QUINDICI GIORNI DA RICORDARE

di Tittili
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Preparativi ***
Capitolo 3: *** Si parte ***
Capitolo 4: *** Viaggio con sorpresa ***
Capitolo 5: *** Strana notte ***
Capitolo 6: *** INDIAN CAMP ***
Capitolo 7: *** SISTEMATI ***
Capitolo 8: *** NUOVE CONOSCENZE ***
Capitolo 9: *** MA CHE BELLE DIVISE!!! ***
Capitolo 10: *** SILENZI ***
Capitolo 11: *** DAVID ***
Capitolo 12: *** INIZI ***
Capitolo 13: *** CENA ***
Capitolo 14: *** DOPOCENA ***
Capitolo 15: *** VERITA' ***
Capitolo 16: *** PAROLE ***
Capitolo 17: *** SEGRETI ***
Capitolo 18: *** CHIARIMENTI ***
Capitolo 19: *** ALBA ***
Capitolo 20: *** AVVENTURA ***
Capitolo 21: *** PAURA ***
Capitolo 22: *** GLI ANGELI CADUTI ***
Capitolo 23: *** IL PRIMO BACIO ***
Capitolo 24: *** PROVE ***
Capitolo 25: *** SOLI ***
Capitolo 26: *** ATTESA ***
Capitolo 27: *** MARTHA E ALEXIS ***
Capitolo 28: *** PRESI!! ***
Capitolo 29: *** GRETA GARBO ***
Capitolo 30: *** OBLIO ***
Capitolo 31: *** PROMESSE ***
Capitolo 32: *** VOGLIA DI TORNARE ***
Capitolo 33: *** VA AL DIAVOLO ***
Capitolo 34: *** CORRI KATE ***
Capitolo 35: *** BIPBIPBIPBIP ***
Capitolo 36: *** FIGLI ***
Capitolo 37: *** RICHARD ALEXANDER RODGERS ***
Capitolo 38: *** LIBERO ***
Capitolo 39: *** ESTERNAZIONI ***
Capitolo 40: *** PIUMA BLU ***
Capitolo 41: *** FESTA ***
Capitolo 42: *** NOI ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


B:”..CHE COSA??? Ma sta scherzando vero???”
La bella detective del 12° Distretto non credeva alle sue orecchie.
Era stata convocata d’urgenza, e già questo non era un bene, ma dopo le parole della Gates si rese conto che non c’era limite al peggio.
G”Detective Beckett..lei crede per me sia facile?..Ho tentato mi creda…ma mi ha chiamato il Sindaco..non ho scelta! Deve andare! E’ un ordine!”
B:”Il sindaco? Allora so chi devo ringraziare!!”
Si alzò di scatto dalla sedia e uscì decisa dalla stanza.
Si sedette sulla sedia davanti alla sua scrivania senza neanche riuscire a pensare dalla rabbia.
Proprio in quel momento si aprirono le porte dell’ascensore e come al solito a quell’ora ne uscì Castle con due caffè in mano.
Arrivò tranquillo davanti alla sua musa e con un sorriso allungò la mano verso di lei.
In quel momento si rese conto dello sguardo assassino della donna.
B”TUUU! Ma come ti è saltato in mente!! Ti rendi conto!!”
Castle rimase impietrito con gli occhi sbarrati dalla sorpresa.
C” Beckett…ma è quello che prendi di solito…non ho cambiato niente…ti ass…”
B”Giuro che ti faccio fuori Castle…stavolta me la paghi!!
C” ..ma di cosa parli???”
B” Mi ha appena convocata la Gates! E mi ha dato la bella notizia!! Quindici giorni al campeggio…con te!!”
C”……”
Lo scrittore non capiva ancora.
B:”Ha chiamato pure il Sindaco, il tuo amicone, e quindi la Gates non ha potuto dire niente. Non dirmi che non ne sai niente”
C”Beckett..ti giuro che non so di cosa parli..”
Visto lo sguardo smarrito dell’uomo la detective si rese conto che veramente lo scrittore era all’oscuro di tutto.
Spiegò all’uomo che l’anno scorso c’era stata una donazione alla Polizia per la realizzazione di un campeggio per ragazzi con situazioni non facili in famiglia e che la settimana dopo ci sarebbe stata l’inaugurazione.
Era un’occasione unica per fare anche un po’ di pubblicità e quindi il consiglio aveva deciso che almeno per i primi quindici giorni di apertura sarebbe stata opportuna la presenza di un rappresentante per ogni distretto in qualità di istruttore.
E chiaramente chi meglio di Beckett per rappresentare il 12° Distretto.
Vista la reticenza della Gates era quindi intervenuto anche il Sindaco.
Quello che proprio non capiva la donna era il perché della presenza anche di Castle.
Man mano che la donna spiegava la situazione lo scrittore indietreggiava lentamente con fare sempre più colpevole.
B”..Castle?!..devi forse dirmi qualcosa??..” sibilò Beckett.
C:”Ecco…veramente..credo di sapere il motivo della tua e della MIA presenza…”
B”..allora?? Sto aspettando Castle!!...”
C”..Vedi…quella donazione…l’ho fatta io…con una dedica al 12° Distretto…mi dispiace…”
Pronunciò quelle parole chiudendo forte gli occhi aspettando la reazione violenta della detective.
Beckett rimase immobile. Osservava quell’uomo dolcissimo che si comportava come un bambino scoperto con le mani nella marmellata.
Si sentì immediatamente in colpa.
Come poteva essere arrabbiata con una persona che senza pensarci un attimo aveva dato una possibilità a dei ragazzi che altrimenti non avrebbero avuto alcuna speranza.
Castle era ancora lì fermo con gli occhi chiusi in attesa del verdetto.
B”..ok Castle!...vedremo di trovare il lato positivo anche in questo campeggio obbligato…”
sussurò all’orecchio dell’uomo lasciandogli poi un leggero bacio sulla guancia e allontanandosi velocemente per non far notare gli occhi velati da lacrime di commozione.

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Capitolo 2
*** Preparativi ***


C:”ALEXIS!!!! MADRE!!!!”
Castle entrò in casa come un tornado chiamando a gran voce le sue due donne.
A:”Papà…cos’è successo??? Perché sei così agitato?”
M”Già figliolo..calmati..”
Preoccupate per il comportamento dell’uomo la ragazza insieme alla nonna scese precipitosamente dal piano di sopra cercando di capire.
C” Sapete dove andrò sabato???? Dai, dai…provate a indovinare!!” disse concitato lo scrittore.
A”Non ne ho la più pallida idea…papà ti prego calmati!! Mi fai preoccupare…”
M”Già Richard..smettila con questi indovinelli…”
Trionfante Castle esclamò:
Sabato parto in campeggio per quindici giorni insieme a Beckett!!!”
A+M”CAMPEGGIO??”
Nonna e nipote si guardarono un attimo per poi scoppiare a ridere.
C”..Bè!! cos’avete da ridere!!” replicò piuttosto seccato Castle.
Senza riuscire a smettere la giovane rossa disse:
A”..haahhah..in campeggio…hhaaaahha TU!!...stai scherzando vero? Hahahah..”
M”..hahhah..ma se l’ultima volta che sei andato in vacanza hai fatto addirittura una denuncia all’albergo perché nel frigo bar avevano messo la Pepsi invece della Coca Cola…hahaha..in campeggio!!...ti ci vedo proprio! Hahahah”
C ”E’ inutile che facciate le spiritose..comunque sabato parto! E sarà fantastico!!” replicò deciso il novello David Crokett.
Quando finalmente smisero di ridere le due donne si fecero spiegare per filo e per segno quello che era successo e quindi capirono meglio l’entusiasmo e la felicità dell’uomo.
Per entrambe era ormai chiaro quali fossero i sentimenti profondi che il neocampeggiatore provava per la detective del 12° distretto e quindi potevano immaginare quanto questa avventura significasse per lui.
A”Papà scusa, ma Kate cosa ne pensa?”chiese ironica la ragazza
C”..be..diciamo…felicissima anche lei naturalmente!!”rispose Castle.
Per un attimo ripensò a quello che era successo al distretto e sentì ancora il calore delle labbra della donna sul suo viso.
Sorrise immediatamente, convinto che quei giorni sarebbero stati sicuramente indimenticabili.
Pezzo dopo pezzo quel maledetto muro sarebbe crollato. Parola di Castle.
Cercò di convincere inutilmente Alexis ad accompagnarlo a comperare tutto l’equipaggiamento necessario; la rossa aveva un esame proprio il giorno dopo e niente l’avrebbe distolta dai libri.
A”Papà mi dispiace ma proprio non posso!! Fatti consigliare dal commesso, vedrai che troverai tutto ciò che ti serve! Basta che vai in uno di quei negozi specializzati!!”
C”Ok zucca! Ma se poi un orso mi aggredisce e non ho l’arnese giusto per difendermi sarà tutta colpa tua!!”
A”Papà!!!...se un orso ti aggredisce tu comincia a parlare…vedrai che fuggirà a gambe levate!!” lo prese in giro la giovane.
Castle si recò subito al centro commerciale più vicino e tornò a casa dopo…quattro ore!
C”Eccomi di ritorno!! Indiana Jones fatti da parte, arrivo io!!”
Entrò con pacchi e pacchetti, sulle spalle un enorme zaino, una canna da pesca e un retino in mano e un…nuovo look.
Appena Alexis e la madre lo videro per poco non morirono dalle risate.
Indossava un paio di stivaloni da pesca sopra dei pantaloni multitasche color kaki, una camicia a quadrettini rossi e neri con sopra un gilet sempre da pesca con le tasche piene di strani aggeggi, e per finire un cappello calcato in testa del tipo “sono un vero pescatore” con una serie si ami colorati tutti appesi intorno.
Ridicolo era un aggettivo non sufficiente ma le due donne videro anche un’altra cosa.
Molto più importante.
Gli occhi di Castle.
Erano così luminosi e carichi di gioia.
Sembrava un bambino che apre i regali di Natale. Felice.
Si guardarono per un attimo ed entrambe pensarono la stessa cosa.
Kate Beckett era il Natale di Castle.

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Capitolo 3
*** Si parte ***


Kate arrivò a casa piuttosto preoccupata ma nello stesso tempo estremamente curiosa e eccitata per quello che l’aspettava.
Quindici giorni di campeggio con Castle.
Se gliel’avessero detto quattro anni fa dopo il primo incontro con quello “sciagurato” scrittore avrebbe sicuramente detto se si trattava di uno scherzo.
Ma adesso? I sentimenti per quell’uomo non erano certo solo di amicizia.
Per quanto volesse reprimerli emergevano sempre più prepotentemente in ogni occasione.
Cercò di evitare di pensare e decise di documentarsi meglio sul famoso campeggio.
Quando aprì il sito del “Indian Camp” rimase a bocca aperta.
Decise pertanto di prepararsi al meglio all’avventura recuperando l’equipaggiamento più adeguato.
Non aveva mai detto a nessuno del suo amore per la vita all’aria aperta e quindi quando immaginò Castle alla presa con i normali problemi di un “campeggiatore” un sorriso nacque spontaneo sul viso.
Sarebbe stato divertente batterlo in ogni attività. Lui, bambino mai cresciuto, odiava perdere.
Scese in cantina e scelse quello che più sarebbe servito nei quindici giorni di vacanza forzata.
Nei due giorni successivi Castle non faceva altro che blaterale su cosa avrebbe fatto e su come si era preparato ad ogni evenienza.
Beckett non diceva niente ma lo osservava di nascosto divertita.
Era proprio un bambino.
Ma forse era questo che più amava di lui.
Riusciva sempre a farla sentire libera di essere sè stessa.
Arrivò finalmente il fatidico giorno della partenza.
Il direttore  aveva messo a loro disposizione un fantastico fuoristrada con il logo dell’Indian Camp in evidenza sulle portiere del mezzo.
Era un disegno semplice ma efficace. Una piuma bianca d’aquila di un copricapo indiano con la scritta Indian Camp sistemata per bene sulla base in uno sfondo azzurro e con la parola Freedom che sembra quasi disegnata con le nuvole.
Freedom, già, libertà per quei ragazzi che altrimenti avrebbero forse avuto un destino ben più difficile.
Castle e Beckett si diedero appuntamento al distretto per le cinque del mattino per caricare i bagagli e partire.
Il viaggio sarebbe stato piuttosto lungo e l’arrivo era previsto in serata.
Castle si svegliò pimpante come un grillo e caricò nella sua auto la montagna di bagagli in un battibaleno.
Quando arrivò al distretto scese dall’auto respirando a pieni polmoni l’aria fresca del mattino.
Kate era già arrivata e aveva con sé….solo uno zaino..e neanche troppo grande.
Castle rimase a bocca aperta.
C” Beckett..ma porti solo quello?..e tutto il resto dov’è?”
B” Quale resto Castle?” rispose la detective divertita.
C” Come quale resto?La tenda, il sacco a pelo, il fornellino da campo e….Tutto il resto insomma!!”
B” Castle..ma tu hai idea di com’è strutturato l’Indian Camp?”
Con un’espessione colpevole lo scrittore rispose:
C” Veramente…io…be NO!! Ok…non mi sono informato…ma tu hai parlato di campeggio…quindi mi sono attrezzato…”
Disse queste parole quasi a scusarsi della quantità di bagagli che sostavano accanto a lui.
B”Facciamo così Castle…tu carica tutto nella jeep…poi vedremo come fare ok?”
Non se l’era sentita di dirgli la verità.
L’avrebbe scoperta all’arrivo. In fondo era così disarmante il suo entusiasmo.
Sapeva quanto la vita all’aria aperta fosse lontana dal concetto di vacanza per Castle ma sapeva che la sua felicità era dettata dal fatto che sarebbero stati insieme.
Rinfrancato dal permesso della donna lo vide caricare tutta la sua mercanzia con una velocità incredibile vista la sua proverbiale pigrizia.
Un senso di serenità e di sincera gratitudine invasero il suo cuore.
Quell’uomo era veramente unico.
Appena chiuso il portellone Castle si avviò verso il posto di guida.
B”Stai scherzando vero?”
C”Ma dai Beckett! Il viaggio è lungo, non penserai di guidare solo tu vero? Lascia cominciare me..la mattina presto ho lo stomaco delicato..se guidi tu rischio di vomit…”
B”MI HAI CONVINTO!!..”
Un sorriso radioso spuntò sul viso dell’uomo che salì sulla jeep con impeto.
L’aveva avuta vinta lui.
Si comincia bene!pensò mentre accendeva il motore.
Si comincia bene!pensò Beckett mentre saliva sul lato passeggero.
 
 

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Capitolo 4
*** Viaggio con sorpresa ***


Le prime ore di viaggio passarono velocemente tra chiacchiere, prese in giro, ricordi comuni e anche qualche vecchia canzone urlata a squarciagola dai due viaggiatori.
Erano la pubblicità dei perfetti vacanzieri.
Fecero alcune soste per fare rifornimento e per darsi il cambio alla guida.
Kate approfittava del turno di guida di Castle per osservarlo di nascosto.
Non si era mai sentita così rilassata e felice da tanto tempo.
Sapeva perfettamente in cuor suo che il merito era tutto di quell’uomo.
Seguiva il profilo del suo viso mentre attento alla guida cercava sempre di trovare nuovi argomenti da discutere.
Ogni volta che lui si voltava a guardala il suo cuore perdeva un battito.
Quegli occhi vivaci avevano il potere di entrarle nell’anima.
E soprattutto  non poteva dimenticare come la guardavano disperati quel giorno del funerale di Mongomery.
Era ormai quasi ora di pranzo e decisero di fermarsi a mangiare qualcosa.
Naturalmente, siccome era il turno di guida di Castle, si fermarono davanti ad un fast food gigantesco.
Castle mangiò come un orso alla fine del letargo mentre Beckett si accontentò di una fresca insalata.
C”..munch munch…questo hamburger..munch..è fantast..munch..ico…”
B” come gli altri due che ti sei già spazzolato..Castle sei incredibile!!...Non oso neanche immaginare le imprecazioni del tuo fegato in questo momento…”
C” …deve essere colpa della vita all’aria aperta che mi mette appetito…”
B”Ma quale vita all’aria aperta…NON SIAMO ANCORA ARRIVATI CASTLE!!..”
C”..be…ma io psicologicamente mi sento già al camp…”
B” Peccato che non mangi con la psiche ma con la bocca e lo stomaco!”
Dopo i soliti battibecchi si rimisero in viaggio.
La stanchezza cominciava a farsi sentire.
Erano oramai quasi le otto di sera e a causa di una deviazione non prevista mancavano ancora quasi tre ore di viaggio.
Il sole cominciava a calare proprio quando si trovavano in un tratto di strada piuttosto deserta.
Stava guidando Kate quando ad un tratto un rumore sordo e una violenta sbandata fecero capire ad entrambi che avevano bucato.
Scesero dall’auto piuttosto preoccupati, anche perché intorno non c’era neanche l’ombra di un centro abitato.
Kate si avvicinò alla ruota per esaminare in danno mentre Castle andò deciso a trafficare in uno dei suoi zaini.
B”Castle!! Cosa diavolo stai facendo? Dobbiamo assolutamente cambiare la ruota prima che faccia buio. Castle?? CASTLE???”
C”Eccomi qua!!” sbucò trionfante l’uomo alle spalle della detective con una torcia in mano.
Era una di quelle lampade da professionisti e in quel momento Kate ringraziò il cielo che l’uomo avesse caricato in auto tutta la sua attrezzatura.
C” Sapevo che ci sarebbe stato utile!!” esclamò con un sorriso smagliante.
B” Bene Mr.Utilità…adesso cambia la ruota!!”
Il sorriso dello scrittore si spense in un attimo.
Con fare rassegnato recuperò nel bagagliaio tutto il necessario per cambiare la ruota.
Cominciò a lavorare mentre Kate reggeva il manuale di istruzioni ma complice l’oscurità non fu facile bloccare il crik sotto l’auto.
Dopo parecchi tentativi sembrò abbastanza stabile e quindi Castle cominciò a svitare i quattro bulloni che tenevano la ruota.
Per il timore di perderli nel buio lo scrittore li avvolse in un buono sconto che gli avevano regalato al fast food e li appoggiò vicino al crik ormai ben fissato sotto la vettura.
Sempre seguito da Kate che teneva la torcia e il manuale prese finalmente la ruota di scorta e mentre si sistemava per infilare le viti,la donna fece il giro dell’auto per illuminare meglio la zona.
Purtroppo la fortuna e cieca ma la sfortuna ci vede benissimo.
Senza volere la detective urtò il pacchettino con i bulloni spingendolo nel fossato che costeggiava la strada.
C”KATE!!! Attenta ai bull….”
B” Castle..di cosa stai parlando scusa??”
Castle si mise le mani sul viso e dopo alcuni secondi alzò lo sguardo sulla donna.
C” Huston…abbiamo un problema”
B” Mi spieghi di cosa parli Castle?”
Man mano che lo scrittore la rese edotta della situazione il viso della donna cambiò espressione arrivando ad essere una maschera di mortificazione.
C” Beckett…non è colpa tua…anch’io potevo metterli in un altro posto…anzi..direi che è più colpa mia che tua…”
B” No Castle.. avevo visto dove li avevi messi…solo che ero presa dalla luce e dal manuale che quasi mi sono dimenticata della cosa…mi dispiace…Adesso siamo proprio nei guai…qui i cellulari non prendono e non mi pare che ci sia una grande folla a cui chiedere aiuto…”
Aveva gli occhi lucidi e Castle d’istinto la abbracciò per consolarla.
La donna rimase di sasso ma il senso di protezione, il calore del corpo dell’uomo e soprattutto la forte emozione di essere così vicina a lui fecero cedere un po’ del suo autocontrollo e lo abbracciò a sua volta.
D’un tratto Castle si scostò da lei e prendendole il viso tra le mani la guardò con gli occhi carichi di entusiasmo.
C” CI SONO!! CHE IDEA GENIALE!!! SONO IL NUOVO EINSTAIN!!!”
Come un ragazzino si precipitò a recuperare la chiave inglese che aveva usato per togliere i bulloni.
B”Castle…cosa vuoi fare…non abbiamo più bulloni..non riusciremo mai a trovarli nel fossato al buio…”
C”Cara la mia allieva..”disse lo scrittore con tono da professore emerito “come potrà notare ogni ruota è fissata con ben 4 viti e 4 bulloni…”
B”…e a noi mancano 4 bull…”
C”SILENZIO!! Dunque…stavo dicendo…ogni ruota 4 viti e 4 bulloni…ma se noi togliamo un bullone da ogni ruota...”
B”…potremmo fissare tutte e quattro le ruote con 3 viti e 3 bulloni e  PROSEGUIRE IL VIAGGIO FINO AL PROSSIMO DISTRIBUTORE…CASTLE SEI UN GENIO!!” esclamo la detective sorridendo
Disse le ultime parole buttandosi al collo dell’uomo e trovandosi così vicina da sentire il suo respiro sul volto.
Arrossì violentemente allontanandosi di colpo.
Lo scrittore rimase impalato dalla sorpresa e dall’emozione con il cuore che batteva all’impazzata.
B”..B-bene..Genio…al lavoro…che siamo in un ritardo tremendo…”
C”O-Ok…ok…vado…”
In pochi minuti Castle sistemò la jeep e poterono ripartire alla volta di “Indian Camp”.
Il viaggio però era ancora lungo e entrambi erano stanchissimi.
Ad un tratto lungo la strada videro l'insegna di un hotel.
C”Beckett…senti…non prenderla male ma…ma se ci fermassimo a dormire in quell’hotel stanotte…siamo stanchi e abbiamo bisogno di una doccia e di dormire qualche ora. Rischiamo di fare qualche incid…”
B”Va bene Castle…hai ragione…sono proprio stanca…fermiamoci…dal telefono dell’hotel potremmo avvisare che arriviamo domani mattina…”
Castle rimase con la bocca aperta dallo stupore.
Già immaginava di essere investito dagli urli della donna che invece sorrideva davanti alla sua espressione.
B”Castle!! Chiudi la bocca…altrimenti ti entrano dentro le mosche…e poi non capisco questo stupore…mi stanco anch’io sai..e anch’io dormo..in una stanza diversa dalla tua NATURALMENTE!!”
C” …naturalmente…”



Cari amici che avete la pazienza di seguirmi dovrete aspettare fino al 20 di agosto per il prossimo aggiornamento...PARTO PER LE VACANZE!!!! e mi preparerò nuove idee per l'arrivo a Indian Camp...un abbraccio a tutti.
Tittili

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Capitolo 5
*** Strana notte ***


Castle continuò a guidare senza riuscire a dire una parola.
Il fatto che Beckett non avesse neanche tentato di evitare la sosta all’hotel l’aveva lasciato piuttosto sconcertato.
Forse il muro sta cedendo piano piano?
Forse è solo stanca! Non vedere le cose come le vorresti ma come sono!
Ma in un'altra occasione minimo ti avrebbe sparato a quella proposta!
Stiamo solo fermandoci a riposare. Ha ben specificato di volere due stanze!! Non fantasticare troppo.
Be allora spiega questo, avresti mai pensato che venisse con te in vacanza  per 15 giorni?
Non viene in vacanza con me. Sta solo obbedendo ad un ordine. Io sono solo parte del pacchetto obbligatorio.

Anche Kate non apriva bocca dalla decisione di fermarsi per la notte.
Kate, ma sei per caso impazzita? Ti fermi in un hotel con Castle?
Non mi fermo in un hotel con Castle. Mi fermo a riposare prima di proseguire un viaggio. E’ una questione di logica.
Hai visto la sua espressione?Secondo me ha capito ben altro.
Ma cosa ci dovrebbe essere da capire? E poi è un problema suo che cosa capisce..
Ma tu cosa vorresti?
Io..non …io vorrei..

C:”K-kate…siamo arrivati…all’h-hotel..”
La voce dello scrittore era incrinata da un’emozione che non riusciva a mascherare.
B:”B-benissimo…parcheggia dai..sono distrutta…”
Il piccolo hotel era piuttosto carino e faceva parte di un complesso composto da un distributore di benzina con officina annessa da un piccolo drug-store e da una tipica tavola calda che somigliava ad un vagone ristorante.
C”..vuoi mangiare qualcosa prima di andare a let….di dormire?”disse arrossendo per il lapsus l’uomo
B:”..direi di si…ma prima vediamo delle stanze..che dici?” sorrise divertita dall’imbarazzo dello scrittore.
Scesero dall’auto ed entrarono nel piccolo albergo.
Il bancone della reception era piccolo ma molto curato e dava l’impressione di efficienza e pulizia.
Non fecero a tempo di avvicinarsi che dal retro comparve una signora sulla cinquantina molto affabile e con un modo di fare veramente accogliente.
X:Buona sera signori! Vi vedo piuttosto stanchi. Evidentemente il viaggio non è andato proprio al meglio. Avete avuto problemi con l’auto immagino, visto che avete le mani sporche di grasso. Non vi preoccupate. Domani mattina mio marito Bill, che gestisce l’officina e il distributore, sistemerà tutto e potrete ripartire al più presto!”
La coppia di viaggiatori rimase a dir poco a bocca aperta sia per la cortesia ma soprattutto per l’analisi veloce della situazione.
Una poliziotta mancata pensò Castle.
B:”Buona sera a lei signora…in effetti approfitteremo di suo marito domani mattina ma intanto vorremo…”
X”Prendere una stanza per stanotte…vediamo…dunque una doppia…”
B”No, no, abbiamo bisogno di due singole…”
X”Due singole?..ma veramente..”
Castle già sperava in una risposta del tipo <> e sorrideva come un bambino in una pasticceria.
B”Non ha camere singole?”
X”Certo che le ho signorina!! E’ che di solito ho il problema contrario!” rispose ridendo “Vede, per la normativa sono obbligata ad avere una stanza singola ogni 10 doppie, e di solito mi restano sempre vuote. Qui siamo a un centinaio di chilometri dalla città e diciamo che le coppie non ufficiali approfittano della privacy” spiegò un po’ imbrazzata.
B”Immagino..bene, allora stanotte potrà utilizzare queste stanze fantasma” replicò divertita Kate.
X” Benissimo, dunque le stanze sono la 1 e la 2 ma voglio avvertirvi che hanno qualche problema..sa come dicevo sono le meno utilizzate quindi…”
B”Stia tranquilla, ci adatteremo…che problemi ci sono?”
X”Bè..diciamo che la 1 è quella che da sulla strada e quindi è la più rumorosa e quindi..”
Beckett veloce come un fulmine afferrò immediatamente la chiave della numero 2 facendola dondolare sorridendo sotto il naso di Castle che la osservava con uno sguardo truce.
X”…mentre nella stanza 2…la doccia non funziona…”
Sul volto di Castle, che aveva già in mano l’altra chiave, comparve un sorriso smagliante mentre la detective, rendendosi conto della situazione, rimase praticamente di sasso.
La signora ritirò i documenti dei due che erano sul bancone e con un sorriso piuttosto ironico tornò sul retro a sbrigare le sue faccende.
X”Vi auguro una buona notte”
Castle uscì verso la macchina con un fare baldanzoso e allegro per andare recuperare lo zaino con dei vestiti puliti e il necessario per il bagno.
Kate lo seguiva quasi come un automa continuando a guardare la chiave che aveva in mano.
C” Andiamo a mangiare allora?” disse lo scrittore con un tono da presa in giro che non sfuggì alla donna.
B”Senti Castle, se tu credi che io…”
C”Che tu cosa Beckett?”
B”Che io venga a fare la…”
C”A fare cosa Beckett?”
B”NIENTE!! Andiamo a mangiare qualcosa!!”
Castle non si era mai divertito così in vita sua.
Andarono alla tavola calda e in pochi minuti vennero serviti da una cameriera molto gentile e carina.
Castle fece un paio di battute simpatiche che la ragazza sembrò apprezzare sorridendo divertita.
Kate si ritrovò a sentirsi infastidita della cosa. Era veramente una cosa innocente, ma vedere che per un attimo le attenzioni dello scrittore non erano per lei le fecero sentire lo stomaco contorcersi per il disagio.
Sei gelosa Kate?
Gelosa? Di chi? Di Castle? Ma per favore.
Sei gelosa Kate?
Ma la vuoi smettere? Ti ho detto di no
Sei gelosa Kate?
….si…sono gelosa…e sono anche una stupida..

Mangiarono velocemente e pagato il conto si diressero nuovamente all’hotel.
Castle estrasse la chiave fischiettando quei motivetti che di solito ti scappano sotto la doccia.
B”Moooolto divertente Castle….spero che ti affoghi!!”
C”Beckett…hai scelto tu la chiave..non è colpa mia..”disse sorridendo ironico
B”Lo so bene Castle…ma bisogna anche saper vincere sai!!??”rispose brusca la detective chiudendo la porta della sua camera praticamente sul viso dell’uomo
Castle rimase interdetto sul corridoio. Forse aveva esagerato. Bussò quindi  alla porta della donna che aprì con impeto.
B”..cosa vuoi Castle?...devo lavarti la schiena?” ringhiò ironicamente
C”…magari….no, no, scusa,…non volevo essere pesante…sono stato veramente un bambino…senti..adesso vado in stanza.. lascio la porta aperta..fra un quarto d’ora avrò finito di fare tutto e me ne andrò nella hall, così potrai fare una doccia in santa pace ok??..quando hai finito basta che mi fai chiamare. Va bene così? ..Pace???”
Disse questo con uno sguardo veramente pentito che Kate non potè che accettare con un cenno della testa.
L’uomo sorrise compiaciuto e rientrò nella sua stanza senza voltarsi seguito dallo sguardo della detective.
Il tempo passò veloce e dopo una ventina di minuti Kate con circospezione, anche perché “vestita” solo di un accappatoio, entrò nella stanza di Castle.
Appena dentro tirò un sospiro di sollievo, non vedeva l’ora di buttarsi sotto la doccia e togliersi tutta quella polvere di dosso.
Un rumore però la fece trasalire. La doccia che scorreva. Evidentemente Castle aveva perso la cognizione del tempo ed era ancora li.
E adesso cosa faccio??pensò imbarazzata.
Decise immediatamente di tornare in camera sua ma facendo questo voltò lo sguardo verso la porta del bagno che era mezza aperta.
Sullo specchio appeso alla parte si rifletteva il box doccia. Era uno di quelli con la porta di vetro con la parte più bassa satinata e quella più alta trasparente.
Osservò il corpo dell’uomo sotto il getto caldo dell’acqua: era evidente che tutte le battutine dalla detective avevano spinto l’uomo a dedicare parte del suo tempo a un esercizio fisico mirato.
Le braccia ben tornite, il torace muscoloso e gli addominali più definiti lasciarono la donna senza parola. Arrossì violentemente nel pensare a quando sarebbe stato bello essere sotto la doccia con lui e nel sentire quel corpo vicino al suo.
Uscì immediatamente dalla stanza e rientrò nella sua con il fiato corto per l’emozione.
Si appoggiò imbarazzata con la schiena sulla porta cercando di riprendere il controllo di se stessa e delle proprie emozioni.
Dopo pochi minuti sentì bussare alla porta.
C”Beckett?..sono io…senti..ci ho messo un po’ troppo scusa…adesso è libero…fai pure con calma…a dopo!!”
B” O-OK C-Castle!..Grazie…a dopo!”
Tese l’orecchio sentendo l’uomo che scendeva e lentamente uscì dalla camera infilandosi in quella dell’uomo.
Chiuse a chiave la porta e velocemente si infilò nel bagno.
Si buttò sotto il getto d’acqua bollente quasi a cercare di lavare via i propri pensieri ma si rese conto che la sensazione non si placava, anzi.
Il sapere che solo pochi attimi prima quell’acqua che adesso sentiva scorrere su tutto il suo corpo aveva toccato quello dell’uomo, il suo viso, il suo torace…era una sensazione nuova per lei.
Si lavò velocemente e uscì dalla stanza in un battibaleno, quasi intimorita da quello che sarebbe potuto succedere se Castle fosse rientrato senza avviso.
Rientrò nella propria stanza e si rivestì in fretta con una maglietta di cotone bianca e un paio di pantaloni leggeri. Fece una chiamata nella hall per far avvisare Castle e aprì la porta per aspettarlo.
Dopo poco sentì i passi dell’uomo che salivano le scale e lo vide apparire in fondo al corridoio.
Indossava una maglietta scura e un paio di jeans con scarpe da ginnastica bianche.
Aveva ancora i capelli bagnati tutti scompigliati. Era veramente bello.
Kate lo guardò per un attimo e rivide anche l’immagine allo specchio di lui sotto la doccia.
Arrossì violentemente e Castle notò la sua espressione.
C”Beckett..tutto bene?” chiese un po’ preoccupato
B”Si, si …tranquillo…ho usato l’acqua troppo calda…”mentì sorridendo imbarazzata.
B”Volevo ringraziarti per la doccia…sei stato carino..”
Fu il turno di Castle di arrossire.
C”…fi-figurati!...senti ho già avvisato il camp che arriviamo domani in mattinata…bè…buona notte Beckett…a domani!”
B” Perfetto! …Buonanotte Castle!..”
Si trovarono una di fronte all’altro ognuno sul ciglio della porta della propria camera non decidendosi a chiuderla.
C” Sarà una bella vancanza Beckett…me lo sento” disse quasi timoroso
B”Per una volta credo che tu abbia ragione Castle” replicò dolce la donna
C” Buonotte Kate”
B”Buonanotte Rick”

Le porte si chiusero all'unisono, ma l'avventura doveva ancora cominciare.

