Sai giocare?

di Eliot Nightray
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm Kuroko ***
Capitolo 2: *** Siamo più che amici? ***
Capitolo 3: *** La partita ***
Capitolo 4: *** Gelati e sorbetti ***
Capitolo 5: *** Ho deciso di ricominciare ***



Capitolo 1
*** I'm Kuroko ***


Piccolo angolo della Eliot:
dunque dopo giorni e giorni passati a guardare kuroko no basket ho avuto un’idea. Arisu mi ha richiesto una nuova ff su gli HTF ed ecco quindi un crossover fra queste due serie. I personaggi degli htf vestiranno i panni di giocatori di basket nel liceo Seirin guidati dal loro insopportabile allenatore. Spero vi piaccia. Lascio a voi immaginare chi saranno i 6 misteriosi giocatori della Generazioni dei miracoli.

Fiori di ciliegio piroettavano nel cielo azzurro, era primavera , il liceo aveva finalmente  aperto i battenti. I ragazzi correvano fra una bancherella e l’altra circondati dalle urla dei gruppi sportivi e gli strimpelli del gruppo di musica. Un ragazzo alto , dal portamento fiero camminava spedito trascinandosi dietro un ragazzo del secondo anno. Il suo obbiettivo? Un piccolo tavolo di ebano con qualche foglio stracciato, ecco quale era il suo obbiettivo. La ragazza dietro il tavolo fissò il ragazzo dai capelli verdi e non poté fare a meno di notare lo sguardo felino, simile a quello di una tigre. Ho trovato una nuova recluta, sussurrò a bassa voce Handy, il povero disgraziato del secondo anno che stava facendo da borsa da tracollo al gigante verde. Forse è lui che ha preso te, pensò il coach osservando Handy.

-          Sono qui per iscrivermi  alla vostra squadra.
-          Oh.. – la ragazza lo fissò analizzandolo attentamente per poi passargli un foglio, gli indicò i punti in cui appuntare i suoi dati e lo lasciò perdere. – come ti chiami?
-          Flippy – il ragazzo non terminò la frase che già aveva lasciato il foglio firmato sul tavolo.

Era meglio così, era meglio comportarsi da burbero bastardo fin dall’inizio piuttosto che fare capire agli altri che cosa fosse veramente. Lui stesso si definiva un mostro, anche se i medici si limitavano a parlare di shock post traumatico o di fesserie simili. Si stiracchiò e si incamminò verso l’uscita del liceo. Non aveva voglia di passare ore ed ore ad ascoltare ragazzine eccitate o le risate dei ragazzi. Si incamminò così per la strada, voleva prendere un po’ di dimestichezza con la città, dopotutto era da tanto che non ci tornava. Era sempre la stessa città, stesse case, stessi odori e profumi. Perso nei pensieri com’era non si accorse di aver travolto una ragazza. la testolina rossa ed arruffata di quest’ultima si sollevò con un forte rossore sulle guance , che Flippy non riuscì ad identificare con correttezza. L’assurdo groviglio di capelli della ragazza lo attirò così tanto che l’altra fu costretta a scrocchiare le dita per attirare la sua attenzione. Era arrabbiata, questo era certo, ma se pensava che gonfiare le guance fosse il modo più appropriato per esprimere la sua ira si sbagliava di grosso. Non poté trattenere un risolino, persino quando l’altra grugnì a bassa voce. La aiutò ad alzarsi, ma l’altra sembrava spaventata da quel gesto. Si controllò il battito, come a voler costatare di essere ancora se stesso, e l’altra lo guardò storcendo il naso prima di alzarsi facendo leva sulla mano di Flippy. Si ripulì la gonna celeste ed i calzettoni, e notò finalmente che aveva la stessa divisa della sua scuola, probabilmente era del suo stesso anno.

-          Non volevo..
-          Chiedi scusa adesso – fece l’altra storcendo il naso. Flippy la fissò ancora una volta era buffo vedere quanto fosse piccola rispetto a lui.
-          Lo sto facendo.. dammene il tempo materiale..
-          A… scusa..
-          Sono io quello che si deve scusare…  non tu…
-          A già. S..
-          Non ti scusare!
-          Io sono Flaky
-          Cosa?
-          Il mio nome… è Flaky.. ma tutti mi chiamano porcospino per via dei capelli…
-          Preferisco Flaky, io sono Flippy piacere di conoscerti.

Non poté trattenersi dal sorridere a quell’imbranato nanetto rosso e l’altra sorrise a sua volta. In vita sua nessuna ragazza si era avvicinata mai a lui, lo scudo che era riuscito a costruirsi in anni gli aveva consentito di allontanare le sue possibili vittime, ma lei era lì. Benché il suo viso fosse stato truce fino a quel momento, le sue parole fredde e lo sguardo altrove, adesso non poteva che sorridere. A quel pensiero quella dolce piega del viso si incurvò su se stessa, ma Flaky non sembrò accorgersene perché sorrise innocentemente piegando di poco il capo. Flippy spalancò gli occhi, ma mantenne la stessa piega cupa sulle labbra. L’altra tuffò la testa nel borsone che portava sulla spalla e ne estrasse un piccolo portachiavi arancione. La ragazza glielo posò sulla mano e Flippy poté costatare che si trattava di una carota.. UNA CAROTA? Ora che la osservava con maggiore accuratezza notava anche la presenza di un sorrisetto, un paio di occhietti vispi, delle gambette e delle piccole braccia. Flaky ne portò un’altra di dimensioni maggiori, paragonabili alla sua mano, davanti al viso e sorrise. Quella ragazzina era strana, veramente. Lo salutò con la mano, ma Flippy rimase a fissare il marciapiede. Pensava a qualcosa di intelligente da dire, qualcosa di semplice, che non la avrebbe spaventata, ma quando alzò la testa lei era già scomparsa. Come ci era riuscita? Si guardò intorno spaesato e poi si voltò sentendo la voce della ragazza del banco. Ansimava e si guardava anche lei intorno, sembrava alla ricerca di qualcosa o per meglio dire di qualcuno. Era alta, formosa, i capelli violacei tanto chiari da sembrare bianchi ricadevano come onde sinuose sulle spalle della ragazza. tuttavia non la trovava attraente, anzi. Gli fece cenno di rientrare e lui la seguì rapidamente, si stava dirigendo verso la palestra, probabilmente era una ragazza pon pon. Ecco quindi la palestra, niente di spettacolare, niente di allucinante. Si mise in fila insieme agli altri e non poté che tornare ai vecchi tempi , quando ad ordinargli di stare in fila erano generali e non ragazzine. Passò davanti ad ognuno di loro e sembrò cadere in estasi non appena gli passò accanto.

-          Lammy!!
-          Oh scusate… io sono Lammy il vostro coach.

A chiamare il nome della ragazza fu il capitano, un certo Lumpy. Si affacciò tanto pe guardarlo in faccia e poi tornò  su Lammy. Non gli piaceva , non gli piaceva proprio avere a che fare con troppe ragazze. Alla frase della ragazza seguirono una serie di bisbigli e mentre lei si aggirava in costante ricerca, qualcuno arrivò a dire che fosse carina, ma subito il capitano lo avvertì di stare attento. Si domandò in quale classe fosse Flaky, per poi scuotere la testa con forza tornando a pensare ad altro. a casa lo aspettava Caligola, il suo gatto. Un grasso, anzi obeso, scottish fold incapace di fare niente se non trascinarsi in ogni stanza per schiacciare un pisolino. Lammy si guardò ancora intorno ed alla fine sospirò pesantemente.

-          Beh.. sembra che Kuroko non ci sia.. Dio capisco che sia uno della generazione dei mmiracoli però..
-          Io sono sempre stata qui..
-          EEEK! – Lammy urlò spaventata davanti ad un ragazzetto smilzo con i capelli rossi.
-          Tu….
-          Si?
-          Da quanto sei qui?
-          Da sempre…
-          Sei Kuroko giusto?
-          Yep…..
-          È vero che eri parte della generazione dei miracoli? – domandò un ragazzo della squadra seguito subito da un altro.
-          Perché non hai nemmeno un articolo?
-          Il giorno che è venuto il giornalista si sono scordati di me..
-          A… che tristezza…
-          Beh .. – Lammy lo squadrò molto rapidamente e fece uno strano sorriso. – cominciamo.

La partita era così noiosa che Flippy non dovette neppure impegnarsi per segnare, ma non poteva che lanciare occhiatacce verso il fantomatico nuovo giocatore. Quel Kuroko, non faceva niente, se non perdere la palla di continuo. Flippy ringhiò e temette di perdere completamente la pazienza. Alla fine il ragazzino parlò invitando gli altri a passargli la palla. In meno di un secondo aveva la palla fra le mani, ma non palleggiò semplicemente passò la palla con una velocità tale da lasciarlo di stucco. Palla dopo palla il ragazzino era stato capace di passare senza alcun problema ad ogni giocatore. Il coach applaudì con forza e gli invitò a cambiarsi, ma chiamò Kuroko affinché restasse con lei. Flippy si domandò il perché e poi si cambiò rapidamente. Se ne andò al campetto, era buio il momento più adatto per giocare. Lanciò un paio di volte la palla, ma dovette bloccarsi quando qualcuno gli passò davanti rapidamente, era lui, il ragazzo dei miracoli. Il suo desiderio da quando aveva sentito parlare della Generazione dei miracoli era batterli, tutti quanti nessuno escluso. Gli puntò la palla contro e quello lo fissò curioso.

