé stesso e tentò di colpirlo, ma anche Ethan lo schivò con maestria. Ethan partì con un altro colpo, Grover tentò di contrattaccare, ma il fuorilegge deviò il colpo e cominciò una serie di colpi a tutta forza sullo scudo, facendolo abbassare sempre di più e con un calcio Grover cadde perdendo lo scudo e l’elmo.
 
“Alzati. Avanti” dissi sottovoce. Ero nervosa, Juniper più di me. Grover si rialzò e riprese lo scudo scagliò tre attacchi che andarono a vuoto, Ethan deviò il quarto e gli diede un pugno in faccia. Partì con un colpo, ma Grover girando su sé stesso lo parò con lo scudo e tentò di attaccarlo, ma Ethan deviò il colpo avvicinandosi e puntò la spada alla gola del satiro, ma Grover riuscì a sfuggire alla presa. Mi accorsi come più combattevano più si avvicinavano a noi. Grover tentò di colpirlo, Ethan parò, Grover gli diede un colpo di scudo, ma Ethan lo afferrò e scaraventò il satiro ancora più vicino a noi, poi lanciò via lo scudo. Grover tentò di colpirlo, ma il fuorilegge deviò la spada portandogli la mano in basso, l’afferrò e gli storse il braccio. Vidi il volto sofferente di Grover, ma il satiro si voltò e gli diede un pugno in faccia che andò ben a segno, infatti il labbro di Ethan iniziò a sanguinare. Lui si arrabbiò ancora di più. Iniziò una serie di colpi potenti, Grover parò i primi tre ma poi il cuore mi salì in gola quando con il quarto, Ethan fece un taglio profondo sulla zampa del satiro. Grover lanciò un grido di dolore e andò a terra.
 
“GROVER!” strillò la ninfa.
 
“No, Juniper!” disse Percy bloccandola. Juniper si dimenava tanto che Percy fu costretto ad accovacciarsi di peso pur di non farla andare nel campo. Io tenevo gli occhi fissi sulla scena a pochi passi da noi. Grover strisciò un po’ indietro, per poi rialzarsi, cercò di colpire Ethan, ma lui con un colpo rapido gli fece cadere la spada di mano e gli diede un pugno sul naso. Grover indietreggiò strisciando a terra guardando il suolo nel tentativo di trovare qualcosa con cui difendersi, ma trovò solo la mia gamba dietro la schiena.
 
 “Bene finiamola qui e andiamo al prossimo” disse Ethan.
 
“La battaglia è finita, Ethan. Hai vinto, non ti basta?” dissi
 
“La battaglia non è finita, ho detto ‘combattimento fino all’ultimo sangue’ e sarà quello che avrò”
 
“Tu vuoi me. So che sono anni che speri di potermi uccidere, lui lascialo vivo”
 
“Non finché non ci sarà ‘l’ultimo sangue’, e poi mi occuperò di te . Allontanati, Principessa Annabeth o lo ucciderò ai tuoi piedi, non mi interessa!” disse puntando la spada contro Grover, lui guardò Juniper sicuro che questa sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe vista. La ninfa era in lacrime trattenuta dal principe Ateniese. Percy, vicino a me guardava la scena.
 
“E’ mio amico” dissi lanciandogli uno sguardo di determinazione. Ethan scagliò un attaccò e con uno scatto fulmineo, estrassi Vortice dal fodero di Percy e la lama trapassò il corpo di Ethan. Vidi shock negli occhi del mio ex-compagno. Ritrassi l’arma e lui cadde a terra morto. Percy lasciò Juniper che abbracciò Grover. Percy mi guardò in shock, ma si riprese quando gli restituii la spada.
 
“ALL’ATTACCO!!” gridò Crono e il Clan si  rifece avanti.
 
“Juniper! Porta Grover via di qui!” dissi lei si mise il braccio del satiro intorno alle spalle e lo riportò dentro le mura. I soldati si separarono e richiusero in formazione al loro passaggio. Noi principi tornammo sui cavalli di corsa e dato l’ordine caricammo contro l’esercito avversario. Non appena ci fu l’impatto dei due eserciti, cominciò un altro massacro. Le spade che si scontravano, le grida dei caduti e dei feriti era tutto ciò che si sentiva. I nostri eserciti erano più compatti, ma il Clan sfruttava le sue abilità speciali al massimo. Era cominciata un’altra battaglia senza esclusione di colpi. Percy combatteva sempre al mio fianco, non mi lasciava mai sola. Come prima la durata della battaglia fu lunghissima, ma impercettibile il passaggio di tempo.
Ad un tratto Percy ed io ci trovammo schiena-schiena; i membri del Clan pronti ad ucciderci.
 
“Annabeth?” disse Percy.
 
“Sì?” risposi non spostando lo sguardo dai nemici.
 
“Se usciamo vivi da questa battaglia-” non fece a tempo a finire che uno dei miei ex-compagni mi attaccò e lo stesso fece un altro con lui. Finito di occuparmi del tizio tornammo nella posizione di prima.
 
“Dicevi?” chiesi.
 
“Se usciamo vivi da questa battaglia vuo-” fu di nuovo interrotto da due del Clan che ci attaccarono.
 
“Stavi dicendo?”
 
“Se sopravviviamo-” ci fu un’altra interruzione. Parai il colpo di entrambi gli spadaccini che mi avevano attaccata e riuscii a metterli fuori gioco per poi tornare schiena-schiena con Percy.
 
“Scusa, che dicevi?” chiesi non spostando lo sguardo dai brutti ceffi davanti a me.
 
“Se sopravviviamo vuo- Oh, ma che palle!” protestò quando fummo nuovamente interrotti. Feci appena in tempo a fare fuori un tizio che Percy disse esasperato per le interruzioni “ANNABETH, VUOI SPOSARMI?!” Lo guardai con gli occhi sgranati. Mi ripresi appena in tempo che allontanai un nemico a colpi di spada.
 
“Ma ti sembra il momento adatto?!” risposi incredula.
 
“Vuoi proprio che ti risponda?” disse sarcastico mentre combatteva.
 
“E DI’ DI SI’!” disse Silena passando mentre combatteva. Mi scontrai ancora con un paio di persone. Per poi tornare vicino a Percy, gli presi con una mano l’armatura portandolo verso di me, andai sulle punte e lo baciai. Per un momento non sentii più le spade e la guerra. Percy non ci pensò due volte a rispondere e mi portò una mano sul viso.
 
“Sì, che ti sposo!” risposi una volta allontanati. Percy fece un sorriso da un orecchio all’altro, ma poi tornammo a combattere. Nonostante parte di me stesse sparando fuochi d’artificio, riuscii a concentrarmi solo sullo scontro. Mi feci strada tra i miei ex-compagni che mi attaccavano senza pietà, ma anche io sfruttavo la mia abilità e li sconfiggevo uno alla volta. Percy era sempre al mio fianco o poco più dietro. Mi trovai faccia a faccia con Alecto. Era infuriata nera. Ieri avevo fatto secche le sue sorelle combattendo adesso toccava a lei. Alecto mi corse incontro alzò la lancia e tentò di colpirmi. Mi spostai appena in tempo, e con la spada tagliai la lancia. Lei  subito estrasse la spada e tentò di colpirmi, ma con lo scudo deviai il colpo e partii in contrattacco. Alecto parò il colpo e con gran velocità si avvicinò a me e mi spinse a terra. Lei caricò nuovamente, ma quando stette per saltarmi addosso, nonostante fossi pronta, qualcun altro si occupò di lei per me.
 
