You’ve blown away my life, and I shouldn’t have fallen in love with you. It’s wrong.

di lovatosdonut
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Yo, this is me. ***
Capitolo 2: *** Questa è la nuova classe, e LUI ne è un alunno. ***
Capitolo 3: *** Ciao perfezione, ciao. ***
Capitolo 4: *** If I could just die in your arms. ***
Capitolo 5: *** Why is she always on my mind? ***
Capitolo 6: *** He's perfect. ***
Capitolo 7: *** Romeo and Juliet. ***
Capitolo 8: *** Fuckin' Magazine. ***
Capitolo 9: *** Together we can make anything. ***



Capitolo 1
*** Yo, this is me. ***



#Julia’s POV.
 
Mi stavo avviando verso scuola, la Stratford High School. Primo giorno nella mia carriera di insegnamento. Avevo finito l’università due anni fa. L’anno scorso ho partecipato a dei concorsi che potessero farmi diventare un’insegnante in una scuola superiore.
Era sempre stato il mio sogno insegnare. E l’avevo realizzato. Forse prima di quanto mi aspettassi. Sapete, ho solo 24 anni. Mi sono laureata a 22 in letteratura inglese, è sempre stata una mia passione quella materia. Mi dicono tutti che dovrei godermi di più la vita, in fondo sono giovane, ho tutta la vita davanti per studiare e lavorare. Ma io credo che ogni persona sia diversa da un’altra, e questa è la mia vocazione. Se Dio ha deciso di donarmi questa passione e di mandarmi proprio in questa scuola ci deve essere un motivo, no?
E poi credo che mi farà bene passare del tempo tra gli studenti, tra persone più piccole. Vorrei anche un po’ svagarmi. Non sono una ragazza dal sorriso facile. Vivo da sola, sono single e ho pochi amici. Una zitella insomma. HAHAHA, no, non proprio. E’ solo che in questo momento non ho bisogno dell’amore, e nemmeno di amiche. Sto bene così, nel MIO MONDO.
Ed eccomi qui, che sto per varcare la soglia dell’ingresso principale. Credo di essere in ritardo, non male come primo giorno, Julia.
Immaginavo già le facce dei miei alunni non appena avrebbero visto un’insegnante così giovane. Credo avrebbero sgranato gli occhi, però magari mi sbagliavo anche. Tra qualche minuto l’avrei scoperto..
 
#Justin’s POV.
 
Uffa, che palle! Nuova insegnante di letteratura inglese. Sarà sicuramente una vecchia bisbetica, zitella, che vive tra i gatti e che darà compiti a spiano tutti i giorni.
Non ho mai studiato questa materia, e mai la studierò. A che cosa mi serve nella vita?
Non serve di certo a me.
“Justin, dicono che la nuova insegnante di letteratura inglese sia giovane”. – i miei pensieri vengono interrotti dal mio compagno di banco, nonché migliore amico, Chris.
“Non può essere giovane. Questa materia barbosa la insegnano di solito le vecchie bisbetiche, il cui unico scopo nella vita è rendere la nostra un inferno”. – risposi con sicurezza. Sapevo ciò che dicevo.
“Giovane o non giovane, sarà la coordinatrice di classe. Passerà più tempo con noi!”- disse Chris entusiasta.
“Ma che culo!”- risposi io, Justin Alias Guastafeste.
Facciamo una scommessa: se è giovane ed è una BOMBA, tu mi dai 5 $, se vinci tu io te ne do 10. Ci stai?”- mi chiese porgendomi la mano.
“Certo che ci sto, perderai. Ma voglio vederti umiliato, amico.”- risposi sicuro di me. Lui annuì, guardandomi male. Io ridevo, sapendo che avrei vinto.
Chris era il mio migliore amico, ma a volte mi piaceva prenderlo in giro. Voglio dire, tra amici si fa anche così, no?
Distolsi l’attenzione da Chris per vedere le ochette della mia classe guardarmi maliziose ad ogni gesto che compievo. Samantha, e le sue amiche mi guardano sempre. Sono tre anni ormai che lei mi vuole. Ma io la odio quella. E’ vero che sono stato con mezza scuola, ma lei proprio non mi andava giù. Anche se devo ammettere che è una bella ragazza, ma non è il mio tipo. E poi non le darei mai questa soddisfazione.
In classe mia per fortuna c’erano i miei migliori amici, eravamo tutti in classe insieme. Chris, Ryan e Chaz li conosceva da quando avevamo circa 6 anni. Siamo cresciuti insieme.
E, cosa strana, ho una migliore amica FEMMINA. Demi. Lei è l’unica in grado di capirmi a volte, senza di lei non saprei cosa fare. E’ il mio punto di riferimento, mi sento perso senza la mia amica. Davvero, è speciale. La nostra classe è formata da poche persone. Sarebbe stato più facile per la vecchia bisbetica “gestirci”.
LUPUS IN FABULA.(?) Ma perché sto parlando latino? Comunque sia, la porta si sta aprendo e lentamente vedo entrare una figura che non distinguo bene poiché non sono al primo banco. Quando riesco ad inquadrare la sua figura capisco una cosa che mi fa alquanto arrabbiare: AVREI DOVUTO SGANCIARE 5$ A QUELL’IDIOTA DI CHRIS.


LEGGIMI O TI PICCHIO CON UN PAIO DI UMPALUMPA.

Questa è la mia SECONDA storia qui su EFP. Spero vi piaccia il primo capitolo. :3
E' una storia diversa dal solito, che spero leggiate. 
E' tutto nato da un mio sogno, e poi ci ho pensato e farne una storia mi sembrava un'ottima idea! c:
Quindi ho voluto postare la mia storia proprio qui! 

L'UNICA COSA CHE VI CHIEDO E' IL NUMERO DI RECENSIONI: COME MINIMO 3. MI BASTANO PER ANDARE AVANTI. PERO' LASCIATEMENE ALMENO TRE. 

 

Detto questo vi saluto, alla prossima Beliebers.
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Capitolo 2
*** Questa è la nuova classe, e LUI ne è un alunno. ***


#Julia’s POV.
 
Appena entro in classe tutti si alzano in piedi in segno di rispetto. Anche se ho pochi anni più di loro. Ho tutti gli occhi puntati addosso, soprattutto quelli dei ragazzi che tra un po’ iniziano a sbavare. Eppure non sono così attraente, cavoli (?). O forse sì?!
Mi ero messa una canottiera lunga abbastanza scollata, un paio di jeans molto aderenti e dei tacchi alti. Forse non avrei dovuto, ma per il primo giorno non volevo essere né troppo sobria né troppo infantile come modo di vestire.
Faccio segno a tutti di sedersi, e poi mi siedo alla cattedra ed inizio a parlare.
Salve a tutti ragazzi, il mio nome è Julia Cooper. Sono la vostra nuova insegnante di letteratura inglese e rimarrò con voi fino all’ultimo giorno di scuola.- a quel punto venni interrotta dalle grida dei ragazzi, che esultavano di felicità. Mentre un gruppo di ragazze erano abbastanza scocciate. Sorrisi per i ragazzi contenti della mia presenza, un tantino imbarazzata e poi ripresi a parlare – Oggi voglio solo conoscervi e poi parleremo un po’ del programma di quest’anno. Non faremo lezione.”- conclusi soddisfatta del mio discorso.
“Io amo la sua materia!”– sentì un ragazzo riccio gridare ed alzarsi in piedi.
“Ma sei hai una F in letteratura inglese!”ribatté un biondino alto e molto magro abbastanza irritato dall’esclamazione del compagno.
“Tu non sei da meno, Bieber.”– lo sentì controbattere.
A quel punto prima che tutto sfociasse in una rissa intervenni io e li divisi.
“Ragazzi, non voglio liti nella mia classe, a meno che non vogliate andare dal preside entrambi!”– esclamai autoritaria. Guardai male entrambi.
Il biondo guardò l’altro in cagnesco, il quale rise beffardo. Bieber, come l’aveva chiamato,  sbuffò e andò a sedersi.
Così iniziai a fare l’appello:
“Caitlin Beadles”
“PRESENTE”.Una ragazza bionda mi rispose.
“Christian Beadles”
“PRESENTE”.L’amico di Bieber a quanto pare, nonché fratello di Caitlin.
“Bieber”
“PRESENTE”.Alzai lo sguardo per vedere che faceva, e mi stava ancora spogliando con lo sguardo.
“Butler”
“PRESENTE”.L’altro amico di Bieber, che si era girato a parlare con lui. A quanto pare erano parecchio amici.
“Cyrus”
“PRESENTE”Guardai chi fosse e trovai una ragazza sorridente al primo banco che non stava né ridendo né si stava prendendo gioco di me solo perché i ragazzi mi guardavano, a differenza di un gruppo di ochette in fondo.
“Lewis”
Non sentivo rispondere nessuno, quindi ripetei il suo nome.
“LEWIS!”Gridai abbastanza irritata, Bieber se ne accorse e intervenne lui.
“Samantha, rispondi, per insultarla prima ce l’avevi la voce.”- Aww, che dolce! Mi difendeva. Hey, ma che vado a pensare.. E’ uno studente.
“PRESENTE”- rispose lei disinteressata.                                                                  
La ignorai ed andai avanti in ordine alfabetico. Una classe con pochi alunni, devo dire.
La lezione proseguì tra presentazioni varie e risate. Alcuni ragazzi mi guardavano incantati con la bava alla bocca. Evidentemente ero molto sexy per loro. Non la smettevano di fissarmi con quello sguardo che Bieber mi stava riservando da ormai un’ora.
La lezione finì, e non assegnai compiti, in fondo era solo la prima lezione.
Uscì dalla classe salutandoli con un sorriso stampato in viso, volevo essere cordiale con loro.
Quando uscì tirai però un sospiro di sollievo, avrei avuto molto da fare con quella classe. Soprattutto con quell’alunno, Bieber. Anche se devo ammettere che non era niente male il ragazzo. 