-          Ti sfido adesso, solo io e te..
-          Come desideri…

La palla si mosse rapida, ma Flippy non ebbe alcun problema a fare canestro. Al quinto punto si fermò e lo fissò con cattiveria. Perché non si stava neppure impegnando credeva forse che fosse un tizio qualunque? Un incapce?

-          Impegnati maledizione!
-          Mi spiace Kagami.. ma tu sei più forte..
-          E lo ammetti così?
-          Beh è vero…
-          Tsk sai ragazzino dovresti smettere di giocare a basket..
-          Per un periodo ci ho pensato…
-          Tsk – Flippy gli afferrò il pallone dalle dita, ma quando l’altro si allungò per riprenderla si accorse di qualcosa. Un segno fin troppo poco virile spiccava sul suo petto – un.. seno?
-          EEEK!
-          SEI UNA RAGAZZA?
-          Non urlare ti prego… o ti sentiranno
-          COSA??
-          Ho sempre fatto così , anche quando ero alle medie..
-          Ma non è contro le regole?
-          Certo… ma io voglio giocare e in questa scuola non esistono squadre femminili e non volevo andare … beh è una lunga storia
-          Gli altri lo scopriranno…
-          Lammy già lo sa… non so come l’abbia capito… ma non ho problemi, ci sono abituata…
-          Come ti chiami?
-          Non mi riconosci Flippy…
-          N..
-          Sono Flaky..

Rientrando a casa Flippy non poté che ripensare a quella ragazza, quella tipa era davvero strana. Gli aveva detto che era solo un'ombra e che lo avrebbe aiutato a raggiungere il suo sogno, sconfiggere la generazione dei miracoli, perché solo la più luminosa delle luci può trascinarsi la più oscura delle ombre. Così aveva detto lei. Entrò in casa ingoiò un paio di pasticche appena in tempo per vedere Fliqpy fissarlo nel riflesso della finstra. Benchè provasse ostinatamente a ricacciarlo dentro quello continuava ad ossessionarlo. La sua voce si insunò rumorosamente nei suoi pensieri. 

-          Ti piace quella eh?
-          Taci..
-          La vorresti?
-          STAI ZITTO
-          Solo tu sai il suo segreto.. è.. interessante non credi?

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Capitolo 2
*** Siamo più che amici? ***


ANGOLINO: Prima volta che faccio un crossover quindi non uccidetemi. Ho seguito il corso degli episodi cambiando un poco, tanto per renderla più mia. Mi sono solo ispirata alla storia, ma ci sono varie differenze :D


Quella mattina si svegliò pieno di energie, pronto come non mai a farsi valere. Si fece una doccia rapida e corse a cambiarsi. La strada per il liceo sarebbe stata noiosa, come al solito, ma sentiva che quel giorno sarebbe successo qualcosa di fantastico. Ripensando alle parole di Flaky non poté che pensare che forse quella ragazzina non era poi così matta, dopotutto era incapace di giocare a basket , ma era incredibile nel passare la palla. Ci pensò su cercando di riportare davanti a se l’immagine viva della partita. Era stata fenomenale, se un momento prima si era dimostrata un’imbranata dopo era riuscita a compiere passaggi che mai in vita sua aveva visto. Sentì il rumore di una bibita bevuta da una cannuccia  e nel voltarsi vide Flaky. Non poté che saltare indietro spaventato, da quanto tempo era lì? Si guardò intorno confuso e l’altra lo seguì in quella strana ricerca di sguardi.

-          Cosa cerchi?
-          DA QUANTO SEI QUI??
-          Non urlare per favore è mattina…
-          Scusami…
-          Da un po’..
-          Questa non è una risposta maledizione… cosa sei un fantasma?
-          No.. sono un’ombra te l’ho detto

La lasciò fare mentre dondolava sulle gambe trangugiando un frappè alla vaniglia, COSA? Come poteva mangiarsi una cosa del genere di prima mattina? Cercò di non pensare alle suppliche che il povero cervello di Flaky le stava lanciando e tornò a ripensare al giorno precedente. Quella parola, quello strano riferimento a se stessa come ad un’ombra lo aveva lasciato di stucco e pensieroso dalla sera precedente. Si era riferita a se stessa come ad un’ombra, un essere inesistente ed impalpabile, ma Flippy riusciva a vedere bene Flaky , lei era lì accanto a lei ed era una persona vera. Non si accorse nemmeno di essere arrivato davanti al liceo, tantomeno che Flaky era di nuovo scomparsa, poteva essere veramente un fantasma quando voleva. Disteso sul banchino si domandava in quale classe fosse Flaky, dopotutto era del primo anno, questo era certo. Lei era uno dei giocatori della generazione dei miracoli, eppure tutti gli avevano parlato di cinque giocatori e non di sei. Forse quella sua reputazione di ombra era dovuto proprio a questo. Scosse la testa cercando di riportare il pensiero ai soli giocatori di basket, senza preoccuparsi dei loro nomi o del loro aspetto. La campanella suonò e subito la porta si aprì lasciando uscire Flippy frettolosamente. Voleva parlare con Lammy e lo avrebbe fatto a costo di ficcarle un paio di cesoie nella mano per farla stare ferma. Scosse di nuovo la testa, non aveva tempo per Fliqpy, la sua unica utilità era per il basket. Ed ecco Lammy, presa dalla sua macchina fotografica. Voglio essere un titolare proruppe Flippy sguaiatamente, l’altra saltò quasi sulla sedia e le ci volle un po’ prima di riprendersi.

-          Prima Kuroko ed adesso tu…
-          Flaky è stata qui?
-          Già… dio mio…
-          Scusa..
-          Tranquillo vediamo un po’ vuoi essere un titolare? Bene dovrai superare una prova..
-          Di che genere?
-          Fatti trovare sul tetto ci saranno tutti.
Non se lo fece ripetere due volte, salì sul tetto e trovò tutta la squadra di basket in attesa, mancava solo Flaky. Pensò che avrebbe saltato il test, altrimenti tutti avrebbero scoperto il suo segreto. Lammy se ne stava davanti a lui con un sorrisetto trionfale che si allargò maggiormente quando la porta si aprì. Flaky entrò nel raggio visivo di tutti a piccoli passi. Qualcuno arrossì, altri parlarono a bassa voce, l’unico che la salutò fu Flippy seguito a ruota da Lammy.
-          Coach.. – fece il capitano con tono serio- non credo che altri dovrebbero sapere che siamo qui..
-          Ehm… io faccio parte della squadra..
-          EH? Non abbiamo ragazze pon pon – fece Handy sollevando le sopracciglia confuso. Flaky sospirò ed appoggiò la borsa a terra, era frustrante dover ripete di nuovo la stessa scenetta di anni prima.
-          Sono Kuroko.. mi chiamo Flaky Kuroko
-          COSA?
-          Una ragazza?
-          Non è possibile!
-          È contro le regole!
-          Cosa c’è di male? La vita ci insegna che una persona è tale rispetto a ciò che ess racchiude indifferentemente dal suo sesso o dal colore della pelle. Non vedo quindi quale sia il dilemma, dopotutto ho sempre giocato con altri ragazzi fin da quando ero alle medie.
-          Bene ora che ci siamo tutti – iniziò Lammy sollevando il fischietto – diamo inizio al nostro test. Dovrete affacciarvi sul terrazzo ed urlare a tutti il vostro sogno, il vostro più grande desiderio..
-          Altrimenti? – domandò a bassa voce uno del primo anno.

Lammy non rispose si limitò a fissare il ragazzo costringendolo a nascondersi dietro Handy. Flippy fu il primo, che problema c’era ad urlare un po’? flaky dietro di lui si tappò le orecchie già pronta a non farsi sfondare i timpani e Flippy urlò con tutta la voce che aveva in corpo. “ Batterò la generazione dei miracoli” disse. Flaky dietro di lui indicò un megafono e chiese cortesemente di poter utilizzarlo, non era abituata ad urlare. Era strana , però doveva ammettere che aveva un ché. I capelli perennemente arruffati e corti, il fisico snello , l’altezza scarsa e quei grandi occhi rossi lo attiravano. Sbatté con forza la mano sulla fronte impedendo così a Fliqpy di trasformare il suo innocente pensiero. La porta si spalancò un’ennesima volta lasciando entrare il preside, sembrava irritato. Gli ordinò di uscire, di andarsene, dopotutto era vietato stare lì. Cercò di rimanere accanto a Flaky senza perderla di vista e l’altra rallentò in modo di dargli il tempo di raggiungerla.