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Capitolo 6
*** INDIAN CAMP ***


La notte non fu tranquilla per nessuno dei due vacanzieri.
Kate non riusciva a dormire.
Nonostante tutti i suoi tentativi di occupare la mente con altri pensieri l’immagine di Castle sotto la doccia continuava a ritornare prepotentemente.
Si sentiva come una ragazzina stupida.
In fondo era una donna e uomini mezzi nudi ne aveva già visti, forse anche più avvenenti dello scrittore.
Ma sapeva bene dentro di sé che non era quello che aveva “spiato” a turbarla, bensì quello che aveva provato nell’osservarlo.
Non si trattava di piacere nel vedere un bel corpo, ma di un desiderio, di una sensazione di rifugio, di protezione e di amore.
Sì, era così, per quando non volesse ammetterlo era innamorata di quell’uomo.
Ma non poteva permetterselo. Non ancora.
E quando arrivava a questo punto del ragionamento, che creava per bloccare l’istinto del suo cuore, inevitabilmente sorgeva la paura.
La paura che lui non avrebbe avuto più la voglia di aspettare.
Lui era stato sincero. Aveva detto che l’amava mentre lei aveva mentito dicendogli di non ricordare.
E nonostante questo era rimasto al suo fianco, ma per quanto ancora?
Questi circoli viziosi di pensieri continuarono a tenerla sveglia e più di qualche volta fu costretta a respingere le lacrime che volevano vincere sulla sua mente. Ma non era la sola.
Castle rimase praticamente tutta la notte ad osservare il desertico paesaggio dalla finestra.
Con lo sguardo seguiva con attenzione il volare distratto delle lucciole  cercando di trovare una logica inesistente.
Voleva concentrare la sua mente su altro che non fosse Kate. Ma era impossibile.
Si rese conto che quella donna ormai era diventata la sua ragione di vita.
Mai avrebbe immaginato di provare simili sensazioni.
Aveva vissuto fino a quattro anni prima un’esistenza ricca di futilità, riempita di persone vuote e di affetti irreali.
Fino a quattro anni fa l’unica cosa seria era l’amore che sentiva per Alexis e per sua madre.
Erano le uniche persone per cui non occorreva mettere la sua maschera di playboy ricco e arrogante.
Solo con loro riusciva ad essere sè stesso, con tutti i suoi innumerevoli difetti, senza avere la paura di essere giudicato.
Tutto fino a quattro anni fa.
Adesso tutto era diverso. Lui era diverso.
Lei era entrata nella sua vita e tutto era cambiato.
Sapeva di amarla come non aveva mai pensato di poter fare.
Quello che aveva provato nell’istante in cui pensava di averla persa per sempre era stato qualcosa di talmente straziante che il  solo ricordo gli spezzava il respiro.
Avrebbe aspettato fino a quanto lei non fosse stata pronta.
Ma questo pensiero lo pietrificava dalla paura.
La paura che lei in realtà non avesse bisogno di tempo, ma bisogno di qualcun altro.
Una notte di paura. Paura di amare, paura di non essere amati.
Ma la notte deve sempre fare posto alla luce.
Si ritrovarono alla tavola calda verso le 7 per fare colazione.
Dovevano poi far sistemare l’auto e ripartire per Indian Camp che distava ormai solo circa duecento chilometri.
Kate fu la prima ad arrivare e la gentile cameriera della sera prima la accolse con un sorriso.
Y:”Buongiorno signorina. Spero abbia dormito bene.Vuole già ordinare o aspetta il suo compagno di viaggio?”
B:”Buongiorno…credo che aspetterò…grazie..”
Il mio compagno di viaggio pensò Kate.
Ecco una definizione perfetta per Castle. Il MIO compagno di viaggio.
Il pensiero le diede una sensazione indescrivibile.
C:”Buongiorno Beckett!!” cinguettò allegro lo scrittore.
La detective, che non si era accorta dell’arrivo del suo “compagno di viaggio”, saltò sulla sedia per la sorpresa.
B”…CASTLE!! Mi hai fatto prendere un colpo!!..”  strepitò arrossendo come se l’uomo avesse scoperto i suoi pensieri.
C:”Scusami!...mi dispiace…non intendevo spaventarti…io…” balbettò  
La donna si rese conto di aver esagerato nella reazione specialmente quanto incontrò gli occhi  mortificati dell’uomo che cercavano comprensione.
La cosa la fece sentire maledettamente in colpa.
B”..No…scusami…non è colpa tua…è che ero assorta e non mi sono accorta di te…”
C”…tu non ti accorgi mai di me…” sussurrò triste lo scrittore convinto di non essere sentito.
Kate per un attimo si sentì il cuore gelare.
C” Allora Beckett…che ci mettiamo sotto i denti??” esclamò sorridendo l’uomo mascherando immediatamente il suo stato d’animo.
B”Vedi di non esagerare…come al solito!!”disse Kate.
Fecero colazione velocemente ridendo e scherzando come se la notte fosse stata serena e ristoratrice.
Bill, il marito della gestrice dell’hotel, sistemò l’auto in pochi minuti e furono pronti a proseguire il loro viaggio.
Per l’ultimo tratto di strada fecero la conta per chi doveva guidare e vinse Kate.
In poco più di due ore arrivarono finalmente a “Indian Camp”.
Nel momento in cui passarono sotto il gigantesco portone d’entrata che somigliava all’ingresso di un fortino del vecchio west, Kate continuava a ridere osservando l’espressioni stupite di Rick.
La struttura era impressionante.
Un bosco curatissimo faceva da contorno ad un camp straordinariamente attrezzato.
C’erano una ventina di piccoli edifici con l’aspetto di grandi bungalows che sicuramente dovevano essere i dormitori per i ragazzi del camp.
Erano sistemati a  piccoli gruppi e davano una sensazione di estrema comodità e praticità.
Nella zona centrale del campo si poteva chiaramente individuare un edificio piuttosto grande, sempre in legno, che doveva avere una funzione comune. Kate era sicura si trattasse del locale dove si cucinava e mangiava.
La cosa che però attirò immediatamente l’attenzione di Castle fu lo scoprire che tutto il camp si trovava sulle rive di un lago meraviglioso. Campi di tennis, di basket e strutture sportive di tutti i generi completavano il paesaggio.
Un piccolo molo in legno penetrava dolcemente nelle acqua tranquille e piccole barche colorate dondolavano come cullate dal vento.
B”Castle…scusa…ma di quanto era la tua donazione?” chiese sorridendo la detective fermandosi con la macchina nel parcheggio.
C”…ho buttato tanti soldi nella mia vita…sono stato veramente un bambino viziato…avrei potuto fare tante cose per chi aveva bisogno…”
Castle continuava a guardare in giro ma non era più lo sguardo sorpreso che fino a pochi minuti prima vedeva Kate.
Era turbato e il blu dei suoi occhi era velato.
B”Castle…ma stai dicendo…guarda cos’hai fatto…” disse la donna intuendo d’un tratto lo stato d’animo dell’uomo.
Ma lui sembrava non ascoltarla.
B”Rick…” sussurrò.
Castle sembrò come svegliarsi da un incubo e la guardò intensamente.
B”..Tutti abbiamo fatto errori nella nostra vita…ma pochi imparano dagli errori…solo chi ha un’animo nobile riesce a capire e a riparare…”
Castle rimase per un attimo immobile per poi abbracciarla con gratitudine.
C”…Grazie Kate…” disse lieve
B”..Always…” rispose
 
 
 
 
Non sono molto convinta di questo capitolo…ma intanto siamo arrivati a Indian Camp….attendo vostre critiche…e alla prossima…
Baci Tittili
 
 
 
 

 
 
 
 
 

 

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Capitolo 7
*** SISTEMATI ***


Quando scesero dalla macchina Castle era ancora turbato ma la sua capacità di mascherare con l’ilarità e l’ironia le sue paure era veramente incredibile.
C”Allora Beckett…che ne pensi? Non è male vero?” disse sorridendo verso la sua musa con uno sguardo che comunque attendeva approvazione
B”Non male? Direi che è una meraviglia…ogni tanto ne fai una buona, scrittore da strapazzo!!” lo prese in giro  con dolcezza la donna.
La coppia in un attimo era riuscita a riprendere il controllo delle proprie emozioni che solo pochi minuti prima sembravano avere avuto il sopravvento.
Si diressero sorridenti verso un bell’edificio che si trovava accanto a quello principale e che, viste le insegne e le bandiere che lo contornavano, non poteva che essere l’ufficio direzionale.
Erano ormai davanti alla porta a vetri quando ne uscì una ragazza sulla trentina molto carina e sorridente.
Indossava una maglietta bianca con il logo del camp e un paio di pantaloncini corti color kaki che mettevano in evidenza il fisico curato ma non in modo sfrontato. Era evidente che amava praticare sport e dava l’impressone di essere una persona determinata.
I capelli biondi e lunghi erano legati in una pratica coda e gli occhi azzurri splendevano di entusiasmo sotto un berrettino da baseball scuro con la scritta Istruttore sul davanti.
S:”Buongiorno!! Io sono Susan Reed, la coordinatrice degli istruttori del campo. Voi dovete essere il detective Beckett e il signor Castle!!” esordì con fare cordiale porgendo la mano prima a Kate e poi a Rick.
B”Buongiorno signorina Reed!”
S”La prego detective, mi chiami pure Susan!”
B”Va bene…Susan…e tu chiamami pure Kate…mi spiace molto del ritardo ma come ti avrà spiegato il signor Castle ieri sera abbiamo avuto un inconveniente con la macchina”
S”Non ti preoccupare, in queste zone è abbastanza comune trovarsi in difficoltà con i mezzi di trasporto. Il territorio è ancora piuttosto selvaggio ma questo non è solo un problema, diciamo che è anche il suo pregio”
Rivolse poi lo sguardo sullo scrittore
S”Signor Castle, non so cosa dire, per noi del campo è un onore averla qui. Lei non ha idea di cosa vuol dire per i ragazz….”
C”Ti prego. Chiamami Rick e sono io quello a essere onorato. Credimi”replicò con dolcezza alla ragazza che rimase evidentemente colpita dal modo di fare dell’uomo.
S”B-benissimo…Rick..Kate…vi faccio strada verso il vostro alloggio così potrete sistemarvi e poi, appena finito, mi troverete in palestra così vi spiegherò come ci gestiremo in questi quindici giorni. Va bene?”
B”Scusa Susan…come il nostro alloggio?”chiese un po’ preoccupata Kate
S”Purtroppo siete arrivati per ultimi e quindi gli  alloggi sono già stati divisi tra gli altri istruttori. E’ rimasto solo un bungalow, ma naturalmente lo abbiamo sistemato in modo da tutelare la vostra privacy. Venite, siamo arrivati” spiegò sorridendo
I tre si trovarono davanti ad uno degli edifici più piccoli che di fatto facevano da contorno a quelli più grandi che dovevano essere i dormitori dei ragazzi.
Evidentemente gli istruttori alloggiavano in strutture diverse che permettessero una certa libertà ai giovani  ospiti ma nello stesso tempo avevano sempre il controllo della situazione.
La piccola casetta era veramente bellissima, sembrava una baita di montagna.
Un piccolo portico sul davanti era decorato da gelsomini in fiore.
C”Sembra la casetta di Biancaneve…” commentò rapito lo scrittore con stupore
Kate era senza parole. Era un posto fantastico.
I due seguirono Susan all’interno della casetta.
S”Ecco..spero che la nostra idea sia di vostro gradimento..” disse un po’ imbarazzata ma anche speranzosa l’istruttrice.
L’interno della baita era molto più spazioso di quanto sembrasse vista da fuori.
Sulla parete di destra c’era una grande finestra con vista sul lago con adibito un piccolo angolo cottura con tutte le comodità.
Dal lato opposto invece c’era una credenza vecchio stile e dei manufatti indiani appesi al muro che creavano, assieme al camino e al tavolo rotondo con quattro sedie un insieme armonico e familiare.
Sulla parete in fondo al centro poi si trovava la porta del bagno e  due letti singoli alla destra e alla sinistra della stessa con relativi armadi.
E lì fu evidente “la geniale” idea dello staff di Susan.
Era stata tesa una lunga corda lungo il soffitto proprio tra i due letti tanto da dividere in due l’intera abitazione, porta del bagno e di entrata comprese.
Sulla fune poi era stata attaccata con cura una bellissima tenda colorata che all’occorrenza avrebbe potuto tranquillamente far diventare una casa singola in una doppia.
C”Bè!! Direi che è una soluzione fantastica!!..faremo la conta per chi si tiene la cucina e chi il tavolo e il fuoco…che dici Beckett?” esclamò sorridendo divertito Castle.
B”Visto le quantità di cibo che mangi forse è meglio che la cucina la tieni tu Castle..”rispose ironica la detective.
S”Allora vi piace la nostra idea?? Quanto alla cucina non vi preoccupate…diciamo che è un optional…di solito mangiamo tutti insieme alla mensa comune e facciamo i turni per cucinare...Bene! ora sistemate le vostre cose..vi aspetto in palestra tra una mezz’ora per la riunione degli istruttori” disse sollevata Susan lasciandoli soli.
I due erano ancora fermi poco oltre la porta di entrata ad osservare meglio il loro alloggio.
Tutte le finiture in legno erano di gran pregio e nonostante la semplicità degli arredi la sensazione di pace e serenità che si percepiva era veramente tangibile.
C” A lei la scelta detective…destra o sinistra?” disse galante lo scrittore.
B”Scelgo la destra…così la cucina e la finestra sono mie!!” esclamò ridendo la donna
Castle osservò rapito il viso della sua musa. Era raggiante come non l’aveva mai vista con uno sguardo finalmente sereno e libero dai suoi terribili fantasmi.
B”Scusa Castle…ma dove metterai tutta la mercanzia che hai caricato in auto??” disse con tono canzonatorio la donna mentre velocemente sistemava le poche cose che aveva portato nel suo zaino.
Il viso dell’uomo assunse un’espressione imbronciata da bambino permaloso.
C”Be…la torcia è stata utile ieri sera…”
Poi come illuminato da un’idea geniale esclamò:
Darò tutto in beneficenza…magari organizzo una bella lotteria tra i miei amici quando rientro …così magari riesco a far partecipe all’iniziativa altre persone e a creare altri camp!! Cosa dici Kate??”
B”D-direi che è un’idea splendida Castle” replicò la donna cercando di mascherare le sue emozioni continuando a sistemare la propria roba.
Mentre Rick fischiettava allegro riponendo i propri indumenti nell’armadio Kate lo osservava di nascosto.
Riusciva a malapena controllare il proprio istinto che le diceva di attraversare la stanza e di dire a quell’uomo quale meravigliosa persona era e quanto lo amasse profondamente.
C”Beckett?..tutto bene? sei così silenziosa..ho fatto o detto qualcosa che non va?...sai che spesso faccio le cose prima di pensare…scusami se ho esagerato..” disse dolcemente lo scrittore voltandosi verso la sua musa.
Si era accorto che la donna gli girava sempre le spalle e non lo guardava quasi fosse infastidita dalla sua presenza.
C” E’ per la stanza allora…guarda che se  ti imbarazza dividerla con me perché hai paura di non riuscire a controllarti  posso sempre montare la mia tenda qui davanti e lasciarti tutto la casa a dispos…” continuò cercando  di scherzare avvicinandosi alla detective.
Era ormai alle sue spalle quando Kate si voltò di scatto trovandosi a pochi centimetri da lui.
B”..non c’è nessun altra persona con cui vorrei dividere le mie notti…” disse piano la donna fissandolo con gli splendidi occhi verdi velati dall’emozione.
Castle rimase immobile per qualche secondo. Non riusciva quasi a respirare per la sorpresa.
Sollevò una mano e spostò dolcemente una ciocca di capelli ribelli della sua musa sistemandola con cura.
Lentamente si avvicinò posando un bacio leggero sulla guancia della donna  per poi sussurare dolcemente:
C“..non c’è nessun altra persona con cui vorrei dividere….la cucina..”
Castle si era d’un tratto reso conto che avrebbe potuto approfittare della situazione che si era creata.
L’ambiente, la stanchezza, la strana sistemazione e una marea di altri agenti esterni avevano reso vulnerabile la sua Kate. Ma lui non voleva questo. Non doveva trattarsi di una occasione, di un momento particolare, di una debolezza.
Il muro doveva essere abbattuto. Non aggirato per un attimo, altrimenti sapeva che l’avrebbe persa definitivamente.
Sarebbe stato così facile. Ma sapeva che Kate se  ne sarebbe pentita.
La donna infatti alla dolce battuta del suo scrittore rispose con una risata cristallina rendendosi conto che quell’uomo era riuscita a sorprenderla come mai nessuno prima. Era lì, indifesa, preda dei suoi sentimenti. Avrebbe potuto...ma ancora una volta aveva pensato prima a lei che a sé stesso.
B”Rick…scusa ..io…” balbettò
C”Always Kate…Always…”sussurò lui.  
 

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Capitolo 8
*** NUOVE CONOSCENZE ***


Sistemarono in silenzio il resto delle loro cose. Erano ancora emozionati per ciò che era appena successo, anzi, per quello che non era successo.
Entrambi però erano coscienti che non era ancora il momento.
C”Bene…finito!! Allora Beckett, andiamo in palestra? Susan ci aspetta!” esclamò convinto Castle cercando di riportare l’atmosfera alla normalità e uscendo con baldanza dalla baita.
Kate si voltò a guardarlo sorridendo e dopo aver recuperato gli occhiali da sole lo seguì all’esterno.
La donna si fermò sul portico cercando con lo sguardo lo scrittore.
Sembrava sparito.
Dopo pochi istanti lo vide comparire dal lato destro della casa.
C”..ops..non di qua vero?...dall’altra parte!!!” balbettò continuando a passeggiare  nervosamente verso sinistra passando davanti a Kate ancora immobile.
Si mosse veloce uscendo nuovamente dal campo visivo della detective.
Dopo pochi secondi ricomparve nuovamente dal lato destro. Aveva evidentemente girato in tondo attorno al loro alloggio.
C”…ma non ero già passato…eppure..no no..di qua!!” borbottò allungando il passo  ripassando nuovamente davanti alla donna dirigendosi ancora a sinistra.
Passarono ancora alcuni secondi e rieccolo apparire  stavolta da sinistra.
Kate cominciò a sorridere incredula. Sembrava di assistere ad una candid camera.
C”…adesso ci sono!! Sono sicuro Kate…ho preso la bussola quindi!!” proclamò convinto
Alla parola “bussola” la detective non riuscì più a trattenersi dal ridere apertamente.
C“Kate!! Per favore…” mugolò avvilito il povero campeggiatore in erba.
Beckett non riusciva a smettere di ridere e solo dopo alcuni minuti recuperò la capacità di parlare.
B”Senti Castle...credo che usare la bussola all’interno del camp sia un po’ fuori luogo…vieni con me..adesso andiamo in palestra da Susan…poi vediamo come fare ok??” disse trattenendo a stento le risate.
Il suo compagno di viaggio annuì con un espressione confusa e imbarazzata seguendola come un cagnolino.
In pochi secondi si trovarono davanti alla palestra che era praticamente adiacente all’edificio centrale.
Entrando si trovarono in una struttura riccamente attrezzata e individuarono subito Susan che si stava apprestando a iniziare la prevista breve riunione.
Sulle piccole tribune che facevano da contorno al campo di basket si erano accomodate un piccolo gruppo di persone che dovevano essere gli altri istruttori del campo.
La coppia accellerò il passo e si sedette su alcuni posti liberi.
S”Benissimo!!! Adesso che sono arrivati anche il signor Cast…Rick e Kate siamo al completo! Possiamo iniziare. Cominciamo con le cose più pratiche. Al fine di essere velocemente individuabili sia dai ragazzi che dal resto del personale del camp devo chiedervi purtroppo di indossare la tenuta prevista per gli istruttori del campo. Non si tratta naturalmente di una divisa, state tranquilli” precisò sorridendo visto che davanti aveva dieci poliziotti “diciamo che abbiamo optato per la maglietta bianca del camp, i calzoncini tipo scout e il berrettino. Inoltre ci sarà una targhetta con il nome che agevolerà molto le cose. Qui ci sono 50 ragazzi dai 14 ai 16 anni e capire subito chi dirige le attività è molto importante e pratico.”
Castle sorrise compiaciuto immaginando la detective in calzoncini.
Kate resasi conto dell’espressione beata dell’uomo e avendo immaginato il motivo di tale felicità gli diede una forte gomitata sul fianco togliendo il fiato al povero scrittore.
S”Finita la questione vestiario passiamo alle cose più importanti. Divideremo i ragazzi in piccoli gruppi da 5 elementi così ogni istruttore avrà la sua squadra da dirigere. Ogni mattina verrà esposto in bacheca il programma di attività diviso per gruppo dando la possibilità a tutti di utilizzare a turno tutte le varie attrezzature del camp e di imparare nuove cose. Ci saranno anche moltissime iniziative a cui parteciperanno tutti i ragazzi insieme, diciamo una specie di olimpiadi casalinghe. Naturalmente i momenti di aggregazione per eccellenza, cioè colazione pranzo e cena, saranno consumati insieme nella struttura centrale. A turno i vari gruppi, supportati dal personale che si occupa della cucina, dovranno preparare qualcosa di commestibile per i loro compagni.”
All’idea che Castle organizzasse il pasto per più di cinquanta persone la detective immaginò il disastro che ne sarebbe scaturito e iniziò silenziosamente a ridere imbarazzata cercando di nascondersi.
La risata   soffocò sul nascere colpita da una gomitata di ritorno da parte dell’uomo che la osservava di traverso con una falsa aria offesa.
S”Un ultima cosa. Buon divertimento!!”
I visi dei dieci istruttori erano distesi e soddisfatti. In fondo ognuno di loro per lavoro era costretto a scontrarsi con situazioni sempre negative e cariche di tensioni. Rendersi conto che si trattava veramente di un camp per ragazzi li aveva sollevati da tutti i loro pregiudizi.
Arrivò immediatamente un addetto con le preannunciate divise e targhette.
Solo in quel momento Castle si rese conto che gli istruttori uomini erano ben otto e avevano già fatto gruppo, mentre oltre a Kate, e naturalmente Susan che faceva da capobranco, c’era solo un’altra donna.
Sembrava leggermente in imbarazzo quindi lo scrittore si avvicinò con cortesia per presentarsi.
C”Salve!! Io sono Rick! Allora..che ne pensi di quest’avventura montana?”
La ragazza che arrivava a malapena alla trentina era veramente molto bella.
I capelli scuri che scendevano morbidi sulle spalle facevano da contorno ad un volto da cui spiccavano occhi neri come la brace. Il fisico slanciato e atletico poteva far invidia a più di qualche modella.
Alle parole di Castle risposte con un sorriso disarmante.
L”Salve Rick! Io sono Linda e francamente mi sento un pochino fuori posto. Non mi sono mai cimentata con la vita all’aria aperta. Spero tanto di non combinare troppo pasticci.” replicò gioviale.
C” Bè! Allora siamo in due…pensa che mi sono già perso…ed ero all’interno del camp…” confessò ridendo l’uomo
L”Sul serio!! …ma sai che ieri al mio arrivo è successo lo stesso anche a me!!..ma non l’ho detto a nessuno…mi vergognavo troppo...adesso che ci sei anche tu almeno non sarò l’unica cittadina del gruppo!” rispose arrossendo la ragazza
I due continuarono a chiacchierare piacevolmente mentre le divise da istruttore finivano di essere distribuite.
Kate intanto, che si era diligentemente messa in fila per ritirare gli indumenti assegnati, scambiava qualche battuta con gli altri poliziotti. Appena ritirato il tutto con lo sguardo cercò quello di Castle ma si accorse che era occupato a fare altro.
Alla vista dello scrittore con Linda per un attimo sentì una stretta allo stomaco.
E quella chi diavolo sarebbe?
Hei Otello al femminile!! Vedi di non esagerare!! Sta solo parlando con un altro istruttore!
Istruttrice prego!! E poi cosa avrà tanto da ridere!
Ma ti stai ascoltando Kate?? Vedi di ricollegare il cervello e di non pensare con altri organi meno adatti allo scopo.
Santo cielo..guarda quando è bella!
In effetti è veramente una bomba.
Speriamo che esploda!!

Mentre questi insani pensieri le stavano intasando la mente una voce la raggiunse.
C”Kate posso presentarti Linda? E’ del 5° Distretto e come me si perde anche a casa sua!!” annunciò Castle sorridendo soddisfatto della battuta.
L”Salve Kate!! Be proprio perdermi in casa mia no..ma non ci andiamo molto lontano” cinguettò imbarazzata la ragazza
B”Ciao Linda! E’ un vero piacere. Magari evitate di  rimanere da soli allora….altrimenti non vi troviamo più!!” replicò sorridendo la detective.
La battuta fece ridere la bella ragazza di gusto che poi si allontanò divertita dai due per ritirare la sua divisa.
B”Allora Castle! Che te ne pare dei nostri colleghi …e colleghe?” chiese Kate con troppa ironia.
C”Mi sembra un bel gruppo..” disse asetticolo scrittore  per poi avvicinarsi pericolosamente al volto della donna e sussurare con voce roca “..ma non ti preoccupare..terrò sempre la bussola in tasca…così se mi perdo con Linda troverò la strada di casa..”
Kate arrossì violentemente mentre l’uomo con un sorriso compiaciuto si allontanò velocemente per ritirare i suoi indumenti.
Quanto lo odio quando fa così! pensò la detective sorridendo seguendo il suo compagno di avventura.

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Capitolo 9
*** MA CHE BELLE DIVISE!!! ***


Ormai tutta la squadra degli istruttori aveva ritirato il proprio pacchetto di benvenuto che comprendeva, oltre alla famosa divisa con targhetta identificativa e berretto, delle scarpe da ginnastica e da montagna.
Ma non era tutto: per la gioia infantile di Castle e lo sguardo rassegnato di Beckett, ad ogni membro era stato anche consegnato un fischietto scintillante.
Susan spese le ultime parole ai suoi collaboratori ormai pronti a cominciare.
S”Signori..è inutile che vi ricordi da che situazioni famigliari allucinanti provengono questi ragazzi che fra poco incontrerete. Hanno vissuto sempre ai margini della società e praticamente da soli. Si sono sempre sentiti rifiutati e diversi. Per questo i gruppi verranno fatti tramite una semplice estrazione casuale; per far capire loro che sono tutti ugualmente importanti per noi. Nessun privilegiato. Nessuna lotta per avere qualcosa. Siate comprensivi, ma fate anche attenzione. Non sono facili da trattare. Sono abituati ad essere diffidenti e a difendersi sempre e comunque. E quindi non molto furbi! Molto più di quanto possiate immaginare!..Bene…adesso andate pure a cambiarvi e ci ritroviamo in mensa per il pranzo e la composizione dei gruppi fra un’ora. Grazie a tutti!!”   
Kate e Castle cominciarono ad incamminarsi verso il loro alloggio quando furono raggiunti da Linda.
L”Rick…senti..volevo scusarmi…non sapevo che tu..si, insomma…tu sei Richard Castle…il romanziere…e quello che ha praticamente creato questo camp..”
C”Scusarti di cosa Linda? Non capisco…”chiese l’uomo sorpreso
L”Bè! ..avrai pensato che sono una stupida…non ti ho neanche riconosciuto…avrei dovuto..magari…capire che eri una persona diversa da noi insomma…”
C”Non ti preoccupare Linda…sono solo una persona fortunata, e poi dicendo queste cose mi fai sentire come se fossi…contagioso!!”scherzò evidentemente imbarazzato.
La ragazza sorrise sollevata e salutò avviandosi verso il suo alloggio.
Kate che durante la conversazione era rimasta in silenzio osservò con una espressione strana e  lo scrittore.
C”Beckett…cosa c’è?...cosa ho fatto stavolta?” piagnucolò l’uomo
B”..è la prima volta che in presenza di una fan non ti comporti da RICHARD CASTLE…ma da quella bella persona che sei…”  sussurrò la detective fissandolo negli occhi.
Castle arrossì violentemente tanto che la donna, resasi conto di ciò che aveva detto, si nascose subito dietro una battuta
B”Guarda che se continui così non vendi più un libro!!”
Lo scrittore sorrise e replicò:
C”..magari mi metto a fare il poliziotto…che dici?”
Lentamente si avviarono verso la loro casetta e scambiandosi altre battute irriverenti entrarono per poter indossare le loro divise.
Appena dentro entrambi pensarono la stessa cosa e contemporaneamente assunsero un’espressione preoccupata.
Per mettere maglietta e calzoncini avrebbero dovuto spogliarsi.  
Subito Castle esclamò per evitare ogni tipo di  imbarazzo alla donna:
C”Ok Beckett! Io aspetto fuori, tu ti cambi, e appena ha finito tocca a me”
Si era già voltato per uscire quando la detective lo fermò:
B”Senti Castle.. mi sembra veramente inutile… dobbiamo convivere per quindici giorni..cerchiamo di comportarci da adulti...in fondo abbiamo la tenda…e comunque il problema si ripresenterà..cerchiamo di risolvere subito la cosa.. che ne dici?”
Kate pronunciò queste parole senza avere il coraggio di guardarlo quasi  sussurandole.
C” Hai ragione Beckett…” replicò sottovoce
Ognuno si diresse verso il proprio lato di casa e contemporaneamente appoggiarono i nuovi indumenti sui rispettivi letti.
Girandosi si trovarono uno di fronte all’altro e dopo aver mosso un paio di passi arrivarono al centro della stanza dove fecero scorrere la tenda che divise a metà la bella baita.
B”..Castle? Vedi di non sbirciare…altrimenti ti sparo!”
C”..Non ci credo che ti sei portata dietro la pistola..” disse ridendo lo scrittore
B”..Puoi anche non crederci….ma sei sicuro di voler correre il rischio??” replicò ironica la donna.
L'uomo deglutì intimorito immaginandosi la scena.
Mentre continuavano a stuzzicarsi con battute e prese in giro per stemperare l’imbarazzo entrambi cominciarono a spogliarsi per indossare la divisa da istruttori.
Kate però non riuscì a resistere e nonostante la paura di essere scoperta approfittò di un piccolo foro sulla tenda per spiare l’uomo.
Lentamente accostò l’occhio all’invisibile strappo e trattenendo il fiato per l’emozione al suo sguardo comparve lo scrittore che si stava sfilando la polo scura.
La vista della schiena muscolosa e abbronzata fecero balzare il cuore in gola  alla detective che per un attimo si scostò per il timore di farsi sentire.
Poi si avvicinò di nuovo. L’uomo si era appena tolto i jeans ed era rimasto con addosso solo un paio di boxer scuri di quelli aderenti.
La visione di quelle gambe tornite e di un fondoschiena inaspettato la fecero indietreggiare andando a sbattere contro il proprio letto.
C“Beckett!!...tutto bene? …ti sei fatta male??”chiese preoccupato Castle sentendo il rumore  sordo
B”…s-si.. tutto ok…mai stata meglio…mai stata meglio…” rispose senza fiato la donna.
Dopo pochi minuti furono pronti e decisero di rimettere la tenda al proprio posto.
Appena il grande tessuto colorato fu appoggiato lungo il muro i due si osservarono con il nuovo abbigliamento.
Castle rimase praticamente con la bocca aperta.
La maglietta bianca attillata con la scollatura a V che indossava la detective unita ai calzoncini beige che arrivavano a metà della coscia fecero un effetto immediato sull’attività cardiaca del povero scrittore.
Non aveva mai visto niente di più bello ed eccitante.
Per contro Beckett, anche aiutata dalla sua visione precedente, si rese conto di quanto fosse affascinante l’uomo che aveva davanti.
La maglietta forse di una taglia troppo piccola  metteva in risalto il pettorali e i bicipidi dello scrittore per non parlare poi della famosa pancetta per cui lo prendeva sempre in giro.
Praticamente sparita per lasciare il posto ad addominali piuttosto interessanti.
Si guardarono per un attimo e poi si misero a ridere.
Più per nervosismo che per vera ilarità.
Sarebbe bastato niente per innescare una reazione a catena inarrestabile.
Ma in quel momento qualcuno bussò alla porta.
B”C-chi è?”chiese Kate.
L”Sono Linda!! Siete pronti? Possiamo andare insieme alla mensa se non vi disturba. Che dite?”
C+B”..Arriviamo…”
L’atmosfera elettrica e carica di emozione era purtroppo svanita.
Maledizione pensò Castle.
Maledizione pensò Beckett.
I due si guardarono ancora per un attimo negli occhi e poi sorridendosi andarono ad aprire la porta cercando di mascherare come al solito le loro emozioni.
Ma per quanto avrebbero potuto ancora resistere?
 
 
 
 
Siccome non sono molto convinta di questo capitolo avrei bisogno assoluto di vostri consigli, commenti e soprattutto critiche…Grazieeeeeee!!!
Un abbraccione Tittili

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Capitolo 10
*** SILENZI ***


Castle fu il primo ad arrivare alla porta e da gentiluomo fece passare per prima la detective.
Linda era davanti al piccolo portico e sorridente attendeva i due suoi nuovi colleghi.
L”Hei!!..Kate…ma sai che la divisa ti dona molto?” disse la ragazza con un tono non molto convinto.
Aveva un’espressione un po’ ambigua tra il cordiale e l’infastidito ma cambiò radicalmente alla vista dello scrittore.
L”Rick!...meno male che eri un cittadino come me!!..sembra quasi che questo abbigliamento sia stato creato per te!!”civettò avvicinandosi subito all’uomo
Castle rimase un po’ sorpreso dall’atteggiamento della ragazza ma non potè non notare che Linda era veramente uno schianto.
C”Be…direi che anche tu sei veramente carina vestita così! Non come con le divise da poliziotto sicuramente”esclamò cercando di essere simpatico.
Mentre pronunciava queste parole si voltò sorridendo verso Kate quasi cercando conferma alla sua schiocca battuta ma si trovò di fronte uno “sguardo alla Beckett”.
Se Castle avesse potuto sentire cosa girava nella testa della detective
Ma guarda un po’ quest’oca giuliva!! E quel pezzo di idiota di scrittore che le gira intorno!!
Ma che ti prende Kate!! Dove hai lasciato il cervello!! La questione della doccia di ieri è stata una specie di incidente!! Ma oggi??? L’hai spiato consapevolmente!! E adesso te la prendi con Linda! Ma sei impazzita per caso?? Devi riprendere il controllo della situazione!! ADESSO!!

In un secondo Kate ritornò ad essere la detective Beckett e rivolta all’uomo ancora confuso esclamò sorridendo:
B” In effetti le divise da poliziotto sono un po’ troppo serie!! Coraggio…andiamo in mensa che ci aspettano”
I tre si avviarono veloci verso il grande edificio. Kate sembrava tranquilla ma non partecipava minimamente alla conversazione.
Castle era confuso. Faceva finta di niente continuando a chiacchierare con Linda ma non si dava pace. Cos’aveva la sua musa?
Ad un tratto un’idea illuminò la sua mente.
E’ GELOSA!!!! BECKETT E’ GELOSA DI LINDA!!!
Ma quanto sono idiota!!!

D’un tratto si sentì come volare.
E subito dopo una strana ansia si impossessò di lui.
E adesso cosa faccio???pensò inquieto.
Si accomodarono insieme agli altri istruttori su un tavolo separato dove li aspettava Susan e che era sistemato davanti a tutti gli altri dove erano già seduti i giovani ospiti.
Kate era piuttosto imbarazzata ma anche lusingata nel sentirsi cinquanta paia di occhi curiosi addosso e in quel momento realizzò cosa provava Castle ad ogni presentazione dei suoi libri
In effetti era una scarica di adrenalina piuttosto eccitante.
Susan a questo punto si alzò e cominciò a parlare al giovane pubblico.
S”Bene ragazzi! Spero che vi siate sistemati per il meglio e che i prossimi giorni possiate sentirvi un po’ più a vostro agio in un posto tutto nuovo. Avete già avuto modo di visitare tutto il camp e quello che vi potrà offrire. Quindi, come vi avevo già anticipato, prima di pranzare formeremo i vari gruppi che saranno poi seguiti dagli istruttori che sono qui accanto a me.”
La ragazza quindi prese un contenitore trasparente contenente un mucchio di bigliettini dove sicuramente erano indicati tutti i nomi dei ragazzi.
Chiamò quindi il primo istruttore per nome e cominciò a estrarre i relativi ragazzi che commentavano ad alta voce.
Man mano che si proseguiva con l’operazione Kate si sentiva sempre più in ansia.
Sarebbe stata in grado di gestire il suo gruppo?
Non era mica una squadra di investigatori da coordinare durante le indagini.
Mentre questi pensieri vagavano nella sua mente arrivò il suo turno.
S”Bene! Adesso tocca a Kate del 12° Distretto!”
Appena la detective si alzò in piedi da fondo della sala partì un applauso condito con fischi di approvazione da parte del gruppetto di ragazzi più grandi.
Evidentemente la donna aveva fatto colpo sui giovani adolescenti dagli ormoni in subbuglio.
Beckett arrossì di botto ma rispose ai marcati complimenti con un inchino beffardo esclamando:
B”Spero che la stessa energia la metterete nelle varie attività!! Perché se capiterete nel mio gruppo non avrete certo più il fiato per fischiare”
Un applauso generale accolse la battuta della detective.
Castle guardava la sua musa con mezza bocca aperta dalla sorpresa.
Era sempre capace di stupirlo quando meno se l’aspettava.
Il gruppo di Kate si componeva di tre maschi e due femmine.
Il destino volle che uno dei giovanotti maleducati si trovasse tra di loro.
Il ragazzo si spostò dal fondo della sala per unirsi al suo gruppo.
Era un biondino piuttosto alto e magro con un’espressione cupa che traspariva dagli occhi verdi sottili.
Portava un berrettino rosso piuttosto vecchio e rovinato e indossava jeans e maglietta molto più grandi della sua taglia.
Si piazzò davanti a Beckett con le mani in tasca e un fare piuttosto arrogante.
K”Io sono Kevin e francamente non mi interessa molto tutta questa messa in scena. Tanto tra un mese tornerò nella merda da cui sono arrivato”disse con tono incolore lasciando senza parole la detective. Non era quello che aveva detto, ma lo sguardo che aveva nel pronunciare le parole. Senza più speranza.
Intanto era arrivato il turno di Castle.
Appena si alzò si sentirono delle piccole risatine provenire dal gruppo delle ragazzine che evidentemente, anche se in modo meno plateale e maleducato dei ragazzi, apprezzavano l’aspetto dell’uomo.
S”Ok! Questo sarà il gruppo di Rick: Thomas Moore, Laura Kress, Mary Larson e….i fratelli Nicolas e Robert Forman”
Nessuno notò l’esitazione di Susan nel pronunciare gli ultimi due nomi, tranne  Castle.
Perché un solo biglietto per due ragazzi? si domandò lo scrittore.
I cinque raggiunsero la postazione di Rick e cominciarono con un po’ di esitazione a scambiare qualche parola con lui per potersi conoscere meglio.
Susan in pochi minuti finì di formare le varie squadre e quindi si poteva procedere con il pranzo.
Naturalmente, sia per praticità che per poter scambiare qualche parola, i gruppi rimasero compatti e quindi si crearono materialmente dieci tavoli composti da sei persone ciascuno: un istruttore e la sua nuova truppa.
Rick, grazie anche alla sua naturale simpatia, riuscì quasi subito a creare un’atmosfera serena nel proprio gruppo.
Anche Kate, nonostante Kevin cercasse in tutti i modi di smorzare qualsiasi entusiasmo, con le sue battute sarcastiche e la sua naturale predisposizione alla leadership conquistò la benevolenza della sua squadra.
Man mano che il tempo passava però Castle si rese conto che uno dei suoi “commilitoni” non partecipava minimamente alla conversazione.
Era attento a qualsiasi parola ma non ne pronunciava una.
Era uno dei fratelli Forman, Robert.
C”Allora Robert!..che ne pensi di questo posto?”
Il ragazzino lo fissò intensamente. Era identico a suo fratello Nicolas, solo più piccolo.
Capelli nerissimi e corti, occhi verdi come smeraldi e un viso magro scavato da eventi più grandi di lui.
N”E’ inutile. Non ti risponderà mai. Sono ormai due anni che non apre più bocca. E’ per questo che sono sempre vicino a lui. Sono l’unico che riesce a capire un po’ quello che pensa.” spiegò il fratello più grande
C”Non deve essere facile dover essere sempre l’interprete di tuo fratello! Una vera tortura!”
Il ragazzo restò a bocca aperta.
N”…o-ogni volta che spiego questa situazione tutti si preoccupano solo di Robert….sei l’unico che ha pensato….a me…” sussurò il Nicolas turbato.
C” Posso chiederti cosa  è successo due anni fa?” azzardò l’uomo
N”…mio padre….durante una lite…era ubriaco..non si è neanche reso conto di quello che faceva…io ero in camera mia..ma Robert era li…la mamma…” il ragazzo non riusciva a finire la frase ma era evidente che il fratello aveva assistito all’omicidio della madre.
Un bambino di dodici anni piombato nel più profondo dei silenzi.
N”..da allora non ha più detto niente…”
Castle spostò lo sguardo su Robert che continuava a fissarlo senza mostrare alcuna emozione.
Solo attenzione e studio del proprio interlocutore.
C” E qual è il problema?” disse sicuro l’uomo sostenendo lo sguardo.
N” Come qual è il problema!! Ti ho appena detto che sono due anni che non spiccica una parola!”
C”Evidentemente non ha niente da dire” replicò calmo continuando a fissare quei due splendidi occhi verdi “qualcuno ha detto che è meglio stare zitti e sembrare stupidi che aprire bocca e togliere ogni dubbio” proseguì lo scrittore.
Nicolas rise alla battuta insieme al resto del gruppo e per un attimo Castle ebbe l’impressione che anche Robert avesse quasi sorriso.

