Life Bites di R e d_V a m p i r e (/viewuser.php?uid=99685)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 60. Senza Tempo ***
Capitolo 2: *** 83.Errore ***
Capitolo 3: *** 42. Freddo ***
Capitolo 4: *** 66. Libertà ***
Capitolo 1 *** 60. Senza Tempo ***
Popolo di
Roma EFP siamo qui riuniti per...per...
Niente, amici
e amiche che state leggendo questo piccolo delirio, so bene che questo
anime (e prima ancora otome
game) non è molto conosciuto. Il che
è un peccato visto che a parer mio merita. Tranne per la
protagonista, forse, che come tutte le eroine degli otome è
un pò svampita e con le stesse due espressioni facciali.
Però ho da dire in sua difesa che ogni tanto la cara Fel sa
diventare anche cazzuta. Che è già tanto per
un'eroina dei blablabla.
Dunque eccoci qua. Ho trovato per caso una tabella di 100 prompts. Ho
visto giusto giusto stamattina l'undicesimo episodio. Ed è
arrivato il lampo di genio (?).
Premetto che accetto le critiche, ma che non mi si venga a parlare di
coppie canon qui. Perchè sarebbe canon la
Felicitàx...tutti? Ma stiamo dando solo sfogo alla nostra
fantasia, su ragazzuoli! Quindi prendete pure i popcorn, se non siete
ancora scappati, e continuate a seguirmi se siete così pazzi
da farlo.
La mia sfida personale comincia adesso. Go, baby, go!
60. Senza Tempo
< Luca, Luca! >
Il ragazzino dai capelli
neri sobbalza, attento a non tagliarsi con le cesoie anche se ci va
vicino. Delle foglie volteggiano nell'aria, spaventate, mentre il
giovane giardiniere si volta a guardare il bambino che sembra essergli
spuntato al fianco dal nulla.
Strana
capacità, la sua, che un giorno gli costerà un
infarto, se lo sente.
< Debito! Avrei
potuto farmi male seriamente! >
Il piccola agita una mano
di fronte al viso, come a voler dare poca importanza alla cosa, gli
occhi dorati che sembrano essere stati attratti dalla rosa riversa a
terra, tagliata per sbaglio al brusco movimento dell'altro, recisa di
netto poco sotto la base, da quella che sembra una ferita obliqua da
cui sgorga come sangue l'appiccicosa linfa verde.
< E' colpa tua che
sei così imbranato >
Il ragazzo più
grande vorrebbe arrabbiarsi e rispondergli per le rime, ma il visetto
adorabile del piccolo lo fa desistere e sospirare.
< Allora...cosa
volevi? >
Il bambino dai capelli
chiari si è però chinato a recuperare il fiore a
terra e non lo ascolta. Lo prende delicatamente fra le mani, come a
chiedergli perdono per il dolore infertogli ingiustamente. Se mai una
pianta possa provarne.
< Debito... >
Sbuffa spazientito
l'altro.
Insomma non ha mica tutta
la giornata, e deve ancora terminare i suoi lavori.
< Luca >
Lo sguardo del bimbo
accarezza le rosa come fanno le sue dita che cercano delicatamente di
sistemare i rossi petali sgualciti, simili agli abiti che le ragazze di
Regalo sono solite indossare per le feste. Sono come seta, sotto il suo
tocco.
< Luca,
cos'è l'amore? >
Il giovane tutore rimane a guardare la sua signorina, sorpreso.
Questa domanda improvvisa lo ha spiazzato. Non se l'aspettava.
E' diviso fra la voglia di svenire e quella di mettersi a decantare le
virtù del sentimento che gli è stato chiesto di
spiegare.
Ma il viso di Felicità non sembra dirgli niente, come se non
fosse realmente interessata.
< Cos'è...l'amore? >
Luca china il capo di lato,
grattandosi la guancia con la mano che non tiene le grosse forbici,
riflettendo.
< Ecco,
come posso spiegare? >
Il bambino lo
guarda con occhi grandi carichi di aspettativa. Ne ha sentito parlare
da quelle stesse signorine che aspettavano i loro fidanzati ma non ha
capito. E' la stessa cosa che prova la mamma di Pace per loro tre? Ma
loro non sono i fidanzati della Signora!
Luca si
sofferma a guardare il fiore che il bimbo tiene ancora fra le mani.
