The Hangover Part II di _diana87 (/viewuser.php?uid=13963)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** How it all started ***
Capitolo 3: *** We won't never do this again ***
Capitolo 4: *** This is not happening again... ***
Capitolo 5: *** Guys, I think we lost. ***
Capitolo 6: *** The elephant, the asylum and the circus ***
Capitolo 7: *** Escape! ***
Capitolo 8: *** Richard Gere and Spiderman ***
Capitolo 9: *** A very crappy situation ***
Capitolo 10: *** "Barack? I'd killed myself with a name like that." ***
Capitolo 11: *** "Not to mention that we have the guards of the President after us!" ***
Capitolo 12: *** Epilogue ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Ebbene sì.
Il giorno tanto temuto è arrivato.
Il seguito di "Hangover Crossover" è qui!
Scritto per chi volesse sapere che fine hanno fatto il nostro gruppo di imbec...ehm eroi.
Buona lettura!!
ps: o personaggi (purtroppo) non mi appartengono. Sennò a questo punto sarei ricca e sposata ad un attore famoso u.u
Hangover Part II.
Prologo.
Frettolosamente, Richard Castle prese il suo cellulare.
Avevano fatto la conta, giocato a morra cinese, e come se non bastasse, lui aveva perso.
I suoi amici avevano continuato a prenderlo per il culo per almeno cinque minuti, chiamandolo "Sfigato".
Toccava a lui fare quella chiamata.
Compose nervosamente il numero di sua moglie.
Per un attimo esitò guardando i suoi amici: non perchè avesse paura, ma perchè si era dimenticato il numero.
Attese con impazienza mentre c'era quel tu-tu a tenerlo in attesa.
"Pronto??" la delicata voce di Kate Beckett risuonava per tutto l'orecchio di Rick, tanto che anche gli altri del gruppo potevano sentirla.
"Ehm ciao tesoro, luce dei miei occhi--!!"
"NON TENTARE DI FARE IL DOLCE CON ME CHE NON ATTACCA!! DOVE CAZZO SIETE??? E DOVE CAZZO E' WAYNE??? GRACE STA PER AVERE UN ATTACCO DI PANICO, TERESA HA LE DOGLIE... MUOVETE QUEL CULO!!!"
"Ma mia dolce musa..."
"NON CHIAMARMI MUSA!!! IO STO PER AVERE UN ESAURIMENTO NERVOSO!! RINGRAZIO LANIE E JENNY CHE MI TRATTENGONO SENNO' PRENDEREI TUTTI QUANTI A SCHIAFFI!!... E TU CHE CAZZO HAI DA GUARDARE?? NON HAI MAI VISTO UNA DONNA URLARE AL TELEFONO CON SUO MARITO?? SPARISCI SE NON VUOI TROVARTI UN PROIETTILE CONFICCATO IN QUEL POCO DI CERVELLO A FORMA DI NOCCIOLINA CHE HAI!!!"
Richard Castle temeva di diventare sordo.
Aveva anche messo il cellulare con il vivavoce, in modo che Patrick Jane, Kimball Cho, Javier Esposito e Kevin Ryan potessero udire.
"Vedete come mi fa impazzire? E' una pazza!" sussurrò al gruppo.
"Guarda che ti ho sentito!!! Allora dov'è Wayne???"
Rick si guardò con gli altri.
E ora cosa avrebbero detto?
Kevin era preso da un attacco d'ansia e si stava mangiando le unghie.
Javier si stava scolando una bottiglia di gin che presumibilmente aveva rubato dall'hotel dove alloggiavano.
Kimball restava impassibile, braccia conserte e guardava fisso lo scrittore.
Patrick fischiettava guardando in alto e facendo l'indifferente.
A quel punto, Rick si sentì offeso.
"Che begli amici stronzi che ho!" sussurrò indicandoli uno per uno.
"RICHARD CASTLEEEEEEEE!!!" la voce di Kate risuonava da quel cellulare infrangendo le barriere del suono.
"Sì mia dolce musa? Ehm credo che abbiamo un problema..."
"Che cazzo vuol dire?!"
"Ecco... è successo di nuovo... abbiamo smarrito lo sposo!"
La detective rimase a bocca aperta, trattenuta dall'urlare di nuovo e sbattere il suo costosissimo iPhone4S, decorato coi brillantini e Swarovski, per terra.
Guardò il gruppo di donne dietro di lei.
Grace aveva le vampate. Forse per il caldo, dato che quel vestito da sposa era davvero pesante, oltre ad avere un pessimo gusto.
Kate arricciò il naso, poi tornò alla conversazione telefonica.
"Siete dei coglioni, lo sapete vero?!"
"Lo so, mia dolce musa, ma--"
"NON CHIAMARMI MUSA!!! Trovate Wayne o sono cazzi amari!!"
Purtroppo quando Kate si incazzava, Rick non doveva mai chiamarla col suo nomignolo.
La detective attaccò il telefono e dallo sguardo irritato che aveva, si voltò verso il gruppo delle sue amiche con un sorriso smagliante.
Intanto, il gruppo dei defici...ehm amici, guardava preoccupato.
Patrick si avvicinò al suo compagno di scorribande preferito, posandogli una mano sulla spalla.
"Ha detto che saranno cazzi amari! Sai che vuol dire, Rick?"
"Che non me la darà per almeno un mese se non troviamo Wayne!!"
Disperato, si coprì il volto con le mani.
Erano davvero nei guai.
Tante domande riempivano le menti (?) di questi uomini disperati: dov'era finito Wayne? Come erano arrivati a quel punto? Ma sopratutto: cosa cazzo era successo?? (ah non lo so, la fanfiction è la tua, non capisco perchè ti poni tutte queste domande! -nb Castle- Perchè è una demente come noi! -nb Jane- -.-' ditemi un'altra parola di troppo e vi faccio vedere io che vi combino...Jane, devo ricordarti che ho fatto mettere incinta tua moglie perchè mi aveva risposto male?? -nb autrice- E come hai fatto scusa, tu sei una donna! -nb Jane- Coglione, lei è l'autrice, lei può tutto!! -nb Castle- Meno male qualcuno che ragiona come me ogni tanto!u.u -nb autrice-)
Finché qualcuno ebbe un'illuminazione.
"Oddio... Kate ha detto che Teresa ha le doglie? Sto per diventare padre!!!" (sottolineo, di nuovo padre!u.u -nb Jane- non cominciamo -.- -nb autrice-)
Patrick iniziò a saltellare per la gioia, ma non si accorse che facendo così inciampò per delle scale dove erano seduti, sbattè la testa, e si rialzò con un gran bernoccolo.
Il gruppo corse per verificare se stava bene.
"Patrick rispondi!! Non possiamo perdere anche te!!"
Il biondo li guardò e dal suo sorriso, potevano constatare che stava bene.
"Salve, miei fidati seguaci! Io sono il vostro Messia!"
Ci fu una caduta generale.
Okay, le cose non potevano andare peggio di così.
Angoletto dell'autrice poco sana di mente:
Salve!!
Come dire... sono fuori di testa.
Vi prego di sedervi e di scrivermi tutto ciò che volete, di brutto o cattivo, non importa, accetto anche insulti u.u
Alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** How it all started ***
Primo capitolo di questa storia partita già male
Primo
capitolo di questa storia partita già male (per i nostri imbeci...ehm eroi).
Aspetto
recensioni, mandatemi anche al manicomio, va benissimo ^^
How it all started.
DUE
GIORNI FA...
"RIIIIICK!!!!
PAAAAAAT!!! RISPONDETEEE!!!"
Il
biondo irlandese, davanti la porta di quella che il mentalista definiva
"casa di relax del CBI" urlò sperando che sentissero.
Lo
scrittore insieme al mentalista, si strofinò orecchie e occhi.
"E' incredibile,
Paddy! Non solo mi tocca sopportare Kevin tutti i
giorni al distretto… ora sento anche
la sua voce!! È una persecuzione!!"
Da
fuori, l'eco altisonante di Kevin Ryan che urlava cercando i suoi amici,
risuonava anche da dentro tutto il CBI, tanto che gli agenti furono colti da
un'improvvisa sensazione che ci fosse un fantasma.
"Hai ragione! La sento anch'io… forse è il caso che ci facciamo
controllare…" disse continuando a sistemare l'antenna della televisione.
I
due si erano riuniti nel loro posto segreto per vedere un importante match di
football, cosa che altrimenti le loro dolci mogliettine non avrebbero potuto
concedere loro.
Infatti,
Kate avrebbe preso Rick per le orecchie, come ai vecchi tempi, costringendolo a
guardare un caso di omicidio in cui si richiedeva la sua consulenza. Dall'altra
parte, Teresa avrebbe preso Patrick a calci se non le avrebbe portato subito da
mangiare e quello che voleva. Infatti, la donna era incinta dell'ottavo mese, e
Patrick sapeva già di suo cosa voleva dire: diventare zerbino per la propria
moglie.
Improvvisamente,
i due voltandosi casualmente, videro Kevin sbattere insistentemente i pugni sul vetro
della finestra mentre faceva della mosse amorfe con la faccia.
"Ehi, deficiente!!! Così mi rompi la baracca!!! Poi dove vado a vivere??...
Ehi… ma quello è Kevin… non è possibile… devo avere le traveggole…
ora ho anche le visioni…"
Rick
lo raggiunse, cercando di dar consiglio all'amico.
"Anch'io… oddio, ora comincio seriamente a preoccuparmi…"
Il
consulente gli mise una mano sulla spalla sconsolato.
"Caro amico, è meglio prendere il numero di un buon analista, non siamo
mentalmente stabili…" (ah questa sì che è buona... io che sono una
mentalista mi devo definire pure 'non mentalmente stabile'! Questo è il colmo,
mi rifiuto di continuare a fare parte di questa storia!u.u -nb Jane- Ma piantala
per favore! -.- -nb autrice- Hai pure scritto che abito in una baracca?? Ma ti
pare il caso?? Io sono un uomo ricco!! -nb Jane- Mai quanto me *coff coff* -nb
Castle- Se non la piantate dico alle vostre mogli cosa combinate di nascosto...
-nb autrice-)
Finchè
qualche vetro si ruppe.
Nel
frattempo, dal CBI suonarono vari allarmi, e gli agenti si prepararono a
sfoderare l'arma, poiché si diceva che c'era un fantasma che tentava di entrare
nella struttura e disturbare i poliziotti.
"Ecco
ti pare che quando si organizza l'addio al celibato per me, succedono queste
cose!" Wayne Risgby, diretto interessato della vicenda, era stato appena
interrotto dal suo 'spuntino-pre-pranzo'.
L'amico
Kimball Cho, lo prese il braccio.
"Forza,
andiamo!"
"Ma
è il mio panino!" disse sul punto di mettersi a piangere.
Cho
sospirò. Dalla porta fece capolino Grace Van Pelt, la sua futura sposa, che lo
guardò come se fosse pazzo.
"Sembra
che devi sposarti col panino invece che con lei!" gli disse Cho indicando
la rossa.
"Coglione,
hai rotto il vetro e ora è suonato l'allarme!! Scopriranno il nostro covo
segreto!!"
Rick
dava dei colpetti alla nuca di Kevin accusandolo del misfatto.
"Ma
io... io volevo solo entrare... e vedere la partita con voi!"
La
faccia da cane bastonato di Kevin non bastò. Poi Patrick spalancò gli occhi,
preso da un attimo di terrore. Indicò col dito il buco che si era fatto alla
vetrata.
"NOO! La mia
porta! Kevin, sei una testa di cazzo! Ora non solo mi gira il
cazzo perché non si riesce a vedere un cazzo in questa cazzo di televisione,
ora ce mancava solo una testa di cazzo come te a peggiorare questa situazione
del cazzo! E che cazzo!"
il biondo continuava a darsi dei colpi in testa, disperato per la sua
'perdita.'
Rick
sospirò.
"Quella
vetrata è la tua porta?"
"La
porta di emergenza!!" rispose il biondo quasi piangendo.
"Scusami,
Patrick, ma che sei monotematico?"
"Perché?"
"Perché in una frase di 10 parole hai usato 30 volte la parola
'cazzo'...
E che caz… ehm… cribbio!" (e basta con queste parole! Questa storia la
leggono anche i minori, non stiamo dando il buon esempio u.u -nb Castle- Giusto
collega u.u -nb Jane- Perché voi siete imbecilli e dementi, oltre che poco
acculturati, quindi vi meritate questo trattamento u.u -nb autrice- Devo
ricordarti che io ho studiato? -nb Castle- Quanto sei noioso... -.- -nb Jane-)
Kevin,
invece, diede dei colpetti sul televisore e miracolosamente riprese il
segnale mandando perfettamente in onda la partita… (tipo forza magnetica *___*
-nb Ryan- E che cazzo, ma io devo continuare sta FF, non rompete le palle!! -nb
autrice- Ecco è sempre lei la solita volgare u.u -nb Jane- Concordo collega u.u
che pessimo esempio di donzella u.u -nb Castle- Guarda che se continui con le
parolacce poi non ti sposa nessuno u.u -nb Jane- Ma fatevi gli affaracci vostri
-.- -nb autrice-)
A
Patrick si illuminarono gli occhi e corse ad abbracciare il biondo irlandese.
"Oh
Kevin! Ti voglio bene!"
"Ma come?? Prima volevi cacciarmi e adesso mi vuoi
bene?" cercò di dire Kevin, soffocato dall'abbraccio.
Rick
tentò di staccare i due e posò una mano sulla spalla di Ryan e l'altra su
quella di Patrick, il quale sorrideva come un ebete.
"Prima non era in sé…
Ma piuttosto... La partita! Venite e guardiamola finalmente!"
I
tre si sedettero uno accanto all'altro come i tre simpatici porcellini e tutti
contenti si prepararono per aprire delle birre e la busta di pop-corn...
Improvvisamente,
la porta principale della baracc...ehm casa di Patrick Jane venne buttata giù
con un colpo di kung-fu. I tre si alzarono immediatamente e si misero in
posizione di resa appena videro le pistole puntate su di loro.
Al
comando della squadriglia di agenti del CBI armati, con tanto di giubbotto
antiproiettile e casco per la protezione, c'era Cho. Esasperato, rendendosi
conto che si trattava di loro tre e non di qualche ladro, killer, fantasma e chi
più ne ha più ne metta, si tolse il casco che portava.
"Voi
tre, sempre voi! Noi pensavamo fosse un qualche ladro, killer, fantasma e chi
più ne ha più ne metta! Non abbiamo tempo per le stronzate!" getto a
terra il casco, pestandolo più volte.
Patrick,
Rick e Kevin deglutirono, poi abbassarono le braccia in segno di resa.
Dietro
Cho spuntò Wayne col sorriso a 36 denti.
"Scusa
Kevin, ma tu da dove cazzo sbuchi? Non eri al 12esimo?"
Di
nuovo, Cho pestò il casco a terra. In che squadra era finito? Patrick sospirò
e posò una mano sulla spalla di Kimball per rassicurarlo e calmarlo. Da alcune
settimane, infatti, il coreano stava prendendo delle pillole antistress. Stare a
contatto con persone del genere era faticoso per lui. Poi, il biondo si rivolse
a Rigsby.
"Wayne, certo che sei proprio un esempio di educazione in questo mondo di
merda!" lo rimproverò. Wayne deglutì stringendosi il colletto in segno di
colpevolezza. "Non si dicono le parolacce, sennò poi vai all’inferno e
Grace non ti sposa più!"
"E tanto all’Inferno ci andremo tutti se non vi state zitti e state ad
ascoltate quello che ho da dirvi!" disse Cho, facendo segno all'altra squadra di andare via. Con
lui rimasero Rigsby ed Esposito, sbucato anche lui improvvisamente da chissà
dove e col panino che aveva prima Rigsby in mano. (detta così sembra che sono
sbucato dal nulla -.- -nb Esposito- Lo sai che ti vogliamo bene, susu *___* -nb
autrice-)
"Ascoltare cosa?? Io sinceramente non rimembro più il motivo per il quale
sono venuto qui!" intervenne Esposito, apparentemente interessato più al
panino che al discorso. Rigsby gli indicò il suo cibo e poi glielo strappò di
mano. "Senti, Cho, comincia a raccontare così magari riesco a
rimembrare qualcosa..." concluse il portoricano, guardando poi Wayne di
sottecchi mentre divorava con foga il suo panino.
"Rick, presta il numero dell’analista
di tua moglie a Esposito che ne ha più bisogno di
noi!! Comunque cosa siete venuti a fare qui?? Tanto vale che vi ascoltiamo perché
tanto ormai la partita è bella che finita…" disse Patrick sconsolato,
cercando un posto dove sedersi.
Poi
con un gesto improvviso, rubò l'ultimo pezzo di pane a Wayne.
"Se vuoi posso prestarti il numero di un elettricista così ti sistema
l’antenna…" gli disse Rick.
"Veramente avrei bisogno di uno che mi sistemi tutta casa…"
rispose a sua volta Patrick guardandosi intorno e poi osservando Kevin in
cagnesco.
L'irlandese
si schiarì la voce. Lo scrittore alzò le spalle. In effetti come seconda casa
non era proprio il massimo.
"Come
testimone dello sposo, Wayne, avevo in mente un addio al celibato
tranquillo..."
"Fermi
tutti! Non se ne parla!" Patrick lo interruppe alzandosi dallo scatolone
dov'era. Fece l'occhiolino a Rick e in risposta lo scrittore tirò fuori un
bigliettino.
C'era
scritto il nome della città di Atlanta.
"Non
se ne parla! Niente casinò! L'ultima volta abbiamo perso Ryan!"
L'irlandese
alzò le spalle preoccupato.
"E
allora?" dissero in coro scrittore e mentalista. Quei due erano un corpo e
un'anima.
"Esposito
ha scopato con una tigre!" continuava a dire Rigsby sempre più
preoccupato.
Javier,
sentendosi chiamato in causa fece prima una faccia orgogliosa, poi appena si
rese conto dell'accaduto si accigliò pensieroso.
"Io..
cosa?"
Wayne
ignorò completamente Javier scuotendo la testa.
"Non
voglio nulla di tutto ciò! Per questo ho incaricato Cho!"
Il
coreano rimase nella sua solita posizione statuaria, braccia incrociate e sguardo fisso
su di loro.
Patrick
e Rick fecero la faccia da cuccioli abbandonati. Di solito funzionava con le
loro mogliettine quando volevano qualcosa, e di solito ottenevano quello che
volevano. Rick si stringeva le spalle e si comportava da bambino infelice, e
allora Kate roteava gli occhi e gli preparava tante cose da mangiare. E poi si
davano da fare in camera da letto. Patrick, invece, sorrideva come un ebete a
Teresa, sapendo che lei non sapeva resistergli. Ma in risposta riceveva una
padellata in testa dalla consorte, che gli ricordava che era incinta e che
doveva cucinare lui per lei poiché "sono una balenottera e non riesco
neanche a muovermi in cucina! Quindi muovi quel culo e fila a cucinare! E
ricorda che ti amo!"
In
ogni caso, i due continuarono a fare quelle movine davanti al coreano.
L'avrebbero convinto a rinunciare all'addio al celibato noioso e prevedibile,
per una notte ad Atlanta. Patrick sfruttava il suo charme, Rick la sua finta
ingenuità. Wayne, Javier e Ryan guardavano preoccupati le due fazioni, poste
una di fronte l'altra.
Era
una partita estenuante, un gran gioco di sguardi che durò per una decina di
minuti.
E
finalmente il coreano cedette.
"E
va bene. Atlanta sia. Non ce la faccio più a vedere le vostre facce da cretini."
Rick
e Patrick esultarono battendo le mani come in un vecchio giochino e poi si
presero a panciate.
Wayne
guardava preoccupato.
"So
già che me ne pentirò..."
Angoletto
dell'autrice (poco) sana di mente:
...e
Wayne fa bene a pentirsene!! Direi che i guai sono appena iniziati.
Sarà
un addio al celibato tranquillo oppure accadrà l'inverso?
Patrick
Jane riuscirà a sistemare la sua baracca oppure riceverà padellate da Teresa?
Le
dolci consorte non appaiono ancora, ma prometto che avranno di che dire nei
prossimi capitoli!! XD
A
presto!!
D.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** We won't never do this again ***
Capitolo 2
We won't never do this
again.
"Altlanta,
baby!"
Lo
scrittore era pronto per battere il cinque col suo amico mentalista, quando un
ticchettio di tacchi lo fermarono.
Preoccupati,
i due si voltarono lentamente verso le loro consorti.
Kate
scuoteva la testa coi suoi capelli dall'hairporn incorporato, tenendo le mani
sui fianchi. Teresa, invece, sbuffava e indicava il suo enorme pancione.
"Dove
cazzo pensate di andare?!" la delicatezza di Kate Beckett li fece
sussultare come bambini sorpresi dopo un brutto scherzo.
"Ma--"
"Sssh!"
la detective si portò il dito sulla bocca ed immediatamente i due stettero
zitti. Teresa continuava a sbuffare.
I
quattro si trovavano nel loft di Richard Castle, 'il più grande scrittore che
la storia avrà', per una cena 'tranquilla' insieme agli altri e con i futuri
sposi. Almeno in apparenza. Per l'occasione, Kate aveva usato il servizio
completo e nuovo di zecca di sua suocera Martha Rodgers. E si era raccomandata
di non toccarlo. Al che Richard aveva risposto "E mangiamo con le mani e
senza piatti?" ma la musa non aveva più obbiettato e si era messa ad
sentire il pancione di Teresa perchè il piccolo aveva scalciato.
Kate
prese Rick per l'orecchio, come ai vecchi tempi, e gli fece segno di mettersi a
tavola.
Patrick,
invece, si avvicinò alla sua consorte per accarezzarle il pancione. E poi
appoggiò l'orecchio per sentire il bambino scalciare.
"Oooh
senti il nostro piccolo Robin che scalcia..."
"Robin?
Non doveva chiamarsi Simon?"