-          Perché dici di essere un’ombra?
-          Beh sono invisibile al mondo ecco perché…
-          Beh io.. ti vedo no?
-          Perché tu sei una luce ed un’ombra non può che oscurarsi diventando sempre più nitida al cospetto di una luce simile.
-          Perché… dici cose così imbarazzanti? – domandò Flippy arrossendo visibilmente
-          La verità non è imbarazzante, tu hai un sorriso innocente quando giochi, ami il basket e non solo per il sapore della vittoria. Ecco perché sei una luce…
-          A… è strano questo pensiero sai?
-          Non lo trovo strano… comunque puoi credere ciò che vuoi
-          … non volevo offenderti..
-          Non mi sono offesa…
-          Posso farti una domanda?
-          Dipende…
-          Come diavolo riesci a bere del gelato di prima mattina?
-          Parli del frappè…
-          Si com’è che il tuo cervello non si è ancora congelato? – Flaky lo fissò sollevando un sopracciglio prima di accennare un sorriso lieve.
-          Suppongo che sia molto resistente.

Flippy tornò ai suoi pensieri, era una ragazza carina no? Non capiva nemmeno perché stesse parlando con lui, non aveva niente di affascinante, anzi spesso gli avevano detto che il suo solo sguardo faceva arretrare le ragazze. Flaky però sembrava essere diversa , ma forse era soltanto lo strano groviglio di nodi cespugliosi che aveva in testa a farla sembrare tale. Se mai lo avesse conosciuto veramente, sarebbe scappata via come tutti. La fissò per un istante, il tempo necessario per notare che stringeva una scatola fra le mani. Le aprì la porta della palestra e l’altra entrò ringraziando a bassa voce, perché non poteva alzare di qualche tono il volume? Dio era impossibile sentirla, Batman in persona avrebbe avuto dei problemi.  La squadra di basket si voltò un’ennesima volta verso Flaky, sembrava strano per loro credere di aver giocato con una ragazza.

-          Mi spiace di non essermi presentata in modo corretto… perdonatemi… ho portato questi come scusa. – aprendo la scatola Flaky mostrò una massa confusa di omini verdi e gialli.
-          Cosa sono?
-          Mini ortaggi portachiavi.. li faccio io… nel tempo libero, sono per ognuno di voi..penso che possi bastare
-          PENSI CHE BASTI UN ORTAGGIO? – urlò Lumpy furioso.
-          Hanno le gambette… - aggiunse Flaky tranquilla. – è successo così anche tre anni fa, mi spiace, ma questa era l’unica scuola in cui volevo stare e voi siete l’unica squadra. Mi piace il vostro gioco e non darò fastidio, mi cambierò nell’armadietto se preferite..
-          NELL’ARMADIETTO – sbraitò Flippy dietro di lei. Gli altri si guardarono confusi per poi scoppiare a ridere.  Le si avvicinarono ed ognuno si prese il gusto di scegliere fra i tanti cavoli e broccoli che li guardavano speranzosi.
-          Beh puoi cambiarti nello  spogliatoio del coach anche lei è una ragazza
-          Uh.. è vero..
-          Bene allora siamo pronti .. ehi ma dov’è il coach?
-          Diavolo.. – Lumpy sembrava preoccupato..- se impiega così tanto tempo a tornare significa solo che i nostri avversari saranno degli ossi duri
-          Oh…

Flaky sembrava essere l’unica tranquilla in tutto quel trambusto. La porta si aprì lasciando entrare un ragazzo alto dai capelli color cielo. Sorrideva ad un gruppo di ragazze dietro di se che continuavano a spingere quasi fossero state un blocco della fanteria. Flippy piegò di poco il collo per guardarlo meglio, sembrava un vero idiota, il tipo coglione che si è perso. La porta si richiuse ed assieme a lui apparve Lammy. Il nuovo arrivato si spostò verso Flaky con un sorriso ebete e le braccia aperte. Che voleva quell’individuo da lei? La strinse fra le braccia , ma Flaky non si oppose.

-          Mi stai.. soffocando..
-          Uh! Perdonami…
-          Si può sapere chi diavolo sei? – domandò Flippy sentendo la rabbia crescere rapidamente.
-          Non vedi che sto parlando con Flaky? Oh ero così felice quando mi hanno detto che avrei giocato contro di te …
-          Ripeto la domanda chi sei?
-          Lui è Splendid Kise.
-          L’uomo più splendido che c’è…
-          Salve.. Flippy Kagami..
-          Che brutto nome.. comunque io e Flaky eravamo migliori amici alle medie
-          Niente più che amici – aggiunse con calma Flaky
-          Cosa?? Così mi ferisci.. non sei contenta di vedermi?
-          La cosa non mi tange..
-          Come puoi essere così tremenda? Dopo tutti i bei ricordi..
-          Ricordo poco,  ho una memoria molto breve..
-          Perché vuoi farmi piangere?
-          Non è mia intenzione farlo, scusami..
-          Sai Kagami io e Flaky eravamo sempre vittime di bullismo da parte del resto della generazione dei miracoli..
-          Io no..
-          Flaky.. smettila di farmi sentire depresso!!
-          Io?
-          No babbo natale!
-          Allora rifattela con lui..
-          Era ironico.. – Splendid scoppiò a ridere sguaiatamente – non sei cambiata di una virgola.
-          Si… bene dopo questa diabetica rimpatriata potrei sapere perché sei qui? – domandò Flippy con tono acido.
-          Per giocare mi sembra ovvio! La mia squadra farà un’amichevole contro la vostra..
-          A… aspetta – Flippy si ricordò improvvisamente che la generazione dei miracoli proveniva dalla stessa scuola, la stessa classe e quindi anche quell’individuo doveva essere uno di loro. – tu sei uno della generazione?
-          Ovvio…
-          È vero, c’è persino un articolo su di lui! – aggiunse qualcuno del primo anno
-          Non leggetelo, è tutto sbagliato. Hanno esagerato con gli elogi… oh ma non parliamo di questo dopotutto Flaky non ha nemmeno un articolo..
-          Non mi tange la cosa..
-          So che sei triste..
-          Veramente no
-          E che vorresti tornare indietro nel tempo
-          …
-          HA DETTO DI NO CRISTO SANTO STA UN PO’ ZITTO!
-          Non urlare spaventi Flaky così……
-          Oh… scusa Flaky…
-          Tranquillo…

Splendid si allontanò indirizzandosi verso Lammy, sembravano conoscersi anche se l’altra non sembrava molto felice della sua presenza. La poteva capire, quel tizio era insopportabile. Flaky scomparve per l’ennesima volta e Flippy dovette sforzarsi di non saltare spaventato quando riapparve in divisa. Ora che la osservava meglio poteva notare le sue fattezze femminili, ben nascoste sotto l’abbondante divisa sportiva. Lammy continuò a chiacchierare con Splendid fino a quando un anziano ometto , appena entrato dalla porta, lanciò una palla da basket in testa a Splendid. Doveva ammettere che per essere un vecchietto ne aveva di forza. Lammy sbarrò gli occhi mentre Flaky applaudì lentamente , gesto che attirò l’attenzione di tutti.

-          Flaky… perché mi fai questo ? – domandò Splendid strisciando a terra
-          Perché il signore ha molta forza..
-          La ringrazio signorina..
-          Prego lei è?
-          Mr. Pickels, il maggiordomo della signorina Lammy..
-          No sei lo psicopatico che mi insegue è diverso!
-          Signorina non sia così sgradevole la prego..
-          Comunque che ci fai qui?
-          La sto salvando mi sembra ovvio
-          Da cosa???
-          Da quell’essere… - per una volta Flippy condivideva l’idea di qualcuno.. – e poi è sempre stato il mio sogno essere un giocatore di basket.. – l’uomo si allontanò tornandosene poi alla porta con una tuta sportiva… - che rapidità di cambio – vede signorina…
-          No.. il Transformers un’altra volta no ti prego Pickels..
-          Come vuole signorina, me ne vado.
Flippy tornò a Splendid, non poteva credere che dopo così poco avrebbe avuto l’occasione di sfidare uno della generazione dei miracoli. Non sembrava molto intelligente, ma a giudicare dall’altezza poteva essere un osso duro. Prima di ogni altra cosa voleva vederlo in azione, solo lui contro Splendid.
-          Giochiamo…

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Capitolo 3
*** La partita ***



Il frastuono della palla sul pavimento lo mandava in fibrillazione, era riuscito a convincersi a sfidare quel Kise ad una sfida, solo loro due, proprio come aveva fatto con Flaky, ma non si aspettava una delusione.  L’altro però non sembrava intenzionato ad interagire con lui. La palla rimbalzò, una, due , tre volte e alla fine la lanciò con forza contro Splendid che schivò lasciando che il pallone colpisse la faccia di Handy. Quest’ultimo dondolò un poco e poi cadde a terra mentre Lumpy lo fissava sconvolto. Flaky dietro Splendid storse il naso confusa e si dedicò ai capelli intrecciandoli di tanto in tanto, non sembrava molto interessata. Splendid lo fissò fingendo un broncio degno di un bimbo stupido e gli venne incontro.

-          Perché mi fai questo? È cattiveria..
-          Mi spiace , ma non sono qui per perdere tempo.. avanti giochiamo io e te
-          Io e te? Povera Flaky la lasciamo sola? Ok come preferisci.

