Deadbeat Holiday - Quando la Night Class va in vacanza di Sophie Isabella Nikolaevna (/viewuser.php?uid=112900)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Tre mesi prima ***
Capitolo 2: *** Tra valigie disperse e minacce bionde ***
Capitolo 3: *** "Posticino-carino-carino"? ***
Capitolo 4: *** Tra api OGM e nonnine furiose ***
Capitolo 5: *** Aidoh, il vero sportivo ***
Capitolo 6: *** Minacce bionde 2: la vendetta ***
Capitolo 7: *** Gatti, balli e grandi ustionati ***
Capitolo 8: *** capitolo extra - avviso ***
Capitolo 9: *** Di tutto e di più ***
Capitolo 10: *** I'm A Believer ***
Capitolo 11: *** Finalmente fine ***
Capitolo 1 *** Prologo - Tre mesi prima ***
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DEADBEAT
HOLIDAY - QUANDO LA NIGHT CLASS VA IN VACANZA
PROLOGO
- TRE MESI PRIMA
"Oh, salve Kaname!
Come andiamo?".
"Benissimo Direttore,
grazie. E lei? Yuki?".
"Oh, stiamo entrambi
benone". Gli
occhi di Kaname furono irrimediabilmente attratti dai volantini di
agenzie turistiche
sparpagliati sulla scrivania del Direttore.
"Oh, questi...", disse Cross a mo' di spiegazione, notando il suo
sguardo. "Sto progettando una vacanza per me, Yuki e Kyriu. Sai, tra
qualche mese arriva l'estate...".
"Certo. E' appunto per
questo che
sono qui", rispose Kaname. Il Direttore inarcò un
sopracciglio.
"Io e i miei compagni siamo stufi di trascorrere le solite vacanze a
casa di Aidoh. Certo, è divertente, ma ogni anno sono sempre
così... uguali. E visto che lei se ne intende di viaggi,
visti
i bei posti in cui porta sempre Yuki e Kyriu, volevo chiederle... un
consiglio".
"Oh, ma certo!". Gli
occhi del
Direttore si illuminarono. Kaname, senza darlo a vedere,
rabbrividì: quando gli occhi del Direttore si illuminavano,
spesso le conseguenze comprendevano fotografie o pomposi discorsi sulla
pace nel mondo. O cose ancora peggiori. "Ecco, guarda qui, ho un sacco
di volantini che possono
fare il caso tuo!", e Cross riversò sulle braccia del povero
Sangue
Puro una caterva di scatroffie vivacemente colorate. Kaname ne prese
uno per un angolo, e osservò con un misto tra disgusto e
curiosità le foto di spiagge, fiori tropicali e pesci
multicolori.
"Veramente,
Direttore...".
"Oh, non
ringraziarmi. Lo sai che poi mi commuovo".
"Ma, Direttore...".
"Ho detto di no,
Kaname! Ah, voi
Sangue Puro... Ma veniamo al dunque. Cosa ti piacerebbe di
più?
Maldive? Mar Rosso? Seychelles?".
Kaname
sospirò. Lui e i suoi
compagni avevano pensato ad un posto nuvoloso come l'Irlanda, per
starsene in pace in una villetta in campagna e poter girare anche di
giorno senza rischiare svenimenti e/o ustioni...
"Oh, ho capito, ho
capito". Il Direttore assunse un'aria solenne. "Sei indeciso. Lascia
che ti consigli io", e gli circondò le spalle con un
braccio.
"Ebbene, il meglio del meglio sono le Seychelles. Quest'anno noi
andiamo a Cuba, ma ci siamo stati l'anno scorso, e posso dirti che sono
indimenticabili,
soprattutto
se tu e i tuoi amici non volete scocciatori intorno". Quest'ultimo era
l'unico punto su cui Kaname e Cross sembravano essersi incontrati.
"Allora, siamo d'accordo? Eh? Siamo d'accordo? Ora ti prenoto un
posticino carino
carino!".
"Direttore...",
sospirò
Kaname. "La nostra idea veramente era... era un po' diversa. Volevamo
un posto più nuvoloso, come...".
"Ah, non
preoccuparti. Le
Seychelles sono tropicali, non desertiche! Il tempo può
essere
bellissimo così come può piovere a dirotto o
essere
semplicemente coperto. Te lo assicuro".
"Ah, beh, ehm...".
Kaname
rifletté. Andavano sempre in posti continentali, freddi e
bui,
come la zona dove stava la loro villa degli Aidoh preferita. Mai
neanche un po' di mare... forse, forse ci si poteva provare. "Va bene.
Prenotiamo".
Il Direttore
batté le mani entusiasta e, aperto un cassetto della
scrivania, ne tirò fuori un computer portatile.
"Allora...",
mormorò
accendendolo. Andò su Internet. " 'Settimana Seychelles'...
vediamo cosa viene fuori... uuh, guarda che belle foto! Aah, non
spaventarti, qui mettono solo quelle dove c'è il sole. Agli
umani piace, sai. ... Ecco, questo posto è carino!
Nell'isola di
Mahé... Sono tante villette, non un albergo. Così
potete
starvene in santa pace. Sono villette da due o da tre... Voi in quanti
siete? Ah no aspetta, lo so: tu, il Nobile Ichijo, Aidoh, Kain, Ruka,
Rima e Shiki! Giusto? Sette? Allora con due villette da due e una da
tre ve la cavate benissimo! Peeeerfetto! Prenotiamo? Dài,
sì, prenotiamo!".
E senza neanche
aspettare la risposta di Kaname, prenotò.
Se c'è
una cosa che io,
Sophie Isabella Nikolaevna, non reggo, ma proprio NON REGGO,
è quando
il numero effettivo
del capitolo e
il numero attribuito da efp non
coincidono a causa di un prologo che funge da primo capitolo. Per
questo inizialmente volevo unificare prologo e primo capitolo, ma alla
fine il tutto risultava troppo lungo e ho dovuto separarli.
Anche la mia storia avrà i numeri dei capitoli sbagliati.
Prego, un minuto di silenzio per i numeri dei capitoli sbagliati.
(silenzio)
Ma ora veniamo a noi. Come avrete capito, questa storia non vuole
essere NIENTE DI SERIO. Per cui lo stile leggero è
assolutamente voluto! Se poi riuscirò a farvi ridere almeno
un po', allora sarò la persona più felice del
pianeta.
Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate!
A presto miei cari ^^
Zia Sophie
|
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Capitolo 2 *** Tra valigie disperse e minacce bionde ***
CAPITOLO
I - TRA VALIGIE DISPERSE E MINACCE BIONDE
L'aria tiepida delle Seychelles accarezzò il viso di Kaname,
facendolo sospirare di piacere. Il cielo era nuvoloso: ottimo
inizio. Finalmente una bella sensazione dopo ore di pura agonia.
Tutti i suoi amici avevano trascorso il lungo volo verso
l'arcipelago dormendo beatamente. Solo uno di loro non era riuscito a
prendere sonno: Aidoh. Si era girato e rigirato sulla poltroncina per
tutto il tempo, emettendo strani e rumorosi (parecchio rumorosi)
mugolii. E naturalmente Kaname a chi aveva avuto la meravigliosa idea
di sedersi accanto?, a
lui! Risultato: nove ore passate a tentare invano di
dormire, con vicino un essere fastidioso e mugugnante.
"Uffa. Non ho dormito niente", si lagnò Aidoh scendendo
dall'aereo e raggiungendolo.
Kaname si sentì invadere da quello che viene comunemente
chiamato "istinto omicida". Senza rispondere al damerino, si
affrettò dietro a tutti gli altri, che erano già
quasi
entrati in aeroporto. Dentro, regnava sovrana l'aria condizionata.
Il nastro trasportatore delle valigie si stava già muovendo,
ma non era ancora arrivato nessuno bagaglio.
"Non mi fido di questi aggeggi", commentò Ruka, guardando la
striscia mobile con profonda diffidenza. "Qualche bagaglio finisce
sempre disperso. Speriamo che non capiti a noi".
"Tranquilla, Ruka", rispose Kaname con tono apatico, "non dovrebbe
succedere niente di strano. Ho controllato io stesso: tutti i nostri
bagagli sono stati caricati sull'aereo. L'unico che non ho visto, devo
dire, è quello di Aidoh".
Hanabusa si voltò di scatto verso Kaname e, per quanto
già pallido, diventò bianco come un cencio.
"Che cosa?!",
strillacchiò. Kaname alzò gli occhi al cielo. Si comincia, pensò.
"Calma, può darsi che l'abbiano caricato prima che Kaname
iniziasse a controllare", cercò di calmare le acque Ichijo,
sfoderando il suo proverbiale sorriso.
"Sarà meglio! Io una settimana senza la mia valigia non posso starci!!!".
"Aidoh, guarda che nessuno ha dato la tua valigia per dispersa",
intervenne Ruka, "Kaname ha semplicemente detto che forse gli
è
sfuggita".
"No, non è vero! Ha detto proprio di non averla vista!
AKATSUKI!!!".
"Hanabusa, per carità, non rendere questa vacanza infernale
fin dal primo momento", sospirò Kain.
"Credo che Aidoh sarà solo uno dei nostri
problemi, Kain".
A parlare era stato Senri, con una faccia da funerale. La
stessamedesima espressione era dipinta sul volto di Rima, accanto a lui.
"Che cos'è successo, ragazzi?", chiese Ichijo. Rima si
limitò ad indicare con il pollice un gruppo di turisti (o
meglio, turiste)
a pochi metri
da loro. Si trattava di sei ragazze sui quindici anni, tutte bionde con
gli occhi azzurri. Osservavano il gruppo di vampiri con sguardi
languidi e/o furbetti, e non facevano altro che commentare,
ridacchiare, dire qualcosa nell'orecchio all'amica, arrossire,
saltellare, ridacchiare di nuovo eccetera eccetera.
"Cheffighi, oh!".
"Proprio da SBAV-SBAV!".
"Vai tu!", esclamò una, spingendo una compagna.
"No, tu!".
"Masseipazza?! Io?! Ihihihih!".
"Ihihihihih!".
"Dài, vai tu!".
"Ma cosa?! No! No! Ma cosa faiiii!".
A furia di spintarelle e incitazioni, una delle biondine si
immolò per le altre, e iniziò ad avvicinarsi
pericolosamente al gruppo di vampiri.
"VADO IN BAGNO!", esclamò Akatsuki. "E tu vieni con me".
Prese
Aidoh per un braccio e in men che non si dica si dileguò,
trascinandosi dietro il cugino.
I sei vampiri rimasti fissarono con un misto di paura e orrore la
minaccia bionda che avanzava, e che ora sorrideva e che -si salvi chi
può!- ora apriva bocca.
"Ehm...ehehehmm.. Ciaaaao", salutò, agitando la mano come
questa se avesse preso fuoco.
"Ciao", rispose Kaname con voce suadente, "c'è qualcosa che
possiamo fare per te?".
"Io e le mie amiche...". Indicò il gruppetto di biondine
strepitanti. Tutte ripeterono il saluto isterico della prima. "Vorremmo
chiedervi dove a avete l'albergo e... e se lo avete vicino al nostro...
se vi va di... uscire... con noi... qualche... volta".
Silenzio imbarazzante. A salvare la situazione ci pensò
nuovamente la voce vellutata di Kaname:
"Ci dispiace, ma noi non siamo qui in vacanza, siamo qui per lavoro, e
non possiamo essere disturbati. Peccato. Sarà per un'altra
volta".
"Oh, davvero? Ma sembrate così... così giovani!
Che tipo di lavoro fate?".
"Senti, cara", tagliò corto Ruka, "se ancora non l'hai
capito,
si tratta di faccende top secret. Ora fateci il piacere di smammare".
La biondina indietreggiò. Se avessero mostrato alla tv sue
foto
da ubriaca mentre ballava su un tavolo in mutande, avrebbe avuto
un'espressione meno oltraggiata.
"Dico, ma l'avete sentita?", si rivolse immediatamente alle sue amiche,
che avevano assunto la sua stessa aria.
"Ma come si permette?".
"Che maleducata!".
"Ma poi, l'avete vista?".
"Quei capelli! Ma si crede una principessa delle fiabe?".
Si allontanarono lasciando dietro di sé una scia di veleno.
"Perché devi essere sempre così acida, Ruka?",
domandò Kaname. "Erano fastidiose ma innocue".
"Scherzi? Quelle erano capaci di seguirci ovunque. Anzi, fortuna che
Akatsuki ha portato via Hanabusa. Lui le avrebbe sicuramente...
attirate ancora di più".
"Guardate!", esclamò Ichijo, interrompendo la discussione.
"Stanno arrivando le nostre valigie!".
Ad ogni valigia che uno dei vampiri riconosceva, l'ansia di tutti
quelli che invece non si erano ancora ricongiunti con la propria
aumentava, e ognuno fissava con occhi ardenti il nastro trasportatore.
Nel giro di dieci minuti, però, tutti quanti si
riappropriarono
dei loro averi.
Tutti, tranne uno.
Aidoh e Kain tornarono dal bagno quando ormai sul nastro non girava
più nessuna valigia.
"Se ne sono andate le feroci biondine?", chiese Akatsuki, guardandosi
intorno spaventato.
"Sì, tranquillo", rispose Ichijo. "Guarda, ti abbiamo preso
la valigia".
"E la mia l'avete presa?", domandò Aidoh. Aveva un brutto
presentimento. Un presentimento che non fece altro che aumentare man
mano che osservava le tipiche facce da "non-so-come-dirtelo" degli
altri.
"Vedi, Hanabusa...", iniziò Ichijo, parlando lentamente e
facendo molta attenzione nello scegliere le parole giuste, "la tua
valigia...".
"No!", lo interruppe Aidoh, una smorfia di terrore sul volto. "No, ti
prego, NON DIRMELO!".
"Ci dispiace, Aidoh!".
"La mia valigia! LA MIA VALIGIA! Ma c'erano dentro tutte... tutte le
mie COSE!!!". Dal modo in cui aveva pronunciato la parola "cose",
sembrava che quel termine fosse la definizione di quanto di
più prezioso ci
potesse essere al mondo.
"Per le compresse ematiche non ti preoccupare, quelle te le do i...".
"Ma COSA VUOI CHE ME NE FREGHI delle compresse ematiche?!". Nel
frattempo intorno a loro si era creato un piccolo pubblico di turisti
curiosi. "Quelle sono l'ultimo dei miei problemi!".
"Ti presterò tutto quello di cui hai bisogno", disse Kain,
paziente. Nel frattempo Kaname e Ruka
si erano appoggiati al muro e scuotevano la
testa, scoraggiati.
"Sì,
così andrò in giro con i vestiti di tre taglie in
più!".
"Quelli potrai comprarli o chiederli a Shiki".
"No, i miei vestiti nelle mani di Aidoh no, pietà!".
"Dài, Senri, cerca di essere comprensivo, ha perso tutta la
sua roba...".
"Seh, seh, seh! Non ci penso nemmeno! Me lo ricordo bene
com'è
andata a finire l'ultima volta che gli ho prestato qualcosa...".
"Shiki, sai bene che quella volta non è stata colpa mia. Ora
smettila di fare storie e prestami i vestiti!".
"Come, prego? Non è stata colpa tua? L'hai calpestato, Aidoh!
Certo che è stata colpa tua!".
"Ma di cosa state
parlando?".
"Zitto, Akatsuki. Shiki, non l'ho calpestato! Mi è caduto, non me ne
sono accorto e accidentalmente ci sono passato sopra con un piede, e si
è rotto!".
"Cioè l'hai calpestato".
"No, è diverso!".
"Ma tu hai idea di quanto mi era costato?".
"Questo me l'hai già detto almeno un milione di volte. Ora
ti decidi a prestarmi quei vestiti?!".
"Se mai vorrò prestarteli, non sarà certo qui in
aeroporto che lo farò!".
"SHIKI HA RAGIONE!", gridò Ichijo, facendo tacere i due
litiganti. "Questo non è il posto giusto
né per
prestare i vestiti, né per discutere. Su, andiamo a prendere
il
pullman. Ci porterà nelle villette che ci ha prenotato il
Direttore. Quelle villette calme
e tranquille, ricordate?".
"Prima dobbiamo denunciare la scomparsa della mia valigia",
ringhiò un Hanabusa con tanto di fumo che usciva dalle
orecchie.
"Certo. Ti accompagno a fare la denuncia. Voialtri aspettateci qui,
ok?".
Ichijo prese Aidoh sottobraccio e si avviarono verso un banco
informazioni.
"Sarà una lunghissima settimana", mormorò Ruka
guardandoli mentre si allontanavano.
Non sapeva certo che il peggio doveva ancora venire.
FuckYeahFirstChapter!
Wow. Non mi
aspettavo tante recensioni al prologo (sì, qualcuno
potrà dire che 4 recensioni non sono tante, però
io me ne aspettavo comunque di meno XD). E quindi, grazie a Yogi_Kun6,
Eu_chan, Heart e Elis12, e ovviamente anche a coloro che hanno messo la
storia delle seguite! E anche a quelli che l'hanno semplicemente letta
:3
Questo primo
capitolo è un po' spento o è solo una mia
impressione? No perché mentre lo scrivevo ero sempre
lì a cancellare e riscrivere, quindi a me non sembra
coinvolgente perché percepisco il lavoro che c'è
dietro... spero che per voi non sia così :)
Aspetto i vostri
commenti, e se avete da criticare fatelo senza farvi problemi (tanto al
massimo vi uccido tutti, no? <3).
ByeBye, alla
prossima!
Isabella
P.S.:
Sì, ero stufa di firmarmi Sophie. E visto che ho due nomi,
perché non usarli entrambi? u.u
|
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Capitolo 3 *** "Posticino-carino-carino"? ***
CAPITOLO II -
"POSTICINO-CARINO-CARINO"?
"Ragazzi...", disse Shiki con un filo di
voce. "Vi prego, ditemi che c'è stato un errore e che questo
non è il
posticino-carino-carino di cui parlava il Direttore".
Sette paia di occhi di sette vampiri osservarono lo
scenario davanti
a cui il pulmino li aveva scaricati. Sette bocche si aprirono per il profondo
sgomento misto ad orrore. Nessuna delle sette bocche emise
suono alcuno.
Si trovavano davanti all'entrata di quello che sembrava un albergo.
"Non dovevano essere tante villette?", chiese Rima attonita.
Il tempo era già cambiato, e ora in cielo non compariva
neanche una nuvola. Solleone.
"Non doveva essere nuvoloso per la maggior parte del tempo?", chiese
Aidoh, sventagliandosi per il caldo.
Ma il particolare che più preludeva al peggio erano i dieci tizi che ballavano come
scatenati davanti
all'entrata dell'albergo. Erano vestiti tutti uguali (simpaticissime
divise arancioni che li facevano sembrare tante carote danzanti) e si
dimenavano a ritmo di una musica che proveniva da un qualche stereo.
Nessuno dei vampiri riuscì a capire bene il testo della
canzone,
ma da quel poco che compresero, parlava di quanto la vita diventasse
improvvisamente allegra e luminosa se si passava una vacanza in quel
posto da carote saltellanti.
"Ma secondo voi chi sono questi?", sibilò Kain.
"Devono essere... com'era la parola?... Ah, sì: animatori",
rispose Ichijo.
"E perché sono qui e ballano? Qual è il loro
ruolo?".
"Qual è lo scopo delle loro misere esistenze?", aggiunse
Ruka.
"Beh, se sono animatori, devono... ehm... animare".
Uno degli strani soggetti danzanti aveva abbandonato il suo gruppo e si
stava dirigendo verso di loro con in mano un vassoio pieno di bicchieri
contenenti liquidi dai colori inquietanti. In faccia aveva stampato un
sorriso a cinquecento denti.
"Saaaalve, signorini! Aperitivo?", declamò.
"ACQUA!", sbraitò Aidoh, arraffando tre dei bicchieri.
Ingurgitò il loro contenuto in una frazione di secondo.
"Che cosa c'è dentro?", chise Rima sospettosa ma allettata
all'idea di bere qualcosa sotto quel sole cocente. "I colori sono un
po' strani... quello è giallo e blu... quello è
verde e
rosa...".
"Noooon ti preoccupare!". Lo strambo soggetto prese Rima sottobraccio,
e gli occhi di Shiki mandarono fulmini e saette. "Sono offerti
dalla casa!".
La povera Rima non fece in tempo a rendersi conto di cosa stava
succedendo che si ritrovò a pochi centimetri dalla bocca un
bicchiere di roba gialla e blu e, dietro il bicchiere, un sorriso a
cinquecento denti, probabilmente appartenente alla persona che glie lo
stava porgendo. Non era ben chiaro come il soggetto facesse a tenere
Rima sottobraccio, reggere il vassoio e offrirle un bicchiere contemporaneamente,
ma in un qualche modo ci riusciva.