"In realtà volevo chiamarlo Bruce Robin Wayne, ma tu non hai voluto
sentire ragioni!"
Teresa
roteò gli occhi e scosse la testa, ma Patrick gliela bloccò posandole le mani
ai lati del volto e stampandole un bacio.
Il
momento tenero venne interrotto da Kate improvvisandosi cuoca col grembiule e
una padella addosso cui dava dei gran colpi con una cucchiarella.
"E'
PROOOOONTOOOO!!!"
Il
povero Rick seduto accanto a lei si sentì quasi sordo.
Qualche
minuto dopo, si aggiunsero a completare il quadretto anche i futuri sposi Wayne
e Grace, Kevin e sua moglie Jenny, Javier e la sua fidanzata Lanie, e Cho
seguito da Elisa, una sua vecchia fiamma.
I
piatti erano lindi e pinti. Così come le posate. E i bicchieri. Praticamente
tutto brillava e splendeva. No, non era la pubblicità di uno sgrassatore.
Era
quel benedetto servizio che non era stato servito come si doveva.
I
poveretti erano stati costretti da Kate a mangiare sulla tovaglia piuttosto che
usare il servizio.
"Non
voglio rovinare il servizio di tua mamma, Rick! Se poi si arrabbia? No, no
meglio non rischiare!" aveva detto qualche ora prima a suo marito.
Praticamente si era fatta domanda e risposta da sola.
"Ho
sempre adorato mangiare come fanno gli africani!" tutti guardarono Kevin e
non capirono la sua battuta. Lui li guardò a sua volta e si schiarì la voce
portandosi il tovagliolo davanti la bocca. "Ah sapete, gli africani
mangiano per terra... non usano piatti... e posate... come noi...
stasera..." tentava di dire lentamente, poi sentì la mano di Javier
posarsi sulla sua spalla.
"Va
tutto bene, fratello. Non fa niente." cercò di dirgli per consolarlo, al
che l'irlandese fece la faccia da cane bastonato.
Toccò
a Cho scuotere un po' l'atmosfera, toccandosi la cravatta mentre si alzava dal
posto e tirando fuori un foglio di carta dalla sua tasca.
Guardò
Wayne e poi tutti i presenti, e iniziò a leggere quel foglio bianco che aveva
tra le mani.
"Sapete
che io con le parole non sono molto bravo, perciò Jane ha avuto la brillante
idea di scrivermi tutto il discorso."
Il
mentalista tirato in causa, sfoggiò uno dei suoi splendidi sorrisi e cercò
anche di aggraziarsi la docile mogliettina con il pancione- Teresa stava con la
mano posata sulla sua gamba destra, e appena capì che doveva trattarsi di uno
dei suoi scherzi, strinse il pugno e diede un pizzico alla gamba di suo marito.
Patrick
si lamentò un pochino, ma cercò di mantenersi calmo e rilassato.
Intanto,
il coreano stava sudando freddo. Stava leggendo il seguito di quella lettera.
Cazzo. (ancora con queste parolacce? lo sai che poi non ti sposa nessuno! -nb
Jane- Ma lei non vuole sposarsi, socio! Sarà zitella a vita!u.u -nb Castle-
Chiedo alle vostre mogli di prestarmi una padella, che dite? -nb autrice-)
"Dicevo...
mi sembra ieri che ho conosciuto il giovane Wayne...allora ogni volta che si
avvicinava a Grace non osava neanche dirle come stava quanto era
imbarazzato..."
In
sottofondo, si sentivano le risate di Rick e di Patrick soffocate da dei colpi
di tosse.
"...poi
ha avuto il coraggio di confessarsi, ma non senza complicazioni! Sembra ieri che
abbiamo festeggiato l'addio al celibato a Kevin..."
Stavolta
era l'irlandese sul punto di strozzarsi. Jenny gli diede dei colpi alla schiena
per evitare il soffocamento.
"...quando
Javier se l'è fatta con una tigre..."
"TU
COSAAAA?? CHE CAZZO HAI FATTO?!!" la voce stridula di Lanie infrangeva le
barriere del suono. Guardò il portoricano in cagnesco, poi impugnò un
coltello.
Kate
era più preoccupata che si sporcasse il servizio che di Lanie che poteva
uccidere Javier. In sua risposta, Esposito prese il piatto e lo usò come scudo.
Kate
stava per avere un mancamento.
"...Rick
e Patrick pensavano di aver copulato..."
"Oh
mio Dio... mi sento male..." Teresa respirava a fatica e si toccava il
pancione.
Patrick
accanto a lei la incitava a prendere grandi respiri.
"Respira
amore, o ti sentirai male!"
Lei
non fu d'accordo. Impugnò due bicchieri, uno in una mano, e uno nell'altra.
Kate
stava di nuovo per avere un mancamento.
Si
era scatenato il panico.
Lanie
in sottofondo diceva parole scurrili verso Javier, mentre lui le rispondeva
aspramente in uno spagnolo misto con portoghese. (sono anche poliglotto u.u -nb
Esposito- Ma questo gliel'hai detto alla tigre? -nb Jane e Castle- -.-'' -nb
Esposito- U.U -nb Jane e Castle-)
Alla
fine, Lanie infilzò la forchetta in una gamba di Javier, che urlò così tanto
dal dolore che fece cadere il piatto a terra. Kate vedeva dieci anni della sua
vita andare in frantumi.
Teresa,
invece, spaccò i due bicchieri sul tavolo e gridò verso Patrick.
Di
nuovo, la detective del 12esimo sentiva il cuore battere a mille.
Kevin
stava ancora litigando perché gli si era incastrata una mollica di pane in
gola, e Jenny cercava di aiutarlo con la manovra di Heimlich.
Disgraziatamente,
mentre Rick cercava di dare una mano a Jenny, si trasportò la tovaglia con sé.
Fu così che cadde tutto il servizio a terra, mentre Kate guardava lo spettacolo
con orrore.
Pezzi
di quello straordinario servizio andati in frantumi.
E
poi il silenzio.
Kate
guardò Rick incazzata nera, trattenendo i pugni fermi al lato del corpo.
"Ops...
mia dolce musa---"
"CAAAAAAASTLEEEEEEE!!!"
Sfortunatamente,
con la voce di Kate che risuonava, anche gli ultimi bicchieri salvabili, si
frantumarono.
Più
tardi, dopo che le donne costrinsero gli uomini a pulire per terra, mentre loro
si davano alla visione della partita di calcio del momento - una delle tante di
Champions (yeah!! -nb Lisbon- Siamo fighe e siamo pure tifose u.u -nb Kate- ma
per favore, per un calciatore che conoscete, di dieci non sapete manco il nome
-nb Castle- stai zitto collega, sennò non ce la danno per un mese... -nb Jane-
Io direi anche tre mesi... -nb Lisbon- D'oh. -nb Jane-), gli uomini si erano
riuniti sul terrazzo del palazzo per ammirare il paesaggio. Stavano con una
bottiglia di vino rosso in mano, pronti a brindare coi loro bicchieri.
"Certo
quella lettera era pessima." disse Kimball guardando senza espressione
Patrick e Rick, i quali alzarono le spalle.
"Volevamo
divertirci un po'!" rispose lo scrittore in tutta semplicità.
"No,
niente divertimento! Questo addio al celibato stavolta sarà tranquillo! E ho
dei metodi per impedire che ci addormentiamo come l'altra volta..." Wayne
tirò fuori delle mollette colorate che si usavano per appendere i panni agli
stendini.
Poi
le distribuì ai suoi amici.
"Ci
metteremo queste addosso così saremo costretti a restare svegli!"
Rick
e Patrick se la ridevano.
"E
tu pensi che sarà questo a fermarci?" disse il mentalista giocherellando
con le mollette e mettendosele per i capelli.
Wayne
sorride e poi rise di gusto.
"Ed
è qui che viene il bello!"
L'agente
del CBI prese una scatola dietro di sé. La aprì e rivelò una caffettiera.
Gli
altri lo guardarono alzando un sopracciglio increduli.
"Questa
caffeina è potente, ci terrà svegli tutta la notte." disse mentre
preparava il caffé, posando i calici del vino a terra. "C'è una roba
bianca dentro...che tiene svegli..."
"Non
sarà mica quella droga che trasforma in zombie?" Rick annusò incerto la
tazzina con il liquido dentro, poi si sentì osservato. "Che c'è? Guardate
che è roba vera! L'ho sentita in tv!"
"Vabbeh
bando alle ciance, ciance alle bande... beviamo questo infuso e vi assicuro che
non ci addormenteremo!!"
Il
gruppo alzò le tazzine, credendo fermamente nelle parole di Wayne Rigsby.
"Potremo
sempre pizzicarci a vicenda per tenerci svegli!" Kevin azzardò un'ipotesi
ma non venne capito.
A
quanto pare le sue battute non erano molto prese in considerazione quella sera.
Abbassò la testa sconsolato, e ci pensò di nuovo Javier a consolarlo con la
mano sulla sua spalla.
"Un'altra
volta, fratello. La prossima volta andrà meglio."
"Alla
nostra salute! Sarà una notte che non dimenticheremo mai!!" gridò Patrick
e gli altri gli andarono dietro in coro.
"SIIIIIIIII!!!"
Bevvero
quel sorso di quell'infuso il quale aroma sembrò annebbiarli del tutto. Cosa ci
fosse dentro, nessuno lo sapeva.
O
meglio, ancora nessuno lo sapeva...
Rick
si svegliò mezzo tramortito. Controllò che lui e i suoi gioiellini fossero a
posto e tirò un sospirò di sollievo.
Si
girò lentamente e si accorse di essere disteso a terra. Attorno a lui, i suoi
amici, mezzi addormentati, mezzi fatti, mezzi sconvolti anche loro.
Si
accorse immediatamente di trovarsi in un posto che non conosceva.
Un
posto che puzzava oltretutto. Forse era la baracca di Patrick? (ancora?? ma mi
lasciate in pace? io mi offendo! T.T -nb Jane- che ci posso fare se hai
abbandonato la tua casa lussuosa per vivere in una baracca!u.u -nb Castle- l'ho
fatto per amore della mia Tess u.u -nb Jane- Santa pazienza, ci sono volute 4
stagioni per capire che eri innamorato di lei, ora smettila di fare il piacione
u.u -nb Castle- senti chi parla.. voi ci avete messo 4 stagioni per quagliare,
vediamo un po' u.u -nb Jane- non vorrei dirlo, ma chi sta peggio sono Jane e
Lisbon... -nb autrice- T.T -nb Jane- huahuahuahua -nb Castle-)
"Ma...
che... cazzo... è... successo..." disse lentamente lo scrittore e allo
stesso modo a stento si rialzò in piedi.
Barcollava,
cercando di restare fermo il più possibile. Ma i suoi piedi continuavano a
ballare in maniera meccanica il tip-tap.
Era
come se avesse un dispositivo nelle gambe.
Oppure
era come se avesse ballato davvero il tip-tap la notte prima.
Si
avvicinò alla finestra per osservare il panorama e cercare di capire dove
fossero finiti.
Ma
fuori c'era il deserto. O almeno così sembrava.
I
suoi pensieri furono interrotti da un tonfo.
Si
votò di scatto per vedere Patrick che erano caduto a terra dall'armadio dove si
era addormentato.
Il
consulente aprì a fatica gli occhi, anche lui visibilmente provato dalla notte
scorsa.
Lo
scrittore lo indicò e scoppiò a ridere.
Patrick
lo guardò chiedendosi cosa avesse da ridere l'imbecille, poi si diede
un'occhiata addosso, appena riuscì a mettersi in piedi: al posto dei pantaloni
aveva un gonnellino rosa da ballerina di danza classica.
Lo
sguardo spaventato di Patrick però lo riportò a rendersi conto della
situazione drammatica dove si erano cacciati.
"Non
dirmi che... è successo di nuovo...?"
Angoletto
dell'autrice (poco) sana di mente:
Uhmmm
secondo voi che è successo?
Che
ci fa Patrick col gonnellino rosa?
E
Rick che balla il tip-tap?
E
dove sono finiti gli altri?
Beh
per scoprirlo, continuate a seguirmi! XD
D.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** This is not happening again... ***
This is not happening again
This
is not happening again...
In
corsa e in furia si misero ad osservare quella stanza che puzzava e il suo
arredamento.
Era
uno squallore e c'erano anche scarafaggi in bagno.
Rick
entrò nel bagno e vi trovò una grossa tarantola. Spaventato chiamò Patrick e
gli saltò addosso.
"Ma
è solo un ragnetto, deficiente!" disse il biondo e se lo tolse di dosso.
"Solo?!
Avrà 16 zampe e denti affilati come un dinosauro! Per non parlare delle
dimensioni!!"
"Sì,
adesso ti mangia... che razza di uomo sei? Se lo sa Kate..."
Quando
si resero conto di essere solo loro in quella stanza, uscirono dalla porta per
andare a cercare gli altri. Apparentemente, l'albergo dove alloggiavano era
deserto, quindi pensarono di urlare i nomi dei loro amici, ma ricevettero in
risposta dei secchi d'acqua dai piani alti.
Si
affacciò una donna anziana che borbottò qualcosa in cinese.
Patrick
e Rick si guardarono a vicenda.
"Beh
almeno sappiamo di essere ancora sulla Terra!" disse lo scrittore, mettendo
la fantasia nella sua mente.
"Ma
che bella osservazione..." disse l'altro, cercando di reagire
razionalmente.
Una
porta della stanza adiacente alla loro si aprì, e trovarono Cho senza i suoi
vestiti, ma bensì indossava un completo da giocatore di calcio di una qualche
nazionale che loro non conoscevano, e dietro di lui c'era Esposito che
abbracciava allegramente una bottiglia di vodka.
Temettero
il peggio.
"Questo
non sta succedendo di nuovo... vero?"
Era
il segno che se Esposito beveva allora avevano bevuto anche loro, si erano
ubriacati di nuovo, e avevano dimenticato cosa era successo la scorsa notte.
"Javi...
sei tu?" Rick gli sventolò una mano davanti.
Il
portoricano guardò la mano poi lo scrittore.
Lo
sguardo incompreso cambiò di bene in meglio quando sfoggiò un sorriso a 32
denti.
"Salve
signore!! Ma che mano grande che hai!!"
Rick
era spaesato. Cho semplicemente scrollava le spalle, ma fu Patrick quello che si
accorse del particolare ai denti di Javier.
"Ragazzi...
gli manca... un dente..."
Si
avvicinarono pian pianino al portoricano, squadrandolo attentamente, mentre lui
si ritirava facendo passi indietro, come se era spaventato.
"Tranquillo,
Esposito! Non ti facciamo del male, ora apri la bocca e facci vedere i tuoi
dentini..."
Rick
guardò Patrick torvo.
"Gli
parli come se avesse 10 anni..."
"Caro
mio, è quello che lui crede di avere! E' come se avesse ricevuto una botta in
testa, magari dopo aver perso quel dente, e ora fosse tornato ad essere un
piccolo pargolo!"
"Ma
Esposito... non è mai stato un piccolo pargolo!"
Rick
indietreggiava, ma Kimball e Patrick sembravano sicuri ad avvinarsi al
portoricano.
"Non
ti facciamo del male! Micio micio..."
Improvvisamente,
Esposito ringhiò e morse la mano prima ad uno e poi all'altro. Dopo di che, si
accucciò in un angoletto, storcendo la bocca.
"Voi
siete dei cattivi!!" mugolò il portoricano.
Patrick
guardò Rick accusandolo.
"Non
dire nulla! Non lo sapevo!!"
"Dobbiamo
trovare Ryan e Rigsby. Forse la loro stanza è vicino alla nostra." disse
Cho il saggio, non curandosi della situazione e comportandosi come se fosse la
cosa più normale possibile.
Solo
Patrick e Rick lo guardavano strano. Era difficile vedere Cho in tenuta da
calcio.
Anche
Javier raggiunse i tre.
"Posso
suonare io?? Posso suonare io??"
Quella
parlantina da pargolo faceva irritare il coreano che con i bambini non ci sapeva
decisamente fare.
Gli
altri due imbecilli se la ridevano.
"E
dai, lasciamolo fare!!" disse il biondo, e il coreano acconsentì.
Il
gruppetto guardava come Javier continuava insistentemente a bussare alla porta
della stanza di Wayne e Kevin da ormai mezz'ora, ma invano.
"Ma
perché non lo sentono? E' mezz'ora che sta suonando!" chiese Rick
impaziente.
"Secondo
voi che stanno facendo?" chiese Patrick con un po' di malizia.
"Sei
tu il mentalista, non io!"
"Rigsby
starà facendo quello che fa sempre quando non mangia." disse Kimball con
le braccia incrociate in attesa di risposta dagli altri due. Una risposta che
non arrivò. Sbuffando e sciogliendo la posizione statuaria, roteò gli occhi.
"DORMIRE!!! Idioti!!"
"E
Ryan anche starà dormendo! Staranno dormendo insieme, che carini!!" Rick
sognava, stringendosi le spalle, gli altri lo guardavano allucinati.
Patrick
spostò Javier, decidendo che era il suo turno di bussare per svegliare quei
due.
3
ORE DOPO.
"Sì
vabbeh ma A ME mi sta andando in EPILESSIA il dito!"
disse Patrick lamentandosi del dolore allucinante che stava provando alle mani.
"Casomai
in CANCRENA, ignorante! Non in epilessia! E poi non si dice 'a me mi',
caprone!"
ribatté Rick "Come si vede che non sei andato a scuola, coglione!"
(ancora con questa storia della scuola? Vi devo ricordare che non è avere 2
lauree che rende acculturati, ma la cultura che coltiviamo col passare degli
anni u.u -nb Jane- stai dicendo che le mie due lauree non servono a un cazzo? E
mi stai dando dell'illitterata? -nb autrice- Si dice 'illetterata', caprona! Non
ti sposa nessuno se non hai neanche un briciolo di cultura u.u -nb Castle- ma la
piantate voi due?? Per una vocale che ho sbagliato -.- -nb autrice- E dai
diamogliela per buona...per fortuna ha il correttore automatico su word, sennò
sbagliava tutto -nb Jane- Modestamente io come scrittore, manco uso il
correttore automatico, perchè io oltre ad aver studiato, ho anche una cultura
u.u -nb Castle- Guardate che se non la piantate vi faccio divorare dalla tigre
u.u -nb autrice-)
Patrick
lo guardò.
"Embeh?
Qual è la differenza?"
Dopo
qualche secondo di silenzio, Rick scosse la testa sconsolato.
"Che
capra! Patrick
è DAVVERO, DAVVERO un caprone!" continuò lo scrittore, con una vocina
fitta e stridula.
Il
biondo mentalista era sinceramente offeso.
"Non
è giusto prendervela con me solo perchè non sono mai andato a scuola!! E
comunque, io continuo a suonà, tanto in cancerena ci va il mio povero
dito!"
"Ma Patrick! Si dice
SCANCARENA! Sei davvero ignorante!" stavolta intervenne Esposito, uscito
dal suo angoletto, che fece una voce come dire... abbastanza effeminata.
Cosa
era successo al povero Javier, non era ancora dato sapere. Cho intanto se ne
stava sulle sue, immobile come una statua, e ogni tanto controllava ai piani
alti dell'edificio o albergo dove si trovavano: adesso c'erano delle vecchiette
con lineamenti orientali e con il fazzoletto sulla testa, che si erano
affacciate per osservare la curiosa quanto imbecille scenetta. (per non parlare
dei discorsi senza senso che stanno facendo u.u -nb autrice-)
Rick
sbuffò per l'ennesima volta e scosse la testa. Si trovava in mezzo ad un branco
di ignoranti.
"Aridaje… ma io sto a combatte con due caproni… non con uno… che ho
fatto per meritarmelo?!" disse sventolando le braccia in alto, e
curiosamente imitando quella diva che altro non è Martha Rodgers, ovvero sua
madre.
A
forza di suonare, Patrick si era stancato e si accasciò a terra dolorante per
il dito. Cho non ci pensò due volte a farsi spazio tra Rick e Javi per buttare
giù la porta con un calcio. Le vecchiette ai piani superiori applaudirono e
salutarono debolmente con la manina il coreano. Stavano flirtando con lui.
Pian
pianino, il gruppetto dei quattro entrò nella stanza buia, per trovare Kevin
che spuntò da sotto il letto. Felice e con le lacrime agli occhi, abbracciò
ognuno dei quattro imbecilli.
"Fortuna
non abbiamo smarrito Kevin come l'ultima volta", disse Rick a Patrick col
labiale.
L'irlandese
si ricompose e li guardò uno per uno serio.
"Comunque è: CANCRENA! Né scancrena o cancerena… ma CANCRENA! Si, bravi
tesori della mamma! Se non ci fossi io… e non guardatemi così… lo so che è
una parolina nuova, ma ben presto la imparerete, grazie a me! Il genio del
crimine e della grammatica!"
"Il genio di che scusa?"
disse Rick guardandolo in cagnesco.
Anche
gli altri si erano accigliati. Ci provò anche Javier ma rise subito dopo come
una scimmia.
"Noi
ti abbiamo salvato da questo posto! Senza di noi non sapevi neanche aprire la
porta!" continuò lo scrittore, indicando gli altri intorno a sé.
"Genio...
Di imbecillità quello è sicuro!" aggiunse Kimball guardando il povero
Javier che si era messo a fare anche il verso della scimmia.
Gli
altri scuotevano la testa. Avevano perso il portoricano. (scusate ma c'è un
sindacato per queste cose? Vorrei ricordarvi che sono sempre io a fare la figura
dell'idiota... sono offeso u.u -nb Esposito- Ma stai tranquillo è tutta una
tattica per vincere l'Emmy... -nb autrice- Quand'è così allora ok u.u -nb
Esposito- Povero illuso... -nb autrice-)
Patrick
sospirò, ormai arreso.
"Okay
ho capito la lezione...ora ripeto la frase... mi sta andando in CANCRENA IL DITO!"
Commosso,
Rick lo abbracciò. La grammatica era salva.
