Speak Now! Operazione matrimonio

di girlsgowild8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Sono una brava osservatrice ***
Capitolo 3: *** Sturbucks ***
Capitolo 4: *** Ho visto Harry ***
Capitolo 5: *** Foto da bruciare ***
Capitolo 6: *** Louis ***
Capitolo 7: *** Let me kiss you! ***
Capitolo 8: *** Irresistibile ***
Capitolo 9: *** Segui il tuo cuore ***
Capitolo 10: *** L'abito della sposa ***
Capitolo 11: *** L'abito dello sposo ***
Capitolo 12: *** Speak Now! ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***




Prologo




"Indovina chi è?"
I palmi caldi e rosei di mio cugino mi coprirono gli occhi, senza fare pressione, ma chiusi ugualmente gli occhi.
Intanto la dolce risata di Grace si spargeva per la cucina.
Immaginavo dietro di me il mio caro cugino con il suo solito sorriso, una polo a maniche lunghe bianca e magari una felpa da sopra per coprirsi meglio, vista la temperatura invernale che caratterizzava Londra. Dei semplici e comodi pantaloni marroni e per finire le sue scarpe bianche.
Sorrisi anche io e poggiai le mie dita sottili sulle sue. Sospirai.
Conoscevo bene mio cugino, conoscevo le sue abitudini ed il suo modo di essere, conoscevo i suoi magnifici occhi azzurri che facevano invidia al mare, i suoi finti capelli biondi –perché in realtà quei setosi capelli erano castani-.
 “Mah… direi il cugino più sexy del mondo?” scherzai.
Sentii la sua risata soave ed armoniosa invadermi le orecchie mentre mi scoccava un sonoro bacio sulla guancia.
Immersi di nuovo il cucchiaino, con il manico caratterizzato da alcuni disegni colorati, nel piatto pieno della pastina di Grace.
Niall -mio cugino- aprì l’anta del frigorifero cominciando a fissarlo a vuoto, poi prese del prosciutto ed altra roba, la sistemò sul tavolo e si munì di coltello e pane.
Il biondino aveva sempre tanto appetito, a differenza di sua sorella che ogni tanto faceva i capricci.
 “Avanti Grace; è in arrivo un trenino carico, carico di …” mi fermai per far sì che parlasse anche lei.
Avevo letto da qualche parte che era importante interagire con i bambini anche durante la pappa.
Non che leggessi quei manuali per fare il genitore perfetto!
Non ero mamma. Avevo solo sedici anni e Grace era mia cugina. Ma siccome mio zio e mia zia erano rispettivamente un giudice ed un avvocato, si ritrovavano spesso fuori per lavoro tutta la giornata o per più giorni di seguito.
Ma non facevano mancare nulla ai loro figli o a me.
Passavo la maggior parte del mio tempo in quella casa, fra il frastuono che provocava Niall con i suoi amici e il disordine lasciato da Grace dopo il suo passaggio, come se segnasse il territorio.
Avevo un buon rapporto con mio cugino, era una persona fantastica e con un cuore d’oro.
Era in realtà un irlandese, a differenza mia che ero una Londinese al cento per cento. Ma i miei zii, anche questa volta per il lavoro, si erano trasferiti a Londra, dove i posti di lavoro per gli avvocati, i giudici e tutte quelle cose che si svolgono come nei film, con un martello e uno stressante uomo che ti tartassa di domande, erano più frequenti e facili da raggiungere.
Niall era stato entusiasta del trasferimento, finalmente vicino alla sua cuginetta. Avremmo potuto passare ogni giorno assieme, ed infatti ero sempre nella sua ospitale dimora.
“Gattini!” finì la mia frase Harry, uno degli amici di Niall, nonché mio fidanzato, che fece intrusione in cucina.
Appena Grace lo vide sorrise a trentadue denti. Andavano molto d’accorto e in certi momenti avrei lasciato mia cugina in affidamento a quello stupendo riccio con molto piacere!
Annuii mentre Grace apriva entusiasta la bocca.
 “Ciao Harry!” gli sorrisi mentre lui fece lo stesso.
Si intravidero delle adorabili fossette sulle guance, mi piacevano tantissimo, lui mi piaceva tantissimo.
Harry era sensibile, ma allo stesso tempo con un carattere forte e che riusciva a sostenere ogni battaglia, anche la più dura.
Non potevo veramente chiedere di meglio, era incredibile, lo amavo alla follia.
Quando finalmente la mia cuginetta finì la pastina mi complimentai con lei, facendola scendere dal seggiolone che utilizzava per mangiare.
Corse subito ad abbracciare suo fratello che, nel frattempo, si stava preparando un’abbondante spuntino delle sette.
Presi il piatto sporco con dentro il cucchiaino e residui del brodino dove prima alloggiava la pastina, e mi alzai per posarlo nella lavastoviglie.
Prima però diedi un bacio a stampo ad Harry, che era rimasto fermo, poggiato sullo stipite della porta.
Quando mi staccai sorrise di nuovo, ricambiai e lasciai che il brodo avanzato uscisse dal piatto, finendo nel lavandino e poi rimosso dall’acqua.
 “Resti per cena?” mi chiese Niall.
 “No, ma grazie comunque. Ho promesso a Megan di darle una mano con il lavoro” risposi facendo spallucce.
Niall annuii.
Mi avvicinai alla piccola Grace per stamparle un bacino sulla guancia e poi andai ad abbracciare il mio cuginone. Mi salutò con un sonoro bacio fra i capelli. Presi la mia borsa a tracolla, stracolma di libri, e andai verso la porta di casa, poco distante dalla cucina.
 “Vuoi un passaggio?” si offrì Harry di accompagnarmi a casa.
Sorrisi. “Siete appena tornati, vai da Niall forza. Io me la caverò” gli feci l’occhiolino seguita a ruota dalla ricomparsa delle sue fossette.
Mi prese per i fianchi per ribaciarmi, questa volta più a fondo di prima. Sorrisi a fior di labbra ed uscii dalla casa Horan dopo un ultimo saluto.
 
La mia casa non era molto lontana. Si trovava in uno dei soliti quartieri di Londra.
Tutte le case uguali, una affianco all’altra, con attorno un giardinetto. Anche di fronte ad una casa ce n’era un’altra.
All’esterno le abitazioni potevano sembrare tutte uguali, ma quella dove abitavo io era diversa.
 Mia sorella, Megan, era una wedding planner, ovvero un’organizzatrice di matrimoni. Si occupava del catering, del luogo, certe volte legava molto con le spose, a tal punto da accompagnarle a scegliere il vestito delle nozze; non avendo un vero e proprio ufficio, lavorava a casa, aveva una specie di ufficio personale.
La cosa non mi dispiaceva né mi dava fastidio. A me piaceva il suo lavoro. Ogni tanto l’aiutavo addirittura! Quella era una di quelle volte.
L’umidità di Londra era perfetta per me, mi piaceva tantissimo; la leggera brezza del venticello che ti soffiava sul viso, l’atmosfera cupa stile Twilight e l’odore dell’asfalto bagnato dalla pioggia, erano tutte caratteristiche che mi piacevano.
Non mi mettevano allegria, mi rilassavano e basta.
E il sole invece non mi piaceva, il caldo mi infastidiva, il mare mi annoiava. Sì, strano ma vero.
Arrivai avanti al cancelletto di casa mia. Pescai le chiavi nella mia enorme borsa a tracolla molto capiente, ed aprii il cancelletto per entrare nel piccolo giardino caratteristico di ogni casa affianco alla mia, per poi trovarmi avanti alla porta di casa in legno scuro.
 “Meg, sono a casa” annunciai con voce più alta per farmi sentire da mia sorella.
Tolsi il mio giaccone e lo poggiai sul bracciolo del divano nel soggiorno.
Ipotizzai che Megan potesse essere nel suo ‘ufficio’. Bussai con due colpi di nocche.
 “Sì, entra Sonny”.
Mia sorella era lì, come avevo immaginato, seduta dietro una scrivania simile a quella che si trovano negli uffici veri e propri, con tanti fogli avanti e una penna fra le dita.
I capelli scombinati legati in una coda alta e disordinata come il resto della stanza. Aveva l’espressione stanca di chi aveva lavorato troppo e non aveva ancora finito il suo dovere.
Mi sedetti su una delle due sedie di fronte a lei, dove di solito si sedevano i futuri sposi per parlare dei preparativi delle nozze.
Cominciai a fissare il caos sul mobile. Scossi la testa, mentre osservavo attentamente i fogli con gli appunti, i numeri di telefono e dei contratti. Poi, senza dire nulla, li sistemai come meglio mi riuscì.
 “Grazie mille Sonny, se non ci fossi tu …” si congratulò con me.
Io ero più piccola di Megan, lei aveva ventisei anni. Era veramente in gamba, premurosa, matura e gentile.
Aveva la saggezza di una madre e la dolcezza di una bambina.
 “Avanti, ti do una mano” le sorrisi prendendo una penna dal portapenne strapieno e facendole l’occhiolino.
In realtà sarei dovuta correre a ripetere per l’interrogazione di storia, ma avevo tempo. Volevo aiutare Megan, lei faceva tantissimo per me, dovevo in qualche modo ripagare il favore.
Del resto era maggiorenne, sarebbe anche potuta andare a vivere da sola con il suo ragazzo, avrebbe potuto farsi una vita, organizzare il suo matrimonio e non quello degli altri … ma invece era lì, a massacrarsi dopo ore e ore di lavoro stressante e solo per guadagnare abbastanza soldi per permettersi di fare la spesa.
 “Sì sorellina, bene. Ho parecchio da fare” rispose sistemando anche lei la scrivania e porgendomialcuni fogli ed il telefono “Ho scritto qui tutti i numeri che si devono assolutamente chiamare e affianco c’è scritto il perché. Tanto sai come funziona. C’è un matrimonio alle porte, mancano due giorni e non so ancora se sarà tutto come se lo aspetta la sposa. E la prossima settimana verrà anche un’altra coppia per organizzarsi e io devo ancora finire di preparare il matrimonio dei Morris! Oh, e …”
 “Megan, calmati!” la interruppi.
Le wedding plannet non sono quelle persone fiche dei telefilm, che guadagnano stramilioni per apparire in abitini stretti ed eleganti avanti ad una telecamera mentre fingono di interessarsi dei matrimoni altrui.
Non è così facili, ecco perché odiavo la televisione e quegli stupidi programmi televisivi, non rispecchiavano affatto la realtà.
 “Sì, scusami. Ora a lavoro!” si ricompose lei.
Risi e presi il telefono per iniziare il giro di telefonate.

 

 

Spazio Autrice:
Buon Salve lettori e lettrici! 
Io mi chiamo Mirea, sono una Directioner e Twilighter. Non sono normale. Questo era un riassunto di me... molto riassunto direi xD Ma se continuerete a seguirmi mi conscerete bene ;))
Passiamo a ciò che avete appena letto, non è nulla di lungo perchè è solo una prefazione. Non assicuro capitoli super lunghi ma saranno più lunghi di questo di sicuro.
Ho cercato di descrivere brevemente le parti più importanti della vita di Sonny, la protagonista. apparentemente sembra avere una vita semplice, o anche quasi perfetta, ma ho molte cose in mente e la mia protagonista non ha la vita che immaginate. Da qui il perchè ho messo la storia fra quelle non solo Romantiche, ma anche Drammatiche....
Spero di avervi incuriosite quel che basta per aspettare il prossimo capitolo! Lasciatemi una recensione per sapere cosa ve ne pare come inizio.
Direi che posso andarmene, grazie per aver letto <3
 

 

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Capitolo 2
*** Sono una brava osservatrice ***




Sono una brava osservatrice.

 
 
 

 

Aprii gli occhi e mi guardai attorno spaesata per fare un po’ mente locale, come ogni mattina.
Per fortuna era domenica, la scuola avrebbe dovuto attendere ancora un giorno. Nonostante fossi solo a settembre mi annoiava già.
Osservai per un po’, con gli occhi socchiusi e stanchi, il soffitto immacolato e perfetto. Al centro regnava da sola una semplice lampada giallastra, non troppo grande ma con una luce potente.
Rimasi a bearmi della presa di Harry intorno alla mia vita per una manciata di minuti ancora, poi decisi di svegliarlo, dopo un rapido sguardo all’orologio da muro della sua camera.
Le undici, era maledettamente tardi, ma non era così importante.
 “Harry… svegliati” sussurrai nel modo più dolce che mi uscii.
Gli diedi un bacio a stampo, sperando di non dover usare le maniere forti, e lui sapeva quali erano le maniere forti.
A volte era quasi impossibile svegliarlo, ma un sistema c’era sempre. Feci altri tentativi, poi scossi la testa affranta e mi alzai, coprendomi con la coperta che Harry aveva tolto dal materasso, sembrava ci fosse stata una battaglia su quel letto, cavolo!
Recuperai i miei slip e il mio reggiseno e li misi cercando di non fare troppo rumore quando mi alzai per pescare da terra, nel cumulo dei nostri vestiti, la sua maglietta.
Ero abituata ad indossare la sua maglia del giorno prima quando mi svegliavo dopo aver passato la notte con lui, era un modo per sentire ancora sul mio corpo il suo profumo, il suo calore.
A passo felpato, per quanto mi riuscii, mi recai in cucina, presi un bicchiere e lo riempii d’acqua, poi ritornai nella stanza di Harry.
 “Ho l’arma, non costringermi ad usarla Harold….” Cominciai a ‘minacciarlo’.
Lo vidi chiaramente sogghignare, mentre si girava dal lato opposto. Presi il bicchiere e lasciai bagnare leggermente i suoi capelli.
Harry saltò di scatto. “Posa quel bicchiere” borbottò.
Poggiai il bicchiere sul suo comodino in legno marrone scuro, come lo schienale del letto e la scrivania.
 “Che pensi di farmi ora? Non ho paura, vuoi…” non riuscii a finire la frase perché il mio ragazzo mi scaraventò sul letto.
Cominciò a farmi il solletico, cosa che odiavo categoricamente. Non riuscivo a sostenerlo, anche solo immaginare le mani di qualcuno che mi solleticavano i fianchi mi faceva ridere! E non era divertente.

 
 
Entrai in casa con la grazia di un elefante ballerino, almeno tentai di non fare chiasso, mentre sentivo di sottofondo le voci di Megan e di qualcuno irriconoscibile.
Avevo passato una bela giornata. Ero stata con Harry fino a pranzo. Poi erano tornati sua madre ed il compagno ed io, dopo un saluto amichevole, ero smammata.
L’idea di passare anche solo un minuto con la madre di Harry mi terrorizzava e mi sentivo a disagio, fin troppo.
Poi mi ero recata da Niall,  avevamo visto uno squallido film, uno di quelli senza fantasia, con la solita trama: ti odio, ti amo, ti lascio, ti sposo.
Mentre mi sfilavo la borsa mi ricordai che quel giorno sarebbe dovuta venire una coppia per organizzare un matrimonio e io avrei dovuto aiutare mia sorella! Oh no, era tardi!
Scossi la testa dandomi una pacca sulla fronte e corsi nel suo ‘ufficio’, dove la trovai, come sempre, dietro la scrivania con avanti due persone che si tenevano la mano. Che dolcezza!
Sorrisi a Megan. “Buonasera” salutai cordialmente. “Scusa il ritardo, avevo dimenticato che sarei dovuta essere qui” mi riferì a mia sorella che sussurrò un “non preoccuparti”.
Poggiai la mia borsa su una panchina in legno, con un cuscino morbidissimo sopra, e presi posto accanto alla mia wedding planner preferita, posizionando una sedia alla sua sinistra.
Solo in quel momento diedi un’occhiata veloce ai due futuri sposi. Sembravano eccessivamente giovani per un matrimonio, ma felici loro…
 “Sonny, loro sono Perald Edwards e Zayn Malik” Megan mi presentò la ragazza bionda e l’esatto opposto. Trattenni una risata, Che nome buffo!
Strinsi la mano alla ragazza. “Chiamami Perrie” rispose.
Sarebbe stato meglio. Diciamo…
Passai al ragazzo. Aveva la pelle ambrata, come il cappuccino che ero abituata prendere ogni mattina, e i suoi occhi color cioccolato sembravano più limpidi dell’oceano, caratterizzati da pagliuzze dorate.
 “Piacere” dissi, con il solito sorriso amichevole che mostravo ad ogni cliente.
Il più delle volte era un sorriso falso, certe coppie avevano l’ansia di inciampare nei loro piani per il matrimonio perfetto, volevano tuttoperfetto, e accontentarli risultava un’impresa ardua.
Il moro era davvero… carino, sì. Affascinante?
Più grande di me, riuscivo a capirlo dai lineamenti, dalla barba accentuata sulle gote e quando scoprì i denti per ricambiare il mio sorriso trovai una distesa bianca, perfetta.
Mi grattai la nuca e mi morsi il labbro. “Siete molto giovani” affermai visibilmente imbarazzata.
Mia sorella mi lanciò un’occhiata di rimprovero. Ma ero abituata a dire le cose in faccia, al contrario, la maggior parte delle volte, la gente mi parlava alle spalle, non in faccia, come facevo io.
Qualsiasi cosa, qualsiasi, io la dicevo di fronte al diretto interessato. Per essere cortese usavo modi educati, a meno che quella persona non mi stesse sulle palle. Allora, in quel caso doveva saperlo!
Perrie, o Perald, annuì. Sembrava anche soddisfatta.
“Sì” affermò “Ma ci amiamo tanto, giusto Zayn?” disse. Voleva una conferma? Wow.
Lui sembrò un po’ imbarazzato, quasi quanto me quando avevo fatto quell’affermazione, che la bionda aveva tramutato in una specie di domanda/complimento. “Certo” ridacchiò.
Che domande, dovresti essere certa dell’amore che il tuo futuro marito prova per te, no?
No.
 “Bene. I due… signori, mi stavano dicendo che il matrimonio è fra tre mesi” spiegò Megan.
Tre mesi?
Tre fottuti mesi e già venivano per…?
La ragazza annuì ancora una volta, scuotendo la sua testa biondo-platino. Era davvero entusiasta, cavolo.
Per tutta la sera, per una buona mezz’ora e spara, parlammo dei preparativi, di tutto quello che volevano per il loro matrimonio.
Una festa perfetta, mille invitati mi sembra, se non anche di più.
Nei prossimi giorni mia sorella -ed io- si sarebbe occupata di tutti i preparativi, le prenotazioni ed il resto.
Nel frattempo ci eravamo scambiati tutti i rispettivi numeri di telefoni, così, per eventuali emergenze, potevano chiamare anche me.
Ovviamente Megan, Perrie e Zayn avrebbero mantenuto i contatti per fare in modo che il matrimonio fosse perfetto, proprio come lo volevano.
Ma a me non sembrava proprio un volevano. Il ragazzo sembrava strano, o affranto. Insomma, sembrava deciso a sposare colei che le era affianco con… il nome di un ornitorinco, ma non ne parlava con la stessa gioia. Bastava guardarlo negli occhi.
Devo ammetterlo però, io sono una brava osservatrice.
 
 
La lezione ormai era diventata troppo noiosa, soprattutto per me che la sera prima mi ero addormentata all’una con il libro di storia fra le mani e la testa nascosta tra le pagine.
E come se non bastasse la mia interrogazione, che doveva essere perfetta, era invece andata a rotoli. Sì, perché quella zitella della professoressa si era preso un giorno di malattia, perché aveva la febbre.
La febbre? La febbre era più importante della mia interrogazione?
Certo che no! Sarebbe anche potuta venire con una broncopolmonite a scuola per me, magari le sarebbe venuta più forte e sarebbe finita dell’oltretomba, meglio così!
L’insegnante di biologia continuava a parlare e parlare e parlare... ma io non lo stavo minimamente ascoltando, presa com’ero dal mio cellulare.
Tastavo i tasti con una velocità invidiabile, mentre rispondevo ai messaggi di Harry e di Dafne, detta Duffy, ma solo da me perché odiava quel soprannome.
Duffy, o Dafne, era la mia migliore amica. Forse perché era la mia unica amica. Le altre erano conoscenti che, come il resto della scuola, non perdevano l’occasione di smerdarti. Duffy sembrava sincera con me. Ma non mi sarei mai fidata al cento per cento.
Io non mi fidavo di nessuno al cento per cento.
E mentre continuavo a parlare a distanza ed il prof parlava ancora, mi venne un’idea per premiarmi di quella giornata faticosa… una bella cioccolata calda!
Sì, amavo le cioccolate calde, anche se odiavo il caldo.
Pochi minuti dopo questa riflessione la campanella fece irruzione nei miei timpani, in modo abbastanza fastidioso in effetti.
Infilai tutti i miei libri nello zaino ed uscii velocemente da quell’edificio comunemente chiamato ‘scuola’ ma che io chiamavo ‘inferno’.
Una parola, mille significati…
A piedi, come sempre, mi recai da Sturbucks, una sottospecie di bar nelle vicinanze. Beh, non una sottospecie.
Le mie gambe erano il mio mezzo di trasporto. Non mi piaceva farmi dare passaggi, non solo perché non volevo disturbare le persone, ma anche perché non si sa mai cosa può farti uno sconosciuto!
A volte però c’era Harry, o Dafne. Entrambi patentati e felici. Felici loro!
Ero quasi arrivata, quando il mio cellulare prese a vibrare nella tasca anteriore dei miei jeans, avevo la vibrazione.
Lessi il nome sullo schermo e rimasi al quanto sorpresa.
Zayn?

                                      
                                                       


Spazio Autrice:
Ehilà! Popolo di Efp come ve la passate? Io sono tornata con il secondo capitolo! Non è molto lungo ma è carino ...? Ditemelo voi, in una recensione! Perché a me questa storiella piacerella (??) ma se a voi non piace, non la trovate interessante ecc... posso pur sempre eliminarla dalla storia di EFP e delle sue ff e la scrivo per me!
Lo so che non si capisce molto, ma le cose base ci sono.
Ora vado via, ma non temete, Tornerò! 
Ma prima vorrei ringraziare chi ha recensito il prologo e chi ha aggiunto la storia fra le preferite, seguite o ricordate, grazie mille davvero. E ringrazio anche chi legge senza lasciare un commetto -che mi renderebbe altrettanto felice-, spero che la storia piaccia anche a voi! 
Bene, a presto <3 vi voglio bene!



Miley.