Il sorrisone svanì dalla faccia dell'animatore quando
sentì una mano gelida stringergli la spalla.
"Abbiamo prenotato per sette a nome Kuran", disse una voce cupa da
dietro di lui. "Due villette da due e una da tre. Ci farebbe la
cortesia di mostrarci i nostri alloggi?".
L'animatore si voltò e vide l'individuo più
minaccioso
che gli fosse mai capitato davanti. Era pallido, i capelli neri lunghi
fino alle spalle gli facevano ombra sugli occhi... occhi nei quali gli
sembrò di scorgere una luce rosso scuro! No, forse si faceva
troppo suggestionare. Semplicemente, vedere in quel
posto qualcuno
di così poco
abbronzato lo sconvolgeva.
"Ceeerto, amico!", cercò di rispondere con la sua solita
voce da scemo. "Le villette, eh? Vi ci porto subito!".
"Ah, quindi ci sono le
villette!", sospirò di sollievo Rima.
"Ma ceeerto, cara. Questo edificio che vedi non è un albergo
come può sembrare, è un edificio che ospita solo
il
ristorante tipico, la sala giochi, la sala relax e la sauna!".
"La sauna? Quasi quasi...", rifletté Kain.
"Akatsuki, vuoi
farti forse coinvolgere dalle abitudini di questa gentaglia?".
"Ma dài, Ruka, non dev'essere così male...".
"Ma mia caaaara, ma rilaaaassati! Ma sei
in vacaaanza!". E
l'animatore riversò il suo braccio intorno alle spalle di
Ruka, che strinse le labbra e si paralizzò.
"Ci porta alle villette, per-favore?",
ringhiò.
"Va bene, cara, va bene". L'animatore cominciava ad essere turbato da
quella compagnia.
Entrarono nella hall dell'albergo. La parete di fronte a loro era
interamente di vetro, con una porta. Dall'altra parte si poteva vedere
chiaramente un'enorme piscina all'aperto circondata da palme, con tanto
di bambini urlanti e donne corpulente in fase acquagym.
"Gooooosh", sospirarono tutti e sette i vampiri.
L'animatore li condusse oltre la porta di vetro, e si ritrovarono nel
bel mezzo del caos della piscina. Il sole picchiava più che
mai
e il caos era allucinante.
Un
bambino si tuffò a bomba provocando una tsunami che sommerse
Aidoh. Un'atletica e scattante animatrice dirigeva le donne
dell'acquagym, muovendosi a ritmo di una musica estremamente
martellante e strillacchiando:
"...E CINQ-SEI-SETTE-OTTO!".
"Beh, dài, ragazzi", si sforzò di sorridere
Ichijo,
"potremmo sempre starcene tranquilli in spiaggia, sotto un ombrellone,
a dormire".
"Dormire?".
A giudicare dalla faccia dell'animatore, sembrava che avesse sentito
quella parola per la prima volta in vita sua. "Dormire?! Ma
RAGAAAAZZI! Voi non avete capito, allora! Qui non si dorme mai!".
A cotali parole Aidoh inorridì.
Sospirando e gemendo, girarono intorno alla piscina e presero un
sentiero acciottolato che si inoltrava tra le palme.
"Di qua si va alle villette, cari", spiegò l'animatore.
"Sia lodato", sospirò Shiki.
In breve tempo si trovarono, in effetti, di fronte ad un grande prato
di un piacevole verde chiaro. Dieci villette vi facevano la loro
comparsa, sparse e ben distanziate. Alcune palme altissime crescevano
qua e là nel prato, altre invece lo chiudevano da tutti i
lati.
"Al di là di quelle palme laggiù c'è
la spiaggia,
cari", spiegò l'animatore. "Le vostre villette sono la
numero 5,
la 6 e la 7. Ecco le chiavi", e diede in mano a Kaname tre piccole
chiavi. "Adios! Buona permanenza! Ah, e fate attenzione che se vi cade
una noce di cocco in testa ci rimanete stecchiti!".
In una frazione di secondo sparì. Kaname e il suo pallore
cadaverico l'avevano particolarmente inquietato.
"Finalmente soli, no?", cercò nuovamente di sorridere Ichijo.
Nessuno fece in tempo a rispondere che il silenzio fu rotto da
un'allegra musichetta.
"E' il mio cellulare", spiegò Kaname frugandosi in tasca,
"me
l'ha regalato il Direttore, nel caso avessimo avuto bisogno di
chiamarlo...". Guardò il numero sul display. "Ecco,
è
proprio lui. Ora mi sentirà... Pronto?".
"Kaaaname! Allora, come
andiamo? Siete arrivati in quel posticino? Deve essere davvero un
posticino-carino-c...".
"DIRETTORE, si può sapere dove DIAMINE ci ha
mandati?".
I Sangue Puro arrabbiati facevano davvero tanta paura, poté
constatare Aidoh.
"Ma, Kaname, non
capisco...".
"Lei ci aveva detto che saremmo stati in pace, invece
siamo finiti in balia di un AGITATORE...".
"Kaname, è 'animatore'...", lo corresse Ichijo.
"Insomma, quello che è. Ci ha dato da bere pericolose
bevande
multicolori mentre i suoi amici ballavano a ritmo di musica e lui
tentava di sedurre Rima. Poi ci ha portati in una piscina dove Aidoh
è stato praticamente affogato, una pazza scatenata si
dimenava
nell'acqua urlando dei numeri e una marea di umane grasse e
rincitrullite la imitava pure! Inoltre sembra che qui non si dorma mai!
E, ciliegina sulla torta, c'è un sole che si muore, ma tanto
ad
ucciderci ci penseranno le noci di cocco!!!".
"Ma... ma... ma... ma
non è
possibile... sul sito diceva che era il posto ideale per una vacanza
all'insegna del relax...".
"Si vede che il concetto di relax per gli umani
è diverso
che per i vampiri! Mi aveva detto che alle Seychelles non avremmo avuto
scocciatori intorno, invece ne siamo CIRCONDATI!".
"Non avevo idea che ci
fosse un
villaggio turistico alle Seychelles... Io con Kyriu e la mia Yukki ero
stato in un così bel posticino... Avevamo la spiaggia tutta
per
noi e nessuno ci è mai venuto a disturbare se non un
pescatore
con il suo pesce fresco che voleva venderci. Non pensavo che...".
"La prossima volta ci faccia il favore di pensare, allora!
La saluto, Direttore".
Chiuse deciso il telefono e se lo rimise in tasca.
I sette amici si guardarono per un attimo negli occhi.
"GOOOOOSH!", sospirarono.
Yeaah Sophie is back
u.ù
Allora, premetto che io alle Seychelles ci sono stata e non sono
assolutamente così (però le palme da cui in
qualsiasi
momento possono cadere dei cocchi assassini ci sono veramente)! Sono
come le descrive il Direttore! Solo che purtroppo qualche villaggio
turistico a rovinare la quiete c'è anche là. Per
carità, io ai villaggi turistici mi sono sempre diverti ta
un
sacco, ma in un posto tranquillo come le Seychelles costruire un
villaggio è come commettere un omicidio!
(oddio, per cui io avrei appena virtualmente commesso un omicidio? D:)
Comunque sì, insomma, cioè, nel senso, ecco.
GRAZIE PER LE RECENSIONI! Già 12 a soli due capitoli...
siete
tutti dei tesori! Anzi, delle tesore, perché tanto mi sa che
siete tutte donne, no? *si scusa umilmente con qualunque maschio stia
leggendo qui*
Aggiornerò abbastanza presto, i tempi di aggiornamento
saranno sempre di circa una settimana.
Alla prossima, non vedo l'ora di leggere i vostri commenti!
Isabella ^^
|
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Capitolo 4 *** Tra api OGM e nonnine furiose ***
CAPITOLO
3 - API OGM E NONNINE FURIOSE
Akatsuki Kain si svegliò con la luce del sole. Sapevano
benissimo che in quel posto sarebbe stato inutile continuare con i loro
soliti ritmi biologici, ossia svegli la notte e a letto di giorno:
durante le ore diurne il caos sarebbe stato talmente disturbante che
tanto valeva adeguarsi allo stile di vita da villaggio per umani.
Riflettendoci, però, la luce del sole non era l'unico motivo
di
profondo disagio che aveva indotto il povero vampiro a svegliarsi.
Avvertiva come una presenza fastidiosa incombere su di lui. Qualcuno lo
stava disturbando. Quel qualcuno lo stava, più precisamente,
scuotendo con violenza, tenendolo per una spalla, ed emetteva strani
versi, del tipo:
"Akatsuki! Svegliati subito! Ti prego, Akatsuki, ti scongiuro,
svegliati! SVEGLIATI! Sei la mia unica speranza!!!".
Kain mise a fuoco ciò che aveva davanti. A qualche
centimetro
dal suo viso c'era la faccia disperata e terrorizzata di Aidoh, con
tanto di occhi spalancati e respiro ansimante.
"Cosasciè?", biascicò Kain, non ancora del tutto
sveglio nè in grado di articolare.
"C'E' UNA COSA VOLANTE!".
L'urlo disumano rintronò Akatsuki, le cui orecchie
fischiarono per qualche secondo.
"Una cosa volante?", chiese, con ancora un discreto ronzio nelle
orecchie.
"Sìììì! Guarda, guarda,
è la!".
Akatsuki si guardò intorno, ma non vide niente. Le orecchie
continuavano a ronzargli. Strano. Aidoh aveva urlato forte, ma non
così tanto.
Poi capì che il ronzio non proveniva la dentro le proprie
orecchie.
"Dov'è?", chiese, paralizzato.
"Sul tuo cuscino", piagnucolò Hanabusa, mangiandosi le
unghie. "Alla tua destra".
Lentamente e con gli occhi sbarrati, Kain si voltò e si
ritrovò faccia a faccia con una specie di mostricciattolo a
striscie rosse e nere, dotato di sei occhi, dieci zampe, otto ali e
quattro pungiglioni.
"AAAAAAHHHH!!!". Fece un salto di tre metri e si aggrappò al
cugino, ululando e strillacchiando. "HANABUSA! HANABUSA! TI PREGO,
PORTALO VIA!".
"NON POSSO! NON POSSO! AAAAHHHH!!!".
"AAAAHHHH!!!".
"AAAAHHHH!!!".
"Cosa sta succedendo?!", esclamò qualcuno spalancando la
porta
della stanza. Aidoh e Kain si voltarono e il loro sollievo nel vedere
le facce amiche di Kaname, Senri e Takuma fu immenso. "Vi abbiamo
sentiti urlare dalla nostra villetta! Tutto bene?!".
"C'è una specie di ape OGM che ci vuole uccidereeee!!!",
spiegò Aidoh, isterico.
"Un'ape?", chiese Kaname con un sopracciglio alzato. "Passi Aidoh, che
tanto maturo non è mai stato. Ma tu, Akatsuki... urlare
così per un'ape... da te non me lo sarei mai aspettato".
"MA NON VEDI COM'E' FATTA?!", sbraitò Kain,
paonazzo.
"Veramente, qui non c'è nessun'ape", rispose Shiki, serio e
impassibile.
Aidoh e Kain spalancarono gli occhi nell'accorgersi che,
effettivamente, l'ape non c'era più.
"Oh santo cielo....", mormorò Hanabusa. "E' scappata... si
è nascosta... e adesso ricomparirà quando meno ce
lo
aspetteremo, ci piomberà addosso con i suoi trenta
pungiglioni
e...".
Il ronzio tornò, gelando le ultime parole in bocca ad Aidoh.
"Viene da sotto il letto".
I vampiri si scambiarono una dubbiosa occhiata generale,
dopodiché Kaname prese come al solito le redini della
situazione:
"Razza di fifoni! Vado io".
I quattro amici si strinsero l'un l'altro mentre Kaname si chinava per
sbirciare sotto al letto. Tutti quanti confidavano nella sua
proverbiale sicurezza di sé. Tutti loro nel vedere l'ape
avrebbero probabilmente dato in escandescende, ma Kaname non l'avrebbe mai
fatto. Avrebbe detto qualcosa con il suo solito tono glaciale e l'ape
sarebbe morta stecchita. Sì, sarebbe sicuramente andata
così.
"Non vedo niente...", bofonchiò Kaname. "Ah, no,
aspettate...
questa è... quella è... è...
è...".
Seguirono attimi di silenzio in cui si poteva tagliare l'attesa
straziante con un coltello. Dopodiché, tutto esplose.
"AAAAAAAAHHHHH!!!".
Kaname si ritrasse urlando come un dannato, seguito dalla mostruosa
ape, che cominciò a volare vorticosamente per la stanza, con
il
suo ronzio rimbombante. Si scatenò il pandemonio. Kaname
strisciava contro i muri emettendo urla belluine. Ichijo corse avanti e
indietro finché non si prostrò a terra con le
mani
incrociate sul capo, piagnucolando. Senri, dopo essere rimasto immobile
come un baccalà a fissare urlando l'ape, si
fiondò sul
letto e si corpì dalla testa ai piedi con il lenzuolo. Aidoh
e
Kain si tenevano a vicenda per il colletto, strillandosi in faccia.
Improvvisamente qualcuno fece irruzione dalla stessa porta da cui poco
prima erano entrati Kaname, Ichijo e Shiki. Erano Ruka e Rima, armate
di battipanni.
Kain interruppe le sue urla forsennate (che invece Aidoh
continuò senza problemi) e cercò di mettere in
guardia le
due poverine:
"No! Ruka! No! Voi non potete entrare qua! C'è un mostro! Vi
ucciderà! Voi donne siete deboli! Dobbiamo cavarcela noi
uomini!
Non pensate a noi, andatevene finché siete in tempo!
Fuggite,
sciocche!".
"Quante storie per un'ape", disse freddamente Ruka. Rima guardava con
disappunto il fagotto tremante sul letto. "Rima, Shiki è un
vigliacco come gli altri", la riprese l'amica, "ora uccidiamo quell'ape
e facciamola finita".
"Giusto", concordò Toya.
Unirono i loro battipanni e, con un temibile grido guerra, si
avventarono alla velocità della luce sull'ape.
Seguì il silenzio.
Kaname aprì gli occhi. Ichijo si sollevò un poco
da
terra. Un occhio di Senri comparve da sotto la coperta. Aidoh e Kain si
mollarono l'un l'altro.
Sul pavimento, al posto dell'ape, c'era una poltiglia nerastra con
dentro resti di zampe, occhi e ali.
"Era così difficile?", chiese Ruka. "Non posso crederci. Che
branco di bambini".
L'espressione di Kaname era indecifrabile, ma nel suo profondo il
capostipite del nobile casato Kuran ribolliva. Non era Ruka che nutriva
un'adorazione nei suoi confronti? E ora l'aveva appena chiamato bambino? Non era
possibile. Orgoglio di Sangue Puro ferito. Gravemente ferito.
Bah bah bah.
* * *
La spiaggia, bisognava ammetterlo, meritava. Era enorme e bianchissima,
un mare dall'azzurro cielo che sfumava lentamente in blu notte, una
fitta barriera di alte palme alle loro spalle. Un'idillio, insomma.
Peccato che le miriadi di sdrai e ombrelloni facessero assomigliare
quel paradiso ad un posto orribile di cui tutti quanti avevano sentito
parlare, chiamato Riviera Romagnola. Anche se la spiaggia era immensa,
trovare un angoletto libero si prospettava un'impresa veramente ardua.
"Non sistemiamoci sotto le palme, mi raccomando", li ammonì
Kaname, in stile mamma chioccia, "e, vi prego, mettetevi
tutti la
crema solare. Protezione 100. L'ho ordinata apposta per questa vacanza,
sembra che tra gli umani quasi nessuno usi una protezione
così
alta. Ma io l'ho trovata. Per cui, ripagatemi di tutte le fatiche che
ho fatto per averla, e mettetevela. Non voglio ustioni, svenimenti,
stati comatosi o morti precoci".
"Sì, Signor Capitano!", esclamò Aidoh.
"Non ho sentito bene!", lo riprese Ichijo, un ghignetto sul viso.
"SI', SIGNOR CAPITANO! Oooooh!", berciò Aidoh.
Dopodiché si misero a canticchiare in coro una musichetta
assurda.
"Cosa-state-facendo?",
li interruppe Kaname usando il solito tono glaciale che riservava per
quelle occasioni.
"E' la sigla di Spongebob! Non hai mai visto Spongebob, Kaname?",
spiegò Ichijo mentre Aidoh continuava a canticchiare.
Kaname si limitò ad alzare gli occhi al cielo e a stendere a
terra il proprio telo mare. Il telo stava per toccare la morbida sabbia
delle Seychelles quando un urlo strozzato lo bloccò.
"Fermooooo!".
I sette vampiri si voltarono verso chi aveva parlato. Era una
vecchietta. Una piccola, bigodinata, occhialuta vecchietta, che
arrancava verso di loro servendosi del suo bastone.
"Fermi! Lasciate l'ultimo spazio rimasto sulla spiaggia ad una povera
vecchia che ha taaaanto bisogno di riposare, suvvia!",
implorò.
"Ma signora, signora". Ichijo si affrettò verso di lei.
"Lasci
che le porti il borsone. Alla sua età non va bene portare
pesi
così ingenti". Detto questo, con un abile gesto le prese la
borsa da mare e se la issò in spalla. La vecchietta
osservò il suo fisico scolpito, gli addominali che
sembravano di
marmo, i bicipiti quasi scolpiti da Fidia...
"Ma che bel giovanotto...!", sorrise trasognata.
"Mi dica dove vuole stare, signora, che così le poggio il
borsone".
"Lì, grazie. Oh, ma che bel giovanotto...!".
"Takuma Ichijo, lì dobbiamo starci noi".
"Dài, Aidoh, permetti a questa anziana signora di farsi il
suo sonnellino in spiaggia".
"Ma dopo noi dove stiamo, eh?".
"Troveremo un altro posto".
"Ma non ce ne sono di
altri posti!".
Aidoh strappò il borsone a Ichijo e lo rimise sulle spalle
della vecchia, che emise un rantolo.
"Hanabusa insomma, sei veramente incivile!", lo sgridò
Ichijo, e si riprese il borsone.
"Questa persona deve trovarsi un altro posto, qui c'eravamo prima noi".
E Aidoh adagiò nuovamente borsone in tutto il suo dolce peso
sulla povera vecchietta.
"E' evidente", sospirò questa, "che non tutti i giovani di
oggi
sono gentili come questo bel giovanotto che vuole portarmi il borsone.
Ce ne sono anche di maleducati".
Improvvisamente la vecchietta fece cadere a terra il borsone,
brandì fieramente il bastone e si avventò su
Aidoh con
tutta la sua ira funesta.
"AIUTO!".
"Prendi questo, brutto malducato!".
"AHIA!".
"Screanzato!".
"UHI!".
"Disgraziato!".
I sei vampiri rimanenti osservavano la scena con facce in bilico tra il
sorpreso, l'addolorato e il divertito. Ad ogni colpo che la vecchietta
infliggeva ad Hanabusa, i sei amici sussultavano.
"QUALCUNO MI AIUTI!".
Nessuno, però, osava farsi avanti e sfidare la potenza del
bastone della nonnina.
"SHIKI!", sbraitò Aidoh tra una percossa e l'altra. "Sei tu
che,
ahia!, ti sei portato una mazza da baseball, ouch!, vero?, ohi!".
"Sì", rispose Shiki glaciale, impassibile. "Ma non te la
presto".
"SENRI SHIKI, SEI LA MIA ULTIMA SPERANZAHIA!".
"Io non ti presterò più niente, Hanabusa Aidoh.
Lo sai".
"Ehm, signora!".
Al sentire la voce flautata di Ichijo, la nonnina smise immediatamente
di picchiare Aidoh.
"Sì, bel giovanotto?".
"Venga con me, l'accompagno a prendersi un gelato. Mi dia il borsone,
ecco, su, da brava. E poi parlerò con il bagnino per farle
avere
un bellissimo posto in spiaggia".
Ancora una volta Ichijo risolse la situazione. Se ne andò
con la vecchietta che ogni tanto lo guardava sospirando:
"Oh, ma proprio un così bel giovanotto...".
I sei vampiri si sentivano come se avessero combattuto la Prima Guerra
Mondiale in trincea.
"Io ho intenzione di passare il resto della giornata sdraiata qui in
spiaggia a dormire", sentenziò Rima.
Nessuno trovò niente di meglio da fare che imitarla - chili
e chili di crema solare dopo, ovviamente.
Ed
eccomi ad aggiornare nonostante le simpaticissime scosse di oggi (sto a
Bologna D:)!
