Deadbeat Holiday - Quando la Night Class va in vacanza

di Sophie Isabella Nikolaevna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Tre mesi prima ***
Capitolo 2: *** Tra valigie disperse e minacce bionde ***
Capitolo 3: *** "Posticino-carino-carino"? ***
Capitolo 4: *** Tra api OGM e nonnine furiose ***
Capitolo 5: *** Aidoh, il vero sportivo ***
Capitolo 6: *** Minacce bionde 2: la vendetta ***
Capitolo 7: *** Gatti, balli e grandi ustionati ***
Capitolo 8: *** capitolo extra - avviso ***
Capitolo 9: *** Di tutto e di più ***
Capitolo 10: *** I'm A Believer ***
Capitolo 11: *** Finalmente fine ***



Capitolo 1
*** Prologo - Tre mesi prima ***


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DEADBEAT HOLIDAY - QUANDO LA NIGHT CLASS VA IN VACANZA



PROLOGO - TRE MESI PRIMA


"Oh, salve Kaname! Come andiamo?".
"Benissimo Direttore, grazie. E lei? Yuki?".
"Oh, stiamo entrambi benone". Gli occhi di Kaname furono irrimediabilmente attratti dai volantini di agenzie turistiche sparpagliati sulla scrivania del Direttore. "Oh, questi...", disse Cross a mo' di spiegazione, notando il suo sguardo. "Sto progettando una vacanza per me, Yuki e Kyriu. Sai, tra qualche mese arriva l'estate...".
"Certo. E' appunto per questo che sono qui", rispose Kaname. Il Direttore inarcò un sopracciglio. "Io e i miei compagni siamo stufi di trascorrere le solite vacanze a casa di Aidoh. Certo, è divertente, ma ogni anno sono sempre così... uguali. E visto che lei se ne intende di viaggi, visti i bei posti in cui porta sempre Yuki e Kyriu, volevo chiederle... un consiglio".
"Oh, ma certo!". Gli occhi del Direttore si illuminarono. Kaname, senza darlo a vedere, rabbrividì: quando gli occhi del Direttore si illuminavano, spesso le conseguenze comprendevano fotografie o pomposi discorsi sulla pace nel mondo. O cose ancora peggiori. "Ecco, guarda qui, ho un sacco di volantini che possono fare il caso tuo!", e Cross riversò sulle braccia del povero Sangue Puro una caterva di scatroffie vivacemente colorate. Kaname ne prese uno per un angolo, e osservò con un misto tra disgusto e curiosità le foto di spiagge, fiori tropicali e pesci multicolori.
"Veramente, Direttore...".
"Oh, non ringraziarmi. Lo sai che poi mi commuovo".
"Ma, Direttore...".
"Ho detto di no, Kaname! Ah, voi Sangue Puro... Ma veniamo al dunque. Cosa ti piacerebbe di più? Maldive? Mar Rosso? Seychelles?".
Kaname sospirò. Lui e i suoi compagni avevano pensato ad un posto nuvoloso come l'Irlanda, per starsene in pace in una villetta in campagna e poter girare anche di giorno senza rischiare svenimenti e/o ustioni...
"Oh, ho capito, ho capito". Il Direttore assunse un'aria solenne. "Sei indeciso. Lascia che ti consigli io", e gli circondò le spalle con un braccio. "Ebbene, il meglio del meglio sono le Seychelles. Quest'anno noi andiamo a Cuba, ma ci siamo stati l'anno scorso, e posso dirti che sono indimenticabili, soprattutto se tu e i tuoi amici non volete scocciatori intorno". Quest'ultimo era l'unico punto su cui Kaname e Cross sembravano essersi incontrati. "Allora, siamo d'accordo? Eh? Siamo d'accordo? Ora ti prenoto un posticino carino carino!".
"Direttore...", sospirò Kaname. "La nostra idea veramente era... era un po' diversa. Volevamo un posto più nuvoloso, come...".
"Ah, non preoccuparti. Le Seychelles sono tropicali, non desertiche! Il tempo può essere bellissimo così come può piovere a dirotto o essere semplicemente coperto. Te lo assicuro".
"Ah, beh, ehm...". Kaname rifletté. Andavano sempre in posti continentali, freddi e bui, come la zona dove stava la loro villa degli Aidoh preferita. Mai neanche un po' di mare... forse, forse ci si poteva provare. "Va bene. Prenotiamo".
Il Direttore batté le mani entusiasta e, aperto un cassetto della scrivania, ne tirò fuori un computer portatile.
"Allora...", mormorò accendendolo. Andò su Internet. " 'Settimana Seychelles'... vediamo cosa viene fuori... uuh, guarda che belle foto! Aah, non spaventarti, qui mettono solo quelle dove c'è il sole. Agli umani piace, sai. ... Ecco, questo posto è carino! Nell'isola di Mahé... Sono tante villette, non un albergo. Così potete starvene in santa pace. Sono villette da due o da tre... Voi in quanti siete? Ah no aspetta, lo so: tu, il Nobile Ichijo, Aidoh, Kain, Ruka, Rima e Shiki! Giusto? Sette? Allora con due villette da due e una da tre ve la cavate benissimo! Peeeerfetto! Prenotiamo? Dài, sì, prenotiamo!".
E senza neanche aspettare la risposta di Kaname, prenotò.








Se c'è una cosa che io, Sophie Isabella Nikolaevna, non reggo, ma proprio NON REGGO, è quando il numero
effettivo
del capitolo e il numero attribuito da efp non coincidono a causa di un prologo che funge da primo capitolo. Per questo inizialmente volevo unificare prologo e primo capitolo, ma alla fine il tutto risultava troppo lungo e ho dovuto separarli.
Anche la mia storia avrà i numeri dei capitoli sbagliati. Prego, un minuto di silenzio per i numeri dei capitoli sbagliati.
(silenzio)
Ma ora veniamo a noi. Come avrete capito, questa storia non vuole essere NIENTE DI SERIO. Per cui lo stile leggero è assolutamente voluto! Se poi riuscirò a farvi ridere almeno un po', allora sarò la persona più felice del pianeta.
Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate!
A presto miei cari ^^
Zia Sophie




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Capitolo 2
*** Tra valigie disperse e minacce bionde ***






CAPITOLO I - TRA VALIGIE DISPERSE E MINACCE BIONDE

L'aria tiepida delle Seychelles accarezzò il viso di Kaname, facendolo sospirare di piacere. Il cielo era nuvoloso: ottimo inizio. Finalmente una bella sensazione dopo ore di pura agonia.
Tutti i suoi amici avevano trascorso il lungo volo verso l'arcipelago dormendo beatamente. Solo uno di loro non era riuscito a prendere sonno: Aidoh. Si era girato e rigirato sulla poltroncina per tutto il tempo, emettendo strani e rumorosi (parecchio rumorosi) mugolii. E naturalmente Kaname a chi aveva avuto la meravigliosa idea di sedersi accanto?, a lui! Risultato: nove ore passate a tentare invano di dormire, con vicino un essere fastidioso e mugugnante.
"Uffa. Non ho dormito niente", si lagnò Aidoh scendendo dall'aereo e raggiungendolo.
Kaname si sentì invadere da quello che viene comunemente chiamato "istinto omicida". Senza rispondere al damerino, si affrettò dietro a tutti gli altri, che erano già quasi entrati in aeroporto. Dentro, regnava sovrana l'aria condizionata.
Il nastro trasportatore delle valigie si stava già muovendo, ma non era ancora arrivato nessuno bagaglio.
"Non mi fido di questi aggeggi", commentò Ruka, guardando la striscia mobile con profonda diffidenza. "Qualche bagaglio finisce sempre disperso. Speriamo che non capiti a noi".
"Tranquilla, Ruka", rispose Kaname con tono apatico, "non dovrebbe succedere niente di strano. Ho controllato io stesso: tutti i nostri bagagli sono stati caricati sull'aereo. L'unico che non ho visto, devo dire, è quello di Aidoh".
Hanabusa si voltò di scatto verso Kaname e, per quanto già pallido, diventò bianco come un cencio.
"Che cosa?!", strillacchiò. Kaname alzò gli occhi al cielo. Si comincia, pensò.
"Calma, può darsi che l'abbiano caricato prima che Kaname iniziasse a controllare", cercò di calmare le acque Ichijo, sfoderando il suo proverbiale sorriso.
"Sarà meglio! Io una settimana senza la mia valigia non posso starci!!!".
"Aidoh, guarda che nessuno ha dato la tua valigia per dispersa", intervenne Ruka, "Kaname ha semplicemente detto che forse gli è sfuggita".
"No, non è vero! Ha detto proprio di non averla vista! AKATSUKI!!!".
"Hanabusa, per carità, non rendere questa vacanza infernale fin dal primo momento", sospirò Kain.
"Credo che Aidoh sarà solo uno dei nostri problemi, Kain".
A parlare era stato Senri, con una faccia da funerale. La stessamedesima espressione era dipinta sul volto di Rima, accanto a lui.
"Che cos'è successo, ragazzi?", chiese Ichijo. Rima si limitò ad indicare con il pollice un gruppo di turisti (o meglio, turiste) a pochi metri da loro. Si trattava di sei ragazze sui quindici anni, tutte bionde con gli occhi azzurri. Osservavano il gruppo di vampiri con sguardi languidi e/o furbetti, e non facevano altro che commentare, ridacchiare, dire qualcosa nell'orecchio all'amica, arrossire, saltellare, ridacchiare di nuovo eccetera eccetera.
"Cheffighi, oh!".
"Proprio da SBAV-SBAV!".
"Vai tu!", esclamò una, spingendo una compagna.
"No, tu!".
"Masseipazza?! Io?! Ihihihih!".
"Ihihihihih!".
"Dài, vai tu!".
"Ma cosa?! No! No! Ma cosa faiiii!".
A furia di spintarelle e incitazioni, una delle biondine si immolò per le altre, e iniziò ad avvicinarsi pericolosamente al gruppo di vampiri.
"VADO IN BAGNO!", esclamò Akatsuki. "E tu vieni con me". Prese Aidoh per un braccio e in men che non si dica si dileguò, trascinandosi dietro il cugino.
I sei vampiri rimasti fissarono con un misto di paura e orrore la minaccia bionda che avanzava, e che ora sorrideva e che -si salvi chi può!- ora apriva bocca.
"Ehm...ehehehmm.. Ciaaaao", salutò, agitando la mano come questa se avesse preso fuoco.
"Ciao", rispose Kaname con voce suadente, "c'è qualcosa che possiamo fare per te?".
"Io e le mie amiche...". Indicò il gruppetto di biondine strepitanti. Tutte ripeterono il saluto isterico della prima. "Vorremmo chiedervi dove a avete l'albergo e... e se lo avete vicino al nostro... se vi va di... uscire... con noi... qualche... volta".
Silenzio imbarazzante. A salvare la situazione ci pensò nuovamente la voce vellutata di Kaname:
"Ci dispiace, ma noi non siamo qui in vacanza, siamo qui per lavoro, e non possiamo essere disturbati. Peccato. Sarà per un'altra volta".
"Oh, davvero? Ma sembrate così... così giovani! Che tipo di lavoro fate?".
"Senti, cara", tagliò corto Ruka, "se ancora non l'hai capito, si tratta di faccende top secret. Ora fateci il piacere di smammare".
La biondina indietreggiò. Se avessero mostrato alla tv sue foto da ubriaca mentre ballava su un tavolo in mutande, avrebbe avuto un'espressione meno oltraggiata.
"Dico, ma l'avete sentita?", si rivolse immediatamente alle sue amiche, che avevano assunto la sua stessa aria.
"Ma come si permette?".
"Che maleducata!".
"Ma poi, l'avete vista?".
"Quei capelli! Ma si crede una principessa delle fiabe?".
Si allontanarono lasciando dietro di sé una scia di veleno.
"Perché devi essere sempre così acida, Ruka?", domandò Kaname. "Erano fastidiose ma innocue".
"Scherzi? Quelle erano capaci di seguirci ovunque. Anzi, fortuna che Akatsuki ha portato via Hanabusa. Lui le avrebbe sicuramente... attirate ancora di più".
"Guardate!", esclamò Ichijo, interrompendo la discussione. "Stanno arrivando le nostre valigie!".
Ad ogni valigia che uno dei vampiri riconosceva, l'ansia di tutti quelli che invece non si erano ancora ricongiunti con la propria aumentava, e ognuno fissava con occhi ardenti il nastro trasportatore. Nel giro di dieci minuti, però, tutti quanti si riappropriarono dei loro averi.
Tutti, tranne uno.
Aidoh e Kain tornarono dal bagno quando ormai sul nastro non girava più nessuna valigia.
"Se ne sono andate le feroci biondine?", chiese Akatsuki, guardandosi intorno spaventato.
"Sì, tranquillo", rispose Ichijo. "Guarda, ti abbiamo preso la valigia".
"E la mia l'avete presa?", domandò Aidoh. Aveva un brutto presentimento. Un presentimento che non fece altro che aumentare man mano che osservava le tipiche facce da "non-so-come-dirtelo" degli altri.
"Vedi, Hanabusa...", iniziò Ichijo, parlando lentamente e facendo molta attenzione nello scegliere le parole giuste, "la tua valigia...".
"No!", lo interruppe Aidoh, una smorfia di terrore sul volto. "No, ti prego, NON DIRMELO!".
"Ci dispiace, Aidoh!".
"La mia valigia! LA MIA VALIGIA! Ma c'erano dentro tutte... tutte le mie COSE!!!". Dal modo in cui aveva pronunciato la parola "cose", sembrava che quel termine fosse la definizione di quanto di più prezioso ci potesse essere al mondo.
"Per le compresse ematiche non ti preoccupare, quelle te le do i...".
"Ma COSA VUOI CHE ME NE FREGHI delle compresse ematiche?!". Nel frattempo intorno a loro si era creato un piccolo pubblico di turisti curiosi. "Quelle sono l'ultimo dei miei problemi!".
"Ti presterò tutto quello di cui hai bisogno", disse Kain, paziente.
Nel frattempo Kaname e Ruka si erano appoggiati al muro e scuotevano la testa, scoraggiati.
"Sì, così andrò in giro con i vestiti di tre taglie in più!".
"Quelli potrai comprarli o chiederli a Shiki".
"No, i miei vestiti nelle mani di Aidoh no, pietà!".
"Dài, Senri, cerca di essere comprensivo, ha perso tutta la sua roba...".
"Seh, seh, seh! Non ci penso nemmeno! Me lo ricordo bene com'è andata a finire l'ultima volta che gli ho prestato qualcosa...".
"Shiki, sai bene che quella volta non è stata colpa mia. Ora smettila di fare storie e prestami i vestiti!".
"Come, prego? Non è stata colpa tua? L'hai calpestato, Aidoh! Certo che è stata colpa tua!".
"Ma di cosa state parlando?".
"Zitto, Akatsuki. Shiki, non l'ho calpestato! Mi è caduto, non me ne sono accorto e accidentalmente ci sono passato sopra con un piede, e si è rotto!".
"Cioè l'hai calpestato".
"No, è diverso!".
"Ma tu hai idea di quanto mi era costato?".
"Questo me l'hai già detto almeno un milione di volte. Ora ti decidi a prestarmi quei vestiti?!".
"Se mai vorrò prestarteli, non sarà certo qui in aeroporto che lo farò!".
"SHIKI HA RAGIONE!", gridò Ichijo, facendo tacere i due litiganti. "Questo non è il posto giusto né per prestare i vestiti, né per discutere. Su, andiamo a prendere il pullman. Ci porterà nelle villette che ci ha prenotato il Direttore. Quelle villette calme e tranquille, ricordate?".
"Prima dobbiamo denunciare la scomparsa della mia valigia", ringhiò un Hanabusa con tanto di fumo che usciva dalle orecchie.
"Certo. Ti accompagno a fare la denuncia. Voialtri aspettateci qui, ok?".
Ichijo prese Aidoh sottobraccio e si avviarono verso un banco informazioni.
"Sarà una lunghissima settimana", mormorò Ruka guardandoli mentre si allontanavano.
Non sapeva certo che il peggio doveva ancora venire.






FuckYeahFirstChapter!
Wow. Non mi aspettavo tante recensioni al prologo (sì, qualcuno potrà dire che 4 recensioni non sono tante, però io me ne aspettavo comunque di meno XD). E quindi, grazie a Yogi_Kun6, Eu_chan, Heart e Elis12, e ovviamente anche a coloro che hanno messo la storia delle seguite! E anche a quelli che l'hanno semplicemente letta :3
Questo primo capitolo è un po' spento o è solo una mia impressione? No perché mentre lo scrivevo ero sempre lì a cancellare e riscrivere, quindi a me non sembra coinvolgente perché percepisco il lavoro che c'è dietro... spero che per voi non sia così :)
Aspetto i vostri commenti, e se avete da criticare fatelo senza farvi problemi (tanto al massimo vi uccido tutti, no? <3).
ByeBye, alla prossima!
Isabella
P.S.: Sì, ero stufa di firmarmi Sophie. E visto che ho due nomi, perché non usarli entrambi? u.u



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Capitolo 3
*** "Posticino-carino-carino"? ***




CAPITOLO II - "POSTICINO-CARINO-CARINO"?

