Il Paradiso non ha Facebook

di GWatcher
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima ***
Capitolo 2: *** Parte Seconda ***
Capitolo 3: *** Parte Terza ***
Capitolo 4: *** Parte Quarta ***
Capitolo 5: *** Parte Quinta ***
Capitolo 6: *** Parte Sesta ***
Capitolo 7: *** Parte Settima ***
Capitolo 8: *** Parte Ottava ***
Capitolo 9: *** Parte Nona ***
Capitolo 10: *** Parte Decima ***



Capitolo 1
*** Parte Prima ***





Parte Prima

 

Quando mi chiedono - o mi chiedo – perché scrivo in continuazione storie su un telefilm – principalmente scrivo su quello – alla fine rispondo sempre nella stessa identica maniera: assolutamente nulla. Saranno fatti miei se tra tutti gli impegni di questo mondo voglio autolesionarmi aggiungendo un ulteriore “lavoro”, no?  Che poi, alla fine, la scrittura è sempre un qualcosa di piacevole da fare.

Ma veniamo al dunque. Mi sono spesso detto che sarebbe bello cambiare aria di tanto in tanto. In fondo, il fandom è invaso dalle mie fanfic, e magari posso dare un po’ di tregua ai miei personaggi preferiti. Così, nella mia mente malsana piena di idee, ho pensato: “Scrivi un racconto originale, con personaggi tuoi, ambientazioni tue, scene di sesso random”.

Poi, tutto preso dall’entusiasmo, comincio a fabbricare. Metto a fuoco i neuroni, quelli rimasti, e cerco di creare un qualcosa di originale, leggero e magari anche commovente. Ecco.

In parole povere i buoni propositi ci sono tutti. Ma ogni volta, puntualmente, rispunta fuori lo stesso pensiero: “Tanto ‘sta merda chissà chi la legge”.  

E’ vero, mi è difficile scrivere per persone inventate di mia sana pianta, probabilmente perché tutte le persone che creo di sana pianta sono profondamente e mentalmente disturbate. Ho seri problemi con gli original character, tipo: scrivo e alla fine non pubblico mai.  

A dire il vero, non sono ancora sicuro che su EFP siano illegali le torture cinesi, viste alcune recensioni che leggo. Quindi, onde evitare imbattermi in troll che vogliono smerdare la mia fantasia, lascio correre, cioè faccio la cosa più sbagliata che si può fare in questi casi: abbandonare. Menomale che per personale esperienza ho capito che nella vita non bisogna mai tirarsi indietro e, almeno nella realtà, non lo faccio mai. Ma su EFP no. EFP è diventato luogo di culto, per cui, non me lo perdonerei mai. Proprio in questo momento, infatti, sto accendendo un cero a Erika, immacolata della nuova generazione, nella speranza che qualcuno cachi questa sciocchezzuola. 

In ogni caso, adesso viene il bello … anzi, no, prima la premessa. Metà dei fantasmi che staranno ancora leggendo le stronzate che scrivo, sicuramente si starà chiedendo perché pubblico un’originale se poi non mi sento a mio agio nello scrivere un’originale. Per quelli che non sono ancora caduti in uno stato comatoso, e non hanno ricoperto la tastiera di bava colante per via del sonno, questo è quanto: un giorno, quando finalmente trovo il tempo per respirare, dormire in orari non necessariamente notturni, scrivere, giro per casa con la faccia da meme causa risveglio prematuro. Che cosa succede? Solitamente, quando voi vi svegliate, in quale luogo della casa andate per prima? No, non è che m’interessi, giusto per capire se sono normale. Boh, perché io quella volta ho fatto capolinea nel salone, senza comprenderne il motivo. Destino?

Lì vedo mio fratello minorenne con la testa attaccata allo schermo del computer. Visto il notebook personale, non ricordavo nemmeno dell’esistenza di un computer fisso a casa.  Ma non ho tempo di pensarci, dato che la testa di Andrea è così vicina allo schermo che sembra essere un tutt’uno col computer. Voglio dire… le cose sono due: o sono ancora stordito dal sonno che comincio a vedere cose alla Medium o mio fratello si è incollato la testa al PC per evidente bimbominkismo lulz.

E qui mi rendo conto che non sono bravo nel formulare ipotesi (mestiere detective: scartato). Va beh. Come dicevo, entrambe le ipotesi sono sbagliate, quel troll quattordicenne stava semplicemente vedendo qualcosa di molto intenso, pubblicato sull’home di un poco conosciuto e raramente usato forum di aspiranti nerd. Mi avvicino e scorgo la testa, accorgendomi che quel forum di aspiranti nerd poco frequentato è proprio … Facebook.

Merda. Il mio bimbominkioso giovane fratello è su faccia libro. Bene.

Solitamente, però, non sono un tipo che si arrabbia e comincio a rassicurarmi: “Ma sì, d’altronde lo sapevi che la piccola peste aveva intenzione di iscriversi, per cui, perché meravigliarsi tanto? Che cosa potrà mai fare di male?”

Purtroppo, mi meraviglio per qualcos’altro. Tuttora, non so se questa è una cosa piacevole o meno, ma tant’è. Mio fratello, depravato in crescita, aveva gli occhi incollati allo schermo per via di alcune foto di una certa compagna di classe che… diciamo, è molto sicura delle sue doti fiche fisiche.

Ok, quando scopro una cosa del genere, so esattamente cosa fare, ma meglio ancora, so anche che adesso ho una storia da raccontare. Perché? Se sceglierete di leggere, prometto che non durerà molto!


