Just words.

di cocochanel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hi, i'm Harry styles. ***
Capitolo 2: *** a professor (just) for me. ***
Capitolo 3: *** a pain that will not let go. ***
Capitolo 4: *** Hug ***
Capitolo 5: *** repetitions? ***
Capitolo 6: *** is really just physical attraction? ***
Capitolo 7: *** Is complicated ***
Capitolo 8: *** problems coming ***
Capitolo 9: *** bracelet ***
Capitolo 10: *** Welcome to paris ***
Capitolo 11: *** The tour starts ***
Capitolo 12: *** a night with you (trip) ***
Capitolo 13: *** Oh, shit! (trip) ***
Capitolo 14: *** new arrivals (trip) ***
Capitolo 15: *** words (trip) ***
Capitolo 16: *** fever (trip) ***
Capitolo 17: *** just Harry and Fortune (trip) ***
Capitolo 18: *** loves do not last and wounds resurface (trip) ***
Capitolo 19: *** we have no right to fall in love? ***
Capitolo 20: *** the end...? ***
Capitolo 21: *** I miss you ***
Capitolo 22: *** Here without you ***
Capitolo 23: *** examination reports and all that ***
Capitolo 24: *** nothing is past ***
Capitolo 25: *** you and me, forever ***
Capitolo 26: *** there is nothing like us ***



Capitolo 1
*** Hi, i'm Harry styles. ***


(1).

Odio la scuola, odio le sveglie, odio lasciare il mio letto, odio svegliarmi presto, odio alzarmi e poggiare il piede su un pavimento ghiacciato, odio tutto quello che comprende quell’edificio di merda, con banchi osceni e sedie per nani paralitici.
Odio tutto, compresa mia sorella –Natalia- che mi sta urlando nell’orecchio da più di cinque minuti, e che cazzo.
Con un colpo secco buttai le coperte per terra, alzandomi rimanendo però seduta. “Ma cazzo urli? Porca puttana” bofonchiai.
Alzò gli occhi al cielo, aggiustandosi la camicetta di velluto. Classico. “Facciamo tardi, alzati” disse autoritaria.
Sbuffai e con un po’ di fatica mi trascinai in bagno, pensando alla diversità di mia sorella con me.
Insomma, siamo gemelle ma siamo completamente diverse, in ogni particolare, completamente uniche.
Lei gonna, io pantaloni.
Lei tacchi, io converse.
Lei mare, io montagna.
Lei estate, io inverno.
Lei thè, io coca-cola.
Lei rompicoglioni stizzata che deve rendermi la vita impossibile, io menefreghista.
Mi vestii velocemente e quando aprii la porta, mi ritrovai mia sorella che si specchiava nello specchio del corridoio.
Camicetta, gonna, e ballerine. Tipico di lei. Le guardai i capelli, nessun capello fuori posto, mentre i miei potevano sembrare un cespuglio appestato.
Sospirai, scendendo giù seguita dai ticchetti di quelle fottute ballerine. Cazzo, mi facevano irritare.
“Andiamo?” domandai prendendo la borsa.
Annuii. “Ah, no, aspetta! Devo salutare papino”.
Papino? “Ma ti droghi?”.
 
Salimmo in macchina, la sua, e arrivammo fuori scuola parcheggiandola davanti al cancello. Prima di scendere ci raggiunse il pakistano, ficcando la testa dentro al finestrino. “Ehi, gemelline” sorrise dolcemente.
“Ciao” borbottai, dando una gomitata a Natalia, che era rimasta a fissarlo come un cane guarda l'osso.
Quel ragazzo era il suo punto debole, credo che sia innamorata di lui da sempre, ma quel cazzone è troppo occupato con le sue ochette per accorgersi di mia sorella. “Ciao Zayn,tutto bene? Si? A me anche!” sputò fuori quelle parole troppo velocemente.
Spalancai gli occhi, ridendo sotto lo sguardo confuso di Malik e fulminante di Natalia.
Mi diede un pizzicotto facendomi sussultare. “Aglia" borbottai.
Uscii anch’io dalla macchina, e venimmo raggiunti dagli altri cazzoni.
Liam, dolce e carino, nonché migliore amico di mia sorella.
Louis, simpatico e carino, nonché il mio migliore amico.
Niall, mangione e carino, nonché, migliore amico di tutti. Sorrisi. “Entriamo?” dissi tagliando a corto il momento di saluti mattutini.
Mi stavano sul cazzo quei momenti, detto molto semplicemente.
“Sempre scorbutica, tu eh?” soffiò al mio orecchio Louis con il suo solito sorrisino amorevole.
Gli diedi una pacca sulla spalla, sorridendo come un’ebete. “Non rompermi le palle, Louis”.
Alzò gli occhi al cielo, prendendo a braccetto, dove poi si aggiunse anche Niall.
“Hai i capelli più brutti che abbia mai visto!” esordii Niall.
 
Mi sedetti al mio solito posto di quella scuola di merda. L’ho già detto che la odio?
Sbuffai, buttando letteralmente la borsa per terra e appoggiando il viso sul banco. “Ehi” sussurrò Liam, mio compagno di banco.
“Che vuoi Lì?”.
“Sei la simpatia fatta a persona, sai?" si lamentò.
Alzai gli occhi al cielo, alzando la testa dal banco e scrutandolo attentamente. “Che vuoi?”.
“Oggi uscirò con Tyler!”.
Alzai un sopracciglio. “E a me interessa… perché…?”.
Accennò una risatina. “Era per fare conversazione, ehi”.
Venimmo interrotti da una testa ricci e due occhi verdi, che entrarono in classe. Nuovo compagno?
“Ciao ragazzi” salutò.
Storsi il naso. Ma chi cazzo ti conosce?
Tutti si girarono guardandolo interrogativi.
Sono il vostro nuovo professore di Geometria. Harry Styles, ma chiamatemi semplicemente Harry”.
Spalancai gli occhi, sorpresa.
Un professore così bello? Alla faccia. “Ma è giovanissimo” esclamai dando voce ai miei pensieri.
“Ehm, si” rise lievemente. “Ti piace la geometria?” continuò.
Certo. Come un cactus nel buco del culo. “Il realtà mi f-.” non finii la frase che Liam, scattò in avanti tappandomi la bocca e ridendo nervoso.
“Le piace, molto” rispose al mio posto.
Alzai gli occhi al cielo, leccandogli la mano che ritrasse divertito. “Bene, inizieremo dall’inizio. D’accordo?” domandò sedendosi dietro la cattedra.
Era decisamente buffo vederlo là dietro, era giovane ed estremamente bello.
“Professore” urlò con voce acuta una puttanella dietro di me. “Harry, per favore” sorrise mostrando due adorabili fossette.
“Ehm… Harry, dall’inzio in che senso?”.
“Vedrai” rispose.
Presi la penna e cominciai a mordicchiarla nervosamente. Odiavo la geometria, era in assoluto il mio problema più grande a scuola.
“Fortune?”.
Mi girai lentamente verso Niall, dietro. “Che vuoi?” sussurrai.
“La penna è la mia” disse divertito.










 

 













E porca merda, finalmente c'è l'ho fatta a mettere tutto online ç_ç quando stavo per farlo, mia sorella si fotteva il pc o si bloccata sto stronzo! AHAHA ma finalmente alle 00.27, ho pubblicato la mia nuova storia, eeevvai(?) Questa storia c'è l'avevo in mente già da un pò, per chi mi seguiva già prima, sicuramente lo sapeva, e per le nuove, be' ora lo sapete AHAHA :) 
AMO gli amori complicati, madonna *u*
passiamo avanti, Fortune è questa: Aurora mohn.
H
o preso una fissazione per stà ragazza AHAHA cioè anche Cecilie, dell'altra mia fanfiction la immaginavo come lei e boh e.e
E Natalia è sua sorella, fico no? eccoli qui: erica mohn. Sono bellissime,minchia. In realtà le ragazze Natalia e Fortune, sono gemelle ma diverse quindi aurora e erica, che sono realmente sorelle stanno benissimo *^* 
Avviso però che questa fanfiction, sarà più seria. Certo, ci sarà sempre il mio tocco(?) perchè non voglio diventare noiosa, MAI. Quindi, sarà sempre un pò mia, ma piu seria, perchè voglio cimentarmi in qualcosa di diverso :) detto questo, mi eclisso D: spero che vi piaccia la mia nuova idea.
adios *^*


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Capitolo 2
*** a professor (just) for me. ***






Avanzavo sempre di più, finché non mi ritrovai a correre alle sette e cinquanta cinque di mattina per la strada come un’assatanata con mia sorella dietro, che camminava come se fosse Dio sceso in terra.
“Muovi il tuo culo ossuto, Natalia” le urlai contro istericamente. Alzò gli occhi al cielo. “Ma sto camminando!”.
Sospirai, fermandomi. “Appunto, dobbiamo correre” dissi frenetica.
Sbuffò sonoramente. L'avrei prese a schiaffi. “Non posso”.
“E’ certo brutta cogliona, se ti metti queste gonne di merda” borbottai.
“Non dare tutta la colpa a me, anche la macchina non voleva partire”.
“Anche, ci ha abbondonate anche lei!" bofonchiai ricominciando a camminare più veloce di prima. Se avrei fatto tardi, sarei stato fottuta. Ne ho fatto così tanti di ritardi quest'anno, che se ne avrei fatto un altro mi avrebbero sospesa, sicuro. Natalia annuii pensierosa, per poi fermarsi di nuovo di botto.
Ma andiamo!
“Che succede ora?”.
Tossicchiò, mantenendosi la testa. “Mi è sembrato di svenire…” farfugliò. Spalancai gli occhi, andandole incontro e accarezzandole il braccio.
“Passato?” chiesi premurosa. Era pur sempre mia sorella. Sorrise dolcemente. “Si, grazie”.
Ritornai in avanti, sorridendola rassicurante e in meno di dieci minuti arrivammo fuori scuola, ci catapultammo dentro, con l’affanno.
Attraversammo i corridoi velocemente, cercando di non farci vedere dal preside..
Per la fretta andai a sbattere contro il professore Styles. “Oh, cazzo, mi scusi” esclamai con una mano sulla bocca.
Rise, riprendendo il libro di geometria per terra. “Tranquilla” disse divertito.
Abbozzai un sorrisino. “Mi scusi ancora”.
“Non preoccuparti, corri in classe su” sorrise amorevole. Annuii, ma non mi mossi di un centimetro rimanendo a guardalo quasi con la bava alla bocca. “Ti muovi?” mi riportò alla realtà mia sorella.

Posai frettolosamente i libri nell'armadietto, avevo una fame incontenibile.
Chiusi l’anta dell’armadietto bruscamente e le mie iridi blù, furono invase da un’immagine disgustosa.
La prof. Green, che ci provava spudoratamente con il professore Styles.
Tipico.
Lei ora gli sorriderà, aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e gli chiederà se è libero per un caffè, che sicuramente si trasformerà in un sesso selvaggio sul divano sciatto di lei. E’ sempre così, ci prova con tutti i ‘novellini’.
Spunta fuori con push up e perizoma pronta a sedurre. Ma diciamocelo però, non è nemmeno tanto bella.
Certo, ha un bel fisico, tette e culo sodi, ma di faccia dovrebbe camminare con un sacchetto in testa.
Ma alla fine, contenta lei, contento lui, contenti tutti. Scossi la testa, avviandomi in mensa dove mi sedetti accanto a Louis. “Baby” sorrise dolcemente.
Alzai gli occhi al cielo. “Non chiamarmi baby, Lou” bofonchiai addentando una patatina fritta.
“Quanto sei antipatica e...stronza”.
Risi, dandogli un colpo sul braccio. “Vaffanculo”.
Mi rubò una patatina dal piatto, facendomi una linguaccia. Sbuffai, e in quel momento vennero anche gli altri.
“Io. Odio. Questa. Scuola. Di. Merda” disse a denti stretti Niall. Annuii convinta. “Batti il cinque amico” esordii, rise e sbattemmo il palmo.
“Quoto” borbottò Liam.
Osservai mia sorella mangiare il suo pezzo di sedano, guardai il suo piatto e c’era solo quello. Ma che cazzo?
“Mangi solo un sedano di merda? Che per di più, fa schifo?”.
Sbuffò sonoramente. “Quindi?”.
Meglio lasciar perdere, pensai. “Oggi Marika mi darà lezioni, sessuali” ammiccò il pakistano.
Natalia, posò il pezzo di sedano e con la sua solita calma si alzò dalla sedia e scappò in bagno. In quel momento mi fece una tenerezza assurda. Zayn non meritava il suo amore. “Sei un cazzone!” ruggii.
“Che ho fatto?!”.
Storsi il naso. “Non capisci proprio un cazzo, Zayn”.
“Ma cosa?” domandò ancora più confuso.
E poi dicono che i ragazzi non sono idioti. “Vado da Natalia, mangiate e parlate di sesso, come fate sempre, a dopo”.
Scossi la testa prendendo la borsa e raggiunsi mia sorella. “Ehi” sussurrai.
Alzò il viso e mi guardò con un sorriso amaro. “Zayn oggi vedrà quella poco di buono. Farà sesso e non con me. Ancora”.
Mi sedetti per terra accanto a lei. “E’ un coglione”.
“No, Fortune, non sono abbastanza tutto qua”.
Quelle parole mi spiazzarono completamente. “Non è vero” ribattei.
“Lo è”.
“Sei solo un pò una cessa, ma che fa?” scherzai.
Rise lievemente. “Odio quella Marika".
 
La campanella suonò dettando fine alle lezioni. Finalmente. Avrei dovuto, però chiedere spiegazioni della lezione, non avevo capito un emerito niente.
Sospirai, avvicinandomi alla cattedra, quando ormai tutti erano usciti. “Prof. mi scusi…” farfugliai torturandomi le mani.
Si girò sorridente, quasi accecandomi. Tipo edward cullen che vede la luce.
“Si?”.
“Ecco vede…io… della lezione… ho capito poco e niente, non è che potrebbe rispiegarmi e forse darmi una mano?”.
Accennò un sorrisino, scrutandomi.
Imbarazzante, direi.
Era il mio professore e non c’era niente di cui vergognarmi, ma quel tizio mi incuteva un imbarazzo mai provato prima.
Si sedette, non distogliendo lo sguardo.
Mi sentii leggermente  estremamente a disagio e abbassai lo sguardo. Cazzo però, parla.
“Vuoi che te lo rispieghi?” domandò.
Perspicace. “Non vorrei sembrare una secchiona. Ma ecco… ho bisogno di un aiuto”.
Sorrise rassicurante. “Quando avrai bisogno in geometria, ci sono”.
“Anche fuori orario scolastico?” mi accertai.
“Doposcuola?”.
Sembrò pensarci. “Anche la professoressa Green, fa dopo scuola, sai?”.
Alzai gli occhi al cielo. “Preferisco lei” dissi con non- chalance.
Sorrise annuendo. “Vabene, allora. Sono contento di poter aiutare le mie alunne”.
“Grazie prof. Styles, quando sarò nella mer...quando non capirò niente, chiederò a lei”.
Rise e con un colpo secco di aggiustò i ricci. “Mi fa’ più che piacere”.
 
Mi buttai a peso morto sul divano. “Ma che fine hai fatto?” sbraitò mia sorella dalla cucina correndo verso di me, con una paperella.
“Mi sono trattenuta a scuola. Smettila di rompermi, Natalia”.
“E non potevi avvisarmi? Cavolo”.
Mi alzai dal divano, buttando per aria il cuscino che avevo sul grembo. “Mi sono dimenticata. Piuttosto che ci fai con un uccello in mano?”.
Arrossii di colpo, ridendo come una cretina. “E’ un doppio senso?”.
Spalancai gli occhi, spingendola lievemente. “No, dicevo la paperella. Malata sessuale”.
Sbuffò, roteando gli occhi al cielo. “Stavo per fare un bagno” disse per poi chiudere gli occhi e riportarsi le mani alla testa.
Deja- vù.
“Ma che hai?” scattai in avanti.
Scosse la testa, con una smorfia. “Niente, sono solo stanca”.
Annuii, correndo verso la cucina per vedere cosa aveva cucinato, e nella pentola non c'era niente. Cosa? Stavo per ribattere ma il telefono vibrò facendomi sussultare. Sbuffai. “Pronto?”.
“Fortune, sono il professore Styles”.
Sorrisi d’impatto, per chissà quale motivo. “Come ha avuto il mio numero, prof?”.
“Sul registro –rise- Volevo dirti, che ti ho mandato un messaggio con il mio indirizzo di casa, così potremmo fare il doposcuola, se c’è qualche tua amica che ha bisogno anche lei, non esitare a dirmelo”.
Sospirai sorridendo. “No, nessuna, grazie professore. Ho proprio bisogno d’aiuto, ci vediamo domani a scuola”.
“Si, ciao Fortune, e studia”.
Accennai un risatina. “Arrivederla” attaccai sorridendo come un’ebete. 







 

23 recensioni, in un solo capitolo? ma scherziamo? *^* Grazie grazie graaazie mille! :) siete fantastiche ed io vi amo ad una per una. ksjdjew Oggi ho iniziato la scuola *si taglia le vene* HAHAH prima di tutto però, una ragazza fighissima mi ha chiesto se potrei aggiornare ogni giorno. Vorrei tanto, davvero. Ma apparte che non ho i capitoli pronti come l'altra storia ed è inziata la scuola e devo farmi un culo dato che non vorrei essere bocciata di nuovo çç mi dispiace davvero. Cercherò di aggiornare, almeno due volte a settimana (: Non vi abbondenerò per vostra (s)fortuna. Spero solo che non vi si ammoscino le palle aspettando, ma davvero quest'anno devo mettere prima la scuola sopra a qualunque cosa. Quindi vi chiedo scusa, dal profondo del mio cuoricino *^*. Passsiamo al capitoluzzo, è na palla eh? AHAHA volete scene con Fortune ed Harry, lo so. Ma ricordiamo che non sono studenti, harry è un professore e purtroppo non possono stare insieme ogni momento... almeno nei primi capitoli :) E niente, li sto facendo lunghetti eh? sono fiera di me, yò c.c NON ODIATE NATALIA, ok :)? Anche lei è una protagonista della storia :) detto questo vado a fanculo a mangiare *^* ciao bellissime (: 

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Capitolo 3
*** a pain that will not let go. ***










Presi un boccone di insalata e me lo portai in bocca, masticando malamente. “Ma come mangi?” borbottò Natalia.
Alzai gli occhi al cielo, ma che rottura di cazzo, Dio mio. Ma perché è nata cosi? Non potevamo essere come le sorelle dei film?
Carina e coccolosa, e invece no: stronza e rompicoglioni. 
Sbuffò. “Non mi ignorare, Fortune, oggi ho anche saputo che hai risposto alla professoressa di Matematica” bofonchiò.
Alzai gli occhi al cielo. “E’stata lei!”.
“Non importa Fortune, quest’anno noi dobbiamo fare un’esame e devi impegnarti, cavolo!”.
Sbuffai, alzandomi dalla sedia e posando il piatto sul lavandino della cucina. “Fatti gli affari tuoi, Natalia, so’ cosa faccio” sbiascicai.
“No, tu non lo sai, Fortune stai nella merda. Lo capisci? Hai tutti voti orribili, quando ti impegnerai?”.
In quel momento entrò mio padre, con un giornale. “Chi ha dei voti orribili?”.
Cacciai un gridolino isterico sbattendo il piede per terra. “Basta Natalia! Ho già provveduto”.
“Oh e come?” chiese scettica.
“Ho chiesto al professore Styles di darmi una mano. E ha accettato”.
Storse il naso. “E quando avevi intenzione di dirmelo?”.
“Ora”.
“No, non è vero” ribattè. Sbuffai. “Senti fatti una vita e non scassarmi”.
“Smettetela ragazze!” ci richiamò nostro padre.
“Lo faccio per te!” urlò lei.
Alzai gli occhi al cielo. “Davvero? Tu lo fai per non avere la reputazione da ‘è la sorella dell’analfabeta’!” urlai stridula.
“Anche, ma vuoi venire bocciata si?”.
“Ma che ti frega? La vita è mia, porca puttana!”.
Si portò le mani sui fianchi. “Non usare quel tono con me”.
“Raga…”.
“Stà zitto papà!” lo ammonimmo insieme.
Alzò le mani a mo’ di resa, per poi alzarsi dal tavolo e prenderci per mano, entrambe, fino a portarci nel salotto. “Sedetevi” ordinò.
Io e Natalia, ci guardammo interrogative. “Che succede?". “Devo darvi una notizia” sentenziò. Deglutii rumorosamente, distendendo le orecchie.
“Ti ascolto” dicemmo all’unisono.
Papà chiuse gli occhi, inespirando l’aria, penso. “Voi sapete che io frequento Amelia, giusto?” sorrise dolcemente.
“Si e allora?”.
“Ecco, io e lei vorremmo fare un viaggio insieme, di un mesetto. Per voi va bene? Cioè se n-”.
Non lo feci finire di parlare, che mi alzai di scatto battendo le mani dalla felicità. Mi ricomposi guardando mio padre che mi osservava stupito.
Mi sedetti e mi schiarii la voce. “Ci mancherai papà, ma c’è ne faremo una ragione”.
Mi girai verso Natalia, che sorrideva come un’ebete. “Un mesetto da sole?” lasciò intendere facendomi l’occhiolino. Risi, dandogli una pacca sulla spalla.
 “Quando parti?” domandai.
“Domani. Vi ho lasciato dei soldi nel mobile, qualunque cosa chiamate la vicina. Chiamate sempre, quando volete. Capito piccole?”.
Annuimmo, buttandoci tra le braccia, come quando eravamo bambine. “Non ci mancherai nemmeno un pò, papino” dissi dolcemente.
Rise fragorosamente, dandomi un delicato bacio sulla guancia. “Anche tu, tesoro, ma alla fine sarà solo un mese”.
“Puoi anche startene 3 mesi, papà” dissi con voce d’angioletto facendolo ridere. Un mese da sole.
SOLE.
SOLISSIME.



 
 
Sospirai, aprendo il messaggio. Era l’indirizzo del professore, sorrisi.
Ma perché sorridevo sempre? Cosa c’era da sorridere? Bah. 
Presi una felpa –blù- e mi feci una coda di cavallo con i miei capelli lisci biondi che ricadevano ordinatamente sulle mia spalla sinistra.
Aprii la porta e mi precipitai fuori, in meno di dieci minuti arrivai fuori casa Styles.
Imbarazzante.

Rimasi a fissare la porta come una cogliona per più di qualche secondo, finché si spalancò e il professore sorridente, mi scrutò. “Perché non hai bussato?” chiese indagatore.
Davvero, ma davvero imbarazzante.
Accennai una risatina imbarazzata, grattandomi il collo.
“Beh, sono appena arrivata” inventai.
“No, non è vero, ti ho visto dalla finestra”.
Che grandissima figura di merda! “Ma scusi, stiamo qui per studiare o cosa?”.
Rise lievemente, facendosi di lato. “Entra pure” sorrise. Annuii, e entrai dentro. Ad accogliermi non era una casa disordinata e ‘maschile’ come avevo pensato, era tutto perfettamente in ordine. Pulito e profumato.
Il soggiorno disponeva di un divano bianco, molto bello, con qualche cuscino sparso alla rinfusa rosso. In realtà tutta la casa era concentrata sul tema rosso e bianco, era davvero una bellissima casa. Sorrisi, guardando il riccio che preparava la tavola per studiare.
“Scusa il disordine Fortune” farfugliò.
Disordine? Quale disordine? “Se così è disordinata professore, non oso immagine com’è quand’è ordinata” scherzai poggiando la borsa sulla sedia.
Accennò un sorrisino. Quei denti mi accecavano, erano davver… è il mio professore. “Incominciano con cosa?” domandai sedendomi.
Si sedette accanto a me, prendendo degli occhiali e il libro di geometria sfogliandolo.
“E’ gratis?”.
Si girò, guardandomi da sopra gli occhiali, che gli stavano ottimamente. “Cosa?” domandò confuso.
“Il doposcuola che mi fate”.
Sospirò sorridendo. “Certamente, non potrei mai prendermi soldi dalle mie alunne”.
Sorrisi. “Prendi il quaderno, che inziamo con le basi” sbiascicò.
 
“Grazie per il vostro aiuto, professore. Davvero, ho capito tutto quello che non avevo capito” dissi sincera, prendendo la felpa.
Sorrise dolcemente, togliendosi gli occhiali e fissandomi, per poi alzarsi. “Vuoi qualcosa da bere?”.
Scossi la testa. “Devo andare, mia sorella mi aspetta” presi la borsa e mi avviai verso la porta.
Annuii accompagnandomi. “A domani e mi raccomando ripeti”.
Sorrisi.
E il momento imbarazzante dei saluti arrivò. Rimasi impalata sulla soglia della porta, non sapendo che fare. Mi feci un pò di coraggio avvicinandomi dandogli un rumoroso bacio sulla guancia. Lo guardai e sul suo viso notai un velo di imbarazzo, come me d'altronde. Scossi la testa riacquistando il mio colorito normale. “Allora, a domani” dissi ormai fuori.
“Ciao Fortune”.
“Arrivederci” farfugliai prima di girarmi e avviarmi a casa dove poi trovai Zayn, fuori alla porta. “Zayn, che ci fai qui?” domandai aprendo la porta. “Ho bussato, pensavo ci fosse Natalia, ma non ha aperto nessuno”.
Buttai la felpa sul divano. “E perché volevi Natalia?” chiesi scettica.
“Deve prestarmi il libro di storia” farfugliò.
Annuii. “Vieni genio andiamo di sopra, forse è nel bagno” borbottai salendo le scale seguita da Malik, che continuava a borbottare che avevamo proprio una bella casa. Alzai gli occhi al cielo, aprendo la porta del bagno, con lui dietro.
Entrai dentro, non c’era nessuno.
Mi fermai davanti al lavandino con l’intenzione di lavarmi le mani, ma quello che trovai mi spiazzò completamente. Una lametta e del sangue, ancora fresco vicino.
Mi si fermò il cuore e spalancai gli occhi. “C-che cos’è?” balbettò Malik dietro di me.
Lo ignorai, in quel momento mi veniva in mente solo una persona. Natalia.
Mi venivano in mente i giorni precedenti con ogni sua mancanza, ogni suo capogiro, ogni suo malore.
Presi la lametta nelle mani, con gli occhi ancora sgranati. La guardai con riluttanza e deglutii rumorosamente.
Mi giravano in testa i momenti in cui Natalia mangiava poco e forse, mai abbastanza per vivere sana. Ricordavo quando la sera prima, restò in bagno per più d’un ora. 
Che sorella di merda che sono stata.

Zayn mi affiancò guardando la lametta nel modo in cui la guardava io. “Pensi che…?” lasciò intendere con una nota di tristezza nella voce.
Mi girai verso di lui e annuii, convinta ma distrutta.
Mia sorella, quella ragazza perfetta, quella che non sbagliava mai, che non diceva parolacce, quella persona che tutti vorrebbero essere, si faceva del male. Da sola.
“Mia sorella…-balbettai- si taglia”.









Prima di tutto, avete visto il video? e vabbè. ksjdewkldjw
senza parole (: Non credo di avervi fatto aspettare, molto no? e.e almeno penso AHAHA cioè, ieri sera ho finito il capitolo e adesso appena tornata da scuola, ve lo posto :)  vi penso sempre avete visto? sono carina e coc... WTF? AHAHAH
Grazie comunque per quelle fantastiche ragazze che recensiscono, mettono tra le preferite/ricordate/seguite
e anche le lettrici silenziose, grazie mille.kdsljwe
passiamo al capitolo, lo so, lo so volevate che Harry e Fortune, facessero sesso violento(?) ma ci vorrà un pò di tempo, ma grazie a Natalia che poveretta avete visto i malori a cosa portavano, ci sarà un avvicinamento tra i protagonista, perciò, dite tutti grazie a Natalia AHAHAH poverella però AHAHA
Il padre se ne và, perchè al suo ritorno... capirete HAHA ma perchè rido sempre? bah çç
non succederanno le solite minchiate che quello và a vivere a casa di quella e quell'altro, no. 
Assolutamente NO!  Spero che questo capitolo anche se la fine è un pò depressa vi piaccia. Come avete capito,Natalia si taglia.
Di solito è sempre la protagonista che ha queste cose, ma la mia Fortune, no. 
Lei ama la vita e tutto, e non si taglierebbe mai
allora perchè Natalia si?  lo scoprirete nella prossima puntata tatata(?) 
AHAHAHA, vado ja *^*
ciao belle, grazie per tutto! 



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Capitolo 4
*** Hug ***



Capitolo 4


White chocolate 






 

 

 


-Ma che vuoi a quest'ora? Ma sei cretina?- bisbigliò scocciato e con la voce impastata dal sonno Louis. 
Alzai gli occhi al cielo, stringendomi nelle coperte.
-Ma vaffanculo. Che razza di migliore amico sei?- lo aggredii. 
Sbuffò sonoramente.
-Ma che vuoi? Tu mi chiami alle due del mattino, come dovrei risponderti?- sbottò. 
Ridacchiai.
-Bell'amico- dissi fintamente offesa.
-Un amico che tutte vorrebbero, baby, notte- borbottò. 
-No!- lo fermai -Parliamo?- 
-Ma io ho sonno- si lamentò. 
-E dai- 
-No. Notte-
Non feci in tempo a rispondere che mi staccò il telefono in faccia. Wow. Bell'amico di merda. Sbuffai nuovamente, comprendomi la faccia con le coperte.
Non avevo fatto altro che ricordare, ancora e ancora quella lametta sporca di sangue.
Che brutta visione. 
Sospirai, posando il telefono per poi riprenderlo. 
Digitai i numeri e dopo due squilli rispose. 
-Pronto?- sussurrò.
-Lou- 
-Fortune, ma che cazzo vuoi? Fammi dormire!-


Mi sento veramente inutile in questo momento. 
Mi sedetti sui gradini della veranda osservando Natalia che aiutava papà e la fidanzata con i bagagli.
L'osservavo e l'unica cosa che mi veniva in mente era lei chiusa in bagno mentre si tagliava.

Guardavo i suoi occhioni azzurri, ma non li vedevo, piuttosto mi sembrava di vedere il dolore viaggiare in quell’azzurro cielo.
Ma come cazzo ho fatto a non accorgermene? Dove cazzo vivevo?
Come ho fatto a non accorgermi, che passava le giornate in quel bagno a tagliarsi. Come ho fatto?!
Sospirai, distogliendo lo sguardo e guardando Amelia portare un borsone più grande di lei mille volte. Era davvero una nana quella donna.
Riportai lo sguardo su Natalia sospirai e guardandola,ancora,un senso di angoscia mi pervase. La domanda, che mi ritornava in mente in queste ore, era: Perché lo faceva?
Non ne avevo motivo.
Sbuffai sonoramente sentendo, nuovamente, le rassicurazioni di papà.
-Papà abbiamo capito. Staremo attente, tranquillo- 

-Mi mancherete- ci trascinò a sé, abbracciandoci e baciandoci le fronti. Lo sorridemmo e lo vedemmo scomparire con la macchina. 
Ed ecco che iniziava il nostro mese da sole. 
Ma la cosa non mi entusiasmava più come prima, guardai ancora Natalia con la coda dell'occhio ed entrai in casa stizzita.

Dopo qualche minuto entrò anche lei che prese le chiavi della macchina.
-Andiamo?-

Annuii, alzandomi dal divano e scrutandola per cercare qualche particolare, qualche cosa. Qualche cicatrice. 
Niente, era tutta coperta. Aprimmo la porta e uscimmo di casa e in sincrono entrammo nella sua macchina in silenzio.
 
Mi sedetti sul tavolo della mensa con il mio vassoio pieno di cibo.
-Davvero mangi tutto quello?- domandò esterrefatto l’irlandese.

-Non è solo per me-
-E per chi?- si intromise Louis.
-Natalia- risposi.

-Sei ancora arrabbiata, polpettina?- chiese Louis dandomi dei piccoli pizzicotti sul braccio.
Alzai gli occhi al cielo, ritraendolo.
-Non chiamarmi polpettina, Louis, poi sono solo nervosa-

-Per cosa polpettina?-
Aprii la bocca, ma la richiusi quando ci raggiunse Natalia, e gli misi sotto il naso il vassoio stracolmo di cibo.
-Mangia- le ordinai, senza battere ciglio.

-Come? No, non ho fame-
Io e Zayn ci guardammo per qualche secondo, con sguardi d'intesa. E la cosa poteva considerarsi seria, se io e lui ci mandavamo occhiate.

-Mangia, Natalia- si intromise quest'ultimo.
Natalia sussultò arrossendo.

Punto debole. 
-Non ho fame- ribattè con meno convinzione di quanto ne avesse usata con me. 
Zayn si alzò dal suo posto sedendosi accanto a lei, accarezzandogli il dorso della mano.
 
Bravo pakistano. Lei sorrise dolcemente, arrossendo sempre di più. Colpita e affondata.
-
Mangiamo insieme?- domandò Malik.
Natalia mi guardò euforica, sorridendo come un’ebete, ma scosse subito dopo la testa.
-No, davvero… io, non ho fame- sussurrò.

-Devi mangiare- dissi brusca.
Scosse la testa spostando il piatto. Mantieni la calma, Fortune. Respirai profondamente, rimettendoglielo vicino.
-Mangia-
Il moro si arrese alzando le mani in aria. Ma vaffanculo anche a te, Zayn. 

-Ma che vuoi? Non ho fame, ok?- sbottò.
-Ma che ti prende?- sbottai a mia volta.
-Ma ti rendi conto che sembri una scopa in piedi?- continuai alzando il tono della voce portando l’attenzione sul tavolo dove eravamo sedute.
I ragazzi erano in silenzio, e nessuno osava parlare. 
-Smettila, ci guardano tutti- disse a denti stretti.

-Non me ne può fregar di meno, cazzo, mangia- alzai ancora di più il tono di voce, battendo un pugno sul tavolo. Con estrema calma, calma che mi fece innervosire ancora di più si alzò dal tavolo e mi fulminò.
-Stai fuori dalla mia vita- sputò fuori quelle parole, che mi colpirono come uno schiaffo. Rimasi impalata, entrambe alzate, entrambe che ci guardavamo con aria di sfida.
-Non vivrai a lungo se continui così-

Spalancò gli occhi.
-Di cosa parli?- disse chiaramente a disagio. Scossi la testa. 
Doveva essere lei a dirmelo. 
-Di cosa vuoi che parli razza di cretina?- 
La tensione che si era creata poteva essere tagliata con il coltello.
Distolse lo sguardo per poi ripuntarlo nel mio carico di rancore e rabbia.
-Cosa sono ste’ stronzate?- urlò stridula per poi sotto lo sguardo di tutti andarsene dalla mensa. Presi la borsa e cercai di raggiungerla, ma una volta fuori dalla mensa non c'era più. Avrei voluto urlare, ma corsi verso lo stanzino dei bidelli dove mi ranicchiai su me stessa.
-Fortune?- una voce conosciuta mi arrivò alle orecchie dolcemente.
Alzai la testa dalle ginocchia e degli occhi verdi mi accolsero. 

-Professore?- 
Sorrise, sedendosi accanto a me. 
-Com... ehy, cosa succede?- sussurrò, accarezzandomi delicatamente il braccio. Rabbrividii a quel tocco, maledicendomi. 
Dai cazzo, è il mio professore!
-Niente, non si preoccupi- farfugliai. 
-Fai conto che non sono il tuo professore, va bene? Ho venti due anni, sono giovane. No?- accennò una risatina, contagiandomi. 
In effetti era giovane. 
Molto giovane.
Ed era bello.
Molto bello. 
-Si é molto giovane..- mormorai imbarazzata, sorrise per poi fissarmi serio. Si sistemò meglio per terra tra i secchi e le scope e ritornò a scrutarmi. 
Mi grattai il collo, distogliendo lo sguardo. 
-Allora cosa c'è che non và?- 
Sospirai, aggiustandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
-La vita é una merda- borbottai, cingendiomi le ginocchia con le braccia.

-Perché mai?- 
Ignorai la sua domanda, e pensai a quanto fosse strano confidarsi con il proprio professore. 
-Sapete cos'è che mi da fastidio?-

Scosse la testa sorridendo. 
-No cosa?- 
-Posso anche essere una che dice le parolacce a raffica, e lo sono. Non sono perfetta, nessuno lo é. Ma nonostante i miei difetti penso che alla fine non sono tanto male.. e poi ci sono quelle persone che sono bellissime, ma estremamente deboli. Perché?-

Annuii, accarezzandomi la schiena.
Imbarazzante. 
Molto. 
-Si tratta di caretteri, e a volte le persone si sfogano con se stesse. E sono contento che tu faccia parte delle persone forti- sorrise sincero, smettendo di accarezzarmi. 
Ricambiai il sorriso. 
-Posso abbracci...- mi bloccai di colpo, fortunatamente. 
Non è un tuo amico, Fortune. 

Rise, e in un attimo mi trovai tra le sue braccia, forti e muscolose. Il suo profumo mi mandava completamente a puttane il cervello.
Un profumo diverso dagli altri. 
-Odorate di cioccolata bianca, sapete? Che profumo è?-  
-L'ho mangiata prima, ma io non uso profumi, odoro di mio- scherzò abbozzando una risatina. 
Dio. Mio. 


 
 
 

 









 


twitter - josefinewosh (seguitemi,ricambio sicuramente) 
¡HOLA     

ve l'ho scritto in spagnolo, sono troppo fica(?), no. HAAHAH Ok, questo forse non è uno dei miei capitoli migliori, lo so. 
Ma il prossimo -forse- scopriremo perchè Natalia si taglia, lei continua a negare, ma se ci pensate il motivo ci arrivate da sole. 
E grazie a questa Natalia, fortune e harry si avvicineranno sempre di più. kjsdlksa
Lo so, volete scene Farry(?) però purtroppo per ora non ho niente in testa ._. cioè, sò come svolgere la storia quando loro saranno più intimi, ma no come farli davvero avvicinare çç cercherò di farmi venire qualche idea, sicuramente.
Comunque, mi scuso per questo -lieve- ritardo. (:
E niente non ho una minchia da dire, la scuola mi ha risucchiata le idee. Vado a riposarmi un pò, sta scuola mi stressa!
Ciao stupende. kllsjdksjadkasdskddjs 

 

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Capitolo 5
*** repetitions? ***


capitolo 5
repetitions? 

