The Hangover Part II

di _diana87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** How it all started ***
Capitolo 3: *** We won't never do this again ***
Capitolo 4: *** This is not happening again... ***
Capitolo 5: *** Guys, I think we lost. ***
Capitolo 6: *** The elephant, the asylum and the circus ***
Capitolo 7: *** Escape! ***
Capitolo 8: *** Richard Gere and Spiderman ***
Capitolo 9: *** A very crappy situation ***
Capitolo 10: *** "Barack? I'd killed myself with a name like that." ***
Capitolo 11: *** "Not to mention that we have the guards of the President after us!" ***
Capitolo 12: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ebbene sì.

Il giorno tanto temuto è arrivato.

Il seguito di "Hangover Crossover" è qui!

Scritto per chi volesse sapere che fine hanno fatto il nostro gruppo di imbec...ehm eroi.

Buona lettura!!

 

ps: o personaggi (purtroppo) non mi appartengono. Sennò a questo punto sarei ricca e sposata ad un attore famoso u.u

 

 

 

Hangover Part II.

 

 

 

Prologo.

 

 

 

 

Frettolosamente, Richard Castle prese il suo cellulare.

Avevano fatto la conta, giocato a morra cinese, e come se non bastasse, lui aveva perso.

I suoi amici avevano continuato a prenderlo per il culo per almeno cinque minuti, chiamandolo "Sfigato".

Toccava a lui fare quella chiamata.

Compose nervosamente il numero di sua moglie.

Per un attimo esitò guardando i suoi amici: non perchè avesse paura, ma perchè si era dimenticato il numero.

Attese con impazienza mentre c'era quel tu-tu a tenerlo in attesa.

"Pronto??" la delicata voce di Kate Beckett risuonava per tutto l'orecchio di Rick, tanto che anche gli altri del gruppo potevano sentirla.

"Ehm ciao tesoro, luce dei miei occhi--!!"

"NON TENTARE DI FARE IL DOLCE CON ME CHE NON ATTACCA!! DOVE CAZZO SIETE??? E DOVE CAZZO E' WAYNE??? GRACE STA PER AVERE UN ATTACCO DI PANICO, TERESA HA LE DOGLIE... MUOVETE QUEL CULO!!!"

"Ma mia dolce musa..."

"NON CHIAMARMI MUSA!!! IO STO PER AVERE UN ESAURIMENTO NERVOSO!! RINGRAZIO LANIE E JENNY CHE MI TRATTENGONO SENNO' PRENDEREI TUTTI QUANTI A SCHIAFFI!!... E TU CHE CAZZO HAI DA GUARDARE?? NON HAI MAI VISTO UNA DONNA URLARE AL TELEFONO CON SUO MARITO?? SPARISCI SE NON VUOI TROVARTI UN PROIETTILE CONFICCATO IN QUEL POCO DI CERVELLO A FORMA DI NOCCIOLINA CHE HAI!!!"

Richard Castle temeva di diventare sordo.

Aveva anche messo il cellulare con il vivavoce, in modo che Patrick Jane, Kimball Cho, Javier Esposito e Kevin Ryan potessero udire.

"Vedete come mi fa impazzire? E' una pazza!" sussurrò al gruppo.

"Guarda che ti ho sentito!!! Allora dov'è Wayne???"

Rick si guardò con gli altri.

E ora cosa avrebbero detto?

Kevin era preso da un attacco d'ansia e si stava mangiando le unghie.

Javier si stava scolando una bottiglia di gin che presumibilmente aveva rubato dall'hotel dove alloggiavano.

Kimball restava impassibile, braccia conserte e guardava fisso lo scrittore.

Patrick fischiettava guardando in alto e facendo l'indifferente.

A quel punto, Rick si sentì offeso.

"Che begli amici stronzi che ho!" sussurrò indicandoli uno per uno.

"RICHARD CASTLEEEEEEEE!!!" la voce di Kate risuonava da quel cellulare infrangendo le barriere del suono.

"Sì mia dolce musa? Ehm credo che abbiamo un problema..."

"Che cazzo vuol dire?!"

"Ecco... è successo di nuovo... abbiamo smarrito lo sposo!"

La detective rimase a bocca aperta, trattenuta dall'urlare di nuovo e sbattere il suo costosissimo iPhone4S, decorato coi brillantini e Swarovski, per terra.

Guardò il gruppo di donne dietro di lei.

Grace aveva le vampate. Forse per il caldo, dato che quel vestito da sposa era davvero pesante, oltre ad avere un pessimo gusto.

Kate arricciò il naso, poi tornò alla conversazione telefonica.

"Siete dei coglioni, lo sapete vero?!"

"Lo so, mia dolce musa, ma--"

"NON CHIAMARMI MUSA!!! Trovate Wayne o sono cazzi amari!!"

Purtroppo quando Kate si incazzava, Rick non doveva mai chiamarla col suo nomignolo.

La detective attaccò il telefono e dallo sguardo irritato che aveva, si voltò verso il gruppo delle sue amiche con un sorriso smagliante.

Intanto, il gruppo dei defici...ehm amici, guardava preoccupato.

Patrick si avvicinò al suo compagno di scorribande preferito, posandogli una mano sulla spalla.

"Ha detto che saranno cazzi amari! Sai che vuol dire, Rick?"

"Che non me la darà per almeno un mese se non troviamo Wayne!!"

Disperato, si coprì il volto con le mani.

Erano davvero nei guai.

Tante domande riempivano le menti (?) di questi uomini disperati: dov'era finito Wayne? Come erano arrivati a quel punto? Ma sopratutto: cosa cazzo era successo?? (ah non lo so, la fanfiction è la tua, non capisco perchè ti poni tutte queste domande! -nb Castle- Perchè è una demente come noi! -nb Jane- -.-' ditemi un'altra parola di troppo e vi faccio vedere io che vi combino...Jane, devo ricordarti che ho fatto mettere incinta tua moglie perchè mi aveva risposto male?? -nb autrice- E come hai fatto scusa, tu sei una donna! -nb Jane- Coglione, lei è l'autrice, lei può tutto!! -nb Castle- Meno male qualcuno che ragiona come me ogni tanto!u.u -nb autrice-)

Finché qualcuno ebbe un'illuminazione.

"Oddio... Kate ha detto che Teresa ha le doglie? Sto per diventare padre!!!" (sottolineo, di nuovo padre!u.u -nb Jane- non cominciamo -.- -nb autrice-)

Patrick iniziò a saltellare per la gioia, ma non si accorse che facendo così inciampò per delle scale dove erano seduti, sbattè la testa, e si rialzò con un gran bernoccolo.

Il gruppo corse per verificare se stava bene.

"Patrick rispondi!! Non possiamo perdere anche te!!"

Il biondo li guardò e dal suo sorriso, potevano constatare che stava bene.

"Salve, miei fidati seguaci! Io sono il vostro Messia!"

Ci fu una caduta generale.

Okay, le cose non potevano andare peggio di così.

 

 

 

Angoletto dell'autrice poco sana di mente:

Salve!!

Come dire... sono fuori di testa.

Vi prego di sedervi e di scrivermi tutto ciò che volete, di brutto o cattivo, non importa, accetto anche insulti u.u

Alla prossima!

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Capitolo 2
*** How it all started ***


Primo capitolo di questa storia partita già male

Primo capitolo di questa storia partita già male (per i nostri imbeci...ehm eroi).

Aspetto recensioni, mandatemi anche al manicomio, va benissimo ^^

 

 

 

 

How it all started.

 

 

 

DUE GIORNI FA...

 

 

 

"RIIIIICK!!!! PAAAAAAT!!! RISPONDETEEE!!!"

Il biondo irlandese, davanti la porta di quella che il mentalista definiva "casa di relax del CBI" urlò sperando che sentissero.

Lo scrittore insieme al mentalista, si strofinò orecchie e occhi.

"E' incredibile, Paddy! Non solo mi tocca sopportare Kevin tutti i giorni  al distretto… ora sento anche la sua voce!! È una persecuzione!!"

Da fuori, l'eco altisonante di Kevin Ryan che urlava cercando i suoi amici, risuonava anche da dentro tutto il CBI, tanto che gli agenti furono colti da un'improvvisa sensazione che ci fosse un fantasma.

"Hai ragione! La sento anch'io… forse è il caso che ci facciamo controllare…" disse continuando a sistemare l'antenna della televisione.

I due si erano riuniti nel loro posto segreto per vedere un importante match di football, cosa che altrimenti le loro dolci mogliettine non avrebbero potuto concedere loro.

Infatti, Kate avrebbe preso Rick per le orecchie, come ai vecchi tempi, costringendolo a guardare un caso di omicidio in cui si richiedeva la sua consulenza. Dall'altra parte, Teresa avrebbe preso Patrick a calci se non le avrebbe portato subito da mangiare e quello che voleva. Infatti, la donna era incinta dell'ottavo mese, e Patrick sapeva già di suo cosa voleva dire: diventare zerbino per la propria moglie.

Improvvisamente, i due voltandosi casualmente, videro Kevin sbattere insistentemente i pugni sul vetro della finestra mentre faceva della mosse amorfe con la faccia.

"Ehi, deficiente!!! Così mi rompi la baracca!!! Poi dove vado a vivere??... Ehi… ma quello è Kevin… non è possibile… devo avere le traveggole… ora ho anche le visioni…"

Rick lo raggiunse, cercando di dar consiglio all'amico.

"Anch'io… oddio, ora comincio seriamente a preoccuparmi…"

Il consulente gli mise una mano sulla spalla sconsolato.

"Caro amico, è meglio prendere il numero di un buon analista, non siamo mentalmente stabili…" (ah questa sì che è buona... io che sono una mentalista mi devo definire pure 'non mentalmente stabile'! Questo è il colmo, mi rifiuto di continuare a fare parte di questa storia!u.u -nb Jane- Ma piantala per favore! -.- -nb autrice- Hai pure scritto che abito in una baracca?? Ma ti pare il caso?? Io sono un uomo ricco!! -nb Jane- Mai quanto me *coff coff* -nb Castle- Se non la piantate dico alle vostre mogli cosa combinate di nascosto... -nb autrice-)

Finchè qualche vetro si ruppe.

 

Nel frattempo, dal CBI suonarono vari allarmi, e gli agenti si prepararono a sfoderare l'arma, poiché si diceva che c'era un fantasma che tentava di entrare nella struttura e disturbare i poliziotti.

"Ecco ti pare che quando si organizza l'addio al celibato per me, succedono queste cose!" Wayne Risgby, diretto interessato della vicenda, era stato appena interrotto dal suo 'spuntino-pre-pranzo'.

L'amico Kimball Cho, lo prese il braccio.

"Forza, andiamo!"

"Ma è il mio panino!" disse sul punto di mettersi a piangere.

Cho sospirò. Dalla porta fece capolino Grace Van Pelt, la sua futura sposa, che lo guardò come se fosse pazzo.

"Sembra che devi sposarti col panino invece che con lei!" gli disse Cho indicando la rossa.

 

"Coglione, hai rotto il vetro e ora è suonato l'allarme!! Scopriranno il nostro covo segreto!!"

Rick dava dei colpetti alla nuca di Kevin accusandolo del misfatto.

"Ma io... io volevo solo entrare... e vedere la partita con voi!"

La faccia da cane bastonato di Kevin non bastò. Poi Patrick spalancò gli occhi, preso da un attimo di terrore. Indicò col dito il buco che si era fatto alla vetrata.

"NOO! La mia porta! Kevin, sei una testa di cazzo! Ora non solo mi gira il cazzo perché non si riesce a vedere un cazzo in questa cazzo di televisione, ora ce mancava solo una testa di cazzo come te a peggiorare questa situazione del cazzo! E che cazzo!" il biondo continuava a darsi dei colpi in testa, disperato per la sua 'perdita.'

Rick sospirò.

"Quella vetrata è la tua porta?"

"La porta di emergenza!!" rispose il biondo quasi piangendo.

"Scusami, Patrick, ma che sei monotematico?"

"Perché?"

"Perché in una frase di 10 parole hai usato 30 volte la parola 'cazzo'... E che caz… ehm… cribbio!" (e basta con queste parole! Questa storia la leggono anche i minori, non stiamo dando il buon esempio u.u -nb Castle- Giusto collega u.u -nb Jane- Perché voi siete imbecilli e dementi, oltre che poco acculturati, quindi vi meritate questo trattamento u.u -nb autrice- Devo ricordarti che io ho studiato? -nb Castle- Quanto sei noioso... -.- -nb Jane-)

Kevin, invece, diede dei colpetti sul televisore e miracolosamente riprese il segnale mandando perfettamente in onda la partita… (tipo forza magnetica *___* -nb Ryan- E che cazzo, ma io devo continuare sta FF, non rompete le palle!! -nb autrice- Ecco è sempre lei la solita volgare u.u -nb Jane- Concordo collega u.u che pessimo esempio di donzella u.u -nb Castle- Guarda che se continui con le parolacce poi non ti sposa nessuno u.u -nb Jane- Ma fatevi gli affaracci vostri -.- -nb autrice-)

A Patrick si illuminarono gli occhi e corse ad abbracciare il biondo irlandese.

"Oh Kevin! Ti voglio bene!"  

"Ma come?? Prima volevi cacciarmi e adesso mi vuoi bene?" cercò di dire Kevin, soffocato dall'abbraccio.

Rick tentò di staccare i due e posò una mano sulla spalla di Ryan e l'altra su quella di Patrick, il quale sorrideva come un ebete.

"Prima non era in sé… Ma piuttosto... La partita! Venite e guardiamola finalmente!"

I tre si sedettero uno accanto all'altro come i tre simpatici porcellini e tutti contenti si prepararono per aprire delle birre e la busta di pop-corn...

Improvvisamente, la porta principale della baracc...ehm casa di Patrick Jane venne buttata giù con un colpo di kung-fu. I tre si alzarono immediatamente e si misero in posizione di resa appena videro le pistole puntate su di loro.

Al comando della squadriglia di agenti del CBI armati, con tanto di giubbotto antiproiettile e casco per la protezione, c'era Cho. Esasperato, rendendosi conto che si trattava di loro tre e non di qualche ladro, killer, fantasma e chi più ne ha più ne metta, si tolse il casco che portava.

"Voi tre, sempre voi! Noi pensavamo fosse un qualche ladro, killer, fantasma e chi più ne ha più ne metta! Non abbiamo tempo per le stronzate!" getto a terra il casco, pestandolo più volte.

Patrick, Rick e Kevin deglutirono, poi abbassarono le braccia in segno di resa.

Dietro Cho spuntò Wayne col sorriso a 36 denti.

"Scusa Kevin, ma tu da dove cazzo sbuchi? Non eri al 12esimo?"

Di nuovo, Cho pestò il casco a terra. In che squadra era finito? Patrick sospirò e posò una mano sulla spalla di Kimball per rassicurarlo e calmarlo. Da alcune settimane, infatti, il coreano stava prendendo delle pillole antistress. Stare a contatto con persone del genere era faticoso per lui. Poi, il biondo si rivolse a Rigsby.

"Wayne, certo che sei proprio un esempio di educazione in questo mondo di merda!" lo rimproverò. Wayne deglutì stringendosi il colletto in segno di colpevolezza. "Non si dicono le parolacce, sennò poi vai all’inferno e Grace non ti sposa più!"

"E tanto all’Inferno ci andremo tutti se non vi state zitti e state ad ascoltate quello che ho da dirvi!" disse Cho, facendo segno all'altra squadra di andare via. Con lui rimasero Rigsby ed Esposito, sbucato anche lui improvvisamente da chissà dove e col panino che aveva prima Rigsby in mano. (detta così sembra che sono sbucato dal nulla -.- -nb Esposito- Lo sai che ti vogliamo bene, susu *___* -nb autrice-)

"Ascoltare cosa?? Io sinceramente non rimembro più il motivo per il quale sono venuto qui!" intervenne Esposito, apparentemente interessato più al panino che al discorso. Rigsby gli indicò il suo cibo e poi glielo strappò di mano. "Senti, Cho, comincia a raccontare così magari riesco a rimembrare qualcosa..." concluse il portoricano, guardando poi Wayne di sottecchi mentre divorava con foga il suo panino.

"Rick, presta il numero dell’analista di tua moglie a Esposito che ne ha più bisogno di noi!! Comunque cosa siete venuti a fare qui?? Tanto vale che vi ascoltiamo perché tanto ormai la partita è bella che finita…" disse Patrick sconsolato, cercando un posto dove sedersi.

Poi con un gesto improvviso, rubò l'ultimo pezzo di pane a Wayne.

"Se vuoi posso prestarti il numero di un elettricista così ti sistema l’antenna…" gli disse Rick.

"Veramente avrei bisogno di uno che mi sistemi tutta casa…" rispose a sua volta Patrick guardandosi intorno e poi osservando Kevin in cagnesco.

L'irlandese si schiarì la voce. Lo scrittore alzò le spalle. In effetti come seconda casa non era proprio il massimo.

"Come testimone dello sposo, Wayne, avevo in mente un addio al celibato tranquillo..."

"Fermi tutti! Non se ne parla!" Patrick lo interruppe alzandosi dallo scatolone dov'era. Fece l'occhiolino a Rick e in risposta lo scrittore tirò fuori un bigliettino.

C'era scritto il nome della città di Atlanta.

"Non se ne parla! Niente casinò! L'ultima volta abbiamo perso Ryan!"

L'irlandese alzò le spalle preoccupato.

"E allora?" dissero in coro scrittore e mentalista. Quei due erano un corpo e un'anima.

"Esposito ha scopato con una tigre!" continuava a dire Rigsby sempre più preoccupato.

Javier, sentendosi chiamato in causa fece prima una faccia orgogliosa, poi appena si rese conto dell'accaduto si accigliò pensieroso.

"Io.. cosa?"

Wayne ignorò completamente Javier scuotendo la testa.

"Non voglio nulla di tutto ciò! Per questo ho incaricato Cho!"

Il coreano rimase nella sua solita posizione statuaria, braccia incrociate e sguardo fisso su di loro.

Patrick e Rick fecero la faccia da cuccioli abbandonati. Di solito funzionava con le loro mogliettine quando volevano qualcosa, e di solito ottenevano quello che volevano. Rick si stringeva le spalle e si comportava da bambino infelice, e allora Kate roteava gli occhi e gli preparava tante cose da mangiare. E poi si davano da fare in camera da letto. Patrick, invece, sorrideva come un ebete a Teresa, sapendo che lei non sapeva resistergli. Ma in risposta riceveva una padellata in testa dalla consorte, che gli ricordava che era incinta e che doveva cucinare lui per lei poiché "sono una balenottera e non riesco neanche a muovermi in cucina! Quindi muovi quel culo e fila a cucinare! E ricorda che ti amo!"

In ogni caso, i due continuarono a fare quelle movine davanti al coreano. L'avrebbero convinto a rinunciare all'addio al celibato noioso e prevedibile, per una notte ad Atlanta. Patrick sfruttava il suo charme, Rick la sua finta ingenuità. Wayne, Javier e Ryan guardavano preoccupati le due fazioni, poste una di fronte l'altra.

Era una partita estenuante, un gran gioco di sguardi che durò per una decina di minuti.

E finalmente il coreano cedette.

"E va bene. Atlanta sia. Non ce la faccio più a vedere le vostre facce da cretini."

Rick e Patrick esultarono battendo le mani come in un vecchio giochino e poi si presero a panciate.

Wayne guardava preoccupato.

"So già che me ne pentirò..."

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

...e Wayne fa bene a pentirsene!! Direi che i guai sono appena iniziati.

Sarà un addio al celibato tranquillo oppure accadrà l'inverso?

Patrick Jane riuscirà a sistemare la sua baracca oppure riceverà padellate da Teresa?

Le dolci consorte non appaiono ancora, ma prometto che avranno di che dire nei prossimi capitoli!! XD

A presto!!

D.

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Capitolo 3
*** We won't never do this again ***


Capitolo 2

We won't never do this again.

 

 

 

 

"Altlanta, baby!"

Lo scrittore era pronto per battere il cinque col suo amico mentalista, quando un ticchettio di tacchi lo fermarono.

Preoccupati, i due si voltarono lentamente verso le loro consorti.

Kate scuoteva la testa coi suoi capelli dall'hairporn incorporato, tenendo le mani sui fianchi. Teresa, invece, sbuffava e indicava il suo enorme pancione.

"Dove cazzo pensate di andare?!" la delicatezza di Kate Beckett li fece sussultare come bambini sorpresi dopo un brutto scherzo.

"Ma--"

"Sssh!" la detective si portò il dito sulla bocca ed immediatamente i due stettero zitti. Teresa continuava a sbuffare.

I quattro si trovavano nel loft di Richard Castle, 'il più grande scrittore che la storia avrà', per una cena 'tranquilla' insieme agli altri e con i futuri sposi. Almeno in apparenza. Per l'occasione, Kate aveva usato il servizio completo e nuovo di zecca di sua suocera Martha Rodgers. E si era raccomandata di non toccarlo. Al che Richard aveva risposto "E mangiamo con le mani e senza piatti?" ma la musa non aveva più obbiettato e si era messa ad sentire il pancione di Teresa perchè il piccolo aveva scalciato.

Kate prese Rick per l'orecchio, come ai vecchi tempi, e gli fece segno di mettersi a tavola.

