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di ehyrivera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Back home. ***
Capitolo 2: *** GLEEK. ***
Capitolo 3: *** Oh love. ***
Capitolo 4: *** FamiGLEE. ***
Capitolo 5: *** Too late to apologize? ***
Capitolo 6: *** Second chances. ***
Capitolo 7: *** Daily challenges. ***



Capitolo 1
*** Back home. ***


Di nuovo qui. 
Al McKinley. Dopo ben un anno di assenza forzata.
Non proprio, ma pur sempre fuori dalla vera vita.
Quelle divise, rosse e bianche, con la scritta WMHS mi ricordarono dell'anno passato a farmi prendere nei cheerios, inutilmente.
"GRANITA!"

"Oddio, scusa! Mandy, stai bene?"
Sopra di me il mio ex ragazzo, Noah Puckerman. 
"Adesso so che significa rompere il ghiaccio". 
"Credimi, lo faccio tutte le mattine a chiunque entri da quella porta a quest'ora, se avessi saputo che la più bella ragazza di Lima fosse tornata, probabilmente avrei fatto un'eccezione"
Mi rivolse uno di quei disgustosi sorrisetti seducenti che solo una ragazzina idiota avrebbe potuto prendere per un complimento.
"Non sono tornata per i tuoi inutili complimenti, tanto più che sono di una falsità assurda, dal momento che mi hai lasciata per Santana "sonounaragazzafacile" Lopez. Mia madre ha davvero creduto che fossi impazzita per questo! E indovina un po'? Sono finita alla Dalton!"
"E' la scuola migliore che ci sia nei paraggi, di che ti lamenti?"
"Se fossi una quattordicenne con gli ormoni a mille pensi che avere intorno solo ragazze sia la cosa MIGLIORE per te? Io non credo proprio."
Feci in modo di scollarmelo di dosso, dovevo assolutamente andare dal mio professore di Spagnolo, colui che mi aveva fatto passare il primo anno di liceo da favola.
"Hola profesor, como estas?"
"Dios, Mandy! Que haces aqui? Ok, torni al McKinley?"
Sul suo viso un sorriso molto familiare ai miei occhi: era sempre lui, il mio Will Schuester.
"Sì, e questa volta fino al diploma"
Lo abbracciai. Avevo sempre pensato che fosse troppo sexy per stare in una dannata scuola a fare il professore, ma io sapevo quali erano i suoi veri sogni, perchè erano anche i miei.
"Sto cercando mio fratello, dove lo trovo?"
"Aula di canto"
"Ok, no dai, seriamente, è al campo di football?"
"No, il Glee Club del McKinley è di nuovo funzionante."
Il mio sogno era diventato realtà. Potevo dimostrare a tutti ciò che valevo.

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Capitolo 2
*** GLEEK. ***


Il professor Schuester mi accompagnò nell’aula di canto: al primo anno era tutta rosa, ai tempi se ne occupava Ryerson, un professore piuttosto.. Strano, per non dire qualcosa di più volgare.
“Ragazzi, abbiamo una new entry nelle Nuove Direzioni, anche se molti di voi già la conosco: date il benvenuto a Mandy!”
Tutti si girarono verso di me come imbambolati, sicuramente non si aspettavano un ritorno del genere.
“Ciao”, fu l’unica cosa che mi uscì dalla bocca, ero come paralizzata, alla Dalton era stato del tutto diverso, forse perché nessuno sapeva chi fossi.
“M-m-mandy?” Finn balbettò.
“Ehi fratello”.
Tranne Puck, Quinn e Santana, nessun’altro sapeva dell’esistenza di una eventuale sorella di Finn, ma non mi dava fastidio l’idea che mio fratello non avesse mai parlato di me.
“Sorella? Ma com’è possibile?” Rachel strabuzzò gli occhi come le fosse passato di fianco un alieno.
“Le Nuove Direzioni conquisteranno le Provinciali, a tutti i costi. E vi assicuro che con Mandy e Rachel ce la faremo. Mandy è stata finora la solista di punta degli Usignoli, ovviamente per le ragazze, e hanno vinto un campionato nazionale, arrivando a battere anche i Vocal Adrenaline, quindi il fatto che lei faccia di nuovo parte del nostro Glee club non farà che aumentare le probabilità che sul podio arriveremo noi”
“Vorrei dire qualcosa!”
“Ecco qui che inizia..”
“Vorrei sottolineare il fatto che è più di un mese che il club è attivo e tu arrivi solo ora, sarai piuttosto impreparata e..”
“Tu credi che cantare tutti i giorni almeno una volta Don’t Rain On My Parade mi renda impreparata? E non sono venuta qui per essere trattata da seconda cantante o cosa: sono una star, in qualche modo. Non voglio togliere il ruolo a nessuno, ma credimi, Berry, dopo un campionato nazionale, credo di capirne un po’ più di te”
“Finalmente qualcuno che mette le cose in chiaro”
“Comunque, per dimostrare che non dico cavolate, vorrei cantare Defying Gravity, prego Brad”
E feci un’esibizione talmente bella e sentita che la standing ovation non mancò.
“Sei la nostra star di punta!” urlò un ragazzino sulla carrozzella.
“Tu sei Artie, giusto? So che sei un asso col pop, e che spesso dici cose come queste. Non voglio essere LA STAR, voglio che capiate che se non facciamo gioco di squadra non vinceremo mai. Certo, forse a qualcuno toccheranno più assoli, ma è la voce del gruppo che ci farà arrivare in alto.”
“Non potrei essere più d’accordo. Allora, gleek?” disse Schue e tutti insieme urlammo Gleek ad alta voce.
 