"Ragazzi...", disse Shiki con un filo di voce. "Vi prego, ditemi che c'è stato un errore e che questo non è il posticino-carino-carino di cui parlava il Direttore".
Sette paia di occhi di sette vampiri osservarono lo scenario davanti a cui il pulmino li aveva scaricati. Sette bocche si aprirono per il
profondo sgomento misto ad orrore. Nessuna delle sette bocche emise suono alcuno.
Si trovavano davanti all'entrata di quello che sembrava un albergo.
"Non dovevano essere tante villette?", chiese Rima attonita.
Il tempo era già cambiato, e ora in cielo non compariva neanche una nuvola. Solleone.
"Non doveva essere nuvoloso per la maggior parte del tempo?", chiese Aidoh, sventagliandosi per il caldo.
Ma il particolare che più preludeva al peggio erano i dieci tizi che ballavano come scatenati davanti all'entrata dell'albergo. Erano vestiti tutti uguali (simpaticissime divise arancioni che li facevano sembrare tante carote danzanti) e si dimenavano a ritmo di una musica che proveniva da un qualche stereo. Nessuno dei vampiri riuscì a capire bene il testo della canzone, ma da quel poco che compresero, parlava di quanto la vita diventasse improvvisamente allegra e luminosa se si passava una vacanza in quel posto da carote saltellanti.
"Ma secondo voi chi sono questi?", sibilò Kain.
"Devono essere... com'era la parola?... Ah, sì: animatori", rispose Ichijo.
"E perché sono qui e ballano? Qual è il loro ruolo?".
"Qual è lo scopo delle loro misere esistenze?", aggiunse Ruka.
"Beh, se sono animatori, devono... ehm... animare".
Uno degli strani soggetti danzanti aveva abbandonato il suo gruppo e si stava dirigendo verso di loro con in mano un vassoio pieno di bicchieri contenenti liquidi dai colori inquietanti. In faccia aveva stampato un sorriso a cinquecento denti.
"Saaaalve, signorini! Aperitivo?", declamò.
"ACQUA!", sbraitò Aidoh, arraffando tre dei bicchieri. Ingurgitò il loro contenuto in una frazione di secondo.
"Che cosa c'è dentro?", chise Rima sospettosa ma allettata all'idea di bere qualcosa sotto quel sole cocente. "I colori sono un po' strani... quello è giallo e blu... quello è verde e rosa...".
"Noooon ti preoccupare!". Lo strambo soggetto prese Rima sottobraccio, e gli occhi di Shiki mandarono fulmini e saette. "Sono offerti dalla casa!".
La povera Rima non fece in tempo a rendersi conto di cosa stava succedendo che si ritrovò a pochi centimetri dalla bocca un bicchiere di roba gialla e blu e, dietro il bicchiere, un sorriso a cinquecento denti, probabilmente appartenente alla persona che glie lo stava porgendo. Non era ben chiaro come il soggetto facesse a tenere Rima sottobraccio, reggere il vassoio e offrirle un bicchiere contemporaneamente, ma in un qualche modo ci riusciva.
Il sorrisone svanì dalla faccia dell'animatore quando sentì una mano gelida stringergli la spalla.
"Abbiamo prenotato per sette a nome Kuran", disse una voce cupa da dietro di lui. "Due villette da due e una da tre. Ci farebbe la cortesia di mostrarci i nostri alloggi?".
L'animatore si voltò e vide l'individuo più minaccioso che gli fosse mai capitato davanti. Era pallido, i capelli neri lunghi fino alle spalle gli facevano ombra sugli occhi... occhi nei quali gli sembrò di scorgere una luce rosso scuro! No, forse si faceva troppo suggestionare. Semplicemente, vedere
in quel posto qualcuno di così poco abbronzato lo sconvolgeva.
"Ceeerto, amico!", cercò di rispondere con la sua solita voce da scemo. "Le villette, eh? Vi ci porto subito!".
"Ah, quindi ci sono le villette!", sospirò di sollievo Rima.
"Ma ceeerto, cara. Questo edificio che vedi non è un albergo come può sembrare, è un edificio che ospita solo il ristorante tipico, la sala giochi, la sala relax e la sauna!".
"La sauna? Quasi quasi...", rifletté Kain.
"Akatsuki, vuoi farti forse coinvolgere dalle abitudini di questa gentaglia?".
"Ma dài, Ruka, non dev'essere così male...".
"Ma mia caaaara, ma rilaaaassati!
Ma sei in vacaaanza!". E l'animatore riversò il suo braccio intorno alle spalle di Ruka, che strinse le labbra e si paralizzò.
"Ci porta alle villette, per-favore?", ringhiò.
"Va bene, cara, va bene". L'animatore cominciava ad essere turbato da quella compagnia.
Entrarono nella hall dell'albergo. La parete di fronte a loro era interamente di vetro, con una porta. Dall'altra parte si poteva vedere chiaramente un'enorme piscina all'aperto circondata da palme, con tanto di bambini urlanti e donne corpulente in fase acquagym.
"Gooooosh", sospirarono tutti e sette i vampiri.
L'animatore li condusse oltre la porta di vetro, e si ritrovarono nel bel mezzo del caos della piscina. Il sole picchiava più che mai e il caos era allucinante. Un bambino si tuffò a bomba provocando una tsunami che sommerse Aidoh. Un'atletica e scattante animatrice dirigeva le donne dell'acquagym, muovendosi a ritmo di una musica estremamente martellante e strillacchiando:
"...E CINQ-SEI-SETTE-OTTO!".
"Beh, dài, ragazzi", si sforzò di sorridere Ichijo, "potremmo sempre starcene tranquilli in spiaggia, sotto un ombrellone, a dormire".
"Dormire?". A giudicare dalla faccia dell'animatore, sembrava che avesse sentito quella parola per la prima volta in vita sua. "Dormire?! Ma RAGAAAAZZI! Voi non avete capito, allora! Qui non si dorme mai!".
A cotali parole Aidoh inorridì.
Sospirando e gemendo, girarono intorno alla piscina e presero un sentiero acciottolato che si inoltrava tra le palme.
"Di qua si va alle villette, cari", spiegò l'animatore.
"Sia lodato", sospirò Shiki.
In breve tempo si trovarono, in effetti, di fronte ad un grande prato di un piacevole verde chiaro. Dieci villette vi facevano la loro comparsa, sparse e ben distanziate. Alcune palme altissime crescevano qua e là nel prato, altre invece lo chiudevano da tutti i lati.
"Al di là di quelle palme laggiù c'è la spiaggia, cari", spiegò l'animatore. "Le vostre villette sono la numero 5, la 6 e la 7. Ecco le chiavi", e diede in mano a Kaname tre piccole chiavi. "Adios! Buona permanenza! Ah, e fate attenzione che se vi cade una noce di cocco in testa ci rimanete stecchiti!".
In una frazione di secondo sparì. Kaname e il suo pallore cadaverico l'avevano particolarmente inquietato.
"Finalmente soli, no?", cercò nuovamente di sorridere Ichijo.
Nessuno fece in tempo a rispondere che il silenzio fu rotto da un'allegra musichetta.
"E' il mio cellulare", spiegò Kaname frugandosi in tasca, "me l'ha regalato il Direttore, nel caso avessimo avuto bisogno di chiamarlo...". Guardò il numero sul display. "Ecco, è proprio lui. Ora mi sentirà... Pronto?".
"Kaaaname! Allora, come andiamo? Siete arrivati in quel posticino? Deve essere davvero un posticino-carino-c...".
"DIRETTORE, si può sapere dove DIAMINE ci ha mandati?".
I Sangue Puro arrabbiati facevano davvero tanta paura, poté constatare Aidoh.
"Ma, Kaname, non capisco...".
"Lei ci aveva detto che saremmo stati in pace, invece siamo finiti in balia di un AGITATORE...".
"Kaname, è 'animatore'...", lo corresse Ichijo.
"Insomma, quello che è. Ci ha dato da bere pericolose bevande multicolori mentre i suoi amici ballavano a ritmo di musica e lui tentava di sedurre Rima. Poi ci ha portati in una piscina dove Aidoh è stato praticamente affogato, una pazza scatenata si dimenava nell'acqua urlando dei numeri e una marea di umane grasse e rincitrullite la imitava pure! Inoltre sembra che qui non si dorma mai! E, ciliegina sulla torta, c'è un sole che si muore, ma tanto ad ucciderci ci penseranno le noci di cocco!!!".
"Ma... ma... ma... ma non è possibile... sul sito diceva che era il posto ideale per una vacanza all'insegna del relax...".
"Si vede che il concetto di relax per gli umani è diverso che per i vampiri! Mi aveva detto che alle Seychelles non avremmo avuto scocciatori intorno, invece ne siamo CIRCONDATI!".
"Non avevo idea che ci fosse un villaggio turistico alle Seychelles... Io con Kyriu e la mia Yukki ero stato in un così bel posticino... Avevamo la spiaggia tutta per noi e nessuno ci è mai venuto a disturbare se non un pescatore con il suo pesce fresco che voleva venderci. Non pensavo che...".
"La prossima volta ci faccia il favore di pensare, allora! La saluto, Direttore".
Chiuse deciso il telefono e se lo rimise in tasca.
I sette amici si guardarono per un attimo negli occhi.
"GOOOOOSH!", sospirarono.




Yeaah Sophie is back u.ù
Allora, premetto che io alle Seychelles ci sono stata e non sono assolutamente così (però le palme da cui in qualsiasi momento possono cadere dei cocchi assassini ci sono veramente)! Sono come le descrive il Direttore! Solo che purtroppo qualche villaggio turistico a rovinare la quiete c'è anche là. Per carità, io ai villaggi turistici mi sono sempre diverti ta un sacco, ma in un posto tranquillo come le Seychelles costruire un villaggio è come commettere un omicidio!
(oddio, per cui io avrei appena virtualmente commesso un omicidio? D:)
Comunque sì, insomma, cioè, nel senso, ecco.
GRAZIE PER LE RECENSIONI! Già 12 a soli due capitoli... siete tutti dei tesori! Anzi, delle tesore, perché tanto mi sa che siete tutte donne, no? *si scusa umilmente con qualunque maschio stia leggendo qui*
Aggiornerò abbastanza presto, i tempi di aggiornamento saranno sempre di circa una settimana.
Alla prossima, non vedo l'ora di leggere i vostri commenti!
Isabella ^^








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Capitolo 4
*** Tra api OGM e nonnine furiose ***




CAPITOLO 3 - API OGM E NONNINE FURIOSE

Akatsuki Kain si svegliò con la luce del sole. Sapevano benissimo che in quel posto sarebbe stato inutile continuare con i loro soliti ritmi biologici, ossia svegli la notte e a letto di giorno: durante le ore diurne il caos sarebbe stato talmente disturbante che tanto valeva adeguarsi allo stile di vita da villaggio per umani.
Riflettendoci, però, la luce del sole non era l'unico motivo di profondo disagio che aveva indotto il povero vampiro a svegliarsi. Avvertiva come una presenza fastidiosa incombere su di lui. Qualcuno lo stava disturbando. Quel qualcuno lo stava, più precisamente, scuotendo con violenza, tenendolo per una spalla, ed emetteva strani versi, del tipo:
"Akatsuki! Svegliati subito! Ti prego, Akatsuki, ti scongiuro, svegliati! SVEGLIATI! Sei la mia unica speranza!!!".
Kain mise a fuoco ciò che aveva davanti. A qualche centimetro dal suo viso c'era la faccia disperata e terrorizzata di Aidoh, con tanto di occhi spalancati e respiro ansimante.
"Cosasciè?", biascicò Kain, non ancora del tutto sveglio nè in grado di articolare.
"C'E' UNA COSA VOLANTE!".
L'urlo disumano rintronò Akatsuki, le cui orecchie fischiarono per qualche secondo.
"Una cosa volante?", chiese, con ancora un discreto ronzio nelle orecchie.
"Sìììì! Guarda, guarda, è la!".
Akatsuki si guardò intorno, ma non vide niente. Le orecchie continuavano a ronzargli. Strano. Aidoh aveva urlato forte, ma non così tanto.
Poi capì che il ronzio non proveniva la dentro le proprie orecchie.
"Dov'è?", chiese, paralizzato.
"Sul tuo cuscino", piagnucolò Hanabusa, mangiandosi le unghie. "Alla tua destra".
Lentamente e con gli occhi sbarrati, Kain si voltò e si ritrovò faccia a faccia con una specie di mostricciattolo a striscie rosse e nere, dotato di sei occhi, dieci zampe, otto ali e quattro pungiglioni.
"AAAAAAHHHH!!!". Fece un salto di tre metri e si aggrappò al cugino, ululando e strillacchiando. "HANABUSA! HANABUSA! TI PREGO, PORTALO VIA!".
"NON POSSO! NON POSSO! AAAAHHHH!!!".
"AAAAHHHH!!!".
"AAAAHHHH!!!".
"Cosa sta succedendo?!", esclamò qualcuno spalancando la porta della stanza. Aidoh e Kain si voltarono e il loro sollievo nel vedere le facce amiche di Kaname, Senri e Takuma fu immenso. "Vi abbiamo sentiti urlare dalla nostra villetta! Tutto bene?!".
"C'è una specie di ape OGM che ci vuole uccidereeee!!!", spiegò Aidoh, isterico.
"Un'ape?", chiese Kaname con un sopracciglio alzato. "Passi Aidoh, che tanto maturo non è mai stato. Ma tu, Akatsuki... urlare così per un'ape... da te non me lo sarei mai aspettato".
"MA NON VEDI COM'E' FATTA?!", sbraitò Kain, paonazzo.
"Veramente, qui non c'è nessun'ape", rispose Shiki, serio e impassibile.
Aidoh e Kain spalancarono gli occhi nell'accorgersi che, effettivamente, l'ape non c'era più.
"Oh santo cielo....", mormorò Hanabusa. "E' scappata... si è nascosta... e adesso ricomparirà quando meno ce lo aspetteremo, ci piomberà addosso con i suoi trenta pungiglioni e...".
Il ronzio tornò, gelando le ultime parole in bocca ad Aidoh.
"Viene da sotto il letto".
I vampiri si scambiarono una dubbiosa occhiata generale, dopodiché Kaname prese come al solito le redini della situazione:
"Razza di fifoni! Vado io".
I quattro amici si strinsero l'un l'altro mentre Kaname si chinava per sbirciare sotto al letto. Tutti quanti confidavano nella sua proverbiale sicurezza di sé. Tutti loro nel vedere l'ape avrebbero probabilmente dato in escandescende, ma Kaname non l'avrebbe mai fatto. Avrebbe detto qualcosa con il suo solito tono glaciale e l'ape sarebbe morta stecchita. Sì, sarebbe sicuramente andata così.
"Non vedo niente...", bofonchiò Kaname. "Ah, no, aspettate... questa è... quella è... è... è...".
Seguirono attimi di silenzio in cui si poteva tagliare l'attesa straziante con un coltello. Dopodiché, tutto esplose.
"AAAAAAAAHHHHH!!!".
Kaname si ritrasse urlando come un dannato, seguito dalla mostruosa ape, che cominciò a volare vorticosamente per la stanza, con il suo ronzio rimbombante. Si scatenò il pandemonio. Kaname strisciava contro i muri emettendo urla belluine. Ichijo corse avanti e indietro finché non si prostrò a terra con le mani incrociate sul capo, piagnucolando. Senri, dopo essere rimasto immobile come un baccalà a fissare urlando l'ape, si fiondò sul letto e si corpì dalla testa ai piedi con il lenzuolo. Aidoh e Kain si tenevano a vicenda per il colletto, strillandosi in faccia.
Improvvisamente qualcuno fece irruzione dalla stessa porta da cui poco prima erano entrati Kaname, Ichijo e Shiki. Erano Ruka e Rima, armate di battipanni.
Kain interruppe le sue urla forsennate (che invece Aidoh continuò senza problemi) e cercò di mettere in guardia le due poverine:
"No! Ruka! No! Voi non potete entrare qua! C'è un mostro! Vi ucciderà! Voi donne siete deboli! Dobbiamo cavarcela noi uomini! Non pensate a noi, andatevene finché siete in tempo! Fuggite, sciocche!".
"Quante storie per un'ape", disse freddamente Ruka. Rima guardava con disappunto il fagotto tremante sul letto. "Rima, Shiki è un vigliacco come gli altri", la riprese l'amica, "ora uccidiamo quell'ape e facciamola finita".
"Giusto", concordò Toya.
Unirono i loro battipanni e, con un temibile grido guerra, si avventarono alla velocità della luce sull'ape.
Seguì il silenzio.
Kaname aprì gli occhi. Ichijo si sollevò un poco da terra. Un occhio di Senri comparve da sotto la coperta. Aidoh e Kain si mollarono l'un l'altro.
Sul pavimento, al posto dell'ape, c'era una poltiglia nerastra con dentro resti di zampe, occhi e ali.
"Era così difficile?", chiese Ruka. "Non posso crederci. Che branco di bambini".
L'espressione di Kaname era indecifrabile, ma nel suo profondo il capostipite del nobile casato Kuran ribolliva. Non era Ruka che nutriva un'adorazione nei suoi confronti? E ora l'aveva appena chiamato bambino? Non era possibile. Orgoglio di Sangue Puro ferito. Gravemente ferito.
Bah bah bah.

* * *

La spiaggia, bisognava ammetterlo, meritava. Era enorme e bianchissima, un mare dall'azzurro cielo che sfumava lentamente in blu notte, una fitta barriera di alte palme alle loro spalle. Un'idillio, insomma. Peccato che le miriadi di sdrai e ombrelloni facessero assomigliare quel paradiso ad un posto orribile di cui tutti quanti avevano sentito parlare, chiamato Riviera Romagnola. Anche se la spiaggia era immensa, trovare un angoletto libero si prospettava un'impresa veramente ardua.
"Non sistemiamoci sotto le palme, mi raccomando", li ammonì Kaname, in stile mamma chioccia, "e, vi prego, mettetevi tutti la crema solare. Protezione 100. L'ho ordinata apposta per questa vacanza, sembra che tra gli umani quasi nessuno usi una protezione così alta. Ma io l'ho trovata. Per cui, ripagatemi di tutte le fatiche che ho fatto per averla, e mettetevela. Non voglio ustioni, svenimenti, stati comatosi o morti precoci".
"Sì, Signor Capitano!", esclamò Aidoh.
"Non ho sentito bene!", lo riprese Ichijo, un ghignetto sul viso.
"SI', SIGNOR CAPITANO! Oooooh!", berciò Aidoh. Dopodiché si misero a canticchiare in coro una musichetta assurda.
"Cosa-state-facendo?", li interruppe Kaname usando il solito tono glaciale che riservava per quelle occasioni.
"E' la sigla di Spongebob! Non hai mai visto Spongebob, Kaname?", spiegò Ichijo mentre Aidoh continuava a canticchiare.
Kaname si limitò ad alzare gli occhi al cielo e a stendere a terra il proprio telo mare. Il telo stava per toccare la morbida sabbia delle Seychelles quando un urlo strozzato lo bloccò.
"Fermooooo!".
I sette vampiri si voltarono verso chi aveva parlato. Era una vecchietta. Una piccola, bigodinata, occhialuta vecchietta, che arrancava verso di loro servendosi del suo bastone.
"Fermi! Lasciate l'ultimo spazio rimasto sulla spiaggia ad una povera vecchia che ha taaaanto bisogno di riposare, suvvia!", implorò.
"Ma signora, signora". Ichijo si affrettò verso di lei. "Lasci che le porti il borsone. Alla sua età non va bene portare pesi così ingenti". Detto questo, con un abile gesto le prese la borsa da mare e se la issò in spalla. La vecchietta osservò il suo fisico scolpito, gli addominali che sembravano di marmo, i bicipiti quasi scolpiti da Fidia...
"Ma che bel giovanotto...!", sorrise trasognata.
"Mi dica dove vuole stare, signora, che così le poggio il borsone".
"Lì, grazie. Oh, ma che bel giovanotto...!".
"Takuma Ichijo, lì dobbiamo starci noi".
"Dài, Aidoh, permetti a questa anziana signora di farsi il suo sonnellino in spiaggia".
"Ma dopo noi dove stiamo, eh?".
"Troveremo un altro posto".
"Ma non ce ne sono di altri posti!".
Aidoh strappò il borsone a Ichijo e lo rimise sulle spalle della vecchia, che emise un rantolo.
"Hanabusa insomma, sei veramente incivile!", lo sgridò Ichijo, e si riprese il borsone.
"Questa persona deve trovarsi un altro posto, qui c'eravamo prima noi". E Aidoh adagiò nuovamente borsone in tutto il suo dolce peso sulla povera vecchietta.
"E' evidente", sospirò questa, "che non tutti i giovani di oggi sono gentili come questo bel giovanotto che vuole portarmi il borsone. Ce ne sono anche di maleducati".
Improvvisamente la vecchietta fece cadere a terra il borsone, brandì fieramente il bastone e si avventò su Aidoh con tutta la sua ira funesta.
"AIUTO!".
"Prendi questo, brutto malducato!".
"AHIA!".
"Screanzato!".
"UHI!".
"Disgraziato!".
I sei vampiri rimanenti osservavano la scena con facce in bilico tra il sorpreso, l'addolorato e il divertito. Ad ogni colpo che la vecchietta infliggeva ad Hanabusa, i sei amici sussultavano.
"QUALCUNO MI AIUTI!".
Nessuno, però, osava farsi avanti e sfidare la potenza del bastone della nonnina.
"SHIKI!", sbraitò Aidoh tra una percossa e l'altra. "Sei tu che, ahia!, ti sei portato una mazza da baseball, ouch!, vero?, ohi!".
"Sì", rispose Shiki glaciale, impassibile. "Ma non te la presto".
"SENRI SHIKI, SEI LA MIA ULTIMA SPERANZAHIA!".
"Io non ti presterò più niente, Hanabusa Aidoh. Lo sai".
"Ehm, signora!".
Al sentire la voce flautata di Ichijo, la nonnina smise immediatamente di picchiare Aidoh.
"Sì, bel giovanotto?".
"Venga con me, l'accompagno a prendersi un gelato. Mi dia il borsone, ecco, su, da brava. E poi parlerò con il bagnino per farle avere un bellissimo posto in spiaggia".
Ancora una volta Ichijo risolse la situazione. Se ne andò con la vecchietta che ogni tanto lo guardava sospirando:
"Oh, ma proprio un così bel giovanotto...".
I sei vampiri si sentivano come se avessero combattuto la Prima Guerra Mondiale in trincea.
"Io ho intenzione di passare il resto della giornata sdraiata qui in spiaggia a dormire", sentenziò Rima.
Nessuno trovò niente di meglio da fare che imitarla - chili e chili di crema solare dopo, ovviamente.




Ed eccomi ad aggiornare nonostante le simpaticissime scosse di oggi (sto a Bologna D:)!
Capitolo un po' lunghetto, ma la storia dell'ape OGM non potevo non metterla... anche perché in effetti alle Seychelles una mattina mi sono VERAMENTE svegliata con uno strano insetto che mi ronzava sul cuscino.

