Never be Broken

di _Atlas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***




Chapter 1


 

Joey sospirò, agganciando stretta anche l'ultima fibbia dello zaino, e riprese a controllare l'equipaggiamento.

Era perlomeno la dodicesima volta che si assicurava di aver preso tutto, e puntualmente riesaminava anche i dettagli della missione.

Non si era mai troppo prudenti, e una buona organizzazione poteva assicurare la vittoria.

Fucile d'assalto, munizioni, pistola, bombe a mano, fumogeni, coltello balistico, ricetrasmittente…

Riallacciò meglio gli stivaletti e si aggiustò addosso divisa e munizioni, in modo che tutto fosse al suo posto e a portata di mano.

Infiltrarsi nelle linee nemiche, avvicinarsi il più possibile alla base od agli accampamenti, posizionare l'esplosivo, detonare e, se ancora possibile, segnalare la posizione.

Il giovane tenente prese lo zaino e lo poggiò a terra, di fianco alla branda. Sistemò velocemente le coperte, in un gesto automatico.

Fucile d'assalto, munizioni, pistola, bombe a mano, fumogeni, coltello balistico, ricetrasmittente, cariche esplosive

Non ricordava nemmeno come tutto quello fosse iniziato, e non voleva pensarci. Chiuse gli occhi grigi.

Quella che stava per affrontare era una missione suicida.

Infiltrarsi nelle linee nemiche, avvicinarsi il più possibile alla base od agli accampamenti, posizionare l'esplosivo, detonare e, se ancora possibile, segnalare la posizione.

Prima di mettersi i guanti passò una mano sul freddo acciaio del fucile, come in una carezza di morte, dopodiché afferrò l'elmetto e, caricandosi lo zaino in spalla, uscì dalla tenda.

A fargli da saluto un cielo plumbeo e pesante, vento gelido a pizzicargli gli occhi, e dodici paia d'occhi puntati su di lui.

Joey si fermò, sorpreso, facendo vagare lo sguardo tra i suoi commilitoni.

"Capitano Wood." Salutò in modo quasi automatico.

L'uomo a capo del battaglione si fece avanti e gli posò una mano sulla spalla.

"Tenente Price, siamo tutti qui per salutarla ed augurarle buona fortuna." Disse Joseph, mantenendo la sua solita serietà.

Questa volta, però, nel suo sguardo c'era una scintilla diversa.

Ad un suo cenno, i dodici soldati fecero il saluto, solenni. Il tenente li imitò, guardandoli uno ad uno, come muto ringraziamento:

Erano stanchi e provati, qualcuno addirittura ferito, ma tutti gli stavano comunicando qualcosa.

Credevano in lui.

Se la missione fosse riuscita, sarebbero stati salvi, seppur momentaneamente. La guerra, dopotutto, non era finita.

Ma quello sarebbe stato comunque un ingente un passo avanti.

"Vi ringrazio, Capitano." Concluse Joey, chinando il capo.

Joseph mosse la testa in un cenno d'assenso, ed intimò alla truppa di rompere le righe.

I commilitoni lo guardarono per l'ultima volta, e poi tutti tornarono alacremente a sbrigare i loro compiti.

Tutti tranne Seth Ward.

Il giovane gli si avvicinò, e di comune e silente accordo s'incamminarono verso il bosco alla fine dell'accampamento.

"Tenente Price." Fu il soldato a rompere il silenzio. "Pare che il suo momento di gloria sia arrivato."

L'altro sul momento non seppe cosa rispondere, e quasi dubitava che quella frase avesse bisogno di essere commentata.

Poi però, spostando lo sguardo sul commilitone, vide dall'aspettativa nei suoi occhi castani che attendeva una replica.

Optò infine per l'informalità.

"Chiamami Joey e dammi del tu, Seth. Siamo compagni di spedizione da mesi, e da oggi non voglio più formalità."

Come se ci fosse stato un domani.

"Come desideri… Joey." Annuì il soldato, un po' spiazzato.