LEGGIMI O TI PICCHIO CON UNA QUANTITA' INDECIFRABILE DI UMPALUMPA!

 

 

OKAY, ORA CHE HO ATTIRATO LA VOSTRA ATTENZIONE PASSIAMO ALLE COSE SERIE (?)
So che questo capitolo non è il massimo, che è corto e che non è nulla di speciale però vi pregherei di lasciare almeno 4 recensioni. 
Fatemi felice per favore *ww*
So che ho aggiornato in ritardo, ma non avevo ispirazione, e so anche di non essermi fatta perdonare con questa merdina qui sopra..
MA NEI PROSSIMI CAPITOLI VI STUPIRO' CON EFFETTI SPECIALI (?)
Sto impazzendo, ma capitemi è tardi, sono le 00:12.
E come al solito ringrazio di cuore la mia meravigliosa Umpalumpa per il sostegno <3
E GRAZIE A TUTTI VOI CHE AVETE RECENSITO, SIETE FANTASTICI :3

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-Giulia, l'Umpalumpa.

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Capitolo 3
*** Ciao perfezione, ciao. ***


#Justin’s POV.
 
- Justin! Justin! Justin! JUSTIN! – mi accorsi solo dopo mezz’ora che il mio amico Chris mi stava chiamando per farmi tornare alla realtà. Era appena iniziato la ricreazione, tutti si erano alzati ed usciti dall’aula. Io no. Ero rimasto sulla soglia della porta per guardare quella dea dagli occhi verde smeraldo andarsene via.
Okay, quella donna mi ha folgorato. Ma ha sei anni più di me.
Momento, momento.. mi faccio prendere dal panico? Io? Nah, sono Justin Bieber. Ottengo tutto ciò che desidero. Nessuna mi ha mai rifiutato. E se proprio lei lo facesse?
Ma perché mi faccio tutte queste paranoie? Mi ha proprio stregato quella.

- Che cosa vuoi Christian? – quando lo chiamavo con il suo nome completo si arrabbiava terribilmente. Era quello il mio intento. Mi aveva fatto distogliere lo sguardo da un angelo. Come si può, dico io? Ne capitano pochi sulla Terra, Dio ce li concede raramente.
Almeno fatemelo ammirare.
- Sai che odio essere chiamato con il mio nome intero! – urlò scocciato davanti a tutti.
- Sai che odio essere interrotto quando guardo una ragazza! – gli rispondo urlando ancora più forte.
Ci guardammo qualche secondo e poi scoppiammo a ridere all’unisono. Eravamo talmente amici, che non riuscivamo ad essere in collera l’uno con l’altro per più di cinque minuti.
- E’ il tuo prossimo obiettivo? Vuoi sfruttare anche la prof. per una notte di fuoco come fai con tutte? Ti ricordo che è più grande di te, di ben sei anni. Non si lascerà ingannare tanto facilmente. – esclamò Chris convinto.
- C’è mai stata qualche volta in cui io abbia fallito, Chris? – chiesi molto convinto.
- No. -
- Ti ho mai dimostrato il contrario, Chris? -
- No. – Chris rimane confuso a guardarmi, mentre io sono già in cammino verso l’ottava meraviglia del mondo.
Ormai è alla fine del corridoio, così allungo il passo, cercando quasi di correre e mi piombo davanti a lei.
Cerca di spostarmi e di passare, ma non ci riesce.
Mi guarda con aria interrogativa, e io non avevo pensato prima alle parole da dire. Adesso farò una figura di cacca.
- Bieber, potresti spostarti? Dovrei tornare a casa. – rispose in tutta tranquillità fissandomi negli occhi e accennando un sorriso. O sta provando pena per me, o mi sta prendendo per pazzo.
Ma Dio, adesso inizio a sbavare sul serio.
Ha quegli occhi di un verde che non saprei nemmeno definire, che alla luce risplendono ancora di più. Quegli occhi, che pur essendo chiari sono profondi e sono come un labirinto per me, dal quale non riesco ad uscire. La conosco solo da un’ora e non so già più come uscirne.
E quel sorriso, quando curva i lati della bocca fino a formare un sorriso mozzafiato non capisco più nulla. Durante la lezione fece molti sorrisi; me ne sono bastati pochi per rendermi conto che è perfetta.
E quei capelli color grano. Vorrei poterli sfiorare.
In quel momento, mentre la guardavo, tutte le mie convinzioni sparirono. Non volevo più solo portarmela a letto come con tutte le altre. Il mio cuore batteva forte in quel momento, cosa che non succedeva da tempo per una ragazza. Ma capivo dai suoi occhi che lei non era come le altre, avrei dovuto lottare per averla. Ma ne sarebbe valsa la pena.

Ebbi un improvviso colpo di genio.
- Ehm, volevo semplicemente scusarmi per l’accaduto di prima in classe. Non avrei dovuto comportarmi così, chissà cosa pensa di me adesso..- affermai vago e abbassando lo sguardo.
- Stai tranquillo, non importa.- sorrise mentre lo diceva. Dio, che sorriso.
- Sicuramente si sarà fatta un’opinione sbagliata su di me, ma non era nelle mie intenzioni.- Bieber, sei un fottuto genio. Dimostrarsi molto dispiaciuto funzionava. Si stava avvicinando sempre di più verso di me.
- Non mi sono fatta nessuna opinione sbagliata. Ho un anno intero per imparare a conoscerti. Oggi era il primo giorno, forse eri anche un po’ nervoso. Non sono arrabbiata con te. Quindi, stai tranquillo.- disse accarezzandomi la spalla e sorridendo. Okay, io sono morto. E’ semplicemente PERFETTA.
A questo punto si spostò, mi salutò e se ne andò via.
Io rimasi lì incantato a guardarla finché non la vidi sparire dietro il viale.
Mi stavo innamorando per davvero questa volta, ma so che avrei sofferto. D’altronde lei era la mia insegnante, io il suo studente. Sarebbe stato difficilissimo stare insieme senza farsi vedere. E poi tra me e lei ci sono ben sei anni di differenza. Non conosco i suoi gusti, non so se esce con quelli più piccoli. Oh, ma perché continuo a farmi tutte queste domande?
Ah sì, giusto, quasi dimenticavo: l’amore mi ha fottuto.



LEGGIMI O TI PICCHIO CON 4354587234567 UMPALUMPA, OK? OK.

Ciao a tutte voi bellezze che avete letto questo capitolo.
Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto, ma tra poco avrò l'esame e ho molto da studiare, quindi ho sempre poco tempo per continuare la mia storia.
So che questa "cosa" qui sopra che ho pubblicato fa schifo, però è importante per la storia. Justin capisce che Julie cambierà la sua vita e che dovrà lottare per averla.
Per ottenere il seguito dovrete lasciarmi almeno
4 RECENSIONI.
Come ultima cosa vorrei ringraziare queste due ragazze che mi danno sempre il loro sostegno su twitter @meandmrjones e @ehyirish
E infine un grazie enorme a tutti coloro che recensiscono e a tutti quelli che leggono, mettono nei preferiti o seguono questa storia. Grazie infinite.

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@x_biebergotswag


See u soon,

Giulia, l'umpalumpa.

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Capitolo 4
*** If I could just die in your arms. ***


#Julia’s POV.
 
Come mai quando gli avevo sfiorato la spalla avevo i brividi e tremavo? E quando mi aveva chiesto scusa mi stavano avvampando le guance e il cuore a momenti faceva ‘boom’?
Non sapevo spiegarmelo.. o forse sì. 
Speravo non stesse succedendo quello che pensavo io, ma non sono mai stata brava a mentire a me stessa.
Quel biondino mi piace, ma sono la sua insegnante. Se tra di noi ci fosse una relazione sarebbe solo un guaio.
Justin+Julia= LICENZIAMENTO ASSICURATO.
Se i compagni di classe di Justin, studenti di altre classi, bidelli, segretarie, e così via, ci avessero visti insieme probabilmente lo avrebbero riferito al preside. 
E per me sarebbero stati guai. Non sarei riuscita ad ottenere una qualifica maggiore, e passare ad insegnare in delle prestigiose università americane. Il mio sogno non si sarebbe mai realizzato.
Nonostante avesse un viso angelico, dovevo DIMENTICARLO e mantenere un rapporto professionale anche a scuola, anzi soprattutto a scuola.
E’ difficile, ma dovevo fare uno sforzo.
Possibile che dopo una sola lezione, mi ero già infatuata così tanto? Di uno studente? Di sei anni più piccolo poi? Non poteva succedere. 
E poi chi prendevo in giro? Insomma, probabilmente frequentava le ragazze della sua età, e non me. Mi starà già sfottendo con gli amici credendomi una nonna, mi devo rassegnare.
 
#Justin’s POV.
 