 
Nell’uscire dall’aula, Rachel mi fermò di colpo. “Stai cercando di conquistarti il loro appoggio?”
“No, ti faccio capire che con me fare la diva non funziona, se servirà ti farò sentire la peggiore nullità della terra. Senti, è così difficile capire che sono tornata solo perché mi mancava tutto questo? Io voglio solo farmi dei nuovi amici, e magari ricominciare..”
Non feci in tempo a finire la frase che una granita all’uva inondò la mia faccia. E il completo nuovo.
“Bentornata al McKinley, Hudson!”
“Karofsky, porta il culo qui e chiedile immediatamente scusa!”
Mio fratello e Puck si erano piazzati davanti a me e Rachel, nel vano tentativo di ‘proteggerci’ dai giocatori di football che terrorizzavano la scuola.
“Oh, ma guarda un po’ chi ha deciso di tirare fuori le palle. Ero convinto che adesso avessimo una nuova coppia gay tra noi, i Finnuck. Per caso fate una cosa a tre con Hummel ora?”
Vidi i pugni di Noah serrarsi vicino alla coscia, ma feci in tempo a fermarlo, mi feci spazio tra quei due, presi la granita che tenevo di scorta nell’armadietto e la gettai in faccia a Karofsky.
“Ops, credevo fossi un cestino della spazzatura. Sai, questa granita non mi piace affatto.”
Karofsky mi guardò infuriato, sapevo che sarebbe stato solo l’inizio di un’interminabile battaglia a colpi di.. Granite. E insulti.
“Per questa volta lascio correre, ma credimi, quando ci rivedremo sono sicura che non ci saranno due scimmioni a proteggerti”.
“Quando vuoi!”
Mi girai e feci la mia tipica uscita di scena da vincitrice.

