From the moment I met you, everything changed

di marrymezayn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** chapter one ***
Capitolo 3: *** chapter two ***
Capitolo 4: *** chapter three ***
Capitolo 5: *** chapter four ***
Capitolo 6: *** chapter five ***
Capitolo 7: *** chapter six ***
Capitolo 8: *** chapter seven ***
Capitolo 9: *** chapter eight ***
Capitolo 10: *** chapter nine ***
Capitolo 11: *** chapter ten ***
Capitolo 12: *** chapter eleven ***
Capitolo 13: *** chapter twelve ***
Capitolo 14: *** chapter thirteen ***
Capitolo 15: *** chapter fourteen ***
Capitolo 16: *** chapter fifteen ***
Capitolo 17: *** chapter sixteen ***
Capitolo 18: *** chapter seventeen ***
Capitolo 19: *** chapter eighteen ***
Capitolo 20: *** chapter nineteen ***
Capitolo 21: *** chapter twenty ***
Capitolo 22: *** chapter twenty one ***
Capitolo 23: *** chapter twenty two ***
Capitolo 24: *** chapter twenty three ***
Capitolo 25: *** Chapter tweenty four ***
Capitolo 26: *** chapter tweenty five ***
Capitolo 27: *** chapter twenty six ***
Capitolo 28: *** chapter twenty seven ***
Capitolo 29: *** chapter twenty eight ***
Capitolo 30: *** chapter twenty nine ***
Capitolo 31: *** chapter thirty ***
Capitolo 32: *** Chapter thirty one ***
Capitolo 33: *** chapter thirty two ***
Capitolo 34: *** chapter thirty three ***
Capitolo 35: *** chapter thirty four ***
Capitolo 36: *** chapter thirty five ***
Capitolo 37: *** chapter thirty six ***
Capitolo 38: *** chapter thirty seven ***
Capitolo 39: *** chapter thirty eight - penultimo capitolo! ***
Capitolo 40: *** chapter thirty nine - ultimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Avviso:
Questa fan fiction è la seconda trance di una serie. La prima storia è questa: 
The best is yet to come. (cliccate sul titolo della storia e vi ci porterà direttamente :D)
Vi conviene leggere prima quella e poi questa, anche perché sennò non capireste nulla! ♥


Sofferenza e dolore sono i genitori degli animi migliori;
Laddove felicità allevia, sofferenza insegna;
Laddove spensieratezza regna... Dolore tempra;
Di una dura corazza ricopre, ma il cuore scopre.
 
Il cuore che batteva all’impazzata, la sensazione di avere le farfalle nello stomaco. Il blocco alla gola, il senso di leggerezza. Dopo quasi un anno, finalmente risentiva di nuovo quelle sensazioni. Era strano percepirle di nuovo, aveva provato in tutti i modi a toglierselo dalla mente, ma non ci era riuscita. Aveva provato ad uscire con altri ragazzi, aveva provato ad amare un’altra persona ma solo in quel momento risentiva di nuovo quelle belle sensazioni, ma al tempo stesso brutte. Le gambe le cedettero, facendola finire per terra, mentre teneva il telefonino all’orecchio e gli occhi incollati alla televisione del salone.
«L’hai visto Kè?» Ritornò sul mondo dei vivi, ricordando che quelle parole erano state dette in un’altra situazione, ma con la stessa persona.
«Si..» Non riusciva a parlare, a fare frasi di senso compiuto in quel momento. La voce le tremò.
«Oh mio dio!» Sussurrò, ancora, e Mary dalla parte opposta del telefono ridacchiò.
«Ora è diventato il tuo dio?» In qualsiasi altra situazione avrebbe riso, ma in quel momento voleva solo piangere.
La sua migliore amica e lei erano uscite poche ore prima, ma erano tornate a casa perché Mary non poteva perdersi l’inizio di Xfactor. Era una drogata di quel programma. Lei invece lo detestava, non ci trovava niente di che, in quel programma come il resto dei programmi televisivi. E poi l’aveva chiamata, urlandole praticamente nell’orecchio di accendere la tv e mettere su ITV2 di corsa. Quando lo fece, pensando di trovarsi uno Zac Efron tutto nudo, invece si ritrovò i suoi cinque migliori amici. E lui bello, bello come solo lui sapeva essere. E le sensazioni che aveva sentito per 2 mesi, erano tornate a farsi sentire dopo quasi un anno di totale silenzio.
«A cosa pensi?» Le veniva da piangere, in realtà.
“Li ho persi” Pensò, vedendoli lì, dentro una televisione.
«Niente.. sono felice per loro.» Disse solamente, sapendo che non doveva far sapere a Mary che ci stava male. Era riuscita a nascondere la mancanza di loro cinque per tanto, non poteva perdersi adesso.
«Keyraaa!» Urlò sua madre, sicuramente chiamandola per la cena. Ma non rispose.
«Scusa Mary, devo andare!» E attaccò velocemente, rimanendo di fronte a quella tv, solo per guardare i suoi cinque migliori amici, lì ad Xfactor.
Sua madre entrò in salone.
«Keyra?» Mugugnò in risposta. «Ti ho chiamato. E' pronto! Oh..» Si avvicinò anche lei alla televisione, appena passò una ripresa di Niall.
«Ma non sono i tuoi amici?» Chiese, e lei annuì. La donna ci mise poco a capire che sua figlia quella sera non avrebbe mangiato. Con un sospiro dispiaciuto, se ne andò, lasciando di nuovo da sola Keyra, nel suo dolore. Tanto non serviva a nulla stare lì. Sua figlia sapeva sempre rialzarsi da sola. Si piegava, ma non si spezzava.
Quanto erano cresciuti? Quanto erano belli? Quanto era bello Zayn? Le si fermò il cuore a vederli lì, a cantare. Mio dio se erano bravi. Le uscì una lacrima quando sentì la risata di Niall. Mio dio come le mancava. Le mancava quando si intrufolava nel suo letto chiedendole di dormire con lei, perché magari aveva fatto un brutto sogno. I suoi abbracci, le sue lacrime, le risate che si erano fatti insieme. Le chiacchierate alle due di notte, su cazzate varie. Le mancava lui, le mancava il “loro”. Non ci sarebbe stato più niente. Si erano dimenticati di lei, e doveva accettarlo. Ma era difficile. Oramai non si sentivano neanche più, lei si era ripromessa di non stressarli e ad un certo punto tutti e quattro, anche perché con Zayn praticamente non ci si parlava dall’ultima volta che si erano visti in aeroporto, avevano smesso di cercarla. E ora vederli lì, le aveva procurato una stilettata al cuore. Li aveva persi per sempre.


 

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Capitolo 2
*** chapter one ***


Fingo che non m'importi. Quando in realtà mi uccide.
 
 Cosa porta il cervello umano a dimenticare alcune cose? E cosa porta il cervello umano a ricordare quelle cose che tu, persona, vuoi dimenticare con tutta te stessa? Perché quando è lui a decidere di dimenticare delle cose, lo facciamo, ma quando siamo noi persone a volerlo il cervello si impone contro le nostre decisioni? Non è una cosa curiosa, mhm? Perché il nostro cervello si impone verso la persona stessa? E ci puoi provare quanto ti pare a dimenticare quella cosa, metterti contro il tuo stesso cervello, ma la verità è che lui ha una vita tutta sua, e ti impedirà sempre di dimenticare, facendoti la bastardata di farti tornare in mente ogni santa cosa di quella singola esperienza che tu vuoi dimenticare, semplicemente guardando oggetti o vedendo luoghi.
Tu sei lì, che vuoi dimenticare per necessità, perché quell’esperienza ti ha fatto così tanto male da farti sentire una merda di uccello, ma no. Lui bastardo si mette lì e ti manipola come se fossi pongo nelle sue mani. Bene gente, è un dato di fatto: Il vostro cervello ha una vita tutta sua. Tu pretendi di fare una cosa, lui ne fa un’altra, a sfregio. Così, solo per farti stare uno schifo.
Keyra Mary Smith faceva di tutto per non pensare a quei cinque ragazzi, al suo migliore amico e a lui. Ma il cervello, costantemente le faceva tornare in mente qualche ricordo, facendola crollare nella depressione più totale. E quanto era difficile far pensare alla tua famiglia, alla tua migliore amica che tutto va alla grande quando in realtà dentro te stessa stai urlando sperando che qualcuno, di quelle mille persone che ti passano al fianco ogni sacrosanto giorno, risponda al tuo messaggio di aiuto. No, nessuno si fermerà mai a guardare dietro quella corazza fatta di felicità, per vedere una persona che soffriva con tutta se stessa. Ma si va avanti, o almeno ci si prova. E lei ci provava, con ben poco successo, ma continuava a vivere la sua vita, come prima del loro arrivo. Non era perché voleva far credere ai suoi amici che tutto andava alla grande, ma perché doveva. Lo doveva a se stessa. Viveva la sua vita, come doveva viverla. Si alzava, usciva, andava a scuola, faceva le sue uscite con le amiche, si metteva con qualche ragazzo, e se ne andava a dormire. Quella era la sua giornata. La sua routine. Non poteva vivere costantemente nella speranza di tornare indietro, di tornare a due anni prima quando era felice come una pasqua insieme a quei cinque ragazzi che erano riusciti ad insinuarsi dentro di lei.
Finì di mettersi il mascara, per poi allontanarsi un pochino per guardare la figura ritratta nello specchio a muro. Era cresciuta, il corpo di sedicenne aveva lasciato spazio ad un corpo ancora più sinuoso, da ragazza e non più da bambina. Il suo corpo era fasciato da un vestito rosso, corto fino a metà coscia e i capelli erano sciolti sulle piccole spalle. Ai piedi, decolté nere, a tacco abbastanza alto. Il suo diciottesimo compleanno, era arrivato. E loro non ci sarebbero stati. Anche perché chiedere la partecipazione degli One Direction alla propria festa, bisognava dare come minimo 20 mila sterline. E lei non aveva intenzione di pregare nessuno, ne tanto meno pregare i suoi genitori di far andare quei cinque ragazzi ormai famosi, alla sua festa. Non avrebbe ammesso mai di volerli alla sua festa, come ai vecchi tempi. No, non voleva quei cinque estranei alla sua festa.
Poteva prendere in giro chiunque, ma non se stessa. Era stata lì tutte le sere a guardare quel programma, a cercare video su youtube solo per rivedere le loro facce. Li aveva odiati, li aveva detestati per essere diventati gli One Direction, ma alla fine l’amore per loro era tornato sempre a galla. Non si può odiare delle persone che tu ami. Mary credeva che a lei poco interessasse di quei cinque, ma no.. Si ritrovava un anno dopo quella telefonata, a sapere ogni singola cosa di quel gruppo musicale. Perché non poteva più definirli i suoi cinque migliori amici, ma li poteva vedere solamente come gli One Direction. Cinque ragazzi, che non conosceva.
«Sei pronta?» Si girò a guardare la donna appoggiata allo stipite della porta, vestita elegante per la festa della più piccola dei suoi figli.
«Io sono nata pronta!» Esclamò, posando il mascara che ancora teneva in mano, per dirigersi verso il letto, prendendo la borsetta abbinata al suo vestito e avviarsi verso la donna.
«Sei bellissima!» Le sorrise e la donna ricambiò.
 
Ricordava ancora la prima volta che era potuto uscire per farsi una passeggiata. La prima volta che era uscito, la prima tappa era stata quella strada, quella casa alla periferia di Londra. Aveva aspettato un ora, nascosto, sperando di vederla. No, non era ne uscita ne entrata da quella casa in quell’ora. E ora, dopo quasi un anno, era di nuovo lì, ad attendere. Sapeva che sarebbe uscita da un momento all’altro, doveva controllare una cosa. Seduto in un taxi, fermo dalla parte opposta della strada, Zayn guardava il portone di quella casa ansioso di vederla aprirsi. Non sapeva bene perché fosse lì. Cazzata! Lo sapeva bene. Quando Niall era venuto un pomeriggio da tutti e quattro, dicendo che aveva deciso di rincontrare Keyra, il cuore si era fermato. Finché c’era Niall che lo teneva a bada, tutto era andato alla grande. Ma da quando era tornato a dire che voleva rincontrare Keyra, il suo mondo di certezze era crollato. Pian piano tutti tornavano a vivere, lui ci stava riuscendo finché quel biondino non era andato da loro a dire che voleva rivederla. Tutti lo desideravano, nel profondo. Ma lui più di tutti, anche forse più di Zayn. Era lui che aveva impedito a tutti e cinque di farsi sentire da Keyra, perché era venuto a sapere da Mary che ci stava male nel sentirli. Non riusciva ad andare avanti, e così aveva deciso un anno prima di chiudere tutti i ponti – di tutti e cinque – con Keyra. Niall fu molto più attento a lui, che con gli altri. Una volta lo aveva trovato con il cellulare in mano, sapeva che prima o poi gli sarebbe venuta la voglia di chiamarla, per risentire quella voce. Ma Niall l’aveva bloccato, incazzandosi a morte. E ora, da quando era tornato a dire che voleva far tornare tutto come prima, lei era tornata nei suoi pensieri, nei suoi sogni, in ogni cosa che vedeva. E stava lì, ad aspettare per vedere se ancora provava le stesse cose di due anni prima. Sperava di no, ma in fondo a se stesso sapeva che quelle emozioni sarebbero tornate a galla appena i suoi occhi si sarebbero posati su di lui. L’aveva incantato, e non sapeva neanche come.
La porta su cui teneva gli occhioni castani, si aprì rivelando tutta la famiglia Smith. Lei, fu l’ultima ad uscire. Se non fosse stato per quel sorriso, non l’avrebbe neanche riconosciuta. Era cambiata, era diventata una donna ed era più bella che mai. Gli si mozzò il fiato in gola, vedendola lì, ferma sullo scalino, mentre aspettava che sua madre chiudesse la porta. Si nascose meglio, come per paura che l’avrebbe visto, ma sapeva che Keyra non si guardava mai intorno. Abbassò leggermente il finestrino per poter sentire di nuovo la sua voce. Ma tutto quello che sentì fu la sua risata, che lo fece sorridere. Non era cambiata di una virgola. Ancora si piegava indietro quando si divertiva particolarmente, battendo per una volta le mani. I suoi occhi, i suoi sorrisi. Erano gli stessi di due anni prima. Gli stessi che l’avevano ammaliato, per poi fatto innamorare. Eccole lì, le sensazioni che tanto desiderava di risentire. Le sensazioni che aveva sentito solamente con lei, con i suoi sorrisi, il suo essere acida. Batté le ciglia, quando la vide scendere i tre scalini, per poi salire in macchina e dirigersi alla festa.
«Possiamo andare!» Disse, due minuti dopo, al taxista. Era ancora lei, era ancora la sua Keyra. Ma l’aveva notato come dietro a quello sguardo vi era la tristezza. Chissà se si sentiva a metà come si sentiva lui, ed era certo anche gli altri quattro. Chissà se voleva bene a tutti e cinque come una volta. Chissà se.. tutto! Era cambiata? O era rimasta la stessa Keyra di una volta? Era diventata ancora più dura di com’era a sedici anni, oppure si era ammorbidita? Aveva imparato ad amare anche sapendo che quello non era l’uomo della sua vita?
Quando il taxi si fermò di fronte casa, Zayn pagò ed entrò nella grande casa dove abitava con tutti e quattro i componenti degli One Direction. Le cinque persone che si erano conosciute in quella cittadina sperduta dell’Inghilterra, ognuno con storie diverse.
«Dove cazzo eri?» Sbottò Niall, appena sentì la porta aprirsi, segno che l’unico dei cinque che mancava era tornato.
«Un anfiteatro di cazzi tuoi no, eh?» Rispose il moro, salendo le scale.
«Siamo in ritardo, Zayn!» Lo sapeva che erano in ritardo. Aveva visto la festeggiata partire da casa.
«Cinque minuti e sono pronto!!» Niall tornò in cucina, dove il resto del gruppo stava, in attesa di quel coglione.
«Se ci mette più di cinque minuti, io me ne vado senza di lui!» Avvisò Niall, in ansia.
«Ti devi calmare però, ok?» Disse Liam, alzando gli occhi dal bancone all’Americana.
«Non ci riesco, cazzo!! Mi snerva quell’uomo. Lo sa che non voglio arrivare in ritardo e lui esce poco prima di andare. E che cazzo!»
Louis lo guardò, con un sorriso. «Pensa che per lui non è facile almeno quanto te. Noi siamo semplici amici, lui no. Tu sei il suo migliore amico, lui era il ragazzo con cui andava a letto. Si sarà andato a fare una passeggiata per calmarsi. Può pensare che non lo sappiamo, ma noi tutti sappiamo la verità su quello che prova Zayn!» Provò a spiegare Louis, con dolcezza mentre tutti annuivano.
«Respira Niall. Perché sei così ansioso?» Domandò, il moro.
«E’ che..» Si morse l’unghia e Liam gli diede uno schiaffo per farlo smettere. «...Se si è dimenticata di noi?»
 Harry scoppiò a ridere.
«Ma lo sai benissimo che non si è dimenticata di noi, Niall. Mary te l’ha detto che fa finta di non pensare a noi, ma in realtà ci pensa. E poi come noi pensiamo a lei, lei pensa a noi, ne sono certo!» Il biondino però non si calmò.
«ZAYN! MUOVITI!» Urlò dirigendosi di nuovo in salone, attendendo il moro. Erano tutti vestiti bene, come lecito per una festa di diciotto anni.
«Arrivo, eccomi!» Scese le scale, sistemandosi i polsini della camicia e tenendo il maglioncino sul braccio. Niall si fiondò di fuori, in ansia e agitato.  Il macchinone li aspettava di fuori, acceso. Ci misero veramente poco per arrivare alla discoteca. Tutti erano molto felici di rivedere Keyra. Solo lui e Niall erano in ansia, ma la differenza era che lui lo nascondeva, Niall praticamente stava per avere un attacco isterico. Appena arrivati di fronte alla discoteca, aprirono la portiera e scesero uno ad uno.
«Allora ti chiamiamo appena decidiamo di tornare, ok?» L’uomo al volante annuì, alle parole di Louis.
«Grazie, oh nostro salvatore!» Naturalmente non era una cosa programmata. Non era per il loro successo, era solo per la loro vita privata.
Ricordò come si era incazzato Niall quando Paul aveva detto che in realtà non potevano, perché era in mezzo alle persone normali, stavano andando ad una festa privata e con questo doveva pagare. Ci mancava poco che Niall se lo mangiasse vivo. Quando poi Paul, il loro manager aveva capito che era un’amica ancora più vecchia della nascita del gruppo, aveva annuito e si era scusato.
Tornò sul mondo dei vivi quando udì le urla delle ragazze in fila, che li avevano riconosciuti.
«Andate voi, io arrivo fra poco!» Era troppo ansioso, doveva fumarsi una sigaretta. Niall si bloccò mentre parlava con il buttafuori, e si girò a guardarlo.
«Vedi di muoverti. E non finirti tutto il pacchetto, chiaro?» Annuì, sbuffando dal tono da mamma isterica che usò Niall.
«Si mamma! Due tiri e arrivo, ok?» Il biondino lo scrutò attentamente poi tornò a guardare il buttafuori e spiegò che erano in lista per la festa di Keyra.
Era lì, a pochi passi da lei, e si stava praticamente cagando sotto dalla paura. Si accese la sigaretta e si appoggiò al muro, con un piede. Era ancora in tempo per scappare a gambe levate da quella ragazza che ancora gli faceva provare quelle sensazioni. Dannata lei. L’aveva stregato, senza ombra di dubbio. Nessuna ragazza, e ne aveva avute poche da quando aveva avuto lei, era riuscita a penetrarsi dentro di lui come ci era riuscita lei. Quante volte aveva messo in prova le sue ragazze, per vedere se anche loro riuscivano a farlo sentire così? Quante volte gli erano uscite battutine maliziose, e invece di ricevere un pugno aveva ricevuto un sorriso timido? Le volte che aveva provato a fare a frecciatine, ma con risultati scarsi. Nessuna era come lei.
Buttò la sigaretta, e guardò il buttafuori. «Zayn Malik, nella lista di Keyra Smith!»
Solo dire il suo nome ad alta voce lo fece sentire male. Diventava sempre più reale. Era come trovarsi in un sogno, e per tutto il sogno cerchi di arrivare a qualcosa ma quel qualcosa si allontana sempre di più. Lei era lì, più reale che mai e finalmente l’avrebbe riavuta tra le braccia. Finalmente arrivava alla fine del sogno. L’uomo controllò, annuendo e facendolo passare.
«Secondo piano!» Aprì la porta ed entrò nella prima sala, venendo investito dalla musica commerciale. Si guardò intorno, e cercò l’ascensore. Quando lo trovò spinse il pulsante e attese, guardandosi intorno e mordendosi il labbro. Era nervoso, e ci credo. Salì sull’ascensore, e spinse il numero due. Ci mise troppo poco e le porte si aprirono, rivelando un altro buttafuori.
«Zayn Malik!» urlò per farsi sentire. Quello controllò sulla lista, che non era un infiltrato, e quando annuì si fece avanti, guardandosi intorno e cercando gli altri. Si scrocchiò le dita delle mani, nervoso al centouno per cento. Li vide poco dopo, e rimase fermo sul posto. Le gambe gli si bloccarono, nel vederla, nel saperla lì a pochi passi da lui. Appena la vide alzare lo sguardo su di lui, si sentì molto meglio. Era reale. Era lei, era la sua Keyra. Bentornate sensazioni strane.
  
Lui non c’era.
Ma che cosa si aspettava? Doveva ringraziare Gesù che c’erano almeno gli altri quattro. C’era Niall. Il suo Niall, sempre uguale.
Era rimasta stupita quando li aveva visti entrare, ma al tempo stesso si era sentita ferita nel vedere che lui non era lì con loro. Lei e Niall si erano corsi incontro, e lui l’abbracciò in modo strettissimo ma non protestò. Non aveva la voce per dire qualcosa. Rimase per due minuti lì, tra le braccia del suo migliore amico che piangeva dalla felicità.
Poi, si era staccata da Niall per un secondo, per poter abbracciare gli altri tre.
Ma quando aveva alzato lo sguardo, sentendo ritornare a galla quella strana sensazione sulla pelle, la stessa sensazione che provava quando Zayn la guardava, ci mancava poco che le gambe non le cedessero. Rimase lì impalata a guardare quel ragazzo che fino a due anni prima riusciva a farla sentire come una perfetta ragazza innamorata, e si stupì di sentire ancora quelle sensazioni.
Erano tornate tutte appena aveva fissato i suoi occhi in quelli di lui. Nessuna esclusa.
Stava facendo fatica a credere che fosse lì, che dietro quel ragazzo ci fosse quello che lei aveva conosciuto, che aveva imparato ad amare dietro quella faccia di cazzo. Non lo riconosceva. I capelli erano cresciuti, naturalmente se li era fatti crescere e con questo aveva fatto una mezza specie di cresta. La forma della mascella era diventata ancora più dura, ma che gli donava un non so che di perfetto. Si era fatto i buchi alle orecchie, e quello sulla parte alta dell’orecchio. Le labbra erano le stesse. Gli occhioni erano gli stessi. Poteva essere cambiato di vestiti e di pettinatura, ma.. era lui, e lo notò quando si aprì in uno di quei sorrisi che le toglievano il respiro e mandavano il cuore a tremila. Dietro a quei capelli, dietro a quei vestiti non soliti, dietro quel ragazzo c’era il suo Zayn. Era lui, solo cresciuto. Era cresciuto, era diventato un uomo. Ma in fondo era il suo Zayn, non era cambiato. Se lo vedeva bello quando erano ai tempi della scuola, ora che cos’era? Bello in modo indescrivibile. Certo, lo aveva visto su Xfactor, sapeva com’era diventato, non era sorpresa. No, lo era. Dal vivo era ancora più indescrivibile.
Lo vide farsi avanti, e istintivamente le sue gambe si mossero da sole. Non sapeva con quale forza stava camminando, ma poco dopo si ritrovò tra le sue braccia. Ah! I loro abbracci erano sempre uguali. Lo aveva odiato, aveva pregato chiunque in cielo di farlo stare male, ma era stato inutile. Era lì, più bello di sempre, e la stava facendo sentire come due anni prima. Come se in quei due anni si erano sempre visti, come se lei non avesse mai sofferto perché lui non si era fatto mai sentire. Le sensazioni, erano le stesse. Non tardarono ad arrivare. La stretta allo stomaco, la gola secca, la voglia di rimanere tra quelle braccia per il resto della sua vita. Affondò la faccia nella sua camicia, sentendo un profumo del tutto diverso da quello che ricordava. Lo aveva cambiato, ma era buono comunque. Non era del suo Zayn, ma sapeva che doveva dar il benvenuto al nuovo Zayn e lasciare andare il vecchio. Non sarebbe tornato. Era cresciuto, era diventato un altro. Sentì che il moro si era abbassato per affondare il naso nei suoi capelli, e le vennero gli occhi lucidi. Quel gesto, quel gesto mio dio! Quanto le era mancato. Il cuore prese a battere come un pazzo, quando si rese conto che tutto quello era vero. Erano tutti di nuovo lì, nella sua vita, a lottare per riprendersi un pezzettino del suo cuore. Niall si avvicinò, desideroso di abbracciare ancora la sua migliore amica. In quel momento, quando sentì le mani di Niall cercare di staccarli, pregò che un fulmine lo colpisse in pieno, pur di non permettergli di staccarla da Zayn. Era già arrivato il momento di staccarsi da quell’abbraccio che si era sognata per due anni interi? A quanto pare si. Ma le sensazioni c’erano, erano finalmente tornate a galla, rendendola per una volta felice come una pasqua di sentirle di nuovo. Bentornate sensazioni strane.
 
Rimasero a chiacchierare per un ora buona, dopo che l’avevano trasportata in una zona dove la musica non era poi così alta. Ad un tratto si ritrovò da sola con Niall, seduta sul cornicione del balcone mentre lui le sedeva vicino.
«Non ho avuto più il coraggio di chiamarti dopo che ho saputo che ci stavi male. E’ stato difficile smettere la mia solita routine, di chiamarti quando volevo. Ma l’idea che tu ci stavi male mi metteva di cattivo umore, quindi ho obbligato me e gli altri a non farsi sentire.» Stavano parlando dei due anni in cui non si erano sentiti.
«Ho seriamente pensato che ti eri dimenticato di me.» Ammise, arrossendo leggermente. Niall le passò un braccio sulle spalle.
«Nessuno… Tantomeno me, si è dimenticato di te Keyra! Puoi pensare quello che vuoi, ma sei importante per tutti e cinque, tu neanche te ne rendi conto.» Arrossì ancora di più.
«E perché avete deciso di rivedermi?» Chiese curiosa.
«Mary ha fatto un giro di telefonate della madonna per ritrovarmi. Ha provato i vecchi numeri, ma naturalmente li abbiamo cambiati. Così ha chiamato tua madre, le ha spiegato la situazione, poi tua madre ha chiamato la mia visto che si sentono spesso, spiegando a lei la situazione. Mia madre le ha dato il nuovo numero, tua madre l’ha dato a Mary e Mary a chiamato me.
Io non ho risposto perché non conoscevo il numero. Ma dopo mi ha mandato un messaggio, spiegando chi era e se la potevo richiamare»
Prese a giocare con un ricciolo di Keyra, mentre lei lo ascoltava con gli occhioni da cerbiatta spalancati.
Aveva fatto tutto quel giro?
«Quando ho letto il messaggio l’ho chiamata al volo. Ci siamo fatti una lunga chiacchierata. In un ora mi sono fatto raccontare come te la passavi e quando ho saputo che comunque stavi giù di morale, ancora, ho deciso che doveva finire questa cosa.»
La vide sorridere e doveva ammetterlo, quel sorriso gli era mancato.
«Io stavo male, i ragazzi stavano male ma non lo davano a vedere, tu stavi male. Se a questo punto stavamo male tutti e sei, allora perché continuare? Io speravo che magari ti passava, ma non è successo. Così ne ho parlato con i ragazzi, che ovviamente hanno acconsentito appena ho detto “Rivoglio vedere Keyra, e voi venite con me” non ho neanche finito la frase che tutti già stavano annuendo. E’ bastato il tuo nome, che hanno acconsentito. Così siamo venuti, e non ce ne andremo!»
Se ne uscì con uno di quei sorrisi che le toglieva il fiato.
«Non ci potevo credere che eravate qui. Ho visto te per primo. Mi si è fermato il cuore..» Ridacchiò scuotendo la testa.
«Mi sono fatta un elenco in testa di tutto quello che avevo bevuto per vedere se magari mi ero immaginata il tuo viso!!» Niall rise, abbracciandola.
«No, siamo noi.. E non ce ne andremo più. Mi sono stufato Keyra! Ho tenuto buoni tutti e quattro per un anno e mezzo, ho impedito me stesso di venirti a trovare perché sapevo che ci stavi male. Ora basta! Ti va di far tornare tutto come prima?»
Appoggiò la fronte sulla sua spalla. «Non può tornare tutto come prima, Niall. Se fosse per me tornerebbe tutto com’era, ma voi non siete più quelli di prima!»
Il biondino si staccò.
«Guarda che siamo gli stessi di due anni fa eh! Certo, siamo quello che siamo, ma il bene che ti vogliamo è lo stesso di tempo fa! Magari noi siamo cambiati, siamo quel che siamo, ma il bene che ti vogliamo è rimasto quello di una volta!»
Sorrise con dolcezza. Decise di cambiare discorso, perché non voleva sperarci.
«Com’è essere desiderato da milioni di ragazze?» Niall scoppiò a ridere.
«Strano.. Ma sai chi siamo?» Lo guardò dolcemente sentendo quel tono incredulo.
«Certo! Per poco non mi prendeva un colpo quando vi ho visto ad XFactor. Vi ho sempre seguiti!» Disse, con dolcezza. Lui sorrise. «Quelle fan di fuori, a me, fanno un baffo. Io sono la vostra prima fan!» Il biondino si lasciò andare in una risata.
«Immagino!» Disse con dolcezza. «Si, ma non mi hai risposto alla domanda!» Le fece notare, e lei arrossì.
«Non..» Prese un po’ di aria, abbassando lo sguardo pur di non guardarlo in faccia. «A me andrebbe… Ho fantasticato tanto di rivedervi, ma… un conto sei te, Niall. Ma gli altri magari non…» Si torturò le mani.
«…Oddio che palle! Guarda che sei mancata anche a loro eh!» Non alzò neanche la testa.
«Ci potrei anche credere.. Ma voi siete gli One Direction, capisci?» Si girò a guardarlo con quegli occhioni da cerbiatta smarrita.
 «E allora?» Non capiva, a quanto pare.
«Siete gli idoli di milioni di ragazze. Sempre sotto i riflettori, sempre circondati da fan..» Lo vide pensarci poi finalmente tornò a guardarla.
«Prima di essere i One Direction siamo Niall, Liam, Harry, Louis e Zayn. I tuoi cinque amici che hai conosciuto a scuola. Lo so che tu non ci vedi come gli One Direction ma come noi cinque, quei cinque coglioni che hai conosciuto a scuola. Lo so, non nasconderlo..» La vide sorridere.
«Certo, magari siamo un po’ più impegnati, magari saremo sempre accerchiati dalle fan, ma questo non vuol dire che non ci vedremo più. Non ho intenzione di far succedere questo.» Disse con dolcezza.
«Ma come Niall..? Insomma se solo una ragazza mi vedesse con voi, penserebbe che sono la puttanella del gruppo, e non dirmi che non lo penserebbero perché sono fan anche io! Le ho dette anche io queste cattiverie.» lo vide sorridere.
«Su chi?» Domandò curioso, e lei arrossì.
«Non su di voi, mica sono fan solo di voi eh!» Si, come no!
Si scambiarono uno sguardo e lui scosse la testa divertito sapendo che nascondeva qualcosa.
Ma forse non volle metterla in imbarazzo e così decise di non indagare.
«La Keyra che conosco io pur di avere quello che vuole, combatterebbe con artigli e denti. La Keyra che conosco io se ne fotte del giudizio degli altri.» La mora alzò una mano per bloccarlo.
«Un conto è una quindicina di persone. Un conto è tutto il mondo, Niall!» Il biondino scosse la testa. «Pensaci Keyra… Lo so che da una parte non ti frega niente di quello che succederà dopo. A te l’importante è che ritorna indietro il tuo rapporto con tutti e cinque, dimmi che non è così.» La vide pensarci per poi annuire.
«Alla fine ti conosco meglio di te stessa!» Disse orgoglioso di sé Niall, gonfiando il petto.
Scoppiò a ridere. «Non ci interessa quello che succederà dopo. Noi ti rivogliamo come tu rivuoi noi!» Sorrise con dolcezza.
Si girò a guardare dentro la sala, vedendo che Harry stava facendo foto con qualche ragazza. Sorrise.
«Vieni!» lo prese per mano e andò al bancone del bar chiedendo un foglio e una penna e dopo averlo trovato, glielo diedero.
Niall la seguiva, sapendo già cosa voleva fare.
Si fermò davanti ad Harry, affiancato dagli altri tre. «OH MIO DIO! I ONE DIRECTION!» Cominciò a saltellare, e loro la guardarono in modo divertito.
«Mi fate un autografo?» Cominciò a far finta di piagnucolare come una fan e quelli scoppiarono tutti a ridere.
Si portò una mano al cuore, guardandoli teatralmente. Liam se la stava ridendo insieme a Niall, mentre Harry prendeva il foglio e Keyra batteva le mani facendo la fan perfetta.
Quando le consegnò di nuovo il foglio, inclinò la testa.
«Scopami!» Lesse ad alta voce e tutti scoppiarono a ridere, mentre lei guardava a bocca aperta la scritta. «Scendo un secondo dalla modalità fan!»
Prese un profondo respiro poi gli saltò addosso cominciandolo a massacrare di botte, naturalmente per scherzare e lui si tirava indietro ridendo.
«Altro che scoparti, io ti do le legnate in faccia se solo provi solamente di nuovo a dire una cosa del genere!»
Non ce la fece più e scoppiò a ridere pure lei. Harry l’abbraccio. Si beò dell’affetto che sprigionava quell’abbraccio, sentendo le budella torcersi dalla felicità.
Era di nuovo con i suoi amici e non poteva chiedere di meglio.
«Harry..» Lui la guardò, incuriosito e con quello sguardo dolcissimo. «Continui a puzzare anche dopo due anni!» E giù di lì con altre risate ricordando l’incontro in aeroporto. Forse tutti potevano pensare che tra le sue braccia c’era Harry Styles, uno dei cinque componenti dei One Direction, ma in realtà lei stava solo abbracciando un suo vecchio amico.


Note dell'autrice: Ecco il primo capitolo. Lungo, molto lungo. Mi perdonate per la lunghezza di questo capitolo? Spero di si.
Io ringrazio tutte voi, tutte quelle che hanno commentato, tutte quelle che hanno letto senza commentare. Tutte le recensioni su twitter e i tutti i complimenti che mi avete fatto. Spero di non aver deluso nessuno, in quel caso mi dispiace. Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, sennò va bene anche se non me lo fate sapere. In ogni caso, grazie. ♥ 

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Capitolo 3
*** chapter two ***


Have you ever talked about someone and all of a sudden,
you catch yourself with a huge smile on your face?
(Hai mai parlato di qualcuno e all'improvviso,
ti accorgi  di un grosso sorriso sul tuo volto?)
 
Sbuffando ringraziò il cielo che la campanella era suonata.
Dopo aver finito la scuola, aveva deciso di iniziare un corso di cucina. Era una scuola italiana, naturalmente una scuola inglese trasformata in una scuola italiana, con corsi di cucina, alimentazione e cose varie. E Keyra stava cercando di prendere il diploma facendo 5 anni in 1. Perché in Italia, gli anni erano cinque e non quattro come in Inghilterra. Una cosa impossibile, ma.. ci stava provando.
La cosa bella era che in quella scuola tutti i professori parlavano italiano, si studiava in italiano e se volevi parlare con qualcuno dovevi farlo in italiano. Quindi, prima di incominciare la scuola aveva fatto un corso di italiano, e poi si era iscritta. Certo, per la prima settimana era stato davvero dura, ma alla fine dopo quasi due mesi si era abituata. Prese i libri e salutò i suoi compagni, dirigendosi verso gli armadietti per posare i libri che quel giorno non le servivano per studiare e poi si diresse fuori dalla scuola. Si mise le cuffiette, tenendo ben stretti i libri tra le braccia e salutò con qualche sorriso qualche compagno che le passava vicino.
Il cortile era pieno di gente, chi si era fermato a fumarsi una sigaretta, chi a chiacchierare, chi per tornare a casa. Uscì dal cancello, incamminandosi verso la fermata del bus ma si rese conto poco dopo di essere seguita da una macchina grossa, con i finestrini completamente neri. Si guardò intorno, nel panico. Stava seriamente pensando di correre via, magari gli dava una pista alla macchina – ma quando mai – ma vide il finestrino abbassarsi e le si bloccò il cuore, pensando che di lì a qualche secondo una pistola sarebbe uscita dallo spiraglio del finestrino aperto, e sarebbe morta.
«Psss.. Forza sali!» Quando vide la faccia di Louis, le uscì un sospiro di sollievo. Si avvicinò alla macchina e vide il finestrino rialzarsi.
«Ciao Keyra!» Si girò quando udì una voce, che la salutava in italiano.
«Ciao! A domani!» Sorrise, attendendo che Ilaria passasse avanti per poi aprire la portiera e salire. «Ma sei stupido? Mi è preso un colpo quando ho visto che mi stava seguendo questa macchina!» quando alzò lo sguardo, dopo essersi seduta e chiusa la portiera, vide che c’erano tutti e cinque.
«Anzi… Stupidi!» Disse e li vide sorridere.
«Com’è andata a scuola?» chiese Liam, dolcemente.
«Solita routine. Domani abbiamo sei ore di laboratorio!» Disse con tono che arrivava direttamente dall’oltretomba, posando i libri e girandosi a guardare Malik che la fissava.
«Ho i pupazzetti in faccia che mi fissi?» Chiese, seria. Niall si fece spazio tra lei e Louis, per sedersi di fianco alla sua amica.
«Aspettate..» Ci pensò un secondo, poi si portò un dito sulle labbra.
«Ma.. Ma voi come fate a sapere che venivo in questa scuola?» Chiese un po’ stranita e anche incredula.
«Siamo passati a casa tua, ma non ti abbiamo trovato. E tua madre ci ha gentilmente detto dove andavi a scuola e a che ora uscivi, e siamo venuti a prenderti!» Spiegò Niall, con dolcezza.
«Ah..» Non disse nient’altro e si appoggiò allo schienale, lasciandosi andare ad un sospiro.
«Stanca?» Domandò il biondino, curioso.
«Un po’. E appena torno a casa mi toccano tre capitoli su le contaminazioni degli alimenti. Ma cosa mi passava per il cervello quando ho deciso di seguire questa scuola?» Domandò, curiosa. Tutti risero.
Chiacchierarono per tutto il viaggio, ma quando la macchina si bloccò, fuori dal finestrino non vide casa sua.
«Dove siamo?» Chiese, mentre l’autista apriva il cancello.
«Benvenuta a casa!» sorrise a quelle parole di Niall guardando a bocca aperta la casa che le si parava davanti.
«Aww.. Ve la siete appena comprata?!» Disse vedendo il furgone per i traslochi. «No, aspetta.. Quello è il divano che sta in camera mia!»
Tutti scoppiarono a ridere. La videro abbassare le sopracciglia in un’espressione corrucciata.
«Qualcuno mi spiega?» Chiese, girandosi a guardarli e indicando la cosa.
«Quando siamo stati a casa tua, tua madre ci ha offerto un caffè. Lo abbiamo accettato e chiacchierando le abbiamo detto che ci avrebbe fatto piacere se venivi a vivere con noi! E ha detto che per lei e tuo padre non era un problema. Quindi abbiamo chiamato una ditta di traslochi e.. Benvenuta a casa!» Le sopracciglia di Keyra, da corrucciate passarono ad alzarsi, lasciando spazio all’incredulità. Passò una mano davanti a tutti gli occhi, poi si girò verso Niall.
«Siete sulla terra? Terra chiama cinque deficienti! L’avete chiesto a mia madre e non a me? E io chi sono? Un bambolotto?» Niall sorrise.
«Ma è ovvio che avresti accettato!» Vedendo la sua smorfia fu lui a lasciarsi all’incredulità.
«No, non era sicuro. Se solo mi capita di vedere di nuovo Harry nudo, potrei davvero rimanerci stupida!» Tutti scoppiarono a ridere tranne il diretto interessato che fece una smorfia e delicatamente le diede uno schiaffo sul braccio, in modo giocoso.
«Beh, abituatici! E poi se sei fan di tutti noi, non ti dovrebbe dispiacere!» Alzò una mano, mentre Louis apriva la portiera.
«Veramente non sono così perversa da immaginarmi a letto con tutti e cinque! Soprattutto l’idea di Harry nudo mi fa venire i brividi. Le altre hanno gli ormoni a mille, io no!»
Tutti si lasciarono andare alle risate, mentre scendevano dal macchinone. Camminarono verso la casa.
«Però con uno dei cinque ti ci vedi a letto, vero?» Sentendo quel sussurro nell’orecchio, arrossì e diede una gomitata a Niall, guardandolo male e quello scoppiò a ridere.
«Sta zitto imbecille!» Niall la sorpassò entrando per primo mentre lei si bloccò davanti al portone di casa. Bloccandosi così di botto, Zayn l’ultimo rimasto fuori, le andò a finire addosso.
«Cristo!» Imprecò Zayn, e si massaggiò la spalla che aveva sbattuto contro la testa di Keyra. «Ma ti pare il modo di fermarti?» Chiese, guardandola male.
Lei si voltò a guardarlo.
«Hai una testa durissima cazzo! Mi hai fratturato l’osso!» Si girò di lato a guardarlo male.
«Povero cucciolo! Non ti ricordavo così delicato! Ora mamma ti porta all’ospedale, dai!» Lo sfotté, tornando a guardare il salone d’entrata.
«Ahah… Mi ero dimenticato la tua simpatia!» Naturalmente era detto a tono serio. Con la finezza che era solo di Keyra, la vide alzare una mano e subito dopo il dito medio.
«Che succede?» Scosse la testa, sbattendo le ciglia nel voler capire perché si fosse bloccata.
«Ma siamo sicuri che è una cosa che volete tutti e cinque?» Chiese, inclinando la testa e guardando la scala che portava al piano di sopra.
Dietro di lei, Zayn alzò gli occhi al cielo.
«Certo! Nessuno fa niente se non ci sono tutti e cinque si!» Spiegò, appoggiandosi al muro, al fianco di Keyra.
L’aveva fatto perché sapeva che far capire alla ragazza che era una decisione presa da tutti e cinque, ce ne voleva. La vide guardare dentro, senza mai entrare. Ma quanto era bella? Quel nasino lo faceva impazzire, quelle labbra. Il labbro superiore leggermente all’infuori che formava la piegatura delle labbra ancora più intensamente. Gli occhi... Ci si perdeva dentro finché lei stessa non faceva perdere il contatto tra i loro sguardi.
«Keyra..» Si girò a guardarlo, sbattendo le ciglia.
«Cosa?» Aprì la bocca, poi la richiuse.
«Guarda che ti vogliamo tutti qui con noi!» Le guance rosse, madonna!
Che delizioso colore rosato che si formava su quelle guance. Forse quello era la prima cosa che l’aveva fatto innamorare di lei. Chissà per quale motivo era arrossita, ma era quasi sicuro di sapere cosa le passava per il cervello.
«Ma io cosa c’entro? E’ questo che mi sto domandando!» Inclinò la testa, e fece un sorriso dolce.
«Tu c’entri eccome! Fai parte di ognuno di noi!» Altro rosso su quelle guance e sorrise. Non sarebbe arrossita se avesse detto “loro”, ma aveva incluso anche lui stesso nella frase, e sicuramente si stava facendo la domanda “Anche a te?” Ma si bloccava nel dirla.
«Perché ti sei bloccata sulla porta?» Domandò il moro e lei si spostò per far passare due armadi a quattro ante che erano scesi dalla scala. Si mise di fronte a lui, e abbassò lo sguardo.
«E’ che..» Attese, sapendo che stava cercando le parole. Sapeva che avrebbe detto qualcosa.
Ora, tralasciando che erano finiti a letto insieme, e doveva ammettere che ci sarebbe riandato volentieri, loro oltre che vecchi amanti erano anche amici. Al tempo della scuola Keyra se sapeva che una cosa non poteva dirla a Niall, perché magari ci poteva rimanere male, l’andava a dire a lui perché sapeva che lui avrebbe ascoltato, magari non ci rimaneva male e la spingeva a fare la cosa più giusta.
«Se io accetto questa cosa, come mi pagherò l’affitto o il mutuo o qualsiasi cosa c’è da pagare per una casa così grande? Perché mi devo immischiare in un rapporto di cinque amici e cinque cantanti quando io non sono nessuno? Perché devo usufruire di qualcosa che non mi spetta? E se magari uno di voi ha detto di si, solo perché gli altri quattro avevano detto si e in realtà non voleva la mia presenza qui? E se magari quella persona non mi vuole in mezzo perché sto intralciando un qualcosa di cinque amici.. e la gente lì fuori cosa penserebbe vedendomi con voi?! E se..» Zayn le tappò la bocca con la mano destra.
«Sta zitta, ti prego!» Lei alzò gli occhi, e lo fissò.
Bastò quel contatto a farle storcere le budella nel corpo. ‘Dio, perché?
«Innanzitutto non andare a dire a nessuno di quelle quattro persone lì dentro quello che ti è passato per il cervello perché ci rimarrebbero davvero male a sapere che tu hai pensato queste cose!»
Lo sguardo che Keyra gli lanciò fu dolcissimo e per un nano secondo non ebbe la facoltà mentale di riprendere a parlare.
«Sai che su certe cose non ti prendo in giro e quando ti ho detto che tutti e cinque abbiamo dato l’ok per questa cosa, è davvero successo. Non puoi davvero pensare che qualcuno di noi non ti sopporta, è impensabile come cosa. Sei parte di tutti noi, in modo diverso. Ora, togliendo il fatto che sei parte di tutti noi, se non lo eri avremmo accettato qualsiasi cosa pur di rivedere Niall felice. Lo è quando è con te, quindi in un modo o nell’altro tu saresti venuta comunque qui ad abitare. Ma non è così, ti vogliamo bene, tutti quanti allo stesso modo.» Tolse la mano sapendo che non avrebbe obiettato.
«Ti rispondo io alla domanda sull’affitto. Non dovrai pagare, perché non sappiamo neanche a chi dare i soldi che tu ci daresti. Abbiamo parlato con il nostro manager e lui esplicitamente ci ha detto “Fate quello che cazzo vi pare in casa vostra, potete pure farci una famiglia.”
Questo vuol dire che non si aspetta soldi. Se non se li aspetta lui, stai pur certa che non ce li aspettiamo neanche noi! Quindi questo è risolto… Non stai rovinando assolutamente niente, anzi magari riempi un vuoto che mancava da due anni.»

La guardò con dolcezza.
«Non riesci a capire che ti vogliamo bene come tu vuoi bene a noi?» Lei scosse la testa e rise dolcemente.
«Beh, devi riuscire a capire questa cosa perché è così! E delle persone che sono lì fuori, non te ne deve fregare nulla. Io andrei a testa alta in giro perché sono fortunato a conoscere i One Direction.»

Lo sguardo che gli lanciò lo fece ridere. Non era cambiata per niente e ancora la riusciva a capire meglio di se stesso.
«Ho detto io, mica tu! E allora non vantarti, fa come vuoi! Ma se l’unica cosa che ti blocca, ed ormai è l’unica cosa che ti blocca..»
Mhm, questo era lui che lo pensava. Un’altra cosa che la bloccava era vivere a stretto contatto con quel fisico.
«…Sono le fan, allora sappi che se te ne vai Niall ci sarà malissimo, noi tutti ci staremo malissimo. Fottitene di quello che dicono. Non possono sapere quello che c’è stato tra di noi..» E li lo fece apposta a dire quella frase, per rivedere quel rossore sulle sue guance. Appena scoppiarono nel rosso dell’imbarazzo lui si lasciò andare ad una risatina.
Lei, sentendolo ridere alzò lo sguardo nel suo e lo guardò male.
«Intendo come amici… Non sanno che siamo amici da prima del gruppo, non sanno nulla. Sparleranno sempre!»
Che stronzo.
Si ritrovò a sorridere sotto i baffi e lui sorrise di rimando.
«Ora stai più tranquilla?» La vide scuotere la testa. «Ovviamente, che domanda scema! Quando mai non ti fai le pippe mentali?» Ridacchiarono e lei si appoggiò alla ringhiera.
Un sospiro le uscì dalle labbra. Le era mancato, miseriaccia sua. Pure lui, che non doveva neanche avere la parte in cui le mancava, ce l’aveva. Tutti e cinque le erano mancati, e lui non era da meno. Magari sperava che con il successo era diventato ancora più stronzo, magari che era cambiato caratterialmente ma no.. no, lo stronzo era ancora più dolce di prima. Al diavolo Malik.
«Cosa pensi?» Arrossì, e si staccò dalla ringhiera.
«A niente.. Entriamo?» Zayn le fece il segno di passare per prima, poi appena gli diede le spalle se ne uscì con un sorriso.
 
 
Dopo un giro veloce della casa, le fecero vedere la sua stanza e tutto quello che avevano portato da casa sua. Naturalmente era da sistemare ma ci avrebbe pensato nei giorni successivi.
Cercò nella valigia qualcosa di comodo da mettersi e poi quei cinque uscirono perché dovevano fare chissà che cosa, non voleva chiedere.
Dopo essersi messa qualcosa di comodo si mise a studiare in quanto tre capitoli sulle contaminazioni l’attendevano. Accese il suo computer, mise un po’ di musica come sottofondo e seduta in scrivania cominciò a studiare. Dopo quasi due ore, aveva indossato gli occhiali da lettura perché aveva cominciato a vederci doppio.
Appoggiata con i piedi alla scrivania, le gambe distese si dondolava sulla sua sedia e ripeteva ad alta voce i tre capitoli. Cercava in tutti i modi di non pensare a quello che le stava succedendo perché aveva paura di svegliarsi da quel sogno e capire che era tutto frutto della sua immaginazione. Quindi si era buttata sullo studio con più forza possibile, pur di non pensarci.
«La qualità igienica degli alimenti si deve ricercare in relazione alla varie contaminazioni che possono intaccare l'alimento. Le contaminazioni degli alimenti possono essere di tipo: Chimico quando sono causate dall'inquinamento di sostanze chimiche indesiderate;
Fisico determinate dall'inquinamento radioattivo e Biologico che comprendono le contaminazioni microbiologiche e contaminazioni da macroparassiti..»