Kimball
diede un'occhiata in giro, poi contò i presenti. Qualcosa non quadrava.
Mancava
qualcuno.
Già,
ma chi?
Gli
altri si grattarono la testa. Javier fece lo stesso continuando ad imitare la
scimmia. Kevin lo guardò preoccupato, poi si rivolse ai ragazzi.
"Scusate,
ma... che è successo a Javi..?"
"Ah
boh. Quando siamo entrati nella stanza dov'era con Cho stava con una bottiglia
in mano..." rispose Patrick scrollando le spalle.
Improvvisamente
ci fu il panico.
La
gente fu costretta ad abbandonare la struttura, che stava crollando sotto i loro
piedi.
Poi
udirono una barrito. Spaventati, anche loro seguirono le altre persone e
uscirono dall'edificio.
Potevano
constatare che si trovavano in un albergo mal ridotto, e intorno a loro c'era
qualche baracca arroccata.
Non
era decisamente una città. Stavano nei bassifondi di chissà quale paese.
"Che
cazzo è?" chiese Rick spaventato e saltò di nuovo in braccio a Patrick.
"Ancora?
Ma allora è un vizio!" il mentalista mollò la presa, facendo
deliberatamente cadere a terra lo scrittore.
Mentre
quei cretini continuavano a guardarsi intorno nel tentativo di capire dove erano
finiti, la gente intorno a loro continuava a correre disperata dicendo qualcosa
in quello che sembrava cinese mandarino (per me può essere pure francese, non
capisco perchè devi specificare u.u -nb Castle- Coglione, così i lettori
pensano che lei si sia acculturata! -nb Jane- Giusto! Così finalmente troverà
qualcuno con cui sistemarsi! E il merito sarà solo nostro! -nb Castle- Siamo
dei geni ^^ -nb Jane- Onestamente, voi lettori state anche leggendo le cazzate
che sparano? -nb autrice-). Il gruppetto guardò Kimball Cho.
"Credo
stiano dicendo 'c'è un elefante' oppure 'mi è caduto un dente', ma non capisco
il senso. Il mio cinese non è molto sviluppato." disse il coreano
grattandosi la testa con una smorfia del viso.
Kevin
notò qualcosa dietro di loro e indicò col dito in preda al panico.
"Un
BERRITO...non sentite anche voi??"
"Un
che? Vorrai dire BARITTO!" lo corresse Patrick, convinto della sua
affermazione. Si lamentò subito quando Rick gli diede un colpo dietro la testa.
"Imbecille,
si dice BARRITO! Ed è il verso di un elefante!..." si bloccò riflettendo
su quanto detto "Un elefante?"
Javier
lo prese per il braccio costringendo a guardarsi dietro. Lo scrittore spalancò
gli occhi. A turno, Patrick e poi Kimball. guardarono l'animale avvicinarsi
minaccioso a loro. Alzò la proboscide ed emise diversi barriti.
"Cazzo.
E' la fine! Non voglio morire vergine!" si lamentò Rick.
Il
suo sguardo incrociò quello del mentalista e dopo un attimo di serietà risero
entrambi.
"Questa
sì che è bella!!"
"Piantatela
voi due!" li riprese Kevin, deciso a prendere la pistola ma... non c'era
fondina attaccata ai suoi pantaloni. "Oh merda."
"Siamo
nei guai!" urlò Javier disperato e piangendo come un bambino.
Cho
cercava di restare tranquillo, fino a quando l'elefante, ormai vicinissimo a
loro, non era poi così alto. Si rivelò alto tre metri, uno sguardo tenero e
con un fiocchetto rosa sopra la testa, tenuto fermo da un elastico. Era una
graziosa cucciolotta.
Patrick
rise e si posizionò ad accarezzare l'elefantino. Poi guardò gli altri
sfoderando il suo solito sorriso che scioglieva tutti.
"Abbiamo
una piccola Dumbo! Sembra quella del circo dove mi esibivo da piccolo!"
"Come
fenomeno da baraccone?" disse Rick trattenendo le risate a suon di colpi di
tosse.
Il
mentalista tornò serio.
"Rick,
stai male?" disse Kevin e gli diede un colpo forte alla schiena che lo fece
quasi strozzare sul serio.
"Sto
bene, imbecille!"
Kimball
si avvicinò all'elefante, che ora si era messo seduto. Sembrava abbastanza
tranquillo e anche addestrato. L'animale guardò però in direzione di Kevin e gioendo
emise altri barriti alzando proboscide e zampe.
"Ehi,
sembra che ti conosca!" disse Patrick.
"Non
ti sarai fatto l'elefante?" azzardò Rick a denti stretti.
Kevin
si sentì rabbrividire e guardò il suo amico Javier che era rimasto fin troppo
tranquillo alla vista dell'animale. Probabilmente, il portoricano stava ancora
subendo i postumi della sbornia.
"Non
mi chiamo mica Javier che scopo con gli animali!"
"Io
mi chiamo Javier!" come non detto, il portoricano dava segni di vita
finalmente.
Mentre
il gruppetto di imbecilli iniziò a giocherellare con il piccolo elefante, non
si stavano accorgendo che il tempo passava inesorabilmente, e che i loro
telefoni cellulari stavano squillando da qualche parte...
Angoletto
dell'autrice (poco) sana di mente:
Saaaaalve!
Scusate ero saltata addosso a Patrick anche io perché c'era un ragnetto grosso
20 cm nel mio letto. Niente di grave, ho chiamato Javier per scansarlo e lui si
è messo a giocarci invece.
Cose
che capitano.
Dunque
cosa stavo dicendo? Ah sì, capitolo fuori dal normale, finalmente sappiamo che
fine hanno fatto i nostri cretini.
Esposito
è fuori di testa, c'è un elefante fuori la loro baracca che sembra conoscere Ryan.
In
compenso, Patrick ha capito qualcosa in più di grammatica, e tutto va bene
nella savana.
Oppure
no?
Ma
che razza di angoletto è mai questo?
Bon,
ci leggiamo nel prossimo capitolo, sperando di capirci qualcosa! (perchè anche
io, ahimé, devo capire che fine hanno fatto sti cretini per ridursi così...)
^^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Guys, I think we lost. ***
Guys
Guys, I think we
lost.
La
visione paradisiacabiblica che si poneva era da fare un quadro, appenderlo in
camera, guardarlo per qualche secondo, e poi distruggerlo.
Patrick,
Rick, Kevin, Javier e perfino Cho giocavano con il piccolo elefantino
ribattezzato Dumba, visto che era una femmina. Ora stavano spruzzando dell'acqua
presa da una fontanella nelle vicinanze, prima addosso all'animale, e poi
facevano i gavettoni tra di loro.
In
sottofondo, una musica idiota. Forse la macarena che Esposito aveva sul
cellulare, perchè improvvisamente si misero a ballare tra di loro.
D'un
tratto, la suoneria di "Always" di Bon Jovi, squillò altisonante,
facendo bloccare tutti.
Ovviamente
tutti si voltarono verso Rick. Giustamente tutti sapevano che "always"
era la parola più importante nella sua storia con la sua musa Kate Beckett.
E
ovviamente, gli altri lo presero in giro chiamandolo 'romanticone pivello'. Lo
scrittore si diede colpi sulla fronte.
"Devo
decidermi a cambiare quella suoneria..."
Il
nome sul display presagiva Guai. Si schiarì la voce e fece segno ai suoi amici
con il braccio di abbassare le voci.
"Mia
dolce musa---"
"DOVE
CAZZO SIETE?!" l'eleganza della detective e la felicità nel risentire suo
marito, pulsava nelle sue vene.
Intorno
a lei, le donzelle Teresa Lisbon, Jenny Ryan e Lanie Parish, accompagnate dalla
sobria futura sposa Grace Van Pelt, se ne stavano comode sedute sotto il gazebo
di Kate a sorseggiare té e gallette.
"Come
sono carine queste tazzine!" Teresa contemplava quel servizio di porcellana
con ricami cinesi.
"Ha
dovuto prenderne uno uguale a quello che si era rotto l'altra sera..."
disse Lanie sottovoce, avvicinandosi di più alle ragazze intorno a lei, per
paura che Kate potesse sentirla "Sapete, per evitare malintesi, Kate ha
preso la carta di Rick e ha comprato un altro servizio, così sua suocera non si
accorgerà dell'accaduto!"
"Ah
però... è proprio una donna in gamba!" Grace era compiaciuta e prendeva
appunti per il suo matrimonio sui metodi con cui trattare gli uomini.
"Beato
chi l'ha sposata!" fu la risposta di Jenny e tutte le altre fecero un segno
di apprensione.
In
quello stesso istante, Kate alzò la voce, urlando contro suo marito.
"NON
MI INTERESSA QUELLO CHE STATE FACENDO!! AZZARDATEVI A FARE COME L'ALTRA VOLTA E
SE TORNATE A CASA VI UCCIDO!!"
Sentendo
l'attacco del telefono da parte di sua moglie, lo scrittore rimase impassibile
con le mani in mano. (scusa ma come si può restare con le mani in mano? -nb
Castle- E' un modo di dire, deficiente! E poi sono io l'illetterato u.u -nb
Jane- Non guardarmi così Rick, lo sai che Pat stavolta ha ragione! -nb autrice-
Sì vabbeh ma intanto chi rischia l'astinenza per sei mesi sono io T__T -nb
Castle- Hai voluto Kate? E ora te la godi u.u -nb autrice-)
Ancora
mezzo spaesato, Rick aprì le braccia. Gli altri lo fissarono incitandolo a dire
qualcosa, ma lo scrittore alzò le spalle.
"Non
mi ha neanche dato il tempo di parlare!"
Patrick
mugolò qualcosa con aria pensante.
"Ehi,
ma dov'è Rigsby?"
Finalmente
si erano resi conto che mancava lo sposo!
L'elefante
dietro di loro barrì alzando la proboscide e con essa afferrò Kevin alla vita.
L'irlandese cercò di dimenarsi, sotto gli occhi vigili (?) dei suoi compagni,
ma Dumba voleva solo divertirsi. Perciò se lo mise a cavalcioni su di lei.
Con
molta grazia, Kevin alzò il braccio sinistra in posizione di novanta gradi, poi
alzò l'altro destro. Con uno scatto, la mano destra andò a colpire all'altezza
del muscolo del braccio sinistro causando uno scrocchio. Sì. Kevin Ryan stava
dicendo ai suoi amici che ora potevano anche 'attaccarsi al cazzo' perchè lui
avrebbe camminato su un elefante e loro no.
"Ma
non stava in camera con quel coglione seduto sull'elefante?" rispose Rick
guardando Patrick e indicando Kevin.
"E
poi che è successo?" il biondo guardò l'irlandese "Keeeeevin!"
Ma
il biondino sull'elefante si stava limando le unghie.
"Oh
scusate, mi facevo i cazzi miei. Comunque ragazzi, io ho chiamato Jenny per dire
che ci siamo persi..."
Senza
pensarci due volte, Cho cercò di montare su Dumba.
"Tu
hai fatto cosa?!"
Patrick,
Rick e un quasi ripreso-dal-post-bronza-Javier trattennerò Kimball Cho e la sua
ira.
"Sapete
che tra moglie e marito non si dicono le bugie! E' questa una delle cose più
importanti di un saldo matrimonio!... oh no?"
Kevin
guardò incerto Rick e Patrick. I due prima si guardarono l'un l'altro, poi
scoppiarono a ridere di gusto, portando la testa all'indietro e toccandosi la
pancia.
Javier
rovistò tra le sue tasche.
"Ragazzi,
penso che ci siamo persi..." mostrò al gruppo un biglietto di qualche pub
e fece notare loro la città in cui si trovavano.
Chinatown
a San Francisco.
Come
cazzo erano finiti laggiù?
Ora
si spiegavano molte cose.
"Adesso
capisco perchè tutti quei cinesi nell'ostello dove stavamo!" fu la
considerazione a caldo di Kimball.
"Già,
già." annuirono gli altri in coro.
Dopo
queste osservazioni acute, il gruppo decise di mettersi in marcia. Da qualche
parte dovevano pur andare, giusto?
Era
quasi mezzogiorno quando il gruppo si addentrò nei meandri della città. In
fondo non era male ciò che stavano vedendo.
Avanti
al gruppo c'erano Patrick e Rick, eleganti (?) coi loro occhiali da sole scuri.
I
cinesi sembravano tutti attenti a preparare una qualche festa.
Perciò
vedere Ryan sull'elefante non stupì più di tanto la gente del posto.
"Ehi ragazzi guardate!"
Rick urlò indicando un uomo che doveva avere all'incirca la sua età, dai
capelli scuri, si direbbe ad occhio e croce il suo stesso taglio di capelli, "Quello è… ma si è…
quello è Tom Cruise!"
Il
mentalista che camminava accanto a lui, si bloccò togliendosi gli occhiali.
"Ma quale Tom Cruise! Quello è Brad Pitt!"
disse dopo aver osservato meglio l'individuo.
Kevin,
posizionato più in alto rispetto a loro, sbuffò.
"Ma se Brad Pitt è biondo e questo invece è moro! Vi sbagliate tutti e due
cari amici! Quello lì è Frodo Baggins!"
constatò infine, convinto della sua ipotesi corretta.
Intanto,
l'uomo in questione, dopo aver preso della frutta in un mercatino coperto, si
stava avvicinando a loro. Indossava un cappotto color sabbia, camicia blu scuro
e jeans. Sembrava proprio un sosia di Rick.
Javier
scrutò meglio l'uomo avanti a loro e poi diede un colpo alla spalla di Rick e
poi di Patrick.
"No, no ragazzi… quello è Elvis
Priestley!"
stavolta indicò col dito.
"Ma se Elvis è morto!"
esclamò Kimball senza scomporsi.
Esposito
rise nervosamente.
"E allora?? Gesù Cristo è risorto, non vedo perché Elvis non dovrebbe
farlo! Se è resuscitato lui può resuscitare anche il grande Priestley!"
Era
evidente che avevano preso degli stupefacenti la notte prima perchè ora avevano
davvero perso del tutto il lume della ragione.
L'uomo
intanto era ad un passo dal gruppo. Si bloccò proprio davanti a Rick e si
guardarono l'abbigliamento. Rick indossava i suoi stessi vestiti.
Lo
scrittore tentò di muovere una mano sventolandola, e l'uomo fece lo stesso.
Stupendosi,
spalancò la bocca scrutandolo di sottecchi.
"Tu
sei... me... del futuro?"
L'uomo
lo guardò torvo.
"Sono
James Bateman, l'attore! Santo cielo! Ma possibile che nessuno qui mi riconosce
e mi scambiano tutti per Nathan Fillion?!" si lamentò l'attore, alzando le
braccia al cielo melodrammatico.
Rick
si avvicinò a Patrick, mettendo una mano davanti la bocca.
"Andiamo
bene... questo crede di essere James Bateman... " sussurrò.
"Forse
ha bevuto anche lui la notte prima e non si ricorda nulla!" disse il biondo
scrollando le spalle.
L'attore
davanti a loro, infatti, iniziò ad annusare tutti i presenti, elefante
compreso. Forse era davvero preso da allucinazioni.
"Siete
miei fan?" chiese, continuando ad osservare l'animale. Poi accarezzò la
gamba a penzoloni di Kevin, convinto che facesse parte dell'elefante.
L'irlandese
si sentì a disagio.
"Ehm
noi in realtà stiamo cercando un nostro amico... sa, si deve sposare domani
e..."
Javier,
riacquistati i sensi, stritolò la gamba del collega dolorante.
"Già
che ci sei, invitalo pure al matrimonio, no?" disse a denti stretti.
Fortuna
per loro, l'attore era preso da tutt'altra cosa per poterli sentire. Tirò fuori
dalla tasca della polverina bianca, probabilmente cocaina, e ne assunse una
dose.
Lo
scrittore si schiarì la voce cercando di attirare l'attenzione dei suoi amici e
smuovere la situazione. Doveva contare che era già ora di pranzo e che dovevano
trovare Wayne Rigsby entro le 17 del giorno dopo.
"Vabbeh ho capito andiamo a cercare Wayne che è meglio!"
poi si voltò verso l'attore "Ehi, James vieni anche
tu con noi?"
"Ehi ma che è tutta questa confidenza con gli sconosciuti, Rick? E poi questo
capisce sì e no quello che diciamo! Che ne so, già che ci sei
invitalo a prendere una pizza con noi prima che il mondo finisca!" disse il
biondo alterandosi.
Sconfortato,
Rick abbassò la testa stile cucciolo abbandonato.
"Va bene."
mise una mano sulla spalla di James, che lo guardò allucinato. "Ehi, James
ti va di venire a mangiare un pizza con noi?"
Patrick
scosse la testa in segno di disapprovazione. "Ma sei proprio un deficiente!!"
"Onestamente non ho parole."
Cho il saggio parlò a braccia incrociate. "Questa situazione è
assurda. Questo posto è assurdo. Lo sapevo che non dovevo lasciare a voi il
timone dell'addio al celibato."
I
fantastici (?) quattro erano di nuovo cinque, anche se non c'era ancora Wayne
con loro, ma il sosia di Richard Castle: James Bateman.
Arrivarono
a prendersi una pizza in un locale 'economico', così aveva consigliato
l'attore. Lasciarono Dumba legata ad una zampa fuori il locale, in modo che
Kevin poteva controllarla. E ad essere economico lo era... ma la gente intorno a
loro un po' meno.
Finito
il pasto, cercarono di spiegare all'attore cosa era successo.
"Capisci?
Quindi abbiamo esattamente 13 ore per ritrovare il nostro amico e capire cosa
sia successo la notte scorsa perchè non ci ricordiamo più una pippa! Siamo
partiti da New York e ci siamo svegliati a Chinatown, perché James, perchééé??"
Kevin aveva preso l'attore Bateman per il colletto, piangendo disperato.
Javier
cercò di ricomporlo.
"Fratello,
stai inscenando una commedia napoletana!"
Il
gruppo sentì un cellulare vibrare. Ognuno prese il suo dalla tasca dei
pantaloni.
"E' il mio!! Sicuramente è Katiuccia cara che mi chiama per dichiararmi il
suo eterno amore!"
"No, è il mio… è mia moglie Teresa che deve farmi la
maternale!"
"No, no è mio! Sarà il mio gatto che ha fame, cazzo!"
Javier impallidì. (e da
quand'è che ho un gatto? -nb Esposito- Da quando ho deciso io!u.u -nb autrice-)
"No, no è mia nonna! Vuole che l’aiuto a preparare le torte!"
la risposta di Kevin fece voltare tutti quanti.
"No,
è il mio! Sicuro è andato a fuoco qualcosa al CBI..." Cho era il più
pacato di tutti.
Ma
tutti dopo aver finalmente preso i cellulari, si accorsero che non erano i loro
che squillavano...
"Ah,
ah è il mio, è il mio!"
James afferrò il cellulare e tempo di controllare il display, che subito lo
spense e se lo rimise in tasca pensieroso.
Rick
gli posò una mano sulla spalla.
"Avanti,
ormai siamo amici. Dimmi che c'è!" la faccia da buontempone di Rick (o
forse da coglione?u.u -nb autrice- -.-' -nb Castle- Vedrai, lo scoprirai dopo
u.u -nb autrice-) convinse l'attore a parlare.
"Il
fatto è che ho questa consegna da fare... e mi serve qualcuno che mi dia una
mano... tu, da buon sosia, mi aiuterai?"
"Qualunque
cosa, amico!" rispose Rick con sorriso a 32 denti.
James
attirò l'attenzione di tutti quando posò sul tavolo diversi pacchetti di
droga.
"Non
guardatemi così... Hollywood non mi paga più bene, in qualche modo devo
guadagnarmi da vivere!" (non ha tutti i torti... -nb Jane- stai zitto! -nb
autrice- ok u.u -nb Jane-)
Non
c'era tregua per i nostri eroi (?) quando entrò la polizia armata di mitra che
concitò qualcosa in cinese. I quattro guardarono Cho.
"Io
sono coreano, non cinese!"
In
quel mentre, James ne approfittò per svignarsela, facendo cadere le bustine di
droga sotto il tavolo dei nostri impavidi (?) amici. Troppo tardi.
La
polizia urlava, indicava loro di alzare le braccia e di arrendersi, e poi
indicava sotto il tavolo.
"Cazzo,
ma quello c'ha lasciato la droga!" urlò Javier e in risposta, un
poliziotto gli sparò della morfina.
Il
portoricano collassò a terra.
"Ci
uccideranno tutti!! Non voglio morire in terra cinese!" Kevin iniziò a
piangere come un bambino e nel tentativo di scappare, venne colpito a sua volta
con della morfina.
Patrick,
Rick e Kimball capirono che era inutile arrendersi, quindi si prepararono a
ricevere anche loro la loro dose.
L'ultima
cosa che videro furono due agenti che li raccolsero da terra per trasportarli su
delle barelle...
Angoletto
dell'autrice (poco) sana di mente:
Vabbeh
non commento neanche.
Capitolo
un po' lunghetto, abbiate venia XD
Finalmente
si sono accorti che Wayne è scomparso. E proprio quando erano convinti di
partire alla sua ricerca... boom! Colpiti!
Rick
incontra il suo sosia, Javier pare che si è ripreso dalla sbronza, mentre
Patrick non ha fatto errori di grammatica.
Qualcuno
dica a Rick che non si invita a cena gli sconosciuti!
E
qualcuno ricordi a Kevin che non si fa la spia!!
Alla
prossima (se sopravvivete). LOL
D.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** The elephant, the asylum and the circus ***
Lo scrittore rotolò su se stesso
The
elephant, the asylum and the circus.
0RE
17.
Lo
scrittore rotolò su se stesso. Il tempo di rendersi conto che aveva una veste
bianca tipica dell'ospedale e che si trovava insieme coi suoi compagni, ancora
addormentati sui lettini, e proprio in una cella di... un manicomio!
"Ma...
che... cazzo..." si toccò la testa.