Abbozzò un sorriso, ma il suo sguardo era colmo di malinconia.

Ricoprirono la distanza che li separava dall'entrata est in silenzio, e si fermarono dopo aver oltrepassato le sentinelle.

Il tenete fece un grande respiro, percependo il cuore che minacciava per l'ennesima volta di finirgli in gola.

Era dal giorno prima che in alcuni momenti non riusciva a respirare bene, ed il mondo prendeva a vorticargli attorno.

Successe anche in quel frangente, e le gambe gli cedettero, facendolo finire in ginocchio.

Seth gli fu subito accanto, chinato nel fango e nella polvere, a sostenerlo per le spalle.

Joey lottò per non accasciarsi a terra, e cercò di riprendere il controllo, imponendosi di respirare lentamente.

Serrò gli occhi, e pian piano il senso di vertigine che lo aveva assalito cominciò a scemare, lasciandolo un po' più debole, ma nuovamente calmo.

Non si era mai sentito così vuoto.

Il soldato non lo lasciò per un'istante, e quando vide che si era ripreso, lo aiutò ad alzarsi.

Anche una volta che il tenente fu in piedi continuò a reggerlo per un braccio, pronto a sostenerlo per un altro eventuale mancamento.

"Va tutto bene." Mormorò Seth, calmo.

Anche se non era una domanda, Joey annuì.

Fece un altro respiro profondo e si raddrizzò, discostandosi dal commilitone.

Quest'ultimo lo guardò in volto, e nel suo sguardo lesse paura.

Paura di morire, paura di non poter… dire, paura di non tornare.

Ma nel suo sguardo vi era anche qualcosa di più forte.

Determinazione.

Nei suoi occhi brillava la fiera determinazione di chi è disposto a tutto per il bene della propria squadra.

Tutto ciò che aveva, tutto ciò che gli restava.

"Addio." Sussurrò il tenente.

Fucile d'assalto, munizioni, pistola, bombe a mano, fumogeni, coltello balistico, ricetrasmittente, cariche esplosive…

Seth fece un passo indietro e lo guardò negli occhi.

"Ti aspetterò."

Joey annuì, alzò un braccio, esitante, e con un gesto rapido si passò una mano tra i capelli castani.

Infiltrarsi nelle linee nemiche, avvicinarsi il più possibile alla base od agli accampamenti, posizionare l'esplosivo, detonare e, se ancora possibile, segnalare la posizione.

Mise l'elmetto e si allontanò nella boscaglia, rapido e silenzioso, senza mai voltarsi indietro.








L'Angolo di Zazzy

-Non mi dilungherò, perciò intanto mi auguro che vi sia piaciuto ciò che ho scritto fin'ora ^^
(grazie a Song__ per l'ispirazione!)

Come ho scritto nella presentazione... lasciatemi recensioni, così saprò se devo continuare questo delirio(?) oppure no...
E quanto, e magari come...
(Le idee ci sono, manca la vera e prorpia trama XD)

A presto, bros ;)

Bacioni <3 Zazzy



 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***




Capitolo 2


 

Freddo… Gli indolenziva le membra pesanti.

Pioggia… Lo forzava a chiudere gli occhi e gli inibiva i sensi.

Dolore… Lo immobilizzava con la schiena al suolo, nel fango.

La percezione del mondo sembrava averlo abbandonato, e l'esplosione lo aveva disorientato e confuso a tal punto che faticava persino a pensare.

Ricordava a stento ciò che aveva appena fatto, e ciò che avrebbe dovuto fare in quel momento.

Mosse appena un braccio, facendo forza su se stesso. Il volto gli scivolò di lato.

Afferrò la ricetrasmittente, e se la portò vicino quanto più poteva alla bocca.

Premette il pulsante.

Doveva segnalare la sua posizione.

Era ancora vivo.

Per ora…

"Price, mi ricevi? Passo."

La voce dura del capitano.

Joey sorrise. L'aveva chiamato per cognome, senza dire prima il grado…

Gli aveva dato del tu.