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Capitolo 3
*** Oh love. ***


“Allora ragazzi, le provinciali sono vicine e noi dobbiamo trovare le migliori tre canzoni di sempre, dobbiamo sbalordire..”
“Professor Schue, è inutile che io le dica che l’assolo sarà ‘Don’t rain on my parade’ ovviamente cantato da me, sarà l’esplosiva introduzione allo show!”
Mercedes si alzò in piedi con rabbia, sbraitando “Ehi ehi, ragazzina bianca, se tu non hai avuto peli sulla lingua per dire questa inutile cosa, non ne avrò io per risponderti: non stiamo andando al ‘Rachel Berry Show’, stiamo andando alle provinciali, quindi se hai intenzione di farci rimanere sullo sfondo perché tu possa brillare, hai proprio sbagliato a capire!”
“Il razzismo di cui mi sento vittima è inaccettabile Mercedes, il professor Schue concorderà con me nel dire che sono l’unica qui dentro che può darvi una speranza di vincere le provinciali”
“E io sono sicura che ti arriverà un pugno in faccia nel giro di trenta secondi se non la smetti di dare aria a quella grossa boccaccia” sentenziò Santana alzandosi da vera donna che sa il fatto suo. “Ascoltami bene, messaggera di Dio, vengo dai quartieri ghetto di Lima, e mi hanno insegnato che se qualcuno si mette sopra di me, io lo distruggo se pensarci due volte. In questo caso sto indubbiamente difendendo Mercedes”
“Non ho capito quasi nulla di ciò che hai detto, ma credo che ad un certo punto tu abbia insultato gli ebrei. E ti ricordo che io sono uno di loro” se ne uscì Puckerman.
“Lo sapete che questa conversazione dura da.. 6 minuti e 12 secondi? Avremmo potuto provare due delle possibili canzoni per le provinciali. A tal proposito, vorrei proporre delle audizioni: tutti coloro che vogliono provare a brillare dovranno portare la canzone che meglio li rappresenta e Schuester deciderà chi si esibirà come main voice”
Mi sentii un po’ la paladina della situazione, ma d’altronde, come avremmo potuto arrivare alle nazionali, se nemmeno eravamo capaci di metterci d’accordo su chi canta cosa?
“Non male, Mandy. E audizioni siano!”
Il professor Schuester mi appoggiò anche in quel caso, e vidi quasi tutti i gleek contenti. Tutti tranne Rachel. Sapeva perfettamente che avrebbe ottenuto almeno un assolo, ma l’idea che qualcun altro potesse minimamente provare ad oscurarla la gettava nel più totale panico.
“E’ ufficiale, tu vuoi distruggere l’equilibrio che si era creato, io li avevo ‘addomesticati’ a stare sotto di me!”. Si avvicinò in preda alla più totale ira, urlando sottovoce.
“Okay, ma ti senti quando parli? Sei ridicola! Sei entrata in questo club solo per poterti sentire importante o per sentirti parte di qualcosa di speciale, di unico? A me sembra che ti importi solo di te stessa, e non c’è nemmeno da chiedersi perché io ci abbia messo poco a conquistare la loro fiducia. Tu non mi fai paura, al contrario: mi stimoli in continuazione. Sei una leader Rachel, e invece di sprecare tutte le tue energie cercando di buttare giù gli altri, dovresti aiutarli, spronarli”.
Spiazzata, è così che rimase.
Presi lo zaino e andai dritta verso l’armadietto. Ad attendermi c’era Puck, e la cosa mi spaventava.
“Sei single o ti sei trovata un usignolo che ti suoni per bene?”
“Punto primo, sei disgustoso; punto secondo, sono libera; punto terzo, credevo che quelle come me non ti attirassero granchè, almeno finchè non te la danno, parliamoci chiaro. Hai trovato di meglio in Santana perché piuttosto che dirti di no.. Lasciamo stare, e inoltre vorrei ricordarti che ti sei fatto tutte le cheerios. Dire che mi fai schifo è poco. Sono felice che la mia prima volta non sia stata con te!”
L’avevo detto. E Jacob Ben Israel mi aveva ripresa, oltretutto.
“Wow, grande scoop in casa Hudson!”
“Vuoi che ti prenda a calci ora o più tardi? Ho dei video della sorveglianza molto particolari che ti farebbero espellere, Jacob”
“Me ne vado”
“Ottimo. E in quanto a te: se Finn lo scopre mi uccide, avevo solo 15 anni ed ero innamorata di lui”
“E di me no?” chiese Puck quasi scocciato, o forse invidioso. Ero quasi certa che gli desse, come dire, fastidio.
“Certo che lo ero, ma mi sono accorta in tempo che farlo mi avrebbe legata a te per sempre, e non volevo. E poi ho saputo che dopo due giorni mi hai tradito con Santana, perciò non sono per nulla pentita”
Mi voltai in lacrime.
 
 
Kurt mi trovò seduta in mensa, da sola.
Pranzammo insieme per la prima volta. E capii che sarebbe stato l’inizio di qualcosa di speciale.
“Che succede?”
“Ti è mai capitato di amare qualcuno così tanto da arrivare ad odiarlo perché trova sempre qualcuno migliore di te?”
“Oh sì tesoro”
“Sul serio? Cioè, io ho capito subito che eri gay.. Ci sono altri che si sono dichiarati?”
“No, sono l’unico. E questo mi rende felice. Ma sarò sincero con te: è dal primo anno che sono perso di tuo fratello. Chiaramente è una battaglia persa, lui ama Quinn e le ragazze in generale, per cui non credo apprezzerà mai i miei sentimenti nei suoi confronti”
Rimasi scioccata, ma in un certo senso non mi aspettavo che dicesse di avere una cotta per Puck.
“Io odio Quinn”
“E perché?”
“Perché è un bugiarda. E’ la presidentessa di un club a cui nemmeno..”
“Nemmeno?”
Mi fermai perché vidi Quinn avvicinarsi a Puck e parlargli in modo troppo confidenziale. La bile mi salì al cervello, potevo davvero essere così gelosa di un ragazzo a cui solo qualche ora prima avevo dato il ben servito dicendogli che avevo fatto sesso con un altro?
“Senti, prima che tu lo venga a sapere da altri, il motivo di tanta confidenza è che.. Ecco..”
“Cosa, Kurt? Odio le persone che mi fanno aspettare”
“Quinn è incinta..”
Mi sentii morire dentro: ma cos’aveva combinato Finn?! Ma Kurt non aveva finito, il peggio doveva ancora arrivare.
“..di Noah”
Lanciai il vassoio a terra e scappai dalla caffetteria. Mi sentivo umiliata, ma perché? In un certo senso avevo sempre sperato che quella a biondina succedesse qualcosa, ma questo era molto di più. Era troppo, anche per loro.