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Capitolo 3
*** Sturbucks ***




Sturbucks

 

 

“Pronto?” risposi titubane.
Zayn Malik? Perché mi aveva chiamata? Insomma, erano pochi giorni che lo conoscevo, i procedimenti per il suo matrimonio e quello di Perald (o Perrie) procedevano per il verso giusto.
Ma gli avevo detto di telefonarmi solo in caso di emergenze. Emergenze del tipo –Tua sorella non risponde al telefono, mancano due giorni al matrimonio e ancora non abbiamo prenotato il ristorante.
Cosa praticamente impossibile perché primo, mia sorella rispondeva sempre al telefono, anche se stesse cominciando un’invasione aliena.
E secondo, mia sorella avrebbe prenotato minimo due mesi prima un locale all’avanguardia.
 “Sai che il blu ti sta molto bene?” mi chiese.
Che cosa?
No, nel senso… che cosa?
Che centra adesso?
Mi guardai attorno, poi posai gli occhi sulla mia maglia, blu.
Oh cavoli.
Dall’altro capo del telefono sentii solo una risata. Carina come risata!
No.
 “Riesci a vedermi?” domandai. Sorpresa era dir poco.
Ma tutto quel misto di stupore si trasformò in paura quando sentii un “Bum!” dietro le mie spalle.
Dallo spavento saltai e mi girai intimorita. Tutto quello che vidi fu Zayn che se la rideva, piegato in due dalle risate.
Lo fulminai con gli occhi mentre mi portai una mano al cuore, che sembrava volesse uscire dal petto, tanto palpitava!
La gente attorno, sul marciapiede di una via di Londra ci guardò turbata. Altri se ne fregarono.
 “Sono scherzi da fare!?” esclamai prendendo lo zaino e scaraventandoglielo sul braccio
 “Scusa ma -la troppa risata lo fece fermare- sei troppo divertente”.
E riprese a burlarsi di me.
Ma che cosa divertente!
Ah, ah, già!
 “Sei hai soldi da spendere per telefonate inutili potresti farmi una ricarica” gli suggerii mentre riattaccavo.
La chiamata era rimasta aperta per tutto quel tempo.
 “Stavi andando da Sturbucks?” chiese risistemandosi.
 “Perché?”
Mi risistemai lo zaino sulla spalla destra, che ormai chiedeva pietà per il troppo peso che era costretta a portare.
 “Potrei offrirti qualcosa lì… che ne dici?”.
Assottigliai gli occhi. Dov’era il trucco?
 “Ok”
E per rispondere ci avevo impiegato troppo tempo!
Ma avevo fame, volevo la mia cioccolata che mi ero promessa. E, in più, sarebbe stata gratis!
Quando entrammo respirai l’aria calda e accogliente del bar.
Io e Zayn prendemmo posto uno di fronte all’altro. Poggiai la mia borsa per terra, dove mi avrebbe fatto piacere lasciarla.
Potevo già sentire l’odore dei cornetti caldi appena sfornati. Del caffè. Di fumo?
Seguii l’odore fino a Zayn, che fumava una sigaretta.
 Rimasi a guardarlo per qualche secondo.
Lo vedevo raramente, ogni volta a casa mia. Lui e Perrie erano sempre molto educati con me. Quando tornavo da scuola o da una passeggiata con Harry, passavo nell’ufficio di Megan a dare uno sguardo o ad aiutarla.
Loro c’erano la maggior parte delle volte, sempre mano nella mano, sempre innamorati e decisi a sposarsi. Io e mia sorella stavamo preparando tutto per un matrimonio con i fiocchi.
Zayn non mi sembrava uno di quelli che vogliono una festa eccentrica e ricca di invitati… ma Perald a quanto pare la pensava diversamente. Aveva già spiegato come voleva vedere il locale, come doveva essere la chiesa. Insomma, tutto alla perfezione.
Megan non ce l’avrebbe mai fatta senza il mio aiuto.
Non per vantarmi, ma ci sapevo fare come aiutante… segretaria?
 “Ti da fastidio?”
Scossi la testa, come se volessi ritornare alla realtà dopo la mia modesta riflessione. “Che cosa?”.
“Il fumo della sigaretta”
Oh certo? Cos’altro altrimenti?
Negai con la testa.
 “A me no, ma qui non si potrebbe fumare…” gli spiegai indicando un cartello con il divieto poco distante dal nostro tavolo.
“Capito” sentenziò.
Prese un fazzoletto dal tavolino e ci avvolse la cicca.
Poggiai i gomiti sul legno scuro e nascosi la testa fra le mani, sospirando.
Ero stanca, volevo la mia cioccolata!
 “Giornata faticosa?” mi domandò Zayn.
 “Altroché, il prof. di biologia non faceva altro che blaterare”.
Rise alla mia affermazione.
Finalmente un cameriere (o barista, quel che è) si degnò di chiedere cosa volevamo prendere.
“Per me una cioccolata calda” dicemmo io e Zayn all’unisono.
Ci guardammo e cominciammo a ridere come due stupidi.
Il … ragazzo la prese sul ridere insieme a noi.
 “E un cornetto” continuammo, ancora in unisono.
Questa volta la risata fu più intensa, e ancora più motivata.
Ci guardammo di sbieco prima di rigirare entrambi la testa e rivolgere uno sguardo a quel povero ragazzo che scriveva sul taccuino.
 “Con nutella” precisammo. Oh mio Dio!
 “Ho capito, due cioccolate calde e due cornetti… con nutella” rise il cameriere, barista, ragazzo…
Aspettammo qualche minuto per ricevere le nostre ordinazioni, minuti di silenzio, minuti di silenzio  imbarazzante.
Quando la mia cioccolata calda arrivò, quella che mi ero promessa per stimolare il mio interesse inesistente nell’ora di biologia, afferrai la tazza e feci una lunga sorsata.
Sospirai poggiandola di nuovo sul tavolo. Ottima, come sempre.
Poi passai al cornetto, a cui diedi un grande morso.
 “Accidenti! Questa è fame!” rise Zayn.
Annuii senza dare troppa importanza alla sua frase, per dare un’altra sorsata alla cioccolata calda di Sturbucks, questa volta con più cautela. Era calda!
Adoravo Sturbucks, e dopo la scuola mi capitava spesso di trovarmi lì a passarci perfino il pomeriggio, fra cioccolata e libri per studiare.
Di solito c’era un ragazzo che si fermava a chiacchierare con me, eravamo amici in un certo senso.
Ma, mentre io ero una cliente abituale, lui veniva una volta ogni tanto.
 “Quanti anni hai?” domandai, tanto per fare conversazione.
 “19”
Per poco non mi strozzavo. 19? E si sposava già? Quale razza di mentalità eremita era mai quella?
 “Cosa? E ti sposi così presto? Hai tutta la vita davanti e ti leghi fino alla morte ad una persona? Bah!”
Rise. Come al solito… sembrava un po’ Niall.
Niall aveva una risata perfetta, contagiosa… e anche frequente, molto frequente. Rideva per tutto!
 “Finche morte non vi separerà!” continuai con voce teatrale.
E questa volta risi anche io.
Mah!
 “Tu?” chiese, mentre ero intenta a cercare di vedere il mio riflesso nella cioccolata calda. Ma potevo vederlo? Cioè, si formava.
 “Io cosa?”
Se intendeva se mi sarei sposata a 19 anni si sbagliava di grosso, insomma… niente.
 “Quanti anni hai?” rispose ovvio.
Oh certo!
 “16. Ma non si chiede l’età a una ragazza!”
 “Scusatemi” alzò le braccia alzate in segno di resa, ridendo.
Ah,ah che divertente!
 “Sei spiritoso, sai?”
 “Davvero?” chiese, sorpreso.
 “No” affermai decisa io.
Ah, la mia cioccolata! Se ne avessi bevuta una per ogni lezione a cui sarei stata davvero attenta Sturbucks sarebbe fallito!
 
 
 “Zayn! Ma dove eri finito?!”
Oh Dio, eccola!
Perrie uscii dall’ufficio di Megan con aria preoccupata e arrabbiata contemporaneamente.
Aggredì così il suo futuro marito. Che grazia!
Feci una faccia sbalordita prima di passare, noncurante, a salutare mia sorella.
Eravamo stati ancora qualche minuto da Sturbucks, il tempo di finire e digerire le ordinazioni. Avevamo chiacchierato un po’, per conoscerci meglio, poi Zayn aveva ricevuto un messaggio da Perrie che diceva tipo ‘Se non ti muovi a venire da Megan per organizzare il matrimonio mando dei terroristi sotto casa tua e ci faccio piantare una bomba’, o almeno così credevo.
Ma era impossibile, visto che Perrie e Zayn vivevano insieme.
Che cosa squallida!
Mentre lui si scusava con lei, il mio cellulare squillò assordante. Ecco perché mettevo sempre la vibrazione.
Era Harry!
Mi sedetti sulla panchinetta dell’ufficio e risposi con il sorriso stampato sulle labbra, mentre mi portavo le gambe al petto e i due fidanzati -ancora per poco- prendevano posto, come al solito, di fronte a Megan, per discutere dei preparativi.
 “Harry, ciao!” esclamai gioiosa.
 “Dobbiamo parlare”.
Tuoni, fulmini, lampi, lampadine che si spengono, buio, vuoto, nulla.
Dobbiamo parlare….
E solite parole, quelle che vogliono significare ‘ Ti lascio ’.
Che scusa aveva? Mi amava troppo?
Non era abbastanza per me?
Non ero abbastanza per lui?
Era gay?
Credeva fossi lesbica?
Si era trovata un’altra?
Credeva mi fossi trovata un altro?
Era uno stronzo?
Ero diventata pallida... no, non era una domanda.
 “C- che succede?”
Calma, inspira, espira, inspira, espira.
 “Oggi sono passato davanti a Sturbucks, e… ok, con chi eri?”.
Cosa?
Cominciai a ridere, mentre tutti si giravano verso di me.
Aveva creduto che io e Malik…? Ah,ah,ah, che cosa ridicola!
 “Harry, ero con un amico… ma nemmeno! Era solamente un cliente”
 “Cosa? Cliente?! Tuo?”
Che aveva capito?
 “Di Megan stupido! Che cosa credevi? È un cliente di Megan, ci siamo incontrati e abbiamo passato qualche minuto insieme. Geloso Styles?” lo stuzzicai.
Poi ripresi a respirare, era tutto ok, non voleva lasciarmi.
Mi ama quanto bastava.
Era abbastanza per me.
Ero abbastanza per lui.
Non era gay.
Non ero lesbica.
Non si era trovato un’altra.
Non mi ero trovata un altro.
Nessuno era stronzo!
Peace and Love!


                                                         

 

Spazio Autrice:
Ahola! Si scrive così?
Sono tornata per vostra sfortuna. Amen.
Sono stata molto impegnata *fa la snob* ... fra un compleanno, mia madre che rompe perchè devo studiare, la scuola. Non c'è mai tempo per scrivere. E dopo passo a rispondere a tutte le recensioni.
Questo capitolo è orrendo, lo so. Ma doveva esserci, perchè il prossimo sarà uno dei tanti Bang! che ci saranno nella storia. E quello dopo è uno dei miei preferiti.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Ringrazio tutte quelle che hanno recensito, messo la storia fra le segiute/ricordate/preferite. Vi voglio un mondo di bene,
grazie mille. Grazie anche per le recensioni e per coloro che leggono solamente <3
Lasciate una recensione anche qui se vi va!
Bene, smammo a leggere tuuuutte le fanfic che devo assolutamente leggere.
Grazie ancora <3

Miley.

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Capitolo 4
*** Ho visto Harry ***




Ho visto Harry

 
 
 
 
 
 

 “Quindi secondo me dovremmo uscire un po’ di più, altrimenti la gente può credere che non stiamo davvero insieme… o potrebbe provarci con lui! Sarebbe orribile, lui è mio! E poi…”

Erano passati diversi giorni da quando avevo passato il pomeriggio dopo scuola da Sturbucks con Zayn. Quasi due settimane.
Il suo matrimonio si avvicinava sempre di più, e Megan era sempre più impegnata.
Anche io ero impegnata, eh! Fra la scuola, l’aiutare mia sorella e la mia vita sociale e sentimentale!
Harry, lui era il mio tutto. Passavamo molto tempo insieme. Quasi tutti i pomeriggi facevamo i compiti insieme, poi la sera io aiutavo Megan e lui usciva con gli amici. Nel weekend però stavamo insieme.
I suoi genitori erano spesso fuori, quindi avevamo casa sua libera. E … ce la spassavamo direi!
E in quel momento mi stavo sorbendo la cantilena di Dafne, che non la finiva di parlare…
Oramai non l’ascoltavo neanche, parlava dei suoi problemi fra lei e il suo ragazzo.
Io il suo lui non lo conoscevo, né sapevo il suo nome.
Chissà che aveva ora da ridire.
 “Sonny, mi stai ascoltando?” chiese sventolandomi una mano davanti alla faccia.
Sbuffai.
 “Uffa Dafne, se ci tieni così tanto a lui escici, fallo conoscere ai tuoi… magari anche a me. Ma non credo di poterti aiutare!”
Questa volta sbuffò lei.
Qualche persona dietro di noi ci chiese senza tatto di fare silenzio.
E meno male che voleva vederlo lei il film. Non sarei mai più andata al cinema in sua compagnia! Quel film ora che lo avevo iniziato a vedere lo dovevo seguire, cavolo!
Non che non mi interessassi della mia unica amica, ma poteva parlarmene una volte uscite dal cinema. E io non sapevo neanche come aiutarla, quindi!
 “Scusami tanto” sussurrò arrabbiata e offesa.
Per alleviare la sua ‘tristezza’ le passai il pacco porzione maxi di popcorn che tenevo sulle gambe.
Il film era un thriller dal titolo impronunciabile. Sembrava un rompicapo.
Chi aveva ucciso la vecchietta? Perché aveva lasciato delle tracce?
Altre domande mi ronzavano in testa mentre cercavo di risolvere il caso. Nella mia mente alloggiava un ragionamento contorto, ma fui interrotta da una suoneria di un cellulare.
 “Vaffanculo!” esclamai, ormai completamente esaurita. 
Era il cellulare di Dafne!
Mai più Sonny, mai più!
 “Pronto?” chiese con una voce poco più bassa del solito, ma si poteva sentire lo stesso.
 “Ehi volete fare silenzio? C’è qualcuno che è venuto per vedere il film!” esclamò una voce dietro di me. Fastidiosamente irritante.
Mi girai senza buone intenzioni. “Senti bella, non scassarmi la minchia, ok?” le risposi.
Poi focalizzai meglio il suo viso… oh,oh!
 “E-Edwards? Malik? Che ci fate qui?” chiesi con voce acuta.
Zayn se la rideva, mentre la sua fidanzata mi guardava storta, “Cerchiamo di vedere un film, puoi dire alla tua amica lì di starsi zitta?” mi chiese irritata.
Ma io lo ero molto di più.
Guardai Dafne, che conversava come se nulla fosse.
Poi mi rivoltai verso Perald.
Era finita.
 
 
 
 
 “Sarei dovuto intervenire”
 “Tu dici?” ironizzai mentre mi toglievo residui di pop corn dai capelli.
 “Ma quella scena era troppo divertente!” esclamò Zayn piegandosi in due dalle risate… di nuovo.
Non era finita bene al cinema. Ci avevano cacciati perché avevo avuto un’insignificante lite con Perald. Ma lei mi aveva provocata! E ora mi ritrovavo nel bagno di casa mia con Zayn che cercava di aiutarmi a pulirmi. Sì, perché il litigio era diventata una guerra di cibo.
E la gente sembrava più interessata a noi che a quello scassa cervello di film. Ci avrebbero dovuto ringraziare, e invece eravamo state spinte fuori.
Perald tutta irritata -come al solito- se ne era andata a casa per una doccia, poi sarebbe uscita con le amiche.
Dafne aveva deciso di uscire con quel tipo, e siccome Zayn doveva parlare con Megan, mi aveva accompagnata a casa.
Scossi la testa, arrabbiata.
 “Zayn, cosa ci trovi da ridere?”
 “Ok la smetto. E poi quel film era una noia. Alla fine voi mi avete divertito di più”
 “Ti odio” sentenziai con il broncio.
Finalmente avevo tolto tutti i pop corn! Ora dovevo solo farmi una doccia per togliermi la maionese che ­Perrie mi aveva regalato dentro la maglietta.
 “Sonny, Sonny, Sonny. Come devo fare con te?” chiese lui battendomi amichevolmente una mano sulla spalla.
Sospirai, non mi aiutava.
 “Vuoi aiutarmi a fare la doccia?” scherzai con un finto sorriso.
Lui ricambiò il sorriso con malizia. “Se ne hai bisogno…”
 “Coglione”
Lo cacciai fuori dal bagno e mi svestii velocemente buttando i vestiti nella vasca da bagno e mi infilai nella doccia, dove, su una mensola, c’erano già shampoo e bagnoschiuma, con infine una saponetta rosa ed una verde.  La mia saponetta era la rosa, perché a Harry piaceva il rosa.  Strano, ma se gli piaceva….
Mi sciacquai per bene il corpo, mi sentivo finalmente pulita. Mi insaponai anche i capelli e li bagnai per togliere lo shampoo.
Rimasi qualche altro secondo sotto il getto caldo d’acqua, rilassante. Poi mi decisi ad uscire.
Presi l’asciugamano e… aspetta. L’asciugamano! Avevo dimenticato l’asciugamano!
Oh, oh. Questo è un problema! L’asciugamano era in camera mia! Non potevo uscire nuda, e l’asciugamano per il viso non mi avrebbe coperta, oh no!
C’era solo una cosa da fare.
 “Zayn?!”
Nessuna risposta.
Cominciai ad andare nel panico.
 “Zayn, vieni un attimo!”
Ancora nulla.
E che potevo fare?
Mi grattai la nuca agitata, Quando sentii la porta aprirsi.
Meno male!
 “Mi hai chiamato?” chiese.
Tirai un sospiro di sollievo.
 “Sì, mi serve una mano…”
 “Arrivo” mi interruppe scherzando.
 “Idiota! Devi andare nella mia camera, prima porta a sinistra dopo il bagno. Secondo cassetto del comò bianco, c’è un asciugamano. Dovresti prendermela” gli spiegai.
Lo sentii indugiare un attimo.
 “E se non volessi aiutarti?”
Oh no.
Spalancai gli occhi e comincia a tenere salda la porticella scorrevole della doccia.
 “Ti prego” lo implorai.
Bisbigliò un ‘ok’ prima di uscire dal bagno. Sentii il rumore della porta della mia camera che si apriva.
Quando rientrò mi poggio l’asciugamano sul bordo in alto della doccia, e si richiuse la porta alle spalle.
Avvolsi l’asciugamano bianco attorno al mio corpo. Strizzai i capelli per evitare di bagnare per terra e uscii dal mio angolo relax.
Farmi la doccia mi piaceva, era piacevole e rilassante.
Un’ondata di freddo mi invase il corpo, che era stato abituato al calore dell’acqua. Infilai le mie pantofoline e uscii diretta nella mia camera, per cambiarmi.
Ma quando entrai vi trovai Zayn che ne contemplava ogni angolo.
 “Dovrei cambiarmi” dissi cominciando a frugare nei miei cassetti, in cerca dei miei soliti abiti che utilizzavo dentro casa.
 “Fa pure” rise.
 “Devi uscire!” esclamai cercando di spingerlo fuori. Ma ogni mio tentativo fu inutile.
E soprattutto, per colpa della mia magnifica goffaggine, infilai il piede sotto la sedia, impigliandomi come con una corda ai piedi di essa e cadendo rovinosamente a terra, tirando con me il pakistano.
Sì, era pakistano. Forse lo avevo scoperto da Sturbucks, quella volta che chiacchierammo come due amici di vecchia data.
Fatto sta che quel momento mi imbarazzò un tantino. Zayn era sopra di me, i nostri visi erano a centimetri di distanza, insignificanti.
Cominciavo a sentire il suo respiro fondersi con il mio.
Dovevo fermarmi, era sbagliato. Io avevo Harry, lui aveva Perald.
Ma il mio corpo si opponeva al volere del mio cervello e sia io sia Zayn sembravamo avvicinarci sempre di più l’uno all’altra.
Quando fummo interrotti dalla suoneria del mio cellulare.
Imbarazzati, Zayn si rialzò velocemente, tendendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi.
L’afferrai, tenendo salda l’asciugamano.
Corsi verso la scrivania, dove avevo poggiato il cellulare.
Dafne.
 “Pronto?” chiesi.
 “Ehm… Sonny…”
 “Dafne, che succede?”
Cominciai a preoccuparmi.
 “Io...  ho visto Harry”
 “E…” la incitai per continuare il discorso.
 “E no nera solo” terminò.
Mi crollò davvero tutto addosso.
Non era come credevo, vero?
Era con amici, come mi aveva detto il pomeriggio prima.
 “Stai dicendo che…”
 “Che ti tradisce”
Guardai di sbieco Zayn che si avvicinava preoccupato.
Spalancai gli occhi, il naso mi pizzicava e i primi sembravano riempirsi di lacrime. Ma non dovevo piangere, non era ora.
Strinsi i denti e mi concentrai solo su me ed Harry....




Spazio autrice:
Sì, ecco... salve! Non mi faccio sentire da un po', ma sono stata impegnata con la scuola... ma pensiamo al capitolo!
Come lo trovate? Sono solo al capitolo 4, quindi se la storia non vi piace posso eliminarla dalla preistoria di EFP, ma ditemelo.
Sinceramente, questa history (??) mi piace, abbastanza. Ma vorrei anche conoscere i vostri pareri!
So, se non vi siete dimenticati di me... lasciate una recensione??
Harry tradisce Sonny TATATAAAAAN!!! Cosa accadrà? Il prossimo capitolo... me gusta mucho, bhe, è divertentino!
*u* Prima di andare ringrazio le sette meraviglie che hanno recensito il mio ultimo capitolo, e le altre meravigliose meraviglie (...) che leggono anche se in silenzio, grazie nonostante vorrei sapere anche il vostro parere! E per finire, grazie a chi ha aggiunto la mia storia fra le preferite/ricordate/seguite.
GRAZIE <3
Al prossimo capitolo!

Miley.

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Capitolo 5
*** Foto da bruciare ***




Foto da bruciare.