Joseph si stava forse ammorbidendo?

La missione è riuscita; mi trovo appena vicino al capanno delle armi nell'accampamento nemico. Venite a prendermi, sono ferito. Passo.

Così avrebbe dovuto dire. Così avrebbe voluto dire.

Invece rantolò, e la comunicazione si chiuse, mentre all'altro capo il capitano Wood sbraitava:

"Price? Price?! Mi ricevi? Passo! Price! Rispondimi, cazzo!"

 

Seth si sedette sulla branda, passandosi una mano sul viso, e poi tra i capelli scuri.

Joey…

Forse non l'avrebbe più rivisto.

Quel pensiero lo colpì come una stilettata in pieno petto.

Cercò di non pensarci, ma nella sua mente continuavano a susseguirsi ricordi… Ricordi felici, tristi, di paura, d'azione o di momenti difficili.

Ed in tutto ciò che aveva passato, Joey gli era accanto. A rivolgergli una parola di conforto, un sorriso, un cenno, od anche solo uno sguardo.

No, non doveva, non poteva pensarci.

Ma quella sera sentiva terribilmente la mancanza del suo commilitone, del suo amico, del suo…

Si bloccò e scosse la testa.

Era tutto finito, ancor prima di cominciare.

Forse non sarebbe riuscito a dirglielo…

Mai più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'Angolo di Zazzy

 

*agita bandierina bianca*

Lo so, avevo detto che avrei aggiornato tarmi, ma… hem XD

Ed è pure un minichapter… ah, voi due adorate che per ora mi seguite, dovete dirmi se preferite aggiornamenti più lunghi ma che richiedono più tempo da attendere, oppure miniaggiornamenti un po' più frequenti di questa portata ;)

Attendo opinioni ^^

(non preoccupatevi, più avanti ci saranno chiarimenti, approfondimenti e quant'altro… anche e soprattutto su vostra richiesta! XD)

Ora vi lascio, prima di venire lapidata… *fugge*

 

Bacioni <3 Zazzy

 

PS: Ah, già! Le recensioni sono per me linfa vitale! E senza di loro produco roba di scarsa qualità (come avete appuraro XD)…. *viene colpita in testa da un sasso*

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




Capitolo 3

 

 

La neve scricchiolava sotto i suoi passi, appesantiti dall'equipaggiamento.

Il suo respiro si condensava in candide nuvolette di vapore che svanivano con altrettanta rapidità con la quale apparivano.

Seth si fermò un momento per riprendere fiato, e lasciò vagare lo sguardo alla luna lontana, che illuminava il bianco paesaggio semi montano.

La sua luce nivea e lattea donava ai dintorni un'apparenza quasi mistica, ricoprendo d'argento alberi, massi e sentieri.

Il soldato si concesse un momento per respirare a pieni polmoni quella pace, dal silenzio rotto soltanto dai suoi respiri e dai suoi lievi movimenti.

Pensò che sarebbe stato bellissimo essere lontano da lì, a casa, magari di fronte al calore rassicurante di un focolare.

Poi sentì che le mani gli facevano male per il freddo, e ripartì.

Sarebbe stato un lungo turno di vedetta.

Quando arrivò alla postazione di sentinella, dopo qualche minuto di marcia, sentì una strana sensazione allo stomaco.

Si intimò di non pensarci, ed aprì la porticciola cigolante.

Joey era già lì, avvolto nella mantella, intento a sorvegliare i dintorni.

Quando Seth entrò, chiudendosi la porta alle spalle, gli rivolse un cenno con il capo e lo invitò a sedersi accanto a lui.

Il soldato lo salutò a sua volta in silenzio, sbattè un poco gli stivaletti per liberare le suole dalla neve compattata, e si accomodò vicino al tenente.

Gli sfuggì un singulto, e Joey si girò verso di lui, quasi… apprensivo?

Seth lo guardò negli occhi, in quei pozzi grigi che illuminati dalla luce della luna parevano risplendere d'argento, e vi lesse prima confusione, poi comprensione.

