Un amore che cresce giorno dopo giorno di Liberty89 (/viewuser.php?uid=56500)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Primo giorno ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: La visita medica ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Il duello ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Piani diabolici e vasi apparsi dal nulla ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: A lezione con Xigbar ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: La prima missione ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: I sentimenti dei Nessuno ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Incubi o realtà? ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Il contatto si rompe ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Dichiarazioni e pensieri ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Missione individuale ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: La Fortezza Oscura ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: I primi ricordi ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Un aiuto inaspettato ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: La sfida ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: Il salvataggio ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: My soul and my heart ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: Un amore che sboccia ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: L'influenza determinante del numero IV ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: Sotto i raggi lunari ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21: Sotto la pioggia ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22: Nothing Memories ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23: Verità nascoste nel buio di un viso ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24: Sospetti ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25: Per amarti... ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26: The mission has begun ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27: Midgar ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28: L'abbraccio dell'ala nera ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29: The Angel and his Ragdoll ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30: Nakama ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31: Il risveglio della bambola ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32: Fragments of Somebody’s memories ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33: Esecuzione ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34: La caduta della torre ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35: Scacco matto ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36: La resa dei conti ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37: Destati! ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38: L'uscita ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39: Game Over ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1: Primo giorno ***
Buonsalve a tutti!
Eccomi con un'altra long-fic dai toni totalmente diversi rispetto alla
precedente (ancora in corso u.u). Questa fic non avrà molto
a che fare con la trama originale degli avvenimenti che vedono
protagonista l'Organizzazione XIII, infatti i personaggi sono OOC e mi
sono ispirata ad una serie di video di due famosi doppiatori. Spero di
avervi incuriositi ^^ Buona lettura!!!
Disclaimer: i
personaggi di questa fic non mi appartengono e la fic non è
stata scritta a scopo di lucro.
Capitolo 1: Primo giorno
Piano aprì un occhio, poi l’altro.
Volle restare ancora un po’ in quello strano stadio che
è il dormiveglia, ma ben presto dovette abbandonare
l’idea.
Le dolci e calme note del Sitar provenienti dalla stanza del numero IX
lo svegliarono definitivamente.
Scostò le calde e candide lenzuola e si alzò
emettendo un sonoro sbadiglio, dopodiché si diresse in bagno.
Rimase per un po’ a guardare il suo riflesso nello specchio.
I corti capelli biondo-scuro arruffati più che mai e la
stanchezza aveva preso posto nell’azzurro cielo dei suoi
occhi.
Era passato solo un giorno dal suo ingresso
nell’Organizzazione e già era ridotto ad uno
straccio.
E il pomeriggio seguente avrebbe dovuto affrontare uno degli altri
membri.
Sospirò, ripensando al suo primo giorno.
Non era andato come se l’aspettava.
# flashback #
-Vieni avanti.- disse calmo il Superiore, invitandolo ad entrare.
Con passi lenti e schiena dritta si portò al centro della
sala dei troni. Gli sguardi dei dodici membri fissi su di sé.
-Ma capo! È solo un ragazzino!- sbottò il numero
II.
-Non badare all’apparenza. Siamo di fronte al Nessuno di un
custode.-
Mormorii concitati riempirono il silenzio.
-Qual è il tuo nome?- chiese il numero I.
-Roxas.-
-Bene, tra due giorni affronterai uno di noi e ci mostrerai di cosa sei
realmente capace. La riunione è conclusa, Axel, mostragli la
sua stanza.- concluse Xemnas, rivolgendosi ad un Nessuno alla sua
destra.
-Agli ordini!- rispose un ragazzo, sparendo dal suo trono per
riapparire al fianco del nuovo arrivato. -Seguimi!-
Roxas rimase spiazzato davanti a tutta quella euforia, ma il suo volto
non mostrò alcun pensiero e si limitò a seguire
quello strano ragazzo dai capelli rossi come il fuoco e gli occhi
simili a smeraldi.
-Allora… da che parte posso cominciare…-
parlò il rosso. -Certo che stupido!- esclamato
ciò si fermò e si voltò verso di lui.
-Io mi chiamo Axel. A-X-E-L. Got it memorized?-
Roxas non capì. Perché aveva fatto lo spelling?
Mistero.
-Che membro sei?- chiese timidamente.
-Sono il numero VIII e ho il titolo di “Soffio di fiamme
danzanti”. Chiamami tranquillamente per nome.-
spiegò. -Dimmi cosa vuoi fare.-
-Vorrei andare nella mia stanza, per favore.- rispose il biondo
lapidario.
L’entusiasmo del rosso parve crollare, ma si riprese
all’istante e sfoderò uno dei suoi sorrisi. -No
problem! Vieni!-
Lo condusse per dei lunghi corridoi forse troppo bianchi. Sembravano
schiacciarlo ad ogni passo. Salirono un paio di rampe di scale e infine
si fermarono davanti ad una porta. Su di essa il numero XIII inciso e
dipinto in nero.
-Sono spiacente…- iniziò Axel. -A due passi da
qui c’è la stanza di Demyx.- disse, indicando la
porta infondo al corridoio.
-E quale sarebbe il problema?- chiese Roxas, ingenuamente.
L'altro sospirò. -Ah… beata ignoranza.-
puntò il suo sguardo smeraldino su quello azzurro cielo del
biondo e alzò tre dita. -Tre… due…
uno…-
Quando riabbassò la mano, il dolce suono di una chitarra
iniziò ad uscire dalla stanza del numero IX. -Sta suonando.
Continuo a non capire dove sia il problema.-
-Il problema è che Demyx suona dalla mattina alla sera e
ancora non ha capito che deve smetterla.-
-Non ha importanza, a me non dà fastidio. Ora se vuoi
scusarmi, vorrei andare a riposare.-
Scostò il rosso e mise una mano sulla maniglia della porta.
-Grazie, Axel, per avermi accompagnato.- disse voltandosi.
-Di nulla. Se hai bisogno di me, io sono esattamente qui sotto.-
rispose, indicando il pavimento.
Roxas annuì e entrò nella stanza, chiudendosi la
porta alle spalle.
Sospirò e iniziò ad esplorare la sua nuova camera.
Era abbastanza grande. Davanti a lui c’era un letto con
appoggiate sopra delle coperte in caso di necessità, oltre
si trovava una grande porta finestra che conduceva su di un piccolo
balcone. Alla sua sinistra vide un armadio e una porta. Il tutto
rigorosamente e assurdamente bianco.
-Ma sono fissati?- pensò.
Il ragazzo si avvicinò all’armadio e lo
aprì.
-Ho l’imbarazzo della scelta…- si disse osservando
ciò che c’era all’interno.
Un soprabito nero, un altro soprabito nero, un terzo soprabito nero e
così altri due. In più c’erano
pantaloni e maglie sempre neri.
Chiuse l’armadio e aprì la porta che si trovava
accanto ad esso. Un piccolo bagno dotato di tutto
l’occorrente. Davanti alla porta c’era il
lavandino, a sinistra il water e a destra la doccia.
Non perse tempo e preparò tutto per darsi una rinfrescata.
Un’ora dopo qualcuno bussò alla porta.
Se avesse avuto un cuore, gli sarebbe venuto di certo un infarto.
Quello che credeva un orso di quasi due metri lo stava fissando con i
suoi occhi viola.
-Sì?- chiese timidamente il giovane Nessuno.
-Ciao funghetto…-
-Funghetto?!- pensò leggermente irritato.
-Ascolta, io mi occupo della cucina, dimmi cosa vorresti mangiare per
cena?-
-Bè… credo che un piatto di pasta vada
più che bene.-
-Sicuro? Non vuoi nient’altro?- chiese l'orso con apprensione.
-Sicuro.-
-Bene, allora ci vediamo alle sette in punto. Ciao funghetto!-
-Arrivederci numero III.- rispose, ricordando la sua posizione nella
sala dei troni.
-Quante formalità! Chiamami Xaldin.- salutò con
la mano e si voltò per andarsene. -Ah! Dimenticavo!-
esclamò improvvisamente girandosi. -Domani mattina dovrai
andare da Vexen per la visita medica.-
-Ho capito. Grazie, Xaldin.-
-Di niente! A dopo!-
Qualche minuto prima delle sette, il neo membro uscì dalla
sua stanza per avviarsi nella sala da pranzo. Purtroppo non era ancora
in grado di usare i varchi oscuri, quindi avrebbe dovuto muoversi a
piedi.
Fece un paio di passi, ma si fermò quando un varco si
aprì davanti a lui e ne uscì Axel.
-Ehilà Roxas! Vuoi un passaggio?- esordì lui,
indicando il varco.
-Volentieri, grazie Axel.- assentì il biondo con un sorriso.
Attraversarono il varco e giunsero in sala da pranzo, dove si trovavano
già tutti gli altri membri.
Il giovane Nessuno si guardò intorno spaesato: il caos
regnava sovrano.
Xaldin, mattarello alla mano, cercava di uccidere il Nessuno con la
benda.
L’unica donna del gruppo stava prendendo a pugni il membro
con i capelli biondi ossigenati che implorava pietà e nel
frattempo… le chiedeva di uscire?!
Il Nessuno con i lunghi capelli azzurri e una cicatrice a X sul viso
stava litigando con una scatoletta di tonno.
Un Nessuno più alto di Xaldin stava lì fermo
immobile in mezzo a tutta quella confusione e accanto a lui
c’era un altro membro di quelli silenziosi, poco
più alto di lui con i capelli di uno strano colore tra il
grigio e l’azzurro e un ciuffo a coprirgli l’occhio
destro.
-Non farci caso…- gli disse Axel. -Fanno sempre
così… Vieni, Demyx ci ha tenuto i posti.-
Lo prese per mano e lo condusse alla parte destra della tavolata dove
sedeva un ragazzo con i capelli biondi tirati
all’insù e gli occhi verde acquamarina.
-Ciao Axel!-
-Ciao Dem! Grazie per averci aspettati. Lui è Roxas.-
rispose il rosso indicando il compagno.
-Piacere di conoscerti Roxas, io sono Demyx! Abbiamo le stanze vicine,
se ti dovessi dare fastidio con il Sitar fammelo sapere!-
-Stai tranquillo, prima ti ho sentito suonare e sei bravo. Non so se
verrò a lamentarmi.- disse Roxas, sedendosi accanto al
numero VIII.
Dopo qualche minuto, una mano si appoggiò sulla sua spalla e
quando si girò un nuovo infarto lo avrebbe stecchito, se
avesse avuto un cuore. Un Nessuno dai lunghi capelli rosa e gli occhi
blu gli stava sorridendo a trentadue denti.
-Ciao caro! Io sono Marluxia, il Leggiadro Sicario.- parlava con uno
strano accento che gli dava una certa femminilità.
Gli vennero dei dubbi.
-Se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa, non esitare a chiedere,
ok?- aggiunse il rosato, prendendogli il viso per il mento.
-Ok… G-grazie…-
-E dai Marl, lascialo stare.- intervenne Axel. -Lo spaventi
così.-
-Ma cosa dici?!- esclamò il numero XI. -Vabbè,
vado a sedermi, tra poco arriva il capo. A presto!-
Fece l’occhiolino, lanciò un bacio e se ne
andò.
-E’ un uomo vero?- chiese Roxas, guardando i compagni.
-Certo!- rispose Demyx. -Ma dell’altra sponda.-
-Ah…-
Tutti all’improvviso si zittirono. Il numero I
dell’Organizzazione aveva fatto il suo ingresso e prese posto
a capotavola. -Molto bene, ci siamo tutti?- chiese.
-Manca la mummia!- esclamò il Nessuno con la benda.
-Xigbar, non chiamarlo così.- lo rimproverò il
Superiore. -Vexen ha del lavoro da fare e poi lo sai come la pensa sui
luoghi troppo affollati. Buon appetito a tutti.-
Detto questo, il caos riprese agli stessi livelli di pochi istanti
prima.
Si buttò sul letto esausto.
Aveva fatto la conoscenza di tutti i membri, tranne di quello chiamato
Vexen.
Ricapitolando.
Dopo essergli apparso a due centimetri dal naso, a testa in
giù, Xigbar gli aveva detto che sarebbe stato lui ad
insegnargli ad aprire i varchi oscuri.
Lexaeus lo aveva guardato e lo aveva salutato con una poderosa stretta
di mano, senza dire niente.
Zexion, il sesto membro, gli aveva dato un benvenuto non troppo
allegro, ma gli altri gli avevano detto di non darci troppo peso.
Saix lo aveva guardato con gli occhi ridotti a fessure e poi se
n’era andato.
Il numero X, Luxord, lo aveva invitato a giocare a poker e quando gli
ha risposto che non sapeva giocare si è proposto come
insegnante.
Larxene è stata un incubo. -Vedi di non rompere, hai capito
tappo?!- dopodiché fulmini e saette spuntarono da
chissà dove come a rinforzare le sue parole.
Xemnas lo aveva però tranquillizzato, dicendogli che
nonostante fossero dei soggetti alquanto particolari sarebbero stati
degli ottimi compagni e prima di andarsene gli aveva ricordato la
visita medica del giorno dopo.
Con questi pensieri si preparò per la notte e si
addormentò in poco tempo.
# fine flashback #
Quando uscì dalla stanza erano le otto e dopo aver chiesto
indicazioni a Demyx, si diresse verso il laboratorio del quarto membro
dell’Organizzazione: Vexen, il Freddo Accademico.
Mi auguro che questo
primo capitolino sia stato di vostro gradimento ^^ Dal prossimo il pepe
è assicurato e si andrà sempre peggio... Come
anteprima vi posso solamente dire di immaginarvi un Vexen
più giovane di almeno una vita xD Alla prossima!
See ya!
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2: La visita medica ***
Salve a tutti ^^ Sono contenta che il primo capitolo abbia incuriosito molti di voi *strabuzza gli occhi sui tre preferiti, i tre seguiti e i due commenti* Già, non ci credo xD Per questo dedico a tutti voi il secondo chap di questa fic ^^
ps: cercate di immaginare Vexen come un aitante giovanotto di vent'anni... so che è difficile, ma provateci ^^''
Capitolo 2: La visita medica
-Non vedo l’ora di usare i varchi oscuri!- pensò Roxas, prendendo fiato dopo aver percorso ogni piano del castello fino ai sotterranei, dove si trovava il laboratorio del quarto membro.
Lasciò passare qualche altro secondo e poi si incamminò per il corridoio, infondo al quale c’era una porta metallica, con inciso sopra il numero IV.
Deglutì e alzò il pugno per bussare, ma la porta si aprì prima che potesse sfiorarla.
-Vieni pure avanti, numero XIII.- disse una voce matura e severa.
Roxas entrò con un certo timore, che aumentò quando la porta si chiuse alle sue spalle. Si voltò a guardarla con odio, poi si concentrò sulla stanza. Era molto ampia, alla sua destra c’era una grande libreria in legno colma di libri di ogni sorta, a sinistra c’era un’altra libreria e una porta in legno scuro. Poco più avanti a lui c’era una scrivania e dietro ad essa un uomo con dei lunghi capelli biondo cenere e la carnagione molto chiara.
Fece un altro paio di passi e il Nessuno più anziano alzò la testa dai documenti su cui era chino, mostrando i suoi occhi di un verde chiarissimo e freddo.
Lo sguardo gelido come il ghiaccio di cui era padrone gli gelò il sangue nelle vene. Si sentì attraversato dai brividi ed era sicuro che la causa non fosse il fatto di trovarsi nei freddi sotterranei del castello.
Lo squadrò da capo a piedi un paio di volte, poi si alzò e si avvicinò a lui.
-Finalmente ci incontriamo di persona. Io sono Vexen, ma tu ti rivolgerai a me chiamandomi numero IV o Signore. Intesi?-
-Sì, numero IV.-
-Molto bene.- sorrise l'altro. -Adesso andiamo di là che ti faccio un controllo.-
Roxas seguì il collega nella stanza accanto. Era molto più piccola dello studio. Al centro si trovava un lettino e poco distante una scrivania, alla parete opposta alla porta prendeva posto un armadietto pieno di medicinali e siringhe.
-Allora, spogliati e sdraiati.- ordinò. -Hai fatto colazione?- chiese poi, mentre il giovane si privava degli indumenti.
-No. Ho pensato che se avessi dovuto fare degli esami avremmo risparmiato tempo.-
-Bravo! Finalmente qualcuno che si degna di non farmi perdere tempo.-
Nell’ora che seguì, Vexen controllò ogni centimetro del corpo del giovane Nessuno e alla fine gli prelevò tre provette di sangue.
-Adesso puoi rivestirti.- disse il Freddo Accademico, andando a sistemare i piccoli contenitori.
Il numero XIII si rivestì molto lentamente. La testa gli girava parecchio ed era meglio non fare movimenti bruschi.
Vexen si sedette alla scrivania. -Da quanto ho potuto vedere finora, sei sano come un pesce. Per il resto dovremo aspettare i risultati. Ti farò sapere quando saranno pronti. Un’ultima cosa…-
-Dite.-
-Cosa ricordi del tuo io originale?-
-Il suo nome, il suo volto e altri due visi senza nome. Nient’altro.-
-Bene. Ora puoi andare.-
-Arrivederci e grazie numero IV.- rispose, accennando un inchino col capo.
Quando si ritrovò nel corridoio si appoggiò al muro e cominciò a compiere lunghi respiri.
L’incontro con il collega fondatore lo aveva turbato. Tuttavia, era troppo scosso per mettersi a cercare delle risposte e s’incamminò per fare ritorno alla sua stanza.
Qualcuno stava bussando con notevole insistenza alla porta della sua stanza. Troppo stanco per alzarsi dal letto diede il permesso di entrare. I capelli rossi di Axel furono l’unica cosa che vide nel buio della camera.
-Roxas, cos’hai?- chiese il numero VIII, sedendosi sul letto.
-Sono solo stanco…- rispose lui, con voce flebile, ridotta ad un sussurro.
-Cos’hai fatto per stancarti così?-
-Sono andato a fare la visita…-
-Una visita medica non ti riduce in questo stato.-
-Sono andato e tornato a piedi… e non ho mangiato…-
Il rosso rimase interdetto. -Vexen è sempre il solito… Vado a prenderti qualcosa da mangiare e torno.-
-Grazie…-
Il Soffio di Fiamme Danzanti sorrise e sparì in un varco oscuro per ricomparire in cucina. -Ehi Xal!-
-Dimmi Axel, bisogno di qualcosa?- chiese il numero III, mentre metteva a posto i piatti.
-Vexen ha colpito ancora.-
Il moro si girò allibito. -Ha lasciato che Roxas tornasse in camera sua da solo?- Il rosso annuì. -E magari era anche a stomaco vuoto…-
-Bingo.-
-Dopo quel pazzo mi sente. Adesso preparo qualcosa al volo e glielo porto. Tu torna da lui.-
-Va bene. A dopo!-
Scomparve nuovamente in un varco e fece ritorno nella stanza del numero XIII, trovandolo assopito.
Prese una sedia e si sedette accanto al letto. Il giovane Nessuno dormiva sereno, ma un lieve pallore segnava il suo volto.
Axel fissava il ragazzino senza perdersi alcun movimento o respiro. Si sentiva attratto dal suo giovane compagno. Dal primo momento in cui lo vide si era sentito legato a lui. Il desiderio di stargli accanto aumentava ogni minuto.
Senza accorgersene, prese ad accarezzare i capelli biondi di Roxas, con delicatezza. Non voleva interrompere il suo sonno, ma soprattutto non voleva che l’espressione del suo viso cambiasse.
Rimase a compiere quel semplice gesto, finché un varco oscuro non si aprì nella stanza.
-Eccomi.- annunciò il numero III, avanzando con un vassoio tra le mani. -Come sta?-
-Dorme.- rispose il numero VIII. -Mi dispiace un po’ svegliarlo…-
-Deve mangiare, altrimenti domani non sarà in grado di affrontare il combattimento.-
Il rosso sospirò, dando ragione al compagno. -Roxas… Svegliati, dai!- disse, scuotendo il ragazzo, che aprì gli occhi poco dopo.
-Axel? Cosa c’è?- chiese con voce stanca il numero XIII.
-Xaldin ti ha portato la cena…- comunicò il rosso, mentre andava ad aprire le tende per far entrare la poca luce emessa dalla luna a forma di cuore.
-Esatto! Una zuppa speciale che ti aiuterà a riprenderti!- esclamò il moro. -Adesso tirati su e mangia.-
Con non poca fatica, il ragazzino si mise a sedere sul letto e il Nessuno più anziano gli posò il vassoio sulle gambe.
-Avanti, mangia!- lo incoraggiò il rosso.
Roxas annuì e assaggiò la zuppa che aveva davanti, per poi iniziare a mangiarla con gusto sotto i sorrisi dei due compagni.
***
-Vexen, devi dirmi qualcosa?- chiese il Superiore senza spostare lo sguardo dalla candida luna, che sovrastava quel vasto mondo di mezzo.
-Salve Xemnas. Sono qui per comunicarti gli esiti della visita del numero XIII.- rispose il numero IV alle sue spalle.
-E’ in buona salute?-
-E’ sano come un pesce e non ha quasi memoria della sua precedente esistenza…-
A quelle parole il numero I si voltò. -A cosa può essere dovuto?-
-Credo che la causa sia il fatto che il custode è tornato se stesso in poco tempo. Tuttavia, puoi stare tranquillo, questo fatto non inciderà minimamente sui suoi poteri.-
-Questa è una buona notizia. Ora puoi andare.- rispose Xemnas, tornando a dare le sue attenzioni a Kingdom Hearts.
Vexen s’inchinò e scomparve in varco oscuro per riapparire nel suo laboratorio. Si avvicinò alla scrivania e prese in mano una fiala di liquido scarlatto.
-Numero XIII… presto sarai mio…- sibilò il Freddo Accademico con un ghigno divertito.
Et voilà! xD Spero che vi sia piaciuto ^^ Lo so, non è successo granché, ma i momenti importanti vanno preparati per bene, giusto? u.u Alla prossima!
See ya!!
Angolo recensioni
soral: Mi auguro che questo chap ti sia piaciuto come il precedente, anche se mi rendo conto io stessa che fa pena .-. E purtroppo, devo comunicarti che di Akuroku se ne parlerà molto più avanti u.u ma non preoccuparti, perché aggiornerò probabilmente ogni settimana, dato che la fic è già scritta fino al capitolo 25, quindi il momento che tanto aspetti non tarderà ad arrivare ^^ Ciau!!
_Roxys_: Ma ciao! Anche tu da queste parti? Mi fa piacere ^^ Ebbene sì, l'ho pubblicata anche qua, sono peggio di un virus xD Sono contenta che tu la segua anche qui e vedrai che apporterò delle migliorie dove mi sarà possibile, perché i primi capitoli fanno veramente, ma veramente schifuz... Bye!!! ^^
ps: un enorme grazie a chi ha solamente letto e un abbraccio enorme a chi ha messo la fic tra i preferiti e chi l'ha messa nelle seguite, mi commuove ç___ç alla prossima!!! |
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Capitolo 3 *** Capitolo 3: Il duello ***
Rieccomi con il seguito! Roxas affronterà in duello un collega dell'Organizzazione, chi sarà mai? E Roxas vincerà? *le arriva un pomodoro sulla scarpa* Ok, ho finito... ci sentiamo a fine chap! Buona lettura!! *arriva un ceppo di lattuga* Ho capito!!!! *fuggisce*
ps: sì, l'autrice non ci sta molto con la testa xD
Capitolo 3: Il duello
-Roxas, sei sicuro di farcela?-
-Sì, Axel è già la terza volta che me lo chiedi. Rilassati.-
Il numero XIII sorrise al numero VIII, che sospirò.
-Hai ragione, scusami.-
-Fa nulla.-
-E’ che sei ancora un po’ pallido…- disse avvicinandosi al giovane Nessuno, che si stava sistemando il soprabito.
-Stai tranquillo. Sto bene e posso affrontare chiunque.- rispose risoluto il biondo.
-Se lo dici tu… Andiamo?-
-Sì. Spero di imparare in fretta ad usare i varchi, così la smetterò di approfittare di te.-
-Non dirlo neanche per scherzo!- esclamò il rosso, aprendo un passaggio. -Lo faccio più che volentieri!-
Un ultimo scambio di sorrisi e i due sparirono all’interno del varco oscuro per ricomparire nella candida e alta sala dei troni.
Tutti i membri erano presenti, compreso il riluttante numero IV.
Axel prese posto sul suo trono e il silenzio calò sovrano, ad un gesto del Superiore.
-Oggi il nuovo membro, Roxas, affronterà in duello il numero VII.-
Tutti gli astanti spostarono lo sguardo sul Mago che Danza sulla Luna, che osservava il tutto a braccia incrociate, come se la cosa non lo riguardasse.
-Saix, sei libero di rifiutare.- aggiunse l'albino.
-Accetto.- replicò invece il settimo membro dell'Organizzazione, mostrando un ghigno dall'anonimo significato.
-Molto bene. Tutti al Punto Morto!-
Il numero I scomparve seguito dagli altri membri, eccetto Axel che si affiancò a Roxas.
-Dovrai stare attento, Saix non ci andrà leggero.- lo avvertì il rosso con serietà.
Il numero XIII annuì e scomparve con il compagno nel varco che aveva aperto.
Pochi secondi e giunsero al campo di battaglia preferito del numero VII, in cui una grande finestra mostrava la bianca luna a forma di cuore.
Dopo un’ultima pacca sulla spalla, il numero VIII raggiunse i colleghi, lasciando il biondo davanti al suo avversario.
-Iniziate quando volete.- intervenne Xemnas, separando i due sfidanti dagli spettatori con una barriera.
-Sei pronto ragazzino?- chiese Saix con un ghigno, mentre evocava il suo Claymore.
Una pesante alabarda come quella dei Nessuno Berserker che controllava a suo piacimento.
-Quando vuoi.- rispose Roxas, evocando le sue armi.
Due keyblade.
Nella mano sinistra il Portafortuna, candido come la prima neve d’inverno.
Nella mano destra il Lontano Ricordo, nero come la notte più buia, come l’oblio del suo possessore, che non rammenta nulla del suo passato.
I dodici Nessuno spalancarono gli occhi.
-Ehi capo.- chiamò Xigbar a voce bassa. -Ma il custode non aveva un solo keyblade?-
-Evidentemente, il numero XIII è più potente di quello che sembra.-
Un sussurro che non sfuggi ad un paio di orecchie attente.
Roxas iniziò a correre verso il suo avversario, facendo strisciare i keyblade a terra, emettendo scintille. Il numero VII si riscosse dalla sorpresa e si preparò a ricevere il ragazzo.
Una violenta onda d’urto si sprigionò quando la lama della chiave bianca si scontrò con l’alabarda. Qualche secondo di stallo e si separarono di nuovo. Saix partì all’attacco, menando pericolosi e veloci fendenti con la sua arma.
Il biondo parò una sferzata con la chiave nera e con la sua compagna caricò un colpo circolare, che mirava alla gamba destra del Nessuno più anziano.
Un rapido balzo all’indietro e l’attacco fu schivato.
Decise iridi di un chiaro azzurro cielo incontrarono due divertiti e brillanti occhi dorati.
Il più giovane compì un grande salto in avanti per eliminare la distanza che lo separava dal suo avversario e tentò un fendente verticale dall’alto verso il basso. Schivato. Poggiati i piedi a terra riprovò, stavolta con un colpo dal basso verso l’alto. Schivato da un rapido balzo all'indietro come il precedente.
Il numero XIII eseguì una serie di colpi a ripetizione che quasi due minuti dopo raggiunsero il Nessuno dai lunghi capelli azzurri e riuscirono a scagliarlo contro il muro che aveva alle spalle.
Una risata nel ritrovato silenzio, che faceva da muto spettatore a quel duello frenetico.
-Cos’hai da ridere?- chiese Roxas.
-Molto bravo, non c’è che dire, ma credo dovrai impegnarti di più, se speri di battermi.- disse Saix, rialzandosi come se nulla fosse.
-Allora direi che il riscaldamento può dirsi concluso.-
I combattenti si guardarono negli occhi, dopodiché corsero uno incontro all’altro.
Il Lontano Ricordo fu scagliato contro il Nessuno dalla liscia chioma azzurra, che si bloccò e parò l’attacco, ma quando abbassò l’arma per contrattaccare, il biondo era scomparso come la sua chiave. Si voltò, ma alle sue spalle non trovò altro che vuoto. Lo vide solamente quando portò lo sguardo sopra di sé.
Il giovane Nessuno stava scendendo in picchiata sul suo avversario. Lanciò nuovamente il keyblade nero e subito dopo il Portafortuna, quando le chiavi scomparvero, Roxas giunse all’altezza del suo volto e lo colpì con un poderoso calcio.
Con questa mossa, il numero VII cadde all’indietro e il numero XIII fece una capriola all’indietro per atterrare perfettamente in piedi, fresco come una rosa.
Un impercettibile scambio di sguardi tra il Mago che Danza sulla Luna e il Superiore, dopodiché il primo si rialzò con un sorriso.
-Mi dispiace, ma è giunto il momento di finirla.- esordì Saix, mentre delle scariche elettriche iniziavano a muoversi intorno a lui e i suoi lunghi capelli azzurri galleggiavano nell’aria.
Roxas impugnò immediatamente le sue armi, mettendosi in posizione di guardia.
Pochi istanti dopo si trovò sbattuto al muro, senza che se ne fosse accorto.
Scosse la testa e si rialzò, preparandosi a respingere il nuovo attacco.
Incrociò i keyblade davanti a sé e la furia del numero VII si abbatté su di lui. Fortunatamente le sue gambe non cedettero e riuscì a resistere al contraccolpo. Con il Portafortuna respinse il Claymore e con il Lontano Ricordo colpì l'avversario al fianco.
Si scambiarono uno sguardo di sfida, dopodiché entrambi saltarono all’indietro.
Poi fu un susseguirsi di passi, prima lenti, ma che divennero una corsa velocissima e in pochi attimi i due si superarono.
Il silenzio calò sul Punto Morto. Non un movimento da parte dei due sfidanti.
Dopo quella che parve un’eternità, la barriera si dissolse e i due Nessuno s’inginocchiarono sostenuti dalle loro armi.
-Vi comunico che da questo momento in avanti Roxas, la Chiave del Destino, fa ufficialmente parte della nostra Organizzazione!- annunciò Xemnas, avvicinandosi al nuovo membro. -Sei stato molto bravo, certo devi migliorare, ma sei già a buon punto.-
Roxas annuì e osservò il Superiore dirigersi verso Saix, aiutarlo ad alzarsi e portarlo via attraverso un varco, al loro posto rimase una leggera macchia di sangue, che risaltava come una stella nel buio, sul chiaro pavimento del Punto Morto.
Un suono nuovo attirò la sua attenzione facendolo voltare. I suoi nuovi compagni stavano battendo le mani.
Poco dopo i membri IV, V, VI, X, XI e XII scomparvero nel buio dei loro varchi, mentre i restanti si avvicinarono a lui con la soddisfazione dipinta in viso.
-Roxas! Sei stato grande!- esclamò Demyx.
-Ha ragione!- continuò Xaldin. -Sei in gamba funghetto!-
-Grazie…- disse, mentre si alzava in piedi.
Un'improvvisa fitta al fianco destro lo fece piegare in due e il suo guanto nero si scurì ulteriormente, quando tolse la mano dalla ferita che lasciava cadere sul bianco pavimento, gocce di liquido scarlatto.
-Dobbiamo portarti subito da Vexen!- disse allarmato il numero VIII, aiutandolo a stare in piedi.
Xigbar aprì un varco, entrando per primo seguito a ruota dai compagni.
-Come vi permettete di entrare qui dentro senza il mio permesso!- inveì il biondo numero IV all’improvvisa intrusione.
-Non è questo il momento di lamentarsi!- replicò il Feroce Lanciere.
-Infatti! Abbiamo un’emergenza!- aggiunse il numero II, indicando Axel e Demyx che sostenevano un sempre più pallido Roxas.
-Portatelo di là.-
Il Freddo Accademico guidò i colleghi nella stanza accanto e fece stendere il biondo sul lettino.
-Adesso potete andare.- concluse gelido.
Il rosso stava per replicare, ma un severo sguardo del fondatore lo fece desistere e uscì dal laboratorio seguito dagli altri.
Dopo che la porta fu chiusa, Vexen si voltò e sorrise, avvicinandosi lentamente al giovane Nessuno ormai privo di sensi.
-Non pensavo che saresti tornato da me così presto…- sussurrò, mentre toglieva con cura gli indumenti al biondino.
-Adesso ti rimetterò in sesto e, dalla prossima volta, mi apparterrai…-
Roxas è ufficialmente entrato nell'organizzazione, ma Vexen sta tramando qualcosa... Cosa avrà intenzione di fare? Si accettano ipotesi di tutti i tipi!! xD Ci vediamo al prossimo capitolo!!
See ya!
Angolo recensioni
BloodberryJam: Una nuova lettrice!! *-* *salta per aria* Benvenuta in famiglia!!! xD Sono contenta che la fic ti piaccia e che addirittura ti entusiasmi! o.O *pensa seriamente che riprendere l'abitudine di giocare alla PS prima di andare a dormire non sia una cattiva idea* xD Spero di non averti terrorizzata con la mia follia e mi auguro di non scandalizzarti con i prossimi capitoli xD Bye!!! Ah già, spero che questo chappolo ti sia piaciuto!! ^^
Come sempre ringrazio chi legge soltanto e chi l'ha aggiunta alle seguite ^^ Arigatou!!!! |
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: Piani diabolici e vasi apparsi dal nulla ***
Ciauuu!!!! xD Passato l'esame di questa mattina mi sono ricordata che devo aggiornare qui dentro xD Ma a voi poco importa giusto? (Sì!!! NdTutti) E va bene tranquilli u.u Eccovi un capitolo rivelatore! (Di già?! o.O NdTutti) Eh sì u.u Il titolo fa schifo, ma purtroppo non mi è venuto in mente altro al tempo in cui lo scrissi xD Buona lettura!!!
ps: per la vostra salute mentale immaginatevi Vexen di una vita più giovane xD
Capitolo 4: Piani diabolici e vasi apparsi dal nulla
Il contatto con un morbido cuscino e delle calde lenzuola fu la prima cosa che percepì quando riacquistò coscienza.
Lentamente aprì gli occhi, tuttavia ci mise un po’ a mettere a fuoco ciò che aveva intorno. Capì di essere nella sua stanza.
Come ci era arrivato? Quanto aveva dormito? Si chiese, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Una presenza accanto a sé.
Spostò lo sguardo alla sua sinistra e vide tutto rosso.
I capelli fiammeggianti del numero VIII si facevano notare sulle candide lenzuola, mentre il loro proprietario dormiva appoggiato al letto con il capo racchiuso tra le braccia.
-Axel…-
Un sussurro, che però riuscì a destare il Nessuno dal suo sonno.
Sbatté un paio di volte gli occhi smeraldini e si alzò con uno sbadiglio. Si grattò la nuca e poi notò che il biondo nel letto aveva gli occhi aperti e stava sorridendo.
-Roxas!- esclamò. -Ti sei svegliato finalmente!-
-Quanto tempo… ho dormito?- chiese con voce flebile.
-Hai dormito per due giorni di fila… Come ti senti adesso?-
Provò a tirarsi su, ma una fitta al fianco lo fermò. -Ora come ora… male…-
-Non dovevi muoverti…- disse il rosso, aiutandolo a sedersi. -Vexen ci ha detto che hai qualche costola rotta, probabilmente è successo quando Saix ti ha lanciato contro il muro. Inoltre c’è la ferita al fianco, quella ci metterà una settimana a guarire del tutto.-
-Capisco… Ma tu sei rimasto sempre qui con me?-
-Sì! Fortunatamente Xemnas non aveva bisogno di me per qualche missione, così mi ha permesso di restare con te.-
-Grazie…-
-Di niente. Hai fame? Vado a prenderti qualcosa da mangiare e torno.- concluse, sparendo alla vista del compagno nell'oscurità di un varco.
Non seppe dire perché, ma vedere il rosso andare via gli fece male. Era come se una parte di sé si fosse spenta all'improvviso.
Capì che tra lui e Axel si era creato qualcosa. Un legame che difficilmente sarebbe stato spezzato.
Sorrise, quando poco dopo da un nuovo passaggio, uscì il numero VIII, che si sedette accanto a lui, seguito da un allegro numero III.
-Ehi funghetto! Ben svegliato!-
-Grazie Xaldin…-
Il Feroce Lanciere sorrise e gli posò un vassoio sulle gambe. -Forza, mangia!-
Annuì con energia e fece per mangiare, ma qualcuno iniziò a bussare alla porta.
Diede il permesso di entrare e il sangue gli si gelò nelle vene alla vista di quelle chiare e inespressive iridi verdi.
-Buongiorno numero IV.- salutò, chinando appena il capo.
-Ti sei svegliato prima di quanto credessi.- disse il Freddo Accademico, avvicinandosi al letto. -Hai delle notevoli capacità di recupero.- aggiunse, poi si voltò verso Axel. -Dopo che avrà mangiato, accompagnalo nel mio laboratorio.-
-D’accordo!- rispose l'altro.
Dopodiché Vexen girò sui tacchi e scomparve in un varco oscuro.
-Aspetta fuori.- asserì lapidario Vexen, chiudendo la porta in faccia al Soffio di Fiamme Danzanti, che s'imbronciò per il trattamento ricevuto.
-Che maniere…- pensò il rosso, appoggiandosi al muro di fronte alla porta del laboratorio.
Roxas si tolse i vestiti e si sdraiò sul lettino, fissando il soffitto.
In completo silenzio, il Freddo Accademico gli cambiò le bende che aveva sul torace e sul fianco. Verificata l'assenza di infezioni, ripulì la ferita per ricoprire poi il tutto con un nuovo bendaggio. Terminato il suo compito, si sedette dietro la scrivania, che si trovava all'interno della stanza e iniziò a scrivere qualcosa su dei fogli.
-Gli esiti degli altri esami hanno confermato che non hai alcun problema di salute. Per ora non devi fare sforzi inutili e se il Superiore ti manda in missione devi essere sempre accompagnato da qualcuno.-
Il giovane annuì e fece per alzarsi, ma Vexen lo fermò. -Prima che tu vada…-
Un gesto della mano e i polsi e le caviglie del numero XIII furono circondate da spesse manette di ghiaccio.
-Cosa significa?!- chiese allarmato e nervoso, mentre cercava invano di liberarsi.
-Non agitarti…- asserì piano il numero IV, avvicinandosi. -Ti ho detto che non devi fare sforzi inutili…-
-Cosa vuoi da me?- domandò Roxas, fissando il collega con astio.
-Te.- gli sussurrò all’orecchio, mentre con la mano gli accarezzava la guancia. -E per due motivi…-
Si alzò per incontrare gli occhi azzurro cielo del giovane Nessuno.
-Per prima cosa, mi servirò dei tuoi poteri di keyblader per prendere il comando di questa Organizzazione di idioti… E poi…- un sorriso divertito gli inarcò le labbra sottili. -Il tuo corpo mi attira… Noi Nessuno non abbiamo un cuore, ma in questo caso si tratta di chimica ragazzo mio…-
Il biondino s’irrigidì e poco dopo tremò lievemente, scosso dalle rivelazioni del fondatore.
-E tu speri che io ti permetta di usarmi per i tuoi scopi?!- urlò.
-Farò in modo che tu obbedisca ad ogni mio volere e non sarà molto difficile grazie a questo…-
L’uomo estrasse dal soprabito una catenina sottile a cui era legato un ciondolo. Era un piccolo contenitore trasparente lungo quattro centimetri e largo uno, al cui interno giaceva una sostanza rossa ghiacciata.
-Grazie al tuo sangue e al mio nuovo potere potrò farti fare qualunque cosa e tu non ricorderai nulla di tutto ciò che farai…-
Detto questo strinse nel pugno il ciondolo che s’illuminò di una tenue luce azzurrina.
-Cosa hai…-
La Chiave del Destino non riuscì a terminare la frase perché il suo sguardo si spense e la sua mente non riconosceva altro che la voce del numero IV.
-Molto bene…- ghignò Vexen. -Questa era una prova, ma dalla prossima volta si farà sul serio…-
Quando riaprì gli occhi sentì la sua mente stranamente leggera. Lentamente si mise a sedere e spostò lo sguardo sulla sveglia appoggiata sul comodino.
-Le quattro?- pensò. -Ma sarà mattina o pomeriggio?-
Decise quindi di alzarsi e andare a fare due passi. Si vestì e uscì dalla stanza.
Il bianco corridoio era deserto e privo di rumori o suoni di alcun genere. S’incamminò verso le scale e quando arrivò al piano sottostante andò verso la stanza del compagno dai capelli rossi.
Si muoveva piano, passi lenti e leggeri, misurati per non spezzare il magico e religioso silenzio che aleggiava tra quelle candide pareti.
Un sorriso divertito gli segnò il viso quando arrivò davanti alla sua meta. Il numero VIII in nero inciso nella porta era delimitato da due fiammelle e sotto la scritta erano disegnati due strani cerchi incrociati.
-Chissà cosa sono?- pensò il giovane, picchiando le nocche sull'uscio. -Axel! Sono io, Roxas!-
Neanche un suono arrivò in risposta.
Provò ancora un paio di volte, ma nessuno andò ad aprire.
Il numero XIII cominciò seriamente a pensare che fossero le quattro di mattina e che quindi fossero tutti a dormire, ma non se ne preoccupò più di tanto e si diresse verso l’uscita del castello che portava al giardino interno.
Mentre camminava tentò di ricordare cosa fosse successo dopo essere entrato nel laboratorio di Vexen, ma nulla affiorava al suo richiamo oltre l’inizio del cambio delle bende.
Senza rendersene conto era giunto al porticato che conduceva all'esterno.
Il giardino era ben curato, c’erano aiuole con ogni tipo di fiore e un grande salice dalle foglie d’argento si ergeva al centro di quel piccolo luogo di vita.
S'incamminò per raggiungerlo quando le parole di una dolce musica spezzarono il silenzio.
Le notti non finiscono all'alba nella via
le porto a casa insieme a me, ne faccio melodia
e poi mi trovo a scrivere chilometri di lettere
sperando di vederti ancora qui. *
Il numero XIII rimase ad ascoltare quella voce che intonava un chiaro richiamo a qualcuno che evidentemente non lo sentiva. Roxas si sedette piano dalla parte opposta del tronco del salice, chiudendo gli occhi per lasciarsi cullare dalla canzone e dalla voce del compagno.
I suoi pensieri vagarono fino ad uno fisso. Un Nessuno con dei dritti capelli rosso fiamma e due brillanti occhi color smeraldo.
Aprì gli occhi di scatto sorpreso e confuso.
-Perché stavo pensando ad Axel?- si chiese mentalmente, mentre il numero IX si girava.
-Roxas! Cosa fai qui?-
-Scusa Demyx, non volevo origliare…- disse, alzandosi.
-Figurati non c’è problema. Come stai?-
-Meglio grazie…-
-Certo che ci hai fatti spaventare…- affermò avvicinandosi al compagno, lasciando che il suo strumento svanisse in una scia di bolle d'acqua.
-Perché?-
-Quando Axel ti ha riportato in camera tua dormivi, ma eri pallidissimo. Poi ci ha spiegato che Vexen ha dovuto darti un calmante abbastanza forte per il dolore della ferita.-
-Forse è per questo che non ricordo niente.- dedusse il più giovane.
-Dai non importa… Comunque adesso è meglio se torni a letto, è tardi!-
-Come è tardi?- chiese stupito. -Sta a vedere che sono le quattro di notte.- pensò poi.
-Sì, è tardi, perché è mezzanotte.-
-Mezzanotte? Allora la mia sveglia deve essersi rotta perché segnava le quattro…-
A quelle parole il Nessuno più grande iniziò a sghignazzare, fino a perdersi in un attacco di assoluta ilarità.
-Perché ridi?-
-La tua sveglia…- cominciò, smettendo di ridere. -Segna le quattro perché a quell’ora Axel ha cercato di spegnerla in ogni modo dato che aveva iniziato a suonare.-
Roxas sbatté le palpebre un paio di volte per poi iniziare a ridere di gusto. -Me lo immagino Axel che tenta di spegnere una sveglia…-
-Dovevi vederlo, stava per impazzire. A un certo punto l’ha presa e l’ha lanciata contro il muro. Peccato che in quel momento fosse apparso lo zio Xiggy e gli sia finita proprio in fronte!-
-Povero Xigbar!- esclamò continuando a ridere.
-Dai, ora andiamo, ti riaccompagno fino alla tua stanza.-
-Grazie Dem.-
I due sparirono in un varco aperto dal numero IX e riapparvero davanti alla porta del numero XIII.
-Buona notte Roxas!-
-Aspetta Demyx, tu sai dov’è Axel?-
-Starà ancora scappando da Xigbar se non è nella sua stanza!-
-E’ probabile!-
Si salutarono e poi Roxas fece per entrare nella sua stanza, ma il suo piede andò a sbattere contro qualcosa.
-Un vaso?- domandò al niente, fissando lo sguardo ai suoi piedi.
Il ragazzo raccolse l’oggetto e vide che attaccato ad esso c’era un biglietto.
“Prenditi cura di me.”
Non riconobbe la delicata calligrafia e non sapeva nemmeno quale seme ci fosse racchiuso in quel poco terriccio, ma decise di tenerlo con sé, concludendo che il giorno dopo sarebbe andato da Marluxia per chiedergli consiglio.
*prima strofa di “Come mai” degli 883.
Ecco a voi! A chi avrà dedicato le sue dolci note il Notturno Melodico? Vexen riuscirà nei suoi intenti? Da dove arriverà il misterioso vaso? Ma soprattutto, sarà riuscito Axel a sfuggire all'ira di Xigbar? xD Questo e altro nei prossimi capitoli!!
See ya!
ps: commentate altrimenti mando Vexen a cercarvi... Muahahahah!!!! *piccolo momento di follia dell'autrice* xD
Angolo Recensioni
ChiyoChan8: Un nuovo lettore!!!! Waaa!! *esplode* Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che anche la fic ti attiri ^^ E di questo che mi dici? Ciau!!!
BloodberryJam: Ed ecco svelate le intenzioni di Vexen! (effettivamente non c'era molto da chiedersi... xD) Una folle maniaca? Anche tu?! *-* *spupasha* Andremo d'accordissimo io e te *-* Che ne pensi di questo chappolo? Piaciuto? Fammi sapere, attendo commenti u.u Bye!!!
Come sempre ringrazio chi si limita a leggere la fic ^^ Mi fa piacere che piaccia a così tanti *-*
Un ringraziamento speciale va fatto a Sorifan, Soruccio e _Roxys_ per aver messo la fic tra le preferite e, inoltre, ringrazio ChiyoChan8, Il_Trio_Infernale, soral e ancora _Roxys_ per averla segnata nelle seguite... Io vi adoro tutti *-* Grazie!!!! Alla prossima!!! |
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Capitolo 5 *** Capitolo 5: A lezione con Xigbar ***
Ma ciao!!! xD *è folle non fateci caso* Anche qui vige l'avviso che ho lasciato per l'altra long-fic che scrivo: aggiornerò ogni weekend causa università e soggiorno fuori casa senza possibilità di connettermi per il tempo necessario a postare capitoli nuovi, scusate l'inghippo ^^ Ma veniamo a noi!!!! Avevamo lasciato Roxas con quella piantina uscita fuori da chissà dove e Vexen a progettare piani megalomani per la conquista dell'Organizzazione XIII, cos'accadrà in questo capitolo? Il titolo dice tutto! xD Buona lettura!!!!
Capitolo 5: A lezione con Xigbar
Dopo aver deglutito a vuoto, bussò un paio di volte alla porta del numero XI.
-Avanti!- urlò la voce del padrone della stanza e Roxas entrò con un lieve timore.
Il giovane Nessuno si guardò intorno con stupore e meraviglia. Piante di ogni genere riempivano quasi completamente la camera del suo collega, dando un tocco di vita e colore alle bianche e fredde pareti che caratterizzavano la loro fortezza sospesa sul confine tra Luce e Oscurità.
-Roxas!- esclamò il rosato uscendo dal bagno coperto solamente da un asciugamano legato in vita, facendo arrossire il biondo.
-Ah! Marluxia! Potevo aspettare fuori che tu finissi!- farfugliò con una velocità incredibile, mentre guardava dappertutto fuorché il compagno.
-Tranquillo non c’è problema!- rispose allegro. -Mi vesto e sono da te, siediti pure sul letto.-
Detto questo sparì oltre la porta del bagno.
Il Nessuno dagli occhi azzurri si avvicinò timidamente al letto e solo allora si accorse che le lenzuola erano di un tenue rosa confetto. Sorrise e si sedette, aspettando il compagno che però non tardò ad arrivare. Questa volta vestito, ma senza il classico soprabito, mostrando un dolcevita color cenere e dei pantaloni neri.
-Allora, in cosa posso esserti utile?- chiese mettendosi di fronte al biondo.
Il numero XIII portò avanti la mano destra che teneva dietro la schiena, rivelando un vaso di coccio non molto grande.
-Volevo chiederti se potevi aiutarmi a capire il seme di quale pianta ci sia qui dentro e una volta scoperto cosa devo fare per prendermene cura. Purtroppo non me ne intendo molto di piante e fiori.- spiegò.
Il rosato osservò attentamente il vasetto. -Posso?- chiese, allungando una mano.
Roxas annuì e gli porse il vaso.
Il numero XI accolse con cura l’oggetto tra le mani e ne studiò ogni particolare con occhio esperto. Dopodiché analizzò la terra che conteneva il seme posandovi la punta dell’indice per qualche istante. Infine sorrise riconsegnando il vaso al giovane Nessuno.
-Dunque, non sono riuscito a capire di quale pianta si tratti nello specifico, però ti posso dire come prendertene cura.-
-Va bene.-
-Ti basterà darle un po’ d’acqua ogni mattina quando ti alzi, ma non troppa.- disse, alzando l’indice. -Usa questo…- aggiunse poi prendendo un piccolo innaffiatoio, rigorosamente di colore rosa da un angolo della stanza. -Ha il dosaggio giusto!-
-Grazie Marluxia, ti devo un favore!-
-Non pensarci nemmeno! Se hai ancora bisogno di me, la mia porta è sempre aperta!- esclamò con un sorriso.
-Ok, me lo ricorderò. Grazie ancora!-
Detto questo salutò il Leggiadro Sicario e uscì ripercorrendo i corridoi fino alla propria stanza per posare il vaso e dargli la sua dose d’acqua giornaliera. Era ormai arrivato davanti alla porta quando una voce lo richiamò dai suoi pensieri.
-Ehi Roxas!-
-Axel!- esclamò il biondo in risposta. -Dove sei stato? Ti ho cercato ieri, ma non ti ho trovato…-
-Eh eh… per scappare da Xigbar sono dovuto andare in un altro mondo! Ah, già! Scusa per la sveglia!-
-Non fa niente…- rispose la Chiave del Destino, fermando un attacco d’ilarità improvvisa.
-E quello?- chiese il rosso, indicando l'oggetto che l'amico teneva tra le mani.
-L’ho trovato davanti alla porta della mia stanza, qualcuno vuole che me ne prenda cura…-
-Capito…-
All’improvviso un varco oscuro si aprì alle spalle del numero VIII.
-Ti ho trovato!- esclamò il Nessuno con la benda facendo scattare il compagno.
-Xigbar… Oh no…-
-Non stavo cercando te accendino ambulante!- sbottò il numero II. -Ma il piccoletto!-
-Piccoletto?!- pensò il numero XIII infastidito. -Qui bisogna fare qualcosa o questi soprannomi mi faranno impazzire!- pensò ancora, poi si rivolse al collega. -Perché mi cercavi?-
-Iniziano le lezioni. Xemnas vuole mandarti in missione e finché non saprai usare i varchi non andrai da nessuna parte.-
-Allora vi lascio…- disse il rosso, incamminandosi nel corridoio, con le mani dietro la nuca.
-Con te faccio i conti dopo!- avvertì il Tiratore Libero.
Axel si voltò, mostrando la lingua e aprendo un varco. -Prima devi prendermi!- svanendo nell'oscurità.
-Tsk! Forza piccoletto cominciamo!-
-Eh? Ah, sì! Lascio un attimo questo in camera e arrivo. E per favore, non chiamarmi piccoletto!- esclamò entrando nella stanza.
-Va bene piccoletto!- rispose l'altro con uno sbadiglio annoiato.
Il biondo si batté una mano in faccia e si sbrigò a lasciare il vaso sul comodino e tornare dall’altro Nessuno.
-Allora dove andiamo a fare la lezione?-
-Ma…- iniziò Xigbar guardandosi intorno, grattandosi la testa. -Direi che qui può andare.-
-Qui?-
-Sì, a te serve fare pratica e quindi dovrai spostarti da un posto all’altro. Adesso ascoltami attentamente…-
Nella mezzora che seguì il numero II cercò di spiegare al suo giovane allievo come fare per aprire un varco.
-…poi quando senti l’energia la rilasci e il gioco è fatto! Hai capito?-
-Sì, credo di sì.- rispose Roxas titubante. -In realtà ho capito ben poco… Xigbar non è l’insegnante per eccellenza…- pensò, osservando il suo “maestro” che aveva assunto un’aria pensante.
-Vediamo… dove posso mandarti?- tamburellò con l’indice sul mento per qualche minuto, poi gli venne l’illuminazione. -Vai in cucina, dovrebbe esserci Xaldin. Mentre tu lo distrai, io proverò a fregare qualcosa dal frigo.-
-Cosa? Ci ammazzerà!-
-Ma va! Xaldin è un burlone!-
-Se lo dici tu…-
Il custode deglutì e allungò un braccio davanti a sé, concentrandosi sul luogo in cui andare. -La cucina…- si ripeteva mentalmente. -Pensa a Xaldin e alla cucina…-
Poco dopo un varco oscuro si aprì davanti a lui, il numero II ce lo spinse dentro con impeto e il varco si richiuse. -Bravo! Ora andiamo a vedere cosa combina Xaldin!-
Detto questo scomparve anche lui in un passaggio.
-E’ quasi ora di pranzo… Sarà meglio darsi da fare…- disse il numero III ad alta voce, mettendosi il grembiule.
Improvvisamente un varco si aprì sopra la sua testa e non fece in tempo a dire “a” che il giovane Nessuno dai capelli biondi gli finì in braccio, facendo cadere entrambi.
-Ahia…- mugugnò il numero XIII massaggiandosi la testa. -Almeno sono atterrato sul morbido…-
-Ehi funghetto…- lo chiamò il moro da sotto di lui. -Ti spiacerebbe alzarti?-
-Ah! Scusa Xaldin!- esclamò allarmato, mentre si alzava.
-Hai cominciato le lezioni con Xigbar?- chiese, spolverandosi il retro del soprabito.
-Sì, scusa, era il mio primo varco…-
-Non fa niente. Piuttosto, dove si è cacciato il guercio?-
-Ehi! Io non sono guercio!- esclamò offeso il numero II dalla porta del frigo.
-Cosa fai lì dentro?! Esci immediatamente dalla mia cucina!- urlò infuriato il Feroce Lanciere facendo apparire una lancia.
-Eddai Xaldeen volevo solo fare uno spuntino…- affermò, indietreggiando.
-Te lo do io lo spuntino se non sparisci immediatamente!-
La lancia partì verso il Nessuno più anziano, che però fuggì in un varco, riapparendo a testa in giù davanti a Roxas.
-Piccoletto devi migliorare l’atterraggio!- spiegò. -Prossima fermata Zexion!-
Dopodiché sparì nuovamente verso una meta sconosciuta.
-E dove sarà Zexion?- si chiese il biondo.
-Se non ti ha detto dove si trova vuol dire che sei già in grado di localizzare direttamente chi cerchi…- spiegò il numero III riponendo la lancia.
-Davvero? Allora sarà meglio che mi muova, prima finiscono queste lezioni, meglio è per tutti. Grazie Xaldin e scusami ancora.-
-Figurati. Ora però sbrigati.-
Il giovane annuì e si concentrò, allungando un braccio davanti a sé e pensando al compagno da raggiungere.
Un varco si aprì e ci entrò dopo aver dato un ultimo saluto all’altro Nessuno, che lo salutò a suo modo. -Ciao funghetto!-
Il sesto membro dell’Organizzazione XIII era comodamente seduto sulla panchina che si trovava dalla parte opposta all’entrata del giardino e stava leggendo.
O meglio, faceva finta di leggere perché i suoi pensieri erano rivolti a ben altro.
-Anche stanotte è venuto qua a cantare. La solita canzone, chissà a chi era rivolta…- sospirò. -Sicuramente a qualcuno che ha incontrato per i mondi… Mi farebbe piacere se fossero per me quelle parole…- pensò, prima di fermarsi a riflettere su ciò che aveva pensato. -Ma cosa diavolo vado a pensare?! Bah! Sarà meglio tornare in camera…-
Si alzò e fece per andarsene, quando un varco si aprì davanti a lui facendone uscire Roxas, che si ritrovò seduto per terra.
-Come caspita ho fatto ad arrivare seduto?! Sempre meglio che cadere da due metri di altezza…- disse il biondo, guardando poi davanti a sé. Vide due gambe e alzò lo sguardo, trovando il soggetto della sua ricerca. Un sorriso ebete gli illuminò il viso.
-Mi stavi forse cercando?- chiese atono il Nessuno.
Il numero XIII si alzò in tutta fretta e si passò velocemente le mani sul soprabito.
-Sto facendo pratica con i varchi e Xigbar mi ha detto di venire da voi, numero VI.- spiegò poi.
-Capisco, probabilmente sei arrivato seduto perché poco fa ero su quella panchina.- disse, indicando l’oggetto con l'indice destro. -Comunque, chiamami pure Zexion. Ora ti saluto.-
Il giovane dai capelli grigio-azzurri se ne andò, mentre il biondo lo ringraziava e lo salutava.
In quell’Organizzazione sarebbe durato poco se avesse avuto un cuore, constatò quando per l’ennesima volta il numero II gli apparve a due centimetri dal volto, sempre a testa in giù, con un ghigno stampato in faccia.
-Bravo piccoletto! Sei il miglior allievo che mi capita da quando ho addestrato il piromane! Adesso facciamo ancora qualche giro, poi andiamo a pranzo e infine alla riunione.-
-Riunione?- chiese confuso l'altro.
-Sì, dopo pranzo. Forza! Andiamo da Saix!-
-Perché proprio da lui?- domandò titubante.
-Ma come? Non vuoi fargli un salutino? È anche merito suo se sei entrato nella banda! Io ti precedo!-
E sparì.
Roxas non aveva alcuna voglia di andare dal numero VII. Aveva un certo timore del Nessuno dai capelli azzurri, ma se lo fece passare e dopo aver aperto un varco vi entrò.
Si svegliò di soprassalto, poiché avvertì una presenza nella sua stanza.
Si alzò a sedere e vide il numero XIII che lo salutava con la mano e un sorriso tremolante a stirargli le labbra.
-Cosa vuoi ragazzino? Come hai fatto ad entrare?- chiese con tono autoritario.
-Sto imparando ad usare i varchi, Xigbar mi ha detto di venire da voi…-
-Chiamami Saix.-
-Bè, allora io vado. Scusa se ti ho disturbato.- fece un lieve inchino e s’incamminò verso la porta, ma il collega lo fermò.
-Complimenti per l’altro giorno. Sei in gamba.-
Il biondo sorrise e lo ringraziò mentre usciva in corridoio dove trovò il suo insegnante appoggiato alla parete con fare annoiato.
-Mi sto annoiando…- confessò con uno sbadiglio, poi il suo occhio si spalancò. E questo inquietò non poco il biondino.
-Mi è venuta un’idea.-
-Sarebbe?-
-Cerca di starmi dietro!-
-Cosa?! Ma è impossibile!-
-Buona fortuna!- e scomparve senza lasciargli il tempo per ribattere.
Nell’ora seguente, Roxas si spostò senza sosta da un angolo all’altro del bianco castello all’inseguimento del Tiratore Libero che si stava divertendo da matti.
Infatti, l’unica cosa che il giovane trovava di lui era la sua sadica risata.
Cominciava ad odiarla. S’impegnò con tutto se stesso e pian piano si avvicinò sempre di più al compagno.
Infine riuscì a prenderlo, appendendosi alle sue spalle. Il Nessuno smise di ridere e sorrise soddisfatto.
-Ce l’ho fatta!- esultò la Chiave del Destino, aggrappandosi al collo dell’altro.
-Complimenti funghetto!-
Roxas si guardò intorno e arrossì.
Si trovavano in sala da pranzo e tutti lo stavano guardando.
-Xigbar, vedo che hai trovato un ottimo allievo nel nuovo membro…- esordì il numero I.
-Eggià! Pensa, è stato capace di starmi dietro per un’ora intera.-
Dei fischi di ammirazione seguirono quelle parole e il giovane arrossì ancora di più.
-Molto bene…- intervenne Xemnas. -Dopo alla riunione Roxas siederà con noi. Adesso però mangiamo! Buon appetito!-
Il biondo scese dalla schiena del compagno e andò a sedersi al suo posto accanto ad Axel e di fronte a Demyx.
-Sei stato bravissimo Roxas!- esclamò il numero VIII.
-Grazie.-
-Nella riunione di oggi si discuterà delle nuove missioni…- iniziò il numero IX. -Probabilmente Xemnas ti manderà con qualcuno…-
-Non vedo l’ora!-
Detto questo i tre cominciarono a mangiare chiacchierando del più e del meno.
Nel frattempo qualcuno, di cui pochi avevano notato la presenza nella stanza, trovò particolarmente interessante il fatto che il numero XIII avesse imparato a spostarsi con i varchi…
E anche qui si arrivò al delirio!! xD Spero che questo capitolo un pò fuori dagli schemi vi sia piaciuto ^^ Alla prossima settimana!
See ya!!
Angolo Recensioni
soral: Non preoccuparti per il ritardo, l'importante è che commenti ^^ Grazie per aver messo la fic tra i preferiti *-* *spupasha* Eggià, Vexen ha qualche rotellina che non gira nel senso giusto da molti conosciuto xD Cosa potrebbe fare Axel? Mah... Aspetta una ventina di capitoli e lo scoprirai xD Come vedi, Axel è riuscito a fuggire dalle grinfie di Xigbar, che però a sua volta ha deciso di fare un dispetto al suo amicone Xaldeen!! xD Per quanto riguarda Demyx e la sua canzone, credo che la scena con Zexion ti abbia tolto tutti i dubbi a riguardo no? ^^ Ci sentiamo presto! Ciau gemellina <3
My Pride: Perché dici che la recesione non ha né capo né coda? Dirmi che adori i pazzi psicopatici guarda che non è un'informazione da poco u.u Sono cose che uno scrittore deve sapere, specialmente io che scrivo una roba come questa xD Ed eccoti il quinto capitolo! Spero che ti sia piaciuto ^^ Ciau!!!! ;3
I miei occhietti non credono alle loro pupille *-* Addirittura sei seguite!! *esplode* Dunque, grazie a EdSaKe03, a Learia1317 e al misterioso uomo nero xD Grazie mille :3 Un abbraccio e un bacio enorme invece a soral per averla messa tra le preferite, ti lovvo gemellina <3!!! Inoltre, non dimentichiamoci del solito grazie a chi si limita a leggere la fic!! Un giorno me lo lascerete un commentino piccino picciò vero? *occhi sbarluccicosi modalità ON* xD Alla prossima ragazzi! Ziao!!!! *evancesce* |
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Capitolo 6 *** Capitolo 6: La prima missione ***
Eccomi!!! *arriva a velocità supersonica e travolge tutto e tutti* Sono di corsa perché è tardi e sto crollando di sonno, ma non voglio rischiare di non riuscire a lasciarvi il capitolo nuovo! Non sia mai u.u Ora vi lascio al capitolo! Come andrà la prima missione di Roxas? Boh-boh... xD Buona lettura!!!
ps: il rating si alza! Si cominciano a vedere le prime scenette yaoi!! *v*
Capitolo 6: La prima missione
Roxas arrivò nella sua stanza tramite un varco, con un’aria soddisfatta dipinta in viso.
In un giorno solo aveva imparato ad usare i passaggi oscuri, che a detta del pazzo numero II era un tempo record, e il Superiore gli aveva affidato la sua prima missione. Il giorno seguente avrebbe dovuto recarsi con Xaldin al Castello della Bestia e distruggere qualche Heartless.
Si tolse il soprabito, appoggiandolo alla sedia della scrivania, che si trovava accanto al letto e si sdraiò su quest’ultimo.
Gettò un’occhiata alla sua destra e vide il vasetto di coccio che aveva trovato la notte precedente.
-Accidenti!- esclamò alzandosi di scatto. -Mi sono dimenticato di bagnarlo!-
Prese l’innaffiatoio datogli dal numero XI e dopo averlo riempito bagnò con cura la terra del vaso.
-Chissà che pianta crescerà…-
I suoi pensieri vagarono da un semplice fiore di campo fino ad una pianta carnivora, mettendosi a ridere all’idea.
Si bloccò immediatamente quando avvertì una sensazione di gelo percorrerlo da capo a piedi.
Toc, toc!
Si girò e diede il permesso di entrare.
La magra figura del Freddo Accademico si richiuse la porta alle spalle senza emettere un rumore.
-S-salve numero IV.-
-Più tardi vieni nel mio laboratorio…- disse Vexen, ignorando il saluto. -Devo controllarti le ferite e confermare a Xemnas che puoi andare in missione.-
-Non mancherò.-
-Molto bene…- lo sguardo di ghiaccio si posò sul vaso appoggiato al comodino. -E quello? Da dove viene?- domandò con aria schifata.
-Mi è stato chiesto di occuparmene…- spiegò prendendo in mano l’oggetto. -Perché?-
-No, nulla. A più tardi.- girò sui tacchi ed entrò in un varco borbottando qualcosa sui germi e le malattie infettive.
Un’ora più tardi.
-Avanti.-
Il giovane Nessuno entrò nel laboratorio chiudendosi la porta alle spalle. Fece qualche passo e si fermò ad un metro dalla scrivania del collega, che stava leggendo alcune carte.
Passarono alcuni secondi e gli occhi chiari del numero IV si posarono sul numero XIII.
-Andiamo di là.- disse alzandosi dalla sedia e dirigendosi nella stanza attigua.
Roxas si tolse il soprabito e la maglia a maniche lunghe e si sedette sul lettino. Vexen recuperò delle bende pulite e si mise all’opera per cambiarle. Tolte quelle sul torace, passò le lunghe dita sottili sul leggero livido in via di guarigione, provocando dei brividi al proprio paziente. Ghignò sotto i baffi a quella reazione.
-Le costole sono migliorate, ma dovrai tenere le bende ancora per un po’.-
Detto questo proseguì e scese fino al fianco dove le fasciature avevano preso una leggera sfumatura rossastra.
Il fondatore si allontanò e prese il necessario per pulire la ferita, dopodiché riprese il suo lavoro usando un tocco leggero e un po’ del suo potere per dare sollievo.
Appena avvertì la sensazione di gelo, il numero XIII rabbrividì e il numero IV sorrise nuovamente.
Quando terminò e si allontanò, il giovane sospirò sollevato. Anche se breve, il contatto con il compagno lo rendeva nervoso e insicuro. Gli faceva quasi paura.
-Domani sarai in missione col numero III dico bene?- chiese improvvisamente Vexen.
-Sì.-
-Allora poi lo dirò anche a lui. Non devi fare troppi sforzi, altrimenti rischi di aggravare le tue condizioni.-
-Farò attenzione.- fece per scendere dal lettino, ma si bloccò.
Si sentì stanco e senza accorgersene la sua mente cadde nell’incoscienza.
Il Freddo Accademico si avvicinò nuovamente al compagno con un ghigno sadico dipinto sul viso e il ciondolo con la sostanza scarlatta chiuso nella mano sinistra.
-Volevi andartene così presto?- chiese divertito, sollevando il viso del giovane con l’indice e il medio.
-La prova l’abbiamo fatta l’ultima volta, ora si fa sul serio…- continuò, accarezzando la guancia del biondino e arrivando a posare la mano sulla sua nuca, per avvicinarsi al suo orecchio.
Cominciò a lasciare veloci e piccoli baci sul lobo per poi scendere sul viso e infine sul collo, poi tornò all’orecchio.
-Adesso mi apparterrai e poi ti darò istruzioni per la missione di domani…- sussurrò in un soffio.
Quel sussurro però non provocò alcuna reazione al giovane Roxas che continuò a rimanere immobile anche quando la serie di attenzioni da parte del Nessuno più anziano riprese con più foga.
-Sei silenzioso… Farai ciò che ti chiederò vero?- domandò dopo aver assaporato le caldi labbra rosee di quel corpo spento.
-Come ordinate Signore…-
-Bravo.- disse soddisfatto, mentre passava la mano sul petto del numero XIII.
Lo fece stendere sul lettino e tutto ciò che accadde in seguito rimase un ricordo rinchiuso nell’oblio della memoria perduta della Chiave del Destino.
***
La mattina seguente Roxas si alzò di buon ora e dopo una veloce doccia scese in sala da pranzo, dove trovò il numero III intento ad apparecchiare per la colazione.
-Buongiorno Xaldin!- esclamò uscendo dal varco.
-Ciao Funghetto! Come mai già sveglio? Nervoso per la missione?-
-Un po’.- ammise. -Vuoi una mano?-
Il Feroce Lanciere rispose con un sorriso e indicò al compagno quali tazze prendere dalla cucina e dove sistemarle.
Due ore dopo erano pronti a partire, circondati da alcuni compagni.
-Buona fortuna Roxas!- gli augurò Demyx. -Comunque, finché c’è Xaldin con te puoi stare tranquillo!-
-Ehm… Xaldin, a proposito…-
-Dimmi funghetto.-
-Vexen mi ha raccomandato di non esagerare…-
-Ah, sì, me l’ha detto. Rilassati, dobbiamo solo eliminare qualche Heartless se però ti senti stanco basta che me lo dici.-
-Va bene. Spero di non esserti d’intralcio.-
-Ma non pensarlo neppure!- rispose allegro il moro. -Allora noi andiamo.- affermò aprendo un varco.
-A più tardi Roxas!- disse il numero VIII, salutando l’amico.
-A più tardi!-
Detto questo, entrò nel passaggio nero pece seguito dal collega.
Quando uscì dal buio, la prima cosa che avvertì fu un forte odore di chiuso, poi si guardò attorno.
L’atrio del castello era immenso e avvolto in un’atmosfera cupa. Un tappeto dalla tinta purpurea si stendeva dalla grande porta d’ingresso fino alla scalinata che si trovava dalla parte opposta.
Il silenzio riempiva quell’enorme sala finché Xaldin non sì incamminò seguito dal giovane, lasciando che il rimbombo dei propri passi rimbalzasse su quelle silenti e fredde mura.
-Certo che è deprimente…- asserì il numero XIII.
-L’ho pensato anch’io quando sono venuto qua la prima volta e il padrone di questa catapecchia è anche peggio.-
Si voltò verso il biondino. -Adesso ascoltami bene. Devi sapere che in questo castello girano degli Heartless abbastanza strani, ciò perché questo posto è stato colpito da un incantesimo.-
-Ho capito.-
-Bene, quindi dovrai fare attenzione a tutto ciò che ti circonda, perché i nostri avversari possono uscire anche dalle pareti.-
-Non preoccuparti.- affermò deciso.
-Perfetto funghetto! Muoviamoci, prima facciamo piazza pulita prima ce ne andiamo.-
Sorrise e s’incamminò sulla linea del tappeto.
Compiuta una decina di passi si trovarono circondati da uno squadrone di ombre: Soldati e Shadow.
Roxas evocò le sue chiavi e Xaldin due lance. Si misero schiena contro schiena e partirono all’attacco.
Il ragazzo dalle iridi celesti lanciò il Lontano Ricordo contro i nemici e quelli che incrociarono la sua strada diventarono polvere in pochi istanti. Recuperata l’arma era già nella mischia e il keyblade bianco mieteva vittime ad ogni fendente, senza perdere la sua tinta immacolata.
Il Nessuno dai capelli neri restava immobile a braccia conserte.
Gli bastava un pensiero e le sue lance si muovevano da sole, spinte dal vento che il moro controllava.
Le ombre caddero una dopo l’altra e in breve furono sterminate.
Il numero III si voltò verso il compagno e né notò il respiro affannato. -Ehi, tutto a posto?- chiese.
-Sì, non preoccuparti…- rispose avvicinandosi. -Proseguiamo?-
Xaldin annuì e s’incamminò seguito dal giovane.
Dopo qualche ora, fecero ritorno nell’atrio. Avevano girato per l’ala est, ma con scarsi risultati così si erano spostati nell’ala ovest e nei sotterranei dove trovarono una gran quantità di Heartless.
Si fermarono davanti alla porta che si trovava all’incrocio delle scale che si dividevano in due rami che conducevano alle diverse aree del castello.
-Questa è l’ultima stanza.- annunciò il moro e spalancò le ante.
Roxas rimase meravigliato.
La luminosità di quella sala lo rapì. La tinta di un brillante giallo decorava le pareti e il pavimento e un grande e prezioso lampadario sovrastava il tutto al centro dell’alto soffitto, decorato con affreschi di figure angeliche.
-E’ bellissima!- esclamò.
-Hai ragione, questa è la sala da ballo e qui possono comparire nemici pericolosi, quindi stai attento e non sforzarti. Se sei in difficoltà chiamami…-
-Grazie Xaldin, ma puoi stare tranquillo.-
-Lo so che sai badare a te stesso, ma con la salute non si scherza e io ti guarderò le spalle in ogni caso.-
Un sorriso e i due avanzarono verso il centro della sala, da cui il biondo potè ammirare il soppalco che si ergeva sulle due file di colonne, per tutto il perimetro dell'enorme sala.
All’improvviso una scia nera li circondò e in breve l’ultimo combattimento ebbe inizio.
Il Feroce Lanciere, circondato dalle sue armi si trovava sotto il lampadario, mentre il giovane Nessuno si muoveva agilmente tra le fila nemiche, brandendo le sue chiavi.
Quattro squadroni di ombre si susseguirono uno dietro l’altro, aumentando la loro potenza.
Dai semplici Shadow di basso livello si era passati ai Gargoile e alle Stelle Lucenti di livello massimo.
Il moro ogni tanto gettava occhiate preoccupate verso il compagno che non dava cenni di stanchezza. Gli parve strano, ma non ci badò più di molto e tornò ad occuparsi dei tre avversari che aveva di fronte.
La Chiave del Destino si muoveva automaticamente.
Gli occhi azzurri erano spenti e la mente era chiusa in un guscio d’incoscienza, in cui risuonavano gli ordini del numero IV. Sapeva cosa doveva fare e si mise all’opera: saltò sul lampadario seguito immediatamente da due Heartless alati.
Ciò che accadde dopo si svolse in meno di un minuto.
Il numero XIII scagliò il keyblade nero contro uno dei suoi avversari e l’altro ne approfittò per caricare un pugno che mirava al fianco del giovane.
Il biondino non si mosse per evitarlo e fu colpito in pieno.
Perse l’equilibrio, ma prima di cadere lanciò anche la seconda chiave, che tagliò la corda del lampadario per poi distruggere definitivamente le due ombre.
Xaldin alzò lo sguardo e una nota di timore si dipinse sul suo viso quando vide il pesante oggetto piombargli addosso.
***
-Allora Demyx, sei riuscito a dichiararti o no?- chiese il Nessuno dai capelli rossi.
-Ancora no…- sospirò sconsolato il Notturno Melodico.
-E cosa aspetti?-
-Axel, cerca di capirmi, non voglio ricevere un rifiuto e credo che mantenere un semplice rapporto di amicizia sia sufficiente…-
Il numero VIII sospirò. -Scusa amico ma secondo me il fatto che vi rivolgete la parola sì e no una volta al giorno e che vi scambiate qualche sguardo, non può essere definito esattamente come un rapporto di amicizia. Non so se mi spiego…-
-Hai ragione, ma cosa posso fare?-
Il biondo, seduto sul suo letto, raccolse le gambe al petto e appoggiò la testa alle ginocchia.
Il ragazzo dagli occhi smeraldini si avvicinò all’amico e gli posò una mano sui capelli. -Coraggio Dem, sono sicuro che ce la farai!-
-Grazie Axel…- prese un bel respiro e si girò verso di lui. -Più tardi mi darò da fare per cercare una canzone adatta…-
-Bravo! Così ti voglio!-
-E tu? Ho visto che hai raggiunto il primo traguardo del tuo piano. Cosa pensi di fare adesso?-
-Aspetterò che gli eventi facciano il loro corso…- disse con un sorriso sereno.
Il Freddo Accademico ha fatto la sua prima mossa. Cosa sarà successo a Xaldin e a Roxas nella sala da ballo? A chi si dovrà dichiarare Demyx? E quale sarà il piano del Soffio di Fiamme Danzanti? Questo e altro nei prossimi capitoli! Al prossimo week end!
See ya!
Angolo Recensioni
LightRoxas: *-* Grazie per avermi messa tra gli autori preferiti e per aver aggiunto anche la mia fic *-* Vuoi lo Zemyx? Aspetta e vedrai u.u Io mantengo sempre quello che scrivo u.u Spero che questo chap ti sia piaciuto! Ciau!!! ^^
soral: Gemellina!!! *spupasha* Non scervellarti troppo, che ti esce il fumo dalle orecchie xD e comunque non darti pensiero perché quel qualcuno alla fine è proprio quello che pensi u.u Axel non ha combinato granché, ma chissà se hai capito qualcosina... ;3 Ebbene sì, i video a cui mi sono ispirata sono proprio quelli! Li adoro! xD (Xaldeeeen!!!! NdXigbar Xigbar!!! Deficiente! Cos'hai rubato dal mio frigorifero?! NdXaldin o.O NdFly) Ci sentiamo presto gemellina!! <3
My Pride: Ah.. e così sarebbe colpa mia il fatto che lasci recensioni senza senso? xD E vabbè... pace xD In ogni caso suppongo che il capitolo ti sia piaciuto ^^ E di questo che mi dici? Ora che comincia a vedersi lo yaoi spero che il tuo interesse aumenti xD Ci si sente! Bye!!! ;3
Un grazie grande grande anche a tutti quelli che si limitano a leggere la fic ^^ Ciau!!! |
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Capitolo 7 *** Capitolo 7: I sentimenti dei Nessuno ***
*arriva a bordo di un monopattino* Pista!!!! *sgomma e investe un omino vestito di rosso con una trombetta, che ricade a terra dopo essere volata via* Ops... scusami banditore! ^^'' *l'omino si rialza ringhiando bestemmie in cinese* Guarda che ti alzo l'età pensionabile e non ti do il regalo a natale... *sbuffando, l'omino se ne va* E così anche qui è stato conosciuto il mio adorato banditore xD Ma torniamo alla fic... Eravamo rimasti con Roxas impazzito e Xaldin che stava per essere travolto da un lampadario giusto? *rilegge il copione* Sì.. quindi, il nostro cuoco sarà sopravvissuto? Chissà xD Buona lettura!!!
ps: alla fine del chap delucidazioni sul personaggio di Xion in questa fic
Capitolo 7: I sentimenti dei Nessuno
Un incessante e doloroso pulsare al fianco lo riportò alla realtà.
Aveva la vista appannata e non riuscì a capire cosa avesse davanti, le orecchie fischiavano e la mente era confusa.
Sbatté le palpebre per un po’, finché i suoi occhi tornarono a vedere qualcosa più in là del suo naso.
La finestra della sala da ballo in frantumi. Questa fu la prima cosa che vide.
Era sdraiato sul fianco sinistro e facendo leva sulle braccia riuscì a mettersi seduto, cercando di ignorare il dolore al fianco opposto nonché la sensazione di essere punto da mille aghi sulla schiena. Quando tastò con la mano trovò qualcosa e con decisione la estrasse dalla sua carne, emettendo un gemito.
Un frammento di cristallo grande come un dito.
Lo guardò chiedendosi da dove fosse arrivato, poi all’improvviso si ricordò che non era solo.
-Xaldin!-
Si girò e vide il compagno steso a terra con una gamba bloccata sotto il grande lampadario e le schegge di cristallo nella schiena.
Un po’ incerto sulle gambe si alzò e si diresse velocemente verso il numero III.
Si inginocchiò accanto a lui e cominciò a scuoterlo per svegliarlo, cosa che avvenne dopo qualche istante.
-R-roxas…- gli occhi viola vagarono alla ricerca del biondo. -Stai… bene…?-
-Sì, ma cos’è successo? Non ricordo nulla dopo che sono saltato sul lampadario…-
-Mentre combattevi… devono essersi rotte le corde… ed è caduto…-
-Ma perché non ti sei spostato? Avresti potuto usare un varco!-
-Ho alzato la testa e l’ho visto cadere… in un attimo mi sono ritrovato a terra… prima gli Heartless… poi il lampadario…-
-Riesci a muoverti?- chiese il giovane.
Il moro si tirò su aiutandosi con le braccia e con l’aiuto del compagno.
-Purtroppo la gamba non si muove…- disse amaramente.
Roxas si alzò e prese tra le mani il braccio del lampadario che bloccava l’altro. -Appena lo alzo esci.-
Xaldin poté solamente annuire a quella determinazione.
Il biondo piantò i piedi a terra e usò tutta la sua forza per sollevare il pesante oggetto.
Sentiva il sangue scorrere lungo le sue ferite, ma non se ne preoccupò e rimase concentrato.
-Forza ci sei quasi!- lo incitò il moro.
Con un ultimo sforzo riuscì nel suo intento e il Nessuno poté alzarsi in piedi anche se zoppicante.
Il custode lasciò andare il peso, che cadde sul pavimento emettendo un suono metallico che rimbombò nell’intera sala.
Non ebbe il tempo di pensare a cosa fare perché si ritrovò sulla spalla del compagno come un sacco di patate.
-Torniamo a casa.-
Attraversarono un varco oscuro e l’ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi furono le voci spaventate e preoccupate degli altri membri dell’Organizzazione.
***
Le iridi azzurre si guardarono intorno confuse.
-Cos’è successo? Quanto tempo ho dormito?- chiese a se stesso il biondo, continuando ad osservare l’ambiente circostante.
Vide tutto bianco e capì di trovarsi nel castello, a casa, ma dove fosse di preciso non lo capì, finché non girò completamente la testa verso destra.
Spalancò gli occhi quando vide una timida fogliolina fare capolino dalla bruna terra di quel piccolo vaso.
Scattò a sedere, ma un capogiro lo riportò a sdraiarsi. Chiuse gli occhi e quando li riaprì, posò nuovamente lo sguardo su quel piccolo miracolo di vita che cresceva accanto a lui.
Sorrise sereno. La vista di quella piantina gli donava calma e tranquillità, e ringraziò mentalmente chi gliel’aveva affidata.
Il rumore della maniglia che si piegava lo fece voltare e sorrise ancora quando vide una dritta chioma fiammeggiante.
-Ciao… Axel…- salutò con un filo di voce.
Il rosso rispose al saluto e si sedette accanto al giovane. -Hai dormito per cinque giorni lo sai?-
-Cosa?!- sbottò sconvolto e sbalordito.
-Calmati… Sei ancora debole, la ferita al fianco era peggiorata, ma per fortuna è quasi guarita del tutto.- spiegò.
-Capisco e Xaldin? Come sta?-
-Ha la pelle dura! Ha zoppicato per un paio di giorni, ma ora sta benissimo.-
Il biondo sospirò sollevato e tornò ad osservare la piantina che aveva accanto a sé.
-L’ho bagnata io, mentre eri incosciente.- disse il numero VIII, facendo voltare il più piccolo.
Le iridi smeraldine incrociarono quelle azzurro cielo, in un magico istante sospeso nel vuoto candore di quella stanza silente spettatrice.
-Grazie…-
-Di nulla.- sorrise il Soffio di Fiamme Danzanti.
-Cosa… Cos’è questa sensazione? I suoi occhi… sono così… belli…- pensò il numero XIII, arrossendo sulle gote.
-Roxas, sei tutto rosso.- affermò l’altro Nessuno.
Si tolse il guanto nero e posò la mano sulla fronte del giovane, che arrossì ancora di più.
-No, sei fresco…- confermò. -Ehi, piccolo, ti va di mangiare qualcosa?-
-Piccolo?!- pensò. -Sì, ho una certa fame…-
-Bene, allora vado e torno!-
Il rosso lo lasciò con un sorriso e scomparve in un varco oscuro.
-Ma cosa mi è preso?! Arrossire così…- pensò chiudendo gli occhi e abbandonandosi alla morbida consistenza dei cuscini.
Quando li riaprì spostò lo sguardo accanto a sé, dove il compagno era seduto fino a poco prima e sentì un improvviso disagio, che non riuscì ad identificare dal momento che era un Nessuno e come tale non poteva provare sentimenti.
-Chissà perché mi sento così quando Axel non c’è…-
I suoi pensieri furono interrotti dall’apertura di un nuovo varco e da una figura non meglio identificata che si gettò addosso a lui, abbracciandolo.
-Roxas! Che bello! Ti sei svegliato!-
-Ciao Demyx…- rispose lui, soffocando nell'affetto del numero IX.
-Come stai?- chiese poi, aiutando il compagno a sedersi.
-Bene… E tu?-
-Alla grande, ma perché me lo chiedi?-
-Quando ti ho sentito cantare quella sera, mi eri sembrato giù… Volevo sapere se ti eri ripreso…-
-Ah, per quello… Tranquillo, sto cercando di risolvere la cosa…- affermò, agitando una mano.
-Demyx, noi Nessuno possiamo provare sentimenti come l’amicizia?- domandò all’improvviso.
-Secondo me sì, ma dovresti chiedere a Zexion, lui è più ferrato di me in questo argomento.-
-Chiederò a lui allora… Grazie.-
-Prego… Oggi sei strano, sai?-
-Hai ragione, scusa…-
-Ma di che? Ognuno di noi ha le sue stranezze e…-
S’interruppe perché un passaggio si era aperto nella stanza e da esso vi uscì il numero VIII con un vassoio in mano.
-Eccomi! Oh, ciao Dem! Non stai portando Roxas all’esaurimento, vero?- chiese con ironia.
-Ma no! Cosa vai a pensare? Lo so bene che ha bisogno di riposo! Stavamo solo scambiando due chiacchiere!-
-Avanti Dem, lo sappiamo benissimo che quando cominci a parlare non ti ferma più nessuno…- replicò il rosso.
-Ma non è vero!- s'interstardì l'altro.
Continuarono il loro battibecco finché non sentirono un suono nuovo.
Una risata.
Il giovane Nessuno con gli occhi azzurri stava ridendo.
Una risata cristallina che scaldò l’animo dei due ragazzi, facendoli sorridere di quella piccola conquista.
-Dai…- intervenne Axel. -Ora mangia.-
Il biondino annuì con energia e prese a consumare il proprio pasto, chiacchierando del più e del meno con i due compagni.
Qualche ora più tardi, il numero I si presentò nella stanza del numero XIII.
-Salve Superiore…- esordì il giovane, chinando il capo in segno di saluto.
Xemnas sorrise e si avvicinò al letto del biondo sedendosi sulla sedia della scrivania.
-Dammi pure del tu, ma ora vorrei sapere da te cos’è accaduto durante la missione. Xaldin mi ha detto la sua versione ma pare che nel fulcro della battaglia ci fossi tu…- spiegò, attendendo paziente una risposta dal suo interlocutore.
Roxas abbassò lo sguardo sulle bianche lenzuola cercando di richiamare i ricordi dello scontro nella luminosa sala da ballo.
-Ricordo che sono saltato sul lampadario… che ho eliminato un Heartless, mentre il secondo mi colpiva… poi…- si fermò stringendo il fianco destro con la mano sinistra. -Ho sentito un forte dolore al fianco e devo aver perso i sensi… quando mi sono svegliato ero per terra…-
-Ho capito.-
-Mi dispiace… era la mia prima missione e non sono stato all’altezza…-
-Non pensarlo neanche.- replicò l’albino con voce gentile. -E’ stato un incidente e tu non hai colpa. Inoltre, Xaldin mi ha assicurato che prima di quest’episodio ti sei comportato bene, quindi non preoccuparti. Affronterai altre missioni e potrai riscattarti, ma adesso devi riposare.-
-Va bene, grazie Xemnas…-
Il Nessuno con i capelli d’argento sorrise e dopo aver rimesso a posto la sedia se andò con la stessa calma con cui era venuto.
Il ragazzino sbuffò e si mise a guadare la portafinestra, che dava sul piccolo balcone.
-Quasi quasi vado un po’ fuori…- disse tra sé e sé.
Spostò le coperte e poggiò i piedi nudi sul pavimento, rabbrividendo al contatto, dopodiché si diede la spinta con le mani e lentamente si alzò. Sempre con calma si portò vicino alla finestra e l’aprì, pochi secondi dopo era appoggiato al freddo parapetto.
Fece vagare lo sguardo davanti a sé poi lo spostò in basso e si accorse che la sua stanza, come quelle dei suoi colleghi, dava sul giardino.
Vide il grande salice dalle foglie argentate e sotto di esso il suo compagno padrone dell’acqua con il suo strumento che suonava una dolce melodia accompagnata da altrettanto dolci parole.
Accompagno i miei pensieri con una melodia,
Mentre mi concentro su di te,
Suonando qualcosa che parli di te,
Perché il tuo pensiero è un brivido…
Ora sono solo un’ombra,
Che veglia su di te…
Ma spero un domani
Di essere qualcosa di più…
Spero di poter guardare il sole,
Mentre le nostre mani si cercano
E i respiri si uniscono…
Non ci saranno più sospiri,
Ma solo due anime intrecciate
in cerca della felicità…
Quelle parole fecero capire al giovane, che Demyx in realtà credeva fermamente che i Nessuno potessero provare anche qualcosa che andava ben oltre l’amicizia. Un sentimento particolare che invade ciò che loro, esseri incompleti, non hanno.
Stava per rientrare, ma una figura apparsa all’improvviso alla porta del giardino attirò la sua attenzione.
Non molto più alto di lui, capelli grigio-azzurri e un lungo ciuffo a coprire l’occhio destro.
-Zexion?- pensò. -Cosa sarà venuto a fare in giardino a quest’ora? Non ha nemmeno un libro con sé… Vuoi vedere che…-
I suoi sospetti trovarono conferma quando vide il ragazzo appoggiarsi al muro e mettersi ad ascoltare le calme note del Sitar, che riempivano il silenzio del giardino.
Il Burattinaio Mascherato chiuse gli occhi e si mise in ascolto, continuando a chiedersi a chi potessero essere rivolte tutte quelle parole cariche di un sentimento a loro precluso perché privi di cuore, ma soprattutto, si domandò come potesse il Notturno Melodico intonarle.
Nel frattempo, il numero IX continuava indisturbato il suo concerto senza sapere di essere ascoltato.
Il numero XIII restò ad osservarli ancora per qualche minuto, ma poi fu costretto a rientrare a causa della fredda brezza di quella sera e prese ad occuparsi della sua piantina.
Poco dopo qualcuno bussò alla sua porta.
-Entra pure Axel.-
-Come lo sapevi che ero io?- chiese il rosso, chiudendosi la porta alle spalle.
-Ho riconosciuto il tuo modo di bussare.- rispose il biondo con un sorriso. -Hai bisogno di qualcosa?-
-Non proprio, senti…- disse, avvicinandosi. -…hai voglia di uscire?-
Il giovane arrossì di colpo. -M-ma… Axel!- esclamò poi.
-Ma no! Non fraintendere!- replicò immediatamente, mettendo le mani avanti. -Immaginavo che avessi voglia di fare un giro, visto che hai passato cinque giorni chiuso qui dentro e l’unica volta che hai lasciato il castello è stato per una missione… Allora?-
-Bè… Ok!-
-Perfetto! Andiamo!-
Detto questo il numero VIII afferrò la mano del compagno e lo trascinò senza troppe cerimonie all’interno di un varco oscuro.
-Eccoci!- avvertì il rosso, quando uscirono dal buio.
Roxas mise la mano davanti agli occhi per l’improvvisa luce che li investì e dopo essersi abituato la riabbassò.
Rimase incantato da ciò che vide.
Il sole rosso all’orizzonte che donava al cielo innumerevoli sfumature di colore.
-Allora? Ti piace?- chiese il Soffio di Fiamme Danzanti.
-Axel… è… bellissimo…- rispose, spostando lo sguardo sul compagno e poi sulle loro mani ancora unite. Arrossì, separandole immediatamente. -Ehm… ti ringrazio… per avermi portato qui…-
-E’ stato un piacere.- sorrise l’altro. -Come sei carino quando arrossisci…- pensò, posando le iridi di smeraldo sul ragazzino al proprio fianco.
Il biondino cominciò a guardarsi intorno e solo in quel momento si rese conto di essere ad una notevole altezza dal suolo e istintivamente si aggrappò all’amico.
-Ehi Roxas! Non dirmi che soffri di vertigini!-
-Non credo, però non mi ero accorto di dove fossimo… scusa…- asserì staccandosi e sedendosi sul cornicione dell’alto campanile.
-Scusami tu, dovevo avvertirti…- disse, mettendosi accanto al giovane.
-Come l’hai trovato questo posto?-
-Xemnas mi ha mandato qui a Crepuscopoli per la mia prima missione, da allora è diventato il mio posto preferito. Quando ho bisogno di stare tranquillo vengo qua e rimango le ore a fissare il tramonto.-
-Come le ore?-
-In questo mondo, il tramonto dura in eterno.-
-Vuoi dire che non scende mai la sera e il sole non sorge?-
-Esatto, il cielo mantiene sempre la stessa tinta ogni giorno ad ogni ora, perché il sole non si sposta mai. Resta lì e ci dona questo spettacolo magnifico…- concluse, lasciando vagare il proprio sguardo sulla meraviglia che aveva di fronte, per poi spostarlo di nuovo sul compagno.
-Axel, grazie.-
I due Nessuno si scambiarono un sorriso, dopodiché tornarono ad osservare la stella del giorno nell’eterno attimo in cui muore.
Finito anche questo! Devo dire che Axel e Roxas mi sono venuti proprio bene nell'ultima parte.. non sono un amore?! <3 Vabbè... Ecco alcune delucidazioni!
1) La canzone cantata da Demyx non è tutta farina del mio sacco u.u ammetto di essere stata aiutata dalla mia assistente e da un altro amico che di solito mi scrive i pezzi per l'altra long-fic.
2) Fattore Xion: cari lettori, quando ho concepito questa fic, ancora non si sapeva nemmeno che faccia avesse Xion xD quindi la mia storia è una mia versione della vita dei membri dell'Organizzazione XIII, senza un quattordicesimo membro e perciò, Roxas ha sempre avuto due keyblade u.u Ma non spoileriamo oltre sul videogioco di 358/2 days xD
3) Più avanti ci saranno altre cose che non corrisponderanno del tutto alla versione data dal gioco di KH, ma quando sarà il momento ve lo farò presente, non temete ^^
E con questo è tutto! Al prossimo week end!
See ya!!!
Angolo Recensioni
Xemnas89: Per la barba dei nani! Una nuova lettrice *v* Benvy in famiglia xD Dunque, sono contenta che la mia fic ti piaccia e che ti sia interessata alla parte umana che ho voluto dare a questi poveri disgraziati xD Anche secondo me è stato un errore tralasciarla nel gioco, probabilmente ne sarebbero usciti dei personaggi ancora migliori ^^ Per quanto riguarda Xion, se hai letto le "delucidazioni", non la metterò nella storia, anche perché sono già avanti con i capitoli e sto entrando nella fase finale della storia. Magari se me ne viene un'altra la inserirò ^^ Che ne dici di questo chap? Piaciuto? Bye!!!
My Pride: *la libera dagli omini vestiti di bianco* Hai letto che è accaduto? xD Spero che a storia continui a interessarti e che ti piaccia ^^ Ah, più si va avanti più le scene yaoi diventano dettagliate u.u Spero di aver destato la tua curiosità xD Ciau!!!! ;3
soral: Bella domanda xD che ha fatto Vexen a Roxas, dopo quel bacio appassionato? A te il compito di immaginare il tutto, ma ti do un indizio: le luci rosse sono garantite xD Che sarà quella piantina... ma sai che non lo so nemmeno io? xD Vabbè, passiamo oltre... Per l'Akuroku dovrai attendere ulteriori sviluppi, invece per la Zemyx siamo ormai sulla buona strada... ma nessuno che si interessi alla XemnasxSaix... °-° Bo... Ciao gemellina! <3
LightRoxas: Eh sì, Vexen è uno sporcaccione u.u Ma immaginatelo come un aitante giovanotto di vent'anni o giù di lì xD Anche da te viene richiesta la Zemyx... Non preoccuparti che arriverà presto e ti stupirai di quello che ho combinato xD Anche a te ripeto la faccenda di Xion a titolo informativo u.u quando concepii la storia, ben più di un anno fa, ancora non si sapeva granché su Xion e i suoi poteri e/o relazioni con Roxas, figurati che io non ho nemmeno giocato a 358/2 days quindi mi sono dovuta immaginare un bel pò di cose xD Ma credo che la fic sia bella lo stesso no? ^^ Alla prossima!
Sono una scrittrice degenere ç__ç l'altra volta mi sono dimenticata di ringraziare i nuovi adepti!!! (non sei a capo di una setta di pazzi.. -.- NdTutti Ah no? NdFly) Comunque, un grazie bello grande a Yuma_29 e Xemnas89 per aver messo la fic tra le preferite, vi lovvo *v* e ovviamente ringrazio tanto tanto le persone che si limitano a leggere le cazzabubbole che scrivo xD Bye!!! |
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Capitolo 8 *** Capitolo 8: Incubi o realtà? ***
*arriva tutta saltellante modello puffi alla ricerca di puff-bacche* o.ONdTutti Buon Halloween!!! *lancia dolcetti ovuque e prende in pieno il suo banditore con una mela caramellata* Ops... ^^'' Scusa! *il banditore si alza sbuffando e se ne va con un bernoccolo in testa* Cooomunque!!! Nel capitolo precedente avevamo lasciato il piccolo Roxas in compagnia di Axel sull'alto campanile di Crepuscopoli, ora la scena cambia e le cose cominciano ad evolversi. Buona lettura!!!
ps: il capitolo lo dedico alla piccola soral per il suo compleanno ^^ tanti auguri gemellina!!!
Capitolo 8: Incubi o realtà?
Erano passati quattro giorni da quando Roxas aveva ripreso i sensi e Axel l’aveva portato a Crepuscopoli.
Diventarono inseparabili.
Passavano quasi tutto il tempo insieme, tranne quando il numero VIII partiva per una missione e nel frattempo il numero XIII veniva chiamato dal Freddo Accademico per essere visitato, e di queste visite, il giovane Nessuno non conservava alcun ricordo.
Quella mattina come sempre la Chiave del Destino si svegliò di buon’ora e dopo aver dato la solita dose d’acqua alla sua piantina, che continuava lentamente a crescere, aprì un varco e arrivò in sala da pranzo.
-Buon giorno Xaldin!-
-Ehi funghetto! Dormito bene?- chiese il numero III, mentre finiva di sistemare la tavola.
-Sì, grazie. Oggi Vexen mi toglierà le bende in modo definitivo! Da domani potrò iniziare ad andare in missione come si deve.-
-Se Xemnas è al corrente di questo, probabilmente nella riunione di oggi ti affiderà qualche missione…-
-Lo spero, sono stufo di stare qui a fare niente. Voglio rendermi utile!-
-Mi fa piacere sentire queste parole, Roxas…- intervenne il Superiore, uscendo da un varco. -Avevo intenzione di mandarti in missione con Demyx al Monte Olimpo, te la senti?-
-Certamente!-
Il numero I sorrise e andò a prendere il suo posto a capotavola mentre gli altri membri uscivano dai vari varchi.