< L'amore
è la tua rosa. La curi e vorresti proteggerla e la
guarderesti tutto il giorno. Fai in modo che cresca bella e
forte ma continui a prenderti cura di lei anche quando i petali
appassiscono e smettono di fare profumo. Perchè è
tua >
Un sorriso
imbarazzato.
< Credo
sia questo, l'amore >
Il ragazzo china il capo, riflettendo, mentre si gratta la punta del
naso.
Non capisce dove vuole arrivare la figlia di Mondo con questa domanda.
E perchè proprio a lui. O proprio ora.
Gli occhi del piccolo si fanno
brillanti mentre solleva il fiore che tiene delicatamente fra le mani a
coppa, per non rovinarlo ancora di più.
< Ohhhhhh! Allora
è questo! >
Luca rimane perplesso a
guardare il piccolo Debito correre via, sorridendo e agitando la mano.
Non lo capisce proprio, ma forse è meglio rimettersi a
lavoro.
< Luca? >
Quasi non sente la voce della ragazza. Il suo sguardo è
attirato verso l'angolo della stanza dove, seduto su una poltrona, il
giovane con la benda sull'occhio legge un vecchio libro.
Può scorgere qualcosa di un rosso sbiadito spuntare dalle
pagine e giurerebbe di poter sentire un lieve profumo, che forse
è solo nostalgia, impregnare l'aria anche se sa benissimo
che quella non possa far più alcun odore da tempo, ormai.
Non sa se lui stia ascoltando il discorso, ma non importa.
< Allora? >
Debito alza lo sguardo dal libro, sentendosi osservato, fissando
perplesso l'amico con il suo solito ghigno strafottente.
Non li ha sentiti.
Luca si volta verso la sua signorina e sorride mentre chiude gli occhi,
chinando il capo e portando una mano trasversale al petto, sul
cuore, in un accenno di inchino elegante e riverente.
Incurante della confusione negli occhi verdi della ragazza alle sue
parole.
< Beh, vede...l'amore
è una rosa >
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Capitolo 2 *** 83.Errore ***
83. Errore
«Luca
ne sei sicuro?»
Uno scambio di
sguardi mentre il giovane alchimista sorride, raggiante.
«Ma
certo!»
Il contraente
dell'Eremita modifica l'espressione scocciata in una smorfia, prima di
sgranare l'occhio dorato e spostarsi di tutta fretta da dove si trova,
afferrando l'amico per la collottola e trascinandolo via prima che la
vecchia auto li prenda in pieno.
«Ragazzi
tutto bene?!»
Luca chino a
terra allunga una mano verso il capo rosso che si è voltato
nella loro direzione, il rombo del motore ancora nelle orecchie.
«La
strada! Guardi la strada!»
Debito seduto
a terra scuote il capo, ancora scosso dal mancato incidente.
«Io
lo avevo detto che era una pessima idea insegnare a Bambina a guidare.
Non si dice forse donna al vola-»
«SPOSTATEVI
DA LI'!!!»
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Capitolo 3 *** 42. Freddo ***
42. Freddo
Quando era bambino e
visitava regolarmente quel laboratorio, lo sentiva ancora
più prepotente, perchè gli entrava nelle ossa e
gli accarezzava la pelle, distraendolo dal dolore degli esperimenti che
venivano con così tanta dovizia condotti su di lui, come sui
due amici.
Era
l'unica cosa a cui si aggrappava per non impazzire, mentre piangeva
disperato con i sussurri seducenti di quell'uomo nelle orecchie.
Non
avrebbe dovuto avere paura. Andava
tutto bene. Presto
sarebbe finito.
Promesse,
solo promesse.
Il
contraente della Luna è sempre stato bravo con le parole.
Capace di manipolarle a suo piacimento, risultando suadente qualsiasi
cosa dicesse, convincendo chiunque che avesse ragione. Per questo
è diventato il braccio sinistro del Papà della
Famiglia.
A
parer suo Mondo s'è fatto infinocchiare per
bene da quell'essere che tutto si può dire tranne sia umano.
Passi
il volerlo salvare dai Tarocchi e dal coma in cui inevitabilmente
finirà se continua così.
Ma
il fine non giustifica certo i mezzi.
E
quelli di Jolly sono tutt'altro che legali.
Lo
sguardo dorato si posa sulle fialette e i libri stipati ordinatamente
negli scaffali.
Non
lo sono mai
stati.