Il tenente si bloccò un attimo, poi si riscosse, e si portò più vicino al commilitone, offrendogli metà della mantella.

Dopo un momento di esitazione, il soldato accettò di buon grado quel po' di calore che gli era stato donato, e si sistemò meglio vicino a Joey.

Forse la notte non sarebbe stata così lunga, si ritrovò a pensare Seth.

 

---

 

Seth affondò il viso tra le mani, e così rimase.

Era ormai sera, non c'erano novità, ed aveva addirittura iniziato a piovere.

Aveva terminato tutti i suoi compiti, e lì in tenda non aveva più nulla da fare. Evento raro e sempre apprezzato, ma perché doveva capitargli proprio quando aveva più bisogno di tenersi impegnato?

Il destino amava così tanto giocare con lui? A lasciarlo sprofondare nei ricordi..?

Di colpo si rese conto di quanto quella tenda fosse vuota.

In quel momento, qualcosa dentro di lui si spezzò.

Seth stava per ripiombare nei suoi agrodolci e melanconici pensieri, ma un urlo concitato ruppe il silenzio in cui era caduto l'accampamento, ed il soldato si precipitò fuori dalla tenda, avvicinandosi ai commilitoni già riuniti.

"Muoversi, muoversi! Un medico, un autista ed una scorta all'avamposto nemico! Rapidi, rapidi!"

Il capitano Wood indicò un paio di uomini ed in fretta e furia organizzò il piccolo squadrone.

Guardò anche lui, e silenziosamente gli intimò di prepararsi alla partenza.

Il soldato corse nella tenda, afferrò fucile e zaino e si mise l'elmetto, e più veloce che poté si unì ai commilitoni scelti.

Prima di salire sul retro della vettura, pensò che se anche non fosse stato chiamato al dovere, li avrebbe comunque seguiti.

Per la prima volta dopo tanto, mentre gli alberi gli sfrecciavano accanto e mentre si teneva in equilibrio a causa dei sobbalzi, Seth pregò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'Angolo di Zazzy

 

-E rieccoci, mie due care lettrici (non capisco sinceramente come facciate a stare dietro a questi assurdi obbrobri che spaccio per "capitoli" XD), con un nuovo minichapter ^^

Penso mi piaccia inserire questi flashback qui e lì, e se a voi va bene continuerò :)

Come vedete mi sono impegnata di più con descrizioni e quant'altro (cavolo, se così è come mi impegno faccio proprio schifo! XD), e mi auguro che il tempo che avete passato a leggere l'obbrobrio qui sopra sia stato quantomeno gradevole :'3

Or vi lascio, miei commilitoni;

A presto! ^^

 

Bacioni <3 Zazzy

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




Capitolo 3



Il senso di torpore aumentava con il passare del tempo e, nonostante fosse ormai notte inoltrata, il mondo -quello spicchio di cielo cinereo e pesante- appariva cangiante agli occhi di Joey.

La pioggia fine ma battente ed il costante vento freddo gli avevano intorpidito gli arti già da un bel po'.

Era stata strana, quella missione…

All'inizio il tempo sembrava non passare mai, dilatato e funereo gli pesava sulle spalle, ostacolandogli i movimenti e facendogli mancare il fiato.

Ma poi gli eventi si erano susseguiti con una tale e meccanica velocità che il tenente faticava persino a ricordarli ed ordinarli.

Il posizionamento delle cariche, il lungo appostamento, la detonazione e l'eliminazione degli ultimi soldati nemici…

Era stato disorientato a tal punto da non essersi accorto che il capitano della truppa gli aveva puntato contro una pistola, ed aveva sparato.

Joey aveva appena fatto a tempo a finirlo con una fucilata, poi si era accorto del dolore lacerante alla spalla sinistra.

Le gambe gli erano cedute, ed era caduto a terra senza emettere un suono.

Ed ora era tutto così attutito… come se le cose fossero state di ovatta.