Ecco di nuovo la palla che rimbalza, il rumore suadente delle gocce di sudore che scorrono rapide sul viso e il tonfo sordo del cuoio schiacciato sul pavimento. Flippy si piegò in avanti prontò ad afferrare il pallone fra le mani dell’avversario, ma l’latro fu più veloce, lo schifò ed andò a segno. Non se lo aspettava, era stato veloce e scaltro, adesso poteva finalmente dire di aver trovato un degno avversario. La porta si aprì rumorosamente ed il resto della squadra avversaria entrò mentre Flaky si appostava sulla panchina con le gambe incrociate portate sul legno. Splendid lasciò che la palla rimbalzasse a terra mentre si allontanava seguendo il flusso della squadra. Flippy lo osservò prima di tornarsene accanto a Flaky. Lammy apparve tranquilla davanti alla squadra del Seirin. Ci vuole disciplina, forza e strategia. L’arbitro fischiò un paio di volte e tutti si disposero sulla linea, davanti a Flippy stava Splendid con quel suo sorrisetto ebete che si portava appreso da quando l’aveva visto. Non sapeva esattamente perché , ma lo reputava un imbecille, niente di più. La palla si alzò in alto , ma Lumpy fu abbastanza veloce da prenderla al volo. Un passaggio, un altro poi finalmente Flipy poté percepire il cuoio caldo sotto i polpastrelli, ma si bloccò non appena davanti a lui apparì Splendid. Non sapeva cosa fare, sembrava un muro invalicabile. Flaky lo chiamò dietro di se e Flippy fece balzare la palla a terra ed eccola in uno di quei magnifici passaggi. Aveva la mano fra le dita affusolate ed un momento dopo aveva già lanciato la palla verso Lumpy. Eccola quell’espressione, la sorpresa ed il disagio che adorava vedere negli avversari.  Passò così il primo tempo, con un ponteggio equo. Kise sembrava agitato forse era persino arrabbiato. Flaky sembrava persa in qualche complotto mentale mentre Flippy non poteva che seguire attentamente ogni parola del coach. Se la sapeva cavare Lammy, qualcuno gli aveva detto che era la figlia di un vecchio militare o un coach di basket di alti livelli. A lui sembrava un miscuglio di entrambi. Ecco di nuovo il fischio. Flippy non vedeva l’ora di ricominciare, ma appena la palla iniziò a muoversi Splendid la stringeva già con ambo le dita. Flaky si spinse in avanti e riuscì finalmente a riprendere la palla, ma Splendid si piegò e il gomitò si schiantò con forza contro la ragazza. Flippy si bloccò e le corse incontro, Lumpy era già lì. Quando Flaky sollevò il viso una goccia di sangue stava scorrendo dalla fronte. Lammy chiamò un medico e subito Flaky si ritrovò sdraiata dietro la panchina. Splendid sussurrò il nome della ragazza, ma Flippy finse di non sentirlo. Un altro fischio, un’altra fine. Era il penultimo tempo, ma Flippy si sentiva come vuoto, quasi privo di arti. Nessuno riusciva a scappare da Splendid e sembrava che piano piano stesse apprendendo le sue mosse, ricopiandole. Non riusciva a riprendere palla se non in poche occasioni. Il distacco stava aumentando e quando il terzo tempo finì non poté che sgusciare davanti alla panchina con un sorriso mesto. Flaky era ancora lì , una fascia medica le copriva l’occhio e sembrava stesse respirando piano. Flippy era preoccupato per l’amica, dopotutto si era trattato di un brutto colpo.

-          Posso rientrare..
-          Flaky non mi sembra il caso..
-          Coach posso farcela..

La ragazza si alzò sicura sulle gambe e Flippy non poté che ammirare tanta volontà. Ultimo tempo, ultima occasione. Adesso si sentiva completo, era incredibile. Passavano i minuti, ma il loro punteggio aumentava con costanza. Ed ecco il tanto agognato pareggio. Flaky respirò pesantemente, era stanca, come non capirla. Splendid sembrava sconvolto, continuava a ripetere a bassa voce “pareggio”. Un solo secondo e Splendid era tornato alla carica, una nuova forza, qualcosa di feroce ringhiava dai suoi occhi. Sembrava diverso e Flippy se ne accorse non appena evitò una presa di Flaky. Adesso erano loro in vantaggio, ma questo Flippy non lo avrebbe permesso. Si spinse in avanti afferrò la palla e quando Splendid tentò di riprenderla , ma Flaky la passò indietro ed adesso era Flippy ad avere il potere.

-          Finisce qui- lanciò la palla e quella si conficcò nel cesto accompagnata da urli di gioia.
-          Io.. ho perso.. – Splendid sembrava incapace di capire, piangeva copiosamente e continuò fino a quando il suo capitano non lo colpì in testa.

Diamine avevano vinto, si voltò verso Flaky, ma quella era già sparita. La squadra lo trascinò nello spogliatoio e quando se ne uscì trovò la piccola Flaky con la sua divisa scolastica. Non poteva che accostare l’aggettivo adorabile accanto al suo nome.

-          Sei stanca?
-          Non troppo..
-          Bene ragazzi adesso andiamo a festeggiare!!
-          Festeggiamo? – domandò timidamente Flaky
-          Ovvio – rispose Lammy-

Eccoli di nuovo a camminare spediti come non mai. Flaky fissava di tanto in tanto Flippy era vero che lui era diverso, perché quel ragazzo non era come i ragazzi delle medie. Era davvero una luce, un diamante brillante in mezzo al nero carbone. Flippy si voltò verso Flaky e non poté che trovarla stranamente attiva, almeno nello sguardo. Scivolarono dentro un locale e Lammy gli ordinò di ingurgitare una bistecca gigantesca, dov’era il problema? Flaky dietro di loro emise un leggero sospiro ed aggiunse che non poteva farcela. L’intera squadra rimase di stucco Lumpy arrivò a gridare cercando il suo appoggio, ma l’altra uscì e Flippy se ne restò lì a mangiare tranquillamente. Flaky camminò lentamente fino a quando Splendid non comparve nel suo raggio visivo, le fece cenno di raggiungerla e non poté che acconsentire. Flippy dentro il locale aveva già ingurgitato la propria bistecca e gli avanzi degli altri. Quando uscirono notò che Flaky non era più lì. Non per una questione di abilità sportive, lei non c0era. Camminò rapidamente lungo la strada fino a quando non scovò la testa arruffata della ragazza dietro una panchina, davanti a lei Splendid.

-          Vorrei proporti un accordo Flaky
-          Dimmi..
-          Vorresti entrare nella mia scuola? Potremmo giocare di nuovo insieme..
-          Non sono interessata
-          Dio.. perché sei così fredda..
-          Sono realista
-          Potremmo tornare a giocare come ai vecchi tempi
-          Non sono un tipo attaccato al passato
-          Piccola Flaky..
-          Non sono piccola
-          Perché mi vuoi uccidere? Mi strappi il cuore…
-          Ti prego smettila con questi discorsi inutili..
-          Quel Flippy… è interessante…. Sembra avere delle potenzialità, presto sarà al pari della generazione dei miracoli. Non potrete più essere compagni di squadra, proprio come con
-          OHI! – Flippy si mosse dal suo nascondiglio, aveva ascoltato tutto di quel discorso. Se prima odiava quel tizio adessa lo voleva morto.
-          Hai sentito tutto? – domandò Splendid
-          Uh Flippy..
-          Certo che ho ascoltato tutto..
-          Dovresti esserne felice..
-          Di cosa? Io non lascerò che Flaky sia sola…
-          Tsk.. uh.. dov’è Flaky a proposito?
-          Eh?

Non c’era più, era sparita, di nuovo. Voltandosi Flippy la vide davanti ad una gang che giocava a pallone. Spalancarono entrambi la bocca spaventati e non poterono che lanciarsi nel mezzo del campo. Flaky non sopportava di vedere usare la violenza nel basket. L’uomo davanti a lei continuava ad inveire trattandola in malo modo. Sapeva di essere debole, ma doveva dire la sua. Flippy sorrise in modo sadico davanti all’uomo così preso ad elencare i difetti della compagna di squadra.

-          Una partitina?
-          Eh.. sei così alto..
-          Gioco pure io.. un tre contro tre..
-          Questo è più alto!!

Stracciarli era stato così semplice che non si era nemmeno dovuto cambiare, benché Flaky indossasse la gonna era stata capace di ottimi passaggi. Non poteva che pensare che il suo titolo come giocatore della generazione miracolata era più che meritato. Flippy sapeva di doversi sgonfiare di tutta quella rabbia, quella faccia da imbecille di Splendid poteva essere un ottimo obbiettivo, ma parlò prima che potesse dire qualsiasi cosa.

-          Piccola Flaky potevi farti del male..
-          Non sono piccola Splendid
-          Ha ragione lui.. potevi farti del male.. che ti è venuto in mente? Quelli erano degli uomini..
-          Si ma stavano giocando con troppa violenza. La violenza non è parte del gioco..
-          Sempre la solita..
-          Cosa c’entra? Potevano farti del male..
-          Lo so.. non sono muscolosa. – sussurrò punzecchiandosi l’avambraccio. – ma voglio che tutti sentino la mia voce.