 

Ringrazio per questo capitolo, la  mia marrymeharrystyles <3
 









Sbuffai sonoramenente sentendo la richiesta della professoressa Green.
-Due fotocopie soltanto hai capito?- 

Ma cosa cazzo vuoi da me? Non sono la tua serva! Avrei voluto urlarle, ma mi limitai ad annuire e ad uscire dalla classe. 
Entrai in segreteria e porsi i fogli al signore che se ne occupava. Mi appoggiai su un ripiano, aspettando pazientemente ...in realtà, picchiettiavo nervosamente sul banchetto che avevo accanto, ma mi rianimai quando vidi entrare il professore Styles.
Mi aggiustai i capelli come d'istinto e sorrisi a trenta due. 
-Ciao Fortune- 

Gli andai incontro quasi con la voglia di abbracciarlo, ma non lo feci ovviamente. Non avrei potuto farlo. 
-Salve professore-
-Che stai facendo qui?- domandò curioso.
-La Green mi ha mandato a fare le fotocopie- risposi visibilmente scocciata, non da lui, ma da quella stronza.
Abbozzò un sorrisino.
-E lei?- continuai. 

Fece spallucce.
-Devo prendere il registro della quinta C…- bofonchiò andando verso un armadio con migliaia di fogli dentro.
Annuii, lo vidi andare e tornare. Sorrise amorevolmente e mi spettinò i capelli giocosamente.
-Ci vediamo in classe tra qualche ora- arrossii come una deficiente prima di tornare alla mia postazione quando lui fù fuori dalla stanza.

Sospirai.
-Stareste bene insieme ragazzina- esordii d’un tratto il vecchio passandomi le fotocopie appena fatte.

Sussultai.
-E’ il mio professore- borbottai, prendendole.
-Ah è quello nuovo?- continuò.
Annuii fugacemente prima di tornare in classe.

-Perché ci hai messo così tanto tempo?- ringhiò la professoressa.
Alzai gli occhi al cielo.
-Prof. con tutto il rispetto di questo mondo, non solo le faccio le fotocopie si lamenta anche del tempo?-


Buttai il vassoio di cibo bruscamente sul tavolo.
-Che palle- esclamai stancamente appoggiando la testa sul marmo.
Louis mi accarezzò i capelli, ma gli diedi una gomitata.
-Mi dà fastidio- sibilai a denti stretti accigliata.

-Lo so- rispose allegramente.
Roteai gli occhi al cielo, e accennai un sorriso vedendo Natalia accompagnata da Zayn al nostro tavolo. Forse le poteva far bene averlo vicino. Si sedettero ridendo e scherzando, e li imitai anch’io vedendo mia sorella così particolarmente felice. Dimenticai per un attimo l’immagine di quella lametta, e mi si riempii il cuore osservarla mangiare quel poco indispensabile. Forse, non chiederle niente l’avrebbe aiutata a parlarne lei da sola. 
Malik faceva miracoli. 
O l’amore ne faceva.

-Fortune, hai il reggiseno nero?- domandò Niall che poco prima guardava male i due. Che strano. 
Spalancai gli occhi, lanciandogli una bastoncino findus che acchiappò al volo e masticò anche.
-Che ne sai?-

-Avevi la bretella da fuori- rispose con non-chalance facendo ridere tutti, contagiando poi anche me.
-Liam che hai fatto in bagno con la biondina?- dopo quella domanda il mio cervello si spense, e io mi addormentai sul tavolo della mensa.


Se non mi sbaglio ora ho come materia, geometria.
In pratica ho lezione con Styles.

Fece capolinea nell’aula salutando tutti, come sempre, e si sedette dietro la cattedra.
Cercai il suo sguardo, volevo che guardasse me.
Desiderio che fu esaudito poiché pochi secondi dopo guardò dalla mia parte sfoggiando uno dei quei sorrisi che ti mandano a puttane le ovaie. 

Non era sexy, Harry era bello. Di una bellezza disarmante, e i miei pensieri su di lui mi facevano paura.
Non dovevo nemmeno pensarle queste cose, eppure, lo facevo. 
-Allora ragazzi, oggi vorrei spiegarvi il vero significato della geometria-
Mi posai una mano sulla guancia e cercai di non distarmi ma quegli occhi, quelle fossette, non mi facevano capire niente. Cazzo.
-La geometria dal greco antico γεωμετρία, composto dal prefisso geo che rimanda alla parola γή = "terra" e μετρία, metria = "misura" tradotto quindi letteralmente come misurazione della terra, è quella parte…-
Ma che cazzo stava dicendo? Era arabo o cosa? Scossi la testa, cercando si seguire.
Ecco... cercando... 
Guardavo le labbra di Harry muoversi, ma non sentivo quello che dicevo ero come ipnotizzata. 
Ero fottutamente distratta da lui.
-Allora… avete capito?-
Annuii, anche se non avevo capito un emerito cazzo.
-Bene, Fortune perché non ci ripeti cosa ho detto?-

Se me l'avrebbe chiesto un altro insegnante forse, o quasi sicuramente gli avrei mandato dietro i peggio guai, e invece alle mie orecchie quella domanda non suonava come una "stai nella merda, Fortune" ma "voglio solo vedere se hai capito, tranquilla".
Scossi la testa.
-Ehm… ecco… la geometria è una materia… simile all’africano- 

Scatenai le risate della classe.
E fanculo.
-Fortune dimmi la verità -sorrise- non hai capito o non hai ascoltato?-

-Non ho ascoltato, ma non è colpa mia- mi difesi. 
-E di chi è?- disse divertito. 
TUA. 
SOLAMENTE TUA. 

-Non vorreste saperlo- farfugliai. 
-Cosa?-
-Niente, mi scusi… starò più attenta-
-Ne sono sicuro- sorrise amorevolmente.
Si girò verso Zayn e lo stesso feci io, notando che guardavo come un ossesso la troietta della classe, che lo stava stuzzicando con delle strane facce.
-Zayn c’è ne vuoi parlare tu?-


Presi la borsa velocemente e feci per raggiungere la porta.
Vedo la luce.
-Fortune- mi richiamò il professore.
Mi girai di scatto.

-Si?-
-Dato che oggi non hai dato molto ascolto alla lezione… ci vediamo a casa mia per le ripetizioni?-
-Può venire anche lei a casa mia…- dissi d’un tratto felice più che mai. 
-Se non disturbo la tua famiglia...- 
-Sono sola a casa- puntualizzai subito.
Lo guardai bene, e constatai ancora una volta che quel ragazzo era troppo bello.
-Allora a casa tua, l’indirizzo è il sul registro. A oggi!-

Soli.
Io.
Harry.
Casa.

-Arrivederci, a oggi- 

















PRIMA DI TUTTO: sapete che questa è una fanfiction giusto? Quindi è tutta finzione, è normale ci siano delle cose abbastanza strane come un professore che và da un'alunna a casa sono a conoscenza che un professore 'vero' non lo farebbe mai, ma questa è finzione, quindi chi se ne fotte. lol 
Marò, mi fa male la testa AHAHA  sta scuola mi sta fottendo il cervello e.e 
Parliamo un pò del capitoluzzo, vaabbien? 
Fortune e Harry staranno a casa da SOLI, casa di fortune.... potrebbero succedere tante cose, o forse no. O FORSE SI. chi lo sà *fischietta* 
no vabbè ad essere sincera, non ho una scaletta quindi, quello che scriverò, quello sarà (?)
Se volete seguirmi su twitter, ricambio SICURAMENTE "josefinewoosh"
e niente, vi lascio con una gif del nostro profeeessore.


ps. a tutte voi,rimanete forti,non mollate,fate vedere quanto valete,e sorridete fate si che si chiedano perchè sorridete ancora 

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Capitolo 6
*** is really just physical attraction? ***







Is really just physical attraction?

(6).









Mancano esattamente dieci minuti e il professore sarà qui. Devo rendere presentabile questa casa, ora. 
Presi l'aspirapolvere e una retina per i capelli che usano le donne della mensa. 
Sospirai e presi Natalia per mano, alzandola dal divano. Andai da Louis
 che sgranocchiava delle patatine per terra,  mentre leggeva un libro e lo alzai.
-Fuori dal cazzo- urlai stridula cacciandoli letteralmente di casa.

-E dove andiamo?- borbottò Natalia contrariata.
Le guardai per un attimo i polsi scoperti, che subito nascose nella felpa.
Non era il momento.

-Boh, vai dal pakistano- ammiccai.
Arrossì di botto, dandomi un colpo sul braccio.
-Smettila- ridacchiò come una bambina.

Sorrisi.
-Non verrò mai più a trovarvi- bofonchiò Louis con ancora la patatina in bocca. Mi asciugai una lacrima inesistente.
-Buon per noi, almeno non avremo davanti la tua faccia da culo-
Alzò gli occhi al cielo, e rubai due baci sulle guance ad entrambi per poi sbattere la porta, buttandomi a capofitto nei servizi.
Finii di pulire il divano, non mi sarei sorpresa se avessi trovato un barbone là sotto.
Posai l’aspirapolvere al suo posto e prima che potessi togliermi la retina, bussarono alla porta.
Corsi ad aprire, trovandomi Harry Styles in tutto il suo splendore.

Mi guardò per qualche secondo prima di scoppiare in una fragorosa risata.
Imbarazzante.
 -Perché hai quella r...etina?- disse piegato in due dalle risate.
Alzai gli occhi al cielo, sorridendo anch’io. Me la tolsi e con un colpo secco aggiustai i miei capelli biondi.

-Tolta- sorrisi.
-Eri carina- farfugliò entrando in casa facendomi scoppiare il cuore in petto. 
Basta, è il tuo professore Fortune. 
Sorrisi dolcemente, prendendo il di libro di geometria che rovinava l’atmosfera dolce che si era creata.
Harry, si tolse la giacca poggiandola sul divano e sorridendo, si sedette sulla sedia.
-Fortune, potresti darmi un bicchi…-

Nemmeno il tempo di lasciarlo finire, che già avevo il bicchiere in mano pronto. Spalancò gli occhi, e lo prese bevendo un gran sorso.
-Che sete-  sbiascicò aggiustandosi i ricci facendomi andare in iperventilazione.
Ero davvero cosi debole?
-Professore…- borbottai.
Chiusi gli occhi, respirando profondamente.
-Si?- disse con una voce terribilmente sexy o era la mia mente che la riproduceva così?

Mi morsi il labbro, sapendo di essere fottuta.
Non potevo pensare queste cose, non potevo. Era contro natura, era contro tutto.

Perché non è venuto un professore con un pene putrefatto e senza capelli, con i denti gialli dal fumo e le sopracciglia talmente lunghe e folte da poter far delle treccine?
-Ehm…- sussurrai grattandomi il collo.
-Sei imbarazzata?- chiese a bruciapelo.
Spalancai la bocca, indietreggiando e facendo quasi cadere il vaso di porcellana di papà, orripilante, che però acchiappai al volo.
-Cosa ve lo fa pensare?- domandai visibilmente imbarazzata. 
Cacchio.
-Ti sei grattata il collo- rispose con non - chalance.
Arrossii ridendo istericamente. Bella merda. 
-Mi aspetti un attimo qui…- scappai alla velocità della luce dentro il bagno. Chiusi la porta a chiave, e mi guardai allo specchio.
Mi diedi uno schiaffo come per risvegliarmi.
-Sii uomo- dissi a me stessa, guardando il mio riflesso.

-Stai facendo solo figure di merda Fortune, riprenditi, è il tuo professore porca puttana-
Deglutii, mi sciacquai la faccia e sorrisi, davanti allo specchio.
-Ora vai là e fai vedere che non sei per niente imbarazzata, va bene?-

Sospirai e aprii la porta, ritornando in salotto.
-Iniziamo?- domandò.
Annuii e prese una penna dall’astuccio, cerchiando delle cose. Lo guardai attentamente. Peccato facesse il professore, peccato fosse il mio di professore.
-Professore, posso darle del tu?- chiesi senza pensare.
-Certo- sorrise, ritornando con la testa nel libro.
-E posso chiamarla Harry?- continuai.

-Certamente- rispose.
Sorrisi e presi il quaderno.
-Pronta?-

-Si, Harry- marcai l’ultima parola facendolo sorridere, mostrandomi di nuovo quelle fossette da farti venire voglia di baciarle delicatamente.
Cazzo.
Sono anche troppo romantica oggi per i miei gusti.
Sbuffai e ritornai ad Harry, che mi aveva scritto degli esercizi da svolgere.
 
 -Non capirò mai un cavolo di Geometria- borbottai buttandomi con la testa sul tavolo, prendendomi a capocciate.
Mi fermò delicatamente, sorridendomi amorevolmente.
-C’è la faremo, e tu imparerai la geometria, d’accordo? Ma per oggi, può bastare-

Annuii incerta, alzandomi dalla sedia e sgranchiendomi le gambe.
-Volete qualcosa da bere o mangiare?- chiesi per educazione.

Scosse la testa, stiracchiandosi.
Sicuramente, quando Dio distribuiva la bellezza lui era al primo posto.
Si alzò e con il suo solito gesto, aggiustò i ricci che gli ricadevano selvaggiamente sulla fronte.
-Meglio che vada- sussurrò.
Annuii lentamente, accompagnandolo alla porta, guardandolo come un cane bastonato. Non volevo che se ne andasse, ma perché?
Si fermò davanti alla soglia, guardandomi con un’espressione indecifrabile. Guardandomi così intensamente da farmi arrossire.
Non potevo nascere un pochino prima? O lui un pochino più tardi? 
-Mi raccomando studia- si raccomandò con il suo solito sorriso. Ricambiai il sorriso, aprendo la porta. –Arrivederci-.
-A domani- disse ma non si mosse. Feci per salutarlo e mi alzai sulle punte, prendendo il suo viso tra le mie mani accennando un semplice bacio a stampo. Nessuna malizia, nessuna passione. Solo un semplice bacio. Le sue labbra erano soffici, proprio come immaginavo.
Ritornai con i piedi per terra, e i suoi occhi erano spalancati e confusi. Senza dire niente, uscì di casa.
Avevo sbagliato? Sicuramente.
Me ne sarei pentita? Forse.
Lo rifarei? Altre mille volte.
...
 Non avrei dovuto farlo. 






 

KEEP FIGHTING.
da oggi questo sarò il mio saluto 'continua a lottare'. 

fa ciao con la manina*, ciao a tutte :) 
ed eccomi qui con questo capitolo che a me non piace nemmeno un pò, cioè si c'è stato un bacetto Farry *spare le botte* però non mi piace come l'ho scritto, boh. Passiamo avanti, ed è qui che inzia la vera storia ragazze! 
BACI, AMORI, LITIGI, ...SESSO!
avete capito bene, ci sarà del sesso! nell'altra storia non l'ho proprio scritto (?) in questa si, non può mancare proprio.
Cioè, fermi tutti non sarà mai un porno, non le so nemmeno descrivere bene, ma la metterò. 
O almeno lo farò capire, ci saranno alcuni dettagli ma non andrò mai nel profondo, sarebbe davvero imbarazzante... lol

e niente, oggi sono un pò moscia. 
Questioni problemi d'amore... che merda. 
Ma non voglio ammosciarvi le palle con i miei problemi, parliamo di voi, ho letto che alcune di voi si tagliano e ci sono rimasta veramente di merda, dovevate vedermi. 
Non vi dirò 'smettetela', perchè lo farete? no. 
Non vi dirò 'siete bellissime', perchè non ci crederete.
Vi dirò solamente che dovete rimanere forti, che se avete bisogno di parlare io ci sono. Vabbene? 
Ok. 
Ora, dopo questo spazio autrice lamentoso, spero tanto che vi sia piaciuto questo capitolo anche se a me fa cagare un piccione stitico, oppure un pikachu stitico (?) AHHAHAHA
no basta, me ne vado a cagare. e sappiate, che da ora la storia INIZIA sul serio, non vedo l'ora. klewjdkiuewdwiewh
E grazie per il vostro sostegno :) 


 


Dite addio alle vostre ovaie, directioners! 

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Capitolo 7
*** Is complicated ***




Is complicated
(7).







-Pronto?- risposi al telefono guardando la mia pagina facebook.
-Fortune, sono papà. Come va?-
-Una merda, te?- dissi con non curanza. 
La risata metallica di mio padre, mi fece sorridere.
-Ti manco troppo, vero?-

Alzai gli occhi al cielo.
-Papà, per favore evita di dire scemenze- 

-Sei la figlia che tutti vorrebbero, davvero- rise.
-Amelia, ora vengo! Tesoro ci sentiamo presto, ok? un bacione- 

-Un bacio, ciao papà-
Staccai, e ritornai con lo sguardo sulla Home.
Che status si può mettere quando baci il tuo professore? Nessuno, ovviamente. Perché nessuna, oltre me, va a baciare il proprio professore. 
Presi il pc portatile portandolo sul letto e mettendomi a pancia sotto.
-In amore ho preso tanti calci in bocca e la maggior parte me li sono meritati,ho le labbra rotte ma ancora la voglia di baciarti- mormorai leggendo uno status di una ragazza che avevo tra gli amici.
Sbuffai scorrendo la pagina trovando vari stati depressi, alcuni demenziali e altri ancora più stupidi di un lama.
Chiusi la pagina Facebook, insieme al pc.
Mi misi seduta sul letto, guardando la mia stanza.

Mi alzai di scatto, constatando che avevo la vescica che stava per scoppiare.
Mi avviai verso il bagno, feci per aprire ma niente.
-Natalia?-

-Si?- rispose lei dentro.
Merda.
-Che stai facendo?- alzai un po’ il tono di voce.
Silenzio.
-Natalia, cazzo, rispondi. Cosa stai facendo?- urlai battendo i pugni sulla porta che si aprii dopo qualche istante.
La pipi era ormai un pensiero lontano.

-Cosa si fa in bagno, scusa?- farfugliò agitata. La scrutai per bene. La felpa più grande di lei di cento volte, le copriva il corpo meraviglioso che aveva e anche i polsi.
Eh no. 
Le presi i polsi bruscamente e alzai le maniche della felpa, scoprendo delle cicatrici più che evidenti che mi diedero il colpo di grazia, ormai convinta delle situazioni di Natalia, la guardai con occhi velati di tristezza.
Ritrasse bruscamente il braccio, guardandomi allarmata.
-Ma che ti prende? In questa settimana mi stai dando la morte-

Risi amaramente.
-La morte te la stai procurando tu, con le tue stesse mani.. o forse, con le tue stesse lamette?- sputai fredda e arrabbiata.
Boccheggiò, indietreggiando.
-Cosa?-

-Lo sai bene di cosa parlo, cazzo. Perché lo fai?-
Piantò i suoi occhi azzurro tendendi verdi nei miei.
-Ma che dici?-

-Dimmelo-
I suoi occhi si colmarono di lacrime, e si lasciò cadere a terra, rannicchiandosi su se stessa.
Sospirai pesantemente, affiancandola.

-Non ho bisogno della tua compassione- commentò tra i singhiozzi.
Le posai una mano sulla schiena, accarezzandola.
-Non è compassione. E’ il fatto di volerti stare vicino, Natalia-

Posò la testa tra le ginocchia, cercando di reprimere i singhiozzi che fuori le uscivano.
-Parlami- supplicai.
-Non capiresti Fortune, tu sei sempre così piena di vita. Sei tutto ciò che avrei sempre voluto essere, Fortune- mormorò.
Sgranai gli occhi, stupita.
-Tu sei perfetta, Natalia, perché vorresti essere un totale disastro come me?-
-Non sono perfetta, Fortune. Non so come sia iniziato tutto, forse dal guardarmi e non vedermi come loro, le modelle, le belle ragazze, quella che non sono io. Ho cercato di cambiare, diventando poi quella che sono adesso, una perfettina che non sono. Ma è stato tutto inutile, mi faccio ancora più schifo. Mi sento a disagio dovunque vada, mi sento la persona sbagliata al momento sbagliato. Sento ovunque,il bisogno di urlare,di piangere ma non ci riesco,o forse non voglio,perché non voglio che la gente vedi che poi infondo sono debole.E poi, l’unico ragazzo che vorrei avere accanto, non mi caga di striscio,appunto perché non sono abbastanza, e non lo sarò mai. Questo amore non ricambiato,mi distrugge ancora di più,mi leva piano piano la voglia di sorridere e la sicurezza di non valere un cazzo.E sicuramente al mondo ci saranno altri problemi,e forse io starò esagerando, ma quando non ti senti bella, Fortune, quando non ti senti accettata, devi trovare un modo per staccare la spina, il mio è tagliarmi- 
Spalancai la bocca, mentre cercavo di reprimere la voglia di piangere.
Come poteva pensare quelle cose?
-Hai bisogno d’aiuto- dissi cercando di non far trasparire emozioni anche se mi uscii un flebile sussurro.
-Cosa? Io posso smettere quando voglio-
Scossi la testa, alzandomi da terra e porgendogli la mano. Avrei tanto voluto aiutarla. Mi guardò con rabbia e si alzò di scatto, dandomi una spallata.
-Io non ho bisogno di niente- disse a denti stretti.
Prese la borsa e se ne scese su.
Sentii un tonfo.
Era uscita.

Quelle parole dette così a bruciapelo mi avevano colpito come un schiaffo in pieno viso.
Indossai le converse e una felpa al volo, usci di casa correndo con gli occhi lucidi e il morale a pezzi.

Arrivai col fiatone e bussai a malapena il campanello.
Dopo qualche minuto, la porta si aprii ed un Harry con un pigiama a righe e una maglietta bianca mi si parò davanti.
A scuola oggi non l’avevo proprio visto, non avevo orari con lui e vederlo adesso con i suoi occhi smeraldo mi diede un senso di leggerezza.
Sospirai pesantemente.
-Che ci fai qui?- domandò piano.
Feci spallucce.
-Non sapevo dove andare…- farfugliai, grattandomi il collo. Mi guardò intensamente.

-Non è stata una buona idea, venire qui…- borbottò.
Annuii, ancora più affranta.
-Avete ragione… io… mi scusi…- sussurrai dandogli le spalle.

-Fortune?- mi chiamò facendomi  girare.
-Si?-

-Vieni qui- disse con le braccia aperte, dove mi ci tuffai senza aggiungere altro.
I suoi riccioli mi solleticavano la fronte, ma era meglio stare zitta e non rovinare quel momento come ero mia solita a fare.
-E’ sbagliato, sai?-

-Purtroppo…- mugugnai.
Mi baciò i capelli, stringendomi di più a lui.
Alzai il viso, verso il suo.
I suoi occhi verde smeraldo, mi accecarono.

Sorrisi imbarazzata.
Era sbagliato. 
-Non volevo andarmene l’altro giorno- borbottò imbarazzato.
Fottutamente sbagliato.
-Ma… noi non dovremmo nemmeno vederci fuori orario scolastico, Fortune- continuò.
Annuii sapendo che era la verità.
-Lo so-
-Mi dispiace-
-Anche a me- sussurrai.
-Ma ti prego, abbracciami ancora-

-Speravo me lo chiedessi-
Mi lasciai abbracciare, finché non ci staccammo.
Senza preavviso si avvicinò a me, lentamente. Chiusi gli occhi, sentendo le sue labbra sulle mie.

Schiusi la bocca volontariamente, e le nostre lingue si incontrarono. Finalmente.
Misi una mano tra i suoi capelli, spingendolo di più verso di me. Quasi, come non volessi più staccarmi.
E cazzo, era così.
Mi trascinò dentro e con un calcio chiuse la porta.
Ci staccammo dal bacio, per riprendere aria e il telefonino vibrò facendomi sussultare.
-Cazzo- alzai il tono di voce, spaventata.

Harry rise, andandosi a sedere sul divano.
-Pronto?-
-Bionda, sono Niall-
-Ehy, biondo, che c’è?-
-Natalia stà da me… ecco l’ho trovato al parco su una panchina e le ho detto di venire a casa…- bofonchiò.
Sorrisi, sapendo che era al sicuro.
-Grazie Niall-

-Poi mi spieghi cosa succede?-
-Certo, ma ora lei dove stà?-
-Dorme, vabbè, vado a dorm.. scusa un attimo,Simon è Fortune che vuoi? No, non te la passo è troppo grande per te…scusami Fortune, a domani-
Risi.
-A domani-

Ma ora che ci penso, Niall guarda Natalia nel modo in cui lei guarda Zayn.
O come io, guardo il professore.
Riposi il telefonino in tasca.
Perché l’amore è così complicato?!
-Allora, che succede?- chiese poi il mio professore. Mi andai a sedere accanto a lui, incrociando le gambe.
-Ti do del tu, ok?-
Annuii, sorridendo.
-Non se te ne sei mai accorto durante le lezioni, non so… Natalia ha un problema…- mormorai.
Girò di scatto la testa, guardandomi interrogativo.
-Cioè?-

-Lei si taglia-
Spalancò gli occhi.
-Da quanto?- chiese.

-Non saprei, non me l’ha detto…-
Con il suo solito modo, si aggiustò i capelli ricci e si alzò andando verso la cucina.
-Non ne parliamo ora, ti sentiresti ancora più triste.. ti và una tazza di thè?-

Thè?
Ma che schifo.
-Ehm… certo- risposi alzandomi e raggiungendolo, sedendomi sulla sedia.
-Fortune?- mi richiamò.
Spostai lo sguardo dalla finestra a lui.
-Si?-

-Io… ecco…-
-Non devo dirlo a nessuno?- lo precedetti.
-Tranquillo, poi mica stiamo insieme… è stato… solo… un bacio- sorrisi amaramente.

Annuii passandomi la tazza di thè.
-Già- bofonchiò.
-Solo un bacio- concluse, bevendone un sorso insieme a me. 

 
Presi la felpa indossandola.
-Io vado…-
-Certo, ti accompagno- disse alzandosi e accompagnandomi vicino alla soglia della porte.
-A domani, allora?- domandò.
-Si, in classe.. a domani-
Mi alzai sulle punte, baciandolo lentamente sulla guancia.
-Ciao… professore-
 





cocochanel's cornor.
29 recensioni? ragazze io davvero non ho parole (?) anche se continuo a scrivere, AHHA io non ho parole. Grazie davvero, grazie grazie! ** sono contenta che la storia vi piaccia, ci sto mettendo tutta me stessa. e quindi.. grazie di vero cuore <3 Passiamo avanti. Un sacco di voi mi hanno ringraziato perchè le sto aiutando,perchè io credo in loro. In pratica, mi sono emozionata. Ma grazie a me di cosa? GRAZIE A VOI. ragazze, siete voi la vostra forza. siete voi, che sapete ti poter continuare a lottare. Perchè siete fottutamente magnifiche :) Passando al capitolo, mmh, non mi convince tanto ma adoro questa parte della storia ksjdsduhsd perchè e tutto un bordello, loro ORA NON STANNO INSIEME. Ed abbiamo scoperto perchè la nostra Natalia si taglia, ho cercato di entrare più possibile nel personaggio. Per favore se vi ho deluso, ditemelo. Se non ho saputo parlare bene dell'argomento, ditemelo. Poi, ho pensato una cosa. Natalia muore per Zayn, Zayn non la caga. Ed ecco che entra in scena il mio angelo (NIALL) dkjd sarebbe troppo na cosa comune che Natalia poi si mette con quello che le piace, e non sarà nemmeno che si mette subito con Niall, no. HAHAH C'è ne vorrà, e c'è ne vorrà. Perchè lei ama Zayn, Niall sarà timido e sarà tutto un problemone ksjdjwd E niente, questo è. HAHAH Detto questo, ho scritto una OS, proprio su questo argomento. Cliccate sul nome, e vi uscirà la storia **
Keep fighting
Quindi alla prossima, spero che sto capitolo non vi abbia fatto schifo. Perchè a me fa schifo AHAHAHHAAH Grazie ancora a tutte, siete delle ragazze dolcissime *^* 

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Capitolo 8
*** problems coming ***


               

problems coming
(8). 







Sbuffai sonoramente prendendo il carrello accompagnata da Louis che continuava a blaterale varie stronzate, che sinceramente non stavo nemmeno ad ascoltare. Come potevo dargli ascolto quando nella mia testa c’era solo una cosa?
Il bacio con il mio professore.
Non riuscivo a non pensarci. Mi veniva in mente la mia felicità in quel momento anche quando non c’era niente che me lo facesse ricordare, mi sembrava di sentire ancora il suo sapore sulle mie labbra.
-Mi stai ascoltando?- borbottò scocciato il mio migliore amico, sventolando una mano davanti ai miei occhi.
Scossi la testa, fulminandolo.
-Che cazzo vuoi?- risposi 
dolcemente. 
-Stronzetta, stai calma-
Alzai gli occhi al cielo.
-Cosa vuoi amore della mia vita?- chiesi con una voce da deficiente.

-Che devi comprare?-
-Tante cose, perché?-
Fece spallucce.
-Così- sospirò -No, in realtà mi rompo le palle a fare la spesa- concluse.

Sospirai, trattenendomi dal prenderlo a calci in faccia.
-Mi hai voluto accompagnare tu, Lou- bofonchiai, prendendo un barattolo di cetrioli.

-Veramente me l’hai chiesto tu, Fortune-
Maledetto. Sorrisi, dandogli una pacca sulla spalla.
-Non ci pensiamo... prima faremo la spesa, prima c'è ne andremo-

-A fanculo?- chiese con una voce da ochetta.
 -Sei un cazzone, Louis- mormorai entrando nel reparto ‘pasta’.
Presi il pacco di spaghetti sapendo che a Natalia piacevano tanto, e forse l’avrei convinta a ritornare a casa.

Erano ormai quattro giorni che dormiva a casa Niall e considerando una possibile cotta da parte del biondo e il problema di Natalia, le cose non si mettevano poi tanto bene per nessuno dei due, io però non dovrei  giudicare dato che vado a baciare professori allegramente.
Dovrei starmene zitta in un angolino.
-Me le compri?- domandò Louis saettando da una mattonella e l’altra con un pacco di caramelle gommose in mano.
-D’accordo, ma finiscila sembri un bambino- farfugliai, prendendo  strappandogli il pacco e mettendolo nel carrello.
Sorrise a trentadue denti contagiandomi, e mi stritolò fra le sue braccia.
-Mi stai affogando Lou- mugugnai con la testa spiaccicata sul suo petto.

Ridacchiò allentando la presa.
-Ehi Fortune, Louis- una voce ci fece sussultare.
Ci girammo in sincrono incontrando due occhi azzurro cielo che ci guardavano dolcemente. Mentre altri due occhi, azzurro 
mare ci guardavano con sufficienza.
-Ciao- alzai una mano in segno di saluto, smorzando il silenzio.

L’irlandese sorrise, e Natalia in silenzio sgattaiolò fuori dal reparto.
Sbuffai sonoramente avvicinandomi a Niall sussurrando un flebile ‘grazie’ e seguita da Louis uscii dal reparto dolci per dirigermi in quello delle bibite, dove trovai Zayn che prendeva delle birre, mentre Liam parlava con Natalia.
-Cazzo, tutti a fare spesa oggi?- chiesi scettica.
-La domanda è… tu che fai la spesa?- domandò con un ghignò Malik, prendendo altre birre.
Alzai gli occhi al cielo.
-Fai poco il simpatico con me, pakistano-

Liam rise, vendendomi a salutare con due baci rumorosi sulle guance.
Sorrisi, e guardai Louis salutarli e dire qualche stronzata della sue.

-Fortune, possiamo parlare?- domandò mia sorella, facendomi spalancare gli occhi. Annuii fugacemente, avvicinandomi a lei.
-Ciao Zayn- sussurrò rossa in viso. S
postai lo sguardo su lei, e su Zayn per ben una decina di volte, finché il principe non ci degnò della sua parola.
-Ciao Natalia- mormorò per niente a disagio, salutò Louis e trascinò Liam con sé.

L’avrei preso a calci in culo, come poteva non accorgersi dell’amore smisurato che mia sorella provava per lui?
-Ciao biondina- salutò Louis con il suo solito entusiasmo, ma smise di sorridere vedendo l’amarezza nello sguardo di Natalia.
-Senti Lou vado a parlare con mia sorella, ci ritroviamo vicino alla cassa. Per favore non riempirmi il carrello di schifezze- mi raccomandai.
Sbuffò.
-Vabbene mamma- scimmiottò.
Rotei gli occhi al cielo.
-Sono tutte orecchie- dissi rivolgendomi a Natalia.

Sii forte, Fortune. Si fort… 
-Senti Natalia, mi manchi ok? Torna a casa- implorai, abbracciandola di getto. Era mia sorella, e nonostante non volesse il mio aiuto, glielo avrei dato lo stesso.
Ridacchiò, scrollandomi di dosso.

-Ti sei mai stessa sul letto la notte e hai pianto perché non eri abbastanza bella? Hai mai contato i tuoi difetti e ti sei sentita una vera merda, e ti sei sentita troppo brutta e sola?!- sputò fuori.
Scossi la testa, affranta.
-No…-

-Ecco, e per questo che tu non mi capirai mai, ma io ho bisogno di te comunque!-
Annuii lentamente, stringendole le mano.
-Farò tutto-

-Lo so, di solito sono io quella che si occupa di te, ora però ho bisogno di mia sorella-
Aveva gli occhi lucidi, e forse anch’io.
L’abbracciai ancora, un po’ piu dolcemente.
-Ho comprato gli spaghetti- esordii.

Sorrise a trentadue denti.
-E da tanto che non li mangiavo…- sussurrò.

Respirai profondamente.
-Stasera li mangerai di nuovo, con tanto di vongole!- esclamai sorridente.

Sono sicura che partendo dalle piccole cose, come un semplice piatto di pasta tra sorelle potremmo finire col sorridere guardando quelle cicatrici che saranno forse in un giorno lontano, un ricordo.
 
-Tieni- passai il barattolo di cioccolata a Louis che lo appoggiò sul tappetino della cassa, mentre Niall e Natalia parlottavano fra loro.
Sarebbero stati una bella coppia, se solo Natalia non fosse innamorata di quel coglione con il ciuffo chilometrico.
-Vado un attimo dove stanno i surgelati, vengo subito-
Mi incamminai verso il reparto, dicendo vari ‘permesso’ o ‘e levati davanti’.
Arrivai davanti al frigorifero, e aprii la porta prendendo delle crocchette.
-Fortune- soffiò una voce al mio orecchio, facendomi rabbrividire.

Mi girai di scatto con ancora le crocchette in mano.
Harry. Deglutii a vuoto.
-P,,,professore- balbettai.

Cazzo balbetto?!
-Che ci fai qui?-
-La spesa?- risposi ovvia.
Rise.
La sua risata così… cristallina e trasparente.
Da orgasmo, cazzo!

-Giusto, che ci può fare una persona al supermercato? La spesa, ovvio…- borbottò.
Alzai un sopracciglio, ridacchiando.

Cominciai a torturarmi le mani, brutto segno.
Si avvicinò lentamente, sembrava quasi a rallentatore.
Si spostò di poco e il suo petto sbatté contro il mio naso, allungò la mano e prese una busta di frutti di mare congelati.

Il battito del mio cuore ritornò a battere normalmente, mancava poco che mi uscisse dal petto.
-Deve comprare solo quello?- domandai.
Scosse la testa, prendendo un fogliettino dalla tasca porgendomelo.

Era una lista della spesa.
Accennai un sorrisino, restituendoglielo.
-Dovrei comprare anche un pacco di assorbenti- farfugliò imbarazzato scatenando una mia risata divertita.
-Non per me eh! per la ragazzina che abita di fronte a me- continuò.

-Certo, lo avevo capito che non era per te, Harry- lo assicurai.
Mi girai per aprire il frigorifero dietro me, e per ricompormi un attimo dato che le mani mi sudavano e mi sentivo le gambe molli come la gelatina.
Si donna. E non dimenticarti di respirare. 
Feci per aprire, ma l’anta sbatté contro qualcosa, o meglio qualcuno.
-Accidenti!- urlò di dolore il ragazzo mantenendosi la testa.

-Oh merda, scusami- dissi affiancandolo.
-Scusa, non ti avevo visto. Però pure tu, cazzo, ti metti davanti a una porta-

-Ah, adesso la colpa sarebbe mia?- disse accigliato.
-No però… senti scusami ok?- sbottai.
Sorrise, massaggiandosi ancora per un po’ il capo.
-Scuse accettate, solo stai più attenta la prossima volta, per poco non mi sfracellavi il cervello-

Ridacchiai.
Mi girai solo per assicurarmi che Harry fosse ancora lì, anche perché sentivo il suo sguardo mi sta trapassando il cranio.
Vedendolo girato una lieve delusione si fece spazio in me, forse era solo mia impressione che mi stesse guardando parlare con quello sconosciuto, forse ero solo io quella che si faceva film mentali.
Ritornai di nuovo con lo sguardo sul ragazzo che con un sorriso, si dileguò.
Un picchiettarmi leggero sulla spalla sinistra mi fece ri-girare, ritrovandomi Harry alias il sesso con le braccia e con i piedi.
-Bel ragazzo, eh?- bofonchiò.
-Niente male, ma preferisco te- dissi senza pensare, tappandomi subito la bocca.
Cazzo.
Sorrise dolcemente, accarezzandomi con il pollice la guancia.
-Fortune…-

-Si?- incalzai all’istante.
-Ma quanto ci mett…Ah, ciao professore!- sbucò dal nulla Niall con un pacco di patatine in mano, e di Harry scattò subito portando la mano al suo posto.
E vaffanculo però.
-Ciao Horan- salutò Harry sorridente.

L’irlandese sorrise, prendendomi per mano.
-Scusate ma dobbiamo andare, arrivederci-

Sbuffai sonoramente, e con un sorriso seguii Niall.
-Vaffanculo- ringhiai.
-Che ho fatto?-
-Esiste un girone all’inferno per quelli come te, sai?- sussurrai accigliata.
-Mi fai paura- mormorò scatenando una mia risata isterica, per lo più nervosa.
-Vaffanculo- ripetei.