 

 
 

 Il mio piano per smascherare Harry era in atto.
Io e Dafne eravamo nel suo furgone verde militare, con un binocolo, pronte ad osservare ogni suo movimento.
Secondo le parole della mia amica, sarebbe arrivato da un momento all’altro.
Ci trovavamo precisamente in un parcheggio, non molto affollato, non lo era mai stato. A illuminare la strada c’erano delle lampade sui marciapiedi che distavano qualche metro l’una dalle altre, davano abbastanza luce, ma da dove ci trovavamo noi non si vedeva molto.
Il binocolo serviva per vedere cosa avrebbe combinato Harry con la sua… amante. Che cosa squallida.
Dafne li aveva visti già due volte, alle otto e mezza di sera, in quel parcheggio, nella Ranger Rover di Harry. Li aveva visti mentre si baciavano, poi lei era scesa e lui era andato via.
La ragazza doveva abitare nel vicinato, quindi Harry la riaccompagnava a casa…
Tutte quelle volte che mi diceva di uscire con i suoi amici, tutte quelle volte che mi diceva di essere a casa a studiare, tutte quelle volte che diceva di amarmi, non mi fidavo più! Non mi sarei mai più fidata!
Strinsi gli occhi per non piangere e concentrarmi solo sul mio piano.
 “Io non capisco” bofonchiai mentre Dafne faceva la stupida con il binocolo nero. “Insomma, non gli andavo bene? Non gli bastavo? Non era felice con me?” chiesi più a me stessa che alla mia compagna di spionaggio.
Lei si girò con aria stanca. “Mi sento un latitante, Sonny! Non bastava il cappello, anche le tute nere?” esclamò.
In effetti, l’avevo obbligata a coprirsi di nero il più possibile, in modo da mimetizzarsi con l’oscurità che c’era nell’auto, io e le mie idee geniali!
Presi il cellulare dalla tasca del mio giubbino nero e diedi un’occhiata all’ora. Le otto e venticinque.
Come sfondo del mio cellulare non avevo un modello senza maglietta, come le ragazze che conoscevo, né un attore sexy. Avevo una foto di me ed Harry. La osservai con nostalgia, i miei occhi rischiavano di farmi piangere, ma mi trattenni ancora un po’. Non volevo essere debole, non davanti a Dafne.
Harry… era bellissimo! Era diventato il mio tutto. Il suo sorriso smagliante, le sue fossette così dolci, i suoi occhi  limpidi, i suoi ricci ribelli ed il suo cuore che apparentemente per me era perfetto.
Ma mi sbagliavo di grosso.
 “Sonny, eccolo!” mi strattonò Dafne per un braccio.
Mi ripresi e osservai la scena.
La sua Ranger Rover, abbastanza distante da noi, che si fermava piano, piano nel parcheggio.
 “Cosa vedi?” chiesi.
 “Lei sta guidando l’auto”
 “Cosa?” sbottai irritata. Strappai il binocolo di mano a Dafne e osservai la scena.
Una brutta puttana che faceva smorfie vomitevoli mentre guidava la Ranger Rover di Harry, e lui sorrideva divertito.
Stronzo.
 “Lui non mi ha mai lasciato guidare la sua auto, mai! E guarda come se la ridono… e….” rimasi immobile davanti a quella scena orribile.
Il mio ragazzo che baciava un’altra.
Puttaniere.
Sentii gli occhi pizzicarmi e questa volta non potei fare a meno di far scorrere delle lacrime che asciugai subito.
 “Tutto bene?”
 “Sì Dafne, ora andiamo a casa” dissi rattristata.
La mia amica mise in moto e partì, mentre mi lasciavo Harry alle spalle.
 
 
Stavo una merda, una merda totale.
Non parlavo più con Harry da qualche giorno, mi chiamava ma non rispondevo; mi mandava messaggi ma li cancellavo.
E non mi andava di uscire. Stavo troppo male per vederlo. Così mi limitavo ad andare a scuola, stando attenta a non incontrarlo.
Poteva sembrare strano, ma io e lui avevamo passato moltissimo tempo insieme, in qualche modo mi aveva salvata, mi aveva esattamente aiutata! E non volevo passare quello che passavo in passato senza di lui solo a causa sua.
Eppure le mie forze stavano per mancare.
Scossi la testa, tentando di concentrarmi sulla matematica.
Mi ero accorta che almeno i miei voti stavano migliorando, perché dedicavo la maggior parte del mio tempo a studiare, con la speranza, inutile, di non pensare ad Harry, ma era impossibile.
Chiusi la penna, avevo finito anche quell’ultimo esercizio.
Ovviamente continuavo anche ad aiutare Megan, ma lei non sapeva quello che era successo fra me ed Harry. Davanti a lei ero sempre sorridente, e questo per non recarle problemi ulteriori, per non farla preoccupare, aveva giù i suoi impegni e cose più importanti a cui pensare.
Basta, non ce la facevo più, sospirai pesantemente e guardai l’ora dal mio cellulare, con un rapido scatto. Le sette meno cinque p.m. . Avevo tempo. Megan, Zayn e Perrie arrivati verso le sette e mezza.
Erano andati a vedere un’altra location, una delle tante che Perrie non aveva ancora scartato. E poi sarebbero passati a casa a organizzarsi ancora una volta meglio.
Mi alzai di scatto e corsi in bagno, chiudendomi la porta alle spalle. Frugai fra i cassetti, nulla.
Cercai ancora.Fino a che la trovai. La mia acerrima nemica, eppure colei che mi era stata vicina, sempre.
Perché nonostante sorridessi spesso, non avevo avuto un passato o un presente all’altezza delle mie aspettative.
Rivederla, sentire la freddezza della lametta sulle dita mi provocò dei brividi, e i miei occhi si inumidirono.
Alla fine cominciai a piangere, mentre la mia mente si annebbiava lentamente, ma non persi i sensi. Mi accasciai per terra piangendo mentre con la lametta tracciavo una linea sul polso, dove già altre avevano alloggiato.
Ma Harry mi aveva aiutata a superare tutto quello che stavo rivivendo a causa sua.
Il sangue cominciò ad uscire dal taglio, mentre per qualche secondo la mia mente cominciò a preoccuparsi del taglio e del dolore che provavo. Ecco perché facevo tutto ciò. Pensavo ai tagli, mi preoccupavo per qualche minuto al mio dolore fisico e non morale. Non era bello, ma era l’unico modo per non pensare a nient’altro.
Iniziai a piangere ancora più forte, ma come al solito, anche se ero sola in casa, cercai di non fare troppo rumore. Mi dava fastidio, mi sentivo debole.
Lasciai cadere la lametta ormai rossa sul pavimento, evitando di fare singhiozzi troppo forti.
Chiusi gli occhi mentre mi passai lentamente le dita sul taglio, senza pressare per non sentire ulteriore dolore. Faceva abbastanza dolore, bruciava e il sangue scendeva senza smettere.
Cercai di bloccarlo con l’altra mano, ma fu inutile, in quanto anche quella si macchiò di rosso, rosso spento, ma vivido allo stesso tempo.
Sentii la mente offuscata, succedeva ogni volta che mi tagliavo. Ma non mi era mai capitato di svenire.
Fu in tutto quel mio casino mentale che non mi accorsi che mia sorella e gli altri erano arrivati prima del previsto e Zayn era salito per andare in bagno.
Appena aprì la porta trattenne un urlo, poi si chiuse la porta alle spalle a chiave per correre da me.
 “Sonny? Ma che succede?” esclamò inginocchiandosi davanti a me.                    
Non aveva ancora capito, ma poi spostò lo sguardo a terra, sulla lametta, e mi scostò con forza le dita che tenevo sulla ferita.
Spalancò gli occhi, come se fosse qualcosa di impossibile, e prese rapidamente l’asciugamano per le mani, cominciando a tamponare il taglio.
Non dissi nulla, mi limitai a poggiare la testa sulla sua spalla, mentre le lacrime continuavano a scendere in silenzio e il suo respiro si faceva più affannato, magari per quello che stava passando, lui che non centrava nulla.
 “Ma che hai fatto? Sonny?!” chiese.
Non risposi, sussurrai solo un semplice “scusa”, anche se non ce n’era bisogno.
Scosse la testa. “No, non scusarti. Ora chiamo Megan” disse.
No! Gli afferrai la giacca per evitare che scendesse. “No, lei non sa nulla, ti prego no!”.
 “Devi spiegarmi un po’ di cose”.
Sorrisi nonostante il momento non tanto opportuno e mi scostai per prendere una garza e l’acqua ossigenata nel mobile per le emergenze.
 “Zayn? Ma che fine hai fatto?” sentimmo urlare al piano di sotto …  Perrie!
Guardai Zayn, non volevo che se ne andasse. E sapevo che i miei occhi quasi gli imploravano di rimanere al mio fianco.
Ma lui si alzò ed uscì senza dirmi nulla.
Un’altra persona che mi voltava le spalle, ma non erano affari suoi del resto!
Trattenni altre lacrime e mi affrettai a cercare la garza.
Mentre frugavo nel borsone con tutte le medicine la porta di riaprì.
Zayn rientrò, senza dire nulla entrò di nuovo, richiuse a chiave e si sedette di fronte a me per terra.
 “Non ti avrei mai lasciata sola” sorrise dolcemente, provocando anche il mio sorriso, sincero.
Pescò lui la garza, l’ovatta e l’acqua ossigenata dalla borsa.
 “Ok, ora parla” disse mentre mi tamponava con l’ovatta bagnata di quell’acqua, che mi faceva bruciare la ferita ancora di più.
Strinsi i denti per evitare di lamentarmi.
 “Non c’è nulla da dire, Zayn” borbottai.
 “Che cosa? Tu … oh mio dio, ti rendi conto di quello che hai fatto?” quasi urlò.
 “Non è la prima volta”
 “E non ti va di dire nulla a nessuno?”
Alla fine mi arresi, ne avevo bisogno, dovevo spiegare quello che succedeva.
Cominciai a spiegare mentre mi aiutava a fermare il sangue, medicandomi.
 “Bene, allora … non ricordo bene quando è iniziato tutto. Ma mi sentivo sola, mia madre continuava a criticarmi anche pesantemente e non sapevo cosa fare. Un giorno mi sono sentita completamente sola e sconfitta. Ho frugato fra i mobili fino a trovarla, la lametta.
All’inizio avevo paura, ma giorno dopo giorno mi ci abituai quasi. Ovviamente non era una bella abitudine. E quindi ho continuato per un po’.
Posso dire di essere andata a periodi perché poi ho cercato di smettere, ma sai, alla fine è come una droga. Credi sia l’unico modo per sentirti bene.
I miei genitori sono morti quando avevo quattordici anni, in un incidente stradale, di cui mi davo e mi do la colpa. Eravamo in auto, stavamo tornando da una casa che avevamo appena visitato, volevano trasferirsi. Ma non volevo proprio e mi opposi prontamente. Mi piaceva il posto in cui vivevo, era piccolo, c’era però molta gente. E anche se avevo pochi amici era un posto semplice e tranquillo.
Mentre tornavamo a casa stavo avendo un’altra discussione per via del trasferimento, quando mio madre perse il controllo dell’auto.
Non ho idea di come mi sia salvata io, ma loro non ce l’hanno fatta.
Vedi questa -gli dissi alzando il lembo sinistro della mia maglia, lasciando scoperto il fianco e mostrando una cicatrice-, non l’ho fatta io, ovviamente. È tutto ciò che mi rimane dell’incidente, me la sono cavata con una cicatrice”.
Mi fermai per fare un respiro profondo. Quello che gli stavo raccontando non era semplice, non mi ero mai aperta in quel modo con nessuno, e mi sentivo bene. Abbassai la maglia.
Zayn aveva quasi gli occhi lucidi, mentre alternava il suo sguardo dal mio braccio a me.
 “Con noi non c’era mia sorella, e neanche mio fratello. Sì, ho un fratello ma non vive con noi. Si è trasferito per continuare gli studi, ha la tua età. Aveva la strada spianata, perché poteva lavorare nella fabbrica di mio padre. Ma dalla morte dei mie decise di voler aiutare le persone. Per questo è all’università per fare il medico, ce la sta mettendo tutta. E so che ce la farà.
Insomma, l’incidente lo abbiamo vissuto in tre. Quando ho saputo che i miei genitori non ce l’avevano fatta ho ricominciato a farmi del male. E poi ho incontrato Harry … eravamo ad un bar, e ci scambiavamo delle occhiate diverse volte, ci vedevamo spesso. Fino a che non si decise a venire a parlarmi e a presentarsi –sorrisi istintivamente-. Cominciammo ad uscire, passavamo bei momenti insieme, e mi faceva dimenticare tutto. Ma volevo conoscesse tutta la me che nascondevo, perciò con fatica gli spiegai che mi auto lesionavo. Forse successe tutto velocemente perché non ci conoscevamo davvero magari, ma mi baciò e fu il bacio migliore del mondo.
Poi da qualche giorno ho scoperto che mi tradisce.
Diciamo che ci sono rimasta molto male, quindi eccomi qui”.
 “Sonny … non meriti questo, lui non merita le tue lacrime e … mi dispiace” sussurrò infine stringendomi in un abbraccio.
Le lacrime mi caddero di nuovo, non volevo fare la debole, ma avevo bisogno di sfogarmi.
Forse avevo trovato la persona giusta per un aiuto.

 


 

Spazio autrice:
Questo capitolo credo avrà due recensioni perchè tutte le directioners sono a spassarsela a Milano!
Comunque salve! Questo chapter è un po' nostalgico .... la prima parte è ispirata alla canzone di Taylor Swift "Picture to burn" e da qui viene il titolo.
Vorrei dedicare questo chapter a tutte le persone con lo stesso problema di Sonny: l'autolesionismo. Siete tutte persone perfette, non c'è bisogno di farsi del male, non serve a nulla tagliarsi perchè porta solo alla dipendenza. Nell'ultimo periodo ho conosciuto molte persone con questo problema e non è affatto bella come situazione.
Mentre dedico questo spazio autrice a tutte le sfigate come me che non possono vedere i propri idoli <3 presto avremo anche noi la nostra rivincita ragazze ;)
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto e scusate il madornale ritardo D: prometto di aggiornare il prima possibile la prossima volta.
A presssssto <3

Miley.

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Capitolo 6
*** Louis ***




Louis.




“Siamo a casa”.
La voce di mio cugino si diffuse nella casa.
Avevo deciso di parlare un po’ con lui, di cercare una soluzione con il suo aiuto. Perciò lo avevo chiamato e gli avevo pregato con gentilezza di dedicarmi un po’ di tempo. E lui mi aveva detto che era uscito, ma che sarei potuta passare ugualmente, sarebbe tornato verso le otto.
Grace non c’era proprio perché nessuno era in casa prima del mio arrivo. La piccola era a casa di un’amica di famiglia che aveva una figlia della stessa età di mia cugina, con cui avrebbe avuto l’occasione di passare il tempo.
Sorrisi felice dell’arrivo di Niall, che tanto aspettavo, mentre ero in piedi poggiata sul lavello con un bicchiere d’acqua in mano, sorseggiandola lentamente.
“Niall, sono in cucina” lo chiamai per farmi sentire.
Sentii i suoi passi, ma non solo.
Quando entrò nella stanza fu seguito da Harry che sorrise non appena mi vide, ma poi ritornò serio.
“Sonny! Perché caspita non mi rispondi più? Sono perfino passato a casa tua e non mi hai aperto e c’eri perché dalla finestra della tua camera usciva luce” esclamò subito il riccio venendomi incontro.
Sì, qualche giorno fa era venuto a casa. Megan non c’era ed ero sola. Ma appena lo vidi dallo spioncino risalii subito al piano di sopra cercando di fare il meno rumore possibile.
Dovevo prevedere il fatto che avrebbe controllato dalla finestra, che idiota!
“Non avvicinarti” sussurrai, avvertendolo.
“Che cosa … ?”
Non ebbe il tempo di finire la frase perché, infuriata, il mio primo istinto fu quello di lanciargli in faccia tutta l’acqua che stavo bevendo.
Niall dal canto suo era rimasto passivo per tutto quel tempo, ma dopo il mio gesto non poté far altro che spalancare occhi e bocca, completamente sorpreso.
Harry aveva assunto la sua stessa espressione.
“Ma sei impazzita? Che ti prende?” esclamò.
“Ti ho visto Harry!” urlai “Ho visto come infilavi la lingua in gola di quella!”
Rimase in silenzio. Quello che speravo dicesse non uscì dalla sua bocca.
Ma meglio la verità che una bugia.
Abbassò lo sguardo, mentre mio cugino si accigliava e si avvicinava al suo amico.
Cominciai a sentire il naso pizzicarmi, ma ancora tentai di non piangere.
“Harry, che cosa hai fatto?” ringhio Niall.
Bravo cuginetto mio, difendimi!
Il ragazzo con le fossette sembrava imbarazzato, parecchio. “Sì, io … mi dispiace”
“Ti dispiace?” singhiozzai “Sai dire solo questo? Che c’è, non ti bastavo io, vero?”
“No, Sonny tu sei perfetta. È solo che … “ si fermò.
“Che cosa?” intervenne subito Niall per farlo continuare.
“Lei non è nulla di serio, nel senso che …”
Scossi la testa. Non volevo sentire altro.
“Sì Harry, mi fai solo schifo” sussurrai a pochi centimetri dal suo viso per poi uscire velocemente da quella casa.
Sapevo di amarlo ancora, ma evidentemente non era la persona giusta e dovevo farmene una ragione una volta per tutte. Eppure quel momento in cui i nostri visi erano separati solo da uno spazio microscopico avrei avuto l’istinto e soprattutto il bisogno di poggiare le mie labbra sulle sue e di vederlo sorridere mostrandomi quegli adorabili buchini sulle guance, come sempre.
 
 
 
Sarei rimasta sola. Solamente sola …
Megan doveva partire, andava a trovare nostro fratello. Avevo bisogno di lei, ma nemmeno sapeva quello che mi era successo, non perché non mi fidassi di lei o del suo parere. Semplicemente non mi andava di spiegarle tutto quello che era successo.
Ero lì, a guardare mia sorella che portava la valigia davanti alla porta di casa.
Il suo lavoro ovviamente non si sarebbe fermato, andava tutto per il verso giusto durante i preparativi del matrimonio di Zayn Malik e Perrie -o Perald- Edwards. Io mi sarei occupata di eventuali emergenze.
“Quindi, tutti i numeri per il lavoro sai dove trovarli, quelli per le emergenze mediche o di qualsiasi altro tipo, ad esempio …”
“Ehi, ehi, ehi Megan, calmati! Posso cavarmela da sola, ho 16 anni, sono una ragazza matura!” risi un po’ nonostante io fossi davvero una persona matura … in parte.
Megan sorrise soddisfatta e corse ad abbracciarmi. Sarebbe stata via per solo due settimane, non un mese. Potevo cavarmela da sola.
L’unico problema era che purtroppo che non avevamo parenti o amici vicini. Dopo la morte dei miei genitori ci eravamo trasferite nel pieno centro di Londra, e non avevamo molti amici sulla quale contare davvero. Eppure sapevo che sarei stata serena e tranquilla per quelle settimane; avrei studiato, sarei uscita con Dafne e avrei cercato di -quasi- di finire i preparativi per il matrimonio.
Ma sarei tanto voluta andare con lei! Avrei voluto rivedere mio fratello, avere sue notizie e sapere come se la stava passando.
Ricordai che quando ero più piccola, io lui e Niall eravamo davvero molto legati, passavamo davvero tanto tempo insieme, o meglio quel tempo che riuscivamo a ricavarci perché mentre Niall era dell’Irlanda, io vivevo a _____ perciò la lontananza non ci permetteva di stare insieme ogni giorno. Però successivamente Niall si era trasferito a Londra, quindi potevamo vederci più spesso.
“Dagli un bacio da parte mia” biascicai con la testa fra i capelli di Megan.
Sorrise “Puoi contarci” disse facendomi l’occhiolino.
Aprì la porta con naturalezza e, dopo un cenno con la mano, salì in auto, diretta a casa di nostro fratello.
Sospirai e chiusi la porta. Ero già vestita, quindi magari potevo passare da Sturbucks  a trovare un amico.
Salii velocemente al piano di sopra e infilai nella mia borsa a tracolla il cellulare, le chiavi di casa e un portafogli, infilai le scarpe e corsi al bar.
Ero certa che lo avrei trovato! Appena entrai mi guardai attorno e dopo pochi secondi riconobbi la sua maglietta a righe e i capelli dello stesso colore del cioccolato al latte, mentre leggeva un giornale con la testa china verso le pagine, lo sguardo attento e che ogni tanto si alternava sulla sua tazza fumante.
Corsi verso il tavolo in cui si trovava, il solito tavolo dove ci incontravamo di solito.
“Louis” esclamai con un sorriso a 834783593°.
Alzò lo sguardo ed incontrai i suoi occhi misti fra l’azzurro ed il verde, perfetti. Involontariamente anche a Louis scappò un sorriso mentre piegava il giornale, pronto a dedicarsi solo a me.
“Sonny”mi chiamò lui alzandosi in piedi.
La sua altezza rispetto alla mia era imbarazzante mentre mi stringeva in un abbraccio.
Mi lasciò ancora sorridendo e si risistemò come prima, come un uomo professionale, ma che di professionale aveva ben poco visto che dentro non era altro che un bambino.
Fece segno di sedermi di fronte a lui, così da poterci osservare durate quella che sapevo sarebbe stata una lunga conversazione.
Louis era il ragazzo che incontravo sempre da Sturbucks. Era davvero un ragazzo d’oro, non faceva altro che farmi ridere ed era un bravo amico, anche se non eravamo amici stretti ma avevamo occasione di incontrarci solo al bar, sempre sullo stesso tavolo, stessi posti, stesse abitudini.
“È da un po’ che non ci si vede” sorrise.
“Già, devo raccontarti così tante cose! E non sono tutte positive” frenai l’entusiasmo che gli si poteva già scorgere sul volto.
“Che succede?”
“Harry …” dissi soltanto.
Capì subito.
“Oh, Sonny mi dispiace tanto!” rispose poggiando una mano sulla mia con fare amichevole.
Mi strinsi nelle spalle. “Tranquillo Lou, ho anche una buona notizia” accennai un sorriso.
Alzò le sopracciglia per spingermi a continuare a parlare.
“Mia sorella è partita e non ci sarà per due settimane, quindi ho la casa libera!” esclamai.
“Caspita, mi immagino già quanta gente ubriaca ti ritroverai negli armadi, un po’ come quel video di Katy Perry” rise seguito da me.
Ci furono secondi di silenzio in cui rimasi a fissare la sua mano sulla mia. Chissà per quale motivo mi fece uno strano effetto, ma non ci feci troppo caso.
Louis era semplicemente un mio caro amico, di cui forse mi stavo fidando troppo, ma magari ne valeva la pena. Del resto non avevo altre persone su cui contare, oltre a Dafne.
“Comunque scommetto che hai già puntato gli occhi su qualcun altro” continuò. Per un attimo nella mia mente comparve il visto di Zayn, ma cercai di eliminare subito quel pensiero. Non avevo puntato gli occhi su nessuno, proprio nessuno e Zayn non centrava nulla, non mi piaceva. Magari come amico, ma si sarebbe dovuto sposare! Non era proprio il caso di intromettermi soprattutto perché non ce n’era affatto bisogno; Perrie e Zayn erano felici, io lo sarei stata di nuovo, Harry non mi aveva distrutto l’esistenza. Scossi la testa di risposta a Louis, che borbottò un “Non ci credo proprio”.
Sospirai pensando a quello che stava succedendo. Forse io ed Harry non dovevamo proprio stare insieme, magari era destino. E il fatto che Megan fosse partita era un altro segno del destino, che non dovevo perdere. Semplicemente dovevo divertirmi, per me e per far vedere ad Harry che me la cavavo anche senza il suo aiuto, ne ero certa.
Louis diede una rapida occhiata al suo orologio da polso. “Devo andare, ci vediamo presto Son” sorrise alzandosi e dandomi una pacca sulla spalla amichevolmente. “Sì, a presto …” biascicai ritornando ai miei pensieri.
Rimasi al bar per altri minuti, il tempo di finire l’ordinazione e digerirla. Poi scappai verso casa, come sempre a piedi. E l’istinto mi portò a bussare al campanello, ma poi ricordai la casa era vuota e risi tra me e me mentre aprivo la porta. Corsi nella mia camera ad infilarmi canottiera e pantaloni della tuta, con una felpa. Volevo stare comoda dentro casa anche perché nessuno mi avrebbe vista. Poi scesi al piano di sotto dove, fra le diverse robacce inutili, trovai una busta di plastica, quello che mi serviva! Ritornai sopra, beandomi del fatto che ciò che facevo mi avrebbe fatto davvero digerire la cioccolata ed il cornetto che avevo preso da Sturbucks nel momento di solitudine data la mancanza di Louis, e mi ricordai che quello che stavo facendo per me non era affatto semplice. Entrata in bagno aprii tutti i cassetti lanciando per terra tutto quello che trovavo all’interno dei mobili. Non era affatto un attacco isterico, semplicemente cercavo le lamette, forbici o qualsiasi cosa che mi avrebbe provocato dolore fisico.
Tutto ciò che sapevo sarebbe stato utile solo a farmi del male finì in quella busta che chiusi con un doppio nodo, per poi infilarla in un’altra busta ancora, nera, che avrei buttato quella sera.
Ero soddisfatta, capii che la mia vita avrebbe potuto prendere una piega migliore anche partendo da piccoli gesti come quello!
 