Ma il freddo ed il dolore restavano reali, tangibili. Non lo abbandonavano nemmeno per un secondo, e Joey non sapeva se sorridere al fatto di non essere solo.

Voleva chiudere gli occhi, ma doveva aspettare i soccorsi…

Sarebbero davvero arrivati, poi?

Non lo sapeva, ed aveva le palpebre così pesanti… Decise di cedere a quella tiepida ed invitante penombra che si stagliava dietro ai suoi occhi.

Poi un'immagine lo bloccò, facendolo annaspare e riportandolo a fissare il cielo, strappandolo con forza da quel luogo sconosciuto e costringendolo a restare lucido;

Era Seth che, sorridendogli, gli diceva che l'avrebbe aspettato.

Poco dopo Joey sentì il rumore del motore di una camionetta, e capì che la Morte, per quella volta, avrebbe dovuto attendere.

 

Troppo tempo… ci avevano messo troppo tempo a percorrere quella distanza; quella purtroppo lunga strada che li separava… che lo separava da Joey.

Durante il viaggio il comandante di squadra aveva dato alcune direttive, specificando che nessuno era sicuro se la missione fosse riuscita o meno, perciò dovevano essere pronti a qualsiasi situazione fosse loro capitata di fronte.

Come sempre… Aveva pensato il soldato.

Quando la vettura si fermò al limitare dell'accampamento devastato e silenzioso, Seth fu il primo a saltare a terra e, su direttiva del superiore, partì di corsa assieme ad un commilitone alla ricerca del tenente Price; i compagni restanti si erano spostati all'individuazione di materiale utile, come mappe e documenti nemici, nelle tende dei maggiori.

Il soldato superò alcuni cadaveri, muovendosi in fretta nella pioggerella fitta che aveva iniziato a cadere da un'ora a quella parte nei dintorni, scandagliando con metodica e rapida accuratezza il terreno e -suo malgrado- i corpi che lo occupavano.

D'un tratto, Seth si bloccò ed il suo cuore perse un battito;

Appena vicino al capanno delle armi aveva notato un movimento.

Non poteva esserne sicuro… poteva essere un nemico.

Imbracciò saldamente il fucile ed avanzò, curioso ma nello stesso tempo timoroso a riguardo di ciò che avrebbe trovato.

Il soldato svoltò l'angolo, con l'indice della mano destra pronto a scattare sul grilletto…

E per poco non gli cedettero le braccia.

 

 

 

 



 

 

 

 

L'Angolo di Zazzy

 

-L'autrice fallita is back! :D

Che bello, 3 recensioni per lo scorso capitolo e 4 che seguono la ff… ^^

Vediamo che mi dite di questo, anche se come si può notare con la suspense faccio schifo… ma dettagli XD

Volevo scrivere di più stavolta, ma non ce l'ho fatta (è anche tardi comunque, capitemi :3) e sono tornata ai microcapitoli :<

Mespiase *dialetto Veneto power*

 

Fatemi sapere cosa vi piacerebbe leggere nei prossimi chap, plz :\

Perché essendo geniale, la trama della storia mi appare sfocata, e perciò se posso accontentarvi approfittatene ^^

Alla prossima, bros! ;)

 

Bacioni <3 Zazzy

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



Capitolo 5


*Flashback*

 

Così giovane, e già promosso tenente del suo squadrone.

Certamente non a caso il soldato Joey Price, detto "Riot" per la sua specializzazione antisommossa, era stato scelto per quel gravoso grado.

In poco tempo aveva dimostrato grande valore e versatilità: quando le cose si facevano difficili sapeva far coraggio ai suoi compagni ed aveva un'ottima capacità decisionale, segno caratteristico della sua naturale dote al comando.

La recente dipartita del primo tenente aveva comunque giocato un ruolo fondamentale nella promozione del giovane soldato, il quale non era però molto sicuro di volersi far carico di una tale responsabilità. Da quel momento, infatti, tutte le sue decisioni avrebbero pesato sui commilitoni, e avrebbero giocato un ruolo importante sulla riuscita o meno delle operazioni.