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Capitolo 2
*** Parte Seconda ***





Parte Seconda

 

Quando si deve scrivere il secondo capitolo di un racconto, solitamente bisogna fare molta attenzione, soprattutto per via dell’inizio. Il secondo capitolo può ufficialmente convincere o no il lettore a seguire la storia, perciò pensate quanto cazzo sono nervoso ho lavorato a questo seguito.

Sono passati tanti di quei pensieri inutili nella mia testa, che ho pure dimenticato ciò che devo scrivere, in altre parole, come avevo terminato il precedente appuntamento. Giusto il tempo di rileggere, e mi accorgo che eravamo arrivati al momento clou, una volta scoperto mio fratello sul social network blu (viva le rime). Bene, vi avviso che la probabile quantità di parolacce potrebbe disturbare qualcuno, ma capitemi, sono reduce da un episodio di True Blood. Detto ciò, Sookie Stackhouse è una cazzuola con la C maiuscola.

Perché avevo capito di avere qualcosa da raccontare? Bene, ho pensato: “Io ho problemi con i personaggi originali, ma se spaccio mio fratello per un personaggio originale? Tanto chi cazzo lo conosce.” Pur di postare un’original, sono disposto a sputtanare pubblicamente la piccola peste (anzi, a dir il vero mi diverto anche). Il mezzo con cui farò tutto questo è ovviamente la scrittura, e il luogo sarà Faccia Libro.

Decido quindi di spiare Andrea e trascrivere tutte le sue cazzate tipiche frasi adolescenziali, riportate sul diario virtuale. Poiché aggiungerlo tra gli amici sarebbe come violare la prescrizione di un oracolo (vedi: mai aggiungere parenti su Facebook che potrebbero metterti in imbarazzo pubblicamente), decido di fare tutto sottobanco, a sua insaputa. Tanto quel microcefalo non se ne accorgerà mai.

Da questo momento in poi, sappiate che non so più cosa cazzo scrivere che la fanfic prenderà toni dark e splatter, tipo io che perdo le budella per via delle grasse risate. Infatti, immaginate le mie budella spiaccicate contro il muro, con tanto di sangue colante. Adesso, provate a scoprire il perché … ve lo dico io, rispetto la vostra ignoranza.

Ufficialmente comincia il primo giorno di spiamento (sono consapevole che questa parola non esiste, ma tant’è). Una volta che il troll si è piazzato da ben due ore vicino a Faccia Libro, penso: “Ad un bimbominkia sono sufficienti due ore per scrivere cazzate?”… la risposta viene spontanea. E mi avvicino a lui con fare bullesco (oggi ho voglia di inventare nuovi termini.)

“Levati dalle los bolas, ho bisogno del PC”. La gentilezza tra fratelli è sicuramente una cosa che prediligo … ma non con mio fratello! Il totano scappa impaurito e mi cede la postazione di comando del mio diabolico e disperato piano. Ovviamente, per esigenze di trama, ogni volta che mi avvicino al computer, non solo Andrea va via senza creare problemi, ma io stesso trovo la sua homepage sempre aperta. Va beh.

E’ il grande momento. Prego Erika affinché mi mandi buoni contenuti da copiare. Quindi, prendo dalla tasca la figurina di Santa Erika da EFP, e la stringo, augurandomi buona fortuna.

Ecco qua. Muoio. Improvvisamente, rido così forte da sembrare un ossesso in parvenze demoniache. Rido così forte, ma così forte, da strappar via la risata a chiunque nei 500 metri presso di me. Wow.

Creata la suspense, che non può assolutamente mancare nel secondo capitolo, passiamo alla rivelazione scioccante: in realtà, non c’è proprio nulla di realmente divertente. Rido solo per la tristezza (?). Infatti, non ho trovato niente d’interessante. Eh si, qualche cacazzella qua qualche cacazzella là. Solo adesso, mi rendo conto che mio fratello non è il soggetto adatto per scrivere un racconto. Tanto a chi interesserebbe le gesta di un bimbominkia? Per questo c’è già Twilight.

Diario di bordo, annotazione numero uno: gli adolescenti sono terribilmente stupidi e fanno uso spropositato di frasi fatte. Pertanto, bisogna cambiare la persona protagonista della storia, magari rimanendo invariato il luogo. D’altronde, Facebook potrebbe ancora regalarmi succose sorprese.


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Capitolo 3
*** Parte Terza ***




Parte Terza

 

Quando si scrive una trilogia, solitamente, la terza ed ultima parte deve essere quella più eccitante, narrata in modo eccellente e ricca di colpi di scena, per regalare al lettore le ultime emozioni e chiudere decentemente il racconto. Ecco, poiché non ho assolutamente voglia di fare nessuna di queste cose elencate, causa pigrizia, ho deciso che questo non sarà l’ultimo capitolo (i recensori si preparano ad una rivolta con fuoco e forconi). Ma, a dire il vero, siamo comunque vicini alla fine, visto che avevo inizialmente pensato il tutto come una one shot, ma tant’è.

Mio fratello è un coglione. Io sono un coglione. Mark Zuckerberg è un coglione. Tu, lettore che stai leggendo, sei un coglione, perché sprechi tempo prezioso a leggere merdate (come questa).

Adesso, accontentati i masochisti, posso finalmente giungere al punto e parlare della mia ultima riflessione liturgica, idealizzata ovviamente in momenti seri ed inopportuni, in cui dovevo fare qualcos’altro di molto più importante (vedi: studiare).