Capitolo
un po' lunghetto, ma la storia dell'ape OGM non potevo non metterla...
anche perché in effetti alle Seychelles una mattina mi sono
VERAMENTE svegliata con uno strano insetto che mi ronzava sul cuscino.
E
una sera ho trovato un topo enorme nero nella mia stanza. Il giorno
dopo le ciabatte di mia mamma erano tutte smangiucchiate. Ma non
divaghiamo.
Come
al solito, grazie a tutti per le recensioni. Vi amo tutti
incondizionatamente! Chedo scusa anche per il tempo di aggiornamento
che è stato un po' più lungo del solito, ma ho
avuto
prove di teatro/canto/pianoforte e in più la scuola, per cui
ero, diciamo, un cicinino impegnata. Ma ora sono di nuovo qua :D
Ci
vediamo (?) al prossimo capitolo miei cari! Non vedo l'ora!
ForEver
Yours
Isabella
|
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Capitolo 5 *** Aidoh, il vero sportivo ***
CAPITOLO
4 - AIDOH, IL VERO SPORTIVO
Era già il loro secondo giorno di soggiorno al villaggio
turistico. Appena alzati (senza strani mostri a far loro da sveglia) si
erano subito diretti in spiaggia, quando questa ancora era vuota. Erano
soltanto loro sette, e le uniche compagnie che avevano erano sabbia,
palme, sole e mare. E crema solare. Tanta, tanta crema solare.
"BUONGIORNO!!!". Una faccia sorridente (troppo sorridente) e munita di occhiali da sole a cuore con i bordi fucsia spuntò
tra le palme. I sette sobbalzarono. "Servizio colazione in spiaggia per
turisti mattinieri!".
"Un agitatore", sibilò Kaname atterrito.
L'animatore si diresse verso di loro. Indossava un costume arancione
flash e brandiva fieramente un vassoio con dentro strani frutti e un
bicchiere contenente un liquido di un rosa molto sospetto.
"Dobbiamo eliminarlo",
sussurrò Kaname. "Al mio tre gli saltiamo addosso e gli
diamo una botta in testa. Poi qualcuno di noi si
arrampicherà su quella palma e farà cadere vicino
a lui una noce di cocco, così che la gente pensi che gli
è finita in testa. E' un piano perfetto. Siete pronti? Al
mio tre: uno, due...".
"Un momento!", escalmò Aidoh. "Colazione! Mangiare!!! HO
FAME!".
Aidoh corse verso l'animatore e gli strappò di mano il
vassoio. I sei vampiri lo osservarono mentre si ingozzava
all'inverosimile emettendo versi
primordiali.
"Wow, dovevi avere davvero fame!", commentò l'animatore. "Mi
sembri proprio il tipo giusto per partecipare al torneo sportivo di
oggi!".
"Tovneo fpovtifo?", bofonchiò Aidoh ancora a bocca mezza
piena. A tale vista Ruka storse il naso. "Gno, gno, gno. Gnon fe gne
pavla gneanche. Io qfi foglio dov-mi-ve".
"Abbèlli, qui non si dorme mai!", berciò
l'animatore e diede ad Aidoh un'amichevole (?) pacca sulla schiena,
proprio mentre il povero vampiro stava bevendo il succo rosa sospetto.
Hanabusa fece cadere il bicchiere e cominciò a tossicchiare
e a strozzarsi. La gamma di strani suoni che produceva superava
ampiamente quella a cui era arrivato poco prima mangiando. In breve
divenne bordeaux. L'animatore non badò a niente di tutto
questo.
"Allora ti iscrivo, bbbèllo! Com'è che ti
chiami?", chiese.
"Non possiamo lasciare da solo Aidoh in un torneo sportivo per umani",
disse Ruka a Kaname nell'orecchio. "Dobbiamo iscriverci anche noi.
Anche perché a furia di starcene sempre in spiaggia da soli,
daremo nell'occhio".
"Hai ragione", convenne Kaname. "Si chiama Aidoh", disse poi
all'animatore.
"Aiuto!!!", gridò Hanabusa con voce strozzata. Ormai aveva
raggiunto il viola intenso e rischiava la morte per soffocamento.
"Come hai detto? Aiudo? Perfetto, sei iscritto, signor Aiudo!".
"Iscriva anche tutti noi", sospirò Kaname. "Tanto, peggio di
così non può andare".
* * *
La palla avanzava, minacciosa e terribile. Solcava l'aria veloce in
tutta la sua tremenda rotondità e, quel che è
peggio, puntava proprio verso il povero Aidoh.
"Vai Aidoh, questa è tua! Non puoi sbagliare! Forza!!!",
urlò Ichijo. Certo, la faceva facile lui, a dare ordini da
fuori campo. Solo perché era il suo turno di stare
giù. Ma appena avrebbero fatto punto, Aidoh sarebbe uscito
mentre Ichijo sarebbe dovuto tornare in campo. E allora non avrebbe
più dato tanti ordini, oh, no.
In tutti questi pensieri Aidoh si dimenticò completamente
della palla, che cadde sulla sabbia esattamente a cinque centimetri da
lui.
"AIDOH MA INSOMMA!".
"ERA TUA!!!".
"NON E' POSSIBILE!".
"VUOI FARCI PERDERE?!".
"NON TI SEI NEANCHE MOSSO
PER PRENDERLA!"
"SEI LA NOSTRA ROVINA!".
La squadra dei vampiri navigava nella più profonda
disperazione, mentre dall'altra parte della rete sei umani muscolosi,
abbronzati e tatuati si applaudivano da soli.
"Signori del pubblico
del torneo di beach volley", annunciò
l'animatore occhiali-a-cuore in un megafono, "è stato individuato
l'elemento debole della squadra: il sognor Aiudo. Signori dell'altra
squadra, dateci dentro! Tartassatelo! Yuhuuu!".
"Forza, ragazzi", disse Ichijo stringendo i pugni, "facciamogliela
vedere noi a quel branco di tamarri lampadati".
"E tu, elemento debole,
cerca di collaborare". Kaname lanciò ad Aidoh
un'occhiataccia. Il poveretto proprio non capiva questa improvvisa
dedizione allo sport da parte dei suoi amici. Lui non aveva mai voluto
partecipare a quel torneo, e ora si aspettavano anche che collaborasse? Ma
robe dell'altro mondo.
* * *
Quella palla faceva ancora più paura di quella di prima. Era
ancora più grossa e più dura, in più
era di un orribile arancione. Ora non bisognava solo lanciarla,
bisognava anche sbatacchiarla per terra facendola rimbalzare, e quando
si era nei paraggi di uno strano aggeggio detto canestro, cercare di
lanciarvela dentro. Assurdo. Non si poteva arrivare al canestro tenendo
la palla in mano, invece di farla rimbalzare, o come dicevano quelle
specie di giganti dell'altra squadra, palleggiare?
E ora, disgrazia, la palla era proprio nelle mani di Aidoh.
"QUI! PASSA! PASSA!", sbraitò Senri. Hanabusa stentava a
riconoscerlo, ora che non faceva altro che saltellare per il campo
urlando e palleggiando.
E Kaname e Rima e i loro perfetti tiri a
canestro? E Ichijo e Kain e le loro finte? E Ruka che riusciva a
sottrarre la palla a tutti gli energumeni dell'altra squadra e
addirittura a marcarli? Dov'erano finiti i suoi amici che volevano una
vacanza rilassante?
* * *
"Aidoh, ci hai già fatto perdere pallavolo e basket. Ora promettici che ti
impegnerai. Dài, su", disse Senri rivolto alla nuca di
Aidoh, che era seduto e remava davanti a lui.
"Mi spiace, Shiki, ma non capisco perché dovrei. Questo remo
è ancora più faticoso da maneggiare rispetto alla
palla da basket".
"Perché non dobbiamo dare nell'occhio, sennò si
capirà che non conosciamo per niente gli sport degli umani,
e allora la gente inizierà a farsi delle domande".
"Ma guarda che non stiamo dando nell'occhio. Voi quegli sport li avete
imparati subito alla perfezione. Con l'intelligenza che abbiamo noi
vampiri, non c'è da sorprendersi. Semplicemente, io non ne ho
voglia".
"Ma lo capisci che così ci comprometti tutto?!".
"Secondo me tu ti preoccupi troppo, Senri Shiki".
"E' ovvio che io mi preoccupi quando si tratta di te, Hanabusa. Dopo
che ho commesso l'errore di prestarti...".
"Piantala una buona volta con questo discorso! Mi hai stufato! Te la
sei voluta: ora non remo più".
E Aidoh appoggiò il remo sulla canoa e incrociò
le braccia sul petto.
"Dài, Aidoh, non fare i capricci".
"Uffa. Io volevo tante canoe da uno, non una sola da sette. Non voglio
stare vicino a voi quando siete così... così
sportivi".
"Mamma mia, quanto sei peso!", esclamò Ruka. "Senri, tu che
sei dietro di lui, rimettigli in mano quel remo".
"No, io ci rinuncio a collaborare con lui".
"Lo farò io allora", si offrì Rima, che era
seduta davanti ad Aidoh.
"No, non lo farai!". E Hanabusa diede un colpo al remo, che
finì in mare.
"Ma sei cretino?!", strillò Rima.
"Ora butto in mare anche il tuo!".
"No! Non ci provare!".
Rima sollevò in alto il remo così che potesse
sfuggire alla presa di Aidoh, che si allungò per prenderlo;
Rima si sottrasse, Aidoh si slanciò, la canoa si
ribaltò.
Poco dopo dall'acqua riemerse la testa di Aidoh, trionfante, seguita da
quelle degli altri vampiri, non altrettanto raggianti.
"Dov'è Ruka?", chiese Akatsuki preoccupato, guardandosi
intorno. Non era ancora riemersa. "RUKA RESISTI, TI SALVO IO!".
Poco dopo, stavano venendo trainati verso la spiaggia dalla canoa di
soccorso degli animatori. Ruka continuava a ripetere a Kain che stava
bene, che non era successo niente e che semplicemente ci aveva messo un
po' ad uscire dalla canoa, ma Akatsuki non la ascoltava e continuava a
stringerla a sé come se fosse in pericolo di morte. Aidoh li
guardava schifato.
* * *
"Signore e signori",
annunciò ancora una volta l'animatore dagli occhiali a cuore, "alla conclusione di questo
torneo sportivo, desidero donare un premio ad un... atleta il cui modo
di comportarsi in squadra mi ha particolarmente colpito. Penso sia la
persona meno sportiva che abbia mai conosciuto. Il signor Aiudo! Vieni
qui, bbèèèllo!".
In tutta la sua vita, Aidoh non aveva mai vissuto un'esperienza
più imbarazzante che vedersi consegnare una coppa da un
individuo con gli occhiali a cuore. Ma ormai era rassegnato
all'evidenza che in quel villaggio turistico poteva veramente accadere
di tutto.
E quello era stato solo il secondo giorno di vacanza.
Abbèèèèlli!
(parlo come l'animatore ._.)
Sono tornata, anche se un po' in ritardo. Chiedo perdono per essermi
focalizzata un po' troppo su Aidoh, nei prossimi capitoli
parlerò più degli altri, è che mi
diverto troppo a farlo "vivere"! Anyway, spero che il capitolo vi sia
piaciuto. Cercherò di riaggiornare in tempi più
brevi!
Alla prossima!
Isabella
|
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Capitolo 6 *** Minacce bionde 2: la vendetta ***
CAPITOLO 5 - MINACCE BIONDE
2: LA VENDETTA
Aidoh si guardò allo specchio. Capelli biondi, occhi
azzurri, fisico scolpito... che cos'altro avrebbe potuto volere?
Vestiti della propria
taglia. La camicia floreale che Akatsuki gli aveva
prestato gli arrivava quasi alle ginocchia.
"Perché non posso avere dei vestiti che mi
vadano bene?!", si lagnò.
"Shiki è l'unico che porta la tua taglia", gli rispose Kain
dal bagno, "dovresti chiederne a lui".
"Ma non me ne presterà MAI! Non dopo quello che è
successo. Il fatto è che non è stata colpa mia.
E' stato
un incidente".
Akatsuki uscì immediatamente dal bagno:
"Mi vuoi spiegare una buona volta che cosa gli hai rotto? Continuate a
parlarne, ma nessuno dice mai di cosa si trattava".
"Beh... ecco... e va bene, te lo dirò. Era...".
"Ragazzi, ma non siete ancora pronti?!". Ruka fece irruzione
nella villetta, seguita da tutti gli altri. "Sbrigatevi! Dobbiamo
andare a fare colazione".
"Io così non esco. Devo avere dei vestiti della mia taglia",
stabilì Aidoh.
"Mmmh... ho un'idea", disse Ichijo, meditabondo. "Aidoh, resta pure qui
dentro, se vuoi. Io e Kain ci occuperemo dei tuoi vestiti".
"Io?",
ripeté Akatsuki incredulo. "Perché io?".
"Perché sì. Andiamo. A dopo, Hanabusa!".
I sei uscirono. Aidoh si tolse l'enorme camicia e, tutto contento, si
infilò a letto e riprese a dormire della grossa.
* * *
"Strano. Non vedo neanche un agitatore in giro", disse Rima. Era
visibilmente sollevata dalla cosa.
"E' perché oggi è un giorno di arrivi",
spiegò Kaname, "e gli agitatori devono accogliere
i nuovi arrivati. Come hanno fatto con noi, ricordate?".
"Ah sì". A giudicare dal tono della voce, Rima non aveva un
bel
ricordo dell'accoglienza che era stata loro riservata dagli agit...
pardon, animatori.
"Se gli agitatori non ci sono, potremo finalmente starcene tranquilli
in spiaggia a dormire", propose Ruka.
"Io direi invece di andare a vedere chi sono i nuovi arrivati", disse
Shiki. "Dopotutto, dobbiamo mescolarci agli umani".
"E quindi?". Ruka alzò un sopracciglio.
"Beh... e quindi... dobbiamo fare amicizia con loro!".
"Non mi sembra una buona idea".
"A me sì, invece".
"Anche a me", si unì Rima. I tre puntarono gli occhi verso
Kaname, in attesa di un verdetto.
"Potrebbe andare", concesse lui dopo qualche secondo di riflessione.
Ruka lo guardò con tanto d'occhi e si chiuse in un broncio
cosmico.
Aggirarono la piscina, facendo attenzione a non cadere vittima delle
onde anomale provocate dai tuffi dei bambini, ed entrarono nella hall.
C'era l'agitatore Occhiali A Cuore che preparava i coktail di benvenuto
gialli e blu.
"Abbèèèlli!", li apostrofò.
"Come va la vita? Dove sono i vostri amici?".
Ruka lo fissò disgustata.
"PEPPE! E' ARRIVATO IL PULLMAN, VIENI!", chiamò un altro
agitatore. Occhiali A Cuore lo raggiunse reggendo il vassoio e insieme
uscirono.
"A dopo bbèèèlli!", disse. Passando
accanto a Ruka le diede una lieve
carezza sulla testa, per poi dirigersi verso il pullman di
nuovi arrivati, raggiungendo gli altri agitatori.
"Peppe?", ripeté Shiki, incredulo. "Si chiama Peppe?!".
"Peppe", affermò Rima.
"Peppe", ripeté Shiki.
"Peppe".
"Peppe".
"Peppe".
Ci fu qualche attimo di silenzio, dopodiché i due
scoppiarono in
una fragorosa risata. Quando, a furia di sganasciarsi, non riuscirono
più a reggersi in piedi, si abbracciarono continuando ad
emettere strani "uhu, uhu, uhu". Ogni tanto uno dei due dire diceva con
voce tremante: "Peppe!", e le risa triplicavano.
Ruka invece ribolliva. La lieve
carezza
le aveva totalmente scompigliato i capelli. Il suo viso di contrasse in
un'espressione torva e le sue guance diventarono rosse come un peperone
più pomodoro assortito.
"Io lo ammazzo", sibilò. Kaname non l'avrebbe MAI ammesso,
ma la
visione di Ruka con la luce omicida negli occhi era veramente,
veramente inquietante.
Spostando lo sguardo al pullman dei nuovi arrivati, però,
vide qualcosa. E
alla vista di quel qualcosa, l'espressione assassina di Ruka gli
sembrò quella di un dolcissimo ed innocente gattino.
Inorridì.
* * *
"Allora... se non sbaglio, qui dovrebbero averne, di vestiti", disse
Ichijo indicando un piccolo negozietto.
"Se non ne hanno qui, però, torniamo indietro, non voglio
allontanarmi troppo dal villaggio. Ho paura di perdermi".
"Ma va là, Kain, non siamo mica... beh... non siamo mica
umani. Loro si
perdono. I vampiri NO!".
"Mh-mh", rispose Kain, poco convinto.
Il villaggio era vicino ad un piccolo paesino, formato giusto da
qualche casa, due o tre negozietti e un minuscolo supermercato. Uscendo
dall'atmosfera opprimente del villaggio turistico, si iniziavano a
capire e ad apprezzare le Seychelles: la giungla li aveva letteralmente
avvolti
appena usciti dal villaggio, e il paesino era abitato soltanto da gente
del luogo. Niente turisti. Pace.
"Ecco, sì, no, tipo",
commentò Ichijo, "se il Direttore ci avesse mandati in un
paesino così, quella sì che sarebbe stata una
vacanza".
Entrarono nel negozietto che avevano adocchiato. Ichijo aveva nasato
giusto: vendevano vestiti. Il problema era la tipologia di abiti
che offrivano.
Magliette rosa con scritte brillanti. Pantaloni a fiori. Cappellini di
paillettes. Una maglia con scritto a caratteri cubitali "I'M SEXY AND I
KNOW IT".
Kain e Ichijo si guardarono negli occhi, e lo stesso ghigno comparve
sui volti di entrambi.
"Stai pensando quello che penso io?".
"Sicuro!".
"Gli rovineremo la reputazione per
sempre".
"Puoi starne certo. Muah, muah, muah".
* * *
"RAGAZZI! SI SALVI CHI PUO'!!!".
I vampiri conoscevano Kaname come un tipo impassibile e
imperscrutabile. Da quando erano in vacanza, però, quella
era la
seconda volta che lo vedevano impallidire e mettersi ad urlare dal
terrore.
"Abbi pazienza, Kaname, ma questa vacanza non ti sta facendo molto
bene", gli disse Shiki appoggiandogli una mano sulla spalla. "Hai
sempre i nervi a fior di pelle. Sei sicuro di aver sempre preso le
compresse?".
"MA TU NON CAPISCI!", berciò lui prendendo Senri per le
spalle e
scuotendolo violentemente. "Quali compresse e compresse! GUARDA
LAGGIU'!!!".
Senri, mezzo rintronato, obbedì.
I nuovi arrivati erano ormai scesi dal pullman e si stavano sorbendo le
idiozie degli agitatori. Non erano, però, dei nuovi arrivati
qualunque...
Erano sei ragazze. Sui quindici anni. Bionde. Con gli occhi azzurri.
"Oh, no", disse Senri con voce funerea.
Le biondine stavano salendo i cinque gradini d'ingresso. Presto
sarebbero state davanti a loro.
Immediatamente Rima si mise davanti a Senri e Ruka davanti a Kaname:
"Vi proteggiamo noi!", esclamarono all'unisono.
"Mah, alla fine sono solo ragazzine insopportabili, non c'è
bisogno di...", tentò Senri, ma fu interrotto da Kaname:
"SCHERZI?! Quelle lì potrebbero VIOLENTARCI!!!".
Infine, ciò che era inevitabile che accadesse, accadde. Le
sei biondine si ritrovarono faccia a faccia con Ruka e Rima.
"O mai god...", disse una di loro, con la faccia schifata. "Ma sono
quelle antipatiche dell'aeroporto!".
"Hai razzone!", esclamò un'altra, che aveva evidentemente
uno strano modo di pronunciare la lettera "g".
"Però c'avevano degli amichetti, cèh, che non
erano mica male!".
"Hai razzone!".
"Si dà il caso", ringhiò Ruka, "che i nostri amichetti siano
ancora impegnati con le faccende top secret, e...".
"Maccheddici?! Ma se sono nascosti dietro di voi! Li vedo benissimo!".
A Kaname non restava altra scelta:
"AAAAAAAH!!!". Scappò via con un urlo disumano. Ruka
partì al suo inseguimento. Senri stava per
fare lo stesso, ma non fece in tempo a muovere un muscolo che una delle
biondine lo braccò:
"Ehiii, non credere di scappare!".
"EHM EHM!!!", si schiarì rumorosamente la gola Rima.
"Senti, tu domani sera parteciperai alla festa in spiaggia? Noi
sì, e vogliamo che tu ci venga con noi!", disse la biondina.
