passato presente e futuro di wdolcemurty (/viewuser.php?uid=22149)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** la verità ***
Capitolo 3: *** Erith ***
Capitolo 4: *** fratelli ***
Capitolo 5: *** sogni e raltà ***
Capitolo 6: *** verità fra fratelli ***
Capitolo 7: *** Il monte utgard ***
Capitolo 8: *** Uru'Baen ***
Capitolo 9: *** il drago verde e il terzo cavaliere ***
Capitolo 10: *** salvataggio ***
Capitolo 11: *** Il drago d'argento ***
Capitolo 1 *** prologo ***
Selena ripensò agli anni precedenti.
Era passato tanto tempo da quando aveva lasciato suo fratello Garrow a Carvahall; da allora aveva viaggiato molto, ed è proprio in uno di questi viaggi che conobbe Morzan, uno dei tredici rinnegati che insieme al re distrussero i cavalieri dei draghi.
Con Morzan aveva vissuto nel lusso; questo però non poteva eliminare il terrore e la mancanza d’amore che aveva nei confronti del cavaliere: anche con la nascita di Murthag le cose non cambiarono. Proprio quando pensava d’essere felice con il suo unico figlio, senza il crudele amante, Morzan andò a farle visita, chiedendo di riaverla con sé: lei aveva accettato con riluttanza, anche se non voleva lasciare suo figlio.
Tre anni dopo, durante uno dei suoi viaggi, venne a conoscenza della grave ferita che Morzan aveva procurato a Murthag con Zar’roc, la sua spada: gliel’aveva lanciata sulla schiena, procurandogli uno squarcio dalla spalla destra al fianco sinistro.
No. Questo non lo poteva sopportare.
Aveva deciso di fuggire, di nascondersi da quell’uomo crudele che un tempo aveva amato. Viaggiò per parecchie settimane finche non arrivò a Teirm, grande città portuale situata dietro la Grande Dorsale. Ricordò di aver cercato un posto dove riposarsi dal lungo viaggio, ma le locande erano tutte al completo; la speranza l’abbandonò e si accasciò a terra vicino ad una grande casa, nella zona ricca della città.
Il mattino seguente, o almeno era quello che immaginava, si era ritrovata in un letto caldo.
-Vedo che ti sei svegliata- disse una voce che giungeva dalla porta.-Ti devi ritenere fortunata di essere stata trovata in tempo, perché se no avresti fatto una brutta fine-. Entrò un uomo alto, con una barba rasata e l’aspetto di chi aveva appena perso qualcuno d’importante.
Non sapendo cosa dire, Selena abbozzò un sorriso e farfugliò un “grazie”. Le faceva male la testa e aveva le gambe doloranti per il viaggio.-Comunque il mio nome è Brom.-
-Io sono Selena- disse la giovane donna ancora presa ad osservare l’aspetto dell’uomo, che inaspettatamente si sedette vicino a lei.-Era da più di due giorni che dormivi, iniziavo a preoccuparmi. Devi aver fatto un lungo viaggio per essere così esausta- disse Brom con dolcezza.
-Ho dovuto abbandonare Urû’baen e anche…- e si morse il labbro per il ricordo.
Che cosa ho fatto…devo essere impazzita. Ho abbandonato il mio Murthag con Morzan…l’ho condannato ad una vita piena di sofferenze…devo tornare…sono stata troppo egoista…
-Lascia stare- disse Brom vedendo la tristezza negli occhi di Selena.- Riposa ne hai bisogno. Poi se vorrai mangiare basta che mi chiami e ti porterò qualsiasi cosa tu desideri- e con questo uscì dalla stanza.
- Scoperto qualcosa della misteriosa donna?- domandò Jeod alcuni minuti dopo nel suo studio.
– Molto meno di quanto pensassi. La sua mente è protetta da tenaci barriere, ma qualcosa sono riuscito a scoprire-.
-Viene da Urû’baen e si chiama Selena.- disse Brom.
-E' molto scossa e sembra che abbia abbandonato qualcuno…mi domando chi sia-.
-Sarà stato il marito o il suo uomo. Non penso che una donna così bella sia sola senza neanche un compagno-.Disse Jeod sfogliando un vecchio libro.-Devi averlo notato anche tu. Ho visto il tuo sguardo quando l’hai trovata davanti alla porta…è non era quello del solito Brom- disse divertito.
-Hai ragione su una cosa amico mio: è davvero bella-…
Dopo parecchi giorni Selena si sentì abbastanza in forze da uscire di casa, accompagnata da Brom che si era offerto per farle fare un giro della città.
-Vedrai che ti piacerà- le aveva detto.-Teirm è famosa per i suoi prestigiosi negozi e per il bellissimo tramonto-.
Aveva passato tutto il giorno con lui e si era divertita molto: avevano visitato tutta la parte commerciale della città, che era ricca di negozi. Le piaceva stare in compagnia di Brom: era divertente e molto dolce. Al tramonto la portò su uno dei palazzi più alti della città, per farle una sorpresa.
-Manca molto?- chiese Selena impaziente ma divertita.-Ci siamo quasi- le sussurrò Brom in un orecchio. –Adesso puoi aprire gli occhi-.
Non se lo fece ripetere due volte e li aprì. Il paesaggio era mozzafiato. Davanti a lei si estendeva l’oceano, non blu come lo aveva sempre visto, ma cremisi con il sole che stava ormai tramontando.
-E’ bellissimo!- disse la giovane- Brom, è magnifico quassù!-.
-Già…proprio come te…-disse lui avvicinandosi e baciandola dolcemente. Lei non si ritrasse e ricambiò il bacio, che continuò fino in casa, nella camera di Brom.
-Selena, ho una cosa molto importante da dirti- disse Brom più tardi mentre la baciava.-Ti amo. Lo so che è presto per dirlo…-ma non riuscì a concludere che lei disse –anche io ti amo Brom. E’ questa la cosa importante.-
Passarono una notte indimenticabile, uno nelle braccia dell’altra.
-Selena…come hai osato…mi hai tradito e adesso la pagherai…-
-M…Morzan?-
-Si dolcezza…hai sbagliato a fuggire, come a tradirmi con un mio vecchio amico…-
-Co…cosa?conoscevi Brom?-
-Si e anche piuttosto bene…pensavo di averlo neutralizzato uccidendo il suo drago…e invece scopro che se la fa con la mia donna…-
-Cosa? Anche Brom era un cavaliere? Tu…tu sei un mostro! Non avete distrutto i cavalieri perché erano corrotti… era solo perché siete dei pazzi! Tu sei un pazzo! Galbatorix è un pazzo! Siete tutti dei pazzi!-
-Sarò pure un pazzo…ma tu hai avuto un figlio da me…mi hai amato e per il tuo tradimento la pagherai! Non ucciderò Murthag solo se te tornerai da me…ma Brom, lui sì che la pagherà…farà la fine del suo drago!Hahahaha!!!-
-NOOOO!!!-.
-Cosa no?- chiese Brom svegliatosi di soprassalto.-Brom…-iniziò Selena.-Si?- disse Brom un po’ assonnato.
-Brom sono stata bene con te… ma devi sapere una cosa.-disse lei con le lacrime agli occhi.
-Dimmi tutto- disse l’uomo preoccupato, svegliandosi di colpo.
-Vedi io…io sono la donna di Morzan, primo dei rinnegati e assassino del tuo drago- disse lei scoppiando in mille lacrime.
-Cosa? Come fai a sapere di Saphira?Morzan..?-farfugliò. Dopo parecchi minuti la prese fra le braccia e le asciugò le lacrime.
-No Brom.- disse lei scostandosi di scatto.-Non posso. Morzan questa notte mi ha parlato in sogno ed era infuriato per il mio tradimento. Devi sapere che io e Morzan abbiamo un figlio. Se io non torno, lui lo…lo ucciderà capisci?-e così andò fuori di corsa dalla stanza incrociando Jeod che stava per entrare.
-Che cosa…?-disse Jeod vedendo l’amico piangere.-Lo hai scoperto eh?- disse con tono calmo il commerciante.
-E tu come…?- chiese Brom sorpreso si asciugò le lacrime.
-Al contrario di qualcuno che era troppo occupato a corteggiare la nostra ospite, ho indagato sul suo conto ed ho scoperto che era la donna di Morzan.-disse -Mi chiedo cosa l’abbia spinta a venire a Teirm…-
-Questo lo so io…mentre fuggiva ha abbassato le barriere mentali e sono riuscito a scoprire il motivo.-disse Brom.
-Hanno un figlio, Murthag, al quale Morzan ha inflitto una terribile ferita sulla schiena. Lei non ce l’ha fatta a reggere la malvagità dell’uomo ed è fuggita verso Teirm, per prendere una nave che la portasse lontana da quel mostro…-
-Adesso capisco.- disse Jeod –Ma adesso affrettati ad andare da lei, credo che partirà fra poche ore…-
Dopo essersi vestita, Selena corse fuori dalla casa e vagò per un po’ nella città, dopodiché entrò nella bottega che si trovava di fianco all’abitazione di Jeod, incuriosita dall’aspetto eccentrico della vetrina. Il negozio era buio e l’unica cosa che notò fu la presenza di un gatto dagli occhi rossi, il quale le si avvicinò e fece le fusa. Poi sentì che il felino iniziava un contatto mentale.
-Ciao- le disse il gatto.-io sono Solembum, un gatto mannaro. Qual è il tuo nome?
-Selena- rispose la donna. Era da molto tempo che non aveva un contatto mentale, per questo le fu difficile riabituarsi.
In quel momento una donna dai capelli neri uscì dal retrobottega.
-Salve Selena. Io sono Angela l’indovina.- disse la proprietaria della bottega
-Come sai il mio nome?- chiese Selena sorpresa.
-Me lo ha detto Solembum. Sai è raro che parli con i clienti. Questo significa che sei speciale, perciò ti leggerò il futuro, sempre se tu acconsenti-. Disse Angela.
-Certo, ma dubito che ci sarà qualcosa di felice- disse Selena.
-Allora seguimi- concluse la donna.
Si avviarono nel retro del negozio dove l’indovina la fece sedere vicino a un tavolo circolare, dopodiché prese un sacchetto.
-Manin! Wyrda! Hugin!-urlò e gettò il contenuto del sacchetto, delle ossa, su tavolo.
-Triste, direi-iniziò Angela.
-Iniziamo da qui- e indicò le prime tre ossa.-Qui è molto semplice perché indica un ciclo di vita normale.- poi ne indicò altre – avrai molte scelte da fare, tra due uomini che ti daranno un futuro diverso dall’altro-.
Lo sapevo…Brom e Morzan…pensò Selena.
-Mentre qui mia cara, qui è l’unica cosa felice della predizione.- disse Angela abbozzando un sorriso.-Ci sarà la nascita di un bambino, che sarà figlio di una persona buona e gentile, che prova per te un’amore sincero.-
Selena non riusciva a crederci, eppure era così: aspettava un figlio, e il padre era Brom.
-Più avanti è tutto triste e tragico, mi dispiace- disse Angela.-Dopo la nascita del bambino sarai costretta ad abbandonarlo e ad affrontare un lungo viaggio che ti porterà da una parte all’altre dell’Alagaesia-
-E’ tutto qui?- chiese Selena dopo un lungo silenzio. –Le ossa non dicono altro?-
-Si, ma sono molto difficili da decifrare- rispose Angela, dopodiché si alzò sotto lo sguardo attento della giovane donna e andò a prendere un’otre di vino. Poi si sedette e ne bevve un lungo sorso.
-Eravamo rimaste qui- disse indicando le ultime ossa.
-Queste indicano una scoperta e un abbandono, non so di che cosa o di chi, ma sarà molto imprevista.-
Poi fece una smorfia, come se non volesse più continuare, ma infine sospirò e aggiunse.-Da qui in poi le ossa sono distanziate una dall’altra. Mi dispiace ma questo è presagio di morte- concluse l’indovina temendo una grande reazione da parte della giovane. Ma Selena non sembrava stupita, anzi se lo aspettava.
- Ma il vero amore ti vendicherà, per poi aiutare il tuo stesso sangue a sconfiggere chi tiene in catene da ormai un secolo l’Alagaesia.- concluse.
Almeno mio figlio sarà una promessa…spero che conoscerà suo fratello Murthag un giorno…
Poco dopo uscì dal negozio, diretta alla casa di Jeod per prendere le sue poche cose e tornare dal fratello Garrow, al quale avrebbe poi affidato il bambino.