-Wow Roxas! Andremo in missione insieme! Sei contento?- domandò il numero IX.
-Non vedo l’ora Dem!- rispose il biondino, poi vide il numero VIII con un’aria abbattuta. -Axel, c’è qualcosa che non va?-
-Non hai sentito? Il capo mi manda in missione con Xigbar, per due giorni…-
-Dov’è che andate?- chiese il Notturno Melodico.
-Alle Terre del Branco… Già so che dovrò impedirgli di dare la caccia agli animali…-
I due biondi guardarono il loro amico crucciarsi e sospirare, in quanto arreso all’evidenza dei fatti, e non poterono trattenere le risate.
-Ma cosa ridete?!-
-Scusa Axel…- cercò di dire il numero XIII. -Ma immaginare te, che corri dietro a Xigbar…- e ricominciò a ridere.
-E voglio vedere come farai a fermarlo…- riuscì a dire Demyx. -Lo zio Xiggy quando si mette in testa una cosa è impossibile da fermare…- poi guardò il compagno, che se sentiva un’altra parola gli si afflosciavano i capelli e riprese a ridere.
-Voi due…- fece il rosso, alzando un pugno. -Se vi prendo…-
Detto questo, i due cominciarono a correre mentre il Nessuno dai capelli rossi li inseguiva gridando minacce.
Dopo un’ora, il Soffio di Fiamme Danzanti si era stufato di correre e aveva deciso di andare a riposarsi fisicamente e prepararsi psicologicamente per la missione del giorno dopo. Demyx, invece, era tornato in camera sua per suonare il suo strumento. Roxas, rimasto solo, optò per andare alla ricerca del Burattinaio Mascherato e chiedergli cosa ne pensasse sulla faccenda dei sentimenti dei Nessuno.
Non sapeva più cosa pensare.
Ogni momento che passava con il suo compagno dai capelli di fiamma lo faceva sentire come se avesse ancora il cuore, ma stava cominciando a sospettare che il suo sentimento andasse oltre la semplice amicizia.
Con un varco arrivò davanti alla bianca porta con inciso sopra il numero VI in nero.
Il ragazzino bussò e chiamò il compagno chiedendo di entrare, ma non ottenne risposta. Poi rammentò ciò che gli aveva riferito Axel: Zexion era un tipo solitario, che ama il silenzio e la lettura, quindi doveva cercarlo in biblioteca o in giardino. Si voltò per aprire un nuovo varco, ma la possente figura del numero V lo colse di sorpresa e cadde seduto per terra.
-Ahia…- sussurrò, massaggiandosi il fondoschiena.
Fece per alzarsi, ma l’alto compagno lo precedette prendendolo per un braccio e riportandolo in piedi.
-Ehm… grazie Lexaeus…-
L’altro non rispose, ma tirò fuori un cartello da chissà dove con scritto “prego”.
-Mi avevano detto che era di poche parole, ma non pensavo fino a questo punto…- pensò il biondo, osservando il cartello. -Sai dove si trova Zexion?- chiese.
L’Eroe del Silenzio accennò ad un sì con un movimento del capo.
-Puoi indicarmi dove posso trovarlo?-
Un altro cartello gli fu presentato e diceva che il Nessuno col ciuffo si trovava in biblioteca. Lo ringraziò e il primo cartello si fece rivedere, sempre uscito dal niente.
Attraversato un varco, il numero XIII si trovò davanti alla candida e alta entrata della biblioteca. Deglutì e dopo aver spinto la porta entrò, chiudendosela alle spalle.
Una muta espressione di stupore gli percorse il viso, quando vide tutti quei volumi insieme. La stanza era grande quanto la sala dei troni e un corridoio centrale la divideva a metà. Numerosi scaffali di legno scuro si trovavano ad ambo i lati e correvano alti fino al soffitto, facendo sentire Roxas ancora più piccolo di quanto già fosse. Si sentì quasi travolto dal silenzio e dalla calma che regnavano in quel luogo e cominciò a capire il perché piacesse tanto al sesto membro dell’Organizzazione.
Superato l’attimo di smarrimento, diede inizio la ricerca del compagno tra i vari scaffali.
Camminava lungo il corridoio senza fare rumore con i suoi passi e intanto guardava a destra e a manca per vedere dove fosse l’altro Nessuno. Dopo aver superato la decima coppia di scaffali, cominciò a credere che Lexaeus si fosse sbagliato, ma si ricredette, quando giunto in fondo alla grande sala, trovò il compagno seduto su una poltrona immerso nella lettura di un sottile volume dalla copertina scarlatta.
-Qual buon vento ti porta qui Roxas?- chiese senza levare lo sguardo dal libro.
-Ciao Zexion… Ecco… Volevo parlarti di una questione che mi impensierisce da un po’, ma se sei impegnato torno quando hai tempo…-
-Non preoccuparti, questo testo non è così interessante come credevo…- rispose, chiudendolo. -Accomodati.- aggiunse indicando la poltrona di fronte alla sua.
-Cosa leggevi?-
-“La metamorfosi” di Kafka, un tizio diventa uno scarafaggio… Che assurdità…- disse, posando il libro sul tavolino che stava tra il cerchio di poltrone, rivolgendo poi la sua attenzione al biondo davanti a sé. -Di cosa volevi parlarmi?-
-Ultimamente mi chiedo se noi Nessuno siamo in grado di provare sentimenti, come ad esempio l’amicizia, anche se privi del cuore… Mi è stato detto che tu sei il più esperto in questo campo…-
-Dire che sono il più esperto mi sembra esagerato, diciamo che ho studiato l’argomento e ho trovato due diverse teorie a riguardo…-
-Quali sarebbero?- chiese il ragazzino curioso.
-La prima dice che i Nessuno possono solo ricordare le sensazioni che l’originale ha provato e quindi avvertirle come proprie, mentre la seconda punta sul valore dell’anima…-
-L’anima?-
-Esatto. Noi Nessuno siamo composti da corpo e anima e si pensa che quest’ultima sia una seconda fonte di sentimenti, in grado di compensare la mancanza del cuore.-
-Capisco… Tu in quale delle due ti ritrovi?-
-Ancora non lo so… Tu invece?-
-Bè… Io ricordo poco e niente della mia vita precedente, perciò sono più tendente alla seconda, ma non ne sono molto sicuro… Vorrei…-
Non riuscì a continuare perché avvertì il sangue nelle vene gelarsi e si sentì osservato da uno sguardo di ghiaccio.
Si riprese poco dopo, mentre il compagno lo scuoteva per la spalla con un’aria leggermente preoccupata.
-Ehi, tutto bene?-
-Come? Ah… Sì, certo… Scusami Zexion, mi… mi è venuto un capogiro… Ora devo andare… Grazie per il tempo che mi hai dedicato… Ciao!- detto questo si alzò e in fretta attraversò un varco.
-Qui c’è qualcosa che non va…- pensò il ragazzo, tornando a sedersi. -E’ come se fosse caduto in una specie di trance, anche se per pochi istanti… Il suo odore era cambiato e poi… no, impossibile…- rifletté ancora, portando lo sguardo nel punto in cui il giovane Nessuno era scomparso. -La sua temperatura corporea si era abbassata di quattro gradi…-
Roxas ricomparve nella sua stanza e immediatamente cadde in ginocchio, tremante.
Non riusciva a smettere di tremare. L’improvviso gelo che lo aveva attraversato non voleva lasciare il suo corpo.
Lentamente, i suoi pensieri cominciarono a riprendere ordine e nonostante avesse il respiro accelerato e sentisse le gambe deboli, si convinse ad alzarsi e ad avvicinarsi al letto. Si sdraiò e posò lo sguardo sul soffitto.
Tutto quel bianco lo assalì, ricordandogli la pessima sensazione provata poco prima, e chiuse gli occhi voltandosi verso destra. Quando poi rialzò le palpebre, le sue iridi azzurre si rilassarono trasmettendo il benessere a tutto il resto del corpo. Vide la sua piantina e si sentì al sicuro, al caldo, da quel freddo e quel disagio provati fino a poco prima.
Tuttavia pensare al ghiaccio, gli rammentò che in quel momento lui doveva trovarsi in ben altro luogo.
-Accidenti!- esclamò scattando in piedi. -Devo andare da Vexen!-
Oltrepassato un nuovo varco, il biondino si ritrovò davanti alla porta del laboratorio del collega, ma non fece in tempo a bussare che questa si aprì da sola. Entrò con passo un po’ incerto e l'uscio si richiuse alle sue spalle, silenzioso come sempre. Si avvicinò alla scrivania, dietro alla quale era seduto il Freddo Accademico, chino sui soliti documenti dall'ignoto contenuto.
-Salve, numero IV. Scusi il ritardo…- iniziò, abbassando leggermente il capo.
Gli inespressivi e freddi occhi verdi del Nessuno si posarono su di lui e si sentì trafiggere da mille lame.
-Tranquillo non importa, ero impegnato e ti avrei fatto comunque aspettare qualche minuto.- disse Vexen, posando i fogli. -Andiamo…-
Come le altre volte lo condusse nella stanza adiacente, gli fece togliere i suoi abiti e infine cominciò a togliergli le ultime bende che coprivano il suo fianco.
-Oggi ti tolgo le fasciature in modo definitivo, ma dovrai fare comunque attenzione…-
-Ho capito. Resterà la cicatrice?-
-Sì, ma non è una cosa grave…-
Il silenzio calò sovrano. Nemmeno le bende mosse dalle mani del Nessuno emettevano fruscii.
Quando le dita sottili, gelide come la neve, entrarono in contatto con la sua pelle Roxas rabbrividì. Il numero IV sorrise nella sua mente e senza farsi notare velocizzò il suo lavoro. Desiderava possedere quel corpo e presto sarebbe stato accontentato.
Terminato il suo compito, Vexen si alzò dallo sgabello su cui era seduto e dopo aver gettato via le bende, strinse nella mano sinistra il ciondolo di vetro.
Il numero XIII avvertì la consueta stanchezza e cadde nell’incoscienza. Le sue iridi azzurro cielo si spensero e divennero vuote, come un cielo oscurato da un leggero manto di grigie nubi.
Con un ghigno di soddisfazione, il Freddo Accademico si riavvicinò al compagno e cominciò a posare una serie di veloci ma intensi baci sul suo collo. Risalì all’orecchio e poi passò al volto, arrivando infine alle labbra rosee, semi chiuse, coinvolgendole in un lungo bacio al quale ci fu un’automatica ma fredda risposta.
-Con il numero III hai fallito, ma non importa, quello era un osso duro. Spero ti rifarai domani con il numero IX.-
-Sì, signore.-
-E’ un povero ingenuo, ma i suoi attacchi d’acqua possono diventare pericolosi, dovrai fare attenzione…-
-Sì, signore.-
-Bravo, così mi piaci…- sussurrò il fondatore mentre ricominciava a baciare la chiara pelle di quel corpo spento che era diventata la Chiave del Destino.
***
Toc, toc!
-Avanti!- urlò il numero VIII dall’interno della sua stanza.
-Ciao Axel!- salutò, vedendo il compagno seduto sulla finestra.
-Ehi Dem! Come mai da queste parti?-
-Posso stare un po’ qui? Se non disturbo ovviamente…-
-Non dire sciocchezze! Non disturbi mai!- rispose il rosso con un sorriso.
-Grazie.-
Il biondo si sedette sulla sedia accanto alla finestra e sospirò.
-Ma si può sapere che hai? C’è qualcosa che non va? Di solito a quest’ora stai suonando il Sitar…-
-Niente… E’ solo che…-
-Sei preoccupato per la missione di domani?-
-No, non è questo…-
-Allora per cosa?- domandò, ma poi gli venne l’illuminazione. -Ancora per quella storia? Ma non ti sei ancora dichiarato?-
-Non so come fare, né quando… Appena lo vedo, dimentico tutto quello che devo fare e l’unica cosa che faccio è salutarlo con un sorriso da ebete!- disse tutto d’un fiato il numero IX.
-Povero Dem…- pensò l’altro, poi si avvicinò all’amico. -Ascolta…- cominciò, attirando l’attenzione di due iridi prossime al pianto. -Perché non ci provi al ritorno dalla missione? Lo porti in giardino e gli suoni la canzone che hai composto apposta per lui… Ti piace come idea?-
Gli occhi acquamarina s’illuminarono, il ragazzo saltò addosso all’amico e per poco non caddero a terra.
-Grazie Axel! Senza di te non so che farei!- esclamò con le lacrime che gli scorrevano sul viso.
-Probabilmente avresti già consumato le corde del Sitar…- rise il Soffio di Fiamme Danzanti, abbracciando il biondo. -Adesso basta piangere… Andiamo a fare un giro?-
-Sì!- esultò Demyx, ormai dimentico delle lacrime. -Andiamo a chiamare anche Roxas?-
-Perché no?-
Con un varco i due arrivarono davanti alla porta con inciso il numero XIII e bussarono senza però ottenere risposta. Provarono ancora, ma nessuna risposta giunse dall’interno della stanza. Così aprirono la porta, trovando la stanza vuota. -Dove sarà?- si chiese Axel.
-Proviamo a chiedere a Xaldin!- propose il biondo. -Mi ha detto che spesso chiacchiera con Roxas.-
Arrivarono in cucina e trovarono il numero III impegnato nell’eseguire una ricetta.
-Ciao Xaldin!-
-Ciao Demyx!- rispose il moro, voltandosi e mostrando ciò che teneva nelle mani.
Nella destra un macete e nella sinistra una gallina priva di piume.
-E quella cosa sarebbe?!- esclamò inorridito il giovane.
-Questa? È la cena! Arrosto con le patate!- affermò con orgoglio il cuoco. -Tornando a noi… Vi serve qualcosa?-
-Stiamo cercando Roxas, non sai dove può essere?- domandò il numero VIII, dato che il suo amico era ancora lì a fissare l'animale con occhi traumatizzati.
-Stamattina mi ha detto che doveva andare da Vexen, era contento perché gli avrebbe tolto le bende definitivamente.-
-Ok! Grazie mille Xal! Andiamo Dem!-
Tuttavia il ragazzo chiamato non si mosse di un centimetro. -Demyx? Mondo che Non Esiste chiama Demyx! Rispondi!- fece Axel, sventolando una mano davanti agli occhi dell'amico, che si riscosse.
-Xaldin! Sei un assassino! Ora ho capito perché Xemnas è vegetariano!- urlò all’improvviso il Notturno Melodico, indicando ciò che una volta ppteva definirsi "pennuto".
-Ma Demyx, cosa stai dicendo? Non l’ho mica spennata io la gallina! Era già così al mercato!-
-Davvero?-
-Sì… Piccolino, mi spieghi dove la terrei io una gallina viva con Xigbar che gira liberamente per il castello?- domandò paziente e con una vena d'ironia.
-Hai ragione! Scusami Xaldin, non volevo accusarti…-
-Non fa niente! Adesso andate, altrimenti non faccio in tempo a preparare per l’ora di cena, ci vuole tempo per fare un arrosto come si deve…-
-Va bene! Ciao Xaldin!-
I due sparirono nuovamente per arrivare davanti alla porta del laboratorio del freddo fondatore. Bussarono e il loro pallido compagno li fece entrare, rivolgendogli la parola senza alzare gli occhi dai suoi documenti. -Cosa volete?-
-Roxas è qui con te? Doveva venire a togliere le fasciature se non sbaglio…- rispose il rosso.
-Se n’è andato poco fa.-
-Dove?-
-Non ne ho idea. Ora andatevene, ho del lavoro da sbrigare e voi mi state portando via del tempo prezioso!- sibilò seccato.
-Va bene, ce ne andiamo. Grazie dell’informazione.-
Attraverso un nuovo varco, tornarono davanti alla stanza del giovane Nessuno introvabile e batterono nuovamente le nocche sul candido legno dell'entrata.
-Ma è possibile che non ci sia?- domandò il Soffio di Fiamme Danzanti, non avendo ricevuto risposta.
-Proviamo a entrare, magari è fuori sul balcone e non ci sente…- propose Demyx.
-Tentar non nuoce, ma se si arrabbia l’idea è stata tua…-
Aprirono piano la porta e la prima cosa che notarono fu la finestra chiusa con le tende tirate fino a lasciare un solo spiraglio di luce. Poi spostarono lo sguardo sul resto della stanza e videro il compagno sdraiato di fianco sul letto, profondamente addormentato.
-Che peccato… Dorme…- sussurrò deluso il rosso.
Si voltò sentendo una pacca sulla spalla. -Ti lascio con lui.- disse semplicemente il biondo accanto a sé.
-Ma ti avevo promesso di fare un giro…-
-Non preoccuparti, ora sto meglio. Prendo il mio Sitar e me ne vado da qualche parte a suonare.-
-Grazie Dem, ma mi raccomando: niente roba triste!-
-Ok! Ci vediamo a pranzo!-
Il numero IX scomparve in un varco e il numero VIII, una volta all'interno della camera, si avvicinò al letto con una sedia. Il numero XIII dormiva, ma l'altro notò subito che qualcosa non andava… Gli occhi erano stretti, le labbra contratte in una smorfia e la fronte del giovane era intrisa di sudore. Si affrettò a verificare che il biondo non avesse la febbre e alla fine dedusse che stesse avendo un incubo… In breve, il piccolo cominciò ad agitarsi e l’altro Nessuno fece di tutto per svegliarlo.
-Roxas! Svegliati!-
-No! Lasciami stare!- gridò il giovane ancora immerso nell’incubo. -Lasciami!-
-Roxas! Stai avendo un incubo! Svegliati!- disse il rosso, scuotendo il compagno, che si destò scattando a sedere con il respiro affannato. -Roxas…- lo chiamò.
La Chiave del Destino si voltò e abbracciò il compagno senza pensare e dire alcunché.
-Calmati piccolo… Hai fatto solo un brutto sogno… Adesso sei sveglio…- sussurrò, stringendolo a sé.
Il ragazzino tremante appoggiò il viso al petto dell’amico. -Axel…-
-Piccolo, ti va di raccontarmi cosa hai sognato?-
-Non me lo ricordo…-
-Non importa, adesso è tutto finito…- mormorò, passando la mano sugli arruffati capelli biondo grano e cullandolo lentamente.
Roxas cercò di calmarsi e richiamare alla mente ciò che aveva sognato poco prima. Non ricordò nemmeno un'immagine, tranne una bruttissima sensazione di realtà. Come se fosse tutto vero.
Il Nessuno dai capelli rossi continuò a tenerlo stretto al suo petto finché un nuovo sonno, questa volta sereno, non lo accolse tra le sue calme braccia.
Vexen continua ad approfittare di Roxas e lui non ricorda nulla... o forse sì? Cos'avrà sognato il giovane Nessuno? Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!!!
Angolo Recensioni
soral: *recupera dal mondo dei sogni* E' ancora presto per l'akuroku, ma ci stiamo lavorando sopra xD La XemnasxSaix arriverà presto e con lei anche la Zemyx, chissà magari dopo la missione al Monte Olimpo... u.u Spero che questo chap ti sia piaciuto ^^ Ciao gemellina, ci sentiamo presto!!! E ancora tanti auguri!!!<3
Xemnas89: Credo che tu abbia inteso male le mie parole, la fic sta giungendo al termine nel forum dove la posto ormai da un anno! Qui è appena cominciata! xD Non vi libererete di me tanto presto u.u Mi auguro che la fic ti piaccia comunque anche se Xion non sarà presente e che questo capitolo ti sia piaciuto ^^ Bye!!!!
uomo nero: Oh birba... e così sei una ragazza xD Avevo capito che fossi un maschio, pardon xD Eh, lo so.. Axel e Roxas sono tenerissimi, ma per il futuro ho in mente di tutto Muahahahahahah!!!! Ovvio che ci sarà la XemnasxSaix tesoro! Quello che scrivo lo mantengo u.u Spero che questo capitolino di passaggio ti sia piaciuto ^^ Ciauuuu!!!!
My Pride: Tu sei impaziente di leggere scene hot xD Aspetta con pazienza e sarai ricompensata a dovere u.u E di questo chap che mi dici? Ci sentiamo presto bella! ;3
Ovviamente grazie anche a tutti voi che leggete questa fic assurda xD Vi adoVo!!!! ^^ |
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Capitolo 9 *** Capitolo 9: Il contatto si rompe ***
Ciao a tutti!!!! *saluta i lettori con la manina* Ok, scemenze a parte, sono lieta di presentarvi... *il banditore parte a suonare la sua trombetta* il capitolo nove!!!! Yeeee!!! *comincia a saltare come una molla trascinando con sé i lettori, il banditore e la trombetta* Spero che vi piaccia lo stesso, perché fa schifo! xD Buona lettura!!!
Capitolo 9: Il contatto si rompe
-Roxas, sei pronto a partire?- chiese Demyx, mettendogli un braccio intorno alle spalle.
-Certo! Non vedo l’ora di vederti in azione!-
-Ma dobbiamo stare attenti. Nell’Oltretomba girano strani esseri ancora più brutti degli Heartless e poi c’è quel pazzo di Ade…-
-E chi sarebbe?- chiese incuriosito il giovane.
-Il Dio dei morti, ma è solo bravo a fare progetti che non arrivano nemmeno a metà…-
-Interessante…-rispose il numero XIII, nascondendo una nota di preoccupazione.
-Roxas!-
Il biondino si voltò e sorrise al compagno dai capelli rossi che si stava avvicinando. Una volta arrivato lo allontanò dall’altro compagno per parlare.
-Dimmi Axel… C’è per caso qualche problema?-
-Nulla. Volevo sapere se oggi ti senti meglio…-
-Sto una meraviglia… E il merito è tutto tuo. Grazie, per essermi stato accanto, mi sdebiterò quando tornerai dalla tua missione. A proposito, buona fortuna!-
Il numero VIII sorrise. -Grazie. E a te in bocca al lupo! Mi raccomando…- iniziò stando bene attento che il numero IX lo sentisse. -…non dare sempre retta a Dem e ricordati la strada che fate perché a volte si perde…-
-Ma cosa stai dicendo Axel?!- sbottò il Nessuno, mettendo un dolce broncio.
I due scoppiarono a ridere e poco dopo anche il loro compagno li seguì. Dopo pochi minuti Demyx aprì un varco oscuro che inghiottì lui e Roxas per riaprirsi all’entrata dell’Oltretomba.
-E’ ancora peggio del Castello della Bestia…- disse la Chiave del Destino guardandosi in giro, mentre si metteva il cappuccio.
-Come dici?- chiese l'altro voltandosi.
-No, nulla. Da che parte andiamo?-
Demyx si grattò la testa, pensante. -Vediamo… Purtroppo qui non compaiono molti Heartless e dobbiamo fare attenzione a Cerbero…-
-Cerbero?-
-Sì, il cane a tre teste guardiano degli Inferi.-
-Tre teste?!- pensò allarmato il numero XIII. -Non so perché, ma questa missione comincia a non piacermi…-
-Andiamo di là!- esclamò l'energico numero IX, interrompendo i suoi pensieri, mentre indicava il grande portone alla loro destra.
-Ok, ma cosa c’è di là?-
-C’è la Caverna dei Defunti. Alla fine del percorso c’è la stanza dove Ade progetta i suoi piani… Sono curioso di sapere cosa si inventa oggi… Andiamo!-
Senza nemmeno dargli il tempo di rispondere, il Notturno Melodico corse in direzione del portone e Roxas non poté fare altro che seguirlo. Una volta arrivato nel passaggio che si trovava dopo l’entrata il Nessuno si fermò, facendo in modo che il suo compagno lo raggiungesse.
-Scusa se mi sono messo a correre, ma di solito io vado sempre di corsa! Mi piace essere sempre in movimento!-
-Non fa niente…- rispose l’altro riprendendo fiato. -Cosa sono questi cosi bianchi?- chiese poi indicando le numerose sfere bianche che gli giravano intorno.
-Anime.-
-Prego?-
-Sono le anime dei defunti, siamo nell’Oltretomba non ricordi?-
-Eheh… già…-
Furono costretti ad interrompere la loro chiacchierata a causa di un gruppo di ombre apparse alle loro spalle. Si trattava di semplici Neo Shadow e Cani Rabbiosi. Il numero IX evocò il suo strumento e sorrise al compagno.
-Adesso sta a vedere! Li elimino in due secondi!-
Iniziò a pizzicare le corde del Sitar e l’acqua di cui era padrone iniziò a danzare attorno a lui, iniziando a prendere una forma. In breve si crearono cinque bolle che presero le sue fattezze e si lanciarono all’attacco degli avversari.
Il numero XIII guardava affascinato il modo di combattere del suo compagno. Rilassato, tranquillo, sicuro. Non aveva mai visto qualcuno combattere in quel modo. Si riscosse avvertendo una presenza dietro di sé, evocò i keyblade e distrusse con due sferzate il Lanciere che aveva tentato di infilzarlo con la sua arma. Altri Heartless seguirono il primo temerario e tutti cominciarono a cadere come le foglie d’autunno sotto i potenti e precisi fendenti della Chiave del Destino.
-Finalmente abbiamo finito!- esclamò il Nessuno, facendo sparire il Sitar.
-Erano veramente tanti, deboli, ma tanti…- disse il biondino avvicinandosi al compagno.
-E’ questo il problema in questo mondo, sono tanti e a volte io da solo faccio fatica a tenerli a bada senza ricorrere a tecniche un po’ più appariscenti, per così dire…-
-Appariscenti?-
-Eh eh… l’ultima volta ho allagato tutto il passaggio e ho spento i capelli di Ade…-
Scoppiarono a ridere e ripresero il cammino. Non trovarono altri avversari fino alla Valle dei Morti, una grande caverna in cui un percorso si ergeva su delle colonne e in basso c’era un lago di acqua verde in cui nuotavano le anime. Sconfitti i pochi esseri oscuri arrivarono davanti ad una porta di pietra e una scalinata.
-Al piano di sopra c’è la stanza di Ade.- disse il numero IX, avanzando seguito dall’altro.
Si fermarono all’ingresso di una stanza in cui c’erano un trono e un tavolo rotondo al centro, sul quale era chinato un uomo dalla pelle azzurra, gli occhi gialli, vestito con una tunica del colore del fumo e la folta chioma formata da una guizzante fiamma azzurra.
-Lui è Ade.-
-Ma sta giocando con i soldatini?!- chiese stupito Roxas, vedendo che il Dio aveva in mano il pupazzetto di un centauro e quello di una persona.
-No, lui organizza così i suoi piani. Come se fosse una partita a Risiko…-
-Ah…-
Rimasero ad osservare quello strambo personaggio per una buona mezz’ora, ridendo dei suoi discorsi e di quando si riprendeva da solo perché parlava e inveiva contro i pupazzetti tra le sue mani, dopodiché se ne andarono percorrendo la strada a ritroso senza incontrare gruppi numerosi di nemici. Gli mancava da oltrepassare la sala con il portone quando una specie di terremoto li fece fermare.
-Roxas, dimmi che era il tuo stomaco…- sussurrò il più grande.
-Non dire scemenze…-
Deglutirono contemporaneamente quando una nuova scossa mosse il terreno e una barriera invisibile circondò l’area.
-Perché questa missione mi piace sempre meno?- chiese il più giovane.
-Forse perché c’è un’alta possibilità che un grosso cagnolone con tre teste sia alle nostre spalle e probabilmente con una gran voglia di mangiarci?-
-Effettivamente questa possibilità ha un’alta percentuale di realizzazione al momento…-
Da dietro i cappucci si scambiarono uno sguardo tra il deciso e l’intimorito e si girarono insieme. Davanti a loro vedevano solo un paio di grosse zampe nere. Alzarono lo sguardo e videro prendere forma il corpo del guardiano degli Inferi in tutta la sua mole, in più le tre teste avevano lo sguardo puntato su di loro con una punta di desiderio.
-Io credo che la tua ipotesi sia corretta, Dem, ci sta guardando come se fossimo il suo pranzo…-
-Ma noi non diventeremo il suo pranzo, vero?-
L’acquamarina incontrò il cielo e i due Nessuno evocarono le loro rispettive armi, dopodiché senza esitazione si gettarono contro l’immenso animale dal corpo nero pece.
Concentrato come mai prima di allora, il Notturno Melodico sfoderò la sua tecnica preferita: utilizzò le copie d’acqua contro una delle tre teste, ma purtroppo non durarono quanto sperato. Decise allora di ricorrere ad attacchi più complessi quali le torri e le bolle d’acqua nel tentativo di rendere innocua almeno una delle tre teste. Questa però si sentì infastidita e colpì il Nessuno con una poderosa zampata, spedendolo contro il muro.
Un colpo della chiave bianca e la testa del cane si ritrasse dolorante, mentre la chiave nera si abbatteva contro la gemella al suo fianco. Partì con una nuova sferzata di fendenti contro la seconda testa e terminò con un affondo del Lontano Ricordo, che accecò l’occhio destro della testa centrale. Fece una capriola all’indietro e mise piede a terra. Si concesse qualche secondo per cercare il suo compagno, ma il rumore di una frana rispose alla sua ricerca e quando si voltò vide il numero IX cadere a terra dopo aver sbattuto contro la parete.
Volle correre immediatamente da lui, ma un’improvvisa stanchezza glielo impedì, i suoi occhi si spensero e la sua mente si offuscò, lasciando spazio alla gelida e ferma voce del Freddo Accademico. Cerbero, che stava per attaccarlo, si fermò all’istante avvertendo in lui un odore nuovo e pericoloso.
-Forza Roxas, manda il cane ad uccidere il numero IX…-
Il ragazzino si girò verso l’essere infernale, che si sentì sopraffatto e intimorito dal suo sguardo vuoto, quindi abbassò le tre teste fino a toccare terra, pronto ad obbedire.
-Uccidilo.-
Una sola parola e il guardiano degli Inferi si rialzò, dirigendosi a passi lenti verso il suo obiettivo. Una volta arrivato, alzò una delle zampe anteriori e la poggiò sopra il corpo inerme del Nessuno a terra, ma poco dopo una flebile richiesta d’aiuto giunse alle orecchie del numero XIII.
-R-roxas… a-aiutami…-
La voce del Notturno Melodico inaspettatamente arrivò nel nero abisso dell’incoscienza in cui era caduto il giovane, che si risvegliò all’improvviso senza avvertire le imprecazioni del numero IV.
-Demyx!- urlò, mentre a keyblade sguainati correva verso l’arto del cane e lo tagliava senza esitare.
La creatura guaì di dolore, ma ben presto quel guaito divenne un cupo ringhio di rabbia verso colui che priva gli aveva dato un ordine e poi aveva avuto la presunzione di fermarlo. Anche se privo di una zampa, Cerbero riprese a combattere e cominciò a sputare grandi sfere infuocate da tutte e tre le sue bocche contro il suo nuovo obiettivo che nel frattempo correva allontanando il cane dal suo compagno ferito.
Raggiunta una buona distanza, Roxas si fermò e dopo aver rispedito tre globi al mittente, fece un solo grande balzo che lo portò all’altezza delle tre teste ancora stordite dal fuoco e lanciò entrambe le sue chiavi. Continuò finché non vide l’animale indietreggiare, dopodiché ritornò a terra con una capriola e riprese le sue armi, corse verso il suo avversario e ad un passo da lui saltò nuovamente, preparando un attacco in picchiata. In pochi istanti, il Lontano Ricordo e il Portafortuna si abbatterono sul guardiano degli Inferi che cadde a terra stordito.
-Ci vuole ben altro per farti fuori, eh?- chiese la Chiave del Destino, mentre riponeva le sue lame.
Lo osservò ancora per qualche istante, poi corse nuovamente dall’amico privo di sensi, mettendosi all’opera per svegliarlo. Il Nessuno ferito riaprì gli occhi troppo tardi.
Una sfera di fuoco colpì la schiena del suo compagno che urlò di dolore, ma che riprese in mano le sue armi e si rese conto di provare una rabbia cieca verso la creatura che aveva di fronte. Senza pensarci due volte scagliò entrambi i keyblade contro il petto dell’avversario che infine cadde lasciando che una pozza di denso liquido vermiglio si spandesse sotto il suo corpo.
***
-Maledizione!- inveì Vexen, scagliando un pugno alla scrivania che gelò all’istante. -Come ha potuto risvegliarsi?- si chiese una volta riacquistata la calma. -La mia influenza non deve essere ancora ben radicata… E’ anche vero che non l’ho mai controllato così a lungo, tranne quando mi stava vicino…- pensò, prendendo a camminare in circolo. -Occorreranno nuovi esperimenti e forse so anche chi mi può aiutare…- ghignò, mentre spariva in un varco oscuro.
Lo so, fa schifo... Ho cercato di sistemarlo come meglio potevo, ma resta comunque una schifezza di capitolo... Chiedo perdono u.u
Cos'avrà in mente il Freddo Accademico? Cosa sarà successo a Roxas e Demyx? Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!
Angolo Recensioni
LightRoxas: No, non ho mai giocato a 358/2 days, ho visto solamente qualche video xD La scena di Lexaeus non so nemmeno io come mi sia uscita, però faceva ridere xD Luxord e Larxene, forse li userò verso la fine, ma non credo... per loro non ho previsto un vero e proprio ruolo, ma chissà...
ps: come vedi, Demyx è quasi morto, ma lascia stare Vexen che mi serve ancora xD
soral: Nel capitolo precedente ho raggiunto un livello osceno di demenzialità xD Sono contenta che ti sia piaciuto ^^ Chissà se Axel si accorgerà di quello che combina Vexen... u.u Spero che nonostante sia pietoso ti sia piaciuto anche questo ^^ Ciao gemellina!!! <3
My Pride: Axel e Roxas li faccio sempre pucci, ma aspetta e vedrai! E non preoccuparti, le scene hot sono alle porte!!! *parte coro da stadio* xD A presto bellissima! <3
*stappa spumante* Ma non ci credo! A questo punto, giungono nuovi lettori che inseriscono 'sta cosa nelle preferite e nelle seguite!! Io mi commuovo ç________ç Ma passiamo ai ringraziamenti u.u *prende lista* Un grazie a un chilo di zucchero... no aspetta, questa è la lista della spesa... Banditore è colpa tua che mi metti sempre in disordine la scrivania! *pesta il banditore* Comunque... Grazie a hikari92 per aver messo la fic tra le preferite, a redangel250492 per averla inserita tra le seguite e un abbraccio enorme a Glivia per averla messa in entrambe le categorie *-* Io vi lovvo tutti!!!! Ovviamente un grazie e un bacio a tutti quelli che si limitano a leggere ^^ Alla prossima! |
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Capitolo 10 *** Capitolo 10: Dichiarazioni e pensieri ***
Vi chiedo umilmente perdono per il ritardo!!!! >.< Ho avuto un pò di problemi tra pc e università e non ho avuto tempo di aggiornare! Scusatemi ç__ç Lo sapete che vi voglio bene no? *spupasha lettori e lettrici fino a stritolarli* Ma ora basta cincischiare al vento e via al capitolo!!! Buona lettura!!!
ps: viva la Zemyx! u.u
Capitolo 10: Dichiarazioni e pensieri
I chiari occhi acquamarina si aprirono titubanti e cercarono di mettere a fuoco l’ambiente circostante.
-Dove sono?- chiese ad alta voce.
-Nella tua stanza.- rispose qualcuno accanto a lui.
Si voltò e lo vide. Cappotto nero, pelle chiara, capelli grigio-azzurri e un lungo ciuffo a coprire il destro di quegli occhi penetranti, che sembravano guardarti dentro. -Zexion?-
-In persona.- disse atono lui, chiudendo il libro che stava leggendo. -Come ti senti Demyx?-
-A pezzi… e non mi sento la gamba sinistra a dirla tutta…- affermò poi allarmato.
-Forse non te ne sei accorto, ma è ingessata…- chiarì l’altro come se niente fosse.
Il biondo scattò immediatamente a sedere, ma l’improvviso dolore che lo attraversò da capo a piedi e il vorticare impazzito che aveva iniziato a compiere la stanza lo fecero tornare a stendersi, con l’aiuto del compagno.
-Non è stata una grande idea…- sussurrò il numero IX, chiudendo gli occhi.
-Concordo.-
-Ma da quanto tempo sono qui? E come ci sono arrivato?-
-Sei steso nel tuo letto da tre giorni e ti ci ha portato Xaldin dopo che Vexen ti ha medicato.- rispose il numero VI.
-E Roxas? Dopo che è stato colpito da Cerbero ho perso i sensi…-
-Roxas ti ha riportato al castello e ha dormito fino a ieri. Adesso è in camera sua con Axel.-
Il Nessuno dagli occhi acquamarina non rispose perché una nuova domanda gli balzò in mente, mentre si ripeteva come un mantra le informazioni ricevute dall’altro. -Tu… sei rimasto con me per tutto il tempo?- domandò con tono curioso.
-Bè… Sì…- rispose arrossendo impercettibilmente.
Il Burattinaio Mascherato ricordava benissimo di come il numero XIII lo aveva quasi supplicato quando gli aveva chiesto di restare al fianco del loro compagno finché non si fosse ripreso e ancora si chiedeva il perché di tanta insistenza. Tuttavia, non gli dispiaceva affatto. Finalmente poteva stare in compagnia del ragazzo che occupava gran parte dei suoi pensieri da ormai troppo tempo e quasi ringraziò di non avere un cuore, perché se l’avesse avuto probabilmente sarebbe scoppiato per l’intensità dei sentimenti che provava.
Il richiamo del biondo lo fece tornare alla realtà.
-Puoi aiutarmi a mettermi seduto?-
Il ragazzo annuì e lentamente aiutò l’altro a cambiare posizione, ma un gemito lo bloccò mentre sistemava il cuscino.
-Ti ho fatto male?- chiese allarmato.
-No, tranquillo… Devo abituarmi alla nuova posizione…- rispose con un sospiro stanco, appoggiandosi al morbido guanciale.
-Sarebbe perfetta come situazione, se non fossi fermo in un letto…- pensò seccato il numero IX. -Però, quante occasioni mi capiteranno ancora? Non ho intenzione di farmi ridurre in pezzi per potergli dire ciò che provo per lui… Coraggio Demyx!-
Sospirò e si voltò verso il compagno.
-Zexion… So che tu sostieni che i Nessuno non possano provare sentimenti, ma ti prego ascolta ciò che ho da dirti…-
Gli occhi del numero VI si allargarono per lo stupore a certe parole e il ragazzo lo fu ancora di più, quando vide che il biondo aveva evocato il suo strumento, cominciando a cantare.
Il vuoto che è in me
È colmo di qualcosa
Che per te non c’è…
L’anima mia,
Pensando a te,
Pronuncia le parole
Di ciò che manca
Scaldando il vuoto
E illuminando la mia strada…
La tua presenza accanto a me
È ancor più importante
Di ciò che non abbiamo…
Per te
Io dirò parole
Solitamente a noi negate…
Ti amo… *
Per tutta la durata della canzone, il Notturno Melodico aveva tenuto gli occhi chiusi, riaprendoli solo quando era giunto il silenzio a riempire la stanza. Non aveva però il coraggio di voltarsi verso il compagno seduto accanto a lui. Deglutì.
-Zexion… lo so che va contro la natura di noi Nessuno, ma io non so come altro definire ciò che provo quando penso a te o quando mi stai vicino, quindi…-
-Demyx.- lo chiamò interrompendolo.
Quando il biondo si voltò, vide qualcosa di unico nel suo genere e i suoi occhi trasmisero confusione e sorpresa.
Un dolce e semplice sorriso attraversava il viso sempre triste e serio del numero VI e il lungo ciuffo era stato spostato dietro l’orecchio per mostrare la coppia di iridi di quel colore che era una via di mezzo tra il blu e il grigio, di cui solitamente se ne poteva ammirare una sola.
-Demyx, io non ho mai detto che noi Nessuno non possiamo provare sentimenti, ma sono da sempre un sostenitore della teoria secondo la quale l’anima sostituisca il cuore, anche se non ne ero molto sicuro. Almeno fino ad oggi, quando sentendo le tue parole ho avvertito qualcosa scaldarmi l’animo e il punto in cui dovrebbe trovarsi il mio cuore…-
Lentamente si alzò dalla sedia e si andò a sedersi sul letto, avvicinando sempre più il suo viso a quello del biondo.
Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima. **
Dette queste parole, chiuse gli occhi ed eliminò la ormai poca distanza che separava i loro visi e lo fece posando le sue labbra su quelle dell’altro. Le iridi acquamarina si allargarono ancora più sorprese, ma poco dopo si chiusero e una mano andò ad appoggiarsi sulla guancia del ragazzo dai capelli grigio-azzurri, che tentò di approfondire il bacio schiudendo leggermente le labbra e passando la lingua su quelle dell’altro. Il biondo rispose imitando il compagno e quel leggero tocco si trasformò in una frenetica danza di lingue che si cercano per approfondire il contatto che due anime sole hanno finalmente raggiunto.
Poco dopo si separarono alla ricerca d’aria e due paia d’occhi s’incrociarono con un’intensità nuova.
Un nuovo raggiante sorriso attraversò il chiaro viso del Burattinaio Mascherato, che strinse a sé il Notturno Melodico.
-Ti amo…- sussurrò dolcemente al suo orecchio.
***
-Pare che Demyx si sia deciso finalmente…- affermò il numero VIII con un sorriso, sentendo le calme note del Sitar.
-Allora ho fatto bene a insistere perché Zexion restasse con lui…- aggiunse il numero XIII.
-E così te ne sei accorto?-
-Sì, una sera ho visto Zexion restare ad ascoltare Demyx, mentre cantava in giardino, e ho voluto dargli una mano… Ho fatto male?-
Il rosso scosse la testa. -Hai fatto benissimo. Dai, alzati e girati che ti metto la pomata…-
Il biondino annuì e si mise seduto sul letto, dando le spalle al compagno che iniziò a togliere le bende che gli avvolgevano il torace, rivelando una larga ustione.
-Come mai Vexen non c’è?- chiese.
-E’ andato in missione con Lexaeus, ma dovrebbe tornare domani mattina…- disse, mentre si levava i guanti e cominciava a stendere la fresca pomata sulla schiena del giovane.
Roxas all’inizio rabbrividì al contatto con la sostanza, ma poi si rilassò sotto il tocco gentile e leggero, ma soprattutto caldo di quella mano. Una mano così diversa da quella fredda e rigida del numero IV.
Così disteso, lasciò vagare lo sguardo all’interno della sua stanza e infine lo portò sul comodino, dove il bianco dell’ambiente si interrompeva grazie alla presenza di un piccolo vaso di coccio e della fogliolina di un verde brillante che timidamente presentava un nuovo bocciolo. La piantina cresceva lentamente, senza fretta, per mostrare il suo lavoro in tutta la sua bellezza. Cresceva di giorno in giorno…
-…come il legame che mi unisce ad Axel…- pensò.
Arrossì di colpo appena si rese conto del suo pensiero. -Axel… Chissà perché mi sento così strano ogni volta che lui non è con me… Mi sento come se una parte di me si allontanasse con lui…-
Le iridi azzurro cielo osservarono nuovamente il piccolo germoglio e sorrise. -E chissà perché, quando guardo la piantina, mi sento di nuovo bene…-
Senza accorgersi, s’incantò ad osservare quella barlume di vita che cresceva in quell’oscuro mondo del Nulla e non sentì i vari richiami del ragazzo alle sue spalle, che aveva concluso il suo lavoro.
-Roxas? Ehi! Roxas!- si grattò la testa e provò a chiamarlo ancora, ma non ottenne altro che silenzio, così si portò al suo fianco e vide che era concentrato ad osservare la sua preziosa piantina.
Gambe incrociate, corpo rilassato, viso sereno e un tenero sorriso che esprimeva felicità.
Agli occhi smeraldini apparve come un angelo del cielo, caduto in quel mondo in bilico per compiere il suo miracolo.
Si grattò nuovamente la testa e infine gli arrivò l’idea.
Tornò alle spalle del biondino e avvicinò le labbra al suo orecchio ed emise un leggero soffio.
Il ragazzino scattò immediatamente e cadde dal letto, fuori dalla vista del rosso che si allarmò non sentendo una reazione di alcun tipo. Scavalcò il letto e si pietrificò.
La Chiave del Destino era lì a terra tremante, chiusa su se stessa.
Muovendosi piano si inginocchiò davanti al giovane. -Roxas… Piccolo, mi senti?- lo chiamò, scuotendolo leggermente.
Gli occhi azzurri ripresero la loro luce, ma la paura rimase, offuscandoli. In breve il biondo si fiondò a cercare il calore delle braccia del compagno, che prese a passare una mano nelle sue ciocche arruffate.
-Perdonami piccolo, non lo farò mai più… Te lo prometto…-
Strinse a sé quel corpo tremante, come una foglia autunnale in balia del vento, finché non cadde nelle spire del sonno e lo mise a letto.
-Comincio a credere che qui ci sia qualcosa che non va…- pensò, sedendosi accanto al Nessuno addormentato. -Prima l’incubo e ora questo…- riprese a passare le dita tra quei fili color grano con un tocco leggero. -Cosa ti sta succedendo Roxas?-
Allora allora, Axel comincia a sospettare che qualcosa non vada nel comportamento del piccolo funghetto Roxy... (ma dai? NdTutti) Nel frattempo, Demyx e Zexion si danno alla pazza gioia per aver trovato l'amore! xD Alè! *lancia coriandoli* Mi auguro che gli amanti della Zemyx siano contenti e soddisfatti u.u Ci sentiamo nel week end per il prossimo capitolo!
See ya!!
* la canzone di Demyx l'ho spudoratamente inventata io (ditelo pure se fa schifo...)
** le parole di Zexion appartengono alla prima strofa del sonetto XVII della raccolta "Cento Sonetti d'amore" di Pablo Neruda.
Eccovi il sonetto completo.
Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.
T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
Angolo Recensioni
My Pride: *applaude* Sei arrivata in orario anche qui! Brava u.u *lancia biscottino* Non preoccuparti! Ora che Zeku e Dem si sono messi insieme le scene hot non mancheranno xD Bye!!!
soral: Eccoti il continuo gemellina ^^ Spero che ti sia piaciuto! E' vero, Roxas per un attimo si è ribellato, ma durerà? Boooo xD Lo scoprirai nella prossima puntata! *-* xD Son folle piccola, non farci caso <3 Bye!!!
*-* Nuovi arrivi in famiglia!!! *esplode* Grazie a Achi13, falcediluna (sei anche qui!!!! *spupasha*) e Tokio per aver messo la fic tra le preferite!!! Vi adoVo!!! Spero che lascerete un commentino :3 E un grazie grande grande a tutti quelli che leggono, vi vedo che siete in tanti *-* Ciauuuuu!!! |
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Capitolo 11 *** Capitolo 11: Missione individuale ***
Ciao a tutti lettori e lettrici che seguite questa fic!!! Capitolo forse un pò corto, ma con nuovi enigmi che vi faranno diventare matti! xD Ci sentiamo alla fine! Buona lettura!
(stasera sei priva di fantasia NdBanditore Non ricordarmelo ç.ç La stanchezza sta prendendo il sopravvento, le mie presentazioni cominciano a fare schifo! ç.ç NdFly *il banditore patpatizza l'autrice e se la porta via* Tieni, bevi e dimentica..NdBanditore *afferra la bottiglia di coca-cola e affonda i propri dispiaceri nell'analcolico* XD dopo 'sta cazzata, possiamo dare inizio al capitolo xD)
Capitolo 11: Missione individuale
Il Superiore camminava pensieroso per i bianchi corridoi del castello sull'orlo del Nulla.
Il numero IV gli aveva detto che non ci sarebbero stati problemi, ma non era del tutto sicuro come il collega. Si fidava di lui, era uno dei fondatori, un ottimo scienziato e aveva una mente fredda e razionale sulle spalle che gli assicuravano il rispetto che si meritava. Tuttavia, non era tranquillo…
Si fermò, corpo, mente e conseguenti pensieri, quando udì una calma melodia.
Riprese a camminare, imboccando il nuovo corridoio, le cui finestre davano sul giardino. Si affacciò ad una di esse e sorrise a ciò che i suoi occhi d’ambra gli mostrarono: il numero IX e il numero VI, appoggiati al tronco del grande salice, il primo che suonava e il secondo che leggeva calmo e rilassato.
Era uno spettacolo raro, vedere il Notturno Melodico fermo in un punto, senza chiacchierare, e il Burattinaio Mascherato in compagnia di qualcuno che non fosse il silenzioso numero V.
Si voltò quando avvertì una presenza in arrivo alle sue spalle, che rimase in silenzio finché non fu lui a parlare per primo.
-Come mai da queste parti Saix?- chiese girandosi totalmente e avvicinandosi all’altro Nessuno.
-Volevo vederla Sir…- rispose, abbassando lo sguardo, ma l’albino gli alzò il mento con due dita, incrociando i loro sguardi. Ambra che si getta nell’oro.
-Dammi del tu, non ti mangio mica sai?- sorrise e prese a giocare con i lunghi capelli azzurri. -Volevi solo vedermi o c’è dell’altro?-
-Volevo avvisarti, che ho fatto come mi hai chiesto e sono andato dal numero XIII per riferirgli che presto saremo andati in missione insieme, ma…- con tono incerto si fermò.
-Ma?- chiese, invitandolo a proseguire.
-Mi ha aperto il numero VIII e quando ho chiesto di poter parlare con la Chiave del Destino, mi ha detto che stava dormendo perché non si sentiva molto bene…-
-Strano… Vexen mi aveva assicurato che era guarito, aveva solo bisogno di curare l’ustione…- pensò il numero I. -Passerò io stesso da Roxas per informarmi. Con questo non sto dicendo che non mi fido di te Saix, anzi, forse sei l’unico su cui possa veramente fare affidamento…- disse, per poi posare un delicato e leggero bacio sulle sottili labbra del numero VII.
-Grazie Sir…-
Con un varco oscuro i due si ritrovarono nella stanza dell’albino, che spinse il compagno sul grande letto a baldacchino candido come la neve. I loro occhi s’incontrarono, finché la distanza che separava i loro visi non fu colmata da un lungo e intenso bacio. Le mani del Superiore racchiudevano il viso del Mago che Danza sulla Luna, che nel frattempo faceva passare le dita tra le ciocche color platino dell’altro.
Si separarono entrambi in cerca d’aria e poco dopo fu il Nessuno dai lunghi capelli azzurri a prendere l’iniziativa: cominciò a lasciare una scia di piccoli baci sul collo abbronzato del numero I, percorrendo una strada immaginaria e precisa fino ad arrivare al lobo dell’orecchio. La lingua del numero VII si fece dispettosa e iniziò a stuzzicare la pelle morbida che aveva trovato.
Le attenzioni di Saix furono ricambiate con dei piccoli sospiri da parte di Xemnas, che riprese il viso del compagno tra le mani per affondare nell’oro brillante delle sue iridi. Avvicinò lentamente le labbra al suo orecchio e egli rabbrividì di piacere quando avvertì il respiro del Superiore sul collo.
-Ti voglio…- sussurrò con dolcezza.
Le labbra si unirono nuovamente in un bacio passionale ben presto seguito dall’unione dei due corpi e di due anime che s’infiammarono di quel sentimento che solitamente scaturiva dal cuore.
***
La Chiave del Destino si alzò a sedere e si stiracchiò piano, scostando le bianche coperte per scendere dal letto.
Si guardò in giro e vide che il Nessuno dai capelli di fiamma non c’era. Mentre pensava a dove potesse essere andato cominciò a togliersi le bende dal torace per potersi fare una doccia calda.
-Magari è andato a pranzo…- pensò, osservando sulla sua nuova sveglia che era quasi mezzogiorno.
Si diresse in bagno e dopo essersi tolto gli indumenti s’infilò sotto il getto d’acqua.
Quando rientrò nella stanza notò immediatamente il letto vuoto.
Sentì dei movimenti provenire dalla stanza attigua e si voltò appena sentì la porta muoversi, ma quando si girò del tutto il sorriso del numero VIII si spense per lasciare spazio ad un’espressione indecifrabile. Questo perché il proprietario della stanza era appena uscito con indosso solo un asciugamano legato in vita.
Gli occhi smeraldini rimasero incantati ad ammirare il corpo del giovane: i muscoli e gli addominali ben sviluppati nonostante la sua età e delle piccole cicatrici sparse sul fianco. Lo sguardo passava lentamente dal basso verso l’alto, notando le gocce d’acqua che correvano senza fretta sulla pelle leggermente abbronzata. Il rosso studiò l’inizio del viso con attenzione: le labbra rosee leggermente dischiuse, i grandi occhi azzurri aperti per lo stupore e infine i capelli color grano arruffati e un po’ schiacciati dal peso dell’acqua che ancora gocciolava.
Si sentì fortunato più che mai in quella sua noiosa non-esistenza, diventata speciale dall’incontro con il biondo.
Da parte sua, il numero XIII non sapeva cosa fare.
Non si era accorto della presenza del compagno e appena era uscito dal bagno si era bloccato lì con una mano sulla maniglia e una a tenere l’asciugamano che gli copriva dalla vita in giù.
Arrossì di colpo. Non seppe nemmeno lui se per vergogna o altro e si richiuse in bagno.
-Ehm… Axel… Ti dispiace aspettare in corridoio che mi sia vestito?- chiese con una nota di timidezza.
-Certo! Scusami…-
-Non fa niente…-
Il Nessuno più grande uscì dalla stanza e sorrise.
-Ma che mi è preso?! Mi sono imbambolato a fissare il suo corpo bagnato e… mi sono sentito così leggero… Quasi… Felice!-
Il Soffio di Fiamme Danzanti scrollò la testa, come per scacciare quei pensieri troppo insoliti per uno come lui.
-Meglio non pensarci ora…- concluse, mentre il biondo lo richiamava dall’interno della stanza.
Un po’ titubante, il numero VIII rientrò nella stanza del compagno e lo vide seduto sul letto, a petto nudo.
-Axel… potresti… rimettermi le bende?- chiese, con voce leggermente insicura.
-Lo faccio subito.-
Detto questo, il Nessuno prese le bende pulite che l’altro gli porgeva e cominciò ad avvolgerle attorno al suo corpo. Quel corpo che poco prima aveva risvegliato qualcosa nel suo vuoto, come se quel vuoto fosse stato colmato.
Forse in quell’istante di silenzio, in cui poteva permettersi di toccare quel piccolo corpo a suo parere perfetto, il ragazzo dai capelli rosso fuoco comprese realmente cosa si agitava nell’animo del Notturno Melodico, quando pensava al numero VI.
Il numero XIII era arrossito appena le mani dell’amico erano entrate in contatto con la sua pelle. Tuttavia, l’imbarazzo iniziale scemò rapidamente poiché il tocco del rosso era in grado di rilassarlo e metterlo a suo agio. Il suo pensiero però volò alla situazione in cui si era trovato poco prima.
Era rimasto spiazzato, ma aveva avvertito anche qualcos’altro… Qualcosa che aveva riscaldato il punto in cui avrebbe dovuto trovarsi il suo cuore. Qualcosa che risvegliò la sua memoria sopita che riguardava il suo originale, perché era qualcosa che il Custode aveva provato.
-Ho finito.- comunicò Axel, rimettendosi i guanti. -Credo che già da domani potrai fare a meno delle bende, ma è meglio se passi da Vexen per un controllo…-
-Eh?- rispose il biondino, voltandosi di scatto. -Sì, hai ragione…-
-Volevo chiederti scusa, per essere entrato in camera tua senza permesso, ma credevo dormissi ancora…-
Il più piccolo scosse la testa. -Figurati, non l’hai fatto apposta. Io piuttosto dovrei scusarmi con te…-
-E per quale motivo?- domandò perplesso.
-Bè… Ieri sera mi sono addormentato mentre mi rimettevi le bende…-
Axel spalancò gli occhi.
-Non si ricorda niente? Com’è possibile?- pensò preoccupato mentre osservava il biondo, che lo guardava in attesa di una risposta. -Ehm… Non fa niente, eri stanco… Non hai colpa…-
-Sei sicuro?-
-Ma sì…-
-Ok… Senti… se non sono troppo invadente, posso sapere dov’eri stamattina?-
-Ah, già! Xemnas ha indetto una riunione! Ero tornato per svegliarti!-
-Mi vesto e andiamo.-
***
Finita la riunione, Roxas uscì dalla sala di troni in compagnia di un Axel furioso e di un Demyx preoccupato che veniva tranquillizzato da Zexion senza risultato.
La Chiave del Destino sospirò stancamente e dopo aver aperto un varco si voltò verso i compagni.
-Ragazzi, ho bisogno di stare un po’ da solo… Ci vediamo più tardi…-
Detto questo entrò nel passaggio, che si richiuse alle sue spalle.
-Ma cosa diavolo è saltato in mente a Xemnas?!- sbottò all’improvviso il numero VIII. -Roxas è con noi da meno di un mese! Ha partecipato solamente a due missioni e vuole mandarlo in missione individuale! Ma da dove gli è uscita un’idea simile?!-
-Anch’io sono preoccupato…- intervenne il numero IX. -Non c’è nulla da dire sull’abilità di Roxas, ma è presto per una missione individuale… Io la mia l’ho fatta quasi due mesi dopo che sono entrato nell’Organizzazione…-
-Ragazzi…- li chiamò con voce calma il numero VI. -Se Xemnas ha preso questa decisione un motivo ci sarà, anche se è effettivamente presto per una missione individuale ed è tornato conciato male dalle uniche a cui ha partecipato…-
-Vieni al dunque Zexion.- lo riprese il rosso.
-Subito… Io credo che Xemnas voglia valutare le potenzialità di Roxas.-
-Ma l’ha già fatto quando ha combattuto con Saix!- replicò Axel.
-Lì si stava battendo contro uno di noi, è probabile che voglia vedere come se la cava da solo e come sa uscire dalle situazioni difficili se dovesse trovarvisi.-
-In effetti ha un senso…- fece Demyx.
-Già…- sospirò il Nessuno dai capelli di fiamma. -Ma non so perché la cosa non mi convince…-
-Axel, devi aver fiducia in Roxas.- lo rassicurò l'amico.
-Non è che non mi fidi di lui… E’ che… Accidenti! Non so come spiegarmi…- esclamò mettendosi le mani tra i capelli.
-Tanto per cominciare calmati…- fece il Burattinaio Mascherato, aprendo un varco. -Andiamo.-
Zexion entrò nel passaggio seguito da Demyx e Axel. In breve arrivarono in fondo alla biblioteca e i tre presero posto sulle poltrone presenti intorno al tavolino.
-Allora…- cominciò il Nessuno col ciuffo. -…mettendo da parte il fatto che provi una certa attrazione per il numero XIII…-
Il Soffio di Fiamme Danzanti prese lo stesso colorito dei suoi capelli. -Ma…-
-Demyx mi ha detto tutto.-
Il rosso puntò uno sguardo omicida verso l’amico.
-Eddai Axel… Gli ho detto che tu mi hai aiutato molto, quando ero in crisi, e così vuole ricambiare il favore dandoti una mano insieme a me… Non prendertela…- rispose il biondo, mettendo le mani avanti.
Un ringhio fu la risposta del numero VIII, che si voltò nuovamente verso l’altro Nessuno. Lo ammise: se avesse avuto un cuore sarebbe stato più che sorpreso di vedere che un soggetto come il numero VI, che solitamente non bada a chi gli sta intorno, gli offrisse il suo aiuto. La voce di questo interruppe i suoi ragionamenti, riportandolo alla realtà.
-Tornando a noi… Dalla tua reazione è evidente che è successo qualcosa e questo qualcosa potrebbe causare problemi a Roxas se sarà da solo…-
-E’ così Axel?- aggiunse Demyx.
Il ragazzo annuì lentamente, chiudendo gli occhi. -Io… non so cosa sia… ma so che c’è qualcosa che non va…-
Con queste prime parole, iniziò a narrare di quando il loro compagno era stato preda di un terribile incubo e dell’incidente del giorno prima, di cui Roxas non aveva conservato memoria.
Il silenzio calò sovrano e il rosso si lasciò andare stancamente sulla poltrona con un sospiro.
-Tutto questo è molto strano…- rifletté il Nessuno dai capelli grigio-azzurri. -E’ normale che non si ricordi nulla della sua precedente esistenza, ma che dimentichi anche i fatti di questi giorni…-
-Cosa proponi di fare?- chiese il biondo.
-Purtroppo non possiamo fare molto, non abbiamo indizi su cui fare ipotesi, anche se…-
-Cosa?- domandò l’altro.
-C’è un’altra cosa strana, quando ho parlato con lui è improvvisamente andato in uno stato di trance e ho chiaramente avvertito la sua temperatura corporea calare.-
-A cosa può essere dovuto?-
-Non lo so, ma forse qualcosa possiamo farla…-
-Cioè?- chiesero i due.
-Possiamo solo tenerlo d’occhio senza farlo insospettire e aspettare che accada qualcosa…-
-Spero che non gli accada nulla…- fece il numero VIII, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e chiudendo la testa fra le mani.
***
Uscì dal varco oscuro e si avvicinò al cancello in ferro nero che aveva davanti.
Oltre il muro di cinta, una vecchia villa abbandonata si ergeva silenziosa ed imponente, padrona incontrastata di quel luogo dimenticato dagli abitanti di quel mondo.
E’ lì che Xemnas l’aveva trovato e gli aveva rivelato il suo nome, per poi condurlo nella sua nuova dimora.
Non sapeva che fosse Crepuscopoli, quel mondo che ad Axel piaceva tanto.
Ripensò al momento in cui il Superiore aveva comunicato che l’avrebbe mandato in missione individuale e il dubbio l’assalì. Non era presto per lui andare in missione da solo? Le uniche a cui aveva partecipato non erano andate poi così bene, quindi, perché?
Lo insospettì anche il fatto che il luogo in cui sarebbe andato gliel’avrebbe comunicato prima della partenza.
Scosse la testa, per scacciare tutti quei pensieri, e richiamò i keyblade per fare un po’ di allenamento in vista della nuova missione che gli era stata assegnata.
Cominciano a vedersi delle scene un pochino piccanti, spero che voi lettori siate soddisfatti di questo "assaggino" u.u Roxas andrà in missione da solo, cosa succederà? Io vi dico che accadrà l'impensabile u.u Alla prossima!
See ya!!!
Angolo Recensioni
Xemnas89: La Zemyx trionfa su tutto u.u Ed eccoti il seguito tanto atteso, in cui però non ho dato molto spazio ai tuoi beniamini, ma non preoccuparti! Si rifaranno, te l'assicuro u.u Bye!!!
Che facoltà frequento? Sono al secondo anno di tecniche ortopediche alla statale di Milano (lunga vita agli studenti del secondo anno!!! NdFly)xD E tu?
Glilvia: Ben trovata Glivia ^^ Il tuo commento mi fa molto piacere ^^ Già già, finalmente Axel comincia a far girare il criceto sulla ruota e anche Demyx e Zexion si stanno mobilitando u.u Spero che questo chap ti sia piaciuto, anche se non picca per il romanticismo xD Ciauuu!!!
Io mi stupisco sempre di più °-° ogni settimana ci sono nuovi lettori.. mi fate commuovere così ç.ç Ma passiamo ai ringraziamenti u.u Ovviamente un grazie grande grande a voi che leggete e un abbraccio a kagomechan89 (un'altra sorella dell'89!!! *-*) per aver messo la fic tra le preferite! Arigatou!!! *-* Ora vi lascio in pace e sparisco fino al prossimo week end! xD Ciau ciau!!!! |
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Capitolo 12 *** Capitolo 12: La Fortezza Oscura ***
Salve a tutti!! Felici di rivedermi sì?!? *scappano tutti tranne il banditore che prova a nascondersi dietro la sua trombetta* Finalmente inizierà la missione individuale di Roxas, siete contenti?! *passa un rotolo di fieno nella desolazione lasciata dai lettori* Benissimo! Buona lettura!!!
Capitolo 12: La Fortezza Oscura
-Bene Roxas…- disse il numero I aprendo un varco davanti al giovane. -Dall’altra parte del passaggio c’è il mondo che ho scelto per la tua missione, in cui resterai per tre giorni. Sei pronto?-
Mai come in quel momento il numero XIII aveva odiato i varchi oscuri. -Sono pronto.-
-Ricordati che se dovessi trovarti in difficoltà potrai tornare indietro in qualunque momento. Buona fortuna, Chiave del Destino.- concluse l’albino facendogli cenno di entrare.
Il biondo fece un profondo respiro e oltrepassò l’abisso nero, che si richiuse alle sue spalle.
-E’ già partito?- chiese il numero IV, avvicinandosi al Nessuno dai capelli color platino.
-Da pochi secondi… Ma non posso nascondere di essere insicuro su questa decisione… Come hanno fatto notare gli altri membri è troppo presto…-
-Xemnas, abbiamo visto tutti le potenzialità del ragazzo, era inutile mandarlo in coppia con qualcuno… Ci saranno altre occasioni…- lo rassicurò, posandogli una mano sulla spalla.
-Probabilmente hai ragione tu…-
***
Appena uscito dall’Oscurità del varco, la prima cosa che avvertì fu l’intenso calore del sole di mezzogiorno.
Alzò il cappuccio sul viso e cominciò a guardarsi attorno. Si trovava in una gola, la cui roccia era di colore azzurro. Davanti a sé vide una spaccatura nella parete rocciosa e distinse chiaramente un luccichio, si voltò e notò che la gola continuava fino a un burrone da cui proveniva il rumore sordo dell’acqua che si getta da un'alta cascata.
Si mosse velocemente verso lo strapiombo e ciò che vide lo pietrificò. -La Fortezza Oscura…?-
Il castello sorgeva imponente al centro della cascata dall’acqua che scorre all’inverso.
Il giovane Nessuno si chiese perché Xemnas l’avesse mandato proprio lì… Lì dove la sua non-esistenza aveva avuto inizio… Ricordava poco della vita del suo originale, ma un ricordo nitido nella sua mente era il momento della sua nascita.
Dall’interno del cappuccio, le iridi azzurro cielo osservavano la fortezza come se volessero guardarci attraverso per osservarne l'interno.
Aprì un varco oscuro e in breve si trovò nella sala principale.
I raggi del sole entravano dalle vetrate colorate, creando mille riflessi, ma in alcuni punti la luce entrava liberamente perché i vetri erano infranti. Un religioso silenzio regnava in quel luogo un tempo dimora delle tenebre, nemmeno i passi del biondino erano udibili.
Si portò al centro della grande sala e in pochi secondi una squadra di Shadow lo circondò.
Gli esserini si agitavano curiosi, sapevano che colui che avevano davanti non possedeva un cuore, ma sapevano anche che dovevano attaccarlo. Avvertivano un pericolo e quella creatura vuota ne era la fonte.
I due keyblade parlarono per la Chiave del Destino.
Con uno scatto, Roxas si portò a pochi centimetri da tre avversari e con un tondo rapido e preciso della chiave bianca li distrusse. Con un balzo all’indietro evitò un attacco alle sue spalle e di nuovo scattò verso le piccole ombre eliminandole con due fendenti orizzontali. Si voltò e il Lontano Ricordo fu scagliato contro due Shadow appostati sul soffitto. L’arma tornò dal suo padrone e quando il ragazzo si girò, il cielo dei suoi occhi s’incrociò con il giallo inquietante dello sguardo delle ombre.
Solo quattro Heartless rimasero in piedi dopo l’ennesima offesa del Nessuno, che mosse qualche passo verso di loro per porre fine allo scontro, ma sorprendendolo questi scomparvero.
Il giovane si guardò attorno e tese al massimo i suoi sensi per affrontare un eventuale attacco improvviso, ma nulla accadde e il silenzio tornò a regnare.
Le chiavi scomparvero in una scia di luci e il biondino riprese la sua esplorazione.
Salì le scale di sinistra e arrivò davanti all’entrata, ma un ruggito lo costrinse a voltarsi.
Un Heartless rivestito d’acciaio armato di un enorme scudo, che presentava un muso animale dalle zanne appuntite, stava sul lampadario al centro del soffitto. L’essere compì un balzo e atterrò fragorosamente al centro della sala.
Un secondo ruggito si levò ed ebbe l’effetto di un richiamo perché altre ombre della sua razza apparvero accanto a lui, mentre un nuovo gruppo composto da dieci creature comparve vicino al Nessuno, che li osservò attentamente poiché il ricordo che aveva di loro era vago e non apparteneva alla sua memoria.
Questi nuovi avversari impugnavano uno scettro nella mano destra e un largo cappello viola gli copriva il capo.
-Wizard…- sussurrò inconsapevolmente il giovane, per poi spostare lo sguardo sui nemici che lo attendevano al centro della sala. -Defender…-
Le chiavi riapparvero nelle sue mani e Roxas fece per mettersi in posizione di guardia, ma un’insolita stanchezza lo colse e la sua mente si chiuse nell’incoscienza, mentre la voce del numero IV impartiva ordini.
-Possiamo cominciare con l’esperimento… Roxas, distruggi immediatamente tutti gli Heartless che ci sono in questa stanza!-
-Come desiderate Signore.- rispose freddo il numero XIII prima di partire all’attacco.
***
Goccia dopo goccia, l’acqua uscì dal piccolo innaffiatoio e cadde leggera sulla piantina che ormai nella sua altezza mostrava fiera due nuovi germogli.
Con un sospiro amareggiato, Axel, terminò il suo compito e ripose l’innaffiatoio rosa da dove lo aveva preso e uscì dalla stanza del suo compagno con un varco oscuro per passare direttamente nella propria.
Si buttò sul letto a pancia in giù, affondando la testa nel cuscino e sospirò nuovamente.
Non si mosse né parlò nemmeno quando qualcuno bussò alla sua porta e chiese il permesso di entrare.
-Axel? Ci sei?- domandò il Notturno Melodico, entrando nella stanza, chiudendosi l’uscio alle spalle.
Quando lo vide immobile sul letto, la sua espressione divenne un misto tra il triste e il preoccupato e si sedette sul letto accanto all’amico.
-Roxas starà via tre giorni ed è partito solo da mezza giornata… Non penserai di restare così tutto il tempo?-
-Grazie per avermi ricordato per quanto non lo vedrò Dem…- rispose acido il rosso con la voce soffocata dal cuscino.
-Scusa, non volevo…- disse il biondo, abbassando lo sguardo sul pavimento, avvertendo chiaramente un senso di colpa farsi largo nel suo corpo.
Il numero VIII si rese conto solo dopo qualche minuto di ciò che aveva detto e si mise a sedere.
-No, Dem… Scusami tu… Sei venuto qua per tirarmi su il morale ed io ti tratto così…- affermò, passandosi una mano sulla nuca. -Scusa…-
Il numero IX sorrise e mise una mano sulla sua spalla. -Non fa niente… Senti, non voglio infierire, ma non sai nemmeno dove Xemnas l’ha mandato?-
-No… Lo sai che il luogo della missione individuale è rivelato solo a chi deve svolgerla e anche se posso percepire dove si trova non posso raggiungerlo… Xemnas se ne accorgerebbe e la missione di Roxas risulterebbe come fallita…-
-Dai Axel, non buttarti giù così… Altrimenti in che stato ti troverà Roxas al suo ritorno?-
-Mi sa che hai ragione tu…- sospirò. -Grazie Dem.-
-Di niente.- rispose il biondo con un caldo sorriso.
-Come va la gamba?- chiese il rosso, indicando il gesso che copriva la gamba sinistra dell’altro.
-Devo andare giusto da Vexen per controllarla, mi ha detto che forse già domani potrà togliermelo… Sempre che non faccia sforzi inutili…-
-In pratica ti ha detto che devi star fermo…-
-Già…- sbuffò il più giovane.
Passato un minuto in silenzio, i due scoppiarono a ridere di gusto.
-Dai…- cominciò il ragazzo dai capelli rossi, smettendo di ridere. -…ti accompagno da Vexen.-
L’altro smise di ridere, asciugandosi le lacrime. -D’accordo… Grazie.-
Il Soffio di Fiamme Danzanti aprì un varco e vi entrò dopo l’amico chiudendoselo alle spalle.
***
Un fendente dall’alto verso il basso del Portafortuna dichiarò la fine del quinto Wizard.
La Chiave del Destino si muoveva automaticamente e con estrema precisione per eseguire gli ordini impartitigli dal Freddo Accademico. Saltò per evitare una palla di fuoco lanciata dal Defender che lentamente era giunto alle sue spalle. Con una capriola a mezz’aria, atterrò dietro all’avversario e lo colpì duramente con entrambe le chiavi. Fendente, affondo e tondo a ripetizione sia da destra che da sinistra finché l’Heartless non si accasciò a terra e scomparve. Il ragazzino si voltò, incrociando il suo sguardo con il nuovo nemico che lo sfidò alzando il suo scettro. Roxas alzò i keyblade e corse in direzione del suo obiettivo, che contrattaccò scagliando una magia: una sfera dalle tonalità violacee circondò il corpo del Nessuno che però non si fermò come doveva sotto l’effetto dell’incantesimo. Il biondino dissolse la sfera magica con un fendente del Lontano Ricordo, dopodiché scagliò l’arma bianca in direzione dell’Heartless trapassandolo. Quando la chiave tornò nella mano del suo custode la creatura era già scomparsa e il ragazzo aveva già spostato la sua attenzione sui restanti Wizard, i quali si erano chiusi in formazione, uno davanti all’altro. Il numero XIII si fermò e lanciò entrambi i keyblade che distrussero con un solo colpo i quattro esseri, che scomparvero in una scia di polvere nera.
Lo sguardo del giovane si spostò verso il centro della sala in cui si trovava l’ultimo Defender.
Una sfera di ghiaccio fu scagliata contro di lui, ma Roxas parò il colpo con il keyblade nero rispedendolo al mittente. Un salto in avanti e si portò a pochi centimetri dall’avversario. Caricò il fendente portando il braccio sinistro all’indietro, ma all’improvviso si fermò e mentre i suoi occhi riprendevano la loro lucentezza e la sua mente usciva dall’incoscienza, l’Heartless compì un giro su se stesso, caricando lo scudo per poi colpire il giovane, scagliandolo contro una colonna.
***
-Maledizione!- sbottò il numero IV a denti stretti. -Chi osa disturbarmi adesso?!- pensò, lanciando un’occhiata alla porta del laboratorio.
-Vexen? Sono Demyx! Ci sei?-
-Ma che diavolo vorrà?!- pensò sedendosi dietro alla scrivania.
La porta si aprì e nel vedere il collega con la gamba ingessata rammentò di avergli detto di passare per un controllo.
-Ero impegnato, scusate se non vi ho aperto subito…- disse alzandosi e dirigendosi nella stanza attigua, seguito dai numeri VIII e IX.
Fece sedere il biondo sul lettino e si mise al lavoro per togliergli il gesso, nel frattempo si concentrò anche per recuperare il controllo sul numero XIII, che però non rispondeva alla sua chiamata perché intontito dalla botta ricevuta. Provò e riprovò, ma la mente del giovane Nessuno era irraggiungibile, così si arrese e si dedicò interamente alla gamba del compagno.
***
Riaprì gli occhi lentamente e con fatica. Aveva la vista appannata e non riuscì a identificare la figura che si stava avvicinando a lui, ma alle sue orecchie giunse il rumore di un’armatura che si trascinava sul pavimento. Sbatté le palpebre più e più volte finché la vista non tornò nitida e vide il Defender in avvicinamento.
Si alzò immediatamente, avvertendo dolore alla schiena, ma non se ne curò ed evocò le sue armi. Corse in direzione dell’avversario e con uno scatto gli arrivò alle spalle dove lo colpì ripetutamente con entrambe le chiavi e, infine, lo distrusse.
Scomparsi i keyblade, Roxas s’inginocchiò a terra ansimante e dopo qualche secondo cominciò a guardarsi intorno confuso.
-Ma cos’è successo? Perché ricordo solamente l’inizio dello scontro?- le sue domande mentali si fermarono a causa di una scossa di dolore che lo attraversò da capo a piedi. Si alzò facendo attenzione e il suo sguardo cadde su una porta laterale che prima gli era sfuggita. Aprì un passaggio e arrivò direttamente davanti ad essa e la oltrepassò trovandosi in una grande biblioteca. La luce del sole entrava da una grande vetrata alla sua sinistra. Si avvicinò e vi si sedette contro, scivolando sul pavimento e si fece scaldare dai caldi raggi della stella del giorno.
-Eeeh… Per fortuna che è la mia prima missione, altrimenti chissà che altro accadeva…- scherzò il ragazzo, sorridendo mentre con la mano cercava di accarezzare quel fascio caldo che illuminava la stanza. Tuttavia, tornò immediatamente serio, ripensando alla situazione in cui si trovava.
-Finiranno mai questi vuoti di memoria?- sospirò, prima di cadere in un leggero sonno privo di sogni.
***
-Una presenza oscura è giunta in questo luogo…-
La lunga lama brillò alla luce del sole, mentre l’uomo la riponeva nel suo fodero con cura.
Un ghigno divertito si disegnò sul suo volto. -E sembra che possieda una notevole forza… Voglio incontralo al più presto…- disse, mentre il vento agitava piano il suo cappotto e portava via una piuma del colore del buio.
E anche questo è finito!!!
Riuscirà mai Vexen a completare i suoi esperimenti e realizzare il suo folle piano? Roxas scoprirà il perché dei suoi vuoti di memoria? E chi sarà mai il misterioso personaggio apparso alla fine del capitolo? (sicuramente qualcuno l'avrà capito xD) Questo e altro nei prossimi capitoli!
See ya!
Angolo Recensioni
LittleKairi14: Benvy in famiglia nuova lettrice ^^ Addirittura una mia fan?! Sono onorata °///° e mi fa piacere che la storia ti piaccia ^^ Grazie! Bye!!!
ps: ti piace anche il mio banditore?! *si rivolge al banditore* Sentito? *gli occhi del banditore si illuminano* Tanto non ti aumento la paga... T.T NdBanditore
MiyuNamikaze: Axel non è un porcone dai u.u è solo... che... non ha resistito xD Xemnas e Saix mi attirano come coppia e vedrai le faville che gli farò fare *-* ma credo che non raggiungeranno mai i livelli della Zemyx xD Ti preoccupa la missione in solitaria? E ora che è apparso questo misterioso personaggio che mi dici? *ghigno folle* Alla prossima! Ciau!!!
Io sono sempre più felice *-* aumentano i lettori!! Grazie a tutti voi che leggete!!! Ma ringrazio anche LittleKairi14 per aver messo la fic sia tra le preferite sia nelle seguite e infiammabile (nome focoso, me piace xD) per averla messa nelle seguite! Vi adoVo!!! *-* Al prossimo week end!!!! Byee!! *corre ad aggiornare l'altra fic* |
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Capitolo 13 *** Capitolo 13: I primi ricordi ***
*arriva il
banditore tutto contento e suona la sua trombettina per annunciare
l'autrice* Bentrovati lettori e lettrici!!! *il banditore continua a
suonare e viene guardato malissimo dall'autrice* In questo capitolo
continua la missione di Roxas, cosa scoprirà? *il banditore
suona di nuovo* Dacci un taglio altrimenti so io cosa tagliare
<.< *il banditore tace e annuisce* Ecco... Tornando a
noi! Roxas attraverserà la Fortezza Oscura e chi
può dire cosa succederà? Leggete e scoprite!
Buona lettura!!!
ps: questo capitolo è quasi totalmente descrittivo e quindi
privo di dialoghi, spero che non vi annoi
ps2: scusate per il
cambio di dimensione del carattere, ma sto iniziando a usare nvu e devo
ancora capire bene come funge xD
Capitolo
13: I primi ricordi
Con un lungo cigolio,
la porta della biblioteca si aprì e Roxas rientrò
nel salone principale della fortezza, deciso a riprendere la sua
esplorazione da dove era stata interrotta. Era più che mai
convinto che Xemnas non l’avesse mandato lì per
caso o altro motivo, ma l’aveva fatto per una ragione ben
precisa.
Si rimise il cappuccio
e veloce e silenzioso si diresse all’entrata che portava alla
funivia.
Senza abbassare la
guardia s’inoltrò nel corridoio e
arrivò davanti al primo meccanismo. Vi salì e
pochi istanti dopo, questo cominciò a muoversi, portandolo
ai livelli superiori.
Il silenzio era
interrotto solamente dal rumore delle scintille che i cavi energetici
emettevano.
Il giovane si riscosse
quando la funivia si arrestò di colpo, facendolo sobbalzare.
Scese e salì le scale che aveva di fronte per ritrovarsi
all’esterno della fortezza. Si avvicinò al
cristallo per far muovere la funivia che l’avrebbe portato al
piano superiore, ma un gruppo di Heartless comparve alle sue spalle.
Si voltò e
scrutò i suoi avversari uno a uno.
Una decina di
Darkball, grandi sfere dagli occhi gialli che ghignavano mentre i loro
sguardi lo esaminavano da capo a piedi, e cinque Wyvern, dragoni dalle
squame rossastre che sbattevano lentamente le loro ali logore strappate
in più punti. Roxas allargò le braccia e le armi
a forma di chiave comparvero tra le sue mani.
Uno scatto e dopo aver
superato il gruppo di ombre, la prima sfera dagli occhi gialli
diventò polvere dopo pochi secondi. A quel gesto, le
restanti creature d’ombra si mossero come un solo essere
verso il loro nemico, che nel frattempo si era girato mostrando due
iridi spente all’interno del cappuccio.
Le ombre tremarono un
istante quando avvertirono la freddezza di quello sguardo, ma non si
tirarono indietro e continuarono la loro avanzata.
Il Nessuno corse verso
il gruppo di avversari e con un rapido balzo arrivò sulla
schiena di un drago, dove conficcò con decisione la lama del
Lontano Ricordo. Il malcapitato emise un unico gemito di dolore per poi
scomparire e tornare al buio da cui era venuto. Senza esitare, appena
appoggiò i piedi a terra, il giovane si lanciò
contro le creature che lo circondavano e una volta ridotta la distanza
tra loro, menò un fendente orizzontale con il Portafortuna,
che fu immediatamente seguito da un colpo verticale del secondo
keyblade, decretando la fine di due Darkball.
Avvertì un
movimento alla sua destra e velocemente balzò
all’indietro con una capriola, dopodiché
l’arma bianca fu scagliata in direzione della sfera
d’ombra, mentre la seconda chiave era impiegata contro altre
due che si erano avvicinate a lui. Dopo aver distrutto il suo
obiettivo, il Portafortuna riapparve nella mano del suo possessore, ma
fu nuovamente rilanciato contro il Wyvern che stava scendendo in
picchiata sul biondo. Le due Darkball attaccate in precedenza svanirono
e, recuperata la chiave bianca, il ragazzo saltò fino a
raggiungere la stessa altezza del drago e cominciò a
colpirlo ripetutamente con fendenti su fendenti finché non
scomparve.
Tornato a terra, Roxas
compì un giro su se stesso e con due attacchi circolari
arrestò l’avanzata della terza creatura alata che
dopo un violento e rapido affondo seguì i suoi compagni
nell’Oscurità.
A quel punto, le
restanti quattro Darkball lo circondarono e tentarono il tutto per
tutto: le sfere si scagliarono contemporaneamente contro il numero XIII
e si auto-distrussero provocando una forte esplosione.
***
Un
varco si aprì nella stanza dalle pareti bianche e il
proprietario si gettò stancamente sul letto dalle lenzuola
color notte senza neanche levarsi il lungo cappotto nero. Si
girò sulla schiena e si mise a fissare il soffitto.
-Sono stato in
entrambi i posti, ma non ho scoperto nulla…-
pensò. -Non so che pesci prendere…-
Toc,
toc!
-Avanti!- disse
mettendosi a sedere talmente in fretta che il cappuccio gli cadde sulle
spalle, mostrando il lungo ciuffo grigio-azzurro.
-Ciao Zexion!-
esclamò il biondo entrando e chiudendo la porta dietro di
sé per poi andare a sedersi accanto al compagno.
-Ciao
Demyx…- rispose lui in un sussurro, abbassando lo sguardo e
trovando i suoi piedi stranamente interessanti.
-Che è
successo? Hai scoperto qualcosa di grave?- domandò
l’altro preoccupato.
Il Burattinaio
Mascherato aveva deciso di recarsi al Castello della Bestia e
nell’Oltretomba per cercare indizi che potessero aiutarlo a
scoprire qualcosa sugli strani fatti che accadevano alla Chiave del
Destino.
-No, non ho scoperto
proprio niente… Possiamo escludere che sia qualcosa legato a
ciò che gli sta intorno.-
-Capisco… A
questo punto ti converrebbe chiedere a Xaldin se ha notato qualcosa
mentre era con lui…- propose il numero IX.
Il numero VI
alzò lo sguardo sul compagno. -E tu? Non hai notato niente
di strano?-
Scosse la testa. -No,
mi è stato accanto per tutto lo scontro, tranne quando sono
stato colpito e ho perso i sensi finché Cerbero non ha
iniziato a schiacciarmi con la zampa.-
-Quindi non sai cosa
sia successo a Roxas nel frattempo…- affermò,
portandosi una mano sotto il mento in segno di riflessione. -Potrebbe
essere successo di tutto in quel poco lasso di tempo…-
pensò poi. -Ma forse nemmeno Roxas stesso saprebbe
risponderci…-
Sospirò
stanco e si lasciò cadere nuovamente sul letto, chiudendo
gli occhi.
-Più tardi
parlerò con Xaldin… Adesso voglio
riposarmi…-
Aprì di
scatto gli occhi quando avvertì del peso su di sé
e trovò l’altro Nessuno con un sorriso malizioso
dipinto sul viso.
Demyx si
chinò sul compagno e cominciò a baciargli
dolcemente il collo per poi spostarsi sull’orecchio.
-Ci penso io a farti
passare la stanchezza… Vuoi?- sussurrò.
Zexion
rabbrividì quando sentì il fiato caldo del biondo
a contatto con la sua pelle. Non rispose e prese il viso
dell’altro tra le mani portandolo davanti al proprio per
unire le loro labbra in un bacio passionale. Il Notturno Melodico
chiuse gli occhi a sua volta e schiuse la bocca, lasciando campo libero
al ragazzo sotto di sé che capì al volo. La
lingua del numero VI esplorò la bocca del biondino e quando
incontrò la sua gemella, iniziò con essa una
giocosa danza.
Le mani di Demyx si
mossero audaci e andarono alla ricerca della lunga zip del soprabito e,
quando la trovarono, la abbassarono velocemente e il ragazzo col ciuffo
tremò quando sentì le lunghe dita
dell’altro percorrergli l’addome con delicate
carezze.
Si separarono alla
ricerca d’aria e senza interrompere il contatto tra i loro
sguardi, entrambi si liberarono del soprabito e di ciò che
gli ricopriva la parte superiore del corpo, restando in pantaloni.
Le iridi acquamarina
osservarono attentamente il corpo dell’altro Nessuno,
trovandolo irresistibile nonostante i muscoli non fossero ben definiti,
arrivando a posarsi ancora sul viso dalla pelle candida e su quei
profondi occhi blu, mentre il loro proprietario si spostava il lungo
ciuffo dietro l’orecchio.
-Sei
bellissimo…- sentenziò semplicemente, facendo
arrossire un poco il compagno. Sorrise dolcemente e si
abbassò nuovamente portando le sue labbra vicino
all’orecchio dell’altro. -E quando arrossisci, lo
diventi ancora di più…-
Non ancora abituato a
sentire certe affermazioni su di sé, Zexion
arrossì maggiormente, ma gli scappò un gemito di
piacere quando Demyx prese a tormentargli il lobo
dell’orecchio con la lingua. Dopodiché scese lungo
il collo, lasciando una scia di baci al suo passaggio,
arrivò alla spalla per poi proseguire sul petto e continuare
fino all’ombelico. Alzò lo sguardo quando
sentì un suono a lui nuovo. Il Burattinaio Mascherato stava
trattenendo una risata…?
-Zexion? Tutto bene?-
-S-sì…
Non preoccuparti…- rispose lui col fiato corto, ma con un
sorriso dipinto sul viso.
Il biondo
osservò con sospetto il compagno e poi riprese da dove aveva
interrotto per fermarsi ancora quando udì chiaramente una
risata.
-Zexion…
soffri il solletico?- chiese con un ghigno.
-Non pensarci
neanche!- esclamò lui, intuendo le intenzioni
dell’altro.
Il Notturno Melodico
non lo ascoltò e cominciò a passare la lingua sul
punto debole appena trovato, ma poco dopo fu interrotto con violenza da
uno scatto dell’altro che aveva invertito le posizioni.
-Adesso se permetti
tocca a me…- disse il ragazzo col ciuffo col respiro
affannato, mentre bloccava i polsi del compagno.
-Non eri stanco?-
domandò Demyx.
-Sì, ma non
ho detto che avrei lasciato fare tutto a te…- rispose
malizioso, per poi dedicarsi alla cintura dei pantaloni del biondino.
***
L’unico
suono udibile era il battito d’ali dei due Wyvern, che
osservavano l’intensa nube di fumo in attesa. In attesa di
vedere il corpo senza vita del loro avversario che era costato il
sacrificio dei loro compagni.
Veloce, una lama nera
uscì dalla nuvola grigia e tagliò di netto
l’ala destra del drago più vicino che emise un
verso di dolore per poi accasciarsi a terra, sbattendo
l’altra ala. Il fumo si diradò, ma il proprietario
dell’arma era svanito.
Il secondo Heartless
si guardava attorno nervoso tuttavia non si accorse del varco oscuro
che si aprì alle sue spalle. Il Nessuno caricò un
fendente verticale dall’alto verso il basso, ferendo la
schiena della creatura, dopodiché con l’altro
keyblade menò un rapido fendente orizzontale che
decapitò l’ombra senza lasciarne nemmeno il
ricordo.
Con una capriola, il
biondo fu di nuovo a terra e lentamente
s’incamminò verso l’ultimo ostacolo che
si trovava sulla sua strada. Caricò il Portafortuna alle sue
spalle e si preparò a colpire l’essere che gemeva
ai suoi piedi.
L’ultima
cosa che egli vide fu una figura in nero che gli si fermava davanti e
con uno sguardo di ghiaccio lo trapassava da parte a parte con la
candida lama della sua chiave.
-Sei
stato bravo Roxas…- sibilò la
voce del Freddo Accademico, mentre il giovane si dirigeva verso la
funivia che l’avrebbe portato al piano superiore del
castello. -Ora continua pure la tua
missione…-
Gli occhi del ragazzo
tornarono limpidi e dubbioso si guardò in giro. -Ma non
erano comparsi degli Heartless? Bah…- pensò,
grattandosi la testa e salendo sulla funivia.
***
-Bene,
posso ritenermi soddisfatto.- affermò il numero IV,
sedendosi alla scrivania. -Sono riuscito a mantenere il contatto per
più tempo e anche durante l’esplosione…
Direi che per oggi gli esperimenti si possono concludere
qui…-
Detto questo prese tra
le mani la catenina a cui era legato il ciondolo di vetro e un ghigno
si dipinse sul suo viso.
-Roxas…
grazie a te il mio piano potrà realizzarsi più in
fretta del previsto…-
***
Una
brezza leggera muoveva i dritti capelli di fiamma del ragazzo seduto
sull’alto campanile. Le iridi smeraldine erano fisse
sull’eterno tramonto di quel luogo, senza osservarlo
veramente. La mente del Soffio di Fiamme Danzanti era rivolta a un
unico pensiero, divenuto fisso, quasi un’ossessione.
Sospirò,
abbassando lo sguardo per poi riportarlo sull’orizzonte.
Quel mondo eternamente
bagnato dalla luce del sole al crepuscolo era in grado di placare il
suo animo turbolento, ma da quando aveva iniziato a condividere quei
momenti con il giovane Nessuno dagli occhi color del cielo, tutto aveva
preso un aspetto diverso e il suo vuoto era stato lentamente colmato.
Ora che il giovane non era lì accanto a lui, il numero VIII
si sentiva spento, come la debole fiamma di una candela che in mancanza
di ossigeno smette di bruciare.
-Roxas…
Ciò che provo per te aumenta sempre di
più… E ora che non ci sei, mi sento perso nel
vuoto di me stesso…- pensò, mentre si alzava
senza però distogliere lo sguardo dal sole.
Rimase in piedi per un
periodo indefinito, dopodiché aprì un varco e vi
sparì all’interno per riapparire davanti ad una
porta bianca su cui era inciso il numero XIII. Quando la
aprì, essa non emise suono e lentamente il ragazzo
entrò, si diresse verso il comodino accanto al letto
perfettamente in ordine e prese l’innaffiatoio
dall’armadietto del mobile e andò in bagno per
riempirlo. Tornò indietro e versò
l’acqua nel vasetto in cui la piantina cresceva tranquilla
dando un tocco di vita a quella stanza silenziosa e fredda.
Terminato il suo
compito, Axel aprì un nuovo varco e si diresse nella sua
stanza. Si tolse il soprabito e dopo aver aperto la finestra, si
sedette sul davanzale con una gamba raccolta al petto e
l’altra penzoloni, poi rivolse lo sguardo color smeraldo alla
luna a forma di cuore, che sovrastava il buio cielo di quel mondo
bianco, porta del nulla, lasciandogli una muta preghiera per il suo
compagno.
***
Si
fermò sulla cima della scalinata coperta da un soffice
tappeto rosso sangue.
Finalmente vi era
giunto. Il Grande Salone, il luogo in cui giaceva, sigillata,
l’ultima serratura. Il luogo che aveva visto la sua nascita.
Prese a camminare.
Passi lenti e silenziosi, ancora più del solito
perché attutiti dalla stoffa, che si allargava su tutto il
pavimento. I sei bracieri, tre da un lato e tre dall’altro,
segnavano il breve percorso che portava alla scalinata seguente. Le
fiamme blu e azzurre illuminavano la stanza con la loro fiamma fredda
come la neve.
Il Nessuno
gettò una rapida occhiata alla sua destra e alla sua
sinistra e vide i cunicoli di ghiaccio in cui erano state rinchiuse le
sei principesse del cuore. In un flash improvviso di memoria, gli parve
di rivederle davanti a sé, addormentate in un sonno simile
alla morte, in attesa del loro salvatore.
Salì i
pochi gradini che poi si dividevano in due scalinate, ma che portavano
alla stessa meta.
Scelse la strada di
destra e passo dopo passo arrivò.
Fino a quel momento
non ricordava esattamente com’era avvenuta la sua comparsa,
ma quando si fermò davanti a ciò che una volta
era la serratura, tutto gli tornò alla mente.
Il keyblade oscuro,
che libera i cuori delle persone.
Il Prescelto che di
sua spontanea volontà lo usa su di sé, per
liberare il cuore che riposa accanto al suo.
Un cuore puro come la
Luce stessa, che ormai libero torna al suo corpo, mentre colui che fino
a quel momento ne è stato il custode scompare in una scia di
luci, per sprofondare nell’Oscurità.
Vide il cuore del
ragazzo dai capelli castani lasciare il suo corpo e diventare una
piccola ombra dagli occhi scintillanti e vide quello stesso corpo
mutare e prendere le sue fattezze: capelli biondo grano, pelle chiara,
ma gli stessi occhi azzurri come il cielo.
La Chiave del Destino
si ritrovò in ginocchio, alla fine del flashback.
-Perché hai
rinunciato così al tuo cuore? Non ci hai pensato due volte a
sacrificare la tua vita per quella della principessa…-
disse, per spostare lo sguardo accanto a sé, dove in un
ricordo vide una ragazza dai capelli rossi tentare di stringere a
sé un corpo ormai privo del cuore.
-Perché
l’hai fatto Sora?-
Et voilà! Saranno
contenti gli amanti della Zemyx xD Visto che porcellini? u.u
Axel invece sospira e si
affligge per l'assenza di Roxas, che nel frattempo giunge al luogo in
cui è nato e scopre com'è diventato Nessuno.
Mentre Vexen fa tranquillamente i suoi esperimenti u.u
Ce la faranno a fermarlo
in tempo? E Roxas come reagirà a ciò che ha
ricordato? Questo e altro nel prossimo capitolo, che potrebbe arrivare
prima grazie al ponte dell'immacolata!
See ya!
Angolo Recensioni
soral: Ciao
gemellina ^^ Sono contenta che i due capitoli ti siano piaciuti! E che
mi dici di questo? Piaciuta la scena Zemyx? Fammi sapere! Ciauuu!!
LittleKairi14:
Eccoti il nuovo chappy ^^ Spero che ti sia piaciuto come il precedente
^^ Byee!!
BloodberryJam:
Dici che è lui? Chi lo sa... u.u Può anche essere
qualcuno che gli somiglia u.u Sono felice che la fic ti entusiasmi! E
ora che mi dici? u.u Aspetto commenti ^^
infiammabile:
*se la immagina come un ultras* Wow xD Tanti miei lettori finiscono
così, ma io non smetterò mai di stupirmi xD Non
preoccuparti per Roxas u.u Non gli succederà nulla....
*nasconde copione* Che mi dici di questo chap? Spero che ti sia
piaciuto ^^ Bye!!!
uomo nero:
Sei perdonata ^^ Non ho mai scotennato nessuno per non aver commentato,
quindi vai tranquilla xD Anche tu dici che è codesta
persona? Ma chissà u.u Stai tranquilla che a Roxy-chan non
succede niente... per ora.... *nasconde altro copione* Spero che la
Zemyx ti piaccia come coppia ^^ per l'akuroku bisognerà
aspettare un pò xD Ciauuu!!!
Ovviamente ringrazio
anche tutti voi che vi limitate a leggere la fic ^^ Vi adoVo tutti
sempre di più *v* Alla prossima gente!!! E buona immacolata
a tutti!!!!
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14: Un aiuto inaspettato ***
Ciao
a tutti!!! Nonostante tutte le varie cose che tentano di tenermi
lontana dalle mie fic sono riuscita ad aggiornare! Siete contenti?! *-*
(se se...NdTutti) In questo capitolo Roxas incontrerà
"qualcuno"... chi sarà mai? Leggete e scoprite! Buona
lettura!!!
Capitolo 14: Un aiuto
inaspettato
Un gelido silenzio calò attorno al giovane, mentre la sua
mente vagava in cerca di una risposta alla domanda che poco prima aveva
pronunciato al nulla.
-E’ stato il tuo stesso cuore a dirti cosa fare?-
domandò tra sé e sé. -E’
stato l’amore?-
Amore. Uno dei tanti sentimenti che, secondo la logica comune, i
Nessuno non dovrebbero provare. Tuttavia, Roxas definì con
quella parola, ciò che da poco aveva iniziato a crearsi tra
lui e Axel.
Giunto a tale conclusione, il biondo non riuscì a provare
rancore o odio nei confronti del suo originale, ma cominciò
a capirlo e da quell’istante desiderò
più di ogni altra cosa avere un cuore per incrementare le
sensazioni che la sua anima trasmetteva. Comprese, però, che
il suo cuore non avrebbe mai potuto riaverlo.
-Sora è tornato dall’Oscurità, quindi
io avrò bisogno di un nuovo cuore per esistere,
oppure…-
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dall’improvviso
arrivo di una schiera di ombre.
Cinque Invisibili, imponenti creature dal corpo nero pece che
brandivano una lunga lama blu, accompagnati da cinque Angel Star,
Heartless di un raro bianco da trovare nel buio, affascinanti quanto
letali.
Qualcosa di nuovo nacque nell’animo di Roxas: disprezzo e
disgusto.
-Non vi permetterò di profanare nuovamente questo luogo!-
avvisò il Nessuno, mentre evocava le sue armi. -Fatevi
sotto!-
Detto questo, il custode si scagliò contro la prima ombra
chiara e la distrusse con pochi affondi.
Saltò all’indietro per evitare una sfera di
scariche bianche scagliata da un altro nemico e, prima di toccare
terra, il ragazzo lanciò il Lontano Ricordo contro colui che
aveva tentato di colpirlo alle spalle. Il keyblade ferì
duramente l’Angel Star e tornò nella mano del suo
possessore mentre quest’ultimo fronteggiava un altro nemico
con la seconda arma.