Allora, dall’angolo impariamo tutti insieme, mi sono reso conto che Facebook è un luogo di peccato e perdizione molto più dei siti porno. A parte che il porno c’è indifferentemente, ma è porno ancora più pornamente porno: perché quel porno (la parola porno non è volutamente ripetuta) è porno di gente che conosci. Magari è porno di quella ragazza che ogni domenica vedi in chiesa con la gonna lunga e il velo musulmano in testa, che poi va a casa e si spoglia per fare le foto zozze e provocanti da pornostar. Oppure porno della vicina di casa quarantenne, che vedi tutto il giorno pulire la casa, con tanto di sobria veste a fiorellini che grida “i am in menopausa”. La stessa signora con la veste a fiori che poi su Facebook ne mostra altri di fiori … appassiti però. Ma, vorrei chiedere a queste leggiadre fanciulle dal bel culo dai bei capelli … cose le spinge a spogliarsi dinnanzi a miliardi e miliardi di persone? Vorranno  diventare tutte pornodive? Questa (il momento in cui vi accorgete che ho evidenziato una parola diversa …) cosa mi sconcerta, e mi fa porre tante domande esistenziali.

Ovviamente ho scoperto tutto l’ultima volta che ho liquidato Andrea dal PC. Nonostante delle sue abitudini cazzare possa farne a meno, ho trovato lo stesso la sua homepage aperta e visto che non mi faccio mai i cazzi miei l’ho visitata.

Così, io l’avevo già vista la fighetta che pavoneggia con la figa in qualche foto figa per far vedere quanto è figa (lo ammetto, oggi non mi vengono in mente sinonimi meno offensivi), ma ho creduto che fosse un caso isolato, tipo quell’amica per definizione un po’ dolce un po’ troia che nella comitiva non può mancare. Quindi, come al solito, ho stilato le mie ipotesi: o mio fratello frequenta una comitiva di troie o tutte le ragazze sono troie. Visto che mi incuriosisco, proseguo nella formulazione di strambi pensieri: o mio fratello è beato tra le donne o è … gay.

Allora, l’ho già detto che non sono bravo nel formulare palpabili soluzioni. Ho bisogno dei fatti, delle cose concrete. Allora scaccio  via ogni futile pensiero, e torno all’elemento principale: ?

Che poi non c’è, non lo so nemmeno io perché spio ancora il fagiano su FB. Così come non so perché sto scrivendo questo testo (e mi meraviglio che qualcuno stia leggendo, non a caso ho evidenziato la parola porno per attirare nuovi lettori, magari pervertiti). The life is strange.  

Tuttavia, mi sono rimasti pochi righi prima della conclusione, perciò qualcos’altro dovrò pure inventarmi riguardo questa delirante piattaforma virtuale fatta di chat e deretani. Invoco Erika, che è pur sempre l’immacolata della nuova generazione, e mia personale ispiratrice (mi prendete per pazzo se vi dico che una mia amica ha addirittura la sua foto sul telefono? Quella della libreria con il libro in mano?). Ho paura che qui mi denunciano, meglio concludere qua (mi dispiace manca il quo ma proprio non sapevo dove azzeccarlo). Vi anticipo solo che per giustizia paritaria, visto che in questo capitolo si è parlato di vagine, nel prossimo ci saranno i peni. E non sto scherzando.


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Capitolo 4
*** Parte Quarta ***






Parte Quarta

 

Premetto che ho seri problemi con il numero quattro. Film, libro, telefilm, episodio… qualunque cosa che prende la numerazione di “quarto” mi ha sempre fatto cagare (ad eccezione di Twilight, quello mi ha fatto cagare tutto. Proprio cacca in versione integrale. Infatti, è grazie alla Meyer che ho scoperto di non essere stitico). Nel mio mondo, così, quattro è diventato sinonimo di merda (salvo ovviamente alcune doverose particolarità). Questo per dirvi che, già la storia è quello che è, poi devo pure competere con questa maledizione che mi perseguita … quindi, non è stato facile scrivere questo capitolo. Però ci ho provato. Partiamo, o meglio, andiamo insieme in bagno.

Tutti quelli che ancora non mi hanno giustamente mandato ahffanculo, sono liberi di farlo adesso, così’ si scrollano un peso dalla coscienza. Continua la mia analisi del mondo Facebukkiano. Nelle precedenti puntate abbiamo scoperto che FuckBook è un raduno di troll e di pornostar, vagine appassite e cazzate varie. Di cosa parleremo adesso? Come promesso la scorsa volta, illustrerò un argomento molto interessante e di alto livello culturale. Vi mostrerò senza pudore uno degli elementi fondamentali della nostra esistenza, e son fiero di poterne parlare liberamente: ovviamente mi riferisco al… pene.

Il pene, onnipresente nella nostra vita, chiamato anche “gingillo” o volgarmente detto “pisello”, fa parte del social network in modo ossessivo. Che ci crediate o no, è vero. In precedenza abbiamo visto che la pussy può essere presente nelle foto, magari in qualche video spinto e così via, mentre adesso possiamo notare che il dick è costantemente nominato in ogni componente del pornosito. Per esempio, faccio tre stupide classificazioni.

Mi è capitato di riscontrare in quattro diversi stati consecutivi, alcuni doppi sensi che riconducono a questa figura mitologica tanto apprezzata dalle donnine. E il più delle volte erano di ragazzi. Vediamo:

1.   Quanto mi piace la palla del calcio.
2.   Come è buona la banana di mio padre che fa il fruttivendolo.
3.   Voglio solo te sul Cavallo Bianco.
4.   Ho chiamato il mio cucciolo “Amedeo”.