Patrick, invece, si avvicinò alla sua consorte per accarezzarle il pancione. E poi appoggiò l'orecchio per sentire il bambino scalciare.

"Oooh senti il nostro piccolo Robin che scalcia..."

"Robin? Non doveva chiamarsi Simon?"
"In realtà volevo chiamarlo Bruce Robin Wayne, ma tu non hai voluto sentire ragioni!"

Teresa roteò gli occhi e scosse la testa, ma Patrick gliela bloccò posandole le mani ai lati del volto e stampandole un bacio.

Il momento tenero venne interrotto da Kate improvvisandosi cuoca col grembiule e una padella addosso cui dava dei gran colpi con una cucchiarella.

"E' PROOOOONTOOOO!!!"

Il povero Rick seduto accanto a lei si sentì quasi sordo.

 

Qualche minuto dopo, si aggiunsero a completare il quadretto anche i futuri sposi Wayne e Grace, Kevin e sua moglie Jenny, Javier e la sua fidanzata Lanie, e Cho seguito da Elisa, una sua vecchia fiamma.

I piatti erano lindi e pinti. Così come le posate. E i bicchieri. Praticamente tutto brillava e splendeva. No, non era la pubblicità di uno sgrassatore.

Era quel benedetto servizio che non era stato servito come si doveva.

I poveretti erano stati costretti da Kate a mangiare sulla tovaglia piuttosto che usare il servizio.

"Non voglio rovinare il servizio di tua mamma, Rick! Se poi si arrabbia? No, no meglio non rischiare!" aveva detto qualche ora prima a suo marito. Praticamente si era fatta domanda e risposta da sola.

"Ho sempre adorato mangiare come fanno gli africani!" tutti guardarono Kevin e non capirono la sua battuta. Lui li guardò a sua volta e si schiarì la voce portandosi il tovagliolo davanti la bocca. "Ah sapete, gli africani mangiano per terra... non usano piatti... e posate... come noi... stasera..." tentava di dire lentamente, poi sentì la mano di Javier posarsi sulla sua spalla.

"Va tutto bene, fratello. Non fa niente." cercò di dirgli per consolarlo, al che l'irlandese fece la faccia da cane bastonato.

Toccò a Cho scuotere un po' l'atmosfera, toccandosi la cravatta mentre si alzava dal posto e tirando fuori un foglio di carta dalla sua tasca.

Guardò Wayne e poi tutti i presenti, e iniziò a leggere quel foglio bianco che aveva tra le mani.

"Sapete che io con le parole non sono molto bravo, perciò Jane ha avuto la brillante idea di scrivermi tutto il discorso."

Il mentalista tirato in causa, sfoggiò uno dei suoi splendidi sorrisi e cercò anche di aggraziarsi la docile mogliettina con il pancione- Teresa stava con la mano posata sulla sua gamba destra, e appena capì che doveva trattarsi di uno dei suoi scherzi, strinse il pugno e diede un pizzico alla gamba di suo marito.

Patrick si lamentò un pochino, ma cercò di mantenersi calmo e rilassato.

Intanto, il coreano stava sudando freddo. Stava leggendo il seguito di quella lettera. Cazzo. (ancora con queste parolacce? lo sai che poi non ti sposa nessuno! -nb Jane- Ma lei non vuole sposarsi, socio! Sarà zitella a vita!u.u -nb Castle- Chiedo alle vostre mogli di prestarmi una padella, che dite? -nb autrice-)

"Dicevo... mi sembra ieri che ho conosciuto il giovane Wayne...allora ogni volta che si avvicinava a Grace non osava neanche dirle come stava quanto era imbarazzato..."

In sottofondo, si sentivano le risate di Rick e di Patrick soffocate da dei colpi di tosse.

"...poi ha avuto il coraggio di confessarsi, ma non senza complicazioni! Sembra ieri che abbiamo festeggiato l'addio al celibato a Kevin..."

Stavolta era l'irlandese sul punto di strozzarsi. Jenny gli diede dei colpi alla schiena per evitare il soffocamento.

"...quando Javier se l'è fatta con una tigre..."

"TU COSAAAA?? CHE CAZZO HAI FATTO?!!" la voce stridula di Lanie infrangeva le barriere del suono. Guardò il portoricano in cagnesco, poi impugnò un coltello.

Kate era più preoccupata che si sporcasse il servizio che di Lanie che poteva uccidere Javier. In sua risposta, Esposito prese il piatto e lo usò come scudo.

Kate stava per avere un mancamento.

"...Rick e Patrick pensavano di aver copulato..."

"Oh mio Dio... mi sento male..." Teresa respirava a fatica e si toccava il pancione.

Patrick accanto a lei la incitava a prendere grandi respiri.

"Respira amore, o ti sentirai male!"

Lei non fu d'accordo. Impugnò due bicchieri, uno in una mano, e uno nell'altra.

Kate stava di nuovo per avere un mancamento.

Si era scatenato il panico.

Lanie in sottofondo diceva parole scurrili verso Javier, mentre lui le rispondeva aspramente in uno spagnolo misto con portoghese. (sono anche poliglotto u.u -nb Esposito- Ma questo gliel'hai detto alla tigre? -nb Jane e Castle- -.-'' -nb Esposito- U.U -nb Jane e Castle-)

Alla fine, Lanie infilzò la forchetta in una gamba di Javier, che urlò così tanto dal dolore che fece cadere il piatto a terra. Kate vedeva dieci anni della sua vita andare in frantumi.

Teresa, invece, spaccò i due bicchieri sul tavolo e gridò verso Patrick.

Di nuovo, la detective del 12esimo sentiva il cuore battere a mille.

Kevin stava ancora litigando perché gli si era incastrata una mollica di pane in gola, e Jenny cercava di aiutarlo con la manovra di Heimlich.

Disgraziatamente, mentre Rick cercava di dare una mano a Jenny, si trasportò la tovaglia con sé. Fu così che cadde tutto il servizio a terra, mentre Kate guardava lo spettacolo con orrore.

Pezzi di quello straordinario servizio andati in frantumi.

E poi il silenzio.

Kate guardò Rick incazzata nera, trattenendo i pugni fermi al lato del corpo.

"Ops... mia dolce musa---"

"CAAAAAAASTLEEEEEEE!!!"

Sfortunatamente, con la voce di Kate che risuonava, anche gli ultimi bicchieri salvabili, si frantumarono.

 

Più tardi, dopo che le donne costrinsero gli uomini a pulire per terra, mentre loro si davano alla visione della partita di calcio del momento - una delle tante di Champions (yeah!! -nb Lisbon- Siamo fighe e siamo pure tifose u.u -nb Kate- ma per favore, per un calciatore che conoscete, di dieci non sapete manco il nome -nb Castle- stai zitto collega, sennò non ce la danno per un mese... -nb Jane- Io direi anche tre mesi... -nb Lisbon- D'oh. -nb Jane-), gli uomini si erano riuniti sul terrazzo del palazzo per ammirare il paesaggio. Stavano con una bottiglia di vino rosso in mano, pronti a brindare coi loro bicchieri.

"Certo quella lettera era pessima." disse Kimball guardando senza espressione Patrick e Rick, i quali alzarono le spalle.

"Volevamo divertirci un po'!" rispose lo scrittore in tutta semplicità.

"No, niente divertimento! Questo addio al celibato stavolta sarà tranquillo! E ho dei metodi per impedire che ci addormentiamo come l'altra volta..." Wayne tirò fuori delle mollette colorate che si usavano per appendere i panni agli stendini.

Poi le distribuì ai suoi amici.

"Ci metteremo queste addosso così saremo costretti a restare svegli!"

Rick e Patrick se la ridevano.

"E tu pensi che sarà questo a fermarci?" disse il mentalista giocherellando con le mollette e mettendosele per i capelli.

Wayne sorride e poi rise di gusto.

"Ed è qui che viene il bello!"

L'agente del CBI prese una scatola dietro di sé. La aprì e rivelò una caffettiera.

Gli altri lo guardarono alzando un sopracciglio increduli.

"Questa caffeina è potente, ci terrà svegli tutta la notte." disse mentre preparava il caffé, posando i calici del vino a terra. "C'è una roba bianca dentro...che tiene svegli..."

"Non sarà mica quella droga che trasforma in zombie?" Rick annusò incerto la tazzina con il liquido dentro, poi si sentì osservato. "Che c'è? Guardate che è roba vera! L'ho sentita in tv!"

"Vabbeh bando alle ciance, ciance alle bande... beviamo questo infuso e vi assicuro che non ci addormenteremo!!"

Il gruppo alzò le tazzine, credendo fermamente nelle parole di Wayne Rigsby.

"Potremo sempre pizzicarci a vicenda per tenerci svegli!" Kevin azzardò un'ipotesi ma non venne capito.

A quanto pare le sue battute non erano molto prese in considerazione quella sera. Abbassò la testa sconsolato, e ci pensò di nuovo Javier a consolarlo con la mano sulla sua spalla.

"Un'altra volta, fratello. La prossima volta andrà meglio."

"Alla nostra salute! Sarà una notte che non dimenticheremo mai!!" gridò Patrick e gli altri gli andarono dietro in coro.

"SIIIIIIIII!!!" 

Bevvero quel sorso di quell'infuso il quale aroma sembrò annebbiarli del tutto. Cosa ci fosse dentro, nessuno lo sapeva.

O meglio, ancora nessuno lo sapeva...

 

Rick si svegliò mezzo tramortito. Controllò che lui e i suoi gioiellini fossero a posto e tirò un sospirò di sollievo.

Si girò lentamente e si accorse di essere disteso a terra. Attorno a lui, i suoi amici, mezzi addormentati, mezzi fatti, mezzi sconvolti anche loro.

Si accorse immediatamente di trovarsi in un posto che non conosceva.

Un posto che puzzava oltretutto. Forse era la baracca di Patrick? (ancora?? ma mi lasciate in pace? io mi offendo! T.T -nb Jane- che ci posso fare se hai abbandonato la tua casa lussuosa per vivere in una baracca!u.u -nb Castle- l'ho fatto per amore della mia Tess u.u -nb Jane- Santa pazienza, ci sono volute 4 stagioni per capire che eri innamorato di lei, ora smettila di fare il piacione u.u -nb Castle- senti chi parla.. voi ci avete messo 4 stagioni per quagliare, vediamo un po' u.u -nb Jane- non vorrei dirlo, ma chi sta peggio sono Jane e Lisbon... -nb autrice- T.T -nb Jane- huahuahuahua -nb Castle-)

"Ma... che... cazzo... è... successo..." disse lentamente lo scrittore e allo stesso modo a stento si rialzò in piedi.

Barcollava, cercando di restare fermo il più possibile. Ma i suoi piedi continuavano a ballare in maniera meccanica il tip-tap.

Era come se avesse un dispositivo nelle gambe.

Oppure era come se avesse ballato davvero il tip-tap la notte prima.

Si avvicinò alla finestra per osservare il panorama e cercare di capire dove fossero finiti.

Ma fuori c'era il deserto. O almeno così sembrava.

I suoi pensieri furono interrotti da un tonfo.

Si votò di scatto per vedere Patrick che erano caduto a terra dall'armadio dove si era addormentato.

Il consulente aprì a fatica gli occhi, anche lui visibilmente provato dalla notte scorsa.

Lo scrittore lo indicò e scoppiò a ridere.

Patrick lo guardò chiedendosi cosa avesse da ridere l'imbecille, poi si diede un'occhiata addosso, appena riuscì a mettersi in piedi: al posto dei pantaloni aveva un gonnellino rosa da ballerina di danza classica.

Lo sguardo spaventato di Patrick però lo riportò a rendersi conto della situazione drammatica dove si erano cacciati.

"Non dirmi che... è successo di nuovo...?"

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Uhmmm secondo voi che è successo?

Che ci fa Patrick col gonnellino rosa?

E Rick che balla il tip-tap?

E dove sono finiti gli altri?

Beh per scoprirlo, continuate a seguirmi! XD

D.

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Capitolo 4
*** This is not happening again... ***


This is not happening again

This is not happening again...

 

 

 

In corsa e in furia si misero ad osservare quella stanza che puzzava e il suo arredamento.

Era uno squallore e c'erano anche scarafaggi in bagno.

Rick entrò nel bagno e vi trovò una grossa tarantola. Spaventato chiamò Patrick e gli saltò addosso.

"Ma è solo un ragnetto, deficiente!" disse il biondo e se lo tolse di dosso.

"Solo?! Avrà 16 zampe e denti affilati come un dinosauro! Per non parlare delle dimensioni!!"

"Sì, adesso ti mangia... che razza di uomo sei? Se lo sa Kate..."

 

Quando si resero conto di essere solo loro in quella stanza, uscirono dalla porta per andare a cercare gli altri. Apparentemente, l'albergo dove alloggiavano era deserto, quindi pensarono di urlare i nomi dei loro amici, ma ricevettero in risposta dei secchi d'acqua dai piani alti.

Si affacciò una donna anziana che borbottò qualcosa in cinese.

Patrick e Rick si guardarono a vicenda.

"Beh almeno sappiamo di essere ancora sulla Terra!" disse lo scrittore, mettendo la fantasia nella sua mente.

"Ma che bella osservazione..." disse l'altro, cercando di reagire razionalmente.

Una porta della stanza adiacente alla loro si aprì, e trovarono Cho senza i suoi vestiti, ma bensì indossava un completo da giocatore di calcio di una qualche nazionale che loro non conoscevano, e dietro di lui c'era Esposito che abbracciava allegramente una bottiglia di vodka.

Temettero il peggio.

"Questo non sta succedendo di nuovo... vero?"

Era il segno che se Esposito beveva allora avevano bevuto anche loro, si erano ubriacati di nuovo, e avevano dimenticato cosa era successo la scorsa notte.

"Javi... sei tu?" Rick gli sventolò una mano davanti.

Il portoricano guardò la mano poi lo scrittore.

Lo sguardo incompreso cambiò di bene in meglio quando sfoggiò un sorriso a 32 denti.

"Salve signore!! Ma che mano grande che hai!!"

Rick era spaesato. Cho semplicemente scrollava le spalle, ma fu Patrick quello che si accorse del particolare ai denti di Javier.

"Ragazzi... gli manca... un dente..."

Si avvicinarono pian pianino al portoricano, squadrandolo attentamente, mentre lui si ritirava facendo passi indietro, come se era spaventato.

"Tranquillo, Esposito! Non ti facciamo del male, ora apri la bocca e facci vedere i tuoi dentini..."

Rick guardò Patrick torvo.

"Gli parli come se avesse 10 anni..."

"Caro mio, è quello che lui crede di avere! E' come se avesse ricevuto una botta in testa, magari dopo aver perso quel dente, e ora fosse tornato ad essere un piccolo pargolo!"

"Ma Esposito... non è mai stato un piccolo pargolo!"

Rick indietreggiava, ma Kimball e Patrick sembravano sicuri ad avvinarsi al portoricano.

"Non ti facciamo del male! Micio micio..."

Improvvisamente, Esposito ringhiò e morse la mano prima ad uno e poi all'altro. Dopo di che, si accucciò in un angoletto, storcendo la bocca.

"Voi siete dei cattivi!!" mugolò il portoricano.

Patrick guardò Rick accusandolo.

"Non dire nulla! Non lo sapevo!!"

"Dobbiamo trovare Ryan e Rigsby. Forse la loro stanza è vicino alla nostra." disse Cho il saggio, non curandosi della situazione e comportandosi come se fosse la cosa più normale possibile.

Solo Patrick e Rick lo guardavano strano. Era difficile vedere Cho in tenuta da calcio.

Anche Javier raggiunse i tre.

"Posso suonare io?? Posso suonare io??"

Quella parlantina da pargolo faceva irritare il coreano che con i bambini non ci sapeva decisamente fare.

Gli altri due imbecilli se la ridevano.

"E dai, lasciamolo fare!!" disse il biondo, e il coreano acconsentì.

 

Il gruppetto guardava come Javier continuava insistentemente a bussare alla porta della stanza di Wayne e Kevin da ormai mezz'ora, ma invano.

"Ma perché non lo sentono? E' mezz'ora che sta suonando!" chiese Rick impaziente.

"Secondo voi che stanno facendo?" chiese Patrick con un po' di malizia.

"Sei tu il mentalista, non io!"

"Rigsby starà facendo quello che fa sempre quando non mangia." disse Kimball con le braccia incrociate in attesa di risposta dagli altri due. Una risposta che non arrivò. Sbuffando e sciogliendo la posizione statuaria, roteò gli occhi. "DORMIRE!!! Idioti!!"

"E Ryan anche starà dormendo! Staranno dormendo insieme, che carini!!" Rick sognava, stringendosi le spalle, gli altri lo guardavano allucinati.

Patrick spostò Javier, decidendo che era il suo turno di bussare per svegliare quei due.

 

3 ORE DOPO.

"Sì vabbeh ma A ME mi sta andando in EPILESSIA il dito!" disse Patrick lamentandosi del dolore allucinante che stava provando alle mani.

"Casomai in CANCRENA, ignorante! Non in epilessia! E poi non si dice 'a me mi', caprone!" ribatté Rick "Come si vede che non sei andato a scuola, coglione!" (ancora con questa storia della scuola? Vi devo ricordare che non è avere 2 lauree che rende acculturati, ma la cultura che coltiviamo col passare degli anni u.u -nb Jane- stai dicendo che le mie due lauree non servono a un cazzo? E mi stai dando dell'illitterata? -nb autrice- Si dice 'illetterata', caprona! Non ti sposa nessuno se non hai neanche un briciolo di cultura u.u -nb Castle- ma la piantate voi due?? Per una vocale che ho sbagliato -.- -nb autrice- E dai diamogliela per buona...per fortuna ha il correttore automatico su word, sennò sbagliava tutto -nb Jane- Modestamente io come scrittore, manco uso il correttore automatico, perchè io oltre ad aver studiato, ho anche una cultura u.u -nb Castle- Guardate che se non la piantate vi faccio divorare dalla tigre u.u -nb autrice-)

Patrick lo guardò.

"Embeh? Qual è la differenza?"

Dopo qualche secondo di silenzio, Rick scosse la testa sconsolato.

"Che capra! Patrick è DAVVERO, DAVVERO un caprone!" continuò lo scrittore, con una vocina fitta e stridula.

Il biondo mentalista era sinceramente offeso.

"Non è giusto prendervela con me solo perchè non sono mai andato a scuola!! E comunque, io continuo a suonà, tanto in cancerena ci va il mio povero dito!"

"Ma Patrick! Si dice SCANCARENA! Sei davvero ignorante!" stavolta intervenne Esposito, uscito dal suo angoletto, che fece una voce come dire... abbastanza effeminata.

Cosa era successo al povero Javier, non era ancora dato sapere. Cho intanto se ne stava sulle sue, immobile come una statua, e ogni tanto controllava ai piani alti dell'edificio o albergo dove si trovavano: adesso c'erano delle vecchiette con lineamenti orientali e con il fazzoletto sulla testa, che si erano affacciate per osservare la curiosa quanto imbecille scenetta. (per non parlare dei discorsi senza senso che stanno facendo u.u -nb autrice-)

Rick sbuffò per l'ennesima volta e scosse la testa. Si trovava in mezzo ad un branco di ignoranti.

"Aridaje… ma io sto a combatte con due caproni… non con uno… che ho fatto per meritarmelo?!" disse sventolando le braccia in alto, e curiosamente imitando quella diva che altro non è Martha Rodgers, ovvero sua madre.

A forza di suonare, Patrick si era stancato e si accasciò a terra dolorante per il dito. Cho non ci pensò due volte a farsi spazio tra Rick e Javi per buttare giù la porta con un calcio. Le vecchiette ai piani superiori applaudirono e salutarono debolmente con la manina il coreano. Stavano flirtando con lui.

Pian pianino, il gruppetto dei quattro entrò nella stanza buia, per trovare Kevin che spuntò da sotto il letto. Felice e con le lacrime agli occhi, abbracciò ognuno dei quattro imbecilli.

"Fortuna non abbiamo smarrito Kevin come l'ultima volta", disse Rick a Patrick col labiale.

L'irlandese si ricompose e li guardò uno per uno serio.

"Comunque è: CANCRENA! Né scancrena o cancerena… ma CANCRENA! Si, bravi tesori della mamma! Se non ci fossi io… e non guardatemi così… lo so che è una parolina nuova, ma ben presto la imparerete, grazie a me! Il genio del crimine e della grammatica!"

"Il genio di che scusa?" disse Rick guardandolo in cagnesco.

Anche gli altri si erano accigliati. Ci provò anche Javier ma rise subito dopo come una scimmia.

"Noi ti abbiamo salvato da questo posto! Senza di noi non sapevi neanche aprire la porta!" continuò lo scrittore, indicando gli altri intorno a sé.

"Genio... Di imbecillità quello è sicuro!" aggiunse Kimball guardando il povero Javier che si era messo a fare anche il verso della scimmia.

Gli altri scuotevano la testa. Avevano perso il portoricano. (scusate ma c'è un sindacato per queste cose? Vorrei ricordarvi che sono sempre io a fare la figura dell'idiota... sono offeso u.u -nb Esposito- Ma stai tranquillo è tutta una tattica per vincere l'Emmy... -nb autrice- Quand'è così allora ok u.u -nb Esposito- Povero illuso... -nb autrice-)

Patrick sospirò, ormai arreso.