Il ragazzo dai capelli color grano combatteva sicuro, mentre i cinque
Invisibili osservavano la lotta agli angoli della stanza, aspettando il
loro turno, che non tardò ad arrivare. In breve, degli
angelici Heartless, rimasero solo le piume candide e leggere sparse sul
pavimento. Quando l’ultima di queste cadde, i cinque demoni
si scambiarono un cenno e rapidi come il vento, si gettarono
all’attacco del giovane.
Roxas non si fece trovare impreparato e incrociò le due
chiavi per bloccare un potente affondo avversario. Percepì
l’arrivo di un fendente verticale alle sue spalle, quindi si
abbassò e scattò di lato con una capriola,
cosicché i due si colpirono a vicenda. Un altro si fece
avanti e, dopo aver piantato la sua spada nel terreno, scomparve in una
scia di fumo viola, subito imitato dai due restanti Invisibili. Pochi
istanti dopo, i primi due avversari tornarono a scontrarsi. Il
Portafortuna parò un fendente da sinistra, mentre la chiave
nera menava un affondo verso il braccio destro della seconda ombra.
Un brivido lungo la schiena attirò l’attenzione
della Chiave del Destino come un campanello d’allarme.
Abbassò lo sguardo e vide un cerchio di fumo violaceo
attorno a sé, che si restringeva sempre di più.
Schivò appena in tempo un tondo nemico e fece svanire le sue
armi per saltare all’indietro, facendo leva sulle mani.
Raggiunta una distanza di sicurezza, Roxas osservò la
trappola circolare che lo circondava e vide che era leggermente
diminuita, ma il rimanente si era fatto più stretto intorno
alla sua vita. Reagì d’istinto a un ricordo
improvviso: aspettò qualche istante e poi saltò
più in alto che poté, appena in tempo per evitare
la stretta definitiva dell’attacco dei tre Invisibili che si
erano nascosti sotto terra.
I tre riemersero e impugnarono le loro lame, ringhiando frustrati. Si
riunirono ai compagni e formarono una fila orizzontale di fronte al
Senza Cuore.
Per pochi attimi, i combattenti rimasero a studiarsi, camminando lenti
per avvicinarsi, per fermarsi a pochi passi di distanza.
All’improvviso, il biondino scattò e
arrivò alle spalle degli avversari. Con due rapidi fendenti
dall’alto verso il basso privò un avversario del
braccio che impugnava la spada dalle sfumature azzurre. La creatura
gridò di dolore, facendo arretrare i compagni,
dopodiché Roxas lo trapassò da parte a parte con
la nera lama che brandiva nella mano destra. Con un ultimo gemito, la
prima ombra cadde preda della morte.
I quattro guerrieri rimasti saldarono la presa sulla loro lama e si
alzarono di un paio di metri da terra. Aspettarono qualche secondo, poi
il primo si gettò in picchiata sul Nessuno, con la spada
dritta davanti a sé. Il colpo fu rapido e violento, ma Roxas
riuscì a resistere, contrastando la larga spada avversaria
con la chiave bianca, mentre con il Lontano Ricordo bloccava un secondo
attacco che minacciava di ferirgli il fianco destro. Respinse i due
avversari e partì con una serie di rapidi attacchi, un
fendente orizzontale del keyblade nero aprì uno squarcio nel
braccio del primo Invisibile, dopodiché un affondo si
scontrò nuovamente con la lama blu. In quei pochi secondi di
stallo, il giovane sentì il respiro pesante e fetido del suo
avversario che lo convinse ad allontanarlo con un poderoso calcio allo
stomaco, che lo buttò a terra. L’altro Invisibile
tornò alla carica e con lui, arrivarono in picchiata anche i
due Heartless rimanenti. Spade e keyblade s’incrociarono, ma
il biondo non riuscì a tenere testa allo stallo e fece un
passo indietro.
-Maledizione!- pensò. -Se non m’invento subito
qualcosa qui finisce male!-
I tre si stancarono di quella posizione, quindi passarono alla mossa
seguente: due rimasero davanti a lui, mentre il terzo si
alzò in volo per arrivargli alle spalle. Atterrò
a pochi metri dal numero XIII e si lanciò all'attacco.
Roxas lo sentì arrivare, ma l’ombra che aveva
stordito poco prima si aggiunse ai suoi compagni. Chiuse gli occhi e il
pensiero di restare in vita si fece largo nella sua mente con
prepotenza. Poteva fuggire, ma non aveva intenzione di farlo, era
deciso a continuare la sua missione a tutti i costi.
-Non può finire così… Non
può!-
Un varco oscuro si aprì alle sue spalle e un cozzare di lame
gli fece aprire gli occhi.
La prima cosa che vide furono i suoi nemici fare un paio di passi
indietro, ringhiando. Si voltò e sgranò le iridi
per la sorpresa.
Una creatura dal corpo bianco-sporco, che impugnava due spade lunghe e
sottili, aveva appena spezzato la lama dell’Invisibile, che
indietreggiò tenendosi la mano sanguinante, rimasta ferita
nel confronto.
-Chi sei?- chiese il biondo.
L’essere si girò e mostrò il suo capo
coperto da una specie di casco di colore grigio-blu, attraversato da
tre fessure disposte a lisca di pesce.
-Mio Signore, sono come
te e sono qui per obbedirti.- rispose quello, tramite il
pensiero.
-Cosa significa che sei come me?- domandò ancora.
-Sono un Senza Cuore. La
mia specie è nata dalla tua forza e dalla tua
volontà di non perire in questo scontro…-
Dieci varchi si aprirono e da ognuno di essi uscirono due di quei
Nessuno.
-Noi siamo i
Samurai…- continuò un altro.
-…e da
adesso, Chiave del Destino, avrai i nostri servigi.-
terminarono tutti i Samurai all’unisono.
Il numero XIII incredulo, sbatté le palpebre. Da quel
momento anche lui era in grado di evocare i suoi Nessuno. Sorrise
soddisfatto.
-Molto bene!- esclamò. -All’attacco!-
Le creature eteree annuirono con un cenno e diedero
un’ulteriore conferma col pensiero, prima di sfoderare le
loro lame e di eseguire l’ordine del loro padrone.
***
Il sole aveva ormai
raggiunto il suo punto più alto e una leggera brezza
rinfrescava l’atmosfera di quelle calde ore. Al suo soffio,
la lunga chioma argentea si muoveva in piccole onde luccicanti.
-E così, il
tuo potere è aumentato…- affermò con
un ghigno. -Chi sei? Tu che hai accresciuto la tua forza
nell’arco di un giorno sarai il mio nuovo
avversario…-
Aprì gli
occhi e scrutò i ruderi della fortezza, dall’alto
del ciglio dell’Abisso Oscuro.
-Quando uscirai da
quel luogo, ci incontreremo misteriosa forza che proviene dalle
tenebre…-
***
Xaldin stava
mescolando l’impasto con forza e attenzione, mentre pensava a
una risposta da fornire al compagno che stava appoggiato con la schiena
al muro dietro di lui.
-Mmh… Ora che ci penso…- iniziò con
una nota di dubbio. -…c’era qualcosa che non mi
convinceva del tutto nel suo comportamento…-
-Spiegati.- asserì con celata impazienza il Burattinaio
Mascherato.
-Non vi ho dato molta importanza, ma ho visto che durante il
combattimento che abbiamo intrattenuto nella sala da ballo, non
accennava a stancarsi. Combatteva senza fatica.-
-E cosa ci sarebbe di strano? Non capisco…-
-Non ho finito…- il moro si voltò. -Non mi
spiegavo il perché non si stancasse con quella lotta
così impegnativa e difficile, mentre quando ci siamo
scontrati con qualche Heartless di basso livello si fosse ritrovato con
l’affanno a causa della ferita…-
spiegò, per poi guardare l’unico occhio visibile
dell’altro. -Può esserti d’aiuto?-
Il Nessuno dai capelli grigio-azzurri mise una mano sotto il mento per
riflettere e dopo qualche secondo alzò lo sguardo sul numero
III.
-Forse… Grazie per le informazioni che mi hai dato Xaldin e
scusa, se ti ho disturbato…-
-Figurati, non c’è problema… Ma puoi
dirmi come mai mi hai fatto queste domande? È successo
qualcosa a Roxas?-
-Ascolta, ora come ora, non ho prove sufficienti per formulare ipotesi
attendibili, quindi preferisco tenerle per me. Se scopro qualcosa di
veramente importante, t’informerò, ma per adesso
ti chiedo di non fare parola della nostra conversazione e di
comportarti come sempre senza insospettire gli altri. Va bene?-
-Ok… Mi auguro comunque che non ci sia nulla di
grave…- sospirò il Feroce Lanciere tornando al
suo impasto.
-Lo spero anch’io…- sussurrò
l’altro. -Cosa stai preparando?-
-Una torta per il ritorno di Roxas! Spero gli piaccia la torta alle
fragole!- poi si voltò nuovamente, con il cucchiaio di legno
stretto nel pugno e puntandoglielo contro. -Non dire niente a Demyx o
Axel, altrimenti non dura fino a domani. Mi raccomando…-
-Non preoccuparti.- sorrise Zexion, sparendo dentro un varco oscuro.
***
Schivò un
tondo con un balzo laterale e con un altro indietreggiò, per
poi correre incontro al suo avversario, i keyblade strisciavano a
terra, emettendo scintille. Un salto in avanti e si ritrovò
all’altezza del viso dell’Heartless.
Caricò il Portafortuna dietro di sé e
menò un rapido fendente, che l’ombra
incastrò tra le sue corna. Roxas grugnì
infastidito e scagliò un secondo attacco con la chiave nera,
che però fu bloccata dalla spada del suo nemico.
Cercò di divincolarsi e in quel frangente, i suoi occhi,
azzurri come il cielo di primavera, incontrano quelli gialli della
creatura con cui stava combattendo. Era uno sguardo brillante e spento
al tempo stesso. Ne rimase incantato, come vittima di un
sortiglegio, ma fu un errore.
Una fitta di dolore lo riportò alla realtà e,
senza trattenere un urlo, abbassò lo sguardo.
Gli artigli della mano libera del suo avversario attraversavano il
soprabito e sparivano nel suo ventre, macchiandosi di sangue scarlatto.
Strinse i denti e cercò di liberare la chiave bianca con
degli strattoni e con un movimento del Lontano Ricordo fece cadere la
spada all’avversario. Nel frattempo, i Samurai avevano
sconfitto e distrutto i tre Invisibili e si apprestarono a correre in
aiuto del loro padrone. Scomparvero nei varchi e ricomparvero attorno
ai due combattenti sguainando le armi, e attaccarono il nemico da
diverse angolazioni. Quest’ultimo ruggì di rabbia
e dopo aver scagliato il ragazzo contro la parete, cominciò
a combattere con i suoi antagonisti.
Riaprì gli occhi a fatica e tutto gli apparve sfocato.
Sbatté un paio di volte le palpebre e i contorni tornarono
ad avere la loro nitidezza. Vide i Samurai ancora impegnati in una
lotta con l’ultimo Invisibile, che però era in
netta difficoltà. Si rialzò appoggiandosi con la
schiena al muro, perché un violento capogiro
minacciò di farlo crollare di nuovo. Abbassò lo
sguardo sulla ferita e vide lo scuro liquido cremisi uscire a fiotti da
essa.
Un clangore metallico attirò la sua attenzione e vide la
spada dalle sfumature blu piantarsi nel pavimento poco distante dal
punto in cui si stava consumando lo scontro. Si diede una spinta con la
schiena e lentamente raggiunse i suoi Nessuno, che avevano circondato
l’avversario, inginocchiato a terra, che si teneva
l’estremità del braccio destro, privo della mano.
Evocò le sue armi e le alzò per sferrare il colpo
di grazia al suo nemico. I loro sguardi s’incrociarono
nuovamente e avvertì ancora un certo disagio.
In quegli occhi dello stesso colore delle stelle, lesse rabbia, dolore,
odio. Tutti sentimenti che oscuravano quella brillantezza e rendevano
cupe e spente quelle iridi.
-Anche tu avverti tutto questo quando combatti con le ombre?- si chiese
Roxas.
Quell’attimo di distrazione permise all’Heartless
di spingersi verso di lui con gli artigli della mano sinistra pronti ad
affondare di nuovo nella sua carne, ma il numero XIII si ritrasse
velocemente dopodiché levò il Portafortuna e
trapassò lo stomaco del nemico da parte a parte e con il
Lontano Ricordo lo decapitò senza pensarci due volte.
Sangue violaceo imbrattò le sue lame, ma esso scomparve,
divenendo polvere, nello stesso istante in cui il capo
dell’essere sfiorò il pavimento.
Le due chiavi svanirono in una scia di luci e il ragazzo mise la
mancina sul ventre per fermare il sangue, poi si rivolse ai Nessuno che
si erano inginocchiati dietro di lui.
-Vi ringrazio.-
-Non devi ringraziarci
mio Signore.- gli comunicò uno di loro tramite
il pensiero. -Da oggi
noi ti serviremo, verremo in tuo aiuto ogni volta che ci chiamerai e
combatteremo al tuo fianco, qualunque decisione tu prenda.-
-Molto bene… ora potete andare…- disse il giovane
con un certo affanno.
-Ai tuoi ordini. A
presto, Chiave del Destino.- risposero tutti
all’unisono prima di scomparire in varchi oscuri, che si
aprirono sotto i loro piedi.
Il biondo osservò finché i passaggi non
sparirono, poi cominciò a scendere le scale per uscire dal
salone, che aveva ritrovato la sua quiete. Quando le porte si chiusero
alle sue spalle. Evocò i keyblade e si voltò.
-Ho ricordato parecchie cose, venendo qua.- disse.
Puntò le armi sull’entrata e due raggi partirono
da esse, sigillandola.
-Non voglio che questo luogo venga profanato ulteriormente. Solo tu
potrai riaprire questa porta, Sora.-
Sorrise e s’incamminò per fare ritorno alla
biblioteca, consapevole del fatto che nessun altro nemico si sarebbe
posto sulla sua strada, almeno per il resto di quella giornata.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ^^ Roxas può
evocare i Samurai e questi gli saranno sempre fedeli. Zexion raccoglie
informazioni, ma non riesce a cavare molto tranne che l'esistenza di
una torta dev'essere nascosta a Demyx e Axel xD Però, la
nostra misteriosa figura si è accorta del potenziamento di
Roxas, rendendolo più deciso sul come comportarsi con lui.
Cos'accadrà nel prossimo capitolo? Lo scoprirete nel week
end! xD
See ya!
Angolo Recensioni
LittleKairi14:
Eh lo so... Demyx e Zexion sono patatosi assai e io ci lavoro su con
molto piacere e molta fantasia xD Spero che anche questo capitolo ti
sia piaciuto ^^ Bye!!
infiammabile:
Cosa vengo a sapere?! Chi è che ha già letto
tutto?! °° Guai se ti spiffera ciò che
accade!!! *fulmini e saette si scatenano e il banditore fugge,
abbandonando la sua trombetta, possibile conduttore di
elettricità* Scherzi a parte, in effetti quello precedente e
questo sono capitoli di transizione, che mi servono come avanguardia ai
prossimi u.u Ecco... il pulcino biondo è stato strapazzato a
dovere e la prossima volta avrà un bel bis, ma non ti dico
altro u.u Ciauuu!!! xD
Xemnas89: Se
ti piacciono così tanto i Nessuno e la Fortezza Oscura,
questo capitolo per te è un vero e proprio regalo xD Sono
contenta che la storia continui a piacerti e spero di leggere il tuo
commento ^^ Ciauuu!!!
Grazie anche a voi tutti
che leggete soltanto! Siete sempre di più e io sono sempre
più commossa ç.ç Vi adoVo!!!! A
presto!!!!
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15: La sfida ***
Ciao a tutti e buona
Santa Lucia per chi la festeggia!!! ^^ Finalmente in questo chap si
vedrà lo scontro tra Roxas e il "misterioso" soggetto che lo
osserva da lontano... Chi sarà mai? Domanda scema dato che
si è capito fin dall'inizio, ma la mia "guida alla suspence
per autori" dice così, quindi u.u Leggete e (ri)scoprite! xD
Buona lettura!!!
ps: povero Roxy....
Capitolo 15: La sfida
Mise l’innaffiatoio rosa da dove lo aveva preso e
uscì dalla stanza vuota, attraverso un varco per ricomparire
nel giardino interno del castello. Si guardo un po’ intorno,
con aria annoiata, dopodiché si avvicinò al
grande salice dalle foglie argentate e si sedette con la schiena
appoggiata al sottile ma robusto tronco.
Lo sguardo smeraldino vagò per la volta scura del cielo
priva di stelle, e si fermò sulla grande luna a forma di
cuore, splendente come non l'aveva mai vista.
-Kingdom Hearts…- pensò. -…ti prego
fallo tornare da me…-
-Non preoccuparti…- disse qualcuno alle sue spalle,
facendolo voltare.
-Come?-
-Stai tranquillo Axel, il funghetto tornerà da te.- rispose
Xaldin, sedendosi accanto al compagno.
-Ma leggi nel pensiero tu?!- esclamò il rosso, prima di
essere colto da un dubbio. -Non dirmi che…-
-Sì, hai pensato ad alta voce.- sorrise il moro.
Il Soffio di Fiamme Danzanti fissò il compagno negli occhi.
-Se dici una sola parola ti ritroverai in cenere…-
-Mi stai minacciando?- rispose il numero III, per poi sorridere e
posare una mano sulla spalla dell’altro. -Rilassati, non
dirò nulla, ma adesso mi devi ascoltare, ok?-
-Dimmi.- asserì con una nota di curiosità nella
voce.
-Sono tre giorni che non mangi…-
-Sto bene…-
-Tu non stai per niente bene! Demyx è venuto da me e mi ha
detto quello che fai da quando Roxas è partito per la
missione e tra queste cose, non si menziona che mangi…-
Il numero VIII abbassò lo sguardo sulla mano sinistra
appoggiata al terreno. -Mi dispiace… ma non me la sento di
mangiare…-
Il burbero ma paziente cuoco sospirò. -Allora devi
sforzarti, o vuoi che Roxas ti trovi in pessimo stato quando
tornerà oggi pomeriggio?-
-Sono conciato così male?- chiese Axel, con una risata amara.
Xaldin osservò attentamente il corpo dell'altro e lo vide
chiaramente più magro di quello che già era, poi
fece scorrere lo sguardo fino al viso: era sciupato, pallido e gli
occhi, solitamente brillanti, erano spenti e vacui, infine, i capelli
dello stesso colore del fuoco, famosi per assomigliare agli aculei di
un porcospino ricadevano sulle spalle del giovane, dandogli un aspetto
trasandato.
-Hai una bruttissima cera…- ammise il moro con tono grave.
-Scommetto che dormi pochissimo…-
-E chi dorme?- rise il rosso.
Il Nessuno dagli occhi ametista afferrò l’altro
per un braccio e lo sollevò da terra per metterselo sulle
spalle.
-Xaldin! Ma che diavolo fai?!- urlò il ragazzo. -Mettimi
giù immediatamente!-
Il moro lo ignorò e aprì un varco. -Adesso fai
quello che ti dico e smettila di agitarti, che tanto non ti faccio
scendere…-
-Uffa…- sbuffò l'altro, troppo stanco per
ribellarsi.
-Così va meglio…-
Detto questo attraversò il passaggio per mettere piede in
uno dei tanti corridoi della candida e silenziosa fortezza, fece
qualche passo e si fermò davanti alla porta con inciso il
numero VI.
Bussò con decisione e aspettò che il proprietario
della stanza arrivasse ad aprirgli.
Circa un minuto dopo, il Burattinaio Mascherato, vestito di un pigiama
blu più largo di lui, con i capelli arruffati e la faccia
assonnata, si mostrò al Feroce Lanciere, che lo
fissò con crescente curiosità.
-Xaldin? Hai bisogno di qualcosa?- chiese il ragazzo col ciuffo,
strofinandosi un occhio.
-Ehm… Spero di non averti svegliato…-
-No figurati…-
-Volevo sapere se Demyx è qui da te, ho bisogno sia di te
sia di lui…-
Il giovane numero VI arrossì di colpo, ma non si
notò perché il suo viso era coperto per la
maggior parte dal ciuffo di capelli grigio-blu.
-S-sì… Demyx è qui, sta ancora
dormendo… Di cosa hai bisogno?-
-Che facciate la guardia a questo qui, finché gli preparo
qualcosa da mangiare.- comunicò indicando Axel, sulla sua
spalla.
-Ho capito…- rispose l’altro, riacquistando il suo
solito tono. -Ora portalo nella sua stanza, ti raggiungiamo tra cinque
minuti.-
Il numero III annuì con un cenno del capo e scomparve in un
varco per ricomparire in pochi istanti nella stanza del numero VIII,
dove si accorse che quest’ultimo si era assopito, sopraffatto
dalla stanchezza. Gli tolse il soprabito e le scarpe,
dopodiché lo adagiò sotto le coperte e si sedette
sulla sedia che si trovava accanto al letto, in attesa
dell’arrivo dei due compagni.
***
Trattenne un gemito di dolore e strinse più che
poté il nodo della benda improvvisata. Con il respiro
affannato, Roxas si appoggiò allo schienale della poltrona
su cui era seduto e chiuse gli occhi, compiendo profondi respiri. Da
poco il sole aveva iniziato a illuminare la biblioteca tramite le
grandi vetrate e il giovane si era svegliato grazie ad un raggio di
luce che l’aveva colpito sugli occhi. Non appena si fu
liberato dalle spire del sonno, il Nessuno si era dedicato alla ferita
che gli attraversava il ventre, cui aveva apprestato le prime cure
già la sera precedente: si era tolto la maglia che portava
sotto il soprabito e, strappandola in strisce, l’aveva usata
per farne una fasciatura momentanea, sperando che durasse fino al suo
ritorno al Castello che Non Esiste. Tuttavia, questa si era allentata e
riempita di sangue, rendendosi inutilizzabile, così quella
mattina, il ragazzo fu costretto a cambiarla con l’altra
metà della maglietta.
Qualche minuto dopo, il numero XIII si alzò e, incerto sulle
gambe, si diresse alla porta che conduceva alla sala principale.
Il silenzio regnava sovrano nell'ampia stanza, nemmeno i passi stanchi
del biondo disturbavano la quiete che aveva avvolto la fortezza. Quando
giunse al portone, si alzò il cappuccio sul viso,
dopodiché aprì un varco che lo portò
sul ciglio dell’Abisso Oscuro. Si girò per
osservare ancora una volta il castello decaduto e una leggera nota, di
ciò che avrebbe potuto definire nostalgia, gli avvolse
l’animo, ma un sorriso gli allungò le labbra.
-Ora solo lui potrà togliere il sigillo… Ho fatto
la cosa giusta…- pensò, mentre
s’incamminava per raggiungere il Crepaccio, dove avrebbe
aspettato l’apertura del passaggio di Xemnas per tornare a
casa.
Si fermò quando una leggiadra piuma nera
attraversò il suo campo visivo, appoggiandosi delicatamente
sul terreno davanti ai suoi piedi.
La osservò e si sentì stranamente attratto da
essa. Si chiese a quale essere appartenesse, così si
chinò per raccoglierla, ma appena la toccò, essa
si dissolse come se volesse mantenere il segreto della sua origine.
Leggermente sconfortato, Roxas si rialzò e riprese a
camminare.
-Ahio!- esclamò, indietreggiando di un paio di passi.
Mentre si massaggiava la fronte, il giovane guardò davanti a
sé e intravide una leggera barriera azzurrina che gli
impediva di proseguire.
-E questa da dove arriva?- pensò. -O meglio… chi
l’avrà evocata?- aggiunse, guardandosi
attentamente intorno.
Dopo qualche secondo di calma, avvertì una potente aura alle
sue spalle. Si girò di scatto e rimase paralizzato alla
vista di colui che si trovava a pochi passi da lui.
Cappotto nero, tenuto aperto, che mostrava gli addominali ben
sviluppati, viso dalla pelle diafana che comprendeva due profondi occhi
verdi, il tutto racchiuso nella lunga chioma argentea che ricadeva
sulle spalle, e infine, l’ala nera che spuntava da dietro la
spalla destra.
-Finalmente ci incontriamo…- disse l’uomo.
Il biondo lo rivide in un ricordo arrivato all’improvviso.
-Sephiroth…- sussurrò.
-Tu…- proseguì l’angelo monoala.
-…che possiedi una forza particolare e sei stato in grado di
farla maturare in poco tempo, sei stato designato come mio
avversario…-
-Cosa?!- sbottò il Nessuno. -E chi l’ha deciso?!-
-Io stesso.- rispose l’argenteo, evocando la sua lunga
katana, Masamune. -Impugna la tua arma e combatti per la tua vita, io
non ti lascerò andare finché non mi
riterrò soddisfatto.-
D’istinto, la Chiave del Destino evocò i keyblade
e parò la velocissima serie di fendenti che in pochi secondi
lo travolse. Quando l’attacco finì,
l’uomo si trovava alle spalle del biondino e si
voltò, mostrando un sorriso divertito e soddisfatto.
-Solo una persona è stata in grado di respingere
quest’attacco… La mia decisione si è
rivelata ottima…-
Detto questo scomparve e il numero XIII alzò la guardia al
massimo, però si accorse troppo tardi che il suo avversario
era ricomparso nuovamente alle sue spalle. Si girò
immediatamente e nel tentativo di schivare l’affondo, che
altrimenti l’avrebbe trapassato da parte a parte, si
sbilanciò e il cappuccio gli scivolò sulle
spalle, rivelando il suo volto.
Il guerriero scomparve ancora, lasciando solamente una manciata di
piume nero pece, e ricomparve a pochi centimetri dalla schiena
dell’avversario.
-Ti consiglio di impegnarti di più…-
sussurrò al suo orecchio. -So che puoi fare di meglio. Fammi
vedere la forza che ha attirato la mia attenzione, creatura uscita
dall’Oscurità…-
Il Nessuno strinse la presa sulle sue armi e senza perdere altro tempo
compì un giro su se stesso per sferrare un doppio attacco
circolare, che però fu parato con maestria
dall’angelo dai capelli argentati, che ghignò.
-Così va già meglio…-
Alzò lo sguardo e incrociò quello azzurro cielo
del ragazzino. Rise.
-Hai dei begli occhi… Troppo belli, per essere
distrutti…- disse. -Cerca di darti da fare, così
non sarò costretto a eliminarti, quando ti
sconfiggerò…- aggiunse, mentre cominciava a
spingere la spada sulle chiavi dell’avversario.
-E chi…- fece Roxas, mentre cercava di respingerlo.
-…ti dice, che io sia destinato a perdere?-
Divertito, Sephiroth inarcò un sopracciglio.
-Finché non ti batterai come sai fare, non potrai mai
sperare di battermi…-
Si separarono saltando all’indietro e il più
giovane si bloccò un istante a causa di una fitta di dolore
che prese a pulsare dalla ferita. Riacquistata la posa eretta, corse
incontro al nemico e lanciò il Portafortuna, immediatamente
seguito dalla chiave nera, dopodiché saltò per
arrivare esattamente sopra di lui. Quando i keyblade tornarono nelle
sue mani si gettò in picchiata verso l’argenteo,
che a dispetto di ogni sua previsione alzò il viso e si
preparò a riceverlo alzando la katana così da
bloccare il suo attacco.
Le tre lame si scontrarono, producendo scintille, e l’albino
sfruttò la spinta del suo avversario per spedirlo contro la
parete di roccia che delimitava la zona, alzando una nuvola di polvere
e detriti. Quando essa si diradò del biondo non
c’era traccia.
-Fine del riscaldamento…- concluse l’angelo
monoala, concentrandosi nella ricerca del suo avversario.
***
-Non vedo Axel…- esordì il Superiore, scrutando
la tavola dove i membri erano riuniti per il pranzo. -…e
nemmeno Demyx, qualcuno sa dirmi dove sono?-
-Nella stanza di Axel.- rispose il Burattinaio Mascherato. -Non si
è sentito bene, così Demyx è rimasto
con lui in caso di bisogno…-
-Capisco, spero che non sia nulla di grave. Vexen…-
Il Freddo Accademico annuì prima ancora che il numero I
terminasse la sua richiesta. -…più tardi
passerò da lui.-
-Per che ora è previsto il ritorno di Roxas?- chiese Xaldin.
-Tra circa mezz’ora.- rispose Xemnas. -E noi saremo tutti
nella sala dei troni ad attenderlo.-
A quel punto, il capo dell’Organizzazione XIII si era
aspettato un buon numero di sbuffi e proteste, ma stranamente, cosa che
lo colpì, i Nessuno presenti non obiettarono, anzi
cominciarono un’accesa discussione sulle
potenzialità del nuovo membro.
-Ringrazio Kingdom Hearts per avermi mandato colui che riesce a non far
litigare i membri di questa Organizzazione…-
pensò con un sorriso, per poi riprendere il suo pranzo da
dove lo aveva interrotto.
***
Respirava lentamente, tenendosi una mano sulla ferita, che aveva
ripreso a sanguinare copiosamente.
-Per fortuna sono riuscito a nascondere la mia presenza…-
pensò il numero XIII. -…ma non so per quanto
potrò resistere…-
La voce di Sephiroth interruppe il filo dei suoi pensieri.
-Esci fuori!-
Il cielo si fece scuro e una colonna di fuoco circondò il
corpo dell’argenteo, dopodiché tutto
ciò che si trovava nel suo raggio d’azione fu
attratto e bruciato, compresa la roccia che celava il corpo del custode.
Le fiamme si estinsero e l’angelo monoala scese a terra senza
emettere alcun suono.
-Finiamola di giocare.- sentenziò, estraendo la Masamune,
che aveva riposto per effettuare l'attacco precedente.
Roxas si alzò, evocò le sue armi e infine
chiamò i suoi Nessuno. Cinque varchi oscuri si aprirono e da
ognuno di essi uscì una coppia di creature del Nulla.
-Hai chiamato rinforzi? Sei già stanco?-
-Loro sono i Samurai e mi aiuteranno a sconfiggerti una volta per
tutte!- affermò il biondo correndo verso
l’avversario seguito dagli esseri armati di katana.
Un nuovo ghigno si formò sul viso dell’angelo
dagli occhi verdi e il suo corpo fu circondato da un’intensa
aura violacea. Scattò in direzione del ragazzino, ma poco
dopo deviò la traiettoria dirigendosi verso la prima coppia
di guerrieri.
Sotto lo sguardo sbalordito e incredulo della Chiave del Destino, i due
Samurai divennero polvere. A essi seguì la seconda coppia e
la terza stava per fare la stessa fine, quando il ragazzo si decise a
incrociare le sue lame con la lunga e letale arma del suo nemico.
-Io voglio combattere con te, non con questi esseri!-
esclamò con rabbia l’uomo dai capelli
d’argento, disarmando il giovane con una torsione della spada.
Il numero XIII cadde in ginocchio ansimante, consapevole della propria
sconfitta. Tuttavia, prima che il suo avversario se ne accorgesse,
aprì un passaggio oscuro lontano da lui e ordinò
a un Samurai di attraversarlo.
Pochi istanti dopo, si ritrovò contro la parete di roccia
con la gola stretta nella presa ferrea della mano sinistra di Sephiroth.
Per Roxas, tutto si fece sfocato e i sensi stavano per abbandonarlo,
quando l’angelo allentò la presa.
-Mi hai deluso…- asserì con rabbia, notando le
gocce di sangue sul terreno. -Forse dovevo sfidarti la prima volta che
ho avvertito la tua presenza.-
Con la mano destra scostò una ciocca di capelli biondo grano
dalla fronte imperlata di sudore del più piccolo e
fissò i suoi occhi azzurri come il cielo.
-Hai degli occhi troppo belli, per essere una creatura
dell’Oscurità… Ho deciso che il nostro
scontro si conclude qui, ma voglio qualcosa in cambio…-
sussurrò, per poi eliminare la distanza tra i loro visi,
posando le sue labbra su quelle del giovane Nessuno.
***
Nella sala dei troni, i dodici appartenenti
all’Organizzazione XIII aspettavano l’arrivo del
loro compagno.
-E’ in ritardo…- osservò il Tiratore
Libero.
-Lo so Xigbar, ma diamogli qualche altro minuto…- rispose il
Superiore. -Qui c’è qualcosa che non
va… l’avevo raccomandato di tornare dieci minuti
prima dello scadere del tempo stabilito…-
-Sir!- esclamò Saix alzandosi dal suo trono.
Lo sguardo d’ambra si posò sul centro della sala
dove era apparso un Nessuno che non aveva mai visto, coperto di ferite.
-Che sia…?- pensò allarmato.
-Il mio Signore mi manda
a chiedere aiuto…- comunicò il
Samurai alla mente del numero I, prima di crollare al suolo e
tramutarsi in polvere.
-Xigbar! Saix! Venite con me! Xaldin lascio a te il comando!-
ordinò Xemnas, scomparendo in un varco oscuro seguito dai
membri II e VII.
-Roxas… cosa sarà successo?!- pensò
allarmato il Soffio di Fiamme Danzanti.
Che ne dite? Capitolo
interessante no? u.u Cosa succederà a Roxas?
Cadrà tra le grinfie di Sephiroth oopure lo salveranno in
tempo? Dovrete soffrire fino al prossimo week end per saperlo xD
See ya!!!
Angolo Recensioni
infiammabile:
E questo è il famoso bis per il povero Roxas xD Spero che
non ti dispiaccia troppo per quello che Sephiroth gli ha fatto e gli
farà... *fischietta* Per quanto riguarda la tua domanda
sull'alito cattivo degli Heartless... non saprei xD io ci ho messo un
alito marcio perché me lo sono sempre immaginato
così, poi credo che la cosa vada a discrezione di ognuno u.u
Fammi sapere cosa pensi di questo chap ^^ Ciauuu!!!
LittleKairi14:
Roxas non è tornato da Axel, mi spiace, ma si
provvederà u.u La torta ti assicuro che è
sopravvissuta xD *fa sparire ultima fetta* Ops... xD Grazie per i
complimenti e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto ^^
soral:
Gemellina ^^ Vexen lo odiano tutti, ma guarda caso questa volta non ha
nessuna colpa di quanto accaduto xD Odierai anche Sephiroth? u.u Spero
di sentirti presto su msn ^^ Ciauuu <3
LightRoxas:
La Zemyx è uno stile di vita? Questa mi mancava xD Comunque
non preoccuparti che ci saranno altre scene con i due porcellini u.u
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto nonostante l'assenza
dei tuoi idoli ^^ Ciauuu!
Glivia: Ho
visto adesso la tua recensione al primo capitolo! Mai avrei pensato che
fossi BananaOtaku!!! *-* Ben ritrovata ^^ Sarò ben felice di
trovare anche qui i tuoi "aggiorna presto" e stai tranquilla che il
nuovo capitolo dall'altra parte è quasi terminato! ^^ Bye!!!!
Oggi ci sono tanti
ringraziamenti da fare, quindi non perdiamoci in chiacchiere e
procediamo! (ma se stai facendo un papiro solo con la presentazione?
NdBanditore Tu omuncolo taci! NdFly) Torniamo a noi... Ringrazio infiammabile e Xemnas90 per aver
messo la fic tra le preferite e shiki_96
per averla messa tra le seguite ^^ Inoltre un rigraziamento va anche a
voi che leggete soltanto! Grazie a tutti! Vi adoVo!!!! *-* Baci!!!!
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Capitolo 16 *** Capitolo 16: Il salvataggio ***
*arriva il banditore e
comincia a suonare canzoni natalizie, poi arriva l'autrice con un
berretto da Babbo Natale in testa* Ahhh!!! Banditore! Ti sei vestito da
Babbo Natale!!! *il banditore annuisce terrorizzato* Ma quanto sei
carino! *-* Splendida idea! Così siamo a tema tutti e due!
*-* Riprendi a suonare mentre annuncio il capitolo dai! *il banditore
annuisce felice e ricomincia con le canzoni natalizie* Salve lettori e
lettrici! Dopo queste righe piene di scempiaggini pure e crude passiamo
a cose serie u.u Avevamo lasciato il povero Roxas coinvolto in un bacio
travolgente datogli da nientepopodimenoche Sephiroth! *v* A qualcuno la
coppia è piaciuta, ad altri no xD pazienza! Sarete contenti
tutti per come finisce la cosa xD Buona lettura!!!
Capitolo 16: Il
salvataggio
Sgranò gli occhi.
Il suo avversario voleva qualcosa in cambio per la sospensione del loro
incontro e, senza troppi problemi, se la stava prendendo.
Avvertì la sua lingua passargli lascivamente sulle labbra,
le serrò e cercò di allontanarlo da
sé, ma l’angelo monoala sembrava essere di
tutt’altro avviso. Senza interrompere il bacio, lo
afferrò per i polsi e glieli portò sopra la
testa, dove li tenne entrambi con la mano sinistra, mentre la destra
scese rapidamente all’altezza del ventre ed
esercitò una pressione sulla ferita del ragazzo, che si fece
scappare un gemito di dolore donandogli così
l’accesso alla sua bocca. Roxas chiuse gli occhi e
tentò di sottrarsi al volere del guerriero alato, il quale
rialzò la mano fino alla cerniera del soprabito e la
abbassò con un unico gesto.
Il corpo del biondo cominciò a essere scosso dai tremiti,
quando avvertì le dita dell’argenteo percorrergli
il petto, spostarsi sulla schiena e accarezzargli la spina dorsale.
Sephiroth interruppe il bacio, alla ricerca d’aria, e pochi
istanti dopo portò l’attenzione delle sue labbra
sul collo del giovane, martoriandolo con una serie di lenti e famelici
baci, cui il numero XIII non riuscì a non rispondere con
sospiri di piacere.
All’improvviso, però, la Chiave del Destino, senza
rendersene conto, smise di opporsi e, senza che un lieve tremore lo
abbandonasse, cadde in uno stato di trance e il suo sguardo divenne
fisso e vacuo.
L’angelo monoala si fermò con un grugnito di
dissenso e riportò il suo viso alla stessa altezza di quello
dell’altro.
-Se non reagisci non ne vale la pena…- sussurrò,
spostando lo sguardo sui pantaloni del Nessuno. -Adesso ci penso
io…- aggiunse poi, riprendendo a baciarlo senza foga, mentre
la mano destra armeggiava con la cerniera dei pantaloni. Tuttavia,
qualcosa gl’impedì di proseguire nel suo intento.
Delle presenze, fuori dalla barriera che aveva eretto intorno a loro,
stavano cercando di entrare.
-Qualcuno sta bussando…- ghignò l’uomo.
-Non saranno amici tuoi?- chiese al ragazzino semicosciente, che ancora
tratteneva per i polsi. -Ho capito…-
Detto questo, dissolse la barriera e tre individui con un soprabito
nero e il viso nascosto dal cappuccio uscirono da altrettanti passaggi
oscuri.
-Allora avevo ragione…- disse, puntando i suoi freddi occhi
verdi sui nuovi arrivati.
Una pistola, dalle tinte bianche e viola, apparve in mano alla persona
di sinistra e la puntò su di lui.
-Ti consiglio di allontanarti dal nostro compagno e di andartene.-
sentenziò la figura al centro, mentre quella di destra
spariva in un varco e riappariva alle spalle del biondino, portandolo
via con sé.
-Oggi mi accontento di così, ma state sicuri che
c’incontreremo di nuovo…- concluse Sephiroth,
sparendo in un chiaro bagliore e lasciando al suo posto delle piume
color pece.
-Come sta?- chiese Xemnas al numero VII, quando riapparve accanto a lui.
-E’ ridotto male, ha una ferita profonda al ventre e credo
che quel tizio stesse per…-
Il Nessuno dai capelli azzurri non concluse la frase, ma
indicò con le sue iridi dorate i segni rossi che
s’intravedevano sul pallido collo del compagno che teneva tra
le braccia e la cerniera quasi strappata dei pantaloni.
-Saix, portalo subito nella mia stanza, tu Xigbar non dire nulla agli
altri mi raccomando.-
-Agli ordini capo!-
-Bene…- rispose il Superiore, mentre richiudeva il cappotto
del giovane compagno. -Ora sei al sicuro Roxas, ti riportiamo a
casa…-
In pochi secondi, i quattro Nessuno scomparvero attraverso
l'Oscurità, lasciando solo il vento ad abitare
l’area desolata dell’Abisso Oscuro.
***
Un rumore che si faceva
sempre più intenso lo aiutò a tornare cosciente.
Chi stava urlando? Chiedeva solo di poter riposare. Chi lo chiamava con
tanta insistenza?
La curiosità vinse la stanchezza e con fatica le iridi color
del cielo si affacciarono sul legno bianco di un letto a baldacchino.
Una chioma di un chiaro biondo cenere entrò nella sua
visuale, quando si voltò.
-Adesso basta! Roxas ha bisogno di riposo!- tuonò una voce.
-Ma io…- cercò di replicare una seconda voce.
-Calmatevi tutti!- ribatté il Freddo Accademico, zittendo i
presenti. -Ha aperto gli occhi…-
-Roxas, mi senti?- chiese immediatamente il numero I, quando si fu
riavvicinato.
Per pochi secondi, gli occhi del numero XIII incrociarono quelli color
ambra del Superiore, ma poi si richiusero e un piccolo varco oscuro si
aprì nella stanza, attirando l’attenzione di tutti.
Un inespressivo Samurai osservò coloro che lo circondavano e
si fermò sul Nessuno dai capelli rossi.
-Padrone del fuoco, il
mio Signore ti sta chiamando…- gli
comunicò tramite il pensiero prima di andarsene
com’era venuto.
Axel guardò per qualche istante il punto in cui era apparso
l’etereo essere, dopodiché spostò lo
sguardo sul letto a baldacchino in cui giaceva il suo compagno.
-Roxas…- sussurrò.
Si avvicinò e prese la mano sinistra dell'altro tra
le sue, il quale riaprì appena gli occhi e sorrise quando
avvertì il contatto.
-Axel… sei tu?- chiese il biondino con un filo di voce.
-Sì sono io, ma tu non…-
-Vedo poco…- rispose anticipandolo. -Mi hai
sentito…?-
Il rosso annuì. -Sì, ti ho sentito…-
-Axel, noi andiamo nella sala dei troni, se ci sono problemi, chiamaci
immediatamente.- avvertì Xemnas.
-Certo capo.- disse il numero VIII distrattamente e nemmeno se ne
accorse quando i suoi colleghi lasciarono la stanza.
Gli occhi smeraldini del ragazzo passarono su ogni centimetro del corpo
del giovane Nessuno, coperto dalla vita in giù: la larga
fasciatura sul ventre presentava lievi macchie scarlatte, il collo era
percorso da piccoli segni rossi… L’unica
spiegazione che gli saltò in mente lo fece rabbrividire e
ciò che avrebbe chiamato rabbia, se avesse avuto un cuore,
cominciò a crescere come un fiume in piena nel suo animo. Il
suo sguardo risalì il collo arrivando al viso che era
pallido e attraversato dalla stanchezza e, infine, i suoi occhi azzurri
come il cielo non erano limpidi come li ricordava, ma erano opachi e
spenti.
-Chi è stato a ridurti così?- domandò
con voce poco ferma.
-Un… gruppo di Heartless, ma non preoccuparti… li
ho eliminati tutti…-
Il Soffio di Fiamme Danzanti sorrise. -Complimenti piccolo…-
Il silenzio s’impose fra i due Senza Cuore. Molte erano le
cose di cui parlare, ma il più grande non voleva che
l’altro si stancasse e aggravasse le sue condizioni,
così si limitò a osservarlo e a passare le dita
della mano destra tra le ciocche sbarazzine di quella chioma biondo
grano.
Roxas s’incantò a guardare il viso del suo
compagno e si rilassò sotto il tocco della sua mano.
-Axel…-
-Dimmi piccolo…-
-Mi sei mancato…- disse socchiudendo gli occhi.
Il rosso spalancò le iridi color smeraldo e
fermòper un attimo il movimento delle dita.
Se avesse avuto un cuore, in quell’istante,
all’udire quelle parole, sarebbe stato ricolmo di pura
felicità. Un enorme sorriso si allargò sulle sue
labbra.
-Anche tu mi sei mancato…- rispose. -…e non sai
quanto…- pensò.
Lo pensò solamente, poiché non era ancora il
momento di rivelare cosa si agitava nel suo animo. Un nuovo richiamo
del giovane lo distrasse dalle sue riflessioni.
-Sono stanco…- mormorò il biondo, chiudendo gli
occhi.
-Riposa tranquillo, io resterò qui con te finché
non ti riprenderai.-
-Grazie… Axel…-
In pochi istanti, la Chiave del Destino cadde in un sonno profondo,
mentre la sua mano ricambiava la stretta di quella del numero VIII.
***
Il silenzio regnava sovrano
nella sala occupata dai tredici troni bianchi su cui sedevano undici
figure ammantate di nero. Il numero I si era chiuso in un nervoso
silenzio e ancora non aveva rivelato nulla di ciò che era
accaduto, né aveva spiegato a chi appartenesse quel Nessuno
apparso all’improvviso.
-Ehi capo, non è che vorresti spiegarci
cos’è successo?- sbottò la Ninfa
Selvaggia con aria seccata. -Perché se non hai niente da
dire io me ne andrei…-
-Sì, dunque…- disse il Superiore riorganizzando
le idee. -La Chiave del Destino ha superato la sua missione, anche se
ha incontrato degli imprevisti…-
-Imprevisti di che genere?- domandò il Burattinaio
Mascherato da dietro il suo lungo ciuffo.
-L’unica
cosa che sappiamo è che si è imbattuto in un
guerriero potente, ma per
sapere com’è andata dobbiamo aspettare che si
riprenda dalle ferite che
ha subito…-
-Il Nessuno che è apparso prima, invece?- chiese il Feroce
Lanciere. -Da dove viene?-
-Quello era uno dei Nessuno che Roxas controlla e per sapere altro su
di loro dobbiamo aspettare…-
-Come sta Roxas?- domandò il Notturno Melodico.
-A
questa domanda rispondo io…- intervenne il Freddo
Accademico. -Il
numero XIII ha subito gravi danni, ma si riprenderà nel giro
di qualche
giorno e tra una settimana potrà tornare a svolgere le
missioni che gli
saranno affidate.- spiegò gelido e meccanico, come il suo
titolo e il
suo stato di non-esistenza richiedevano.
-E dov’è adesso?- aggiunse il giovane dagli occhi
verde acquamarina.
-Adesso sta riposando nella mia stanza in compagnia di Axel. Non
potrà entrarvi nessuno senza il mio permesso e lui ne
uscirà solo quando sarà in grado di farlo. Questo
è tutto, la riunione è conclusa potete andare, tu
no Saix rimani.-
Il Senza Cuore dai lunghi capelli azzurri annuì con il capo,
mentre gli altri nove membri sparivano ognuno in un varco diverso senza
pronunciare parola.
I due rimasti si portarono al centro della sala e l'albino
sospirò pesantemente, portando lo sguardo sul pavimento.
-Sir, posso rendermi utile in qualche modo?- sussurrò il
Mago che Danza sulla Luna, avvicinandosi all’altro.
L’ambra si tuffò in due pozze d’oro e
trasmise tutti i dubbi di cui una creatura priva di cuore
può essere afflitta.
-Saix, io temo di aver commesso un errore dietro l’altro con
Roxas… Mi auguro che il suo animo non sia turbato in modo
tale da fargli decidere di abbandonare la nostra
organizzazione…-
-Non si preoccupi Sir, quel ragazzino è forte. Non ci
lascerà.- affermò con sicurezza il Nessuno dalle
iridi dorate.
-Ma Saix…-
Non poté continuare perché il numero VII gli
aveva impegnato la bocca in un bacio travolgente, che gli consentiva
solamente di rispondere con altrettanta energia per non perdere il
confronto. Le loro lingue si affrontarono in un duello giocoso, ma che
terminò per l’assenza di fiato che costrinse i due
a separarsi.
-Andiamo nella mia stanza Sir…- sussurrò
all’orecchio dell’amante dai capelli color platino,
mentre apriva un varco alle proprie spalle.
-Grazie Saix.- rispose Xemnas spingendo il compagno
all’interno del passaggio.
***
Si sedette sulla poltrona dietro alla scrivania con sguardo pensieroso
e assente, attorcigliando una ciocca bionda intorno
all’indice.
-A quanto pare, non posso controllarlo attraverso le barriere troppo
potenti…- pensò il numero IV. -Con quella di
Cerbero non ho avuto problemi, mentre con quella di Sephiroth
sì… certo, quel guerriero è
pericoloso, ma credo che in ogni caso non mi darà alcuna
preoccupazione in futuro…-
Smise di tormentare la propria chioma e prese tra le dita il ciondolo
al cui interno si trovava il sangue del giovane numero XIII.
-Piccolo Roxas, credo che dovremo fare altri esperimenti e vedere se
anche i tuoi Nessuno saranno disposti ad obbedire ai miei
ordini…-
E anche questo
è finito!!! Volutamente non ho continuato la scena
XemnasxSaix... tanto si sa come finisce no? u.u Roxas si è
salvato dalle grinfie di Sephiroth, mi spiace per chi sosteneva questa
coppia, ma sono esigenze di copione u.u Axel è furibondo per
le condizioni di Roxas, come reagirà se saprà la
verità? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!!!
ps: se riesco posto
lunedì ^^
Angolo Recensioni
LittleKairi14:
Axel e Roxas si sono ritrovati, spero che la cosa ti faccia felice ^^
Se sei felice (e tu lo sai batti le mani! NdBanditore
<.< NdFly) di questa cosa, penso
proprio che il capitolo tutto sommato sia stato di tuo gradimento ^^
Fammi sapere! Ciauuu!!!
LightRoxas:
Eh lo so, mi sono ritrovata soddisfatta nel descrivere Zexion conciato
a quella maniera xD Eh sì, non ho altro da fare che creare
coppie con Roxas xD Sai com'è, le idee migliori mi vengono
quando dormo xD Spero che questo chap ti sia piaciuto ^^ Alla
prossima!!!
soral:
Gemellina! E così odierai anche il Sephy xD Peccato, allora
più avanti lo odierai di nuovo xD *si vanta di sapere come
prosegue la storia xD* Spero che tu riesca a leggere questo
chap, mi dispiace di non poterti sentire su msn
ç.ç mi manchi gemellina!!! *abbraffa* Mi
raccomando fammi avere presto tue notizie!! <3
infiammabile:
Ed ecco colei che ha affermato di aver gradito la nuova coppia! ^^ Mi
spiace che non sia finita come immagino pensassi xD quindi spero che
questo chap ti sia piaciuto ^^ Attendo commenti! Byee!!!
Ordunque siamo giunti
agli ultimi ringraziamenti della giornata u.u Ringrazio tanto tanto
tanto *va avanti per due ore* ma tanto pocippa per aver
messo la fic tra le preferite *-* e tutti voi che leggente soltanto!
Siete tantissimi e io vi adoVo tutti!!!!! Alla prossima!!
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17: My soul and my heart ***
*arriva tutta ricoperta
di neve* Ce l'abbiamo fatta Banditore!!! *si libera della neve che ha
addosso e si gira verso il Banditore* Banditore? *si guarda in giro e
non lo trova* Oddio... ho perso il mio Banditore nella bufera di neve!!
*si mette nella posa tipica dell'urlo di Munch* Bè, prima
posto il capitolo poi lo cerco u.u Cari lettori e lettrici sono
tornata!!! xD *tutti fuggono* Roxas è finalmente tornato
alla base e Axel si sta occupando di lui, tutto sembra andare bene...
appunto sembra!!! *risata diabolica* Buona lettura!!!
Capitolo 17: My soul and
my heart
Steso nel candido letto a baldacchino del numero I, Roxas guardava la
grande luna a forma di cuore, unica fonte di luce nella stanza, che gli
sembrò più luminosa di come la ricordava. Si
ridestò, quando il padrone della camera varcò la
soglia, richiudendola alle sue spalle e accendendo la luce.
-Salve Xemnas…- disse immediatamente il biondo cercando di
mettersi a sedere.
-Buongiorno a te. Resta pure sdraiato, non sforzarti…-
rispose l’albino, aiutando il ragazzo a trovare una posizione
più comoda per poi sedersi sul bordo del letto. -Axel?-
-Si è addormentato mentre mangiavo, così Xaldin
l’ha portato nella sua stanza.- spiegò.
-Capisco… Come va oggi? Vexen dice che hai delle ottime
capacità di recupero e che potrai tornare in missione entro
la fine della settimana.-
-Dopo due giorni passati qui, fermo e immobile, a riposare, posso dire
di stare meglio.- affermò il numero XIII con un sorriso.
-Mi fa piacere… Tuttavia ora, devo chiederti di raccontarmi
tutto ciò che è accaduto durante la tua missione.-
Il silenzio cadde tra i due Nessuno.
Il più giovane abbassò lo sguardo sulle sue mani,
raccolte in grembo, poi lo spostò nuovamente su Kingdom
Hearts. Non aveva ancora fatto parola dei fatti avvenuti in quei tre
giorni. Doveva ancora fare ordine nella sua mente degli eventi che
l’avevano travolto, ma soprattutto, gli risultava difficile
se non impossibile, essere percorso dai brividi quando pensava alla
conclusione dello scontro con l’angelo da una sola ala.
Sospirò.
Non poteva di certo tenere tutto per sé ancora per molto:
Xemnas voleva il suo rapporto, perché questo gli stava
chiedendo, e l’avrebbe avuto. Prima parlava, prima si sarebbe
sentito meglio, pensò.
-Va bene…-
Per circa un’ora, la Chiave del Destino parlò
senza essere interrotto: narrò del suo primo scontro con le
ombre dagli occhi gialli, del recupero dei ricordi riguardanti la sua
nascita, della battaglia contro un altro gruppo di Heartless e del
conseguente arrivo dei Samurai, infine spiegò come aveva
incontrato l’angelo armato di katana e della sua sconfitta,
ma tacque su ciò che accadde prima dell’arrivo dei
soccorsi.
Un nuovo silenzio calò come una morbida coperta sui due.
Il Superiore stava riflettendo sul rapporto del compagno. -Vuoti di
memoria? Ha ricordato senza problemi la sua nascita allora
perché?- pensò dubbioso. -Roxas, dimmi, che tu
sappia, c’è una causa che scatena questi vuoti di
memoria?-
-No. Io so solo che i miei ricordi s’interrompono in un punto
e riprendono a un altro, come se fossero tagliati…- rispose
il numero XIII, con lo sguardo rivolto alla luna.
-Strano… sarà meglio parlarne con…- il
richiamo del giovane lo riscosse dai suoi pensieri. -Dimmi Roxas.-
-Perché la luna mi sembra più luminosa del
solito? È una mia impressione o…-
-No, non è una tua impressione. Kingdom Hearts ha raccolto i
cuori degli Heartless che tu hai distrutto ed è
cresciuto… E’ merito tuo…-
spiegò l’albino.
-Capisco…- rispose l’altro senza troppa
convinzione.
-Roxas, c’è qualcosa che vuoi chiedermi?- chiese
Xemnas, accortosi dell’incertezza del compagno.
-A dir la verità sì…-
esordì, voltandosi. -Durante la mia missione ho ricordato
come sono nato, ma ho ricordato anche che il mio cuore non è
stato inghiottito dall’Oscurità quindi come posso
riavere il cuore se questo è già nel corpo di
qualcun altro?-
Il Superiore rimase di sasso.
-Ha ricordato così tanto ed è venuto a conoscenza
degli eventi successivi alla sua nascita… E’
così forte il cuore del custode del keyblade?-
pensò, ma il biondo continuò il suo discorso,
risvegliando la sua attenzione.
-So che esistono due modi perché i Nessuno possano
riottenere il cuore: so che con Kingdom Hearts è possibile
liberare i cuori dall’Oscurità in cui sono
rinchiusi e se il cuore non è
nell’Oscurità, rimane solo che il Nessuno si
ricongiunga con il suo corpo originale… Quindi
io…-
-No Roxas.- intervenne il numero I. -Se gli studi su Kingdom Hearts che
sono stati portati avanti sono corretti, c’è
un’altra possibilità…-
-Quale?-
-I poteri di Kingdom Hearts non si possono nemmeno immaginare, ma se
esso è in grado di liberare i cuori
dall’Oscurità può anche farne nascere
di nuovi, ti pare?-
Il ragazzo spalancò gli occhi alla notizia. Come mai non ci
aveva pensato? Forse perché non aveva preso in
considerazione l’ipotesi di poter avere un cuore diverso e
forse anche perché questa possibilità gli
sembrava in un certo senso sbagliata.
-Perciò otterrei un cuore diverso…-
-Esatto, ma?-
-…ma non c’è il rischio che la mia
anima cambi di conseguenza?-
-Purtroppo a questa domanda non ti so rispondere, ma non impensierirti,
troveremo un modo per farti tornare completo.- affermò
Xemnas alzandosi. -Ora ti lascio riposare e non preoccuparti, puoi
stare qui quanto vuoi…-
-A proposito, mi dispiace di aver occupato il tuo letto…-
intervenne il biondo chinando il capo in segno di scuse.
-Non devi. Questa stanza è lontana da quelle dei nostri
compagni, quindi puoi riposare in tutta tranquillità, che
è ciò di cui hai bisogno…-
-Va bene, ma tornerò nella mia stanza appena sarò
in grado di alzarmi senza problemi.- avvertì.
-Come preferisci, basta che io sia avvisato quando sarà. A
presto Roxas.- disse, avvicinandosi alla porta, ma si fermò
prima di oltrepassarla. -Dimenticavo, gli altri non sanno cosa
è successo quando io, Saix e Xigbar ti abbiamo trovato,
rimarrà tra di noi finché non sarai tu a
parlarne, sempre se lo vorrai…-
-Grazie… Arrivederci Xemnas.-
Dopo un ultimo saluto con un gesto del capo, il Superiore
varcò la soglia della stanza e dopo che si fu richiusa, il
ragazzo spense la luce e sospirò.
-Non so se riuscirei a raccontare ciò che mi è
successo, ma spero che non mi facciano domande… Specialmente
tu, Axel…-
Chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi, sperando che il
sonno portasse via con sé tutti i pensieri che affollavano
la sua mente.
***
-Ho finito, grazie Xaldin…- disse, riponendo le posate sul
vassoio che teneva sulle gambe.
-Figurati, ma adesso che il funghetto sta bene potresti anche pensare
un po’ di più a te stesso Axel. Domani Xemnas ci
assegnerà le nuove missioni e dovrai essere in forma.-
spiegò duramente il numero III, prendendo il vassoio.
-Sì lo so…- rispose il Nessuno dai capelli rossi,
alzandosi e muovendo alcuni passi incerti.
-Dove credi di andare?-
-Ho voglia di fare due passi, mi sento soffocare qui dentro.-
affermò senza guardarlo.
-Ok. Ascolta, per la cena scendi in sala da pranzo, dopo ci
sarà una riunione e dobbiamo essere tutti presenti.-
-E Roxas? Parteciperà anche lui?-
-No, non sarà necessario perché
l’argomento sarà il rapporto che sta facendo a
Xemnas in questo momento.-
-Capito. A più tardi allora.-
Detto questo, aprì un varco oscuro e lo
attraversò, ricomparendo nel giardino.
Un sorriso gli allargò le labbra, quando vide il Notturno
Melodico seduto sotto la chioma del salice dalle foglie argentate
intento a suonare una calma melodia.
-Ehi Dem!- lo chiamò, mentre si avvicinava.
-Axel! Finalmente sei sveglio e fuori dal castello!-
-Hai ragione… non sono uscito molto ultimamente…-
aggiunse, sedendosi accanto all’amico.
-Come sta Roxas?-
-Si riprende, ma parla poco… molto poco…-
-Bè, è tornato da una missione in pessimo stato,
avrà bisogno di tempo…-
-No Dem, c’è qualcos’altro…
Non so perché, ma quando può evita il mio sguardo
e sempre più spesso lo trovo a fissare Kingdom Hearts come
in cerca di una risposta, anche se sembra che ce l’abbia
già…-
-Hai provato a chiedergli cosa lo tormenta?- domandò una
nuova voce.
-Zexion!- esclamò il biondo correndo dal ragazzo col ciuffo
per donargli un fugace bacio di bentornato.
-Ciao Demyx, ciao Axel.- fece il numero VI, rispondendo al saluto
dell'amante e al gesto che aveva fatto il rosso. -Allora?-
domandò poi a quest’ultimo.
-Cosa?-
-Hai provato a chiedere a Roxas cosa lo turba?- ripeté.
-Non ce l’ho fatta…- sospirò sconfitto
il numero VIII. -Ogni volta che cercavo di parlargli della sua missione
i suoi occhi si offuscavano e abbassava lo sguardo…-
spiegò, mettendosi le mani tra i capelli. -Accidenti! Non so
cosa fare!-
Il Notturno Melodico si affiancò al Nessuno dagli occhi
smeraldini e gli mise una mano sulla spalla.
-Axel, cerca di non perdere la calma tanto per cominciare…-
L’altro alzò lo sguardo, puntandolo sul viso
incredibilmente serio del compagno. Non l’aveva mai visto
così. -Dem…-
-Ascoltami, secondo me, dovresti parlare con Roxas e magari deciderti
una buona volta a farti avanti.-
-Perché mi sembra di averle già sentite queste
cose?- rise il ragazzo dai capelli di fuoco.
-Semplice! Sono le stesse che tu hai detto a me! Come vedi hanno
funzionato, prova anche tu!-
-Grazie Demyx…- sussurrò mentre stringeva
l’altro in un abbraccio. -Noto che la presenza di Zexion sta
avendo un buon effetto su di te!- aggiunse poi con una nota divertita.
-Cosa vorresti insinuare?!- sbottò il biondino.
-Nulla Dem!-
Il Burattinaio Mascherato s’inginocchiò accanto ai
compagni e richiamò la loro attenzione.
-Sono stato alla Fortezza Oscura.- esordì serio, a tono
basso.
I due tacquero e sperarono in buone notizie, ma le parole del compagno
furono negative.
-Non ho trovato niente, tranne la sala della serratura sigillata e una
presenza pericolosa che si aggirava nella zona rocciosa di quel mondo.-
-Intendi la zona attorno alla Fortezza?- chiese Axel.
-Esatto. Ho preferito evitarla, quella presenza era oscura e di una
vastità sorprendente… Non vorrei che fosse stata
questa a ridurre Roxas in quello stato…-
-No, sono stati degli Heartless, me l’ha detto lui stesso.-
replicò il rosso.
-Sicuro che non stesse mentendo?-
-Che motivo avrebbe avuto? E comunque non credo che mentisse, si era
appena svegliato e lo è rimasto per meno di cinque minuti.-
-Allora spero che Roxas non l’abbia incontrata…-
-Lo sapremo alla riunione che si terrà dopo cena,
l’argomento sarà proprio la missione di Roxas.-
disse il numero VIII.
-Quindi siamo punto e a capo…- sospirò Demyx.
-Non dobbiamo arrenderci!- esclamò Axel.
-Giusto. Tornando al problema iniziale, perché ora non vai
da Roxas?- intervenne nuovamente Zexion.
-Hai ragione Zeku!!- s’intromise il biondino. -Magari
portandogli qualcosa che possa tirarlo su di morale!-
Il Soffio di Fiamme Danzanti ci pensò un attimo,
dopodiché il suo volto s’illuminò. -Ho
trovato! Grazie ragazzi! Ci vediamo a cena!-
Detto questo, si alzò in tutta fretta ed entrò in
un varco senza attendere la risposta della coppia.
-E’ andato…- sbuffò il numero IX, prima
di ritrovarsi steso sotto il corpo del ragazzo col ciuffo, che prese a
baciargli il collo.
Il Notturno Melodico sospirò di piacere e aprì un
passaggio sotto di sé, che inghiottì entrambi,
portandoli direttamente sopra al suo letto. Il numero VI
abbandonò il collo dell’altro e prese possesso
delle sue labbra e della sua bocca. Senza interrompere il contatto, i
due Nessuno si misero in ginocchio e si liberarono dei soprabiti,
gettandoli sul pavimento.
In cerca d’aria si lasciarono, ma i loro occhi non si
divisero nemmeno per un istante: l’acquamarina si perdeva nel
cielo offuscato e quel cielo si specchiava nel profondo verde
dell’acqua del mare. Zexion tolse la maglietta al compagno,
che si unì ai lunghi cappotti, dopodiché il
biondino lo imitò e le loro lingue tornarono a cercarsi. Il
numero IX mise le braccia attorno al collo del compagno per tirarlo su
di sé, mentre si sdraiava nuovamente. Con l’aiuto
dei piedi si levarono scarpe e calzini e il Burattinaio Mascherato
liberò entrambi dei pantaloni, restando in boxer.
Interruppero il bacio e si guardarono l’un l’altro
come se fosse l’ultima volta che avrebbero potuto farlo.
Il biondo strinse le braccia intorno al collo dell’altro,
chiuse gli occhi e inspirò il suo profumo: un odore che
sapeva di mistero e sapienza. Sospirò e passò la
mano sinistra nella chioma grigio-azzurra del sesto fondatore, mentre
con la destra evocava il Sitar e gli faceva intonare una melodia.
I can see it in your
eyes,
No more tears, no alibis,
I'm still in love with
you,
There's so much I gotta
show,
I will never let you go,
But still I know for
sure,
Come take me by the hand,
This summer never
ends… *
-Ti amo Zexion, non lasciarmi mai…- sussurrò
all’orecchio di quest’ultimo prima di baciarlo con
tenerezza.
Il Nessuno col ciuffo strinse l’amante ancora di
più. -Non lo farò mai, Demyx, ti amo…-
Si baciarono ancora per poi amarsi, travolti dalla passione che li
univa, rendendoli una cosa sola.
Ta-dan! xD Scena Zemyx
per gli appassionati!!! Forse il capitolo è più
corto del solito, ma ho dovuto lasciare in sospeso la faccenda di Axel
perchè altrimenti veniva troppo lungo e non avevo materiale
per quello seguente u.u Spero di riuscire ad aggiornare verso il 27, ma
non garantisco nulla a causa dei vari impegni familiari (pranzi, cene,
intere giornate, notti) a cui sono obbligatoriamente invitata a
partecipare tutti gli anni u.u Vi lascio augurandovi un buon Natale ^^
Alla prossima!
See ya!!
* La canzone cantata da
Demyx è la prima strofa di "Love again" dei Cascada, ecco la
traduzione:
Posso vederlo nei tuoi
occhi,
niente più
lacrime, niente alibi,
sono ancora innamorato
di te,
c'è
così tanto che devo mostrarti,
non ti
lascerò andare mai,
ma ancora so di sicuro,
vieni a prendermi per
mano,
che questa estate non
finisce mai…
Angolo Recensioni
uomo nero:
Ho una fan *-* *abbraccia uomo nero* Mi commuovi
ç.ç Non preoccuparti che anche se non commenti
sempre e se fai recensioni che non sono recensioni a me fa sempre
piacere ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto e che riuscirai a
commentarlo ^^ Bye!!!
infiammabile:
Mannaggia è riuscita a cogliere l'ambiguità della
frase xD Comunque, cara la mia maliziosa xD, quei due per ora non hanno
combinato niente u.u Per il futuro... chissà u.u
Mi auguro però, che la scena Zemyx ti soddisfi in mancanza
di Akuroku xD Fammi sapere eh! ^^
LittleKairi14:
Guarda, quasi tutti si aspettavano che fosse Axel a salvare Roxas, ma
io ho infranto tutti sogni mandandoci Xigbar, Xemnas e Saix xD Ora che
ci sono le vacanze cercherò di aggiornare anche durante la
settimana, ma come ho detto prima non so se ci riuscirò
sempre... Cercherò comunque di accontentare voi lettori ^^
Ciauuu!!!
soral: La
mia gemellina!!! *abbraffa* Allora, allora... non si sa cosa
farà il Sephy a Roxas in futuro u.u (purtroppo devo ancora
scrivere quella parte xD) Per soddisfare la tua curiosità
sono riuscita ad aggiornare prima ^^ Spero che tutto questo sia
sufficiente mia cara u.u Vexen ancora non posso ucciderlo
perché mi serve u.u Spero di sentirti su msn! Bye!! <3
LightRoxas:
Dal tuo commento deduco che in ogni caso il capitolo ti è
piaciuto xD E suppongo che anche questo non sia da meno u.u La Zemyx
torna a colpire e Zexion è una belva, mentre Demyx subisce e
fa le fusa (ma mi ha preso per un gatto? Non sono mica Saix! NdDem)
Fammi sapere che ne pensi! Ciauuu!!!
Anche oggi ci sono dei
ringraziamenti da fare! u.u Un altro abbraccio e tante coccole a uomo nero per aver messo la fic tra le
preferite e una spupashata a LightRoxas per averla messa nelle seguite
^^ Infine, ringrazio tutti voi che vi limitate a leggere! Siete sempre
tantissimi e io continuo a chiedermi come mai ç.ç
Mi commuovo ç.ç *pone fine alla scorta di
fazzolettini* Ora vi lascio, devo andare a recuperare il mio Banditore!
xD Alla prossima ragazzi e ancora auguri!!! *si imbacucca nel cappotto
e si tuffa a pesce nella neve alla ricerca del Banditore*
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Capitolo 18 *** Capitolo 18: Un amore che sboccia ***
*arriva trascinandosi
dietro un cumulo di neve alto un metro e quaranta* Uff! Ce
l'abbiamo fatta Banditore! Sei contento? *il cumulo di neve risponde
con un mugolio sconnesso* Hai ragione, devo postare il capitolo, poi
penserò a te... se ne avrò tempo... Comunque!!
Cari lettori e care lettrici, buon 2010!!! ^^ Avevamo lasciato il
nostro Axel alla ricerca di un modo per risolvere le sue pene d'amore,
cosa porterà al suo Roxy? E lui, come reagirà?
Leggete e scoprite! Buona lettura!!!
Capitolo 18: Un amore che
sboccia
Gettò uno sguardo sull’oggetto che teneva tra le
mani, dopodiché, per l’ennesima volta, lo
spostò sulla bianca porta che aveva innanzi a sé.
-Ma cosa sto facendo?- pensò con un sospiro il numero VIII.
-Dovrei essere già entrato senza farmi troppi problemi,
invece…-
Un altro lungo sospiro risuonò nel silenzio di quel
corridoio proibito persino ai più.
-Che sia questa la paura?- domandò a se stesso, prima di
mettere la mano sulla maniglia e oltrepassare l’uscio.
Il buio avvolgeva la stanza. L’unica fonte di luce presente
erano i pallidi raggi della grande luna a forma di cuore, che occupava
il cielo vuoto di quel mondo. La porta si mosse senza emettere suono e
nemmeno i passi del Nessuno dai capelli rossi ruppero il religioso
silenzio che albergava all’interno della camera.
Con i suoi occhi smeraldini, il ragazzo osservò a lungo la
figura dormiente del biondino, steso sul fianco, che aveva il viso
disteso e tranquillo. Si avvicinò lentamente al letto e,
dopo aver posato ciò che aveva in mano sul pavimento, vi si
sedette e riprese l’esame del volto dell’altro,
mentre cominciava a passare le dita tra i fili color del grano,
arruffati come non mai. Dopo qualche minuto, il più giovane
avvertì il contatto e aprì gli occhi.
Aveva la vista offuscata, così sbatté un paio di
volte le palpebre per mettere a fuoco e si alzò, ma rimase
immobile quando riconobbe il viso di chi aveva accanto.
Il cielo fissa lo smeraldo, il quale si perde nella
profondità di quelle iridi.
La Chiave del Destino lesse preoccupazione in quei pozzi smeraldini e
non riuscì ad abbassare lo sguardo come, invece, aveva fatto
le ultime volte in cui il rosso era rimasto lì con lui. Si
chiese perché il compagno non parlasse e pensò
che fosse arrabbiato per come lo aveva trattato negli ultimi giorni. Il
biondo era convinto che i Nessuno potessero provare sentimenti, quindi
l’amico doveva essere arrabbiato. Avvertì la sua
anima incrinarsi sotto un peso: senso di colpa. Il peso si fece
più pesante, quando capì che con il suo
comportamento avrebbe potuto distruggere il suo legame con il Nessuno
dai capelli color fuoco e a quel punto una nuova scheggia trafisse il
suo animo: la paura.
-Perché mi guardi così piccolo?- pensò
il Soffio di Fiamme Danzanti.
Alzò una mano e, lentamente, avvicinò la punta
delle dita alla guancia dell’altro, fino a toccarla e
lasciando brevi carezze.
-Roxas…- iniziò, ma la voce del più
giovane lo fermò.
-Scusa. Mi dispiace per quello che ti ho fatto, ma…-
-Non devi scusarti. Non hai fatto niente…-
affermò Axel con un sorriso, spostando la mano sulla chioma
bionda dell’altro. -Invece di scusarti, hai voglia di dirmi
cosa ti turba? Ho fatto qualcosa io?-
Il biondino scosse la testa e abbassò lo sguardo, ma il
più grande portò la mano sotto il suo mento e gli
alzò il viso, così da far incrociare nuovamente i
loro occhi.
-Se non sono stato io… E’ successo qualcosa
durante la missione?- disse. -Mi dispiace piccolo, ma questa volta non
mi sfuggi…- pensò, mentre osservava
l’altro spalancare le iridi.
Infine, gliel’aveva chiesto. La domanda che avrebbe voluto
evitare a tutti i costi era stata fatta.
-Axel… io… non so se ci riesco…-
sussurrò.
-Non preoccuparti, forse ho qui qualcosa che ti
aiuterà…- comunicò, lasciando il viso
del compagno per chinarsi a prendere l’oggetto che aveva
portato con sé.
Quando lo mostrò al ragazzino, questo rimase meravigliato:
tra le mani del rosso giaceva un piccolo vaso di coccio, dove una
piantina, ormai cresciuta, sfoggiava cinque foglie di un verde acceso e
sulla sommità una gemma di quello che in futuro sarebbe
stato il tanto atteso fiore.
-Ho notato che quando la guardi ti rilassi, così ho pensato
di portartela…- asserì, porgendo il vaso al
proprietario, che lo accolse in grembo, mettendosi a gambe incrociate.
-E’ cresciuta tanto in cinque giorni…-
affermò il giovane. -Grazie Axel, per essertene occupato.-
-L’ho fatto con piacere. Ora te la senti di dirmi qualcosa?
Io non ti obbligo a farlo, ma sappi che io ti ascolterò e
non ti giudicherò in nessun caso. Lo prometto.-
La presa sul vasetto si fece più salda e il giovane Roxas
riabbassò lo sguardo.
-Posso fidarmi… Ha promesso…- pensò,
dopodiché prese un profondo respiro e rialzò il
viso. -Ok ma Axel non interrompermi…-
Non attese la conferma e cominciò a parlare.
Narrò di come gli Heartless l’avevano ferito, dei
nuovi compagni che da pochi giorni erano al suo fianco e infine,
raccontò di lui. L’angelo monoala che
l’aveva sconfitto senza problemi e che si era approfittato
del suo corpo fino all’arrivo di Xemnas, Saix e Xigbar. Senza
rendersene conto, descrisse ogni pensiero che gli era passato per la
mente in quei pochi istanti, che gli parvero secoli, e delle sensazioni
che gli trasmetteva la sua anima lacerata.
-…Ho cercato di oppormi con tutta la forza che avevo in quel
momento, ma non è bastata… Mi sono sentito debole
e ho desiderato di scomparire, piuttosto che continuare a
subire…- con un sorriso amaro si portò una mano
al collo, dove i segni rossi erano ancora ben visibili. -Non sono
neanche stato in grado di resistere e gli ho dato un pretesto per
continuare… Mi detesto per ciò che è
successo, perché se fossi stato più forte, non
sarebbe mai capitato! Forse non sarai d’accordo con quello
che sto per dire, ma mi vergogno di me stesso… Lo dico,
perché sono convinto che noi, che non siamo altro che corpi
vuoti, possiamo provare dei sentimenti… Mentre mi trovavo
costretto a quella parete di pietra, oggetto dei desideri di quel
guerriero dall’ala nera, ho avvertito la mia anima che veniva
ferita, che provava dolore e rabbia perché non potevo
reagire, anche se lo volevo con tutto me stesso. Anche se ho ricordato
il momento della mia nascita, non sono riuscito in
nient’altro… La mia missione è stata un
fallimento totale, sono tornato in pessimo stato e ho permesso che
quell’uomo…- non riuscì a terminare e
due lacrime gli percorsero il viso.
Il numero VIII aveva ascoltato in silenzio e senza reagire in alcun
modo, ma dentro di lui in realtà si stava agitando
un’enorme fiamma, che se fosse uscita, avrebbe distrutto ogni
cosa. Quando vide il compagno piangere reagì
d’istinto e lo abbracciò. Lo strinse a
sé, mettendo una mano sulla sua schiena e una sul suo capo,
spingendolo contro il suo petto.
-Roxas, non devi odiarti. Hai agito come meglio potevi e non
preoccuparti: quel tizio la pagherà per ciò che
ti ha fatto.- affermò deciso.
Il biondo spalancò gli occhi e si spostò per
fissare le iridi dell’altro. -Axel, non farlo! Quel tipo
è pericoloso!-
-Non importa. Troverà l’inferno per il suo
sbaglio.-
-Non lo troverai mai! È lui che trova i suoi
obiettivi…-
-Parli come se lo conoscessi…- osservò il rosso.
-L’ho visto in un ricordo del custode, lui l’ha
affrontato e ha faticato per sconfiggerlo.-
-Allora gli darò un pretesto per cercarmi, dimmi il suo
nome.-
-Perché? Perché fai tutto questo?-
-Perché quel tizio ha commesso un grosso errore…-
sussurrò, avvicinando il suo viso a quello del
più piccolo. -Stava per portarmi via l’unica
ragione per continuare questa mia non-esistenza.- spiegò
prima di chiudere gli occhi e unire le sue labbra a quelle della Chiave
del Destino con un casto bacio.
***
Con la mente affollata da numerose incognite e dubbi, il Superiore
osservava la luna a forma di cuore, alla ricerca di risposte e
consigli. Ogni suo quesito partiva da una sola radice: Roxas, la Chiave
del Destino.
Quel Nessuno era nato da un cuore più forte degli altri e
con i suoi poteri era l’unico in grado di dare una speranza a
tutto il suo piano per riottenere il suo cuore e quello dei suoi
compagni. Il giovane numero XIII, tuttavia, gli aveva posto una domanda
a lui legittima, che confermava l’immensa energia del cuore
da cui aveva avuto origine. Come poteva fare in modo che anche lui,
come tutti loro, riottenesse la completezza? Il suo corpo originario
non era scomparso nell’Oscurità e quindi il cuore
continuava a vivere, anche se fondamentalmente incompleto.
Sospirò e puntò le sue iridi ambrate su quella
luna splendente e muta. -Kingdom Hearts, come posso fare in modo di
ripagare il custode del nostro destino? Colui che può aprire
le tue porte e donarci un’esistenza?-
Rimase lì ad attendere una risposta, pur sapendo che non
sarebbe mai giunta fino al momento fatidico.
Un nuovo sospiro colmò il religioso silenzio che ricopriva
l’Altare del Niente e il Superiore si voltò
invitando il Freddo Accademico a raggiungerlo tramite il pensiero.
-Hai chiamato Xemnas?- chiese questo, dopo essere uscito da un varco.
-Dopo la riunione rimani al tuo posto, ho bisogno di
parlarti…-
-Come ordini. Hai bisogno d’altro?-
-Nella prossima missione cui parteciperà Roxas, tu andrai
con lui…- iniziò l’albino, mentre si
girava verso la luna e non si accorgeva del piccolo sorriso che
increspava le sottili labbra del numero IV. -…insieme a un
altro membro che devo ancora scegliere…-
Il sorriso si trasformò in una smorfia
d’insoddisfazione. -Come mai una missione in tre?-
-E’ per precauzione, il numero XIII potrebbe avere delle
difficoltà, ma te ne parlerò più
tardi. Ora puoi andare.-
Il biondo s’inchinò e indietreggiò in
un varco oscuro, che si chiuse dopo il suo passaggio.
***
Durò un istante, ma per il biondo fu come se fosse passata
un’intera vita.
Aveva ricevuto un altro bacio, ma quest’ultimo era diverso
dal precedente. La sua anima gli trasmise diverse sensazioni, rispetto
al bacio violento che aveva subito da Sephiroth.
Quel piccolo e fugace contatto di sole labbra, lo aveva scaldato fin
nel profondo di se stesso, provocandogli una scossa di piacere. Si
chiese cosa fosse tutto quello sfarfallio che aveva cominciato a
scuoterlo.
Fu il rosso a rispondere a questi suoi pensieri.
-Roxas… da quando ti ho visto il primo giorno che sei
arrivato qui, ho avvertito qualcosa… All’inizio
non sapevo cosa fosse, ma poi ho capito che il legame che ci unisce
è particolare… E’ qualcosa che va oltre
l’amicizia, almeno per me… Roxas, quando sono con
te, il punto in cui dovrebbe esserci il mio cuore si scalda…
Credo che ciò che mi leghi a te sia amore…-
-Sei sicuro?- gli domandò all’improvviso,
ricevendo un assenso. -E’ la tua anima a dirti tutto questo?-
-Sì. È questa mia anima a urlare ciò
che mi lega a te. È la mia anima fatta di fuoco che si
spegne quando tu non ci sei… Roxas, ti amo,
non per ciò che sei, ma per ciò che sono io
quando sono con te…*-
Il biondo cominciò a capire il perché si sentisse
privato di ogni cosa, quando il compagno dai capelli rossi era lontano
da lui. Che anche lui provasse amore nei confronti
dell’altro? Era quel sentimento solitamente precluso ai senza
cuore che faceva sussultare la sua anima quando il Soffio di Fiamme
Danzanti era lontano?
Abbassò lo sguardo e lo posò sulla piantina che
ancora teneva in grembo.
-Ciò che mi lega a te, è cresciuto ogni giorno
come il seme che hai accettato di accudire.-
-Ma tu come…?-
-Non ho ancora intenzione di dirti di che pianta si tratta, voglio che
sia una sorpresa.- rispose il rosso con un sorriso.
Il più piccolo si perse in quel sorriso e in quegli occhi
ora liberi dall’ombra che li offuscava. Roxas
eliminò la distanza che separava i loro visi con un nuovo
bacio, che fu sempre un dolce contatto di labbra, ma più
lungo e intenso. Il numero VIII rimase sorpreso e inizialmente confuso,
poi lentamente si lasciò andare a quella leggera unione e
chiuse gli occhi, prendendo il viso del compagno tra le mani.
Il ragazzo più grande decise a quel punto di prendere il
controllo e chiese l’accesso a quella piccola bocca per lui
perfetta, leccandone piano le labbra, ottenendo il permesso di
esplorare quell’antro caldo e cominciò la ricerca
della sua ospite. Le lingue giocano a rincorrersi per un tempo
indefinito, finché i due proprietari non si separano per la
necessità di ossigeno.
I due Nessuno si guardarono ognuno perso nello sguardo
dell’altro. Il rosso si lasciava imprigionare nello
sconfinato cielo degli occhi del biondo, mentre questo si addentrava
nelle sfaccettature di quei due smeraldi.
-Axel…- iniziò il più giovane,
rompendo l’intenso silenzio che si era creato.
-…mi aiuteresti a tornare in camera mia?-
-Come mai?-
-Mi mette un po’ in soggezione il fatto di essere nella
stanza del capo…- ammise con un sorrisetto.
-Allora sbrighiamoci, perché dopo cena
c’è una riunione cui non posso mancare!-
esclamò il rosso, alzandosi in piedi e prendendo il compagno
in braccio. -Pronto per andare?-
-Ma posso camminare!-
-E io posso volare! Sei ancora debole e devi riposare!-
-E va bene…- si arrese il numero XIII. –Prima
però dobbiamo avvisare Xemnas che non sono più in
questa stanza!-
-Fammi pensare, dove potrà mai essere Xemnas adesso se non a
contemplare Kingdom Hearts?-
-Allora non dovremmo disturbarlo…-
-Nah! Saprà che stiamo andando lì due secondi
prima del nostro arrivo. Non preoccuparti!- rise l’altro.
-Se lo dici tu, ma almeno lì davanti a Xemnas mettimi
giù…-
-Come desideri Roxas! E ora andiamo!-
Un varco oscuro si aprì davanti ai due e il numero VIII si
avviò per oltrepassarlo quando la voce del compagno lo
richiamò.
-Axel, spero di poterti ricambiare ogni cosa…- disse con gli
occhi bassi.
-Roxas, non devi nemmeno pensarla una cosa del genere. Il solo fatto di
poter stare al tuo fianco mi basta.-
Detto questo, schioccò un nuovo bacio sulla guancia del
biondino che arrossì, provocando una sua risata e
attraversò il passaggio.
* citazione di Roy Croft
Avete chiesto l'akuroku?
Fly ve la regala u.u Ed ecco il primo accenno della coppia tanto
attesa! Per ora non succede granché, ma col passare dei
capitoli le cose si faranno più piccanti *v* Spero che
nonostante non accada molto vi sia piaciuto ^^ E mi scuso per non
essere riuscita a postare nei giorni scorsi come avevo detto, ma tra
influenza e parenti non ho avuto respiro. Inoltre ultimamente mi ha presa
la
vena yaoiosa e mi sono messa al lavoro su una vecchia fic che avevo
lasciato lì in attesa di sviluppi XD Perciò state
attenti che presto potreste trovare una RixSo a nome mio XD
Il prossimo capitolo forse arriverà negli prossimi giorni,
sicuramente di sera. Alla prossima!!
See ya!!!
Angolo Recensioni
LightRoxas:
Il tuo commento è stato molto chiaro XD quindi deduco che il
capitolo scorso ti è piaciuto XD E di questo che ne pensi?
Fammi sapere ^^
soral:
Gemellina mia bella! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ e
hai indovinato! Axel ha portato la piantina e si è anche
scoperto che è lui il misterioso mandante u.u Scommetto che
anche questo chap ti è piaciuto, vero? ^^ Fammi sapere!!!
Ciauuu <3
infiammabile:
Oh my gold, non preoccuparti se non hai afferrato il collegamento tra
la canzone e la coppia, perché era assai sottile! Demyx
canta quella canzone a Zexion perché ha "paura" che lui lo
possa lasciare per qualsiasi motivo che sia voluto o non voluto,
specialmente vista la situazione di Roxas e Axel con Sephiroth. Spero
che ora sia più chiaro ^^ Se hai altri dubbi puoi fare
sempre ricorso al "centralino dubbi e incertezze di Fly", che sarebbe
la mia mail xD ciauuu!!!
LittleKairi14:
Se nel capitolo precedente mancava l'akuroku, qui ce ne abbastanza per
il momento no? xD Comunque il Banditore l'ho trovato! Era attaccato a
un palo della luce... per staccarlo ci è voluto un
pò! XD *si chiede che diavolo c'era nel piatto di pasta per
sparare cavolate simili* Ma basta assurdità! Fammi sapere se
il capitolo ti piace ok? ^^ Byeee!!!!
C'è un nuovo
ringraziamento da fare!!! *-* Grazie a LightRoxas per aver messo la fic tra le
preferite, ormai dovrei considerarti come un fan XD Naturalmente
ringrazio anche tutti voi che leggete soltanto! Siete tantissimi!!! *v*
Vi adoVo tutti sempre di più!!!!!!!! Ciauuuuuu!!!!!!!!!!!!
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Capitolo 19 *** Capitolo 19: L'influenza determinante del numero IV ***
Indovinate un
pò chi è tornato a tempo record con un capitolo
nuovo? u.u Ovviamente la vostra carissima e simpaticissima Fly!!! (Ma
su quale pianeta? <.< NdBanditore Come ti permetti
omuncolo?! Guarda che faccio presto a congelarti di nuovo u.u NdFly)
Ordunque! Axel è venuto a conoscenza di ciò che
è accaduto tra il suo amato Roxas e il potente
(nonché figo u.u NdFly) Sephiroth e cerca vendetta contro di
lui. Riuscirà nel suo intento? Non vi anticipo nulla u.u
Quindi... quindi un corno, mi stavo dimenticando la cosa più
imporante!!! In questo capitolo il rating sarà rosso!!!!! Ma non a causa della
coppia che pensate tutti XD (poi dipende da cosa pensate nè!
u.u NdFly) Lo so sono una carogna! Muahahahah!!!! *vena folle
modalità OFF* Detto questo, buona lettura!!!
ps: il titolo fa schifo,
ma ahimé non ne ho trovato uno che mi soddisfasse, ora se
non vi dispiace avrei un impegno urgente, quindi ciaooo!!! *l'autrice fugge per non
incorrere nell'ira dei lettori*
Capitolo 19:
L’influenza determinante del numero IV
-Allora io vado.- disse il rosso, per convincere più se
stesso che il compagno steso sotto le coperte.
-Vai pure in camera tua a riposarti, ne hai bisogno più di
me.- affermò il biondo, sorridendo all’altro.
-Se hai bisogno di qualunque cosa, sai dove trovarmi.-
continuò il numero VIII, prima di lasciare un veloce bacio
sulle labbra del giovane. -Buona notte.- sussurrò,
dopodiché scomparve in un varco camminando
all’indietro.
Il numero XIII sospirò. Finalmente era riuscito a persuadere
il ragazzo dai capelli di fuoco a tornare nella sua stanza,
impedendogli di passare l’ennesima notte in bianco per
vegliare su di lui.
Nonostante la calma che regnava attorno a lui, il giovane dagli occhi
azzurri come il cielo non riusciva a prendere sonno, così
decise di alzarsi e rilassarsi sotto l’acqua calda della
doccia.
Poco dopo, il getto d’acqua scorreva gentile sul suo corpo
donandogli sollievo dalle cicatrici che lo attraversavano. Lentamente
cominciò a insaponarsi e nel frattempo i suoi pensieri
vagarono fino alla riunione cui avrebbe potuto non partecipare, ma
volle essere presente. Non perché non si fidasse di Xemnas,
ma perché lo sentiva un suo dovere come membro
dell'Organizzazione.
# flashback #
Ogni membro era seduto sul suo trono, fatta eccezione per i numeri I,
VIII e XIII.
Tutti erano desiderosi di sapere come si era svolta la missione del
nuovo Nessuno, ma volevano anche scoprire come aveva fatto
quest’ultimo a ferirsi in modo così grave.
All’improvviso, il Superiore fece la sua comparsa sulla sua
postazione annunciando che anche la Chiave del Destino avrebbe preso
parte alla riunione. Pochi istanti dopo, i due Senza Cuore mancanti
comparvero seduti al proprio posto, il Soffio di Fiamme Danzanti si
mostrò a braccia conserte e con un’espressione
evidentemente contraria, mentre il biondo, si ritrovò
totalmente appoggiato allo schienale del suo trono con il respiro
affannato.
-Ora che ci siamo tutti, possiamo cominciare.- esordì
l’albino, attirando l’attenzione di ogni presente.
Per un’ora e più, egli parlò di come si
era svolta la missione del compagno.
L’attenzione si fece più alta, quando
nominò le creature che il biondo comandava.
-Può già convocarli a suo piacimento o appaiono
autonomamente quando avvertono un pericolo?- domandò il
numero IV con un celato interesse.
-Roxas, vuoi rispondere tu?- fece Xemnas, spostando lo sguardo sul
ragazzo, che aveva ritrovato il normale ritmo del suo respiro.
-Posso evocare i Samurai quando lo desidero, ma credo che gli rimanga
una certa autonomia…- rispose debolmente.
-Quando sarai in forze, mi piacerebbe vederti all’opera.-
aggiunse il Nessuno dai capelli biondo cenere.
Il numero I attese una possibile risposta da parte
dell’altro, ma quando fu chiaro che non sarebbe arrivata,
riprese da dove era stato interrotto.
Durante la sua orazione, l’albino non accennò ai
vuoti di memoria che avevano colpito il biondo, né ai
ricordi che aveva acquisito, né a ciò che
l’angelo monoala, di cui solo Axel conosceva
l’identità, gli aveva fatto.
-Non sappiamo chi sia questo guerriero alato, ma se non sarà
lui a venire da noi vi proibisco di andare alla sua ricerca.-
sentenziò, ricevendo un’occhiata di fuoco dal
numero VIII. -Ripeto il mio giudizio: la Chiave del Destino ha portato
a termine con successo la sua missione. Grazie a lui, Kingdom Hearts
risplende sempre di più nel nostro buio cielo. E con questo
è tutto.-
Il silenzio calò nella bianca e alta sala, finché
non risuonò una sguaiata e divertita risata del numero II.
-Bè piccoletto, non vedo l’ora di andare in
missione con te se ci si diverte così!- esclamò,
scoppiando a ridere.
-Sei sempre il solito deficiente… E’ tornato mezzo
morto e tu non trovi niente di meglio da dire che nelle sue missioni ci
si diverte? Ma quanto sei scemo…- commentò il
numero III, scuotendo la testa.
-Ma dai Xaldeeen!! Ho detto la verità!-
-No, hai detto una cretinata!-
Il Tiratore Libero stava per ribattere a tono, ma
s’interruppe quando sentì una risata.
Giurò che fosse il numero IX, dal momento che aveva sempre
un motivo per ridere, ma rimase colpito quando vide che era il numero
XIII a ridere di gusto. A lui si aggiunsero il Notturno Melodico e i
lieti sorrisi di quasi tutti i compagni più anziani, che
però si tramutarono in volti preoccupati, quando il biondino
iniziò a tossire, tenendosi una mano sul ventre.
Il Nessuno dai capelli rossi attraversò velocemente un
varco, portandosi al fianco del compagno.
-Chiedo il permesso di riportarlo nella sua stanza.-
-Permesso accordato. La riunione si conclude qui, potete andare.-
concluse il numero I, svanendo in un passaggio imitato da tutti i
presenti.
Così i due erano arrivati nella stanza del più
piccolo, che cominciava a smettere di tossire.
-Come ti senti? Ti fa male la ferita?- domandò il rosso
apprensivo.
-Sto bene Axel, solo che se faccio movimenti bruschi o rido mi vengono
delle fitte, ma non è grave. Ormai la ferita non
è altro che una cicatrice…- spiegò il
giovane sorridendo all’amico, che lo fissò rapito
e poi inaspettatamente lo baciò.
Dapprima, Roxas non rispose, ma qualche attimo dopo schiuse le labbra
lasciando che la lingua dell’altro entrasse in contatto con
la sua. Axel si avvicinò al letto e si sedette portando il
biondo su di sé, dopodiché abbandonò
le labbra dell’altro per lasciare una scia di rapidi baci sul
collo fino ad arrivare all’orecchio, dove prese a
mordicchiare il lobo. Gli aprì lentamente il cappotto nero
come la pece e carezzò delicatamente e senza fretta il petto
coperto da uno spesso strato di bende bianche, desideroso di
approfondire quel loro amarsi reciproco.
Tuttavia, le sue intenzioni dovettero frenarsi poiché il
numero XIII iniziò ad essere scosso da un lieve tremore.
-Roxas, ma cosa…?- spalancò gli occhi, quando li
incrociò con quelli azzurri del compagno trovandoli spenti e
vuoti.
Gli richiuse il soprabito e lo strinse a sé, cullandolo,
finché questo non si calmò e prese a guardarsi
intorno spaesato.
-Axel? Cos’è successo?- chiese confuso.
-Di nuovo…- pensò. -Nulla piccolo... nulla. Ora
è meglio se ti stendi e cerchi di dormire un po’,
ok?-
A quel punto il rosso aveva deciso di restare lì con lui, ma
il biondo aveva insistito fino a che il Soffio di Fiamme Danzanti non
se n’era andato nella sua stanza.
# fine flashback #
Il sapone scendeva lentamente dal corpo del giovane Nessuno, rilassato
nel caldo abbraccio dell'acqua calda, che non si accorse del varco
oscuro che si era aperto nella sua stanza.
I gelidi occhi verdi passarono in rassegna tutta la camera, alla
ricerca del suo occupante. Saettarono immediatamente verso sinistra,
quando lo scrosciare dell’acqua, giunse alle sue orecchie. Un
ghigno segnò le labbra sottili del Freddo Accademico, che
s’incamminò per raggiungere il soggetto dei suoi
desideri.
Quando la maniglia scattò, la Chiave del Destino aveva
già aperto la porta del box doccia. I suoi occhi erano
spenti e la sua mente era chiusa nel limbo dell’incoscienza,
come sempre accadeva quando il fondatore faceva ricorso al suo nuovo
potere.
Vexen richiuse l’uscio dietro di sé senza staccare
per un solo istante lo sguardo dal corpo dell’altro, che si
trovava ancora sotto il getto dell'acqua. Il Nessuno più
anziano sorrise, cominciando a privarsi lentamente degli indumenti,
eccetto il ciondolo che conteneva il liquido scarlatto, per raggiungere
il compagno pochi istanti dopo.
Appena furono uno di fronte all’altro, il numero IV
aggredì immediatamente le labbra del biondino, violandole e
andando alla ricerca della sua lingua, mentre con le mani percorreva
ogni centimetro del suo corpo. Lo spinse contro il muro, mantenendo il
contatto con la lingua del giovane. All’improvviso,
però, aggrottò le sopracciglia, si
fermò e si separò dal ragazzino per osservarlo
con espressione furiosa.
-Quel guerriero ha osato troppo.- disse, posando gli occhi sul collo
del numero XIII, sul quale erano ancora presenti delle lievi tracce
rosse. -Ha lasciato dei segni su di te, che mi appartieni, ma sento il
sapore di qualcun altro…- aggiunse, alzandogli il viso. -Ora
rispondi, chi ti ha toccato?-
-Il guerriero alato…- rispose Roxas poco dopo.
-E chi altri?- domandò con insistenza.
-Il numero VIII…-
Una smorfia di ciò che si sarebbe definita rabbia si dipinse
sul viso del Freddo Accademico, che lasciandosi andare
all’istinto, congelò l’interno della
doccia e lo stesso getto d’acqua. Tutto questo
durò pochi secondi, perché, rispettando il suo
carattere, il Nessuno tornò composto e il ghiaccio si
ritirò.
-Come si è permesso quel clown?- pensò.
-Dovrò provvedere…- affermò poi,
iniziando a leccare il collo del compagno. -Io dico che, molto presto,
il numero VIII avrà un piccolo
“incidente”… Tu che ne dici Roxas?-
-Come desiderate Signore.-
-Bravo…- mormorò, prendendo il biondino per i
fianchi per farlo girare, dopodiché appoggiò il
proprio viso tra la spalla e il collo per mordicchiargli
l’orecchio. -Sai, presto andremo in missione insieme. Peccato
che non saremo soli…- asserì. -Poco importa chi
sarà, faremo attenzione, ma i miei progetti seguiranno il
loro corso…-
Detto questo, lo penetrò con un unico movimento e
cominciò a muoversi velocemente all’interno del
corpo del ragazzo dagli occhi spenti, che non emise alcun suono e si
limitò a seguire i movimenti del numero IV.
In poco tempo, il Nessuno dai lunghi capelli biondo cenere raggiunse
l’apice con un gemito basso, accasciandosi
sull’altro con il respiro affannato. Qualche secondo dopo, si
ritrasse com’era entrato, ignorando la goccia di sangue che
cadde sul pavimento della doccia, unendosi al flusso d'acqua, ma
notò il sussulto che ebbe quel corpo.