Passarono diversi giorni, ma non troppi. Io e i miei fratelli ci sentivamo ogni tanto a telefono, Megan sarebbe tornata entro dieci giorni circa. Io cercavo solo di vedere il lato positivo di tutto, e sapevo di fare la cosa giusta. Come in quel momento pensavo a tutta la gioia che quel barattolo di nutella mi procurava mentre osservavo con attenzione la televisione, cercando di farmi piacere almeno quel programma.
Infilai ancora una volta il cucchiaino nel barattolo. Sarei dovuta andare a fare una bella corsa dopo. Ma mi ero sempre privata del cioccolato e ne avevo proprio bisogno.
Mentre continuavo a viziarmi qualcuno bussò alla porta, cosa strana visto non aspettavo proprio nessuno. Così posai la nutella in cucina e corsi ad aprire, nonostante il mio aspetto non proprio presentabile.
“Zayn?” chiesi quando scorsi la sua figura sull’uscio della porta. Accennò un sorriso scoprendo i suoi denti bianchissimi. Portava un paio di occhiali che non mi permettevano di ammirare i suoi bellissimi occhi. Mani in tasca e una sigaretta tra le labbra carnose, non si era levato affatto il vizio di fumare. Per un attimo mi venne da ridere ripensando a quando mi aveva offerto una cioccolata e aveva preso a fumare nel bar, io lo avevo rimproverato. Sorrisi amichevolmente.
“Ehm, ciao” diede risposta lui lanciando la cicca per terra e calpestandola con un piede. Aveva già capito che non mi piaceva il fatto che continuasse a rovinarsi i polmoni. Lo guardai grata mentre aprivo di più la porta per permettere di farlo entrare, nonostante non mi aspettassi mi venisse a trovare. Sapeva che mia sorella non c’era. Lei ne aveva già parlato con i due futuri sposi che aveva lasciato con l’accordo di chiamarmi solo ed esclusivamente per qualcosa di importantissimo e fondamentale.
“Entra” lo invitai cordialmente. Entrò con fare un po’ sospettoso, come se in casa nascondessi chissà cosa, forse mi considerava in modo diverso da quando mi aveva trovata in quello stato in bagno. Anche in quel momento mi venne in mente qualcosa che non centrava nulla: Zayn mi era accanto spesso, come un angelo custode e gliene ero grata. Con Harry, era la prima persona a sapere dei miei polsi e delle lamette, ed era soprattutto la prima che aveva deciso di non voltarmi le spalle. “Tranquillo non ti mangio, cosa c’è?” domandai chiudendo la porta alle mie spalle e facendomi seguire in salotto, dove ci sedemmo sul divano uno di fronte all’altro a chiacchierare come due cari amici.
“Va tutto bene?” chiese … allarmato?
“Certo Zayn, perché non dovrebbe andare bene?”
Non avevo proprio nulla da nascondergli, ma la sua domanda mi mise in leggero imbarazzo, così abbassai lo sguardo torturando i lembi della mia maglietta. Zayn in tutta risposta mi prese le braccia alzandomi le maniche per controllarmi i polsi. Quel suo gesto mi fece sorridere, si stava preoccupando ancora della piccola Sonny. Passò le dita sui miei polsi, come a provare ciò che vedeva con il tatto. Dei vecchi tagli erano rimaste cicatrici insignificanti che si potevano sentire solo pressando con poca forza, non erano neanche visibili. Il suo tocco sul mio braccio era caldo, almeno per me.
“Visto? Sto bene, davvero” lo rassicurai accarezzandomi amichevolmente un braccio.
“Sai che ti sei comportata abbastanza di merda? Fare del male a se stessi è orribile. Promettimi che non lo farai mai più” mi ordinò prendendomi le mani. Sospirai “Te lo prometto”.
Sorrise sinceramente felice e mi avvicinò a sé racchiudendomi in un abbraccio. Mi piacevano i suoi abbracci, erano così rassicuranti per me, mi sentivo protetta. Eppure una parte di me diceva che stavo sbagliando letteralmente, perché Zayn si sarebbe dovuto sposare, anche se a soli diciannove anni, non potevo essere d’intralcio, né volevo.
Posai la testa sul suo petto cominciando a sentire il battito del suo cuore, chiusi gli occhi per rilassarmi maggiormente. Anche con Harry mi piaceva ascoltare il suo cuore battere.
Era come un calmante per me.
“Io sono venuto anche a chiederti una cosa” borbottò senza staccare la presa.
“Dimmi”
“Io e dei miei amici organizziamo una festa venerdì, che dici, vieni anche tu?”
Non era una cattiva idea, in effetti una serata di svago e divertimento mi avrebbe proprio fatto bene!
“Mh … fammi ci pensare, devo controllare l’agenda!” scherzai staccandomi controvoglia dalle sue braccia. Scosse la testa sorridendo, era così dolce!
“Ehi, io stavo mangiando. Che ne dici se ceniamo insieme? Cucino io!” esclamai alzandomi dal divano e cercando le pantofole. Perché finivano sempre a metri di distanza dal divano?!
“Rischio di morire avvelenato?” rise.
“Probabile” .

 

 
 

Spazio Autrice:
Ed eccomi World! Questo spazio autrice è proprio faigo eh? Ehi, avete il cd? Io sì e lo trovo magnifico .... ma noi dobbiamo parlare! Ci sono rimasta malissimo perché credo che questa storia non piaccia tanto; insomma, siamo partite con 8 recensioni e me ne ritrovo 5 al capitolo precedente? Se la storia non vi piace o non vi interessa -lo ripeto sempre- io la scrivo per me stessa, non pubblico, fine!

Quindi se davvero ci tenete lasciatemi il vostro parere, anche per sapere se c'è qualcosa in cui è meglio che migliori, sarei grata di avere una vostra recensione, non costa nulla!
Parlando della history, finalmente è arrivato Louis! Manca soltanto il cucchiaiofobico che non tarderà ad arrivare, naturalmente! Megan è partita e Sonny si dà da fare, con la nutella hahahaah anche io sinceramente ^_^
Ok, non mi dilungo, ma ringrazio tutte voi che recensite sempre, vi ringrazio infinitamente! Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia fra le seguite, ricordate o preferite, chi mi ha aggiunta agli autori preferiti e infine ringrazio anche voi, lettori silenzzziosi. Non mi dispiacerebbe sapere che ve ne pare la storia, ma va bene <3
A presto popolozzolo!

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Capitolo 7
*** Let me kiss you! ***




Let me kiss you

 
 

 

Mancava solo un giorno alla festa, la mia disperazione aumentava sempre di più mano a mano che i secondi, i minuti e le ore passavano. Una catastrofe, un enorme problema si incombeva su di me: non avevo nulla da mettere. Ormai il mio povero armadio era vuoto, tutti i vestiti erano stati catapultati sul letto, in modo da ispezionarne uno ad uno nel migliore dei modi. Dovevo essere perfetta quella sera, era la volta buona per dimenticare Harry, non potevo di certo lasciarmela scappare!
Ricontrollai ancora i vestiti; nessuno faceva al caso mio. E questo perché non avevo mai amato particolarmente feste che richiedessero abiti stretti e corti e scarpe alte. Ero pro i jeans e le magliette larghe. Eppure volevo pensarla diversamente per una sera. Magari mi sarei divertita davvero, avrei trovato qualcuno di carino e me la sarei spassata. Ma sapevo anche di non volere una storia da una botta e via, io non ero quel genere di persona, e non volevo diventarlo … anche se non c’era nulla di male e sarebbe stato un buon rimedio per non pensare ad Harry e … no! Non potevo essere così! Come sarebbe andata, sarebbe andata, ecco!
Il vestito decente mi serviva comunque però! 
Finalmente mi venne un’ idea. Corsi a prendere il cellulare e composi il caro numero della persona che mi avrebbe 
“Pronto?” mi rispose Dafne. Aveva una voce strana … 
“Dafne? Va tutto bene?” chiesi preoccupata.
“Sì sì … io ero …. Ero con il mio ragazzo, ricordi? Te ne parlai al cinema!” 
Ah, ecco. Si stava dando da fare anche lei! Risi.
“Se disturbo posso …”
“No. No, no!” mi interruppe subito lei “Che succede?”
“Ecco, domani vado ad una festa e non ho nulla da mettere, mi chiedevo se ti andasse di fare un po’ di sano shopping” sapevo non avrebbe rifiutato, amava lo shopping!
“Ma certo! Passo da te fra venti minuti” esclamò riattaccando.
Ovviamente non potetti ribattere, posai il telefono e corsi in bagno a prepararmi.

 

Venti minuti dopo, con una puntualità di un orologio svizzero, ero pronta. Capelli pettinati, trucco a posto e vestiti comodi e bellissimi. Sorrisi al mio riflesso e infilai le ultime cose nella borsa.
Aspettai pochi minuti prima di sentire il campanello, Dafne! Corsi ad aprire. Era come sempre bella e sorridente. Aveva dato una ritoccata ai suoi capelli, ora erano più corti, ma comunque bellissimi. 
“Che stavate facendo tu e quello là, eh?” risi.
Le guance di Dafne diventarono magicamente rosse, era davvero paonazza. “Ma chi? Noi? N -nulla” 
“Daf, non me la bevo!”
“Cambiamo argomento” esclamò lei mentre cominciavamo ad avviarci verso il centro di Londra “Perché non sono stata invitata alla festa? Non è giusto, sarei voluta venire anche io!” si finse offesa.
“Mi ha invitata una persona che non conosci, ma se vuoi puoi venire” 
“Ho un impegno con i miei” borbottò.
Risi, era così dolce e … mi metteva allegria. Un po’ come Niall! Una simpatia incondizionata, ma spontanea.
Arrivammo finalmente ai negozi. C’era di tutto e nonostante il tempo non fosse proprio perfetto le persone vagavano da una parte all’altra, cariche di buste. Sembrava fosse il periodo di Natale! Londra era così, piena di turisti per il 99% dell’anno, calorosa e fredda … fantastica. Avevo spesso avuto occasioni di visitarla da cima a fondo da quando mi ero trasferita e ero dell’idea che sarebbe stato difficile trovare posto migliore, o almeno era così per me.
Cominciammo a ispezionare le vetrine, ma nonostante gli abiti fossero tutti molto belli, nessuno mi attraeva particolarmente. Sospirai convinta di presentarmi alla festa in jeans e felpona, con le mie amate Converse. Dafne si accorse della mia espressione e mi prese le spalle convinta “Vedrai, arriverai alla festa più bella di chiunque altro, so già che farai colpo su tutti”concluse con un sorriso.
Da quel momento cominciammo lo shopping vero e proprio. Non osservavamo solo da fuori ai negozi, ma li controllavamo a fondo, scaffale per scaffale all’interno. Finalmente ci parve di trovare il negozio perfetto e anche il vestito perfetto. Mentre Dafne prendeva altri vestiti da farmi provare qualcuno mi prese per i fianchi. Ebbi il tempo di girarmi e di trovare Louis dietro di me, sorridente come sempre e con indosso una maglia a righe, come era sua abitudine vestite.
“Louis! Che cosa ci fai qui?” esclamai abbracciandolo.
“Sai, io lo chiamo shopping oppure spese, non so nel tuo mondo quale termine usiate” scherzò.
“Scemo” lo rimproverai dandogli una pacca sulla spalla.
Sorrise ispezionando i vestiti che la mia amica mi aveva piantato in mano. “Ehi, e questi?” 
“Domani vado ad una festa, sto facendo compere!”
“Bene, perché non prendi anche qualcosa per la vita quotidiana? Che so, qualche cosa di … femminile?” mi prese in giro.
“Grazie per le presentazioni!” esclamò Dafne alle mie spalle.
“Oh, certo” Dafne, lui è Louis. Louis, Dafne” sorrisi mentre i due si stringevano la mano amichevolmente.
Louis cominciò a chiacchierare con noi, ma la mia mente era altrove. Qualche scaffale più lontano una ragazza scherzava con un ragazzo riccio, fossette, occhi magnetici … Harry. Lo avrei riconosciuto ovunque.
Il mio cuore prese a battere più velocemente mentre mi sentivo sprofondare. Ridevano e si baciavano … come facevamo io e lui! Ad un tratto Harry si girò, incontrando il mio sguardo pieno di amarezza e tristezza. Istintivamente presi Louis per la maglia e lo baciai.
Che cosa stupida! Louis era sorpreso dalla mia reazione. Si staccò appena dalle mie labbra, il tempo di chiedermi che cosa stessi facendo. “C’è Harry” bisbigliai, per farmi sentire solo da lui.
In quel momento Louis capì e ricambiò il bacio. Anche Dafne, dopo un po’ di titubanza, si era accorta della presenza del mio ex ragazzo traditore. Lo stavo facendo ingelosire, sì. Un punto a favore di Sonny!
“Sonny?” sentii alle mie spalle.
Oh no!
Spalancai gli occhi, staccandomi velocemente da Louis.
“Zayn! Che fai qui?” 
“Ma chiedi solo questo tu? Cosa vuoi che stia facendo?” esclamò Louis.
“Zitto” lo misi a tacere.
“Io … stavo cercando qualcosa per domani. Non mi hai detto di avere un ragazzo” rispose Zayn.
Ma che mi importava? Ce lo avrei spiegato poi che io non stavo con nessuno, che era tutto per fare ingelosire Harry. Allora perché mi sentivo preoccupata?
“Beh … non credevo fosse una cosa importante da dirti” spiegai. 
“Certo” borbottò lui.
 Bene, facevo sempre cazzate! Ma che bello.
Harry nel frattempo guardava la scena senza nessuna espressione sul viso, mentre la ragazza alla sua destra sorrideva sistemando un cappello su un appendino. 
Mi rigirai a guardare Zayn.  Si torturava le dita un  po’ imbarazzato.  Non volevo ferirlo,ma come avrei potuto del resto? 
“Dov’è Perrie?” cambiai discorso.
Sembrò ritornare dal regno delle nuvole prima di rispondermi. “Lei è partita per un viaggio con delle sue amiche, torna la prossima settimana. Ha detto che tanto i preparativi per il matrimonio vanno bene e appena torna cercherà il vestito. Credo ci metterà tempo, ha i gusti complicati …” mi spiegò.
“Capisco” affermai “Quindi non sarà alla festa domani?” 
“No, non sa nemmeno che ci sarà una festa” rise.
“Ah, non mi hai detto dov’è!” 
“Casa mia, ho dato l’indirizzo a Megan”
“Sì, lo terrà da qualche parte …”
Ero riuscita a fare una conversazione sensata. Ma non avevo la minima idea di come terminarla. 
Spostai lo sguardo sui vestiti che Zayn aveva in mano. Una giacca e dei jeans neri. Non aveva un’amica come la mia evidentemente, che mi obbligava a provare 948439 capi alla volta. Ecco!
“Ora devo andare a misurare delle cose” biascicai.
“Sì, lo vedo. Ci vediamo domani” rispose avvicinandosi e stampandomi un bacio sulla guancia.
Gli elefanti ballarono la samba nella mia pancia. Non era un segno positivo. Sorrisi involontariamente mentre ricambiava lo sguardo per poi andarsene.
Oh caspita!
Dietro di me sentii Louis tossire per finta. Mi ero completamente dimenticata della loro esistenza … e anche di Harry!  Mi girai per dare uno sguardo al reparto cappelli, ma non c’era più … diavolo.

 

 

 

Io, Dafne e Louis eravamo andate a prendere un cappuccino per chiacchierare di quali cavolate stessi facendo, avevo spiegato meglio cosa era successo con Harry a Louis. Gli avevo chiesto scusa per il bacio, ma aveva detto di non averci fatto molto caso, visto che era per una giusta causa.
Ero riuscita a trovare il vestito, non era troppo eccentrico, mi piaceva e mi avevano aiutato proprio i miei due amici: era un abito rosa, non troppo chiaro in modo da non dare nell’occhio particolarmente, senza spalline e che arrivava poco prima delle ginocchia. Sotto al seno c’era un cinturone elastico nero. Era semplice e carino!
Arrivata a casa sistemai il vestito nell’armadio e mi buttai a peso morto sul mio letto.
Stavo quasi per prendere sonno, del resto avevo avuto una giornata movimentata, ma il mio telefono cominciò a vibrare sul comodino, causando un fastidioso rumore.
Lo afferrai senza neanche guardare chi fosse.
“Pronto?”
“Sonny! Sono io!” rispose dall’altra parte del telefono con voce squillante.
“Liam!” 

Spazio Autrice:
Salve a tutti! Come va? Questa volta non ci ho messo tantissimo come le altre volte a pubblicare, il prossimo capitolo è giù pronto. Perciò se vi farete sentire in tanti potrei pubblicarlo il prima possibile 4 you <3 
Aahah Si avvicina il Natale, avete fatto albero e presepe? Io solo l'albero, è carino ed enorme ^_^ 
Non sono qui per dirvi i fatti miei, quindi vi saluto. Prima però vorrei ringraziare tutte le magnifiche persone che mi lasciano una recensione <3 grazie mille, voi non potete immaginare la mia gioia nel vedere una vostra recensione! Comunque spero che vi facciate sentine anche in questo capitolo, come lo avete trovato? Sonny e Louis .. eheh, chissà cosa accadrà fra loro, e fra lei e Zayn e_e ma soprattutto, finalmente la parola Liam spunta nella history! Amen! 
E nulla, grazie anche a chi ha aggiunto la storia fra le preferite/ricordate/seguite, e ai lettori silenzzzzzzzziosi! Ahah ;) 
Al prossimo capitolo <3 

Miley.

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Capitolo 8
*** Irresistibile ***




Irresistibile

       

 “Liam!” esclamai.
Era da un sacco che non ci sentivamo, mi era mancato tantissimo.
 “Come stai?” mi chiese con la mia stessa gioia.
 “Mh … sopravvivo” ammisi.
 “È successo qualcosa?” domandò preoccupato.
 “Io … beh, diciamo che mi sono lasciata con Harry”
 “Cosa? Ma … stavate così bene insieme. Mi dispiace” rispose sinceramente sorpreso  e rattristato.
Per quanto fossimo distanti, nulla aveva impedito di far continuare il nostro rapporto come prima, sapeva tutto di me e ovviamente era stata la prima persona a conoscere Harry come ‘più che amico’.
Lo aveva accettato fin dall’inizio: Harold si era sempre dimostrata una persona dolce e fedele sotto gli occhi di tutti, compresi i miei.
 “Anche a me, ma preferiva un’altra e … ah! Non dirlo a Megan, lei non sa nulla. Mi fido della tua bocca d’acciaio” risi.
 “Sì, tranquilla. Ho una sorpresa per te”
 “Sai che odio le sorprese. Di che si tratta?” 
Le sorprese anticipate per metà, come questa, non facevano altro che provocarmi una forte ansia, voglia di sapere … le solite cose.
 “Non posso dirtelo, se è una sorpresa! Tanto non dovrai aspettare molto”
Sbuffai. “Ti odio”
 “Ti voglio bene anche io!” scherzò “Ora devo andare”
 “Va bene. Liam, ti voglio bene, mi manchi” dissi con voce triste e sincera.
 “Mi manchi anche tu, ma non preoccuparti, ci sentiamo presto” mi promise.
 “Allora a presto fratellone”
 “Puoi contarci Son!”
Riattaccò.
Liam era mio fratello. La persona migliore del mondo.
Capelli castani, occhi color nocciola, un sorriso abbagliante e magnifico. Ma non era solo questo a renderlo così perfetto. Liam aveva un cuore d’oro, e in un certo senso era un po’ stupido perché si lasciava prendere in giro dalla gente troppo facilmente. Ma gli volevo un bene dell’anima, sapevo che era lo stesso per lui.
Chissà qual’era la sorpresa di cui parlava.
In quel momento la stanchezza mi annebbiava la mente.
Corsi in bagno a prepararmi per andare a dormire e poi tornai in camera. Mi infilai sotto le coperte facendomi cullare dal suono della pioggia fuori che bagnava il terreno.