Ancora, vado avanti perché ormai la reputazione l’ho persa già da tempo. Oltre agli stati, ho riscontrato stranezze anche nei commenti. Magari commenti a foto comunemente innocue: ad esempio, foto di animali.

1.   Ma che bel camaleonte!
2.   Ma cosa dici, la proboscide è fondamentale!
3.   Quando vengo a vederlo, però, mi deve fare (il) Bau Bau.
4.   Ogni volta che vedo il mio orsetto peloso, la mia vita cambia in meglio.

 

Questo, poi, non è niente. Non vi dico quello che si scatena graficamente. Certe foto scattate esclusivamente per essere pene-centriche e far parte della pene-moda. Tipo che quando le vedi non ci credi. In conseguenza a tutto ciò, mi sono chiesto perché Mark Zuckerberg permettesse tutto questo sul suo sito. Come al solito ho formulato le mie scarse ipotesi … o detiene segretamente un concorso per scegliere la foto più pene-osa di sempre o in mancanza di pene si consola guardando gli altri. Andiamo, nessuno è perfetto.

 

Comunque, per oggi chiudiamo qui. La mia reputazione è ufficialmente scaduta con questo molto poco volgare capitolo. Santa Erika da EFP sicuramente mi starà guardando con disprezzo, e avrà pronto un cilicio da offrirmi in dono. Va beh.

Ah, per tutti quelli che credevano che avrei nominato Rocco Siffredi … no, voglio dire, non è che ovunque c’è il pene c’è lui. Usciamo dagli schemi una volta tanto.

 

In ogni caso, colpo di scena scioccante: il prossimo potrebbe essere l’ultimo capitolo.

… si, lo so che non interessa a nessuno. Ma tant’è.


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Capitolo 5
*** Parte Quinta ***





Parte Quinta

 

Bisogna specificare che prima di scrivere quest’altro mucchio di stronzate il quinto capitolo, sono stato vittima di una storia agghiacciante: una mia amica mi ha raccontato di essere rimasta intrappolata dieci ore consecutive in una cella frigorifera di una macelleria. E non sto scherzando. Quando le ho chiesto come tutto questo potesse essere possibile, lei mi ha risposto: “Perchè una volta entrata nel negozio, mi hanno scambiata per carne da macello… fuori forma”.

E con questa battuta squallida, si apre ufficialmente un nuovo frammento di storia: l’obesità su Facebook! Quindi, tu, lettore all’ascolto (?), se ti senti particolarmente sensibile all’argomento, ti sconsiglio di leggere, poiché non avendo di questo problemi, ci andrò giù pesante! Tanto oggi è la giornata dell’insensibilità (proprio così, potrai sfogarti nella recensione).


Allora, allora. Partiamo dalle prime cose che si fanno una volta iscritti su Faccia Libro. Grazie a Buddy, non c’è nessun campo dove si deve specificare il proprio peso, ma altrettanto… c’è il campo dove bisogna mettere un’immagine personale. Il che, se possibile, è ancora peggio. Si, perché i numeri, bene o male, puoi anche inventarteli, ma la foto è come uno specchio: mostra la realtà delle cose (poetic moment). A meno che non siate esperti di Photoshop, ma anche quello è un lavoro piuttosto arduo.

Così, il mondo ha dovuto assistere ad orrori incomparabili, a mostri di grandezza biblica (in tutti i sensi), a cose dell’altro mondo. Una volta capitato in un profilo “grasso” di Fuckbook puoi ufficialmente affermare di “aver visto cose che non si possono nemmeno immaginare”. Si, è così.

Tuttavia, bisogna distinguere l’obesità su FB in tre campi:

 

1.   “Sono grasso/a e lo so”. La consapevolezza è una delle cose peggiori di questo mondo, soprattutto quando al posto delle gambe si hanno due simpatici elefanti. Ciononostante, la persona in questione non si preoccupa minimamente del suo aspetto e di quello che gli altri possono pensare (saggezza), anzi, ad ogni occasione tira fuori la sua chiattosità come perfetto spunto comico. Non a caso tali soggetti hanno una vita sociale molto poco rosea.

2.   “Sono grasso/a e sono secsi”. In poche parole: la Sindrome del Gatto Obeso. Sono quelle persone cui la propria fattezza fisica potrebbe sfamare un’intera popolazione del terzo mondo. Persone, però, che non solo non riconoscono il loro evidente elefantismo, ma che inoltre sono convinte di essere incredibilmente e irrimediabilmente desiderate. Quando, in realtà, l’unico desiderio riconducibile a loro può essere giustificato da un folle momento di fame cannibale. Gli amici e fidanzati/e affibbiano gentili soprannomi, come: Gattona Sexy (evitiamo commenti), Salsiccione Mio (no, non è un pene), Panterona Zebrata (non ha alcun senso tra l’altro), Morbidoso Cicciottone (davvero: non è un pene). La cosa che più mi sorprende di tali elementi sta nel fatto che sono pronti a giudicare fisicamente gli altri senza problemi. Alzano il loro ditone grasso e cominciano a sparare sentenze. E tu, se non sei palestrato al punto di poterle fronteggiare, puoi solo subire, perché sei consapevole che una loro schiacciata di culo potrebbe provocarti un perenne trauma cranico. Il mio fratellino Andrea è stato vittima di certi avvenimenti… un giorno vi racconterò tutto, promesso!