Un
bel bernoccolo.
Quegli
agenti avevano picchiato davvero forte.
"Buondì,
collega."
Rick
si voltò e dietro di sé vide Patrick con indosso anche lui la veste bianca,
seduto comodamente con un giornale in mano, sulla tazza del water, intento a
fare i suoi bisogni.
Lo
scrittore si alzò di scatto e indicò l'amico col dito che gli tremava.
"Questa?
Ah lo so. Ti sembrerà strano, ma ricordo perfettamente cos'è accaduto qualche
ora fa! Dopo che ci hanno tramortiti, quegli agenti cinesi ci hanno portato in
questo manicomio, hanno sequestrato le droghe, e preso in custodia Dumba!"
Kevin
si svegliò di colpo dal lettino a castello.
"La
mia Dumba!!" nel far ciò, sbatté la testa alle sbarre dell'altro letto
sopra di lui, e poi cadde di nuovo, addormentato in posizione supina sul letto.
Il
mentalista ignorò completamente l'irlandese e continuò a rivolgersi a Richard.
"Dicevo...
hanno preso in custodia Dumba perché hanno trovato una targhetta che indicava
l'elefantina scomparsa da un circo."
Rick
continuava a scuotere la testa non riuscendo a capire per bene.
"Comunque,
preparati e sveglia gli altri che tra poco verranno le infermiere a farci un
prelievo del sangue."
"E
tu che ne sai che non parli cinese?"
Il
mentalista chiuse il giornale, si alzò dal water, causando disgusto in Castle
perchè riuscì a vedere i gioiellini del biondo.
"Semplice.
Gli ho letto le espressioni facciali!" Patrick rise come un ebete e tirò
lo sciacquone. Poi si stirò le braccia. "Ah, finalmente sono riuscito ad
andare in bagno! Erano due mesi che la trattenevo!"
Rick
stava per vomitare.
"Ma
che schifo! Hai problemi di natura gastrica adesso?"
"Beh
contando quanto alcool avremo ingerito..."
Vennero
interrotti dallo sbadiglio animalesco di Javier, che dormiva abbracciato a
Kimball sul letto superiore a Kevin.
"Che
cazzo di dormita!" il portoricano si voltò e contemporaneamente anche il
coreano fece la stessa cosa.
Urlarono
trovandosi in una posizione così vicina.
Tentando
di scappare, caddero entrambi a terra.
Lamentandosi
per il dolore, svegliarono anche Kimball. Il coreano non ci pensò due volte ad
alzarsi dal letto passando con nonchalance sui loro corpi mezzi tramortiti.
"Cazzo
Kim, lo sai che pesi?" cercò di dire Javier con un filo di voce.
Kevin
emise un urlo molto femminile indicando la porta.
C'era
una donnona orientale che stava dicendo qualcosa nella sua lingua. Kimball
riuscì a captare qualche parola.
"Dice
che dobbiamo uscire e metterci in fila per l'iniezione."
Rick
fece una faccia melodrammatica.
"No!!
Io odio gli aghi!!"
Lo
scopo della puntura era questo: scoprire quale sostanza avevano nel sangue. Lo
scopo della gang era un altro: scoprire quale sostanza avevano nel sangue e
capire dove, come e quando l'avevano assunta.
"Ci
sto ancora pensando... eppure ci siamo dati dei pizzichi per quasi tutta la
notte! Come è possibile che ci siamo svegliati coi postumi della sbornia?"
chiese Kevin grattandosi la testa.
La
sua faccia da cucciolo indifeso mise tutti in uno stato di allerta.
"Ci
hanno drogati. E' evidente." disse Patrick dopo qualche secondo.
"Qualcuno voleva che ci ubriacassimo per finire a Chinatown, trovare
l'elefante e riaccompagnarlo a casa! Tutto accade per una ragione!... Non
guardatemi così... non avete mai visto 'Lost'?! Credete ancora che quei
naufraghi siano caduti sull'isola per puro caso??" (intendiamoci, qui
stiamo dando spoiler a chi non ha visto Lost e vorrebbe vederlo! -nb Jane- Già,
non si danno anticipazioni, non te l'ha mai detto nessuno?? -nb Castle- Non
stavo anticipando niente! Ma Lost ormai è finito da un pezzo! Vuoi che ci sia
qualcuno che non l'abbia visto?! -nb autrice- Io. -nb Cho- Ecco, ora sono cazzi
tuoi u.u -nb Jane&Castle- Ma non ho anticipato nulla, coglioni -.- leggete
tra le righe! -nb autrice- Chiamavano così anche il mio show... ah questi
italiani u.u -nb Castle- Però una cosa sanno farla bene: il cibo!u.u -nb Jane-
torniamo alla nostra storia che è meglio u.u -nb autrice-)
Mentre
chiacchieravano tranquilli e spensierati, la stessa infermiera grossa di prima
si mise a indicarli uno per uno.
Fu
l'inizio della tragedia.
"Senta aspetti, non sono psicologicamente pronto per fare l’iniezione!"
lo scrittore era mezzo disteso sul letto, lasciando vedere il suo bel sedere in
bella vista. L'infermiera bionda dietro di lui non si lasciò intimidire...
forse perchè non capiva una mazza di ciò che lui stava dicendo.
"Devo preparare psicologicamente il mio sedere prima di convincerlo a subire ciò
che lei sta per farmi e per questo mi serve tem… AAAAHHHHH!" Richard urlò quando
si accorse che l’infermiera gli aveva già infilato l’ago nel culo!!
Si
alzò zoppicando e toccandosi il sedere. Si diresse verso Kevin, seduto con le
gambe accavallate che leggeva Topolino.
"Ehi amico… tutto
bene?" chiese notando la faccia dello scrittore dopo
l’iniezione.
"Tutto bene, Kevin?! Ma secondo te va tutto bene?? Mi fa male il
culo! Mi
ha preso l’osso!" Rick piagnucolò mentre si massaggiava il sedere dolorante.
Intanto Patrick
sembrò godersi il momento della punturina. L'infermiera era molto giovane,
forse una tirocinante.
"Oh, io adoro le iniezioni! Avanti,
signorina, lo faccia! Si sbrighi che non
vedo l’ora che arrivi il momento del buco!"
L'ago entrò nel sederino
di Patrick e cominciò a gioire!
"Oh sì, che bello! Che sensazione unica e
piacevole!"
Il
mentalista ringraziò la signorina dicendo "namaste" che non c'entrava
un cazzo visto che non erano indiani, poi saltellò qua e là.
Rick
storse la bocca.
"Ma a questo il cervello gli funziona al contrario!
Si faceva fare la puntura e gioiva come durante un orgasmo!" disse rivolto
a Kevin che non sapendo cosa dire, scrollava le spalle. Quando un'altra
infermiera puntò Kevin, lui corse andandosi a nascondere dentro uno stanzino.
Patrick
intanto raggiunse Rick e i due guardarono l'infermiera che bussava alla stanza
dove c'era l'irlandese.
"Signor Ryan! Le devo fare la puntura! Esca immediatamente dal bagno!"
lo stava pregando in un inglese stentato.
"Non sono mica scemo! Io resto rinchiuso qua dentro per tutta la
vita!"
mugolava Kevin, rannicchiato su sé stesso nello stanzino.
Come
dicevo prima, il caos si era scatenato. E la situazione era davvero molto
tragica.
"Signor Esposito…."
un infermiere di colore con un inglese perfetto, malmenava Javier "Per favore mi restituisca immediatamente la siringa!
Non è uno specchio è chiaro! E poi è troppo piccola per specchiarcisi
dentro!"
Erano
arrivati alle mani per prendere quella siringa.
"E aspetti un momento!… Ho un capello fuori posto! Non posso andare in
giro in questo stato! Porti pazienza!" affermò mentre si sistemava i
capelli specchiandosi nella siringa.
Kimball
infine era disteso sopra il lettino a pancia in giù. E stava piangendo.
"… capisce dottore?? Snif, snif… mio padre
non ha mai voluto comprarmelo il motorino… snif, snif… e quella ignobile di
mia madre che mi maltrattava sempre… snif… ma lei riesce a capire
dottore??... Un'infanzia troppo difficile per me… la mia prima sbronza….
Anche la seconda… ogni donna sbagliata… si rende conto??"
L'infermiere
cinese sulla cinquantina aveva le lacrime agli occhi.
"Sì, snif… posso capirti figliolo… snif….che
vita crudele!" disse mentre gli infilava l’ago, ma il coreano era
talmente impegnato a piangere che nemmeno se ne accorse.
E
i loro cellulari squillavano insistentemente...
0RE
18.
"Mi
hanno rotto le palle! Credo che stiano facendo di tutto per evitare le nostre
chiamate!" affermò la
piccola agente Teresa Lisbon, che da quasi nove mesi, non era più tanto
piccola di costituzione. (ehi! -nb Lisbon- Non era un'offesa, è perchè sei
incinta!u.u -nb autrice- Sì non me lo ricordare... è già la seconda fanfic
che scrivi che mi fai mettere incinta, grazie tante -.- -nb autrice- Non è
adorabile quando si incazza? *_* -nb autrice-)
Scaraventò
il cellulare sopra il tavolo accavallando le gambe con grazia, poi girò il
volto dall'altra parte. Era davvero incazzata.
"Su
tesoro, non fare così..." Kate cercò ci placarla posandole una mano sulla
spalla. "Sappiamo come sono i nostri mariti... probabilmente adesso se la
staranno spassando da qualche parte a bere come degli imbecilli! E si staranno
divertendo più di noi!"
La
detective si voltò verso le altre presenti al tavolino, cercando di attirare
l'attenzione di Grace, Lanie e Jenny. Alzò un sopracciglio verso di loro e
indicò Teresa. Poi sollevò la mano, continuando ad indicare Teresa e continuò
a mimare qualcosa.
Grace
si grattò la testa.
"Eh...
è un film? Quante parole sono?" chiese seriamente.
A
Kate caddero letteralmente le braccia a terra. Teresa si voltò verso le sue
amiche non capendo cosa stava succedendo.
"Quello
che Kate voleva fare era cercare di sollevare il morale alla nostra adorabile
pre-maman!" disse Lanie gioiosa e si avvicinò all'agente toccandole la
pancia.
"Scusate
è che sono davvero arrabbiata in questi giorni," fece Kate sinceramente
dispiaciuta "e inoltre... ho un ritardo."
Improvvisamente
tutte loro si bloccarono. Il mondo si fermò.
Per
un attimo, anche allo stesso Richard Castle, bloccato a Chinatown, gli sembrò
di vedere le scene a rallentatore, con i suoi amici intorno a lui che parlavano
col vocione. E aveva la musica di Verdi nella testa.
Lanie
lanciò un urlo, saltellando su sé stessa. Jenny aveva già preso i magazine
dedicati ai bambini. Teresa si era già proposta come madrina. Grace
s'imbronciò.
"Ehi,
domani mi sposo io!!"
"Calmatevi
ragazze e che cazzo!! Mica deve saperlo tutto il mondo!! Porca puttana!!"
disse Kate alzandosi in piedi.
Lanie
si bloccò. La detective aveva i pugni stretti e guardava tutte in cagnesco per
qualche minuto. La tigre nera si sedette sentendosi improvvisamente piccolina.
Teresa prese un giornale di moda e iniziò a sfogliarlo.
Grace
e Jenny deglutirono. Mai fare arrabbiare Kate Beckett quando ha un ritardo!
"Sapete
quale vestito mi è sempre piaciuto" Teresa ruppe il silenzio soffermandosi
su una pagina che mostrò loro. "Il vestito di Michelle Obama nell'ultima
convention!!"
Le
ragazze si calmarono e in coro fecero un suono che sembrava una ola, ma non lo
era.
"Ooooh."
L'agente
Lisbon si sentì soddisfatta di sé. Lei odiava parlare di moda, ma era l'unico
modo per calmare le sue amiche, e sopratutto distrarre l'attenzione dalla sua
testimone di nozze: Kate Beckett. Infatti, l'amica capì il suo gesto e le
sorrise. (visto come siamo civili ed educate noi donne? *_* -nb Beckett- Non
siamo proprio come i nostri mariti, noi sì che possiamo portare pace e amore
*_* -nb Lisbon- e poi siamo noi quelli che si drogano e che bevono '-' -nb Jane-
secondo te che sostanza hanno preso?u.u -nb Castle- E che cazzo ne so? Perchè
non ci scrivi un libro già che ci sei! -nb Jane- Come sei scorbutico... ehi,
Paddy, hai il ciclo in ritardo anche tu? -nb Castle-
iahdladhoisfhalskaslfisfjajif *mi scuso con i lettori ma il linguaggio è fin
troppo volgare per scriverlo e non vorrei rischiare di essere bannata*)
ORE
19.
"Secondo
voi perchè mia moglie è sempre incazzata ultimamente?"
Il
gruppetto stava aspettando le risposte al test, quando spiazzati dalla domanda
intelligente e uscita dal nulla di Rick, si voltarono verso di lui guardandolo
torvo. Lo scrittore si sentì un tantino osservato.
"Ma
come cazzo te ne esci? Cribbio, come i funghi a primavera proprio!" Javier
si inasprì.
Rick
si pose davanti a lui a distanza ravvicinata di 10 centimetri.
"Scusa
Espo, ma che ti hanno iniettato? La rabbia?"
Manco
il tempo di dire altro che Rick ricevette un pugno dritto al naso dal
portoricano. Eh sì, a fare a botte era più forte Esposito decisamente!
Intanto
il mentalista saltava come un cretino.
"Le
risposte! Le risposte! Abbiamo le risposte!" sembrava un deficiente che
aveva appena vinto la lotteria. (scusa ma uno che ha vinto la lotteria mica si
comporta da deficiente u.u -nb Jane- Nel vostro caso SI. Caso chiuso. -nb
autrice- T____T -nb Jane-)
Kevin
batteva le mani.
"Apri
la busta, apri la busta!"
Il
biondo iniziò a leggere il foglio, fortunatamente scritto anche in inglese
oltre che cinese.
Impallidì
e si portò una mano sulla fronte.
"Oh
merda."
Kimball
gli strappò il foglio dalle mani e lesse velocemente senza lasciar trasparire
nessuna emozione.
"Bene."
Gli
altri erano agitati.
"Che
vuol dire 'bene'???" Rick prese il coreano per il colletto. Stava sudando
freddo.
Cho
e Patrick si scambiarono delle occhiatacce.
Kevin
si stava mangiando tutte le unghie. Javier tornò a specchiarsi in una siringa.
"CHE
CAZZO STA SUCCEDENDOOOO?!?" Rick era in preda ad una crisi di nervi.
Urlava
contro il soffitto e si contorceva le mani.
Arrivarono
degli infermiere per mettergli la camicia di forza quando Cho parlò.
"Qualcuno
ci ha drogati. E deve per forza essere uno di noi. Abbiamo assunto
dell'assenzio."
"E
non è tutto, amico mio." Patrick posò la mano sulla spalla di Kimball.
"Ho ipnotizzato quegli agenti laggiù che ci hanno portato qui, e ho
scoperto che nelle tasche dei nostri pantaloni c'erano dei cartelloni col nome
di un circo. Inoltre, la nostra elefantina Dumba proviene da quel circo."
Rick
continuava ad urlare contro gli infermiere che volevano rinchiuderlo.
Kevin
e Javier scossero la testa.
"Che
vuol dire? Dobbiamo trovare il circo e scopriremo cos'è accaduto la notte
scorsa?" propose l'irlandese.
"E
magari scopriremo anche che fine ha fatto Wayne!" concluse Javier.
Patrick
sorrise. "Esatto!"
Il
gruppo si voltò quando udì un urlo.
"AAAAAAHHH
NON SONO PAZZOOOO!!!" Rick correva da una parte all'altra della stanza
d'ospedale inseguito dagli infermiere che volevano mettergli la camicia di
forza.
Angoletto
dell'autrice (poco) sana di mente:
Io
ancora mi chiedo perchè continuate a leggermi. O sono pazza io o lo siete voi
u.u
Comunque,
cosa abbiamo imparato da questo capitolo?
1- se andate in ospedale fate attenzione a chi vi fa la puntura;
2-
mai agitarsi quando un'amica vi dice che ha il ritardo;
3-
ma il vestito di Michelle Obama aveva così tanto importanza da segnalarlo in
questo capitolo?
4-
quando bevete con gli amici, fate attenzione che non vi mettano qualcosa nel
bicchiere;
5-
ma l'elefante che fine ha fatto in tutto ciò?
Alla
prossima!
D.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Escape! ***
Dal capitolo 7
Escape!
Recuperare
Dumba fu la cosa più semplice che i nostri idioti potevano fare.
Dopo
aver giocato a morra cinese, toccò a Rick il compito di distrarre le guardie
poste davanti la gabbia dell'elefantina.
Lo
scrittore aveva lanciato al cielo le peggio bestemmie, (che per ovvi motivi vi
risparmio u.u -nb autrice-) tirandosi i capelli per la rabbia, della serie 'ma
perché capita sempre a me?'. Al che guardava Patrick, che intanto se la rideva
e fischiettava con le mani dietro la schiena, maledicendolo perchè essendo
mentalista era in grado di prevedere le mosse dei suoi amici.
"Sei.
Un. Emerito. Stronzo." diceva Rick a denti stretti. "E spero che tu
sappia cosa voglia dire 'emerito' perchè non mi metto a spiegartelo!!"
Di
nascosto, Kevin stava consultando un dizionario.
"Io
lo so, io lo so!! Chiedi a me, chiedi a me!!" il biondino aveva il dito
alzato e salterellava, finché Javier non gli diede una botta in testa per farlo
calmare.
Gli
altri lo guardarono stupiti, mentre il portoricano semplicemente alzò le
spalle.
Alcuni
minuti dopo, Rick si presentò davanti ai suoi amici vestito in modo singolare.
"Vi
prego di non ridere..."
Lo
spettacolo a cui stavano assistendo era da un film comico. Lo scrittore
indossava una parrucca bionda e folta, vestitino bianco a maniche corte e
scollatura, infine la gonnellina era molto leggera. Tacchi ovviamente bianchi
allegati al vestito. Roba che una soffiata d'aria poteva alzarla e far vedere i
suoi boxer. Sembrava un Marilyn Monroe al maschile nel film "Quando la
moglie è in vacanza".
I
tre idioti davanti a lui non riuscirono a trattenere le risate e dopo diversi
rantoli, alla fine scoppiarono a ridere.
Rick
digrignava i denti e ticchettava con le scarpe.
"Sì...
certo... ridete pure! Ma poteva succedere anche a voi di distrarre le
guardie!!"
Il
mentalista osservò il suo amico cercando di fare il serio.
"Dai,
Rick non fare così... questo non è un comportamento da damigella, ma... da
damigiana!!"
Prima
di scoppiare in un'altra risata, lo scrittore non ci pensò due volte a tirargli
addosso il suo tacco.
Anche
Cho alla fine scoppiò a ridere. Era impossibile non morire dalle risate davanti
quella scena.
Alla
fine anche Rick si arrese: non era tanto male in fondo vestito da donna! Alzò
le braccia e si annusò le ascelle: fortuna aveva messo il deodorante!
Soddisfatto,
si imbottì ancora di più il vestito con del cotone e diede un'ultima occhiata
ai cretini. Era inutile tanto parlare con i suoi amici. Non lo avrebbero
ascoltato. Prima o poi sarebbero morti dalle risate. Vabbeh ma a lui che
importava, giusto?
Fischiettando
allegramente, Rick vestito da Marilyn si avvicinò cautamente alle due guardie
cinesi poste davanti la gabbia di Dumba. L'elefantina stava riposando, ma appena
sentì il passo dello scrittore aprì gli occhi e dal suo sguardo trasparì
gioia nel vederlo.
Lo
scrittore si posò un dito sulle labbra per farla star zitta. Nel frattempo, gli
altri cretini avevano smesso di ridere, e si erano messi ad osservare la scena
da un angolino.
Come
al solito erano partite le scommesse su Rick e le guardie. Ci proveranno con lui
o non ci proveranno?
Comunque
le guardie fischiettarono all'uomo, appena lui si mise a sculettare davanti a
loro. Provò anche a toccarsi i capelli, cercando di ripensare a come Kate
faceva per sedurlo.
Appena
Rick fu abbastanza vicino, mise una mano dietro la schiena per far segno ai suoi
compagni di passare e liberare Dumba.
Javier
si portò dietro la cassetta degli attrezzi della sua cara nonnina, poiché
aveva spiegato che aveva un'officina, e si unì a Patrick, Kevin e Cho che
tentavano di aprire la gabbia.
Stavano
facendo un gran rumore, poiché a scassinare non erano capaci, e inoltre quella
gabbia aveva bisogno di un po' d'olio.
Il
consulente del CBI fece segno al suo amico scrittore di alzare di più la voce
con le guardie perchè loro avrebbero impiegato più del previsto per aprire
quella dannata gabbia. Kevin si stava dannando perchè non riusciva a girare la
chiave inglese. Ci pensò Patrick a giungere in suo aiuto, aiutandolo da dietro.
Ovviamente
Javier si mise a ridere perché sembrava che i due stessero imitando un atto
sessuale.
Cho,
con un colpo di mano, andò addosso alla gabbia e la buttò giù. Dumba era
libera!
Le
guardie si stavano voltando, ma con un tocco di charme, Rick si spostò i
capelli per sembrare più sensuale e attirare la loro attenzione.
Sfortunatamente, nel farlo, gli cadde la parrucca. Qualcosa era andato storto.
"Ops."
fu ciò che riuscì a dire, prima di unirsi ai suoi amici ed evitare l'ira dei
cinesi.
"RITIRATAAAAA!!!"
urlò Patrick, che corse a gambe levate più lontano possibile, seguito da
Javier, Kevin che si era messo su Dumba, e Rick che correva coi tacchi.
Dietro
di loro, le guardie che davano l'allarme e iniziavano a sparare.
"MI
ASPETTATE COGLIONI?!" gridava in preda al panico lo scrittore.