Fece dondolare la matita tra il pollice e l’indice, sbirciando sul quaderno per vedere se era vero quello che aveva detto e non si era inventata qualcosa.
«Ciao!» Saltò come un petardo, e si girò a guardare Liam appoggiato sulla porta aperta.
«Ehi, già tornati?» Chiese, lasciando la matita sul quaderno.
«Si, abbiamo fatto il prima possibile! Volevo vedere se eri ancora viva!» Ridacchiò.
«Si, se non penso che su quello che mangiamo c’è lo schifo assoluto, sono ancora viva!» Sorrise e si alzò, stiracchiandosi e guardando l’orologio.
Un quarto alle otto.
«Mio dio com’è tardi!» Si avvicinò a Liam, ancora appoggiato sulla porta. «Andiamo a cucinare, va!» e a Liam gli brillarono gli occhi, sentendo quelle parole. Scese la scala e Niall passò in quel momento con un panino in bocca.
«Keyraaa! Sei sveglia!» Le saltò addosso, abbracciandola e parlando con il boccone in bocca.
«Certo! Dovevo dormire?» Chiese, alzando un sopracciglio. Lo sentì ridacchiare.
«Mai dire mai.. Sai com’è, quando vedi un letto cominci una relazione con lui!» Gli diede un cazzotto giocoso ed entrò in cucina.
Harry era già ai fornelli.
«Se non fosse che non ti lavi, tanto che ti sentono anche in Cina, saresti un uomo da sposare!» Harry si girò a guardarla, con un sorriso.
«Intanto anche se puzzo sono il più fico!» Rise, di gusto.
«Buono! Così metti a dura prova la vanità di Zayn!» E il moro alzò gli occhi dal giornale che stava leggendo, per guardarla male. «Mai dire di fronte al più egocentrico del mondo di essere il più fico! Potrebbe morire d’infarto!» Lo sfotté ancora, guardando Zayn con gli occhioni dolci e lui rispose con uno sguardo bruto.
«Ha parlato quella che ha un autostima pari a zero!» Lo indicò con un ghigno.
«Guardatelo come si sente toccato dalla bruta verità e cambia discorso!» Tutti scoppiarono a ridere.
Louis entrò in quel momento, dopo essere andato in bagno.
«Devo buttarci una bomba a mano per purificare l’aria dentro a quel bagno?» Chiese Niall, che si era seduto al fianco di Zayn al bancone all’Americana.
Tutti scoppiarono a ridere, Keyra compresa.
«Ha parlato quello che caga rose!» E giù di lì con le risate, mentre Keyra e Harry cucinavano affiancati.
«Lo sai che questa tua prospettiva è perfetta, Keyra?» Si girò a guardare Louis, che fissava verso il suo sedere. Si girò, come a volersi nascondere e puntò il coltello verso di lui.
«Sto per fare il mio primo omicidio, sta attento!»
Finalmente sentì il cellulare squillare. Rispose, vedendo il nome di sua madre.
«Non te l’hanno mai detto che non si apre la porta agli sconosciuti?» Stava provando a chiamarla da quando aveva saputo del suo eminente trasloco.
La sentì ridere. «Mi hai detto mille volte di non accettare caramelle dagli sconosciuti, e tu addirittura li fai entrare in casa, prendere la mia roba e portarla in un mega villone di Londra?» Tutti risero sentendola parlare come una mamma.
«Si ma..» Sbuffò, sentendola parlare..
«Si… Ma..» E di nuovo sbuffò.. «Ma mi fai parlare?» Altre risate intorno a lei. «Oh..» Disse, quando le concesse di parlare.
«Adesso starò ancora di più sulle vostre spalle. Qui bisogna fare la spesa e..» Alzò gli occhi al cielo. «Ma se mi fai finire!»
Mise il vivavoce tanto a quanto pareva voleva parlare solo lei, impedendo a Keyra di prendere parola e spiegare il suo punto di vista.
Di solito i genitori si lamentavano sempre di come si comportavano i figli, il fatto che chiedevano sempre soldi. A quanto pare i suoi no.
«Non ci hai mai chiesto niente, ok? Questo è il nostro regalo di diciotto anni!» Si stranì.
«Ma voi avete pagato tutta la festa, non è giusto!» Sbottò, mentre gli altri stavano in silenzio.
«Keyra, non hai mai chiesto niente, ti sei sempre comportata divinamente. Ogni mese ti mettiamo dei soldi sulla carta, che userai come paghetta, ci stai? La festa l’abbiamo deciso noi di farla, non tu..» Si stranì ancora.
«Ma allora “loro” di chi è il regalo?» Domandò, guardando i suoi amici.
«Mary.. E’ lei che ha pensato a loro cinque! Ok? Ora scusami tesoro ma devo andare. Mi raccomando divertiti eh! E vienimi a trovare perché devo parlarti!»
Si stranì ma non fece in tempo a chiedere perché che quella attaccò. 
Non fece in tempo a continuare che Harry prese una padella sbagliata per quello che doveva fare.
«ALT! Che cosa stai facendo, di grazia
Lui la guardò con un sopracciglio alzato. «Mi vuoi insegnare a cucinare? Cucino da quando ho due anni.» Disse, e lei lo guardò male.
«Si ma tu cucini in modo inglese. Scusa tanto se quella padella non cuoce bene come una padella a fondo basso.» Harry si girò verso il gruppo chiedendo con lo sguardo se la loro amica non fosse pazza.
«Ok, io direi una cosa. Visto che non pago nessun affitto… Io mi occupo della cucina. Invece di quella Inglese vi faccio quella Italiana, ci state? Voi pensate a fare i cazzoni, io penso alla cucina!» Niall annuì convinto, dopo aver sentito “cucina Italiana” avrebbe detto di si a chiunque.
E gli altri alzarono le spalle, poco interessati. Si girò verso Harry, porgendo la mano.
«Dammi quella padella e vattene dalla mia cucina!» Lo vide sorridere per come sottolineò “mia”, per poi consegnarle la padella e sedersi al bancone all’americana con gli altri. 
 
Appena aveva finito di fare i piatti ed era uscita a fumarsi la sua sigaretta dopo cena, fece il caffè e poi si diresse nella sua stanza per continuare a studiare.
Ci rimase per altre tre ore sopra a quelle contaminazioni e appena terminò sapeva vita, morte e miracoli di quell’argomento. Si sciolse i capelli e si stiracchiò, passandosi le mani nei capelli, guardando l’orologio. Aveva tempo per una doccia. Le piaceva farsi la doccia prima di andare a letto, anche perché le rilassava i muscoli e dormiva molto meglio. Si diresse nel suo bagno, che grande novità avere un bagno tutto suo, e senza nemmeno chiudere la porta a chiave, tanto gli altri stavano giocando alla Xbox e non si sarebbero staccati da lì non prima dell’una.
Dopo essersi fatta la doccia, si allacciò l’asciugamano sopra il seno e tolse il vapore dallo specchio.
«Keyra? Posso entrare?» La voce dolce di Niall da dietro la porta la fece sorridere.
«Ti vergogni se sto in asciugamano?» Chiese, mentre si passava la crema corpo sullo sterno.
«Un po’ si!» Ammise con tono timido, e lei sorrise.
«Allora aspetta un secondo.» Velocemente indossò l’intimo e il pigiama che non era altro che una tuta e una felpa, e aprì la porta.
«Forza vieni!» Niall entrò sedendosi sul wc chiuso, guardandola mentre si tamponava i capelli. Si sistemò meglio incrociando le gambe appoggiandole sul wc.
«Ti sei riuscito a staccare dal videogioco! Due sono le possibilità. O ti hanno dato una pista, oppure ti senti troppo stanco.» Lo sentì ridere e lo guardò dentro lo specchio.
«Mi sono stufato. Volevo chiacchierare un po’ con te!» Si sorrisero, e Niall la guardò con dolcezza. «Non sai quanto mi è mancato questo..»
La faccia che fece Keyra, che chiedeva cosa gli era mancato, lo fece sorridere.
Aprì le braccia, come se volesse abbracciare il bagno.
«Io e te.. Tu che ti trucchi, fai le tue cose da donna e io seduto sul water a guardarti, chiacchierando su stronzate qualunque.»
La mora sorrise passandosi la spuma sui capelli bagnati.
«Come ti senti?» Chiese curioso.
«Wow.. Ancora non ci credo!» Ammise, e lui si lasciò andare in uno di quei sorrisi bellissimi.
«Hai visto che alla fine ti ho adottato come ho detto due anni fa? siamo davvero contenti che tu sei qui con noi.. Finalmente ci sentiamo tutti interi!»
Si sorrisero e lei arrossì un pochino.
«Posso farti una domanda?» Annuì debolmente. «Come ti sei sentita quando lo hai rivisto?»
Capì subito che parlava di Zayn. Bloccò il gesto e alzò lo sguardo nello specchio trovando Niall a guardarla.
«Normale.. Felice come sono stata felice di rivedere voi.» Mentì con un sorriso.
Attimo di silenzio, poi Niall sbuffò.
«Ma mi prendi per stupido? Dai Keyra, la verità!» Ci provò ancora.
«E’ la verità, Niall!» Altro sguardo e altro sbuffo.
«Si, e io sono mago merlino!» La vide sorridere. Le cose poi non erano cambiate molto i due anni. Niall ancora riusciva a capire quando mentiva e quando no. O forse era lei che non era brava a mentire.
«Come ti sentiresti tu se vedi dopo due anni l’unica persona che ti è rimasta tatuata nelle vene?»
Niall sbiancò debolmente e la guardò a bocca aperta, formando una perfetta O con le labbra.
«Visto? Ero sicura che non volessi sapere la verità. Si, Niall è come pensi!» Disse, del tutto tranquilla.
«Sei… Ti piace ancora?» Cambiò frase quando vide il suo sguardo bruto.
Non doveva provarci neanche a dire “sei innamorata di lui”. Non ci riusciva neanche lei a dirlo a se stessa, pensa se lo faceva dire a qualcun altro.
«No, mi fa veramente vomitare. Che cazzo di domande sono, Niall?» Lui sorrise scusandosi con lo sguardo.
«Come ci si sente da..» Altro sguardo brutto, e lui mosse la mano come per farla parlare.
«Mi stai chiedendo cosa si prova a vedere la persona che ti piace?» Constatò e lo vide annuire.
«Ok.. Ehm, partendo dal fatto che non sono innamorata di Zayn..» Si, bastava crederci profondamente per pensare che era la verità. Ci pensò, cercando le parole giuste.
«Dicono che senti le farfalle nello stomaco o una stretta allo stomaco. Trovi tutto bello di quella persona, anche i difetti.. Tu vedrai sempre quella persona come la più perfetta, che nessuno riesce a battere. Dicono che tra le sue braccia ti senti a casa, al sicuro.. che quando sorride, anche tu ti senti bene..» Si guardò allo specchio, sbattendo le ciglia.
«Ti senti così?» Chiese lui, e spostò di nuovo lo sguardo su di lui.
«Ovviamente no! Mi snerva la sua bastardaggine, odio come mi prende in giro, odio quando fa battutine sul periodo in cui siamo stati amanti. Quindi è ovvio che non sono innamorata di lui.» Lo sentì ridere, perché erano entrambi a sapere che quella non era la verità.
Si asciugò velocemente i capelli, pensando alle stesse parole che lei aveva detto. Le sensazioni c’era tutte. Ora doveva solo capire se lo amava oppure…
Dopo aver terminato di asciugarsi i capelli, si spostarono in camera. Mise la sveglia al cellulare, e si buttò nel letto. Niall già si era messo comodo.
«Posso dormire con te, stanotte?» Chiese, nel silenzio mentre Keyra guardava il soffitto.
«E me lo chiedi? Vatti a mettere il pigiama.. Quello spazio è tutto tuo!» Disse dolcemente e Niall dopo averle baciato la guancia, si fiondò di fuori per andarsi a mettere il pigiama.
Passò anche giù a dare la buonanotte ai ragazzi dicendo che lui quella notte avrebbe dormito con Keyra e ritornò su, trovandosi Keyra con il cellulare in mano.
«Che fai?» Chiese, ributtandosi sul letto e coprendosi con le coperte.
«Sto su twitter!» Biascicò, scorrendo con il dito per far muovere i tweet.
«Hai twitter anche tu?» Domandò curioso, facendosi più vicino a lei, ma lei si tirò indietro con il cellulare.
«Ovvio!» Disse, ridacchiando leggendo un tweet.
«Poi mi dai il tuo contatto?» Scosse la testa. «Perché?»
Arrossì e lui se ne accorse. «Che nascondi?» Alla fine tra una lotta e un’altra Niall riuscì a prendere il suo cellulare e leggere il suo nickname e vedere l’icon. Naturalmente tutto era concentrato su loro cinque. L’icon era di Louis e Harry, bromance da lei preferita, il nick riguardava il sorriso di Niall, il nome era una frase di Liam “io sono Liam Payne, voi siete voi!” e nella descrizione c’era “Vas happenin” frase detta da Zayn.
«E’ una cosa dolcissima. Domani ti seguo.» Disse riconsegnando il cellulare alla ragazza.
«No ti prego!» Lui la guardò curioso.
«Perché?» Arrossì di nuovo, bloccò il cellulare e si girò a guardarlo.
«Perché mi vergognerei a sapere che tutti potrebbero vedere che sono tra i tuoi contatti. Sono strana, lo so!» Dolcemente Niall l’abbracciò.
«Non fa niente, mi piaci così. Ma domani ti seguo!» Le diede un bacio e chiuse gli occhi.
«Traditore!» Lo fece ridere mentre spegneva la luce sul comodino.
Si mise al suo fianco, coprendosi fino al collo. Se ne uscì con un sospiro.
«A che ora vi dovete alzare domani?» Chiese biascicando per la stanchezza.
«Per le nove.» Rispose Niall già pronto ad addormentarsi.
«Ok, ti lascio una sveglia qui vicino! Io sarò già uscita!» Lo sentì annuire e crollò il silenzio.
Poco dopo, mentre lei era già crollata nel dormiveglia, sentì Niall accoccolarsi al suo fianco e passarle un braccio sui fianchi. Istintivamente ricambiò, e sospirò quando sentì la mano di Niall giocare con i suoi capelli.
«Notte Keyra» Sussurrò il biondino, stringendola a sé.
«Notte Niall!» E crollò nel mondo dei sogni dopo soli pochi minuti.


Note dell'autrice: Dicono che a natale tutti sono più buoni. Natale è passato, non sono stata più buona, ma oggi mi ci sento e ho deciso di aggiornare presto. Ecco, io volevo dirvi che VI AMO! 10 recensioni per il primo capitolo e 7 per il prologo. NO DICO! Sposiamoci.. io vi amo, realmente. ♥ Per non parlare di tutte le recensioni su twitter. Io vi amo, stop. La storia messa tra i preferiti di 16 persone, 1 da ricordare e seguita da 12. Che gioia immensa.. Vi adoro troppo, davvero! 

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Capitolo 4
*** chapter three ***


Sometimes I wonder how you can break my heart and
yet i can still love you with all the tiny pieces.
(A volte mi chiedo come nonostante tu mi abbia spezzato il mio cuore,
io continui ad amarti con tutti i piccoli pezzi)
 
Si passò una mano sul volto stanco, grattandoselo nello stesso momento. Le arrivò un messaggio:
“Dove sei?”Mandato da Zayn pochi secondi prima. “In biblioteca, perché?” Chiese preoccupata e guardò il suo tema rileggendo qualche frase mentre aspettava la risposta.
“Così per sapere. Posso raggiungerti? Mi sto annoiando!”
E certo. Lui andava lì solo per stressarla e divertirsi un po’. “Basta che non rompi i coglioni più del dovuto.” Scrisse anche la biblioteca dove si trovava e lui le rispose che sarebbe stato lì in una ventina di minuti.
Si rimise a scrivere quel dannato tema sulle contaminazioni, perché alla professoressa non bastava l’interrogazione, il compito ma voleva anche un tema scritto a mano su quelle dannatissime contaminazioni. Se continuava a studiarle in quel modo, se le sarebbe sognate anche la notte.
Magari era un buon modo per togliersi quel dannatissimo Malik dal cervello anche durante la notte. Forse non era poi così malvagia come idea.
Si ritrovò a ridacchiare dai suoi pensieri, mentre tornava a piegarsi sul suo tema e ricominciò a scrivere.
«Mi ero dimenticato di quel tatuaggio!» La sua voce la fece saltare dopo quasi mezz’ora dall’ultimo messaggio.
Come al suo solito le faceva prendere i colpi.
«Dai? Tanto che te ne sei fatto uno nello stesso punto ma nell’altro braccio..» Disse alzando gli occhi dal suo tema, per guardarlo.
Mamma che cos’era! Ma si poteva essere sexy anche con una tuta e una felpa?
No, non poteva essere tanto sexy.
«Resterai in piedi per tutto il tempo?» Lo sentì ridacchiare e finalmente si mise seduto di fronte a lei, appoggiando i piedi sulla sedia davanti.
«Cosa studi?» Domandò curioso, arrampicandosi sul tavolo per guardare. La vicinanza la fece ritrarre.
«Come uccidere Zayn Malik se non si cuce quella boccaccia! Un testo interessante.»
Lui se ne uscì con quella risata favolosa che aveva la facoltà mentale di bloccare ogni suo pensiero, e lo guardò seria.
Rendendosi conto che lo stava guardando, Zayn ricambiò lo sguardo incollando i suoi occhi a quelli di Keyra. Ma da quando aveva quello sguardo così bello? Anche prima aveva quel colore così chiaro da tenerla senza fiato? Abbassò lo sguardo, per impedirsi di tenere vivo quello scambio di sguardi, riposando gli occhioni sul suo tema.
Si appoggiò con la testa al braccio destro, affondando la mano nella frangetta. Riprese a studiare, e Zayn si mise a leggere un libro che non apriva da più di un mese perché non aveva il tempo materiale per farlo.
Rimasero in silenzio per quasi un ora, poi Keyra terminò finalmente il suo tema!
Lo rilesse e alzò lo sguardo.
«Scusa tanto eh! Tu ti stavi annoiando e sei venuto qui ad annoiarti?» Lui alzò gli occhi dal libro.
Era già tanto vedere un uomo leggere, poi se mettevi in conto che quell’uomo era Zayn, era un tutto dire. E doveva ammetterlo, prima di richiamarlo si era fermata due secondi a guardarlo. E non si era fatta problemi ad andare a braccetto in giro con le sue sensazioni, quando guardava Zayn.
«Ma io ora non mi sto annoiando!» Disse voltandosi a guardarla.
«Stai leggendo un libro. Con tante cose che puoi fare sei venuto qui a leggere un libro!» Gli fece notare, con incredulità.
«A casa c’era il casino, qui è perfetto per leggere!» Si, come no! Pensava che ci credeva? «Hai finito?» Annuì, con una smorfia.
«Ma non so se va bene.. Per me va bene, ma ho bisogno di un parere esterno!» Ammise, girandosi tra le mani i fogli.
«Fammelo leggere!» Gli porse il tema, e lui si sistemò meglio pronto a leggerlo. Lei invece ridacchiò.
Infatti due secondi dopo disse: «Come cazzo hai scritto?» Chiese incredulo, girandosi i fogli tra le mani.
Si lasciò andare in una risata di cuore.
«La scuola che frequento è italiana. E’ una scuola internazionale sulla cucina. Questo vuol dire che si parla in italiano, si studia in italiano e si lavora in italiano!» Zayn guardò i fogli.
«E da quando sai l’italiano?» Domandò, cercando di capire quello che c’era scritto.
«Da quasi un anno. Quando ho deciso di prendere questa scuola e non andare in Italia a studiare – anche perché lì le scuole fanno schifo - ho dovuto fare un corso di italiano per iscrivermi!» Spiegò, appoggiando la schiena allo schienale della sedia.
«Dai? Fico!» Sorrise arrossendo in zona guance. «Non smetti mai di stupirmi eh?!» Arrossì ancora se possibile. Il tono che aveva usato, dio!
«Allora ora chiederò a te di tradurmi tutto quello che mi scrivono in Italiano!» Scosse la testa.
«Ho scritto in faccia “Interprete”? Non mi pare! Chiama un interprete.» Disse, con tono ovvio.
Lui sorrise. Keyra guardò l’orologio al suo polso, e sbadigliò portandosi la manina alla bocca.
«E’ scattata l’ora del caffè per me! Tu lo vuoi?» Lo vide annuire.
«Ma tu hai finito di studiare?» Annuì, guardinga.
«Si, perché?» Il moro non rispose ma mise il libro dentro la borsa a tracolla, e raccolse tutte le cose di Keyra.
Lei lo guardò, con le sopracciglia alzate.
«No aspetta. Stai venendo con me?» Chiese nel panico più totale.
Zayn bloccò i gesti e alzò lo sguardo.
«E rimanere qui da solo come un perfetto imbecille?» Lei lo guardò con il panico disegnato in viso. «Certo che sto venendo con te!»
La vide scuotere la testa. «No? Non devo venire? Perché?» Domandò con la faccia di un bambino piccolo. La vide diventare rossa.
«Sei Zayn!» Il moro lasciò scivolare la faccia da bambino, per lasciarsi andare ad un’espressione incredula.
«Dai? Perspicace la ragazza!» La prese in giro e lei lo guardò male.
«Io li fuori al tuo fianco non ci cammino, chiaro? Se solo esco con te da questo posto, la mia testa domani rotolerà in piazza, ci intendiamo?» Parlò tranquillamente, sapendo che con lui non doveva nascondere niente. Zayn alzò gli occhi al cielo.
«Farò finta di averti rimorchiato, ok? Tanto mi ricordo ancora come si fa con te!»
Si guardarono negli occhi, seri.
«Eccola qui la tua parte da stronzo che torna a galla. Mi stavo cominciando a preoccupare.. Erano due giorni che non facevi lo stronzo!» Zayn rise con enfasi, piegandosi addirittura per il troppo ridere. Lei invece alzò un lato delle labbra.
«E per la cronaca, le cose sono cambiate Malik! Non vantarti così tanto di avermi “rimorchiato” Perché ero consenziente quando siamo finiti a letto insieme. Non hai rimorchiato nessuno, sono io che te l’ho permesso!»
Spiegò, prendendo la borsa che gli porgeva Zayn.
«Ah-ah! Buona come battuta, aspetta che me la scrivo!» Rise, e lei gli diede un calcio, facendolo ridere ancora più forte.
Uscirono e pregò Gesù Cristo di non incontrare nessuno. Camminarono per dieci minuti, nel silenzio più totale.
«Che pensi?» Se ne uscì ad un tratto Zayn.
«Non rivolgermi la parola!» Lui ridacchiò.
Guardatela come si vergognava di camminare al suo fianco, anche se camminando, pian piano aveva messo abbastanza spazio tra di loro.
«Non istigarmi Keyra! O ti avvicini da sola oppure lo faccio a modo mio!» Lei si girò a guardarlo in tralice.
«Non voglio camminare al tuo fianco, voglio vivere. A me la mia vita piace e farla finire così presto mi dispiace!» Disse con tono dispiaciuto, facendolo ridere.
Una volta aveva sentito dire che Zayn non immaginava che sarebbe “piaciuto” così tanto. Come poteva pensare una cosa simile? Con quella risata e quegli occhioni da cerbiatto aveva piegato le fan ai suoi piedi. Per non parlare della sua voce.
«Me la tieni un secondo?» Annuì e prese la borsa a tracolla, guardandosi intorno se magari qualcuno aveva visto quel gesto.
Lo vide togliersi la felpa e rimanere in maglietta a maniche corte. Ok, niente pensieri sconci. “Come si fa a non fare pensieri sconci..? Mamma che male fisico” Sentì dire se stessa nella sua mente, stringendo le labbra per impedirsi di dire davvero quelle cose “Mi sa che Allyson ha ragione. Ogni tanto bisogna togliere le ragnatele” Pensò, stringendo le labbra ancora di più. “No, forse non ci siamo capiti. Io a quello gli levo tutte le ragnatele e gli pulisco pure casa, se me lo chiede” Ok, i suoi ormoni e lei stavano ballando la conga vedendo quel fisico.
Ma da quando aveva messo quei pettorali?
“Keyra, contieniti!” Facile da dire!
Ad un tratto non vide più niente.
«Che diavolo succede?» Domandò sentendo Zayn spingerla per farla camminare.
«Ti ho messo la felpa sul viso così nessuno ti vede e possiamo parlare senza ne urlare ne mandarci i messaggi!» Era leggermente piegata, il braccio di Zayn le stringeva il collo.
«Levami subito questa felpa da dosso, Zayn!» Ringhiò e lo sentì ridere.
«Te l’avevo detto che se non ti avvicinavi da sola lo facevo io! Ecco il mio modo. Allora, come stai?»
Un ringhio uscì da sotto la felpa, facendolo ridacchiare.
«Incazzata come una biscia!» Lui continuò a ridere.
«Che mi racconti?» Domandò ancora, quando si riprese dalla risata.
«Una favola. C’era una volta una ragazza tanto dolce che però venne istigata ad uccidere uno dei suoi cinque migliori amici perché era un testa di cazzo!»
Zayn se la ridacchiava allegramente.
«Toglimi la felpa, giuro che ti cammino al fianco. Dai! Però se mi uccidono ti verrò a trovare sotto forma di fantasma e ti romperò tanto i coglioni da farti piangere» Zayn si fermò e tolse la felpa dalla testa di Keyra.
«E luce fu!» Sussurrò facendolo ridere, mentre lei si sistemava i capelli. La prese sotto braccio. «Ho detto camminarti al fianco, non praticamente incollata addosso! Levati» Cercò di togliersi e lui strinse la presa.
«Ma come.. Due anni fa non ti dispiaceva starmi incollata addosso!» Alzò gli occhi al cielo, esasperata.
«Signore e Signori siamo qui oggi e vi presentiamo: Malik, il più fico della terra che si diverte a ricordare quanto era bravo a letto!» Lui sorrise tutto soddisfatto e orgoglioso. «Peccato che bisogna dirlo, non era poi così bravo!» Lui si girò a guardarla sdegnato, mentre lei teneva la mano a pugno come un microfono.
«Cosa?» Chiese incredulo lui. Si girò a guardarlo in modo teatrale.
«Mi hai mai sentito dire che sei stato bravo a letto?» Chiese guardandolo. Lui ci pensò.
«Ma non è stata l’unica volta che siamo stati a letto insieme..» Pure lei assunse l’aria pensierosa.
«Sai com’è.. Bisogna accontentarsi!» Non ce la fece più e scoppiò a ridere, mentre lui la guardava male. Rise anche Malik, sapendo che stava scherzando.
«Eh si, mi eri mancata!» Si girò a guardarlo e arrossì un pochino.
«Eh immagino come è stato frustrante non avere qualcuno con cui fare a frecciatine, vero?» Lui annuì e lei lo guardò male.
Scesero a prendere la metro, in quanto l’autobus non si degnava di passare e Keyra si mise ad ascoltare la musica mentre lui cercava di rubarle una cuffietta e lei lo guardava male.
«Ma non hai nient’altro da fare che stressare me?» Chiese, con gli occhi della gente intorno su di loro. Chi per curiosità, vedendo due ragazzi che si trattavano a pesci in faccia, chi perché sapeva chi era lui.
«Ma è così divertente!» Lei alzò gli occhi al cielo.
«Mi devono fare santa da quando vi conosco.. Non toccarmi Zayn!» Sbottò mentre lui le stringeva il braccio, cominciando a muoverla sussurrando di dargli una cuffietta.
«Santa Keyra!» Esclamò Zayn e lei scosse la testa, e prese un profondo respiro mentre lui continuava a smuoverla. Si accorse che il vecchietto seduto di fianco a lei li guardava. Si girò a guardarlo e l’anziano sorrise.
«Che pazienza! Io già gli avevo sputato in faccia!» Ridacchiò mentre Zayn si piegava oltre Keyra per sentire il signore.
Alle parole del signore se la rise. «Perché sprecare saliva, signore? Tanto stronzo rimane pure se gli sputo addosso!» Risero tutti e tre. Il vecchietto si avvicinò, come a volerle parlare all’orecchio. Guardò male Zayn che tornò a sedersi normalmente.
«E’ cotto di te!» Esclamò e lei arrossì vistosamente.
«No le assicuro che non è così. Si diverte solamente a farmi esasperare!» L’anziano signore la guardò dolcemente.
«Creda quello che vuole!» Lo guardò curiosa e lo vide alzarsi. «E’ stato un piacere!! E tu, vedi di lasciarla respirare!! Se non ricambia, abituatici!» I due lo guardarono mezzi increduli e anche un po’ rossi, e quando le porte si chiusero oltre le spalle del signore, scoppiarono a ridere divertiti.
 
Tornati a casa, la trovarono vuota.
A lei poco le interessava dove stavano gli altri, ma Zayn li chiamò per curiosità. Keyra si mise a cucinare, tanto aveva fatto tutti i compiti per la scuola e non aveva nient’altro da fare. Zayn dopo aver chiamato Liam, l’unico che rispose si buttò sul divano a guardare la tv, nel salone che comunicava con la cucina. Ritornarono poco dopo, tutti fomentati da qualcosa. Keyra si girò a guardare la porta d’ingresso e Niall le si attaccò come una cozza allo scoglio.
«Ciaoo! Dove sei stata?» Domandò, curioso mentre affondava la testa dentro il frigo.
«Io a differenza vostra ho una vita sociale. Una scuola e pure da studiare! Se siete degli sfaticati non è colpa mia!» Esclamò divertita rompendo l’uovo dentro l’insalatiera.
«E voi dove siete stati?» Domandò curiosa mentre entrava anche Louis.
«Zayn? Dov’è quel coglione?» Indicò con la testa il salone e Louis si avviò. «Abbiamo avuto un’idea geniale. Faremo dei video in casa che poi metteremo su internet.» Il moro li guardò annoiato, non trovandoci niente di entusiasmante.
«Va bene!» Disse del tutto tranquillo.
Louis gli fece vedere la videocamera, tutto fomentato.
«Si, ma chi li mette su internet?» Domandò Zayn, curioso.
«Questo è un problema. Non lo sappiamo. Qualcuno sa come si mettono su internet?» Evidentemente stavano scuotendo la testa perché non rispose nessuno. Ma quando si girò a prendere un coltello sul bancone li vide tutti guardarla. Si bloccò, scrutandoli.
«Per ogni secondo che mi guardate dovete pagare dieci sterline.» Disse scherzando.
«Tu sai come si mettono su internet?» Spostò lo sguardo su Niall che aveva addirittura smesso di mangiare.
«Si, non ci vuole una scienza.» Ammise, tranquilla. Louis sorrise.
«Abbiamo trovato chi li mette su internet!» Sbiancò totalmente capendo che stavano parlando di lei.
«No aspettate. Con tutto lo staff che vi segue proprio io devo metterli su Youtube?» Louis annuì. Ci pensò un secondo e solo lei seppe cosa le fece cambiare idea. «Ok ci sto!» Disse, tranquilla.
Tornò a cucinare e poco dopo Louis accese la telecamera, presentando tutti quanti.
«Come non si sa chi siete!!» Tutti risero, sentendo Keyra urlare dalla cucina. Ad un tratto si ritrovò la telecamera puntata addosso.
«E lei è Keyra, la nostra migliore amica!» Si girò e sbuffando sonoramente, mise una mano di fronte alla telecamera.
«Non riprendermi! Facciamo così.. Voi non mi riprendete, io vi metto i video. Mi pare giusta come cosa, no? Sto facendo di tutto per non farmi notare e fino ad adesso ci sono riuscita.» Louis ridacchiò.
«Ma verrai sempre ripresa! Vivi con noi.. Togli la mano!» Lei scosse la testa.
«Non sono fotogenica!» Louis la guardò.
«Questo sei tu a dirlo!» Piagnucolò contrariata da quella tortura medievale.
«Uno psicologo.. Mi serve uno psicologo.» Louis se ne andò, dopo che Harry era rientrato nel salone.
Niall, si avvicinò. «Cos’è questa storia che ti sei fomentata che ti ho seguito su twitter?» Arrossì e lo guardò da sotto le ciglia.
«Eh che.. Se non mi fomentavo, avrei destato sospetti. Così ho scritto che mi avevi seguito dopo che ti avevo mandato un DM!»
Il biondino si sedé sul bancone. «Ma è stupido!» Le fece notare e lei arrossì.
«Non voglio essere vista come l’amica di voi cinque. Ma da normale fan!» Ammise, e lui sorrise dolcemente da quella strana mentalità.
«Hai twitter?» Si girò verso Liam, che si era fatto avanti per rubare da mangiare.
«Non toccare quella pancetta, Liam! Si, ho twitter!» Disse dandogli una cucchiaiata sulla mano.
«Posso seguirti?» Scosse la testa, contrariata.
«Scusa io non posso avere gli autografi perché sono vostra amica? E voi non potete seguirmi perché in fondo sono vostra amica. A cosa vi serve seguirmi? Abitiamo insieme.» Recitò le stesse loro parole che avevano usato giorni prima quando gli aveva chiesto gli autografi, e Liam urlò a tutti che Keyra aveva twitter.
Tutti le furono al fianco. Li guardò come un cane bastonato. Loro avevano già il cellulare in mano.
«Qual è il tuo nome?» Chiese Louis, e lei si girò tornando a cucinare.
«Niallsmile» Disse il diretto interessato gonfiando il petto orgoglioso, e lei si girò a guardarlo in cagnesco.
«Imparerai a cucirti quella boccaccia? NON VI VOGLIO PURE LI!» Sbottò e tutti erano troppo impegnati a cercarla.
Alla fine si diedero il cinque e cominciarono a romperle il cazzo anche su twitter.
«Guardate che mi cancello eh!» Li avvisò, mentre tutti seduti sul divano si facevano i cazzi suoi, guardando nel suo profilo. «E tu zitto non sapevi starci?» Domandò girandosi a guardare Niall, che ancora stava seduto sul bancone, visto che i cazzi suoi già se li era fatti.
«No, perché? Guardali come sono contenti!»
Piagnucolò, vedendoli a ridere su quello che aveva scritto su di loro.
«Si ma come spiego che sono riuscita a farmi seguire da tutti e cinque?» Domandò, stranita. Niall alzò le spalle.
«Che sei nostra amica?» La faccia che fece Keyra fece ridere Niall. 
«Manco sotto tortura!» Esclamò tornando a cucinare.
Ora spiegatemi perché le era venuto in mente di mettere i suoi tweet mandati – quelle poche volte – ai cinque ragazzi. Quale deficiente avrebbe messo i suoi tweet nei preferiti? Certo, che ne poteva sapere che quei cinque sarebbero tornati nella sua vita, e che si sarebbero messi a curiosare nel suo twitter? Liam, che poco gli interessava dei tweet della ragazza anche perché a lui interessava solo averla tra le persone che seguiva, l’aiutò ad apparecchiare. Ad un tratto si sentì abbracciata da dietro e si girò a vedere chi fosse. Niall era affondato con la faccia contro la sua schiena.
«Niall?» Chiese, preoccupata quando lo sentì singhiozzare. «Che succede?» Preoccupata si girò e Niall si nascose nella sua spalla.
«Niall per favore dimmi perché piangi!»
Non rispose ma fu Malik a metterle il cellulare del biondo di fronte, su un tweet. Arrossì e alzò lo sguardo su Zayn, che le sorrise. Arrossì ancora di più se possibile. Sicuramente anche lui aveva letto i messaggi che aveva mandato. E ricordava bene che una volta aveva scritto “hai una voce spettacolare”. Naturalmente mai nessuno le aveva risposto. Non era quel tipo di fan che voleva essere seguita da loro, che scriveva le cose tremila volte, solo per dire “oh mio dio ho gli One Direction che mi seguono”.
Queste cazzate non erano proprio da lei. Aveva scritto a tutti, poche volte per dire quello che le passava per il cervello. Mai aveva scritto “mi mancate” o cose simili, perché aveva sempre paura che potessero capire che era lei. Anche se c’era tanta gente che gli scriveva, aveva sempre paura che potessero notarla. E non voleva essere vista come quella che aveva fatto di tutto per far ricordare a quei cinque chi era. A Harry aveva scritto “sei veramente stupido, ma ti adoro. ” a Louis “e tu avresti quasi vent’anni? Poverini noi..” a Liam vedendo una foto caricata da Louis di Liam con la targhetta “riservato” sul bacino, gli aveva scritto “la vicinanza di Louis ti ha fatto male. E pensare che prima avevi un cervello sano! ahahaha” a Zayn tutte cose sulla sua voce e sui suoi occhi, la parte che adorava di Zayn e a Niall aveva scritto “ti adoro e ti adorerò per sempre”
Ricambiò l’abbraccio di Niall, dopo aver letto il messaggio che a quanto pare aveva scatenato quel pianto.
«Lo sai che è la verità, vero?» Lo sentì annuire e Zayn se ne andò, per lasciarli da soli.
«Ma allora perché piangi?» Domandò con dolcezza mentre lui tirava su con il naso.
«Perché non posso credere di essere stato così coglione di non averti sentito per due anni consecutivi.» Sorrise, accarezzando i suoi capelli.
«Ma ora siamo qui, tutti e due. Non serve piangere, forza!» Lo fece alzare dalla sua spalla, muovendola per farlo staccare.
Lui la guardò e lei gli asciugò i lacrimoni.
«Non devi piangere per quello che è successo. Ora stiamo insieme, no?! Sai che ti ho adorato in passato, che ti adoro adesso e che lo farò per sempre, quindi non piangere!
Sii contento, perché non è da tutti poter dire “Keyra mi adora”.»
Lui sorrise, con dolcezza e l’abbracciò.
«Ti adoro anche io!» Lo strinse forte a sé, risentendosi finalmente a casa.
Si, quel ragazzo era tutto per lei. Non poteva credere che sarebbe stata così affezionata ad un ragazzo. Ma oramai ci si era abituata a quell’idea. Adorava Niall.
 
«Keyra?» Ma avevano un radar per rompere i coglioni nei momenti meno appropriati?
«Mhm..?» Borbottò, ancora ad occhi chiusi. 
«Stai dormendo?» Si mosse, affondando la mano sotto al cuscino.
«No! Sto al buio, con gli occhi chiusi, con il piumone addosso solo per divertimento.» Sentì Zayn ridacchiare.
«Non riesco a dormire. Posso mettermi nel letto con te e chiacchieriamo un po’?»
Silenzio.
«No! Sparisci!» Borbottò ancora. Zayn fece una delle cose che a Keyra facevano rodere ampiamente il culo. Accese la luce.
Sacrilegio. Aprì gli occhi e li richiusi, imprecando a labbra strette.
«Ma che vuoi? Cazzo mi ero appena addormentata! Ma non hai nessuno a cui rompere i coglioni, invece che a me?» Keyra si lagnò e si rigirò nel letto.
«No.. Tutti dormono! Ok, scusami!» Il tempo di arrivare alla porta, e Keyra si mise a sedere.
«Vaffanculo ho perso il sonno! Sei uno stronzo!» Lo sentì ridacchiare e meno di un nano secondo dopo lui si era buttato nel grande letto con lei. Keyra brontolò mentre guardava Zayn mettersi sotto le coperte.
«Posso almeno spegnere la luce?» Lo vide annuire, con quegli occhioni castani che avrebbero fatto scogliere chiunque. La spense, sbuffando allegramente per poi rimettersi sotto le coperte, guardando il soffitto.
«A che pensi?» Chiese lui, accoccolato sotto le coperte calde.
«A quanto mi sta rodendo il culo!» Altra risatina, uno sguardo freddo da parte di Keyra. «E tu a cosa stai pensando?»
Perché non aveva quel cazzo di filtro cervello – bocca che tanto doveva usare?
«Che è tanto che non stiamo in un letto da soli.» Ghiacciò, e solo in quel momento si rese conto della situazione.
Si sentì avvampare.
«Sono due anni che non ci vediamo! Ci credo che non siamo più stati nello stesso letto.» Gli fece notare, e calò il silenzio.
«Sai cosa intendo!» Lo sentì sussurrare, e sospirò.
«Ah siamo arrivati al momento dei ricordi! Ok, aspetta vado a prendere il tea e i pasticcini! Questa è una chiacchierata affiancata da tea.»
Ma non si mosse. Era stata una frase sarcastica e Zayn lo sapeva. Soprattutto grazie al tono che aveva usato.
«Mi sei mancata!» Eccola la frase – cazzata che si aspettava da un momento all’altro.
«Hn..» Le uscì uno sbuffo, girandosi a guardarlo. «Certo che di cazzate ne spari eh!» Si guardarono.
«Che vuoi dire?» Domandò, stranito.
«Non ti sono mancata. Non mi hai neanche pensato in questi due anni. Hai usato la tipica frase che si usa quando si vuole finire a letto insieme.. non è così?» Domandò, guardandolo.
Tante cose erano cambiate. Lei era cambiata. In precedenza non avrebbe mai fatto quel discorso, mai. Si sarebbe tenuta tutto dentro. E lui lo sapeva. Non rispose, fissandola solamente.
«Ripeto, Zayn.. Non è così? Tu sei entrato da quella porta perché vuoi solamente una cosa da me.. Non è così?» Lui non rispose ancora. «Cristo.. Rispondi Zayn!» Lui la guardò ancora, interminabile.
La stava facendo incazzare ancora di più di quanto non era incazzata già di suo.
«Non voglio fare sesso con te!» Si lasciò andare alle risate.
«Ah dai? Allora sei venuto qui davvero perché volevi chiacchierare un pochino? Ma che cosa dolce..» Zayn la fissò.
Ancora più stronza di prima, era diventata. Ed era solo colpa sua, perché era un vigliacco. «Due sono le cose. O sei venuto qui a parlare con me perché speravi che uscisse il discorso di quello che abbiamo fatto in questi due anni, in modo tale da portare a chiarire cosa c’è stato, cosa siamo e cosa saremo. Ma non ci credo neanche se lo vedo con i miei occhi, che tu hai così tante palle di venire da me a parlare di quello che abbiamo passato in questi due anni, oppure.. Oppure perché vuoi fare sesso! Ne sono certa al centouno per cento, guarda.» Il moro sospirò.
«Vogliamo parlare di quello che è successo tra di noi?» Keyra si girò a guardarlo.
«Sappiamo entrambi cosa è successo tra di noi. Eravamo presenti entrambi. Quindi non vedo di cosa dobbiamo parlare.» Ammise, stranita.
«Non capisco se sei incazzata..» Ammise, prendendo coraggio da non si sa dove.
«Incazzata? Chi io? No.. Nono!» Disse, sarcastica. Rimase in silenzio, per diversi minuti. «Tu come ti sentiresti se, la persona che in fondo ti faceva battere il cuore ti lascia con una lettera? Una lettera strappalacrime, dove ti incolpa di tutto. Ti dice che è tutta colpa sua se non sono finiti insieme, se non ha avuto il coraggio di lasciarsi andare. Tu come ti sentiresti? Annoiato, indifferente o tremendamente incazzato?»
Ecco, si, era incazzata. Gli sembrava troppo bello per essere vero.
«La cosa che mi ha fatto incazzare di più in questi due anni, è che tu mi hai dato quella lettera sapendo che ci sarei stata una merda. Una merda perché sapevo che avevi ragione, ma mica me l’hai dette in faccia quelle cose. No, ti sei ben tenuto lontano nel dirmi la verità in faccia. Perché in fondo sei stato vigliacco almeno quanto me..»
Lui si mise seduto. «Mi stai incolpando?» Ridacchiò scuotendo la testa.
«Ecco, adesso sono incazzata veramente. Mi stai dicendo che non ti sei sentito in colpa neanche un po’ ad avermi dato quella lettera? Significa che tu non hai pensato neanche lontanamente che è colpa mia quanto tua? Se tu non ci sei stato male, significa che ti ritenevi nel giusto. E se ti ritenevi nel giusto, io non ti sono mancata. Quindi, si, eri venuto per farti una scopatina con la tua vecchia amica di letto.»
Madonna quanto era stronza, certe volte. Keyra aveva imparato a dire le cose come stavano, anche se quelle parole facevano male, a lei quanto a quella persona a cui le diceva.
«Smettila di dire che voglio fare sesso. Non voglio, Keyra! Volevo stare un po’ con te, cazzo!» Sbottò, innervosendosi anche lui.
Si alzò, accese la luce e cercò quella dannatissima lettera che aveva provato a bruciare tante volte, ma non ci era mai riuscita. Zayn la guardò, e quando tornò a letto sbiancò leggermente vedendo quella lettera. Keyra prese a leggerla, con il suo tono dolce, e Zayn l’ascoltava. Quando terminò, si girò a guardarlo.
«Hai detto quello che pensavi su una lettera, sapendo benissimo che l’avrei letta. Tu, hai avuto le palle di scrivermi questa lettera perché non avevi le palle di dirmelo in faccia. Sapevi che se mi dicevi in faccia tutte queste cose, io sarei rimasta. Ma non hai avuto le palle, perché in fondo anche tu avevi paura di avere ciò che tanto desideravi. Avevi paura che io diventassi la solita gallina lasciando perdere la forza, le battutine, le risate e tutto quanto, diventando una fidanzatina perfetta. Tu avevi paura almeno quanto me. Non mi hai detto queste cose in faccia perché sei vigliacco, perché non volevi almeno quanto me la storia seria.»
Lui la guardò, serio.
«E tu speravi che io mi facessi sentire, con questa lettera. Hai sbagliato, perché a quanto pare non mi conoscevi molto bene. Si, ti ho tenuto testa fino in fondo. Non mi sono abbassata a chiedere di scendere da quel fottuto aereo per venirti incontro e fare la storia da film. Non ci sarebbe stata nessuna storia da film, e tu lo sapevi. Lo speravi, ma lo sapevi. E tu adesso mi stai dando tutte le colpe a me, come due anni fa. Pensaci Zayn.. non è anche colpa tua, che tutto è finito?» Il moro la scrutò, silenzioso.
«Io quelle cose le ho pensate, e visto che non riuscivo a dirtele di persona, te le ho scritte. Che c’è di male?» Scosse la testa incredula.
«Non c’è niente di male.. Ma è il fatto che hai incolpato solamente me, che mi fa incazzare.» Il moro la fissò, ancora.
«Io ci ho provato a dirtele, tu sapevi che volevo stare insieme a te. Tu sapevi che ti volevo per me. Ma tu non me l’hai concesso!»
Keyra posò la lettera e si rimise sotto le coperte.
«Di nuovo mi stai incolpando. Io te l’avrei concesso, Zayn, lo sapevi che te l’avrei concesso. Perché sappiamo entrambi che in quello che c’era stavamo bene entrambi. Avevo solo una fottuta paura che tu mi trattassi come gli altri. E  avevo paura che tutto sfociasse perché io e te eravamo lontani. Mi spieghi come potevi pensare che ci poteva essere una storia con tutta quella distanza? Come facevi a credere che sarebbe durata? Non è stato meglio così Zayn? Solo bei ricordi. Nessuno dei due ha pensato “ho sbagliato a fare questa cosa” invece di tanto odio perché magari ci eravamo messi insieme, e ci eravamo lasciati perché magari uno a tradito l’altro.» Chiese, guardandolo.
«Ma che tu adesso vieni qui a dire che non volevi fare sesso, mi fa incazzare. Mi hai precisamente trattato come mi aspettavo che mi trattassi, da deficiente patentata!» Lui scosse la testa.
«Zayn, guardami e giura su quello che c’è stato che non volevi fare sesso con me..» Lui la guardò, ma non giurò.
«Appunto. Sei venuto qui, hai usato quelle due frasi solo perché volevi spianarti la strada, per vedere se ero ancora disposta ad essere la tua amica di letto. Vuoi del sesso da me? Bastava chiederlo, lo sai che sono stata bene come te in quella storia. Ma che mi tratti da deficiente, da gallina senza cervello, proprio non l’accetto, Zayn!»
Era un tantino incazzata, ma solo un pochino. Ma voi come avreste reagito?
«Ma che tu torni da me, adesso dopo due anni e mi dici “ti sono mancata, ti ho pensato” solo perché devi dirlo, risparmiatelo.. Vuoi venire a letto con me? Non usare quelle frasi con me, Zayn. Ti conosco bene, ci conosciamo troppo bene. E per questo che mi fai incazzare. Sai che odio quelle frasi, dette così per essere dette, e tu me le dici. Dimmi, vuoi venire a letto con me? Vuoi di nuovo la storia di sesso? Dimmi cosa vuoi, e te lo concedo.. Ma non trattarmi come una pezza da piedi, da stupida gallina. Perché non lo sono! Non sfottermi, non prendermi in giro con frasi inutili..»
Ecco, si era liberata. Cazzo quante volte aveva pensato a quel discorso, quante? Rimasero in silenzio, lei a cercare di calmarsi e lui a pensare alle parole che Keyra gli aveva praticamente sputato addosso.
«Lo sai che non ti vedo in quel modo. Sai che per me non sei una delle tante!» ridacchiò scuotendo la testa. Lo sapeva. In fondo se stava ancora lì a combattere con lei significava qualcosa. Lo sapeva anche prima quando gli aveva rosicato. Sapeva che ci teneva a lei, sennò non era lì a cercare di sistemare le cose… Ma non ci voleva credere… Era troppo bello per essere vero. Possibile che Zayn ancora provasse qualcosa per lei, cioè… Era davvero impossibile. Poteva trovarsi di meglio, con tante ragazze che erano dietro di lui, proprio lei?
«Ti ho appena detto che non devi dire queste cazzate con me.» Zayn si appoggiò alla mano, puntando il gomito nel cuscino.
«Perché non mi credi?!» Chiese e lei si girò a guardarlo.
«Boh, così! Perché non mi va di crederti… Vediamo… Perché dopo che siamo finiti a letto insieme, non ci siamo visti per quasi due anni. Ovviamente non ti sei fatto sentire, ma che mi aspettavo? Tu sei diventato famoso, sei stato a letto con altre, beh si.. hai ragione anche se ho notato tutte queste cose, dovrei credere alle tue cazzate!»
Tornò a posare lo sguardo sul soffitto, con un sospiro.
«Mi dispiace di non averti chiamata!» Ammise lui, piegandosi verso di lei.
«Bla… Bla… Bla.. Aggiorna il repertorio, Zayn!» Lui sorrise.
Mamma mia quanto le era mancata quella ragazza. Se n’era accorto solamente da quando l’aveva rivista. Tutta quella forza, in un’unica donna. Prima era troppo occupato a dare il meglio di se alle fan, ma adesso.. Tutto era sfiorato appena lei aveva rimesso piede nella sua vita. Aveva fatto di tutto per togliersela dalla mente, e alla fine ci era riuscito con il successo. Ma lei era tornata ad insinuarsi nella sua mente, anche se non poteva saperlo. Quante notti era stato lì, sveglio nel suo letto a pensare alla ragazza? Quante? Troppo, troppo spesso anche se neanche i suoi amici se n’erano accorti.. Ricordava ancora la litigata che si era fatto con Niall per Keyra. Un giorno aveva il cellulare in mano, pronto a chiamarla ma Niall lo bloccò in tempo. Si erano messi a parlare, poi era cambiato il tono di voce. Si ricordava di come gli aveva detto che era uno stronzo, che Keyra non si meritava uno come lui. Che non si meritava di essere trattata come una puttana, perché non lo era. Che il suo comportamento da stronzo poteva benissimo riservarlo alle tante fan che non si aspettavano altro che un trattamento del genere. Ma non lei, non lei che sapevano tutti e cinque quanto sentiva la loro mancanza e chiamarla solo per farsi una scopata non era proprio il caso. Ma naturalmente Niall aveva visto la stessa cosa che aveva visto Keyra: uno stronzo che voleva solo scopare. Ma le mancava, davvero tanto! Non lo dimostrava, era quello il problema. Non era fatto per dimostrare certe cose. Ma quanto gli era mancato quel sorriso, quel ghigno che faceva quando si rendeva conto che la stava prendendo per il culo, della sua risata. Dio, la sua risata se la sognava anche la notte. Era come una cantilena, che lo cullava nei ricordi. Il modo in cui batteva le mani e si piegava all’indietro quando se la rideva davvero di cuore. Il modo in cui abbassava lo sguardo quando si emozionava o come arrossiva. Come si spostava i capelli dietro l’orecchio. Il modo in cui nervosamente giocava con l’anello che portava all’indice, come si toglieva le pellicine dalle labbra quando era sovrappensiero. Gli era mancata, non solo il suo corpo, ma gli era mancata.
«Smettila di guardarmi, mi snervi Malik!» La voce snervata di Keyra lo fece tornare nel mondo dei vivi, e batté le palpebre per scendere completamente dal mondo dei ricordi. Quando lo chiamava per cognome significava solo una cosa, che era incazzata con lui.
«E allora continuo!» Se ne uscì, con un sorrisetto beffardo. Lei si girò a guardarlo in modo bruto, poi gli diede le spalle, sbuffando.
Girandosi, i capelli sciolti e lisci le ricaddero verso il cuscino, scoprendo così il suo tatuaggio. Zayn fece scivolare la mano da dentro il letto sulla pelle di Keyra.
«E questo?» Chiese, curioso. Appena toccò la pelle della ragazza, accarezzandola lentamente sul tatuaggio che raffigurava due ali di angelo, Keyra tremò fino alla punta dei piedi.
«E’ un tatuaggio, Malik! Li hai anche tu!» Gli fece notare e poco dopo le dita vennero scambiate dalle labbra. Sbarrò gli occhi castani, incredula. Se lo doveva immaginare che prima o poi, quella serata sarebbe finita in quel modo. Tremò ancora.
Si girò di nuovo e se lo ritrovò ad una spanna dal viso. Si guardarono per un momento interminabile, poi fu Keyra a togliere quella poca distanza tra loro. Non poteva sopportare oltre quella cosa. Era troppo, troppo che voleva risentire le sue mani addosso. Se le sognava anche la notte. Era incredibile come si era insinuato nella sua mente, quel ragazzo. Non lo avrebbe voluto, ma alla fine si era ritrovata lui in mente, cancellando del tutto il ricordo di Lucas. E per quasi due anni non aveva fatto nient’altro che pensare a lui. Ma non lo dava a vedere, molto meglio di come non lo dava a vedere su Lucas. Mary non si era resa conto che Keyra ancora pensava a Zayn, ne era certa. Era un segreto con se stessa, e in quel momento stava mandando a puttane tutte le sue certezze. Perché era sicura che si era dimenticata di lui, dopo quei due anni che non si erano visti, ma tutte le sicurezze erano crollate appena aveva sfiorato anche solo per sbaglio Malik.
Il contatto tra le loro pelli alla sua festa, solo per un abbraccio, bastò a farle capire che no.. non l’aveva dimenticato. Un abbraccio e tutti i suoi castelli erano crollati come se fossero di sabbia e Malik fosse il vento che pian piano li faceva volare via. Strinse di più le braccia al suo collo, e le uscì un sospiro mentre si staccava quel poco per dar fastidio alle sue labbra.
«Certe notti ho pensato seriamente di impazzire senza di te!» Quel sussurro, appena udibile all’orecchio di qualsiasi essere umano ma non quello di Keyra, ebbe la facoltà di far bloccare il cuore della ragazza che lo guardava con gli occhioni fuori dalle orbite. Le vennero gli occhi lucidi e percepì un sorriso sulle sue labbra.
«Mi sei mancato.» Ammise mormorando, ma sapeva che lui l’aveva sentita. Sentì la sua presa spingere la sua schiena verso di sé e si lasciò trasportare, finendo direttamente tra le sue braccia. Percepiva il delicato respiro di Zayn tra i suoi capelli, e si appoggiò al suo petto, con un sorriso. Il cuore di Zayn batteva all’impazzata. Chissà come mai.
«Mi sa che l’unica cosa giusta che ho fatto in vita mia è stata quella di nasconderti la verità.» Un altro sorriso, mentre sentiva il cuore di Zayn, appoggiata al suo petto.
Si tolse dal suo petto, per riappoggiare di nuovo le labbra sulle sue. Senza molte indecisioni Zayn l’attirò a sé, e Keyra si stupì di come con una stilettata al cuore, il suo cuore prese ad andare a mille. Poteva odiarlo perché le faceva sentire certe cose, anzi doveva. Ma non ci riusciva. Se ancora dopo due anni le faceva quell’effetto, al diavolo poteva permettersi anche di pestarle la faccia con i tacchi a spillo, e lei non avrebbe detto nulla. In quel momento si ritrovò a pensare che non voleva essere da nessun’altra parte, se non lì, tra le sue braccia. Tutte le cattiverie che aveva detto su di lui o anche pensato, svanirono come per magia. In una parte remota del suo cervello sapeva che loro erano fatti per stare insieme, soprattutto perché se dopo due anni in cui non si erano sentiti, dire certe cose solo per riavere indietro qualcosa che era già stato tuo, voleva dire qualcosa. Sapeva, che in fondo Zayn teneva a lei. Zayn teneva a lei, si!