-Che ti succede Roxas?- domandò con falsa preoccupazione,
voltandolo. -Sono stato brusco, ma dovevo rimpossessarmi di
ciò che è mio.- affermò, per poi
baciarlo con forza e sottomettere di nuovo la sua lingua. -Ora da
bravo, finisci la tua doccia e poi vai a riposarti. Ci vediamo domani
pomeriggio per un controllo delle tue ferite.-
-Sì Signore.-
Con un ultimo ghigno, Vexen uscì dalla doccia e, raccolti i
suoi abiti, scomparve in un varco oscuro mentre Roxas riacquistava
lucidità e perdeva ogni ricordo e sensazione di quei minuti
passati col compagno dai gelidi occhi verdi.
***
-…quindi ho deciso che alla prossima missione parteciperanno
tre di noi.- annunciò il numero I, lasciando che una vena di
stupore si spargesse tra i suoi compagni.
-E sono già stati decisi?- domandò il Burattinaio
Mascherato.
-Sì.- rispose l’albino, spostando lo sguardo su
ogni Nessuno. -I primi due, che avevo scelto da tempo, sono i numeri IV
e XIII. Il terzo membro che prenderà parte a questa missione
è il numero VII.-
In quel momento, Roxas volle saper provare odio per riversarlo contro
il Superiore.
Il Freddo Accademico lo inquietava e il Mago che Danza sulla
Luna… Volse lo sguardo verso il compagno dai capelli azzurri
e incontrò due fredde iridi dorate, che lo fissavano con
insistenza, come se volessero incenerirlo sul posto.
-La partenza dei tre suddetti è prevista fra quattro
giorni.- riprese il capo dell’Organizzazione. -Riposatevi,
soprattutto tu Roxas. La riunione si chiude qui, potete andare.-
Come sempre, Xemnas fu il primo ad andarsene. Seguito immediatamente da
tutti i membri eccetto i numeri VI, IX, VIII e XIII, che si ritrovarono
fuori dalla sala per poi dirigersi nel fondo della biblioteca, dove si
sedettero sulle poltroncine rosse.
-Io continuo a chiedermi cosa frulli in testa a Xemnas!-
esclamò il rosso. -Sei appena tornato dalla missione
individuale e ora ti dà un nuovo incarico! È
pazzo!-
-Forse è per questo che sono in tre e non in due ad
andarci…- intervenne il ragazzo col ciuffo.
-Cosa intendi?- chiese il biondo dagli occhi acquamarina.
-Ieri sera Vexen ha puntato molto sul fatto che volesse vedere con i
propri occhi le potenzialità Roxas e dei suoi
Nessuno… Quindi credo che l’accontentare il
desiderio di Vexen abbia influito sulla sua decisione di mandarlo in
missione così presto.-
-Ma Vexen poteva benissimo aspettare, no?- replicò il Soffio
di Fiamme Danzanti.
-Vexen è uno dei fondatori ed è quello con cui
Xemnas si confida di più…- si fermò
per un istante, per poi aggiungere. -…dopo Saix
ovviamente…-
-Quindi non possiamo farci granché…-
sospirò Demyx.
-Direi nulla, se non fare in modo che Roxas si riposi come si
deve…- continuò il numero VI, voltandosi verso il
compagno più giovane.
-Giusto! Roxas…- cominciò il ragazzo dagli occhi
smeraldini girandosi verso il biondino, che si era alzato. -Dove vai?-
-Ho bisogno di allenarmi.- affermò.
-Nelle tue condizioni? Non se ne parla!- ribatté il rosso
scattando in piedi, imitato dagli altri due.
-Axel ha ragione!- rincarò il Notturno Melodico. -Se ti
alleni adesso ti farai solo del male e arriverai distrutto alla
missione…-
-Ma non posso nemmeno starmene tutto il giorno a far niente!-
continuò la Chiave del Destino. -Devo diventare
più forte in modo da saper badare a me stesso…-
disse, stringendo i pugni.
Il Soffio di Fiamme Danzanti capì quali pensieri si
agitavano nella mente dell’altro e abbassò lo
sguardo, chiedendo il suo perdono.
-Tranquillo Axel, sei solo preoccupato, ma non è
necessario…- rispose con un sorriso, aprendo un varco.
-Roxas…- lo chiamò il Burattinaio Mascherato.
-Posso darti un consiglio?- domandò con calma.
-Certo.-
-Per oggi non esagerare con gli allenamenti, il tuo fisico non
reggerebbe. Ti consiglio di fare un allenamento leggero per verificare
lo stato in cui sei e di non andare in giro da solo… Se
dovessi star male non sapremmo dove trovarti!-
-Grazie Zexion. Adesso vado da Xemnas e poi andrò a
riposarmi, nel pomeriggio cercherò un luogo adatto ai miei
allenamenti… A più tardi.-
Detto questo, Roxas sorrise e attraversò il passaggio per
ricomparire davanti alla porta del Passaggio Rovina e Creazione, che
conduceva all’Altare del Niente, da cui si poteva osservare
la grande luna a forma di cuore in tutta la sua bellezza.
Stava per attraversarla, ma si bloccò all’istante
quando vide la figura di Saix scendere la candida gradinata e fermarsi
davanti a lui.
-Cosa ci fai qui?- chiese freddamente.
-Devo parlare con Xemnas…- rispose, spostando lo sguardo
dietro al compagno per non incontrare le sue iridi dorate.
-Cerca di non trattenerlo a lungo, il capo ha molto da fare.-
sentenziò, superandolo.
Il giovane strinse i pugni e si voltò di scatto richiamando
il Nessuno più anziano.
-Cosa vuoi?-
-Volevo chiederti un favore…- esordì, non
sperando in una risposta affermativa.
-Sarebbe?-
Il numero XIII sgranò gli occhi per l'interesse ricevuto e
solo dopo qualche secondo fece la sua richiesta. -Volevo chiederti se
potevi darmi una mano con gli allenamenti… Non vorrei essere
d’intralcio durante la missione.- affermò deciso.
-Fatti trovare nel pomeriggio al Punto Morto.- disse solamente il
ragazzo dai lunghi capelli azzurri, mentre svaniva nelle spire di un
varco oscuro.
Soddisfatto come non mai, il ragazzino si voltò e
risalì la scala che portava al punto più alto
della candida fortezza sospesa nel nulla assoluto.
Mi auguro di non aver
scandalizzato nessuno u.u Ahimé Axel non può
appronfondire come vorrebbe con Roxas... che sia la fine per l'akuroku
tanto sognata e desiderata da voi lettori? (Ma quanto sei cattiva?!?!
O.O NdBanditore Tantissimo!!! Muahahahah!!!!NdFly) Ma non
preoccupatevi che nei prossimi capitoli succederà qualcosa e
non vi dico cosa u.u (Sei senza cuore... O.O NdBanditore U.U
NdFly) Quale sarà il luogo prescelto per la missione a tre?
Come mai Saix ha deciso di aiutare il suo compagno? Scoprirete tutto
nei prossimi capitoli!
See ya!!!
Angolo Recensioni
soral:
Gemellina sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto
così tanto ^^ almeno compensa questo XD come vedi sei stata
accontentata con un nuovo capitolo ^^ e spero che ti sia piaciuto
nonostante tutto u.u A presto gemellina!!! <3
LittleKairi14:
La vendetta di Axel dovrà attendere tempi migliori, mi
spiace XD Ma non preoccuparti dai! C'è Saix insieme a Roxas!
(che magra consolazione... NdBanditore) Spero che anche questo capitolo
ti sia piaciuto! ^^ Ciauuu!!!
Un saluto e un abbraccio
anche a tutti voi che leggete soltanto!! Gvazie!!! XD A presto!!!!
|
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Capitolo 20 *** Capitolo 20: Sotto i raggi lunari ***
*arriva il Banditore e
si mette a suonare la sua trombetta* Buonsalve!!! E' l'una di notte e
tutto va bene disse qualcuno in un noto film XD Ed eccoci qua di nuovo
con il continuo della nostra storia! *il Banditore suona ancora* Ma chi
te l'ha chiesto?! *quello fa spallucce e se ne va* Bah.... meno male
che lavora gratis, altrimenti sarebbero soldi buttati al vento... Ma
torniamo a noi! Avevamo (avevi NdTutti pignoli... NdFly)
lasciato Roku-chan che saliva le scale dell'Altare del Niente, cosa
dovrà chiedere a Xemnas? Buona lettura!!!
Capitolo 20: Sotto i
raggi lunari
Senza emettere il minimo suono, il numero XIII salì la
scalinata e giunse sull’Altare del Niente, al cospetto della
grande luna a forma di cuore. Il ragazzo posò lo sguardo su
quella fonte di luce e ne rimase incantato, come molte volte era
accaduto durante la sua convalescenza.
Con il viso rivolto a essa, il Superiore la contemplava e senza girarsi
chiamò il giovane compagno.
-Cosa ti porta qui da me Roxas?-
-Eh? Ah, sì.- fece, ritornando alla realtà. -Ho
una domanda da farti Xemnas… Riguardo alla mia missione alla
Fortezza…-
-Parla pure.-
-Volevo sapere, perché mi hai mandato proprio
là?- chiese, puntando le sue iridi sulla schiena del numero
I.
L’albino non rispose immediatamente, ma si voltò e
si avvicinò all'altro Senza Cuore.
-Devi sapere, che nella prima missione individuale cui un Nessuno
partecipa, la meta è sempre il luogo in cui è
avvenuta la sua nascita. Questo per permettergli di riavere parte dei
suoi ricordi e poter avere delle basi con cui proseguire la sua
non-esistenza.- si fermò e aspettò che il
biondino annuisse col capo, poi riprese. -Tu sei stato mandato alla
Fortezza Oscura perché è lì che sei
nato e perché è lì che il cuore del
tuo originale ha scatenato i sentimenti più intensi, tali da
permettergli di sopravvivere alle tenebre. Tu, Roxas, sei andato molto
oltre il livello di un normale Nessuno, poiché hai
recuperato ogni ricordo di ciò che è avvenuto
durante la separazione del cuore dal corpo.- si fermò
nuovamente, per allontanarsi di un paio di passi dal compagno. -Ho
risposto alla tua domanda?-
-Perfettamente, grazie Xemnas.- rispose, accennando un inchino e
muovendosi per andarsene.
-Aspetta.- lo richiamò. -Prima che tu vada voglio che sia tu
a rispondere a una mia domanda.-
-Va bene.- asserì con tranquillità.
-Dopo tutto ciò che hai ricordato e ottenuto in quei luoghi,
riesci a percepire il cuore del tuo originale?-
La Chiave del Destino rimase in silenzio.
-Percepire il suo cuore? Non ho mai nemmeno pensato a questa
eventualità…- disse tra sé, abbassando
lo sguardo. -No, non avverto nulla.-
Il Nessuno più anziano annuì. -Se dovesse
succedere, ti prego di venire a riferirmelo. Puoi andare e buon
allenamento.- aggiunse con un sorriso.
-Grazie Xemnas. Arrivederci.-
Dopo un breve inchino, il giovane tornò sui suoi passi e
appena varcata la soglia che portava all’area seguente,
aprì un varco e vi sparì all’interno.
***
-Allora Axel?- chiese il giovane col ciuffo.
-“Allora” cosa?- fece l’interpellato
confuso.
-Hai scoperto cos’è successo a Roxas? Te lo chiedo
perché sono sicuro che Xemnas non ci abbia detto tutto
riguardo alla sua missione…-
-Sì…- rispose. -Mi ha raccontato tutto, ma ho
promesso di non parlarne con altri. Mi dispiace.-
-Non preoccuparti Axel!- esclamò il numero IX, mettendogli
una mano sulla spalla. -Se hai fatto una promessa del genere vuol dire
che Roxas si fida di te!-
-Demyx ha ragione…- intervenne Zexion. -E tu gli hai detto
tutto?-
Il rosso alzò lo sguardo e sorrise con soddisfazione.
-E bravo Axel!- si complimentò il biondo, battendogli la
mano sulla spalla. -Bisogna festeggiare! Forza! Andiamo a cercare
Roxas!-
-Ma lui ha detto…- provò a ribattere il numero
VIII.
-Eddai Axel! Un po’ di svago gli farà bene!-
-Io sono d’accordo con Dem.- asserì il numero VI.
-Magari riusciamo a distrarre Roxas per un po’ e forse
potremo scoprire qualcosa sui suoi vuoti di memoria…-
-Mi avete convinto!- disse, alzandosi per aprire un varco. -Prossima
fermata Roxas!-
***
Quando uscirono dal varco, i tre Nessuno si guardarono intorno confusi,
non riconoscendo il luogo in cui erano capitati.
Si trovavano in un bosco non molto esteso, ma che aveva un aspetto
imponente grazie ai grandi alberi che lo formavano. Il silenzio regnava
incontrastato in quell’angolo di verde, in cui la luce del
sole arrivava fiocamente a causa del fitto fogliame.
Il ragazzo dai capelli rossi si mosse lentamente, senza emettere suono
per rispettare quella pace.
-Axel…- cominciò il Notturno Melodico.
-…sei sicuro di non aver sbagliato posto?-
-Tranquillo Dem, so dove siamo.-
-E io sento l’odore di Roxas.- affermò il
Burattinaio Mascherato con sicurezza. -Per di là.- disse,
indicando il sentiero che si trovava alla loro sinistra.
-Dove ci troviamo?- chiese ancora il biondo dagli occhi acquamarina.
-Siamo a Crepuscopoli… Andiamo.-
I tre s’incamminarono col Soffio di Fiamme Danzanti che
guidava il gruppo. Con andatura sostenuta ma silenziosa, attraversarono
il bosco per qualche minuto, ma in prossimità del suo
argine, il Nessuno dai capelli grigio-azzurri fece fermare il trio.
-E’ qua vicino, ma c’è qualcun
altro…-
-Chi può essere?- domandò Demyx.
-Non lo so, ma non sembra che abbia cattive intenzioni…-
Il rosso sorrise. -Non temere Zexion, non c’è
pericolo.-
I suoi compagni seguirono la direzione delle iridi smeraldine e
sorrisero a loro volta a ciò che videro.
La Chiave del Destino riposava tranquillamente su un largo ramo, mentre
un Samurai sedeva ai piedi dell’albero, anch’egli a
prima vista assopito ma pronto a scattare per difendere il sonno del
suo Signore.
Gli occhi color smeraldo s’incantarono sulla figura del
dormiente. Il petto si alzava e si abbassava regolarmente e il respiro
leggero usciva a calmi sospiri dalle labbra appena schiuse del
ragazzino dai capelli biondo grano.
-Che dite? Lo svegliamo?- chiese Demyx ai compagni.
-Direi di sì, è quasi ora di pranzo e oltre a
riposare dovrebbe mangiare correttamente…- rispose Zexion.
-Ma non so se il Nessuno che c’è di guardia ci
farà avvicinare…-
-Vado io.- propose il ragazzo dai capelli del colore delle fiamme. -Voi
state indietro.-
Con passi cauti e senza fretta, si avvicinò
all’albero scatenando una reazione nella creatura di guardia,
che si alzò e mosse qualche passo verso il nuovo venuto.
-Il mio Signore sta
riposando, non ti è concesso procedere oltre.-
avvertì tramite il pensiero.
-Non temere per il tuo Signore…- replicò calmo.
-Sono un suo amico e non voglio fargli del male…- aggiunse
avanzando.
-Non ti è
concesso proseguire.- sentenziò il Samurai,
mettendo mano alle sue spade.
-Parla con il tuo Signore e digli che il padrone del fuoco è
qui.-
L’etereo fermò la sua avanzata e si
voltò verso il numero XIII, che poco dopo aprì
gli occhi e sbadigliò.
-Ben svegliato!- esclamò il rosso, salutandolo con un cenno.
Il ragazzino scese dal ramo e si avvicinò, congedando il
guerriero del Nulla.
-Ciao! Spero che il Samurai non vi abbia feriti.-
-Non abbiamo neanche preso le armi in mano…-
iniziò l'altro. -Abbiamo risolto tutto con diplomazia!-
-Mi fa piacere, come mai da queste parti?-
-Siamo venuti a cercarti!- esclamò il numero IX, mettendogli
un braccio intorno alle spalle. -Per festeggiare la nuova coppia!-
-Larxene ha accettato di uscire con Luxord per caso?-
domandò per risposta il più giovane.
-Ma cosa dici Roxas?! Tu e Axel siete la nuova coppia!- rise.
Il biondino arrossì di colpo e spostò le sue
iridi color cielo sul viso sorridente del compagno dagli occhi
smeraldini, che annuì con convinzione. Il ragazzo a quel
punto si arrese e sospirò.
-Allora il mio programma che prevedeva di dormire fino a pomeriggio
deduco che salterà.-
-Volevi restare qui a dormire?- chiese il Nessuno col ciuffo.
-Sì, ho seguito il tuo consiglio e sono venuto a riposarmi
dato che ho chiesto a Saix di aiutarmi con l’allenamento.-
-Stai parlando seriamente, o ci stai prendendo in giro?-
domandò ancora Zexion.
-Non sto scherzando, ho incontrato Saix, mentre stavo andando da
Xemnas, gliel’ho chiesto e lui ha accettato. Siccome andremo
in missione insieme ho pensato che allenarmi con lui sarebbe stato un
bene.-
-Hai fatto un buon ragionamento…- commentò il
numero VI, cominciando a guardarsi intorno. -E’ tranquillo
qui…-
-E’ qui che Xemnas mi ha trovato…-
confessò la Chiave del Destino. -Ho vissuto qui a
Crepuscopoli per un po’ e per me sarà sempre un
rifugio…- aggiunse, portando lo sguardo sulla villa
disabitata che si trovava oltre una piccola radura.
Il silenzio calò tra i quattro ragazzi, ma fu colmato da un
venticello leggero, che riportò alla mente del Nessuno
padrone dell’acqua il motivo della loro uscita.
-Ragazzi! Allora cosa vogliamo fare?-
-Io direi di andare a pranzo…- propose il Burattinaio
Mascherato.
-Ma Zeku! E la festa?!- replicò il biondo.
-Se facciamo tardi Xaldin si arrabbierà…-
asserì con pazienza, aprendo un varco, in cui spinse il
compagno abbattuto.
-E va bene…-
Prima di seguire il Notturno Melodico, il fondatore posò lo
sguardo sulla coppia e fece l’occhiolino con
l’unico occhio visibile dai due, che arrossirono.
Un nuovo silenzio si frappose fra i presenti, l’unico suono
udibile era il lieve soffio di un alito di vento, che muoveva appena i
capelli dei due Nessuno. Tutto rimase immobile, finché il
più grande non si avvicinò all’altro
per stringerlo a sé. Non si spinse oltre, sapendo come il
biondino avrebbe reagito a un contatto più profondo.
-Vuoi tornare al castello?- domandò.
-Vorrei restare qui ancora un po’… Mi sento
stanco…- sospirò l’altro, chiudendo gli
occhi e ricambiando l’abbraccio.
-Vuoi tornare su quell’albero?-
-No… Che ne dici se andiamo sulla torre
dell’orologio? Ho voglia di vedere il tramonto…-
-Come desideri.- sorrise il ragazzo dalle iridi smeraldine, aprendo un
varco oscuro, per arrivare sulla cima del campanile della cittadina
e ammirarne l’eterno crepuscolo, che tingeva il
cielo di ogni sfumatura di rosso e l’orizzonte di un prezioso
oro.
Rimasero abbracciati e dopo qualche minuto, la stanchezza vinse sul
ragazzo dagli occhi azzurri, che si addormentò, appoggiando
la testa alla spalla del compagno. Quest’ultimo, quando si
accorse dello stato del biondo, abbassò lo sguardo sul suo
viso. Lo contemplò per un tempo indefinito,
dopodiché gli alzò leggermente il volto
per donargli un leggero bacio a fior di labbra, riuscendo a
non destarlo dal suo sonno.
-Sei così sereno ora… Mi piacerebbe vederti
sempre così…- pensò, mentre carezzava
quel viso dai lineamenti delicati con le dita della mano che non lo
teneva a sé. -E farò di tutto purché
accada.-
***
Ancora si domandava perché.
Non era da lui aiutare qualcuno, tantomeno fare favori, o dedicare il
suo tempo ad altri. Invece, ora il Mago che Danza sulla Luna si trovava
nella sua zona di combattimento con gli occhi puntati sulla grande luna
a forma di cuore, in attesa dell’arrivo del numero XIII.
Attesa che terminò pochi istanti dopo, quando un varco
profondo come il buio si aprì alle sue spalle e ne uscirono
due figure.
-Eccomi.- cominciò il biondino, avanzando di qualche passo.
-Spero di non essere in ritardo.-
-No, è tutto a posto…- rispose il numero VII,
girandosi. -Tranne una cosa: Axel, puoi anche andare.-
-E se io volessi rimanere?- ribatté il rosso, incrociando le
braccia e sfoggiando uno dei suoi ghigni insolenti.
-Axel, vai pure, ci vediamo più tardi.- sentenziò
il più giovane, anticipando il collega dai lunghi capelli
azzurri.
-E va bene.- sospirò. -A più tardi!- aggiunse,
prima di sparire in un passaggio.
-Molto bene…- riprese il più anziano avanzando
verso l’altro. -Per prima cosa faremo un breve riscaldamento,
dopodiché voglio che mi mostri come combatti con i tuoi
Nessuno. Preparati.- spiegò, evocando la sua alabarda.
Il numero XIII non attese oltre ed evocò le sue chiavi per
correre in direzione del compagno.
Emettendo scintille, le tre armi si scontrarono una contro
l’altra. Il dritto dei due keyblade si abbatté con
forza e rapidità sul piatto del Claymore, che lentamente
cominciò a essere respinto. La Chiave del Destino
concentrò le sue forze per tener testa a quelle del suo
avversario, che sorrise.
-Sei migliorato dall’ultima volta… Ma ora
è il mio turno!- esclamò, mettendo più
energie nelle sue braccia.
Nello stesso tempo di un battito di ciglia, Roxas si trovò
privato di entrambe le chiavi, che schizzarono in alto a causa di
un’improvvisa torsione dell’alabarda. La possente
arma calò veloce verso il suo bersaglio, che però
schivò l’attacco grazie ad un balzo
all’indietro. Riprese le sue lame, il biondo
scagliò il Portafortuna verso Saix, che parò il
colpo e cominciò ad avanzare verso di lui. Il biondo
lanciò anche il Lontano Ricordo, che fu deviato, e scomparve
dalla vista delle iridi dorate, che scattarono verso l’alto,
ma trovandovi il nulla.
Le punte dei due keyblade puntate alla schiena, decretarono la sua
sconfitta. -Davvero credevi che avrei usato la stessa strategia?-
-Sinceramente sì.- confessò l’uomo dai
lunghi capelli azzurri, facendo svanire il Claymore. -Mi sembri legato
a questo schema.-
-E’ semplice e facilmente attuabile dato che le armi tornano
nelle mie mani immediatamente.- rispose il giovane dagli occhi color
cielo, abbassando le chiavi. -Inoltre, come vedi, posso modificarla a
mio piacimento.-
-Cerca di lavorarci, anche se è già buona
così devi migliorarla comunque. Adesso mostrami come
combatti con i tuoi Nessuno.-
Senza che Roxas dicesse nulla, cinque varchi oscuri si aprirono nel
Punto Morto, mostrando una coppia di creature eteree ciascuno. I dieci
guerrieri sfoderarono le loro spade, ponendosi attorno al loro Signore,
in attesa di ordini.
-Loro sono i Samurai.-
-Vediamo come se la cavano contro i Berserker.- ghignò Saix,
schioccando le dita per evocare cinque colossi dal viso inespressivo, e
armati di alabarda.
-L’allenamento può cominciare!-
dichiarò infine, impugnando nuovamente il possente Claymore,
la cui lama rifletté i chiari raggi lunari, dando un segnale
ai cinque guerrieri che si mossero rapidi verso i loro obiettivi.
Spero che vi sia
piaciuto! Questo è uno dei capitoli migliori che ho scritto
dal punto di vista descrittivo e ne vado fiera u.u Come
finirà l'allenamento di Roxas? Demyx si sarà
arreso all'idea che la festa non si farà? Sarà
riuscito Zexion a convincerlo? Questo e ben altro nel prossimo capitolo!
See ya!
Angolo Recensioni
soral:
Gemellina ^^ mi fa piacere che tu sia stata contenta del mio
aggiornameto record! Ma vedo che il contenuto ha scatenato la tua vena
omicida XD Vexen farà una brutta fine? Boh u.u Probabilmente
la farà per mano tua e di altri lettori XD Spero di sentirti
presto! Ciauuu <3
LittleKairi14:
Ed ecco un'altra lettrice che ha aderito all'antiVexen fanclub XD Eh
sì, Axel è dolce dolce e anche questa volta non
è da meno :3 Non stupirti dell'aggiornamento record
però... è successo perché la fic
è scritta fino al capitolo 27 e dovrei iniziare il 28
altrimenti mi scuoiano i lettori dall'altra parte XD Ti mando i saluti
del mio Banditore.. quel vanitoso è andato a farsi la
messimpiega... tsk... ok, per oggi ne ho dette anche troppe XD Al
prossimo aggiornamento! Byeee!!
LightRoxas:
Ed ecco il mio fan che adora il Banditore XD Mmh.. Mi chiedi della
missione al Castello dell'Oblio? Sinceramente pensavo di estraniarmi da
quei fatti, ma se li metto saranno negli ultimi capitoli della fic,
tutto dipende da come voglio farla finire e da come andrà il
combattimento finale u.u Mi auguro che questo capitolo ti sia piaciuto!
Alla prossima!!!
Un bellissimo e
grandissimo gVazie anche a voi che leggete soltanto! Vi adoVo tutti
quanti, dal primo all'ultimo! Al prossimo aggiornamento!!! ^^
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 21: Sotto la pioggia ***
*compare da una nuvola
di fumo* Buongiorno e buona domenica miei carissimi lettori e mie
carissime lettrici! *compare il Banditore da una porta di servizio e
suona la sua trombetta* Sei in ritardo, ma non importa... per oggi
passi u.u *il Banditore ringrazia tutti i Santi che conosce e non* Ma
torniamo a noi! Continuo con l'avvisarvi che da oggi
riprenderò ad aggiornare ogni week end, poiché
molti di voi (se non tutti) hanno ripreso la scuola e non vorrei che
per colpa mia si tralasciasse lo studio u.u cosa a cui mi
dovrò dedicare anch'io con un pò più
di energie in attesa delle date degli esami... Passiamo a cose
importanti! In questo capitolo ci saranno altre scene
scottanti
che vagheranno dal rating
arancione a
quello rosso, quindi reggetevi alle poltrone
e buona lettura!!!
ps: lasciate perdere che
il titolo è uguale a quello del capitolo scorso... me ne
sono accorta dopo anch'io ^^''
Capitolo 21: Sotto la
pioggia
Gli astanti rimasero a studiarsi per qualche secondo, finché
il numero VII non provocò un leggero scricchiolio della
pelle dei guanti, aumentando la presa sulla sua arma. In meno di un
istante il vero allenamento ebbe inizio.
I Berserker e i Samurai si scontrarono producendo un acuto stridio,
disponendosi in cerchio. Ogni Nessuno dalle membra possenti era
occupato da due piccole e agili creature armate di spada. Al centro di
quella candida rosa, il Mago che Danza sulla Luna incrociava la sua
alabarda con le due lame leggendarie della Chiave del Destino, in una
situazione di stallo. I due avversari si separarono compiendo un balzo
all’indietro e si lanciarono nuovamente uno contro
l’altro. All’ultimo, il biondino scartò
verso sinistra e cercò di colpire il fianco
dell’altro con un fendente della chiave bianca, che,
però fu deviato dalla possente arma di un Berserker.
Con il pensiero, Roxas richiamò i due Samurai che stavano
fronteggiando la creatura eterea armata d’alabarda e insieme
corsero verso i due. Muovendosi a destra e a sinistra con scatti
veloci, per confondere gli avversari, i tre scomparvero dalla vista
degli occhi dorati di Saix, che si voltò, aspettandosi un
attacco alle spalle, ma trovò il vuoto come lo
trovò, quando alzò lo sguardo.
Un ghigno si disegnò sul suo viso, quando avvertì
la punta dei due keyblade sulla gola e vide il Berserker che lo
affiancava sparire in una scia di luci, come gli altri quattro che
aveva evocato, i quali caddero come i petali di un fiore alla fine
dell’estate.
-Complimenti Roxas. Sai sfruttare al massimo le abilità tue
e quelle dei tuoi Nessuno.-
-Grazie.- rispose il biondo, abbassando le armi e congedando i Samurai.
-Proseguiamo o sei stanco?- domandò l’altro
sistemandosi una ciocca azzurra sulle spalle.
-Affatto! Riprendiamo!-
Con un balzo il numero XIII si allontanò dal compagno e
richiamò le chiavi, mettendosi in posizione, imitato
dall’altro, che impugnò il Claymore.
Stavano per lanciarsi all’attacco, ma il numero VII si
fermò e si voltò alla sua destra, dove si
aprì un varco oscuro.
Le iridi color del cielo si allargarono alla vista del fondatore dai
lunghi capelli biondo cenere.
-Numero IV…- sussurrò, facendo sparire le sue
lame.
-Cosa ti porta al Punto Morto, Vexen?- domandò il Nessuno
dai capelli azzurri.
-Roxas ti aspettavo nel mio laboratorio per un controllo.- disse gelido
il Freddo Accademico, ignorando il compagno dagli occhi d’oro.
La Chiave del Destino ebbe un sussulto. -Avete ragione… Mi
è… passato di mente… Chiedo scusa.-
-Vieni con me.- sentenziò l’altro con tono che non
ammetteva repliche, aprendo un passaggio accanto a sé.
Il giovane annuì e s’incamminò, ma si
fermò, quando passò vicino al numero VII.
-Grazie per il tempo che mi hai dedicato Saix, arrivederci.-
-Di nulla.-
In pochi istanti, il passaggio nero come il buio si chiuse per
riaprirsi nel laboratorio del Nessuno più anziano. I due si
spostarono nella stanza adiacente e il numero XIII si liberò
del soprabito, dopodiché si sedette sul lettino, tenendo lo
sguardo sui suoi piedi.
Nel silenzio più totale, il Freddo Accademico
recuperò delle bende pulite e si mise all’opera su
quelle che fasciavano l’addome del compagno.
-Fortunatamente muoverti a quel modo non ha aggravato le tue
condizioni, ma devi cercare di stare attento.- lo ammonì
Vexen all’improvviso.
-D’accordo.-
Quando le fredde dita del più anziano toccarono la sua
pelle, Roxas rabbrividì e un’immagine apparve
davanti ai suoi occhi, accompagnata da dei rumori: una ciocca di lunghi
capelli biondi copriva la sua visuale, lo scrosciare
dell’acqua e un gemito soffocato risuonarono nelle sue
orecchie.
Il contatto con le bende pulite annullò quello che a lui
parve un ricordo e spostò lo sguardo sul collega, sentendosi
improvvisamente privo d’energie finché la sua
mente non si chiuse alla realtà.
-Piccolo Roxas…- iniziò il numero IV, sporgendosi
verso il giovane. -Che ne dici di recuperare il tempo che abbiamo perso
durante la tua missione? La doccia di ieri secondo me non è
sufficiente… Tu che ne pensi?- domandò,
cominciando a baciare il collo dell’altro.
-Come desidera Signore.- rispose il biondino in modo meccanico.
-Allora perché non scendi dal lettino e non ti liberi degli
abiti rimasti?- chiese con malizia e desiderio.
Il giovane non rispose e si limitò a rimettersi in piedi per
poi liberarsi lentamente di ciò che lo copriva.
Gli stivali di pelle nera furono sfilati con il solo ausilio dei piedi,
come i calzini di stoffa grigia. Le mani si mossero per slacciare la
cintura che emise un unico tintinnio, prima di ricadere lungo i fianchi
del suo portatore, sorretta dalle fibbie. Sempre con inesorabile
lentezza, fu aperto il bottone di metallo grigio, che spiccava sui
pantaloni neri, i quali caddero rapidamente a terra quando anche la
cerniera fu slacciata. Con un movimento veloce, il numero XIII li
allontanò da sé e si concentrò
sull’ultimo indumento: i boxer. Passò le dita
sotto l’elastico e li spinse oltre i fianchi, così
seguirono lo stesso destino dei pantaloni. Eseguito l’ordine,
il ragazzino tornò a sedersi sul lettino, con le mani
appoggiate sul materasso, accanto ai fianchi.
Davanti a lui, il Freddo Accademico stava in silenzio con un ghigno di
soddisfazione ad ammirare il corpo del Nessuno più giovane.
Lo sguardo scorreva lento e famelico, partendo dalle labbra rosee scese
sul collo, passò sulle spalle e osservò i muscoli
appena sviluppati sulle braccia sottili. Sempre con calma, rifece il
percorso a ritroso e gli occhi verdi passarono sul petto e
sull’addome, fino ad arrivare al bacino e a ciò
che le gambe leggermente aperte permettevano di vedere. Il desiderio di
possedere quel corpo attraversò Vexen come una scarica e si
gettò su di esso come una bestia affamata. Si
avventò sulle piccole labbra e
s’impadronì della bocca del ragazzo, invadendola
con la lingua ed esplorandola, mentre con le mani si liberava dei suoi
abiti.
Ben presto, la Chiave del Destino si ritrovò sdraiata sul
lettino sotto il corpo del Freddo Accademico, che con foga lo riempiva
di baci. Il giovane Senza Cuore non fece nulla, si limitò ad
agevolare i movimenti ed accontentare i desideri dell’altro
che gli teneva le gambe aperte per trovare una posizione più
comoda. Sussultò appena, quando lo penetrò e
mentre il più grande si muoveva dentro di lui, la mente
assopita di Roxas registrava i gemiti e i sospiri che giungevano alle
sue orecchie.
In poco tempo, l’uomo dai gelidi occhi verdi raggiunse
l’apice del suo piacere con un gemito strozzato e si
accasciò sul corpo del suo amante. Ancora con il respiro
accelerato, il numero IV uscì dal corpo caldo del ragazzo e,
prima di scendere dal lettino, riprese possesso di quelle labbra e di
quella bocca, di cui si dichiarava il padrone.
-Sei stato bravo Roxas…- sussurrò Vexen, passando
le dita tra la chioma biondo grano. -Manca ancora qualche ora alla
cena, quindi ne approfittiamo per fare qualche esperimento.- aggiunse,
mentre si alzava e cominciava a rivestirsi velocemente. -Forza,
rivestiti e scendi in città, poi ti darò
istruzioni.-
-Sì Signore.-
L’unico suono udibile era lo scrosciare violento
dell’acqua, che si accumulava in piccoli laghetti di pochi
centimetri di profondità. Il cielo era coperto da scure nubi
in quella cittadina dimenticata dalla Luce, in cui le ombre avevano il
dominio incontrastato. In quel piccolo mondo alla deriva, le uniche
luci erano quelle delle insegne al neon ai lati delle strade, che
disegnavano appena le sagome degli oggetti sul terreno di quel luogo
buio.
Sul tetto dell’edificio più alto, una figura
avvolta nel suo soprabito nero, con il cappuccio calato sul viso,
osservava con occhi vuoti tutta quella desolazione. In silenzio,
saltò oltre il bordo e si gettò nel vuoto sotto
di sé, atterrando in pochi istanti al centro della piazza,
all’apparenza deserta.
-In questo luogo
troverai solo ombre insignificanti, ma sono perfette per i nostri scopi.-
disse la voce ferma del Freddo Accademico. -Evoca le tue armi e distruggi
tutti gli Heartless che ti intralceranno il cammino.-
-Agli ordini Signore.- rispose meccanicamente il numero XIII, mentre
nelle sue mani inguantate comparivano le due lame leggendarie e un
folto gruppo di Shadow e Neo Shadow lo circondava.
Gli occhi gialli degli esseri oscuri lo fissavano senza la solita
ingordigia. Sapevano che colui che avevano di fronte era vuoto e la sua
anima a loro non interessava. Per loro, era solamente un intruso che
andava eliminato.
Come un unico essere, le creature più piccole saltarono sul
nemico e gli esseri dalle lunghe antenne sparivano a livello del
terreno.
La scia di luci si spense nelle mani del ragazzo, che si mosse senza
indugio. Fece un giro su se stesso e mise i keyblade in orizzontale,
che colpirono le ombre più vicine, trasformandole in polvere
nera. La Chiave del Destino si lanciò verso il mucchio di
avversari e ne fece strage ad ogni passo: la lama bianca impugnata
dalla mancina colpiva dietro e in basso, mentre il Lontano Ricordo
distruggeva tutto quello che si trovava davanti e sopra la testa del
suo padrone. Il keyblader si muoveva in modo automatico, senza vedere
realmente ciò che si trovava davanti.
Quando la metà delle creature nere fu tornata
all’Oscurità che le aveva generate, la voce del
Nessuno dai capelli color cenere risuonò indistinta nella
mente del giovane custode.
-Molto bene
Roxas…- asserì con tono compiaciuto.
-Ora chiama i tuoi servi
e combatti con loro.-
Distrutti altri due Neo Shadow, il ragazzino si fermò e
bastò un pensiero, perché in pochissimi istanti,
dieci Samurai comparvero da altrettanti varchi oscuri.
-Eccoci, Chiave del
Destino.- dissero all’unisono, prima di
sfoderare le loro spade e unirsi alla battaglia del loro Signore.
***
Camminava a passo lento per i corridoi della fortezza,
finché il suo sguardo non fu catturato dal movimento di una
chioma azzurra.
-Saix!- chiamò il Nessuno dai capelli rossi, rincorrendo il
collega che aveva appena svoltato in un corridoio di sinistra.
Il Mago che Danza sulla Luna si girò e rivolse
un’occhiata di sufficienza all’altro.
-Che vuoi?-
-Sempre allegro vedo…- commentò Axel.
-Dov’è Roxas?-
-Non ne ho idea.- rispose, dopodiché riprese a camminare.
Il numero VIII però non demorse e
s’incamminò al suo fianco. -Avete già
finito con l’allenamento?-
-Non sono affari che ti riguardano.-
-Ma Roxas non ti ha detto dove sarebbe andato?- insisté,
ottenendo un silenzio disinteressato. -Eddai, che ti costa dirmi
dov’è andato?-
Il Senza Cuore dagli occhi dorati si fermò
all’improvviso e il suo collega quasi andò a
sbattere contro la porta che avevano davanti, sulla quale svettava
l’incisione nera del numero I.
-Sei irritante. È venuto Vexen e se n’è
andato con lui, vai a stressare qualcun altro.- detto questo, Saix
oltrepassò la porta, sbattendola davanti al compagno.
-Antipatico, poteva dirmelo subito invece di fare il difficile.-
Attraversato un varco, ricomparve davanti alla porta del laboratorio
del numero IV, dove bussò con energia.
-Vexen! Sono Axel!-
L’uscio si aprì da solo come sempre e il rosso
entrò.
-Cosa vuoi?- chiese il Freddo Accademico, uscendo dalla stanza
adiacente. -Ho molto da fare in questo momento.-
-Solo sapere dov’è Roxas.-
-Non lo so, gli ho cambiato le bende e se n’è
andato. Ora puoi andartene.-
-Grazie lo stesso.-
La porta si aprì nuovamente e una volta fuori, il numero
VIII attraversò un nuovo varco.
Vexen ghignò seduto dietro alla sua scrivania, mentre
rigirava il ciondolo di vetro tra le dita.
-Sono passate quasi due ore e il contatto non si è mai
interrotto, anzi è sempre perfetto. E i Samurai obbediscono
agli ordini di Roxas senza problemi… Il mio piano si
potrà realizzare prima del previsto…-
Il suo ghigno si allargò, fino a diventare una risata.
***
Toc! Toc!
-Ma chi è che bussa?- pensò, alzando il viso dal
cuscino e sporgendosi per accendere la luce. -Avanti!-
-Zexion! Hai per caso visto…-
Le parole morirono sulle labbra del Nessuno dagli occhi smeraldini,
quando vide che il collega era seduto nel suo letto, coperto fino alla
vita dalle coperte e che al suo fianco giaceva il Notturno Melodico.
Entrambi a petto nudo, per quello che poteva vedere.
Sbatté le palpebre un paio di volte, prima di arrossire
leggermente.
Da parte sua il Burattinaio Mascherato lo fissò, dapprima
confuso, poi gli balenò in mente il pensiero di guardare il
proprio corpo e si rese conto di essere coperto solamente dalle coperte.
-Zeku…- mugugnò il biondo, mettendosi a sedere,
mentre si strofinava l’occhio. -Perché hai acceso
la luce?-
Poi vide l’amico fermo sulla soglia. -Ciao Axel…
come mai da queste parti? Perché non sei con Roxas?-
-Ah… Ehm… Scusate!- urlate le sue scuse, il rosso
corse fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Il numero IX non comprese il comportamento del compagno,
così si voltò verso l’amante.
-Zeku, cosa voleva Axel?-
-Non lo so Dem…- rispose distrattamente il numero VI.
-Zeku…-
-Dimmi Demyx…-
-Perché sei tutto rosso?-
***
-Ma tu guarda quei due!- pensò, mentre camminava a passo
svelto per i corridoi.
Si fermò vicino ad una finestra e rivolse lo sguardo alla
luna a forma di cuore.
-Ormai è chiaro che non è nel
castello… E va bene!-
Con quest’ultimo pensiero, Axel si concentrò e
dopo aver trovato la presenza del numero XIII, aprì un varco
oscuro.
Una nuova squadra di ombre si era fatta avanti, ma lui non era stanco.
Non avvertiva la stanchezza e nemmeno i suoi Nessuno si sarebbero
tirati indietro.
Non una ferita sfregiava il corpo del biondo e dei Samurai. Neanche un
Heartless era riuscito ad avvicinarsi così tanto da poterli
ferire.
Dato l’ordine, le creature armate di katana saettarono verso
i loro avversari al seguito della Chiave del Destino.
Ad ogni fendente, un’ombra cadeva per lasciare il posto ad
una compagna, che in pochi attimi faceva la sua stessa fine. Quella
danza di guerra, impressa nella mente del giovane keyblader, diveniva
sempre più veloce, attimo dopo attimo, affondo dopo affondo.
Dopo un salto all’indietro, il cappuccio cadde sulle spalle
del ragazzo, che non se ne curò e riprese il suo compito.
All’improvviso, mentre affondava la lama del Lontano Ricordo
nel ventre di un Neo Shadow, un lampo illuminò a giorno la
piazza compreso il suo viso e i suoi occhi freddi e spenti.
Poco lontano, sulla via che conduceva alla piazza del Grattacielo della
Memoria, qualcuno vide quel corpo tanto simile ad una macchina di morte.
-Roxas…- sussurrò il Soffio di Fiamme Danzanti,
spalancando i suoi occhi verdi.
Capitolo più
lungo dei precedenti e anche qui le descrizioni mi sono venute
piuttosto bene... Vi è piaciuto? Spero di sì!
Demyx ha trovato una buona alternativa alla festa del capitolo
precedente, pare che Zexion abbia mosso motivazioni più che
valide XD Ma Axel come reagirà di fronte a questo lato di
Roxas? Le cose iniziano a muoversi!!
Tra qualche giorno posterò una nuova fic divisa in due o tre
parti (devo ancora decidere) ovviamente yaoi e ovviamente
parlerà dell'akuroku u.u aspetto i vostri commenti! Alla
prossima!
See ya!!!
Angolo Recensioni
soral: Ciao
gemellina ^^ Sono contenta che ti piaccia il lato dolce di Axel e
Roxas, in questo chap ne è emerso uno tutto nuovo agli occhi
del rosso, che ne pensi? Rispondo subito alla tua domanda su Xion: in
questa fic il numero XIV non sarà presente,
poiché quando ho iniziato la fan fic ancora non si sapeva
nulla su di lei e sul suo ruolo all'interno dell'Organizzazione, se non
qualche vaga e confusa voce di corridoio, ma forse in una prossima fan
fic potrebbe esserci, chi lo sa u.u Ciauu gemellina <3
LightRoxas:
Mi fa piacere che ti siano piaciute le mie descrizioni, grassie ^^
Zexion ha convinto Demyx con poche parole, l'avevi pensato anche tu? XD
Fammi sapere cosa pensi di questo chap! Byee!!!
LittleKairi14:
Carissima ^^ mi dispiace, ma non ho foto del Banditore con la
messaimpiega... troppo timidone e vergognoso per farsela fare...
<.< Comunque il lavativo risponde con calore al tuo
saluto ^^ Grazie per i complimenti alle descrizioni, spero che ti siano
piaciute anche queste ^^ Aspetto il tuo commento! Ciauuu!!!
Ma guarda un
pò chi c'è! Benvenuta anche da questa parte fenicex8 e gVazie
per aver messo la fic tra le preferite! Mi fa piacere averti come
lettrice anche qua ^^ Ovviamente ringrazio anche tutti voi che leggete
soltanto! Come vi dico sempre vi adoVo tutti!!! *v* Ora fuggo!! See
ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo intossicando il Banditore, che
esce dalla sua porta di servizio*
|
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Capitolo 22 *** Capitolo 22: Nothing Memories ***
chap 22 x efp
*arriva tutta
saltellante e il
Banditore che le corre dietro con la scatola dei fazzolettini* Grazie
Banditore, ma ormai l'influenza mi è passata! *l'omino
starnutisce* Ah! Ce l'hai tu ora! Ops... ^^'' vai a casa che
è
meglio su! *il Banditore se ne va* Poveretto, forse dovrei dargli una
vacanza, mah... Ma torniamo a noi! Cari lettori e care lettrici
rieccomi!!!!! *scappano tutti* Nell'ultimo tenebroso capitolo Axel
aveva visto Roxas comportarsi come Terminator e si era bloccato sul
posto, cosa sarà successo poi? Leggete e scoprite!! Buona
lettura!!!
Capitolo 22: Nothing
memories
Rimase immobile con lo sguardo fisso su di lui, nascosto
dall’ombra del cappuccio.
Paralizzato da quelle fredde iridi, prive della solita lucentezza, il
Soffio di Fiamme Danzanti avvertì la sua anima scossa dai
tremiti e ricordò la paura: qualcosa che stringe lo stomaco
e
che gela il sangue nelle vene; qualcosa che i Nessuno conoscono appena
grazie a delle vaghe memorie di ciò che sono stati.
Per Axel, il tempo parve fermarsi in quel breve istante di luce, in cui
si sentì annientato dalla freddezza di quegli occhi, che per
un
attimo incrociarono i suoi.
Si riscosse quando un tuono irruppe con prepotenza nel ritmico
scrosciare della pioggia e un nuovo lampo si rifletté sulle
lame
in continuo movimento. La Chiave del Destino non si era accorta della
presenza del compagno e proseguì indisturbata nella sua
danza di
morte.
Il numero VIII fece un paio di passi indietro ed entrò nel
varco che aveva inconsciamente aperto.
***
-Sei pronto Dem?- chiese il ragazzo dai capelli grigio-azzurri al
compagno che non accennava ad uscire dal bagno.
-Cinque minuti e arrivo!-
-Ha detto la stessa cosa dieci minuti fa…- pensò
con un
sorriso, sedendosi sul letto ancora sfatto e passando distrattamente la
mano sulle lenzuola.
Nella sua mente saettarono i ricordi delle ore appena passate e un
lieve rossore accese le sue gote, mentre tutte le sensazioni provate in
compagnia del biondino gli scaldarono l’animo e gli mandarono
dei
piccoli brividi lungo la schiena.
Le labbra
dell’amante che percorrono il suo corpo nudo, centimetro dopo
centimetro, un bacio dopo l’altro.
Le sue mani che
esplorano le membra dell’altro senza indugio
poiché le conoscono alla perfezione.
Il piacere che sale al
culmine, strappandogli gemiti e sospiri, che incoraggiano il suo
compagno a proseguire i suoi propositi.
Un debole ma insistente bussare lo riportò alla
realtà.
Lo stupore nacque sul suo viso, quando vide il collega dai capelli
rossi grondante d’acqua, scosso dai tremiti e il volto
deformato
in una smorfia di quello che avrebbe potuto definire terrore.
-Axel, ma che hai combinato?!- esclamò il Notturno Melodico,
vedendo l’amico, il quale però, non
riuscì a
rispondere e rimase nel silenzio.
Lo fecero entrare e dopo avergli tolto il soprabito, lo portarono a
sedere sul letto.
-Cosa gli sarà successo?- domandò il biondo,
inginocchiandosi davanti al compagno.
-E’ spaventato.- decretò con sicurezza il
Burattinaio
Mascherato. -Lo so che pare assurda una cosa del genere, ma…-
-Ma?-
-Non trema di certo per il freddo e poi…-
s’interruppe un
istante, osservando il numero VIII da capo a piedi. -Guarda che
faccia…- concluse con una nota d’ironia.
-Zeku! Non scherzare!- lo rimproverò il numero IX. -Axel
cosa ti è successo?- chiese con gentilezza.
Il Nessuno dagli occhi smeraldini sussultò
all’udire il
proprio nome e dopo un primo tentennamento parlò. -Ho
visto…-
-Cos’hai visto?-
-…Roxas…-
-Cosa stava facendo?- domandò il numero VI serio.
-Combatteva… giù in città…
contro gli Heartless…-
-Non capisco cosa ci sia di strano…- intervenne Demyx.
-Lasciamolo parlare.-
-Gli occhi… non erano i suoi… erano
freddi… spietati…- si bloccò.
L’immagine di quelle iridi balenò nella sua mente
come un
fulmine a ciel sereno e una lacrima solitaria percorse il suo viso,
scendendo dall’occhio destro, passò sul triangolo
rovesciato, per cadere infine sui pantaloni neri e lasciare
un’impronta del suo passaggio con un cerchio perfetto.
Il Notturno Melodico scattò ad abbracciare
l’amico,
stringendolo al proprio petto, che però non reagì
in
alcun modo, perché perso nella visione di quello sguardo
glaciale.
-Dem, tu cerca di calmare Axel, io vado a dare
un’occhiata…- disse il numero VI, prima di
abbassare i
suoi occhi al livello delle iridi smeraldine. -Axel…-
chiamò. -…hai detto che l’hai visto in
città, dove di preciso?-
Il numero VIII si riscosse per un istante e s’immerse nel
grigio-blu del paio di iridi che aveva di fronte. -Al Grattacielo della
Memoria…-
Annuì e si rialzò, mentre un varco si apriva alle
sue spalle.
***
L’ultima ombra cadde e divenne polvere.
Al centro della piazza, al cospetto dell’alto edificio fatto
di
vetro, c’era solo lui, circondato dai suoi fedeli guerrieri.
Le ciocche ribelli color del grano maturo ricadevano sulla sua fronte,
appesantite dall’acqua, che imperterrita continuava a cadere
dal
cielo. Non un accenno di affanno usciva dalle sottili labbra rosee
sigillate in un’espressione piatta. Gli occhi azzurri come il
cielo estivo guardavano avanti, osservando il vuoto.
-Bene Roxas, per oggi
abbiamo finito. Congeda i tuoi Nessuno e torna al castello.-
ordinò il numero IV con voce soddisfatta.
-Sì Signore.- rispose il ragazzino, mentre faceva svanire le
sue
chiavi e rivolgeva lo sguardo ai Samurai. -Potete andare.-
-Come ordini, Chiave del
Destino.- proferirono all’unisono,
dopodiché scomparvero nel buio dei passaggi che conducevano
all’Oscurità.
In pochi istanti, il bagliore della coscienza tornò ad
illuminare le iridi del numero XIII, che cominciò a
guardarsi
attorno confuso.
-Ma cosa ci faccio qua?- chiese a se stesso.
-Roxas?- chiamò una voce alle sue spalle.
Attraversato il varco si ritrovò sotto il perenne cielo
plumbeo e carico di pioggia della Città Oscura.
Avanzò con passi rapidi e silenziosi, fino a raggiungere
l’entrata della piazza e lo vide.
Il cappuccio abbassato, le armi ancora strette in pugno e dieci
creature eteree attorno a lui, ma soprattutto un odore diverso dal
solito.
-Sì Signore.- gli sentì pronunciare, mentre i due
keyblade svanivano in una scia di luci e alzava lo sguardo sui Nessuno
armati di katana.
-Potete andare.-
A quelle parole, gli esseri dal corpo bianco sporco svanirono nei
rispettivi passaggi e rimase stupito, quando, poco dopo, si accorse che
il suo compagno si stava guardando attorno con fare frenetico di chi
non sapeva dove si trovasse.
Lo fissò per qualche secondo, poi si avvicinò
chiamandolo.
-Roxas?-
Il biondo si voltò di scatto al richiamo.
-Zexion…-
Il Burattinaio Mascherato scrutò a fondo gli occhi del
più giovane e vi colse solamente la confusione di chi
è
spaesato e disperso, tuttavia ciò che lo lasciava
più
perplesso era il fatto che il suo odore fosse tornato quello di sempre.
-Vieni Roxas, se resti ancora sotto la pioggia rischi di ammalarti.-
asserì, aprendo un passaggio buio più del cielo
di quella
nera cittadina.
Docilmente il biondo seguì il Nessuno più anziano
all’interno del varco e in breve si ritrovarono
all’asciutto in una stanza dal candore immacolato, in un cui
l’unica scintilla di colore era data dalla piccola piantina
posta
sul comodino accanto al letto.
La Chiave del Destino studiò l’ambiente come se
fosse la
prima volta che ci metteva piede, passando da un oggetto
all’altro con aria stanca e il silenzio veniva colmato da un
leggero mormorio.
-Cosa ho fatto per sentirmi così stanco?- chiese a se
stesso, mentre un’eco giungeva alle sue orecchie.
-…axs. Roxas? Roxas!- chiamò ad alta voce il
numero VI,
facendo sussultare l’altro e ottenendo la sua attenzione.
-Finalmente. Immagino che tu non abbia sentito una parola di quello che
ho detto…-
-Come?- rispose infatti il biondino.
-Ho detto…- riprese con un sospiro. -Io resto fuori ad
aspettare che tu ti sia cambiato, poi vieni con me. Ok?-
-Ok…-
***
Scattò immediatamente in piedi, quando riconobbe la presenza
che si trovava dietro alla sua porta.
La soglia si aprì da sola e il numero I entrò con
passi lenti e cadenzati nel laboratorio del numero IV.
-Spero di non disturbarti Vexen, ma c’è una
questione di cui vorrei discutere con te.-
-Non preoccuparti Xemnas…- rispose il biondo, sistemando i
fogli che aveva davanti a sé. -Di cosa vuoi parlarmi?-
-Dovevamo parlarne dopo la riunione di ieri, ma dovevo riflettere su
alcune cose…-
-Non c’è problema…-
-Allora veniamo al dunque…- riprese il Superiore. -Quando mi
hai
comunicato i risultati della visita di Roxas, mi hai detto che non
ricordava nulla della sua prima esistenza…- disse,
camminando
verso la libreria appoggiata alla parete destra della stanza. -Come tu
ben sai, durante la missione individuale ogni Nessuno viene mandato nel
luogo in cui è avvenuta la sua nascita per ricordare
quest’ultima…-
-Ma i ricordi non sono nitidi al cento per cento e nemmeno completi.-
affermò con sicurezza il Freddo Accademico.
-Vero, ma per la Chiave del Destino è stato
diverso…-
-In che senso?- domandò con un celato interesse.
-Roxas ha ricordato perfettamente ogni attimo della sua nascita.-
sentenziò il numero I. -Com’è avvenuta,
chi era
coinvolto, il perché…-
-È impossibile!- esclamò il numero IV.
-Eppure è ciò che Roxas stesso mi ha raccontato.-
disse,
guardando distrattamente i dorsi dei numerosi volumi, che colmavano gli
scaffali. -Solo noi fondatori sappiamo i fatti che si sono svolti alla
Fortezza Oscura e nessuno di noi ha parlato con lui di
quest’argomento…-
-Quindi il numero XIII ora sa che il suo cuore non è stato
inghiottito dall’Oscurità.-
-Lo sa e questa notizia lo ha turbato, tuttavia
c’è
dell’altro…- proseguì
l’albino, voltandosi
verso il collega. -Roxas mi ha confessato che ultimamente ha dei vuoti
di memoria.-
Un brivido corse lungo la schiena del biondo. -Vuoti di memoria?-
chiese atono. -Credi che sia una conseguenza del suo turbamento?-
-Non si può escludere, ma non penso che sia questa la causa,
poiché il ragazzo mi ha detto di soffrirne da prima del
momento
in cui ha ricordato la sua nascita…-
-Non saprei… Purtroppo qui in laboratorio non posso fare
molti
accertamenti, soprattutto perché devo vedere con i miei
occhi la
situazione. Durante la missione lo terrò d’occhio,
non
preoccuparti.- assicurò il senza cuore dagli occhi verdi.
-Bene, mi fido di te, in ogni caso avviserò anche Saix di
questa
faccenda.- spiegò l’altro, avviandosi alla porta.
-Ora ti
lascio al tuo lavoro, buona giornata Vexen.-
-Buona giornata Xemnas.- rispose il numero IV.
Quando la porta metallica si richiuse, il biondo girò
attorno
alla scrivania e prese a camminare avanti e indietro con la mente
affollata dai pensieri.
-Maledizione, questa non ci voleva… dovrò trovare
una
soluzione e alla svelta anche…- mosse un paio di passi, ma
poi
si fermò mentre un ghigno allungava le sue chiare labbra
sottili. -Forse so come risolvere la situazione…-
mormorò. -Basterà fare un paio di prove, ma
bisognerà fare attenzione e lavorare con
cautela…-
concluse, avviandosi nella stanzetta adiacente con le idee sempre
più chiare e precise su come agire.
***
Fissava il soffitto di quella stanza completamente bianca, sdraiato sul
letto del numero VI, finalmente calmo e libero dalla paura che aveva
fatto tremare la sua anima. Paura scaturita dalla vista di quelle iridi
azzurre che tanto amava, ma che in quell’istante erano
attraversate da un profondo vuoto e da uno smisurato gelo.
Il Soffio di Fiamme Danzanti si domandò come il suo compagno
avesse potuto subire un tale cambiamento e quando.
Un sospetto si fece largo nella sua mente e una scintilla di rabbia
scaturì nella sua anima, facendolo scattare a sedere.
-E se fosse una conseguenza del suo incontro con lui?- si chiese,
mentre il fuoco si riaccendeva dentro di lui e i suoi occhi tornavano a
brillare della loro solita decisione.
-Non può essere altrimenti… Quello non poteva
essere il
vero Roxas, perciò la colpa di tutto è
sua…-
pensò in definitiva il rosso, stringendo il pugno destro.
Seduto su una sedia accanto a lui, il Notturno Melodico osservava il
volto dell’altro passare dal totale sconforto ad un altissimo
livello di rabbia, cosa che i Nessuno non dovrebbero conoscere, se non
tramite i ricordi.
Era rimasto di sasso quando l’amico gli si era presentato
preda
del terrore ed era rimasto ancora più sorpreso quando era
venuto
a conoscenza della causa di quella paura senza limiti.
Mai nella sua vita di Nessuno aveva visto il compagno tremare e credeva
che nulla al mondo avrebbe potuto far crollare il suo carattere
indomabile.
Inconsapevolmente, anche il numero IX si fece le stesse domande del
numero VIII, ma senza trovarvi alcuna risposta.
-Forse Axel ha capito qualcosa…- pensò, ma non
fece in
tempo a chiedere conferma perché la porta si aprì.
-Eccomi, scusate il ritardo.- disse il Burattinaio Mascherato, entrando
nella stanza seguito dal compagno dai capelli color del grano, ancora
confuso.
Il numero XIII, perso nei suoi pensieri, fece vagare lo sguardo sulla
camera del collega.
La mobilia era sistemata come nella sua, le uniche differenze erano il
colore delle tende aperte, che permettevano così
l’entrata
della luce lunare, e delle coperte, un intenso blu cobalto, la presenza
di uno scendi letto rettangolare bianco con delle forme geometriche
azzurre e uno scaffale colmo di libri dall’ignota natura.
Un colpo di tosse attirò la sua attenzione e si rese conto
di
avere tre paia d’occhi su di sé.
Arrossì appena e
scrutò i compagni, chiedendosi cosa ci fosse di tanto
interessante nel fissarlo.
-C’è qualcosa che non va?- domandò,
infatti,
facendo sì che l’attenzione si spostasse sul
Nessuno dalla
chioma rossa.
Quest’ultimo stava per rispondere, ma il ragazzo col ciuffo
lo precedette.
-Roxas permetti una domanda?-
-Certo Zexion…- rispose il biondino, senza nascondere la sua
sorpresa.
-Cosa ci facevi al Grattacielo della Memoria?-
-Sarebbe il posto dove eravamo prima?- chiese a sua volta, lasciando
perplessi i tre, che non risposero. -Bè… comunque
non so
cosa ci sono andato a fare…- riprese, abbassando lo sguardo
sul
pavimento bianco come il latte. -A dir la verità, non so
nemmeno
quando e come ci sono arrivato là…-
confessò. -Non
lo ricordo…-
-Qual è l’ultima cosa che ricordi?-
domandò ancora il numero VI.
Il giovane rialzò le sue iridi sul compagno più
anziano e
rifletté sulle sue parole. -L’ultima cosa che
ricordo
è Vexen che mi controlla la fasciatura e quando me ne sono
andato dal suo laboratorio…-
-Nient’altro?-
-No, nulla. Ma Zexion, tu quando sei arrivato hai visto cosa stavo
facendo?- chiese con innocenza.
-Io ti ho trovato insieme ai Samurai e solo quando li hai congedati mi
sono avvicinato, è stato Axel a vederti per
primo…-
spiegò l’altro, voltandosi verso il rosso.
A quella rivelazione, il bagliore di una lama seguito da una nube di
polvere nera, apparvero davanti agli occhi del biondino, come un
miraggio che colpisce un viaggiatore in pieno deserto.
-Axel, cosa stavo facendo?- domandò, mentre
un’inconscia consapevolezza si faceva largo nella sua mente.
Lo smeraldo si perse nel limpido azzurro del cielo estivo, quando il
Soffio di Fiamme Danzanti incrociò lo sguardo del compagno
più giovane.
-Roxas, tu…- si fermò con un sospiro. -Tu stavi
combattendo contro un gruppo di Heartless, ma in modo
diverso…-
-Cosa intendi dire?- chiese ancora, con un lieve tremore nella voce,
mentre nella sua mente dei flash si susseguivano rapidi e sfuggevoli
come il vento, come ricordi dimenticati.
Un nuovo sospiro precede le parole del ragazzo dalle iridi smeraldine.
-Intendo dire che… che non eri tu!- esclamò.
-Io…- deglutì a vuoto. -Io non ricordo
nulla…-
-Se non mi credi, prova ad evocare un Samurai e chiedi a lui!-
Fissò negli occhi il compagno, dopodiché il suo
sguardo
fu attirato dalla grande luna a forma di cuore che si poteva scorgere
dalla finestra della stanza.
Lo notò immediatamente: era più grande e
più luminosa.
Un varco oscuro si aprì a meno di un metro da lui e una
creatura
eterea s’inginocchiò in segno di rispetto nei suoi
confronti, umile vassallo al servizio del suo unico padrone.
-Dimmi, ho combattuto con voi oggi?- domandò al Nessuno con
voce
atona, sempre con gli occhi rivolti alla regina della notte.
-Sì, mio
Signore.- rispose il guerriero col pensiero.
-Dove?-
Sitting
in a corner all alone,
staring
from the bottom of his soul,
watching
the night come in from the window
-Abbiamo lottato al tuo
fianco contro
le ombre, sotto il pianto del cielo che bagnava la piazza della
città nera. Al giudizio dello sguardo celato della nostra
luna.- spiegò la creatura.
-Puoi andare.-
-Ai tuoi ordini Chiave
del Destino.- asserì, andandosene tramite un
varco.
It'll all collapse tonight,
the full moon is here again
in
sickness and in health, understanding so demanding
it
has no name, there's one for every season
makes
him insane to know *
-Ho combattuto e non lo ricordo…- disse più a se
stesso
che hai compagni. -E non è l’unica cosa che ho
dimenticato…-
-Roxas…- lo chiamò il Burattinaio Mascherato,
avvicinandosi. -Da quanto soffri di perdita di memoria?-
L’altro però non rispose, perso nella visione di
un
ricordo poco nitido ma accompagnato da una forte sensazione di
realtà.
Fece un passo indietro, mentre un passaggio scuro come
l’oblio si preparava ad accoglierlo nei suoi anfratti.
Alzò gli occhi vuoti sui tre amici, continuando ad
indietreggiare. Non sentì i richiami, non avvertì
la
preoccupazione di una voce in particolare, tutto giunse ai suoi sensi
come un’eco, finché tutto si spense quando il buio
l’avvolse.
Videro il ragazzino dai capelli color del grano farsi pallido e
indietreggiare.
A nulla servì chiamarlo.
-Roxas! Fermati!- nemmeno la sua voce lo raggiunse.
Si avvicinarono rapidamente, quando un varco si aprì alle
sue
spalle ma due senza cuore, armi in mano, gli impedirono di proseguire e
con crescente apprensione assistettero alla fuga della Chiave del
Destino.
*prende un ombrello*
Sapete
com'è il capitolo fa schifo e voglio difendermi dai pomodori
xD
Dai parliamoci seriamente, guardandoci nelle nostre rispettive pupille
(ma che dice?! NdTutti), questo capitolo fa pena
ç.ç
Comunque... Vexen
sta
architettando qualcosa di nuovo, mentre Roxas fugge. Cosa faranno Axel,
Zexion e Demyx? Questo e altro nel prossimo capitolo!
See ya!
*Le parole in blu sono
le prime due
strofe della canzone "Full moon" dei Sonata Arctica, di cui mi sono
servita per amplificare lo smarrimento di Roxas, eccovi la traduzione ^^
Seduto
in un angolo completamente solo
A
fissare dal fondo della sua anima
E
a guardare la notte entrare dalla finestra.
Crollerà
tutto stanotte, la luna piena è ancora qua
In
malattia o in salute, comprensione così severa
Non
ha nome, ce n' è una per ogni periodo
Lo
rende pazzo per sapere
L'angolino delle recensioni u.u
uomo nero:
Eh sì, Vexen
lo tratta proprio male il povero Roxy... non mi ricordo cos'ho bevuto
la sera che ho partorito questa fic sai? XD E il nostro Axel ci
è rimasto molto, ma molto male u.u *patpatizza Axel* Ti
tranquillizzo sulla faccenda delle coppie: non mi sono affatto
dimenticata della XemnasxSaix, vedrai che tra qualche capitolo ci
sarà un grande ritorno u.u Davvero leggeresti un mio
obbrobrio
se mai lo pubblicassi? *v* Bè, un libro l'ho cominciato,
bisogna
vedere se riesco a finirlo XD Ciauuuu!!!!
soral:
Gemellina! Ed ecco cosa
pensò Axel alla vista di Roxas versione "ammazza tutti" XD
Roxas
che uccide Axel? Ma quando mai?! *nasconde copione* spero che il chap
ti sia piaciuto ^^ Ciauuuu <3
LightRoxas:
Ovviamente sapevo che la scena Zemyx ti sarebbe piaciuta u.u Si
romperà mai il ciondolo? Boooo u.u Fammi sapere che ne pensi
di questo! Byeee!!!!
Ovviamente un grazie
grandissimo anche a voi tutti che leggete soltanto! Vi adoVo tutti come
sempVe!!! XD Al prossimo week end!!! *sparisce in una nuvola di fumo*
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 23: Verità nascoste nel buio di un viso ***
*arriva il Banditore
vestito di una bella calzamaglia blu cobalto e suona la sua
trombettina, annunciando l'autrice che arriva tutta saltellante,
completamente sotto gli strani e inquietanti effetti dei medicinali*
Olè! Sono tornata, trascinandomi gli effetti residui
dell'influenza, ma bando alle cazzabubbole! *il Banditore risuona la
sua trombetta* Nel capitolo precedente, Roxas si era dato alla fuga per
chissà dove, dopo aver ricordato qualcosa di terribile su di
sé... *e il Banditore risuona un'altra volta* Ma che
è ricominci? -.- *quello annuisce e suona ancora, mentre
l'autrice si schiaffa una mano in faccia* Cosa mi tocca sopportare...
Comunque! Vediamo cos'hanno fatto Axel, Demyx e Zexion dopo la fuga del
compagno! Buona lettura!!! *altra suonata di trombetta* Ma la vuoi
piantare?! *lancia il copione in testa al Banditore che cade a terra
stecchito*
ps: per colpa del mio
Banditore mi stavo dimenticando di una cosa importante u.u Il capitolo
l'ho scritto ascoltando "Liberi Fatali" di Nobuo Uematsu, siategli
grati come me perché vado stranamente fiera di 'sta cosa XD
Capitolo 23:
Verità nascoste nel buio di un viso
Strinse maggiormente le gambe al petto, spingendosi ancora di
più contro la fredda parete del Grande Salone.
Quel freddo, però, era incomparabile al gelo che avvertiva
dentro di sé, mentre i ricordi scorrevano come un fiume in
piena davanti ai suoi occhi offuscati dall’ombra scura della
paura.
Memorie poco nitide, in cui erano visibili solamente un paio di mani
che percorrevano il suo corpo con bramosia, ma che erano dotate di
un’intensa sensazione di disagio e disgusto con un sottofondo
di piacere, che tuttavia non poteva essere manifestato. Da quelle
visioni, infatti, Roxas capì di essere stato solamente
l’oggetto del desiderio di qualcuno, senza aver voce in
capitolo e ora, come la pellicola di un vecchio film in bianco e nero,
tutto gli era mostrato come se fosse accaduto a un’altra
persona.
Un boato improvviso lo risvegliò, facendogli alzare lo
sguardo sulle possenti ante dell’entrata del salone.
Il rumore si ripeté, segno che qualcuno stava cercando in
ogni modo di entrare, ma quella soglia non si sarebbe mai aperta senza
il consenso di chi l’aveva sigillata dall’interno.
Il ragazzo strinse il capo tra le mani e urlò per sfogare
tutte le sensazioni che avevano colmato la sua anima e per cercare di
fermare quel flusso di ricordi molesti, che minacciavano di farlo
impazzire.
Le dita, scosse da un lieve tremore, scesero fino a circondargli le
braccia per stringere con forza la stoffa del soprabito.
Un nuovo colpo riecheggiò negli ampi spazi della grande sala
seguito da un richiamo.
Una chiamata piena di preoccupazione.
Spalancò le iridi celesti, riconoscendo quella voce. Come
aveva potuto non udirla?
Come aveva potuto dimenticarsi che non era solo? Nonostante la sua
natura sentiva un forte sentimento di amicizia verso coloro che si
trovavano al di là degli alti battenti e qualcosa di
più per un pazzo Nessuno dai capelli rossi. Sorrise.
Il numero XIII si alzò barcollante e si mise di fronte a
quella che, un tempo, era stata l’ultima serratura, mentre le
due chiavi comparivano nelle sue mani, rompendo il sigillo che bloccava
la porta.
***
Provarono e riprovarono, ma l’entrata al Grande Salone non
accennava ad aprirsi.
-E’ sigillata.- dedusse Zexion dopo l’ennesimo
attacco andato a vuoto del numero VIII.
-E come facciamo a…-
Demyx s’interruppe a causa di un improvviso urlo colmo di
disperazione.
Strinse le dita sul cerchio, mentre una sensazione di impotenza si
faceva largo in lui.
Gridò il suo nome e si abbatté nuovamente sulla
grande porta che aveva di fronte e che lo separava dal ragazzo
più importante della sua non-esistenza. Tuttavia, come nei
precedenti tentativi, l’arma fu sbalzata indietro, ma il
rosso non si arrese e caricò il braccio
all’indietro per lanciare un’ulteriore offensiva.
-Fermati Axel!- intervenne il numero IX, afferrandogli il braccio. -Se
continuiamo così non arriveremo da nessuna parte!-
-Sono d’accordo.- aggiunse il Nessuno col ciuffo,
impedendogli di replicare. -Inoltre…- riprese.
-…c’è la possibilità che
Roxas, sentendo i colpi, si senta sottopressione e che, di conseguenza,
non ci apra.-
-E allora cosa facciamo? Restiamo qui a fissare la porta come dei
babbei?! Non ci sto!- ribatté l’altro.
Evocò il secondo disco e si preparò a lanciarli
entrambi, quando l’entrata s’illuminò
segno che il sigillo imposto era stato rimosso.
Lentamente, senza produrre suono, l'alta soglia
s’aprì, permettendo ai tre di oltrepassarla.
Senza abbassare la guardia mossero i primi passi all’interno
dell’immensa sala e si guardarono attorno con fare curioso.
Le fiamme azzurre dei braceri scoppiettavano al ritmo di una sinuosa
danza crepitante, illuminando quell’ambiente altrimenti cupo
e buio. La soffice moquette attutiva il rumore della camminata,
finché giunsero al bivio di scale e scelsero la rampa
sinistra. Gradino dopo gradino arrivarono in cima,
sull’altare dell’ultima serratura ai cui piedi,
sedeva la Chiave del Destino.
Con cautela e senza fretta si avvicinarono al compagno che fissava un
punto indefinito davanti a sé.
-Ehi Roxas…- lo chiamò il Soffio di Fiamme
Danzanti, accovacciandosi accanto a lui. -Cosa sei venuto a fare qui
dentro? Ci hai fatti preoccupare con quel sigillo alla porta sai?-
-Era per non fare entrare gli Heartless, non voglio che entrino di
nuovo qua dentro.-
-Perché non vuoi?- domandò il Notturno Melodico.
-Perché è qui che sono nato e perché
qui la mia memoria sembra funzionare come deve.-
-Cos’hai ricordato?- chiese il Burattinaio Mascherato,
incrociando le braccia al petto.
-Durante la missione individuale ho ricordato come sono nato e
perché, mentre oggi ho visto cose che non sapevo di aver
vissuto.- spiegò il giovane.
-Visto?- domandò l’altro.
-Sì. I ricordi mi scorrevano davanti agli occhi come un
film, come se li stessi guardando dall’esterno e non in prima
persona.-
-Te la senti di raccontarci ciò che hai visto?-
Quando voltò il capo, Roxas s’immerse nella
profondità dell’occhio grigio-blu del suo
compagno: un infinito cielo offuscato, che gli trasmise sicurezza e
fiducia.
Deglutì a fatica e si alzò per allontanarsi di
qualche passo dagli amici.
-Mani.- mormorò.
-Hai visto delle mani?- domandò perplesso Demyx.
-Sì. Due mani che mi scorrevano sul corpo con la fame di una
belva…-
Zexion inarcò un sopracciglio quando notò il
tremore che aveva iniziato a scuotere le spalle del più
giovane e il tono incrinato che andava a prendere possesso della sua
voce.
-Che ci sia di più?- pensò. -Roxas…
non è solo questo vero?-
Il biondino sgranò gli occhi, rimanendo però a
fissare il cunicolo di ghiaccio che avrebbe dovuto ospitare la settima
principessa, il quale si ergeva fiero di fronte all’ingresso
dell’ultima serratura.
-E’ così?- insisté il sesto fondatore.
Annuì con un cenno tremante. -Io… non ho
potuto… far altro che subire…-
-Ma cosa state dicendo?- chiese il rosso allarmato, mentre
un’infida e tremenda idea andava a formarsi nella sua mente.
-Mi vergogno di me stesso…- sussurrò il numero
XIII, tornando a stringere con forza le sue esili braccia, avvolte dal
soprabito, mentre le immagini di cui era protagonista e spettatore allo
stesso tempo riprendevano a scorrergli davanti, senza dargli tregua.
Il Nessuno dalla chioma di fuoco riconobbe quelle parole e le sue iridi
si allargarono a dismisura, riducendo la pupilla a un minuscolo puntino
lasciato alla deriva in un oceano color smeraldo.
Un silenzio innaturale scese fra i quattro presenti nella grande e
vuota sala.
Il Burattinaio Mascherato chiuse gli occhi, quando incrociò
lo sguardo del Notturno Melodico, che chiedeva risposte e saettava
dall’amante all’amico, notando come in
quest’ultimo stesse crescendo la forte e indomabile fiamma
dell’ira.
-Chi?! Dimmi chi è stato Roxas!- urlò il Soffio
di Fiamme Danzanti, riducendo la quiete a un cumulo di frammenti.
-E’ stato quel guerriero?!-
La Chiave del Destino scosse la testa in segno di diniego.
-Chi allora?!- gridò ancora, sferzando l’aria con
il braccio.
-Non… non lo so…- rispose il biondo. -Il suo viso
è avvolto nel buio…- disse, portando la sua
attenzione al suolo. -…però…- riprese
dopo una manciata d’istanti. -…ricordo un
soprabito nero…-
***
Un mefistofelico ghigno di soddisfazione, pari a quello di un predatore
che pregusta il momento in cui la preda sarà tra le sue
grinfie, attraversava il volto del Freddo Accademico, che con passi
lenti e misurati percorreva l’area del suo laboratorio, perso
in riflessioni sui risultati ottenuti con gli esperimenti sulla Chiave
del Destino.
-Ormai non ho più problemi di alcun genere a controllare la
sua mente e la sua volontà, sono quasi sicuro di riuscire a
mantenere il contatto anche oltre una barriera potente come quella di
Sephiroth…-
Si fermò, portandosi la mano destra al mento, in segno di
concentrazione.
-Bisognerebbe provare…-
Un nuovo e sadico sorriso allungò le pallide e sottili
labbra del numero IV. -E non ci saranno intoppi di alcun tipo se
riuscirò a mantenere la sua volontà annullata.-
Con calma andò a sedersi alla comoda poltrona dietro alla
grande scrivania in mogano, estraendo alcune carte da un cassetto
sottostante il piano.
-L’unico problema è riuscire a
trovarlo… O meglio, farsi trovare, visto e considerato che
non è possibile sentirne la presenza…- dedusse,
leggendo velocemente le informazioni che era riuscito a raccogliere sul
guerriero dall’ala nera e sul suo passato.
-Anche se ha affermato di voler avere Roxas, potrebbe non presentarsi
per troppo tempo e io ho bisogno di lui adesso.-
Un moderato e fastidioso bussare interruppe i suoi pensieri.
-Sono Saix.- rispose atona, la voce del numero VII.
-Cosa vorrà ora?- pensò con aria seccata. -Entra
pure.-
Il ragazzo dalla chioma blu oltrepassò l’uscio e
senza emettere suono si portò di fronte alla scrivania del
collega, puntando uno sguardo inespressivo sul serio volto circondato
da lunghe ciocche biondo cenere.
-A cosa devo la tua visita?- domandò con falsa
curiosità.
-Xemnas mi ha comunicato la meta della missione, mi ha incaricato di
venire a riferirtela.- spiegò.
-E quale sarebbe?- chiese questa volta con non poco ma celato,
disinteresse, che si tramutò in sorpresa e una parvenza di
esultanza, quando udì il nome del mondo in cui si sarebbero
diretti.
-Grazie per avermelo detto Saix, ora puoi andare.-
Il Mago che Danza sulla Luna annuì e dopo un accennato
inchino se ne andò senza proferire verbo.
Si sistemò meglio sulla poltrona, in una posizione quasi
sdraiata, e con la mano sinistra sollevò il piccolo
contenitore in cui brillava il denso liquido scarlatto.
-Caro il mio Roxas, pare che presto faremo un nuovo ed interessante
esperimento.- disse ad alta voce, prima di scoppiare in una sonora
risata, che ebbe il potere di gelare le pareti di quel già
freddo ambiente.
***
Con la violenza di uno schiaffo imprevisto, quella rivelazione scosse i
tre al punto tale da lasciarli basiti e increduli.
Un componente dell’Organizzazione voleva far suo il numero
XIII per uno scopo a loro sconosciuto.
-Possibile che sia stato uno di noi?- ebbe la forza di chiedere il
biondo padrone dell’acqua, ormai conscio della situazione in
cui era coinvolto il compagno.
-Non so cosa pensare…- affermò il Senza Cuore dai
capelli grigio-azzurri, incrociando le braccia. -Se non chi, ma
soprattutto perché stia facendo tutto questo.-
-Chiunque sia ha firmato la sua condanna.- sentenziò il
numero VIII, stringendo il pugno destro con tanta forza da far
frusciare la pelle del guanto. -Lo farò bruciare
finché di lui non rimarrà nemmeno il ricordo.-
Abbassò la mano, avvicinandosi al biondino che lo fissava
rapito dalle sue parole.
-Te lo prometto Roxas, chiunque sia la pagherà, dovesse
trattarsi di Xemnas stesso.- asserì, avvolgendo il
più piccolo in un caldo e confortante abbraccio.
Il giovane dai capelli color del grano si lasciò cullare da
quella stretta, di cui non avrebbe più potuto fare a meno,
come se fosse la linfa che tiene in vita una pianta ormai sulla via per
appassire, sotto la furia delle intemperie che la travolgono di
continuo.
-In ogni caso…- riprese Zexion, attirando
l’attenzione su di sé. -E’ meglio
rientrare, Roxas ha bisogno di riposo e credo sia meglio che da oggi
eviti di restare solo. Suppongo che anche tu Roxas sia
d’accordo con me.-
Il ragazzino dalle iridi celesti annuì, senza
però staccarsi dal corpo del compagno.
-Faremo i turni e staremo con lui, nel frattempo, io
cercherò di scoprire il più possibile prima che
parta per la missione a tre.-
-Io sono d’accordo.- affermò il numero IX.
-Sì, anch’io.- aggiunse Axel, posando poi lo
sguardo sul biondino. -Torniamo a casa Roxy?-
Il keyblader annuì, interrompendo il contatto, per
incamminarsi verso l’uscita della vasta e silenziosa sala.
-Dove vai?- domandò Demyx.
-Non possiamo usare i varchi, devo prima sigillare questa stanza. E
solo lui potrà aprirla, oltre a me.- rispose, senza frenare
la sua avanzata e senza voltarsi indietro.
-Sarà meglio seguirlo se non vogliamo che ci chiuda dentro.-
fece il numero VI, cominciando a scendere le scale, imitato a breve dai
due compagni.
Nuovamente l’alta porta di pesante legno scuro fu sigillata
con due raggi luminosi e uno scatto secco, tipico delle serrature.
Le due armi scomparvero dalla presa del loro custode, che rimase a
fissare l’entrata del Grande Salone perso nella
riorganizzazione degli eventi di quella breve ma intensa giornata.
-E così, sono diventato uno strumento… Mi chiedo
a quale scopo… Dopotutto, Kingdom Hearts è sempre
più vicino al completamento, quindi perché?-
Questi e altri pensieri, simili tra loro, riempivano la mente della
Chiave del Destino.
-Roxas, andiamo!- chiamò il biondo dagli occhi verdi,
entrando nel varco oscuro per fare ritorno alla loro fortezza in bilico
tra l’Oscurità e la Luce.
Spero vi sia piaciuto
nonostante non accada nulla di sconvolgente, ma non temete! Nei
prossimi capitoli accadrà di tutto e di più,
quindi aspettatevi l'impensabile! XD
See ya!
L'angolino dedicato a voi u.u
Xemnas89:
Sono contenta che tutti i capitoli precedenti ti siano piaciuti ^^ E
spero che tu riesca a vincere te stessa per leggere anche questo ^^ A
presto!
soral:
Gemellina, stai tranquilla che ormai non aggiorno più tanto
in fretta come prima ^^ Ora trovi i miei capitoli nei week end e stai
tranquilla che sono sempre qui, nessuno se li porta via XD
Eggià, Roxas è fuggito, ma lo hanno trovato e
Axel lo ha coccolato tutto u.u Spero che il capitolo soddisfi la tua
curiosità ^^ Byeee!!! <3
LightRoxas:
Mi spiace, non ho link di video di quel tipo XD Ma davvero mi hai
inserita in un tuo tema?! Sono onorata *v* Grazie mille per avermi dato
il ruolo di maestra dell'arte cavalleresca, è sempre stato
uno dei miei argomenti preferiti *v* Poi fammi sapere com'è
andato!!! Tornando alla recensione... Roxas non stava facendo cose
sconce u.u quell'angioletto non le fa certe cose... *il Banditore le
riporge il copione che gli era finito in testa* ehm... sì,
ma sono dettagli... per ora u.u Alla prossima! XD
LittleKairi14:
Chiariamo subito i tuoi dubbi ^^ Roxas è fuggito
perché ha ricordato qualcosa di ciò che gli
è stato fatto, ma credo che con questo capitolo ti sia
più chiaro ^^ invece, Axel si riferiva a Sephiroth col suo
discorso mentale, perché di Vexen ancora non sa niente.
Spero che anche questo chap ti sia piaciuto ^^ Il Banditore accetta i
tuoi bacini, ma non viziarmelo troppo nè u.u Ciauuuu!!!
RikaSuzumiya:
Una nuova lettrice!!! *esplode* Benvenuta in famiglia!!!! *v* Vedo che
le mie idee sui maniaci ti sono piaciute, grazie grazie ^^ E mi fa
piacerissimo (ma esiste come parola? NdBanditore fatti gli affaracci
tuoi tu <.< NdFly) che la fic ti interessi
così tanto!! ^^ *ri-esplode* Spero che questo chappolo non
abbia deluso le tue aspettative, fammi sapere cosa ne pensi!!!! Ciu
Ciu!!!!
Ed ecco gli ultimi
ringraziamenti della giornata, ultimi, ma non per questo meno
importanti u.u *il Banditore suona la sua trombettina* Se non la
finisci te la faccio ingoiare <.< *l'omino fugge* Alla
buon ora! Ma torniamo a noi u.u Ringrazio tantissimissimo con un
bacione e una spupashata vul95
per aver messo la fic tra le preferite e tra le seguite e Giulia__chan *si
spupasha per benino anche lei* per averla messa tra le sue fic seguite
^^ Ovviamente ringrazio anche tutti quelli che leggono soltanto! Vi
adoVo tutti sempre di più *-* Anche qui ripeto l'avviso che
ho lasciato nell'altra long-fic: ho aggiornato la fic "The only
difference" con la seconda e ultima parte, fatemi sapere cosa ne
pensate ok? ^^ Al prossimo week end! *sparisce in una nuvola di fumo*
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 24: Sospetti ***
chap 24 x efp
*arriva sfrecciando su
un carrello
della spesa con dentro il Banditore* Wiiiiiiii!!!! Vai Banditore tira
il freno!! *l'omino la guarda con una faccia preda del terrore* Ma non
abbiamo il freno! NdBanditore Come sarebbe a dire che non
abbiamo
il freno?! °-° Abbandonare la nave!!! *si getta a terra
abbandonando il carrello imitata dal Banditore, mentre il mezzo si
schianta contro il primo muro che trova* Dobbiamo rifarlo Banditore!!!
XD Ma ora passiamo alla presentazione del capitolo... Ciao a tutti
lettori e lettrici!! L'ultima volta Zexion, Demyx e Axel hanno scoperto
che un membro della loro Organizzazione vuole ottenere i poteri (e non
solo) di Roxas per scopi a loro ignoti. Cosa faranno? Leggete e
scoprite!!! Buona lettura!!!
ps: a fine capitolo ci saranno le risposte alla fic "The only
difference"
Capitolo 24: Sospetti
Una calma melodia riempiva il silenzio che si aggirava come un
viandante stanco tra le pareti immacolate, ma si fermò
all’improvviso e il musicista si mise, con aria pensante, a
sistemare le corde dello strumento.
-Dimmi Roxas…- esordì il Notturno Melodico,
smettendo di accordare il Sitar.
-Sì?- fece in risposta lui, posando il vasetto di coccio sul
comodino, rimirando con sguardo orgoglioso quella piantina pronta a
mostrargli il suo primo bocciolo, ancora racchiuso in un morbido
involucro smeraldino.
-Quando hai sigillato la porta del salone, hai detto che solo tu e lui
potrete riaprirla… Ma chi è lui?-
Quella domanda attirò l’attenzione di un paio
d’occhi grigio-blu, che si concentrarono sulle mosse del
compagno
più giovane, abbandonando il libro tenuto in grembo dal loro
padrone. Zexion ovviamente conosceva l’identità
del
misterioso “lui”, ma era interessato a sentire
cos’avrebbe risposto il numero XIII. Interessato,
poiché
non si sentiva in grado di parlare di vera e propria
curiosità.
Il Nessuno dai capelli biondo grano si spostò verso la
finestra
e guardò un punto imprecisato del giardino, poggiando una
mano
inguantata di nero sul vetro.
-Lui… è Sora. Il custode del keyblade, il mio
originale… il possessore di quel cuore tanto forte da
resistere
alle tenebre, anche dopo avermi generato.-
L’iride nascosta dal lungo ciuffo grigio-azzurro si
spalancò per la sorpresa e
l’incredulità.
-Come fa a sapere che…?- domandò alla sua mente,
prima di
ripetere il suo quesito al diretto interessato. -Roxas come fai a
essere sicuro che il custode sia sopravvissuto?-
-L’ho visto.- rispose. -Quando ho ricordato la mia nascita,
ho
ricordato anche il momento in cui Sora, guidato dalla luce di un altro
cuore, ha riconquistato il suo, prima che si perdesse
nell’Oscurità. Ero ancora con lui quando
è
successo…-
-Ho capito.- disse immediatamente, bloccando un’ulteriore
domanda
del numero IX e facendogli cenno che ne avrebbero parlato in seguito.
Un pacato bussare destò i due amanti, mentre nessuna
reazione
scaturì dalla Chiave del Destino che diede un atono permesso
di
entrare al nuovo venuto.
L’uscio si aprì, rivelando la muta figura del
Freddo Accademico, che entrò chiudendosi la porta alle
spalle.
-Buongiorno numero IV.- salutò immediatamente il
proprietario della stanza, imitato dai due colleghi presenti.
-Scendi nel mio studio appena ti è possibile. Devo vedere in
che
condizioni sono le tue ferite e parlarti della missione che ci
è
stata assegnata.- affermò duro, prima di sparire in un varco
senza attendere risposta.
-Immagino che dovrò andarci subito…-
rifletté il biondino ad alta voce.
-Roxas vuoi che veniamo con te?- chiese il numero IX, avvicinandosi
all’amico.
-Sarebbe inutile credo… Vexen non vi lascerebbe entrare.-
fece,
però notare l’altro. -Non preoccuparti Dem, non
penso che
ci vorrà più di mezz’ora. Voi state
pure quanto
volete, a più tardi!-
Accompagnando le sue parole con un dolce e sincero sorriso, il numero
XIII attraversò un passaggio fatto di tenebre e scomparve
alla
vista dei due.
Il seme del sospetto germogliò nella mente del Burattinaio
Mascherato, un pensiero tanto assurdo quanto possibile alla luce degli
ultimi avvenimenti e in esso, il fondatore dalle gelide iridi verdi era
una presenza certa.
-Zexion?-
La timida voce dell’amante arrestò il flusso dei
suoi pensieri, richiamando la sua attenzione. -Cosa?-
-Roxas ha detto che il cuore che l’ha generato non
è
caduto nell’Oscurità…-
iniziò. -Ma se
è così, lui come farà…?-
Il Nessuno dai capelli grigio-azzurri si voltò, alzandosi
dalla
sedia per avvicinarsi alla finestra e posare lo sguardo del suo occhio
scoperto sulla bianca e splendente luna a forma di cuore.
-Probabilmente, solo Kingdom Hearts potrà aiutarlo ad avere
un
cuore, ma dubito che sarà lo stesso che l’ha
generato…- ammise grave.
***
Uscì dal varco e la fredda porta metallica del laboratorio
del numero IV si aprì quasi immediatamente.
Si era dimostrato sicuro davanti ai due compagni, ma la
realtà
era ben altra: la sola idea di entrare in quella stanza gli scatenava
l’istinto opposto della fuga.
Combattendo contro se stesso, entrò e come sempre
l’uscio
si richiuse alle sue spalle, facendolo sentire in trappola.
-Vieni Roxas.- lo chiamò il collega dalla stanza attigua.
Con passi lenti attraversò la porta alla sua sinistra e
trovò il proprietario intento a sistemare alcuni medicinali
all’interno della vetrina, posta sopra la scrivania.
Senza attendere oltre, si spogliò del soprabito e della
maglia
nera che portava sotto, dopodiché di sedette sul lettino,
restando in silenzio.
Vexen si avvicinò e con mano esperta iniziò a
disfare il
bendaggio. -Senti dolore?- chiese all’improvviso, tastando
con
mano esperta il suo torace, ora libero dalle fasciature.
-No.-
-Bene, allora sei completamente a posto…- rispose con tono
neutro il SEnza Cuore più anziano, rialzandosi in piedi.
-Puoi
rivestirti, intanto parliamo della missione.-
Il giovane annuì. -E’ stato cambiato qualcosa?-
-Sì, è stata anticipata a domani.-
-Come mai?- domandò Roxas sorpreso.
-Perché i guerrieri di quel luogo potrebbero distruggere
troppi
Heartless prima del nostro arrivo e questo sarebbe un problema per i
nostri scopi.-
-Capisco. La partenza quindi sarà domani mattina?-
-Subito dopo colazione.-
-Dovete dirmi altro?- chiese, sistemandosi il cappuccio del soprabito.
-No, puoi andare. A domani.-
-A domani numero IV.-
S’inchinò e uscì, consapevole dello
sguardo dell’altro sulla propria schiena.
Quando la porta fu chiusa, il Freddo Accademico tornò nello
studio e andò a sedersi dietro alla scrivania, posando i
gomiti
su di essa e appoggiando il volto sulle mani.
-Cominciano a tenerti d’occhio piccolo Roxas…-
pensò con stizza. -Il tempo stringe… ma nessuno
m’impedirà di fare la nostra grande
prova…-
aggiunse con un ghigno di sicurezza.
***
Girò il viso ad osservare lo strato metallico con inciso il
numero IV con inchiostro nero e una spontanea nota di
perplessità nacque tra i suoi pensieri.
-Perché ho l’impressione di aver fatto troppo in
fretta?-
chiese a se stesso, prima di attraversare un varco nero come la pece.
Arrivò nella sua stanza, attirando gli sguardi preoccupati
dei
due compagni, che si rilassarono quando videro il suo sorriso.
-Com’è andata?- domandò comunque il
numero IX.
Con poche parole, la Chiave del Destino raccontò del breve
dialogo avuto con il membro fondatore, lasciando da riflettere al
numero VI, che si portò una mano al mento.
Gli sembrava più che mai strana la decisione di anticipare
la
missione, viste le condizioni in cui versava il Nessuno più
giovane, ma soprattutto lo impensieriva il fatto che Roxas non fosse a
conoscenza del luogo in cui si sarebbe svolta la missione del giorno
seguente.
-Come mai non hai chiesto il nome del mondo in cui andrai per la
missione?- chiese infatti.
-Perché penso che saperlo o no non mi avrebbe cambiato le
cose
più di tanto, considerando che non ho mai visto altri mondi
oltre a questo e a quelli delle mie missioni precedenti.-
spiegò.
-In effetti non hai tutti i torti, però Vexen avrebbe dovuto
riferirtelo. Se non lui, Saix…-
-Ne so quanto te…-
-Se avesse ricevuto un ordine da Xemnas, Saix sarebbe andato subito da
Roxas per riferirgli il tutto. Perciò sono due le cose:
Vexen
doveva dirlo ad entrambi, ma non l’ha fatto, oppure Saix
doveva
parlare solo con Vexen.- pensò il Burattinaio Mascherato,
fissando il vuoto.
-Sentite…- intervenne il musicista, interrompendo quel
dialogo
ormai fatto di silenzi. -Che ne dite se continuiamo in giardino? Io non
ce la faccio più a star chiuso qui dentro!-
esclamò.
-Roxas te la senti di uscire un po’?- domandò al
compagno
con una leggera nota di supplica nella voce.
-Va bene.- sorrise l’altro, avvicinandosi al comodino per
prendere la piantina tra le mani. -La porto con me, così
prende
un po’ d’aria.-
-Vieni anche tu Zexion?-
-Vi raggiungo dopo, passo nella mia stanza a lasciare questo
libro…- disse, facendo comparire nella sua mano sinistra il
volume che stava leggendo poco prima.
-A dopo allora!- rispose l’altro, lasciando un casto bacio
sulle
labbra dell’amante, dopodiché aprì un
passaggio e
vi si fiondò seguito dal numero XIII, che salutò
il
compagno prima di svanire.
A sua volta, il giovane dagli occhi grigio-blu creò un varco
più nero della notte stessa e lo attraversò per
ritrovarsi di fronte ad una candida porta su cui era inciso il numero
VII.
Diede un solo, leggero, colpo al legno dell’uscio con il
dorso
della mano e in pochi istanti il padrone della stanza andò
ad
aprirgli di persona, facendosi poi da parte per lasciarlo passare.
L’iride non coperta dal ciuffo diede un rapido ma attento
sguardo
all’intera camera, osservando quanto fosse cambiata
dall’ultima volta che vi era entrato.
Il letto era avvolto in stoffe tinte di un caldo color vino, che
risaltava anche al centro del bianco pavimento nel grande tappeto di
forma circolare, ma era più tenue sulle leggere tende
semi-trasparenti che cadevano sulla finestra come l’acqua di
una
cascata.
Sullo scrittoio in legno scuro facevano bella mostra di sé
alcuni fogli da disegno, accompagnati da un paio di carboncini.
Alzò un sopracciglio dallo stupore. -Non sapevo ti fossi
dato al disegno.-
-Ho iniziato da poco.- rispose distaccato il Nessuno dagli occhi
dorati, mentre con calma riponeva al loro posto gli oggetti che avevano
risvegliato tanta curiosità. -A cosa devo questa visita?-
-Dovrai essere i miei occhi e le mie orecchie nella missione che ti
è stata assegnata. Al tuo ritorno voglio sapere se hai
notato
qualche strano comportamento in Roxas e se ne hai trovato la causa.-
spiegò Zexion, dirigendosi verso la portafinestra.
-C’è qualche problema?- chiese.
-Qualcuno sta cercando di impadronirsi della forza di Roxas, ma ancora
non so perché.-
-E sai chi…?-
-Ho dei sospetti, ma voglio sentire la tua opinione prima di andare a
riferirli a Xemnas. Le accuse da muovere sono gravi, più di
quanto pensi.
Tu hai già combattuto con Roxas e vi siete anche allenati
insieme, quindi sarai in grado di notare delle anomalie nel suo modo di
agire, se dovessero esserci.- disse serio. -So che di te posso fidarmi,
quindi ti affido questo compito.-
-Farò ciò che mi chiedi.-
-Grazie Saix, ma mi raccomando. Stai attento e tieniti pronto a tutto,
anche alla fuga se necessario.-
-E’ così grave la situazione?- domandò
con una nota
di preoccupazione nella voce. -E’ la prima volta che mi
accenni
alla possibilità di fuggire.-
-Se i miei sospetti sono fondati, un traditore si aggira nel castello,
fingendosi ancora nostro alleato, ma non so fino a quando
durerà… e purtroppo non ho ancora le prove per
affermare
con sicurezza ciò che penso, soprattutto vista la mia
posizione.- sentenziò, voltandosi verso il collega e
puntandogli
contro lo sguardo furente di quell’iride nascosta dal lungo
ciuffo grigio-azzurro. -Te lo ripeto: se non puoi fare altro, fuggi e
vieni immediatamente da me, dove sarai al sicuro da quella mano che sta
cercando di ottenere troppo.-
***
Sdraiato di schiena all’ombra degli spioventi rami del
salice,
colmi di foglie simili a lacrime prive di qualsivoglia sentimento, la
Chiave del Destino ascoltava in silenzio la tranquilla e placida
melodia prodotta dal sicuro movimento delle dita del suo compagno sulle
corde dello strumento.
Schiuse gli occhi e si voltò verso la propria destra.
Si riempì la vista con l’immagine di quella
fragile, ma al
tempo stesso forte piantina, che era stata capace di lottare contro la
terra che la racchiudeva per uscire e mostrarsi al mondo nella sua vera
forma.