"Okay ho capito la lezione...ora ripeto la frase... mi sta andando in CANCRENA IL DITO!"

Commosso, Rick lo abbracciò. La grammatica era salva.

Kimball diede un'occhiata in giro, poi contò i presenti. Qualcosa non quadrava.

Mancava qualcuno.

Già, ma chi?

Gli altri si grattarono la testa. Javier fece lo stesso continuando ad imitare la scimmia. Kevin lo guardò preoccupato, poi si rivolse ai ragazzi.

"Scusate, ma... che è successo a Javi..?"

"Ah boh. Quando siamo entrati nella stanza dov'era con Cho stava con una bottiglia in mano..." rispose Patrick scrollando le spalle.

Improvvisamente ci fu il panico.

La gente fu costretta ad abbandonare la struttura, che stava crollando sotto i loro piedi.

Poi udirono una barrito. Spaventati, anche loro seguirono le altre persone e uscirono dall'edificio.

Potevano constatare che si trovavano in un albergo mal ridotto, e intorno a loro c'era qualche baracca arroccata.

Non era decisamente una città. Stavano nei bassifondi di chissà quale paese.

"Che cazzo è?" chiese Rick spaventato e saltò di nuovo in braccio a Patrick.

"Ancora? Ma allora è un vizio!" il mentalista mollò la presa, facendo deliberatamente cadere a terra lo scrittore.

Mentre quei cretini continuavano a guardarsi intorno nel tentativo di capire dove erano finiti, la gente intorno a loro continuava a correre disperata dicendo qualcosa in quello che sembrava cinese mandarino (per me può essere pure francese, non capisco perchè devi specificare u.u -nb Castle- Coglione, così i lettori pensano che lei si sia acculturata! -nb Jane- Giusto! Così finalmente troverà qualcuno con cui sistemarsi! E il merito sarà solo nostro! -nb Castle- Siamo dei geni ^^ -nb Jane- Onestamente, voi lettori state anche leggendo le cazzate che sparano? -nb autrice-). Il gruppetto guardò Kimball Cho.

"Credo stiano dicendo 'c'è un elefante' oppure 'mi è caduto un dente', ma non capisco il senso. Il mio cinese non è molto sviluppato." disse il coreano grattandosi la testa con una smorfia del viso.

Kevin notò qualcosa dietro di loro e indicò col dito in preda al panico.

"Un BERRITO...non sentite anche voi??"

"Un che? Vorrai dire BARITTO!" lo corresse Patrick, convinto della sua affermazione. Si lamentò subito quando Rick gli diede un colpo dietro la testa.

"Imbecille, si dice BARRITO! Ed è il verso di un elefante!..." si bloccò riflettendo su quanto detto "Un elefante?"

Javier lo prese per il braccio costringendo a guardarsi dietro. Lo scrittore spalancò gli occhi. A turno, Patrick e poi Kimball. guardarono l'animale avvicinarsi minaccioso a loro. Alzò la proboscide ed emise diversi barriti.

"Cazzo. E' la fine! Non voglio morire vergine!" si lamentò Rick.

Il suo sguardo incrociò quello del mentalista e dopo un attimo di serietà risero entrambi.

"Questa sì che è bella!!"

"Piantatela voi due!" li riprese Kevin, deciso a prendere la pistola ma... non c'era fondina attaccata ai suoi pantaloni. "Oh merda."

"Siamo nei guai!" urlò Javier disperato e piangendo come un bambino.

Cho cercava di restare tranquillo, fino a quando l'elefante, ormai vicinissimo a loro, non era poi così alto. Si rivelò alto tre metri, uno sguardo tenero e con un fiocchetto rosa sopra la testa, tenuto fermo da un elastico. Era una graziosa cucciolotta.

Patrick rise e si posizionò ad accarezzare l'elefantino. Poi guardò gli altri sfoderando il suo solito sorriso che scioglieva tutti.

"Abbiamo una piccola Dumbo! Sembra quella del circo dove mi esibivo da piccolo!"

"Come fenomeno da baraccone?" disse Rick trattenendo le risate a suon di colpi di tosse.

Il mentalista tornò serio.

"Rick, stai male?" disse Kevin e gli diede un colpo forte alla schiena che lo fece quasi strozzare sul serio.

"Sto bene, imbecille!"

Kimball si avvicinò all'elefante, che ora si era messo seduto. Sembrava abbastanza tranquillo e anche addestrato. L'animale guardò però in direzione di Kevin e gioendo emise altri barriti alzando proboscide e zampe.

"Ehi, sembra che ti conosca!" disse Patrick.

"Non ti sarai fatto l'elefante?" azzardò Rick a denti stretti.

Kevin si sentì rabbrividire e guardò il suo amico Javier che era rimasto fin troppo tranquillo alla vista dell'animale. Probabilmente, il portoricano stava ancora subendo i postumi della sbornia.

"Non mi chiamo mica Javier che scopo con gli animali!"

"Io mi chiamo Javier!" come non detto, il portoricano dava segni di vita finalmente.

Mentre il gruppetto di imbecilli iniziò a giocherellare con il piccolo elefante, non si stavano accorgendo che il tempo passava inesorabilmente, e che i loro telefoni cellulari stavano squillando da qualche parte...

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Saaaaalve! Scusate ero saltata addosso a Patrick anche io perché c'era un ragnetto grosso 20 cm nel mio letto. Niente di grave, ho chiamato Javier per scansarlo e lui si è messo a giocarci invece.

Cose che capitano.

Dunque cosa stavo dicendo? Ah sì, capitolo fuori dal normale, finalmente sappiamo che fine hanno fatto i nostri cretini.

Esposito è fuori di testa, c'è un elefante fuori la loro baracca che sembra conoscere Ryan.

In compenso, Patrick ha capito qualcosa in più di grammatica, e tutto va bene nella savana.

Oppure no?

Ma che razza di angoletto è mai questo?

Bon, ci leggiamo nel prossimo capitolo, sperando di capirci qualcosa! (perchè anche io, ahimé, devo capire che fine hanno fatto sti cretini per ridursi così...)

^^

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Capitolo 5
*** Guys, I think we lost. ***


Guys

Guys, I think we lost.

 

 

 

La visione paradisiacabiblica che si poneva era da fare un quadro, appenderlo in camera, guardarlo per qualche secondo, e poi distruggerlo.

Patrick, Rick, Kevin, Javier e perfino Cho giocavano con il piccolo elefantino ribattezzato Dumba, visto che era una femmina. Ora stavano spruzzando dell'acqua presa da una fontanella nelle vicinanze, prima addosso all'animale, e poi facevano i gavettoni tra di loro.

In sottofondo, una musica idiota. Forse la macarena che Esposito aveva sul cellulare, perchè improvvisamente si misero a ballare tra di loro.

D'un tratto, la suoneria di "Always" di Bon Jovi, squillò altisonante, facendo bloccare tutti.

Ovviamente tutti si voltarono verso Rick. Giustamente tutti sapevano che "always" era la parola più importante nella sua storia con la sua musa Kate Beckett.

E ovviamente, gli altri lo presero in giro chiamandolo 'romanticone pivello'. Lo scrittore si diede colpi sulla fronte.

"Devo decidermi a cambiare quella suoneria..."

Il nome sul display presagiva Guai. Si schiarì la voce e fece segno ai suoi amici con il braccio di abbassare le voci.

"Mia dolce musa---"

"DOVE CAZZO SIETE?!" l'eleganza della detective e la felicità nel risentire suo marito, pulsava nelle sue vene.

Intorno a lei, le donzelle Teresa Lisbon, Jenny Ryan e Lanie Parish, accompagnate dalla sobria futura sposa Grace Van Pelt, se ne stavano comode sedute sotto il gazebo di Kate a sorseggiare té e gallette.

"Come sono carine queste tazzine!" Teresa contemplava quel servizio di porcellana con ricami cinesi.

"Ha dovuto prenderne uno uguale a quello che si era rotto l'altra sera..." disse Lanie sottovoce, avvicinandosi di più alle ragazze intorno a lei, per paura che Kate potesse sentirla "Sapete, per evitare malintesi, Kate ha preso la carta di Rick e ha comprato un altro servizio, così sua suocera non si accorgerà dell'accaduto!"

"Ah però... è proprio una donna in gamba!" Grace era compiaciuta e prendeva appunti per il suo matrimonio sui metodi con cui trattare gli uomini.

"Beato chi l'ha sposata!" fu la risposta di Jenny e tutte le altre fecero un segno di apprensione.

In quello stesso istante, Kate alzò la voce, urlando contro suo marito.

"NON MI INTERESSA QUELLO CHE STATE FACENDO!! AZZARDATEVI A FARE COME L'ALTRA VOLTA E SE TORNATE A CASA VI UCCIDO!!"

Sentendo l'attacco del telefono da parte di sua moglie, lo scrittore rimase impassibile con le mani in mano. (scusa ma come si può restare con le mani in mano? -nb Castle- E' un modo di dire, deficiente! E poi sono io l'illetterato u.u -nb Jane- Non guardarmi così Rick, lo sai che Pat stavolta ha ragione! -nb autrice- Sì vabbeh ma intanto chi rischia l'astinenza per sei mesi sono io T__T -nb Castle- Hai voluto Kate? E ora te la godi u.u -nb autrice-)

Ancora mezzo spaesato, Rick aprì le braccia. Gli altri lo fissarono incitandolo a dire qualcosa, ma lo scrittore alzò le spalle.

"Non mi ha neanche dato il tempo di parlare!"

Patrick mugolò qualcosa con aria pensante.

"Ehi, ma dov'è Rigsby?"

Finalmente si erano resi conto che mancava lo sposo!

L'elefante dietro di loro barrì alzando la proboscide e con essa afferrò Kevin alla vita. L'irlandese cercò di dimenarsi, sotto gli occhi vigili (?) dei suoi compagni, ma Dumba voleva solo divertirsi. Perciò se lo mise a cavalcioni su di lei.

Con molta grazia, Kevin alzò il braccio sinistra in posizione di novanta gradi, poi alzò l'altro destro. Con uno scatto, la mano destra andò a colpire all'altezza del muscolo del braccio sinistro causando uno scrocchio. Sì. Kevin Ryan stava dicendo ai suoi amici che ora potevano anche 'attaccarsi al cazzo' perchè lui avrebbe camminato su un elefante e loro no.

"Ma non stava in camera con quel coglione seduto sull'elefante?" rispose Rick guardando Patrick e indicando Kevin.

"E poi che è successo?" il biondo guardò l'irlandese "Keeeeevin!"

Ma il biondino sull'elefante si stava limando le unghie.

"Oh scusate, mi facevo i cazzi miei. Comunque ragazzi, io ho chiamato Jenny per dire che ci siamo persi..."

Senza pensarci due volte, Cho cercò di montare su Dumba.

"Tu hai fatto cosa?!"

Patrick, Rick e un quasi ripreso-dal-post-bronza-Javier trattennerò Kimball Cho e la sua ira.

"Sapete che tra moglie e marito non si dicono le bugie! E' questa una delle cose più importanti di un saldo matrimonio!... oh no?"

Kevin guardò incerto Rick e Patrick. I due prima si guardarono l'un l'altro, poi scoppiarono a ridere di gusto, portando la testa all'indietro e toccandosi la pancia.

Javier rovistò tra le sue tasche.

"Ragazzi, penso che ci siamo persi..." mostrò al gruppo un biglietto di qualche pub e fece notare loro la città in cui si trovavano.

Chinatown a San Francisco.

Come cazzo erano finiti laggiù?

Ora si spiegavano molte cose.

"Adesso capisco perchè tutti quei cinesi nell'ostello dove stavamo!" fu la considerazione a caldo di Kimball.

"Già, già." annuirono gli altri in coro.

Dopo queste osservazioni acute, il gruppo decise di mettersi in marcia. Da qualche parte dovevano pur andare, giusto?

 

Era quasi mezzogiorno quando il gruppo si addentrò nei meandri della città. In fondo non era male ciò che stavano vedendo.

Avanti al gruppo c'erano Patrick e Rick, eleganti (?) coi loro occhiali da sole scuri.

I cinesi sembravano tutti attenti a preparare una qualche festa.

Perciò vedere Ryan sull'elefante non stupì più di tanto la gente del posto.

"Ehi ragazzi guardate!" Rick urlò indicando un uomo che doveva avere all'incirca la sua età, dai capelli scuri, si direbbe ad occhio e croce il suo stesso taglio di capelli, "Quello è… ma si è… quello è Tom Cruise!"

Il mentalista che camminava accanto a lui, si bloccò togliendosi gli occhiali.

"Ma quale Tom Cruise! Quello è Brad Pitt!" disse dopo aver osservato meglio l'individuo.

Kevin, posizionato più in alto rispetto a loro, sbuffò.

"Ma se Brad Pitt è biondo e questo invece è moro! Vi sbagliate tutti e due cari amici! Quello lì è Frodo Baggins!" constatò infine, convinto della sua ipotesi corretta.

Intanto, l'uomo in questione, dopo aver preso della frutta in un mercatino coperto, si stava avvicinando a loro. Indossava un cappotto color sabbia, camicia blu scuro e jeans. Sembrava proprio un sosia di Rick.

Javier scrutò meglio l'uomo avanti a loro e poi diede un colpo alla spalla di Rick e poi di Patrick.

"No, no ragazzi… quello è Elvis Priestley!" stavolta indicò col dito.

"Ma se Elvis è morto!" esclamò Kimball senza scomporsi.

Esposito rise nervosamente.

"E allora?? Gesù Cristo è risorto, non vedo perché Elvis non dovrebbe farlo! Se è resuscitato lui può resuscitare anche il grande Priestley!"

Era evidente che avevano preso degli stupefacenti la notte prima perchè ora avevano davvero perso del tutto il lume della ragione.

L'uomo intanto era ad un passo dal gruppo. Si bloccò proprio davanti a Rick e si guardarono l'abbigliamento. Rick indossava i suoi stessi vestiti.

Lo scrittore tentò di muovere una mano sventolandola, e l'uomo fece lo stesso.

Stupendosi, spalancò la bocca scrutandolo di sottecchi.

"Tu sei... me... del futuro?"

L'uomo lo guardò torvo.

"Sono James Bateman, l'attore! Santo cielo! Ma possibile che nessuno qui mi riconosce e mi scambiano tutti per Nathan Fillion?!" si lamentò l'attore, alzando le braccia al cielo melodrammatico.

Rick si avvicinò a Patrick, mettendo una mano davanti la bocca.

"Andiamo bene... questo crede di essere James Bateman... " sussurrò.

"Forse ha bevuto anche lui la notte prima e non si ricorda nulla!" disse il biondo scrollando le spalle.

L'attore davanti a loro, infatti, iniziò ad annusare tutti i presenti, elefante compreso. Forse era davvero preso da allucinazioni.

"Siete miei fan?" chiese, continuando ad osservare l'animale. Poi accarezzò la gamba a penzoloni di Kevin, convinto che facesse parte dell'elefante.

L'irlandese si sentì a disagio.

"Ehm noi in realtà stiamo cercando un nostro amico... sa, si deve sposare domani e..."

Javier, riacquistati i sensi, stritolò la gamba del collega dolorante.

"Già che ci sei, invitalo pure al matrimonio, no?" disse a denti stretti.

Fortuna per loro, l'attore era preso da tutt'altra cosa per poterli sentire. Tirò fuori dalla tasca della polverina bianca, probabilmente cocaina, e ne assunse una dose.

Lo scrittore si schiarì la voce cercando di attirare l'attenzione dei suoi amici e smuovere la situazione. Doveva contare che era già ora di pranzo e che dovevano trovare Wayne Rigsby entro le 17 del giorno dopo.

"Vabbeh ho capito andiamo a cercare Wayne che è meglio!" poi si voltò verso l'attore "Ehi, James vieni anche tu con noi?"

"Ehi ma che è tutta questa confidenza con gli sconosciuti, Rick? E poi questo capisce sì e no quello che diciamo! Che ne so, già che ci sei invitalo a prendere una pizza con noi prima che il mondo finisca!" disse il biondo alterandosi.

Sconfortato, Rick abbassò la testa stile cucciolo abbandonato.

"Va bene." mise una mano sulla spalla di James, che lo guardò allucinato. "Ehi, James ti va di venire a mangiare un pizza con noi?"

Patrick scosse la testa in segno di disapprovazione. "Ma sei proprio un deficiente!!"

"Onestamente non ho parole." Cho il saggio parlò a braccia incrociate. "Questa situazione è assurda. Questo posto è assurdo. Lo sapevo che non dovevo lasciare a voi il timone dell'addio al celibato."

 

I fantastici (?) quattro erano di nuovo cinque, anche se non c'era ancora Wayne con loro, ma il sosia di Richard Castle: James Bateman.

Arrivarono a prendersi una pizza in un locale 'economico', così aveva consigliato l'attore. Lasciarono Dumba legata ad una zampa fuori il locale, in modo che Kevin poteva controllarla. E ad essere economico lo era... ma la gente intorno a loro un po' meno.

Finito il pasto, cercarono di spiegare all'attore cosa era successo.

"Capisci? Quindi abbiamo esattamente 13 ore per ritrovare il nostro amico e capire cosa sia successo la notte scorsa perchè non ci ricordiamo più una pippa! Siamo partiti da New York e ci siamo svegliati a Chinatown, perché James, perchééé??" Kevin aveva preso l'attore Bateman per il colletto, piangendo disperato.

Javier cercò di ricomporlo.

"Fratello, stai inscenando una commedia napoletana!"

Il gruppo sentì un cellulare vibrare. Ognuno prese il suo dalla tasca dei pantaloni.

"E' il mio!! Sicuramente è Katiuccia cara che mi chiama per dichiararmi il suo eterno amore!"

"No, è il mio… è mia moglie Teresa che deve farmi la maternale!"

"No, no è mio! Sarà il mio gatto che ha fame, cazzo!" Javier impallidì. (e da quand'è che ho un gatto? -nb Esposito- Da quando ho deciso io!u.u -nb autrice-)

"No, no è mia nonna! Vuole che l’aiuto a preparare le torte!" la risposta di Kevin fece voltare tutti quanti.

"No, è il mio! Sicuro è andato a fuoco qualcosa al CBI..." Cho era il più pacato di tutti.

Ma tutti dopo aver finalmente preso i cellulari, si accorsero che non erano i loro che squillavano...

"Ah, ah è il mio, è il mio!" James afferrò il cellulare e tempo di controllare il display, che subito lo spense e se lo rimise in tasca pensieroso.

Rick gli posò una mano sulla spalla.

"Avanti, ormai siamo amici. Dimmi che c'è!" la faccia da buontempone di Rick (o forse da coglione?u.u -nb autrice- -.-' -nb Castle- Vedrai, lo scoprirai dopo u.u -nb autrice-) convinse l'attore a parlare.

"Il fatto è che ho questa consegna da fare... e mi serve qualcuno che mi dia una mano... tu, da buon sosia, mi aiuterai?"

"Qualunque cosa, amico!" rispose Rick con sorriso a 32 denti.

James attirò l'attenzione di tutti quando posò sul tavolo diversi pacchetti di droga.

"Non guardatemi così... Hollywood non mi paga più bene, in qualche modo devo guadagnarmi da vivere!" (non ha tutti i torti... -nb Jane- stai zitto! -nb autrice- ok u.u -nb Jane-)

Non c'era tregua per i nostri eroi (?) quando entrò la polizia armata di mitra che concitò qualcosa in cinese. I quattro guardarono Cho.

"Io sono coreano, non cinese!"

In quel mentre, James ne approfittò per svignarsela, facendo cadere le bustine di droga sotto il tavolo dei nostri impavidi (?) amici. Troppo tardi.

La polizia urlava, indicava loro di alzare le braccia e di arrendersi, e poi indicava sotto il tavolo.

"Cazzo, ma quello c'ha lasciato la droga!" urlò Javier e in risposta, un poliziotto gli sparò della morfina.

Il portoricano collassò a terra.

"Ci uccideranno tutti!! Non voglio morire in terra cinese!" Kevin iniziò a piangere come un bambino e nel tentativo di scappare, venne colpito a sua volta con della morfina.

Patrick, Rick e Kimball capirono che era inutile arrendersi, quindi si prepararono a ricevere anche loro la loro dose.

L'ultima cosa che videro furono due agenti che li raccolsero da terra per trasportarli su delle barelle...

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Vabbeh non commento neanche.

Capitolo un po' lunghetto, abbiate venia XD

Finalmente si sono accorti che Wayne è scomparso. E proprio quando erano convinti di partire alla sua ricerca... boom! Colpiti!

Rick incontra il suo sosia, Javier pare che si è ripreso dalla sbronza, mentre Patrick non ha fatto errori di grammatica.

Qualcuno dica a Rick che non si invita a cena gli sconosciuti!

E qualcuno ricordi a Kevin che non si fa la spia!!

Alla prossima (se sopravvivete). LOL

D.

 

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Capitolo 6
*** The elephant, the asylum and the circus ***


Lo scrittore rotolò su se stesso

The elephant, the asylum and the circus.

 

 

 

0RE 17.

Lo scrittore rotolò su se stesso. Il tempo di rendersi conto che aveva una veste bianca tipica dell'ospedale e che si trovava insieme coi suoi compagni, ancora addormentati sui lettini, e proprio in una cella di... un manicomio!