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Capitolo 4
*** FamiGLEE. ***


Scappai il più lontano possibile dal McKinley. Non mi sembrava vero, non poteva essere vero.
Avevo la mente annebbiata, e la cosa peggiore era che non distinguevo la rabbia dal dolore.
Io lo avevo lasciato, sapevo che tipo di persona era, mi sarei dovuta aspettare una cosa del genere da lui.
Ma forse ciò che mi rendeva così arrabbiata non era il suo gesto, ma la persona con cui lo aveva fatto. Al primo anno Quinn mi aveva fatta escludere a priori dai Cheerios perché non le ero mai stata simpatica, oltretutto senza motivo. E ora, per quanto sconveniente sia stata la conseguenza, aveva centrato il bersaglio, aveva colpito nel segno. Mi aveva distrutta moralmente.
Senza che me ne rendessi conto mi ritrovai al Carmel High, dove si allenavano i Vocal Adrenaline.
Entrai nell’auditorium e la prima persona che vidi fu Jessie.
Jessie era il loro cantante principale, o dovrei dire l’unico cantante. Ma aveva la miglior voce che abbia mai sentito, anche se dovevo ammettere che Rachel avrebbe potuto benissimo fargli concorrenza.
Mi sedetti su una poltroncina, aspettando che finissero di provare.
“Non ci credo, sei venuta a spiarci?” esclamò Jessie appena mi vide. Nei suoi occhi il solito sguardo sensuale e provocatorio, ma allo stesso tempo amichevole e ingenuo.
“No, sono in cerca di un amico” sorrisi falsamente io.
“Hanno già deciso di mollare per quanto sei fastidiosa?” mi fece l’occhiolino.
“No, anzi, credo di piacergli. Ma nel giro di un giorno mi è già stata servita una lezione niente male” una lacrima mi inumidì il viso. Mi sentivo così stupida.
“Okay, ora possiamo mettere da parte la competizione e parlare. Che succede?”
Il modo in cui mi guardava mi faceva stare bene, non l’avevo mai visto come un nemico. Ci eravamo conosciuti alle nazionali dell’anno precedente e da  allora si era creato un bellissimo rapporto.
“Ricordi il ragazzo di cui ti ho parlato, Noah?” “Certo”
“Diventerà papà”
“SEI INCINTA?!?” urlò strabuzzando gli occhi.
“Ma no Jessie, sei impazzito! E’ questo il problema, è andato a letto con un’altra ed è rimasta incinta”
“E allora? Dovresti essere contenta, è ciò che si merita per come ti ha trattata..”
Ma capì subito che nonostante tutto, io provavo qualcosa che mi rifiutavo di ammettere, forse per orgoglio, forse perché non volevo stare troppo male.
“Mi dispiace. Posso fare qualcosa?”
“Mi ospiteresti da te per qualche giorno? Non ce la faccio a tornare a casa, oltretutto Finn sarà arrabbiato da morire, la ragazza incinta è la sua”
“Okay, fammi capire bene: la ragazza di tuo fratello è incinta del tuo ex? Dovreste andare tutti in analisi voi del McKinley” rise.
“A questo punto non lo prenderei tanto come scherzo”
“E comunque va benissimo, puoi stare da me quanto vuoi, mia madre ti adora” disse dolcemente.
“Ti ringrazio. Passo da te verso le 6” finii io.
“Perfetto. Ah, scusami ma devo andare, la Corcoran mi uccide se non torno a provare, a dopo”
“Jessie..”
“Sì?”
“Ti voglio bene, davvero”. Non sapevo come altro esprimere il modo in cui mi sentivo, mi aveva letteralmente salvata.
Non rispose, il suo sorriso bastò a far sorridere anche me.
 
 
Tornai a scuola sollevata, ero come rinata dopo quella veloce conversazione, avevo davvero bisogno di sentirmi a casa, di sentirmi amata, e lui mi faceva proprio quell’effetto.
“Lasciami spiegare” mi disse sottovoce Noah, come se pensasse seriamente che mi importasse qualcosa delle patetiche scuse o eventuali spiegazioni.
“Cosa? Che hai fatto sesso con la presidentessa del club della castità e lei è rimasta incinta? Che sono una ragazzina idiota che non riesce a guardarti in faccia perché le fai schifo?” Tutto questo mi uscì dalla bocca senza che io ne fossi del tutto consapevole, ma mi sentivo leggera e libera, e forte.
“Sono una delusione, lo so. Ma non era certo mia intenzione..”
“Zitto, chiudi quella bocca. Anzi, sai che ti dico? Hai fatto bene, almeno ora verrà cacciata dai Cheerios, io avrò la mia rivincita e tu sarai visto come lo stronzo che sei”
Gli andai addosso con la spalla e mi diressi verso l’aula di canto, per la lezione al Glee.
Quando arrivai, tutti si voltarono verso di me e Quinn mi venne vicino. “Possiamo parlare?” “Hai avuto ciò che volevi, non ti basta?” fu la mia secca risposta.
“Vorrei cantare una canzone, posso professor Schue?”
Un solo cenno del capo e Brad cominciò a suonare. Cantai ‘Turning Tables’ di Adele.
Era una delle canzoni che mi aveva aiutata a sentirmi meglio, per quanto triste fosse.
Quando finii, i miei compagni si alzarono e mi abbracciarono, tranne Quinn, che stette immobile a fissarmi.
Mi sentii parte di qualcosa, mi sentii amata. Provai la stessa sensazione che provai con Jessie.
Adesso sapevo cosa significava la parola ‘famiglia’.