"Coglione
sarai te! Togliti quei cazzo di tacchi e cammina scalzo!!" rispose Patrick
da davanti al gruppo.
"Se
la smettete di chiacchierare, risparmiate fiato!" disse Cho, il solito
saggio del gruppo.
Il
brutto era passato. Dovevano solo attraversare la linea di confine e sarebbero
stati fuori da Chinatown.
Patrick
si bloccò davanti a tutti, facendo stoppare gli altri che quasi gli vennero
addosso.
"E
ora? Che cazzo fai?" Javier impugnava la chiave inglese, pronto a dargliela
addosso al mentalista.
Il
biondo si voltò sorridendo.
"Odio
quando fa così." disse Cho incrociando le braccia.
"Ma
sappiamo dov'è questo circo? Ricontrolliamo il biglietto!"
Kevin
tamburellava con le dita sulla spalla di Rick.
"Ehm
non vorrei mettervi fretta e ansia, ma ci sono solo 300 cinesi che ci stanno
inseguendo..."
Patrick
allungò lo sguardo. In effetti quei musi gialli erano agguerriti.
"Che
cazzo..." poi osservò avanti a sé.
C'era
un fiume da attraversare. Solo quello e sarebbero usciti dalla città.
"Il
circo è vicino Los Angeles fortunatamente." disse Javier leggendo il
biglietto del circo.
Patrick
sospirò e chiuse gli occhi. Poi aprì le braccia rivolgendosi al fiume.
"Andiamo
ragazzi. Dobbiamo saltare. FUGAAAAA!!!"
Con
uno slancio, il pazzo si buttò in acqua. Gli altri dietro non poterono fare
altrimenti: o la morte per mano dei cinesi, o la morte per mano di Patrick Jane
e le sue folli idee. Meglio di niente, scelsero la seconda alternativa. E si
buttarono. L'unica felice fu Dumba che poteva nuotare felicemente nell'acqua.
Kevin
si lamentò invece, perchè ormai non solo aveva il vestito rovinato, quindi
chissà cosa avrebbe detto Jenny, ma anche perchè era un pulcino bagnato.
Ormai
s'era fatta mattina, intendiamoci. Ergo, sarebbe stato il giorno del matrimonio
di Wayne Rigsby. Ergo, che cavolo di fine aveva fatto lo sposo?!
E il circo ancora non si trovava nella calda e desolata Los Angeles... (ma
telefonare a qualcuno per avere informazioni, no eh?! -nb Jane- No, sennò che
gusto c'è u.u -nb autrice- Ce tocca sempre soffrire a noi, caro collega y.y -nb
Castle- Non è giusto T__T tutto quel sole fa male alla mia pelle! T__T -nb
Jane-)
ORE
9.
Rick
si asciugava la fronte.
"Merda, questo caldo mi sta facendo venire una pisciarola del
diavolo!"
Kevin
era l'unico che se ne stava tranquillo seduto su Dumba. Però il caldo gli aveva
dato un po' alla testa. Forse.
"Il Diavolo ha la pisciarola? Non lo sapevo! Per caso hai fatto una delle tue
solite sedute spiritiche per scoprirlo? Sai quelle in cui le persone fanno
resuscitare i morti e…ambè ma che te lo dico a fare tu le fai, quindi le
conosci bene, sei esperto!" oltre che impazzito era diventato anche sordo.
Lo
scrittore sbuffò.
"Coglione, guarda che sono io che ho la pisciarola...
non il diavolo!"
Come
se non bastasse, c'erano dei corvi che giravano attorno ai nostri eroi.
Un
silenzio tombale calò sui presenti.
"Che cos’è la pisciarola?"
Tutti
si voltarono verso Javier. Lui in risposta si guardava le mani.
"Significa andare a pisciare, ignorante che non sei altro! Ma forse tu non usi
questo termine… sicuramente dici ‘mamma mi scappa la pipì ’ non è
vero?" gli rispose Patrick abbastanza acido.
In
realtà il fatto che non avevano ancora trovato lo sposo stava agitando un po'
tutti. Inoltre aver passato le ultime ore in giro e aver dormito poco, non
aiutava la salute mentale e fisica dei nostri cretini.
"Ohhh... non lo sapevo... però ora ho imparato un nuovo termine!"
Kevin batteva le mani "…comunque è vero, come hai fatto a scoprire che quando dovevo
andare al bagno dicevo ‘mamma mi scappa la pipì’?! Adesso però non lo dico
più, ormai sono grande, ho tolto il pannolino e il ciuccio a 10 anni!"
Senza
contare che la gente li guardava male perchè il suddetto irlandese era sopra un
elefante. Un elefante a Los Angeles non si vedeva tutti i giorni.
"Hai stabilito un record,
fratello! Io ho tolto il pannolino a 8 anni e il
ciuccio a 10!" disse Javier in risposta, dando un colpo a Dumba.
"Oh, ma come hai fatto a togliere il pannolino così
presto?"
"Beh, perché quando abitavo
nell’altra casa il cesso era lontano, e quindi non facevo in tempo ad
arrivarci così me la facevo sotto, poi però abbiamo traslocato e la mia
cameretta FORTUNATAMENTE era vicina al bagno! Quindi riuscivo ad andarci in
tempo, hai capito?"
"Che fortuna! A me non era per questo…io per non farmela sotto dormivo da
mia mamma, e quando mi scappava l’avvertivo e lei mi portava di corsa al
bagno! Pensa che una volta non ho resistito e gliel’ho fatta addosso!!
Infatti è stato proprio quel giorno che mi ha dato talmente tante botte che
quando ha smesso non riuscivo
neanche a reggermi in piedi!! Così sono caduto e ho sbattuto la testa al
muro!"
Finalmente
Rick intervenne rivolgendosi a Ryan.
"Ah! Allora è per questo che sei così stupito! Visto che ci sei spiegaci
anche perché piangi e ridi sempre?"
"Per non ricordare la botta che ho
dato! Sapete, mi fa ancora male, ma non
fatemelo ricordare... ho subito un grave trauma celebrale!" disse
l'irlandese facendo il solito melodramma. Fortuna le loro consorti non
potevano udire i loro discorsi...
"Ma
che cazz---" Teresa si morse il labbro. Kate la guardò preoccupata dandole
un pezzo di carta appena vide del sangue uscire dalla bocca.
"Tutto
bene?"
"Non
lo so, ho la strana sensazione che i nostri mariti stiano combinando qualcosa...
e la cosa mi preoccupa!"
La
detective sorrise.
"Mia
cara, ci sono passata anche io lo scorso anno! Sono solo sensazioni! Stai
tranquilla! Sono certa che saranno presi in qualche interessante
conversazione..."
"Io invece il pannolino e il ciuccio li ho tolti
a 5 anni!" il mentalista si gonfiò toccandosi quel che restava della sua
camicia bianca.
"Ma tu guarda che razza di discorsi mi tocca sentire..."
Kimball si portò sconsolato la mano sulla fronte.
"Ah e invece tu,
Cho?! Quand’è che li hai tolti?"
"E pensi davvero che io vada a dire queste cose proprio e te?! Sei fuori
strada amico!"
Anche
Rick stuzzicò Kimball.
"Non avrai mica
paura?... Si sicuramente! C’è qualche segreto che non
vuoi svelarci, altrimenti non ti scalderesti così!"
"Io non devo nascondere
nulla!" disse il coreano arrossendo.
"E allora
parla! Se non nascondi niente non dovrebbero esserci problemi!"
Kimball
si arrese ai discorsi imbecilli per passare il tempo.
"D’accordo hai vinto…Il pannolino a 2 anni e il ciuccio... beh, questo non
posso dirvelo...!"
"Dai,
diccelo!" Ryan diede l'ordine a Dumba di accarezzare Kimball con la
proboscide. "Io almeno l’ho avuto il coraggio di ammettere che ho
tolto il ciuccio e il pannolino molto più tardi del normale!"
"Ma sì, vabbeh tanto siamo tra
amici e peggio di così non può andare... ma non azzardatevi a prendermi per il
culo o vi ammazzo!!! Io... ho tolto il ciuccio l’hanno scorso!!!... E non solo
il ciuccio, ma anche il biberon!"
Angoletto
dell'autrice (poco) sana di mente:
Questo
capitolo è quasi inutile. In compenso un passo avanti s'è fatto: Dumba è
stata liberata e i nostri idioti hanno scoperto che il circo è a LA!
Però
manca sempre di trovare il circo e lo sposo...
E
voi credete che tra questi discorsi INTELLIGENTI, i nostri cretini riusciranno a
trovare Rigsby?!
Povere
le loro consorti...
Alla
prossima!
D.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Richard Gere and Spiderman ***
Cap
Richard
Gere and Spiderman.
Dopo
una sana colazione in cui aveva pagato tutto Rick - sempre a lui toccava visto
che perdeva sempre a morra cinese contro Patrick - il gruppo dei nostri idioti
era quasi arrivato al famoso circo Orfei dove sperava di rimettere in piedi ciò che
era successo la notte precedente.
"Cazzo
che camminata... mi stanno facendo male le gambe!" lo scrittore come al
solito si stava lamentando e saltellava con un piede solo, reggendosi di tanto
in tanto al cretino di turno che gli stava vicino.
Dopo
l'ennesima toccata sulla spalla, Patrick gli diede una spinta facendolo cadere a
terra. Rick si rialzò mostrando un certo contegno, mentre gli altri accanto a
lui ridevano. Javier e Kimball stavano morendo dalle risate, mentre Kevin
accarezzava la sua Dumba.
Patrick
guardava divertito.
"Sembra
che l'elefante sia diventato il tuo amante..."
Rick
iniziò a dargli corda, mentre Kevin si sentì parecchio in imbarazzo.
"Uhhh
adesso cosa dirà a Jenny?! 'Cara, mi spiace ma ti ho tradito con un elefante!!'
" disse lo scrittore imitando l'irlandese che intanto stava ribollendo
dalla rabbia.
"
'Si ma pensa che Javier lo scorso anno se l'è fatta con una tigre!!' "
questo era invece Patrick che imitava Jenny Ryan.
Javier
e Kimball guardavo preoccupati Kevin, che era rosso di rabbia.
"Non
senti puzza di bruciato, Cho?"
"In
effetti sì..." il coreano si voltò verso Kevin.
Dalle
orecchie dell'irlandese fuoriusciva del fumo.
Rick
e Patrick smisero di fare il loro teatrino appena videro che Dumba alzava
minacciosa le due zampe anteriori alzando anche la proboscide.
"Oh
cazz---"
I
due idioti vennero sbattuti a terra dalla forza dell'elefantina.
A
quanto pare Kevin Ryan aveva avuto la sua piccola vendetta personale.
Giunti
finalmente al grande tendone del circo Orfei, il gruppo vide uscire un uomo
sulla quarantina, capelli scuri, atletico, vestito con un completo azzurro e con
strisce dorate ai lati.
Rick
si portò il pugno in bocca.
"Cazzo...
oddio!! Quello sapete chi è?! E' Tom Cruise!!"
"Ma
quale Tom Cruise!! Stai sbagliando di nuovo! Stavolta indovino io..." il
mentalista chiuse gli occhi concentrandosi, poi finalmente parlò indicando
l'uomo in lontananza "Quello è Brad Pitt affetto dalla sindrome di
Benjamin Button! Stavolta non ci sono dubbi!"
Javier
diede una pacca alla testa di Rick e poi a quella di Patrick. Li guardò
contrariato.
Intanto,
l'uomo si accorse del gruppetto e quasi colto da illuminazione appena vide Dumba,
si avvicinò a loro.
"Certo
che siete degli imbecilli! Quello è Frodo Baggings! Altrimenti come avrebbe
fatto a sopravvivere senza l'anello che gli dava immortalità?" il
portoricano era serio nella sua affermazione.
Cho
alzò gli occhi al cielo pregando il Signore che questa pagliacciata finisse in
fretta.
"Aaaaahhh!"
esclamarono il biondo e lo scrittore all'unisono facendo un segno di assenso.
Kevin
scese da Dumba, che lo aiutò a calarsi con la proboscide. Schioccò la lingua.
"Vi
sbagliate tutti. Guardatelo bene. E' Elvis Priestley!"
Di
nuovo ci fu quel segno di assenso generale.
L'uomo
intanto era a pochi passi da loro.
Kimball
scosse la testa e si mise in mezzo ai quattro.
"Ragazzi, ma come fate a non riconoscere
costui! Quello è Richard Gere!" esclamò battendosi un pugno sulla mano.
L'uomo
era ormai vicino. Mise le mani dietro la schiena e con aria disinvolta si intromise nella
loro conversazione.
"Comunque io sono
Stefano Orfei Nones, del circo di Moira Orfei. Ben Affleck. Non Tom Cruise… non Brad Pitt… non Frodo
Baggings e nemmeno Elvis Priestley né tanto meno Richard Gere!"…
buongiorno signori!"
Tutti
lo guardarono perplessi. Solo Patrick sembrò riconoscerlo. O almeno così
sembrava.
"Oh sì hai
ragione! Stefano
Orfei Nones! Quello di Spiderman!"
"Macchè idiota, è quello del Signore degli
Anelli!" disse Rick dandogli un colpo al braccio.
All'uomo
del circo caddero letteralmente le braccia dallo sconforto.
"Veramente…
io... sono... un acrobata... del circo...Orfei... " disse inclinando
la testa come se fosse stato messo in croce.
In
effetti, davanti l'ignoranza di quegli imbecilli chiunque poteva sentirsi in
quello stato.
Patrick
si portò la mano sotto il mento pensieroso.
"Ah. Non lo sapevo."
poi cambiò espressione, toccando il braccio dell'acrobata con disinvoltura,
"Senti amico… visto che ci sei non è che potresti darci
una mano?? Siamo disperati! Per caso hai visto un nostro amico, ecco una sua
foto... si chiama Wayne Rigsby! E ricollegando i nostri indizi, la scorsa notte
siamo stati qui... ma non ricordiamo nulla!"
L'uomo
ci pensò su e con la mente sembrò scavare nei suoi ricordi. Il mentalista
sorrise come un ebete ai suoi amici alzando il pollice. Era fatta.
Improvvisamente
il signor Nones si mise a ridere a crepapelle, tanto che dovette reggersi per
non cadere a terra.
Poi
indicò uno ad uno i membri del gruppo imitando qualcosa di insensato.
Kevin
tamburellò con impazienza sulla spalla di Javier.
"Ragazzi,
secondo voi che ha?"
"Secondo
me sta per avere una attacco di cuore..." fu la risposta a bruciapelo di
Javi. Non sentendo risposte contro, fece un inchino. "Grazie signori, non
applaudite. Le lezioni di medicina di Lanie hanno avuto il suo effetto."
disse in tono malizioso.
Cho
sbuffò per l'ennesima volta.
"Razza
di coglioni... sta ridendo perché si sarà ricordato delle figure di merda che
abbiamo fatto la scorsa notte!"
L'uomo
ormai accasciato a terra, ebbe però la forza di fare segno di 'sì' col capo.
Trovando la forza di alzarsi, il signor Nones Orfei fece spazio ai cinque di
seguirlo verso il tendone, e poi accarezzò Dumba dandole il bentornato a casa.
Almeno
una cosa avevano fatto bene: riportare l'animale al suo posto!
ORE
12.
"Senti
Stefanuccio, mettiamo le cose in chiaro..." lo scrittore posò una mano sul
signor Orfei e fece a mo' di Padrino "ci racconti cosa ci è successo la
notte scorsa che noi non ricordiamo più eh?"
L'uomo
guardò lui e gli altri che si erano messi in cerchio, un po' incerto.
"Ehm
siete veramente sicuri? Vi farò vedere delle registrazioni perchè neanche io
ricordo bene cos'è successo... eravamo un po' brilli tutti quanti... mi
raccomando, fate piano che se la signora Moira sente tutto sono guai!!"
Patrick
e Rick si guardarono perplessi.
"Chi
sarà mai questa Moira?" chiese il primo sottovoce.
"E
che ne so. Sarà un'altra attrice che ha recitato in Spiderman..." rispose
l'altro.
Dietro
di loro, Kimball Cho continuava a scuotere la testa.
Il
signor Orfei posizionò un vecchio registratore davanti al nostro gruppo
preferito, e la registrazione partì. Risaliva alle 23 della notte precedente.
Erano
completamente ubriachi. Come avevano fatto, non era dato sapere. Erano giunti al
circo fingendosi degli artisti e parlavano con la famosa donna circense Moira
Orfei che sembrava chiedere loro quali erano le loro specialità. Allora Patrick
si era tolto le scarpe e aveva iniziato a fare "Il lago dei cigni";
così la donna Orfei aveva deciso di mettergli un gonnellino rosa per fare più
scena. Era tutto pimpante e orgoglioso nel suo gonnellino!
Davanti
al televisore, tutti stavano trattenendo le risate. Patrick semplicemente alzava
le spalle.
Poi
dal video si vedeva Rick ballare il tip tap. Dove cazzo lo aveva imparato?! La
signora Orfei gli offriva delle ballerine nere fantastiche col fiocchetto sulla
punta. E lo scrittore ballò come Fred Astaire!
Kevin
scambiava continuamente Dumba per sua moglie Jenny, così alla fine la famiglia
Orfei dovette metterlo a cavalcioni sull'animale convinti che lui sapesse
domarla. Javier, invece, si ritrovò isolato perchè non sapeva fare nulla,
quindi fece amicizia col minibar del circo (tanto per cambiare).
Un
velo di commozione assalì il gruppo quando sullo schermo videro Wayne Rigsby!
Ma si preoccuparono quando l'agente del CBI si mise un casco sulla testa e si
fece posizionare dentro il cannone del circo... la signora Orfei diede gas e il
povero Rigsby volò come la donna cannone.
Infine,
toccò a Kimball che s'improvvisò portiere della nazionale di calcio coreana.
La donna, senza pensarci due volte, lo mise alla prova, porgendogli un adorabile
completo da calcio. Cho, ispirandosi alla dottrina Shaolin, tirò dei calci al
pallone bianco e nero che fecero un buco nel tendone.
Il
video si stoppò. Il signor Orfei prese il telecomando e spense il televisore.
Gli altri disapprovarono.
"E
qui finisce tutto."
Lo
scrittore cercò di scrutare il suo sguardo.
"Come
sarebbe a dire?!"
"Sarebbe
a dire che il vostro amico è volato col cannone e non si sa che fine ha fatto!
E voi eravate talmente ubriachi che vi abbiamo sistemato in un albergo economico
fuori città..."
"Alla
faccia dell'economico..." sussurrò Javier a denti stretti verso Kevin.
"...sembrava
tanto la baracca di Jane!" concluse l'irlandese.
Il
mentalista aveva le orecchie lunghe.
"Ehi
vi ho sentito! Non è una baracca!!"
"Comunque,
come troviamo il nostro amico? Nessuna possibilità di riuscita?" chiese
Kimball distogliendo lo sguardo dai suoi amici.
Fortuna
c'era lui che manteneva un comportamento corretto!
Il
signore del circo si grattò la testa.
"No,
mi spiace!"
Scoraggiati,
non sapevano che il momento più triste sarebbe stato dare l'addio a Dumba. L'elefantina
apparteneva al circo, e fin qui non ci pioveva, ma a Kevin si spezzò il cuore
doverla salutare.
Gli
altri deficienti guardavano Dumba che abbracciava l'irlandese con la proboscide,
e lui che le accarezzava il muso.
"Snif...
snif... mi mancherai!!... se solo sapessi usare skype elefantina mia... pensa
alle conversazioni che potremmo fare... snif ....però tu non sai parlare!"
Dumba
rispose con un barrito.
"Non
preoccuparti. Un giorno. Magari." sorrise "L'impossibile è
niente!"
In
sottofondo partì la suoneria della pubblicità della Nike. Tutti si voltarono
cercando i propri cellulari.
Quando
capirono che non era nessuno dei loro telefoni, sentirono una sana risata. Era
la signora Orfei che rideva di gusto.
"Scusate
piccioncini, è il mio cellulare!!"
Erano
persone strane questi circensi.
ORE
16.
Erano
spacciati. Uscirono dal circo disperati.
E
tra due ore Wayne si sarebbe dovuto sposare!
Trascorsero
un'ora di ricerche sotto il sole cocente, per ritrovarsi davanti un grande
palazzo.
Rick
aveva la lingua che strusciava per terra.
"Non… non ce la… faccio… pi…
piùùù…"
Kevin
sbruffò.
"Pensate
a Rigsby che magari sta facendo la bella vita in questo momento... e noi
moriremo perchè le nostre mogli ci uccideranno se non lo troviamo!"
"Morire? Perché?? Hai preso una malattia incurabile e domani crepi??
Fighissimo!" esclamò in risposta scherzando Javi, dandogli una pacca sulla
spalla.
"Beh caro mio tu hai le sue stesse possibilità di morire visto che il tempo
stringe e fra due ore Wayne deve sposarsi… cazzo!"
Patrick
roteò gli occhi e poi fischiettò.
"Aridaje co sto
'cazzo'…" si bloccò davanti al gruppo. "Okay,
dobbiamo pianificare la situazione."
Una
musica di tensione si alzò in sottofondo. Tutti si erano bloccati alla voce
soave del mentalista. Dopo qualche secondo, il biondo parlò, lasciando cadere
le braccia.
"Visto
che siamo fottuti, tocca chiamare le nostre mogli e dire che non troviamo lo
sposo."
Tutti
caddero a terra. Se quello era il loro modo di risolvere un problema, la Terra
era spacciata.
"Ma
che bravo che sei, coglione!" disse Rick sarcasticamente battendo le mani.
"E sentiamo, chi farebbe sta chiamata?" concluse timidamente.
Oltre
che spacciati e imbecilli, erano anche dei gran fifoni.
Il
mentalista sorrise estraendo dei bastoncini cinesi dalla tasca.
"Semplice!
Proviamo prima questo giochetto estraendo a sorte... il bastoncino corto perde e
deve fare la chiamata!... e se non ci riesce, giochiamo a morra cinese, ci
state?!"