 
 
                                                         
 
 
 
Il giorno dopo passai il tempo a studiare, un po’ da sola e un po’ con Dafne. Finalmente avevo avuto anche l’opportunità di conoscere il suo famoso ragazzo, Josh Devine.
Carino, simpatico e amava la musica, insomma era un bravo ragazzo e mi faceva piacere per la mia amica. Suonava la batteria, ma questo me lo avevano detto loro, avrei tanto voluto sentirlo suonare. E infine era molto simpatico, con loro due mi ero piegata in due dalle risate fra una chiacchiera e l’altra.
Tutte qualità fantastiche, facevano sì che Josh fosse magnifico.
Appena se ne andarono da casa mia pensai a prepararmi. Di solito non ci impiegavo mai molto tempo, ma volevo prepararmi per bene, così decisi di cominciare due ore prima, in modo da potermi fare la doccia e asciugare con calma i capelli. Li lasciai naturali, facendoli cadere mossi e soffici sulle spalle.
Il vestito rosa, un velo di trucco ed ero pronta. Non ero una di quelle ragazze che amano truccarsi.
Misi tutto lo stretto necessario –soldi, fazzoletti, cellulare e chiavi di casa- in una vecchia ma carina pochette presa di nascosto dall’armadio di Megan.
Per raggiungere la casa di Zayn presi un taxi; fra le mani stringevo un foglio sul quale avevo scritto l’indirizzo per arrivarci. L’abitazione non era molto lontana da casa mia, per fortuna.
Quando finalmente giunsi a casa di Zayn l’ansia si impossessò di me.
Suonai meccanicamente il campanello, mentre cercavo di scacciare quel lieve panico e il magone che mi si era formato in gola.
Ad aprirmi fu un ragazzo con un’ aria familiare.
Appena mi vide sorrise, quel sorriso grande e sincero.
Era Liam!
Gli saltai letteralmente fra le braccia, mi prese prontamente mentre mi beavo di quella persona che mi mancava tantissimo. Quindi era questa la sorpresa!
 “Liam! Ma che ci fai qui?” esclamai quasi commossa.
Come mi era mancato! Lo guardai ancora, sempre perfetto, sempre bellissimo.
Si era tagliato i capelli, era più alto, più grande. Ma era sempre il solito sguardo che faceva sciogliere, sempre la solita voglia sul collo.
Nonostante tutto quel tempo era sempre il solito Liam, il cucchiaio fobico, l’eterno amante di Toy Story, il perenne fratello perfetto.
 “Sorpresa!” mi urlò di rimando, ridendo.
 “Ma - … oh mamma, non ci posso credere”
Mi lasciai contagiare dalla sua risata, come al solito.
 “Entra!” esclamò trascinandomi in casa. Era grande, accogliente e già piena di gente. Eppure ero arrivata puntuale.
Chiusi la porta mentre Liam mi prendeva per mano e mi trascinava fra la folla. La casa era grande per quel che vedevo.
Mi portò fino ad un’altra stanza, un soggiorno più piccolo, con dei divani, un tavolo e qualche sedia intorno. Altri mobili, e dei quadri, tutti di ottima qualità e raffinati.
Su uno dei divani era seduto Zayn, intento a fumare una sigaretta. Quando ci vide però la spense nel portacenere affianco al bracciolo destro del divano.
Non si alzò, si limitò a guardarci con uno sguardo compiaciuto.
 “Caspita, finalmente sei arrivata! Ci stavamo quasi annoiando” scherzò il moro.
Il e mio fratello ci sedemmo sul divano di fianco al suo, mentre i due si battevano il cinque.
 “Ma vi conoscete?” esclamai sorpresa.
 “Sì, ed è una lunga storia che ti racconterà Zayn, mentre io vado a prendere da bere” mi rispose Liam scompigliandomi i capelli.
Quando uscì dalla stanza non potei fare altro che guardare Zayn in cerca di spiegazioni.
Ero felice, riconoscente e curiosa allo stesso tempo. Liam era comunque mio fratello, e non vederlo per sacco di tempo faceva male.
 “Quindi?” esordii d’un tratto, notando che Zayn non aveva intenzione di proferire parola, mentre avvicinava la mano al pacchetto di sigarette intento ad estrarne un’altra.
 “Che c’è?” mi domandò, quasi in modo freddo.
 “Conosci mio fratello? Come mai è qui? E … sai che quelle fanno male?” gli domandai ironicamente indicando con un cenno della testa la cicca.
 “Me lo hai già detto, da Sturbucks, mi vietasti di fumarla. Perciò dovevo aspettarmelo” rise.
Infatti, quando gli spiegai che fumare lì dentro sarebbe stato vizioso.
 “Allora, quando mi hai raccontato di tuo fratello e di quanto gli volessi bene ho pensato che ti avrebbe fatto piacere passare del tempo con lui.
Poi mi sono ricordato che il tuo cognome è Payne, oh meglio, ho ricordato quello di tua sorella … ma è lo stesso. Un mio amico di infanzia aveva il tuo stesso cognome. Così l’ho rintracciato, gli ho chiesto se avesse una sorella di nome Sonny e lui mi ha parlato di te. Perciò gli ho pregato di venire alla festa, a costo di pagargli il viaggio” mi spiegò.
Rimasi incantata da quello che aveva fatto per me. Nessuno aveva fatto mai una cosa del genere.
Cercai di ricordarmi dell’amicizia fra mio fratello e Zayn … poi mi venne un’illuminazione e cominciai a ridere.
 “Oh mio Dio! Bradford Bad Boy!” esclamai non smettendo di ridere.
Quello era il nomignolo che si faceva dare da piccolo, quando giocava con Liam.
Mi ricordai dei pomeriggi che passavo ad inseguirli per passare con loro un po’ di tempo. Ma mi dicevano che ero troppo piccola e che non ero adatta ai loro giochi.
Ci rimanevo sempre male, passavo un sacco di tempo a piangere nella mia camera e a osservarli dalla finestra.
C’erano casi eccezionali dove c’era bisogno della donzella in pericolo e io ero sempre pronta per interpretarla.
Anche Zayn parve ricordarsi tutto e mi sorrise, guardandomi con sguardo compiaciuto, per poi prendere a ridere con me.
 “Sì, la piccola Son!”
 “Come è piccolo il mondo” affermai.
 “Già. Mi piaceva stare con tuo fratello, poi ve ne siete andati. Non sapevo il perché …”
In effetti non avevamo detto a nessuno che ci saremmo trasferiti perché i nostri genitori erano morti. Non volevamo che tutto il vicinato fosse a conoscenza della nostra vita privata.
 “Sì, noi … noi abbiamo preferito non farlo sapere, mi dispiace” ammisi.
Zayn mi sorrise rassicurante.
 “Quello che hai fatto … è stato bellissimo. Nessuno ha mai fatto una cosa del genere per me, Zayn. Te ne sono grata”
Sorrise ancora, alzando le spalle, come se per lui aiutarmi fosse qualcosa di naturale.
 “Vorrei capire dove trovi la forza di stare accanto ad una persona come me ... perfino Harry non ha resistito, non capisco da dove arrivi tutta questa tua gentilezza”
Ancora una volta non rispose. Si era forse fumato il cervello?
Rimasi anche io in silenzio, a guardarlo e mi accorsi che nel frattempo, durante tutto il mio monologo si era seduto al mio fianco ed eravamo davvero troppo vicini.
Per poco i nostri nasi non si sfiorarono, non avevo alcuna voglia di allontanarmi. Per qualche secondo rimasi a guardarlo negli occhi, sembravano caramellati. Poi il mio sguardo si spostò sulle sue labbra così invitanti, mentre la sua mano destra mi percorreva il collo.
Dei brividi mi pervasero la schiena e ogni parte della nuca che veniva sfiorata da lui, dal suo tocco caldo.
Seguì il contorno della mia mascella, per poi accarezzarmi le labbra e per finire la guancia. Portò le dita fra i miei capelli e avvicinò maggiormente il mio viso al suo per far finalmente combaciare le nostre labbra.
Era un bacio che entrambi aspettavamo da troppo tempo ormai, e proprio per questo non mi passò neanche per l’anticamera del cervello Perrie, forse fu così anche per Zayn che piano piano approfondì il bacio che avevo cominciato in modo titubante, temendo qualcosa di insensato per un attimo.
Schiusi la bocca per permettere di far incontrare le nostre lingue, mentre il suo peso mi condizionò a stendermi sul divano, aprendo leggermente le gambe poterlo far sistemare fra di esse.
Infilai le mani fra i suoi capelli, finché dalla mia bocca passò al collo. Cominciò a torturarmi un punto preciso, facendomi sospirare pesantemente; facendomi dimenticare di tutto: di Harry, dei tagli, delle mie sofferenze, di mio fratello, del resto del mondo …
Ad un tratto lo sentii armeggiare con la cerniera laterale del mio vestito. Spalancai gli occhi, allarmata per come la situazione stesse avanzando.
 “Zayn, aspetta” lo fermai con una voce flebile e squallida. 
Ero solo una bugiarda, perché non volevo affatto fermarlo.
 “Che c’è?” mi sussurrò poggiando la sua fronte sulla mia.
 “Non possiamo”
Sospirò affranto. “Sai Son, dopo tutto questo tempo ho capito quello che provo davvero. Sono innamorato. Quando la guardo negli occhi mi si scioglie istintivamente il cuore; quando sono con lei mi aumenta il battito cardiaco, ho l’ansia, ma sono sereno allo stesso tempo. Ho capito di amare le sue labbra, i suoi baci sono necessari per me; sento i brividi ogni volta che ci sfioriamo” ammise.
Involontariamente sorrisi. Perrie l’ornitorinco era fortunata, aveva al suo fianco una persona così perfetta, che provava tutte quelle cose per lei così … indescrivibili!
 “Lei è irresistibile, davvero. C’è solo un piccolo problema”
 “E cioè?”
 “Quella lei sei tu”                                                 

 


-Spazio autrice-
Stavo quasi dimenticando di scrivere questo "spazio autrice" per la mia fretta di pubblicare di nuovo, finalmente!
Bene, ciao a tutti!  Ora penso di non meritarmi nemmeno  le vostre attenzioni, sbaglio o non aggiorno da un mesetto bello? Beh, vi chiedo umilmente scusa, ma non ho proprio avuto l'occasione, in un certo senso. Inoltre il capitolo  era pronto, ma l'ho riscritto ... perché così mi piaceva di più ahahah
Che ve ne pare?  A me, sarà perché io sono la "scrittrice"  di questa storia, ma Sonny e Zayn mi piacciono un sacco,non ho nulla contro Perald.
Liam! Finalmente è arrivato, non ce la facevo più without he! E ho deciso di far sì che il fidanzato di Dafne fosse al quanto uytrghj, nessuno meglio di Josh, no?
Bene ... spero continuate a seguirmi, nonostante aggiorni una volta ogni morte delle mie testugini. Mille grazie a chi continua ad aggiungere la storia fra le preferite, ricordate, seguite, chi mi aggiunge fra gli autori preferiti, chi recensice, anche chi sta in silenzio ma legge la storia :33 vi voglio taaanto beeeene. 
Ah, spero abbiate passato delle belle vacanze :D
Alla prossima -spero presto-!

Miley.

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Capitolo 9
*** Segui il tuo cuore ***




Segui il tuo cuore
 

 

Quelle parole che Zayn mi aveva detto mi avevano lasciata in una specie di trance.
 Il mio cuore batteva a mille, sembra volesse uscirmi dal petto mentre si divertiva a fare diverse capriole.
Aveva portato mio fratello da me, mi aveva consolato quando in realtà nessuno avrebbe potuto ed ora mi diceva quelle cose.
Non avrebbe dovuto dirle però. Si sarebbe dovuto sposare … e sapevo come si sarebbe sentita Perrie se avesse saputo quello che io e il suo ragazzo stavamo per fare. Lo sapevo grazie ad Harry, non volevo che anche Perald soffrisse, anche perché il suo non era un semplice ragazzo, ma il suo futuro marito!
Riflettendoci bene anche io provavo qualcosa per Zayn, non era semplice amicizia. Dovevo essere innamorata anche io, la cosa però mi spaventava perché ero innamorata della persona sbagliata.
 “Zayn … non puoi dirmi questo” lo ammonì spostandolo e alzandomi dal divano.
Ero di troppo nella sua vita, ero un intruso, ecco cos’ero. Non mi sarei mai dovuta intromettere.
Mi poggiai su un tavolo poco distante mentre cercavo di respirare regolarmente e di non scoppiare in lacrime . “Io … ti sono grata per tutto quello che hai fatto per me. Se non fosse per te io sarei a casa a farmi del male, a deprimermi. Mio fratello sarebbe ancora lontano da me e io mi sentirei terribilmente sola.
Ma non dovevamo baciarci, non dobbiamo perché devi sposare Perrie, e so cosa proverebbe se sapesse cosa abbiamo fatto”
Lui annuì con sguardo rassegnato mentre si alzava per venirmi incontro. “Anche … anche il tuo ragazzo, si arrabbierebbe”
Ci pensai su, non stavo più con Harry. Ma certo, Louis!
“Oh, quello che hai visto ieri non è il mio ragazzo. Ma nello stesso negozio c’erano Harry e la sua nuova fidanzata e … ho pensato bene di farlo ingelosire”
Lo vidi sogghignare e ridere.
“Sì, lo so che è una cosa stupida, ma è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. E non ridere di me, non lo sopporto quasi quanto non sopporto quelle stupide sigarette che tieni sempre in tasca o in bocca .. ecco! Non sopporto te!” esclamai esasperata., oh meglio, cercai di convincermi di ciò.
 Lui rise, deludendo le mie aspettative. “Quindici secondi fa non la pensavi proprio così …”
“Già, la puzza di fumo che ti usciva al posto dell’alito mi ha annebbiato la mente”
Anche questa volta rise, ancora di più.
Il suo viso mentre rideva era un qualcosa di magnifico, magnetico, magico, e tanti altri  aggettivi che cominciano per ‘mag’.
E la sua risata era musica, angelica e soave, mi metteva allegria!
“Zayn, sai che il mio obbiettivo non era fare delle battute. Insomma, tu stai con Perrie. Non voglio farla soffrire perché … anche se ci siamo prese a botte nel cinema e mi ha infilato la maionese nella maglia e la prima volta che ho sentito il suo nome avrei voluto prendere un sorso d’acqua per poi sputarla, sai, come nei film e anche se mi sembra che a volte si vesta come un clown … alla fine le voglio bene, nel profondo. Molto profondo però”
Lo osservai mentre cercava di non ricominciare a fare una risata isterica che non centrava  proprio con la situazione. Gli angoli della bocca si alzarono in un sorriso mentre allargava le braccia per abbracciarmi.
Ci saremmo dovuti limitare agli abbracci, era la cosa migliore.
“Sonny … io mi sono innamorato di te” affermò convinto.
Sprofondai ancora di più la testa nell’incavo del suo collo, nella sua solita calda presa protettiva.
Zayn ma faceva sentire protetta, era un qualcosa di inspiegabile.
Qualsiasi cosa che diceva o faceva per me era importante, ne studiavo ogni dettaglio, anche quando fumava; notavo come si rilassava con una sigaretta fra le labbra, la stringeva come se avesse paura di perderla, si beava del suo sapore e si accontentava solo di quella.
Era forse il primo ragazzo che conoscevo senza tante pretese. Non chiedeva mai nulla, non pretendeva niente da Perrie o da chi lo circondava, non voleva che gli altri si scomodassero per lui, la sua priorità era dare una mano agli altri … anche il braccio se necessario.
Tutto questo mi piaceva di lui.
“Anche io” borbottai, senza farmi capire. Non volevo essere capita, perché era tutto sbagliato.
Pensavo sempre di più a Perrie e a quanto sarebbe stata male se ci avesse visti.
“Cosa?”
“Anche io sono innamorata di te, uffa. E non dovrei” lo risposi subito. “Credo di andare a casa”  pensai a voce alta, mentre mi staccavo dalla sua presa.
“Che? No, dai. Qui … qui nessuno conosce Perrie, e sinceramente nessuno conosce me perché gli invitati li ha indirizzati a casa mia un mio amico. Perciò siamo anche liberi di ballare insieme. Nessuno dirà nulla a nessuno.  Ti prego” mi implorò.
Era dolcissimo.
Scossi la testa contraria a quello che stavo per fare.
 
Passai il resto della serata lì. Mi divertii tantissimo.
Feci amicizia con alcune ragazze, erano molto simpatiche. Stetti un po’ con loro, poi trascorsi il tempo con Liam. Parlammo del più e del meno mentre bevevamo una coca cola, davanti a lui non mi sarei permessa di prendere alcolici. Lusso che mi permisi quando a sostituire mio fratello arrivò Zayn, sempre sorridente e noncurante di quello che avevamo combinato.
Prendeva la vita alla leggera nonostante la sua serietà.
Un’altra cosa che mi piaceva di lui.
Quella sera notai una cosa. Da quando Zayn era ritornato al mio fianco mi era stato vicino per tutta la sera. Non si era allontanato e mi aveva sorvegliato per tutto il tempo. Soprattutto a causa della mia sbronza.
Ero capace di reggere l’alcool abbastanza bene, mi era capitato già altre volte di ubriacarmi quando ero con Harry e non avevo mai violentato nessuno, sapevo gli “effetti collaterali” che mi provocava una sbronza: non vomitavo, semplicemente il giorno dopo la testa mi faceva male un pochino.
Dopo aver bevuto eccessivamente non combinavo chissà quali guai. Ero solo più rilassata, cosa che Zayn non aveva capito e mi stava alle calcagna controllando ogni mia mossa.
Rimasi a casa sua fino a tardi, se n’erano andati tutti ed ero stesa sul divano. Avevo tolto le scarpe, i miei piedi ormai risentivano del tempo che avevo passato a ballare con Zayn.
Liam era rimasto con me a dare una mano. Osservavo i due vecchi amici parlare fra loro mentre buttavano le bottiglie in una busta blu. I miei occhi intanto si facevano sempre più pesanti e mi addormentai poco dopo, ormai sfinita.
 
 
 
                                                           *  *  *  *  *  *  *  *
 
 
 
Quando mi risvegliai ero comodamente stesa nel mio letto. La tapparella poco abbassata lasciava entrare la leggera luce del giorno, nonostante il cielo fosse leggermente cupo.
Mi stiracchiai rilassandomi, con ancora gli occhi mezzi chiusi e appannati a causa della stanchezza mattutina.
Quando decisi di alzarmi scostai di poco le lenzuola e notai di indossare ancora il vestito della festa. Da quando mi ero addormentata a casa di Zayn non c’era stato modo di svegliarmi, perciò non avevo potuto mettere un pigiama.
Alzandomi, mi diedi uno sguardo allo specchio: i capelli arruffati e il viso da panda.
Non mi ero nemmeno struccata.
Perciò prima di scendere al piano di sotto perciò decisi di darmi una rinfrescata, tanto per essere abbastanza presentabile davanti a mio fratello. Non volevo che quando sarebbe tornato all’università si sarebbe ricordato di me come la ragazza cadaverica!
A metà scale sentii delle voci … Liam non era solo?
Mi aveva spiegato, la sera prima, che Megan aveva deciso di prendersi una pausa ed era andata a casa di una sua amica per passare il tempo con lei. Quindi chi poteva essere?
Scesi definitivamente in cucina, per ritrovare Liam, Louis e Zayn che chiacchieravano allegramente.
Mio fratello era intento a fingere di saper cucinare, tanto per fare bella figura, stando vicino ai fornelli.
Gli altri due invece erano seduti attorno al tavolo disordinatamente, mentre ridevano per una battuta fatta da uno di loro.
“Buongiorno” borbottai insicura.
Tutti gli occhi mi puntarono. Accidenti.
“Sonny! Indovina? … ti ho preparato la colazione!” esclamò Liam senza lasciarmi il tempo di tentare ad indovinare, mentre si girava di nuovo verso i fornelli.
Sorrisi per la sua bontà e corsi ad abbracciarlo da dietro. “Grazie” risposi io.
Poi mi rigirai a guardare i due ospiti.
“Voi che ci fate qui?” chiesi.
“Io ero venuto per te, ma mi hanno detto che dormivi e ho voluto aspettare. ” mi spiegò Louis con il suo solito dolce sorriso.
Annuii per poi posare il mio sguardo su Zayn che alzò le spalle noncurante, come se stare a casa mia fosse normale per lui.
Lasciai perdere e mi sedetti a capo tavola, di fronte a Zayn e alla destra di Louis. Quest’ultimo cominciò a scrutarmi attentamente, con gli occhi socchiusi in due fessure, la fronte corrugata e le labbra nascoste.
“Sonny, cos’hai sul collo?” mi domandò.
Alzai un sopracciglio, con espressione interrogativa. Cosa potevo avere?
Liam nel frattempo mi aveva posato la colazione sul tavolo e si era aggiunto anche lui a perlustrare il mio collo.
“Infatti, che hai?” mi chiese.
“Che cosa dovrei avere?” domandai irritata correndo a guardarmi allo specchio davanti all’entrata.
Oh, oh.
Zayn.
Sera prima.
Bacio.
Collo.
Succhiotto.
Mannaggia.
Tornai di là con un’incredibile ansia, mentre cercavo di sembrare tranquilla.
“Io … mi sono fatta male” risposi titubante.
Louis per poco non scoppiava a ridere “Sul collo?”
“Beh, a quanto pare …”
Diedi una rapida occhiata a Zayn che se la rideva sotto i baffi.
“Io vado di là. Oggi vorrei uscire, vado a prepararmi” sorrise mio fratello per poi salire al piano di sopra.
Appena sentimmo la porta chiudersi Louis ricominciò a consumarmi con gli occhi.
“Avanti, che hai combinato?”
“Io? Nulla … mi sono solo fatta male, non è mica un dramma?” mi giustificai.
“Puoi prendere in giro Liam, ma si vede tale e quale che quello è un succhiotto. E se non mi sbaglio ieri eri ad una festa. Su, chi te lo ha fatto? Era una persona carina almeno?”
Non gli avrei detto che cosa era successo, mi vergognavo troppo. Non che mi vergognassi di Zayn, ma di quello che avevamo fatto alle spalle di Perrie sì.
Ok, non eravamo andati oltre un bacio, ma vedere Harry che baciava un’altra mi era bastato per lasciarlo all’istante.
“Louis io …”
“Sto aspettando” mi rispose impaziente.
Perché Zayn non faceva niente?
“Beh. Sì, ho baciato qualcuno” cominciai “Ma solo baciato. E questo –indicai il mio collo- è il risultato, contento?”
“E questo qualcuno, è davvero interessato a te? E tu sei davvero interessata a lui?” mi domandò.
Sapevo che si stata preoccupando per me, e questo mi piaceva, mi faceva piacere avere un amico in più su cui contare.
Intanto Zayn aveva poggiato le braccia sul tavolo, pronto ad ascoltarmi come Lou, sembrava anche più curioso.
“Ieri mi ha detto delle cose bellissime e … credo sia davvero interessato a me. Io non dovrei, ma sono interessata anche io a lui e anche tanto” mormorai.
“Perché non dovresti allora? Qual è il problema?” chiese ancora Louis.
“Il problema è che è fidanzato seriamente. Non voglio creargli problemi … ma sono confusa. Louis, secondo te che dovrei fare?” gli domandai esasperata.
“Tu lo ami?”
Ecco la fatidica domanda.
Dovevo rispondere? Ovvio …
“… Sì” ammisi.
“Allora …” cominciò Louis che però fu stranamente interrotto da Zayn.
“Dovresti seguire il tuo cuore. Se lo ami non devi lasciarlo andare” mi spiegò, spiazzandomi letteralmente.
“Non è così facile” ammiccai.
Sapeva a cosa mi riferivo.
“Ma lui ti ama e potrà lasciare la ragazza con cui sta ora. Non ci sono problemi, no?” chiese Louis ingenuamente.
“No, infatti. Non ci sono problemi Sonny, dipende tutto da te” rispose Zayn.
Scossi la testa quando la suoneria del mio cellulare interruppe i miei pensieri.
Mi alzai velocemente per raggiungerlo.
Non sapevo proprio chi potesse essere, ma leggere il suo nome sullo schermo mi fece venire voglia di scavare una buca e seppellirmi viva.
Perrie.
Un po’ titubante risposi al telefono, cercando di nascondere l’imbarazzo che trapelava dalla mia voce.
“Sonny, ciao! Ti disturbo?” mi domandò amichevolmente.
“No, no. Non preoccuparti. È successo qualcosa?”
“Beh, in effetti sì. Mi sono resa conto del fatto che manca poco al matrimonio ed io non ho l’abito da sposa. Perciò mi chiedevo se ti andava di accompagnarmi a sceglierlo, esattamente dopodomani”  spiegò dettagliatamente.
Ci pensai con velocità. Magari mi sarei divertita.
“Mi farebbe molto piacere. Ci deviamo quando torni allora?”
“Certo, a presto. E salutami Zayn”
Il mio cuore per poco non perse un battito.
Non poteva sapere di me e Zayn, ma avevo un’ansia pazzesca …
Riattaccò subito, senza lasciarmi il tempo di controbattere.