Note dell'autrice: Si, sono di nuovo qui solo dopo qualche ora. Ma non incolpate me, ma lei (@Carol_Biebs1D ahahahah ♥ ) perché mi ha chiesto di aggiornare, perché non aveva altre storie da leggere. E visto che il capitolo era praticamente pronto, l'ho messo solamente per lei. Quindi se dovete rosicare (o ringraziarla, dipende da voi) fate tutto a lei. xD In realtà ci avevo pensato anche prima che me lo chiedesse lei, perché ero un po' giù di morale e avevo pensato di aggiornare. Ma poi è arrivata una recensione negativa e mi sono depressa! ahahaha. No naturalmente lascio perdere la recensione negativa visto che ho avuto in totale quasi 84 recensioni tutte positive e solo 1 negativa. ♥ e vi ringrazio tutte. :D ♥ Ridendo e scherzando, in queste poche ore avete già recensito in 7, incredibile. Vi amo, stop. E come al solito vi lascio con una gif di qualcuno, che è hfdjkloidshbkofdsp. Mi fate sapere se vi è piaciuto questo capitolo? :DD ♥ vi adoroooo

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Capitolo 5
*** chapter four ***


And I'm a idiot that falls for it every time.
(e io sono l'idiota che ci casca ogni volta)
 
Non aveva il coraggio di aprire gli occhi. Vi è mai capitato di sognare qualcosa di bellissimo e svegliarvi, con la consapevolezza che se apri i maledettissimi occhi scivoli nella realtà, e lasci le briglie del sogno? Ecco. In quel momento voleva tutto tranne che scendere dal suo sogno fantastico.
Non aveva il coraggio di aprire gli occhi e capire che aveva solamente sognato. Ma era sicura che avesse sognato? Cioè, si erano scannati e poi avevano fatto…
Le uscì un sospiro, non volendoci credere. Le sensazioni erano state le stesse quindi… Non ci poteva credere, dai! Era qualcosa di impossibile. Non era possibile che aveva fatto l’amore, per la seconda volta in vita sua, sempre con Zayn. No. Era troppo bello per essere vero. Sicuramente aveva sognato. Si, per forza perché non ci voleva proprio credere.
Ma mentre lei si stava facendo le sue seghe mentali, al suo fianco Zayn era appoggiato al cuscino, a guardarla. Sorrideva, perché era al corrente che Keyra fosse sveglia. Stava sospirando troppo, e lei non sospirava mai durante il sonno. Si era svegliato mezz’ora prima, e lei da almeno cinque minuti.
L’aveva guardata mentre dormiva, incredulo che fosse davvero tornata nella sua vita. La notte prima si erano scannati per benino, come al loro solito. No, forse non come al solito. Quella volta si erano scannati punto e basta.
Tutte le cose che non si erano detti durante quei due anni, le frustrazioni e cose varie, erano state dette durante quella notte. E poi avevano fatto l’amore. Che cosa bella, non trovate? Aveva aspettato per due lunghi anni di sentire di nuovo quelle strane sensazioni, e in quella notte finalmente erano tornate sue. Poteva dire o pensare qualsiasi cosa. Ma lui era fatto per amare solo una persona. E quella persona era al suo fianco, intenta a pensare chissà quale cose. Era sua, ne era certo.
Si piegò a sfiorare le labbra di Keyra, che si irrigidì completamente, poi passò a baciare le guance, gli occhi, il naso e finalmente lei aprì gli occhi castani pieni di domande. Si guardarono, in silenzio. «Mi stai rubando la parte!» Esclamò, seria, con la voce impastata dal sonno. Lui alzò un sopracciglio.
«In che senso?» domandò, curioso.
«Sono io quella che ti sveglia dolcemente!» Lo vide pensarci per poi aprirsi in uno di quei sorrisi a trentadue denti che tanto le piacevano.
«Posso rubarti la parte per una mattina?» Scosse la testa teatralmente.
«Sono molto gelosa delle mie cose.. Quindi no!» Lui rise di cuore, e lei lo guardò seria, persa completamente in quella cantilena che tanto le piaceva. Mentre Zayn continuava a ridere, prese il suo volto e cominciò a baciarlo ovunque, facendo aumentare la sua risata. Il moro contraccambiò, riempiendola di baci su tutto il volto. Aveva sentito la mancanza di tutte quelle attenzioni. Lo sguardo di Zayn addosso, i suoi sorrisi, la sua risata provocata da lei stessa. Il modo in cui la stringeva dolcemente a sé. Per un attimo la sera prima aveva pensato che Zayn appena finito se ne sarebbe andato, come lecito. E invece no, se l’era stretta al fianco, e aveva cominciato a giocare con i suoi capelli. Non sapeva bene cosa si potevano definire, ma sapeva che entrambi rivolevano indietro quel periodo, e lo stavano riavendo.
Quando terminarono di fare i due perfetti imbecilli, Keyra ridacchiò e Zayn si accoccolò al suo fianco, abbracciandola come meglio poteva. Era qualcosa di unico sentire quel corpo al tuo fianco, quando per due anni hai solo immaginato il calore che ti aveva donato. E come al suo solito, lei che cercava di scappare da quello sguardo, e lui che si faceva il pieno dei suoi sorrisi, del rossore delle guance perché la stava guardando. Keyra era la sua normalità. Con lei si sentiva Zayn, e non uno dei One Direction. Con lei tornava indietro nel tempo quando erano solamente due bambini, che si erano conosciuti grazie ad uno scambio culturale. Con lei si sentiva solamente Zayn, e non quel ragazzo desiderato da milioni di ragazze. Quando era con lei, il cuore batteva forte pensando che lei lo voleva. E spariva tutto il resto. C’era una bolla intorno a loro, che li divideva dal resto del mondo. Solo Keyra e Zayn, i due perfetti imbecilli che si erano conosciuti due anni prima.. Poteva essere solo Zayn con lei, e lei non si lamentava. Anzi, sicuramente preferiva quel Zayn a quello di adesso. Il suo Zayn, come lei stessa l’aveva soprannominato.
«La smetti? Mi stai snervando!» Disse, mettendogli una mano in faccia e spingendolo via.
Zayn rise. «Che fai oggi?» Posò lo sguardo assonnato su di lui, accigliandosi leggermente.
«Modalità papà preoccupato?» Chiese nel panico e Zayn la guardò curioso per poi scoppiare a ridere.
«No, solamente curiosità.» Ammise, intrecciando le dita con quelle di lei. Un gesto che non facevano mai. Solo due volte era capitato, e tutte e due mentre facevano l’amore.
Oh merda, che strano pensare all’amore, e non al sesso.
«Ah beh! Niente..» Mentì, e lui la guardò seriamente. «Esco un po’ con Mary, ci prenderemo qualcosa e faremo shopping.» Bugia.
Sarebbero andate a comprare i biglietti per il loro primo concerto.
«E voi?» Zayn alzò le spalle.
«Niente! Passeremo alla Sony a cazzeggiare come al solito.» Keyra scosse la testa.
«E voi vi ritenete pieni di lavoro? Siete sfaticati dalla testa ai piedi.» Scherzò, e lui la guardò male.
Erano solamente le sette e mezza, e loro erano già belli che svegli. Zayn si riappoggiò sul cuscino, sbadigliando. La guardò con i suoi occhi da cerbiatto, e sospirando si nascose nel suo petto, facendolo ridacchiare. Aveva la brutta sensazione che quello era un sogno e che prima o poi si sarebbe svegliata.
«Visto che sono le sette e mezza, che ne dici di dormire ancora un po’?» Annuì, ancora immersa nel suo petto. «Che domande stupide che ti faccio!» Scoppiò a ridere, mentre riaffiorava dal suo petto, guardandolo.
«Non sfottere il mio amore per il sonno, coglione!» Lui affondò la mano nei suoi capelli, e la spinse di nuovo sulle sue labbra.
«Ok, non lo dico più.» E si ritrovò un posticino tra le braccia di Zayn, che non attesero molto ad aprirsi per lei. Sembravano fatte apposta per colmare gli spazi di Keyra. Stavano praticamente fronte a fronte. Dio mio che strane sensazioni. Si sarebbe mai abituata a tutta quella cosa?
**
«Pronto?» Rispose al cellulare che aveva preso a squillare.
Erano quasi le nove di una mattina qualsiasi. No, non era vero, non era una mattina qualsiasi. Era la mattina. La mattina in cui avrebbero aperto i botteghini per il primo concerto degli 1D.
E vi pare che Keyra mancava?
«Si, sto arrivando. Si, vediamoci da Starbucks vicino da me. Ok! A dopo!» Esclamò, chiudendo la telefonata con Mary, che come lei era fan dei 1D da XFactor. Sarebbero andate al loro concerto. Ed era sicura che i biglietti sarebbero stati venduti in meno di un’ora.
Il primo concerto sarebbe stato a Watford, e non vedeva l’ora. Si, lo so benissimo che ci abitava insieme, ma.. Era pur sempre una loro fan. Uscì di corsa da casa, mettendo tutti gli allarmi e correndo allo Starbucks lì vicino. Naturalmente si prese la sua dose quotidiana di parolacce da quelle fan che aspettavano di fronte casa i cinque ragazzi. Ma non diede peso alla cosa.
«Ce l’ho fatta!» Disse fermandosi davanti a Mary, che l’aspettava di fronte allo Starbucks e con già il suo caffè in mano. Si diressero alla metro, e dopo averla presa, si ritrovarono al centro di Londra, di fronte ai botteghini. Già c’erano le ragazze in fila, davanti agli sportelli. Al diavolo.
C’erano sette sportelli con solo cinque file, segno che solo li avrebbero aperto. Si mise al terzo, in fila dietro alle altre. Li avrebbero aperti di lì a un’ora. Pian piano le ragazze entravano, mettendosi in fila.
«Speriamo di riuscire a prendere i biglietti.» Esclamò preoccupata, sapendo che con la sfiga che aveva poteva succedere qualsiasi cosa.
«E in caso glieli chiediamo a loro.» Si girò a guardare Mary in malo modo.
«A parte che non voglio fargli sapere che andrò al loro concerto. E secondo, ti pare?» La ragazza sorrise.
«Sono sicura che loro sarebbero molto contenti. A proposito.. Che facevano oggi?» Alzò le spalle, guardandola curiosa.
«Non so! Mi hanno detto che andavano alla Sony.» Ammise, guardandosi intorno. O meglio, gli aveva detto che andavano alla Sony. Chiacchierarono del più e del meno, come al loro solito mentre la folla aumentava gradualmente. Mamma quant’erano. E pensare che quello non era l’unico botteghino.
«Se non riesco ad averli mi incazzo!» Borbottò, battagliera. I botteghini vennero aperti, e alcune urlarono come impazzite. Pian piano arrivò la notizia che c’erano loro a dare i biglietti. Ma dai?
«Dove vado me li ritrovo, che palle!» Giocò, scrocchiandosi le dita, nervosa.
«Dimmi che ti dispiace e ti uccido!» Scherzò Mary puntandole il dito in faccia.
«Mi dispiace!» La sfotté per vedere se aveva il coraggio di fare quello che diceva.
Quando vide che non rispondeva, sorrise divertita.
Si guardò intorno, vedendo come le fan erano entusiaste di essere così vicine ai loro idoli. Peccato che non potevano abbracciarli perché erano divisi da un vetro.
«Scusa?» La fan che era appena riuscita a prendere i biglietti dalla sua fila, si fermò tutta emozionata. «Chi c’è a dare i biglietti, in questa fila?» Domandò, con un sorriso.
«Liam!» Esclamò, sventolandosi il biglietto con gli autografi per farsi aria.
«Grazie!» Quella se ne andò, e Keyra si girò verso Mary sorridendo debolmente.
«Ti danno pure gli autografi, non sei contenta?» La mora annuì. Finalmente li avrebbe avuti, ahah! Si mosse nervosa finché non fu il suo turno.
«Ciao!» La salutò Liam che guardava il computer, per poi girarsi e rimanere a bocca aperta quando vide Keyra e Mary. «Keyra?» La guardò incredulo.
«In carne ed ossa, ciccio!» Esclamò, con un sorriso.
«Che ci fai qui?» Chiese il ragazzo del tutto stranito, salutando poi Mary con un sorriso dolcissimo che lei ovviamente ricambiò.
«Boh! Pensavo che fosse una caffetteria. Che domande fai?» Chiese, facendo ridere entrambi. «Ti muovi a darmi i biglietti? Banchettiamo dopo, su!» Esclamò stranita. Liam chiamò Niall. Appena il biondino si affacciò, vedendo Keyra sorrise.
«Ehiii!» Gli sorrise dolcemente. Amava quando, vedendola, se ne usciva con tutta quell’euforia.
«Vuole i biglietti, ma le prime file sono andate!» Ammise Liam.
«Senti, dammi pure l’ultima fila, ma dammeli ti prego!! Non mi calmo finché non avrò quei dannati biglietti in mano!» Disse. Il ragazzo la guardò stralunato e mordicchiandosi il labbro inferiore.
«Vieni al concerto?» chiese Niall entusiasta.
«Ovvio, ti pare che manco?» Batté il piede, nervosa perché mentre loro chiacchieravano stava perdendo mille biglietti.
«Davvero Liam, dalle quei biglietti, sennò mi muore di crepacuore!» il biondino la guardò e alla fine stampò i biglietti per entrambe, bloccandoli in quarta fila. Appena gli consegnò i biglietti, lei li guardò con gli occhi a cuoricino.
«E gli autografi?» Chiese, guardandolo. Liam si fece una risata.
«Li do solo a Mary! Tu non ne hai bisogno!» Oh ma che palle. Chi è che diceva che Liam era il dolce del gruppo?
«Li voglio cazzo. Sono una fan pure io!» Sbottò, cominciando a perdere la pazienza.
«No! Vieni da quest’altra parte a salutarci??» Chiese, e lei scosse la testa.
«Prima dammi i miei autografi!» Il biondino la salutò con la mano, e chiamò la prossima. «Traditore! Ladro di autografi! Cattivo ragazzo. Lo dirò a Danielle!» Sbottò mentre Mary la trascinava via, e lei continuava ad urlare.
Rimasero vicino alle porte, guardando i loro biglietti. «Cazzo, li abbiamo!» Disse, incredula guardando con mani tremanti il loro biglietto. «Porco cazzo ora voglio quel concerto! Adesso vado lì e gli dico di farlo adesso.» Giocò, fissa con gli occhi sul suo biglietto.
«Keyra?» Si girò e si ritrovò una guardia del corpo grossa come un armadio a quattro ante. Fece un passo indietro, intimorita. «Sei Keyra?» Annuì, guardando Mary. «I ragazzi ti vogliono dentro.» Spiegò, e lei lo guardò stranita.
«Io li dentro non ci entro se prima non mi danno i miei autografi!» Il tipo rise, poi Mary la trascinò dalla parte opposta.
Appena la porta si aprì, si andò a mettere sul divano, guardando male i cinque. «Ve l’ho portata. Se vi serve altro chiamatemi!» Tutti si girarono a guardarla.
«Ancora incazzata?» Annuì a Liam guardandolo in tralice.
«Voglio quei cazzo di autografi, non avete capito!» Sbottò, facendo ridere loro tutti.
«Perché lei si e io no?» Liam se la guardò dolcemente.
«Perché lei è amica tua, ci segue ed è fan. Tu vivi con noi… A cosa ti servono? Sei la nostra migliore amica!» Lo guardò male, anzi malissimo.
«E con questo? Porcaccio giuda, voglio i vostri autografi. Sono fan anche io, eddai!» Li pregò unendo le mani a mo’ di preghiera, e loro se la risero, tornando a lavorare. Per tutto il tempo, e fu poco perché i biglietti andarono a ruba, si guardò dolcemente il suo biglietto. Sarebbe andata al loro concerto. Wow.
Appena abbassarono le tapparelle, si alzarono e si stiracchiarono la schiena.
«Andiamo?» Annuì, guardandoli male. Li guardò uscire, poi scrutò i botteghini. C’era ancora qualche cartolina con sopra gli autografi lì. Si mise piegata, a far finta di allacciarsi le scarpe.
«Keyra?» Alzò lo sguardo.
«Ora arrivo, mi si è slacciata la scarpa!» Rispose a Niall, che annuì.
«Andiamo.. Si sta allacciando la scarpa!» Urlò, agli altri. Appena fu via dalla porta corse a prendere gli autografi ma si sentì presa di peso.
«Puoi anche prendere in giro Niall, ma con me non ci riesci!» Cominciò a scalciare come un’ossessa.
«Voglio quegli autografi Zayn!!» Urlò, imbufalita, mentre lui se la portava fuori di peso.
«Sei incredibile Keyra!» Disse ridendo, mentre raggiungeva gli altri.
«Uffa che palleeee.. Voglio i miei autografi!» Borbottò innervosita, dandogli una gomitata. Il moro uscì con lei in braccio, continuando a ridere mentre saliva sul Suv. Prima o poi sarebbero stati suoi quei cazzo di autografi, a costo di uccidere le altre fan.
 
Appena dentro casa, dopo aver accompagnato Mary a casa sua, si buttarono tutti sui divani. Tranne lei, che si andò a mettere qualcosa di più comodo per cominciare a cucinare per il pranzo. Mise al sicuro i suoi biglietti, per poi cambiarsi e scendere di nuovo in salone, dove tutti stavano sparando le loro solite cazzate.
«Keyra..» Si girò, mentre si toglieva una pellicina sulle labbra, guardando dentro il frigo per vedere cosa potevano mangiare. «Mi sta tradendo!» Seguì il dito di Zayn, che indicava Liam. Non capì subito, poi sorrise e smise di lottare con la sua pellicina, ricadendo sul mondo dei vivi.
«Ahh.. Ziam! Ma quanto siete dolci?» Chiese, con gli occhi a cuoricino.
«Ti sto dicendo che mi sta tradendo.. E tu mi dici che siamo dolci?» Annuì, facendolo sbuffare.
«E tu tradiscilo con Harry, no?» Chiese, e Zayn guardò Harry appoggiato allo schienale e completamente perso a guardare la tv.
«Non provarci. Harry è mio!» E Louis si attaccò tipo Koala a Harry, che sorridendo – ma senza staccare gli occhi dal televisore – gli passò un braccio sulle spalle, protettivo. Potevano piacerle tutte le bromance, ma Harry e Louis erano la sua bromance preferita.
Lo sguardo che si lanciavano era qualcosa di troppo dolce. Si vedeva che si amavano tantissimo. Non era la solita cazzata che erano gay, ma semplicemente si amavano invece di volersi bene.
Erano migliori amici, fratelli.
«Ma perché ti sta tradendo?» Chiese, tirando fuori la carne.
«Perché sta venendo qui Danielle!» Sorrise, scuotendo la testa. «Devo accettare che lui bacia un’altra.» Disse, con tono triste.
«Che grande delusione, eh! Ma da quando sei passato al lato opposto?» Lo sfotté, e lui tornò a guardarla.
«Lo sono sempre stato!» Tutti scoppiarono a ridere da quella stronzata, sapendo benissimo che Zayn non sarebbe passato al lato opposto neanche se non ci fossero più femmine nel mondo.
«Si, e io sono Megan Fox!» Rise, mentre Niall si girava a guardarla.
«Kè.. Ho fame!» Lo guardò con dolcezza.
«Quand’è che tu non hai fame?» Chiese, divertita mentre si dirigeva verso il frigo. «Ora ti preparo un panino!» Neanche bisognava dirgli il solito “però se non mangi mi incazzo” perché avrebbe mangiato qualsiasi cosa.
Se Harry e Louis si amavano come fratelli, Niall e il cibo erano una cosa sola.
«Ti posso sposare?» Chiese, guardandola con gli occhi a cuoricino.
«Eh no! Non toglietemi pure lei!» Sbottò Zayn, depresso sul divano. Keyra arrossì mentre tutti si giravano a guardarlo, tanto che pure Harry staccò gli occhi dal televisore. «Magari ritorno alla sponda giusta!» Buttò lì, con un sorriso angelico. Qualcuno suonò al citofono e Liam saltando scavalcò il tavolino, per andare ad aprire tutto contento.
«Guardatelo. Tuba come un piccione!» Il tono depresso di Zayn la fece sorridere.
«Stacci Zayn, non ti ama! Torna dalla parte giusta!» Esclamò Niall, mentre Keyra gli porgeva il suo panino. L’abbracciò, coccolandosela tutta.
«Salve!» Salutò la ragazza di Liam, che lei aveva visto solo in foto. Madonna quant’era carina. Keyra la guardava con occhi curiosi, e lei ricambiò.
«Danielle, ti presento Keyra! Ricordi? Te ne ho parlato!» Si girò a guardarlo.
Aveva parlato di lei con la sua ragazza? Oh ma che vergogna. La tipa ci pensò, poi sorrise annuendo.
«Sisi, ricordo! Ciao, piacere Danielle!» Porse la sua mano e Keyra gliela strinse.
«P-Piacere Keyra!» Era dolcissima, aveva un sorriso tenero, per non parlare di quei ricci che le incorniciavano il viso dolcissimo. L’adorava. Poi la coppia Danielle – Liam la faceva impazzire.
«Mi sa che Keyra è passata dalla sponda sbagliata!» Esclamò Niall, guardando come Keyra guardava Danielle.
«Nooo… Non tradirmi anche tu per lei! Stavamo da dio a letto insieme..» Tutti tornarono a guardarlo, e lui se li guardò, mentre la mora continuava a guardare Danielle. Le ispirava dolcezza anche dal vivo.
«Stacci Malik! Mi sa proprio che Niall ha ragione!» Tutti scoppiarono a ridere, mentre lei sorrideva a Danielle e tornava sul mondo dei vivi. «E fidati, che quando torneremo a letto insieme.. Nevicherà rosa.» Sbottò, mentre Zayn apriva la bocca e lei si girava sapendo cosa poteva dire. Lo fulminò con lo sguardo, e lui richiuse la bocca. «Ecco, a cuccia!» Sbottò, facendo ridere tutti.
«Come riesce ad azzittirti lei non ci riesce nessuno!» Gli fece notare Louis, mentre Liam e Danielle si sedevano.
«In realtà è il suo culo che mi ha bloccato! Ancora ha un effetto strano su di me!» Keyra lasciò perdere quello che stava facendo, per tornare in salone e dargli uno schiaffo dietro al collo che lo fece gemere.
«Cazzo Keyra!» Sbottò, massaggiandosi.
«Un par di palle, coglione! Mi hai rotto che fai tutte queste battutine. E’ inutile che ti vanti che siamo stati a letto insieme. Ero drogata in quel periodo! E tu decisamente una schiappa!» Sbottò, al limite della pazienza.
Danielle la guardò con divertimento, mentre gli altri se la ridevano.
«Non mi pare che ieri ti sei lamentata!» Altra pizza dietro al collo.
«Non so quanto ti conviene giocare, demente. Ti ricordo che sono io quella che cucina in questa casa. E potrebbe cadermi per sbaglio qualcosa nel tuo piatto.» Tutti scoppiarono a ridere. In fondo era bello riavere quei due che si tiravano i piatti addosso.
«Un filtro d’amore?» Keyra scosse la testa, stringendo le labbra.
«Veleno E giù di li con altre risate. Tornò a cucinare, mentre Danielle si faceva una chiacchierata con tutti.
«Rimani a pranzo con noi?» Chiese Liam, seduto vicino a lei.
«Se non do fastidio!» Disse timidamente e dolcemente.
«No, ma quando mai?!» Esclamò Niall, con dolcezza.
«Io sono contrario. Liam ora ha occhi solo per lei. Kè.. Mi vieni a fare le coccole?» Si era appoggiato con la testa sullo schienale.
«Certo, aspetta che prendo un coltello, e arrivo.» Ridacchiarono.
«No, magari da fastidio a Keyra!» Esclamò Danielle, facendo girare la diretta interessata…
«Scherzi? Grazie a dio ci sei tu, almeno non impazzisco in questa gabbia di matti!» Si sorrisero, poi tornò a cucinare.
«Kè.. Vieni a farmi le coccole?» La mora sbuffò sonoramente.
«Zayn, io ti voglio bene. Ma prima o poi i One Direction rimarranno senza un componente se tu continui a scartavetrarmi le ovaie. Ci siamo intesi?» Chiese, esasperata. Zayn rise, subito seguito dagli altri.
 «E’ un vero peccato, visto che ho una voce spettacolare!» Un applauso arrivò dalla cucina; ed ovviamente era Keyra a farlo.
«Mister sono un figo è tornato, ragazzi! Un applauso al nostro vanitoso!» Sentì le risate arrivare dal salone.
«Ké?» Stavolta era Liam a parlare.
«Si, dimmi Liam!» Il tono era dolce, totalmente diverso da quello che aveva usato con Zayn.
«Ma perché con lui usi la dolcezza e con me la cattiveria? E’ discriminazione, questa!» Piagnucolò Zayn. Keyra si girò a guardarlo non prima di aver alzato gli occhi al cielo, esasperata.
«Ma che palle! Ma che hai oggi? Sei in carenza di affetto?» Lui annuì, facendo ridacchiare tutti.
«Mi coccoli?» Neanche lo ascoltò, posando lo sguardo su Liam.
«Non dargli peso. Lo so che è una palla. Dimmi!» Lo vide sorridere e poi ridacchiare.
«Ci sei mancata!» Arrossì fino alla punta dei piedi, e tornò a guardare le padelle. Appena il pranzo fu pronto, si misero a tavola. Un conto era sognarsi di sentire quelle parole uscire dalla bocca dei ragazzi, un conto era sentirselo dire. Le faceva ancora strano.
Neanche il tempo di sedersi che Zayn le rubò da mangiare dal suo piatto. «Ma porco te.» Sbottò, guardandolo mentre lui se la rideva e lei incazzata come una biscia. «Mio piatto, tuo piatto. Le porzioni sono uguali, anzi no! Tu ne hai di più, ma perché cazzo devi rubare dal mio piatto?»
Praticamente Zayn se la rideva allegramente, insieme gli altri. «Ma ho fame!» Keyra indicò il piatto di Zayn.
«E mangia, ma non capisco perché devi fregarmi il cibo! Neanche a dire che te ne ho messa poca!»
Il moro la guardò divertito. «Che c’è di difficile?» Chiese ancora Keyra. Poi alzò lo sguardo dal suo piatto, si girò a guardarlo e gli sfiorò i capelli come si fa con i bambini piccoli.
«Ah si scusa. E’ troppo difficile per un cervello della tua portata!» Niall praticamente scoppiò a ridere di cuore, mentre Zayn la guardava male perdendo il sorriso. Lei sbatteva le ciglia da cerbiatto. «Stacci Malik!» Presero a mangiare, chiacchierando. Se non li conoscesse da anni, come minimo avrebbe pensato che quei cinque erano cinque dementi, ma lo pensava anche se li conosceva. Era tutto tornato come due anni prima. Erano di nuovo quelli di due anni prima, portando così tutti a non sapere che andavano di nuovo a letto insieme. Un segreto tra loro due. Da una parte era bello, ma dall'altra si ritrovava ad essere di nuovo la trombamica di Zayn. Non che le dispiaceva, ma.. Sembravano tornati a due anni prima, quando ancora nascondevano la verità a tutti, ma soprattutto a loro stessi.
Niall praticamente si finì tutta la pasta, lei cazzeggiò con Zayn che come al solito era stato creato per scartavetrarle l’anima, Liam tubava con Danielle, e Louis amoreggiava con Harry. Quattro coppiette indecenti.
«Oggi pomeriggio che fate?» Domandò Niall, dopo che Keyra aveva fatto i piatti e si era spaparanzata al suo fianco. Si stavano coccolando allegramente, come solo loro facevano.
«Io niente.. Forse viene Mary a casa! Ci vediamo un film e boh..» Ammise la mora, giocando con i capelli di Niall, appoggiato sulle sue gambe.
«E tu Danielle?» Chiese, spostando la testa per guardarla.
«Non so.. E voi?» domandò, curiosa.
«Noi abbiamo il pomeriggio libero.. Che ne dite se rimaniamo a casa e ci guardiamo il film con Keyra e Mary?» Keyra abbassò lo sguardo.
«Ehi, non vi ho invitato. E se volevo rimanere sola con la mia migliore amica?» Domandò, stranita. Tutti si girarono a guardarla.
«A noi dovrebbe interessare?» Chiese Harry, strafottente. «No, quindi rimaniamo a casa a guardare il film con voi!» Rispose subito dopo, senza dar tempo a Keyra di rispondere.
«Ma se invece usciamo e andiamo da qualche parte?» chiese Danielle, dolcemente.
«Ecco, uscite! Io resto a casa, a guardare il mio film insieme alla mia migliore amica.. Danielle se vuoi rimanere sei benvenuta.. Tutti gli altri potete andare a morire ammazzati!» tutti la guardarono male. Suonò il citofono, e Keyra si alzò per andare ad aprire.
«Yooo Amigaaa!» Si abbracciarono, appena arrivò alla porta.
«Hai una faccia terribile..» guardò male Mary.
«Vivici tu con cinque deficienti. Non sai le forze che ti levano!» Scherzò, e si fecero avanti nel salone.
«Maryyyy!» Saltarono tutti addosso a Mary, abbracciandola e coccolandola.
La mora rimase stupita. Aspettate; cos’era quella puzza di bruciato? Da quando tutti la trattavano così dolcemente? In quella stanza c’era puzza di bruciato, decisamente e non era qualcosa sul fuoco. Keyra presentò Danielle a Mary, e la sua migliore amica era tutta emozionata di conoscerla.
«Madonna.. neanche a dire che è famosa!» Esclamò Niall, abbracciato a Mary.
«Ehi.. potrei essere gelosa!» Disse, vedendo che Mary stava ricambiando l’abbraccio.
«Stacci.. Tu hai tutti gli altri.. Almeno lui lasciamelo!» Esclamò Mary, guardandola. Scrutò attentamente la sua migliore amica, poi si girò a guardare Niall. Vedendo Niall arrossire, si cominciò a fare delle domande.
«E’ il mio migliore amico! Sono l’unica che può abbracciarlo!» Sbottò, gelosa come la morte.
«E quando si fidanzerà?» Chiese Mary, guardandola in cagnesco.
«Staccherò le gambe a quella tipa!» Tutti scoppiarono a ridere.
«Senti Mary..» Niall si girò a guardarla, e lei pure. «Preferisci stare a casa a morire davanti un film come quella screanzata di Keyra, oppure vuoi uscire e andarti a divertire?» Domandò, e Mary li guardò tutti, che attendevano la sua risposta.
«Keyra?» Scosse la testa alla sua domanda ovvia.
«Io con questi non ci esco..» Ammise e Mary la guardò in cagnesco.
«Hai rotto il cazzo, detto molto finemente. Vuoi rimanere a casa per il resto dei tuoi giorni? Io e te dobbiamo farci una chiacchierata.» Keyra la guardò seria.
«Io non ci esco, chiaro?» Disse, stranita.
«Tu mi vuoi dire che non uscirai mai con loro?» Scosse la testa, gli altri stavano in silenzio e ascoltavano. «Perché sono famosi, giusto?» Annuì guardandola da sotto le ciglia. «Tu ti sei fottuta il cervello. Sono i tuoi migliori amici, che cosa cazzo te ne deve fregare delle fan? Dico sei la più fortunata delle fan e tu ti vergogni ad uscire con loro?» Annuì ancora. «Ok, usciamo! Deficienti, tutti a prepararsi.. Io penso a lei!» Sbottò, togliendosi dall’abbraccio di Niall e cominciando a spingere Keyra.
Tutti si alzarono, dandosi il cinque con Mary. «Se non sali da sola le scale, ci penserò io!» Esclamò Mary, di fronte alla scalinata.
«Non voglio non voglio non voglio!» Si lagnò e Zayn arrivò di dietro, la prese in braccio e la portò fin sopra le scale.
«Pure io e te ci dobbiamo fare una chiacchierata, appena torniamo!» Le sussurrò all’orecchio per poi guardarla intensamente tanto che Keyra stava per diventare gelatina tra quelle braccia. Madonna quanto sangue le faceva quel ragazzo. Annuì, persa completamente nei suoi ormoni che arrivavano praticamente fino al cervello. Appena la posò per terra si diressero in camera e chiuse la porta.
«Hai rotto il cazzo, Keyra!» Sbottò Mary al culmine della pazienza. Lei con una faccia come un morto, stava cercando dei vestiti da mettersi. «Sono pur sempre i tuoi migliori amici, cavolo. E tu ti vergogni di andare in giro con loro..» Continuò, mentre si metteva seduta sul suo letto, guardando la schiena di Keyra affondata dentro l’armadio.
«Io non mi vergogno di loro, di quello che sono.. Ma l’idea di essere sotto gli occhi di tutti non mi fa impazzire, lo sai!» Spiegò, girandosi a guardarla.
«Si, ma due sono le cose. O ti abitui, perché i tuoi migliori amici e.. Il tuo futuro ritrombamico sono famosi, oppure non esci con loro, non godendoti il momento. Sei stata due lunghissimi anni con una faccia da morto, e ora che hai la possibilità di starci insieme, non ti godi il momento?» Keyra però si era fermata al “ri-trombamico” detto da Mary.
«Guarda che tra me e Zayn..» Cominciò, ma Mary la guardò in cagnesco.
«Senti.. prendi in giro chi ti pare, ma hai lo sguardo da fan innamorata quando lo guardi.»
COSA? La guardò male, tanto che se si poteva uccidere con lo sguardo, Mary era già bella che andata. «Ok, pensa quello che vuoi, ma non darmi della fan quando si parla di Zayn!» Si, si incazzava quando le diceva quella cosa. Ok che era fan.. ma scambiarla per una fan con la cotta passeggera le faceva rodere il culo. Zayn le piaceva ancora prima di tutta quella cosa.
Mary ridacchiò. «Ok… Scusa!» Disse, alzando le mani come a voler dire “non lo dico più” e Keyra tornò a cercare qualcosa da mettersi. Quel giorno non faceva particolarmente freddo, così optò per un Jeans, una maglietta a maniche lunghe un po’ più scollata e con un disegno di due ali d’angelo sopra, e uno spolverino pesante. Si vestì in silenzio, sotto gli occhi scrutatori della sua amica.
«Ma..» Cominciò mentre si sistemava i capelli allo specchio. «Tu mi devi dire qualcosa?» Domandò, girandosi verso Mary che se ne stava seduta sul letto con un sopracciglio alzato.
«Che cosa?» Domandò la sua migliore amica, stranita. La guardò con gli occhi a sofficino, come li chiamava lei. Con gli occhi semi chiusi, segno che stava pensando male.
«Ho notato..» Si avvicinò come un leopardo con la sua preda.
«Cosa?» chiese ancora, in ansia.
«Un certo sguardo nei confronti di un certo biondino.» Mary ci pensò, poi arrossì leggermente guardandola da sotto le ciglia, intimorita. «Beccata! Non si smentisce mai il mio fiuto..» La sua migliore amica prese a torturarsi le mani.
«No, sbagli..» Si, se sbagliava lei, era problematico. Keyra riconosceva lontano un miglio quando c’era qualcosa che puzzava di “mi piace”.
«Si, certo.. Quando mai mi sono sbagliata? Quando pensavi di dirmelo, deficiente?» Domandò, sedendosi al suo fianco, pronta ad ascoltarla.
«No, ma guarda che non è niente di che..» si, certo. E lei sperava che Keyra le credesse? Sogna!
«Continua! Voglio tutti i minimi particolari..» Non si poteva prendere per stupida Keyra. Non in certe situazioni. Mary la scrutò, e lei sorrise angelica attendendo.
«Hai paura che ti posso uccidere? Stavo scherzando. Se vi mettete insieme..» E la vide diventare rossa come un semaforo. «...Io stavo solo scherzando, Mary!! Non potrei essere più felice per entrambi..» Ammise, con un sorriso dolce. «Forza, sono tutta orecchie. Muoviti perché fra poco entreranno a cannone dentro questa stanza..»
Mary non sapeva da dove cominciare, la scrutava attentamente. «Ma non è niente.. E’ una cosa passeggera.» Keyra la guardò male sentendo quelle parole.
«Ok.. Quando ci siamo sentiti per te, siamo stati le ore a chiacchierare.. E beh, mi sono accorta che non mi dispiaceva affatto come tipo di ragazzo. Mi sono resa conto che mi piaciucchiava anche quando eravamo a scuola. Niente di che, Keyra, davvero. Abbiamo chiacchierato per un pochino quella sera. Poi quando l’ho visto, beh.. E’ carino forte Niall, non trovi?» La vide arrossire mentre Keyra se ne usciva con un sorriso furbo.
«E poi a me quelli che danno troppe attenzioni sai come la penso no? Appena abbiamo chiuso la chiamata, mi ha mandato un messaggio dicendomi che era stato un piacere parlare con me, che per tutta la telefonata si è sentito il Niall di una volta, e che questa sensazione non gli è dispiaciuta. Gli ho risposto che se voleva sentirsi di nuovo il Niall di una volta ero sempre disponibile, e da lì ogni tanto ci mandiamo i messaggi.» Mary scrutò il viso di Keyra, che era inorridita.
«Mi stai fottendo il migliore amico.» Sbottò scherzando, gelosa come la morte. Mary si fece una risata.
«Ma ti pare? Stravedete uno per l’altra. Tu hai Niall, però quando sai che non puoi andare a dire certe cose a Niall, vai da Zayn, giusto?» Annuì, non volendo credere che stava puntando a quella cosa. Lei era un conto, ma Niall poteva andare da lei a dirle tutto, no? Oppure si sbagliava? O era Mary che aveva bisogno di un’altra persona con cui parlare?
«Ma non vedo come tu debba nascondermi qualche cosa.. Io lo faccio perché so che Niall potrebbe rimanerci male, ma sono così enigmatica come Niall?» Domandò, un po’ dispiaciuta.
«Nooo.. Sai che ti dico tutto.. Però..» Keyra si alzò, prendendo la borsa. Si stava pentendo di tutto. Ecco. «Keyra…» si girò a guardarla dopo quel richiamo.
«Mi hai nascosto che ti piace Niall. Allora..» Deglutì, sul suo volto nacque un’espressione dispiaciuta.
«No, ascoltami. Non mi piace Niall. E’ carino, carino forte, ma non è come pensi.. Te l’ho nascosto perché so come la pensi..» Dai, lo sapeva davvero? La guardò, curiosa di sapere. «Te l’ho nascosto perché alla fine non succede assolutamente niente. E’ la tipica cotta da fan dietro ad un cantante. Passerà!» La guardò male, incredula che avesse detto quella cosa.
«Conosci Niall prima del debutto. Non sfottermi.. A te piace da molto prima che diventasse “Niall dei One Direction” tu mi hai nascosto tutto perché avevi paura che potessi arrabbiarmi, Mary!» Disse, guardandola e vedendo che stava diventando rossa.
«Di le cose come stanno.. Perché me l’hai nascosto?» Chiese, un po’ in ansia.
«Perché non ci voglio credere. E tu mi spiani la strada, dandomi delle speranze quando in realtà non ci sono!» Ah, era colpa sua se non gliel’aveva detto? Bene, proprio bene. Non poté rispondere perché i cinque deficienti entrarono in stanza, come dei fulmini..
«Andiamo?» Domandò Louis, euforico. Keyra si guardò ancora per qualche minuto negli occhi con la sua migliore amica, poi prese la borsa e uscì subito seguita dagli altri. Sapere che non la tua amica ti nasconde una cosa così davvero importante, ti stranisce. Per tutto il pomeriggio – e non fecero altro che stare dentro un parco tutti insieme a cazzeggiare – si sentì stranita. Troppo stranita anche solo per una cavolata del genere. Ma si aspettava un qualcosa di più da Mary. Insomma, diamine.. Erano migliori amiche oppure no? Le aveva nascosto la sua cotta per Niall per ben due anni. Se ne accorse solo quel pomeriggio, tornando indietro con i ricordi. Lo aveva sempre guardato diversamente dagli altri, ma lei era troppo occupata a litigare con Zayn per rendersene conto. Ma si domandava perché, le aveva nascosto la verità? Danielle le cominciò a stare particolarmente simpatica. Era molto carina, simpatica e attiva. Non le dispiaceva affatto, come aveva sempre pensato. E la coppia Danielle – Liam le piaceva sempre di più. Insieme erano qualcosa di dolcissimo. Si guardavano con una dolcezza impressionante. Quel pomeriggio, di un qualsiasi giorno di autunno, Keyra e Danielle divennero amiche.



Note dell'autrice: Ecco l'altro capitolo. Per la felicità di alcuni. (: Io vi amo, gente. 12 recensioni, nell'altro capitolo. No, vi stimo! E in tre capitoli 40 recensioni generali. IO VI AMO! stop. Un bacione ai pupi! ♥ vi amo. 

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Capitolo 6
*** chapter five ***


-Ti sei mai innamorato di qualcuno, di cui non dovevi?
Provare duramente a combattere i tuoi sentimenti, ma semplicemente non potevi?
Ti innamori sempre di più ogni giorno.
Ma cerchi di nasconderlo in ogni modo possibile.