 Lammy corse davanti a loro ed afferrò Splendid buttandolo a terra con una presa di wrestling. Che dire doveva sfogarsi con qualcuno e chi meglio di un pupazzo idiota poteva aiutarla a rilassarsi? Splendid chiamò il nome di Flaky, ma Flippy la trascinò via sospirando rumorosamente.

-          Hai sentito il nostro discorso?
-          Dici quello fra te e Splendid?
-          Si….
-          Certo mica sono sordo io..
-          Scusa..
-          Perché ti scusi… non è vero comunque..
-          Che cosa?
-          Che ti lascerò.. non è vero, non lo farò mai..
-          È bello sentirtelo dire, ma credo che abbia ragione Splendid, mi lascerai anche tu perché diventerai troppo bravo e non ti servirò più..
-          No.. io..
-          Scusa devo andare..
-          Aspetta – gli strinse la mano e Flaky lo fissò con quei suoi immensi occhi rossi- non lo farò… davvero..
-          Ti crederò… ma ora devo andare perdonami..

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Capitolo 4
*** Gelati e sorbetti ***


Tornando a casa Flippy si era domando a chi stesse facendo riferimento quell’idiota di uno Splendid. Si rilassò camminando di fretta, voleva tornare dal suo stupido gatto per sfamarlo. Salì le scale strette che quasi sempre lo facevano scivolare di prima mattina ed entrò in casa. Il grasso gatto era già lì con la pancia in alto e le zampette tirate. Lo salutò con un cenno della mano e quello lo seguì scodinzolando. Perché si conoscevano così bene? Beh erano andati nella stessa scuola, forse la stessa classe. Mentre il gatto ingurgitava trionfalmente la cena Flippy già si stava spogliando lasciando abiti in punti indistinti della casa. Non gli andava giù che quel tipo conoscesse così bene una sua compagnai di squadra, dopotutto adesso era lui il suo compagno, forse non era il termine più appropriato. Se il basket gli aveva insegnato qualcosa era che solo conoscendo i propri compagni nel profondo, ricreando una nuova famiglia si può giocare in perfetto equilibrio. Si sdraiò sul letto giocherellando con la piccola carota. Fliqpy nello specchio continuava ad ammiccare indicando il piccolo tubero. Non gli piaceva Flaky se era questo ciò che pensavo il suo alter ego , voleva solo conoscerla un poco. L’indomani mattina corse in strada con un nuovo desiderio, conoscere Flaky. Dopotutto gli aveva detto che sarebbe stato la sua ombra e non voleva essere come Peter Pan, in continua caccia del suo oscuro io, del suo amico volteggiante dai suoi stessi lineamenti. Chiaramente lei non lo avrebbe mai scoperto, sarebbe stato troppo imbarazzante. Strinse il pugno con un mezzo sorriso stampato sul volto e subito sentì quell’indistinguibile suono di cannuccia. Saltò sul posto e Flaky accanto a lui risucchiò nuovamente il liquido nel bicchiere, perché era così brava ad apparire da niente? Flippy aprì bocca, ma subito Flaky le ficcò la cannuccia in gola facendolo tossire. Sembrava che lo stesse invitando a bere assieme a lei, ma il suo cervello non resistette a quell’improvvisa punta di ghiaccio. L’altra lo fissò incurvando le spalle e si apprestò a continuare a bere, ma Flippy la spinse leggermente lasciando che il bicchiere cadesse a terra. Flaky lo fissò furiosa, o così almeno pensò Flippy notando le guance gonfie, senza capire il perché di quel gesto.  Il ragazzo sbarrò gli occhi rosso in volto, come non poter capire che quello sarebbe stato un bacio indiretto? In realtà lo era già stato, non appena aveva appoggiato le labbra sulla cannuccia.

-          Kagami –kun sei strano oggi..
-          Perché… mi chiami per cognome?
-          Sono molto arrabbiata..
-          Mi spiace , ma sarebbe stato un bacio indiretto.. e poi non hai risposto alla mia domanda
-          Eh? Io e Splendid  bevevamo sempre dalla stessa bottiglia.
-          A… perché non Kise?
-          Perché hai detto che ti dava fastidio essere chiamato per cognome , o almeno mi è sembrato di capire questo
-          Parlavo per me… non per lui..
-          Mm… hai buttato via il mio frappè..
-          Te ne ricompro uno dopo..

Flaky lo fissò storcendo il naso, con quei suoi occhi così profondi che a Flippy sembrava di sprofondare ogni qual volta incrociava il loro sguardo. Quando guardava Flippy Flaky rivedeva la stessa grinta, la stessa rabbia e ferocia che aveva visto anni prima negli occhi della sua prima luce.  Abbassò lo sguardo persa in quei pensieri tristi mentre Flippy tornava a guardare la strada. La campanella suonò, Flaky spari e Flippy non poté che correre per le scale per raggiungere la classe 1 C. Piantato sulla sedia il ragazzo tentava di prendere fiato e capire cosa stesse succedendo dentro di lui, ma la campanella gli impedì di continuare a pensare. Ficcò la mano nella borsa ricercando il pranzo, ma subito lo lasciò cadere quando davanti a lui vide Flaky già seduta con tanto di succhino alla pesca fra le dita. La ragazza lo fissò senza pensare a niente se non all’allenamento prossimo e alla grossa busta della spesa che si sarebbe dovuta trascinare dietro. Flippy la fissò di rimando ricordandosi di quel celebre e stupido frappè. Glielo avrebbe ricomprato all’uscita dalla scuola.

-          Come ci riesci?
-          Eh?
-          Ad apparire così?
-          Sono sempre stata qui… è la mia classe questa
-          No Flaky, questa è la 1D
-          A... credo di essermi persa..
-          Come ci riesci comunque?
-          La gente non mi nota.. ecco tutto..
-          Non mi sembra una grande spiegazione questa sai?
-          Beh… devo andare..
-          Senti… aspetta.. dopo vorrei rimediare per il frappè , ma non prenderlo per un appuntamento
-          Non posso
-          Mi rigetti così?
-          Non è un appuntamento hai detto.
-          Ho capito.. ma..
-          Devo fare la spesa..
-          Ti darò una mano…
-          A…  non so, sarò fuori dal cortile

Non ebbe il tempo di dirle niente che già lo fola stava sciamando fuori dalla scuola. Seguì il flusso caotico di braccia e strepitii fino ad arrivare al cortile. si Guardò intorno confuso e nel non vedere Flaky si sentì ferito. Aspettò qualche minuto prima di marciare verso casa. Un bambino si scontrò contro di lui e gli dette di gigante, ma che senso aveva? Qualche passo e notò una piccola gelateria, probabilmente era il posto in cui Flaky si ostinava ad attentare all’incolumità del suo cervello. Si allungò dentro il piccolo locale e nel non vedervi nessuno entrò senza farsi problemi. Il gestore era una ragazza sulla trentina , ma non si porse molto nell’osservarla. Le chiese un frappè alla vaniglia e quella sorrise mentre andava a preparare il tutto.

-          Kagami kun
-          Eh? Lammy?
-          Qualche problema?
-          Tsk e chi ne ha? Non voglio mica ritrovarmi con l’allenamento raddoppiato o peggio.. odio il fatto che voi giapponesi usiate il cognome 
-          Che ci fai qui?
-          Sto comprando qualcosa da mangiare… mi sembrava scontato..
-          Che cosa in particolare?
-          Un frappè alla vaniglia per lei signore..
-          Uh.. grazie – Flippy sgattaiolò via prima che il volto inquisitore di Lammy lo fissasse scandagliandolo dalla testa ai piedi.

Corse di nuovo in strada con il bicchiere tremanti fra le mani. Flaky si sarebbe arrabbiata, non le aveva dato una mano a portare la spesa dopotutto no? Si incamminò spedito, fingendo di non notare un sovraeccitato Splendid entrare nella gelateria da cui era appena uscito. Un’onda di ragazzini lo travolse ancora una volta mentre tentava di raggiungere la fermata del bus. Fu allora che notò la testolina arrufata di Flaky gironzolare con un grosso sacco in mano. Si alzò frettolosamente spingendo a terra un ragazzo dai capelli rossi. La chiamò per nome , ma l’altra finse o non lo sentì perché continuò a camminare. Non impiegò molto tempo a raggiungerla, dopotutto camminava al passo di una lumaca stecchita. Si voltò verso di lui con un’espressione sorpresa e lo salutò con un lieve cenno del capo. Le afferrò il sacchetto e lo sostituì con il bicchiere mentre Flaky lo osservava confusa da quel gesto. Il sacchetto non era
pesante, o almeno a lui non lo sembrava affatto, si calzò nel migliore dei modi il berretto in testa cercando di nascondere il rossore e tornò a fissare la strada.