Girò nuovamente la testa e posò lo sguardo sulla
grande e
luminosa luna che gettava i propri raggi su quel mondo alla deriva sul
confine tra Luce e Oscurità, domandandosi come avrebbe fatto
ad
ottenere un cuore, se il suo era già al suo legittimo posto.
C’era la possibilità di ottenere un cuore nuovo,
ma sarebbe rimasto lo stesso?
-E se la mia unica scelta fosse di riunirmi a Sora?- pensò
cupo. -Dovrò lasciare Axel per sempre…-
Avvertì gli angoli degli occhi pungere, mentre rivolgeva
un’ultima domanda a quel cuore splendente che avrebbe deciso
il
destino della sua stessa chiave.
-Cosa ne sarà di me, una volta che avrò esaurito
il mio compito?-
Capitolo di passaggio e
un pò noioso, mi spiace
ç.ç Le cose cominciano a muoversi e Zexion inizia
ad
avere i suoi sospetti. Cosa succederà nella missione a tre?
E
Axel, che fine ha fatto? Ovviamente io lo so XD Ma non temete, il
Nessuno dai capelli rossi tornerà nel prossimo capitolo con
nuove e sorprendenti informazioni! Alla prossima!
See ya!!!
L'angolino dedicato a voi u.u
RikaSuzumiya:
Roxas è solo di Axel... forse in altre fic XD In questo
capitolo è rimasto tranquillo però, visto? u.u E
così segui anche lo sclero? Un'altra coraggiosa XD Grazie
per i complimenti <3 Fammi sapere cosa pensi di questo chap eh
u.u ciauuuu!!!!
LightRoxas:
Questo tizio che ti odia è un tipo curioso, un pò
come il mio Banditore XD Però non ho capito
°-° già ti immagini la fine di chi o cosa?
°-° spiegami ti prego XD Spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto ^^ Alla prossima!!!
soral: Eh
sì gemellina, Axel è dolce come un barattolo di
miele u.u Mi spiace, ma il mondo previsto non è la Fortezza
Oscura u.u Non è mai apparso in KH, diciamo che... mm...
alcuni personaggi apparsi in KH lo conoscono molto bene u.u Ho
già detto troppo XD Saix non si trasformerà in
super sayan X°°D te l'assicuro! XD Anche lui
ahimè... *patpatizza Saix* Spero che questo chap ti sia
piaciuto anche se non c'è Axel! Ciao gemellina!! <3
infiammabile:
Rieccoti ^^ non preoccuparti se non riesci a commentare sempre,
l'importante è che ti piacciono e che torni ogni tanto a
farmelo sapere XD I vostri commenti sono il mio carburante u.u Fammi
sapere cosa pensi di questo se riesci! ^^ Byeeee!!!!
Dunque, dunque...
continuo a stupirmi di quanto piaccia 'sta fic XD Oggi ringraziamo con
un bacione grande grnade monia94
per aver messo la fic tra le preferite ^^ e con un abbraccio enorme Dubhe4e e Kirye per averla
messa tra le seguite! Inoltre, ringrazio come sempre tutti voi che
leggete soltanto! Vi adoVo tutti XD Ma ora si cambia scenario... *si
gira verso l'omino con la trombettina* Ehi Banditore! Porta qua l'altra
scenografia! Quella per le occasioni!! Sì, quella! Bravo!
*il Banditore porta il nuovo scenario*
Risposte alla fic "The
only difference"
LightRoxas:
Non sei l'unico ad avermi detto questa frase: "Esci da quel corpo
demone!" XD Non sai quanti sono crollati sulle mie scene yaoi u.u Mieto
vittime ad ogni riga XD Qualcuno però era uscito
dall'ordinario e mi aveva dato della strega XD Ma passiamo a cose
serie... Ovviamente almeno un centinaio di ragazze avrebbero voluto
essere al posto di Riku o Sora, io per prima al posto del brunetto
perché Riku is mine u.u E il fatto che Kairi è
un'oca giuliva è risaputo XD Pensavo di essere l'unica a
chiamarla così invece no XD Grazie per commento ^^ Sono
contenta che la fic ti sia piaciuta e grazie per averla messa tra le
preferite ^^
soral:
Gemellina mia!!! <3 Grazie del commento e sono felice che ti sia
piaciuta la fic ^^ Come faranno a dirlo a Kairi... mah... potrei farci
una fic comica e lo scopriremo XD Ora, non sto lì a cambiare
ancora scenografia, ma grazie anche per i commenti che mi hai lasciato
alle fic "Sfioritura"
e "Don't go away".
Mi sono commossa quando li ho visti ç.ç qualcuno
che le commenta e le apprezza c'è ancora
ç.ç *spupasha* grazie gemellina ti lovvo!!!!
<3
Detto questo mi eclisso
XD Al prossimo week end!! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo,
mentre il Banditore cade in una botola*
|
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Capitolo 25 *** Capitolo 25: Per amarti... ***
*compare da una nuvola
di fumo insieme al Banditore* Si può sapere cosa ci fai
nella mia nuvola?! Non t'azzardare mai più altrimenti ti
raso a zero e sai benissimo che ho il potere di farlo u.u *quello trema
e annuisce* Bravo u.u Buon giorno miei carissimi lettori e mie
carissime lettrici!! ^^ Oggi sono entrata in scena in modo tranquillo,
ma la prossima volta si riprova con gli sport estremi XD *il Banditore
trema* Ma veniamo a noi... *si fa passare il copione* Giusto! Ci stiamo
lentamente avviando verso il penultimo atto della fic e avevamo
lasciato Roxas a tristi pensieri sul suo futuro senza Axel a
consolarlo... non come pensate tutti, ma chissà... u.u In
questo capitolo scopriremo che fine ha fatto il Nessuno dai capelli
rossi e tantissime novità! Buona lettura!!!
ps: a fondo pagina le
risposte ai commenti per la fic "Born to be wild"
Capitolo 25: Per
amarti…
Seguendo la scia della sua presenza, uscì finalmente dal
varco oscuro e si beò la vista con l’immagine che
si ritrovò a fissare.
Sdraiato su un fianco e con un braccio attorno al vasetto di coccio, la
Chiave del Destino dormiva un sonno tranquillo e rilassato,
probabilmente generato dalla posizione e dalle calme note emesse dal
Sitar del numero IX.
Si avvicinò, muovendosi silenzioso come un felino durante la
caccia, ma non riuscì a ingannare l’udito fine del
suo biondo amico, che smise di suonare e si voltò con un
sorriso.
-Ciao Axel! Sei tornato presto!- esclamò, osservando il
rosso, accovacciarsi tra lui e il dormiente.
-Ciao Dem, ho fatto presto perché non ho dovuto girare
molto…- rispose cupo.
-Non hai trovato niente?-
-Solo un qualcosa di simile a un’informazione, ma non
è nemmeno certa…- sospirò il numero
VIII. -Dov’è Zexion?-
-E’ andato a lasciare un libro in camera, ma è
strano che non sia ancora arrivato…-
-Non preoccuparti…- riprese Axel, sospettando i possibili
movimenti del numero VI. -Magari sta parlando con qualcuno…-
Non terminò la frase, che un attutito rumore di passi li
fece voltare entrambi verso l’entrata del giardino e videro
il Burattinaio Mascherato avvicinarsi.
-Eccomi. Mi aspettavate?-
-Già!- rispose il Notturno Melodico. -Si può
sapere dov’eri finito?-
-Sono passato a fare due chiacchiere con Saix, pare che avesse
l’ordine di riferire la meta della missione solamente a
Vexen, poi credo che fosse a discrezione sua comunicarla a Roxas o
meno…- spiegò, sedendosi accanto
all’amante.
-Ma di che state parlando?- domandò confuso il Soffio di
Fiamme Danzanti.
-Poco meno di un’ora fa, Vexen ha chiamato Roxas nel suo
laboratorio per dirgli che la missione a tre è stata
anticipata a domani.- chiarì il Nessuno col ciuffo.
-Ma stiamo scherzando?!- esplose il rosso. -Roxas è ancora
convalescente!-
-Abbassa la voce!- lo rimproverò l’amico dagli
occhi acquamarina. -Altrimenti lo svegli.-
Axel si morse la lingua e si voltò a guardare il numero
XIII, che nonostante il suo urlo continuava imperterrito la sua placida
dormita.
-Vexen ha assicurato la sua completa guarigione.- riprese Zexion.
-Quindi problemi di questo tipo non ci devono impensierire e poi credo
che il nostro amico stia recuperando parecchie energie perdute con
questa sua pennichella.- osservò con un sorriso. -Ma
torniamo al motivo principale della tua escursione alla Fortezza
Oscura, cos’hai scoperto?-
-Non molto…- sospirò il Senza Cuore dagli occhi
smeraldini. -Ogni volta che lo nominavo la gente scappava preda della
paura urlandomi contro che “l’angelo della morte
verrà a punirmi”, oppure mi ridevano in faccia
dandomi del pazzo perché stavo cercando informazioni su
qualcosa che non esiste… proprio a me che sono un Nessuno
poi...- concluse con sarcasmo.
-Niente di concreto quindi…- sospirò il
fondatore, ignorando il commento del compagno.
-Quello che ti ho detto finora no, ma…-
-Ma?- dissero in coro gli altri due, incitandolo a proseguire.
-Ma alla fine, ho trovato qualcosa.- ghignò. -Stavo girando
senza meta, gustandomi un ghiacciolo, quando sono incappato in una
coppia che stava litigando.-
-Ti sei fermato ad ascoltare un litigio tra fidanzati?- fece il biondo,
in preda allo sconcerto. -Axel! Non si fanno queste cose!-
-Ma lasciami finire!- replicò l’altro seccato. -In
ogni caso non mi sono sembrati fidanzati neanche un
po’… Lui troppo tenebroso e strano conciato in
quella maniera, pensate aveva una manica corta e una lunga e un
cappotto a metà, mentre lei sembrava una di quelle ragazze
da far sante, vestita di rosa con gli occhi grandi e i capelli legati
in una treccia…- s’interruppe davanti ai volti
delusi dei due amici. -Comunque, parlavano del nostro fantomatico
“angelo della morte” e da quello che sono riuscito
a sentire sembra che il biondo tenebroso sia sulle sue tracce, ma la
ragazza non era molto d’accordo. Da quello che ho capito pare
che provengano tutti e tre dallo stesso mondo, dato che i due
continuavano a riferirsi a quel luogo chiamandolo casa, e che il
guerriero dall’ala nera vi abbia fatto ritorno.-
-E quel mondo non l’hanno mai nominato?- domandò
il numero VI.
-Mai.-
-Allora siamo punto e a capo per quanto riguarda questa faccenda,
mentre per il resto dobbiamo aspettare che i miei semi si possano
cogliere.-
-Di che parli?- chiese Axel, guardandolo storto a causa di quel
linguaggio complesso.
-Ho chiesto a Saix di tenere d’occhio Roxas, così
quando torneranno sapremo se il nostro amico si è comportato
in modo strano e le circostanze in cui è avvenuto tutto.-
spiegò.
Il rosso ghignò. -A volte mi chiedo se Saix sia
più fedele a Xemnas oppure a te…-
-Sono stato io ad addestrare Saix e per questo mi posso fidare, ma con
Xemnas lo sai benissimo che è tutt’altra faccenda.-
-Già…- rispose l’altro, voltandosi
verso il Nessuno più giovane che proprio in quel momento
sbadigliò, riaprendo gli occhi. -Buon giorno dormiglione.-
disse. -Dormito bene?-
-Sì… grazie…- biascicò il
biondino, mettendosi seduto per stirare le braccia intorpidite. -Mi
sono perso qualcosa?-
-A parte la fine della mia canzone nulla.- rise il Notturno Melodico.
-Hai dormito tanto, hai sognato qualcosa?- domandò, spinto
da un’infantile curiosità.
Il numero XIII si girò dal lato opposto con fare pensieroso,
recuperò la piantina e se la mise in grembo.
-Sì… credo di aver sognato qualcosa…-
-Ti va di raccontarcelo?-
-E’ confuso… non so se riuscirò a
spiegarmi bene…-
-Tu prova, magari possiamo aiutarti a capirlo…-
L’altro annuì convinto. -Mi trovavo su una
spiaggia e mi sembrava di esserci davvero perché potevo
sentire l’odore e il rumore del mare…-
asserì, senza distogliere lo sguardo dal vaso che teneva tra
le mani. -All’improvviso però, è sceso
un buio tanto nero, da essere paragonabile solamente al Regno
dell’Oscurità, la terra ha iniziato a tremare e io
d’istinto sono corso in un punto preciso. Un luogo nascosto
nella roccia, ma appena vi ho messo piede un forte vento mi ha sbalzato
fuori e quando ho riaperto gli occhi la spiaggia e il mare non
c’erano più… al suo posto
c’era una grande vetrata circondata dal vuoto.-
-Poi?- chiese Demyx, ansioso di scoprire il seguito.
-C’era una voce che parlava, ma non sono riuscito a capire
cosa dicesse… era come un mormorio lontano…-
-Strano…- replicò l’altro, passandosi
una mano sulla nuca.
-Strano è il fatto che mi è sembrato di aver
già vissuto qualcosa di simile…-
confessò il ragazzo dagli occhi azzurri, spostando lo
sguardo sui compagni. -Che siano i ricordi di…-
-Salve cari!- esclamò pimpante il numero XI, uscendo da un
varco oscuro.
-Ciao Marluxia!- disse il musicista con altrettanta enfasi. -Come mai
da queste parti?-
-Volevo sapere come stava la pianta di cui si sta occupando Roxas,
ormai dev’essere cresciuta…- spiegò,
fermandosi quando i suoi occhi blu trovarono il motivo della sua
venuta. -Come pensavo… è ora di cambiargli il
vaso se vuoi tenerla ancora con te.-
Il ragazzino posò lo sguardo sull’oggetto
più caro che avesse, prendendolo tra le mani come se fosse
fatto di fragile vetro.
-Io non ho altri vasi purtroppo… Mi sa che sarò
costretto a metterla qui in giardino…- asserì
tristemente, al pensiero di separarsene.
-Ma Roxy-chan! Ce l’ho io un vaso da darti!-
esclamò sorridente il Leggiadro Sicario. -Vieni pure quando
vuoi con la piantina, così lo cambiamo!-
Il numero VI era pronto a declinare il gentile invito del collega, ma
l’inaspettato assenso del numero XIII colse di sorpresa lui e
gli altri due Nessuno.
-Ti raggiungo tra qualche minuto, ok?- concluse il biondo.
-Va bene! A dopo Roxy!- esclamato ciò, il rosato scomparve
nel buio di un varco, salutando con la mano tutti i presenti.
-Roxas sei sicuro?- chiese con apprensione il Soffio di Fiamme
Danzanti. -Se vuoi ti accompagniamo.-
-Io sono tranquillo nei confronti di Marluxia.- rispose con un sorriso.
-Anch’io mi fido di lui, ma ti accompagno lo
stesso…- replicò il rosso, alzandosi in piedi per
aiutare poi il più giovane ad alzarsi a sua volta. -Voi
venite?-
Zexion scosse la testa. -Devo passare in biblioteca per conto di
Xemnas, ci vediamo a cena.-
-Io invece vado da Xaldin per informarmi sulla cena!- rise il biondo
dagli occhi verdi.
-Allora ci vediamo più tardi!- salutò Roxas,
entrando in un passaggio aperto da Axel.
Il biondo si guardò attorno meravigliato.
Una moltitudine di piante e fiori di qualsiasi tipo e colore occupavano
ogni angolo di quella piccola ma accogliente serra, pervasa da un
rilassante tepore.
-Sembra incredibile che tutte queste piante riescano a sopravvivere in
un mondo ostile come il nostro, vero?- fece il rosso, posandogli una
mano sulla spalla.
-Come ci riescono?-
-E’ merito del potere di Marluxia, in poche parole,
è in grado di controllare la crescita delle piante e in
questa serra ha ricreato delle condizioni ottimali per consentirgli di
vivere.-
-E’ incredibile…- commentò il numero
XIII sempre più sbalordito.
-E questo è niente!- esclamò una voce, dal mezzo
della vegetazione. -Dovresti vedere cosa sono capace di fare in
combattimento!- aggiunse il Leggiadro Sicario, uscendo da
quell’intricata giungla.
-Smettila di vantarti Marl…- si lamentò il Soffio
di Fiamme Danzanti.
-Quando tu la smetterai di sparare fuoco…-
replicò il rosato, avvicinandosi con un vaso tra le mani.
-Comunque, Roxas ecco il vaso che ti serve!-
Il giovane Senza Cuore lo osservò. Non era molto
più grande di quello che ospitava la sua piantina, quindi
poteva continuare a tenerla nella stanza e di questo fu grato al
collega dal pollice verde particolarmente spiccato.
-Marluxia non so come ringraziarti.- sorrise il biondo.
-Non c’è di che Roxy!- rispose l’altro
con un sorriso ancora più raggiante, che si estese anche
alle iridi blu. -Ora vieni con me, ci penso io a spostare la pianta da
un vaso all’altro.-
Lo condusse verso un tavolo di legno scuro, sul quale erano
ordinatamente disposti tutti gli attrezzi tipici di chi si occupa di un
giardino. Il Leggiadro Sicario si liberò del soprabito e dei
guanti neri, per sostituirli con un grembiule rosa su cui erano
disegnate delle margherite e un altro paio di guanti verdi, sporchi di
terra sul palmo.
Marluxia fece il suo lavoro con calma, ma compiendo i gesti in maniera
rapida e precisa, mettendoci impegno e una passione che mai Roxas
avrebbe creduto di vedere in un Nessuno. Si occupò della
piantina come se fosse un prodotto della sua serra o addirittura, delle
sue stesse mani.
Quando ebbe terminato, ripulì con attenzione il vaso dalla
terra in eccesso e dopo essersi levato i guanti da lavoro lo porse al
proprietario con un sorriso orgoglioso e soddisfatto.
-Che ne pensi?- chiese.
-E’ perfetto!- rispose la Chiave del Destino dopo averlo
osservato per alcuni istanti.
-Bene.- proseguì il rosato. -Ora che il vaso è
più grande e di conseguenza la terra che contiene
è aumentata, dovrai dargli dell’acqua in
più rispetto a prima, ma non troppa!- avvertì.
-Quanta di preciso?-
-Credo che una tacca e mezza possa andare.-
-D’accordo. Allora adesso la porto in camera e le trovo una
nuova disposizione.- fece il biondino. -Grazie ancora Marluxia! Ci
vediamo dopo a cena!-
-E’ stato un piacere Roxy!- rispose. -Ciao Axel!- aggiunse,
all’indirizzo del rosso che aveva già aperto un
varco.
Il numero VIII salutò con un cenno della mano e
attraversò il buio, seguito dal compagno.
Posò il nuovo vaso nell’angolo della stanza vicino
alla finestra, il più illuminato dai pallidi raggi della
luna. Il verde del bocciolo splendeva e brillava come una pietra
preziosa e la curiosità di volerne vedere il fiore crebbe
nel numero XIII, che rimase ad ammirarla per qualche attimo, dimentico
di ciò che lo circondava.
-Ehi, potrei ingelosirmi!- esclamò una voce alle sue spalle.
-Oh, Axel… Scusami, non volevo ignorarti.- disse desolato.
-Non preoccuparti…- rispose il rosso, invitandolo con un
gesto della mano a prendere posto seduto accanto a lui.
Lo sguardo dell’uno si specchiò in quello
dell’altro per interminabili istanti, lunghi
un’eternità per i due Nessuno, finché
il più grande non parlò.
-Roxas, ti va di andare in camera mia? Ancora non l’hai
vista!- asserì ad un tratto.
-Perché no?- concluse e senza pensarci troppo prese
l’altro per mano, facendosi condurre in un varco nero come la
pece.
Ricomparvero di fronte alla porta bianca con l’incisione del
numero VIII in nero delimitata da due fiammelle, mentre al di sotto
presentava quei due strani cerchi che già la prima volta
avevano attirato l’attenzione dei vispi occhi azzurri del
giovane Nessuno.
-Axel, quei cerchi cosa sono?- chiese infine.
-Quelli sono i Chakram, le mie armi.- ghignò, evocando uno
dei suddetti cerchi con una fiamma cremisi, per mostrarlo al compagno,
che lo osservò con attenzione, cogliendone ogni dettaglio.
-Ma ora non indugiamo qui sulla soglia, come direbbe Zexion.-
proseguì, facendo svanire il disco e mettendo mano alla
maniglia. -Prego.- e la porta si aprì senza emettere suono.
Il keyblader si guardò attorno con un’espressione
di meraviglia dipinta in viso, di gran lunga maggiore a quella che
aveva mostrato nella serra del Leggiadro Sicario.
Al centro della stanza prendeva posto il letto con le sue lenzuola
scarlatte, simili al fuoco del crepuscolo, mentre davanti ad esso, si
trovava un largo tappeto nero su cui risaltavano delle complicate
geometrie di colore rosso, che gradualmente mutava in arancio e in
giallo, per poi tornare alla tonalità iniziale.
L’alta porta finestra era coperta da un leggero velo
scarlatto e l’armadio bianco, sistemato a lato della porta
del bagno, era tinto di nero su alcuni punti delle ante.
-Axel, come mai l’armadio è nero?-
domandò, alzando un sopracciglio.
-Ehm… ecco… diciamo che per sbaglio mi
è scappata una fiammata…- confessò con
una risata nervosa.
-Sei senza speranze…- sospirò, scuotendo la testa
in segno di diniego. -Mi piace la tua stanza… dà
una bella sensazione di calore… Invece la mia è
bianca e fredda…- sospirò.
-Dai Roxas, potrai arredarla come credi! Ognuno di noi l’ha
fatto mica solo io!-
-Davvero?-
-Certo!- assicurò il Soffio di Fiamme Danzanti, prendendolo
per le spalle. -Ma non stare lì in piedi,
siediti…-
Il biondo andò a sedersi sul bordo del letto, prendendo a
tastarne la consistenza, come per verificare se emanasse calore dalle
coperte che sembravano ardere come il fuoco. Il rosso si sedette alle
sue spalle, per poi gettarsi sdraiato sul giaciglio e chiuse gli occhi,
assaporando la tranquillità della propria stanza e la
vicinanza della persona più importante della sua
non-esistenza, trattenendo il proprio desiderio di amarla come vorrebbe.
-Se lo forzassi, renderei le cose più difficili di quanto
già non siano… e non voglio che si allontani da
me…-
Stava per cadere nello stato che precede l’incoscienza del
sonno, quando avvertì una pressione sulle proprie labbra e
incredulo spalancò le sue iridi smeraldine.
Il Nessuno più giovane lo stava baciando di sua spontanea
volontà, senza tremare o ritrarsi.
-Roxas?- domandò all’interruzione di quel casto
contatto. -Perché?-
Il biondino arrossì e fece schizzare lo sguardo da una parte
all’altra, evitando di guardare l’altro in viso.
-Bè… perché… ti amo
e… quindi…- balbettò, entrando nel
panico totale. -Tu forse non…?-
-Non pensare neanche certe sciocchezze!- sbottò il rosso,
balzando a sedere. -Certo che lo volevo, ma ogni volta che ero io a
baciarti… tu…- s’interruppe, spostando
la sua attenzione sulla finestra.
-Io? Continua Axel…-
-Tu cominciavi a tremare e cadevi una specie di trance, come se volessi
fuggire dalla situazione… Allora non l’ho
più fatto…-
Il più piccolo ci pensò e dopo qualche istante,
prese tra le mani il volto dell’altro, avvicinandolo al
proprio. -Però, a quanto pare, se sono io a
cominciare…-
Un’espressione di pura malizia fece la sua improvvisa
comparsa sul viso del numero VIII, che ghignò davanti
all’intraprendenza del compagno. -Da quando sei
così audace?-
-Non lo so…- soffiò sulla bocca
dell’altro. -Sarà il pensiero di dover stare
lontano da te per qualche giorno…- aggiunse, salendogli
sulle gambe per riprendere a baciarlo.
Axel si abbandonò alla volontà
dell’amante. -Se questo è il solo modo di poterti
amare…- pensò, schiudendo le labbra e lasciando
libero accesso e potere alla lingua di Roxas, che iniziò a
giocare con la compagna priva di alcun impedimento. -…allora
farò ciò che vorrai, senza forzarti…-
Capitolo più
lungo dei precedenti con la tanta attesa e desiderata scena akuroku!!!
*si alzano grida di giubilo* Grazie grazie, troppo buoni u.u Allora
allora... Axel era andato alla ricerca di indizi sul misterioso
Sephiroth, ma pare che egli si sia dileguato nel suo mondo natio e
penso si sia capito chi fossero il "biondo tenebroso" e la "ragazza da
far santa" XD Cosa accadrà la prossima volta? Lo saprete al
prossimo week end!
See ya!!!
L'angolino dedicato a voi u.u
Giulia__chan:
Grazie del commento ^^ spero di averti incuriosita ancora di
più con questo chap ^^ Fammi sapere!! Byee!!
LightRoxas:
Ora ho capito di chi parlavi XD Questa settimana Vexen però
non s'è visto u.u ma finalmente s'è vista
l'akuroku XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Alla prossima!!!
Ciauuu!!!
RikaSuzumiya:
Sì, Vexen verrà fatto fuori prima o poi... o
forse no... XD Tranquilla per il commentino, a me va bene lo stesso ^^
ma ti aspetto comunque u.u Ciaooo!!!!
soral: Stai
tranquilla gemellina, che se anche Roxas dovesse riunirsi a Sora, e
questo dovesse mettersi con Axel, Riku non resterebbe solo
perché ci sono io u.u La piantina è apparsa anche
oggi, contenta? ^^ Neanche con questo chap sei riuscita a capire dove
andranno in missiore i tre Nessuno? Se hai qualche idea fammi sapere ^^
Baci <3
LittleKairi14:
Sono contenta che anche il capitolo precedente ti sia piaciuto ^^ Il
caro Saix ha molti lati nascosti u.u Axel non ha arrostito nessuno per
avere informazioni, mi spiace XD Non preoccuparti per il mio
Banditore... è fatto di gomma, non si fa niente u.u *prende
martello da quindici tonnellate e lo schianta sulla testa dell'omino,
che rimane sotto di esso* Visto? XD Fammi sapere cosa pensi del chap!
Ciauuu!!!!
Allora allora...
*recupera il Banditore da sotto il martello, ridotto allo spessore di
un foglio di carta* Vedi che stare a dieta ti fa bene? u.u Ma passiamo
alle cose importanti! Oggi ringriazio con un bacione enorme RikaSuzumiya e miticasempreEcomunque
(complimenti per il nickname XD) per aver messo la fic tra le
preferite!!! Grazie!!!! *-* Inoltre, come sempre, ringrazio tutti
quelli che leggono soltanto, siete tantissimi *-* Vi adoVo tutti XD
Molto bene... Banditore!!! Porta l'altro scenario! Sì,
quello per le occasioni... sì, c'è un'altra
occasione importante! Non rompere e porta quel maledetto scenario!
°° *l'omino esegue impaurito* Finalmente...
Risposte alla fic "Born to be
wild"
LightRoxas:
Non te la sei persa eh? XD Bella la definizione "spirito libero, come
il vento in un mattino di mezz'autunno" bella bella u.u Queste coppie
non sono così strane però! Ce n'è
pieno il sito di fic con quelle coppie, basta cercare u.u Comunque sono
contenta che quello scempio partorito dalla mia follia di sia piaciuto
^^ Alla prossima!!!
soral: Ciao
gemellina, ti sei letta anche questa... mi commuovo..
ç.ç Stai leggendo tutte le mie fic
ç.ç Hai commentato anche "Un cappello..."
e "L'amicizia
perduta" ç.ç E io non ho il tempo
per leggere le tue ç.ç Ah, ma stasera recupero
u.u Parola della Je u.u Ti lovvo sempre di più gemellina
<3 Bacioni!!!!
*chiude lo scenario*
Detto questo, mi eclisso fino al prossimo week end! See ya!!! *fa
cadere il Banditore in una botola* Così impari a entrare
nella mia nuvola ù.ù *sparisce in una nuvola di
fumo*
|
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Capitolo 26 *** Capitolo 26: The mission has begun ***
*arriva sfrecciando su
uno slittino, seduta dietro al Banditore* Ok, possiamo fermarci! Siamo
arrivati! *il Banditore si gira con i lacrimoni* Come sarebbe a dire
che non sai frenare?! O.O *il Banditore si mette a piangere come una
fontana* Abbandonare la nave!!! *l'autrice si getta in un cumulo di
neve che attutisce la caduta, mentre il Banditore non fa in tempo e si
schianta contro un albero, finendo ricoperto di neve* Mi sa che tu e la
neve non andate d'accordo... vero Banditore? *quello mugugna un
assenso* Ma ora passiamo alle cose importanti! Buona sera lettori e
lettrici!! Aggiorno con un giorno di anticipo, ma non credo che
qualcuno si offenda u.u L'ultima volta avevamo lasciato Axel e Roxas
nell'intimità più dolce che si potesse desiderare
da una fic del genere u.u E in questo capitolo finalmente si
scoprirà qual è il mondo prescelto per la
missione a tre! Buona lettura!!!
ps: in questo capitolo
saranno presenti più scene da rating... arancione/rossiccio
XD prendete le dovute precauzioni!!!
Capitolo 26: The mission
has begun
La colazione fu consumata in un teso e soffocante mutismo da parte del
numero XIII, che fissava con sguardo vacuo e assente la sua fetta di
pane tostato, la quale attendeva con meticolosa e incrollabile pazienza
di essere ricoperta di un dolce strato di marmellata.
I suoi tre amici lo guardavano con apprensione, chiedendosi cosa avesse
e quali pensieri lo tenevano segregato nel mondo della sua mente di
così primo mattino.
-Roxas?- azzardò a chiamarlo il Notturno Melodico,
allungando la mano verso il suo viso inespressivo.
-Dimmi.- rispose lui atono, sorprendendoli e lasciando il suo compagno
con l’arto sollevato in avanti.
-Tutto a posto?- chiese, ritirando il braccio.
-Tutto bene… perché?-
-Ecco… come dire… sembri assente…-
-Mi dispiace, non era mia intenzione darvi pensiero.- disse, mantenendo
lo stesso tono. -Credo che andrò a finire di prepararmi.-
aggiunse, alzandosi con un movimento quasi forzato.
Lasciò, quindi, la sala da pranzo tramite un varco, dopo
aver ottenuto il permesso dal Superiore.
-E’ andato…- commentò Demyx, guardando
l’amante al suo fianco. -Zeku, secondo te cosa gli
è preso?-
-Non vorrei sbagliarmi, ma potrebbe…- il Burattinaio
Mascherato s’interruppe a causa di un gesto del numero I, che
zittì il chiacchiericcio mattutino
dell’Organizzazione.
-Da adesso, siete liberi. Ci vediamo tra due ore nella sala dei troni.-
esordì Xemnas, dopodiché puntò il suo
sguardo d’ambra sul numero VIII. -Axel, vai ad avvisare Roxas
e cerca di rassicurarlo sulla missione che lo aspetta…
l’ho visto un po’ teso questa mattina.-
-Agli ordini!-
-Bene, potete andare.- sentenziò, prima di svanire nelle
scure spire di un passaggio, seguito quasi immediatamente dai numeri
VII e IV, che quella mattina aveva deciso di partecipare alla colazione
comune.
Dopo di loro, anche gli altri membri si dileguarono, chi in silenzio e
chi sbuffando e lamentandosi, com’era solito fare.
Rimasero solamente i tre Nessuno, che si guardavano in viso, cogliendo
il dubbio reciproco sul comportamento del loro giovane compagno.
-Quindi tu pensi che sia sotto il controllo del nostro misterioso
traditore?- chiese il rosso al collega col ciuffo.
-Ne sono quasi certo…- rispose Zexion, aprendo un varco.
-Andiamo a vedere come sta.-
***
Gli posò un leggero bacio sul collo, lentamente seguito da
altri simili, che fecero scappare brevi sospiri e gemiti al suo amante.
Proseguì per quella strada immaginaria, che solo lui era in
grado di vedere e percorrere, senza perdersi in distrazioni,
finché giunse all’orecchio.
Scostò la lunga ciocca color platino, assaporandone il forte
e seducente profumo, dopodiché concentrò le
attenzioni della propria lingua sulla morbida pelle del lobo.
Nel frattempo, le mani dalle lunghe dita sottili, esploravano la parte
superiore di quel corpo, che conoscevano a memoria. Gettò
lontano i propri guanti, poi riprese la sua opera eliminando il
soprabito dell’altro, lasciandolo a petto nudo. La sua bocca
s’impegnò in un contatto profondo e intenso con la
sua perfetta compagna, mentre le mani si occupavano di
quell’ingombrante e fastidioso ostacolo rappresentato dai
pantaloni scuri, attraverso i quali era ben percepibile
l’erezione pulsante.
Xemnas gemette di spontaneo piacere sotto le cure e le attenzioni del
Nessuno dalla chioma azzurra, con cui prese a giocare, prima di
scendere lungo la schiena nuda del compagno, sfiorando la colonna
vertebrale e provocandogli così dei leggeri brividi.
Armeggiò con la cintura e dopo pochi secondi, essa ricadde
inerme sui fianchi sottili del proprietario. Infine, i pantaloni di
entrambi scivolarono silenziosamente sul candido pavimento, producendo
poi un lieve e ignorato rumore metallico.
Come se stessero eseguendo i passi di una danza, i due Senza Cuore si
mossero per liberarsi dalla stoffa ammucchiata ai loro piedi, e
camminarono fino a cadere distesi sul letto a baldacchino dalle
lenzuola grigie come il fumo, l’uno sopra l’altro.
Ripresero fiato, fissandosi negli occhi e senza accorgersene,
l’ultimo pezzo di ciò che era il loro vestiario fu
gettato lontano e dimenticato. Rimasero così, nudi,
scaldandosi a vicenda, mentre le loro erezioni si sfioravano ad ogni
movimento, generando violente ondate di piacere.
-Sono pentito di averti assegnato a questa missione…-
mormorò il Superiore, prima di dare un piccolo morso al lobo
sinistro dell’altro. -Sarai lontano da me per quattro lunghi
giorni…- aggiunse, sistemandosi con cautela tra le gambe
dell’amante.
-Sir…- soffiò il numero VII, avvertendo
l’erezione del fondatore avvicinarsi alla sua apertura.
-Ma non posso farti ritirare…- ammise dispiaciuto. -Roxas
nonostante tutto è ancora inesperto e Vexen non è
molto abile in attacco… non posso neanche sostituirti
perché mi fido solo di te.- disse, baciandolo.
Con un muto consenso, lo penetrò piano, facendolo inarcare
sotto di sé, mentre l’altro si aggrappava alla sua
schiena, lasciando i segni delle unghie sulla pelle scura.
Le spinte si susseguirono dapprima lente, ma in breve divennero rapide
e sempre più profonde.
Saix respirava velocemente e gemette all’improvviso, quando
la mano bollente del compagno si strinse attorno alla sua erezione,
muovendosi per tutta la sua lunghezza ogni volta con più
rapidità e decisione.
La stanza buia e silente, unica testimone di quell’amore
ritenuto impossibile per creature prive di cuore, si riempì
di sospiri e invocazioni strozzate e sussurrate da parte dei due amanti.
-Xemnas!- urlò improvvisamente il Mago che Danza sulla Luna,
quando venne tra le dita esperte dell’albino, che a sua volta
si liberava in lui, per poi abbandonarsi sul suo corpo, cosparso di
goccioline di sudore, dalla pelle bianca come l’astro
notturno.
Il numero I posò il viso accanto al suo e lo prese per il
mento per baciarlo con passione, accarezzandogli la lingua e ogni
angolo della bocca che poteva raggiungere.
-Mi ecciti quando pronunci il mio nome in quel modo sai?-
asserì questo, fissandolo nelle sue preziose iridi dorate
come stelle.
Il Nessuno dai capelli azzurri tacque e ghignò furbo, prima
di ribaltare rapidamente le posizioni e immergersi nella chiara ambra
del suo sguardo incuriosito. -Sir, l’avete detto voi: saremo
lontani per quattro giorni…- affermò, gettandosi
con impeto su quelle labbra che tanto desiderava, eguagliando la fame
di un lupo cui da giorni gli viene negata una preda.
***
S’impossessò con violenza di quella piccola e
invitante bocca, esplorandone ogni angolo con la sua lingua,
finché non trovò la sua compagna e prese a
giocarci. Un gioco di sottomissione senza impedimenti, che rifletteva
il comportamento del resto del suo corpo, verso quello minuto e gracile
del più giovane.
Abbandonò il calore di quelle labbra, leccandosi le proprie
con desiderio e fissò il Senza Cuore sotto di sé
con le gelide iridi verdi. Ne ammirò la bellezza e la sua
voglia crebbe d’intensità.
-Girati Roxas…- mormorò, sollevandosi appena per
consentire all’altro di eseguire il suo comando.
La Chiave del Destino si spostò per mettersi su un fianco e
infine, ritrovarsi a pancia in giù, con la guancia premuta
sul morbido cuscino senza proferire verbo o sospiro, completamente in
balia del controllo del fondatore, e gli occhi fissi nel vuoto.
Come ogni volta in cui cadeva preda di quell’incantesimo
generato dal nuovo potere del numero IV, la sua mente veniva chiusa in
un limbo scuro, isolata da tutto il resto, e gli stimoli esterni
divenivano inesistenti. Non avvertì nemmeno il membro
eccitato del collega entrare nel suo corpo con forza, senza esitazione
alcuna, e cominciare a muoversi sempre più velocemente.
In breve, Vexen raggiunse l’apice del piacere, per poi
accasciarsi sul numero XIII, con il respiro accelerato e le membra
ricoperte da piccole gocce di sudore.
Uscì da quel corpo immobile e muto, e scese dal letto per
recuperare i suoi abiti.
-Roxas, alzati e raccogli i tuoi vestiti, poi portali in bagno.-
ordinò, mentre s’infilava i pantaloni.
-Sì Signore.- rispose il giovane automaticamente, prima di
fare ciò che gli era stato detto.
Pochi secondi dopo, era di nuovo accanto al fondatore, ormai
completamente rivestito, che lo fissava con occhi ancora colmi di una
voglia inesauribile.
-Dopo che me ne sarò andato, vai a farti una doccia e
preparati in fretta…- un deciso bussare alla soglia lo
fermò.
-Roxas! Siamo noi!- annunciò la voce del Notturno Melodico.
Con una calma irreale, il Freddo Accademico creò un varco,
spingendovi all’interno il Nessuno dagli occhi azzurri e
seguendolo immediatamente. In un istante si ritrovarono
all’interno del box doccia del bagno del più
giovane, che aprì subito il getto d’acqua bollente
e nello stesso momento il numero IV, scomparve nuovamente per fare
ritorno alla propria stanza.
***
-Roxas! Siamo noi!- urlò il numero IX, dopo aver picchiato
un paio di volte le nocche sul legno bianco della porta. -Possibile che
non sia in camera?- domandò dopo qualche secondo di silenzio.
-C’è…- comunicò il
Burattinaio Mascherato. -Sento il suo odore e…-
-E?- chiese nervoso il rosso.
Qualcosa di riconducibile alla paura gli attanagliò
l’anima, al pensiero che il suo giovane compagno fosse in
pericolo o che il suo corpo fosse tra le mani di qualcuno.
-E… muschio bianco.- ammise, perplesso.
-Muschio bianco?- ripeterono all’unisono gli altri due,
guardandolo ad occhi sgranati.
-Ma che dici Zeku?- domandò il biondo.
-Credo che Roxas si stia facendo la doccia…-
affermò.
-Tu dici?- chiese il rosso.
-Sì, posso confermarlo.- intervenne Demyx. -Ora riesco a
sentire l’acqua che scorre.- disse. -Quindi che facciamo?
Aspettiamo qui che abbia finito?-
-Io entro.- sentenziò il numero VIII che senza attendere
oltre, abbassò la maniglia e spinse la porta in avanti.
Lo scrosciare della doccia gli colpì le orecchie, come il
rumore della pioggia che batte sui vetri, mentre faceva vagare lo
sguardo sulla stanza, alla ricerca di qualsiasi anomalia.
Tutto pareva al proprio posto e in ordine, ad eccezione del letto dalle
candide coperte, ancora sfatto.
La stanza era illuminata dalla sola luce proveniente dal corridoio,
poiché le pesanti e spesse tende non lasciavano filtrare
nemmeno il più sottile raggio di luna.
La sua analisi fu interrotta dal lieve cigolio della porta del bagno da
cui uscì il loro compagno, coperto solamente da un bianco e
morbido asciugamano legato in vita. Il suo corpo dalla pelle abbronzata
era percorso da infinite gocce cristalline, che scivolavano lentamente
verso il pavimento, accarezzando ogni centimetro di superficie,
perché attirate dalla forza di gravità. I suoi
ribelli capelli color del grano, ancora gocciolanti e appesantiti
dall’acqua, erano attaccati alla fronte.
La Chiave del Destino osservò i tre Nessuno, sbattendo le
palpebre per riconoscerli nella penombra della camera.
-Ragazzi, che succede?- chiese.
-Roxas, qual è l’ultima cosa che ricordi?- disse
Zexion, avviandosi in direzione della finestra.
Il biondino tacque per qualche istante, meditabondo. -Ricordo che sono
entrato nella doccia, ho aperto l’acqua e poi ho sentito
bussare.-
-E prima?- proseguì il ragazzo col ciuffo, aprendo le tende
e perdendosi nell’ammirare il cielo sgombro di nubi, in cui
brillava Kingdom Hearts.
-Prima…?- ripeté l’altro, abbassando lo
sguardo. -Mi sono alzato e sono sceso a fare colazione…-
mormorò, portandosi una mano al capo.
-Avevamo visto giusto.- asserì il Burattinaio Mascherato,
voltandosi verso i colleghi con espressione seria.
Il Soffio di Fiamme Danzanti scattò a stringere il
più giovane a sé, che si aggrappò al
suo soprabito, serrando le dita attorno alla nera stoffa.
-Perdonaci Roxas…- iniziò il rosso. -Siamo stati
troppo lenti…-
Il ragazzo scosse immediatamente la testa sul suo petto, bagnandolo con
la sua chioma, facendogli capire che non attribuiva loro alcuna colpa.
Cominciò a essere scosso da leggere, ma visibili ondate di
tremore, spingendo il compagno a rafforzare la sua stretta.
-Axel, vi lasciamo soli.- riprese il numero VI. -Se avete bisogno siamo
nella stanza di Demyx.-
Un breve cenno del capo coperto dai capelli fiammeggianti e i due se ne
andarono in silenzio, chiudendosi la porta alle spalle.
-Ehy Roxy… che ne dici di asciugarti? Altrimenti ti
prenderai un malanno…-
Il biondo non rispose, ma alzò gli occhi, perdendosi nelle
iridi smeraldine dell’altro, mentre allungava le mani verso
quelle ciocche cremisi, tanto simili al fuoco da dare
l’impressione di bruciare. Ne assaporò la
morbidezza, carezzandole con i polpastrelli, infine si
sollevò sulle punte per raggiungere le labbra del compagno
con le proprie.
Il più grande sgranò gli occhi sorpreso di fronte
a tanto impeto, ma la sorpresa passò in un fuggevole
istante, e si lasciò andare, schiudendo la bocca per
consentire l’accesso alla lingua dell’amante.
Nel frattempo le mani serrate sul lungo soprabito si rilassarono e
presero a esplorare il corpo nascosto dallo spesso strato di tessuto.
L’indice e il pollice destro trovarono presto la linguetta
della cerniera e con un movimento repentino la abbassarono, per poi
tuffarsi al di sotto sulla maglietta nera a maniche corte, da cui era
visibile la linea dei pettorali e degli addominali.
Axel si abbandonò al volere del biondo e con un sensuale e
rapido movimento delle spalle, fece scivolare il soprabito, che cadde
al suolo, producendo un solo debole fruscio. Compì alcuni
passi all’indietro, seguendo i movimenti del compagno, che
aveva iniziato ad armeggiare con la cintura dei suoi pantaloni, fino a
farli cadere inermi ai suoi piedi. Agilmente, il rosso si
sfilò le scarpe e uscì dai pantaloni, cominciando
a camminare a piedi nudi sul freddo pavimento della stanza, che gli
provocò una scia di brividi lungo la schiena. Pochi istanti
e anche la maglietta color pece, seguì il destino degli
altri capi del suo vestiario, muti e immobili testimoni del loro
travagliato amore.
Troppo occupato ad assecondare il proprio compagno, il numero VIII non
si accorse di essere caduto disteso sul materasso, schiacciato dal
leggero peso del suo amante.
Si separarono mal volentieri da quel bacio travolgente alla ricerca
d’aria. Ansanti si fissarono nuovamente l’uno nelle
iridi dell’altro, velate da uno strato di soffice piacere.
-Scusami…- sussurrò Roxas, arrossendo appena.
-Di cosa?- domandò il rosso, stringendo il giovane tra le
proprie braccia. -Sarò tuo in ogni momento in cui lo
vorrai…- aggiunse, rubandogli un bacio leggero, simile a un
soffio di vento.
Il biondino annuì con un sorriso sereno, prima di tornare a
tormentare quelle labbra bollenti come le fiamme
dell’Inferno. Dal canto suo, Axel si lasciò
domare, godendosi ogni attimo e sperando che il giorno in cui quel loro
disperato amore potesse sbocciare arrivasse in fretta, come la notte
che rapida cala sulla sera.
***
-Siete pronti?- chiese Xemnas ai tre Nessuno, mentre apriva un varco
oscuro davanti a loro.
Questi annuirono, senza che i loro volti mostrassero una traccia di
pensiero.
-Bene, allora, buona fortuna.-
Roxas, Vexen e Saix oltrepassarono il nero abisso
dell’Oscurità per ritrovarsi alla piena luce di un
sole cocente, che brillava alto nel sereno cielo, disegnando le loro
ombre sull’arido suolo di quel deserto cosparso di anonime
rocce qua e là.
La Chiave del Destino si voltò, accorgendosi di trovarsi
sulla cima di un’alta rupe scoscesa che si affacciava su una
città grigia e fumante, da cui provenivano rumori e suoni
d’ogni sorta, colma di cantieri, tranne che sul lato est, che
era invece pieno di ruderi e edifici in abbandono.
-Dove siamo?- domandò.
-A Midgar.- rispose il Freddo Accademico, con un ghigno celato.
Ed ecco dove ho mandato
'sti poveri disgraziati e potete immaginare cosa li aspetta xD Sono
troppo un genio malato lo so!!!! Muahahahah!!!! Povero Roku-chan...
quasi comincia a dispiacermi per come lo tratto... quasi
però! Muahahah!!! *modalità follia insana OFF* XD
C'è stato anche il ritorno della coppia XemnasxSaix per gli
appassionati, mi auguro di averli soddisfatti u.u La loro scena credo
sia quella venuta meglio <.< Ma per ora è
finito il tempo delle coccole, la missione a tre ha avuto inizio! Spero
che il capitolo vi sia piaciuto ^^ Alla prossima!!!
See ya!
L'angolino dedicato a voi u.u
LightRoxas:
Sono contenta che ti sia piaciuta l'akuroku del capitolo scorso ^^ E
non preoccuparti che Saix farà il bravo u.u Ma non
dimentichiamoci di Zexion, anche lui avrà un ruolo
fondamentale negli eventi che verranno u.u Spero che il capitolo ti sia
piaciuto ^^ A presto!!!
Xemnas89:
Non preoccuparti se non riesci a recensire sempre ^^ A me basta che
torni ogni tanto ^^ Spero che la tua verifica sia andata bene e che il
capitolo qua sopra ti sia piaciuto, visto che anche in questo risaltano
molto le emozioni. Alla prossima!! Ciauuuu!!!!
Giulia__chan:
In questa fic Marluxia è assai mansueto rispetto al
personaggio del gioco XD Anche qui Zexion non ha fatto molto, ma vedrai
che si saprà rifare, parola di Je u.u Alla prossima!!!
RikaSuzumiya:
Sono contenta che la mia fic ti tiri su di morale ^^ E così
ti piacciono le mie idee sadiche? Credo che più avanti ti
piaceranno un pò meno XD Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto ^^ Fammi sapere! Ciaoooo!!!
soral:
Gemellina non diciamo sciocchezzuole u.u Marluxia è gentile
e caro con Roxas per i motivi che hai elencato tu stessa sui Rotoloni
Regina XD Con il mondo ci hai azzeccato ^^ Brava gemellina *spupasha*
^^ Hai detto che sono la tua autrice preferita??? Grazie
ç.ç *si mette a piangere come una fontana
inondando il Banditore* Mi auguro che questo capitolo ti sia piaciuto
anche se non appare la mitica piantina ^^ A presto gemellina <3
Ma quanta gente
c'è da ringraziare oggi!! °O° Hai visto
Banditore?!?! *quello annuisce e sospira* Va bene, va bene... la smetto
di trascinarti sui mezzi più improponibili quali carrelli
della spesa e slittini... *l'omino sorride contento* La prossima volta
ci lanciamo col paracadute da un aereo! *il Banditore cade a terra
svenuto* Ops... Vabbè, si riprenderà u.u Passiamo
alle cose serie! Oggi si ringrazia con un abbraccio megagigante LightRoxas e ShaLon91 per aver messo la fic tra le
seguite, e con un bacione e una spupashata Kaifan91 per averla messa tra le
prferite! E ovviamente ringrazio tutti quelli che leggono! Siete sempre
tantissimi e io vi adoVo tutti XD Ora mi eclisso! Al prossimo week
end!!! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo, mentre il Banditore
cade in una botola*
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Capitolo 27 *** Capitolo 27: Midgar ***
Salve a tutti carissimi
lettori e carissime lettrici!!! *aspetta il suono di tromba che non
arriva* Accidenti... ecco cosa mi sono dimenticata di fare! *schiocca
le dita e il Banditore piove dal cielo insieme alla sua trombetta*
Recuperato ^^ Ora suona, insulso omino <.< *quello
annuisce e suona una marcia trionfale* Bravo u.u Ma torniamo a noi!
*altra suonata di marcia* I tre Nessuno sono infine giunti nel mondo
per la loro missione a tre: la città di Midgar, patria di
Cloud, Aerith e compagnia bella u.u Faranno strani incontri, o la
missione si svolgerà senza intoppi? Non c'è
nemmeno da chiederlo, ma voi leggete lo stesso u.u Buona lettura!!! *la
trombetta del Banditore suona di nuovo*
ps: con il titolo di
questo capitolo la mia fantasia è stata disarmante...
perdonatemi ç.ç
Capitolo 27: Midgar
Imitò i colleghi, sollevando il cappuccio nero per
nascondere il viso, senza distogliere lo sguardo da quella cittadina
plumbea in continuo fermento. La osservò da ovest a est,
trovandovi al centro un monumento di grandi dimensioni, che tuttavia
non attirò particolarmente i suoi occhi, poiché
s’intonava bene con ciò che lo circondava.
Proseguì nella sua esplorazione a distanza,
finché nella zona più esterna della periferia non
trovò una nota discordante e inattesa in quel cupo concerto:
un edificio dalle pareti rossicce e il tetto in gran parte crollato.
-Sembra una chiesa…- meditò Roxas, prima
d’essere richiamato dal membro fondatore.
-Dobbiamo eliminare gli Heartless presenti in questa città,
evitando di dare troppo nell’occhio.- cominciò
Vexen con voce severa. -Per ora manderemo avanti i Nessuno minori,
quando giungerà la sera e le ombre saranno in
quantità maggiore, interverremo.-
Richiamò quindi degli Eterei e dei Simili, che scattarono
come serpenti lungo il dirupo, pronti a eseguire ciecamente gli ordini
ricevuti.
-Devo mandare i Samurai?- chiese la Chiave del Destino. -Sono piccoli e
veloci, difficili da notare.-
-Va bene.- acconsentì l’altro.
In pochi istanti, dieci Senza Cuore armati di katana si diressero
rapidi e silenziosi verso la meta della loro caccia.
-Noi cosa facciamo nel frattempo?- domandò Saix, rimasto in
silenzio fino a quel momento.
-Troviamo un posto tranquillo in cui nasconderci fino al tramonto.-
-Quell’edificio laggiù potrebbe fare al caso
nostro.- intervenne il biondino, indicando la struttura in decadenza.
-Sì, può andare.- disse il numero IV, dopo una
breve analisi.
Aperto il varco, egli vi passò per primo, seguito dal numero
VII, che gettò una sfuggente occhiata al compagno
più giovane, intento a osservare il vasto deserto alle loro
spalle.
-Roxas, non restare indietro.- pronunciò solamente, mentre
si faceva largo nel buio davanti a sé.
Le azzurre iridi del biondino però, rimasero ancora per
qualche istante a scrutare l’immobile landa silenziosa, alla
ricerca di qualcosa d’imprecisato. Qualcosa di cui nemmeno
lui riusciva a identificarne la natura, ma che aveva attirato la sua
attenzione.
-Eppure, mi era sembrato che…- mormorò tra
sé, oltrepassando a sua volta quella macchia di nere spire.
Quando essa scomparve, al suo posto apparve una coppia di leggere e
soffici piume angeliche del colore della pece.
-Ci incontreremo presto…- sussurrò al vento, il
guerriero da una sola ala.
***
Scese lentamente le scale che portavano all’interno della
fortezza, ma si fermò a metà della rampa e si
voltò indietro per un attimo, perdendosi nei fitti meandri
della sua mente, dopodiché riprese il suo cammino.
Il numero VI attraversò a piedi i numerosi corridoi del
Castello che Non Esiste, dirigendosi verso la biblioteca, continuando a
riflettere su ciò che aveva saputo poco prima dal Superiore.
# flashback #
-Cosa ti porta qui Zexion? Qualcosa ti preoccupa?- domandò
l’albino, abbandonando la contemplazione di Kingdom Hearts e
girandosi verso il collega.
-Nulla di particolare, solo una curiosità.- ammise.
-Cioè?-
-Volevo sapere quale luogo hai scelto per la missione di Vexen, Saix e
Roxas.- disse tranquillo, certo che l’altro avrebbe risposto.
-Sono sicuro che sia un mondo che nessuno di noi conosce…-
-In effetti, è così, ma tu potresti conoscerlo,
considerando il livello e la vastità dei tuoi studi.-
Il ragazzo inarcò appena il sopracciglio destro, nascosto
dal ciuffo, in un vago accenno di sorpresa.
-Li ho mandati a Midgar.- confessò. -Un mondo lontano, che
è stato sull’orlo della distruzione e ora, i suoi
abitanti hanno cuori illuminati dalla speranza. Cuori perfetti per i
nostri scopi.- spiegò Xemnas, per poi tornare a rivolgere il
suo sguardo ambrato alla candida luna, che sovrastava
l’altare del Niente, come una regina con il proprio regno.
# fine flashback #
Più ci pensava, più gli sembrava di aver
già sentito nominare quel mondo, quando ancora era umano, ma
il ricordo gli sfuggiva, come un serpente che scivola sinuoso
nell’acqua, mentre un brutto presentimento cresceva senza
freni, simile alla gramigna che invade un rigoglioso campo.
Si destò dai suoi pensieri, quando giunto di fronte alla sua
meta, udì dei passi provenire dalla direzione opposta alla
propria. Alzò lo sguardo del suo occhio grigio-azzurro e
vide il suo compagno di silenzi, avvicinarsi a passo deciso.
-Buongiorno Lexaeus.- salutò.
L’alto numero V rispose con un gesto del capo,
dopodiché spinse in avanti il battente, lasciando che il
collega passasse per primo.
Lo ringraziò ed entrò nell’ampia stanza
seguito immediatamente dal compagno.
-Lexaeus, dammi una mano a cercare tutti i libri che abbiamo che
parlano di Midgar. Dobbiamo fare in fretta.- disse, avviandosi agli
scaffali del lato destro, mentre il castano si occupava di quello
sinistro.
***
Gemette ancora
più forte sotto le carezze lascive di quelle mani dalle dita
piccole e sottili.
Il suo intero corpo
fremette quando quelle morbide labbra rosee baciarono con leggerezza e
audacia la sua intimità, libera dal fastidioso ostacolo dei
boxer. Sospirò di disappunto, però, quando si
allontanarono per raggiungere le sue labbra, che furono morse, leccate
e baciate con dolcezza infinita. La sua lingua incontrò
quella calda e vogliosa dell’amante, dalla quale si
lasciò domare come un prode leone, che cede sotto la
supremazia del domatore.
I suoi ansimi erano
l’unica cosa udibile all’interno della bianca e
silente stanza, illuminata dalla candida luce della luna a forma di
cuore, sola testimone di quell’amore, che voleva essere
impedito dalla bramosia di un loro compagno traditore.
Riaprì piano
gli occhi e fissò quelle iridi azzurre come il cielo in una
giornata primaverile, desiderando di averle per sé come
anche quel corpo dalla pelle appena abbronzata, ora cosparso di
goccioline di sudore, miste ad acqua della doccia precedente.
Furono dei colpi alla porta a svegliarlo dal suo sogno ad occhi aperti.
-Axel! Sono Demyx!- urlò la voce del numero IX.
Il rosso si alzò di malavoglia dal suo letto e ancora
stordito dalle sue fantasie, andò ad aprire
all’amico. -Sì?-
-Non so perché, ma ero certo che ti avrei trovato chiuso qui
dentro.- esordì il biondo, entrando. -Non vorrai mica
ridurti come l’altra volta vero?-
L’altro sbuffò, tornado a sedersi sul proprio
letto, senza degnare di uno sguardo il suo interlocutore, che per lo
più pareva parlare da solo.
-Roxas potrebbe avere bisogno di noi, ma soprattutto di te, in
qualsiasi momento. Non puoi lasciarti andare e ridurti a uno straccio
ogni volta che lo vedi partire per una missione.-
-Hai ragione, ma…-
-Ma, niente!- lo interruppe, parandosi di fronte a lui con sguardo
deciso, prima di afferrarlo per il collo del soprabito. -Tu ami Roxas e
perciò devi darti da fare, per essere sempre pronto a dargli
il tuo aiuto, capito?- disse con un tono di voce che non ammetteva
repliche, puntando i propri occhi verde mare in quelli color smeraldo
dell’amico.
Axel da parte sua, fissava Demyx come se fosse un’altra
persona.
Che ne era dell’innocente e placido -quando aveva il suo
strumento in mano- suonatore di Sitar? Che fine aveva fatto il suo
amico sempre sorridente, che alzava la voce solo per urlare la sua
presunta gioia al mondo intero?
-Ma che ti ha fatto Zexion? Il lavaggio del cervello?-
domandò serio.
-Che c’entra Zeku adesso?- fece l’altro, non
cogliendo il senso di quella domanda.
-Lascia perdere che è meglio…- rise il Nessuno
dai capelli rossi, alzandosi in piedi.
-Bah…- sbuffò. -Comunque, io vado a vedere cosa
sta facendo Zeku, doveva passare prima da Xemnas, poi ha detto che
sarebbe andato in biblioteca per cercare qualche informazione
utile…- proseguì. -Mi accompagni?-
-Ti avviso che se mi mette a leggere anche solo un dizionario me ne
vado.- avvertì Axel, prima di aprire un varco oscuro e
attraversarlo seguito dal ridente musicista.
***
Il tempo passò, né lento né veloce,
dandogli l’occasione per curiosare tra i ruderi di quella
muta chiesa, che se avesse avuto il dono della parola, avrebbe
raccontato infinite storie di anonimi abitanti.
Una delle quattro mura di mattoni rossi era priva della sua
metà più alta, da cui iniziava anche la parte
mancante del tetto, una volta sorretto da spesse travi di legno chiaro.
Da quello squarcio era possibile ammirare il cielo, che cambiava
lentamente tinta con lo scorrere del giorno, e osservare la parabola
del sole, ormai al termine, che gettava i propri raggi
all’interno dell’edificio sacro. In questo modo
veniva illuminata un’ampia zona del pavimento, nella quale il
posto delle assi era stato usurpato da una distesa di fiori dai petali
candidi come fiocchi di neve.
Roxas rimase incantato da quel piccolo miracolo e fu ammaliato dal
profumo intenso e delicato, opera di Madre Natura.
Si voltò un attimo a guardare i suoi compagni, che in
qualche maniera cercavano di tenersi occupati. Il Mago che Danza sulla
Luna era comodamente sdraiato su una delle travi del soffitto,
apparentemente addormentato, mentre il Freddo Accademico se ne stava
seduto ad una panca in legno scuro, con le braccia conserte e gli occhi
chiusi, concentrato su chissà quali pensieri.
Il custode alzò le spalle e tornò al suo
passatempo momentaneo, aspettando di poter entrare in azione.
Piano, sollevò le palpebre, mantenendole comunque socchiuse,
per poter osservare con la coda dell’occhio la figura minuta
del numero XIII.
Strinse appena i pugni, frustrato, e ciò che avrebbe potuto
definire rabbia s’impadronì della sua mente, che
pensava a come poter realizzare i propri progetti senza provocare
sospetti nel collega dai capelli azzurri.
-Dovrò neutralizzare Saix o tenerlo impegnato in qualche
modo…- rifletté il numero IV. -Forse
potrei…-
Un fluido movimento alle sue spalle interruppe le sue riflessioni e gli
fece alzare gli occhi.
-E’ ora.- affermò il numero VII, sollevandosi il
cappuccio sul viso, subito imitato dal giovane compagno, che lo
affiancò.
-Come ci organizziamo?- domandò questo.
-I Nessuno che abbiamo mandato avanti stanno facendo un buon lavoro
nella parte nord della città.- esordì Vexen.
-Saix, se sei d’accordo, tu ti occuperai della zona ovest,
mentre Roxas e io passeremo in rassegna la zona sud.-
Il Nessuno dai capelli azzurri tacque un istante, analizzando nella sua
mente la proposta del fondatore per cercare di aggirarla e trovare un
modo per portare la Chiave del Destino con sé per tenerlo
d’occhio come gli aveva chiesto il Burattinaio Mascherato, il
quale non era solito fare richieste a vuoto.
-Capisco la tua scelta, ma io e Roxas ci siamo allenati insieme in
vista di questa missione. Ritengo, quindi, che forse, dovrebbe fare
coppia con me.- replicò con voce moderata.
Il Freddo Accademico rifletté sulle parole del collega,
portandosi una mano al mento e abbassando lo sguardo. -Tutto sommato,
il piano può procedere anche così…-
pensò. -Anzi, probabilmente è meglio…-
Rialzò gli occhi, incrociandoli con quelli dorati
dell’altro, fieri e decisi, come quelli di una tigre che ha
il pieno controllo della situazione. -Credo che tu abbia ragione, non
vorrei che i vostri allenamenti risultassero vani.- rispose
pacatamente, prima di attraversare un varco oscuro che lo avrebbe
portato nella zona sud.
-Ci ritroviamo qui all’alba.- avvertì,
dopodiché scomparve nel buio
dell’Oscurità.
Rimasero a osservare il punto lasciato vuoto dal loro compagno,
finché il Mago che Danza sulla Luna non prese la parola.
-Sarà meglio muoverci anche noi.- affermò,
aprendo un passaggio accanto a sé.
Da parte sua, il keyblader guardava l’altro con
curiosità crescente mista a confusione.
Saix gli era sempre stato descritto come un menefreghista di prima
categoria -a meno che l’argomento in questione riguardasse il
Superiore- ma in quel momento gli apparve preoccupato per la sua sorte,
perché dubitava fortemente della motivazione che aveva dato
al fondatore.
Un’idea che potesse giustificare quel comportamento tanto
insolito gli balzò in mente, ma non la espose,
poiché era certo che non avrebbe ottenuto una risposta
esauriente, se mai ne avesse ricevuta una.
Si riscosse quando vide il compagno immergersi nelle spire liquide del
varco nero e lo seguì per ritrovarsi in pochi istanti, alla
parte opposta della città di Midgar.
Si guardò attorno per cogliere ogni dettaglio di quel nuovo
e sconosciuto ambiente, stupendosi di quanto assomigliasse alla
cittadella che stava ai piedi del Castello che Non Esiste. Una
città fatta di edifici imponenti, illuminati dalle luci dei
neon. Una città grigia e silenziosa, infatti,
l’unica differenza era quel silenzio quasi assordante che
nella Città Oscura è colmato dal continuo e
implacabile scrosciare della pioggia.
Per un attimo si sentì quasi inglobato in quel muto teatro
notturno, ma il numero XIII si destò quando
avvertì un rumore che si avvicinava rapidamente.
Muovendosi nelle zone d’ombra e strisciando sui muri come
serpenti durante la caccia, gli Heartless circondarono i due Senza
Cuore, che li osservarono senza scomporsi e rimirando i loro occhi
gialli lampeggianti nel buio, come stelle appese alla volta del cielo.
Il numero VII levò il braccio destro e la sua possente
alabarda comparve senza suono nella sua mano.
-Forza Roxas, mettiamo alla prova quello che hai imparato.- disse,
mentre il cerchio di ombre si stringeva intorno a loro.
Il biondo annuì e richiamò le sue armi, facendo
muovere un passo indietro alle scure fila dei nemici, ma quando fu lui
ad avanzare, la sua mente si spense e cadde nel consueto limbo
d’incoscienza, mentre al suo corpo vuoto venivano dati nuovi
ordini.
-Fa come ti dice il
numero VII senza destare sospetti e distruggi più ombre che
puoi, ma sta attento a non ferirti.-
-Sì Signore.- mormorò la Chiave del Destino prima
di lanciarsi all’attacco.
Dall’alto dello scheletro di un palazzo coperto di teli, un
paio di iridi tinte di un verde intenso, come quello di una gemma
preziosa, osservava lo scontro che si svolgeva a livello del terreno
con un certo interesse, che andava aumentando ad ogni attimo trascorso.
Un lungo e sottile sorriso gli allungò le labbra pallide.
-Sono ansioso di confrontarmi di nuovo con te…
Roxas…-
Da questo capitolo, in
molti sono arrivati ad odiare Demyx, per aver interrotto i sogni di
Axel u.u alcuni invece se la sono presa con me per averglielo fatto
fare XD Non arrabbiatevi u.u Mi sto risparmiando per il gran finale u.u
Comunque! Zexion è convinto di trovare qualcosa nell'immensa
biblioteca del Castello che Non Esiste con l'aiuto del gigantone amico
suo, mentre il suo amante rompe le uova nel paniere ad Axel, porello
anche lui u.u I tre Nessuno alla scoperta di Midgar invece sono
osservati da lontano, ma non così tanto... già si
è capito di chi sono quegli occhi verdi, ma
chissà cosa vorrà fare la mente che si nasconde
dietro di loro? *ghigna perché sa* Questo e altro nel
prossimo capitolo! See ya!!!
Avviso
importante: Volevo
avvertivi già da ora che dopo il prossimo capitolo non ne ho
altri pronti da farvi leggere, quindi dovrete rispettare i miei tempi
di aggiornamento che, purtroppo, non sono regolari...
Cercherò comunque di non farvi aspettare troppo,
università e altre cose permettendo, e non temete che questa
fic non resterà incompiuta!
L'angolino dedicato a voi u.u
RikaSuzumiya:
Sono contenta che la storia ti piaccia ^^ Per quanto riguarda il "come
andrà a finire" non lo so nemmeno io, ci sto ancora pensando
<.< Mi fa piacere anche che le mie idee sadiche e yaoiose
con Roxas uke ti soddisfino, quindi non avrai problemi col capitolo 29,
che mi accingo a scrivere u.u Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto e che tu abbia gradito l'intermezzo akuroku ^^ Byeee!!!
My Pride:
Sei riuscita a recuperare anche qui! Me felice <3 Lo dicono in
tanti che Roxas è tenerissimo, sono contenta di aver fatto
un buon lavoro ^^ Mmh... per quanto riguarda i tuoi sospetti su quel "A
Midgar", credo che non fossero del tutto infondati, guarda un
pò chi è saltato fuori alla fine del capitolo XD
Spero che il capitolo ti sia piaciuto nonostante il poco yaoi ^^
Ciauuuu <3
LightRoxas:
Mi chiedi se sognavo quando ho scritto il capitolo? A dir la
verità dormivo quando mi è venuta l'idea per la
fic... il caldo agosto del 2008 mi aveva dato alla testa XD Per i
capitoli invece... bè... le idee mi vengono quando capita e
di solito diventano quello che leggi quando le scrivo.. non sto a
pensarci troppo in effetti XD Zexion sarà contentissimo,
perché il suo ruolo sta diventando sempre più
importante come guida dei compagni verso la risoluzione del problema di
Roxas, ma farà in tempo? u.u Spero che il capitolo ti sia
piaciuto e ricorda: lo yaoi rulla u.u Ciauuu!!!
Giulia__chan:
Tranquilla Giulia, non sei l'unica con quel prurito alle dita XD E non
preoccuparti se non conosci Midgar, all'inizio del capitolo l'ho
scritto, ma te lo dico anche qua ^^ La città di Midgar
è il luogo da cui provengono Cloud, Aerith, Tifa e Cid e io
ho preso l'ambientazione del film "Final Fantasy VII: Advent Children",
mi auguro che ora tutto sia più chiaro, ma se hai altri
dubbi devi solo chiedere ^^ Spero anche che il capitolo ti sia piaciuto
e non temere che lo yaoi ci sarà u.u Ciauuu!!!!
uomo nero:
Mi ricordavo di te e della tua passione per la XemnasxSaix ^^ Sono
contenta che la scena ti sia piaciuta, credo anche che sia quella
riuscita meglio! Roku-chan verrà vendicato... prima o poi...
forse... XD E ora che sono tutti insieme appassionatamente a Midgar
c'è scappato qualcosa... ma per il biondo non garantisco
nulla, non credo che lo inserirò... ma chissà,
mai dire mai con le mie fic XD Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto ^^ Fammi sapere! Byeee!!!
soral:
Gemellina, la XemnasxSaix credo che non abbia nomi XD Gli amici di
Roxas non sono arrivati in tempo perché il funghetto
è uno sfigato cronico, specialmente qua dentro XD ma poi ha
recuperato alla grande con Axel visto? u.u Quindi non preoccuparti u.u
Spero che tu ti sia fatta un nuovo tour nel mondo dei sogni con la
visione ad occhi aperti di Axel e spero che il capitolo ti sia piaciuto
come gli altri ^^ A presto gemellina!!! <3
Dunque... *legge il
copione* Mi pare di aver fatto tutto... Il capitolo l'ho messo, ho
recuperato il Banditore dalla botola, ho avvisato per i capitoli
futuri, ho risposto ai commenti... non mi resta altro da fare che dare
gli ultimi ringraziamenti ^^ Ringrazio tutti voi che leggete soltanto,
vi adoVo tutti, dal primo all'ultimo!!! ^^ Grazie!! *si gira verso il
Banditore* Forza omino! Dobbiamo andare a fare le prove per il salto
con il paracadute della prossima volta! *il Banditore tenta di fuggire,
ma cade in una nuova botola* Illuso, pensava anche di sfuggirmi...
*risata malvagia* Ora mi eclisso! Al prossimo week end! See ya!!!
*sparisce in una nuvola di fumo*
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Capitolo 28 *** Capitolo 28: L'abbraccio dell'ala nera ***
*arriva un aereo con la
porta aperta* E muoviti omuncolo! *l'autrice spinge giù
dall'aereo il Banditore che urla come un pazzo* Grazie mille del
passaggio Jo, la prossima volta ci beviamo qualcosa insieme! *l'autrice
saluta il pilota e poi si butta a sua volta* Banzaiii!!!!! *continuano
a cadere nel vuoto finché non comincia a intravedersi il
terreno* Dai Banditore apri il paracadute!! *l'autrice lo apre, ma
quello del Banditore si affloscia, quindi comincia lo schianto* Oh
oh... Vabbè, passiamo oltre... ci metterò un
pò ad atterrare, quindi introdurrò il capitolo da
qui... Salve a tutti lettori e lettrici!!! Perdonatemi se arrivo
così tardi, ma ieri non stavo molto bene e mi sono tenuta
alla larga dal pc a causa di un incessante e terribile mal di testa.
Oggi però sto decisamente meglio, quindi don't worry! ^^
Altra buona notizia: finalmente ho finito gli esami del primo semestre
e fino a giugno non se ne parla più! Ora passiamo
al capitolo, meno male che il Banditore mi aveva lasciato il copione
prima di schiantarsi... Dunque! Ah sì, Saix e Roxas avevano
iniziato a combattere con gli Heartless mentre qualcuno li guardava da
lontano... che succederà? Leggete e scoprire! Buona
lettura!!!
Capitolo 28:
L’abbraccio dell’ala nera
I keyblade vorticavano senza freni, mossi dalle abili mani del loro
possessore, producendo sibili di vento.
La bambola priva del proprio controllo, che era divenuta la Chiave del
Destino, si muoveva con grazia e violenza al tempo stesso tra le nere e
brutali creature dell’Oscurità, lasciando a ogni
fendente una manciata di polvere e un cuore luccicante, che svaniva in
pochi istanti per ricongiungersi a Kingdom Hearts.
Senza emettere verbo, il numero XIII mieteva vittime, passo dopo passo
prendendo le vesti di una spietata macchina distruttrice dagli occhi
spenti.
Poco distante da lui, il Mago che Danza sulla Luna lo imitava,
brandendo il pesante Claymore. Il cappuccio calato sul viso frenava
l’ondeggiare dei lunghi capelli azzurri e gettava ombra sulle
brillanti iridi dorate, che di quando in quando posavano la loro
attenzione sulla minuta figura del Nessuno più giovane.
Se n’era ormai reso conto: Roxas era controllato da qualcosa
o da qualcuno, poiché i suoi movimenti, per quanto
sembrassero naturali e sciolti, erano troppo meccanici, troppo simili a
quelli di un burattino manovrato da mani altrui.
In breve, gli Heartless furono annientati e nella stradina illuminata
dalle luci artificiali, rimasero solamente i due Senza Cuore,
circondati dal silenzio della notte.
Il petto del numero VII si alzava e si abbassava con un ritmo appena
più rapido del normale, colto da un leggero affanno, mentre
il biondo rimaneva immobile con le braccia lungo i fianchi e le armi
ormai svanite in una scia di luci.
Saix fece altrettanto, lasciando che l’alabarda sparisse
dalla sua mano destra e rifletté sul comportamento del
compagno.
-Come fa a non essere affaticato?- si chiese dubbioso.
-C’è sicuramente qualcosa che non va… I
suoi movimenti erano diversi da quelli che ho visto sinora…-
Lo osservò con attenzione, non riuscendo a capire cosa ci
fosse di diverso in lui. Infine si arrese, pensando che prima o poi
durante il proseguimento della missione, qualcosa sarebbe saltato fuori.
-Roxas, tutto bene?- domandò, attirando lo sguardo
dell’altro su di sé.
-Sì, nessun problema.- rispose lui, fissando il compagno
protetto dal buio del cappuccio.
-Molto bene… andiamo avanti.- disse Saix, notando una nuova
anomalia nel suo comportamento. -Visto il suo carattere avrebbe dovuto
chiedermi qualcosa sulle mie condizioni…- pensò,
avanzando lungo la stradina desolata e silenziosa.
Come un automa privo del calore di un’anima, la Chiave del
Destino seguiva muto il collega dai capelli azzurri, come ordinatogli
dal fondatore padrone dei ghiacci.
-Bravo Roxas…
continua così mi raccomando… e bada di non farti
sentire, quando parli con me…-
asserì Vexen, nella mente del suo servitore.
-Sì Signore.- sussurrò appena il giovane,
continuando a camminare.
Passarono pochi ma interminabili minuti, finché un nuovo
gruppo di ombre dagli occhi gialli capitò loro davanti.
Sinuosi come serpi e affamati come bestie digiune, i Neo Shadow si
alzarono dal suolo, abbandonando le pozze scure da cui provenivano. Il
primo che gli si parò di fronte assottigliò lo
sguardo e spalancò le fauci, più che deciso a
fare a pezzi i suoi avversari.
Saix ghignò e pensò che se avesse avuto un cuore,
avrebbe seriamente provato divertimento per il comportamento di
quell’Heartless.
Il Claymore comparve nuovamente nella sua mano, divenendo una candida
macchia nel buio di quel luogo. Immediatamente, Roxas fece altrettanto
e le due chiavi apparvero dal niente, intimorendo ancora una volta
quelle creature nate dall’Oscurità del cuore degli
uomini.
Gli azzurri occhi vuoti videro un cenno d’assenso del Mago
che Danza sulla Luna e lo interpretarono come un segnale per
l’inizio di ciò che per la loro mente spenta
considerava un massacro per il volere di un altro.
Rispose al gesto e si lanciò contro l’orda di
avversari.
***
-Basta!- esclamò il ragazzo dai capelli rossi, lasciandosi
andare sullo schienale della poltrona, fissando con astio
ciò che stava sopra il tavolino che aveva davanti.
I suoi dardeggianti occhi verdi, parvero sulla buona strada per
carbonizzare quei tre volumi che consultava da ore, purtroppo senza
successo.
Quando era arrivato in biblioteca con l’amico dai capelli
biondi, avevano trovato il Burattinaio Mascherato con la silenziosa
compagnia del numero V, che cercava tutti i libri che parlassero del
mondo chiamato Midgar, dove Roxas era stato mandato per la sua
missione. I due fondatori erano già riusciti a raccogliere
una piccola pila di dieci volumi e avevano messo i nuovi arrivati a
consultarli.
Tuttavia, dopo un’intera giornata passata su quelli che il
Soffio di Fiamme Danzanti definiva “i nemici peggiori con cui
avesse mai avuto a che fare”, ancora non si era venuti a capo
di niente.
Zexion alzò lo sguardo dalle pagine che stava leggendo e
rivolse la sua attenzione al compagno che aveva interrotto la
tranquillità della stanza.
-Qualcosa non va Axel?-
-Hai anche il coraggio di chiedermelo?!- sbraitò
l’altro. -Siamo qui a leggere questi cosi da un sacco di
tempo! Mannaggia a Demyx che mi ha convinto a restare!-
-Axel, se vuoi, puoi andare a riposare, continuiamo noi le ricerche.-
disse con calma, riuscendo a capire lo stato d’animo del
rosso.
Era un tipo impulsivo, fatto per l’azione, e comprese che per
lui rimanere chiuso lì doveva essere un vero e proprio
supplizio.
-Non ce n’è bisogno… faccio una pausa e
poi mi rimetto all’opera…- mormorò il
numero VIII, mettendosi una mano sulla fronte. -Scusami Zexion, ma
stare qua a “far niente” e sapere Roxas
là fuori, sotto il possibile controllo di chissà
chi…-
-Non preoccuparti, lo so.- rispose, accennando un sorriso,
dopodiché si voltò verso il proprio amante e
alzò un sopracciglio.
Il numero IX era chino su un ampio libro dalla copertina bianca e i
bordi ornati d’argento. Non riuscì però
a leggerne il titolo, poiché una mano del lettore lo copriva
interamente.
-Dem, cosa stai leggendo?- domandò alla fine.
-La storia di Midgar e quello che leggo non mi piace
affatto…- mormorò serio.
-Cos’hai trovato?- chiese impaziente il Nessuno dagli occhi
smeraldini.
-Pare che una decina di anni fa quel mondo sia stato
sull’orlo della distruzione… un meteorite ha
minacciato di distruggerlo interamente, ma pare che un gruppo di
guerrieri sia riuscito a impedire che accadesse.-
-Questo me l’ha detto anche Xemnas ma credo che su quel libro
ci sia di più, vero?- fece il Burattinaio Mascherato,
incrociando le braccia.
-Esatto… Axel, il ragazzo biondo che hai visto alla Fortezza
Oscura è originario di Midgar, è l’eroe
che ha salvato quel mondo.-
I due sgranarono gli occhi a quella rivelazione e giunsero a un
pensiero comune in pochi fuggevoli istanti.
-Se lui viene da Midgar… significa che…-
-Quel guerriero, Sephiroth, era l’iniziale minaccia, poi
sconfitto lui, il biondo e i suoi compagni si sono concentrati sul
meteorite…- rivelò infine, alzando le iridi
acquamarina sui compagni.
***
L’ennesimo nemico cadde sotto la candida lama del
Portafortuna, seguito in un attimo dal Lontano Ricordo, che trafisse un
Neo Shadow da parte a parte, facendolo scomparire in una nube di
polvere nera senza concedergli un grido.
La Chiave del Destino si voltò immediatamente alla ricerca
di un nuovo avversario, ma non ne trovò.
Si guardò attorno e vide il collega armato di alabarda che
volteggiava tra cinque avversari, che divennero un ricordo in pochi
secondi, liberando i cuori da cui erano nati.
Le spalle del numero VII segnavano la stanchezza che lo avvolgeva, ma
qualcos’altro attirò i spenti occhi azzurri del
numero XIII. Un raggio di luce chiara aveva cominciato a trafiggere il
cielo buio, abitato solo da poche stelle e dalla luna che lentamente
calava a occidente per lasciare il passo al sole.
-Sta albeggiando… facciamo ritorno alla chiesa.-
esordì Saix, rivolto al compagno, mentre apriva un varco
oscuro.
-Va bene.-
Uno scintillio di vita, tornò a illuminare le iridi di
Roxas, che confuso osservò il Mago che Danza sulla Luna
attraversare il passaggio. Voltò lo sguardo a destra e a
manca, finché non lo posò a oriente e
capì che la notte era ormai giunta al termine.
-E’ successo un’altra volta… possibile
che Saix non abbia notato nulla?- pensò, incamminandosi per
seguire l’altro Nessuno.
Una presenza conosciuta lo fermò.
Una risata leggera, colma di divertimento e soddisfazione, giunse alle
sue orecchie.
Un fruscio d’ali e il rumore di un passo, lo fecero tremare.
-Mai avrei pensato che ti avrei rivisto proprio qui.- esordì
il nuovo venuto, arrivando alle spalle del biondo Senza Cuore.
-Aspettavo un altro, che purtroppo sta tardando e l’attesa
è assai snervante…- soffiò
nell’orecchio destro del giovane, che si voltò
appena in quella direzione.
Tutto il terrore che un Nessuno poteva provare era dipinto sul viso del
giovane custode. Il cielo delle sue iridi si scontrò
violentemente con l’intenso verde mare di quelle
dell’altro, trovando in esse un’espressione di
desiderio intenso.
-E’ una piacevole sorpresa incontrarti in questo luogo che un
tempo chiamavo casa… Ti va di allietare la mia attesa?-
domandò con un sorriso l’angelo dai capelli
argentei, mentre abbracciava il biondino con la propria ala dalle piume
color pece, trasportando entrambi lontano da occhi indiscreti.
***
Fu un istante.
Il Soffio di Fiamme Danzanti si alzò di scatto e
allungò la mano per aprire un varco oscuro, ma
un’altra mano lo fece desistere, afferrandolo per il braccio.
-Zexion perché…?!-
-Ragiona.- s’impose il fondatore, fissandolo con
l’occhio libero dal lungo ciuffo. -Cosa risolvi andando
là da solo? Persino Xemnas ci ha detto di starne alla larga,
quindi se vuoi aiutare Roxas, dobbiamo informarlo e farci accompagnare
dai nostri compagni. Nel frattempo ci penseranno Saix e Vexen a
proteggere Roxas.-
Il numero VIII gli gettò uno sguardo furente, che avrebbe
incenerito chiunque. -Vai tu da Xemnas a perdere tempo! Io vado su quel
dannato mondo!- urlò, strattonando il braccio per liberarsi
e aprire un passaggio nero come l’oblio.
-Axel fermati!- esclamò il musicista, mettendosi in piedi
rapidamente per fermarlo, ma il viso truce dell’amante lo
fece desistere dal suo intento. Mai l’aveva visto con
quell’espressione in viso e per un attimo ricordò
cos’era la paura.
-L’hai voluto tu.- sussurrò il Burattinaio
Mascherato, facendo comparire la sua arma.
Un libro nero, con il candido stemma dei Nessuno inciso sulla
copertina, apparve dal niente, aperto su una pagina ancora bianca,
accompagnato da una piuma già intrisa d’inchiostro.
Veloce come il vento, il numero VI disegnò una corda legata
a formare un cappio, dopodiché alzò lo sguardo
sull’amico. Axel si era portato le mani alla gola, cercando
invano, di liberarsi da qualcosa che non c’era. Gli occhi
erano stretti e la bocca era aperta alla disperata ricerca
d’aria da portare ai polmoni.
-Questa… me la… paghi…
Zexion…- soffiò il rosso con una nota di rabbia.
L’illusione creata dal potere del fondatore si sciolse appena
la sua vittima scivolò nell’incoscienza e il suo
corpo libero da vincoli, si abbandonò su stesso, cadendo
riverso sul pavimento bianco della biblioteca.
Il Notturno Melodico corse accanto all’amico per assicurarsi
che respirasse ancora e sospirò sollevato quando ebbe
appurato il suo stato di salute.
-Zeku, non credi di aver esagerato?- domandò piano.
-Ho cercato di farlo ragionare, ma hai visto anche tu che non voleva
darmi retta…- disse, facendo svanire il temibile libro di
cui era in possesso. -Ora prendilo in spalla e andiamo da Xemnas,
almeno se si sveglia lo terremo sotto controllo…- concluse
creando un passaggio fatto da nere spire per poi attraversarlo seguito
dal compagno.
***
Si abbassò il cappuccio, gettando una rapida occhiata in
giro.
L’edificio in rovina era come l’avevano lasciato la
sera precedente e con l’unica presenza di quei fiori bianchi
che il numero XIII aveva ammirato con grande interesse.
Voltò il capo alla sua sinistra e vide la figura del quarto
membro fondatore irrompere nell’ampia e silenziosa sala.
-Roxas dov’è?- chiese il Freddo Accademico,
avvicinandosi al collega, che gli restituì
un’occhiata dubbiosa.
Si girò per guardare alle sue spalle e trovò il
muro della chiesa privo del varco che aveva da poco oltrepassato.
Velocemente ne creò uno nuovo per tornare nella strada
abbandonata pochi secondi prima, non trovando il compagno
più giovane. Il suo sguardo dorato però, fu
attirato da qualcosa che prendeva posto a pochi passi da lui.
Un’unica, leggera e delicata piuma tinta
d’ossidiana, illuminata dai primi raggi del sole del mattino,
faceva da inconsapevole firma all’essere che era passato da
lì.
Il numero VII emise un ringhio di frustrazione. -Maledizione!-
Intanto, il numero IV si era avvicinato all’oggetto e si era
chinato per poterlo toccare. Tuttavia, appena lo sfiorò con
la mano inguantata di nero, la piuma scomparve in una scia di luci
scure, lasciando il Senza Cuore insoddisfatto e contrariato.
-Sai a chi apparteneva?- domandò al Nessuno dai capelli
azzurri.
-Il guerriero con l’ala nera! Dannazione!-
Vexen tornò in piedi e aprì un passaggio accanto
a sé. -Andiamo, questo ci condurrà da Roxas.-
disse freddamente, mentre si voltava per attraversare il buio in cui
nemmeno la stella del giorno poteva far giungere le sue luminose dita.
*mette i piedi a terra e
si libera dell'attrezzatura* Eccomi! *si guarda in giro* Oh, Banditore!
Ecco dov'eri! *l'omino è finito a testa in giù in
un cumulo di fieno* Dai smetti di giocare e scendi! Io intanto chiudo
il capitolo! Quanta pazienza ci vuole... u.u *si ricompone* Il capitolo
è un pò povero delle solite descrizioni, ma
ahimé l'ispirazione è stata tiranna con me
ç.ç Speravo di farlo un pelino meglio, mi
rifarò con il prossimo ^^ Roxas è di
nuovo nelle mani di Sephiroth, mentre Axel, Demyx e Zexion hanno
scoperto il suo legame con Midgar. Nel frattempo Saix e Vexen si
avviano all'inseguimento dell'angelo per recuperare il loro compagno,
ce la faranno? Questo e altro nel prossimo capitolo!!
See ya!!!
Avviso
importante: questo
è l'ultimo capitolo che ho scritto finora, quindi non so se
la prossima settimana ne avrò uno pronto da farvi leggere.
Cercherò di mettermi d'impegno, promesso, ma ora che
cominciano le lezioni e i tirocini non so quanto tempo avrò,
perciò vi chiedo di pazientare e vi chiedo di perdonarmi in
anticipo se dovessi metterci troppo.
L'angolino dedicato a voi u.u
Giulia__chan:
Sono contenta che la fic ti piaccia ^^ e non temere, le scene hot con
Zexion ci saranno in futuro, non possiamo lasciare Demyx a bocca
asciutta no? u.u Mi spiace, ma non credo che Cloud si farà
vivo in questa fic, ma può darsi che mentre scrivo lo metto
senza pensarci perché di solito mi succede così
<.< pensa che all'inizio manco Sephiroth era previsto
<.< Spero che anche questo chap ti sia piaciuto ^^ Byee!!!
LightRoxas:
Se anche non fossi una scrittrice eccezionale come dici, lo yaoi rulla
comunque XD Saix ha fatto il bravo micio, ma... ecco... Roxas l'ha
perso lo stesso XD Zexion invece, come ti avevo detto qualche capitolo
fa, si è fatto valere u.u E' pur sempre un fondatore il
nostro ciuffoso preferito u.u Alla prossima!!! ^^
My Pride: Ed
ecco cosa accadde poi u.u Vediamo se indovini cosa succederà
nel seguito? Dai che lo sai u.u Spero che il capitolo ti sia piaciuto
nonostante la mancanza di yaoi, ma si rimedierà u.u Ciauuu
<3
RikaSuzumiya:
Eccoti la nuova oasi u.u Spero che ti abbia salvata come sempre XD
Roxas ha la sua dose di popolarità... guarda
cos'è successo con Sephiroth <.< Spero che
riuscirai a commentare, voglio proprio sapere cosa ne pensi u.u Ciauuu
^^
ps: che faresti se ti dicessi che sto scrivendo una fic con un certo
tipo con i capelli rossi come uke? u.u
soral:
Sì... c'era Saix a controllare... mi sa che non ha
controllato bene però XD Ovvio che era Sephiroth u.u Quando
lui punta qualcosa la ottiene, soprattutto nelle mie fic u.u Spero che
riuscirai a leggere questo capitolo gemellina e spero che possa
piacerti ^^ Ci sentiamo gemellina!!! kiss <3
Ce l'abbiamo fatta anche
'sta volta, vero Banditore? *l'omino sdraiato per terra grunisce un
assenso* Mi sa che tu e il paracadutismo non siete fatti per
collaborare... per la prossima volta mi inventerò
qualcos'altro ^^ *l'omino perde i sensi in modo definitivo* Esagerato
<.< Comunque!!! Anche per oggi abbiamo finito, ma
passiamo agli ultimi ringraziamenti u.u Ringrazio con un mega abbraccio
e un bacione da diabete Phantom G per aver messo la fic tra le
seguite ^^ e ovviamente ringrazio con un abbraccio enorme tutti voi che
leggete soltanto... siete sempre così tanti
ç.ç Spero che continuerete a seguirmi nonostante
l'immenso tempo che potrei metterci ad aggiornare ^^ Alla prossima!!!
See ya!!! *scompare in una nuvola di fumo mentre il Banditore cade in
una botola*
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Capitolo 29 *** Capitolo 29: The Angel and his Ragdoll ***
Salve a tutti carissimi
lettori e carissime lettrici!!! *le vengono lanciati oggetti di ogni
tipo* Me lo merito ç.ç sono in un mega ritardo,
ma vi chiedo di perdonarmi... Ho avuto un grave problema familiare, che
mi ha tolto tutta la voglia di scrivere tant'è che
è stato veramente difficile riprendere, ma ora ho di nuovo
la mano ^^ Un pò arruginita, ma ce l'ho XD *schiva un
frigorifero* Ok, ho capito! <.< Ma guarda te... Vi lascio
al chappolo! Buona lettura!!!
ps: un grazie
particolare va a King Mickey, la mia dolcissima funghettina che mi ha
aiutata nella scelta del titolo :3
Capitolo 29: The Angel
and his Ragdoll
In un istante, la brezza mattutina della strada in cui si trovava poco
prima, fu sostituita da un opprimente odore di chiuso e di metallo
arrugginito, e al posto della luce calda e confortante del sole
all’orizzonte, subentrò il fioco e anonimo
chiarore di qualche lampada al neon. Quando poi, fu sbattuto contro la
parete metallica, un gelo smisurato oltrepassò la pesante
stoffa del soprabito nero che indossava e penetrò nel suo
gracile corpo, fino alle ossa.
Tremò appena e strizzò gli occhi, ma li
sgranò immediatamente quando avvertì le labbra
del guerriero alato sul suo collo.
Una forte scossa di adrenalina lo aiutò a ribellarsi,
così evocò il Lontano Ricordo e menò
un fendente diretto al fianco sinistro dell’argenteo, che
però sfuggì all’attacco, svanendo nel
nulla e lasciando al suo posto un paio di piume corvine.
-Sei scortese.- disse Sephiroth, riapparendo a un paio di metri dal
biondino. -Io volevo solo passare del tempo con te in modo
piacevole…-
-Sarà piacevole per te!- esclamò Roxas,
impugnando anche il Portafortuna. -Per me non lo è affatto e
oggi non andrà come l’altra volta!-
L’uomo ghignò. -Bene allora, facciamo come
vuoi…- disse, mentre la mano sinistra si chiudeva
sull’impugnatura della lunga katana. -Alla fine,
però, ti pentirai di non avermi assecondato fin
dall’inizio.- sentenziò, prima di svanire.
Dopo qualche secondo riapparve alle spalle dell’altro,
vibrando un fendente orizzontale, che colpì solamente un
lembo del lungo soprabito nero, poiché fu evitato
all’ultimo istante con un balzo laterale nel verso opposto a
quello della lama.
Rimessi i piedi a terra, la Chiave del Destino arretrò di un
paio di passi, poi si lanciò in un attacco diretto. La
chiave bianca cozzò violentemente con la Masamune,
producendo un secco rumore metallico e scintille, e fu immediatamente
seguita dal keyblade nero, che mirò alle gambe
dell’angelo monoala.
Sephiroth ghignò divertito, dopodiché
schivò il colpo semplicemente svanendo nel nulla e lasciando
solo poche piume color antracite come traccia di sé.
Il Nessuno si fece attento, guardandosi attorno e girando
freneticamente su se stesso alla ricerca dell’avversario,
sfuggente come un alito di vento. Nonostante fosse privo del cuore,
avvertiva chiaramente una sensazione simile all’ansia
scorrergli dentro e stringerlo in una morsa ferrea, simile a quella di
una tagliola sulla sfortunata preda.
Le iridi color azzurro cielo saettavano da una parte
all’altra, ma furono le orecchie a captare la presenza
dell’argenteo. Una risata leggera, ma di cui era ben evidente
la nota divertita.
Si girò di scatto a occhi sgranati, ma li serrò
all’istante a causa di una brutale sensazione dolorosa alla
spalla destra, che si propagò al resto del corpo con
rapidità, quando fu sbattuto nuovamente contro la gelida
parete di quel luogo. Il silenzio, solenne come quello che abita le
cattedrali, fu infranto senza remore dal boato prodotto
dall’urto, che come un’onda marina si
propagò sotto forma di vibrazioni intense, lungo il muro
metallico color rame.
Le due chiavi scomparvero al momento stesso dell’impatto
senza produrre suono, e il biondo si sentì indifeso e
impotente, come una giovane lepre davanti a una vorace tigre, quando
incrociò lo sguardo acquamarina di quell’angelo
dall’ala nera.
Com’era accaduto al loro primo incontro, il Senza Cuore si
ritrovò nella ferrea morsa di Sephiroth, che non accennava a
voler estrarre la punta della lama dalla sua spalla. Al contrario,
continuava lentamente a fare pressione sull’impugnatura,
provocandogli un dolore bruciante e lasciandolo in agonia.
All’improvviso, però, il ghigno
dell’argenteo si allargò e la spada fu spinta
velocemente in un profondo affondo, che trapassò
l’articolazione e si conficcò nel metallo color
ruggine della parete.
La Chiave del Destino sgranò gli occhi e urlò,
sfogando il proprio dolore causato da quel gesto feroce e inaspettato,
mentre dalla ferita prendeva vita un rapido e bollente fiume di sangue
scarlatto.
***
La luce dell’alba ormai avviata disegnava le loro ombre sul
terreno brullo, che circondava la costruzione al centro della catena di
colline rocciose.
Richiuso il varco alle loro spalle, i due Nessuno si guardarono attorno
in cerca di qualsiasi segno della presenza del loro compagno, che si
rivelò dall’interno della struttura cui si
trovavano di fronte.
Un immenso fabbricato fatto di metallo, che si diramava in lunghe e
contorte tubature, che brillavano sotto i raggi del sole, mandando
riflessi in ogni direzione, come una complicata catena di specchi.
Tuttavia, i loro sguardi non si rilassarono davanti a quello spettacolo
di luci, poiché oltre all’aura del collega,
avvertirono immediatamente quella del guerriero alato.
Un’aura potente e terribile, che invadeva ogni angolo di quel
luogo desolato, in cui persino il vento preferiva tacere.
-Roxas si trova dentro.- esordì il numero VII. -Come mai
siamo arrivati fuori?-
Il fondatore dalla chioma biondo cenere tacque un istante prima di
rispondere, nel quale terminò l’analisi delle sue
gelide iridi verdi sull’edificio. -Sembra che una barriera
circondi la zona più profonda e probabilmente anche una
buona fascia intermedia, vietandoci l’accesso.-
Gli occhi dorati di Saix seguirono quelli del numero IV e si posarono
sulla porta arrugginita che sorgeva in cima alla rampa di scale, come
il trono di un fiero e superbo imperatore. -Non ci resta che
sfondarla.- disse poi, iniziando a salire.
Vexen lo seguì cauto, ma si fermarono entrambi, quando
udirono l’acuta eco di un grido doloroso, appartenente a una
voce a loro conosciuta.
-Dobbiamo muoverci!- esclamò il Nessuno dai capelli azzurri,
riprendendo la salita in corsa, mentre il Claymore appariva obbediente
nella sua mano destra e l’altro lo imitava impugnando il
grande scudo bianco e blu.
-Non lo avrai!- pensò irritato il biondo, cercando una
breccia in quella fitta barriera, che divideva la sua mente da quella
del giovane numero XIII.
***
Si voltò in direzione delle scale e inarcò un
sopracciglio, dubbioso e stupito da ciò che vide.
Sull’Altare del Niente, al cospetto della grande luna a forma
di cuore, si era aperto un varco oscuro da cui era uscito il
Burattinaio Mascherato, seguito dal numero IX, serio in volto come mai
l’aveva visto, che portava in spalla il numero VIII privo di
sensi.
-Zexion, che succede?- domandò, girandosi del tutto.
-Fatti gravi Xemnas.- asserì il Senza Cuore dagli occhi
grigio-blu. -Il mondo in cui hai mandato quei tre è
pericoloso. Dopo aver fatto delle ricerche, abbiamo scoperto che Midgar
è il mondo d’origine del guerriero che ha
attaccato Roxas alla Fortezza Oscura! E in questo momento i nostri
compagni potrebbero essere coinvolti in uno scontro diretto con lui!-
Il Superiore spalancò le iridi ambrate e strinse i pugni.
-Ne sei certo?-
-Al cento per cento.-
-Raduna tutti nella sala dei troni! È tempo che
l’Organizzazione XIII sia mobilitata!- sentenziò,
prima di svanire nel buio di un passaggio.
-Demyx, vai avanti e resta vicino ad Axel, quando ci saremo tutti lo
sveglieremo.-
Il Notturno Melodico annuì e dopo un ultimo scambio di
sguardi, si separarono.
***
Come un lento ma incontrollato fiume, il sangue scarlatto scorreva
senza freni sulla parete color rame e sulla lama argentata della
Masamune, disegnando contorte e brillanti geometrie, per trasformarsi
in gocce che veloci cadevano al suolo, senza farsi udire.