 
Che brutta cosa sentirsi a metà. Non provava mai quella sensazione, forse era la prima volta che ci si sentiva. O almeno non in modo così marcato. Da quel giorno che Mary le aveva detto che era lei a darle le speranze quando in realtà non c’erano, quindi molto finemente le aveva fatto capire che quando parlava dava speranze e poi lei ci rimaneva di merda. Naturalmente si stava discutendo di un fatto che è molto sottile. Gli uomini. Ora, parlandoci chiaro. Poteva dare speranze, ma perché sperava che Mary si lasciasse andare. Se gli uomini erano degli stronzi patentati, era colpa sua? No. Però il fatto che l’avesse incolpata le aveva fatto provare stranezza. E da quel giorno non si erano parlate, ne viste.
Nel cambio dell’ora aveva mandato un messaggio ai cinque deficienti dicendo che lei non sarebbe tornata a pranzo, perché si andava a fare un giro al centro commerciale e quindi dovevano pensare da soli al pranzo. Voleva stare un po’ da sola, e un po’ di sano shopping avrebbe aiutato. Finalmente era arrivata l’ultima ora. 
Matematica. 
Anche se amava quella materia, quel giorno non c’era proprio di cervello. Non le andava di seguire. Avrebbe studiato il giorno dopo tanto c’era il ponte per Halloween. Quando suonò la campanella, si avvicinò a lei Savannah. 
«Prendiamo il bus insieme?» Scosse la testa, mettendo nello zaino l'ultimo quaderno. 
«No, vado al centro commerciale oggi!» Quella ci pensò su. 
«Va bene, se non ti do fastidio mi aggrego per metà della strada. Mi va di camminare.» Annuì senza alcun problema. 
«Certo, andiamo?» Savannah annuì, e si diressero agli armadietti per posare i libri scolastici. 
«Quando pensi di dare l’esame del quarto?» Domandò la bionda, guardandola. 
«Tra poco, credo. Dopo le vacanze di natale è sicuro!» Ammise, sapendo che doveva cominciare a studiare. «E tu?» Quella scosse la testa. 
«Non ce la faccio. Lo farò per marzo!» Aveva un tono dispiaciuto. Capiva che magari era una brutta cosa darlo a marzo perché poi avrebbe avuto poco tempo per studiare per quello del quinto. 
«Ce la farai, su!! Per quest’anno siamo fuori, dai!» Disse, mentre chiudeva l’armadietto e si dirigevano fuori, sistemandosi la borsa sulla spalla. Si accese una sigaretta, tesa come una corda di violino. 
Appena varcarono il cancello e girarono a destra, pronte per farsi una passeggiata, si sentì bloccata. Si girò a guardare chi aveva osato bloccarla, ma si ritrovò due occhioni castani che le toglievano il fiato. 
«Ciao!» La salutò, facendole uno di quei sorrisi che porca miseriaccia, la bloccavano. 
«Zayn?» Sbatté le ciglia, cercando di capire perché fosse lì. 
«Sorpresa!» E aprì le braccia come a voler abbracciare il mondo.. E in viso uno di quei sorrisi che le toglievano il fiato. Mamma, mamma, mamma. Si poteva fare male fisico ad un tipo del genere? 
Savannah si avvicinò a lei, per parlarle all’orecchio. 
«Conosci Zayn Malik?» “No in realtà è il mio trombamico” Si girò a guardarla, e annuì. 
«Storia lunga!» Spiegò, poi si girò a guardare Zayn. «Ma non avevi un cazzo da fare, oggi?» Lui ridacchiò, scuotendo la testa. Ma in che modo sexy era appoggiato al muro? Dio, non poteva essere reale un ragazzo del genere. «E naturalmente hai pensato bene di stressare la vita a me, vero?» Il moro annuì. 
«Ho letto che stai andando al centro commerciale.. Posso venire con te?» Lo guardò in sottecchi, tirando poi giù un sospiro di frustrazione. 
«Se ti dico di no è scientificamente provato che tu non mi darai ascolto, non è così?» Lui scoppiò a ridere. 
«Ovviamente è così! Andiamo?» Zayn si girò verso Savannah, porgendo la mano. «Zayn Malik!» Lei lo guardò a bocca aperta poi strinse la sua mano. 
«Savannah Evans.» Sbatté le ciglia, mentre posava gli occhi su Keyra, incredula. Keyra la guardava divertita. 
«Ti dispiace se mi unisco a voi?» E lo stronzo usò lo sguardo “si, guardami e muori” che usava quando doveva ammaliare, e quella scosse la testa. 
«No, assolutamente!» Disse con tono da persona imbambolata, tanto che le mancava la bavetta alla bocca. 
«Non è giusto che usi quello sguardo!» Sbottò e lui si girò a guardarla, incuriosito. «Niente Malik.. Il tuo cervello è fuori uso da troppo per capire anche la cosa più semplice!» Il moro la guardò in cagnesco, e lei rispose con altrettanto astio. 
«Perché mi tratti male? Non sono un cucciolo?» Domandò, con tanto di occhioni da cane bastonato. 
«Tu sei un gran paraculo, altro che cucciolo.» Scoppiò a ridere e lei se lo guardò, gustandosi quella risata favolosa. Presero a camminare, Savannah si mise sotto braccio con lei. 
«Scusa ma ho bisogno di un appoggio!» Si girò a guardarla, sentendo quel sussurro. Scoppiò a ridere, scuotendo la testa. 
Crollò il silenzio, quel silenzio imbarazzante. «Fate come non ci sono.. parlate come se non ci sono!» Disse ad un tratto Zayn, ed entrambe si girarono a guardarlo. 
«Ma lui crede davvero che possiamo fare finta di niente? Tu ci riesci?» Parlò a voce alta, tanto che pure Zayn la sentì, e sorrise. 
«Non dire queste cose.. Mandi la sua vanità a livelli galattici. E poi me lo devo subire io!» Entrambi risero, vedendo la sua faccia scocciata. 
«Ok, proviamoci!» Disse Savannah, ma prima di tornare a far finta che non c’era lui si sporse oltre Keyra per vedere se era davvero reale, per poi tornare eretta. «Che farai ad Halloween?» Domandò, curiosa. 
La  mora si schiarì la voce. «Resterò a casa... Dovevo andare ad una festa ma... Credo che non ci andrò.» Sentì subito lo sguardo di Zayn addosso, ma non si girò a guardarlo. «E tu?» Domandò, curiosa. 
«Andrò ad una festa organizzata da un amico del mio ragazzo. Vuoi venire?» Scosse la testa sentendo la voglia di andare ad una festa pari a zero. 
«No, ma grazie. Non sono in vena di festeggiare!» Ammise, con un sorriso gentile. La tipa la guardò, sbattendo le ciglia. 
«Oggi a matematica non hai scritto neanche una parola. E’ successo qualcosa?» Scosse la testa sentendosi come se fosse ad un terzo grado della polizia. 
«Non mi andava di seguire. A volte quel professore mi da l’effetto della camomilla.» Scoppiò a ridere, mentre Keyra sorrideva e si girava a guardare Zayn, che insisteva a guardarla. Si guardarono seri, ma capì subito che Zayn stava cercando – leggendo nei suoi occhi – di capire che diavolo succedeva. Spostò lo sguardo, proprio per non farsi leggere. 
«Ma tu sei sicura che non vuoi venire alla festa? Ci sono tanti ragazzi carini.. Magari dimentichi i tuoi problemi!» Zayn si affacciò oltre Keyra per guardare male Savannah. 
«Allora non ce la mando!» Savannah si girò a guardarlo, incredula, mentre Keyra gli metteva una mano in faccia. 
«Hai detto di far finta che tu non ci sei! Perché chiacchieri allora?» Zayn tolse la sua mano dalla faccia, ridacchiando. 
«Niall ti ammazza se solo sa che vai a feste dove ci sono uomini!» Keyra si girò a guardarlo. Lui, l’ammazzava. Altro che Niall. 
«Si, come no!» sbottò facendolo ridere. «Non vede l’ora di farmi accasare!» Risero, immaginando Niall che la portava all’altare. 
«Conosci anche Niall?» Domandò incredula Savannah. 
«Li conosco tutti e cinque! Siamo amici da prima del loro stupido successo dove si credono dei cantanti..» Spiegò velocemente. 
«Ma stai con Niall? Perché se stai con Niall io ti stimo!» Zayn si fece una risata, e lei lo guardò male, guardandolo mentre lui si faceva una risata di cuore. 
«E anche se fosse? Perché diavolo ridi, imbecille?» Sbottò, guardandolo in cagnesco. 
«Tu e Niall..» E scoppiò ancora a ridere. Gli tirò una pizza sul collo da farlo smettere. Si girò a guardare Savannah e scosse la testa. 
«No, io e Niall siamo solo amici!» Lei la guardò divertita, ma anche se si vedeva che era curiosa come la morte. 
«Non puoi dirmi che non ti piace nessuno dei cinque.» Sbottò, incredula. Sentì lo sguardo di Zayn addosso, e arrossì. Lo sentì ridacchiare. 
«Dobbiamo parlare proprio di fronte a lui di questa cosa?» Chiese, stranita mentre lui si lasciava andare in una risata, un’altra e ancora, mentre lei lo guardava di sbieco. 
«Ok, ne parliamo però eh!» Annuì, ma Zayn si mise in mezzo come al suo solito. 
«In realtà non ti vuole dire nulla perché è innamorata di me.» Praticamente divenne di una tonalità di rosso acceso, e lo guardò male. 
«Ti piacerebbe vero?» lui annuì e lei sorrise mentre Savannah quasi non si stava per sentire male. «Non è così, coglione!» Si, come no! Maledetto di un Malik che era tanto bello da farla veramente essere innamorata di lui. «Respira Savannah. Stiamo scherzando!» Spiegò, e lei la guardò incredula dopo aver ripreso a respirare. 
«E' dal tempo della scuola che spera che gliela do, ma non ci è mai riuscito!» Lei la guardò a bocca aperta, non volendoci credere. 
«Cosa? No ma tu sei sicura di non essere lesbica?» Scoppiò a ridere di cuore. 
«Ti assicuro che non è fico come sembra!» Lui le diede una spallata, e lei lo guardò con un sorriso. 
«In realtà me l’ha data però non lo vuole ammettere!» lei lo guardò male, chiedendosi se ci fosse o ci faceva! Ma gli sembrava il caso di uscirsene in quel modo? 
«A chi devo credere?» Domandò Savannah, curiosa. 
«a me, ovvio!» Risposero insieme, mentre si guardavano male. Lei che non voleva far sapere alla sua amica che era andata a letto con lui, e Zayn che si vantava di averla avuta nel suo letto. Lo stronzo. In realtà non era come pensava, naturalmente stava pensando in modo sbagliato, la scema. Semplicemente era contento che finalmente erano stati di nuovo insieme. Che era di nuovo sua. 
«Se ci sei stata a letto io ti stimo!» Si girò a guardarla, lasciando scivolare lo sguardo da quello di Zayn. 
«Ti prego! Stai mandando la sua autostima a livelli galattici» Sbottò, stranita mentre Zayn gonfiava il petto, felice come una pasqua. 
«Si, ma non stavo facendo i complimenti a lui. Ma a te. Sei tu la mia nuova eroe!» Savannah era una di quelle che dicevano le cose come stavano. Non si vergognava poi a dire la verità in faccia ad un fico del genere. Stava un po’ fuori dal normale, ma la divertiva particolarmente. 
«Mi dispiace ma il tuo nuovo eroe crollerà. Non ci sono stata a letto!» Mentì, con un sorriso. 
«Nei suoi sogni non c’è stata.» Gli diede un cazzotto sul fianco girandosi a guardarlo in malo modo. Se entro due secondi non si cuciva quella boccaccia giurava su dio che lo ammazzava seduta stante. 
«Sta zitto, porca troia!» Sbottò, già stanca di quel coglione. 
«CI SEI STATA A LETTO!» Urlò, e lei praticamente le saltò addosso, per azzittirla, visto che stava urlando in mezzo ad una piazza di Londra che era andata a letto con Zayn, mentre lui se la rideva sguaiatamente. 
«Mi stupisco se non l’ha sentito anche l’ultima italiana alla fine dello stivale.» Sbottò, facendoli ridere mentre si sentiva andare a fuoco per la vergogna. 
«Ti stimo. Troppo proprio!» La guardò in tralice, chiedendosi mentalmente cosa avesse fatto di male per meritarsi tutto quello. 
«Ma questa non è la tua traversa? Ecco sparisci!» Sbottò, facendola ridere. Si abbracciarono e Savannah le urlò che l’avrebbe chiamata più tardi per i dettagli. «Domani tutta la scuola saprà che sono stata a letto con te, merda!» Sussurrò, mentre Zayn si faceva una risata. 
«E non sei contenta?» Quando sentì la sua voce - come se si ricordasse solo in quel momento della sua presenza -  si girò a guardarlo male e gli diede una pizza tra capo e collo. 
«Sei un coglione! Ma tu un pacchetto di cazzi tuoi non te li sai fare? Io sto facendo di tutto per non farmi ammazzare e tu mi sputtani così!» Sbraitò, incazzata nera. 
Zayn la guardò con dolcezza. «Ti da tanto fastidio?» Domandò, mentre continuavano a camminare. 
«Si, abbastanza!» Ammise e lui si stranì. Rimase in silenzio, e Keyra si pentì dopo un po’ di quello che aveva detto. «Non di essere stata a letto con te, Zayn! Ma..» Chiarì arrossendo e lui si girò, facendo di nuovo quel sorriso meraviglioso. Si, aveva pensato bene. Ci era rimasto male pensando che non voleva andare a letto con lui.. «Non perché sono stata a letto con te, ma perché mi da fastidio..» Non aveva il coraggio di dirgli che si vergognava perché era Zayn Malik dei One direction. 
«Ho capito.. non serve che lo dici.» Disse, dopo qualche secondo, dolcemente. «E ti chiedo scusa, ma..» E lui si passò una mano sul viso, nervosamente. «Ma quando sto con te ritorno indietro nel tempo. Non mi sento Zayn Malik dei One direction, ma semplicemente Zayn. Lo Zayn che ero solamente con te, e mi dimentico della realtà! E’ come se.. quando sto con te vivo in un mondo parallelo, scappando dalla realtà che alla fine pesa tanto.» Lo guardava con gli occhioni da cerbiatta, ascoltando quelle parole che in un modo tutto loro, stavano scaldando il suo cuore tremendamente gelido. 
«Con te mi posso permettere di essere Zayn, sapendo che non vengo giudicato, che mi accetti per quello che sono, di sentirmi il ragazzino che si divertiva a darti fastidio, a tirarti i capelli solo per farti stressare, a coccolarti e vantarsi di averti avuta nel mio letto. Non in quel senso, ma perché ero riuscito ad averti tutta per me, quando ovviamente non era facile avere Keyra Smith. Quando sto con te mi dimentico delle mille ragazzine che si sono innamorate di me, che sono gelose. Con te mi sento me stesso, sei la mia normalità.» Sbatté le palpebre, continuando a guardare quel viso tanto bello per non essere vero. Era la sua normalità. Lui si girò a guardarla, e le donò uno di quei sorrisi che le toglievano anche il fiato, e ricambiò con dolcezza. 
Prese a camminare, con un sorrisone a trentadue denti, sentendo l’eco delle parole “sei la mia normalità” rimbombare nel suo cervello. 
«Stai sorridendo per quello che ho detto?» Si girò a guardarlo sapendo benissimo che in viso aveva un sorriso a trentadue denti. 
«La tua vanità ti porta a pensare cose sbagliate!» Sussurrò, e lui sorrise. 
«E' un no?» Scosse la testa, ma continuando a sorridere. 
«Ti pare che sorrido per te? Sei un perfetto idiota!» Lo sentì ridacchiare, e si girò a guardarlo con dolcezza. 
«stai sorridendo per me, perché prima non stavi sorridendo così, prima che ti facessi sorridere per le parole che ho detto!» Pensò alla frase, stringendo le labbra. 
«Un indovinello è più facile da capire.. Comunque vuoi sentirti dire che sto sorridendo per te? Oppure ci metto tre secondi a tornare depressa!» Esclamò e Zayn scosse la testa. Il moro si stranì poco dopo. 
«Hai visto un fantasma?» Domandò, vedendo quella faccia da funerale. «Chi è morto? Il papà? La regina? Chi, Zayn! DIMMELO!» Si aggrappò al suo braccio, usando una faccia da ansiosa e lui si girò a guardarla in modo serio. 
«Ma tu sei stupida di natura oppure ci sei diventata?» Scoppiò a ridere, buttando la testa indietro e lui dietro di lei. 
Erano tornati quelli di prima, le sensazioni c’erano sempre e loro non erano cambiati. Sempre i soliti idioti. Se Keyra fosse stata messa di fronte ad una scelta del tipo “preferisci fidanzarti con Zayn o rimanere la sua amica di letto” avrebbe scelto la seconda, di nuovo. E l’avrebbe fatto per altre cento volte. In quel modo erano solamente solo, senza vincoli, senza litigate, senza perdere niente di tutto quello splendore. Erano unici, in un modo tutto loro. Quando smisero di ridere, lei era praticamente inarcata verso di lui, tenendogli ancora il braccio e lui se la rideva scuotendo la testa, e si asciugarono le lacrime per poi guardarsi in modo dolce. 
«Allora, rispondi? Che hai visto da avere quella faccia?» Zayn ridacchiò ancora, sicuramente pensando alla scenetta di poco prima. 
«Te!» Lo guardò male, e lui si fece un’altra risata vedendola incazzata per ciò che aveva detto.. 
«Sei uno stronzo patentato, Zayn!» Lui, istintivamente, si piegò a sfiorarle le labbra in un debole bacio; una cosa normale per il moro. E appena si staccò ma rimanendo ad una spanna dal suo viso, lui parlò:
«Ho avuto una buona insegnante!» Lei però si era irrigidita, ricevendo quel bacio. Lui se ne rese conto e perse il sorriso. 
«Ecco per cosa era la mia faccia. Anche se con te mi sento tornato indietro nel tempo, tu ti blocchi. E mi fai ritornare alla realtà!» 
Lei si perse in quei occhioni castani. «Anche io torno indietro nel tempo, ma sono io che sto esposta, Zayn! Che vado a raccontare in giro se qualcuno ci vede? E’ questo che mi mette ansia.» Il moro si morse il labbro, nervoso. 
«Che non sono affari loro!» Sbottò, incazzandosi. Lei invece scosse la testa. 
«Tu non rischi nulla, Zayn! Io mi metto contro tutte le directioner, e credo che hai visto come hanno trattato Danielle che è la ragazza di Liam. Pensa io che per te non sono nessuno!» Parlò con sincerità, e lui la guardò in malo modo, ma poi si lasciò andare alla tristezza.
«Andiamo?» Chiese, con tono quasi cattivo. Ecco. Quando si parlava di mettere in chiaro le cose si scappava. Annuì, e per la restante strada non parlarono. Ogni tanto si girò a guardarlo, vedendo la linea della mascella irrigidita, segno che stava incazzato. Si sentiva una stronza - per cosa poi, boh - ma Zayn doveva capire che non erano più quelli di una volta. Lui non era più quello di una volta, che non si potevano permettere di stare abbracciati, fare quello che facevano due anni prima, senza alzare un polverone. Era la dura, ma semplice realtà. E lui doveva capirlo. Solo mentre stavano camminando per il centro commerciale si decise a parlare, aveva aspettato un po’ per fargli smaltire la rabbia.
«Pensi di stare con il muso per tutto il tempo?» Domandò, girandosi a guardarlo. Lui si girò, e la scrutò per poi sospirare. «Non ti ho chiesto di sposarmi, Zayn! Non ti sto chiedendo niente, come tu non devi chiedere niente a me. Semplicemente devi capirlo. Possiamo essere quelli che eravamo quando siamo soli, ma io non  voglio rischiare la faccia, capisci?» Lui annuì, mordendosi il labbro.
«Non è giusto però.» Sorrise al suo tono triste con dolcezza.
«Eì la cosa negativa di essere uno famoso. Non hai vita privata!» Disse, sempre parlando sinceramente. «Ti ci vedi a dire ai paparazzi che sono solo la tua amica di letto? Così tu passi da stronzo, e io da puttana!» Solo a sentire la parola “puttana” lui si irrigidì.
«Non..» Alzò una mano per bloccarlo.
«Tu sai la verità. Tu sai che non è così, tu sai che dietro a tutto c’è una storia. Ma mettiti nei panni di una fan, di un paparazzo. Lo sai i viaggi mentali che si fanno su queste storie?» Lui si lasciò andare ad un sospiro.
«Ho capito! Tu sempre la mente anziana, eh?» Sorrise con dolcezza a quelle parole. In fondo le cose non erano cambiate particolarmente. 
«Sennò chi ti riporta sulla buona strada?» Ridacchiarono insieme, poi Keyra sentì il suo stomaco brontolare. «Hai fame?» Domandò ad un tratto Keyra, e Zayn ci pensò per poi annuire. «Un pezzo di pizza?» Lui annuì ancora e così Keyra sorrise vedendo i suoi occhi brillare.
«Vieni, conosco un posto che la fa all’italiana! Quella si chiama pizza, altro che quello schifo che cuciniamo noi!» La seguì, mentre lei ogni tanto si bloccava a guardare qualche vetrina, alzava la testa verso il nome del negozio e ripartiva in quarta.
Arrivati di fronte alla pizzeria, si presero un trancio di pizza e le patatine, per poi sedersi al tavolo. Lui si mise di spalle all’entrata, come a volersi nascondere. Certo, perché bastavano quei mezzucci per non farsi vedere. Lui invece sperava che nessuno lo disturbasse, perché voleva godersi quella giornata solamente con lei. Senza fan in mezzo ai piedi.
«Posso farti una domanda?» Lei si pulì la bocca, mandò giù il morso e sospirò.
«Ancora che mi domandi se puoi farmi domande, Zayn?» Lui sorrise, sorseggiando la sua coca-cola.
«Che è successo?» domandò scrutandola. Lei non capì, e alzò un sopracciglio. «Sei strana da qualche giorno. Il fatto di voler rimanere da sola, e che non vai alla festa. Non dovevi andarci con Mary..?» Domandò, e lei fece una smorfia a quel nome, involontariamente. «Mary?» Domandò, cominciando a capire. Lei morse la sua pizza, pur di non rispondere.
«Cos’è successo?» Chiese ancora, guardandola. Non c’era niente da fare, Zayn la conosceva troppo bene.
«Non posso dirtelo..» Lui la guardò stranito. Non c’era niente che Keyra non potesse dirgli.
«Cazzata. Spara, lo sai che non lo dico a nessuno..» Lo guardò, sorseggiò di nuovo la sua coca – cola, e sospirò.
«L’hai promesso eh.. Giurin giurello.» Lui sorrise e annuì, facendosi la croce sul cuore come uno scout. «L’altro giorno mentre mi stavo cambiando e lei era con me, le ho chiesto se doveva dirmi qualcosa. Mi sono accorta di come guardava Niall, e lei mi ha detto che gli piace un po’, ma io ci sono rimasta stupita, perché non me l’aveva detto.» Zayn ascoltava, continuando a mangiare la sua pizza tutto tranquillo. «L’ho dovuto notare da sola.. In realtà ci ho pensato e lo guarda così dai tempi della scuola. Ma io ero.. ecco troppo occupata per rendermene conto.» Lui sorrise, trattenendo una risata e lei ricambiò.
«E insomma le ho fatto notare che non mi aveva detto una cosa così importante. E lei mi ha detto che non me l’ha detto, perché do speranze inutili. Quindi sono quella che la spinge fino al burrone, e poi la incita a buttarsi, e magari a farsi anche male.. Capisci?» Lui annuì leggermente. «Mi sono sentita ferita, cazzo! Sono la sua migliore amica, e lei ha usato all’inizio la scusa del “avevo paura che ti arrabbiassi”. Cazzate. Io non spero altro che quei due si fidanzano con qualcuno, perché se lo meritano entrambi.. Ma venirmi a dire che è colpa mia se non me l’ha detto.. Cazzo, mi si è spezzato il cuore. Ed è difficile, chiariamoci. Ma lei è Mary, la mia migliore amica.» Ammise depressa fino alla punta dei piedi. Stare così non le piaceva, e fortunatamente c'era quel demente ad ascoltarla, e aiutarla. A volte ringraziava i genitori di Malik per averlo messo al mondo.
«Insomma è lei la mente tra le due.. Quando è successo tutto con te, è lei che mi ha detto “Stai sbagliando, resterai bruciata da Zayn, non dargli spago”, e mi teneva con le briglie. Ma porca troia, non vive. Cioè, mi fa incazzare perché non si lascia andare. Vuole tutto e subito. Vuole l’uomo perfetto all’istante, non vuole innamorarsi per poi rimanere scottata. Quindi si blocca ancora prima di avere una piccola concessione.» sbottò, incazzata.
«E' come se non vuole fare i miei stessi errori. Ma almeno io vivo, no? Cioè mi godo il momento, mentre lei si tira sempre indietro, perché non sa come fare..» Zayn la guardava con dolcezza.
Quanto era cambiata. Oramai parlava di quello che c’era stato tra loro due come se stesse parlando del tempo, senza vergognarsi ne niente. Si vedeva lontano un miglio che era orgogliosa di essersi buttata, anche se per tanto tempo aveva sofferto.
«Ma non hai pensato che magari si sentiva giudicata da te?» La vide staccare un pezzo di pizza, giocarci per poi buttarla lì, senza neanche mangiarla. Si pulì le mani, e alzò lo sguardo nei suoi occhi.
«Zayn. Sono la prima che si è buttata bruciandomi completamente le mani. Giudicata da cosa? Forse non vuole fare i miei stessi errori.. perché per lei, quello che c’è stato è un errore.» Il moro sorseggiò ancora la sua coca cola, per poi appoggiarsi allo schienale della sedia.
«E dimmi.. Tu le hai detto che siamo finiti di nuovo a letto insieme? E non solo una volta?» La domanda la spiazzò, lasciandola a bocca aperta.
«No.. Ma perché me lo chiedi?» Zayn si riavvicinò, appoggiando i gomiti sul tavolo.
«Stai facendo la sua stessa cosa. Non glielo dici perché sai quanto è contraria a noi due. Ti sentiresti giudicata.» Keyra scosse la testa.
«Zayn, ti assicuro che non ho bisogno della balia. Ho un cervello, so quello che faccio!» Sbottò, innervosita. «Semplicemente non voglio dirglielo perché è una cosa nostra. Come non glielo dico agli altri. Come hai detto tu, la storia di sesso c’è tra di noi, mica tra noi e il resto del mondo!» Recitò le parole usate in precedenza da Zayn. Il moro sorrise.
«E poi da cosa giudicata? Niall non è neanche lontanamente stronzo come un certo moro di mia conoscenza.» E sorrise angelica, sbattendo le palpebre come un angioletto. Lui la guardò male per poi sorridere.
«Parlaci e chiarisci.» Sbuffando, annuì. Sapeva che Zayn aveva ragione. Dovevano parlare, ma da una parte non voleva, per paura di cosa le avrebbe detto Mary. 
«Ok papà. Magari anche prima della festa.. Così almeno faccio qualcosa quella sera.» Alzò lo sguardo poco dopo, dal suo piatto, per posare lo sguardo su uno Zayn con la mascella irrigidita. «Sei geloso?» domandò, maliziosa. Lui scosse la testa. Sapeva che non poteva rispondere, perché gli sarebbe uscito un tono incazzato.
«Ok, e magari mi cerco pure un bell’inglesotto.. Occhioni azzurri, biondo..» La mascella si strinse ancora di più. «Non hai problemi, vero?» domandò, sempre divertita.
«No!» E Keyra scoppiò a ridere perché praticamente l’aveva detto a denti stretti, incazzato come una biscia. Era ancora geloso di lei, che cosa carina. Non voleva crederci, era troppo bello per essere vero. Tutto quello che desiderava era tornato indietro, per ridiventare suo. Zayn poteva prendersi tutte le ragazze che voleva, ma era tornato da lei. Quale donna non sarebbe stata così fottutamente bene sapendo che anche dopo due anni, il tuo amico di letto è ancora geloso di te?


 
E’ bello quando la gente prende la tua ansia, la tua paura o semplicemente il tuo cattivo umore e lo modella con quelle sue grandi mani, portando il cattivo umore alla felicità più estrema. Se quella mattina era triste e si sentiva neanche una su un miliardo di gente, quando rientrò a casa, affiancata da uno Zayn Malik tutto divertito, era tornata ad essere la solita Keyra.
«Keyraaa!» Niall si affacciò dal piano superiore, per poi volarle in braccio, abbracciandola dolcemente.
«Come va, scricciolo?» Chiese il biondino, e sorrise annuendo. «E tu che ci facevi con lei?» Domandò, guardando male Zayn.
«Me la sono rimorchiata e me la sono portata a letto, problemi Horan?» Lo sfotté e lui lo guardò male.
«Potrei essere geloso. C’è Mary!» Si bloccò sulla porta, e alzò lo sguardo quando vide un’altra figura uscire dal piano superiore.
«Ciao!» La salutò ma Keyra non rispose. Non era poi così pronta a parlarci. Ma l’idea che era andata lì per stare con Niall, la fece incazzare. Non perché era lì con Niall, ma perché era andata da lui per parlare. Che nervi.
«Arrivo subito! Aspettami in camera» Lei annuì, e Keyra posò quelle poche buste sul bancone all’americana. «Dove sono gli altri?» Domandò, a Niall che insieme a Zayn l’avevano seguita in cucina.
«Sono in sala a giocare.» Ecco, significa che stavano da soli quei due. Merda e ancora merda.
«Forza, vai e risolvete!» Sussurrò Zayn, con un sorriso dolce, che per un secondo servì a calmare i nervi di Keyra. Annuì e prese un profondo respiro.
«Io e te dopo dobbiamo parlare!» Disse, in direzione di Niall, che si preoccupò un tantino. Salì le scale, non prima di aver salutato gli altri tre, e si diresse in camera sua.
Aprì la porta, se la richiuse alle spalle e guardò la sua migliore amica seduta in scrivania, che giocava con una penna. «ciao!» la risalutò, e Keyra fece un sorriso tirato.
«Sono venuta a cercarti, ma Niall mi ha detto che non saresti tornata fino al pomeriggio.» Spiegò, mentre Keyra si sedeva sul suo letto.
Annuì. «Volevo stare un po’ da sola, ma a quanto pare il concetto di Zayn del “voglio stare da sola” è “vengo a romperti i coglioni”» Ridacchiarono, e Mary la guardò con lo sguardo tipico di una persona che si sente uno schifo. «Mi dispiace, mi dispiace tantissimo Keyra. Ma ho avuto paura che tu mi giudicassi.» Allora aveva ragione Zayn.
«Per cosa, Mary? Non capisco perché ti fai tutti questi problemi con me.. Insomma, sai che voglio solo la tua felicità.» Ammise, guardandola con dolcezza.
«E' che.. Mi sono tenuta tutto dentro, perché non volevo fare le tue stesse cose. Mi stavo infatuando di Niall già al tempo della scuola, e tu eri già infatuata di Zayn. Avevo paura che tu vedessi in me una ricopiona.» La guardò con gli occhi sbarrati.
«Ma ti eri drogata pesantemente per dire una cosa del genere? No perché non capisco da dove ti sia uscita questa boiata.» sbottò, incredula. «E devo dirti la verità..» Annuì, attendendo. «Non ho mai avuto la varicella. Semplicemente non volevo partire. Ho ammesso a papà che non volevo, e lui si è fatto rimborsare i soldi.» La guardava a bocca aperta, con tanto di mascella che toccava il pavimento.
«Perché?» Domandò, non riuscendo a capire.
«Perché se io venivo lì, sarei diventata la solita ragazzina innamorata del ragazzo che non se la fila. Ho preso le distanze ancora prima che si sviluppasse tutto. E se anche ci fosse stato qualcosa, non avrei avuto la tua stessa forza.» Ammise, rossa come un peperone.
«No aspetta.. Mi sta girando la testa. Tu eri mezza infatuata di Niall già dalla scuola, ti sei inventata una bugia pur di non rivederlo perché non eri sicura che c’era qualcosa da parte sua. Hai troncato tutto sul nascere.. Ma ti pare normale?» Domandò, incredula. Mary era rossa.
«Non volevo soffrire. E da quello che ho visto, ho fatto bene!» Scosse la testa, incominciando ad incazzarsi un pochino.
«Mary, io avrò anche sofferto per la mancanza di Zayn al mio fianco, ma ti assicuro che anche se in questo momento lui non fosse al mio fianco, io tornerei comunque indietro nel tempo e rifarei quelle cose altre tremila volte, senza mai pentirmi. Perché ho seguito il cuore, ho rischiato. Ogni tanto nella vita serve rischiare, sai?» Mary già stava scuotendo la testa.
«Io non sono forte come te. Io sarei stata distrutta se Niall non ricambiava.. E non ricambia, fidati!» Sussurrò, dandosi fastidio al giacchetto.
«Mary tu hai bisogno di una scossa. Tu hai bisogno di vivere, e questo vuol dire rischiare. Ti rendi conto che hai diciotto anni, e hai dato solo il primo bacio. Hai avuto una storia, per modo di dire, un po’ seria. Stop. Non ti sto dicendo con questo, di fare la puttana in giro, ma di goderti l’attimo. Tu ti aspetti troppo dalla gente, e quella gente vedendo nei tuoi occhi cosa ti aspetti da loro, ti lascia perdere ancora prima del dovuto. Tu vai troppo con i piedi di piombo. Di cosa hai paura? Del no? Del “mi dispiace, ti vedo solo come un’amica”? Sono le cose normali della vita, cazzo. Tu non ti senti forte, perché non hai avuto esperienze che ti fanno essere forte. Fidati che dopo tante inculature, vedrai i risultati.» Spiegò, con una dolcezza terribile.
In fondo capiva qual'era il problema di Mary, ma la sua migliore amica doveva capire che aspettando in un angoletto non avrebbe ricevuto nient'altro che il nulla. 
Sospirò, passandosi una mano nei capelli. «Ora dimmi una cosa. Su una scala da 1 a 10 quanto ti piace Niall!» Mary alzò di scatto la testa.
«Che hai intenzione di fare?» Era già rossa come un peperone.
«Tu fidati di me, per favore. Quanto?» Domandò ancora.
«Un sei pieno, quasi sette.» Ammise, rossa come una scolaretta vergine.
Keyra si alzò, e aprì la porta. «Gente, che ne dite di pizza con un film?» Udì le urla da stadio arrivare dal piano di sotto. «Io direi anche che puoi telefonare ai tuoi e dire che sei a cena qui, e che dormi qui!» Mary la guardò, tra l’incredulo e il preoccupato.

 
«Non potete scartavetrarmi le ovaie ogni volta che dobbiamo vedere un film!» I cinque stavano litigando su quale film vedere quella sera.
La pizza ed era finita come era arrivata anche grazie a quella bocca – spazzatura che era Niall. In quel momento Keyra stava in cucina a preparare tanti di quei pop corn da sfamare non solo quel mondo, ma addirittura due.
«Che cosa ci vediamo?» Chiese Liam, già stufo di quella cantilena.
«La mamma di Harry!» Tutti scoppiarono a ridere. Quella povera donna era sempre in mezzo ai commenti più porci e maschilisti di quel gruppo di pervertiti. Anne era una bellissima donna, era vero, ma quei cinque erano dei pervertiti.
«Ma perché mettete sempre in mezzo mia madre, poverina?» Chiese, guardandoli male.
«Perché è davvero una gran bel pezza di donna!» Se ne uscì Louis, facendo ridere gli altri. Harry si alzò, prese il fazzoletto con cui si era pulito la bocca mentre mangiava la pizza, e lo passò sui lati della bocca di Louis.  «Che cazzo fai?» Domandò, tirandosi indietro.
«Ti scendeva un po’ di bava, la pulivo!» Keyra praticamente se la rise sguaiatamente dalla cucina, sentendo quei cinque deficienti dire quelle baggianate.  
«Ultimamente l’ho vista stanca Harry..» Disse Zayn, unendosi a quella porcheria.
«Si, nei tuoi sogni. Bello, prima che riesci a toccarla devi portarti a letto altre tremila volte Keyra!» Ma perché la mettevano sempre in mezzo? 
«Ok! Keyra.. Andiamo a fare la trecentesima volta così posso scoparmi la mamma di Harry?» ço guardò male, facendo ridere sia lui che gli altri.
«Keyra, qui va di male in peggio, mi vieni a salvare?» Scosse la testa in direzione di Mary, mentre versava i popcorn, dividendoli in tre insalatiere.
«Così capisci cosa si prova a vivere con questi cinque.» Si diresse in salone, portando le prime due insalatiere, consegnandole a Niall e Mary, seduti sullo stesso divano cosa fatta capitare apposta da Keyra, e l’altra a Louis, Liam e Harry, seduti per terra tra i cuscini che – chi si era seduto sui divani – avevano buttato per terra. Poi tornò in cucina, prese l’insalatiera per lei e Zayn e si avviò al divano. «Mary, ti conviene tenerla tu sennò tu non ne mangerai neanche uno. Un consiglio da migliore amica..» Diede un calcio alle gambe di Zayn, ferma di fronte al divano dove praticamente stava spaparanzato allegramente.
«Mi fai spazio, demente?» Lui la guardò male, poi scosse la testa. «Ci devo pensare io a farmi spazio?» Lui annuì e con un sospiro si mise seduta sul bracciolo, per poi scivolare e cominciare a dare calci a Zayn per farsi spazio.
Alla fine ci riuscì, facendolo ridacchiare. «Vediamoci scary movie e abbiamo risolto. Tanto piace a tutti, no?» Sbottò Keyra, riprendendo il discorso di qualche film vedere. Tutti annuirono, poi Louis si alzò per mettere il dvd. Con Zayn in casa, gli Scary Movie non mancavano di certo. Li aveva tutti. Cominciarono a guardare il film e praticamente a metà di esso questa era la situazione: Keyra era stesa e Zayn si era accoccolato al suo fianco, addormentandosi appena Keyra aveva cominciato a giocare con i suoi capelli. Niall donava la spalla a Mary che si era palesemente addormentata, Louis giocava con i capelli di Harry, che stava più di là che di qua, e Liam messaggiava allegramente con Danielle.
«Vabbeh, la situazione è degenerata. C’è chi dorme, chi ci sta per arrivare.. Andiamo a dormire.» Constatò Keyra, sbadigliando. Tutti acconsentirono. O almeno quei pochi che erano svegli. Lei chiamò Zayn che si stiracchiò e le sorrise come un bambino piccolo.
«Dormi con me stanotte?» Non l’avesse neanche detto. Tutti si girarono a guardarli, curiosi. Harry, che era mezzo addormentato si era svegliato di botto. Guardò Niall, che ancora dava la spalla ad una Mary addormentata.
«Ci pensi tu a lei?» e lo vide guardarla, per poi arrossire e annuire.  «Non farci la squadra di calcetto, per favore. Almeno fallo quando è sveglia!» Tutti scoppiarono a ridere, vedendo il rossore di Niall e facendo svegliare anche Mary.
«Che succede?» Keyra sorrise al suo amico.
«Niente! Stanotte dormi con Niall, ti dispiace?» Lei si girò a guardarla, stranita per poi guardare Niall che sorrideva.
«Perché?» indicò il tipo steso al suo fianco, che non era altro che Zayn.
«Mi sono arrivate proposte indecenti. Non rifiuto mai questi occhioni!» Molto più spigliata, notò Zayn che se la sorrideva.
«No, aspettate..» Loro, lei e Zayn, già si erano alzati, e Louis aveva parlato. «Ma..» Keyra si girò a guardarlo, con la noia disegnata in viso ma con un sorriso bastardo dipinto sulle labbra.
«Si è come pensi! Precisamente come stai pensando in questo momento..» Sorrise angelica, lasciandolo a bocca aperta.
«Momento momento momento.. Siete andati di nuovo a letto insieme?» Fu Harry a parlare, questa volta. Incredibile come ancora si divertivano quei quattro a rompere i coglioni. Ovviamente ne Zayn ne lei avevano intenzione di ammettere la verità. 
«Un anfiteatro di cazzi vostri mai, eh?» Zayn rise, dando la buonanotte a tutti mentre lei si piegava a dare un bacio a Mary, sulla guancia. «Almeno usate le precauzioni!» E il rossore sulle loro guance fece ridere tutti, tanto che pure Zayn se la rise sguaiatamente dalle scale avendo sentito Keyra anche da così lontano. Mary come minimo l’ammazzava il giorno dopo, ma non era poi così sicuro. La mora si piegò a dare un bacio sulla guancia di Niall per poi parargli nell’orecchio.
«Tu mi conosci meglio di me, ma io ti capisco con un solo sguardo!» si sorrisero, poi seguì Zayn. Louis si alzò, affacciandosi sullo scalone.
«Ditemi... Siete andati a letto insieme di nuovo? Mi sta uccidendo la curiosità!» Zayn praticamente se la rise e lei ridacchiò.
«Non è la prima volta che dormiamo insieme. Magari vogliamo solo dormire..» Louis alzò un sopracciglio, alle parole di Zayn.
«Non lo saprai mai, Tomlinson!» Si chiusero in camera, e si lasciarono andare alle risatine.

E vediamo ora se riuscivano a nascondersi uno con l’altro la verità. Insomma, loro per primi sapevano che durante la notte, dentro un letto la verità poteva venire a galla, senza neanche volerlo.Sarebbe cambiato qualcosa in quella notte? Dovevano aspettare per saperlo, ma fidatevi che Keyra e Zayn sarebbero stati occupati con ben altro invece di star a pensare a quei due.


Spazio dell'autrice: New chapterrr.. Da quello che vedo la coppia Niall - Mary non dispiacerebbe a nessuno. Era tutto programmato, ovviamente. ùù Keyra e Zayn rimangono quelli soliti, senza le palle di mettere a posto le cose. E pian piano farò fidanzare tutti (naturalmente Louis è fidanzato con Eleanor come nella realtà). Harry ancora non so..
Io vi amo. Continuate a recensire, anche la storia vecchia e vi adoro, per questo. Continuate a riempirmi di complimenti che non mi merito. Seriamente. Mi sono accorta che cinque persone mi hanno messo tra "gli autori preferiti" O.O addirittura? Vabbeh, vi potrei sposare di questo passo, sappiatelo xD

vi lascio con un: VI AMOOOOOOOOOOOO! ♥

 

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Capitolo 7
*** chapter six ***


I don't know what we are.
Sometimes I feel like we're friends,
sometimes I feel like we're more then friends,
but sometimes I feel I'm just a stranger to you.
(Non so cosa siamo. A volte sento che siamo amici,
a volte sento che siamo più che amici,
ma a volte sento che sono una sconosciuta per te.)


«Porca troia i capelli!» strillò Zayn, mentre entrava in casa, chiudendo la porta di casa con il piede. Sulla sua faccia c’era un sorriso felice, anche se si era bagnato visto che aveva cominciato a piovere, dopo essere andato a prendere la colazione per tutti.
Era risaputo che Zayn impazziva quando venivano toccati i suoi capelli, sia da una persona che dal tempo. L’unica che poteva sfiorare quei capelli era Keyra, l’unica eccezione in tutto il mondo.
Si sentiva così felice quel giorno e non sapeva bene perché. Forse era l’effetto di Keyra al suo fianco.
Si girò per andare verso la cucina, e trovò Keyra e Mary nella stessa posizione, appoggiate sulla mano, una di fronte all’altra ma girate verso di lui.
«Buongiorno principesse!» Mary non rispose, troppo assonnata, lei invece alzò un sopracciglio.
«Ti sei fatto di crack stamattina?» domandò, sbadigliando. Erano tutte sconvolte, mezze addormentate e la felicità di Malik stava facendo innervosire la povera Keyra.
«Sono contento, non posso esserlo?» Chiese posando: caffè, cappuccini e cibarie varie sul bancone all’americana. Praticamente le due erano state buttate giù dal letto alle sei di mattina. Solo perché quei cinque dementi dovevano andare a fare un’intervista e sia Niall che Zayn le avevano fatte alzare a quell’ora imbonda.
«Non in mia presenza, quando non ho caffè nelle vene.» sbottò, facendosi la coda per l’ennesima volta. Lo sentì ridacchiare, mentre si affacciava e urlava che aveva portato la colazione.
Ce l’avete presente nei film quando un gruppo di bufali corre incontro la telecamera? Ecco, quella era la scena che si parò di fronte agli occhi delle due ragazze che rimasero allibite a guardarli. Ci mancava poco che Zayn venisse investito da quei quattro imbecilli. Niall cominciò a massacrarsi di botte con Harry, affamato come lui.
«Mio dio, sembra che non mangiate da anni.» Esclamò Liam, dopo essere riuscito a prendere il suo Muffin al cioccolato e il suo cappuccino.
«Perché tu ti cibi di aria?» chiese Louis, mordendo il suo pan de chocolate.
«Si, ci manca solo quello!» esclamò, sorseggiando il suo cappuccino. Keyra alzò un sopracciglio a guardare quei quattro mangiare; poi scosse la testa, incredula. 
Harry e Niall invece erano troppo impegnati a mangiare le loro cose per parlare.
«Allora stasera andate alla festa?» Domandò Liam, tutto contento.
«Si, fra un paio di ore usciamo a prendere le cose per fare la maschera. Ma ora sono tutti chiusi i negozi, quindi...» Cominciò Mary e invece Keyra terminò la frase, mezza abbioccata sentendo Zayn giocare con la sua coda.
«...Quindi appena uscite voi noi torniamo a dormire per almeno altre quattro ore.» Finì Keyra, sbadigliando.
«Avete dormito poco entrambe, stanotte?» Se Keyra si girò a guardare male Louis, per poi fare un ghigno, Mary arrossì insieme a quel demente di Niall. Nessuno se ne accorse, perché Liam era intento a stare su twitter - sicuramente - Harry era affondato con la faccia dentro al suo muffin, e Zayn guardava male Louis almeno quanto Keyra.
«E se anche fosse? Bello, almeno noi ci diamo alla pazza gioia.. Tu vai di mano!» Tutti scoppiarono a ridere sentendo Keyra rispondere in quel modo.  
«Quindi avete fatto ancora sesso?» Zayn ridacchiò a quella domanda più che ovvia. «E' inutile che ci provi... Non te lo diremo mai se siamo finiti di nuovo a letto insieme...» Terminò con un ghigno divertito almeno quanto Keyra, a nascondergli la verità.
«Siete cattivi!» Borbottò il castano e i due invece annuirono, guardandosi. Keyra si appoggiò al bancone con la fronte, desiderosa di tornare a dormire per almeno mezzo secolo, ma a quanto pare erano destinate a rimanere sveglie finché quei cinque non sarebbero usciti di casa. Dopo quasi mezz’ora quando sia Mary che Keyra erano addormentate sul bancone, i cinque ragazzi annunciarono che stavano uscendo.
«Ok, ciao! Uccidetevi» Esclamò assonnata Keyra che ancora non si era ripresa neanche con il caffè.
Il moro si avviò verso il bancone, mettendosi al fianco della ragazza. «Me lo dai un bacio?» domandò Zayn, al suo orecchio.
«Neanche sotto tortura. In questo momento io e questo bancone stiamo avendo una storia d’amore. Alias, non rompermi le palle!» sussurrò e lui le tirò la coda, ridacchiando per poi posare le labbra sulle sue.
«A-haaaa!» sbottò Louis, indicandoli. «Allora siete finiti di nuovo a letto insieme..!» Tutti notarono che non era una domanda, ma una costatazione.
La ragazza alzò un sopracciglio, più che infastidita. «Vuoi un applauso?» chiese Keyra, annoiata. Louis cominciò a saltellare in giro per la cucina, tutto contento.
«Finalmente posso di nuovo sfottervi. Grazie dio che mi hai donato di nuovo questo passatempo!» Zayn e Keyra si fissarono, per poi guardare increduli quel demente che saltellava per casa tutto contento. Niall pensò che tutti erano troppo occupati a guardare quel demente, così si piegò a sfiorare le labbra di Mary, rossi come due pomodori.
«A-HAAA!» Keyra praticamente aveva visto la scena con la coda dell’occhio, e si era girata a guardarli, indicandoli. Niall era già tornato eretto, Mary seduta - in quanto si era allungata con il collo per ricambiare il bacio-. Saltò giù dalla sedia, per abbracciare Niall. «Grazie dio, che hai donato a Louis questa nuova coppia almeno sfotterà loro e non noi!» Disse, mentre tutti ridacchiavano.
«Ma anche no.. Loro sono carini insieme, non c’è niente da sfottere. Ma voi siete voi!» guardò male Louis e assunse uno sguardo indignato.
«Ti obbligo a sfotterli, Louis.. Lasciaci respirare a noi, per favore. Ci hai avuto per un mese sotto le tue mani, ora tocca a loro!» Mary le diede una pizza, guardandola male. Maledetta bastarda... Vatti a fidare della amiche!
«Neanche per sogno. Voi e solo voi riuscite a farvi sfottere così bene!» Lo trucidò con lo sguardo.
«Andate a fare la vostra stupida intervista!! Ciao... Adios Li spinse fuori, chi a calci nel sedere chi con schiaffi, per poi chiudere la porta. Si girò verso Mary, che vedendo la faccia che aveva Keyra cominciò a correre per tutta casa, ridendo come una pazza.
«Tuuuuu.. sgualdrinaaa! Mi devi raccontare tuttoooo» si buttò sul suo letto, dopo che Mary si era buttata cercando di scappare.
«Per filo e per segno?» Annuì, coprendosi visto che faceva abbastanza freddo quella mattina. O forse faceva freddo perché erano le sei di mattina. Maledetti bastardi! «Allora... Niente. Siamo saliti in camera poco dopo di voi. Ci siamo cambiati, lui in bagno e io in camera e poi timidamente Niall mi ha chiesto se avevo delle preferenze per dove dormire, e gli ho detto di no!» Keyra annuì, guardandola curiosa. Finalmente quei due si erano decisi a darsi una mossa. «Stesi nel letto, abbiamo spento la luce e ci siamo dati la buonanotte. Per un po’ nessuno ha parlato, poi ho sentito sussurrare Niall “speriamo che di non sentire Keyra urlare” e ho riso. Lui pensava che stavo dormendo, ma ero sveglissima. Abbiamo cominciato a chiacchierare su quello che avevamo appena scoperto, che tra parentesi tu mi devi anche raccontare.» La mora annuì ma fece il segno per dire “continua” e riprese a parlare.
«Lui mi ha detto che se eravate tornati insieme, per modo di dire, che era contento perché tu con lui sei davvero felice. Io gli ho risposto che non vedevo tutta questa felicità da parte tua, e che alla fine avevi sofferto tanto... Che non capivo perché ti piaceva soffrire.» La guardò male, e Mary sorrise ma notò il rossore sulle sue guance. «Niall mi ha detto che a volte bisogna soffrire per ricevere il meglio. Ed era sicuro, che voi due siete fatti per stare insieme, in quanto anche dopo due lunghi anni, ancora vi ronzate intorno. Così gli ho chiesto cosa si aspettava da una ragazza... E dopo un momento di silenzio, mi ha detto che lui non vuole il rapporto perfetto. Ma semplicemente una ragazza che lo faccia stare bene.» La vide arrossire; ancora di più. «Mi ha rigirato la domanda  e gli ho detto “la sicurezza” e altre cose.. Insomma poi siamo finiti a chiederci se ci piaceva qualcuno e mi sono stupita quando mi ha detto di si. Non volevo crederci, di nuovo ero caduta dietro ad uno a cui non piaceva.» Keyra si fece una risata, scuotendo la testa. «E dopo un po’, l’ho sentito sussurrare “devo dirti la verità? sei tu.” che mi si è bloccato il cuore.»
Ci mancava poco che Keyra si tagliasse le vene per tutta quella dolcezza, ma aveva gli occhi lucidi per la felicità. «Io pensavo che stavi prendendo in giro me ieri sera, e infatti ho pensato di ammazzarti, ma non credevo possibile che invece stavate prendendo in giro entrambi. E insomma alla fine, ci siamo mezzi dichiarati, a frasi mangiucchiate e alla fine mi ha baciata!» Keyra saltò addosso a Mary, coccolandosela tutta.
«Quindi state insieme..» Lei arrossì.
«In realtà non ce lo siamo detto!» Keyra scoppiò a ridere fragorosamente. 
«Si, state insieme. Anche perché nessuno dei due, può definire questa cosa una storia di sesso!» E lì se la rise come una pazza, rotolandosi nel letto mentre Mary la guardava di sbieco.
«E tu, invece? Che devi raccontarmi?» dopo essersi asciugata le lacrime, ghignò.
«Siamo di nuovo andati a letto insieme..» Spiegò, del tutto pacata mentre Mary se la guardava male. «E non solo una volta. Più volte!» ammise, continuandola a scrutare attentamente.
«Ora lo so cosa ti sta passando per l’anticamera del cervello “stai sbagliando, tu e Zayn state sbagliando. Zayn non è il tuo tipo, Zayn non vuole la storia seria” e minchiate varie. Non mi interessa cosa ti sta passando per il cervello Mary.» Sospirando abbassò la testa per giocare con il laccio della felpa che indossava... «Stare qui a dirti che in questi due anni non ho pensato a lui è una cazzata. Forse tu hai pensato che io avevo dimenticato, ma non è così! Mi è mancato, poco mi interessa se vuole o non vuole la storia seria. Fidati quando ti dico che può chiedermi tutto e io glielo darei! Due anni, a pensare a quel coglione e poi vengo a scoprire che sono mancata anche a lui. Ora...» Alzò la mano vedendo Mary che apriva la bocca.
«Può sembrare uno stronzo, ma ti assicuro che non lo è. Passa per uno stronzo, ma dentro c’è una dolcezza che tu neanche ti puoi immaginare. Stavi dicendo sicuramente “non gli sei mancata, voleva solo del sesso” e allora mi spieghi perché non è andato lì fuori a prendere una delle tante ragazze che sbavano dietro di lui e non ha chiesto a loro del sesso? E sono sicura che lì fuori c’è una ragazza molto più brava di me a letto, che lo può soddisfare molto di più di me. Perché proprio a me, che sa benissimo quanto tengo a lui e lo sa, fidati! Perché a me, e non cercarsi un’altra ogni notte torna da me?» Mary la guardava, contrariata.
«Ti stai illudendo!» Borbottò e Keyra sorrise, sentendo quelle parole.
«Potrebbe essere! Pensa quello che vuoi, Mary. Ma se non accetti questa cosa tra noi due, mi dispiace davvero! Perché non cambierò idea.» Ammise, guardandola. La sua amica attese, sapendo che Keyra aveva da dire qualcos'altro. 
«Perché solo quando sono con lui mi sento serena? Perché solo lui mi fa fermare il cuore e poi sempre quello stesso cuore comincia a battere forte quando lui mi parla con quel tono dolce? Perché quando non c’è, scivolo nel suo letto, perché quando mi chiama per chiedermi come sto io sorrido? Non lo so, non lo so neanche io cos’è, ma tutto questo o queste poche cose, mi fanno stare bene. Non adesso, non da un mese. Ma da quando lo conosco. Sempre mi ha fatto sentire così, ma prima ero troppo ingenua. Nascondevo tutto dietro al fatto che non ci saremmo più rivisti. Ora che ci vivo insieme, fidati che queste cose sono tornate tutte a galla appena ha posato lo sguardo su di me.» Mary ascoltava, con un sorriso dolce e Keyra abbassò lo sguardo, un po' imbarazzata da quello che stava ammettendo a se stessa, ma soprattutto a qualcun'altro che non fosse lei. «Nessuno di quei ragazzi con cui sono stata in questi due anni mi hanno fatto sentire così. Mi sono stufata di voler tutto perfetto, il ragazzo perfetto solo perché è il mio cervello a dirlo. Mi sono stufata di stare male con me stessa perché do troppo ascolto al mio cervello. Con lui sto bene, e quando sto con lui sono felice... Mi sento felice. Non mi interessa se vuole solo sesso. Se vuole solo sesso, io glielo darò finché lui stesso non mi dice che si è stufato!» E si riappoggiò sullo schienale, avendo detto tutto quello che voleva dire.
«In realtà ti ho messo alla prova...» alzò la testa, fissando la sua amica in modo incredulo. 
«Come prego?» domandò, non capendo.
«Ti ho messo alla prova, si. Volevo vedere se tu ti sei resa conto – finalmente - di quello che ti fa provare Zayn quando sei con lui. Perché ti conosco, e sono sicura che queste cose non le hai capite fin quando non l’hai rivisto. Ora... Per me può essere un alieno, un pazzoide o qualsiasi altra cosa. A me interessa solamente che tu sia felice, e tu in questo momento lo sei. Con Zayn.» La guardava in modo stranito.
«Non capisco..» Ammise guardandola in tralice e incredula. O Mary si era impazzita oppure lo era lei.
La sua amica cercò le parole giuste nel suo cervello, per poi sospirare e dire ciò che pensava. «Vi ho visto in tre situazioni diverse: la prima, quando vi siete conosciuti: tutto tranquillo, se escludiamo le battutine. La seconda: alla tua festa dopo due anni che non vi vedevate. E già si notava quanto eravate felici di rivedere l'altro. Ora, mi prenderai per pazza ma si notava da entrambe le parti la felicità di rivedere l’altro, di sapere che l’altro era tornato nella propria vita. E adesso: prendimi ancora per pazza, prendimi per una romantica da paura; vi adorate, in un modo sproporzionato.»
Aveva sempre più lo sguardo incredulo. «Sai che mi piace osservare no?» Le chiese Mary e lei annuì. «Oggi vi ho guardato. Lui che ti guardava con una dolcezza... Wow, davvero non so spiegartelo. E tu che ti giravi a guardarlo, anche per una cosa stupida. Vi ronzate intorno come due api, senza nemmeno che ve ne accorgete.» 
La guardava ad occhi sbarrati. Ma di che si era fatta quel giorno Mary? «Cosa?» le uscì uno sbuffo di risata. «Ma che ti sei letta ultimamente? Ma chi cazzo è il tuo spacciatore?» scoppiò a ridere, mentre lei arrossiva.
«Sono seria Keyra!» Continuò a ridere fragorosamente, scuotendo la testa.
«Ho detto che sto bene con lui, mica che mi ci devo sposare!» Esclamò, continuando a ridere divertita. Peccato che Mary aveva ragione, anche se non voleva ammetterlo a se stessa. Senza rendersene conto, ormai ronzava intorno a Zayn senza nemmeno volerlo, e per lui era la stessa medesima cosa. Le spiegò cos’era successo il giorno prima, per farle capire che non era come pensava. «Quando gli ho fatto notare che io non ce la mettevo la faccia per lui, lui si è tirato indietro. Segno che non vuole stare con me. Sta bene in quello che c’è, segno che non vuole cambiare. Siamo in due, comunque a volerlo.» Spiegò mentre Mary scuoteva la testa.
«Hai finito di sparare le tue cazzate Kè? Possiamo tornare a dormire? Ok! Metti la sveglia fra due ore, demente.» E senza aggiungere altro, si mise sotto le coperte e chiuse gli occhi. Keyra rimase per altri due minuti seduta sul letto, a guardarla stranita. Poi mise la sveglia e spense la luce che avevano acceso in quanto la stanza era con le tapparelle abbassate, per poi mettersi a dormire di nuovo.
 
«Ti stai fermo? Non grattarti cazzo!» Sbottò, dando una pizza sulla mano di Zayn.
«Ma mi prude!» alla fine si era ritrovata a truccarlo, perché non aveva trovato niente di decente da mettersi per halloween. Erano le cinque, e lei ancora stava in tuta, struccata e tutto. E le rodeva il culo tanto, troppo! Partendo dal fatto che aveva visto un tutorial su youtube troppo fico, e aveva deciso di fare quello a Zayn, mentre per lei aveva visto un tutorial di come creare una bambola di porcellana, con parti del viso “distrutte” come se fosse caduta per terra. Invece Zayn voleva fare il vampiro, ma si era totalmente rifiutata di fargli semplicemente la faccia bianca e quindi aveva trovato questo video di questo ragazzo su youtube, in italiano. «Io te le stacco queste mani, se provi di nuovo a toccare la mia opera d’arte.» Zayn la guardò male. «Cercare di rendere te bianco cadaverico è come riuscire a far mettere le mutande ad Harry.» il moro la guardò ancora più male sapendo dove voleva arrivare. «Una cosa impossibile.» Terminò, visto che con la carnagione così scura aveva dovuto mettere non si sa la merda sul suo viso.
Mary e Niall tornarono poco dopo con l'ultime cose che le servivano. «Ecco.. Spero che queste lenti vadano bene, e i canini anche!» Li guardò annoiata, poi annuì e tornò a lavorare. Quando terminarono il trucco, lei pensò ai canini mentre lui si metteva le lenti a contatto. Appena finito il trucco, Zayn si guardò allo specchio. «Sono un fico!» Keyra alzò gli occhi al cielo, esasperata mentre Mary se la rideva divertita. «Farei sesso con me stesso!!» La mora si girò a guardarlo, per poi ridere come una pazza sentendo come si stava congratulando con sè stesso.
Keyra si andò a vestire. Prese una gonna di velluto, calze bianche, un giacchetto di velluto e la camicetta sotto. In testa si mise il cerchietto. Insomma, sembrava una bambola di porcellana. Chi non ha avuto bambole di porcellana in casa? Poi cominciò a truccare se stessa, e anche Mary si mise a farsi il trucco, sempre trovato su YouTube.
Quando la mora terminò anche l'ultima crepatura sul viso, si guardò allo specchio e... «Metti quasi ansia!» disse Niall, avvicinandosi, mentre lei si faceva le crepe sulla fronte. «Se volevo essere carina avrei fatto un altro trucco, Niall!» gli sorrise e lui ricambiò, per poi avvicinarsi a mary che si stava facendo il trucco di Brandon Lee nel “il corvo”. Quando terminarono, uscirono tutti insieme, chi salì sul Suv chi sul taxi. Per l’ennesima volta le loro vite si dividevano. Loro andavano al party figo e pieno di gente famosa mentre Keyra e Mary al party con le amiche. Dovevano convivere con il fatto che loro erano famosi mentre le due ragazze rimanevano semplicemente due sconosciute di Londra.
 