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Capitolo 5
*** Too late to apologize? ***


Il mattino seguente mi svegliai piuttosto rilassata, a casa di Jessie.
“Bonjour, mademoiselle”
“Sìsì certo, ho fame”
“Sei davvero pessima. Ti svegli con un buongiorno in francese detto dal ragazzo più carino di Lima e questo è il ringraziamento?” disse Jessie tirandomi un cuscino addosso.
“Ragazzi, è pronta la colazione!” urlò la madre di Jessie.
Cereali, uova, latte, succhi vari e credo di aver visto della pancetta.
“Avete ospiti?” dissi io un po’ sconcertata.
“No, ma sono capace di mangiarmi tutto questo se lo volessi” disse Jessie con la bocca piena.
“Ah, mi accompagneresti a scuola?” chiesi imbarazzata. “Certo! Non c’è problema” mi rispose.
Uscimmi quasi subito di casa e per tutto il viaggio non riuscii a staccare gli occhi al finestrino, cercando di trovare la maniera migliore per affrontare quella giornata.
“Andrà tutto bene, sei troppo forte” mi sussurrò dolcemente Jessie nell’orecchio e mi baciò sulla guancia; mi fece arrossire ma gli sorrisi, in fondo era stato estremamente carino con me.
Quando scesi dalla macchina Finn si gettò su di me per sapere per quale motivo ero con lui.
“Perché ho bisogno di tempo, e spazio. Tu sei incazzato, mamma fa finta di niente e sono la cretina innamorata che ci perde sempre.  Jessie mi fa stare bene ed è un ottimo amico..”
“Io però sono tuo fratello, io dovrei essere il tuo migliore amico” sbraitò Finn.
“Sul serio? Ascoltami bene, stiamo parlando di Quinn che è incinta del tuo migliore amico. Ora, io ti avevo avvisato che ti saresti pentito di quella scelta, ma tu sei il mio migliore amico, sono io che non sono la tua migliore amica. Finn, noi due condividiamo soltanto i parenti e la data di nascita e forse il DNA, ma niente più di questo, e vorrei che le cose restassero così”
Sapevo di averlo ferito, ma quante volte lui aveva preferito Quinn a me?
“MANDY!”
Una voce apparentemente femminile chiamò il mio nome, ma si trattava solo di Kurt.
“Vorrei dirti quanto mi disp..”
“Kurt, lo so, grazie. Ma vorrei evitare, almeno per oggi”
“Finocchio, mammina” disse Karofsky mentre entravamo.
“Ti sembro Quinn percaso?” Ma non mi stava più ascoltando.
Kurt mi accompagnò in classe, e per distrarmi mi obbligò ad aiutarlo a decidere cosa comprare, se un kilt verde o un completo nero classico. Il fatto che passasse da un polo all’altro mi stupiva, cioè non che non fossi abituata al suo stile stravagante, ma il kilt era esagerato anche per uno come Kurt.
“Ti sei mai chiesto se fosse giusto cambiare per farsi accettare?”
“No, perché non mi interessa minimamente. Certo, essere gay mi rende la vita piuttosto difficile qui al McKinley, ma è per questo motivo che esistono amiche come te e Mercedes”. Mai mi ero accorta di quanto fosse bello il suo sorriso, e di quanto carino fosse lui. Egoista da pensare, ma mi dispiace che fosse gay.
“Ehi ragazzi! Stasera vi va un pigiama party a casa mia? I miei genitori sono fuori città e mio fratello ha rinviato la visita a casa dall’università, perciò sono sola..”
“Assolutamente sì! Dobbiamo distrarre questa ragazza, in questo periodo è troppo stressata e le rughe cominciano ad affiorare in superficie tesoro..”
“Gentile, davvero” risi io. Forse era esattamente ciò che mi serviva.
“Okay, io ora devo andare, ci vediamo alla lezione di Storia, a dopo!”
“A dopo e.. Pericolo a ore nove” disse Mercedes.
“Ma che..”
“Mi devi ascoltare” disse Noah, quasi minaccioso.
“No, ascolta me. Sono stata stupida, non dovrei avercela né con te né con Quinn, in fondo nemmeno stavamo o stiamo insieme, per cui vorrei chiedervi scusa” e porsi la mia mano in segno di pace e lui la strinse. Gli sorrisi e me ne andai in classe. Ecco quello che avrei dovuto fare fin dall’inizio, semplicemente chiedere scusa; infatti mi sentivo decisamente sollevata e felice, più o meno.
C’era anche un’altra persona a cui avrei dovuto chiedere scusa.
“Finn! Finn aspetta!”
“Che c’è?” era palesemente scocciato e mi meritavo quell’odio.
“Mi dispiace, tu sei la vittima e io volevo sentirmi meglio, anche se a tue spese. Mi dispiace, e davvero tanto” abbassai lo sguardo, ero imbarazzata.
Mi abbracciò senza parlare, sul suo viso un sorriso che significava che tutto era tornato come prima. Era così caldo ed enorme.
“Io ti voglio sempre bene”
“Anche io. E’ ora del Glee, fratello!” gli feci l’occhiolino e lo trascinai in aula canto.
Arrivata in classe mi sedetti di fianco a Kurt e Mercedes e Rachel si alzò per parlarmi. Mi preparai al peggio.
“Ti andrebbe di cantare con me?” “Come scusa?” “Sì ecco, sarebbe dedicata a te”
“E qual è?” “ ‘Apologize’ dei One Republic” “Certo, abbiamo avuto la stessa idea” le sorrisi.
Mentre cantavamo lei guardava me, ma io guardavo Puck.
I nostri sguardi si incrociarono e mi venne spontaneo sorridergli. Era ufficiale: ero ancora innamorata di lui, ma sarebbe stato meglio non farlo vedere.
Tutti ci applaudirono a fine canzone e per la prima volta io e Rachel ci abbracciammo. E chi lo dice che dovevamo per forza essere nemiche, in fondo non era male.
“A chiunque io debba chiedere scusa, questa era per voi. E vorrei proporre Rachel come solista alle provinciali e credo di aver avuto un’idea geniale..”
Scrissi ‘Journey’ sulla lavagna e iniziai a spiegare perché avremmo dovuto portare i Journey alle provinciali.
Ecco, il nostro viaggio stava davvero cominciando, le Nuove Direzione erano in pista.