"Ma, veramente, io... io domani sera dovrei stare con i miei amici".
"Meglio! Porta anche loro! Sarà una serata fa-vo-lo-sa!".
"Hai razzone!".
"EHM EHM!!!".
"Oh, ma che cos'avrà quella? Un rospo in gola?".
"No, è un rospo lei stessa!".
"Hai razzone!".
"Ihihihihih!".
"Dài, Shiki, andiamo via... ti prego".
"Mannòòòò, aspettate!
Portateci dai vostri amici! Vogliamo vederli, erano proprio da
sbav-sbav!".
"Cèh, tanta roba!!!".
* * *
Aidoh guardò i vestiti appoggiati sul letto+. Poi
guardò Ichijo. Poi guardò i vestiti. Poi
guardò Kain. Poi guardò i vestiti.
Poi si mise a urlare.
"MA SI PUO' SAPERE COS'E' QUESTA ROBACCIA?!".
"Avanti, Hanabusa, è l'ultimo grido delle Seychelles! Alta
moda! Non puoi non metterteli, faresti brutta figura!".
"Hai sentito cos'ha detto Takuma? Avanti, mettiteli, sono sicuro che ti
staranno be-nis-si-mo!".
Hanabusa guardò con occhi diffidenti la maglietta che il
cugino gli stava porgendo.
"Ma ne siete proprio sicuri?".
"Certo! Avresti dovuto vedere il paesino in cui siamo stati: tutti, e
dico tutti,
portavano quei vestiti".
Aidoh ci pensò su per un po', per poi giungere ad una
drastica conculsione:
"E va bene!". Strappò la maglietta dalle mani di suo cugino
e prese un paio di pantaloni dai colori sgargianti, e andò a
chiudersi in bagno.
"Mamma mia", sussurrò Kain, sogghignando, "non ci posso
credere, ci è cascato!".
"E il bello deve ancora venire", rispose Ichijo con il medesimo
sorrisetto malvagio, "pensa a quando uscirà da quel bagno
tutto bardato".
Improvvisamente la porta della villetta sbatté ed
entrò Kaname di corsa, seguito a ruota da Ruka. Era
spettinato e pallidissimo, e ansimava come un dannato.
"Sono arrivate qui! SONO ARRIVATE QUI!", sbraitò. Kain e
Ichijo lo guardarono con tanto d'occhi. Dov'era finito il Kaname che
conoscevano?
"Chi, Kaname?".
"Loro! LORO!".
"Le ragazze dell'aeroporto", spiegò Ruka con tono lugubre.
Kain e Ichijo si guardarono e sbiancarono.
"Oh, no...".
Immediatamente qualcun altro entrò nella villetta, che fu
all'istante riempita da urla, strida e squittii di ogni tipo:
"E' qua?! E' qua che sono nascosti i vostro amichetti da sbavvv?".
"NON E' STATA COLPA NOSTRA, LO GIURO! Ci hanno COSTRETTI!". Questa era
chiaramente la voce di Shiki.
"Allora, dove sono gli amichetti? Eh? Eh?".
"Al limite potremmo accontentarci di lui, è TANTO carino...".
"Stai zitta, brutta schifosa schifida...". E questa era chiaramente Rima.
In men che non si dica arrivarono nella stanza da letto dove si
trovavano già Kain, Ichijo, Kaname e Ruka. I quattro
poterono vedere sei ragazzine bionde strillanti e saltellanti, una Rima
che mandava fulmini dagli occhi e un Senri Shiki a cui una delle
biondine stava appiccicata come una patella.
"O mai gooood, ecco i vostri amichetti!!!".
Le furie bionde, però, non fecero in tempo ad avventarsi
sulle loro prede, perché qualcuno uscì dal bagno.
Si trattava di un Hanabusa Aidoh dall'espressione che esprimeva
PROFONDO disagio, forse dovuta al cappellino con la visiera dorato. O
ai pantaloni rosa acceso. O alla maglietta azzurra con sopra scritto
"I'M SEXY AND I KNOW IT".
"OMMIODDIOOOOOOO!".
E con tale urlo di guerra le biondine (tranne la patella, che ormai
aveva giurato fedeltà eterna a Shiki) si avventarono su di
lui.
Hola!
Vi è piaciuto questo capitolo? ^^ Scusate se non ho risposto
alle ultime recensioni che mi avete lasciato, risponderò qua
per tutte: GRAZIE DI CUORE!!! Davvero, mi state rendendo troppo felice!
Beh, non ho altro da dire per 'stavolta! Alla prossima!
Isabella
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Capitolo 7 *** Gatti, balli e grandi ustionati ***
CAPITOLO
6 - GATTI, BALLI E GRANDI USTIONATI
Dall'episodio dell'ape OGM di qualche giorno prima, tutti i vampiri
(escluse Rima e Ruka, ovviamente) vivevano nel terrore cieco di
svegliarsi la mattina faccia a faccia con strani mostri. Se nel
dormiveglia sentivano un qualche rumore, subito scattavano sull'attenti
e non tornavano a letto finché non ne avevano individuato la
fonte.
Per cui quando, la mattina del quarto giorno, Senri, Kaname e Ichijo
furono svegliati da un cigolio di porta, si alzarono immediatamente dai
loro letti, gli occhi spalancati.
"Avete sentito?".
"Qualcuno è entrato qui dentro!".
"Sarà un malintenzionato!".
"Un ladro!".
"Un agitatore!".
"Qualcuno deve andare in avanscoperta".
I tre si guardarono negli occhi. Nessuno osò muovere un
muscolo.
La porta cigolò di nuovo.
"Ecco, avete sentito? Se l'è richiusa alle spalle!".
"Quindi adesso sta venendo verso di noi!".
La porta cigolò ancora una volta. E ancora. E ancora.
"Scusate, qualcosa mi sfugge...", osservò Shiki.
"Perché questo tizio apre e chiude la porta in
continuazione?".
"Forse è il vento, non un malintenzionato",
azzardò Ichijo.
"Io non mi fiderei. Non si può MAI sapere che cosa
aspettarsi
qui alle Seychelles. Senri, vai a controllare", ordinò
Kaname.
"Io? Ma perché
io?".
"Perché di sì. Si fa come dico io".
"Che peso...", borbottò Shiki avviandosi verso la porta come
una povera anima in pena entra negli inferi.
Il cigolio, in effetti, veniva proprio dall'entrata. Peccato che la porta fosse
chiusa. Evidentemente,
rifletté Shiki, proveniva da fuori.
Il
suono continuava a sentirsi, acuto e lamentoso. Più Senri lo
ascoltava, più si rendeva conto che, però, non si
trattava di un cigolio. Sembrava più un violino scordato. Un
lamento. Un verso. Un miagolio.
Aprì la porta e si ritrovò davanti una
(letteralmente)
palla di pelo che emetteva il leggendario cigolio e lo guardava con due
occhietti verdi.
Era un gatto. Un gatto grasso e sferico, talmente grasso da non
riuscire ad emettere che un misero stridio invece del classico "MIAO".
"Oddio!", commentò Senri. "Ragaaaazzi... abbiamo un
problema!".
Fu raggiunto da Kaname e Ichijo, che come videro il gatto si
bloccarono. Kaname sbiancò e fu preso da un attacco di
tremarella. Quella vacanza non
gli stava facendo bene.
Ichijo invece sfoderò il suo sorriso a cinquemila denti e
gli occhi cominciarono a scintillargli:
"Bel miciooooone!", ululò, fiondandosi sull'animale. "Ma
quanto
sei patatone! Ma quanto sei CICCIONE! Chi è un gattone
ciccione?
Eh? Chi è un gattone ciccione?".
Kaname e Senri si guardarono, allibiti, poi tornarono ad osservare con
la medesima espressione la scena grottesca che si stava loro
presentando.
"Gattone ciccione!", decantava Ichijo. "Ciccione! Micione! Patatone!
Fuffolone!".
"Fuffolone?",
ripeté
Senri scettico, mentre Kaname si mangiava le unghie dall'ansia. Quella
vacanza non gli stava facendo bene proprio per niente. Ichijo con
uno sforzo sovrumano sollevò il gatto
e lo portò a fatica dentro casa.
"Qualcosa mi dice che non se ne separerà mai
più", disse Shiki con tono lugubre.
"Gna", fu l'esauriente risposta di Kaname.
Poco dopo, come ogni mattina si sistemarono tutti e sette in spiaggia,
ed iniziò il rituale della crema solare. Tale procedura
durava
dalla mezz'ora alle due ore, e consisteva in estenuanti ed infiniti spalmamenti. Nessuno
di loro, in tre giorni completi di vacanza, si era minimamente
abbronzato, visti gli strati su strati di crema che si davano ogni
mattina.
QUELLA mattina, però, il rituale fu disturbato da
un'ingombrante
presenza felina. Mentre qualcuno spalmava la crema a qualcun altro,
qualchedun altro ancora doveva badare
al gatto, e sembrava che tutti tranne Ichijo facessero il
possibile per evitare tale incarico.
"Ma stiamo scherzando? Io tenere a bada quell'ammasso di pelo?!",
protestò Ruka. "Non può farlo Ichijo?".
"No, Ichijo non può", le spiegò pazientemente
Kain. "Gli sto spalmando la crema, e deve restare fermo".
"Micione ciccione, torno presto, non temere!".
"Takuma Ichijo, se dici un'altra parola che finisce per -one, ti faccio del
male".
"Ma dài Ruka, insomma! Bada al gatto per cinque minuti! Te
ne prego!".
Ruka si guardò intorno. Kain stava mettendo la crema a
Ichijo.
Rima a Senri. Aidoh a Kaname (il quale ogni tre secondi esplodeva in
un: "E mettimene di più, DEFICIENTE!"). Poi
spostò lo
sguardo verso il basso e vide due occhi verdi che la fissavano.
"Mrr?", fece la palla di pelo. Ruka era sicura che alla
fine del miagolio ci fosse, in un qualche modo, un punto di domanda. Ne
era certa.
No. Troppa responabilità.
"Ragazzi, io non posso farcela!!!", disse con il tono di chi sta per
mettersi a piangere. "Qualcuno lo tenga, vi prego!".
"IO NO!", sbraitò Kaname.
"Da' qua, lo prendo io, con la crema ho finito", si offrì
Rima.
Prese in braccio il gatto e fece cenno a Ruka di seguirla. Si
appartarono a qualche metro dal resto del gruppo.
"Ruka, ma dico, hai notato come si comporta Kaname da quando siamo
qua?".
"Sì, purtroppo. Questa vacanza lo sta uccidendo".
"Secondo me avrà un esaurimento nervoso prima della fine
della
settimana. Avrà una crisi e dovranno portarlo via in
barella,
oppure darà fuoco all'albergo".
"Rima, che cosa possiamo fare?".
Le due si guardarono negli occhi.
"Secondo me", propose Toya, "dovremmo fargli apprezzare i lati calmi e
rilassanti di questa vacanza. Mentre noi ce ne andiamo in giro, lui
deve restare in spiaggia a prendere il sole".
"Sono d'accordo. Dobbiamo dirlo agli altri".
"Ragazzi, siete sicuri che
sia stata una buona idea lasciare Kaname da solo in spiaggia?", chiese
Kain.
"Ma certo, perché?", rispose Ruka alzando le sopracciglia.
"Non so, boh... ho paura che finisca in balìa degli umani".
"Che vuoi dire? Non hai visto com'era contento quando gli abbiamo
proposto di restare lì da solo a riposarsi?".
"Sì, certo, però...".
"Basta solo che si ricordi di darsi una seconda spalmata di crema
subito dopo pranzo, altrimenti CIOCCA!".
"In effetti, non corre tanti pericoli... lui non si dimentica mai
niente".
"E allora non preoccuparti!", esclamò Ichijo. Teneva ancora
il
gatto in braccio. "Io e Fuffolone ti assicuriamo che Kaname non sta
correndo alcun pericolo. Vero Fuffolone? Chi è un micione
ciccione?".
"Oddeo", commentò Ruka guardando Ichijo e il gatto con
disprezzo.
"Macciao ragazzi!", disse una voce femminile alle loro spalle, al cui
suono tutti e sei inorridirono.
"Continuate a camminare", sibilò Ruka, "e non voltatevi".
"Ragazzi, cèh beh ma OH! Non ci salutate?!".
Rassegnati al loro destino, i sei si voltarono e si trovarono faccia a
faccia con le minacce bionde. Senri impallidì quando
riconobbe
quella che il giorno prima gli era stata appiccicata come una patella:
lei invece squittì dalla gioia.
"Ma che bel micione che avete!", disse una.
"Non ti avvicinare", ringhiò Ichijo, "è MIO".
"Sentite, vi va di venire con noi ai balli di gruppo? Sono tra poco
davanti alla piscina! Dàidàidài!".
"Sì, veniteci!".
"Sarà billissimo!".
"Sì, dovete venirzi, hanno razzone!".
* * *
Kaname si sdraiò sulla sabbia e chiuse gli occhi. Pace.
Tranquillità. Niente umani.
Quella vacanza, come i suoi amici avevano più volte avuto
modo
di osservare, non gli stava facendo per niente bene. Lui era sempre
stato rigido e glaciale, non si scomponeva mai e anzi disprezzava
chiunque si lasciasse andare ad esagerate reazioni emotive. Se il lui
stesso di prima avesse incontrato il lui stesso di ora, non avrebbe
creduto ai propri occhi.
Ma ora, finalmente, poteva tornare ad essere lo stesso di sempre. Gli
sarebbero bastate quattro, cinque ore di puro relax con la dovuta
pausa-spalmata-di-crema, e sarebbe
tornato...
"AAAALLORA, GENTE, SIETE PRONTI PER IL GIOCO DA SPIAGGIA?".
Kaname strinse i pugni e sospirò, cercando di mantenere la
calma. Un agitatore stava fermo al centro della spiaggia con in mano un
enorme megafono, e quel che era peggio, una folla di gente gli si
stava avvicinando. In breve la spiaggia quasi si svuotò:
tutti erano ammassati intorno all'agitatore.
Non mi noterà
mai, con tutta quella gente intorno, pensò
Kaname speranzoso. Sentiva i nervi pronti a spezzarsi.
"EHI TU, LAGGIU'! COSA TE NE STAI LI' DA SOLO? VIENI ANCHE TU AL GIOCO
DA SPIAGGIA!".
Non sta dicendo a me,
non sta dicendo a me, si disse Kaname.
"CI SONO DEI BAMBINI QUI? PERFETTO, BAMBINI: ANDATE DA QUELLO LA' E
PORTATELO TRA NOI! DEVE PARTECIPARE AL GIOCO DA SPIAGGIA!".
Kaname aprì un occhio e inorridì. Almeno quindici
bambini
indemoniati stavano correndo a tutta velocità verso di lui.
"Oh, no", gemette.
In men che non si dica gli si avventarono
contro. In cinque lo presero per le gambe, altri cinque
per le braccia e i rimanenti lo sollevarono da sotto.
"Lasciatemi!", disse con voce strozzata mentre i bambini lo
trasportavano a tutta birra verso l'agitatore.
* * *
"E ORA, METTETEVI A COPPIE!".
I balli di gruppo, fino a quel momento, erano stati terribili, ma
quando l'agitatrice saltellante che li dirigeva pronunciò
tale
frase, da terribili diventarono infernali.
Una minaccia bionda si impossessò di Aidoh.
Quest'ultimo indossava una camicia floreale con paillettes e pantaloni
color giallo
evidenziatore, e avrebbe potuto essere visibile perfino
nella nebbia.
Un'altra minaccia bionda strappò il gatto dalle mani di
Ichijo e
si mise a ballare con lui (con Ichijo, non con il gatto). Takuma
divenne paonazzo e abbandonò il suo solito sorriso, facendo
una
volta tanto emergere la sua componente vampiresca:
"Ridammi il mio Gattone Fuffolone, brutta schifosa", ringhiò.
"Cèh, ma che razza di uomo sei?!", si scandalizzò
lei,
guardandosi bene dal ridargli il gatto. "Pensi a quell'animale e non
alle donne? Avanti, sii MACHO!". E lo guardò con quella che
doveva essere un'espressione seducente (ma che agli occhi di Ichijo
risultò solamente la smorfia di chi ha un impellente bisogno
di
andare in bagno).
Anche Kain fu preso al lazo da una biondina. Per tutta la durata del
ballo fissò ininterrottamente Ruka, pensando a quanto
sarebbe
stato bello scambiare lei con l'oca che si ritrovava davanti.
"Cèh, ma che stai guardando?!".
"Io? Guardando? Boh, ehm...".
"Pensa a ballare, che poi sbagli i passi! A me piacciono gli uomini che
sanno BAILAR!".
"Ahbeh, ehm...".
Rima nel frattempo si stava dirigendo verso Senri, decisa a catturarlo
e a rinchiuderlo in una camera blindata. Mai, e dico MAI, il SUO Senri
Shiki avrebbe ballato con uno di quegli organismi unicellulari. La
biondina-patella del giorno precedente, però, puntava a gran
velocità verso il medesimo obiettivo. Per un attimo Rima fu
tentata di fare uno dei suoi salti da vampira, ma poi si
ricordò
che non doveva dare nell'occhio.
Sfortunatamente, la biondina arrivò prima di lei al
traguardo.
"Ti ho preso!", esclamò stritolando Shiki. Poi si
lanciò
con lui in un turbine di danze scatenate, senza che il povero vampiro
avesse tempo di dire BEO.
Rima stava per mettersi a piangere e urlare, quando sentì
che qualcuno le appoggiava una mano sulla spalla.
"Ballo io con te", le disse Ruka, mentre le due biondine rimaste si
mettevano a coppia.
"Ruka, io devo fare
qualcosa. Non posso permettere che quella... quella SGALLETTATA mi
porti via Shiki".
"Ma guarda che non ti sta portando via nessuno. Figurati se a lui
importa qualcosa di quella!".
"Guardalo, Ruka. Non ha fatto niente per liberarsi di lei, non ha
protestato!".
"Non ne ha avuto il tempo, Rima".
"Io non credo. Piuttosto, mi sembra che Kain abbia bisogno di te".
Ruka si voltò verso Akatsuki e incrociò un suo
sguardo implorante.
"Dopo", disse Ruka. "Ora io e te dobbiamo organizzare un piano per
staccare quella patella da Shiki. Domani lo metteremo in atto. Ci
stai?". Rima sogghignò:
"E come potrei non starci?".
* * *
La spiaggia era vuota. Deserta. Se ne erano andati tutti.
Kaname non aveva capito molto di quel gioco. Era stato preso dai
bambini, sballottato e lanciato a terra. Poi era stato preso per mano,
aveva corso, era stato sballottato e di nuovo era stato buttato - o era
caduto? - a terra. Poi di nuovo qualcuno l'aveva fatto rialzare, gli
avevano messo in mano una bandierina colorata, una torma di gente aveva
corso verso di lui, era stato sballottato e con un gemito era
fracassato a terra. Poi l'agitatore aveva urlato nel megafono qualcosa
che Kaname non era certo di aver capito bene. Avrebbe potuto essere "E
ORA, TUTTI IN PISCINA!", ma anche "INSOMMA, MANGIATE LA PASTINA!".
Fattostà che la spiaggia si era improvvisamente svuotata e
lui
solo era rimasto lì.
Sdraiato.
Esanime.
I suoi sensi si erano attutiti, e non capiva più
niente.
Percepiva solo un lieve calore sparso in tutto il corpo, come se
qualcuno lo stesse cuocendo a fuoco lento: lento ma inesorabile. Da
quante ore si
trovava in quello stato? Ore, minuti, giorni o secondi?
Dov'erano finiti i suoi amici? Come avevano potuto abbandonarlo?
La sensazione di trovarsi in una fornace aumentava sempre
più
con lo scorrere del tempo. Ad un certo punto decise che non ce
l'avrebbe più fatta a resistere. Addio, mondo crudele.
Proprio in quel momento sentì delle voci indistinte. Erano
voci
che lui conosceva. Sì, le conosceva! Erano... erano i suoi
amici!.
"Eccolo là!", esclamò quello che poteva essere
Kain.
"OSSIGNORE!". Questa era Ruka.
"Ma è... è... è color gambero!".
Probabilmente Aidoh.
"Chissà quante ore è stato sdraiato qui al sole!
Di
sicuro si è dimenticato di darsi la seconda passata di
crema!
Andiamo a salvarlo, Fuffolone!". Palesemente Ichijo.
"Secondo voi è VIVO?". Quell'ottimista di Rima.
Shiki, se c'era, non si pronunciò.
Kaname si sentì sollevare, ma ogni volta che qualcuno lo
toccava, avvertiva una fitta fortissima lacerargli la pelle.