 
Posai il piatto di spaghetti davanti a Natalia che lo guardava tra un misto di ‘se lo mangio, te lo vomito in faccia’ e ‘forse posso farcela’.
Sospirai, posando anche il mio piatto.
-Sei pronta?- chiesi sorridendo.

Annuii titubante, prendendo una forchetta e avvolgendo lentamente gli spaghetti. Deglutì rumorosamente, e apri la bocca ingoiando il primo boccone.
-Brava!- trillai come una rincoglionita.

Accennò una risatina, bevendo un sorso d’acqua.
-Sono buonissimi, grazie Fortune- disse riconoscente.

Sorrisi sincera e incominciammo a cenare. 
-Ti sei più.. tagliata?- farfugliai abbassando lo sguardo.

Scosse la testa, e sicuramente mi si accese il cuore. Ma chi me lo garantiva?
-Due giorni pieni, pieni che non lo faccio- mormorò risucchiando lo spaghetto.
Annuii.
-Che ne dici cambiamo discorso? Tipo… Cosa avete fatto in questi giorni tu e Niall, eh 
ragazzaccia?- risi.
Spalancò la bocca, sputando tutta l’acqua che aveva bevuto sul pavimento, facendomi ridere fragorosamente.
-Fortune!- mi richiamò autoritaria.

Risi, continuando a mangiare, tra risate e chiacchiere.
 
Presi posto accanto alla finestra, con un banco vuoto sulla mia destra. Sbuffai posando la borsa sotto il banco, e il mio cuore prese a battere velocemente vedendo entrare Harry Styles in tutta la sua bellezza.
-Buongiorno ragazzi, oggi con noi c’è un nuovo compagno- disse posando una mano sulla spalla del ragazzo che entrò poco dopo. Sbarrai gli occhi.

Oh,cazzo.

Il ragazzo del supermercato?
-Si chiama Cristian Marketing e rimarrà con noi per tutto l’anno, vai siediti accanto a… Fortune- bofonchiò spostando il suo sguardo su di me, provocandomi dei brividi.
Ci guardammo per tanto tempo, forse troppo tanto che non mi accorsi che il ragazzo aveva preso posto vicino a me.
I suoi occhi erano delle calamite per me, più cercavo di non guardarlo per dimenticare quel bacio e più mi attraevano.
-Ciao- la voce del tizio mi riscosse dai miei pensieri. Lo guardai dall’altro verso il basso.
-Ciao- mormorai.

-Sei quella del supermercato!- esclamò.
-Perspicace-
-Ehi, quella che mi ha quasi ucciso sei tu, dovresti essere cordiale sai?- scherzò.
Alzai gli occhi al cielo che casualmente caddero di nuovo su Harry che guardava la scena stizzito...
Sorrisi soddisfatta.
Gelosia, minchia! 
Ecco cosa serve. 
-Hai ragione- ritornai su Cristian.
-Piacere Fortune- porsi la mano.

-Cristian- sorrise.
-Come mai ti sei iscritto in questa scuola?- domandai.
Fece spallucce.
-Mi sono trasferito da poco,e questa sembrava la scuola più normale…suppongo-.

Annuii distrattamente.
Cazzo, se è normale che in una scuola un professore e un’alunna si baciano, andiamo dritti dritti nella merda.
Sospirai.

-Si, è abbastanza buona come scuola-
-Ed è stata una fortuna ad aver incontrato te, non pensi?- ammiccò.
Feci per risponde ma il riccio sbatté rumorosamente e dolorosamente,per lui, la mano sulla cattedra.
-Silenzio, Fortune e Cristian sarò costretto a separarvi se continuate a parlare-

Bella scusa, Styles.
Sorrisi sghemba.

-No, professore, faremo i bravi!- ribattei, ridendo interiormente.
Alzò un sopracciglio fulminandomi, ressi lo sguardo, finchè non fu lui a girarsi per primo.
Uno a zero per me, Harry!
-Ragazzi vorrei parlarvi di una gita che si farà a fine mese, una settimana a Parigi…si, ecco vorrei sapere chi vorrebbe venire, per alzata di mano-
Alzai immediatamente la mano, e sott’occhio vidi che tutta la classe la teneva alzata.
-E Parigi sia, devo solo completare le ultime cose e voi dovrete portarmi una somma di soldi di cui parleremo domani, e l’autorizzazione, e sarà tutto pronto entro fine mese-
Merda.
Merdissima.
Merdissimissima. 
Papà sta in vacanza! 
Chi cazzo c’è/m’è  la firma l’autorizzazione?! 









KEEP FIGHTING.
Grazie per le recensioni, per le preferite/ricordate/seguite :D 
comunque, eccomi qui dopo una settimana -credo- scusate il lievo ritardo (: questo capitolo è lungo una quaresima, oppure no? perchè cacchio su word sembrano 20 pagine, poi sull'editor due parole '-' alquanto bizzarro AHAHA
parliamo un pò del capitolo: Natalia e Fortune hanno fatto pace, è normale almeno io credo (:
entra in scena Cristian personaggio molto importante o almeno credo (?) AHAHA 
avete bisogno di alcuni momenti Farry vero? beh anch'io HAHAH tranquille se non ci saranno modi, li creo io D: 
Ultima cosa; mi dispiace che Liam non abbia una parte precisa, sorry Liamuccio *^* 
e la gita sarà FONDAMENTALE per la storia! sappiatelo (?)
Mi lasciate un vostro parare? mi farebbe FELICISSIMA :) 
ora vado a a rispondere alle bellissime recensioni che mi avete lasciato, siete magnifiche :)
vi amo tutte, una ad una ksjdskd
grazie ancora :') 
ps. mi scuso per eventuali errori. 

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Capitolo 9
*** bracelet ***



bracelet
(9).

 




Quella settimana passò così velocemente da mettermi paura e intanto ancora dovevo risolvere il problema dell’autorizzazione.
Papà mi aveva espressamente detto che non sarebbe mai tornato dalla vacanza per firmare uno stupido foglio, quando si dice che i genitori farebbero di tutto per i propri figli… certo.
Sbuffai sonoramente dando un calcio di stizza all’armadietto che non si apriva. –Cosa avete contro di me?- sbottai, dandogli un cazzotto procurandomi solo un dolore allucinante.
Imprecai, sventolando la mano dolorante. –Come faremo?- venni affiancata da Natalia che aprì il suo armadietto senza problemi, facendo scivolare i libri dentro. –Io voglio andarci- mormorai affranta,poggiando la schiena all’anta.
-Pure io- borbottò, imitandomi.
-Ciao belle fanciulle- esclamò Cristian andando alla mia destra e buttando a casaccio il libro di storia. Era un tipo simpatico, o almeno così sembrava. –Cosa succede?- domandò dopo essersi accorto che non lo avevamo salutato.
-Niente autorizzazione per la gita…- farfugliai con espressione sofferente.
-Perché non la scrivete voi?- disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo, e cacchio lo era, perché non ci ho pensato prima?
Sorrisi sentendo le sue parole, e uno strano luccichio mi si piantò negli occhi. –Si, cer… ma io non la so fare la firma di papà- conclusi sull’orlo di una crisi di nervi.
-Nemmeno io- disse Natalia poggiando la borsa per terra.
Cristian sorrise sornione. –Posso farvela io, sono un asso in questa cose-.
Io e Natalia ci guardammo complici, e battemmo un cinque. Cristian ridacchiò. –Allora, ci vediamo dopo nello stanzino dei bidelli ok?-.
-Nello stanzino dei bidelli?- ripetei scettica.
-Esattamente, non ci entra mai nessuno e potremmo portare a termine il lavoro senza intralci- commentò sorridendo.
Sorrisi titubante, sembrava una cosa di vita o di morte, o di addirittura di un angente del FBI.
-Grazie Cristian- sussurrai, sorridendo con Natalia che si avviò con il ragazzo in classe, nel frattempo passò Harry con la Green con cui parlava sorridente.
La gelosia o qualsiasi altra sensazione che mi provocava un attorcigliamento nello stomaco invase ogni particella del mio corpo, avrei voluto prenderlo a calci in faccia tanto da scombinargli i pensieri.
Tirargli i capelli così forte da farceli diventare lisci o… essere al posto di quella topa spennata.
 Arricciai il naso e un senso di tristezza mi invase guardando la donna schioccargli un sonoro bacio sulla guancia per poi accarezzargli la schiena.
Ero davvero gelosa di qualcosa che non era mio? E che forse, non lo sarebbe mai diventato?
Quelle domande mi giravano in testa come un ciclone pronto a rompere ancora una volta, come sempre, la maschera d’indifferenza che portavo quando lo incontravo.
Se solo esistesse lo sparaflash che usa Will Smith in Man in black lo userai per dimenticare quei due baci che mi hanno fatto provare per la prima volta le cosiddette farfalle nello stomaco.
Mi avvicinai alla soglia della porta lentamente dove Harry stava per entrare. Mi alzai sulle punte, avvicinandomi al suo orecchio guardandomi però intorno.
-Professore voi e la Green, formereste proprio una bella coppia, sapete?- sputai come veleno.
Spalancò gli occhi, scotendo la testa. –Noi saremmo perfetti però, no?- sorrise sghembo ed io persi un battito sentendo quella sua voce roca e terribilmente sexy. Una sola risposta, una semplice frase, avevano mandando in tilt il mio cervello che ormai era in pappa.
Diventai paonazza, maledicendomi.
Userai davvero lo sparaflash? Si, ma solo per convincere la Green che lei è lesbica, e che vive in Arabia.
 
Bussai alla porta dello stanzino. –Password- bisbigliò qualcuno dentro.
Alzai un sopracciglio. –Quale password?- borbottai, cercando di aprire la porta spingendogli il ginocchio dentro.
-La password per entrare- ribattè una voce maschile; Cristian. Sbuffai sonoramente. –Non mi avevi detto che c’era una password per entrare in questo sgabuzzino che puzza come un calzino sporco- borbottai, spingendo ancora tanto che la porta si aprì e io caddi a terra rovinosamente, come un sacco di patate.
La risata fragorosa di Natalia si sparse per la stanza, facendo ridere anche me e Cristian.
Mi pulii il pantalone mettendomi a gambe incrociate, e porgendo a quest’ultimo due fogli dove mancavano solo una firma di un genitore.
Natalia prese il suo diario dove settimane fa, papà firmò un avviso. Cristian prese una penna e cominciò a copiare la firma sui i due fogli.
Dopo nemmeno dieci minuti avevamo finito il ‘lavoro’, c’è ne andammo insieme alla mensa dove presentai Cristian ai ragazzi che lo accolsero vivacemente.
Dopo la pausa pranzo c’è ne ritornammo in classe per l’ultima ora, dove trovai ancora una volta la Green azzeccata a Harry come una cozza. Li trucidai con lo sguardo e mi sedetti accanto a Cristian, che sorridente mi accolse.
-Qualcosa non và?- domandò piano.
Scossi la testa, abbozzando un sorriso. –Tutto alla grande- risposi a denti stretti, strappando un pezzo del quaderno che stavo torturando già da un po’. –Non sembrerebbe- commentò ridacchiando, prendendo il quaderno e mettendolo da parte,posando le sua mano morbida sulla mia, facendomi trasalire.
Guardai le mia mano nelle sua con stupore e un po’ di imbarazzo, e alzai lo sguardo notando che Harry aveva finito di parlare con quella e che ci stava osservando.
Mi sorpresi a sorridere sorniona o addirittura maleficamente.
Sentivo il pollice del ragazzo accarezzarmi il dorso dolcemente  mentre il mio professore ci guardava come se ci volesse prendere a sprangate.
Ben ti stà, ciccio.
-Allora che hai?- mi smosse bruscamente dai miei pensieri Cristian, guardandomi e tendendo le orecchie.
Feci spallucce. –Niente davvero, grazie per l’interessamento- sorrisi sincera, ritraendo la mano d’instinto sentendo gli occhi smeraldi trapassarmi l’anima, e da una parte mi faceva anche piacere.
Con la mano destra smossi un po’ i capelli,lasciando cadere il ciuffo biondo sulla fronte e ritornai con gli occhi su Harry che ancora non si erano staccati da me. La classe e anche Cristian erano completamenti distratti e parlottavano di cose loro, e lui mimò un ‘ripetizioni oggi?’ con un sorrisetto che tutto furché malizioso.
Il cuore che già mi batteva in petto, scoppiò del tutto. Annuii con foga, mantenendo il contatto con i suoi occhi che mi fottevano, sempre.
 
-Dove vai?- domandò ancora Natalia con uno dei milioni romanzi di Nicolas sparks in mano. Sbuffai sonoramente.
-Natà, te l’ho detto vado da Louis, e lasciami vivere- borbottai senza però nascondere un sorriso perché tutto sembrava essere tornato alla normalità con lei, o almeno pensavo. Presi la felpa e le stampai un bacio in fronte. Ridacchiò pulendosi. –A dopo- sussurrò fugacemente immergendosi nel libro, lasciai i capelli sciolti e uscii di casa con un borsa con dei libri presi a casaccio.
Non avevo voglia di fare ripetizioni o altro, la verità è che volevo solo vederlo e basta.
E magari perdere la verginità.
Su un tavolo.
Con un cesto di frutta a farci compagnia.
E… immersa nei miei pensieri non mi accorsi di ritrovarmi davanti casa Styles, aspettai due minuti e bussai titubante.
Cacchio,cacchio,cacchio.
La porta si aprì ed Harry in jeans e maglietta semplice, mi si parò davanti.
Deglutii rumorosamente, facendomi spazio nella sua casa senza né salutarlo, né niente. –Ciao- incalzò scrutandomi mettendomi a disagio.
Smettila stronzo.
-Ciao- mi decisi a dire, dopo un’attenta analisi della sua figura così dannatamente sexy.
Prese posto davanti al tavolo. –Marketing ti piace, vero?- disse con un sorrisetto amaro, e con un colpo si aggiustò i ricci facendomi andare inperventilazione.
-Allora?- sbottò non vedendo arrivare una mia risposta.
Scossi la testa.
Espira, ispira.
-Cosa te lo fa pensare? E poi ci osservi mentre stai con la Green?- ribattei decisa.
Espira, ispira.
-Io non le prendo la mano- bofonchiò.
Espira, ispira.
-Io non lo bacio la guancia, e gli accarezzo la schiena professore-.
Espira, ispira.
-Io non vado nello stanzino dei bidelli con lui- disse spazientito facendomi sussultare, e mi ritrovai a sorridere soddisfatta.
Quella sua presunta gelosia mi dava un pizzico di adrenalina.
Espira, ispira.
-Io non faccio la cascamorta con lui e per puntualizzare sono entrata nello stanzino solo per farmi fare la firma falsa per la gita-.
Scosse la testa, alzandosi e avvicinandosi a me.
Espira, ispira.
-E dovrei crederti?- alzò il tono di voce facendomi sussultare. Spalancai gli occhi.
-Non urlare con me, non sono la tua alunna ora!- ribattei.
-Sei solo una bambina- rispose a tono.
Mi avvicinai ancora di più a lui. –E tu un vecchio-.
Alzò gli occhi al cielo. –Ho ventitre anni-.
-E sei vecchio- borbottai.
-E tu una bambina-.
Espira, ispira.
-Intanto ti piace la bambina- sorrisi beffarda, e in un attimo mi ritrovai tra le sue braccia. Spalancai gli occhi, e le sue labbra si posarono sulle mie quasi con violenza.
Mi erano mancate quelle labbra.
Non fù come il primo bacio, quello era passionale, questo bisognoso degli uni dell’altro. La sua lingua prese posto nella mia bocca, e ricambiai con foga. Presi il suo viso nelle mie mani, e il bacio diventò sempre meno casto.
Ci staccammo solo per il bisogno di aria. Gli sorrisi e mi buttai sul suo divano come fosse casa mia. Presi il telecomando e accesi la tv.
–Io non studio, mi scoccio. Vieni a vedere la tv con me?- domandai battendo una mano alla mia destra, per farlo sedere.
–Chi ha mai detto di fare ripetizioni? Era una scusa- sorrise, lo imitai e quando si sedette accanto a me, mi accoccolai sul suo petto e lui mi cinghiò il collo con il suo braccio muscoloso.
La mano ricadeva sulla mia spalla e notai un braccialetto tanto carino. Glielo sfilai, e me lo misi io. –Ora è mio- ridacchiai.
Sorrise, stringendomi di più.
Tirai un sospiro di sollievo, serena.
 
 
Spensi la tv, e guardai ancora una volta Harry ridere per il film ‘Ted’ che avevamo appena finito di vedere.
Sinceramente il film non l’avevo calcolato proprio, come avrei potuto con sto’ dio greco accanto?
Il bussare della porta mi riportò alla realtà, Styles si alzò andando a vedere nello spioncino e per poco non morì d’infarto. Mi prese per il braccio trascinandomi sopra e per poco non facendomi scivolare rompendomi l’osso del collo.
-Ma chi è?- sbottai, mettendomi sotto il letto. Manco fossi l’amante. –La Green-.
-Cosa vuole quella pecora in calore?- ringhiai.
Trattenne una risatina, per poi farmi segno di fare silenzio e scese giù, poggiai la testa sul pavimento e chiusi gli occhi, ripensando al pomeriggio passato.
Ma io ed Harry cosa eravamo?
Amici? Impossibile.
Fidanzati? Ancora più impossibile.
Sbuffai sonoramente, chissà cosa stavano facendo o dicendo.
Passarono venti minuti o qualcosa in più e sentì i passi di Harry farsi più vicini, finché non si abbassò e ci ritrovammo con le teste vicine.
-Ma che voleva?- domandai acida.
-Parlare della gita- rispose prendendomi per le mani e tirarmi fuori dal letto, mi alzai in piedi, pulendomi il jeans e mi parcheggiai davanti a lui, scrutandolo. –E doveva venire fin sotto casa?-.
Fece spallucce e mi accarezzò il viso con il pollice.
Espira e ispira.
-Meglio che tu vada- sussurrò al mio orecchio, provocandomi un arresto cardiaco.
Forse lo faceva apposta a fare il sex simbol. –E’ sbagliato vero che io stia qui con te?- farfugliai.
-Sbagliato è poco.. e per poco non morivo quando ho visto Stella fuori la porta- ammise.
Annuii consapevole delle sue parole, e senza dire nient’altro uscì salutandolo con un cenno della mano.
 
Andai in bagno a spogliarmi per indossare qualcosa per la casa, quando una macchia di sangue catturò la mia attenzione.
Ancora.
E non si preoccupava nemmeno di pulirlo la cosa che mi faceva imbestialire.
Scesi giù piena di rabbia, le presi il libro buttandolo letteralmente per terra. Mi guardò confusa, e si alzò per riprenderlo.
-Che ti prende?-.
-Mi hai chiesto una mano, eccomi. Vuoi cambiare la tua vita oppure continuare a distruggerla?- urlai scotendola debolmente per le spalle.
-Di cosa stai parlando?- mormorò impaurita.
-Smettila, cazzo, smettila! Non fare finta di niente, smettila!- urlai stridula, scostandomi da lei e battendo un piede per terra. Spalancò la bocca, andando a sedersi sul divano e poggiando il libro sul tavolino. –Io…-.
-Tu niente. Mi avevi detto che non lo facevi da giorni, e invece? Era tutto una bugia- dissi affranta.
-No non lo era non lo facevo da giorni-.
-E cos’è successo adesso?-.
-Sto cadendo a pezzi ok? Cavolo, è il tuo urlare mi rende ancora più fragile, non ho più la forza per reggere, lo capisci?!- gridò alzandosi e andando verso la sua stanza. –Ho bisogno di mia sorella Fortune, quella che ride e dice parolacce a raffica, non quella che mi fa il terzo grado- sussurrò poi.
Le andai incontro, abbracciandola. –Non voglio sapere perché stai cadendo a pezzi, sappi che aiuterò a riagganciare ogni tuo pezzo caduto, ti rialzerai come un grattacielo-
Mi scrutò scoppiando a ridere. –Hai citato una canzone di Demi lovato?-
Annuii facendo spallucce. –Hai rovinato un momento poetico, Natà- borbottai fintamente offesa. Ridacchiò senza allegria e spostò lo sguardo sul braccialetto che cercai di nascondere.
-Chi te l’ha dato?-
-Cosa?-
-Quello-
-Quello chi?-
-Quello chi di che cosa?- continuò confusa.
-Quello chi di che cosa, cosa?-
-Stop!- rise fragorosamente. -Chi te l’ha dato il braccialetto, comunque?-
Merda.
-L’ho trovato per terra-
-Quante volte ti devo dire di non raccogliere le cose per terra, Fortune!- disse con tono autoritario. Alzai gli occhi al cielo, tirando un sospiro di sollievo. –Non ci pensiamo, pensiamo che tra pochi giorni partiremo per la gita e tu staccherai un po’ la spina!-
Ed io vedrò Harry giorno, pomeriggio e notte  meglio di così? 







cocochanel's corner.
Ciao a tutte bellissime skdjskdjsk questo spazio autrice non servirà ad una minchia, 
mi scuso se ci sono eventuali errori nel capitolo ma non ho nemmeno controllato çç l'ho appena finito, viva me (?) 
Non so cosa dire, sinceramente HAHAHAH ho messo meno parolacce nel capitolo, spero vi faccia piacere :) 
boh... niente.. Ah si, FORTUNE E HARRY NON STANNO INSIEME lol cioè non so come spiegarvi, non sono fidanzati, ma nemmeno amici. Sono un professore ed una alunna che si scambiano le salive HAHAHAHAH 
E' lunghetto eh? sono così fiera di me :') Non vedo l'ora di scrivere i capitoli della gita che saranno i più importanti :]
me ne vado sul letto a vedere la tv... çç A'TIP DEPRESSION AHAHAHA
Vorrei ringraziarvi per le splendide recensioni che mi lasciate, io davvero non ho parole!
E poi, preferiti? seguiti? e ricordate? c'è, senza parole minchia! Prima che vada vi faccio vedere come sono Cristian e Stella.

Che poi perchè l'ho chiamata Stella? che schifo HAHAH
Cristian.
Amo Steeven! Amo the vampire diaries skdksjdsd
Poi...
Stella. 
Emma di Glee :) 
vvvvvvvado xx danielle peazer infection xx AHAHA



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Capitolo 10
*** Welcome to paris ***



Welcome to paris
(10).





Il vibrare del telefonino mi rimbombò in testa come un trapano, mi alzai dal letto rimanendo però seduta, imprecai sotto voce per non svegliare mia sorella. Presi il cellulare ancora assonnata, e la luce mi accecò facendomi nuovamente imprecare.
Un messaggio lampeggiava.
Di Harry. Salvato come: Professore Styles.
Spalancai gli occhi quasi strozzandomi con la mia stessa saliva. Il cuore cominciò a martellarmi in petto talmente forte che credevo che mi sarebbe uscito fuori squartandomi una tetta. Aprii l’sms euforica, sorridendo come un ebete.
 

Ehy piccola :) x

 
Rimasi a fissare il messaggio per qualche secondo. Sospirai, sapendo che dovevo rispondergli. Bene. Potrei mettere molti saluti, tipo: “ciao”, “ohy” o “hey” oppure cercarli altri sul dizionario.

Sto esagerando. Infondo è solo un messaggio, quindi vada per il “ciao”. E poi? Che gli dico? “Che fai?” forse è troppo invadente ma sono curiosa e quindi vada anche per la domanda. Però, cacchio, è un messaggio un po’ triste, ma è meglio che non faccia l’originale sembrerei una cogliona. Magari una faccina,così, per sdrammatizzare… ma sì, che mi costa?
Respirai profondamente, e premetti invio.
 

Ciao, che fai? :)

 
 
La sua risposta rispetto alla mia non tardò ad arrivare e dall’agitazione le mani cominciarono a tremare.
-Che succede?- mugolò Natalia con la voce impastata dal sonno. Sobbalzai, guardandola in cagnesco anche se al buio lei non poteva vedermi.
-Cosa deve succedere? Su a nanna!- ordinai, stendendomi e girandomi dall’altra parte. Ignorai ogni sua risposta e tornai con lo sguardo sul telefonino. Sorrisi, ancora.
 

Gioco alla play station, ogni tanto ci vuole :P Tu? <3

 
 
Un cuoricino. Ha messo un cuoricino, un bellissimo cuoricino. Uno stup... Scossi la testa e incominciai alla risposta.
Potrei andare sul romantico: Io? Ti penso, tanto… troppo, da giorni, settimene, dalla prima volta che i tuoi occhi mi hanno inchiodato…
Sul rozzo: Mi gratto il culo, e mi annuso la mano, figo no?
Meglio sul normale.
 
 

Niente di che, sto sul letto ** 

 
 
Dopo nemmeno dieci secondi il telefono vibrò ancora e mi sorpresi a sorridere.
 

E ti penso anche, sai?

 
 
 
Arrossii per non so quale motivo, e guardai il braccialetto al mio polso. Un braccialetto semplice, probabilmente comprato al mercatino, niente di speciale, niente di prezioso, eppure per me valeva molto. Risposi, senza pensarci due volte.
 

In realtà, anch’io.

 
Perché ho messo quel puntino? E’ da antipatici, porca merda!
 

Hai messo il puntino per sembrare cattiva?:P

 
Abbozzai una risatina.
Solo massaggiare con lui mi aveva reso felice. Era normale?
 

No scusa, volevo mettere due puntini ma mi è uscito solo uno AHAHA! Comunque, non vedo l’ora di partire :)

 
Ed era vero, domani mattina a mezzogiorno saremmo partiti, e chissà cosa sarebbe successo quella settimana.
Mi venivano le farfalle nello stomaco, o meglio gli elefanti solo a pensarci.
 

Anch’io, dovremmo stare attenti, però…  Notte bimba <3!

 
Attenti? Significa che ci saremmo pensati? Baciati? Accarezzati? Coccolati?
Le mani cominciarono a sudare, ero tutta un brivido.
Sorrisi ancora e mi domandai perché non mi facessero male le mascelle per tutto quel sorridere.
 

Sicuramente… notte vecchietto (:

 
Spensi il telefonino e lo posai sul comodino, poggiando la testa sul cuscino mi ordinai mentalmente di addormentai. Spalancai gli occhi di scatto alzandomi di fretta e furia, ricordandomi che non avevo fatto la valigia. Che memoria di merda!
Mi buttai a capofitto nell’armadio buttando jeans, magliette, mutande, reggiseni tutto e di più per terra. –Che succede ancora?- borbottò Natalia raggiungendomi vicino all’armadio. –Non ho fatto la valigia per domani!- alzai il tono di voce.
-Sei una cretina, te l’avevo detto stamattina di fattela-.
-Mi sono dimenticata- ribattei prendendo una valigia qualsiasi dall’armadio che Natalia acchiappò al volo. –Vieni, ti aiuto- sorrise dolcemente.
Alzai lo sguardo verso lei. –Sul serio? Non hai sonno?-.
-Che importa, avrò tempo per dormire, fatti aiutare-.
Sorrisi dandole un bacio sulla guancia, e insieme cominciammo a riempire il borsone con dentro tutto quello che mi sarebbe servito e anche quello che sicuramente non mi sarebbe assolutamente servito.
 
Presi gli occhiali da sole e me li misi in testa a mo’ di frontino e recuperai le chiavi di casa sul divano. –Andiamo?- domandai a Natalia prendendo la mia valigia da terra. Quest’ultima annuì, raccattando le ultime cose. Insieme uscimmo di casa e arrivammo fuori scuola, appoggiandoci al pulmino che ci avrebbe portato all’aereo porto.
Aspettamo gli altri, ed io segretamente aspettai anche Harry. Zayn e Liam vennero con Louis e Niall che sorridenti ci salutarono. L’irlandese imbarazzato si piazzò davanti Natalia baciandola dolcemente le guance, sorrisi guardandoli. Sarebbero stati una bella coppia, ma magari l’amore fosse semplice. In qualche minuto la mia classe e anche l’altra che avrebbe dovuto fare la gita con noi si raggrupparono nel giardino vicino al pulmino. Harry arrivò poco dopo accompagnato dalla Green.
Vaffanculo.
-Siete pronti?- gridò estasi.
Prima che potessi dire “si” Cristian mi affiancò abbracciandomi. –Sei prooonta?!- ripeté sorridente come non mai.
Annuii, e continuò a sorridermi aggiustandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
–Posso sedermi accanto a te?- sussurrò al mio orecchio, sorrisi sorniona guardando il riccio fulminarci con lo sguardo.
-Ma certo!- esclamai con troppa enfasi.
Feci per salire ma una mano mi bloccò. –Smith, tu ti siedi accanto a me… perché… potresti dare fastidio là dietro- borbottò infine Harry stringendo il mio polso.
Alzai un sopracciglio. –Ma davvero?- dissi beffarda.
-Si! Ora salite tutti-
Alzai gli occhi al cielo non trattenendo però un sorrisino. Cristian mi si avvicinò sfiorandomi la spalla per salire, sussurrando ‘allora a dopo’, annuii e mi sedetti accanto ad Harry alla prima fila. –Potrei dare fastidio eh?- ridacchiai guardando i nostri bracci che erano estremamente vicini. Fece spallucce. –Decidi tu, vuoi sederti accanto a Marketing?- disse a denti stretti.
Lo guardai attentamente di profilo, dato che parlavamo come se non stessimo parlando. Ognuno guardava avanti a sé, per non destare sospetti.
Era troppo bello, e sembrava un adolescente.
-No preferisco sedermi vicino a voi, professore Styles-.
Sorrise lievemente e per un suo movimento i nostri bracci si sfiorarono provocandomi la pelle d’oca che subito notò facendomi diventare paonazza.
-Ti faccio questo effetto?- sussurrò dolce.
Fucilatemi.
Sorrisi imbarazzata. –E’ una brutta cosa?- domandai piano. Scosse la testa, e lentamente portò la sua mano sulla mia accarezzandole il dorso.
-Mi fai lo stesso effetto, Fortune- bisbigliò.
Spalancai gli occhi e prima che potessi dire qualcosa venimmo interrotti dalla Green e una sua alunna del cazzo.
-Harry gli fa male il pulmino e le viene da vomitare, che facciamo?!- esordì.
Quest’ultimo di alzò di scatto portando alla ragazza una busta dove vomitò l’anima. Che schifo. Spostai lo sguardo per non nausearmi e guardai fuori dal finestrino dove il paesaggio scorreva velocemente e senza accorgermene mi addormentai.
 
Mi svegliai di soprassalto, sudata. Non potevo aver sognato quello che pensavo. Non potevo, non era da me.
Cioè… avevo sognato Harry nudo sotto la doccia che si insaponava ed io lo seguivo sotto il getto dell’acqua, non era sogni di una ragazzina, ma di una ninfomane.
Scossi la testa e mi aggiustai meglio sul sedile, girai lo testa incontrando gli occhi smeraldo di Harry che mi guardavano interrogativi.
-Tutto bene?- domandò.
Annuii distrattamente mentre quel sogno mi batteva in testa come un martello pneumatico. –Sicura?- continuò premuroso.
Sorrisi dolcemente e annuii più decisa. –Siamo arrivati- urlò poi d’un tratto facendomi sobbalzare.
Porca merda.
Sospirai e presi la valigia scendendo giù e avviandomi con gli altri verso l’aereo porto, dove ci sedemmo aspettando la chiamata del nostro volo che non tardò ad arrivare. Salimmo sull’aereo e mi sedetti accanto a Zayn che in silenzio mi accolse.
Cercai con lo sguardo Natalia e fui contenta di trovarla accanto all’irlandese.
-Ciao biondina- ammiccò il pakistano.
Alzai gli occhi al cielo, fulminandolo. Ora o mai più. -Sei gay vero?-
-Scusami?- gracchiò alzando un sopracciglio.
-Non ti piace mia sorella, quindi o sei gay o trans? O zoofilo?!- continuai imperrita.
Aggrottò la fronte.
-Cos’è un zoofilo?-
Ridacchiai dandogli una pacca sulla spalla, più che una pacca sembrava un pugno, forse lo era.
-E’ una copertura vero? Fai finta di non saperlo, quando poi vai sotto la panca con la capra, giusto?-
Assottigliò gli occhi. -Tu credi che io faccia sesso con gli animali?- domandò disgustato.
-Non preoccuparti, non c’è niente di cui devi vergognarti, Pakistano- bofonchiai.
Scosse la testa. -Tu ti droghi!-
-Non sono io quella che non nota una figa come Natalia, amico!-
-Perché io piaccio a lei?- domandò. 
-No- mi affrettai a rispondere.
-Ah- fù la sua intelligente risposta. L’avrei presto a sprangate urlandogli “Baciatela, coglione!”, ma mi limitai a mettermi le cuffie nell’orecchio aspettando che arrivassimo a Parigi.
Guardavo i movimenti di tutti, soprattutto quelli di Harry e la Green, che parlottavano sorridenti.
Sorrisi malefica alzandomi e fingendo un malore, mi avvicinai ai professori. .Che succede?- scattò in piedi Styles facendomi esultare interiormente.
-Mi sento da vomitare..-
-Vieni ti accompagno in bagno- disse la Green. -Stella, l’accompagno io! Tranquilla- si intromise Harry.
Mi accompagnò nel bagno dell’aereo e chiudemmo la porta.
–Siediti per terra e metti la test…-
-Mi girava lo stomaco per te e la Green che continuavate a sorridervi a vicenda- dissi a denti stretti.
I nostri respiri si confondevano in un bagno così piccolo. Spalancò gli occhi per poi scoppiare a ridere.
-Era tutta una farsa?-
-Si, ora però vado a sedermi accanto a Cristian, ti sta bene?-
-No- quasi non urlò.
-E allora non sederti accanto a  Stella- scimmiottai.
-Perché?- sussurrò avvicinandosi al mio orecchio facendomi andare in iperventilazione.
Non dimenticare di respirare.
-Allora?- mormorò mordendomi dolcemente il lobo dell’orecchio.
-Harry…- protestai debolmente, prima che potessi dire o fare qualcosa, qualcuno bussò al bagno. .Occupato- urlai inginocchiandomi davanti al water. -Sono la professore Green-
Alzai gli occhi al cielo.
Pecora in calore. Harry aprì e io feci finta di aver appena finito di vomitare. -Tutto bene tesoro?- domandò la rossa accarezzandomi la schiena.
Tesoro? Ma chi ti conosce! -Si, prof. Ora vado a sedermi…- dissi dando le spalle a tutte e due e tornando a sedermi da Zayn che si era addormentato.
 
L’aereo era atterrato e tutta la mia classe stava scendendo le scale, compresa io. In pochi secondi eravamo fuori dall’aereo porto, pronti per iniziare la nostra settimana a Parigi. 







cocochanel's corner.
Non è piu berlino, vanno a parigi ahahaha uu 
Ora vi spiegherò un pò come si svolgeranno i capitoli d'ora in poi, la gita durerà 7 giorni, i capitoli dunque che parleranno della gita saranno proprio SETTE. Racconterò giorno, per giorno, perchè la gita sarà IMPORTANTISSIMA e quindi mi sembra giusto non perdere nemmeno un giorno, metterò anche i POV di Natalia sdskjdskjdskjd poi capirete perché, tranquille, non è per quello, ma per altre cose che mi eletrizzano ahahahaha*^*
Vorrei ringraziarvi per le recensioni, siete fantastiche cacchio! 
anche le ragazze che leggono in silenzio, siete fantastiche anche voi ** e grazie anche ai preferiti/seguite/ricordate :) 
non ho più niente da dire, minchia, sono di poche parole oggi. già.. lol 
vi saluto con un grande abbraccio
*virtual hug* 
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Prima che me ne vada davvero, posso lasciarvi altre foto dei protagonisti? boh, mi piace metterle ahahahaha uu 

Fortune, Cristian, Natalia, Proffy Styles, Niall (il mio amore platonico kxskjd il vostro?), Zayn,Tommo, Payne, Green (ha leggermente gli occhi a palla AHAHAH) 
scappo, un bacione fortissimo! 

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Capitolo 11
*** The tour starts ***




The tour starts
(11). 



Un grande albergo si presentava davanti ai miei occhi che lo guardavano con stupore. Osservai la scritta “Eiffel Seine Paris” e sfornai un mega sorriso. L’altra classe entrò in sincrono con la mia scatenando un gran casino, mentre io aspettai, intelligentemente, che tutti entrassero per poi farlo io.
Ci sedemmo tutti sui divano d’attesta e i professori ci raggiunsero poco dopo con una ventina di chiavi in tutto e con il registro in mano.
Cominciarono a chiamarono le coppie che avrebbero condiviso le stanze, e dopo qualche minuto chiamarono il mio nome:
-Fortune Smith e Niall Horan-.
Spalancai gli occhi, tossicchiando. –Un maschio?- esclamai andando verso la professoressa che mi porse le chiavi senza prestare attenzione alla mia domanda. –I posti sono stati già scelti, inutile lamentarti!- rispose dopo un po’, con un tono che non ammetteva repliche ma che mi faceva venire voglia di prenderla a sprangate in testa. Sbuffai sonoramente prendendo con stizza le chiavi e affiancando il biondino che mi sorrideva contento.
–Io sono contento, anche se volevo capitare con tua sorella, mi accontento- esordì guardandomi con i suoi pozzi azzurri tanto da farmi sforzare un sorrisino.
-Natalia Smith e Zayn Malik- continuò la Green facendomi quasi strozzare.
Spostai lo sguardo su Niall che fissava la scena con occhi che esprimevano tutta la sua disapprovazione, per poi portarli a Natalia che mi mimò “Porca merda!” facendomi capire la sua agitazione.
Ridacchiai divertita da quella situazione.
La professoressa continuò i nomi e finì con: -Louis Tomlinson, Liam Payne e Cristian Marketing-.
Stanca e un po’ stizzata evitai lo sguardo di Harry e trascinai letteralmente l’irlandese nella stanza che con un sorriso stampato in volto mi segui.
-Ti piace mia sorella, vero?- chiesi aprendo la porta e mettendo piede nella stanza.
Niall ridacchiò arrossendo. –Cosa te lo fa pensare?-.
-Tu hai detto “volevo capitare con tua sorella”- ripetei –E poi, si vede la mangi con gli occhi- conclusi sorridendo e poggiando la valigia sul letto.
-Lei è innamorata di Zayn-.
-Innamorata è una parola grossa, non puoi considerarti innamorato di una persona se non l’hai vissuta, biondo- esclamai prendendolo e buttandolo sul letto, sedendomi accanto.
–Tu potresti cambiare le cose, quindi sfoggia i tuoi occhioni e falla tua- continuai euforica.
Inarcò un sopracciglio. –Non ti facevo così saggia- borbottò.
-Beh, nemmeno io- ammisi abbozzando una risatina.
-E te invece?-.
-Cosa?-.
-Chi ti piace, eh?- disse movendo in modo strano le sopracciglia. Aggrottai la fronte.
-Nessuno- mentii spudoratamente. Mi diede una leggera spinta alzandosi dal letto. –Bugiarda- commentò disfando la valigia.
-Scherzi? Te l’avrei già detto Niall- certo come no, mentivo, ancora.
Perché non potevo dirlo a nessuno. Perché era complicato e fottutamente sbagliato. –Ti piace Cristian?- provò ad indovinare.
Magari.
-No è un bravo ragazzo, ma niente di più e poi te l’ho detto non mi piace nessuno-
-Mh, sarà-.
Tirai un sospiro di sollievo e aiutai Niall a disfare la valigia.
 