- Non credeteci se volete, ma avevo dei testimoni vicino a me: i ragazzi in corridoio. – risposi con un sorriso strafottente a Chaz, Ryan e Chris.
- Okay, ti crediamo. Ma sei davvero sicuro che ti ha accarezzato il braccio? – mi chiese perplesso Chaz.
- Non mi ha proprio accarezzato il braccio. Mi ha sfiorato la spalla rassicurandomi. Era proprio dolce. - ribattei io sorridendo pensando a Lei.
- Chiamate un dottore, ragazzi! Bieber non è in sé, sta diventando uno sdolcinato. HAHAHAHA, fate qualcosa. – iniziò a ridere Ryan, seguito dagli altri due.
- Invidia, Ryan, invidia. Ho trovato l’amore, e la felicità. - risposi compiaciuto.
- Justin, vuoi scherzare? Non la conosci nemmeno da 24 ore e già lo chiami ‘amore’? E’ già lei la causa del tuo sorriso? Smettila, per favore. – Chris mi colpì sul braccio.
- Chiamala come vuoi, infatuazione, stima, o anche amore. So solo che per lei provo qualcosa, non le sono indifferente. – risposi abbassando la testa.
- Hey bro, sei diventato improvvisamente triste? – mi chiese Chaz mettendomi un braccio intorno al collo.
- No, è solo che so che non potrò mai averla. Lei è la mia insegnante, io il suo studente. Non c’è storia. Il preside lo verrebbe a sapere, e la licenzierebbe. Non voglio rovinarle la carriera, è giovane. - risposi sbuffando.
- Devi togliertela dalla testa, amico. Stasera vieni al pub con noi, incontrerai altre belle ragazze lì e passerai una notte come si deve. Così ti dimenticherai di Julia. Come facciamo ogni sabato sera, giusto? – chiese ovvio Ryan dandomi un pugno sul braccio.
- Avete ragione, probabilmente non si ricorda nemmeno più come mi chiamo. Devo scordarmela. – affermai molto deciso. Anzi, togliamo quel ‘molto’, e sostituiamolo con un ‘abbastanza’.
- Magari con Samantha. - mi propose Chaz.
Mi voltai e lo guardai con un’espressione del tipo ‘WHAT THE FUCK?’ per poi rispondergli a tono.
- Che? Scherzi per caso? Vuoi che mi dimentichi di un angelo grazie ad un’oca starnazzante? Per dimenticarmi di un angelo devo solo trovarne un altro. Tutto qui. - affermai calmandomi, come se la cosa fosse semplice, facendo poi spallucce.
- JUSTIN! JUSTIN! JUSTIN! – Lupus infabula. Ma perché ho detto lo stesso proverbio latino due volte in un giorno? Comunque se volete sapere da chi proveniva quel verso da oca, per l’appunto, era Samantha.
I miei amici iniziarono a ridere, mentre io avevo una faccia del tipo ‘Salvatemi’ e allo stesso tempo ‘Vi odio’.
Così si allontanarono con un’espressione che era un misto tra il divertito e lo strafottente e facendomi l’occhiolino. In certi momenti si arrivano ad odiare gli amici.
‘Oca a ore 3’ pensai dentro di me. Si stava avvicinando. Devo ammettere che è molto bella, ma non è il mio tipo. Voglio dire, lo era. Una volta stavamo insieme, ma poi lei mi tradì. 
Un giorno la invitai ad uscire, e lei si inventò una scusa dicendomi che doveva ‘studiare’. Il giorno prima ero stato da lei, così mi ricordai di aver lasciato a casa sua la mia felpa. 
Quando arrivai trovai la porta di casa aperta, ed entrai. Poi entrai in camera, pensando di farle una sorpresa. Invece, la trovai nel suo letto con un altro ragazzo a fare sesso. 
Lei pronunciò la tipica ed ormai scontata frase ‘non è come sembra’. Ovviamente non le credetti e la lasciai.
Da quel momento ero cambiato, non ero più il ragazzo dolce di una volta. Cercavo sempre nuove ragazze, per non affezionarmi troppo, innamorarmi, e quindi soffrire.
Diciamo che i miei sentimenti da ragazzo dolce riemergevano solo quando mi innamoravo veramente.
 
- Ti va se passeggiamo un po’? – ma che caspita di domanda era? NO. Cioè, non si ricorda più del torto che mi ha fatto?
- No, non mi va. – affermai guardandola male.
- Perché? - iniziò ad accarezzarmi la guancia. Le spostai la mano in malo modo.
- C’è anche il bisogno di chiederlo? Non ti ricordi più di che cosa è successo tra di noi? Di quello che mi hai combinato? – Detto in maniera gentile. Altrimenti avrei potuto dire ‘sei una troia’.
- Ancora con quella storia? – Sì, ancora con quella storia.
- Ti rendi conto che non puoi usare così le persone? – le chiesi abbastanza minaccioso.
Ad un certo punto si avvicinò a me, io indietreggiai.
Ma prima che potessi compiere qualunque altro movimento rese inesistente la distanza tra di noi, mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
Sì, mi baciò. Fece combaciare le nostre labbra, e cercò di introdurre la sua lingua nella mia bocca. Io non glielo permisi. 
Non provavo nulla baciandola, peggio di baciare un verme. 
Non chiusi nemmeno gli occhi, come si fa di solito. 
Sapete chi passò proprio in quel momento? Julia. 
Già, proprio ora che quell’oca stava riuscendo a realizzare il suo piano. 
Ad un certo punto mi staccai e mi pulì la bocca con la mano, ancora schifato da quell’inutile bacio.
Nel frattempo girai la testa per ammirare un momento la mia professoressa. 
Adesso sì che mi batteva il cuore, ora che lei era lì a pochi metri da me.
Aveva una faccia avvilita, sembrava dispiaciuta per qualcosa. 
Non so se sia colpa della scena a cui aveva appena assistito, ma spero proprio che non sia così. Non vorrei mai che soffrisse.
A quel punto, mi girai e lasciai da sola Samantha.
Non tentò di fermarmi, né mi chiamò. Meglio così, non avevo voglia di sopportarla ulteriormente.
Julia si era già dileguata, non sapevo dove cercarla. 
Al momento dovevo riuscire a dimenticarla e andare a cercarla non mi sembrava la giusta soluzione, anche se avrei dovuto vederla il giorno dopo a scuola.
 
Mentre percorrevo la strada di casa avevo una strana sensazione, come se qualcuno mi spiasse, come se qualcuno mi stesse seguendo. Ma non ci feci caso: dopo una giornata così, per me, era assolutamente normale svarionare.
Sentivo anche dei rumori, probabilmente tutto frutto della mia fervida immaginazione. Il suono che stavo ascoltando era il rumore dei tacchi di una donna che si muovevano sul terreno. 
Chissà chi era?


LEGGIMI O TI PICCHIO CON UN UMPALUMPA ARANCIONE (?).

In tutto questo tempo vi sarete chiesti dove io sia finita, probabilmente avrete pensato che un buco nero mi abbia risucchiato. 
Bhé perdonatemi, ma ho dovuto studiare per l'esame che ho avuto esattamente quattro giorni fa e poi tutta l'ansia e lo stress mi provocavano il cosiddetto 'blocco dello scrittore'. Non facevo altro che pensare alle cose da studiare, e non mi venivano idee per continuare la storia. Anche quando avevo un pò di tempo a disposizione, scusate. cc

Cooomunque, tornando alla storia: so che forse è un pò palloso questo capitolo ma è importante per la storia ed ho cercato di farlo il più lungo possibile.
Justin e Julia vogliono dimenticarsi a vicenda, ma non hanno contato il fatto che si dovranno vedere tutti i giorni a scuola per un anno intero. 
Che cosa succederà? Nei prossimi capitoli lo scopriremo. Eh già, anche io devo scoprirlo perché non ho scritto il continuo, lol.
Non so se lo avete notato, ma ho leggermente cambiato grafica alla storia, spero vi piaccia.


Vorrei ringraziare vivamente coloro che hanno recensito, messo tra le seguite, preferite o da ricordare questa storia. Davvero, o anche solo per chi l'ha semplicemente letta. Vi sono immensamente grata.
Mi vorrei scusare per l'inconveniente del capitolo precedente, quando ho scritto due età diverse e forse vi ho mandato in confusione. Me lo avete fatto notare nelle recensioni e poi ho modificato. Comunque, sono SEI gli anni che li separano.
E infine vi chiedo di lasciare almeno
8 RECENSIONI. 
Se volete il continuo dovete accontentare la mia richiesta.

Ultima cosa: chi di voi ha
'BELIEVE'?
Io ho comprato la versione deluxe, e credo che sia un cd veramente bello. 
Amo la sua voce, e non riesco a stare senza.

Mi sono dilungata troppo.
Alla prossima, vi amo. 


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-Peace. xx

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Capitolo 5
*** Why is she always on my mind? ***


#Justin’s POV.
 