«E
così sei venuto da me, piccolo Debito»
La
voce di quell'uomo gli accarezza l'orecchio e gli fa salire un brivido
lungo la schiena, gelando la sua pelle.
L'odore
acre del fumo del suo sigaro gli stuzzica le narici, facendogli venir
voglia di strapparglielo dalle labbra e farglielo ingoiare.
«Mi
ci hanno costretto. Ordini di Dante»
Sventola
la lettera sigillata, prima di sbattergliela con forza sul petto e
voltarsi per andarsene.
Non
vuole passare in quel posto un secondo di più. L'ha fatto
solo perchè il capo della Intelligence l'ha minacciato di
mollarlo in pieno oceano se non avesse fatto quanto gli ha chiesto.
Ma
qualcosa gli impedisce di avanzare. Si sente come bloccato. Quasi come
quando Pace utilizza il suo potere arcana, impedendogli qualsiasi
movimento quando dà di matto e tira fuori le sue pistole per
compiere una carneficina.
Ma
non c'è nessuno a trattenerlo. Solo lo sguardo perforante di
quell'uomo, che brucia
come ghiaccio
dietro le lenti che lo nascondono.
Al
resto del mondo, forse. Ma non da lui.
«Scappi
ancora?»
La
domanda suona casuale, perdendosi nell'aria tra i fili evanescenti di
fumo che salgono verso l'alto.
Il
contraente dell'Eremita si irrigidisce, stringendo le mani in pugni.
«Io
non
scappo mai»
La
risata bassa e profonda dell'alchimista lo fa innervosire, tanto da
desiderare di poter mettere mano sotto la giacca, per tirar fuori le gemelle dalle loro
fondine. Ma non ci riesce.
E'
come se fosse stato congelato sul posto.
Per
un attimo pensa ad uno degli strani trucchetti dell'altro. Ma sa
già che non è Jolly a impedirgli di muoversi. Non
fisicamente, almeno.
«Strano. Mi pare tu
faccia sempre quello, invece»
Il
cuore di Debito pulsa forte nel petto, sente il sangue scorrergli
feroce nelle vene e la vista annebbiarsi, accecato dalla rabbia, quando
si volta e si getta senza pensare contro il suo nemico.
Buffo.
Un membro della Famiglia non dovrebbe essere considerato tale da un
altro membro.
Ma
l'odio è più forte di tutto.
Tossisce,
quando si ritrova a schiantarsi contro la libreria all'angolo, sentendo
il suono dei vetri infranti delle provette e il fruscio dei libri
caduti.
Jolly
è lì, altero e immobile. Indifferente, con quel
leggero sogghigno impalpabile come il fumo che gli aleggia attorno al
viso, dandogli un'inquieta aria mistica.
L'ha
deviato con una mano sola, che ancora riluce di fiamme blu.
«Sei
un piccolo
testardo, eh? Ma sei sempre stato così d i v e r t e n t
e»
Cade
in ginocchio il croupier, tossendo ancora e sentendo il sapore ferroso
del proprio sangue in bocca. Gli dà il voltastomaco.
Quasi
quanto il viso dell'alchimista, ora a un passo dal suo, dopo avergli
afferrato con forza i capelli per sollevargli il capo e costringerlo a
guardarlo.
Il
sorriso di Jolly è sottile come i fili di fumo che sfuggono
al mozzicone di sigaro fra le sue dita.
Già,
l'odio è più forte.
«Ba-bastardo»
«Che
bimbo carino...fa la nanna, adesso»
Un
colpo alla nuca. Il buio. Ancora il suo sorriso.
Un
brivido.
«Buona
notte, piccolo Debito»
Più
forte anche del freddo.
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Ed eccomi
tornata con un'altra coppia (?) strana ma che mi intriga. Ghghgh.
Ringrazio chi ha semplicemente letto e Grotesque che ha
commentato i precedenti capitoli e ha messo questa piccola (?) raccolta
fra le seguite. Mi fa piacere che in giro si trovino fan dell'Arcana,
molto piacere. E ancor più piacere che ciò che
leggi ti piaccia. Il mio ego ringrazia (xD). Comunque per risponderti,
certo, la raccolta non verte solo sulla coppia DebitoxLuca (anche se
devo ammettere sia la mia preferita, coff) e
soprattutto non solo sulle coppie ma anche sui rapporti di amicizia e i
singoli personaggi. Dipende tutto da ciò che madama Ispirazione
consegna nelle mie manine e ancor più nel mio testolino.