-Stasera mangeremo all’ Hotel ed entro le sette e mezzo dovete farvi trovare tutti nella Hall!- urlò Harry avvisandoci mentre io lo guardavo come una rincoglionita, forse con la bava alla bocca.
Tutti gli studenti compresi la Green rientrarono nelle loro stanze, acchiappai Harry per un braccio trascinandolo nel bagno stando attenta che nessuno ci vedesse.
Chiusi la porta a chiave e me lo ritrovai faccia a faccia con i suoi occhi languidi e le sue fossette adorabili.
-Ciao- mugugnai.
-Ciao piccolina- disse con la sua voce roca e sexy.
Alzai gli occhi al cielo. –Come te la passi?-
-Io bene, tu invece?-
-Boh, direi bene-
-Diresti? Cosa succede?- incalzò.
-Non lo so nemmeno io- dissi cercando di non guardarlo negli occhi, cosa che fù impossibile dato che mi prese il mento con l’indice e mi girò verso sé.
-Ti manco eh?- sorrise sghembo.
La mia faccia fece una fiamma, diventando di colpo rossa.
Si, cazzo.
-No, per niente- ridacchiai timidamente.
Incatenò i suoi occhi verdi limpidi, così languidi, così intensi nei miei. –Peccato, tu invece a me si-
Tu invece a me si.
Tu invece a me si.
Vincere un milione di dollari mi avrebbero reso meno felice di quella frase che mi fece sorridere come una cogliona.
-Anche a me- sussurrai flebilmente, così a bassa voce che forse non aveva nemmeno sentito.
-Cosa?- come non detto.
-Anche a me- dissi con lo stesso timbro di voce.
-Non ti capisco- bofonchiò.
-E’imbarazzante...- risposi di rimando mettendomi due mani in viso. Abbozzò una risatina cristallina che mi invase le orecchie.
La mia razionalità andò a puttane e prima che potessi dire qualcosa di insensato, impossibile praticamente, Harry portò una mia ciocca di capelli dietro l’orecchio e automaticamente tolsi le mani dal viso e lui mi accarezzò con due dita la guancia.
-Ripeti-
Qualcuno mi precedette bussando alla porta, facendomi sbiancare e lo stesso effetto fu su Harry.
L’ansia mi invase ogni particella del mio corpo.
Resta calma.
Lo guardai prendendo in mano la situazione mimando un “shh”.
-Occupato!- esclamai ansiosa.
-Fortune?-
Merda.
Natalia.
-Natalia non posso aprire mi fa male la pancia!- dissi la prima cosa che mi venne in mente.
-No cavolo tu mi apri, sto in stanza con Zayn ho bisogno di sfogarmi-
Doppia merda.
-Natalia aspettami nella Hall, ti raggiungo subito, non riesco a concentrarmi senò!-
Un sospiro.
Stava cedendo.
-Mh, va beh!  Muoviti però- esordì prima di sbattere la porta e uscire. Spostai lo sguardo su Harry che mancava poco avesse un infarto, respirò teso.
-Ho fatto la merda, sinceramente- disse dopo un po’ smorzando la tensione.
Scoppiai a ridere forse per il nervosismo del momento o forse per la sua esclamazione.
-Meglio che tu vada, raggiungo Natalia, ci vediamo a cena- gli sorrisi imbarazzata e uscii per prima per controllore che non ci fosse nessuno, gli feci segno di uscire e quando fummo fuori dal bagno ognuno per sé.
Raggiunsi Natalia che era seduta su un divanetto che si torturava le mani.
Fanculo sorellina, hai rovinato il momento.
-Naty- esclamai andandole incontro.
-Bando alle ciance,ai saluti e tutti i convenevoli che in questo non mi possono fregare un beata minchia-
Spalancai gli occhi.
-Hai detto due parolacce in una sola giornata? La situazione è seria allora- commentai sarcastica.
Alzò gli occhi al cielo tirandomi per un braccio e facendomi sedere accanto a lei.
-Senti ora sono in stanza con Zayn ed è… è… cazzo! Non ricordo niente, sono in crisi- borbottò velocemente poggiando tutto il peso della testa sulle sue mani.
-Natalia calmati-
-NO!- urlò facendo sobbalzare sia me che il portiere dell’albergo –Non posso calmarmi-
Sbuffai.
-Sfogati,sù-
 
 
 
 

    Natalia.

 
Quella situazione era troppo forte per me. Avevo il ragazzo che sognavo tutte le notti nella mia camera. Sospirai e mi buttai pesantemente sul letto.
-Che giornataccia- dissi parlando tra me e me. In quell’esatto momento dal bagno uscì Zayn con un asciugamano in vita e mi mozzò il fiato in gola. Spalancai gli occhi guardandolo mentre lui indisturbato girava per la stanza in cerca dei suoi vestiti.
Il suo petto gocciolava e i suoi capelli solitamente sparati in alto erano disordinati.
Datemi aria pensai.
-Sai dove stanno i miei vestiti?- domandò fermandosi in mezzo alla stanza. Il suo suono della sua voce giunse alle mie orecchie ovattato mentre guardavo il suo corpo con forse la bava agli angoli della bocca.
-N… non s..saprei- balbettai imbarazzata.
Sbuffò. –Mi daresti una mano? Comincia a fare freschetto così-
Annuii fugacemente alzandomi dal letto e cercando un po’ per la stanza, trovai la sua valigia intatta nell’armadio.
-Ecco qui- dissi e quando mi girai me lo ritrovai dietro di me, che mi guardava attentamente facendomi sentire terribilmente a disagio.
Prese i miei polsi mentre io osservavo la scena come se fossi la spettatrice e non la protagonista.
Alzò le maniche della felpa guardando quelle cicatrici ben visibili.
-Lo fai ancora?-
Lui sapeva.
-Qualche volta- risposi in estrema sincerità.
-Perché?- chiese a bruciapelo con un tono piatto che non trasmetteva nessuna emozione.
Non potevo dirglielo, in quelle ragioni c’era anche lui.
-Non mi và di parlarne- dissi con una calma che mi sorprese.
Lui comprensivo lasciò i miei polsi e andò a sedersi sul letto. –Raccontami-
Scossi la testa, sorridendo imbarazzata. –Non mi sembr…-
-Non ti giudicherò, non ti riderò in faccia, non ti guarderò in modo diverso dopo, però ora spiegami- disse posando una mano sul cuore a mò di giuramento.
Tirai un respiro. E lo affiancai sedendomi e incrociando le gambe, glielo racconterò, forse solo eclissando la parte che un po’ di colpa era il suo amore non ricambiato.
Cominciai a parlare velocemente e buttai fuori un fiume di parole, senza versare una lacrima.
Alla fine del mio monologo, Zayn mi guardò con occhi lucidi. Si alzò da letto e sorrise, porgendomi la mano.
-Che ne dici di cominciare a smettere?-
Spalancai gli occhi.
-Ti aiuterò- concluse mentre il mio cuore per poco non smise di battere dalla felicità. Afferrai la sua mano tremolante e lui la strinse forte. Ci pensai per un po’.
-Non puoi aiutarmi Zayn… è difficile smettere- sussurrai.
-Appena ti verrà voglia di tagliarti, corri da me, prendimi a pugni, a calci, urlami contro, l’importante e che tu reprima quella voglia- disse piatto.
Sorrisi sentendo quelle sue parole. Era un sogno? –Grazie Zayn- mormorai.
Quella gita stava prendendo una bella piega.
Lui non era stronzo, non era cattivo, o un bell'imbusto senza sentimenti. Semplicemente non era innamorato di me.
E cosa più strana mi avrebbe aiutato a smettere di tagliare uno dei motivi per cui lo facevo. 






cocochanel's corner.


I won’t let these little things slip out of my mouth
But if it’s true, it’s you, it’s you
They add up to, i’m in love with you
And all these little things. 

 

Credo che anche il mio pc o i muri della mia casa abbiano imparato a memoria Little things :c è fantastica quella canzone, non ho parole. 
Ma poteva essere altrimenti? Insomma cantata dai One direction e scritta da Ed sheeran, solo l'ottava meraviglia del mondo poteva essere. 
Comunque sia, a me sto capitolo fa cagare HAHAH non succede na minchia, solo un pò la parte finale mi piace perchè sinceramente non volevo che Zayn fosse lo stronzo della situazione c.c e quindi mi piaceva quest'idea che lui aiutasse Natalia, ma vorrei chiedervi na cosa, siete PROZAYN O PRONIALL?
non vi chiedo nemmeno se siete proharry o procristian perchè anche mio fratello che non conosce l'esistenza di efp è PROHARRY #nosense AHAHAHA
non ho molto da dire, vorrei ringraziare per le magnifiche recensioni che mi lasciate *^* mi fate sentire apprezzata jdjskdjs grazie mille davvero, siete dolcissime, minchia :c
e grazie anche ai preferiti/ricordate/seguite. SIETE  F A N T A S T I C H E, e ve l'ho scritto staccato, sono troppo figa (?) HAHAH NO.
Spero mi lasciate un vostro parere :D è sempre il benvenuto djjskdjdks
ps. andate al concerto? io no çç ma vabbè, spero che voi ci andrete, spaccate i culi e fateci valere, eh. 
PS DEL PS. ieri sono stati bravissimi *^* 
twitter - 
josefinewosh
bye donne (?) 
 


il video è bianco e nero,questa come ha fatto a colorarlo? #idilemmidellavita

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Capitolo 12
*** a night with you (trip) ***


 



a night with you (trip)





Il rumore della porta mi trapassò il crano facendomi imprecare sotto voce; erano le tre del mattino, porca merda.
Aprii gli occhi e sciattamente mi alzai dal letto stando attenta a non inciampare in qualcosa e rompermi l'osso del collo.
Aprii la porta e una massa di ricci disordinati prese tutta la mia attenzione. 
Che ci faceva qui? 
-Harr..- 
Scattò in avanti tappandomi la bocca. Spalancai gli occhi. 
-Shh, mettiti le scarpe io ti aspetto giù, cerca di fare meno rumore possibile Fortune- bisbigliò togliendomi finalmente la mano dalla bocca.
Presi a respirare e mi lasciò un bacio sulla fronte prima di volatizzarsi via. 
Con ancora le palpitazioni, indossai di fretta le converse e dopo un'occhiata allo specchio scesi giù cautamente.
Sorpassai la soglia della porta girevole e un Harry su una vespa mi si presentò davanti. Trattenni una risatina, stando immobile ad ammirarlo. 
-Salta sù, piccola- mi risvegliò dai miei pensieri Harry mettendo le chiavi nel mezzo, dove salii un pò goffamente.
-Non sapevo avessi la vespa- commentai, stringendomi a lui che metteva in moto. Si strinse nelle spalle e mi passò un casco rosa inguardabile che indossai lo stesso. 
-Non è mia, infatti- disse come se fosse la cosa più normale al mondo.
Alzai un sopracciglio, aggrappandomi ancora di più a lui. 
-Di chi è?- domandai a bruciapelo. 
Ridacchiò e mi ubriacai del suo profumo confortante che mi dava letteralmente alla testa. 
-Diciamo che l'ho presa in prestito dal portiere dell'Hotel, solo che lui non sa niente- bofonchiò divertito prendendo una curva.
Sorrisi come una cogliona appoggiando la testa sulla sua schiena coperta da un maglioncino di lana marrone che mi teneva al caldo dal freddo parigino. 
-L'hai rubato, quindi!- ribattei sorridendo mentre il vento scompigliava i miei capelli già schiacciati dal casco.
Sentii la sua risatina cristallina farsi spazio nelle mie orecchie,e fù come sentire la mia canzone preferita. Sospirai pesantemente, stavo diventanto una romanticona del cazzo. 
-Beh, pensa il lato positivo ora stiamo su una vespa girando per Parigi, non è fantastico?- rispose aumentando la velocità. 
Deglutii rumorosamente.
-Harry forse è megl..- feci per parlare, ma mi precedette: 
-Tranquilla! E' notte fonda e a Parigi non ci conosce nessuno... tu, fidati di me- mormorò svoltando l'angolo e passando di lato alla Tour Eiffel che si espandeva davanti ai miei occhi meravigliati da così tanta bellezza.
Alzai il capo guardandola meglio; era altissima e grandissima. 
-Va beh- risposi dopo un pò, guardando una coppia che si baciava indisturbata e per un solo momento, passando anche per quella diabetica, pensai di poterlo fare anch'io con Harry. Di poterci stare insieme alla luce del sole.
Mi maledissi mentalmente sapendo che non sarebbe mai potuto accadere. 
Che merda. 
I minuti passavano mentre io ed Harry  giravamo per Parigi che illuminata solo dalle luci del lampioni e qualche faro, era ancora più bella
Passammo sotto l'arc de triomphe ed Harry posò una mano sulla mia gamba accarezzandola mentre guidava, sorrisi come un ebete guardandola. 
-Acqua e sapone mi piaci di più- esclamò sovrastando il rumore delle macchine e del vento. 
Inspira, espira. 
-G-grazie..- sbiasciai rossa in viso come un pomodoro e nel frattempo il mio professore parcheggiò la vespa e insieme scendemmo.
Mise il cavaletto ed io portai il casco a mò di borsa, aprì  il sedile e tirò fuori una coperta che stese sull'erba dove poi si stese. Mi fece segno di raggiungerlo per terra, e lo affiancai stendendomi. 
Mi accoccolai al suo petto come una bambina. 
-Come mai quest'idea?- chiesi alzando il viso incontrando i suoi occhi smeraldini. 
-Mi sono svegliato nel sonno e ho pensato di ritagliare un momento nostro..- sussurrò poggiando la mano sui miei capelli incominciando ad accarezzarli cosa che mi fece rilassare e chiusi gli occhi sul suo petto che si alzava e bassava regolarmente. 
Quando poi focalizzai quello che mi aveva detto, aprii gli occhi guardandolo intensamente.
Fissava il cielo stellato pensieroso e approffittai per prendere il suo braccio infilandogli un braccialetto con la mia inziale incisa sopra.
 Mi guardò interrogativo, ammirandoselo, poi si alzò da terra rimanendo però seduto. 
-Perchè me lo regali?- domandò con voce più roca del solito.
-Io ho uno tuo e tu uno mio e poi così ti ricorderai per sempre di me- ironizzai abbozzando una risatina. Mi alzai anch'io mettendomi a gambe incrociate e lo guardai prendere le mie braccia e portarsele al suo collo stringendomi a sè. 
-Certo che siamo proprio coraggiosi, io e te..- disse d'un tratto baciandomi la punta del naso. 
Tanto,direi. 
-Ogni giorno rischi di perdere il lavoro...-
-Ogni giorno rischi di essere espulsa...- ribattè, sfiorandomi le labbra mandando a puttane il mio cervello ormai già sconnesso per la sua vicinanza. Lo guardai intensamente e annuii, sapendo che le sue parole e le mie erano troppo vere. 
-Vorrei fosse più semplice- bisbigliò per poi prendermi per il viso e baciarmi con foga. 
Vorrei che il tempo si fermasse, pensai ricambiando volentieri. Sorrise nel bacio e approfittai per toccargli le fossette facendolo ridere.
Si staccò lasciandomi un'ultimo bacetto a stampo, e dopo avermi sorriso si ristese
 ed io lo seguii a ruota, poggiando nuovamente la testa sul suo petto. 
-Ci hai fatto caso che mentre stiamo insieme la Green spunta da qualche parte? ora c'è la troviamo dietro, scommetto- borbottai. 
Ridacchiò facendomi i grattini al braccio.  
-Sei gelosa?- ammiccò. 
La mia faccia fece una fiamma di rossore; e che cazzo, perchè arrossisco sempre con lui? 
-Queste domande imbarazzanti potresti evitarle- mumugnai con la testa spiccicata contro il suo maglione.  
Rise rialzandosi del tutto e porgendomi la mano, che io afferrai subito fece alzare anche me. Raccattò la coperta e la piegò portandosola sotto il braccio, ci avviamo verso la vespa dove lui si sedette sulla vespa 
e io mi misi in mezzo alle sue gambe.
 
-Non hai risposto alla mia domanda, piccola-
Abbassai lo sguardo, sorridendo timidamente. 
-Mi da fastidio è diverso- ribattei riprendendo il mio colorito normale. Alzò un sopracciglio, leccandosi le labbra. 
Oh, porca merda. 
-A me da fastidio che tu parli con quel bamboccio- affermò sprezzante. Mantenni il contatto visivo,portando le mani al suo collo. 
-E' un bravo ragazzo, Harry- ribattei. 
-Non lo metto in dubbio, ma tu... sei mia- mormorò lasciandomi un bacio a fior di labbra, mentre nella mia mente risuonavano quelle parole.."Sei mia".
-Dai, sali sopra- concluse.
Annuii fugacemente lasciando la sua presa, e salii sopra la vespa. Dopo dieci minuti arrivammo fuori all'albergo e scesi dal mezzo guardandolo mentre lo parcheggiava da dove l'aveva presa. Mi sorrise raggiungendomi e salimmo le scale assieme; mi avviai verso la mia porta e gli mandai un bacio con la mano che lo fece sorridere.
Entrai e dopo essermi accertata che il biondino dormiva, mi coricai anch'io. 
 
La sveglia mi martellò in testa, facendomi alzare stizzita. Mi avviai in bagno trovandomi Niall in mutande intento a lavarsi i denti. 
-Buonfiorno- esclamò sputando un pò di dentifricio. Alzai gli occhi al cielo, ridacchiando. 
-Oggi andiamo a vedere la Tour Eiffel, perchè non ti siedi accanto a Natalia nel pulman?- proposi, prendendo il mio spazzolino dalla mensola. 
Sorrise compiaciuto e sputò nel lavandino. 
-Mh, ma certo! Approposito dove sei stata stanotte?- chiese guardandomi investigatore. 
Sbiancai di colpo. 
Merda. 






UN GRAZIE ENORME A EGG___S PER IL BANNER SDKJFSKJFHSJHDFS
Scusate questo ritardino, ma è successo un bordello con il pc çç ma vabè, eccomi qui più forte che mai (?) 
finalmente un capitolo tutto FARRY! *^* anche se cacchio siete delle perverite assurde ragazze! HHAAHAHAHAH 
una ragazza mentre mi diceva tutto con calma ha scritto..
"MA QUAND'è CHE SCOPANO?" AHAHAHA
ho riso come una cogliona çç ma comunque lo faranno tranquille,ma non voglio che la mia fanfiction diventi un porno :) ci sarà il loro momento che ho già tutto in testa kdsjdkdhs non vedo l'ora di scriverlo :D 
comunque 41 recensioni? Cioè, siete magnifiche! davvero non ho parole non mi è mai capitato è per me, è stupendo averne così tante.. :) 
davvero, grazie grazie grazie mille! <3 vi amo cioè skdjsjkhdskufhsdf
questo capitolo non mi convince molto, ma va beh D: spero che almeno a voi piaccia, se no è il momento giusto per andare a zappare la testa D: AHAHAHA
comunque sia ho scritto una OS che diciamo era simile all'altra mia, ma non mi piaceva come l'avevo scritto e l'ho rifatta :c 
Taken. 
se volete passare, ne sarei davvero contenta *^* 
e niente, grazie ancora! 
dite la verità... vi pagano? HAHAHHAHAH
un bacione! slkdskjds
twitter - josefinewosh


 

ho trovato una foto dei ragazzi in vespa, ecco immaginate così Harry quando la và a prendere, solo che un maglione skjdsjhs (?)

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Capitolo 13
*** Oh, shit! (trip) ***


 


Oh,shit! (trip)
(13)







Calma.
Non dovevo perdere la calma. 
Non dovevo sembrare agitata o nervosa; ed era al quanto difficile dato che lo ero all'ennesima potenza.
Mi girai verso di lui, guardandolo fintamente stupita. 
-Di cosa parli?- incalzai con espressione da premio nobel. Posò lo spazzolino nel mobile e si sciacquò la bocca, guardandomi interrogativo.
-Ho aperto gli occhi e tu non c'eri nel letto, dov'eri?- farfugliò uscendo dal bagno seguito da me. Feci spallucce.
Merda.
-Sono andata in bagno- esordì prendendo i vestiti che mi sarei dovuta mettere. 
-Ah, allora non era una mia impressione, pensavo avessi le allucinazioni!- concluse prendendo dei jeans e una maglietta ed entrando nuovamente in bagno; mentre io osservavo la sua figura. 
Il mio battito ritornò regolare e ripresi il mio colorito normale. L'ho scampata, pensai tra me e me esultando interiormente sapendo che se avrebbe scoperto qualcosa, forse sarebbe stata la fine. 
 
Non è normale camminare per mezz'ora in cerca della tour eiffel perchè i professori hanno fatto uno sbaglio con le mappe, ma che cazzo. Mi aggiustai sciattamente i capelli, e mi posizionai davanti all'ascensore pigiando più volte il bottone. 
-Non puoi sapere cos'è successo ieri!- soffiò al mio orecchio mia sorella affiancandomi e guardandomi con occhi luccicanti. Aggrottai la fronte, scrutandola.
-Hai visto un porno?- domandai distrattamente ricevendo una leggera spintarella da parte sua.
-Deficiente!- mi apostrofò incrociando le braccia al petto, alzai gli occhi al cielo facendole segno di parlare. Sorrise a trentadue denti; e battè le mani come una bambina di cinque anni. 
-Tu sapevi che Zayn sapesse che io mi tagliassi?- 
Annuii ricevendo una sua smorfia di disappunto. 
-Perchè non me l'hai detto?!- ringhiò.
-Vai al punto,Natà!- esclamai scocciata e ancora agitata per la mattina. Se solo Niall avesse scoperto tutto, non riesco nemmeno ad immaginare cosa sarebbe successo. Sospirai vedendo le porte aprirsi e dei coglioni buttarsi dentro.
-Stronzi di merda!- imprecai vedendo l'ascensore salire con loro dentro. 
-Mi senti?- domandò mia sorella scocciata, mi girai verso di lei annuendo. 
-Beh, ha detto che mi aiuterà a smettere!- concluse con un sorriso davvero felice sul viso, la guardai intenerita dalla sua espressione. Aveva gli occhi lucidi che sprizzavano felicità da tutti i pori, gli occhi che solo una persona innamorata potrebbe avere. 
-Uhm, il pakistano ha un cuore- borbottai, facendola ridere. Mi girai di lato in cerca di Harry ma trovai Niall mangiare con gli occhi Natalia. Gli mimai un "vieni qui" a denti stretti, e vedendolo che non faceva un passo lo trascinai con il braccio accanto a mia sorella, ignara di tutto. Mi allontanai lasciandoli parlare e quando tutti salirono nell'ascensore, io rimasi con Cristian e Harry. 
Bella merda. 
In silenzio aspettammo che l'ascensore arrivasse all'ultimo piano,e nello stesso tempo io e Harry ci mandavamo occhiate furtive. 
-Truccata così, sei bellissima...- bofonchiò rosso in viso Cristian guadagnandosi un sguardo truce da Harry; ovviamente lui però non se ne accorse. Sorrisi dolcemente a Cristian sapendo che Harry e lo gelosia in quel momento andassero a braccetto. 
Arrivati all'ultimo piano Cristian scese per primo, e quando stavo per sorpassare la soglia dell'ascensore Harry si avvicinò al mio orecchio, sussurrando "a me vai bene in ogni caso". 
Sgranai gli occhi come una rincretinita sentendo le guance andare in fiamme; era sempre così, non riuscivo a nascondere le mie emozioni, non con lui. 
-Smith resti li per tutta la mattinata?- gracchiò la Green guardandomi con un sopracciglio alzato. Mi girai verso di lei, ancora con la testa sulle nuvole scotendo la testa e mandandola mentalmente a fanculo. 
 
Mi guardai in torno nella Hall mentre la bottiglina girava imperrita, finché non si fermò su Zayn che scelse bacio alla francese. Alzai gli occhi al cielo e quando quest'ultima finì su Natalia mi strozzai con la mia stessa saliva.
Porca merda. 
Mi girai di scatto verso lei, che timidamente senza opporre resistenza o proferire parola si avvicinò al pakistano che l'attirò a sè con avidità e la baciò poco castamente; mentre io guardavo la scena con occhi sgranati e bocca spalancata. Qualcuno mi diede un pizzicotto sul braccio, mi girai infastidita incontrando due occhioni azzurri guardarmi irritati dal bacio di mia sorella e Zayn. Mi strinsi nelle spalle non potendo fare nulla.
Il bacio finì pochi secondo dopo e la bottiglia girava già, e si fermò su Cristian che imitò Malik nella scelta. 
Roteai gli occhi al cielo, tutti uguali 'sti maschi. 
La bottiglia cominciò a girare mentre io, indietreggiavo. 
Quando si fermò, si fermò anche il mio respiro. 
Porca merda. 
Scossi la testa, abbozzando una risatina agitata. 
Non potevo farlo. 
Non se ne parlava. 
-E' solo un bacetto, tu non sei fidanzata, qual'è il problema?- incalzò Louis sorridendo. Assottigliai gli occhi, aprii la bocca ma la chiusi subito dopo. 
Nessuna sapeva, nessuno doveva sapere. 
-Ecco non credo sia il caso, tutto qui...- borbottai, distogliendo lo sguardo. 
-E' solo un bacio, tranquilla- stavolta a parlare fù Cristian che me lo ritrovai pericolosamente vicino. Spalancai gli occhi, sorpresa. 
Cazzo. 
Sorrise dolcemente avvicinandosi ancora di più, man mano si faceva sempre più vicino sentivo il suo respiro sulla mia bocca. 
Mi sfiorò le labbra ma una voce, la voce mi riportò alla realtà, facendomi scattare all'indietro. 
-Fortune?- urlò Harry e quando mi girai verso di lui, la sua faccia era il disegno della rabbia. 
-Si, professore?- deglutii rumosamente,cercando di nascondere la mie emozioni. 
-Potresti aiutarmi con il registro?- voleva sembrare calmo, ma la sua voce sembrare un ringhio. Annuii alzandomi, cercando di non guardare e nessuno. Affiancai Styles che in silenzio si dirigereva verso la sua stanza ed io senza emettere nessun rumore, o suono lo seguivo. 
Aprì la porta e mi tirò per un braccio dentro. 
-Brava- batté le mani finché non finì per applaudire per davvero. Scossi la testa; avvicinandomi ma indietreggiò stizzito. 
-Non l'ho baciato- affermai decisa. 
-Lo stavi per fare- ribattè senza battere ciglio. Aggrottai la fronte.
-Ma non l'ho fatto!- imitai il tono. 
Ridacchiò senza allegria. 
-Se non fossi arrivato in tempo, l'avresti fatto- ripeté e il nervoso mi andò in testa. 
-Potevo mai dirgli "no, senti non posso perchè ho una specie di relazione clandestina con il mio professore"?- mi ritrovai ad urlare contro lui che stupito spalancò la bocca. 
-Che c'entra?- domandò visibilmente alle strette.
-Centra, cazzo. E vuoi sapere una cosa?- ringhiai.
Annuii.
-Se lo avessi baciato non avrei provato niente- dissi decisa piantando i miei occhi azzurri nei suoi verdi smeraldo. 
Sospirò sedendosi sul suo letto. 
-Lo so- si decise a rispondere. 
-Sai cosa?- chiesi confusa, raggiungendolo e sedendomi ai piedi del letto. 
-Che non avresti provato niente, lo so..- bofonchiò, girandosi verso di me, scrutandomi attentamente. 
Rimasi in silenzio, aspettando che continuasse.
-Ma mi avrebbe fatto girare i coglioni comunque- concluse, facendo spallucce. Lo guardai per un pò di profilo, mentre si torturava le mani e ogni tanto si aggiustava i capelli ricci. 
Posò la mano destra sul letto e colsi l'attimo per appoggiarci la mia, stringendola debolmente.
Si girò di scatto, guardandole per poi guardare me, che sorrisi dolcemente. 
-Dobbiamo davvero sprecare il nostro tempo a litigare?- domandai.
Scosse la testa, avvicinandosi al mio viso e lasciandomi una delicata carezza. 
Si alzò e porgendomi la mano fece alzare anche me, mi prese il viso tra le mani guardandomi dolcemente. Mi tornò in mente, quando minuti prima, era Cristian ad essermi così vicino e dentro non sentivo nessuna emozione mentre ora, il mio cuore esplodeva quasi. 
In pochi mintui mi ritrovai stretta tra le sua braccia. 
-Se ti trovo ancora con Cristian, ti spezzo le gambe- sussurrò ridacchiando, con la testa tra i miei capelli. 
-Se ti trovo ancora con Stella, ti raso i ricci- lo imitai, sentendo la sua stretta farsi più forte ma allo stesso tempo delicata. 
Feci per avvicinarmi alle sue labbra, ma la porta ci fece girare stizzati entrambi. 
Scattai in avanti prendendo il registro dal comodino e aprendo la porta.
-Fortune, eccoti qui-
Cristian?
-Che ci fai qui, Cri? sto aiutando il professore con il registro- 
-Te ne sei scappata prima che facessi questo...- mormorò e prima che potessi dire o fare qualcosa, posò le sue labbra sulle mie. 
Cazzo. 



Natalia. 

Camminando per i corridoi, l'unica cosa che mi veniva a mente, era il bacio con Zayn. 
Perfetto, non si potrebbe usare altro termine. Eppure dopo il gioco, lo avevo perso di vista. Sospirai cercando di non pensarci ed entrando nel bagno dell'albergo, sarei voluta sparire.
Una ragazza di cui non conoscevo nemmeno il nome, era rannicchiata per terra con il polso sanguinante.
Riconoscevo quella ferita. 
Riconoscevo quello sguardo. 
Riconoscevo quel dolore. 
Eppure l'unica cosa che feci fu indietreggiare  e uscire dal bagno camminando velocemente andando a sbattare contro Niall che mi bloccò prima che ripartassi. 
-Che succede?- domandò premuroso.
Indietreggiai. 
-Niente- borbottai cercando di sfuggire dalla sua presa delicata ma decisa.
-Non è vero, ti ascolto...- sussurrò procurandosi un lieve rossore alle guanciotte. 
-Lasciami andare- sputai trai i denti, fredda. 
-No, finché non mi dici cosa succede- affermò. 
Una lacrima silenziosa scese dai miei occhi, e Niall prontamente lasciò la sua prese guardandomi preoccupato.
-Non piangere, m-i distruggi- balbettò imbarazzato il biondino con i suoi occhi incatenati nei miei, quasi pronti a scorgere ogni mia emozione.
Perchè si comportava così con me?
Non era una brava persona, io. 
Avevo lasciato quella ragazza sola. Quando forse avrei potuto aiutarla. 
-Sono una persona orribile- dissi con la voce spezzata dal pianto.
-Non lo sei- disse subito dopo. 
-Ricordo di essere stata come quella ragazza, anzi, so di essere come quella ragazza- sussurrai.
-Di cosa stai parlando?-
-Niall io ho dei problemi..- dissi senza pensare. 
Spalancò gli occhi che divvennero lucidi in un secondo. 
-Quali?- riusci a dire.
-Zayn non mi vuole, io mi odio e allora mi faccio del male...-
-Che succede qui?- disse qualcuno, piatto. 
Mi girai ritrovandomi  Zayn guardare la scena con espressione indecifrabile. 
-Brutto stronzo! E' colpa tua!- esclamò Niall correndo verso di lui, e sferrandogli un pugno sul naso facendo cadere rovinosamente a terra Malik che non mosse un muscolo e non si difese per niente. 
Spalancai la bocca incredula. 
Accidenti.










ringrazio di vero cuore tutte le 41 persone che hanno recensito! e mi scuso per il "diciamo" ritardo.
cioè siete fantastiche. Grazie mille, mi fate piangere *prende fazzoletto*, e ovviamente grazie anche ai preferiti/ricordate/seguite. Siete tantissime, per me. Grazie grazie grazie!
Non ho molto da dire, è stata una settimana di merda, ma merda davvero e boh, ho trovato tempo solo oggi di scrivere il capitolo e allora l'ho fatto :) spero di avervi messo un pò d'ansia addosso muhauah (?) 
l'ultima parte dove c'è il pov di Natalia mi piace particolarmente dksjfsdkjhfds 
beh, grazie ancora! siete fantastiche :') e sapete, un vostro parere è sempre apprezzato! :3 


 

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Capitolo 14
*** new arrivals (trip) ***




new arrivals (trip)
(la storia è passata in terza in persona, essendo così più facile per me parlare di tutti i personaggi, nessuno escluso) 
     



Appena le labbra di Cristian toccarono quelle di Fortune, lo spintonò indietreggiando amareggiata.
-Ma che ti prende razza di idiota?- urlò fuori di sé, presa  dall'ansia e dal nervoso che si aggrovigliavano nello stomaco formando un' unica cosa. 
Non poteva averlo fatto. 
Non davanti ad Harry. 
-Calmati, è stato solo un bacio a stampo- borbottò il ragazzo inarcando un sopracciglio, stupito dalla reazione della bionda. 
Sono un bacetto?
Fortune sentiva lo sguardo del riccio trapassarle il cranio, ma non osava girarsi. Sapeva, lo sapeva bene che si stava trattenendo da prendere a pugni il coglione solo perché era un professore.
-Non ti è saltato in mente nemmeno un secondo che fossi scappata per non baciarti?- sbottò furiosa, accorgendosi solo dopo di essere stata troppo brusca. 
Infondo lui che ne sapeva. 
Infondo chi lo sapeva. 
-S..scusa... e mi scusi anche lei professore Styles- mormorò Cristian, abbassando lo sguardo. 
L'aveva ferito. 
Stronza, ecco come si stava definendo nella sua testa, era una vera stronza. 
Come poteva averlo aggredito così?
-Oh, tranquillo, solo evitate di fare effusioni davanti ad altri professori potrebbero prenderla a male- rispose di rimando Harry, ma con un tono di voce glaciale tanto da ibernarti.
Cristian annuì fugacemente, prima di girare le spalle e incamminarsi verso la sua stanza. La bionda rimase a fissarlo per un pò, con l'intento di rimandere la sfuriata di Harry. 
La porta si chiuse con un tonfo esagerato facendo girare di scatto Fortune che incontrò gli occhi verdi del suo professore, occhi che non mostravano nessuna emozione che lei potesse percepire. 
Ma sapeva di non aver sbagliato, non era stata lei a baciare Cristian, non l'avrebbe mai fatto. 
Respirò profondamente, posando gli occhi sulle mani chiuse di Harry che facevano diventare le nocche bianche. 
-Parlami- sussurrò flebilmente, prendendo le mani e schiudendole delicatamente. 
-Esci- disse duro.
Col cazzo. 
-Eh, no... tu ora mi ascolti- ribattè decisa, posandogli una mano sul petto facendolo arretrare fino a farlo sedere sul letto. 
-Perchè dovrei?- continuò freddo.
-Sei arrabbiato, lo sarei anch'io- cominciò ignorando le lamentele dell'insegnante. 
-...ma vedi l'ho tipo buttato per l'aria, perché a me di Cristian poco me ne frega. Ora abbiamo due possibilità- continuò con un tono che non ammetteva repliche. 
Harry aggrottò la fronte, e con un gesto la incitò a continuare. 
Forza. 
-La prima è mandiamo tutto a puttane-
-La seconda?- incalzò, alzandosi dal letto e avvicinandosi a lei. 
-Dimenticare questo insignificante bacetto a timbro, e... mi vergogno a dirlo- ridacchiò arrossendo. 
Alzò una sopracciglia, abbozzando una risatina.
Aveva sbollito? 
-Cosa?- continuò ad avvicinarsi a Fortune, fino a farle toccare il muro freddo con la schiena. Poggiò una mano sulla pareta alla destra del suo viso,e l'altra finì sul fianco. 
-E... beh, sprecare quel tempo che c'è per noi!- concluse, prendendo un grande respiro. 
-Ti ha baciata- mormorò sulle sue labbra.
La ragazza annuì fugacemente stregata dalle iridi smeraldine di Styles. 
-E non l'ho preso a calci in culo solo perché sono un professore- continuò, avvicinandosi sempre di più.
-...ma queste labbra...- le sfiorò con un dito, facendola andare in iperventilazione.
-...sono...- inchiodò i suoi occhi a quelli di Fortune. 
-...di mia proprietà!- concluse deviando le labbra raggiungendo l'orecchio della biondina che morse delicatamente. 
-Non avrei mai voluto baciarlo, nemmeno a stampo, credimi- prese il viso tra le sue grandi mani, e la guardò intensamente.
-Ho scelto uno delle due possibilità, Fortune- rispose dopo un pò ignorando le parole appena dette della ragazza.  
Credeva che sarebbe andata in fiamme da lì a poco. 
-Quale?-
La seconda. La seconda. La seconda. La seconda pensò facendo un tifo da stadio nel  cervello che non connetteva più tanto bene. 
Tutta colpa della sua vicinanza.
Tutta colpa sua. 
-Sprechiamo questo tempo per noi, ma devi stare lontana da quell'energumeno, intesi?- patteggiò, sorridendole leggermente. 
-Voglio solo puntualizzare una cosa; non è stato un vero bacio, l'ho res..- prima che potesse continuare la baciò con trasporto. 
Al diavolo tutto. 
Allacciò le braccia al collo di Harry, che la strinse di più a sè, facendo aderire perfettamente i loro corpi. 
-Ho sempre pensato...-
Un altro bacio. 
-...che tu parlassi troppo- concluse ghignando ritornando a baciarla più bisognoso di prima.  
Mentre la baciava, Fortune pensava a come fosse possibile tutto questo. Come fosse possibile che mentre un milione di studenti odiassero il proprio professore, lei invece stesse qui a baciarselo? 
 