Quella sera mi recai nella discoteca dove andavo ogni sabato con i miei amici. 
Volevo provare a dimenticare Julia, e trovare un’altra ragazza da portarmi a letto mi sarebbe stato di grande aiuto.
Entrai dentro al pub con fatica, i bodyguard non volevano lasciarmi passare, di solito mi riconoscevano. Ero come ‘di casa’ ormai in quella discoteca.
‘Strano’ pensai.
Quando entrai c’era il delirio più totale, non mi ricordavo la discoteca in quelle condizioni.
Le persone gridavano fin troppo, le loro voci sovrastavano il volume della musica già abbastanza alto. Mancava poco che mi spaccassero i timpani. L’entrata fu un trauma.
Ma notai poi il motivo di quella confusione: una rissa.
Notai un ammasso di persone tutte accalcate che volevano che la rissa continuasse, io incuriosito mi addentrai tra la folla e quando arrivai al centro vidi il mio amico Chaz che stava picchiando un altro ragazzo. Chris e Ryan cercavano di fermarlo, così come gli amici dell’altro ragazzo, ma il mio amico era molto forte. Vidi addirittura uscire del sangue. Dopo aver realizzato ciò che stava succedendo andai ad aiutare i miei amici, e tirai Chaz il più che potevo. Dopo un paio di minuti, stremato e anche soddisfatto di aver ridotto così quel ragazzo si divincolò dalla nostra presa e se ne andò verso l’angolo bar, sotto lo sguardo stupito di tutte le persone presenti, che dopo poco ritornarono a ballare come se nulla fosse successo. 
Noi ci dirigemmo verso Chaz, ed io fui il primo a chiedere spiegazioni. 
“Chaz, mi spieghi che ti è saltato in mente? Perché lo stavi picchiando?”- gli chiesi strillando a causa della musica ad alto volume. Non volevo che Chaz passasse guai, gli volevo bene, era mio amico. E mi arrabbiavo con lui solo per questo motivo.
“Stava baciando la mia ragazza.”- mi rispose ovvio.
“Questo non giustifica come ti sei comportato, avrebbero potuto sbatterti fuori o addirittura chiamare la polizia.”- gli urlai ancora imbestialito. 
“Da quando ti preoccupi per me, anzi per.. noi?”- esordì Chaz riferendosi a Chris e Ryan, lasciandomi a bocca aperta. Ero incredulo. E’ forse vero che molte volte ho messo in secondo piano i miei amici per dedicarmi alle ragazze. Ma non avevo mai tradito la loro fiducia, ogni qual volta che avessero bisogno di me io c’ero. E questa irriconoscenza mi feriva.
“Con quale coraggio dici così? Eh, Chaz? Io che ho sempre cercato di fare il possibile per aiutarvi. Anche se molte volte vi ho trascurati per le ragazze, c’ero sempre quando avevate bisogno di me e sono sempre stato al vostro fianco. Non ti ricordi di tutte quelle volte che ti ho coperto con tua madre, mentre tu eri chissà dove ad ubriacarti? Non ti ricordi di quando all’asilo la maestra vedeva che litigavamo o facevamo a botte ed io mi prendevo la colpa per difenderti? Non ti ricordi di quando ho rinunciato a vedere mio padre che non vedo da mesi per stare accanto a te che eri in ospedale dopo quell’incidente? Non te le ricordi forse tutte queste cose che ho fatto per te Chaz? E voi ragazzi.. non dite niente?”- loro rimanevano lì pietrificati. Sapevano che tutto quello che stavo dicendo era vero, ma non avevano il coraggio di rimproverare Chaz per le sue parole, perché aveva un caratteraccio.
Non avevo voglia di arrabbiarmi ulteriormente, così me ne andai lasciandoli tutti e tre a bocca aperta, ancora allibiti dal mio discorso.
Ero deluso dai miei amici, non me l’aspettavo da loro. 
Cazzo, odio la mia vita.
Ad un certo punto metto le mani sulla mia faccia e tiro un sospiro liberatorio cercando di eliminare le preoccupazioni, quando all’improvviso sento un respiro sul mio collo e delle mani sui miei fianchi. 
Quello era ovviamente il tocco di una ragazza che ci stava provando.
Arrivava proprio al momento giusto.
Non dovevo pensare né ai miei amici, né a Julia e dovevo cancellare lo stupido bacio di Samantha.
“Ti va di ballare?”- mi girai e vidi, come immaginavo, una ragazza. Bionda, occhi azzurri, alta e formosa. Proprio ciò che mi serviva per dimenticarmi di Julia. Così accettai e ci buttammo in pista.
Era ovvio che ballare non era l’unica cosa che voleva. Restava appiccicata al mio corpo ed io non cercavo di scansarla. 
Dopo pochi minuti che balliamo avvicina la bocca al mio collo ed inizia a baciarmi lentamente, poi sale verso il mio mento e poi dritta sulla mia bocca. Introduce la lingua nella mia bocca, ed io non fermo quel gioco frenetico. Dopo poco lei si stacca e riprende a baciarmi il collo, io inizio a sospirare.
“Vuoi farmi morire?”- le sussurro. Lei alza lo sguardo compiaciuta e allo stesso tempo maliziosa.
“Forse dovremmo andare in un posto più appartato- dice facendo la vaga -come ad esempio quel posto. – dice indicando poi le scale che portano al privet.
Subito esitai a lasciarmi trascinare da lei.
Non mi era mai successo, di solito sarei stato più audace con una ragazza, sarei stato io a fare il primo passo. 
Ebbene, non accadde. 
Avevo addosso come un senso di colpa che mi tormentava. 
Avevo come un blocco, che mi impediva di agire.
Mi lasciai trascinare da quella sconosciuta, apparentemente perfetta che mi scortava su per quelle scale che conoscevo meglio delle mie tasche.
Quando arrivammo in cima, entrammo subito dentro la stanza.
Mi sbatté al muro ed iniziò a baciarmi con tanta foga, io ricambiai. Decisi di stare al gioco, così misi lentamente una mano sotto il suo vestito e poi iniziai a baciarle il collo.
Sentivo che sospirava dal piacere, così iniziai a tirarle giù la cerniera e lei intanto mi strappava di dosso la camicia.
Ora mi stava baciando il petto, mentre io le accarezzavo i capelli. Poi mi sfilò velocemente i pantaloni lanciandoli chissà dove nella stanza.  Eravamo in intimo, la presi in braccio e la portai sul letto.
Vedevo che mentre la baciavo, giocava con l’elastico dei miei boxer. 
Proprio in quel momento iniziai a provare una sensazione nuova.
Sentivo qualcosa nel petto che mi diceva di non spingermi oltre con quella sconosciuta, cosa che in passato non avrei mai fatto.
Quel qualcosa era il mio cuore. La testa mi diceva di continuare per poter dimenticare i problemi, ma il mio organo vitale mi diceva di lasciar stare perché batteva per un’altra persona.
Così mi staccai contro la volontà della ragazza sotto di me.
"Hey, ma che fai?"- mi chiese contrariata per la fine del bacio.
"Me ne vado, non me la sento, scusa."- le dissi in poche parole. In pochi minuti mi ero già rivestito completamente sotto lo sguardo basito della ragazza.
"Non sei come dicevano, ti credevo diverso. Sei solo uno sfigato, HAHAHAHA."- la ragazza si stava prendendo gioco di me, e brava la sconosciuta. Ma io me ne fottevo altamente.
"Sai, le persone cambiano."- con questa semplice affermazione la liquidai e scesi subito le scale che mi avevano portato in quella stanza.
Vidi anche i miei amici che mi vennero incontro. 
"Che hai fatto con quella tipa?"– mi chiese Ryan, molto curioso. La mia risposta l’avrebbe deluso.
"Niente."- risposi secco.
"Come sarebbe a dire ‘niente’?"– chiese incredulo Chris.
"Sì, non me la sono sentita, non so perché. Invece di pensare a me, dov’è Chaz? Perché l’avete lasciato solo? Un’altra rissa e ulteriori danni non gli servono, ragazzi."- feci per andarmene, quando vidi Chaz spuntare proprio davanti ai miei occhi.
"Amico, scusa per prima. Non volevo ferirti, ero ancora arrabbiato e le parole che ti ho detto non le intendevo davvero. Scusa."- il mio amico sembrava mortificato. 
Non proferii parola, sorrisi, e lo abbracciai. In fondo lo capivo, sarà capitato anche a me almeno un milione di volte. Non gliene farò una colpa.
I ragazzi non mi fecero altre domande sulla ragazza misteriosa, così me ne andai a casa diretto. 
Quando rientrai mia madre era addirittura stupita di vedermi dormire a casa il sabato, non so da quanto tempo non succedeva. 
Quella notte non dormì, pensai solo a ciò che mi stava succedendo.
L’unica risposta era Julia, la mia insegnante.
Ma perché è sempre nella mia testa?
Oh cazzo,  in che guaio mi son cacciato!
Credo che il nome del guaio sia ‘amore’.
 
LOOK AT ME, I'M AN UMPALUMPA!
 
Eccomi, mi sono trasformata in un umpalumpa, adesso non vi picchierò più con me stessa(?)
HAHAHAHA okay, vi sto facendo impazzire con questa cosa degli umpalumpa, scusatemi.
Veniamo alla storia.
Amatemi perché è lungo (il capitolo, lol) c.c
Se Giustino non avesse avuto ripensamenti avrei dovuto scrivere una scena hot, già scrivere questa merdina qui sopra è stato impegnativo. 
Per le prossime scene osé, cercherò di migliorare.
So che questo capitolo non è il massimo, ma vi prego di lasciare almeno una recensione, che superi le dieci parole in modo che non mi arrivino messaggi.
So anche che rompo le palle, ma vorrei almeno 9 recensioni.
Ogni volta alzo sempre di più il numero, ehhh lo so..
C'est la vie.
Sto delirando, ok.
ANYWAYS, CI TENGO A DIRVI CHE VI AMO, VOGLIO RINGRAZIARVI PER IL SUPPORTO, VOGLIO RINGRAZIARE TUTTI COLORO CHE HANNO RECENSITO, CHI HA MESSO TRA LE SEGUITE, TRA LE PREFERITE QUESTA STORIA, O CHI HA SEMPLICEMENTE LETTO.
GRAZIE MILLE, E' BELLO CHE QUALCUNO APPREZZI IL PROPRIO LAVORO.
 