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Capitolo 6
*** Second chances. ***


“E cinque, sei, sette otto!” urlava ormai disperato Schuester. Non sapeva più cosa fare, i passi delle coreografie per le provinciali sembravano difficili, in realtà il motivo di tanta difficoltà nell’apprenderli era che a nessuno piacevano. Ma lui andava avanti imperterrito credendo di fare la cosa giusta.
“Professor Schue, se mi permette..”
“Che c’è adesso Rachel?” disse lui irritato.
“Parlo a nome di tutti quando dico che questa coreografia è noiosa, e anche piuttosto brutta. Abbiamo due fantastici ballerini e, non voglio essere troppo brusca, ma lei pensa ancora di essere al liceo. Non metto in dubbio che sia stato bravissimo, ma questo succedeva quindici anni fa, suppongo” disse Rachel col tono meno da saputella possibile. Ovviamente ogni suo intervento ne avevo un minimo aspetto, ma tutti ci avevano fatto l’abitudine.
“Io sono d’accordo, signor Schue. Brittany e Mike ci sanno davvero fare con la danza, potrebbero esserci di grande aiuto. E poi tentar non nuoce, giusto?” lo incalzò Mercedes, cercando di essere il più persuasiva possibile.
Per lei era sempre stato un problema l’attività fisica, e adesso Schuester la stava mettendo a dura prova, anche se non so se le cose sarebbero migliorate facendo fare le coreografie a Mike e Brittany.
“Beh, direi che la mia carriera da ballerino è finita anni fa, perciò diamo il benvenuto ai nuovi coreografi delle Nuove Direzioni, Mike e Brittany!” esclamò lui, forse anche un po’ sollevato.
Effettivamente le loro proposte si rivelarono interessanti ed in un certo senso mi era sempre dispiaciuto il fatto di averli lasciati in disparte, avevano un gran talento, e in questo momento ce ne serviva; solo che avevo sempre trovato Brittany.. Strana. Non stupida, ma strana. L’unica che riusciva a capire ciò che diceva, o perlomeno le cavolate con cui se ne usciva ogni tanto era Santana, e sembravano essere molto amiche.
Santana. Santana Lopez. Al primo anno non aveva perso tempo: mi aveva rubato il ragazzo e mi aveva umiliato pubblicamente tirandomi due granite in faccia, contemporaneamente. Eravamo sempre state rivali, ma ultimamente si era addolcita, per quanto ne sapesse lei di dolcezza.
Alla fine della lezione,  mi congratulai con Mike e Brittany per l’ottimo lavoro svolto. La coreografia era bellissima, ed ero felice, perché avevo trovato un posto dove mi sentivo bene e avevo dei nuovi, incredibili amici, che mi volevano bene, o così mi sembrava. E sapevo di poter contare anche su mio fratello, di nuovo.
 