-          Che fai?
-          Mi sembra ovvio porto il tuo celebre sacco pesante…
-          A… davvero?
-          … dio mio certe volte sei così assurda…
-          Non saprei, comunque grazie questo è per me? – domandò indicando il bicchiere
-          A… s.. si..
-          Perché arrossisci?
-          Il caldo.. mi da fastidio..
-          Caldo?
-          OVVIO
-          A… ok…
-          Dove stiamo andando ? – domandò Flippy tentando di aggirare il problema. L’altra lo guardò con uno sguardo apatico prima di tornare alla sua vaniglia, sembrava più interessata dal cibo che da lui. Si sistemò il cappello un’ennesima volta cercando di non sembrare agitato
-          A casa mia… è lì – fece Flaky con un lieve sussurro indicando una casetta di colore giallo.

Flippy non si immaginava che la casa di Flaky fosse così, pensava piuttosto ad un appartamento piccolo e solitario, qualcosa di privo di emozione come lei continuava a dimostrare di essere. La ragazza dondolò sulle gambe a tempo di qualche musica mentale e fece un piccolo salto che lasciò Flippy completamente basito. Che stava facendo? Flaky annaspò nella borsa alla ricerca delle chiavi e dopo poco se ne uscì con un blocco di peluche ed oggetti vari. Dov’era la chiave? In quell’ammasso di pelo e ferro Flippy non riusciva a distinguere niente se non il profilo di una piccola carota. La chiave ruotò nella serratura , ma prima che potesse completare il giro la porta si spalancò lasciando uscire un ragazzo poco più alto di Flaky con i capelli azzurri. Flippy lo osservò confuso e ancora una volta percepì un forte rossore sulle guance, forse era il suo ragazzo o Flaky aveva sbagliato casa. Il nuovo arrivato si sporse verso di lei e la abbracciò, bene si conoscevano, per poi assaggiare il frappè del bicchiere, DALLA SUA STESSA CANNUCCIA. Flippy lo spinse via con forza facendolo dondolare e Flaky spalancò i grandi occhi rossi sconvolta.

-          Flaky chi è questo?
-          QUESTO? IO HO UN NOME
-          Mi è difficile capire il nome di una persona da un semplice sguardo..
-          Tu.. piccolo..
-          Questo è Flippy, un ragazzo della mia scuola, invece questo è Tetsu mio fratello..
-          Fra..te..llo?
-          Si…
-          A… ciao…

Flippy si coprì nuovamente le guance con la mano libera conficcando il cappello sulla fronte, si sarebbe voluto sotterrare. Tutto , ma quello proprio no, ora il fratello dal nome impronunciabile di Flaky lo avrebbe odiato per sempre. Guardandolo meglio Flippy non poté che notare lo stesso paio di occhi che ti perforavano quasi per la loro intensità. Occhi azzurri, profondi come il mare di colore opposto a quelli della sorella, rossi come il fuoco o una colata di viva lava. Il ragazzo gli fece cenno di entrare e Flippy si accomodò appoggiando la borsa di plastica in cucina. La casa di Flaky era piccola , semplice , ma in qualche modo raffinata, di certo ordinata, diversamente dalla sua dove era impossibile aprire un armadio senza essere sommerso dai vestiti. Si accomodò sul divano e subito accanto a lui apparvero i due coinquilini.

-          Quindi siete fratelli?
-          Già… io ho la stessa età di Flaky… tu sei un suo compagno di classe?
-          No.. stessa scuola..
-          Pratichi qualche sport?
-          Basket..
-          Oh anche io giocavo, fino a due anni fa..
-           Capisco – Flaky gli tirò un calcetto che lo fece saltare indolenzito.
-          Tutto bene?
-          Il tavolo.. ci ho tirato una botta..
-          Forse è troppo basso per te… vado a prenderne uno più alto – Tetsu si allontanò lasciandoli soli e Flippy non poté che lanciare uno sguardo acido verso Flaky
-          Cosa diavolo c’è?
-          Non parlare di basket con lui…
-          Eh? Parla
-          Lunga storia…
-          Con la velocità di tuo fratello riusciamo anche a raccontare in dettaglio ogni guerra europea e basterebbe comunque a colmare tutto il tempo..
-          È una lunga storia – ripeté l’latra con calma
-          Spiegami!!
-          Dopo.. ora no…

Tetsu rientrò a mani vuote, forse non aveva trovato niente. Non capiva il perché di tutto quel mistero,  cosa c’era di male a parlare di sport, erano due uomini dopotutto. Forse non voleva che sapesse che Flaky giocava con una squadra di uomini, ma se le era già capitato alle medie quale poteva essere il problema. Flippy si stiracchiò allungandosi di poco mentre Flaky davanti a lui restava calma, quasi apatica. il silenzio che regnava nella stanza non faceva che agitare Flippy che aveva addosso contemporaneamente gli sguardi di quei due, sembravano così privi di emozioni , ma allo stesso tempo profondi tanto da rimanere imprigionati. La ragazza si alzò delicatamente ripulendosi la gonna di poco e scoccò un lieve bacio sulla guancia dl fratello che arrossì lievemente strusciandosi la pelle appena sfiorata dalle labbra dell’altra. Fliqpy dentro di se non poté che provare invidia verso l’altro , anche se lui non sarebbe di certo arrossito, persino la sua parte più pure provò invidia verso Tetsu.  Anche Flippy si alzò , ma Flaky gli fece cenno di aspettare. Tetsu sotto di lui lo fissò e Flippy non poté che voltarsi spaventato quasi da quegli abissi azzurri.

-          Chi sei?
-          Flippy te l’ho già detto
-          Intento dire chi sei per mia sorella?
-          Eh??? Ma che domande sono io sono – Flippy si bloccò prima di continuare, se non era un compagno di squadra che cos’era allora? – un amico…
-          Amico? A.. – flippy giurò di aver visto spuntare un sorriso sul viso dell’altro nel pronunciare quella parola – sei il benvenuto
-          Flippy – Flaky lo chiamò e lui salutò gentilmente Tetsu prima di seguirla. – fratellone accompagno Flippy a casa…
-          A ok.. non tornare tardi

Flippy cercò di cogliere un’emozione distinta sul viso di Flaky e la trovò, angoscia. Era la prima volta che vedeva qualcosa di diverso da pura apatia sul suo viso, nemmeno la gioia per la vittoria aveva fatto spuntare un sorriso sul viso serafino dell’altra. Doveva essere una storia decisamente brutta per causarle una reazione simile. Passeggiarono assieme e quando furono abbastanza lontani dalla casa Flaky pensò che fosse il caso di cominciare a parlare. Flippy attraversò la strada senza badare al semaforo rosso e subito lo afferrò per la mano per tirarlo indietro prima che una macchina lo colpisse. Il ragazzo si voltò verso di lei e nel vedere le loro dita incrociate si immobilizzò, senza badare alle urla dell’automobilista per strada.

-          Perché non stai più attento? – domandò Flaky alzando di poco la voce
-          Sono vivo no? – Flippy non sembrava intenzionato a mollare la presa, il contatto con Flaky lo aveva stranito, ma era stato piacevole. L’altra lo fissò socchiudendo gli occhi e ritirò la mano furiosa. Flippy la seguì con lo sguardo prima di indicarle la via di casa. – allora questa storia lunga ?
-          Te dove abiti?
-          Maledizione siamo ancora lontani avanti racconta
-          Io e Tetsu giocavamo a basket insieme, stessa classe, stesso anno, stessa squadra di basket… diciamo pure che i fantasmi erano due
-          A… quindi c’erano due fantasmi
-          Più o meno si.. solo che l’ultimo anno ho avuto un problema con uno dei nostri compagni di squadra, da allora mio fratello mi ha ordinato di non giocare. Gli ho promesso che l’avrei fatto, ma io amo questo sport. Mi ha dato completa fiducia è addirittura andato in un’altra scuola, anche se ormai non gioca più a basket. Se lo scoprisse si arrabbierebbe.
-          Non credo che tu fratello sia capace di emozioni…
-          È solo inespressivo… come me.. – sembrava triste, lo notò da come si torturava un ciuffetto. Fece un passò in avanti e la bloccò prima che potesse camminare ancora.
-          Tu.. non sei inespressiva… gonfi le guance se sei arrabbiata..
-          Oh.. – si sfiorò le guance confusa- l’hai notato..
-          Comunque non capisco cosa ti ha fatto questo tizio…
-          È una lunga storia..
-          Rieccola.. Dio ti prego piantala…
-          Lui.. era la mia luce

Flippy si bloccò lasciando che l’altra gli passasse accanto, allora era vero che prima c’era stato un’altra luce. Flaky gli passò accanto, senza notare i pugni leggermente stretti dell’altro. quando si accorse di ciò che stava facendo Flippy tornò accanto a Flaky con le mani conficcate nelle tasche della giacca. Qualcuno lo chiamò ed alzando la testa Flippy vide la squadra di basket al completo appostata davanti al suo portone. Lammy lo spinse con forza contro di esso per aprirlo e tutti si autoinvitarono, sapendo che nessuno sarebbe stato lì a criticare. Flippy storse il naso, vivere da soli aveva i suoi lati positivi, ma l’idea di portarsi a traino una squadra non era fra questi. Flaky chiese dolcemente il permesso di entrare prima di fare un passo avanti ed eccoli tutti lì alcuni confusi altri imbarazzati, l’unica tranquilla sembrava Lammy. Cosa stava progettando in quel suo cervello bacato? Il grasso gatto riemerse da sotto il tavolo scodinzolando fino a saltare sulla testa di Flaky che non si fece alcun problema a tenerlo lì.