Stava per uscire dalla sua stanza che Brom entrò e calò un eterno silenzio. Fu lui a rompere il ghiaccio.
-Allora te ne vai- disse triste guardandola nei suoi profondi occhi celesti.-Te ne vai per causa mia?-
-Brom vedi…- disse ripensando alla predizione che mezz’ora fa’ aveva ascoltato. -Devo andare…dopo che sono scappata sono andata nel negozio qui a fianco e…-
-Angela- disse Brom senza abbassare lo sguardo.-Ti ha predetto il futuro, non è così?-
-E come…?-chiese stupita.
-Non è la prima volta… successe anche tanti anni fa a Jeod…-disse Brom evitando l’argomento.
-Vedi mi ha detto…- e Selena gli raccontò della predizione, anche se lasciò per se la predizione di morte.
-Quindi te ne vuoi andare senza che io veda nascere mio figlio?No, ti accompagnerò fino a Carvahall e lo vedrò nascere, per poi conoscerlo e rivelargli la mia paternità quando sarà pronto…anche perché nessuno tranne io, tu e qualche rara persona dovrà sapere che è figlio mio, sarebbe troppo pericoloso- disse con convinzione Brom, sperando che Selena accettasse.
-Brom sei sicuro? Te la senti di abbandonare tutto solo per veder crescere nostro figlio?-disse la donna incredula di ciò che aveva appena sentito.
-Tutto per la donna che amo…- e con queste parole la baciò delicatamente per poi concederle tutto il suo amore.
Parecchie ore dopo Selena ebbe un dubbio, che poco a poco distrusse la loro idea di fuga. Si scostò dal petto nudo di Brom e rimase a pensare per quelle che semravano ore.
-Brom- chiamò. -Brom svegliati!C’è un problema!-disse la donna con crescente agitazione.
-Mmmh? Che c’è tesoro?- chiese Brom ancora addormentato.
-Mi è venuto in mente che Morzan-.disse.- Morzan ti ucciderà e ucciderà mio figlio Murthag se io non torno da lui…e ancora peggio quando mi vedrà, verrà a sapere di sicuro che ho avuto un figlio da te e…e- disse con le lacrime agli occhi, senza però riuscire a finire la frase.
-Calmati- le disse Brom. –Ho io la soluzione ai nostri problemi. Durante il viaggio per Carvahall ti insegnerò a tenere alcuni ricordi separati e chiusi nella zona più irraggiungibile della tua mente. Sono stato un cavaliere anch’io-.Disse sorridendo amaramente e con questo l’abbracciò con infinita tenerezza, quasi come temendo che gliel’avrebbero portata via, come tanti anni fa era successo alla sua Saphira.
Dopo un paio di settimane prepararono i cavalli per andare a Carvahall. Il viaggio sarebbe dovuto durare tre settimane, con piccole soste a Daret e Therinsford..
Mentre viaggiavano avevano avuto occasione di conoscersi meglio e di trovare un nome per il bambino, il loro bambino; quello su cui erano maggiormente d’accordo era quello del primo cavaliere dei draghi, Eragon, nome decisamente appropriato perché sarebbe dovuto essere lui a rifondare l’ordine dei cavalieri, secondo la predizione di Angela.
Arrivarono a Carvahall di mattina, dove nessuno li riconobbe. Andarono dritti verso fuori città dove avevano saputo si trovava la fattoria di Garrow. Bussarono alla porta e aspettarono alcuni minuti.
–Marian vai ad aprire tu la porta! Roran sta facendo i capricci.-urlò un uomo da dietro la porta, che pochi secondi dopo si spalancò mostrando una donna di circa quarant’anni sulla soglia. –Posso aiutarvi?- disse la padrona di casa.
-Si. Marian sono io, Selena, non ti ricordi più di me?- disse Selena con un piccolo sorriso.
-Selena! Non ci credo sei proprio tu! Garrow, Garrow! Vieni, presto c’è tua sorella !- urlò Marian con eccitazione.
Dopo aver fatto entrare Brom e Selena, gli presentarono loro figlio Roran: aveva due anni, un viso fiero e rotondo con capelli castani e gli occhi celesti come la zia.
-Garrow, fratello mio, ho attraversato molti pericola dalla mia partenza di sei anni fa, ma c’è una cosa importante che dovete sapere- disse poi Selena.-Io aspetto un figlio da Brom. Lui verrà ad abitare qui nella valle per poterlo vedere crescere, ma non dovrete mai raccontare al bambino che io sono venuta da voi con lui. Tantomeno che è suo padre.-poi aggiunse, con enorme tristezza -Perché dopo la sua nascita dovrò partire per andare verso il mio wyrda, il mio futuro, dovrete occuparvene senza dire a nessuno chi è il vero padre.-
Garrow e Marian restarono sbigottiti da quella richiesta ma accettarono, vedendo le implorazioni di Selena.
Passati sette mesi Selena diede alla luce con la presenza di Brom il suo secondogenito, che chiamò, come avevano stabilito, Eragon..
Durante questo lungo tempo Brom si era costruito una casa a Carvahall e disse ai nuovi compaesani di essere un cantastorie in pensione, che aveva incrociato sulla sua strada Selena e l’aveva accompagnata dal fratello. Nessuno fece delle ulteriori domande.
Il giorno dopo la nascita di Eragon Selena decise di andarsene e tornare da Morzan, andando incontro al suo destino. La sera prima andò a salutare Brom per l’ultima volta.
-Così sono passati già sei mesi- disse l’uomo con calma.
-Selena, amore mio, hai dato alla luce un bellissimo bambino.-disse infine con enorme dolcezza.
-Brom…lo sai che domani devo tornare…tornare alla mia vecchia vita. C’è mio figlio che mi aspetta da più di otto mesi, ignaro di essere in pericolo, e Morzan sarà infuriato più che mai.Ti prego.- disse infine con un amaro sorriso -rendimi ancora felice…- e quella sera si abbracciarono più stretti che poterono, sapendo che sarebbe stata l’ultima volta.
Nove mesi dopo avvenne una cosa inaspettata, che nemmeno Angela l’indovina era riuscita a predire con certezza; a 500 leghe di distanza, nella città di Petrǿvia, al confine con il Surda, nacque una bambina, la cui madre era Selena.
La donna avrebbe voluto tenere nascosta la sua terza gravidanza, cosicché la nascitura non sarebbe stata in pericolo dall’ira di Morzan, ma alla fine decise di rivelare tutto ciò all’unica persona che l’amava veramente. La cosa più difficile era il come. Andare a Carvahall era da escludere, perché da quando era tornata, Morzan aveva ordinato a delle spie di pedinarla sempre; allora decise di scrivere una lettera,che affidò ad uno dei più efficienti messaggeri, che per altro era anche un familiare della coppia a cui abbandonò sua figlia. Egli però riuscì a portare il messaggio solo fino al monte Utgard, dove decise di nasconderla, poiché intuiva già da parecchi giorni di essere seguito.
La lettera non è mai stata recapitata al destinatario e aspetta ancora d’essere letta…
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Capitolo 2 *** la verità ***
LA VERITA’
Eragon era disteso nel letto improvvisato della sua tenda.
Erano passate poche ore dalla fine della battaglia contro l’impero, dove aveva scoperto di essere il fratello di Murthag e figlio di Morzan. Era immerso nei suoi pensieri quando entrò Jeod.
-Eragon, complimenti per la vittoria!- esultò, ma cambiò subito espressione vedendo la tristezza sul volto del ragazzo. –A mio modo dovresti esultare dalla gioia avendo sconfitto uno degli eserciti più grandi di tutta la storia! Qui invece sembra che tu abbia perso. Dimmi che cos’è successo.- disse Jeod, aspettando la risposta.
Eragon non sapeva se fidarsi o no, così decise di chiedere consiglio a Saphira.
Per me puoi fidarti. Se non fosse stato per lui io sarei ancora rinchiusa nelle segrete di Uru’baen a marcire.
Hai ragione. Si è sempre dimostrato un amico sincero con noi.
-Jeod, le cose che sto per dirti mi hanno scosso violentemente e se venissero a saperlo i Nani, gli Elfi e i Varden sarebbe la fine.- disse Eragon.
-non c’è problema, sono abituato alle situazioni difficili-disse il commerciante
-Aspetta. Atra nosu waìse vardo fra eld hòrnya. Così nessuno potrà sentire la nostra conversazione.-
-Hai visto anche tu il cavaliere con li drago rosso, vero? Ebbene era uno dei miei più cari amici e figlio di morzan, che pensavo fosse morto quando Ajihad fu ucciso. Dopo aver combattuto, mi ha disarmato e ha aggiunto come se nulla fosse che la Zar’roc apparteneva al primogenito di morzan e non al secondogenito. Ossia io.- disse con amarezza Eragon, pensando ancora alle crudeli parole di Murthag.
-Quindi tu sei figlio di…?- aggiunse Jeod sbalordito
-Morzan.- concluse Eragon.
Jeod in quell’istante fece una cosa inaspettata, priva di ogni logica per quel momento: si mise a ridere.
-Perché stai ridendo?- chiese il ragazzo che non capiva il gesto dell’amico.
-Vedi perché tu non sei figlio di Morzan. Tua madre non era legata soltanto a lui, ma anche a un altro uomo, che tu conosci moltissimo e che fu il tuo primo maestro.Tu sei il figlio di Brom.- disse Jeod, tornato d’un colpe serio.
-Cosa???? Perché non me lo ha mai detto? Avrebbe dovuto saperlo! E tu come lo sai? Hai conosciuto mia mamma? Come ?…-disse Eragon senza riuscire a finire la sua moltitudine di domande perché fu interrotto da Jeod.
-Vedi Eragon, non sono la persona più adatta a rispondere alle tue domande. Ti consiglio di andare a comunicare la tua nuova scoperta a lady Nasuada, Arya e tutti le altre persone alle quali hai detto di essere figlio di morzan.- disse l’uomo, e con questo uscì dalla tenda lasciando Eragon a meditare con Saphira sulla nuova scoperta.
-Saphira…non ci credo ancora. Figlio di Brom!-
-Oh, piccolo mio. Io lo sapevo ma avevo giurato di non dirti niente fino al momento più propizio.-
-Quindi Brom te lo disse! Sapevi anche che non ero figlio di Morzan ma me lo hai fatto pensare fino a poco fa.-Perchè?-
-Perché avevo giurato a Brom nell’antica lingua, come quando scoprii che era un cavaliere, di non dirti niente finché tu non fossi stato pronto. Jeod non avrebbe dovuto dirtelo, ma lo ha ritenuto necessario.
-Hai ragione. Scusa per essermela presa.
-Di niente piccolo mio. Adesso sei pronto per avere le immagini che mi consegnò Brom per te, poco prima di morire, affinché tu avessi capito l’amore che provava per tua madre e ciò che lo ha costretto a non rivelarti la sua paternità.
Con questo Saphira trasmesse la storia dell’incontro tra Brom e Selena, di come si erano innamorati e di come avevano deciso di fuggire a Carvahall per nascondere il loro figlio, Eragon, dalla furia di Morzan e come Brom era rimasto per vegliare su di lui.
-Ora capisco. Ma in ogni caso non toglie che io e Murthag siamo fratelli; non abbiamo in comune lo stesso padre, ma la madre si.
-Hai ragione, provo una gran compassione nei confronti di Murthag, che ha avuto così poco amore nella sua vita.
Ha detto che Galbatorix gli avrebbe fatto giurare di non esitare ad ucciderti la prossima volta che vi vedrete, ma ho avuto un’idea.-
-Cosa? Non mi lasciare sulle spine!-
-Potresti chiarire quello che è successo tra voi attraverso una lettera. L’unico problema è come trovare il messaggero che gliela recapiti senza farla cadere nelle grinfie del re.
-Potremmo discuterne con Arya, sempre se lei approverà questa scelta della lettera.
E con questo Eragon uscì dalla sua tenda come una persona nuova.
Alzò le mani al cielo e urlò: - Io sono Eragon Ammazzaspettri, figlio di Brom!!-
E con questo si diresse verso la tenda di Nasuada, dove avrebbe comunicato la notizia e l’idea per parlare con Murthag.
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Capitolo 3 *** Erith ***
passato presente e futuro
Erith
A diverse miglia di distanza, nella città di Petr?via, nessuno tranne i
suoi genitori e i pochi amici sapevano che era il suo compleanno.