 
Si ritrovava da circa due minuti di fronte casa, davanti alla porta con in mano le chiavi cercando di prendere la serratura.
Aveva bevicchiato un pochino, ma non tanto da stare ubriaca persa da non ricordarsi assolutamente niente. Semplicemente si sentiva allegra. Appena riuscì a mettere la chiave nella serratura, esultò da sola nel suo cervello, per poi aprire la porta e richiuderla.
«Dove cazzo sei stata?» sbottò una voce dal salone, per poi vedere Zayn entrare nel salone d’entrata. Il suo operato, tutto il trucco era stato tolto. Che peccato, gli donava tanto. Lo guardò, sbattendo le ciglia finte.
«Sei ubriaco? Alla festa, no?» il moro la stava guardando con un misto di incazzatura e fastidio.
«Sono le sei di mattina!» Quando capì dove voleva andare a parare e che le stava facendo una paternale, cominciò a camminare verso la scala, per andare in camera. «Dove pensi di andare?» domandò, incazzato e seguendola.
«A dormire... Possiamo rimandare la paternale da papà preoccupato a domani mattina?» chiese, sbadigliando ma continuando a salire le scale, seguita da Zayn come un cane.
«Assolutamente no! Puzzi di alcool!» sbottò, infastidito.
«Non dirmi che tu non hai bevuto, perché non ci credo neanche a vederlo!» Sussurrò per non svegliare gli altri, aprendo la porta della sua stanza.
«Certo che si. Ma quando sono rientrato a casa due ore fa, mi sono reso conto che ancora non eri ritornata. Strano, per una a cui non piacciono le feste.» Keyra aveva buttato giacchetto e cose varie sul letto, e si diresse verso il bagno in camera. 
«E' Halloween. Che ti aspettavi che tornavo due minuti dopo che eravamo usciti, Zayn?» Domandò con tono stanco, mentre si struccava.
«No, ma non mi immaginavo neanche che tornavi alle sei... Dove cazzo sei stata? E io stupido che ti aspetto pure!» troppe domande in quella notte per un cervello che praticamente era andato a dormire quattro ore prima. «Alla festa... Senti, Zayn! Sono le sei di mattina, ho abbastanza alcool nelle vene da non capire un cazzo di quello che stai dicendo. Praticamente tra due ore mi devo alzare per andare al cimitero a trovare i miei nonni.. Durerà tanto questa paternale?» Domandò, guardandolo annoiata.
«Finché non mi dici dove cazzo sei stata!» lo guardò, sbattendo ora le sue ciglia, per poi sospirare.
«Ma non do spiegazioni neanche ai miei genitori, non le ho mai date a nessuno, pensi che vengo a dare spiegazioni a te, Zayn? Mi stai facendo la scenata di gelosia? No perché se è così ti prego risparmiamela.» Lo pregò, cominciando a sentire un fastidio allo stomaco. «Ancora non mi hai risposto, Keyra! Dove-sei-stata?» Marcò sull'ultima frase e Keyra prese un profondo respiro, tornando a guardarlo.
«E io ripeto: alla festa, Zayn! Se tu mi hai immaginato a letto con un fusto, non ci posso fare niente, ma io sono stata a casa della mia amica, a festeggiare. Ok?» Il moro strinse la mascella, incazzato.
«Chi c’era?» Oddio. Ora lo crepava di mazzate se le faceva un’altra delle sue stupide domande.
«Cazzi miei! Ma davvero mi stai facendo la scenata? Tu sai che non te la puoi permettere, vero? Noi non stiamo insieme, Zayn!» si avvicinò a lui, e gli mise un dito sul petto, e mentre parlava lo punzecchiava. «non stiamo insieme, andiamo solamente a letto insieme. Se per te questo vuol dire che sei portato a farmi i cazziatoni perché rientro a casa alle sei, quando sai benissimo che sto con Mary alla festa di una nostra amica. Non puoi, non sei autorizzato a rosicarmi perché ti fai i film mentali in testa.» Lui la guardò male.
«Tu sei mia!» scosse la testa, sentendo la parola “mia” detta a denti stretti. Che depressione. 
«No, sono solo la tua stupidissima amica di letto, ma... ripeto, non stiamo insieme. Queste scene di gelosia, non sono adatte per due amici di letto, Zayn! Non mi pare che io ti faccio tante storie quando sento in giro che tu sei stato con qualcuna del tuo stupidissimo mondo dei famosi! Mi hai mai sentito rompere i coglioni perché magari ho letto che sei stato con quella delle Little Mix? No, non mi pare! Se tu vuoi trombarti quella delle Little Mix, lo fai punto e basta. Ma non venirmi a rompere i coglioni quando ovviamente ti stai facendo i film mentali!» sbottò, per poi spogliarsi e buttarsi sotto alla doccia, per farsi una doccia veloce.
«Io non sono stato con Perrie, non siamo stati insieme..» disse, mentre lei da sotto la doccia ridacchiava fragorosamente. 
«Certo, e io sono Megan Fox. Uhhh! “Votate le little mix, sono brave..” Ti prego, sei ridicolo!» lo prese in giro, insaponandosi  mentre Zayn si mise seduto sul wc. Sorrise a labbra strette, ringraziando che lei non potesse vederlo, sentendola parlare con tono tanto risoluto.  
«Quindi sei stata con Mary?» domandò, solo per confermare.
«Che palle Zayn! Non puoi venire da me a farmi le scenate da trombamico geloso. Pensi che andrà sempre così bene, Zayn? Pensi che prima o poi entrambi non troveremo un ragazzo o una ragazza che amiamo? Pensi che resteremo buoni amici di letto per il resto della nostra vita? Per favore! Lo sai che odio le scenate da ragazzo geloso, quindi risparmiamele.» sbottò, risciacquandosi il corpo, per poi uscire e indossare l’accappatoio.
«io non ti ho mai tradito!» lo guardò male, molto male.
«Io non capisco che idea hai di trombamici. In fondo sei stato tu a chiamarmi così, no? I trombamici, significa che sono amici che fanno sesso. Noi siamo amici che fanno sesso, ma questo non porta a fare scenate di gelosia o non tradire. Se tu vuoi tradire, tradisci! Non mi pare difficile da capire.» spiegò, indossando l’intimo e il pigiama.
«significa che tu mi hai tradito?» domandò, e Keyra vide la mascella indurirsi.
«e se anche fosse?» Lui strinse gli occhi, incazzato.
«sei stata con qualcun altro?» 
«e se anche fosse? Non stiamo insieme, Zayn! Lo vuoi capire?» No, a quanto pare non lo riusciva a capire. Lo vide guardare un punto fisso per un paio di minuti, poi si alzò, incazzato come una biscia e se ne andò sbattendo la porta così forte da farla tremare dentro i cardini.
«Si incazza... Ma come si incazza si scazza! Eh bello mio!» sussurrò da sola, mettendosi nel letto. Lei aveva semplicemente messo le cose in chiaro. Non poteva permettersi di fare le scenate di gelosia, anche perché non stavano insieme. E lui doveva capirlo, diamine.
 
Riuscire ad addormentarsi alle sette di mattina, e risvegliarsi un’ora dopo perché tuo padre ti chiama dicendo che sta uscendo di casa, si era bello da far paura. Camminando come uno zombie, uscì di casa e salì sull’opel corsa di fronte al cancello.
«ciao papà.. ciao Julian!» esclamò, buttandosi nel sedile di dietro e appoggiando la testa sul sedile.
«bella faccia. Fatto baldoria ieri sera?» domandò suo fratello, girato verso di lei.
«lasciatemi dormire!» sussurrò e chiuse gli occhi, per cercare di dormire almeno un’altra ora. Il paese dove erano sepolti i suoi nonni distava circa un’ora da Londra. Dopo un ora, venne svegliata e aprì gli occhi, trovandosi di fronte al cimitero. Mhm.. di già? Voleva dormire per altre tremila ore, ma con un sospiro scese e fecero quello che dovevano fare al paese dei suoi nonni. I suoi genitori erano di Londra, ma i nonni erano paesani. Prese il cellulare e vide che mezz’ora prima le era arrivato un messaggio di Zayn. “mi dispiace”. Semplice e coinciso. Si allontanò dicendo che si andava a prendere un caffè al bar, e i due annuirono dicendo che l’aspettavano in macchina.
Cercò Zayn nella rubrica per poi chiamarlo. Non rispose subito, ma poco dopo lo sentì rispondere e il tono le fece capire che stava dormendo.
«Giorno!» sussurrò salutando Zayn e sorridendo alla cassiera. «Un caffè lungo, molto molto lungo e forte!» Quella sorrise e annuendo si mise a lavoro.
«Dove sei?» domandò Zayn, assonnato. Se fosse stata un'altra persona a quelle parole, avrebbe dimenticato tutta l'incazzatura della notte prima. Ma Keyra era diversa...
«Al paese. Stiamo tornando.» silenzio da entrambe le parti.
«Mi dispiace.. ma mi è partita la testa quando ho sentito che sei stata con un altro.»
Zayn era troppo addormentato ancora per parlare decentemente. Infatti si stupiva anche di quante cose avesse detto, essendosi svegliato da due minuti. Però alzò gli occhi al cielo sentendo quelle parole. Ma perché gli uomini registravano una cosa che poi neanche era stata detta?
«Quando ti avrei detto che sono andata con qualcun'altro, Zayn?» Domandò, sentendo il silenzio dall’altra parte per qualche minuto. 
«Non l’hai detto, ma l’ho capito!» E infatti aveva capito male, il coglione.
«Io non sono stata con nessun’altro, Zayn. Sei tu che hai voluto intendere quello. Ma devi capire che le scenate di gelosia non me le puoi fare! Non stiamo insieme, lo capisci?» Ripeté per la centesima volta. Era come se volesse fargli capire “Non stiamo insieme. Se vuoi farmi le scenate di gelosia, ok! Ma almeno dimmi che stiamo insieme!”. Crollò di nuovo il silenzio, poi lo sentì sospirare. «L’hai capito Zayn?» Un altro sospiro da parte del moro mentre lei tamburellava le mani sul bancone. 
«Si, ho capito. Scusami, ma mi viene naturale..» Eh! Sapesse a lei come le veniva naturale pensare che voleva ammazzare di schiaffi quella delle Little Mix. Quella puttana. «quando tornate?» Pagò il suo caffè.
«Stiamo tornando.. Se non c’è traffico, tra un'ora sono a casa.» Spiegò dirigendosi verso la macchina ed entrando. 
«Appena torni passi a salutarmi?» Si ritrovò a fare un sorriso amaro. Quella situazione stava diventando sempre più grande, e lei non riusciva a tenere il peso di quello che provava per lui. Ma a quanto pare Zayn, non era poi così intenzionato a sistemare le cose. Ogni volta che capitava di sistemare le cose tra loro, lui si tirava indietro.
«Va bene. Torna a dormire, tu che puoi!» per tutto il viaggio di ritorno guidò lei, in quanto aveva bisogno di staccare il cervello dai suoi pensieri. E qual’era il miglior modo? Guidare, e concentrarsi sulla guida. Sarebbe stata per sempre la trombamica di Zayn Malik!
Wow.. che emozione!


Note dell'autrice: A mio parere questo capitolo fa schifo. Fatemi sapere se fa schifo anche a voi..
Si, ma.. capitemi, ragazze. Purtroppo sto rincoglionita dal capodanno, sono andata a dormire alle 7 e mi sono svegliata alle 13.00 sentendomi sempre più rincoglionita. Ho dovuto finire il capitolo in questo stato. E mi è riuscito anche male, devo ammetterlo. In testa ho tutto un discorso ma a quanto pare oggi le dita non vogliono collaborare. Però BUON 2012 a TUTTE! ♥ come avete passato il capodanno? Io ad una festa, siamo state lì fino alle 5.00! Che pezza. Io ringrazio tutte voi che avete commentato, letto o aggiunto la storia nelle preferite. Vi amo, stop! (: ♥ non so che altro scrivere. Oggi non vi lascio con una gif di Malik. (: ♥ ancora grazie a tutteee..

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Capitolo 8
*** chapter seven ***


Why am I so afraid to lose you, when you are not ever mine?
(perché ho così tanta paura di perderti, quando  tu non sei nemmeno mio?)

Abitare con cinque persone era difficile, soprattutto se queste cinque persone erano dei maschi. Però, era vero, quei cinque maschi erano i suoi migliori amici e poteva passargli tutto.
Le cazzate per farla esasperare, le urla in casa mentre lei dormiva o studiava, un culo nudo che girava per casa: gliele passava tutte.
Ma quando sei stata abituata per più di un mese alla presenza costante di cinque dementi, quando resti a casa da sola ti senti sola come un cane. Erano partiti per chissà dove, non lo voleva sapere, ma sicuramente per girare il loro secondo video. Niall le aveva mandato un messaggio dicendole che sarebbero tornati di lì a poche ore.
C'era anche da dire che da quando avevano saputo che di lì a poco sarebbero cominciati i viaggi più lunghi, avevano fatto installare allarmi per tutta la casa. Allarmi alle finestre – che se si provavano ad aprire da fuori - l’allarme faceva uno squillo alla polizia e in meno di tre minuti quella sarebbe stata di fronte casa. Allarmi sofisticati, si ritrovò a pensare Keyra, quando aveva sentito che avevano installato quell’allarme. I buon vecchi allarmi che scattavano mentre tu dormivi e correvi a chiamare la polizia, no... Non esistevano più. Soprattutto se si stava parlando di cinque persone super ansiose e maniacali quando si parlava della loro migliore amica.
Quindi, se un ladro avesse provato ad aprire una sola finestra, lei neanche lo avrebbe saputo. Non avrebbe sentito nessun allarme fastidioso che ti svegliava durante la notte.
No! Se i poliziotti avessero mandato a fare in culo quella richiesta, che sò per un panino, lei sarebbe morta ignara di tutto. Ora, i suoi cinque migliori amici non si vantavano di essere famosi, ma quando serviva – e a loro avviso in quel caso era servito – usavano la loro popolarità in Inghilterra per dire che quella casa non doveva essere neanche vista da lontano dai ladri. Non voleva neanche sapere quanto pagavano quella ditta per star tranquilli che la loro migliore amica fosse al sicuro. In più c’era una telecamera che sorvegliava il cancello. Insomma, era bardata dentro casa loro.
E lei era riuscita a stare calma, sapendo che stava da sola dentro a quell’enorme casa. Non l’avrebbe mai ammesso che si sentiva più sicura con quegli allarmi, ma era così. Dormiva molto più tranquilla, sapendo che una pattuglia era pronta a scattare se solo avesse suonato quell’allarme.
Quando due labbra carnose si appoggiarono sulle sue, si svegliò con un sorriso. Aprì gli occhi e li richiuse in quanto la lampada sul comodino era accesa. Si nascose sotto le coperte, mugugnando qualcosa mentre la risatina soffusa di Zayn invadeva l’aria silenziosa. 
«Ho sempre paura di trovarti con qualcuno quando rientro prima!» Ammise il moro, seduto al suo fianco sul letto. Aprì le coperte, facendo capire al ragazzo di mettersi sotto di esse con lei. Zayn non perse tempo e in meno di due minuti si era spogliato, per poi mettersi sotto le coperte. «Paure vane perché a quanto pare quando non ci sono dormi nel mio letto!» sussurrò con una dolcezza quasi inverosimile, mentre lei si rannicchiava al suo fianco.
Appena si fu coperto bene e dopo aver spento la luce, se la strinse addosso. Lui steso con la schiena appoggiata al materasso, e lei rannicchiata al suo fianco, con il braccio di Zayn che le passava sotto il collo. 
«Che ore sono?» chiese lei, con la faccia affondata nel suo petto per respirare il suo profumo. 
«E' presto. Sono le quattro!» spiegò, mentre giocava con i suoi capelli, affondando la mano in essi e passandola finché non arrivava alla fine. Insomma, glieli stava pettinando.
Keyra riemerse dal suo petto, stranita. «Ma non dovevate tornare domani mattina?» chiese un po’ disorientata e lui la guardò oltre il buio. 
«Si ma abbiamo dovuto anticipare perché abbiamo un’intervista domani alle nove.» rispose sbadigliando e intrecciando le gambe con quelle di Keyra. La ragazza tornò a farsi posto con la testa vicino al suo collo, nascondendosi bene tra l’incavo del collo e quello della spalla. Il moro cercò i piedi di Keyra, che appena sentì quanto fossero freddi gli morse una spalla, facendolo ridere. 
«Mi sei mancata!» sussurrò, al suo orecchio e come sempre il suo cuore perse un battito. 
«Il caldo dei miei piedi, ti mancava. Altro che io!» Scherzò, come al loro solito. Lo sentì ridacchiare e cercò quelle labbra meravigliose che le erano mancate in quelle due settimane. Quando le trovò morse il labbro inferiore, e sentì la mani di Zayn affondare di nuovo nei capelli per spingere la sua testa di più sulle sue labbra. Le uscì un sospiro, a cui lui rispose con un sorriso sulle sue labbra e lei ricambiò, per poi tornare ad appoggiare la testa sul suo petto. Rimasero in silenzio, lei mezza addormentata sul suo petto e quella diamine di mano che le accarezzava la testa. Che la stava portando lentamente di nuovo nel mondo dei sogni, e lui a guardare nel buio per nulla insonnolito. Aveva dormito nell’aereo quindi non aveva tutto questo sonno, calcolando anche il jet lag.
«Comunque..» se ne uscì ad un tratto Keyra, mezza addormentata. Lui fece un mugugno per farle capire che era sveglio. «Il tipo se n’è andato dieci minuti prima del tuo arrivo.» Sentì i muscoli del braccio sotto al suo collo contrarsi, poi lentamente si rilassarono. 
«Mi assomigliava?» chiese, cercando di nascondere la gelosia. Scosse la testa e lui strinse le labbra per non ridere. 
«Biondo, due occhi azzurri da annegarci dentro. Wow... Un sesso da paura!» strinse le labbra anche lei, per impedirsi di ridere. 
«Insomma il solito inglese, sciapo e insignificante!» Disse, abbassando la testa in direzione di quella di Keyra, anche se era buio e non la vedeva. 
«Sai com’è... A me piace il normale; lo standard. Gli orientali poco mi piacciono!»
 Scherzò e lui ridacchiò, sapendo che non era vero per niente. Non stavano insieme, o almeno non era ufficiale come cosa. Non si erano mai detti “stiamo insieme” ma ci si comportavano. Almeno tra di loro. La sentì posare le labbra sul suo cuore e darci un bacio, per poi riappoggiarsi e sospirare. 
«Notte stupido!» sussurrò dopo quasi venti minuti Keyra, pronta per riaddormentarsi. Lui rispose con un bacio tra i capelli, e riappoggiò la testa sul cuscino, continuando quel lieve massaggio sulla testa di Keyra.

 

*** 

 
Quella mattina lei era uscita con Mary e con la nipote di quest'ultima, Alice, mentre i ragazzi erano andati ad un'intervista. Erano state tutte il pomeriggio insieme e Keyra aveva proposto alla ragazza di rimanere a dormire; in quanto ora era fidanzata con Niall, potevano apporfittare di quella cosa per stare di più insieme. 
Le aveva chiesto come andava tra di loro, e Mary rispose che andava divinamente, ma purtroppo riuscivano a stare insieme poco e niente. 
«Ti capisco bene..» ammise, mentre tornavano verso casa dopo un pomeriggio di shopping. 
«Tu come fai?» sentì un magone alla gola, con quella domanda. 
«Mando giù il magone e sto zitta.. E neanche a dire che sono la ragazza! In certi versi ti invidio...» Ammise guardando di fronte a lei. Mary non rispose, perché poteva immaginare l’ansia che aveva Keyra. Di li a poco sarebbe scoppiata, se lo sentiva. Non era più abbastanza forte da tenere quel peso. Entrate in casa, non prima di essersi prese delle bestemmie dalle fan che attendevano i ragazzi di fronte casa, cominciarono a cucinare. Poco dopo i ragazzi ritornarono, entrando come dei pazzi. «salveee...» Urlarono tutti mentre Niall praticamente volava addosso a Mary, per baciarla e Keyra li guardava con dispiacere misto a dolcezza. Lei faceva tanto la so-tutto-io, ma Mary aveva capito tutto. Aveva messo le cose in chiaro subito con Niall, invece lei si ritrovava dopo due anni a farsi trattare da migliore amica che ogni tanto si porta a letto. Non aveva capito proprio un cazzo. Ecco come stavano le cose.
Zayn si avvicinò e le sfiorò un fianco, mentre si dirigeva verso il frigo. 
«Abbiamo avuto un’idea...» ammise Louis, facendo girare Keyra. «E non potete dire di no, praticamente!» Inarcò le sopracciglia, guardando quei deficienti uno per uno. 
«Sentiamo!» sussurrò, cominciando a preoccuparsi. Harry tirò fuori sette fogli, e glieli porse. La mora li prese - non prima di essersi asciugata le mani - trovandosi sette biglietti di aereo, precisamente per Dublino. 
«Cosa?» Li rincontrollò meglio e notò un'altra cosa: erano per quella sera. 
«Si parteee... Ci facciamo il fine settimana a Dublino. Non siete contente?» Keyra li guardò incredula, domandandosi se quei cinque ci facevano o cosa. 
«E come ve lo ripago il biglietto?»  domandò. Quelle cose la facevano incazzare di brutto. Ancora non riuscivano a capire che a lei, di dover dare i soldi a secondi, le dava fastidio. Soprattutto quando non li aveva, come in quel caso. 
«Glielo ripaghi a Malik... In natura!» Si girò a guardare il moro, che sorseggiava la sua bibita appoggiato fin troppo sensualmente alla bancone della cucina. Lei tornò a guardare Louis, che ovviamente era stato lui a rispondere, e in quel momento se la rideva allegramente. 
«Spegnete tutto e andiamo... Fra poco ci parte l’aereo.» Vennero spinte verso la stanza di Keyra, per prendere il necessario per quei due giorni. Appena furono da sole, Keyra si mise a borbottare come un treno, si misero a fare il borsone. Per fortuna lei e Mary avevano la stessa taglia. 
«Io odio davvero quando prendono queste iniziative, sapendo che non ho una sterlina per ridargli i soldi.» Sbottò, contrariata. Mary si fece una risata, mentre lei chiudeva il borsone e insieme scendevano di nuovo giù in cucina trovandoli lì tutti pronti.
«Pronte?» domandò Liam, e Keyra rispose con uno sguardo bruto. Uscirono di casa, Louis e Harry erano i più contenti da quella partenza. Li vide saltare i tre scalini, urlando “Dublino arriviamo”. 
«Keyra è vero che mi comprerai tu l’alcool?» chiese Harry tornando da lei e abbracciandola, a mo di lecchinaggio. Gli lanciò uno sguardo bruto. 
«No, manco sotto tortura! Se Louis ti ama tanto, fattelo comprare da lui!» Disse mentre uscivano dal cancello. C’era qualche fan ad aspettarli. Arrossì e scivolò da sotto il braccio di Harry. 
«Mi ha detto che non si prende questa responsabilità!» disse, riprendendola e rimettendo il braccio sulle sue spalle. Arrossì ancora di più se possibile.
Ancora non riuscivano a capire che lei si vergognava come una ladra ad andare in giro abbracciata insieme ad uno di loro... Ma sembrava che a quei cinque non interessava molto di quella cosa. 
«Allora chiedi agli altri, io non ti compro nulla, chiaro?!» Salì su uno dei due taxi che li aspettava già fuori. Mary le si mise al fianco mentre i ragazzi facevano foto e autografi. 
«Ma alla fine te li hanno fatto gli autografi?» Le chiese Mary e scosse la testa, inclinando la testa mentre guardava il sedere di Zayn. Aveva un giacchetto corto, i pantaloni senza cintura e naturalmente gli si vedevano le mutande. Madonna quanto le faceva sangue. 
«Dicono che non ne ho bisogno perché sono loro amica. - La guardò in tralice, come per dire 'stanno fuori'. - Però loro che sono miei amici mi hanno seguito su twitter, anche se io non volevo!» Mary si fece una risata mentre Niall e Zayn salivano sul loro taxi e gli altri tre andavano nell’altro. 
«Vi avverto che Louis si è portato la macchinetta fotografica e pure la video camera.» Alla mora uscì un gemito. Che cosa aveva fatto di male per meritarsi quello?
Appena furono arrivati all’aeroporto di Stansted, scesero dai taxi e cercò di pagare almeno quello ma Niall non glielo permise. Sbuffando sonoramente scese dal taxi incazzata come una biscia. 
«Ma mi fate pagare qualcosa? Che palle!» Sbraitò avvelenata, mentre si dirigevano verso il dentro dell’aeroporto. Non dovettero aspettare tanto, perché erano davvero arrivati poco prima dell'imbarco, e dopo aver fatto vedere i biglietti si misero in fila. Keyra e Mary sedute sui borsoni, mentre gli altri giocavano tra di loro. Mary le stava chiedendo alcune cose, cercando di farla smuovere.
«Non ti mette ansia che Louis potrebbe fare battutine in qualche intervista?» La guardò dopo essersi girata, pensierosa. 
«Ci rinuncio. Cazzi suoi..» disse riferendosi a Zayn, guardando poi sul cellulare pur di non guardare Mary.
Per fortuna che Mary non aveva twitter, perché a quanto pare era uscita una foto di lei e Niall, e praticamente tutte stavano dicendo le peggio cose su di lei. Non voleva dirglielo, perché aveva paura che rovinasse la felicità della sua migliore amica. E a quanto pare anche Niall non le aveva detto nulla. Ma doveva abituarsi, quello era vero. Ci sarebbero sempre state delle fan che l’avrebbero odiata.
Purtroppo il mondo delle fan faceva schifo. 
«Mi sono stufata di pensare sempre a quello che potrebbe succedere e cosa succede se succedesse. E’ colpa di Malik, mica la mia!» borbottò, sentendosi sempre più infastidita.
Stava seriamente pensando di chiudere tutto. Non poteva andare avanti così, avendo tutto ma allo stesso tempo non avendo proprio niente da Zayn. 
«E se..» alzò lo sguardo in quello della sua migliore amica, aspettando che finisse la frase... «Dai Keyra, si vede che vi amdfjd..» 
Non lo poté dire perché praticamente Keyra le era saltata addosso pur di non farle dire quella parola. Risero, e si misero di nuovo sedute sui loro borsoni. 
«E se ti chiedesse di mettervi insieme?»
 Si perse tra i suoi pensieri immaginandosi quella cosa e le uscì un sorriso da perfetta ebete che fece ridere Mary. Posò lo sguardo su Zayn, immaginando l'evolversi della cosa e arrossì come una scolaretta vergine.
Essere la ragazza di Zayn e non solo una con cui andava a letto... Si, sapeva che Zayn le voleva bene, ma addirittura a chiederle di mettersi insieme? No... Non l’avrebbe mai fatto.
Il moro, sentendosi osservato, alzò lo sguardo e sfiorandosi il volto cominciò a guardarsi intorno. Ovviamente c’era qualche ragazza che li guardava con occhi bramosi (sapendo sicuramente chi erano) ma che magari non aveva il coraggio di avvicinarsi o di rompere le scatole. Fatto sta che non erano loro a farlo sentire così; solo una persona era in grado di fargli sentire quei brividi addosso. Posò subito dopo lo sguardo su Keyra, e la trovò a guardarlo.
Le sorrise, e lei ricambiò per poi arrossire. 
«Signori e signore: benvenuti allo show "sguardi innamorati". Keyra Mary è appena stata beccata dal suo adorato Zayn a guardarlo con occhi innamorati...» Keyra ridacchiò e si girò a guardare Mary, che scoppiò a ridere. «Tiè, sei tutta rossa!» disse prendendola in giro, e tornò a guardarlo, trovandolo ancora a fissarla. Certo che era bello eh... Non poteva nascondere che lo era... Oramai sbavava senza ritegno su quel ragazzo, proprio come la maggior parte delle ragazze in tutto il mondo.
Con la differenza che lei lo conosceva realmente, e che alcune volte erano andati insieme a letto.
«E' bello forte! Comunque, non succederà mai, Mary!! Mi vede solo come la sua migliore amica e ogni tanto come la ragazza da portarsi a letto.» 
La sua migliore amica, si fece una sana risata. «E se te lo chiedesse?» arrossì e scosse la testa, cercando in tutti i modi di non fasciarsi la testa. Perché non sarebbe avvenuto, lo sapeva. Zayn Malik era l'unico essere al mondo in grado di non darle certezze. Peccato che quel ragazzo di cui parlavano, si stava avvicinando senza che le due se ne accorgessero.
«Di che parlate?» domandò Zayn, che dopo essersi guardato con dolcezza Keyra che arrossiva e rideva con la sua amica, parlando di chissà che cosa, si era alzato e le si sedette praticamente addosso. Keyra gemendo cercò di spingerlo via. 
«Porca puttana pesi Zayn!» Mary ridacchiò vedendoli lottare. 
«Allora di cosa parlavate?» domandò ancora curioso e fottendosene altamente che Keyra stava praticamente morendo sotto al suo peso morto. 
«...Di te in verità!» Si sentì mancare il fiato quando sentì quelle parole. Cercò in tutti i modi di togliersi Zayn da dosso, ma era impossibile, per far azzittire la sua amica. La guardò pregandola di non dire nulla, ma Mary era quel tipo di ragazza che se era sicura di qualcosa – ed era sicura che quei due si amavano – andava subito al sodo. 
«Dai, davvero? E che vi stavate dicendo?» Chiese lottando con Keyra, per farla rimanere immobile. Lo sapeva che stava facendo di tutto per toglierselo da dosso e per far azzittire Mary. 
«Che io sono sicura che prima o poi finite insieme, lei invece è sicura di no... Perché dice che tu la vedi solo come la tua trombamica.» 
Zayn si bloccò dal lottare con Keyra e bloccandosi alzò la testa per guardare verso l'altra ragazza. Entrambi si erano bloccati. Keyra era rossa come un pomodoro, lui invece era incredulo. Il moro continuando a guardare verso Mary, strinse le braccia di Keyra visto che aveva ripreso a muoversi per liberarsi. 
«Ah... Ma ti stai ferma?» Sbottò guardando la mora sotto di lui, che neanche alzò lo sguardo nel suo, per quanto si stava vergognando. Lo sapeva che se solo lo avesse guardato si sarebbe vergognata come una ladra. Il gate venne aperto - sotto preghiera di Keyra - e tutto il gruppo tornò in fila, mettendosi a chiacchierare tra loro.
Zayn chiacchierava con Liam, ma si vedeva lontano un miglio che era da tutt’altra parte con il cervello mentre Keyra guardava il pavimento tutta vergognosa. 
«Keyra?» scosse la testa verso il ragazzo che si era avvicinato a lei, sotto consiglio di Mary. 
«Non è il momento, Niall!» Mary le stava distante, sapendo benissimo che Keyra in quel momento era incazzata con lei; stava sicuramente pensando che aveva fatto scattare una bomba ad orologeria. Era sicura, Keyra, che quella frase avebbre rovinato tutto. Fece vedere il biglietto con la carta d’identità, poi uscì e si diresse verso l’aereo. In silenzio religioso percorse la navata che la portava all'aereo pensando a quella cosa; ma che cazzo le era preso a Mary? Ma dico si era fottuta il cervello a dire certe cose a Zayn? Ora, ok che erano quel che erano. Ma mannaggia la puttana ladra, che cazzo le passava per il cervello? Se per paura di quelle parole smettevano anche di andare a letto l’ammazzava. Almeno quello doveva rimanerle. Certo aveva da poco pensato di finirla; ma pensarlo è un conto, finirla era un altro.
Si morse il labbro mentre saliva sulla scaletta, per poi porgere di nuovo il biglietto al ragazzo che le sorrise e le diede il benvenuto sull’aereo. Sorrise tirata, mentre cercava un posto a sedere, fermandosi perché la gente di fronte a lei metteva i bagagli al di sopra dei sedili. Sospirando si appoggiò al sedile, passandosi una mano sul viso. Erano le nove di sera e già voleva andare a dormire.
Lei era fatta così... Se solo cominciava a pensare troppo, l'unico modo di finirla era di mettersi a dormire e dimenticare. 
Appena l’uomo la ringraziò per aver aspettato, fece un altro sorriso e si diresse verso tre posti liberi. Non le interessava chi le si sedeva vicino. Buttò di volata il borsone sopra, e poi si mise vicino al finestrino allacciandosi successivamente la cintura. Prese le cuffiette, le indossò e si mise il cappuccio della felpa, incazzata e scoglionata, chiuse gli occhi sperando di dormire in quell’oretta che serviva per arrivare a Dublino.
Poteva passare la serata con sua sorella, ora che ci pensava. Georgia sarebbe stata entusiasta di vederla. Prima di spegnere il cellulare le mandò un messaggio con scritto che stava andando a Dublino per una notte e che se voleva appena atterrava, di lì ad un'ora, la poteva chiamare, così in caso si sarebbero viste. Spense il cellulare e mise a cannone la musica, stringendo la mascella dal nervoso.
Prima di partire ci vollero quasi venti minuti. Si stava per addormentare quando sentì che qualcuno le toglieva la cuffietta.
Si staccò dal finestrino dove era appoggiata e si girò a guardare chi fosse. Il viso di Zayn le tolse il fiato.
Ok, doveva ammettere che non pensava avesse così presto il coraggio di parlare con lei. «Posso ascoltare la musica con te?» Abbassò subito gli occhi, un po’ ferita. Si aspettava che Zayn volesse parlare di quella cosa, ma a quanto pare non era così. 
«Scherzi? Non ti metterai la mia cuffietta se non ti pulisci prima quelle orecchie luride.» Lo sfotté nascondendosi bene dietro un sorriso e si riprese la cuffietta. Se la rimise, tornando a guardare fuori. Strinse i denti, tanto da sentire male, pur di non piangere.
Come a Mary era venuto in mente di dire quelle cose? Perché era stata così stronza? Praticamente le aveva appena rovinato tutto quello che c’era con Zayn. Gli aveva praticamente detto che era cotta di lui e che si aspettava che si mettevano insieme, al diavolo! Ora con quale cazzo di faccia tosta l’avrebbe più guardato in viso?
Sospirò, socchiudendo gli occhio, e cercando di dormire. Riaprì gli occhi solamente per il decollo, lo faceva sempre perché le dava il senso di vomito se solo faceva il decollo ad occhi chiusi, ma continuò a guardare fuori, per poi richiuderli appena capì che erano in quota. Si addormentò, per modo di dire. Era in dormiveglia ma aveva la musica a cannone nelle orecchie e non sentiva praticamente niente.
Poco dopo sentì un peso sulla spalla, e le si fermò il cuore. Sapeva che era Zayn che si era appoggiato a lei, per dormire. Non sopportava di rimanere sveglio durante un volo, e quindi aveva quella capacità di addormentarsi anche se sarebbero stati in volo per dieci minuti. Appena fu sicura che Zayn si era addormentato, aprì gli occhi facendoli riabituare alla luce, e si girò a guardarlo, appoggiandosi sulla mano per stare più comoda. Ma come faceva ad essere sempre così dannatamente bello?
L’idea di aver perso tutto la faceva sentire una merda. Almeno se avevano quella sottospecie di storia di sesso si poteva accontentare, poteva comportarsi con lui in un certo modo. Ma no, ora le era scivolato tutto dalle mani per una stupida amica che non sapeva farsi i cazzi suoi. Rimase a guardarlo praticamente per tutto il viaggio, pensando che quella era l’ultima volta che lo guardava dormire. Quante volte l’aveva guardato mentre dormiva dopo aver fatto sesso? Quante volte si era piegata a sfiorare quelle labbra che, mentre Zayn dormiva, si rilassavano e diventavano ancora più piene e tutte da baciare. Sospirò e alzò un secondo lo sguardo da Zayn quando notò che la signora al fianco di Zayn li guardava con dolcezza. La donna sorrise e Keyra ricambiò, ma in modo più tirato e solo quando cominciarono l’atterraggio tornò a guardare fuori.
Zayn si svegliò e si guardò stranito intorno. Si bloccò a guardare Keyra, che fissava di fuori con quel visetto triste, pensando a chissà quale cosa. Era bella da togliere il fiato, anche quando aveva quel viso pensieroso. Sorrise per un secondo, poi tornò a guardare ovunque intorno a lui. Sorrise alla signora al suo fianco, che gentilmente gli aveva concesso di sedersi vicino a Keyra dopo averglielo chiesto. La donna aveva sorriso e annuito, pensando che quei due stessero insieme.
Quando scesero dall’aereo Keyra riaccese il cellulare, sperando in una chiamata salva vita da parte di sua sorella. La chiamò, e rispose Thomas, il suo ragazzo. 
«Ciao Keyra!» sorrise, guardando per terra mentre camminavano verso l'interno dell’aeroporto. 
«Ciao Thomas. C’è mia sorella?» chiese, gentilmente. 
«Si, ma sta dormendo! Si è addormentata. Ma se vuoi la chiamo!» 
Accidenti, sperava che sua sorella la salvasse da quella situazione. La voleva rivedere ma soprattutto aveva bisogno di lei per parlare un po’. 
«No, lascia perdere! Le dici che io sono a Dublino questa notte, fino a domani mattina alle undici? Che se vuole domani mattina possiamo fare colazione insieme!» Thomas le disse di aspettare comunque. Lo sentì svegliarla.
«Georgia, Georgia svegliati... Keyra è a Dublino!» Provò a fermarlo, ma non servì a molto. Stavano camminando verso l’uscita. 
«Pronto?» Rispose la voce felice di sua sorella, mista al sonno. 
Appena sentì la voce di sua sorella, una calma apparente la riempì. Forse era il fatto che vedeva sua sorella come una madre... Quindi aveva verso di lei uno strano sentimento. 
«Non volevo che ti svegliava.» Sbuffò ma sorridendo. 
«Sei davvero a Dublino?» ridacchiò, mentre Zayn le passava al fianco dirigendosi da qualche parte ma facendole venire i brividi. 
«Si, per una notte... Ripartiamo domani mattina alle undici.» Spiegò, guardando tristemente la schiena di Zayn che era salito sulle spalle di Liam, non riuscendo a contenere la felicità. «Torna a dormire, semmai ci vediamo domani!» Tornò a parlare con sua sorella, esclamando quella frase con tono scivoloso. 
«Che hai?» Beccata! Sua sorella era un radar per certe cose. Riusciva ad intuire cose che neanche Mary riusciva a capire. Sorrise, cercando di nascondere al meglio quella cosa. 
«Niente, tranquilla. Sono un po’ stanca. Allora ci vediamo domani a colazione?» Silenzio, mentre Keyra si mordeva il labbro. 
«Keyra!» La ribeccò come una mamma, sapendo che le stava nascondendo qualcosa.
Sospirò. «Davvero, sto bene!» ripeté ancora mentendo, ma non le andava di chiedere a sua sorella di vestirsi e uscire, solo per sfogarsi. 
«In quale albergo alloggiate? Arrivo subito!» Si mordicchiò il labbro, cercando una scusa ma Georgia continuò: «Oppure vuoi rimanere con i tuoi amici?» Li guardò in modo triste. Loro erano felici, lei avrebbe rovinato tutto. 
«Ok, ci vediamo fra poco!! Appena sono al centro ti chiamo!» Neanche attese risposta, lo capì da sola che voleva stare con lei. 
«No georgia!» Provò, ma quella attaccò. Camminando guardò il cellulare e stranamente, sorrise. Sua sorella la conosceva davvero meglio di chiunque altro. Neanche faceva in tempo a finire un pensiero che Georgia già sapeva cosa fare o cosa dire. 
Niall si fece avanti facendola destare dai suoi pensieri. 
«Vi dispiace se stasera sto un oretta con mia sorella? E’ tanto che non la vedo!» Il biondino sorrise e annuì debolmente. 
«Puoi fare tutto quello che vuoi!» 
«Non ci rimanete male, vero?» Lo vide scuotere la testa. 
«Vai tranquilla.» Lo abbracciò di slancio perché aveva capito che voleva stare con sua sorella per un motivo in particolare. Le venne da piangere, ma si trattenne. Niall vide i suoi occhioni lucidi e per un secondo strinse la mascella, incazzato.
L’idea che la sua migliore amica stesse così per quell'idiota gli dava un dolore al cuore che nessuno poteva immaginare.
 
Aveva lasciato i ragazzi e Mary al pub, quando sua sorella le aveva mandato un messaggio dicendole che stava prendendo la Luas. Si era diretta al capolinea, nel centro di Dublino e si era appoggiata ad un paletto, attendendo.
Aveva cominciato a muovere la gamba, segno che stava al limite della sopportazione e che di li a poco sarebbe scoppiata a piangere. Doveva trattenersi, ma sapeva che non ci sarebbe riuscita. Soprattutto perché sarebbe stata con Georgia.
Avrebbe potuto piangere lì, da sola mentre l'aspettava, ma poi la sua cara sorellina avrebbe notato gli occhi rossi e non sarebbe potuta sfuggere all'interrogatorio del Detective Smith. 
Georgia era qualcosa di incredibile. Riusciva a farla piangere come nessuno ci riusciva. Entrava dentro il suo cervello e le strappava le parole di bocca, senza che lei neanche se ne accorgeva. E poi si ritrovava a piangere come una bambina. Non esisteva miglior cura di sua sorella. Appena vide la Luas, si girò e attese di vederla in mezzo alle tante persone che prendevano la Luas anche di sabato sera. Quando la vide le andò incontro, abbracciandola stretta e sentendo come ricambiava. 
«Finalmente cazzo... Mi sei mancata!» la voce di sua sorella la fece scoppiare a ridere. 
«Anche tu, non sai quanto!» si staccò da lei, facendole un sorriso. Si era vestita ed era uscita con quel freddo pur di farla parlare. 
Georgia la prese sotto braccio. «Mi dispiace che ti ha svegliato!» Disse, un po’ scocciata. 
«Scherzi? Sa benissimo che mi fa piacere passare del tempo con te. E non mi interessa dormire sapendo che tu sei qui; dormirò domani pomeriggio.» Sorrise con dolcezza. Le vennero gli occhi lucidi, sentendo quelle parole. Si volevano un gran bene, solo che entrambe erano troppo orgogliose per dirselo apertamente. 
«Ma come mai siete qui?» alzò le spalle a quella domanda, guardando la strada di fronte a loro, mentre si recavano chissà dove.
«I ragazzi avevano un fine settimana libero e hanno pensato di venire qui per divertirsi. Hanno preso i biglietti per tutti, me e Mary comprese, e siamo partiti.» Spiegò velocemente. 
«Ma lei è li con loro, e tu qui con me..»
 sorrise, tristemente. Eccolo il detective Georgia che entrava di soppiatto. 
«Volevo stare con te!»
 ammise, guardando per terra. 
«I tuoi amici ti comprano un biglietto per andarsi a divertire e tu passi il tuo tempo con tua sorella.» Le fece notare, con tono stranito. «non ho voglia di divertimento stasera!» Guardò la gente che passava nella via principale di Dublino. 
«Che cos’è successo?» Diede un calcio ad un sassolino, mentre camminavano. 
«Niente..»
 Biascicò trattenendosi e la sentì darle una gomitata. 
«Cos’è successo?»
«Hai fame? Io tanta; andiamo a mangiare qualcosa?» Si girò a guardare sua sorella, che capendo che non voleva parlarne, annuì. Entrarono nel loro ristorantino preferito e si misero sedute, attendendo di ordinare. Prese a fare disegni sul tovagliolo con il coltello, pensierosa.
Quando sentì il cellulare vibrare in tasca e lo tirò fuori per guardare chi fosse. Il messaggio le apparve sullo schermo e le si mozzò il fiato. “Dove sei?” Porca puttana di Malik. Scoppiò a piangere, senza rendersene conto. 
«Keyra?»
 Georgia si alzò di scatto di fronte a lei per mettersi seduta al suo fianco mentre Keyra si nascondeva il volto con la mano. 
«Tutto bene, ora passa!» La solita frase che diceva mentre piangeva. Che tutto andava bene, e che di lì a poco passava. 
«No, che non passa. Che succede?» domandò, preoccupata sua sorella. Singhiozzando e cercando di far smettere di scendere le lacrime dai suoi occhi, spiegò quello che era successo.
Ci mise un pochino, ma quelle lacrime non avevano intenzione di finire.
«Momento momento momento... Tu hai una storia di sesso con Zayn?» domandò Georgia incredula, quando capì il farfugliamento detto da Keyra.
«Avevo! Avevo Georgia! Ora non ce l’ho più...» tirò su con il naso, nascondendosi sempre dietro la mano. 
«Ripeti tutto cercando di non piangere!» ripeté tutto, respirando profondamente. 
«Era l’unica cosa che avevo, Georgia. E lei mi ha mandato a fanculo tutto. Tutto; perché so benissimo che Zayn non vuole stare con me, ma vuole solo del sesso. Era una cosa solo nostra, dove potevamo essere quello che volevamo solo tra di noi. E ora lei mi ha levato questa..» tirò su con il naso, innervosita. «...cosa dove io mi trovavo bene, dove lui si trovava bene, solo perché voleva fargli sapere che sono praticamente innamorata di lui! Mi ha rovinato l’unica cosa che Zayn mi ha sempre concesso, solo per fargli sapere che sbavo dietro di lui come metà mondo femminile.
Ora sono una delle tante bambocce che gli va dietro, e non sono più la sua “amica di letto”!»
 Si appoggiò sul braccio, tenendo ancora in mano il cellulare. Di tanto in tanto vibrava, per ricordarle che c’era un messaggio. Se lo ricordava bene, il messaggio. Più lei cercava di abituarsi al fatto di averlo perso, più lui si faceva sentire. Martoriandola con quei messaggi preoccupati, come se stessero insieme. Cosa gli interessava a lui dove fosse? E perché non l'avevano avvisato? Non poteva chiedere a qualcuno dove fosse, invece di riempire lei di messaggi?
Sentiva sua sorella che le accarezzava i lunghi capelli castani, mentre lei cercava di riprendersi. «Andrà tutto bene, Keyra! Sono sicura che risolverete!» scosse la testa, mentre tornava eretta. Si asciugò gli occhioni castani, e si soffiò il naso. 
«No, non risolveremo assolutamente niente. Siamo due orgogliosi, Georgia. Due testardi che non si metteranno mai lì a dire le cose come stanno! Stavamo bene in quello che c’era, e ora praticamente non ce l’abbiamo più, perché lui sa che io sono innamorata di lui, e io so che lui sa tutto. Tutto si è rotto, Georgia. Tutto!» Disse con tono lugubre, guardando il nero del suo rimmel sul fazzoletto. 
«Salve, volete ordinare?» Alzò la testa e sorrise al cameriere. Quello, vedendola in quello stato sorrise debolmente, incredulo del sorrisone che gli aveva fatto.
«Si, vorrei un panino con bacon e insalata, e un bicchiere di coca cola... E tu?» si girò a guardare sua sorella, con un sorriso finto come una banconota da tre sterline. 
«Una Ceaser Salad e una fanta!» L'uomo annuì e sorridendo se ne andò. Quando si girò di nuovo a guardare sua sorella, la vide con gli occhi lucidi. 
«Che fai piangi?» domandò, incredula.
L’abbracciò quando la prima lacrima solcò la sua guancia e la strinse forte. Odiava vedere sua sorella in quello stato. «Mi dispiace vederti così!» Ammise Georgia, asciugandosi gli occhi e ridendo della sua cretinaggine. Succedeva spesso che si mettessero a piangere quando vedevano l'altra piangere. Erano sorelle e soffrivano quando l'altra piangeva. Ridevano quando l'altra rideva. A volte sembravano gemelle. 
«E a me dispiace farmi vedere così... Scusami se mi sono sfogata!» La sorella si staccò, scuotendo la testa.
«Preferisco che ti vieni a sfogare con me invece di tenerti tutto dentro. Perché lo so che sono l’unica con cui parli apertamente e piangi. Da quanto non piangi?» Praticamente da quando era partita sua sorella. Quando era venuta a sapere che Georgia doveva trasferirsi in Irlanda per lavoro, aveva sofferto moltissimo.  
«Da un po’.» Ammise con un sorriso triste. Come riusciva a farla sentire sua sorella non ci riusciva nessuno. Con lei poteva lasciarsi andare, sapendo benissimo che non veniva giudicata. Sapeva che se voleva ridere sua sorella avrebbe riso con lei, mentre se voleva piangere, Georgia avrebbe pianto con lei. Poteva esserci un rapporto migliore tra due sorelle, del loro?
 
Da qualche parte di Dublino.
«Vieni fuori? Ti devo parlare!» Zayn si girò verso Niall e sospirando annuì. Lo seguì fuori, sorrisero ad alcune ragazze che gli stavano facendo la foto, poi si appoggiarono al muro. Si accese una sigaretta, sapendo benissimo che se l’aveva chiamato fuori, c’era da discutere qualcosa di lungo. 
«Che è successo, Malik?» Ecco! Quando usava il suo cognome, come Keyra, significava che era incazzato con lui.
Lo guardò, sospirando. «Niente! Parole di troppo!» Disse, facendo un altro tiro. Il biondino indicò il vuoto. 
«Il niente in questione è con sua sorella, sicuramente a piangere. La conosco, so che la Keyra che poco fa ci ha lasciati, era distrutta. Qualcosa deve essere successo per farla scappare così da sua sorella. Non le era passato neanche per l’anticamera del cervello di chiamarla prima di prendere quell’aereo.
Hai ragione, riformulo la frase: che cosa cazzo è successo
 Sbottò, al limite della pazienza. Niall non si incazzava praticamente mai, tranne quando si parlava di Keyra. Con un sospiro raccontò quello che era successo, vedendolo sempre più incredulo. Lo guardò con un sopracciglio alzato. 
«Niente di che, hai visto? Tutto un equivoco.» Niall aveva praticamente la bocca aperta, incredulo. 
«Spero seriamente che tu stia scherzando!» Zayn alzò un sopracciglio a quella frase, chiedendosi perché. «Mio dio Zayn, ma ce l’hai un cervello?» Domandò, davvero incredulo ma non diede a Zayn il tempo di rispondere. «La conosci da quasi tre anni e non ti sei reso conto che dietro a quel tono giocoso in aereo Keyra stava soffrendo?» Sbatté le palpebre. 
«Dai, non dirmi che non te ne sei accorto?»
 scosse la testa a quella domanda. «Non ti sei accorto che è pazza di te?» No, lui aveva scosso la testa perché intendeva che non si era accorto che stava soffrendo, non di quella co... Lo guardò, mentre la sigaretta si fumava da sola. 
«Praticamente lo hanno notato tutti, tranne te, Zayn! E lo stesso vale per lei!» Non sapeva bene cosa dire.
«Sbagli...» sussurrò, cercando di convincersi da solo. Ma era difficile, perché in fondo ci aveva sempre sperato che Keyra provasse qualcosa per lui. E che quel qualcosa bastasse per farli mettere insieme. Allora perché in quel momento era così in ansia a sentir dire a Niall quelle parole?
 «No, non mi sbaglio! Sei tu che lo vuoi pensare. Perché entrambi avete una fottuta paura di dirvi le cose come stanno. State bene in quello che avete, o almeno è quello che pensate perché avete solo paura di dirvi come stanno le cose, e magari avete paura di essere respinti dall’altro. Quando in realtà stravedete uno per l’altro.» Il moro lo guardava serio, pensando a quelle parole. Poteva aver ragione? Poteva finalmente lasciar da parte quella paura per ammettere a se stesso di amare ancora Keyra e, soprattutto, che lei amava lui? «Vi siete fatti questa vita parallela dove ci siete solamente voi. Vivete con la cosa del dire “siamo amici di letto” e solo quello, per paura di ammettere la verità. Conosco Keyra, Zayn! Se le piace una persona lo dice apertamente, ma con te si è sempre nascosta, perché tu le hai sempre fatto pensare che per te è solo una delle tante! Che la vedi solo come un’amica di sesso, niente di più. E lei, pur di avere qualcosa con te - anche avere un po’ della tua attenzione - si appoggia a questa cazzata.» Zayn buttò la sigaretta praticamente finita, senza neanche guardarla. 
«Quando mai Keyra si abbasserebbe a fare da amica di letto a qualcuno?» Sbarrò leggermente gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento che Niall aveva ragione. «Tu le piaci, Zayn! E anche tanto, per mandare avanti questa cosa pur di avere la tua attenzione. Sennò ti avrebbe mandato ampiamente a fare in culo! E tu puoi fare lo stronzo quanto vuoi, ma provi lo stesso per lei, non è così?» Non rispose e prese il cellulare, mandando un messaggio a Keyra.
Niall sorrise e si staccò dal muro felice di avergli fatto capire come stavano le cose. Ora stava solo a loro due. «Chiarite, per favore! E vedi di trattarmela bene!» Lo vide annuire, senza però dargli ascolto.
Se era come diceva Niall, era un perfetto imbecille. Si, decisamente. Abituato com’era a quello che c’era tra lui e Keyra, non si era accorto che lei ci si sentiva stretta. Ma aveva sempre paura di dirle che provava qualcosa, che magari lo respingeva oppure non voleva qualcosa di serio. Non sapeva bene perché non le aveva mai detto cosa gli passava per il cervello. Ricordò quando erano nel periodo della scuola, quante volte aveva fantasticato che quel rapporto diventasse un rapporto serio? Perché adesso non ci pensava più? Perché si era abituato, facendo così soffrire anche Keyra?
 