"Incredibile, è proprio FUCSIA! Poverino, portiamolo subito
all'ombra!".
"Saranno cinque ore che è sotto al sole, e non si
è ridato la crema!".
"Facciamogli fare un bagno gelido!".
"Secondo voi morirà?".
"No, ma se ci fosse anche Shiki potremmo fare di più".
"Ah, guarda, da quando sono finiti i balli non si è
più
staccato da quelle biondine. Lo odio, è un essere
abominevole".
"Dài, Rima, su... abbiamo un problema più grave
ora, chiamato Kaname Kuran".
"Ehi ragazzi sentite qua, ho una battuta! Dobbiamo CURARE KURAN! Curare
Kuran! Curare Kuran!
L'avete capita? Eh? L'avete capita?".
"Aidoh, stai zitto".
Oddio,
iper ritardo e capitolo iper lungo. Però vogliate
perdonarmi,
sono andata due giorni in vacanza, l'estate è fatta apposta!
Per
quanto riguarda la lunghezza, beh, non potevo farlo più
corto...
è stato troppo divertente da scrivere, accorciarlo avrebbe
significato rovinarlo, credo.
Fatemi sapere cosa ne pensate :) grazie per le vostre splendidissime
recensioni (in cui HAHAHAHAHA è la parola più
gettonata,
il che mi fa onore perché il mio obiettivo è
proprio
quello di farvi divertire!).
Alla prossima! Un beso!
Isabella
PS: non preoccupatevi troppo per Shiki e questo suo passaggio al lato
oscuro ;)
|
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Capitolo 8 *** capitolo extra - avviso ***
Capitolo extra - avviso. Buonasera a tutti, miei cari amatissimi! Chiedo venia ma purtroppo causa vacanze aggiornero' solo dopo ferragosto. Sono appena tornata dalla montagna e non ho fatto a tempo a respirare che sono partita per New York! Sto comunque lavorando al capitolo e vi prometto che non vi deludero'! Perdonate questo enorme ritardo! Buone vacanze a tutti e... Ci si vede a ferragosto! Isabella |
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Capitolo 9 *** Di tutto e di più ***
CAPITOLO 7 - DI TUTTO E DI
PIU'
"SVEGLIAAA!!!".
Nonostante Kain fosse appena sveglio e quindi non particolarmente in
grado di pensare, ne era sicuro: a svegliarlo era stata la voce di Ruka.
"IN PIEDIII!", urlò poi quella che sembrava essere Rima.
Dopodiché, iniziarono a risuonare dei forti colpi sul vetro
della finestra della stanza da letto.
"Chi è che scassa?!", mugugnò Aidoh rigirandosi
nel letto.
"Sono Ruka e Rima!", gli rispose Kain. In fretta scostò le
tende
e aprì la finestra. "Che succede?", chiese alle due ragazze.
Entrambe si guardarono intorno circospette, poi Rima disse a bassa voce:
"Dovete alzarvi immediatamente. Abbiamo un PIANO!".
"Un piano?".
"Un PIANO!".
Kain pensò per un attimo di tirar fuori la solita vecchia
battuta: "Ma come, non vedo nessun pianoforte!", ma viste le facce
serie di Ruka e Rima (che sicuramente
si aspettavano una risposta del genere), desistette.
"E a cosa servirebbe questo piano?", chiese sbadigliando.
"A fare in modo che oggi Senri stia lontanto da quelle cavolo di
biondine", ringhiò Rima.
"Allora di qualsiasi cosa si tratti, io ve la appoggio", si aggiunse
Aidoh, risvegliatosi improvvisamente nell'udire quelle parole.
"Semplicemente, per oggi è prevista un'escursione nella
giungla", spiegò Ruka, "e noi ci andremo, portandoci
dietro Senri prima che
arrivino le biondine a rapirlo".
"Nella giungla?!?",
berciò Aidoh. "Ma siete impazzite?! No, mai e poi mai!!!".
"Aidoh, un momento fa hai detto...".
"Con 'qualsiasi cosa' non intendevo certo escursioni suicide in posti
pieni di strani animaletti pronti ad infilarsi dentro i nostri
vestiti!".
"Aidoh, ti ricordo che nessuno di noi è vulnerabile a questo
genere di pericoli...".
"NON MI IMPORTA! A me quegli animaletti fanno semplicemente SCHIFO!!!".
"Dài, Hanabusa, ti prego". Rima assunse un'espressione da
cucciolo
di terranova, con tanto di occhioni scintillanti: espressione che
nessuno dei vampiri avrebbe mai pensato di poterle vedere sul volto.
Sembrava il Gatto Con Gli Stivali di Shreck,
osservò Kain. Non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura,
ma Shreck era
il suo film preferito. Il suo sogno più oscuro e segreto era
di,
quando sarebbe stato molto anziano, andare a vivere in una palude come
il simpatico orco verde.
"Senri accetterà a venire con noi soltanto se saremo
entusiasti,
e soprattutto se saremo in tanti", stava spiegando Rima nel frattempo.
"Già Kaname non può
venire, visto lo stato in cui è ridotto, e nemmeno Ichijo,
che
gi farà la bada. Se non vieni neanche tu, Shiki non si
unirà mai!".
"Ma Shiki mi odia! Da quando gli ho rotto...".
"Poche storie, Aidoh", tagliò corto Ruka. "Se non vieni con
noi, gli racconterò di tutte le altre belle cosine che
hai combinato con la sua roba senza che lui tuttora ne sappia niente.
Ad esempio, ti ricordi la sua camicia bordeaux? Quella che ad un tratto
non ha più trovato?".
"Lo sappiamo che sei stato tu a rubargliela per un appuntamento galante
con un'umana brutta e occhialuta, che poi appena l'hai vista hai
vomitato. E ricordi anche la sua collezione di penne a sfera? Quella
che lui rispolverava e riordinava ogni giorno, chiamando le biro le sue tesore?
Quelle biro che una mattina lui trovò tutte misteriosamente
senza inchiostro?".
"Sappiamo che sei stato tu a usarle di nascosto tutta la notte, per
scrivere lettere d'amore ad un'altra umana. Un'umana che poi scopristi
essere la sorellina minore del più famoso pugile del mondo.
E
allora scappasti via a gambe levate".
"Sappiamo tutto, Hanabusa Aidoh".
"Tutto".
Aidoh era diventato color ravanello.
"Ah... e quindi sei
stato tu?", gli chiese Kain, gli occhi dirotti a due
fessure. "Lo sai, vero,
che se Shiki lo viene a sapere sei... non finito, di più?!".
Aidoh passò dal color ravanello al color melanzana.
"E va bene", ringhiò, "verrò con voi. Ma
qualsiasi danno io subisca, sarete voi a pagarlo".
Aidoh, Kain, Rima e Ruka stavano marciando verso la villetta di Ichijo,
Kaname e Shiki, decisi a prelevarne quest'ultimo per trascinarlo nella
giungla. Ma quando presero a bussare alle finestre urlando
ripetutamente
il nome di Senri, si affacciò a rispondere non questi, ma
Ichijo.
"Ehm, non so come dirvelo...", disse, cercando di sorridere. "Vedete,
Shiki... non c'è".
"Non c'è?!", ripeté Ruka mentre Rima andava in
ebollizione.
"Ehm, alle... sei di mattina, sono arrivate alcune delle... delle...".
Gli sguardi sempre più tetri delle due ragazze intimorivano
profondamente Ichijo. "Delle, ehm... biondine... e... se lo sono
portato... via".
"Che cosa intendi
con 'via'?", chiese Kain preoccupato.
"Ehm...", rispose Ichijo con una vocina flebile flebile. "Intendo dire
che... che se lo sono portato via... non saprei in quali altri modi
spiegarlo".
Rima esplose.
"E TU NON HAI FATTO NIENTE PER FERMARLO?!", sbraitò. Ma
prima
che Ichijo potesse aprir bocca, i quattro furono agguantati alle spalle
da aggressori sconosciuti.
"RAGAAAAAZZI, MA COSA CI FATE ANCORA QUA?".
"DOVETE VENIRE ALLA NOSTRA FANTASTICA ESCURSIOOONE!".
I vampiri riconobbero con sommo orrore la voce di
Peppe-Occhiali-A-Cuore, e si voltarono disperati. Peppe teneva per le
spalle Ruka e Rima, un altro agitatore Kain e Aidoh. Cotale agitatore
era alto, muscoloso, abbronzato e tatuato, con gli
"addominali-che-più-scolpiti-di-così-non-si-può-mammamia".
"Un momento! Stiamo cercando un nostro amico!", disse Kain con voce
strozzata mentre veniva trascinato via di peso dall'agitatore.
"IL VOSTRO AMICO ASPETTERA'! ORA VOI DOVETE VENIRE CON NOI NELLA GIUNGLA!".
I quattro tirarono un profondo sospiro di sconsolazione e osservarono
la finestra di Ichijo che si allontanava sempre di più da
loro,
andando rimpicciolendosi, con il loro amico affacciato che li salutava
agitando mestamente una mano.
* * *
Si trovava nella Stanza Di Tortura. Lo avevano svegliato con orribili
strida da arpie quali erano, l'avevano trascinato di peso fuori di casa
e lo avevano portato della Stanza Di Tortura, che all'apparenza poteva
sembrare una normalissima villetta come la sua. Ma niente è
come
sembra, SI SA. Strani abiti, borse e oggettini erano sparsi per la
Stanza Di Tortura: erano tutti del medesimo rosa confetto. Chiunque
avrebbe scambiato i suddetti oggettini per telefonini, lucidalabbra e
altri aggeggi tipicamente femminili, ma lui, Senri Shiki, era convinto
che nascondessero trappole mortali al loro interno.
E ora, le aguzzine gli stavano rivolgendo il Temibile Interrogatorio:
"Allora, Zenri, ce l'hai la morosaaaa?".
"Mi chiamo Senri, e non ho la morosa".
"Oddiomio maqquindi sei libero?!?".
"No, non sono libero".
"Ragaaaaazze, quindi c'è una che gli piace, ma non stanno
insieme!!!".
"Sarà il suo ammmore perduto!!!".
"Ommioddiocheccosaromantica!!!".
"Guardate che non avete proprio capito una mazza".
"E allora aiutaci a capire!". Un'aguzzina gli prese la mano e se la
poggiò sul cuore, l'espressione profondamente commossa - ma
in
realtà era solamente un trucco per farlo cadere nelle sue
grinfie, ne era certo - "Cos'è successo alla donna che ami?
Oh,
no, lo so, non dirlo: ha una malattia incurabile".
"No, no!". Un'altra aguzzina spinse via la sua alleata e si mise sul proprio cuore
la mano di Senri. "Penso di sapere che cosa è successo alla
donna da te tanto amata, caro: è morta". Si rivolse alle
altre
aguzzine. "Secondo voi non è così?".
"Oh, povero caro, è SICURAMENTE così".
"Eggiàh".
"Hai razzone!".
"Dove diamine sono capitato...".
"Oh, non ti preoccupare tesoro, lo sappiamo che questo mondo
è crudele, noi che ne abbiamo vissute tante".
Per un attimo Shiki volle indagare sull'esatto significato di quel 'noi
che ne abbiamo vissute tante', ma poi una vocina nella sua testa gli
disse che era sicuramente meglio non entrare nei dettagli.
"Guardatelo, non risponde! Fa il bel tenebroso!".
"Oddio, io ADORO i bei tenebrosi! Cèh! Sbaaaav!".
* * *
"...e alla vostra destra, potete ammirare un esemplare di Cocco De
Mer!".
La folla di umani partecipanti all'escursione si
voltò
emettendo classici "oooh" di ammirazione ad osservare l'enorme palma da
cocco
alla loro destra.
La giungla era, effettivamente, un posto molto spaventoso.
La luce del sole lì non arrivava, e quei pochi raggi che
riuscivano a penetrare tra le fronde illuminavano di verde il tunnel di
foglie e rami che li avvolgeva da ogni parte. Si sentivano ovunque
versi di uccelli esotici, ticchettii, fruscii e altri rumori molto,
molto spaventosi. Inoltre ogni tanto comparivano immense ragnatele
dotate di: 1) enorme ragno nero e rosso dagli occhi assassini al centro
della tela 2) moglie
del
ragno, molto più piccola, marrone, al lato della tela. A
volte facevano la loro comparsa anche i figli. Aidoh
osservava tali famigliole di aracnidi con terrore, e sembrava sul punto
di
mettersi a piangere. Rima aveva scoperto di
essere allergica al polline di un qualche fiore, e
starnutiva ogni cinque secondi senza smettere di grattarsi. Ruka,
ogni volta che un agitatore indicava una qualche meraviglia della
natura da ammirare, commentava l'accanimento degli umani con un: "Che
pena", poi gettava un'occhiata alla pianta, ragno o fiore che fosse e
aggiungeva un: "Che schifo". Kain, invece, sembrava essere l'unico ad
apprezzare la gita.
"Finalmente stiamo respirando la vera essenza di queste isole!",
decantava come se si trattasse dei versi di un poema epico, al che gli
altri tre lo guardavano male.
"Idfatti, e respirarla bi ha fatto BALISSIBO!", rispose Rima, e
tirò su col naso in una maniera per niente adeguata ad una
modella d'alta classe come lei.
"Sicuramente nell'aria c'è qualcosa di... di nocivo.
Velenoso.
Non mi fido di questo posto", sibilò Ruka mentre un
millepiedi
le passava accanto. Lo guardò schifata.
"Ma non dire così! Quest'aria ha invece un potere
rigenerante!", esclamò Kain. "Non sentite la
fotosintesi clorofilliana intorno a voi? OSSIGENO!".
"ETCHAAAAAA!", fu la romantica risposta di Rima.
* * *
Ichijo guardò Kaname preoccupato. Quante volte, nella sua
vita,
l'aveva aiutato, gli era stato vicino? Ormai non riusciva neanche
più a contarle; sapeva solo che il suo aiuto aveva dato
frutti
ogni singola volta. Era sempre stato capace di fare qualcosa per
Kaname, persino nelle situazioni più pericolose: e ora, non
aveva la più pallida idea di cosa fare davanti ad una banale
insolazione. Aveva aiutato Kaname di fronte a vampiri cattivi e nemici,
assassini... non poteva certo essere una pelle un po' più
colorita del solito a fermarlo.
Aveva immerso il suo amico nella vasca da bagno riempita fino all'orlo
di cubetti di ghiaccio e aveva chiuso le finestre, così da
creare una piacevole penombra. Gli raccontava storie, barzellette, di
tutto... ma Kaname si limitava a rispondere con un minaccioso rantolo:
"Mmmmmmm".
Ichijo si grattò la testa e sospirò.
"Kaname, che cosa devo fare con te? Se hai bisogno di qualcosa, devi
dirmelo, io non sono un indovino!".
"Mmmmmmmmmmmmmmmm".
"Ma insomma! Che cos'altro posso fare? Vuoi che ti canti una canzone?
Ti va?".
"Mmmmm".
Subito dopo aver detto ciò, Ichijo si rese conto di essersi
messo nei pasticci da solo. Lui non conosceva canzoni a memoria.
Soltanto di una sapeva tutte le parole, ma non era una canzone, come
dire, molto intelligente.
Tanto valeva tentare, però.
"Ehm... ehm... in radio c'è un pulcino...", tentò
di
intonare. "In radio c'è un... ehm... pulcino... è
il
pulcino Pio, il pulcino Pio, il pulcino Pio, il pulcino Pio, il pulcino
Pio... il pulcino... Pio".
"MMMMMMMMMMM".
"Okay, okay, non ti piace, va bene, io ci ho provato!".
* * *
"Caro, che cosa prendi da mangiare?".
Sei paia di occhi assassini lo fissavano in attesa di una risposta. Al
ristorante, lo avevano trascinato. Al
ristorante. Poteva andare peggio di così?
"Niente", disse in fretta.
"Maccome! Caro, il Vero Uomo deve nutrirsi bene, così poi
è pronto per andare in palestra a farsi...", e la minaccia
bionda-patella passò una mano sul braccio di Shiki, "...i muscoli".
"Ah?!", fece lui.
"A giudicare dal tuo... ihih... FISICO...". La biondina assunse
un'espressione estatica. "...devi essere un modello o robe del genere!".
"Ehm. Ti sbagli, e di grosso". Mai, MAI avrebbe rivelato alla
biondina che aveva indovinato. Lo avrebbe preso in ostaggio, se avesse
saputo! L'avrebbe legato a una sedia in una stanza buia e... e... e...
la sua immaginazione preferì non spingersi oltre.
Arrivò un cameriere.
"ALLORA", squittì una biondina prima che il pover'uomo
potesse
aprir bocca, "per noi sei, una carota cruda a testa, ebbasta! Per lui
invece una bbbella bistecca!".
"Non se ne parla n...".
"Ma tesoro, che cosa ti ho appena detto?! Cèh tu devi nutrirti!".
"Sennò che fine fanno i tuoi... sbav... muscoli?".
"Esssatto! Cèh!".
"Un conto siamo noi, che non possiamo mangiare, ma tu...!".
"E perché non potete mangiare, scusate?", chiese Shiki,
sinceramente interessato.
La patella lo guardò come se le avesse appena chiesto quanto
fa uno più uno.
"Ma tesoro, non è ovvio? Perché sennò
diventiamo delle mongolfiere come quella SFIGATA di Anto!".
"Anto! Diiio, è veeeeero! Quella là sì
che è SFIGATA!".
Un'enorme bistecca piombò come dal cielo davanti a Shiki,
che fece tanto d'occhi.
Perché i suoi
amici non stavano venendo a salvarlo?
* * *
Rima era furiosa.
Non solo il suo Shiki si era fatto portare via da quelle sgualdrinelle,
fregandosene in sommo grado dei suoi amici - e soprattutto di lei,
ma era anche rimasta vittima del suo stesso piano anti-biondine,
intrappolata in un'infernale escursione che la stava facendo scoppiare
dall'allergia.
Guardò male Kain, che ancora decantava i pregi della giungla
("Che cosa succederebbe se non ci fossero le foreste? Sono i polmoni
del pianeta!", "Ascoltate la natura! Non sentite che vi
parla?",
"Dài, che cosa vuoi che sia uno scarafaggio sul piede?
Apprezza
piuttosto il contatto unico che hai avuto con un'altra forma di vita!").
Poi, guardò male anche l'agitatore Peppe, che stava
sproloquiando di fare attenzione a non finire intrappolati in
una
tela di ragno. Se fosse finita in una tela di ragno,
rifletté,
avrebbe probabilmente ammazzato il povero ragno dalla rabbia.
Immediatamente, un urlo disumano risuonò per la giungla.
"AAAAAUUUURGH!!!".
Aidoh si dibatteva come un forsennato ed emetteva grida primordiali.
Rima non impiegò molto a capire che il poveretto aveva
centrato
in pieno una ragnatela, e ora si ritrovava avviluppato in un reticolo
appiccicoso e invisibile con uno o più ragni che gli
scorrazzavano addosso.
"Ma si può essere più deficienti?",
commentò Ruka
osservandolo a braccia conserte, senza muovere un muscolo per aiutarlo.
"AUUUGH! UAAAAARGH! AAAAAAAAA!".
Strillando ed ululando, Aidoh si mise a correre alla
velocità della luce e ben presto sparì.
Tutti quanti restarono ammutoliti per qualche secondo. Poi, Peppe prese
la parola:
"Ragazzi, abbiamo un amico in difficoltà, che è
fuggito urlando dalla paura! Presto, corriamo a salvarlo!".
"Sarebbe meglio se di lui ce ne occupassimo solo noi...",
iniziò Ruka, ma non fece in tempo a finire la frase che
venne investita dalla folla di umani guidati da Peppe. Ora
che c'era un disperso, gli umani credevano che la loro gita nella giungla fosse diventata una vera avventura, e si sentivano veri esploratori. E con la forza e la decisione dei veri esploratori, travolsero i quattro vampiri senza la
minima pietà.
* * *
"Ma cosa devo fare con te?! Aiuto! No, non guardarmi così,
NON GUARDARMI COSI'! Io non ti ho fatto niente! Non è certo
colpa mia se sei stato cinque ore sotto il sole!".
"MMMMMMMMMM".
"No, okay, va bene, forse un po' è stata colpa mia, non
avremmo dovuto lasciarti lì, ma ti prego, non guardarmi con
quegli occhi così cattivi!".
"Rrrrrrr".
"Oddio, ringhia adesso!
Ehm... ehm...".
"RRRRRRRRR".
"Okay, ora cerco di trovarti qualcosa di VERAMENTE divertente da fare.
Ho trovato!!! Vuoi giocare un po' con Fuffolone?