Erith era una ragazza alta e fiera, con i capelli colore del legno e gli
occhi azzurrissimi. Al contrario delle altre ragazze della sua età, lei amava
combattere con la spada e l’arco ed era anche molto dotata; proprio per questo i
suoi genitori, all’età di 15 anni, le comprarono una magnifica spada, che poi
chiamò Adel'mors, e un arco molto raffinato e potente. Viveva in una piccola
casa nella zona più bella della città, cosa molto strana perché i suoi genitori
non erano per niente ricchi. Dicevano sempre di aver comprato la casa alla sua
nascita, come piccolo regalo per lei e la sua futura famiglia, ma non c’aveva
mai creduto.
Quel giorno era molto importante, perché avrebbe compiuto 17 anni e
sarebbe entrata nella vita adulta. Ma non si sarebbe mai immaginata di ricevere
come regalo una lunga lettera, indirizzata a lei e scritta più di 17 anni fa.
Erith camminava veloce per le strade di Petr?via, intenta a raggiungere
casa prima di mezzogiorno.Era stata tutta la mattinata ad ascoltare le notizie
provenienti dalle pianure ardenti, dove pochi giorni prima si era conclusa una
battaglia a favore dei Varden contro l’impero; si raccontava anche delle imprese del nuovo
cavaliere, Eragon Ammazzaspettri, che aveva contribuito pesantemente sulle sorti
della battaglia. Arrivata a destinazione fu accolta dai genitori non con la
solita aria allegra e spensierata, ma da un’espressione triste stampata in
faccia.
-Bentornata, Erith - le disse il padre.- Vedo che non hai dimenticato che
giorno è oggi-
- Certo padre! Oggi inizia la mia vita adulta!-disse felice la
ragazza
Come potrei dimenticarlo???ho aspettato così a
lungo…
-Tesoro..- disse ad un tratto la madre- Abbiamo una cosa importante da
dirti-
-Vedi 17 anni fa venne una giovane donna a casa nostra e ci lasciò una
bambina.-disse il padre
A quelle parole il sorriso svanì dal viso di Erith –C…come ?- balbetto la
giovane incredula. -Volete dire che non sono vostra figlia?
–
-Si… vedi la donna, che mi sembra si chiamava Selena, ci lasciò un
messaggio per te, da consegnarti quando avessi compiuto 17 anni. E’ arrivato il
momento…- e la madre andò verso un cassetto dell’armadio per prelevare una
lettera impolverata e ingiallita, che infine consegnò alla ragazza, che non
appena la ebbe in mano l’aprì di scatto. La scrittura era evidentemente di una
donna, e qua e la erano sparse delle macchie d’inchiostro, tracce evidenti di
vecchie lacrime.
Cara
Erith,
Scriverti questa lettera è molto difficile per me, come
anche lasciarti. Ti confesso con riluttanza che non è la prima volta che lascio
un figlio, ma spero che leggendo questa lettera ne capirai il
motivo.
Credo
che tu abbia sentito parlare dei 13 rinnegati che insieme al re distrussero i
cavalieri dei draghi. Ebbene, uno di questi era il mio uomo, Morzan, da cui ebbi
un figlio che chiamai Murthag.. Tuo fratello. Morzan era un uomo crudele e così
decisi di fuggire, e durante la mia fuga verso una vita migliore incontrai Brom,
tuo padre. Vivemmo una vita piena di amore finché Morzan non scoprì il mio
tradimento; era furioso e minacciò di uccidere Murthag, Così decisi di tornare
da lui, per il bene di mio figlio. Ma prima di partire scoprii di essere incinta
di un altro bambino, che però apparteneva a Brom. Decisi di andare da mio
fratello e affidargli il bambino, che in seguito chiamai Eragon. Brom viaggiò
con me e andò a vivere nello stesso paese dove avevo lasciato il mio
secondogenito, Carvahall. Quando tornai da Morzan, circa sette mesi dopo, mi
accorsi di essere ancora gravida e con una scusa partii in giro per l’Alagaesia, per non far notare la mia
gravidanza a Morzan, anche se ero seguita costantemente da delle spie. Arrivai
così a Petr?via, dove nascesti tu. Allora ti affidai a una coppia povera ma
felice che incontrai in città,
insieme a un po’ di soldi.
Ti
chiederai perché ti sto raccontando questi fatti, ma la risposta è semplice.
Voglio che tu trovi uno dei tuoi fratelli, Eragon, e se possibile anche l’altro,
Murthag, per ricostruire finalmente la
famiglia.
Ti
voglio bene, anche se non ci vedremo
mai.
Tua madre Selena
Erith lesse la lettera tre volte, sempre più incredula di quello che era
successo quel giorno. Una sola scese dai suoi bellissimi occhi
azzurri.
E così ho due
fratelli. Pensò
la ragazza.Il nome di uno dei due mi sembra di averlo già sentito,
ma non so dove e
quando.
-Madre…- disse infine ritornando alla realtà.-Grazie per tutti questi
anni di felicità in cui mi avete cresciuta e accudita. Ma ho deciso di partire
per cercare i miei due fratelli, Eragon e Murthag, che secondo mia madre Selena
abitano uno a Carvahall e l’altro nella
capitale.-
-Tesoro ho sentito bene?- disse il padre incredulo di quello che aveva
appena sentito.- Hai detto tuo fratello
Eragon?-
-Si perch...- ma non finì la frase che ebbe un’illuminazione. Ma si! Ecco dove avevo già sentito quel nome! Deve
essere per forza Eragon ammazzaspettri, l’unico cavaliere che in tutta
l’Alagaesia non è sotto il controllo del re ma bensì dei Varden.
L’ultima volta che aveva sentito delle sue imprese era successo proprio
quella mattina, quando le avevano raccontato di una battaglia che si era appena
conclusa nelle pianure ardenti,
situate lungo il corso del fiume
Jiet.
-Madre, padre, domani partirò per le pianure ardenti alla ricerca di mio
fratello. Vi prego datemi la vostra benedizione.- disse con convinzione
Erith.
I due non poterono che dargliela, insieme ad un sacchetto di monete che
17 anni prima Selena affidò loro.
p>
scusate se prima non usavo l'HTML, ma il mio pc era lento a scaricarlo...ora però lo uso!
grazie x i commenti!!!! |
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Capitolo 4 *** fratelli ***
fratelli
Fratelli
Il giorno dopo, Erith si
preparò per partire ed era già sulla soglia di casa che suo padre la
chiamò.
- Erith, figlia mia, stai
attenta. Molti pericoli incombono di questi tempi; quando passerai per Cithrì,
fermati a casa di mio fratello Torim per riposare. Abita in una gran villa,
perché qualche anno fa era un famoso messaggero, che aiutava spesso i
Varden.-
-Certo padre. Vi vorrò
sempre bene come dei genitori, ricordatelo- e dette queste parole, la ragazza si
preparò ad uscire.
Passò davanti ad uno
stalliere e decise di spendere i suoi soldi per un buon
cavallo.
-Buongiorno signorina.- le
fece lo stalliere-desideri comprare un cavallo?-
-Si. Ma devo intraprendere
un lungo viaggio, perciò ne vorrei uno che sappia resistere a lungo e che sia
molto veloce-
- Gurada sei proprio
fortunata. E’ arrivato da poco questo stallone, si chiama Tormac ed è in ottima
forma. Ma il costo è alto.-
La giovane ci pensò un
attimo ma infine accettò. Con il suo nuovo cavallo si preparò ad uscire dalla
città, diretta alle pianure Ardenti.
A diverse leghe di distanza
Eragon si precipitò nella stanza di Nasuada. Aveva chiesto di vedere anche Arya
e suo cugino Roran, per comunicare la bella
notizia.
-Mia signora. Arya
svit-kona - disse Eragon in modo formale- ho una notizia importante da
comunicarvi..-
-Dicci cavaliere!- disse
Nasuada
- Poco fa sono venuto a
conoscenza della mia vera paternità.- iniziò Eragon un po’ insicuro, ma vedendo
che i volti dei presenti si stavano illuminando, riprese con maggiore
sicurezza.-Jeod il commerciante mi ha fornito la prova certa che mio padre non
era Morzan il rinnegato, ma bensì Brom.-
-Eragon ne sei sicuro? Come
hai detto tu stesso, Murthag ti disse che tu eri il figlio minore di Morzan
anche nell’antica lingua. Non può aver mentito.- disse Arya ancora incredula di
ciò che aveva appena udito.
-Io penso che lui sia
riuscito a dirlo perché credeva che fosse la verità. Sono certo che neanche
Galbatorix sia al corrente di ciò.-
-Quindi non sei figlio di
Morzan.- disse Nasuada.-Sono felice per te. Credo che questo ti abbia lasciato
il cuore più leggero. Ma non era solo di questo che volevi parlarci, non è
così?-
-Infatti. Saphira ha avuto
un’idea. Potrei scrivere una lettera a Murthag per spiegarli ciò che ho scoperto
e vedere se, in effetti, è stato obbligato a tradire i Varden. Così non avrà
modo di tradire il re, poiché non saremo faccia a faccia.- disse Eragon
emozionato, trepidante all’idea di parlare con Murthag, anche se una parte di
lui avrebbe voluto ucciderlo.
- Eragon è una notizia
magnifica! Non ho pensato neanche io a quest’eventualità.- disse entusiasta
Nasuada.
- Il problema.- spiegò
Eragon - E’ trovare il messaggero-
-Nessun problema. Ce né uno
qui nel Surda, nella città di Cithrì, che è il più efficiente che conosco. E’
solo grazie a lui che nel corso degli anni siamo riusciti a comunicare con Brom.
Il suo nome è Torim.-
-Cithrì, non sono mai stato
in questa città…Saphira tu che ne pensi?Secondo te è la direzione
giusta?
-Io dico che è perfetta.
Pensa alla distanza che Torim ha affrontato dal Farthen Dur a Carvahall. E non
ha mai fallito un compito!
-Hai ragione. Allora è
deciso. Domani si parte per Cithrì!
-Mia signora, io e Saphira
abbiamo deciso di partire per Cithrì, domani. Vorremo il suo consenso- disse
Eragon
-Certo, nessun problema. La
cosa più utile adesso è trovare nuovi alleati, e il modo migliore per farlo è
avere un altro cavaliere dalla nostra parte.- rispose
Nasuada.
A quel punto Eragon li
salutò e uscì con Roran, che per tutta la conversazione non aveva
parlato.
-Eragon.- disse a un
tratto.- Forse non te lo ricordi, ma io e te dobbiamo salvare
Katrina.-
-Non ti preoccupare.-
rispose calmo il giovane.-Dopo questo viaggio partiremo per andare a
Dras-Leona-
Il giorno dopo si preparò
per affrontare il viaggio, che sarebbe stato breve grazie a
Saphira.
Era già da tre giorni che
Erith era in viaggio, e stranamente non aveva ancora trovato ostacoli. Quella
sera arrivò in vista della città di Citrhì, dove sarebbe stata ospitata dallo
zio.
Entrata nelle mura, chiese
agli abitanti dove si trovava la casa di Torim il messaggero e i paesani le
indicarono una gran casa non distante da dove si trovava
lei.
Appena arrivò vicino
all’enorme villa, un uomo uscì sbattendo la porta. Non si fece intimorire e
bussò.
-Si? Posso aiutarti?- disse
una donna da dietro la porta.
-Credo di si. Sto cercando
Torim il messaggero, sono sua nipote Erith.-rispose la
ragazza.
Dopo aver pronunciato
quelle parole la porta si spalancò mostrando una giovane donna dai capelli
corvini, che la fece entrare in casa.-Io sono Giutly, la figlia di
Torim.-
-Piacere, io sono Erith. E’
da parecchi giorni che non dormo decentemente e mio padre mi ha detto che sarei
potuta venire a riposare qui.-
-Ma certo! Abbiamo spazio
in abbondanza!- disse un uomo, che poco dopo si piazzò davanti a Erith. Era alto
e, come la figlia, aveva una massa di capelli
corvini.
-Tu devi essere Erith. Mio
fratello mi ha parlato di te. Prego accomodati.-
-Grazie- rispose la
ragazza. Si ricordava vagamente di quell’uomo, poiché lo aveva conosciuto solo
quando aveva qualche anno.
-Zio- disse Erith dopo una
lunga chiacchierata.-Sono molto stanca e vorrei tanto poter farmi una bella
dormita.
-Ma certo. Giutly ti
accompagnerà nella tua stanza.- rispose lo zio.