E una sera ho trovato un topo enorme nero nella mia stanza. Il giorno dopo le ciabatte di mia mamma erano tutte smangiucchiate. Ma non divaghiamo.
Come al solito, grazie a tutti per le recensioni. Vi amo tutti incondizionatamente! Chedo scusa anche per il tempo di aggiornamento che è stato un po' più lungo del solito, ma ho avuto prove di teatro/canto/pianoforte e in più la scuola, per cui ero, diciamo, un cicinino impegnata. Ma ora sono di nuovo qua :D
Ci vediamo (?) al prossimo capitolo miei cari! Non vedo l'ora!
ForEver Yours
Isabella




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Capitolo 5
*** Aidoh, il vero sportivo ***



CAPITOLO 4 - AIDOH, IL VERO SPORTIVO


Era già il loro secondo giorno di soggiorno al villaggio turistico. Appena alzati (senza strani mostri a far loro da sveglia) si erano subito diretti in spiaggia, quando questa ancora era vuota. Erano soltanto loro sette, e le uniche compagnie che avevano erano sabbia, palme, sole e mare. E crema solare. Tanta, tanta crema solare.
"BUONGIORNO!!!". Una faccia sorridente (troppo sorridente) e munita di occhiali da sole a cuore con i bordi fucsia spuntò tra le palme. I sette sobbalzarono. "Servizio colazione in spiaggia per turisti mattinieri!".
"Un agitatore", sibilò Kaname atterrito.
L'animatore si diresse verso di loro. Indossava un costume arancione flash e brandiva fieramente un vassoio con dentro strani frutti e un bicchiere contenente un liquido di un rosa molto sospetto.
"Dobbiamo eliminarlo", sussurrò Kaname. "Al mio tre gli saltiamo addosso e gli diamo una botta in testa. Poi qualcuno di noi si arrampicherà su quella palma e farà cadere vicino a lui una noce di cocco, così che la gente pensi che gli è finita in testa. E' un piano perfetto. Siete pronti? Al mio tre: uno, due...".
"Un momento!", escalmò Aidoh. "Colazione! Mangiare!!! HO FAME!".
Aidoh corse verso l'animatore e gli strappò di mano il vassoio. I sei vampiri lo osservarono mentre si ingozzava all'inverosimile emettendo versi primordiali.
"Wow, dovevi avere davvero fame!", commentò l'animatore. "Mi sembri proprio il tipo giusto per partecipare al torneo sportivo di oggi!".
"Tovneo fpovtifo?", bofonchiò Aidoh ancora a bocca mezza piena. A tale vista Ruka storse il naso. "Gno, gno, gno. Gnon fe gne pavla gneanche. Io qfi foglio dov-mi-ve".
"Abbèlli, qui non si dorme mai!", berciò l'animatore e diede ad Aidoh un'amichevole (?) pacca sulla schiena, proprio mentre il povero vampiro stava bevendo il succo rosa sospetto. Hanabusa fece cadere il bicchiere e cominciò a tossicchiare e a strozzarsi. La gamma di strani suoni che produceva superava ampiamente quella a cui era arrivato poco prima mangiando. In breve divenne bordeaux. L'animatore non badò a niente di tutto questo.
"Allora ti iscrivo, bbbèllo! Com'è che ti chiami?", chiese.
"Non possiamo lasciare da solo Aidoh in un torneo sportivo per umani", disse Ruka a Kaname nell'orecchio. "Dobbiamo iscriverci anche noi. Anche perché a furia di starcene sempre in spiaggia da soli, daremo nell'occhio".
"Hai ragione", convenne Kaname. "Si chiama Aidoh", disse poi all'animatore.
"Aiuto!!!", gridò Hanabusa con voce strozzata. Ormai aveva raggiunto il viola intenso e rischiava la morte per soffocamento.
"Come hai detto? Aiudo? Perfetto, sei iscritto, signor Aiudo!".
"Iscriva anche tutti noi", sospirò Kaname. "Tanto, peggio di così non può andare".

* * *

La palla avanzava, minacciosa e terribile. Solcava l'aria veloce in tutta la sua tremenda rotondità e, quel che è peggio, puntava proprio verso il povero Aidoh.
"Vai Aidoh, questa è tua! Non puoi sbagliare! Forza!!!", urlò Ichijo. Certo, la faceva facile lui, a dare ordini da fuori campo. Solo perché era il suo turno di stare giù. Ma appena avrebbero fatto punto, Aidoh sarebbe uscito mentre Ichijo sarebbe dovuto tornare in campo. E allora non avrebbe più dato tanti ordini, oh, no.
In tutti questi pensieri Aidoh si dimenticò completamente della palla, che cadde sulla sabbia esattamente a cinque centimetri da lui.
"AIDOH MA INSOMMA!".
"ERA TUA!!!".
"NON E' POSSIBILE!".
"VUOI FARCI PERDERE?!".
"NON TI SEI NEANCHE MOSSO PER PRENDERLA!"
"SEI LA NOSTRA ROVINA!".
La squadra dei vampiri navigava nella più profonda disperazione, mentre dall'altra parte della rete sei umani muscolosi, abbronzati e tatuati si applaudivano da soli.
"Signori del pubblico del torneo di beach volley", annunciò l'animatore occhiali-a-cuore in un megafono, "è stato individuato l'elemento debole della squadra: il sognor Aiudo. Signori dell'altra squadra, dateci dentro! Tartassatelo! Yuhuuu!".
"Forza, ragazzi", disse Ichijo stringendo i pugni, "facciamogliela vedere noi a quel branco di tamarri lampadati".
"E tu, elemento debole, cerca di collaborare". Kaname lanciò ad Aidoh un'occhiataccia. Il poveretto proprio non capiva questa improvvisa dedizione allo sport da parte dei suoi amici. Lui non aveva mai voluto partecipare a quel torneo, e ora si aspettavano anche che collaborasse? Ma robe dell'altro mondo.

* * *

Quella palla faceva ancora più paura di quella di prima. Era ancora più grossa e più dura, in più era di un orribile arancione. Ora non bisognava solo lanciarla, bisognava anche sbatacchiarla per terra facendola rimbalzare, e quando si era nei paraggi di uno strano aggeggio detto canestro, cercare di lanciarvela dentro. Assurdo. Non si poteva arrivare al canestro tenendo la palla in mano, invece di farla rimbalzare, o come dicevano quelle specie di giganti dell'altra squadra, palleggiare?
E ora, disgrazia, la palla era proprio nelle mani di Aidoh.
"QUI! PASSA! PASSA!", sbraitò Senri. Hanabusa stentava a riconoscerlo, ora che non faceva altro che saltellare per il campo urlando e palleggiando. E Kaname e Rima e i loro perfetti tiri a canestro? E Ichijo e Kain e le loro finte? E Ruka che riusciva a sottrarre la palla a tutti gli energumeni dell'altra squadra e addirittura a marcarli? Dov'erano finiti i suoi amici che volevano una vacanza rilassante?

* * *

"Aidoh, ci hai già fatto perdere pallavolo e basket. Ora promettici che ti impegnerai. Dài, su", disse Senri rivolto alla nuca di Aidoh, che era seduto e remava davanti a lui.
"Mi spiace, Shiki, ma non capisco perché dovrei. Questo remo è ancora più faticoso da maneggiare rispetto alla palla da basket".
"Perché non dobbiamo dare nell'occhio, sennò si capirà che non conosciamo per niente gli sport degli umani, e allora la gente inizierà a farsi delle domande".
"Ma guarda che non stiamo dando nell'occhio. Voi quegli sport li avete imparati subito alla perfezione. Con l'intelligenza che abbiamo noi vampiri, non c'è da sorprendersi. Semplicemente, io non ne ho voglia".
"Ma lo capisci che così ci comprometti tutto?!".
"Secondo me tu ti preoccupi troppo, Senri Shiki".
"E' ovvio che io mi preoccupi quando si tratta di te, Hanabusa. Dopo che ho commesso l'errore di prestarti...".
"Piantala una buona volta con questo discorso! Mi hai stufato! Te la sei voluta: ora non remo più".
E Aidoh appoggiò il remo sulla canoa e incrociò le braccia sul petto.
"Dài, Aidoh, non fare i capricci".
"Uffa. Io volevo tante canoe da uno, non una sola da sette. Non voglio stare vicino a voi quando siete così... così sportivi".
"Mamma mia, quanto sei peso!", esclamò Ruka. "Senri, tu che sei dietro di lui, rimettigli in mano quel remo".
"No, io ci rinuncio a collaborare con lui".
"Lo farò io allora", si offrì Rima, che era seduta davanti ad Aidoh.
"No, non lo farai!". E Hanabusa diede un colpo al remo, che finì in mare.
"Ma sei cretino?!", strillò Rima.
"Ora butto in mare anche il tuo!".
"No! Non ci provare!".
Rima sollevò in alto il remo così che potesse sfuggire alla presa di Aidoh, che si allungò per prenderlo; Rima si sottrasse, Aidoh si slanciò, la canoa si ribaltò.
Poco dopo dall'acqua riemerse la testa di Aidoh, trionfante, seguita da quelle degli altri vampiri, non altrettanto raggianti.
"Dov'è Ruka?", chiese Akatsuki preoccupato, guardandosi intorno. Non era ancora riemersa. "RUKA RESISTI, TI SALVO IO!".
Poco dopo, stavano venendo trainati verso la spiaggia dalla canoa di soccorso degli animatori. Ruka continuava a ripetere a Kain che stava bene, che non era successo niente e che semplicemente ci aveva messo un po' ad uscire dalla canoa, ma Akatsuki non la ascoltava e continuava a stringerla a sé come se fosse in pericolo di morte. Aidoh li guardava schifato.

* * *

"Signore e signori", annunciò ancora una volta l'animatore dagli occhiali a cuore, "alla conclusione di questo torneo sportivo, desidero donare un premio ad un... atleta il cui modo di comportarsi in squadra mi ha particolarmente colpito. Penso sia la persona meno sportiva che abbia mai conosciuto. Il signor Aiudo! Vieni qui, bbèèèllo!".
In tutta la sua vita, Aidoh non aveva mai vissuto un'esperienza più imbarazzante che vedersi consegnare una coppa da un individuo con gli occhiali a cuore. Ma ormai era rassegnato all'evidenza che in quel villaggio turistico poteva veramente accadere di tutto.
E quello era stato solo il secondo giorno di vacanza.


Abbèèèèlli! (parlo come l'animatore ._.)
Sono tornata, anche se un po' in ritardo. Chiedo perdono per essermi focalizzata un po' troppo su Aidoh, nei prossimi capitoli parlerò più degli altri, è che mi diverto troppo a farlo "vivere"! Anyway, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Cercherò di riaggiornare in tempi più brevi!
Alla prossima!
Isabella



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Capitolo 6
*** Minacce bionde 2: la vendetta ***



CAPITOLO 5 - MINACCE BIONDE 2: LA VENDETTA


Aidoh si guardò allo specchio. Capelli biondi, occhi azzurri, fisico scolpito... che cos'altro avrebbe potuto volere?
Vestiti della propria taglia. La camicia floreale che Akatsuki gli aveva prestato gli arrivava quasi alle ginocchia.
"Perché non posso avere dei vestiti che mi vadano bene?!", si lagnò.
"Shiki è l'unico che porta la tua taglia", gli rispose Kain dal bagno, "dovresti chiederne a lui".
"Ma non me ne presterà MAI! Non dopo quello che è successo. Il fatto è che non è stata colpa mia. E' stato un incidente".
Akatsuki uscì immediatamente dal bagno:
"Mi vuoi spiegare una buona volta che cosa gli hai rotto? Continuate a parlarne, ma nessuno dice mai di cosa si trattava".
"Beh... ecco... e va bene, te lo dirò. Era...".
"Ragazzi, ma non siete ancora pronti?!". Ruka  fece irruzione nella villetta, seguita da tutti gli altri. "Sbrigatevi! Dobbiamo andare a fare colazione".
"Io così non esco. Devo avere dei vestiti della mia taglia", stabilì Aidoh.
"Mmmh... ho un'idea", disse Ichijo, meditabondo. "Aidoh, resta pure qui dentro, se vuoi. Io e Kain ci occuperemo dei tuoi vestiti".
"Io?", ripeté Akatsuki incredulo. "Perché io?".
"Perché sì. Andiamo. A dopo, Hanabusa!".
I sei uscirono. Aidoh si tolse l'enorme camicia e, tutto contento, si infilò a letto e riprese a dormire della grossa.

* * *

"Strano. Non vedo neanche un agitatore in giro", disse Rima. Era visibilmente sollevata dalla cosa.
"E' perché oggi è un giorno di arrivi", spiegò Kaname, "e gli agitatori devono accogliere i nuovi arrivati. Come hanno fatto con noi, ricordate?".
"Ah sì". A giudicare dal tono della voce, Rima non aveva un bel ricordo dell'accoglienza che era stata loro riservata dagli agit... pardon, animatori.
"Se gli agitatori non ci sono, potremo finalmente starcene tranquilli in spiaggia a dormire", propose Ruka.
"Io direi invece di andare a vedere chi sono i nuovi arrivati", disse Shiki. "Dopotutto, dobbiamo mescolarci agli umani".
"E quindi?". Ruka alzò un sopracciglio.
"Beh... e quindi... dobbiamo fare amicizia con loro!".
"Non mi sembra una buona idea".
"A me sì, invece".
"Anche a me", si unì Rima. I tre puntarono gli occhi verso Kaname, in attesa di un verdetto.
"Potrebbe andare", concesse lui dopo qualche secondo di riflessione. Ruka lo guardò con tanto d'occhi e si chiuse in un broncio cosmico.
Aggirarono la piscina, facendo attenzione a non cadere vittima delle onde anomale provocate dai tuffi dei bambini, ed entrarono nella hall. C'era l'agitatore Occhiali A Cuore che preparava i coktail di benvenuto gialli e blu.
"Abbèèèlli!", li apostrofò. "Come va la vita? Dove sono i vostri amici?".
Ruka lo fissò disgustata.
"PEPPE! E' ARRIVATO IL PULLMAN, VIENI!", chiamò un altro agitatore. Occhiali A Cuore lo raggiunse reggendo il vassoio e insieme uscirono.
"A dopo bbèèèlli!", disse. Passando accanto a Ruka le diede una lieve carezza sulla testa, per poi dirigersi verso il pullman di nuovi arrivati, raggiungendo gli altri agitatori.
"Peppe?", ripeté Shiki, incredulo. "Si chiama Peppe?!".
"Peppe", affermò Rima.
"Peppe", ripeté Shiki.
"Peppe".
"Peppe".
"Peppe".
Ci fu qualche attimo di silenzio, dopodiché i due scoppiarono in una fragorosa risata. Quando, a furia di sganasciarsi, non riuscirono più a reggersi in piedi, si abbracciarono continuando ad emettere strani "uhu, uhu, uhu". Ogni tanto uno dei due dire diceva con voce tremante: "Peppe!", e le risa triplicavano.
Ruka invece ribolliva. La lieve carezza le aveva totalmente scompigliato i capelli. Il suo viso di contrasse in un'espressione torva e le sue guance diventarono rosse come un peperone più pomodoro assortito.
"Io lo ammazzo", sibilò. Kaname non l'avrebbe MAI ammesso, ma la visione di Ruka con la luce omicida negli occhi era veramente, veramente inquietante.
Spostando lo sguardo al pullman dei nuovi arrivati, però, vide qualcosa. E alla vista di quel qualcosa, l'espressione assassina di Ruka gli sembrò quella di un dolcissimo ed innocente gattino.
Inorridì.

* * *

"Allora... se non sbaglio, qui dovrebbero averne, di vestiti", disse Ichijo indicando un piccolo negozietto.
"Se non ne hanno qui, però, torniamo indietro, non voglio allontanarmi troppo dal villaggio. Ho paura di perdermi".
"Ma va là, Kain, non siamo mica... beh... non siamo mica umani. Loro si perdono. I vampiri NO!".
"Mh-mh", rispose Kain, poco convinto.
Il villaggio era vicino ad un piccolo paesino, formato giusto da qualche casa, due o tre negozietti e un minuscolo supermercato. Uscendo dall'atmosfera opprimente del villaggio turistico, si iniziavano a capire e ad apprezzare le Seychelles: la giungla li aveva
letteralmente avvolti appena usciti dal villaggio, e il paesino era abitato soltanto da gente del luogo. Niente turisti. Pace.
"Ecco, sì, no, tipo", commentò Ichijo, "se il Direttore ci avesse mandati in un paesino così, quella sì che sarebbe stata una vacanza".
Entrarono nel negozietto che avevano adocchiato. Ichijo aveva nasato giusto: vendevano vestiti. Il problema era la tipologia di abiti che offrivano.
Magliette rosa con scritte brillanti. Pantaloni a fiori. Cappellini di paillettes. Una maglia con scritto a caratteri cubitali "I'M SEXY AND I KNOW IT".
Kain e Ichijo si guardarono negli occhi, e lo stesso ghigno comparve sui volti di entrambi.
"Stai pensando quello che penso io?".
"Sicuro!".
"Gli rovineremo la reputazione per sempre".
"Puoi starne certo. Muah, muah, muah".

* * *

"RAGAZZI! SI SALVI CHI PUO'!!!".
I vampiri conoscevano Kaname come un tipo impassibile e imperscrutabile. Da quando erano in vacanza, però, quella era la seconda volta che lo vedevano impallidire e mettersi ad urlare dal terrore.
"Abbi pazienza, Kaname, ma questa vacanza non ti sta facendo molto bene", gli disse Shiki appoggiandogli una mano sulla spalla. "Hai sempre i nervi a fior di pelle. Sei sicuro di aver sempre preso le compresse?".
"MA TU NON CAPISCI!", berciò lui prendendo Senri per le spalle e scuotendolo violentemente. "Quali compresse e compresse! GUARDA LAGGIU'!!!".
Senri, mezzo rintronato, obbedì.
I nuovi arrivati erano ormai scesi dal pullman e si stavano sorbendo le idiozie degli agitatori. Non erano, però, dei nuovi arrivati qualunque...
Erano sei ragazze. Sui quindici anni. Bionde. Con gli occhi azzurri.
"Oh, no", disse Senri con voce funerea.
Le biondine stavano salendo i cinque gradini d'ingresso. Presto sarebbero state davanti a loro.
Immediatamente Rima si mise davanti a Senri e Ruka davanti a Kaname:
"Vi proteggiamo noi!", esclamarono all'unisono.
"Mah, alla fine sono solo ragazzine insopportabili, non c'è bisogno di...", tentò Senri, ma fu interrotto da Kaname:
"SCHERZI?! Quelle lì potrebbero VIOLENTARCI!!!".
Infine, ciò che era inevitabile che accadesse, accadde. Le sei biondine si ritrovarono faccia a faccia con Ruka e Rima.
"O mai god...", disse una di loro, con la faccia schifata. "Ma sono quelle antipatiche dell'aeroporto!".
"Hai razzone!", esclamò un'altra, che aveva evidentemente uno strano modo di pronunciare la lettera "g".
"Però c'avevano degli amichetti, cèh, che non erano mica male!".
"Hai razzone!".
"Si dà il caso", ringhiò Ruka, "che i nostri amichetti siano ancora impegnati con le faccende top secret, e...".
"Maccheddici?! Ma se sono nascosti dietro di voi! Li vedo benissimo!".
A Kaname non restava altra scelta:
"AAAAAAAH!!!". Scappò via con un urlo disumano. Ruka partì al suo inseguimento. Senri stava per fare lo stesso, ma non fece in tempo a muovere un muscolo che una delle biondine lo braccò:
"Ehiii, non credere di scappare!".
"EHM EHM!!!", si schiarì rumorosamente la gola Rima.
"Senti, tu domani sera parteciperai alla festa in spiaggia? Noi sì, e vogliamo che tu ci venga con noi!", disse la biondina.
"Ma, veramente, io... io domani sera dovrei stare con i miei amici".
"Meglio! Porta anche loro! Sarà una serata fa-vo-lo-sa!".
"Hai razzone!".
"EHM EHM!!!".
"Oh, ma che cos'avrà quella? Un rospo in gola?".
"No, è un rospo lei stessa!".
"Hai razzone!".
"Ihihihihih!".
"Dài, Shiki, andiamo via... ti prego".
"Mannòòòò, aspettate! Portateci dai vostri amici! Vogliamo vederli, erano proprio da sbav-sbav!".
"Cèh, tanta roba!!!".