“Questo è ciò che succede a chi prova a fare del male a mia figlia!” disse Atena, ma ormai anche Alecto era andata. Subito mi rialzai in piedi.
 
“Grazie, mamma!” dissi allontanandomi, ma feci in tempo a vederla sorridere per poi tornare a combattere. Ripresi la routine di prima, facendomi strada tra i nemici. Cercavo una persona in particolare, ma non si decideva a farsi avanti. Sconfissi altri soldati sul mio cammino. Mi voltai e vidi che Percy non era più con me, ma poi lo vidi  a terra, Tammy stava per trafiggerlo con la spada. Presi una lancia da terra, pronta a tirargliela.
 
“EHI!” gridai per richiamare la sua attenzione “Giù le mani dal mio fidanzato!” e lanciai il giavellotto. Tammy lo schivò, ma questo diede il tempo a Percy di alzarsi e colpirla. “Sta più attento!” gli dissi.
 
“Tu stai attenta!” rispose e ci allontanammo continuando a combattere. I nostri non se la cavavano male, ma gli Argivi di Zeus stavano avendo problemi. Vidi il re combattere dal suo carro. Facendomi largo tra i soldati lo raggiunsi e salì sul carro con lui.
 
“Zeus, dovete ritirarvi!” dissi io. Lui mi guardò arrabbiato e senza un minimo di fiducia negli occhi.
 
“E lasciar vincere i tuoi amichetti? Scordatelo! E non osare darmi ordini, assassina! Li sconfiggerò con il mio esercito” rispose.
 
“Non avrete più un esercito se non vi ritirate e fate entrare truppe fresche!”
 
“No!”
 
“Zeus, guardate i vostri uomini! Non ce la fanno più, hanno partecipato a tutte le battaglie dovete far entrare un esercito riposato!” Il re scrutò la battaglia e vide esattamente cosa gli stavo descrivendo. Gli Argivi erano stanchi e si muovevano lenti.
 
“Chi mi consigli?” disse.
 
“Gli Spartani con i Mirmidoni” risposi. Un cavaliere passò giusto vicino al carro e il re lo fermò dandogli l’ordine di chiamare le nuove truppe, quello filò al galoppo dentro le mura.
 
“ARGIVI, RIMPIEGATE!” ordinò il re. Presto i soldati si ritirarono dentro le mura e poco dopo uscirono le nuove truppe. L’esercito dei 12 regni sembrava aver ripreso vigore. Saltai giù dal carro di Zeus e ritornai a combattere a fianco dei miei compagni, ma continuavo a cercare una persona che non si decideva a farsi avanti. Fui costretta ad uccidere altri soldati nel massacro, ma poi lo vidi. Più alto di Percy, corpo di soli muscoli che erano ben visibili e occhi d’oro: Crono. Era lì di fronte a me, con la sua scimitarra nel fodero, la lancia in mano e scudo, non aveva l’armatura per il busto, era così sicuro di sé che non gli serviva.
 
“Annabeth, ci rivediamo, ma dovrò ucciderti adesso. Che peccato! Giovane, bella e con una promettente carriera nel Clan” disse Crono mentre giravamo uno intorno all’altro “Come vuoi che ti uccida? Rapida e indolore o con una morte lenta con atroci sofferenze?”
 
“Ho una soluzione migliore: uccido io te e ti risolvo i problemi!” E lo scontro iniziò…



Rieccomi qui! Mi sembra questo capitolo sia breve rispetto agli altri, ma avevo assolutamente BISOGNO di aggiornare questa storia. Che ve ne pare di questo capitolo? Chi vincerà? Il Maestro Crono o la Principessa Annabeth? Vi ricordo le loro abilità:
- Crono: Forza (capace di sollevare 10 volte il suo peso; ricordate la descrizione?) e Controllo sul tempo (per mantenere il personaggio di PJO)
-Annabeth: Intelligenza

Un bacio e al prossimo capitolo! ;-)
The Princess of Stars



 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Il Coraggio di una Principessa ***


Annabeth’s POV:

Non so come accadde, ma cadde il silenzio nel campo di battaglia. Mi accorsi che Amazzoni, opliti, alleati e i nostri nemici, si erano fermati. Avevano smesso di combattere e ci stavano osservando. Capii perché: non erano due semplici nemici a scontrarsi, ma il Maestro Supremo del Clan e la Principessa Amazzone, L’Angelo della Morte e l’allieva del suo allievo. I guerrieri si erano messi in cerchio intorno a noi, lasciandoci spazio per combattere, ma era come se tutti volessero vedere chi avrebbe ucciso chi.
Sapevo che sarebbe stato uno scontro difficile. Crono aveva insegnato a Luke, Luke ha appreso il suo stile di combattimento e ha insegnato a me, io ho appreso lo stile di Luke, quindi lo stile di Crono.
Lui si avvicinò a me molleggiando da una gamba all’altra e mi colpì con la lancia, portai il scudo in avanti tenendolo obliquo e la lama scivolò su di esso, ma subito dopo, Crono tentò di colpirmi con lo scudo, ma riuscii a schivarlo. Crono era fisicamente fortissimo, non dovevo farmi toccare. Lui subito tornò alla carica, spiccò un salto e tentò di colpirmi con la lancia, ma quando parai, il colpo che ero sicura avrebbe trapassato lo scudo, non ebbe quell’esito, ma fu comunque forte da farmi indietreggiare. Sentivo gli occhi dei soldati su di noi. Le opzioni erano due, ma lo sguardo che vidi negli occhi di Crono mi fece dimenticare la prima. Non era lui che moderava la forza, era il mio scudo, forgiato dalle fucine di Scizia…




3 anni prima…

“Stai attenta per questa missione” disse Luke “Le Amazzoni sono molto forti, hanno la guerra e la strategia nel sangue e il modo migliore per amplificare questa loro forza è tramite le armi” mi disse mentre preparavo la sacca con la poca roba che mi sarebbe servita per andare in Scizia. “Per uccidere il Gran Sacerdote dovrai affrontare le guerriere. Non ucciderle a meno che non sia estremamente necessario. Una guerra contro la loro Regina al momento è l’ultima cosa che ci serve” continuava “Non sperare di rompergli gli scudi o di spezzare spade con un colpo preciso. Sono fatti con una lega segreta talmente resistente che mai niente e nessuno è riuscito a romperne uno”

“Non sono le armi che rendono forte un nemico, ma chi le maneggia” dissi fredda io “Le Amazzoni non mi preoccupano, ho sconfitto una Viverna in Macedonia, posso fare fuori quattro guerriere”

“Non essere arrogante, Annabeth” disse Luke “Sei brava, ma sottovalutare un nemico è ciò che porta alla sconfitta. Per questo di dico sempre di sfruttare la tua bellezza… fatti sottovalutare. Ma con le Amazzoni sarà più difficile perché la tua bella faccia non servirà a niente contro altre donne, trova un altro modo, sfrutta la tua abilità”
 