Dààài, sì! FUFFYYYY!
Quiiiiiii miciomiciomiciomicio! Oooh, braaavo il mio gattone! Mamma mia
quanto pesi! Allora, tu adesso giochi con Kaname! Bravo, bravo! NO, NO,
FERMO KANAME, COSA STAI FACENDO?! MI STAI AMMAZZANDO IL GATTO!!!
LASCIALO SUBITO ANDARE!!!".
* * *
Era ormai scesa la sera. Anzi, la notte. Le tenebre,
l'oscurità. E Shiki, dov'era? In un letto. Da solo?
No.
Cinque biondine assatanate avevano costretto lui e la
biondina-patella a dormire insieme. I commenti erano stati del tipo:
"Così potrete farvi i FATTI VOSTRI! Ihihihihihih!".
Fatti loro? QUALI fatti loro? Shiki avrebbe voluto ancora una volta non
entrare nei dettagli, ma purtroppo capiva fin troppo bene. Le sue
aguzzine lo avevano incastrato, o almeno così credevano. Ma
lui non si sarebbe fatto ingannare così facilmente.
La biondina era lì che lo guardava con occhi adoranti in
attesa di un primo passo, ma lui non avrebbe mosso un muscolo. Non
sentiva neanche l'odore del suo sangue, nemmeno aveva voglia di
morderla tanto era profondamente disgustato.
Chiuse gli occhi e cominciò a grugnire come un maiale in
calore, facendo finta di russare come un trombone. Emise i versi
più fantasiosi che poté, e in meno di mezzo
minuto la biondina scappò via a gambe levate, schifata. La
sentì che andava dalle sue amiche a confabulare. In breve
venne svegliato (nonostante fosse già sveglissimo) e buttato
fuori a calci con le seguenti parole:
"Il Vero Uomo, mio caro, non russa!".
"Il Vero Uomo è educato, e tu non lo sei!".
"Cèh, uno che quando dorme con una ragazza si mette a
russare!".
"Non ciccredo!".
"Sparisci!".
"Fai skifo!". [Shiki SAPEVA che in quella parola c'era una "k". Lo
sapeva]
"Hai razzone!".
* * *
"Aidooooh!".
"Aidooooooooh!".
"Hanabusaaaaa!".
I loro richiami risuonavano per la giungla, ma inutilmente. Gli umani
avevano ormai desistito, e da bravi idioti erano tornati al villaggio
turistico. Ormai era buio, e la giungla faceva veramente TANTA paura.
Rima e Ruka non facevano altro che urlare "CHE SCHIFO!", qualsiasi cosa
vedessero, e Kain non era più tanto sicuro delle lodi che
aveva tessuto nei confronti della foresta giusto qualche ora prima.
E Aidoh non si trovava.
"Io resterò qua anche fino a domani, finché non
salta fuori", affermò Kain.
"Anche io".
"E pure io. ETCHAAAAA!".
Avanzarono nell'oscurità per un po', sentendo solo il rumore
dei propri passi e dei minacciosi richiami di uccelli notturni.
Improvvisamente una strana musichetta risuonò fortissima, e
tutti e quattro fecero un salto di due metri.
"E' il mio cellulare! Mi sta chiamando Ichijo!", esclamò
Kain. "Pronto?".
"KAIN AIUTO! DOVETE
SUBITO TORNARE INDIETRO!".
"No Ichijo, siete voi a dover venire qua ad aiutarci!".
"NO, KAIN, TU NON
CAPISCI, TU NON CAPISCI!".
"Ichijo, la situazione qui è gravissima. Aidoh si
è perso nella giungla, e non lo troviamo più.
Abbiamo bisogno di aiuto".
"ANCHE QUI LA SITUAZIONE
E' GRAVE! Per fortuna che ho dato un colpo in testa a Kaname, e che ora
è svenuto, quindi non può fare altro male... e
per fortuna che l'asciugatrice è spenta... però
è bloccata, Akatsuki, la porta dell'asciugatrice
è bloccata!!!".
"Tutto qua? Tu mi hai chiamato urlando perché non riesci
più ad aprire l'asciugatrice? E che bisogno c'era di
tramortire Kaname?".
"Ichijo... KANAME HA
RINCHIUSO FUFFOLONE NELL'ASCIUGATRICE!".
Mie care, eccomi qui, sono
tornata!!! Vi sono mancata?
Argh è passato un mese dall'ultimo aggiornamento, mea culpa
mea culpa! Quando la storia sarà conclusa,
eliminerò il capitolo extra, perché non mi pare
giusto avere più recensioni solo per un avviso.
Cooomunque! Come state? Scusate, capitolo lungherrimo, ma in un mese ne
vengono di idee! Il prossimo aggiornamento ariverà in tempi
più umani, prometto :3
Alla prossima, ciau ciau!
Isabella
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Capitolo 10 *** I'm A Believer ***
CAPITOLO 8 - I'M A BELIEVER
Senri stava correndo verso la sua villetta, lieto
di essersi
finalmente liberato delle biondine. Ora avrebbe finalmente potuto
assaporare di nuovo la libertà! Sarebbe andato dai suoi
amici e
insieme avrebbero trascorso una meravigliosa giornata in spiaggia a
dormire e fare scherzi ad Aidoh. Kaname sicuramente stava
già
meglio, così avrebbe potuto tornare in spiaggia anche lui.
Sarebbe stati tutti felici e contenti, come nei finali delle avventure.
Passò davanti alla villetta di Aidoh e Kain, e decise di
svegliarli per comunicare loro il suo ritorno, e iniziare tutti insieme
una grande festa.
"AIDOOOH! KAAAAIN! SONO TORNATOOO!", berciò picchiando sulla
porta e sulle finestre. Nessuna risposta. "UUUUHUUUUU! SVEGLIAAAA!".
Niente. Shiki iniziò ad avere qualche atroce sospetto.
Sbirciò dalle finestre della camera da letto: i due letti
erano
disfatti, e vuoti.
Il suo cuore fece un salto. Corse verso la villetta di Rima e Ruka e
notò con orrore che nemmeno loro erano in casa. Ma se non
erano
lì... dov'erano?
"Aiuto!".
Shiki drizzò le orecchie. Qualcuno aveva urlato, qualcuno
aveva
chiesto aiuto! E la voce sembrava provenire proprio dalla sua villetta!
Si mise a correre e in breve raggiunse la propria abitazione.
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti!".
"ROAAAAAR!".
La voce che gridava aiuto sembrava quella di Ichijo. Si sentivano anche
degli strani ruggiti parecchio inquietanti. La soluzione gli
arrivò, veloce come un fulmine: un mostro ruggente si era
divorato Rima, Ruka, Kaname, Aidoh e Kain, e ora anche Ichijo stava per
subire la stessa sorte. Lui era l'unico, il solo che lo potesse
salvare. Lui era l'eroe.
"NON TEMERE TAKUMA, TI SALVO IO!", esclamò, e
fece
irruzione nella villetta buttando giù la porta con la sua
forza
vampiresca.
* * *
"Attenzione, a destra c'è una buca. Non cadetevi dentro".
"Una buca? Dove? AIUTO!".
Kain cadde nella buca con un tonfo sordo.
"Si vede che sei cugino di Aidoh. Qualcosa in comune, effettivamente,
l'avete: la cretinaggine", commentò Ruka. Il sonno le aveva
fatto aumentare il tasso di acidità dal 100% al 200%.
"Ma!", rispose Kain sconsolato, riemergendo a fatica dalla buca.
Perché Ruka ora era così cattiva con lui? Erano
sempre
stati tanto amici! Lui era sempre stato l'unico con lui lei non fosse
crudele (o almeno, non lo fosse così
tanto). Si vedeva che la disperata ricerca di Aidoh nella
giungla la stava spossando.
O forse l'intera vacanza la stava spossando.
Riuscì ad uscire dalla buca, e i tre ripresero la loro
camminata, chiamando Aidoh a tutta voce. Dopo un po', però,
Kain
cominciò ad avvertire un certo prurito ad
una gamba. Alla gamba sinistra. Alla caviglia, se vogliamo essere
precisi. E questo certo
prurito
non faceva altro che aumentare. Lui però, a differenza del
cugino, non avrebbe avuto reazioni inconsulte. Erano sempre stati
Aidoh, il cugino scemo, e Kain, il cugino figo, e così
sarebbero
stati per sempre. Avrebbe dimostrato a Ruka che la cretinaggine NON era
un tratto comune a lui e ad Hanabusa. Lui non guardava Spongebob. Lui
non rubava e/o rompeva le cose a Shiki. Lui non era così
SCEMO
da lasciarsi convincere che abiti color evidenziatore fossero l'ultima
moda!
Il prurito, però, aumentava in maniera preoccupante. Non era
sicuro che sarebbe riuscito a trattenersi per tanto tempo ancora.
Controllò Rima e Ruka. Erano di qualche passo più
avanti
di lui, pronte a urlare "CHE SCHIFO!" a qualsiasi rumore sentissero.
Ormai stava albeggiando, le ombre degli alberi erano lunghe,
taglienti e paurose, e disegnavano forme e intrichi assai minacciosi:
le due ragazze rischiavano un infarto dalla paura ogni tre secondi.
Anche lui era profondamente spaventato da quella giungla piena di
insidie, ma non l'avrebbe mai ammesso. E poi, ora doveva pensare al suo
prurito. Dopo aver appurato che le ragazze erano a distanza di
sicurezza, prese a grattarsi come un ossesso, dopodiché si
sentì subito meglio.
Passarono cinque minuti fatti di "che schifo", di richiami e di sospiri
assonnati. Rima ogni tanto starnutiva, ma ormai la sua allergia si stava calmando. Doveva essersi abituata ai pollini della giungla.
Kain non voleva ammetterlo a se stesso, ma il prurito stava tornando,
più forte di prima.
E non solo alla caviglia.
* * *
Non si era sbagliato: era un mostro. Un mostro color rosso pomodoro,
con gli occhi ancora più rossi e dei ciuffi neri in testa in
testa a mo' di capelli che stavano perfettamente dritti. Questo
mostro ruggiva e sbavava, e quel che è peggio stava lottando
furiosamente con Ichijo! Quando Shiki fece irruzione nella villetta, il
mostro interruppe la lotta per voltarsi a guardarlo. Lo
fissò
con i suoi occhietti fiammanti, ed emise un rantolo nel quale si
distinguevano a malapena le parole:
"Dopo tocca a te...".
Ciò rantolato, tornò ad occuparsi di Ichijo. I
due si
menavano atrocemente sul pavimento, mentre dal bagno provenivano dei
miagolii disperati.
Senri senza pensarci due volte si buttò a capofitto nella
mischia, deciso a salvare Ichijo.
"NO SHIKI, 'CHE SEI SCEMO, STANNE FUORI!", annaspò Takuma.
"TI DEVO SALVARE, PRIMA CHE QUESTO MOSTRO UCCIDA ANCHE TE!". E diede un
pestone in faccia al mostro, che emise un ringhio non troppo
rassicurante:
"Vvvvssssrrratthhjjhhhggggggg".
La lotta continuava in modo via via sempre più cruento,
ciononostante Ichijo e Senri riuscirono lo stesso a scambiarsi due
parole in mezzo alle mazzate:
"ANCHE ME?
CHE COSA INTENDI DIRE? Ahia!".
"Ha già ucciso tutti gli altri, no? AAAAH CHE DOLORE CHE
DOLORE!".
"MA NO! GLI ALTRI SONO ANDATI NELLA GIUNGLA! Ouch!".
"Nella giungla? Rima, Ruka, Kain, Aidoh e Kaname sono nella giungla?!
AHIA MA SEI SCEMO?!"
"MA NO, KANAME E' QUI, NON LO VEDI?! CI STIAMO LOTTANDO DA MEZZ'ORA,
CRETINO!".
Senri si ritrovò sdraiato per terra, faccia a faccia con la
smorfia sbavante e omicida del mostro, e pian piano una dura
consapevolezza si impadronì di lui.
Quel mostro era Kaname.
"Ehm...", tentò, mentre Kaname gli bloccava i polsi
tenendoglieli fermi a terra. "Ehm.... Kaname! Sono io! Sono Senri
Shiki! Tuo cugino! Ti ricordi, vero, del tuo caro cugino Senri?".
"IDIOTA, CREDI CHE KANAME ABBIA VOGLIA DI FARE CONVERSAZIONE?!",
sbraitò Ichijo prendendo a manganellate Kuran.
"Ehm...". Senri sentiva sudori freddi scendergli lungo la fronte mentre
gli occhi feroci di Kaname e i suoi denti aguzzi si facevano sempre
più vicini alla sua faccia.
* * *
Ogni secondo che passava, Kain si osservava la pelle con crescente
preoccupazione. Anche se ancora non erano ben evidenti, gli si stavano
formando ovunque delle strane macchie blu, e prudevano come
non
mai. Cercava di tenerle coperte alla bell'è meglio, ma
l'impresa
si faceva sempre più difficile man mano che diventavano
più visibili - e soprattutto man mano che si gonfiavano.
Cos'era, la sua punizione divina per essersi considerato
il cugino figo?
Si guardò le mani con sgomento: erano ormai ricoperte di bolle
blu, anzi... color prugna.
Non poteva più nascondersi, ormai.
"Ehm... ragaaaaazze...", chiamò, arrossendo. Avrebbe voluto
sprofondare in una voragine piuttosto che farsi vedere dalle ragazze -
da RUKA!!! - cosparso di bolle color prugna. "Ehm... abbiamo un...
problema".
"Sì?", dissero le due voltandosi. Kain chiuse gli occhi e
strinse i pugni. SAPEVA che cosa stavano per dire. Lo sapeva. Tre, due
uno...
"CHE SCHIFO!!!".
Esatto.
"Vi prego, siate clementi... non è stata colpa
mia!", piagnucolò inginocchiandosi.
"Chissà che strana ortica c'era nella buca",
osservò Rima mentre Ruka si inginocchiava accanto a lui.
"Sei proprio un bambino Kain!", esclamò. "Hai affrontato
cose
ben peggiori! Non ti farai mica abbattere da una pianta urticante! Su!".
"Ma chi te lo dice che è stata una pianta?!",
latrò lui. "Può avermi punto un ragno
velenoso!!!".
"RAGNO???!!!".
Kain e le ragazze ammutolirono e drizzarono le orecchie. Non era stato
nessuno di loro ad urlare quella parola.
"CHI HA PARLATO DI RAGNI??!!". Dei rumori sospetti giunsero da un
cespuglio dalle grosse foglie rotonde. "NON VOGLIO PIU' SENTIR PARLARE
DI RAGNI PER TUTTA LA MIA VITA!!!".
Dal cespuglio spuntò fuori una figura bionda, spettinata e
disgustosamente colorata.
"AIDOH!!!".
I tre corsero e lo stritolarono in un abbraccio-tenaglia.
"Cugino! Sei vivo!!!".
"Sei vivo!".
"Sei vivo!".
"Ragazzi", disse Aidoh, gli occhi stralunati. "Voi non avete idea di quello che
mi è successo".
"Beh... che cosa ti è successo?".
"Voi non potete capire. Sono finito dentro la ragnatela. Sono scappato
urlando. I ragni, che erano ben più di due, figurati,
saranno
stati almeno cento, hanno cominciato a scorrazzarmi in giro per tutto
il corpo. E non riuscivo a scacciarli, giuro che non riuscivo! Poi
è arrivato un uccello enorme giallo e blu, che aveva sentito
l'odore dei ragni e voleva mangiarseli. Così ha cominciato a
beccarmi dappertutto, ecco, guardate qua che lividi che ho! Poi
è arrivato un serpente, ma di quelli proprio spaventosi, che
voleva mangiarsi l'uccello, o forse voleva mangiarsi me. Anzi,
riflettendoci è molto più probabile che volesse
proprio
mangiarsi me. Quindi ha cominciato ad inseguirmi mentre ero
già
assalito dai ragni e dall'uccello, e poi ha cominciato ad avvolgersi
intorno a me! Ho creduto di morire! Poi però nel tentativo
di
scappare ho messo un piede sopra un fiore che puzzava, e l'odore letale
che emanava ha fatto scappare serpente, uccello e ragni".
"In effetti, non profumi proprio di viole", commentò Ruka
nauseata.
"Quello che conta è che tu stia bene", rispose Kain.
"Sì,
sono ricoperto di bolle blu. No, non ti permetto di chiedermi che cosa
mi è successo. Ora, per favore, torniamo a casa".
* * *
Finalmente erano arrivati alle villette. Strani suoni solcavano l'aria:
urla sguaiate, ruggiti, strida, colpi, miagolii.
"Qualcosa mi dice", decretò Ruka con voce funerea, "che
Kaname si è arrabbiato".
Si diressero tutti di corsa verso la villetta mentre dentro
imperversava la furia omicida di Kaname Kuran. Si limitarono ad
osservare l'allegro scenario dalla finestra: la casa era devastata. Mobili,
lampade, libri e soprammobili di ogni genere giacevano al suolo. Ogni
tanto se ne vedeva qualcuno volare, quando i tre combattenti si
sentivano particolarmente agguerriti. Si sentì un "LASCIA
ANDARE
FUFFY!" di Ichijo.
"Interveniamo?", propose Aidoh.
"Assolutamente no", rispose Ruka. "Dobbiamo cercare un modo per
placarli che non ci coinvolga necessariamente. Sennò,
finiremo
anche noi nella lotta, e chi ci tirerà più
fuori!".
"Secondo me, c'è una sola persona al mondo in grado di far
calmare Kuran", decretò Rima.
"Oh, no, no, ti prego", fece Ruka.
"Yuki Cross".
"NO!!!". Ruka esplose. "Lei NO! E' l'ULTIMA persona che voglio vedere,
e non verrà certo qui a rovinarmi la vacanza!".
"Ruka, la tua vacanza è già stata rovinata fin
dal primo giorno".
"Beh, in effetti...", dovette riconoscere Ruka.
"E poi, preferisci vedere Kaname in questo stato? Non vorresti, invece,
che qualcuno lo facesse tornare normale?".
"Beh, certo, però...". Però
vorrei essere IO quella capace di farlo tornare normale!!!,
avrebbe voluto urlare. "E va bene. Chiamate Yuki e il Direttore, fateli
venire qua subito, in giornata. Basta che mi teniate lontana da lei".
* * *
Yuki, Zero e il Direttore erano seduti intorno ad una tavola imbandita.
Cross osservava i manicaretti con orgoglio: li aveva cucinati lui
stesso con le sue preziosissime mani, e non a caso erano venuti
semplicemente perfetti! Solo, si chiedeva come mai Yukki e Kyriu non la
pensassero allo stesso modo.
"Insomma, ragazzo mio, MANGIA!", esclamò dando forte una
pacca
sulla schiena a Zero, che sputò quel poco che aveva in bocca
e
prese a tossire furiosamente.
"OORSCHH! OORSCHH! OORSCHH!".
Yuki non poté fare a meno di mettersi a sghignazzare di
fronte a quello spettacolo.
"YUKI!", la riprese il Direttore. "Non si ride delle disgrazie altrui,
insomma, come te lo devo dire?".
"BUAHAHAHAHAH!".
"Ragazzi, ragazzi, un attimo di silenzio, mi sta suonando il telefono!".
"GOORF! GOORF!".
"MA CHE RAZZA DI TOSSE E', ZERO?! BUAAAAHAHAHAHAHAH!".
"Ragazzi, piantatela, che non sento niente! Sì proooonto?".
"Direttore, lei e Yuki
dovete
immediatamente venire qua, Kaname sta impazzendo e penso ci
ucciderà tutti, Yuki è l'unica persona al mondo
che
potrebbe farlo calmare!".
"Cosa, cosa? Ma chi parla?".
"Sono Rima Toya,
Direttore! La prego,
venite subito qua, ma non portatevi assolutamente Kyriu! Se Kaname lo
vedesse le conseguenze potrebbero essere disastrose! Dovete essere solo
lei e Yuki! Prendete un treno sotterraneo e raggiungeteci! ORA!".
Rima riattaccò. Cross guardò i due
ragazzi e con aria solenne proferì:
"Miei cari, un impegno, una missione, ci spinge a raggiungere i vostri
amici della Night Class alle Seychelles".
"Amici? Quelli non sono miei amicCCHOOOOOFF! COFF! COFF!".
"E' successo qualcosa?".
"Ecco, vedi, Yukki... sembra che Kaname stia male".
"Oh, no!". Yuki si alzò di colpo. "Presto, andiamo!".
"Ma chettifrega di quello là insomma YukKKKKKKKKHHHHH!!!".
"Zero, bevi un bicchier d'acqua, sennò mi muori, su!".