 
“Okay, cos’ho combinato esattamente?”
La Sylvester mi aveva convocata nel suo ufficio, e solitamente da lì se ne usciva solo piangendo, o eventualmente con nuove vitamine da prendere.
“Niente Mary Shelley, vorrei informarti che fra due settimane i Cheerios andranno ai campionati nazionali e dal momento che la mammina è stata cacciata, mi piacerebbe che tu facessi parte delle nostre cheerleaders”
“Ehm, solo un paio di cose: Mary Shelley? E poi, io faccio già parte del Glee Club di cui fa parte anche Quinn che mi taglierebbe la gola se sapesse che al suo posto sono subentrata, in qualche modo, io”
“Mary Shelley è dovuto al fatto che tuo fratello sembra Frankenstein; se la Fabray dovesse darti fastidio ci penserò io, no devi preoccuparti. Inoltre: voglio che trovi altri due del Glee da portare nei Cheerios”
Il primo pensiero fu di girare i tacchi e andarmene, ma poi pensai che in fondo avrei potuto guadagnarci; e aveva detto che avrei potuto portare due amici. Così le dissi:
“Affare fatto, ma chiunque io decida di portarle, lo dovrà prendere, okay?”
Mi guardo col suo sorriso splendente da vincitrice.
“Ci sto, Mary”
“E soprattutto, la deve smettere di chiamarmi Mary Shelley”
“No, questo non lo posso fare. E ora, sparisci dal mio ufficio, e ricordati che hai due ore per mostrarmi i fortunati vincitori del posto da Cheerios” mi disse sfogliando la sua solita rivista di cheerleading, senza prestare più attenzione a me.
Uscendo, mi resi conto di aver fatto un buon affare. Mi avrebbe, o ci avrebbe, fatto guadagnare un po’ di popolarità e notorietà, che non erano di certo male.
Nel corridoio, trovai i miei ragazzi, Kurt e Mercedes.
“Salve, ragazzi” dissi e sorrisi in modo allusivo; e infatti notarono qualcosa.
“Ehi, che succede? Puck ha mollato l’idea di diventare papà per riprendersi a tutti i costi la migliore?” mi disse Mercedes facendomi l’occhiolino.
“No, ma succederà presto. Tuttavia, avrei una proposta per i miei migliori amici: sono stata convocata dalla Sylvester e..”
“Oddio, cos’hai fatto per finire da quella strega?!” urlò Kurt.
“Se mi facessi finire. Mi ha proposto di entrare nei Cheerios e, rullo di tamburi.. Avrei potuto scegliere due persone da far entrare con me! Voi due, è ovvio” sorrisi a trentadue denti.
“Sei sicura di voler portare noi? Siamo delle nullità e potremmo..”
“Blablabla, non ti sento. Ve lo meritate. E ora posso andare dalla Sylvester” dissi loro eccitata.
Quando mi girai, li guardai con la coda dell’occhio e vidi che lo erano anche loro; era un modo per riscattarci.
Me la trovai di fronte, come se sapesse che stavo andando da lei.
“Coach, ce li ho: Mercedes Jones e Kurt Hummel” dissi soddisfatta.
“Perfetto, ci vediamo in campo novellini” rispose.
“Fantastico!” dicemmo in coro.
Non sapevo di avere dietro Kurt e Mercedes, ma sta di fatto che ci abbracciamo, felici.
Mi preoccupava solo ciò che avrebbe detto Schuester al riguardo.

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Capitolo 7
*** Daily challenges. ***