- Grazie.-. Così si avviò
insieme alla cugina su per le scale, fino a una grande stanza dove avrebbe
dovuto dormire.
-Grazie cugina.- disse la
ragazza.-Sono felice di averti conosciuta.
-Anch’io- rispose Giutly e
con questo la salutò.
Erith si sdraiò sul letto,
esausta. Era solo da tre giorni che era partita e le mancavano già i suoi
genitori.
Eppure fra qualche giorno
conoscerò mio fratello…Non ci credo ancora. Allora anche io sarò un
cavaliere?
E con questa domanda per la
testa si addormentò.
Quella notte sognò una
pietra smeraldina, adagiata su un piedistallo marmoreo. La luce si rifletteva
sulla sua superfice, delineandone e raffinandone il
colore.
Appena Erith fece un passo
la pietra emise uno stridio, poi iniziò a vibrare costantemente. Più la ragazza
si avvicinava, più la pietra vibrava e gridava; appena la toccò, cessò ogni
rumore e movimento. Pochi secondi dopo comparve una crepa, che piano piano si
moltiplicò rovinando la bella supefice smeraldina; Erith si chinò affascinata e
dal piccolo foro che si era formato sbucò una piccola testolina verde scuro. La
giovane tese la mano per accarezzare quello che, per quanto ne sapeva lei, era
un cucciolo di drago; appena la sua mano entrò a contatto con la pelle squamosa
del draghetto, sentì una scossa di energia scorrerle su per la mano destra, dove
poco dopo si formò un simbolo argenteo.
Erith si svegliò ansante,
senza sapere il significato di quel sogno.
Eragon e Saphira si
trovavano a poche ore di distanza da Cithrì. Era tarda mattinata, e sarebbero
arrivati in città prima di mezzogiorno.
Appena si trovarono su di
essa, Eragon chiese a Saphira di lasciarlo davanti alle mura, perché lei non
sarebbe riuscita a entrare nelle piccole strade della cittadina. La dragonessa
accettò con riluttanza.
-Sono
arrivato.-le disse mentalmente Eragon quando si trovò davanti alla casa del
messaggero.
Bussò alla porta e un uomo
dai capelli corvini l’aprì.-Posso esserti utile?-
disse
-Si. Sto cercanto Torim il
messaggiero.-
-Sono io, c’è qualche
problema?-chiese Torim.
-No, sono venuto a
chiederti un servigio. Il mio nome è Eragon ammazzaspettri, figlio di
Brom.-rispose Eragon.
Torim fece una faccia
stupita, ma poi con un gran sorriso lo fece
entrare.
-Venite andiamo in
soggiorno, abbiamo tanto di cui discuttere. In casa ci sono mia figlia Giutly e
mia nipote Erith, ma credo che non ci
disturberanno.-
L’uomo lo accompagnò in una
grande stanza accogliente, dove era acceso un maestoso camino, vicino al quale
era seduta una ragazza, intenta a osservare la sua mano destra, che coprì
accuratamente quando Eragon e Torim entrarono.
- Erith, ho degli affari da
sbrigare. Non è che potresti uscire…-chiese con gentilezza alla
nipote.
-Ma certo zio.- rispose
Erith con un grande sorriso, che a Eragon ricordò qualcosa di familiare, anche
se non sapeva esattamente cosa.
Poi la ragazza si voltò
verso di lui e disse.-Piacere di conoscerti. Io sono Erith.- disse
lei.
- Piacere mio Erith. Io
sono Eragon Ammazzaspettri.-
A quelle parole Erith
sgranò gli occhi.-E…Eragon il cavaliere?- chiese ancora stupita vedendo il
fratello che stava cercando davanti ai suoi occhi.
-Si. C’è qualche problema?-
rispose Eragon preoccupato, notando gli occhi azzurri di Erith diventare lucidi.
La ragazza iniziò a
piangere dalla gioia e, cercando di trattenere le lacrime, gli protese una
lettera, la stessa che aveva letto pochi giorni
prima.
Dopo parecchi minuti il
ragazzo alzò lo sguardo verso di lei, per osservarla meglio, e si accorse che
possedevano alcuni caratteri somatici uguali. Entrambi avevano gli occhi celesti
e, nonostante le lacrime costanti che rigavano il volto della ragazza, il loro
viso aveva qualche uguaglianza, anche se lei era praticamente identica a
Brom.
-Quindi tu sei…mia
sorella?-
-Si…-
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Capitolo 5 *** sogni e raltà ***
SOGNI E
REALTA'
Adesso capiva. Selena
doveva essere rimasta incina dopo essere partita da Carvahall. Aquel punto Torim
si congedò e lasciò soli nella stanza fratello e
sorella.
-Però- disse
Saphira nella sua mente.-C'è una nota positiva in tutto questo; oltre a
Murthag hai anche una sorella!-
-Hai
ragione- concluse Eragon, dopodichè si
rivolse a Erith, che cercava di Trattenere le copiose
lacrime.
-Sorella, sono felice
di averti conosciuta. Come ben sai sono un cavaliere, quindi la tua vita sarà
più in pericolo della mia quando Galbatorix verrà a conoscenza della tua
esistenza. Perciò ti chiedo di restare nel Surda, dove sarai al
sicuro.-
Dopo quelle parole
Erith sorrise maliziosamente, provocando a eragon un tuffo al cuore: aveva la
stassa espressione di Brom.
-Bel discorsetto, non
c'è che dire fratello. Forse pensi che io me ne starò in disparte, da brava
bambina, lasciando a te tutto il divertimento? Eh no fratellone!- e sottolineò
quest'ultima parola.- Troppo facile così. Voglio partecipare
anch'io!-
Eragon rimase a bocca
aperta per lo stupore. Poi Saphira gli disse, con una nota di sarcasmo nella
voce -Eragon, questa è veramente
tua sorella! Siete tutti e due cocciuti come la roccia
fusa!-
Infine le chiese
-Perchè sai usare la spada?- Erith sorrise ancora e lo portò nella sua stanza
per mostrargli Adel'mors, che con tutto il fodero posò sul letto. Poi fece per
sguainarla, ma si accorse che qualcosa non andava: Adel'mors aveva uno smeraldo
incastonato nell'elsa e la lama era verde metallizzato. Eragon si stupì nel
vedere la spada della sorella, senza fare a meno di chiedersi dove l'avesse
comprata e, ancora più importante, chi l'aveva
forgiata.
Anche la ragazza
sembrava stupita e disse senza togliere lo sguardo dalla lama- Eragon, la mia
spada prima non era così- cercò le parole adatte- appariscente. Forse è stato il
sogno di ieri notte...-
Senzavolere Erith aveva
suscitato l'interesse di Eragon- Quale? dimmi pure, abbiamo tanto tempo davanti
a noi...-
La giovane alzò lo
sguardo sul fratello, poi sospirò e gli raccontò della pietra verde, della
strana creatura che assomigliava a un drago uscita da essa e della carica
d'energia che l'aveva colpita, quando aveva accarezzato il drago.-Dopodichè mi
sono svegliata con questo simbolo argenteo sulla mano.- così dicendo si tolse il
guanto che copriva la mano destra e glielo
mostrò.
Eragon rimase
sbigottito a quella vista: davanti a lui, sulla mano di Erith, sua sorellla,
figlia di Brom, brillava il Gedwey Ignasia.
-Saphira!- disse
Eragon mentalmente alla dragonessa.-Erith è un cavaliere! ma com'è possibile,
il suo drago lo ha solo sognato!-
-Non lo so neanche io,
Eragon... Adesso la cosa più importante è trovare il cucciolo, che sicuramente
si trova a Uru^Baen.-
-Credi che Galbatorix
si sia già accorto della schiusura dell'ultimo uovo?
-Non penso, ma potrebbe
anche scoprirlo.-
-Prima però dovremmo
avvertire Nasuada, Arya e Oromis della presenza di un nuovo cavaliere.
-Eragon! ti sei
dimenticato della persona più importante che lo deve sapere. Erith! in fondo è
lei il cavaliere.
-Hai ragione. E'
ancora difficile eccettare la presenza di una sorella- poi vide che Erith lo stava fissando
preoccupata.
-Eragon che cos'hai? E' da dieci minuti che sei lì
imbambolato- disse vedendo una reazione da parte del fratello.-Scusa, stavo
parlando con Saphira...- rispose lui
tranquillizzandola.
-Cosa?- chiese Erith
senza capire cosa stesse dicendo il fratello. Eragon sorrise-La mia dragonessa.
Sai possiamo parlare mentalmente.- disse ridendo, poi assunse un'aria seria e
aggiunse.- Erith, per quello che mi hai raccontato, sembra che tu sei il nuovo
cavaliere dei draghi e quello che hai visto nascere è il tuo. Il problema adesso
è che non sappiamoo dove si trovi; mi hai raccontato di una stanza poco
illuminata, probabilmente sarà a Uru^Baen.- Erith era sbigottita.Allora sono
un cavaliere...
-Ma ne sei sicuro? Era
solo un sogno poi!- disse incredula
Una voce dolce e
rassicurante le rispose nella mente.-Ciao Erith, sono
Saphira.-
-Come fai a
parlarmi?
-Semplicissimo. Tu sei
la sorella di Eragon, così non mi faccio tanti problemi a conversare con te.
Tralasciando queste cose. Erith, da oggi in poi sei un cavaliere. Non so neanche
io com'è successo, ma di una cosa sono sicura: il tuo drago è in
pericolo.
-Allora Eragon non
stava scherzando! Sono davvero un
cavaliere!
-Certo
cara
-Ma allora perchè non
posso parlare con il mio drago come faccio con
te?
-Perchè è ancora
piccolo. Dovresti pensare a un nome da
dargli...
Poi Erith tornò alla
realtà, sentendosi chiamare dal fratello.-Vedo che l'hai conosciuta. Bene ora
tocca a me dirti una cosa importante. D'ora in poi sarai in grado di usare la
magia.-
-Davvero? E...- ma non
finì la frase che Eragon la interruppe.
-Erith, aspetta a fare
le domande, ho ancora un altra cosa da dirti...- iniziò Eragon- Come scritto
nella lettera di nostra madre, abbiamo un altro fratello, Murthag. Vedi, il
fatto è che io già lo conoscevo...- e gli raccontò tutto quello che era successo
dal primo incontro con Murthag e la sua terribile rivelazione, che però si era
dimostrata sbagliata.
-Quindi nostro fratello
è al servizio del re?- chiese stupita la ragazza. Eragon aggrottò la fronte e
rispose- Questo è il problema. Io Murthag lo conosco, non mi avrebbe mai tradito
se non fosse stato obbligato dal re. Avevamo deciso di spedirgli una lettera,
che poi tuo zio gli avrebbe recapitato...ma date le circostanze non credo che
sia un'ottima idea.-
Calò un interminabile
silenzio, che fu poi spezzato da Erith.- Ma lui ha detto che il re lo avrebbe
fatto giurare di ucciderti... quindi se vado io e gli spiego la situazione non
ci saranno problemi. In fondo è anche mio fratello e muoi dalla voglia di
conoscerlo.-
Eragon stava per
replicare quando la ragazza lo fissò con durezza, come se aspettasse una sola
parola per attaccare, così decise di annuire.- Bene. Allora è deciso. Prima di
tutto domani andremo a Aberon, dove conoscerai Nasuada, il capo dei Verden, e
Arya, l'ambasciatrice degli elfi- poi guardò il sole che tramontava, oltre la
finestra, e aggiunse- E' tardi, meglio se andiamo a riposare- gli baciò la
fronte affettuosamente e si diresse verso l'uscita della stanza, lasciando Erith
e i suoi pensieri vorticare per la stanza.
-Cavaliere... che
strana sensazione però! Saphira ha detto di pensare a un nome per il mio
drago...- pensò per molto tempo -Era
verde smeraldo...ma si! lo chiamerò
Emerald!-
Una voce le rispose,
entrando nella sua mente.
-Bel
nome!-era Saphira.-lo comunicherò
anche a Eragon. Buona notte Erith.
-Buona notte anche a te
Saphira.
E con quest'ultima
affermazione si abbandonò ad un sonno
profondo.
Quella notte sognò
ancora la stanza umida e poco illuminata, dove il giorno prima si era schiuso
l'uovo di Emerald. Il cucciolo era disteso vicino al piedistallo marmoreo,
addormentato. Appena sentì Erith che si avvicinava si svegliò, felice di vedere
il suo cavaliere. La ragazza percepì la sua felicità. Emerald mugolò dei piccoli
versi, come per dire che gli era mancata.