3.    “Sono fotogenica”. Questo è un caso molto particolare, riconosciuto anche come la Sindrome della Vagina Grassa. E’ un caso che purtroppo si verifica soltanto nelle donne, data la vanità femminile. Questa grave malattia porta il soggetto a credere di essere fotogenica, quando in realtà sarebbe molto più corretto dire foto-igienica, in memoria della carta che usiamo per pulirci il culo. Ciò si verifica in ambito obesità poiché i chili di troppo offuscano la realtà, e convincono la persona di avere un fascino particolare. Queste persone, però, dovrebbero sapere che con le loro foto stampate, la gente normale si leva la merda dall’ano.

 

Per questa volta finiamo qui. Visto il gran numero di fan-club su FB, nel prossimo capitolo ritornerà Andrea. Vi consiglio di non perdervelo!


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Capitolo 6
*** Parte Sesta ***




Parte Sesta

 

Spero che non vi siate fatti aspettative troppo alte riguardo questo capitolo. E’ vero, ho anticipato che avrebbe trattato della superstar del momento, niente di meno che mio fratello, ma non vorrei deludere nessuno. Quindi se non vi piace non scassate la minkia andateci leggeri!

In realtà mi creo tante preoccupazioni perché Andrea è una figura piuttosto ambigua (scommetto che la maggior parte di voi non ricorda nemmeno se è un maschio o una femmina: risolviamo con un trans). Andiamo al nocciolo della questione. Facebook ha trasformato mio fratello da bimbominkia a cuozzo. Ora, fatevi questa risata ma non so se la cosa sia buona o cattiva. Non capisco quali delle due evoluzioni sia peggiore dell’altra. Voglio dire… sappiamo che bimbominkia equivale a:

1.   Essere una testa di cazzo

2.   Sparare cazzate tanto facilmente quanto pisciare (se ne sente il bisogno ed è naturale, praticamente)

3.   Infantilizzare ogni ambiente visitato

4.   Sentirsi potenti con cappelli/accessori

5.   Immedesimarsi in falsi idoli

 

E fin qui il livello di fastidio è già altissimo. Ma essere cuozzo equivale a:

1.   Comprare mutande abbinate alle festività (con tanto di slogan provocanti: Questo pacco è per te – Scarta la sorpresina – Non solo cioccolata – Babbo Natale Nero – La vera botta di Capodanno)

2.   Profumarsi l’ano

3.   Masturbarsi ogni giorno

4.   Indossare pantaloni stretti che fermano il sangue (e strizzano le palle!)

5.   Seguire la moda del momento

6.   Ridurre il vocabolario a tre parole : figa, figa e figa.

 

Se vi state chiedendo come riesco a sapere tutte queste cose, ho una notizia scandal per voi: anche io sono stato cuozzo (ma non mi profumo l’ano, giuro!).

In ogni caso, torniamo a mio fratello. E’ incredibile come Facebook a volte riesca a fuorviare alcune persone. Quasi sempre le peggiora, e di questo ne siamo certi. Ma altre volte le trasforma completamente, molto meglio di come farebbe un chirurgo plastico. Quindi tu, lettore che senti il desiderio di cambiare sesso, visita Facebook tutto i giorni ed avrai risultati incredibilmente evidenti! Il tutto in modo gratuito, ovviamente.

Mi sono chiesto come questa cuozzizzazzione sia possibile, e sembra che bastino tre madornali errori per diventare cuozzo su FuckBook. Vediamo quali sono:

1.   I tanti mi piace. C’è poco da fare: quando una persona riceve consensi altrui significa che è diventata popolare. Così’ si gasa, perché ogni stronzata senza senso che scrive per pura trollagine viene accolta positivamente dal pubblico.

2.   CamWow. Andiamo, anche tu che visiti FB una volta al mese (giusto per farti del male) sai cos’è quest’applicazione truzza. In poche parole rende il tuo viso da “quando sono nato mi hanno cagato in faccia” a “Oh My Gosh lo sapevi che sono nato a Parigi?”. Ovviamente è disponibile solo sui cellulari di ultima generazione e questo la dice lunga.

3.   Nomi storpiati in cose ganze. Dico solo che un giorno un certo “Francesco Bellariva” è diventato “Kekko il Mafioso”. Stop.

 

Così un giorno vedo un cuozzo nano entrare nella mia camera e comincio a storcere il naso alla “What the Fuck!”. Poi si gira e mi accorgo che è Andrea, il quale mi liquida con un “Frà io esco ci vediamo stasera, kiss”.

E proprio in quel momento avrei voluto prendere una dose di cianuro e ingerirla tutto d’un fiato. Purtroppo Santa Erika da EFP non me lo ha permesso. Mi è apparsa in visione e mi ha fatto pensare a tutti i lettori che attendono aggiornamenti di questa storia. Va beh, per loro sopravvivrò un altro poco (giusto un poco).

 

P.S non perdere la mia nuova storiella (qui)… parla di peni!


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Capitolo 7
*** Parte Settima ***





Parte Settima

 

Salve stronzoni e puttanelle, siamo giunti alla settima imperdibile parte di questa minkiosa raccolta di cazzate e assurdità. Dopo aver trattato i temi più disparati e ridicoli del Social NetCazz, siamo pronti ad affrontare un tasto veramente scottante: l’anzianità su Facebook.