Alla prossima, ragazze.
 
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-giulia. 

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Capitolo 6
*** He's perfect. ***


#Julia’s Pov
 
Eccomi qui in sala professori a discutere con i miei colleghi delle lezioni che si terranno oggi.
Non riesco a seguire le parole che il preside pronuncia con molta attenzione.
Persa nei miei pensieri, fisso la finestra dal quale intravedo le foglie giallognole che cadono dagli alberi, segno che l’estate è finita e tra poco inizierà la stagione autunnale.
Inoltre la finestra aperta lascia entrare uno spiraglio d’aria.
Quell’aria fresca di settembre che ho sempre amato respirare a pieni polmoni.
Signorina, non la vedo molto attenta questa mattina. C’è qualcosa che non va?”- il preside richiama la mia attenzione, notando il mio sguardo assente.
No, tutto apposto, non si preoccupi. L’aria di settembre mi rilassa, stavo semplicemente guardando fuori dalla finestra. Continui pure il suo discorso.”- lo incitai a continuare con un sorriso. Così con un cenno del capo rivolto verso di me continuò la sua disquisizione di cui non mi importava minimamente.
Ciò che ha causato la mia disattenzione è l’accaduto di ieri: quando ho visto Justin appiccicato a quella ragazza mentre pomiciavano allegramente, ho sentito una sensazione strana nel petto.
In un certo senso ero.. gelosa?
Stavo autoconvincendo me stessa che non fosse così, era quello che il mio cervello voleva credere. Invece il cuore mi portava nella direzione opposta.
Purtroppo quei due organi mettono una persona in una posizione scomoda.

Potete andare nelle vostre aule, la riunione è conclusa.”- annunciò solenne il preside congedandoci.
Notai che mi lanciava delle occhiate maliziose, ma che cosa voleva da me?
In due giorni mi aveva fissato così già un paio di volte.. assurdo.
Non gli diedi troppa importanza e mi recai verso la mia aula.
Più mi avvicinavo alla porta d’ingresso, più il mio cuore perdeva battiti.
Temevo che Bieber potesse dire qualcosa davanti agli altri alunni, e compromettere la mia reputazione da insegnante.. speriamo in bene.
Buongiorno”- i ragazzi si alzano e mi salutano, non appena varco la soglia di quella classe, faccio poi segno di sedersi.
Bene ragazzi, siccome oggi è solo il secondo giorno avevo in mente di farvi svolgere qualche attività più interessante, sempre relativa a letteratura inglese.- tirai fuori dalla borsa dei piccoli biglietti.- In questo gruppo di bigliettini ho scritto i nomi di alcuni dei personaggi del celebre romanzo scritto dal tragediografo William Shakespeare, e nell’altro ho scritto i vostri nomi. Metterò entrambi i gruppi di biglietti in due ulne separate e poi estrarrò a caso un biglietto da ciascuna delle due. Così, i personaggi verranno assegnati imparzialmente. Dopodiché vi farò interpretare davanti alla classe un atto del romanzo.
Il voto finale influirà sicuramente anche sul voto di teatro, quindi vi consiglio di impegnarvi.”- devo dire che i ragazzi sembravano abbastanza entusiasti della mia idea. Immagino che le professoresse precedenti fossero delle vecchie bisbetiche, zitelle per giunta, senza un preciso scopo nella vita se non quello di rovinare la vita degli alunni. Siccome non ho poi così tanti anni più di questi ragazzi, voglio essere loro amica, voglio sostenerli nelle loro scelte, mantenendo pur sempre il mio ruolo da insegnante.
In quel momento, diedi ai ragazzi il tempo di discuterne, mentre io preparavo le ulne.
Alzai lo sguardo, e notai di sfuggita Bieber che mi fissava incantato.
Avevo quegli occhi color caramello puntati addosso, e credo di aver iniziato ad arrossire.
Subito dopo scorsi il suo sorriso, aveva notato il rossore delle mie guance.
Ci lanciavamo delle occhiate ogni dieci secondi, non posso descrivere cosa provavo quando lo guardavo.
Sentivo come 34567895 farfalle nello stomaco. So di essere una donna ormai, e non più una ragazzina. Ma quello studente mi faceva provare questo tipo di emozioni, e lo conoscevo solo da due giorni.

Fissarlo era diventato come il mio hobby preferito: lui è perfetto.
Ha quegli occhi di una sfumatura tendente al nocciola praticamente indefinibile, un sorriso mozzafiato capace di illuminare questa città, dei capelli color del grano che risplendono a tal punto da sostituire il compito delle stelle, una risata stupenda che mette subito di buon umore, e un fisico da dio greco.
Questa è la mia idea di perfezione.

Quando si girò per discutere con i suoi amici iniziò a ridere, mostrando a tutti la sua risata.
Quella risata mi aprì il cuore: iniziai a sorridere senza nemmeno rendermene conto.
In realtà non sapevo nemmeno io perché stavo iniziando a sorridere a quella maniera, credo che qualcuno l’abbia notato.
Ed iniziavo a sentire calore sulla mia pelle, per fortuna la quantità di trucco che avevo usato quella mattina riusciva a mascherare l’improvviso rossore delle mie guance.
Ed infine passiamo a quell’organo che batte senza sosta: il mio cuore.
Sembrava non volere fermarsi, sembrava andare in fiamme.


Non posso credere che la mia mente stia davvero facendo questi pensieri.
In fondo lui stava con quella ragazza di nome Samantha, lei ha la sua età, io non posso competere con lei.
Eppure quegli sguardi che mi lanciava, erano tutt’altro che disinteressati.
Okay ragazzi, adesso pescherò il biglietto con il vostro nome da un’ulna e quello con il nome del personaggio nell’altra, e poi vi assegnerò il copione.”- iniziai ad estrarre.
Signor Capuleti: Ryan Butler. Balia di Giulietta: Miley Cyrus. Mercuzio, amico di Romeo: Christian Beadles. Benvolio, amico di Romeo: Chaz Somers. Giulietta: Samantha Lewis - in quel momento sperai con tutta me stessa che non fosse Justin ad interpretare Romeo, credevo di aver pregato anche in aramaico.- Romeo: Justin Bieber.
L’assegnazione dei personaggi non era ancora finita, ma io mi bloccai all’improvviso spalancando la bocca.
Vedevo quell’ochetta cercare lo sguardo di Justin, ed iniziare a gridare con le sue amiche per le parti assegnate.
Mentre Justin aveva la mia stessa espressione.
IN QUALE RAZZA DI GUAIO MI ERO CACCIATA?


LEGGIMI O TI PICCHIO CON TUTTI GLI UMPALUMPA CHE VUOI(?)


HAHAHAHAHAHAHA, OKAY, NON SO PIU' CHE INVENTARMI PER IL TITOLO DELL'ANGOLO DELL'AUTORE.
DATEMI UNO SPUNTO, LOL.
Tornando alla storia, come avrete notato ho cambiato un personaggio.
Ho preferito mettere il nome Samantha al posto di Selena, perchè non mi sembrava giusto nei confronti delle fans, e poi sto iniziando ad amarla shdfghn.
Vi vorrei ringraziare per le 10 recensioni lasciate nel capitolo precedente, siete fantastiche.
Chiedo troppo se per il prossimo capitolo gradirei 11 recensioni?
Btw, che ne pensate del video di As Long As You Love Me? Io amo quel video, credo che sia il migliore fin'ora. sdfghjdrfhj
Ultima cosa: VI AMO, VOI CHE LEGGETE, VOI CHE RECENSITE, VOI CHE AVETE MESSO LA STORIA TRA LE SEGUITE O LE PREFERITE.
Alla prossima, love ya.

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-Giulia.

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Capitolo 7
*** Romeo and Juliet. ***


#Julia’s POV.
 