…non dovevo perdere lo scudo e la spada. Erano la mia unica speranza di vittoria e salvezza. Non potevo contare sull’armatura. Erano le armi che erano super-resistenti non l’armatura. Crono partì subito all’attacco. Fece un affondo con la lancia e io lo devia portando lo scudo a terra e con la spada allontanai l’arma, Crono fece roteare la lancia con la mano e tentò un altro affondo che fu parato e poi andò di tagli verso la mia testa, ma schivai il colpo. Mi spostai in fretta e cercai di colpirlo, ma Crono parò il colpo con lo scudo e appena indietreggiai putò la lancia in avanti nel tentativo di infilzarmi, ma mi piegai all’indietro appena in tempo. Crono si avvicinò e andò di taglio con lo scudo, schivai il colpo e lui tentò di infilzarmi di nuovo, ma spostai la testa appena in tempo e con lo scudo spostai la lancia che Crono appoggiò dietro le spalle e sulla parte concava ai lati dello scudo. Avanzò minaccioso e dopo un colpo che parai, spostò la lancia da quella posizione e colpì, parai il colpo, fece un affondo portai la lancia a terra con lo scudo e con lo schiniere sullo stinco spezzai la lancia e tentai un contrattacco con la spada. La lama della spada passò sotto la gola di Crono, ma lui la schivò appena in tempo. In quel momento ignoravo i soldati o alleati o nemici che strillavano cose del tipo “Uccidilo/a!- Vai Annabeth! – Forza, Maestro!”. Tentai un secondo colpo, che Crono parò con lo scudo girando su sé stesso e con velocità fulminea estrasse la spada e tentò di colpirmi, ma il colpo fu parato appena in tempo. Essendo vicini, tentai di colpirlo facendo scivolare le spade dalla posizione a X che si trovavano, ma Crono spostò l’arma e tentò di mozzarmi la testa, ma io mi abbassai appena in tempo. Tentai di colpirlo sulla gamba, ma lui mi offrì lo stinco protetto dallo schiniere, poi con la spada spostò la mia arma facendomi rialzare e tentò un colpo dal lato che fu parato, io tentai di colpirlo nel petto, ma parò il colpo con lo scudo e con un colpo da destra sullo scudo, uno da sinistra e uno da destra che andò sul centro del mio scudo mi spinse via con molta forza. Sentivo gli sguardi di Percy, mia madre, Silena, i principi e i monarchi in battaglia su di me. Tutti osservavano la scena. La battaglia si era fermata per il duello tra me e Crono. Colpii il mio ex-Maestro con lo scudo, lui parò il colpo e mentre io tentai di colpirlo nella schiene mentre, nuovamente girò su se stesso, lui portò lo scudo dietro la schiena e   tentò di colpirmi, ma parai il colpo con lo scudo per poi contrattaccare, ma le spade si incrociarono e ci ritrovammo quasi a fare il giro tondo, Crono spingeva e io gli andavo dietro per non cadere. Ma poi  lui rialzò le spade con la lama e colpì, ma io parai in tempo. Tentò vari affondi che io parai o con lo scudo o con la spada. Tentai di colpirlo sulla coscia, ma spostò la gamba, lui tagliarmi la testa, ma mi abbassai. Tentai di colpirlo rialzandomi, ma lui fece scivolare la sua lama sulla mia deviando il colpo e rifilandomi una gomitata così forte sulla faccia che è un miracolo che non mi abbia rotto niente. Ci fu una serie di complimenti rumorosi da parte del Clan. Ma non persi la concentrazione. Tentai subito un colpo, alto, uno di taglio che furono schivati da Crono, lui subito saltò ancora e tentò nuovamente di colpirmi, ma parai con lo scudo. Crono rimase fermo in posa e io tentai di colpirlo rapidamente, ma lui parò entrambi i colpi con lo scudo, poi il terzo con la spada e tentammo di disarmarci ma nessuno ebbe successo. Sentii la spada di Crono passarmi sotto la gola, ma senza colpirmi. Tentò nuovamente di colpirmi, ma parai tutti gli attacchi con lo scudo, poi tentò ancora di tagliarmi la testa, ma mi abbassai schivando il colpo, lui tentò di colpire, ma deviai il colpo e finalmente con un contrattacco lo colpii ma gli feci solo una lunga ferita sul petto, profonda abbastanza solo per lasciargli una cicatrice. Si levò un boato da parte dei miei alleati. Ero ormai sudata e col fiatone, Crono si guardò la ferita sul petto, ignorò il sangue che usciva e quando mi guardò, lo vidi più furioso che mai. Ero stata la prima che avesse mai inferto una ferita a Crono, quella ormai sarebbe stato segno di onta, se mi avesse uccisa. Non persi tempo e tentai di infilzarlo, ma la mossa non ebbe l’esito che mi aspettavo. Crono spostò lo scudo di modo che la mia spada si incastrasse tra il suo avambraccio e la presa dello scudo. Avrei dovuto lasciare la spada, ma poi no avrei più potuto difendermi. Crono alzò lo scudo e mi ritrovai il braccio nella parte conca dello scudo e col gomito in contro-articolazione. Crono poi Alzò la spada nell’ennesimo tentativo di uccidermi, ma io lo parai con lo scudo e lui subito spostò lo scudo liberandomi il braccio, ma con un calcio mi fece cadere facendomi perdere lo scudo. Subito vidi la punta della lancia che avevo spezzato a Crono e strisciai verso di essa nel tentativo di prenderla.

“In piedi, Principessa Amazzone” disse Crono con tono di sfida “Adesso l’hai capito chi è Il Titano?”

“Uno stronzo, sicuro” risposi

“Ora rimpiangerai di averlo detto!” disse lui furioso. In fretta mi rialzai e tentai di colpirlo, ma entrambi i colpi andarono a vuoto e Crono mi ferì poco sopra il ginocchio, ma con l’addestramento per la tolleranza del dolore non sentii quasi niente. Tentai nuovamente di colpirlo con entrambe le armi, spada e punta di lancia, ma ogni colpo veniva parato ed ogni colpo che cercava di fare Crono lo paravo io. Eravamo ormai entrambi stanchi. Io per la battaglia e il duello, lui solo per il duello. Dopo esserci fermati un istante per studiarci, partii nuovamente all’attacco e alternando le armi feci una serie di colpi rapidi sfruttando la mia agilità, ma Crono li parò tutti e dopo aver deviato l’ultimo colpo si spostò in avanti tenendo la mia spada lontano da sé con la sua, mi mise una mano sulla pancia e mi spinse via. Intorno a noi ancora il silenzio, Crono ed io ci guardammo un ultima volta prima di provare il tutto per tutto. Caricammo l’uno contro l’altro attaccai con la lancia spezzata, ma Crono la prese togliendomela di mano e, non appena Crono mi attaccò con la sua mossa più efficace, in quel momento tentai il tutto per tutto. Feci la mia mossa appena in tempo che fu in quell’istante che sentii la lama della lancia trafiggermi nella spalla. Vidi quegli istanti a rallentatore. Ero vicinissima a Crono, sentivo il respiro del mio nemico sul mio volto che piano piano andava affievolirsi, sentivo scorrere qualcosa di caldo sulla mia mano. Abbassai lo sguardo insieme a Crono e vidi che la mia mossa era andata a segno. Appena Crono fece la sua mossa per colpirmi, avevo tirato fuori il pugnale dal fodero e avvicinandomi glielo avevo affondato in quel suo cuore malvagio e infame. Lasciai il pugnale e Crono andò a terra morto in un lago di sangue, ma non ci volle molto tempo che anch’io caddi in ginocchio a terra. L’ultima cosa che vidi accasciandomi a terra, fu il Clan ritirarsi e Percy ed Atena correre verso di me chiamando il mio nome. Sentivo il sangue uscirmi dalla profonda ferita sulla spalla… quando il buio mi avvolse, questa volta ero certa che al mio risveglio ci sarebbe stato Caronte, il traghettatore di anime.