* * *

Aidoh guardò i vestiti appoggiati sul letto+. Poi guardò Ichijo. Poi guardò i vestiti. Poi guardò Kain. Poi guardò i vestiti.
Poi si mise a urlare.
"MA SI PUO' SAPERE COS'E' QUESTA ROBACCIA?!".
"Avanti, Hanabusa, è l'ultimo grido delle Seychelles! Alta moda! Non puoi non metterteli, faresti brutta figura!".
"Hai sentito cos'ha detto Takuma? Avanti, mettiteli, sono sicuro che ti staranno be-nis-si-mo!".
Hanabusa guardò con occhi diffidenti la maglietta che il cugino gli stava porgendo.
"Ma ne siete proprio sicuri?".
"Certo! Avresti dovuto vedere il paesino in cui siamo stati: tutti, e dico tutti, portavano quei vestiti".
Aidoh ci pensò su per un po', per poi giungere ad una drastica conculsione:
"E va bene!". Strappò la maglietta dalle mani di suo cugino e prese un paio di pantaloni dai colori sgargianti, e andò a chiudersi in bagno.
"Mamma mia", sussurrò Kain, sogghignando, "non ci posso credere, ci è cascato!".
"E il bello deve ancora venire", rispose Ichijo con il medesimo sorrisetto malvagio, "pensa a quando uscirà da quel bagno tutto bardato".
Improvvisamente la porta della villetta sbatté ed entrò Kaname di corsa, seguito a ruota da Ruka. Era spettinato e pallidissimo, e ansimava come un dannato.
"Sono arrivate qui! SONO ARRIVATE QUI!", sbraitò. Kain e Ichijo lo guardarono con tanto d'occhi. Dov'era finito il Kaname che conoscevano?
"Chi, Kaname?".
"Loro! LORO!".
"Le ragazze dell'aeroporto", spiegò Ruka con tono lugubre.
Kain e Ichijo si guardarono e sbiancarono.
"Oh, no...".
Immediatamente qualcun altro entrò nella villetta, che fu all'istante riempita da urla, strida e squittii di ogni tipo:
"E' qua?! E' qua che sono nascosti i vostro amichetti da sbavvv?".
"NON E' STATA COLPA NOSTRA, LO GIURO! Ci hanno COSTRETTI!". Questa era chiaramente la voce di Shiki.
"Allora, dove sono gli amichetti? Eh? Eh?".
"Al limite potremmo accontentarci di lui, è TANTO carino...".
"Stai zitta, brutta schifosa schifida...". E questa era chiaramente Rima.
In men che non si dica arrivarono nella stanza da letto dove si trovavano già Kain, Ichijo, Kaname e Ruka. I quattro poterono vedere sei ragazzine bionde strillanti e saltellanti, una Rima che mandava fulmini dagli occhi e un Senri Shiki a cui una delle biondine stava appiccicata come una patella.
"O mai gooood, ecco i vostri amichetti!!!".
Le furie bionde, però, non fecero in tempo ad avventarsi sulle loro prede, perché qualcuno uscì dal bagno.
Si trattava di un Hanabusa Aidoh dall'espressione che esprimeva PROFONDO disagio, forse dovuta al cappellino con la visiera dorato. O ai pantaloni rosa acceso. O alla maglietta azzurra con
sopra scritto "I'M SEXY AND I KNOW IT".
"OMMIODDIOOOOOOO!".
E con tale urlo di guerra le biondine (tranne la patella, che ormai aveva giurato fedeltà eterna a Shiki) si avventarono su di lui.


Hola!
Vi è piaciuto questo capitolo? ^^ Scusate se non ho risposto alle ultime recensioni che mi avete lasciato, risponderò qua per tutte: GRAZIE DI CUORE!!! Davvero, mi state rendendo troppo felice!
Beh, non ho altro da dire per 'stavolta! Alla prossima!
Isabella







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Capitolo 7
*** Gatti, balli e grandi ustionati ***




CAPITOLO 6 - GATTI, BALLI E GRANDI USTIONATI


Dall'episodio dell'ape OGM di qualche giorno prima, tutti i vampiri (escluse Rima e Ruka, ovviamente) vivevano nel terrore cieco di svegliarsi la mattina faccia a faccia con strani mostri. Se nel dormiveglia sentivano un qualche rumore, subito scattavano sull'attenti e non tornavano a letto finché non ne avevano individuato la fonte.
Per cui quando, la mattina del quarto giorno, Senri, Kaname e Ichijo furono svegliati da un cigolio di porta, si alzarono immediatamente dai loro letti, gli occhi spalancati.
"Avete sentito?".
"Qualcuno è entrato qui dentro!".
"Sarà un malintenzionato!".
"Un ladro!".
"Un agitatore!".
"Qualcuno deve andare in avanscoperta".
I tre si guardarono negli occhi. Nessuno osò muovere un muscolo.
La porta cigolò di nuovo.
"Ecco, avete sentito? Se l'è richiusa alle spalle!".
"Quindi adesso sta venendo verso di noi!".
La porta cigolò ancora una volta. E ancora. E ancora.
"Scusate, qualcosa mi sfugge...", osservò Shiki. "Perché questo tizio apre e chiude la porta in continuazione?".
"Forse è il vento, non un malintenzionato", azzardò Ichijo.
"Io non mi fiderei. Non si può MAI sapere che cosa aspettarsi qui alle Seychelles. Senri, vai a controllare", ordinò Kaname.
"Io? Ma perché io?".
"Perché di sì. Si fa come dico io".
"Che peso...", borbottò Shiki avviandosi verso la porta come una povera anima in pena entra negli inferi.
Il cigolio, in effetti, veniva proprio dall'entrata. Peccato che la porta fosse chiusa.
Evidentemente, rifletté Shiki, proveniva da fuori.
Il suono continuava a sentirsi, acuto e lamentoso. Più Senri lo ascoltava, più si rendeva conto che, però, non si trattava di un cigolio. Sembrava più un violino scordato. Un lamento. Un verso. Un miagolio.
Aprì la porta e si ritrovò davanti una (letteralmente) palla di pelo che emetteva il leggendario cigolio e lo guardava con due occhietti verdi.
Era un gatto. Un gatto grasso e sferico, talmente grasso da non riuscire ad emettere che un misero stridio invece del classico "MIAO".
"Oddio!", commentò Senri. "Ragaaaazzi... abbiamo un problema!".
Fu raggiunto da Kaname e Ichijo, che come videro il gatto si bloccarono. Kaname sbiancò e fu preso da un attacco di tremarella. Quella vacanza non gli stava facendo bene.
Ichijo invece sfoderò il suo sorriso a cinquemila denti e gli occhi cominciarono a scintillargli:
"Bel miciooooone!", ululò, fiondandosi sull'animale. "Ma quanto sei patatone! Ma quanto sei CICCIONE! Chi è un gattone ciccione? Eh? Chi è un gattone ciccione?".
Kaname e Senri si guardarono, allibiti, poi tornarono ad osservare con la medesima espressione la scena grottesca che si stava loro presentando.
"Gattone ciccione!", decantava Ichijo. "Ciccione! Micione! Patatone! Fuffolone!".
"Fuffolone?", ripeté Senri scettico, mentre Kaname si mangiava le unghie dall'ansia. Quella vacanza non gli stava facendo bene proprio per niente. Ichijo con uno sforzo sovrumano sollevò il gatto e lo portò a fatica dentro casa.
"Qualcosa mi dice che non se ne separerà mai più", disse Shiki con tono lugubre.
"Gna", fu l'esauriente risposta di Kaname.

Poco dopo, come ogni mattina si sistemarono tutti e sette in spiaggia, ed iniziò il rituale della crema solare. Tale procedura durava dalla mezz'ora alle due ore, e consisteva in estenuanti ed infiniti spalmamenti. Nessuno di loro, in tre giorni completi di vacanza, si era minimamente abbronzato, visti gli strati su strati di crema che si davano ogni mattina.
QUELLA mattina, però, il rituale fu disturbato da un'ingombrante presenza felina. Mentre qualcuno spalmava la crema a qualcun altro, qualchedun altro ancora doveva badare al gatto, e sembrava che tutti tranne Ichijo facessero il possibile per evitare tale incarico.
"Ma stiamo scherzando? Io tenere a bada quell'ammasso di pelo?!", protestò Ruka. "Non può farlo Ichijo?".
"No, Ichijo non può", le spiegò pazientemente Kain. "Gli sto spalmando la crema, e deve restare fermo".
"Micione ciccione, torno presto, non temere!".
"Takuma Ichijo, se dici un'altra parola che finisce per -one, ti faccio del male".
"Ma dài Ruka, insomma! Bada al gatto per cinque minuti! Te ne prego!".
Ruka si guardò intorno. Kain stava mettendo la crema a Ichijo. Rima a Senri. Aidoh a Kaname (il quale ogni tre secondi esplodeva in un: "E mettimene di più, DEFICIENTE!"). Poi spostò lo sguardo verso il basso e vide due occhi verdi che la fissavano.
"Mrr?", fece la palla di pelo. Ruka era sicura che alla fine del miagolio ci fosse, in un qualche modo, un punto di domanda. Ne era certa.
No. Troppa responabilità.
"Ragazzi, io non posso farcela!!!", disse con il tono di chi sta per mettersi a piangere. "Qualcuno lo tenga, vi prego!".
"IO NO!", sbraitò Kaname.
"Da' qua, lo prendo io, con la crema ho finito", si offrì Rima. Prese in braccio il gatto e fece cenno a Ruka di seguirla. Si appartarono a qualche metro dal resto del gruppo.
"Ruka, ma dico, hai notato come si comporta Kaname da quando siamo qua?".
"Sì, purtroppo. Questa vacanza lo sta uccidendo".
"Secondo me avrà un esaurimento nervoso prima della fine della settimana. Avrà una crisi e dovranno portarlo via in barella, oppure darà fuoco all'albergo".
"Rima, che cosa possiamo fare?".
Le due si guardarono negli occhi.
"Secondo me", propose Toya, "dovremmo fargli apprezzare i lati calmi e rilassanti di questa vacanza. Mentre noi ce ne andiamo in giro, lui deve restare in spiaggia a prendere il sole".
"Sono d'accordo. Dobbiamo dirlo agli altri".

"Ragazzi, siete sicuri che sia stata una buona idea lasciare Kaname da solo in spiaggia?", chiese Kain.
"Ma certo, perché?", rispose Ruka alzando le sopracciglia.
"Non so, boh... ho paura che finisca in balìa degli umani".
"Che vuoi dire? Non hai visto com'era contento quando gli abbiamo proposto di restare lì da solo a riposarsi?".
"Sì, certo, però...".
"Basta solo che si ricordi di darsi una seconda spalmata di crema subito dopo pranzo, altrimenti CIOCCA!".
"In effetti, non corre tanti pericoli... lui non si dimentica mai niente".
"E allora non preoccuparti!", esclamò Ichijo. Teneva ancora il gatto in braccio. "Io e Fuffolone ti assicuriamo che Kaname non sta correndo alcun pericolo. Vero Fuffolone? Chi è un micione ciccione?".
"Oddeo", commentò Ruka guardando Ichijo e il gatto con disprezzo.
"Macciao ragazzi!", disse una voce femminile alle loro spalle, al cui suono tutti e sei inorridirono.
"Continuate a camminare", sibilò Ruka, "e non voltatevi".
"Ragazzi, cèh beh ma OH! Non ci salutate?!".
Rassegnati al loro destino, i sei si voltarono e si trovarono faccia a faccia con le minacce bionde. Senri impallidì quando riconobbe quella che il giorno prima gli era stata appiccicata come una patella: lei invece squittì dalla gioia.
"Ma che bel micione che avete!", disse una.
"Non ti avvicinare", ringhiò Ichijo, "è MIO".
"Sentite, vi va di venire con noi ai balli di gruppo? Sono tra poco davanti alla piscina! Dàidàidài!".
"Sì, veniteci!".
"Sarà billissimo!".
"Sì, dovete venirzi, hanno razzone!".

* * *

Kaname si sdraiò sulla sabbia e chiuse gli occhi. Pace. Tranquillità. Niente umani.
Quella vacanza, come i suoi amici avevano più volte avuto modo di osservare, non gli stava facendo per niente bene. Lui era sempre stato rigido e glaciale, non si scomponeva mai e anzi disprezzava chiunque si lasciasse andare ad esagerate reazioni emotive. Se il lui stesso di prima avesse incontrato il lui stesso di ora, non avrebbe creduto ai propri occhi.
Ma ora, finalmente, poteva tornare ad essere lo stesso di sempre. Gli sarebbero bastate quattro, cinque ore di puro relax con la dovuta pausa-spalmata-di-crema, e sarebbe tornato...
"AAAALLORA, GENTE, SIETE PRONTI PER IL GIOCO DA SPIAGGIA?".
Kaname strinse i pugni e sospirò, cercando di mantenere la calma. Un agitatore stava fermo al centro della spiaggia con in mano un enorme megafono, e quel che era peggio, una folla di gente gli si stava avvicinando. In breve la spiaggia quasi si svuotò: tutti erano ammassati intorno all'agitatore.
Non mi noterà mai, con tutta quella gente intorno, pensò Kaname speranzoso. Sentiva i nervi pronti a spezzarsi.
"EHI TU, LAGGIU'! COSA TE NE STAI LI' DA SOLO? VIENI ANCHE TU AL GIOCO DA SPIAGGIA!".
Non sta dicendo a me, non sta dicendo a me, si disse Kaname.
"CI SONO DEI BAMBINI QUI? PERFETTO, BAMBINI: ANDATE DA QUELLO LA' E PORTATELO TRA NOI! DEVE PARTECIPARE AL GIOCO DA SPIAGGIA!".
Kaname aprì un occhio e inorridì. Almeno quindici bambini indemoniati stavano correndo a tutta velocità verso di lui.
"Oh, no", gemette.
In men che non si dica gli si avventarono contro. In cinque lo presero per le gambe, altri cinque per le braccia e i rimanenti lo sollevarono da sotto.
"Lasciatemi!", disse con voce strozzata mentre i bambini lo trasportavano a tutta birra verso l'agitatore.

* * *

"E ORA, METTETEVI A COPPIE!".
I balli di gruppo, fino a quel momento, erano stati terribili, ma quando l'agitatrice saltellante che li dirigeva pronunciò tale frase, da terribili diventarono infernali.
Una minaccia bionda si impossessò di Aidoh. Quest'ultimo indossava una camicia floreale con paillettes e pantaloni color giallo evidenziatore, e avrebbe potuto essere visibile perfino nella nebbia.
Un'altra minaccia bionda strappò il gatto dalle mani di Ichijo e si mise a ballare con lui (con Ichijo, non con il gatto). Takuma divenne paonazzo e abbandonò il suo solito sorriso, facendo una volta tanto emergere la sua componente vampiresca:
"Ridammi il mio Gattone Fuffolone, brutta schifosa", ringhiò.
"Cèh, ma che razza di uomo sei?!", si scandalizzò lei, guardandosi bene dal ridargli il gatto. "Pensi a quell'animale e non alle donne? Avanti, sii MACHO!". E lo guardò con quella che doveva essere un'espressione seducente (ma che agli occhi di Ichijo risultò solamente la smorfia di chi ha un impellente bisogno di andare in bagno).
Anche Kain fu preso al lazo da una biondina. Per tutta la durata del ballo fissò ininterrottamente Ruka, pensando a quanto sarebbe stato bello scambiare lei con l'oca che si ritrovava davanti.
"Cèh, ma che stai guardando?!".
"Io? Guardando? Boh, ehm...".
"Pensa a ballare, che poi sbagli i passi! A me piacciono gli uomini che sanno BAILAR!".
"Ahbeh, ehm...".
Rima nel frattempo si stava dirigendo verso Senri, decisa a catturarlo e a rinchiuderlo in una camera blindata. Mai, e dico MAI, il SUO Senri Shiki avrebbe ballato con uno di quegli organismi unicellulari. La biondina-patella del giorno precedente, però, puntava a gran velocità verso il medesimo obiettivo. Per un attimo Rima fu tentata di fare uno dei suoi salti da vampira, ma poi si ricordò che non doveva dare nell'occhio.
Sfortunatamente, la biondina arrivò prima di lei al traguardo.
"Ti ho preso!", esclamò stritolando Shiki. Poi si lanciò con lui in un turbine di danze scatenate, senza che il povero vampiro avesse tempo di dire BEO.
Rima stava per mettersi a piangere e urlare, quando sentì che qualcuno le appoggiava una mano sulla spalla.
"Ballo io con te", le disse Ruka, mentre le due biondine rimaste si mettevano a coppia.
"Ruka, io devo fare qualcosa. Non posso permettere che quella... quella SGALLETTATA mi porti via Shiki".
"Ma guarda che non ti sta portando via nessuno. Figurati se a lui importa qualcosa di quella!".
"Guardalo, Ruka. Non ha fatto niente per liberarsi di lei, non ha protestato!".
"Non ne ha avuto il tempo, Rima".
"Io non credo. Piuttosto, mi sembra che Kain abbia bisogno di te".
Ruka si voltò verso Akatsuki e incrociò un suo sguardo implorante.
"Dopo", disse Ruka. "Ora io e te dobbiamo organizzare un piano per staccare quella patella da Shiki. Domani lo metteremo in atto. Ci stai?". Rima sogghignò:
"E come potrei non starci?".

* * *

La spiaggia era vuota. Deserta. Se ne erano andati tutti.
Kaname non aveva capito molto di quel gioco. Era stato preso dai bambini, sballottato e lanciato a terra. Poi era stato preso per mano, aveva corso, era stato sballottato e di nuovo era stato buttato - o era caduto? - a terra. Poi di nuovo qualcuno l'aveva fatto rialzare, gli avevano messo in mano una bandierina colorata, una torma di gente aveva corso verso di lui, era stato sballottato e con un gemito era fracassato a terra. Poi l'agitatore aveva urlato nel megafono qualcosa che Kaname non era certo di aver capito bene. Avrebbe potuto essere "E ORA, TUTTI IN PISCINA!", ma anche "INSOMMA, MANGIATE LA PASTINA!". Fattostà che la spiaggia si era improvvisamente svuotata e lui solo era rimasto lì.
Sdraiato.
Esanime.
I suoi sensi si erano attutiti, e non capiva
più niente. Percepiva solo un lieve calore sparso in tutto il corpo, come se qualcuno lo stesse cuocendo a fuoco lento: lento ma inesorabile. Da quante ore si trovava in quello stato? Ore, minuti, giorni o secondi?
Dov'erano finiti i suoi amici? Come avevano potuto abbandonarlo?
La sensazione di trovarsi in una fornace aumentava sempre più con lo scorrere del tempo. Ad un certo punto decise che non ce l'avrebbe più fatta a resistere. Addio, mondo crudele.
Proprio in quel momento sentì delle voci indistinte. Erano voci che lui conosceva. Sì, le conosceva! Erano... erano i suoi amici!.
"Eccolo là!", esclamò quello che poteva essere Kain.
"OSSIGNORE!". Questa era Ruka.
"Ma è... è... è color gambero!". Probabilmente Aidoh.
"Chissà quante ore è stato sdraiato qui al sole! Di sicuro si è dimenticato di darsi la seconda passata di crema! Andiamo a salvarlo, Fuffolone!". Palesemente Ichijo.
"Secondo voi è VIVO?". Quell'ottimista di Rima.
Shiki, se c'era, non si pronunciò.
Kaname si sentì sollevare, ma ogni volta che qualcuno lo toccava, avvertiva una fitta fortissima lacerargli la pelle.
"Incredibile, è proprio FUCSIA! Poverino, portiamolo subito all'ombra!".
"Saranno cinque ore che è sotto al sole, e non si è ridato la crema!".
"Facciamogli fare un bagno gelido!".
"Secondo voi morirà?".
"No, ma se ci fosse anche Shiki potremmo fare di più".
"Ah, guarda, da quando sono finiti i balli non si è più staccato da quelle biondine. Lo odio, è un essere abominevole".
"Dài, Rima, su... abbiamo un problema più grave ora, chiamato Kaname Kuran".
"Ehi ragazzi sentite qua, ho una battuta! Dobbiamo CURARE KURAN! Curare Kuran! Curare Kuran! L'avete capita? Eh? L'avete capita?".
"Aidoh, stai zitto".