Si sedette accanto a
lui e lo coccolò per un po', felice di essere lì. Gli raccontò della comparsa di
Eragon nella sua vita, di Saphira, di tutto quello che le avevano raccontato.
Poi gli chese se gli piaceva il nome che aveva scelto per lui. Sembrò che il
draghetto apprezzasse la sua scelta, così Emerald venne battezzato. Passarono
tutta la notte insieme, durante la quale Erith cercò di insegnarli a parlare, ma
l'unica cosa che riuscì a ottenere fu un debole
"Erith".
Appena le deboli luci
dell'alba entrarono nella stanza, Erith capì che a momenti si sarebbe svegliata,
così gli chiese di farsi sentire, durante la giornata, perchè altrimenti le
sarebbe mancato troppo. Lo accarezzò dolcemente per un'ultima volta, dopodichè
si svegliò di soprassalto nella sua stanza a Cithrì, felice di essere un
cavaliere.
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Capitolo 6 *** verità fra fratelli ***
il mont utgard
Voglio ringraziare tutti per i
vostri commenti. Ho ancora molti capitoli da mettere, spero che vi piaccia come
ho deciso di continuare la fan fiction, e soprattutto le mie scelte!!! Cmq Erith
ha la stessa età di Eragon, forse poco meno di un anno di
differenza...
ancora una cosa...W il
dolce murty e a morte Eragon il demente....scusate ma ho un profondo odio x lui,
quindi nella mia storia soffrirà un po'....
Verità fra fratelli
Qualche ora dopo Erith si era già infilata l'armatura e
pensando a Emerald si sentì felice. Stava scendendo giù in salotto quando notò
che Eragon parlava con suo zio Torim. Le loro voci si sentivano anche dalle
scale.
-...Quindi partirete fra poco?-
-Si...dobbiamo andare a Aberon da
Nasuada.-
-Ah, la figlia di Ajihad. Avevo sentito delle notizie
riguardo la sua morte...-
-Si, è avvenuta circa sei mesi fa. Lasciamo da parte
questi spiacevoli argomenti; ieri, quando sono arrivato a casa tua, ti volevo
chiedere un lavoro di urgente importanza.- poi le voci si fecero dei sussurri
che la giovane non riuscì a decifrare. Poi la voce del fratello tornò
normale-...ne saresti in grado?-
-Certo, ho affrontato delle missioni peggiori. Ah,
adesso che mi ricordo, mi è sembrato di capire che tu e mia nipote siate figli
di Brom, non è così?-
-Si, perchè me lo domandi?-
- Il fatto è che diciassette anni fa una donna di nome
Selena mi diede una lettera da consegnargli; soltanto che non ci riuscii. Essa
si trova sulla vetta del monte Utgard. Mi ricordo benissimo la preoccupazione
che aveva la donna quando me la consegnò. Doveva essere di grande
importanza.-
-Grazie Torim, andrò a cercarla il più presto
possibile.-
A quel punto Erith decise di scendere e, dopo aver
legato Adel'mors alla cinta, si recò giù nella sala. -Eragon allora andiamo?-
chese sbadigliando.
-Si.- Così dicendo i due fratelli salutarono Torim e
uscirono dalla casa; attraversarono la città e uscirono dalle mura, dove li
aspettava Saphira. Erith si stupì nel vedere la dragonessa, perchè non ne aveva
mai vista una, così le girò intorno per un paio di volte prima di essere sicura
che non fosse un sogno.
-carina- disse
saphira nella mente del suo cavaliere -vi assomigliate
molto-
-dici? comunque durante le soste del viaggio dovrò
insegnarle qualche rudimentto di magia. Mi sembra come un
sogno.-
-Piccolo mio. Hai preso il posto di Brom come maestro,
per Erith-
-Hai ragione-concluse infine.
Detto qusto Eragon si rivolse a Erith.-Vieggieremo su
Saphira, se non hai nmiente in contrario.- rivolse lo sguardo allo stallone, che
aveva un non so cosa di familiare, e aggiunse-Dovrai vendere il tuo
cavallo.-Anche la giovane fisso l'animale.-No. non venderò Tormac, mi ci sono
affezzionata- Eragon non battè ciglio, anche se era milto
stupito.
il cavallo di murthag...Chissà come come lo ha
avuto...non può essere una coincidenza...
-Va bene, allora tu andrai a cavallo mentre io
volerò con Saphira-.Così salirono
sulle proprie cavalcature e iniziarono il viaggio.
Durante questo periodo, Eragon le insegnava liste di
parole dell'antica lingua, come utilizzarle giustamente per la magia e ogni
sera, quando si accampavano, si allenavano con le spade. Il ragazzo era
contento, perchè aveva preso il posto di Brom come insegnante. Erith non era
paragonabile a lui con la spada, anche se qualche volta riusciva a colpirlo e a
procurargli diversi lividi.
Arrivarono in vista di Aberon in una settimana. Durante
il viaggio, ogni notte, Erith sognava Emerald e passavano la nottata insieme. La
ragazza non aveva accennato niente al fratello, per non farlo preoccupare, ma
poco prima di arrivare alla capitale del Surda si sentì prevadere dai sensi di
colpa e decise di riferirgli tutto.
-Erith! perchè non me lo hai detto subito? E'
importantissimo, anche se devo ammettere che non so come possa accadere.
Chiederemo spiegazioni a Arya, quando arriveremo a destinazione.- lo sguardo di
Eragon si perse nel vuoto dopo aver pronunciato quella famosa parola, Arya.
Il suo amore per lei non si era ancora onsumato e gli
ribolliva nel petto più che mai; sapeva benissimo che non sarebbe potuto
funzionare, lei aveva più di cent'anni, eppure non poteva dimenticarla. La
sorella si accorse che qualcosa non andava e si fece comprensiva.,- Tu provi
qualcosa per lei, non è così?-
-Eh? No ti sbagli io non...- poi vide che la ragazza
sorridewva e decise di confidarsi.-Si. Ma lei no. Gliel'ho dimostrato più volte,
ma lei mi risponde sempre nello stesso modo."Abbiamo troppa differenza di età e
ti distrarrei troppo dal tuo compito".- sbuffo e diventò d'un colpo triste.
Erith lo abbracciò affettuosamente.-Questo non significa che non provi niente
per te. Ha paura di distrarti troppo dal tuo compito di cavaliere. Può darsi che
soffra anche lei per questo...-
Arya stava passeggiando tra le mura del castello di re
Orrin. Aveva la solita aria impassibile, come se non provasse niente; ma non era
così.
Gli mancava troppo, come tutte quelle volte che partiva.
Per lei era più di un amco, anche se faceva credere il contrario. Lo aveva
respinto già due volte e non avrebbe esitato a farlo ancora, anche se sarebbe
stata male ancora. Eragon l'amava e non sapeva di essere ricambiato, ma non
avrebbe potuto funzionare; lei era troppo vecchia e lui troppo
giovane.
Aveva qesti pensieri per la mente quando fu raggiunta da
un ragazzino piuttosto basso.
-Lady Nasuada la manda a chiamare- disse diventando
tutto rosso.-L'aspetta nella sala dei ricevimenti-
-Grazie. Qual è il tuo nome?- chiese l'elfa.-Jarsha,
signora. Ero il messaggiero del cavaliere Eragon, quando eravamo nel Farthen
Dur.-
Il volto di arya rimase impassibile, ma dentro di se una
spada le trafiggieva il cuore. Eragon...Eragon...
-Piacere di conoscerti. Puoi andare ora- Jarsha fece un
breve inchino e se ne andò.
Perche? si
disse Perchè il tuo nome mi deve perseguitare? Perchè perchè perchè? Poi
si diresse verso la sala dove Nasuada la stava aspettando, ancora concentrata
sul giovane cavaliere.
Appena arrivò aprì la porta e si bloccò di colpo.
Insieme al capo dei Varden c'erano Eragon e una ragazza. Chi è? Non l'ho mai
vista; non è che...scacciò dalla mente quel terribile pensiero, anche se era
molto probabile. Eragon non sarebbe rimasto solo fino alla morte, lo sapeva fin
troppo bene, avrebbe trovato una donna che l'avrebbe amato, anche più di quanto
l'amasse lei.
-Eragon-elda- disse portandosi due dita alle
labbra.-Arya svit-kona- rispose lui allo stesso modo. Poi l'elfa aggiunse-Lady
nasuada, mi avete fatto chiamre e io sono venuta.-
-Si arya. Eragon è appena tornato da Cithri e ha portato
con se... ma lasciamo parlare lui.-
Eragon guardò Arya dritta negli occhi.- Quando sono
arrivato da Torim ho incontrato Erith- disse indicando la ragazza -Lei è mia
sorella.- concluse con semplicità e raccontò loro quello che era accaduto dalla
scoperta di avere una sorella e della schiusura dell'uovo nei
sogni.
Arya non disse una parola e continuò a fissare Erith
tutto il tempo, la quale sostenne lo sguardo senza paura. L'elfa era sollevata
nel venire a conoscenza che Erith non era la fidanzata di Eragon, e questo la
spaventò.
-...così Erith mi ha mostrato il gedwey ignasia.-
concluse Eragon, dopodichè la giovane mostrò il palmo hai presenti.
-Ogni notte sogno emerald, il mio drago, e la passiamo
insieme, fino a quando non sorge il sole. Sia io che Eragon non sappiamo
spiegarci questa cosa e pensavamo che tu avresti potuto aiutarci, Arya
svit-kona.- disse Erith, rivolgendosi a Arya, che dopo un lungo silenzio di
riflessione rispose.
-Non lo so. Che io sappia non è mai successo prima che
un drago nasca in un sogno.- poi disse con espressione impassibile a
Eragon.
-Hai consegnato la lettera a Torim?- il giovane sorrise,
senza sapere di provocare un altra fitta di dolore nel cuore di Arya. -Certo e
ho anche saputo qualcosa di più. Mia madre ne mandò una a Brom, che però non è
mai arrivata. Torim mi ha detto che il messaggio era molto importante e che lo
ha nascosto sul monte Utgard. Credo che sia di nostro diritto, mio e di Erith,
andarla a recuperare.-
Nasuada lo guardò per tutto il tempo e disse- Certo
cavaliere, ma ricordati che poi dovrai tornare a Ellesmera per i tuoi studi.-
Eragon sorrise nuovamente e le salutò, lasciando sole nella stanza le tre donne.
Nello stesso momento in cui la porta si chiuse alle sue spalle nasuada congedò
le due ragazze e si ritirò nelle sue stanze. Calò un lungo silenzio, spezzato da
Arya. -Allora sei la sorella di Eragon.- disse pensierosa-Vi assomigliate molto
fisicamente. Ti va di fare una passeggiata?- Erith la guardò dubbiosa. Fino a
poco fa mi guardava come se mi volesse uccidere e adesso vuole che facciamo un
giro! Aveva ragione su di lei Eragon, è proprio
strana.
-Va bene- disse infine sorridendo.
Si incamminarono per il parco, dove regnava la pace e si
sedettero sull'erba. Il vento scuoteva i capelli di Arya, nascondendole il
bellissimo volto; al contrario, Erith li aveva legati in una complicata treccia.
Fu Erith a iniziare la conversazione.- E' strano.- disse guardando il cielo
azzurro -fino a due settimane fa ero solo una ragazzina spensierata che lavorava
nella bottega dei suoi genitori. Poi di colpo mi sono ritrovata con due fratelli
e essere un cavaliere dei draghi.- Arya la guardò, capendo i suoi sentimenti.
-Dev'essere stato difficile abbandonare tutto.- disse soltanto. Era ancora
concentrata sull'argomento "Eragon". Erith sembrò capire quello che pensava.
-Anche la tua situazione non è per niente semplice. Ami chi non puoi amare,
eppure sarebbe così semplice dirgli tutto.- detto questo si alzò e la salutò,
lasciandola sola con i suoi pensieri.
Erith si diresse verso le stanze di Eragon. Ma solo dopo
aver vagato per un po' si accorse di non sapere dove fossero. Chiese a un paio
di persone di indicargliele, ma nessuno le sapeva rispondere, così decise di
andare da Saphira. quando arrivò da lei, vide Eragon che la stava accarezzando;
li corse incontro e gli chiese se si potevano allenare con le spade. Il giovane
sorrise e accettò. Si misero in posizione di combattimento e iniziarono la
lotta; Erith era molto migliorata, ma per Eragon non fu difficile disarmarla.