O romeo, romeo, perché sei tu romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo stesso nome. Ovvero, se proprio non lo vuoi fare, giurami soltanto che mi ami, ed io smetterò di essere una Capuleti.”- ci trovavamo nel teatro e Samantha e Justin stavano recitando la famosa scena del balcone di Giulietta e Romeo. 
Devo continuare ad ascoltarla oppure rispondere a ciò che dice?”- continuò Justin. Oltre ad essere perfetto fisicamente, aveva anche delle doti in campo teatrale. Più lo conoscevo, più mi rendevo conto di quanto quel ragazzo non avesse difetti. Ogni volta che apriva bocca per dire qualcosa il mio cuore saltava un battito. Quanto avrei voluto essere io Giulietta solo per sentirmi dire quelle parole da lui, nonostante fosse tutta finzione. Nonostante fosse solo una stupida attività scolastica che io stessa avevo ideato.
E’ solamente il tuo nome ad essermi ostile: tu saresti sempre lo stesso anche se non fossi un Montecchi. Che cosa vuol dire la parola Montecchi? Non è una mano, o un braccio o un viso, né un’altra parte che appartiene ad un essere umano. Oh, sii qualche altro nome! Quello che noi chiamiamo col nome di rosa, anche chiamato con un nome diverso, conserverebbe ugualmente il suo dolce profumo. Allo stesso modo Romeo, se portasse un’altro nome, avrebbe sempre quella rara perfezione che possiede anche senza quel nome. Rinuncia quindi al tuo nome, romeo, ed in cambio di quello, che tuttavia non è una parte di te, accogli tutta me stessa.”- continuò lei con molta enfasi.
Ti prendo in parola. D’ora in avanti non sarò più Romeo.”- ed ecco di nuovo che la voce di Justin rimbombava nel teatro.. e nel mio cuore.
Recitarono la scena del balcone completa, ero davvero stupita delle doti teatrali che possedeva Justin, e anche Samantha a dirla tutta.
Alla fine di quell’atto notai che c’era qualcosa che non andava: Samantha stava scendendo dal balcone e si stava dirigendo verso Justin, quando invece sarebbe dovuta rientrare nella sua stanza dopo che ‘Romeo’ se ne fosse andato.
Tutti noi presenti nel teatro abbiamo un’espressione contrariata in viso per il gesto di Samantha, che ben presto sfocia in qualcosa che non avrei mai voluto vedere: un bacio.
Non appena scende dalle scale che portano al balcone, aggiunge una frase che appartiene all’ultimo atto, dove Romeo e Giulietta si baciano, anche se non era in programma per oggi, e di seguito da un bacio pieno di passione a Justin.
Lui cerca di staccarsi, ma la professoressa di teatro li incita a continuare, visto che ci stavano mettendo passione.
In quel momento restare a guardare quella scena, sarebbe stato per me un gesto di autolesionismo, così uscii dal teatro con il groppone in gola. Non avevo la forza di parlare, non volevo farlo, altrimenti le lacrime sarebbero scese incessantemente.
Era strano, ma vederlo incollato ad una ragazza che non fossi io per la seconda volta, mi feriva.
Non appena varcai la soglia dell’entrata mi accorsi dell’orario: stava per scattare l’intervallo, il che significa che quei corridoi al momento deserti si sarebbero riempiti da mandrie di studenti impazienti di godersi l’intervallo concesso tra una lezione e l’altra, seppur breve.
Quindi constatai che fosse meglio andare nel bagno professori, laddove nessuno mi avrebbe vista con le lacrime agli occhi, che per fortuna non erano ancora scese.
Mi feriva enormemente sapere che Justin non sarebbe mai stato tra le mie braccia, provavo un sentimento già così forte per lui, ma non sarebbe mai successo nulla. Un amore impossibile, come in ‘Romeo e Giulietta’, per l’appunto. 
Sono solo un’illusa.
 
Mentre camminavo per i corridoi sento una voce che da dietro strilla il mio nome.
E’ Bieber che mi sta gridando ‘PROFESSORESSA!’ ripetutamente. 
Ad un certo punto sento la sua voce sempre più vicina a me, ma non voglio girarmi verso di lui perché non voglio mostrargli il mio viso bagnato dalle lacrime.
Ormai vicino a me, abbassa il tono della voce, dato che potevo sentirlo benissimo.
Professoressa Cooper, come mai è scappata di corsa dal teatro senza dare spiegazioni e con un’espressione triste in volto?”- mi chiese dolcemente accarezzandomi il braccio da dietro. Stava rischiando molto; se qualcuno l’avesse visto sarebbero stati guai per entrambi. 
Era talmente vicino che potevo sentire il suo fiato alitare sul mio collo, prima d’ora non avevo mai provato sensazione migliore.
Non ti riguarda. Adesso dovresti essere nel teatro a provare, chi ti ha dato il permesso di uscire?”- dissi con la voce incrinata dal pianto.
La professoressa Hopekins di teatro mi ha dato l’autorizzazione ad andare in bagno, ho inventato una scusa. Ma lei sta piangendo?”- mi chiese girandomi verso di lui. Non opposi resistenza, anche perché non era quello che volevo.
Mi persi in quegli occhi color nocciola e non potei fare a meno di sfruttare quel momento in cui ero a pochi centimetri di distanza da lui.
“E’ per colpa della scena del balcone e poi del bacio che ha reagito così?”- mi chiese accennando un leggero sorriso, aveva un velo di felicità nel suo viso. Se gli avessi risposto di sì avrebbe sfoderato uno di quei sorrisi che amo, ma sono una persona molto orgogliosa e non volevo dargli quella soddisfazione. Inoltre non volevo fargli sapere quello che iniziavo a provare per lui. Ora la mia preoccupazione era trovare una scusa plausibile per giustificare le mie lacrime.
Mentre stavate recitando ho ricevuto un messaggio dal mio ex e mi sono scese delle lacrime. Lo amo ancora, e il messaggio mi ha fatto provare tristezza e malinconia. E’ per questo che ho iniziato a piangere.”- risposi secca. Per fortuna trovai una scusa plausibile nell’immediato. Justin sembrava molto deluso dalla mia risposta. Non volevo che diventasse triste a causa mia, ma volevo che avesse comunque un pizzico di gelosia. Iniziavo a capire che anche lui provava qualcosa per me, e dovevo provare a togliermelo dalla testa in tutti modi. Questa relazione sarebbe sbagliata e non porterebbe a nulla di buono, solo guai. Quindi voglio cercare di non pensare a lui e di incontrare nuove persone. Sarà un’ardua impresa, ma ci devo riuscire. Almeno per fare sì che il mio sogno si realizzi.
Ne è davvero sicura?”- mi chiese conferma.
Sì, più che sicura. E ora torna nel teatro, tra poco suonerà la campanella e gli altri studenti non ci devono vedere qui insieme.”- non rispose nemmeno. Ancora deluso e amareggiato dalle mie parole tornò indietro da dove era venuto, ed io mi diressi nel bagno dei professori per sfogarmi ulteriormente. 
Mentre attraversavo il corridoio, cercando di arrivare a destinazione sentivo dei risolini che non mi piacquero affatto. Nonostante ciò, li ignorai e proseguii per la mia strada. Probabilmente erano solo frutto della mia immaginazione, ero talmente confusa che anche se mi fosse apparso davanti un umpalumpa mi sarebbe sembrato normale.
 
Confusa, innamorata, e attanagliata dal senso di colpa per aver mentito a Justin mi diressi in quel bagno riservato a noi insegnanti ed iniziai a piangere ininterrottamente, lasciando che quelle goccioline amare rigassero il mio viso. Quello era l’unico modo che avevo di sfogarmi.
 
LEGGI O MI SOGNERAI MENTRE PICCHIO UN UMPALUMPA(?)
 
Ciao a tutte belle ragassuole, spero che questa merdina qua sopra vi piaccia.
Mi scuso in anticipo per il ritardo nel postare la storia, però sono stata più brava della volta precedente, ammettetelo.. ok, no.
Btw, vi ringrazio per le tredici recensioni che mi avete lasciato, siete delle fighe sdfghjkhgd.
Posterò il seguito a quattordici recensioni, questa volta vi dovete impegnare lol
Anche sforzandomi, non riesco a essere spiritosa #tellmewhy
 
DOPO LA MIA SCLERATA, VI SALUTO.
ALLA PROSSIMA, BELLE.
 
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Capitolo 8
*** Fuckin' Magazine. ***


Le sue mani da uomo, calde e poderose attraversavano il mio corpo velocemente, come se lo conoscessero a memoria, pur essendo la prima volta che lo toccavano.
Le sue dolci labbra stavano torturando il mio collo, mentre di tanto in tanto accarezzavano le mie.
Non so descrivere cosa provavo mentre ci scambiavamo quei baci pieni di foga, ma d’amore allo stesso tempo.
Eravamo in sala professori e se qualcuno ci avesse scoperti sarebbe stata la fine.
Justin era sul punto di togliermi anche l’intimo, mentre io stavo pregando che non entrasse qualcuno proprio in quel momento.
Avevo le gambe intrecciate al suo bacino, eravamo completamente nudi e quella splendida creatura che avevo davanti mi stava sorridendo.
Io lo abbracciai, come se fosse l’unica cosa di cui avessi bisogno, poggiando la testa nell’incavo del suo collo, mentre le sue mani ora stavano tenendo salde le mie natiche.
“Ti amo.”- mi sussurrò dolcemente all’orecchio. In quel momento mi stavo sciogliendo letteralmente. Così iniziai ad accarezzargli la schiena, e di seguito quei morbidi capelli che risplendevano alla luce del sole, mentre lui chiedeva gli occhi rilassandosi.
Era la cosa più bella che avessi mai visto.
Stava per succedere ciò che avevo desiderato da tanto tempo, fin dal primo istante in cui l’ho conosciuto, quando all’improvviso sentiamo girare la chiave nella serratura, qualcuno stava per entrare e scoprirci: il preside.
 