"Ma... che... cazzo..." si toccò la testa.

Un bel bernoccolo.

Quegli agenti avevano picchiato davvero forte.

"Buondì, collega."

Rick si voltò e dietro di sé vide Patrick con indosso anche lui la veste bianca, seduto comodamente con un giornale in mano, sulla tazza del water, intento a fare i suoi bisogni.

Lo scrittore si alzò di scatto e indicò l'amico col dito che gli tremava.

"Questa? Ah lo so. Ti sembrerà strano, ma ricordo perfettamente cos'è accaduto qualche ora fa! Dopo che ci hanno tramortiti, quegli agenti cinesi ci hanno portato in questo manicomio, hanno sequestrato le droghe, e preso in custodia Dumba!"

Kevin si svegliò di colpo dal lettino a castello.

"La mia Dumba!!" nel far ciò, sbatté la testa alle sbarre dell'altro letto sopra di lui, e poi cadde di nuovo, addormentato in posizione supina sul letto.

Il mentalista ignorò completamente l'irlandese e continuò a rivolgersi a Richard.

"Dicevo... hanno preso in custodia Dumba perché hanno trovato una targhetta che indicava l'elefantina scomparsa da un circo."

Rick continuava a scuotere la testa non riuscendo a capire per bene.

"Comunque, preparati e sveglia gli altri che tra poco verranno le infermiere a farci un prelievo del sangue."

"E tu che ne sai che non parli cinese?"

Il mentalista chiuse il giornale, si alzò dal water, causando disgusto in Castle perchè riuscì a vedere i gioiellini del biondo.

"Semplice. Gli ho letto le espressioni facciali!" Patrick rise come un ebete e tirò lo sciacquone. Poi si stirò le braccia. "Ah, finalmente sono riuscito ad andare in bagno! Erano due mesi che la trattenevo!"

Rick stava per vomitare.

"Ma che schifo! Hai problemi di natura gastrica adesso?"

"Beh contando quanto alcool avremo ingerito..."

Vennero interrotti dallo sbadiglio animalesco di Javier, che dormiva abbracciato a Kimball sul letto superiore a Kevin.

"Che cazzo di dormita!" il portoricano si voltò e contemporaneamente anche il coreano fece la stessa cosa.

Urlarono trovandosi in una posizione così vicina.

Tentando di scappare, caddero entrambi a terra.

Lamentandosi per il dolore, svegliarono anche Kimball. Il coreano non ci pensò due volte ad alzarsi dal letto passando con nonchalance sui loro corpi mezzi tramortiti.

"Cazzo Kim, lo sai che pesi?" cercò di dire Javier con un filo di voce.

Kevin emise un urlo molto femminile indicando la porta.

C'era una donnona orientale che stava dicendo qualcosa nella sua lingua. Kimball riuscì a captare qualche parola.

"Dice che dobbiamo uscire e metterci in fila per l'iniezione."

Rick fece una faccia melodrammatica.

"No!! Io odio gli aghi!!"

 

Lo scopo della puntura era questo: scoprire quale sostanza avevano nel sangue. Lo scopo della gang era un altro: scoprire quale sostanza avevano nel sangue e capire dove, come e quando l'avevano assunta.

"Ci sto ancora pensando... eppure ci siamo dati dei pizzichi per quasi tutta la notte! Come è possibile che ci siamo svegliati coi postumi della sbornia?" chiese Kevin grattandosi la testa.

La sua faccia da cucciolo indifeso mise tutti in uno stato di allerta.

"Ci hanno drogati. E' evidente." disse Patrick dopo qualche secondo. "Qualcuno voleva che ci ubriacassimo per finire a Chinatown, trovare l'elefante e riaccompagnarlo a casa! Tutto accade per una ragione!... Non guardatemi così... non avete mai visto 'Lost'?! Credete ancora che quei naufraghi siano caduti sull'isola per puro caso??" (intendiamoci, qui stiamo dando spoiler a chi non ha visto Lost e vorrebbe vederlo! -nb Jane- Già, non si danno anticipazioni, non te l'ha mai detto nessuno?? -nb Castle- Non stavo anticipando niente! Ma Lost ormai è finito da un pezzo! Vuoi che ci sia qualcuno che non l'abbia visto?! -nb autrice- Io. -nb Cho- Ecco, ora sono cazzi tuoi u.u -nb Jane&Castle- Ma non ho anticipato nulla, coglioni -.- leggete tra le righe! -nb autrice- Chiamavano così anche il mio show... ah questi italiani u.u -nb Castle- Però una cosa sanno farla bene: il cibo!u.u -nb Jane- torniamo alla nostra storia che è meglio u.u -nb autrice-)

Mentre chiacchieravano tranquilli e spensierati, la stessa infermiera grossa di prima si mise a indicarli uno per uno.

Fu l'inizio della tragedia.

 

"Senta aspetti, non sono psicologicamente pronto per fare l’iniezione!" lo scrittore era mezzo disteso sul letto, lasciando vedere il suo bel sedere in bella vista. L'infermiera bionda dietro di lui non si lasciò intimidire... forse perchè non capiva una mazza di ciò che lui stava dicendo.

"Devo preparare psicologicamente il mio sedere prima di convincerlo a subire ciò che lei sta per farmi e per questo mi serve tem… AAAAHHHHH!" Richard urlò quando si accorse che l’infermiera gli aveva già infilato l’ago nel culo!!

Si alzò zoppicando e toccandosi il sedere. Si diresse verso Kevin, seduto con le gambe accavallate che leggeva Topolino.

"Ehi amico… tutto bene?" chiese notando la faccia dello scrittore dopo l’iniezione.

"Tutto bene, Kevin?! Ma secondo te va tutto bene?? Mi fa male il culo! Mi ha preso l’osso!" Rick piagnucolò mentre si massaggiava il sedere dolorante.

Intanto Patrick sembrò godersi il momento della punturina. L'infermiera era molto giovane, forse una tirocinante.

"Oh, io adoro le iniezioni! Avanti, signorina, lo faccia! Si sbrighi che non vedo l’ora che arrivi il momento del buco!"

L'ago entrò nel sederino di Patrick e cominciò a gioire!

"Oh sì, che bello! Che sensazione unica e piacevole!"

Il mentalista ringraziò la signorina dicendo "namaste" che non c'entrava un cazzo visto che non erano indiani, poi saltellò qua e là.

Rick storse la bocca.

"Ma a questo il cervello gli funziona al contrario! Si faceva fare la puntura e gioiva come durante un orgasmo!" disse rivolto a Kevin che non sapendo cosa dire, scrollava le spalle. Quando un'altra infermiera puntò Kevin, lui corse andandosi a nascondere dentro uno stanzino.

Patrick intanto raggiunse Rick e i due guardarono l'infermiera che bussava alla stanza dove c'era l'irlandese.

"Signor Ryan! Le devo fare la puntura! Esca immediatamente dal bagno!" lo stava pregando in un inglese stentato.

"Non sono mica scemo! Io resto rinchiuso qua dentro per tutta la vita!" mugolava Kevin, rannicchiato su sé stesso nello stanzino.

Come dicevo prima, il caos si era scatenato. E la situazione era davvero molto tragica.

"Signor Esposito…." un infermiere di colore con un inglese perfetto, malmenava Javier "Per favore mi restituisca immediatamente la siringa! Non è uno specchio è chiaro! E poi è troppo piccola per specchiarcisi dentro!"

Erano arrivati alle mani per prendere quella siringa.

"E aspetti un momento!… Ho un capello fuori posto! Non posso andare in giro in questo stato! Porti pazienza!" affermò mentre si sistemava i capelli specchiandosi nella siringa.

Kimball infine era disteso sopra il lettino a pancia in giù. E stava piangendo.

"… capisce dottore?? Snif, snif… mio padre non ha mai voluto comprarmelo il motorino… snif, snif… e quella ignobile di mia madre che mi maltrattava sempre… snif… ma lei riesce a capire dottore??... Un'infanzia troppo difficile per me… la mia prima sbronza…. Anche la seconda… ogni donna sbagliata… si rende conto??"

L'infermiere cinese sulla cinquantina aveva le lacrime agli occhi.

"Sì, snif… posso capirti figliolo… snif….che vita crudele!" disse mentre gli infilava l’ago, ma il coreano era talmente impegnato a piangere che nemmeno se ne accorse.

E i loro cellulari squillavano insistentemente...

 

0RE 18.

"Mi hanno rotto le palle! Credo che stiano facendo di tutto per evitare le nostre chiamate!" affermò la piccola agente Teresa Lisbon, che da quasi nove mesi, non era più tanto piccola di costituzione. (ehi! -nb Lisbon- Non era un'offesa, è perchè sei incinta!u.u -nb autrice- Sì non me lo ricordare... è già la seconda fanfic che scrivi che mi fai mettere incinta, grazie tante -.- -nb autrice- Non è adorabile quando si incazza? *_* -nb autrice-)

Scaraventò il cellulare sopra il tavolo accavallando le gambe con grazia, poi girò il volto dall'altra parte. Era davvero incazzata.

"Su tesoro, non fare così..." Kate cercò ci placarla posandole una mano sulla spalla. "Sappiamo come sono i nostri mariti... probabilmente adesso se la staranno spassando da qualche parte a bere come degli imbecilli! E si staranno divertendo più di noi!"

La detective si voltò verso le altre presenti al tavolino, cercando di attirare l'attenzione di Grace, Lanie e Jenny. Alzò un sopracciglio verso di loro e indicò Teresa. Poi sollevò la mano, continuando ad indicare Teresa e continuò a mimare qualcosa.

Grace si grattò la testa.

"Eh... è un film? Quante parole sono?" chiese seriamente.

A Kate caddero letteralmente le braccia a terra. Teresa si voltò verso le sue amiche non capendo cosa stava succedendo.

"Quello che Kate voleva fare era cercare di sollevare il morale alla nostra adorabile pre-maman!" disse Lanie gioiosa e si avvicinò all'agente toccandole la pancia.

"Scusate è che sono davvero arrabbiata in questi giorni," fece Kate sinceramente dispiaciuta "e inoltre... ho un ritardo."

Improvvisamente tutte loro si bloccarono. Il mondo si fermò.

Per un attimo, anche allo stesso Richard Castle, bloccato a Chinatown, gli sembrò di vedere le scene a rallentatore, con i suoi amici intorno a lui che parlavano col vocione. E aveva la musica di Verdi nella testa.

Lanie lanciò un urlo, saltellando su sé stessa. Jenny aveva già preso i magazine dedicati ai bambini. Teresa si era già proposta come madrina. Grace s'imbronciò.

"Ehi, domani mi sposo io!!"

"Calmatevi ragazze e che cazzo!! Mica deve saperlo tutto il mondo!! Porca puttana!!" disse Kate alzandosi in piedi.

Lanie si bloccò. La detective aveva i pugni stretti e guardava tutte in cagnesco per qualche minuto. La tigre nera si sedette sentendosi improvvisamente piccolina. Teresa prese un giornale di moda e iniziò a sfogliarlo.

Grace e Jenny deglutirono. Mai fare arrabbiare Kate Beckett quando ha un ritardo!

"Sapete quale vestito mi è sempre piaciuto" Teresa ruppe il silenzio soffermandosi su una pagina che mostrò loro. "Il vestito di Michelle Obama nell'ultima convention!!"

Le ragazze si calmarono e in coro fecero un suono che sembrava una ola, ma non lo era.

"Ooooh."

L'agente Lisbon si sentì soddisfatta di sé. Lei odiava parlare di moda, ma era l'unico modo per calmare le sue amiche, e sopratutto distrarre l'attenzione dalla sua testimone di nozze: Kate Beckett. Infatti, l'amica capì il suo gesto e le sorrise. (visto come siamo civili ed educate noi donne? *_* -nb Beckett- Non siamo proprio come i nostri mariti, noi sì che possiamo portare pace e amore *_* -nb Lisbon- e poi siamo noi quelli che si drogano e che bevono '-' -nb Jane- secondo te che sostanza hanno preso?u.u -nb Castle- E che cazzo ne so? Perchè non ci scrivi un libro già che ci sei! -nb Jane- Come sei scorbutico... ehi, Paddy, hai il ciclo in ritardo anche tu? -nb Castle- iahdladhoisfhalskaslfisfjajif *mi scuso con i lettori ma il linguaggio è fin troppo volgare per scriverlo e non vorrei rischiare di essere bannata*)

 

ORE 19.

"Secondo voi perchè mia moglie è sempre incazzata ultimamente?"

Il gruppetto stava aspettando le risposte al test, quando spiazzati dalla domanda intelligente e uscita dal nulla di Rick, si voltarono verso di lui guardandolo torvo. Lo scrittore si sentì un tantino osservato.

"Ma come cazzo te ne esci? Cribbio, come i funghi a primavera proprio!" Javier si inasprì.

Rick si pose davanti a lui a distanza ravvicinata di 10 centimetri.

"Scusa Espo, ma che ti hanno iniettato? La rabbia?"

Manco il tempo di dire altro che Rick ricevette un pugno dritto al naso dal portoricano. Eh sì, a fare a botte era più forte Esposito decisamente!

Intanto il mentalista saltava come un cretino.

"Le risposte! Le risposte! Abbiamo le risposte!" sembrava un deficiente che aveva appena vinto la lotteria. (scusa ma uno che ha vinto la lotteria mica si comporta da deficiente u.u -nb Jane- Nel vostro caso SI. Caso chiuso. -nb autrice- T____T -nb Jane-)

Kevin batteva le mani.

"Apri la busta, apri la busta!"

Il biondo iniziò a leggere il foglio, fortunatamente scritto anche in inglese oltre che cinese.

Impallidì e si portò una mano sulla fronte.

"Oh merda."

Kimball gli strappò il foglio dalle mani e lesse velocemente senza lasciar trasparire nessuna emozione.

"Bene."

Gli altri erano agitati.

"Che vuol dire 'bene'???" Rick prese il coreano per il colletto. Stava sudando freddo.

Cho e Patrick si scambiarono delle occhiatacce.

Kevin si stava mangiando tutte le unghie. Javier tornò a specchiarsi in una siringa.

"CHE CAZZO STA SUCCEDENDOOOO?!?" Rick era in preda ad una crisi di nervi.

Urlava contro il soffitto e si contorceva le mani.

Arrivarono degli infermiere per mettergli la camicia di forza quando Cho parlò.

"Qualcuno ci ha drogati. E deve per forza essere uno di noi. Abbiamo assunto dell'assenzio."

"E non è tutto, amico mio." Patrick posò la mano sulla spalla di Kimball. "Ho ipnotizzato quegli agenti laggiù che ci hanno portato qui, e ho scoperto che nelle tasche dei nostri pantaloni c'erano dei cartelloni col nome di un circo. Inoltre, la nostra elefantina Dumba proviene da quel circo."

Rick continuava ad urlare contro gli infermiere che volevano rinchiuderlo.

Kevin e Javier scossero la testa.

"Che vuol dire? Dobbiamo trovare il circo e scopriremo cos'è accaduto la notte scorsa?" propose l'irlandese.

"E magari scopriremo anche che fine ha fatto Wayne!" concluse Javier.

Patrick sorrise. "Esatto!"

Il gruppo si voltò quando udì un urlo.

"AAAAAAHHH NON SONO PAZZOOOO!!!" Rick correva da una parte all'altra della stanza d'ospedale inseguito dagli infermiere che volevano mettergli la camicia di forza.

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Io ancora mi chiedo perchè continuate a leggermi. O sono pazza io o lo siete voi u.u

Comunque, cosa abbiamo imparato da questo capitolo?
1- se andate in ospedale fate attenzione a chi vi fa la puntura;

2- mai agitarsi quando un'amica vi dice che ha il ritardo;

3- ma il vestito di Michelle Obama aveva così tanto importanza da segnalarlo in questo capitolo?

4- quando bevete con gli amici, fate attenzione che non vi mettano qualcosa nel bicchiere;

5- ma l'elefante che fine ha fatto in tutto ciò?

Alla prossima!

D.

 

 

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Capitolo 7
*** Escape! ***


Dal capitolo 7

Escape!

 

 

Recuperare Dumba fu la cosa più semplice che i nostri idioti potevano fare.

Dopo aver giocato a morra cinese, toccò a Rick il compito di distrarre le guardie poste davanti la gabbia dell'elefantina.

Lo scrittore aveva lanciato al cielo le peggio bestemmie, (che per ovvi motivi vi risparmio u.u -nb autrice-) tirandosi i capelli per la rabbia, della serie 'ma perché capita sempre a me?'. Al che guardava Patrick, che intanto se la rideva e fischiettava con le mani dietro la schiena, maledicendolo perchè essendo mentalista era in grado di prevedere le mosse dei suoi amici.

"Sei. Un. Emerito. Stronzo." diceva Rick a denti stretti. "E spero che tu sappia cosa voglia dire 'emerito' perchè non mi metto a spiegartelo!!"

Di nascosto, Kevin stava consultando un dizionario.

"Io lo so, io lo so!! Chiedi a me, chiedi a me!!" il biondino aveva il dito alzato e salterellava, finché Javier non gli diede una botta in testa per farlo calmare.

Gli altri lo guardarono stupiti, mentre il portoricano semplicemente alzò le spalle.

Alcuni minuti dopo, Rick si presentò davanti ai suoi amici vestito in modo singolare.

"Vi prego di non ridere..."

Lo spettacolo a cui stavano assistendo era da un film comico. Lo scrittore indossava una parrucca bionda e folta, vestitino bianco a maniche corte e scollatura, infine la gonnellina era molto leggera. Tacchi ovviamente bianchi allegati al vestito. Roba che una soffiata d'aria poteva alzarla e far vedere i suoi boxer. Sembrava un Marilyn Monroe al maschile nel film "Quando la moglie è in vacanza".

I tre idioti davanti a lui non riuscirono a trattenere le risate e dopo diversi rantoli, alla fine scoppiarono a ridere.

Rick digrignava i denti e ticchettava con le scarpe.

"Sì... certo... ridete pure! Ma poteva succedere anche a voi di distrarre le guardie!!"

Il mentalista osservò il suo amico cercando di fare il serio.

"Dai, Rick non fare così... questo non è un comportamento da damigella, ma... da damigiana!!"

Prima di scoppiare in un'altra risata, lo scrittore non ci pensò due volte a tirargli addosso il suo tacco.

Anche Cho alla fine scoppiò a ridere. Era impossibile non morire dalle risate davanti quella scena.

Alla fine anche Rick si arrese: non era tanto male in fondo vestito da donna! Alzò le braccia e si annusò le ascelle: fortuna aveva messo il deodorante!

Soddisfatto, si imbottì ancora di più il vestito con del cotone e diede un'ultima occhiata ai cretini. Era inutile tanto parlare con i suoi amici. Non lo avrebbero ascoltato. Prima o poi sarebbero morti dalle risate. Vabbeh ma a lui che importava, giusto?

 

Fischiettando allegramente, Rick vestito da Marilyn si avvicinò cautamente alle due guardie cinesi poste davanti la gabbia di Dumba. L'elefantina stava riposando, ma appena sentì il passo dello scrittore aprì gli occhi e dal suo sguardo trasparì gioia nel vederlo.

Lo scrittore si posò un dito sulle labbra per farla star zitta. Nel frattempo, gli altri cretini avevano smesso di ridere, e si erano messi ad osservare la scena da un angolino.

Come al solito erano partite le scommesse su Rick e le guardie. Ci proveranno con lui o non ci proveranno?

Comunque le guardie fischiettarono all'uomo, appena lui si mise a sculettare davanti a loro. Provò anche a toccarsi i capelli, cercando di ripensare a come Kate faceva per sedurlo.

Appena Rick fu abbastanza vicino, mise una mano dietro la schiena per far segno ai suoi compagni di passare e liberare Dumba.

Javier si portò dietro la cassetta degli attrezzi della sua cara nonnina, poiché aveva spiegato che aveva un'officina, e si unì a Patrick, Kevin e Cho che tentavano di aprire la gabbia.

Stavano facendo un gran rumore, poiché a scassinare non erano capaci, e inoltre quella gabbia aveva bisogno di un po' d'olio.

Il consulente del CBI fece segno al suo amico scrittore di alzare di più la voce con le guardie perchè loro avrebbero impiegato più del previsto per aprire quella dannata gabbia. Kevin si stava dannando perchè non riusciva a girare la chiave inglese. Ci pensò Patrick a giungere in suo aiuto, aiutandolo da dietro.

Ovviamente Javier si mise a ridere perché sembrava che i due stessero imitando un atto sessuale.

Cho, con un colpo di mano, andò addosso alla gabbia e la buttò giù. Dumba era libera!

Le guardie si stavano voltando, ma con un tocco di charme, Rick si spostò i capelli per sembrare più sensuale e attirare la loro attenzione. Sfortunatamente, nel farlo, gli cadde la parrucca. Qualcosa era andato storto.

"Ops." fu ciò che riuscì a dire, prima di unirsi ai suoi amici ed evitare l'ira dei cinesi.

"RITIRATAAAAA!!!" urlò Patrick, che corse a gambe levate più lontano possibile, seguito da Javier, Kevin che si era messo su Dumba, e Rick che correva coi tacchi.

Dietro di loro, le guardie che davano l'allarme e iniziavano a sparare.