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Capitolo 11
*** DAVID ***


Ogni minuto che trascorreva insieme a quei cinque ragazzi si imprimeva in modo indelebile nella mente e soprattutto nell’animo dello scrittore.
Non erano personaggi di un romanzo o  nomi scritti sull’articolo di un giornale di provincia.
Erano lì, davanti a lui, con le loro vite devastate da piccoli e grandi drammi senza che nessuno se ne fosse mai interessato prima.
Il drammatica situazione dei fratelli Forman era forse quella più palpabile perché evidenziata dall’atteggiamento del piccolo Robert.
Ma man mano che i giovani si aprivano con lui, l’uomo scoprì che nessuno di loro aveva avuto grandi chance nella vita.
Thomas ad esempio. Rosso di capelli con occhi chiari vivaci e scattanti, non faceva che mangiare. E si vedeva anche dal fisico non certo longilineo che era un’ottima forchetta. Il suo fare gioviale e tranquillo nascondeva una vita cominciata lottando con la morte dentro un cassonetto dell’immondizia.
Rifiutato dalla madre all’inizio della propria esistenza.
Assistenti sociali, genitori affidatari e istituti vari erano stati la sua famiglia da sempre.
Solo da sempre. Era evidente che trovava nel cibo la sua casa.
Mary invece era stata letteralmente salvata dai propri genitori.
Una coppia di giovani tossicodipendenti che non riuscivano neanche a gestire la propria vita, figurarsi occuparsi di una bambina.
I capelli biondi raccolti in due lunghe trecce incorniciavano un viso dai lineamenti morbidi ma tristi. Gli occhi castani ricordavano quelli di Bambi.
Quando Castle le fece notare questa somiglianza arrossì imbarazzata ma lusingata.
Stranamente nessuno le aveva mai fatto un complimento prima.
Nessuno si era mai accorto di lei, ragazzina timida e introversa.
Laura rappresentava per Castle una specie di enigma. Non era come Robert perché qualche sillaba dalle sue labbra qualche volte usciva ma diciamo che non era certo logorroica.
Non senza fatica Rick scoprì che la ragazzina era la sorella più piccola di Kevin, uno dei ragazzi del gruppo di Kate.
In effetti si somigliavano molto, specialmente nello sguardo ormai spento.
Laura non aveva nessuna intenzione di parlare di sé né di suo fratello e Castle non cercò di forzarla in nessun modo.
Mentre ancora chiacchierava e commentava con la propria squadra il programma che avrebbero dovuto seguire appena finito di mangiare lo scrittore sentì alle proprie spalle  una voce sconosciuta.
D”KATE!!! Non ci posso credere…KATE BECKETT!!...sei proprio tu!!”
Castle si voltò in direzione della sua musa e vide sul suo viso comparire un’espressione di stupore e imbarazzo.
B”David?? …..ma….come…cosa ci fai qui??...saranno ….”
D”Dodici anni!!! Si Kate!! Dodici anni che non ci vediamo!!”
Il proprietario della voce sconosciuta si avvicinò con impeto alla detective abbracciandola a sorpresa.
E con lo stesso impeto le prese poi il viso tra le mani baciandola davanti a tutti.
Castle, che nel momento dell’arrivo dello straniero stava bevendo tranquillamente dell’acqua, per poco non si soffocò.
T”Hei capo! Mi sa che quel tipo ti sta soffiando la ragazza!!”esclamò Thomas tra un boccone e una risata.
Kate dal canto suo era rimasta praticamente di sasso al caloroso benvenuto e mentre il “vecchio amico” si staccava da lei incrociò lo sguardo attonito dello scrittore.
B”David…per favore..”
D”Si si hai ragione..scusami tanto..è che sono così felice di vederti che non sono riuscito a trattenermi!!”
La detective riuscì velocemente a riprendersi dalla sorpresa cominciando a chiacchierare con l’uomo per capirci qualcosa di più.
Castle intanto continuava ad osservare da lontano la scena.
E quel coso chi diavolo sarebbe?? Ma come si permette. Abbracciarla così davanti a tutti. E BACIARLA POI!!
Richard?? Geloso, Richard??
Qui non c’entra la gelosia!! E’ una questione di sapersi comportare!!
Ma davvero?? Non è che vorresti tanto essere al posto suo e poterla baciare così, davanti a tutti?
Io non lo farei mai!! Scherzi…e poi mi sparerebbe subito!!
Già!! Allora perché a lui non ha detto niente?
Già!!...perchè??!! MA CHI E’ STO LUI POI!!???

In quel momento, troppo preso a discutere con sé stesso,  arrivò al suo orecchio la voce della sua musa:
B”Castle?..Vorrei presentarti un mio vecchio amico..David Parker…eravamo al college insieme…”
D”Be’ direi che eravamo INSIEME al college per la precisione….piacere signor Castle!!! So tutto di lei..un vero benefattore!!”
La parola “insieme” pronunciata con passione dal nuovo arrivato fece perdere un battito al povero scrittore.
David era sicuramente coetaneo a Kate e purtroppo per Rick era uno di quelli che le donne si girano a guardare.
Capelli biondo cenere tagliati corti con stile, occhi verdi come il mare e fisico statuario con un’abbronzatura da invidia si accompagnavano ad un sorriso smagliante e ad una voce profonda.
Un senso di sconfitta e rassegnazione cominciò a insinuarsi nel cuore dello scrittore.
Un pensiero gli attraversò per un attimo la mente
Ho già un muro da abbattere e il fantasma di sua madre da convincere. Ma un amore del passato felice? Come faccio a competere? Lui fa parte della sua vita precedentee si sentì perduto.
D”Allora Kate? Cosa ci fai qui?”
B”Sono uno dei nuovi istruttori del campo…almeno per quindici giorni…poi tornerò al mio lavoro di detective..”
D”TU SEI UNA POLIZIOTTA!!!!! Non ci credo..non è possibile!! Ma se ti divertivi a andare contro tutte le regole e adesso …incredibile!!”
David quindi si voltò verso Rick ridendo.
D”Caro Castle…lei non ha la minima idea di cosa combinava questa pazza scatenata al college..”
C”…in effetti…no…” sussurò l’uomo quasi fosse una colpa.
Lo sguardo con cui pronunciò quel “no” non sfuggì alla detective che intuì in parte cosa passasse per la testa del suo compagno di viaggio.
B”…erano altri tempi…una vita fa…”disse dolce sfiorandogli lievemente la spalla.
A quel tocco Castle sentì un brivido lungo la schiena che quasi gli bloccò il respiro.
B” E tu David?...non sarai mica un poliziotto anche tu?” scherzò la donna.
D”Io? Kate mi conosci bene!! Ti pare che io possa essere un poliziotto?..Sono qui come coordinatore degli assistenti sociali. Dirigo il dipartimento che si occupa di monitorare questo campo. Praticamente conosco uno per uno tutti questi ragazzi”
B”Un impegno non da poco allora”
D”In effetti non è facile…ma grazie anche a persone come il signor Castle che ogni tanto si rendono conto della fortuna che hanno… possiamo fare qualcosa di tangibile!”
La stoccata di David non sfuggì allo scrittore che però non reagì. In fondo aveva ragione. Cosa avrebbe potuto dirgli.
C”Be…ora vi lascio a rivangare i bei ricordi del passato…io e la mia squadra andiamo a prepararci per….per…”
T”La lezione di arrampicata!!” intervenne in suo aiuto Thomas che si era avvicinato al trio
C”Esatto! Grazie Tom…lezione di arrampicata!!!”
Castle quindi si allontanò senza voltarsi raggiungendo il suo gruppo.
Appena arrivato al tavolo insieme a Tom, lo scrittore con un sorriso un po’ forzato cercò di caricare di entusiasmo il gruppo per quello che li aspettava.
C”Allora…siamo pronti?? Vediamo di non farci notare per voli ad angelo non autorizzati ok??”
Tutti sorrisero sereni alla battuta dell’uomo. Tutti tranne naturalmente Robert che si limitava ad osservare, e a Laura che invece continuava a fissare Kate e David che parlavano.
Si avviarono quindi tutti insieme verso la parete attrezzata che si trovava ai margini del camp.
Durante il breve tragitto Laura rimase leggermente in ritardo continuando a girarsi come a controllare un fantomatico inseguitore.
Castle si avvicinò a lei sfiorandole una spalla facendola sobbalzare.
C”Scusami Laura! Non volevo spaventarti. Va tutto bene?”
LA” Si…tutto bene.”
C”Ok…per qualsiasi cosa…sai dove trovarmi…spiaccicato sotto la parete rocciosa naturalmente..”scherzò lo scrittore per stemperare un po’ l’atmosfera.
Laura sorrise lievemente e Castle si voltò per proseguire lungo il tragitto quando Laura bisbiglio:
LA”Signor Castle??”
C”Rick…” la corresse l’uomo
LA”..Ok…R-Rick…tu lo conosci il signor…Parker..?”
C”L’ho incontrato ora…ma è un vecchio amico della mia comp….collega…”rispose l’uomo “perché?..tu lo conosci?”
LA”..si…”replicò con tono strano la ragazzina
C”In effetti…essendo il coordinatore del progetto è naturale che tu lo conosca…”
LA”..già…lo conosciamo tutti!” disse ancora Laura
C”..meglio così..sarà in grado di aiutarvi al meglio allora…” affermò sorridendo riprendendo il cammino
LA”..senti Rick…” lo fermò di nuovo la piccola donna
C”..Dimmi Laura…cosa ti preoccupa..?  ” chiese ora allarmato per il tono della voce della ragazza
LA”..il tempo cambia le persone…alcuni non sono più quelli che conoscevi un tempo..”sussurrò Laura scappando via veloce.
Castle rimase impietrito. Cosa voleva dire? A cosa si riferiva esattamente? Chi diavolo era David? Ma soprattutto…chi era diventato??
Un sensazione di ansia si impossessò del cuore dello scrittore.

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Capitolo 12
*** INIZI ***


Kate aveva seguito con lo sguardo Castle che se ne andava con la sua squadra.
Era turbata.
L’incontro con David l’aveva proiettata, come in un film di fantascienza, in un passato ormai lontano.
L’uomo che continuava a parlare davanti a lei rappresentava un momento felice e privo di angosce della sua vita. Una vita che era finita bruscamente con la morte di sua madre.
Aveva chiaramente percepito la tensione che si era immediatamente creata tra David e Rick. Uno scontro tra passato e presente.
E la sensazione che aveva provato leggendo lo sconforto nello sguardo dello scrittore non le dava pace.
D”Senti Kate..io adesso devo andare a controllare un paio di gruppi..ma possiamo vederci più tardi…magari faccio un salto a vedere come te la cavi..anzi..perchè non ci vediamo dopo cena. I ragazzi saranno già sistemati. Che dici?”
B”..certo..perchè no!” rispose distrattamente la detective
D”Fantastico!! Allora ci vediamo stasera.”replicò sorridente l’uomo salutandola con un veloce bacio sulla guancia allontanandosi.
Kate rimase un attimo interdetta dal gesto del suo ex, soprattutto per la bella sensazione che aveva provato.
Immediatamente riprese il controllo e si avvicinò alla sua squadra.
Non era il momento di pensare a sé stessa. Era lì per uno scopo ben preciso. Ci avrebbe riflettuto dopo, a mente lucida.
B”Allora ragazzi…cosa ci tocca?” disse
Kevin fece subito una faccia disgustata ma uno sguardo assassino della detective evitò l’inevitabile commento.
Rachel, una dolcissima ragazzina che faceva parte della squadra di Kate, dopo aver dato un’occhiataccia al suo compagno esclamò
R”Dal programma ci tocca…la lezione di basket”
CJ”Lezione di basket…ma stai scherzando…io non ho bisogno di lezioni..il basket non si insegna…si gioca e basta..”disse CJ, un ragazzone di colore che veniva da New York e che aveva vissuto il problema delle bande sulla sua pelle.
Kate lo squadrò  e replicò:
B”Benissimo…abbiamo in squadra il nuovo Magic Johnson…quando faremo le gare con le altre squadre non avremo alcun problema…”
CJ”Gare?..quali gare scusa?...io non faccio competizioni…che sia chiaro!” esclamò deciso il ragazzo
P”Scusa…allora con chi giochi? Da solo? Il basket si gioca una squadra contro un’altra con lo scopo di fare più punti dell’altra. Mi sembra assurdo stare a tirare un pallone da soli dentro un cerch…” disse Peter, il secchione del gruppo.
CJ”OK! OK!…abbiamo capito…hai studiato tutto il manuale…falla finita…andiamo a giocare invece di blaterare…” sbuffo CJ avviandosi verso il campo.
Kate  sorrise alle scaramucce dei due. Sapeva che si conoscevano bene.
Peter, figlio di una ragazza-madre, era rimasto orfano un paio di anni fa e si era ritrovato in una famiglia affidataria che abitava vicino a CJ.
Uno come lui, studioso e certo non corpulento, fu subito preso di mira dai bulli del quartiere. Ma non per molto. CJ infatti, che aveva appena perso il fratello minore in una sparatoria fra bande, prese le sue difese. E visto quanto era grosso nessuno ebbe più nulla da ridire.
Sara, l’ultimo membro della squadra di Kate, si mise a ridere di gusto.
S” Sembrano marito e moglie!! “ esclamò divertita.
CJ” ..e allora chiedo il divorzio!!” gridò da lontano CJ che aveva sentito tutto.
Tutta la squadra raggiunse il campo di allenamento con entusiasmo e iniziarono a giocare con impegno seguendo i consigli dell’insegnante di turno.
Durante tutta la lezione Kevin continuava a comportarsi da bullo cercando di stuzzicare continuamente CJ.
Ad un certo punto il ragazzone di New York reagì innescando una scazzottata piuttosto violenta.
Era evidente che Kevin non aveva nessuna possibilità di sovrastare fisicamente CJ ma non si fermava.
Kate intervenne immediatamente e con due mosse da poliziotta esperta bloccò sul nascere il duello.
B”KEVIN!! MA COSA DIAVOLO TI PRENDE!!” gridò in faccia al ragazzo dopo averlo trascinato lontano da tutti.
K”E’ inutile che tu mi faccia la predica…cosa vuoi saperne di chi sono io, di cosa voglio, di cosa ho passato..sia io che mia sorella…lasciami stare..”
B”Io non faccio la predica a nessuno. Sei abbastanza grande da decidere da solo. L’hai già fatto evidentemente. E hai deciso di buttare la tua vita giù per il cesso. Padronissimo di farlo!! Ma perché non lasci agli altri la stessa libertà di scelta?? Con il tuo comportamento metti a rischio anche tutto il resto del tuo gruppo. E anche tua sorella!! Ci hai mai pensato brutto pezzo di idiota!”
K” …”
B”Questo camp è una occasione che non capiterà di nuovo!! E se non l’hai capito se tutto funziona come speriamo nessuno di voi tornerà nella merda! Ma potrete lavorare qui, imparare, e avere delle nuove opportunità.”
K”E magari diventare un poliziotto come te??? Non certo un figlio di papà come il tuo amico miliardario!!”
B”Mia madre è stata uccisa per aiutare la gente che non poteva permettersi un avvocato!! E il mio amico Castle non ha mai conosciuto suo padre. E’ un miliardario…e allora!! Non ha mai rubato, truffato o altro e non è una colpa essere ricchi. Poteva benissimo tenersi i suoi soldi e fregarsene di tutti voi.Tu faresti così vero Kevin se avessi tanto denaro?Allora chi è la persona peggiore dei due?”
Il ragazzo scosso dalle parole della donna abbassò lo sguardo senza dire una parola.
B”Adesso andiamo…devi scusarti con tutti i tuoi compagni..Muoviti!!”
K”..ma io…”
B” Ho detto MUOVITI!..”
Il ragazzo la seguì docile e si presentò davanti alla squadra.
K”…ragazzi..mi dispiace…sono un idiota…”
CJ” Sono le prime parole intelligenti che hai pronunciato da quando ti conosco!!”replicò secco CJ.
B”Bene!! adesso andiamo avanti…e Kevin?...provaci ancora e ti sparo!!”
Nel frattempo Castle, insieme a tutto il suo gruppo, aveva raggiunto la parte attrezzata.
Le parole di Laura continuavano a ronzargli nella testa. Forse aveva interpretato male il messaggio. In fondo se David era stato un amico intimo di Kate non poteva essere così male.
Il pensiero della sua musa tra le braccia di quel belloccio arrogante gli fece venire la nausea.
O forse era più il pensiero di dover salire in cima ad una parete di una decina di metri con una misera corda a tutelare la sua incolumità.
Gli istruttori stavano aiutando tutti a indossare l’imbragatura di sicurezza e spiegavano i movimenti base per l’arrampicata.
Mery e Laura furono le prime a cimentarsi risultando veramente bravissime arrivando in cima in pochi minuti.
Poi fu il turno di Tom che nonostante il fisico e le continue battute e risate non ebbe troppe difficoltà a finire il percorso.
Nicolas invece non ci provò neanche. Soffriva di vertigini  da sempre ed evitò la prova.
Mancavano solo Castle e Robert.
Lo scrittore sudava freddo. Aveva una paura tale che gli tremavano le gambe.
Si voltò a guardare Robert. Il ragazzino lo fissava serio come al solito senza dire una parola. Era lì fermo aspettando le mosse del suo istruttore.
Castle si rese conto che tutto era nelle sue mani. Non poteva tirarsi indietro. Che credibilità può avere uno che dice di avere coraggio nella vita, di lottare, e poi si ferma davanti alla prima difficoltà.
C”Allora Bobby…che dici…andiamo?” disse sorridendo nervoso al suo piccolo compagno di salita.
Robert lo fissò per alcuni secondi, come se gli stesse leggendo i pensieri e l’anima. Poi si voltò verso la parete e iniziò la scalata.
Lo scrittore lo seguì immediatamente e senza non poche difficoltà arrivarono quasi insieme a metà della parete.
Castle si trovava un metro circa più in alto del ragazzino silenzioso quando sentì un rumore.
Guardò più in basso e vide che Robert, scivolando, era rimasto appeso alla parete solo con una mano.
Non un fiato, non una parola. Era lì attaccato e lo fissava.
Rick sapeva che non c’era pericolo. Erano entrambi assicurati con corde e imbragature. Se Robert avesse perso l’appiglio non sarebbe caduto.
Senza pensarci troppo però tornò indietro fino a poter allungare una mano verso il ragazzo.
C”Coraggio Bobby! Dammi l’altra mano..ti aiuto io!”
Robert continuava a fissarlo.
Nicolas dal basso intanto urlò allo scrittore:
N”LUI NON SI FA MAI AIUTARE DA NESSUNO!! NON SI FIDA DI NESSUNO!! LASCIA PERDERE!!”
Castle però non mollava.
C”Dai Bobby!..sono qui…non ti deluderò…te lo prometto…fidati di me…” sussurò con la voce rotta dall’emozione.
Quegli occhi verdi erano carichi di solitudine e di dolore e continuavano a fissarlo.
D’un tratto però fu l’uomo a perdere l’appiglio trovandosi in una situazione peggiore di quella di Robert.
Adesso era sotto di lui e per come era messo non avrebbe resistito a lungo. Con un ultimo sforzo allungò il braccio e sostenendogli un piede fece in modo che il suo piccolo compagno si rimettesse in una posizione di sicurezza.
Ebbe appena il tempo di vederlo solidamente attaccato alla parete prima di cadere.
Le corde di sicurezza impedirono che il povero scrittore si schiantasse al suolo facendolo atterrare dolcemente.
Robert intanto dall’alto aveva seguito tutta la scena.
Appena a terra Castle urlò:
C”STO BENE BOBBY! TRANQUILLO!! VAI VAI!! ARRIVA IN CIMA ANCHE PER ME!!”
Il piccolo rimase fermo per alcuni secondi continuando a guardarlo. Poi ripartì e lentamente raggiunse finalmente il suo traguardo.
Castle durante tutto il percorso trattenne il fiato pregando che Robert non cadesse e quando il ragazzo prese una delle piume poste sulla cima cominciò a saltare di gioia come un bambino scatenando l’ilarità di tutti i presenti.
Quando finalmente Robert giunse a terra Castle si avvicinò a lui sorridendo.
C”Sapevo che ce l’avresti fatta!!” disse porgendogli la mano per farsi battere un cinque.
Il ragazzo lo fissò serio come al solito senza muoversi.
N”Mi spiace Rick…ma lui non fa più queste cose…non tocca nessuno volontariamente…” spiegò un po’rassegnato il fratello maggiore
Il sorriso dello scrittore non si spense ma diventò più triste.
C”Ok…non c’è problema…in fondo ha ragione lui…sono io che sono troppo..rumoroso!!” disse prendendosi in giro da solo per mascherare l’inevitabile delusione.
Stava già per avviarsi verso gli altri ragazzi quando Robert si mosse verso di lui.
Continuando a fissarlo serio con quegli occhi indagatori  alzò lentamente la mano che teneva ancora stretta la piuma e gliela porse.
Castle sentì il cuore riempirsi di gioia e con la mano che gli tremava prese fra le dita il simbolo di mille parole non dette.

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Capitolo 13
*** CENA ***


Tutte le squadre, alla fine del pomeriggio, si ritrovarono nella sala comune per scambiarsi le impressioni sulla giornata e raccontarsi gli episodi più esilaranti di cui erano stati protagonisti.
Era emozionante vedere dieci gruppi entrare divisi e immediatamente fondersi in un'unica moltitudine di voci, risate e colori.
I dieci istruttori si riunirono a loro volta in una specie di gruppo di lavoro per organizzare le prossime attività.
Kate e Rick erano stremati.
Come prima giornata era stata molto più impegnativa di quanto avessero immaginato.
C’era la stanchezza fisica certo, ma neanche paragonabile a quella emotiva.
Entrambi avevano dovuto affrontare le loro paure ed incertezze per dare fiducia a dei ragazzi ormai disillusi dalla vita.
Quando incrociarono gli sguardi videro qualcosa di diverso, di profondo, di intenso negli occhi dell’altro. Un pomeriggio in quel posto incredibile è già si sentivano cambiati.
C”Allora Beckett?...com’era la palla? Rotonda?”scherzò lo scrittore
B”Certo più morbida di una parete rocciosa..che da quanto ho sentito ti ha battuto facile!” replicò ridendo la detective
C”.. ti assicuro che ho vinto io...neanche avessi volato...” sussurrò emozionato l’uomo sfiorando la piccola piuma che ornava il suo berrettino.
Kate non sapeva quello che era successo tra lo scrittore e il piccolo Robert ma quando Castle alzò lo sguardo verso di lei ebbe come l’impressione di annegare in quegli splendidi occhi. Qualcosa di eccezionale doveva essere accaduto.
C”..bè…anche tu però..mi dicono che hai inventato un nuovo sport..il boxsket…” la prese in giro Rick riferendosi alla mini rissa in campo che aveva dovuto gestire la donna.
B”..alle volte si cerca la lotta..per non sentire il dolore..”  replicò lieve la donna fissandolo intensamente.
Castle capì dal dolore che traspariva dai suoi occhi che  la sua musa aveva dovuto confrontarsi con una situazione difficile  e che ne era rimasta scossa.
Per un attimo rimasero in silenzio, persi uno negli occhi dell’altra.
B”..Rick…io vorr…”
L”RICK!! Eccoti! Ti ho cercato dappertutto!! Mi hanno detto che sei caduto!! Ti sei fatto male?”
Era Linda che con tutta la sua prorompente vitalità aveva rovinato tutto di nuovo.
C”..c-ciao Linda…si..sono caduto..ma non mi sono fatto niente…” balbettò l’uomo continuando a guardare Kate. Cosa stava per dire la sua musa?? Cosa??
L”Come niente!!! Guarda le tue mani…sanguinano!”
Castle con aria sorpresa, come se parlassero di qualcun altro, si guardò i palmi.
Evidentemente nel cadere aveva afferrato con forza le corde di sicurezza provocandosi delle ferite abbastanza superficiali ma sicuramente dolorose.
Kate osservò con stupore le mani dell’uomo. Come aveva potuto non accorgersi che Castle era ferito.
Quell’oca giuliva ha visto subito che Rick era ferito. E io niente...
Rimase immobile mentre Linda portava via lo scrittore per poterlo medicare.
Castle però mentre camminava trascinato verso l’infermeria dell’esuberante ragazza continuava a voltarsi per cercare lo sguardo della sua musa.
Non si dava pace. Cosa voleva dirgli!!???
Una voce alle spalle fece sussultare la detective.
D”Kate!...giornata difficile vero?..mi hanno riferito della scazzottata tra CJ e Kevin…senti..se vuoi faccio in modo di cambiare il gruppo…magari sposto Kevin..è una testa calda..lo conosco bene!..”
B”NO!!” esclamò la donna facendo comparire un’espessione stupida sul volto del suo ex.
B”..voglio dire…è normale…non ti preoccupare..so come gestire queste situazioni..poi avevamo fatto i gruppi ad estrazione proprio per questo no? Niente discriminazioni.” spiegò più calma la detective
D”Come vuoi..ma per qualsiasi cosa…a proposito..sai che Henry, quello del 6° Distretto, è dovuto rientrare urgentemente in servizio. Allora ho deciso di prendere io la guida del suo gruppo. Così avremo modo di vederci più spesso e non solo alla sera…che dici?”
B”Ma non seguirai mica un gruppo solo per vedere me?”chiese Kate con un tono leggermente accusatorio
D”Certo che no!! Ho a cuore tutti questi ragazzi!! Volevo dire che sarà una occasione in più per rivangare i vecchi tempi…” si giustificò imbarazzato l’uomo “comunque adesso devo andare. E credo che anche tu voglia sistemarti per la cena…e il dopo cena naturalmente..” continuò sorridendo prima di andarsene.
Kate  si rese conto d’un tratto che aveva urgentemente bisogno di una doccia.
Arrivò in un attimo al suo alloggio e dopo pochi secondi era già sotto il getto caldo dell’acqua.
Mentre era ancora sotto la doccia sentì dei rumori.
C”KATE? Sono io…non ti preoccupare…ho già tirato la tenda per bene anche lungo la porta del bagno. Cosi puoi uscire tranquilla nella tua parte di casa. OK?..”
B”Va bene Castle…ma guarda che se sbirci…”
C”Mi spari!!...lo so.. lo so…ma scusa…le pistole funzionano sott’acqua??” chiese ironico l’uomo
B”LA MIA SI!!!” rispose divertita la donna.
Dopo pochi minuti la donna uscì guardinga andando a sedersi sul proprio letto.
B”Ho finito Castle…grazie…puoi lavarti tu adesso…ho messo il tuo accappatoio appeso vicino alla doccia…”
C”Grazie...” rispose lo scrittore infilandosi nel bagno.
Per un attimo la mente di Kate fu invasa dall’immagine dell’uomo sotto la doccia.
Imbarazzata si vestì velocemente indossando abiti comodi e freschi.
In pochi minuti anche lo scrittore uscì dal bagno entrando nella sua parte di casa per rivestirsi.
Quando furono pronti entrambi sistemarono di nuovo la tenda al suo posto.
C”Beckett…devo chiederti un favore…” mugolò l’uomo
B”Cosa succede…non avevi comperato tutto il necessario per il perfetto campeggiatore..cosa ti sei dimenticato?” lo prese in giro la donna
C”..per favore Kate! Ancora questa storia!...” replicò imbronciato “…è che da solo non riesco…” disse imbarazzato mostrando le mani ferite “..a rifare la medicazione…ho dovuto toglierla per fare la doccia…ma adesso mi fanno male…”
Un senso di dolcezza invase il cuore della donna. Sembrava un bambino con le ginocchia sbucciate che corre piangendo dalla mamma.
B”…vieni qui…”mormorò facendolo sedere al tavolo mentre prendeva la cassettina del pronto soccorso.
Senza dire una parola  Kate ripulì per bene le ferite e applicò con cura delle medicazioni sulle mani di Castle che continuava a osservarla rapito.
Quando la donna alzò lo sguardo a Castle sembrò di rivedere gli occhi verdi spaventati del piccolo Robert.
Lentamente alzò una mano e sfiorò il viso di Kate che al tocco dello scrittore chiuse gli occhi come per assaporarne meglio il calore.
TOC TOC TOC….
L”RAGAZZI???.. PRONTI PER LA CENA???” chiamò da  fuori Linda che ancora una volta era arrivata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Kate si alzò di scatto come risvegliandosi da un sogno e andò ad aprire la porta.
B”Ciao Linda!! Siamo pronti…eccoci!” disse allegra mascherando l’imbarazzo.
L”Rick!! Come vanno le mani?..un po’ meglio spero..se vuoi ti aiuto io per mangiare..” cinguettò la ragazza entrando in casa.
C”Molto meglio grazie…non ti preoccupare…”  rispose lo scrittore
L”..carino qui…ma che bella idea quella della tenda…così ognuno ha la sua privacy..come se fosse da solo!!” commentò Linda
B”Già…come fosse da solo…” disse leggermente ironica Kate.
In pochi minuti i tre arrivarono nella sala comune dove David aspettava impaziente la detective.
Rick da un lato del tavolo con Linda che lo riempiva di attenzioni e Kate dall’altro con David che faceva il cascamorto.
Non sapevano bene come comportarsi. I due accompagnatori in fondo erano carini e simpatici. Kate soprattutto non aveva motivi di trattare male David. Era un amico, ed era stato qualcosa di più in un passato felice. In fondo sarebbe stato bello ripensare a quei tempi lontani.
La cena fu veramente fantastica. Forse perché, visto che era il primo giorno, non era opera di nessuna delle squadre di ragazzi.
L’indomani infatti il turno in cucina sarebbe toccato al gruppo di Linda.
Ormai era tardi e l’accompagnatrice di Castle decise di andare a dormire visto che avrebbe dovuto organizzare la colazione del giorno dopo.
Lo scrittore allora approfittò dell’occasione per avvicinarsi alla sua coinquilina.
C”Bè…si è fatto tardi ragazzi..io vado a dormire..buonanotte!”.
B”Sono stanca anch’io…vengo con te…”
Un sorriso comparve sul volto dello scrittore.
D”Ma come…mi avevi promesso il dopocena Kate…non deludermi così!” esclamò David.
B”Hai ragione…me ne ero dimenticata…scusa Castle…vai pure..Buonanotte!” disse imbarazzata la donna.
C”Va benissimo…non ti preoccupare…sistemo io la tenda…buona serata!” replicò deluso lo scrittore.
D”Tenda? Quale tenda?” chiese curioso David
Con un’espressione compiaciuta Rick spiegò:
C”Come? Non lo sai? Io e Kate dormiamo insieme!!” esclamò lo scrittore divertito.
La detective arrossì violentemente e imbarazzatissima spiegò irritata:
B”NON DORMIAMO INSIEME!!! Dividiamo solo la baita…era l’ultima rimasta e Susan ci ha sistemato in modo che ognuno ha la sua intimità…con una tenda nel mezzo…”
D”..solo una tenda?” chiese dubbioso e infastidito David
C”GIA’…solo una tenda…e pensa che c’è pure un piccolissimo strappo nel mezzo..” precisò Castle andandosene velocemente ridendo.
Kate rimase impalata con la bocca aperta mentre David, ripresosi dalla sorpresa, chiese timido alla donna:
D”Scherzava sul buco vero??”
B”..no…non scherzava…”  rispose balbettando Kate”..non scherzava affatto..”
 

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Capitolo 14
*** DOPOCENA ***


David invitò Kate a fare una passeggiata fino al lago.
La donna accettò volentieri. Non tanto per la presenza dell’uomo ma perché la vista di quel panorama meraviglioso riportava nella sua mente i ricordi dei campeggi che faceva da bambina.
D”Sai Kate…ho pensato tante volte a te in questi anni…non ho mai capito cosa non ha funzionato veramente..io ero felice..” disse David mentre si avvicinavano lentamente al piccolo molo
B”Non è stata colpa tua…ero io…non ero pronta per impegnarmi..avevo bisogno di sentirmi libera..fuori dalle regole e dai legami…” replicò la donna
D”Adesso però non è più così…più ligia alle regole di un poliziotto…a proposito..perchè proprio il poliziotto?..” chiese curioso
B”..la vita ti porta a fare delle scelte David..e non sono sempre quelle che ti aspettavi…” rispose evasiva la detective.
D”..E’ per quello che è successo a tua madre?..” azzardò David
B”E tu cosa ne sai di cosa è successo a mia madre!!” esclamò sulla difensiva Kate
D”Scusami Kate…non volevo ferirti…sai quanto le volessi bene .. ho sempre considerato Jhoanna come la madre che non ho mai conosciuto….” si scusò sincero l’uomo
B”No David…scusami tu…in effetti quello che è successo mi ha cambiato la vita… le scelte che ho fatto…e probabilmente anche quelle che farò..” sospirò
D”La vita è fatta di scelte…ma tante volte si può anche cambiare idea!..Che dici?” disse sorridendo
Erano ormai arrivati alla fine del piccolo molo. Le barche ondeggiavano dolcemente cullate da una brezza leggera.
Kate ebbe un brivido. La temperatura si era abbassata bruscamente e la maglietta leggera che indossava non era certamente adatta.
David si accorse della  situazione e si tolse immediatamente la giacca appoggiandola sulle spalle della detective.
D”Questa situazione mi ricorda quella gita al mare…solo che eravamo sulla spiaggia…” sussurrò l’uomo
B”Mi ricordo…una serata meravigliosa…” rispose sorridendo Kate.
D”Già…sarebbe bello poter tornare indietro nel tempo vero??”
B” Bellissimo…dai David…parlami di te…cos’hai fatto dopo che ci siamo…divisi?”chiese un po’ imbarazzata dalla vicinanza del suo ex
D” Diciamo che per me era difficile poter rimanere dov’eri tu…e così mi sono trasferito e ho continuato gli studi in un altro college. Mi sono laureato e poi ho cominciato a lavorare nel campo del sociale. Mi sono specializzato nel settore minorile e…eccomi qui. Ci sono situazioni così difficili..ma almeno ci provo. Il progetto di sviluppo di questo camp è molto ambizioso ma finchè esistono persone come il tuo amico Castle magari riusciremo a realizzare qualcosa di concreto. A proposito..com’è che questo Castle si è avvicinato al dipartimento di polizia? Non mi sembra il tipo..”
B”Be’…quattro anni fa stavo seguendo un’indagine su un omicidio che era stato realizzato seguendo la trama di un libro scritto da Castle. Cercando indizi e piste da seguire ho dovuto collaborare con lui visto che era l’autore.”
D”…tutto questo quattro anni fa...e dopo…come mai ti gira ancora intorno?”
Per un attimo Kate risentì le parole pronunciate da  Castle dopo che le avevano sparato che le rimbombavano nella testa.
C”E’ un grande amico del sindaco e siccome voleva trovare l’ispirazione per dei nuovi libri in qui fosse protagonista una detective, lo ha convinto ad autorizzarlo a seguirmi durante le indagini..”
D”Allora…diciamo che ti obbligano a sopportarlo..”disse David sorridendo compiaciuto  
B”No..non è un obbligo…sono abituata ad averlo sempre intorno…spesso le sue intuizioni sono determinanti…e poi è diventato un buon amico…”
D”..un buon amico..”ripetè sollevato l’uomo
B”…Senti David…sono piuttosto stanca…preferirei andare a dormire…”
D”Ma certo…ti accompagno…”
David appoggiò il braccio attorno alle spalle di Kate che si irrigidì al gesto dell’uomo. Non sapeva cosa pensare. Era bello ritrovare il proprio passato ma non si sentiva del tutto a suo agio.
La coppia si avviò lentamente verso l’alloggio della donna.
Una volta arrivati sotto il portico David si avvicinò  abbracciandola.
D”…sai Kate…avevo paura che tu..si..insomma…con Castle….sono contento che siete solo buoni amici…”sussurrò a pochi centimetri dal viso della donna.
Kate non sapeva cosa fare. David si stava avvicinando pericolosamente, le labbra erano ormai vicinissime…quando la porta si spalancò rumorosamente.
C”Salve ragazzi!! Bella passeggiata?” esclamò Castle con addosso solo una maglietta e un paio di calzoncini.
I due si allontanarono di scatto.
D”Castle!!!...che sorpresa…non eri andato a dormire?” commentò ironico David
C”…si vede che soffro di insonnia!!” replicò altrettanto ironico lo scrittore
La tensione era tangibile.
B”Ti ringrazio David…è stata una passeggiata bellissima…e grazie anche della giacca…buonanotte e a domani” disse la detective imbarazzata dalla situazione porgendogli l’indumento.
D”Grazie a te Kate…buonanotte e a domani..”disse raddolcendo il tono David per poi allontanarsi.
Castle era rimasto immobile sulla soglia e i due si scambiarono uno sguardo che era tutto un programma.
Kate entrò in casa furibonda.
B”CASTLE!! Ma cosa diavolo pensi di fare!!!”
C”..be..io…quel tipo non mi piace…e allora..” balbettò Rick giustificandosi
B”ALLORA COSA!!! Non mi interessa niente che a te non piace….piace a me…che diritto hai di comportarti come un padre all’antica!! Non lo conosci neanche!! Cosa sai di lui!!” urlò la donna
C”NON SO NIENTE DI LUI…COME NON LO SAI TU!! Non lo vedi da una vita..magari non è più quello che ricordavi…” replicò sconvolto
Kate rimase sorpresa dalla reazione dello scrittore.
B”Cosa vuoi dire?” chiese più calma Kate
C”…niente…lascia perdere…hai ragione tu…scusami..non ho alcun diritto…” replicò secco
B”E no Castle! Non si getta il sasso e si nasconde la mano…” disse la donna
C”Be..oggi Laura..sai..la sorella di Kevin che è nel tuo gruppo…mi ha fatto domande sulla tua conoscenza con David…e ha detto una cosa strana  riguardo al fatto che le persone cambiano..” spiegò Rick esitante.
B”Mi sembra un po’ pochino per condannare all’ergastolo una persona..che dici?”affermò calma la detective fissandolo negli occhi
B”Forse è meglio che tu mi lasci decidere chi devo o non devo frequentare…sono abbastanza grande per scegliere della mia vita.” disse la donna.
Castle sentì la terra sparire da sotto i piedi. Kate voleva scegliere. E tra le scelte c’era David.
C”Hai ragione…sei grande…mi dispiace..” balbettò in preda all’angoscia.
Si voltò avviandosi verso il proprio letto e dopo aver sistemato bene la tenda si distese.
Kate intanto in silenzio si cambiò velocemente per poi infilarsi turbata sotto le coperte.
C”Buonanotte Kate…” sussurrò l’uomo con la voce rotta dall’emozione
B”Buonanotte Rick..” rispose altrettanto turbata la detective
Nessuno dei due chiuse occhio.
Ma cosa riservava il destino per i due compagni di viaggio?