Oddio, iper ritardo e capitolo iper lungo. Però vogliate perdonarmi, sono andata due giorni in vacanza, l'estate è fatta apposta! Per quanto riguarda la lunghezza, beh, non potevo farlo più corto... è stato troppo divertente da scrivere, accorciarlo avrebbe significato rovinarlo, credo.
Fatemi sapere cosa ne pensate :) grazie per le vostre splendidissime recensioni (in cui HAHAHAHAHA è la parola più gettonata, il che mi fa onore perché il mio obiettivo è proprio quello di farvi divertire!).
Alla prossima! Un beso!
Isabella
PS: non preoccupatevi troppo per Shiki e questo suo passaggio al lato oscuro ;)




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Capitolo 8
*** capitolo extra - avviso ***


Capitolo extra - avviso. Buonasera a tutti, miei cari amatissimi! Chiedo venia ma purtroppo causa vacanze aggiornero' solo dopo ferragosto. Sono appena tornata dalla montagna e non ho fatto a tempo a respirare che sono partita per New York! Sto comunque lavorando al capitolo e vi prometto che non vi deludero'! Perdonate questo enorme ritardo! Buone vacanze a tutti e... Ci si vede a ferragosto! Isabella

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Capitolo 9
*** Di tutto e di più ***




CAPITOLO 7 - DI TUTTO E DI PIU'


"SVEGLIAAA!!!".
Nonostante Kain fosse appena sveglio e quindi non particolarmente in grado di pensare, ne era sicuro: a svegliarlo era stata la voce di Ruka.
"IN PIEDIII!", urlò poi quella che sembrava essere Rima. Dopodiché, iniziarono a risuonare dei forti colpi sul vetro della finestra della stanza da letto.
"Chi è che scassa?!", mugugnò Aidoh rigirandosi nel letto.
"Sono Ruka e Rima!", gli rispose Kain. In fretta scostò le tende e aprì la finestra. "Che succede?", chiese alle due ragazze. Entrambe si guardarono intorno circospette, poi Rima disse a bassa voce:
"Dovete alzarvi immediatamente. Abbiamo un PIANO!".
"Un piano?".
"Un PIANO!".
Kain pensò per un attimo di tirar fuori la solita vecchia battuta: "Ma come, non vedo nessun pianoforte!", ma viste le facce serie di Ruka e Rima (che sicuramente si aspettavano una risposta del genere), desistette.
"E a cosa servirebbe questo piano?", chiese sbadigliando.
"A fare in modo che oggi Senri stia lontanto da quelle cavolo di biondine", ringhiò Rima.
"Allora di qualsiasi cosa si tratti, io ve la appoggio", si aggiunse Aidoh, risvegliatosi improvvisamente nell'udire quelle parole.
"Semplicemente, per oggi è prevista un'escursione nella giungla", spiegò Ruka, "e noi ci andremo, portandoci dietro Senri prima che arrivino le biondine a rapirlo".
"Nella giungla?!?", berciò Aidoh. "Ma siete impazzite?! No, mai e poi mai!!!".
"Aidoh, un momento fa hai detto...".
"Con 'qualsiasi cosa' non intendevo certo escursioni suicide in posti pieni di strani animaletti pronti ad infilarsi dentro i nostri vestiti!".
"Aidoh, ti ricordo che nessuno di noi è vulnerabile a questo genere di pericoli...".
"NON MI IMPORTA! A me quegli animaletti fanno semplicemente SCHIFO!!!".
"Dài, Hanabusa, ti prego". Rima assunse un'espressione da cucciolo di terranova, con tanto di occhioni scintillanti: espressione che nessuno dei vampiri avrebbe mai pensato di poterle vedere sul volto. Sembrava il Gatto Con Gli Stivali di Shreck, osservò Kain. Non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma Shreck era il suo film preferito. Il suo sogno più oscuro e segreto era di, quando sarebbe stato molto anziano, andare a vivere in una palude come il simpatico orco verde.
"Senri accetterà a venire con noi soltanto se saremo entusiasti, e soprattutto se saremo in tanti", stava spiegando Rima nel frattempo. "Già Kaname non può venire, visto lo stato in cui è ridotto, e nemmeno Ichijo, che gi farà la bada. Se non vieni neanche tu, Shiki non si unirà mai!".
"Ma Shiki mi odia! Da quando gli ho rotto...".
"Poche storie, Aidoh", tagliò corto Ruka. "Se non vieni con noi, gli racconterò di tutte le altre belle cosine che hai combinato con la sua roba senza che lui tuttora ne sappia niente. Ad esempio, ti ricordi la sua camicia bordeaux? Quella che ad un tratto non ha più trovato?".
"Lo sappiamo che sei stato tu a rubargliela per un appuntamento galante con un'umana brutta e occhialuta, che poi appena l'hai vista hai vomitato. E ricordi anche la sua collezione di penne a sfera? Quella che lui rispolverava e riordinava ogni giorno, chiamando le biro le sue tesore? Quelle biro che una mattina lui trovò tutte misteriosamente senza inchiostro?".
"Sappiamo che sei stato tu a usarle di nascosto tutta la notte, per scrivere lettere d'amore ad un'altra umana. Un'umana che poi scopristi essere la sorellina minore del più famoso pugile del mondo. E allora scappasti via a gambe levate".
"Sappiamo tutto, Hanabusa Aidoh".
"Tutto".
Aidoh era diventato color ravanello.
"Ah... e quindi sei stato tu?", gli chiese Kain, gli occhi dirotti a due fessure. "Lo sai, vero, che se Shiki lo viene a sapere sei... non finito, di più?!".
Aidoh passò dal color ravanello al color melanzana.
"E va bene", ringhiò, "verrò con voi. Ma qualsiasi danno io subisca, sarete voi a pagarlo".

Aidoh, Kain, Rima e Ruka stavano marciando verso la villetta di Ichijo, Kaname e Shiki, decisi a prelevarne quest'ultimo per trascinarlo nella giungla. Ma quando presero a bussare alle finestre urlando ripetutamente il nome di Senri, si affacciò a rispondere non questi, ma Ichijo.
"Ehm, non so come dirvelo...", disse, cercando di sorridere. "Vedete, Shiki... non c'è".
"Non c'è?!", ripeté Ruka mentre Rima andava in ebollizione.
"Ehm, alle... sei di mattina, sono arrivate alcune delle... delle...". Gli sguardi sempre più tetri delle due ragazze intimorivano profondamente Ichijo. "Delle, ehm... biondine... e... se lo sono portato... via".
"Che cosa intendi con 'via'?", chiese Kain preoccupato.
"Ehm...", rispose Ichijo con una vocina flebile flebile. "Intendo dire che... che se lo sono portato via... non saprei in quali altri modi spiegarlo".
Rima esplose.
"E TU NON HAI FATTO NIENTE PER FERMARLO?!", sbraitò. Ma prima che Ichijo potesse aprir bocca, i quattro furono agguantati alle spalle da aggressori sconosciuti.
"RAGAAAAAZZI, MA COSA CI FATE ANCORA QUA?".
"DOVETE VENIRE ALLA NOSTRA FANTASTICA ESCURSIOOONE!".
I vampiri riconobbero con sommo orrore la voce di Peppe-Occhiali-A-Cuore, e si voltarono disperati. Peppe teneva per le spalle Ruka e Rima, un altro agitatore Kain e Aidoh. Cotale agitatore era alto, muscoloso, abbronzato e tatuato, con gli "addominali-che-più-scolpiti-di-così-non-si-può-mammamia".
"Un momento! Stiamo cercando un nostro amico!", disse Kain con voce strozzata mentre veniva trascinato via di peso dall'agitatore.
"IL VOSTRO AMICO ASPETTERA'! ORA VOI DOVETE VENIRE CON NOI NELLA GIUNGLA!".
I quattro tirarono un profondo sospiro di sconsolazione e osservarono la finestra di Ichijo che si allontanava sempre di più da loro, andando rimpicciolendosi, con il loro amico affacciato che li salutava agitando mestamente una mano.

* * *

Si trovava nella Stanza Di Tortura. Lo avevano svegliato con orribili strida da arpie quali erano, l'avevano trascinato di peso fuori di casa e lo avevano portato della Stanza Di Tortura, che all'apparenza poteva sembrare una normalissima villetta come la sua. Ma niente è come sembra, SI SA. Strani abiti, borse e oggettini erano sparsi per la Stanza Di Tortura: erano tutti del medesimo rosa confetto. Chiunque avrebbe scambiato i suddetti oggettini per telefonini, lucidalabbra e altri aggeggi tipicamente femminili, ma lui, Senri Shiki, era convinto che nascondessero trappole mortali al loro interno.
E ora, le aguzzine gli stavano rivolgendo il Temibile Interrogatorio:
"Allora, Zenri, ce l'hai la morosaaaa?".
"Mi chiamo Senri, e non ho la morosa".
"Oddiomio maqquindi sei libero?!?".
"No, non sono libero".
"Ragaaaaazze, quindi c'è una che gli piace, ma non stanno insieme!!!".
"Sarà il suo ammmore perduto!!!".
"Ommioddiocheccosaromantica!!!".
"Guardate che non avete proprio capito una mazza".
"E allora aiutaci a capire!". Un'aguzzina gli prese la mano e se la poggiò sul cuore, l'espressione profondamente commossa - ma in realtà era solamente un trucco per farlo cadere nelle sue grinfie, ne era certo - "Cos'è successo alla donna che ami? Oh, no, lo so, non dirlo: ha una malattia incurabile".
"No, no!". Un'altra aguzzina spinse via la sua alleata e si mise sul proprio cuore la mano di Senri. "Penso di sapere che cosa è successo alla donna da te tanto amata, caro: è morta". Si rivolse alle altre aguzzine. "Secondo voi non è così?".
"Oh, povero caro, è SICURAMENTE così".
"Eggiàh".
"Hai razzone!".
"Dove diamine sono capitato...".
"Oh, non ti preoccupare tesoro, lo sappiamo che questo mondo è crudele, noi che ne abbiamo vissute tante".
Per un attimo Shiki volle indagare sull'esatto significato di quel 'noi che ne abbiamo vissute tante', ma poi una vocina nella sua testa gli disse che era sicuramente meglio non entrare nei dettagli.
"Guardatelo, non risponde! Fa il bel tenebroso!".
"Oddio, io ADORO i bei tenebrosi! Cèh! Sbaaaav!".

* * *

"...e alla vostra destra, potete ammirare un esemplare di Cocco De Mer!".
La folla di umani partecipanti all'escursione si voltò emettendo classici "oooh" di ammirazione ad osservare l'enorme palma da cocco alla loro destra.
La giungla era, effettivamente, un posto molto spaventoso. La luce del sole lì non arrivava, e quei pochi raggi che riuscivano a penetrare tra le fronde illuminavano di verde il tunnel di foglie e rami che li avvolgeva da ogni parte. Si sentivano ovunque versi di uccelli esotici, ticchettii, fruscii e altri rumori molto, molto spaventosi. Inoltre ogni tanto comparivano immense ragnatele dotate di: 1) enorme ragno nero e rosso dagli occhi assassini al centro della tela 2) moglie del ragno, molto più piccola, marrone, al lato della tela. A volte facevano la loro comparsa anche i figli. Aidoh osservava tali famigliole di aracnidi con terrore, e sembrava sul punto di mettersi a piangere. Rima aveva scoperto di essere allergica al polline di un qualche fiore, e starnutiva ogni cinque secondi senza smettere di grattarsi. Ruka, ogni volta che un agitatore indicava una qualche meraviglia della natura da ammirare, commentava l'accanimento degli umani con un: "Che pena", poi gettava un'occhiata alla pianta, ragno o fiore che fosse e aggiungeva un: "Che schifo". Kain, invece, sembrava essere l'unico ad apprezzare la gita.
"Finalmente stiamo respirando la vera essenza di queste isole!", decantava come se si trattasse dei versi di un poema epico, al che gli altri tre lo guardavano male.
"Idfatti, e respirarla bi ha fatto BALISSIBO!", rispose Rima, e tirò su col naso in una maniera per niente adeguata ad una modella d'alta classe come lei.
"Sicuramente nell'aria c'è qualcosa di... di nocivo. Velenoso. Non mi fido di questo posto", sibilò Ruka mentre un millepiedi le passava accanto. Lo guardò schifata.
"Ma non dire così! Quest'aria ha invece un potere rigenerante!", esclamò Kain. "Non sentite la fotosintesi clorofilliana intorno a voi? OSSIGENO!".
"ETCHAAAAAA!", fu la romantica risposta di Rima.

* * *

Ichijo guardò Kaname preoccupato. Quante volte, nella sua vita, l'aveva aiutato, gli era stato vicino? Ormai non riusciva neanche più a contarle; sapeva solo che il suo aiuto aveva dato frutti ogni singola volta. Era sempre stato capace di fare qualcosa per Kaname, persino nelle situazioni più pericolose: e ora, non aveva la più pallida idea di cosa fare davanti ad una banale insolazione. Aveva aiutato Kaname di fronte a vampiri cattivi e nemici, assassini... non poteva certo essere una pelle un po' più colorita del solito a fermarlo.
Aveva immerso il suo amico nella vasca da bagno riempita fino all'orlo di cubetti di ghiaccio e aveva chiuso le finestre, così da creare una piacevole penombra. Gli raccontava storie, barzellette, di tutto... ma Kaname si limitava a rispondere con un minaccioso rantolo:
"Mmmmmmm".
Ichijo si grattò la testa e sospirò.
"Kaname, che cosa devo fare con te? Se hai bisogno di qualcosa, devi dirmelo, io non sono un indovino!".
"Mmmmmmmmmmmmmmmm".
"Ma insomma! Che cos'altro posso fare? Vuoi che ti canti una canzone? Ti va?".
"Mmmmm".
Subito dopo aver detto ciò, Ichijo si rese conto di essersi messo nei pasticci da solo. Lui non conosceva canzoni a memoria. Soltanto di una sapeva tutte le parole, ma non era una canzone, come dire, molto intelligente.
Tanto valeva tentare, però.
"Ehm... ehm... in radio c'è un pulcino...", tentò di intonare. "In radio c'è un... ehm... pulcino... è il pulcino Pio, il pulcino Pio, il pulcino Pio, il pulcino Pio, il pulcino Pio... il pulcino... Pio".
"MMMMMMMMMMM".
"Okay, okay, non ti piace, va bene, io ci ho provato!".

* * *

"Caro, che cosa prendi da mangiare?".
Sei paia di occhi assassini lo fissavano in attesa di una risposta. Al ristorante, lo avevano trascinato. Al ristorante. Poteva andare peggio di così?
"Niente", disse in fretta.
"Maccome! Caro, il Vero Uomo deve nutrirsi bene, così poi è pronto per andare in palestra a farsi...", e la minaccia bionda-patella passò una mano sul braccio di Shiki, "...i muscoli".
"Ah?!", fece lui.
"A giudicare dal tuo... ihih... FISICO...". La biondina assunse un'espressione estatica. "...devi essere un modello o robe del genere!".
"Ehm. Ti sbagli, e di grosso". Mai, MAI avrebbe rivelato alla biondina che aveva indovinato. Lo avrebbe preso in ostaggio, se avesse saputo! L'avrebbe legato a una sedia in una stanza buia e... e... e... la sua immaginazione preferì non spingersi oltre.
Arrivò un cameriere.
"ALLORA", squittì una biondina prima che il pover'uomo potesse aprir bocca, "per noi sei, una carota cruda a testa, ebbasta! Per lui invece una bbbella bistecca!".
"Non se ne parla n...".
"Ma tesoro, che cosa ti ho appena detto?! Cèh tu devi nutrirti!".
"Sennò che fine fanno i tuoi... sbav... muscoli?".
"Esssatto! Cèh!".
"Un conto siamo noi, che non possiamo mangiare, ma tu...!".
"E perché non potete mangiare, scusate?", chiese Shiki, sinceramente interessato.
La patella lo guardò come se le avesse appena chiesto quanto fa uno più uno.
"Ma tesoro, non è ovvio? Perché sennò diventiamo delle mongolfiere come quella SFIGATA di Anto!".
"Anto! Diiio, è veeeeero! Quella là sì che è SFIGATA!".
Un'enorme bistecca piombò come dal cielo davanti a Shiki, che fece tanto d'occhi.
Perché i suoi amici non stavano venendo a salvarlo?

* * *

Rima era furiosa.
Non solo il suo Shiki si era fatto portare via da quelle sgualdrinelle, fregandosene in sommo grado dei suoi amici - e soprattutto di lei, ma era anche rimasta vittima del suo stesso piano anti-biondine, intrappolata in un'infernale escursione che la stava facendo scoppiare dall'allergia.
Guardò male Kain, che ancora decantava i pregi della giungla ("Che cosa succederebbe se non ci fossero le foreste? Sono i polmoni del pianeta!", "Ascoltate la natura! Non sentite che vi parla?", "Dài, che cosa vuoi che sia uno scarafaggio sul piede? Apprezza piuttosto il contatto unico che hai avuto con un'altra forma di vita!").
Poi, guardò male anche l'agitatore Peppe, che stava sproloquiando di fare attenzione a non finire intrappolati  in una tela di ragno. Se fosse finita in una tela di ragno, rifletté, avrebbe probabilmente ammazzato il povero ragno dalla rabbia.
Immediatamente, un urlo disumano risuonò per la giungla.
"AAAAAUUUURGH!!!".
Aidoh si dibatteva come un forsennato ed emetteva grida primordiali. Rima non impiegò molto a capire che il poveretto aveva centrato in pieno una ragnatela, e ora si ritrovava avviluppato in un reticolo appiccicoso e invisibile con uno o più ragni che gli scorrazzavano addosso.
"Ma si può essere più deficienti?", commentò Ruka osservandolo a braccia conserte, senza muovere un muscolo per aiutarlo.
"AUUUGH! UAAAAARGH! AAAAAAAAA!".
Strillando ed ululando, Aidoh si mise a correre alla velocità della luce e ben presto sparì.
Tutti quanti restarono ammutoliti per qualche secondo. Poi, Peppe prese la parola:
"Ragazzi, abbiamo un amico in difficoltà, che è fuggito urlando dalla paura! Presto, corriamo a salvarlo!".
"Sarebbe meglio se di lui ce ne occupassimo solo noi...", iniziò Ruka, ma non fece in tempo a finire la frase che  venne investita dalla folla di umani guidati da Peppe. Ora che c'era un disperso, gli umani credevano che la loro gita nella giungla fosse diventata una vera avventura, e si sentivano veri esploratori. E con la forza e la decisione dei veri esploratori, travolsero i quattro vampiri senza la minima pietà.

* * *

"Ma cosa devo fare con te?! Aiuto! No, non guardarmi così, NON GUARDARMI COSI'! Io non ti ho fatto niente! Non è certo colpa mia se sei stato cinque ore sotto il sole!".
"MMMMMMMMMM".
"No, okay, va bene, forse un po' è stata colpa mia, non avremmo dovuto lasciarti lì, ma ti prego, non guardarmi con quegli occhi così cattivi!".
"Rrrrrrr".
"Oddio, ringhia adesso! Ehm... ehm...".
"RRRRRRRRR".
"Okay, ora cerco di trovarti qualcosa di VERAMENTE divertente da fare. Ho trovato!!! Vuoi giocare un po' con Fuffolone? Dààài, sì! FUFFYYYY! Quiiiiiii miciomiciomiciomicio! Oooh, braaavo il mio gattone! Mamma mia quanto pesi! Allora, tu adesso giochi con Kaname! Bravo, bravo! NO, NO, FERMO KANAME, COSA STAI FACENDO?! MI STAI AMMAZZANDO IL GATTO!!! LASCIALO SUBITO ANDARE!!!".
 