La
strada per tornare a casa si prospettava molto lunga.
Angoletto
dell'autrice (poco) sana di mente:
Mi
scuso per il ritardo ma sono stata davvero impegnata, non trovo più il tempo
per fare nulla T.T
come
avete notato, i miei titoli sono assolutamente senza senso u.u
comunque spero che questa bellissima fanfiction vi stia
piacendo... (CASTLE: ma quale bellissima... è uno SCHIFO! - AUTRICE:
Non sminuirmi così! Non me lo merito! Sono solo una principiante!
- JANE: Appunto per questo non
dovresti scrivere! Almeno scriveresti cose serie! - AUTRICE: Ora basta, mi stai veramente offendendo!
- ESPOSITO: Ma ha perfettamente ragione! Tanto siamo noi che poi paghiamo le
conseguenze! A te cosa importa?!
- RYAN: Sono d’accordo, io non ho fatto altro che fare figuracce! -
CASTLE: E qual è il problema, tu le fai sempre! - RYAN: Ehi non osare insultarmi,
portoricano che non sei altro! - JANE: Dai ragazzi, su con la vita! Non c’è bisogno di litigare! Bisogna
sorridere sempre, come faccio io,
vedete? Prendete esempio da me! ALLEGRIA!
- AUTRICE: Questo è proprio andato…o è un parente di Mike Bongiorno, oppure è
completamente scemo…Smettila di ridere, altrimenti ti verrà una paralisi
facciale!)
Comunque,
commentate, commentate u.u
Alla
prossima!!
D.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** A very crappy situation ***
Cap
A
very crappy situation.
*Nota:
qui care lettrici torniamo al prologo della nostra storia, con Rick che chiama
Kate dicendo che non trovano lo sposo. Per comodità ve lo riporto in corsivo*
Frettolosamente,
Richard Castle prese il suo cellulare.
Avevano
fatto la conta, giocato a morra cinese, e come se non bastasse, lui aveva perso.
I
suoi amici avevano continuato a prenderlo per il culo per almeno cinque minuti,
chiamandolo "Sfigato".
Toccava
a lui fare quella chiamata.
Compose
nervosamente il numero di sua moglie.
Per
un attimo esitò guardando i suoi amici: non perchè avesse paura, ma perchè si
era dimenticato il numero.
Attese
con impazienza mentre c'era quel tu-tu a tenerlo in attesa.
"Pronto??"
la delicata voce di Kate Beckett risuonava per tutto l'orecchio di Rick, tanto
che anche gli altri del gruppo potevano sentirla.
"Ehm
ciao tesoro, luce dei miei occhi--!!"
"NON
TENTARE DI FARE IL DOLCE CON ME CHE NON ATTACCA!! DOVE CAZZO SIETE??? E DOVE
CAZZO E' WAYNE??? GRACE STA PER AVERE UN ATTACCO DI PANICO, TERESA HA LE
DOGLIE... MUOVETE QUEL CULO!!!"
"Ma
mia dolce musa..."
"NON
CHIAMARMI MUSA!!! IO STO PER AVERE UN ESAURIMENTO NERVOSO!! RINGRAZIO LANIE E
JENNY CHE MI TRATTENGONO SENNO' PRENDEREI TUTTI QUANTI A SCHIAFFI!!... E TU CHE
CAZZO HAI DA GUARDARE?? NON HAI MAI VISTO UNA DONNA URLARE AL TELEFONO CON SUO
MARITO?? SPARISCI SE NON VUOI TROVARTI UN PROIETTILE CONFICCATO IN QUEL POCO DI
CERVELLO A FORMA DI NOCCIOLINA CHE HAI!!!"
Richard
Castle temeva di diventare sordo.
Aveva
anche messo il cellulare con il vivavoce, in modo che Patrick Jane, Kimball Cho,
Javier Esposito e Kevin Ryan potessero udire.
"Vedete
come mi fa impazzire? E' una pazza!" sussurrò al gruppo.
"Guarda
che ti ho sentito!!! Allora dov'è Wayne???"
Rick
si guardò con gli altri.
E
ora cosa avrebbero detto?
Kevin
era preso da un attacco d'ansia e si stava mangiando le unghie.
Javier
si stava scolando una bottiglia di gin che presumibilmente aveva rubato
dall'hotel dove alloggiavano.
Kimball
restava impassibile, braccia conserte e guardava fisso lo scrittore.
Patrick
fischiettava guardando in alto e facendo l'indifferente.
A
quel punto, Rick si sentì offeso.
"Che
begli amici stronzi che ho!" sussurrò indicandoli uno per uno.
"RICHARD
CASTLEEEEEEEE!!!" la voce di Kate risuonava da quel cellulare infrangendo
le barriere del suono.
"Sì
mia dolce musa? Ehm credo che abbiamo un problema..."
"Che
cazzo vuol dire?!"
"Ecco...
è successo di nuovo... abbiamo smarrito lo sposo!"
La
detective rimase a bocca aperta, trattenuta dall'urlare di nuovo e sbattere il
suo costosissimo iPhone4S, decorato coi brillantini e Swarovski, per terra.
Guardò
il gruppo di donne dietro di lei.
Grace
aveva le vampate. Forse per il caldo, dato che quel vestito da sposa era davvero
pesante, oltre ad avere un pessimo gusto.
Kate
arricciò il naso, poi tornò alla conversazione telefonica.
"Siete
dei coglioni, lo sapete vero?!"
"Lo
so, mia dolce musa, ma--"
"NON
CHIAMARMI MUSA!!! Trovate Wayne o sono cazzi amari!!"
Purtroppo
quando Kate si incazzava, Rick non doveva mai chiamarla col suo nomignolo.
La
detective attaccò il telefono e dallo sguardo irritato che aveva, si voltò
verso il gruppo delle sue amiche con un sorriso smagliante.
Intanto,
il gruppo dei defici...ehm amici, guardava preoccupato.
Patrick
si avvicinò al suo compagno di scorribande preferito, posandogli una mano sulla
spalla.
"Ha
detto che saranno cazzi amari! Sai che vuol dire, Rick?"
"Che
non me la darà per almeno un mese se non troviamo Wayne!!"
Disperato,
si coprì il volto con le mani.
Erano
davvero nei guai.
Finché
qualcuno ebbe un'illuminazione.
"Oddio...
Kate ha detto che Teresa ha le doglie? Sto per diventare padre!!!"
(sottolineo, di nuovo padre!u.u -nb Jane- non cominciamo -.- -nb autrice-)
Patrick
iniziò a saltellare per la gioia, ma non si accorse che facendo così inciampò
per delle scale dove erano seduti, sbattè la testa, e si rialzò con un gran
bernoccolo.
Il
gruppo corse per verificare se stava bene.
"Patrick
rispondi!! Non possiamo perdere anche te!!"
Il
biondo li guardò e dal suo sorriso, potevano constatare che stava bene.
"Salve,
miei fidati seguaci! Io sono il vostro Messia!"
Ci
fu una caduta generale.
Okay,
le cose non potevano andare peggio di così.
L'ebete
biondo continuava a fissare i suoi compagni d'avventura, convinto che fossero i
suoi seguaci.
Rick
era disperato e parlava tra sé, dicendo frasi senza senso. Si sedette tenendosi
le mani sulla testa.
"Ma
che cazzo ho fatto per meritarmi questo..."
Kevin
sbucò da sotto facendo prendere un colpo allo scrittore.
"Ehm
non vorrei interferire, ma abbiamo perso lo spos---"
"LO
SO CHE CAZZO E' SUCCESSO, IMBECILLE, NON C'è BISOGNO CHE ME LO RICORDI!"
Si
alzò di scatto, spaventando l'irlandese che divenne piccolo piccolo di fronte
ai suoi occhi, e lo costrinse a fare un passo indietro.
Rick
stava davvero sclerando di brutto. Iniziò a innervosirsi. Ormai i capelli erano
tutti sconvolti.
"QUESTO
MINCHIONE QUI, COME SE NON BASTASSE" disse indicando Patrick, che cercava
di parlare agli uccellini manco fosse San Francesco. "E' CONVINTO DI ESSERE
IL MESSIA! E ABBIAMO SOLO DUE ORE DI TEMPO PER TROVARE WAYNE! E CHE CAZZO DI
SITUAZIONE DEL CAZZO!!" urlava battendo i piedi a terra. (eh no scusa, ma
questa fanfic sta diventando volgare u.u -nb Jane- Propongo l'alzamento di
rating u.u -nb Castle- Ecco i rompicoglioni puntuali come al solito... -nb
autrice- Lo sai che potrebbero esserci ragazzine di 12-13 anni che leggono
queste cose? -nb Castle- Ma non ti vergogni? -nb Jane- Secondo me vuole restare
zitella... u.u -nb Castle- Concordo, collega u.u -nb Jane- Okay quando finite il
teatrino ditemelo, così continuo la ff u.u -nb autrice- Ma perchè non ci caga
più? T_T -nb Castle- Le staremo sulle palle, ci odia T_T -nb Jane-)
Cho
rimase freddo, impassibile, e si voltò verso il suo consulente.
"Okay,
Jane, smettila di parlare coi passerotti e le rondini che dobbiamo andare."
poi fece segno a Javier di aiutarlo a trascinarlo con sé. I due lo alzarono
prendendolo dalle braccia.
"Ma
voi non capite... io devo salvare il nostro popolo... devo portarlo nella Terra
Promessa!!"
Rick
guarda Patrick e si innervosiva ancora di più. Kevin si grattò la testa. Forse
dovevano lasciarlo al manicomio.
"Dove
andiamo con questo caldo?" chiese Patrick, una volta che Javi e Kimball lo
rimisero coi piedi a terra.
"Io
non ce la faccio, davvero... un'altra ora così e impazziamo tutti!!" disse
Rick in preda al panico.
Javi
cercò di calmarlo.
"Amico,
stai tranquillo. Riusciremo a trovare Wayne, me lo sento!" esclamò poi
vittorioso.
"Dove
andiamo con questo caldo??" chiese di nuovo Patrick impazientemente.
Rick
iniziò a piangere sulla spalla dell'amico Javier.
"Sei
sicuro sicuro?"
"Sì,
sono sicuro sicuro!"
"Dove
andiamo con questo caldo???" Patrick, disperato perchè nessuno lo sentiva,
andò su un'altura, così che tutti potessero vederlo e alzò le braccia al
cielo.
"Vabbeh
visto che non mi ascoltate, allora ripeto… D-O-V-E A-N-D-I-A-M-O
C-O-N Q-U-E-S-T-O C-A-L-D-O ?-?-?"
Gli
altri lo guardarono senza parole. Non solo sillabava la frase, ma si era messo a
sillabare anche il sorriso, cercando di sorridere a random, come fanno i robot.
Kimball
guardò il terreno.
"Oh cielo…"
Rick
era giù di lì per esplodere.
"GUARDA IDIOTA CHE ABBIAMO CAPITO NON C'E' BISOGNO DI SILLABARE TUTTA LA
FRASE COMPRESO IL SORRISO!! No… non ci credo… non può essere così
deficiente…"
"Secondo me lo fa
apposta..." disse Kevin inclinando la testa per guardare meglio il
mentalista, che intanto stava inseguendo le farfalle.
Lo
scrittore sospirò, anche lui senza staccare lo sguardo da Patrick.
"Macché apposta… questo è deficiente per
natura! In deficientaggine non
ha rivali! Neanche Mr Bean
reggerebbe il confronto!"
"Ma almeno Mr Bean
recita! Questo invece fa sul serio..."
I
due si guardarono e sospirarono all'unisono.
Esposito
spuntò da dietro facendo leggermente spaventare lo scrittore, che era salito in
braccio a Ryan.
"Yo,
ragazzi, c'è un chiosco laggiù che fa gli hotdogs... e io ho fame!"
Rick
stava resistendo dalla tentazione di tirargli un cazzotto. Scese dall'irlandese
e mentalmente contò da 1 a 10.
In
quel silenzio imbarazzante, Cho era messo in un angolo a dare colpi addosso ad
un muro con la testa, e malediceva se stesso per essersi imbarcato in quella
situazione... lui aveva chiesto solo un addio al celibato normale!
Jane,
intanto, saltellava come un deficiente tra farfalle e uccellini... (oh guarda
c'è anche il passerotto della Cepu, il consulente di Del Piero!! *__* -nb Jane-
Ma è così deficiente anche nella realtà? '-' -nb Castle- Secondo me catturare
Red John negli anni l'ha reso fuori di testa... -.-'' -nb autrice-)
"A te il sole fa proprio
male!" Castle prese Esposito per il colletto scuotendolo.
"Perché?"
chiese ingenuamente l'ispanico.
"PERCHE'
TE NE SEI USCITO COME I CAVOLI A MERENDA!! SE NEL CASO NON TE NE FOSSI ACCORTO,
NOI STAVAMO PARLANDO DI TUTT'ALTRA COSA, CRETINO!!"
"..."
"..."
"Di che cosa?"
A
quel punto, sull'orlo di una crisi di nervi, Rick urlò come non mai e si
preparò a dare un cazzotto a Javier. Invece finì per colpire il povero Kevin,
trovatosi esattamente nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Patrick
schivò il corpo dolorante di Javier, e saltellò, come sempre, alzando la mano.
"Te lo dico
io! Si stavano chiedendo se io ero deficiente per davvero o per finta!"
Kimball
Cho decise che era ora di riprendere in mano la situazione. Smise di sbattere la
testa contro il muro e si avvicinò al gruppo con fare minaccioso.
"Beh? E tu ci ridi pure? Ti prendono per il culo e tu ridi? Ma allora sei
veramente deficiente!"
"Ma no! Allora lo pensi anche
tu! Sei entrato subito nel discorso! Come
sei intelligente, vecchio mio!" il biondo consulente diede una pacca alla
spalla del coreano che per poco non ci rimise una scapola. Intanto lui manteneva
la sua elegante e ferrea postura.
"GUARDA
CHE NON C'E' BISOGNO DI ESSERE INTELLIGENTI PER DIRE CHE TU SEI
DEFICIENTE!" Rick ormai urlava e basta.
Sembrava
che udire la sua musa urlare continuamente al telefono l'avesse contagiato.
Del
resto, chi va con lo zoppo...
"E per forza! Altrimenti come fanno gli scienziati a scoprire tante cose nuove
ogni giorno? Come per la clonazione della pecora
Dolly! Io non ce l’avrei fatta da solo!" continuava a dire Patrick, che
intanto aveva lasciato stare uccellini e farfalle.
"E
TE CREDO! Con quel cervello che ti ritrovi!"
"Eh, sì! Il mio cervello è davvero enorme!! Infatti fa fatica a stare
all’interno della mia testa!"
Quando
Esposito riuscì ad alzarsi da terra grazie all'aiuto di Ryan, Rick si preparò
per sferrare un altro colpo che stavolta colpì in pieno il mentalista,
facendolo cadere all'indietro. I suoi lucidi capelli biondi si muovevano
leggiadri meglio di una pubblicità dell'Oreal. (L'Oreal, perchè io valgo u.u
hairporn, fuck yeah u.u -nb Jane- Ehi, mi stai copiando lo slogan!! -nb Beckett-
Ma perché sei lo sponsor? Via, sciò u.u -nb Jane- Non litigate u.u -nb
autrice-)
"Nooooo
cazzo!! Ma sei cretino o cosa?! Ora riperde di nuovo la memoria e si crederà
Michael Jackson!!" urlò Kevin disperato con le mani nei capelli.
Javier
lo guardò sconvolto.
"Cosa?
Michael Jackson è morto??! E quando??"
Cho
mormorava tra sé.
"Torno
a sbattere la testa contro il muro..."
Il
consulente del CBI si alzò da terra, sentendosi un po' stordito. Infatti
dovette mettere a fuoco un po' prima di riconoscere i volti degli altri. Anche
le voci facevano eco ed erano ovattate. Gli sembrò di vedere le dita di Rick
muoversi davanti a sé e pensò che stava per accecarlo.
Si
toccò la testa constatando il dolore, e quando ebbe messo a fuoco, guardò in
alto: davanti a loro si ergeva un palazzo, casualmente proprio all'altezza del
tendone del circo Orfei. Fece quattro calcoli, due più due, radice quadrata,
potenze, radice cubica... insomma fece tanti calcoli che Castle dovette
costruirgli una lavagnetta come quella che usava la sua Beckett al 12esimo,
così che il mentalista poté risolvere il dilemma.
Dopo
circa mezz'ora, Patrick finalmente mostrò al gruppetto il suo responso.
"Che
cazzo gli è successo ora? Si crede Einstein?" mormorò Javier con del
pop-corn in bocca, preso dall'omino che vendeva gli hotdogs.
"Cazzo,
fratello, un po' di contegno! Non si dicono le parolacce, che cazzo!" lo
rimproverò 'saggiamente' Kevin.
"Come
siete volgari... cazzo, siete i primi a dire le parolacce!" disse Rick con
fare superiore, rubando del pop-corn da Javier.
"Se
vi state zitti, sentiamo che ha da dire Jane... cazzo!" concluse il coreano
Cho mettendo l'enfasi su quell'ultima parola.
Decisamente
erano un branco di idioti e pure volgari.
Il
mentalista si schiarì la voce, col suo fare e sorrise convinto di sé. La sua
teoria non poteva sbagliare. Sulla lavagnetta aveva disegnato quello che pareva
essere Wayne messo dentro il cannone del circo; in una seconda sequenza, c'era
lui sbalzato alla velocità supersonica fuori al tendone; nel terzo e ultimo,
c'era lui finito sopra il tetto del palazzo... lo stesso che si trovava di
fronte a loro.
Il
gruppo sembrò non capire, quindi Patrick li incitò a parlare facendo prima il
mimo, poi il gioco dell'oca. E il tempo passava inesorabilmente...
Alla
fine, il mentalista gettò la spugna.
"Con
voi non c'è gusto indovinare! Allora, guardate bene: il nostro amico Wayne
Rigsby è stato catapultato col cannone
da quel tendone del circo, e si trova sicuramente nel palazzo di fronte. I miei
calcoli non possono sbagliare, signori!" sorrise come un ebete.
Dopo
qualche secondo imbarazzante, qualcuno parlò.
"Lo
sapevo... è convinto di essere Einstein!" continuava a mormorare Javier
col boccone in bocca.
E
mancava esattamente un'ora al matrimonio...
Angoletto
dell'autrice (poco) sana di mente:
Vi
sono mancata? A me loro non sono mancati affatto.
Vi
aspettavate che Patrick trovasse la terra promessa? Mi spiace per voi.
Vi
aspettavate Rick al manicomio? Questa poteva anche starci.
Fatto
sta che perfino Kimball Cho sta perdendo la pazienza con questo branco di
idioti.
L'unica
nota positiva è che forse hanno capito dov'è finito lo sposo...
Forse.
Ma
conoscendo il mentalista, sappiamo che non sbaglia mai. Vero? Vero??
Alla
prossima!!
D.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** "Barack? I'd killed myself with a name like that." ***
Nuova pagina 1
"Barack?
I'd killed myself with a name like that."
ORE
17.
Kate
Beckett scalpitava al telefono come una cavalla furiosa.
Quell'idiota
di suo marito e i suoi amici del cuore avevano perso lo sposo. Di nuovo.
Si
poteva essere così imbecilli?
Grace
Van Pelt, infagottata nel suo vestito bianco con scollatura mozzafiato e tanto
di velo, aveva le vampate e guardava la detective del 12esimo che si mordeva le
unghie.
"Allora??
Stanno arrivando??"
Kate
si guardava intorno, cercando distrazioni, ma ovunque sentiva gli occhi di
Grace, poi quelli di Lanie e di Jenny, puntati su di lei. Spostò la folta
chioma di capelli dal viso e si morse il labbro. Prese un grande respiro.
"QUEI
COGLIONI HANNO SMARRITO IL TUO FUTURO SPOSO!! IO NON SO COME SI PUO' ESSERE
COSI' IMBECILLI ALLA SECONDA!! MA CHE DICO, SONO IMBECILLI AL QUADRATO!!"
Il
suo urlo venne udito anche fuori dalla stanza, e quindi dai genitori degli
sposi, parenti e amici. Il prete, un signore che ricordava vagamente Don Matteo,
deglutì stringendosi il colletto.
Intanto,
la povera Teresa Lisbon faceva grossi respiri e aveva le vampate. Kate respirò
insieme a lei.
"Teresa,
ho completamente dimenticato che tu hai le doglie!"
"Ma
va?? Ho un enorme elefante in pancia!! Dov'è Jane??!"
Lanie
e Jenny cercarono di calmarle portandole dell'acqua. Kate prese la bottiglietta
e si bagnò con l'acqua.
"Tesoro,"
fece Lanie accanto a lei, "quella è acqua santa... non hai paura di
scottarti?"
Avendo
colto la battuta solo qualche secondo dopo, Kate finì per prendere Lanie
puntandole il dito contro.
"IO
NON SONO MICA IL DIAVOLO, E NON HO BISOGNO DI UN ESORCISMO. STO
BENISSIMO!!"
Grace
respirava a fatica.
"Io
non mi sposo più... io non mi sposo più... io non mi sposo più..."
tremava come una foglia, ma Jenny le prese la mano assicurandosi che non le
fosse venuta la febbre. Tutto a posto. Era nella norma.
Teresa
respirava a fatica.
"Ma...
tu..." disse prendendo Kate per il suo vestito da damigella color violetto,
"...non... eri... incinta?!"
La
detective si sentì gli occhi delle donne addosso. Si morse il labbro e le
guardò fieramente.
"Fortunatamente
il ciclo è arrivato."
Tirarono
un sospiro di sollievo.
"Ecco
perchè le girano..." disse Lanie a denti stretti.
In
quello stesso istante, Teresa lanciò un semi urlo e uscì dell'acqua da sotto
la sua veste.
"Oh
cazzo."
Lanie
e Jenny urlarono istericamente.