Se pensavate che il fenomeno avesse invaso solo i giovani, beh, vi sbagliavate alla grande. FuckBook è diventato un vero e proprio luogo di ritrovo per quarantenni disoccupati dal culo moscio e cinquantenni bisbetiche dalle tette penzolanti. Come ho scoperto tutto ciò? Ve lo dico, ma deve restare un segreto tra me e il centinaio di persone che leggeranno: ho settant’anni. Non ve lo aspettavate, vero? La mia migliore amica si chiama Prostata e mia moglie è nominata “il Triste Mietitore”.

Drammatico? Beh, anche voi un giorno sarete vecchi, quindi preparatevi a usare i pannoloni perché ve ne serviranno TANTI, ma davvero TANTI.

Comunque, parlando seriamente (?), un giorno mi capitò di cliccare sul profilo di una ragazza che credevo di conoscere. In realtà, era solo un’omonima. Infatti, la donna di quel contatto era tutta un'altra persona… classe 1922. Ero capitato tra le foto di una novantenne! La cosa che mi sconvolse di più era che il suo profilo fosse visibile a tutti, senza distinzioni. Potevo vedere le sue immagini, i suoi stati, i suoi video e perfino le informazioni personali. Pensai che fosse uno scherzo, ma una frase confermò che quella persona fosse veritiera, quindi non un troll:

“Mi mancano i tempi in cui il rossore si faceva sentire sempre di più man mano che camminavo e il dolce sangue accompagnava l’esfoliazione. My Dear Ciclo”.

Da lì, la cosa è degenerata. Ho trovato un sacco di profili correlati, tutti over cinquanta. Tutto ciò mi sconvolge. Se trovo assurdo il fatto che Facebook sia il luogo virtuale che caca più stronzate al giorno, è ancora più irreale che tali cacate siano defecate da persone adulte e vaccinate (e datate?). Insomma, mi sembra più ragionevole che un tizio giovane e infantile scriva sciocchezze, ma non una persona adulta, o peggio ancora anziana, che si presume abbia raggiunto un minimo di maturità mentale. Incredibile che ceri elementi (i quali si avviano chiaramente verso la miglior vita) diano il peggio di sé dinnanzi a tutto il mondo.
Io, come il solito, non so farmi i fatti miei, perché sono un intrica - cazzi di prima categoria, così ho continuato a girare per i profili.


E guardate cosa ne ho ricavato:


·        Luigi da Napoli, trentacinque anni, scrive: “Le bollette dell’Eni e Gas mi provocano un terribile un prurito all’ano destro”. WTF: ha due ani. Uno destro e l’altro sinistro. Sì, è così.
·        Lorenza da Milano, quarantacinque anni, scrive: “Oggi non posso fare shopping perché ho il ciclo, le vampate, la menopausa, l’osteoporosi, il mal di testa, la tosse, la febbre, la bronchite, l’ictus e l’orgasmo precoce, ma sono sicura che domani starò già meglio ”. WTF: in poche parole… c’è bisogno di dirlo? E’ una morta vivente (morta).
·        Dora da Torino, cinquantasei anni, scrive: “Sono molto emozionata, oggi ho avuto la mia prima menopausa”. WTF: la giovane scolaretta che ha ancora una lunga vita davanti.
·        Pippo da Roma, duecentoquarantasei anni, scrive: “Mi chiamo Pippo ma non ho la Pippa”. WTF: vedi età, con conseguente caduta del pene.

Ai confini della realtà.
Per non parlare di quando sono inceppato nel profilo della mia vecchia professoressa… nel prossimo capitolo.


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Capitolo 8
*** Parte Ottava ***




Parte Ottava

 

Oggi sono parecchio nervoso.
Il nervosismo spunta in me come spuntano i peli sotto le braccia di una ragazza brutta e, credetemi, non è una bella sensazione. Tutto ciò perchè volevo aggiornare la storia molto tempo fa, ma non ne ho avuta l’occasione. Così, sono costretto a sottostare ai miei soliti ritardi.
Per sfogarmi ho deciso di prendere a male parole tutti quegli sfigati del cazzo che leggono questa merda di fan fiction scritta da un anziano sociopatico che non si taglia le vene e la finisce una volta per tutte.


Detto ciò: buongiorno e buonasera a tutti, sia belli sia brutti.
Nello scorso capitolo, promisi che avrei parlato della mia vecchia professoressa delle elementari (o delle medie? La coerenza non appartiene a questo racconto) ritrovata su Facebook, in un disperato trolling di contatti anziani. Proprio così: FuckBook non ha contagiato solo giovani teste di cazzo, ma anche vecchie teste di cazzo (riflessione time: che poi… da dove viene l’espressione testa di cazzo? Insomma, sappiamo bene cosa vuol dire, ma perché quest’associazione? Non ho mai visto realmente teste a forma di pene o viceversa, quindi deduco che il pene sia un organo sprovvisto di cervello, il ché è vero, ma se consideriamo che è proprio il pene a generare la nuova vita credo sia un insulto alla vita stessa…).

Poiché non ho voglia di scrivere e tutti voi mi date il voltastomaco, soprattutto quelle persone che seguono quest’obbrobrio ma non recensiscono (si, sto parlando proprio con voi, uscite allo scoperto prima o poi), copio-incollerò la conversazione avvenuta tra me e questa arrampicatrice sociale.

 

 

“ciao”.

Nella mia mente: è vero che io sono svitato, ma non mi sarei mai permesso di prendere contatto con una vagina così dilatata e anziana.

“ciao”.

Nel mio culo: devo andare in bagno.