"Kyriu, mi è stato esplicitamente ordinato di non portarti",
il
Direttore assunse un'espressione eroica, "ma io non ti
lascerò
qua da solo. Verrai anche tu. E ora, MARSCH!".
"Io non ci vengo neanche mortTTHHFFFFFFUUU!".
"ZERO, BEVI UN PO' D'ACQUA INSOMMA! Dài che dobbiamo andare
a salvare Kaname!".
"E va bene, e va bene. COFF! Dio mio, quanto scassate voi due messi
insieme lo so solo io. COFF! Ma quanto, quanto scassate...".
* * *
Il Direttore, Yuki e Kyriu arrivarono nel giro di una mezz'ora. Dio benedica chi ha inventato i
treni sotterranei, pensò Ruka. Non appena i
quattro vampiri vodero Zero, però, i loro volti si
oscurarono.
"Direttore, le era stato chiesto di non portare Kyriu", disse Kain.
"Potrebbe far arrabbiare Kaname ancora di più".
"Ma ragazzi, abbiate pazienza", disse il Direttore facendo la faccina
triste, con tanto di labbro sporgente, "non potevo lasciarlo a casa da
solo! Mentre Yukki andrà a calmare Kuran, lui
resterà
nascosto in albergo! Che c'è di meglio? Dài su,
Kyriu,
va' a nasconderti in albergo!".
Zero si diresse verso l'hotel maledicendo il mondo a bassa voce. I
vampiri tirarono un sospiro di sollievo.
"Ora, Yukki, fa' il tuo dovere".
"Ma, Direttore, ora che sento questi ruggiti, ho un po' paura...".
"ALT! STOP! Lo vuoi un incoraggiamento?".
"Beh, sì...".
"Allora se lo vuoi, chiamami PAPA'!!!".
"Direttore, non è il momento...".
"CHIAMAMI PAPA'!!!".
"Ergh... papà... vorrei un incoraggiamento".
Cross si beò della parolà "papà" e,
con le guance rosse, disse a Yuki in tono amorevole:
"Ebbene, qualsiasi cosa succeda, il tuo papà sara SEMPRE
pronto ad aiutarti!".
"Ah... grazie", disse Yuki. Si aspettava un incoraggiamento...
migliore. Cross se ne accorse e tornò ad indossare la faccia
con
labbro sporgente.
Yuki entrò nella villetta dalla porta sfondata e si
ritrovò immersa nel devasto.
I ruggiti e le urla provenivano da un'altra stanza.
"Ehm... Kaname?", chiamò.
Immediatamente i rumori di guerra cessarono. Poteva essereun buon
segno, ma anche un pessimo
segno.
"Kaname?", ripeté.
Nel giro di pochi secondi le si parò davanti il Kaname Kuran
più improbabile che avesse mai visto. Era in costume, e la
pelle
che non era coperta dal costume aveva un, diciamo, colorito molto
intenso. Sembrava Patrick la stella marina (anche Yuki, come Ichijo e
Aidoh, seguiva segretamente Spongebob). La sua pelle era ricoperta di
graffi e lividi, e i capelli erano un autentico cespuglio di rovi.
"Yuki?", disse.
"Ehmm... ciaaao!". Yuki cercò di sorridere.
"YUKI!!!". Kaname si avventò su di lei e la
abbracciò
stretta - o meglio, la stritolò. "Yuki, ti prego, devi
portarmi
via da qui, è un posto orribile, ieri in spiaggia hanno
tentato
di uccidermi, oh per fortuna che ci sei tu, Yuki, Yuki ti prego!".
"Ehm...". Yuki si limitò a cercare di accarezzare il
cespuglio di rovi. "Dài, stai calmo... va tutto bene ora...".
Nel frattempo un Senri Shiki e un Takuma Ichijo provvisti di lividi,
vestiti strappati, graffi, acciacchi e cespugli di rovi in testa
stavano uscendo fuori di soppiatto.
"Rivoglio il mio Fuffy", ringhiava Ichijo.
Shiki si raddolcì non
appena vide Rima, ma questa non sembrò contraccambiare.
Disse
qualcosa nell'orecchio a Ruka ed entrambe se ne andarono sdegnate,
mentre invece tutti gli altri si affrettavano a sommergerlo di domande
sulle biondine. Lui, però, non li ascoltava.
Ok, Ruka poteva essere arrabbiata perché c'era Yuki a
consolare Kaname, e non lei stessa. Ma Rima?
Gli venne un atroce sospetto: Rima era arrabbiata con lui. Oh,
sì, era sicuramente così. Il giorno prima lui era
stato
con le biondine, e Rima... ma certo! Come aveva fatto a non pensarci?
Rima era gelosa! Se solo avesse saputo che le biondine l'avevano
intrppolato, che non era stato con loro per scelta! Doveva
assolutamente spiegarle tutto. Ma se avesse provato a parlarle, lei non
l'avrebbe ascoltato, sapeva com'era fatta. No, no, ci voleva qualcosa
di più, una di quelle cose che notoriamente piacciono alle
donne. Una di quelle cose per cui una donna potrebbe sposarti, ecco.
Roba tipo fiori, cioccolatini, canzoni...
L'occhio gli cadde su un cartello appeso all'entrata della spiaggia,
poco lontano da lui.
"STASERA SERATA KARAOKE!", diceva. "PER ISCRIVERSI, CHIEDETE A PEPPE!".
Serata karaoke. Karaoke uguale canzoni. Canzoni uguale donna che ti
vuole sposare.
"Ragazzi...", disse come in preda ad una visione mistica, "io... io
devo andare".
Si mise a correre alla disparata ricerca di Peppe. Per Rima era
disposto a questo e ad altro... e poi, il fatto che lui fosse stonato
come una campana era ASSOLUTAMENTE secondario.
* * *
Sera.
"Ma dài, ragazzi, andiamoci a sentire il karaoke!
Sarà divertente!".
Tutti i vampiri guardarono in Direttore con profonda pena.
"Divertente? Bah. Per me è solo gentaglia che crede di saper
cantare". Stranamente era stata Rima, non Ruka, a comportarsi con tale
acidità. Non solo Shiki aveva preferito le biondine a lei,
il giorno precedente, ma anche ora che finalmente potevano stare
insieme, era sparito! Lei e Ruka si erano appartate un attimo a parlare
di come comportarsi con lui, e al loro ritorno lui non c'era
più!
Osservò Yuki e Kaname. Si tenevano per mano, e Kaname aveva
finalmente assunto un'espressione serena. Dietro di loro c'era Ruka che
li guardava con gli occhi che mandavano lampi e saette, e a guardare
Ruka c'era invece Kain, tutto triste. Buffo. Sembrava di vivere in una
telenovela. Quasi quasi si aspettava che Kaname improvvisamente
rivelasse a Yuki di essere suo fratello, come sempre succede nelle
telenovele.
Ovviamente Rima non sapeva che le cose stavano davvero così!
Kaname oltretutto, in un impeto di improvvisa bontà dovuta
all'arrivo di Yuki, aveva liberato Fuffolone dall'asciugatricee l'aveva
restituito al suo legittimo proprietario, che dalla felicità
aveva dato un bacio sulla guancia a Kaname. Ovviamente la reazione fu:
"MA CHE SCHIFO, ICHIJO!!!".
Improvvisamente si accesero dei fari colorati davanti alla piscina, e
cominciò a risuonare un'allegra musichetta.
"Dààààààài!
E' iniziato il karaoke! Eddai vipregovipregovipregoviprego...",
implorò il Direttore prostrandosi davanti ai vampiri. Yuki
guardò Kaname con i classici occhi dolci da cucciolo, e lui
no poté resistere:
"Ehm... beh, dài... va bene, andremo a sentire il karaoke".
"YUPPIIIIII!".
"Si trattenga, la prego, Direttore".
Andarono a sedersi in prima fila su poltroncine che erano disposte
davanti alla piscina, di fronte ad un microfono e ad un amplificatore
molto sospetti.
"AAAAALLORA, RAGAAAAZZI! SIETE PRONTI PER IL KARAOKE?!",
berciò Peppe. Gli umani cominciarono ad urlare e applaudire
come fornessati. "Aaallora, dovete sapere che purtroppo c'è
stata un po' di scarsità di iscrizioni. Solo una persona di
è iscritta. Quindi, sceglierò persona a caso dal
pubblico e le farò cantare! Oooooooh yeeeeeaaaaah!!!". A
tali nefande parole i vampiri si guardarono l'un l'altro, sconcertati.
"TU! Per esempio, vieni tu, tu con quel bel caschetto biondino!
Dààài, tu con il gatto in braccio!
Ecco, sì, proprio tu!".
Ichijo diventò di tutti i colori. Stava parlando di lui.
"Dài sì, vai Takuma!". Il Direttore gli diede uno
spintone che lo fece finire proprio davanti al microfono.
"Ehm... ehm...", disse lui nel microfono, facendosi piccolo piccolo e
usando Fuffolone come antistress.
"TU", declamò Peppe, "CANTERAI "PORTA IN ALTO LA MANO SEGUI
IL TUO CAPITANO"!".
"Io... canterò CHE
COSA?!".
"Mieeeeo!".
Dopo la standing ovation che seguì l'esibizione di Ichijo
(con la speciale partecipazione di Fuffolone, che ogni tre secondi
decorava la canzone con un "mieo"), Ruka fu costretta a cantare
"Umbrella". Per quella canzone era necessaria un certo tipo di
sensualità, il fascino latino... che Ruka, proprio, non possedeva.
Cantò la canzone con una vocina flebile flebile e stando
dritta e ferma con un palo. Applaudì solo Peppe, per
incoraggiarla, dopodiché si passò a "hit"
più recenti: il Direttore dovette cantare "Ai seu te pego".
Il pubblico lo amò.
"ED ORA, SIGNORE E SIGNORI, ECCO A VOI COLUI CHE HA DECISO DI
ISCRIVERSI!", annunciò Peppe. "L'unico, il solo,
inimitabile... NERSI!!!".
"Mi chiamo Senri, non Nersi", disse il suddetto mentre usciva da dietro
un rudimentale sipario montato per l'occasione.
Rima diventò bianca, poi passò al rosso scuro,
poi al verdognolo e infine tornò al pallore più
cadaverico possibile.
"Beh... dunque...", disse Senri nel microfono. "Questa canzone la
dedico ad una persona nel pubblico... è qui, in prima
fila...". Un faro illuminò Rima, il cui viso assunse
nuovamente tutti i colori che aveva assunto poco prima. "E... beh...
questa canzone serve per dirle che... che io voglio bene solo a lei".
Rima strinse le labbra, cercando di controllarsi e di non mettersi a
ballare urlando in piedi sulla sedia, mentre tutti gli altri le
lanciavano occhiate dense di sottintesi.
La musica partì, ma Senri, un po' per l'emozione e un po'
per la sua totale incapacità nel canto, attaccò
in ritardo, e cercando di rimediare si mangiò
metà della strofa:
"Ehm... love was only... fairytales... Aiut!... not for me... ehm...
disappointment... oh cavoli...".
Rima lo osservava perplessa ma, in fondo, euforica. Quando
arrivò il ritornello, per fortuna, il cantante provetto si
riprese, anzi, si entusiasmò:
"And then I saw her face... NOW I'M A BELIEVER!!!", cantò
con voce passionale, e indicò Rima, che fu sull'orlo di un
arresto cardiaco. "Not a trace of doubt in my mind! I'M IN LOVE... I'M
A BELIEVER!". Il presunto arresto cardiaco arrivò, e Rima si
accasciò priva di sensi sulle ginocchia di Ruka. Ma
bastarono due schiaffi da parte dell'amica (ancora arrabbiata per
essere stata costretta a cantare Rihanna) per farla rinvenire. "I
couldn't leave her if I trieeeed!".
"Eeeeh... che uomo!", sospirò Rima con un sorriso ebete,
rintronata dallo svenimento e dalle sberle.
* * *
"Beh, buonanotte, ragazzi!", li salutò il Direttore. "Noi
torniamo in albergo".
"A domani!", rispose Ichijo, e aggiunse a bassa voce, in modo che
Kaname non sentisse, "e mi saluti Kyriu!".
Il Direttore e Yuki tornarono in albergo, pronti ad affrontare l'ira
funesta di Zero (sapevano
che era arrabbiato, lui era sempre arrabbiato).
La Night Class rimase sola.
"Beh...", iniziò Kain, ancora tutto ricoperto di bolle color prugna, "è finita. Domani
pomeriggio si torna a casa".
"Proprio adesso che questa vacanza cominciava a piacermi",
borbottò Kaname.
"E te lo credo! C'era bisogno di Yuki per fartela piacere...",
commentò Ruka.
"Non so voi, ma a me un po' dispiace tornare a casa. Era abbastanza
divertente, tutto sommato. Vero, Fuffolone?".
I vampiri guardarono Ichijo con tanto d'occhi:
"Divertente?".
"Ma sei scemo?".
"Ma ti ha dato di volta il cervello?".
"Tu non sei più mio amico!".
"Ti disconosco!!!".
"TI SCOMUNICO!!!".
"Aidoh, ma cosa c'entra 'ti scomunico'?".
"Boh, mi sembrava che ci stesse bene...".
"Ehm... se lo dici tu".
"Insomma, buonanotte a tutti".
"Buonanotte".
"Notte".
Per chi non conoscesse la canzone di Ichijo: http://www.youtube.com/watch?v=0mYBSayCsH0
Oddio ma perché
più vado avanti con la storia più faccio capitoli
lunghi? Perdono T_T
Comunque, siamo alla fine. Questo NON è l'ultimo capitolo,
ma la storia è quasi finita. E devo dire che è
meglio così: dopo un po' le gag eccetera diventano sempre le
stesse, diciamo che la lunghezza di questa storia è quella
limite per il genere comico-demenziale, o almeno per come la vedo io.
Dopo un po' il tutto tende a diventare sterile, penso che questa storia
finirà al momento giusto, in tempo per evitare questa
sterilità. O almeno, spero! ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima!
Isabella
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Capitolo 11 *** Finalmente fine ***
CAPITOLO 9 - FINALMENTE FINE
Kain
si svegliò. Il sole spendeva piacevolmente, gli uccellini
cinguettavano e tirava una brezza paradisiaca. Quell'infernale
villaggio si era improvvisamente trasformato in un luogo fatato,
mancavano giusto arcobaleni in cielo e unicorni che scorrazzassero per
il giardino.
Era l'ultimo giorno. L'ULTIMO GIORNO! Quella sera sarebbero partiti.
Questo pensiero gli faceva vedere il mondo attraverso occhiali dalle
lenti rosa. Era felice.
Si sentiva ben disposto verso tutto e tutti. Lui AMAVA la
vita!
Un improvviso rumore di vetri rotti proveniente dal bagno fece
estinguere all'istante tali pensieri di pace e amore.
"Hanabusa", ringhiò, "cos'hai combinato?!".
"NIENTE!!!", si sentì dall'altra parte della porta del
bagno.
Seguirono borbottii in cui si distinguevano chiaramente alcune
imprecazioni irripetibili.
Kain stava per fare irruzione in bagno quando qualcuno bussò
alla porta. Andò ad aprire: era Ichijo, stranamente senza
gatto, con un sorriso a trecentosessantacinque denti.
"Kaaaain!", esclamò. "Siccome oggi è il gran
giorno,
ancheseinfondoamepiacevastarequamavabbè, proporrei di andare
tutti insieme a fare acquagym!".
Kain alzò un sopracciglio, non certo di avere capito bene:
"Acquagym?".
"Ma sì, dài! Non l'abbiamo ancora fatta da quando
siamo qua! Deve essere divertente! O oggi o mai più!".
Kain squadrò Ichijo, sospettoso:
"Kaname e Senri che cosa ne hanno detto di questa proposta?".
"Ehm... quando mi sono svegliato, in casa non c'erano più.
Saranno andati in spiaggia".
"Oh".
"Già... beh... però sai, a me piacerebbe davvero tanto fare
acquagym...".
"Non puoi chiedere a Rima e Ruka? Alle donne piacciono queste cose...".
"Le ho cercate, ma non sono in casa. Devono essere andate a far
colazione presto, oggi. Tuo cugino sarebbe disponibile?".
Kain diede un occhio dentro casa: Aidoh era ancora chiuso nel bagno, e
si sentivano ancora le sue maledizioni accompagnate da rumori di cocci
buttati nella spazzatura.
"Temo proprio di no. Non puoi chiamare Yuki? Lei è una
donna,
quindi le dovrebbe piacere, e sei anche l'unico a cui lei stia
simpatica".
"Sì, ma se Kaname scopre che la porto a fare acquagym senza
il suo permesso mi uccide.
E se anche Kyriu lo viene a sapere, mi fa risorgere per poi uccidermi
di nuovo".
"Ideona! Il Direttore! A lui piacerebbe tantissimo!".
"Sì, ma... beh... insomma Kain, non posso chiedere al
Direttore del mio collegio di venire a fare acquagym con me.
Dài, ho anche lasciato Fuffy a casa per l'acquagym: capisci
quanto ci tengo?".
Akatsuki guardò la faccia sconsolate di Ichijo.
Sospirò.
"E va bene", concesse, "verrò con te. Ma dovremo
mascherarci,
far sì che gli altri non ci riconoscano. Morirei piuttosto
che
farmi vedere da qualcuno che conosco mentre faccio acquagym".
* * *
"Rima, dico sul serio".
"Ma dài, Ru, che ti importa?".
"Quante volte devo dirti di non chiamarmi Ru?!".
"E allora come dovrei chiamarti? Ruky? Ruru? Ka? Miss Soen?".
"Devi chiamarmi RUKA! Non è difficile".
"Come sei noiosa".
"Comunque, io dico sul serio. Non possiamo andare a fare acquagym
facendoci vedere da tutti gli altri. Ci prenderanno in giro dicendo che
sembriamo delle sessantenni rammollite".
"Ma, Ruka, noi sessant'anni li abbiamo già compiuti da un
po'...".
"Oh insomma, intendevo sessantenni umane!".
"Ok, ok, scusa. Quindi che cosa vuoi fare? Qual è il piano?
Non
puoi certo rinunciare all'acquagym per questo. E' stata il tuo sogno
segreto per tutta la settimana, oggi finalmente puoi realizzare questo
sogno... che
ti importa se gli altri ti vedono?".
"MI IMPORTA, INVECE! Il piano è uno e semplice: gli
agitatori
sono provvisti di una costumeria dove si travestono per fare i loro
spettacolini idioti. Noi ci infiltriamo e ci travestiamo. Ma ci
travestiamo proprio benissimo,
in modo che nessuno ci riconosca. Ci stai?".
"Oddio. Mah, perché no? Dopotutto è l'ultimo
giorno, non abbiamo più niente da perdere".
* * *
"Yukkkiiiiiii! Kyriuuuu! Tesori belli! Che ne dite di farci il
fisicazzo partecipando all'acquagym stamattina?".
Zero strabuzzò gli occhi:
"Farci il COSA?".
"Oh insomma, Kyriu, sii uomo. I veri uomini si fanno i muscoli!".
"Ma l'acquagym è roba da DONNE!".
"E chi l'ha detto? IO ci andrò, e Yukki verrà con
me. Vero, Yukki?".
"Sììì! L'acquagym!
Dàidàidài Zero, vieni anche tu,
perfavoretiprego!",
strillacchiò Yuki saltellando.
"Ma è roba da donne".
"E qual è il problema? Puoi sempre travestirti da donna!".
"Esatto".
Zero guardò esterrefatto le facce serie di Yuki e del
Direttore. Volevano davvero che lui...?
Fu solo un attimo.
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!".
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! KYRIU VESTITO DA DOOONNAAAA!!!".
"BUAHAHAHAHAHAH!".
"GAHAHAHAHAHAHA!".
"PAFHGAGHAGAHHFFF!!!".
"PPFFFRRRTTTSGAAAAAAHAHAHAHAHAH!!!".
* * *
"Cara, sto bene vestita così?", cinguettò Kain
sporgendo le labbra cosparse senza pietà di rossetto.
"Tesoro, sei di-vi-na!", esclamò Ichijo con voce flautata, e
sbatté in modo seducente le lunghe ciglia finte.
Si guardarono allo specchio. Una donna dai lunghi capelli biondi e una
dai ricci rossi li osservavano di rimando. Erano avvolte in
due
meravigliosi costumi interi da donna, e nonostante le loro forme non
fossero tra le più aggraziate, avevano un indiscutibile
fascino.
"No, cioè, siamo meravigliosi, Ichijo".
"Puoi scommetterci. Ci siamo anche fatti la ceretta!". Takuma fu quasi
sorpreso nel sentire uscire da una così bella donzella il
suo
vocione da uomo.