"MI ASPETTATE COGLIONI?!" gridava in preda al panico lo scrittore.

"Coglione sarai te! Togliti quei cazzo di tacchi e cammina scalzo!!" rispose Patrick da davanti al gruppo.

"Se la smettete di chiacchierare, risparmiate fiato!" disse Cho, il solito saggio del gruppo.

Il brutto era passato. Dovevano solo attraversare la linea di confine e sarebbero stati fuori da Chinatown.

Patrick si bloccò davanti a tutti, facendo stoppare gli altri che quasi gli vennero addosso.

"E ora? Che cazzo fai?" Javier impugnava la chiave inglese, pronto a dargliela addosso al mentalista.

Il biondo si voltò sorridendo.

"Odio quando fa così." disse Cho incrociando le braccia.

"Ma sappiamo dov'è questo circo? Ricontrolliamo il biglietto!"

Kevin tamburellava con le dita sulla spalla di Rick.

"Ehm non vorrei mettervi fretta e ansia, ma ci sono solo 300 cinesi che ci stanno inseguendo..."

Patrick allungò lo sguardo. In effetti quei musi gialli erano agguerriti.

"Che cazzo..." poi osservò avanti a sé.

C'era un fiume da attraversare. Solo quello e sarebbero usciti dalla città.

"Il circo è vicino Los Angeles fortunatamente." disse Javier leggendo il biglietto del circo.

Patrick sospirò e chiuse gli occhi. Poi aprì le braccia rivolgendosi al fiume.

"Andiamo ragazzi. Dobbiamo saltare. FUGAAAAA!!!"

Con uno slancio, il pazzo si buttò in acqua. Gli altri dietro non poterono fare altrimenti: o la morte per mano dei cinesi, o la morte per mano di Patrick Jane e le sue folli idee. Meglio di niente, scelsero la seconda alternativa. E si buttarono. L'unica felice fu Dumba che poteva nuotare felicemente nell'acqua.

Kevin si lamentò invece, perchè ormai non solo aveva il vestito rovinato, quindi chissà cosa avrebbe detto Jenny, ma anche perchè era un pulcino bagnato.

 

 

Ormai s'era fatta mattina, intendiamoci. Ergo, sarebbe stato il giorno del matrimonio di Wayne Rigsby. Ergo, che cavolo di fine aveva fatto lo sposo?!
E il circo ancora non si trovava nella calda e desolata Los Angeles... (ma telefonare a qualcuno per avere informazioni, no eh?! -nb Jane- No, sennò che gusto c'è u.u -nb autrice- Ce tocca sempre soffrire a noi, caro collega y.y -nb Castle- Non è giusto T__T tutto quel sole fa male alla mia pelle! T__T -nb Jane-)

ORE 9.

Rick si asciugava la fronte.

"Merda, questo caldo mi sta facendo venire una pisciarola del diavolo!"

Kevin era l'unico che se ne stava tranquillo seduto su Dumba. Però il caldo gli aveva dato un po' alla testa. Forse.

"Il Diavolo ha la pisciarola? Non lo sapevo! Per caso hai fatto una delle tue solite sedute spiritiche per scoprirlo? Sai quelle in cui le persone fanno resuscitare i morti e…ambè ma che te lo dico a fare tu le fai, quindi le conosci bene, sei esperto!" oltre che impazzito era diventato anche sordo.

Lo scrittore sbuffò.

"Coglione, guarda che sono io che ho la pisciarola...  non il diavolo!"

Come se non bastasse, c'erano dei corvi che giravano attorno ai nostri eroi.

Un silenzio tombale calò sui presenti.

"Che cos’è la pisciarola?"

Tutti si voltarono verso Javier. Lui in risposta si guardava le mani.

"Significa andare a pisciare, ignorante che non sei altro! Ma forse tu non usi questo termine… sicuramente dici ‘mamma mi scappa la pipì ’ non è vero?" gli rispose Patrick abbastanza acido.

In realtà il fatto che non avevano ancora trovato lo sposo stava agitando un po' tutti. Inoltre aver passato le ultime ore in giro e aver dormito poco, non aiutava la salute mentale e fisica dei nostri cretini.

"Ohhh... non lo sapevo... però ora ho imparato un nuovo termine!" Kevin batteva le mani "…comunque è vero, come hai fatto a scoprire che quando dovevo andare al bagno dicevo ‘mamma mi scappa la pipì’?! Adesso però non lo dico più, ormai sono grande, ho tolto il pannolino e il ciuccio a 10 anni!"

Senza contare che la gente li guardava male perchè il suddetto irlandese era sopra un elefante. Un elefante a Los Angeles non si vedeva tutti i giorni.

"Hai stabilito un record, fratello! Io ho tolto il pannolino a 8 anni e il ciuccio a 10!" disse Javier in risposta, dando un colpo a Dumba.

"Oh, ma come hai fatto a togliere il pannolino così presto?"

"Beh, perché quando abitavo nell’altra casa il cesso era lontano, e quindi non facevo in tempo ad arrivarci così me la facevo sotto, poi però abbiamo traslocato e la mia cameretta FORTUNATAMENTE era vicina al bagno! Quindi riuscivo ad andarci in tempo, hai capito?"

"Che fortuna! A me non era per questo…io per non farmela sotto dormivo da mia mamma, e quando mi scappava l’avvertivo e lei mi portava di corsa al bagno! Pensa che una volta non ho resistito e gliel’ho fatta addosso!! Infatti è stato proprio quel giorno che mi ha dato talmente tante botte che quando ha smesso non  riuscivo neanche a reggermi in piedi!! Così sono caduto e ho sbattuto la testa al muro!"

Finalmente Rick intervenne rivolgendosi a Ryan.

"Ah! Allora è per questo che sei così stupito! Visto che ci sei spiegaci anche perché piangi e ridi sempre?"

"Per non ricordare la botta che ho dato! Sapete, mi fa ancora male, ma non fatemelo ricordare... ho subito un grave trauma celebrale!" disse l'irlandese facendo il solito melodramma. Fortuna le loro consorti non potevano udire i loro discorsi...

 

"Ma che cazz---" Teresa si morse il labbro. Kate la guardò preoccupata dandole un pezzo di carta appena vide del sangue uscire dalla bocca.

"Tutto bene?"

"Non lo so, ho la strana sensazione che i nostri mariti stiano combinando qualcosa... e la cosa mi preoccupa!"

La detective sorrise.

"Mia cara, ci sono passata anche io lo scorso anno! Sono solo sensazioni! Stai tranquilla! Sono certa che saranno presi in qualche interessante conversazione..."

 

"Io invece il pannolino e il ciuccio li ho tolti a 5 anni!" il mentalista si gonfiò toccandosi quel che restava della sua camicia bianca.

"Ma tu guarda che razza di discorsi mi tocca sentire..." Kimball si portò sconsolato la mano sulla fronte.

"Ah e invece tu, Cho?! Quand’è che li hai tolti?"

"E pensi davvero che io vada a dire queste cose proprio e te?! Sei fuori strada amico!"

Anche Rick stuzzicò Kimball.

"Non avrai mica paura?... Si sicuramente! C’è qualche segreto che non vuoi svelarci, altrimenti non ti scalderesti così!"

"Io non devo nascondere nulla!" disse il coreano arrossendo.

"E allora parla! Se non nascondi niente non dovrebbero esserci problemi!"

Kimball si arrese ai discorsi imbecilli per passare il tempo.

"D’accordo hai vinto…Il pannolino a 2 anni e il ciuccio... beh, questo non posso dirvelo...!"

"Dai, diccelo!" Ryan diede l'ordine a Dumba di accarezzare Kimball con la proboscide. "Io almeno l’ho avuto il coraggio di ammettere che ho tolto il ciuccio e il pannolino molto più tardi del normale!"

"Ma sì, vabbeh tanto siamo tra amici e peggio di così non può andare... ma non azzardatevi a prendermi per il culo o vi ammazzo!!! Io... ho tolto il ciuccio l’hanno scorso!!!... E non solo il ciuccio, ma anche il biberon!"

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Questo capitolo è quasi inutile. In compenso un passo avanti s'è fatto: Dumba è stata liberata e i nostri idioti hanno scoperto che il circo è a LA!

Però manca sempre di trovare il circo e lo sposo...

E voi credete che tra questi discorsi INTELLIGENTI, i nostri cretini riusciranno a trovare Rigsby?!

Povere le loro consorti...

Alla prossima!

D.

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Capitolo 8
*** Richard Gere and Spiderman ***


Cap

Richard Gere and Spiderman.

 

 

 

Dopo una sana colazione in cui aveva pagato tutto Rick - sempre a lui toccava visto che perdeva sempre a morra cinese contro Patrick - il gruppo dei nostri idioti era quasi arrivato al famoso circo Orfei dove sperava di rimettere in piedi ciò che era successo la notte precedente.

"Cazzo che camminata... mi stanno facendo male le gambe!" lo scrittore come al solito si stava lamentando e saltellava con un piede solo, reggendosi di tanto in tanto al cretino di turno che gli stava vicino.

Dopo l'ennesima toccata sulla spalla, Patrick gli diede una spinta facendolo cadere a terra. Rick si rialzò mostrando un certo contegno, mentre gli altri accanto a lui ridevano. Javier e Kimball stavano morendo dalle risate, mentre Kevin accarezzava la sua Dumba.

Patrick guardava divertito.

"Sembra che l'elefante sia diventato il tuo amante..."

Rick iniziò a dargli corda, mentre Kevin si sentì parecchio in imbarazzo.

"Uhhh adesso cosa dirà a Jenny?! 'Cara, mi spiace ma ti ho tradito con un elefante!!' " disse lo scrittore imitando l'irlandese che intanto stava ribollendo dalla rabbia.

" 'Si ma pensa che Javier lo scorso anno se l'è fatta con una tigre!!' " questo era invece Patrick che imitava Jenny Ryan.

Javier e Kimball guardavo preoccupati Kevin, che era rosso di rabbia.

"Non senti puzza di bruciato, Cho?"

"In effetti sì..." il coreano si voltò verso Kevin.

Dalle orecchie dell'irlandese fuoriusciva del fumo.

Rick e Patrick smisero di fare il loro teatrino appena videro che Dumba alzava minacciosa le due zampe anteriori alzando anche la proboscide.

"Oh cazz---"

I due idioti vennero sbattuti a terra dalla forza dell'elefantina.

A quanto pare Kevin Ryan aveva avuto la sua piccola vendetta personale.

 

Giunti finalmente al grande tendone del circo Orfei, il gruppo vide uscire un uomo sulla quarantina, capelli scuri, atletico, vestito con un completo azzurro e con strisce dorate ai lati.

Rick si portò il pugno in bocca.

"Cazzo... oddio!! Quello sapete chi è?! E' Tom Cruise!!"

"Ma quale Tom Cruise!! Stai sbagliando di nuovo! Stavolta indovino io..." il mentalista chiuse gli occhi concentrandosi, poi finalmente parlò indicando l'uomo in lontananza "Quello è Brad Pitt affetto dalla sindrome di Benjamin Button! Stavolta non ci sono dubbi!"

Javier diede una pacca alla testa di Rick e poi a quella di Patrick. Li guardò contrariato.

Intanto, l'uomo si accorse del gruppetto e quasi colto da illuminazione appena vide Dumba, si avvicinò a loro.

"Certo che siete degli imbecilli! Quello è Frodo Baggings! Altrimenti come avrebbe fatto a sopravvivere senza l'anello che gli dava immortalità?" il portoricano era serio nella sua affermazione.

Cho alzò gli occhi al cielo pregando il Signore che questa pagliacciata finisse in fretta.

"Aaaaahhh!" esclamarono il biondo e lo scrittore all'unisono facendo un segno di assenso.

Kevin scese da Dumba, che lo aiutò a calarsi con la proboscide. Schioccò la lingua.

"Vi sbagliate tutti. Guardatelo bene. E' Elvis Priestley!"

Di nuovo ci fu quel segno di assenso generale.

L'uomo intanto era a pochi passi da loro.

Kimball scosse la testa e si mise in mezzo ai quattro.

"Ragazzi, ma come fate a non riconoscere costui! Quello è Richard Gere!" esclamò battendosi un pugno sulla mano.

L'uomo era ormai vicino. Mise le mani dietro la schiena e con aria disinvolta si intromise nella loro conversazione.

"Comunque io sono Stefano Orfei Nones, del circo di Moira Orfei. Ben Affleck. Non Tom Cruise… non Brad Pitt… non Frodo Baggings e nemmeno Elvis Priestley né tanto meno Richard Gere!"… buongiorno signori!"

Tutti lo guardarono perplessi. Solo Patrick sembrò riconoscerlo. O almeno così sembrava. 

"Oh sì hai ragione! Stefano Orfei Nones! Quello di Spiderman!"

"Macchè idiota, è quello del Signore degli Anelli!" disse Rick dandogli un colpo al braccio.

All'uomo del circo caddero letteralmente le braccia dallo sconforto.

"Veramente… io... sono... un acrobata... del circo...Orfei... " disse inclinando la testa come se fosse stato messo in croce.

In effetti, davanti l'ignoranza di quegli imbecilli chiunque poteva sentirsi in quello stato.

Patrick si portò la mano sotto il mento pensieroso.

"Ah. Non lo sapevo." poi cambiò espressione, toccando il braccio dell'acrobata con disinvoltura, "Senti amico… visto che ci sei non è che potresti darci una mano?? Siamo disperati! Per caso hai visto un nostro amico, ecco una sua foto... si chiama Wayne Rigsby! E ricollegando i nostri indizi, la scorsa notte siamo stati qui... ma non ricordiamo nulla!"

L'uomo ci pensò su e con la mente sembrò scavare nei suoi ricordi. Il mentalista sorrise come un ebete ai suoi amici alzando il pollice. Era fatta.

Improvvisamente il signor Nones si mise a ridere a crepapelle, tanto che dovette reggersi per non cadere a terra.

Poi indicò uno ad uno i membri del gruppo imitando qualcosa di insensato.

Kevin tamburellò con impazienza sulla spalla di Javier.

"Ragazzi, secondo voi che ha?"

"Secondo me sta per avere una attacco di cuore..." fu la risposta a bruciapelo di Javi. Non sentendo risposte contro, fece un inchino. "Grazie signori, non applaudite. Le lezioni di medicina di Lanie hanno avuto il suo effetto." disse in tono malizioso.

Cho sbuffò per l'ennesima volta.

"Razza di coglioni... sta ridendo perché si sarà ricordato delle figure di merda che abbiamo fatto la scorsa notte!"

L'uomo ormai accasciato a terra, ebbe però la forza di fare segno di 'sì' col capo. Trovando la forza di alzarsi, il signor Nones Orfei fece spazio ai cinque di seguirlo verso il tendone, e poi accarezzò Dumba dandole il bentornato a casa.

Almeno una cosa avevano fatto bene: riportare l'animale al suo posto!

 

ORE 12.

"Senti Stefanuccio, mettiamo le cose in chiaro..." lo scrittore posò una mano sul signor Orfei e fece a mo' di Padrino "ci racconti cosa ci è successo la notte scorsa che noi non ricordiamo più eh?"

L'uomo guardò lui e gli altri che si erano messi in cerchio, un po' incerto.

"Ehm siete veramente sicuri? Vi farò vedere delle registrazioni perchè neanche io ricordo bene cos'è successo... eravamo un po' brilli tutti quanti... mi raccomando, fate piano che se la signora Moira sente tutto sono guai!!"

Patrick e Rick si guardarono perplessi.

"Chi sarà mai questa Moira?" chiese il primo sottovoce.

"E che ne so. Sarà un'altra attrice che ha recitato in Spiderman..." rispose l'altro.

Dietro di loro, Kimball Cho continuava a scuotere la testa.

 

Il signor Orfei posizionò un vecchio registratore davanti al nostro gruppo preferito, e la registrazione partì. Risaliva alle 23 della notte precedente.

Erano completamente ubriachi. Come avevano fatto, non era dato sapere. Erano giunti al circo fingendosi degli artisti e parlavano con la famosa donna circense Moira Orfei che sembrava chiedere loro quali erano le loro specialità. Allora Patrick si era tolto le scarpe e aveva iniziato a fare "Il lago dei cigni"; così la donna Orfei aveva deciso di mettergli un gonnellino rosa per fare più scena. Era tutto pimpante e orgoglioso nel suo gonnellino!

Davanti al televisore, tutti stavano trattenendo le risate. Patrick semplicemente alzava le spalle.

Poi dal video si vedeva Rick ballare il tip tap. Dove cazzo lo aveva imparato?! La signora Orfei gli offriva delle ballerine nere fantastiche col fiocchetto sulla punta. E lo scrittore ballò come Fred Astaire!

Kevin scambiava continuamente Dumba per sua moglie Jenny, così alla fine la famiglia Orfei dovette metterlo a cavalcioni sull'animale convinti che lui sapesse domarla. Javier, invece, si ritrovò isolato perchè non sapeva fare nulla, quindi fece amicizia col minibar del circo (tanto per cambiare).

Un velo di commozione assalì il gruppo quando sullo schermo videro Wayne Rigsby! Ma si preoccuparono quando l'agente del CBI si mise un casco sulla testa e si fece posizionare dentro il cannone del circo... la signora Orfei diede gas e il povero Rigsby volò come la donna cannone.

Infine, toccò a Kimball che s'improvvisò portiere della nazionale di calcio coreana. La donna, senza pensarci due volte, lo mise alla prova, porgendogli un adorabile completo da calcio. Cho, ispirandosi alla dottrina Shaolin, tirò dei calci al pallone bianco e nero che fecero un buco nel tendone. 

Il video si stoppò. Il signor Orfei prese il telecomando e spense il televisore. Gli altri disapprovarono.

"E qui finisce tutto."

Lo scrittore cercò di scrutare il suo sguardo.

"Come sarebbe a dire?!"

"Sarebbe a dire che il vostro amico è volato col cannone e non si sa che fine ha fatto! E voi eravate talmente ubriachi che vi abbiamo sistemato in un albergo economico fuori città..."

"Alla faccia dell'economico..." sussurrò Javier a denti stretti verso Kevin.

"...sembrava tanto la baracca di Jane!" concluse l'irlandese.

Il mentalista aveva le orecchie lunghe.

"Ehi vi ho sentito! Non è una baracca!!"

"Comunque, come troviamo il nostro amico? Nessuna possibilità di riuscita?" chiese Kimball distogliendo lo sguardo dai suoi amici.

Fortuna c'era lui che manteneva un comportamento corretto! 

Il signore del circo si grattò la testa.

"No, mi spiace!"

 

Scoraggiati, non sapevano che il momento più triste sarebbe stato dare l'addio a Dumba. L'elefantina apparteneva al circo, e fin qui non ci pioveva, ma a Kevin si spezzò il cuore doverla salutare.

Gli altri deficienti guardavano Dumba che abbracciava l'irlandese con la proboscide, e lui che le accarezzava il muso.

"Snif... snif... mi mancherai!!... se solo sapessi usare skype elefantina mia... pensa alle conversazioni che potremmo fare... snif ....però tu non sai parlare!"

Dumba rispose con un barrito.

"Non preoccuparti. Un giorno. Magari." sorrise "L'impossibile è niente!"

In sottofondo partì la suoneria della pubblicità della Nike. Tutti si voltarono cercando i propri cellulari.

Quando capirono che non era nessuno dei loro telefoni, sentirono una sana risata. Era la signora Orfei che rideva di gusto.

"Scusate piccioncini, è il mio cellulare!!"

Erano persone strane questi circensi.

 

ORE 16.

Erano spacciati. Uscirono dal circo disperati.

E tra due ore Wayne si sarebbe dovuto sposare!

Trascorsero un'ora di ricerche sotto il sole cocente, per ritrovarsi davanti un grande palazzo.

Rick aveva la lingua che strusciava per terra.

"Non… non ce la… faccio… pi… piùùù…"

Kevin sbruffò.

"Pensate a Rigsby che magari sta facendo la bella vita in questo momento... e noi moriremo perchè le nostre mogli ci uccideranno se non lo troviamo!"

"Morire? Perché?? Hai preso una malattia incurabile e domani crepi?? Fighissimo!" esclamò in risposta scherzando Javi, dandogli una pacca sulla spalla.

"Beh caro mio tu hai le sue stesse possibilità di morire visto che il tempo stringe e fra due ore Wayne deve sposarsi… cazzo!"

Patrick roteò gli occhi e poi fischiettò.

"Aridaje co sto 'cazzo'…" si bloccò davanti al gruppo. "Okay, dobbiamo pianificare la situazione."

Una musica di tensione si alzò in sottofondo. Tutti si erano bloccati alla voce soave del mentalista. Dopo qualche secondo, il biondo parlò, lasciando cadere le braccia.

"Visto che siamo fottuti, tocca chiamare le nostre mogli e dire che non troviamo lo sposo."

Tutti caddero a terra. Se quello era il loro modo di risolvere un problema, la Terra era spacciata.

"Ma che bravo che sei, coglione!" disse Rick sarcasticamente battendo le mani. "E sentiamo, chi farebbe sta chiamata?" concluse timidamente.

Oltre che spacciati e imbecilli, erano anche dei gran fifoni.

Il mentalista sorrise estraendo dei bastoncini cinesi dalla tasca.