* * *

Era ormai scesa la sera. Anzi, la notte. Le tenebre, l'oscurità. E Shiki, dov'era? In un letto. Da solo?
No.
Cinque biondine assatanate avevano costretto lui e la biondina-patella a dormire insieme. I commenti erano stati del tipo:
"Così potrete farvi i FATTI VOSTRI! Ihihihihihih!".
Fatti loro? QUALI fatti loro? Shiki avrebbe voluto ancora una volta non entrare nei dettagli, ma purtroppo capiva fin troppo bene. Le sue aguzzine lo avevano incastrato, o almeno così credevano. Ma lui non si sarebbe fatto ingannare così facilmente.
La biondina era lì che lo guardava con occhi adoranti in attesa di un primo passo, ma lui non avrebbe mosso un muscolo. Non sentiva neanche l'odore del suo sangue, nemmeno aveva voglia di morderla tanto era profondamente disgustato.
Chiuse gli occhi e cominciò a grugnire come un maiale in calore, facendo finta di russare come un trombone. Emise i versi più fantasiosi che poté, e in meno di mezzo minuto la biondina scappò via a gambe levate, schifata. La sentì che andava dalle sue amiche a confabulare. In breve venne svegliato (nonostante fosse già sveglissimo) e buttato fuori a calci con le seguenti parole:
"Il Vero Uomo, mio caro, non russa!".
"Il Vero Uomo è educato, e tu non lo sei!".
"Cèh, uno che quando dorme con una ragazza si mette a russare!".
"Non ciccredo!".
"Sparisci!".
"Fai skifo!". [Shiki SAPEVA che in quella parola c'era una "k". Lo sapeva]
"Hai razzone!".

* * *

"Aidooooh!".
"Aidooooooooh!".
"Hanabusaaaaa!".
I loro richiami risuonavano per la giungla, ma inutilmente. Gli umani avevano ormai desistito, e da bravi idioti erano tornati al villaggio turistico. Ormai era buio, e la giungla faceva veramente TANTA paura. Rima e Ruka non facevano altro che urlare "CHE SCHIFO!", qualsiasi cosa vedessero, e Kain non era più tanto sicuro delle lodi che aveva tessuto nei confronti della foresta giusto qualche ora prima.
E Aidoh non si trovava.
"Io resterò qua anche fino a domani, finché non salta fuori", affermò Kain.
"Anche io".
"E pure io. ETCHAAAAA!".
Avanzarono nell'oscurità per un po', sentendo solo il rumore dei propri passi e dei minacciosi richiami di uccelli notturni. Improvvisamente una strana musichetta risuonò fortissima, e tutti e quattro fecero un salto di due metri.
"E' il mio cellulare! Mi sta chiamando Ichijo!", esclamò Kain. "Pronto?".
"KAIN AIUTO! DOVETE SUBITO TORNARE INDIETRO!".
"No Ichijo, siete voi a dover venire qua ad aiutarci!".
"NO, KAIN, TU NON CAPISCI, TU NON CAPISCI!".
"Ichijo, la situazione qui è gravissima. Aidoh si è perso nella giungla, e non lo troviamo più. Abbiamo bisogno di aiuto".
"ANCHE QUI LA SITUAZIONE E' GRAVE! Per fortuna che ho dato un colpo in testa a Kaname, e che ora è svenuto, quindi non può fare altro male... e per fortuna che l'asciugatrice è spenta... però è bloccata, Akatsuki, la porta dell'asciugatrice è bloccata!!!".
"Tutto qua? Tu mi hai chiamato urlando perché non riesci più ad aprire l'asciugatrice? E che bisogno c'era di tramortire Kaname?".
"Ichijo... KANAME HA RINCHIUSO FUFFOLONE NELL'ASCIUGATRICE!".



Mie care, eccomi qui, sono tornata!!! Vi sono mancata?
Argh è passato un mese dall'ultimo aggiornamento, mea culpa mea culpa! Quando la storia sarà conclusa, eliminerò il capitolo extra, perché non mi pare giusto avere più recensioni solo per un avviso.
Cooomunque! Come state? Scusate, capitolo lungherrimo, ma in un mese ne vengono di idee! Il prossimo aggiornamento ariverà in tempi più umani, prometto :3
Alla prossima, ciau ciau!
Isabella




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Capitolo 10
*** I'm A Believer ***



CAPITOLO 8 - I'M A BELIEVER



Senri stava correndo verso la sua villetta, lieto di essersi finalmente liberato delle biondine. Ora avrebbe finalmente potuto assaporare di nuovo la libertà! Sarebbe andato dai suoi amici e insieme avrebbero trascorso una meravigliosa giornata in spiaggia a dormire e fare scherzi ad Aidoh. Kaname sicuramente stava già meglio, così avrebbe potuto tornare in spiaggia anche lui. Sarebbe stati tutti felici e contenti, come nei finali delle avventure.
Passò davanti alla villetta di Aidoh e Kain, e decise di svegliarli per comunicare loro il suo ritorno, e iniziare tutti insieme una grande festa.
"AIDOOOH! KAAAAIN! SONO TORNATOOO!", berciò picchiando sulla porta e sulle finestre. Nessuna risposta. "UUUUHUUUUU! SVEGLIAAAA!". Niente. Shiki iniziò ad avere qualche atroce sospetto. Sbirciò dalle finestre della camera da letto: i due letti erano disfatti, e vuoti.
Il suo cuore fece un salto. Corse verso la villetta di Rima e Ruka e notò con orrore che nemmeno loro erano in casa. Ma se non erano lì... dov'erano?
"Aiuto!".
Shiki drizzò le orecchie. Qualcuno aveva urlato, qualcuno aveva chiesto aiuto! E la voce sembrava provenire proprio dalla sua villetta!
Si mise a correre e in breve raggiunse la propria abitazione.
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti!".
"ROAAAAAR!".
La voce che gridava aiuto sembrava quella di Ichijo. Si sentivano anche degli strani ruggiti parecchio inquietanti. La soluzione gli arrivò, veloce come un fulmine: un mostro ruggente si era divorato Rima, Ruka, Kaname, Aidoh e Kain, e ora anche Ichijo stava per subire la stessa sorte. Lui era l'unico, il solo che lo potesse salvare. Lui era l'eroe.
"NON TEMERE TAKUMA, TI SALVO IO!", esclamò, e fece irruzione nella villetta buttando giù la porta con la sua forza vampiresca.
 
* * *

"Attenzione, a destra c'è una buca. Non cadetevi dentro".
"Una buca? Dove? AIUTO!".
Kain cadde nella buca con un tonfo sordo.
"Si vede che sei cugino di Aidoh. Qualcosa in comune, effettivamente, l'avete: la cretinaggine", commentò Ruka. Il sonno le aveva fatto aumentare il tasso di acidità dal 100% al 200%.
"Ma!", rispose Kain sconsolato, riemergendo a fatica dalla buca. Perché Ruka ora era così cattiva con lui? Erano sempre stati tanto amici! Lui era sempre stato l'unico con lui lei non fosse crudele (o almeno, non lo fosse così tanto). Si vedeva che la disperata ricerca di Aidoh nella giungla la stava spossando.
O forse l'intera vacanza la stava spossando.
Riuscì ad uscire dalla buca, e i tre ripresero la loro camminata, chiamando Aidoh a tutta voce. Dopo un po', però, Kain cominciò ad avvertire un certo prurito ad una gamba. Alla gamba sinistra. Alla caviglia, se vogliamo essere precisi. E questo certo prurito non faceva altro che aumentare. Lui però, a differenza del cugino, non avrebbe avuto reazioni inconsulte. Erano sempre stati Aidoh, il cugino scemo, e Kain, il cugino figo, e così sarebbero stati per sempre. Avrebbe dimostrato a Ruka che la cretinaggine NON era un tratto comune a lui e ad Hanabusa. Lui non guardava Spongebob. Lui non rubava e/o rompeva le cose a Shiki. Lui non era così SCEMO da lasciarsi convincere che abiti color evidenziatore fossero l'ultima moda!
Il prurito, però, aumentava in maniera preoccupante. Non era sicuro che sarebbe riuscito a trattenersi per tanto tempo ancora.
Controllò Rima e Ruka. Erano di qualche passo più avanti di lui, pronte a urlare "CHE SCHIFO!" a qualsiasi rumore sentissero. Ormai stava albeggiando, le ombre degli alberi erano lunghe, taglienti e paurose, e disegnavano forme e intrichi assai minacciosi: le due ragazze rischiavano un infarto dalla paura ogni tre secondi. Anche lui era profondamente spaventato da quella giungla piena di insidie, ma non l'avrebbe mai ammesso. E poi, ora doveva pensare al suo prurito. Dopo aver appurato che le ragazze erano a distanza di sicurezza, prese a grattarsi come un ossesso, dopodiché si sentì subito meglio.
Passarono cinque minuti fatti di "che schifo", di richiami e di sospiri assonnati. Rima ogni tanto starnutiva, ma ormai la sua allergia si stava calmando. Doveva essersi abituata ai pollini della giungla.
Kain non voleva ammetterlo a se stesso, ma il prurito stava tornando, più forte di prima.
E non solo alla caviglia.

* * *

Non si era sbagliato: era un mostro. Un mostro color rosso pomodoro, con gli occhi ancora più rossi e dei ciuffi neri in testa in testa a mo' di capelli che stavano perfettamente dritti. Questo mostro ruggiva e sbavava, e quel che è peggio stava lottando furiosamente con Ichijo! Quando Shiki fece irruzione nella villetta, il mostro interruppe la lotta per voltarsi a guardarlo. Lo fissò con i suoi occhietti fiammanti, ed emise un rantolo nel quale si distinguevano a malapena le parole:
"Dopo tocca a te...".
Ciò rantolato, tornò ad occuparsi di Ichijo. I due si menavano atrocemente sul pavimento, mentre dal bagno provenivano dei miagolii disperati.
Senri senza pensarci due volte si buttò a capofitto nella mischia, deciso a salvare Ichijo.
"NO SHIKI, 'CHE SEI SCEMO, STANNE FUORI!", annaspò Takuma.
"TI DEVO SALVARE, PRIMA CHE QUESTO MOSTRO UCCIDA ANCHE TE!". E diede un pestone in faccia al mostro, che emise un ringhio non troppo rassicurante:
"Vvvvssssrrratthhjjhhhggggggg".
La lotta continuava in modo via via sempre più cruento, ciononostante Ichijo e Senri riuscirono lo stesso a scambiarsi due parole in mezzo alle mazzate:
"ANCHE ME? CHE COSA INTENDI DIRE? Ahia!".
"Ha già ucciso tutti gli altri, no? AAAAH CHE DOLORE CHE DOLORE!".
"MA NO! GLI ALTRI SONO ANDATI NELLA GIUNGLA! Ouch!".
"Nella giungla? Rima, Ruka, Kain, Aidoh e Kaname sono nella giungla?! AHIA MA SEI SCEMO?!"
"MA NO, KANAME E' QUI, NON LO VEDI?! CI STIAMO LOTTANDO DA MEZZ'ORA, CRETINO!".
Senri si ritrovò sdraiato per terra, faccia a faccia con la smorfia sbavante e omicida del mostro, e pian piano una dura consapevolezza si impadronì di lui.
Quel mostro era Kaname.
"Ehm...", tentò, mentre Kaname gli bloccava i polsi tenendoglieli fermi a terra. "Ehm.... Kaname! Sono io! Sono Senri Shiki! Tuo cugino! Ti ricordi, vero, del tuo caro cugino Senri?".
"IDIOTA, CREDI CHE KANAME ABBIA VOGLIA DI FARE CONVERSAZIONE?!", sbraitò Ichijo prendendo a manganellate Kuran.
"Ehm...". Senri sentiva sudori freddi scendergli lungo la fronte mentre gli occhi feroci di Kaname e i suoi denti aguzzi si facevano sempre più vicini alla sua faccia.

* * *

Ogni secondo che passava, Kain si osservava la pelle con crescente preoccupazione. Anche se ancora non erano ben evidenti, gli si stavano formando ovunque delle strane macchie blu, e prudevano come non mai. Cercava di tenerle coperte alla bell'è meglio, ma l'impresa si faceva sempre più difficile man mano che diventavano più visibili - e soprattutto man mano che si gonfiavano.
Cos'era, la sua punizione divina per essersi considerato il cugino figo? Si guardò le mani con sgomento: erano ormai ricoperte di bolle blu, anzi... color prugna.
Non poteva più nascondersi, ormai.
"Ehm... ragaaaaazze...", chiamò, arrossendo. Avrebbe voluto sprofondare in una voragine piuttosto che farsi vedere dalle ragazze - da RUKA!!! - cosparso di bolle color prugna. "Ehm... abbiamo un... problema".
"Sì?", dissero le due voltandosi. Kain chiuse gli occhi e strinse i pugni. SAPEVA che cosa stavano per dire. Lo sapeva. Tre, due uno...
"CHE SCHIFO!!!".
Esatto.
"Vi prego, siate clementi... non è stata colpa mia!", piagnucolò inginocchiandosi.
"Chissà che strana ortica c'era nella buca", osservò Rima mentre Ruka si inginocchiava accanto a lui.
"Sei proprio un bambino Kain!", esclamò. "Hai affrontato cose ben peggiori! Non ti farai mica abbattere da una pianta urticante! Su!".
"Ma chi te lo dice che è stata una pianta?!", latrò lui. "Può avermi punto un ragno velenoso!!!".
"RAGNO???!!!".
Kain e le ragazze ammutolirono e drizzarono le orecchie. Non era stato nessuno di loro ad urlare quella parola.
"CHI HA PARLATO DI RAGNI??!!". Dei rumori sospetti giunsero da un cespuglio dalle grosse foglie rotonde. "NON VOGLIO PIU' SENTIR PARLARE DI RAGNI PER TUTTA LA MIA VITA!!!".
Dal cespuglio spuntò fuori una figura bionda, spettinata e disgustosamente colorata.
"AIDOH!!!".
I tre corsero e lo stritolarono in un abbraccio-tenaglia.
"Cugino! Sei vivo!!!".
"Sei vivo!".
"Sei vivo!".
"Ragazzi", disse Aidoh, gli occhi stralunati. "Voi non avete idea di quello che mi è successo".
"Beh... che cosa ti è successo?".
"Voi non potete capire. Sono finito dentro la ragnatela. Sono scappato urlando. I ragni, che erano ben più di due, figurati, saranno stati almeno cento, hanno cominciato a scorrazzarmi in giro per tutto il corpo. E non riuscivo a scacciarli, giuro che non riuscivo! Poi è arrivato un uccello enorme giallo e blu, che aveva sentito l'odore dei ragni e voleva mangiarseli. Così ha cominciato a beccarmi dappertutto, ecco, guardate qua che lividi che ho! Poi è arrivato un serpente, ma di quelli proprio spaventosi, che voleva mangiarsi l'uccello, o forse voleva mangiarsi me. Anzi, riflettendoci è molto più probabile che volesse proprio mangiarsi me. Quindi ha cominciato ad inseguirmi mentre ero già assalito dai ragni e dall'uccello, e poi ha cominciato ad avvolgersi intorno a me! Ho creduto di morire! Poi però nel tentativo di scappare ho messo un piede sopra un fiore che puzzava, e l'odore letale che emanava ha fatto scappare serpente, uccello e ragni".
"In effetti, non profumi proprio di viole", commentò Ruka nauseata.
"Quello che conta è che tu stia bene", rispose Kain. "Sì, sono ricoperto di bolle blu. No, non ti permetto di chiedermi che cosa mi è successo. Ora, per favore, torniamo a casa".

* * *

Finalmente erano arrivati alle villette. Strani suoni solcavano l'aria: urla sguaiate, ruggiti, strida, colpi, miagolii.
"Qualcosa mi dice", decretò Ruka con voce funerea, "che Kaname si è arrabbiato".
Si diressero tutti di corsa verso la villetta mentre dentro imperversava la furia omicida di Kaname Kuran. Si limitarono ad osservare l'allegro scenario dalla finestra: la casa era devastata. Mobili, lampade, libri e soprammobili di ogni genere giacevano al suolo. Ogni tanto se ne vedeva qualcuno volare, quando i tre combattenti si sentivano particolarmente agguerriti. Si sentì un "LASCIA ANDARE FUFFY!" di Ichijo.
"Interveniamo?", propose Aidoh.
"Assolutamente no", rispose Ruka. "Dobbiamo cercare un modo per placarli che non ci coinvolga necessariamente. Sennò, finiremo anche noi nella lotta, e chi ci tirerà più fuori!".
"Secondo me, c'è una sola persona al mondo in grado di far calmare Kuran", decretò Rima.
"Oh, no, no, ti prego", fece Ruka.
"Yuki Cross".
"NO!!!". Ruka esplose. "Lei NO! E' l'ULTIMA persona che voglio vedere, e non verrà certo qui a rovinarmi la vacanza!".
"Ruka, la tua vacanza è già stata rovinata fin dal primo giorno".
"Beh, in effetti...", dovette riconoscere Ruka.
"E poi, preferisci vedere Kaname in questo stato? Non vorresti, invece, che qualcuno lo facesse tornare normale?".
"Beh, certo, però...". Però vorrei essere IO quella capace di farlo tornare normale!!!, avrebbe voluto urlare. "E va bene. Chiamate Yuki e il Direttore, fateli venire qua subito, in giornata. Basta che mi teniate lontana da lei".

* * *

Yuki, Zero e il Direttore erano seduti intorno ad una tavola imbandita. Cross osservava i manicaretti con orgoglio: li aveva cucinati lui stesso con le sue preziosissime mani, e non a caso erano venuti semplicemente perfetti! Solo, si chiedeva come mai Yukki e Kyriu non la pensassero allo stesso modo.
"Insomma, ragazzo mio, MANGIA!", esclamò dando forte una pacca sulla schiena a Zero, che sputò quel poco che aveva in bocca e prese a tossire furiosamente.
"OORSCHH! OORSCHH! OORSCHH!".
Yuki non poté fare a meno di mettersi a sghignazzare di fronte a quello spettacolo.
"YUKI!", la riprese il Direttore. "Non si ride delle disgrazie altrui, insomma, come te lo devo dire?".
"BUAHAHAHAHAH!".
"Ragazzi, ragazzi, un attimo di silenzio, mi sta suonando il telefono!".
"GOORF! GOORF!".
"MA CHE RAZZA DI TOSSE E', ZERO?! BUAAAAHAHAHAHAHAH!".
"Ragazzi, piantatela, che non sento niente! Sì proooonto?".
"Direttore, lei e Yuki dovete immediatamente venire qua, Kaname sta impazzendo e penso ci ucciderà tutti, Yuki è l'unica persona al mondo che potrebbe farlo calmare!".
"Cosa, cosa? Ma chi parla?".
"Sono Rima Toya, Direttore! La prego, venite subito qua, ma non portatevi assolutamente Kyriu! Se Kaname lo vedesse le conseguenze potrebbero essere disastrose! Dovete essere solo lei e Yuki! Prendete un treno sotterraneo e raggiungeteci! ORA!".
Rima riattaccò. Cross guardò i due ragazzi e con aria solenne proferì:
"Miei cari, un impegno, una missione, ci spinge a raggiungere i vostri amici della Night Class alle Seychelles".
"Amici? Quelli non sono miei amicCCHOOOOOFF! COFF! COFF!".
"E' successo qualcosa?".
"Ecco, vedi, Yukki... sembra che Kaname stia male".
"Oh, no!". Yuki si alzò di colpo. "Presto, andiamo!".
"Ma chettifrega di quello là insomma YukKKKKKKKKHHHHH!!!".
"Zero, bevi un bicchier d'acqua, sennò mi muori, su!".
"Kyriu, mi è stato esplicitamente ordinato di non portarti", il Direttore assunse un'espressione eroica, "ma io non ti lascerò qua da solo. Verrai anche tu. E ora, MARSCH!".
"Io non ci vengo neanche mortTTHHFFFFFFUUU!".
"ZERO, BEVI UN PO' D'ACQUA INSOMMA! Dài che dobbiamo andare a salvare Kaname!".
"E va bene, e va bene. COFF! Dio mio, quanto scassate voi due messi insieme lo so solo io. COFF! Ma quanto, quanto scassate...".