Quando la ragazza si ritrovò senza Adel'mors cadette in ginocchio sfinita.
Eragon le si sedette accanto.
-Ho parlato un po' con Arya, sai- disse lei con aria
divertita -era molto diversa da come me l'avevi descritta tu. Era piena di
tristezza, così le ho dato un consiglio...- ma no finì la frase che Eragon le
disse arrabbiato-Tu cosa?Ceho cosa le hai detto?!- sembrava furioso. Erith non
lo aveva mai visto così, ma rispose comunque.- Le ho solo detto di dire tutto
quello che pensava e chi pensava. Le ho letto in faccia quello che pensava, cosa
che terrò per me. Scusa se ti volevo aiutare!- detto questo fece se ne andò
offesa.
Eragon rimase lì, ancora arrabbiato per quello che aveva
fatto sua sorella.
-Mi conosce da solo una settimana! come si permette di
farmi questo?
-Eragon, sei stato ingiusto con lei. Voleva darti una
cianse con arya, anche se è stata piuttosto avventata. E' sempre tua
sorella!
-Hai ragione. Sai che quando sei parla di lei non
ragiono più...
A quel punto fu raggiunto da arya, che portava un
maglioncino di cotone che le ricopriva le forme snelle e un paio di pantaloni
neri di pelle. Non era la stessa: aveva il viso che esprimeva tiristezza e
imbarazzo contemporaneamente. Eragon ne fu preoccupato.
-Arya, cos'hai? E' la prima volta che ti vedo così-.le
chiese. Lei lo guardò e disse, come con crescente imbarazzo.-Eragon...vedi ho
parlato con tua sorella poco fa...-Eragon divenne ancora più arrabbiato nei
confronti di Erith.-Mi ha aperto gli occhi. Sei proprio fortunato ad avere una
sorella come lei...mi ha fatto capire una cosa importante- l'elfa si avvicinò al
ragazzo, che mentalmente chiese a Saphira di lasciarli soli. La dragonessa
sbuffò e con una nota di gelosia acconsentì e volò via.
Eragon si avvicinò a sua volta ad Arya, che continuò il
suo discorso-Io...- i loro volti erano sempre più vicini.-ho sbagliato, dopo
l'Agaetì Blodhren, dovevo dirti la verità- erano così vicini che il ragazzo
riusciva a vedere le sue guance diventare sempre più rosse.-Eragon io ti...- ma
non finì la frase che il cavaliere aveva appoggiato le labbra sulle sue.
Continuarono a baciarsi per molto tempo, finchè non arrivò la sera e dovettero
staccarsi.
Erano entrambi sconvolti per quello che era accaduto,
così si avviarono nelle loro stanze in silenzio. Appena arrivarono sulla soglia
della camera di Arya, Eragon le si avvicinò ancora e le diede un dolce bacio,
che però continuò dentro la stanza, fin sopra il letto. Eragon iniziò a
toglierle con calma il maglioncino di cotone, mentre lei gli sbottonava la
camicia. Completamente senza vestiti si abbraciarono per tutta la notte,
entrambi felici come non era mai successo.
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Capitolo 7 *** Il monte utgard ***
passato
Il monte
Utgard
Il mattino dopo Eragon si svegliò con arya
sul suo petto, ancora profondamente addormentata. Cercò Saphira con la mente, ma
si stupì nel notare che gli aveva chiuso la mente. Si alzò e iniziò a vestirsi,
confuso ma felice per quello che era accaduto la sera prima. Appena finì di
rimettersi la camicia, Arya si svegliò. Sembrava più spensierata che mai, cosa
che non accadeva da molto tempo. Si alzò e, senza fare caso alla sua nudità, si
diresse verso il bagno. Eragon spalancò la bocca, ammaliato de quel meraviglioso
corpo, che lo invitò a seguirlo. Non se lo fece ripetere due volte, si sfilò di
nuovo la camicia e andò in bagno, dove Arya si era immersa nella cavità che
serviva per lavarsi. Le bolle nascondevano il suo bellissimo corpo e Eragon lo voleva ancora tra le
braccia. Si spogliò e si immerse anche lui; l'elfa lo baciò con le sue morbide
labbra e gli concese ancora il suo amore. Dopo una mezzoretta vennero interrotti
dall'arrivo di Erith e Roran, che si bloccarono alla vista di quella scena.
Eragon e Arya non si acccorsero della loro presenza, finchè Erith non tosicchiò,
così i due si staccarono precipitosamente. -Ehmm...- disse Roran
imbarazzato-forse saremmo dovuti venire in un altro momento, comunque Nasuada vi
vuole vedere.-
Arya rispose, anch'essa in imbarazzo -Si
arriviamo, ehmm... subito.- detto questo i due uscirono e Arya svuotò la vasca
da bagno, per poi coprirsi con una candida asciugamano. Eragon fece la stessa
cosa e in poco più di cinque minuti erano pronti. Ogni volta che i loro sguardi
si incrociavano un sorriso affiorava sui loro
volti.
Entraron nella sala dei ricevimenti, dove
Saphira, Nasuada e Roran li stava aspettando. -Bene, vedo che siete arrivati,
finalmente- il suo tono era serio.
-Abbiamo deciso che tu e Erith dovrete
partire per il Monte Utgard oggi pomeriggio. Arriverete lì in una settimana,
cosicchè appena recupererete la lettera andrete a Dras Leona a salvare Katrina,
come è desiderio di Roran, poi ad Ellesmera dove continuerete il vostro
addestramento.Inoltre, quando sarete in viaggio, ci saranno le esequie di
Rothgar. So che dovresti partecipare, ma ho già avvisato i
capiclan.-
Eragon acconsentì, anche se questo voleva
dire separarsì ancora d Arya.-Va bene mia signora.- disse infine.
Poco dopo uscirono dalla sala e Eragon
riuscì finalmente a comunicare con Sahira.
-Saphira! finalmente riesco a parlarti,
perchè mi avevi chiuso la mente?
-Scusa, pensavo fosti ancora alle prese
con arya. Ti sei divertito questa notte, a quanto pare il suo tono ferì Eragon più di ogni altra
cosa.
-Cos'hai? Sei strana, anzi tu sei
gelosa!
-Io? no, impossibile, non sono mai gelosa.
Comunque vedi di scusarti con Erith.
-Prima però devo sistemare la situazione
con te. Finalmento ho vuto l'occasione di avere Arya e tu sei arrabbiata,
perchè?
-Ti dissi il motivo nel Farthen Dur, quando
parlasti con Trianna.
-Non è la stessa cosa! Io amo arya da
sempre, lo sai meglio di me!
-E' solo... non sono ancora preparata. Ti
ricordo che le emozioni che provi te le provo anche
io!
-E con questo? Allora quando tu avrai un
compagno cosa dovrò dire io?
Saphira ci pensò un attimo Hai ragione,
scusami piccolo mio.
-Di niente
dolcezza
Felice, andò dalla
sorella.
-Erith, mi dispiace per ieri- disse
guardandola e sorridendo. Lei ricambiò il sorriso-Non c'era bisogno delle scuse;
avevi ragione, sono stata troppo avventata. Ma almeno ho creato una nuova
coppia.-poi scoppiò in una leggera risata. -ora vai da lei, devi salutarla per
bene, prima di partire. Non la rivedrai più per un po'- Eragon annuì e si
incamminò verso la stanza di Arya. Vide che l'elfa stava piangendo leggere
lacrime.
-Arya, perchè piangi?- chiese il giovane.
Lei lo guardò e si asciugò le lacrime.-No...niente.- disse ma non riuscì più a
contenersi e scoppiò a piangere.- Non voglio lasciarti ancora. Ci rivedremo solo
tra tanto tempo; tu sarai a Ellesmera e io qui tra i Varden, le distanza è molta
e non ci potremo più vedere!-
-Hai ragione, ma la cosa è inevitabile. Ma
ti prometto che quando ci rivedremo, sarai più felice che mai.- così dicendo la
baciò e si dimostrarono il loro amore, per l'ultima volta prima di tanto
tempo.
Quel pomeriggio Eragon e Erith si
prepararono alla partenza. Saphira era prontae il sole si rifletteva sulle sue
squame azurre; la giovane salì prima del fratello, che stava salutando Arya.
-Allora è giunto il momento di salutarci- le disse dolcemente, lei lo guardò
triste-Sì. Promettimi che sarai attento.- Eragon sorrise -Wiolo ono- dopodichè
le diede un tenero bacio e salì sul dorso della dragonessa. Prima di spiccare il
volo Eragon disse- Ti amo, non scordartelo eh!-
Dopo una terribile settimana, passata tra
il freddo dell'inverno e gli allenamenti di Erith, arrivarono in vista del monte
Utgard verso sera. La prima a scorgerlo fu Saphira;
Siamo arrivati.
Hai ragione! E' già sera quindi ci
accamperemo sulla sua cima, ce la fai a portarci fin
là?
certo piccolo
mio!
Saphira li portò fino alla vetta in meno di
un'ora. La nebbia era in quantità enormi e non si riusciva a vedere niente a un
palmo dal naso. -Erith, prendi la mia mano, così non ci perderemno di vista!-
disse urlando il ragazzo. -Va bvene!- rispose lei nello stesso tono.
Eragon! non vedo niente!
Adesso provo a farla scomparire, ma mi
serve il tuo aiuto!
Va bene
piccolo
-Rakr, reisa!-urlò Eragon, sentendo che le
sue forze poco a poco lo stavano lasciando, ma la dragonessa arrivò in suo aiuto
appena in tempo. Grazie all'incantesimo aveva solleva to la nebbia di circa tre
metri, cosichè si riuscisse avedere.
La prima cosa che colpì eragon fu il
colore, o la sua assenza. L'unico presente e dominante era il grigio. La seconda
cosa fu invece l'ambiente circostante. Il ragazzo si ricordava perfettamene la
storia che Brom gli aveva raccontato, quando Vrael si nascose ferito e
Galbatorix lo inseguì per poi ucciderlo con un colpo sleale. Tutta quella storia
era successa proprio dove si trovavano loro. Erith vide una caverna non poco
distante da dove erano atterrati, così grande che avrebbe potuto ospitare una
mandria di drghi adulti. Il cavaliere capì le sue intenzioni e
annuì.
Quando entrtarono, la luce colpì i loro
occhi. Una pietra bianca si era materializzata. Eragon capì che era un uovo di
drago, e corse a recuperarlo, poi si accorse che un foglio ingiallito si trovava
sotto ad essa.-Erith, corri presto!C'è... ma non finì la frase che un branco di
urgali con i Ra'zac si erano avventati sulla sorella.-Eragon! scappa...- iniziò
lei, poi il buio.
Grazie a tutti per le
recensioni.
X fedetenera: Eragon
soffrirà fra un po' di capitoli.
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Capitolo 8 *** Uru'Baen ***
Uru'Baen
Uru'Baen
Erith si svegliò con un
gran malditesta. Si trovava in una cella umida e poco illuminata. Le doleva
tutto il corpo; cercò di utilizzare la magia per fuggire, ma si stupì nel non
ricordarsi le parole dell'antica lingua. In quell'istante entrò un soldato alto
e ripugnante, con diverse cicatrici sulla faccia.-Ti sei svegliata finalmente!-
la sua voce era fredda.-Adesso puoi dirmi perchè eri sul'Utgard con il
cavaliere.- erith sorrise beffarda.-Certamente no!- l'uomo arricciò il
labbro.-Bene, lo hai voluto tu! Guardie, l'olio di Seithr, subito!- l'uomo fu
raggiunto da un soldato, che gli consegnò un ampolla nera come la pece.-Ancora
una volta, perchè eri con il cavaliere?- la giovane non rispose, anzi gli sputò
in faccia, come segno di sfida.
La mano del comandante
aprì la boccettae fece scorrere sul corpo di Erith una sostanza che la bruciò.
La ragazza urlò dal dolore, sentendo i lamenti di Emerald nella sua
mente.
Murthag era seduto su
Castigo, nei giardini di Uru'Baen. Ripensava alla battaglia nelle pianure
ardenti, di come avva trattato male suo fratello. Poi la sua mente tornò ai
terribili giorni di prigionia. Era stato torturato per settimane, senza
successo, fino a quando l'uovo di castigo non si era schiuso. Da quel momento
aveva dovuto collaborare, o avrebbe dovuto sopportare la morte del suo drago.
Copiose lacrime scesero dai suoi occhi azzurri; Castigo capiva perfettamente
cosa provava.