Così, dopo essere tornato dal WC, ispirato dalle vostre luride facce, vedo un nuovo messaggio sempre della suddetta cristiana.

“stai ancora andando a scuola, caro?”.

Nella mia incredulità: ora, è vero che non vedevo questo troll da anni (decenni?), dai tempi dei dinosauri azzarderei, ma non ho preso trent’anni in un secondo, o almeno spero che non sia così.

“certo, adesso frequento *****************************************”.

Nella vostra mente: per motivi di privacy, non riporterò il mio effettivo indirizzo di scuola, e comunque non sono cazzi vostri.

“bravo, io l’ho sempre detto che eri un ragazzo molto dotato………..."

Nel mio pene: che io ricordi, non ho mai avuto rapporti sessuali con le MILF, quindi questa cara maestrina era da escludere. Ho sempre pensato che usasse termini logori e abusati per via del suo bicentenario, così ho preso quel “dotato” come un innocuo complimento, MA erano quei puntini sospensivi che mi spaventavano.
Quindi: panico da pene.

“ahahahah, grazie mille prof!”.

Nella mia ignoranza: mi era parsa la cosa più logica da scrivere, in altre parole ignorare completamente il possibile doppio - senso. Purtroppo, quella fu una mossa totalmente sbagliata.

“no, non ridere, dai, è vero, e poi puoi chiamarmi Gesuy… è da anni che non abbiamo più un conflitto alunno-insegnante……………………………………..."

Nella mia bocca spalancata: credo sia chiaro a tutti che la vecchia bacchettona voleva la carne fresca. E di freschezza credetemi, io ne vendo a volontà. In ogni caso, non era soltanto il suo orribile diminutivo che mi spaventava (Gesuy da Gesualda… non so se mi seguite), ma anche quegli orribili e prolungatissimi puntini sospensivi. Erano così tanti che io avrei potuto appoggiarci i coglioni e…ops, mi sa che era proprio quello che voleva. Appoggiarci i coglioni.

Chiusi la pagina di getto, ma il dramma continuò…


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Capitolo 9
*** Parte Nona ***




Parte Nona

 

Mi stupisco di me stesso.
Questa cazzata dall’odore profumato di merda è arrivata a ben nove capitoli e, sinceramente, non me lo sarei mai aspettato. Anzi, quando ho cominciato a scrivere questo bizzarro ma reale racconto, ero convinto che fosse stato il mio biglietto di sola andata lontano da EFP. Pensavo che Santa Erika mi avrebbe esiliato per sempre, scacciandomi dal suo regno di tirannia e malvagità amore e benevolenza. Sfortunatamente per il mondo, non è stato così. Ancora oggi mi trovo ad aggiornare, arrivato addirittura alla nona parte… beh, cari amici (e la prima volta che uso un termine amichevole nei vostri confronti? Sappiate che non ha il valore affettivo che sembra avere), posso con tristezza (?) annunciare che questo è il penultimo capitolo. Proprio così, e non sto scherzando, perciò godetevelo nel miglior modo possibile (anche masturbandovi di fronte allo schermo del PC o del cellulare, che sembra una cosa ancora più sporca). Vi prometto che sto preparando IL gran finale da giorni, in modo da chiudere col botto, infatti, ho intenzione di far scoppiare fuochi d’artificio nei vostri deretani. 
Come farò senza la mia storia ironica? Ne scriverò un’altra. Come farete senza la vostra storia ironica? Un cappio al collo.
E ancora una volta ho affermato la mia supremazia sui voi lettori, tsk.

Comunque, ecco la seconda e ultima parte della mia chiacchierata contro la pedofilia con la mia vecchia maiala professoressa.

 


“e lei come sta?”.

Nella mia intelligenza: giacché quei puntini sospensivi mi innervosivano, per proteggere la mia incolumità (traduzione: il mio pene), decisi che sviare discorso era la cosa migliore. Magari cambiando argomento le cose sarebbero andate in modo diverso ed io non mi sarei più sentito così a disagio nel ricevere avance da una vecchia sballottata. Prevedibilmente… non fu così.

“io bene, da quando è morto mio marito molto meglio”.

Nella mia degenerazione: avrei dovuto aspettarmi la battuta femminista da una vecchia vedova vogliosa di sesso. E scusate, perché questo era un altrettanto acido commento maschilista.
Tornando a noi, anzi a me, non sapevo cosa rispondere dopo tale dichiarazione. Ero in evidente imbarazzo, ma dovevo fare qualcosa.

“condoglianze per suo marito”.

Nella mia educazione: pensai che fosse la cosa più giusta da fare. Non potevo comportami diversamente se non apparire dispiaciuto per la morte di un tizio random che nemmeno conosco.
Tuttavia… la gallinaccia non voleva mollare. A nessun costo.

“grazie. Suppongo che tu sia fidanzato”.

Nella mia paura: quella volta mi fece rabbrividire l’assenza di puntini sospensivi. Più andava avanti e più quella situazione mi sembrava assurda e imbarazzante. Allora decisi si troncare la conversazione, così mi sarei tirato fuori dai guai.

“sì, felicemente! Infatti, adesso devo proprio andare! Mi ha fatto piacere parlare con lei… Gesuy! A presto!”

Nel mio congedo: era chiaro il nervosismo che trapelava in me. Si poteva intuire dai numerosi puntini esclamativi. Frattanto che aspettavo una risposta, sostituivo nella mia mente quel “a presto” con un più salutare “a mai più”.

“a prestissimo……………………….. !!!!”