 

 Un capitolo di passaggio...e non troppo convincente...lo so!! Ma mi serviva per il prossimo....
Un abbraccione a tutti (non abituatevi troppo bene...solo il fine settimana posso fare due capitoli al giorno..)
Tittili

 

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Capitolo 15
*** VERITA' ***


P.O.V. KATE
 
Un sottile raggio di sole colpì delicatamente il viso di Kate che si svegliò di soprassalto.
Non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte ripensando a ciò che era successo, ma evidentemente stremata dagli eventi aveva ceduto al sonno nelle prime ore del mattino.
Spostò lo sguardo sull’orologio appoggiato sul comodino.
Erano solo le 5.30 del mattino.
Ad un tratto sentì un rumore dall’altra parte della tenda.
B”Castle?” sussurrò
C”Scusami Beckett…non volevo svegliarti..ora devo andare….”
r
eplicò l’uomo gelido uscendo velocemente dalla baita.
Kate rimase da sola. Di nuovo.
E le lacrime cominciarono a scendere silenziose.
Come ho potuto ferirlo in quel modo. Come!! Tutto per il mio stupido orgoglio. L’ho accusato di intromettersi nella mia vita quando è LUI la mia vita!! E David…ho perso l’uomo che amo per un fantasma del passato. Un’ombra lontana.
Ripensò a quanto avrebbe voluto abbracciarlo nel momento in cui aveva spalancato la porta la sera prima e a cosa invece aveva fatto e detto. Alla sua debolezza davanti a quello che rappresentava David. Non aveva avuto il coraggio di dire al suo ex che per lei non contava nulla, che non sentiva niente se non la tiepida sensazione di poter in parte rivivere un passato in cui sua madre era ancora viva. E poi ripensò a Rick.
Lo amo con tutta me stessa…. No!! Non si fa del male a chi si ama!!Non ho il diritto di parlare di amore!! Sono una persona egoista e crudele. Ho approfittato di lui e del suo amore per me! Come ho potuto farlo!!
Solo dopo molto tempo riuscì a calmarsi ma il senso di vuoto e disperazione che ormai aveva invaso il suo cuore non le dava pace.
Erano le 8.00 e decise di alzarsi. Ormai aveva perso tutto quello per cui valeva la pena vivere ma non poteva deludere anche quei ragazzi.
Loro dovevano avere un’opportunità e sperò in cuor suo che almeno loro sarebbero stati capaci di coglierla.
Non di respingerla come aveva fatto lei con Castle: la SUA opportunità di essere finalmente felice.
Si guardò allo specchio. Era la maschera di sé stessa.
Cercò di sistemarsi come meglio poteva e uscì per andare a fare colazione.
C’era uno splendido sole e i ragazzi erano tutti pronti per affrontare una nuova giornata.
Quando entrò nella sala comune il suo sguardo si posò immediatamente sullo scrittore che era seduto al suo posto vicino a Linda.
Nonostante il continuo chiacchiericcio e risatine della ragazza aveva un’espressione seria e spenta.
La barba lunga e i capelli scompigliati gli davano un’aria triste e cupa.
Si avvicinò lentamente al tavolo quando attirò l’attenzione di David.
D”Eccoti Kate! Buongiorno!...ma hai dormito bene?” chiese incuriosito per poi spostare lo sguardo anche su Castle che aveva il medesimo aspetto della donna.
Con uno sguardo irritato domandò ancora:
D”Non è mica successo qualcosa di strano vero?” continuando a spostare la vista tra  Kate e lo scrittore.
B”Niente che ti riguardi” rispose secca Beckett  gelando sul nascere qualsiasi altro commento del suo ex.
Solo in quel momento Castle alzò lo sguardo verso la sua musa
. Per un attimo Kate si sentì morire. Quello che vide in quegli occhi azzurri come il mare fu dolore e disperazione.
L’aveva perso…per sempre.
 
 P.O.V. CASTLE
 
La notte era stata una tortura dell’anima.
Il povero scrittore non riusciva a dimenticare le parole della sua musa.
“Forse è meglio che tu mi lasci decidere chi devo o non devo frequentare…sono abbastanza grande per scegliere della mia vita”
Tutto quello che ho fatto non è bastato. Il mio amore non è sufficiente! In fondo, nonostante il dolore immenso che provo, riesco a capirla. Anche amandola con tutto me stesso non posso togliere dal suo cuore il dolore che ha provato. Sono il simbolo di quella parte di vita fatta  di vendetta, di paura e di morte. David invece è quello che ha perso. E forse vuole ritrovare quella serenità. Come posso impedirle di essere felice.

Per questo aveva deciso: si sarebbe fatto da parte. L’avrebbe lasciata libera di decidere.
Forse David, per quanto non riuscisse a sopportarlo,  avrebbe demolito quel maledetto muro.
Lui in fondo sapeva cosa avrebbe trovato ma il solo pensiero di Kate insieme a lui lo faceva impazzire.
Alle 5.00 non riusciva più a rimanere in quel maledetto letto.
Si alzò silenziosamente e si vestì.
Mentre si apprestava ad uscire urtò accidentalmente il bordo del letto.
Sentì la sua voce che sussurava il suo nome
B”Castle?”
Fu come morire.
Come poteva rinunciare a lei…come!! Ma voleva che lei fosse felice…quindi rispose in modo duro e uscì veloce dalla casa.
Mentre passeggiava nel piccolo boschetto che portava al lago le lacrime scesero senza che potesse impedirlo.
Solo dopo molto tempo riuscì a controllarsi e decise di andare a fare colazione.
In fondo non poteva permettere che i suoi problemi impedissero a quei fantastici ragazzi di avere una chance nella vita.
Quando si sedette al tavolo fu raggiunto immediatamente da un mare di parole.
Era Linda che voleva l’approvazione per la colazione che la sua squadra era riuscita a organizzare.
In fondo era una brava ragazza ma in quel momento non riusciva né a pensare né tanto meno a parlare.
Ad un tratto sentì David che salutava Kate.
Il suo stomaco si contrasse come in una morsa.
Non riusciva a sopportarlo. E le parole enigmatiche di Laura lo rendevano nervoso. Avrebbe trovato il modo di controllare che Kate non soffrisse per colpa di quel tipo.
Mentre meditava questi propositi sentì David che con una domanda irritante incalzava Kate.
Avrebbe voluto spaccargli la faccia ma la sua musa rispose alla provocazione con una frase tagliente.
Rimase sorpreso. Alzò gli occhi per capire e si perse negli occhi verdi della detective.
Non voleva però illudersi. Lei era stata chiara. E il suo cuore smise di  nuovo di battere.
 

&&&&

 
Susan distribuì i programmi della giornata per le varie squadre.
La sfortuna beffarda aveva deciso, con la solita estrazione,  che i gruppi di Kate e Rick dovessero cimentarsi insieme per tutta la giornata in una lezione di vela.
Avrebbero imparato la teoria con esercizi a terra durante la mattinata e dopo pranzo si sarebbero cimentati direttamente nell’acqua del lago.
I ragazzi erano entusiasti all’idea e fecero sentire con risate e schiamazzi allegri la loro approvazione.
La detective e lo scrittore non ebbero il coraggio di incrociare di nuovo gli sguardi.
L”Rick…che peccato…speravo di fare questa lezione di vela con te…evidentemente sono sfortunata…” mugolò Linda quando capì che avrebbe dovuto giocare a tennis al mattino e a baseball nel pomeriggio con il suo gruppo.
C”Mi spiace Linda…sarà per la prossima volta…poi sai..non è che sia proprio la mia specialità…non sono un buon nuotatore…insomma me la cavo…” biascicò distratto Castle che non vedeva l’ora di andare per evitare di incrociare Kate più del necessario.
David invece, ancora irritato dalla rispostaccia di Kate, se ne era andato immediatamente insieme con la sua squadra a cui era toccato il laboratorio di falegnameria.
In pochi minuti tutti i gruppi si divisero allegri all’interno del camp.
Durante tutta la mattina le cose andarono avanti tranquillamente. Le due squadre che lavoravano vicino al molo sul lago si impegnarono duramente per apprendere bene sia la terminologia che le tecniche di navigazione di base.
Tutti i ragazzi però avevano notato chiaramente che i rispettivi istruttori non si parlavano né guardavano.
Non sapevano il motivo ma erano tutti abbastanza sensibili da non intromettersi nella faccenda.
Il pranzo si svolse con la solita allegria anche se le pietanze che la squadra di Linda aveva preparato erano tutt’altro che commestibili.
Tutti i ragazzi del camp sapevano che i loro compagni ci avevano messo tutto l’impegno e anche se il risultato non era certo dei migliori nessuno si lamentò.
Anzi, qualcuno addirittura chiese il bis, buttandolo poi di nascosto.
Lo spirito di gruppo che quel luogo riusciva a creare era incredibile.
Ma sia Castle che Beckett in quel momento non riuscivano a coglierne i benefici.
Erano ormai perduti nei loro cuori spezzati.
Era finalmente arrivato il momento di provare a capire se il lavoro fatto durante la mattinata aveva dato frutti.
Le piccole imbarcazioni erano strutturate per due passeggeri.
Uno sarebbe stato al timone e il secondo avrebbe gestito la piccola vela.
Le coppie si formarono in un secondo: Laura e Mary, Castle e Tom e naturalmente i fratelli Forman.
Prima di salire in barca Castle si avvicinò a Robert:
C”Ascoltami Bobby..per qualsiasi cosa…chiama ..anzi..fischia!!” disse lo scrittore sorridendo a quegli splendidi occhi verdi e mettendo al collo del ragazzino il luccicante fischietto da istruttore.
Nicolas rise per poi assumere un’espressione preoccupata.
N”Rick…dopo la regata ti riprendi il fischietto vero??..altrimenti questo piccolo sgorbio mi farà diventare pazzo!!” mugolò il ragazzo
C”Tranquillo Nik…è solo un prestito…”
Con un sospiro di sollievo e uno sguardo intenso come al solito due fratelli salirono in barca per il loro piccolo varo.
Anche la squadra di Kate si organizzò in coppie in pochissimo tempo: CJ e Peter, Sara con Rachel, e  Kate con Kevin.
Nel giro di una mezz’ora tutte le piccole barche erano in mezzo al lago compiendo piccole evoluzioni spinte dalla brezza leggera che soffiava timida.
Kate era al timone mentre Kevin manovrava la vela.
La donna osservò con quanta maestria il ragazzo gestiva tutte le manovre, anche quelle più complicate.
B”Sei veramente bravo Kevin…sembra che tu non abbia fatto altro nella vita..”
K”..non è la prima volta…mi ci portava sempre mio padre…prima che…” la voce del giovane si incrinò
Kate rimase in silenzio; non voleva essere invadente. Dopo pochi secondi il ragazzo continuò
K” Quattro anni fa i miei genitori hanno avuto un incidente…e io e Laura siamo rimasti da soli..nessun parente da cui andare…e quindi…”
B”E quindi, siccome siete minorenni, case famiglia e istituti..”
K” Esatto…e tutto è andato a rotoli..”
B”Credevo che i servizi sociali si fossero occupati di voi…il signor Parker mi ha detto che…”
Appena Kate pronunciò il nome di David il ragazzo si irrigidì con un espressione disgustata.
K”…ma certo..il caro signor Parker…il tuo amichetto…che persona squisita…”sibilò
Kate rimase interdetta dalla reazione di Kevin ma controllò la propria reazione. Doveva scoprire cosa c’era sotto.
B”Io l’ho conosciuto tanti anni fa…poi l’ho perso di vista..in realtà non lo conosco…ma credo che abbia fatto tutto quello che era in suo potere per aiutarvi…” disse evasiva.
K”Che usi il suo potere non c’è dubbio…” insinuò rabbioso Kevin
B”Vuoi dirmi a cosa ti riferisci…magari posso aiutarvi..in fondo sono un poliziotto…” azzardò la donna
K”MA CERTO!! UN POLIZIOTTO!! Come i tuoi colleghi che hanno fatto sparire la nostra denuncia contro quel maledetto!!” urlò disperato il giovane  
Kate stava per replicare quando sentì delle urla provenire dall’altra parte del lago.
Stava succedendo qualcosa di grave.

 
Castle cercava di distrarre la propria mente dai tristi pensieri ascoltando il suono del vento sull’acqua del lago e le terribili canzoni cantate a squarciagola dal suo pilota.
Tom era veramente uno spasso. Battute e merendine al cioccolato erano il suo marchio di fabbrica e trovarsi in barca con lui rendeva Castle più leggero.
Mary e Laura erano un po’ impacciate nel manovrare l’imbarcazione e quindi lo scrittore cercava di stare loro vicino per qualsiasi evenienza.
Mentre scrutava l’acqua increspata osservò da lontano la barca su cui era Kate.
Nonostante la distanza riusciva a scorgere i suoi capelli che ondeggiavano al vento e la sua figura che si muoveva sicura durante le piccole manovre. Era così difficile dover rinunciare a lei. Ma avrebbe fatto di tutto per la sua felicità. Tutto. Anche rinunciare a lei.
Mentre questi pensieri vagavano tristi nella sua mente venne come risvegliato da un suono acuto e disperato.
Non riusciva a capire cosa fosse..poi in un attimo realizzo.
ERA UN FISCHIETTO!!! IL SUONO DI UN FISCHIETTO!!
Cominciò con ansia a cercare con lo sguardo la barca dei fratelli Forman.
E quando finalmente inquadrò l’imbarcazione il cuore gli si fermò.
La vela era piegata e Robert ancora al timone fischiava terrorizzato. Non c’era traccia di Nicolas.
Castle non ci pensò un secondo. Era troppo lontano per arrivare ai ragazzi con la piccola barca abbastanza velocemente. Si tolse immediatamente il giubbotto di salvataggio e si gettò nell’acqua fredda.
Per un attimo si sentì mancare ma cominciò a nuotare più veloce possibile verso Robert.
Arrivò in pochi secondi aggrappandosi sul bordo della barca.
C”BOBBY!!! BOBBY!! DOVE!!! DIMMI DOV’E’ CADUTO!!!” gridò disperato
Robert terrorizzato indicò un punto nell’acqua vicino alla prua della barca.
C”Bravo Bobby Bravo!!” disse Castle prima di immergersi
L’acqua era freddissima e torbida. Sembrava una nebbia fitta e Rick si sentiva impotente. Non riusciva a vedere. Arrivò al limite e poi riemerse per prendere di nuovo fiato incrociando gli occhi imploranti di Robert.
C”Ti prometto di riportartelo Bobby!! Fidati di me!” disse prima di immergersi di nuovo.
Mentre scendeva in quella nuvola di acqua e fango si sentì così debole. Scese veloce sempre più in basso. Niente. Non un movimento non un ombra. La luce era sempre più fioca e il fiato cominciava a mancare. Stava per ritornare a galla per riprendere aria quando lo vide. Era lì a pochi metri da lui.
Con uno sforzo si spinse ancora più giù afferrando il braccio inerme di Nicolas.
I polmoni gli bruciavano per lo sforzo. Nuotò verso l’alto con tutte le forze rimaste trascinando il povero ragazzo e pregando di non essere arrivato troppo tardi.
Finalmente la luce…ma non ce la faceva più.
Decise di spingere con le ultime energie Nicolas verso l’alto.
Il ragazzo appena fuori si trovò circondato dalle piccole barche e dal gommone di salvataggio.
Vide molte braccia che si tendevano verso di lui e  si lasciò andare alle loro cure.
Rick ebbe appena il tempo di scorgere il giovane che veniva issato a bordo. Poi non vide più nulla. Solo buio e freddo.
 
Kate alzò lo sguardo verso la fonte del trambusto.
Lo vide buttarsi in acqua e nuotare con disperazione verso una delle sue barche in evidente difficoltà.
B”KEVIN! PRESTO…!!” gridò in preda al panico.
Il ragazzo con un abile manovra fece virare la piccola barca dirigendosi verso il luogo dell’incidente.
Kate non riusciva a pensare. Sapeva che Castle aveva imparato a nuotare solo l’anno prima a causa delle prese in giro di Alexis e di Esposito. Aveva fatto un corso accelerato per poter stupire la figlia e il poliziotto ma certo non era un nuotatore esperto.
Buttarsi nell’acqua gelida era una cosa diversa. E per salvare qualcuno poi era un rischio enorme.
La barca sembrava andare lentissima. La detective sulla prua cercava di capire cosa stesse succedendo.
Lo sentì gridare al piccolo Robert e lo vide immergersi.
Riemergere e immergersi di nuovo.
Ormai era arrivata a pochi metri quando eccolo di nuovo…no…era Nicolas…solo Nicolas….e il suo cuore si fermò per il terrore…


...che ne dite??...alla prossima.....
Tittili

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Capitolo 16
*** PAROLE ***


P.O.V. KATE
 
Il soccorritore impegnato a controllare le condizioni di Nicolas che era stato issato sul gommone di salvataggio, a causa delle urla confuse dei ragazzi per quello che stava succedendo, non aveva visto né capito che sotto di lui si stava consumando una tragedia.
Kate non riusciva a muoversi.
Continuava a fissare come intontita l’acqua che aveva appena inghiottito il povero scrittore.
Sentiva il trambusto che la circondava come se fosse lontano nel tempo.
Non riusciva a reagire.
Rick….” sussurrò disperata
Ad un tratto un’ombra alle sue spalle scattò sparendo nel lago.
Kate, come risvegliatasi da un incubo, si guardò velocemente intorno e capì. Kevin!
Il ragazzo, con poche spinte da perfetto subacqueo,  ormai era riuscito a raggiungere Castle che stava inesorabilmente sprofondando negli abissi.
Lo afferrò con forza attorno alla vita e con un colpo di reni cambiò immediatamente direzione puntando con energia verso l’alto.
Era terribilmente faticoso e difficile.
Kevin non era certo un ragazzo dal fisico atletico ma aveva dalla sua una forza di volontà  che gli veniva dalle dure battaglie che la vita gli aveva riservato e con uno sforzo immane spinse il corpo ormai esanime dell’uomo fino alla superficie.
Non appena emerso il giovane si diresse immediatamente verso il grande gommone di emergenza trascinando con sé Castle che ormai non respirava più e aiutato dal soccorritore lo issò a bordo.
Il medico iniziò subito il massaggio cardiaco gridando a Kevin di accendere il motore e di dirigersi a riva.
La barca  partì velocemente svanendo dagli sguardi inorriditi di tutti i presenti.
Impietrita, in piedi sulla prua della sua barca, Kate non vedeva che il viso pallido e inespressivo di Rick, mentre con lo sguardo seguiva l’imbarcazione che correva veloce verso la riva con a bordo il suo bene più prezioso.
 
 
P.O.V. RICK
 
Freddo…tanto freddo…e buio…
Aveva sempre avuto paura del buio sin da bambino, tanto che Martha aveva dovuto sempre lasciare una luce accesa durante la notte.
Chissà qual’era il motivo si era domandato spesso…forse perchè nessun padre aveva mai cacciato i mostri da sotto il suo letto quando ne aveva paura…
Freddo…quello invece non gli faceva paura…anzi…il quel furgone con Kate…nonostante il rischio che aveva corso aveva adorato il freddo che li aveva fatti sentire così vicini…ma lei non c’era…era solo in quel gelido abbraccio…
Kate…la sua Kate…ma ormai niente contava più…tutto era silenzio..
Un dolore atroce al torace…un fuoco lungo la gola e i polmoni in fiamme…e una luce accecante…
Dio… aiutami..” pregò col pensiero.
Poi l’aria…l’aria che entrava prepotente dentro di lui… l’aria che bruciava dentro il petto ma che continuava a cercare con avidità…
Lentamente aprì gli occhi.
Era disteso sulla riva del lago.
Intorno a lui tanti visi, tanti occhi e voci confuse.
Si sentì trasportare con una specie di barella.
Ma gli occhi si chiudevano da soli. Era tanto stanco..voleva solo dormire…e sognare…
 

P.O.V. KATE
 
 

Non poteva essere..no…non sarebbe successo…non adesso…non così!! pensò
B”CJ!!! PETER!!! AIUTATEMI A TORNARE SUBITO A RIVA!!”
gridò ai suoi ragazzi.
I due non se lo fecero ripetere e salirono veloci sulla barca di Kate.
In pochi minuti arrivarono sulle sponde del lago.
Saltò fuori dall’imbarcazione e corse a perdifiato dove i medici stavano soccorrendo Castle.
Stavano ancora praticandogli il massaggio cardiaco e le loro espressioni erano cariche di tensione.
Il petto dello scrittore non si muoveva e il suo cuore si era fermato.
Kate non riusciva a respirare, non voleva respirare!!
Quasi a condividere la tortura che stava subendo l’uomo.
Arrivò di corsa un infermiere con un defibrillatore portatile. Una scarica…un’altra…
“Dio…aiutalo…” pregò col pensiero.
Poi..un colpo di tosse…dell’acqua sputata fuori…un altro colpo di tosse…respirava…dio mio …respirava di nuovo..
I suoi occhi…il blu dei suoi occhi…
Cadde in ginocchio piangendo.. poi appoggiò la fronte a terra continuando a singhiozzare
“Grazie per non avermi portato via anche lui!“ sussurrò tra le lacrime..

&&&&

 
Castle si risvegliò in un ambiente sconosciuto.
Si guardò un po’ intorno e intuì che si doveva trattare dell’infermeria del camp.
La stanza era molto accogliente. C’erano tre letti vuoti e il sole entrava giocoso attraverso delle tende colorate.
Ad un tratto i ricordi presero prepotentemente il controllo della sua mente…
Il fischietto di Bobby…la barca…NICOLAS!!
Balzò a sedere di scatto ma un dolore acuto al torace gli tolse il fiato facendogli sfuggire un lamento.
La porta si aprì immediatamente lasciando entrare un giovane medico.
XX”Allora signor Castle…come si sente…ci ha fatto prendere un bello spavento sa?..mi faccia dare un’occhiata..” disse sorridendo il dottore avvicinandosi per controllare il torace dolorante dello scrittore.
C”NICOLAS!! Dov’è Nicolas!!” chiese allarmato Castle immaginando cose orribili visto che gli altri letti erano vuoti.
XX”Stia tranquillo signor Castle…lui sta benissimo…sicuramente meglio di lei..”
Tranquillizzato dalla buona notizia lo scrittore si alzò la maglietta  continuando a scrutare l’ambiente quando  una figura nascosta in un angolo attirò la sua attenzione.
XX”Niente di grave..stia tranquillo..è solo una costola incrinata a causa del massaggio cardiaco…e un po’ di irritazione dovuta al defibrillatore..Viste le premesse direi che è stato fortunato!! Non è facile fare l’eroe!!” affermò il medico sorridendo mentre lasciava la stanza “ora cerchi di riposare..ripasserò più tardi..”
C”Grazie dottore…a dopo..” rispose distratto lo scrittore cercando di capire chi si stava nascondendo dietro un piccolo paravento bianco.
Visto che il misterioso ospite non accennava a muoversi Castle aprì bocca.
C”Posso chiederti un favore..so che può sembrare assurdo, visto che ho cercato di inghiottire tutto il lago, ma ho una sete pazzesca…potresti aiutarmi a versarmi un po’ d’acqua?” sussurò lieve avendo riconosciuto il suo visitatore.
Robert si mosse appena.
C”Non è una bugia Bobby…ho veramente sete…fidati di me!”  disse ancora piano rivolto al ragazzo.
Molto titubante il ragazzino si avvicinò fino ad arrivare alla brocca appoggiata su un tavolino a lato del letto occupato dallo scrittore.
Versò lentamente e con attenzione un po’ d’acqua in un bicchiere e lo porse tremante all’uomo fissandolo con il solito sguardo penetrante.
Castle sorseggiò il liquido trasparente svuotandolo completamente.
Bere gli provocava un dolore intenso ma riuscì a non far intuire niente al bambino che lo osservava attento.
C”Grazie Bobby..ora va meglio..sai…credo che per qualche giorno comunque starò lontano dal lag…”
La frase gli morì in gola. Il piccolo Robert lo stava abbracciando con forza.
Ma stavolta non in silenzio.
Con gli occhi che si riempivano di lacrime Castle sentì distintamente il suono lievissimo, quasi sospirato, di un fischietto.
Era la voce di Robert.
 

&&&

 
Kate seguì i medici che portavano Castle verso l’infermeria senza riuscire a smettere di piangere.
Si lascò cadere su una sedia nella sala d’aspetto e chiuse gli occhi cercando di recuperare un minimo di lucidità.
Aveva rischiato di perderlo. Per sempre.
Solo in quel momento si rese conto di quello che aveva passato Castle quando le avevano sparato.
Un senso di impotenza, di terrore, di angoscia e di vuoto indescrivibile.
Non avrebbe potuto sopravvivere senza di lui. Era il suo futuro, il suo presente e anche il suo passato.
Nessuno poteva capirla come sapeva fare lui. L’aveva aspettata, l’aveva protetta e l’aveva amata.
Già…l’aveva…ma l’avrebbe amata ancora? Dopo quello che era riuscita a dire e a fare.
Pregò con tutta sé stessa che non fosse tardi.
Mentre queste sensazioni le invadevano il cuore si accorse del passaggio di un medico.
Si alzò di scatto.
B”Come stanno?? Il ragazzo….e il signor Castle?”  chiese nervosamente.
YY”Il ragazzo sta bene…nessuna conseguenza..è stato fortunato..il signor Castle invece se l’è vista brutta…ha rischiato molto…ma se la caverà con una bella contusione dovuta al massaggio…un po’ di riposo e starà bene” la tranquillizzo il dottore.
In quel momento Nicolas uscì da una porta accompagnato da Susan.
Era evidentemente stordito ma sorrideva abbracciato dal fratello più piccolo.
S”Meno male che c’era Rick…nessuno si era accorto di niente… la barca dei ragazzi purtroppo non era visibile dalla riva impallata da un’altra imbarcazione…ancora un minuto e….” disse preoccupata ma sollevata la direttrice del campo.
Mentre continuava a chiacchierare con Susan a Kate non sfuggì il movimento del piccolo Forman che si infilava di nascosto nella stanza di Rick.
Nicolas e la capo-istruttori dopo pochi minuti lasciarono Kate di nuovo da sola nella sala d’attesa.
La donna vide uscire un medico dalla stanza di Castle e muovendosi velocemente riuscì a tenere socchiusa la porta.
Fu l’unica testimone, oltre allo scrittore,  della prima “parola” di Robert dopo due anni di silenzio.
 
 
 
So che preferivate un Caskett…ma stasera avevo questo nel cuore…perdonatemi…a domani!!
Tittili

 
 
 
 

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Capitolo 17
*** SEGRETI ***


Il medico responsabile del campo aveva deciso.
Castle avrebbe dovuto rimanere sotto monitoraggio per un paio di giorni.
Aver subito una rianimazione con defibrillatore non era proprio cosa da tutti i giorni e la prudenza non era mai troppa.
Quando lo scrittore fu informato della cosa la sua reazione fu scontata.
C”DUE GIORNI FERMO SUL LETTO CON FILI ATTACCATI OVUNQUE!! Ma dottore…le assicuro che sto bene…mi fa solo un po’ male il torace..ma l’ha detto lei…è solo un ematoma..la prego!!”
Un bambinone capriccioso.
XX”Caro signor Castle…qui decido io…DUE GIORNI!!” replicò sorridendo il dottore.
Lo scrittore tentò la sua solita espressione da cucciolo bastonato…ma non ebbe il risultato sperato.
In fondo il medico non era Kate, e rassegnato acconsentì alla “tortura”.
XX”Perfetto!...ma non disperi..sono sicuro che quando farò entrare la persona che è qui fuori si sentirà subito meglio..” disse enigmatico l’uomo prima di uscire
Kate…pensò lo scrittore senza fiato.
L”Rick!! Che paura mi hai fatto! Mi hanno raccontato tutto quello che è successo…sei stato un vero eroe!! Ma ti rendi conto del rischio che hai corso!”
Linda lo sommerse in un mare di parole entrando sorridente nella stanza.
Castle sorrise a sua volta ma si sentiva morire dentro.
Non è venuta… magari è con David…
Linda continuava a parlare, a raccontare, a ridere.
Lui fingeva di ascoltare ma non riusciva neanche a parlare.
E per un istante pensò che forse sarebbe stato meglio che Kevin non l’avesse raggiunto.

 &&&

Kate era rimasta tutto il tempo in sala d’aspetto.
Dopo un paio d’ore venne informata della decisione di tenere sotto controllo per un paio di giorni l’attività cardiaca di Castle. Era solo una precauzione. Lui stava bene. Era vivo.
Avrebbe voluto entrare in quella stanza e…
Ma lui l’avrebbe voluta ancora? Cosa poteva dire…
Ma non poteva non tentare. Doveva almeno chiedergli perdono
.
Si alzò dalla sedia decisa ad affrontare la questione quando vide arrivare Linda.
Si nascose quindi alla vista della ragazza  e la osservò entrare nella stanza dello scrittore.
Una strana sensazione le pervase l’animo: un senso di sconfitta.
Decise di uscire.
Il coraggio era svanito come parte delle sue speranze.
Era ormai pomeriggio inoltrato e il sole stava lanciando i suoi ultimi raggi tra gli alberi del piccolo bosco che abbracciava “Indian Camp”.
Lentamente passeggiò senza una meta precisa ripensando a quella terribile giornata.
Mentre lo sguardo si perdeva sui profili delle cime montuose ormai colorate di rosso vide Kevin che si stava dirigendo verso la sala comune per la cena.
In un attimo il suo cervello da detective rielaborò la conversazione che aveva avuto con il ragazzo sulla barca e che era stata bruscamente interrotta.
Doveva assolutamente parlare con lui.
Affrettò il passo e riuscì a raggiungerlo proprio sul portone di entrata.
B”Kevin!!” chiamò
Nel momento in cui il giovane rivolse lo sguardo verso di lei le sue emozioni presero il sopravvento.
Era lui che aveva salvato Castle.
Gli corse incontro e lo abbracciò forte lasciandolo esterrefatto.
B”Grazie!!” sussurrò all’orecchio del ragazzo “non potrò mai in tutta la mia vita ringraziarti abbastanza..”
Kevin rimase immobile per qualche secondo come fosse diventato di pietra dalla sorpresa.
Le lacrime della detective iniziarono a scendere silenziose mentre il giovane rispondeva all’abbraccio.
Dopo secondi che erano sembrate ore i due si divisero guardandosi un po’ imbarazzati ma con l’animo più leggero.
K”Be…potrò raccontare ai miei amici di aver conquistato una donna bellissima molto più grande di me…” scherzò il ragazzo sorridendo
B”…magari non tanto più grande…” rispose Kate fingendosi offesa.
B”Senti Kevin…prima che Rick..stavamo parlando di Dav..del signor Parker..e tu avevi accennato ad una denuncia sparita…” azzardò la detective
Kevin si irrigidì e il suo volto cambiò espressione.
B”Kevin…voglio solo aiutarti…spiegami cos’è successo…fidati..” disse piano la donna.
Il ragazzo la fissò per qualche secondo e poi iniziò a parlare:
K”…dopo l’incidente dei miei sia io che mia sorella siamo stati affidati per un paio di settimane ai nostri vicini di casa…erano buoni amici dei nostri genitori e l’assistente sociale che all’epoca si  occupava di noi pensava fosse la cosa migliore mentre le varie pratiche burocratiche venivano smaltite…poi la cosa passò in mano al caro signor Parker…in un primo momento venimmo destinati ad una casa famiglia poco distante dal nostro quartiere..non era un granchè ma almeno eravamo insieme..” ogni parola era come una tortura per Kevin. Dopo una pausa continuò:
K”…un giorno in cui io ero ancora a scuola venne a trovare mia sorella…e la minacciò di farci finire in due istituti diversi se…se non pagavamo…”
Kate rimase impietrita.
K”…disse che aveva il potere di non farci incontrare mai più…che nessuno poteva impedirglielo..e che dovevamo dargli dei soldi ogni settimana…”
Il viso del ragazzo era una maschera di rabbia.
K”…all’inizio Laura non mi disse niente…non voleva che mi mettessi nei guai…e quindi nei primi tempi fece l’impossibile per trovare il denaro che quel maledetto voleva…ma non gli bastava…voleva di più…lei non sapeva come fare…e lui trovò il sistema…”
Più il giovane parlava più Kate inorridiva.
K”…i suoi amici…a loro piacevano le ragazze giovani…”
Il ragazzo non riusciva a proseguire. Lacrime di odio scendevano silenziose sul suo volto.
B” ..come hai scoperto tutto questo?” chiese turbata la donna
K”..un giorno sono rientrato prima..e ho sorpreso mia sorella che….credevo che fosse impazzita a farsela con dei vecchi bavosi…non avrei mai immaginato che ci fosse dietro Parker…ma poi Laura mi ha raccontato tutto…allora siamo andati alla Polizia per denunciarlo..ma non è successo niente..”
Dopo un attimo di pausa Kevin proseguì nell’atroce racconto
K”..pochi giorni dopo è tornato…e ci ha detto che nessuno poteva toccarlo…che aveva amicizie nella Polizia…rideva…disse che eravamo degli sciocchi…uno dei suoi famosi amici…”
B”..cosa avete fatto allora?” domandò raggelata Kate
K”..niente…continuamo a pagare…” disse gelido il ragazzo con le lacrime agli occhi.
La detective non riusciva a dire più niente.
Come potevano succedere cose del genere. Delle istituzioni che dovevano proteggere i ragazzi più in difficoltà erano invece governate da persone capaci di evocare solo profondo disprezzo.
In quel momento ringraziò di non essere armata. Non sarebbe riuscita a fermare i suoi impulsi.
B”…da oggi in poi…a pagare sarà qualcun altro…e un conto molto salato…”
K”..Non sarà così facile…non ci sono prove…niente…solo la nostra parola contro la sua…un ladruncolo e una giovane prostituta contro un integerrimo dipendente dello stato…”disse ormai rassegnato Kevin.
B”…il mio lavoro è trovare le prove…e le troverò…”disse risoluta la donna.
 
Ormai era ora di cena e i due entrarono nella sala comune.
Kate cercò con lo sguardo David.
Voleva guardare negli occhi quel animale per fargli capire che da carnefice si era trasformato in vittima.
Per sua fortuna era dovuto andare in città per riferire dell’incidente sul lago e sarebbe stato fuori per qualche giorno.
Mentre tutti mangiavano sereni la donna vide Linda che preparava un vassoio con diverse vivande.
Evidentemente era per Castle. Avrebbero mangiato insieme nella stanza dello scrittore.
Non riusciva a sopportare Linda ma in un certo senso le invidiava la capacità di dimostrare in ogni circostanza ciò che provava.
Era evidente a tutti che la ragazza era attratta dallo scrittore ma non se ne faceva un problema.
Anzi.
Quanto avrebbe voluto essere così.
E quanto avrebbe voluto in quel momento essere al posto di Linda in quella stanza. 



..intanto questo....e stasera tardi...continuamo...
non sono molto convinta di questo capitolo...ma stasera vedrò di rifarmi...
Kiss Tittili


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Capitolo 18
*** CHIARIMENTI ***


Per i due giorni che seguirono Kate si trovò almeno un migliaio di volte davanti alla porta della stanza di Castle ma non ebbe mai il coraggio di entrare.
Anche perché c’era sempre Linda.
Non appena le attività delle varie squadre finivano la ragazza correva dallo scrittore.
Fosse per pranzo o cena o in qualsiasi occasione utile.
Se era difficile per la detective affrontare da sola lo scrittore figurarsi trovarsi di fronte il bel quadretto di lui che flirtava con quell’oca giuliva.
Decise perciò di dedicarsi alla delicata questione dei fratelli Kress.
Chiamò quindi Rayan ed Esposito che naturalmente cominciarono a sfotterla in modo sfrontato sulla questione del campeggio con Castle.
I due però capirono subito che era meglio non toccare l’argomento e, dopo il racconto della detective,  si resero subito utili per trovare il modo di incastrare quel farabutto.
R+E”Tranquilla Beckett…ci pensiamo noi.. appena troviamo qualcosa ti facciamo sapere..intanto tu vedi di essere prudente…non c’è da fidarsi..”
David intanto non era ancora rientrato dai suoi incontri cittadini e quindi Kate aveva una certa libertà d’azione.
Cercò di scoprire in modo sottile se altri ragazzi avevano subito gli stessi sopprusi ma nessuno voleva parlare.
L’istinto della donna però le diceva che anche gli altri sapevano e subivano.
Ma lei non mollava, non avrebbe mai mollato.
 

&&&&

 
La giornata era stata piuttosto impegnativa.
Si era dovuta cimentare nella scalata della famosa parete rocciosa.
Mentre si trovava appesa immaginò quanto doveva essere stato ridicolo vedere Castle nella medesima situazione.
Quanto avrebbe voluto essere lì a prenderlo in giro come al solito.
Mentre rientrava nel suo alloggio per lavarsi e cambiarsi per la cena guardò la tenda  colorata che divideva in due la casa.
Non aveva avuto il coraggio di spostarla dal posto in cui era la sera del loro litigio.
Dopo essersi spogliata entrò in bagno e si buttò sotto la doccia.
L’acqua scivolava dolce lungo tutto il corpo e per un attimo nella sua mente si materializzò l’immagine dello scrittore che aveva visto riflessa nello specchio del bagno dell’hotel solo pochi giorni prima.
Come vorrei che fosse qui con me….vicino…sentire il suo corpo..le sue mani…la sua bocca…
Le lacrime si mescolarono al liquido trasparente che cadeva lieve sul suo viso.
Quando uscì dal bagno si sentiva svuotata.
Era ancora in piedi vicino al suo letto con indosso solo l’accappatoio quando la porta si aprì.
C”..C-Ciao Beckett…”
Si voltò di scatto con il cuore in gola.
Castle era lì, davanti a lei, da solo.
B”…c-ciao Castle” sussurrò
C”…scusami…avrei dovuto bussare…sai, il dottore mi ha finalmente liberato…così stasera posso ritornare a dormire nel mio letto…ma se per te è un problema…” disse quasi imbarazzato continuando a guardarla
B”…assolutamente…nessun problema…” sussurrò lei
C”..grazie..” replicò lui con un soffio di voce.
Castle quindi sparì dietro la tenda colorata occupando la sua parte di baita.
Kate non respirava  per l’emozione.
Non riusciva neanche a pensare nel saperlo così vicino.
Cercò di riprendere il controllo ma il suo cervello si rifiutava di fermare quello che le diceva il cuore.
Quindi senza più pensare spostò la tenda.
Castle si girò verso di lei sorpreso.
Si era già tolto la maglietta ed era a torso nudo con indosso solo un paio di jeans.
Lo guardò negli occhi ed era come affogare in un mare in tempesta.
Castle non riusciva a credere a ciò che stava accandendo.
Rimase immobile, quasi avesse paura che un suo movimento potesse spezzare quel momento.
Kate lentamente si avvicinò a lui.
Aveva il terrore che la respingesse ma non poteva fermarsi stavolta.
C”…Kate…mi dispiace tanto…non sono riuscito a…” balbettò l’uomo
B”…non sei riuscito a fare cosa Rick…”chiese in un sussurro Kate
C”…ad abbattere il muro…” disse con un filo di voce lo scrittore continuando a perdersi negli occhi verdi della sua musa
B”…quale muro?...” rispose lieve la donna
Il cuore di Castle perse un battito.
Ancora immobile sentì la mano di Kate che si appoggiava dolcemente sul suo viso e a quel tocco delicato chiuse gli occhi in preda all’emozione.
C”…ti prego Kate…” sospirò “…se non sei sicura di quello che fai allor…”
Non riuscì a finire la frase.
Le labbra della donna si posarono sulle sue lievi come un soffio di vento.
L’uomo non riusciva a muoversi, a pensare, a respirare.
Quando Kate si staccò per un attimo da lui credette di morire.
Aprì gli occhi e incontrò quello della donna.
B”…perdonami se puoi…” disse la detective con le lacrime che silenziose scendevano lungo il volto
L’uomo non riuscì più a controllarsi.
Com’era successo quel giorno nel parcheggio quando erano sotto copertura, prese il viso della donna tra le mani e la baciò con passione.
La spinse con impeto contro la parete  bloccandola con i polsi sopra la testa contro il muro.
Le labbra vicinissime, occhi negli occhi, il respiro corto, il cuore in gola.
Lei si avvicinò per baciarlo ma lui allontanò  continuando a tenerla imprigionata.
Kate si avvicinò ancora, come un assetato alla fonte.
Ma lui si allontanò ancora rimanendo sempre a pochi centimetri da lei.
Giocava come il gatto con il topo.
Lo sguardo di entrambi era carico di passione, di quel sentimento che finalmente poteva esprimersi.
B”…ti prego…” ansimò Kate
C”…ti prego…cosa??”chiese lui con voce roca
B”…Rick…” sospirò ancora lei
C”…Rick …cosa??” rispose ancora lo scrittore con occhi in tempesta e voce profonda
B”…ti voglio Rick…”sussurrò la donna avvicinandosi di nuovo con le labbra a quelle dell’uomo.
Stavolta lo scrittore non si allontanò.
Le mani della donna furono finalmente libere di esplorare il corpo dell’uomo che ormai aveva il controllo delle sue emozioni.
Castle continuava a baciarla con passione giocando con le sue labbra per poi spostarsi sul collo e sulle spalle
Lentamente la cintura dell’accappatoio cadde a terra e quando l’uomo le sfiorò con le mani tremanti il  seno, Kate non riuscì a trattenere un gemito di piacere.
C”..ti amo Kate…” disse con voce tremante lo scrittore cercando gli occhi della sua musa.
C”..ti amo con tutto me stesso…” sospirò ancora prendendola poi tra le sue braccia adagiandola dolcemente sul letto.
Si adagiò accanto a lei e come in una dolce tortura ricominciò a baciarla dolcemente sulle labbra assaporandone la morbidezza.
Lentamente scese lungo l’incavo del collo e sulle spalle per poi tornare avidamente alla bocca.
Le mani sfioravano leggere tutte le morbide curve del corpo di Kate che non si era mai sentita così viva in vita sua.
B”..Rick…” sussurò in un gemito
Castle si fermò quasi spaventato credendo in un ripensamento della donna.
Kate vide nei suoi occhi lo sgomento.
B”…ti prego…non fermarti…” sussurò
C”…Kate…sei sicura…” chiese titubante l’uomo
B”…ti amo Rick…come non avrei mai pensato di essere in grado di fare…” disse ricominciando a baciarlo con passione.
Per la prima volta nella loro vita sentirono di essere veramente felici.  
 