-          Bene dichiaro aperta la partita
-          Fermi tutti – proruppe Flippy irritato
-          Che c’è?
-          Uscite da casa mia..
-          Ma .. è la più grande di tutte…
-          Fuori!!!
-          Volevamo solo giocare a carte tutti insieme
-          Non è il momento adatto..

Lammy brontolò a bassa voce mentre usciva di casa con il resto della squadra a seguito. Non voleva che nessuno vedesse le pasticche, i coltelli, non voleva che nessuno restasse solo con lui in uno spazio chiuso. Flaky osservò la squadra uscire e lì seguì fino a quando Flippy non la afferrò per il braccio ricacciandola dentro per poi chiudere la porta.   Quando la ragazza si voltò verso di lui l’unica emozione che intravide fu paura. Spalancò anche lui gli occhi e la lasciò andare mentre Flaky si stringeva il polso.

-          Non volevo spaventarti..
-          Non ho paura..
-          Voglio.. solo che tu finisca.. di parlare.
-          Non posso aggiungere altro.. mi spiace…
-          S…scusami..

Flaky accenno un sorriso ed uscì, giusto il tempo per fare rientrare Lammy dalla porta con quel suo sorrisetto magnetico che si portava sempre dietro. In realtà avrebbe voluto riaccompagnare a casa Flaky, non sapeva quanto poteva essere tranquillo, era tipo da perdersi nella sua stessa casa. Forse la cosa migliore sarebbe stata seguirla.

-          Così tu e Flaky..
-          Cosa?
-          Beh vi frequentate?
-          Le ho dato una mano a portare la spesa…
-          Fino a casa sua? Hai visto il fratello?
-          Lo conosci?
-          Conosco la storia..
-          Tutta?
-          So solo che ha smesso di giocare per lei , centra uno dei miracoli… non Splendid e lui non sa niente..
-          Tsk.. e tu e Splendid?
-          COSA? – l’altra arrossì e Flippy ghignò mentre l’altra si avvicinava alla porta. – non so molto di quella storia.. ma appena trovo qualcosa ti farò sapere..
-          Uh.. grazie.. 

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Capitolo 5
*** Ho deciso di ricominciare ***


 
Flippy si aggirò nel salotto senza smettere di pensare alla storia di Flaky. Non capiva perché avesse avuto dei problemi con un suo compagno di squadra, si scompigliò i capelli e tornò a fissarsi le scarpe. Flaky era la sua compagna , no? Cosa poteva esserci di tanto misterioso? Si allungò verso il telefono per poi sfogliare con foga l’elenco telefonico, voleva assicurarsi che fosse tornata a casa. Titubò davanti alla cornetta e quando da questa risuonò la lieve voce del fratello della ragazza rimasse ammutolito. Dall’altra parte risposero con un silenzio irritante.

-          Salve sono Flippy
-          Uh.. salve Flippy, cosa posso fare per lei?
-          Eh.. mi sento vecchio così..
-          Mi spiace, non sapevo che fosse anziano. Congratulazioni li porta benissimo
-          COSA!!
-          Non urli la prego
-          Non sono vecchio idiota.. ma se mi dai del lei mi sento vecchio
-          È vecchio dentro in breve
-          Cosa stai farneticando nanetto!
-          Non sono basso è lei che è fin troppo alto
-          Oddio.. piantala di darmi del lei.. mi sto esasperando..
-          Non ho ancora capito cosa vuoi..
-          TUA SORELLA..
-          Spero di aver capito male…
-          No .. cioè.. tua sorella è in casa?
-          Se così fosse?
-          Voglio solo sapere se è in casa…
-          Perché?
-          È tornata a piedi da sola.. ecco perché
-          E tu l’hai lasciata andare da sola?
-          Io…
-          Ahahahah Flippy!!
-          Chi… è? – il ragazzo si girò il telefono fra le mani mentre il suo cervello cercava di capire a chi appartenesse quella squillante voce femminile
-          Come chi sono?? Sono io l’unica, insuperabile, magnifica
-          Maga Magò?
-          No idiota! Sono Lammy
-          Tsk.. e chi riconoscerebbe mai una voce come la tua? Che ci fai a casa di Flaky?
-          Eh eh interessato? Comunque l’ho riaccompagnata ed ora dormo da lei
-          Nessuno ti ha chiesto di riaccompagnarmi – proruppe la voce di Flaky in sottofondo
-          Concordo con mia sorella – aggiunse il fratello. Era ammirabile notare come entrambe quelle voci fossero prive di emozioni.
-          Eh?? Bah zitti voi due..
-          Non ti ho mai chiesto di venire qui..
-          Avevi bisogno di aiuto.. – ribatté Lammy
-          No…

Flippy riattaccò con forza scocciato da quella massa insensata di chiacchere. Si distese sul letto mentre il telefono suonava ripetutamente, non voleva sorbirsi le minacce di Lammy su eventuali allenamenti extra scolastici o qualcosa di simile. La segreteria partì e così anche la lieve voce di Flaky. Spalancò gli occhi ed arrossì di botto e senza neanche accorgersene era già davanti al telefono, però non lo sollevò. Preferì lasciare perdere, si sarebbe giustificato poi con una doccia. “ Mi scuso per la confusione che il coach ha causato, comunque.. grazie della telefonata notte”. Si sfiorò appena le guance e nel sentirle così calde si tuffò fisicamente sul letto , per nascondere la testa sotto un cuscino. Non stava capitando a lui, non era possibile che si fosse preso una cotta, il suo unico pensiero doveva essere il basket niente di più. come avrebbe potuto lavorare con Flaky senza arrossire o senza starle lontano? Cercò di soffocarsi , ma lasciò perdere quando il computer emise quel suo tipico ultimo sospiro che precede la morte causa batteria scarica. Si allungò verso il portatile ed attaccò frettolosamente lo spinotto, lo schermò si illuminò e Flippy rimase per qualche istante a fissare il desktop. Si sentiva in dovere di fare una piccola ricerca, spippolò un po’ con la tastiera fino ad avviare una breve ricerca su internet. Voleva vedere i volti dei celebri sei , anzi sette giocatori. Da subito trovò la foto della squadra di basket della scuola media Teiko, al centro di quattro ragazzi robusti se ne stavano tre ragazzetti più bassi. Da subito riconobbe gli occhi rossi di Flaky accanto al fratello e ad un altro ragazzo della stessa altezza. Dietro di loro se ne stavano altri quattro ragazzi e fra loro individuò Splendid, con la stessa espressione da minchione con cui si era presentato. Cercò di decifrare le firme sulla foto ma intravide ben poco : Flaky, Tetsu, Splendid li conosceva di già. Aomine Splendont,  Midorima Sniffels,  Murasakibara  Nutty e… non riusciva a trovare l’ultimo nome, quello del capitano. Si ficcò il cuscino in testa ed ancora una volta la sua mente saettò a Flaky. Sembrava felice, stranamente sorridente in quella foto. Chiuse gli occhi con forza e si costrinse a prendere sonno , doveva riposarsi. Quando riaprì gli occhi era già tardi per la sua camminata. Si stiracchiò , fece una doccia veloce ed uscì. Era domenica, nessuno lo avrebbe disturbato, almeno per un giorno poteva stare tranquillo.

-          Ciao..
-          AAAAK! – eccola lì, ancora una volta Flaky era apparsa dal niente con quel suo maledetto sguardo di fuoco. Si morse il labbro per non urlare un’ennesima volta e l’altra lo fissò in modo strano
-          Qualcosa non va?
-          No.. penso che non mi abituerò mai…
-          A cosa?
-          … niente..  scusa se non ho risposto ieri sera… mi stavo facendo una doccia..
-          Capisco.. ..
-          .. – seguirono alcuni minuti di silenzio a cui dette fine Flaky.
-          Perché stiamo andando da questa parte?
-          COSA?
-          Perché urli?
-          La tua domanda non ha senso.. sto andando a fare un giro, la domanda è perché tu mi stai seguendo
-          Non ti sto seguendo.. ti sto accompagnando al punto di ritrovo..
-          Cosa? Di che parli?
-          Però sarebbe dalla parte opposta quindi se potresti voltarti ne sarei felice..
-          Non ho ancora ben chiara la situazione…
-          Seguimi..
-          Seguire te è come seguire un TomTom che ha appena perso il segnale in mezzo ai campi..
-          Quindi mi ritieni affidabile?
-          No.. l’incontrario.. temo che ci ritroveremo nel bel mezzo della tundra russa

Ancora silenzio, parole leggere, suoni che accompagnano passi rapidi sulla strada appena bagnata dalla sera precedente. Svoltarono un paio di volte e quando Flaky si bloccò Flippy capì definitivamente che si erano persi. Flaky si guardò intorno confusa ed estrasse dalla tasca un piccolo post-it giallo. Flippy si avvicinò e nel vedervi disegnato una mappa strabuzzò gli occhi, seriamente si era lasciato guidare da un pezzetto minuscolo di carta senza accorgersene? Gli porse il post-it e Flippy non poté che sbattere la mano contro la fronte nel vedere che lo stava tenendo alla rovescia. Una voce lo chiamò e nel voltarsi vide Lumpy e Handy, sembravano alquanto sospetti considerati i cappotti che si portavano dietro. Li raggiunsero e i due sorrisero ai nuovi arriva in un modo così maligno che Flippy non poté irrigidirsi.