 
Percy’s POV:

(Non so perché, ma questo pezzo vi consiglio di leggerlo ascoltando questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=rtOvBOTyX00)
Il cuore mi batteva velocissimo, non vedevo nessuno e non sentivo le parole con cui i miei amici volevano tranquillizzarmi. Come faccio ad avere coraggio? Come posso essere tranquillo quando ho paura di perdere qualcuno che amo? Erano due giorni che sorvegliavo Annabeth. Era sdraiata da sola su un lettino nell’infermeria. Non sapevo se ce l’avrebbe fatta o no, nessuno lo sapeva. Mi decisi ad entrare per l’ennesima volta. Il tempo sembrava scorrere più lento in quelle ore eterne; un passo dopo l’altro ero vicino a lei. Annabeth stava dormendo, combattendo tra la vita e la morte. Quando lo scontro finii, il Clan si era ritirato. Ormai senza più un capo, la guerra era finita e avevamo vinto… grazie ad Annabeth. Lei non è cieca, aveva visto benissimo la lancia come aveva visto benissimo che Crono era aperto e sapeva il rischio se si fosse avvicinata, ma lo ha fatto lo stesso. Quando quella lancia l’ha trafitta, il mio cuore si è fermato. Crono, con la sua forza, era riuscito a trapassarle l’armatura con la lancia, tanto che le spuntò dall’altra  parte della spalla. Subito mi ero catapultato verso di lei e la portai dentro le mura. I medici le estrassero la lancia, bloccando l’emorragia e tentando di salvarla, ma la ferita era molto grave e nemmeno Re Apollo, che l’ha curata lui stesso, era certo se si sarebbe più svegliata. Ma in fondo, io mi volevo pugnalare.
Se ci penso bene, è come se ogni giorno della mia vita fossi stato in attesa del suo arrivo, quando l’ho conosciuta sapevo che era speciale. In pochi giorni, Annabeth mi ha cambiato la vita e quando le ho chiesto di sposarmi in battaglia, era perché sapevo che ci sarebbe stata solo lei, l’avrei amata per sempre e non mi importa cosa aveva fatto in passato. Era pallida e si vedeva che il suo corpo stava combattendo per sopravvivere. Le controllai la ferita e vidi solo le bende che le avevano cambiato da poco. Mi stesi sul lettino vicino a lei con una mano tenevo una delle sue, con l’altra le accarezzavo i suoi lunghi capelli castani. Mi sentivo inutile. Non ho potuto proteggerla… e adesso lei stava in queste condizioni. Sarei dovuto essere io!
Il tempo passava ma mi sembrava fermo, guardavo Annabeth e anche se pallida e debole, mi parve comunque bellissima, ma volevo vedere quei suoi occhi azzurri che furono ciò che mi colpì maggiormente di lei. Ad un tratto vidi qualcuno entrare nella tenda, Atena. Non mi mossi dal lettino ma Atena non disse niente, aveva gli occhi incollati sulla figlia.

“Come sta?” chiese

“Non lo so… respira, ma non si muove, è pallida. Ma starà bene. Ce la farà. Sì, ce la farà-”

“-anch’io ho paura Percy, non serve che tu lo dica per convincermi di una cosa che anche tu temi” disse Atena. Aveva ragione. Stavo cercando più che altro di rassicurare me stesso.

“Sono un pessimo fidanzato…” dissi guardando Annabeth “Non sono riuscito a proteggerla quando avrei dovuto e-”
“Principe, non devi prendertela con te stesso” disse Atena “Ero lì con te quando tuo padre e Ares ci hanno bloccati. Sì, tuo padre non è esattamente nelle mie simpatie, ma non gliene faccio una colpa di averci fermato e non faccio una colpa a te per non essere riuscito a proteggerla. Tu lo avresti fatto se avessi potuto”
 


Atena’s POV:

Il principe era rimasto silenzioso e si voltò nuovamente verso Annabeth. Il ragazzo si dava la colpa della condizione di mia figlia. Ma la realtà era che io mi ritenevo responsabile. Non avrei mai dovuto lasciarla combattere. Li guardai e non feci altro che rimanere colpita di quanto Perseus mi parve pensieroso e preoccupato.

“A cosa pensi, principe?” gli chiesi. Lui mi guardò per poi tornare ad Annabeth

“Che sono un cretino… voi non me ne fate una colpa, ma io sì” disse, avrei voluto cercare di fargli capire di non prendersela con sé stesso, ma lui mi precedette “Le avevo chiesto di sposarmi, in battaglia” ‘Sorpresa’ è un sottovalutare del mio stato d’animo. “Le volevo promettere che sarei stato sempre coraggioso, che non avrei permesso a niente di portare via ciò che stava davanti a me, Annabeth è la cosa più bella che mi sia mai capitata” Se non fosse stato per fatto che mia figlia era a rischio di morte, mi sarei sentita la madre più felice del mondo. Percy e Annabeth erano fatti l’uno per l’altra e Sally sarebbe stata davvero l’unica persona che avrei voluto come consuocera.

“Sei un bravo ragazzo, Percy” dissi “Annabeth non potrebbe avere di meglio” Lui mi fece un piccolo sorriso ma non disse niente. Mi voltai quando sentii un suono e vidi Sally entrare nella tenda insieme al marito, Silena e Beckendorf. Ci chiesero come stava Annabeth, ma ottennero la stessa risposta che ottenni io. Non ci fu molto di cui parlare. Stavamo tutti in silenzio. Ad un tratto entrò Apollo anche lui ci chiese come stava e in quel momento divenni nervosissima.

“Se non si sveglia entro domani…” disse Apollo “Ho paura che la nostra eroina non ce la farà. Mi dispiace, Atena” disse.

“NO!” gridò Percy “No! Ce la farà! Annabeth è forte, si riprenderà! Non potete darla subito per spacciata!”

“Mi dispiace, principe” rispose Apollo “Ma la ferita è grave, ha perso molto sangue e sono già due giorni che è incosciente, ormai le probabilità di risveglio sono poche, già da adesso stiamo chiedendo per un miracolo. Mi dispiace Percy” Trattenni le lacrime guardando mia figlia. Percy invece una la lasciò scappare. “E’ meglio che usciate ci pensano i guaritori a sorvegliarla stanotte” disse. Noi annuimmo e incominciammo ad uscire. Percy da sdraiato vicino ad Annabeth si sedette sul lettino. Sapevo che non voleva allontanarsi. Io mi avvicinai a mia figlia e le diedi un bacio sulla fronte.