Nella mia conclusione: eccoli lì, pensavo. Puntini sospensivi accompagnati da esclamazioni, in un contorno di doppio – senso erotico.

 


Vorrei far notare, ancora una volta, che tutto questo è successo su Facebook, per colpa di Facebook. Fate le vostre conclusioni, cari lettori. E fatele bene, perché nel prossimo e ultimo capitolo sarò io a tirare le somme, e niente più sarà come prima!


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Capitolo 10
*** Parte Decima ***




ATTENZIONE: in occasione dell’ultimo capitolo, ho deciso di marcare eccessivamente la parte migliore di questa storia, in altre parole gli insulti gratuiti, proprio perché devo essere TROLL fino alla fine. Infatti, ecco il cambio di Rating. Se ti senti particolarmente sensibile (come una femminuccia) o piuttosto scontroso (come un coglione), evita di leggere e salta alle conclusioni!

ATTENZIONE 2: in questo finale ho delirato. Davvero, ho TROLLATO alla grande, come mai avevo fatto prima. Quindi, non venite a lamentarvi per l’assenza di senso perché, ehi, io sono il primo a dirlo.

 

 

Parte Decima
(aka il finale strappa-stronzio).

 

Purtroppo, non ho potuto scrivere personalmente questo capitolo (finale).
Lo so, mi sono negato una bella soddisfazione, ma è stato più forte di me. Ogni volta che volevo mettermi all’opera, mi venivano in mente quei merdosi nickname dei ritardati mentali che mi leggono, e un’improvvisa voglia di vomitare escrementi umani nel cesso di casa vostra mi travolgeva. Soprattutto se penso ad alcuni di voi, che fanno le sozzerie in famiglia e riportano i video su YourFamilyPorn Internet. Spero con tutto il cuore che Santa Erika da EFP possa spedirvi all’Inferno, in modo che tutti voi marciate tra le fiamme roventi dei vostri incestuosi peccati. Poiché la mia nausea nei vostri confronti mi ha impedito di andare avanti senza sporcare la tastiera di vomito e chiazze di sangue, mi sostituirà il mio gemello cattivo, cento volte più volgare di me. 
Tuttavia, poiché state tutti/e sul cazzo anche a lui (da ben dieci capitoli), abbiamo deciso di svelare subito l’arcano e mettere fine ai vostri finti orgasmi da puttanelle inesperte.

F come Fottiti. Una volta che mettete la vostra e-mail, la vostra password, il vostro nome, il vostro cognome e le altre generalità necessarie all’iscrizione, siete ufficialmente fottuti.
A come Ancora. Sarà questione di tempo prima che la cosa vi si rivolgerà contro. Comincerete con dieci minuti al giorno, magari vi stancherete subito, ma non appena riceverete il primo invito a Farmeville, passerete giornate, ancora giornate, ancora giornate a spendere la vostra vita su un Socialcazz di merda.
C come Cazzate. Sarà solo questo il genere di cose che troverete. Cazzate su cazzate, a non finire. All’inizio vi stupirete di tante sciocchezze, magari riderete, ma alla fine diventeranno il vostro pene quotidiano e anche voi ne sarete portatori (portatori del pene quotidiano… femminucce attente).
Affogherete in un mare di cazzate senza neanche accorgervene e, una volta dentro, potete scordarvi l’esistenza dei soccorsi.
E come Elefanti. Con il sedere sulla poltrona girevole del PC s’ingrassa. Con il sedere sul banco della scuola s’ingrassa. Con il sedere sul sedile del pullman s’ingrassa. Ma sedere sarà la prima cosa cui penserete per accendere il computer o accedere dal cellulare a Fuckbook (avete presente l’obesità citata nei precedenti capitoli? Ecco).
B come Bocchini di Vostra Cugina. … no, niente. In pratica non avevo mai detto nulla di volgare riguardo vostra cugina e non trovavo una corrispondenza con la B.
O come Ora. Procrastinare. Il concetto di “ora” per voi scomparirà. Passerete tanto di quel tempo che nemmeno vi accorgerete della vita che scorre all’esterno. Le ore non avranno più importanza, perché VOI sarete convinti che siano spese bene. La convinzione, però può uccidere.  
O come Orangotango. Ci son due coccodrilli e un orangotango, due piccoli serpenti e un'aquila reale, il gatto, il topo, l'elefante: non manca più nessuno; solo non si vedono i due leocorni. YUPPY YUPPY YEAH!
K come Kakamento (in Bimbominchiese). Diventerete tanto condizionati da Faccia Libro che sentirete il bisogno di far conoscere al mondo ogni vostro singolo movimento (come se importasse a qualcuno). Perfino quando andrete a fare la cacca. La CACCA.

Tutto questo per farvi capire che… io sono un grande ipocrita. Eh, sì, questa storia, per quanto strano possa essere, è stata scritta da un Facebook-Addicted, ovvero da uno di quelli che almeno tre volte al giorno fanno una visita per controllare le notifiche. Sorpresi, eh? O vi sembra solo un espediente prevedibile perché non avevo voglia di scrivere e trovare idee più originali? Comunque sia, mi passa per il cazzo, giacché sono molto più popolare di voi. Ho deciso, quindi, di lasciarvi con questa sconvolgente rivelazione, la quale vi piaccia o no.

XOXO
Adele la Pecora

 

 

 

…INSOMMA, AVETE CAPITO CHE SONO UN DISTURBATO A CAUSA DÌ QUESTO CAZZO DÌ FACEBOOK CHE FA MALE AI NEURONI????

La Sobria Fine.

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