«Devo andare... La ciurma chiama!» disse prendendo la borsa sulla sedia. «Avevo detto un'ora, ma ne sono passate due.
Mi sa tanto che stanno già chiamando la polizia, per non parlare di Zayn che mi ha mandato tre messaggi. Oh ma che palle!»
 Si nascondeva bene dietro al suo sorriso, notò sua sorella. Keyra dopo aver pianto faceva sempre quella cosa... Si nascondeva dietro ad altre cose pur di non ammettere che si era abbassata così tanto e che, agli occhi degli altri aveva fatto crollare quella barriera che da sempre catterizzava Keyra Smith. «Comunque ci vediamo domani mattina per colazione, ok? Mi dispiace di averti fatto svegliare.» 
Georgia sorrise annuendo e si diressero fuori, dopo aver pagato il conto. Si strinsero le sciarpe al collo. 
«Non dispiacerti, anzi... Sono stata contenta di vederti. Allora ci sentiamo domani mattina appena ci svegliamo!» 
Annuì e si accorse che pioveva. Merda. Abbracciò sua sorella, che prese l’ombrello e si diresse verso la Luas. 
«Fammi uno squillo quando arrivi a casa, ok?» La senti ridere. 
«E tu quando ti incontri con gli altri!» Ridacchiò e prese a camminare nel senso contrario di sua sorella.
Un quarto messaggio. “Dove sei?” sospirando prese a rispondere. “sto tornando, datti pace, Zayn!” con un sorriso triste lo mandò e rimise il cellulare in borsa. Si muoveva bene per Dublino, in quanto ci era stata tante volte da quando sua sorella si era trasferita lì due anni prima. Prese l’ipod e mise la musica, alzando la testa quando vide che stava cominciando a piovere più forte. 
«Merda... Merda, merda!» Cominciò a correre, nascondendosi sotto la pioggia. Le squillò il cellulare. Il momento adatto, proprio. 
«Pronto? Che c’è!» Sbottò, sapendo bene chi era. 
«Dove diavolo sei?» 
«Ero a cena con mia sorella. Che palle Zayn! Non devo darti spiegazioni come se fossi mio padre!» Sbottò indispettita, già incazzata di suo per la pioggia. 
«Dimmi la via, che ti vengo a prendere!» Zayn se ne fottè e Keyra sussurrò la via, un po’ contrariata. La pace sarebbe finita di lì a poco. «Aspettami lì, arrivo!» 
Il moro si mise a correre, attaccando il cellulare. Se non errava la via che aveva detto Keyra era una parallela di quella principale. Quando la vide, stava camminando sotto la pioggia a testa bassa. La vide girarsi a guardare male uno, maledicendolo perché le aveva dato una spallata. 
«Ho scritto in fronte “prendimi a spallate”» stava parlando da sola e la cosa lo fece sorridere... Quando si girò di nuovo per riprendere a camminare, se lo trovò praticamente addosso. «Cazzo Malik! Mi fai prendere i colpi!» sbottò, trovandoselo praticamente ad una spanna dal viso.
Il cuore le mancò un battito; mamma quant’era bello pure tutto bagnato. Ma come faceva, miseriaccia sua? «Oltre ad avere scritto “prendimi a spallate” ho i pupazzetti in faccia?» Chiese, innervosita.
Zayn alzò un braccio e appoggiò la mano dietro la testa di Keyra, spingendola verso di lui mentre si sporgeva verso la ragazza, facendo combaciare le loro labbra. La strinse a sé, sentendo il corpo di Keyra irrigidirsi tutto, ma poi ricambiò, stringendosi a lui. Quando si staccarono, Zayn si appoggiò con la fronte a quella di lei. 
«Sono un idiota!» La sentì ridacchiare e aprì gli occhi, trovandosi lei a guardarlo. 
«Dai? L’hai capito solo adesso? Almeno lo hai capito. Meglio tardi che mai!» Zayn la guardò male. 
«Sei sempre così simpatica.»
 la sua risata, lo fece sorridere. La guardò ridere, stupendosi di tanta bellezza in una singola ragazza. Era forte, dolce, stronza, riusciva a farsi desiderare ma al tempo stesso si donava a te con tutta se stessa. Poteva essere dolcissima come una stronza patentata. Lo faceva esasperare, ma al tempo stesso si faceva amare come mai aveva amato nessuno. 
«Ho sempre desiderato stare con te... Sempre... E ora che ti ho di nuovo nella mia vita...» Keyra gli tappò la bocca.
«Zayn!» La vide scuotere la testa come per dire “no, non dirlo!” e sotto la sua mano, sorrise. «Lo sapevo, cazzo. Lo sapevo! Io l’ammazzo a Mary. No, non dire quelle cose solamente perché devi, Zayn! Tu stai bene in quello che c’è sempre stato, io sto bene in quello che c’è stato. Ma che mi devi dire queste cose solo perché Mary ti ha messo la pulce nell’orecchio, no...» 
Zayn scosse la testa e delicatamente tolse la sua mano. «Fammi finire di parlare, per favore..» Sospirò e alla fine gli concesse di parlare anche se un po' contrariata. «Ho pensato “quanto mi piacerebbe mettermi con lei” mentre ti accompagnavo a fare il tatuaggio. L’ho pensato davvero, ma avevo paura che tu non volessi. Quindi sono stato in silenzio, ho accettato tutto senza dire nulla. Ma l’ho sempre voluto, Keyra. E’ solo che ho sempre paura che tu non mi vuoi, come due anni fa. Prima c’era la distanza di cui parlare, e hai avuto ragione... Era meglio non stare insieme. Ma anche adesso ho tralasciato il discorso perché avevo paura. Tu mi metti ansia...» lei lo guardò incredula, facendolo ridere. 
«Mi metti ansia perché non so mai come prenderti. Dopo quasi due anni ancora non ti capisco su questo punto. Cioè alla fine andiamo a letto insieme, quando siamo da soli ci comportiamo precisamente come una coppia... Ma ho sempre paura che tu vuoi solo del sesso da me. Non sono riuscito a capire se provi qualcosa per me oppure..» Dallo sguardo che gli lanciò dedusse che stava sbagliando. E purtroppo se n'era accorto troppo tardi. O forse no.
«... Hai ancora paura di diventare la coppia smielata? Hai paura che con il passare del tempo diventiamo monotoni? E questo mi blocca... Bloccandomi ho lasciato tutto in sospeso, facendoti anche soffrire.» sospirò, sentendosi finalmente con un chilo in meno addosso. Ma continuò; finché non avrebbe detto tutto non si sarebbe fermato. «Ho pensato che magari non provavi più niente per me, e venivi a letto con me solamente perché ti piaceva... Si, sono stati questi i miei pensieri..» 
Che ingenuo, pensò lei mentre lo guardava in modo dolce e sentendosi un tantino più leggera. Dopo un pianto liberatorio e quelle parole, chiunque si sarebbe sentito più leggero. Forse non aveva perso Zayn, e questo la fece sorridere ancora di più.
«Ma siamo noi, Keyra. Siamo noi e non cadremo mai nell' ovvietà. Saremo sempre quelli che fanno a frecciatine, che ogni tanto si scambieranno qualche coccola, ma nel complesso se siamo riusciti a tenere duro per due anni, non possiamo cadere nell’ovvio. Lo capisci?» Lo guardò, con sguardo dolce. 
«Non posso credere che hai pensato che venivo a letto con te solo per il sesso...» Lui la guardò attendendo. «Anche perché ripeto non è tutto sto granché...» E lui scoppiò a ridere anche perché lei era rimasta seria nel dirlo. L'abbracciò leggermente più stretta e lei ricambiò. Dio, non cambiava mai quella ragazza. 
«Diciamo che comunque abbiamo pensato le stesse cose...» Ammise leggermente rossa, mentre lui l’abbracciava. «Ma hai ragione tu, non cadremo mai nell’ovvio... Siamo io e te, e questo dice tutto!» esclamò, e lui si lasciò andare in un sorriso dolcissimo. 
«Allora, mi spieghi che cosa diavolo ci blocca? Perché non stiamo insieme?» domandò Zayn, sempre con quel tono troppo dolce per appartenere a lui. 
«Non lo so..» ammise, lei, guardando lo stemma della sua felpa pur di non guardare lui direttamente. «Dimmi cosa ti passa per il cervello, Keyra. Se tu non mi dici cosa ti blocca... Io non posso darti delle risposte.» spiegò, e lei sospirando pensò a come cominciare il discorso. Zayn rimase in silenzio, attendendo. 
«ho paura..» Zayn strabuzzò leggermente gli occhioni castani. Se lei aveva paura, era la fine. « Così non abbiamo vincoli, non ci unisce nulla. Se vengo a sapere che sei stato con qualcuno, si magari ci rimango male ma alla fine mi ripeto "non è il tuo ragazzo". E ci passo sopra. La maggior parte delle fan sono femmine e la gelosia è una brutta bestia.
Stando così, non mi preoccupo quando sei lontano, continuo a ripetermi che non abbiamo vincoli, che non sono nessuno per te. L’ansia che se ci mettiamo insieme tutto sparisce, tutto svanisce e tutto quello che proviamo se ne va...»
 non alzò lo sguardo, sapendo che lui la stava guardando. 
«Keyra..» prese il suo volto tra le mani e si fece guardare a forza. «Ho aspettato due anni per averti, e tu hai paura che mi passi quello che provo per te?
Ti conosco in tutti gli stati possibili. Raffreddata, incazzata, con la febbre, con il tuo stranissimo ciclo, appena sveglia, struccata... E non ho mai smesso di provare quello che ho provato in questi due anni. Non puoi davvero credere che tutto svanisca.»
 Lei sospirò, depressa. Poteva crederci? Conosceva i ragazzi abbastanza da sapere che bastava pochissimo per fargli cambiare idea. E non avrebbe mai ammesso a se stessa di aver trovato l'amore più vero e più puro sull'universo. «Due anni non sono pochi. E se non ho smesso di volerti bene in due anni, come puoi pensare che semplicemente sistemando le cose tra noi due, tutto cambi? Anzi forse è il contrario.
Tu non sai quanto posso essere un dito al culo quando mi lascio andare. Posso benissimo chiamarti per tre ore consecutive, chiudere la chiamata e continuare a messaggiare con te, così da non farti notare i mille ragazzi che ti camminano a fianco.»
 lei lo guardò stranita a quella frase. Non tanto per come si sarebbe potuto accollare a lei, ma per la frase dopo.
Era tutto pazzo. «Scherzi, Zayn? Ma tu seriamente ti preoccupi di quelli là fuori? Ma tu non capisci neanche cosa provo per te? Non ti è mai passato per l’anticamera del cervello che io non faccio l’amica di letto a nessuno? Che pur di avere qualcosa da te ho accettato questa cosa? Che pur di sapere che, almeno in alcune notti tu pensassi a me e non magari alle mille ragazzine che ti sbavano dietro? Non ci hai mai pensato?» 
Lo vide sorridere, con uno di quei sorrisi a trentadue denti, poi scuotere la testa. Lei si stranì un pochino a quella reazione. «Allora si, sei stupido davvero!» ridacchiarono insieme, sapendo che aveva ragione. 
«Ricorda solamente una cosa Keyra. Può presentarsi Megan Fox da me, ma non mi farebbe lo stesso effetto di te. Mi piaci, sto bene con te, e da due anni a questa parte è te che voglio. E ci scommetto tutti i soldi che sto prendendo che continuerò a volere te. Con tutti i difetti e con tutti i pregi, se solo tu vuoi me con altrettanti difetti e pregi. Sei la mia normalità, ricordi e pure lei si lasciò andare in uno di quei sorrisi a trentadue denti. Come riusciva lui a buttare giù le sue barriere, nessun'altro, davvero. «Allora vedi che sorridevi per questo?» Si nascose nel suo petto, vergognosa mentre lui le dava un bacio nei capelli, con dolcezza e abbracciandola. 
«Non possiamo bloccarci per la paura. E se ci si presenta qualche ostacolo, cerchiamo di raggirarlo insieme, che ne dici?» La sentì annuire, ancora con la faccia affondata nel suo giacchetto.
Rimasero così alcuni minuti. «Quindi..?» lei arrossì e lui quasi gongolò da quel rossore. «...stiamo insieme?» domandò e lei arrossì ancora di più. 
«Stiamo insieme!» ripeté timida e lui sorridendo si abbassò a sfiorarle le labbra.
Un attimo di silenzio mentre lei guardava persa nei suoi pensieri il logo del suo maglioncino, poi rialzò lo sguardo nel suo. 
«Però forse non è il caso...» Zayn perse il sorriso, sentendo quelle parole. «cioè... Ma chi ti sopporterebbe da ragazzo? Non ti sopportavo da trombamico, pensa se ti posso sopportare da ragazzo! Noooo...» le uscì un sorriso e lui capì subito che stava giocando. Si piegò per sfiorarle le labbra. 
«Infatti... Forse è meglio se rimaniamo come stavamo!» la sentì ridacchiare ringraziando che stesse capendo. 
«Si, ripensiamoci!» ma intanto si era aggrappata alle sue spalle, per sorreggersi e poter spingere di più le labbra sulle sue. «Ci sto ripensando, eh!» la sentì sussurrare mentre giocava con le sue labbra, e la faceva tremare. «O forse ci ripenso fra qualche minuto!» scoppiò a ridere quando gli saltò praticamente addosso, e lei rise con Zayn.
Si diedero un altro bacio che di casto aveva ben poco, per poi mordicchiarsi le labbra a vicenda. «Stupida!» sussurrò Zayn, e Keyra fece una linguaccia come i bambini piccoli. 
«Ok, torniamo! Sennò domani tu stai con la febbre a quaranta.»
 lei invece sarebbe stata benissimo, perché la febbre non la prendeva praticamente mai. Zayn sorrise, mentre le passava un braccio sulle spalle, in modo protettivo. Sapevano entrambi che appena sarebbero ritornati a Londra tutto quello sarebbe sparito. Il poter camminare mano nella mano, lo stare abbracciati e parlare come due perfetti innamorati. Quindi decisero di godersi quella giornata, che tanto era giunta al termine ormai ma almeno le persone intorno a loro stavano troppo ubriache per sapere chi era lui.
 
Si trovavano davanti al pub, entrambi a guardare dentro ma senza avere il coraggio di entrare. 
«Possiamo farcela, no?» chiese lui, girandosi a guardarla. 
«Potrebbe essere..» sussurrò lei, continuando a guardare dentro. Zayn le teneva ancora il braccio sulle spalle. 
«In fondo sono i nostri amici, dobbiamo farcela!» sussurrò lui, e lei alzò lo sguardo nel suo, annuendo. 
«Ok, facciamolo!» si sorrisero e Zayn non ce la fece, si abbassò per darle un altro bacio. «Potrei abituarmi!» disse con un sorriso, a cui lui ricambiò con una risatina. Le tolse il braccio dalle spalle e le prese la mano, intrecciandola con la sua. 
«Andiamo va!» si fermarono di fronte al buttafuori, che guardò il segno di Zayn sulla mano mentre lei tirava fuori la carta di identità, per fargliela vedere. Appena vide che era maggiorenne, fece il timbro sulla sua mano e li fece passare. Si era riempito il doppio, constatò Zayn, quando si ritrovarono dentro. La condusse verso il tavolo che avevano preso, e quando uscirono dalla folla tirarono entrambi un sospiro di sollievo. Guardò il tavolo, trovando tutti lì. Appena Niall li vide, sorrise e tutti si girarono a guardarli. Mary vedendo le loro mani intrecciate le saltò praticamente addosso, facendola addirittura indietreggiare. Lasciò la mano di Zayn per abbracciare la sua amica che continuava a chiederle scusa. 
«No, forse sono io che devo chiederti scusa...»
 le urlò nell’orecchio per il casino e per la musica. Vide come Zayn si stringeva la mano con i suoi amici, che lo abbracciarono forse congratulandosi con lui... Tutti contenti di quella cosa, e lei non poteva essere più che contenta. Vide che c’erano delle persone nuove e dopo che Mary le aveva detto che doveva raccontarle tutto dopo, si misero a sedere. 
«Loro sono i miei amici...» disse Niall, mentre il biondino seduto di fianco a lui, la scrutava. «Piacere, Keyra!» 
Scoprì presto che quello seduto al suo fianco era il migliore amico di Niall, e si chiamava Seat. Si strinse la mano anche con gli altri, poi si alzò per andarsi a prendere una birra. Mary ovviamente la seguì. I pub a Dublino, di sabato era erano pieni zeppi. Si appoggiarono al bancone, mentre lei le raccontava com’era andata e quando le disse come “si erano messi insieme” quasi non le saltò addosso. «Sono contenta per voi, davvero!» sorrise e arrossì, con dolcezza. 
«Scusami per il mio comportamento. Ma davvero ero sicura che lui non volesse altro..» la vide annuire.
«Lo so, ma noi tutti vedevamo diversamente da voi due.»
 si abbracciarono, poi presero la loro birra e si riandarono a mettere sedute al tavolo.
Fu una serata strepitosa. Rimasero al pub per due o tre orette poi, dopo una bevuta epica dove praticamente tutti erano brilli, si spostarono in un altro bar. Solo lei, Zayn e Harry – ancora minorenne – non avevano bevuto. Lei si era presa una birra, ma prima di dire che stava ubriaca con una birra ce ne voleva. Si fece certe risate a vedere Niall con Mary, che se la cantavano e ballavano in mezzo alla strada principale della città, e tutti che gli andavano dietro. Si fece una risata quando Seat vomitò in un angolo della strada, per poi andare in giro a urlare che aveva fatto cilecca. Quando arrivarono in albergo, Keyra teneva Mary, ubriaca come non mai. 
«Ehm... Salve! Le nostre chiavi... 301, 304 e 403!» disse Zayn, con il braccio di Niall sulle spalle. Harry teneva Louis e Liam. La ragazza li guardò increduli, poi consegnò le chiavi. Si diressero verso l’ascensore. Prima di andare al pub si erano sistemati nelle stanze; lei e Zayn, Mary e Niall, e nell’altra stanza Liam, Harry e Louis. 
«Ma tu che dici, li possiamo lasciare da soli in camera? Non è che ci fanno un figlio?» scoppiò a ridere, sentendo le parole di Zayn. 
«Questi appena posano la testa sul cuscino crollano a dormire, te lo dico io!» disse, guardando la sua migliore amica che si lamentava sulla sua spalla. Il bip dell’ascensore che era arrivato al terzo piano la fece saltare, e Keyra scoppiò a ridere. Zayn e Keyra, con i rispettivi Niall e Mary al fianco si diressero alla 301 mentre Harry portava gli altri nella 304. 
«Buonanotte Harry! Se hai problemi chiama!» esclamò Zayn, senza manco girarsi. 
«E sentire voi che fate sesso? Neanche sotto tortura!» ridacchiarono, mentre la mora apriva la porta e portava Mary sul letto. 
«Tu sei sicura, eh?» domandò Zayn, preoccupato. 
«Se vuoi dormire con Niall basta dirlo!» sbottò e lui la guardò, divertito. 
«No, mi preoccupo solamente!» inclinò la testa e guardò Mary stesa sul letto, con la testa di fianco a Niall. 
«Già dormono! E fidati che non si svegliano. Ma se tanto ti preoccupi lasciagli un preservativo!» Si fecero una risata, poi appena spogliarono quei due e misero i rispettivi pigiami, li coprirono. Erano già belli che addormentati. 
«Andiamo va, e se ci fanno un figlio amen!» disse il moro, guardandoli per l’ultima volta per poi passare un braccio sulle spalle di Keyra e lasciare quei due a dormire.
In ascensore Zayn prese Keyra in braccio, che se la stava sbadigliando allegramente. «Che vuoi?» domandò, guardandolo male. 
«Il rituale!» non capì e lo guardò con un sopracciglio alzato. «La prima notte da coppia...» Lo guardò male, un'altra volta scuotendo la testa chiedendosi se ci faceva o c'era. 
«Quella è la prima notte da sposati, demente! Non bisogna fare sesso la prima notte da coppia!» sbottò, cercando di trattenere le risate. 
«E chi ce lo vieta?»
 domandò malizioso, mentre le baciava una guancia. Uscì dall’ascensore e si diresse verso la camera, con lei in braccio che ci stava da dio, godendosi la panoramica dal basso. La sua mascella dal basso era ancora più sexy. Gliela morse, per poi dargli un bacio su quella mascella da urlo. 
«Tipo io te lo vieto, se solo mi sfiori ti massacro di botte!» lui si fece una risata mentre lei apriva la porta. 
«Lo sai che anche tu, da rude sei ancora più sensuale?» alzò gli occhi al cielo, esasperata.
 «Ok, ho capito vuoi fare sesso! Non te la do, Malik!» esclamò di nuovo poco finemente, mentre lui la metteva per terra, riappoggiandola. 
«Ecco. A me preoccupa questo. Che tu non vuoi più fare sesso!»
«Che paura del cazzo, Zayn! Io sono molto più filosofica tu pensi sempre al sesso. Te la darò, promesso! Faremo tanti piccoli Malik!» Lo vide sbiancare e ridacchiò. 
«Scherzi, vero?» domandò, nel panico. 
«Nono. Non ne abbiamo mai parlato, Zayn! Io voglio tanti figli!» lui la guardò a bocca aperta mentre si toglieva la maglietta. Eccola lì la solita ragazza che parla di matrimonio già la prima sera che stanno insieme. Ma lei era ben lontana al preoccuparsi di figli, anelli o matrimoni. Lei perdeva chili di bava su quel fisico. “allarme rosso, allarme rosso! Ormoni lasciati alla sete chiedono gentilmente alla proprietaria di saltare addosso agli ormoni maschili”. 
«Tanti quanti?» chiese dopo un po’ di panico. Lei crollò di nuovo sul mondo dei vivi, posando di nuovo lo sguardo nel suo, non prima di aver fatto un altro pensiero sconcio su di lui. 
«Tipo.. una squadra di calcetto?»
 ce l’avete presente nei cartoni animati quanto il personaggio apre la bocca, la mascella cade per terra e la lingua rotola per tutta la stanza? Ecco, Zayn avrebbe fatto la parte nel migliore dei modi. «Respira, Zayn! Sto scherzando!» e pian piano riprese un colore normale. Lei si stava togliendo tutti gli accessori. 
«Mi serve una doccia congelata. Mi hai fatto prendere un colpo!» ridacchiò e si avvicinò a lui per sfiorargli le labbra a cui lui non si tirò indietro. Anzi, rese il bacio ancora più focoso. «Credo che mi farò una doccia anche io!» disse appena si staccarono. 
«Vuoi farla per prima?» domandò con voce rauca. 
«Ho detto che voglio fare la doccia, ma non da sola!» lui la guardò, divertito. Affondò la mano nei suoi capelli e posò di nuovo le labbra sulle sue, coinvolgendola in un bacio che di casto aveva bene poco, mentre la spingeva verso il bagno. 
«Non hai paura di fare tanti piccoli Malik?» domandò lei e Zayn se la ridacchiò. 
«Non è poi così tremenda come idea!» Fu il suo momento di sbiancare, facendo ridere Zayn. 
«Direi di riparlare dei piccoli Malik tra molti anni!» 
«Ci sto volentieri!» risero, mentre si buttavano uno verso l’altro, di nuovo per lasciarsi andare al loro momento. No, poteva stare tranquillo Zayn. Keyra non si sarebbe stufata di fare sesso con lui neanche dopo cento anni. Ne era più che certa. E fu bello stare a dormire vicino a quel corpo, che non era mai stato così caldo. Forse perché prima non se ne rendeva conto, oppure perché quella notte era consapevole che quel ragazzo steso al suo fianco era soltanto suo, e lo sarebbe stato per tanto tempo. Prima non se ne rendeva conto perché aveva paura di affezionarsi a quel calore corporeo, più del dovuto. Ma adesso, poteva goderselo, poteva riscaldare il suo cuore con quel calore. Non dormì mai così bene in tutta la sua vita, corta o lunga qual’era. Per tutta la notte, quando si svegliava, nel cervello brillava la frase “è mio”, due semplici parole che potevano dire tutto, ma a lei davano una sicurezza che non si era mai sentita addosso. E ogni volta che si rendeva conto della cosa, lo stringeva di più, ricevendo anche da Zayn un abbraccio più forte. 

Note dell'autrice: Io vorrei farvi notare una cosa. Nell'altra storia ho avuto con 23 capitoli 67 recensioni. In questa, e siamo arrivate al sesto capitolo, ne ho avute 68. Io-vi-amo! Ok? Ok! Cioè siete tutte molto ghjkfosdihuhbfsdkmlofsdiuhf.. (: ♥ Ecco il fatidico capitolo. Molto lungo, molto hsjdiuvgsdbhjis.. Io sti due insieme li amo particolarmente. *__* 
Un bacio ai pupi.

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Capitolo 9
*** chapter eight ***


Se il lieto fine non c'è mai, ti regalerò sempre nuovi inizi.

Svegliarsi era già un dramma per Keyra; pensate dopo essere rientrati alle quattro, una doccia veloce (non poi così tanto perché beh... Era successo di tutto sotto a quella doccia) e poi si erano messi a dormire.
Il tempo di addormentarsi... E quante ore aveva dormito? Quattro, cinque? Quando il cellulare squillò, lei si rigirò nel letto, sbuffando. Lo prese, mentre mugugnava qualcosa di incomprensibile. 
«Chiunque tu sia, crepa!» sbottò, rispondendo ma sapendo benissimo che era sua sorella. 
«Buongiornooooooooooo!» ecco, quell’urlo non le serviva proprio. 
«E tu questo lo chiami buon giorno? Lasciami dormire...» Sussurrò, rimettendosi al suo posto... Tra le braccia di Malik. 
«Ma quale dormire, sveglia!! Io sto uscendo di casa, ti porto il caffè?» Mugugnò qualcosa che assomigliava ad un si, e poi spensero la chiamata. Mugugnò ancora contrariata, e rimase altri due minuti tra quelle braccia possenti e tra le coperte calde, poi decise di alzarsi. Dopo aver slegato il suo corpo da quello di Malik  - che a quanto pare voleva vincere il premio su chi si annodava meglio sulla propria ragazza -, si diresse in bagno.
Mentre si lavava i denti, dopo essersi lavata e vestita, sentì Malik chiamarla dalla stanza. Si affacciò e lo trovò spaparanzato tra le coperte, con le braccia nude fuori dalle coperte, la testa piegata verso il suo cuscino. 
«Dove stai andando? Sono le otto e mezza.» biascicò il moro, mezzo addormentato. Dopo essersi risciacquata la bocca, si diresse verso il letto. 
«A fare colazione con mia sorella, gliel’ho promesso prima di ripartire.» spiegò, sedendosi sul letto e affondando la mano nei suoi capelli, vedendolo socchiudere gli occhi. Il ragazzo alzò le braccia, muovendo le mani come un neonato che voleva qualcosa, ma semplicemente lui le stava chiedendo un bacio. Scuotendo la testa, si abbassò a sfiorargli quelle labbra da paura. 
«Potrei essere geloso, lo sai?» lo guardò con un sorriso. 
Ora, poteva fare tutte le scenate di gelosia che voleva. Adesso se lo poteva permettere, prima no.
Sorrise, scuotendo la testa. «Devi essere geloso. Farò tanti piccoli Malik con mia sorella!» il moro ridacchiò e dopo aver affondato la mano nei suoi capelli la spinse di nuovo sulle sue labbra. Dopo un bacio, si appoggiò al suo petto. Crollò il silenzio, tanto non doveva fare nulla finché sua sorella non le faceva uno squillo. 
«Sai che mi fa strano pensare che stiamo insieme?» ammise il moro, e lei ridacchiò. 
«Siamo in due, allora!» di nuovo crollò il silenzio, mentre entrambi si sentivano sempre più plasmati in quella situazione. Era come se in quel momento, la barriera che li divideva dal mondo si rompeva in mille pezzettini, e finalmente loro si potevano permettere di dire quello che provavano. Non dovevano più nascondersi dietro a niente.
«Però ci calza, non trovi?» sfiorò con le labbra il suo petto, poi con la punta del naso e si alzò poi a sfiorargli le labbra. 
«Ora ti puoi permettere di farmi tutte le scenate di gelosia su questo mondo. Ora sei libero di farmi esasperare come so, tu solo ci riesci!» lo vide guardarla prima in un occhio e poi nell’altro, per qualche secondo e poi sorridere a trentadue denti. 
«Mai togliere il guinzaglio ad un cane feroce!» lo guardò con le sopracciglia alzate. 
«Io posso... Ricordati che riesco a farti azzittire con quattro semplici parole...» lui ghignò, e curioso la guardò. 
«E quali sarebbero? Sentiamo..» Keyra ricambiò il ghigno. Povero cucciolo. 
«Ti levo il sesso!» 
«Si, tu sai come farmi stare buono!» risero come due scemi, sentendo poco dopo il cellulare squillare. Quello significava che sua sorella era arrivata sotto al suo albergo.
«Ti sei svegliato?»  
«Io ora torno a dormire, per un’altra ora!» disse, mentre lei si alzava e lo guardava male. 
«Ma neanche per sogno. Alza quel bel sederino che hai, forza!» Lo tirò per un braccio, con tutta la forza che aveva, ma non successe quello che voleva lei.
Naturalmente lei lo voleva in piedi, lui no. Quindi con il minimo della forza se l’era buttata addosso, di nuovo. 
«Dai Malik!» sbuffò lei mentre lui si lagnava che voleva altre coccole. 
«Se mi dai un altro bacio, potrebbe essere che mi alzo!» lo guardò male, e gli sfiorò le labbra per poi rialzarsi. 
«Quando torno, e io torno tra un'ora, pretendo che ti sei alzato. E se non ti sei alzato, io ti spacco Malik!» lui la guardò con quegli occhioni da cane bastonato che la facevano sciogliere tutta, poi uscì non prima di avergli di nuovo sfiorato le labbra.
Appena fu fuori dall’Hotel, trovò sua sorella in piedi di fianco l'entrata, con il suo caffè Italiano in mano. Lo prese, lo buttò giù in un sorso e poi le sorrise. 
«Ciao sorellina, come stai? sto bene, grazie! E tu sorellina ingrata che neanche mi saluta e pensa solamente al suo stupidissimo caffè italiano?» domandò Georgia, sarcastica. 
«Sto bene, grazie! Andiamo a fare colazione!» disse prendendola sotto braccio e cominciando a camminare verso Starbucks. 
«No seriamente, come stai?» chiese, scrutandola. Si girò a guardarla, sorridendo. 
«Avete risolto!»
 non era una domanda, ma una constatazione. Significava che aveva notato. 
«Nei migliori dei modi... Sotto la doccia!» Sua sorella la guardò orgogliosa. «Quindi ancora vi date alla pazza gioia?»ridacchiò. 
«Il realtà ci siamo messi insieme.» Georgia per poco non si sentì male a quelle parole e si bloccò, girandosi a guardarla. 
«Stai con Zayn? E tu me lo dici così?» 
«Perché come te lo dovevo dire?»domandò, stranita. 
«Dovresti saltellare!! No aspetta. Quando me lo presenti?» la guardò male, tremando solo all'idea di presentarle Zayn. Come minimo il moro l'avrebbe lasciata per avere una sorella come lei.
«Innanzitutto: lo conosci già e secondo non sono passate neanche ventiquattro ore da quando ci siamo “messi insieme”, e non mi sembra il caso.» Ammise, entrando e dirigendosi alla cassa. 
«Ma non me lo vuoi presentare? Alla tua sorellina stupendissima?» la guardò male, scuotendo la testa esasperata. Lo sapeva che avendole detto che si erano messi insieme, ora non l'avrebbe più finita di rompere. «Non me lo ricordo!» La guardò ancora più male. Prese il cellulare, ma prima di fare quello che voleva, si ritrovò un messaggio di Zayn: 
“mangia poco perché poi c’è la colazione con tutti. Ti aspetto in camera! <3” sorrise e rispose con un semplice “ok!” e guardò per qualche secondo quel cuoricino. Un semplice cuoricino era riuscito a far battere come un pazzo il suo cuore. Come diavolo ci riusciva? Cercò “Zayn Malik” su google, e poi fece vedere la foto a Georgia. 
«Porca...»
 Sorrise. Sapeva che era rimasta senza parole. Zayn Malik faceva lo stesso effetto a tutte. «Ma è cambiato tantissimo. Aspetta... Perché Zayn è su google?» alzò un sopracciglio a quella domanda. Dai, possibile che non si fosse accorta dei mille poster dei 1D che vendevano praticamente ovunque? Era così sbadata? 
«Perché è diventato un gran bel pezzo di ragazzo, e modestamente adesso è mio!» ridacchiarono insieme, mentre Keyra si stava vergognando come una pazza di doverle dire la verità. 
«No davvero, sono seria, perché?» le spiegò tutto per filo e per segno, mentre facevano la loro colazione in pace, mangiandosi il brownie e lei sorseggiava la sua cioccolata calda. «E perché non mi hai detto nulla?» domandò, stranita sua sorella. 
«Perché non c’è niente da dire... Sono loro i famosi, mica io!» giocò, guardandola. 
«Si ma tu adesso stai con Zayn. Significa che sei entrata nel suo mondo.» 
«Chi io? Appena si verrà a sapere che io sono la ragazza di Zayn, milioni di ragazze mi odieranno, sai? Non sono entrata nel suo mondo, e mai ci entrerò. E va bene così. Non ci voglio entrare.» Si pulì le labbra, stranita. 
«Si, ma tu sei nel suo mondo.» scosse la testa a quella frase. Continuava a mettere il dito nella piaga e non sembrava capire il suo punto di vista. 
«No, io sto con Zayn! Il mio Zayn. Quello che ho conosciuto a scuola, quello con cui ho fatto la prima volta l’amore. Non permetterò a delle estranee di rovinare tutto quello che fino adesso c’è stato. Non ho intenzione di pensare a Zayn come lo Zayn Malik degli One direction! Penserò sempre a lui come il mio Zayn. Amen di quello che pensano!» Ammise, e sua sorella sorrise. 
«Si ma sarai sempre sotto i riflettori.» Sorrise in risposta anche lei. 
«Lo sono praticamente da quando abito con loro. Già mi sono presa la mia bella dose di: puttana, sei una zoccola, sei la puttanella del gruppo. Dai, posso resistere!» 
No, non poteva. Ma se per avere Zayn doveva subire, l’avrebbe fatto eccome. Tutto pur di non permettere a delle persone invidiose di rovinare tutto. Finirono di fare colazione, poi ritornarono verso l’albergo.
Le dispiaceva andarsene così presto, sarebbe stata volentieri un altro paio di giorni con sua sorella. Dopo aver fatto colazione si salutarono, e lei tornò in albergo. Passò prima nella stanza di Mary e Niall, bussando diverse volte e finalmente la porta si aprì rivelando una Mary tutta spettinata e rincoglionita come le merde. 
«Giorno raggio di sole!» la sfotté, e Mary si riandò a mettere tra le coperte, borbottando un “cazzo la mia testa!”«Sveglia biondino!» si piegò riempiendolo di baci sul volto, e lui si svegliò poco dopo, tutto contento di quel risveglio così dolce. Lui la batosta del giorno dopo la prendeva meglio degli altri. Fece alzare Mary a calci, per poi spedirla in bagno a lavarsi. Mentre Keyra cercava di svegliare gli altri tre, che praticamente prima di aprirle ci misero tipo mezz’ora, tanto che pure Niall si era fatto la doccia. Finalmente Liam aprì la porta, sorridendole. 
«Giorno sfigati! Bisogna muoversi, fra poco ci parte l’aereo.» disse e pure loro si misero a farsi la doccia, uno dopo l’altro.
Lei invece tornò in camera, aprì la porta e la richiuse. Passò davanti al bagno, rendendosi conto che la luce del bagno era accesa. Era pronta a fare un cazziatone a Zayn perché ancora dormiva, ma passando davanti al bagno si girò a guardare dentro domandandosi perché era accesa la luce. Continuò per la sua strada, dirigendosi verso il letto ma quando l’immagine che aveva visto al bagno arrivò al suo cervello, tornò indietro. Si bloccò sulla porta del bagno, guardando Zayn semplicemente fasciato da un asciugamano sulla vita. 
Ok. «Le mie ovaie sono esplose!» Quando il moro la vide nel riflesso dello specchio di fronte a lui, dopo aver pulito il rasoio nell’acqua, si girò a guardarla e dopo essersi asciugato le mani si tolse le cuffiette. 
«Cos’hai detto?» domandò, visto che l’aveva vista parlare ma non aveva sentito perché praticamente stava con la musica a cannone. Dopo avergli fatto una radiografia intera, tornò a guardarlo negli occhi. 
«Che gli altri si sono alzati!»
 lui la guardò e annuì. Con una forza che neanche lei credeva di avere, si diresse verso il letto e si mise seduta.
Dopo mezz’ora erano giù a fare colazione, nell’albergo. C’era un bordello di gente, Louis come al suo solito dopo le sbronze stava semplicemente seduto, guardando male il piatto degli altri che mangiavano tutti tranquilli. Mary era appoggiata al bordo del tavolo, mugugnando di tanto in tanto che non si sentiva molto bene, Niall mangiava come uno che non mangia da mesi, Harry si era preso un cornetto, Liam faceva compagnia a Niall perché poverino aveva paura che si sentiva solo nel mangiarsi il mondo, mentre Keyra e Zayn come al loro solito litigavano. Lei si era presa la marmellata di pesca, l’ultima rimasta e Zayn la voleva. 
«E' mia... Sono arrivata prima io!» sbottò, nascondendola. 
«Ma... Sei cattiva!» lui mise il labbruccio di fuori, cercando di farle pena ma con ben poco successo. 
«E tu sei un ragazzo di merda. Cioè, io sono secca come un chiodo, mi rompi le palle perché non mangio tanto e poi mi rubi pure la colazione? E no eh!» Lui la guardò, poi scuotendo la testa gliela lasciò. 
«Ti ricordo che questa è la tua seconda colazione!»sbottò, guardandola di sbieco. 
«Sta zitto! Mi snerva la tua voce Malik!» lui la guardò in modo divertito. 
«Non è vero, tu la ami!»
 ricambiò lo sguardo bruto. 
«Solo quella amo!! Ce ne avrai per molto? Vorrei avere una relazione con la mia colazione, se è possibile!» lui alzò le mani e finalmente Keyra prese a fare colazione. 
«Keyra.. hai le occhiaie..» guardò Louis, seduto a braccia incrociate a guardare quelli mangiare. Zayn si appoggiò alla sedia di Keyra con il gomito. 
«Ci lascerai mai stare in pace, Louis?» domandò stranita Keyra, facendolo scoppiare a ridere. 
«No, siete troppo belli tanto che mi viene normale sfottervi..»
 
«Ma ci sono anche Mary e Niall, perché a loro non rompi i coglioni come fai con noi?» chiese, guardandolo mentre mordeva il suo pane con burro e marmellata. 
«Perché loro ancora non si sono conosciuti tra le coperte. Voi fate i fuochi d’artificio!» altro sguardo bruto da Zayn e Keyra. Si girò verso Niall, tanto Mary stava dormendo. 
«Vi prego fate sesso sennò Louis non smetterà mai di romperci i coglioni!» Tutti risero, mentre Niall arrossiva come un bambino. «Fallo per la mia sanità mentale, ti prego Niall! Te lo chiedo in ginocchio!» altre risate mentre lei praticamente aveva una faccia depressa. Continuarono così finché Niall, ovviamente l’ultimo che finì di fare colazione dopo essersi mangiato anche i piatti, e salirono in camera per prendere la roba e andare a pagare.
 
Seduti sull’aereo, decollato da meno di dieci minuti, Keyra guardava fuori dal finestrino, vedendo l’Irlanda allontanarsi. In quella nazione ci aveva lasciato un pezzo della sua vita. Quando sarebbe andata a Dublino a trovare sua sorella, avrebbe sempre pensato a quella mini vacanza, che cos’era successo. Non avrebbe dimenticato. Ormai su Dublino c’era un rivelatore di ricordi, nel suo cervello. Zayn si era praticamente addormentato sulla sua spalla, come al suo solito, alla fila davanti a loro c’erano Liam, Niall e Mary che a quanto pare aveva bisogno solo di dormire, praticamente stava dormendo da quando si era alzata. A colazione, in autobus, sull’aereo. Accese il cellulare mettendolo nella modalità aereo e si mise su internet, gemendo vedendo le sue menzioni su twitter. Tutti insulti, anche abbastanza pesanti e non capì che diavolo succedeva. Spulciò un pochino, andando nei vari profili di twitter dei cinque, e vide che Louis l’aveva taggata insieme agli altri dopo aver scritto “Dublino aspettaci!”. 
«Liam!» sussurrò, visto che non poteva muoversi. Poco dopo si affacciò Liam, incuriosito. «Mi chiami Louis, per favore? E lo fai venire qui di fronte ai miei sedili, grazie..» Liam la guardò preoccupato, poi chiamò Louis che si presentò poco dopo di fronte ai sedili loro. Si girò a guardarlo male. «Avvicinati!» lui chiese scusa all’uomo che sedeva al fianco di Zayn, per affacciarsi. Gli diede uno schiaffo sulla fronte. 
«Aio!» sbottò, massaggiandosi la fronte, cercando di capire che diavolo succedeva. 
«Tu vuoi morire giovane, non è così? O ammettilo che vuoi farmi morire giovane.» Louis la guardava di sbieco. 
«Che ho fatto?» chiese, cercando di capire. 
«Mi hai appena firmato la condanna a morte, Louis.»
Pure Liam e Niall si erano affacciati per capire che diavolo succedeva. «Mi hai menzionato su twitter. Guarda cos'hai creato...» lui prese il suo cellulare e fece una smorfia, per poi passare il suo cellulare a Niall e Liam. 
«Cazzo... Ci vanno giù pesanti..» disse Niall, preoccupato. 
«E pensa che succede quando scoprono che state insieme...» sentendo la ovvia verità di Liam, le uscì un lamento. 
«Mi sa che lo lascio!» tutti ridacchiarono. Avrebbe fatto di tutto, tranne che lasciare Zayn.
Si girò a guardare il ragazzo che dormiva beatamente sulla sua spalla, e sospirò. 
«Si incazzerà..» si girò a guardare Niall, che aveva parlato. Louis era tornato al suo posto, Liam era tornato a sedersi. 
«Perché?» domandò, in modo curioso. 
«Scherzi? Gli tocchi la sua Keyra e comincia ad impazzire!» lo guardò con un sorriso poi le brillarono gli occhi. 
«Si, come no!» disse, tornando a guardare fuori dal finestrino. Quando cominciò l’atterraggio, mosse la spalla per svegliare il bello addormentato sulla sua spalla, e lui si svegliò stiracchiandosi tutto. «non capisco come riesci a dormire in tratti così corti, davvero!» ammise, e lui si girò a guardarla. 
«Quando hai una spalla comoda su cui appoggiarti!» lo guardò male, e lui ridacchiò. 
«Stavo pensando..» lui annuì, come per dirle che la stava ascoltando. «Dobbiamo farci vedere subito da tutto il mondo?» Zayn alzò un sopracciglio e quando capì quello che voleva intendere, la guardò perplesso. 
«Non vuoi?» deglutì, in ansia. 
«Non è che non voglio... E' che...»
 lui attese, sapendo che avrebbe finito. 
«Che c’è Keyra?» domandò dolcemente quando vide che non voleva continuare, troppo in ansia. Lei lo guardò, un po’ impaurita. 
«Louis mi ha menzionato su un suo tweet e sono esplose.» Zayn passò lo sguardo castano negli occhi di Keyra, che lo guardava. Doveva dirgli la verità? In fondo magari Niall aveva ragione, e lei non voleva che Zayn si mettesse contro le ragazze.  
«Esplose in che modo?» lei sorrise, tristemente arricciando le labbra. «Se non me lo dici lo scopro da solo. A costo di stare tutta la notte su twitter a leggere ogni stupido tweet dove c’è scritto il tuo nome.» sospirò. 
«I soliti insulti... puttana, sei una zoccola! Lo dico per loro, a me della loro gelosia poco mi interessa... Ma siamo partiti separati e ritorniamo abbracciati. Lì non saranno solo insulti, ma di peggio, fidati!» 
Lui la scrutava attentamente. «Dici di andarci leggeri? Passo dopo passo?» Annuì debolmente, guardandolo. 
«Di farle abituare perlomeno..,.» Zayn la guardò poi sospirò. Chissà cosa gli passava per quel cervellino bacato. 
«Io non ce la faccio più. Ma ti pare che mi devo nascondere perché sennò ti insultano? Giuro che questa parte del mio lavoro mi sta sulle palle!» lei sorrise, e affondò la mano nei suoi capelli, un gesto che praticamente lo calmava. 
«Non sarà per tanto, dai!» lui piagnucolò, però alla fine acconsentì. Non sapeva che fare. Certo andare con calma magari l’aiutava a non farsi odiare da tutte, quando in realtà non serviva a niente. L’avrebbero odiata comunque. Magari riusciva a farsi simpatiche le directioner, che in fondo erano come lei, ma.. l’avrebbero odiata di nuovo, appena avrebbero saputo che stava con Zayn. Ma una cosa era sicura.. Non avrebbe lasciato che quella cosa rovinasse tutto. 
«Possiamo farcela?» si girò a guardare Zayn che aveva parlato. 
«Dobbiamo!» esclamò, con un sorriso. Lui la guardò con il labbro inferiore di fuori. 
«Uffa. Me lo dai un ultimo bacio?» scoppiò a ridere, scuotendo la testa. Sembrava chissà che stava per succedere. Si avvicinò a lui e Zayn praticamente le si buttò addosso come un drogato. Quando uscirono dall’aereo, lei era sotto braccio con Mary ancora mezza addormentata e Zayn di fronte a lei, che camminava insieme a Niall. Prima o poi le cose si sarebbero sistemate.
 
Appena erano tornati a casa, tutti si erano messi a dormire, anche perché erano poche le ore di sonno che si erano fatti. Tranne Keyra, che rimase in piedi a studiare, in quanto il suo esame per passare al quinto anno si avvicinava. Verso le sei di pomeriggio Niall si alzò, per mangiarsi qualcosa. La mora se ne stava nel salone, con gli occhiali da vista, struccata e con i capelli messi in una cipolla malmessi. Niall si avvicinò a lei, con un panino in mano, per poi buttarsi al suo fianco sul divano. 
«Come mai non ti sei messa a riposare?»domandò, masticando il suo boccone. 
«Perché dovevo studiare!» ammise, con un sorriso, e chiuse il libro, togliendosi anche gli occhiali da vista. 
«Ma come mai ultimamente stai studiando così tanto? Non vai bene a scuola?» scosse la testa. 
«Tra poco ho l’esame per passare al quinto anno.» spiegò, con dolcezza. 
«Non ho ancora capito come funziona a scuola tua.» ammise il biondino, pulendosi la bocca. 
«Chi frequenta normalmente la scuola, quindi partendo dal primo anno, ha due esami. Al terzo anno e al quinto. In modo tale che se ti vuoi bloccare al terzo hai un attestato. Non serve a nulla, praticamente. Però puoi benissimo lavorarci, o meglio ci potevi lavorare anche perché adesso c’è poco lavoro lì in Italia. Se invece decidi di continuare, al quarto e al quinto anno fai più teoria, cosa che non fai nei primi tre anni ma fai molto più laboratorio. Al quinto anno è un normale esame di stato. Solo che io sono entrata dopo, e ho deciso di fare l’esame di terzo, per poi fare quarto e quinto in quest’anno. Quindi tra poco ho l’esame del quarto, per poi fare normalmente quello del quinto.»
 spiegò molto velocemente, mentre Niall annuiva. 
«E quando ce l’hai l’esame?» domandò curioso. 
«Avevo deciso di farlo dopo gennaio, ma ho notato che ho poi troppo poco tempo per dare quello del quinto. Quindi lo faccio fra due settimane.» lo vide annuire mangiando con gusto il suo panino. «E' tanto che non stiamo da soli..» gli fece notare e lui ridacchiò. 
«Vero... Ci riprendiamo la nostra rivincita?» lei annuì e lo vide aprire le braccia, come ad invitarla ad abbracciarlo. Gli si buttò praticamente addosso, e lui se la strinse addosso. «Che mi dici?» domandò Niall, sfiorandole i capelli con dolcezza. 
«Assolutamente nulla. La mia vita è piatta come il mare, fidati!»
 lo sentì ridere.
Amava la risata di Niall, era contagiosa. Quando rideva lui, senza neanche volerlo rideva anche Keyra. «E tu, neo fidanzatino?» lo guardò dal basso, e lui abbassò la testa per guardarla.
Arrossì leggermente. «In realtà sei tu la neo fidanzatina!» ammise, timido per poi guardarla con dolcezza. 
«Si ma io sto impicciata con Zayn da quando eravamo ancora neonati.. quindi non c’è nulla di nuovo. Abbiamo solo sistemato!» spiegò, guardandolo. 
«Si, ma sei contenta?» guardalo come cercava di sviare il discorso. Lo guardò con un sorriso furbo. 
«Molto... Ma tu che cerchi di sviare il discorso di te e Mary?» lo guardò sorridere e arrossire. «Adoro quando arrossisci... Sei dolcissimo!» ammise e lui arrossì ancora di più. 
«Che devo dirti? Sono contento, con Mary sto bene. Però mi preoccupa molto il fatto che praticamente l’hanno attaccata perché a quanto pare girava una nostra foto insieme..» Keyra sorrise con dolcezza, mentre gli passava una mano nei capelli. 
«E allora? Tu non puoi farti bloccare dalle fan che provano gelosia. Se davvero ti amano, accetteranno Mary che a tua voce ti rende felice. Magari avvisale che davvero Mary ti rende felice, e magari loro capiscono. E se non lo fanno, fottitene.. L’importante è che tu stai bene, che lei sta bene. Loro se ne faranno una ragione.» lui la guardava con quello sguardo dolce. 
«E tu come reagisci al fatto che prima o poi vi vedranno?» domandò curioso 
«Io non reagisco. A me poco importa di quello che pensano. Io ho sempre visto tutti voi come i miei amici, non come gli One direction, e continuerò a farlo. Certo, sono vostra fan, magari al concerto vi vedrò come i cinque cantanti di quel gruppo, ma in queste situazioni per me siete tutti come vi ho conosciuto, senza fama. Ovviamente so che andando in giro con voi mi faccio odiare, ma come mi ha fatto notare Mary, perdo tempo a nascondermi e non mi godo il momento quando per due anni ho pregato che tutto tornasse come prima e poi mi vergogno ad uscire con voi? No, grazie.» lo vide sorridere e sfiorarle la guancia. 
«Per fortuna l’hai capito! Quindi la pensi così anche per Zayn?» annuì. 
«Per me Zayn è quello che ho conosciuto grazie allo scambio culturale della scuola. Ma non riuscirei proprio a vederlo come un “idolo”.» sentirono dei passi e alzarono entrambi la testa. Liam si grattava la testa, appena entrato in cucina con gli occhi abbottati di sonno. 
«State tubando?» annuirono debolmente, in direzione di un Liam mezzo addormentato. 
«E tu ci stai disturbando!» sbottò Niall, facendo ridere Keyra. 
«Me ne vado, prendo un po’ di acqua e me ne vado, giuro!» ridacchiarono mentre tornavano a parlare tra loro, sussurrando per non farsi sentire da Liam che sbraitava che in quella casa c’erano coppie non ufficializzate. 



Note dell'autrice: Io vi amo, posso dirvelo? Nello scorso capitolo ho ricevuto 16 recensioni. Cioè.. Non ho mai avuto tutte queste recensioni, lo sapete si? Io vi amo. Per non parlare delle persone che hanno messo la storia nei preferiti, il mio profilo negli "autori preferiti". Cioè sareste tutte da sposare. Rifaccio la domanda, per curiosità. C'è qualche personaggio famoso, cantante o modella che vi fa pensare a Keyra? Sono curiosa di sapere come la figurate in testa. xD Avrà pure lei un volto, no? (: Per altro vi lascio il mio twitter, di nuovo, se mi volete cercare. @_marrymezayn ok? io vi amo, tutte! Sappiatelo! 

E scusate se non risponde a tutte nelle recensioni, ma dopo un po' divento pure monotona nelle risposte! so sorry. 

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Capitolo 10
*** chapter nine ***


Volevo essere scelta, volevo una persona che voleva me.
Una persona per la quale io non potevo essere sostituita da un giorno all'altro.
Una persona che mi facesse sentire speciale, diversa da tutti. Un individuo, una persona, una principessa.
Come quando ero piccola e per la mia mamma, io ero la sua bambina.