“Ti voglio bene, Annabeth” dissi sperando che in qualche modo mi sentisse. Poi, anch’io mi allontanai, ma on prima di vedere Percy accarezzarle il viso e baciarla leggermente un paio di volte. Percy appoggiò la fronte a quella di Annabeth.

“Ti prego, svegliati” disse a bassa voce, appena udibile. Avevo appena ritrovato la mia bambina… e l’ho persa… di nuovo. Lui fece per alzarsi ed io per uscire quando

“Regina Atena!” chiamò Percy  “Guardate” disse agitato, mi avvicinai e vidi a cosa si riferiva il giovane principe; anche gli altri rientrarono. Guardai mia figlia speranzosa…e poi… accadde…
 

AHHHH! NO! NON MI UCCIDETE! *schiva i coltelli che le lancia la folla infuriata* SE MI UCCIDETE NON SAPRETE COME VA A FINIRE! *smettono di lanciarle coltelli e forconi*

Annabeth: Ma si può sapere che ti ho fatto?! Mi fai-

Io: -Stai zitta, Annabeth! 

Annabeth: Non ti azzardare a zittirmi! Sono una figlia di Atena, io, e sono più che capace di dare voce ai miei pensieri!

Io: Sì, troppi per i miei gusti...

Percy: Ragazze, calme! Peace and Love :-D

Io & Annie: ZITTO, PERCY! - E non chiamarmi Annie (Annabeth a me)
 *ricominciano a bisticciare*

Percy: *sigh* Vabbè, mentre io controllo che non si scannino fisicamente, voi commentate e dite cosa ne pensate del capitolo. Bye Bye! ;-) 


Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** L'Anello ***


Annabeth’s POV:

Piano piano… aprii gli occhi. Vidi delle figure sfocate vicino a me.

“E’ sveglia!” disse uno dei presenti. Non riconobbi subito la voce perché sentivo tutto ovattato. Chiusi gli occhi ancora una volta e vidi finalmente tutto chiaro e le orecchie mi si aprirono. Percy, mamma, Poseidone, Sally, Silena, Beckendorf e Re Apollo mi stavano guardando. Mi guardai intorno cercando di capire dove stavo, ma solo quando i ricordi mi riaffiorarono alla mente capii di trovarmi nell’infermeria.

“Annabeth” disse mia madre con le lacrime agli occhi. Io le feci un piccolo sorriso mettendomi seduta e lei mi abbracciò stretta stampandomi un bacio sulla guancia.

“Avevo paura di perderti di nuovo” disse accarezzandomi i capelli.

“Mamma, ci vuole di più per farmi fuo-Umpf!” non feci neanche a tempo a finire la frase che Percy mi prese il viso fra le mani e mi baciò, così all’improvviso da rispingermi giù sul lettino. Ma al contrario di quella volta sul fiume, sentii un gran dolore alla spalla per la ferita.

“Percy la spalla” dissi staccandomi da lui.

“Scusa! Scusa! E’ che… sono contento che tu sia viva” disse sorridente.

“Questa frase mi suona familiare” dissi con un sorrisetto. Percy si lasciò scappare una risata abbassando la testa, ma poi quando mi riguardò sorrise.

“Sì, è vero” disse lui.

“Ma queste non c’erano” dissi asciugandogli le lacrime dagli occhi. Poi mi ricordai del mio ex-Maestro. “Che fine ha fatto Crono? Che è successo?” chiesi.

“Crono è morto. L’hai sconfitto nel duello e il Clan si è ritirato subito dopo. Sono due giorni che non attaccano” spiegò Poseidone

“Due giorni?!” dissi meravigliata per quanto tempo ero rimasta svenuta. Loro annuirono.

“E’ un miracolo!” disse Apollo “Fammi fare dei controlli”. Si avvicinò al lettino e cominciò a tastare sulla ferita. Mi fece male e Apollo se ne accorse e smise di tastare. Poi mi prese il braccio per vedere se riuscivo a muoverlo, ma ancora mi faceva molto male. “Mi aspettavo di peggio, dovrai startene qualche giorno a riposo e non sforzare troppo il braccio” disse Apollo. Annuì e il re-medico uscii. Gli altri mi rivolsero qualche parola d’incoraggiamento, o di buona guarigione, poi a poco a poco uscirono tutti. L’ultima ad uscire fu Sally. Invece di andarsene come Percy e mia madre, si sedette sul lettino vicino a me.

“L’ho detto e lo ripeto: sono contenta che ti sia ripresa” disse con un sorriso. Io ricambiai il gesto “Ma… vorrei anche scambiare due parole con te” aggiunse.

“Sì, certo” risposi, pronta ad ascoltare.

“Grazie per aver salvato Percy alle Termopili” disse la regina. Io risposi chinando il capo “E ti ringrazio a nome dei sovrani per averci aiutati a sconfiggere Crono”

“Dovevo, Regina” risposi.

“Per favore, chiamami Sally” disse la donna.

“Va bene, Sally” dissi sorridendo.

“Capisco perché Percy tiene così tanto a te… oltre per il fatto che vi abbiamo beccati che vi baciavate” aggiunse. Io divenni fuxia in faccia. “Ma a parte questo, io ti ammiro molto Annabeth” quella frase mi prese alla sprovvista “Sei coraggiosa, sei determinata, ma soprattutto, sei buona. Tu sei cresciuta come una persona malvagia, ma sei riuscita a recuperare quel buono che c’era in te e ci hai salvati… e Percy se ne è accorto. Siete fatti l’uno per l’altra. Lo vedo da come ti guarda… ti guarda esattamente come io guardo Poseidone e come Atena guardava Frederick” Rimasi a dir poco sorpresa.

“Ma come-?!”

“Atena mi ha raccontato tutto mentre tu eri svenuta e poi, ho conosciuto tuo padre. Vedevo come guardava Atena, quando ne aveva l’occasione” spiegò la regina. Rimasi in silenzio “E tu sei innamoratissima di Percy il che si nota per lo stesso motivo. Se provate a lasciarvi, sarò peggio della Dea dell’Amore” risi.

“Tranquilla, Sally. Non ho alcuna intenzione di farlo” dissi pensando alla proposta di matrimonio che mi aveva fatto Percy, sul campo di battaglia. Sally mi fece un sorriso e mi diede una carezza materna sul viso, alzandosi.

“Rimettiti presto” disse, e poi uscì. Io nel frattempo mi feci comoda sul letto e mi addormentai, stavolta, senza fare incubi.



Quando uscii dall’infermeria qualche giorno dopo, Percy mi aspettava fuori. Indossava una camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti e dei pantaloni blu scuro, quasi nero, con i soliti stivali neri e Vortice, nel fodero al suo fianco. Notai che rispetto al solito, aveva la sottile corona da principe di Atene. Non appena mi vide, mi fece un sorriso lucente e i suoi occhi brillavano. Ricambiai il sorriso e al contrario della volta scorsa, quando mi prese la mano senza che io me ne accorgessi, non mi allontanai. Procedemmo tranquilli, ma quando arrivammo davanti al tempio della città, superato un edificio, si levò un boato di gioia dal popolo di Lamia che si era riunito lì. Rimasi quasi a bocca aperta, presa alla sprovvista. Percy invece, mi guardava sorridente. Si abbassò dandomi un bacio sulla tempia.