 
 ...ecco fatto!!...non so se sono riuscita a comunicare ciò che volevo senza risultare ridicola..aspetto con ansia le vostre critiche...ma siate buoni pleeeease!!
Buonanotte
Kiss Tittili

 

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Capitolo 19
*** ALBA ***


Mentre seguiva con lo sguardo il profilo del viso dell’uomo addormentato accanto a lei, il sole filtrò lieve dalla grande finestra con la vista sul lago.
Era l’alba.
La barba leggera, la fronte decisa, la bocca…quelle labbra morbide e sensuali…il suo respiro regolare, l’odore della sua pelle..
Era abbracciata a lui con la testa appoggiata al suo petto…sentiva il suo cuore battere…il calore intenso del suo corpo…
C”…a cosa stai pensando…” sussurrò lo scrittore con voce roca e profonda
B”…a quanto mi manchi…” rispose sottovoce
Castle si voltò lentamente verso di lei e appoggiandole delicatamente le dita sotto il mento la forzò a guardarlo.
Incontrò quegli occhi verde smeraldo che gli mancò il fiato.
Sembrava una bimba impaurita. Le lacrime scendevano sul suo volto.
C”…Kate… niente mi impedirà mai di amarti…solo tu…” sospirò sorridendo lieve
Lo scrittore pregò con tutto sé stesso che la sua musa non si fosse rifugiata di nuovo all’interno della sua fortezza inaccessibile.
B”…ti amo…” rispose piano lei baciandolo dolcemente.
C”…Always..” sospirò lui rispondendo al bacio con impeto.
 

&&&&

 
Erano ormai le otto del mattino.
L”Rick!!....è tardi…la colazione è già pronta…oggi poi abbiamo la prova di  orientamento!!..RIIIICK!!”
Linda busso alla porta e senza attendere la risposta entrò.
Rimase senza parole con la bocca aperta.
C”…B-buongiorno L-Linda…d-dormito bene?” balbettò lo scrittore cercando di coprire sia lui che Kate con il lenzuolo.
La detective in un primo momento imbarazzata dalla situazione dopo pochi secondi iniziò a ridere.
La scena era esilarante, per non parlare dell’espressione ebete di Linda.
La ragazza, arrossì violentemente, e uscì di corsa dalla baita.
I due si guardarono divertiti e la donna, trattenendo a stento le risate disse:
B”…secondo me…abbiamo dormito meglio noi!!”  Castle prese il cuscino e cominciò a colpirla mentre lei continuava a ridere.
C”…ma cosa avrei dovuto dire?? Hai visto la sua faccia??...” cercava di giustificarsi lo scrittore mentre la sua musa lo prendeva in giro.
B”…certo che ho visto la sua faccia!! Per cosa pensi stia ridendo!! Hahahahahah”
Fecero finta di lottare ancora solo per pochi secondi fermandosi ad un tratto abbracciati guardandosi negli occhi sorridendo.
C”…ti amo…”disse ad un tratto l’uomo diventando serio.
Kate rimase come sorpresa.
B”…dimmelo ancora…sempre…altrimenti avrò sempre paura di essere in uno dei miei sogni…”
 

&&&&

 
Si prepararono per la giornata che li attendeva.
Mentre uscivano dalla casetta Kate si girò e sorridendo sussurrò maliziosa
B” Sai Castle...in fondo mi mancherà un po’ quella tenda sospesa…era eccitante immaginarti lì dietro..”
C”…Specialmente se l’immaginazione era aiutata da uno strappo sulla tela..” disse lo scrittore scappando immediatamente ridendo
Rossa per la vergogna Kate fece finta di inseguirlo
B”…sei…sei…” la donna non trovava le parole per togliersi da quella imbarazzante situazione
C”..bellissimo??...affascinante???...”continuò lo scrittore ridendo da lontano
La detective si fermò e guardandolo giocare disse piano a sé stessa
B”..sei mio…”
Arrivarono alla sala comune giusti per la colazione.
Quel giorno era prevista un’attività piuttosto particolare: la prova di orientamento.
Susan spiegò a tutto il camp in cosa consisteva.
Le varie squadre, naturalmente bendate,  si sarebbero inoltrate nel bosco accompagnate da alcuni assistenti del campo.
Solo giunti ad una destinazione prestabilita dai coordinatori dell’attività, sarebbero stati liberati dal cappuccio e, dotati solo di bussola e una rudimentale cartina della zona, avrebbero dovuto rientrare alla base.
La squadra che tornava al campo per prima avrebbe vinto la gara.
Naturalmente anche gli istruttori sarebbero stati bendati.
C”..bende sugli occhi…una cosa carina…potremmo provarla…”  sussurrò lo scrittore con voce suadente alla sua musa
B”…perché no…” rispose maliziosa la donna
In quel momento, senza dare nell’occhio, nella sala entrò David che era evidentemente rientrato dalla città.
Il sorriso di Beckett si spense in un secondo.
Castle accortosi del cambiamento repentino della detective cercò di capirne il motivo
C”Kate…tutto bene?” chiese preoccupato
B”Castle..usciamo…ho bisogno di parlarti…”rispose ruvida la donna.
Lo scrittore rimase un po’ sconcertato dall’atteggiamento della sua musa e quando si accorse dell’arrivo di David per un attimo si sentì mancare.
Ma lo sguardo della donna era impenetrabile, duro, arrabbiato.
Doveva trattarsi di qualcosa di terribilmente serio.
Appena fuori Kate si rese conto che ripetere ciò che gli aveva raccontato Kevin non era facile.
Il viso dello scrittore, man mano che la donna lo faceva partecipe della situazione dei fratelli Kress, si contrasse in un’espressione di pietra.
C”…io lo ammazzo…” sibilò l’uomo
Kate non aveva mai visto gli occhi di Rick così carichi di rabbia e disgusto.
B”..No!!! dobbiamo essere più furbi di lui…trovare le prove…altrimenti la farà franca!!..Lo so che in questo momento non riesci a ragionare…ma devi!!! Per loro!!”disse Kate voltandosi a guardare Laura e Kevin.
L’uomo riprese il controllo e lentamente rientrarono nella sala pronti all’azione.
Dovevano rimanere lucidi e elaborare un piano per inchiodare quel farabutto.
Insieme.
  

..non so se riuscirò a scrivere stasera....ho un piccolo problemino...ma spero di risolverlo al più presto.
Intanto...BECCATEVI QUESTO!!
KISS  TITTILI

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Capitolo 20
*** AVVENTURA ***


Tutti i ragazzi erano eccitati.
Non era solo per l’avventura in sé, ma per la voglia di vincere la gara.
Nessuno di loro aveva mai avuto grandi soddisfazioni nella vita né tanto meno premi per le loro fatiche.
Era una nuova sensazione che li rendeva elettrici.
Kate e Rick dovettero dividersi per organizzare le rispettive squadre.
C”E’ una disdetta che questa cosa dell’orientamento sia capitata proprio ora che quel maiale è tornato…avremmo potuto organizzare qualcosa…ci lavoreremo al ritorno…che dici Beckett?” disse Castle alla sua musa prima di separarsi
B”Assolutamente..il fatto che sia rientrato non è una buona cosa…visto che ho attivato Rayan ed Esposito ho paura che possa scoprire che stiamo indagando grazie alle sue conscenze…comunque stasera saremo di rientro..ce la faremo! Dobbiamo trovare qualcosa Castle!!” replicò decisa la donna
C”Stasera? Io conto di tornare molto prima!” azzardò lo scrittore.
B”…diciamo che per uno che pochi giorni fa ha dovuto usare la bussola dentro al campo mi pare un po’ azzardato…” lo prese in giro la detective
C”..ok…ok…colpito…” ammise l’uomo
B”..comunque a me interessa che tu riesca a rientrare per la notte…” sussurrò maliziosa Beckett avviandosi verso la sua squadra.
Castle deglutì osservandola allontanarsi.
 

&&&

 
Quando Castle raggiunse il suo gruppo tutti erano pronti alla partenza.
T”Hei capo…mi sa che Linda ce l’ha con te!! Che diavolo hai combinato?” chiese ironico Thomas mentre rosicchiava un dolcetto
M”TOM!! Possibile che non riesci a farti i fatti tuoi!!” lo rimproverò Mary
T”Non sono mica stato io a dire a tutti che Linda stamattina ha beccato…” continuò irritato il rosso
M”SANTO CIELO TOM!!  Chiudi quella maledetta bocca!!” sbraitò di nuovo la ragazza.
Castle era imbarazzato ma sorrideva anche molto divertito dal siparietto.
L”Finitela voi due! Rick..lasciali perdere…io invece sono tanto felice per voi…si vedeva lontano un miglio che tu e Kate…si insomma…mi hai capito…” intervenne Laura con dolcezza
Castle osservò la ragazza e il pensiero di quello che David le aveva fatto gli attanagliò il cuore.
N”Abbiamo finito di parlare di roba romantica…mi viene la nausea..” intervenne ridendo Nicolas
C”Ma certo Nik…ne riparliamo fra qualche anno…quando piangerai dietro a ragazze che non ti fileranno per niente..” lo prese in giro lo scrittore
Robert che stava preparando accuratamente il proprio zaino, alla battuta di Rick non riuscì a trattenere un piccolo sorriso che non sfuggì all’uomo.
La squadra era ormai pronta e si diresse al punto di ritrovo per essere accompagnata alla propria destinazione.
Appena arrivati venne loro impedito di vedere grazie a dei grandi sacchetti di carta infilati sulla testa.
In fila indiana, con la mano appoggiata sulla spalla del compagno davanti, partirono guidati dal loro accompagnatore.
Sassi, radici, piccoli avvallamenti uniti a un passo non sicuro dovuto alla cecità resero molto difficoltosa ma anche eccitante la marcia verso la loro meta.
Camminarono per più di tre ore. Non sarebbe stato facile rientrare.
Quando alla fine arrivarono a destinazione era quasi ora di pranzo. Vennero quindi liberati dai sacchetti e lasciati da soli.
Ci volle un po’ a riabituare gli occhi alla luce dopo tanto tempo al buio ma in poco tempo riuscirono a organizzare un piccolo campo per poter mangiare e decidere come procedere per il rientro alla base.
 
 

&&&

 
Kate si diresse decisa verso la sua squadra che era pronta a partire.
CJ e Peter come al solito si beccavano come due suocere mentre Rachel e Sara cercavano di ricordare insieme quali erano le cose indispensabili da non dimenticare.
Kevin era un po’ defilato dal gruppo e Kate capì subito il perché.
A pochi metri da loro c’era David con la sua squadra e il giovane lo stava osservando.
La detective si avvicinò al ragazzo e gli appoggiò una mano sulla spalla facendolo trasalire.
B”Kevin…non la passerà liscia..” disse piano.
K”…promesso??..” sussurrò Kevin girandosi verso la donna  con uno sguardo speranzoso
B”..Promesso..” disse sicura la detective
Anche il gruppo di Kate seguì la procedura delle altre squadre e con le stesse difficoltà ed emozioni arrivò alla propria destinazione.
Il pranzo della squadra di Kate fu un vero disastro. CJ aveva dimenticato l’apriscatole quindi si dovettero accontentare di pane e….pane.
Le dotazioni infatti erano molto striminzite proprio per simulare una situazione di emergenza.
Quindi i previsti fagioli stufati rimasero un miraggio.
Neanche a Castle andò troppo bene.
Nonostante la presenza dell’apriscatole il povero scrittore  doveva gestire lo stomaco di Tom. Una voragine senza fondo.

&&&

 
La prova sarebbe iniziata per tutti alla stessa ora.
Alle 15.00 tutti partirono contemporaneamente.
Anche David.


Purtroppo capitolo piccolo piccolo...non potevo di più...
A domani...buonanotte a tutti.
Kiss
Tittili

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Capitolo 21
*** PAURA ***


La prova di orientamento era stata organizzata a staffetta.
Alle 15.00 in punto  tutte le squadre sarebbero partite contemporaneamente verso il campo base, lasciando sul posto i rispettivi istruttori, muniti solo di bussola e di una cartina della zona.
I ragazzi infatti dovevano dimostrare il loro spirito di gruppo, di apprendimento e di organizzazione anche senza il supporto di un adulto.
I rispettivi istruttori quindi, attrezzati anch’essi di bussola e cartina, sarebbero partiti, avvisati via radio, solo all’arrivo dei propri ragazzi al traguardo.
Venivano testate così anche le capacità dei vari capisquadra e ciò rendeva la competizione ancora più accesa visto che in questo modo l’esito era assolutamente imprevedibile.
Naturalmente la sicurezza di tutti i partecipanti doveva essere garantita.
Ogni gruppo di giovani e ogni istruttore era munito di un sensore GPS e di una ricetrasmittente da usare solo ed esclusivamente in caso di emergenza, pena la squalifica.
In realtà tutte le squadre si trovavano a meno di un ora di cammino dalla base e la marcia di tre ore di allontanamento era stata studiata solo per disorientare al massimo ogni partecipante.
Era stato stimato che entro l’ora di cena tutti, anche i meno esperti,  sarebbero giunti al traguardo e si sarebbero potuto festeggiare i vincitori con una festa a sorpresa.
 
P.O.V. CASTLE
 
Castle tutto sommato era felice del fatto che avrebbe potuto riposare un po’, prima di avventurarsi nel bosco.
T”Hei capo…noi andiamo…senti…visto le tue capacità orientative ti tengo da parte la cena!!” disse Thomas sfottendo apertamente lo scrittore
C”Mooooolto divertente Tom!! …a proposito…lo sai che agli orsi piacciono i ragazzini dai capelli rossi vero??!!” replicò ironico Rick
T”ORSI!!??? Quali orsi???”chiese un po’ preoccupato il giovane
N”…Yoghi e Winny the Pooh….!!”  esclamò Nicolas facendo ridere tutto il gruppo.
C” Coraggio ragazzi!! Tra cinque minuti dovete partire…mi raccomando…siate prudenti…preferisco perdere una gara che… che perdere uno di voi”
Castle disse l’ultima frase con voce incrinata ripensando a quello che aveva rischiato Nicolas.
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato poi una bella risata di gruppo.
La squadra quindi partì decisa verso la meta.
Solo Robert indugiò un attimo rimanendo appena distaccato dal gruppo.
C”Bobby! Coraggio…vedi di non perderti appena partito…” disse sorridendo lo scrittore.
Il ragazzino si girò verso di lui e con uno scatto lo raggiunse.
Si fermò in piedi davanti all’uomo che era invece seduto su un tronco; lentamente gli mise al collo il fischietto e fissandolo intensamente sussurrò con un filo di voce”…se hai bisogno…fischia…” per poi correre via senza voltarsi.
Castle rimase senza parole.
 
 
P.O.V. KATE
 
 
Le capacità organizzative di Kate furono determinanti.
La dimenticanza di CJ aveva  demoralizzato tutta la squadra e in particolar modo il responsabile che si sentiva veramente in colpa.
B”Ragazzi… credo che questo intoppo potrà invece rivelarsi un colpo di fortuna!” esclamò decisa quando scoprirono il danno
CJ”FORTUNA!! Sai che fortuna morire di fame…e per colpa mia poi…sono veramente un idiota…”
B”Hai ragione! Sei un idiota…perché dici idiozie!! Tutti sbagliano CJ!! Dunque..tutte le altre squadre adesso stanno pranzando, e quindi inizieranno a valutare la loro posizione solo tra una mezz’ora…noi invece possiamo iniziare subito senza perdere tempo riuscendo a progettare tutto il viaggio di rientro…saremo avvantaggiati sugli altri perché alla partenza non avremo alcun dubbi sulla direzione da prendere e su tutto il percorso..faremo meno soste di controllo della posizione..che ne dite?”
P”In effetti il manuale dice che una progettazione precisa dell’itinerario riduce del 50% la possibilità di errore, quindi in teoria poss…”
CJ” In teoria…VINCIAMO NOI!!!” esclamò CJ sollevato.
La squadra si mise subito al lavoro nel giro di una mezz’ora riuscì a determinare esattamente dove si trovava e a tracciare il percorso di ritorno più breve e sicuro.
Kevin addirittura salì in cima ad un albero per prendere ulteriori punti di riferimento naturali e trascriverli sulla cartina.
Kate era fiera di loro. Non tanto per la competizione, ma per la fiducia che finalmente avevano in loro stessi.
Alle 15.00 in punto partirono con il cuore leggero e una speranza concreta di vincere.
 
 
P.O.V. CASTLE
 
Era passata poco più di un’ora quando, inaspettatamente, la trasmittente cominciò a gracchiare per poi emettere il segnale convenuto per avvisare dell’arrivo dei ragazzi al campo base.
Castle rimase per un attimo sorpreso.
Stamattina abbiamo camminato per più di tre ore e invece il rientro è stato così veloce?….o i miei ragazzi hanno incontrato il capitano Kirk che li ha teletrasportati…o stamattina ci hanno fregati…pensò ridendo.
Raccolse immediatamente le sue cose e con bussola e cartina in mano si incamminò.
Era particolarmente nervoso, aveva paura di sbagliare e di deludere la squadra.
Anche perdersi in un bosco non era una buona prospettiva ma tutto sommato sapeva di essere monitorato quindi in qualche modo l’avrebbero trovato.
Sperava tanto però che non succedesse.
Come potrei reggere tutti gli sfottò di Tom!! Per non parlare di Kate…mi prenderebbe in giro…per tutta la vita!!
Kate….sfottuto da lei per tutta la vita…una dolcissima tortura.

Camminò per una decina di minuti prima di controllare la direzione.
Maledizione…sono completamente fuori strada!! Sono veramente un impedito!! Tom mi ucciderà…altro che la cena…dovrà conservarmi la colazione
Sistemò la rotta e riprese a camminare aumentando il passo per recuperare il tempo perduto.
 
P.O.V. KATE
 
Erano passati solo quarantacinque minuti quando Kate sentì il segnale alla radio.
Aveva avuto il sospetto che durante la marcia della mattina gli accompagnatori li avessero fatti girare in tondo per un po’ al fine di disorientarli al massimo, ma che i suoi ragazzi fossero stati così veloci la rientrare la riempiva di orgoglio.
Prese lo zaino e partì decisa.
Voleva arrivare per prima. Voleva vincere per loro.
E poi voleva prendere in giro Rick…sarebbe stato uno spasso!!
Dopo una ventina di minuti di marcia controllò per scrupolo la posizione.
Sapeva esattamente dove si trovava, anche grazie ai punti di riferimento naturali recuperati da Kevin salendo sull’albero, ma la prudenza non era mai troppa.
Osservò stupita quello che la bussola e la carta gli dicevano.
Non è possibile!! Sono completamente fuori strada…come posso aver sbagliato così…pensò ricontrollando ancora.
Cominciava ad innervosirsi e una strana sensazione di inquietudine si stava impossessando di lei.
Non riusciva a capire come una montagna potesse cambiare posizione!!
Decise allora di stimare dove si trovava utilizzando solo la carta e i punti di riferimento naturali.
Lo sapevo!! Non ho sbagliato!! La strada è giusta!!
Per un attimo si sentì sollevata.
Poi capì.
La bussola….la bussola non funziona…
Prese in mano il piccolo strumento e lo aprì.
Fece un giro veloce su sé stessa e poi osservò con attenzione la freccia che avrebbe dovuto indicare il nord.
Stava girava in modo fluido a causa del movimento repentino fatto dalla donna ma ad un tratto si bloccò troppo velocemente, in modo innaturale.
Kate sempre più preoccupata aprì con il coltellino il quadrante dell’oggetto.
Quando vide il piccolo frammento di metallo incastrato sotto il bordo tutto le fu chiaro.
La bussola era stata manomessa sfruttando il semplice ma geniale sistema di funzionamento dello strumento.
Tutti sanno che l’ago della bussola segna il nord perché segue l’enorme campo magnetico del nostro pianeta.
Ma basta un piccolo pezzo di metallo per farlo deviare. In fondo è una semplicissima calamita.
Ma perché sabotare la bussola?..perchè la mia bussola…è evidente che quella dei ragazzi non è stata toccata visto che sono arrivati al campo….un modo per vincere facile?
Ad un tratto un terribile presentimento si fece largo nella sua mente.
Prese la carta con le mani che le tremavano e cominciò a calcolare dove si sarebbe diretta se si fosse fidata delle errate indicazioni.
DEVO TROVARE SUBITO RICK!!!!! LO DEVO FERMARE!!! pensò terrorizzata cominciando a correre a perdifiato verso la meta che David aveva deciso per loro.
 

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Capitolo 22
*** GLI ANGELI CADUTI ***


P.O.V. KATE
 
Kate correva più veloce che poteva ma doveva fermarsi spesso per controllare il percorso.
Non era stato programmato come quello che avevano seguito i suoi ragazzi e quindi aveva bisogno di continui aggiustamenti.
Sentiva il cuore in gola e riusciva solo a pensare a Rick.
Il responsabile di tutto non poteva che essere David.
Ne aveva motivo e opportunità.
Quali fossero le sue intenzioni era una cosa a cui non voleva pensare.
 
P.O.V. CASTLE
 
Il sole cominciava a calare dietro il profilo della grande montagna che Castle aveva davanti.
Era ormai sfiduciato.
Arriverò sicuramente per ultimo. Minimo mi uccideranno. Aveva ragione Kate…la vita all’aria aperta non è per me. Mi pare addirittura che il tipo di vegetazione e il terreno siano del tutto diversi da quelli che contornano il campo. Eppure dovrei essere nella direzione giusta…Proprio non capisco…adesso poi farà buio…dovrò chiam….
Si fermò pietrificato.
Il sole sta calando….davanti a me…davanti…quindi…sto camminando verso ovest…OVEST!!!!!
DOVEVO ANDARE A SUD!!! PERCHE’ STO ANDANDO A OVEST!!!!

Con le mani tremanti prese in mano la bussola.
SUD!! La bussola indica il sud….
In un attimo tutto fu chiaro anche per lo scrittore.
Qualcuno aveva sabotato la sua bussola per farlo dirigere nella direzione sbagliata.
Ma chi aveva potuto fare una cosa del genere.
David ci ha scoperti!!!Realizzò preoccupato.
KATE!!!!...pensò terrorizzato  iniziando a correre.
 
 
P.O.V. KATE
 
 
Non sapeva cosa avrebbe fatto arrivata alla meta ma doveva arrivare in tempo.
Si fermò ancora a controllare il percorso e con le mani tremanti continuava a esaminare la cartina.
D”Ciao Kate!! Ero sicuro che saresti arrivata per prima”
La voce di David la raggiunse come un colpo allo stomaco.
Kate alzò lo sguardo e lo vide sbucare da dietro un grande albero secolare.
B”David…vedo che non sei cambiato molto dai tempi del college…vuoi sempre avere l’ultima parola..”
D”Già!!...specialmente dopo che mi hai piantato senza una spiegazione…ho sofferto molto sai!?”
B”..mai come Kevin e Laura…”rispose dura la detective.
D” Cara la mia Kate…quanto sei ingenua…hai creduto a tutto quello che ti hanno raccontato quei due…tu mi conosci Kate..io non far…”
B”NO DAVID..IO NON TI CONOSCO…ma ti assicuro che non la passerai liscia..”
D”E tu credi che crederanno alle parole di una piccola puttana?? O a suo fratello…un delinquente di strada?? Nessuno darà mai credito a quei due..”
B”Be..io sì…e il fatto che tu mi abbia costretto ad arrivare qui manomettendo la mia bussola …”
D” E questo è il tuo errore Kate…io non ho fatto niente…sto solo cercando di tornare anch’io al campo base…e mi sono perso…COME TE…”
Lo sguardo dell’uomo era gelido e Kate si rese conto di non avere molte possibilità di togliersi da quella situazione.
B”Non per molto…hai dimenticato il GPS e le radio..” disse la donna poco convinta
D”Ops…purtroppo sia il tuo che quello di Castle…sono difettosi…danno segnali strani…che peccato vero???” disse l’uomo
B”..Sei un bastardo…dovrai passare sul mio cadavere prima  di…..” la frase morì in gola della detective.
David aveva estratto un coltello e la guardava sorridendo.
D”Kate…pensi davvero che io possa farti del male?...io ti ho amato tanto Kate…non potrei mai…”
Kate lo osservava spaventata.
D”Lascia che ti spieghi tesoro….come hai potuto vedere sulla tua cartina ci troviamo in una zona interdetta alle escursioni. Una zona pericolosa. Molto pericolosa” cominciò a spiegare con voce sibilante
D”La gente del posto la chiama “La foresta degli angeli caduti”. La leggenda dice che Lucifero e i suoi adepti, cacciati dal Paradiso, siano precipitati qui cadendo fino all’Inferno. Ma gli Angeli del Signore, per impedire agli uomini di vedere gli orrori degli inferi hanno reso invisibili i crepacci e le enormi voragini che i traditori avevano creato nel loro ultimo viaggio.”
Beckett ascoltava sempre più terrorizzata le parole di David.
D”Naturalmente si tratta solo di una storia per spaventare i bambini…c’è una spiegazione scientifica a queste trappole mortali invisibili…” continuò quasi sottovoce il maledetto “sai…qui ci sono stati tanti incidenti…e poi la zona è stata interdetta…ma  c’è sempre qualcuno che perde l’orientamento e….” concluse con un ghigno.
B”Non credi che sarà un po’ strano?..tre persone che si perdono nella stessa sera e nello stesso posto?”
D”Non se l’unico sopravissuto avrà una bella storia da raccontare”replicò duro David per poi mimare una specie di intervista “Purtroppo ho visto cadere la mia cara amica Kate Beckett e il signor Castle cercando di raggiungerla è purtroppo caduto a sua volta. Non ho potuto fare nulla…”
B”..e credi davvero che se la berranno??”disse Kate cercando di sembrare sicura di sé
D”io credo proprio di sì!! In fondo tutti sanno che andate a letto insieme…nessuno si meraviglierà dell’estremo gesto dell’eroe innamorato che ha già salvato un ragazzo dall’annegamento…”
Kate si sentì in trappola.

capitolo breve...lo so...ma oggi ho poco tempo...poco poco...domani prometto di fare moooooolto meglio!! Comunque spero vi piaccia lo stesso...
Un bacio a tutti
Tittili

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Capitolo 23
*** IL PRIMO BACIO ***


P.O.V. RICK
 
Correva senza fermarsi.
Era conscio che continuando in quella direzione sarebbe caduto nella trappola di David e era sicuro che quel maledetto non avrebbe certo risparmiato lo stesso destino alla detective.
Ha sicuramente manomesso anche la bussola di Kate…speriamo che se ne sia accorta prima di me…magari ha corretto la direzione ed è al sicuro al campo base…pensava speranzoso continuando ad avanzare.
Ma sapeva perfettamente che la donna, se si fosse resa conto del sabotaggio, avrebbe avuto la sua stessa reazione.
Quindi doveva arrivare prima di lei.
Doveva impedire a David di farle del male.
 
P.O.V. KATE
 
La detective si rese conto che il piano di David aveva poche falle.
Certo ci sarebbero state indagini e tante spiegazioni da dare ma senza prove contro quel farabutto, che giustificassero un movente, tutto sarebbe stato classificato come incidente.
Poteva solo sperare che Rayan ed Esposito avessero trovato qualcosa, almeno non sarebbe morta invano.
Faceva questi pensieri valutando anche la possibilità di tentare disarmare David, in fondo era addestrata per questo.
Ma sapeva anche che durante gli anni del college l’uomo era diventato un esperto di combattimento corpo a corpo.
Aveva addirittura fatto delle selezioni per entrare nei Navy Seals.
Sarebbe stata una lotta senza grandi possibilità di riuscita.
Ma non voleva arrendersi così. Non poteva.
Ad un tratto David si aprì la camicia e con il coltello tagliò deciso il filo di collegamento del piccolo trasmettitore del GPS che aveva addosso.
D”Ecco fatto!..adesso mi sono perso anch’io…” affermò soddisfatto riponendo l’arma nel fodero.
Appoggiò poi lo zaino a terra estraendo una pistola.
Kate rimase spiazzata.
Adesso non aveva più nessuna possibilità.
D”…Non avrai mica pensato che io fossi così stupido??...” disse quasi ridendo l’uomo rendendosi conto dello sguardo sorpreso della detective.
D”..Credevi davvero che sarei venuto armato solo di un coltello??? Mi deludi Kate…credevo fossi più intelligente…” la prese in giro David “adesso siediti!..dobbiamo aspettare che arrivi il tuo caro scrittore…” ordinò poi diventando serio.
Castle…per un attimo Kate aveva dimenticato che non sarebbe stata l’unica vittima.
 
&&&&
 
Passarono solo pochi minuti quando un rumore di passi fece alzare di scatto David.
Castle sbucò ansimante arrivando correndo nel piccolo spiazzo tra gli alberi dove Kate e il suo aguzzino lo stavano aspettando.
D”Bene bene!!! hai fatto presto…credevo fossi molto più lento!! Complimenti…adesso ci siamo tutti…la festa può cominciare…”
Lo scrittore guardò con sgomento la scena che gli si presentava davanti.
David armato di pistola e Kate seduta a terra a pochi metri che lo guardava visibilmente spaventata.
C”Kate…stai bene??” disse ansimando
La donna riuscì solo ad annuire.
D”Ma che dolce!!..è preoccupato…in fondo mi dipiace sai?...siete una coppia così carina…ma ti capisco…Kate a  letto è una vera bomba!!” disse con disprezzo il farabutto
Castle lo fulminò con lo sguardo stringendo i pugni per la rabbia.
D”…non ho mai trovato un’altra donna così eccitante, così appassionata, così sens…”continuò divertito dalla reazione dello scrittore
C”TACI!!!...maledetto figlio di puttana….”urlò Rick con gli occhi che bruciavano dall’ira
David rise beffardo puntandogli la pistola contro.
D”Non credo che tu abbia nessuna voce in capitolo scrittore da strapazzo…nessuno mi può dire cosa dire o fare…” sibilò fissandolo con odio
C”Certo!! Tu sei abituato ad approfittare  di ragazzi indifesi…non certo con chi può difendersi!!” lo provocò Castle.
D” Quei ragazzi sono solo feccia!!!...non sono riconoscenti a chi si occupa di loro!!” replicò colpito sul vivo David
C”RICONOSCENTI!! E per che cosa?? Per essere sfruttati e usati a tuo uso e consumo??? Quanti soldi hai fatto con questi ricatti??? A quanti amici hai regalato l’innocenza di quella povera ragazza!! SEI UN VERME!!!” gridò lo scrittore
D”Ho lavorato per anni in quel maledetto ufficio cercando di aiutare una marea di ragazzi. Mai un grazie!!! Mai un gesto di riconoscenza!! E per cosa??? Uno stipendio da fame!! Ne avevo abbastanza!! SI!!! Ho fatto un mucchio di soldi e ho amicizie influenti!! Me li meritavo!!! Quei piccoli bastardi avevano ormai un destino segnato!! Perché non approfittarne…” affermò urlando David quasi fosse una cosa normale.
C”Mi fai schifo”  lo provocò ancora Rick
D”Se non fosse per il fatto che avrei troppe cose da spiegare…saresti già morto!!” replicò sibilando con la pistola ancora puntata sullo scrittore
Kate assisteva alla scena impotente.
B”Rick…” sussurrò quasi a pregarlo di non continuare a provocarlo
D”…Riiiiccckkk…” le fece il verso David con occhi gelidi.
D”adesso muovetevi!!...” ordinò poi con voce dura indicando con la pistola una direzione precisa.
Kate si alzò e si avvicinò a Castle che le passò un braccio intorno alle spalle quasi a difenderla.
Si guardarono per un attimo ed entrambi videro la paura nello sguardo dell’altro.
Non per quello che li aspettava ma per il pensiero di quello che sarebbe successo all’altro.
Camminarono silenziosi per una decina di minuti quando ad un tratto si trovarono in un altro piccolo spiazzo privo di alberi.
C’era un tipo di vegetazione diversa e si accorsero con terrore che nascosta tra il sottobosco c’era una profonda voragine.
D”Siamo arrivati...piccioncini…potremmo scrivere un nuovo Giulietta e Romeo…che ne dite?” disse ironico il delinquente guardandoli irritato
D”Ma io sono un ragazzo sensibile…salutatevi come si deve…coraggio!!” continuò sibilando l’uomo.
Castle lo guardò con odio per poi spostare il suo sguardo sulla sua donna perdendosi in quei meravigliosi occhi verdi.
B”…Rick…mi dispiace…vorrei tanto che tutto fosse come quella notte nel parcheggio…ricordi…il nostro primo bacio…”disse Kate guardandolo intensamente.
David fece una faccia disgustata.
Castle alzò le mani lentamente prendendo il viso della donna tra le mani baciandola con passione.
Kate rispose con impeto abbracciando il suo uomo.
David che era ad un paio di metri da loro dopo pochi secondi si avvicinò spazientito.
D”Ok…adesso finitela…non ho tempo da perd….”
Non riuscì a terminare la frase che venne colpito violentemente da un calcio al volto cadendo rovinosamente a terra.
Subito Castle si gettò su di lui per disarmarlo.
David però fu velocissimo e colpì al viso lo scrittore che però non rinunciò ad attaccare ancora.
Lottavano con tutte lo loro forze mentre Kate cercava di aiutare Rick provando a disarmare David che teneva ancora stretta l’arma.
Un colpo di pistola spezzò il silenzio del bosco.