Spazio Autrice:
Arieccomi gentaglia. :D scommetto che vi sono mancata. Ma a chi prendo in giro? XD
Allora, che ve ne pare? Questo chapter lìho letteralmente scritto di getto, non l'ho neanche ricontrollato quindi vi avviso che se ci sono errori mi dispiace ma non è colpa mia -Simo lo so che strai leggendo e che hai capito che tutti i riferimenti vanno a te-
Quindi, nulla. Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Bene alla prossima, spero.
Vorrei solo ringraziare tutte quelle personcine che hanno recensito lo scorso capitolo,che hanno aggiunto la storia fra le seguite, preferite o ricordatre. Grazie mille davvero OuO 
Non so mai cosa dire nello Spazio Autrice, ma mi piace scrivervi :)
Addio.

Miley.


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Capitolo 10
*** L'abito della sposa ***



 

L’abito della sposa 

 
 
 
 
Alle cinque e mezza di quel pomeriggio sarei dovuta salire nell’auto di una sconosciuta per accompagnare Perrie a scegliere il vestito.
A Perald non bastava il mio parere ovviamente, perciò con noi sarebbero venute anche tre sue amiche: Jade, Jesy e Leight-Anne.
Quando sentimmo un clacson proveniente da fuori io e Perrie stavamo parlando del suo imminente matrimonio. Dovevo ammettere che quella ragazza era molto simpatica.
Alla guida dell’auto trovai una ragazza piena di ricci corvino, magra e sorridente. Al suo fianco c’era un’altra ragazza dai lunghi capelli castani e un’aria ancora più felice di quella della prima se fosse possibile. Infine dietro, dove ci saremmo aggiunte anche io e Perrie, alloggiava una ragazza dagli insoliti capelli blu che fu l’unica ad esprimermi un sorriso amichevole e non entusiasta.
Durante il tragitto scoprii che la ragazza alla guida era Leight-Anne, e che non sapeva guidare con prudenza, quella al posto del passeggero era Jesy e l’ultima per esclusione Jade.
Tutte e quattro erano davvero molto simpatiche e mi trovai bene con loro nonostante mi sentissi un po’ a disagio.
Arrivammo presto in un atelier per abiti da sposa.
Rimasi per un po’ incantata a osservare la loro bellezza mentre Perrie, con l’aiuto di una commessa, sceglieva il vestito adatto.
Fu divertente vederla provare più di otto abiti, erano tutti molto belli ma lei riusciva sempre a trovare un difetto. La commessa dal canto suo stava per infilarsi le mani nei capelli, mentre ancora una volta cercava di convincere Perrie a comprare l’ultimo vestito che aveva misurato.
Mi guardai un po’ attorno, fino a scorgere poco lontano un vestito particolare che attirò subito la mia attenzione.  Con passo incerto mi ci avvicinai, fino ad indicarlo alla commessa che lo prese annuendo con un sorriso dipinto sul volto.
“Ehi Perrie, che ne dici di questo?” le chiesi mentre la ragazza le mostrava il vestito che avevo adocchiato.
Lo scrutò attentamente, osservando ogni suo dettaglio senza perdere un piccolo particolare. Dopo qualche interminabile secondo annuì soddisfatta.
“Lo trovo magnifico, mi piacerebbe misurarlo: magari addosso ha un effetto diverso da quello che mi aspetto …” spiegò, come aveva fatto per tutti i 12 vestiti che aveva misurato precedentemente.
Quello fu l’ultimo abito che provò però.  Grazie a me in poco più di un quarto d’ora eravamo in macchina, pronte per ritornare a casa.
Il vestito che avevo consigliato io non lo avrei mai messo personalmente, non era nel mio stile. Era troppo eccentrico ma proprio per quello sapevo che sarebbe piaciuta alla diretta interessata, rispecchiava i suoi gusti.
Durante il viaggio in auto ci divertimmo a fare battute idiote, spensierate e sollevate dal fatto che mancavano pochissimi dettagli al matrimonio.
“A proposito, Sonny, prima che mi dimentichi” esclamò Perald ad un tratto aprendo la borsa e cominciando a frugare al suo interno. Pochi attimi dopo cacciò una busta e me la porse con delicatezza. “Questo è l’invito al matrimonio. Non credevo di legare così tanto con te da invitarti al giorno più importante della mia vita, ma sei diventata una mia cara amica. Insomma, sarà anche grazie a te se fra due settimane tutto sarà perfetto. Personalmente averti con me e Zayn quel giorno è molto importante” sorrise cordialmente.
I sensi di colpa per aver baciato il suo futuro marito si impadronirono della mia pancia, mentre cercavo di scacciarli.
Ricambiai il suo sorriso, aprendo la busta lentamente. Cacciai un foglio plastificato, bianco con scritte nere e ghirigori all’inizio e alla fine del foglio. Al centro c’era il luogo, la data e i dettagli del matrimonio. Leggere il nome di Zayn e quello di Perrie mi fece male. Un tuffo al cuore, perché avrei voluto sinceramente che il mio nome fosse al posto di quello di Perald, dopo qualche anno magari.
“Grazie mille Perrie!” esclamai abbracciandola. “E … e Zayn che cosa ne pensa?”
“Oh, lui non voleva invitarti, non so perché. Non sa che verrai, sono certa che in realtà gli fa piacere avere anche te, ho capito che anche lui ci tiene a te” ammise.
“Sì, mi fa molto piacere” borbottai mentre mi rigiravo l’invito fra le mani.
 
 
 
 
Mancavano davvero pochissimi giorni al matrimonio e nemmeno io me ne rendevo conto.
Che cosa sarebbe successo dopo fra me e Zayn? E fra lui e Perrie? Avremmo perso i contatti o saremmo rimasti solo amici?
Cercai di scacciare quei pensieri, mentre ascoltavo mia sorella dialogare con i futuri sposi.
Megan era tornata due giorni dopo il mio shopping con Perrie e le sue simpaticissime amiche. Liam era ancora a Londra, non se ne sarebbe andato fino al giorno dopo il matrimonio di Zayn perché anche lui, come Megan, era stato invitato. Era il vecchio migliore amico di Malik, forse sarebbero ritornati amici.
“Bene” affermò Megan alla mia destra, entusiasta, mentre segnava degli appunti con la matita su un foglio e ne cancellava altri. “Non manca molto. Direi che è quasi tutto pronto in effetti. La chiesa è stata già prenotata, come anche il locale per il ricevimento, catering eccetera sono confermati e anche il vestito di Perrie lo abbiamo. Zayn, direi che manchi solo tu. Sai che mancano solo dieci giorni, vero?” gli chiese sorridendo rassicurante ma con la giusta severità per fargli capire che non c’era molto tempo.
Il diretto interessato alzò lo sguardo con fare assonnato vero Megan. Occhi stanchi, viso annoiato … non gli interessava nulla?
“Cosa?” domandò cercando di ricomporsi.
Perrie gli diede una leggera gomitata, evidentemente cercando anche lei di farlo riprendere.
“Il vestito Zayn, non hai il vestito” gli ripeté.
“Oh, beh, c’è ancora tempo, no?”
“No! Mancano dieci giorni cavolo! Ti svegli? Oh mio Dio, ma che hai in questi giorni? Non ci starai ripensando, vero?!” sbottò Perald.
“N-no amore, certo che no. Oggi sono solo un po’ stanco” si giustificò accarezzandole la mano.
Amore.
Per poco non sentii il rumore del mio cuore frantumarsi lievemente.
 “Sai che Sonny ha davvero gusto? Pensa, mi ha trovato lei il vestito adatto. Penso che invece di andare con i tuoi amici guastafeste dovresti farti aiutare da lei” gli consiglio.
Oh no. Mannaggia al mio buon gusto.
“Sì, è proprio una buona idea” si rispose da sola.
 
 
 
 
“Cioè, quel qualcuno era Zayn?!”
“Non era , Louis, è!” gli spiegai sorseggiando la mia cioccolata per calmarmi.
Ci eravamo scambiati i numeri di cellulare quando era venuto a trovarmi a casa, perciò lo avevo telefonato per assicurarmi di incontrarlo da Sturbucks per uno dei suoi saggi consigli. E inoltre mi ero fatta spiegare come avesse fatto a trovare casa mia senza che io gli avessi dato un indirizzo, dimenticandomi di avergli dato il biglietto da visita di mia sorella, dove, oltre al suo numero di cellulare, c’era l’indirizzo di casa mia.
Gi avevo raccontato tutto, spiegandogli quello che provavo per Zayn e quello che stava ed era successo.
“Ecco perché quando sei entrata in cucina quel giorno gli si sono illuminati gli occhi …” ci pensò su sorridendo.
“Non gli si sono illuminati gli occhi, evidentemente pensava alle sigarette” lo giustificai.
“Sì, certo. Ho visto come ti guardava, Sonny. È cotto, di più! È innamorato pazzo … rischi di rovinare un matrimonio, ti avverto”
“Io non voglio rovinare un bel niente” sbottai irritata “Io non sono una rovina-matrimoni! Non credo lui provi le stesse cose che io provo per lui”
“Ma ti senti quando parli o hai dei tappi alle orecchie?” mi canzonò “Mi hai  spiegato cosa ti ha detto. È stato romantico, dolce, sensibile … accidenti. Siete perfetti” sospirò ancora più divertito.
Come si fosse qualcosa da ridere!
“Oh Louis, ti ho chiesto un consiglio, non volevo peggiorare la situazione”
“Beh, che vuoi che ti dica? Vuoi sentirti dire quello che vuoi” alzò le spalle.
“Sì, forse hai ragione” sentenziai.
“E cosa vuoi che ti dica?”
“Non lo so”
Ero nella confusione più totale e speravo che almeno Louis mi avrebbe potuto consigliare qualche cosa di utile e che mi avrebbe chiarito –almeno in parte- le idee.
Magari aveva davvero ragione: volevo sentirmi dire quello che volevo, ma cosa volevo davvero sentirmi dire? Che sarebbe andato tutto bene per Zayn e Perrie o per Zayn e me?
Io non ero una rovina matrimoni, io aiutavo ad organizzarli, non a distruggerli. Eppure sapevo che in parte mi sarebbe piaciuto se Zayn avesse spiegato a Perrie che il loro matrimonio era un errore.
Un errore?
Si poteva davvero definire un errore? L’errore forse ero proprio io, che mi ero solo intromessa.
Sospirai rendendomi conto del fatto che nemmeno la futura sposa alle prese con l’abito era più confusa di me.
“Lou, ho bisogno di un vero consiglio. Ho la mente piena di domande, non so come risponderle”
“Esclusivamente per questa volta –precisò con un sorriso- non so proprio che consiglio darti … ma credo che molte di quelle domande dovrebbe risponderle anche Zayn”
Sì, aveva ragione.
 
 
Dopo la chiacchierata con Louis decisi di passare a casa di Niall.
Mi sentivo quasi una giornalista in cerca di scoop, mentre cercavo di estrapolare da ogni persona più importante per me dei consigli utili.
Arrivata davanti casa di mio cugino sperai con tutto il cuore che fosse stato in casa, dato il mio arrivo senza un preavviso.
Suonai al campanello, cominciando a dondolarmi da un piede all’altro mentre cercavo il cellulare che avevo lanciato pochi minuti prima nella borsa senza badare a dove lo avessi tirato precisamente.
Ad aprirmi non fu precisamente chi mi aspettavo di trovare.
Al posto del biondo tinto, pronto a stringermi in un abbraccio consolatorio c’era Harry, con la porta socchiusa, come le sue labbra.
Alzò un sopracciglio per poi sorridere beffardo.
“Chi non muore si rivede” mi congedò.
La sua voce non era quella calda e profonda di una volta. Era fredda, non lasciva trasparire emozioni e non emanava tutta la sua bontà.
Non era lui.
“Ciao anche a te, Harry” risposi a mia volta cercando di essere il più distaccata possibile.
Cercai di entrare ma lui bloccò l’entrata con il braccio, evitando di farmi passare.
“Allora, dove l’hai lasciato il fidanzatino?” mi domandò con ancora più freddezza di prima.
La sua voce, le sue parole, mi ferivano.
“Potrei farti la stessa domanda” gli dissi cercando ancora una volta di entrare in casa, ma mi precedette, di nuovo.
Mi prese per i fianchi avvicinando la bocca al mio orecchio. Sussultai all’istante.
Capii che mi era mancato, che mi era mancato il suo tocco, la sua voce, i suoi occhi, le sue fossette, il suo modo di fare sicuro di sé.
Ma era tutto finito.
“Cosa vuoi?” domandai quasi biascicando.
“Noi due abbiamo ancora un conto in sospeso ti ricordo, tesoro” mi sussurrò all’orecchio.
“Non so di cosa tu stia parlando” vagheggiai.
“Ah no? Mi hai umiliato davanti al mio migliore amico, ti dice nulla?”
Oh certo, quando avevo fatto quella scenata inevitabile davanti a Niall.
Scossi la testa, cercando di far mettere in funzione il cervello e di non lasciarmi distrarre dalla sua mano destra che aveva preso a farmi disegnini astratti sulla schiena.
“Non ti facevo così vendicativo, Styles”
“Devi ancora rispondere alla mia domanda” mi ammonì.
“Quale domanda?” chiesi non ricordando davvero la domanda.
“Il tuo nuovo ragazzo, dov’è? Ci hai messo poco a rimpiazzarmi a quanto vedo”
“A differenza tua io non ti ho usato” lo risposi subito a tono.
Sentii la presa sul mio fianco farsi più forte, rischiava quasi di farmi male.
“Sai che non è così” rispose.
Questa volta nella sua voce notai una leggera malinconia.
Come se il nostro noi per lui avesse significato davvero qualcosa.
“Scommetto che non voleva neanche dartela. Perciò stavi ancora con me” gli dissi ancora.
“Sonny …”
“Non sono venuta per te” riuscii a zittirlo e a farmi lasciare. “Dov’è Niall?”
“È uscito con una ragazza, mi ha chiesto di badare a Grace”
“Poteva chiederlo a me”
“Credeva fossi troppo impegnata”
“Vorrà dire che passerò la prossima volta” feci per andarmene,   ma mi prese il polso girandomi verso di lui.
I nostri visi, a pochi centimetri di distanza, così vicini … mi provocavano la pelle d’oca.
Sorrise lievemente lasciandomi intravedere le fossette.
“Non ti manco neanche un po’?” chiese, tornando serio tutto a un tratto.
Scossi la testa. “No”
Mentii.
Mentii perché in realtà mi mancava, e forse sarei rimasta con lui se non avessi scoperto la verità e se Zayn non si fosse messo in mezzo nella mia vita.
“Davvero?” mi domandò di nuovo.
“E tu invece la ragazza dove l’hai lasciata?” domandai io pungente.
“L’ho lasciata” abbassò lo sguardo.
“Allora la mia teoria è giusta” risi.
“No Sonny …”
“Bene, quindi posso sapere perché l’hai piantata”
“Perché mi tradiva, ok?” mi rispose irritato.
“Almeno sai come ci si sente” risposi a tono strattonando il braccio per lasciarmi andare. “Ci si vede in giro Styles”
 
 

 

 

Spazio Autrice:
Racazze ciao! Finalmente sono tornata :D
Allora, avete visto il banner? Ci ho messo 2 giorni per farlo!! DUE GIORNI! Ma sono abbastanza soddisfatta del risultato anche perché è la prima foto che modifico, quindi non avrei potuto aspettare di meglio, rimango fiera di me però.
Ho imparato grazie ai tutorial di
Sara_Scrive molte cose, infatti alla fine di ogni "Spazio autrice" trovate la mia firma e se ci cliccate sopra vi ritrovate sul mio profilo di EFP mentre se cliccate sulla scritta sotto avrete accesso al mio profilo FB! HAHAH mi sembra di parlare a dei polli, ma io ero incapace e queste cose per me sono scoperte magnificenti *^* ho provveduto ad aggiungere queste mie scoperte a tutti i chapter.
Benissimo, ditemi che ne pensate del capitolo allora! A me piace sinceramente, ho aggiunto le Little Mix, la parte con Harry la trovo kuygfgvbhn e anche quella con Louis. Scusate eventuali errori/orrori :O
Quindi, ringrazio tutte quelle che continuano ad aggiungermi fra gli autori preferite, fra le storie seguite, ricordate o preferite, ringrazio chi recensisce sempre e chi sta in silenzio ma legge lo stesso le mie storie. GRAZIE.
Ci tengo a dire che mancano solo 2 capitoli alla fine :'( già piango.

Allora ... a presto <3
Vi amo.

Miley.

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Capitolo 11
*** L'abito dello sposo ***


 

L'abito dello sposo



La ‘chiacchierata’ con Harry sarebbe stata indimenticabile, si.
Non riuscivo a capire perché aveva ancora quell’effetto su di me. Io non ero più innamorata di lui … nel senso, lo avevo lasciato. Mi tradiva e adesso che si trovava dall’altra parte non mi avrebbe fatto tenerezza, inutile fingersi dispiaciuto.
Eppure dopo averlo visto ero ancora più confusa di prima.
 
“Mi raccomando Zayn, ti controllo” lo avvisò Perrie prima di scoccargli un sonoro bacio a stampo.
“C-che significa?” domandò lui balbettando.
“Che so se andrai solo con Sonny o porterai dietro di te degli incapaci che rischieranno di mandarti al matrimonio come un barbone”
Risi alla sua battuta mentre io e Zayn ci tranquillizzavamo. Sapevo che avevamo avuto la stessa paura, e cioè che Perrie intendesse che avrebbe controllato noi due, quello che facevamo insieme.
Sarebbe di gran lunga stato meglio se con noi fosse venuto anche uno dei suoi amici barboni.
“Mio fratello non è un barbone, può venire anche lui?” domandai mentre mi si accendeva un barlume di speranza.
“Oh, oggi deve studiare, sai che presto ritornerà all’università” mi spiegò mia sorella.
“Mh … va bene” ammonì tutti e la speranza.
Cavolo.
Nel frattempo avevo salutato Megan, che sarebbe rimasta per un po’ con la sposa a mostrarle ancora una volta come procedevano i preparativi.
Salii in macchina con Zayn, diretta ad un’altra giornata di shopping. Questa però sarebbe stata più dura perché avrei dovuto contenere il mio istinto di saltare addosso allo sposo, impresa ardua!
Arrivammo ad un semaforo abbastanza distante da casa, quando Zayn si girò sorridendo verso di me e si avvicinò per baciarmi.
“Zayn? Che diavolo stai facendo?” esclamai cercando di allontanarlo spingendolo sul suo sedile, ma a lui i miei sforzi non sembravano fare piega.
“Adesso non ci vedono” sussurrò ancora con il sorriso mentre cercava di baciarmi.
“E che significa? Zayn senti, forse non hai capito una cosa … fra una settimana devi sposarti con Perrie!” gli ricordai.
“Credevo …”
“Che cosa? Che avrei fatto l’amante? La fidanzata nascosta? Ma te lo sogni!” urlai.
Pensava davvero che avrei fatto questo torto a Perrie? Aveva capito male, io non ero quel genere di persona.
Sospirai profondamente mentre con la coda dell’occhio osservavo Zayn.
Il suo sguardo pesava, sentivo che mi stava fissando con gli angoli della bocca alzati in un sorriso … come sempre. Ogni volta che andavo di matto lui rideva! Stava lì a spassarsela come se stesse guardando un film comico, come se io fossi stata davvero divertente mentre per poco non mi strappavo i capelli dalla disperazione.
“Non c’è niente da ridere” lo ammonii subito mettendo il broncio con fare teatrale, mentre mi rannicchiavo più che potevo sul sedile.
“Invece sì. Quando ti arrabbi ti si arriccia il naso, fai una smorfia strana e sei bellissima. Dovresti vederti” finì ridendo ancora di più.
Gli diedi una pacca sulla spalla. “Ma smettila! Non è vero niente”
Rimanemmo in silenzio per un po’ quando il clacson delle auto dietro la nostra ci ‘risvegliò’. Zayn saltò sul posto e ripartì velocemente mentre scoppiavamo a ridere.
“Sei un cretino!” gli dissi fra una risata e l’altra mentre mi piegavo in due tenendomi la pancia.
“Cosa mi tocca fare per vederti ridere” sospirò giustificandosi per la sua figuraccia.
“Vorresti dire che non lo hai fatto di proposito?”
“Non è vorresti dire, è così” affermò mentre accendeva la radio.
Cambiò stazione una decina di volte, non riusciva a trovare una canzone che gli piacesse.
“Fra poco la radio ti manderò a fanculo” lo presi in giro mentre scostavo la sua mano dal pulsante “Lascia fare a me”
“Non mi fido” scherzò lui, mentre posava entrambi le mani sul volante.