“Andiamo” disse. Io non dissi niente e mi lasciai guidare. Camminammo in mezzo alla folla e ogni tanto ricevetti delle pacche sul braccio o sulla spalla da chi poteva. Altri gridavano complimenti, a volte sentivo il mio nome, ma c’era talmente tanto rumore che non si capiva niente. Salimmo i gradini del tempio, dove davanti all’ingresso si trovavano i monarchi e i principi, tutti con la loro corona. Mia madre si trovava vicino a Sally e mi sorridevano entrambe. Zeus si trovava al centro della schiera di re.

“ANNABEEEETH! YAAA-HAAA!!” strillò una voce familiare. Mi voltai e vidi Grover un attimo prima di venir travolta dal satiro che mi agguantò la testa e cominciò a strofinarmela con la mano.

“Grover, la spalla!” protestai.

“Non sei un’assassina! Non sei una fuorilegge! Sei un’eroina!” disse stringendomi il volto tra le mani e stampandomi un sonoro bacio sulla guancia e un altro abbraccio.

“CARICA!” disse una voce familiare. Mi voltai e vidi Talia e gli altri principi venirmi incontro. Mi abbracciarono tutti. Perfino Nico! Poi, la folla si placò non appena Zeus alzò una mano in segno di silenzio, poi mi fece cenno di avvicinarmi. Guardai Percy che mi fece cenno di andare avanti, allora feci come disse e mi avvicinai ai re.

“Annabeth” disse Re Zeus “Mi sono sbagliato su di te. Tu non sei malvagia” e mi sorrise. Io risposi con un altro sorriso.

“Eri pronta a dare la tua vita pur di mettere fine a questa guerra e proteggere i tuoi cari” disse la Regina Era.

“Ci hai mostrato la tua vera natura, e tu non sei un’assassina” disse la Regina Afrodite.

“Una persona non si giudica da ciò che ha fatto in passato, ma da ciò che fa nel presente” disse Re Ade.

“Annabeth, per quello che hai fatto nel passato, hai il nostro perdono. Ma noi abbiamo il tuo?” chiese Re Zeus. Sorrisi.

“Certo” risposi. Altre grida di gioia, partirono dalla folla. Zeus fece di nuovo segno di silenzio.

“Volevo restituirti questo” disse Re Zeus mostrandomi l’anello del Clan.

“No, io non sono più parte Clan” risposi. Non volendo prendere l’anello.

“Non ti chiedo di indossarlo. Ma per tenerlo come ricordo, forse di una cosa brutta, ma è parte di ciò che sei. Tienilo e custodiscilo. Potrebbe tornarti utile” disse il Re mettendomi l’anello nel palmo. Io però lo misi nella tasca. Lui sembrò compiaciuto del gesto.

“Atena, tocca a voi” disse il re facendosi da parte. Mia madre si avvicinò a me, vidi che aveva in mano una corona sottile come quella di Percy, solo che davanti, invece che intagliato il tridente di Atene, c’era la civetta sull’ulivo di Scizia. Stavano per incoronarmi. Stavo per essere ufficialmente la Principessa di Scizia.

“Miei signori!” gridò ad un tratto un messo arrivando a cavallo. “Il Clan è alle porte, ma hanno la bandiera bianca!” disse. Si sentii un sussulto tra la folla, sussulti di stupore, paura e agitazione. “Vogliono vedere la Principessa Annabeth” disse il soldato. Non c’è molto da dire, andammo alle porte della città. Pronti per un possibile scontro, Percy, io  e gli altri principi, insieme ai monarchi e qualche soldato pronto a combattere, uscimmo dalle mura.  L’esercito restante del Clan si trovava lì davanti a noi con la bandiera bianca ben in vista. Volevano parlare con me e mi feci appena avanti. Un membro del Clan si fece avanti. Lo riconobbi subito, era Octavian un colonnello di Crono, il più onesto, secondo me. Si avvicinò a me e poi s’inchinò come facevo io con Crono. Rimasi sorpresa, ma ancora di più quando lo fece il resto del Clan.

“Maestra” salutò, il Clan seguì. Rimasi ancora più sorpresa.

“Octavian, non capisco” dissi.

“Hai ucciso Crono. Secondo la legge del Clan, chi uccide il Gran Maestro deve prendere il suo posto. Annabeth, tu hai ucciso Crono, sei tu la Gran Maestra” disse lui. Okay… tante novità, oggi.

“Annabeth, noi non abbiamo dove andare, il Clan è diventata la nostra casa ormai, buona parte di noi, forse la maggior parte, è entrata a far parte del Clan per disperazione, chi per un motivo o per l’altro. Abbiamo bisogno di una guida e tu sei la migliore. Noi ti resteremo fedeli fino alla fine” disse Octavian, alzandosi. Mi ci volle qualche secondo per digerire la notizia. Guardai mia madre e mi venne un’idea.

“Madre” dissi catturando la sua attenzione “Per caso alle Amazzoni e all’alleanza può essere utile un corpo speciale?” Vidi il volto di Octavian illuminarsi.

“Più siamo meglio è” rispose mia madre. Feci un sorriso verso Octavian.

“Benvenuti nel popolo di Scizia” gli dissi. Octavian, mi fece un sorriso. Il Clan sarebbe stato solo un prezioso alleato, adesso.
 


Eravamo tornati dentro le mura. Il Clan era con noi. Ero nuovamente davanti al tempio di Lamia. Mia madre stava davanti a me con la corona in mano.

“Ogni regno ha bisogno di una principessa” disse Atena alzando la corona “e il popolo Amazzone ha ritrovato la sua. Come Regina di Scizia, io ti nomino, Annabeth Chase, Principessa di Scizia” disse mia madre, e non appena la corona mi toccò la testa, si levò un boato da parte del popolo alleato e il mio popolo. Mi alzai in piedi, mentre la folla gridava “Evviva la Principessa!” Non sapevo come mi sentivo. Il cuore mi batteva forte, così tanto che mi sarebbe potuto uscire dal petto. Percy mi sorrideva e mi guardava fiero.
Alla mia incoronazione seguirono dei festeggiamenti, sia per la vittoria che per la cerimonia. A Lamia c’era musica e gente che ballava, cantava, rideva e regnava la felicità. Percy, però era sparito. Lo cercai a lungo senza trovarlo. Poi, lo vidi arrivare verso di me spostandosi tra la folla che festeggiava. Mi sorrise e mi prese per mano guidandomi da qualche parte, senza dire niente.

“Dove stiamo andando?” chiesi.

“Aspetta e vedrai, principessa” rispose. Risi, ma lo seguii lo stesso.  Dopo una piccola camminata, mi trovai ai giardini di Lamia. Non c’era nessuno, eravamo soli.

“Che ci facciamo qui?” chiesi.

“Non ne abbiamo mai avuto occasione. Volevo stare un po’ da solo con te” disse lui con un sorriso.

“Bhe, ottima scelta in quanto luogo. I giardini di Lamia sono rilassanti” dissi appoggiandomi ad una ringhiera in marmo che serviva a non far cadere i visitatori nel laghetto. Percy rimase lì in silenzio accanto a me.