-Hei predatore, non
piangere!
-Come potrei evitare?
ho trattato malissimo Eragon!
-Non potevi farne a
mento. Strano che Galbatorix non ti abbia fatto ancora
chiamare.
-Già...
Un soldato gli corse
incontro, portando una lettera tra le mani. -Argetlam, una lettera per lei.-
Murthag guardo l'uomo, stupitò. Chi poteva volergli scrivere?-Grazie, puoi
andare-
Aprì lòa lettera
curioso. Si accorse di conoscere perfettamente la scrittura, quella di chi non
si sarebbe mai aspettato di sentire. La lettera era di
Eragon.
Caro
Murthag,
Mi è difficile
scriverti questa lettera dopo la battaglia sulle pianure ardenti. Il tuo
atteggiamento mi ha ferito moltissimo, come anche la tua rivelazione. Ma la cosa
più strana è che ti sbagliavi: io non sono affattop il figlio di Morzan, ma
bensì di Brom. Ho scoperto la mia paternità da poco, da chi non poteva mentire. Ma un altra notizia
incombe; abbiamo un asorella.
Murthag si bloccò.Una
sorella? Riprese a leggere con agitazione.
Ache lei è figlia di
Brom, quindi ti lasciamo la terrinile paternità di Morzan. Ci sarebbe un'altra
cosa importante da dirti, ma non èp sicuro scriverla via lettera.
Ti voglio bene, per
quanto io possa
tuo fratello
Eragon
Murthag era sconvolto.
Non solo aveva scoperto di essere ancora l'unico figlio di Morzan, ma anche di
avere una sorella minore.
Ci mancava solo
questa.
Dai, predatore, non è
poi così male. Una sorella è sempre una sorella. Chissà chi
è...
Non intendevo questo.
Dicevo che non è bello venire a scoprire di essere ancora figlio unico di un
mostro come mio padre; prima pensavo di avere qualcun altro e adesso
invece...
Vai nella tua stanza,
potrai pensare meglio.
Va bene, grazie
Castigo. Ti voglio bene.
Anche io. E dammi la
lettera che la brucio.
Ok
Murthag consegnò la
lettera al drago, che con una leggera fiammata la ridusse in cenere. Poi si
diresse verso le sue stanze. Prima però volle andare a vedere la sua vecchia
cella, dove galbatorix lo torturava. Si stupì nel vedere che conteneva una
bellissima ragazza, svenuta probabilmente a causa delle diverse trture. Chiese
alle guardie di lasciarlo entrare ed esse acconsentirono per
paura.
Murthag si sentì
attratto come non mai da quella bellissima creatura, così decise di
curarla.-Waìse heill!- disse puntando la mano con il gedwey ignasia sulla ferità
più grave, che si curò all'istante. Procedette così per diversi minuti, fino a
quando la giovane non si svegliò. Erith era incuriosita da quel giovane ragazzo,
che con la magia l'aveva curata. Era molto carino, gli occhi azzurri però
emanavano un barlume di tristezza.
-Io..- iniziò senza
sapere cosa dire.-Grazie-.Murthag sorrise debolmente, prosciugato da ogni
energia.-Non era niente.- lei sorrise a sua volta, con gli occhi fissi su di
lui.-Il mio nome è ...-
-No! Non dirmi il tuo
nome, potrei metterti in pericolo.- disse lui. Erith allora annuì.-E come potrò chiamarti quando ti
vorrò rivedere?- lui era imbarazzato da quelle parole, ma rispose comunque anche
se sapeva di essere diventato completamente rosso in viso.- Ti verrò a trovare
io, ogni giorno dopo le torture.- detto questo la salutò e
uscì.
-E bravo murthag!
Fai breccia nel cuore delle ragazze ora?lo canzonò
Castigo.
-Era ferita, non potevo
lasciarla così!
-Si, va bene, dillo che
sei attratto da lei!
-Ok, hai vinto. Sono
attratto da lei ammise il
cavaliere
-Ahah! Allora avevo
ragione! Lo spietato predatore si è
innamorato!
-Hei non esageriamo! Ho
detto solo che è bella, anzi mi correggo, è
bellisima!
-Se lo dici
tu...
Murthag entrò nelle sue
stanze, felice di aver conosciuto quella misteriosa ragazza che lo aveva colpito
davvero tanto, più di Nasuada. Già, Nasuada. Gli era piaciuta dal primo momento
che l'aveva vista, ma adesso erano nemici; lei il capo dei Varden, lui il
cavaliere del re. Si era ormai arreso a quell'attrazione impossibile. Si
addormentò così.
Il mattino seguente,
Murthag si sveglò di soprassalto, consapevole di aver sognato quello che non
doveva: la ragazza della cella. Decise di sbrigare velocemente le faccende di
corte, poi di allenarsi un po' con Castigo per poi tornare da lei. Chissà se
l'avevano ancora torutrata, ma soprattutto
perchè.
Erith si svegliò, dopo
aver parlato tutta la notte con Emerald, emozionata dall'incontro con il
isterioso ragazzo che l'aveva curata. Quel giorno passò più velocemente di
quello prima, anche se le torture erano più intense e dolorose. Come era
successo la sera precedente, Murthag venne a trovarla e la curò. Parlarono
molto, senza però fare accenni al loro passato o ql motivo per cui si trovavano
nella capitale.
I giorni passarono,
seguiti dalle settimane. Una sera, come succedeva da un po', Murthag e Erith
stavano parlando animamente, quando si ritrovarono più vicini del solito. Il
giovane si avvicinò pericolosamente alla ragazza, che fece la stessa cosa.
Appena le loro labbra entrarono in contatto, un rumore eccheggiò nella cella,
facendoli scostare imbarazzati. Una guardia addormentata aveva fatto cadere la
spada. Murthag fece per riavvicinarsi quando Erith lo
bloccò.
-No. Prima voglio
sapere il tuo nome.- disse lei con decisione. Lui sospirò e disse guardando
Fuori dalla piccola finestra.-Se proprio insisti. Io sono Murthag, figlio del
rinnegato Morzan- parlò piano, cosicchè le parole che aveva appena pronunciate
venissero assorbite. Ma la reazione di Erith fu completamente diversa da quella
che si aspettava. Le scesero le lacrime dai suoi occhi azzurrissimi, poi dise
con calma.-Che stupida che sono.- Murthag era confuso, non capiva quello che
diceva.-Cosa?- lei lo guardò sorridendo debolmente.-Stavo per baciare mio
fratello-. Fu come una lancia nel cuore per
murthag.
Non può essere...allora
era di lei che Eragon parlava...
Oh
predatore...innamorato della sorella.
Già.
-Murthag-. lo stava
chiamando.-Devo dirti anche un altra cosa, che Eragon non t ha scritto nella sua
lettera-. Si pulì la mano con l'acqua, che poco a poco lasciò scoperto il gedwey
ignasia.-Sono anch'io un cavaliere-.
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Capitolo 9 *** il drago verde e il terzo cavaliere ***
Il drago verde e il terzo cavaliere
Grazie mille x le
recensioni!!!! Eh si, murty ha fatto proprio cilecca qst volta...E' proprio
sfigato, dai cm si fa ad innamorarsi della sorella??? Uff ci sn qua io, xk nn mi
vede???? Io nn ho il suo dna!!!
ah ma nn si sa
mai, k lo sa...potrrebbe essere ke...
Ops ma mi
sa k ho detto trp... Va bhe ekko un'altro capitolo...ankora
grazie!!!!
Il drago verde e il
terzo cavaliere
-Co...Cosa?Tu sei un...?- balbettò murthag incredulo. -Non posso dirtelo
così su due piedi, ma il mio drago è rinchiuso tra queste mura. Il suo uovo mi
si è schiuso in sogno e da allora ogni notte la passo con
lui.-
Il ragazzo era ancora più stupito.-Vieni-
le disse precipitosamente- Ti porto da lui-. La prese per la mano e la fece
uscire dalla cella; disse qualcosa alla guardia e la portò in una stanza poco
illuminata, dove ogni notte Erith sognava Emerald.
Murthag non poteva credere ai suoi occhi.
Vicino al piedistallo marmoreo c'erano frammenti di uovo verde e poco più in la
un drago di circa un mese, grande come un cavallo. La giovane corse dal suo
drago, che fece un piccolo ruggito di felcità. Murthag guardò la scena felice;
Erith si girò verso di lui con un bellissimo sorriso e lo abbracciò
affettuosamente, cosa che fece arrossire Murthag, consapevole che lei era sua
sorella.
-Murthag, ti ringrazio tantissimo.
Finalmente posso vedere Emerald nella realtà!-gli disse radiosamente.-Di niente.
Ma adesso dobbiamo escogitare un piano per la tua
fuga-
Eragon e Saphira erano arrivati ad Aberon
da circa una settimana. Durante la loro assenza Rothgar era stato seppellito e
avevano eletto come nuovo re Orik.
La dragonessa non gli aveva permesso di
andare a cercare Erith, così avevano deciso di tornare. La cosa più strana era
l'uovo bianco che aveva trovato; nessuno sapeva da dove proveniva. Non aveva
ancora letto la lettera di sua madre, voleva aspettare Erith. Aveva ricevuto una
risposta da Murthag, dove gli comunicava che Erith era in salvo a Uru'Baen e che
l'aveva fatta diventare la sua ancella; Eragon si sentiva meglio, così decise di
partire per Dras Leona con Roran, dove avrebbero salvato Katrina dal Ra'zac che
era sopravvissuto sull'Utgard. Arya voleva andare con loro, ma il cavaliere non
voleva che rischiasse la vita per una fatto personale; l'elfa aveva accettato
con riluttanza, anche perchè sarebbe dovuta partire per Ellesmera con l'uovo
bianco quello stesso giorno.
Erith si svegliò nella stanza di murthag.
Quella notte, per la prima volta, non aveva sognato Emerald; era felice, perchè
aveva ritrovato il fratello e il suo drago. La sera prima Murthag l'aveva fatta
diventare la sua ancella perconale, cosa che sarebbe servita molto perchè poco
dopo sarebbe dovuta scappare. Avevano organizzato tutto nei minimi dettagli e il
piano si sarebbe attuato a minuti. Il ragazzo si stava sciacquando il viso;
appena vide che la sorella si era svegliata sorrise e le porse una scodella di
latte. Erith lo bevve velcemente, affamata com'era, e recuperò quasi tutte le
forze.
-Pronta?- le chiese Murthag. Lei annuì e si
mise l'armatura che le aveva procurato. -Ma tu cosa farai? Resterai qui da
Galbatorix?- il sorriso svanì dal viso del giovane.-Devo, sono legato a lui da
un giuramento. Ma sbrighiamoci, o il piano salterà.- Uscirono dalla stanza e si
diressero verso l'uscita del castello senza problemi. Castigo era riuscito a far
uscire Emerald dalla stanza durante la notte, portandolo in una radura non poco
lontana, dove avrebbero dovuto incontrarsi. I due ragazzi presero dei cavalli
dalle stalle e al galoppo si diressero dai draghi. La loro differenza di età si
vedeva visibilmente: Castigo era tre volte più grande di Emerald, anche se erano
entrambi molto muscolosi.
-Buongiorno piccola le disse Emerald
nella mente
-Buongiorno! Hai conosciuto Castigo,
come ti sembra?
-E' tre vollte più grande di me ed è
molto orgoglioso; mi chiedo se anche Saphira sia così. Erith aveva capito la curiosità di Emerald nei confronti
della dragonessa di Eragon.
-Vedrai che ti
piacerà
-Speriamo
-Già, siete voi che dovrete fare tante
uova! Erith rise, facendo ruggire
Emerald. Murthag si voltò verso di loro. Era una bellissima scena vedere un
cavaliere e il suo drago che si inconravano dopo tanto tempo. Castigo gli disse
mentalmente.
-Hei predatore, smettila di
fissarla!
-Cosa io non... Murthag sentì una spece di grugnito provenire da
Castigo, come se stesse ridendo.
-Si si, se lo dici tu. Ricordati che è
tua sorella!
-Sono solo invidioso: loro sono così
liberi, mentre noi siamo in catene.
-Già, ma non dimentichiamoci che noi
siamo più forti sia di loro che di Eragone Saphira! Anche se la dragonessa era
davvero divina in battaglia...Adesso
toccava a Murthag ridere: a Castigo era piaciuta
Saphira.
-Eheheh! Non son l'unico innamorato!