Cominciai a girare anche io, sinceramente annoiata dalle solite canzoncine che partivano per radio. Mentre sbuffavo sentii le note iniziali di Chasing Pavements, una vecchia canzone di Adele. Mi piaceva, e mi era capitato di ascoltarla molte volte anche nell’arco di una giornata, ma mai come quella volta le sue parole mi parevano più giuste.

I’ve made up my mind,
No need to think it over,
If i’m wrong I aint right,
No need to look no further,
This ain’t lust,I know,
This is love but,
If i tell the world,
I’ll never say enough,
Cause it was not said to you,
And thats exactly what i need to do,
If i’m in love with you.

 
Anche solo le prime parole cominciarono a farmi riflettere parecchio. Sembrava rispecchiare quello che stavo provando in quel periodo.
Non potevo più negarlo né c’era bisogno di ripassarci sopra col pensiero: quello che provavo per Zayn non era altro che amore. Potevo dirlo a chiunque, anche al mondo … la cosa importante ora era dirlo a lui.
 
Should i give up,
Or should i just keep chasing pavements?
Even if it leads nowhere,
Or would it be a waste?
Even If i knew my place should i leave it there?
Should i give up,
Or should i just keep chasing pavements?
Even if it leads nowhere
 
Dovevo arrendermi e lasciare che Zayn sposasse Perrie o dovevo continuare ad andare avanti e lottare per stare con lui … e rovinare un matrimonio?
Beh, non proprio un matrimonio, più che altro un futuro matrimonio, dato che non si era ancora svolto nulla.
La canzone continuò a scorrere mentre Zayn parcheggiò nel parcheggio di un negozio. Nessuno dei due osò scendere, io non mi ero neanche accorta di essere arrivata, come se la macchina fosse stata ferma per tutto quel tempo.
Ogni tanto mi mordevo il labbro, mentre cercavo riflettere sul da fare, giocherellando con le mie dita.
Ad un tratto alle mie mani si aggiunse quella di Zayn che cominciò ad accarezzarle. Abbozzai un mezzo sorriso e mi girai per guardarlo negli occhi.
“Lo so che sei confusa” ammise “Ma io lo sono ancora più di te”
“Io non confusa. So quello che voglio” affermai.
“Ma …?” mi incitò lui.
“Ma non voglio che Perrie soffra come ho sofferto io per Harry”
“Nemmeno io. Ma non voglio far soffrire te. Sonny, io voglio stare con te”
“Non puoi dirlo di punto in bianco. Stavi per sposarti e poi colpo di fulmine, non vuoi sposarti più”
“Perché mi sono innamorato di te”
Uno … due … tre  … morta.
Decisi di non risponderlo, aprii la portiera e mi precipitai fuori. Zayn mi seguì poco dopo.
Quando entrammo nel negozio notai alcuni commessi, commesse e qualche persona. Non c’erano solo abiti da sposo, ma anche da sposa, c’era una vasta scelta per entrambi i tipi e ciò si poteva notare anche solo entrando.
Pochi secondi dopo una ragazza si parò davanti a noi, con un falso sorriso sulla faccia. Era una delle commesse e come le sue colleghe portava una maglia nera a maniche corte sopra ad un’altra con le maniche lunghe, con sopra la scritta del nome del negozio. Aveva dei lunghi capelli castani, mantenuti da un elastico in una coda alta e precisa, che per poco non le tirava anche le sopracciglia.
“Salve, sono Tiffany, posso aiutarvi?” chiese con disponibilità.
Zayn non alzò lo sguardo dalle sue scarpe, che sembrava trovare più interessanti di ciò che stavamo facendo.
Sbuffai mentre gli davo una leggera gomitata, cercando di attirare la sua attenzione e non quella della ragazza avanti a noi che continuava a fissarci in attesa di una risposta.
Lui parve riprendersi. “Ehm … sì. Dovrei sposarmi e ho bisogno di …”
“Non siete troppo giovani per sposarvi?” domandò Grace guardando entrambi con ovvietà.
Questa sua domanda mi irritò, e non poco. Poteva benissimo farsi i fatti suoi e fare solo il suo lavoro. “Non sono io la sposa, e comunque non le riguarda” le risposi a tono mentre ricambiavo il suo sorriso.
Vidi con la coda dell’occhio Zayn alla mia sinistra mentre si manteneva un braccio con la mano, trattenendo una risata.
Tiffany rimase in silenzio per un po’, poi cominciò a girare per il negozio, dopo aver chiesto a Zayn cosa preferisse indossare.
Lui si limitava ad annuire e fare qualche smorfia quando lei gli faceva delle domande. Si vedeva che non era preso al 100%, come sarebbe dovuto essere invece.
Poco dopo la commessa ci porto circa quattro abiti, sistemandoli aggraziatamente su una poltroncina bianca, mentre li scostava meglio per farli vedere a Zayn. Poi andò via, dicendo di dover aiutare velocemente dei clienti, ma promettendoci che sarebbe tornata il prima possibile per darci una mano nel caso ne avessimo avuto bisogno.
Come se ne avessi avuto bisogno anche io.
“Allora?” domandò Zayn osservando con poca attenzione i completi.
Erano tutti e quattro neri, tutti e quattro mi parevano uguali ma Tiffany ci aveva spiegato che ognuno di loro aveva una caratteristica diversa che io non vedevo, forse perché ero una femmina.
“Cosa?” gli chiesi di rimandò guardandolo.
“Quale preferisci?” mi domandò di nuovo, con ovvietà.
“Zayn, non devo scegliere io cosa indosserai … dipende tutto da te!” sbuffai.
“Ma io ci conto al tuo parere” sorrise lui.
Il suo sorriso mi fece sciogliere e annuii distrattamente mentre prendevo due completi a caso. Li scrutai prima di porgerli entrambi a Zayn.
“Ok, vado a provarli” mi disse indicando il camerino dietro di lui.
Sorrisi titubante prima di spostare gli ultimi due completi rimasti sulla poltrona, in modo da sedermi accanto a loro.
Rimasi per qualche minuto ad annoiarmi con le mani in mano, osservando alcune donne che sorridevano contente davanti ai parenti seduti sui divani di fronte a loro, felici perché forse avevano trovato l’abito giusto. E sul lato opposto c’erano uomini che si aggiustavano la cravatta, controllando attentamente tutti i dettagli del completo.
Mi guardai ancora una volta attorno, prima di decidermi ad alzarmi e girovagare senza meta per il negozio, con le mani incrociate dietro la schiena.
Quanto ci voleva a mettere un paio di pantaloni?
Mentre camminavo con la testa bassa mi ritrovai davanti ad un abito da sposa semplicemente perfetto: corpetto stretto e gonna non troppo ampia e il tutto decorato con qualche semplicissimo ghirigoro. Lo osservai a lungo, immaginando di indossarlo. Ero così immersa nei miei pensieri che non mi accorsi di Zayn dietro di me, che mi avvolse il bacino con le braccia, poggiando la testa sulla mia spalla destra.
“Ti piace” mi chiese riferendosi al vestito che stavo sciupando con gli occhi.
“Non è bellissimo?” gli risposi ovvia.
“Mhh, sì. Su di te sarebbe ancora più bello” disse scoccandomi un bacio sulla guancia.
Sorrisi istintivamente. “Sai, da quando ero piccola ho sempre immaginato che il mio matrimonio fosse perfetto: mio padre che mi accompagna all’altare, tante persone lì solo per me, il vestito perfetto, lo sposo perfetto. E invece non credo che nulla di tutto ciò si avveri. Quando si è piccoli si tende a sognare il proprio futuro come in una favola, ma piano, piano si capisce che la vita è troppo dura per avere sicuramente un lieto fine” dissi amaramente.
“Beh, fra qualche anno potresti avere tutto questo, soprattutto lo sposo perfetto” rise “Non è detto che mi debba sposare a diciannove anni, posso aspettarti” rispose girandomi verso di lui.
Ebbi un tuffo al cuore, quello che mi aveva detto ... era così dolce!
Lo osservai meglio, per vedere come gli stesse il completo.
Perfetto. E non ne dubitavo, ovviamente.
“Sei bellissimo” mi lasciai scappare prima di abbassare lo sguardo imbarazzata.
“Anche tu” sussurrò baciandomi la puta del naso che arricciai subito dopo “Voglio baciarti” bisbigliò avvicinando sempre di più le sue labbra alle mie.
“Zayn …” borbottai prima di essere interrotta dalla sua bocca. Dei brividi mi invasero la schiena, mentre ricambiavo il bacio nonostante sapessi che non avrei dovuto.
Perché ero così stupida? Prima mi facevo i ragionamenti in testa, pensando che quello che facevo non era corretto e poi slinguazzavo con Zayn. No! 
A fanculo tutte le notti insonnie a ragionare sul da fare, cavolo!
Quando ci staccammo per riprendere fiato, Zayn mi guardò negli occhi così profondamente che credevo ci si stesse specchiando. Sentivo il suo sguardo trapassarmi l’anima, mentre rimanevo incantata dalle sue iridi sovrannaturali, oro fuso.
“Tu, Sonny Payne, vuoi prendere il qui presente Zayn Malik come tuo legittimo sposo?” scherzò intrecciando le dita con le mie.
“Sai che al posto del mio nome ci sarà quello di Perrie, vero?” gli domandai sospirando e osservando per un attimo quanto le nostre mani fossero perfette insieme.
“Potremmo cambiare le cose, insieme
“No Zayn, non possiamo cambiare nulla” gli spiegai nascondendo la testa nell’incavo del suo collo.
“Devo dirti una cosa”
“Ti ascolto”
Silenzio.
“Zayn? Dimmi”
Ancora silenzio.
Alzai lo sguardo per osservarlo: si mordeva il labbro e si notava la sua insicurezza.
Amore cosa c’è?” gli domandai.
Lui sembrò risvegliarsi e mi guardò alzando gli angoli della bocca.
Ops.
“Ripeti quello che hai detto” mi incitò.
Sapevo benissimo dove voleva arrivare. “C’è?”
“Un po’ prima”
“Cosa?”
“Ancora prima”
Questa volta fui io a non parlare, completamente in imbarazzo.
Come mi era venuto in mente di chiamarlo amore? Ma le cose le pensavo prima di dirle? Oh, certo che no. Sospirai ormai in trappola. “Amore”.
Lo guardai negli occhi, gli si illuminarono e per poco non cominciavo a piangere di gioia solo pensando che con una semplice parola i suoi occhi avevano quella reazione … che a lui facesse così piacere.
“Quindi?” cambiai subito argomento.
“Quindi cosa?” domandò confuso lui.
Ae…. “Che mi devi dire?”
“Ah certo … beh,io …”
“Tu?”
“Non interrompermi” sbraitò.
Risi sonoramente prima di tornare seria.
“Io ti amo”
Io ti amo
Io ti amo
Io ti amo
Io ti amo
Diecimila farfalle si impossessarono del mio stomaco.
Mi amava … mi amava.
Non potevo crederci … mi amava.
Aprii la bocca per dire qualcosa, ma dalla mia bocca non uscì nulla. Ne approfittai per prendere una boccata d’aria.
Mi amava.
Avrei voluto rispondergli, ma il mio cellulare cominciò a suonare imperterrito.
Stronzo.
Zayn notò la mia faccia da ebete, e mi sorrise rassicurante. “Rispondi” disse indicando con lo sguardo la tasca dei miei jeans. “So?”
Niente, ero in trance.
Afferrò il mio telefonino dalla mia tasca e controllò chi mi stesse chiamando. “È Megan …” disse porgendomi il cellulare.
“Hem… pronto?” domandai titubante.
“Sonny? Tutto bene?” mi chiese.
La sua voce era … strana. Avevo percepito subito che c’era qualcosa che non andava e cominciai leggermente a preoccuparmi. Se Liam non stesse bene?
Perché dovevo sempre pensare al peggio?
“Certo, perché?” le domandai subito.
“No, niente. È solo che vorrei sapere quando torni” rispose, calmandosi di poco.
“Ehm … abbiamo quasi fatto. Posso sapere che succede?”
“Ecco, io devo uscire e Liam è in biblioteca. Solo che c’è Harry davanti alla porta, ha detto che ti aspetta. È successo qualcosa fra di voi?”
Harry? Che cosa voleva ancora? Sbuffai visibilmente scocciata. L’ultima volta che lo avevo visto non era stato tanto piacevole, non per cattiveria, ma era comunque il mio ex, e aggiungere quel prefisso alla parola fidanzato non era bello. Mi faceva stare male pensare a tutti i momenti che avevamo passato insieme, anche se sapevo di non provare più nulla per lui. Harry era stata la prima persona ad aiutarmi, non lo avrei mai dimenticato ovviamente.
Ricordai di essere a telefono con mia sorella. Non le avevo detto nulla di me ed Harry.
“No, non preoccuparti” mentii “ Digli di aspettare dieci minuti a meno che non voglia andarsene …”
“Certo, non preoccuparti. Ci vediamo stasera”
“Ok, ciao Meg” risposi in fretta prima di riattaccare.
Zayn mi osservava con sguardo interrogativo. Voleva delle spiegazioni? Oramai lo conoscevo e sapevo che se avesse visto Harry lo avrebbe riempito di pugni per quello che mi aveva fatto o almeno ci speravo. Ma non volevo che si facesse del male, nessuno dei due, soprattutto per colpa mia.
“Tutto bene?” mi chiese premuroso riprendendomi le mani.
“Sì,sì. Ma c’è … mio cugino che mi aspetta a casa, quindi dovremmo fare in fretta”
“Certo, ok. Allora? Che ne pensi?” domandò allontanandosi da me di poco ma senza lasciare la presa dalle mie mani.
Gli avevo già detto che era bellissimo quando eravamo troppo vicini, vederlo a un metro di distanza faceva ancora più effetto.
Secondo me sei perfetto
“Ti sta bene”   
“Grazie” sorrise “Allora prendo questo, ok?”
No, non prendere nulla e non sposarti.
 “… Ok”
Zayn annuì distrattamente prima di voltarsi e ritornare in camerino per cambiarsi.
Sospirai ricominciando la mia marcia avanti e indietro per il negozio, prima che una mano mi fermasse saldamente per il braccio.
Mi girai irritata incontrando lo sguardo maligno della commessa con cui avevamo parlato prima.
“Scusami?” le chiesi cercando di farmi lasciare, senza nessun risultato positivo.
“Non avevi detto di non essere tu la sposa?”
Impicciona.
“Perché?” domandai con la voce più acuta del solito.
Non dovevo preoccuparmi però, era solo una commessa.
“Vi stavate baciando” affermò ovvia.
“Devi aver visto male … e comunque non sono affari tuoi” la liquidai allontanandomi finalmente e notando Zayn che usciva dal camerino. Lo raggiunsi velocemente.
“Che succede?” mi chiese notando la mia espressione preoccupata.
“Mh, niente. Andiamo a pagare”
Prima di uscire dal negozio notai ancora una volta lo guardo omicida di Tiffany verso di me. Ma cosa le avevo mai potuto fare?
Durante il tragitto riaccendemmo la radio, ma questa volta non feci caso alle canzoni che sentivo.
Ero davvero distratta, immaginando cosa volesse ancora Harry. Se pensava di usarmi come un rimpiazzo perché quella lo aveva lasciato poteva scordarselo subito, non ero un oggetto. A parte quell’ipotesi non ne avevo altre. Magari mi avrebbe solo chiesto scusa.
Da quando avevo conosciuto Zayn la mia vita era diventata un tradimento: Harry mi aveva tradito con una tizia ch a sua volt lo aveva tradito e Zayn aveva tradito Perrie con me … cioè, non proprio tradito, ci eravamo scambiati solo qualche bacetto. Styles era sicuramente andato oltre.
Cominciai a guardare distrattamente fuori dal finestrino, rendendomi conto che eravamo quasi arrivati a casa. Zayn non doveva vedere Harry!
“Ok, grazie per il passaggio” lo liquidai sperando che accostasse da qualche parte.
Ma invece rise “Sonny non siamo ancora arrivati a casa”
“Lo so, ma … è meglio che mi lasci qui, mio cugino sarebbe geloso” mentii.
“Oh, così potrei conoscerlo”
NO!Non doveva conoscere nessuno!
Arrivati davanti casa il mio sguardo si soffermò subito su Harry, seduto sulle scale avanti la porta d’entrata, che giocherellava con qualcosa che aveva fra le mani. Alzò subito lo sguardo quando Zayn fermò l’auto. Come sempre rimasi incantata dai suoi occhi, ma oltre a mille rimpianti non mi facevano provare più nulla.
Scesi dalla macchina con le gambe che tramavano, non sapevo più che cazzata inventarmi.
“Sonny!” esclamò Harry alzandosi velocemente e raggiungendomi. Il suo sguardo si soffermò su Zayn alle mie spalle, per poi ritornare a guardarmi.
“Ciao …”
Non  potevo chiamarlo per nome: avevo parlato a Zayn di Harry, quindi la copertura sarebbe stata … scoperta?
“Ciao, io sono Zayn. Tu sei suo cugino, vero?” si intromise subito Zayn porgendogli la mano con un sorriso a 32 denti.
Oh merda.
“Emh … veramente no, sono il suo ex ragazzo. Harry” si presentò lui stringendogli la mano.
Doppia merda.
“Harry?” ringhiò Zayn stringendo visibilmente la presa alla mano di Harry.
Lo ammazza, lo ammazza, lo ammazza.
“Grazie per il passaggio, ci sentiamo” cercai di dire a Zayn, che lasciò il riccio e l’osservo con occhi omicidi … gli stessi occhi da brividi con cui mi aveva guardato Tiffany al negozio.
“Cioè, tu sei quel bastardo? Sonny, è lui?”
“Scusami?” domandò subito Harry.
Era la fine. L’ultima mia speranza era che arrivasse un meteorite, che ci schiacciasse e facesse perdere la memoria ai due, in modo da ricominciare tutto da capo.
Sonny!” esclamò Zayn.
“Ma chi è questo qui? Ti stai dando da fare, eh?” rispose Harry prendendomi il polso su cui c’erano ancora delle vecchie cicatrici.
Ritrassi subito il braccio facendo una smorfia di dolore, che Harry riconobbe subito. Mi riprese la mano con molta più delicatezza e alzò la manica della giacca di jeans.
“Lo fai di nuovo?” domandò con occhi lucidi, guardandomi negli occhi come solo lui sapeva fare.
“Per colpa tua, brutto stronzo” gli inveì contro Zayn, spingendolo.
“Mia? Ma che cazzo vuoi?” urlò invece Harry avvicinandosi a lui con cattiveria.
“Smettetela!” esclamai infilandomi fra loro.
Harry cercò subito di calmarsi mentre percepivo ancora la tensione di Zayn.
“Sonny, possiamo parlare?”  mi chiese con tutta la calma possibile.
Annuii distrattamente girandomi verso Zayn per salutarlo.
“Ci sentiamo più tardi” gli sorrisi.
Lui si avvicinò al mio orecchio “Non farti ingannare di nuovo, ti prego, amore” mi pregò, chiamandomi come avevo fatto io prima al negozio.
Mi sorrise prima di scoccarmi un bacio sulla guancia e andarsene.
Rimasi a guardarlo fino a che la sua auto non partì definitivamente.
Mi scappò un leggero sorriso, ripensando a come mi aveva chiamato poco prima.
“Allora?” mi richiamò Harry.
Mi voltai verso di lui, osservando la sua semplice bellezza, mentre si dondolava sui piedi con le mani in tasca, come era solito fare.
“Entriamo” sorrisi rassicurante, portandolo dentro casa.


 

 


                                                                     


 

Mi dispiace

Comincio questo spazio autrice in questo modo osceno per chiedervi perdono.
Lo so che non aggiorno da una vita ma questo capitolo è stato un parto vero e proprio che ho dovuto fare due volte :')
Allora, prima di parlare di questo chapter vorrei precisare delle cose:
1. questo è il penultimo capitolo, eh già;
2. Harry e Sonny non tromberanno non appena entreranno in casa!
3. in questa fanfiction Harry NON è un puttaniere. Cioè, se qualcuna di voi lo ha pensato in base al capitolo precedente mi dispiace, ma non è che voleva scopare Sonny davanti alla porta eh! Non potete sapere cosa vuole dire a Sonny né che cos'ho in mente, quindi aspettate il prossimo capitolo ;)
4. Ci tengo a ringraziare una persona importante:
Sara Scrive che una tuttofare :') e niente, mi aiuta sempre quando ho bisogno e inoltre ha "creato" per me un gruppo ed un profilo fb, quindi mi sento in dovere (e inoltre mi fa pure piacere perché merita)  di pubblicizzare la sua fanfic
Diventerai un Star. The Movie
Merita davvero, oltre ad essere una trama iuytgfhjygt scrive perfettamente .... quindi passate :3
5. Se ci sono errori mi dispiace <3
Passiamo al mio capitolo! Allora, io adoro Sonny e Zayn, ma Zayn deve sposare Perrie v.v cosa vorrà Tiffany? Secondo voi? HAHAHAH e un'ultima cosa: sempre secondo voi che cosa succederà fra Sonny ed Harry? E fra Sonny e Zayn? No, perché questo è il penultimo capitolo e quindi l'ultimo sarà la fine di tutto ... già piango oh Dio :') 
Bene, spero di aggiornare presto, anche perché dal 9 al 13 sarò in gita e non potrò scrivere. Inoltre sto scrivendo una nuova fanfiction, spero di pubblicarla prima di partire ;)) 

Spero anche che il capitolo vi sia piaciuto, e ringrazio tutte le persone che continuano a seguirmi, ad aggiungere la storia fra seguite/ricordate/preferite e chi mi aggiunge fra gli autori preferiti :') vi amo.
Ok, vi lascio i soliti link ... adiosssss


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AMO LA FACCIA CON L'OCCHIOLINO, OK? OK!

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Capitolo 12
*** Speak Now! ***




Speak Now!
 