“Ti ricordi nel campo di battaglia?” mi chiese. Lo guardai annuendo. “In realtà, non ti ho portata qui, solo per stare un po’ con te, ma perché… volevo riproporti la stessa domanda, ma in modo appropriato” Fu in quell’istante che tirò fuori dalla tasca una scatoletta di velluto blu scuro. L’aprii e vidi un bellissimo anello d’argento con un diamante di media grandezza in mezzo e due piccoli zaffiri ai lati del diamante. Semplice, ma bello. Anche se me lo aveva già chiesto, il cuore mi batteva fortissimo.  Ma stranamente quell’anello mi era familiare. Cercai di sforzarmi dove l’avevo già visto. Percy sembrò capirlo. “Me lo ha dato Atena” spiegò. In quell’istante m’illuminai. Mi venne alla mente un ricordo del mio passato. Atena aveva sempre un anello al collo; quell’anello. “Stavo cercando un anello e lei è apparsa dal nulla, tipico ‘stile Regina Atena’ e me lo ha dato. Era l’anello che le aveva dato tuo padre, mi ha detto che voleva lo avessi tu” disse Percy, poi si mise in ginocchio davanti a me. “Annabeth Chase” disse “anche se ci siamo incontrati da poco tempo, con tutto quello che abbiamo passato, in pochi giorni abbiamo vissuto una vera e propria avventura da cui ho capito che voglio passare il resto della mia vita con te… Annabeth, vuoi sposarmi?” disse guardandomi negli occhi. Gli feci un grandissimo sorriso.

“DI’ DI SI!” disse una voce da dietro una colonna che decorava il giardino

“Silena!” SBAM!

“Ahia! Juniper!”

“Hai rovinato l’atmosfera, cretina!”

“Hai osato dare una sberla e della ‘cretina’ ad una principessa?!”

“EH, NO!MA NON E’ POSSIBILE! E’ una congiura!” protestò Percy, una volta che il suo tentativo di proposta di matrimonio romantica andò in fumo.

“Scusa, ce ne andiamo” disse Juniper. Le due sbucarono fuori da una colonna e si allontanarono. Eravamo nuovamente da soli.

“Ritenta, sarai più fortunato” gli dissi con un sorriso. Percy mi ricambiò il sorriso.

“Annabeth, prima che succeda qualcos’altro… mi vuoi sposare?” chiese Percy per la terza volta.

“Sì.Ti sposo” risposi sorridendo. Percy sembrava l’uomo più felice della terra. Mi mise l’anello sull’anulare sinistro; mi stava benissimo. Percy si rialzò e lo baciai. Le sue mani mi si posarono sul viso, mentre le mie andarono tra i suoi capelli ebano. Fu come gli altri un bacio bellissimo. Percy poi, all’improvviso, si abbassò portandomi un braccio sotto le ginocchia e uno dietro la schiena e mi prese in braccio continuando a baciarmi. Era finalmente ufficiale, avevo una casa, avevo una famiglia e adesso mi stavo per sposare…  
     


Sono passati due mesi dalla vittoria contro Crono. Oggi era il gran giorno. Come tutti i matrimoni reali, sarebbe stata una cosa in grande, non per volere, ma tradizione. Mi ero appena messa l’abito da sposa, Calipso era lì con me e mi stava sistemando i capelli come tocco finale. Avevo invitato anche lei, in fondo, mi ha salvato la vita, non potevo non invitarla. Per di più, Calipso era la mia damigella d’onore insieme a Silena. Mentre la mia testimone era Sally e i testimoni di Percy erano Grover e Beckendorf.

“Finito!” disse una volta terminato il lavoro “Sei perfetta!” disse felice.

“Grazie, Calipso” ringraziai.

“Se Percy sviene durante la cerimonia, ritieniti responsabile”

“I capelli me li hai fatti tu, parte della colpa è anche tua”

“Hm… sono costretta ad ammettere metà colpevolezza” Ci facemmo una risata sopra. Eravamo buone amiche io e Calipso. “Ci vediamo alla cerimonia” disse ed uscii dalla stanza. Wow, a pensarci, in pochi giorni la mia vita è cambiata in un lampo e questo principalmente a causa dell’uomo che a breve sarà mio marito. Mi guardai allo specchio per assicurarmi di persona che fosse tutto a posto. Indossavo un vestito bianco ad una spalla che arrivava fino ai piedi, delle ballerine bianche. Mi piacque molto come Calipso mi aveva sistemato i capelli. Li aveva lasciati sciolti e mi cadevano lungo le spalle, fortunatamente coprendo la cicatrice dello scontro contro Crono, eccetto per due treccine che partivano una da destra e una da sinistra e si incontravano dietro la testa, cingendola a mo’ di corona, e legate da un nastro bianco. Calipso, poi per abbellirle, ci aveva intrecciato in mezzo dei piccolissimi e delicati fiorellini bianchi.

“Wow, mi faccio i complimenti da sola” disse Atena appendo dietro di me.

“Ciao, mamma” dissi salutandola.

“Sei bellissima” disse avvicinandosi. Io le feci un sorriso, mi voltai e l’abbracciai “Sei pronta?” mi chiese abbracciandomi.

“Sì” risposi staccandomi dall’abbraccio.

“Allora andiamo” disse e mi accompagnò fuori. Starlight era pronto a portarmi al tempio della città, dove mi sarei sposata. Dopo essermi quasi impiccata nel tentativo di salire sul cavallo senza rovinare il vestito, mamma salii sulla sua carrozza, mentre io mi avviai con Starlight.
Una volta giunta al tempio, Atena uscii dalla carrozza e con un po’ d’aiuto riuscii anche a scendere senza fare danni. Una volta entrati, mamma mi diede il bouquet di fiori e prendendomi sotto braccio, mi accompagnò all’altare mentre si sentiva la marcia nuziale. Percy era lì, splendido nella sua uniforme reale. L’uniforme era bianca con gli alamari d’oro e una fascia bianca con i bordi d’oro con una spilla d’oro con il tridente di Atene, i pantaloni aderenti grigi con una riga bianca sul lato e gli stivali neri e Vortice sempre attaccata alla cintura. I suoi capelli erano sempre scompigliati come se fosse appena stato in spiaggia e i suoi occhi verdi brillarono quando mi vide. Mi avvicinavo sempre di più all’altare e nonostante i presenti, vedevo solo Percy. Giunti all’altare, mia madre mi baciò la guancia e prese il bouquet. Mi voltai verso Percy che sorrideva.

‘Sei bellissima’ mi disse tramite il labiale. Gli risposi con un sorriso. La cerimonia iniziò, ma non so neanche cosa disse la regina Era, tanto ero intenta a guardare Percy. Ci tenevamo per mano mentre Era celebrava il rito.