Zayn si alzò di scatto, portandosi il dorso della mano sul sangue che scorreva come un fiume in piena. 
-Sei un coglione, Niall Horan- disse piatto il pakistano, guardandolo in modo truce. 
-Un coglione che ti ha spaccato il naso- ghignò il biondino, senza nessun timore. 
Il moro non reagiva. Non sembrava essere arrabbiato. 
Non stava per prenderlo a pugni. Ma perchè?
Prese le chiavi della stanza, e con sé trascinò anche Natalia rimasta in disparte con la bocca spalancata per tutto quel tempo. 
Chiuse la porta bruscamente, e si andò a guardare allo specchio dove fece una smorfia di dolore toccandosi il punto colpito. 
-Dovrei medicarmi, forse...- sussurrò. 
-Posso farlo io- si lasciò sfuggire la ragazza, arrossendo subito dopo. 
Si era bevuta il cervello? 
Si girò verso di lei, e con un sorriso mezzo accennato annuì. 
-Si, grazie- mormorò sedendosi sulla sedia vicino alla scrivania. Con mani tremanti Natalia andò verso la scatoletta d'emergenza prendendo ovatta e acqua ossigenata. 
Ritornò da lui con tutto l'occorente in mano, e timidamente si misi tra le sue gambe per essere più comoda. 
Si avvicinò con la mano al naso e con un pò di ovatta cercò di fermare il sangue. 
-Perchè non hai reagito?- domandò mentre lo medicava, stando attenta a non fargli sentire altro dolore. 
-Aglia!- trillò quando gli bruciò un pò. 
Ridacchiando, si scusò. 
-Conosco Niall si pentirà entro qualche oretta, è un bravo ragazzo, ma non capisco il perché di quel pugno- borbottò facendo spallucce. 
La ragazza prese l'acqua ossigenata e gliela passò sotto il naso. 
-Senti Zayn...- cominciò titubante, posando l'acqua sulla scrivania dietro di lui. 
Rizzò le orecchie, scrutandola attentamente. 
Imbarazzante. 
Gli occhi color caramello di Zayn, che sembravano non avere mai nessuna emozione, ora erano velati da qualcosa. 
Ma cosa? 
Non farti tante pippe mentali, sarà la curiosità. 
-...mi dispiace- concluse non sapendo cosa dire, ma sapendo che la colpa era anche in parte sua.
Aggrottò la fronte, confuso. 
-Per cosa?- domandò posando la mano su quella di Natalia che continuava a pulire un sangue ormai inesistente. Guardò le loro mani, e deglutì rumorosamente. 
-Accetta le mie scuse, senza fare domande, per favore...- si alzò dalla sedia parandosi davanti a lei, e le spostò una  ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
Morta. Era morta. 
Sgranò gli occhi, visibilmente in imbarazzo. 
-E'stato un peccato che il gioco della bottiglia sia finito così presto... no?- soffiò all'orecchio della bionda facendole diventare le gambe già molli per la sua vicinanza, pura gelatina. 
-I..in ch..e se..nso?- balbettò. 
Bella figuraccia, Natalia, complimenti. 
-Sarebbe potuto capitare un'altro bacio... tra di noi...- continuò senza nessun tipo di imbarazzo ma con voce suadente. 
Sgranò gli occhi, cercando di mettere a fuoco quello che le stava dicendo senza sembrare una psicopatica con la bava alla bocca.
-Non sai cosa dici...- posò una mano sul suo petto per allontanarlo, senza successo però. 
-Non sono ubriaco, Natalia- ridacchiò. 
Perchè porca merda faceva così, voleva farla morire? 
Mancava poco che sarebbe sbattuta a terra urlante.
-Si.. lo so- 
-Se vuoi che mi allontani, avvertimi ora- la  voce sexy del ragazzo le andò al cervello, e scosse la testa vedendolo avvicinarsi sempre di più alle sue labbra. 
Quando le sfiorò per la seconda volta in una giornata il  cuore di Natalia perse un battito. 
Cazzo, stava per baciarla. Ancora. Tutta quella atmosfera romantica  fù spezzata dalla porta. 
Ma vaffanculo!  pensò Natalia andando ad aprire e ritrovandosi una ragazza mora. 
Le si bloccò il respiro, e un flashback le invase la mente. 
Bagno. 
Sangue. 
Ferita. 
Dolore. 
Era la ragazza da cui lei era fuggita. 
-Possiamo parlare?- domandò la tizia piatta, mentre però si torturava le mani. 
Cosa voleva da lei? 
 
Fortune si ritirò nella sua stanza, trovandosi Niall intento a fasciarsi la mano insieme a Liam, Louis.
Bene. 
Prima che potesse parlare, Louis si buttò addosso baciandola da per tutto. Ridacchiò scrollandoselo da dosso senza successo, dato che si appiccicò come una provia.
-Mi sei mancata- esclamò, scompigliandole i capelli mentre lei cercava di liberarsi dalla sua morsa. Finalmente si andò a sedere sul suo letto, lasciando Fortune intenta ad aggiustarsi i capelli.
-Non si saluta?- scherzò Liam. La ragazza sorrise e si avvicinò al moro, baciandolo le guance. 
-Che è successo?- chiese poi a Niall. 
-Ho dato un pugno a Zayn e mi sono quasi rotto le ossa, ovviamente ho fatto il duro mentre per poco non perdevo la mano- ridacchiò senza allegria continuando a medicarsi.
-E come se non bastasse ora forse Natalia starà facendo l'infermiera sexy con lui, mentre io sono qui con 'sti deficienti, senza offesa- concluse, sbuffando. 
-Nessuna offesa, il primo deficiente sei tu- ribattè Louis sdraiandosi sul letto della bionda, che lo affiancò. I ragazzi continuarono a mandarsi delle frecciatine amichevoli, poi Louis diventò improvvisamente serio. 
-Ragazzi...- cominciò sorridendo timidamente mentre gli occhi azzurri luccicavano. 
-Che c'è?- chieserono in coro manco a farlo apposta. 
-Prima venendo qui ho incontrato una ragazza, ed era fottutamente bellissima- spiegò mentre Fortune lo sorrideva.
Era da tanto che l'amico non provava qualcosa per qualche ragazza. 
-Come si chiama?- domandò Niall. 
-E' questo il punto, devo scoprirlo- esclamò. 
-E io ti aiuterò!- esordì la bionda.
-E anche io!- si aggiunse Liam.
Tutti guardavano Niall che rimaneva in silenzio continuando a guardarsi la mano. Poi sentendosi osservato alzò il viso. 
-Ah.. si anch'io!- disse. 
Missione: scoprire il nome di quella ragazza.      










-
Sto capitolo è stato un parto perchè non sapevo che scrivere, ed è venuto il cessone lo stesso AHAHAHA çwç 
Ma parliamone un pò,allora. 
La nuova ragazza avrà una parte nella storia, #yoo 
Harry e Fortune hanno fatto pace, perché i problemi non saranno di certo questi #spoleir 
no davvero, non posso farli stare litigati çwç voglio che passano più tempo possibile insieme prima che accadano le cose brutte e poi...
e si, ho scritto in terza persona e sinceramente è meglio! posso descrivere tutte le situazioni dei personaggi senza quei pov di merda, che non se ne scendono proprio! lol 
comunque sia, spero che vi sia piaciuto almeno un pò :) 
Ah, poi ho scritto una OS, ci fate un salto? ksdjsjhdjhfgbsdjhfgsdf 

miracle. 

E poi niente, grazie per tutto! per i preferiti/seguite/ricordate e per le recensioni *si scioglie* siete troppo gentili e mi fate sentire davvero apprezzata ksdjksdj 
un bacione! 

 
 
oddio sta gif è la dolcezza *^*

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Capitolo 15
*** words (trip) ***



 
words (trip). 






Natalia si limitò a socchiudere la porta alle sue spalle ed uscire del tutto, aspettando che la tizia parlasse.
-Sono Celeste della quinta c, senti so che non mi conosci e io non conosco te, ma mi hai vista in un stato pietoso e ti pregherei se potresti farne a meno di parlarne con qualcuno, per favore- farfugliò velocemente la mora, speranzosa. 
La bionda si sentì improvvisamente in colpa. Con qualcuno ne aveva parlato. 
Niall. 
Non aveva proprio spiegato tutto, ma aveva accennato qualcosina. 
Decise di mentire, una piccola e innocqua bugia. 
-Tranquilla, non ne farò parola con nessuno- mormorò rassicurante, facendola sorridere riconoscente. 
Celeste aveva detto tutto quello che aveva dire, e fece per andarsene ma Natalia scattò in avanti prendendola per un lembo della maglietta. 
-Aspetta... io... posso aiutarti- spiegò la bionda, titubante.
Le sembrava giusto però mettere fine a questo male. Sia suo, che della ragazza di fronte a lei che ora la guardava con occhi sgranati. 
-Non puoi- affermò con un sorriso amaro stampato in volto. 
E Natalia si accorse che quel sorriso era dannatamente finto. Quel sorriso nascondeva troppe cose, e lo riconosceva perché era la prima ad indossarlo ogni mattina. 
-Posso- ribatté la bionda, sperando che Celeste capisse senza che dovesse parlare. Non avrebbe trovato le parole. 
La mora alzò un sopracciglio, prima di spalancare gli occhi. 
Finalmente. 
-Tu? Oh cazzo, cioé... come puoi? no scherzi?!- delirò stupita.
Natalia ridacchiò senza allegria, chiudendo del tutto la porta a Zayn. 
Guardava gli occhi della ragazza e si ritrovava, e si sentiva in colpa per averla lasciata sola qualche ora prima. 
-Già... possiamo aiutarci Celeste, possiamo combattere contro noi stesse!- esclamò convinta più che mai la gemellina, pronta a sconfiggere questo "male" che la trafiggeva. Perché era pronta, era ora di dare una svolta alla sua vita. 
Doveva distruggere ciò che la distruggeva, ed ora di cacciare gli artigli e combattare il mondo invece di lasciarsi sconfiggere. 
Alla mora gli occhi diventarono languidi, di un marrone liquido. 
Doveva fidarsi? 
-Possiamo farcela...- continuò. 
Si. 
Si sarebbe fidata. 
Le sorrise, ed un attimo dopo erano ranicchiate per terra a chiacchierare come se si conoscessero da una vita, ma in verità le univa solo una cosa; il dolore che si erano procurato da sole. 
 
Louis aveva trascinato con sé la sua migliore amica, lasciando Liam a consolare il biondino. Doveva trovare quella ragazza, e al più presto. 
-Senti io torno in camera, mi sono rotta le palle Lou, stà ragazza forse te la sei sognata- commentò la biondina, scocciata da tutto quel camminare. 
Il ragazzo la guardò in modo truce. 
-Sei la mia migliore amica o no? insomma io e te ci diciamo tutto...- cominciò Louis gesticolando.
Ci diciamo tutto. 
Fortune si sentì male. Lo stava mentendo. Stava mentendo a tutti, in realtà. Ma lui era il suo migliore amico, cazzo! 
Respirò a fondo, e fece finta di non aver sentito quelle parole che le mettevano in difficoltà piu di quanto la sua situazione non lo era già. 
-...e credimi, appena l'ho vista è scattato qualcosa in me- spiegò sorridente.
-E' un doppio senso?- chiese maliziosa. 
Louis scoppiò a ridere, mettendole un braccio sulle spalle. 
-No, e vorrei che lo fosse perché sembro uno sdolcinato del cazzo- ridacchiò continuando a camminare, mentre Fortune pensava ad Harry. 
Ok, poteva sembrare innamorata, ma non lo era. Giusto? 
Si. 
Cioé, lo voleva bene ma innamorata era una parola grossa. 
Grossissima. 
Forse non si era mai innamorata in vita sua, anzi senza il forse, non si era mai innamorata e basta. 
Ma Harry era davvero... non sapeva nemmeno come descriverlo, quel ragazzo era troppo. 
-Mi senti?- sbottò il migliore amico, scotendola per un braccio. 
-Eh? Ah si, che c'è?- 
-Eccola!- batté le mani come una ragazzina con il ciclo, sorridendo raggiante. Fortune si girò in direzione e notò anche sua sorella parlare con sta tizia, sorrise sorniona e prese per un braccio Louis trascinandolo da loro. 
-Ciao- esordì. 
Le ragazze alzarono in viso e Natalia sorrise alla sorella, per poi alzarsi cosa che fece anche Celeste. 
-Piacere Fortune- continuò sorridendo beffarda. 
Celeste arrossì guardando Louis che la scrutava come un assatanato, e poi tornò alla ragazza di fronte. 
-Celeste- mormorò imbarazzata. 
Il ragazzo sorrise.
Era dolcissima. 
-Louis Tomlinson- le porse la mano che lei timidamente afferrò. 
Fortune sorrise e mimò a Natalia un "lasciamoli soli" che afferrò subito, e con un saluto entrò in camera seguita dalla sorella che si avviò verso la sua camera pronta ad addormentarsi. 
 
Harry guardava Fortune mentre cercava di fare il ritratto della torre Eiffel insieme agli altri suoi compagni. 
Sospirò rocamente, era davvero bellissima. E se solo non ci fossero questi intrusi l'avrebbe presa e baciata alla luce del sole, l'avrebbe consumata. 
Scosse la testa. 
Contegno Styles. 
Si girò a guardare Cristian e cercò di reprimere l'istinto di prenderlo a pugni. 
Era scorretto ciò che pensava, lo sapeva, infondo era un suo alunno. Ma che poteva farci? Quella ragazza era stato un uragano di vita. 
-Harry- cinguettò la Green, affiancandola. 
Cazzo voleva adesso? 
-Stella, dimmi- bofonchiò il riccio, continuando a fissare la biondina come un malato di mente. 
Ma merda, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. 
-No niente, volevo dirti che fra poco dobbiamo portare i ragazzi nell'albergo, guarda il cielo- spiegò, guardando le nuvole che cominciavano a farsi sempre più scure.
Styles annuì fugacemente troppo occupato a mangiarsi con gli occhi Fortune, che ingenuamente continuava a disegnare. 
Poco dopo senza preavviso, o quasi, cominciò a piovere bagnando tutti. 
-Sta pioggia...- fece per continuare la bionda ma Harry divertito le tappò la bocca. Fortune si girò verso di lui e per un nanosecondo si dimenticarono di stare sotto la pioggia, mentre i loro occhi si stavano godendo. 
-Salite o no?- gracchiò la rossa, verso loro. 
Il professore, scocciato, seguito dall'alunna, scocciata, entrò nel pulman. 
Pochi minuti dopo erano nell'albergo ad asciugarsi con le asciugamani. Fortune si recò in bagno, e quando si guardò allo specchio per poco non urlò.
Era un mostro. 
Sembrava un orsetto lavatore. 
La porta si aprì facendo trasalire la giovane, che quando notò la figura sexy di Harry sorrise. 
Entrarono in una delle cabine dei bagni, e si sorrisero. 
-Stanotte vieni in camera mia, ok?- sussurrò il ragazzo, baciandole la punta del naso che lei arricciò. 
-Vabene prof. correggiamo compiti?- scherzò. 
Il riccio rise con tono basso. 
-Ora scappo, a dopo- le lasciò un veloce bacio a stampo e uscì di fretta e furia dal bagno delle ragazze. 
 
Aveva aspettato quel momento da tutta la giornata quando finalmente era arrivato, Niall era nel letto a raccontare i suoi disastri amorosi. 
La ragazza avrebbe voluto prenderlo a pugni, perché non si abbatteva nel letto? 
Insomma avevano una giornata per parlare, e lui proprio adesso si faceva uscire la malinconia di Natalia? 
Aveva altro a cui pensare in quel momento, e non era per essere cattiva, ma la sua situazione era molto più difficile di quella dell'irlandese e della sorella.
-Possiamo andare a dormire?- cercò di sviare il discorso. Voleva vedere il suo professore. 
-Secondo te le piaccio un pò?- domandò dubbioso. 
Fortune avrebbe voluto soffocarlo con un cuscino. 
-Non lo so, Niall, possiamo parlarne domani?- finse di sbadigliare e si girò nel letto, coprendosi con le coperte. Doveva farlo addormentare, al più presto. 
-Uhm... certo. Buona notte- mormorò, prima di zittirsi del tutto. 
La ragazza aspettò ben mezz'ora e poi dopo essersi accertata che Niall dormisse si alzò dirigendosi da Harry che l'accolse a braccia aperte, e lei non esitò a buttarsi dentro a quell'abbraccio che quasi agoniava ad averlo. 
Sorrise contro il petto del ragazzo, e lo strinse di più.
-Buona sera- soffiò al suo orecchio Harry, procurandole mille brividi. 
-Ciao- disse lei, per poi avvicinarsi al ragazzo e lasciandogli un casto bacio che Harry trasformò in qualcosa di più passionale. 
In effetti, non si era mai baciati così, ma nessuno dei due di certo si sarebbe tirato indietro. 
Poi il riccio si ricordò che doveva chiederle una cosa e a malavoglia si staccò. 
Fortune mumugnò qualcosa che nemmeno lei capì. 
-Aspetta..- ridacchiò Harry. 
-..che ne dici se domani sera sul tardi, beh, usciamo?- domandò colorando leggermente di rosso le guance. 
La ragazza sgranò gli occhi, e si sorprese a sorridere. 
Harry.
Lei. 
Uscire. 
Di notte. 
Da soli.
Uguale=appuntamento. 
Cazzo si! 
Il riccio vedendo che la sua risposta non arrivava, si tirò indietro.
-Se non vu..-
-Si, cacchio, si!- esclamò sorridente precedendolo. 
-Staremo attenti, e poi nessuno ci conosce qui..- la rassicurò baciandole la fronte, prima di buttarla sul letto e cominciarle a farle il solletico. 
 
Natalia continuava a girarsi nel letto, odiava la notte, i pensieri le distruggevano il cervello.
-Non riesci a dormire?- le domandò il pakistano, sentendo i suoi continui movimenti. 
La ragazza sobbalzò, diventando rossa come un peperone. 
-No..- rispose tremolante. 
-Vuoi venire nel mio letto?- continuò Zayn, senza nessuna punta di malizia nella voce. 
Cosa???!
Natalia ebbe tipo tremila infarti consegutivamente, e per poco non cadde dal letto sbattendo a terra urlante. Zayn Malik la voleva nel suo letto. 
-Io... ehm...- 
Bene. 
-Tu?- incalzò il moro. 
-Ehm, se non ti do fastidio.... vabene- concluse con il cuore che le sembrò essersi spostato. Sentiva pulsare la gola. Le era salito in gola? 
Zayn ridacchiò scoprendosi lasciando vedere che era in boxer. 
Oh, cavolo. 
-Se te l'ho chiesto, non mi da fastidio no? dai scemina, vieni- mormorò. 
L'aveva chiamata "scemina". Ed era un nomignolo tremendamente dolce quanto fastidioso. Ma se lo diceva Zayn, non era fastidioso per niente. 
Si alzò dal suo letto, mettendosi in quello di Malik. 
-Ieri mi hai lasciato da solo, chi era alla porta?-
-Una ragazza- 
-E che voleva?- domandò scettico.
Celeste le aveva pregato a finché non ne parlasse con nessuno, e non poteva rompere quella "promessa". 
-Oh... niente- mentì girandosi e trovandosi faccia a faccia col moro che la sorrise, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
Zayn non osò chiederle nient'altro. 
Le baciò la fronte, e si addormentarono insieme avvinghiati come koala.
 
Harry si fermò dal farle il sollitico, e rimase a cavalcioni su di lei che lo guardava incantata.
Si chinò sulle sue labbra e le baciò dolcemente per poi staccarsi e perdersi nelle iridi celestine della ragazza. 
-Certe volte ho paura- confessò Fortune. 
Il riccio alzò un sopracciglio.
-Di cosa?- domandò confuso.
-Di... noi
-Bizzarro- scherzò il professore, mentre la ragazza rimaneva incredibilmente seria. 
-Non scherzo- affermò decisa.
Harry le aggiustò un pò i capelli messi in disordine, e con un cenno del capo l'invitò a continuare. 
-E' una cosa sciocca però è così... insomma, se ci scoprono... noi... lo sai- borbottò marcando le parole 'lo sai.'  
Harry annuì, capendo le paure della giovane.
Erano anche le sue di paure. 
Avrebbe voluta stringerla forte e dirle che non sarebbe mai successo ma lui stesso sapeva gli errori che stava commettando inficcandosi in questa storia, e per questo si limitò a stare zitto, perché qualunque cosa avrebbe detto... sarebbero state solo parole.







mi scuso per questo piccolo ritardo, e ringrazio di cuore tutte quelle ragazze che recensiscono e mettono tra le preferite/ricordate/seguite! mi fate davvero contenta :) 
ora però devo scappare çwç 
sto capitolo non mi piace nemmeno più di tanto, parlo poco di Fortune ed Harry ma il prossimo sarà pieno di loro. i'm promise :) 
questo spazio autrice fa cagare, lo so AHAHAH solo che io avevo già aggiornato,ma avendo problemi tecnici se tolto tutto, e ora mi scoccio di riscrevere tutto... 
quindi.. 
vi amo, siete fantastiche, salvate la pace nel mondo e aiutate i vostri genitori a fare l'albero di natale (?)
adios <3

 

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Capitolo 16
*** fever (trip) ***




fever (trip)
 

 

 
La mattina dopo Natalia era sveglia già da un pò, e stava ammirando Zayn a suo fianco. 
Che poteva farci? quel ragazzo era di una bellezza disumana e in più era in boxer. Di certo non si sarebbe persa quella vista paradiaca.
Se guardavi la scena da fuori poteva sembrare una vera psicopatica, ma... chi se ne fregava del parere degli altri quando accanto aveva sto ben di Dio? 
Mentre continuava ad ammirarlo, il pakistano aprì un occhio. 
-Buongiorno...- sussurrò con la voce ancora impastata dal sonno. 
Ed era tremedamente sexy. 
-Giorno- mormorò Natalia cercando di non arrossire, missione? completamente fallita, dato che arrossì come un pomodoro. 
Zayn sorrise vedendola imbarazzata e da bravo seduttore quale era, decise di aumentare l'imbarazzo in lei. Sbadigliò e con la coda dell'occhio vide che la ragazza si stava alzando, la prese un polso e la rimise al suo posto. Con un slancio si mise a cavalcioni su di lei che rimase con occhi spalancati. 
Imbarazzante.
Davvero ma davvero imbarazzante. 
Il cuore di Natalia ebbe venti infarti consegutivi. Gli si era bloccato in petto.
Il ragazzo sorrise beffardo sapendo che le stava provocando un arresto cardiaco e lentamente si avvicinò alle labbra delle ragazza che sfiorò appena, e quest'ultima presa dall'euforia non aspettò oltre e tirò Zayn a sé, in un bacio che non aveva bisogno di parole. 
 
La classe aveva passato la giornata in giro per Parigi, e Fortune aveva continuamente pensato al momento in cui avrebbe potuto avere Harry tutto per sé; ed ora che era arrivato l'ansia la stava divorando. 
E in più, non sapeva che mettersi. Bella merda eh? 
Doveva essere tutto perfetto a partire dall'abbigliamento. Si mise davanti all'armadio cercando disperatamente qualcosa di carino. 
Per fortuna Niall non c'era, lo aveva chiesto obbligato ad andare da Louis, Liam e Cristian con la scusa di non sentirsi bene. 
E lui ci era cascato in pieno. Ingenuo di un irlandese... 
La bionda guardò l'orologio e l'ansia l'assalì, prese un maglione blu, delle converse blu e un jeans che dopo una doccia infilò velocemente. 
Si guardò allo specchio, era semplice, niente di particolare. Mentre faceva per aggiustarsi i capelli, il bussare di qualcuno la fece sobbalzare. Scattò in avanti andando ad aprire, ritrovandosi Harry in tutto il suo splendore. 
-Buona sera- sussurrò lui, sorridendole. 
-Ciao-
La ragazza ricambiò il sorriso timidamente, aveva aspettato quel momento tutto il giorno ed ora si sentiva una rimbambita. 
Non sapeva che fare, ne come comportarsi. 
Era tutto troppo... strano. 
Insomma un conto era vederci nei cessi o nelle camere, e un conto era uscire insieme. Sembrava tutto un sogno, e Fortune si sentiva felice all'ennesima potenza.
Fece un grosso respiro e chiudendo la porta, insieme si avviarono a passo felpato fuori all'albergo. 
-Rubo la vespa del portiere o preferisci andare a piedi?- mormorò, come se stesse parlando di cosa aveva mangiato ieri.
La giovane si strinse nelle spalle.
-Meglio andare a piedi..- decise cercando di nascondere che la sua risposta era dovuta al dover stare con lui. 
Con la vespa sarebbero subito arrivati, a piedi ci avrebbero messo più tempo. 
Un momento... dove erano diretti? 
Harry cinghiò un braccio al collo di Fortune, camminando.
-Dove andiamo?- domandò curiosa. 
-Mh, diciamo che è una sorpresa- rispose stringendolo di più. 
La bionda sorrise. 
Non le importava dove sarebbero andati, ovunque con lui. 
Harry la guardò sorridere e sentì una cosa nello stomaco. Non seppe spiegarsi nemmeno lui cos'era, eppure quella sensazione non l'aveva mai provato prima. 
Non voleva sembrare uno sdolcinato del cazzo, non lo era mai stato. 
Aveva venti due anni di esperienze ne aveva fatte, e anche tante. Non per vantarsi, ma ci sapeva fare con le donne. 
Il punto era che Fortune non era una donna, era la donna. 
-Mi piacciano le sorprese- farfugliò stringendo la mano di Harry che ballonzonava sulla sua spalla. 
-Io invece le odio- borbottò. -Non sai mai cosa aspettarti... e boh, le odio- concluse stringendosi nelle spalle.
La ragazza ridacchiò, sentendo l'agitazione salire.
Chissà dove l'avrebbe portata.
-E'strano...- mormorò d'improvviso guardandosi attorno. 
Il riccio alzò un sopracciglio.
-Cosa?-
-Camminare con te, senza nasconderci- spiegò lei.
-In effetti-
-Ma vorrei farlo più spesso- ammise Fortune con un velo di tristezza nella voce. 
Harry sospirò, e parandosi di fronte a lei le baciò la fronte.
-Cercheremo di farlo, ok?- le promise il ragazzo, stringendole le mani per poi ricominciare a camminare. 
In pochi minuti si ritrovarono davanti ad un lunapark. 
Fortune sgranò gli occhi ed Harry si grattò la nuca imbarazzato.
-Non sapevo dove portarti, il ristorante era troppo formale, il cinema sarebbe stato in francese... quindi...- bofonchiò con un lieve rossore in viso. 
La bionda abbozzò una risatina, scuotendo la testa.
-Tranquillo- lo rassicurò trascinandolo dentro. Pagarono, Harry per entrambi, e quando il riccio vide le montagne russe si sorprese a sorridere.
-Ci andiamo?- le domandò. 
Fortune sbiancò. 
Montagne russe.
Urla. 
Vertigini.
Figure di merda.
Grandissime figure di merda. 
Fece un grosso respiro ed annuì, seguondo il suo professore che si avviava. Raggiunse le montagne e si sedette sulle poltroncine, Fortune lo affiancò e gli strinse forte la mano.
-Hai paura?- le chiese divertito. 
La ragazza si girò verso di lui, alzando gli occhi al cielo.
-Per niente- lo sfidò. 
Cominciarono a salire per poi scendere giù alla velocità della luce e la ragazza si trattenne da non urlare come una foca in calore. 
Non aveva paura, di più. 
-Ti stai trattenendo?- la stuzzicò ridacchiando, mentre prendevano un altra salita.
Gli diede una leggera gomitata, ridendo. 
-No non è.. AAAH!- urlò quando presero la scesa in modo che le loro facce volessero via, per poco. 
Il giro finì e Harry la portò subito dopo sulla ruota paronamica. 
Salirono fino e sopra, e poi si bloccò.
-Cazzo, si è bloccata!- sbottò la giovane in preda al panico. 
Harry scoppiò a ridere.
-E' normale, tranquilla- si affacciò per vedere, e doveva ammettere che erano saliti tantissimo. 
-Dici? Perché è leggermente pauroso. Tu non hai paura?- l'ansia la stava travolgendo davvero in modo mostruoso. 
E le figure di merda stavano avendo inizio. 
-Nah, tanto prima o poi scenderemo-
-Prima o poi?!- gli occhi le uscirono fuori dalle orbite.
Il riccio scoppiò a ridere, accarezzandole la guancia. 
-Soffri di vertigini, eh?- soffiò al suo orecchio. 
Ok. 
Fanculo le vertigini. 
-Uhm.. si- sussurrò guardandosi intorno, si affacciò e per poco non le vennero tremila infarti consegutivi. 
-Non guardare giù... guarda il panorama- sussurrò di rimando Styles, prendendole il viso e girandolo verso la torre Eiffel e tutte le bellezze Parigine che si estendevano davanti ai loro occhi. 
Fortune sorrise poi si girò di nuovo verso il moro che trovò incredibilmente vicino.
-Passato?- soffiò sulle labbra. 
-Mh, diciamo... forse dovrei distrarmi un pò- ribatté con una sfacciattagine che non credebbe avrebbe mai avuto. 
Harry sorrise sghembo prima di avvicinarsi alle labbra della ragazza che gli crearono qualcosa nello stomaco. 
Qualcosa che svolazzava. 
Le farfalle.
Ecco come si chiamavano le cose che provava quando baciava Fortune. E succedeva in ogni bacio. 
Troppo presi dal bacio non si accorsero nemmeno che il giro era finito.
Qualcuno si schiarì la voce, e loro si girarono imbarazzati ma anche piuttosto stizziti.
-Ragazzi, dovete scendere- si giustificò il vecchio. 
I due imprecarono mentalmente per poi scendere, e avviarsi verso il furgone di zucchero filato, dove presero due stecche. 
-Da quanto tempo non ne mangiavo- parlottò il riccio leccandosi le labbra.
-Lo sai anch'io?- aggiunse la bionda, cominciando a mangiarlo. 
Si sentiva osservata e smise. Guardò Harry, e arrossì.
-Perchè mi fissi?- gli chiese curiosa. 
-Hai un pò di zucchero sul naso- ridacchiò.
Fortune sgranò gli occhi, diventando rosso pomodoro. 
Grandissima figura di merda. 
Di fretta e furia si pulì il naso, e lo arricciò. 
-Ora?- 
-Tolto- mormorò prima di baciarle la punta del naso, per poi passare alle labbra che sembrava agoniassero un suo contatto.
Ed infatti era così. 
Ma la ragazza non lo disse, e si lasciò baciare ricambiando volentieri. 
 
Celeste fece per andare nel bagno dell'albergo, ma qualcuno le tirò un braccio e si ritrovò schiacciata contro una parete con il corpo di Louis spalmato addosso.
Cazzo.
-L..ouis- balbettò con due leggere chiazze rosse in viso. 
Il ragazzo sorrise dolcemente, e le accarezzò la guancia.
Era di una tenerezza incredibile. Doveva farlo, se l'avrebbe rifiutato, pazienza. 
Le si avvicinò e le sfiorò le labbra, la ragazza non sembrò disgustata anzi... 
Louis vedendo che la sua reazione non era stata uno schiaffo ed un urlo, si avvicinò ancora di più, baciandola. 
Celeste strabuzzò gli occhi, per poi chiuderli e godersi il bacio. E che bacio! 
 
Fortune si svegliò con un mal di testa incredibile e la gola le faceva malissimo.
Tossicchiò alzandosi dal letto e mettendosi davanti allo specchio, non aveva una bella cera. 
Andò verso la cassetta d'ermengenza estraendo un termomentro, che mise sotto l'ascella. 
Non si mosse per cinque minuti e quando lo tolse, quest'ultimo segnava "38". 
Cazzo, aveva trentotto di febbre. 
Si buttò su letto, e inviò un messaggio ad Harry. 
"Ho la febbre!". 
Dopo nemmeno un quarto d'ora, qualcuno bussò alla porta e con malavoglia la bionda andò ad aprire, ritrovandosi il suo professore affannato per la corsa. 
Sorrise, scotendo la testa. 
-Che ci fai qui?-
-Ho spiegato tutto a tutti niente museo d'arte, oggi ti faccio compagnia io- farfugliò, riprendendosi dalla corsa. 
Dopo tutto avere la febbre, non è tanto male, pensò Fortune. 

















DOMANDA:
AVETE FATTO L'ALBERO?

boh, mi scoccio anche di fare la pipì in questi giorni e non so come ho fatto a scrivere il capitolo, che spero vi piaccia.. ma mi pesa troppo il culo per scrivere qualcosa di sensato çç
e vi ringrazio di vero cuore per quello che mi scrivete, e quando mettere le storie nelle preferite/ricordate/seguite. 
vi amo 
un bacione azzeccoso con tanto di schiocco ùu


 

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Capitolo 17
*** just Harry and Fortune (trip) ***


 




 


just Harry and Fortune (trip)
 






Fortune lo fece entrare e si andò a coricare nel letto non avendo voglia di far nient'altro. Si sentiva davvero una merda in quel momento, la gola le faceva male e la testa le pulsava. 
L'unica cosa che la consolava però era aver accanto il suo professore.
-Vado a prendere un fornellino nella cucina dell'albergo così ti cucino qualcosa di caldo, ok?- le disse premuroso aggiustandole le coperte. 
La ragazza lo guardava come incantata, e pensò che nelle vesti da cuoco sarebbe stato un gran figo. Beh, sarebbe stato un figo in ogni veste.  
-Uhm, grazie- rispose dopo un pò con la voce rauca.
Maledetto mal di gola.
Le sorrise e sparì dietro la porta. 
Fortune lo guardò e poi si girò nel letto, pensando a quegli occhi verdi che l'avevano stregata. Non riusciva a farne a meno di guardarlo. Di guardarli. 
Era davvero innamorata del suo insegnante? 
Non voleva ammetterlo, non ci riusciva più che altro. La cosa le faceva davvero paura. 
Poteva un alunna innamorarsi del suo professore? 
Poteva un professore innamorarsi della sua alunna? 
Quelle domande le si affollavano nella mente come un uragano e si aggiungevano al mal di testa, peggiorando solo la situazione. 
Sbuffò, e aspettò il riccio che ritornò qualche minuto dopo munito di fornellino e brodo in scatola che la ragazza guardò con disgusto.
Non è che non le piaceva, il fatto era che essendo malata ogni cosa le faceva schifo. 
-Ti piace il brodo di pollo?- le domandò mettendo la spina che fece accendere la fiamma. 
La bionda annuì fugacemente, il cibo era l'ultimo dei suoi pensieri. Harry aprì la scatola che riversò nella pentolina, e dopo di ché si andò a sedere ai piedi del letto di Fortune. 
-Hai la febbre per colpa mia- mormorò il ragazzo sentendosi in colpa.
La giovane si girò di scatto verso lui, alzando un sopracciglio.
-Non è colpa tua!- lo rimbeccò. 
-Invece si, se invece di uscire a mezzanotte saremmo usciti alle nove ora non avresti la febbre- spiegò stendendosi poi accanto a lei, cingendiole il collo con un braccio. 
La giovane si strinse nelle spalle, avrebbe potuto prendere anche la bronchite avrebbe ripassato quella serata altre mille volte. 
Questa era una cosa che dicevano gli innamorati, e quindi lei era innamorata? 
Insomma come avrebbe potuto capirlo? Dal fatto che quando vedere Harry le scoppiava il cuore in petto,le gambe le diventavano molli e le sudavano le mani?
Oppure dal fatto che quando lo baciava le farfalle nello stomaco faceva a pugni? Non sapeva. E non voleva saperlo, per il momento. 
-Harry ma chi se ne frega? pensaci passeremo un'altra giornata insieme- disse contenta poggiando la testa sul petto del ragazzo, che le baciò i capelli per poi guardarla con un sopracciglio alzato.
-Non ci avevo pensato, hai ragione- esclamò, alzandosi dal letto e andando verso il fornellino. 
Bugiardo.
Era stato il primo a pensarlo, a pensare al fatto che avrebbe potuto passare la giornata con lei. Tutta la giornata con la sua Fortune. 
La ragazza sorrise vedendolo armeggiare con un piatto di brodo e portarlo a letto. Si aggiustò meglio e quando il ragazzo mise il piatto sulle gambe stese di lei, la ragazza ebbe un sforzo di vomito. 
-Non vuoi mangiare?- le domandò premuroso.
-Credo di no... mi sento troppo male- mormorò mettendosi di lato nel letto, il riccio sospirò e prese il piatto poggiandolo sul comodino affianco al letto. 
-Vuoi che te lo dia a mangiare io?- continuò con le sue domande come un padre preoccupato. 
La ragazza scoppiò a ridere scotendo la testa. 
La cosa stava diventando imbarazzante.
-No, tranquillo- lo liquidò leggermente rossa in viso. 
-Vuoi allora che ti prendi qualcosa da bere?- 
-Sto bene così, grazie- rispose la bionda e sorrise vedendolo sorridere mentre cercava di stendersi accanto a lei. 
-Questi letti sono troppo piccoli- borbottò -Vieni in camera mia?- 
Oh. Mio. Dio. 
Fortune sapeva che sarebbe successo qualcosa, o forse era la febbre a fargli fare quei pensieri sconci. 
-Ehm, cosa?- chiese con la testa tra le nuvole. 
-Nel letto in camera mia ci stiamo tutte e due, ma se non c'è la f..-
-NO!- esclamò con tanta enfasi da farlo ridacchiare. 
-Cioè, no c'è la faccio, tranquillo- si alzò dal letto, e indossò le pantafole pronta per avviarsi nella camera di Harry.
... 
Merda.
 