* * *

Il Direttore, Yuki e Kyriu arrivarono nel giro di una mezz'ora. Dio benedica chi ha inventato i treni sotterranei, pensò Ruka. Non appena i quattro vampiri vodero Zero, però, i loro volti si oscurarono.
"Direttore, le era stato chiesto di non portare Kyriu", disse Kain. "Potrebbe far arrabbiare Kaname ancora di più".
"Ma ragazzi, abbiate pazienza", disse il Direttore facendo la faccina triste, con tanto di labbro sporgente, "non potevo lasciarlo a casa da solo! Mentre Yukki andrà a calmare Kuran, lui resterà nascosto in albergo! Che c'è di meglio? Dài su, Kyriu, va' a nasconderti in albergo!".
Zero si diresse verso l'hotel maledicendo il mondo a bassa voce. I vampiri tirarono un sospiro di sollievo.
"Ora, Yukki, fa' il tuo dovere".
"Ma, Direttore, ora che sento questi ruggiti, ho un po' paura...".
"ALT! STOP! Lo vuoi un incoraggiamento?".
"Beh, sì...".
"Allora se lo vuoi, chiamami PAPA'!!!".
"Direttore, non è il momento...".
"CHIAMAMI PAPA'!!!".
"Ergh... papà... vorrei un incoraggiamento".
Cross si beò della parolà "papà" e, con le guance rosse, disse a Yuki in tono amorevole:
"Ebbene, qualsiasi cosa succeda, il tuo papà sara SEMPRE pronto ad aiutarti!".
"Ah... grazie", disse Yuki. Si aspettava un incoraggiamento... migliore. Cross se ne accorse e tornò ad indossare la faccia con labbro sporgente.
Yuki entrò nella villetta dalla porta sfondata e si ritrovò immersa nel devasto. I ruggiti e le urla provenivano da un'altra stanza.
"Ehm... Kaname?", chiamò.
Immediatamente i rumori di guerra cessarono. Poteva essereun buon segno, ma anche un pessimo segno.
"Kaname?", ripeté.
Nel giro di pochi secondi le si parò davanti il Kaname Kuran più improbabile che avesse mai visto. Era in costume, e la pelle che non era coperta dal costume aveva un, diciamo, colorito molto intenso. Sembrava Patrick la stella marina (anche Yuki, come Ichijo e Aidoh, seguiva segretamente Spongebob). La sua pelle era ricoperta di graffi e lividi, e i capelli erano un autentico cespuglio di rovi.
"Yuki?", disse.
"Ehmm... ciaaao!". Yuki cercò di sorridere.
"YUKI!!!". Kaname si avventò su di lei e la abbracciò stretta - o meglio, la stritolò. "Yuki, ti prego, devi portarmi via da qui, è un posto orribile, ieri in spiaggia hanno tentato di uccidermi, oh per fortuna che ci sei tu, Yuki, Yuki ti prego!".
"Ehm...". Yuki si limitò a cercare di accarezzare il cespuglio di rovi. "Dài, stai calmo... va tutto bene ora...".
Nel frattempo un Senri Shiki e un Takuma Ichijo provvisti di lividi, vestiti strappati, graffi, acciacchi e cespugli di rovi in testa stavano uscendo fuori di soppiatto.
"Rivoglio il mio Fuffy", ringhiava Ichijo.
Shiki si raddolcì non appena vide Rima, ma questa non sembrò contraccambiare. Disse qualcosa nell'orecchio a Ruka ed entrambe se ne andarono sdegnate, mentre invece tutti gli altri si affrettavano a sommergerlo di domande sulle biondine. Lui, però, non li ascoltava.
Ok, Ruka poteva essere arrabbiata perché c'era Yuki a consolare Kaname, e non lei stessa. Ma Rima?
Gli venne un atroce sospetto: Rima era arrabbiata con lui. Oh, sì, era sicuramente così. Il giorno prima lui era stato con le biondine, e Rima... ma certo! Come aveva fatto a non pensarci? Rima era gelosa! Se solo avesse saputo che le biondine l'avevano intrppolato, che non era stato con loro per scelta! Doveva assolutamente spiegarle tutto. Ma se avesse provato a parlarle, lei non l'avrebbe ascoltato, sapeva com'era fatta. No, no, ci voleva qualcosa di più, una di quelle cose che notoriamente piacciono alle donne. Una di quelle cose per cui una donna potrebbe sposarti, ecco. Roba tipo fiori, cioccolatini, canzoni...
L'occhio gli cadde su un cartello appeso all'entrata della spiaggia, poco lontano da lui.
"STASERA SERATA KARAOKE!", diceva. "PER ISCRIVERSI, CHIEDETE A PEPPE!".
Serata karaoke. Karaoke uguale canzoni. Canzoni uguale donna che ti vuole sposare.
"Ragazzi...", disse come in preda ad una visione mistica, "io... io devo andare".
Si mise a correre alla disparata ricerca di Peppe. Per Rima era disposto a questo e ad altro... e poi, il fatto che lui fosse stonato come una campana era ASSOLUTAMENTE secondario.

* * *

Sera.
"Ma dài, ragazzi, andiamoci a sentire il karaoke! Sarà divertente!".
Tutti i vampiri guardarono in Direttore con profonda pena.
"Divertente? Bah. Per me è solo gentaglia che crede di saper cantare". Stranamente era stata Rima, non Ruka, a comportarsi con tale acidità. Non solo Shiki aveva preferito le biondine a lei, il giorno precedente, ma anche ora che finalmente potevano stare insieme, era sparito! Lei e Ruka si erano appartate un attimo a parlare di come comportarsi con lui, e al loro ritorno lui non c'era più!
Osservò Yuki e Kaname. Si tenevano per mano, e Kaname aveva finalmente assunto un'espressione serena. Dietro di loro c'era Ruka che li guardava con gli occhi che mandavano lampi e saette, e a guardare Ruka c'era invece Kain, tutto triste. Buffo. Sembrava di vivere in una telenovela. Quasi quasi si aspettava che Kaname improvvisamente rivelasse a Yuki di essere suo fratello, come sempre succede nelle telenovele.
Ovviamente Rima non sapeva che le cose stavano davvero così!
Kaname oltretutto, in un impeto di improvvisa bontà dovuta all'arrivo di Yuki, aveva liberato Fuffolone dall'asciugatricee l'aveva restituito al suo legittimo proprietario, che dalla felicità aveva dato un bacio sulla guancia a Kaname. Ovviamente la reazione fu:
"MA CHE SCHIFO, ICHIJO!!!".
Improvvisamente si accesero dei fari colorati davanti alla piscina, e cominciò a risuonare un'allegra musichetta.
"Dààààààài! E' iniziato il karaoke! Eddai vipregovipregovipregoviprego...", implorò il Direttore prostrandosi davanti ai vampiri. Yuki guardò Kaname con i classici occhi dolci da cucciolo, e lui no poté resistere:
"Ehm... beh, dài... va bene, andremo a sentire il karaoke".
"YUPPIIIIII!".
"Si trattenga, la prego, Direttore".
Andarono a sedersi in prima fila su poltroncine che erano disposte davanti alla piscina, di fronte ad un microfono e ad un amplificatore molto sospetti.
"AAAAALLORA, RAGAAAAZZI! SIETE PRONTI PER IL KARAOKE?!", berciò Peppe. Gli umani cominciarono ad urlare e applaudire come fornessati. "Aaallora, dovete sapere che purtroppo c'è stata un po' di scarsità di iscrizioni. Solo una persona di è iscritta. Quindi, sceglierò persona a caso dal pubblico e le farò cantare! Oooooooh yeeeeeaaaaah!!!". A tali nefande parole i vampiri si guardarono l'un l'altro, sconcertati. "TU! Per esempio, vieni tu, tu con quel bel caschetto biondino! Dààài, tu con il gatto in braccio! Ecco, sì, proprio tu!".
Ichijo diventò di tutti i colori. Stava parlando di lui.
"Dài sì, vai Takuma!". Il Direttore gli diede uno spintone che lo fece finire proprio davanti al microfono.
"Ehm... ehm...", disse lui nel microfono, facendosi piccolo piccolo e usando Fuffolone come antistress.
"TU", declamò Peppe, "CANTERAI "PORTA IN ALTO LA MANO SEGUI IL TUO CAPITANO"!".
"Io... canterò CHE COSA?!".
"Mieeeeo!".

Dopo la standing ovation che seguì l'esibizione di Ichijo (con la speciale partecipazione di Fuffolone, che ogni tre secondi decorava la canzone con un "mieo"), Ruka fu costretta a cantare "Umbrella". Per quella canzone era necessaria un certo tipo di sensualità, il fascino latino... che Ruka, proprio, non possedeva. Cantò la canzone con una vocina flebile flebile e stando dritta e ferma con un palo. Applaudì solo Peppe, per incoraggiarla, dopodiché si passò a "hit" più recenti: il Direttore dovette cantare "Ai seu te pego". Il pubblico lo amò.
"ED ORA, SIGNORE E SIGNORI, ECCO A VOI COLUI CHE HA DECISO DI ISCRIVERSI!", annunciò Peppe. "L'unico, il solo, inimitabile... NERSI!!!".
"Mi chiamo Senri, non Nersi", disse il suddetto mentre usciva da dietro un rudimentale sipario montato per l'occasione.
Rima diventò bianca, poi passò al rosso scuro, poi al verdognolo e infine tornò al pallore più cadaverico possibile.
"Beh... dunque...", disse Senri nel microfono. "Questa canzone la dedico ad una persona nel pubblico... è qui, in prima fila...". Un faro illuminò Rima, il cui viso assunse nuovamente tutti i colori che aveva assunto poco prima. "E... beh... questa canzone serve per dirle che... che io voglio bene solo a lei".
Rima strinse le labbra, cercando di controllarsi e di non mettersi a ballare urlando in piedi sulla sedia, mentre tutti gli altri le lanciavano occhiate dense di sottintesi.
La musica partì, ma Senri, un po' per l'emozione e un po' per la sua totale incapacità nel canto, attaccò in ritardo, e cercando di rimediare si mangiò metà della strofa:
"Ehm... love was only... fairytales... Aiut!... not for me... ehm... disappointment... oh cavoli...".
Rima lo osservava perplessa ma, in fondo, euforica. Quando arrivò il ritornello, per fortuna, il cantante provetto si riprese, anzi, si entusiasmò:
"And then I saw her face... NOW I'M A BELIEVER!!!", cantò con voce passionale, e indicò Rima, che fu sull'orlo di un arresto cardiaco. "Not a trace of doubt in my mind! I'M IN LOVE... I'M A BELIEVER!". Il presunto arresto cardiaco arrivò, e Rima si accasciò priva di sensi sulle ginocchia di Ruka. Ma bastarono due schiaffi da parte dell'amica (ancora arrabbiata per essere stata costretta a cantare Rihanna) per farla rinvenire. "I couldn't leave her if I trieeeed!".
"Eeeeh... che uomo!", sospirò Rima con un sorriso ebete, rintronata dallo svenimento e dalle sberle.

* * *

"Beh, buonanotte, ragazzi!", li salutò il Direttore. "Noi torniamo in albergo".
"A domani!", rispose Ichijo, e aggiunse a bassa voce, in modo che Kaname non sentisse, "e mi saluti Kyriu!".
Il Direttore e Yuki tornarono in albergo, pronti ad affrontare l'ira funesta di Zero (sapevano che era arrabbiato, lui era sempre arrabbiato).
La Night Class rimase sola.
"Beh...", iniziò Kain, ancora tutto ricoperto di bolle color prugna, "è finita. Domani pomeriggio si torna a casa".
"Proprio adesso che questa vacanza cominciava a piacermi", borbottò Kaname.
"E te lo credo! C'era bisogno di Yuki per fartela piacere...", commentò Ruka.
"Non so voi, ma a me un po' dispiace tornare a casa. Era abbastanza divertente, tutto sommato. Vero, Fuffolone?".
I vampiri guardarono Ichijo con tanto d'occhi:
"Divertente?".
"Ma sei scemo?".
"Ma ti ha dato di volta il cervello?".
"Tu non sei più mio amico!".
"Ti disconosco!!!".
"TI SCOMUNICO!!!".
"Aidoh, ma cosa c'entra 'ti scomunico'?".
"Boh, mi sembrava che ci stesse bene...".
"Ehm... se lo dici tu".
"Insomma, buonanotte a tutti".
"Buonanotte".
"Notte".


Per chi non conoscesse la canzone di Ichijo: http://www.youtube.com/watch?v=0mYBSayCsH0


Oddio ma perché più vado avanti con la storia più faccio capitoli lunghi? Perdono T_T
Comunque, siamo alla fine. Questo NON è l'ultimo capitolo, ma la storia è quasi finita. E devo dire che è meglio così: dopo un po' le gag eccetera diventano sempre le stesse, diciamo che la lunghezza di questa storia è quella limite per il genere comico-demenziale, o almeno per come la vedo io. Dopo un po' il tutto tende a diventare sterile, penso che questa storia finirà al momento giusto, in tempo per evitare questa sterilità. O almeno, spero! ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima!
Isabella

















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Capitolo 11
*** Finalmente fine ***




CAPITOLO 9 - FINALMENTE FINE

Kain si svegliò. Il sole spendeva piacevolmente, gli uccellini cinguettavano e tirava una brezza paradisiaca. Quell'infernale villaggio si era improvvisamente trasformato in un luogo fatato, mancavano giusto arcobaleni in cielo e unicorni che scorrazzassero per il giardino.
Era l'ultimo giorno. L'ULTIMO GIORNO! Quella sera sarebbero partiti. Questo pensiero gli faceva vedere il mondo attraverso occhiali dalle lenti rosa. Era felice. Si sentiva ben disposto verso tutto e tutti. Lui AMAVA la vita!
Un improvviso rumore di vetri rotti proveniente dal bagno fece estinguere all'istante tali pensieri di pace e amore.
"Hanabusa", ringhiò, "cos'hai combinato?!".
"NIENTE!!!", si sentì dall'altra parte della porta del bagno. Seguirono borbottii in cui si distinguevano chiaramente alcune imprecazioni irripetibili.
Kain stava per fare irruzione in bagno quando qualcuno bussò alla porta. Andò ad aprire: era Ichijo, stranamente senza gatto, con un sorriso a trecentosessantacinque denti.
"Kaaaain!", esclamò. "Siccome oggi è il gran giorno, ancheseinfondoamepiacevastarequamavabbè, proporrei di andare tutti insieme a fare acquagym!".
Kain alzò un sopracciglio, non certo di avere capito bene:
"Acquagym?".
"Ma sì, dài! Non l'abbiamo ancora fatta da quando siamo qua! Deve essere divertente! O oggi o mai più!".
Kain squadrò Ichijo, sospettoso:
"Kaname e Senri che cosa ne hanno detto di questa proposta?".
"Ehm... quando mi sono svegliato, in casa non c'erano più. Saranno andati in spiaggia".
"Oh".
"Già... beh... però sai, a me piacerebbe davvero tanto fare acquagym...".
"Non puoi chiedere a Rima e Ruka? Alle donne piacciono queste cose...".
"Le ho cercate, ma non sono in casa. Devono essere andate a far colazione presto, oggi. Tuo cugino sarebbe disponibile?".
Kain diede un occhio dentro casa: Aidoh era ancora chiuso nel bagno, e si sentivano ancora le sue maledizioni accompagnate da rumori di cocci buttati nella spazzatura.
"Temo proprio di no. Non puoi chiamare Yuki? Lei è una donna, quindi le dovrebbe piacere, e sei anche l'unico a cui lei stia simpatica".
"Sì, ma se Kaname scopre che la porto a fare acquagym senza il suo permesso mi uccide. E se anche Kyriu lo viene a sapere, mi fa risorgere per poi uccidermi di nuovo".
"Ideona! Il Direttore! A lui piacerebbe tantissimo!".
"Sì, ma... beh... insomma Kain, non posso chiedere al Direttore del mio collegio di venire a fare acquagym con me. Dài, ho anche lasciato Fuffy a casa per l'acquagym: capisci quanto ci tengo?".
Akatsuki guardò la faccia sconsolate di Ichijo. Sospirò.
"E va bene", concesse, "verrò con te. Ma dovremo mascherarci, far sì che gli altri non ci riconoscano. Morirei piuttosto che farmi vedere da qualcuno che conosco mentre faccio acquagym".

* * *

"Rima, dico sul serio".
"Ma dài, Ru, che ti importa?".
"Quante volte devo dirti di non chiamarmi Ru?!".
"E allora come dovrei chiamarti? Ruky? Ruru? Ka? Miss Soen?".
"Devi chiamarmi RUKA! Non è difficile".
"Come sei noiosa".
"Comunque, io dico sul serio. Non possiamo andare a fare acquagym facendoci vedere da tutti gli altri. Ci prenderanno in giro dicendo che sembriamo delle sessantenni rammollite".
"Ma, Ruka, noi sessant'anni li abbiamo già compiuti da un po'...".
"Oh insomma, intendevo sessantenni umane!".
"Ok, ok, scusa. Quindi che cosa vuoi fare? Qual è il piano? Non puoi certo rinunciare all'acquagym per questo. E' stata il tuo sogno segreto per tutta la settimana, oggi finalmente puoi realizzare questo sogno... che ti importa se gli altri ti vedono?".
"MI IMPORTA, INVECE! Il piano è uno e semplice: gli agitatori sono provvisti di una costumeria dove si travestono per fare i loro spettacolini idioti. Noi ci infiltriamo e ci travestiamo. Ma ci travestiamo proprio benissimo, in modo che nessuno ci riconosca. Ci stai?".
"Oddio. Mah, perché no? Dopotutto è l'ultimo giorno, non abbiamo più niente da perdere".

* * *

"Yukkkiiiiiii! Kyriuuuu! Tesori belli! Che ne dite di farci il fisicazzo partecipando all'acquagym stamattina?".
Zero strabuzzò gli occhi:
"Farci il COSA?".
"Oh insomma, Kyriu, sii uomo. I veri uomini si fanno i muscoli!".
"Ma l'acquagym è roba da DONNE!".
"E chi l'ha detto? IO ci andrò, e Yukki verrà con me. Vero, Yukki?".
"Sììì! L'acquagym! Dàidàidài Zero, vieni anche tu, perfavoretiprego!", strillacchiò Yuki saltellando.
"Ma è roba da donne".
"E qual è il problema? Puoi sempre travestirti da donna!".
"Esatto".
Zero guardò esterrefatto le facce serie di Yuki e del Direttore. Volevano davvero che lui...?
Fu solo un attimo.
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!".
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! KYRIU VESTITO DA DOOONNAAAA!!!".
"BUAHAHAHAHAHAH!".
"GAHAHAHAHAHAHA!".
"PAFHGAGHAGAHHFFF!!!".
"PPFFFRRRTTTSGAAAAAAHAHAHAHAHAH!!!".

* * *

"Cara, sto bene vestita così?", cinguettò Kain sporgendo le labbra cosparse senza pietà di rossetto.
"Tesoro, sei di-vi-na!", esclamò Ichijo con voce flautata, e sbatté in modo seducente le lunghe ciglia finte.
Si guardarono allo specchio. Una donna dai lunghi capelli biondi e una dai ricci rossi li osservavano di rimando. Erano avvolte in due meravigliosi costumi interi da donna, e nonostante le loro forme non fossero tra le più aggraziate, avevano un indiscutibile fascino.
"No, cioè, siamo meravigliosi, Ichijo".
"Puoi scommetterci. Ci siamo anche fatti la ceretta!". Takuma fu quasi sorpreso nel sentire uscire da una così bella donzella il suo vocione da uomo.
La ceretta era stata un vero e proprio trauma. Le urla che avevano lanciato si sarebbero potute sentire fin dall'altra parte del mondo. I due però si erano talmente appassionati alla loro trasformazione da uomo a donna che avevano sopportato (anche se non tanto stoicamente) l'atroce dolore.
"Ora andiamo, prima che gli agitatori si accorgano che abbiamo saccheggiato la loro costumeria".
"Certo. Però...". Kain era pensoso. "Però manca ancora qualcosa. Allora, allora, fammi pensare". Il vampiro passò qualche secondo a guardare il proprio riflesso e quello dell'amico, dopodiché ebbe un colpo di genio. "Ma certo!!!".
Svelto, andò a frugare in uno scatolone di vestiti da donna e ne uscì con in mano due reggiseni estremamente imbottiti.
"Mi sa che avremo bisogno di questi!".