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Capitolo 24
*** PROVE ***


Il rumore dello sparo sembrò quasi paralizzare le tre figure.
Il corpo di Castle cadde pesantemente sul terreno.
Immobile, faccia all’ingiù,  sotto lo sguardo atterrito della detective.
B”NOOOOOOOO!!!” gridò disperata.
David si era alzato immediatamente puntando l’arma contro la donna.
Aveva la maglietta macchiata di sangue.
Il sangue di Rick.
D”Un problema di meno” disse gelido
Kate continuava a fissare lo scrittore steso a terra.
Le lacrime cominciarono a scendere silenziose sul suo volto.
Non riusciva a respirare. Il dolore le stava devastando l’anima.
B”Rick…” sussurrò quasi sperando di svegliarlo da un lungo sonno.
D”Maledizione…mi avete creato un mare di guai…dovrò inventarmi qualcosa…non sarà facile giustificare un morto con tanto di pallottola…” disse irritato David
B”Maledetto….maledetto bastardo…ti prenderanno…non la passerai liscia…fosse l’ultima cosa che facc…” righiò piangendo la detective
D”Non credo avrai il tempo di fare molto” replicò con voce sibilante l’uomo
D”..muoviti adesso…vediamo di simulare per bene il tuo incidente…” proseguì duro indicando la voragine alla detective..”o preferisci morire come il tuo compagno?”
Kate lo fissò con rabbia e un senso di impotenza invase il suo cuore.
Volse lo sguardo sull’uomo che amava e poi vi voltò lentamente verso il suo destino.
Non posso più fare niente…è finita…Rick…perdonami..ho fallito..pensò ormai senza più speranza.
FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII…FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
il suono acuto e prolungato di un fischietto tagliò l’aria.
David sorpreso dal rumore si voltò per capire da dove proveniva.
La capacità di reazione di Kate fu immediata.
Raccolse con movimento felino un ramo spezzato e colpì con tutta la sua forza l’uomo ancora armato che cadde a terra con una profonda ferita alla testa.
David accennò ad una reazione ma era troppo stordito per riuscire a mirare contro il suo obbiettivo.
Kate lo colpì ancora e ancora.
C”FERMATI KATE!!...Così lo ammazzi…”
La voce ansimante e sofferente di Castle la raggiunse quasi arrivasse da un altro mondo.
La detective si fermò con il bastone a mezz’aria.
David era esanime, ma ancora vivo.
La mano della donna si aprì facendo cadere a terra la sua arma improvvisata.
Alzò gli occhi e vide lo scrittore ancora steso sull’erba che la guardava intensamente con ancora il suo fischietto argentato in mano.
La maglietta mostrava un’enorme macchia di sangue.
Beckett si precipitò vicino allo scrittore.
B”Mio dio Castle…dobbiamo assolutamente fermare il sangue…devo trovare aiuto…” disse con voce tremante la donna
C”Credo proprio che sia la cosa più opportuna…il mio zaino…ho un kit di pronto soccorso…” ansimò sofferente
Kate si precipitò a rovistare nella grande borsa recuperando velocemente la piccola scatola per poi tornare da Rick.
Alzò con delicatezza la maglietta ormai intrisa del sangue dello scrittore e si sentì mancare.
Il proiettile aveva colpito il fianco sinistro dell’uomo passandolo da parte a parte.
C”Non va molto bene vero Beckett?….la tua faccia mi dice che dovrò tornare in infermeria ancora per qualche giorno…” cercò di scherzare per allentare la tensione.
La detective cercò di capire che traiettoria aveva seguito la pallottola, come aveva imparato ai corsi di primo soccorso obbligatori per il poliziotti, in modo da eseguire la medicazione d’urgenza più appropriata.
B”Ascoltami Castle…non ha colpito organi vitali…ma stai perdendo molto sangue…ora cerco di fermare l’emorragia ma dobbiamo andare in ospedale…il più presto possibile..” disse con voce incrinata.
Era disperata. Sapeva che entro poche ore l’uomo sarebbe morto dissanguato se non li avessero trovati in tempo.
Applicò con cura garze e bende dopo aver cercato di ripulire al meglio la ferita con dell’acqua.
Con molta apprensione aiutò Castle a spostarsi e ad appoggiarsi seduto contro un albero.
Si avvicinò poi a David che era ancora disteso in mezzo allo spiazzo.
Lo guardò con disprezzo e rabbia.
La voglia di usare la pistola che aveva in mano e di fargli saltare la testa si impossessò di lei.
Puntò decisa l’arma contro l'uomo ancora a terra svenuto.
C”Kate….se pensi che sparare a quel bastardo sia la cosa migliore per Kevin e Laura…allora premi quel grilletto…” disse con un soffio di voce lo scrittore
La donna si voltò verso di lui con le lacrime agli occhi.
B”Non merita di vivere…” disse gelida
C”Lo so…ma Kevin e Laura vogliono giustizia… tutti i complici di quell’animale devono pagare…”rispose in un sussurro Castle
Kate si voltò nuovamente verso David.
Aveva ancora la pistola puntata su di lui.
Sentiva lo sguardo di Rick alle sue spalle.
Lentamente mise la sicura sull’arma e la infilò nella cintura.
Prese dallo zaino dello scrittore una corda e legò stretto il suo prigioniero.
Per un attimo aveva rischiato di diventare come quell’animale.
Tornò quindi dal suo uomo ancora tremante.
B”…grazie…” sussurrò baciandolo dolcemente.
C”…always…” sospirò lo scrittore prendendo il viso della donna tra le mani rispondendo delicatamente al bacio
 

&&&

 
Il tempo passava inesorabile.
Il sole era calato da un pezzo e nonostante i tentativi ripetuti le trasmittenti non funzionavano.
Cominciava a fare freddo e Castle era sempre più debole e sicuramente aveva la febbre alta.
Kate aveva cambiato la medicazione più volte per bloccare al meglio la fuoriuscita di sangue ma la situazione era sempre più critica.
B”Possibile che non vengano a cercarci!!!!” esclamò esasperata la detective.
B”Avessimo almeno un riparo…fa troppo freddo…con tutto il sangue che hai perso…”disse disperata.
C”..nello zaino…la tenda…” disse sofferente lo scrittore
B”UNA TENDA!!  Come diavolo fa a starci una tenda nello zaino…” chiese sorpresa la donna
C”…sai tutta quella mercanzia che non sarebbe servita a niente….bè….c’era anche una di quelle tende a bassissimo ingombro che si aprono a scatto…non serve neanche montarle…siccome avevo paura di perdermi…” rispose in tono scherzoso quasi a prendere in giro la donna per i commenti fatti all’inizio di quest’avventura.
Il piccolo riparo fu pronto in pochi minuti.
Si rifugiarono infreddoliti all’interno della piccola tenda.
La temperatura era veramente rigida.
Castle scottava e Kate si accoccolò vicino a lui abbracciandolo per scaldarlo un po’.
La donna sapeva che non doveva permettere allo scrittore di addormentarsi altrimenti non si sarebbe più risvegliato. Cominciò quindi a parlare per tenerlo vigile.
B”Almeno potremmo accusare quel figlio di puttana per tentato omicidio!! La cosa che mi fa andare in bestia è che probabilmente la farà franca per quello che ha fatto a quei ragazzi. E così tutti i suoi amici. Non abbiamo prove. D’altronde Al Capone è finito in galera per evasione fiscale…”
C”Kate….per favore…la tasca…la tasca del mio giubbotto…” disse con fatica l’uomo
La detective infilò la mano nel pertugio della giacca e ne estrasse una piccola telecamera.
C”..l’ho portata con me per…per filmare i ragazzi…per avere un bel…un ricordo…”l’uomo parlava a fatica”..la batteria è…quasi scarica…ma…guarda Kate…guarda…”
La donna con mani tremanti aprì il piccolo schermo e avviò la visione delle registrazioni fatte.
Si vedevano i fratelli Forman poi Laura e Mary con Thomas che scherzavano sereni.
Kate non capiva.
Poi ad un tratto la registrazione cambiò.
Come se un nuovo filmato fosse stato sovrapposto al precedente.
Davanti agli occhi della donna comparve l’immagine sfocata e mossa di David che reagiva alle provocazioni di Rick.
Castle aveva filmato tutto.
Le prove.
Avevano le prove.
 

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Capitolo 25
*** SOLI ***


La voce delirante di David riempiva la piccola tenda.
Kate continuava ad osservare quasi incredula il piccolo schermo che rappresentava la fine di un incubo per tanti ragazzi e l’inizio di un periodo indefinito di carcere per quel farabutto legato in mezzo allo spiazzo.
La batteria era quasi esaurita e ad un tratto il silenzio piombò all’interno del rifugio di fortuna.
La donna si girò verso lo scrittore che le stava accanto.
Era molto pallido e sofferente.
B” Castle!!..ti rendi conto di quello che hai rischiato a provocarlo in quel modo!!???”
B”….c-che mi s-sparasse??...” balbettò l’uomo tra l’ironico e il sarcastico.
B” …tu sei pazzo…” sussurrò la detective sorridendo alla battuta
C”….di te…” rispose guardandola con un’espressione rapita sfiorandole il viso con il dorso della mano.
B”..Rick…devo andare a cercare aiuto…” disse con voce incrinata ma decisa
B”…sono passate quasi due ore…non c’è più tempo…non lascerò che tu….” si bloccò non riuscendo a finire la frase.
C”…stiamo insieme da un giorno…e vuoi già lasciarmi?? Allora ha ragione mia madre…sono proprio insopportabile…” scherzò l’uomo.
B”…Rick….piantala…farò velocis….” non potè proseguire.
Lo scrittore le aveva appoggiato dolcemente le dita della mano sulle labbra per farla tacere.
C”A-ascoltami Kate…qualsiasi cosa s-succeda questi…sono stati i g-giorni più belli della mia v-vita…e stanotte tutto quello che potevo d-desiderare si è avverato…non cambierei n-nulla di quello che ho f-fatto..nulla…ti amo Kate…e so che ce la faremo…quindi…vai…io ti aspetto…” sussurrò l’uomo guardandola come non aveva mai fatto prima.
La detective appoggiò una mano su quella dell’uomo portandosela sul viso.
Le lacrime scesero silenziose sul volto della donna.
B”…tornerò presto…” sospirò sulle labbra dell’uomo per poi baciarlo lievemente e uscire veloce dalla tenda.
Rick sapeva che sarebbe tornata in tempo.
 

&&&

 
Kate rovistò con nervosismo nello zaino di Rick prendendo una torcia e gli ultimi due razzi di segnalazione rimasti.
Quelli che avevano già lanciato purtroppo non avevano avuto nessun esito ma la detective pensò che se si fosse avvicinata di più alla zona dove tutti pensavano si fossero persi sarebbero stati più efficaci.
Infilò il giubbotto e con la carta in mano iniziò a correre in mezzo al bosco.
Era buio ma riusciva ad orientarsi lo stesso grazie alle stelle.
Mentre avanzava continuava sentire nella testa le parole di Rick.
Non aveva voluto dire allo scrittore che l’amava.
Non per le sue antiche paure, ma perché voleva dirglielo nel momento in cui l’avrebbe raggiunto con i soccorsi.
Guardava continuamente l’orologio. Ogni minuto che passava era un minuto in meno di speranza per Rick.
Era stremata, i polmoni le bruciavano per lo sforzo ma non aveva nessuna intenzione di fermarsi.
Ad un tratto realizzò di essere finalmente abbastanza vicino alla posizione di partenza che la sua squadra aveva raggiunto nella mattina di quel terribile giorno.
Si fermò senza fiato alzando lo sguardo verso il cielo.
Le stelle la guardavano quasi a consolarla.
Lanciò immediatamente un razzo di segnalazione.
Sembrava di essere ad una festa con grandi fuochi artificiali e tutto si illuminò di un colore rosso acceso per qualche secondo, poi buio e silenzio.
Rimase immobile in attesa di una risposta.
Nulla.
Lanciò allora l’ultima speranza.
Ancora una luce, ancora un sospiro, e ancora buio e silenzio.
Si inginocchiò a terra piangendo con le mani sul volto per la disperazione.
Un bagliore  accecante le colpì gli occhi.
E”BECKETT!!!! CASTLE!!” urlò Esposito da dietro la luce che illuminava la donna
E”RAYAN!!!! L’HO TROVATA!!L’HO TROVATA!!”
Kate si sentì sollevare dalle braccia forti dei suoi compagni.
R”Beckett…stai bene? Cos’è successo? Sono ore che vi cerchiamo? Dov’è Castle??”
B”CASTLE!!!! PRESTO…E’ FERITO…DOBBIAMO AIUTARLO…VI PREGO!!!”urlò disperata
 

&&&

 
Rick ascoltava il silenzio del bosco.
Il dolore ormai era quasi sparito.
Non sapeva se era un bene o un male ma almeno non soffriva più.
Era stanco e aveva una gran voglia di dormire.
Sentiva nell’aria ancora il profumo di Kate.
La sua musa, la sua ispirazione, la sua ragione di vita.
Ripensò alla meravigliosa notte passata con lei.
Alle sue labbra, alla sua pelle morbida, al suo corpo…
Sentiva ancora la sua voce roca che pronunciava tremante  il suo nome mentre facevano l’amore.
Quella notte mentre la guardava dormire abbracciata a lui aveva desiderato di passare il resto della sua vita con lei.
A questo pensiero sorrise
Fantastico...tutto il resto della mia vita con lei…non credevo però che la mia vita sarebbe durata ancora così poco…
Riusciva ad essere ironico con sé stesso anche in questa situazione drammatica.
Aveva freddo perciò si strinse di più alla coperta che lo avvolgeva inebriandosi dell’odore della sua donna.
Le palpebre era pesanti..sempre più pesanti…e il blu del cielo dei suoi occhi lentamente si chiusero in un sonno pesante.
Sorrise immaginando la voce della sua Kate che lo chiamava.
 

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Capitolo 26
*** ATTESA ***


Kate non riusciva a calmarsi.
Tutti intorno a lei non facevano che parlare e chiedere perdendo tempo prezioso.
B”DOBBIAMO FARE PRESTO!! VI PREGO…DOPO VI SPIEGHERO’ TUTTO…MA ADESSO DOBBIAMO ANDARE DA LUI!!!” urlò a Esposito e Rayan.
E” Abbiamo capitoBeckett!! Devi darmi la posizione di Castle così l’elicottero del Pronto Soccorso potrà raggiungerlo” disse Esposito cercando di calmarla
B”Ma non potrà mai atterrare li…non c’è spazio…” continuò la donna interrotta da Rayan
R”E’ un elicottero per i soccorsi in montagna. Il medico sarà calato sul posto e dopo aver prestato i primi aiuti a Castle lo assicurerà ad una barella che sarà recuperata dall’elicottero” replicò l’irlandese con voce sicura per tranquillizzarla.
La detective estrasse dalla tasca la sua cartina stropicciata e sporca del sangue dello scrittore.
Nel vedere le macchie vermiglie le lacrime ricominciarono a scendere lungo il suo volto ma con precisione millimetrica indicò il punto esatto dove aveva lasciato Castle.
B”Devo essere su quell’elicottero!!” disse poi con un tono di voce che non ammetteva repliche
E”Beckett…qui non c’è spazio per atterrare e farti salire” cercò di dissuaderla Esposito
Kate si voltò verso di lui con uno sguardo di fuoco
B”Se il medico può calarsi e poi risalire…..lo farò anch’io!...io devo essere su quell’elicottero!” replicò scandendo l’ultima frase parola per parola
R”Va bene Beckett…avviso il pilota..”  disse Rayan sapendo che niente avrebbe impedito al suo capo di salire a bordo del mezzo di soccorso.
Il rumore delle pale dell’elica spezzarono dopo pochissimi minuti il silenzio della porzione di bosco dove la detective e il resto della squadra di soccorso si erano finalmente incontrati.
Kate in pochissimo tempo fu issata a bordo e il veivolo ripartì veloce verso la sua meta.
Il viaggio fu brevissimo ma alla donna sembrò un’eternità e quindi cercò di essere utile spiegando al medico quale sarebbe stata la situazione che avrebbe dovuto affrontare.
Si sentiva impotente. E se fosse stato troppo tardi?
NO!! Non è tardi!!! Quel testone ha la pelle dura….poi ha promesso di aspettare…e lui mantiene sempre le promesse…Always….
Finalmente giunsero a destinazione.
Il pilota con una manovra perfetta riuscì a bloccare l’elicottero proprio sopra lo spiazzo che veniva illuminato da un potente faro posto sul muso del veivolo.
Si vedeva distintamente la piccola tenda rossa e David che si dimenava in mezzo al prato.
Evidentemente si era ripreso.
Kate nel guardarlo ebbe la nausea.
I due soccorritorri si calarono velocemente precipitandosi poi dentro il piccolo riparo.
I minuti passavano.
Nessun segno, nessun movimento.
Ad un tratto la radio gracchiò:
WW”..Qui Alfa 1…Codice Rosso..soggetto incosciente, polso debole, pressione non rilevabile,primo stadio di ipotermia. Colpo da arma da fuoco sul fianco sinistro. Probabile emorragia interna. Calate immediatamente la barella. Priorità 1…”
La barella venne calata dal paramedico ancora a bordo e portata all’interno della piccola tenda.
In pochi minuti i due medici uscirono trasportando la piccola lettiga sulla quale era assicurato il corpo inerme di Castle che venne issata velocemente a bordo.
Kate non riusciva a formulare un pensiero, il suo cuore batteva all’impazzata per la paura e il respirare era diventata una tortura.
Non riusciva a vedere il viso dello scrittore perché i medici erano tutti intorno a lui cercando di fare il possibile per stabilizzare le sue condizioni.
Li sentiva parlare tra loro ma non capiva cosa dicessero.
Riusciva solo ad intravedere la mano sinistra dell’uomo quasi sospesa nel vuoto, immobile, semiaperta e terribilmente pallida.
Un monitor riproduceva un battito cardiaco molto lento e irregolare, il suono del cuore di Rick.
L’elicottero intanto era ripartito velocemente verso l’ospedale più vicino.
Lentamente il suono elettronico si fece sempre più forte seguendo un ritmo decisamente più normale.
YY”Siamo riusciti a stabilizzare le sue condizioni…ottima fasciatura detective…" disse serio uno dei dottori ”la ferita è piuttosto grave…deve essere operato subito…”
Il medico capì immediatamente dall’espressione della donna quale sarebbe stata la domanda.
YY”Non lo so detective…non lo so” rispose abbassando lo sguardo.
Beckett potè finalmente avvicinarsi allo scrittore.
Sembrava dormire di un sonno ristoratore.
Stranamente la sua espressione era serena e sognante.
Gli prese la mano stringendola forte.
Era fredda.
Chiudendo gli occhi appoggiò le labbra al dorso soffiandoci sopra quasi a scaldarla.
C”S-sapevo…che s-saresti..tornata…” disse quasi con un soffio di voce l’uomo
Kate aprì gli occhi credendo quasi di sognare.
B”Castle….” riuscì solo a sussurrare
C”….C-Castle???...dopo ieri notte c-credevo almeno  di essere R-Rick..” replicò debolmente sorridendo a fatica
La donna si perse in quei magnifici occhi azzurri non riuscendo a fermare le lacrime.
C”…ok..ok…vada per C-Castle….amore mio…”disse lo scrittore
B”…ti amo ..Castle…”  riuscì a dire a fatica la detective con un sorriso tirato.
C”…lo so…Beckett…” sospirò richiudendo gli occhi lentamente.
 
 

&&&&

 
Arrivarono all’eliporto dell’ospedale in poco meno di  mezz’ora e il ferito venne sbarcato immediatamente per essere portato in sala operatoria.
Il chirurgo era già stato avvisato via radio della situazione e quindi l’equipe stava solo attendendo il paziente.
Kate vide la lettiga che trasportava Rick sparire dietro ad una porta prima ancora di riuscire a scendere dall’elicottero.
Cominciò a correre per raggiungerla ma era troppo stanca.
Allentò il passo e arrivò davanti alla porta della sala chiurgica quando ormai Castle era già entrato.
Adesso doveva solo aspettare e sperare.
Si fece cadere su una sedia in sala d’aspetto appoggiando la testa indietro addosso la parete.
In pochi giorni si trovava nella stessa terribile situazione.
Attendere impotente di sapere se l’uomo che amava sarebbe sopravvissuto.
Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi su qualcos’altro.
Infilò le mani in tasca del giubbotto e sentì sotto le sue mani la piccola telecamera usata da Castle per incastrare David.
La estrasse lentamente e la accarezzò con le dita osservandola attentamente.
In quel momento Esposito e Rayan entrarono di corsa nella stanza.
E+R”Beckett….” dissero entrambi lasciando tutte le domande a mezz’aria
Kate li fissò silenziosa per poi porgere ai due poliziotti il piccolo strumento che aveva in mano.
B”…Castle sta rischiando la vita per questo…..portate quel maledetto figlio di puttana in galera...non voglio più sentire parlare di lui…mai più…”
Detto questo riappoggiò la testa alla parete chiudendo gli occhi.

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Capitolo 27
*** MARTHA E ALEXIS ***


 

Il tempo non aveva più senso. Tutto era come avvolto in una nebbia fitta.

La testa gli scoppiava e non riusciva a riordinare le idee.

Ad un tratto sentì due persone che parlavano agitate in fondo al corridoio.

In un primo momento non si preoccupò più di tanto finchè non riconobbe le voci.

Si alzò di scatto e le vide arrivare di corsa.

A” KATE!!!...” esclamò Alexis vedendola

La detective non sapeva cosa dire.

La ragazza la raggiunse abbracciandola con forza.

A”Vi hanno trovati!!...Signore ti ringrazio…” disse la giovane continuando a stringere la donna.

M” Ci ha chiamato Esposito e ci ha avvisato che vi eravate persi e vi stavano cercando…Tesoro stai bene? E Richard?” chiese premurosa Martha cercando con lo sguardo il figlio

A” Già, dov’è papà?? Ci hanno solo detto che vi hanno portato qui…sta bene vero??” chiese la ragazza ansiosa sciogliendo l’abbraccio

Kate era scossa e impreparata.

B” ..lo stanno operando…gli.. gli…  hanno sparato…” disse con un sussurro

Martha portò una mano sulla bocca quasi a trattenere un lamento.

Alexis rimase impietrita.

M”…Santo cielo...ma che cos’è successo?” chiese con voce incrinata Martha.

Kate stava per rispondere ma venne investita dalle parole di Alexis.

A”…E’ COLPA TUA!!! …Lo sai bene che lui non è un poliziotto maledizione!!!!...Ma ti sta sempre vicino…solo perché è innamorato pazzo di te…e adesso sta rischiando la vita!! Non potevi essere colpita tu!!! In fondo ci sei abituata no!!!??!” gridò la ragazza dando sfogo a tutto il suo dolore

M” ALEXIS!!!! Calmati…come puoi dire una cosa del genere!!!! Kate non ha nessuna colpa!!!” la riprese la nonna

La rossa si voltò verso la detective tremando.

B” Al….io…” iniziò balbettando la donna ma non riuscì a finire la frase che la ragazza corse via piangendo.

M”Kate…mi dispiace…devi darle tempo…” sospirò Martha seguendo poi la nipote.

La detective rimase in piedi da sola in mezzo al corridoio.

Non si era mai sentita così prima.

Neanche alla morte di sua madre.

Di quei terribili momenti lontani nel tempo ricordava la rabbia, la disperazione, il dolore, la voglia di vendetta.

Ma ora?..Non sapeva definire cosa provava.

Era come le avessero strappato l’anima.

Capiva perfettamente il comportamento di Alexis. In fondo aveva ragione. Da quando era entrato nella sua vita Castle aveva rischiato più volte la sua incolumità. Tutte le persone che lei amava inesorabilmente soffrivano.

Questa consapevolezza le gelò il sangue e la rese determinata ad agire di conseguenza.

D’ora in poi nessuno avrebbe più sofferto per causa sua.

Mentre maturava queste decisioni sentì la mano di Martha che si appoggiava sulla sua spalla.

M”Kate…” sussurrò la madre di Rick con voce interrogativa

Le due donne si sedettero vicine e la detective raccontò con calma tutti gli avvenimenti che lei e lo scrittore avevano vissuto in quei giorni.

M”Ascoltami tesoro…quello che tu e mio figlio avete fatto per quei ragazzi va oltre al lavoro di poliziotto…sono convinta che anche foste stati ..che ne so…due attori del circo…avreste agito nello stesso modo  ..INSIEME…siete due persone straordinarie…e ..scusa se mi permetto….. ma niente e nessuno potrà mai impedirvi di amarvi…” disse Martha alla fine del racconto.

Kate rimase senza fiato nell’ascoltare le ultime parole della donna.

M”Alla mia età si capiscono tante cose tesoro… io non ho avuto la fortuna di incontrare la persona giusta…l’altra metà del mio cuore…non permettere alla paura di perdere ciò che hai trovato! So cosa stai pensando, specialmente dopo le parole di Alexis, ma non farlo Kate!! Lo feriresti più di quel maledetto proiettile!! Sarebbe peggio che morto…rimarrebbe senza battiti nel cuore” concluse la dolce signora con le lacrime agli occhi.

Era come se fosse stata trasparente, Martha aveva letto nella sua anima come un tempo faceva sua madre.

Si buttò nelle sue braccia come una bimba disperata.

In quel momento la porta della sala operatoria si aprì.


Capitolo breve...non sono sicura di com'è venuto...non lo sento...ma oggi va così...non so se ci sarò stasera...vediamo..
Grazie a tutti
Kiss Tittili

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Capitolo 28
*** PRESI!! ***


 

Il medico indossava il tipico completo verde acqua.

Quando si tolse il copricapo era tutto sudato e aveva un espressione stanca.

HH”I parenti del signor Castle?..” chiese osservando le due donne sedute.

In quel momento arrivò di corsa anche Alexis.

M”Sono la madre e questa è la figlia…” disse Martha avvicinandosi velocemente

Kate si alzò ma rimase immobile.

Chi era lei?? Con che diritto poteva stare lì??

M”…e lei è la… sua compagna…” aggiunse la madre di Rick riferendosi alla detective

Alexis guardò la nonna sorpresa ma non aprì bocca.

Compagna…le parole della dolce signora le rimbombavano nella testa.

M”Coraggio Kate….” disse ancora dolcemente

La donna si avvicinò titubante sotto lo sguardo impenetrabile della piccola Castle.

HH”..l’operazione è andata bene…fortunatamente la ferita non aveva interessato organi vitali..ma ha perso molto sangue. Se non fosse stato per la medicazione fatta con estrema cura e il freddo che ha rallentato un po’ le funzioni vitali non so se sarebbe sopravvissuto.

Purtroppo è molto debole. Il fatto che solo pochi giorni fa abbia subito una rianimazione con defibrillatore non è un fattore positivo. Le prossime 48 ore saranno determinanti. Dobbiamo solo sperare che abbia la voglia di risvegliarsi.” spiegò con calma il dottore

M”..possiamo vederlo?” domandò la madre con ansia.

HH”..non subito…fra un paio d’ore…ma solo una persona…mi dispiace…ora devo andare…ripasserò più tardi a controllare le sue condizioni…arrivederci”

M” Grazie dottore…”

Kate si sedette su una delle sedie con i gomiti sulle ginocchia e la testa tra le mani.

Martha invece osservando lo sguardo perso della nipote la abbracciò forte cercando di infonderle una forza che neanche lei in quel momento aveva.

Ad un tratto la ragazza di divincolò dalla stretta della nonna e raggiunse la detective fermandosi in piedi davanti a lei.

A”..Cosa voleva dire il medico riferendosi a una rianimazione di pochi giorni fa?” chiese gelida “..è stata un’altra delle avventure poliziesche in cui l’hai trascinato per l’ennesima volta?” proseguì con voce dura

La donna alzò lo sguardo e incrociò quello di fuoco della piccola Castle.

Aveva gli stessi occhi colore del cielo del padre ma la rabbia e il rancore li rendevano ancora più profondi.

B”..pochi giorni fa..ha rischiato di annegare..per salvare un ragazzo che era caduto nel lago…” rispose con un filo di voce la detective continuando a guardare la ragazza.

A”…n-nel lago…ma…ma se sa appena nuotare…” balbettò sorpresa Alexis

B”..era questione di attimi…era il più vicino…l’unico che potesse fare qualcosa…non ha esitato un attimo…” continuò Kate con la voce incrinata

Martha che intanto si era avvicinata ascoltando le parole della donna appoggiò un braccio sulle spalle della nipote.

M”..tesoro…tuo padre è un ragazzino per molti aspetti…e sa solo dio se questo sua caratteristica non sia in gran parte colpa mia….ma è anche un uomo…con un gran cuore…” sussurrò lievemente

A”…se non l’avessi preso in giro perché non sapeva nuotare…” disse la ragazza sgomenta

Kate spalancò gli occhi alzandosi di scatto.

B”..NON CI PENSARE NEANCHE!!!...” esclamò avendo intuito il pensiero che stava invadendo la mente della giovane.

A”…non si sarebbe buttato se…” iniziò balbettando la ragazza ma non riuscì a finire la frase

B”..Pensi davvero che tuo padre, anche se non avesse saputo nuotare, avrebbe lasciato morire un ragazzo di 16 anni senza fare niente????...DAVVERO???...” la incalzò la detective

Alexis la guardò stranita con le lacrime agli occhi cercando di trovare le parole per esprimere quello che sentiva.

A”…Kate…io credo di no…” balbettò

In quel momento arrivarono Rayan ed Esposito che percepirono subito l’aria elettrica.

E”Hei….capo…tutto ok? Come sta Castle??” disse Xavier cercando di smorzare la tensione.

Beckett spostò lo sguardo acceso sui due compagni e riprendendo il controllo cercò di spiegare la situazione.

B”..l’operazione è andata bene…ma dobbiamo aspettare…deve ancora svegliarsi…” concluse con voce incerta

R”..sono certo che presto risentiremo le sue congetture su CIA e UFO…sai che è uno che non molla mai…” disse con convinzione l’irlandese.

E”..già…se non fosse stato per quella registrazione non avremmo potuto beccare tutti gli amici di quel figlio di puttana…”confermò il collega

B”…li avete presi?..” chiese curiosa e soddisfatta la detective.

R”..Quando tu ci hai telefonato abbiamo subito cominciato ad indagare su Parker…non avevamo niente..ma Espo ha pensato di controllare i conti correnti di tutti quelli con cui aveva contatti continuativi sia per lavoro che per le varie attività di promozione del camp…e Bingo!!! Sette di loro facevano un versamento mensile sullo stesso conto anonimo…indovina di chi è il conto?”

B”..Parker…” ringhiò la detective

E”..Non proprio lui…è molto furbo..il conto è intestato ad una società fittizia intestata ad un  certo Brian Lead..sicuramente un prestanome…era al college con Parker..Non era abbastanza per collegarlo…ma con la registrazione di Castle abbiamo cominciato interrogatori a raffica a quelli che pagavano…tre hanno già ceduto…per gli altri…nada problemi!!..”

B”.. e per lo sfruttamento della prostituzione minorile…avete scoperto se ci sono altre ragazze che hanno subito lo stesso incubo di Laura Kress?” chiese ancora Kate

R”…purtroppo si…quando si è sparsa la voce dell’arresto di Parker quattro di loro si sono decise a denunciarlo…ma credo non saranno le sole…” rispose con amarezza Rayan

B”…Rick sarà contento…” disse Kate con la tristezza nel cuore.

Esposito e Rayan si guardarono per un attimo: ai due uomini non era sfuggito che la donna aveva usato il nome di battesimo dello scrittore.

Martha e Alexis avevano ascoltato incredule i discorsi dei tre colleghi.

Beckett infatti non era scesa troppo nei particolari con la madre di Castle riguardo alle malefatte dell’uomo che aveva ferito il figlio.

Aveva cercato di rimanere sul vago anche per non preoccuparla ulteriormente.

A” Sembra impossibile che esistano persone del genere…” disse stupita la piccola Castle

M”…poveri ragazzi…almeno giustizia è fatta…ma chi vorrebbe mai avvicinare un animale del genere…” esclamò Martha pensando a David

B”..io…..era un mio ex….” replicò imbarazzata e con un immenso senso di colpa la detective

I quattro che le stavano intorno la guardarono esterrefatti.

E”…meno male che hai cambiato genere di fidanzato capo!!”  disse Esposito cercando di riprendersi dalla sorpresa.

R”..già…vuoi mettere Cast…..” stava cercando di dire Rayan prima di prendere una vigorosa gomitata nel fianco dal collega.

In quel momento uscì da una stanza un’infermiera molto gentile.

INF”…Immagino che voi siate qui per il signor Castle…il medico vi ha già informato che non può ricevere troppe visite per ora…è ancora incosciente..solo una persona per favore..Chi di voi avete deciso debba entrare?”

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Capitolo 29
*** GRETA GARBO ***


L’infermiera guardava tutto il gruppo con aria interrogativa.
Rayan ed Esposito fecero subito alcuni passi indietro andando a sedersi uno vicino all’altro sulle sedie poste lungo la parete della sala d’attesa.
Martha e Kate si guardarono per un attimo.
I loro occhi si parlarono e subito  raggiunsero i due poliziotti accomodandosi a loro volta.
Alexis si girò sorpresa. Era stato deciso.
I quattro la guardavano tranquilli.
M”Coraggio tesoro…non fare aspettare tuo padre..” disse dolcemente la madre di Rick
La ragazza fece un piccolo sorriso e raggiunse l’infermiera sparendo dietro una porta.
 
La piccola Castle seguì la donna all’interno di un lungo corridoio.
Arrivata in una stanza che odorava di disinfettante indossò un camice, una mascherina, dei guanti e delle coperture asettiche per le scarpe.
Passò poi attraverso un piccolo disimpegno e quindi entrò nella camera di degenza.
Le pareti bianche e  spoglie le davano una strana sensazione di freddo anche se la temperatura era piuttosto alta.
Si addentrò nella stanza aggirando un piccolo paravento bianco e si trovò davanti il letto dove era adagiato suo padre.
Per un attimo si sentì mancare.
Il volto dell’uomo era in parte nascosto da una mascherina e molte apparecchiature di monitoraggio tenevano sotto controllo le funzioni vitali del ferito.
Una flebo con un liquido ambrato rilasciava con lentezza gocce preziose nel corpo del povero scrittore e una vistosa fasciatura copriva il fianco sinistro che era stato operato poche ore prima.
Alexis si avvicinò quasi in punta dei piedi avendo come paura di svegliarlo.
Osservò con attenzione il volto di suo padre rivedendoci i sorrisi, le smorfie, il broncio da bambino permaloso, le risate e soprattutto gli sguardi amorevoli che sempre gli riservava.
Gli prese la mano e la sentì fredda rispetto a quella che spesso si posava sul suo viso per una carezza.
Un senso di impotenza le invase il cuore.
Realizzò che era in pericolo di vita per aver seguito il suo animo  più profondo e le sue convinzioni più radicate.
Osservò l’espressione serena del volto dell’uomo.
Era felice. Ed era così da quando aveva conosciuto Beckett innamorandosi di lei giorno dopo giorno.
Come ho potuto prendermela con lei.
Sono stata una stupida ragazzina crudele. L’ho ferita e non lo meritava.
Papà non me lo perdonerà mai!!

Strinse la mano del padre.
A “ Ciao papà…” sussurrò“ possibile che ne devi sempre combinare una delle tue...vuoi essere sempre al centro dell’attenzione vero?..adesso però vedi di svegliarti presto ok?? Fuori ci sono alcune persone che senza di te non possono stare..”
L’infermiera la raggiunse informandola che aveva ancora un minuto.
A”Hai sentito papà?...devo andare…ma tornerò presto…promesso..ti voglio bene papà…ti voglio bene…” disse ancora con un filo di voce prima di uscire.
Entrata nella saletta adiacente, mentre si toglieva tutti gli indumenti di protezione che aveva dovuto indossare, cercava di bloccare le lacrime che volevano assolutamente uscire.
Percorse il lungo corridoio nella direzione opposta come se fosse spettatrice di sè stessa rientrando nella sala dove l’aspettava la sua “famiglia”.
Non appena chiuse la porta dietro di sé venne accolta dalle braccia di Martha.
M”Tesoro mio..sei così pallida..stai bene?...” chiese preoccupata la donna alla nipote.
A”..si nonna ..non ti preoccupare…è papà che…” non riuscì a finire la frase per l’emozione.
A”…dobbiamo aspettare…sai che papà vuole sempre fare la prima donna…farà una rentree tipo Greta Garbo…” disse dopo alcuni secondi con voce incrinata cercando di sdrammatizzare.
Esposito e Rayan che si erano avvicinati alla ragazza sorrisero compiaciuti della forza d’animo della giovane.
E”..ma certo…Castle è fatto così…deve sempre sorprendere tutti..” disse Esposito per darle man forte.
Alexis quindi si avvicinò a Kate che era rimasta in disparte quasi timorosa di essere di troppo.
A”…Kate…avrei bisogno di parlarti…” disse la piccola Castle avviandosi verso la porta che dava su un piccolo giardino.
La detective, piuttosto scossa e preoccupata, annuì seguendola.



Capitolo piccolo piccolo...ma c'è il mio cuore dentro...
Grazie di tutto quello che mi date leggendo le mie sciocche emozioni!!
Kiss Tittili

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Capitolo 30
*** OBLIO ***


 

Il giardino interno era piccolo ma estremamente curato.

Un salice piangente con i suoi rami mossi dal vento dava una sensazione di serenità e quasi sembrava abbracciare il visitatore che si addentrava in quel piccolo paradiso.

La giovane arrivò quasi ai piedi dell’albero continuando a dare le spalle alla donna che la seguiva con l’animo in tempesta.

Il silenzio di pochi secondi  a Kate sembrò durare ore.

B”..Alexis…hai tutte le ragioni di odiarmi…è colpa mia..ho lasciato che tuo padre rischiasse la vita..troppe volte…non gli ho impedito di seguirmi…avrei dovuto allontanarlo…impedirgli di..”

A”..di amarti??” la interruppe la ragazza continuando a darle la schiena

Kate rimase per un attimo senza parole.

B”..si...” sussurrò la detective

Ancora quel silenzio assordante.

Una leggera brezza scompigliò i capelli di entrambe portando profumi di fiori ormai alla fine della loro vita.

B”…Non dovevo farlo entrare nella mia vita…c’è solo morte, vendetta e sete di giustizia…non è il suo mondo…è il mio…sono stata egoista e adesso a pagare è solo lui…darei la mia vita per essere…”

A:”…al suo posto?” la interruppe per la seconda volta Alexis

B”…s-si…” balbettò Kate

Si sentiva in balia degli eventi.

B” ..se non fossi sopravvissuta al quel maledetto cecchino tuo padre non sarebbe su quel letto…come vorrei poter cambiare gli eventi…” disse con un filo di voce la donna

La ragazza rimaneva immobile come fosse di pietra.

Dopo alcuni istanti Kate la vide alzare la testa verso la cima del salice e oltre a cercare il cielo.

Il vago chiarore dell’alba aveva cambiato in nero della notte in un colore indefinito.

A”…Kate…se quel cecchino non avesse sbagliato quel giorno non saresti stata l’unica vittima…mio padre sarebbe morto con te…”  disse lentamente la giovane Castle.

B”…ma non è stato colpito…non è riuscito a…”

A”..proteggerti con il suo corpo??...Certo…ma il suo cuore sarebbe morto con te Kate…” la interruppe per la terza volta la ragazza.

Lentamente Alexis si voltò fissando la donna ormai indifesa.

Il blu dei suoi occhi era identico a quello di suo padre e sembrava di annegare nella sua anima.

A”..Perdonami Kate…sono stata una stupida…ho cercato di trovare una spiegazione a qualcosa di più grande di me…come posso dare la colpa a te…tu che lo ami quanto me!!!...Da quando ti ha incontrata la sua vita è cambiata…è finalmente felice…non ha paura di aspettarti Kate…lo farà per sempre se necessario…” disse con le lacrime agli occhi.

A”..quello che è successo è solo un terribile evento della vita…una vita che spero continuerà a vivere insieme a te…sempre che tu lo voglia Kate…” concluse con un soffio di voce la giovane.

La donna non riusciva a respirare tanta era l’emozione finchè non si sentì abbracciare con forza.

A”.. Scusami …scusami…” continuava a ripetere Alexis singhiozzando.

B”..Al…ti prego..va tutto bene…” cercava di calmarla la detective accarezzandole la testa con dolcezza.

In quel momento Martha le raggiunse nel piccolo giardino.

M”…mi spiace disturbarvi…ma…” le interruppe la madre di Rick con voce terribilmente cupa.

Entrambe si voltarono con apprensione osservandone l’espressione preoccupata.

M”…Richard…è entrato in coma…”



..non uccidetemi...