Da antisommossa, riparato dallo scudo e da tutte le protezioni della specializzazione, si era ritrovato in equipaggiamento leggero e con parecchi armamenti a sua disposizione, tra cui oltretutto non sapeva davvero decidersi.

Ma, come da quando aveva iniziato a combattere, si sarebbe adattato.

Dalla sua parte aveva un… dono: era pronto a morire in ogni momento.

Complice di questa preparazione, un incidente che da più giovane lo aveva quasi spento. Da allora Joey e la Morte avevano sempre convissuto, giocandosi a vicenda qualche scherzetto, come solitamente fanno i vecchi amici che si conoscono da una vita.

Forse anche per quello il giovane si era arruolato; per mettere in qualche modo ad uso comune la sua "esperienza".

Essere pronto a morire non significava comunque essere uno scavezzacollo sfrontato che se le andava a cercare, poiché restava un ragazzo molto prudente ed organizzato -cosa che lo rendeva appunto affidabile e degno di fiducia.

Era soltanto più freddo e logistico dei compagni, avendo soppresso le inutili emozioni che, in quel campo, lo avrebbero soltanto ostacolato.

E c'era certamente un motivo se stava sempre per conto suo e non parlava quasi mai con nessuno: non voleva legarsi, soprattutto perché -ed ammetterlo gli costava molto- si affezionava facilmente.

L'unico a cui si teneva vicino, prettamente soltanto per logistica organizzativa che per simpatia reciproca, era il burbero capitano Joseph Wood.

Joey lo ammirava, poiché era un uomo emozionale ma stoico: prima o poi, si diceva, avrebbe scoperto il suo segreto.

O aveva una volontà di ferro, o aveva visto morire i suoi soldati così tante volte da temprarsi.

"Alla morte non ci si abitua. Mai." soleva dire, però, se qualcuno faceva domande in merito.

 

Quel giorno di inizio primavera erano giunte le nuove leve scelte per la squadra speciale.

Organizzare il loro arrivo in sicurezza era stato un calvario in termini organizzativi, con variabili estremamente fragili quali la possibile individuazione nemica e le conseguenti precauzioni.

L'unica cosa che Joey sperava a quel punto, dopo notti passate insonni con il capitano e il sottotenente a pianificare, era che ne fosse valsa la pena, e che quelle reclute fossero soggetti validi.

Ma quando quegli occhi nocciola si posarono nei suoi, il giovane tenente capì che nulla era stato vano.

Perché era a quelle stesse iridi luminose, così in contrasto con il suo sguardo grigio, che Joey doveva la vita.

 

 


 

 

 

L'Angolo di Zazzy

 

Yap, Zazzy's back! :D (ma perchéé?? ndTutti)

… *guarda la lunghezza del capitolo* …

Faccio schifo; vi faccio aspettare così tanto (scherzo. mi illudo che qualcuno segua sta storia XD) e per un chap così corto che avrete impegato a leggere sì e no… 10 secondi? meno? X'3 mi sento inetta\inutile\jhcnekjnelj

Anyway…….

boh, questo è flashback, ci sono tantissimi errori ed è così confuso che non si capisce nulla XD (perchè sono confusa anche io; le long fic non le so gestire! in questo periodo sono stata sopraffatta da una valangata di idee nuove ed altrettanto inutili :'3)

Boh -agggaaiiinnnn- grazie a tutti coloro che hanno recensito e che recensiranno <3 <3 *so much love*

Faccio del mio meglio, ma scuola e lavoro (no… fare la disegnatrice di Abusing the Blues [Explosm.it] ogni more di papa non è un LAVORO, è inutile che mi illuda XDD) mi rubano… tutto :'D

Alla prossima guys!! ^3^

Ricordate che il gatto nero vi ama tutti, e se recensite avrete le sue magiche fusa che vi terranno la sfortuna lontana ç^ç *abbraccia i lettori con affetto*

Nya a tutti! ^^

 

Bacioni <3 Zazzy

 



 

 

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