Detto questo, alla prossima puntata! (?)
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Capitolo 4 *** 66. Libertà ***
66.Libertà
- Ci sono certi
giorni in cui il contraente dell'Eremita vorrebbe lasciare Regalo.
- Perchè
c'è
qualcosa oltre l'isola dov'è nato e cresciuto. Qualcosa che
gli permetterebbe
di dimenticare tutto quanto.
- Certe volte,
la sera, si ritrova a passeggiare lungo il porto, osservando le navi
ormeggiate
della Intelligence e ripensando a Dante e Libertà. Loro due
hanno visto le
terre del nord, il leader della sezione anche molto di più.
Conoscono realtà
diverse. Possono viaggiare con la fantasia ripensando ai posti che
hanno
visitato e uscire da quella terra quando vogliono.
- Sono
senz'altro fortunati. Per carità lui non potrebbe mai
lavorare con qualcosa che
implichi il termine diplomazia. Se non fosse per Pace e Luca avrebbe
già raso
al suolo mezza isola per puro capriccio.
- E' facile
all'irritazione. Se qualcuno gli dà fastidio, lo fa fuori.
- O, almeno, ci
prova.
- < Tch
>
- La sensazione
di dondolare i piedi nel vuoto, sopra l'acqua, non è
più la stessa di quando
era bambino. E il suo sguardo si perde oltre l'orizzonte, verso quella
sottile
linea che parla di promesse e di nuove possibilità.
- La mano
destra, però, si stringe piano sopra la benda che copre
l'occhio, sentendo
l'ametista impiantata al suo posto bruciare. Non si ci
abituerà mai. Ma, allo
stesso tempo, è quello che gli permette di ricordare e di
alimentare il suo
odio.
- Perchè
il
capo della Coin è un uomo facile all'ira e il rancore. Se
qualcuno intralcia la
sua strada, non avrà vita lunga.
- Peccato che
l'unico che vorrebbe vedere contorcersi dal dolore con una pallottola
piantata
in fronte sia un...intoccabile. E' solo questo, si
ripete.
- Solo questo
che non gli permette di ammazzarlo con le sue stesse mani.
E non, non perchè Jolly sia ancora
irrimediabilmente più forte di lui.
Il solo pensiero che sia così tranquillo, lì nel
suo laboratorio, a condurre i
suoi esperimenti abominevoli, gli fa ribollire il sangue nelle vene.
Mondo non sa. Il Papà della Famiglia non deve sapere e non
immagina nemmeno
quello che il suo fido braccio sinistro, infido verme notturno,
ha fatto
con la protezione del suo nome. E ogni volta che lo vede, ogni volta
che lo
vede prova così tanto odio.
- E si sente
impotente. Perchè persino Pace è riuscito ad
affrontarlo. Non che questo sia
servito a granchè, se non divertire il contraente della Luna
e costringere loro
a rimanere un'ora in più per pulire il disastro combinato in
Chiesa.
- Ma l'ha
fatto.
- E-
- < Oh,
sei qui >
- E' una voce
famigliare a ridestare la sua attenzione, facendolo voltare appena in
tempo per
vedere il ragazzo dai capelli neri sedersi al suo fianco, sul pontile,
sistemando di lato il suo cappello e sorridendo, prendendo ad agitare i
piedi
nudi con aria infantile, dopo aver inutilmente fatto un doppio risvolto
ai
pantaloni perchè non si bagnino. L'acqua è troppo
lontana, perchè possano
toccarla in alcun modo.
A meno di non fare un tuffo fuori programma.
- < Hai
lasciato sola Bambina? Che novità
>
- Il tutore
della Signorina Felicità arriccia il naso in una buffa
smorfia, facendo
sembrare disperata la sua espressione. Sembra quasi che possa mettersi
a
piangere da un momento all'altro.
- < Nova
e Libertà se la sono portati via! La mia Signorina!
Chissà cosa gli vogliono
fare quei due depravati! >
- Ogni volta
è
così. Quando si parla della figlia di Mondo, quel ragazzo
tende a dare i
numeri, dimostrandosi molto più...tonto,
di quanto sia in realtà.
- < E
tu? >
- L'espressione
sul suo viso si fa più seria, distendendo i suoi lineamenti
che, nonostante
l'età, sembrano ancora quelli di un bambino. Sembra
così innocente e puro. Come
se niente di quello che è loro successo, hanno fatto o fanno
tutt'ora lo
toccasse.