Osservai Harry mentre si sfilava la giacca e, come era solito fare quando passavamo le giornate a casa mia, la sistemò in uno strano modo su un gancetto per le chiavi.
“Quando imparerai che quello non è un appendino?” scherzai mentre mi sfilavo le scarpe.
Il secondo gesto che compiva Harold quando era a casa mia era proprio sfilarsi le scarpe. E come se fra noi non fosse cambiato nulla, pochi secondi dopo le sue Converse erano da sole dinanzi alla porta.
Sorrise mentre anche io mi levavo le ballerine.
“Dobbiamo parlare, So” proferì con severità.
Annuii distrattamente mentre mi recavo in salotto. Mi sedetti fiaccamente con le gambe incrociate e aspettai che anche lui facesse lo stesso.
“Ok, primo: chi era quello?”
Sospirai: Harry non era cambiato di una virgola, sempre lo stesso atteggiamento.
“Zayn” risposi con ovvietà.
Lui mi guardò alzando un sopracciglio, aspettava una risposta più completa?
“Deve sposarsi e ha ingaggiato Megan, ok?”
“E hai quell’atteggiamento con tutti i clienti di Megan?” domandò duro.
“Harry, non stiamo più insieme, faccio quello che voglio” scrollai le spalle.
“Va bene, lascio correre”
“Lasci correre, pft” borbottai fra me e me.
Cosa doveva lasciare perdere? Mi aveva tradito e poi era lui quello che doveva lasciare correre.
“Quindi, hai ricominciato?” chiese.
Non aveva bisogno di essere più dettagliato, capivo che si stava riferendo al mio problema.
Abbassai lo sguardo, torturandomi il lembo della maglietta con le mani, rischiando quasi di strapparla.
Quello era l’ultimo argomento di cui avrei voluto parlare, soprattutto con lui. Passavo sempre avanti a tutto e magari lo avrei anche perdonato. Ecco cosa avrebbe potuto dirmi, ecco cosa mi aspettavo.
Mi aspettavo che fosse venuto a trovarmi per scusarsi, non per farmi un interrogatorio. Eppure sapevo che mi stava chiedendo ciò solo perche infondo si interessava ancora a me.
Harry era la persona che mi conosceva di più, nonostante negli ultimi tempi non avevamo passato un bel periodo. Sapeva tutto di me: cosa mi piaceva, cosa non tolleravo, cosa non sopportavo, cosa significasse qualsiasi mia espressione, lamento o gesto, i miei punti deboli, quelli più sensibili, riusciva a capire cosa stavo pensando o provando anche solo guardando la mia espressione.
Era incredibile, lui era l’unico che riusciva a capirmi.
Perciò mi rendevo conto del fatto che sapeva che fare quella domanda e parlare di quell’argomento mi avrebbe dato tanto fastidio. Ma si sentiva in dovere di aiutarmi ancora forse.
“Sonny ti prego, parlami” mi implorò poggiando il pollice sotto il mio mento per alzarmi il viso.
Inchiodai i miei occhi nei suoi, cercando in cento modi di non crollare in una crisi di pianto.
“Io … è stato solo un momenti di debolezza, è passato”
Scosse la testa. “Credevo che avessimo superato questo problema”  mi sussurrò prendendomi una mano.
Avessimo.
Avessimo.
Ecco cosa mi colpì in quella frase. Avevamo superato tutto insieme, e rimpiangevo tanto quei momenti.
“Zayn mi ha aiutata, tranquillo” lo rassicurai, senza avere il risultato che volevo. La presa sul mio polso aumentò, abbassò lo sguardo e si morse il labbro.
“Zayn, eh?”
“Sì. Cosa c’è Harry?” domandai avvicinandomi di più a lui.
Quando finalmente alzò lo sguardo mi sentii sprofondare: stava piangendo, o meglio, aveva gli occhi rossi e lucidi; sapevo cosa stava provando, si notava chiaramente che cercava di non sbattere le palpebre per non far cadere lacrime, la vista gli si stava appannando.
“Ti ho persa” mormorò lasciando cadere una lacrima che cadde velocemente dal suo viso. Quando un’altra stava per scivolare via mi affrettai per afferrarla con il dito e asciugarla.
Non doveva piangere. Non per me.
Eppure sì, forse mi aveva persa … o quasi. Zayn doveva sposarsi e noi non eravamo fidanzati. Non eravamo niente.
“Harold, io …”
Sorrise. “Sai che ho sempre trovato sexy quando mi chiamavi Harold”
Poggiai un dito sulla sua fossetta destra. “Lo so” ammiccai “Quando sei con me voglio sempre vederle” affermai schiacciandogli anche l’altra fossetta.
“Sapere che ti sei fatta del male, di nuovo, mi fa piangere il cuore” sussurrò.
Persi un battito, lo aveva detto davvero?
Come poteva farmi quell’effetto se poco prima ero innamorata di Zayn?
“Non piangere”
“È colpa mia, vero?”
  Sì, era stata colpa sua.
Nella mia mente ritornarono alcuni flash: quando stavo con Harry, quando lo avevo visto con un’altra, quando gli avevo tirato il bicchiere d’acqua addosso, e quando Zayn mi aveva aiutato a medicare il taglio. Era tutto così confuso, un po’ come me.
Cosa avrei dovuto dirgli? Alla fine la colpa era davvero la sua!
Abbassò di nuovo lo sguardo, come se il mio silenzio fosse stata una conferma per lui.
“Io … non so cosa dirti, davvero” mormorò.
“Non devi dire nulla” lo rassicurai posandogli una mano sulla spalla.
Lui la prese e la portò all’altezza del suo viso, alzando la manica, come aveva fatto prima. In quel momento mi sentii come se tutti i miei segreti più grandi e importanti venissero svelati; come se quelle cicatrici rappresentassero tutti i miei dolori, gli sfoghi che non avevo fatto, le urla che non avevo cacciato al momento giusto, i pugni che avrei voluto dare agli altri e a me stessa. Tutto girava attorno a quei segni.
Sospirai quando sentii le sue labbra poggiarsi sul mio polso. “Non sarebbe mai dovuto succede” biascicò.
Non dissi nulla, non sapevo cosa avrei dovuto rispondere. Aveva solo ragione.
“Sonny, lui non ti conosce come me. Lo sai anche tu” mi disse lasciandomi il braccio. “Dammi un’altra opportunità, ti prego”
Scossi la testa con convinzione, quella che mi mancava nel cuore. “Io … sono stata ferita troppe volte. Non voglio che ciò riaccada” spiegai.
“Ma se ti stai innamorando di un uomo che deve sposarsi! Ti rendi conto? Non è una brava persona perché sta tradendo la sua futura sposa”
“Beh ma anche tu non sei stato da meno, o mi sbaglio?” lo ammonii subito.
Non aveva il diritto di giudicare.
“Harry, sei stata la persona più importante della mia vita, e lo sei ancora” cominciai prendendogli le mani “Sei stata l’unica persona che è riuscita a comprendermi anche solo guardandomi negli occhi, e so che è ancora così”
Sorrise.
“E ti ho amato più di quanto amo me stessa … ma tutto questo è finito” sussurrai “Scusami, mi sono innamorata di Zayn. So che fra me e lui non succederà nulla perché deve sposarsi, ma posso andare avanti, con qualcun altro. E farai così anche tu”
Lui non osò guardarmi negli occhi, io non ero da meno.
Poggiai la testa nell’incavo del suo collo, mentre qualche lacrima silenziosa mi rigava le guance. Nonostante io non volessi tornare con Harry avrei rimpianto tutti i bei momenti che avevo passato con lui.
“Non volevo tradirti, io …”
“Non è solo per questo” lo interruppi “Ho conosciuto Zayn, non provo più per te quello che provavo prima, e sì, forse è anche per colpa del tradimento. Non dire che non volevi”
“Sono stato uno stronzo, mi faccio schifo da solo”
Sorrisi. “Allora sono fiera di te” gli dissi posandogli un lungo bacio sulla guancia. “Ti ho perdonato, ma non torneremo insieme”
Harry tirò su con il naso e mi abbracciò. La sua presa forte mi fece rilassare, mentre stringevo gli occhi e mi mordevo il labbro per non singhiozzare.
“Io … ti avevo portato una cosa” disse sfilandosi dal braccio un suo braccialetto. “Mi ricordo che ti piaceva tanto, forse è un po’ largo ma si può stringere” borbottò con la voce impastata dal pianto.
Mi infilò il bracciale sul polso sinistro, cos’ da coprire anche alcuni segni, strinse il gancetto e rimase a guardarlo per qualche secondo prima di continuare a parlare “Spero che non lo toglierai mai, e che quando lo guarderai penserai a me”
Sorrisi. “Certo, te lo prometto”
Tirò su col naso. “Bene, meglio che vada”
“Sì” sospirai io mentre mi alzavo con lui, lo accompagnai alla porta e lo osservai mentre si infilava le converse e la giacca. Affianco al gancetto dove aveva poggiato l’indumento notai il mazzetto di chiavi di mio fratello e per poco non scoppiai a ridere per la sua sbadataggine: aveva dimenticato le chiavi a casa.
Harry aprì la porta e si girò di nuovo verso di me prima di scendere la scalinata e andarsene “Vieni qui” sussurrò allargando le braccia.
Sprofondai fra di esse, chiusi gli occhi e mi beai di quegli ultimi secondi con lui, forse lo avrei risentito. Sì, ne ero certa. Non volevo perdere le distanze con lui.
“Ci sarò sempre per te, sempre” mi sussurrò all’orecchio come se mi avesse letto nel pensiero, prima di scoccarmi un sonoro bacio sulla guancia e avviarsi verso il cancelletto del giardino.
“Ti voglio bene” gli urlai sorridendogli.
Lui ricambio il sorriso “Anche io So, tanto” rispose prima di andarsene definitivamente.
Chiusi la porta e mi ci poggiai sopra, con ancora un sorriso da ebete sul viso, mentre mi passavo le dita sotto gli occhi per asciugarli.
“E così sei innamorata di Zayn?”
Sobbalzai portandomi una mano sul cuore. “Oh mio Dio, Liam! Mi hai fatto prendere una paura”
Lui rise sonoramente mentre si avvicinava a me.
“Sei un stronzo, ho avuto mille piccoli infarti, cazzo. Non si fa così, no!” gli urlai contro mentre lui si sbellicava dalle risate.
Il mio cuore nel frattempo batteva come un pazzo per la paura presa.
“Scusate tanto” sogghignò.
“Ma quando sei tornato?”
“Giusto in tempo per sentirti dire che ami il mio amico”
Cazzo!
“No … ma è un altro Zayn” borbottai cercando di salvarmi.
“Sì certo,  in questo periodo tutti quelli di nome Zayn si sposano? Ma tu guarda che coincidenza!” mi prese in giro. “Sai che a me puoi dire tutto, no? Avanti, ti piace, puoi dirmelo. Amare è un parolone. In effetti è un bel ragazzo e …”
“No Liam, lo amo” lo interruppi.
“Sonny, l’amore è una cosa reciproca. Non puoi amarlo, non lo conosci”
“E tu cosa ne sai? Tu non hai la minima idea di quanto io lo conosca e di quanto lui conosca me! E sai una cosa? Mi ama anche lui, me lo ha detto prima e so per certo che era sincero. In questo periodo siamo stati benissimo insieme ma, come ho già detto ad Harry, deve sposarsi e io andrò avanti. Zayn è una persona fantastica, è uno stupido, ma ha un cuore d’oro” sorrisi da sola come una stupida.
Liam si grattò la nuca, mentre rifletteva sulle mie parole“Bene, e che pensi di fare?”
“Io non lo so, penso proprio nulla …” sospirai alzando le spalle.
Di certo non mi sarei fatta dare un consiglio da lui! Di solito le sue idee non erano tanto facili da compiere, forse quelli erano gli effetti  collaterali di vedere dei cartoni anche a diciannove anni.
“Beh, perché io ho una vaga idea di come risolvere le cose” sorrise.
Come non detto!
 
 

*         *          *          *          * 

*ora vi consiglio di ascoltare Speak Now di Taylor Swift mentre leggete*

 
Ed eccoci qui.
Mi diedi una rapida sistemata ala gonnellina del vestito, prima di entrare in chiesa.
Appena misi piede in quell’edificio mi sentii mancare l’aria.
Zayn era lì, perfetto come sempre, che parlottava con il suo testimone davanti all’altare. Sembrava agitato.
Rimasi ad osservarlo dall’entrata come un’ ebete, mentre gli altri invitati rischiavano di pestarmi.
Pochi secondi dopo Zayn girò la testa, e mi vide: i suoi occhi incontrarono i miei e mi sorrise, con il suo solito sguardo. Poi abbassò lo sguardo, con gli angoli della bocca ancora alzati e infine ritornò a parlare con il tizio avanti a lui.
Insieme a Liam –che ovviamente era stato invitato, da Zayn- mi sedetti dietro le amiche di Perrie, che l’avevano accompagnata con me a scegliere il vestito. Loro erano invece dietro la sua famiglia: i colori dei due genitori erano proprio come quelli della figlia, porcellana del cazzo.
Dall’altro lato, invece, c’erano i genitori di Zayn. Era davvero identico a suo padre.
Per un attimo mi immaginai mentre mi presentavo a loro come la ragazza di Zayn, ma Liam mi scosse il braccio, facendomi tornare alla realtà.
Mi voltai infastidita verso di lui che indicava una porta aperta della chiesa. Dentro c’era la futura sposa che urlava contro a una delle damigelle.
Come al solito, anche al suo matrimonio doveva far venire a qualcuno l’istinto di stritolarla.
Che vestito di merda! E il bello era che a consigliarcelo ero stata proprio io! Sembrava un pasticcino, uno di quelli bianchi, appiccicosi e orribili. Li avevo sempre odiati  quei pasticcini, io.
Risi mentre ritornavo a guardare Zayn, che mi stava fissando.
“Secondo te posso andare a parlargli?” sussurrai a mio fratello.
Lui sorrise alzando le spalle. “Se vuoi …”
Feci un respiro profondo e mi avvicinai a lui, prima di essere preceduta da una stronza chiatta e brutta.
“Zayn! Oh mio Dio, sono così felice. Mia figlia anche è contentissima. Stanotte non ha proprio dormito tanto era agitata” esclamò la signora stritolando il mio Zayn in un ‘abbraccio’.
Certo, certo. Brutta cretina.
Sbuffai, girando i tacchi e tornando verso Liam, che tratteneva una risata.
“Pft, guardala! Non sa nemmeno pronunciare il suo nome senza sputare da qualche parte” la presi in giro. Mio fratello scoppiò in uno sghignazzo, facendo girare alcuni invitati: i parenti della sposa.
Avevano pure la puzza sotto il naso, tzè!
Poco dopo tutti si zittirono, l’organo cominciò a  suonare la solita marcia nuziale che a me in quel momento sembrava più una marcia funebre.
Il testimone diede a Zayn una pacca amichevole sulla spalla, il quale sembrava più agitato di prima.
E mentre lei galleggiava lungo il corridoio come una regina d’altri tempi, negli occhi di Zayn si leggeva quello che sognavo anche io: lui avrebbe voluto che al posto di lei ci fossi stata io.
Perrie arrivò al fianco di Zayn e cominciò il funerale. Perché non avevo messo un abito nero?
Cominciai ad annoiarmi a morte, mentre mi sudavano le mani.
Quando Zayn disse il suo voto mi mancò il fiato. Alla fine, mi guardò velocemente negli occhi e sentii le gambe cedermi.
Al turno di Perrie, dissi con lei il voto, muovendo solo le labbra. Poi sorrisi a Zayn che mi stava guardando di nuovo.
Liam invece trovava tutto ciò divertente.
“Che cazzo ti ridi? Io ho le mani che sudano!” gli sussurrai all’orecchio.
“Ehi, modera i termini sorellina, sei in una chiesa!”
“Oh, ma vaffanculo!” sbottai facendolo divertire ancora di più.
Continuavo a ripetermi che il piano di Liam avrebbe funzionato, ma dentro mi sentivo morire pensando alla parte negativa.
Dopo essersi scambiati le fedi il sacerdote proclamò: “Se c’è qualcuno contrario a questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre
Ecco, era la mia ultima opportunità. Liam mi sorrise rassicurante mentre regnava il silenzio.
Mi alzai con le mani tremanti, tutti gli occhi mi puntarono, da tutta la stanza provenivano sguardi inorriditi, ma io guardavo solamente Zayn.
Non ero di certo il tipo di ragazza che avrebbe interrotto un matrimonio, ma lui non era il tipo di ragazzo che avrebbe sposato la ragazza sbagliata.
“Io mi oppongo, eccome!” esclamai convinta.
Zayn rise alla mia osservazione mentre Perrie osservava entrambi con due lame al posto degli occhi.
 “Sonny, cosa stai facendo?” disse Perrie ridendo con una vocina isterica: fingeva di divertirsi, che tutto fosse uno scherzo.
“Ho detto che mi sto opponendo a questo matrimonio. Non si deve fare nulla. No!” ripetei.
Tanto per curiosità diedi una rapida occhiata ai genitori di Zayn che sembravano divertiti quanto il figlio. Oh, che carini!
“Scappiamo via, ora” mormorò Zayn.
“Cosa?” squittì Perrie.
Ma era troppo tardi. Lei cercò di afferrare la mano di Zayn che invece prese la mia velocemente, mentre ridendo correvamo via dalla chiesa.
Riuscivo a sentire le urla di Perrie e risi ancora di più.
Appena arrivati fuori ci fermammo. Avevo il cuore in gola per la corsa e per tutto quello che stavo combinando.
Zayn si girò verso di me e mi prese il viso fra le mani prima di baciarmi.
Di sottofondo c’era il mormorio di tutti quelli presenti nella sala, e le grida isteriche di Perrie.
“Ti amo” gli dissi “Non potevi sposarla. Io ti amo” ripetei sorridendo.
“Se non ti fossi opposta tu lo avrei fatto io!” rise.
“Oh, sì certo. Farò finta di crederci” ammiccai.
Sorrise il quello strano modo che sapeva fare solo lui. “Ti amo” mi sussurrò prima di ribaciarmi.
 



I am not the kind of girlwho should be rudely barging in on a white veil occasion, but you are not the kind of boy who should be marrying the wrong girl ...
 

 




Ciao babe <3

Questo "Spazio Autrice" sarà un po' diverso dagli altri sia perché come potete notare da sole non sto usando la solita scrittura minuscola ed è tutto nero -proprio da funerale, insomma- sia perché questo era l'ultimo capitolo.
Allora, per me questa è la fine di un viaggio, cioè ... mentre scrivevo mi sono messa a piangere come una cogliona :') 
Non so davvero come ringraziarvi e cosa avrei combinato senza il vostro magnifico supporto; magari Speak Now non sarebbe durata manco quattro capitoli.
Quindi voglio fare dei ringraziamenti per bene, per una volta ;)
Allora, ringrazio per avermi aggiunta fra gli autori preferiti:
clacly1d
harrehs
ImSuperman
I_love_niall_horan
PICCI_69_MLML
Sara_Scrive
simo1D
VerdyAlienDirectioner
wanphy

per aver aggiunto la mia storia fra le preferite: 
Aaaanaaa  
Bernis  
Caterinaemma  
cia1D  
FraBieber  
gaiastyles3105  
harrehs  
How I wish that was me  
hugsmejavadd  
I_love_niall_horan  
Johanna_  
KeepCalmAndLove1D  
Malikseivita  
MarySimo  
MeissaloveLouis  
musicispartofme  
No JimmyProtested  
PICCI_69_MLML  
Sara_Scrive  
saretta19999  
sheeran_  
simo1D  
Squeeze_In_My_Jeans  
ThatShouldBeMe  
 twilighter directioner  
 VerdyAlienDirectioner  
 Viciki_Styles  
 xmarieclaire  
Zayn is my life  
_Carmy  
_Ronnie_  
_WhiteRose_  
_xlightningscaroned

per aver aggiunto la mia storia fra le ricordate:
Aurora_Bassani
BiccyMarley
ciccia17
giuliav1D98
Marta2anni
Tedy Directioner
Viciki_Styles
xmarieclaire
per aver aggiunto la mia storia fra le seguite:
BiccyMarley
Demi_Cyrus 
Disco_Sucks 
enzobuonocore_060511 
Flavia94 
ImSuperman 
KikkaStyPaTomHoMalik
Laura_x 
musicpartofme
Mylove_ispure
savazzzz 
sono molto yeah 
Squeeze_In_My_Jeans
tributrauhl 
Virgignhazza
xmarieclaire
_luna_nera 

Ovviamente vorrei fare dei ringraziamenti speciali ad alcune persone:
-a simo1D (Simmmmona) che mi ha assillata 24 ore su 24. Ho aggiornato sempre per colpa sua che mi rompeva le scatole su fb hahaha e che mi ha appena mandato un messaggio con scritto solo "Hai pubblicato?" Puahahaha help!
-a Sara_Scrive (neurone solitario del mio cuore) che beh ... lei è una santa, io la amo! C'è sempre, anche mentre fa i compiti è pronta a darmi una mano, mi da un sacco di consigli e poi è un'amica fantastica! Nella prossima storia che sto scrivendo c'è un banner gifksnhdfg fatto da lei, a punto!
-a harrehs che è davvero una persona carina, scrive perfettamente e mi sopporta dai tempi della mia prima ff :3 poi vabbè, a me sta simpatica un casino hahaha.
-a Im Superman (Dolcetto) che ha 47829 profili su EFP e non so se il nome è giusto hahaha! Non credo debba spiegare il perché la ringrazio, basta che lo sa lei <3
-a Perald Edwards che in realtà adoro hahahaha in questa fanfiction ha dovuto per forza fare la rompipalle :3
-agli One Direction e in particolare a Zayn Malik per avermi ispirato (?) ... la fanfiction era su di loro, li dovevo ringraziare per forza ewe

E poi ringrazio tutti quelli che hanno recensito ogni volta oppure qualche capitolo, a tutti quelli che hanno letto questa fanfiction. Siete la mia forza, grazie :') <3
Questo enorme Spazio Autriche che è più lungo del capitolo era per dimostrarvi che sono devota a voi *^* hahaha.
Bene, come potete notare, l'ultima parte del capitolo è completamente presa dalla canzone di Taylor Swift, Speak Now. La storia mi è venuta in mente proprio grazie a lei hgfdgbnjk quindi un grazie pure a Taylor Swift, và! HAHAHA
Sensaltro questo capitolo è il mio preferito, cioè ... non c'è bisogno che vi spieghi il motivo, no?
Ok, devo veramente andare. Mi mancherete tano princippppppesshe
Vorrei ringraziarvi altre mille volte, ma poi lo spazio autrice sarebbe veramente lunghissimo, quindi vi ripeto: 

Grazie davvero *^*

Spero di continuare a sentirvi nella mia prossima fanfiction, o su fb, o per messaggio qui, perché ci tengo davvero a voi e vi voglio tanto ppppene (mlmlmlml)
Lasciatemi un'ultima recensione per dirmi cosa ne pensate della fine, a me sembra veramente una favola, sono fiera di quello che ho scritto hahaha. Quando Zayn e Sonny scappano insieme sono proprio scoppiata in lacrime e il bello è che stavo scrivendo io!!! E la parte con Harry? *W*
Se ci sono errori è colpa di simo1D che mi sta ssillando anche su fb ora :3
Allora, mi auguro di aver ringraziato tutti, altrimenti sorratemy e scrivetemo così vi aggiungo ;))
Quindi a presto babe <3 vi amo tantolo!!!!

Miley. <3 <3 <3

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mi andava di scriverlo in italiano hahahaha

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