Natalia seduta sulla panchina del museo d'arte guardava da lontano Zayn, quel Zayn che non l'aveva nemmeno più guardata dopo quel bacio. La cosa era davvero struggente per lei, lo guardava e si tratteneva dal piangere. 
Sei solo una piagnucolona, pensò tra sé e sé. 
Forse doveva alzarsi, andargli incontro e chiedere spiegazioni... ma non l'avrebbe fatto, sarebbe stata zitta, mentre tutto di lei urlava, scalpitava, piangeva, lei scelse di stare zitta. 
Lo guardò ancora per un pò, prima di vederlo scomparire con una della quinta B.
Che strazio. 
Che dolore al petto.
Era stata una stupida, una povera stupida. Come aveva potuto che uno come Zayn volesse lei, una fragile e stupida bamboccia?
Niall invece  di osservare i quadri ammirava Natalia, e con un pò di coraggio andò a sedersi accanto a lei. La sorrise, e quando la ragazza ricambiò il cuore del biondino scoppiò del tutto.
-Tutto bene?- domandò l'irlandese. 
La bionda si girò e Niall notò gli occhi di lei spaventosamente lucidi. 
-Ehy...- scattò in avanti, come d'impulso abbracciandola. Perché qualcosa gli diceva che era colpa di Zayn, e perché aveva voglia di prenderlo a cazzotti di nuovo? 
La risposta era solo una: l'amore per Natalia. 
-Sono una stupida- mormorò lei prima che una lacrima le rigasse il volto e bagnasse il maglione di Niall.  
-Non lo sei- si staccò leggermente, prendendole il viso tra le mani e asciugandole con il pollice le lacrime. 
Le sorrise e le baciò la fronte. 
-Ci sono io qui con te- 
Natalia sorrise. 
Niall sorrise vedendola sorridere. 
 
 
-Non c'era bisogno di portare anche il brodo con te- ridacchiò Fortune buttandosi sul letto a peso morto. 
-Invece si, se ti viene fame, come fai?- ribattè sorridendo sghembo il ragazzo. 
La ragazza annuì mormorando un "giusto" e vide Harry mettersi accanto a lei sul letto e cominciarla a baciarla dolcemente i capelli, per poi passare alle labbra. 
In un momento il bacio dolce e casto diventò davvero passionale. Uno di quei baci che di puro, non hanno proprio niente. 
E in effetti loro due non si erano mai baciati così e Fortune spaventata, dall'andare oltre, si ritrasse debolmente abbassando il viso per poi arrossire sentendo lo sguardo impellente del riccio su di lei. 
La cosa era davvero imbarazzante e per il momento la bionda avrebbe voluto sparire. 
La verità è che si sentiva inadeguata in quella situazione, non aveva mai avuto un rapporto così ravvicinato con un ragazzo. 
E lasciando perdere che lui era il suo professore, prima di tutto era sempre un maschio e lei era una femmina. 
-Ti senti da vomitare?- chiese prontamente Harry, preoccupato. 
Fortune scosse la testa, sorridendo lievemente. 
Quando alzò il capo, gli occhi smeraldini di lui la stavano ancora fissando in cerca di qualche risposta. 
-Forse è meglio che torni in camera- sussurrò, pentendosi subito dopo. Si sarebbe presa a martellate in testa, da sola. 
No.No.No. 
-Uhm... eh... si,certo- mormorò mortificato. 
No.No.No. 
-No, rimango qui- stava facendo delle figure di merda, una dietro l'altra. Bene. 
Harry ridacchiò sollevato. 
Non voleva che se ne andasse. 
Fortune sentiva l'agitazione ribollerle dentro, ma decise di rimanere con il suo insegnante. Di occasioni così non se ne sarebbero ripresentate ancora, chissà quando sarebbero stati insieme una giornata insieme, doveva cogliere l'attimo.
Agitata si sedette di nuovo sul letto, e sorrise ad Harry che la guardava teneramente. 
Il ragazzo aveva capito tutto e la trovava terribilmente tenera. 
L'attirò a sé facendola finire sotto di lui, e con una dolcezza inaudita cominciò a baciarle ogni pezzo di pelle, sbottonandole la camicetta del pigiama scoprendole il ventro piatto, che baciò con delicatezza. 
La ragazza tremeva sotto di lui. Tremeva e non per il freddo. 
-Sei sicura?- le domandò baciandole lo zigomo.
Fortune non rispose, si limitò ad annuire. 
Perché si, era sicura. 
Era sicura che non si sarebbe pentita, era sicura che Harry non l'avrebbe fatta pentire della sua scelta. 
Il professore  si liberò della sua maglietta e si disfò dei suoi jeans, impiegandoci la metà del tempo che usò per scoprire il corpo di Fortune che guardò incantato. 
L'accarezzò le gambe fino a giungere ai fianchi, che strinse con decisione ma non con forza. 
Sentiva che era sua. 
Sentiva che non avrebbe più potuto farne a meno, di toccarla, di baciarla, di accarezzarla. 
Tornò a baciarla e timoroso prese la mano di Fortune, che portò accanto al viso di quest'ultima intrecciando le dita. 
E mentre lui la faceva solamente sua, mentre le asciugava le piccole lacrime, mentre l'amava, mentre si amavano capirono entrambi che in quel momento non erano più alunna e professore; ma semplicemente Harry e Fortune. 








Buona vigilia di Natale e Buon Natale per domani!
scusate per questo ritardo ragazza, davvero.
Ma questo capitolo è stato un parto, un parto davvero! Credo sia stato il più difficile da scrivere fino ad ora, per me. Insomma non avevo mai scritto scene così.. ed è stato orribile AHAHAH ed imbarazzante çç 
ma alla fine ecco qui il nuovo capitolo *spara le botte* yoyo 
Fortune ed Harry hanno fatto l'amore ksjskjhdjkshfskjfsjhdgfhjsgjhsdgfjhdsgfjhsdgfjdshgfjsgfhjsfgsjhdgfjsdhgfhsjdgfsdfggdgfhdgfdghfgdhgf
però devo avvisarvi che fra qualche capitolo arriveranno i guai :3 finalmente *spara di nuovo le botte* AHAHA
ok, niente è la vigilia di Natale e io sto al pc a postare, cioè sono da sposare :') HAHAA scherzo, vi auguro ancora taaantissimi auguri! 
E un augurio speciale a Louis/Tommo/Peter Pan/Boo bear, e poi ringrazio infinitamente per le recensioni, per le seguite/ricordate/preferiti. Siete fantastiche! un bacione raagazze 

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Capitolo 18
*** loves do not last and wounds resurface (trip) ***





 

loves do not last and wounds resurface (trip)







Fortune poggiò la testa sul petto nudo di Harry; cominciando a disegnare dei cerchi immaginari su quest'ultimo. Si muoveva anche un pò imbarazzata essendo nuda ed il ragazzo notando l'insicurezza nei suoi gesti coprì entrambi con il lenzuolo. 
-Ho bisogno di una doccia- mormorò il ragazzo, dando un delicato bacio nei capelli della bionda che alzò la testa e la poggiò sul cuscino. 
Harry si alzò per niente imbarazzato, e cominciò ad avviarsi verso il bagno; nudo. 
Fortune lo guardava quasi con la bava alla bocca, anzi senza quasi. Lo ammirava, e forse il riccio sentendosi osservato le chiappe si girò ritornando indietro.
La giovane rimase con gli occhi spalancati.
Ok, che avevano fatto l'amore e già conoscevano entrambi i loro corpi nudi, ma per Fortune era pur sempre stata la prima volta e si era concentrata sull'ansia, sulla paura, su di tutto fuorché sul corpo da Deo di Harry. 
-Vieni con me?- le domandò porgendole la mano. 
Alzarsi o non alzarsi? Questo è il dilemma! 
-Mmh, meglio di no- sussurrò. 
Harry alzò un sopracciglio, buttandosi di nuovo sul letto. 
-Che succede?- le chiese, giocando con i suoi capelli spettinati. 
La ragazza si strinse nelle spalle. 
-N.. niente- rispose titubante.
Harry capì all'istante che c'era qualcosa che non andava. 
-Fortune, dai, che c'è?- 
La bionda sospirò. 
1...2...3... via per la figura di merda.
-Mi vergogno- bofonchiò prima di schiacciarsi con la testa dentro il cuscino. 
Sentì la risata cristallina del suo professore, e non potè fare almeno di sorridere anche lei completamente spiaccicata con la fodera del cuscino. 
-Non devi- ritornò poi serio, carezzandole la schiena provocandole mille brividi -Sei bellissima, dai sù, vieni con me- mormorò.
Fortune tolse la testa dalla fodera per riacquistare un pò d'aria e guardò intensamente Harry. 
Era perfetto. 
Non si sarebbe mai pentita di aver fatto l'amore con lui per la prima volta. Mai. 
Si alzò portandosi con sè il lenzuolo, facendo ridacchiare il riccio che glielo sfilò delicatamente. 
La prese per mano senza guardarla troppo per non metterla a disagio, e la portò in bagno con sè. Fu davvero straziante per lui non ammirarla, sarebbe stato secondi,ore,anni a guardare quel corpo. 
A guardare lei.
Riempì la vasca facendo entrare poi entrambi. Attirò Fortune a sé, nella schiuma, e la baciò delicatamente. E mentre Harry la baciava, lei capì che era fottutamente innamorata di lui. 
-Odori di pesca, sai?- le soffiò sulle labbra.
-E' il bagnoschiuma-
-Mmh, buono- 
Fottutamente, irrimediabilmente, inevitabilmente innamorata di lui. 
 

Zayn guardò l'ennesima puttanella che gli aveva fatto un servizietto, sorridere maliziosa e toccargli i pettorali da sotto la maglia. Sorrise soddisfatto, era anche troppo facile portarsele a letto. 
Niall entrò nel bagno, alzando gli occhi al cielo.
Alla tipa le brillarono gli occhi.
-Una cosa a tre?- sorrise maliziosa, facendo spalancare gli occhi all'irlandese. 
Come poteva quel pezzo di idiota preferire quella puttanella a Natalia?
Zayn scoppiò a ridere, sentendo l'esclamazione della tipa sotto di lui, che continuava a fare la troietta nonostante ci fosse uno spettatore che guardava la scena davvero disgustato. 
Fortunatamente, in quel poco di buon senso che era rimasto al pakistano la fece alzare e la mandò via con qualche frasetta da latin lover. 
La ragazza passò davanti a Niall, sorridendogli maliziosa. 
Il biondino scosse la testa.
-Sei un idiota sai?- disse una volta che la tipa fù fuori. 
Il moro alzò un sopracciglio.
-Solo perché scopo e tu no?- sputò fuori, glaciale.
Ma a Niall non fece nè caldo nè freddo quelle che gli disse. 
-Scopati chi vuoi, e scopa quanto vuoi per poi ritrovarti solo, solo come un cane Zayn- mormorò. 
Se a Niall le sue parole non l'avevano minimamente toccato, Zayn sentendo quella affermazione si gelò sul posto. 
Detto questo l'irlandese andò in una delle cabine del bagno, fece i suoi bisogni ed uscì fuori con un idea ben stampata in mente: Dire i suoi sentimenti a Natalia.
 
Natalia entrò nel bagno delle donne, completamente distrutta. 
L'aveva vista quella ragazza entrare nel bagno con Zayn mentre Niall le era vicino, ed uscire sola con un sorrisino malizioso dipinto in volto. 
E con una scusa aveva liquidato l'irlandese con un banale, "corro in bagno"
Le bruciavano i polsi; e avrebbe voluto non farlo, avrebbe voluto dimostrarsi forte, ma non lo era. Natalia non era forte. Non era pronta a guarire, perché non era nemmeno pronta a capire il suo problema quando infondo era complicato e... triste. 
Sfortunatamente portava con sé un taglierino nella tasca anteriore del jeans, lo prese e mentre si tagliava pensava a quanto fosse stata cretina.
Lei che aveva detto a Celeste che c'è l'avrebbe fatta; era lì sola, seduta per terra in una delle cabine del bagno, con le lacrime agli occhi, con il cuore spezzato perché semplicemente non ce l'avrebbe fatta. 
Perché mentre vedeva sgorgere del sangue dalla ferita appena procurata le lacrime diventarono più forti, fino a farla singhiozzare. 
Ma quando alcune di sangue caddero per terra, pensò che infondo se lo meritava. 
Aveva decisamente bisogno d'aiuto, un aiuto che cercava urlando silenziosamente, nei sorrisi amari, negli occhi spenti. 
Aveva bisogno d'aiuto, e non poteva darne a Celeste perché era la prima a crollare.
Aveva bisogno d'aiuto o si sarebbe seriamente autodistrutta. 
 
Fortune uscì dalla vasca, seguita a ruota da Harry che le portò da dietro un accappatoio. Si girò verso di lui, baciandolo a fior di labbra. 
-Io vado a mangiare quel brodo ammuffito sul comodino- scherzò Fortune, facendo intendere di aver finalmente fame. 
Harry ridacchiò, guardando l'accappatoio che le lasciava intravedere buona parte del corpo. E lo guardò estasiato, sospirando rocamente. 
-Prendiamoci qualcosa nella cucina dell'albergo, quel brodo avrà le ragnatele- ridacchiò continuando a fissarla, e quando se ne accorse cercò di coprirsi ma il riccio non glielo permise. 
-Resta così- sussurrò dolcemente, con la sua voce roca e sexy da mandarla su di giri.
Oh. Mio. Dio. 
Le baciò delicatamente il collo; per poi passare alle labbra dove la baciò con foga e approfittando dell'accappatoio, le carezzò con un dito il ventre.
Le sorrise, e la baciò per l'ultima volta. Non poteva permettersi di farle pensare che ora il loro rapporto sarebbe girato sul sesso; mai. Lui avrebbe rispettato i suoi tempi, le sue paure, e le sue incertezze anche se non c'era più quella barriera di Fortune.
Ritornarono in camera ed Harry mettendosi una tuta scese giù prendendo del cibo, che portò sopra in batter d'occhio.
-Non hai prese le patatine?- domandò quasi lagnandosi.
Il riccio ghignò. 
-Sicura?- mormorò per poi cacciarle da dietro la schiena insieme alle altre schifezze.
-Secondo te dovrei mangiarle 'ste cose?- chiese Fortune, ricordandosi che fino a poche ore fà era in agonia nel letto. 
Il professore le si avvicinò tastando la fronte, che non era per niente calda.
-Se ti senti ancora da vomitare, non dovresti- disse autoritario. 
-Lo so, però è tutto così invitante- 
Harry ridacchiò, cominciando a sgranocchiare le patatine e Fortune mandò a fanculo il suo malore. Aveva fame ed avrebbe mangiato. 
Si stesero sul letto come due amici di vecchia data e cominciarono a parlare di tutto e di più. 
-E le tue storie più importanti?- domandò curiosa poi d'improvviso la bionda, facendo l'indifferente.
Ma indifferente un cazzo! 
-Mh, solo tu- sorrise dolcemente. 
Solo tu.
Solo tu.
Solo tu.
Il cuore le scoppiò praticamente in petto, quando rimase a mezz'aria con una patatina in bocca. 
-Seriamente Harry- lo rimbeccò, non credendoci.
-Solo la nostra, seriamente- continuò a sorridere. E Fortune sarebbe potuta morire felice in quel momento. 
-E la tua prima volta?- ok, stava tirando troppo la corda, ma era curiosa. 
Sapeva esattamente che non era stata con lei, qualche ora. Anche se lo avrebbe voluto. 
Harry si grattò la nuca imbarazzato. 
-E'stata quando avevo quindici anni- mormorò colorando leggermente le guance di rosso.
-Wow- strabuzzò gli occhi la ragazza, ridacchiando leggermente, e facendosi seguire a ruota dall'insegnante.
Non le dava fastidio. 
-La tua?- domandò stupidamente Harry come per sfida. 
Fortune alzò gli occhi al cielo.
-Quache ora fà- sussurrò per niente imbarazzata. 
Il professore abbozzò una risatina, e prese ad accarezzarle il viso con il dorso della mano. Avrebbe tanto voluta uscire con lei alla luce del sole, lo avrebbe voluto tanto. 
Fortune sembrò capire i suoi pensieri, che gli fermò la mano stringendola.
-Vorrei tanto che fossimo una coppia normale- diede sfogo ai suoi pensieri la giovane, sorridendo amaramente.
-Preferisco vederti anche cinque minuti in un lurido cesso, che rischiare Fortune, sia per te, che per me- mormorò. 
La bionda annuì, consapevole che anche per lei era così. 
Gli sorrise, baciandogli il dorso della mano. 
Harry l'attirò a sé e prese a baciarla con dolcezza. 
Fortune svutò la mente da tutte le sue paranoie, e si lasciò baciare cadendo accidentalmente con l'occhio sul l'orologio.
Vaffanculo. 
Cercò debolmente di staccarsi dal suo professore, ma era la prima a non volerlo.
-Che c'è?- le mugugnò, cercando di riacchiappare le sue labbra. 
La ragazza ridacchiò. 
-Fra poco torneranno dal museo, e io sono qui con te, in camera. Ancora in accappatoio- bofonchiò.
Harry la guardò dall'alto verso il basso, sorridendo.
-Già, e sei bellissima- le sussurrò all'orecchio facendola andare in iperventilazione.
Harry però ripensando alle parole della sua alunna, si scostò guardando l'orologio. Porca troia, come era volato il tempo! 
Senza voglia si alzò dal letto prendendo il pigiama e dando un boxer suo a Fortune, a corto di mutande. 
-E' tipo una culotte, no?- cercò di sdramatizzare vedendola mentre osservava scettica il pezzo di stoffa; sorrise scuotendo la testa e lo indossò insieme al pigiama. 
-Ed è anche comoda, wow- esclamò, tastandosi le chiappe facendolo scoppiare a ridere. 
Dopo qualche bacetto, il riccio l'accompagnò fuori alla porta, baciandola di nuovo e sussurrandole un dolcissimo "grazie per tutto"
Uscendo dalla stanza confermò ancora una volta quello che aveva tanto temuto. 
Era innamorata. 
 
La professoressa Green che era rincasata prima nell'albergo per colpa del ciclo che non voleva lasciarla perdere quella giornata, si ritrovò una scena rivoltante (per lei) davanti agli occhi. 
Si nascose dietro la porta della sua stanza, e restò a guardare finché Harry Styles professore di geometria non chiuse la porta senza prima dare un dolce bacio a Fortune Smith alunna. 
Le si bloccò il cuore in petto; non era possibile aveva sicuramente visto male, ma per quanto continuasse a chiudere ad aprire gli occhi, non si svegliava.
Non era un incubo. 
Era la realtà.
Spalancò gli occhi, in cerca di ossigeno ma poco dopo sorrise leggermente, ma non un sorriso intenerito. In quella scena poi non trovava niente di tenero, le faceva schifo ciò che aveva visto. 
Era un sorriso maligno, perché certi amori erano destinati a finire, pensò la donna e quello di Harry e Fortune avrebbe avuto vita corta.
Cortissima. 












BUON ANNO!
Ciao belle figheeeeeeeeee sjsjdhf
allora, finalmente iniziano i guai! Ero indecisa su Cristian o la professoressa, ma credo che Cristian mi tornerà utile in altro muhauh (?)
a parte questo, non avrebbero avuto ancora giorni felici D: e normalmente Natalia non poteva guarire così in fretta, lei e Celeste avranno la loro guarigione. Ma non ora, non qui, e non subito. 
Non so se vene siete accorte, ho aggiunto alcune scene piccanti AHAHAHAHAHA sto leggendo storie rosse da un paio di giorni, mi hanno influenzato. Spero di non essere stata volgare però, infondo, hanno solo scherzato un pò tra di loro... nudi
. AHAHAHA poi, vabbé non è questo che vi interessa, ma il fatto è che sono stati scoperti, ma hanno avuto i loro giorni felici e mi sono stancata, ci vuole un pò d'azione, cazzo.
Comunque sia vi ringrazio di vero cuore per le vostre recensioni, +500, giuro sono troppo contenta! Mi avete rallegrata in un modo esagerato, siete davvero fantastiche! E vi ringrazio dal profondo del mio cuore. Siete dkjfkdfjkdjhfjdghsg e ovviamente ringrazio le preferite/ricordate/seguite e chi mi ha messa tra gli autori preferiti. *piange* 
E poi ovviamente vi auguro un 2013 semplicemente straordinario :D


 


ed ecco la nostra alunna. :3 


 
ed ecco il nostro professore. :3

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Capitolo 19
*** we have no right to fall in love? ***



we have no right to fall in love?
 

 

I giorni a Parigi erano finiti. 
Fortune con un sospiro malinconico si sedette sulla valigia cercando di chiuderla, solo dopo che anche Niall si sedette, finalmente quella maledetta valigia si appiattì e la ragazza la poté tranquillamente chiudere.
-E quindi tu hai detto a Zayn che sarebbe rimasto solo come un cane?- gli ripeté mettendosi le converse.
L'irlandese sorrise soddisfatto.
-E dopo in aereo svelerò i miei sentimenti a Natalia, farò una grande figura di merda, ma lo farò- sorrise incerto e si aggiustò i capelli ansioso.
Fortune alzò gli occhi al cielo, ridacchiando. 
-Buona fortuna- si limitò a dirgli prima di prendere la valigia e scendere giù dove aspettavano tutti. 
Notò che Harry parlottava con un insegnante che aveva fatto parte della gita. Avrebbe voluto alzare la mano a salutarlo; ma sarebbe risultato strano. 
Scosse la testa, afflitta.
Avrebbe voluto prendere a sprangate tutti, avrebbero perso i sensi e lei sarebbe saltata addosso ad Harry... si, era un piano decisamente da psicopatica. 
Fortunatamente il riccio fece saeattare lo sguardo e incrociò quello suo, si sorrisero ma non apertamente, solo con gli occhi. 
Poi il ragazzo si lasciò andare, fanculo tutti, era solo un sorrisino mica avrebbero scopato nel corridoio! Le sorrise, e lei sgranò gli occhi per poi ricambiare amorevolmente. 
Era un sorriso da... non c'erano parole per descriverlo.
Si poggiò al muro e continuò a fissarlo, finché un gelo l'avvolse, la Green la stava guardando con occhi socchiusi, quasi a scrutarla come a cercare qualcosa.
Si sentì dannatamente a disagio, cosa voleva quella pecora in calore da lei? 
Avrebbe tanto voluto sputarle nell'occhio a palla che aveva quella strega, ma si trattenne, ovviamente non poteva farlo.
Scacciò i suoi pensieri violenti quando Louis la raggiunse, baciandole la fronte con felicità.
-Io e Celeste abbiamo fatto coppia fissa- sorrise quasi a spaccarsi la mascella, e avrebbe voluto "Io ed Harry abbiamo fatto l'amore, Lou". 
E non perché era in imbarazzo che non lo disse.
Non poteva. Ovviamente. 
Non poteva dire nulla al suo migliore amico, a sua sorella, ai suoi genitori, alla compagna del padre, agli amici. Loro non avrebbe potuto mai sapere nulla, e quella situazione stava diventando ogni giorno più insopportabile. 
-E' bravo il mio amico- gli diede una pacca sulla spalla, e l'abbracciò. 
Celeste spuntò timida dietro il muretto e la salutò con un sorrisino imbarazzato. Louis la tirò a sé sorridendole. Qualche chiacchiera e poi venne raggiunta da tutti; anche da Cristian che sembrava scomparso, ma invece era lì che la guardava ossessivo.
Era fastidioso, cazzo.
-Ragazzi...- cominciò Liam sorridente, e scomparì per poi ritornare con una ragazza al suo fianco. 
Davvero carina.
-Lei è Taylor- fece conoscenza con tutti, Liam non disse se erano fidanzati o ad altro, ma da come si guardavano si poteva intuire. 
La voce roca e suadente del suo professore la distrasse, come distrasse tutti.
-Ragazzi, se siete pronti, possiamo andare all'aereoporto!- 
 
Niall per poco non si ammazzò il piede e non si tagliò un dito per sedersi accanto a Natalia nell'aereo, ma nonostante tutto c'è la fece ed ora erano lì che parlavano del più e del meno.
Il ragazzo l'ascoltava, ma la sua mente stava trovando un modo per iniziare quella conversazione.
Sapeva del problema di Natalia e questo gli aveva solo fatto aumentare la voglia di star accanto a lei; gli piaceva sul serio. 
-Natalia?- la bloccò con il cuore in gola.
Porca merda. 
Non era un tipo ansioso, non lo era mai stato, ma in quel momento sentiva lo stomaco chiudersi e le mani sudare. Il cuore cominciò a battergli forte, quasi a trapassargli il petto.
-Si?- lo guardò interrogativo. 
Cominciò a torturarsi le mani nervoso come non mai. Come diamine avrebbe potuto cominciare quel discorso? 
Cazzo.Cazzo.Cazzo.
Sospirò, stringendosi nella poltrona. 
-Senti Nat non vorrei metterti pressioni, sul serio... però devo dirti ciò che sento perché sta davvero diventato un peso- si aggiustò il colletto della camicia, agitato -Il fatto è che...-
Non riusciva a dirlo. Gli si formava un groppo in gola e le parole si aggrovigliavano tra loro. 
-E' che?- lo incintò a continuare, curiosa.
-E' che Zayn è un coglione, e tu meriti di meglio- concluse, e avrebbe voluto pagare qualcuno per farsi prendere a sprangate. 
Era un coglione.
Natalia sorrise, e gli strinse la mano.
-Sei dolcissimo, un vero amico..- mormorò.
Già. Un amico... 
 
Fortune interattiva da ormai qualche mezz'ora continuava ad alzare il capo e guardare cosa diceva Harry a Stella. 
Sentiva la gelosia ribollirle dentro, e proprio per questo il suo piano che aveva già usato, lo rimise in funzione. Si alzò fuoribonda, tenendosi la pancia e si avvicinò i professori.
Stella la guardò in un modo strano, ma non le diede conto, continuando a reggere lo sguardo.
-Signorina Smith tutto ok?- 
Le faceva male il tono distaccato che usava Harry in presenza di tutto, ma era forzato a farlo, e purtroppo anche lei.
-Professore, credo di dover vomitare- 
Il riccio scattò in piedi, complice, e l'accompagnò in bagno. E finalmente trovarono un momento tutto loro. 
Harry quasi le strappò le labbra di bocca e Fortune non fù da meno; quando si staccarono ridacchiarono entrambi.
-Bella questa scusa del sentirti male- disse divertito.
-Lo so, sono proprio una genia- esclamò.
-Genia, ma tranne in geometria- la prese in giro teneramente, mettendole mani intorno ai fianchi. 
-Se vogliamo dirla tutta, sei tu il professore, quindi la colpa è tua- ribatté con il sorriso sulle labbra, facendolo abbozzare una risatina.
-Sono proprio un cattivo professore, allora- mormorò baciandole il collo, mentre lei annuiva con occhi chiusi godendosi quel contatto che aveva desiderato tutta la mattinata. 
-No, non credo, perché sei il mio professore preferito- sussurrò, aggrappandosi a lui.
Una bussata forte li fece staccare stizziti. 
Fortune si trattenne di dire parolacce, stranamente in quel periodo le diceva davvero poche. 
Strano. 
Fermò con la mano sul petto Harry, facendo segno con l'altra di non muoversi. Si prese i capelli con la mano, e si fece una coda disordinata, doveva fare scena.
Aprì l'acqua e se la passò sotto gli occhi, e li strizzò un pò facendoli diventare leggermente rossi. 
Sorrise soddisfatta, e aprì, e come aveva sospettato Stella era lì che li guardava.
Quella giornata quella donna era troppo strana, più del solito, e a Fortune questo non piaceva per niente. 
-Tesoro hai pianto?- le domandò fintamente preoccupata.
La bionda non era stupido e nel tono stridulo che aveva usato quella pecora in calore c'era qualcosa che non andava.
-Ho vomitato anche l'anima, prof, mi pare ovvio- finse.
-Succede spesso che ti senti male, non dovresti partire...- mormorò con voce sinistra.
-No, non credo. Mi piace visitare i posti e con mal d'aereo o altro continuerò a visitare le città- rispose la giovane, toccandosi la pancia e evitando lo sguardo della rossa ritornò a sedersi. 
1 a 0 per lei. 
 
La rossa la guardò e scosse la testa; quando ormai Harry era andato a sedersi. Credeva di aver vinto la mocciosetta, ma non l'avrebbe spuntata con lei. 
Ormai conosceva il loro segreto. 
-Stronzetta- sussurrò flebilmente passando per la postazione di Fortune che si girò di scatto sicura di aver sentito qualcosa. 
Non aveva capito però cosa.
E la Green sorrise.
1 a 0 per lei. 
 
Harry si sedette e si lasciò andare nella poltrona sconsolato. Avrebbe voluto stare di più con Fortune e solo pensandola, ecco, sorrideva come un cazzone.
Sospirò, ridacchiando dei suoi stessi pensieri.
Si girò a guardarla e gli si gelò il sangue nelle vene vedendo Cristian sedersi accanto a lei. Li trucidò con lo sguardo, e la bionda se ne accorse, scusandosi con lo sguardo.
Vaffanculo Cristian! avrebbe voluto urlare.
Quella situazione stava diventando ogni giorno più difficile.
Si sarebbe voluto sedere lui accanto a Fortune, non quell'energumeno... e si vergognò a pensare quelle cose di un suo alunno. Ma non poteva farne a meno, ritornò a guardarli ed ebbe l'istinto di prendere Cristian a calci in culo. 
Ok, stava diventando geloso. Ok, lo era sempre stato.
Sbuffò e come un ragazzino alle prese con la sua prima cotta cercò di distendere le orecchie e sentire quello che stavano dicendo. 
Le parole gli arrivavano ovattate, ma spostandosi e mettendosi con il culo all'aria facendo finta di cercare qualcosa per terra, gli arrivò tutto chiaro e tondo. 
Marketing gli aveva chiesto scusa e lei lo aveva perdonato. 
Per poco Harry non si strappò i ricci. 
Maledetta gelosia! 
 
L'aereo atterrò e Fortune salutò distrattamente Cristian, e tutti gli altri scendendo con Natalia che le raccontò più nei particolari le vicende con Zayn.
-Hai capito mia sorella, te lo sei ritrovato addosso, ragazzaccia!- la prese in giro giocosamente.
Prima che la sorella potesse risponderla, qualcuno le prese il braccio fermandola sulla soglia dell'aereoporto. Si girò trovandosi Harry.
Ebbe un tuffo al cuore. 
-Scusami Natalia, mi serve un attimo tua sorella- disse senza far trasparire niente, e Natalia sorrise al professore prima di dileguarsi aspettando sua sorella  fuori. 
Trascinò Fortune dietro ad un muretto dell'aereoporto, guardandola, senza parlare.
-Harry... è imbarazzante...- mormorò, ridendo lievemente. Più per l'imbarazzo che per altro. 
-Hai fatto pace con Cristian, eh?- domandò freddo. 
-E'stato lui a venire da me, ma tranquillo starò lontano da quell'energumeno- sorrise ripetendendo le sue stesse parole, che lo fecero rilassare all'istante. 
Fortune ebbe quasi una scarica elettrica vedendolo mentre si rilassava, osservare la sua gelosia era puro godimento.
Il professore la baciò la punta del naso. 
-Ora dobbiamo tornare ognuna a casa sua, ci vediamo domani a scuola, piccola?- 
Fortune annuì spegnendo il sorriso.
L'avrebbe rivisto direttamente il giorno dopo, che rottura di cazzo!
-Ehy vecchietto, un bacetto dell'arriverci?- gli richiamò l'attenzione. 
L'insegnante ritornò indietro e la baciò a stampo velocemente con la paura che qualcuno potesse vederli; la gelosia gli mandava completamente a puttane il cervello.
Doveva stare più attento.
 
La mattina dopo Fortune senti la porta dell'ingresso aprirsi, e spalancò gli occhi di scatto. Svegliò Natalia e la trascinò giu con sè; munita di una scarpa e un ombrello trovati durante il tragitto.
-E se la scarpe ce la fa mangiare l'assassino?- sussurrò impaurita Natalia.
Fortune si girò, guardandola in cagnesco.
-Che ne sai che è un assassino? Metti ansia, porco cazzo- borbottò e scendendo le scale si ritrovò suo padre indiffarato a posare le valigie, nemmeno il tempo di girarsi che si ritrovò le due gemelline addosso. 
Albert raccontò tutto quello che c'era da raccontare, e dopo di ché le due andarono a prepararsi per poi entrare nella macchina e avviarsi a scuola.
Fortune sentiva qualcosa alla bocca dello stomaco, e non era una sensazione piacevole. 
Perché sentiva che quel giorno a scuola sarebbe successo qualcosa e iniziò ad agitarsi, ma si calmò quando Natalia si fermò davanti al cancello.
Non c'era nulla di cui agitarsi, nulla. 
Varcarono la soglia del cancello ed entrarono a scuola, ma quando vide Harry entrare in presidenza qualcosa le pizzicò lo stomaco; quella sensazione stava ritornando. 
Si fermò di scatto e il cuore le scoppiò davvero in petto quando una signorina vecchiotta la raggiunse, squadrandola. 
-Fortune Smith?- 
La ragazza annuì sotto lo sguardo stranito di Natalia.
-Venga con me- nemmeno il tempo di replicare che la donna la portò con sé in presidenza, dove Harry era seduto con la testa bassa e la Green sorrideva maligna. 
Migliaia di cose le girarono in mente, ma poi la paura si impossessò di lei quando suo padre era seduto sul divano della presidenza che la guardava freddo, quando fino a mezz'ora fà la guardava sorridente. 
Che ci faceva lui qui?
Forse lo sapeva. Forse non voleva saperlo... 
-Ho conosciuto presidi e professori insieme, presidi e bidelli, bidelli e professori, ma mai nella mia vita ho avuto il dispiacere di venir a sapere che nella mia scuola c'è una relazione tra un professore e un alunna!- urlò il vecchio. 
Il respiro di Fortune si fermò, mentre il suo corpo ormai incotrollabile cominciò a tremare. 
 
Si dice che gli amori impossibili sono quelli eterni, che l'amore vince sempre alla fine, che non importa che persona sei puoi innamorarti comunque. 
Eppure in quel momento, Fortune ed Harry avevano il mondo contro solo perché erano innamorati.
Loro non erano persone? Non avevano il diritto di innamorarsi?








HELLO!

Mi scuso per il ritardo, mi scuso per il capitolo che si è fermato sul più bello, ma sto cercando di allungare la storia..
e mi dispiace se questo spazio autrice fa schifo, ma è un brutto periodo ma scrivere a volte è la mia salvezza.:)
Non ringrazierò mai abbastanza Erika per aver creato Efp, e l'uomo per aver creato la scrittura (?) comunque sia, spero che comunque vi piaccia :D
e mi dispiace per tutte le ragazze a cui non sto recensendo i capitoli vi giuro appena mi riprenderò un pò, lo farò sicuramente. Sono di parola, eh! Un bacione fortissimo <3 Ah avviso per tutte le scopiazzatrici: VI TAGLIO I VIVERI, STRONZE. èé
ok dopo questo 'sfogo' ahahaha me ne posso andare ùu vi amo tantissimo, grazie per tutto. Per le recensioni, per le ricordate/seguite/preferite :') grazie grazie grazie!


 

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Capitolo 20
*** the end...? ***



the end...? 
 

 


Natalia guardò la figura della sorella allontanarsi con la segretaria e alzò le spalle, indifferente. 
Non perché non le interessasse di Fortune, ma sicuramente pensò che erano le solite sgridatelle del preside sul comportamento di quest'ultima. 
Ritornò a camminare, ed entrò nel bagno della scuola dove si lavò le mani, e si guardò allo specchio avendo un colpetto. 
Borse sotto gli occhi, pelle sciupata, mani ruvide, capelli increspati, viso pallido. Era quello che le si presenteva davanti agli occhi, era quello che stava diventando.
Sospirò e fece per uscire dal bagno, troppo velocemente, voleva correre via da quel riflesso, da lei. 
Così velocemente che il movimento le provocò un giramento di testa forte, talmente forte che in un attimo non capì più niente. 
La stanza girava troppo veloce, le gambe non la mantenvano più, le mani troppo fragili per sostenerla, gli occhi pesanti, la nausea, il respiro mozzato e poi... buio. 
 
Albert seduto sul divano aveva tremila pensieri in testa.
Avrebbe perdonato tutto a Fortune, ma perché mettersi con un professore? questo lui non riusciva a spiegarselo, e sicuramente non avrebbe mai avuto una risposta. 
Non avrebbe mai immaginato una cosa del genere, e con il cuore deluso si alzò, pronto ad andarsene via.
Perché non avrebbe odiato sua figlia, non l'avrebbe messa in punizione per aver amato, non l'avrebbe cacciata di casa. Le avrebbe lasciato solo il suo spazio, non sapendo poi come comportarsi.
Ma proprio mentre stava prendere il giacchetto, la sua piccolina si girò verso di lui. 
Con occhi lucidi. 
Con il cuore arreso. 
Con le labbra screpolate. 
Con le mani tremanti. 
E Albert capì che se avrebbe dovuto fare qualcosa, quel qualcosa era fare il papà. 
 