"Semplice! Proviamo prima questo giochetto estraendo a sorte... il bastoncino corto perde e deve fare la chiamata!... e se non ci riesce, giochiamo a morra cinese, ci state?!"

La strada per tornare a casa si prospettava molto lunga.

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Mi scuso per il ritardo ma sono stata davvero impegnata, non trovo più il tempo per fare nulla T.T

come avete notato, i miei titoli sono assolutamente senza senso u.u

comunque spero che questa bellissima fanfiction vi stia piacendo... (CASTLE: ma quale bellissima... è uno SCHIFO! - AUTRICE: Non sminuirmi così! Non me lo merito! Sono solo una principiante! - JANE: Appunto per questo non dovresti scrivere! Almeno scriveresti cose serie! - AUTRICE: Ora basta, mi stai veramente offendendo! - ESPOSITO: Ma ha perfettamente ragione! Tanto siamo noi che poi paghiamo le conseguenze! A te cosa importa?! - RYAN: Sono d’accordo, io non ho fatto altro che fare figuracce! - CASTLE: E qual è il problema, tu le fai sempre! - RYAN: Ehi non osare insultarmi, portoricano che non sei altro! - JANE: Dai ragazzi, su con la vita! Non c’è bisogno di litigare! Bisogna sorridere  sempre, come faccio io, vedete? Prendete esempio da me! ALLEGRIA! - AUTRICE: Questo è proprio andato…o è un parente di Mike Bongiorno, oppure è completamente scemo…Smettila di ridere, altrimenti ti verrà una paralisi facciale!)

Comunque, commentate, commentate u.u

Alla prossima!!

D.

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Capitolo 9
*** A very crappy situation ***


Cap

A very crappy situation.

 

*Nota: qui care lettrici torniamo al prologo della nostra storia, con Rick che chiama Kate dicendo che non trovano lo sposo. Per comodità ve lo riporto in corsivo*

 

 

 

Frettolosamente, Richard Castle prese il suo cellulare.

Avevano fatto la conta, giocato a morra cinese, e come se non bastasse, lui aveva perso.

I suoi amici avevano continuato a prenderlo per il culo per almeno cinque minuti, chiamandolo "Sfigato".

Toccava a lui fare quella chiamata.

Compose nervosamente il numero di sua moglie.

Per un attimo esitò guardando i suoi amici: non perchè avesse paura, ma perchè si era dimenticato il numero.

Attese con impazienza mentre c'era quel tu-tu a tenerlo in attesa.

"Pronto??" la delicata voce di Kate Beckett risuonava per tutto l'orecchio di Rick, tanto che anche gli altri del gruppo potevano sentirla.

"Ehm ciao tesoro, luce dei miei occhi--!!"

"NON TENTARE DI FARE IL DOLCE CON ME CHE NON ATTACCA!! DOVE CAZZO SIETE??? E DOVE CAZZO E' WAYNE??? GRACE STA PER AVERE UN ATTACCO DI PANICO, TERESA HA LE DOGLIE... MUOVETE QUEL CULO!!!"

"Ma mia dolce musa..."

"NON CHIAMARMI MUSA!!! IO STO PER AVERE UN ESAURIMENTO NERVOSO!! RINGRAZIO LANIE E JENNY CHE MI TRATTENGONO SENNO' PRENDEREI TUTTI QUANTI A SCHIAFFI!!... E TU CHE CAZZO HAI DA GUARDARE?? NON HAI MAI VISTO UNA DONNA URLARE AL TELEFONO CON SUO MARITO?? SPARISCI SE NON VUOI TROVARTI UN PROIETTILE CONFICCATO IN QUEL POCO DI CERVELLO A FORMA DI NOCCIOLINA CHE HAI!!!"

Richard Castle temeva di diventare sordo.

Aveva anche messo il cellulare con il vivavoce, in modo che Patrick Jane, Kimball Cho, Javier Esposito e Kevin Ryan potessero udire.

"Vedete come mi fa impazzire? E' una pazza!" sussurrò al gruppo.

"Guarda che ti ho sentito!!! Allora dov'è Wayne???"

Rick si guardò con gli altri.

E ora cosa avrebbero detto?

Kevin era preso da un attacco d'ansia e si stava mangiando le unghie.

Javier si stava scolando una bottiglia di gin che presumibilmente aveva rubato dall'hotel dove alloggiavano.

Kimball restava impassibile, braccia conserte e guardava fisso lo scrittore.

Patrick fischiettava guardando in alto e facendo l'indifferente.

A quel punto, Rick si sentì offeso.

"Che begli amici stronzi che ho!" sussurrò indicandoli uno per uno.

"RICHARD CASTLEEEEEEEE!!!" la voce di Kate risuonava da quel cellulare infrangendo le barriere del suono.

"Sì mia dolce musa? Ehm credo che abbiamo un problema..."

"Che cazzo vuol dire?!"

"Ecco... è successo di nuovo... abbiamo smarrito lo sposo!"

La detective rimase a bocca aperta, trattenuta dall'urlare di nuovo e sbattere il suo costosissimo iPhone4S, decorato coi brillantini e Swarovski, per terra.

Guardò il gruppo di donne dietro di lei.

Grace aveva le vampate. Forse per il caldo, dato che quel vestito da sposa era davvero pesante, oltre ad avere un pessimo gusto.

Kate arricciò il naso, poi tornò alla conversazione telefonica.

"Siete dei coglioni, lo sapete vero?!"

"Lo so, mia dolce musa, ma--"

"NON CHIAMARMI MUSA!!! Trovate Wayne o sono cazzi amari!!"

Purtroppo quando Kate si incazzava, Rick non doveva mai chiamarla col suo nomignolo.

La detective attaccò il telefono e dallo sguardo irritato che aveva, si voltò verso il gruppo delle sue amiche con un sorriso smagliante.

Intanto, il gruppo dei defici...ehm amici, guardava preoccupato.

Patrick si avvicinò al suo compagno di scorribande preferito, posandogli una mano sulla spalla.

"Ha detto che saranno cazzi amari! Sai che vuol dire, Rick?"

"Che non me la darà per almeno un mese se non troviamo Wayne!!"

Disperato, si coprì il volto con le mani.

Erano davvero nei guai.

Finché qualcuno ebbe un'illuminazione.

"Oddio... Kate ha detto che Teresa ha le doglie? Sto per diventare padre!!!" (sottolineo, di nuovo padre!u.u -nb Jane- non cominciamo -.- -nb autrice-)

Patrick iniziò a saltellare per la gioia, ma non si accorse che facendo così inciampò per delle scale dove erano seduti, sbattè la testa, e si rialzò con un gran bernoccolo.

Il gruppo corse per verificare se stava bene.

"Patrick rispondi!! Non possiamo perdere anche te!!"

Il biondo li guardò e dal suo sorriso, potevano constatare che stava bene.

"Salve, miei fidati seguaci! Io sono il vostro Messia!"

Ci fu una caduta generale.

Okay, le cose non potevano andare peggio di così.

 

L'ebete biondo continuava a fissare i suoi compagni d'avventura, convinto che fossero i suoi seguaci.

Rick era disperato e parlava tra sé, dicendo frasi senza senso. Si sedette tenendosi le mani sulla testa.

"Ma che cazzo ho fatto per meritarmi questo..."

Kevin sbucò da sotto facendo prendere un colpo allo scrittore.

"Ehm non vorrei interferire, ma abbiamo perso lo spos---"

"LO SO CHE CAZZO E' SUCCESSO, IMBECILLE, NON C'è BISOGNO CHE ME LO RICORDI!"

Si alzò di scatto, spaventando l'irlandese che divenne piccolo piccolo di fronte ai suoi occhi, e lo costrinse a fare un passo indietro.

Rick stava davvero sclerando di brutto. Iniziò a innervosirsi. Ormai i capelli erano tutti sconvolti.

"QUESTO MINCHIONE QUI, COME SE NON BASTASSE" disse indicando Patrick, che cercava di parlare agli uccellini manco fosse San Francesco. "E' CONVINTO DI ESSERE IL MESSIA! E ABBIAMO SOLO DUE ORE DI TEMPO PER TROVARE WAYNE! E CHE CAZZO DI SITUAZIONE DEL CAZZO!!" urlava battendo i piedi a terra. (eh no scusa, ma questa fanfic sta diventando volgare u.u -nb Jane- Propongo l'alzamento di rating u.u -nb Castle- Ecco i rompicoglioni puntuali come al solito... -nb autrice- Lo sai che potrebbero esserci ragazzine di 12-13 anni che leggono queste cose? -nb Castle- Ma non ti vergogni? -nb Jane- Secondo me vuole restare zitella... u.u -nb Castle- Concordo, collega u.u -nb Jane- Okay quando finite il teatrino ditemelo, così continuo la ff u.u -nb autrice- Ma perchè non ci caga più? T_T -nb Castle- Le staremo sulle palle, ci odia T_T -nb Jane-)

Cho rimase freddo, impassibile, e si voltò verso il suo consulente.

"Okay, Jane, smettila di parlare coi passerotti e le rondini che dobbiamo andare." poi fece segno a Javier di aiutarlo a trascinarlo con sé. I due lo alzarono prendendolo dalle braccia.

"Ma voi non capite... io devo salvare il nostro popolo... devo portarlo nella Terra Promessa!!"

Rick guarda Patrick e si innervosiva ancora di più. Kevin si grattò la testa. Forse dovevano lasciarlo al manicomio.

"Dove andiamo con questo caldo?" chiese Patrick, una volta che Javi e Kimball lo rimisero coi piedi a terra.

"Io non ce la faccio, davvero... un'altra ora così e impazziamo tutti!!" disse Rick in preda al panico.

Javi cercò di calmarlo.

"Amico, stai tranquillo. Riusciremo a trovare Wayne, me lo sento!" esclamò poi vittorioso.

"Dove andiamo con questo caldo??" chiese di nuovo Patrick impazientemente.

Rick iniziò a piangere sulla spalla dell'amico Javier.

"Sei sicuro sicuro?"

"Sì, sono sicuro sicuro!"

"Dove andiamo con questo caldo???" Patrick, disperato perchè nessuno lo sentiva, andò su un'altura, così che tutti potessero vederlo e alzò le braccia al cielo.

"Vabbeh visto che non mi ascoltate, allora ripeto… D-O-V-E  A-N-D-I-A-M-O C-O-N Q-U-E-S-T-O C-A-L-D-O ?-?-?"

Gli altri lo guardarono senza parole. Non solo sillabava la frase, ma si era messo a sillabare anche il sorriso, cercando di sorridere a random, come fanno i robot.

Kimball guardò il terreno.

"Oh cielo…"

Rick era giù di lì per esplodere.

"GUARDA IDIOTA CHE ABBIAMO CAPITO NON C'E' BISOGNO DI SILLABARE TUTTA LA FRASE COMPRESO IL SORRISO!! No… non ci credo… non può essere così deficiente…"

"Secondo me lo fa apposta..." disse Kevin inclinando la testa per guardare meglio il mentalista, che intanto stava inseguendo le farfalle.

Lo scrittore sospirò, anche lui senza staccare lo sguardo da Patrick.

"Macché apposta… questo è deficiente per natura! In deficientaggine non ha rivali! Neanche  Mr Bean reggerebbe il confronto!"

"Ma almeno Mr Bean recita! Questo invece fa sul serio..."

I due si guardarono e sospirarono all'unisono.

Esposito spuntò da dietro facendo leggermente spaventare lo scrittore, che era salito in braccio a Ryan.

"Yo, ragazzi, c'è un chiosco laggiù che fa gli hotdogs... e io ho fame!"

Rick stava resistendo dalla tentazione di tirargli un cazzotto. Scese dall'irlandese e mentalmente contò da 1 a 10.

In quel silenzio imbarazzante, Cho era messo in un angolo a dare colpi addosso ad un muro con la testa, e malediceva se stesso per essersi imbarcato in quella situazione... lui aveva chiesto solo un addio al celibato normale!

Jane, intanto, saltellava come un deficiente tra farfalle e uccellini... (oh guarda c'è anche il passerotto della Cepu, il consulente di Del Piero!! *__* -nb Jane- Ma è così deficiente anche nella realtà? '-' -nb Castle- Secondo me catturare Red John negli anni l'ha reso fuori di testa... -.-'' -nb autrice-)

"A te il sole fa proprio male!" Castle prese Esposito per il colletto scuotendolo.

"Perché?" chiese ingenuamente l'ispanico.

"PERCHE' TE NE SEI USCITO COME I CAVOLI A MERENDA!! SE NEL CASO NON TE NE FOSSI ACCORTO, NOI STAVAMO PARLANDO DI TUTT'ALTRA COSA, CRETINO!!"

"..."

"..."

"Di che cosa?"

A quel punto, sull'orlo di una crisi di nervi, Rick urlò come non mai e si preparò a dare un cazzotto a Javier. Invece finì per colpire il povero Kevin, trovatosi esattamente nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Patrick schivò il corpo dolorante di Javier, e saltellò, come sempre, alzando la mano.

"Te lo dico io! Si stavano chiedendo se io ero deficiente per davvero o per finta!"

Kimball Cho decise che era ora di riprendere in mano la situazione. Smise di sbattere la testa contro il muro e si avvicinò al gruppo con fare minaccioso.

"Beh? E tu ci ridi pure? Ti prendono per il culo e tu ridi? Ma allora sei veramente deficiente!"

"Ma no! Allora lo pensi anche tu! Sei entrato subito nel discorso! Come sei intelligente, vecchio mio!" il biondo consulente diede una pacca alla spalla del coreano che per poco non ci rimise una scapola. Intanto lui manteneva la sua elegante e ferrea postura.

"GUARDA CHE NON C'E' BISOGNO DI ESSERE INTELLIGENTI PER DIRE CHE TU SEI DEFICIENTE!" Rick ormai urlava e basta.

Sembrava che udire la sua musa urlare continuamente al telefono l'avesse contagiato.

Del resto, chi va con lo zoppo...

"E per forza! Altrimenti come fanno gli scienziati a scoprire tante cose nuove ogni giorno? Come per la clonazione della pecora Dolly! Io non ce l’avrei fatta da solo!" continuava a dire Patrick, che intanto aveva lasciato stare uccellini e farfalle.

"E TE CREDO! Con quel cervello che ti ritrovi!"

"Eh, sì! Il mio cervello è davvero enorme!! Infatti fa fatica a stare all’interno della mia testa!"

Quando Esposito riuscì ad alzarsi da terra grazie all'aiuto di Ryan, Rick si preparò per sferrare un altro colpo che stavolta colpì in pieno il mentalista, facendolo cadere all'indietro. I suoi lucidi capelli biondi si muovevano leggiadri meglio di una pubblicità dell'Oreal. (L'Oreal, perchè io valgo u.u hairporn, fuck yeah u.u -nb Jane- Ehi, mi stai copiando lo slogan!! -nb Beckett- Ma perché sei lo sponsor? Via, sciò u.u -nb Jane- Non litigate u.u -nb autrice-)

"Nooooo cazzo!! Ma sei cretino o cosa?! Ora riperde di nuovo la memoria e si crederà Michael Jackson!!" urlò Kevin disperato con le mani nei capelli.

Javier lo guardò sconvolto.

"Cosa? Michael Jackson è morto??! E quando??"

Cho mormorava tra sé.

"Torno a sbattere la testa contro il muro..."

Il consulente del CBI si alzò da terra, sentendosi un po' stordito. Infatti dovette mettere a fuoco un po' prima di riconoscere i volti degli altri. Anche le voci facevano eco ed erano ovattate. Gli sembrò di vedere le dita di Rick muoversi davanti a sé e pensò che stava per accecarlo.

Si toccò la testa constatando il dolore, e quando ebbe messo a fuoco, guardò in alto: davanti a loro si ergeva un palazzo, casualmente proprio all'altezza del tendone del circo Orfei. Fece quattro calcoli, due più due, radice quadrata, potenze, radice cubica... insomma fece tanti calcoli che Castle dovette costruirgli una lavagnetta come quella che usava la sua Beckett al 12esimo, così che il mentalista poté risolvere il dilemma.

 

Dopo circa mezz'ora, Patrick finalmente mostrò al gruppetto il suo responso.

"Che cazzo gli è successo ora? Si crede Einstein?" mormorò Javier con del pop-corn in bocca, preso dall'omino che vendeva gli hotdogs.

"Cazzo, fratello, un po' di contegno! Non si dicono le parolacce, che cazzo!" lo rimproverò 'saggiamente' Kevin.

"Come siete volgari... cazzo, siete i primi a dire le parolacce!" disse Rick con fare superiore, rubando del pop-corn da Javier.

"Se vi state zitti, sentiamo che ha da dire Jane... cazzo!" concluse il coreano Cho mettendo l'enfasi su quell'ultima parola.

Decisamente erano un branco di idioti e pure volgari.

Il mentalista si schiarì la voce, col suo fare e sorrise convinto di sé. La sua teoria non poteva sbagliare. Sulla lavagnetta aveva disegnato quello che pareva essere Wayne messo dentro il cannone del circo; in una seconda sequenza, c'era lui sbalzato alla velocità supersonica fuori al tendone; nel terzo e ultimo, c'era lui finito sopra il tetto del palazzo... lo stesso che si trovava di fronte a loro.

Il gruppo sembrò non capire, quindi Patrick li incitò a parlare facendo prima il mimo, poi il gioco dell'oca. E il tempo passava inesorabilmente...

Alla fine, il mentalista gettò la spugna.

"Con voi non c'è gusto indovinare! Allora, guardate bene: il nostro amico Wayne Rigsby è stato catapultato col cannone da quel tendone del circo, e si trova sicuramente nel palazzo di fronte. I miei calcoli non possono sbagliare, signori!" sorrise come un ebete.

Dopo qualche secondo imbarazzante, qualcuno parlò.

"Lo sapevo... è convinto di essere Einstein!" continuava a mormorare Javier col boccone in bocca.

E mancava esattamente un'ora al matrimonio...

 

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Vi sono mancata? A me loro non sono mancati affatto.

Vi aspettavate che Patrick trovasse la terra promessa? Mi spiace per voi.

Vi aspettavate Rick al manicomio? Questa poteva anche starci.

Fatto sta che perfino Kimball Cho sta perdendo la pazienza con questo branco di idioti.

L'unica nota positiva è che forse hanno capito dov'è finito lo sposo...

Forse.

Ma conoscendo il mentalista, sappiamo che non sbaglia mai. Vero? Vero??

Alla prossima!!

D.

 

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Capitolo 10
*** "Barack? I'd killed myself with a name like that." ***


Nuova pagina 1

"Barack? I'd killed myself with a name like that."

 

 

 

 

ORE 17.

Kate Beckett scalpitava al telefono come una cavalla furiosa.

Quell'idiota di suo marito e i suoi amici del cuore avevano perso lo sposo. Di nuovo.

Si poteva essere così imbecilli?

Grace Van Pelt, infagottata nel suo vestito bianco con scollatura mozzafiato e tanto di velo, aveva le vampate e guardava la detective del 12esimo che si mordeva le unghie.

"Allora?? Stanno arrivando??"

Kate si guardava intorno, cercando distrazioni, ma ovunque sentiva gli occhi di Grace, poi quelli di Lanie e di Jenny, puntati su di lei. Spostò la folta chioma di capelli dal viso e si morse il labbro. Prese un grande respiro.

"QUEI COGLIONI HANNO SMARRITO IL TUO FUTURO SPOSO!! IO NON SO COME SI PUO' ESSERE COSI' IMBECILLI ALLA SECONDA!! MA CHE DICO, SONO IMBECILLI AL QUADRATO!!"

Il suo urlo venne udito anche fuori dalla stanza, e quindi dai genitori degli sposi, parenti e amici. Il prete, un signore che ricordava vagamente Don Matteo, deglutì stringendosi il colletto.

Intanto, la povera Teresa Lisbon faceva grossi respiri e aveva le vampate. Kate respirò insieme a lei.

"Teresa, ho completamente dimenticato che tu hai le doglie!"

"Ma va?? Ho un enorme elefante in pancia!! Dov'è Jane??!"

Lanie e Jenny cercarono di calmarle portandole dell'acqua. Kate prese la bottiglietta e si bagnò con l'acqua.

"Tesoro," fece Lanie accanto a lei, "quella è acqua santa... non hai paura di scottarti?"

Avendo colto la battuta solo qualche secondo dopo, Kate finì per prendere Lanie puntandole il dito contro.

"IO NON SONO MICA IL DIAVOLO, E NON HO BISOGNO DI UN ESORCISMO. STO BENISSIMO!!"

Grace respirava a fatica.

"Io non mi sposo più... io non mi sposo più... io non mi sposo più..." tremava come una foglia, ma Jenny le prese la mano assicurandosi che non le fosse venuta la febbre. Tutto a posto. Era nella norma.

Teresa respirava a fatica.

"Ma... tu..." disse prendendo Kate per il suo vestito da damigella color violetto, "...non... eri... incinta?!"

La detective si sentì gli occhi delle donne addosso. Si morse il labbro e le guardò fieramente.

"Fortunatamente il ciclo è arrivato."

Tirarono un sospiro di sollievo.

"Ecco perchè le girano..." disse Lanie a denti stretti.

In quello stesso istante, Teresa lanciò un semi urlo e uscì dell'acqua da sotto la sua veste.

"Oh cazzo."