La ceretta era stata un vero e proprio trauma. Le urla che avevano
lanciato si sarebbero potute sentire fin dall'altra parte del mondo. I
due però si erano talmente appassionati alla loro
trasformazione da uomo a donna che avevano sopportato (anche se non
tanto stoicamente) l'atroce dolore.
"Ora andiamo, prima che gli agitatori si accorgano che abbiamo
saccheggiato la loro costumeria".
"Certo. Però...". Kain era pensoso. "Però manca
ancora
qualcosa. Allora, allora, fammi pensare". Il vampiro passò
qualche secondo a guardare il proprio riflesso e quello dell'amico,
dopodiché ebbe un colpo di genio. "Ma certo!!!".
Svelto, andò a frugare in uno scatolone di vestiti da donna
e ne
uscì con in mano due reggiseni estremamente imbottiti.
"Mi sa che avremo bisogno di questi!".
* * *
"Stai attenta che nessuno ci veda. Ecco, ecco, sta uscendo della gente,
nasconditi!".
Rima e Ruka si nascosero dietro l'angolo mentre due donne dall'aria
spavalda uscivano dalla costumeria. Erano una rossa e una bionda,
truccate all'inverosimile e avvolte in costumi interi dai colori
improbabilmente sgargianti. Camminavano, osservò Rima, come
le
oche degli Aristogatti
(film molto di moda fra le ragazze della Night
Class).
"Ma le hai viste? Ma chi si credono di essere?".
"Oltretutto erano mostruose! Non ho mai visto tanto trucco in tutta la
mia vita".
Borbottando, entrarono nella costumeria.
"Io proporrei di travestirci da uomo", annunciò Ruka.
"Ma no, nessun uomo andrebbe mai all'acquagym! Si capirebbe subito che
c'è sotto qualcosa!".
"E invece se ci travestiamo da uomini nessuno ci riconoscerà
mentre se restiamo
donne verremo facilmente riconosciute. Per favore Rima,
per favore!".
"Aaah. D'accordo, hai vinto ancora una volta. Entro breve diventeremo
RUKO e RIMO!".
Sembrare uomini era difficile. Dovettero applicarsi barbe/peli/entrambi
palesemente finti. Ruka optò per un parruccone di ricci
neri,
Rima invece decise di diventare un uomo sofisticato e un po'
stravagante con in testa una bombetta e i baffi alla Salvador
Dalì. Trovarono delle tutine da surfisti e, in mancanza
d'altro,
le indossarono come costumi da bagno.
Mentre uscivano dalla costumeria tutte soddisfatte, intravidero due
donne in burqa che correvano via.
"Cosa ci fanno due donne afghane al villaggio turistico?".
"E noi vampiri, invece? Io ormai ho smesso di farmi domande, Rima, e ti
consiglio di fare lo stesso".
* * *
Senri Shiki annaspò.
"Kaname, non ce la faccio più, sto morendo di caldo. Era
proprio necessario?".
"Sì che lo era, cugino. Nessuno degli altri deve sapere che
stiamo andando a fare acquagym. Se poi lo scopre Yuki è la
fine".
"Ma era proprio necessario mettersi il BURQA? Sto soffocando!".
"Certo che era necessario".
"Ma non possiamo fare acquagym avvolti in questi cosi!".
"Sì che possiamo. Diremo che non possiamo toglierli, che
è contro la nostra religione".
"Tu sarai la mia rovina".
* * *
"AAALLORA signore belle, che ne dite di cominciare con questa
meravigliosa acquagym?!", berciò un'agitatrice, la stessa
agitatrice saltellante che ogni giorno dirigeva l'acquagym. "Ooh, vedo
che oggi ci sono anche dei... ehm... bei maschioni qui con noi!",
aggiunse osservando con sospetto i due uomini che si stavano
avvicinando. Indossavano delle improbabili tutine da surf e uno dei due
portava addirittura il cappello, inoltre erano stranamente mingherlini.
'Bei maschioni' non era proprio il termine adatto, ma doveva pur
incoraggiarli, no? In effetti, osservò, quel giorno la
piscina
era piena di gente... stramba. C'erano due ragazze che sembravano
essersi spalmate in faccia tutti i trucchi del mondo, e i loro capelli
erano talmente gonfi e rifulgenti da poter sembrare parrucche. Poi
c'era un padre esaltato con le due figlie adolescenti. Già
l'uomo non sembrava tanto normale, con i capelli lunghi e quei ridicoli
occhiali tondi, ma le due ragazze passavano il segno. Una assomigliava
in modo sospetto alle due tutte truccate e se ne stava in disparte con
il broncio, mentre l'altra, il cui aspetto fisico grazie al cielo era
accettabile, la tirava per un braccio cercando di costringerla ad
entrare in acqua.
E non era ancora finita. Due strane figure si stavano avvicinando.
Erano due donne in burqa che, davanti agli occhi increduli
dell'agitatrice, stavano entrando in piscina per l'acquagym!
"Ehm, signore!", le richiamò l'agitatrice. "Non potete
muovervi
in acqua con addosso quei... cosi. Dovete toglierveli o farete un sacco
di fatica!".
"Ci dispiace, non possiamo", disse una delle due donne con una
stranissima vocina strozzata. "E' contro la nostra religione!".
"Ehm... come volete". L'agitatrice decise di rinunciare. Se quel
giorno c'era solo gente strana, lei non poteva certo farci niente.
"AAALLORA, DUNQUE COMINCIAMO!".
Non posso crederci di averlo fatto davvero, pensava Zero
nel frattempo. Si era lasciato travestire da donna dal Yuki e dal
Direttore. Da donna. DA
DONNA! Non era possibile, doveva esserci qualcosa che non andava in lui.
"Oddio Zero guarda, guarda, guarda!", lo tormentava Yuki mentre tutti
insieme cercavano di compiere il primo (e già faticosissimo)
esercizio di acquagym. "Guarda quel tipo là! Mamma mia se
è FIGO!".
Zero guardò con sufficienza l'oggetto
dell'adorazione di
Yuki. Era uno dei due strani tizi che si erano aggiunti. Non quello con
il cappello, per fortuna. Era quello con i ricci neri. Si chiese che
cosa mai Yuki potesse trovare di attraente in quella sottospecie di
porcospino unicellulare. Era quasi sul punto di dirle che Kaname era
molto meglio, e che se avesse lasciato perdere il porcospino
unicellulare per Kuran, lui sarebbe stato l'uomo più felice
della terra.
IL CHE ERA TUTTO DIRE.
Peccato che ormai fosse troppo tardi: Yuki era partita in quarta e
puntava proprio verso... Ruka.
"Rima, ehm, mi sa che il nostro travestimento ha funzionato".
"Ah sì? E da che cosa lo deduci?".
"Ehm. Yuki mi sta guardando con... ehm... ammirazione".
"Oddio. Oddio, ma grande Ruka! Hai fatto colpo! Vai così!".
"Ma sei SCEMA? Io sono una DONNA! Yuki NON PUO' venire qua! Oddio Rima
sta venendo qua! STAVENENDOQUAODDIORIMACHEFACCIO".
"E' semplice: ti cali ancora di più nella parte,
così il
travestimento risulterà ancora più convincente".
"Ma!".
"Io per esempio andrò a fare il galletto con quelle due
signorine laggiù. Vedranno che genere di uomo sono".
"RIMA MA TU SEI UNA DONNA!!!".
Ichijo e Kain erano contenti e profondamente inquieti al tempo stesso.
Contenti perché il loro travestimento aveva dato frutti,
inquietati perché Ichijo aveva già un
corteggiatore. Un corteggiatore agguerrito.
Si era loro avvicinato a ritmo di acquagym guardandoli da sotto la
falda del suo ridicolo cappello, e aveva subito puntato la "ragazza
bionda".
"E CINQ SEI SETTE OTTO", berciava l'agitatrice. Ad ogni numero, lo
strano soggetto si avvicinava sempre di più ad Ichijo.
"Salve signorina", disse con una strana voce non appena fu abbastanza
vicino. "Non ci siamo già visti da qualche parte, noi due?".
"Ehm!".
"Kaname! Kaname! Kaname! Guarda! Yuki ci sta provando!!!".
"HO NOTATO".
"E la cosa non ti infastidisce?".
"MOLTO".
"E non hai intenzione di fare niente?".
"Che cosa dovrei fare? Io sono una donna afghana, Shiki".
"Appunto, sei un donna, vacci anche tu ad approcciare quel capellone
che piace tanto a Yuki, così si staccherà da lei".
"Ma cosa succederà se poi gli piacerò davvero?".
"A quello ci penserai poi. Ora vai là e fai la cretina col
capellone, mentre io mi beo della visione di quella là".
"Chi? Quella tizia truccata come un clown con i capelli rosso
pomodoro?!".
"Beh, dài, brutta non è".
"Spero che tu non dica sul serio".
"E perché?".
"E... Rima?!".
"Beh... Rima non lo saprà mai! In fondo non sto mica facendo
niente, la sto solo guardando".
Kaname scosse la testa, incredulo. Shiki tradiva Rima in quel modo?!
Dov'erano finiti i valori di quell'uomo? Scosse di nuovo la testa e
iniziò la sua marcia alla riconquista di Yuki, che stava
cercando di far ridere il tizio con delle barzellette: barzellette che,
però, facevano ridere solo lei.
Kaname si diresse con immensa fatica verso il capellone e Yuki,
cercando di seguire i passi dell'acquagym ma ottenendo il solo
risultato di sembrare una scimmia rachitica. Era ad un passo da loro
quando una visione paradisiaca gli si parò davanti agli
occhi.
Una ragazza stava in piedi vicino a Yuki. Era seria, imbronciata
magari. I capelli castani le ricadevano sulle spalle magre avvolti in
morbidi boccoli. Era un po'... spigolosa come ragazza, ma questo non
rovinava la sua bellezza. I suoi occhi erano grigi dai riflessi
violacei, e la sua bocca rossa di rossetto. Non poteva essere umana,
c'era una componente... vampiresca in lei. Kaname, però,
decise di mantenere un contegno: primo, agli occhi di tutti lui era una
donna afghana; secondo, non avrebbe mai fatto vedere che si era
abbassato al livello di Shiki, che lui stesso aveva aspramente
criticato pochi istanti prima.
Ovviamente non sapeva che la spendida ragazza in
realtà era Zero.
La situazione era la seguente:
1) Ruka era corteggiata da Yuki!
2) Rima, per convincere tutti del suo essere un uomo, stava
approcciando Ichijo!
3) Senri rimirava Kain!
4) KANAME GUARDAVA ZERO CON OCCHI ADORANTI.
Il tutto a ritmo di musica. Se qualcuno avesse osservato dall'esterno
la scena, avrebbe visto una marea di cretini conciati nelle maniere
più improbabili muoversi goffamente nel tentativo d'imitare
l'agitatrice, e provando contemporaneamente a fare colpo. L'unico che
sembrava interessarsi solo ed unicamente all'acquagym era il Direttore,
che seguiva i passi con un sorriso compiaciuto.
La cosa
andava avanti da una decina di minuti quando qualcuno raggiunse con
passo trionfale il bordo della piscina. I suoi capelli dorati
rifulgevano al sole, e il costume blu elettrico che indossava non
faceva che mettere in risalto il suo fisico bestiale e i suoi occhi
color zaffiro.
Era Aidoh, in tutta la sua magnificenza.
Entrò in piscina maestosamente proprio mentre lo stereo
faceva partire una certa canzone dei OneRepublic.
"Ma... ma come?!", strillacchiò l'agitatrice. "Questa
canzone non era in programma! Non è una canzone da
acquagym!".
"Ma è la MIA canzone, baby!", esclamò Aidoh. "Oh,
my, feels just like I don't try, look so good I might die, all I know
is EVERYBODY LOVES ME!", canticchiò.
Si mise al centro esatto della piscina e si esibì a ritmo
della "sua" canzone in una
perfetta acquagym, con cui le mosse scimmiesche di Kaname non potevano
minimamente competere.
Sarebbe risultata una scena perfetta... se non fosse stato per Zero.
"BASTA!!!", urlò, e si strappò la parrucca dalla
testa. "Sono stufo di questa pagliacciata!". Con una manata si tolse il
trucco e, sotto gli occhi esterrefatti dell'agitatrice, uscì
dall'acqua e diede un calcio allo stereo, riducendolo in mille pezzi.
Dopodiché accadde tutto piuttosto in fretta.
"ZERO!", urlò Yuki.
"Muoio", mormorò Kaname, e cadde in acqua privo di sensi.
"KANAME!", urlò Shiki.
"Kaname?!", ripeterono tutti.
"KANAME!", urlò Yuki.
"KANAME!", berciò nuovamente Shiki, e si tolse il burqa.
"SHIKI!", fece Rima.
"Rima?!", fece Shiki.
"Rima!", affermò Ruka togliendole il cappello e i baffi alla
Salvador Dalì, per poi togliersi il parruccone.
"Oddio. Ruka", disse Yuki con voce flebile, e raggiunse Kaname nel
mondo dell'incoscenza.
"Ragazzi",
singhiozzò l'agitatrice.
"Ruka!!!", esclamò Kain gettando all'aria la propria chioma
rossa.
"Akatsuki", osservò Ruka, schifata dalla visione di Kain con
il rossetto.
"Akatsuki", constatò Shiki con voce tombale.
Il silenzio regnò sovrano per qualche secondo. Tutti erano
immobili, e fissavano la donna bionda vicino a Kain.
Era la quiete prima della
tempesta.
"ICHIJO!!!", tuonarono, e lo spostamento d'aria fu tale che la parrucca
e le ciglia finte gli volarono via.
Ed ecco la quiete dopo la
tempesta. Kaname e Yuki furono fatti rinvenire. L'agitatrice fu portata
in infermeria in quanto sotto stato di shock. Nessuno osava guardare in
faccia nessun altro.
"Beh... ciao, ragazzi! Non mi aspettavo di trovarvi qua!",
tentò Aidoh, con un sorrisino.
Fu guardato malissimo.
* * *
"Aidoh,
guarda che se non ti sbrighi perdiamo l'aereo".
"Aspettate! Solo un momento".
I sei vampiri, Zero, Yuki e il Direttore sospirarono in perfetta
sincronia.
Kaname, esternamente, sembrava sopportare perfettamente la presenza di
Zero, e la cosa sembrava essere corrisposta.
In realtà nessuno sapeva che, mentre non erano osservati,
Kaname gli aveva sibilato:
"Io e te faremo i conti al ritorno".
"Ci puoi scommettere", aveva risposto Zero, minaccioso.
Aidoh era impegnatissimo a fare acquisti in un negozietto
dell'aeroporto dove vendevano telefoni, macchine fotografiche e altri
aggeggi tecnologici tremendamente umani. Gli altri erano stati da lui
costretti ad aspettarlo fuori.
"Ma si può sapere che cosa stai comprando?", gli
urlò Ruka.
"No! Segreto!".
Ruka alzò gli occhi al cielo. L'unica, con Aidoh, era
assecondarlo.
"Sono richiesti urgentemente al terminal 4 i passeggeri Kuran, Ichijo,
Kain, Aidoh, Soen, Toya, Shiki, Cross e Kyriu. Muovetevi, comitiva di
ritardatari, o non potrete tornare a casina, è la quarta
volta che vi chiamiamo!", sbraitò una voce dall'altoparlante
dell'aeroporto.
"AIDOH SBRIGATI! L'AEREO PARTE!", ruggì Kaname. "GUARDA CHE
SE NON ESCI DI LI' ENTRO UN MILIONESIMO DI SECONDO, NOI TI LASCIAMO
QUI!".
"Aspetta!".
"AIDOH, DICO SUL SERIO!".
"No!".
"AIDOH, NOI CE NE STIAMO ANDANDO!".
"Dài che ho quasi finito!".
"CIAO, AIDOH!".
"Arrivooooo!".
Aidoh arrivò di gran volata.
"Finalmente", bobottò Kaname, e si accinse a far partire la
grande corsa di gruppo verso il terminal.
"No, aspettate, FERMI TUTTI!", gridò Aidoh, al che tutti si
bloccarono.
"Cosa c'è
ancora?". Negli occhi rosso scuro di Kaname c'era una luce omicida.
"Questo", disse Aidoh ansimando per il fiatone, "è per
Shiki".
Tirò fuori da dietro la schiena un piccolo pacchetto regalo.
"Per me?", chiese Senri fra l'incredulo e l'addolcito. Prese in mano il
pacchetto che Aidoh gli porgeva.
"Sì. Ecco, vedi, mi sentivo troppo in colpa per
ciò che è successo a... a quello che mi avevi
prestato", spiegò Hanabusa mentre l'altro era impegnato
nello scartare il pacchetto. "Quindi, beh, ecco... ricomprartene uno
era... la cosa migliore da fare".
L'espressione di Shiki si illuminò quando, sollevando
l'ultimo lembo di carta da regalo, si ritrovò in mano un
piccolo tamagochi.
"I... i... io...", balbettò, diventando color parrucca rossa
di Kain.
"Ti prometto che ci giocherai solo tu. Non te lo chiedero mai più".
"Ma... ma... ma... io... io...". Shiki abbracciò Aidoh e
scoppiò a piangere. "TI VOGLIO BENE!".
"Va bene, va bene, va bene, tanto love, ora andiamocene di qui e
torniamo a casa, per favore!!!", ringhiò Kaname,
strattonando Shiki.
Chiunque fosse passato per l'aeroporto a quell'ora avrebbe visto una
comitiva di pazzi (uno di loro con un gatto in braccio) attraversare la struttura di corsa, da cima a fondo.
Avrebbe potuto assistere ai loro problemi ai controlli di polizia, alle
centinaia di volte in cui fecero suonare il metaldetector. Avrebbe
visto uno di loro, il più minaccioso di tutti, dire con voce
assassina:
"Aidoh, togliti quella schifo di cintura tamarra, sennò non
potrai mai passare".
Avrebbe sentito lo stesso annuncio risuonare ancora, per la quinta
volta, nell'aeroporto.
Avrebbe, finalmente, visto l'intera comitiva di pazzi mostrare le carte
d'imbarco al terminal (con, ovviamente, problemi vari ed eventuali di
smarrimento carte d'imbarco) e correre come degli assatanati sull'aereo.
Avrebbe visto l'aereo prendere una lunga rincorsa, andare sempre
più veloce e infine staccarsi dal suolo.
L'avrebbe visto alzarsi sempre di più nel cielo.
Poi, dopo qualche secondo, avrebbe sentito un urlo disumano:
"AIDOH, STAI ZITTO E LASCIACI DORMIRE!!!".
FINE
La prima cosa che ci tengo a dirvi è che il titolo di questa storia è anche il titolo di una canzone del mio gruppo preferito, i Green Day. Eccola qua: http://www.youtube.com/watch?v=x8vXvOisoZ Il titolo significa "vacanza da zombie", e il secondo verso dice "the cat's caught in the dryer", cioè, "il gatto è chiuso nell'asciugatrice". Ora sapete da dove ho preso l'ispirazione per un certo episodio. Quindi parte dei miei ringraziamenti va a quei miti di Billie Joe, Mike e Trè.
Comunque. Sono triste.
Ma tanto eh. Ero affezionatissima a questa storia... All'aggiornamento su EFP all'inizio settimanale, poi, diciamo, un po'
più "libero" (sorry!)... Alle cretinate che mi inventavo e
per le quali spesso ho riso da sola... Alla lunghezza dei capitoli che
vedevo aumentare con orrore, ma che non potevo fermare, era come se i capitoli si allungassero da soli... E naturalmente alle vostre
recensioni ridanciane! Come avrei fatto a proseguire la storia senza
quelle?
Sto scrivendo in azzurro e non in arancione proprio per sottolineare il
fatto che questo è un messaggio finale e non un commento di
fine capitolo.
Non voglio annoiarvi però, siete venute qui per il capitolo
e non certo per leggere le mie riflessioni.
Voglio solo che sappiate che questa è la storia
più lunga e apprezzata che abbia mai pubblicato, e sono
molto soddisfatta di me stessa, ma devo soprattutto ringraziare voi. Mi
avete resa davvero felice con le vostre recensioni, e vi ringrazio di
cuore. Come ripeto, senza i vostri commenti positivi, non credo che
avrei proseguito con la storia.
Alla prossima, mie care... beh, perché ovviamente
scriverò ancora su Vampire Knight.
Grazie mille ancora!
Sophie Isabella Nikolaevna
PS: avevo promesso a me stessa che avrei inserito in questo capitolo la
canzone dei OneRepublic. DOVEVO farlo ^^
PPS: QUANTO E' BELLO IL MIO NUOVO AVATAR?! Io amo Once-ler! Ben presto arriverà una fic su Lorax!
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