“Tu, Principe Perseus Logan Jackson di Atene, vuoi prendere in moglie la Principessa Annabeth Alexandra Chase di Scizia ed amarla, onorarla e rispettarla per il resto della tua vita?” disse la regina. Lui mi sorrise ancora di più, se questo è possibile. (N/A: Notato niente dei loro secondi nomi? Hint: Cast del film)

“Io Perseus Logan Jackson giuro questo ed altro. Sarò coraggioso e non permetterò che niente ti porti via. Ci sarò ad ogni ora e ad ogni respiro. Forse prima ero troppo immaturo per ammetterlo, adesso capisco che l’amore non si sbaglia e quindi non muore mai. Io nei tuoi occhi vedo brillare un mondo perfetto e mi basta guardarti per sapere che tu per me significhi tutto; sapevo che ti avrei trovata, sono stato ogni giorno della mia vita ad aspettarti e non importa che accadrà perché io ti amerò per mille anni e oltre, per sempre. Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata” disse Percy e il mio sorriso non poteva essere più grande.

“Awww” fece Silena silenziosa.

“E tu, Principessa Annabeth Alexandra Chase di Scizia, vuoi prendere come marito il  Principe Perseus Logan Jackson di Atene ed amarlo, onorarlo e rispettarlo, per il resto della vita?” chiese Era.

“Io, Annabeth Alexandra Chase vorrei prendere solo lui come marito. Per me ormai, è tutto diverso e solo grazie a te, Percy. Tu mi fai sentire come me stessa, senza essere qualcun altro ed  è così che voglio continuare a vivere, perché mi hai mostrato che posso essere una persona migliore. Mi hai detto cose che nessuno mi ha mai detto e sai esattamente come parlarmi e sai sempre di cosa ho bisogno e so che ovunque andremo, in futuro, saremo a casa, ma solo se stiamo insieme ora che ci siamo trovati” Percy mi sorrise come non mai.

“E adesso scambiatevi le fedi” disse Era. Grover venne verso di noi portandoci gli anelli. Percy mi prese la mano e mi infilò la fede al dito. Io feci lo stesso per lui. “Con i poteri che mi sono stati conferiti come Regina di Argo devota alla Dea del Matrimonio, io vi dichiaro marito e moglie” disse Era “Potete baciarvi” Non mi ero mai emozionata così, tanto che senza accorgermene stavo quasi saltellando sul posto, presi il volto di Percy tra le mani e lo baciai. Lui dopo un istante di sorpresa, rispose con entusiasmo, accarezzandomi il viso. Gli invitati levarono un applauso e un grido di gioia. C’era chi strillava un ‘Bravi!’ o un ‘Evviva gli sposi!’ o dei fischi. Quando ci separammo, neanche mi ero accorta che stavano facendo volare in aria petali di fiori. Mia madre mi sorrideva, Poseidone stava abbracciando Sally che ci sorrideva, mentre guardava Percy con fierezza. Beckendorf abbracciava Silena che piangeva (sì, piangeva come la madre Afrodite) e batteva le mani. Calipso stava quasi saltellando sul posto mentre applaudiva.
Mamma mi ridiede il bouquet, poi Percy mi offrii il braccio e uscimmo dal tempio. Appena mettemmo il naso fuori dall’edificio, fummo investiti da una pioggia di riso e applausi. I membri del Clan si erano messi in fila uno di fronte all’altro, formando una stradina per farci raggiungere il cocchio reale, tutti indossavano l’uniforme Scita. Percy ed io passammo in mezzo a loro, e come tradizione, al nostro passaggio incrociavano le spade sopra la nostra testa. Facemmo appena in tempo ad uscire dal ‘tunnel’ di soldati che gli invitati cominciarono a gridare

“Bacio! Bacio! Bacio!” Io e Percy non perdemmo tempo. Lui si abbassò, io andai sulle punte e ci incontrammo a metà strada. Un altro boato di gioia fu la reazione dei presenti. Una volta saliti sul cocchio reale, misi ben in vista il bouquet e girandomi, lo lanciai. Quando mi voltai per vedere chi lo aveva preso, vidi Silena e Juniper tenerlo in mano allo stesso tempo. Sorrisi e feci l’occhiolino alle mie amiche che mi risposero con un altro sorriso. Mi sedetti vicino a Percy che mi mise un braccio intorno alle spalle e il cocchio partì.

“Non pensavo fossi capace di fare discorsi super-romantici” dissi a mio marito- Dei! Che bello dirlo!- con un sorrisetto.

“Io non pensavo a te piacessero” disse Percy con lo stesso sorrisetto.

“Infatti non è cosa per me. Preferisco la cosa carina ma non sdolcinata” risposi.

“Senti da che pulpito! Anche tu, hai fatto il discorsetto sdolcinato, Signora Jackson” disse punzecchiandomi il fianco. Io gli acchiappai il dito prima che potesse continuare a farmi il solletico, ma poi lui fece scivolare le dita tra le mie.

“E’ il mio matrimonio, posso permettermi di essere sdolcinata” risposi.

“E io no?”

“Tu sei lo sposo. Sei tenuto a fare il discorso romantico” Percy alzò il sopracciglio.

“E…?” Di risposta gli posai una mano sulla guancia e lo baciai. “Lo prendo per un ‘mi è piaciuto’” fu il suo commento. Gli sorrisi e gli appoggiai la testa sulla spalla mente lui mi teneva il braccio introno alle spalle e la mano nella sua. Questo è stato decisamente il giorno più bello di tutti. Finalmente nella mia vita era accaduto qualcosa di bello e finalmente stavo costruendo qualcosa di permanente insieme a Percy.
Io intendevo veramente quello che gli avevo detto durante il matrimonio. Lui ha veramente cambiato la mia vita. Percy mi ha aperto gli occhi su quanto di meglio ci fosse nel mondo, mi ha fatto capire chi sono veramente. Percy è stato il primo a vedere oltre quello che vedevano gli altri, il primo a vedere qualcosa di buono in me, il primo e l’ultimo a farmi innamorare. Sapevo che lui era pronto a tutto per me e io sarei stata pronta a tutto per lui, perché anche per me Percy significava tutto. Mi ha fatto ritrovare mia madre, mi ha portata via da un mondo che non mi apparteneva ma è comunque diventato parte di me. Questo era l’unico pensiero che ancora mi turbava. Ero divisa tra due identità: Annabeth e l’Angelo della Morte. Che lo volessi o no, il Clan del dominio di Crono era ormai parte di me e me lo sarei portato insieme per sempre. Tutti hanno un lato oscuro e questo era il mio, ma di una cosa ero certa: finché avrò Percy al mio fianco non avrò nulla da temere perché con lui posso affrontare qualunque cosa senza paura e potrò continuare ad essere solo Annabeth.

E forse, l’anello del Clan non dovrò mai più indossarlo…  

  
 FINE
Purtroppo sì, è la fine. Spero vi sia piaciuta questa storia!
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno commentato e hanno seguito questa storia fino al suo termine.
Ho notato che questa storia ha avuto più successo rispetto a 'LA Truffacuori' quindi le mie rotelle hanno cominciato a girare e mi è venuta un'idea...
Che ne dite di un sequel?
Facciamo così, oltre che lasciarmi un commento ditemi anche se volete un seguito oppure no. Oppure ditemi solo se volete il sequel o no. (Io preferirei la prima opzione. I commenti costruttivi sono ben accetti e mi danno tanta soddisfazione quando sono positivi :-D, negativi... basta che non siano offensivi)
Fatemi sapere, commentate, se volete mandarmi messaggi fate pure. Un bacio, alla prossima storia (o al seguito)

P.S.
Buone feste! :-)


 


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1264494