Lanie e Jenny urlarono istericamente.

"LE SI SONO ROTTE LE ACQUE!! STA PER PARTORIRE!!"

"CHE CAZZO DICI, TOCCA PORTARLA PRIMA ALL'OSPEDALE?!" col suo modo elegante e raffinato, Kate tirò fuori la pistola verso le due esaurite, mentre Teresa urlava.

"CAZZO IO DEVO SPOSARMI, METTETE GIU' QUELLE ARMI!!" Grace a risposta, tirò fuori la sua di pistola puntandola verso Kate.

"DEVO ANDARE ALL'OSPEDALE O PARTORISCO QUI QUESTO BAMBINO!!"

Fuori dalla stanza, gli invitati erano seriamente preoccupati. Il prete si avvicinò ad uno degli ospiti.

"Sembra ci sia un omicidio o cosa...?"

 

"Muovete quel culo, dobbiamo salvare Waynuccio!!"

Patrick Jane si era tolto le scarpe perchè a sua detta, correva meglio. Era davanti al gruppo e li guidava verso il palazzo dove avrebbero trovato Rigsby.

Si fermò di blocco e tutti gli altri dietro di lui, si fermarono andandogli contro.

"Ma che cazz--" (ma basta con questa parolacce!! ora ti bannano u.u -nb Castle- E Rick vuole essere pestato a morte... -nb autrice- Tanto non puoi, non hai giurisdizione!u.u -nb Castle- Oh una nuova parola, però sei intelligente! -nb Jane- Certo, sono andato a scuola. Io! -nb Castle- E Rick e Pat adesso ricevono tante botte dalle loro consorti... *-* -nb autrice- Perchè? Hanno la pistola? '-' -nb Castle- Okay, stiamo buoni '-' -nb Jane-)

Era una sala riunioni. Tante sedie, tanti giornalisti seduti, e fotografi, cameraman in piedi. Però riuscirono lo stesso a notare l'uomo di colore che stava tenendo un discorso su quel palco allestito, con una bandiera americana dietro.

 

"Grazie a tutti per essere venuti."

Il presidente degli Stati Uniti congedò giornalisti e fotografi, seguito da una decina di guardie del corpo e si avviò verso l'ingresso dove si trovavano i nostri eroi.

Il mentalista batteva le mani.

"Uh! Il presidente Americano! Che emozione! Sto davanti a Martin Luther King!"

Come al solito, Rick gli diede una pacca dietro la testa.

"Ma quale Martin Luther King! Questo è George W. Bush!"

"E qual’è la differenza?? Tanto entrambi hanno portato in rovina il paese!"

"Ignorante."

Il presidente era allibito. Le sue guardie erano pronte a portarlo fuori, ma lui alzò il dito indice facendo loro segno di stare fermi.

"Cribbio... ma quale King, o Bush! Io sono Barack Obama!! Ma non leggete i giornali?!"

"Barack?" chiese il gruppetto con sguardo incuriosito.

Cadevano dalle nuvole.

Il presidente Obama scosse la testa ancora sconvolto.

Javier si sentiva pronto come un leone a sparargli.

"Cos’è questo scempio di nome! Sta cercando di prenderci per il culo?!"

"Culo? Si chiama Culo? Che nome del cazzo!" disse Kevin ridendo a denti stretti.

Eccone un altro che cadeva dalle nuvole. La compostezza del Presidente era invidiabile. Le stesse guardi del corpo non capivano la situazione e mormoravano tra loro che forse era una trovata pubblicitaria per la sua campagna elettorale.

"Si chiama Barack! B-A-R-A-C-K!" fece Patrick a loro, facendo lo spelling. "Io mi sarei ammazzato con un nome così..."

Javier rimise la sua pistola dentro la fondina.

"Ma no, è così carino! Io conoscevo uno che si chiamava Puzza Pizzetta!"

"Ah sì, è quello che quando sparava le scoregge gli puzzava il culo di pizza!! Lo conosco anche io!" disse l'irlandese suo amico dandogli una gomitata e ricordando il tipo in questione.

"Già, è quello!"

Kimball Cho sentiva i nervi a fiori di pelle. Erano davanti al Presidente degli Stati Uniti e stavano facendo figure di merda.

"Certo che voi l’educazione ce l’avete proprio sotto la suola delle scarpe!" iniziò a prenderli per il colletto, strattonandoli! "Pure davanti al presidente fate queste figure del cazzo…. Ehm… cavolo!" si corresse quando incrociò lo sguardo di Obama.

Patrick guardava e annusava il presidente come se fosse un cane. L'uomo si ritrasse, tenuto a bada dalle sue guardie del corpo.

"Uh… che buono questo profumo... che deodorante usa?"

Rick gli diede una botta alla spalla.

"Ehi, idiota! Porta rispetto!" gli fece a denti stretti, ricordandogli chi avevano di fronte.

Ma quell'uomo così buono eppure così potente li lasciava ancora fare, mentre si faceva spazio tra di loro senza neanche salutarli, seguito dalla sua scia di guardie.

"Perchè sei arrabbiato con me, Rick?" Patrick piangeva istericamente come un bambino di otto anni.

L'amico sospirò e poi gli posò le mani sulle spalle.

"Io non sono arrabbiato con te! ! Ma ora dobbiamo andare a salvare Wayne e portarlo al suo matrimonio! Lascia stare il presidente!"

"Vaaa bene."

Il gruppo si decise a seguire le scale che portavano alla terrazza dove FINALMENTE avrebbero riabbracciato Wayne. Ma prima di seguire l'amico Rick e compagnia, Patrick diede un gran calcio nel culo al presidente, che si era fermato fuori il palazzo per parlare con dei giornalisti!

Ci fu un silenzio tombale. E poi accadde tutto in un istante sbrigativo. Certo che non potevano mai stare tranquilli per un istante.

"MA SEI SCEMO?!" urlarono tutti, mentre Obama si toccava il sedere dal dolore.

"No. Così sarò il primo uomo a dare un calcio nel culo al presidente! Passerò alla storia!"

"No, passerai alla forca!!" Rick capì che la situazione stava degenerando, quindi prese con forza l'amico sotto braccio appena vide le guardi del Presidente prendere le loro pistole.

Obama gridò loro di prendere il gruppo di cinque e di portarli al giudizio della corte di Stato!

 

ORE 17:20.

Corsero più che potevano per le scale, inseguiti dalle guardie armate. Erano dieci piani a piedi, ma alla fine raggiunsero la terrazza.

Cho e Javi, i più forti, si preoccuparono di barricare la porta, mentre gli altri chiamavano Wayne, sperando di trovarlo e che, sopratutto, fosse ancora vivo!

"WAYNE RIGSBY?? WAAAAAYNE!"

"Kevin, non penso ci siano otto Wayne Rigsby rimasti sopra una terrazza per due giorni!... ehi, sentite anche voi?" Rick si bloccò udendo dei mormorii.

Patrick annusò il terreno, seguendo la scia di Rigsby.

Cho e Javi, davanti la porta, stavano reggendo, ma stavano quasi per crollare. L'armeria americana era molto forte!

"Uhmm...mmmm....sono.... qui..."

Seguirono il mentalista che seguiva la voce, finché trovarono Wayne raggomitolato in un angolo, e coperto con un lenzuolo, per evitare l'insolazione.

Al mentalista iniziarono a scendere lacrime di gioia dagli occhi.

"Vecchio mio!! Sei vivo!!"

L'agente però non si muoveva tanto era sconvolto. Debolmente salutò con la mano il resto del gruppo.

"Ehm non vorrei disturbare questo momento idilliaco, ma... noi qui non resistiamo più!" urlò Javier.

"Questi stanno spaccando la porta... usando le armi, bastardi!!" in risposta Cho iniziò per primo a sparare.

Le guardie armate fecero crollare la porta e puntarono le loro pistole contro di loro.

"Siete in arresto per alto tradimento della Corte!" disse l'uomo armato al comando.

Tutti alzarono le mani, tranne Patrick.

"Ma tu guarda, uno dà un calcio al Presidente e deve rischiare la galera!"

Gli altri si guardarono scuotendo la testa. Non c'era davvero più speranza.

"Il Presidente vuole denunciarvi! Avete oltraggiato l'onore del Presidente!"

Il mentalista diede un'occhiata al panorama dietro di sé. In quel preciso istante, a circa 80 metri di altezza, si era fermato un camion dell'immondizia, e poco distante, c'era una limousine, probabilmente quella del Presidente. Fece un rapido calcolo. Sì, era da pazzi. Ma si poteva fare.

"Ma sti gran cazzi!" esclamò prima di buttarsi di sotto.

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Ci siamo, manca poco!!

Teresa ha finalmente le doglie, Kate non è più incinta, e si vede che le è venuto il ciclo..

In compenso, i nostri imbecilli preferiti hanno incontrato anche Obama, ma Patrick gli ha dato un calcio nel sedere...

Ma insomma, quanto sono maleducati? Ma si può non riconoscere il Presidente??

Tranquille, Patrick non si è ammazzato. Ha calcolato tutto prima dell'impatto.

Riusciranno ad arrivare a casa sani e salvi contando che hanno dietro l'esercito degli USA e un matrimonio da celebrare alle 18??

Ah, per fortuna lo sposo è stato trovato!

Alla prossima!!

D.

 

ps: domenica parto e torno martedì, quindi probabilmente per l'aggiornamento dovrete attendere settimana prossima intorno a mercoledì-giovedì (se riesco). Poi pubblicherò l'epilogo domenica prossima :D

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Capitolo 11
*** "Not to mention that we have the guards of the President after us!" ***


Cap

"Not to mention that we have the guards of the President after us!"

 

 

 

"Ma quello è pazzo!"

Le guardie del corpo di Obama rimasero un po' atterrite.

Patrick Jane si era appena buttato dal piano più alto del palazzo ed era atterrato come una piuma e con eleganza, sul carro della spazzatura, per poi uscirne bello, pulito e splendente come il sole (L'oreal, perchè io valgo u.u -nb Jane- Scusa ma ora che c'entra?? -nb autrice- Ho i capelli più belli di tutti, caso chiuso u.u -nb Jane- Non credo proprio -.-' -nb Beckett- Kate, che ci fai qui? Vai a soccorrere Teresa sennò quella partorisce il bambino da sola! -nb autrice- E come fa, scusa? Mica è un cavallo che partorisce da sola u.u -nb Castle- E tu che ne sai? Hai mai assistito ad un parto? '-' -nb Jane- Oh Signore, ma che ho fatto per meritarmi questo? T__T -nb autrice-).

"Ma come ci riesce?!" Rick Castle si lamentava di non avere il portamento elegante del biondo consulente.

Anche lui, Kimball, Wayne, Kevin e Javier erano affacciati al terrazzo insieme alle guardie, ma appena si resero conto che quelli avevano puntato i mitra contro di loro, non ci pensarono due volte ad approfittare della situazione per buttarsi sotto alla spazzatura, seguendo l'esempio di Patrick.

"Che cazz---"

Le guardie attrezzate dei loro mitra e vestiti di nero con tanto di occhialini scuri, si erano lasciati scappare dei fuggitivi! E proprio davanti ai loro occhi!

 

ORE 17:25.

Patrick faceva segno ai suoi con la mano, mentre era seduto davanti la limousine.

Gli altri stettero a guardare per un attimo.

"Questa bestia ci porterà a casa!!" disse accarezzando il manubrio di quella splendida auto nera.

Rick notò che era anche decappottabile, quindi si affrettò a salire e aprire lo scompartimento automatico.

Lo scrittore e il consulente si guardarono come due ebeti e annuirono all'unisono.

Kimball si fece spazio tra gli altri colleghi e mise gli occhiali da sole neri. Wayne e Patrick sapevano che quando il coreano faceva così significava che tutti erano nei guai.

"Fatemi spazio. Nel Bronx ho imparato a guidarle. Dopo averle rubate, ovviamente."

Il passato di Cho faceva sempre un po' paura e questo spiegava il suo brusco temperamento.

Kevin e Javier si occuparono di aiutare Wayne a sedersi sul sedile posteriore. Il povero agente del CBI era ancora in mezzo stato di shock.

Patrick restò seduto accanto al posto di guida, mentre Rick si sedette con gli altri ai posti posteriori.

Kimball esaminò con calma la postazione di guida.

"Uhmmm..."

"Sbrigati Cho, che quei gorilloni ci vogliono uccidere!!" il mentalista pregava in tutte le lingue del mondo e incitava il coreano a mettere in moto.

Improvvisamente, si ritrovarono le guardi del Presidente sul loro cruscotto.

Qualcuno lanciò un urlo molto femminile. Era Castle che come al solito se la stava facendo sotto dalla paura.

Cho rimase a sangue freddo. Mise in moto e con un giro a 360 gradi dell'auto, riuscì a sbarazzarsi dei gorilloni del Presidente, che caddero a terra mezzi morti, ma sapevano rimettersi in piedi facilmente.

Una volta imbarcata l'autostrada, Patrick aveva chiamato il servizio a domicilio per farsi spedire dei completi di smoking. Era tutto organizzato. Javier e Kevin aprirono la portiera della limousine e si prepararono ad accogliere a braccia aperte il vestiario, mentre gli addetti 'a domicilio' lanciavano loro dei pacchi con i completi.

Tra urli di gioia, e con Patrick e Rick che avevano mezzo busto fuori la limousine, urlando a squarciagola per l'autostrada e facendo versacci volgari agli automobilisti, il gruppo sfrecciò alla velocità della luce verso la casa degli Hamptons dello scrittore, poiché lì si sarebbe svolto il matrimonio.

"Cambio all'ultimo momento." disse Rick, una volta rientrato nella vettura, sistemandosi la giacca.

"Ordini di tua moglie?" lo corresse Patrick con un pizzico di malizia.

Lo scrittore non poteva mentire.

"Sì, me ne ha suonato di cotte e di crude per colpa di questo incidente che ci è capitato!"

"Senza dimenticare le notti in bianco che farai per i prossimi sei mesi!"

Tutti si misero a ridere ricordando 'la promessa' di Kate, che suonava più come una minaccia. Lo scrittore storse la bocca e si imbronciò come un bambino di otto anni a cui non danno le caramelle.

 

Nello stesso istante, alla cappella allestita apposta fuori la casa agli Hamptons, Grace sbuffava a più non posso facendo innervosire tutti, parroco compreso.

Teresa respirava a fatica nel salone, e aveva quasi distrutto il suo vestito da damigella, tanto era incazzata e gonfia come una balena.

Finalmente era arrivato anche il medico della famiglia Castle, raccomandato da Martha Rodgers.

Lui avrebbe pensato al parto, mentre Lanie, dato le sue conoscenze in medicina, si era attrezzata per aiutarlo.

Gli occhi le erano diventati rossi per la rabbia.

"DOVE CAZZO E' JANE???" chiese con foga alla povera Kate che cercava di contattare di nuovo suo marito al cellulare.

"Non lo so!! Non trovo neanche Castle!!"

L'agente del CBI si reggeva con le mani alle spalliere del divanetto, divaricando le gambe. Era un dolore straziante.

"Se riesci a contattarlo... digli che partorisco qui suo figlio!!"

Kate deglutì pensando che era meglio non avere figli se poi per partorire si finiva con l'essere indemoniate come Teresa Lisbon.

Finalmente qualcuno rispose al telefono...

 

"Katiuccia tesoruccio!!"

"CASTLE SBRIGATEVI A VENIRE CHE QUI STIAMO IMPAZZENDO TUTTI!! AVETE TROVATE WAYNE?!"

Non serviva il vivavoce quando Kate parlava poiché la sua voce era talmente alta che aveva reso Rick mezzo sordo.

Lo sposo tentò di muoversi, indicando sé stesso.

Rick ovviamente non comprese.

"Certo, mia adoratissima musa! E' proprio qui vicino a me, ma ora non può parlare!"

Wayne invece impallidì, ma Kevin e Javier sapevano tenerlo fermo.

"Meglio che non vengono a sapere delle tue precarie condizioni!" gli sussurrò il primo.

"Già sennò rischiamo di andare in bianco anche noi con le nostre consorti!" concluse il secondo visibilmente preoccupato.

"COME SAREBBE A DIRE CHE NON PUO' PARLARE?! AAAH NON MI INTERESSA! BASTA CHE VI SBRIGATE A VENIRE CHE TERESA STA PER PARTORIRE QUI!!"

"Cosa?! Teresa sta per partorire nel mio adorato salotto? Me lo sporcherà tutto!!"

Alle parole 'Teresa' e 'partorire', Patrick tentò di prendere il cellulare di Rick per avere più notizie.

Ma ancora una volta, Rick non comprese e fece a botte con l'amico pur di non lasciarsi prendere il cellulare.

Kate sbuffò guardando Teresa che ormai non resisteva più.

"CHIAMA JANE!! IL BAMBINO STA NASCENDO!!"

Rick riattaccò e per un momento ci fu il silenzio in auto. Patrick si era bloccato con le mani in posizione di attacco verso lo scrittore, mentre Kevin e Javier tenevano Wayne fermo. Cho stava canticchiando una vecchia canzone italiana.

Si bloccò sentendosi gli occhi addosso.

"Beh che c'è? Non conoscete 'That's amore'?"

 

ORE 17:50.

"Non è che puoi andare più piano?" chiese Kevin preoccupato ad un Kimball molto determinato a guidare. "Non vorrei che ci beccasse la polizia..."

Javier si portò la mano sulla fronte in segno di disperazione ed era tentato nel suonargliele di santa ragione.

"Cretino, siamo noi la polizia!"

"Sì lo so, ma se ci beccano?! Non voglio finire in prigione per guida in stato di ebbrezza o per aver oltrepassato i limiti di velocità!!"

Di nuovo Javier si trattenne nel dargli un cazzotto in testa.

Ci pensò Rick a urlargli contro.

"Ma sei deficiente?! Abbiamo infranto crimini in almeno tre stati! Senza contare che abbiamo le guardie del Presidente che ci inseguono, e lui si preoccupa che gli facciano la multa per limiti di velocità!! Oh Santa Pazienza..."

Wayne, seduto tra Javier e Kevin, osservava il loro scambio di battute come se fosse una partita di ping-pong.

"Scusami se ti interrompo.." Patrick si mise in mezzo a loro, tanto la limousine era grande abbastanza... "ma esiste una santa che si chiama Pazienza? Non mi pare..."

Stavolta Javier non resistette e tirò un cazzotto a Patrick, facendo sterzare accidentalmente Cho.

"Oh merda, così mi fai uscire fuori strada!!"

"Eh tanto, già siamo in ritardo..." disse Rick sconsolato.

"Ehi, io devo sposarmi!!" Wayne era irritato.

"E io ho mia moglie che sta partorendo, fate un po' voi, ma mica mi lamento come state facendo voi. Tzè." concluse ritornando al suo posto da composto.

Kimball lo guardò male.

"Sono io qui l'unico serio."

Da dietro, Kevin e Javi lo maledicevano, mentre Rick gli faceva le boccacce.

 

ORE 18.

"Mi spiace, signorina, credo proprio che dovremo iniziare il matrimonio..."

La rossa Grace lo guardò un attimo. Quell'omino biondino sulla settantina simile a Don Matteo stava scherzando. Lo prese per il colletto scuotendolo, non curandosi della gente che c'era intorno a loro.

"COME CAZZO FACCIO A SPOSARMI SENZA LO SPOSO, EH?! MA INSOMMA CHE CAZZO DI PRETE E' LEI??"

"Per l'amor del cielo... Grace!" Jenny si alzò dal suo posto per tentare di dividerli. "Grace, questo è l'unico prete che possiamo permetterci, cerchiamo di non ucciderlo!"

La rossa continuava a scalpitare mentre il parroco diventava sempre più piccolo, facendo il segno della croce a ripetizione.

Intanto l'urlo di Kate al telefono e quello di dolore di Teresa, si erano estesi fino fuori.

Era una tragedia. La situazione era tragica!

"Mi scusi signorina..." il prete tentò un approccio con Jenny, visto che Grace se lo stava mangiando con gli occhi, "...io avrei un altro matrimonio alle 19.30 quindi potrebbe dirmi se lo sposo sta arrivando?"

Kate urlò di nuovo all'impazzata. Il suo 'CAAAAAASTLEEEE' risuonò ben oltre gli Hamptons. Lo stesso urlo di Teresa che chiamava suo marito aveva fatto sì che l'acqua del laghetto in prossimità della cappella, si fosse alzato a mo' di tsunami.

Il prete continuava a fare il segno della croce.

"E' un segno di Dio! Non devo celebrare questo matrimonio!"

Grace lo prese per la mantella.

"Fermo là, nonnetto! Il mio fidanzato arriverà! Nel frattempo può trasformare l'acqua in vino già che c'è!" concluse con un sorrisetto carino che faceva pensare tutt'altro piuttosto che un carattere burrascoso.

 

ORE 18.10.

Kate era uscita dal salone per andare a rassicurare sposa e ospiti, col suo vestitino rosa di seta, capelli alzati a cipolla, era perfetta. La messa in piega l'aveva pagata 2500 dollari!

E proprio in quel momento, sembrò che lo tsunami stesse per arrivare.

Invece, era la limousine dei nostri eroi. Con una sgommata, Cho ribaltò il tavolo del buffet, investì il prete, andò sulla riva del laghetto facendo schizzare dell'acqua che rovinò l'acconciatura di Kate.