 
 
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JUSTIN!”- gridai. Mi ero addormentata durante la correzione dei compiti, e ora mi ero svegliata di soprassalto da questo sogno/incubo. Peccato che non fossi sola.
Tutto bene, Julia?”- mi chiese Sandy, la mia migliore amica. Abbiamo frequentato insieme le superiori, e poi ci siamo iscritte allo stesso corso universitario. E adesso insegniamo nella stessa scuola. Abbiamo avuto una grande fortuna a capitare insieme come insegnanti nello stesso istituto.
Le voglio un mondo di bene, e lei a me.
Quindi mi sembra piuttosto normale che si preoccupi.
Tranquilla Sandy, è tutto apposto.”- cercai di rassicurarla, fingendo un sorriso accennato.
Chi è questo ‘Justin’ che hai nominato appena sveglia?”- mi sorrise maliziosamente.
Nessuno di importante, Sandy.”- risposi in modo scontroso. Nessuno, e dico nessuno, doveva venire a sapere di ciò che provavo per lui.
Ne sei davvero sicura? Con me puoi parlare, Julia.”- mi sorrise dolcemente. Non riuscivo proprio ad essere dura con lei. E’ la mia migliore amica, senza di lei non sarei nulla. E’ l’unica che ho, e devo tenermela stretta.
Certo, ora va’ pure a lezione.”- le ricambiai il sorriso e la congedai.
Prima di iniziare le lezioni mi recai dal giornalaio che distribuisce merce a scuola, di solito la mattina leggo sempre un buon quotidiano.
Mentre davo il resto al giornalaio sentivo vociferare dietro di me, e queste voci non mi convincevano per niente.
Professoressa Cooper se la fa con uno studente: Justin Bieber.”- la ragazza dietro di me lesse questo titolo di giornale che mi lasciò a bocca aperta. – Ormai nella nostra scuola ne sono successe di tutti i colori.”- continuò la ragazza.
Mi girai di scatto e la raggiunsi. Le strappai il giornaletto di mano, come un cane strappa la carne dall’osso: vidi la foto che ritraeva me e Justin in corridoio, proprio quando lui mi abbracciava da dietro cercando di capire il motivo della mia fuga dal teatro.
Le ragazze si ammutolirono di colpo, osservando il mio sguardo furibondo.
Notai che erano della mia classe, sarei scesa a compromessi.
Chi ha distribuito questo stupido giornale scolastico?”- domandai alle tre ragazze impaurite stringendo i denti a causa della rabbia che ormai si stava impossessando del mio corpo.
Brooke, e le altre amiche di Samantha.”- mi risposero impaurite dal mio sguardo.
Avrei dovuto immaginarlo.
Quei risolini che sentii nel corridoio mentre mi dirigevo verso il bagno professori avrebbero dovuto insospettirmi.
Quante copie sono state già mandate in stampa? E soprattutto, chi le ha viste?”- ero sempre più furiosa.
Ancora nessuno, eccetto lei e noi. In questo momento sono tutti in classe aspettando che le lezioni inizino.”- rispose la bionda.
Ora dovrete aiutarmi. Dovete raccogliere tutte le copie che trovate nell’istituto prima che il preside le veda. Vi alzerò il voto, l’importante è che le troviate.”- so che era squallido come compromesso, ma dovevo salvaguardare la mia reputazione da insegnante.
Non risposero neanche, andarono alla ricerca di quel fottutissimo giornale.
Io mi diressi in classe per svolgere la lezione, anche se non riuscivo a concentrarmi benissimo.
 
 
Per domani voglio quella ricerca pronta. Ricordate che chi si aggiudica il voto più alto potrà scegliere la destinazione della nostra prossima gita scolastica. Quindi, buon lavoro. Potete andare. - la classe si iniziò a svuotare a poco a poco – Tutti tranne Bieber.” – nessuno fece caso alle mie parole, eccetto lui.
Gli si dipinse in volto il sorriso che io amo vedere.
Quando tutti furono usciti, chiusi la porta e gli parlai di quello che stava succedendo.
Che cosa deve dirmi?”- mi chiese scuotendo i capelli. Era semplicemente perfetto. 
Oggi è uscita la copia settimanale del giornale scolastico della scuola. Guarda un po’ chi è in prima pagina.” - gli mostrai l’articolo che ritraeva me e lui insieme.
Oh mio dio, cosa facciamo adesso? In quanti lo hanno già visto?”- sembrava sconvolto, non lo avevo mai visto così.
Ho dato ordine a tre alunne di questa classe di ritirare i giornali che si trovavano nell’istituto. Spero che abbiano svolto il compito che gli avevo assegnato.”- ci guardavamo negli occhi con un filo di imbarazzo per la situazione.
Che cosa posso fare io?”- mi chiese dolcemente. Ogni volta che apriva bocca il mio cuore saltava un battito.
Hai presente Debby? E’ la ragazza che ha il compito di consegnare al preside tutti i giornali presenti nell’istituto. Tu dovrai sedurla, dovrai convincerla a non portarli nel suo ufficio. E dovrai far sparire le copie di cui lei è in possesso.”- conclusi come se la cosa fosse semplice. Sapevo che Justin come seduttore se la cavava molto bene, non avrebbe faticato.
Okay, ci proverò. Lei mi aiuterà?”- mi chiese sperando in una risposta positiva.
Mi dispiace, ma io ritirerò dall’istituto tutte le copie che riesco a trovare.”- gli risposi avendo paura di deluderlo.
Andiamo, mi aiuti. In fondo ci siamo cacciati in questo guaio insieme, insieme risolveremo la faccenda, ed insieme ne usciremo. Ma ho bisogno di lei per farlo.”- a quelle parole il mio cuore stava impazzendo. Non rispondeva più agli impulsi nervosi. Non potei far altro che assecondarlo.
Ehm, va bene. Ti aiuterò, Justin.”- Ero abbastanza confusa, e la risposta che gli diedi dava quell’impressione. Anche se non riuscii a negargli un sorriso.
A quel punto mi baciò delicatamente la guancia.
Poi si staccò e sorrise.
Avevo appena capito che davanti a me non avevo un semplice ragazzo, bensì un angelo, oh sì.

LEGGIMI, SONO UN UMPALUMPA IN PERSONA(?)

Tadaaaaan(?)
Visto come sono magica? Sto aggiornando più in fretta i capitoli.
Però, come ben sapete, ogni cosa bella ha una fine.
Infatti, domani parto per New York sdfghjdtyguhj, e non potrò aggiornare per ben dodici giorni çç
Quando arriverò cercherò di postare i capitoli un giorno dopo l'altro, promesso.
Io so una cosa, che voi non sapete. 
So che all'inizio del capitolo avete davvero creduto che fosse realtà HAHAHAHA, vi ho illuso. *risatamalefica*
Anyways, vi volevo ringraziare per le quindici recensioni che mi avete lasciato, siete meravigliose tutte quante.
Per il prossimo capitolo desidero SEDICI RECENSIONI, mi accontenterete? 
Lo scopriremo nella prossima puntata.
Okay, sclero.
Meglio che mi dileguo, vah.
Alla prossima, vi amo.

me on twittah: @x_biebergotswag 

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Capitolo 9
*** Together we can make anything. ***


 
Justin.
 
Guardare dritto nei suoi occhi era una cosa che, per una ragione che non conoscevo, mi faceva sentire bene.
Quella luce nei suoi occhi era unica.
Non mi ero mai soffermato a guardare così intensamente negli occhi di una ragazza.
In genere la prima parte del corpo di una ragazza su cui cadeva l’occhio erano il culo o le tette.
Ma con lei è diverso.
Questa ragazza, pur essendo più grande di me, riesce a rendermi felice come nessun’altra ha mai fatto.
 
 
Siamo in quest’aula ad aspettare che finisca l’intervallo, in modo che i corridoi siano liberi e che il nostro piano possa essere messo in atto.
Parliamo del più e del meno, e più passa il tempo più mi rendo conto di quanto sia meravigliosa.
Non lo pensi anche tu?”- mi chiese sorridendo. Non sapevo nemmeno ciò di cui stesse parlando. Ero talmente preso a fissarla, che le sue parole passarono in secondo piano.
Ehm.. certo.”- risposi un po’ insicuro.
Proprio in quell’istante la campanella iniziò a suonare, ciò stava a significare che i corridoi si stavano svuotando poco a poco.
Per fortuna Julia non aveva altre lezioni in quella classe nelle ore successive, quindi nessun alunno sarebbe rientrato all’improvviso nella classe in cui ci trovavamo in quel momento.
Da come parlava Julia, mi sembrava di essere in uno di quei film di azione, dove i protagonisti sono l’agente segreto e l’assistente.
In genere sono un ragazzo e una ragazza, che poi finiscono per baciarsi alla fine dell’indagine.
Una specie di sogno, in pratica.
 
Tutto ciò che stavamo per fare era serio in un certo senso, perché ne andava del nostro futuro in quella scuola, ma da un altro tutto assumeva un pizzico di comicità.
Grazie anche a Julia, che cercava di rendere la nostra ‘missione’ il meno stressante possibile.
Era davvero stupendo passare del tempo con lei.
A svegliarmi dai miei pensieri fu la sua soave voce a dirmi che era il momento di iniziare a raccogliere i giornali sparsi per la scuola.
 