L’urlo di dolore scemò com’era scoppiato
e il Nessuno si ritrovò col respiro affannato e il polso
sinistro immobile, nella ferrea morsa della mano destra
dell’angelo, che continuava a tenere le sue iridi verdi come
il mare, fisse su quelle dell’altro, in quel momento coperte
dalle palpebre. Le labbra sottili erano ancora tirate in un ghigno
divertito e pieno di soddisfazione, ma presto si andarono a posare sul
collo abbronzato del Senza Cuore, dapprima leggere e poi sempre
più rapide e fameliche.
Il biondino spalancò nuovamente gli occhi, che gettarono uno
sguardo alla loro sinistra per trovarvi la chioma argentea
dell’angelo monoala.
-Non posso permettergli di fare ciò che vuole…-
pensò il giovane, mordendosi il labbro inferiore per
impedire la fuga di un gemito di dolore, causato da un morso
nell’incavo del collo.
Restio alla resa, Roxas provò a muovere il braccio destro ma
nulla gli riuscì, tranne una lieve flessione del gomito, che
a sua volta gli mandava terribili scariche di dolore.
-Non opporti al mio volere…- soffiò Sephiroth nel
suo orecchio, prima di morderne il lobo. -Nessuno potrà
raggiungerti qui, dove un tempo la Madre riposava. Questo è
il mio territorio e nessuno può oltrepassarne i confini.-
aggiunse, riportando il volto davanti a quello dell’altro.
-Sarai mio, perché così è stato
deciso.- concluse, abbassando la lunga cerniera del soprabito nero con
la mancina, che aveva abbandonato l’elsa della katana.
La Chiave del Destino fu scossa da un lungo brivido, che dalla schiena
giunse fino alla base della nuca, e qualcosa di simile al terrore prese
possesso della mente del keyblader, la quale ancora cercava una via di
fuga dai desideri del guerriero alato.
Il caldo e placido limbo dell’oblio lo richiamava a gran
voce, invitandolo a lasciarsi andare e chiudersi nei meandri sicuri del
suo inconscio. Tuttavia, un ultimo barlume di forza di
volontà diede al ragazzino un’idea e
l’energia per metterla in pratica. In breve, Roxas
iniziò a scalciare come un cavallo imbizzarrito nella vana
speranza di colpire il nemico, costringendolo a farsi indietro e ad
abbandonare i propri intenti.
La mano sinistra, finalmente libera di muoversi, scattò
immediatamente sulla lama della Masamune per estrarla dalla spalla
opposta in un gesto repentino. La linfa vitale ancora posata
sull’arma si sparse tutt’attorno quando essa fu
gettata a terra, lontano dal suo padrone e dalla sua vittima.
Col respiro accelerato e rivoli di sudore freddo ad attraversargli al
fronte, il custode sollevò lo sguardo
sull’avversario e tremò, di fronte
all’espressione che gli vide in viso.
Una maschera di desiderio, che si accentuò quando la lingua
passò lenta sul labbro superiore, per assaporare una goccia
di sangue scarlatto. Dopodiché, l’angelo
dall’ala nera scoppiò in una lieve risata e
mostrò nuovamente il suo ghigno.
-I miserabili che si arrendono subito mi danno la nausea, ecco
perché sei stato scelto.- asserì, svanendo nel
nulla per ricomparire al fianco destro del biondo.
Il candido Portafortuna apparve nella mano sinistra del suo detentore,
simile a un raggio di speranza tanto atteso in quel luogo buio
impregnato della disperazione più nera. La sua lama corta
cozzò con quella sottile della katana, tornata magicamente
tra le mani del suo proprietario, producendo scintille e un secco
rumore di metallo. Contemporaneamente, l’azzurro e il verde
degli occhi dei due si scontrarono per l’ennesima volta: il
primo attraversato dalla rabbia e dalla determinazione e
l’altro dal divertimento. Un secondo dopo, si separarono
saltando all’indietro, ma il Nessuno non fece in tempo a
rialzare lo sguardo sul proprio avversario, che se lo
ritrovò a pochi centimetri di distanza a spada levata,
pronta per calare come la falce del nero mietitore.
D’istinto sollevò la chiave bianca, girandola di
piatto e reggendola all’estremità con la mano
destra, ma si pentì del gesto, quando il filo lucente della
Masamune calò su di lui con una forza imprevista, che lo
fece vacillare. Il braccio destro tremava per lo sforzo che era
costretto a sopportare, mentre il dolore alla spalla tornava a farsi
vivo, pulsante e intenso, mentre il sangue riprendeva la sua fuga lungo
l’arto. Roxas strinse i denti, ripetendosi mentalmente di
resistere e facendo forza sull’elsa dell’arma,
stretta dalla mancina, ma il suo intento crollò come un
castello di carte spazzato via dal vento impietoso, quando
l’angelo aumentò la forza impressa sulla katana
senza difficoltà, come se fino a quel momento non avesse
usato che poche briciole delle sue potenzialità.
Sephiroth fece qualche passo in avanti, spingendosi verso il giovane
Senza Cuore, facendo sì che il suo braccio destro cedesse,
dopodiché il Portafortuna fu scagliato lontano, alle spalle
del suo custode, a causa di una torsione della lunga Masamune, che
spietata come la mano che la guidava, giunse a sfiorare il collo
abbronzato del biondo.
-Arrenditi creatura dell’Oscurità…-
soffiò l’uomo, chinandosi per incontrare le iridi
celesti dell’altro. -Arrenditi e diventa mio.- disse,
catturando le labbra avversarie in un bacio violento e senza vie di
fuga, poiché la katana era scomparsa, lasciando che
l’ala nera li avvolgesse in un bozzolo buio, in cui nessuna
luce sarebbe filtrata.
Il ragazzo non trovò in nessuna parte di sé la
forza per opporsi al volere dell’uomo e non riuscì
a placare quel vorace contatto, in cui la sua bocca fu violata ed
esplorata, mentre il suo corpo veniva toccato e accarezzato senza
remore, ma con attenzione, al pari di un fragile e prezioso tesoro.
Nemmeno si accorse del soprabito che rapidamente era trascinato via
dalle sue spalle dopo esser stato aperto, finché non
avvertì la presa delle mani inguantate
dell’argenteo farsi più stretta e possessiva.
Sgranò gli occhi e una luce verde, come la speranza che
aveva perso, quando sentì la fredda stoffa dei guanti
sfregare sulla sua pelle, in fameliche carezze, e quando
l’ala nera si sollevò per concedere al suo angelo
di appoggiarlo di schiena su una superficie piana, tutto senza che le
loro labbra si separassero. Sephiroth fu, però, costretto a
interrompere il bacio a causa della mancanza d’aria, ma si
concesse un solo, effimero istante, in cui i loro sguardi
s’incrociarono, prima di avventarsi come una belva sul collo
del Nessuno, che emise dei piccoli sospiri, incapace di rimanere
indifferente a quel tipo di attenzioni. Tuttavia, quando la mano
sinistra dell’angelo monoala scivolò nei suoi
pantaloni, lenta e audace con fare da predatore, il Senza Cuore fu
attraversato da un tremito, dopodiché la sua mente corse a
chiudersi in un limbo oscuro e le sue iridi azzurre come il cielo
estivo si offuscarono, come se quel cielo fosse stato improvvisamente
coperto da plumbee nubi temporalesche.
L’uomo si fermò e alzò il capo, per
osservare il viso del giovane sotto di sé: occhi spenti e
labbra semi-aperte per permettere la fuga di rapidi e affannati respiri.
-Ti sei allontanato di nuovo?- domandò, pur sapendo che
l’altro non avrebbe mai risposto. -Vedremo di farti
ritornare…- aggiunse, mentre faceva compiere alla sua mano
movimenti esperti e provocatori.
***
Senza concedersi il lusso di osservare ciò che li
circondava, i due membri dell’Organizzazione XIII correvano a
perdifiato seguendo la scia della presenza del loro compagno, che si
faceva sempre più vicina e con la sua, quella pericolosa del
guerriero dall’ala nera. Si fermarono di fronte a un bivio:
la via di sinistra imboccava una scala in discesa, mentre la seconda
scorreva in un lungo corridoio il cui fitto buio di tanto in tanto era
illuminato dalla sparuta luce di una lampada, che ancora resisteva alla
sua usura.
Il numero VII passò lo sguardo da uno all’altro un
paio di volte, cercando di capire quale fosse la strada giusta, ma da
entrambe trasudava in egual misura, il potere dell’angelo
monoala, come se egli fosse il padrone incontrastato di quel luogo
silenzioso e dimenticato. Terminata la vana osservazione, Saix si
voltò verso il collega, che aveva gli occhi puntati sulla
gradinata che scendeva nei meandri dell’edificio.
-Per di là.- affermò sicuro il fondatore,
incamminandosi, mentre stringeva la presa sullo scudo. -Ci siamo quasi.-
Il giovane dalla chioma azzurra annuì e portò il
Claymore sulla spalla destra, prima di proseguire.
La scalinata era ben illuminata dai neon a ridosso del soffitto, che
mostravano lo stato di abbandono di quel luogo angusto. Fitte e
immobili ragnatele senza abitanti calavano da ogni angolo e
l’umidità segnava il suo passaggio con delle
macchie nere, dando l’impressione che le pareti color ruggine
fossero affette da una lenta e mortale forma di pestilenza.
All’improvviso, il Freddo Accademico frenò il suo
avanzare, alzando la mano libera dallo scudo. Aprì il palmo
e con cautela lo spinse in avanti, finché questo non si
appoggiò su un muro invisibile, che al contatto con
l’arto inguantato del biondo emise delle piccole scariche
dalle tonalità bluastre, che in breve passarono sul braccio
del Nessuno, il quale si allontanò immediatamente.
-Qualche idea?- domandò l’altro, poggiando
l’alabarda sul terreno.
-Una.- ghignò il numero IV, schioccando le dita.
Un attimo dopo, sul pavimento di metallo iniziò ad
allungarsi una veloce scia di resistente ghiaccio, che percorsi pochi
centimetri, incontrò l’ostacolo della barriera, ma
non si fermò e la risalì senza intoppi, con
altrettanta rapidità e voracia. In un paio di minuti, il
ghiaccio s’ispessì e si espanse, fino a toccare
ogni lato del corridoio, dal soffitto al pavimento e i due muri
laterali, creando una quinta parete gelida.
Il fondatore osservò minuziosamente il proprio operato,
dopodiché si voltò in direzione del collega.
-Rompilo.-
Il Mago che Danza sulla Luna guardò prima il collega, poi
spostò la propria attenzione al nuovo e visibile ostacolo
che gli si era parato di fronte. Ghignò e annuendo con un
gesto del capo, sollevò il possente Claymore e lo
caricò per scagliarlo sul muro di ghiaccio con una potenza
fuori dal comune. Il colpo violento produsse un pericoloso rumore di
roccia che si frantuma e sgretola, infatti, pochi secondi dopo,
dall’epicentro dell’impatto nacque una serie di
contorte e profonde crepe, che si diffuse a vista d’occhio
per tutta la superficie ghiacciata. Bastarono pochi attimi e tutto
s’infranse in una cascata di frammenti luccicanti alla luce
dei deboli neon, simili a leggiadri fiocchi di candida neve.
Vexen si fece di nuovo avanti e questa volta, quando allungò
la mano, non trovò ostacoli a intralciarle il passaggio.
Fece un mezzo sorriso di soddisfazione, riprendendo a camminare.
-Andiamo, non so per quanto durerà il varco che abbiamo
creato.-
Il numero VII non perse tempo e affiancò il compagno, un
secondo prima che la barriera si chiudesse su di sé, ma
sussultò a causa di ciò che avvertì.
La presenza del giovane Nessuno era flebile, come la fiamma di una
candela ormai consunta, che minaccia di spegnersi da un momento
all’altro.
Ringhiò e iniziò a correre, seguito dal
silenzioso fondatore. Percorsero corridoi e scale di una
quantità e una lunghezza che a loro parve interminabile,
finché giunsero a una porta arrugginita, aperta per
metà, che dava su di un’ampia sala. Il pavimento
era una griglia color ruggine come le pareti e il soffitto, da cui
pendevano lunghe lampade, che emettevano una luce opaca. Dalla parte
opposta della stanza si trovava una fila di contenitori cilindrici,
abbastanza grandi da contenere una persona adulta, e
all’esatto centro di essa, una piccola scalinata conduceva a
un secondo locale, dal quale fuoriuscivano raggi di luce verde.
I due si scambiarono un rapido sguardo, dopodiché corsero
verso quei gradini e li superarono con un paio di balzi per trovarsi
sulla cima, ove giaceva un familiare soprabito nero, e gettare una
prima occhiata all’interno della sala, che presentava una
pianta circolare. Lentamente, le iridi dorate di Saix e quelle verdi di
Vexen seguirono il percorso lasciato da anonime ma riconoscibili piume
color antracite fino a che incontrarono una macchia vermiglia, in cui
continuavano a riversarsi nuove gocce che ne garantivano
l’espansione, la punta di un’ala nera e la base di
una giacca della medesima tinta. Risalirono la stoffa lucida e videro
una lunga cascata di morbidi capelli argentei, posati su una schiena
piegata in avanti su di un tavolo, sul quale giaceva
qualcos’altro.
Se avessero avuto un cuore, avrebbero sicuramente perso qualche
battito, chi per rabbia chi per sgomento, di fronte alla sconvolgente
vista della Chiave del Destino, indifferente e inerme, come una bambola
rotta, ai desideri lussuriosi di quell’angelo peccatore,
dagli occhi brillanti come quelli di un lupo che si gode
l’agnello a lungo bramato.
Lungo eh? Lungo e fitto
oserei dire XD Chiedo perdono se vi ho delusi, ma come ho detto
è stato difficile riprendere la mano e c'è
mancato veramente poco alla decisione di fermarmi per non so quanto
tempo, ma la mia voglia di scrivere ha avuto il sopravvento ^^
Dunque, a livello
descrittivo fa pena, a livello di trama... bah, ditemi voi. A me sembra
una sacrosanta schifezza <.<
Roxas si trova tra le
grinfie di Sephiroth, mentre Saix e Vexen giungono sul luogo (per chi
non ha capito, l'intero capitolo è ambientato nel reattore
di Nibelheim dove Sephiroth, poverino è impazzito u.u) e si
trovano davanti a ciò che avrebbero voluto evitare. Presto
arriveranno anche i rinfrozi dal resto dell'Organizzazione. Cosa
succederà? Questo e altro nel prossimo capitolo, che non so
quando arriverà, ma spero presto ^^
See ya!!!
L'angolino dedicato a voi u.u
Giulia__chan:
Ciao ^^ ovvio, lo yaoi qui dentro è scontatissimo u.u Se non
fosse qui non saprei dove altro metterlo XD Eh sì, Demyx con
Zexion u.u sono una fan della coppia Zemyx e ho sempre avuto l'idea di
scrivere qualcosa su di loro ^^ posso anche scrivere su altre coppie
però, mi serve solamente l'idea XD Comunque, spero che
questo chap ti sia piaciuto e spero che ti piaccia ancora nonostante
gli eoni che sono passati dall'ultimo aggiornamento <.< A
presto!!!
RikaSuzumiya:
Spero che quest'oasi ti sia mancata! XD Dubito che Zexion avrebbe
ottenuto lo stesso risultato della corda a cappio, usando una
margherita o un girasole, però non gli ha fatto niente te
l'assicuro u.u ci tengo anch'io all'akuroku u.u Spero di avere un tuo
commento qui e anche su quella famosa fic del personaggio coi capelli
rossi che faceva l'uke, ormai postata con il titolo di "La Rosa e il Fuoco".
Ciauuu!!!!
LightRoxas:
Ora che conosco la tua reale età ho paura a farti leggere
simili cose XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto come i precedenti
^^ Bye caVo :3
soral: Ciao
gemellina ^^ ed ecco cosa voleva fare Sephi a Roku-chan... brutta
scoperta? XD Spero che il capitolo valga tanta attesa e che ti sia
piaciuto ^^ ciao piccola <3
My Pride:
Ciao carissima ^^ dai, ci avevi azzeccato con la SephixRoku XD Vediamo
se indovini anche cosa succede dopo u.u Fammi sapere che ne pensi!
Saoooo!!! <3
Phantom G:
Una nuova seguace della SephixRoku *-* sono contenta che la coppia
astrusa ti piaccia :3 e spero che anche questo capitolo interamente
dedicato a loro ti sia piaciuto! Fammi sapere eh? Ciaoooo!!!!
K and S:
Grazie, grazie e ancora grazie! Potrei andare avanti all'infinito con i
ringraziamenti e con le lacrime di commozione ç.ç
Grazie per aver votato la mia fic ç.ç *piange
come una fontana* spero di vedere qualche tuo commento ogni tanto! E
grazie ancora! :3
Dunque, dunque... anche
per oggi è finita, ma passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio
per l'ennesima volta K and S per aver messo la mia fic la le
preferite e le seguite e ringrazio tantissimo Arasi e CHIHIRO per averla messa tra quelle da
ricordare ^^ ma faccio un enorme grazie anche a tutti voi che la
leggete soltanto! Grazie a tutti è solo merito vostro se
questa fic continua ad essere scritta! Ci sentiamo al prossimo capitolo
che ahimé non so quando arriverà! Mentre per chi
segue l'altra fic ci sentiamo nel week end! Bye!!! *sparisce in una
nuvola di fumo*
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Capitolo 30 *** Capitolo 30: Nakama ***
*si fa avanti piccola
piccola* Ciao a tutti ^^'' Non ci sono parole per dirvi quanto mi
dispiaccia per avervi fatto aspettare così a lungo, ma
purtroppo questi ultimi mesi sono stati un pò complicati. Ho
avuto un grave problema familiare iniziato a marzo e tutt'ora
irrisolto, nel periodo di maggio/giugno/luglio l'università
non mi ha dato tregua tra esami e tirocinio e una volta finito tutto
non ho avuto la forza né la voglia di scervellarmi su un
capitolo che ahimé non riuscivo a scrivere. In quei pochi
giorni di vacanza che ho avuto, mi sono riposata e alla fine, tra un
impegno e l'altro, ho ripreso a scrivere e finalmente l'ho finito ^^
Non so nemmeno come scusarmi per averci messo così tanto, ma
alla fine ce l'ho fatta e sono in tempo per il compleanno della fic!
Spero che questo capitolo non vi deluda e che continuerete a seguirmi
nonostante tutto. Buona lettura!!!
ps: come sempre il
titolo fa pietà <.<
Capitolo 30: Nakama
Si sollevò e raddrizzò la schiena, allontanandosi
dal tavolo e abbandonando i suoi intenti, dopodiché si
voltò verso i nuovi venuti, fulminandoli con le sue profonde
e brillanti iridi verdi, come la luce proveniente dal baratro circolare
al centro della stanza. Il suo viso latteo non lasciava trasparire
alcun pensiero o emozione, ma nei suoi occhi era ben evidente
l'irritazione crescente, per esser stato disturbato.
-Creature dell'Oscurità… Posso esservi d'aiuto?-
domandò con falsa cortesia.
-Credo proprio di sì.- rispose il fondatore. -Il ragazzo che
si trova alle tue spalle è nostro compagno. Allontanati da
lui.- ordinò infine.
L'angelo monoala ghignò divertito, trattenendo una risata, e
girò appena il capo per osservare il corpo della Chiave del
Destino, immobile e muto sul freddo tavolo metallico, con lo sguardo
vuoto e perso in chissà quale realtà, e le labbra
schiuse, umide e arrossate a causa dei suoi famelici baci.
-Penso che non lo farò.- replicò serafico,
spostandosi una ciocca argentea dietro la schiena.
-Non ci lasci molta scelta.- mormorò, stringendo la presa
sul suo scudo.
Si fece avanti, ma un braccio lo fermò.
-Tu prenditi cura di Roxas, di lui mi occupo io.- sentenziò
il Mago che Danza sulla Luna.
-Sei sicuro?-
-Sì, cercherò di tenerlo impegnato il
più a lungo possibile, però devi sbrigarti.-
disse il numero VII. -Questo non è un avversario
facile… per niente.- aggiunse, impugnando più
saldamente il Claymore, dopodiché si lanciò verso
l'avversario.
Sephiroth alzò il braccio sinistro davanti al viso, strinse
le dita della mano e immediatamente tra di esse apparve la lunga e
terribile Masamune.
La pesante alabarda si scontrò con la katana, producendo un
violento rumore metallico. Si separarono e l'angelo scomparve,
lasciando solo qualche nera piuma. Saix si girò
immediatamente e fece appena in tempo a sollevare la sua arma per
difendersi dal mortale filo di quella nemica. Il Nessuno si
ritrovò costretto a utilizzare entrambe le mani per non
perdere il confronto, mentre l'argenteo teneva il braccio libero lungo
il fianco, usando solamente il minimo indispensabile della sua forza.
Saix serrò i denti e cercò di spingere
l'avversario all'indietro, ma tutto ciò che ottenne fu una
risata colma di divertimento e un'occhiata delusa e scettica.
-Tutto qui quello che sai fare, creatura dell'Oscurità?-
chiese lo spadaccino, ottenendo una nuova spinta da parte dell'altro.
-Se volevi spostarti nell'altra sala non dovevi far altro che chiedere.
In effetti, anch'io trovo molto scomodo battermi qui. Ti aspetto.-
disse prima di svanire nel nulla.
Qualcosa di simile all'ira avvolse l'animo del numero VII, che non
perse tempo e si gettò verso l'uscita di quella stanza,
ignorando il compagno, che nel frattempo si era avvicinato al numero
XIII con sguardo di rimprovero.
-Maledetto Sephiroth!- pensò. -Ora dovrò
aspettare che Roxas si riprenda da queste ferite…- si
chinò sul ragazzino, studiando con occhio esperto la lesione
alla spalla destra, da cui sempre più lentamente usciva il
liquido scarlatto, segno che era iniziata la coagulazione.
Senza distogliere lo sguardo, Vexen evocò una piccola lama
di ghiaccio nella mano destra, usandola per strappare la manica della
maglia grigia che gli impediva di esaminare al meglio la ferita.
Osservò con meticolosità il sottile taglio che si
trovava al centro della spalla e si accorse che non era come se l'era
aspettato. Invece di essere dritto e rivolto verso il punto in cui
doveva esserci l'inizio della superficie ossea, esso era inclinato
nella direzione opposta. Con cautela girò il giovane sul
fianco e non si stupì quando trovò il secondo
taglio, da cui era uscita la lama, sul confine esterno della spalla con
il braccio, dove l'osso era protetto dal tessuto muscolare.
-E' stato attento a non danneggiargli l'articolazione della spalla, ma
avendone attraversato i muscoli a Roxas sarà sembrato il
contrario. E' stato furbo…- rifletté, spostando
l'attenzione sul viso dell'altro, che stava sbattendo le palpebre per
schiarirsi la vista.
-Roxas mi senti?- domandò, ricevendo un grugnito in
risposta. -Cercherò di sistemarti con quello che ho, dovrai
resistere finché non torneremo al castello.-
spiegò, dopodiché mise il compagno in posizione
seduta, facendolo appoggiare a sé e prese la manica che
aveva tagliato, facendone una benda.
Gettò un'occhiata veloce alla porta alle sue spalle e
pregò Kingdom Hearts che Saix riuscisse a tenere impegnato
quel demone dall'aspetto angelico, poiché il Freddo
Accademico sapeva bene di non aver scampo in uno scontro con lui.
***
Quando giunse nell'altra stanza, Saix rialzò la guardia e
andò immediatamente alla ricerca del suo avversario.
Le sue preziose iridi dorate percorsero rapidamente l'ampio ambiente,
finché non si fermarono sull'immobile e apparentemente
tranquilla figura dell'angelo monoala.
Sephiroth sfoggiava come sempre il suo ghigno divertito, mentre la
lunga e letale Masamune tornava tra le sue dita e l'ala nera svaniva al
contempo, lasciando solamente un paio di leggere piume a volteggiare
nell'aria, che poi caddero sul pavimento metallico senza emettere
suono, come a non voler disturbare l'imminente scontro tra i due. Dopo
qualche secondo, l'argenteo sollevò lo sguardo,
incrociandolo con quello del Nessuno, che per un breve e fuggevole
istante rabbrividì.
-Possiamo cominciare quando vuoi.- disse semplicemente, portando la
katana in posizione d'attacco.
Il Senza Cuore assottigliò lo sguardo e sollevò
la sua arma, dopodiché si lanciò incontro
all’avversario. Caricò un pesante fendente
dell’alabarda e quando fu a pochi passi, scagliò
il colpo, convinto che sarebbe riuscito a penetrare la sua difesa.
L’argenteo sorrise e si limitò a stringere la
presa sull’elsa della Masamune, posizionandola
orizzontalmente davanti a sé e non fece altro che attendere
l’offesa. Quando il Claymore si abbatté con
ferocia sulla sottile lama della spada nemica, scatenò una
pioggia di scintille cremisi e un fastidioso stridio metallico,
tuttavia sotto le iridi dorate avvolte dal più completo
stupore, essa non si mosse. Nonostante la forza che aveva messo e che
continuava a esercitare sull’alabarda, l’arma
dell’avversario rimaneva immobile e il suo padrone seguitava
a sfoggiare un ghigno derisorio.
-Ora è il mio turno.- asserì, spingendo indietro
il Nessuno e avanzando di un passo, prima di svanire nel nulla,
lasciando solamente una soffice piuma nera.
Saix si guardò attorno nervoso, riportando il Claymore in
posizione di guardia e attendendo una qualsiasi reazione da parte
dell’altro. Avvertì un movimento e si
girò rapidamente verso destra, ma non trovò altro
che una manciata di piume e uno strappo sul soprabito, poco sotto il
fianco. Si fece sfuggire mezzo ringhio e tornò a
concentrarsi, però il contatto diretto di una superficie
fredda con la pelle del suo collo, gli impose di fermarsi e per un
istante si ritrovò a trattenere il fiato.
-Sei lento, troppo lento.- esordì l’angelo. -Il
piccolo Roxas aveva lo sguardo veloce, ma neanche lui è
riuscito a starmi dietro.- proseguì, voltando la lama di
piatto e spostandola indietro, per poggiarne la punta sul retro del
collo avversario, nascosto dai lunghi capelli azzurri. -Mi sto
annoiando… temo che questo incontro finirà prima
del previsto.-
-Non crederai che io mi arrenda così facilmente!-
esclamò il numero VII, saltando in avanti.
Fece perno con il piede sinistro, dopodiché si
lanciò nuovamente incontro all’angelo monoala,
gettando fendenti uno dietro l’altro. Nel frattempo, il suo
corpo iniziò ad essere attraversato da scariche elettriche
sempre più frequenti, il pallore del suo viso fu sostituito
dal colore della furia e i suoi occhi dorati divennero gialli, simili a
quelli delle ombre.
-Forse mi sbagliavo.- pensò Sephiroth prima di svanire per
l’ennesima volta, lasciando il suo nemico a frustare colpi a
vuoto.
Il Mago che Danza sulla Luna si fermò dopo aver scagliato
due fendenti all’aria e riprese a guardarsi attorno. La sua
ricerca durò poco, poiché trovò
l’avversario sospeso a un paio di metri d’altezza,
con la spada levata, pronta a colpire. Lo caricò
dall’alto della sua posizione, la katana in avanti come un
ariete ma Saix non si fece cogliere impreparato. Afferrò
saldamente il Claymore e ruotò su se stesso per intercettare
la lama della Masamune, ma quando arrivò al punto in cui si
sarebbero dovute scontrare, la pesante alabarda fendette solamente
l’aria. Si fermò, guardandosi nuovamente attorno,
mentre la furia della forma Berserk continuava a mostrarsi con delle
piccole scariche attorno al suo corpo.
-Devo sbrigarmi a concludere questa faccenda… lo stato
Berserk sta per terminare…- pensò nervoso,
facendo scattare gli occhi completamente dorati da una parte
all’altra.
Infine, scovò l’avversario alle sue spalle, in un
angolo dell’enorme sala, non molto distante da lui.
-Che ne dici di scaldare un po’ l’ambiente?- chiese
l’angelo monoala, alzando la katana in verticale sopra la
testa per dar vita a una larga colonna di scarlatte fiamme vorticanti.
Saix cercò di allontanarsi, saltando all’indietro,
quando il fuoco iniziò a guizzare per cercare di ghermirlo
come i tentacoli di un’affamata piovra, ma non vi
riuscì, anzi ottenne l’effetto contrario. Il
cilindro infuocato si rivelò essere molto simile ad un
ciclone, che con il suo moto rotatorio attira a sé tutto
ciò che lo circonda, infatti, il Nessuno dalla chioma
azzurra si ritrovò a distanza di pochi metri dalle fiamme e
nonostante avesse rimesso i piedi a terra, veniva comunque trascinato
verso quella trappola di fuoco. A quel punto, il Mago che Danza sulla
Luna, sollevò l’alabarda e rapidamente la
piantò nel pavimento metallico, sfondandolo, e si
aggrappò all’arma con tutte le sue forze, che
però, per ironia della sorte, proprio in
quell’istante gli vennero meno. La sua trasformazione
regredì, restituendogli il candore della sua pelle e le sue
normali iridi color dell’oro e le sue energie calarono
drasticamente, così serrò ulteriormente la presa
sul Claymore, sperando che quell’attacco terminasse in
fretta. Strinse gli occhi e i denti per la tensione, ma li
spalancò quando si sentì sollevare e trascinare
insieme alla sua pesante alabarda verso quell’inferno.
Un calore intenso e il suo corpo che entrava violentemente in contatto
col fuoco, furono le ultime cose che percepì prima del
dolore che lo investì all’improvviso, facendolo
urlare, dopodiché fu il buio.
***
Riappoggiò delicatamente il corpo del ragazzo sulla
superficie del tavolo, facendolo stendere. Vexen squadrò il
compagno attentamente e scosse il capo in segno di diniego. Mentre lo
medicava, Roxas aveva perso i sensi e si era accasciato sul corpo del
fondatore, come una marionetta a cui vengono tagliati improvvisamente i
fili. Ora il suo petto si alzava e si abbassava lentamente, senza
mostrare problemi, tuttavia, il pallore del suo viso non piacque al
biondo medico.
-Deve essersi stancato troppo la notte scorsa contro gli Heartless e
l’incontro con Sephiroth non ci voleva proprio…-
pensò stizzito, congelando il pavimento ai suoi piedi.
-Spero solo che…- s’interruppe, sentendo che il
fragore dello scontro nella stanza adiacente era venuto meno.
Si avvicinò all’entrata e ciò che vide
lo gelò seduta stante. Il Mago che Danza sulla Luna
inghiottito da un vortice di fiamme, prorompendo in un ultimo grido di
dolore. Il Freddo Accademico sgranò gli occhi verdi per
l’incredulità e fece un lieve passo indietro,
osservando come quel turbine di fuoco si estinguesse, mostrando una
scena che mai avrebbe creduto di vedere. L’angelo dalla nera
ala sorrideva compiaciuto del suo operato, valutandone il risultato che
stringeva nella mano destra: il collo del numero VII, che giaceva
inerme tra le sue grinfie. Il soprabito divorato dalle fiamme, ridotto
a brandelli, che pendevano dalle sue braccia immobili, come cupe
ragnatele, accompagnando la cascata di ciocche turchesi, ora annerite e
bruciate, che ricadevano sulla sua schiena.
Il fondatore indietreggiò ancora di mezzo passo, attirando
però, su di sé quelle iridi così
profonde e gelide, più delle sue, e si sentì
folgorato.
Sephiroth sciolse la presa ferrea delle sue dita e il corpo del Nessuno
cadde a terra senza un gemito, producendo un tonfo che si
propagò per l’intera sala, quando toccò
il pavimento metallico, sul quale iniziò ad estendersi
rapidamente una macchia scarlatta. L’argenteo non
badò minimamente alla figura scomposta che stava ai suoi
piedi, ma si voltò del tutto in direzione del suo nuovo
obiettivo.
-Creatura dell’Oscurità, ti propongo una scelta:
combatti come un topo di fronte ad un gatto o fuggi come un coniglio
braccato dal lupo?- domandò, impugnando nuovamente la
Masamune. -Scegli una morte decorosa oppure una vergognosa dipartita?
Aspetto una risposta.- terminò ghignando come una volpe.
Vexen strinse i denti e i pugni.
Lo sapeva che contro quel terribile angelo non avrebbe avuto scampo, ma
non aveva calcolato che il suddetto ne fosse altrettanto consapevole.
In entrambi i casi non aveva speranze, a meno che Roxas si svegliasse e
andasse in suo aiuto ma ridotto com’era, anche lui non
avrebbe retto per molto, nemmeno sotto il suo controllo.
Alzò il braccio destro e strinse la presa della mano, in cui
apparve placido e ubbidiente il suo largo scudo bianco e blu.
-Bene, vediamo di cosa sei capace.- asserì
l’angelo monoala, invitando il biondo a farsi avanti con un
gesto della mano.
Il Freddo Accademico strinse i denti e saltò la piccola
gradinata, atterrando in piedi al centro della sala. Sollevò
la mancina e si concentrò sul suo potere primario per creare
una spada di ghiaccio lunga poco più di un metro, senza
distogliere lo sguardo dal suo avversario. A sua volta, Sephiroth
osservava il Senza Cuore con superiorità e una punta di
impazienza, poiché egli fremeva al pensiero di chi lo
aspettava nella stanza accanto.
-Vediamo di sbrigarci creatura dell'Oscurità, ho altri
impegni che richiedono la mia attenzione.- disse, gettandosi
rapidamente contro il fondatore e colpirlo con una raffica di fendenti,
che però non andarono a segno.
Quando lo vide avvicinarsi, Vexen sollevò lo scudo a sua
difesa e fece forza sulle gambe per non cadere sotto quella pioggia di
potenti e letali sferzate. Improvvisamente la pressione dei colpi
scemò e avvertì un veloce movimento accanto a
sé, così si voltò e vide l'argenteo di
spalle a un paio di metri da lui. L'angelo monoala alzò il
viso e si girò verso il suo nemico, osservandolo con
disappunto, dopodiché svanì lasciando solamente
qualche piuma come traccia di sé.
Il biondo strinse la spada ghiacciata, guardandosi attorno, senza far
trapelare il suo nervosismo.
-Non c'è niente di peggio di un avversario che non si
può vedere…- pensò il numero IV,
sapendo bene cosa significasse, poiché lui per primo agiva
nell'ombra per raggiungere i suoi obiettivi.
Finalmente, la presenza dell'argenteo si rivelò e
alzò lo sguardo al soffitto. Sephiroth scendeva in
picchiata, con la lama della Masamune pronta ad affondare nel suo corpo
per trafiggerlo. Un attimo prima dell'impatto, il Freddo Accademico
frappose la sua arma tra sé e la katana, che cozzarono con
violenza, producendo un suono sordo e scintille metalliche miste a
frammenti di ghiaccio. Nuovamente i loro sguardi si scontrarono e Vexen
per un istante tremò.
Nelle profonde iridi verdi di quell'angelo maledetto la nota di
divertimento che le aveva caratterizzate fino a quel momento era
scomparsa, lasciando il posto ad un'ira cieca, che si diffuse a macchia
d'olio sul pallido viso, fino a tirare le labbra sottili in una linea
orizzontale. Il Nessuno si sentì come inghiottito da quegli
occhi e volle separarsene immediatamente, così spinse la sua
corta arma contro quella avversaria nel tentativo di allontanarla e
distanziarsi il prima possibile da essa. Tuttavia, il suo tentativo
fallì e se ne accorse un istante troppo tardi.
Nemmeno lui seppe com'era accaduto, ma il ghiaccio s'era infranto
all'improvviso e subito dopo si era ritrovato contro la parete
arrugginita di quella stanza col fiato spezzato e un dolore tanto
intenso al braccio destro, che gli fece pulsare le orecchie rendendolo
sordo e gli fece perdere la presa sullo scudo, che scomparve in
silenzio. Infatti, mentre scivolava fino a toccare il pavimento, non
udì il rumore causato dal suo impatto con il muro e nemmeno
l'agonizzante eco che ne derivò, simile a un lamento che si
diffuse con la rapidità di un veleno per i corridoi di
quell'edificio abbandonato, che quel giorno stava ricevendo fin troppe
visite per la creatura che vi aveva dimora.
Furioso e seccato come mai lo era stato prima di allora, Sephiroth si
voltò verso l'ingresso della sala e aumentò la
stretta sull'elsa della Masamune, mentre la sua ala si agitava appena,
mostrando il suo stato d'animo. Pochi istanti dopo, dieci figure
avvolte in un soprabito nero con il volto celato dal cappuccio lo
accerchiarono, uscendo da altrettanti varchi neri come
l'Oscurità stessa.
Il tempo parve fermarsi, mentre il silenzio si faceva avanti, come un
muto spettatore in attesa che gli eventi riprendessero a scorrere, ma
nessuno dei presenti si mosse. Furono secondi, ma a chiunque in quella
stanza parvero ore, finché uno dei dieci figuri, guardandosi
attorno, notò un'assenza. Due dei suoi tre compagni partiti
per quella missione giacevano a terra privi di conoscenza, ma il terzo
non si vedeva da nessuna parte.
Axel strinse il pugno destro ed evocò uno dei suoi dischi,
pronto a gettarsi sul nemico, ma anche questa volta, un braccio teso
avanti a sé lo fermò. Fissò l'arto con
astio e fu in procinto di aggredire il suo possessore, ma si
fermò quando vide la mano serrata e tremante, proprio come
la sua. Allora si fece indietro nuovamente, ma non si liberò
dell'arma.
-Altre creature dell'Oscurità. Pare che oggi abbiano aperto
le gabbie dello zoo.- esordì Sephiroth con ritrovata ironia.
-Dove si trova il nostro compagno?- domandò Xemnas,
ignorando la battuta.
-Mmh… Bè dipende a chi ti riferisci…
Se parli della bestia coi capelli azzurri alle tue spalle, temo che tra
non molto non sarà più fra noi.- rispose
saccente, allungando il suo ghigno, quando vide quel braccio steso
all'inverosimile per impedirsi di tremare. -Se invece, parli del
ragazzino, si trova oltre quella porta…-
proseguì, indicando l'ingresso della stanza adiacente.
-…e non ha subito danni gravi, non mi sarei mai permesso di
rovinarlo.- concluse con una sfumatura di desiderio nella voce.
Il Nessuno padrone delle fiamme si agitò e
impugnò anche il secondo Chakram, pronto a dar battaglia
all'angelo.
-Creatura dell'Oscurità, sei così ansioso di fare
la stessa fine di questi tuoi compagni sciocchi? Se volete portarveli
via fate pure, mi hanno solo dato noia, ma la creatura dagli occhi
limpidi resterà dove si trova perché
così ho deciso.-
-Dovrai rivedere le tue decisioni allora.- intervenne Xemnas,
abbassandosi il cappuccio. -Noi siamo venuti per recuperare tre
compagni e con tre compagni ce ne andremo!- esclamò,
evocando le sue lame laser.
Come se avessero ricevuto un segnale, ogni Nessuno scoprì il
viso e richiamò la sua arma.
-Arrenditi guerriero o saremo costretti ad attaccarti.-
Sephiroth chiuse gli occhi un istante, dopodiché
cominciò a ridere, divertito oltre ogni dire per
quell'ultimatum, a suo parere insulso e inutile.
-Il vostro compagno con lo scudo ha detto qualcosa di simile prima che
lui e la bestia finissero come li vedete… ma se sei convinto
di ciò che dici, allora fatevi sotto. Anche se siete in
tanti, non mi date preoccupazioni.- affermò con arroganza,
puntando la Masamune sul Superiore. -Vi aspetto.- sibilò,
ghignando come una volpe, pronto a fronteggiare i dieci Senza Cuore.
Dunque, alla fine anche
Saix è caduto... peccato u.u E Vexen pare che abbia fatto la
sua stessa fine... suppongo che qui avrete fatto i salti di gioia XD
Roxas resta svenuto nella stanza del reattore, mentre il resto
dell'Organizzazione si prepara a dar battaglia a Sephiroth. Come
finirà? Spero di farvelo sapere presto ^^'' See ya!!!
L'angolino dedicato a voi u.u
Lyssa: Ciao
cara :3 Sono contenta che la storia continui ad appassionarti e che ti
renda così battagliera nei confronti di Vexen XD Non sei la
prima che lo vuole morto XD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto
^^ Ciauuu!!
LightRoxas:
Grazie per il commento ^^ Fammi sapere cosa pensi di questo :3 Byee!!!
Lady_in KH:
Oh, amola non preoccuparti che di casini ne so quanto te :3 Sono
contenta che le descrizioni degli scontri ti siano piaciute e sappi che
ti aspetto quando vuoi per darti la zampa che ti serve <3 E'
vero, tra poco il quadro si farà sempre più
chiaro e non credo che manchino troppi capitoli alla fine u.u A presto
piccola <3
KingMickey:
Ciao cucciola <3, visto che alla fine ce l'ho fatta a finirlo?
XD Sono contenta di vedere un tuo commento anche qui e che la storia ti
appassioni così tanto ^^ Mi fa sempre piacere leggere
commenti come il tuo, anche se non hanno nè capo
nè coda XD Spero che anche questo capitolo ti piaccia :3
Ciauuu
soral: Mia
adorata gemellina :3 Eggià povero Roxas... eggià
Sephiroth è molto cattivo u.u Axel alla fine è
arrivato visto? =D La storia si intriga, ma chi può dire
come finirà? *fa finta di niente* Fammi sapere cosa pensi ^^
Ciauuu <3
RikaSuzumiya:
Ohayo, my dear :3 Se tu sei in ritardo figurati io XD Zio Sephi
è il top della sadicità ed è giusto
che sia così u.u Spero che ti sia piaciuto come l'ho
sfruttato in questo capitolo XD A presto :3
mikyfantasy:
Eh, cara, tu ridi, ma Axel mica tanto sai? XD Roxas in questa fic ha il
suo ruolo di esserino sfruttato da chi di competenza u.u Spero che mi
farai avere un tuo parere prima o poi XD Ciauuu :3
Kiuxy:
Benvenuta in famiglia Kiuxy :3 Non sei la prima a dirmi che si
è messa a leggere 'sta fic nonostante non gradisca
più di tanto lo yaoi, devo avere proprio una spiccata
fantasia XD Eggià, povero povero Roxy u.u ma stai tranquilla
che si rifarà con Axel u.u (Ah sì? NdBanditore
Taci omuncolo inutile <.< NdFly) Sono contenta
che il mio modo di scrivere ti piaccia ^^ spero di non aver perso
troppo la mano in questo lungo periodo di fermo, ma mi rendo conto di
averne risentito.... Mi auguro che il capitolo ti sia piaciuto ^^ A
presto!!!
Anche per oggi ho
finito, ma prima di andarmene devo fare gli ultimi ringraziamenti del
caso u.u Allora! Ringrazio AxelSuperMegaFan, Cavallina_Bianca, Kiuxy e seemii_ per aver messo la fic
tra le preferite; falcediluna per averla messa in quelle da
ricordare; infine AxelSuperMegaFan, falcediluna, Lady_in KH, Mamo_Chan, Seymour e Shapira per averla messa tra le
seguite. E ringrazio anche tutti voi che leggete soltanto ^^
Vi rinnovo le mie scuse,
sperando che questo capitolo sia valsa questa lunga attesa e mi auguro
di non farvi aspettare troppo per il prossimo. Vedere tutti i vostri
commenti, le visite ai capitoli e chi ha inserito questa fic nella
propria lista è la mia gioia più grande e tutto
questo mi spinge a continuarla. Vi ringrazio di cuore ^^
Alla prossima! See ya!!!
|
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Capitolo 31 *** Capitolo 31: Il risveglio della bambola ***
Buona sera a tutti! Lo
so, c'è poco da stare allegri, visto che l'ultimo capitolo
pubblicato risale ad un anno e due settimane fa! Che vi posso dire? In
questi mesi sono successe tantissime cose e non tutte sono state
piacevoli, alcune sono state veramente brutte; l'università
mi ha trascinata nel suo vortice soprattutto ora che sono all'ultimo
anno e mi manca solo l'esame finale. Questo capitolo è stato
un vero parto e l'ho scritto a più riprese (tantissime
riprese). Mi auguro che vi piaccia e che sia valsa l'attesa. Buona
lettura!
ps: facciamo gli auguri
alla fic, il 26 agosto era il suo compleanno ;3
Capitolo 31: Il risveglio della
bambola
Il Leggiadro Sicario fu il primo a lanciarsi verso
l’avversario per impegnarlo in uno scontro frontale. La lama
della falce si abbatté con violenza sul sottile filo della
katana, che resse il confronto e la respinse dopo pochi secondi.
Tuttavia, la pausa non durò che un effimero istante,
poiché due delle lance del numero III si fecero subito
avanti per sostituire il compagno. L’angelo sorrise e le
fermò, una con la propria arma e la seconda, prendendola
nella mano libera. Xaldin però, ghignò a sua
volta, perché impugnò immediatamente
un’altra coppia di lance, mentre le ultime due comparvero
attorno al suo corpo, pronte per essere scagliate.
-Sono piacevolmente stupito. Forse riuscirò a divertirmi
almeno un po’.- commentò Sephiroth, prima gettare
la lancia al suo proprietario e di seguirla subito dopo.
Preso alla sprovvista, il Nessuno dai lunghi capelli neri
riuscì solamente ad indietreggiare e richiamare due lame in
sua difesa, che furono tagliate a metà senza il minimo
sforzo.
-Accidenti!- esclamò Xaldin, sfruttando il vento per
spostarsi verso l’alto.
L’argenteo spalancò la sua ala e gli
andò dietro rapidamente, sferrando un tondo con la spada,
che lo colpì alla gamba sinistra, lacerando il soprabito e i
pantaloni al di sotto, senza danneggiare il corpo del Senza Cuore.
Gettò uno sguardo alle sue spalle e vide il numero XI
proprio sotto di lui, che grazie ad una lunga liana, lo tratteneva per
una caviglia. Seccato, Sephiroth ritirò la lama e scomparve,
lasciando solamente un paio di delicate piume al suo posto, per
ricomparire a pochi centimetri dall’avversario.
Xaldin sgranò le iridi color ametista, fissando quelle color
verde mare che aveva di fronte, da cui trapelava una buffa mescolanza
di irritazione e divertimento. Tuttavia, la sua attenzione fu
richiamata da un dolore sordo che avvertiva all’altezza del
fianco destro, e vide l’elsa della Masamune ad una distanza
praticamente nulla da esso. Il Nessuno rimase immobile, chiedendosi
come avesse fatto a non accorgersi della lama che l’aveva
trapassato silenziosamente da parte a parte.
-Se ti stai domandando quando è successo…-
intervenne l’angelo con un ghigno sadico, leggendo il quesito
negli occhi dell’avversario. -È stato subito dopo
essermi teletrasportato di fronte a te, ma tu hai potuto vedermi solo
quando mi sono fermato, perché sono stato più
veloce del tuo sguardo.- spiegò divertito, prima di ruotare
la spada con una rotazione del polso e, in seguito, scattare
bruscamente all’indietro per estrarre la katana.
Il Feroce Lanciere gemette e si piegò in avanti, lasciando
che le lance svanissero nel nulla e tamponando con la dritta la ferita,
più per riflesso che per vera utilità,
poiché era consapevole di star perdendo sangue anche dalla
schiena. Serrò le palpebre per un istante a causa di una
fitta bruciante, ma una volta riaperte, sollevò
immediatamente lo sguardo su quel nemico pericoloso che ancora
sorrideva soddisfatto della sua opera.
All’improvviso però, davanti al Senza Cuore dai
lunghi capelli neri comparve il Tiratore Libero, tutto sghignazzante e
con le balestre cariche e pronte a far fuoco, già strette
tra le dita esperte.
-Xigbar…-
-Solo ora il capo s’è deciso a mandarmi su.-
informò seccato. -La nostra squadra effettua il primo cambio
e non si accettano proteste!- urlò, puntando le armi contro
Sephiroth e facendo partire una scarica di dardi.
Nel frattempo, il numero III si ritrovò circondato da
quattro carte da gioco, che dopo aver compiuto un paio di rapidi giri,
lo trasportarono a terra. Quando scomparvero in silenzio, Xaldin cadde
in ginocchio senza abbandonare il fianco offeso.
-Pensi di riuscire a riprenderti?- gli domandò il Superiore,
chinandosi accanto a lui.
-Ti dirò capo…- iniziò, prendendo
ampie boccate d’aria. -…ho visto momenti migliori
di questo, ma anche di peggiori…- proseguì
spavaldo con una piccola risata.
-Benissimo. Axel, aiutalo ad appoggiarsi alla parete. Luxord, fai lo
stesso con Vexen e poi vai ad aiutare Xigbar.- ordinò
Xemnas, con voce ferma e autoritaria ma carica d’urgenza,
ottenendo delle reazioni immediate dai due Nessuno. -Larxene, tu
raggiungi Marluxia, cerca di colpirgli l’ala
finché non è costretto a scendere. A lui invece,
digli di non perdere di vista il nemico e di aspettare il momento
giusto.- aggiunge ancora, ricevendo un assenso e guardando la ragazza
correre dal compagno. -Lexaeus e Zexion, rimanete qui con me.
Proteggeremo i nostri compagni fino a quando non entreremo in campo.-
I due annuirono, dopodiché si girò in direzione
del Notturno Melodico e del Soffio di Fiamme Danzanti. Il primo
stringeva il suo strumento pronto a ricevere qualsiasi ordine e il
secondo con i pugni serrati come la mascella, pervaso da
un’ira che non avrebbe mai potuto provare non possedendo un
cuore, ma che ribolliva nel suo corpo vuoto come la lava in un vulcano
appena risvegliato.
-Axel, vorrei che tu facessi bene attenzione ai movimenti del
guerriero.- disse, fissando i propri occhi in quelli verdi
dell’altro. -Io e te ci occuperemo di lui quando
avrà l’ala fuori uso. In caso di bisogno, Demyx
farà intervenire le sue copie d’acqua e Zexion si
terrà pronto con le sue illusioni, se lo scontro dovesse
protrarsi a lungo.
-Quell’essere è troppo potente, quindi dobbiamo
giocare sulla superiorità numerica, dandoci il cambio quando
uno di noi viene ferito oppure quando comincia ad essere troppo stanco
e dobbiamo sfruttare i nostri assi nella manica.- spiegò,
guardandoli uno alla volta.
-E Roxas?- domandò Demyx. -Lo lasciamo là da
solo?-
-Roxas è più al sicuro in quella stanza.
Scommetto che l’angelo si accorgerebbe immediatamente se
qualcuno andasse a prenderlo. Se dovesse accadere, il nostro piano
fallirebbe.-
-Ho capito!- affermò il numero IX.
-Perfetto. Ora dobbiamo solo osservare e aspettare.-
Scomparve in una scia di luci nefaste, per ricomparire lontano ed
evitare l’ennesima scarica di dardi magici e si
voltò appena in tempo per distruggere cinque carte da gioco
che minacciavano di circondarlo e impedirgli di muoversi come voleva.
Quello scontro indesiderato, per Sephiroth si stava rivelando una
continua fonte di divertimento e di desiderio, poiché
più la battaglia si prolungava, più aumentava la
soddisfazione che avrebbe avuto alla fine nel godersi il suo
più che meritato premio. Un forte sibilo sfrigolante alle
sue spalle lo fece girare ed indietreggiare per schivare sei kunai
avvolti in un campo elettrico ad alto voltaggio. Il primo attacco di
quel tipo l’aveva colto alla sprovvista e la punta della sua
ala era stata inevitabilmente colpita, generando una sgradevole
sensazione di lieve paralisi all’arto piumato, la quale
fortunatamente, non gli aveva impedito di rimanere in volo.
Svanì nuovamente, quando i tre attacchi cercarono di
colpirlo insieme e riapparve all’angolo vicino alla porta del
reattore, che lo illuminò appena con la sua soffusa luce
verde. Sorrise e puntò i suoi occhi sull’unica
donna presente nel gruppo di avversari. Bastò uno sguardo e
attorno alle gambe della bionda delle sfere di energia oscura, che pian
piano presero a ruotare in cerchio, risalendo l’intero corpo.
-Larxene! Stai attenta!- le urlò lo Sfidante del Destino.
-Ma che accidenti succede?!- esclamò quando vide i globi
girarle intorno, i quali all’improvviso scattarono
all’interno del suo corpo, ognuna in un punto diverso.
La Ninfa Selvaggia urlò di dolore e serrò gli
occhi, mentre indietreggiava di qualche passo, disorientata
dall’attacco appena subito.
-Larxene tutto ok?- le chiese il Leggiadro Sicario, affiancandola.
-Col cavolo! Non vedo più niente!- replicò
seccata.
-Esattamente ciò che volevo.- disse Sephiroth, attirando
l’attenzione su di sé.
Il suo corpo si circondò di un alone violaceo, che in pochi
istanti si trasferì alla Nessuno. Sotto gli sguardi
increduli dei suoi compagni, quell’aura penetrò
nelle membra della donna, che dopo qualche secondo si piegò
su se stessa e sarebbe crollata inevitabilmente al suolo, se Marluxia
non l’avesse presa al volo.
-Larxene! Ehi, rispondi!-
-Ci sento razza di idiota… non c’è
bisogno che urli…- rispose lei con affanno.
-Sono… completamente senza forze… non riesco
nemmeno… a reggermi in piedi…-
L’angelo dall’ala nera scoppiò in una
piacevolmente divertita risata, che avrebbe scatenato il terrore nei
suoi avversari, se questi avessero posseduto un cuore.
Com’era iniziato, quello scatto di ilarità
scomparve, cedendo il posto ad un teso silenzio in cui i Nessuno
studiarono il loro nemico, senza riuscire però a
comprenderlo.
-Cosa ci trovi di tanto divertente?- chiese Xigbar, ricaricando le sue
armi.
-Voi, creatura dell’Oscurità. Siete
così divertenti… credete che non abbia capito
cos’avete in mente?- domandò, ghignando. -Avete
tentato per tutto il tempo di colpirmi all’ala, per farmi
scendere e poter combattere a terra.-
Xemnas sgranò gli occhi color ambra e strinse la presa sulle
spade laser. -E ora che lo sai?-
Sephiroth si voltò verso di lui e allungò il suo
sorriso. -Scenderò.-
E così fece. Lentamente e senza produrre nemmeno un fruscio,
il guerriero da una sola ala poggiò i piedi sul pavimento
metallico, che gemette appena sotto il suo peso.
I Senza Cuore lo osservarono col fiato sospeso, increduli di fronte
all’atteggiamento del loro nemico e cauti in attesa della sua
mossa seguente. Solo uno riuscì a scuotersi da quella
tensione impalpabile, prima che quel demonio toccasse terra. Axel
strinse i denti e la presa sui Chakram, sentendosi andare a fuoco.
-Senti capo, ormai è chiaro che il nostro piano è
andato…- mormorò, attirando
l’attenzione del Superiore. -E io sono stufo di stare a
guardare, mentre quel bastardo si prende gioco di noi.-
-Cosa vuoi fare?- domandò, nonostante conoscesse
già le intenzioni del numero VIII.
-Voglio carbonizzarlo!- urlò, lanciandosi a tutta
velocità contro l’avversario, che si
voltò nella sua direzione con il solito ghigno stampato in
faccia.
Un disco avvolto dalle fiamme si scontrò violentemente con
la sottile lama della Masamune, producendo una pioggia di scintille,
che per un attimo, illuminarono di rosso la piccola area attorno ai due
sfidanti. Lo spadaccino indietreggiò di mezzo passo, colto
alla sprovvista dalla forza del Nessuno.
-Un intervento quasi inaspettato.- disse l’argenteo. -Mi
chiedevo quando ti saresti deciso a farti avanti, ti ho notato
immediatamente quando sei arrivato.-
-Il tuo sorriso da schiaffi mi ha fatto saltare i nervi!-
esclamò Axel, dando fuoco al secondo Chakram. -La pagherai
per quello che hai fatto ai miei compagni!-
Sephiroth rise ancora. -Andiamo, vuoi prendermi in giro?-
domandò, spingendosi verso il viso dell’altro. -Lo
sappiamo entrambi che a te importa solo del piccolo Roxas.-
sussurrò, in modo tale che solo lui sentisse le sue parole.
-Ma come darti torto? Se non fossero arrivati quei due e poi voi altri
a darmi fastidio, sarebbe stato finalmente mio.-
-Va all’Inferno maledetto!- urlò il rosso,
caricando la sua seconda arma e scagliandola contro il viso
dell’angelo, che scattò rapidamente
all’indietro, sfuggendo all’attacco.
Il Soffio di Fiamme Danzanti ringhiò e si gettò
all’inseguimento. Incurante di chi e cosa aveva attorno,
scatenò il suo potere: quando i due dischi, avvolti da
pericolose fiamme, cozzarono nuovamente con la katana, il terreno sotto
i piedi dei due si arroventò per un raggio di due metri e
dal perimetro si alzò un muro di fuoco dalla base circolare,
che li nascose agli occhi dei presenti e riempì le loro
orecchie con il suo continuo crepitare.
Axel ghignò e saltando lateralmente si gettò tra
le lingue roventi, svanendo allo sguardo glaciale del nemico. Dal canto
suo, Sephiroth rimase immobile al centro di quel ring improvvisato,
incurante dell’alta temperatura che lo circondava, come se
non la sentisse.
-Interessante.- pensò, facendo scorrere le iridi verdi sulla
barriera. -Davvero interessante…-
Strinse la mano sull’elsa della spada e si
concentrò. Il Senza Cuore si muoveva tra le fiamme, celando
la sua presenza e aspettando il momento migliore per scagliare la sua
offensiva. L’attesa dell’angelo da una sola ala non
durò molto, perché meno di un minuto dopo, il
Nessuno uscì dal fuoco che lo proteggeva per colpire
l’avversario alle spalle.
-…peccato che non sia abbastanza.- terminò a
bassa voce, svanendo nel nulla e lasciando un incredulo Axel in
compagnia di due soffici e leggere piume nere, che si posarono sul
pavimento con la leggerezza di un soffio di vento.
Il ragazzo non fece nemmeno in tempo a risollevare del tutto il capo,
che si ritrovò a specchiare le proprie iridi smeraldine, in
due polle di verde acquamarina, così limpido da sembrare
liquido. Esse gli trasmisero una sensazione di gelo assoluto, che
superò la freddezza del suo corpo privo di cuore ed ebbero
il potere di fargli ricordare il terrore. Qualcosa che si espande senza
freni, come una macchia d’olio, che investe e ingloba tutto
ciò che incontra.
-Sai, creatura dell’Oscurità, comincio ad essere
un po’ stufo di giocare.- disse algido lo spadaccino. -E non
posso stancarmi troppo, altrimenti che figura ci farei col piccolo
Roxas?-
Quella domanda, dall’implicito significato, destò
lo spirito combattivo del Senza Cuore che era stato schiacciato dal
ricordo della paura. Tuttavia, il numero VIII non fece in tempo a
riaversi del tutto, poiché un istante prima vide Sephiroth
alzare la katana e quello dopo, avvertì solamente un
indescrivibile dolore al torso, che lo lasciò boccheggiante.
Le mura infuocate scomparvero in silenzio, come la fiamma di una
candela che cede alla supremazia del soffio di vento, e il loro
evocatore le seguì, cadendo al suolo e producendo un grave
rimbombo metallico, che spezzò il religioso silenzio che si
era fatto avanti durante quel breve scontro. Alle sue spalle,
l’angelo con una sola ala, sferzò l’aria
con la Masamune per pulirla dal sangue dell’avversario e
ghignò soddisfatto, poiché il Nessuno
probabilmente non era riuscito a vedere nemmeno il primo dei quindici
fendenti che gli avevano squarciato il torace.
L’argenteo si girò del tutto e passò lo
sguardo su ogni nemico rimasto in piedi. Erano tutti allineati a
qualche metro di distanza e lo stavano fissando tutti in modo diverso:
chi con sguardo di sfida, chi con qualcosa che sembrava rabbia.
Ignorò quegli occhi e sospirò appena.
-Come ho detto al vostro amico, sono stufo. Quindi, è ora di
chiudere la partita.- sentenziò, sollevando il braccio
sinistro per puntare la spada verso il soffitto e scatenare nuovamente
il suo vortice di fiamme.
***
Strizzò gli occhi e lentamente sollevò le
palpebre, non riconoscendo l’ambiente che lo circondava,
illuminato da un’intensa luce color verde acquamarina.
Proprio come il paio di iridi spietate e piene di desiderio
appartenenti al demonio alato che aveva fronteggiato, e che con
prepotenza si fecero largo nella sua mente in momentaneo subbuglio.
Furono quella luce e l’eco morente di un tonfo a risvegliare
completamente i ricordi offuscati degli ultimi avvenimenti.
-Dannato Sephiroth…- sibilò a denti stretti,
tentando invano di sollevarsi.
Un dolore pulsante lo prese alla spalla destra e lo costrinse a tornare
sdraiato ed a cercare aria da immettere nei polmoni. Richiuse gli occhi
per riprendersi, però, quando li riaprì, essi
erano freddi e spenti e la sua mente era caduta per
l’ennesima volta in uno stato di incoscienza.
-Alzati Roxas. Devi
distruggere Sephiroth.-
-Sì, Signore.- rispose il biondo, obbedendo immediatamente
all’ordine ricevuto.
Questa volta, si sollevò senza difficoltà e,
simile ad un automa, scese dal tavolo, mettendosi in posizione eretta
in attesa di nuove istruzioni, non facendo caso alla ferita che mandava
continuamente impulsi al cervello e che in silenzio, aveva ripreso a
sanguinare.
***
Il fuoco si levò alto e prorompente, secondo il volere di
quel terribile angelo.
I Senza Cuore rimasti in piedi indietreggiarono con un lungo balzo e il
numero XI, evocando una liana nella mano sinistra, trascinò
con sé anche il Soffio di Fiamme Danzanti, che si trovava a
terra in uno stato di semi-coscienza. Tuttavia, la forza centrifuga di
quel vortice di fiamme, che celava al suo placido centro il guerriero
alato, era difficile da contrastare. Infatti, i membri
dell’Organizzazione XIII furono costretti a piantare le loro
armi nel pavimento per non essere trascinati via, imitando
inconsapevolmente l’azione compiuta in precedenza dal Mago
che Danza sulla Luna.
-Ehi capo!- gridò Xigbar, cercando di superare
l’alta voce gracchiante di quel tornado. -Che cazzo
facciamo?!-
Il Superiore digrignò i denti, mentre pensava rapidamente a
qualcosa che li salvasse.
-Lexeaus?-
La voce del Burattinaio Mascherato, ridotta ad un flebile sussurro,
giunse al suo orecchio come un urlo, quando vide il possente numero V
farsi avanti a passi lenti e trascinati, per contrastare la potenza
dell’attacco avversario.
-Che cosa vuoi fare?!- urlò Xemnas, richiamando
l’attenzione dell’altro fondatore.
Il castano si voltò, puntando i suoi limpidi occhi celesti
in quelli ambrati dell’altro Nessuno e con essi
comunicò le sue mute intenzioni. Quel silenzioso discorso
durò finché il Senza Cuore non
richiamò il suo Tomahawk, per lanciarsi dentro quel
turbinante caos di brillanti sfumature rosse e arancioni.
-Lexeaus!- chiamò ancora Xemnas, facendosi avanti a spade
sguainate per dare manforte al collega.
Il suo tentativo, però, fallì quando dal
pavimento di freddo metallo, si alzò una spessa muraglia di
pietra, che si fermò solo una volta raggiunto il soffitto,
chiudendo nella sua morsa quelle fiamme selvagge e indomabili. In quel
momento, il Superiore e i restanti appartenenti
all’Organizzazione XIII, compresero il volere del loro
compagno. L’Eroe del Silenzio si era sacrificato per
proteggerli e per dargli l’opportunità di salvare
i tre membri che per primi avevano affrontato quel difficile
avversario, forse impossibile da sconfiggere.
-Xemnas.- intervenne Zexion, celando il suo turbamento
nell’iride coperta dal lungo ciuffo grigio-azzurro. -Dobbiamo
sbrigarci, altrimenti il gesto di Lexeaus sarà stato vano.-
-Hai ragione.- rispose il numero I, riprendendosi in pochi istanti.
-Zexion e Demyx, voi venite con me a recuperare Roxas.- disse,
guardando i due, che annuirono. -Voi altri invece, prendete Xaldin,
Vexen e Saix e tornate alla fortezza.- proseguì, voltandosi
verso il resto del gruppo.
-Non è meglio che resti qualcuno in più?-
domandò Luxord.
-No, prima ce ne andiamo meglio è. Questo avversario
è troppo pericoloso.- replicò Xemnas.
-Io rimango…- mormorò il numero VIII,
aggrappandosi alla spalla del Leggiadro Sicario.
-Axel non puoi…- cercò di ribattere il Notturno
Melodico.
-Se Marluxia trascina me, non ci saranno abbastanza braccia per portare
gli altri né per occuparsi di loro una volta tornati alla
base.- fece notare il rosso, alzandosi in posizione eretta con evidente
fatica. -Larxene non sta in piedi, Xaldin ci si regge a malapena e gli
altri due sono in condizioni pessime…- disse, stringendo i
pugni. -Sono ferito anch’io, lo so, ma non me ne vado senza
Roxas.- sentenziò, fissando il numero I.
L’argenteo ricambiò lo sguardo intenso
dell’altro e comprese il reale motivo della sua insistenza.
Lo capì perfettamente, mentre le sue iridi ambrate si
spostavano sul corpo inerme del numero VII. Chiuse gli occhi un istante
e tornò a guardare il pallido viso del compagno dai capelli
scarlatti.
-E sia.- concluse. -Ora andate!- esclamò rivolto agli altri,
che in pochi attimi recuperarono i colleghi privi di sensi e svanirono
tra le buie e viscose spire di un varco aperto dal Tiratore Libero, che
teneva il Freddo Accademico sulle spalle, seguito da un traballante
Xaldin, Marluxia, che trasportava Saix, e infine Luxord, con Larxene.
Il passaggio si richiuse rapidamente e senza proferire suono, tuttavia,
fu qualcos’altro a dar segno della propria esistenza, facendo
voltare i Nessuno rimasti.
La parete di pietra evocata dal quinto membro fondatore era ricoperta
di numerose crepe, che crebbero a dismisura prive di controllo,
estendendosi su tutta la superficie, come una goccia d’olio
che scorre senza freni, finché con un sonoro schiocco, si
ruppe. I frammenti di roccia caddero pesantemente sul pavimento, simili
a dei chicchi di grandine, infrangendo con inaudita violenza il teso
silenzio, in cui era appena udibile il leggero rumore della pietra che
stava per distruggersi, rivelandosi fragile come il guscio di un uovo.
Insieme a quella pioggia brutale si levò una risata, che
risuonò priva di impedimenti, quando anche
l’ultimo pezzetto di quel muro fu caduto, accanto ai fratelli
da cui era stato separato. Sephiroth rideva divertito, mentre accanto
ai suoi piedi, ciò che restava dell’Eroe del
Silenzio si dissolveva lentamente in infiniti granelli di polvere, che
man mano svanivano, sotto lo sguardo impotente degli altri Senza Cuore.
-Sciocche creature dell’Oscurità.-
iniziò l’angelo, dopo aver posto un freno alla sua
tetra ilarità. -Siete così ciechi…-
disse, superando il Tomahawk, che giaceva incastrato nel pavimento,
come una fredda lapide in memoria del suo proprietario. -…e
così divertenti…- continuò, fermandosi
a pochi passi dai quattro. -Il vostro amico è riuscito a
farmi un graffio, pensate un po’.- affermò,
indicandosi la gamba destra per mostrare uno strappo leggermente sporco
di sangue, sui pantaloni di pelle nera. -Ma non ha potuto fare altro.
Non aveva compreso che la sua forza era nettamente inferiore alla
mia… e neppure voi, visto che siete rimasti, invece di
fuggire con i vostri compagni. Perché non ve ne siete andati
quando avreste potuto?-
-Vogliamo riprenderci Roxas!- esclamò Axel. -E non ce lo
impedirai!-
Lo spadaccino osservò per un istante gli occhi del rosso,
stranamente determinati nonostante la sua natura e riprese a ridere.
-L’avevo detto che siete divertenti, ciechi e sciocchi, ma
non credevo fino a questo punto.- asserì.
-Cosa intendi dire?- domandò il numero VIII, impugnando i
suoi Chakram e sentendosi pervaso da un’ira che, in teoria,
non avrebbe mai potuto provare.
-Ancora non avete ben chiaro che non siete in grado di sconfiggermi, ma
vi ostinate nel volerlo fare, e inoltre, non avete capito che il
piccolo Roxas ormai mi appartiene.- spiegò, ghignando e
stringendo la presa sulla Masamune. -Che ne dite di finire il gioco una
volta per tutte?-
-Sono d’accordo con te.- rispose una voce gelida alle sue
spalle, che lo fece voltare appena in tempo per parare il fendente
della candida lama del Portafortuna.
La Chiave del Destino mantenne salda la presa sul keyblade senza
sforzo, mentre teneva gli occhi puntati sull’avversario, al
di sotto del cappuccio calato sul viso. Sotto ordine del Freddo
Accademico, si era rimesso il soprabito e si era coperto il capo, per
evitare che i Nessuno notassero le sue iridi spente.
Sephiroth ghignò per l’ennesima volta. -E
così sei tornato piccolo Roxas, anche se non del tutto.-
sussurrò. -Vuoi riprendere la nostra partita? Mi sembra che
questa parte l’avessimo superata da un pezzo.-
Il biondino non rispose a parole, ma con la sua seconda arma, che come
la falce del cupo mietitore, si levò per calare sul petto
dell’angelo. Tuttavia, l’argenteo scomparve nel
nulla per ricomparire a pochi metri dal keyblader, che si
girò nella sua direzione.
-Come vuoi, creatura dell’Oscurità: allieterai
nuovamente la mia snervante attesa.- concluse Sephiroth, impugnando la
sua katana con entrambe le mani per puntarla contro il giovane Senza
Cuore.
Ed eccoci giunti alla
fine di questo capitolo! Cosa succederà ora che Roxas
è tornato in campo? Spero di farvelo sapere il prima
possibile xD
Alla prossima miei cari!
See ya!
L'angolino
dedicato a voi u.u
Vampaia_Naito_4ever:
Ciao cara ^^ mi spiace averti fatta aspettare così tanto,
spero che mi seguirai ancora e che il capitolo ti sia piaciuto! Grazie
mille del commento e dei complimenti :3 Ciauuuu!
AxelSuperMegaFan:
Hola cara ^^ mi scuso anche con te per averci messo un anno per
aggiornare. Spero che continuerai a seguirmi e che il capitolo ti sia
piaciuto! Grazie per il commento e dei complimenti :3 Byeeee!
RikaSuzumiya:
*si prostra* Scusascusascusascusa!!!! Se il tuo era uno schifo di
ritardo, il mio cos'è? ç____ç
Mostruoso a dir poco ç____ç Spero che mi
perdonerai e che questo capitolo tanto atteso sia stato di tuo
gradimento! A presto carissima :3
Maka Axel Albarn:
Ciao xD sono contenta che la storia ti piaccia! Grazie per l'energico
commento! Spero che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Ciauuuu!
CantateMaledetta:
Carissima, al tuo commento avevo già dato una risposta,
quindi ti rinnovo i ringraziamenti e mi auguro che questo capitolo che
aspettavi da tanto ti sia piaciuto e che ti abbia soddisfatta ^^ A
presto!!!!
Sono giunta anche ai
ringraziamenti finali! Questa volta li farò molto schematici
perché siete tantissimi e non so chi, nel frattempo, si sia
aggiunto/abbia cambiato nick/si sia tolto perché aveva perso
le speranze in un mio ritorno xD Ma passiamo al dunque, ringrazio:
- Per
chi l'ha messa tra le preferite: Aikochan, Ally_LadyMichaelis, Asia Axel Grey, CantateMaledetta, Cavallina_Bianca, DarknessAkira, fenicex8, Glivia, habanera, Hi_Ka_Ri, K and S, LightRoxas, Little Duck, LittleKairi14, Lizzie Sora, Mina_Ayame, OmniaVincitAmor, RikaSuzumiya, RoxxyNeko, Soruccio, Tokio, uomo nero, Vampaia_Naito_4ever, vul95, Xemnas89, Xemnas90, Yami no Koshaku fujin,
Yuma_29, _PectusInane_
e _Roxys_.
- Per
chi l'ha messa tra le ricordate: Arasi, Chihiro, ElleH, falcediluna e Juliett_94.
- Per
chi l'ha messa tra le seguite: CantateMaledetta, Charlene, chaska, ChiyoChan8, falcediluna, Glivia, habanera, Hi_Ka_Ri, Il_Trio_Infernale, K and S, Kirye, Ladyaoi93, Learia1317, LightRoxas, LittleKairi14, Lizzie Sora, Lyssa, RikaSuzumiya, RoxxyNeko, SayakaMiki, Seymour, Saphira, uomo nero, valkyrie, vul95, yayachan18, _NekoRoxyChan_
e _Roxys_.
Mi auguro di non aver
mancato nessuno! Come sempre vi adoVo tutti quanti, dal primo
all'ultimo! Ciò che mi spinge a continuare questa fic siete
voi e voi soltanto :3 A presto carissimi! See ya!!!! *svanisce in una
nuvola di fumo*
|
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Capitolo 32 *** Capitolo 32: Fragments of Somebody’s memories ***
Salve a tutti! Comincio
con il prostrarmi davanti a voi per chiedere il vostro perdono per un
simile ritardo... purtroppo con questa fic ho difficoltà a
scrivere e, sinceramente, preferisco darvi un capitolo degno della
vostra lettura e dei vostri commenti, piuttosto che scrivere di corsa
qualcosa che prima di tutto non mi soddisfa e che, in secondo luogo,
potrebbe non piacervi. In ogni caso, chiedo scusa e prometto di
impegnarmi per aggiornare il prima possibile, vita privata permettendo.
Non voglio annoiarvi ancora di più, quindi non mi resta che
lasciarvi al capitolo! Buona lettura!!!
Capitolo 32: Fragments of
Somebody’s memories
Le due chiavi calarono violentemente sulla lama della Masamune, facendo
compiere un passo indietro al suo proprietario. Il braccio
dell’angelo per un istante tremò sotto la potenza
di quel colpo e una goccia di sudore freddo gli scivolò
lenta lungo la tempia. Lui, il temibile Sephiroth, cominciava a
risentire della stanchezza, mentre il Nessuno ferito e in quel momento
“assente” sembrava mosso da una forza inesauribile.
Questo pensiero irritò l’argenteo, che rispose
all’assalto con una potente spinta, gettando così
l’avversario in direzione della parete.
Roxas non reagì in alcun modo, lasciando intendere che vi
avrebbe sicuramente sbattuto di schiena, tuttavia, un varco oscuro si
aprì all’improvviso alle sue spalle per chiudersi
subito dopo averlo inghiottito, come le fauci di un serpente che
ingoiano direttamente la preda per digerirla.
Il silenzio scese con un ghigno terrificante nell’ampia sala
fatta di metallo, sedendosi comodamente in mezzo ai presenti, in attesa
che il custode tornasse per dare nuovamente il via al concerto di lame.
I membri rimasti dell’Organizzazione XIII erano col fiato
sospeso, preoccupati dalla scomparsa del loro compagno, che dopo fin
troppi secondi non accennava a riemergere dal Regno
dell’Oscurità.
-Dove sarà finito?- pensò Axel, guardandosi
attorno per cogliere la più piccola traccia di un varco e fu
sorpreso di trovarla sulla porzione di pavimento vicino alla parete da
cui era svanita poco prima.
Il biondo Senza Cuore riemerse lentamente dai viscidi viticci che lo
accarezzavano con lascivia e falso amore, contrari a lasciarlo andare.
Quando finalmente anche i piedi furono tornati al livello del terreno,
il passaggio nero, simile a un vortice di subdole sabbie mobili,
anziché richiudersi, si allargò raggiungendo il
metro di raggio per poi dividersi in dieci varchi più
piccoli da cui uscirono altrettanti Samurai. Fieri come soldati in
guerra, incrociarono le lame e si misero in posizione
d’attacco, immobili ma pronti a scattare al primo pensiero
del loro padrone e posizionandosi a ferro di cavallo intorno a lui.
Senza proferire verbo, Roxas richiamò le chiavi diede il via
a una corsa in direzione del suo avversario, lasciando che le punte
delle sue armi strisciassero sul pavimento, producendo scintille.
L’angelo sorrise e compì un balzo
all’indietro per schivare il doppio montante dei due
keyblade, però il suo sorriso fu sostituito da una smorfia
di disprezzo e rabbia, quando avvertì la lama del grigio
soldato privo di cuore trapassargli la gamba sinistra. Troppo
concentrato sul biondo, non si era accorto dei movimenti silenziosi dei
suoi sottoposti, che ormai l’avevano circondato.
Un secondo Samurai si fece avanti, agile e veloce, alla sua destra,
mirando all’arto inferiore corrispondente. La creatura
però, sferzò il vuoto e sfregiò due
innocenti piume nere, perché Sephiroth era svanito per
l’ennesima volta, spostandosi alle sue spalle per colpirlo a
sua volta con un fendente orizzontale. Altri due guerrieri piombarono
su di lui, arrivando da dietro, mentre il loro compagno cadeva in
silenzio e si riduceva in polvere grigia.
Voltandosi rapidamente, l’angelo eseguì un tondo
che cancellò immediatamente i Samurai. Quando
però, Sephiroth avvertì una violenta spinta in
avanti, seguita da un dolore acuto e improvviso al fianco sinistro, non
poté fare altro che abbassare lo sguardo con lo stupore
dipinto in viso: la lama del Portafortuna l’aveva trapassato
dalla schiena ed era uscita dal lato opposto, intrisa di sangue scuro,
che ora gocciolava velocemente sul pavimento di metallo, producendo un
ticchettio macabro e fastidioso. Sgranò gli occhi, prima di
stringerli a causa di un colpo di tosse, con cui gettò altra
linfa vitale, per poi voltarsi verso la Chiave del Destino.
-Questo era per la spalla.- spiegò algido il biondo,
fissando il proprio sguardo in quello dell’avversario, per
poi estrarre l’arma dal suo corpo con un gesto secco. -Ora,
mi ripagherai di tutto il resto.- assicurò, facendosi
nuovamente inghiottire da un varco comparso sotto i suoi piedi.
Il guerriero dai lunghi capelli argentei barcollò un
istante, portandosi una mano inguantata sulla ferita e guardandola
mentre si macchiava di rosso. Dapprima incredulo, egli
ghignò, leccandosi le dita, dopodiché
scoppiò in una folle e terrificante risata.
-Piccolo Roxas! Sapevo che mi avresti fatto divertire!-
urlò, alzando la spada verso il soffitto per scatenare
ancora una volta il vortice di fiamme, che divorò in pochi
secondi i deboli Samurai rimasti e iniziò a trascinare verso
le sue fameliche lingue i quattro Nessuno che osservavano lo scontro.
-Maledizione!- esclamò il Soffio di Fiamme Danzanti,
puntando i piedi a terra.
-Cosa facciamo?!- fece Demyx, trattenendo con sé il numero
VI.
-Dobbiamo usare un varco e rifugiarci nella stanza accanto!- rispose
Xemnas. -Non abbiamo scelta!- aggiunse, aprendo un passaggio davanti a
sé e ai compagni che si gettarono immediatamente al suo
interno, lasciando che si chiudesse alle loro spalle.
Al contrario, Roxas riemerse dalle tenebre al centro di quel ciclone
devastante, in cui l’angelo da una sola ala si credeva al
sicuro. Richiamando entrambi i keyblade nelle mani, il biondo
scartò attorno al nemico, sorprendendolo con la sua presenza
e con il suo doppio fendente portato col piatto delle armi.
L’impatto fu duro e rivelò una forza tale da
scaraventarlo fuori dal tornado fiammeggiante, che si estinse appena il
suo evocatore sbatté contro la parete della stanza.
Sephiroth tossì, sputando nuovamente sangue scarlatto e
accasciandosi ancora di più contro il muro e il pavimento,
ormai stanco e ferito come non gli succedeva da tempo. Furono i passi
lenti del tredicesimo membro dell’Organizzazione a ridestarlo
dai suoi pensieri. Lo osservò avanzare con una
tranquillità inquietante e si domandò come
facesse ancora a muoversi, dopo tutte le energie che a sua volta aveva
perso. Terribile come la morte che si china per dare il suo fatale
bacio, il biondo si fermò davanti a lui, sollevando il
Lontano Ricordo.
-Pagherai per ciò che hai fatto a questo corpo.-
sentenziò, senza emozione nella voce. -Pagherai per averlo
toccato e violato.-
La lama nera calò velocemente sul condannato, che
però, riuscì a fuggire, svanendo nel nulla e
lasciando solo un paio di piume al suo posto.
Rise ancora, ormai preda di una strana e pericolosa follia. -Mi sono
divertito e la mia attesa è stata ampiamente riempita, forse
anche troppo.- disse, voltandosi verso l’ingresso della sala
e il corridoio che la precedeva, da cui era chiaramente udibile
l’eco di una persona in piena corsa. -Sono spiacente, ma non
posso morire per mano tua, creatura dell’Oscurità.
La mia esistenza non dipenderà mai dalle mani di qualcuno
che non sia Lui.- spiegò, enigmatico.
-Sephiroth!- gridò una voce maschile, accompagnando i passi
in avvicinamento.
Il numero XIII si girò nella sua direzione e poi verso la
stanza adiacente da cui facevano capolino i suoi compagni. Rimase in
silenzio, mentre vedeva Zexion evocare il suo libro già
aperto, e una piuma intrisa d’inchiostro con cui
iniziò a riempirne una pagina.
-Addio, creatura dell’Oscurità.- concluse
l’angelo da una sola ala, senza sorprendersi troppo quando si
vide circondato da una fitta giungla e quando alcune liane si gettarono
su di lui per impedirgli di muoversi.
-È finita
Roxas. Lasciati portare al Castello, hai riportato danni gravi.-
ordinò la voce del numero IV nella mente del custode, che
rispose in modo affermativo, poco prima di chiudere gli occhi e
accasciarsi su se stesso, crollando al suolo.
Le voci e la presa degli altri Nessuno lo raggiunsero a tratti,
finché la sua coscienza non ricadde nuovamente in un
silenzioso oblio.
***
Il primo senso a destarsi dopo tanto tempo, fu il tatto. Il suo corpo,
pesante come un macigno e coperto solamente dai boxer, era avvolto in
un abbraccio morbido, caldo e soffice. L’olfatto si
risvegliò all’improvviso, grazie a un forte ma
piacevole odore di lavanda, che gli piacque e lo aiutò a
rilassarsi, mentre la sua mente si ergeva lentamente dai fumi di un
sonno profondo durato troppo a lungo. A seguire, l’udito, che
colse un fruscio provocato dalle sue dita in lieve movimento e un suo
frustrato mugugno, fuggito dalle sue labbra schiuse a causa della
difficoltà incontrata nel muovere più delle
falangi. Infine, le iridi dorate confuse e offuscate, tornarono a
guardare ciò che circondava il loro padrone, trovando in
ogni piega di quel soffitto a baldacchino qualcosa di conosciuto.
Dopo qualche istante, rivolse il proprio sguardo verso destra e si
colmò con la vista della grande luna a forma di cuore,
trovandola luminosa e affascinante come mai prima di allora.
Completamente preso da quella visione celestiale, non si accorse
dell’aprirsi della porta né dei passi che si
facevano sempre più vicini.
-Saix? Mi senti?-
Sentendosi chiamare da una voce che tradiva ansia, si girò
dalla parte opposta alla finestra e rimase fermo a osservare il nuovo
venuto con occhi spenti e stanchi.
-Sir?- domandò con fatica nel soffio che gli concesse la
gola riarsa. -Cosa… cos’è…
successo?-
-Qual è l’ultima cosa che ricordi?-
A quella domanda, il numero VII tacque per raccogliere i propri
pensieri e sgranò gli occhi quando pescò quello
giusto. Il guerriero con l’ala nera e il suo mortale vortice
di fiamme.
Riportò lo sguardo sul viso del Superiore, trovandolo
tremendamente stanco.
-Quanti giorni sono passati?-
-Quasi una settimana…- riferì
l’argenteo.
-Credevo di essere spacciato…-
Xemnas tirò un sospiro di sollievo. -Lo credevamo tutti,
viste le condizioni in cui ti abbiamo trovato. Per fortuna, Zexion ha
saputo essere un ottimo sostituto di Vexen…-
-Perché? È rimasto ferito anche lui?- chiese,
celando una nota di curiosità.
L’altro annuì, grave. -Dopo che hai perso
conoscenza il guerriero l’ha attaccato, ma non è
riuscito a tenergli testa a lungo. Poi siamo arrivati noi e vi abbiamo
riportati al Castello.-
-E Roxas?-
-Dorme ancora. Le ferite stanno guarendo, ma lui non dà
segno di volersi svegliare.- disse, sedendosi sul bordo del letto.
-Ancora mi chiedo come abbia fatto a costringere il guerriero alla
resa…-
Incredulo, Saix scattò a sedere istintivamente, pentendosene
subito dopo, perché si ritrovò piegato in due,
boccheggiante a causa del dolore.
-Attento!- esclamò il numero I, sorreggendolo e aiutandolo a
sdraiarsi di nuovo. -Sei impazzito?-
Annaspando in cerca d’ossigeno, il Mago che Danza sulla Luna
ignorò il pessimo stato in cui era ridotto e
tornò a guardare il compagno. -Raccontami… voglio
sapere…-
Presa una lunga boccata d’aria, il Superiore
cominciò a riportare gli eventi accaduti nel reattore di
Midgar. Non nascose di aver ricordato cosa fossero l’odio e
la rabbia quando lo avevano ritrovato inerme, abbandonato in una pozza
di sangue che continuava ad allargarsi; riferì del
sacrificio di Lexeaus, che aveva procurato ai suoi compagni solamente
il tempo per fuggire e portare in salvo i feriti, perché
alla fine il guerriero dagli occhi glaciali e l’ala nera si
era ripresentato davanti a lui, Zexion, Axel e Demyx.
-Ci stavamo preparando ad attaccarlo, ma inaspettatamente, Roxas
è comparso alle sue spalle e ha combattuto con i suoi
Samurai, finché non l’ha ferito gravemente. Stava
per dargli il colpo di grazia, quando è arrivato qualcun
altro, a quel punto il guerriero ha dichiarato la resa e ce ne siamo
andati con Roxas privo di sensi e una spalla sanguinante.-
spiegò, tornando al suo ragionamento iniziale. -E continuo a
chiedermi come ci sia riuscito… era ferito e sicuramente
stanco, inoltre…- s’interruppe, meditabondo,
puntando gli occhi ambrati sul pavimento, come se vi fosse scritta la
soluzione ai suoi quesiti.
-Cos’altro?- domandò Saix.
-…è stato così… spietato da
non sembrare nemmeno lui.-
Colto da un sospetto, il numero VII attese che l’altro
decidesse di andarsene prima di chiedergli di poter parlare col
Burattinaio Mascherato.
***
Pandora
hearts OST 2 - A shadow
Si guardò attorno e lo capì immediatamente: un
sogno. Di nuovo. L’ennesimo in cui viveva momenti
già vissuti da qualcun altro, il suo altro.
Il sole splendeva come un diamante nel cielo azzurro, gettando i suoi
caldi raggi su quel lembo di terra, circondato dal mare. Seduto sulla
sabbia fine e bianca, scrutò l’orizzonte, la cui
linea era quasi invisibile, senza un motivo particolare, lasciando che
il vento pieno del sapore di salsedine, gli accarezzasse i capelli e il
viso. Affondò le dita nella sabbia, sentendola scivolare
sulla pelle, come se quel momento fosse reale.
Quello, però, era soltanto un sogno. Un film prodotto da un
lato sopito della sua mente, in cui si muovevano i ricordi del suo
originale. Una pellicola così piena di suoni, odori e
sapori, da sembrare terribilmente vera.
Si sentì chiamare con il nome da cui era nato il suo e si
voltò verso sinistra, osservando con occhi stanchi le due
persone in avvicinamento. Un ragazzo dai capelli argentati, che
riflettevano la luce del giorno, e gli occhi verde mare, accesi di
orgoglio: il migliore amico dell’altro. Al suo fianco, una
giovane con delle profonde e dolci iridi blu e il viso circondato dalle
ciocche rosse: la ragazza che piaceva a lui. Sorridevano, esprimendo
tutta la loro sincera gioia per averlo trovato.
-Eri ancora qui a
dormire? Sei un pigrone, Sora!- rise lei.
-Mentre tu eri qui a
ronfare, io ero dall’altra parte dell’isola a
sgobbare come un mulo per costruire la zattera. Mi devi una sfida!-
disse l’argenteo, fingendosi serio.
Li guardò come ogni volta, con occhi tristi e delusi,
perché di nuovo non riusciva a ricordare i loro nomi. Sapeva
bene chi fossero, ma non c’era verso di riportare alla mente
la loro identità. L’unica cosa che sapeva e di cui
era assolutamente certo, era che la rossa possedeva il cuore che aveva
spinto Sora a sacrificare il proprio. E la consapevolezza di non essere
in grado di trovare altri ricordi, più importanti o
significativi, lo lasciò con un’amarezza
sconvolgente. Li osservò continuare il loro discorso come se
avesse risposto alle loro frasi, sentendosi un estraneo ma, al
contempo, non poteva fare a meno di sentirsi travolto da una terribile
e profonda nostalgia. Era una sensazione così intensa da
essere quasi soffocante e non poteva mettervi un freno, quindi si
alzò in piedi e si mosse per seguirli, diretti
all’isolotto su cui sorgeva l’albero di frutti di
Paopou, sperando che quel tumulto di emozioni scemasse con il
proseguire della storia.
Ad un tratto però, la Chiave del Destino si voltò
verso l’interno dell’isola, puntando gli occhi
azzurri sul punto in cui si trovava il luogo segreto. Si
sentì attratto da qualcosa di indefinito, che pareva esterno
a quel mondo fatto di ricordi labili e malinconici, che gli
appartenevano e allo stesso tempo lo facevano sentire un ladro,
perché non erano suoi. Ignorando i due ragazzi, vi si
diresse a passo spedito, bloccandosi proprio sull’entrata
della grotta.
-…Roxas…?-
chiamò una voce lontana e resa ovattata dal rumore delle
onde e dal soffio del vento.
Stupito, il Nessuno rimane immobile col fiato sospeso,
poiché era la prima volta che sentiva il suo nome in uno di
quei sogni che si susseguivano uno dietro l’altro senza sosta.
-…Roxas!-
Il nuovo e deciso richiamo lo destò dai suoi ragionamenti e
lo spinse a riprendere il suo cammino fino al centro della grotta. Si
guardò attorno in cerca di un indizio, ma sulle pareti non
trovò altro che scarabocchi di ogni forma e dimensione,
finché la voce non si fece udire ancora una volta, attirando
il suo sguardo sulla porta di legno che stanziava sul fondo di quella
sala fatta di roccia. Con una strana determinazione che gli bruciava
dentro, il biondo si avvicinò all’uscio
apparentemente privo di qualsiasi maniglia o altro oggetto che
indicasse il modo per aprirlo e lo toccò, poggiandovi
l’intero palmo nudo. Istantaneamente, la porta
s’illuminò di una luce bianca ed accecante, che lo
costrinse a indietreggiare nuovamente, mentre la voce lo chiamava
ancora, facendosi più nitida e insistente, come se non
volesse lasciarlo andare. Quando riuscì a posare lo sguardo
sul legno, sussultò di sorpresa nel vedere una serratura dai
bordi dorati, dove prima c’era il nulla.
Non seppe dire se fu per istinto o per altro che evocò il
Lontano Ricordo, puntandolo dritto sulla serratura, che
scattò dopo essere stata colpita da un sottile raggio
luminoso.
Fu un istante, tutto si accese e la Chiave del Destino serrò
gli occhi, mentre le orecchie gli si riempivano di quel richiamo
incalzante e preoccupato.
-Oh, finalmente.-
La prima cosa che vide, quando tornò in sé, fu
un’iride grigio-blu, seria e concentrata, affiancata da un
lungo ciuffo di capelli, che nascondeva la sorella.
-…Zexion…?- pronunciò a fatica, a
causa della bocca impastata e la gola secca.
Il Nessuno più anziano annuì, porgendogli un
bicchiere d’acqua fresca e aiutandolo a bere con piccoli
sorsi. Stanco e confuso, il biondo si lasciò sollevare e
sdraiare senza opporsi, cercando di aiutare con la poca forza che era
riuscito a mettere nelle braccia tremanti, che faticavano a reggere il
suo peso.
-Era ora che ti svegliassi, è già qualche giorno
che ci proviamo.- lo informò il Burattinaio Mascherato,
sedendosi sulla sedia posta accanto al letto e accavallando le gambe.
-Allora… eri tu che mi chiamavi dal luogo
segreto…- rispose Roxas, posando lo sguardo sul collega, che
gli restituì un’occhiata confusa. -Sognavo e
all’improvviso ti ho sentito…-
-Cosa stavi sognando?-
-L’isola…- confessò senza timori.
-…e sembrava così reale… il vento, la
sabbia e il mare… soprattutto il mare, con il suo suono e il
suo profumo.- continuò con nostalgia, spostando
l’attenzione sul soffitto bianco. -Sai, mi piacerebbe
andarci… per vedere se tutto è come
l’ho sognato, oppure ancora più bello di come mi
è sembrato…-
Il numero VI ascoltava in silenzio, celando i propri pensieri al
compagno. Roxas stava iniziando a percepire il cuore del suo originale,
nonostante fossero due persone distinte, e questo poteva rivelarsi un
problema, specialmente il suo desiderio di visitare il mondo natio del
custode del keyblade. Inconsciamente, la Chiave del Destino stava
cercando di riottenere ciò che non aveva più,
così lontano da sembrare irraggiungibile e al contempo
così vicino da dare l’impressione di poter essere
acciuffato semplicemente allungando il braccio.
-Dimmi Zexion…- lo chiamò il biondo.
-…che ne è stato della missione? Dopo che
Sephiroth mi ha portato in quella stanza, non ricordo nulla…
solo brevi flash di Vexen che tentava di medicarmi, poi è
tutto vuoto…-
Il Burattinaio Mascherato non chiese come sapesse il nome di quel
terribile guerriero, immaginando che lo avesse trovato in uno dei
ricordi del suo originale. -Facendo qualche ricerca, io, Demyx e Axel,
abbiamo scoperto il guerriero era originario del mondo in cui vi
trovavate, ma quando siamo arrivati per aiutarvi, abbiamo trovato Saix
e Vexen in pessime condizioni, tu, invece, eri al sicuro nella stanza
accanto, privo di sensi a causa della ferita alla spalla e della
stanchezza, da quel che ci ha raccontato Vexen l’altro
giorno.- iniziò, cambiando l’ordine delle gambe
accavallate e incrociando le braccia.
-Siete venuti tutti?- chiese l’altro, incredulo.
-Quel guerriero non era da sottovalutare.- disse solamente. -Nonostante
ci fossimo tutti, alcuni sono rimasti feriti abbastanza gravemente e
Lexeaus si è sacrificato per permetterci di fuggire. A quel
punto, Xemnas ha mandato avanti i feriti, insieme a qualcuno che
potesse occuparsi di loro immediatamente, ed è rimasto
indietro con me, Demyx e Axel, che nonostante fosse ferito a sua volta,
non ha voluto sentire ragioni.-
Scosso dalla piega presa dal racconto, il numero XIII tentò
di alzarsi a sedere, ma fallì miseramente anche solo nel
cercare di sollevarsi. -Axel… come sta?-
-Ora sta decisamente meglio, gli ci sono voluti solo tre giorni per
riprendersi. Adesso è in missione con Marluxia.-
Roxas cacciò un sospiro colmo di sollievo alla notizia e si
rilassò nuovamente. -Cos’è successo
dopo?-
-Stavamo venendo a recuperarti per andarcene, quando il guerriero ha
distrutto la prigione di roccia creata da Lexeaus, probabilmente
stanco, ma ancora in grado di fronteggiarci. Prima che potessimo fare
qualsiasi cosa però, sei comparso tu.- narrò,
puntando le sue iridi in quelle incredule del giovane.
-…io?- domandò, titubante, ottenendo un assenso.
-Come… io non…-
-Lo so che non ti ricordi, infatti credo che in quel momento tu fossi
manovrato. Persino Xemnas si è accorto che c’era
qualcosa di diverso nel tuo modo di combattere.- riferì,
tenendo per sé la conversazione avuta con Saix il giorno
prima, in cui il numero VII aveva raccontato dei segni di stranezza che
aveva colto nel custode: silenzioso, preciso, instancabile e spietato.
-Cos’ho fatto?- si azzardò a chiedere Roxas,
quando ebbe ritrovato la voce.
-Hai combattuto contro di lui e grazie all’aiuto dei Samurai,
sei riuscito a costringerlo ad arrendersi.- disse Zexion con voce
piatta. -Alla fine sei crollato, molto probabilmente per la stanchezza,
ma anche la perdita di sangue alla spalla deve averti prosciugato tutte
le energie. Abbiamo temuto di vederti sparire per la perdita di sangue,
per questo ti dicevo che è da giorni che proviamo a
svegliarti. È capitato che ti agitassi nel sonno, speravamo
che ci sentissi, ma sembra che solo oggi la mia voce sia arrivata fino
a te.-
La Chiave del Destino tacque, con la mente in completo subbuglio,
confuso come non mai per l’insieme di fatti avvenuti. Ancora
una volta era stato manipolato e di nuovo si chiese chi fosse il Senza
Cuore capace di controllarlo con tanta maestria, in più, ora
erano subentrati quei sogni, invitanti e nostalgici, che chiedevano
soltanto di essere resi una realtà tangibile.
Sospirò, posando il proprio sguardo verso destra, trovando
la finestra spalancata sul cielo nero di quel mondo al confine del
Nulla, illuminato da un perlaceo cuore che andava ingrandendosi ogni
giorno di più. Infine, posando di nuovo gli occhi azzurri
all’interno della stanza, la vide e ne rimase incantato: la
sua piantina era cresciuta ancora, fiera e forte, aveva dato vita a
nuove foglie dalla forma a goccia e, lungo il gambo erano spuntate
delle piccole spine, mentre in cima, bellissimo e prezioso come un
anello al dito di una sposa, svettava il bocciolo finalmente aperto,
mostrandogli di essere una rosa dal profumo dolce. I petali rossi
screziati di blu, come se fossero stati schizzati da un colpo di
pennello, le davano un aspetto sensuale e ribelle, degno del carattere
di chi gliel’aveva donata. Notò che la corolla era
nascosta dai petali centrali, piccoli e tinti di viola, per i quali non
era ancora giunto il momento della schiusa.
-…è bellissima…- mormorò
trasognato, guadagnandosi un impercettibile sorriso del collega.
-È vero.- concordò il numero VI, alzandosi per
dirigersi nel bagno adiacente alla camera da letto. -Dobbiamo cambiare
la fasciatura…- spiegò, davanti
all’occhiata incuriosita del biondo. -Non ti muovere, torno
subito.-
Annuendo appena, Roxas tornò ad ammirare quel piccolo
spettacolo di colori e vita e lentamente si rilassò,
pensando che giorno dopo giorno, quella piccola rosa, sarebbe diventata
ancora più bella.
E così
Sephiroth è stato battuto ù.ù Se non
avete capito chi è il tizio che stava arrivando, vi dico che
è Cloud. Come ripetono entrambi fino alla nausea in KH2, la
loro vita non può concludersi prima di un loro scontro.