"LE
SI SONO ROTTE LE ACQUE!! STA PER PARTORIRE!!"
"CHE
CAZZO DICI, TOCCA PORTARLA PRIMA ALL'OSPEDALE?!" col suo modo elegante e
raffinato, Kate tirò fuori la pistola verso le due esaurite, mentre Teresa
urlava.
"CAZZO
IO DEVO SPOSARMI, METTETE GIU' QUELLE ARMI!!" Grace a risposta, tirò fuori
la sua di pistola puntandola verso Kate.
"DEVO
ANDARE ALL'OSPEDALE O PARTORISCO QUI QUESTO BAMBINO!!"
Fuori
dalla stanza, gli invitati erano seriamente preoccupati. Il prete si avvicinò
ad uno degli ospiti.
"Sembra
ci sia un omicidio o cosa...?"
"Muovete
quel culo, dobbiamo salvare Waynuccio!!"
Patrick
Jane si era tolto le scarpe perchè a sua detta, correva meglio. Era davanti al
gruppo e li guidava verso il palazzo dove avrebbero trovato Rigsby.
Si
fermò di blocco e tutti gli altri dietro di lui, si fermarono andandogli
contro.
"Ma
che cazz--" (ma basta con questa parolacce!! ora ti bannano u.u -nb Castle-
E Rick vuole essere pestato a morte... -nb autrice- Tanto non puoi, non hai
giurisdizione!u.u -nb Castle- Oh una nuova parola, però sei intelligente! -nb
Jane- Certo, sono andato a scuola. Io! -nb Castle- E Rick e Pat adesso ricevono
tante botte dalle loro consorti... *-* -nb autrice- Perchè? Hanno la pistola?
'-' -nb Castle- Okay, stiamo buoni '-' -nb Jane-)
Era
una sala riunioni. Tante sedie, tanti giornalisti seduti, e fotografi, cameraman
in piedi. Però riuscirono lo stesso a notare l'uomo di colore che stava tenendo
un discorso su quel palco allestito, con una bandiera americana dietro.
"Grazie
a tutti per essere venuti."
Il
presidente degli Stati Uniti congedò giornalisti e fotografi, seguito da una
decina di guardie del corpo e si avviò verso l'ingresso dove si trovavano i
nostri eroi.
Il
mentalista batteva le mani.
"Uh! Il presidente Americano! Che
emozione! Sto davanti a Martin Luther King!"
Come
al solito, Rick gli diede una pacca dietro la testa.
"Ma quale Martin Luther King! Questo è George W. Bush!"
"E qual’è la differenza?? Tanto entrambi hanno portato in rovina il
paese!"
"Ignorante."
Il
presidente era allibito. Le sue guardie erano pronte a portarlo fuori, ma lui
alzò il dito indice facendo loro segno di stare fermi.
"Cribbio... ma quale King, o Bush! Io sono Barack Obama!! Ma non leggete i
giornali?!"
"Barack?"
chiese il gruppetto con sguardo incuriosito.
Cadevano
dalle nuvole.
Il
presidente Obama scosse la testa ancora sconvolto.
Javier
si sentiva pronto come un leone a sparargli.
"Cos’è questo scempio di nome! Sta cercando di prenderci per il
culo?!"
"Culo? Si chiama Culo? Che nome del cazzo!"
disse Kevin ridendo a denti stretti.
Eccone
un altro che cadeva dalle nuvole. La compostezza del Presidente era invidiabile.
Le stesse guardi del corpo non capivano la situazione e mormoravano tra loro che
forse era una trovata pubblicitaria per la sua campagna elettorale.
"Si chiama Barack!
B-A-R-A-C-K!" fece Patrick a loro, facendo lo spelling. "Io mi sarei ammazzato con un nome così..."
Javier
rimise la sua pistola dentro la fondina.
"Ma no, è così carino! Io conoscevo uno che si chiamava Puzza Pizzetta!"
"Ah sì, è quello che quando sparava le scoregge gli puzzava il culo di
pizza!! Lo conosco anche io!" disse l'irlandese suo amico dandogli una
gomitata e ricordando il tipo in questione.
"Già, è quello!"
Kimball
Cho sentiva i nervi a fiori di pelle. Erano davanti al Presidente degli Stati
Uniti e stavano facendo figure di merda.
"Certo che voi l’educazione ce l’avete proprio sotto la suola delle
scarpe!" iniziò a prenderli per il colletto, strattonandoli! "Pure davanti al presidente fate queste figure del cazzo…. Ehm…
cavolo!" si corresse quando incrociò lo sguardo di Obama.
Patrick
guardava e annusava il presidente come se fosse un cane. L'uomo si ritrasse,
tenuto a bada dalle sue guardie del corpo.
"Uh… che buono
questo profumo... che deodorante usa?"
Rick
gli diede una botta alla spalla.
"Ehi,
idiota! Porta rispetto!" gli fece a denti stretti, ricordandogli chi
avevano di fronte.
Ma
quell'uomo così buono eppure così potente li lasciava ancora fare, mentre si
faceva spazio tra di loro senza neanche salutarli, seguito dalla sua scia di
guardie.
"Perchè
sei arrabbiato con me, Rick?" Patrick piangeva istericamente come un
bambino di otto anni.
L'amico
sospirò e poi gli posò le mani sulle spalle.
"Io non sono
arrabbiato con te! ! Ma ora
dobbiamo andare a salvare Wayne e portarlo al suo matrimonio! Lascia stare il
presidente!"
"Vaaa
bene."
Il
gruppo si decise a seguire le scale che portavano alla terrazza dove FINALMENTE
avrebbero riabbracciato Wayne. Ma prima di seguire l'amico Rick e compagnia,
Patrick diede un gran calcio nel culo al
presidente, che si era fermato fuori il palazzo per parlare con dei giornalisti!
Ci
fu un silenzio tombale. E poi accadde tutto in un istante sbrigativo. Certo che
non potevano mai stare tranquilli per un istante.
"MA
SEI SCEMO?!" urlarono tutti, mentre Obama si toccava il sedere dal dolore.
"No. Così
sarò il primo uomo a dare un calcio nel culo al presidente! Passerò
alla storia!"
"No,
passerai alla forca!!" Rick capì che la situazione stava degenerando,
quindi prese con forza l'amico sotto braccio appena vide le guardi del
Presidente prendere le loro pistole.
Obama
gridò loro di prendere il gruppo di cinque e di portarli al giudizio della
corte di Stato!
ORE
17:20.
Corsero
più che potevano per le scale, inseguiti dalle guardie armate. Erano dieci
piani a piedi, ma alla fine raggiunsero la terrazza.
Cho
e Javi, i più forti, si preoccuparono di barricare la porta, mentre gli altri
chiamavano Wayne, sperando di trovarlo e che, sopratutto, fosse ancora vivo!
"WAYNE
RIGSBY?? WAAAAAYNE!"
"Kevin,
non penso ci siano otto Wayne Rigsby rimasti sopra una terrazza per due
giorni!... ehi, sentite anche voi?" Rick si bloccò udendo dei mormorii.
Patrick
annusò il terreno, seguendo la scia di Rigsby.
Cho
e Javi, davanti la porta, stavano reggendo, ma stavano quasi per crollare.
L'armeria americana era molto forte!
"Uhmm...mmmm....sono....
qui..."
Seguirono
il mentalista che seguiva la voce, finché trovarono Wayne raggomitolato in un
angolo, e coperto con un lenzuolo, per
evitare l'insolazione.
Al
mentalista iniziarono a scendere lacrime di gioia dagli occhi.
"Vecchio
mio!! Sei vivo!!"
L'agente
però non si muoveva tanto era sconvolto. Debolmente salutò con la mano il
resto del gruppo.
"Ehm
non vorrei disturbare questo momento idilliaco, ma... noi qui non resistiamo
più!" urlò Javier.
"Questi
stanno spaccando la porta... usando le armi, bastardi!!" in risposta Cho
iniziò per primo a sparare.
Le
guardie armate fecero crollare la porta e puntarono le loro pistole contro di
loro.
"Siete
in arresto per alto tradimento della Corte!" disse l'uomo armato al
comando.
Tutti
alzarono le mani, tranne Patrick.
"Ma
tu guarda, uno dà un calcio al Presidente e deve rischiare la galera!"
Gli
altri si guardarono scuotendo la testa. Non c'era davvero più speranza.
"Il
Presidente vuole denunciarvi! Avete oltraggiato l'onore del Presidente!"
Il
mentalista diede un'occhiata al panorama dietro di sé. In quel preciso istante,
a circa 80 metri di altezza, si era fermato un camion dell'immondizia, e poco
distante, c'era una limousine, probabilmente quella del Presidente. Fece un
rapido calcolo. Sì, era da pazzi. Ma si poteva fare.
"Ma
sti gran cazzi!" esclamò prima di buttarsi di sotto.
Angoletto
dell'autrice (poco) sana di mente:
Ci
siamo, manca poco!!
Teresa
ha finalmente le doglie, Kate non è più incinta, e si vede che le è venuto il
ciclo..
In
compenso, i nostri imbecilli preferiti hanno incontrato anche Obama, ma Patrick
gli ha dato un calcio nel sedere...
Ma
insomma, quanto sono maleducati? Ma si può non riconoscere il Presidente??
Tranquille,
Patrick non si è ammazzato. Ha calcolato tutto prima dell'impatto.
Riusciranno
ad arrivare a casa sani e salvi contando che hanno dietro l'esercito degli USA e
un matrimonio da celebrare alle 18??
Ah,
per fortuna lo sposo è stato trovato!
Alla
prossima!!
D.
ps:
domenica parto e torno martedì, quindi probabilmente per l'aggiornamento
dovrete attendere settimana prossima intorno a mercoledì-giovedì (se riesco).
Poi pubblicherò l'epilogo domenica prossima :D
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** "Not to mention that we have the guards of the President after us!" ***
Cap
"Not to mention that we have the guards of the President
after us!"
"Ma
quello è pazzo!"
Le
guardie del corpo di Obama rimasero un po' atterrite.
Patrick
Jane si era appena buttato dal piano più alto del palazzo ed era atterrato come
una piuma e con eleganza, sul carro della spazzatura, per poi uscirne bello,
pulito e splendente come il sole (L'oreal, perchè io valgo u.u -nb Jane- Scusa
ma ora che c'entra?? -nb autrice- Ho i capelli più belli di tutti, caso chiuso
u.u -nb Jane- Non credo proprio -.-' -nb Beckett- Kate, che ci fai qui? Vai a
soccorrere Teresa sennò quella partorisce il bambino da sola! -nb autrice- E
come fa, scusa? Mica è un cavallo che partorisce da sola u.u -nb Castle- E tu
che ne sai? Hai mai assistito ad un parto? '-' -nb Jane- Oh Signore, ma che ho
fatto per meritarmi questo? T__T -nb autrice-).
"Ma
come ci riesce?!" Rick Castle si lamentava di non avere il portamento
elegante del biondo consulente.
Anche
lui, Kimball, Wayne, Kevin e Javier erano affacciati al terrazzo insieme alle
guardie, ma appena si resero conto che quelli avevano puntato i mitra contro di
loro, non ci pensarono due volte ad approfittare della situazione per buttarsi
sotto alla spazzatura, seguendo l'esempio di Patrick.
"Che
cazz---"
Le
guardie attrezzate dei loro mitra e vestiti di nero con tanto di occhialini
scuri, si erano lasciati scappare dei fuggitivi! E proprio davanti ai loro
occhi!
ORE
17:25.
Patrick
faceva segno ai suoi con la mano, mentre era seduto davanti la limousine.
Gli
altri stettero a guardare per un attimo.
"Questa
bestia ci porterà a casa!!" disse accarezzando il manubrio di quella
splendida auto nera.
Rick
notò che era anche decappottabile, quindi si affrettò a salire e aprire lo
scompartimento automatico.
Lo
scrittore e il consulente si guardarono come due ebeti e annuirono all'unisono.
Kimball
si fece spazio tra gli altri colleghi e mise gli occhiali da sole neri. Wayne e
Patrick sapevano che quando il coreano faceva così significava che tutti erano
nei guai.
"Fatemi
spazio. Nel Bronx ho imparato a guidarle. Dopo averle rubate, ovviamente."
Il
passato di Cho faceva sempre un po' paura e questo spiegava il suo brusco
temperamento.
Kevin
e Javier si occuparono di aiutare Wayne a sedersi sul sedile posteriore. Il
povero agente del CBI era ancora in mezzo stato di shock.
Patrick
restò seduto accanto al posto di guida, mentre Rick si sedette con gli altri ai
posti posteriori.
Kimball
esaminò con calma la postazione di guida.
"Uhmmm..."
"Sbrigati
Cho, che quei gorilloni ci vogliono uccidere!!" il mentalista pregava in
tutte le lingue del mondo e incitava il coreano a mettere in moto.
Improvvisamente,
si ritrovarono le guardi del Presidente sul loro cruscotto.
Qualcuno
lanciò un urlo molto femminile. Era Castle che come al solito se la stava
facendo sotto dalla paura.
Cho
rimase a sangue freddo. Mise in moto e con un giro a 360 gradi dell'auto,
riuscì a sbarazzarsi dei gorilloni del Presidente, che caddero a terra mezzi
morti, ma sapevano rimettersi in piedi facilmente.
Una
volta imbarcata l'autostrada, Patrick aveva chiamato il servizio a domicilio per
farsi spedire dei completi di smoking. Era tutto organizzato. Javier e Kevin
aprirono la portiera della limousine e si prepararono ad accogliere a braccia
aperte il vestiario, mentre gli addetti 'a domicilio' lanciavano loro dei pacchi
con i completi.
Tra
urli di gioia, e con Patrick e Rick che avevano mezzo busto fuori la limousine,
urlando a squarciagola per l'autostrada e facendo versacci volgari agli
automobilisti, il gruppo sfrecciò alla velocità della luce verso la casa degli
Hamptons dello scrittore, poiché lì si sarebbe svolto il matrimonio.
"Cambio
all'ultimo momento." disse Rick, una volta rientrato nella vettura,
sistemandosi la giacca.
"Ordini
di tua moglie?" lo corresse Patrick con un pizzico di malizia.
Lo
scrittore non poteva mentire.
"Sì,
me ne ha suonato di cotte e di crude per colpa di questo incidente che ci è
capitato!"
"Senza
dimenticare le notti in bianco che farai per i prossimi sei mesi!"
Tutti
si misero a ridere ricordando 'la promessa' di Kate, che suonava più come una
minaccia. Lo scrittore storse la bocca e si imbronciò come un bambino di otto
anni a cui non danno le caramelle.
Nello
stesso istante, alla cappella allestita apposta fuori la casa agli Hamptons,
Grace sbuffava a più non posso facendo innervosire tutti, parroco compreso.
Teresa
respirava a fatica nel salone, e aveva quasi distrutto il suo vestito da
damigella, tanto era incazzata e gonfia come una balena.
Finalmente
era arrivato anche il medico della famiglia Castle, raccomandato da Martha
Rodgers.
Lui
avrebbe pensato al parto, mentre Lanie, dato le sue conoscenze in medicina, si
era attrezzata per aiutarlo.
Gli
occhi le erano diventati rossi per la rabbia.
"DOVE
CAZZO E' JANE???" chiese con foga alla povera Kate che cercava di
contattare di nuovo suo marito al cellulare.
"Non
lo so!! Non trovo neanche Castle!!"
L'agente
del CBI si reggeva con le mani alle spalliere del divanetto, divaricando le
gambe. Era un dolore straziante.
"Se
riesci a contattarlo... digli che partorisco qui suo figlio!!"
Kate
deglutì pensando che era meglio non avere figli se poi per partorire si finiva
con l'essere indemoniate come Teresa Lisbon.
Finalmente
qualcuno rispose al telefono...
"Katiuccia
tesoruccio!!"
"CASTLE
SBRIGATEVI A VENIRE CHE QUI STIAMO IMPAZZENDO TUTTI!! AVETE TROVATE WAYNE?!"
Non
serviva il vivavoce quando Kate parlava poiché la sua voce era talmente alta
che aveva reso Rick mezzo sordo.
Lo
sposo tentò di muoversi, indicando sé stesso.
Rick
ovviamente non comprese.
"Certo,
mia adoratissima musa! E' proprio qui vicino a me, ma ora non può
parlare!"
Wayne
invece impallidì, ma Kevin e Javier sapevano tenerlo fermo.
"Meglio
che non vengono a sapere delle tue precarie condizioni!" gli sussurrò il
primo.
"Già
sennò rischiamo di andare in bianco anche noi con le nostre consorti!"
concluse il secondo visibilmente preoccupato.
"COME
SAREBBE A DIRE CHE NON PUO' PARLARE?! AAAH NON MI INTERESSA! BASTA CHE VI
SBRIGATE A VENIRE CHE TERESA STA PER PARTORIRE QUI!!"
"Cosa?!
Teresa sta per partorire nel mio adorato salotto? Me lo sporcherà tutto!!"
Alle
parole 'Teresa' e 'partorire', Patrick tentò di prendere il cellulare di Rick
per avere più notizie.
Ma
ancora una volta, Rick non comprese e fece a botte con l'amico pur di non
lasciarsi prendere il cellulare.
Kate
sbuffò guardando Teresa che ormai non resisteva più.
"CHIAMA
JANE!! IL BAMBINO STA NASCENDO!!"
Rick
riattaccò e per un momento ci fu il silenzio in auto. Patrick si era bloccato
con le mani in posizione di attacco verso lo scrittore, mentre Kevin e Javier
tenevano Wayne fermo. Cho stava canticchiando una vecchia canzone italiana.
Si
bloccò sentendosi gli occhi addosso.
"Beh
che c'è? Non conoscete 'That's amore'?"
ORE
17:50.
"Non
è che puoi andare più piano?" chiese Kevin preoccupato ad un Kimball
molto determinato a guidare. "Non vorrei che ci beccasse la
polizia..."
Javier
si portò la mano sulla fronte in segno di disperazione ed era tentato nel
suonargliele di santa ragione.
"Cretino,
siamo noi la polizia!"
"Sì
lo so, ma se ci beccano?! Non voglio finire in prigione per guida in stato di ebbrezza
o per aver oltrepassato i limiti di velocità!!"
Di
nuovo Javier si trattenne nel dargli un cazzotto in testa.
Ci
pensò Rick a urlargli contro.
"Ma
sei deficiente?! Abbiamo infranto crimini in almeno tre stati! Senza contare che
abbiamo le guardie del Presidente che ci inseguono, e lui si preoccupa che gli
facciano la multa per limiti di velocità!! Oh Santa Pazienza..."
Wayne,
seduto tra Javier e Kevin, osservava il loro scambio di battute come se fosse
una partita di ping-pong.
"Scusami
se ti interrompo.." Patrick si mise in mezzo a loro, tanto la limousine era
grande abbastanza... "ma esiste una santa che si chiama Pazienza? Non mi
pare..."
Stavolta
Javier non resistette e tirò un cazzotto a Patrick, facendo sterzare
accidentalmente Cho.
"Oh
merda, così mi fai uscire fuori strada!!"
"Eh
tanto, già siamo in ritardo..." disse Rick sconsolato.
"Ehi,
io devo sposarmi!!" Wayne era irritato.
"E
io ho mia moglie che sta partorendo, fate un po' voi, ma mica mi lamento come
state facendo voi. Tzè." concluse ritornando al suo posto da composto.
Kimball
lo guardò male.
"Sono
io qui l'unico serio."
Da
dietro, Kevin e Javi lo maledicevano, mentre Rick gli faceva le boccacce.
ORE
18.
"Mi
spiace, signorina, credo proprio che dovremo iniziare il matrimonio..."
La
rossa Grace lo guardò un attimo. Quell'omino biondino sulla settantina simile a
Don Matteo stava scherzando. Lo prese per il colletto scuotendolo, non curandosi
della gente che c'era intorno a loro.
"COME
CAZZO FACCIO A SPOSARMI SENZA LO SPOSO, EH?! MA INSOMMA CHE CAZZO DI PRETE E'
LEI??"
"Per
l'amor del cielo... Grace!" Jenny si alzò dal suo posto per tentare di
dividerli. "Grace, questo è l'unico prete che possiamo permetterci,
cerchiamo di non ucciderlo!"
La
rossa continuava a scalpitare mentre il parroco diventava sempre più piccolo,
facendo il segno della croce a ripetizione.
Intanto
l'urlo di Kate al telefono e quello di dolore di Teresa, si erano estesi fino
fuori.
Era
una tragedia. La situazione era tragica!
"Mi
scusi signorina..." il prete tentò un approccio con Jenny, visto che Grace
se lo stava mangiando con gli occhi, "...io avrei un altro matrimonio alle
19.30 quindi potrebbe dirmi se lo sposo sta arrivando?"
Kate
urlò di nuovo all'impazzata. Il suo 'CAAAAAASTLEEEE' risuonò ben oltre gli
Hamptons. Lo stesso urlo di Teresa che chiamava suo marito aveva fatto sì che
l'acqua del laghetto in prossimità della cappella, si fosse alzato a mo' di
tsunami.
Il
prete continuava a fare il segno della croce.
"E'
un segno di Dio! Non devo celebrare questo matrimonio!"
Grace
lo prese per la mantella.
"Fermo
là, nonnetto! Il mio fidanzato arriverà! Nel frattempo può trasformare
l'acqua in vino già che c'è!" concluse con un sorrisetto carino che
faceva pensare tutt'altro piuttosto che un carattere burrascoso.
ORE
18.10.
Kate
era uscita dal salone per andare a rassicurare sposa e ospiti, col suo vestitino
rosa di seta, capelli alzati a cipolla, era perfetta. La messa in piega l'aveva
pagata 2500 dollari!
E
proprio in quel momento, sembrò che lo tsunami stesse per arrivare.
Invece,
era la limousine dei nostri eroi. Con una sgommata, Cho ribaltò il tavolo del
buffet, investì il prete, andò sulla riva del laghetto facendo schizzare
dell'acqua che rovinò l'acconciatura di Kate.