“E adesso quale sarebbe il tuo piano diabolico Sue?! Rubarmi uno ad uno i miei ragazzi?!” sentii urlare Schuester dall’ufficio della coach Sylvester .
“No William, sto solo cercando di dare loro ciò che non sei capace, e mai lo sarai, di dargli tu. Al giorno d’oggi, sfortunatamente, la popolarità al liceo vale quanto avere l’assicurazione sanitaria. Inoltre, se avessero tenuto al Glee Club, te lo sarebbero venuti a dire. O non avrebbero accettato la mia proposta. Evidentemente hanno bisogno di nuovi stimoli” rispose lei col suo solito fare strafottente. Suppongo stesse facendo esercizio sullo step, si sentiva il movimento dell’attrezzo.
Io ero dietro la porta, cercando di origliare ciò che dicevano, soprattutto per capire cosa avrebbe fatto Schuester.
“Non finisce qui, Sue. Mi sono stufato della tua lotta contro il Glee Club” disse lui concludendo la conversazione.
“Più che contro il Glee Club in sé, la mia lotta è contro quell’orribile nido di pettirosso che ti cresce sulla testa. Ecco perché tre dei tuoi studenti hanno cercato altrove: preferiscono il mio stile al tuo, e ora fuori Schuester” esclamò lei.
Il professore aprì la porta e mi trovò ad ascoltare.
“Ma che stai facendo?”
“Niente. Senta signor Schuester, mi dispiace molto, se vuole prendersela per ciò che è successo lo faccia con me. Ho tirato dentro io Mercedes e Kurt e..”
“Mandy, non mi ha fatto arrabbiare che tu sia entrata nei Cheerios, ma che non me l’abbia detto. In fondo al liceo è normale voler fare nuove esperienze, ma il primo pensiero che ho avuto, e che mi ha non poco spaventato, è che tu, Mercedes e Kurt avreste sostituito il Glee con il chearleading. Per quanto sia da fichi essere uno di loro, avete preso un impegno coi vostri compagni e abbiamo bisogno di voi. Sei una delle nostre migliori cantanti, non sapremmo come fare senza di te” mi disse.
“Professor Schuester, non abbandonerò mai il Glee, perché per quanto sia strano ammetterlo, ne ho davvero bisogno. Però ho anche bisogno dei Cheerios. So che può sembrare cattivo da dire, ma il Glee non è esattamente una fonte di popolarità. Non ho dubbi che lo diventerà presto, ma ora non lo è”.
“Lo so, ed è per questo che abbiamo bisogno di voi ragazzi per vincere le Provinciali e continuare il nostro percorso. Ci hai spinti tu a fare un medley sui Journey, non vorrai tirarti indietro” mi fece l’occhiolino.
“Signor Schue, le sembro una che si tira indietro?” gli sorrisi io e mi salutò per andare a fare lezione.
Mi avviai alla lezione di Storia ed Economia, ma fui fermata da Puck che vagava senza meta per il corridoio, ora vuoto.
“Noah, ti sei perso? Voglio dire, non che stia pensando che andrai a lezione” dissi ridendo.
“No, ti ho visto parlare con Schuester e ti stavo aspettando” disse lui, cupo.
“Che succede? Quinn e il bambino stanno bene?” chiesi, veramente allarmata.
“Sì sì, loro stanno bene.. Io ho paura per noi”
“Noi? Ma di che stai parlando? Non esiste nessun ‘noi’” dissi sconcertata.
“E’ vero, sono stato un bastardo, non ti sei mai meritata quello che ho fatto e non meriterei di stare con te, ma non riesco a non pensarti”
Rimasi scioccata.
“Ci vediamo al Glee” lo liquidai. Non avevo saputo dirgli altro, mi aveva lasciata a bocca aperta. Sapevo di non dovergli credere, che la maggior parte di ciò che diceva erano bugie o cose che dopo qualche ora si era già dimenticato.
Quando arrivai in classe la lezione era cominciata da un pezzo e la professoressa Greenberg mi guardò, seccata.
“Alla buon’ora Hudson, vedo che a passare il tempo con Puckerman diventi come lui” disse acida.
Tutti si girarono a bisbigliare col compagno, dicendosi chissà quali cose, pensando chissà quali cose.
L’unico posto rimasto era vicino a Rachel, così quando mi sedetti iniziò a fare domande a raffica.
“Puckerman? Di nuovo? Ma non stava con Quinn?”
“Stavamo solo parlando, santo cielo” sbuffai scocciata.
“Come vuoi, ma sappi che se combini qualche guaio come mi pare che tu abbia già fatto..” la fermai.
“Ma cosa diavolo stai blaterando? Oh.. Parli dei Cheerios. Sì cavolo, sono entrata in squadra e non mi pento di averlo fatto. Non mi importa un accidente di ciò che pensi tu o qualsiasi altra persona all’interno di questa classe. Ma non credere che mi soffierai il posto da solista. Io avrò quell’assolo, che sia alle Provinciali o alle Regionali o anche alle Nazionali. Non mi ruberai mai la scena, Rachel”.
Chiusi il discorso e seguii quel poco di lezione che rimase.
 
 
Nell’andare nell’aula di canto, fui sbattuta contro gli armadietti da Santana.
“Senti bella, stammi bene a sentire, lo dirò una volta soltanto: sei entrata nei Cheerios semplicemente perché la Sylvester vuole vincere le Nazionali; in secondo luogo, una fonte attendibile mi ha riferito che sei stata avvistata nei corridoi a parlare molto confidenzialmente con Puck, beh ti faccio il punto della situazione, io ci vado a letto. Non ho intenzione di dividere l’uomo con nessuno, tantomeno con te”
“Sai che ti dico? Entrambi hanno scelto me perché evidentemente non sei abbastanza o sei solo un giocattolo. Ti dirò, non mi stupisce affatto” le sputai in faccia senza pensarci.
“Ma davvero? Due anni fa Puck non la pensava esattamente così” controbatté.
Abbassai gli occhi, e ancora una volta mi resi conto di essere stata colpita. Quel momento di due anni prima mi aveva distrutto, come si poteva morire dentro a soli 14 anni?
“Adesso sì che stai zitta” si girò e se ne andò.
Corsi in bagno, piangendo.
Per quanto cercavo di negarlo, io lo amavo. Avrei potuto dargli più di quanto avrebbe potuto fare Santana, o qualsiasi ragazza. Io questo lo sapevo, lui non lo capiva.

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