Adesso tocca a te dire che sei attratto da
Saphira!
Castigo ruggì-Non è
vero!
-E invece si! Dai
ammettilo.
-Uff... va bene hai ragione. Ma il colore
delle sue squame avrebbe potuto incantare chiunque! E i suoi artigli!
-Si, va
bene.
-Murthag andiamo?- gli chiese Erith.-Va bene, ti porterò vicino alla
città di Furnost, poi dovrai proseguire da sola.- rispose Murthag, così salirono
su Castigo e iniziarono il volo. Per la giovane era la prima volta che volava e
le piaceva moltissimo. Non fecero soste e entro sera riuscirono a vedere le
prime luci di Furnost. Erith scese da Castigo seguita dal giovane. -Mi sa che ci
dobbiamo salutare- disse soltanto. La ragazza lo guardò triste e lo abbracciò
forte, come se non volesse lasciarlo.-Ci rincontreremo, te lo prometto Murthag.
Ti voglio bene- queste parole colpirono pesantemente nel cuore di
Murthag.-Anch'io ti voglio bene- e detto questo risalì su Castigo e se ne
andò.
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Capitolo 10 *** salvataggio ***
Salvataggio
Salvataggio
Erith rimase per un po' a fissare il cielo azzurro, dove
poco prima c'era Murthag.
Piccola, allora andiamo?
Si...Ce la fai a portarmi?
Certo! Sono grande abbastanza. Sali
dai.
La ragazza si sedette sulla schiena di Emarald, che
prese il volo all'istante.
In pochi giorni arrivarono a Aberon; Erith si avviò nel
palazzo di re Orrin e chiese di Nasuada. Ella si trovava nella sala delle
riunoni con il consiglio degli anziani; il cavaliere
entrò.
-Erith!- disse Nasuada.- Sei riuscita a fuggire! Ma
come...- non finì di parlare che Emerald entrò. I presenti sussultarono a quella
vista, ma Nasuada sorrideva.- Vedo che sei riuscita a trovarlo.- Il drago la
fissò negli occhi, curioso; era uno dei pochi umani che aveva mai visto. Nasuada
sostenne lo sguardo per un po', ma poi lo rivolse alla ragazza.-Lady Nasuada,
sono venuta a cercare mio fratello Eragon.-disse Erith. Il sorriso si inclinò
sul volto del capo dei Varden.- E' partito da un paio di giorni per Dras Leona
con Roran. Mi aveva chiesto di non farti partire, quando tu fossi tornata, ma
credo che tu debba andare.- -Si, partirò.-
Eragon e Roran stavano sorvolando le vette
dell'Helgrind. Non c'erano entrate e Roran era impaziente; doveva salvare
katrina, in quello stesso momento la stavano torturando, se lo sentiva. Il
cavaliere capiva il suo stato d'animo.
-Saphira, trovato niente?
-No piccolo.
-Ma ci deve essere un modo! Come fanno i lethrblaka a
entrare se no?
-Non lo s...
Saphira aveva urtato una parete con l'ala, che invece di
scontrarsi era stata risucchiata dalla roccia. Stupito Eragon le chiese di
entrare completamente; la dragonessa obbedì e con un balzo si immerse nella
parete rocciosa, che era un illusione ottica. Si trovavano in una grotta umida,
illuminata dalle poche torce presenti. Procedettero con cautela, per poi
trovarsi in un bivio.- Io vado di qua con Saphira- disse Eragon al cugino, che
lo guardò duro ma allo stasso tempo preoccupato.-Va bene, ma se trovi Katrina
chiamami subito!- e detto questo si separarono. Roran camminò per quelle che
sembrarono ore, per poi trovarsi in una stanza piena di celle; il ragazzo le
ispezionò una ad una, finchè non trovò quella desiderata. Katrina era lì,
svenuta con diverse ferite sul bellissimo viso; il ragazzo si precipitò da lei,
aprendo la porta a colpi di martello. La ragazza si svegliò, pensando che
l'avrebbero ancora torturata, ma si ritrovò a piangere vedendo il ragazzo amato
che la salvava.-Roran...- disse con voce flebile.-Amore mio, sono venuto a
salvarti. Con me c'è anche Eragon, non temere, quei mostri pagheranno per quello
che ti hanno fatto- rispose Roran dandole un dolce bacio sulle labbra
fredde.
Eragon trovò il Ra'zac che lo stava aspettando.-Sssalve
cavaliere! Vedo che sssiete venuto a trovarmi! La vossstra amichetta non c'è
più?-
Eragon strinse più forte la sua spada, per poi
avventarsi sul mostro. Il ra'zac parò il colpo difficilmente, sbalordito dalla
forza che aveva assunto il cavaliere. Continuarono a combattere per qualche
minuto, dopodichè arrivò anche il lethrblaka, sul quale salì il mostro che uscì
dall'Helgrind. Il cavaliere lo seguì a ruota salendo su Saphira. Vide Roran
che portava in braccio Katrina e si sentì meglio; scesero ai piedi del monte e
ricominciarono a combattere. Eragon si stava stancando, soprattutto per il colpo
alla spalla che aveva ricevuto, mentre il Ra'zac era ancora pieno di energie; lo
stava per colpire al cuore, quando una spada verde si insinuò tra i due. Era
Erith. -Vattene stupida!- le urlò il fratello. Lei lo guardò durissima, con uno
sguardo che il ragazzo non aveva mai visto.
E' maturata, speriamo che sia anche diventata più
forte.
Erith combattè con il Ra'zac e in venti minuti lo uccise
con un colpo al cuore. Stanca, si lasciò cadere a terra, ma venne presa
all'ultimo momento da Emerald, che era appena atterrato. Eragon e Roran
guardarono il drago verde con immenso stupore; lei raccontò di come aveva
conosciuto Murthag e come l'aveva aiutata a fuggire. Prepararono un giaciglio
per la notte, dopodichè mangiarono qualche cosa e si addormentarono, o almenmo
così fecero Roran e Katrina. -Non mi hai detto tutto, non è così?- le disse
Eragon, che aveva intutio quello che provava la sorella. Ella lo guardò per un
po' e decise di non rispondere.- Perchè non mi dici che lo stavi per baciare?-
disse il ragazzo con un tono ironico nella voce.- Io non...!- ma non rispose
perchè aveva capito quello che aveva fatto Eragon: le aveva letto la mente. Si
girò offesa e sotto le ali di Emerald si addormentò. Eragon pensò un po' a
quello che aveva scoperto e dopo aver provato a curarsi la ferita sulla spallla,
invano, si addormentò.
Ci mancava solo che Erith si innamorasse di
Murthag!
Non è colpa sua, non l'aveva mai visto prima e non
poteva sapere che era suo fratello.
Mah. Chissà lui cosa sta facendo
ora...
Grazie a tutti per le
recensioni...nell'ultimo capitolo vi ho parecchio incuriosito, ma vi assicuro
che presto i tasselli del puzzle si sistemeranno!!
AL PROXIMO
CAPITOLO!!!!kisskiss!!
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Capitolo 11 *** Il drago d'argento ***
Il drago d'argento
Il drago
d'argento
Murthag si addentrava
tra i corridoi del palazzo. Galbatorix lo aveva mandato a chiamare e il ragazzo
era preoccupato, perchè pensava che avesse scoperto della presenza di Erith.
Entrò nella sala del trono e si inchinò davanti al re.
-Alzati, Murthag- gli
disse.-Preparati a partire, dovrai andare a distruggere la città di Melian: gli
abitanti hanno aiutato i Varden dopo la battaglia delle pianure ardenti, devono
pagare...-
Murthag era sollevato,
ma non lo diede a vedere e mantrenne lo sguardo impassibile e crudele.-Va bene,
mio re.- così uscì e andò da Castigo, che stava mangiando una carcassa di
animale.
Almeno non ha scoperto
di Erith...
Già, siamo stati
fortunati
Però è strano che non
se ne sia accorto della mancanza del terzo
uovo
Sai che si era arreso
dopo che sono nato io, non si voleva
schiudere.
Hai ragione come
sempre. E' strano anche che non mi abbia fatto giurare di non risparmiare più
Eragon e Saphira...
Meglio così
no?
Si. C'è
bisogno di tante uova! Castigo lo guardò altezzoso e Murthag
rise.
Il giorno dopo partì
per la città di Melian, deciso a dimenticare la sorella che tanto lo aveva
colpito. Non aveva portato con se soldati, gli sarebbero stati solo di
intralcio.
Il mattino dopo, Eragon
aveva la spalla ferita decisamente gonfia e violacea.-Non possiamo viaggiare sui
draghi, siamo in troppi e il tuo braccio è ferito, dovremo usare i cavalli. Io
ho portato Tormac, ma ce ne serviranno degli altri.- disse Erith, attirando su
di sé gli sguardi di tutti.
-Hai ragione. Possiamo
andare a Dras Leona per comprarli.- disse Roran tenendo per mano Katrina. Eragon
ricordò quando con Brom fuggì dalla città.-No, l'impero ci sta cercando e in
tutte le strade sono attaccati dei cartelli con la nostra immagine, sarebbe
troppo pericoloso. Li chiamerò io con il pensiero- poi aggiunse - Sarà difficile
ma ci riuscirò- così si concentrò sugli animali circostanti e trovò tre cavalli
selvaggi che vagavano per la foresta vicino all'Helgrind.-Kvete Fricai, Eka
un Shur'Tughal aì weohnata néiat haina ono. Gata vanta.(salve amici, sono un
cavaliere e non vi farò del male, chiedo un passaggio)- disse nelle loro
menti e in poco più di venti minuti essi vennero da lui. I quattro ragazzi
salirono in groppa ai cavalli e partirono.
Dopo tre giorni di
viaggio, Murtagh arrivò in vista di Melian. La cosa che lo stupì di più fu
sentire la presenza di Tormac, il suo cavallo che non vedeva dalla battaglia nel
Farthen Dur, al quale era molto affezzionato. Lo chiamò con la mente e lo
stallone gli rispose felicemente con delle immagini di
assenso.
Erith sentì che Tormac
non rispondeva più ai suoi comandi e al galoppo la portò verso una radura, dove
era seduto Murtagh. Sbalordita, la ragazza scese da Tormac e corse incontro al
fratello, anche lui sorpreso dalla sua presenza.-Erith! ma cosa ci fai qui?- le
chiese dopo averla abbracciata, ma le parole gli morirono in bocca nel vedere
Eragon che arrivava. Castigo spalancò le fauci nel vedere
Saphira.
-Murtagh?- il giovane
cavaliere non poteva crederci. che cosa ci faceva lì? Non doveva essere a Uru'
Baen con il re? -Eragon!- gli scesero le lacrime dagli occhi. I tre fratelli si
abbracciarono, senza rendersi conto che Katrina e Roran erano andati a fare una
passeggiata, per lasciarli da soli. I tre draghi si scrutavano, soprattutto
Saphira e Castigo. Murthag se n'era accorto
-Castigo,
contienti!
-Guarda
che portamento, e che zanne! Il suo sguardo, il colore delle squame
e... continuò così
per un po', suscitando molte risate nell'animo di
Murtagh.
-Adesso che siamo qui
insieme, dovremo leggere questa.- disse dopo una lunga chiaccherata Eragon,
prendendo da una manica dell'armatura una lettera
ingiallita.
Insieme, i tre
cavalieri l'aprirono.
Caro
Brom,
Sono da poco partita da
Petr?via, dove è nata la nostra secondogenita, di nome Erith. E' una notizia
inaspettata, lo so, ma dovevo dirtelo per forza. L'ho lasciata da una coppia
senza figli della città, chiedendo loro di spiegarle tutto quando avrà 17 anni.
La cosa più importante, però, è un'altra. Mentre viaggiavo verso il Surda ho
trovato una pietra argentata, che dopo poco si è schiusa facendo uscire un
cucciolo di drago. Il mio drago. Si chiama Arget, e abbiamo programmato di
fuggire da Morzan. Mi fingerò malata gravemente, per poi scomparire; egli mi
metterà delle spie alle costole, come ha fatto fino ad adesso, ma riuscirò a
seminarle come ho sempre fatto. Ti chiedo solo di non andargli incontro, perchè
Morzan sta battendo tutta l'Alagaesia per trovarti e non voglio che tu
muoia.
Spero che il nostro
piccolo Eragon stia crescendo bene
Ti amo come non
mai
Tua
Selena
Appena finirono di
leggere, un drago argentato piombò nella radura, con sopra un cavaliere.
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