Quando si dice una fissazione ù.ù
Ormai ci stiamo dirigendo verso le battute finali della fic, non so
quanti capitoli mancano al finale, ma dal prossimo comincerà
l'ultimo atto. Eh già ù.ù
Roxas ha iniziato a percepire chiaramente i ricordi di Sora e questo ha
risvegliato in lui desideri pericolosi. Cosa succederà? Lo
saprete nel prossimo capitolo ù.ù
Alla prossima! See ya!
L'angolino dedicato a voi
ù.ù
Lizzie Sora:
Gemellina mia bella <3 Sono contenta che il capitolo precedente
ti sia piaciuto! Nah, non potevo ammazzare Axel, altrimenti finiva la
fic, ti pare? ù.ù Poi, il fatto che comunque
qualcuno è morto, è irrilevante
ù.ù Spero che la conclusione dello scontro ti sia
piaciuta :3 A presto Gemellina <3
CantanteMaledetta:
Ciao cara :3 alla fine il grande Sephiroth si è piegato di
fronte all'immensa forza di Roku-chan ù.ù che
ovviamente è tornato a casa in fin di vita xD Prometto che
non succederà più! *si ricorda cosa prevedono i
prossimi capitoli* Ehm... se capita ancora una volta sola, ti arrabbi?
<.< Comunque spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto! Ciauuu!! *fuggisce in un altro universo*
Glilvia:
Macciao :3 Tranquilla, io non mi dimentico mai delle mie fic
ù.ù Sephiroth è stato conciato per le
feste, spero che la cosa sia stata di tuo gradimento
ù.ù Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo,
mi raccomando! Ciauuuu :3
julietta22:
Ciao :3 Grazie mille per i complimenti u/////u E così vuoi
scene più focose tra Axel e Roxas? Stai tranquilla che
arriveranno, altrimenti questa non sarebbe una fic AkuRoku a tutti gli
effetti, ti pare? ù.ù Spero che anche questo
capitolo ti sia piaciuto :3 A presto!!!
Quindi siamo giunti ai
ringraziamenti finali. Come l'altra volta non so chi si sia aggiunto,
chi sia andato via, chi abbia cambiato nick e tutto il resto... *il
Banditore le fa notare che ha nominato tutto il nominabile* Oh, ma
quanto rompi! *schiocca le dita e lo fa cadere nella botola*
Così impari, scocciatore ù.ù Dunque,
tirando le somme: ringrazio chi ha messo la fic tra le preferite, chi
l'ha inserita tra le seguite, chi l'ha messa tra le ricordate e chi si
è affezionato così tanto da metterla in
più di una categoria ù.ù Poi,
ringrazio in anticipo chi leggerà e con un immenso bacione
dolcerrimo chi commenterà <3 E ricordatevi che io vi
adoVo tutti x3 Alla prossima cari!
See ya!
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Capitolo 33 *** Capitolo 33: Esecuzione ***
Buon salve raggi di
sole! *^* Col nuovo anno mi è tornata l'ispirazione e sono
riuscita a scrivere questo capitolo in pochissimi giorni! Spero di
continuare su questa linea e di non farvi aspettare eoni prima del
prossimo xD Ma non mi perdo in ulteriori chiacchiere e vi lascio al
chap! Buona lettura!!!
Capitolo 33: Esecuzione
Frizionò con una certa energia i capelli avvolti
nell’asciugamano, mentre compiva degli ampi passi per
raggiungere il morbido tappeto e sfuggire al freddo del pavimento, che
minacciava di gelargli le piante dei piedi nudi. Si fermò
dopo un minuto abbondante e con un piccolo sbuffo lasciò
cadere la salvietta sulle proprie spalle, accompagnandola con una mano,
mentre con l’altra andava a stringere una scarlatta ciocca
bagnata per portarla vicino al naso.
-Meno male che l’odore è andato via…
promemoria per me: non accettare mai più missioni che si
svolgono in posti puzzolenti e pieni di succhi gastrici.-
rifletté a voce alta, appuntandosi mentalmente di opporsi se
in una riunione futura il Superiore avesse deciso di mandarlo di nuovo
nella pancia di un’enorme balena o di qualsiasi altro
animale. -Che schifo…- commentò ancora, levandosi
anche l’asciugamano che teneva in vita per raccogliere le
ultime gocce d’acqua che aveva addosso, ma si
fermò quando qualcuno bussò alla sua porta.
Si risistemò la salvietta attorno al bacino e
andò ad aprire, rabbrividendo quando i suoi piedi entrarono
nuovamente in contatto con il pavimento bianco e gelido.
-Oh, ciao Roxas!- esclamò, mostrando uno dei suoi sorrisi
migliori. -Entra!-
Senza farselo ripetere due volte, la Chiave del Destino
oltrepassò la soglia, che si chiuse rapidamente alle sue
spalle. Si guardò attorno, assorbendo con gli occhi il
calore emanato dalla stanza grazie ai suoi colori e godendoselo per un
po’, finché il proprietario non lo
abbracciò da dietro, facendo combaciare la sua schiena e il
proprio petto.
-Allora? Non mi hai neanche salutato!- si lagnò, fintamente
offeso.
-Scusami Axel.- ridacchiò il biondo, voltandosi per rubare
un bacio a stampo al compagno. -Come stai?-
-Ora che sei qui con me, non potrei stare meglio.- confessò
il rosso. -Xemnas mi ha costretto ad andare in missione e nonostante
sapessi che c’era Zexion con te…-
-Non preoccuparti, ci ho messo un po’ a scendere dal letto e
a muovermi senza essere aiutato, ma mi sono ripreso.-
commentò, mostrando un piccolo sorriso.
-Lo vedo, però…- sospirò il rosso,
abbracciandolo di nuovo. -Ho avuto… paura… una
paura terribile di vederti svanire nell’Oscurità
proprio davanti ai miei occhi…- aumentò la
stretta e gli baciò una tempia con tenerezza, mentre il
numero XIII ricambiava portando le mani sulla sua schiena. -Avevi perso
tanto sangue… eri debole… e non c’era
verso di svegliarti…- s’interruppe, mordendosi un
labbro, incapace di proseguire in quel suo discorso quasi delirante.
-Mi dispiace Axel.- replicò Roxas, separandosi da lui per
baciarlo di nuovo e tirarlo con sé verso il letto, su cui
caddero uno sopra l’altro.
-Non ti fanno male le ferite?- domandò apprensivo il Soffio
di Fiamme Danzanti, mentre il più giovane si abbassava la
cerniera del soprabito, mostrando il petto privo di maglia, ma avvolto
da alcuni giri di bende per assicurare la copertura della spalla.
Il biondo scosse il capo. -No, non ho mai sentito dolore in questi
giorni, Zexion è stato un ottimo medico.- spiegò,
liberandosi abilmente dei pantaloni.
Il Nessuno dalle iridi smeraldine sorrise, per poi chinarsi e donare un
bacio leggero al punto in cui il suo amante era stato trafitto dallo
spietato filo della Masamune. Si risollevò, quando
avvertì il tocco delle dita guantate dell’altro
sul proprio petto, su cui stavano seguendo delle linee precise.
-E le tue?- chiese apprensivo, percorrendo il segno bianco lasciato
dalla terribile ferita che era stata inferta dalla stessa lama. -Ormai
sono solo cicatrici, ma…- un dito posato verticalmente sulle
labbra lo frenò dal dire altro.
-Saperti in quel posto, in quella situazione, e non poterti aiutare
è stata la cosa più dolorosa…-
sussurrò, sfilandogli i guanti e lanciandoli alle proprie
spalle. -Adesso, però, non pensiamoci più.-
Unirono nuovamente le loro labbra, dando vita a un contatto intenso e
profondo, un accarezzarsi reciproco, pieno di desiderio. Ben presto,
l’asciugamano che il numero VIII teneva in vita e
ciò che restava del vestiario del biondo, furono tolti,
gettati da qualche parte e dimenticati, perché erano altri i
tessuti da studiare e memorizzare per non scordarli più.
Rotolarono sulle lenzuola scarlatte, sistemandosi al centro del letto e
invertendo le posizioni.
Roxas ansimò, sentendo l’intimità del
compagno sotto il bacino e, seguendo l’istinto,
cominciò a muoversi avanti e indietro, stimolandola e
provocando gemiti e brividi al corpo dell’altro. Da parte
sua, il Soffio di Fiamme Danzanti perse rapidamente il contatto con i
propri neuroni, preso com’era dal piacere che gli scorreva
sotto la pelle, e dal viso del biondo, deformato dal desiderio, con gli
occhi socchiusi e la bocca appena aperta, che liberava dei piccoli
sospiri. Una vista che risvegliò completamente la sua
virilità e che lo spinse a donargli altro piacere,
così dopo avergli posato la mano sinistra su un fianco, con
la dritta strinse l’asta del suo amante per massaggiarla al
ritmo dei suoi movimenti. La Chiave del Destino gemette di godimento,
arcuando la schiena prima di fermarsi un istante e incrociare lo
sguardo verde e profondo dell’altro. Si chinò su
di lui, per rubargli un bacio sfuggente, come se volesse invitarlo a
seguirlo da qualche parte; dopodiché si sollevò
usando le gambe, strette ai fianchi del rosso, per scendere sulla sua
erezione con lentezza studiata. Strinse gli occhi e posò le
mani aperte sulle spalle forti del numero VIII, lasciandosi sfuggire un
piccolo tremore delle braccia.
Axel sgranò le iridi smeraldine, non aspettandosi una simile
mossa dal compagno, quindi lo aiutò, guidando la propria
virilità nel corpo del giovane Nessuno, che
sussultò un paio di volte, prima di ansimare soddisfatto.
-Rox- stavolta fu il maggiore a essere zittito da una falange posata
con grazia sulle labbra.
-È tutto a posto.- mormorò, donandogli un piccolo
sorriso.
Presosi qualche momento per abituarsi alla posizione, Roxas
iniziò a muoversi aiutato dall’altro, che lo
sostenne per i fianchi. Entrambi gemettero a quella prima spinta di
prova, quindi la Chiave del Destino ritentò, aumentando la
velocità. Il rosso salutò definitivamente il
cervello e i pensieri razionali, e dopo l’ennesima scossa di
piacere, prese a muoversi a sua volta, andando incontro alle movenze
del biondo. In principio scoordinati, i due Nessuno si ritrovarono
presto in perfetta sincronia, protagonisti di una danza di cui erano
loro stessi a dettarne il ritmo e la melodia, composta di ansimi,
gemiti e sospiri.
Impedendosi di abbassare le palpebre, Axel continuò a
osservare il viso del numero XIII, che presto si tinse di rosso sulle
gote e sulla fronte comparvero delle gocce di sudore, che catturarono
le ciocche bionde. Sentì la propria voglia crescere ancora e
con maggiore intensità, quindi fermò
l’amante trattenendo il bacino su di sé e si
tirò a sedere, stringendoselo al petto e aggredendo la sua
bocca seducente.
Roxas si lasciò manovrare, senza opporsi ai gesti del numero
VIII e allacciando le braccia attorno al suo collo. Fremette appena,
quando percepì la propria erezione avvolta dalla mano
rovente del maggiore, che cominciò a stimolarla seguendo le
sue stesse spinte. Quando, infine, raggiunse il culmine,
tremò sotto l’ultima ondata di piacere e il gemito
che emise si fuse con quello roco e quasi rabbioso del Soffio di Fiamme
Danzanti, che non lasciò per nessun motivo le sue labbra,
prendendo il sopravvento sulla sua lingua, mentre si liberava dentro il
suo corpo.
Con rammarico ruppe il bacio per poter riprendere fiato, ma al
contrario si avvicinò ancora di più al corpo del
rosso, posando il viso sulla sua spalla e respirando a pieni polmoni il
suo profumo. Affondò le dita nei capelli scarlatti ancora
umidi per la doccia fatta in precedenza, stringendoli appena quando
l’altro si mosse per separarsi da lui.
-Mh… temo ci sia da rifarsi la doccia…-
costatò Axel, divertito, guardando se stesso e il compagno.
-Dopo…- mugugnò la Chiave del Destino,
allacciando meglio anche le gambe attorno alla vita
dell’amante. -Voglio restare così un altro
po’… mi sei mancato.- aggiunse senza guardarlo in
viso.
A quelle parole, il Nessuno più anziano si
preoccupò.
-Qualcosa non va?- chiese, abbracciandolo meglio e carezzandogli le
ribelli ciocche bionde.
-No, nulla.- rispose il giovane, ricacciando indietro il pensiero fisso
che minacciava di allontanarlo dal suo compagno. -Ho visto il fiore.
Finalmente è sbocciato.- proseguì, ricordandosi
con gioia della bellissima rosa nata da quel piccolo vasetto che gli
era stato affidato.
-Ti piace?-
-È stupenda, grazie per avermela donata.- disse con un ampio
sorriso.
-Grazie a te per averla accettata.- replicò Axel,
baciandogli una tempia.
Quelle parole e quell’argomento, però, non furono
sufficienti a distrarre l’animo di Roxas dal sogno ricorrente
che l’aveva rapito durante la sua convalescenza. Sogno che si
ripeteva ogni volta che si assopiva e che faceva crescere il suo
desiderio di mettere piede alle Isole del Destino.
***
La luna a forma di cuore brillava nel cielo nero di quel mondo a
ridosso del Nulla assoluto, illuminando con i suoi freddi raggi la
fortezza opaca sospesa nel vuoto, che vegliava sulla cittadella coperta
di nubi, come un silente dio che osserva i mortali che si affaccendano
sotto i suoi piedi.
Il leader dell’Organizzazione XIII osservava con occhi
offuscati dalla preoccupazione il Kingdom Hearts che stava prendendo
forma e vigore con maggiore velocità da quando la Chiave del
Destino era stata assoldata.
-Roxas…- mormorò all’etere immobile,
privo di alcun soffio di vento, che potesse dargli un minimo di
sollievo portando con sé i pensieri che gli affollavano la
mente.
Il numero XIII gli aveva dato prova in diverse occasioni di essere un
guerriero capace e su cui avrebbe potuto contare ampiamente per
proseguire con rapidità nella sua impresa. Tuttavia,
ciò che aveva visto in quel reattore andava oltre il suo
primo giudizio e soprattutto, superava di gran lunga
l’iniziale impressione che dava il biondo Senza Cuore. Quel
ragazzo un po’ ingenuo, che si era impegnato a fondo per
battere il numero VII durante la sua prova, si era mostrato con un
atteggiamento totalmente diverso. Spietato e terribile, nonostante le
ferite era riuscito a mettere in piedi uno scontro che andava molto al
di sopra delle aspettative che il Superiore aveva costruito nella sua
mente. Inoltre, il fatto che persino Saix ne fosse sorpreso non
l’aveva stupito più di tanto, più che
altro lo fu la sua richiesta di poter parlare con il Burattinaio
Mascherato. Sapeva bene quale fiducia intercorreva tra i due membri e
sapeva che il numero VI non era il tipo da fare conversazioni a vuoto.
Avrebbe voluto parlargli, ma giusto quella mattina l’aveva
mandato in missione con il Notturno Melodico e non sarebbero ritornati
prima di tre giorni.
Sospirò, compiendo un paio di passi in circolo, per poi
posare lo sguardo sulle scale che conducevano alla sala inferiore.
-Saix, vieni qui.- chiamò ad alta voce, sicuro di essere
udito ovunque il Mago che Danza sulla Luna si trovasse.
Infatti, pochi secondi dopo, il Nessuno dai lunghi capelli azzurri
uscì da un varco e s’inchinò
leggermente per salutare il numero I, che trattenne un nuovo sospiro
nel vederlo, coperto solo sulle spalle dal soprabito nero, ancora
zoppicante e con il braccio sinistro appeso al collo.
-Cosa posso fare per voi, Sir?- chiese, fissandolo con i suoi occhi
d’oro.
-Vorrei sapere perché l’altro giorno, dopo esserti
svegliato, hai voluto parlare con Zexion.- disse, ricambiando il suo
sguardo che, tuttavia, rimase fermo e inattaccabile, rendendo
impossibile leggervi all’interno.
-Dal momento che il numero IV non era disponibile ho chiesto di lui per
sapere quanto tempo mi ci sarebbe voluto per ristabilirmi
completamente.- si limitò a rispondere, dicendo parte della
verità, perché effettivamente, lui e il Nessuno
fondatore si erano scambiati anche quelle parole.
Silenzioso come un predatore, il
Burattinaio Mascherato uscì da un passaggio nero come
l’inchiostro, che aveva aperto direttamente di fronte alla
porta della stanza del Superiore, in cui entrò senza nemmeno
bussare. Osservò il numero VII steso a letto, con lo sguardo
fisso sulle tende candide che gli celavano la vista della loro spenta
volta celeste.
-Ho saputo che volevi
vedermi.- esordì, avvicinandosi e attirando lo sguardo
dell’altro, che annuì.
-Volevo…-
deglutì, la voce era ancora debole esattamente come il suo
corpo fin troppo pallido. -…fare rapporto su quanto mi hai
chiesto.-
-Sciocco.-
replicò Zexion, sollevando le coperte e notando con
disappunto le macchie di sangue sulle bende che avvolgevano il torace
del sottoposto, segno che doveva essersi mosso e nemmeno con la dovuta
attenzione. -Potevi almeno aspettare di aver recuperato un
po’ di forze.- proseguì. -Hai cercato di alzarti
per caso?-
-Non potevo
aspettare…- ribatté Saix, ignorando la domanda.
-Il Superiore… mi ha raccontato cos’è
accaduto… dopo che siete arrivati…-
continuò con un leggero affanno, lasciando che
l’altro si occupasse del suo corpo. -Ha notato il
comportamento di Roxas… come del resto mi sono…-
non terminò, colto da una fitta di dolore quando il collega,
gli cambiò l’impacco dall’odore
rivoltante.
-Cerca di essere
sintetico più che puoi se proprio devi parlare, purtroppo
non posso lasciarti in queste condizioni e non so quanto resisterai
ancora.- disse con calma il Senza Cuore più anziano.
-Cos’hai notato?-
-È diventato
quasi una macchina… instancabile… feroce e
preciso, fin troppo… rispetto a ciò che ho visto
durante l’allentamento…- chiuse per un attimo gli
occhi, combattendo con il sonno che lo stava chiamando a gran voce per
permettergli di riposare. -E so che… se lo avessi guardato
in faccia avrei trovato due occhi freddi e inespressivi…-
-Mmh…-
rifletté l’altro, annodando le bende pulite per
passare al braccio sinistro fasciato e steccato. -Corrisponde con
quanto detto da Axel.- mormorò a voce bassa. -E dici che
Xemnas si è accorto di tutto questo?-
-Il suo comportamento
salterebbe all’occhio a chiunque…-
commentò. -Chi pensi che…?-
-Meglio che tenga ancora
per me le mie valutazioni, tu, invece, cerca di restare il
più possibile in questa stanza. Qui nessuno può
entrare senza il consenso di Xemnas e sarai al sicuro.- rispose, prima
di rimettergli addosso la coperta.
-Quanto tempo ci
vorrà… per riprendermi…?-
domandò, gli occhi ormai mezzi chiusi.
-Le ferite in
un’altra settimana dovrebbero rimarginarsi tutte, come la
caviglia slogata e gonfia di cui non ti sei ancora accorto, ma il
braccio ci metterà molto di più, purtroppo. La
frattura è molto estesa e scomposta.- spiegò,
avviandosi alla porta.
-Capisco…
grazie.- concluse, lasciandosi andare al riposo di un sonno tranquillo,
cullato dal profumo di lavanda.
L’argenteo annuì, voltandosi. -E cosa ti ha
risposto?-
-Le ferite e la caviglia saranno dimenticate in pochi giorni, ma per il
braccio ci vorrà di più… e ha
insistito perché riposassi.- disse, reggendosi con qualche
difficoltà su un piede solo e gemendo quando per sbaglio, si
appoggiò sull’altro.
Attirato da quell’espressione di dolore, il numero I gli si
avvicinò e lo sostenne sulla sua spalla, dandogli immediato
sollievo. -Torna nella mia stanza, restaci, e riposa finché
non sarai in grado di camminare.-
Appoggiandosi totalmente all’argenteo, il numero VII
annuì e puntò le iridi dorate in quelle color
ambra che aveva di fronte. -Grazie, Sir.- disse, prima di posare le
proprie labbra su quelle del compagno, donandogli un bacio casto e
semplice, privo di pretese.
Xemnas accettò quel contatto, percependo la
sincerità e la profonda fedeltà del Senza Cuore
dai capelli turchesi, e lo ricambiò, tirandoselo contro per
annullare la breve distanza che li separava. Quando di separarono,
notò il pallore che si era esteso sul volto del Mago che
Danza sulla Luna e ne colse il lieve affanno, quindi aprì un
varco oscuro e lo attraversò portandolo con sé
per condurlo nella propria stanza. Con gesti misurati, lo
aiutò a stendersi sotto le coperte e lo osservò
sospirare di sollievo.
-Saix…- esordì il Superiore, attirando la sua
attenzione e prendendogli la mano destra nella propria. -Tu non mi
tradiresti mai, vero?-
Stranito come non mai, il numero VII mostrò la sua
espressione più confusa, dettata unicamente
dall’istinto, che incuriosì Xemnas, mentre era in
attesa di una risposta.
-Mai.- replicò dopo qualche secondo. -Preferirei perdere
questo corpo vuoto, piuttosto che tradirti.- chiarì,
parlandogli con confidenza e ricambiando la stretta delle sue dita. -Lo
giuro.- aggiunse, con gli occhi socchiusi per la stanchezza.
-Ti ringrazio, Saix.- commentò l’argenteo,
baciandogli il dorso della dritta e beandosi della tenera vista del suo
viso che pian piano si distese a causa del sonno, ma che non spense il
piccolo sorriso spontaneo che gli aveva incurvato le labbra
l’attimo prima.
***
Dopo aver passato fin troppo tempo sotto il getto della doccia a
giocare con il sapone, come due perfetti bambini, e a lavarsi a
vicenda, la Chiave del Destino, seguita diligentemente dal suo
compagno, tornò nella propria stanza per dare alla sua rosa
la dose d’acqua quotidiana. Il fiore sembrava brillare di
luce propria all’interno di quella camera fredda e spenta,
che ospitava ancora l’arredamento di base, bianco e anonimo.
Guardandosi attorno, il Soffio di Fiamme Danzanti fu preso da
un’ondata di malinconia, che gli fece puntare lo sguardo
sulla figura piccola e dritta del biondo Senza Cuore. Un sorriso appena
accennato gli inarcava le labbra rosee e gli occhi celesti, fissi sulla
piantina, sembravano rivolti altrove, in un luogo lontano e
sconosciuto. Il pensiero che fosse accaduto qualcosa durante i giorni
in cui era stato via non aveva abbandonato nemmeno per un momento la
sua mente, e purtroppo non era riuscito a chiedere qualcosa
né a Zexion, che aveva vegliato sul numero XIII,
né al Notturno Melodico, perché erano partiti
insieme per una missione. Infine, sapeva che chiedere a Roxas stesso
probabilmente non l’avrebbe portato in una direzione
più tranquilla.
Dal canto suo, il Nessuno più giovane era concentrato solo
in minima parte sulla seducente rosa che aveva sotto il naso,
perché il suo sorriso amaro e il suo sguardo un
po’ offuscato erano diretti ad altri oggetti, altri luoghi,
altre persone. Gli era sufficiente
isolarsi anche solo per pochi istanti e la sua mente ritornava a quel
sogno bellissimo e nostalgico, in cui c’erano il mare, i
frutti a forma di stella e gli amici del suo originale. Posò
l’innaffiatoio e guardò fuori dalla finestra,
osservando l’astro a forma di cuore in continua crescita e il
cielo nero che lo circondava, come una macchia di sudicio petrolio che
cerca di inghiottire una preziosa perla. Probabilmente,
sull’isola il cielo era molto più chiaro, persino
di notte, e sicuramente, si sarebbero potute ammirare le stelle.
-Ehi, Roxas?- chiamò il rosso, facendolo voltare. -Sei
sicuro che sia tutto ok? Puoi parlarmi di quello che vuoi lo sai.-
-No, non posso. Non adesso.- pensò il biondo con dispiacere.
-Stai tranquillo, Axel. Ero solo sovrappensiero.- rispose,
avvicinandosi.
-E a cosa pensavi, se posso saperlo?-
La Chiave del Destino tentennò un istante prima di rivelare
il filo finale dei suoi pensieri. -Alle stelle.-
Il numero VIII allargò gli occhi verdi, stupito. -Stelle?-
-Già, le stelle.- annuì Roxas. -Voglio trovare un
modo per averle anche qui da noi, o quantomeno nella mia stanza, visto
che è ancora spoglia.-
L’altro ghignò, annuendo. -So io come procurarti
delle stelle da mettere qui dentro!- affermò convinto.
-Davvero? Ma dove?- replicò curioso il biondo.
-Lo vedrai! Allora, andiamo!- esclamò il Soffio di Fiamme
Danzanti, portando la mano avanti per aprire un varco.
-Mi dispiace Axel, ma adesso non posso.- lo fermò il
giovane. -Xemnas ha indetto una riunione, probabilmente tu che sei
appena tornato da una missione non sei obbligato ad andarci, ma
io…-
-Un giorno di questi Xemnas riceverà un mio reclamo!-
sbottò Axel, incrociando le braccia e scatenando il riso del
compagno.
-Sei incredibile… mi accompagni fino alla sala dei troni?-
domandò, aprendo un passaggio accanto a loro.
-Non c’è neanche bisogno di chiederlo.- rispose il
maggiore, inchinandosi appena e facendo il gesto di avanzare con il
braccio. -Dopo di te.-
Roxas arrossì leggermente, ma sorrise per poi entrare nelle
spire del varco, subito seguito dall’amante.
***
Quando l’ultimo Heartless fu distrutto e il cuore corrotto
liberato, posò il palmo aperto sulle corde del Sitar, per
fermare in pochi secondi il loro vibrare e portarle al silenzio.
Congedò i Ballerini, che svanirono con un’elegante
giravolta, e si voltò verso il suo compagno, che richiuse il
terribile libro di cui era dotato e lo lasciò svanire nel
nulla, come un miraggio che scompare dalla vista di un ingannato
viaggiatore.
-Vieni Demyx, andiamo a riposarci.- esordì il numero VI,
aprendo un varco e oltrepassandolo seguito dal biondo.
Giunsero in una spoglia rientranza nella parete di roccia, posizionata
a molti metri dal suolo di quell’enorme sala ora silenziosa
come un cimitero, in cui nemmeno gli spiriti dei defunti hanno voglia
di mostrarsi. Con uno sbuffo annoiato, il Notturno Melodico si sedette
a gambe incrociate sul fondo del loro rifugio, abbandonandosi
mollemente contro il muro e sbadigliò appena.
-Mi domando perché il capo ci abbia mandati in questo posto
pieno di sabbia per tre giorni.- disse, sospirando e gettando uno
sguardo al fondatore, seduto a pochi passi da lui, che pareva immerso
in un fitto e intricato flusso di pensieri. -Zexion?-
chiamò, sfiorandogli il braccio con le dita della mancina.
-Mh? Scusa, non ti ho ascoltato, dicevi?- chiese, guardandolo con
l’iride coperta dal lungo ciuffo di capelli.
-Nulla di importante… qualcosa ti preoccupa? Roxas forse?-
-Già, non sono tranquillo.- rivelò il Burattinaio
Mascherato.
-Stamattina è tornato Axel dalla missione, starà
lui con Roxas.- fece con un sorriso.
-Oggi pomeriggio Xemnas assegna i nuovi incarichi, e Roxas ormai si
è ristabilito.- lo abbatté l’altro,
svelandogli i programmi del Superiore. -Credo proprio che
andrà in missione e spero che non venga mandato da solo.-
-Ma è rischioso in entrambi i casi!-
Il Nessuno più anziano sospirò. -Ora, come ora,
non so cosa sia meglio per lui. Se andare in missione o restare al
castello.-
-Perché?-
-Ho scoperto perché non c’era verso di
svegliarlo.- rispose. -Roxas sta involontariamente cercando contatti
con il suo cuore.-
Demyx allargò gli occhi verdi, scattando seduto diritto. -Ma
questo… come l’hai capito?-
-È stato lui stesso a raccontarmi che nei suoi sogni ha
vissuto i ricordi del custode del keyblade e questo lo sta spingendo a
dirigersi verso quei luoghi. Tuttavia, come ho detto, non è
stato un meccanismo volontario.- spiegò, sottolineando
l’ultima parte.
-Quindi si può fermare?- domandò il Notturno
Melodico ormai in ansia per la situazione spinosa che stava andando a
crearsi.
-Sinceramente non ne ho idea… il cuore del custode si
è rivelato più forte di quello che sembrava.
Roxas si è “collegato” senza volerlo e
quindi non sempre ci pensa, da quello che ho potuto capire gli succede
quando è solo.- disse, ripensando al giorno seguente al
risveglio del numero XIII, quando l’aveva trovato con lo
sguardo e la mente rivolti a chissà cosa. -Per questo dico
che non so cosa sia meglio per lui in questo momento. Lasciarlo al
castello potrebbe dargli la possibilità di uscire quando
più gli aggrada e dirigersi dove vuole; mandarlo in missione
da solo può rivelarsi un problema sia per questo motivo, sia
per colpa del traditore che lo controlla quando meno ce
l’aspettiamo… e anche mandarlo insieme a qualcuno
potrebbe non essere una soluzione.-
-Se resterà al castello, sono sicuro che Axel non lo
lascerà nemmeno per un istante.- asserì il numero
IX con sguardo determinato. -A proposito, Axel sa tutte queste cose?-
L’altro scosse il capo, negando. -Non ci siamo incrociati e
credo sia meglio dirgli di persona tutto questo, non con
un’anonima lettera.- disse, incrociando le braccia. -E prima
o poi dovrò dirlo anche a Xemnas.- pensò,
emettendo un lungo sospiro. -Roxas… è stato
davvero un pessimo momento per iniziare a percepire il cuore del tuo
originale.-
***
-Come sarebbe a dire che devi andare in missione e per giunta da
solo?!- esplose il Soffio di Fiamme Danzanti dopo che il biondo Senza
Cuore gli aveva raccontato l’esito della riunione.
La Chiave del Destino incassò la testa tra le spalle,
dopodiché si guardò in giro per
l’intero perimetro del giardino, controllando che nessuno si
fosse accorto dello scoppio d’ira del suo amante.
-Calmati Axel, per favore.- lo pregò, prendendogli una mano
e trascinandolo in un varco che li condusse in camera sua. -Devo
partire questa sera e non mi va di passarla a sentirti urlare.- disse
ancora, andando a sedersi sul letto e puntando lo sguardo sul pavimento
bianco latte.
Il rosso si grattò la nuca, sbuffando come un mantice,
dopodiché si accomodò al fianco del compagno,
stringendolo in un abbraccio e portandoselo al petto.
-Mi dispiace Roxas, non avrei dovuto arrabbiarmi con te.- si
scusò, lasciandogli un bacio tra le ciocche color grano.
-Starò via solo domani e il mattino dopo sarò di
ritorno, quindi non stare in pensiero.- replicò lui.
-D’accordo…- concesse il maggiore, trattenendo un
sospiro. -Puoi spiegarmi come mai…?-
-Anch’io mi sono stupito, quindi ho chiesto a Xemnas come mai
ha preso questa decisione. Persino Xaldin si è dimostrato
sorpreso e incuriosito.- iniziò, cercando la mano
dell’altro per intrecciare le loro dita. -Ha detto che mi ha
visto migliorato e, inoltre, Vexen gli ha garantito la mia completa
guarigione. Le bende potrei toglierle, ma le tengo per sicurezza
psicologica.-
-Capisco… e dove ti manda?-
-Larxene continuava a protestare per fare a cambio, dato che le
è stato detto di andare in una giungla, ma Xemnas
praticamente non l’ha ascoltata, quindi io dovrò
andare in un mondo sconvolto da una guerra. Sembra che tra le fila
degli offesi ci siano molti soggetti con un cuore forte, quindi
potrebbe anche esserci la possibilità che nasca un valido
Nessuno.- spiegò Roxas.
-Voglio proprio vederla quella arpia che torna coperta di
fango…- commentò Axel, facendo ridere il
compagno. -Se vuoi posso chiedere al capo di farmi venire con te, come
supporto.-
-Non credo ti ascolterebbe. Si era già proposto Xigbar, dato
che le mie missioni gli sembrano così divertenti, ha
tentato di dargli una motivazione valida per infiltrarsi nella mia
missione.-
-Ad esempio?-
-In realtà ha tirato fuori solo due motivi: non ha mai
svolto missioni con me e voleva divertirsi, ha anche aggiunto che con
me non si sarebbe di certo annoiato.- raccontò il minore.
-Non si smentisce mai quel pazzoide patentato.- se ne uscì
il numero VIII, prima di farsi serio e puntare i suoi occhi verdi nelle
iridi azzurre dell’altro. -Mi prometti che starai attento?-
-Prometto. Tornerò senza neanche un graffio.-
affermò, per poi rubargli un bacio leggero e semplice.
***
I dardi affilati sibilarono appena, muovendosi tra le larghe foglie e
centrando senza troppi problemi i loro bersagli. Le quattro scimmie blu
che sul petto recavano il simbolo delle ombre, si dissolsero nel nulla
divenendo polvere scura e liberarono altrettanti cuori luminosi che
fuggirono verso l’alto per unirsi al loro Kingdom Hearts.
Sputando un verso seccato, la donna richiamò le proprie armi
tra le dita, incamminandosi per cercare altre vittime su cui sfogare la
sua frustrazione.
-Questa volta Xemnas me la paga! Appena torno lo infilzo con un kunai!-
minacciò la bionda, muovendosi lungo il sentiero
perfettamente visibile ai suoi occhi abituati al buio della notte.
La giungla era avvolta nell’oscurità, tranne in
quelle zone in cui i raggi argentei della luna riuscivano a scivolare
tra il fitto fogliame e toccavano il terreno. Anche nelle ore notturne
quel luogo era pieno di suoni e rumori: i richiami delle bestie che
uscivano dalle loro tane per la caccia e il vento che
s’insinuava tra i rami, fischiando di tanto in tanto e
generando un concerto di fruscii.
Proseguì a passo pesante ed evidentemente furente per
diversi minuti, scagliando i suoi pugnali quando scorgeva
un’ombra più nera delle altre che emanava una
forte presenza oscura, e guardando a malapena le luci che uscivano dai
quei pozzi di pece. A un tratto, però, le sue orecchie
allenate percepirono qualcosa di estraneo all’ambiente che la
circondava, quindi si fermò e armò entrambe le
mani, elettrificando i kunai. Le iridi color verde bottiglia scattarono
da una parte all’altra, cercando la fonte straniera di quei
rumori anomali, che a quanto pareva, sembrava essersi fusa con la notte
stessa, che come una colata d’olio aveva inglobato ogni cosa.
Tutto parve rendersi immobile e il silenzio, freddo e inquietante come
la calma che precede una devastante tempesta, avvolse la giungla,
rendendola una sorta di macabro palcoscenico. Dimenticata la furia che
minacciava di riversare sul numero I, Larxene si mise in guardia,
pronta a scattare contro qualsiasi cosa avesse avuto la pazza idea di
attaccarla. Tuttavia, la sua attenzione e la sua esperienza non furono
sufficienti, poiché quasi non s’accorse
dell’arrivo del fendente che la ferì al fianco
destro e che le fece tirare un urlo di dolore.
Scattò in avanti e si girò, ansante e con una
mano premuta sulla lesione, gettando uno sguardo terrificante al suo
assalitore, che probabilmente l’avrebbe incenerito se avesse
potuto. Lo sconosciuto era molto più basso di lei, il volto
celato dal cappuccio nero di un soprabito fin troppo simile a quello
che aveva addosso, e impugnava una katana nella mancina. Ne
studiò il profilo e la postura, cercando di ricordarsi se li
avesse già visti da qualche parte e in quel caso, dove.
-Si può sapere chi accidenti sei e che diamine vuoi da me?-
chiese, stringendo i denti a causa del dolore.
Quello, però, non rispose e si gettò in avanti a
spada tratta per colpire di nuovo, ma fu fermato da un kunai della
bionda, che era riuscita a parare l’offesa. Mollò
la presa sulla ferita e allungò il braccio per sfilare il
cappuccio del tale, che anche se fuggì
all’indietro non riuscì a evitare che la numero
XII incrociasse il suo sguardo.
-Non è possibile…- mormorò la Senza
Cuore, incredula. -Che cosa significa questo?! Eh?! Roxas!-
sbottò nuovamente infuriata. -Allora?! Perché non
par- Ah!- urlò, interrompendo il suo discorso e guardando il
proprio ventre, da cui sbucavano due lame sottili e letali, identiche a
quella che stava impugnando il numero XIII.
Tossì e sputò sangue, dopodiché la
Ninfa Selvaggia cadde in ginocchio, stringendosi l’addome tra
le braccia e sentendosi venire meno. Si voltò e
incontrò le vuote espressioni di un Samurai, che in un
attimo sgusciò al fianco del suo padrone, rinfoderando le
proprie lame. Nel frattempo, Roxas non aveva distolto per un solo
istante l’attenzione dalla sua vittima.
-P-Perché?- domandò ancora la donna, ignorando i
filamenti neri che avevano iniziato a uscire dal suo corpo.
-Il mio signore mi ha ordinato di eliminarti.- rispose con voce
meccanica e atona la Chiave del Destino, avvicinandosi alla sua
vittima. -Addio.- sentenziò, trapassandole il torace.
Bastarono pochi istanti e la Ninfa Selvaggia si dissolse completamente
in una scia di polvere, con l’ultimo pensiero di semplice
pietà, rivolto al compagno più giovane, che aveva
capito, era sotto il controllo di qualcuno privo di scrupoli.
-Tsk. Quasi mi dispiace per te, sai?- pronunciò
l’eco della voce della Nessuno, prima di svanire del tutto,
senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio.
-Ottimo lavoro Roxas.
Ora puoi tornare al mondo che ti era stato affidato e continuare la tua
missione.- commentò il Freddo Accademico nella
mente del keyblader, che richiamò un Samurai e gli
restituì la katana.
-Sì, signore.-
Così com’era arrivato, Roxas se ne
andò. Oltrepassò un varco mentre la giungla si
riempiva nuovamente dei suoi rumori e dei suoi tipici fruscii, come se
non fosse mai accaduto nulla.
Eccoci alla fine.
Come avrete notato c'è stato un piccolo cambiamento con la
narrazione: ho deciso di spostare i flashback di qualsiasi tipo sulla
destra e metterli in corsivo, per separarli dal resto del testo e
evitare di usare segni grafici di qualsivoglia natura (il segno
#flashback/fine flashback# che usavo prima). Spero che questo
accorgimento non vi abbia creato problemi e che non vi dia fastidio. Il
capitolo è venuto più lungo dei precedenti, ma
ormai la lunghezza media di ciò che scrivo è
questa (chi segue anche l'altra mia long-fic lo sa che da un po' scrivo
dei veri e propri papiri LOL).
Roxas, purtroppo, continua a pensare a Sora, alle isole e al cuore che
non ha, nonostante l'amore che nutre per Axel, invece, Vexen ha
iniziato a "sfoltire" l'Organizzazione per dare ufficialmente il via al
suo piano di conquista. Come ho detto nei capitoli precedenti, ci
stiamo avviando verso l'atto finale della fan fiction, quindi d'ora in
poi succederà di tutto.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbia soddisfatto le vostre
aspettative. Alla prossima!
L'angolino dedicato a voi
ù.ù
kalea95: Una
nuova lettrice! Yay! :D Madamigella mi rendi felicissima! Non pensavo
di trovare nuovi lettori vista la quantità dei capitoli x3
Purtroppo i miei tempi di aggiornamento sono lunghi a causa di diversi
fattori, al momento l'unico problema che si pone è avere
l'ispirazione <.< E per questa fic viene a mancare
piuttosto spesso ahimé <.< Come ho detto
all'inizio, spero di non metterci troppo col prossimo e comunque, non
temere, l'ho detto e ripetuto, io non lascerò questa fic
incompiuta! Giammai ù.ù Sono contenta che il mio
stile ti piaccia :3 Il libro è in lavorazione, ma non so se
lo pubblicherò mai xD Grazie per la recensione e per tutti
gli apprezzamenti, spero che continuerai a seguirmi e a commentare :3
Ciauu!!!
Lizzie Sora:
Gemellina cara <3 Ora sono curiosa, come pensavi che sarebbe
continuato/finito lo scontro con Sephy? ù.ù Eh
già, Roxas continua a ricordare cose, vuole raggiungerne
altre -tipo le stelle sulle isole- e insomma *rumore di un martello
pneumatico in sottofondo interferisce con la comunicazione* capito?
ù.ù Grazie per il commento Gemellina, spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto :3 Ciauuu!!!
Lady Potter:
Cara :3 Mi spiace per il tuo account D: meno male che sei sempre qui
con noi ù.ù Sono felice che le mie scelte
musicali siano state gradite e che il mio sitle continui a piacerti,
grazie mille per i complimenti :3 Cercherò di non farvi
aspettare troppo per il seguito, prometto di nuovo! Intanto, grazie
ancora per la recensione :3 Ciauuu!!!
Ora siamo alla fine-fine
ù.ù Dato che, come sempre, ho perso di vista/il
conto di chi ha messo la fic tra le seguite, chi tra le preferite e chi
tra le ricordate. Siete davvero tantissimi e di questo non
sono felice, di più!!! *piange commossa* La prossima volta
copio tutte le liste, giuro. Comunque, vi ringrazio all'infinito,
perché siete voi insieme a chi commenta a darmi la voglia di
continuare! Ovviamente, ringrazio anche chi legge soltanto. Io vi adoVo
tutti quanti <3<3<3 Alla prossima!
See ya!
|
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Capitolo 34 *** Capitolo 34: La caduta della torre ***
Salve a tutti! :3 Dai
non ci ho messo troppo a tornare, poco più di cinque mesi,
sto migliorando! ù.ù
Ciance a parte, cercherò di impegnarmi sempre di
più con
questa fic, visto che siamo quasi alle battute finali. Non so quanti
capitoli ci vorranno ancora, ma non credo che andrò oltre il
capitolo 50. Ho cambiato anche le caratteristiche della storia e forse
qualcuno (?) avrà notato la voce angst,
scrivendo mi sono resa conto che questa fic potrà avere un
unico
punto di convergenza, spero che non mi odierete per questo
çAç Ora direi che ho ciarlato anche troppo,
quindi buona
lettura!!!
Capitolo 34: La caduta della torre
[Final Fantasy VIII - Junction]
La sala dei troni era immersa in un teso silenzio, che nemmeno il
Tiratore Libero si sognava di rompere con una delle sue risate sguaiate
o una battuta di pessimo gusto. Scoccata la terza ora dal ritorno dei
numeri IX e VI, il Superiore alzò il viso e il suo sguardo
color
ambra avrebbe potuto abbattere qualsiasi muro data
l’intensità che lo animava. Puntò le
mani sui
braccioli del proprio scranno e ne arpionò i bordi con le
dita
inguantate, in quel momento sicuramente sbiancate.
-Xaldin e Luxord.- chiamò, aprendo un varco oscuro al centro
della stanza. -Andate in quel mondo e cercate Larxene. Trovatela.-
ordinò con voce ferma, che non ammetteva alcuna replica,
solo
obbedienza. -Seguite ogni traccia.-
I due Senza Cuore annuirono soltanto, prima di sollevare i cappucci e
svanire entrambi in una spirale di filamenti bui che li
portò di
fronte al passaggio. Lo attraversarono e il viscido portale si richiuse
senza emettere suono o sibilo, come se avesse timore
anch’esso
della forza nascosta di quel leader, che quasi si accasciò
sul
trono, coprendosi gli occhi con una mano.
-Roxas dovrebbe rientrare tra poco, aspettiamo.- sospirò
poi,
ignorando lo sguardo che il numero VIII gli stava sicuramente gettando
addosso.
Un’altra lenta ora trascorse nel mutismo completo, almeno per
quanto riguardava lo spazio della sala. Al contrario, le menti dei
sette Nessuno seduti sugli scranni macinavano pensieri e riflessioni,
come un fiume che si scava la strada facendosi largo tra le rocce di
una montagna. Marluxia e Xigbar erano immobili sui loro troni, il primo
chiedendosi cosa fosse accaduto alla Ninfa Selvaggia, che era solita
rientrare con largo anticipo dalle missioni in cui aveva avuto da
lamentarsi prima di partire; il secondo scalciava mentalmente,
trattenendosi dal rompere quell’atmosfera tesa e silenziosa
che
rischiava di farlo impazzire. Il Notturno Melodico e il Soffio di
Fiamme Danzanti al suo fianco non si davano pena di nascondere i loro
pensieri, manifestandoli ampiamente sui loro volti e mostrando a quella
piccola assemblea quanto fossero in ansia per quella situazione. Il
numero VIII in special modo, che continuava a domandarsi se fosse
accaduto qualcosa alla Chiave del Destino, partita la sera stessa del
numero XII.
Imperturbabile fuori e dentro, come un lago di montagna, il Burattinaio
Mascherato riuscì a ponderare la peggiore delle ipotesi e
per
questo, lo sguardo dell’occhio celato dal lungo ciuffo di
capelli
era puntato con discrezione sulla figura ferma del numero IV, che a
braccia conserte e palpebre serrate, attendeva con algida pazienza il
ritorno dei loro compagni. Come sempre, era impossibile leggere tra le
pieghe inespressive di quel viso scarno e olivastro, circondato dalle
lunghe ciocche biondo cenere, tuttavia, Zexion era certo delle sue
deduzioni, doveva solo attenderne la sciagurata conferma.
Trattennero tutti il respiro quando al centro della sala si
aprì
un sibilante varco oscuro, per poi rilassarsi quando ne uscì
la
minuta figura del numero XIII, che si abbassò il cappuccio e
sollevò il viso verso il Superiore, mostrandone la
stanchezza.
-Bentornato Roxas.- pronunciò Xemnas, dopo aver deglutito a
vuoto. -Com’è andata la missione?-
-Non ho avuto problemi di alcun tipo, per lo più sono
rimasto a
guardare i due eserciti distruggersi a vicenda.- iniziò il
biondo. -Durante le ore notturne sono comparsi dei gruppi di Shadow,
così mi sono spinto negli accampamenti per eliminarli e,
alla
fine, ho trovato loro…- proseguì, per poi
interrompersi
quando dietro di lui si aprirono quattro voragini circolari e nere,
come fameliche fauci di una profonda gola, da cui fuoriuscirono
altrettante figure.
Il quartetto di creature dalle sembianze di guerrieri samurai fu capace
di gettare un’ondata di gelo in tutta la stanza. Grigi e
pallidi,
essi parevano dei fantasmi fatti di fumo, poiché in
corrispondenza dei bordi degli abiti, della punta dei capelli neri
raccolti in una lunga coda, e su quella che fino a poche ore prima
doveva essere stata una pelle rosea, sembravano non avere consistenza e
apparivano sfilacciati e trasparenti come una nube che andava
sbiadendosi. Solo la katana che impugnavano nella mano destra sembrava
tangibile e reale, come le gocce di sangue cremisi che ne imbrattavano
la lama, lucida come uno specchio. Invece, la wakizashi che portavano
davanti al ventre, infilata nella cintura, sembrava sul punto di
svanire. I loro volti, sbarbati e giovani, erano celati dal naso in su
da inespressive maschere rosse, prive dei fori per gli occhi, mentre i
loro corpi, ancora forti e pronti a combattere, erano avvolti in ampi
kimono dalla tinta plumbea, che lasciavano scoperte le mani, il collo e
parte del petto, ora immobile, come quello dei cadaveri.
-Chi sono questi guerrieri, Roxas?- domandò il numero I,
colpito, mentre assottigliava lo sguardo ambrato per scrutare nel
profondo di quei gusci ormai privi del cuore ma ancora pieni di un
qualcosa di veramente prezioso e insostituibile.
-Erano dei generali di basso livello che appartenevano ai due
schieramenti che si sono affrontati ieri.- spiegò la Chiave
del
Destino, posando lo sguardo celeste sui quattro, che
s’inchinarono in segno di rispetto. -Quando gli Heartless
hanno
attaccato, si sono precipitati dai loro padroni per difenderli e hanno
perso il cuore. Si sono presentati da me quando ormai me ne stavo
andando dal secondo accampamento e si sono inginocchiati…
non so
perché abbiano voluto seguirmi.-
-Sono dei guerrieri valorosi, che hanno visto in te una guida e
qualcuno per cui combattere e per questo non ti tradiranno mai e
saranno sempre pronti a difenderti.- disse Xemnas. -Hai già
un
nome per loro?-
Il Senza Cuore osservò uno a uno quei quattro baluardi
incrollabili, che nonostante la loro nuova condizione di creature
inesistenti, erano riusciti a conservare il loro onore e gran parte dei
principi che li avevano mossi nella loro prima esistenza. Quattro
creature del Nulla che ora, che erano state spogliate delle loro
caratteristiche umane e dotate solamente del loro credo, erano
così simili tra loro, più di quanto lo fossero
stati in
vita.
-Chugi.*-
rispose, scatenando un brivido nei samurai, che sembrarono risuonare
con il loro nuovo nome.
-Bene Roxas, direi che almeno la tua missione è stata
più che proficua.-
-In che senso?- replicò il più giovane,
congedando i quattro, che svanirono in silenzio, com’erano
giunti.
Il Superiore sospirò. -Larxene non ha fatto ritorno. Ho
mandato
Luxord e Xaldin a cercarla, ma sono via da parecchio tempo…-
Deglutendo a vuoto, Roxas cercò di mantenere la calma,
quindi
annuì e attese un cenno del Nessuno fondatore per andare a
sedersi al suo posto. Ricevuto il permesso, il biondo svanì
in
un vortice nero, ricomparendo sul suo trono con il cappuccio calato sul
viso, così da nascondere ai compagni i propri occhi
dilatati,
che guardavano il centro dell’immensa sala senza vederlo
realmente.
I suoi pensieri corsero alla sera in cui era partito e alla notte che
aveva passato nascosto nel bosco di bambù per controllare i
movimenti dei due eserciti, degli Heartless che sarebbero potuti
apparire e dei suoi Samurai, che si erano infiltrati negli
accampamenti, nascondendosi tra le tende. Durante
l’appostamento,
però, si era reso conto di avere un buco di un paio
d’ore
tra i suoi ricordi e non vi aveva dato peso, immaginando di essersi
addormentato all’improvviso visto che si era ritrovato nella
stessa posizione. Invece, poteva essere l’artefice della
morte di
un collega.
Guardò con terrore le proprie mani, posate morbidamente
sulle
gambe grazie al suo autocontrollo, o forse congelate a causa
dell’orrore che forse avevano commesso. Alzò lo
sguardo,
cercando il viso del Soffio di Fiamme Danzanti, trovandolo teso e
pallido con gli occhi verdi fissi di fronte a sé, seguendone
la
direzione, si tuffò a sua volta nell’unica iride
visibile
del Numero VI, che appariva tranquillo e immobile, come una statua di
marmo.
La palpebra batté una volta sola, celando il grigio-blu per
poi
mostrarlo di nuovo con un’angolazione diversa e Roxas
tremò appena, quando si accorse che era puntato su di lui.
In
una manciata di secondi comprese che il Burattinaio Mascherato aveva
già concepito quella stessa teoria, probabilmente molto
prima
che ci giungesse lui stesso. Zexion sapeva e pareva esserne certo
senz’ombra di dubbio.
Fu l’apertura di un varco nel mezzo della stanza a
risvegliarlo e a ricordargli di respirare.
Osservò i due compagni uscire dal passaggio, che si richiuse
in
silenzio mentre si calavano i cappucci, mostrando
un’espressione
tirata e una smorfia sulle labbra.
-Ebbene?- domandò vanamente Xemnas, conoscendo
già la risposta che avrebbe ricevuto.
-Niente.- disse Xaldin, incrociando le braccia. -C’erano
Heartless e Simili ovunque, allo sbaraglio. È come se
Larxene
non fosse mai stata là, oppure per poche ore…-
continuò, interrompendosi un istante. -E sono propenso a
pensare
che sia così.- aggiunse, ottenendo una muta richiesta di
spiegazioni per la sua convinzione.
-Abbiamo trovato questo.- intervenne lo Sfidante del Destino,
sollevando il pugno sinistro, serrato attorno al sottile manico a tre
punte di un kunai dalla lama gialla. -Qualcuno ha eliminato Larxene.-
sentenziò con voce dura, mentre faceva svanire
l’arma per
farla ricomparire sulle gambe del numero I.
Il Superiore puntò i gomiti sui braccioli e nascose il viso
dietro le mani giunte, fissando con sguardo indecifrabile
ciò
che restava della Ninfa Selvaggia. -Qualche idea del responsabile?-
-Nessuna. C’erano ben poche e inutili tracce.- rispose il
numero
III. -Due paia d’impronte, una di Larxene e le tracce del suo
sangue.-
-Capisco.- pronunciò l’albino, chiudendo gli occhi
e
prendendo un lungo respiro. -Potete andare, la riunione è
conclusa.- aggiunse, schiudendo le palpebre e osservando i propri
sottoposti svanire uno dietro l’altro, rapidi e silenziosi.
***
[Ryuichi Sakamoto - Solitude]
Se n’era andato senza rivolgere nemmeno un cenno al Nessuno
che
lo fissava dall’altro lato della sala e che molto
probabilmente
lo avrebbe raggiunto in pochi secondi insieme ai due compagni. Roxas,
però, avvertiva il bisogno di isolarsi e nascondersi da
tutto e
da tutti, persino da se stesso. Per quanto potesse essere una creatura
priva di cuore e sentimenti, la Chiave del Destino aveva paura. Aveva
paura della piega che stava prendendo quella situazione e il terrore di
quello che sarebbe potuto accadere da quel momento in avanti.
Ricomparso nella propria stanza, il biondo si chiuse nel bagno e si
accucciò nell’angolo della doccia, portandosi le
ginocchia
al petto e posandovi sopra la fronte. Cominciò a prendere
ampi
respiri, che rimbombarono appena tra le pareti del box, e
cercò
di imporsi la calma, poiché sapeva che agitandosi non
sarebbe
arrivato da nessuna parte.
In quegli ultimi giorni stavano capitando davvero troppe cose.
Nei suoi sogni, il fantasma di una vita che non era sua ma che
allo stesso tempo lo era
stata
lo tormentava, sussurrandogli nell’animo e tentandolo come
una
sirena dalla voce dolce e ammaliante, supplicandolo di raggiungere quei
luoghi, di tornarvi ancora una volta. Quando, invece, era sveglio il
suo corpo veniva comandato da qualcun altro e compiva azioni orribili e
irreparabili.
Se prima del ritorno dei numeri III e X la sua era solo una
terrificante ipotesi, ora ne aveva la certezza. Larxene era morta,
scomparsa nell’Oscurità che l’aveva
generata, e lui
ne era stato il carnefice. E di tutto questo, lui non aveva conservato
nessun ricordo. Quante altre atrocità avrebbe compiuto,
prima
che il traditore venisse fermato? Chi sarebbe stata la vittima seguente
sulla lista di quel folle?
Sussultò con un singhiozzo quando un lieve colpo di nocche
risuonò sulla porta e si chiuse ancora di più su
se
stesso, desiderando di scomparire in quell’istante.
-Roxas?- chiamò il numero VIII dall’esterno con
tono
calmo. -Posso entrare?- chiese, non ottenendo risposta e abbassando la
maniglia, che assecondò il movimento impostogli e
causò
l’apertura della soglia, che non era stata assicurata con un
giro
di chiave.
Gli occhi tinti di smeraldo si mossero rapidamente nel locale,
finché non trovarono la figura piccola e appallottolata del
custode, che tremava come una foglia scossa dalla tempesta.
-Ehi, Roxas.- chiamò ancora, accucciandosi al suo fianco e
posandogli una mano inguantata tra i capelli biondi. -Dai, alzati.
Vieni di là.- disse, prendendolo da sotto le ascelle per
sollevarlo.
-Lasciami stare.- sputò il giovane Nessuno, irrigidendosi.
-Ma non puoi…-
-Axel, ci penso io.- intervenne la pacata voce del Burattinaio
Mascherato, che fece trasalire il numero XIII. -Per favore, aspetta di
là con Demyx.-
Restio ad abbandonare il compagno, il rosso annuì appena,
accarezzando un’ultima volta le sbarazzine ciocche bionde per
poi
tornare in piedi e uscire dalla stanza, chiudendosi la porta alle
spalle. Assicuratosi che il Soffio di Fiamme Danzanti si fosse
allontanato, Zexion sospirò e si appoggiò al muro.
-Normalmente sono un tipo paziente, ma ora la mia dose di pazienza
è agli sgoccioli, sappilo Roxas.- sentenziò,
puntando
l’iride scoperta sul corpo tremante dell’altro, che
dopo
qualche istante sollevò il capo, mostrando due occhi gonfi e
sgranati.
-Io… non…- balbettò, prima di
deglutire. -Sono
stato io, Zexion. Lo so che sono stato io.- mormorò,
confessando
il proprio peccato.
-Hai qualche ricordo?- indagò il ceruleo, incrociando le
braccia.
-No, però, so che è così.- rispose,
stringendo i pugni sul soprabito. -E lo sai anche tu.-
-Hai ragione, ne sono convinto anch’io, ma non ti attribuisco
alcuna colpa.-
A quelle parole, il biondo scattò in piedi, le iridi
dilatate,
pronto a urlare la sua frustrazione, invece, si trattenne ancora una
volta, liberando solo un flebile sussurro, come se stesse rivelando un
segreto maledetto. -Come puoi dire questo? Ho eliminato Larxene con
queste mani! È colpa mia!-
-Non lo è.- replicò il fondatore. -Il vero
colpevole
è il traditore che continua a prendere il controllo del tuo
corpo ed è venuto il momento che sia smascherato. Ormai non
ho
più dubbi sulla sua identità.-
-Davvero?-
Il Senza Cuore più anziano annuì.
-Parlerò con
Xemnas quanto prima. Piuttosto, tu quando parlerai con Axel?-
domandò, puntando il proprio sguardo in quello
dell’altro.
-A che proposito?-
-I sogni, Roxas. Dei sogni che fai e dell’isola che vuoi
raggiungere.- rispose atono, mentre l’altro tornava a
guardare il
pavimento.
-Non è necessario che lo sappia.- asserì con tono
grave.
-Ci sono altri problemi da risolvere e poi mi passerà. Ne
sono
certo.-
Zexion inarcò un sopracciglio, ben poco convinto. -Ah
sì? E cosa ti dà tanta sicurezza?-
-È questa la mia casa. Se anche andassi laggiù,
non
troverei nulla ad aspettarmi.- spiegò duro, frenando
finalmente
il tremore che lo scuoteva. -Non hai motivo di preoccuparti e non
è il caso di dare altri pensieri ad Axel.-
-D’accordo.- concesse il numero VI con un sospiro. -Ti
avverto,
però, se conclusa questa storia dovesse ripresentarsi questa
faccenda, dovrò comunicarlo anche a Xemnas, cosa che avresti
dovuto fare tu fin dal principio.- aggiunse voltandosi verso la porta.
-Immagino che ti abbia detto di andare da lui se avessi iniziato a
percepire un contatto anche flebile con il cuore del custode del
keyblade.- concluse, uscendo dal bagno senza guardarsi indietro.
Roxas sospirò. Aveva perfettamente capito la frase non detta
di
Zexion: se avesse continuato così e lui se ne fosse accorto,
il
Superiore l’avrebbe saputo immediatamente.
Preso un ultimo respiro, il numero XIII si mosse e seguì il
collega nella stanza adiacente, dove trovò i tre compagni in
silente attesa del suo arrivo. Per il numero VIII, tuttavia, quel
silenzio era durato anche troppo, quindi non appena lo vide, si
alzò dal letto e lo raggiunse, donandogli un sorriso ampio e
luminoso.
-Bentornato a casa.- esordì. -Ancora non te
l’avevo detto.-
Il biondo sorrise con aperta sincerità. -Grazie.-
-Ehi Roxas!- esclamò invece il Notturno Melodico, pieno di
euforia. -I tuoi nuovi Nessuno sono una forza!-
-Non li ho ancora visti combattere, quindi non saprei…- si
difese lui, mettendo le mani avanti.
-Ma si capisce anche solo guardandoli che sono dei portenti!-
replicò l’altro. -Voglio esserci quando li
manderai in
battaglia! M’ispirano delle note perfette!-
La Chiave del Destino rise. -D’accordo, d’accordo.
A me,
però, inquietano un po’… forse
perché sono
una sorta di stadio intermedio tra noi e i Nessuno di basso livello.-
-In effetti sono delle creature molto particolari.-
s’intromise
Zexion, appoggiandosi al muro. -Hanno perso il loro cuore, ma sono
stati abbastanza forti da conservare i loro principi e i loro ideali,
per questo la penso come Xemnas: non ti tradiranno mai, sono certo che
preferirebbero sparire piuttosto che farti del male.-
-Questo mi rassicura. La prima volta che me li sono trovati davanti, vi
confesso, mi hanno spaventato.- rivelò il keyblader.
Con
un sospiro stanco, Roxas si abbassò il cappuccio e prese a
respirare profondamente, beandosi della brezza che soffiava
giù
dalla collina, che faceva frusciare la foresta di bambù in
una
sinfonia dolce e rilassante, invitante come una tenera ninna nanna.
S’incamminò per tornare al punto che aveva scelto
per i
suoi appostamenti, ma si bloccò quando avvertì
delle
presenze alle sue spalle. Si voltò, richiamando
immediatamente
una coppia di Samurai, che si schierarono al suo fianco ad armi
sguainate, pronti a scattare a un suo pensiero. Pochi attimi dopo,
quattro varchi oscuri si aprirono di fronte a lui e da essi uscirono
altrettanti viaggiatori, uno per ognuno, che si fermarono, divenendo
immobili e silenziosi come statue di marmo.
Il loro aspetto
esteriore
incuriosì il biondo Senza Cuore, ma ciò che
percepì al loro interno lo scosse, gettandolo
nell’ansia.
Quelle creature di forma umana erano vuote quanto i soldati che stavano
ai suoi fianchi, ma avevano qualcosa in più, proprio come
lui.
Eppure, proprio come i Nessuno di bassa lega sembravano non possedere
una loro volontà. Erano qualcosa di totalmente diverso da
ciò che il numero XIII conosceva e questo non fece altro che
preoccuparlo ancora di più. Ai suoi occhi e alla sua anima,
apparivano come spiriti erranti, disperati e perduti, alla ricerca di
una nuova casa.
All’improvviso,
i quattro
fantasmi sfoderarono le loro spade e s’inginocchiarono al suo
cospetto, porgendo le armi in segno di rispetto e devozione,
poiché ormai l’avevano scelto come loro signore e
padrone.
Roxas
deglutì, keyblade alla
mano, non sapendo bene che cosa fare, quindi guardò i due
Samurai, che al contrario, avevano rinfoderato le spade, apparendo
tranquilli e facendogli capire di non avere di fronte una minaccia.
Li guardò uno
a uno, cercando
di capire le loro intenzioni attraverso le maschere rosse che celavano
sguardi ed espressioni e fu così che percepì il
loro
desiderio di servirlo. Restii ad abbandonare la via del samurai che
avevano seguito durante la loro prima esistenza, perché
avevano
ancora molto da offrire, soprattutto a lui, che avevano designato come
nuovo padrone e che avrebbero servito finché quei loro gusci
non
fossero stati distrutti.
Colpito e lievemente
inquietato da
quella devozione inaspettata, Roxas annuì, ricevendo un
inchino
ancora più umile dai quattro soldati, che toccarono il
terreno
con la fronte prima di svanire avvolti dalle tenebre.
Il biondo rabbrividì al ricordo. -Meno male che sono dalla
nostra parte, non mi piacerebbe affatto averli come avversari.-
-Sono d’accordo.- annuì il Burattinaio Mascherato.
-Vista
la loro determinazione sarebbero dei nemici ostici.- aggiunse, prima di
puntare il proprio sguardo su tutti i presenti nella stanza. -Ora
passiamo ad altro.- iniziò, ottenendo l’attenzione
di
tutti. -Ho intenzione di andare da Xemnas e rivelargli i miei sospetti.
Ormai siamo a un punto di non ritorno.- sentenziò grave,
lasciando intendere che si riferiva alla scomparsa di Larxene.
-Vuoi che ti accompagniamo?- chiese Axel serio.
Il ceruleo scosse il capo, in segno negativo. -Meglio di no, voi dovete
restare con Roxas.-
-Sei sicuro, Zeku?- domandò il numero IX con evidente
preoccupazione, ottenendo un altro cenno convinto. -E quando pensi di
andarci?-
-Presto, preferisco non rivelare le mie mosse così nel
dettaglio. Ho già detto troppo, ma voglio che sappiate le
cose
necessarie, nel caso dovesse accadermi qualcosa.- spiegò con
gelida calma, incrociando lo sguardo terrorizzato di Roxas. -Mi
raccomando, state insieme il più possibile, dobbiamo essere
cauti e prudenti.-
-Tu piuttosto.- s’intromise il rosso. -Vedi di fare
attenzione.-
-Stai tranquillo.- replicò placidamente il numero VI. -Sono
sempre un fondatore.- dichiarò, puntando i propri occhi in
quelli verdi dell’altro, che tremò al ricordo
dell’illusione che era stata usata su di lui.
-Aha, lo so bene.- disse infatti, passandosi una mano sul collo.
-Perfetto.- terminò, mettendosi eretto e aprendo un varco
accanto a sé. -Demyx, vieni con me.- aggiunse poi, senza
dire
altro e svanendo tra le spire vorticanti.
Il musicista guardò gli altri due con
un’espressione
confusa e alzò le spalle, prima di seguire
l’amante nel
passaggio, che si richiuse alle sue spalle, lasciando i due amici soli
nel silenzio della stanza. Solo allora, il Soffio di Fiamme Danzanti si
permise di guardare il suo compagno che fissava il pavimento con
sguardo perso, segno di una mente che cavalcava chissà quali
pensieri. Si concesse un piccolo sorriso amaro, intuendo quale fosse il
punto di partenza delle riflessioni di quella testa bionda, quindi lo
abbracciò, posando il mento tra le ciocche sbarazzine dopo
averle baciate con leggerezza.
-Non ci pensare, ok?-
-A cosa?- chiese il più piccolo, ricambiando la stretta.
-Non ci succederà niente, te lo prometto.-
-Ma…-
-Nessun ma. Larxene non era preparata, noi sì, e comunque
non
è assolutamente colpa tua.- replicò il rosso,
prendendogli il viso tra le mani e costringendolo a guardarlo negli
occhi. -E, comunque, non ci pensare. Ho una sorpresa per te.-
-Cosa? Una sorpresa?- ripeté la Chiave del Destino,
incuriosita, mettendo da parte i pensieri funesti.
-Siediti sul letto, io chiudo bene le tende e ti raggiungo.- con un
assenso del capo, Axel spinse il biondo verso il letto e lo fece
accomodare, dopodiché scattò alla finestra
chiudendola e
serrando tutte le tende, gettando il buio quasi completo
all’interno della camera, infine, raggiunse
l’amante sul
materasso e lo invitò a sdraiarsi.
Dubbioso, il numero XIII eseguì, portandosi le mani dietro
la
testa e buttandosi di peso sulla morbidezza del suo letto, e
all’improvviso sentì tutta la stanchezza
accumulata in
quei due giorni di missione percorrergli le membra, fino a giungere
alle palpebre che si socchiusero appena, minacciando però di
sigillarsi da un momento all’altro.
-Ah, non dormire!- urlò il numero VIII, ridestandolo di
colpo. -Guarda il soffitto!-
Confuso e scombussolato, Roxas eseguì, meravigliandosi
l’attimo dopo. L’intera parete superiore era
tappezzata di
stelle fluorescenti, grandi e piccole, che col buio avevano rivelato la
loro muta presenza, proprio come i veri astri del firmamento che non si
mostravano finché l’ultimo raggio di sole non
fosse
svanito oltre l’orizzonte. Le guardo una a una con iridi
sognanti, che sprizzavano una gioia indescrivibile.
-Ti piacciono?- sussurrò il maggiore al suo orecchio,
cercando di non spezzare l’incanto che era riuscito a creare.
-Sono stupende.- rispose altrettanto piano il biondo, voltandosi per
specchiarsi negli smeraldi che lo stavano fissando. -Grazie.-
L’altro sorrise. -Ti avevo detto che ti avrei portato le
stelle
ed eccole qui! Io mantengo sempre la parola data!- esclamò,
dandogli un leggero bacio sul naso, che lo fece ridacchiare.
E fu in quel momento che Roxas lo pensò davvero per la prima
volta: perché avrebbe dovuto lasciare la sua casa? Certo, la
voglia di visitare le Isole del Destino era tanta e sempre pronta a
spingere tra i suoi pensieri ma ora, in quella stanza, aveva tutto
ciò che poteva desiderare per la sua non-esistenza. Aveva
chi lo
amava, aveva degli amici e dei compagni di cui fidarsi, che lo
avrebbero protetto e sostenuto, quindi perché andarsene?
Fu la sua anima a rispondergli con un flebile lamento, che,
però, passò inascoltato ma che prima o poi
sarebbe
divenuto un grido impossibile da ignorare.
***
Aveva avuto solo il tempo di uscire dal varco, perché poi il
fondatore si era gettato sulle sue labbra, catturandole tra le proprie
per farle sue in qualsiasi modo gli venisse in mente. Il Notturno
Melodico, nonostante la sua ingenuità, comprese le esigenze
del
compagno e lo lasciò fare, subendo passivamente la sua
forza, la
sua rabbia e la sua prepotenza. Si ritrovò presto contro il
muro, con i polsi stretti tra le mani piccole ma vigorose
dell’altro, che poco dopo passò a succhiargli il
collo e
infilò un gamba tra le sue, spingendo con urgenza.
-Zexion…- gemette il biondo.
-Scusa.- soffiò il Nessuno anziano, liberandolo dalla sua
presa
e spingendolo sul materasso. -Di solito non mi faccio prendere dalle
emozioni ma ora proprio non riesco.-
-Non importa.- sorrise il numero IX. -Se così posso esserti
anche un poco d’aiuto, mi sta bene.-
Il Burattinaio Mascherato annuì, grato di sentire quelle
parole.
-Demyx, voglio che mi prometti una cosa.- iniziò, ottenendo
la
piena attenzione dell’altro. -Se dovesse realmente accadermi
qualcosa, non devi assolutamente perdere la testa, perché
dovrai
occuparti di Roxas e Axel, potrebbero fare delle cose più
stupide di quanto immagini.-
Perdendosi negli occhi scuri e immobili del compagno, il musicista non
poté far altro che annuire, siglando quella promessa. -Ho
paura,
Zexion.- rivelò tutto d’un fiato.
-Non temere, fermeremo tutto questo.- concluse, riprendendo a baciarlo
come se non ci fosse stato un dopo in cui poterlo fare di nuovo.
***
Uscì dal passaggio oscuro e si guardò attorno
stupito.
-A quanto pare non è qui.- rifletté, voltandosi
per tornare indietro.
-Vai da qualche parte, Vexen?- domandò il numero VI,
risalendo
le scale che conducevano all’Altare del Niente e congelando
il
collega sul posto, che gli restituì uno sguardo sorpreso.
-Zexion.- pronunciò lo scienziato, facendo un cenno di
saluto col capo. -Cercavo Xemnas, di solito è sempre qui.-
-Che curiosa coincidenza, lo cercavo anch’io.-
riferì il
sesto fondatore, fermandosi a pochi passi dal collega. -Credo che sia
da Saix, le ferite gli impediscono molti movimenti, quindi ha bisogno
di aiuto.-
-Capisco. Vorrà dire che lo raggiungerò.-
-Come mai lo cercavi?- chiese ancora il ceruleo, frenando nuovamente il
suo avanzare.
-Non credo che siano affari che ti riguardano, numero VI.-
ribatté il biondo, chiamandolo con il grado come per
ricordargli
che era lui quello con maggiore autorità. -Tu, piuttosto,
perché lo cercavi?-
-Credo che la cosa non ti riguardi, numero IV.- rispose allo stesso
modo, facendogli capire che del grado non gliene importava
assolutamente nulla.
-Bada a come ti rivolgi a me, Ienzo.- asserì algido il
più anziano, congelando il pavimento sotto i suoi piedi.
Il Burattinaio Mascherato inarcò un sopracciglio, stupito.
-Ienzo?- ripeté. -Non dirmi che ti sto innervosendo a tal
punto
da farti riesumare quel nome… ma se ti piace questo gioco,
possiamo farlo in due, Even.-
Infine, il Freddo Accademico si girò, sollevando il braccio
sinistro e liberando una scia di ghiaccio, che giunse fino
all’ombra dell’altro Nessuno, che però
scomparve non
appena fu sfiorato dall’attacco.
-Tsk. Un’illusione.- costatò Vexen, guardandosi
attentamente in giro, finché non scorse la figura di Zexion
dall’altro lato dell’Altare, poggiato al parapetto
a
braccia conserte. -Scommetto che sei un’altra illusione.-
-Chi può dirlo?- fece il ceruleo, muovendo alcuni passi.
-Allora, cosa speri di ottenere sfruttando Roxas per i tuoi scopi?-
L’altro sbuffò, seccato. -Di certo non vengo a
raccontarlo
proprio a te, che sembri aver fatto comunella con quel piromane e il
musicista mancato.-
-Precauzione più che lecita.- acconsentì Zexion.
-Ma
posso comunque immaginarlo. Sei sempre stato un uomo che preferiva far
tutto da sé, che guardava il lavoro degli altri
dall’alto
in basso, e per quanto tu abbia rispettato Xehanort prima e Xemnas ora,
scommetto che questa Organizzazione non ti soddisfa.-
ragionò,
dando un’occhiata veloce alla luna a forma di cuore. -E
scommetto, che nemmeno di Kingdom Hearts ti interessa qualcosa.-
-Chi lo sa?- replicò il numero IV, sfruttando lo stesso
metodo
del collega. -Ora, però, credo sia ora di darci un taglio,
non
lo pensi anche tu?- domandò, alzando di scatto il braccio
per
generare uno spuntone di ghiaccio che trapassò il
Burattinaio
Mascherato, rivelando che anche questa volta si trattava di
un’illusione.
Pochi istanti dopo, un nuovo Zexion comparve accanto alla scalinata,
sottobraccio teneva ben saldo il temibile libro con cui creava le sue
illusioni.
-Sei sempre stato un ragazzino che non amava esporsi, vero Ienzo?-
ghignò il Freddo Accademico.
-Così mi fai sembrare un povero sfruttatore, ti pregherei di
non paragonarmi a te.-
-La non-esistenza ti ha affilato la lingua a quanto pare.-
osservò Vexen. -Ma è davvero giunto il momento di
finirla.- dichiarò nel medesimo istante in cui una lama
sottile
trafiggeva la schiena del Nessuno dai capelli grigio-azzurri,
trapassandolo da parte a parte.
Sgranati gli occhi scuri, Zexion sputò sangue e si
voltò,
per vedere in faccia chi l’aveva colpito alle spalle e con
orrore
incrociò l’immobile e muta maschera di un Samurai.
-Non… è…- tentò di dire,
prima di crollare
a terra, in una piccola pozza del suo stesso sangue, e perdere i sensi,
mentre la pacata risata dello scienziato gli riempiva le orecchie.
*Chugi:
parola in lingua giapponese che significa fedeltà.
Eccoci in fondo.
Le cose hanno iniziato a muoversi, lentamente questo è vero,
ma
si stanno muovendo. Morta Larxene, e tolto di mezzo Zexion, il piano di
Vexen è avanzato di un altra casella.
Roxas ha trovato dei nuovi servitori, che giocheranno un ruolo
abbastanza importante più in là, quindi teneteli
a mente
ù.ù E, soprattutto, spero che vi siano piaciuti! Questa
è l'immagine che mi ha ispirata per la loro creazione.
Per il resto... bo, spero che vi sia piaciuto tutto quanto e che
nonostante i tempi biblici continuerete a seguirmi xD Ci vediamo al
prossimo capitolo, see ya!
L'angolino dedicato a voi
ù.ù
Lady
Potter/CantanteMaledetta:
Cara, ciao :3 Sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto,
spero che anche questo sia di tuo gradimento, nonostante la dipartita
di Zexion xD Eh... Axel, ce ne fosse uno in carne ed ossa credo che ci
salterebbe addosso un bel po' di gente ù.ù Io no,
zomperei addosso a Riku ù.ù Ripeto, spero che
anche
questo capitolo ti sia piaciuto :3 Chu :3
Lizzie Sora:
Gemellina :3 Non
pensavo che la morte di Larxene avrebbe lasciato di sasso
così
tanta gente xD Eh già, Vexen fa paura e potrebbe ordinare a
Roxas l'impensabile ù.ù Zexion ha scoperto che
era Vexen,
ma non ha fatto una bella fine... eh no <.< Gemellina
cara, la
tua recensione ha spoilerato un po' ovunque, ma mi pare che da qualche
parte ne avevamo parlato, quindi perdonami se non mi dilungo xD
Ps: Sephiroth non ha proseguito con il suo spettacolo perché
era
stanco e doveva tenersi in forma (?) per Cloud
ù.ù Non
poteva mica fare brutta figura ù.ù
A presto gemellina!!!! :3
Chiudendo il post,
ringrazio tutti quelli che seguono, preferiscono, ricordano e che
leggono :3 Grazie a tutti! Alla prossima! See ya!
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Capitolo 35 *** Capitolo 35: Scacco matto ***
Buongiorno a tutti! :3
No, non avete un'allucinazione e nemmeno siete diventati pazzi, sono
realmente tornata a distanza di un mese con il nuovo capitolo!
ù.ù Farmi finalmente una vacanza mi ha aiutata
molto e mi sono portata avanti con il capitolo nuovo, che è
pronto da almeno un paio di settimane, ma ho preferito aspettare a
postarlo, e con questo vi dico che spero di aggiornare da qui alla
fine, una volta al mese. Mi impegnerò, lo prometto a voi e
alla fan fiction. Detto questo, vi auguro una buona lettura :3
Ps: Grazie a Melissa
per il betaggio finale :3
Capitolo 35: Scacco matto
Rurouni Kenshin - Talk to the
moon
Erano ore che se ne stava alla scrivania, carte alla mano, a fare un
solitario dietro l’altro, visto che la sua consueta
avversaria di poker non c’era più. Tuttavia, il
risultato che stava ottenendo dall’inizio non gli piaceva
affatto. Girò l’ultima carta e la
guardò con freddezza quando vide di aver perso
un’altra volta.
Lui era lo Sfidante del Destino, di fronte a lui qualsiasi tipo di
gioco cedeva le armi, sottomettendosi al suo potere, alla sua fortuna.
Non aveva mai perso, semplicemente perché non poteva perdere.
Eppure, la donna di picche che teneva tra le dita, era la prova fisica
e reale della sua ennesima sconfitta.
Sospirò e raccolse le carte per mescolarle e tentare
nuovamente, la noia di certo non l’avrebbe colpito. Gli
piaceva avere quei sottili oggetti tra le mani, metterli insieme,
separarli, usarli in infinite combinazioni, gli donava una sensazione
di appagante potere, che gli ricordava tanto la sua precedente
esistenza: quando era un accanito giocatore d’azzardo, che
vinceva praticamente sempre, circondato da nubi di fumo di sigaro e
bellissime donne che facevano la fila per averlo anche solo per
metà di una notte.
Ora, invece, non gli restava altro che quel mazzo di carte con cui
poteva fare sostanzialmente qualsiasi cosa. Poteva fermare il tempo
dell’avversario per almeno un minuto, metterlo in
difficoltà e mutare le condizioni di gioco a suo favore. Non
erano mosse pulite, ma chi c’era a impedirglielo?
Dispose le carte davanti a sé con una precisione quasi
maniacale, poi, con il mazzetto rimastogli, diede inizio al solitario.
Una dopo l’altra, passarono tra le sue dita inguantate di
nero e andarono a finire sul ripiano bianco, unendosi alle altre
già presenti. Nella stanza illuminata appena dai raggi
lunari non si sentiva altro che il fruscio delle carte da gioco, le
tende erano immobili davanti alla finestra chiusa e le labbra del
Nessuno erano morbidamente serrate, ferme in una linea quasi retta.
Infine, giunse ancora l’ultima carta.
Luxord la fissò con gli occhi azzurrissimi con incredibile
intensità, quasi volesse vederci attraverso, poi
passò a guardare le carte disposte sulla scrivania, in
bilico tra la luce della vittoria e il buio della sconfitta,
esattamente come il loro padrone, che con quell’assurda
non-esistenza, stava sul ciglio del Nulla.
Esattamente come l’ombra che si trovava alle sue spalle.
***
Si svegliò di colpo a causa di un bussare a dir poco
insistente, che lo fece saltare per aria tra il materasso e le coperte,
che per poco non lo strozzarono. Dopodiché una voce
disperata si aggiunse ai pugni che venivano gettati contro la porta.
-Axel! Axel svegliati!- urlò il visitatore.
-Sono sveglio… arrivo…- mugugnò il
numero VIII, alzandosi dal letto e dirigendosi a passo lento e
strascicato verso l’uscio.
Tuttavia, non si avvicinò oltre perché
l’ospite, stufo di attendere e fallito il tentativo di aprire
la porta chiusa a chiave, aveva attraversato un varco oscuro e si era
piazzato davanti al rosso, che lo guardava con un occhio chiuso e uno
mezzo aperto, perché ancora intontito dal sonno.
-Dem…? Che succede…?-
-Zexion…- mormorò il musicista con ansia,
deglutendo e destando finalmente l’altro. -Zexion non lo
trovo da nessuna parte!- dichiarò, fissandolo con gli occhi
lucidi e pieni di preoccupazione mista a paura.
-Sei sicuro? Hai cercato dappertutto?- domandò Axel con tono
grave.
-Ovunque! Sono andato a bussare persino da Xemnas, perché
credevo di trovarlo lì a controllare Saix, ma non
c’era!- disse, disperato, trattenendo un singhiozzo.
-Dobbiamo andare a cercarlo, forse su un altro mondo…-
-Non sarebbe andato via senza avvisarmi…- rispose Demyx,
gettando poi un’occhiata sfuggente al letto. -Scusa
ma… dov’è Roxas?- chiese poi con orrore.
Il rosso si voltò di scatto, sgranando gli occhi verdi
quando vide che il materasso che era convinto di star dividendo col suo
proprietario era vuoto.
-Non è possibile…- asserì,
avvicinandosi. -Era qui che dormiva… accanto a me.-
-Non sarà… che…-
-No!- tuonò il Soffio di Fiamme Danzanti, voltandosi con le
iridi che sputavano fuoco. -È assurdo!-
-Assurdo, ma possibile.- replicò il numero IX,
controllandosi e guardandolo con serietà.
-Zexion… credo che sapesse che gli sarebbe successo
qualcosa…-
-Ti ha detto qualcosa che può esserci utile?-
indagò l’altro, stringendo i pugni con tanta forza
da far frusciare i guanti.
-No, purtroppo…- rispose con rammarico, abbassando la testa.
-Però so cosa farebbe.- aggiunse, rialzandola e mostrando
due iridi determinate.
-Cioè?- chiese Axel, quasi intimorito da quello sguardo.
-Manterrebbe il sangue freddo e poi andrebbe direttamente da Xemnas.-
disse convinto, continuando immediatamente per fermare una possibile
replica dell’amico. -Pensaci Axel, è
l’unica cosa che ci resta da fare. So che vuoi proteggere
Roxas, ma se andiamo avanti così, non potremo aiutarlo.
Invece, possiamo correre da Xemnas e dirgli che
c’è un traditore che sta usando il nostro compagno
per eliminarci.- concluse, aprendo un varco alle sue spalle. -Che vuoi
fare Axel?-
Il numero VIII strinse i pugni e i denti, portando
l’attenzione al letto e ricordandosi immediatamente del
momento in cui lui e il custode si erano coricati di schiena, guardando
le stelle incollate al soffitto e addormentandosi poco dopo, insieme
con le dita intrecciate. Quando, però, il biondo si era
alzato per andare chissà dove -si rifiutava di pensare che
Roxas avesse eliminato anche Zexion- non si era accorto di nulla, e non
avrebbe mai smesso di maledirsi per questo. Tuttavia, non era il
momento di piangersi addosso e restare chiuso in quella stanza.
Rialzò gli occhi color smeraldo e trovò
l’elegante figura della rosa che aveva donato a Roxas, ora
completamente fiorita in un tripudio di rosso chiazzato di blu
all’esterno e viola intenso sui petali più interni.
-D’accordo.- rispose con voce dura. -Sbrighiamoci.-
proseguì, avviandosi dietro l’amico, che era
già sparito oltre le spire del passaggio oscuro.
***
Kuroshitsuji II - Dance Macabre
Fu un istante e l’arma si mosse senza un fiato in un fendente
orizzontale. Come la lama di una ghigliottina, calò con un
luccichio buio e sinistro sul collo della sua vittima, che
però, si difese, evocando un’enorme carta, che
incassò il colpo al suo posto, per poi svanire in una
manciata di coriandoli bianchi e neri.
-Che diavolo…?!- esclamò il Senza Cuore,
decisamente sorpreso e allibito quando nel girarsi si trovò
di fronte un Samurai a spada sguainata pronto per ucciderlo.
-Questo… è uno dei Nessuno di Roxas…
che sta succedendo?!- pensò allarmato, guardando ovunque,
persino sul soffitto, tenendosi pronto a reagire a un altro attacco.
Attacco che non tardò ad arrivare. Infatti, il Nessuno di
bassa lega impugnò anche la seconda katana e la
incrociò con l’altra, facendosi avanti per muovere
una nuova offesa. Luxord strinse i denti e bloccò i
movimenti del guerriero grazie al suo potere, dopodiché
richiamò una decina di carte e gliele lanciò
contro, eliminandolo. Con occhi larghi, lo Sfidante del Destino
impugnò altri dardi e fissò ogni angolo della
propria stanza, sentendosi in trappola al pari di un topo da
laboratorio, che viene controllato dallo sguardo di uno scienziato a
cui importa unicamente l’esito dell’esperimento.
Rabbrividì a quei pensieri, ma scosse il capo, scacciandoli.
-Roxas!- chiamò, con fare nervoso. -Lo so che sei qui! Fatti
vedere!- ordinò, studiando le pareti con minuzia, mentre un
ricordo di ciò che era la paura si faceva vivo nella sua
mente per poi espandersi nel suo animo.
Tuttavia, né la Chiave del Destino né altri
comparvero all’interno della camera, che tornò
muta e immobile, come un quadro appeso a un muro. Il numero X
deglutì, continuando a far schizzare le iridi azzurre da un
angolo all’altro, poi all’improvviso, davanti a
sé vide aprirsi un varco oscuro, da cui emerse una coppia di
Samurai, che balzarono immediatamente verso di lui. Capendo che il
collega non si sarebbe fatto avanti tanto presto, Luxord
schioccò le dita e comparvero immediatamente due Giocatori
d’Azzardo per difenderlo.
Le quattro creature presero a darsi battaglia a suon di spada e dadi
usati come proiettili. I colpi venivano sferrati con una
velocità incredibile e venivano incassati e schivati da
entrambe le parti con la stessa frequenza. Si spostavano dal pavimento
al soffitto con agili salti e capriole, ignorando completamente il
biondo che osservava loro e contemporaneamente la stanza. Quella
piccola battaglia, simile a una baruffa tra cani, durò per
qualche minuto abbondante e terminò con la morte di tutti i
contendenti nel medesimo istante e il silenzio calò ancora
con fare imperioso, gettando una terrificante sensazione di gelo tra
quelle quattro mura.
Luxord inghiottì a vuoto per l’ennesima volta,
ignorando con testardaggine il rivolo di sudore freddo che gli colava
dalla tempia, poi si fece attento quando sulla parete della porta, si
aprirono due passaggi infidi e bui, che liberarono altri due
spadaccini, che senza proferire verbo si lanciarono su di lui. Seccato,
li bloccò col suo potere e chiamò i Giocatori
d’Azzardo, che li eliminarono in un batter d’occhio
dopo aver eseguito un elegante capriola.
Fu l’istante dopo che il proprietario della camera
udì un leggero colpo sulla scrivania, quindi si
girò di scatto, sgranando gli occhi nel vedere una figura
incappucciata inginocchiata sul ripiano, riconoscendovi la corporatura
del numero XIII. Aprì la bocca per chiedergli spiegazioni,
ma le parole gli morirono in bocca a causa della chiave nera che
l’aveva trafitto istantaneamente, proprio al centro del
torso, per uscirgli dalla schiena con una facilità
disarmante, quasi fosse fatto di carta. Dalle labbra schiuse
colò un rivolo di sangue scarlatto, imbrattando il biondo
pizzetto e gocciolando sul pavimento candido.
I due Nessuno di bassa lega si mossero immediatamente per soccorrere il
loro padrone, ma furono cancellati da una nuova coppia di Samurai
l’attimo stesso in cui alzarono le braccia verso il custode
del keyblade, che dal canto suo continuava a fissare la sua vittima con
indifferenza. Quando poi, il Senza Cuore più anziano
sollevò il viso sul proprio carnefice e ne
incrociò lo sguardo, si sentì trapassato una
seconda volta. Quegli occhi, molto più freddi e vuoti dei
loro corpi, lo fecero capitolare, quindi
s’inginocchiò e tremando, tossì sangue
che andò a formare una corona scarlatta sul candore del
pavimento, mentre le spire dell’Oscurità
cominciavano a lambirgli gambe e braccia.
-Roxas… perché…?- chiese in un
sussurro.
-È un ordine del mio Signore.- rispose con voce atona,
guardando l’uomo dall’alto in basso, ma senza
provare il brivido d’onnipotenza che avrebbe scosso chiunque.
Al contrario, il numero IV, lo percepì benissimo nel momento
in cui oltrepassò la porta della stanza, osservando con
somma soddisfazione la dipartita definitiva dello Sfidante del Destino.
-Ottimo lavoro Roxas.- si congratulò il fondatore,
richiamando il servo con un gesto della mano. -Il prossimo obiettivo
è il numero III, mi raccomando non deludermi.-
-Sì Signore.- annuì il giovane, prima di svanire
in un varco oscuro seguito dai Samurai.
***
Saiyuki - Omoi midarete
Bussarono con urgenza alla porta del Superiore, chiamandolo entrambi a
gran voce, e quando finalmente aprì non si fecero intimorire
dal suo sguardo di rimprovero.
-Insomma, cos’avete da urlare?- domandò tagliente,
guardando i due sottoposti con tutta l’intenzione di
incenerirli sul posto.
-Dobbiamo parlare.- rispose Axel, con voce grave, facendo inarcare un
sopracciglio all’altro. -Non qui fuori.-
-Ma si può sapere…-
-Non abbiamo tempo!- esplose il Notturno Melodico, interrompendo
l’albino e spingendolo verso l’interno della
stanza, immediatamente seguito dall’amico, che si chiuse la
soglia alle spalle, dandoci un paio di giri di chiave.
-Esigo una spiegazione, subito.- asserì l’uomo,
algido, fissandoli.
-Un traditore.- esordì il numero VIII, ricambiando
l’occhiata scioccata con una incredibilmente seria.
-…cosa?-
-Qualcuno vuole distruggere l’Organizzazione.- riprese il
rosso. -Non sappiamo chi sia.- disse. -Ma vuole eliminarci uno per uno.
Zexion l’aveva scoperto e doveva venire a parlartene, ma se
non sai nulla… significa che non ha fatto in
tempo…- proseguì, gettando uno sguardo
preoccupato al biondo, che strinse i pugni. -E che dopo Larxene
è toccato a lui…-
Xemnas sgranò gli occhi ambrati, ora pieni di orrore. Non
riusciva a concepire l’idea di un traditore, che per
chissà quanto tempo si era nascosto nella fortezza,
prendendosi gioco di lui che aveva dato tutto se stesso per mettere in
piedi quell’Organizzazione.
-Sir…- chiamò il numero VII, attirando
l’attenzione di tutti. -Dicono la
verità… però, c’è
dell’altro…- aggiunse, con il fiato corto a causa
della debolezza che ancora lo sfiancava.
-Cos’altro c’è…?- chiese,
quasi tremando al pensiero di un’altra notizia terribile come
la prima.
-Il traditore, chiunque sia, si sta servendo di Roxas.-
rivelò Demyx, anticipando il compagno. -Lui non si rende
conto di quello che fa, viene controllato dal traditore come un
pupazzo.-
Un pensiero che il Superiore non avrebbe mai voluto concepire corse
alle sue labbra. -Mi stai dicendo che Roxas ha…?-
domandò, non riuscendo però a completare la frase.
-Non sapeva di averlo fatto finché non è tornato
e non gli è stato detto che Larxene mancava
all’appello.- intervenne Axel in sua difesa. -Ora,
però, non possiamo perdere altro tempo. Non sappiamo dove
sia Roxas e temiamo il peggio…-
Il numero I strinse i pugni e abbassò lo sguardo sul
pavimento senza vederlo realmente. Incredulo, non poteva definirsi in
altro modo in quel momento che stava in bilico sull’orlo
dell’irreale. Si girò verso il proprio letto,
scrutando a occhi schiusi il volto pallido di Saix, che poggiato su un
braccio stava tentando di alzarsi. Lo raggiunse, prendendolo per le
spalle e riportandolo a sdraiarsi per impedirgli di compiere una
sciocchezza come seguirlo in quell’incubo.
-Da quanto tempo lo sapevi?- gli chiese, incrociando le iridi dorate,
annebbiate dalla stanchezza.
-Zexion…- deglutì, riprendendo fiato. -Mi aveva
chiesto di osservare Roxas durante la missione… aveva dei
sospetti, ma non ha voluto parlarmene per proteggermi e non
è voluto venire da te… perché le
accuse da muovere erano gravi…- spiegò, citando
quasi alla perfezione ciò che il Burattinaio Mascherato
aveva pronunciato quella volta.
A quelle parole, Xemnas si fece duro in viso e impallidì,
comprendendo fin dove fossero giunti i ragionamenti del numero VI.
-Impossibile…- mormorò, tornando in piedi e
guardando un punto indefinito della stanza, come se fosse in trance.
-Un fondatore…-
-Cosa?!- esclamarono i due appena arrivati, mentre il Nessuno dai
capelli azzurri si limitò a sgranare gli occhi.
-È l’unica opzione.- rifletté a voce
alta l’albino. -Zexion era il sesto fondatore, per ritenere
gravi le proprie accuse, significa che il traditore era di grado
più alto.-
-Escludendo te, quel pazzo di Xigbar e Xaldin…- disse Axel,
contando mentalmente i colleghi.
-E Lexaeus, che è morto durante lo scontro con quel
guerriero alato… resta…- s’interruppe
Demyx, sbiancando e facendo scattare lo sguardo da un compagno
all’altro.
I Senza Cuore rimasero in uno stato di muta consapevolezza, ricolma di
pensieri ed emozioni molto simili tra loro, e fra queste vi erano senza
dubbio lo sconcerto e la paura. Erano increduli di fronte alla reale
conferma del tradimento di un fondatore, uno dei più fidati
del loro comandante, uno di quelli che fin dal principio
s’erano mossi per dare vita all’Organizzazione per
poter rientrare in possesso del cuore perduto. Ed erano spaventati dal
potere che aveva tenuto nascosto fino a quel momento: c’era
un limite al suo controllo sulla Chiave del Destino e le sue armi?
Non dovettero aspettare molto per ottenere una parziale risposta a quel
quesito, poiché poco dopo avvertirono una forte scossa e il
rumore tipico di un crollo provenienti dai piani inferiori.
***
Kingdom Hearts II - Sacred Moon
Chiuso lo sportello, il moro si guardò alle spalle, scosso
da uno strano presentimento.
Indeciso su come passare il tempo era sceso in cucina,
poiché di riposare non ne aveva assolutamente voglia, al
contrario del Tiratore Libero, che se non era in giro a dare fastidio o
fare casino si era messo a dormire da qualche parte. Considerando la
tranquillità che aleggiava in tutto il Castello come un
ospite inatteso, doveva essere così. Tutta quella calma,
però, lo metteva inspiegabilmente in allarme.
Quella quiete sembrava preannunciare una tempesta e qualcosa gli diceva
che c’era un nesso con la scomparsa della Ninfa Selvaggia.
Ricordava perfettamente la zona di giungla in cui lui e Luxord avevano
trovato le tracce di sangue: c’erano impronte di stivali, ma
non degli animali che vivevano lì, come se avessero deciso
di starci alla larga, forse per timore. Tutt’attorno,
però, la vita scorreva come se nulla fosse, con il vento che
muoveva appena le larghe foglie degli alberi assieme a un coro di
cinguettii che si chiamavano a vicenda. Mentre si girava del tutto per
andare a posare il canovaccio, si domandò per
l’ennesima volta cosa fosse accaduto alla numero XII e chi si
fosse rivelato così forte da avere la meglio su di lei,
perché quella donna non era certo una sprovveduta
né una principiante.
Non seppe perché, ma in quel momento gli tornò in
mente la visita di Zexion e le domande che gli aveva fatto in merito
alla sua missione con Roxas. Chiuse gli occhi e scosse la testa,
dicendosi che non doveva pensare cose assurde, e quando
sollevò le palpebre, quasi sussultò nel trovarsi
davanti una figura incappucciata decisamente più bassa di
lui, che riuscì comunque a riconoscere.
-Ehi, funghetto, come mai da queste parti? Vuoi fare uno spuntino?-
chiese, sorridendo al collega e avvicinandosi per posargli una mano
sulla testa. -Come mai il cappuccio? Non starai diventando scontroso
come Vexen, vero?- proseguì, senza ottenere alcuna risposta
verbale, però ne ricevette una fisica quando
l’altro gli strinse il polso per allontanarlo da
sé. -Roxas? Che cosa-
Il Feroce Lanciere non terminò la frase perché
costretto a indietreggiare per schivare la lama del Portafortuna, che
altrimenti l’avrebbe sicuramente colpito al fianco.
Mancato il bersaglio, il numero XIII sollevò il capo e
puntò lo sguardo spento sulla sua nuova vittima, che lo
guardava come se avesse davanti uno sconosciuto. Quando,
però, il biondo scattò in avanti per attaccarlo
di nuovo, il moro reagì, evocando una lancia, con cui
intercettò il fendente verticale.
-Si può sapere che ti prende, eh?- chiese il Nessuno
anziano, più seccato che furente, mentre respingeva la
chiave bianca con una leggera fatica. -Se volevi attaccare briga,
dovevi andare da Xigbar.- disse per poi costringerlo a indietreggiare,
mettendo nella spinta tutta la propria forza e il proprio peso.
La Chiave del Destino fece strisciare il keyblade sul pavimento,
frenandosi, e rialzò il viso, mostrandolo impassibile e
immobile. Tornò in posizione eretta e impugnò
anche il Lontano Ricordo, dopodiché si lanciò
ancora una volta verso l’avversario, che lo accolse con due
lance incrociate, per poi imprigionarlo con le altre quattro. Senza
emettere un fiato, il ragazzo si mosse per liberarsi, ma senza
successo, quindi chiamò istintivamente due Samurai, che
comparvero al suo fianco e attaccarono l’avversario.
Inarcando un sopracciglio, Xaldin si circondò con un turbine
di vento e si sollevò dal pavimento, respingendo la coppia
di vassalli e osservando con sguardo duro il giovane che nel frattempo
era sfuggito alla sua trappola e si era messo in posizione.