Tittili

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Capitolo 31
*** PROMESSE ***


A”…in ..coma?...o mio dio…” esclamò con voce rotta la ragazza andando ad abbracciare la nonna
Kate rimase immobile guardando intensamente Martha che cercava di sembrare forte per la nipote.
B”..cos’è successo Martha?..il medico non ci aveva prospettato questa evenienza…” chiese calma la donna
M”..hanno dovuto metterlo in coma farmacologico..soffriva troppo…domani sera proveranno a risvegliarlo…ma non sono sicuri che si riprenderà…” disse la madre di Rick.
A”..allora perché l’hanno fatto se era così rischioso!!???” esclamò in lacrime Alexis
M”..il dolore era insopportabile per un fisico così debilitato…il suo cuore rischiava di…” non riuscì a finire la frase per la forte emozione.
Kate aveva uno sguardo impenetrabile.
B”…Alexis…goditi questa pace perché domani sera dovrai di nuovo sopportare le solite fandonie che racconta sempre tuo  padre…” disse con voce sicura e un’espressione decisa la detective guardando negli occhi la piccola Castle.
Alexis la guardò sorpresa. Il tono di voce di Kate non aveva un tremito e  il suo viso era rilassato.
A”…ma Kate…come fai a esserne così sicura?” chiese speranzosa la rossa
B”..perchè mi ha promesso che non mi avrebbe mai lasciata…e lui mantiene sempre le promesse…” replicò calma la donna
 

&&&

 
Martha senza non poche difficoltà convinse Alexis a tornare in albergo per riposare.
Kate aiutò la madre di Rick nell’impresa ripetendole all’infinito che lei sarebbe rimasta li e per qualsiasi cosa le avrebbe chiamate subito.
Quando le due Castle sparirono dietro la porta d’uscita Beckett rientrò nella sala d’aspetto dove l’attendevano i suoi uomini.
E”..hei Beckett…dovresti andare a riposare anche tu..non hai una bella cera..” disse Esposito preoccupato
R”…ha ragione Xavier capo…neanche tu hai avuto una giornata facile…” rincarò l’irlandese.
B”..sto bene…ho promesso a Alexis e a Martha che sarei rimasta qui…devo mantenere le promes…” non riuscì a terminare la frase che perse i sensi sostenuta appena in tempo dai due colleghi.
 
 

&&&

 
Sentiva rumori ovattati e profumi indefiniti.
Voleva aprire gli occhi ma non ci riusciva, era troppo stanca.
I pensieri vagavano liberi e senza redini.
Rivedeva sua madre che addobbava l’albero di Natale con la neve che scendeva dietro la finestra per poi dissolversi nella nebbia dove invece appariva il capitano Mongomery che la rimproverava per le sue solite imprudenze e ancora suo padre che piangeva disperato al funerale di sua madre.
Erano sogni mescolati a ricordi e tutto era fonte di agitazione perché niente era definito, chiaro, trasparente e reale.
Poi ad un tratto un ombra lontana. Una sensazione di serenità di pace di tranquillità.
La osservò con curiosità mentre avanzava lentamente. Non riusciva a riconoscere la sagoma.
Ma ecco…ancora più vicino…la luce finalmente…
B”RICK!!! “ gridò svegliandosi di soprassalto.
Si ritrovò seduta su di un letto in una stanza spoglia ed essenziale.
Al suo grido entrarono Rayan ed Esposito insieme a Leanie che li aveva raggiunti poco tempo prima.
R” ..tranquilla capo…va tutto bene..siamo qui noi. “ disse l’irlandese premuroso
Kate aveva gli occhi sbarrati e respirava a fatica.
B”…Rick…” disse ancora ma stavolta in un sussurro
E”..Fra qualche ora proveranno a risvegliarlo..” disse piano Esposito “..cerca di riposare ancora un po’…non vorrai svenire quando aprirà gli occhi vero capo?” continuò con un leggero sorriso.
Beckett si voltò verso i tre con uno sguardo perso.
B”…non posso perderlo…non ora…” sospirò mentre le lacrime scendevano silenziose sul suo volto.
I due poliziotti non sapevano cosa dire.
Vedere la donna così indifesa e debole era per loro una sorpresa.
Leanie superò di slancio i due uomini e avvolse in un abbraccio la donna disperata.
L” Andrà tutto bene Kate…tranquilla…avrai il tempo di stancarti di lui…ne sono certa tesoro!!” la consolò l’amica accarezzandole dolcemente la testa “ora devi riposare...”
Kate si lasciò andare tra le braccia premurose della donna e chiuse gli occhi riaddormentandosi stremata.
Solo qualche ora e la vita di molte persone sarebbe cambiata per sempre.


..altro capitolo breve breve..purtroppo ho poco tempo per scrivere...domani perà e sabato...quindi...
un abbraccio a tutti
Tittili

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Capitolo 32
*** VOGLIA DI TORNARE ***


Si sentiva come galleggiare.
Nessun sogno né ricordo. Nessun dolore né gioia. Solo una sensazione di pace.
Poi una voce lontana.
Il suo nome come sussurrato.
Schiuse lentamente gli occhi che vennero colpiti dalla luce del sole che filtrava dalla grande finestra alla sua sinistra.
Con difficoltà si abituò lentamente al bagliore e mise a fuoco la persona che era seduta a fianco del suo letto.
Lanie la guardò sorridendo.
L”Allora dormigliona…come ti senti?” disse l’amica.
Kate sorrise a sua volta
B”…non lo so…” rispose piano.
L”Ascolta Kate…pochi minuti fa è passato il primario del reparto…vuole parlare con i famigliari di Castle..con la madre, la figlia ….e la compagna…” replicò la dottoressa con uno strano sorriso pronunciando le ultime parole.
B”..è successo qualcosa?” chiese preoccupata la detective sedendosi di scatto sul letto
L”..no.. tranquilla..credo voglia spiegarvi cosa succederà fra qualche ora…” la tranquillizzò l’amica
L”…scusami…so che non è il momento migliore ma…compagna??” continuò Lanie cercando conferme.
B”…compagna!!..” replicò quasi sottovoce Kate arrossendo violentemente e con un sorriso disarmante.
Le due donne si abbracciarono emozionate.
L”..era ora Beckett…” esclamò l’anatomopatologa
B”..spero solo che…non sia troppo tardi… “ replicò la detective con voce incrinata “..Lanie…e se…” cercò di continuare
L”..NON LO DEVI NEANCHE PENSARE!!!...quel poltrone stasera si sveglierà…e ricomincerete a litigare…e a fare pace!!” la rimproverò dolcemente l’amica
 

&&&

 
Kate sorretta dall’energia positiva di Lanie si rivestì per recarsi all’incontro con il primario.
Martha e Alexis la aspettavano in una piccola sala d’aspetto ben arredata e piuttosto curata.
C’era un’infermiera molto professionale ad una scrivania piena di pratiche e cartelle cliniche.
Il telefono suonava in continuazione rendendo il lavoro dell’impiegata piuttosto impegnativo.
Appena entrata Beckett venne accolta dalle due donne che erano piuttosto agitate.
M”..Kate tesoro…ci hanno detto che sei svenuta..come ti senti ora?..poi ci hanno chiamato per questo colloquio..” disse Martha
Alexis era tesissima e non diceva una parola ma si vedeva lontano un miglio che aveva paura di quello che il medico voleva comunicare.
B”..sto meglio..grazie Martha…era solo stanchezza…vedrete che tutto andrà bene…” rispose la detective per tranquillizzare gli animi.
L’interfono fece un suono metallico e l’infermiera, dopo aver risposto, annunciò alle tre donne che finalmente potevano accomodarsi nell’ufficio del primario.
Si guardarono per un attimo quasi a darsi forza ed entrarono un po’ timorose.
Un bell’uomo sulla cinquantina coi capelli brizzolati e una barba curata si alzò dalla sua scrivania per accogliere le sue interlocutrici.
J” Buongiorno, io sono il prof. William Jonas, e voi dovete essere la famiglia del signor Castle” si presentò con cordialità porgendo la mano“vi prego…accomodatevi…” proseguì indicando tre comode poltroncine poste davanti al suo tavolo di lavoro.
Dopo che si furono sedute il medico ritornò al suo posto appoggiando i gomiti sul tavolo e avvicinando  poi tra loro le mani fino a far combaciare le dita.
J” Dunque signore…vi chiederete perché vi ho fatte venire qui..” iniziò con calma.
M”..in effetti..siamo piuttosto preoccupate..” replicò la madre di Rick con un’espressione apprensiva
J” Innanzitutto la situazione non è cambiata da ieri, le condizioni del signor Castle sono stabili” continuò l’uomo “vi ho convocate per spiegarvi cos’è successo e cosa spero succederà. L’operazione a cui è stato sottoposto suo figlio non è stata particolarmente complicata, ma il suo fisico era piuttosto debilitato dalla grande perdita di sangue. Come vi ha già detto il mio collega che ha eseguito l’intervento, il freddo di cui è stato vittima ha determinato un vantaggio immediato, rallentando le funzioni vitali,  ma a lungo termine ha creato un problema ai tessuti vicini alla ferita.
Il sangue perduto è stato ripristinato quasi totalmente  con delle trasfusioni e, nel momento in cui la circolazione ha ricominciato a funzionare a pieno ritmo, le parti lesionate hanno reagito positivamente ma…” spiegò il primario facendo ad certo punto una pausa con un espressione crucciata.
B”…MA???”  lo sollecitò Kate
J”..ma..questa reazione provoca molto dolore…immaginate… quando dormite in una posizione sbagliata e vi svegliate con un braccio addormentato, nonostante la circolazione si sia solo rallentata, non appena la stessa riprende,  sentite un formicolio piuttosto doloroso, tanto che spesso si cerca di evitare il contatto dell’arto con qualsiasi corpo esterno finchè tutto non ritorna alla normalità..cosa che accade  in pochi minuti …in questo caso la circolazione su quei tessuti è stata nulla, non rallentata, quindi il tempo di ripristino e soprattutto il dolore è naturalmente elevato in modo esponenziale…” spiegò con calma il dott Jonas.
J”Nonostante fosse ancora sotto anestesia per l’intervento, i monitoraggi ci hanno indicato chiaramente che il livello di dolore che il signor Castle stava sopportando era troppo elevato per un cuore provato da eventi traumatici così ravvicinati nel tempo. Dovevamo agire ma era impossibile utilizzare antidolorifici ad alto dosaggio rischiando effetti collaterali non controllabili.
Come sapete esiste la procedura del coma farmacologico. Viene di solito utilizzato per diminuire la pressione intracranica o in caso di grandi interventi per cui si ritiene opportuno mettere, diciamo, a riposo, le funzioni cerebrali.
Era la procedura più sicura.
Abbiamo praticamente ridotto le funzioni vitali del cervello a quelle prettamente indispensabili. Per capirci, in questo modo i recettori del dolore non riescono a comunicare con il cervello impedendo in realtà al signor Castle di sentire dolore” disse il dottore
B”…Ma??..” incalzò la detective intuendo che c’era  un rovescio della medaglia che certamente non era gradevole
J”…tra un’ora smetteremo l’erogazione del Pentobarbital…ma non possiamo essere sicuri che si risvegli…buona parte di questo dipende solo da lui…il cervello infatti è un organo pigro…non fa mai niente più del minimo necessario…il signor Castle deve avere una voglia irrefrenabile di tornare…” concluse il prof. Jonas
Le tre donne rimasero immobili, ognuna con i propri pensieri e speranze.
M”…noi…possiamo fare qualcosa??...dargli i motivi per ritornare??” chiese con voce incrinata Martha.
J”..si dice che anche se in coma i pazienti riescono a sentire, a percepire ciò che li circonda….ma la scienza non ha prove di questo…” rispose dispiaciuto ma comprensivo il medico.
A”..quindi possiamo stargli vicino quando..” Alexis non riuscì a finire la frase
B”..quando sarà finito l’effetto del farmaco e quindi quando dovrebbe svegliarsi..” concluse Kate per la ragazza
J”..certo…ma devo avvisarvi…se entro un’ora dall'interruzione del trattamento non riprenderà conoscenza sarà un problema… senza troppe vie d’uscita”  disse chiaramente il professore.
L’ultima frase le lasciò come tramortite.
Uscirono come degli automi dall’ufficio del primario e si avviarono lentamente verso la stanza dell’uomo più importante delle loro vite.


...a ...domani...
Tittili

 

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Capitolo 33
*** VA AL DIAVOLO ***


Camminarono silenziose lungo corridoi e piccole sale dirigendosi nel reparto in cui era stato trasferito Castle.
Martha teneva un braccio sulle spalle della nipote come a ripararla dai brutti pensieri che la ragazza cercava di scacciare dalla mente.
Kate era leggermente dietro le due donne  e le osservava con un peso nel cuore.
Un pensiero orribile attraversò la sua mente.
Se Rick non dovesse farcela…mio dio…Alexis
Lei sapeva esattamente cosa avrebbe passato la ragazza.
Non poteva succedere, non  doveva!!
Allungò il passo e raggiungendo la coppia prese la mano della giovane che si voltò verso la detective con un leggero sorriso riconoscente.
Dovevano avere fiducia, fiducia in Castle.
 
 

&&&

 
In pochi minuti arrivarono in un largo corridoio dove almeno una decina di porte numerate nascondevano altrettanti pazienti.
Si accomodarono su alcune sedie sistemate lungo la parete e vennero subito raggiunte dalla squadra del 12° Distretto al completo.
L”Allora Kate…com’è la situazione?” chiese subito ansiosa l’amica
B”..dobbiamo solo sperare che Castle abbia la forza e la voglia di svegliarsi…” sussurrò la detective fissando Lanie con un’espressione preoccupata.
R”..ma se l’hanno addormentato loro…perché non possono svegliarlo?..” domandò Rayan
Kate spiegò all’irlandese che purtroppo non dipendeva più dai medici, ma che una volta rallentate le funzioni cerebrali non è così automatico che riprendano la loro normale attività una volta smessa l’erogazione dei farmaci.
E”..se dipende tutto da Castle…si sveglierà di sicuro…ti ha aspettato tanto capo….non credo che ti farà scappare di nuovo…” azzardò deciso Esposito con voce ferma fissando la donna
Kate rimase sorpresa dalle parole di Javier e arrossì violentemente portandosi le mani sul viso.
B”..Esposito…questa me la paghi…” scherzò cercando di uscire dall’imbarazzo che provava
Rimasero seduti ad aspettare in silenzio per una mezz’ora, nessuno aveva voglia di parlare, di esternare le proprie paure e speranze.
Ad un tratto sentirono dei passi avvicinarsi e dal corridoio videro avvicinarsi il dott. Jonas con alcuni colleghi.
Il gruppo entrò nella stanza dello scrittore per poi uscirne dopo pochi minuti.
J”Abbiamo interrotto l’erogazione del medicinale…tra una ventina di minuti potete entrare…tornerò più tardi a controllare l’evoluzione delle condizioni del paziente” disse ermetico il professore prima di andarsene.
Nessuno disse niente.
Tutti ormai stavano solamente aspettando di poter accedere alla stanza.
 
 

&&&

 
Il tempo sembrava essersi fermato.
A turno tutti i componenti del gruppo alzavano gli occhi sull’orologio appeso alla parete del corridoio.
Finchè il momento arrivò.
Entrarono lentamente quasi in fila indiana trovandosi di fronte al letto dello scrittore.
Anche questa stanza era piuttosto spoglia ed essenziale.
L’uomo aveva solo una flebo collegata e un piccolo apparecchio al lato del letto che evidentemente monitorava il battito cardiaco e la pressione evidenziandolo con un cadenzato suono elettronico.
La camera era in penombra e il viso dello scrittore appariva rilassato e sereno.
I sei erano come schierati ai piedi del letto, sembravano un plotone militare pronto per l’ispezione.
Alexis si avvicinò per prima sedendosi al lato del padre prendendogli la mano raggiunta immediatamente da Martha che si sistemò alle spalle della nipote.
A”..papà…ti prego papà…siamo qui vicino a te…il dottore dice che dipende tutto da te…coraggio…torna da noi…” sussurrò con voce rotta la giovane.
M”..Richard….tesoro…” continuò Martha cercando di mantenere il controllo.
I due uomini rimasero ai piedi del letto dello scrittore ma  non riuscivano a dire una parola.
Erano abituati a situazioni terribili, a delitti efferati, ad assassini senza scrupoli  ma non sapevano come gestire sensazioni di impotenza.
Lanie che era accanto a Javier  con delicatezza gli strinse la mano quasi a cercare di consolarlo.
I minuti passavano inesorabili e nonostante i continui richiami delle donne Rick rimaneva immobile.

Bip…bip…bip…bip…

Il battito regolare, lento, non un sussulto, non un’emozione. Rimaneva incatenato nel suo mondo virtuale.

Ad un certo punto Alexis fu colta da una crisi di pianto isterico e Martha decise di portarla fuori dalla stanza per cercare di calmarla.
Le due donne uscirono seguite da Esposito Rayan e Lanie.
In tutto quel tempo Kate era rimasta in un angolo in fondo alla stanza appoggiata al muro.
Seguì con lo sguardo il gruppo che usciva dalla stanza per poi riportarlo sull’uomo addormentato.
Lentamente si staccò dal muro e si avvicinò alla porta…chiudendola a chiave.
 
 

&&&&

 
Con due falcate si appoggiò con entrambe le mani sul sostegno posto ai piedi del letto dello scrittore.
B”..e bravo Castle!! “ iniziò a parlare con voce ferma e ruvida.
B”..mi hai proprio deluso sai?...credevo che fossi diventato un uomo!” continuò dura
B”..ma come puoi comportati in questo modo! Come puoi fare questo ad Alexis e a tua madre!
Mi hai imbrogliato…mi hai fatto credere di essere una persona determinata, solida e decisa.
Per quattro anni mi hai seguito continuamente senza darmi tregua nonostante tutti i miei tentativi di allontanarti.
Per quattro anni mi hai tediato con ipotesi strampalate su alieni zombi e complotti governativi facendomi uscire pazza.
Per quattro anni mi hai fatto fare delle figure allucinanti con i miei superiori e i miei colleghi.
Per quattro anni con i tuoi comportamenti mi hai portato in situazioni pericolose solo per salvarti.
Bombe sporche, furgoni frizer, auto in fondo al fiume, tigri, fantasmi…sempre duro al pezzo. Mai un attimo di indecisione.Sempre presente. Anche con l’omicidio di mia madre!!!
Hai addirittura approfittato del rapimento di Rayan ed Esposito per baciarmi passandola liscia con la scusa della copertura.
Mi hai fatto rompere i rapporti con uomini che potevano essere anche quelli giusti per la mia vita.
E questi giorni poi..qui al camp…a momenti anneghi sotto i miei occhi e ti fai sparare da quell’animale.
Mi hai fatto cedere…l’altra notte….il muro è caduto…” il tono di voce si alzava
 
Bip…bip…bip.. tutto inalterato.
 

Voci convulse fuori dalla porta. Rumori di scasso.
 
B“MA ERA TUTTO FALSO!!! Niente Always!!”
 
Bip.bip.bip.bip….battito accelerato e pressione in aumento.
 
Ma Kate non sentiva più niente, né il monitor, né Lanie che la chiamava.
 
B”Always always…ALWAYS!!! Questo mi hai detto mille e mille volte!!!
Mi avevi promesso di rimanere per sempre con me!!!
BUGIE!!! SOLO BUGIE!!!
VAI AL DIAVOLO CASTLE!!!!!” urlò stremata appoggiando la fronte alla parete alle sue spalle.

“VAI AL DIAVOLO!!!!” gridò ancora cadendo in ginocchio.
 
BIP.BIP.BIP.BIP…battito adrenalinico.
 

C”…g-già stato…p-preferisco s-stare qui…” sussurrò lo scrittore a fatica
 
 
 

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Capitolo 34
*** CORRI KATE ***


La porta si aprì rumorosamente mentre Kate rimaneva in ginocchio con il viso rivolto verso la parete.
L”KATE!!!..ma sei impazzita!!? Cosa ti è preso?..” chiese Lanie allarmata avvicinandosi alla detective.
Insieme all’anatomopatologa nella stanza si precipitò anche tutto il resto del gruppo che era rimasto chiuso fuori dal gesto incomprensibile della donna.
La guardavano tutti stupiti e increduli.
M”..Kate..tesoro..” disse Martha turbata ma con comprensione per l’esternazione della detective.
Cercavano tutti di dare un senso a quello che era accaduto  comunicando tra loro parlando a voce alta  forse per sentire meglio materializzati i propri pensieri.
C”…sshhhhh…la mia t-testa...q-qualcuno ha un'aspirina??…” disse con fatica lo scrittore
Un silenzio irreale calò nella camera.
Tutti si voltarono verso di lui….tutti tranne Kate che, ancora in ginocchio con la fronte e le mani appoggiati al muro, chiuse gli occhi sorridendo.
A:”Papà..PAPA’!!! “ esclamò Alexis incredula correndo da lui per abbracciarlo.
Erano tutti euforici scambiandosi abbracci e sguardi di felicità.
Il prof. Jonas, allertato dall’infermiera di turno, arrivò di corsa per controllare la situazione.
Fece allontanare tutti di qualche passo e effettuò una prima veloce visita per testare le reazioni del paziente appena risvegliatosi.
J”..come si chiama? La sua data di nascita? In che anno siamo? Riconosce le persone in questa stanza?
Le domande si susseguivano una dopo l’altra e Castle rispose senza esitazione fino a quando non arrivò all’ultima.
C”..dunque…questa è mia figlia Alexis, mia madre Martha…Esposito!!!..Ryan e Lanie…” disse tranquillo.
Poi iniziò a guardarsi in giro…la cercava con lo sguardo…ma Kate non era più lì.
 

&&&

 
P.O.V. KATE
 
 
Era corsa fuori.
Il cuore le batteva nel petto come volesse uscire da un momento all’altro.
Non riusciva a decifrare le sue emozioni.
Raggiunse il piccolo giardino interno e si sedette ai piedi del grande salice piangente con braccia intorno alle ginocchia  dondolandosi lentamente come in una ninnananna antica.
Sembrava che le fronde della pianta la stessero abbracciando come a cullarla.
 
La sua voce…aveva risentito la sua voce.
Era tornato…era tornato da lei…la promessa era mantenuta.
 
Allora perché era fuggita…
 
L’emozione?..lo stress?
 
No….era paura!! Paura di non amarlo abbastanza…non quanto l’amava lui...un uomo così meritava di più..LUI meritava di più!!
 
M”..Kate…tesoro…cosa fai qui??”
La voce di Martha la raggiunse quasi da un altro mondo.
Alzò il viso guardando come stupita la donna che aveva appena pronunciato il suo nome.
La madre di Rick si avvicinò inginocchiandosi davanti a lei prendendole poi  il volto tra le mani fissandola negli occhi carichi di lacrime.
M”..se è tornato… è perché aveva timore di perderti Kate…non fare in modo che le sue paure diventino un’oscura realtà…vivi il tuo presente tesoro…e il vostro futuro!!” sussurrò la donna baciandola dolcemente sulla fronte.
B”…mio dio Martha!!!!!...non credevo di poter sentire per lui quello che sta esplodendo nel mio cuore!!!...stavo per perderlo…non avrei sopportato anche questo…” balbettò Kate tra le lacrime abbracciando forte Martha.
La dolce signora la cullò dolcemente accarezzandole  i capelli.
M”…va tutto bene…va tutto bene…” diceva come in una filastrocca.
Il pianto della detective lentamente cessò e la donna sciolse l’abbraccio per guardarla di nuovo con occhi complici
M”…adesso devi andare da lui…ti sta aspettando Kate…ti sta aspettando da sempre…vai Kate!!” disse con dolcezza.
Kate sorrise riconoscente e riprese a correre, più veloce di quanto avesse mai fatto.  
 
 

 
...lo so...lo so...ma non ho tempo per scrivere di più...domani il POV di Rick...
Promesso. Intando ditemi quanto schifo fa sto capitolo...
Ciao a tutti

Tittili

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Capitolo 35
*** BIPBIPBIPBIP ***


P.O.V. RICK
 
 
Nebbia.
Silenzi.
Che sensazione indefinibile.
La presa di coscienza della non-esistenza.
Non sto male.
Non sto bene.
Non sento niente.
Né nel corpo né nell’anima.
Sono un pensiero.
Nessun passato, nessun ricordo, nessun futuro.
Un pensiero nella nebbia.

 
“BUGIE!!! SOLO BUGIE!!!”
 
La nebbia si scuote. Sento dolore...dolore nell’anima
Una voce nell’anima

 
“VA AL DIAVOLO CASTLE!!”
 
Dolore…ansia..paura…la nebbia è tempesta di ombre…
KATE!!!!

 
 
Gli occhi pesanti non si vogliono aprire e un dolore lancinante al fianco lo fa sentire vivo.
Deve riuscirci…deve…
Ecco…una luce…una stanza…un profumo…Lei è lì…
Sente il suo respiro affannoso, la sua rabbia…
Riesce finalmente a parlare
 
“Già stato…preferisco stare qui..”
 

&&&

 
Castle finalmente riuscì a mettere a fuoco ciò che lo circondava.
Un rumore assordante invase la sua testa.
Sentiva distintamente la voce di Lanie che parlava con Kate.
Ma era tutto ancora confuso.
C’era tanta gente ma non parlavano a lui.
I ricordi iniziarono velocemente a riaffiorare..
Il bosco, la prova di orientamento, la bussola..David..la pistola…la tenda…Kate!
Disse qualcosa...e tutti lo guardarono stupiti.
Sentì le braccia di Alexis attorno al collo e le sue lacrime che gli bagnavano il viso.
Javier e Lanie si tenevano per mano felici.
Anche Ryan e sua madre erano al settimo cielo.
Arrivò un medico a controllarlo.
Doveva essersela passata davvero brutta.
Guardò tutti con riconoscenza…era felice di vederli…ma voleva perdersi nei suoi occhi…voleva sentire la sua voce…
La cercò con lo sguardo…ma non era più lì.
Il suo viso cambiò espressione…si sentiva svuotato…
 
“VA AL DIAVOLO CASTLE!!”
 
Le parole rimbombarono nella sua testa. Se ne era andata.
L’aveva persa…L’aveva delusa…
 
M”Richard…tesoro…non ti preoccupare…era sconvolta..non pensava ciò che ha detto...” disse Martha interpretando lo sguardo preoccupato del figlio.
 
Detto questo la madre dello scrittore uscì  furtivamente dalla camera  andando a cercare una donna disperata.
 
 
Passarono alcuni minuti in cui tutti cercavano di comunicare a Rick la loro gioia nel riaverlo di nuovo tra loro.
Alexis gli raccontò gli eventi degli ultimi due giorni e poi titubante parlò quasi piangendo di ciò che le pesava nel cuore.
A” Papà devo…chiederti di perdonarmi..ho detto delle cose bruttissime a Kate…non avrei dovuto..sono stata crudele…le ho chiesto scusa e lei è stata fantastica..mi ha capito…mi dispiace tanto papà…”
Castle rimase impietrito.
Un altro macigno nel cuore di Kate.
Sapeva che la figlia era profondamente pentita e che era stato tutto frutto degli eventi ma…
Ma la sua Kate se ne era andata..
 
“Va al diavolo Castle…”
 
Era meglio che non mi fossi mai svegliato…pensava con l’animo devastato.
Non riusciva ad immaginare la sua esistenza futura.
Era con lo sguardo vuoto, vuoto come il suo cuore.
Quando sentì dei passi…dei passi veloci…e la porta spalancò.
Si voltò stancamente, come tutti quelli che erano nella stanza, per vedere chi era il nuovo visitatore.
Kate era sulla soglia con il fiato corto per la folle corsa.
Fece solo due passi e si fermò cercando i suoi occhi.
 

&&&

 
Niente contava più. Continuavano a guardarsi come se da questo dipendesse la loro vita.
Non si accorsero neanche dell’uscita di tutti gli amici e familiari dalla stanza.
Kate non muoveva un muscolo come per paura di rompere un meraviglioso incantesimo.
C”..va al diavolo Castle???...” disse lo scrittore in un sussurro prendendola in giro continuando a guardarla
B”…forse era meglio ..va al diavolo Rick??..” rispose la donna annegando nel blu dei suoi occhi e facendo un passo verso di lui
C”..forse era meglio…Rick…svegliati!!” continuò l’uomo
B”…pigro come sei ..forse era meglio una cannonata..” replicò ancora la donna avvicinandosi fino a raggiungere il lato del letto
C”…forse era megl….”non riuscì a finire la frase sentendo le dita di Kate appoggiate sulla bocca per farlo tacere.
La donna si sedette sul letto avvicinandosi pericolosamente  al volto dell’uomo.
Era a un soffio da lui, occhi negli occhi.
B”..forse è meglio questo…” disse in un sospiro appoggiando le labbra su quelle dello scrittore.
Castle appoggiò una mano sul viso di Kate rispondendo con dolcezza al bacio.
Si staccarono per un attimo appoggiando le fronti una contro l’altra respirando entrambi a fatica per l’emozione.
C”…h-hai r-ragione B-Beckett…q-questo è meglio” sussurrò sorridendo l’uomo.
Kate lo guardò per un attimo e poi lo abbracciò.
B”…non ci provare mai più Castle!!!...fammi prendere un’altra paura simile…e ti sparo!!” disse piangendo Kate
Rick la costrinse a guardarlo prendendole il viso tra le mani cercando di asciugare le lacrime silenziose con i pollici.
C”…anche tu????..ma non sono mica un tiro a segno!!..” rispose sorridendo perdendosi in quei magnifici occhi verdi
Ma Kate non riusciva a sorridere tanta era la pena che aveva provato.
Castle allora tornò serio
C”…Ti amo Kate…” disse l’uomo sulle labbra della detective prima di baciarla nuovamente.
La donna rispose al bacio prima dolcemente ma man mano che le labbra si esploravano la passione cominciò a farsi pressante.
Le bocche si schiusero all’unisono e quando le lingue si sfiorarono i brividi di desiderio percorsero entrambi i corpi.
 
BIP.BIP.BIP.BIP.BIP.BIP…pressione alle stelle
 
Si staccarono sorpresi osservando il monitor impazzito per poi incatenare di nuovo gli sguardi.
B”..Ti amo Rick…” disse sorridendo Kate.
 
 
BIP.BIP.BIP.BIP.BIP.BIP.BIP.BIP.BIP.BIP…
 

 

NON SONO MOLTO CONVINTA...VOI CHE DITE?
TITTILI

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Capitolo 36
*** FIGLI ***


Tutto sommato la convalescenza di Castle non fu troppo lunga.
Un paio di settimane fatte di controlli, esami e tanta noia.
Tranne quando c’era lei.
Nel momento in cui entrava nella stanza il suo mondo si illuminava di una nuova energia.
Ormai mancavano pochi giorni alle dimissioni e come al solito stava giocando con il cellulare con Angry Birds e, come al solito,  stava perdendo miseramente.
C”….maledetti maiali verdi…tanto prima o poi vi faccio fuori…ho un sacco di tempo…” borbottava tra i denti.
Toc Toc Toc
Alzò lo sguardo verso la porta entusiasta.
Di solito a quell’ora arrivava Kate.
Infatti la donna entrò sorridendo ma con uno sguardo un po’ furtivo.
C”…ciao Kate…meno male che sei arrivata…mi stavo verament…va tutto bene???” disse Rick osservando lo strano comportamento della detective.
B”…ciao....tiro a segno…” rispose la donna sussurrando “…hai delle visite…non autorizzate…” facendo entrare due figure.
Castle rimase sorpreso.
I fratelli Kress lo guardavano intimoriti e molto imbarazzati.
C”..Laura!!!...Kevin!!” esclamò felice.
B”SSSHHHH…fai piano, salame di uno scrittore…sai che i minorenni non possono entrare in questi reparti!!” lo rimproverò Kate con sguardo minaccioso
Castle fece una smorfia come a scusarsi.
C”…già….e una poliziotta li ha fatti entrare…” sottolineò ironicamente lo scrittore facendo arrossire Beckett.
C”…allora ragazzi!! Come state?? E’ una gioia vedervi…coraggio avvicinatevi…non sono contagioso…giuro!!” disse l’uomo cercando di mettere a loro agio i due giovani
Laura e Kevin fecero qualche passo un po’ timorosi fino a raggiungere i piedi del letto.
C”..Kevin….non ho ancora avuto modo di ringraziarti come si deve…non sarei qui senza di te…” dichiarò con voce emozionata lo scrittore osservando finalmente che gli sguardi dei due ragazzi erano finalmente più sereni.
A quelle parole Laura si avvicinò ancora guardandolo dritto negli occhi.
L”..NOI  non saremmo qui senza di te…hai fatto ciò che solo un genitore poteva mai rischiare…” sussurrò la giovane lasciandolo senza parole.
K”…siamo di nuovo una famiglia felice grazie a te…e saremmo onorati se tu accettassi di diventare il nostro padre acquisito…” disse deciso ma emozionato Kevin.
C”…chi potrebbe rifiutare dei figli come voi…Alexis ha sempre voluto dei fratelli…” balbettò lo scrittore.
Ci fu un attimo di silenzio creatosi evidentemente dalle forti sensazioni che permeavano tutta stanza. 
K”…è carina Alexis??? ..in fondo è una sorella acquisita…” chiese allora  con fare scherzoso il ragazzo facendo ridere sia la sorella che Rick.
Kate era rimasta in fondo alla stanza.
Osservava rapita il suo uomo.
Non sapeva ancora come, ma riusciva sempre a stupirla.
Era in grado di entrare nell’animo delle persone come nessuno e di riempirlo di sensazioni positive.
Il suo calore umano era indescrivibile, come la sua vulnerabilità.
Era un bambino…ma era anche un uomo…incarnava il meglio di entrambi.
Trasparente, positivo, sereno, disarmante, dirompente, eccessivo, pedante, impulsivo, divertente…come un bambino.
Ma anche deciso, intraprendente, protettivo, disinteressato, paterno come un uomo….il suo uomo.
Ogni volta che si perdeva in quegli occhi colore del mare si sentiva mancare.
Il sentimento che provava per lui era qualcosa che non credeva possibile.
Lei era convinta che la sua vita fosse finita in quel vicolo di tanti anni fa, invece il destino aveva deciso altrimenti.
Rick aveva deciso altrimenti, disintegrando quel maledetto muro.
C”..Kate…ti prego..non stare lì da sola…voglio presentarti…i miei figli!” disse lo scrittore visibilmente euforico
C”…ragazzi…vi presento…il mio battito di cuore..” continuò guardandola negli occhi smeraldini facendola rimanere senza parole.
I due ragazzi risero apertamente alla scena.
K”…santo cielo…spero che quando avrò la ragazza non diventerò così…ridicolo!!” esclamò Kevin con una strana espressione.
B”…in effetti…forse ai vostri occhi sembriamo ridicoli…anzi…LUI è ridicolo…” ironizzò la donna ridendo”…ma io amo da morire la sua ridicolaggine..” aggiunse guardando Rick
C”…così sarei ridicolo!!??? ..io…e allora..una che spia nei buchi di una tenda??? Come la possiamo chiamare??” replicò beffardo lo scrittore.
B”CASTLE!!!!!!”esclamò arrossendo violentemente Kate
C”…ops!!...mi sa che ho aperto la bocca senza collegare il cervello…” disse l’uomo chiudendo forte gli occhi come ad aspettare la punizione.
I ragazzi ridevano divertiti.
L”…sembrate George e Louise Jefferson…” disse Laura
Kate allora si avvicinò a Rick, che ancora aspettava la reazione della donna, e con dolcezza lo baciò.
B”…vi auguro ragazzi, con tutto il cuore di trovare il vostro o la vostra anima…ridicola..” disse poi voltandosi verso i due giovani stupiti.
Si rigirò poi verso l’uomo che adesso la guardava rapito.
B”…Always..” sussurrò la detective
C”…Always..” risposte lo scrittore.
 
 non so a voi...ma a me piace proprio...sono soddisfatta.
Baci
Tittili

 

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Capitolo 37
*** RICHARD ALEXANDER RODGERS ***


I due fratelli Kress rimasero ancora una mezz’ora buona a chiacchierare per poi sgattaiolare fuori dall’ospedale con la collaborazione di Kate.
Rimasto solo Castle cercò di riordinare un po’ le idee in quel turbine di emozioni.
Quanto era cambiata la sua vita e non solo i questi ultimi terribili e straordinari giorni.
Da quando la detective Beckett aveva fatto capolino nella sua esistenza tutto aveva preso un’altra direzione.
Si domandò allora chi era veramente Richard Alexander Rodgers.
Per gran parte della sua vita era stato Richard Edgar Castle,  scrittore famoso, milionario, viziato, infantile, arrogante e donnaiolo.
Credeva di essere felice.
Fino a quando non incontrò Kate, o meglio, si scontrò con la detective Kathrine Beckett.
I suoi occhi l’aveva stregato.
Forse in un primo momento aveva creduto di essere davanti solo  all’ennesima conquista difficile e ad una bella donna.
Si rese conto però che non era così.
Quella meravigliosa creatura era ciò che lo completava.
Cosa poteva chiedere di più.
Ecco chi era Richard Alexander Rodgers: era l’uomo che amava Kate.
Niente di più.
Mentre questi pensieri volavano come farfalle colorate nella sua testa la detective rientrò nella stanza.
B”…sono usciti senza che nessuno li vedesse…” disse compiaciuta
B”..Castle?…tutto bene?..” chiese poi un po’ preoccupata per la strana espressione dell’uomo.
Rick si alzò dal letto andandole incontro mentre la donna lo guardava un po’ stupita.
B”..Castle…ma cosa ti prende…potrebbe girarti la tes…” non finì la frase perché l’uomo l’aveva raggiunta spingendola contro la parete facendo aderire i corpi pericolosamente bloccandole i polsi al muro come nella loro prima notte insieme.
Le labbra vicinissime tanto da sentire il respiro l’uno dell’altro sul proprio viso, gli occhi negli occhi.
Kate respirava a fatica come lo scrittore che, continuando a fissarla, lentamente chiudeva a chiave la porta della stanza.
B”…Cast….” cercò di parlare la donna sussurrando
C”…ssshhhhhh….zitta….” disse con voce roca e profonda Rick sulle sue labbra
Kate fissava quegli occhi di un blu profondo come il mare in tempesta. Non riusciva a pensare.
B”…non poss..” provò ancora con voce tremante
C”…ho detto..…zitta…” replicò lui continuando a tenerla imprigionata
Rick aveva addosso solo un paio di boxer e una maglietta e Kate sentiva chiaramente il corpo muscoloso dell’uomo aderire al suo provocandole brividi di desiderio.
B”..Ric….” tentò nuovamente la donna cercando di non cedere, in fondo erano in ospedale.
Le labbra di lui si posarono dolcemente sulle sue assaporandone il sapore golosamente.
Continuava a tenerla bloccata sulla parete mentre il bacio diventava sempre più audace.
Kate non riuscì più a resistere.
La sensazione di essere in suo potere perché ancora imprigionata dalle sue mani  la eccitava enormemente.
Mentre le labbra si schiudevano spostò con decisione il bacino facendolo aderire meglio a quello dell’uomo.
C”…K-Kat..” gemette Rick
B”….ssshhhh…zitto…” replicò in un sospiro malizioso la detective riprendendo possesso della bocca dell’uomo.
Le mani dello scrittore allentarono la presa e lentamente si insinuarono sotto la maglietta della donna sfiorandole la pelle mentre continuava a baciarla.
L’eccitazione dell’uomo aderiva al corpo di Kate che finalmente libera, iniziò ad esplorarne le spalle e il torace.
Per un attimo si guardarono negli occhi.
La donna si sfilò la maglietta e jeans aiutando poi il suo compagno a fare lo stesso.
I loro sguardi si posarono l’uno sulle cicatrici dell’altro e un sorriso un po’ triste comparve sui loro volti.
Kate avvicinò la mano al fianco di Rick  sfiorando il segno profondo sulla pelle lasciato dall’incontro con David.
Al tocco lo scrittore chiuse gli occhi emozionato.
Lentamente poi si inginocchiò davanti a lui appoggiando le labbra sulla ferita quasi a volerla sanare.
L’uomo abbassò lo sguardo osservando rapito il gesto della donna per poi aiutarla a rialzarsi e prenderla in braccio adagiandola sul letto.
Con dolcezza le spostò una ciocca di capelli accarezzando poi il profilo del volto della sua musa.
C”…ti amo…” sussurrò prima di ricominciare a baciarla distendendosi su di lei tenendole il viso tra le mani.
Kate sfilò anche l’ultimo indumento dell’uomo sfiorando la sua eccitazione.
B”…ti voglio…ora…amore mio….” disse con voce roca.
Castle rimase abbagliato dall’espressione del suo viso.
Non aveva mai visto niente di più bello.
La prese con dolcezza e passione sussurrando il suo nome ad ogni bacio, ad ogni spasimo ad ogni gemito fino a raggiungere il paradiso insieme.
Era la sua donna.
 