Jenny
si preoccupò che il prete fosse ancora vivo, mentre Grace guardò il cielo
sconsolata.
Fortunatamente
il suo umore migliorò quando vide Wayne uscire dalla limousine, seguito dagli
altri idioti. Corse ad abbracciare il suo fidanzato accarezzandogli poi il viso.
"Che
è successo? Ti sei bruciato?"
"Storia...
lunga..." rispose lui boccheggiando. Era dissetato!
Patrick
e Rick batterono il cinque.
"Ce
l'abbiamo fatta!"
Peccato
che non avevano fatto i conti con Kate, la quale arrivando, diede prima un
cazzotto a suo marito, e poi tirò le orecchie al consulente.
"Muoviti,
caprone che tua moglie sta per partorire!!"
"Cazzo,
è vero!" il biondo corse all'interno della casa, avendo una scarpa sì e
una no ai piedi.
"Kate,
mi hai fatto male!" lo scrittore si rialzò da terra lamentandosi per il
dolore alla guancia sinistra.
La
sua musa sapeva menare decisamente molto bene! In risposta, Kate alzò le
spalle.
"Teresa,
sto arrivando...oh mio Dio!" il consulente si bloccò quando vide un
uomo con un camice bianco posizionato davanti a Teresa, posta con le gambe
alzate e il corpo piegato. Dietro di lei, Lanie a reggerle la testa.
"Cosa
ci fa con le mani nella vagina di mia moglie?!"
Teresa
roteò gli occhi, portando la testa dietro le spalle.
Lanie
fece la stessa cosa, ma abbassando la testa.
"Questi
uomini sono degli idioti..." le sussurrò.
"JANE,
TESTA DI CAZZO! IL DOTTORE QUI STA CERCANDO DI TIRAR FUORI NOSTRA FIGLIA!!"
Il
biondo saltellò vicino a sua moglie, stringendole la mano.
"Uh
ma allora è una bambina!!"
"SI!"
"E
possiamo chiamarla ugualmente Robin?!"
"SI!"
"Anche
se vabbeh è meglio per un maschietto ma sai, in onore di Batman---"
"JANE,
CAZZO!!"
"Che
c'è?--"
Manco
il tempo di finire la frase, che Teresa riportò la testa avanti dando un
capoccione a Patrick, il quale svenne cadendo a terra.
Angoletto
dell'autrice (poco) sana di mente:
Mi
scuso per il ritardo ma i cretini qui sopra mi hanno tenuta impegnata... no
scherzo XD
La
verità è che sto perdendo ispirazione e voglia di scrivere fanfic.
Non
pensavo mi sarebbe presa così a male O_O
Che
vi devo dire, forse è un periodo un po' strano e sono piena di cose da fare.
Magari
passerà, me lo auguro :)
Intanto
spero che questa fanfic vi sia piaciuta, e che vi siate divertiti a leggerla :D
Non
perdete l'epilogo perchè la storia non finisce qui! :D
Alla
prossima!!
D.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Epilogue ***
Ebbene sì
Ebbene
sì, siamo arrivati alla fine - che tristezza T.T.
Spero
che la storia vi sia piaciuta; ci ho messo un po' per terminarla per vari
motivi.
In
ogni caso, se volete seguirmi, ci si legge nella prossima storia AU di Castle
che pubblicherò da dicembre credo, dopo la laurea XD
Buona
lettura!! :D
Epilogue
La
musica classica di Verdi rilassava chiunque.
Anche
una sposa stressata perché il suo fidanzato si era presentato con dieci minuti
di ritardo alla loro cerimonia, e per giunta era in condizioni disastrose!
Wayne
Rigsby dovette bere almeno due litri di acqua per poter compensare i due giorni
in cui era rimasto da solo, senza cibo né acqua, nascosto in un angolino di
quella terrazza, al riparo dal sole, per evitare l'insolazione.
Ora
finalmente stava ballando con Grace Van Pelt, sua moglie.
La
ragazza se lo stringeva per paura che accadesse qualcos'altro e lui finisse di
nuovo per disperso. Si appoggiava alla spalla del suo uomo lasciandosi cullare,
quando d'un tratto lui sentì uno strappo ai muscoli.
"Cazzarola...
ho tutto indolenzito! Quei deficienti me la pagheranno cara..." disse
alludendo a Jane, Castle e compagnia bella.
Grace
rise.
"Tesoro,
non pensarci, ora godiamoci la serata, e poi..." iniziò ad accarezzargli
delicatamente il viso, ma si bloccò quando lui si irrigidì e la guardò serio.
"No,
mi sa che tu non hai capito. Ho i muscoli che mi fanno male! Sono uno straccio!
Credo che dovrai darti al fai da te!"
La
rossa spalancò la bocca. L'atmosfera romantica era stata rovinata?
"Non
se ne parla proprio! Voglio la mia notte di nozze. Anche se dovrò fare tutto io
il lavoro!"
L'uomo
ci pensò un po' su, poi finalmente fece qualche smorfia.
"Sì...
potrebbe andare!"
I
signori Rigsby erano d'accordo su qualcosa dopo essersi sposati.
"Oh,
Rick, sei uno straccio... sembri uno zombie!"
Kate
accarezzava il viso dello scrittore, poi gli passava le mani tra i capelli.
Lui
era completamente in estasi.
"Questo
vuol dire che i sei mesi di notti in bianco sono state annullate?" le
sussurrò con voce seducente.
La
detective si morsicò il labbro guardando in alto. Sembrava stesse evitando
l'ardua questione.
"Uhmmm..."
Lo
scrittore era impaziente. Lei si guardò in giro. Grace e Wayne che ballavano
felici, Javier e Lanie che mangiavano la torta ridendo e scherzando; Jenny e
Kevin che si abbracciavano e si baciavano di continuo...
"Direi
che tutta quest'atmosfera mi ha fatto venir voglia di metter su
famiglia..."
Per
poco Rick non svenne. Deglutì a fatica cercando di mettere in moto il cervello.
(non che lo avesse bello grande in cervello... -nb autrice- Cosa?! Sono uno
scrittore io, sono sempre in movimento! -nb Castle- Di certo non si può dire
che il suo corpo sia in movimento... guarda che pancia che si ritrova... -nb
Jane- Ma stai un po' zitto te, che nonostante i miei 40 anni, sono bello come il
sole U.U -nb Castle- Mazza modestia a parte -.- -nb autrice- Non è vero, il
più bello sono io grazie ai miei capelli super lucenti. Guarda qua come li
shakero! -nb Jane- Ma la piantate per favore? Poi vi dedico un piccolo spazio
alla fine se fate i buoni... SE fate i bravi sennò niente!u.u -nb autrice-
*____* -nb Jane&Castle-)
"Scusa
mia adorata musa, luce dei miei occhi...ma tu non eri già incinta?!"
La
musica si interruppe bruscamente. Per davvero, visto che i musicisti dovevano
cambiare spartito. Inevitabilmente, anche tutta la sala si bloccò a guardare la
coppia. Kate si sentì un po' in imbarazzo.
"MA
SEI DEFICIENTE?? AVEVO SOLO UN RITARDO, CAZZO!!"
Mentre
Rick si sentì rimpicciolire, Grace fece segno alla sua orchestra di ripartire
con la musica. Toccò la musica di Vivaldi con "Le quattro stagioni."
La
detective rise. Castle riusciva sempre a farla ridere, nonostante fosse un
emerito cretino a volte.
"Se
vuoi però, possiamo darci da fare per fare un bambino dopo..." eccola che
provocava con quella voce seducente, e quelle labbra vicino al suo orecchio.
Un
brivido lo percosse. La sua musa aveva molto più in comune con Nikki Heat,
l'eroina dei suoi romanzi, di quanto pensasse!
"PATRICK,
CRETINO, VUOI ANDARE PIANO CON QUESTA CARROZZELLA, CAZZO!! HO APPENA
PARTORITO!!"
Il
mentalista si divertiva a spingere la sua mogliettina Teresa Lisbon, che portava
in braccio l'appena nata Robin Jane.
"Eccoci
arrivati alla festa!"
Teresa
lo fulminò con lo sguardo.
"E'
un matrimonio, coglione, non una festa!!"
"Ti
amo quando sei così autoritaria e incazzosa!" le disse baciandola sulle
labbra, completamente ignorando gli insulti di lei.
E
anche la poliziotta si dimenticò completamente della demenza di suo marito.
Ancora
col sorriso sulle labbra, Patrick si abbassò per accarezzare la testolina della
piccola Robin. La bambina aveva gli occhi verdi della mamma, e si intravedevano
i capelli biondi come quelli del padre. Era un misto di bellezza.
"VENITE
GENTE, VENITE AD AMMIRARE IL FRUTTO DELLA PASSIONE!!"
A
Patrick Jane non serviva un megafono per attirare l'attenzione. Bastava la sua
voce e il suo charme.
Teresa
si nascose dietro sua figlia per la vergogna, diventando rossa come un peperone.
Gli
amici corsero a vedere la piccola Robin, che per giunta era calmissima e
divertita dal vedere facce ancora estranee per lei.
Rick
e Kate le facevano le boccacce e lei rideva, Javier e Kevin le davano nomignoli
stupidi, e poi Lanie e Jenny scuotevano la testa in segno di disperazione.
Wayne,
Grace e Kimball si complimentavano con il loro boss, ma i due specialmente con
Patrick. Questo fece stizzire l'occhio a Teresa.
"Vorrei
ricordarvi che il lavoro più duro qui l'ho fatto io, ad avere un elefante per
nove mesi nella mia pancia!"
Rick
strinse Kate alla vita.
"Sei
davvero sicura che vuoi diventare così grassa?"
In
risposta lei gli diede una gomitata. E quando Kate Beckett dava le gomitate,
faceva male sul serio.
Mentre
le donne restarono intorno a Teresa e alla sua piccola, gli uomini erano riuniti
per complimentarsi tra di loro.
In
realtà tiravano sospiri di sollievo perché la loro sbornia e le loro avventure
avevano avuto un lieto fine e nessuno avrebbe saputo più nulla delle loro
bravate.
Almeno
fino a quella sera...
"Ehi
ragazzi, devo farvi vedere una cosa..."
Wayne
tirò fuori il suo cellulare dal taschino ed era piuttosto preoccupato. Gli
altri sbiancarono.
"Oddio
che cosa abbiamo fatto?" Patrick da buon mentalsita aveva intuito tutto.
"E'
un video della nostra notte di sbornia... non ho avuto il coraggio di andare
avanti... credo che abbiamo esagerato... come al solito..."
Mostrò
loro una playlist con diversi video. Fece partire il video, assicurandosi di non
essere visto e sopratutto che la suoneria fosse bassa.
C'erano
loro sei sulla terrazza che si preparavano a bere giurando di non ubriacarsi
come l'ultima volta, perchè avevano dei metodi poco ortodossi per restare
svegli. Ma un biondino del loro gruppetto, stava prendendo di nascosto della
polverina da mettere dentro i bicchieri...
Rick
corrugò la fronte.
"Ehi
ma quello... è Ryan! E... che cazzo sta facendo?!" il suo tono iniziò ad
alzarsi.
L'irlandese
sentì il colletto stretto e cercò di svignarsela. Javier lo prese con la
forza.
Patrick
bloccò il video, mentre Cho e Javi continuavano a tenere Kevin fermo,
trattenendolo per le braccia.
"Tu
ci hai fatto ubriacare e fare uscire fuori di testa? Perchè cazzo l'hai
fatto?!" il tono di Rick era sempre molto alto, attirando l'attenzione
delle consorti, dall'altra parte della sala.
"I-io..."
Kevin boccheggiava, non riuscendo a parlare.
Javier
gli diede una scossa.
"Avanti,
amico. Parla!"
L'irlandese
guardò prima il portoricano, poi ognuno dei suoi amici e scoppiò in lacrime.
"Io
l'ho fatto perchè volevo sapere cosa si prova!! La prima volta non ho potuto
perchè ero io lo sposo scomparso!!"
Lo
scrittore si tratteneva dal tirargli un colpo in testa e mentalmente contava da
uno a dieci.
"Tu.
Hai. Fatto. Cosa.?" sentenziò Wayne, poi si avvicinò a Kevin prendendolo
per il colletto. "Io ho rischiato di non sposarmi per colpa tua, e del tuo
stupido capriccio?!"
Le
donne si stavano preoccupando della situazione. Un attimo prima erano
tranquilli, e l'attimo dopo erano sul punto di darsele di sana pianta. Cosa era
successo?
Da
brava poliziotte, Kate e Teresa sapevano che c'era qualcosa sotto e guardavano
il gruppetto con sospetto.
Da
bravo mentalista, Patrick allontanò lo sposo da Ryan.
"Ragazzi,
stiamo calmi o le nostre consorti ci croccano di botte. E poi non voglio
rischiare di passare le mie prossime notti in bianco... l'ho fatto per tre mesi
perchè mia moglie era incinta, e capite, no?"
I
due annuirono, ma quando Kevin incrociò lo sguardo di Rick, questo gli saltò
letteralmente addosso, buttandolo a terra.
Era
scoppiato il panico, tanto per cambiare.
"Lo
sapevo che c'era qualcosa sotto!"
Kate
prese la pistola che aveva nascosta sotto il vestito, lasciando le altre donne
sorprese.
"Io
lo gonfio di botte." Teresa digrignava i denti e seppur debole, cercò di
alzarsi dalla sedia a rotelle per raggiungere Patrick e suonargliele.
Tuttavia,
un grido proveniente dall'ingresso bloccò la situazione.
L'orchestra
suonò la colonna sonora di "Man in Black" appena vide una decina di
uomini vestiti di nero, occhiali scuri e mitra in mano.
Gli
agenti non erano nuovi all'intrusione dell'FBI nei loro distretti, ma qui si
parlava di un matrimonio!
Kate
era rimasta con la pistola in mano e guardò attentamente gli uomini in nero.
"Ma
che cazzo..."
"E'
peggio di Beautiful..." disse Lanie, rompendo il silenzio, mentre beveva
distrattamente un bicchiere di champagne.
Il
gruppo di agenti si posizionò in mezzo alla sala guardando Patrick, Rick e
soci. Erano impietriti.
"Siamo
le guardie del corpo del Presidente degli Stati Uniti, e..." iniziò a
parlare il capo degli agenti, tale Culon, poi indicò il gruppo "questi coglioni hanno
violato la legge in tre stati, oltre ad aver offeso il Presidente in persona
dandogli un calcio nel sedere!" continuò nervosamente puntando Patrick.
Teresa
spalancò la bocca, vergognandosi per l'ennesima volta.
"Jane!
Hai dato un calcio al sedere di Barack Obama?!" pronunciava quelle parole,
ma in realtà ancora non realizzava la completa situazione.
Il
consulente, nonché suo marito, alzava le spalle sorridendo come un ebete.
Teresa
era sul piano di guerra e lo guardava in cagnesco.
"Scordati
di fare sesso per almeno un anno!" gridò, stringendosi la piccola Robin al
petto.
Le
altre donne incrociarono le braccia vicino alla minuta agente del CBI in segno
di sostegno.
Rick
preoccupato guardava la sua musa.
"Lo
stesso vale per me. Il periodo di astinenza si allunga ad un anno!"
Per
poco lo scrittore non cadde a terra, se non fosse stato per Javier e Kevin che
lo tenevano in piedi.
"Idem
per me." disse Lanie rivolta a Javier che cambiò colore da nero a bianco.
"E
per me." concluse Jenny e Kevin si sentì mancare.
Gli
uomini guardarono Kevin in cagnesco. Era colpa sua se ora si trovavano in questo
stato!
Kimball
Cho era l'unico che si salvava dall'astinenza, visto che non aveva una dama
fissa. Tuttavia, per solidarietà maschile, non poteva non restare coi suoi
amici fino alla fine.
"IO
TI AMMAZZO!!" di nuovo Rick si avventò su Kevin con l'intento di
strozzarlo.
Le
guardia di Obama si muovevano verso di loro con le manette da una parte e il
mitra dall'altra.
"GAMBEEEE!!"
urlarono Javier, Rigsby e un rassegnato Kimball, mentre Patrick cercava di
convincere Rick che non valeva la pena uccidere Kevin... per ora.
Adesso
dovevano fuggire dal governo degli Stati Uniti!
"Fantastico.
La mia luna di miele è svanita." sconsolata, Grace si accomodò su una
sedia, continuando a mangiare torta a più non posso.
"Sicuramente
toccherà a noi di nuovo farli uscire di prigione." Kate prese un pezzo
della torta di Grace e lo mangiò sicura di ciò che aveva detto.
Teresa
annuiva, mentre allattava la piccola Robin.
"Come
al solito. Si chiamano uomini, ma poi siamo noi quelle che hanno le palle."
Gli
imbecilli salirono sulla limousine che avevano rubato al Presidente, e dopo aver
azionato il volante, partirono per una meta non definita, inseguiti dai
macchinoni degli agenti in divisa.
"Grandioso.
Scappiamo addirittura con l'automobile di Obama! Allegria!" disse
sarcastico Javier.
Kevin
frignava, seduto stretto tra il suo collega, Wayne e Rick.
"Io
e te non siamo più amici, Kevin." disse a denti stretti lo scrittore,
provocando un pianto isterico.
"Neanche
in Inghilterra??"
"No."
"Neanche
in Italia??"
"No."
"Neanche
sulla Luna??"
"NOOOOO!!"
urlò Rick, saltando di nuovo addosso a Kevin e provocando un casino dentro la
limousine stessa.
Kimball
sbandò perchè Rick stava dando inconsapevolmente i calci addosso al suo
sedile.
Fortunatamente
Patrick riuscì a prendere il volante e rimettere in sesto l'auto.
"Ora
ci incrimineranno pure per guida contromano!! Siamo un disastro!! Ci credo che
nessuno vuole più essere tuo amico!!" puntualizzò il coreano, incazzoso
come al solito.
Patrick
lo guardò male.
"Cho,
per favore fai silenzio, visto che il crimine più grande è l'astinenza estesa
ad un anno... per colpa di qualcuno!!"
Kevin
si nascondeva, cercando di evitare i graffi di Rick, perchè il nostro amato
scrittore, oltre ad urlare come una donna, menava botte come una donna!
"Signore...
agente Culon!" l'uomo alla guida della macchina blu, si rivolgeva con
estrema calma al capo della polizia.
"Uh?"
"Ma
dobbiamo proprio arrestarli? Insomma, mi fanno pena... soffriranno astinenza per
un anno... le loro mogli li metteranno a stecchetta---"
L'agente
Culon rise di gusto.
"Tranquillo,
agente Grattacazzi... ho già parlato con la detective Beckett del 12esimo e con
l'agente Lisbon del CBI... qualche giorno al fresco, giusto per far sì che
imparino la lezione... tanto tocca sempre alle donne fare la parte degli
uomini!"
Grattacazzi
si toccò la testa.
"Scusi,
continuo a non capire..."
"Tu
continua a guidare, tanto prima o poi li raggiungiamo... quella limousine ha
poca benzina... mi ha assicurato il Presidente..."
Fine
(?)
JANE:
Siiiii il nostro siparietto adorato!! *_________*
CASTLE:
Anche stavolta ne abbiamo uno!! *_______*
RYAN:
Ma voi ancora mi odiate?? T_________T
JANE-CASTLE:
Si u.u
RYAN:
T_____T
CASTLE:
Per colpa tua, ora tutti faremo astinenza!! Capisci quanto è grave??
RIGSBY:
Io sto senza luna di miele -.-'
ESPOSITO:
Il mio spirito latino non può stare senza far sesso per un anno, capite?!u.u
BECKETT:
Don't worry, Castle, I'd get you out (come al solito) u.u
CASTLE:
*________*
LISBON:
Sì, Jane, salverò anche te... come al solito -.-'
JANE:
Dai che voglio vedere la mia piccola Robin *____*
CASTLE:
L'hai chiamata Robin in onore di Batman & Robin? *_____*
JANE:
Ovvio, non poteva essere altrimenti *_____*
RYAN:
io pensavo fosse in onore di quella di How I Met Your Mother... '-'
JANE-CASTLE:
-______-
RYAN:
Uffa, ancora non volete essere miei amici T_______T
JANE-CASTLE:
No u.u
LISBON:
Cara mia, mi sa dobbiamo costringere i nostri mariti a fare altri mesi di
astinenza...
BECKETT:
Eh sì, conosco un modo per tenerli occupati con altre cose...
JANE-CASTLE:
Che?! '-'
RYAN:
T____T
JANE-CASTLE:
Vieni qui, Kevinuccio, noi ti vogliamo tanto bene!!! *____*
LISBON:
Fortuna ci sono le donne a salvare il mondo u.u
BECKETT:
Always u.u
Fine
Angoletto
dell'autrice (decisamente poco) sana di mente:
Allora,
grazie a tutte per aver seguito la mia storia, aver commentato e averla inserita
tra i preferiti... mi fa sentire felice *___*
Dunque,
cosa abbiamo imparato da questa storia? Perchè anche questa FF, come tutte, ha
una morale.
I
nomi degli agenti sono frutto della mia fantasia - non ci credete? Controllate
il sito del governo USA u.u
Ciò
che hanno combinato quella sera tutti ubriachi non ci è dato sapere. Del resto,
dopo ciò che avete letto, lascia poco all'immaginazione giusto?
La
morale è: controllate i bicchieri quando bevete con gli amici, altrimenti vi
ritrovate con i postumi della sbornia e non ricordate più nulla!
Ma
questi uomini devono pensare tutti ad una sola cosa?! Fortuna le nostre donne
sono cazzute, ma sotto sotto anche amorevoli, e vedrete come si sciolgono per
far uscire di prigione i loro mariti...
Per
quanto riguarda Ryan, beh alla fine è stato perdonato dagli amici, mentre
Rigsby è volato subito in luna di miele con Grace.
Tutto
è bene quel che finisce bene.
Alla
prossima!! :D
D.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1266142
|