* * *

"Stai attenta che nessuno ci veda. Ecco, ecco, sta uscendo della gente, nasconditi!".
Rima e Ruka si nascosero dietro l'angolo mentre due donne dall'aria spavalda uscivano dalla costumeria. Erano una rossa e una bionda, truccate all'inverosimile e avvolte in costumi interi dai colori improbabilmente sgargianti. Camminavano, osservò Rima, come le oche degli Aristogatti (film molto di moda fra le ragazze della Night Class).
"Ma le hai viste? Ma chi si credono di essere?".
"Oltretutto erano mostruose! Non ho mai visto tanto trucco in tutta la mia vita".
Borbottando, entrarono nella costumeria.
"Io proporrei di travestirci da uomo", annunciò Ruka.
"Ma no, nessun uomo andrebbe mai all'acquagym! Si capirebbe subito che c'è sotto qualcosa!".
"E invece se ci travestiamo da uomini nessuno ci riconoscerà mentre se restiamo donne verremo facilmente riconosciute. Per favore Rima, per favore!".
"Aaah. D'accordo, hai vinto ancora una volta. Entro breve diventeremo RUKO e RIMO!".

Sembrare uomini era difficile. Dovettero applicarsi barbe/peli/entrambi palesemente finti. Ruka optò per un parruccone di ricci neri, Rima invece decise di diventare un uomo sofisticato e un po' stravagante con in testa una bombetta e i baffi alla Salvador Dalì. Trovarono delle tutine da surfisti e, in mancanza d'altro, le indossarono come costumi da bagno.
Mentre uscivano dalla costumeria tutte soddisfatte, intravidero due donne in burqa che correvano via.
"Cosa ci fanno due donne afghane al villaggio turistico?".
"E noi vampiri, invece? Io ormai ho smesso di farmi domande, Rima, e ti consiglio di fare lo stesso".

* * *

Senri Shiki annaspò.
"Kaname, non ce la faccio più, sto morendo di caldo. Era proprio necessario?".
"Sì che lo era, cugino. Nessuno degli altri deve sapere che stiamo andando a fare acquagym. Se poi lo scopre Yuki è la fine".
"Ma era proprio necessario mettersi il BURQA? Sto soffocando!".
"Certo che era necessario".
"Ma non possiamo fare acquagym avvolti in questi cosi!".
"Sì che possiamo. Diremo che non possiamo toglierli, che è contro la nostra religione".
"Tu sarai la mia rovina".

* * *

"AAALLORA signore belle, che ne dite di cominciare con questa meravigliosa acquagym?!", berciò un'agitatrice, la stessa agitatrice saltellante che ogni giorno dirigeva l'acquagym. "Ooh, vedo che oggi ci sono anche dei... ehm... bei maschioni qui con noi!", aggiunse osservando con sospetto i due uomini che si stavano avvicinando. Indossavano delle improbabili tutine da surf e uno dei due portava addirittura il cappello, inoltre erano stranamente mingherlini. 'Bei maschioni' non era proprio il termine adatto, ma doveva pur incoraggiarli, no? In effetti, osservò, quel giorno la piscina era piena di gente... stramba. C'erano due ragazze che sembravano essersi spalmate in faccia tutti i trucchi del mondo, e i loro capelli erano talmente gonfi e rifulgenti da poter sembrare parrucche. Poi c'era un padre esaltato con le due figlie adolescenti. Già l'uomo non sembrava tanto normale, con i capelli lunghi e quei ridicoli occhiali tondi, ma le due ragazze passavano il segno. Una assomigliava in modo sospetto alle due tutte truccate e se ne stava in disparte con il broncio, mentre l'altra, il cui aspetto fisico grazie al cielo era accettabile, la tirava per un braccio cercando di costringerla ad entrare in acqua.
E non era ancora finita. Due strane figure si stavano avvicinando. Erano due donne in burqa che, davanti agli occhi increduli dell'agitatrice, stavano entrando in piscina per l'acquagym!
"Ehm, signore!", le richiamò l'agitatrice. "Non potete muovervi in acqua con addosso quei... cosi. Dovete toglierveli o farete un sacco di fatica!".
"Ci dispiace, non possiamo", disse una delle due donne con una stranissima vocina strozzata. "E' contro la nostra religione!".
"Ehm... come volete". L'agitatrice decise di rinunciare. Se quel giorno c'era solo gente strana, lei non poteva certo farci niente. "AAALLORA, DUNQUE COMINCIAMO!".

Non posso crederci di averlo fatto davvero,
pensava Zero nel frattempo. Si era lasciato travestire da donna dal Yuki e dal Direttore. Da donna. DA DONNA! Non era possibile, doveva esserci qualcosa che non andava in lui.
"Oddio Zero guarda, guarda, guarda!", lo tormentava Yuki mentre tutti insieme cercavano di compiere il primo (e già faticosissimo) esercizio di acquagym. "Guarda quel tipo là! Mamma mia se è FIGO!".
Zero guardò con sufficienza l'oggetto dell'adorazione di Yuki. Era uno dei due strani tizi che si erano aggiunti. Non quello con il cappello, per fortuna. Era quello con i ricci neri. Si chiese che cosa mai Yuki potesse trovare di attraente in quella sottospecie di porcospino unicellulare. Era quasi sul punto di dirle che Kaname era molto meglio, e che se avesse lasciato perdere il porcospino unicellulare per Kuran, lui sarebbe stato l'uomo più felice della terra.
IL CHE ERA TUTTO DIRE.
Peccato che ormai fosse troppo tardi: Yuki era partita in quarta e puntava proprio verso... Ruka.

"Rima, ehm, mi sa che il nostro travestimento ha funzionato".
"Ah sì? E da che cosa lo deduci?".
"Ehm. Yuki mi sta guardando con... ehm... ammirazione".
"Oddio. Oddio, ma grande Ruka! Hai fatto colpo! Vai così!".
"Ma sei SCEMA? Io sono una DONNA! Yuki NON PUO' venire qua! Oddio Rima sta venendo qua! STAVENENDOQUAODDIORIMACHEFACCIO".
"E' semplice: ti cali ancora di più nella parte, così il travestimento risulterà ancora più convincente".
"Ma!".
"Io per esempio andrò a fare il galletto con quelle due signorine laggiù. Vedranno che genere di uomo sono".
"RIMA MA TU SEI UNA DONNA!!!".

Ichijo e Kain erano contenti e profondamente inquieti al tempo stesso. Contenti perché il loro travestimento aveva dato frutti, inquietati perché Ichijo aveva già un corteggiatore. Un corteggiatore agguerrito.
Si era loro avvicinato a ritmo di acquagym guardandoli da sotto la falda del suo ridicolo cappello, e aveva subito puntato la "ragazza bionda".
"E CINQ SEI SETTE OTTO", berciava l'agitatrice. Ad ogni numero, lo strano soggetto si avvicinava sempre di più ad Ichijo.
"Salve signorina", disse con una strana voce non appena fu abbastanza vicino. "Non ci siamo già visti da qualche parte, noi due?".
"Ehm!".

"Kaname! Kaname! Kaname! Guarda! Yuki ci sta provando!!!".
"HO NOTATO".
"E la cosa non ti infastidisce?".
"MOLTO".
"E non hai intenzione di fare niente?".
"Che cosa dovrei fare? Io sono una donna afghana, Shiki".
"Appunto, sei un donna, vacci anche tu ad approcciare quel capellone che piace tanto a Yuki, così si staccherà da lei".
"Ma cosa succederà se poi gli piacerò davvero?".
"A quello ci penserai poi. Ora vai là e fai la cretina col capellone, mentre io mi beo della visione di quella là".
"Chi? Quella tizia truccata come un clown con i capelli rosso pomodoro?!".
"Beh, dài, brutta non è".
"Spero che tu non dica sul serio".
"E perché?".
"E... Rima?!".
"Beh... Rima non lo saprà mai! In fondo non sto mica facendo niente, la sto solo guardando".
Kaname scosse la testa, incredulo. Shiki tradiva Rima in quel modo?! Dov'erano finiti i valori di quell'uomo? Scosse di nuovo la testa e iniziò la sua marcia alla riconquista di Yuki, che stava cercando di far ridere il tizio con delle barzellette: barzellette che, però, facevano ridere solo lei.
Kaname si diresse con immensa fatica verso il capellone e Yuki, cercando di seguire i passi dell'acquagym ma ottenendo il solo risultato di sembrare una scimmia rachitica. Era ad un passo da loro quando una visione paradisiaca gli si parò davanti agli occhi.
Una ragazza stava in piedi vicino a Yuki. Era seria, imbronciata magari. I capelli castani le ricadevano sulle spalle magre avvolti in morbidi boccoli. Era un po'... spigolosa come ragazza, ma questo non rovinava la sua bellezza. I suoi occhi erano grigi dai riflessi violacei, e la sua bocca rossa di rossetto. Non poteva essere umana, c'era una componente... vampiresca in lei. Kaname, però, decise di mantenere un contegno: primo, agli occhi di tutti lui era una donna afghana; secondo, non avrebbe mai fatto vedere che si era abbassato al livello di Shiki, che lui stesso aveva aspramente criticato pochi istanti prima.
Ovviamente non sapeva che la spendida ragazza in realtà era Zero.
La situazione era la seguente:
1) Ruka era corteggiata da Yuki!
2) Rima, per convincere tutti del suo essere un uomo, stava approcciando Ichijo!
3) Senri rimirava Kain!
4) KANAME GUARDAVA ZERO CON OCCHI ADORANTI.
Il tutto a ritmo di musica. Se qualcuno avesse osservato dall'esterno la scena, avrebbe visto una marea di cretini conciati nelle maniere più improbabili muoversi goffamente nel tentativo d'imitare l'agitatrice, e provando contemporaneamente a fare colpo. L'unico che sembrava interessarsi solo ed unicamente all'acquagym era il Direttore, che seguiva i passi con un sorriso compiaciuto.
La cosa andava avanti da una decina di minuti quando qualcuno raggiunse con passo trionfale il bordo della piscina. I suoi capelli dorati rifulgevano al sole, e il costume blu elettrico che indossava non faceva che mettere in risalto il suo fisico bestiale e i suoi occhi color zaffiro.
Era Aidoh, in tutta la sua magnificenza.
Entrò in piscina maestosamente proprio mentre lo stereo faceva partire una certa canzone dei OneRepublic.
"Ma... ma come?!", strillacchiò l'agitatrice. "Questa canzone non era in programma! Non è una canzone da acquagym!".
"Ma è la MIA canzone, baby!", esclamò Aidoh. "Oh, my, feels just like I don't try, look so good I might die, all I know is EVERYBODY LOVES ME!", canticchiò.
Si mise al centro esatto della piscina e si esibì
a ritmo della "sua" canzone in una perfetta acquagym, con cui le mosse scimmiesche di Kaname non potevano minimamente competere.
Sarebbe risultata una scena perfetta... se non fosse stato per Zero.
"BASTA!!!", urlò, e si strappò la parrucca dalla testa. "Sono stufo di questa pagliacciata!". Con una manata si tolse il trucco e, sotto gli occhi esterrefatti dell'agitatrice, uscì dall'acqua e diede un calcio allo stereo, riducendolo in mille pezzi.
Dopodiché accadde tutto piuttosto in fretta.
"ZERO!", urlò Yuki.
"Muoio", mormorò Kaname, e cadde in acqua privo di sensi.
"KANAME!", urlò Shiki.
"Kaname?!", ripeterono tutti.
"KANAME!", urlò Yuki.
"KANAME!", berciò nuovamente Shiki, e si tolse il burqa.
"SHIKI!", fece Rima.
"Rima?!", fece Shiki.
"Rima!", affermò Ruka togliendole il cappello e i baffi alla Salvador Dalì, per poi togliersi il parruccone.
"Oddio. Ruka", disse Yuki con voce flebile, e raggiunse Kaname nel mondo dell'incoscenza.
"Ragazzi", singhiozzò l'agitatrice.
"Ruka!!!", esclamò Kain gettando all'aria la propria chioma rossa.
"Akatsuki", osservò Ruka, schifata dalla visione di Kain con il rossetto.
"Akatsuki", constatò Shiki con voce tombale.
Il silenzio regnò sovrano per qualche secondo. Tutti erano immobili, e fissavano la donna bionda vicino a Kain.
Era la quiete prima della tempesta.
"ICHIJO!!!", tuonarono, e lo spostamento d'aria fu tale che la parrucca e le ciglia finte gli volarono via.
Ed ecco la quiete dopo la tempesta. Kaname e Yuki furono fatti rinvenire. L'agitatrice fu portata in infermeria in quanto sotto stato di shock. Nessuno osava guardare in faccia nessun altro.
"Beh... ciao, ragazzi! Non mi aspettavo di trovarvi qua!", tentò Aidoh, con un sorrisino.
Fu guardato malissimo.

* * *

"Aidoh, guarda che se non ti sbrighi perdiamo l'aereo".
"Aspettate! Solo un momento".
I sei vampiri, Zero, Yuki e il Direttore sospirarono in perfetta sincronia.
Kaname, esternamente, sembrava sopportare perfettamente la presenza di Zero, e la cosa sembrava essere corrisposta.
In realtà nessuno sapeva che, mentre non erano osservati, Kaname gli aveva sibilato:
"Io e te faremo i conti al ritorno".
"Ci puoi scommettere", aveva risposto Zero, minaccioso.
Aidoh era impegnatissimo a fare acquisti in un negozietto dell'aeroporto dove vendevano telefoni, macchine fotografiche e altri aggeggi tecnologici tremendamente umani. Gli altri erano stati da lui costretti ad aspettarlo fuori.
"Ma si può sapere che cosa stai comprando?", gli urlò Ruka.
"No! Segreto!".
Ruka alzò gli occhi al cielo. L'unica, con Aidoh, era assecondarlo.
"Sono richiesti urgentemente al terminal 4 i passeggeri Kuran, Ichijo, Kain, Aidoh, Soen, Toya, Shiki, Cross e Kyriu. Muovetevi, comitiva di ritardatari, o non potrete tornare a casina, è la quarta volta che vi chiamiamo!", sbraitò una voce dall'altoparlante dell'aeroporto.
"AIDOH SBRIGATI! L'AEREO PARTE!", ruggì Kaname. "GUARDA CHE SE NON ESCI DI LI' ENTRO UN MILIONESIMO DI SECONDO, NOI TI LASCIAMO QUI!".
"Aspetta!".
"AIDOH, DICO SUL SERIO!".
"No!".
"AIDOH, NOI CE NE STIAMO ANDANDO!".
"Dài che ho quasi finito!".
"CIAO, AIDOH!".
"Arrivooooo!".
Aidoh arrivò di gran volata.
"Finalmente", bobottò Kaname, e si accinse a far partire la grande corsa di gruppo verso il terminal.
"No, aspettate, FERMI TUTTI!", gridò Aidoh, al che tutti si bloccarono.
"Cosa c'è ancora?". Negli occhi rosso scuro di Kaname c'era una luce omicida.
"Questo", disse Aidoh ansimando per il fiatone, "è per Shiki".
Tirò fuori da dietro la schiena un piccolo pacchetto regalo.
"Per me?", chiese Senri fra l'incredulo e l'addolcito. Prese in mano il pacchetto che Aidoh gli porgeva.
"Sì. Ecco, vedi, mi sentivo troppo in colpa per ciò che è successo a... a quello che mi avevi prestato", spiegò Hanabusa mentre l'altro era impegnato nello scartare il pacchetto. "Quindi, beh, ecco... ricomprartene uno era... la cosa migliore da fare".
L'espressione di Shiki si illuminò quando, sollevando l'ultimo lembo di carta da regalo, si ritrovò in mano un piccolo tamagochi.
"I... i... io...", balbettò, diventando color parrucca rossa di Kain.
"Ti prometto che ci giocherai solo tu. Non te lo chiedero mai più".
"Ma... ma... ma... io... io...". Shiki abbracciò Aidoh e scoppiò a piangere. "TI VOGLIO BENE!".
"Va bene, va bene, va bene, tanto love, ora andiamocene di qui e torniamo a casa, per favore!!!", ringhiò Kaname, strattonando Shiki.
Chiunque fosse passato per l'aeroporto a quell'ora avrebbe visto una comitiva di pazzi (uno di loro con un gatto in braccio) attraversare la struttura di corsa, da cima a fondo. Avrebbe potuto assistere ai loro problemi ai controlli di polizia, alle centinaia di volte in cui fecero suonare il metaldetector. Avrebbe visto uno di loro, il più minaccioso di tutti, dire con voce assassina:
"Aidoh, togliti quella schifo di cintura tamarra, sennò non potrai mai passare".
Avrebbe sentito lo stesso annuncio risuonare ancora, per la quinta volta, nell'aeroporto.
Avrebbe, finalmente, visto l'intera comitiva di pazzi mostrare le carte d'imbarco al terminal (con, ovviamente, problemi vari ed eventuali di smarrimento carte d'imbarco) e correre come degli assatanati sull'aereo.
Avrebbe visto l'aereo prendere una lunga rincorsa, andare sempre più veloce e infine staccarsi dal suolo.
L'avrebbe visto alzarsi sempre di più nel cielo.

Poi, dopo qualche secondo, avrebbe sentito un urlo disumano:
"AIDOH, STAI ZITTO E LASCIACI DORMIRE!!!".


FINE







La prima cosa che ci tengo a dirvi è che il titolo di questa storia è anche il titolo di una canzone del mio gruppo preferito, i Green Day. Eccola qua: http://www.youtube.com/watch?v=x8vXvOisoZ Il titolo significa "vacanza da zombie", e il secondo verso dice "the cat's caught in the dryer", cioè, "il gatto è chiuso nell'asciugatrice". Ora sapete da dove ho preso l'ispirazione per un certo episodio. Quindi parte dei miei ringraziamenti va a quei miti di Billie Joe, Mike e Trè.
Comunque. Sono triste.
Ma tanto eh. Ero affezionatissima a questa storia... All'aggiornamento su EFP all'inizio settimanale, poi, diciamo, un po' più "libero" (sorry!)... Alle cretinate che mi inventavo e per le quali spesso ho riso da sola... Alla lunghezza dei capitoli che vedevo aumentare con orrore, ma che non potevo fermare, era come se i capitoli si allungassero da soli... E naturalmente alle vostre recensioni ridanciane! Come avrei fatto a proseguire la storia senza quelle?
Sto scrivendo in azzurro e non in arancione proprio per sottolineare il fatto che questo è un messaggio finale e non un commento di fine capitolo.
Non voglio annoiarvi però, siete venute qui per il capitolo e non certo per leggere le mie riflessioni.
Voglio solo che sappiate che questa è la storia più lunga e apprezzata che abbia mai pubblicato, e sono molto soddisfatta di me stessa, ma devo soprattutto ringraziare voi. Mi avete resa davvero felice con le vostre recensioni, e vi ringrazio di cuore. Come ripeto, senza i vostri commenti positivi, non credo che avrei proseguito con la storia.

Alla prossima, mie care... beh, perché ovviamente scriverò ancora su Vampire Knight.
Grazie mille ancora!
Sophie Isabella Nikolaevna

PS: avevo promesso a me stessa che avrei inserito in questo capitolo la canzone dei OneRepublic. DOVEVO farlo ^^
PPS: QUANTO E' BELLO IL MIO NUOVO AVATAR?! Io amo Once-ler! Ben presto arriverà una fic su Lorax!






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