 
  
sono sempre terrorizzata di essere ridicola quando cerco di esprimere determinate sensazioni...attendo commenti...Grazieeeeee

Tittili

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Capitolo 38
*** LIBERO ***


 
Erano ancora abbracciati l’uno all’altra mezzi addormentati quando bussarono alla porta.
L”..Castle?? tutto bene??...perchè la porta è chiusa a chiave???...” esclamò Lanie da dietro l’uscio.
I due si guardarono sorridenti e imbarazzati rimanendo in totale silenzio.
L”…Kaaateee…” proseguì poi la dottoressa con timbro malizioso avendo capito tutto “…ok ok…passo dopo…” continuò ridendo mentre si allontanava
C”…detectivestiamo dando scandalo…” sussurrò lo scrittore iniziando a baciare dolcemente la donna stretta a lui
B”…francamente…me ne infischio…” sorrise Kate parafrasando Rhett Buttler rispondendo al bacio
Lanie tornò dopo un paio d’ore.
 

&&&&

 
Era giunto finalmente il giorno delle tanto sospirate dimissioni.
Castle stava era ormai pronto aspettando solo il via libera dal dott. Jonas.
C”..non vedo l’ora di uscire…non ne posso più di stare chiuso in queste quattro mura…” disse l’uomo impaziente
B”..bè...per certi aspetti..questa stanza a me mancherà un po’…” rispose con un sorriso provocante la detective.
Castle si voltò verso di lei sorridendo a sua volta.
In quel momento entrò il primario che con un’espressione compiaciuta osservò il suo paziente.
J” Bene signor Castle…ormai possiamo lasciarla andare…il suo recupero è stato veramente ottimale…e credo non solo per merito suo…” disse sorridendo il medico osservando lo sguardo che i due si scambiavano.
C”..Grazie dottore!!...adesso sto …veramente bene!!” rispose Castle dando un’altra occhiata complice alla sua musa facendola arrossire leggermente.
J”..buona fortuna signor Castle...” replicò il medico per poi rivolgersi alla donna “..a proposito…detective Beckett…come le avevo detto non ci sono prove scientifiche che le persone in coma riescano a percepire ciò che li circonda…ma credo che in futuro proverò ad utilizzare il suo metodo..diciamo…ruvido!!.....” disse con sguardo importante.
B”..è applicabile principalmente con scrittori pigri e stralunati…” rispose la donna sorridendo
Mentre usciva dalla stanza il dottore incrociò Martha e Alexis che erano appena arrivate.
M”..dott. Jonas..buongiorno…volevo tanto ringraziarla per quello che ha fatto, sia lei che il suo staff, per mio figlio…” esclamò la grande diva
J”..Signora Rodgers…il merito non è certo mio…ma sono veramente lieto che tutto si sia risolto per il meglio..” disse visibilmente compiaciuto il primario continuando a tenere tra le sue la mano della madre di Rick.
Alexis si avvicinò al padre e alla detective.
A.”…un’altra conquista della nonna…” disse con fare malizioso parlando piano per non essere sentita
Lo scrittore alzò gli occhi al cielo mentre Kate rise divertita.
Dopo pochi minuti Martha era sparita a bere qualcosa con il suo nuovo spasimante mentre i tre superstiti del gruppo familiare uscirono finalmente all’aperto.
Era una splendida giornata di sole e Rick insipirò a pieni polmoni l’aria frizzante di un autunno montano.
Stava ancora osservando compiaciuto il meraviglioso paesaggio quando una voce cristallina lo raggiunse alle spalle.
R”..mi hanno detto…che il fischietto è stato utile…” cinguettò Robert
Castle si voltò per capire chi stava parlando e un’espressione tra la sorpresa e la felicità gli si dipinse nel volto.
C”..Bobby…” riuscì solo a dire con un filo di voce
R”…guarda che sono io quello che di solito non parla…” riprese il ragazzino con un piglio scherzoso.
Con uno slancio l’uomo abbracciò con impeto il giovinetto alzandolo quasi al cielo.
Dopo in secondo di stupore Robert rispose con calore alla stretta.
N”…hei Rick….guarda che ti faccio causa...” disse Nicolas che si trovava poco distante.
Castle si voltò verso il fratello maggiore tenendo ancora stretto il piccolo Bobby.
C”…ciao Nik…che piacere vederdi…causa??..perchè vuoi farmi causa???...” chiese Rick con un’espressione interrogativa.
N”…perché hai creato un mostro….un fratello minore di 12 anni che PARLA!!!..” rise divertito il ragazzo avvicinandosi a sua volta per abbracciare insieme sia il fratello che l’uomo.
Kate e Alexis li osservavano divertite.
Sembravano un gruppo di commilitoni che si ritrovano dopo anni.
C”…ma perché non siete venuti prima a trovarmi??...” chiese lo scrittore riportando finalmente a terra Robert.
N”…eravamo ancora al camp..e viste le indagini in corso hanno preferito evitare inquinamento delle prove…” risposte il più grande dei due ragazzi.
C”…inquinamento delle prove???...parliamo da avvocato ormai eehhhh!!” scherzò Rick.
N”…e perché no!!...sai quanti delinquenti farei finire in galera!...” rispose deciso Nicolas.
R”…sempre che non ci finisca prima tu per stupideria oscena in luogo pubblico…” lo prese in giro Robert scappando subito dopo inseguito dal fratello.
Castle li guardava sorridendo e il suo cuore si sentì invaso da un senso di serenità indicibile.
Ad un tratto delle altre voci concitate arrivarono all’orecchio di tutto il gruppo.
CJ”…Pete…ti ho già detto che ho capito…”
P”…Non credo proprio…continui a cercare su google il nome del reparto…devi prima entrare sul sito dell’ospedale…solo dopo  puoi restringere la ricerca…sempre che la legge sulla priv…”
CJ”…MA LA VUOI PIANTARE!!! Altro che sito e sito…eccoli lì!!! E senza google e ricerche ristrette…l’unica cosa ristretta qui è la tua capacità di tacere!!”
La squadra di Kate al completo arrivò di gran carriera circondandola in un abbraccio comune.
La detective era emozionantissima.
Non era abituata a queste sensazioni violente ma positive.
B”…Ragazzi!!! …ma che ci fate qui???..” chiese sorpresa.
CJ”..non potevamo non salutarti Kate!!!..ci sei mancata un casino…” disse con un sorriso a mille denti il ragazzone
P”…già…sei l’unica che ascolta un mio discorso per intero..” disse Peter ironico
CJ”…solo per educazione…” replicò CJ
P:”…cosa che evidentemente tu non sai neanche dove sta di casa…” concluse il sapientone divertito
Le due ragazze della squadra ridevano ai continui battibecchi dei compagni e rimanevano abbracciate forte alla detective come a farle sentire la loro presenza.
Kate non sapeva se ridere o piangere per la felicità.
Non si era mai sentita così prima.
Castle osservava la scena ammaliato dall’espressione della sua musa.
Quell’esperienza aveva profondamente cambiato entrambi.
C”…allora ragazzi…io direi di andare tutti insieme a farci un mega gelato…..offre Kate!!!” disse lo scrittore fuggendo inseguito dalla sua donna.

oggi solo questo piccolo passaggio...ma domani è sabato...quindi...
  

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Capitolo 39
*** ESTERNAZIONI ***


Entrarono tutti insieme in una bella gelateria che si trovava poco lontano dall’ospedale.
La chiassosa ed allegra compagnia  si impossessò praticamente di mezzo locale spostando tavoli e sedie per disporsi in modo da chiacchierare comodamente.
Alexis, nonostante non conoscesse ancora nessuno,  si trovò immediatamente coinvolta in mille conversazioni con aneddoti e prese in giro tanto da sentirsi parte integrante del gruppo.
Nelle miriadi di voci e risate ogni tanto Kate e Rick si scambiavano degli sguardi complici osservando quanto erano cambiati quei ragazzi dal primo giorno che li avevano conosciuti.
C”..bè ci siamo quasi tutti…” disse ad un certo punto lo scrittore.
M”..Laura e Kevin purtroppo oggi dovevano andare in tribunale per fare delle deposizioni…” disse Mary un po’ infastidita dal dover portare all’interno dei discorsi tutta quella brutta faccenda.
Infatti un silenzio irreale calò immediatamente sulla compagnia.
T”…HEI CAPO!!!...è vero che l’erba cattiva non muore mai….specialmente se te la fumi!!!” esclamò Thomas entrando rumorosamente nel locale come la manna da cielo.
C”TOM!!! …Ecco cosa NON mi mancava!!” replicò ridendo Castle battendo il cinque al simpatico rosso.
L’arrivo del ragazzo aveva un po’ smorzato la tensione ma era evidente per tutti che bisognava parlarne.
Nessuno però aveva il coraggio di affrontare per primo l’argomento.
B”..è inutile che ci giriamo troppo intorno…chiedete, dite, arrabbiatevi, imprecate…ma parlate…io e Rick siamo qui..” disse allora la detective con voce pacata.
Tutti si guardarono un po’ imbarazzati e titubanti.
A”..se volete io me ne vado…non vorrei essere di troppo…” affermò allora Alexis preoccupata
T”..scherzi vero???...una volta tanto che non  sono l’unico rosso di capelli tu vuoi svignartela…e poi scusa…scherzi a parte…come puoi essere di troppo…noi possiamo solo immaginare cos’hai passato in questi giorni…credo che tu sia coinvolta nella cosa tanto e quanto noi tutti…” replicò per una volta seriamente Thomas.
Dopo pochi attimi di silenzio una voce iniziò a parlare.
CJ”…quel pomeriggio siamo stati la prima squadra ad arrivare al campo base..” iniziò a raccontare CJ “eravamo fieri di noi Kate!!...e avevamo la certezza di vincere…saresti sicuramente giunta per  prima!!” continuò
C”..un momento…come la certezza…anche lei poteva sbagl….” cercò di intervenire Castle
ALL:” ..ZITTO CASTLE!!” disse tutta la compagnia compatta
CJ sorrise vedendo la faccia imbronciata dello scrittore e poi continuò a parlare.
CJ”..erano passati già venti minuti quando arrivò la squadra di Frank insieme a quella di Linda”
T”…già..Linda la curiosona!!..”scherzò Thomas facendo arrossire visibilmente sia Kate che Rick.
M”..TOM!!...ma la vuoi smettere..linguaccia..” lo ammonì Mary permettendo a CJ di continuare
CJ”..ma di te Kate nessun segno..cominciavamo ad essere preoccupati…nei successivi dieci minuti infatti sono arrivati anche tutti gli altri e
tutto stava andando per il peggio…” concluse il ragazzone
P”..già..avevamo calcolato che visto il vantaggio saresti dovuta essere già lì…ma niente da fare..tutti gli istruttori in tempistiche diverse arrivarono alla base…tutti tranne te e Rick…”continuò Peter
N”..a quel punto ci siamo riuniti tutti e dieci e abbiamo capito che qualcosa non andava…soprattutto perché oltre a voi…mancava all’appello anche il signor Parker..” nel pronunciare il cognome di David, Nicolas assunse un’espressione molto dura.
Era evidente che i fratelli Kress visto l’evolversi della situazione avevano informato il resto del gruppo delle malefatte dell’uomo.
N”..Kevin si ricordò che gli avevi parlato dei tuoi colleghi del distretto e così li avvertimmo della situazione…arrivarono appena possibile e organizzarono subito le ricerche…eravamo veramente preoccupati…e poi…” Nicolas non riuscì a proseguire per la forte emozione.
B”…il resto lo sappiamo tutti…ed è finito tutto bene…questo è l’importante ragazzi…quello che mi preoccupa è capire cosa pensate ora…” disse la donna con voce dolce
C”…già…certe cose ti restano dentro…ti logorano..ti fanno male più di quanto possiate immaginare…e tante volte ci si costruisce una barriera per non soffrire più…ma si rischia anche di non essere più felici…” sussurrò Rick guardando intensamente la sua musa.
B”…finchè non si trova il muratore giusto..” rispose la donna perdendosi nello sguardo dello scrittore.
M”…sapete che siamo qui vero?????..” disse ironica Mary guardando la coppia con un sorriso.
M”..diciamo che siamo molto arrabbiati…e delusi…chi ci doveva aiutare si è rivelato un nemico…non abbiamo più fiducia..” proseguì poi seria la ragazza.
Ra”..infatti…Laura e Kevin sono quelli che hanno subito di più…ma abbiamo scoperto che non erano gli unici…tanti altri sono stati vittima di quell’animale…” disse Rachel con rabbia
Un silenzio pesante calò di nuovo sul gruppo.
R”..però…anche se Parker era così…non vuol dire che lo siano anche tutti gli altri…” cinguetto con decisione Robert
Tutti si girarono verso di lui.
R”…abbiamo qui davanti un esempio…Rick e Kate…” disse ancora il piccolo Bobby con una tranquillità disarmante.
R”…se non hai fiducia in qualcuno…sei solo…” concluse con uno dei suoi soliti sguardi il giovane Forman.
T”…certo che tu.. quando apri bocca…non ce n’è per nessuno” esclamò Thomas facendo sorridere tutti.
B”..so che non sarà facile…ma vi prego solo di dare un’altra possibilità a chi vuole veramente il vostro bene…per tante persone voi siete importanti…date loro un’opportunità..” disse la detective seria
C”…poi..ci sarà lei a controllare che tutto sia fatto secondo le regole…e sapete bene com’è fatta..se le cose non si vanno a modo suo..” disse Castle alludendo a Kate.
ALL”..SPARA..” esclamarono tutti ridendo

preludio  al prossimo capitolo...è in lavorazione...spero di riuscire a pubblicare stasera...in caso ci leggiamo domani...

 

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Capitolo 40
*** PIUMA BLU ***


Kate si rese conto con sollievo che nonostante tutto quello che era successo i ragazzi avevano reagito nel modo migliore agli eventi.
La rabbia, la delusione, la voglia di vendetta, il dolore erano chiaramente presenti nei loro cuori ma a differenza di quanto era capitato a lei erano riusciti a esternare e a non essere vittima di tali sentimenti.
Questo non voleva dire che non era feriti ma avevano la voglia di guarire.
Riuscivano anche se con fatica a parlare e lei sapeva bene che quello era l’inizio di un cammino che li avrebbe portati alla libertà.
Osservò Castle che interagiva con loro e non riuscì a non emozionarsi davanti alla sua naturale capacità di amare.
Donava sempre tutto sé stesso senza pensare, senza paura, senza limiti.
Il tempo passò velocemente e finalmente i discorsi tornarono ad essere più leggeri e spensierati.
CJ”..tra poco dobbiamo andare..il bus arriva tra una ventina di minuti..comunque ci vediamo domenica vero??” chiese mentre si preparava al ritorno al camp CJ
C”..domenica?..” chiese con sorpresa lo scrittore
T”..si capo!! Hai presente il giorno dopo il sabato??” lo prese in giro Thomas ridendo
M”..mamma mia Tom..come sei pesante…” lo rimproverò come sempre Mary
M“..si Rick..domenica…ci sono le Olipicamp e la festa di fine corso!!..dovete assolutamente venire…” proseguì poi la ragazza con voce implorante.
Castle si voltò a guardare Beckett con sguardo interrogativo quasi a chiedere il permesso.
B”..Castle…sei appena uscito dall’ospedale…dovresti riposare..altro che gare..” disse la detective
C”..ma il dottor Jonas ha detto che devo fare esercizio..che mi fa bene…starò attento..” replicò lo scrittore come un bambino alla mamma
N”…non ci sono gare con la barca!!..” disse Nicolas cercando di dare man forte a Rick
Tutti i ragazzi avevano gli occhi puntati sulla detective.
B”..ok..ok…ma non esagerare!!” cedette alla fine la donna.
C” Grandeeee!!” esultò Castle prendendole il viso tra le mani e baciandola davanti a tutti.
 

&&&

 
Era inutile rientrare in città per soli due giorni quindi decisero di tornare al camp insieme a Martha e Alexis che vennero alloggiate in un bungalow vicino a quello di Rick e Kate.
Il fatto che il loro alloggio fosse ancora a disposizione fu una vera sorpresa per lo scrittore e la detective che erano particolarmente emozionati.
Non erano più tornati nella loro baita dalla loro prima notte insieme e si sentivano assurdamente imbarazzati.
Mentre la piccola Castle e la nonna  facevano un giro di tutta la struttura i due decisero di sistemarsi.
Quando entrarono avevano il fiato corto dall’emozione.
C”…se vuoi…stasera possiamo tirare la tenda…” disse lo scrittore prendendola in giro
B”…ancora con questa tenda…” replicò la donna “..e poi mi devi ancora spiegare come..” continuò per poi interrompersi arrossendo
C”…come mi sono accorto che mi spiavi dal buco???” la canzonò lo scrittore beccandosi una vigorosa gomitata
C”…ok..ok..mi arrendo…” balbettò senza fiato
C”..guarda Kate…” disse avvicinandosi alla tenda stendendola lungo tutta la stanza e andando poi ad accendere l’unica lampada presente nella stanza.
L’uomo poi si mise tranquillamente davanti al tessuto steso facendo “ciao ciao” con la mano.
Ad un tratto la detective realizzò che come una sciocca, quella sera  non si era accorta che praticamente aveva fatto un meraviglioso spettacolo di ombre cinesi.
Castle lentamente scostò la tenda osservando la faccia sorpresa ed imbarazzata della sua musa con un sorriso sornione sulla faccia.
B”…bel detective che sono…pensa se invece di te dall’altra parte c’era un delinquente…mi avrebbe beccata subito…” disse la donna arrossendo
L’uomo si avvicinò di scatto cingendole la vita appoggiando la fronte sulla sua.
C”...da quand’è che spii i fondoschiena dei delinquenti….” sussurrò con voce profonda guardandola negli occhi 
B”..da quando mi sono innamorata di uno strampalato scrittore..” rispose Kate baciandolo
 

&&&

 
La mattina si affacciò con un sole splendente e tutti i ragazzi erano eccitati e impazienti per la giornata che li aspettava.
Kate e Rick uscirono dal loro bungalow mano nella mano incrociando Alexis e Martha che si recavano alla sala comune per la colazione.
Entrarono tranquilli nell’edificio e subito i loro ragazzi li accolsero festosi.
Susan stava come al solito illustrando il programma della giornata sportiva.
Praticamente ogni squadra avrebbe gareggiato con un proprio rappresentante in ognuna delle dieci discipline previste, istruttori compresi.
I primi classificati avrebbero preso 5 punti, 3 i secondi e 2 i terzi.
Chi faceva più punti avrebbe vinto.
Regole semplici ma chiare.
Tutti erano entusiasti e fecero colazione in un tempo da record olimpico.
Mentre uscivano per recarsi nella zona adibita allo svolgimento della prima gara Rick voltandosi per cercare con lo sguardo tutti i componenti della sua squadra andò a sbatte contro qualcuno.
C”..mi scusi tanto..non l’avevo vista…” disse premuroso incrociando poi lo sguardo di Linda.
Rimase immobile con una strana espressione sulla faccia. Non sapeva cosa dire.
La ragazza lo guardò imbarazzatissima e dopo aver balbettato qualcosa andò via veloce.
Una voceperò  raggiunse lo scrittore alle sue spalle
B”…come ha dormito Linda stanotte?..” disse Kate fuggendo poi inseguita dall’uomo.
 
 
Le gare si svolsero in un clima sereno ma carico di agonismo.
Era evidente che tutte le squadre volevano prevalere e i ragazzi si erano preparati con impegno alle varie prove.
Sia la squadra di Kate che quella di Rick avevano un bel punteggio ma erano troppo distaccate dal quelle di Frank e Greg.
Stavano quindi gareggiando tra loro per il terzo posto che comunque valeva una prestigiosa medaglia di bronzo.
Tutto si sarebbe deciso nell’ultima gara: l’arrampica sulla parete attrezzata.
La lotta per il primo e secondo posto ormai era chiusa tanto che le due squadre decisero di non partecipare alla prova per evitare di interferire nel risultato.
Il gruppo di Kate aveva due punti meno di quella di Rick e conoscendo la detective sarebbe stata una gara all’ultimo appiglio.
Specialmente perché l’ultima prova era quella dedicata agli istruttori.
Mentre indossavano le imbracature di sicurezza si diedero un’occhiata: avrebbero dato il meglio di loro.
Il pubblico era eccitato e quando lo starter diede il via il tifo esplose vigoroso.
La scalata era impegnativa e i due avanzavano praticamente appaiati.
Kate non era a suo agio in questo tipo di attività soffrendo un po’ di vertigini  e quindi avanzava con attenzione mentre Rick nonostante non fosse un atleta provetto aveva dalla sua un fisico preparato da mesi di palestra segreta che la sua musa aveva potuto apprezzare dalla fessura della famosa tenda.
Erano quasi arrivati alla meta.
Avanzavano con fatica, appiglio dopo appiglio, centimetro dopo centimetro.
Un attimo era avanti lei, l’attimo dopo lui.
Le due piume colorate erano in cima ad aspettarli.
Chi avrebbe colto per primo il piccolo trofeo?
Mancava ormai pochissimo.
Il tifo stava letteralmente esplodendo.
Rick si allungò in un ultimo sforzo.
Aveva ormai la vittoria in pugno quando perse per un attimo l’appiglio sul piede destro mancando clamorosamente la presa sulla sua piuma gialla.
Si riprese subito ma..
Ma Kate aveva in mano la piuma blu.
Aveva vinto lei.
L’uomo posò lo sguardo deluso sul viso della donna e si perse nei suoi occhi esaltati.
Fece un altro movimento verso l’alto e arrivò al livello della sua musa.
Kate lo guardò sorridendo e lentamente infilò la piccola piuma che aveva in mano tra i suoi capelli posandogli poi la mano sul viso accaldato dalla fatica.
B”…mi dispiace Castle…sul serio..” sussurò realmente dispiaciuta per la delusione che leggeva sul viso del suo compagno
C”… allora stasera voglio il premio di consolazione..” replicò lui sorridendo


spero vi sia piaciuto..e domani vi racconto la festa...
baci baci
Tittili

 

 

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Capitolo 41
*** FESTA ***


La cerimonia di premiazione fu emozionante e quando sia la squadra di Rick che quella di Kate salirono insieme sul gradino del terzo posto le espressioni dei ragazzi e dei loro istruttori erano radiose.
Alexis e Martha si spellavano le mani per applaudire al massimo e l’atmosfera che si respirava era veramente incredibile.
Era stata veramente una giornata fantastica e nonostante la stanchezza tutti erano eccitati e emozionati per la grande festa che da lì a poche ore avrebbe animato tutto il camp.
M”..bene ragazzi…mancano solo tre ore alla festa…devo correre a prepararmi…non posso farmi trovare così dal dott. Jonas…”  esclamò Martha eccitata.
A”..nonna…tre ore mi sembrano più che sufficienti…comunque anch’io voglio essere al meglio…Kevin mi ha chiesto di essere il mio cavaliere…” disse un po’ imbarazzata Alexis
C”..Kevin???..allora non scherzava quel disgraziato di figlio acquisito…” replicò Castle leggermente preoccupato
B”..Bè…quando avrai finito di fare il padre medioevale potremmo andare a lavarci e cambiarci…che ne dici Castle??.” disse la detective rivolto allo scrittore
C”…scusa…ma con un cognome come Castle…cosa potrei essere se non medioev…aaahhhhhh.” l’uomo non riuscì a finire la frase perché trascinato per un orecchio dalla donna seguito dalle risate di Alexis
I due arrivarono all’alloggio tra battute e risate.
Appena entrati lo scrittore chiuse la porta velocemente abbracciando per la vita la sua musa baciandola con passione sollevandola da terra.
Kate rimase per un attimo sorpresa ma rispose immediatamente con impeto.
B”..R-Rick…dobbiamo prepararci per la..festa..” disse ansimando la detective cercando di prendere fiato.
C”…p-possiamo fare la d-doccia insieme…così risparmiamo tempo…” rispose l’uomo con voce roca fissandola con occhi di fuoco.
B”…o-ottima idea…” replicò la donna sorridendo
 

&&&&

 
Kate fece stranamente aprire a Rick per bene la tenda mentre si vestiva.
C”…Kate…ma che senso ha scusa…” chiese sorpreso l’uomo
B”…non so come spiegartelo…quando una donna si veste ha bisogno di…di privacy…” rispose la donna
C”…e quando si spoglia…” replicò con voce profonda facendo capolino da dietro il tessuto
B”…ma la vuoi smettere…” disse arrossendo la donna “…ti prego Rick…non è una richiesta difficile da esaudire…” continuò dolcemente
C”…adoro quando mi preghi…ouch” disse ancora provocante lo scrittore prendendosi una scarpa da ginnastica sullo stomaco
C”…ok..ok…messaggio recepito…ti lascio la tua privacy…ma solo se accendi la lampada…almeno mi godo lo spettacolo…” esclamò Rick ironico
B”CASTLE!!!”lo rimproverò la donna
Era un festa informale e quindi erano banditi abiti da sera e smoking.
Lo scrittore indossò un paio di pantaloni sportivi neri e una polo bianca come le scarpe da ginnastica.
Aveva un filo di barba ma non aveva nessuna voglia di radersi.
Stava ancora decidendo se attaccare o meno la spina del rasoio che sentì la tenda spostarsi alle sue spalle.
Si girò e rimase praticamente folgorato.
Un vestitino color lavanda con una delicata fantasia floreale  esaltava il fisico mozzafiato della donna.
La gonna era morbida e svolazzante e le spalline strette lasciavano scoperte le spalle abbronzate mentre una cintura  dorata sottile evidenziava i fianchi torniti della detective.
B”…Castle…tutto bene??..” chiese Kate
L’uomo la guardava senza riuscire a parlare continuando a tenere a mezz’aria il rasoio elettrico.
Kate si avvicinò lentamente e appoggiò dolcemente la mano sul viso dello scrittore.
B”…mi piace…non raderti stasera…” sussurrò fissandolo negli occhi
C”…s-sei ..una visone…” replicò lui in un soffio di voce
B”…grazie…anche tu sei piuttosto carino…” disse sorridendo la donna appoggiando per un attimo delicatamente le labbra su quelle dell’uomo
C”…ti…amo…” balbettò lo scrittore visibilmente scosso
B”..ti amo..” disse la detective perdendosi nel blu degli occhi del suo compagno
Il tempo quasi si fermò.
Toc Toc Toc
A”Papà!! Kate!! Siete pronti??? Kevin mi aspetta!!”
M”….Richard!! Kate!! …sono già venti minuti che il dott. Jonas mi aspetta…non vorrei esagerare…”
I due si sorrisero e Kate andò ad aprire la porta.
M”…Kate tesoro!! Sei un sogno… “si complimentò Martha entrando
A”…è vero ….sei un vero schianto!!..” esclamò la piccola Castle
C”..e io…niente??..guardate che stile…che charme..” disse lo scrittore con enfasi
M”..si si…certo Richard…allora andiamo???” replicò la grande diva
C”…grazie madre…sei veramente incoraggiante…” disse un po’ deluso l’uomo.
B”…tranquillo…sei bellissimo…” lo prese un po’ in giro la detective
A”..possiamo andare adesso??” esclamò impaziente Alexis.
C”…io devo assolutamente fare una cosa…Kate ti dispiacerebbe intanto avviarti con mia madre e Alexis…arriverò tra pochissimi minuti…” chiese l’uomo con dolcezza.
B”..certo Rick…ma c’è qualche problema..” rispose un po’  preoccupata
C”..nessun problema Kate…non ti preoccupare…arriverò fra poco..” replicò lo scrittore tranquillo.
Le tre donne quindi si avviarono verso la sala comune da dove provenivano voci allegre e musica briosa.
Kate era leggermente inquieta per il comportamento di Castle e non vedeva l’ora che la raggiungesse per capire cosa stesse succedendo.
Quando entrarono nella grande stanza vennero investite da luci colorate, profumi di pietanze gustose e tanta allegria.
Era stato allestito un palco su cui si esibivano dei gruppi musicali molto capaci.
Tutto era stato organizzato nel migliore dei modi.
Alexis sparì subito andando a ballare con Kevin e Martha si incontrò finalmente con il suo spasimante lasciando praticamente da sola la detective .
La sua sensazione di ansia stava prendendo il sopravvento quando sentì la voce dello scrittore alle sue spalle.
C”…detective Beckett…Chi è quello stupido che l’ha lasciata tutta sola?? Dovrebbe cambiare accompagnatore…” disse con dolcezza l’uomo
B”…dopo tutta la fatica che ho fatto per trovarlo???...mai…” rispose la donna abbracciandolo sollevata
C”…Kate…avrei bisogno…di parlarti…” disse allora Rick con voce seria
B”…va..bene…” rispose preoccupata dal tono di voce dell’uomo.
Uscirono quindi dalla sala dirigendosi lentamente verso il piccolo molo sul lago.

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Capitolo 42
*** NOI ***


Carissimi amici, prima di scrivere l’ultimo capitolo volevo solo dire due parole.
Grazie di tutta la pazienza che avete avuto nel seguire questa storia.
Grazie per i vostri commenti, i vostri consigli, le vostre emozioni che mi hanno veramente colpito.
Questa mia prima ff rimarrà un’esperienza unica per quello che mi ha fatto provare.
Sperando di non deludervi troppo con questo finale e sperando di risentirvi tutti alla mia prossima fatica vi abbraccio tutti.

Tittili
 
 

NOI

 
Camminarono silenziosamente.
Kate era molto preoccupata e di nascosto scrutava l’espressione dell’uomo che aveva accanto.
Sembrava che un pensiero oscuro lo divorasse.
Lentamente giunsero in fondo al piccolo molo e senza dire una parola si sedettero sulla piccola panchina.
Kate si voltò verso il suo compagno e lo vide osservare intensamente la luna che splendeva luminosa nel cielo terso.
I riflessi si spandevano su tutto il placido lago che sembrava diventato d’argento.
La donna sentì l’ansia accrescere dentro di lei quando un sospiro profondo dell’uomo annunciò l’inizio di un monologo.
C”…Kate…sono passati più di venti giorni da quando..da quando mi sono svegliato…” iniziò piano Castle
B”..22 giorni… 14 ore …e 42 minuti…” lo interruppe per un attimo la detective lasciandolo basito
Un sorriso comparve su entrambi i visi.
C”…touchè!!..” sussurrò lo scrittore
C”…sono stati i 22 giorni 14 ore e…43 minuti più importanti della mia vita…ma..” si interruppe respirando profondamente
B”…ma….” chiese in un sussurro la donna
C”…ma…ho paura Kate!!” disse Rick guardandola finalmente negli occhi.
B”..paura??” rispose in un soffio di voce la detective
Mille pensieri passarono per la testa di Beckett.
Paura..paura di cosa!!...ma certo…stando con me rischia ogni giorno la vita e così la sua famiglia!!!...ma in tutti questi anni ha sempre detto che non gli importava…ma non gli avevano neanche mai sparato!!...dio..quanto sono egoista…
B”…capisco…in fondo non sei un poliziotto…perché risch…”ma non riuscì a finire la frase
C”..non ho paura di questo Beckett…” sussurrò di l’uomo
Guardava i suoi splendidi occhi blu che sembravano tormentati.
Mi ha chiamato Beckett….ha paura…ha paura di cosa!!!??? Di cosa???
C”…non sono sicuro Beckett…”continuò con voce tremante
Non è sicuro…di cosa??? Di noi??
Sentiva il cuore che stava per lacerarsi.
Forse non era sicuro del loro rapporto.
Ma certo!! Non vuole impegnarsi troppo seriamente…
B”..senti Castle…se è una questione di impegn…” si fermò vedendo una lacrima scendere silenziosa sul viso dell’uomo
Ecco…avevo ragione…mi ha chiamato Castle…non è pronta!!

C”..Kate…mi sono reso conto che…che tutti questi eventi così…così terribili..forse…” non sapeva come dire ciò che aveva nel cuore.
B”..Castle…ti prego…” lo esortò la donna
C”…ho paura che tutto quello che ci è successo in questi giorni ti….ti abbia…forzato la mano…che una volta tornati alla normalità ti renderai conto che in fondo…io non sono Rick…ma solo Castle….” disse tutto di un fiato quasi a liberarsi di un peso enorme.
La detective lo guardava con gli occhi sbarrati e non credeva alle sue orecchie. Doveva essere uno scherzo.
Osservò invece gli occhi terrorizzati del suo uomo.
B”…Richard Alexander Rodgers!!!!...ma sei per caso impazzito????? Chi o che cosa ti ha fatto nascere un’idea così idiota nella tua testa vuota???” esclamò alzandosi in piedi arrabbiata come un bufalo.
L’uomo ancora seduto la guardò sbigottito dalla reazione.
C”…K-Kate…Kate…ti prego..” balbettò cercando di calmarla.
B”…Kate un accidente!!!!...voglio sapere come diavolo hai potuto pensare una cosa così …così …”
C”..S-Stupida???” azzardò lui piano
B”..SI…STUPIDA!!!...avanti…spiegati…ORA!!!”  disse Kate con un tono di voce che non ammetteva rifiuti.
C”…v-va bene…” iniziò l’uomo deglutendo vistosamente “..prima…mi sono attardato nel bungalow…”
B”…ALLORA!!!”lo esortò a continuare lei
C”…si..si…insomma…avevo avuto un’idea…per..per un regalo…per te…” continuò titubante guardandola con gli occhi quasi chiusi per paura della sua reazione
Beckett aveva un’espressione impenetrabile.
C”..ma quando ho immaginato il momento…si insomma…mi è venuto il panico….se lo avessi rifiutato…” finì con un soffio di voce chiudendo del tutto gli occhi.
Kate si buttò letteralmente a sedere come sfinita.
B”…tutte queste strampalate congetture…per un regalo?...sai bene che non amo i doni ma non mi pare che ti sia mai fermato prima…di regali me ne hai fatti molti…” disse irritata la donna
C”…non…non…come questo…” disse Rick infilando una mano in tasca e ritirandola fuori completamente chiusa
Beckett rimase un attimo interdetta osservando prima il pugno e poi gli occhi di nuovo aperti dello scrittore.
Castle aprì lentamente la mano.
B”..ma…ma…questa…è la tenda del nostro alloggio…” balbettò stupita osservando un piccolo sacchettino fatto con il tessuto colorato e un delicato fiocchetto dorato.
Rick fece un piccolo sorriso e porse dolcemente il piccolo involucro alla donna.
Kate prese in mano il morbido manufatto e con le mani che tremavano leggermente iniziò ad aprirlo.
Quando i lembi del piccolo quadrato di stoffa si aprirono il cuore le si fermò.
Al centro c’era uno dei piccoli anelli dorati che avevano sostenuto il tendaggio durante quei giorni terribili ma meravigliosi.
C”…ho pensato che…che questo anello di ottone…significava per noi molto…di più di qualsiasi metallo prezioso o diamante pregiato…” balbettò lo scrittore
C”..ma poi ho avuto paura…e se…se non l’avessi voluto…se era troppo pres…” non riuscì a finire la frase che le dita affusolate della donna si posarono sulle sue labbra.
Kate aveva il volto sconvolto.
Rick si sentì morire.
Aveva sbagliato.
Come aveva potuto pensare che Kate fosse pronta per un passo del genere.
Chiuse gli occhi cercando di parlare ma ad un tratto sentì le labbra della donna posarsi dolcemente sulle sue.
B”..stupido scrittore…” disse la donna
Caste era imbambolato.
C”..Kate…io..” cercò di balbettare cercando lo sguardo della sua musa perdendosi nei suoi occhi smeraldini
B”…S-si….” disse la donna come rispondendo ad una domanda.
Lo scrittore rimase impietrito.
C”…S-si…cosa??”  chiese tremante l’uomo
B”…SI…a qualsiasi tua domanda Rick…” sussurrò Kate infilandosi lentamente al dito il piccolo monile di ottone.
Castle sentì le lacrime scendere sul suo viso. Lacrime di gioia, le stesse che vedeva sul volto della sua donna.
Si avvicinarono lentamente e si scambiarono un bacio tenero e carico di emozioni.
Una vita nuova li aspettava. Un vita insieme.
C”…Ti amo Kate…”  disse in un sussurro lo scrittore alla sua musa
B”…Always…Castle…Always” rispose senza più barriere a difendere il cuore ormai pieno solo d’amore
 
 

FINE

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