Fortune cercò gli occhi di Harry che non trovò, il ragazzo con sguardo basso non c'è la faceva ad alzare gli occhi e puntarli sulla bionda.
Non c'è la faceva a guardare la delusione negli occhi di tutti i presenti,  perché era palese che regnava in quella stanza come la rabbia, la paura, la tensione... 
-Signor Styles lei mi ha profondamente deluso, non riesco nemmeno a spiegarle quanto mi faccia ribrezzo in questo momento. E' una ragazzina, ma la vede?- esclamò il vecchio.
La giovane guardo l'anziano con sguardo truce. 
Che cazzo ne sapeva lui? Cosa ne voleva sapere quel vecchiaccio? 
Tutti pensavano di sapere, ma in realtà cosa ne sapevano? 
Cosa potevano di sapere di loro due? Delle giornate a nascondersi e baciarsi, delle giornate a litigare, delle giornate a far l'amore, delle giornate a ridere, delle giornate dove tutto sembrava normale.
Loro cosa ne potevano sapere?
Niente. 
Loro non sapevano nulla di Harry e Fortune. Nulla. 
Harry si sentì uno schifo. Uno schifo totale. Il preside aveva totalmente ragione. 
-Lo sa che potrebbe essere arrestato per questo?- continuò furioso, guardando entrambi come se fossero due assassini.
-Lo sa questo?- alzò di un ottava la voce. 
Non lo meritavano, non meritavano di essere guardati così. 
Poi l'uomo si calmò, e si schiarì la voce, cercando di darsi un contegno. 
-Harold Edward Styles lei è lincenziato, e non si faccia più vedere ed io eviterò di metto in mezzo la legge, e lo faccio solo perché non voglio che la mia scuola vada in mezzo a queste... mi creda non so come chiamarle, non sò!- sospirò gonfiando una vena del collo, e aggiustandosi il colletto della camicia.
-E signorina Smith, lei puoi restare a scuola solo perché i suoi genitori hanno fatto un generoso regalo a questa scuola, e ho accettato solo perché ha l'esame quest'anno- concluse l'uomo, piatto.
Stella fece un sorriso sinistro, uno di quei sorrisi che di dolce non hanno niente. Passò accanto ad Harry toccandogli la spalla, si abbassò al suo orecchio e gli soffiò delicatamente dentro.
-L'ho fatto per te, collega
E lo distrusse. 
Era stata lei a dire tutto. Era stata lei. 
Il professore ebbe la nausea per una frazione di secondi, ma non si scompose. La guardò con la coda dell'occhio uscire dalla presidenza, sculettando.
La bionda guardò la scena sentendo il vuoto sotto i piedi, le parole del preside, quelle della Green... 
Non poteva essere, non stava succedendo davvero, eppure tutto quello che le si presentava davanti agli occhi era tremendamente reale.
Voleva fosse un incubo. 
Ma non era così. 
Fortune presa dall'ira batté un pugno sulla scrivania del preside che strabuzzò gli occhi, voleva che quel vecchiaccio la stesse a sentire, ma prima che potesse dire qualcosa, Harry che non aveva nemmeno mai alzato lo sguardo sentendosi soffocare uscì dalla presidenza.
La ragazza lo guardò con la coda dell'occhio prima di ignorare i richiami del padre e del preside, seguendo il riccio fuori.
Lo acchiappò per il lembo della camicia, facendolo fermare e girare verso di lei. 
Solo in quel momento entrambi si accorsero di avere gli occhi lucidi. Occhi lucidi che parlavano, che si gridavano amore, che si abbracciavano, che si volevano.
Occhi lucidi che li facevano stare male, male da morire. 
Il ragazzo deglutì rumorosamente. 
Non voleva dirle addio, non voleva sentirlo uscire nemmeno della sua bocca quella parola. 
Ma era ora di non pensare solo a sè stesso. Per una volta. 
-E'finita- mormorò Harry con la voce spezzata. 
E' finita.
E'finita.
Il peso del mondo le cadde sulle spalle; cominciando a farla respirare affannosamente. 
Non era finita.
Non poteva finire.
Non tra loro due. 
-C...come?- riuscì a dire, combattuta tra le lacrime mentre ormai il professore sentiva le lacrime scivolargli giù, ma non fece niente per asciugarle. 
-Fortune mi faccio schifo, sono un professore che avrebbe dovuto fare il suo dovere e invece, mi sono innamorato della mia alunna, non dovevo nemmeno avvicinarmi a te più del dovuto, avrei dovuto mantenere le distanze che ci toccavano.. dovevo lasciarti vivere una vita con un ragazzo della tua età, e invece solo pensare che un altro ti possa toccare mi fa andare il sangue al cervello. Ti ho rovinato una vita, Fortune- mormorò in fine, tremando. 
La giovane spalancò di poco la bocca, toccandosi nervosamente i capelli.
Le gambe sembravano non sostenere più il suo peso. 
Il mondo ora le sembrava un posto orribile, sentendo quelle parole. Ma chi cazzo aveva detto che le parole se le portava via il vento? Le parole ti rimangono incastrate dentro come proiettili. E quelle parole dette da Harry furono una sparatoria senza pietà.  
-Tu non mi hai rovinato niente, sei stato la cosa migliore in questa vita di merda!- sbottò mentre la tristezza e la rabbia le invadevano il corpo minuto. 
-Ti saresti dovuto avvicinare a Cristian, e io non sarei dovuto impazzire per questo. Ci stanno dividendo perché non siamo fatti per stare insieme, piccola mia...- disse cercando di combattere per non far scendere altre inutili lacrime.
Fortune sentì un rumore.
Dentro di lei, un dolore al petto la stava facendo quasi piegare in due. 
Il suo cuore si era spezzato a metà, perché era nel cuore che il riccio le era entrato, e non ne sarebbe mai più uscito. 
-Ci dividono perché non possiamo stare insieme, è completamente diverso, dobbiamo solo essere coraggiosi, ricordi?- mormorò non mollando, con un cuore a pezzi e due occhioni rossi.
Il ragazzo sentì gli occhi bruciare. 
Non c'è la faceva a lasciarla. L'amava da morire. L'amava come un folle. 
-Non possiamo più esserlo, loro hanno ragione..- sussurrò mordendosi il labbro per la tensione. 
Lo stava facendo.
La stava lasciando. 
Mentre tutto di lui gli urlava che sarebbe morto senza di lei, lui lo stava facendo perché solo lasciandola andare l'avrebbe fatta ricominciare. 
E lui sarebbe stato male da sentire il fiato mancargli. 
Però doveva farlo.
-Harry, lasciali perdere! Possiamo trovare un modo... perché io...- si fermò, con un nodo in gola. 
Perchè io ti amo, perché io troverò una soluzione! ma non lo disse, morendo dentro più di quanto non stesse gia facendo.
Che soluzione poteva esserci? Nessuna, ecco la risposta. 
-Perché tu cosa? Fortune abbiamo tutti contro ed io... non credo di potercela fare... ho perso il lavoro, porca puttana!- urlò furioso -E sto perdendo te..- sussurrò poco dopo. 
Harry avrebbe voluto aggiungere tremila altre cose; che l'amava da morire, che non l'avrebbe dimenticata, che perderla faceva dannatamente male, che un giorno forse si sarebbe ricontrati. 
Ma non ci riuscì. 
La lingua gli si aggrivogliò in gola, impedendogli di continuare. Di continuare la parte più importante del discorso. 
-Sai quanto me ne frega di avere tutti contro, se ho te con me? Non mi importa di nessuno Harry!- gridò la bionda, con poca decisione. 
E' normale che le importava degli altri, ma non poteva lasciarlo andare. Non poteva. 
Si girò per un attimo sentendo lo sguardo pungente di qualcuno trapassarle il cranio, e quando i suoi occhi incontrarono quelli del preside e del padre, ebbe un piccolo tuffo al cuore.
Stavano sentendo la loro conversazione, ma a questo punto, che importava? 
-Ma io non sono tuo padre, non sono tua sorella, non sono tua madre, non sono i tuoi amici, non puoi perdere tutto questo per me... devi continuare con la tua vita- 
E avrei voluto continuarla con te, vita mia pensò Harry.
Come faccio a continuarla senza te? pensò Fortune. 
Il silenzio calò nel corridoio. 
I due si guardavano tremanti. 
Poi la bionda fece per parlare, ma il preside l'interuppe.
-Signorina Smith adesso basta, entri subito in classe e dimentichiamoci questa giornata!- urlò il preside alle sue spalle -E lei, Signor Styles esca fuori dalla mia scuola- concluse freddo. 
-D..devo andare-
-Ti prego resta, ho bisogno di te- sussurrò.
Trecento cortellate al cuore avrebbero fatto meno male di quella frase pronunciata da Fortune con la voce inclinata dal dolore. 
La guardò con la bocca spalancata. 
-Se ne vada!- urlò stridulo, e stufo il preside. 
Non ribatté. Le girò le spalle abbassando lo sguardo e una volta in macchina, si poggiò con la testa sul volante lasciandosi andare in un pianto amaro. 
Fortune lo guardò andar via, ma non fece niente più per fermarlo, non perché non volesse ma perché non poteva fare più niente, ormai. 
Si girò verso i due uomini dietro di lei, accorgendosi solo in quel momento della presenza della Green. 
La donna le si avvicinò all'orecchio, lentamente, e con non-chalance. 
-Ho vinto io, tesoro- farfugliò per non farsi sentire dal preside e dal padre della bionda.
Fortune non replicò. Non fiatò. 
Aveva vinto lei. 
Aveva vinto ma solo la battaglia, la guerra doveva ancora cominciare. 






 
Mi dispiace per questo VERGOGNOSO ritardo çç
SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE!

e mi scuso anche perché non ho risposto alle recensioni di un capitolo, che schifo proprio ._. spero che con questo capitolo mi sono fatta perdonare, anche se.. ok, mi odierete ancora di più AHAHAHAHAHA non vi preoccupate, siamo vicini alla fine ma non tanto, mancano ancora dei capitoli kjsdksdj ma non vi dico quanti :3 perché non lo so nemmeno io AHAHAHAH yo(?)
comunque sia, credete che Fortune la farà passare liscia alla Green? E bhe, credete male! Perché la mia Fortune le farà ciò che merita :D e poi, Natalia, mi dispiace a quella ragazza le faccio passare di tutto AHAHAHAH sorry Naty uù 
e poi non volevo che il padre si incazzasse davvero con Fortune, ovviamente non le dirà congrantulazioni, ma questo lo scoprirete solo più avanti D: 
Ah e cosa ne sarà del Farry?
ALLE PROSSIME PUNTATE (?) AHAHAHA che non arriveranno così in ritardo, i'm promisee! 
un baccccione fortimissimo <3 vi amo davvero! 


per farmi perdonare....... 
 

 
 
 
 

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Capitolo 21
*** I miss you ***





 

I miss you









Dolore. 
Fortune si allontanò dai presenti con il gelo nel cuore. 
Non poteva ancora crederci che tutto era finito, che niente sarebbe più ritornato al suo ordine, che per la prima volta in cui si era innamorata l'aveva fatto di qualcuno che non doveva.
Non doveva, ma perché?
Cosa glielo proibiva, un lavoro? Una scuola? Un preside senza sentimenti e una professoressa invidiosa? 
Questo non riusciva a spiegarselo perché la consapevolezza di aver perso Harry si stava espandendo nel suo cuore facendola andare in pappa il cervello. 
Dolore. 
Lei che aveva sempre tremato alla parola "amore", con due semplici occhi smeraldini tutto era cambiato.
Due occhi comuni, alla fin fine, due occhi che si possono incontrare anche al supermercato, al cinema..
..A scuola.
Quegli occhi per Fortune erano stati l'inizio di tutto, ed ora il pensiero di lui lontano da lei, la faceva venire voglia di piangere. 
Piangere forte. 
Dolore.
Scosse la testa, cercando di asciugarsi le lacrime ed entrò nel bagno dove si paralizzò sul posto. 
Natalia era per terra, incosciente. 
Un urlo stridulo uscì dalla bocca della ragazza che si gettò per terra in ginocchia accanto alla sorella, scotendola, cercando di svegliarla. Fortune sentiva la paura trapassarle ogni parte del corpo, la saliva gli si seccava in gola, ma doveva riprendersi, non poteva abbattersi e mettersi a piangere proprio in quel momento, doveva riuscir a portare Natalia in ospedale.
-Cazzo! Aiuto!- urlò di nuovo, questa volta con più voce. 
Le lacrime che aveva cercato di fermare, ora scendevano all'impazzata. Non c'è la faceva più; era lacerata.
Dolore.
Dopo qualche altro urlo vennero in tanti nel bagno, anche Albert che quella giornata non c'è la fece più e da uomo grande qual'era cacciò una lacrima. 
Una. Ma significativa. 
Era distrutto. 
Erano distrutti. 
Lui, Fortune, Natalia.  
-Chiama l'ambulanza!- gridò il padre delle gemelline alla bionda che tremante prese il telefonino e con voce impaurita spiegò tutto ciò che serviva a paramedici. 
Dolore. 
 
23.00 
Niall corse come un fulmine, come non aveva mai fatto, e nonostante le gambe cominciavano a fargli male, lui continuava a correre. Correva perché minuti prima aveva sentito da due ragazzi che Natalia era in ospedale. 
Ma diamine, era sempre l'ultimo a saper le cose? Porca puttana! Gli sarebbe piaciuto farla compagnia dalla mattina. Gli sarebbe piaciuto non averla lasciata sola tutta la giornata. Gli sarebbe piaciuto poterle stringere la mano in ambulanza. 
Continuò a correre, finché ansimante arrivò all'ospedale. 
-Natalia Smith- disse soltanto, col fiatone ad una anziana infermeria dietro il bancone. 
-E' un suo parente?- domandò piatta, guardandolo con aria di sufficienza.
Ma che cazzo, ci mancava solo la vecchia bisbetica. 
-Sono... sono... suo cugino- inventò al momento.
La donna se ne accorse della titubanza del ragazzo, ma lo guardò negli occhi, e non potè far altro di stare in silenzio.
-Stanza 14, mi raccomando faccia presto- disse questa volta dolcemente. 
Niall la sorrise riconoscenente, e quando arrivò alla porta, il cuore gli andò il gola. Aprì la porta lentamente, facendosi spazio con la testa timidimante. 
Sii uomo Horan! 
Sospirò ed entrò del tutto, rimanendo però impalato all'ingresso come un coglione. La ragazza aprì gli occhi lentamente, e sorrise leggermente quando vide il biondo. Il ragazzo intanto osservava quasi con timore gli aghi conficcati nella pelle della ragazza, che strazio vederla così. 
-Niall- sussurrò.
-Dove sono gli altri?- domandò cauto. 
-Papà è andata a prendermi qualcosa da mangiare, Fortune è andata a riposarsi, verrà domani dopo la scuola- spiegò sistemandosi nel letto. 
Niall la raggiunse, annuendo. Prese una sedia e la mise vicino al letto, prendendole la mano e stringendogliela, cercando di infonderle forza. 
Il ragazzo aveva intuito cosa le era successo. Ma non disse nulla, continuando a stringerle la mano intrecciando poi le loro dita. 
Sarebbe potuto rimanere così per sempre. 
-Sarei potuta morire, Niall- mormorò d'un tratto, con le lacrime agli occhi, facendolo trasilire. 
Non piangere, ti prego. 
-Vogliono chiudermi in una clinica per pazzi, ma io non voglio...- farfugliò, singhiozzando -Non voglio..- concluse prima di scoppiare in un vero e proprio pianto. 
Niall la guardò con occhioni da cucciolo. 
Vederla piangere era come essere buttato sotto da una macchina, e no, non esagerava. Si alzò dalla sedia e l'abbracciò, stando attento a non farla male e a non farsi male con tutti quei macchingeni. 
-Non piangere...amore mio...-sussurrò senza nemmeno pensarci più di tanto, e Natalia spalancò gli occhi sul suo petto. 
E' il momento Horan. 
-Natalia verrò a trovarti ogni giorno  e se sarà possibile dormirò anche con te, perché solo andandoci potrai guarire e io voglio che tu smetta di farti male, ok?- le baciò la fronte, non staccando più le labbra.
-Perché?- domandò semplicemente, tremando. 
-Perché ti amo Natalia- cominciò deglutendo -Ti amo e quando prendi quella fottuta lametta e te la passi sul polso, non sei l'unica che si fa del male, quando ti tagli, io sanguino. Vai a quella clinica, che non è per pazzi, e te lo posso mettere per iscritto, e spacca il culo a tutti, perché sei forte. Tu sei forte, lo capisci?-  
Il cuore di Natalia sembrò risorgere, lei sembrò stesse risorgendo quando sentendo quelle parole lo strinse di più a sé. Quelle parole che in un momento così, le furono da fascia sulle cicatrici. 
 
Quella settimana passò troppo velocemente per Fortune, che vide entrare Natalia nella clinica, fù orribile, ma quando l'abbracciò le sussurrò poche parole ma significative.
-Sorellina mia ti voglio bene, credo in te, dai uno schiaffo morale a tutti- l'aveva scossa un pò per le spalle, prima di lasciarla andare. 
Una sorella in clinica, un padre distrutto e un fidanzato che non sentiva da quel fatidico giorno. 
Poteva ancora chiamarlo fidanzato? Perché metterci vicino la parola "ex" era un pugno dritto allo stomaco, e di pugni quella settimana Fortune ne aveva avuti troppi. 
Un pugno, quando la notte le lacrime le scendevano come cascata sulle pallide guance. 
Un secondo pugno, quando la mattina entrava a scuola e i professori la guardavano in modo diverso, quasi di ribrezzo.
Un terzo, un quarto, un quinto, e via dicendo quando le venivano a mente i ricordi con Harry, quando sedendosi sulla sedia non guardava il professore davanti a sé, ma aveva l'immagine di Styles davanti agli occhi. 
Troppo pugni, quando si accorgeva che gli mancava da morire e non poteva fare niente per evitarlo.
Perché andare a casa sua non serviva niente, perché vederlo di nascosto ancora, come sempre, non serviva più a niente. Si erano lasciati, ed entrambi avevano un buco allo stomaco che nessuno poteva riparere se non loro. 
Sospirò, e come ogni mattina mise piede nella scuola con due occhiaie anomale sotto gli occhi. Da quanto non si faceva una di quelle dormire belle e sane? 
Da quando non sorrideva per bene? E non si parla di quei sorrisini fatti per educazione, ma di quelli veri e proprio. Uno dei soliti sorrisi quando vedeva Harry sbucare dalla porta della classe. 
Si ravvivò un pò i capelli nervosamente e continuò a camminare a testa bassa, come da una settimana a questa parte.
Mentre posava i libri nell'armadietto qualcuno le pizzò i fianchi, si girò un pò scocciata e sorrise a malapena vedendo Louis. 
-Ok, Fortune è passata una settimana e non mi sorridi nemmeno più, ma che cazzo succede?- sbottò furioso. 
Ancora doveva dirlo a qualcuno. 
Nemmeno Natalia l'aveva saputo. 
-Sto benissimo, ma che dici?- borbottò passandogli accanto, e sorpassandolo.
Louis alzò un sopracciglio prima di prenderla per il braccio e trascinarla nel cortile, che a quell'ora non c'era un anima viva.
-Parlami, ti prego, Fortune! Siamo migliori amici da sempre, cosa sta succedendo? Porca puttana!- alzò di un ottava la voce, spaventandola. 
Poche volte aveva visto il suo amico così. Rare volte. 
-Louis calmati- mormorò, con occhi spalancati.
-Fortune, mi devi dire che hai, ti prego!- la pregò, accarezzandole il braccio. 
La bionda sospirò tristemente, con il magone in gola, e gli occhi cominciarono già a farsi lucidi. Prese il ragazzo per mano, fino a portarlo sull'erba dove si sedettero, con calma. 
-Tu sai perché il professore Styles se ne andato?-
-Perché gli hanno dato il trasferimento- rispose prontamente. 
Fortune ridacchiò senza allegria, torturandosi le mani e guardò intensamente Louis, che dopo svariati secondi spalancò la bocca. 
-Non dirmi che...?- lasciò la frase in sospeso e si portò le mano alla bocca sconvolto. 
Mezz'ora dopo Fortune era tra le braccia del suo migliore amico, che non l'aveva giudicata nemmeno per un secondo, ma che in mente aveva già un piano per la Green.
Nessuno faceva soffrire Fortune. 
 
Harry posò le ultime cose nella valigia e si mise il giubbotto, guardando per l'ultima volta la casa che stava per lasciare. 
La città che stava per lasciare, gli affetti, le amicizie, la sua vita, lei. 
Doveva andarsene, aveva trovato lavoro fuori e doveva andare, per non morire di fame e finire a fare il barbone in mezzo alla strada.
Entrò in macchina, e si avviò all'aereoporto dove poi prese l'aereo, pronto per una nuova vita. 
 
Fortune ascoltò attentamente il piano di Louis con occhi incantati e sorriso stampato in volto. 
-Avevo in mente di bruciarle la macchina, ma cazzo, questo è decisamente meglio!- esclamò abbracciandolo, ma quando si stava per staccare una chiamata le fece vibrare la tasca. 
Prese il telefonino notando che il numero era sconosciuto. 
-Pronto?- 
Silenzio. 
-Pronto?!- ripeté. 
Un respiro. Il respiro. Un respiro che conosceva bene, avendolo sentito sulle labbra, sul collo.. 
-Harry? Harry sei tu?- il cuore in gola, gli occhi lucidi. 
-Harry se sei tu, se... Harry mi manchi, e... mi manchi da morire- mormorò sull'orlo di una crisi di pianto; non sapeva se era il suo professore, e forse stava facendo la figura di un idiota con uno sconosciuto ma qualcosa le diceva che era lui. 
-Mi manchi così tanto... ma... spero tu abbia la forza di andare avanti, quella che io non ho, Harry...- continuò. 
Silenzio. 
Un singhiozzo. 
Fine chiamata. 
 
-Mi manchi anche tu, piccola mia- sussurrò dall'altro capo del telefono il riccio quando ormai la telefonata era terminata. 









YO!

Ciao stupeeeende dkgjsks allora questo capitolo diciamo che è di passaggio D: diciamo.. però accadono delle cose fondamentali per la storia.
E si cazzo, Harry se ne và D: ma tranquille! Non mi piacciano i finali tristi, e non c'è ne saranno almeno non nella mia storia uù
Spero che però vi piaccia, a me piace da impazzire l'ultimo pezzo. Poco modesta, mi dicono AHAHAH comunque sia, ho in mente una nuova FF :3 che credò pubblicherò alla fine di questa perché due Fan fiction in corso, non credo sia il caso (?) 
e niente, il prossimo capitolo Louis e Fortune metteranno in atto il loro piano contro la Green :3 avevo pensato di far agire da sola Fortune, però, no, con Louis mi piace di più :) 
E pooooooooooooi, Natalia è andata in clinica. Di Celeste poi cercherò di intrudurla velocemente, devo concentrarmi più sui i personaggi principali :) 
E vi piaciuta la parte Nall (?) ? AHAHA 
io scappo belle tipe kdjskd 
un bacione FORTISSIMO! E GRAZIE PER TUTTO SERIAMENTE! :) ❤❤❤❤❤

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Capitolo 22
*** Here without you ***




Here without you
*chiedo scusa per eventuali errori, che sono sicura rendono il capitolo pesante da leggere..purtroppo non ho riletto, quando lo farò riparerò, vi chiedo ancora scusa*  

 

Il piano stava per cominciare. 
Louis diede una pacca amichevole sulla spalla a Fortune, cercando di infonderle un pò di coraggio. Tra pochi minuti avrebbero messo in atto tutto il loro piano, e la ragazza era davvero in ansia. Mai si era spinta così oltre. Mai avrebbe fatto tutto ciò. Mai avrebbe messo in repentaglio tutto per amore. 
Sospirò e con un sorriso del castano entrò in presidenza, accendendo velocemente il registratore dell'iphone. 
Un buco al centro dello stomaco le si aprì, creandole una strana sensazione di nausea. Ma niente, nemmeno quel fastidio, l'avrebbe fatta tirare indietro. 
Il gioco era iniziato. 
Il preside intento a scrivere, alzò subito lo sguardo puntandolo sulla bionda che sorrise beffarda.
-Cosa ci fa lei qui, signorina Smith?- domandò freddo l'uomo, posando la penna concentrandosi su quest'ultima che non accennava a smettere di sorridere. 
-Sono venuta a parlare con lei, preside- mormorò sedendosi sulla scrivania, spostando vari libri e fogli. Accallò le gambe, lasciando intravedere le esile gambe lasciate scoperte da una gonna messa di proposito.
Solo in quel momento il sorriso sparì, redendosi conto di star facendo qualcosa contro natura. 
L'uomo, dal canto suo, guardò la ragazza con occhi spalancati e deglutì rumosamente. 
-Di cosa precisamente?- cercò di mantanere la calma, il preside si stava... eccitando? 
Sporco. Bastardo. Schifoso. 
-Di... sesso- affermò la ragazza con un groppo in gola, che le stava prosciugando la saliva. 
Fallo per lui, per Harry; continuava a ripetersi nella sua mente. Fortune stava sbagliando, lo sapeva, se qualcosa sarebbe andato storto lei sarebbe venuta davvero espulsa, ma se tutto sarebbe andato secondo i piani, lei non si sarebbe mai lasciata toccare da quel vecchio, ma doveva trovare qualcosa con cui ricattarlo e questo era l'unico modo possibile. 
-Sesso?- Il preside si aggiustò il colletto allontandosi dalla scrivania per guardare meglio la giovane che ai suoi occhi faceva sul serio. 
E invece, la ragazza si sarebbe lasciata andare in un pianto. Avrebbe voluto dimenarsi, fuggire, tornare indietro nel tempo, stare più attenta. 
Ma niente era andato bene. Tutto stava andando a rotoli, e toccava a lei mettere tutto apposto. 
Ma c'è l'avrebbe fatta? 
-Esattamente- scese dalla cattedra e posò una mano sul petto del vecchio.
Non piangere.
-Non  fare la bambina cattiva, ti potrei mettere in punizione- mormorò malizioso il preside poggiandole la mano sul fianco. 
"E' solo una ragazzina non vede?" Aveva urlato questo schifoso contro Harry. 
Avrebbe voluto prenderlo a pugni, ma qualcosa la intimò a continuare. 
Il piano stava funzionando. 
-Che punizione?- si leccò le labbra.
Ma che stai facendo? urlò il cervello.
Farlo per Harry! sussurrò il cuore.
Il preside la guardò come un pervertito, un lurido maniaco e le carezzò le gambe lasciate nude dalla gonna.
Alla bionda cominciarono a pizzicare gli occhi, per la paura, per la paura di appartenere a qualcun'altro che non fosse Harry. 
Lei era sua. 
Solo sua. 
-Sbatterti fino a farti urlare, bambina- concluse il preside girandola di colpo, ma Fortune fu più veloce a sfuggirgli, sorridendo sorniona cacciando il cellulare da dentro la tasca della gonna di jeans.
-Sbattiti tua moglie, vecchio di merda, ora farai quello che dico io!- premette il primo tasto e chiamò Louis, che entrò di corsa nella stanza sorridendo sinistro.
Il piano era iniziato a tutti gli effetti. 
 
Natalia si affacciò alla finestra, sconsolata, odiava quella clinica, ma più ci stava più che capiva che poteva farcela. Poteva. 
Sbuffò ma quando vide entrare Niall con una rosellina in mano sorrise.
-Buongiorno principessa- esclamò con il suo solito sorrisone, e insieme a lui entrò anche una donna, tipo un infermiera.
-Tesoro, questo è per te- mormorò la signora, passando un biglietto con un braccialetto a Natalia che guardò confusa il tutto.
-Ah, non chiedermi di chi è perché non lo so proprio, so solo che il ragazzo ha i capelli neri e la pelle scura- ridacchiò e con un saluto si dileguò. 
La ragazza ebbe un tuffo al cuore. 
Niall in silenzio davanti a lei, si senti morire. 
-Zayn- dissero all'unisono. 
La bionda guardò negli occhi l'irlandese, per poi aprire il bigliettino. 
"C'è la farai, Natalia, fra un mese già sarai li fuori sorridente come sempre.. Ti voglio bene, un bacio Zayn :) x" 
La giovane sorrise, e posò il bigliettino sul mobiletto. Guardò Niall e gli prese la mano trascinandolo con il viso accanto a suo. 
-Buongiorno, principe- 
E Niall con tutta la buona volontà non c'è la fece più, la baciò, la baciò come aveva sempre desiderato fare. 
Natalia aveva capito qualcosa leggendo quel biglietto: Zayn le aveva dato un misero braccialetto d'oro con una misera scritta dopo non essersi fatto sentire per giorni, Niall era lì con lei con una rosellina che da una settimana a questa parte le portava, per farla sorridere, perché lei amava i fiori. 
Niall era rimasto con lei ogni giorno. E decise che da ora sarebbe rimasta anche lei, con lui, ogni giorno. 
 
Il preside si alzò dalla sedia con il cuore in gola, e le mani sudate. 
-Cosa state dicendo voi due?- sbottò con occhi spalancati. 
Fortune sorrise sghemba, aggiustandosi la gonna.
-Vede... se io modifico questa registrazione sembrerà che lei faccia il maniaco con me... ed io sono molto giovane, e lei è molto vecchio, e se la denuncio lei potrebbe finire nella merda più totale sà?- 
Louis si sedette, godendosi la scena.
-Potrebbe andare in carcere per anni- continuò Tomlinson.
-E la sua mogliettina cornuta come farebbe?- concluse sprezzante la bionda, guardandolo dall'alto verso il basso.
-Cornuta? Carcere?! Cosa state blaterando?- il sangue gli stava andando al cervello, e Fortune godeva da morire. 
-Stia zitto, Jack- lo chiamò con il suo vero nome.
-Jack? Mantenga le distanze signorina Smith-
-Non diceva così quando prima stava per sbattermi-
-Non è vero! Lei è una bugiarda!-
Fortune alzò un sopracciglio, battendo una mano sulla scrivania. 
-Senta vecchio di merda, ho le registrazioni, lincenzia la puttanella della Green che ogni giorno le apre le gambe e assumi di nuovo il mio Harry, e lei potrà vivere felice e contento- concluse da donna. 
Stava lottando per ciò che voleva.
Stava usando la stessa arma che avevano usato contro di lei. 
La cattiveria. 
Il preside cominciò a ridere, mantendendosi addirittura la pancia.
-Lo sa che io potrei denunciare il suo Harry?- ribatté, con malvagità nella voce, dopo aver finito la risata.
Fortune fece finta di piangere, poi si aggiustò i capelli e sorrise più di prima. 
-Con Harry ero conseziente, potrebbe passare i suoi guai ma alla fine andrebbe tutto al suo posto, con lei no. Lei finirebbe nella merda. E quando dico merda, dico l'ergastolo- finì, e sorridendo a Louis che ricambiò prontamente si sedette.
-Lei... io... cosa devo fare?- si arrese, abbassando il capo e toccandosi i capelli.
-Lincenzi la Green, assumi di nuovo Styles. Solo questo le chiedo, ah, e il silenzio più assoluto ovviamente- si alzò e con Louis a suo fianco fece un uscita a gran effetto. 
Avevano vinto. 
 
Il girno dopo Fortune vide la Green uscire dalla presidenza con residui di lacrime, l'acchiappò per il braccio e le sorrise sghemba.
-Ho vinto io- sussurrò lasciandola di stucco. 
Le diede una spallata prima di entrare in presidenza, trovandosi il preside con il telefono in mano che quando vide la giovane lo posò.
-Senta, Harry non risponde- cominciò guardandola come uno che non se ne frega altamente, e alla fine era così -Si dice sia partito, io ho fatto di tutto, ora mi lasci in pace, e cancelli... quelle... registrazioni- concluse sedendosi, e respirando pesantamente. 
E'partito.
E'partito.
Il cuore smise di battere, il respiro si mozzò in gola e la pelle perse tutto il colorito. 
Peggio di quando l'aveva lasciata.
Peggio. 
-Partito?- sbottò, strigendo i denti. Ignorò qualsiasi cosa avrebbe potuto dire il vecchio e girò i tacchi, correndo fuori al cortile. Si guardò intorno stonata, prima di correre incontro a Cristia.
-Cri, puoi prestarmi il motorino?- 
Il ragazzo la guardò confuso e un pò deluso che si fosse rivolto a lui solo per questo.
-Ehm.. certo- le tirò le chiavi che lei prese a volo. 
Si diresse verso il motorino, salì in sella e mise in moto. Uscì fuori da quella scuola, e un senso di libertà si esparse. 
Quando? Quando aveva fatto tutto questo per un ragazzo? Mai. Ed ora si ritrovava a manirare la scuola per Harry.  
Ma avrebbe fatto anche di più per lui.
 
Harry entrò nella sua vecchia casa con l'intento di portarsi via tutto, dato che giorni fà aveva preso solo l'essenziale. 
Si guardò un pò interno, e ricordò i vari momenti passati con Fortune.
Il loro primo bacio fuori alla porta, fù il primo ricordo.
Quella notte non dormì, pensando che quel bacio era stato un errore. Ma l'errore più bello della sua vita. Quella ragazza gli aveva prosciugato l'anima, ma in senso buono. L'amava, Dio come l'amava. 
Scosse la testa per non far diventare i suoi occhi lucidi, e cominciò a prendere la valigia ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta. 
I vicini pensò. 
Aprì senza nemmeno pensarci più di tanto, e quasi non morì ritrovandosi davanti la sua Fortune. 
Il cuore gli stava martellando in petto come non mai. 
-Fortune?- sussurrò così flebile che sembrò un suono confuso.
La ragazza sorrise emozionata, e posò il casco per terra.
-Harry, non eri partito?- domandò felice di averlo trovato a casa sua.
-Si, sono tornato per alcune cose, poi riparto di nuovo... domani mattina- farfugliò scrutandola. 
-Puoi riavare il tuo lavoro, è inutile che parti, ho aggiustato tutto Harry!- affermò con un sorriso che le fineva dietro le orecchie. 
Il riccio sorrise amaramente abbassando lo sguardo. 
Per quanto l'amava, per quanto stare lontano da lei era come essere pugnalato al cuore, doveva andarsene. Per il suo bene. 
-Ho trovato un lavoro dall'altra parte della città, mi pagano più che bene ed io... devo partire- 
La ragazza sentì un mancamento, come se il cuore le fosse caduto per terra.
-Devi partire? Ma che cazzo dici?- gli urlò contro, con occhi pieni di rabbia. 
-Sai quanto vorrei tornare indietro e rivivere tutto?- le prese il viso tra le mani, guardandola con dolcezza -Ma non possiamo, e questo mi uccide ogni fottuto giorno, ma dobbiamo ritornare alle nostre vite!- concluse, baciandole dolcemente le labbra.
Fortune lo spintinò, facendolo sbattere contro la porta d'ingresso.
-Ritornare alle nostre vita un cazzo Harry! Come puoi dirmi questo?- le lacrime minacciavano di uscire, e lei si sentiva solo una povera stupida. 
-L'unica cosa che so, e che avrei potuto vendermi l'anima per stare con te, ma se mi allontano da te è perché voglio vederti felice, felice davvero, come non lo sei mai stata con me. Perché con me non lo eri... ti ho costretta ad una relazione che ti faceva solo stare in ansia...-
Ed eccole le lacrime che scendevano alla rinfusa.
-Non ero felice con te? La felicità l'ho conosciuta con te, e anche se avrei voluto urlarlo al mondo intero che stavamo insieme, io ero felice con te. Non andartene di nuovo, Harry, non farlo- sussurrò prendendogli la mano. 
Il riccio si lasciò cadere con la schiena sulla porta, e si sedette per terra. 
Doveva partire.
Ma avrebbe voluto non farlo. 
Fortune lo seguì. 
-Devo andare, Fortune- sussurrò con occhi lucidi. 
-Perché?- chiese semplicemente.
-E' meglio per tutte e due- mormorò. 
-No credimi, se te ne vai forse lo fai per te, perché se ora parti, io non sarò più niente senza te- lo guardò dritto negli occhi come non aveva mai fatto. Gli trapassò l'anima. 
-In questi giorni mi sei mancata così tanto che credevo che sarei morto, e se ora parto morirò ancora dentro, ma lo faccio per te, per un futuro migliore.. senza noi, potrai crearti una famiglia, potrai amare davvero, e io te lo auguro con tutto il mio cuore. Ti auguro di essere felice, di ottenere ciò che vuoi, di rimanere te stessa, perché sei la migliore persone che abbia mai conosciuto- concluse, facendola alzare. 
Fortune si asciugò frettolosamente le lacrime. Il cuore a pezzi. Per la seconda volta. 
Ti amo
-Buon viaggio- 
-Non lo sarà- si alzò anche lui. 
Non andartene. 
-Ciao, professore- 
Ciao amore mio. 
Prese il casco e con gli occhi rossi e gonfi, saltò in sella, lasciandosi Harry alle spalle. 
Non sono nulla senza te. 













Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. 

 

 

Mi dispiace!