- Gli occhi
scuri, buoni, si socchiudono a guardarlo preoccupati.
- < Cosa
ci fai qui, Debito? Non dovresti essere al Casinò? >
L'interpellato lo fissa per qualche istante, per poi voltarsi a
guardare di
nuovo il mare, e l'orizzonte. Sembra cercare qualcosa nel paesaggio e i
suoi
lineamenti si distendono, facendolo tornare per un istante il ragazzo
rilassato
che dovrebbe essere.
- < Non
hai mai pensato ad andare via di qui, Luca? >
- E' un
pensiero detto ad alta voce, il suo, che lo porta a sgranare l'occhio
dorato
quando si rende conto che abbia già abbandonato le sue
labbra, alzando una mano
verso l'amico e agitandola piano come a distoglierne l'attenzione.
- <
Lascia
perdere >
- < No
>
- L'ammissione
suona candida.
- Luca sta
guardando il cielo. E il mare. E l'orizzonte. Proprio come lui. Ma non
li vede
come li vede lui. Non vede la libertà nascosta in quei
colori lontani.
- Perchè
lui è
ancorato all'isola. Ai suoi abitanti.
Luca è parte di Regalo e Regalo è parte di Luca.
- <
Perchè
dovrei andare via? Questa è casa mia. Ci sono i miei amici,
c'è la mia famiglia.
E no... non sto parlando solo dell'Arcana. Sono cresciuto qui. Siamo
cresciuti
qui >
- Scrolla le
spalle, i piedi che smettono d'agitarsi nell'aria, rimanendo ad
oscillare
fermi.
- China il capo
di lato, sorridendo, gli occhi chiusi.
- Debito
vorrebbe allungare una mano per ravviargli un ricciolo scuro che,
dispettoso,
ne sfiora la fronte, ma si trattiene.
- < Non
è
scappando dal passato che si può guarire. Non è
uscendo da Regalo che smetterai
di essere legato all'Eremita e di odiare chi ti ci ha costretto.
Così come non
è fuggendo da qui che Jolly smetterà di essere
mio padre >
- Solleva le
spalle, scrollandole delicatamente, prima di riprendere in quel gioco
infantile, quasi potesse davvero colpire l'acqua e farla alzare.
- Il leader del
Coin sbuffa, voltando il viso per nascondere un sorriso che gli piega
le
labbra.
- <
Dannazione,
Luca, sei così... >
- L'altro
ragazzo si volta, sorridendogli ingenuamente.
- <
Così? >
- Ma non fa in
tempo a finire di parlare, perchè non si sa come, si ritrova
a dover cercare di
non affogare, l'acqua a bagnargli i vestiti e i capelli, entrandogli
prepotentemente nei polmoni e bruciandogli gli occhi.
- Lo schizzo
è
stato tanto alto da investire con gocce d'acqua anche l'ideatore del
malvagio
scherzo, che ride, tenendosi la pancia, sguaiatamente.
- <
Idiota! Così idiota! >
- L'ospite
della Temperanza riaffiora tossicchiando dall'acqua, le lacrime agli
occhi per
via del sale che li fa bruciare e dell'esserci rimasto male per quello
scherzo.
Forse.
- < Neeee,
sei proprio perfido Debito! Da bambino eri così carino!
>
- Ma prima del
vuoto l'ha sentito anche lui.
Un lieve contatto, labbra contro labbra, che l'ha fatto sorridere.
- Quello
stupido crupier attaccabrighe e donnaiolo non lascerà
Regalo. Non così presto,
almeno.
- <
Coff, coff, sei
un assassino... >
- <
Che esagerato,
per un pò d'acqua >
- <
Te la do io
l'acqua... >
Un pugno schivato, barcollando e rischiando di cadere a terra,
ignorando ancora
quelle risate.
- <
Ehi,
Luca >
- Stringersi
nelle
spalle, perchè l'acqua era davvero fredda ed è
bagnato come un pulcino, e
quella sottospecie di essere che dice di essere suo amico non ha voluto
neanche
prestargli la giacca.
- <
Che
c'è? >
- <
Non dovevi
andare a recuperare Bambina da quei
due? >
< EEEEEH?! >
- Altre
risate, mentre lo
guarda correre via, partendo a razzo in direzione della Villa.
- Già. Luca
è proprio
tonto.
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