-          Bene il piano cerca Lammy può avere inizio..
-          Cerca … Lammy? – domandò confuso Flippy
-          Ovvio.. Splendid le ha chiesto di uscire e ha detto di si.. quindi dobbiamo vegliare su di lei..
-          Non è stalking questo?
-          No.. solo curiosità..
-          Io lo chiamo stalking..
-          Un sinonimo come un altro..
-          Ehi..
-          Eh?
-          Dov’è Flaky?
-          È più trasparente del solito.. – commentò Lumpy dietro un palo – venite è lì.. proprio vicino a quei due. Handy e Flippy si avvicinarono ed entrambi videro la coppietta felice seguita a ruota dalla testolina scompigliata di Flaky.
-          Beh.. è vero.. non si nota quasi..
-          Ragazzi è una persona maledizione, mica un’ombra..
-          Ehi.. calmati Flippy.. che ti agiti?
-          UH – Handy sbraitò ammiccando la coppia- è scomparsa…
-          È ora di muoversi – sussurrò Flaky dietro di loro. I tre ragazzi saltarono dalla spavento mentre gli occhi di Flaky si riducevano a due fessurine.  Flippy spostò lo sguardo alla coppietta e notò che Splendid stringeva la mano di Lammy, benché a distanza di sicurezza riusciva a sentire le loro parole.
-          Lasciami stupido idiota..
-          Dai Lammy… che c’è di male?
-          ….
-          Perché non vuoi tenermi la mano?
-          Non sono affari tuoi idiota..
-          Perché mi offendi sempre, così mi deprimo
-          Se vuoi ti picchio anche…
-          No rovineresti la mia carriera di modello..
-          Solo per un po’..
-          Cosa?
-          Solo per un po’ ho detto puoi tenerla..

Potevano essere definiti .. carini.  Flaky si era già alzata per seguirli ancora mentre i due si spostavano verso una caffetteria. Gli altri tre dovettero accelerale il passo e balzare da un palo all’altro per non farsi notare. Quando Lammy e il compagno entrarono nella caffetteria Flaky li seguì e Flippy non poté che entrare assieme a lei. Una ragazza sola avrebbe destato non pochi sospetti. Si sedettero l’uno davanti all’altra, ma Flaky sembrava persa ad osservare uno specchio da cui poteva vedere benissimo gli altri due. Un gruppetto di cameriere si affacciarono al loro tavolo e Flippy voltò il viso per vederle in faccia, ma tutte fecero un passo indietro spaventate.

-          Congratulazioni- iniziò finalmente una delle tre
-          Siete la nostra milionesima coppia quindi vi offriamo il nostro speciale menù “I love you”
-          Eh? – Flippy emise un leggero sibilo incapace di rispondere in modo razionale.
-          Uh.. in cosa consiste ? – domandò Flaky con calma.. come poteva essere calma li avevano scambiati per una coppietta, una di quelle da film romantico.
-          Beh un frappè alla vaniglia condiviso in contemporanea dai due ed una serie di regali omaggio a vostra scelta.
-          Perfetto
-          COSA?
-          Perché stai urlando ancora?
-          Tu.. non puoi accettare..
-          Torniamo subito.. – le tre cameriere si allontanarono mentre il tavolo accanto applaudiva. Flippy nascose il viso rosso di vergogna dietro la manica cercando di evitare lo sguardo confuso della compagna.
-          Cosa c’è che non va?
-          Noi due non siamo fidanzati..
-          Ok…
-          Quindi non siamo una coppia..
-          Ipoteticamente siamo due persone allo stesso tavolo. Quando ci si riferisce ad una combinazione di due elementi si parla di una coppia. Noi siamo due persone ergo siamo una coppia.
-          NON E’ QUESTO CIO’ CHE QUELLE PENSANO CHE SIAMO.. maledizione come puoi essere così ingenua?
-          Non capisco..
-          Non ti sopporto davvero.. sei così.. così..
-          Apatica? – domandò l’altra con un filo di voce…
-          Non è…
-          Ecco a voi il vostre gelato supergigante…

Si alzò innervosito e si infilò subito in bagno. Passando nel gruppo di cameriere non poté che notare gli sguardi pieni di compassione che rivolgevano a Flaky. Povera ragazza, deve essere un angelo per stare con uno così, sentì dire da una delle tre. Affrettò il passo per poi chiudersi dietro la porta, ma non resistette alla vista di Fliqpy allo specchio. Quando uscì dal bagno un ragazzo stava chiacchierando con Flaky, ma l’altra sembrava completamente persa nei suoi pensieri. Quando se lo trovò davanti poggiò una mano con forza sulla spalla dell’altro e quando si voltò scappò via. Si portò in avanti, seduto davanti a lei, e dette un sorso a quella roba infernale capace solo di congelare il cervello. Non era un bacio indiretto quello, le cannucce erano due anche se la bibita una sola. Flaky se ne stava con la mano piegato sotto la testa, persa nel panorama esterno.

-          Mi spiace…
-          ….
-          Davvero…
-          Come scusa?
-          Ho detto… niente lascia perdere… dopotutto non ho detto niente Io..
-          Continuo a non capire
-          BEVI
-          Lo sto già facendo..
-          Tsk…

Flippy si alzò un’ennesima volta passando dal piccolo negozio della caffetteria. Indicò un pupazzeto e lo tenne in tasca , si sarebbe scusato con quello. La cameriera dall’altra parte accennò un sorriso e si complimentò per la scelta, ma non ci badò. Quando tornò al tavolo Flaky non era più lì, si voltò a destra e sinistra schivando di poco lo sguardo di Lammy e la vide. Fuori nel mezzo della folla se ne stava Flaky con le mani conficcate nel giacchetto. La raggiunse di corsa e le schiacciò sulla faccia il pupazzo.

-          Ora mi scuso e non lo ripeto due volte
-          Per cosa?
-          Per prima ovvio no?
-          Non hai detto niente..
-          Non penso….
-          Cosa?
-          Che tu sia.. apatica.. solo che fai degli strani discorsi che mi turbano..
-          Questo cosetto è per me?
-          Si.. ovvio.. – Flaky sorrise e si alzò aggrappandosi alla camicia di Flippy per scoccargli un bacio
-          Grazie..
-          A…a…..a….AAAAAAK
-          Che succede?
-          i..i..e….r.
-          eh?
-          Flaky , Flippy! – la voce di Handy risuonò dietro di loro, doveva essersi perso a giudicare dal fiatone che si ritrovava. – Lumpy sono qui! Vi abbiamo persi per alcuni istanti poi Flaky ci ha visto e ci ha chiamati.. fortunatamente..
-          A.. ecco perché eri uscita..
-          Ovvio..
-          Ohi.. Flippy.. com’è che sei così rosso? – domandò Lumpy punzecchiandogli una guancia. Flippy non sapeva cosa rispondere, tossì simulando un’improvvisa tose sperando che gli altri avrebbero ricollegato il suo rossore ad una lieve alterazione della temperatura. – oh.. hai il raffreddore?
-          Già…
-          Ma stamattina stavi benissimo – commentò Flaky piegando lievemente il viso.
-          Va e viene.. sai… è un virus strano..
-          A… capisco..
-          Beh allora Flippy non potrà venire con noi a casa di Flaky.. abbiamo organizzato un fantastico pranzo per festeggiare la vittoria ..
-          Ma non era un amichevole?
-          Certo Flippy, ma volevamo comunque conoscere meglio voi del primo anno. Flaky ci ha spiegato tutto su suo fratello quindi gli diremo che ci aiuta in palestra, ma che non gioca. Un piano geniale elaborato da me.. ovviamente
-          Perdona la domanda, ma cosa dovrebbe fare in palestra se non gioca? La raccatta palle?
-          Beh… a quello penseremo poi no?
-          Forse.. sarebbe meglio rimandare ha ragione Flippy.. troppi problemi.. mio fratello potrebbe sospettare qualcosa…  ci penseremo poi.. dopo tutto fra poco dovremo disputare una vera partita..
-          Già.. – commentò Lumpy pensieroso.
-          Flaky’ – tutti si voltarono ricercando la voce maschile che aveva appena chiamato la compagna
-          Tetsu?- il ragazzo si avvicinò ancora salutando la sorella con la mano libera mentre con l’altra stringeva un borsone
-          Mi sono dimenticato di dirti stamattina che parto per un paio di giorni con la scuola
-          Gita?
-          Ehi.. cosetto almeno saluta e presentati
-          Salve Flippy… scusatemi non vi avevo notato.. comunque niente gita, vado ad allenarmi con la squadra..
-          Quale squadra? – domandò Flaky curiosa
-          Quella di basket.. ho deciso di ricominciare..

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