Ragazze davvero scusate per questo vergognoso ritardo çç 
Allora, parliamo un pò di questo capitolo, ora direte "LA FARRY NO!" Ma tranquille, a me piacciano solo i finali felici ksjsdjsd
ora spero che non mi odierete per questo ritardo schifoso :( il prossimo capitolo credo sarà l'ultimo... o il penultimo mlmlml 
DOMANDA: volete l'epilogo? *-* fatemi sapere!:)
Ah, si lo so il piano è davvero irreale, ma è una fanfiction, non dimentichiamocelo ! :) 
con questo vi saluto kksjdkjd un bacione e grazie per tutto! Grazie se mi seguite ancora, Grazie grazie grazie! <3


                                                                       

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Capitolo 23
*** examination reports and all that ***



examination reports and all that

 




6 mesi dopo. 
L'esame era alle porte.
Fortune sentiva l'ansia uscirle per tutti i buchi che aveva a disposizione, anche dai pori che dallo stress si erano aperti. 
-Andrà tutto bene, è una stronzata- continuava a ripeterle suo padre, anche quella mattina, dove proprio non riusciva nemmeno a mettere una t-shirt.
-Papà, porca merda, non è l'esame di terza media! Se mi bocciano, io mi suicidio. Hai capito? Mi uccido!- stava delirando, lo capiva, e non le importava. 
-Sei pronta?- spuntò dalla porta, Natalia smagliante come sempre. 
Era da qualche settimana uscita dalla clinica, insieme a Celeste, ricoverata qualche settimana più tardi. Entrambe non erano guarite del tutto, ovviamente avevano ancora i loro alti e bassi, ma lentamente stavano trovando un equilibrio, che sicuramente sarebbe stato difficile spezzare.
-Pronta? Mi vedi pronta?- urlò, non si sà per quale motivo. 
La gemellina scoppiò a ridere, andando incontro all'altra. 
-Fortune se non ti calmi, avrai un crisi. Sembri una psicopatica..- commentò, dandole una mano con la maglietta che non riusciva a mettere per le mani tremanti. 
La bionda sospirò e si guardò allo specchio. 
Sembrava un opossum. 
-Facciamo tardi, dai- la spintonò la sorella, prendendola per una mano e trascinandola al piano di sotto. 
-Se rimango rinchiusa in camera finché non finisce l'esame e mi diranno magicamente che sono stata promossa lo stesso?- domandò con occhi luccicanti. 
Natalia la guardò con un sopracciglio alzato.
-Questa è la cosa più stupida che tu abbia mai detto- commentò scioccata.
-Ho il cervello in pappa- si mise sulla difensiva l'altra, prima di ricevere uno scapelletto da suo padre che se la rideva. 
-Andate, e buona fortuna- esclamò baciandole la fronte, e farle strada fino alla porta. 
-C'è anche la commissione esterna, hanno detto- disse una volta uscite, Natalia, camminando tranquillamente come se non stesse andando ad affrontare un'esame.
La sorella la guardava e le veniva voglia di prendersi a capocciate nel muro. Ma come cazzo faceva? Si, era questione di calma, ma era innaturale!
-Come fai a star...-
Mentre stava per pronunciare la frase, il grido di un nome la fece fermare di botto. 
Quel nome. 
-Harry! Harry! Amore di mamma- aveva urlato una donna. 
Un nome che non sentiva da troppo tempo. Circa sei mesi. E il propietario del nome, altrettanto. Non l'aveva più sentito da quel giorno, e nemmeno più visto. 
E solo a pensarci le si restringeva il cuore, da farla smettere di camminare.
Scosse la testa, e fece un respiro profondo, aveva altro a cui pensare in quel momento. 
L'esame. 
 
Quando arrivarono fuori scuola, i diciottenni erano nella piena crisi pre-esame. C'era chi ripeteva per terra, chi guardava un punto fisso come spiritato e altri che si prendevano a testate nel muro. 
Tutto nella normalità, insomma.
-Meglio tornare a casa- fece per andarsene Fortune, ma Natalia la prese in tempo portandola sulle scale del cortile. 
La preside passò, dando un saluto a tutti. 
Si, il vecchio se ne era andato dopo due mesi dalla partenza di Harry, non si è mai saputo il motivo. Alcuni dicevano che era andato in pensione, altri licenziato. Comunque sia se ne era andato lasciando posto alla preside Annabell, una donna spettacolare, con dei sani principi e con un carattere giusto. 
Fortune la sorrise, sendendosi sul terzo scalino e cominciò a ripetere tutto quello che poi avrebbe dovuto dire sia a i suoi professori, che alla commissione. 
Passò un oretta piena, e una volta in classe una professoressa bionda annunciò il primo nome del registro. Il ragazzo che venne chiamato per poco non sbatteva per terra, camminò più avanti e si andò a sedere davanti ad un banco. 
Dalla porta cominciarono ad entrare i componenti della commissione. 
Un signore anziano. Una donna sulla quarantina e... nessuno più? 
Fortune alzò le spalle indifferente, ma quando mise piede il terzo e ultimo componente il mondo le sembrò essersi fermato per un momento. 
Una chioma riccia e due occhi smeraldini era lì davanti a lei, dopo ben sei/sette mesi. Erano lì che si guardavano intorno, come se fossero in cerca di qualcosa e quel qualcosa era proprio lei, perché quando Harry incatenò le sue iridi in quelle azzurrine della bionda, non le staccò più. 
La giovane non osava nemmeno più muoversi. Non perché non volesse, ma perché non ci riusciva. 
Il riccio tossicchiò, e le fece un mezzo sorriso prima di distogliere lo sguardo e sedersi alla sua postazione. 
Fortune si toccò i capelli nervosamente, si alzò e ignorando le domande continue di sua sorella uscì dall'aula, scappando letteralmente da quella situazione irreale. Come cazzo era possibile che era lì? E perché sentiva il cuore trapassarle il petto? 
Porca merda.
Si rifugiò nella bagno della scuola, e si sciacquò la faccia velocemente prima di guardarsi nello specchietto attaccato al muro. 
Non riusciva a spiegarsi quell'emozione dentro di quanto l'aveva visto sulla soglia della porta, era come se niente avesse più senso, se non averlo davanti. 
E cazzo, poteva sembrare smeliata ma era la verità. 
-Che diamine stai facendo idiota? Fra poco tocca a te!- sbottò sua sorella, ansimante forse per la corsa che aveva fatto. 
-C'è Harry di là-
Dopo qualche mese si era decisa a raccontarle tutto, e Natalia non l'aveva mai giudicata.
-L'ho visto, ma tu devi fare un'esame! E non butterai tutto nel cesso per lui- la tirò per un braccio, fino a trascinarla fin dentro all'aula, dove gli occhi di tutti erano puntati su di loro. 
Fortune respirò profondamente, pronta per dare l'esame.  Aspettò mezz'ora, il ragazzo finì e ora toccava a lei. 
Harry la guardava incantato. Bella da far male. 
Lei si girò verso di lui, guardandolo con una tale rabbia dentro gli occhi che il ragazzo si girò intidimito. 
Le aveva lasciato troppo odio dentro. Ma nel profondo, lei non lo odiava davvero, certe persone possono trafiggerti il cuore migliaia di volte e tu però non le odierai mai davvero. Tutto quella era sono una facciata costruita nell'arco di quei sei mesi che l'avevano cambiata radicalmente. Era cambiata, tutto era cambiato, tranne i sentimenti per lui.
Scosse la testa, e deglutì, sedendosi davanti alla commissione. 
-Le lascio la libera di scelta di iniziare l'argomento- le disse cortese l'anziano, sorridendola. 
Fortune annuì nervosa, e cercò di ricordarsi tutto quello che aveva studiato. Sospirò e chiuse gli occhi. 
Ricordati. Ricordati. Ricordati. 
Il professore Styles aspettava con ansia di sentirla parlare, di ascoltare di nuovo la sua voce. 
-La seconda guerra mondiale è il conflitto che tra il 1939 e il 1945 vide confrontarsi, da un lato le potenze dell'Asse e dall'altro i paesi alleati...- le parole cominciarono ad uscire come un fiume in piena, e non riusciva nemmeno a fermarle. 
Meglio così. 
 
Quando tutti ebbero finito di dare il proprio esame, Fortune uscì dall'aula quasi con le lacrime agli occhi. C'è l'aveva fatta. Era andata fottutamente bene. 
E lo stesso era per Natalia e tutti gli altri. Le aule cominciarono a svuotarsi, e quando anche la bionda stava per uscire fù per fermata da una tirata di maglia.
-Sei andata benissimo-
Qualcuno disse, e il cuore le cadde dal petto. 






Sono una merda ç.ç
Me ne rendo perfettamente conto AHAHAH purtroppo questo mese è stato davvero difficile per me, credo di non essere mai stata più di merda. Ma ovviamente è stato solo un periodo, mi sono ripresa e questo pen'ultimo o.. terz'ultimo (?) capitolo è una merda AHAHAHAHAH ma beneeeeeeee. Comunque sia, un salto temporale di cinque mesi ci voleva.. finisce la scuola, e tutto può iniziare o finire. 
Ok non ho molto da dire, solo che mi dispiace da morire! DA MORIRE! e se questo capitolo fà un pò schifetto lo capisco, ma non sono ancora pronta psicologicamente per finire questa storia ç.ç quindi cerco di allungarla, lasciandovi sempre piu di merda ad ogni capitolo HAHAHAHAHAHAH vi amo. Alla prossima che sarà SPERO presto:) 

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Capitolo 24
*** nothing is past ***




Nothing is past 

(mi scuso per eventuali errori! çç)

 

Fortune si girò lentamente, quasi come se stesse andando a rallentatore, si girò e si trovò due occhi smeraldini che la penetravano senza ritegno. Come se la stesse leggendo l'anima, ed Harry era sempre riuscito a leggerla dentro, ci sarebbe riuscito anche stavolta? Dopo mesi di assenza..? 
-Grazie- sussurrò, con il cuore schiacciato tra le pareti del petto. Mancava poco e le sarebbe uscito fuori, non riusciva a controllare le sue emozioni, non con lui. 
Il riccio sorrise appena, e le lasciò la maglia prendendo poi le sue mani che erano chiuse a pugno. Fortune guardò il movimento in silenzio, e dopo qualche secondo si ritrovò le sue mani intracciate a quelle del ragazzo.
Spalancò gli occhi, e ritraè la mano velocemente e quasi impaurita.
Harry vide la rabbia negli occhi di Fortune, la rabbia di chi non sapeva perdonare.
Quel silenzio stava diventando assordante per entrambi, ma nessuno dei due si decideva a parlare, eppure avevano così tante cose da dirse. Forse troppe. 
-Quindi.. sei ritornato ad abitare qui?- domandò per spezzare la tensione. Anche se non era quello che voleva dire.
-In realtà mi hanno chiesto di fare parte della commissione, e accettando ho pensato di tornare nella mia vecchia casa, mi mancava-  
E mi mancavi tu, da morire.
-Non è cambiata proprio questa città eh?-  
E io, io non ti mancavo?
-Sempre la stessa- ridacchiò senza molta allegria. 
Nemmeno tu sei cambiata.
-Hanno messo le giostre nuove, però- lo informò. 
Anche io sono sempre la stessa, nel senso che quello che provo per te non è mai cambiato.
-Uh, andrò a vedere- esclamò aggiustandosi i capelli. 
Andiamoci insieme!
-La vita lì com'era?- gli domandò. 
Harry si strinse nelle spalle. Un inferno senza te. 
-Buona, le persone erano gentili, la mia vicina era cordialissima.. ma non era la stessa cosa di qui- le rispose, fingendo non chalance. 
Non c'eri tu. Non era la stessa cosa.
Fortune aprì la bocca per poter rispondere, ma il cellulare spense le sue intenzioni. Lo prese un pò innervosita, quella musica che aveva messo come suoneria, era la sua preferita ma in quel momento le deva solo un enorme fastidio. 
Guardò il display dove uscì il nome: Rompi scatole. 
-Natalia?- rispose sbuffando.
-Enorme testa di cavolo, dove sei? Che qui stanno festeggiando tutti. Manchi solo tu!- trillò entusiasta.
-Dove siete?-
-Fuori scuola ad aspettarti!- 
-Corro- finì la chiamata, posando il cellulare in tasca. 
-Vai a festaggiare, Fortune...- la spronò con un mezzo sorriso. Un sorriso che non mostrava nessuna emozione che la ragazza potesse percepire. Lo guardò dritto negli occhi, così profondamente che Harry arrossì leggermente, ma non abbassò lo sguardo. Non poteva, le iridi azzurrine della ragazza lo ipnotizzavano. 
Poi per non si sa quale motivo il riccio interruppe il contatto visivo e lo posò sul polso. Ebbe un colpo al cuore.
Il braccialetto. 
Le prese senza nessuna forza il braccio, esaminandolo.
-Lo tieni ancora- mormorò. 
Non era per il braccialetto in sé per sé, infondo era solo uno stupido oggetto. Ma Fortune non se l'era mai levato. 
La bionda ritrasse il braccio imbarazzata, e per andarsene sbatté con il ginocchio su un banchetto. 
Porca troia! Che dolore.
Fece finta di niente anche se avrebbe preso a parole chiunque in quel momento, e sgattaiolò fuori, appoggiandosi al muro toccandosi il cuore che le batteva all'impazzata.
Quel braccialetto era l'unica cosa che la notte le faceva compagnia quando la mancanza di Harry era insopportabile. 
Sospirò e trattenne le lacrime. Quell'incontro era stato troppo irreale. Troppo... di tutto. Dopo mesi lui era qui, dopo mesi a piangere per la sua assenza, dopo mesi in cui era stata di merda, solo ora che si stava riprendendo lui era ritornato. 
Proprio ora che stava per andare avanti, lui era lì pronto a sconvolgere tutto di nuovo. 
La giovane si avviò verso il cancello, lentamente, mentre tutti i ricordi riaffioravano nella sua mente. Li aveva sepolti, per non soffrire più. Ma tutti quei ricordi le facevano mancare l'aria. 
Ma c'era un ricordo, che le faceva tremendamente male. 
Quello che aveva sepolto più profondamente di tutti. 
Il loro addio. 
Gli occhi le cominciarono a pizziccare, ma si impose di non piangere. Cazzo! Era solo un fottuto ricordo! E i ricordi... 
"Cosa fanno i ricordi Fortune?"
-Fanno male, male da morire! Porca puttana!- si rispose da sola alla sua domanda dando un calcio alla ringhiera, mentre stringeva i denti.
Fece per continuare a scendere le scale, e corse verso gli altri pronta a festeggiare. 
Un sorriso di cortesia e nessuno avrebbe fatto domande.
 


La stessa sera, prese le chiavi di casa e l'ombrello, pronta per andare a mangiare la pizza con tutti i compagni di classe. Non era proprio dell'umore esatto, dopo il ritorno di Harry, in realtà non era dell'umore per nessuna cosa.
Sospirò, e imprecò per la pioggia che incessante continuava a scendere. Cazzo, mancava pochi giorni all'estate, e pioveva così forte?
Aprì la porta, e cominciò a scendere le scale quando tra il cancello e la pioggia intravide una figura che conosceva troppo bene. Ricci bagnati che scendevano lungo i lati, vestiti altrettanto bagnati che disegnavano perfettamente il suo corpo e gli occhi... gli occhi che illuminavano quel cielo scuro.
Con le palpitazioni di cuore, e anche piuttosto incazzata andò ad aprire il portone. 
-Ma che cazzo fai? Entra! Prenderei una broncopolmonite!- gridò stizzita, correndo subito dentro casa prendendo un asciugamano che gli porse all'istante.
Harry la guardò imbarazzato, e inghiottì la sua stessa saliva. 
Fortune sentiva i battiti del cuore accellerare. Cosa ci faceva qui? Alle otto di sera? Sotto la pioggia? Troppe domande le giravano in testa. 
-Mi starai prendendo per un psicopatico, immagino- ridacchiò senza allegria, contagiando anche Fortune che sorrise velocemente. 
-No... vorrei solo sapere che ci fai qui?- gli domandò con le mani che le tremevano e con la saliva, che sembrava essere troppa.
-Stavo sul letto, e pensavo.. sai quando si pensa un pò troppo? Così troppo che ti ritrovi a ricordare... e i ricordi non fanno mai bene... e allora mi sono alzato e i miei piedi mi hanno portato qui- disse velocemente.
La ragazza alzò un sopracciglio. 
-...Che ricordi?- 
-I nostri
Fortune si girò dandogli le spalle, perché i ricordi che non facevano bene a lui, a lei facevano malissimo. Pensava (o almeno lo sperava) di aver dimenticato tutto, ma era bastato vederlo attraversare la soglia della classe per riaccendere tutto. 
-Resteremo solo un ricordo Fortune?- le domandò d'un tratto tremante. 
La ragazza sentì gli occhi andare a fuoco.
Non si girò, ma strinse forti le mani, sentendo che stava per perdere la sensibilità a quest'ultime.
Sentì dei passi, e qualche minuto dopo una mano le carezzò la spalla destra fino ad arrivarle sulla guancia, dove lei chiuse gli occhi e poggiò la testa delicatamente sul dorso della mano per godersi quel momento. 
Dopo attimi di trans, si svegliò e si ritrasse a malincuore. Quante notti aveva sognato il tocco del riccio? Quante? Troppe... infinite. 
-Un ricordo no, a me questo ricordo mi farà male per sempre!- lo rispose finalmente, con il cuore che le pregava di tacere, un altra parola e sarebbe scoppiata in un pianto. 
- I ricordi mi hanno distrutto.. e.. - sussurrò. 
E non sapeva con chi prendersela, perché anche se Harry era "fuggito" da quella situazione, la colpa non era sua, ne di lei. Il fatto è che si erano innamorati, e più volevano nasconderlo a tutti più i loro occhi parlavano. 
Sarebbe potuta andare diversamente se fossero stati più attenti, ma il destino forse voleva solo far capire l'importanza che avevano entrambi nelle loro vite. 
Ma aveva senso capirlo adesso?
-..Mi dispiace- concluse Harry, abbassando lo sguardo.
Fortune si girò finalmente verso di lui, con gli occhi rossi, di chi aveva pianto troppo e di chi ora cercava di non farlo. 
-Ti dispiace?- non gli urlò contro per mancanza di coraggio, ma l'avrebbe fatto volentieri. Dopo cinque mesi, lui ritornava con un mi dispiace... Ma scherziamo? 
-Fammi finire- la bloccò prima che la rabbia la invadesse -Mi dispiace per tutto, mi dispiace se la notte invece di dormire piangevi, se a prenzo o a cena non mangiavi, se invece di scendere con le tue amiche passavi le giornate su un letto a ricordare a farti del male, mi dispiace se non c'ero lì con te a farti stare meglio.. ma la cosa che non mi perdonerò mai, che a causarti tutto quel dolore sono stato io- le labbra gli tremavano così tanto che si fermò per un momento perché se avrebbe continuato sarebbe crollato anche lui. 
Fortune tirò su con il naso, e si mordicchiò il labbro infierore.
-Mi dispiace se poi quel giorno sotto casa mia ti ho detto che sarebbe stato meglio per tutte e due, forse non avevo ancora fatto i conti con me stesso perché non è stato meglio per niente...- si bloccò, abbassando lo sguardo.
Continua ti prego. 
Il telefono di Fortune cominciò a vibrare, e lei stizzita rifiutò la chiamata.
-Ma meglio di cosa!? Ho rinunciato a te, è non c'era niente che potesse assomigliarti almeno quel minimo per poter ricominciare., Ed io...- 
-Harry... ormai è passato... tranquillo, ognuno va avanti con la sua vita... no?- 
Cazzo stai dicendo, deficiente! 
il riccio spalancò gli occhi, e si morse il labbro per non pensare al cuore che si stava sbriciolando. 
-Si, certo. Volevo solo mettere in chiaro le cose...- 
Non può essere passato per davvero. 
-Lo capisco, ora devo andare, tengo un altro ombrello lo vuoi?- 
-No, grazie, ho il cappuccio...- 
-Ci si vede...Harry- 
-Ciao Fortune-
La ragazza aprì frettolosamente il palazzo lasciandolo solo nei suoi pensieri, non riusciva più a trattenere le lacrime che si confusero con la pioggia.
-Smettila, sai solo piangere! E'passato, l'hai detto tu!- si disse da sola, maledicendosi. 
Ma che minchia aveva detto? Ma perché, l'aveva detto poi?
Si bloccò e cominciò a correre verso il portone. 
Niente era passato. Niente era cambiato. 
 




"Non importa quanto tempo sia passato, quanto tu sia cresciuta, quanto il mondo sia cambiato intorno a te.
Non importa.
Ci sono persone, che quando le rivedi tutto riprende dal momento esatto in cui vi eravate interrotti."
- Eleonora M. 

 


Ci sono riuscita! Anche se questo capitolo è stato un parto.. e non è venuto poi così bene, vi ho lasciato con il cuore in gola eh? AHAHHAHAHA il prossimo sarà l'ultimo! 
Forse ci sarà l'epilogo, forse no.. ci sto pensando!:) 
comunque sia mi dispiace per questi ritardi schifosi, sto avendo problemi ma a volte scrivere mi salva. MI SALVA e non scherzo, riesco a pensare tutt'altro e mi chiudo in un mondo tutto mio.. io davvero non saprei cosa fare senza scrivere, ed efp! che mi permette di rendere pubblico ciò che scrivo. Grazie erika :') 
Ma soprattutto ringrazio voi, che poi leggete ciò che scrive, mi riempite di complimenti e mi date anche tanti consigli. Siete l'amore ed io vi amo tantissimo :3
E niente, spero che questo capitolo vi piaccia e che lo abbiate capito più o meno: 
Harry is back! 
E fortune? Fortune prima fa la porte, però poi? LO SCOPRIRETE NELLA PROSSIMA PUNTATA TATATA(?) AHAHAHA
ve lo prometto arriverà al più presto! Giuro giuro giuro!
alla prossima skjssdjskjdskdjskjdksjdskdjsk 




 

 

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Capitolo 25
*** you and me, forever ***



you and me, forever








Mentre si affrettava vide Harry entrare nella macchina e farsi spazio per uscire fuori dal viale, lo chiamò ma la pioggia e i tuoni non furono d'aiuto per fargli sentir la sua voce. 
Diede un calcio ad un sassolino con tutta la rabbia che aveva dentro, e cominciò a correre più forte che poteva. Anche se, cazzo la piogga non aiuta proprio in queste situazioni.
Correva dietro alla macchina con il fiatone, mentre Harry indisturbato continuava a guidare verso casa sua.
-Porca troia- imprecò incazzata, perché le mancava il fiato in corpo. Grazie a Dio, il rosso di un femaforo fermò il riccio e la bionda ansimante raggiunse la macchina e aprì lo sportello intrufolandosi all'interno.
Il ragazzo per poco nun urlò spaventato, ma quando vide la sua Fortune con i capelli fracidi e il fiatone si rilassò all'istante.
-Che ci fai qui?- le chiese, un pò confuso.
-Cazzone che non sei altro ti sto correndo dietro da tre isolati!- gli urlò contro, poggiandosi con la testa sul seggiolino. 
-Se non fosse stato per il semaforo, avrei continuato a correre finché non mi sarebbe venuto un infarto e sarei morta sul colpo!- borbottò infine.
Harry la guardò per vari istanti, finché non scoppiò a ridere. Ma ridere sul serio, mantendosi addirittura la pancia. 
La ragazza alzò un sopracciglio, pronta per aggredirlo. Ma quando gli occhi di lui incontrarono i suoi, lei si sciolse e non parlò più. 
-Davvero?- le chiese poi dopo cinque minuti di risate.
-Ho la faccia di una che scherza?- aggrattò la fronte, stringendosi tra le braccia per il freddo. Harry ridacchiò scotendo la testa, poi si girò all'indietro prendendo una coperta che aveva sul sedile infierore, e gliela passò. 
-Bella calda, tieni- la sorrise dolcemente.
Scattò il verde e il giovane partì, mentre lei lo guardava perdendosi in quel profilo così dannatamente perfetto. 
Fortune era in bilico. Parlare o non parlare? L'ansia la stava divorando.
Poi decise. 
Non avrebbe sopportato il rimorso di aver taciuto quando avrebbe potuto parlare. 
-Ho detto una stronzata..- cominciò torturandosi le mani. 
Il professore si girò verso di lei, scrutandola, girò e si fermò proprio davanti casa sua. Spense il motore, pronto ad ascoltarla. 
La guardò serio, con gli occhi lucidi e le labbre chiuse. 
La ragazza respirò profondamente, abbassando lo sguardo. 
-Non è passato Harry, non è passato niente... quante sere mi sei mancato, e mi sono chiusa in me stessa perché avrei voluto averti accanto e allora piangevo, piangevo perché non riuscivo più a guardare un ragazzo senza vedere le tue fossette e i tuoi occhi. Il primo mese è stato orribile, credevo che non avrei più messo un piede fuori casa e non scherzo! E'stato terribile Harry... mi sei mancato tantissimo... gli altri mesi sono riuscita ad andare avanti solo perché non potevo più vedermi in quello stato... capisci? E' stato un istinto di sopravvivenza ma ora tu sei ritornato e mi sembra di ritornare a dieci mesi fà.. quando varcasti quella soglia, e ti presentasti come il mio professore... ti ricordi?-
Il giovane annuì, con un groppo in gola. 
Non gli sembrava vero, che la sua Fortune gli stesse dicendo quelle cose. 
-Mi ricordo, mi ricordo tutto- mormorò.
-Ecco quando ti ho visto l'altro giorno al mio esame non mi sembrava vero, credevo che ormai mi fosse passato... anzi, lo speravo perché non è facile guardarti negli occhi, mi volto indietro e vedo quello che ho dovuto affrontare. E ho paura di passarlo di nuovo, questa volta non c'è la farei, questa volta... non lo sopporterei- continuò -Ma non mi è mai passata Harry, tu sei stato il mio primo amore, e di te... di te non mi sarei mai potuta dimenticare, anche se credimi avrei voluto farlo, ma non si può.. non posso- sussurrò infine, alzando finalmente lo sguardo incontrando quello di lui. 
-Fortune...- le carezzò i capelli bagnati. -Ho avuto tante donne, e ad alcune ho voluto bene sul serio, ma solo ora capisco cosa vuol dire essere innamorato di una persona, guardarla negli occhi e tremare come un coglione, ecco quello che provo io quando ti guardo perché ti amo, e sono innamorato di te- 
La ragazza spalancò gli occhi sentendo le ultime parole,e il cuore perse un battito.
-Così innamorato di te Fortune,che perderei il mio lavoro altre mille volte solo per starti accanto- concluse prendendole le mani e baciandole i palmi. 
-E' andato tutto nel cesso per colpa delle persone Harry! Loro che non sapevano niente di noi, ci hanno giudicati solo perché eravamo un alunna e un professore e se accadesse ancora?- 
-Non accadrà, perché questa volta le loro parole ci scivoleranno addosso!-
La ragazza sorrise dolcemente, e si lasciò abbracciare dal riccio che la strinse così forte che quasi la fece male.
Anzi la fece male e basta.
-Harry... mi stai soffocando- ridacchiò la ragazza, cercando di rompere quell'abbraccio.
Il giovane sciolse all'istante la prese, e rise imbarazzato.
-Mi sono lasciato prendere, scusa- le carezzò la guancia prima di avvicinarsi al suo viso e baciarle leggermente le labbra. 
Fortune chiuse gli occhi e in momento le passarano davanti i mille momenti passati con il suo professore che ora era lì, che la baciava da per tutto. 
Si fermò sul collo, per poi alzare gli occhi. 
-Giura che nessuno dopo di me, ti ha toccato...- la pregò quasi.
La bionda arrossì d'un colpo spostando lo sguardo. Ma alla fine non c'era nemmeno di giurare, era stato così e basta. Dopo di lui, non aveva nessun tipo di contatto con nessun altro ragazzo. Solo amicizie su amicizie.. 
-Nessuno, Harry- lo rispose dopo vari minuti. 
Il ragazzo tornò a respirare regolarmente dopo essersi accorto solo in quel momento di aver trattenuto il respiro. Continuarono a baciarsi forse per un ora, forse per due, forse per una serata intera. 
-Entriamo in casa?- le chiese dopo che il freno a mano si era infilzato nel culo. 
-Si- scattò, aprendo lo sportello. Il riccio la prese per mano, fino a portarla dentro casa, dove la baciò con più trasporto di prima. 
-Harry?- lo fermò, poggiando una mano sul petto.
Il ragazzo pensò subito che aveva fatto qualcosa di sbagliato, e avrebbe voluto prendersi a ceffoni. 
-Si?- disse tremolante.
-Ti amo anche io- lo sorrise imbarazzata. 
Il professore le carezzò la guancia, e tornò a baciarla. 
Le tolse con lentezza la maglia, e con un colpo secco la buttò sul pavimento dove pochi minuti dopo ci furono i vestiti di entrambi. 
La prese in braccio, portandola sul divano dove la poggiò e si stese delicatamente su di lei. 
Harry la spogliò del tutto, guardandola in tutto il suo splendore. 
-Ti ricordi la nostra prima volta?- le mormorò all'orecchio. 
Fortune lo strinse a sé, e annuì. 
-Si, mi ricordo-mormorò di risposta, guardandolo dritto negli occhi. 
La sorrise, baciandole la punta del naso. 
Lo strinse a sé, portando le gambe sulle sue spalle, e dopo qualche secondo entro in lei, come le era entrata nel cuore. Così a fondo, così delicamente, così... tanto che non ne sarebbe mai più uscito. 
-Fortune?- la chiamò con tono roco. 
La ragazza mumugnò qualcosa che non si capì, in realtà non capiva molto in quel momento. 
-Questa volta è per sempre-
Questo lo aveva capito e anche bene, sorrise poggiando la fronte sulla spalla del professore.
-Per sempre-







Ed è ecco il capitolo finale, ho deciso che farò l'epilogo djsdjsjhdshjd
quindi, vi rispiarmo un spazio autrice lungo per il prossimo :3
spero vi sia piaciuto! kdjskjd
un bacione <3 (non ho molto da dire, si vede eh? AHAHHAH)

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Capitolo 26
*** there is nothing like us ***



there is nothing like us


Tre anni dopo. 


Fortune si rigirò per almeno dieci volte nel letto, non riuscendo a trovare una posizione per dormire. Il fatto di essere incinta le riempiva il cuore di gioia, ma la sera avrebbe voluto prendersi a testate nel muro. 
-Amore?- la chiamò dolcemente Harry, sbadigliando. 
-Amore?- lo scimmiottò, mettendosi seduta -Amore, un cazzo Harry! sono due ore che cerco una posizione per dormire, e questa posizione non c'è- fece un urletto isterico, e si buttò di schiena sul letto, sbuffando. 
-Cucciola di mamma, quando cazzo ti decidi ad uscire?- parlò con il pancione, e il riccio scoppiò a ridere. 
Fortune lo guardò e non potè fare a meno di sorridere anche lei, anche se davvero, la bimba doveva muovere le pacche ed uscire.
-Mancano due settimane- le ricordò quando smise di ridere e la baciò a fior di labbra.
-Chanel- gli disse, perché erano in continua lotta su come chiamare la creatura. 
-Blair!- ribattè, posando il capo sul petto della ragazza. 
-Chair- mormorò all'improvviso Fortune, e Harry si girò a guardala interrogativo. -Sono i due nomi insieme- gli spiegò e l'uomo sorrise compiaciuto. 
Chair.
 
Natalia bussò alla porta del suo ragazzo, e sorrise confusa quando lo vide in smoking. Poi aggrottò la fronte, davvero confusa.
Che ci faceva in smoking? Dovevano passare una serata in casa. 
-Sembri un pinguino Niall- ridacchiò facendosi spazio da sola per entrare. 
Il biondo alzò gli occhi al cielo e chiuse la porta, ansioso. Natalia si guardò intorno, le candele profumate, la tavola preparata in modo meraviglioso e tutto così... bello. 
L'irlandese sospirò e la fece girare, mentre lui si inginocchiò prendendo una scatoletta dalla tasca posteriore.
Cazzo, pensò la bionda con il cuore che le stava uscendo dal petto a forza di battere così forte.
-Natalia tu sei la prima ragazza che io abbia mai amato davvero, c'è voluto tempo prima che mi amassi anche tu... ma ogni giorno accanto a te è stato meraviglioso. Oggi, dopo tre anni, sono qui inginocchiato su questo pavimento che mi sta anche facendo male le ginocchia perchè..- ingoiò la sua stessa saliva, arrossendo di poco. 
La ragazza sorrise imbarazzata, e si sentì le gambe venire meno.
-Perché sei stata la prima in tutto, e voglio che tu sia anche l'ultima. Natalia, vita mia, vuoi sposarmi?- 
Si portò una mano davanti alla bocca, cominciando a piangere come una cogliona.
-Cazzo, amore spero che siano di gioia- Niall si allargò il colletto della camicia, sentendo che stava facendo troppo caldo in quella stanza, oppure era l'ansia?
-Certo che sono di gioia! Si e ancora si!- 
Lui si alzò in piedi e lei gli si buttò addosso facendolo finire di nuovo a terra, ma non importava. Cominciarono a baciarsi ridendo, come due bambini. Niall poi si alzò, la prese in braccio e la mise sul divano, dove minuti dopo si ritrovarono nudi a far l'amore. 
 
-Celeste esci da questo fottuto bagno!- le urlò incazzato nero Louis, sentendola piangere. Odiava vederla piangere, o sentirla.
Odiava vederla stare male e basta. 
Erano passati tre anni da quando Celeste era andata in quella clinica, eppure a volte si sentiva ancora non abbastanza. Come oggi. 
-No, trovatene una con le tette più grandi e con delle gambe fighe- gli urlò di rimando, e il ragazzo scosse la testa allontandosi dalla porta. 
Doveva trovare un modo per fargliela aprire, per lui lei non solo era abbastanza, ma era anche troppo.
L'amava immensamente, e sapeva benissimo che lei meritava di più, un uomo che avesse un lavoro stabile, che la desse tutto quello di cui aveva bisogno. Insomma, qualcuno migliore di lui. 
Ma lei gli diceva sempre che nessuno era meglio di lui. 
-Amore mi apri per favore?- tentò di nuovo avvicinandosi alla porta.
Sentì dei singhiozzi, e si sarebbe voluto prendere a schiaffi perché forse non gli diceva abbastanza quando lei fosse bella. Poi, vide la chitarra sulla poltrona e la prese sendendosi per terra. 
Cominciò a strampellare qualcosina... 
-Know you've never loved 
the sound of your voice on tape 
You never want to know how much you weigh 
You still have to squeeze into your jeans 
But you're perfect to me...- canticchiò -I won't let these little things slip out of my mouth but if it's true It's you, It's you, they add up to, I'm in love with you and all these little things..- alle ultime parole sentì la maniglia girare, e la porta aprirsi. 
Uscì Celeste con gli occhi gonfi, e il naso rosso. 
Louis posò la chitarra attirandola a sé, stringendola in un abbraccio pieno d'amore. 
-Tu sei perfetta, per me- le sussurrò nuovamente, e la ragazza lo strinse ancora più forte per paura che se ne andasse, ma lui non l'avrebbe mai lasciata. 
 
Zayn guardò Samantha e la sorrise, baciandole la punta del naso. Lei sorrise tesa, e abbassò lo sguardo.
-Sei sicura?- le sussurrò all'orecchio. 
Lei annuì e arrossì.
Stavano insieme ormai da un anno, e lei si stava concedendo a lui che mai nella sua vita aveva fatto l'amore. Fin ad allora. 
-Ti amo- le disse e lei spalancò gli occhi, sentendo quelle parole uscire dalla sua bocca.
Lo strinse a sè, e lo baciò ripetutamente.
-Anche io Zayn!- mormorò.
 
Liam prese la mano di Taylor e la strinse forte, guardando la casa che avevano comprato insieme. 
-C'è l'abbiamo fatto, amore mio- esclamò lei, abbracciandolo. 
Dopo tanti sacrifi, dopo tanti litigi, eccoli lì, forti più che mai pronti per una convivenza. 
-Entriamo dai- sorrise Liam e prese le valigie. 
Niente avrebbe potuto rovinare la loro felicità, niente avrebbe potuto rovinare il loro amore.
 
Due settimane dopo. 
Fortune aprì gli occhi e sentì un urlo di una bambina. Della sua bambina. Le vennero le lacrime agli occhi quando la vide in braccio all'infermiera che le baciava il capo.
Si girò di lato e vide Harry emozionato più che mai. 
Intorno a lei, tutti i suoi amici le loro rispettive fidanzate/i. 
-Nome e cognome della bambina- disse una dottoressa con un pezzo di carta e una penna in mano. 
Entrambi si guardarono.
-Chair Styles- sorrisero e Louis scoppiò in un pianto isterico.
-Sono così felice per voi- esclamò giustificandosi.
-E c'è bisogno di piangere cretino?- lo riprese Zayn avvicinandosi  alla piccola ormai in braccio alla madre.
-E' bellissima Fortune, fortunatamente non ti assomiglia- ridacchiò dando un bacio alla creatura. 
-Zayn, dai- alzò un sopracciglio Samantha.
-Non hai perso la tua ironia, Malik- rise Niall dando una pacca al pakistano. 
-Ehy, fatemi vedere la mia nipotina- urlò Natalia. 
-Non urlare scema!- la riprese Liam. 
-Liam, stai urlando anche tu- rise Taylor. 
-Louis, amore smettila di piangere, dai!- lo riprese Celeste.
Fortune passò Chair ad Harry combattè con le proprie emozioni per non piangere, ma non ci riuscì. Alcune lacrime cominciarono a scendere, mentre stringeva a sé la sua bambina. 
-E'nostra figlia- sussurrò il riccio alla bionda, che non potè fare a meno di sorridere. 
 
 
 
"Gli amori che sembrano assurdi certe volte sono i migliori".



Fine. 

Ecco la fine di Just Words, ovviamente solo nella fanfiction, ci sarà sicuramente un mondo parallelo dove una ragazza come me, continuerà a scrivere di loro.
Per me questa storia è stata davvero importante. Ma ciò che mi ha invogliato a scrivere siete state sicuramente voi, mie care lettrici! Che con i vostri complimenti, le vostre recensione (FANTASTICHE) che mi hanno riempito il cuore ogni giorno. 

Grazie a tutte. 
Grazie per chi non mi ha mai abbandonata.
Grazie a chi mi ha fatto delle critiche invogliandomi a migliorare.
Grazie a chi mi ha sempre scritto una recensione facendomi sapere il proprio parere.
Grazie a chi mi ha riempito di complimenti.
Grazie a chi ha aspettato con ansia l'aggiormento.
Grazie a chi non mi ha abbandonata quando aggiornare non era uno dei miei primi pensieri.
Grazie a chi mi ha aiutato a scrivere i capitoli quando non avevo idee.
Grazie a chi semplicemente se fermato a leggere.
Grazie a chi ha messo la mia storia tra i preferiti, tra i ricordati, e tra le seguite.
Grazie anche se poi l'avete lasciata ad ammuffire.
Grazie perché non avrei mai creduto di arrivare alla fine di Just Words, e invece ci sono riuscita.
Grazie perché non sono la migliore a scrivere, eppure voi c'eravate.
Grazie quando i capitoli facevano schifo e non mi avete segnalata(?) per la schifezza.
Grazie per i messaggi in posta, dove mi avete riempito di complimenti, dove mi dicevate "cazzo, quando aggiorni?" :')

GRAZIE PER TUTTO, A TUTTE VOI!
Ovviamente non mi fermerò qui con le storie, ci rivediamo presto con la mia prossima storia. Ma per me questa storia e voi lettrici, resterete sempre nel mio cuore.


 

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