Quando entrò in casa, la trovò invasa da non si sa quante persone.
Erano le quattro di pomeriggio, lei era appena tornata dal suo stupidissimo corso di cucina durato milioni di ore, ed era stanca. Per non parlare della puzza di fritto che praticamente le si era insinuata fino alle mutande, perché aveva fatto laboratorio e stare in cucina per 5 ore, non aiutava ad uscire linda e profumata.
Da quella piccola vacanza erano passate due settimane, due settimane dove praticamente viveva da dio. Con Zayn andava come al solito, se non mille volte meglio. Era molto più tranquilla, se si toglieva che girava la voce che Zayn uscisse con Perrie delle Little Mix. Non aveva aperto bocca su quella cosa, e Zayn neanche. Il moro non parlava di quello perché credeva che Keyra non mettesse in discussione quella cosa, ma in realtà Keyra si stava facendo le sue buone seghe mentali dove si stava domandando se Zayn non la stesse prendendo in giro.
Insomma, quando entrò dentro casa sentì un vociare da paura e con il borsone ancora in spalla, si diresse in salone trovandosi di tutti e di più. 
«Keyraaa! Bentornata!» urlò Niall, seduto comodamente tra due ragazze. Scrutò la stanza, le persone dentro e poi sorrise. 
«Salve!» salutò, poi posò il borsone sul bancone all’americana.
In quella stanza c’erano: I quattro coglioni, insieme ad Eleanor e Danielle. E... Le quattro che dovevano essere le Little Mix.
Ok, ora poteva bestemmiare in aramaico antico.
Danielle si alzò trascinandosi anche Eleanor per presentargliela. «Ciao Keyra!» sorrise a Danielle che fece per abbracciarla. 
«No!» si scostò. «Puzzo di fritto che pure in Cina mi sentono!!» Harry rise a quella frase, facendosi guardare da Keyra. 
«Puzzi più di me?» lo guardò male mentre praticamente Danielle se ne fotteva e l’abbracciava. 
«Ok, se proprio vuoi puzzare di fritto!» ricambiò l’abbraccio poi si presentò ad Eleanor, molto carina come nelle foto. 
«Come stai?»  
«Stanca, ma si va avanti!» Ammise, con un sorriso mentre si stringeva la mano con quelle quattro che, doveva ammetterlo, non avevano tutta la sua simpatia. Anzi, praticamente le stavano sulle ovaie.
Ma i suoi amici erano tanto contenti di loro, perché avevano la loro stessa storia. Ma vaffanculo, va! Quando capì chi cazzo era Perrie, quasi non la fulminò con lo sguardo.
Lei ricambiò con sguardo serio. Che cazzo si guardava? 
«Ho sentito bene?» si girò ritrovandosi un Zayn Malik solo in pantaloni. Ok, la sua calma stava per andare a farsi un giretto. «Ciao! Sei tornata!» Lui stava sorridendo felice, lei lo guardò così male che il ragazzo si ritrasse. 
«Se vuoi vado a vivere sotto i ponti!!» sbottò, riprendendo il suo borsone. Tutti chiacchieravano allegramente, tranne Niall che aveva intuito. 
«Ciclo?»domandò il moro, bloccandola. 
«No... La tua esistenza!» camminò verso le scale, mentre Zayn rimaneva bloccato sulla porta del salone, stranito. Che cazzo le era successo? Si girò a guardare Niall che praticamente gli faceva segno di andare da lei e seguì il consiglio di Niall, seguendola. 
«Keyra!»
 la rincorse, mentre lei camminava a passo di carica verso la sua stanza. «Keyra?» non rispose ancora, aprendo la porta, buttando il borsone sul letto e aprendolo. Prese la divisa di cucina, tirò fuori la roba come il cellulare, l’ipod e portafogli ributtando poi il borsone vuoto nell’armadio. «Kerya? Mi ascolti?» la bloccò mentre si dirigeva a portare la divisa in lavatrice. 
«Che vuoi?» sbottò, guardandolo male. 
«Sapere che cazzo ti succede?» 
«Niente, mi rode il culo.» fino a li ci era arrivato a capirla. 
«Ma perché?» chiese, cercando di capire quella cosa che ovviamente non riusciva a capire. 
«Niente Malik!» aveva usato il suo cognome! Il cognome, ah! Era incazzata con lui. 
«Sei incazzata con me?»
«No, perché dovrei essere incazzata con te? Nooo...» il moro continuava a cercare di capire perché fosse incazzata con lui, ma davvero non trovava risposta. 
«Sto cercando di capire, ma a quanto pare hai ragione quando mi dici che il mio cervello è troppo piccolo per capire la tua mentalità. Aiutami!» sbottò, preoccupato.
Si tolse dalla presa di Zayn, dirigendosi al bagno. Era tutto più semplice se non doveva guardarlo in quegli occhioni. «La mia pazienza ha un limite, Zayn.
Posso passare sopra ai giornalisti che dicono che ti stai vedendo con quella. Sto calma perché tu hai smentito. Ma quando mi ritrovo che lei continua a dice che si sta vedendo con te, scusa tanto ma mi faccio girare i miei cinque minuti. Torno a casa, e chi mi ritrovo? Lei, seduta comodamente sul nostro divano. E’ chiaro che vuole uscire con te perché sei più popolare di lei, perché questa cosa farebbe bene al suo stupido gruppo.. O semplicemente perché sei un gran bel pezzo di ragazzo. Non so il motivo perché continua a dire che state uscendo insieme, ma comunque mi sta portando al limite della pazienza. E poi... Puff entri tu che praticamente sei una insegna luminosa con su scritto “scopami” e si, devo rimanere calma. Hai ragione!»
 Lo disse praticamente senza prendere fiato, parlando a macchinetta.
Quando si girò per tornare in camera vide Zayn sulla porta del bagno, con le labbra strette e con le fossette ai lati della bocca, segno che si stava trattenendo dal ridere. Quando vide sicuramente la sua faccia, gli uscì un po’ di risata ma si bloccò subito. 
«Vaffanculo Malik!»
 sbottò, incazzata come una iena e lui non riuscì a trattenersi e si lasciò andare ad una risata di cuore che raramente aveva sentito. Dandogli una spallata lo fece spostare e andando verso l’armadio per prendere i vestiti che si sarebbe messa dentro casa, dopo la doccia. Intanto Zayn continuava a ridersela tanto che stava piegato in due a ridere, con la mano sulla pancia. «La finisci?» sbottò, cominciando seriamente a perdere la pazienza.
Cioè lei si incazzava e Zayn rideva. «Scusami ma..» scoppiò ancora a ridere, e lei si appoggiò al bordo del tavolo con le braccia incrociate mentre Zayn camminava verso il letto, sedendosi su di esso per continuare a ridere. 
«Quando hai finito di fare il perfetto imbecille avvisami!» si rinchiuse in bagno, sentendolo ridere finché non entrò nella doccia, e il getto dell’acqua coprì la sua risata. Quando terminò uscì fasciata dall’accappatoio, invece Zayn si era appoggiato dove poco prima lei era appoggiata. «Finito il momento ilarità?» chiese, snervata. Se prima Zayn se la stava ridendo allegramente, ora sul suo viso era disegnato un sorrisetto divertito. 
«E tu hai finito di sparare cavolate?» lo guardò male, molto male e lui si staccò dalla sua scrivania per andarle davanti. «Tu credi davvero che io e lei stiamo uscendo insieme? Quale droga ti sei presa per pensare questa boiata?»l’abbracciò e affondò la faccia nell’asciugamano dei capelli. Non rispose. 
«Oggi Sugarscape ci ha intervistati e ho detto che mi vedo con qualcuno, ma che non è Perrie. Non ci sono mai uscito, e dovresti capirlo anche senza che te lo dico io. Non ti entra proprio in questa testa dura che voglio te, vero?» non rispose ancora.«comunque ti avviso che cominceremo da oggi stesso a farci vedere insieme. Mi sono stufato, chiaro? Voglio poter uscire da questa casa e abbracciarti, farti capire che pure Angelina Jolie in confronto a te è niente!» 
Ma lei si era bloccata al “cominceremo da oggi stesso a farci vedere insieme”. «Come da oggi?» domandò, un po’ nel panico.
Lui la guardò, e sorrise. «Da oggi. Forza, vestiti!» ma non si mosse da quell’abbraccio. «Keyra..» Zayn la guardò con dolcezza, sfiorandole il viso. 
«Oggi usciamo semplicemente insieme. Dopodomani magari ci prendiamo per mano. E lo so benissimo che hai voluto aspettare anche perché tu non sei ancora pronta a farti vedere con me. Facciamo le cose con calma, come abbiamo detto. Ma dobbiamo incominciare, perché noi tra poco cominciamo il tour, e se cominciamo il tour io pretendo che tu mi vieni a trovare quando siamo vicino a Londra. Quando verrai al nostro concerto, pretendo di poterti abbracciare e baciare quante cavolo di volte voglio, anche di fronte a tutte quelle persone, chiaro? Io sto impazzendo. Voglio di nuovo quel cavolo di periodo nelle mie mani! E farò di tutto per farci tornare a camminare per strada abbracciati!» lo guardava con gli occhi lucidi. 
«Forza, vestiti! Ti aspetto giù.» Lo bloccò quando lo sentì sciogliere l’abbraccio. Salì sulle punte – la nanezza era una brutta bestia.. – dei piedi e gli sfiorò le labbra. Lui ricambiò, spingendola verso di lui dal collo in quanto i capelli erano nell’asciugamano.
Scese dieci minuti dopo, entrando in salone dove tutti gli altri stavano chiacchierando. Malik ancora non era sceso. Merda che ansia. Era vestita come il solito, come si vestiva di solito. Non si era vestita meglio solamente perché doveva farsi vedere dalle fan. Poco le interessava. Era vestita con un maglioncino lungo, leggins e uggs dello stesso colore del maglioncino. La naturalezza in persona, la solita Keyra. 
«Ké, ti dispiace se rimangono a cen... Ma dove stai andando?» chiese Harry, guardando che si era cambiata. 
«Un anfiteatro di cazzi tuoi, mai?» domandò con scherno. «Che mi stavi chiedendo?» indossò la sciarpa. 
«Se ti dispiaceva se rimanevano tutte a cena..» alzò le spalle indifferente. 
«No... Per me va bene!»
«Ma dove vai?» chiese Louis, seduto vicino ad Eleanor. 
«Stiamo uscendo!» rispose Zayn, entrando in quel momento. Si girò a guardarlo, sbavando anche se era semplicemente vestito con un Jeans e una felpa. Tanto male fisico, gli avrebbe fatto. 
«Vi fate vedere insieme?» saltò su Louis, emozionato. Zayn si affiancò a Keyra, mettendosi meglio il giacchetto. «Vi fate vedere insieme?» chiesero tutti e quattro insieme a Danielle. 
«Vi stupite tanto?» Niall annuì, incredulo. 
«Si... Che le hai dato per accettare di farsi vedere con te?» domandò, guardandoli. Keyra lo guardò male. 
«Sei sempre così simpatico, Horan!» sbottò, chiudendosi il giacchetto.
Spostò lo sguardo su Perrie, guardandola seria. Poi sorrise sotto i baffi; tiè, befana della malora. «Andiamo?» annuì, tornando a guardare Zayn.
«Ok, ci vediamo a cena! Ciao...» lì salutò il moro ma Louis li seguì, borbottando un 
«Adesso mi metto su twitter e aspetto le foto di voi due insieme... Mi raccomando fate tanti bambini, eh!» Keyra gli tirò un calcio, guardandolo male.
«La finisci cazzo? Prima o poi ti soffoco con il cuscino mentre dormi!» urlò, spingendolo dentro casa mentre lei era già uscita dalla porta. Quando riuscì a chiudere la porta si girò a guardare Zayn che sorrideva. 
«Non ci lascerà mai in pace, sappilo!» sentendo quelle parole, a Keyra le uscì un sospiro. 
«E' sempre bello sperare!» Zayn si fece una risata di cuore, mentre prendevano a camminare. L’ansia assaliva Keyra fino alla punta dei piedi..
  
«Lo puoi fare per me?» Se ne uscì Keyra, di fronte ad un negozio. Stavano dentro al centro commerciale da quasi due ore, e fino a quel momento non era andata poi così male. Certo le fan avevano bloccato Zayn, in quanto era venerdì pomeriggio e quindi tutti i ragazzi erano andati al centro commerciale anche perché fuori faceva freddo e di tanto in tanto pioveva.
«ma non capisco perché!» ammise il moro. 
«resta fuori, non mi pare di chiederti tanto, no?» il moro la scrutò, sbattendo quelle lunghe ciglia. 
«ok..» lo guardò, cercando di capire se sarebbe entrato anche se gli aveva detto che restava fuori, poi indietreggiò. 
«non mettere piede dentro a questo negozio, sennò io ti assicuro che te ne pentirai!» il moro sorrise, alzando le mani. Keyra si mosse velocemente per il negozio di cd, cercando disperatamente quel cazzo di cd. Non le sembrava il caso di comprarlo con Zayn, ma ora che aveva i soldi perché non poteva averlo? Si diresse vicino le casse, e li trovò. Vasta scelta. 
«merda.. e ora?» ansimò, vedendo tutti quei cd. Li voleva tutti. Sia quello con sopra la foto di tutti e cinque, ma anche quelli dove c’era solo il volto di ognuno di loro. Si morse l’unghia, guardando nervosamente. Li voleva tutti, cazzooo! Alla fine prese quello con tutti e cinque, ma si ripromise di prenderli piano piano anche gli altri dove c’erano i loro volti. Pagò il suo cd, e dopo averlo messo nella bustina uscì. Zayn era appoggiato al bordo della porta a braccia incrociate. 
«possiamo andare!» disse, mentre metteva il cd dentro la borsa ma Zayn la bloccò. 
«che hai comprato?» lo guardò male e cominciarono a lottare, come due bambini. Lei cercava di non fargli vedere che aveva comprato il loro cd, lui che sapeva quale cd aveva comprato ma la voleva sputtanare. Alla fine vinse Malik, come al suo solito non sapendo neanche come ci era riuscito a bloccarla in quel modo. Aprì la bustina e dopo aver visto il cd sorrise, e glielo ridiede. 
«Hai finito di sghignazzare? Si, mi sono comprata il vostro cd, c’è qualcosa di male?» domandò, mentre lui si lasciava andare alle risate. 
«Potevamo dartelo noi!» disse, guardandola con dolcezza. 
«A parte che non voglio favori da voi solo perché vi conosco, e due... Un conto andare nel negozio, scegliere e comprarselo dopo che hai risparmiato.» Zayn la guardò mentre camminavano. 
«Ma perché... Eri indecisa?» 
«Su questo, e altri quattro.» lo vide pensarci su mentre lei cominciava a sorridere. 
«Quattro? Cinque.» 
«C’è uno dei cinque che mi sta ampiamente sul cazzo. Moro, con gli occhi scuri, che si crede fico ma in realtà è solo un povero sfigato! Come si chiama..? Aspetta...» Zayn perse il sorriso, quando capì che stava parlando di lui. «ah... Si! Zayn sono-un-vanitoso-di-merda-ma-non-sono-fico Malik! Hai capito qual è vero?» Scoppiò a ridere mentre lui la guardava di sbieco. 
«Si, ma intanto te lo porti a letto.» 
«No, non li conosco manco! Carino il biondino... Niall!» 
Lui scoppiò a ridere. «Potrei essere geloso di Niall, se non stesse con Mary.
Mi è arrivata voce che alcuni pomeriggi ti incontri con lui e vi coccolate.»
 Lo guardò di sbieco, poi alzò il nasino all'insù.
«Stacci Malik! E’ il mio amante!» Scherzò, mentre entravano in un negozio per maschi.
Naturalmente lui uscì da quel negozio pieno di buste. «Sei peggio di una donna! Che cosa cazzo ci fai con tutte queste felpe?» lui si girò a guardarla. 
«Mi piacciono!» Alzò le spalle, ma Keyra si ritrovò a pensare che piacevano anche a lei. Erano quelle felpe tipiche di Zayn. Molto scolastiche, che lo rendevano unico nel gruppo. 
«Si, ma sono tutte uguali.. Cambia di tanto in tanto!» lo sfotté.
Uscirono dal centro commerciale, e si diressero verso casa. Non distava molto dal centro commerciale quindi decisero di farsela a piedi. «E' stato tanto tremendo?» domandò Zayn, d’un tratto. Lei si girò a guardarlo, guardando quel volto che dopo tanto tempo ancora le piaceva come la prima volta. 
«No, però non ci siamo praticamente sfiorati, quindi il peggio non è ancora arrivato!» ammise, con un sorriso. Lui ricambiò.
Appena aprirono la porta Niall e Louis si buttarono praticamente addosso a loro per sapere com'era andata. I due li guardarono tranquillamente. 
«Allora, com’è andata? Vi hanno fatto foto? Che ti hanno detto? Oddio, sei tutta intera?» Loro li guardarono mentre insieme sparavano domande ad entrambi, per poi camminare verso il salone. Zayn posò le buste sul bancone, e Keyra le spostò sulle sedie. 
«Forza, diteci com’è andata...» sbottò innervosito Louis, speranzoso. 
«C’è stata una rissa appena sono saltata addosso a Zayn. Mi hanno massacrato di botte, poi io ho tirato capelli, è arrivata la polizia, mi hanno portato in galera insieme alle fan... Poi niente, Zayn da bravo supereroe mi è venuto a salvare, dopo che gli ho slacciato la mia coda di capelli dalla finestra della prigione e... Normale, come doveva andare? 
Tutti la guardarono a bocca aperta, dopo che si era inventata quella cazzata, per poi sentire Zayn praticamente ululare dalle risate. Tutti lo seguirono, mentre lei con un sorriso si toglieva la sciarpa ed il giacchetto. Quelle quattro ancora stavano lì. Danielle si fece avanti e l’abbraccio. 
«Non sai quanto ho sentito la tua mancanza!» scoppiò a ridere, sentendo quel sussurro. «Stavo per andarmene. Però non volevo lasciare Eleanor da sola.» si sorrisero. 
«Ora sono qui e ti ho salvata! Forza, uscite tutti dalla cucina, devo cucinare!» prese a cucinare, mentre quei depravati mentali stavano in salone a sparare cazzate come al loro solito.
Ovviamente la mamma di Harry fu presa di mira dalle frasi maliziose dei cinque e il povero riccio non sapeva più come far smettere quei quattro di dire certe cose su sua madre. «Ma quando vedete la madre, come avete la faccia tosta di rimanere seri?» chiese Keyra, dalla cucina. 
«E chi rimane serio? Lasciamo la bava quando c’è quella donna nella nostra stessa stanza.» 
Che pervertiti del cazzo, pensò, scuotendo la testa in modo incredulo. Povera donna, che doveva sopportare. 
Danielle le andò vicino, sorridendole. «Ti serve una mano?» scosse la testa, dolcemente. 
«No tesoro, non ti preoccupare!» rispose, con un sorriso dolce. Anche Eleanor si avvicinò, sorridendo. 
«Prima sei uscita nel discorso.» sbatté le ciglia, poi la guardò incuriosita. 
«In che senso?» domandò, ma si accorse che stava parlando a bassa voce.
Eleanor continuava a sorridere. Era troppo dolce, con quelle guanciotte. 
«Mentre eravate fuori, hanno chiesto chi eri.» la guardò, senza perdere il sorriso. «Diciamo che è partita una mezza discussione.» annuì, ancora. 
«Bello vedere come la gente non ha le palle di parlarti in faccia, ma aspetta che esci di casa! Continua!» 
Si stava alterando. «Ad un tratto Perrie se n’è uscita con: “ma è normale”... Non ti dico Niall che cosa ha creato. Ha alzato un polverone!» Si girò a guardare il suo migliore amico, che in quel momento se ne stava svaccato a vedere Harry giocare con le macchine all’xbox. «Poi non le abbiamo fatto notare che anche noi siamo normali. Che io faccio la ballerina, e che Eleanor è una commessa! E’ solo gelosa!» sghignazzò. 
«Certo che è gelosa! Mi sono presa il più fico!» risero tutte e tre insieme. «Niente a ridire sui vostri ragazzi, ma Malik li supera tutti!»
«Allora... Racconta! Com’è andata l’uscita?» tagliò la pancetta e la mise dentro la padella.
«Normale davvero... purtroppo quando sto con Zayn mi dimentico che è famoso! Ritorno sul mondo dei vivi quando lo fermano per foto e autografi.» Danielle sorrise. 
«Ti abituerai!» si sorrisero.
Ci mise poco a cucinare, mentre si conosceva meglio con Eleanor, e quando tutto fu pronto si misero a mangiare tutti insieme, al grande tavolo della sala da pranzo. 
«Mio dio, è delizioso!» esclamò Eleanor appena mandò giù la prima forchettata di pasta. «E' qualcosa di divino!» continuò, incredula. Niall annuiva mentre la cuoca arrossiva visibilmente al complimento. 
«Hai visto si? Abbiamo la nostra cuoca italiana personalizzata. Credo che ci sarà difficile tornare a mangiare le cose inglesi quando saremo in tour.» Esclamò tutto orgoglioso che quella ragazza era la sua migliore amica. 
«Eh! Lo sai che ci stavo pensando? Ma se l’assumiamo come cuoca personale del gruppo?» Keyra scoppiò a ridere, scuotendo poi la testa. 
«Ma scherzate? Non vedo l’ora di togliervi dai piedi, e voi mi volete assumere come cuoca? Ma neanche sotto tortura, guarda!» esclamò, con un sorriso. 
«Io morirò di fame, lo so!» esclamò Niall, che era già pazzo per il mangiare poi quando si parlava di cucina italiana usciva di senno. 
«Tu non puoi morire di fame. E’ come un normale uomo con le donne. Lui vede le forme della ragazza, e pensa “gnocca gnocca gnocca” tu vedi il cibo e fai “gnocca gnocca gnocca”. Sei immune alle donne ma al cibo proprio no!» 
Tutti scoppiarono a ridere, mentre lui arrossiva. «infatti sono così immune che sto insieme alla tua migliore amica!» lei lo guardò birichina. «Si, ma intanto il tuo primo amore è il cibo, ammettilo Horan!» Niall ridacchiò alzando le mani. 
«Lo ammetto!» giocarono così per tutta la serata, sotto lo sguardo serio di quelle quattro che scrutavano attentamente la situazione.
 
Seduta alla sua scrivania, dopo essere salita perché voleva un po’ di calma, Keyra riguardava sempre lo stesso video. Quale? Fatevi una bella risata perché la ragazza se ne stava lì seduta da un ora a guardare un video di Zayn dove si levava la maglietta perché il conduttore radiofonico gliel’aveva chiesto per fare una foto al suo tatuaggio. E da quasi un ora e mezza stava sempre sullo stesso pezzo. Da quando si levava la maglietta, e già il modo in cui se la levava la faceva sbavare. A Keyra gli uomini che si levavano la maglietta prendendola dal collo o dalla parte dietro le facevano sangue. Ma che cosa era quel ragazzo? Possibile che era fico pure mentre guardava la foto appena fatta? Mannaggia a lui.
«Sono sexy, eh?» saltò come un petardo, cercando di chiudere la finestra come se era appena stata beccata a vedere un video porno. Zayn, piegato sulla sua spalla si tirò indietro per farsi una di quelle risate favolose, mentre lei rossa come un peperone si alzava e lo guardava male. 
«Bussare è un optional, Malik?» domandò, rossa come un peperone e pensando alla figura appena fatta. Beccata alla grande! Zayn continuava a ridere fragorosamente mentre lei si torturava le labbra, nervosa e lo guardava in tralice. «Hai finito di ridere?» chiese, sempre più rossa per l’imbarazzo. Lui scosse la testa e si mise seduto sul suo letto, continuando a ridere come un pazzo. Quando la risata finì si asciugò gli occhi, ancora scosso dalle risate, riappoggiando lo sguardo su Keyra, appoggiata alla scrivania e le braccia incrociate sotto al seno, nella sua solita posa da stizzita. Rimasero lì, a guardarsi. Lei incazzata come una biscia e rossa come un peperone, lui con il sorrisone stampato in faccia. Doveva ammettere che l’idea di Keyra stava lì a guardare i suoi video gli faceva gonfiare il cuore di felicità. E come era saltata su quando lui aveva parlato, come se non volesse fargli sapere che stava lì a sbavare su di lui. La mora lo sentì ridacchiare, mentre si grattava gli occhi pensando a quelle cose. 
«Ce ne avrai per tanto, Zayn?»
 chiese, innervosita. 
«Perché devi tornare a sbavare sul mio fisico?» La schernì. E giù con altre risate, mentre Keyra alzava gli occhi al cielo, ma diventava sempre di più di un rosso che forse non esisteva nella tabella dei colori. Lo guardò ridere, fissandolo con quello sguardo adorante con cui guardava solo a lui, ascoltando quella risata che le piaceva tanto. Mamma mia che cosa era quel ragazzo! Mannaggia a lui che le faceva quell’effetto.
Appena finì di ridere, la guardò e si alzò, camminando lentamente verso di lei, in quel modo sensuale che le mandava in pappa il cervello. Keyra strinse di più le braccia sotto al seno, poi si girò alzando il nasino in modo stizzito. Appena le fu davanti, lei si morse il labbro e le uscì un sorriso. 
«Sorridi? Ma non eri incazzata con me?» chiese, sapendo benissimo che nel profondo si stava divertendo anche lei ad essere stata scoperta a fantasticare su di lui. Altra risatina, non credendoci proprio. Keyra che se la sbavava allegramente sui suoi video, incredibile. La vide alzare di più il nasino. Sfiorò con due dita la guancia rossa di Keyra, sentendola caldissima. Sorrise da quel rossore e si abbassò a darle un bacio sulla guancia. Lei ridacchiò e nascose la faccia nel suo petto, e istintivamente Zayn le passò le braccia intorno al corpo, stringendola a sé.
«Quanto mi piace sapere che arrossisci per me..» ridacchiò e lei gli morse delicatamente il braccio, per poi tornare ad affondare la faccia dentro alla sua maglietta. «Ma sei arrivata alla fine di quel video, almeno?» scosse la testa e lui rise. «Ti conviene arrivarci!» alzò la testa e lo guardò, inclinando la sua di lato. 
«Se ti sei spogliato tutto mi incazzo!» scherzò e lui scosse la testa indicando poi il computer. 
«Guardalo!» sbuffando si rimise al computer, aprì il browser e cercò di nuovo il video. 
«Però se me lo permetti me lo rivedo tutto!» si fecero una risata, e Zayn si mise appoggiato alla sedia, dietro di lei. Fece partire il video e si appoggiò allo schienale, incrociando le braccia al petto e sospirando. Zayn ridacchiò. Strinse le labbra e quando vide il modo in cui si levava la maglietta, lo rimandò dietro. Il moro rise, scuotendo la testa. 
«Sta zitto, mi stai rovinando lo spettacolo!» lui si piegò a darle un bacio sul collo, che la fece fremere per poi tornare eretto. «Tappati le orecchie, sto per fare la fan con gli ormoni a mille!» tornò indietro di nuovo e Zayn scoppiò ancora a ridere. 
«Tornerai indietro per molto?» chiese, divertito. 
«Non è mica colpa mia se sei sexy!» La loro tipica frase. Il moro si abbassò ancora, e le diede un bacio che riuscì a farle dimenticare anche come si chiamava. Ma come diavolo faceva? Zayn, quando si staccò da quelle labbra che avrebbe baciato per il resto dei suoi giorni senza mai stufarsi, mise la mano sul mouse e spostò il video dopo che lui guardava la foto. 
«Ehiii!» gli diede una pizza sulla mano, mettendo il labbro di fuori. Come osava bloccarle quello spettacolo? 
«Guarda!» Sbuffando lo fece. Lo Zayn nel video stava per rimettersi la maglietta quando Louis gli bloccò il gesto. 
“ma cos’è questo? Una voglia?” il tono era scherzoso, ovviamente gli occhi di Keyra si allargarono un pochino. “Ehm.. si!”Naturalmente non era una voglia. “ti abbiamo visto mille volte a petto nudo, questa voglia non c’è mai stata. Ragazzi, Malik ha un succhiotto sul petto” tutti risero, lui lo guardò male. 
«Ops...» 
«Tu e i tuoi stupidi succhiotti!» ridacchiò anche lei, mordendosi il labbro. 
«Io che diavolo ne so che ti vai a togliere la maglietta?» Zayn si riabbassò a darle un altro bacio sul collo, altro brivido. Alzò il braccio e lo bloccò sul suo collo. 
«Se te lo posso dire, senza passare per smielato; ti puoi permettere di farmi tutto!» ridacchiò, soffiando così sul suo collo e lei tremò ancora. 
«Mai dire così alla tua trombamica giocò, dicendo quel nomignolo che lui stesso le aveva dato ai tempi della scuola. «Soprattutto dopo un video del genere!» Zayn rise, ancora e ancora, mentre lei affondava la mano nei suoi capelli. 
«Ragazza... Non più trombamica. Ragazza la guardò mentre sbiancava. Non era ancora abituata a sentirsi dire di essere la ragazza del suo trombamico. «Allora lo ammetti che ti piaccio senza maglietta!» disse, decidendo di lasciar scivolare il discorso con quel tono sensuale che la fece fremere. 
«Solo senza maglietta?» sussurrò, divertita. Al diavolo a Malik che con solo quel tono riusciva a farla tremare come una foglia. «E non lo dirò mai..» Si peccato che l’aveva appena detto.
Ridacchiarono e Zayn si spostò di lato, passò il braccio sotto le gambe e se la prese in braccio.
«Dove mi stai portando?» domandò, guardandolo in modo divertito. 
«A letto, così invece che dirmelo me lo fai vedere risero entrambi, mentre ricadevano sul letto sotto le loro stesse risatine maliziose. Come era riuscito quel ragazzo ad entrarle così in testa? 

Ecco un altro capitolo! Io vi amo tutte, ragazze. Ormai anche i miei spazi d'autrice sono ovvi.. XD Non so che dire. Una barzelletta? Un italiano, un francese e un inglese.. no, sto scherzando ahahahah.. ♥ Ehm.. vi amo? Continuo a dirlo! Fatemi sapere se vi piace.. quale attrice/cantante/modella immaginate per Keyra.. Se mi volete su twitter ripeto sono (@_marrymezayn) e boh... Un bacio ai pupi.

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Capitolo 11
*** chapter ten ***


Se ne stava dormendo bellamente nel suo letto quando sentì la porta aprirsi e poi cinque corpi addosso a lei. Mugugnò qualcosa, aprendo gli occhi assonnati. «BUON NATALEEEEEE!» Li guardò tutti, uno ad uno, poi sbuffando cercò di ritornare a dormire. Erano partiti per due giorni, chissà per dove, e non le interessava per niente, ma erano tornati a quanto pare. Louis le tolse le coperte, e lei cercò di riprendersele con un cazzotto nella spalla. «buon nataleeeeeeee» urlò ancora Liam, e lei mugugnò un «si! Ora ti faccio provare il buon naSale, e poi vediamo come sei così contento!» sbottò, facendo ridere gli altri. «ma non eravate partiti..? lasciatemi stare!» sussurrò, buttandosi di nuovo nel letto e coprendosi. Zayn le si era steso accanto. «si, ma siamo tornati per l’immacolata» li guardò. «potevate risparmiarmela questa sorpresa!» sussurrò, ad occhi chiusi. «sembri quasi dispiaciuta!» esclamò Harry, seduto al suo fianco dalla parte opposta di Malik. «non “quasi”.. lo sono!» lo sentì ridacchiare. «forzaaa.. alzati!» non si sa come, dopo dieci minuti era in piedi, spinta da Niall verso la cucina. Tutti si buttarono sul divano e quando lei vide che ore erano, quasi non si sentì male. «ma porca miseria.. Sono le nove, cazzo!» sbottò, lanciando a tutti uno sguardo di sbieco, facendoli ridere. Prese il suo caffè, fece un’abbondante colazione e dopo quasi un ora riuscì ad accendere il cervello. «allora, facciamo questo benedetto albero?» Niall si girò a guardarla. «quale albero?» ricambiò lo sguardo, stranita. «dimmi che mi avete svegliato per fare quel fottuto albero, sennò giuro che vi do tanti calci al culo che vi faccio riattivare il cervello!» Niall si nascose dietro la mano per nascondere la risata. «non abbiamo un albero di natale.» si alzò, di scatto. «cioè voi mi volete far credere che dentro questa casa non c’è un albero di natale? Ma allora perché cazzo siete tornati se non pensate di fare l’albero?» Harry si girò a guardarla. «non lo abbiamo, non che non lo vogliamo fare!» lo guardò a bocca aperta. «fra dieci minuti si esce!» esclamò, dirigendosi verso la scala per salire al piano di sopra. «dove andiamo?» chiese Liam, tutto contento. «in chiesa ad accendere un cero per voi mentecatti! Dove andiamo, Liam? A comprare l’albero di natale e gli addobbi!» tutti saltarono su felici, e lei si andò a preparare. Ma vi pare normale che non avevano neanche l’albero di natale quei cinque deficienti? Cioè, non era normale per niente. Dopo essersi preparata, scese di sotto e li guardò uno ad uno. «oggi è per il natale, se solo vi vedo comprarvi un’altra cosa che non è qualcosa di natalizio, io giuro che vi castro a tutti!» loro annuirono. «andiamo!» sbottò, e uscirono di casa mentre Liam metteva tutti gli antifurti esistenti in quella casa. Vide che Niall era al telefono. «è Mary? È Mary?» lui annuì e gli chiese di passargliela. «holaaaaaa!» la salutò e come sottofondo sentì le canzoni di natale. Rise. In casa di Mary c’era la tradizione di fare l’albero mentre cantavano canzoni di natale. A casa sua invece era già tanto se si faceva l’albero. «bello vedere che ti senti più con il tuo stupido ragazzo che con la tua migliore amica! No davvero bello!» ascoltò Mary ridere, poi rispondere che doveva starci, perché lei con il suo ragazzo ci viveva, sennò faceva la stessa cosa. «mai! Non ti ha ancora superata quel coglione! Certo però quando è nudo ti supera eccome!» Non si sa perché, ma anche se Liam aveva messo tutti gli allarmi, erano ancora fermi di fronte la porta. «comunque quando hai finito a casa tua, che ne dici di passare qui?» lei acconsentì. «poi magari rimani a cena e poi boh.. ci vediamo un film natalizio!» sentì la sua risposta poi passò di nuovo il cellulare a Niall. «non sei contentaaa?» guardò male Liam. «si, sono così contenta che mi strappo i capelli adesso! Pensi che non lo so che dopo mi lasciate fare l’albero da sola?» Sentì Zayn ridere e si girò a guardarlo. Bello come il sole, maledetto lui. «dai, pensi questo di noi? Che lasciamo gli amici in difficoltà?» domandò il moro, guardandola con dolcezza. «ne sono più che certa!» Liam posò un braccio sulle sue spalle, ridendo. «bella considerazione che hai di noi!» lo guardò male. «ci scommetto cinque sterline!» lui le strinse la mano, e cominciarono ad uscire da casa. Fecero come sempre i loro stupidi autografi a quelle ragazze che praticamente vivevano di fronte casa loro. Ma come gli andava di stare al freddo e al gelo? Non riusciva proprio a capirle. Non si sa come mai, finirono al centro in mezzo alla gente che come loro faceva gli ultimi acquisti per gli addobbi. O chi semplicemente faceva shopping. Odio profondo. «io odio la gente!» ringhiò quando l’ennesima persona le diede una spallata. Ma che cazzo, ma era trasparente? Entrarono in un centro commerciale, e quasi non si sentì male vedendo la bolgia di gente che c’era. Forse non era stata una grandissima idea. Entrarono nel negozio principale, dirigendosi verso la parte dove si trovavano gli alberi di natale. «io lo voglio enorme!» esclamò Harry. «a me basta che porta allegria» rispose Liam. «a me basta che è bianco!» continuò Niall. «io voglio la mia faccia sopra!» si girò a guardare Zayn, per poi scuotere la testa. «io lo voglio abnorme!» guardò Louis, poi sospirò. «per compensare la misura di qualcos’altro, Lou e Harry?» chiese, facendosi guardare male. «che ne sai tu?» guardò Harry con un sopracciglio alzato. «ti ricordo che ti ho visto nudo! E non solo una volta!» disse, ridacchiando mentre Niall e Zayn si facevano una sana risata. «è un albero di natale, Harry. Vuoi andare dai tuoi amici a dire che hai l’albero grandissimo? Anche su quello dovete vedere chi ce l’ha più grosso?» tutti scoppiarono a ridere, dopo averla guardata increduli. Si fermarono davanti agli alberi di natale. «prendiamo gli alberi di natale reali come in America? Che profumano..» Keyra neanche si girò a rispondere a Niall. «ci attacchi un profumo di ambienti al pino e abbiamo risolto!» Niall si affiancò a lei, passandole un braccio sulle spalle. «questo tuo spirito natalizio mi affascina particolarmente!» si guardarono, mentre lui se la ridacchiava, vedendo lo sguardo serio che aveva Keyra. Aprì la bocca ma la richiuse poco dopo, decidendo di non rispondergli neanche. «ah si, lo sai che ho ragione, vero?» lo guardò ancora di sbieco. «oh sta zitto Horan!» sbottò, innervosita, mentre guardava gli alberi di natale esposti. Harry ne vide uno che praticamente arrivava al soffitto, e appena lo vide ci corse incontro e lo abbracciò. «voglio questo!» Keyra alzò un sopracciglio. Tutti, tranne lei e Zayn si avvicinarono all’albero. «scherzi spero! Come lo portiamo a casa?» domandò, stranita. «ma è bellooo.. è grandeee.» Zayn ridacchiò. «ed è lungo, si l’abbiamo capito Harry!» Esclamò Zayn, leggendo nel pensiero di Keyra e risero tutti insieme, mentre lei scrutava uno dei suoi migliori amici. Davvero quel demente voleva quello di albero? «ma dove lo mettiamo Harry?» chiese, stranita. «davanti l’entrata di casa. E’ fico!» scosse la testa. «io non ci sto. Tanto lo so che poi devo farlo io l’albero!» sbottò con un tono da bambina. «lo voglio lo voglio lo voglio!» urlò Harry facendo praticamente girare mezzo centro commerciale. Keyra si mise a piagnucolare, come una bambina. «ueeee.. mamma è cattiva e non mi compra l’albero che voglio!» Harry la guardò e poi la indicò. «mi sfotte pure!» esclamò guardando Louis, che se la rideva. «no, chi io? Non oserei mai!» disse in modo sarcastico, e mentre Harry continuava a fare il bambino, lei in un momento di sclero si appoggiò a Zayn. «fallo stare zitto sennò giuro che lo soffoco!» Zayn rise, guardando poi Harry. «Dai Harry.. capisci che non è possibile! Scegline un altro, un po’ più modesto.» Esclamò il moro, dando man forte alla sua ragazza. «allora questo!» Ancora appoggiata al petto di Zayn, si girò per guardare quale indicava. «ma è enorme, comunque, Harry. Ascoltami!» si staccò da Zayn per parlare. «voi fate oggi l’albero, domani ripartite. Poi comincia il tour, e poi per le vacanze tutti a casa loro. Io pure, starò a casa mia! Mi spieghi perché dobbiamo comprare un albero grande solo perché vuoi compensare la piccolezza del tuo cervello.. e di qualcos’altro? e poi neanche lo usiamo, diciamo!» Niall pure le diede ragione. «in effetti ha ragione.. Non ci saremo praticamente mai a casa questo natale!» Harry assunse un aria depressa. «ma che palle!» si continuò così per un tempo infinito, poi alla fine riuscirono a farlo ragionare e comprarono un albero grande, ma non troppo. «la prossima volta ci penso bene a portarvi in giro!» Si girò a guardare i quattro che toccavano tutto quello che gli capitava sotto mano, come i bambini. «Kèè.. lo compriamo?» si girò a guardare Louis. «a cosa ci serve?» domandò, alzando un sopracciglio. «fa i pop corn e frigge insieme!» lo guardò come inorridita. «avete tre secondi di tempo per allontanarvi da me. Non vi voglio manco più sentire. Andate dalle fan, a rimorchiare, ma basta che ve ne andate!» tutti la guardarono e poi si dileguarono di volata. Sospirando, si accorse che Zayn era rimasto al suo fianco. «eri inteso anche tu, eh!» disse, con un sorriso. «ma io non ho bisogno di andare a rimorchiare..» sospirò. «non devi fare regali o cose del genere?» lui scosse la testa. «che bella cosa!» disse con tono da funerale, naturalmente scherzando. «che altro ci serve?» domandò Zayn appena finì di guardarla male. «uno psicologo, un cervello nuovo, tanta pazienza eee.. l’ho già detto uno psicologo Il moro la guardò mentre rideva, scuotendo la testa. Si cominciò a muovere velocemente tra i corridoi del negozio enorme, fermandosi quando trovò le palline e le luci. Mentre lei cercava di capire se il blu e il bianco potesse andare decentemente con il verde dell’albero, Zayn affondò il naso nei suoi capelli. «ancora non mi hai dato un bacio da quando ti sei svegliata!» disse, con tono ferito. Lei neanche alzò gli occhi dai due pacchi. «e mai te lo darò, Malik!» il tono era assente, come se non fosse lì a pensare a cosa stava rispondendo. In effetti non ci stava pensando. Era risaputo che Keyra riusciva a rispondere anche mentre pensava a mille altre cose. «Keyra..» sussurrò al suo orecchio. «che c’è Malik?!» domandò, stranita. «mi devo mettere a fare il bambino come Harry, per avere un po’ della tua attenzione?» si girò a guardarlo, con un lato delle labbra alzate. «no, se vuoi la mia attenzione basta che ti togli la maglietta!» lui si fece una risata di cuore. «guarda che io lo faccio eh!» la mora scosse la testa. «tu fallo e io ti stacco il naso a morsi.» esclamò, gelosa marcia. Lui gli passò le mani sui fianchi, e la guardò dritto dentro gli occhi. «sei per caso gelosa, Smith?» domandò, divertito. Si perse in quelle iridi chiare, dimenticandosi per un secondo dove stavano. «se rispondo di si, cosa succede?» domandò, e lo vide sorridere a labbra strette. «assolutamente niente.» ok.. ehm.. respira! «stai per caso usando il tuo sguardo “si guardami e muori” con me Zayn?» lui sorrise, in risposta. Si poteva morire per un sorriso? «Sta funzionando?» si ritrovò ad annuire, leggermente. «era quello che volevo!» sussurrò il moro, si piegò di volata a sfiorarle le labbra, e ovviamente lei non si tirò indietro. «Zayn..» sussurrò, ad occhi socchiusi. «mhm?» era troppo intento a morderle il labbro inferiore anche solo per rispondere. «io ti violento qui, davanti a tutti se tu non smetti!» lo avvisò, completamente in balia di quel ragazzo e delle sue stupende labbra. «sfida accettata!» lo sentì sussurrare, mentre lei stessa non riusciva a resistere e si alzava sulle punte per ricambiare il bacio, stringendo le braccia al suo collo. Vennero interrotti da un richiamo: «largo largoooo..» quando si staccarono, si girarono a guardare cosa succedeva, vide Harry dentro un carrello, spinto da Louis che faceva slittare quel carrello in modo pericolosissimo. «sbaciucchiati abbastanza?» urlò Harry da sopra il carrello, ridendo allegramente passando di fronte a loro. Keyra crollò di nuovo sul mondo dei vivi, mentre Zayn guardava incredulo la scena. Si morse un unghia perfetta, guardando Louis guidare quel coso. «sta attentoooo!» urlò con l’unghia tra i denti, preoccupata. «dovrebbero dare la patente anche per guidare i carrelli!» A Zayn gli uscì uno sbuffo di risata. Si guardò intorno e ovviamente tutti li stavano guardando. Ma si accorse anche di un’altra cosa. Di una ragazza con la macchinetta fotografica in mano, che riprendeva la scena. Diede un cazzotto sul braccio di Zayn che la guardò curioso. «hai usato con me il tuo sguardo! Sei uno stronzo!» il moro la guardò maliziosamente. «si, avrei fatto di tutto per un tuo bacio, anche usare quello sguardo!» ammise, e si piegò a baciarle la punta del naso. «andiamo a prendere quei due, cazzo!» sbottò lei, inviperita, prendendo due scatole di palline blu e due di palline bianche. Zayn la prese per mano, e Keyra fece per togliersi ma lo sguardo che gli lanciò fu di fuoco. «pensi che non le ho viste? Ci hanno ripreso, tanto vale continuare!! Adesso siamo liberi di fare ciò che vogliamo!» disse, tutto contento. «speravo che non le avevi viste!» sussurrò, con un sospiro. «perché?» domandò, stranito. «perché almeno avevo ancora un po’ di tempo per starti lontana! Sai com’è, tu puzzi!» lui si fece una risata, scuotendo la testa. «la vicinanza di Harry mi ha indotto a puzzare!» Keyra si mise ad annuire, come a dargli ragione. «sei sempre la stessa stronza di due anni fa!» Alzò un pugno, in segno di vittoria. «sempre e comunque, Malik!» ghignò mentre prendeva Niall per la collottola. «non ne hai bisogno, andiamo!» Prima di riuscire a riacchiappare tutti, ci misero quasi un ora. Alla fine, pieni di buste uscirono dalla catena di supermercati, e rientrarono nel centro commerciale. Cercava di non pensare che stava mano per mano con uno dei 1D, ma era una cosa davvero molto, molto difficile. «uhhh guardaaatee!» si girò a guardare Niall che si era buttato su una vetrina. «quel maglioneee..» Keyra sospirando si massaggiò la fronte. «cos’ho detto prima di uscire? Solo acquisti natalizi!» esclamò, esasperata. «ma quello è natalizio!» gli fece notare Niall. «si, ma è anche brutto come la morte, Niall! Un maglione cachi con sopra le renne è qualcosa di davvero abominevole.» lui si fece una risata, poi mise il labbruccio. «posso?» scosse la testa. «posso?» ancora altro scossone della testa. «posso?» si scambiò uno sguardo con Zayn, poi tornò a guardare Niall. «ai tre secondi per prenderlo, provarlo e pagarlo! Se sono passati più di tre secondi, io me ne vado!» Niall volò dentro, mentre loro rimanevano fuori. Louis e Harry sembravano impossessati dal demonio. Liam chiacchierava tranquillamente con loro, come se nulla fosse.  

 
 
Avevano finito l’albero da una mezz’oretta, e ora toccava alle luci – che Harry aveva voluto – da mettere fuori casa come addobbi. In quel momento stavano tutti di fronte alla scala. «io lì su non ci salgo!» esclamò Harry, con il cappellino di natale con tanto di lucine sopra. Stavano dicendo la stessa cosa da almeno mezz’ora. «ok, ho capito!» sbuffò lei, e salì sulla scala. «almeno la puoi reggere la scala oppure ti pesa anche quello?» Domandò, salendo i due primi scalini della scala. Harry appoggiò le mani sul suo sedere. «stai tranquilla, ti tengo io!» esclamò, e Keyra si bloccò nel salire la scala. «togli-subito-le-mani-dal-mio-sedere-Styles!» sibilò per poi uscirsene con un ringhio che avrebbe fatto abbassare la cresta anche ad un leone. Zayn vedendo la scena prese in spalla Harry e senza molte cerimonie lo buttò dentro la piscina che praticamente da quando vivevano lì non era ancora stata usata. «e raffredda i bollenti spiriti, Styles!» tutti risero di quella scena, mentre lei finiva di salire sul tetto. «sta attenta!» esclamò Liam, parlando come un papà. «vi ricordo che io ho paura delle altezze. E comunque si, sto attenta!» Intanto Harry uscì dalla piscina blaterando bestemmie e cominciò a correre dietro a Zayn, per abbracciarlo e così bagnarlo tutto. Nel frattempo che lei metteva le luci fuori, arrivò Mary. «da qui su vedo una migliore amica che preferisce il suo fidanzatino a me..» urlò, vedendola fuori dal cancello. «non le aprite.. Non si apre la porta agli sconosciuti!» continuò, sentendola ridere dal tono offeso che stava usando. «perché non sei stata tu a dirmi che preferisci Malik nudo a me?» urlò, da fuori dal cancello. «e chi non lo preferirebbe?» sghignazzò. «sei una puttana!» esclamò Mary, ridendo. «ringrazia che sono una signora sennò una scarpa sulle gengive non te la toglieva nessuno!» urlò, facendo ridere tutti mentre Niall le apriva il cancello, e lei entrava. Li guardò baciarsi, e sorrise con dolcezza. Si erano corsi incontro, che teneri! «i bambini si procreano al piano di sopra.» Mary la guardò male, staccandosi da Niall. «era a scopo informativo!» rispose allo sguardo con tono ovvio, continuando ad attaccare le luci. «scenderai mai?» domandò la sua migliore amica, mentre lei scuoteva la testa. «a salire è facile.. E’ scendere che mi preoccupa!» Ammise, sapendo da sempre che salire le scale era un conto, ma scenderle per lei era un altro. Il fatto che quando saliva non vedeva quanto era in alto, mentre quando scendeva, doveva per forza guardare, la bloccava. «scendi forza!» strillò Mary, tenendo la scala. Dopo quasi venti minuti, riuscì a posare di nuovo i piedi per terra. «una luce è fulminata!» disse Harry, dopo aver acceso le luci. «porca puttana!» sbottò, innervosito. Keyra si girò a guardarlo. «posso starci per “puttana” ma darmi della porca proprio no!» La guardò incredulo, poi scosse la testa. «ma come ti escono?» domandò, guardando la lucina fulminata. «guardo te e mi viene l’ispirazione!» giocò, dandogli una spallata giocosa per fargli capire che stava scherzando. «Kè..» si girò verso la porta, per guardare Mary. «posso parlarti?» perse il sorriso, e annuì. «la lucina..» gli fece notare Harry. «io di nuovo lì su non ci salgo. Se vuoi sistemarla, salici tu!» camminò verso la sua amica, guardandola. «possiamo parlare in camera?» annuì, e si diressero nella sua camera, in silenzio. Si misero sedute sul letto, mentre Keyra scrutava la sua migliore amica, cercando di capire cosa c’era che non andava. «vai, sono tutta orecchie.» era ansiosa, e non sapeva bene perché. «avete fatto sesso senza precauzioni?» si preoccupò, ma sorrise quando vide Mary guardarla male, per poi arrossire. «no..peggio!» cosa c’era di peggio? Ci pensò a lungo finché Mary non le mise in mano una lettera. Arricciò le labbra, aprendola e leggendola. Quando terminò, sorrise. «cazzo, è stupendo!» sbottò, ma vedendo il suo sguardo triste, capì che non era poi così stupendo. «che c’è che non va? Non volevi tanto andare a questo corso per interpreti?» domandò, vedendola mordersi il labbro. «si, ma ora c’è Niall!» la guardò con dolcezza. «lui non sa?» la vide scuotere la testa. «ho paura che mi lascia, per questa cosa! E non ho il coraggio di dirglielo» Keyra alzò le sopracciglia, incredula. «si tratta della Scozia, Mary. Mica dell’America. E poi sono solo 5 mesi di corso. Non è così drammatico!» le fece notare, con un sorriso dolce. «si, ma in cinque mesi può succedere tutto.» la scrutò, attentamente. «oddio, stai avendo le pippe mentali da ragazza!» si fecero una risata. «ascoltami..» la scrutò, posando una mano sulla sua. «stai insieme a Niall Horan. Mica uno qualunque. E’ un tesoro. Ti devo ricordare come stava quando quella lo ha lasciato, solo dopo due giorni? Non finirà qui, Mary.. Niall sa aspettare, lo conosco. E poi.. lui è praticamente in viaggio tutto l’anno, e tu ti fai i problemi?» si guardarono. «ma..» scosse la testa, prima di farla finire. «vai e parlaci.. vedrai che non finirà qui la vostra storia! Sono cinque mesi, Mary. Passeranno in fretta.» disse, con una dolcezza impressionante. «ok?» la vide annuire. «tu vai in camera di Niall, ora e ci parli!» la vide annuire ancora. «e tra noi?» Keyra alzò un sopracciglio. «beh.. tra noi..» ci pensò, guardandosi intorno. «tra noi è finito tutto, Mary! Non puoi lasciarmi così, per cinque lunghissimi mesi senza il nostro amore!» Mary si fece una risata quando Keyra le saltò addosso, sbaciucchiandosela tutta. «non è che ti trovi un’altra migliore amica?» scosse la testa. «sei gelosa?» domandò, divertita. «non lo so.. mi hai lasciato per un orientale con due labbra da urlo!» cazzotto giocoso sul braccio. «guarda di nuovo le labbra di Malik e io ti spacco!» si fecero una risata, e dopo un abbraccio uscirono dalla stanza. «vai e conquistalo!» la guardò andare verso la stanza di Niall, poi scese in cucina.
 
 
«ci son due cocchi e un drillo.. ed un orangutango!» Harry, che stava giocando con lei alle corse delle macchine – e che tra parentesi stava anche battendo alla grande – la guardò in modo strano. «che c’è?» si girò a guardarlo. «due cocchi e un drillo.. che cosa cazzo sono?» lei ci pensò. «invece di un coccodrillo, ci sono due cocchi e un drillo!» Harry alzò un sopracciglio, preoccupato per la sanità mentale della sua amica. «mi sa che le serve davvero uno psicologo!» esclamò Malik seduto sul divano, che li guardava giocare. Lei e Harry stavano seduti per terra, di fronte alla tv. Niall e Mary non si vedevano da un paio di ore, cosa che non faceva preoccupare nessuno, Liam stava al computer a cazzeggiare, e Louis dormiva beatamente sul divano al fianco di Zayn. «ma quale psicologo.. Una scopata e tutto passa!» esclamò Harry, malizioso. Si girò a guardarlo, e lui sensualmente si leccò le labbra, per provocarla. «non te la darò mai, Harry! E’ ora che ti troviamo un passatempo. Zayn, quanto veniva quella bambola gonfiabile che abbiamo visto oggi?» Il moro la guardò con dolcezza. «mentre tu fantastichi sulla mia ragazza, lei..» che tono orgoglioso che aveva usato, si ritrovò a pensare Keyra. Il modo in cui ripeteva “la mia ragazza” la faceva apparire come una cosa fragile che anche Zayn teneva con delicatezza perché aveva paura di romperla. Si girò a guardarlo, con dolcezza. «..ti ha appena battuto! Niente, a quanto pare Keyra è un mito alle macchine!» ridacchiarono, vedendo Harry incredulo girarsi a guardare il “Keyra ha vinto” che brillava sulla tv. Gli diede una pacca sulla spalla. «eh.. un vero peccato! E non ci sperare neanche con le macchine vere. Sono riuscita a battere mio fratello, ti dico tutto!» lui la guardò di sbieco. «non è possibile!» annuì e si alzò, per andarsi a prendere qualcosa da bere. «raccontami..» sussurrò, curioso. «una volta stavamo andando a casa dell’altro mio fratello per una cena. Io ero in macchina con mia sorella, mio fratello Julian nell’altra. Lui andava piano piano, preoccupato che non sapevo la strada. L’ho superato, gli ho fatto ciao ciao con la mano e poi, è cominciata la lotta. Chi è arrivata prima sotto casa? Naturalmente io!» ridacchiò, vedendo la faccia sconvolta di Harry. «voglio salire in macchina con te! Mi concedi questo onore?» annuì, ridendo e sedendosi sul bracciolo di fianco a Zayn. Sentì Niall e Mary scendere dal piano superiore, e appena vide la sua amica sulla porta, la scrutò. Avevano entrambi il sorrisone, quindi quello che gli aveva detto non aveva rovinato nulla. Però aspetta.. Si alzò di volata, appena i suoi occhi incontrarono quelli di Mary. Si avvicinò alla sua migliore amica, che la scrutava impaurita. «che c’è?» domandò, indietreggiando. La scrutò ancora, finché non vide quello che voleva vedere in quello sguardo. La prese per mano, guardando male Niall, come per dirgli “me la lasci?” visto che stavano mano nella mano e lui alzò le mani, scusandosi. La portò nel salone d’entrata, e la guardò dritto dentro agli occhi. Nello stesso momento che Keyra saltava addosso a Mary, nella stanza accanto si sentì il casino più micidiale, urla e complimenti a destra e a manca. «come cazzo hai fatto a capirlo?» domandò, curiosa Mary, dopo che la felicità di Keyra si era spenta. Sorrise. «Si capisce!!» ammise, con un sorriso felice, guardando orgogliosa la sua amica, che era rossa come un peperone. «da cosa?» alzò le spalle. «Non lo so, ma io lo capisco! L’ho capito con mia sorella, l’ho capito con mia cugina, e l’ho capito anche con te!» disse, tutta orgogliosa. Si misero sedute sulle scale. «allora?» domandò, maliziosa dandole delle gomitate leggere. «è stato bello..» alzò un sopracciglio. «sei seria? Mi vuoi dire che hai provato qualcosa?» Mary la guardò curiosa. «ma tu sei un guru del sesso oppure hai letto le carte prima di vedermi?» scoppiò a ridere. «è risaputo che le prime volte non si sente un cazzo di niente! Anzi, senti pure dolore.. E sicuramente per un nano secondo ti è passato per l’anticamera del cervello questa frase: “tutte quelle poesie, tutte quelle canzoni sull’amore, su quanto è bello un rapporto, e poi questo? Il nulla?”» Mary la guardava a bocca aperta, e Keyra si fece una risata. «chi cazzo sei tu in realtà?» la sua risata si fece ancora più forte. «Tranquilla, ciccia! Ci siamo passate tutte. Fidati che prima o poi sentirai qualcosa!» Mary la guardò maliziosamente, e Keyra ci rimase stupita. «merda, non ti ho mai visto con questa espressione! Oddio, che senso che mi fai!» si fecero una risata. «ma..» la sua migliore amica annuì. «non sto qui a chiederti le prestazioni di Niall, perché beh.. bleah!» le venne un brivido su per tutta la schiena, facendo ridere Mary. «ma siete andati direttamente al sodo?» chiese curiosa. La vide scuotere la testa. «beh no..» la guardò. «no, non intendo oggi.. ma negli altri giorni!» Mary la guardò incuriosita. Poi quando capì, arrossì. «No, ti pare che andiamo subito al sodo?» ridacchiò. «no perché se andavi subito al sodo, cazzo eri la mia nuova eroe!» si fecero un’altra risata. Le passò un braccio sul collo e cominciò a strusciare un pugno sulla testa di Mary. «e brava l’innocente Mary! Finalmente ce l’hai fatta a togliere quella cintura di castità!» altre risate mentre Harry slittava di fronte a loro. «Mary.. congratulazioni. Vuoi venire a letto con me?» Keyra lo guardò a bocca aperta, Mary rossa come un peperone. «sei un caso disperato, Harry! MALIK, CHIAMA IL SEXY SHOP E ORDINA LA BAMBOLA GONFIABILE!» 


ok, sono le 2.38 e sto praticamente come uno zombie di fronte al pc. Avevo detto che avrei aggiornato oggi, e così l'ho fatto. Tardi, ma l'ho fatto. Non so quanti errori ci sono, non so che cosa c'è scritto (sicuramente è venuto una cacca questo capitolo) ma accettatelo così com'è. xD ♥ Io vi amo, sempre di più perché lasciate recensioni stupende (a cui rispondo domani, giuro su Malik nudo - perché io l'ho visto nudo #SiCertoSperaciFulvia - ) eee.. ♥ tanto amore per voi.. che recensite qui, che aggiungete la storia tra i preferiti/seguite e blablabla varie.. e quando mi scrivete su twitter il mio amore per voi diventa enorme. Ok, sto sparando la mia dose quotidiana di cazzate.. penso che posso andare a dormire. (la citazione la metto domani, perché ora il mio unico neurone si è messo a dormire e quello che sto scrivendo è frutto delle mie mani che si muovono da sole..) ok.. sto blaterando, vero? Si, ne sono cosciente.. Nel profondo sono cosciente.. ma.. ok, notte ♥ VI AMO!