 
 
 
 
 
Ciao Debby.”- mi avvicinai verso la mia ‘preda’.
Così l’ha chiamata Julia. Certo che ha una fervida immaginazione quella ragazza!
Non appena aprii bocca, lei si girò e mi guardò con occhi sognanti.
Poi si girò nuovamente, dandomi le spalle, per levarsi di dosso il paio di occhiali stile retrò che indossava e per sistemare la scollatura della sua t-shirt, in modo da rendere più visibile il seno, quasi inesistente.
Notai subito il carrello pieno zeppo di giornali che stava trasportando e intravidi le copie che ritraevano me e Julia in copertina.
Bingo.’ Pensai tra me e me.
Evidentemente li stava portando dal preside, infatti la porta della presidenza non era lontana.
Ottimo tempismo, Justin.’ Pensai nella mia mente.
Dopo essermi congratulato con me stesso, mi diressi dalla parte opposta del carrello per guardare in faccia Debby, che si stava per girare da me.
Ciao.. Justin.”- mi salutò un po’ insicura  di sé, lo capii visto che continuava ad abbassare il viso arrossendo.
Come fai a conoscere il mio nome?”- riprese la parola, sorridendomi.
Bhè, tutti qui ti conoscono. E poi io ti ammiro sempre da lontano mentre porti i giornali al preside, quindi mi sembra inevitabile conoscere il tuo nome.”- iniziai a ‘giocare’. Infatti la ragazza che avevo di fronte arrossì violentemente e si avvicinò a me.
Davvero mi ammiri da lontano?”- ce l’avevo quasi in pugno.
Sì, e sei molto brava con le consegne. Ho notato che sei molto brava anche a sculettare.”- SONO UN GENIO, CAZZO.
In quel momento non so descrivere il colorito improvviso che aveva preso la sua faccia.
Così mi avvicinai con fare malizioso e le accarezzai la guancia.
Debby, interdetta, non sapeva cosa dire.
Rideva nervosamente e mi guardava attonita.
Julia aveva proprio ragione: questa ragazza è cotta di me.
Quindi, ti piaccio?”- chiese insicura.
Sì, ma purtroppo non possiamo stare assieme, Debby. Voglio dire, io sono uno studente, tu lavori per il preside. Non c’è storia.”- mi inventai la scusa che era una dura e triste realtà per me e Julia.
Oh..”- rimase delusa.
Però, c’è una cosa che possiamo fare..”- rimasi sul vago.
Diamine, che cosa?”- le si illuminarono gli occhi.
Possiamo scambiarci un bacio.”- dopo la mia affermazione, Debby non diede segno di vita.
Si avvicinò alla mia bocca e mi baciò con foga, poi introdusse la lingua.
Mi stringeva il viso, mentre io le stringevo i fianchi.
Per Debby significava molto questo bacio, evidentemente.
E dal modo in cui mi baciava, capii che aspettava da tanto questo momento.
Io ho provato solo ribrezzo, ma sono stato al gioco.
L’ho fatto solo per Julia.
Durante quel gioco di lingue, che per me era solo disgustoso, sentii i passi indiscreti di Julia avvicinarsi.
Come accordato, stava togliendo dal carrello tutte le copie di quel maledetto giornale e le stava portando con sé.
Quando fui certo che si era allontanata mi staccai dalla ragazza che stavo baciando, mordendole il labbro per renderla felice.
Quanto avrei voluto che al suo posto ci fosse stata Julia.
Sogna Justin, sogna.’ Ripetevo a me stesso.
Debby era ancora scioccata per quel bacio.
Bhè, allora ci vediamo.”- le sorrisi e mi diressi verso l’aula in cui insegna Julia.
Lei non rispose nemmeno.
Un po’ mi dispiaceva per lei, perché l’avevo usata in un certo senso.
Ma l’ho fatto per una buona causa.
Julia non deve perdere il suo posto di lavoro in questa scuola, per colpa mia.
Per un mio errore.
 
 
Julia.
 
Tirai un sospiro di sollievo: finalmente avevo tra le mie mani tutte le copie di quel fottutissimo giornale, che mi avrebbe di sicuro rovinato la carriera se fosse passato sotto agli occhi del preside. Ma grazie a Justin, non è successo.
Gli sono immensamente grata per quello che sta facendo per me.
E’ splendido ed io credo proprio che me ne stia innamorando, anche se è del tutto sbagliato.
Vederlo mentre baciava quella ragazza mi ha fatto decisamente male, ma in fondo so che non ha provato alcun sentimento.
Era tutta finzione.
E lui ha fatto questo per aiutarmi.
 
Ad un certo punto si spalanca la porta.
E’ lui.
La prima cosa che l’istinto mi suggerisce di fare è corrergli incontro e stringerlo forte al mio petto, ed è ciò che faccio.
Stare tra le sue braccia è la cosa più bella del mondo, ci si sente al sicuro.
Meglio di una casa.
Poggiai la testa nell’incavo del suo collo e gli sussurrai un ‘Grazie’.
Lui alzò la testa e sorridendo mi rispose ‘Figurati, non ho fatto nulla di che. E poi ce l’abbiamo fatta, finalmente.
Non credevo ci saremmo riusciti, ma ho il piacere di annunciarti che non c’è più traccia di questo giornaletto per tutto l’istituto.”- gli sorrisi trionfante.
Ne sono felice. In fondo, l’ho fatto solo per te.”- a quell’affermazione il mio cuore perse un battito. Davvero aveva fatto tutto questo solo per me? Non gli interessava nulla di una possibile sospensione? Wow.
Davvero hai fatto tutto questo solo per me? Non ti importerebbe se fossi sospeso?”- i miei pensieri presero vita.
Forse un po’, ma in fin dei conti farei volentieri a meno della scuola. Anche perché la scuola superiore non è più obbligatoria. Cercherei di sicuro un lavoro da musicista, visto che la musica è la mia passione.”- la sua ultima affermazione mi sbalordì. Non sapevo che suonasse o cantasse. Immagino che la sua voce sia stupenda.
Non sapevo fossi un appassionato di musica..” – gli sorrisi.
Lo sono praticamente da quando sono nato. A due anni invece di giocare con macchinine o con dinosauri di plastica come gli altri bambini, battevo le mie mani su una sedia della cucina, come se fosse una batteria. E battevo le classiche bacchette da batterista sul tavolo da cucina, in attesa di avere l’età giusta per suonare una batteria vera e propria. A sette anni iniziai a suonare il piano, e quando il mio corpo raggiunse le giuste dimensioni la chitarra. A dodici anni scoprii di avere doti anche in campo canoro e crescendo mi sono appassionato sempre di più alla musica. Il problema è che la mia famiglia non ha mai avuto abbastanza soldi per pagare un insegnante privato, così ho sempre studiato da autodidatta.”- da quel discorso rimasi impressionata, provai anche un po’ di tenerezza per quel ragazzo. Non sapevo niente di lui, ma avevo intenzione di scoprire di più. Più lo conoscevo, più scoprivo in lui dei lati nascosti. E’ meraviglioso, riesce ad impressionarti in meno di un minuto.  
Wow, non credevo avessi così tante doti. Vorrei proprio sentirti cantare.”- dichiarai.
Mi vergogno molto del mio talento, non ho mai cantato per nessuno. Eccetto mia madre e i miei nonni.”- sorrise imbarazzato.
Se ti sentirai pronto, canterai per me un giorno. Magari ti alzo anche il voto.”- gli feci l’occhiolino e lui sfoderò uno di quei sorrisi che amo tanto.
Mi diressi verso la cattedra per sistemare dei fogli e di colpo gli chiesi ciò che ronzava nella mia testa da circa una mezzora, il tempo in cui aveva baciato Debby.
Non hai provato proprio nulla mentre baciavi Debby?”- ebbi paura della sua risposta, ma ormai mi ero ‘lanciata’ da quella specie di precipizio chiamato ‘paura di osare’.



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read me, i'm an umpa lumpa about to attack.

con questo titolo allo spazio autore spero di aver attirato la vostra attenzione. lol
passando alla storia, mi scuso molto per aver aggiornato dopo quasi un mese, ma come vi avevo
già annunciato sono stata a new york, e al ritorno ho avuto molto da fare, quindi mi scuso molto.
spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo lunghissimo.
questo è uno dei pochi capitoli scritti che mi piace sul serio.
spero vi piaccia.
non so quando potrò riaggiornare, perché lunedì inizio la scuola cwc
troverò comunque il tempo di scrivere, tra una materia e l'altra, tranquille c:
ora vi voglio presentare una persona, julia:

http://data.whicdn.com/images/35279725/tumblr_m8mf29Xwmo1rdbt84o1_1280_large.jpg
come potete notare è la meravigliosa aurora mohn, una modella norvegese.
io trovo che sia bellissima, e voi? dfgtyhujk.
dovrei essere io in teoria, ma mi viene da ridere al pensiero.
nemmeno in un'altra vita sarò così figa lol
a proposito di figaggine(?)
vorrei parlare di voi, ragassuole.
vi ringrazio tantissimo per le recensioni, e per aver messo la mia storia tra le preferite, le seguite o le ricordate.
anche solo una visualizzazione mi rende felice.
ho notato solo ora che il primo capitolo della storia ha raggiunto più di mille recensioni.
vorrei ringraziare anche le meravigliose ragazze di twitter che seguono la storia, e che mi danno dei consigli.
siete mitiche, ragazze.
vi amo tanto.

riguardo a debby, vi volevo chiedere se vi farebbe piacere vedere una sua foto.
nel corso della storia, questo personaggio riapparirà e magari volete vederla.
scrivetelo nelle recensioni ed io provvederò. c:
ultima cosa: desidero diciotto recensioni per il prossimo capitolo.
se me le lasciate vi aspetta un colpo di scena, se no lo scrivo nel capitolo ancora successivo..
ora vado, anche perché è tardi e a quest'ora inizio a sclerare.
see u soon, girls.


@x_biebergotswag on twitter.


 

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