Jenny si preoccupò che il prete fosse ancora vivo, mentre Grace guardò il cielo sconsolata.

Fortunatamente il suo umore migliorò quando vide Wayne uscire dalla limousine, seguito dagli altri idioti. Corse ad abbracciare il suo fidanzato accarezzandogli poi il viso.

"Che è successo? Ti sei bruciato?"

"Storia... lunga..." rispose lui boccheggiando. Era dissetato!

Patrick e Rick batterono il cinque.

"Ce l'abbiamo fatta!"

Peccato che non avevano fatto i conti con Kate, la quale arrivando, diede prima un cazzotto a suo marito, e poi tirò le orecchie al consulente.

"Muoviti, caprone che tua moglie sta per partorire!!"

"Cazzo, è vero!" il biondo corse all'interno della casa, avendo una scarpa sì e una no ai piedi.

"Kate, mi hai fatto male!" lo scrittore si rialzò da terra lamentandosi per il dolore alla guancia sinistra.

La sua musa sapeva menare decisamente molto bene! In risposta, Kate alzò le spalle.

 

"Teresa, sto arrivando...oh mio Dio!"  il consulente si bloccò quando vide un uomo con un camice bianco posizionato davanti a Teresa, posta con le gambe alzate e il corpo piegato. Dietro di lei, Lanie a reggerle la testa.

"Cosa ci fa con le mani nella vagina di mia moglie?!"

Teresa roteò gli occhi, portando la testa dietro le spalle.

Lanie fece la stessa cosa, ma abbassando la testa.

"Questi uomini sono degli idioti..." le sussurrò.

"JANE, TESTA DI CAZZO! IL DOTTORE QUI STA CERCANDO DI TIRAR FUORI NOSTRA FIGLIA!!"

Il biondo saltellò vicino a sua moglie, stringendole la mano.

"Uh ma allora è una bambina!!"

"SI!"

"E possiamo chiamarla ugualmente Robin?!"

"SI!"

"Anche se vabbeh è meglio per un maschietto ma sai, in onore di Batman---"

"JANE, CAZZO!!"

"Che c'è?--"

Manco il tempo di finire la frase, che Teresa riportò la testa avanti dando un capoccione a Patrick, il quale svenne cadendo a terra.

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Mi scuso per il ritardo ma i cretini qui sopra mi hanno tenuta impegnata... no scherzo XD

La verità è che sto perdendo ispirazione e voglia di scrivere fanfic.

Non pensavo mi sarebbe presa così a male O_O

Che vi devo dire, forse è un periodo un po' strano e sono piena di cose da fare.

Magari passerà, me lo auguro :)

Intanto spero che questa fanfic vi sia piaciuta, e che vi siate divertiti a leggerla :D

Non perdete l'epilogo perchè la storia non finisce qui! :D

Alla prossima!!

D.

 

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Capitolo 12
*** Epilogue ***


Ebbene sì

Ebbene sì, siamo arrivati alla fine - che tristezza T.T.

Spero che la storia vi sia piaciuta; ci ho messo un po' per terminarla per vari motivi.

In ogni caso, se volete seguirmi, ci si legge nella prossima storia AU di Castle che pubblicherò da dicembre credo, dopo la laurea XD

Buona lettura!! :D

 

 

Epilogue

 

 

 

La musica classica di Verdi rilassava chiunque.

Anche una sposa stressata perché il suo fidanzato si era presentato con dieci minuti di ritardo alla loro cerimonia, e per giunta era in condizioni disastrose!

Wayne Rigsby dovette bere almeno due litri di acqua per poter compensare i due giorni in cui era rimasto da solo, senza cibo né acqua, nascosto in un angolino di quella terrazza, al riparo dal sole, per evitare l'insolazione.

Ora finalmente stava ballando con Grace Van Pelt, sua moglie.

La ragazza se lo stringeva per paura che accadesse qualcos'altro e lui finisse di nuovo per disperso. Si appoggiava alla spalla del suo uomo lasciandosi cullare, quando d'un tratto lui sentì uno strappo ai muscoli.

"Cazzarola... ho tutto indolenzito! Quei deficienti me la pagheranno cara..." disse alludendo a Jane, Castle e compagnia bella.

Grace rise.

"Tesoro, non pensarci, ora godiamoci la serata, e poi..." iniziò ad accarezzargli delicatamente il viso, ma si bloccò quando lui si irrigidì e la guardò serio.

"No, mi sa che tu non hai capito. Ho i muscoli che mi fanno male! Sono uno straccio! Credo che dovrai darti al fai da te!"

La rossa spalancò la bocca. L'atmosfera romantica era stata rovinata?

"Non se ne parla proprio! Voglio la mia notte di nozze. Anche se dovrò fare tutto io il lavoro!"

L'uomo ci pensò un po' su, poi finalmente fece qualche smorfia.

"Sì... potrebbe andare!"

I signori Rigsby erano d'accordo su qualcosa dopo essersi sposati.

 

"Oh, Rick, sei uno straccio... sembri uno zombie!"

Kate accarezzava il viso dello scrittore, poi gli passava le mani tra i capelli.

Lui era completamente in estasi.

"Questo vuol dire che i sei mesi di notti in bianco sono state annullate?" le sussurrò con voce seducente.

La detective si morsicò il labbro guardando in alto. Sembrava stesse evitando l'ardua questione.

"Uhmmm..."

Lo scrittore era impaziente. Lei si guardò in giro. Grace e Wayne che ballavano felici, Javier e Lanie che mangiavano la torta ridendo e scherzando; Jenny e Kevin che si abbracciavano e si baciavano di continuo...

"Direi che tutta quest'atmosfera mi ha fatto venir voglia di metter su famiglia..."

Per poco Rick non svenne. Deglutì a fatica cercando di mettere in moto il cervello. (non che lo avesse bello grande in cervello... -nb autrice- Cosa?! Sono uno scrittore io, sono sempre in movimento! -nb Castle- Di certo non si può dire che il suo corpo sia in movimento... guarda che pancia che si ritrova... -nb Jane- Ma stai un po' zitto te, che nonostante i miei 40 anni, sono bello come il sole U.U -nb Castle- Mazza modestia a parte -.- -nb autrice- Non è vero, il più bello sono io grazie ai miei capelli super lucenti. Guarda qua come li shakero! -nb Jane- Ma la piantate per favore? Poi vi dedico un piccolo spazio alla fine se fate i buoni... SE fate i bravi sennò niente!u.u -nb autrice- *____* -nb Jane&Castle-)

"Scusa mia adorata musa, luce dei miei occhi...ma tu non eri già incinta?!"

La musica si interruppe bruscamente. Per davvero, visto che i musicisti dovevano cambiare spartito. Inevitabilmente, anche tutta la sala si bloccò a guardare la coppia. Kate si sentì un po' in imbarazzo.

"MA SEI DEFICIENTE?? AVEVO SOLO UN RITARDO, CAZZO!!"

Mentre Rick si sentì rimpicciolire, Grace fece segno alla sua orchestra di ripartire con la musica. Toccò la musica di Vivaldi con "Le quattro stagioni."

La detective rise. Castle riusciva sempre a farla ridere, nonostante fosse un emerito cretino a volte.

"Se vuoi però, possiamo darci da fare per fare un bambino dopo..." eccola che provocava con quella voce seducente, e quelle labbra vicino al suo orecchio.

Un brivido lo percosse. La sua musa aveva molto più in comune con Nikki Heat, l'eroina dei suoi romanzi, di quanto pensasse!

 

"PATRICK, CRETINO, VUOI ANDARE PIANO CON QUESTA CARROZZELLA, CAZZO!! HO APPENA PARTORITO!!"

Il mentalista si divertiva a spingere la sua mogliettina Teresa Lisbon, che portava in braccio l'appena nata Robin Jane.

"Eccoci arrivati alla festa!"

Teresa lo fulminò con lo sguardo.

"E' un matrimonio, coglione, non una festa!!"

"Ti amo quando sei così autoritaria e incazzosa!" le disse baciandola sulle labbra, completamente ignorando gli insulti di lei.

E anche la poliziotta si dimenticò completamente della demenza di suo marito.

Ancora col sorriso sulle labbra, Patrick si abbassò per accarezzare la testolina della piccola Robin. La bambina aveva gli occhi verdi della mamma, e si intravedevano i capelli biondi come quelli del padre. Era un misto di bellezza.

"VENITE GENTE, VENITE AD AMMIRARE IL FRUTTO DELLA PASSIONE!!"

A Patrick Jane non serviva un megafono per attirare l'attenzione. Bastava la sua voce e il suo charme.

Teresa si nascose dietro sua figlia per la vergogna, diventando rossa come un peperone.

Gli amici corsero a vedere la piccola Robin, che per giunta era calmissima e divertita dal vedere facce ancora estranee per lei.

Rick e Kate le facevano le boccacce e lei rideva, Javier e Kevin le davano nomignoli stupidi, e poi Lanie e Jenny scuotevano la testa in segno di disperazione.

Wayne, Grace e Kimball si complimentavano con il loro boss, ma i due specialmente con Patrick. Questo fece stizzire l'occhio a Teresa.

"Vorrei ricordarvi che il lavoro più duro qui l'ho fatto io, ad avere un elefante per nove mesi nella mia pancia!"

Rick strinse Kate alla vita.

"Sei davvero sicura che vuoi diventare così grassa?"

In risposta lei gli diede una gomitata. E quando Kate Beckett dava le gomitate, faceva male sul serio.

 

Mentre le donne restarono intorno a Teresa e alla sua piccola, gli uomini erano riuniti per complimentarsi tra di loro.

In realtà tiravano sospiri di sollievo perché la loro sbornia e le loro avventure avevano avuto un lieto fine e nessuno avrebbe saputo più nulla delle loro bravate.

Almeno fino a quella sera...

"Ehi ragazzi, devo farvi vedere una cosa..."

Wayne tirò fuori il suo cellulare dal taschino ed era piuttosto preoccupato. Gli altri sbiancarono.

"Oddio che cosa abbiamo fatto?" Patrick da buon mentalsita aveva intuito tutto.

"E' un video della nostra notte di sbornia... non ho avuto il coraggio di andare avanti... credo che abbiamo esagerato... come al solito..."

Mostrò loro una playlist con diversi video. Fece partire il video, assicurandosi di non essere visto e sopratutto che la suoneria fosse bassa.

C'erano loro sei sulla terrazza che si preparavano a bere giurando di non ubriacarsi come l'ultima volta, perchè avevano dei metodi poco ortodossi per restare svegli. Ma un biondino del loro gruppetto, stava prendendo di nascosto della polverina da mettere dentro i bicchieri...

Rick corrugò la fronte.

"Ehi ma quello... è Ryan! E... che cazzo sta facendo?!" il suo tono iniziò ad alzarsi.

L'irlandese sentì il colletto stretto e cercò di svignarsela. Javier lo prese con la forza.

Patrick bloccò il video, mentre Cho e Javi continuavano a tenere Kevin fermo, trattenendolo per le braccia.

"Tu ci hai fatto ubriacare e fare uscire fuori di testa? Perchè cazzo l'hai fatto?!" il tono di Rick era sempre molto alto, attirando l'attenzione delle consorti, dall'altra parte della sala.

"I-io..." Kevin boccheggiava, non riuscendo a parlare.

Javier gli diede una scossa.

"Avanti, amico. Parla!"

L'irlandese guardò prima il portoricano, poi ognuno dei suoi amici e scoppiò in lacrime.

"Io l'ho fatto perchè volevo sapere cosa si prova!! La prima volta non ho potuto perchè ero io lo sposo scomparso!!"

Lo scrittore si tratteneva dal tirargli un colpo in testa e mentalmente contava da uno a dieci.

"Tu. Hai. Fatto. Cosa.?" sentenziò Wayne, poi si avvicinò a Kevin prendendolo per il colletto. "Io ho rischiato di non sposarmi per colpa tua, e del tuo stupido capriccio?!"

 

Le donne si stavano preoccupando della situazione. Un attimo prima erano tranquilli, e l'attimo dopo erano sul punto di darsele di sana pianta. Cosa era successo?

Da brava poliziotte, Kate e Teresa sapevano che c'era qualcosa sotto e guardavano il gruppetto con sospetto.

Da bravo mentalista, Patrick allontanò lo sposo da Ryan.

"Ragazzi, stiamo calmi o le nostre consorti ci croccano di botte. E poi non voglio rischiare di passare le mie prossime notti in bianco... l'ho fatto per tre mesi perchè mia moglie era incinta, e capite, no?"

I due annuirono, ma quando Kevin incrociò lo sguardo di Rick, questo gli saltò letteralmente addosso, buttandolo a terra.

 

Era scoppiato il panico, tanto per cambiare.

"Lo sapevo che c'era qualcosa sotto!"

Kate prese la pistola che aveva nascosta sotto il vestito, lasciando le altre donne sorprese.

"Io lo gonfio di botte." Teresa digrignava i denti e seppur debole, cercò di alzarsi dalla sedia a rotelle per raggiungere Patrick e suonargliele.

Tuttavia, un grido proveniente dall'ingresso bloccò la situazione.

L'orchestra suonò la colonna sonora di "Man in Black" appena vide una decina di uomini vestiti di nero, occhiali scuri e mitra in mano.

Gli agenti non erano nuovi all'intrusione dell'FBI nei loro distretti, ma qui si parlava di un matrimonio!

Kate era rimasta con la pistola in mano e guardò attentamente gli uomini in nero.

"Ma che cazzo..."

"E' peggio di Beautiful..." disse Lanie, rompendo il silenzio, mentre beveva distrattamente un bicchiere di champagne.

Il gruppo di agenti si posizionò in mezzo alla sala guardando Patrick, Rick e soci. Erano impietriti.

"Siamo le guardie del corpo del Presidente degli Stati Uniti, e..." iniziò a parlare il capo degli agenti, tale Culon, poi indicò il gruppo "questi coglioni hanno violato la legge in tre stati, oltre ad aver offeso il Presidente in persona dandogli un calcio nel sedere!" continuò nervosamente puntando Patrick.

Teresa spalancò la bocca, vergognandosi per l'ennesima volta.

"Jane! Hai dato un calcio al sedere di Barack Obama?!" pronunciava quelle parole, ma in realtà ancora non realizzava la completa situazione.

Il consulente, nonché suo marito, alzava le spalle sorridendo come un ebete.

Teresa era sul piano di guerra e lo guardava in cagnesco.

"Scordati di fare sesso per almeno un anno!" gridò, stringendosi la piccola Robin al petto.

Le altre donne incrociarono le braccia vicino alla minuta agente del CBI in segno di sostegno.

Rick preoccupato guardava la sua musa.

"Lo stesso vale per me. Il periodo di astinenza si allunga ad un anno!"

Per poco lo scrittore non cadde a terra, se non fosse stato per Javier e Kevin che lo tenevano in piedi.

"Idem per me." disse Lanie rivolta a Javier che cambiò colore da nero a bianco.

"E per me." concluse Jenny e Kevin si sentì mancare.

Gli uomini guardarono Kevin in cagnesco. Era colpa sua se ora si trovavano in questo stato!

Kimball Cho era l'unico che si salvava dall'astinenza, visto che non aveva una dama fissa. Tuttavia, per solidarietà maschile, non poteva non restare coi suoi amici fino alla fine.

"IO TI AMMAZZO!!" di nuovo Rick si avventò su Kevin con l'intento di strozzarlo.

Le guardia di Obama si muovevano verso di loro con le manette da una parte e il mitra dall'altra.

"GAMBEEEE!!" urlarono Javier, Rigsby e un rassegnato Kimball, mentre Patrick cercava di convincere Rick che non valeva la pena uccidere Kevin... per ora.

Adesso dovevano fuggire dal governo degli Stati Uniti!

 

"Fantastico. La mia luna di miele è svanita." sconsolata, Grace si accomodò su una sedia, continuando a mangiare torta a più non posso.

"Sicuramente toccherà a noi di nuovo farli uscire di prigione." Kate prese un pezzo della torta di Grace e lo mangiò sicura di ciò che aveva detto.

Teresa annuiva, mentre allattava la piccola Robin.

"Come al solito. Si chiamano uomini, ma poi siamo noi quelle che hanno le palle."

 

Gli imbecilli salirono sulla limousine che avevano rubato al Presidente, e dopo aver azionato il volante, partirono per una meta non definita, inseguiti dai macchinoni degli agenti in divisa.

"Grandioso. Scappiamo addirittura con l'automobile di Obama! Allegria!" disse sarcastico Javier.

Kevin frignava, seduto stretto tra il suo collega, Wayne e Rick.

"Io e te non siamo più amici, Kevin." disse a denti stretti lo scrittore, provocando un pianto isterico.

"Neanche in Inghilterra??"

"No."

"Neanche in Italia??"

"No."

"Neanche sulla Luna??"

"NOOOOO!!" urlò Rick, saltando di nuovo addosso a Kevin e provocando un casino dentro la limousine stessa.

Kimball sbandò perchè Rick stava dando inconsapevolmente i calci addosso al suo sedile.

Fortunatamente Patrick riuscì a prendere il volante e rimettere in sesto l'auto.

"Ora ci incrimineranno pure per guida contromano!! Siamo un disastro!! Ci credo che nessuno vuole più essere tuo amico!!" puntualizzò il coreano, incazzoso come al solito.

Patrick lo guardò male.

"Cho, per favore fai silenzio, visto che il crimine più grande è l'astinenza estesa ad un anno... per colpa di qualcuno!!"

Kevin si nascondeva, cercando di evitare i graffi di Rick, perchè il nostro amato scrittore, oltre ad urlare come una donna, menava botte come una donna!

 

"Signore... agente Culon!" l'uomo alla guida della macchina blu, si rivolgeva con estrema calma al capo della polizia.

"Uh?"

"Ma dobbiamo proprio arrestarli? Insomma, mi fanno pena... soffriranno astinenza per un anno... le loro mogli li metteranno a stecchetta---"

L'agente Culon rise di gusto.

"Tranquillo, agente Grattacazzi... ho già parlato con la detective Beckett del 12esimo e con l'agente Lisbon del CBI... qualche giorno al fresco, giusto per far sì che imparino la lezione... tanto tocca sempre alle donne fare la parte degli uomini!"

Grattacazzi si toccò la testa.

"Scusi, continuo a non capire..."

"Tu continua a guidare, tanto prima o poi li raggiungiamo... quella limousine ha poca benzina... mi ha assicurato il Presidente..."

 

 

 

Fine (?)

 

 

JANE: Siiiii il nostro siparietto adorato!! *_________*

CASTLE: Anche stavolta ne abbiamo uno!! *_______*

RYAN: Ma voi ancora mi odiate?? T_________T

JANE-CASTLE: Si u.u

RYAN: T_____T

CASTLE: Per colpa tua, ora tutti faremo astinenza!! Capisci quanto è grave??

RIGSBY: Io sto senza luna di miele -.-'

ESPOSITO: Il mio spirito latino non può stare senza far sesso per un anno, capite?!u.u

BECKETT: Don't worry, Castle, I'd get you out (come al solito) u.u

CASTLE: *________*

LISBON: Sì, Jane, salverò anche te... come al solito -.-'

JANE: Dai che voglio vedere la mia piccola Robin *____*

CASTLE: L'hai chiamata Robin in onore di Batman & Robin? *_____*

JANE: Ovvio, non poteva essere altrimenti *_____*

RYAN: io pensavo fosse in onore di quella di How I Met Your Mother... '-'

JANE-CASTLE: -______-

RYAN: Uffa, ancora non volete essere miei amici T_______T

JANE-CASTLE: No u.u

LISBON: Cara mia, mi sa dobbiamo costringere i nostri mariti a fare altri mesi di astinenza...

BECKETT: Eh sì, conosco un modo per tenerli occupati con altre cose...

JANE-CASTLE: Che?! '-'

RYAN: T____T

JANE-CASTLE: Vieni qui, Kevinuccio, noi ti vogliamo tanto bene!!! *____*

LISBON: Fortuna ci sono le donne a salvare il mondo u.u

BECKETT: Always u.u

 

 

 

Fine

 

 

 

Angoletto dell'autrice (decisamente poco) sana di mente:

Allora, grazie a tutte per aver seguito la mia storia, aver commentato e averla inserita tra i preferiti... mi fa sentire felice *___*

Dunque, cosa abbiamo imparato da questa storia? Perchè anche questa FF, come tutte, ha una morale.

I nomi degli agenti sono frutto della mia fantasia - non ci credete? Controllate il sito del governo USA u.u

Ciò che hanno combinato quella sera tutti ubriachi non ci è dato sapere. Del resto, dopo ciò che avete letto, lascia poco all'immaginazione giusto?

La morale è: controllate i bicchieri quando bevete con gli amici, altrimenti vi ritrovate con i postumi della sbornia e non ricordate più nulla!

Ma questi uomini devono pensare tutti ad una sola cosa?! Fortuna le nostre donne sono cazzute, ma sotto sotto anche amorevoli, e vedrete come si sciolgono per far uscire di prigione i loro mariti...

Per quanto riguarda Ryan, beh alla fine è stato perdonato dagli amici, mentre Rigsby è volato subito in luna di miele con Grace.

Tutto è bene quel che finisce bene.

Alla prossima!! :D

D.

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