-Davvero Roxas, gradirei che mi dicessi cosa ti prende.-
asserì il numero III. -Ma non mi lasci altra scelta, te lo
chiederò nuovamente quando sarai ragionevole.- concluse,
aumentando la forza e la velocità dell’aria che lo
avvolgeva.
Il semplice vortice di vento divenne un piccolo tifone che si
allargò in un battito di ciglia e gettò i Samurai
contro il soffitto, disintegrandoli con l’impatto, e la
Chiave del Destino contro la parete opposta. Vi sbatté
emettendo un unico gemito, che si perse nell’ululare
dell’aria, e coprì lo scricchiolare del muro, che
si crepò per poi infrangersi e cadere verso
l’esterno. Roxas e le macerie precipitarono nel giardino
sottostante con un incredibile tonfo e sollevando una grande nuvola di
polvere.
Xaldin sospirò. -Chissà che cavolo sta
succedendo…-
-Dovevo immaginarlo che contro un fondatore avrebbe avuto dei
problemi.- mormorò una voce alle spalle del Feroce Lanciere,
che si girò immediatamente, trovandosi circondato da delle
fauci di ghiaccio.
-Vexen?!- gridò, cercando di respingerle con il vento.
-Poco male, rimediamo subito.- aggiunse il Freddo Accademico, ghignando
e generando altro ghiaccio.
Sgranando gli occhi viola e vedendosi perduto, il moro si chiuse a
riccio per difendere i centri vitali mentre pensava a un modo per
potersi liberare in seguito. Qualcosa, però, lo
afferrò alla vita trascinandolo all’indietro.
-Non così in fretta!- esclamò Axel, scagliando un
Chakram avvolto dalle fiamme, che sciolsero rapidamente il ghiaccio.
Con una smorfia di disappunto, il numero IV si voltò verso i
nuovi arrivati, tra cui figurava il Leggiadro Sicario, ferito ma
comunque in buona salute e con i pezzi tutti al loro posto.
-Tsk.- sputò. -Numero XI, dalla tua presenza posso dedurre
che i Samurai abbiano fallito nel loro compito.-
-Quei Nessuno di bassa lega sono rimasti intrappolati tra le mie
piante, solo tre sono riusciti ad arrivare fino a me… e mi
hanno creato qualche problemino…- spiegò
Marluxia, tirando le liane verso di sé e tenendo Xaldin in
piedi, ancora scosso dal salvataggio turbolento.
-Vexen.- disse il Superiore, guardando il biondo fondatore con gli
occhi ridotti a fessure.
Lo scienziato deformò le sue labbra in un sorriso sottile e
inquietante. -Oh, Xemnas. Tu eri l’ultimo sulla mia lista, ma
visto che sei qui, anticiperò il programma.-
asserì, girandosi verso gli ex colleghi. -Vieni, Roxas.-
proseguì, aprendo il braccio destro per posarlo sulle spalle
del numero XIII che l’istante seguente emerse dal pavimento
tramite un varco oscuro sotto lo sconcerto generale.
Eccoci qua
ù.ù
Anche
Luxord è caduto e sarebbe successo anche a Xaldin se Axel
(per somma gioia e tripudio delle sue numerose fan
ù.ù) non fosse intervenuto a salvargli le basette
ù.ù Vexen è stato scoperto e si
è mostrato, dando conferma alle deduzioni del Superiore.
Roxas, povero cucciolo, è lì che come sempre
svolge i suoi doveri (?). Cos'accadrà ora?
ù.ù Lo scoprirete al prossimo aggiornamento!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto come le musiche che ho scelto per
accompagnarlo :3
Normalmente a questo
punto saluterei, ma non è ancora il momento. Da questo
capitolo in avanti l'angolino che usavo per rispondere alle recensioni
non ci sarà più perché
userò il comodissimo sistema di EFP, così non
dovrete aspettare un mese o più per avere una risposta da
parte mia xD
Quindi passo a
ringraziare tutti quelli che hanno messo la fic tra le preferite, le
seguite e in quelle da ricordare, tutti quelli che leggono e ovviamente
quelli che lasceranno una recensione, piccola o grande. Siete sempre
così tanti *^* io vi adoVo tutti x3
Alla prossima!
See ya!
|
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Capitolo 36 *** Capitolo 36: La resa dei conti ***
Buona sera a tutti!
Chiedo perdono per il ritardo, ma in questo periodo ho avuto davvero un
sacco da fare, tra cui il test d'ingresso all'università,
egregiamente superato nonostante le mie basse aspettative xD Ma basta
parlare di me, vi lascio al capitolo e ci rivediamo in fondo! Buona
lettura! :3
Capitolo 36: La resa dei conti
Nightmare Before Christmas -
Jack’s lament Music Box Version
La silenziosa comparsa della Chiave del Destino aveva fermato qualsiasi
cosa. Respiri. Pensieri. Tutto. Dava l’impressione
d’aver congelato anche il tempo di quel mondo a ridosso del
Nulla, che non poteva essere scosso nemmeno dal vento. Il keyblader
osservava i Nessuno che aveva di fronte con gli occhi spenti e opachi,
le braccia stavano ferme lungo i fianchi, disarmate, in attesa di
ricevere l’ordine di attacco.
Il Freddo Accademico mutò il proprio sorriso in un ghigno di
superiorità, mentre stringeva con fare possessivo la spalla
del suo esecutore. Guardò ognuno degli ex colleghi con
espressione divertita e soddisfatta. Certo, avrebbe preferito toglierne
di mezzo qualcuno in più, ma poteva accontentarsi e
rimediare.
-Sei stato bravo, Roxas.- esordì, infrangendo
l’etere con la propria voce. -Nonostante tu abbia fallito per
la seconda volta nel tentativo di eliminare il numero III, sei stato
bravo comunque, visto che ci siamo liberati dell’irritante
presenza del numero X.-
-Seconda?!- tuonò il Feroce Lanciere, serrando i pugni e
riducendo le iridi viola a due fessure. -Che diavolo significa?!-
Il numero IV ridacchiò. -Suppongo che quel fatto increscioso
avvenuto durante la vostra missione insieme non si possa definire
propriamente un incidente,
dal momento che sono stato io a ordinare a Roxas di tagliare le corde
del lampadario…- rivelò, risalendo il corpo del
giovane con le dita, fino a giungere alla guancia pallida.
-Tu cosa?!- sputò ancora il moro, tentando di avanzare di un
passo, ma intercettato da un braccio del Superiore.
-Perché?- chiese soltanto l’argenteo, fissando
l’ex fondatore con occhi brucianti. -Perché Vexen?
Tra tutti noi, forse tu eri quello che credeva di più nel
nostro intento, quindi perché?-
-Non è l’intento in sé a essere
sbagliato, ma il come lo stai attuando.- rispose con tono saccente.
-Finché eravamo noi fondatori il progetto stava proseguendo
bene, poi hai iniziato a reclutare gentaglia d’ogni risma. E
della peggiore aggiungerei.-
-Ehi!- sibilò Marluxia, evocando la falce nella mano destra.
-Fermo, Marl.- lo frenò Axel con voce dura, che faceva
intendere tutta la sua frustrazione. -Quello stronzo ha le mani su
Roxas. Resta dove sei.-
Lo scienziato rise ancora. -Mossa intelligente numero VIII, strano da
parte tua. Che sia merito della vicinanza del numero VI?-
-Dov’è?!- gridò il Notturno Melodico,
stringendo i pugni. -Cos’hai fatto a Zexion?!-
-Il numero VI s’era spinto troppo in là con le sue
deduzioni e ho dovuto prendere provvedimenti…-
spiegò con falso dispiacere, inchiodando il musicista con i
suoi occhi gelidi.
Demyx indietreggiò di un passo, spalancando le palpebre,
incredulo di fronte a quelle parole che non avrebbe mai voluto sentire.
Fino all’ultimo aveva sperato nella salvezza del Burattinaio
Mascherato, ma ora quel flebile appiglio cui si era aggrappato era
crollato, gettandolo nello sconforto totale.
-E me ne sono occupato personalmente, Roxas doveva riposare in vista di
oggi.-
-Di nuovo, Vexen, perché?- riprese il primo fondatore,
riottenendo l’attenzione del Freddo Accademico.
-Perché Roxas dici?- riformulò lui, cambiando
totalmente tono, in uno quasi annoiato. -È ovvio, no? Dopo
tanti fallimenti sei riuscito a portare nell’Organizzazione
lo strumento perfetto per portare avanti il nostro progetto. Mi sono
solamente preso il permesso di occuparmi di lui a tua insaputa.-
-…strumento
perfetto?- ripeté il rosso, digrignando i denti
come una belva feroce.
-Ma certo numero VIII. Il piccolo Roxas è il Nessuno
perfetto…- rispose, carezzando con il pollice la guancia del
giovane al suo fianco. -È un custode e come tale
può liberare molti più cuori di uno qualsiasi di
noi, bastava fargli fare solo un po’ di pratica e avrebbe
eccelso anche nei combattimenti e poi, lui non potrà mai
riavere un cuore, quindi mi sono limitato a congelare i residui
delle sue emozioni e dei suoi sentimenti. Altrimenti non avrebbe potuto
raggiungere simili risultati.- illustrò, posando un bacio
leggero sulla gota più vicina. -Già che
c’ero, me lo sono preso per me.-
-Tu! Maledetto!- ringhiò Axel, rafforzando la presa sui
Chakram, facendo frusciare la pelle dei guanti. -Pagherai per ogni
secondo in cui hai messo le tue luride mani su di lui!-
-E non è vero che non potrà avere un cuore!-
intervenne Demyx, ripresosi dal suo sconforto, poiché doveva
contribuire anche lui al salvataggio del numero XIII, lo doveva a
Zexion. -Quando Kingdom Hearts sarà completato, lo
riavrà come tutti noi!-
-Se avessi un cuore, credo che in questo momento riderei veramente di
gusto, sai numero IX? Sei così stupido… lo sa
benissimo anche Xemnas che non potrà mai accadere una cosa
simile.- disse, indirizzando lo sguardo freddo sul numero I, che
indurì l’espressione del viso. -Coraggio Xemnas,
perché non lo confessi? Lo sai tu come lo so io, che il
cuore del custode del keyblade è tornato al suo posto troppo
presto e per questo Roxas non potrà starne separato troppo a
lungo…-
-Taci!- ruggì, richiamando le spade laser, ma bloccandosi
quando si vide circondato da una schiera di Samurai spuntati
letteralmente dovunque, perfino sul soffitto, e puntato dalla nera lama
del Lontano Ricordo.
-Grazie a me, Roxas non soffrirà più
perché non avrà più bisogno del cuore.
Con l’avanzare del tempo, dimenticherà ogni cosa e
anche quando scioglierò il contatto con lui, mi
resterà accanto perché non avrà altro
posto in cui recarsi…- asserì con voce melliflua,
portandosi alle spalle del keyblader. -Andiamocene Roxas, questo luogo
è scomodo per disfarci dei rifiuti scomodi…
Lasciamoli divertire con i Samurai.- proseguì,
sussurrandogli all’orecchio.
-Sì Signore.- rispose il biondo con un tono talmente rigido
e distaccato, che fece rabbrividire i Nessuno che aveva di fronte,
dopodiché abbassò l’arma ed entrambi
furono avvolti da un globo buio e viscido che li portò via.
Nel frattempo, i soldati del numero XIII si scagliarono sui membri
dell’Organizzazione, che non riuscirono a impedire la fuga
del traditore e del suo ostaggio.
-Roxas!- gridò il numero VIII, liberandosi in fretta di un
Samurai che gli si era parato davanti agli occhi, trovandosi a fissare
solamente gli ultimi granelli del passaggio oscuro che svanivano come
polvere distrutta dal tempo. -Maledizione!- sbraitò,
bruciando con un gesto i due guerrieri del Nulla che
l’avevano assalito ai lati, lasciandone l’impronta
scura sul pavimento candido.
-Ehi Axel! Fai attenzione a non dar fuoco alla cucina!- lo
rimproverò Xaldin, dandogli le spalle, mentre con una
sferzata di una delle sue lance distruggeva un’altra coppia
di Samurai.
-Cosa vuoi che me ne importi?! Dobbiamo ritrovare quel maledetto di
Vexen!- replicò il rosso con rabbia.
-Dov’è quel demente di Xigbar quando serve?!-
proseguì, lanciando un Chakram.
-Oi, demente a chi? Razza di fiammifero ambulante!- esclamò
una gracchiante voce irritata, anticipando una scarica di proiettili
laser che colpirono ogni Samurai presente, eliminandoli fino
all’ultimo in pochi secondi. -Che mi sono perso?-
domandò il Tiratore Libero, comparendo a testa in
giù dal soffitto prima di emettere un sonoro sbadiglio.
-Come al solito eri chissà dove a perdere tempo!- lo
sgridò il Feroce Lanciere.
-Ehi! Stavo dormendo! Dormire non è una perdita di tempo!-
ribatté il numero II, svanendo e riapparendo davanti al
collega. -Voi piuttosto! Vi divertite e non mi chiamate nemmeno,
stronzi!-
-Hai appena distrutto uno squadrone di Samurai che ci ha attaccati,
questo ti suggerisce solamente che ci stavamo divertendo?-
domandò Marluxia, trattenendo un tic nervoso
all’occhio sinistro.
-Ovvio! Vi divertite col nano e non mi dite niente!-
-Il nano…?-
-Ma sì! Con Roxas! I Samurai sono i suoi Nessuno, o sbaglio?-
-Xigbar.- pronunciò severo il Superiore, zittendo i
compagni. -Trova Vexen, adesso.-
Il secondo fondatore lo studiò con l’iride dorata
per qualche secondo, poi annuì.
-D’accordo… nel mentre che cerco, potreste
spiegarmi cosa sta succedendo?-
-Vexen ci ha traditi e sta sfruttando Roxas per distruggere
l’Organizzazione.- riassunse Axel, incrociando le braccia e
appoggiandosi con la schiena al muro più vicino. -Dobbiamo
trovarlo prima che ci sfugga.-
Xigbar tacque, assimilando le informazioni ricevute e aumentando
l’impegno che stava mettendo nella ricerca. -Tsk, bastardo.
Zexion e Luxord dove sono?-
-Eliminati.- rispose il numero XI, passando un dito sulla lama della
sua falce.
-Da chi? Dal piccoletto? Non ci credo.-
-Luxord sì, ma era manovrato da Vexen. E credo che sia
toccata la stessa sorte a Larxene, ho ragione?- domandò il
rosato, fissando Xemnas negli occhi ambrati.
-Non sbagli.-
-Quel bastardo pagherà. Trovato, ci conviene muoverci.-
riprese il Tiratore Libero, aprendo un varco davanti a sé.
-Credo che Saix non sia in grado di affrontarli.- aggiunse, scatenando
un’ondata di paura nel primo fondatore, che si
gettò nelle spire del passaggio.
***
Kingdom Hearts Piano Collection
- The 13th Side
Con il fiato corto, il Nessuno dai capelli turchesi cercò di
tenersi in piedi, appoggiandosi alla parete opposta alla porta e
tenendo ben aperta la mano sana, pronta a evocare il Claymore in caso
di bisogno. Avrebbe forzato il suo corpo ancora debilitato a causa
delle ferite, ma avrebbe venduto cara la pelle e avrebbe fatto
qualsiasi cosa pur di sopravvivere, sarebbe anche fuggito se si fosse
ritenuto necessario, perché queste erano le istruzioni che
il Burattinaio Mascherato gli aveva lasciato. In più, non
poteva permettersi di morire perché aveva giurato di far
parte del progetto di Xemnas fino alla fine.
Gli occhi dorati erano fissi sull’uscio che da qualche minuto
aveva cominciato a brillare di una strana luce, motivo che
l’aveva spinto ad alzarsi dal letto, quando poi aveva udito
per due volte il rumore tipico di una serratura che scatta si era
allontanato per pensare rapidamente a come difendersi. Quel luogo era
inaccessibile per chiunque se il Superiore non era concorde, ma
qualcuno stava cercando di forzare il sigillo imposto dalla
volontà del proprietario della stanza e l’unico
che aveva il potere di riuscirci era il numero XIII.
Con un ultimo e sonoro scatto, la porta smise di risplendere e si
aprì in silenzio, smuovendo appena l’aria attorno
a sé, poi fu oltrepassata da due figure avvolte da un
soprabito nero. Il Mago che Danza sulla Luna deglutì a
vuoto, ritenendosi fortunato nell’aver recuperato in tempo
l’uso della caviglia, e puntò le iridi dorate
sulla coppia appena giunta.
-Roxas, sigilla di nuovo l’ingresso, più li
ritardiamo meglio sarà.- esordì il Freddo
Accademico, scostandosi una ciocca bionda dalla spalla.
-Sì Signore.- rispose la Chiave del Destino con prontezza
meccanica, per poi sollevare entrambe le proprie armi per puntarle
sull’uscio che brillò di bianco, chiudendosi con
un forte “clack” finché lui stesso non
avrebbe voluto il contrario.
Annuendo compiaciuto, il biondo fondatore si voltò nella
direzione opposta. -Numero VII, ti ho sempre ritenuto intelligente,
quindi suppongo che tu sappia perché mi trovo qui.-
-Dannato traditore, pagherai per tutto quanto.- sibilò Saix,
donando uno sguardo intenso al giovane Senza Cuore, che ora si trovava
al fianco del più anziano, in silenzio e perfettamente
immobile.
-Il numero VI ti ha addestrato proprio bene.- ridacchiò
divertito. -Ma prendere tempo non ti salverà dal tuo
destino. Per mettere in piedi un nuovo progetto è necessario
spazzare via quello vecchio, perciò… Roxas,
occupati di lui e fai in fretta.-
Kingdom Hearts Re: Chain of
Memories - Forgotten Challenge
Il custode obbedì, evocando la chiave nera nella mano destra
per poi lanciarsi in un attacco diretto, che la sua vittima
riuscì appena a schivare, saltando lateralmente e rotolando
sul pavimento bianco, che rifletté tutto come uno specchio.
-Fermati Roxas!- esclamò mentre tornava rapidamente in
ginocchio e imbracciava il Claymore per proteggersi, stringendo i denti
quando lo sentì pesante come non lo era mai stato, ma non
aveva altro da usare, poiché i Berserker sarebbero stati
bloccati dal sigillo sulla porta.
-Puoi urlare quanto vuoi, non ti riconoscerà.-
riferì il Freddo Accademico con voce annoiata.
Il keyblader si voltò verso il suo bersaglio, puntando i
suoi occhi vuoti in quelli dorati dell’altro, che si
sgranarono e si riempirono di un timore istintivo, nato direttamente
dal corpo e non dalla mente. Sotto quello sguardo gelido e
inespressivo, Saix si sentì come un coniglio indifeso
davanti a un lupo accecato dall’odore ferroso del sangue, che
va in cerca di prede unicamente per sentirsi forte e ampliare il
proprio territorio. Deglutì e portò
l’alabarda innanzi a sé quando vide il biondino
corrergli incontro. La buia lama del Lontano Ricordo si
abbatté su di lui con una violenza inaudita, che non era
assolutamente paragonabile agli attacchi che aveva sperimentato durante
l’allenamento.
-Roxas… maledizione, devi svegliarti!- sputò tra
i denti e le labbra strette per lo sforzo che stava compiendo.
Il ragazzo però non rispose in alcun modo a quel richiamo,
anzi spinse ancora di più sull’avversario
indebolito, mentre portava indietro la mancina che l’attimo
seguente si serrò sull’elsa del Portafortuna. Il
candido keyblade velocemente sferzò l’aria e si
scagliò sul corpo del numero VII, che fu spazzato via come
un sottile fuscello, rovinando contro la parete più vicina e
accasciandosi ai suoi piedi. Il Claymore sfuggì dalla presa
delle dita pallide, troppo deboli per trattenerlo, e imitò
il proprio padrone cadendo pesantemente a terra e producendo un forte
clangore metallico, che rimbombò tra le mura della stanza
come un lamento di agonia.
Al pari di un assassino professionista, la Chiave del Destino raggiunse
lentamente il Nessuno più anziano, trascinando le armi come
pesanti fardelli che tracciarono il loro passaggio sul pavimento,
stridendo e producendo piccole scintille di tanto in tanto. Roxas
osservò la sua preda dall’alto per un istante
soltanto, che gli servì unicamente per decidere come
eliminare quell’ostacolo fastidioso che s’era messo
sulla strada del suo Signore, quindi sollevò il braccio
sinistro e puntò il Portafortuna verso il basso, pronto a
trafiggere il Mago che Danza sulla Luna.
Rannicchiato come un foglio di carta appallottolato, Saix strinse la
mano sana sul fianco opposto, che aveva colpito il muro, schiacciandovi
contro l’arto steccato che ora bruciava di dolore, pulsando
allo stesso ritmo della ferita che la chiave bianca gli aveva aperto
sulla coscia destra e che ora buttava sangue, imbrattando gli abiti
grigi e il pavimento. Schiuse le palpebre e osservò il
numero XIII che si avvicinava e gli si fermava davanti. Vide
l’arma alzarsi insieme alla mano che la impugnava e
capì che doveva andarsene. Doveva aprire un varco e
andarsene subito, quella stanza aveva il potere di non far entrare
nessuno, ma la stessa cosa non valeva per l’uscire,
poiché chiunque si trovasse al suo interno poteva lasciarla.
Le sue ferite però erano troppo gravi e il dolore non gli
permetteva di concentrarsi a sufficienza. Bastava aprire un passaggio
sulla parete su cui stava poggiando la spalla sinistra,
l’aveva fatto un milione di volte eppure ora,
quell’azione tanto semplice si stava rivelando dannatamente
difficile.
-…Roxas… f-fermati…-
balbettò.
Il Freddo Accademico distolse lo sguardo dalla scena che lo stava
allietando e lo puntò sulla bianca porta della stanza che
scintillò per un istante, prima di venire divelta dai suoi
cardini, travolta da un turbine di vento impetuoso, che la fece finire
contro la finestra. I vetri s’infransero con un fragore
terribile, producendo un coro di grida acute e un pianto sommesso
quando i frammenti cozzarono contro il pavimento lucido, spargendosi
tutt’attorno come perle di un gioiello perduto. Vexen
sbuffò, seccato per l’interruzione, mentre
richiamava il Nessuno più giovane con un pensiero, che lo
fece scattare al suo fianco in un attimo.
-E così il numero VII s’è salvato di
nuovo…- esordì con un ghigno.
-Marluxia, occupati di Saix, sbrigati.- ordinò il Superiore,
senza guardare l’altro che annuiva e correva dal collega.
-Adesso basta.- dichiarò, avanzando e impugnando entrambe le
spade che brillarono come lava incandescente. -È ora di
finirla Vexen.-
-Mi trovi d’accordo, sto sprecando tempo ed energie preziose
per starvi dietro.- disse il biondo, richiamando lo scudo sul braccio
sinistro e una spada di ghiaccio nella mano destra. -Noi
però siamo in inferiorità numerica…
Roxas, chiamali.- proseguì, puntando gli occhi verdi sul suo
prezioso burattino.
-Sì Signore.- rispose la Chiave del Destino. -Chugi.-
Al sentire quel nome, i restanti membri dell’Organizzazione
per un solo istante tremarono e sgranarono gli occhi quando videro
quattro pozze nere e vorticanti comparire davanti ai piedi del numero
XIII. Da esse comparvero i guerrieri samurai che Roxas aveva reclutato
durante l’ultima missione, emersero lentamente, posati su un
ginocchio con umiltà e con il capo chino. Non appena le loro
fumose figure furono totalmente visibili, i passaggi scomparvero come
macchie mai esistite e le maschere rosse guardarono in avanti.
-Siamo qui per servirti
Kagi-sama*-
Parlarono all’unisono, schiudendo le labbra di quel tanto che
bastava per far uscire il fiato, e la loro non era una vera voce, ma un
soffio solenne, come il respiro di un Dio onnipotente che potrebbe
spazzare via una montagna se solo ne avesse avuto il capriccio. Un
alito di vita morente che giunse alle orecchie dei presenti con la
leggerezza di un petalo che cade dalla sua corolla, ma che li punse nel
profondo dei loro corpi vuoti come la spina di un rovo.
Come un solo corpo, i quattro si alzarono in piedi e sfoderarono la
katana che fino a quel momento avevano tenuto al sicuro in un fodero
scuro appeso al fianco sinistro, rivelandone la lama lercia di sangue
in più punti ma lucida come uno specchio al contempo.
-Ora la resa dei conti può cominciare.- fece il numero IV,
inclinando il capo da un lato. -Sei pronto a conoscere la sconfitta
Xemnas?-
*Kagi: parola in lingua giapponese che significa "chiave".
Eccoci in fondo
ù.ù
So che il capitolo non
è molto lungo, ma mi rifarò e spero che vi sia
piaciuto comunque ^^ Ormai tutti i nodi sono venuti al pettine e lo
scontro sta per cominciare.
Come sempre ringrazio
tutti quelli che hanno messo la fic tra le preferite/seguite/ricordate,
chi l'ha inserita in più di una categoria, chi commenta e
chi legge soltanto. Siete veramente tantissimi e i miei ringraziamenti
sono veramente poca cosa a confronto. Cercherò di aggiornare
quanto prima, impegni e salute permettendo.
Alla prossima!
See ya!
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Capitolo 37 *** Capitolo 37: Destati! ***
*si avvicina piano
piano* ...Salve ^^'' Non sono morta né espatriata,
semplicemente sono stata privata dell'ispirazione per questa fic.
Ispirazione che è migrata verso altri lidi, ahivoi xD Ma
state tranquilli! La fic continua come potete vedere, a ritmo lento
(non lentissimo per fortuna xD), e mi sono imposta di finire questo
capitolo prima di scrivere altro. Indipercui, vi lascio al capitolo!
Buona lettura! :3
Ps: all'interno del
capitolo ci sono delle citazioni e le metterò in blu per
distinguerle dal resto.
Capitolo 37: Destati!
Destati!
Tendi
la mano!
È
giunta l'ora,
Destati!
Le
porte verranno schiuse
Lo scontro era cominciato con un muto segnale della Chiave del Destino,
che aveva indirizzato i suoi guerrieri verso i restanti quattro membri
dell’Organizzazione, mentre lui si scagliava su Axel e il
numero IV ingaggiava battaglia con il primo fondatore. In breve tempo,
tutti si resero conto che la stanza era troppo piccola.
Xigbar scoppiò in una delle sue rauche risate e
svanì rapidamente in un varco oscuro, ricomparendo
all’esterno dell’edificio e richiamando il proprio
avversario con un cenno della mano. Il Samurai con la maschera rossa
non si fece attendere, scattò in una piccola corsa e con un
balzo attraversò la finestra infranta per ritrovarsi di
fronte al suo obiettivo. Incrociarono la lama e la balestra e caddero,
precipitando verso il suolo, lontano dagli sguardi degli altri.
Il vento del numero III respinse lo spadaccino, costringendolo a
puntare i piedi per non essere totalmente travolto. L’attimo
dopo, però, portò la katana a protezione del
torace, che altrimenti sarebbe stato trafitto dall’acuminata
punta di una lancia. Restando inespressivo, il guerriero
reagì spingendo indietro l’arma avversaria e
schivando abilmente le restanti o deviandole con la lama o
l’elsa della spada. Giunse a un soffio dal corpo di Xaldin,
per poi scartare lateralmente senza produrre neanche un fruscio,
arrivandogli alle spalle come il più subdolo dei Simili e
caricando un affondo. Il colpo però non raggiunse mai il suo
obiettivo, perché una folata di vento gelido e impetuoso
gettò il Nessuno dal volto coperto fuori dalla stanza,
dritto contro una parete su cui lasciò una piccola voragine
prima di crollare su un ginocchio. Sputato un grumo di sangue, il
Samurai rialzò il viso e tornò in piedi con la
spada tratta, pronto a riprendere lo scontro.
Xaldin sbuffò, scocciato. -Sarà una roba lunga,
almeno finché Roxas non torna in sé.-
rifletté, evitando di voltarsi verso i compagni e i rumori
violenti che producevano i vari scontri, quindi si lanciò
nel corridoio con le lance in pugno.
Per quanta acqua potesse buttargli addosso e nonostante tutti i
Ballerini che aveva evocato, quel Senza Cuore continuava a
fronteggiarlo e ad avanzare. Colpiva, parava e schivava, cadeva ma era
sempre lì di fronte a lui, incrollabile come una possente
quercia durante una tempesta, per eseguire l’ordine che aveva
ricevuto. Il Notturno Melodico deglutì e passò
rapidamente le dita sulle corde del sitar, creando un torrente
d’acqua per scagliarlo contro il nemico. Il guerriero si
limitò a portare la spada avanti a sé in
posizione verticale e aprì il flusso in due parti, che gli
passarono accanto senza danneggiarlo.
-Uffa!- si lamentò il biondo, riparandosi dietro il proprio
strumento. -Con questo qui non funziona niente! Come faccio?!-
proseguì, trattenendo uno sbuffo di frustrazione. -Se solo
ci fosse Zexion…- pensò poi con un sospiro,
dimenticandosi per un istante dove si trovasse e perché.
Riemerse dai suoi pensieri a causa di un grido di battaglia lanciato da
Xemnas, e quando rialzò lo sguardo sul suo avversario, Demyx
lo trovò immobile, con la katana riposta nel suo fodero e le
braccia lungo i fianchi. Inarcò un sopracciglio,
istintivamente stupito da quel comportamento, ma si ritrovò
a rabbrividire quando alle sue orecchie giunse la vibrazione prodotta
da quelle corde vocali silenziose.
-Tu non possiedi spirito
combattivo. Non desideri la lotta.- soffiò,
schiudendo appena le labbra, prima di inginocchiarsi e venire
inghiottito da un passaggio oscuro, che si richiuse in un attimo.
-Eh?!- esclamò il numero IX, incredulo di fronte a
quell’inatteso ritiro. -Non ho capito
cos’è successo…- mormorò,
grattandosi la nuca. -Però tanto meglio!- aggiunse poi,
voltandosi verso i compagni. -Andiamo a dare una mano agli altri!-
Menando un colpo di falce, Marluxia diede vita a una tormenta di petali
rossi che investirono il Samurai silenzioso, tagliando in
più punti il suo kimono. Dopodiché il Leggiadro
Sicario scattò in avanti, mirando al collo
dell’avversario, che però reagì,
incrociando la lama della katana con la sua ricurva. Rimasero in
stallo, spingendosi a vicenda, ma nessuno dei due cedette il passo.
Le iridi blu del numero XI, strette per lo sforzo, erano puntate su
quella fredda maschera, che anche se priva di espressione
l’aveva attratto immediatamente, come una falena che non
riesce a sfuggire al calore della lanterna. Avrebbe potuto guardare
qualsiasi cosa di quel raro esemplare di Senza Cuore: le mani che si
opponevano alla sua forza, la parte inferiore del viso su cui
albergavano le labbra pallide e serrate, ma la sua vista non aveva
potuto resistere al fascino di quella maschera vermiglia come il sangue
che imbrattava la lama della spada avversaria. E in un attimo gli era
venuta un’idea, più simile a uno sfizio che voleva
accontentare, cosa sarebbe accaduto se l’avesse rimossa?
Marluxia ghignò, tirando la falce verso il basso e con essa
l’arma del Samurai che rimase col volto sguarnito.
Sollevò la mano sinistra e la allungò verso la
maschera, ma non appena la sfiorò con la punta delle dita fu
attraversato da un’ondata di gelo, che sembrò
inghiottirgli l’animo. Saltò
all’indietro, ritrovandosi con gli occhi sgranati e il
respiro pesante, come se avesse appena corso per chilometri e
chilometri. Quando poi spostò lo sguardo sulla mancina
inorridì. Il guanto di pelle nera era lercio di denso fluido
scuro, che gocciolava in silenzio sul pavimento candido, quasi non
volesse farsi notare, creando una piccola pozza che spiccava come una
stella nel cielo.
-Da… da dove viene questo sangue…?-
domandò a tutti e nessuno, rialzando il viso verso
l’avversario, che al contrario lo teneva rivolto alla propria
sinistra, celato dal braccio destro, che tuttavia non bastò
per nascondere il liquido scarlatto che si stava amalgamando a
mezz’aria, quasi fosse dotato di vita propria.
-Questo è
solo una piccola parte del sangue che ho giurato di versare in nome di
Kagi-sama.- soffiò il Samurai, una volta che la
parte superiore del suo viso fu di nuovo coperta. -Ma tu non puoi capire,
poiché sei totalmente incompleto.-
Rabbrividendo, il Leggiadro Sicario fece un altro passo indietro,
gettandovi poi un’occhiata di sfuggita per costatare che il
numero VII aveva definitivamente perso i sensi. Strinse nuovamente le
dita attorno al manico della sua falce, sporcandola di rosso, e si mise
in posizione di guardia, pronto a sferrare un nuovo attacco. Il suo
nemico fece lo stesso, stendendo la katana avanti a sé, come
se volesse nascondersi.
-Stop!- gridò il Notturno Melodico, piazzandosi tra i
duellanti. -Fermi, fermi!-
-Ma che…?!- balbettò incredulo il numero XI,
fissando la schiena del collega.
-Senti Samurai, noi non vogliamo combattere con te, ok?-
-Demyx, ti si è annacquato il cervello? Che stai facendo?!-
-Ah, giusto! Siamo amici di Roxas, vogliamo solo il suo bene,
esattamente come te.- disse infine, ignorando la voce del Leggiadro
Sicario, che sbatté le palpebre, sempre più
confuso.
Sotto il suo sguardo sempre più stupito, il Senza Cuore
abbassò la propria arma, dopodiché la
rinfoderò e chinò il capo. -Sei sincero padrone
dell’acqua, tu non desideri la lotta. Noi guarderemo le
spalle a Kagi-sama.- pronunciò in un sussurro
simile a un alito di vento che corre tra le radici degli alberi, quindi
s’inginocchiò e svanì nel varco oscuro
che si era aperto sotto i suoi piedi.
-…Posso sapere che diamine stai combinando?-
domandò il rosato, sporgendosi dal fianco destro del
compagno, che sospirò di sollievo.
-Ah… Per fortuna ha funzionato…-
-Cosa?!-
-Era un tentativo, se non avesse funzionato ti avrei aiutato.- rispose
allegro il biondo, girandosi. -Dobbiamo portare via Saix, in questo
posto non è al sicuro.- affermò, voltandosi in
direzione del combattimento tra i due Nessuno più anziani,
che dopo un ultimo scambio di fendenti saltarono oltre la finestra
infranta per cercare un luogo più spazioso.
Dopodiché, Demyx si avvicinò al muro e raccolse
un braccio del numero VII, portandoselo sulle spalle, e sorreggendolo
per un fianco, ma prima di attraversare il passaggio che Marluxia aveva
aperto davanti a lui, lanciò uno sguardo al proprio amico
che si trovava dall’altro lato della stanza.
-Coraggio Axel.-
Okami - Twin Devils~ Lechku
& Nechku
Corsero lungo la parete esterna della Fortezza, mentre le lame rosse
s’incrociavano con quelle ghiacciate, finché non
giunsero a un balcone, ma vi si fermarono solo per un breve istante.
Saltarono via di nuovo, rapidi come fulmini e salirono sul tetto di una
torre. Ancora una volta le loro armi si diedero battaglia, sfrigolando
le une sulle altre, come la carta quando viene gettata nel fuoco.
Ripresero a correre, balzando da un terrazzo a un davanzale fino a un
torrione, scambiandosi fendenti da ogni angolazione. Quando finalmente
si fermarono a riprendere fiato, erano giunti sull’Altare del
Niente, sotto la fredda luce di Kingdom Hearts.
Il Superiore dava le spalle alla grande luna a forma di cuore, ma non
aveva bisogno di voltarsi a guardarla per avere conferma della sua
presenza, poiché sapeva che vegliava su di lui.
Puntò quindi gli occhi ambrati sul suo nemico, fermo a una
decina di passi di distanza, impegnato a ridare forma e resistenza alle
sue spade di ghiaccio. A un tratto, però, lo sguardo gli
cadde più lontano, attratto da una macchia scura a ridosso
delle scale che portavano al piano inferiore.
-Sangue?- pensò, confuso. -È
impossibile…-
-Non ti conviene distrarti, Xemnas.- pronunciò il Freddo
Accademico, lanciandosi all’attacco con un ghigno. -Potrebbe
esserti fatale!-
Il numero I fece per indietreggiare, ma si accorse con orrore che i
piedi e metà delle gambe erano prigionieri del ghiaccio. A
quel punto sollevò le spade laser e incassò
l’offesa, sforzandosi per non cadere di schiena,
perché se fosse accaduto sarebbe stata la sua fine. Spinse
l’avversario lontano da sé, dopodiché
lasciò svanire l’arma che impugnava nella dritta
per puntarla in avanti e liberare una scia di saette oscure.
L’ex fondatore si ritrovò presto circondato da
quelle pericolose spire che si gettarono su di lui, colpendolo ovunque
e dandogli una forte scossa elettrica. Gridò di dolore, ma
non cedette mai il passo, anzi reagì e respinse
l’elettricità col proprio potere, che
congelò le folgori, riducendole poi in gelida polvere.
Quando però risollevò gli occhi verdi sul nemico,
non lo trovò dove l’aveva lasciato. Si
guardò attorno rapidamente, ormai preda della confusione,
cercandolo ovunque, ma solo all’ultimo istante ebbe
l’istinto di girarsi e alzare il braccio sinistro a propria
difesa.
Nero come la notte più buia, Xemnas si scagliò
sul vecchio compagno al pari di un corvo a caccia di carogne, menando
un doppio fendente con le lame vicine tra loro e colpì.
La spada di ghiaccio si disgregò, come se non fosse mai
esistita, e il sangue denso e scarlatto imbrattò ancora una
volta il candido pavimento dell’Altare, che poco dopo accolse
con un piccolo tonfo la mano e parte dell’avambraccio
dell’ex numero IV.
Il Freddo Accademico cadde in ginocchio, urlando e portandosi al petto
il moncone, con le palpebre serrate per la rabbia e per il dolore che
niente avrebbe mai potuto fargli dimenticare.
-Avevi proprio ragione, Vexen.- asserì Xemnas, torreggiando
sul biondo. -Distrarsi durante uno scontro può rivelarsi
fatale.-
Kingdom Hearts Original
Soundtrack - Destati
Destati,
Destati, Destati
È
giunta l'ora!
Senza battere ciglio, il custode era partito all’attacco del
numero VIII, che colto alla sprovvista dall’incredibile
velocità dimostrata dall’altro aveva fatto giusto
in tempo a difendersi con i Chakram. Trattenendo
un’imprecazione, Axel puntò le iridi verdi in
quelle del biondo e quasi tremò nel vederle ancora
più fredde e vuote di quella volta davanti al Grattacielo
della Memoria, ma non si arrese. Scosse il capo e spinse, cercando di
avere la meglio sul Nessuno più giovane grazie alla sua
altezza.
-Roxas!- chiamò a gran voce. -Devi svegliarti, Roxas!-
proseguì, prima di notare il tremore delle proprie braccia,
che stavano cedendo alla forza del numero XIII. -Svegliati!-
Dormiva così bene che
non avrebbe mai più voluto aprire gli occhi.
Quel nero era
così invitante e accogliente, che non l’avrebbe
mai lasciato. Gli bastava un pensiero e poteva assumere qualsiasi
sembianza. Un letto con le coperte calde, oppure una spiaggia di fine
sabbia bianca, riscaldata dai raggi di un sole invisibile, che
però era sempre presente.
C’era un
silenzio incredibile in quel luogo. Era così fitto e
profondo che avrebbe potuto sentire i battiti del proprio cuore, se ne
avesse avuto uno. Si faceva bastare il rumore del proprio respiro,
paragonabile a quello delle onde del mare che fanno avanti e indietro
sulla battigia.
Stava così
bene, per quale assurdo motivo avrebbe dovuto svegliarsi?
La Chiave del Destino parve non udire nemmeno una sillaba del suo
richiamo e un attimo dopo svanì, inghiottita da un varco
oscuro. Riemerse alle spalle del rosso e si gettò sulla sua
schiena in silenzio, per farne un cadavere nel più breve
tempo possibile, esattamente come gli aveva ordinato il suo Signore. Le
sue chiavi però non sfiorarono nemmeno il soprabito del suo
avversario a causa di una torre infuocata che era nata dal pavimento.
Giratosi velocemente, Axel attraversò la sua difesa e
lanciò un disco, mirando alla mano destra del compagno per
fargli cadere l’arma, ma la sua tattica fallì
miseramente. L’elsa nera del Lontano Ricordo aveva protetto
il polso del suo padrone, resistendo egregiamente all’attacco.
-Maledizione.- ringhiò il rosso, accorciando ulteriormente
le distanze e incrociando di nuovo le proprie armi con quelle
avversarie. -Andiamo Roxas, non mi riconosci? Sono Axel!-
Ancora una volta, la sua voce non generò alcuna reazione nel
giovane keyblader, che si limitò a rispondere con un abile
movimento di entrambi i polsi. In un attimo, il Soffio di Fiamme
Danzanti si ritrovò con la schiena contro il muro, ma
fortunatamente con le armi ancora in mano e un occhio aperto, che gli
consentì di schivare affondo della chiave bianca, che si
piantò nella parete. Rotolò per un paio di metri,
dopodiché il numero VIII si alzò, appoggiandosi
al letto divelto che ora svettava al centro della grande stanza, e
osservò il biondino che si girava con inquietante
tranquillità per incamminarsi nella sua direzione.
-D’accordo, passiamo alle maniere forti, anche se non avrei
mai voluto.- disse il rosso, che in un paio di secondi si era
circondato con una decina di sfere fiammeggianti per poi spedirle verso
l’avversario.
Altrettanto veloce fu il pensiero di Roxas, che richiamò
immediatamente il Portafortuna nella mancina e lo usò per
scagliare una magia di ghiaccio a labbra chiuse. Lo scontro tra i due
elementi generò una grande nube di vapore simile al leggero
velo della nebbia del primo mattino, che quindi non celò
nessuna delle due figure. I due si ritrovarono subito, quasi non si
fossero mai separati e di nuovo, le loro armi s’incrociarono,
lasciandoli in stallo.
Su
rimembra tu trepida!
Su
sveglia! Ehi ricorda!
-Ti devi svegliare! Vuoi capirlo o no?!- urlò il numero VIII
con rabbia. -Non puoi esserti dimenticato di me! Sono Axel!-
-Io non ti conosco.- replicò atono il custode. -Tu sei solo
un altro ostacolo sulla strada del mio Signore e devi essere
eliminato.- proseguì, per poi richiamare una coppia di
Samurai al suo fianco.
-Qui si mette male…- pensò Axel, guardandosi in
giro e rendendosi conto di essere rimasto solo. -Molto
male…- aggiunse, quando vide i Senza Cuore saltargli
addosso. -Ma ancora non mi do per vinto!- esclamò a gran
voce, dando fuoco ai due guerrieri che emisero un singolo sibilo prima
di svanire e tornare al Nulla.
Quella distrazione, però, gli costò cara. Fu un
istante e si ritrovò privo dei Chakram, che furono scagliati
via da un fendente obliquo del keyblade nero, e sdraiato a terra con il
Portafortuna che gravava ancora su di lui, puntando al suo addome.
D’istinto chiuse gli occhi e si preparò a ricevere
la condanna da colui che amava.
Non capì come né perché, ma
l’arma che avrebbe dovuto affondare perfettamente nello
stomaco l’aveva invece ferito al fianco, piantandosi per
metà nel pavimento. In ogni caso, il dolore fu bruciante e
gridò, accorgendosi solo nel momento in cui stava
riprendendo fiato che non era l’unico a soffrire. Sollevate
le palpebre, vide la Chiave del Destino in ginocchio con la testa tra
le mani.
-Roxas…?- chiamò flebilmente, sgranando gli occhi
l’attimo dopo, vedendo in quella sofferenza
un’occasione preziosa. -Roxas!- disse in fretta. -Roxas segui
la mia voce! Svegliati!-
All’improvviso, quella
culla sicura s’era fatta un lago d’acqua immobile e
gelida. Era circondato da un’acqua così fredda da
dargli l’impressione di essere trafitto ovunque da mille
aghi. Si dimenò, non avvertendo più nulla sotto i
piedi e cominciò a nuotare alla cieca, perché
persino gli occhi sembravano dolergli ed era costretto a tenerli
serrati. Nuotò più veloce che poté,
dando bracciate ampie ed energiche, e gli parve d’aver
percorso interi chilometri quando le sue dita sfiorarono una superficie
liscia e ghiacciata. Cominciò a tempestarla di colpi, senza
curarsi dei danni che avrebbe potuto causarsi, e spalancò la
bocca per gridare, ma nemmeno un suono lasciò le sue labbra.
Oppure era lui a non sentire nulla? Nemmeno il rumore dei suoi pugni
giungeva alle sue orecchie.
A un tratto,
però, qualcosa cambiò.
La parete di ghiaccio
sembrò cedere al suo ennesimo colpo e un richiamo
arrivò fino alla sua mente.
-Roxas!-
Non era forse il suo
nome quello? Chi era a pronunciarlo? Era flebile e lontana, ma
sentì di aver già udito quella voce da qualche
parte e la sua anima ne fu attratta istintivamente, esprimendo il
desiderio di raggiungerla. Riprese ad attaccare il muro che lo separava
dal resto del mondo e quando finalmente riuscì a romperlo,
l’ambiente attorno a lui cambiò di nuovo.
L’acqua si
fece calda e agitata, e il nero s’era fatto luminoso,
invitandolo ad aprire gli occhi.
Sbatté le
palpebre un paio di volte e quando guardò davanti a
sé scorse un’isola. Non un’isola
qualunque: la sua.
E qui si chiude
ù.ù
Come avrete visto, ho
fatto dei tagli tattici agli scontri, per intenderci: dubito che
vedrete il continuo di quelli di Xaldin e Xigbar. E due si sono
già conclusi a causa del calo ispirativo. Detto questo,
credo che con due capitoli al massimo si concluderà la
guerra con Vexen.
Nel frattempo, Roxas
sembra rinsavire a causa del danno fatto a Vexen e Axel ne approfitta
ù.ù Ce la farà a svegliarlo del tutto,
prima che lo faccia a fette? Lo scoprirete nelle prossime puntate
ù.ù
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate apprezzato le
citazioni a "Destati". Concludo ringraziando tutti
quanti :3 Chi preferisce, segue e ricorda, ma anche chi commenta e chi
legge soltanto :3 Vi adoVo tutti *^* Alla prossima!
See ya!
|
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Capitolo 38 *** Capitolo 38: L'uscita ***
Buongiorno a tutti!
...io non so come scusarmi per questo ritardo di sei mesi pieni. Non
è propriamente corretto dire che non ho avuto tempo per
scrivere, perché nonostante i numerosi impegni che mi
prendono ogni giorno, qualcosa l'ho scritta e pubblicata, per questa
fic però l'ispirazione va e viene a ritmi terrificanti,
soprattutto ora che siamo alle battute finali, ma ne riparliamo dopo.
Il capitolo non è lunghissimo, rientra nella mia solita
media, ma spero che vi piaccia comunque :3 Buona lettura!
Capitolo 38: L’uscita
Kingdom Hearts II Final Mix OST
- Cavern of Remembrance
Bagnata dai caldi raggi del sole
di mezzogiorno, l’isola si mostrò in tutto il suo
splendore, dalle palme alla fine sabbia bianca che ne disegnava i
contorni, dal molo all’isolotto con l’albero di
paopou. Era lì, tangibile, pronta per accoglierlo. Senza
perdere tempo, il biondo cominciò a nuotare verso riva,
divorando un metro dopo l’altro con ampie bracciate,
finché l’acqua non si abbassò a
sufficienza e i suoi piedi non trovarono un appoggio stabile. Solo
allora prese a correre come se avesse il diavolo stesso alle spalle.
Tossendo per la fatica e
per qualche goccia d’acqua salata che gli era finita in
bocca, Roxas arrancò sulla battigia e dopo qualche passo
cadde in ginocchio, affondando le mani tra i granelli roventi.
Fissò a occhi sgranati la propria ombra e le goccioline
d’acqua che piovevano dal suo corpo, ridisegnando la sua
figura sulla rena chiara, mentre il vento carico dell’odore
di salsedine gli scuoteva la chioma bionda in una giocosa carezza, come
per dargli il bentornato dopo un lungo viaggio.
Una risatina di scherno
verso se stesso gli sfuggì dalle labbra screpolate. Sapeva
benissimo che quell’isola non era reale, ma che era
unicamente frutto della sua mente e del suo desiderio di raggiungere
quella vera a ogni costo. Per adesso, però, gli andava bene
anche quell’illusione perché era conscio di
doverla abbandonare.
-Roxas!-
Di nuovo, quella voce
conosciuta gli risuonò nelle orecchie come il lungo battito
di un gong e gli fece alzare lo sguardo verso l’ingresso del
Luogo Segreto. Si alzò lentamente in piedi e si
accigliò quando lo osservò più
attentamente. L’entrata della caverna sembrava molto
più buia e sinistra di come la ricordava. Pareva emanare una
foschia nera che non osava spingersi oltre i margini
dell’ombra che la proteggeva dal tocco del sole. Sembrava in
attesa, come un animale feroce in agguato durante una caccia.
Deglutendo a vuoto, la
Chiave del Destino si fece coraggio e si avviò,
poiché quella voce sempre più disperata non
poteva essere ignorata.
***
Fremendo per un sentimento che da tempo non percepiva e che credeva
dimenticato, il Freddo Accademico sollevò gli algidi occhi
verdi sul Superiore, cercando di trasmetterglielo con il solo sguardo.
La rabbia s’insinuò nel suo corpo vuoto come un
vento impetuoso che s’infiltra tra le rocce e la
riversò tutta verso l’uomo che lo guardava
dall’alto con un volto totalmente inespressivo. Questo non
fece altro che alimentare la sua ira e in quel momento,
compì qualcosa che forse nemmeno Even aveva mai fatto:
agì d’istinto.
Il numero IV svanì in un varco oscuro e nello stesso momento
sfruttò il proprio potere per congelare il moncherino
sanguinante e creare una nuova spada nella mano destra,
dopodiché ricomparve ben lontano dall’altro
Nessuno solo per gettarvisi contro con un grido l’attimo
seguente.
Colto di sorpresa, Xemnas riuscì solamente ad alzare le
proprie armi per difendersi e incassò il colpo, abbassandosi
sotto l’inaspettata forza del biondo, che ghignò.
-Non lo avrai.- dichiarò Vexen, riducendo gli occhi a due
strette fessure. -Se non potrò averlo io, non lo avrai
nemmeno tu.-
Le iridi ambrate si sgranarono. -Cosa…!-
-Roxas uccidi il numero VIII. È un ordine!-
sentenziò l’ex fondatore, richiamando al contempo
altro ghiaccio, che come una belva affamata si arrampicò
lungo le gambe del Superiore, artigliandole e ricoprendole velocemente
con una serie di scricchiolii sinistri.
-Maledizione!- pensò l’argenteo, gettando una
rapida occhiata alla parte inferiore del proprio corpo, ormai coperto
di un bianco e spesso strato ghiacciato fino alla vita, che presto si
allargò e allungò ancora di più,
catturandogli i polsi. -Non ti permetterò di portarmi via la
Chiave.- assicurò il numero I.
L’altro si concesse una risata. -Ah no? E come pensi di
impedirmelo?-
-Può sempre pensarci qualcun altro.- replicò una
voce calma alle spalle del biondo, che trasalì per lo
sgomento.
Era una voce che conosceva fin troppo bene ed era convinto di non
poterla sentire mai più, perché lui stesso aveva
provocato la dipartita del suo proprietario. O almeno, così
aveva creduto fino a ora.
***
Raggiunta l’entrata
del Luogo Segreto, il biondo si fermò, incerto e confuso di
fronte a ciò che vide. Persino i cespugli che crescevano
intorno all’apertura erano stati inghiottiti da quella strana
e sinistra nebbia nera. Roxas rabbrividì e si
portò le mani sulle braccia scoperte a causa della maglietta
a maniche corte, per proteggersi dal freddo che impregnava
l’aria.
Era un freddo insolito,
che non proveniva dall’interno della grotta. Infatti non
c’era vento, nemmeno un timido soffio.
Era un freddo stantio,
che sembrava essersi stabilito lì di sua volontà
da diverso tempo, celando la propria figura nella nebbia scura e
impedendo a chiunque di oltrepassarli entrambi.
La Chiave del Destino
però non si arrese, perché la voce di Axel
arrivava dalle profondità della caverna e doveva
raggiungerla. Già, Axel. Come aveva potuto dimenticarlo? Era
stato gettato così in profondità nella sua mente
da smarrire il suo ricordo? Ora che si trovava davanti
all’entrata del Luogo Segreto ogni memoria stava tornando al
proprio posto: l’amore di Axel, le raccomandazioni di Zexion,
Sephiroth e anche…
-Roxas uccidi il numero
VIII. È un ordine!-
Al seguito di quella
voce perentoria, un vento gelido e possente, simile al ruggito di un
feroce leone, proruppe dall’interno della grotta e lo
spazzò via, spingendolo fin sotto il getto della cascata
poco distante. Sbatté la testa contro il muro e in quel
momento ricordò. Anzi, vide.
Davanti alle sue iridi
celesti, Roxas vide ogni gesto che aveva compiuto sotto il controllo
del Freddo Accademico, vide ogni fendente e tutti i corpi in cui erano
affondate le sue lame. E ora, Vexen gli aveva ordinato di farlo ancora.
-No!- gridò,
scattando in piedi. -Non ti permetterò di usarmi ancora!-
aggiunse per poi correre di nuovo verso il Luogo Segreto.
Si buttò
letteralmente nel passaggio, ma fu immediatamente respinto e gettato
un’altra volta in acqua. Si rialzò, massaggiandosi
la schiena e puntò lo sguardo verso l’ingresso
della caverna, accorgendosi solo allora del fatto che quel muro nero
s’era infittito e ampliato approfittando delle ombre
proiettate sul terreno.
Con orrore, il biondo
guardò l’orizzonte e trovò il sole sul
punto di calare, nonostante al suo arrivo fosse al centro perfetto del
cielo.
La spinosa sensazione di
essere a corto di tempo si arrampicò lungo il suo corpo,
arrivandogli fino alla nuca e poi alle tempie, da cui caddero alcune
gocce di sudore freddo. Scosse il capo per liberarsene e con passi
cauti si ripresentò di fronte al passaggio, conscio di
doversi muovere con prudenza per attraversare la rappresentazione
fumosa del potere del numero IV. Portò le braccia davanti al
viso e si avviò nel buio cunicolo, fendendo con passi lenti
la nebbia e il vento che si opponevano continuamente per spingerlo
fuori.
-Resisti
Axel…-
***
Trattenendo il respiro e serrando i denti in una morsa
d’acciaio, il rosso afferrò la lama bianca e se ne
liberò con un unico gesto, gettandola lontano dietro di
sé, dove atterrò con un forte clangore metallico.
Respirando pesantemente, si portò una mano al fianco ferito
e sibilò di dolore quando tentò di mettersi
seduto.
Sentiva le dita dell’incoscienza premere forte sulle sue
palpebre, ma non poteva cedervi, non ora che il suo compagno stava per
risvegliarsi, spezzando le catene che il numero IV aveva gettato sulla
sua mente. Puntò le iridi smeraldine sul Nessuno
più giovane, trovandolo ancora chino su se stesso, tremante
e con la testa stretta fra i palmi.
-Roxas…- soffiò. -Dai… Torna
indietro…-
La Chiave del Destino sussultò per un istante per poi farsi
immobile, infine, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi.
-…Roxas?-
-Sì Signore.- disse algido il numero XIII, sollevando il
viso e mostrando due occhi vacui, poi si rialzò in piedi.
-Merda.- sputò Axel, tentando di tornare in posizione
eretta, ma fallì miseramente e si ritrovò in
ginocchio.
Guardò il biondo da sotto in su e rabbrividì
quando lo vide impugnare nuovamente il Portafortuna. Il custode
compì un passo e poi un altro ancora, finché non
ci furono solamente pochi centimetri a separarli.
Abbandonò la presa sulla ferita e richiamò un
Chakram, che però veloce com’era apparso era stato
scagliato via da un colpo preciso del keyblade bianco. L’arma
leggendaria fu sollevata sopra il capo del suo padrone e nuovamente si
preparò a compiere il suo dovere, torreggiando sulla sua
vittima come un’aquila che punta una preda
dall’alto.
-Muori.- sentenziò Roxas, fissando le iridi sgranate
dell’altro con le proprie spente.
Il Portafortuna calò e una scia di sangue schizzò
sul volto inespressivo del keyblader.
***
Kingdom Hearts 358/2 Days -
Mystic Moon
Il Superiore sgranò gli occhi perché sinceramente
sorpreso dalla comparsa del collega. Era convinto che Zexion fosse
scomparso per mano del traditore, invece era sopravvissuto, anche se
non del tutto indenne. Notò immediatamente il pallore del
suo viso e quanto il suo corpo fosse teso; inoltre sospettava che la
ferita che aveva macchiato di rosso l’Altare del Niente non
fosse stata curata in maniera adeguata. Doveva liberarsi in fretta e
sperò vivamente che nel frattempo il biondo non si
accorgesse del reale stato dell’inespressivo numero VI.
Il Freddo Accademico deglutì a vuoto. -Non è
possibile…- mormorò poi, guardando dietro di
sé con la coda dell’occhio.
-Inoltre, sono dell’idea che il leader della nostra
Organizzazione non debba sporcarsi le mani con simili serpi.-
proseguì il Burattinaio Mascherato, evocando il libro che
celava il suo potere.
Il Lexicon comparve in silenzio innanzi al proprio padrone, aprendosi
per lui e porgendogli una candida piuma con la punta già
intrisa d’inchiostro. Come ignorare un simile invito?
Rapidamente, Zexion cominciò a dar vita alle proprie
illusioni, creando quattro copie di se stesso e confondendosi tra loro,
sotto lo sguardo preoccupato dell’avversario, che intanto si
era voltato completamente verso di lui.
-Che aspetti Vexen?- domandò il ragazzo alla sua estrema
destra.
-Non vieni a finire il lavoro?- continuò quello al lato
opposto.
Il biondo assottigliò lo sguardo e strinse i denti, prima di
ricomporsi e mostrare un ghigno. -Pensi di farla franca
un’altra volta, Ienzo?-
Ogni copia inarcò il sopracciglio nascosto dal ciuffo di
capelli, ma solo quella che si trovava al centro prese la parola. -No,
Even. Penso che sia ora di mettere la parola fine a questa faccenda.-
replicò con tono neutro. -Hai già causato
abbastanza problemi all’Organizzazione e ne hai rallentato i
progetti.-
-Rallentato?- ripeté Vexen, prima di ridacchiare, falsamente
divertito. -Temo che tu sia in errore. Senza di me, il vostro prezioso
Kingdom Hearts non avrebbe mai raggiunto un simile livello in
così poco tempo. Dovreste solamente ringraziarmi.-
-Dovremmo ringraziarti per aver procurato sofferenza a un compagno?-
ribatté la copia a sinistra di quella centrale. -Non credevo
fossi così borioso.-
-Come sei falso.- lo accusò, ignorando l’insulto.
-Lo trattate da compagno. Da amico.-
sputò. -Eppure per voi non è
nient’altro che uno strumento, esattamente come per me.
Credete che sarà contento di sapere che non potrà
mai riavere il suo cuore? Non si sentirà tradito da coloro
che considerava una famiglia?-
-Tu sei l’ultima persona che può parlare di
tradimenti.- replicò algida la copia a destra. -E i nostri
rapporti con Roxas non sono cosa che ti riguardi.-
-Hai ragione, non sono affare mio. Semplicemente perché
termineranno oggi!- gridò poi il biondo, allungando entrambe
le braccia in avanti.
Cinque fasci di ghiaccio si diressero rapidamente contro gli
altrettanti avversari, che si separarono e indietreggiarono con un
salto. Ogni copia del Burattinaio Mascherato si armò del
Lexicon e rapidamente il ghiaccio venne divorato da una vampata di
fuoco, che subito dopo si diresse verso il Freddo Accademico.
Vexen fuggì lateralmente dal caldo bruciante, stringendo i
denti. -Maledizione! So benissimo che è solo
un’illusione, ma è dannatamente reale…-
pensò, continuando a scappare. -Non pensavo che Zexion fosse
così abile.-
Infine, la sua fuga lo riportò al punto da cui era partito e
quando i suoi occhi verdi scorsero il Superiore intento a dibattersi
per rompere il ghiaccio che gli intrappolava gli arti superiori,
ghignò. Giunto alle sue spalle, gli respirò quasi
sul collo, dopodiché gli circondò il corpo con le
braccia e lo gelò ulteriormente. Il ghiaccio crebbe
rigoglioso come un’erbaccia che ha trovato ottimo terreno,
ispessendosi.
-Io mi fermerei se fossi in te.- minacciò il biondo,
arrestando il proprio potere per lasciare libera unicamente la testa
del numero I.
Il fuoco si placò all’istante, spegnendosi sul
pavimento grigio dell’Altare del Niente, e i cinque Nessuno
si posizionarono in cerchio attorno all’ex fondatore.
Xemnas tentò di voltarsi non appena percepì la
presenza del traditore dietro di sé, ma il freddo lo
bloccò: gli sembrò che ogni cellula del suo corpo
si fermasse, come in una stasi temporale, e all’improvviso
avvertì un’orribile sensazione di debolezza che
gli fece calare le palpebre. Non si era mai sentito così
stanco e voglioso di dormire. Sgranò gli occhi
l’attimo dopo aver concepito quel pensiero e tentò
di scuotere il capo, imponendosi di non cedere. Guardò le
proprie spade, trovandole spente e completamente immerse nel ghiaccio,
ma questo non lo fermò. Doveva solamente concentrarsi.
***
Kingdom Hearts Dream Drop
Distance - Sacred Distance
Sbatté le palpebre un paio di volte, confuso nel non
avvertire alcuna ferita sul proprio corpo né alcun dolore.
Rialzò il viso che aveva inconsciamente abbassato e
guardò davanti a sé, ritrovandosi incredulo come
mai lo era stato.
-Levatevi di mezzo.- la voce algida del numero XIII risuonò
come un tuono all’interno della stanza, che non
osò riprodurne l’eco, quasi ne fosse spaventata.
-Non possiamo, Kagi-sama.-
replicò atono il samurai che aveva parato
l’attacco col proprio braccio. -Noi viviamo unicamente per
proteggerti, anche da te stesso.-
-Se il tuo colpo avesse
raggiunto il suo obiettivo avresti sofferto.-
proseguì il guerriero accanto.
-Non possiamo
permetterlo.- dissero insieme, puntando la spada verso il
loro stesso padrone.
-Ho ricevuto un ordine e lo porterò a termine.-
dichiarò il biondo, mentre richiamava la seconda chiave.
-Anche a costo di distruggervi.- proseguì,
dopodiché balzò all'indietro e si mise in
posizione.
Immediatamente, i due samurai alzarono la katana, ma solo uno
scattò in avanti per attaccare. Il custode non
aspettò di essere raggiunto e gli andò incontro,
facendo scontrare il filo del keyblade nero con quello
dell’arma avversaria, poi l’allontanò e
fu il turno della chiave bianca, che si abbatté quasi con
rabbia sul nemico, giungendo da un’altra angolazione. Dopo
pochi istanti, le armi del custode si alternarono ancora, e poi di
nuovo una terza volta, in un ciclo apparentemente senza fine.
I colpi però furono parati uno dietro l’altro e
senza grandi difficoltà. Con dei semplici movimenti del
polso, il Nessuno cambiava la posizione della propria spada e con
fermezza incassava ogni fendente e ogni affondo, restando fermo nella
propria posizione, quasi fosse piantato nel pavimento.
Al sicuro dietro la figura del secondo samurai giunto in suo aiuto,
Axel osservava lo scontro con occhi sgranati e increduli, ritenendolo
impossibile. Fino a poco prima, gli attacchi di Roxas erano stati
sì implacabili, ma anche precisi e studiati. Si chiese il
perché di tutta quella furia, che lo stava portando a
sferrare offese che chiunque sarebbe stato in grado di prevedere e
anticipare.
-Forse dipende dalla concentrazione di Vexen?- pensò il
rosso, rialzandosi a fatica con una mano premuta sul fianco ferito.
-Resta dove sei padrone
del fuoco.- consigliò in un sussurro il samurai
davanti a lui, attirando la sua attenzione. -E non temere per Kagi-sama, non
è nostra intenzione fargli del male.-
spiegò. -In
questo momento anche Kagi-sama sta lottando e siamo certi che
vincerà.-
-Cosa intendi dire?- domandò il numero VIII, tornando a
guardare lo scontro a causa di un forte tonfo.
La Chiave del Destino sbatté violentemente contro il muro,
ma si rialzò quasi subito, incurante del dolore e delle
ferite. Di nuovo, Axel rimase sorpreso. Normalmente, il biondo avrebbe
aperto un varco alle proprie spalle per evitare l’impatto con
la parete e cogliere il nemico di sorpresa. Inoltre, avrebbe
già chiamato i Samurai per farsi aiutare, perché
non l’aveva ancora fatto?
-…cosa sta succedendo a Roxas?-
-Kagi-sama sta lottando.-
ripeté. -La
morsa del Freddo è forte, ma poco attenta.
L’Illusionista ci sta dando un grande aiuto.-
L’enigmatica risposta del Senza Cuore gli fece inarcare un
sopracciglio, ma pochi istanti dopo, entrambi si sollevarono per
l’incredulità che gli illuminò le iridi
smeraldine. -Zexion! Com’è possibile?! Lui
era…!-
-L’Illusionista
ha molte risorse, ma sta esaurendo il suo tempo. Kagi-sama deve
sbrigarsi.-
Nel frattempo, i keyblade si scontrarono di nuovo con la katana del
samurai, che si limitava a parare e schivare. Solo di tanto in tanto
sferrava un’offesa con il dorso della lama per non ferire
l’avversario.
-Sbrigati Roxas.- pensò Axel.
***
Puntò il piede sul
terreno sabbioso e strinse i denti, cercando di guardare avanti a
sé per scorgere la fine della galleria in cui si era
inoltrato pochi minuti prima. Pochi minuti, che parevano essere durati
un’eternità a causa della difficoltà
che stava incontrando.
Quella fitta e fredda
foschia scura lo avvolgeva da capo a piedi e s’insinuava
sotto i suoi abiti, gelandogli la pelle fino a farlo rabbrividire e
battere i denti. Deglutì, e continuò a guardare
avanti attraverso la barriera delle braccia, che aveva posto a difesa
del volto. S’impose di non cedere alla tentazione di girarsi
indietro per vedere quanti metri aveva percorso, perché
aveva il terrore -puro e reale, che gli correva nei polmoni insieme al
respiro- di essere rigettato da dov’era venuto. Non poteva
permettersi di tornare al punto di partenza. Il tempo stava per
scadere, lo sentiva distintamente, e a confermare questo suo radicato
sospetto c’era l’immagine del tramonto sulle
scintillanti onde del mare delle Destiny Islands, ben piantata nella
sua mente.
Ringhiò,
agguerrito, e proseguì. Un passo dopo l’altro,
appoggiandosi poi alla parete della galleria per resistere a una forte
folata di vento, che minacciava di buttarlo a terra. Grazie ai ricordi
di Sora -l’altro sé, infine aveva ricordato anche
lui- poteva affermare con certezza di essere a metà strada,
perché la galleria compiva una curva e poi andava dritta
fino alla grotta con la porta che conduceva al cuore di quel mondo,
all’uscita da quello strano reame creato dalla sua mente
soggiogata da quella di qualcun altro.
Qualcuno che come lui,
Axel, e gli altri suoi compagni, vestiva un soprabito nero e agiva
nell’ombra dell’Organizzazione per distruggerla
fino al suo ultimo membro. Ci vollero altri cinque passi e molti graffi
da parte delle sferzate di quel vento gelido, che si faceva via via
più forte, perché ne riacciuffasse il nome tra i
suoi pensieri confusi: Vexen.
Il Freddo Accademico
aveva preso il controllo sul suo corpo e ne aveva fatto ciò
che voleva. L’aveva sfruttato per i suoi personali desideri e
voglie, l’aveva costretto a combattere ed eliminare alcuni
membri dei tredici.
-Adesso basta.-
pensò deciso Roxas, quando finalmente mise piede nel luogo
segreto e puntò gli occhi azzurri sulla porta di legno,
priva di maniglia e coperta da un leggero strato di ghiaccio, che
l’avrebbe condotto fuori da quella prigione di sabbia e acqua.
***
Quando udì un flebile scricchiolio al di sotto della tunica,
l’ex numero IV trattenne il respiro.
-No.- pensò, deglutendo. -Questo è davvero
impossibile.- si disse, gettando un’occhiata fugace al
proprio petto.
-Qualcosa non va Vexen?- domandò con tono neutro. -Se non
fossi tu, direi che sembri preoccupato.-
Il biondo fissò il volto dell’altro, pallido e
sudato, e ghignò. -Potrei dire la stessa cosa di te: se non
fossi tu, direi che sembri stanco.- ribatté. -Non devi
sforzarti davanti a me, Ienzo. Sono stato io a crescerti, ti conosco.-
aggiunse, allargando il proprio sorriso quando una delle copie
svanì. -Siamo a meno uno. Che ti avevo detto?-
-E pensi che sia sufficiente? Mi deludi molto Even, ti credevo
più acuto.- replicò il numero VI, ignorando il
commento finale.
-Queste sono- un improvviso crepitio lo zittì.
Incurante della presenza del Burattinaio Mascherato, il Nessuno
più anziano abbassò immediatamente la cerniera
del proprio soprabito e portò di fronte al viso la catenella
a cui era legato il contenitore ghiacciato in cui conservava il sangue
del numero XIII.
Crepe. C’erano crepe ovunque che attraversavano il piccolo
parallelepipedo da un lato all’altro. Una goccia di sangue
fuggì da una fenditura e cadde sul pavimento grigio perla
dell’Altare, risuonando come il pesante rintocco di una
lancetta che segna una condanna, insieme a un altro pericoloso suono.
Due scricchiolii. Uno per il contenitore che stava tra le dita tremanti
del Freddo Accademico e uno per il blocco di ghiaccio che avrebbe
tenuto prigioniero il Superiore ancora per poco.
***
Preso un profondo respiro, Roxas
richiamò le proprie armi, che risposero immediatamente
all’appello. Dopodiché le sollevò
entrambe e le rivolse in direzione dell’uscio sigillato.
Liberò due raggi luminosi e questi, rapidi come saette, si
scagliarono contro il loro bersaglio, fendendone la fredda protezione
con insistenza, finché non raggiunsero il legno scuro.
I due fori si
allargarono sempre più velocemente e presto,
l’intera porta s’illuminò, sbarazzandosi
del ghiaccio, che esplose in milioni di schegge brillanti come un
grande arcobaleno. Queste piovvero sul terreno della grotta e quando
anche l’ultima cadde, la soglia si spalancò. Una
calda e intensa luce si riversò nella caverna, investendone
l’unico occupante, che non si preoccupò di
riparare gli occhi, poiché non temeva assolutamente di
restarne danneggiato. Quel bagliore lo salutò con una strana
sensazione di nostalgia e con un sussurro accorato:
“vieni”, gli diceva, “vieni, è
ora di andare”.
Congedati i keyblade, la
Chiave del Destino corse, tuffandosi verso l’uscita. -Sto
arrivando!-
E per oggi chiudiamo
qui. Lo so, sono diabolica quando si tratta di chiudere i capitoli~
Però non potete non essere contenti, eh! È
tornato Zexion per somma gioia di molti e Roxas ormai ha distrutto la
connessione che lo legava a Vexen, quindi siamo alla fine.
Ora mi ricollego a
quanto stavo dicendo a inizio post. Ho fatto due conti e credo che la
fic si chiuderà in due capitoli. Due capitoli su cui intendo
lavorare al duecento per cento. Mi auguro di non farvi aspettare i
tempi di Noè per vederli, da parte mia ci metterò
tutto l'impegno di cui dispongo, come sempre. Fra meno di un mese
sarò al mare, spero che l'aria buona e il rumore delle onde
mi siano d'aiuto.
Vi ricordo l'aggiunta
del genere angst... per favore, mettete via quei
forconi, su D: Non è colpa mia (?) se le cose andranno
così D:
Come sempre, ringrazio
chi preferisce, segue e ricorda. Ringrazio tantissimo chi commenta e
anche chi legge soltanto. Vedo le visualizzazioni e sono sempre
tantissime, grazie di cuore :3
Al prossimo capitolo!
See ya!
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Capitolo 39 *** Capitolo 39: Game Over ***
*apre ombrello per
difendersi dai
pomodori che meriterebbe* Salve! :D Sì, lo so, sono un
mostro e
una brutta persona ad avervi fatto aspettare fino adesso per
l'aggiornamento, specie perché questo è il
penultimo
capitolo. Mi scuso profondamente, a mia discolpa posso dire che... beh,
ho avuto difficoltà a scrivere la scena più
importante
(?) per questo capitolo. Ci sono rimasta su dei mesi, roba di poche
righe, eh, però non mi soddisfava per niente e non volevo
postare qualcosa che non piaceva a me per prima... poi, come forse
avete visto, mi sono dedicata a milioni di altre cose, come al solito xD
Tornando alla fic, spero che questo capitolo vi piaccia :3 Buona
lettura!
Capitolo 39: Game Over
Kingdom Hearts Re: Coded -
Dearly Beloved
Nonostante la stanchezza che lo attraversava da capo a piedi, la Chiave
del Destino riuscì a emergere dal baratro
dell’incoscienza
e compiendo uno sforzo che gli parve mastodontico, schiuse gli occhi.
Con un gemito, si accorse di vederci sfocato e di non sentire bene
ciò che gli stava accadendo attorno. Sbatté le
palpebre
per schiarirsi la vista e lentamente, quella che in principio gli era
sembrata solo una confusa macchia rossa prese una forma concreta e
quando comprese chi fosse a guardarlo dall’alto, anche il suo
udito parve destarsi.
-Roxas? Rispondimi dai…- pregò il numero VIII per
l’ennesima volta, posando una mano sulla guancia del compagno
steso a terra. -Sei sveglio? Roxas?- chiamò ancora,
ricevendo un
mugugno in risposta. -Roxas! Roxas mi riconosci?-
-…Axel?- replicò il biondo, confuso.
-Sì!- esultò il rosso, chinandosi su di lui per
baciargli la fronte. -Ce l’hai fatta! Sei tornato!-
In un attimo, ricordò ogni cosa. Partendo da
quell’ultimo,
difficoltoso viaggio all’interno della propria mente in cui
aveva
rischiato di restare prigioniero, percorse a ritroso la propria
memoria, osservando con orrore ciò che le sue mani avevano
compiuto e ciò che era stato fatto al suo corpo quando il
Freddo
Accademico ne aveva preso il comando. Scattò a sedere, con
il
fiato corto, e sgranò gli occhi azzurri, puntandoli verso il
compagno che gli stava accanto.
-C-Cosa ho fatto…?- balbettò in un soffio,
sfiorando la
ferita aperta sul fianco dell’altro con dita tremanti.
Il numero VIII richiamò la sua attenzione posandogli una
mano
sul viso. -Se vuoi proprio saperlo, mi hai salvato la vita.- disse con
un sorriso. -Quel colpo probabilmente mi avrebbe eliminato, ma sei
riuscito a deviarlo. Il risultato è questo, ma non
preoccuparti,
guarirà.-
Roxas spalancò ancora di più gli occhi, trafitto
dalla
conferma finale: stava per uccidere Axel. L’unico per cui
aveva
lottato fino a quel momento. L’unico che…
-Non pensarci più, Roxas, ok?- affermò Axel,
carezzandogli le ciocche bionde e frenando i suoi pensieri. -Vexen la
pagherà per ciò che ha fatto, ci penseranno
Xemnas e
Zexion.-
-…Zexion? È ancora…?-
domandò incredulo.
-Già!- esclamò il rosso. -Quel nano ne sa una
più del diavolo.-
Il sollievo che travolse la Chiave del Destino fu enorme. Dai suoi
ricordi aveva capito che il Burattinaio Mascherato era stato eliminato
dal numero IV e dai suoi Nessuno Samurai, invece era sopravvissuto. Fu
in quel momento che un sussurro dei due guerrieri presenti raggiunse i
suoi pensieri. La battaglia non era ancora conclusa. Toccava a lui
porvi la parola fine.
Sotto lo sguardo perplesso del compagno, il custode si alzò.
-Voi due restate qui, occupatevi di lui finché non arriva
qualcuno.- ordinò, aprendo un varco oscuro accanto a
sé.
-Come desideri,
Kagi-sama.- risposero in coro i due, chinando il capo in
segno di obbedienza.
-No, Roxas, aspetta! Dove pensi di andare?- domandò confuso,
facendo per alzarsi.
Il suo movimento, però, si arrestò prima che
potesse
essere compiuto a causa di un bacio leggero della Chiave del Destino.
Lo fissò nelle iridi smeraldine e gli sorrise incoraggiante.
-Vado a chiudere la partita. Non preoccuparti Axel.- asserì.
-Tornerò presto, lo prometto.- proseguì, sancendo
quella
promessa con un nuovo contatto tra le loro labbra.
Voltate le spalle al numero VIII, il biondo si avviò, deciso
a
mantenere la parola data. Non poteva deludere proprio lui.
L’unico che in tutto quel tempo che aveva trascorso
nell’Organizzazione lo aveva fatto sentire come se, da
qualche
parte, il suo cuore ci fosse ancora e fosse in qualche modo
recuperabile. Invece, lui non era nulla di più che un guscio
vuoto, molto più dei suoi compagni, ed era stato un
traditore a
svelargli quella cruda verità che persino Xemnas conosceva
benissimo. Frenando un sospiro, Roxas si addentrò nel varco
e si
chiese se davvero lui non fosse unicamente uno strumento nelle mani del
Superiore e dell’Organizzazione XIII.
Axel guardò il biondo svanire nelle spire del passaggio
oscuro e
solo quando questo si chiuse, si accorse d’aver trattenuto il
fiato. Si premette una mano sul fianco e si tiro in piedi per andare ad
accasciarsi con cautela contro la parete più vicina. Si
fidava
di Roxas, quindi non doveva temere nulla, però…
-Cos’era quello sguardo?- pensò, prendendo un
lungo respiro.
Nei limpidi occhi azzurri del numero XIII aveva scorto una strana
sfumatura, un misto di dubbio e rassegnazione. Si chiese cosa potessero
significare e a cosa fossero rivolte, ma non giunse al termine di
quelle riflessioni perché i numeri II e III erano comparsi
rispettivamente dal soffitto a testa in giù e in un turbine
dalla finestra, pretendendo spiegazioni tra una maledizione e
l’altra.
***
Il colpo ricevuto era stato così forte da fargli
attraversare
tutta l’area dell’Altare del Niente e farlo
sbattere contro
la balaustra dal lato opposto, lasciandovi una vistosa crepa. Vexen
tossì, portandosi un braccio al torace e rialzando lo
sguardo
sul primo fondatore che bagnato da capo a piedi, torreggiava su di lui
in un tutta la sua imponente figura, nonostante la distanza. Nel pugno
stringeva ancora ciò che restava della fiala in cui aveva
conservato il sangue di Roxas per tutto quel tempo e il peso del suo
fallimento schiacciò la sua mente solitamente lucida e
calcolatrice.
Le copie create dal Lexicon scomparvero come miraggi in un deserto e
Zexion cadde in ginocchio con il respiro affannato e una mano premuta
contro la ferita procuratagli dal Samurai. Persino il soprabito era
ormai zuppo di sangue e come ulteriore segnale dell’emorragia
e
della stanchezza che ne era conseguita, la vista iniziava a sbiadirsi.
Nonostante questo, però, riuscì perfettamente a
distinguere la nera sagoma di Xemnas, illuminata dalla luce delle sue
lame rosse, che si avvicinava al traditore che si rialzava a fatica.
Sull’imperioso cammino del Superiore comparve un ostacolo
fatto
di ghiaccio, che fu abbattuto in un battito di ciglia con una sferzata
della spada che il Nessuno teneva nella mano destra. Dal pavimento
sorsero altri gelidi muri, ma nemmeno uno riuscì a frenare
l’avanzata del numero I dell’Organizzazione.
Falciato via
l’ennesimo baluardo di difesa, Xemnas studiò con
apparentemente algida indifferenza il vuoto lasciato dal varco che si
stava chiudendo sotto i suoi occhi.
-Dove sarà andato a rifugiarsi?- pensò per poi
voltarsi.
Osservò il Burattinaio Mascherato che sembrava pronto a
crollare
definitivamente da un momento all’altro. Non perse tempo a
ragionarci sopra, salvare i compagni rimasti era la priorità
assoluta. Il traditore avrebbe potuto cercarlo in un secondo momento,
egli era solo e indebolito dalla sconfitta, non ci sarebbe voluto molto
per ritrovarlo ed eliminarlo. Liberate le mani dalle proprie armi, il
Superiore s’incamminò verso il compagno esausto,
ma si
fermò e con lui il suo respiro quando vide un varco aprirsi
alle
spalle del numero VI. Emerse un braccio teso e subito dopo il viso
ossuto del Freddo Accademico, deformato in un’espressione
folle e
distrutta, mentre evocava una grossa scheggia di ghiaccio.
Sgranò gli occhi ambrati e riprese in mano entrambe le
spade,
mentre richiamava una squadra di cinque Stregoni e il gelido dardo
veniva scagliato in direzione del suo bersaglio. Tuttavia,
né
lui né i suoi soldati ebbero modo d’intervenire.
Nello
stesso istante, una katana macchiata di cremisi tagliò in
due la
scheggia e il Lontano Ricordo affondò nel torace
dell’ex
numero IV, trapassandolo senza pietà.
Roxas e il suo samurai erano emersi dal pavimento in silenzio in mezzo
ai due Senza Cuore, come assassini professionisti, e rapidamente
avevano portato a termine il loro compito. I due frammenti di ghiaccio
passarono accanto all’alta figura del guerriero e
s’infransero sul bianco pavimento, senza sfiorare nemmeno di
un
millimetro il Burattinaio Mascherato che, voltatosi, osservava la scena
con sguardo spaesato. L’arto che aveva scagliato
l’attacco
si abbassò tremando, mentre veniva circondato da una spirale
di
polvere nera e Vexen tossì, schizzando di sangue il viso di
quello che ormai non era più il suo strumento.
Abbassò
gli occhi verdi puntandoli in quelli azzurri, trovandoli sì
vivi
ma freddi, determinati, e persino furenti.
-Arrabbiato… Roxas?- soffiò con una risata
derisoria, lasciandosi andare al Nulla che lo stava trascinando via.
-Già.- rispose secco il numero XIII. -Avrei voluto
trapassarti almeno altre cento volte e non sarebbe comunque bastato.-
L’altro ghignò ancora. -Vorrei tanto avere un
cuore per
poter ridere, sai?- mormorò in modo tale che solo lui
potesse
sentirlo. -Quanto tempo durerai prima che il suo richiamo diventi
irresistibile?- domandò infine, svanendo un pezzo alla volta.
La Chiave del Destino però non gli concesse altri istanti.
Ruotò l’arma con un gesto secco, portandola di
piatto, e
tagliò il torace del Nessuno più anziano. Vexen
fu
privato dell’ultimo respiro e si ridusse in un ammasso di
polvere, che l’attimo dopo fu inghiottita dal Nulla, senza
lasciarne traccia.
***
Roxas osservò in silenzio la propria rosa mentre la bagnava
con
dell’acqua fresca. Nonostante il tempo passato dalla
fioritura e
i petali caduti, era ancora bella come il primo giorno in cui il suo
bocciolo si era schiuso. Sembrava accaduto solo pochi giorni prima,
invece era passato quasi un mese.
Ci avevano messo una settimana abbondante per riprendersi dallo scontro
con il Freddo Accademico. I feriti erano stati curati al meglio delle
loro possibilità, mentre gli altri, lui compreso, si erano
dedicati alla riparazione del castello con l’aiuto dei
Nessuno di
bassa lega. La tranquillità era tornata a regnare tra le
loro
mura, ma alla Chiave del Destino quel castello non gli era mai sembrato
tanto vuoto e gelido. Privata di quattro dei suoi membri,
l’Organizzazione gli appariva come uno storpio che seguitava
a
camminare incurante della propria menomazione. Nonostante
ciò,
tutti loro avevano presto ripreso le loro missioni e la raccolta dei
cuori per Kingdom Hearts. All’inizio, non andavano mai soli,
ma
negli ultimi giorni, Xemnas aveva allentato la corda e i viaggi di
ognuno erano ripresi come se nulla fosse accaduto. Tutti tranne i suoi,
ovviamente. Lui non veniva mai mandato in missione da solo, ed era
sorvegliato a vista dai compagni più stretti persino
all’interno del castello. Erano rari i momenti come quello,
in
cui poteva dedicarsi a se stesso in pace e serenità, sapeva
che
non sarebbe durato a lungo, quindi cercò di goderselo e di
farne
tesoro più che poté.
Fu un insistente e ritmico bussare alla porta della sua stanza che lo
destò dai suoi pensieri. Con un sospiro rassegnato, Roxas
posò l’innaffiatoio e si mosse per andare ad
aprire al suo
ospite.
-Ehi piccoletto!- esclamò Xigbar, comparendo a testa in
giù dal soffitto, esattamente sopra la Chiave del Destino,
che
cacciò un piccolo grido per poi finire seduto sul pavimento.
-Buongiorno… Xigbar…- mormorò Roxas,
massaggiandosi il fondoschiena dolente.
La sua piccola bolla di pace era scoppiata prima del previsto e con una
violenza inaudita. Ed era certo di una cosa: alle apparizioni
improvvise del numero II non si sarebbe mai abituato, nemmeno in cento
anni.
-Che fai lì per terra?- chiese il Nessuno più
anziano,
ghignando, con un’innocenza talmente falsa che si sarebbe
potuta
percepire fino giù alla cittadella. -Tirati su che andiamo!-
-Andiamo?- ripeté il biondo, alzandosi e spolverandosi il
soprabito. -Andiamo dove?-
-In missione! Il capo mi ha detto di prenderti e andare insieme a
Wonderland!-
Il custode sbatté le palpebre un paio di volte. -Io non ne
sapevo niente… Perché- Ah!-
s’interruppe con un
altro gridolino a causa del varco che si era aperto sotto i suoi piedi.
-Senti piccoletto, questi sono gli ordini, quindi andiamo!-
affermò Xigbar sparendo di nuovo per apparire sotto il
ragazzino
e trascinarlo con sé, tirandolo letteralmente per i piedi,
mentre si esibiva in una risata sguaiata che coprì
totalmente le
vane proteste dell’altro. -Con te ci si diverte di sicuro!-
Quando tornò quella sera, stanco e con i capelli ancora
più in disordine del normale, Roxas lasciò
volentieri a
Xigbar l’impegno di fare rapporto al Superiore e se ne
andò direttamente in camera sua, senza nemmeno passare dalla
porta. Si liberò del soprabito e si sdraiò sul
letto,
dando le spalle all’uscio e puntando gli occhi celesti sulla
finestra e sul cuore color latte che stava sospeso nel cielo nero di
quel mondo.
Concedendogli giusto uno o due giorni di riposo tra una missione e
l’altra, Xemnas non gli stava dando tregua. Ovviamente, ne
sospettava la ragione: con quattro membri in meno i restanti dovevano
lavorare molto di più per raccogliere i cuori, lui
soprattutto,
che grazie al keyblade poteva velocizzare ulteriormente questo
processo, veniva mandato fuori quasi tutti i giorni.
Sospirò, in
quelle condizioni non sarebbe mai riuscito a recarsi in un mondo
specifico.
Un leggero bacio sulla nuca e un braccio che gli cingeva il fianco lo
destarono dai suoi pensieri. Roxas sorrise e si appoggiò
totalmente al petto che non aspettava altro che accoglierlo. A quei
gesti dolci e premurosi si era abituato anche troppo presto, e allo
stesso tempo aveva cancellato il ricordo di altre mani che si muovevano
sul suo corpo.
-Bentornato Axel.- disse, voltandosi.
-Grazie.- replicò lui. -Bentornato anche a te, ho sentito il
rapporto di occhio di falco.-
Il biondo ridacchiò. -Se ti sente…-
-Mi farò inseguire come sempre!- esclamò
divertito il
rosso, prima di sollevarsi e spingerlo con la schiena contro il
materasso.
Gli aggredì le labbra l’attimo dopo, cercando
immediatamente un contatto più profondo e intenso. Roxas lo
accontentò, schiudendo la bocca e liberandolo del soprabito
che
ancora aveva addosso. Il capo d’abbigliamento
scivolò sul
pavimento con un fruscio e nel suo abbraccio finirono presto anche i
guanti del numero VIII e i vestiti di entrambi. Quando si separarono in
cerca d’aria, il biondo riaprì gli occhi e non
poté
non guardare la candida cicatrice rimasta sul fianco del suo compagno.
La sfiorò con la punta delle dita, ma fu Axel stesso a
impedirgli di toccarla totalmente e a richiamare la sua attenzione,
posizionandosi meglio tra le sue gambe. Lo baciò con
dolcezza
sulle labbra, per poi passare alla guancia e infine al collo,
torturandolo anche con piccoli morsi, che lo ricompensarono presto:
Roxas sospirava sotto il suo tocco, aggrappandosi alle sue spalle e
spingendosi verso di lui per chiedere altro.
Il custode del keyblade aveva capito che non doveva pensare a quel che
aveva fatto, era stato perdonato per tutto e anche quel segno bianco
sul corpo del numero VIII non era altro che un ricordo da mettere da
parte. Sussultò e gli sfuggì un gemito quando
Axel gli
accarezzò l’intimità prima di
cominciare a
massaggiarla insieme alla propria. A quel punto, Roxas gettò
la
testa all’indietro, affondando con la nuca nel cuscino, e si
abbandonò alle mani del suo amante, spegnendo ogni pensiero.
Dalle labbra, il rosso era tornato a dedicarsi al collo del suo
compagno e quando gli venne offerto involontariamente più
spazio
non se lo lasciò sfuggire. Gli piaceva da impazzire
vezzeggiarlo
con baci, morsi e lappate, e impegnarsi per non lasciare segni sulla
sua pelle sottile. Al suo orecchio giunse un gemito più
acuto
dei precedenti, quindi Axel sollevò il viso e trattenne il
fiato
quando incrociò gli occhi di Roxas: gli sembrarono fatti
d’acqua tanto erano lucidi a causa della libidine che li
aveva
annebbiati. Deglutì a vuoto. Quei pozzi celesti erano in
grado
di incantarlo in un attimo come se non li avesse mai visti prima.
Probabilmente stanco di attendere, il Nessuno più giovane
intrecciò le dita tra le ciocche scarlatte dei suoi capelli
e
gli strinse le ginocchia sui fianchi, mentre gli rubava un nuovo bacio
intervallato da sospiri spezzati.
Il rosso, però, non aveva intenzione di giungere al sodo,
non
ancora. Smise di stimolare le loro erezioni, ottenendo un misto tra un
ringhio e un grugnito, che lo fece ridacchiare, ma non si
lasciò
intimorire e proseguì nei propri intenti. Con la mano destra
andò a carezzare con leggerezza il fianco del biondo,
spostandosi poi all’interno coscia, mentre con le dita della
mancina gli solleticava l’apertura senza violarla davvero. La
Chiave del Destino fremette e rabbrividì sotto quei tocchi
giocosi, che secondo lui avevano il solo scopo di farlo impazzire,
quindi si fece audace e prese il controllo del bacio che ancora non si
era interrotto, tramutandolo in uno schioccante scontro. Axel
mugolò, piacevolmente sorpreso, quindi si mise a sedere,
trascinando l’amante con sé, che si
accomodò meglio
sulle sue gambe e sospirò, quando l’erezione
sfregò
contro i loro addomi vicinissimi. Solo allora, il numero XIII sciolse
il contatto tra le loro labbra per mancanza d’aria, ma non
diede
al compagno il tempo di reagire perché lo spinse
delicatamente a
sdraiarsi sulla schiena con lui che lo guardava dall’alto,
sorridendo con malizia e dichiarando la propria vittoria.
Axel ridacchiò ancora, divertito da quella presa di
posizione ma
di certo non sconfitto né pronto ad arrendersi al volere di
quel
piccolo diavolo mascherato. In un attimo, il Nessuno più
giovane
si ritrovò disteso sul materasso con la testa sul cuscino e
le
gambe appoggiate alle spalle dell’amante, che aveva ripreso a
mordergli l’orecchio e a soffiarvi il proprio amore dopo ogni
morso.
Quando finalmente Axel si spinse nel suo corpo, Roxas trattenne il
fiato e allacciò le braccia attorno al collo
dell’altro,
stringendo le ciocche rosse tra le dita. Subito dopo rialzò
le
palpebre che aveva abbassato e riprese a respirare, mentre incrociava
le iridi del suo amante. Si sentì trafitto da quello sguardo
smeraldino, caldo come il fuoco che il numero VIII controllava con il
semplice pensiero.
Spalancò la bocca in un gemito quasi soffocato quando giunse
la
prima spinta, che gli donò un’intensa scarica di
piacere.
Seguì poi la seconda e la terza, e poi tante altre, sempre
più veloci ed esigenti, ma a un tratto il ritmo
calò fino
a spegnersi e lui mugugnò, protestando, per restare senza
fiato
il momento dopo, perché di nuovo la mano calda del rosso si
era
stretta attorno alla sua erezione pulsante.
Dal canto suo, Axel sospirò nel sentire i muscoli
dell’altro contrarsi attorno alla propria
virilità, quindi
riprese a muoversi, dando alla propria mano lo stesso ritmo delle
spinte, mentre si chinava ancora una volta sul collo del biondo. Non si
sarebbe mai privato della possibilità di sentirlo gemere e
sospirare accanto al suo orecchio, mai. A quel pensiero,
aumentò
istintivamente la velocità; voleva sfamarsi dei suoni
prodotti
dalla bocca della Chiave del Destino, in cui a tratti emergeva il
proprio nome. E fu quella la parola che fuggì dalle labbra
di
Roxas, insieme a un gemito quando raggiunse l’apice del suo
piacere, stringendosi ancora di più a lui e conficcandogli
le
unghie nella schiena.
Solo allora, il Nessuno più anziano si concesse di tornare a
baciarlo, invadendogli la bocca con un contatto profondo e quasi
violento, che lasciò entrambi senza fiato. Stordito, il
biondo
lasciò che il suo compagno continuasse, ma ci volle poco
prima
che anche lui arrivasse al culmine dell’amplesso, riversando
un
verso roco e soddisfatto direttamente sulla sua lingua.
Passenger - Let her go (cover
dei Within Temptation dall'album The Q-Music Sessions)
Uscito dal suo corpo, Axel aveva coperto entrambi con le lenzuola e lo
aveva fissato un’ultima volta negli occhi, prima di
stringerlo
tra le braccia, sussurrandogli per l’ennesima volta il suo
amore
all’orecchio, e cadere addormentato contro la sua spalla. A
occhi
socchiusi, Roxas sorrise e ricambiò l’abbraccio
del rosso,
per poi alzare il viso sul soffitto della propria stanza.
Gelò all’istante, sgranando le iridi celesti.
Le stelle finte che il suo compagno gli aveva regalato brillavano nel
buio della camera e dopo quasi un mese gli ricordarono con fredda
dolcezza che era un altro il luogo in cui doveva stare.
Deglutì,
sentendo la bocca asciutta come sabbia, e si ritrovò ad
annaspare in cerca d’aria. Istintivamente si strinse ancora
di
più al suo amante, per poi donargli un’occhiata
tremante e
combattuta.
-Perché? Perché proprio adesso?-
pensò, mordendosi il labbro inferiore per soffocare un
singhiozzo.
Tornò a guardare il soffitto mentre la prima lacrima
silenziosa
gli solcava la guancia. Amava Axel. Lo amava dal profondo
dell’anima, ne era più che sicuro, ma sapeva anche
con
assoluta certezza che il suo posto era un altro. C’erano
tante
cose a gridarglielo: il dolore che sentiva all’altezza del
petto,
vuoto; la consapevolezza di essere considerato un mero strumento dagli
altri membri dell’Organizzazione; e quelle finte stelle, che
sembravano spingerlo a rivestirsi e andarsene in quel preciso istante
per andare a vedere quelle vere, nel cielo limpido e blu -non nero come
l’inchiostro, ma blu. Un bellissimo e vellutato blu che
ricordava
perfettamente- delle Destiny Islands.
Sentì il suo compagno muoversi nella sua stretta,
così la
allentò di colpo, fissandolo con occhi sgranati,
terrorizzato al
pensiero che potesse svegliarsi e trovarlo in quello stato.
Fortunatamente, il rosso si limitò ad accoccolarsi meglio
sotto
le coperte, restando beatamente a dormire.
Roxas prese un lungo e tremante respiro. Guardò il viso
disteso
di Axel, poi il soffitto, facendolo saltare dall’uno
all’altro. Istintivamente si portò una mano al
petto,
cercando di lenire quel dolore straziante che sembrava spaccarlo a
metà. Crollò tra le braccia del sonno dopo una
lunga e
sfibrante ora, con due lacrime che ancora gli solcavano le guance.
E come a seguirne la scia, anche la sua rosa pianse due petali,
emettendo un silenzioso suono di rottura.
Eccoci in fondo.
Gentili lettori, esultate! Vexen
è morto! So che aspettavate questo
lieto evento da "qualche" capitolo xD
Dunque, ora che Vexen ha tirato le cuoia, sono altri i nodi che vengono
al pettine. Nonostante tutto, nonostante l'amore che prova per Axel,
Roxas continua a pensare alle Destiny Islands, al loro cielo e alle
stelle che potrebbe ammirarvi se solo ci andasse.
Vi
ricordate che ho aggiunto l'Angst come genere, vero? <.<
Bene, ecco la punta dell'iceberg :D *si eclissa*
Vi prego di non picchiarmi ç.ç
Quindi, il prossimo sarà l'ultimo capitolo e io spero
vivamente
di postarlo prima della fine dell'anno, ma non garantisco nulla.
L'università e le mille altre cose che faccio mi prendono
sempre
più tempo ed energie, ma cercherò di fare del mio
meglio.
In più, ho già bene in mente cosa scrivere,
quindi non
dovrei avere troppi problemi. Per quanto riguarda ciò che
avete
letto sopra, ebbene sì: la mia difficoltà
è stata
la lemon. Era da tanto che non scrivevo una scena Akuroku di questo
genere e mi sono trovata ad annaspare quando mi sono accorta di non
essere riuscita a renderla come volevo. Per fortuna, alla fine sono
uscita dal tunnel (?) del blocco dello scrittore.
Per concludere, mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto :3
...e in realtà ho un'altra cosa da fare. Cioè
ringraziare
voi. È da una vita che non ringrazio chi ha messo la fic tra
preferite/ricordate/seguite e, a parte gli ultimi che hanno inserito la
storia nei suddetti elenchi di recente, credo di essermi persa qualcuno
con l'elenco di EFP, visto che ho altre fic in ballo e si aggiorna
continuamente. Perciò, spero che non vi dispiaccia se per
oggi
vi ringrazio in modo generale, poi prometto che vi
ringrazierò
uno per uno, così non sbaglio :3
Grazie a tutti coloro che hanno inserito la fic tra le preferite, le
ricordate e/o le seguite, grazie a chi ancora commenta nonostante tutto
e grazie anche a chi legge soltanto. Siete veramente tantissimi, grazie
di cuore <3
Detto questo vi saluto! Ci rivediamo con l'ultimo capitolo!
See ya!
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