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Capitolo 12
*** chapter eleven ***


Stesa sul suo letto, coperta fino al naso, stava cercando di svegliarsi quel poco per riuscire ad alzarsi e andarsi a fare il caffè. Erano le nove di mattina, quel giorno non aveva niente da fare, meglio ancora. Da quando lei e Zayn si erano lasciati andare a quel bacio nel supermercato e quei due decerebrati mentali avevano portato le fan da loro, così da riprenderli, era successo un finimondo. Non si aspettava diversamente, doveva ammetterlo. Da quando era successo, praticamente non era uscita per niente da quella casa. Ma non per qualcosa, ma semplicemente non era ancora pronta per quello. Sentì il cellulare vibrare e si girò per prenderlo sul comodino. “ti sei svegliata?” sospirando scrisse la risposta, e attese. “ci porti la seconda colazione? *occhi dolci*” ci pensò un pochino. Se portava la colazione a quei cinque, significava che doveva uscire. E se doveva uscire, significava che.. “una schiava! Arrivo!” dopo essersi fatta il caffè si vestì e truccò, mettendosi la musica nelle orecchie e uscendo di casa. Si prese la sua dose quotidiana di parolacce, ma arrivata alla metro era di nuovo di umore ottimo. Da quando sentiva il cd di quei cinque, bastava quello per farla tornare felice e contenta. Quel giorno i suoi amici stavano ad un Hotel per firmare i libretti dei cd per le svedesi. La sera invece sarebbero andati ad XFactor per cantare. Arrivata alla sua fermata scese, salendo le scale velocemente e quando si ritrovò di fronte l’albergo si guardò intorno per cercare uno Starbucks. Trovandolo, entrò e si diresse alla cassa.
«Ciao.. Allora due caffè normali, una cioccolata calda, un frappuccino al cioccolato, un frappuccino alla vaniglia e un cappuccino. E cinque brownie, tutto da portare via!» disse prendendo il portafogli dalla borsa mentre la cassiera scriveva sui bicchieri cosa aveva richiesto. Pagò e si mise ad aspettare il suo ordine, mentre twittava su twitter. Attese meno di cinque minuti. Santo Starbucks. «Due caffè normali?» chiese l’uomo e Keyra alzò la mano, sorridendo. «anche i frappuccini, la cioccolata calda e un cappuccino sono tuoi?» annuì sorridendo. Il ragazzo la guardò a bocca aperta. «naturalmente non li berrò tutti io!» disse, ridacchiando. Quello rise, annuendo. Prese uno dei due caffè e lo zuccherò, mentre aspettava le altre cose. «Ah! Allora vedi che uno dei sei è tuo?» ridacchiò e si girò verso il cameriere mentre metteva lo zucchero. «pure io dovrò fare colazione o no?!» chiese, con un sorriso. Prese le sue cose e rimanendo lì per incastrare tutto in modo da stare comoda nel portare la roba. Prese i caffè e il sacchetto dalla cassa, salutando il cameriere e la cassiera. Si diresse all’albergo poco distante, entrò e si diresse in reception. C’era un uomo e chiese se poteva entrare nella sala conferenze. Quello fece storie, perché sapeva che c’erano gli 1D lì, e non la voleva far passare. Alla fine lo convinse a chiamare quella stramaledettissima sala e chiedere gentilmente se poteva entrare. Arrivò Zayn poco dopo, sicuramente fatto scendere da Paul. Aveva conosciuto Paul una volta, quando si era presentato a casa loro perché doveva parlare con i ragazzi. Non le dispiaceva come manager, era molto molto simpatico e si vedeva che voleva bene a quei cinque ragazzi. Le chiese con lo sguardo che diavolo succedeva. «chiedimi di nuovo di portarvi la colazione e giuro su dio che ti ammazzo!» esclamò, riprendendo tutto e Zayn l’aiutò. Lo sentì ridacchiare. «ti saremo grati per il resto della nostra vita!» sussurrò, mentre chiamava l’ascensore. Entrarono nell’ascensore e Zayn si piegò a darle un bacio. «non attacca Malik! Sono ancora incazzata con te!» esclamò, visto che si era fatta quella litigata con il dipendente dell’albergo. Lo sentì ridacchiare ancora. «Stasera mi farò scusare!» non riuscì a trattenersi e se ne uscì anche lei con una risatina. Arrivati al piano le porte dell’ascensore si aprirono e seguì Zayn. Le aprì la porta – era quello con le mani più libere, aveva solo il sacchetto e la sua borsa – e la fece passare. Tutti alzarono la faccia dai foglietti e si fomentarono quando videro che aveva portato la seconda colazione. Liam si alzò e le si aggrappò al collo, ringraziando dio che Keyra esisteva. Scoppiò a ridere, per poi accorgersi che c’era una telecamera che riprendeva tutto quanto. Venne presentata a tutte le persone in quella stanza. «Puoi salutarli Keyra!» Disse Frankie, il caramen. Sorridendo timida, si avvicinò a tutti e diede un bacio ad ognuno di loro tranne a Liam e Zayn. «Io sono il figlio di nessuno?» disse Zayn facendosi guardare male da Keyra che era passata oltre. «sta zitto imbecille!» Poi si mise a distribuire la colazione, dando la cioccolata a Niall, il cappuccino a Liam, caffè a Louis, Frappuccino ad Harry e il frappuccino a Zayn. Poi si andò a sedere sul divano, ben lontana dalla telecamera. Prese a scrutarli, per poi mettersi a leggere come al suo solito quando era in loro compagnia. Dopo quasi un ora, Louis si stiracchiò. «mi sta venendo il tunnel carpale! Ma fotocopiarli no?» scherzò, e Keyra rise bloccando la lettura. Così per cazzeggiare cominciò a tirare palline a tutti e Louis fu quello che rispose al gioco. Harry, Liam e Niall erano gli unici che non si erano mai fermati. Come al suo solito Louis e Zayn erano gli sfaticati di turno. Stavano cazzeggiando più del dovuto. Alla fine Keyra si stufò di giocare e si mise a twittare, annoiata più del solito. Chiese gentilmente se poteva usare un computer, quando le dissero di si, si mise sul canale youtube dei video in casa, a sistemare alcune cose che portava avanti da troppo tempo. «ti piace stare al computer, vedo!» si girò quando sentì la voce di Paul. Annuì, timidamente. «posso?» annuì e si spostò per farlo passare tra una sedia e l’altra. Non avevano poi parlato così tanto lei e Paul. Quando si era presentato a casa loro, tutti l’avevano presentata come migliore amica, tranne Zayn che orgoglioso aveva detto “è la mia ragazza” e Paul si era fatto una risata. Dopo, aveva cominciato a sfotterli sul sesso proprio come Louis. Quando poi era venuto a sapere che era lei che metteva i video girati in casa su Youtube e sistemava il canale e cose varie, l’aveva guardata in modo diverso. «quindi anche tu sei fan dei One direction?» annuì, timida. «non ti mangio sai, se parli!» ridacchiò. «sono fatta così. Mi vergogno i primi dieci minuti, poi mi lascio andare!» ammise, guardandolo. «stai facendo un buon lavoro con quel canale..» arrossì. «grazie, ma lo faccio solo per loro e per noi fan!» ammise, vergognosa. «e poi mi diverto. E’ un piacere aiutarli! Spero di non averti infastidito!» Paul la guardò in modo dolce. «scherzi? A parte che in quello non ho parola, perché l’hanno deciso loro, quindi è una cosa loro..» sorrise. «lavori da tanto al computer?» mosse la mano. «mi diverto più che altro. Lavoro con codici e con Photoshop, ma davvero sono alle basi.. In realtà mi piacerebbe lavorare in quel campo, ma da quando vivo con loro non ho molto tempo per esercitarmi!» spiegò e Paul si fece una risata. «Ah quindi l’hai fatta tu la grafica del canale?» annuì, timida. «wow.. complimenti! E’ bellissima!» sorrise in modo modesto. Si morse un’unghia. Le metteva sempre ansia quando le facevano i complimenti su quello che faceva. Forse poteva sempre che con i suoi amici era molto tranquilla, ma in realtà quando si parlava di se stessa si vergognava di ogni minima cosa. «cosa pensi del sito ufficiale?» domandò, curioso Paul, appoggiandosi allo schienale. Si girò a guardarlo, e arrossì. «chi sono io per dire se è bello o no?» l’uomo la guardò in modo curioso. «sono curioso, semplicemente. Pensa che sono un uomo fan del gruppo. E stiamo parlando del loro successo. Rifaccio la domanda. Cosa ne pensi del loro sito?» lei lo guardò, arrossendo sotto quel sorriso paterno. «è un pochino spoglio. Le fan si aspettano di tutto in quel sito. Per loro deve essere un punto di ritrovo. » lo vide annuire. «la grafica?» le uscì una smorfia che lo fece ridere. «no eh?» scosse la testa, rossa come un peperone. Non riusciva ad immaginare che stavano solamente chiacchierando. In un modo o nell’altro le stava chiedendo un parere. «Cioè questa è la mia idea eh! Loro sono all’inizio della loro carriera e tutto deve essere ben studiato in modo che..» lo guardò e lo vide annuire, incitandola a continuare. «..da far rimanere le fan al loro fianco, e attirarne altre.» Paul la stava fissando, ma non era lì con la mente. «e tu come faresti?» si morse il labbro, per poi dar fastidio alla pellicina. «non so..» aprì la pagina ufficiale degli One Direction, e scrutò attentamente. «biografie ben dettagliate, magari una chat room dove i ragazzi ogni tanto si potrebbero collegare per parlare con le fan. Magari dando un giorno e un orario. Notizie, foto sia dei paparazzi che delle fan, le foto che si fanno tra loro e che mettono su twitter. Una sezione video.» ritornò sul mondo dei vivi. «oddio.. Non.. non voglio offendere il vostro lavoro, sia inteso..» vide Paul scuotere la testa. «nono.. mi interessa! Continua.. Hai altre idee?» chiese, in modo fin troppo curioso. «parlami delle biografie, non ne vedo l’utilità.» lei la scrutò. «Immaginati la situazione. Fan italiana, svedese, americana. Non ha mai visto xFactor inglese e non sapeva della loro presenza. Entra su twitter e si ritrova in mezzo a fan di questo gruppo. Si incuriosisce su di loro, e cerca informazioni ma trova solo qualcosa su Wikipedia. Cerca i siti ufficiali di loro, e trova questo. Naturalmente bisognerebbe farlo in diverse lingue. Se vi serve posso dare una mano per l’italiano.» arricciò le labbra. «molte ragazze offendono le nuove fan perché non li seguono da xFactor, e si credono migliori perché loro li seguono da xFactor. E questo già scoraggia parecchio. Quindi perché non dare a queste ragazze l’opportunità di informarsi bene come quelle che li seguono da XFactor?» domandò, seria. «Di video di quando erano a xFactor ce ne sono pochissimi. Potreste chiedere alla redazione di darvi le copie e metterle sul sito. Insomma, un modo per far rivivere a tutte quei momenti.» L’uomo annuì, stringendo le labbra. «Si, forse si può fare!» «Qualche fatto di loro, che nessuno sa! Pezzi presi dalle interviste. Del tipo le loro paure, cose del genere!» lo vide annuire, girandosi poi a guardarla. «altre idee?» domandò, curioso. Lei arrossì e Paul si fece una risata. «spara!» «Due cose, pensavo ad un fan club.» l’uomo alzò un sopracciglio. «tra poco comincerà il tour, no?!» annuì. «tu, da fan, come reagiresti a sapere che hai la possibilità di essere nel fan club che ti riservi posti sotto il palco, come una tribuna d’onore, pagando semplicemente 25 sterline?» Paul si girò verso i ragazzi, che si erano fermati per ascoltarla. Avevano tutti gli sguardi addosso increduli. «se è una cavolata dimmelo eh!» disse, un po’ in soggezione. «come cavolo facevamo senza di lei, prima?» Chiese Niall, con sguardo incredulo. Si girò a guardarlo, rendendosi conto che tutti la stavano ascoltando. Arrossì e cominciò a vergognarsi. «me lo sto domandando anche io! Continua» disse Paul, curioso. «Paghi 25 sterline all’anno, la tua iscrizione al fan club. Chi si segna avrà una carta del fan club, le si potrebbe mandare a casa. Con quella, hai la possibilità di prendere i biglietti un giorno prima dell’uscita dei biglietti al botteghino.» mosse il mouse, sovrappensiero. «Li potrebbero anche pagare di meno del botteghino. Ad esempio cinque sterline in meno. Al momento del concerto, la zona sotto il palco è riservata al fan club.» spostò di nuovo lo sguardo su Paul, cercando di capire cosa ne pensava. «Tu che dici, si segnerebbero al fan club?» Annuì, sicura. «La gente farebbe di tutto per avere la possibilità di stare attaccati a loro.» Ammise. «si ma così non ci saranno persone all’infuori del fan club.» Keyra sorrise. «E’ lì che ti volevo. Prima di tutto, non tutte si possono permettere di spendere 25 sterline all’anno. In fondo sono tante e molte persone non hanno il coraggio di chiedere 25 sterline ai genitori per iscriversi ad un fan club. Ne sono quasi sicura. Inoltre, si iscrivono e poi magari neanche possono andare ai concerti. La gente ci pensa bene prima di spendere soldi, in questi casi. In caso contrario, metteremo solo un tot di biglietti in pre-vendita! Per esempio: pensiamo di vendere 1.000 biglietti per un concerto? 100 li mettiamo in pre-vendita. La cosa può dipendere anche dallo spazio che si può avere per il fan club!» Paul strinse le labbra, incredulo. «E i soldi che ricaveremo a chi vanno?» Chiese, curioso. «ti stai facendo davvero questa domanda? Che ne so! Sicuramente a loro, a voi, a te! Allo staff che pensa a tutto. Moltiplica 25 per un numero infinito. Pensa ai soldi che ricaverete con questa cosa!» Paul ci pensò per cinque secondi, poi annuì. «Avevi un’altra idea.» Annuì. «contest!» L’uomo alzò un sopracciglio. «I vincitori dei contest, faranno parte del gruppo di persone che vincono il back-stage con gli One direction, dopo il concerto!» Silenzio. «ma tu sei un genio!» esclamò Liam, a bocca aperta. «Ma cosa! Mi metto solo nei panni delle fan!» Tutti si guardarono, parlando di quella cosa. Keyra si appoggiò allo schienale, scrutando la situazione e ascoltandoli attentamente. Paul si alzò, uscendo dalla stanza. Keyra si avvicinò ai ragazzi, e mentre loro non guardavano prese uno degli autografi, con tutti gli autografi, facendolo scivolare lentamente sul tavolo senza abbassare lo sguardo. Venne bloccata da Zayn, che posò una mano sul suo braccio. «STAVI RUBANDO I NOSTRI AUTOGRAFI!» Keyra assunse l’aria da angioletto. «Chi, io?» chiese, sarcastica e con tono sconvolto. «No! Non oserei mai.» Zayn la guardò a bocca aperta. «Stavi rubando i nostri autografi! Sei una ladra!» scosse la testa, continuando a tenere il foglietto ben saldo. Tutti risero da quella scenetta. Era divertente vedere come Keyra si comportava precisamente da fan scatenata degli 1D e avrebbe fatto di tutto per avere qualcosa di loro. Zayn la guardò male, poi si girò verso gli altri e scoppiò a ridere incredulo. «la mia ragazza è una ladra!» lei gonfiò le guance e sbatté i pugni sul tavolo. «non è giusto che le svedesi hanno tutto e noi altre no!» Harry la guardò, incredulo. «ma sei seria?» Chiese, ricominciando a ridere, insieme a tutte le persone in quella stanza. «mai stata più seria! Voglio i vostri autografi, cacchio!» tutti ripresero a ridere, increduli di quella scena. Frankie, il caramen si riprese dalle risate e disse: «questa scena va sul video!» Si girò di scatto a guardarla. «quanto vuoi per non metterla nel video?» Frankie scosse la testa. «neanche una casa d’oro mi farà cambiare idea!» Sbuffò, davvero frustata. «ECCO! Ora per colpa tua finirò nel video! Potevi stare zitto e farmelo rubare. In fondo è tanto che chiedo sti stupidi autografi!» sbottò, puntando il dito in faccia a Zayn, che si tirò indietro un po’ in ansia. «Ma a che ti servono? Abiti con noi, stai con me, sei la migliore amica di tutti.. Cosa te ne fai degli autografi?» domandò, tirandosi ancora più indietro visto che Keyra si era avvicinata. «Li voglio, cazzo!» Sbuffò, sbattendo i piedi come una bambina piccola. «Stavi rubando un autografo a qualche svedese!» le fece notare Zayn, e lei ringhiò. «fanculo alle svedesi!» tutti risero per quella frase, Louis l’abbracciò. «E lasciateglielo prendere.» Disse, e Keyra si girò a guardarlo come se fosse il suo salvatore. «Manco morto! Vuoi gli autografi? Esci fuori e fai compagnia alle altre fan!» Aprì la bocca, sdegnata mentre Zayn si arrampicava sul tavolo per toglierle dalle mani il foglio. Keyra tirò, guardandolo male. «Malik!» Lui si bloccò, e lo guardò così freddamente che fece un sorriso. «Non farmi essere cattiva!» lui prese la sfida al balzo, sapendo bene cosa intendeva. Tirò il foglietto e lei lo lasciò andare. «Ok! Perfetto! Hai acconsentito alla mia cattiveria.» Si tolse da sotto l’abbraccio di Louis, e prese la borsa. «dove vai?» chiese Niall incredulo. «ad aspettare che uscite per farmi fare gli autografi!» Alzò il nasetto, stizzita. Aprì la porta e nessuno credeva che sarebbe davvero andata di sotto pur di farsi fare quei benedetti autografi. Ma quando dopo mezz’ora non era ancora ritornata, Niall si affacciò dalla finestra. E in prima fila, insieme alle altre fan, c’era Keyra. «oh cazzo! Ci è andata davvero!» Tutti aprirono la tenda, per guardare. Keyra si era sudata il primo posto da brava fan, ma quando chiese ad una fan vicino a lei un foglio, quella la guardò a bocca aperta. «Ma tu non sei Keyra? » chiese, incredula. «Si!» rispose, guardandola. «ma che ci fai qui?» domandò la sua vicina, curiosa! «per il vostro stesso motivo. Voglio gli autografi!» disse, con un ringhio e alzò la testa, nel momento in cui Niall si affacciava. La folla urlò, lei rimase in silenzio anche quando si affacciarono tutti. «Mi stai dicendo che non hai i loro autografi?» Scosse la testa. «non me li fanno i maledetti! Dicono che non mi servono!» schioccò la lingua, incazzata nera. La tipa si mise a ridere. «Beh, in effetti! Ci abiti insieme!» La guardò male, e quella smise di ridere. «questo non vuol dire che non posso avere i loro autografi!» Esclamò, con il tono che usano le bambine piccole quando vogliono qualcosa. Dopo un po’ Niall scese. La folla scoppiò in urla, e lei si girò a guardare altrove. Niall si avvicinò. «Torna dentro, Keyra!» Alzò il nasino, indignata. «no!» sbuffò, mentre Niall faceva qualche autografo. Keyra porse il foglio, quando vide che stava facendo autografi. «fa freddo!» Esclamò il biondo, con un sorriso. «fatemi gli autografi e giuro che torno dentro!» alzò lo sguardo, vedendo tutti in finestra. «Sii seria Keyra!» sussurrò, divertito più che mai. «lo sono! Me lo fai questo benedetto autografo?!» Niall chiamò due buttafuori. «potete portarla dentro?» chiese, e Keyra si agitò un attimo vedendo la statura dei due. «Non mi toccate! Vai su, tranquillo. Io sto bene! Vi aspetto qui.» Disse, non riuscendo a fare la cattiva con Niall. Lui la guardò attentamente. «vaiii! So quello che faccio! E che nessuno scenda per convincermi! Quando do la parola io la mantengo!» Il biondino rise. «neanche se mando giù Malik?» Ringhiò. «Soprattutto lui! Se scende gli tiro il collo e mi ci accampo qui! Non lo voglio manco vedere! Mi fa incazzare a bestia!! E’ il primo che sa quanto tengo a quei benedetti autografi e non me li fa prendere! Stronzo!» Niall si fece uscire uno sbuffo, divertito. Alzò lo sguardo verso gli altri, e alzò le spalle come per dire “non vuole tornare su” «vado! Dovremmo finire tra un’oretta! Tu cerca di non congelarti!» Si mise una mano sulla fronte, come un militare. «sissignore! Ci vediamo dopo!» esclamò, con un sorriso. Lo guardò rientrare, poi chiese un altro foglio alla sua vicina. Si chiamava Lee e stava lì da quella mattina. Mentre Keyra scriveva il suo cartellone, da brava fan, chiacchierava con Lee, conoscendola. Era simpatica. E non stava facendo domande stupide, su di loro ma semplicemente stavano parlando del gruppo in generale, come due brave fan. Quando terminò, inclinò la testa e lesse il suo cartellone. «voglio gli autografi, cazzo!» lo lesse, e scoppiò a ridere. «Ma davvero hai intenzione di rimanere qui per farti fare gli autografi?» Annuì. «certo!! Quando mi servono una sfida su un piatto d’argento, io l’accetto! Sono mesi che glieli chiedo, non mi hanno mai accontentato. Malik mi ha detto “vuoi gli autografi? Scendi insieme alle altre fan e meritatelo” e ho accettato ed eccomi qui!» Sorrise, mentre lei rideva. Quando arrivarono, dopo mezz’ora si avvicinarono per fare gli autografi. Quando tutti si bloccarono davanti a lei, gli fecero l’autografo condito di una sana risata. L’unico a non farglielo fu Malik, che la guardò serio, arricciò le labbra poi passò oltre. «Sei uno stronzo, Malik!» sbottò, e lui fece finta di non sentirla. Ma l’aveva sentita perché stava facendo l’autografo alla sua vicina. «Non ti basta che sono scesa giù al freddo, ora neanche me lo fai! Me la paghi, lo sai vero?» Zayn alzò lo sguardo sulla sua vicina, e sorrise. «ma la sentì questa voce fastidiosa? O è una mosca?» Keyra allungò il braccio, e gli diede un pizzico su una mano. Lui rise, gemendo. Harry si avvicinò. «Falle questo benedetto autografo e torniamocene a casa. Niall sta morendo di fame!» Lui scosse la testa, Keyra ringhiò. «Styles, molto presto rimarrete in quattro! Uno di voi morirà.. Chissà chi è!» Passò oltre, continuando a fare finta di niente. Harry rise. «dai Zayn! Falle l’autografo! Solo perché è scesa se lo è meritato!» fece notare Harry. «senti la tua coscienza, Zayn!» disse lei, e Harry la guardò male, perché ci stava provando ma lei con quelle frasi non lo aiutava. «no, è una fan che mi sta antipatica! Ha una brutta faccia!» Keyra si morse il labbro, stringendo il pugno. Sapeva che giocava, che non pensava seriamente quelle cose, ma che nervi. «Cosa devo fare per farmi fare un tuo autografo? Piangere, strillare che cosa, Malik?» chiese, cominciando a perdere la pazienza. «Ci penso e ti farò sapere!» tese le mani, e fece il tipico gesto “ora lo strozzo” nell’aria. Si appoggiò alla transenna, cominciando a piagnucolare. «non ce la farò mai!» sussurrò a se stessa, cercando un modo qualsiasi per farsi fare l’unico autografo che le mancava. Alla fine sentì che qualcuno prendeva il foglio dalle sue mani. Alzò di scatto la testa, e guardò Zayn incredula.«cosa ti ha fatto cambiare idea?» chiese, mentre a rallentatore vedeva la penna di Zayn poggiarsi sul foglio. Si bloccò. «non posso fare una cosa carina per la mia ragazza?» Keyra alzò il sopracciglio. «non è da te!» Lui fece una smorfia, ancora non aveva fatto l’autografo. «ammettilo. Non è per niente da te!» Il moro alzò un sopracciglio. «touché. Harry mi ha ricordato cosa hai detto su! E forse è meglio che ti faccio questo benedetto autografo! Non si sa mai!» Keyra ghignò. Lui sapeva benissimo che se diceva che gli toglieva il sesso, l’avrebbe fatto davvero. Finalmente fece l’autografo e quando terminò glielo strappò dalle mani, alzando le braccia entusiasta. «CE L’HO FATTAA!» urlò, cominciando a saltare sul posto, felice. «Mio dio.. cinque mesi ci ha separato miei cari!! Vi amo!» disse passandosi il foglio sulla guancia, e piagnucolando. Zayn guardò la scena, ridendo di cuore. «ora possiamo tornare a casa?» Keyra smise di saltellare, guardandolo con le lacrime agli occhi. «Tornate voi. Per me ora è impossibile uscire da qui. Ho un gomito di qualcuno incastrato nelle costole da tipo un ora!» Malik scrutò la situazione, scuotendo la testa. «Scavalca forza!» Eh? Lo guardò con un sopracciglio alzato. Scrutò la situazione, scuotendo la testa. «non torno a casa senza di te, forza!» Sbuffando consegnò gli autografi a Zayn che porse la mano. «attento, stai molto attento! Se vedo solo una piegatura mi incazzo e ti uccido!» Lee al suo fianco se la rideva. «Tu non ridere!! Quelli sono sacri per me!» Disse, mentre gli dava anche la borsa. Scavalcò e quella che gli stava dietro avanzò. Salutò Lee e saltellando andò dagli altri. «ce l’ho fatta.. ce l’ho fatta! ahahahaha» disse ridendo felice, per quel successo grandioso. Niall l'abbracciò ridacchiando. Salirono sulla macchina e Keyra continuava a guardare il foglio tra le sue mani. Le tremavano un poco. Finalmente c’era riuscita ad avere quei benedetti autografi. Si, ora voi penserete che era pazza visto che stava con uno di loro e ci viveva insieme da mesi. Ma era riuscita finalmente ad avere quei benedetti autografi, come una vera fan. Cosa che in realtà si sentiva. Quando stava con gli altri, non pensava a loro come i One Direction ma semplicemente come Niall, Liam, Harry, Louis e Zayn. E avere gli autografi i 1D per lei era qualcosa di unico.
 
Erano le quattro di pomeriggio e come sempre Keyra appena aveva un momento di calma, si era messa a studiare. I ragazzi riposavano tutti, perché quella sera sarebbero stati a xFactor, e si sarebbero esibiti con i JSL. Meno di una settimana al suo stupido esame, e ogni giorno che passava si sentiva come se, più studiava e più non si ricordava nulla. Qualcuno bussò alla sua porta e diede l’ok per entrare, girandosi a guardare chi fosse. Entrò Niall, più bello che mai. «Yo fratello.. me lo lasci il tuo numero?» domandò, con un sorriso. «mi dispiace, sono fidanzato e anche tu!» rispose il biondo, con quel suo sorriso che dava solamente a lei. «e allora? Io mica sono gelosa, sai?!» si fecero una risata. «già in piedi, biondastro?» lo vide annuire. «ci siamo alzati tutti, in realtà» dai? E c’era quella calma? Stranissimo. «state andando?» lo vide ancora annuire. «si.. dobbiamo provare!» annuì, con un sorriso. «ok, va bene!» Niall si mise seduto. «stavo pensando.. vuoi venire con noi?» lo guardò, scuotendo la testa e arrossì. «ci farebbe molto piacere, sai? Soprattutto ad un certo moro con gli occhioni castani che tanto ti piace..» arrossì ancora ma scosse la testa. «ok, io ci ho provato a chiedertelo con gentilezza. RAGAZZI!» urlò, e poco dopo tutti entrarono in camera sua, e Louis si fece avanti, molto pericolosamente. «tu che vuoi, con quello sguardo?» domandò, alzandosi dalla sedia e indietreggiando. «o vieni da sola, o ti ci porto in spalla in macchina!» arrossì ancora, diventando rossa peperone. «non voglio venirci. Voglio vedermi x Factor seduta comodamente sul mio divano con i popcorn. Dove posso blaterare, insultarvi e altre cazzate varie. Ok?» sbottò, andando a sbattere contro la panca. «la cosa divertente è che il divano non vuole te!!» lo guardò male. «non hai capito tu! Io e il divano abbiamo una storia d’amore!» sbottò, salendo sul letto con tutti gli stivali, e scendendo dalla parte opposta. «tu e Malik avete una storia d’amore. Tu sai cosa vuol dire storia d’amore?» annuì. «che si fa l’amore.. ecco io e il divano facciamo l’amore. Io e Malik ci guardiamo nelle palle degli occhi!» disse, guardando male Louis, che continuava a seguirla come un predatore. Gli altri si stavano facendo una sana risata. «tu e il divano non avrete mai figli!» esclamò, in risposta Louis. «perché io e Malik si? Mi farò suora pur di non avere figli da lui!» sbottò cercando di scappare ma fu proprio Zayn a bloccarla e prendersela in spalla. «prendetele il giacchetto e la borsa. Controlla che ci sia il cellulare dentro!» disse, mentre lei scalciava sbraitando che non voleva andare, che voleva rimanere a casa e che se non la metteva giù gli toglieva il sesso. «cazzate. Tu ami fare sesso con me!» gli diede un pizzico sul fianco, che lo fece gemere per poi ridere. «Malik, io ti assicuro che ti levo il sesso, se tu non mi lasci qui a casa!» il moro non le diede ascolto. «ancora? Non hai il coraggio. E se anche lo fai, basta che uso il mio sguardo per farti cedere!» altro pizzico, altra risata. «ti prego, Zayn! Non ho voglia!» Aprì la porta ed uscì con lei in spalla, che sbuffava come un treno. «e io ho voglia che tu vieni con noi.. voglio stare con te, ok? E’ chiedere tanto stare un po’ con la propria ragazza?» sentendo quelle parole, si bloccò e si afflosciò. «ti odio. Usi sempre questa scusa per farmi dire di si! Che palle, Zayn!» lo sentì ridacchiare, uscendo dal cancello e facendola sedere nel SUV che li aspettava. Si mise seduto di fianco a lei, per poi sorriderle. «ti dovrai abituare a stare con noi.» alzò un sopracciglio, domandandosi perché. «sei stata da poco nominata la mascotte del gruppo!» lo guardò male. «e tu sai che ruolo ha la mascotte?» non rispose, intensificando lo sguardo cattivo. «che ci porti fortuna. Quindi ci dovrai seguire ovunque.» si girò a guardare fuori, e sospirò. Ci misero ben poco ad arrivare mentre loro cantavano, cazzeggiavano, facevano di tutto. Lei continuava a guardare fuori, sentendosi sempre più male ogni volta che pensava che si stava esponendo troppo. Zayn stava mano nella mano con lei, e ogni tanto lo sentiva stringere la sua mano, accarezzarla, giocarci. A lui non gli pareva vero che finalmente potevano lasciarsi andare di fronte la gente, ma a lei stranamente dava fastidio. No, non stranamente. Le dava fastidio stare sotto gli occhi di tutti, e così era con tutte le ragazzine che li guardavano anche solo se si tenevano per mano. Ma non poteva di certo dirglielo a Zayn, perché come minimo andavano a litigare. E onestamente non aveva il coraggio di smontare tutta quella felicità che si leggeva negli occhi del moro, ogni volta che la presentava come la sua ragazza e non più come Keyra. Era troppo felice, e lei non era nessuno per spegnere tutta quella felicità. Quindi doveva stare zitta e abbozzare, ma soprattutto abituarsi a tutta quella cosa. Ci poteva riuscire. Ci doveva riuscire, per Zayn. Per loro due.
Quando la portiera venne aperta da Louis per scendere, si senti un secondo male quando vide i flash delle macchinette fotografiche fuori dal cancello. Prese un profondo respiro e Zayn se ne accorse, sorridendole. «pronta?» annuì, ricambiando il sorriso. Si, doveva farlo per lui. Ma poteva benissimo fare qualcosa per entrambi. Sarebbe stata mano nella mano con lui, ma poteva benissimo abbassare la testa. Una cosa per ognuno, no? Lui la voleva al suo fianco, e lei glielo dava. Ma Keyra non voleva essere fotografata, e abbassando la testa non sarebbe stata fotografata. Scesero dal suv, per poi dirigersi dentro l’edificio, dopo che i ragazzi avevano salutato con la mano tutte le fan lì fuori. Le venne dato un pass, e già quello la fece sentire una cacca. Lei era fan, non doveva avere tutte quelle fortune. Venne presentata a mezzo mondo, e quando vide Danielle praticamente si corsero incontro. «potremmo essere gelosi, sapete?» dissero insieme Liam e Zayn, con un broncio da bambini piccoli. Le due si girarono a guardarli. «volevate farci conoscere? Ora dovete stare al fatto che ci amiamo!» rispose Danielle, per poi sorridere a Keyra che ricambiò. Si staccarono, lei tornò al fianco di Zayn e Danielle salutò Liam. Si diressero dentro i camerini. Era strano vedere che non erano più di XFactor, che solo un anno prima erano lì, sicuramente in ansia per la semifinale, e ora dopo un solo anno erano di nuovo lì, solo per la loro carriera che anche se erano arrivati terzi, erano riusciti ad arrivare così in alto solamente in un anno. Non poteva far altro che essere orgogliosa di loro. Addirittura avevano il loro camerino. Ci rimasero finché non arrivarono anche i JLS e la presentarono anche a loro. Arrossì e non parlò come al suo solito. «tutto ok?» domandò ad un tratto Zayn, vedendola così silenziosa. «ehm..» annuì, e lui guardò quel rossore sul volto. «non ti ho sentito parlare molto, da quando siamo qui..» sorrise, a labbra strette e formando le sue due guanciotte che tanto la caratterizzavano. «sono circondata da persone famose. Non mi comporto come le altre fan che si emozionano. Sorriso e sto in silenzio. Non urlo, mi si blocca l’urlo in gola. Non riesco neanche a spiccicare una parola, Zayn!» lui si fece una risata, facendo girare tutti. «che cosa.. che cosa?» chiese Louis, curioso, fermandosi mentre camminavano verso la sala prove. «ma tu lo sapevi che si emoziona con tutte queste persone famose intorno a lei, e non è una normale fan?» Louis la guardò divertito, e scosse la testa. «non riesco ad urlare. Ammettetelo che si prova un profondo odio quando le fan vi urlano in faccia anche se gli state davanti!» loro due annuirono, gli altri risero. «in effetti è fastidioso!» e certo che era fastidioso. «perché devo dar fastidio a me stessa, visto che odio le fan che urlano, e devo dar fastidio alle persone famose? Sto zitta, mi emoziono dentro me stessa e fidati che le persone famose si rendono conto più di te che stai lì in silenzio a guardarli, invece che urlare o piangere!» Zayn la guardò in modo curioso. «sei una forza della natura.. ma chi ti ha guardata? Che lo ammazzo?» ridacchiò. «Sono stata alla premiere di Twilight. Mary aveva i pass per la conferenza stampa dei giornalisti. Siamo andate lì. Tutti i genitori che chiedevano gli autografi per le figlie, cugine, nipoti.. Io invece stavo lì in silenzio, a guardare Robert Pattinson a bocca aperta, incredula di essergli così vicino e lui quando si è accorto della cosa mi ha sorriso e mi ha detto “ciao bella!”.» Zayn alzò la mano libera. «contro Robert non ho speranze!» tutti si fecero una risata, lei anche. «fidati, ce l’hai eccome!» lo sentì abbassarsi a lasciarle un bacio tra i capelli, e istintivamente si strinse a lui. Entrati nella sala prove, si mise seduta su una sedia e li guardò provare. Come facevano gli haters a dire che Niall e Louis non sapevano cantare? Avevano delle voci stupende come gli altri tre, dannati loro. Due ore dopo, finalmente finirono e ritornarono verso i camerini. Danielle appena aveva un attimo di calma andava lì a stare un po’ con loro. Poi decisero di andare davanti al palco dove le ballerine provavano e i cantanti controllavano che tutto andasse alla perfezione. Doveva ammettere che non ci capiva un cazzo di quel programma, e mai l’avrebbe capito. Lei non guardava la tv, l’aveva visto solamente perché c’erano loro. Ma appena loro erano usciti da X Factor lei e la tv non si erano più viste. L’accendeva solamente quando c’erano loro in tv o a x Factor.
Ad un tratto Zayn si alzò dai sedili, e la spinse leggermente come a dirle di seguirlo. «dove mi porti?» chiese, curiosa. «tu zitta e seguimi!» fece come richiesto e lo seguì, fermandosi quando lui si fermava per salutare qualcuno che non aveva salutato prima. Alla fine rientrò dentro il camerino. «tutta questa storia solo per riandare in camerino?» domandò, con un sopracciglio alzato, ma lo sentì ridacchiare e chiudere la porta a chiave. «camerino, vuoto, soli! Finalmente lo guardò divertita. Lo vide buttarsi sul divano, e battere una mano su di esso come a dirle di sedersi al suo fianco. «ohhh!» sussurrò soddisfatto appena gli si fu seduta al fianco. Si accoccolò tra le sue braccia, che prontamente l’avevano stretta a lui. Si girò a guardarlo, vedendolo appoggiato con la testa sullo schienale, ad occhi chiusi. «vabbeh.. mi hai portato qui per dormire?» lui aprì un occhio e piegò la testa verso di lei. «e se anche fosse?» si guardarono. «oh porca miseria. Ma sei serio?» lo sentì ridere. «no, mi stavo solo rilassando il cervello!» Keyra soffocò una risata e lo sentì darle un pizzico. «povero mezzo cervello.. sarà stanco!» Zayn si lasciò andare ad un’altra risata. «ti potresti stupire dalla grandezza del mio cervello!» si morse l’interno della bocca, per non sbottargli a ridere in faccia. «beh.. o il cervello o qualcos’altro.. Peccato che per te nessuno dei due soddisfa le mie aspettative!» scoppiò a ridere, non riuscendo a trattenersi dopo che lui la guardò con sguardo bruto. «sei una stronza patentata, lo sai vero? Neanche adesso che stiamo insieme riesci ad essere dolce con me..» lo guardò, dopo aver finito di ridere. «mi vuoi dolce e coccolosa? Guarda che posso essere davvero una spina nel fianco!» lui si lasciò andare in un sorriso malizioso. «sfida accettata. Vediamo se per un giorno,poi vedremo quale - non oggi perché sarebbe solo mezza giornata - riesci ad essere dolce con me.» l’aveva appena invitata a nozze. «però mi devi promettere una cosa!» lo vide annuire, come per acconsentire. «che non ti innamori di me!» La guardò, cercando di capire se era seria, ma poi ricordò che quella citazione era di un film che avevano visto insieme. Cercò di ricordare, di fare mente locale e ricordò che era dei “passi dell’amore”. La vide sorridere, e ricambiò. «se ti dico che è troppo tardi?» Keyra scosse la testa, divertita. «ahhh.. Malik! Perché ho detto di si a metterci insieme? Sei di una sdolcinatezza tremenda.. Non sei più il rude di una volta! Mi tocca essere a me la pervertita della coppia, ma dimmi te!» lui si fece una risata di cuore, inarcandosi sul divano, lasciandosi andare alla ilarità. Sospirando Keyra si mise seduta su di lui, e Zayn la guardò in modo malizioso. «che vuoi?» domandò, cattivo. «raccontarti una barzelletta!» Il moro posò le mani sui suoi fianchi, curioso. «Dai? Adesso ci riesci a raccontarle senza ridere?» annuì, guardandolo. «sentiamo!» Keyra scosse la testa, con un sorriso divertito sulle labbra. «e tu stupido che ci credi pure!» gli si buttò addosso, per baciarlo e lui ovviamente non si tirò indietro. Diciamo che non erano molto adatti a stare insieme in un posto pubblico. Keyra era pudica, certo. Una volta un suo ex le aveva chiesto di fare sesso in una villa, ma Keyra se l’era mangiato vivo. Solo l’idea di essere in mezzo alle persone le dava il senso di nausea, a pensare che tutti la potevano vedere anche se erano nascosti dietro un cespuglio. Ma la cosa brutta era che Keyra, in quel momento avrebbe fatto tranquillamente sesso con Zayn lì, in quello studio al centro di Londra, praticamente circondati da telecamere. Certo, erano chiusi dentro al camerino, ma non si sapeva mai. Insomma, non erano a casa loro. Ma Zayn riusciva a farle dimenticare in che luogo erano, ovunque andavano. Al centro commerciale ci era riuscito, ci stava riuscendo anche lì, in quello studios. «Keyra..» mugugnò, non volendogli neanche rispondere. «Keyra..» si staccò dal suo collo, e lo guardò. «io non mi presento sul palco se tu continui! Puoi notare in che stato sto, vero? E tu sai che se cominciamo noi non finiamo più?» lo sentiva eccome, in che stato era. Peccato che non poteva sentire lei, in che stato stava. Mannaggia i suoi ormoni ballerini che in presenza di Zayn facevano la conga. «tu non puoi concedermi tutto questo, e poi togliermelo così, di colpo! E’ ingiusto!» sbuffò mentre Zayn si faceva una risata. Poi notò che era senza maglietta, e cercò di viaggiare indietro nel tempo per capire quando cazzo gliel’aveva tolta. «quando mi hai tolto la maglietta?» gli chiese, e lui si fece una risata. «vedo che sei molto attenta quando stiamo in queste situazioni!» disse con tono malizioso e Keyra arrossì. «eh sai com’è.. ho una buona distrazione sotto le mani!» ridacchiarono e lui se la strinse addosso. Pelle contro pelle. Sospirò, deliziata di quel contatto. «ma se uno degli One Direction non si presenta sul palco, dici che se ne accorgono?» domandò Zayn, giocando con i suoi capelli, mentre lei gli stava accoccolata sopra. «si, soprattutto se è il più fico!» Keyra non era di aiuto quando diceva quelle cose. Portava solamente la sua vanità a livelli galattici, ma non riusciva a non dirgli che era un fico. Lo era davvero, perché mentire? «ok.. mi devo calmare!» lo sentì sussurrare. Non si mosse, perché sapeva che era una cosa difficile per i poveri maschi. Da una parte essere donna non era poi così male. Lui si era appoggiato con la testa allo schienale, ad occhi chiusi cercando di concentrarsi. Dopo dieci minuti, gli uscì uno sbuffo. «dannazione, non ci riesco!! Merda merda..» scoppiò a ridere, e lo guardò. «tutta colpa tua!» lei lo guardò con un sopracciglio alzato. «guarda che sei stato tu a portarmi qui!! Quindi è tua la colpa!» si guardarono in cagnesco. «rimettiti la maglietta prima che ti salto addosso!» le uscì una risatina, e si alzò, piegandosi a prendere la maglietta che praticamente Zayn faceva volare per terra ogni santissima volta. Ma non riuscì neanche a mettersela perché si sentì presa di peso e buttata di nuovo sul divano. Le uscì una risata appena percepì le labbra di Zayn sul collo. Lo spinse sulle spalle per tirarlo indietro, ma lui se l’abbracciò e con quelle braccia possenti c’era poco da fare. Vincevano sempre. Si ritrovò schiacciata al suo corpo, e le uscì un gemito di piacere. «Zayn!» sussurrò. No, se cominciava a muoversi su di lei, era la fine. Merda come riusciva a farla eccitare anche con entrambi i jeans addosso. Maledetto lui. Davvero su quel palco non ci arrivava. «Zayn.. sii serio!» si morse l’interno delle labbra, cercando di trattenersi. «è tutta colpa tua!» di nuovo, la incolpò e si fece una risata. «ok, è colpa mia! Ma non possiamo. Tra poco devi salire su quel dannato palco!» sbuffò, un po’ contrariata. Era tanto bello quel camerino. «Mi do malato!» sussurrò lui, mordendole il collo. «no, tu non ti dai malato!» lo spinse di nuovo, cercando di tirarlo via. Lui non glielo permise. «sii serio Zayn! Per favore. Un conto è che stai così solo tu, ma un conto è che mi ci stai portando anche a me. Io non ti lascio più se tu continui!» lo sentì ridacchiare. «ok.» si staccò con un sorriso divertito, felice di non essere da solo in quella situazione di merda e si rimise seduto. Prese un profondo respiro e richiuse gli occhi, per concentrarsi. A cuccia! Urlò ai suoi ormoni, cercando di non saltargli di nuovo addosso. Ma era davvero difficile, dannazione. Possibile che sarebbe stata attaccata a quel corpo per tutta la giornata senza mai stufarsi? Ma perché i suoi ormoni facevano quei scherzi con Zayn davanti?
Ci misero ben mezz’ora per calmarsi, entrambi. Sembrava una ragazzina in piena crisi ormonale quando era insieme a lui. E lei che aveva paura che mettendosi insieme a Zayn, prima o poi si sarebbero stufati uno dell’altra. Ma a quanto pare non era così, per entrambi. Quando uscirono da quel camerino, si diressero di nuovo davanti al palco. «Cerca di bloccarli gli ormoni, e non di farli andare via!» sentendo quel sussurro, si girò a guardarlo con un sorriso. Praticamente stavano incollati uno all’altro. Non si erano riusciti a staccare. In mancanza di quello, c’era l’unica cosa da fare. Stare praticamente incollati uno addosso all’altro. Lei con il braccio intorno alla sua vita, lui con il braccio sulle sue spalle e la mano del braccio, intrecciata alla sua. «fidati che sono arzilli!» scoppiarono a ridere, ma quando entrarono nel studios, si trovarono una sorpresina. Geneva Lane, ex di Zayn. Lui si bloccò, e lei dovette fermarsi con lui. «che cosa cazzo ci fa qui?» domandò, vedendola ridere con gli altri. Lo guardò dal basso, e lo vide stringere la mascella, segno che era un tantino incazzato. Ovviamente Keyra aveva seguito tutte le storie di Zayn quando era ad x Factor. E erano risapute le voci che diceva quella su di lui. Lo vide perdersi nei suoi pensieri, poi si girò verso di lei, più duro del solito. «Keyra..» annuì come a dirgli che stava ascoltando. Che aveva da dirle? Che doveva andarsene? Che non la voleva più lì? «ok.. non so se tu sai..» annuì ancora. «si, sono una brava stalker. O almeno so la parte detta dai giornalisti. Non so quanto può essere vero!» lui annuì. «beh.. non mi sono poi comportato così bene..» di nuovo annuì. «cercherà di smontarti, cercherà di farti pensare che sei solo un tassello della mia vita.» Batté le ciglia, stranita. «tu non devi crederle, ok? Farà di tutto, ma tu non darle ascolto.» annuì, poi sorrise. «Zayn..» fu il suo momento di guardarla. «ma tu seriamente hai paura che io mi abbatto giù per quello che vogliono farmi credere? Io so la verità. Ti assicuro che ti conosco meglio di qualsiasi altra persona. Non hai bisogno di dirmi certe cose..» sorrise, con dolcezza. Lui affondò la mano nei suoi capelli. «è lo stesso discorso di due anni fa.. Perché se non ero importante per te, hai lottato per due anni, quando avevi già avuto tutto da me?» lo vide sorridere a trentadue denti. «si, forse sai capirmi meglio di qualsiasi persona.» Annuì con dolcezza. «ma tu non crederle, eh!» disse ancora. «oh mamma che palle! Una lagna in persona. Stai tranquillo. O ti devo ricordare come mi sono comportata con la tua cara Sophie?» Lo vide perdersi nei ricordi e lasciarsi andare ad una risata di cuore. «Tu sei mio! E ora posso affermarlo con tutta me stessa!» Lui sorrise, ascoltando quelle parole. «scusa, non ho capito bene.. hai detto che sono..?» le uscì una risatina, mentre si appoggiava con la fronte al suo petto. «non vantarti, ciccio!! Sei solo il mio giocattolino di passaggio.» Il moro si fece una risata, e poi l’abbracciò, affondando il naso nei suoi capelli. Lo sentì prendere un profondo respiro, e lei sorrise. «stai tranquillo. Sembra che stai andando in guerra.» ridacchiò e si abbassò a darle un altro bacio. «ok, andiamo!» Presero a camminare, dirigendosi verso il gruppo di persone e lo sentì stringere più forte la sua mano, come a voler un po’ della sua forza. Scosse la testa, e Louis appena li vide scoppiò a ridere, indicandoli. «aha! Guancie rosse di Keyra = sesso sfrenato!» lo guardò male, e senza tante cerimonie diede un cinquino a quel deficiente dietro la testa. «tu mi stai seriamente snervando, lo sai si?» si guardarono negli occhi, mentre Louis faceva il malizioso. «ma tu una scopata con la tua ragazza, mai? Cioè, perché devi stressare la vita a me, invece che pensare alla tua ragazza?» domandò, e lui rise mentre Zayn salutava con un abbraccio Geneva, che gli aveva sorriso. «perché tu sei troppo bella! In realtà sono innamorato di te, e odio che tu hai occhi solo per Zayn!» lo guardò male. «certo! che tipo di funghetto allucinogeno ti sei preso prima di viaggiare così tanto con la testa?» Niall si fece una risata, sempre deliziato dalla sua migliore amica. «nessuno. E’ il tuo viso dolce che mi fa sballare!» lo guardò con una faccia schifata, con tanto di smorfia schifata sulle labbra. «tu hai seriamente bisogno di una vacanza di sesso con la tua Eleanor. Cioè.» Niall praticamente si rotolava dalle risate, Harry si era attaccato come una cozza a Louis, Liam se la rideva con Niall, Zayn scuoteva la testa, non avendo neanche più la forza di lottare per farsi lasciare in pace. «una cosa a tre?» un’altra smorfia disgustata. «ma tu ti droghi pesantemente!» «quattro, quale tre!» sbottò, Harry volendosi immischiare in quell’orgia. «cinque! Sei con Mary! Un’altra ragazza non fa mai male!» si girò a guardare schifata il suo migliore amico. Lo prese per il volto, e cominciò a scuoterlo. «Esci da questo corpoooo!» si fecero una risata generale, come al loro solito. «abbiamo finito di cazzeggiare? Non avete nient’altro da fare che stressare la vita a me?» Louis scosse la testa. «la vostra vita sessuale è molto più entusiasmante!» Lo prese per la collottola, e lo fece alzare. «sparisci!» Quando posò lo sguardo su Geneva, lei sorrise. «ciao piacere!» sorrise in risposta anche lei, dopo essersi scrutate. «piacere Keyra!» si mise seduta, e loro continuarono a parlare di cose loro, mentre lei si massaggiava la fronte. In meno di tre ore era successo il finimondo. Che stress. Ovviamente alla chiacchierata si unirono quelle quattro galline delle Little Mix, che tanto lei odiava, e non le degnò di uno sguardo come loro non degnavano lei di una parola. Meglio ancora. Zayn si era seduto al suo fianco, su quel cubo che non si sapeva neanche a cosa servisse. Rimasero con lei fino all’ultimo, quando Zayn la portò in un punto dove si vedeva tutto. Sotto il palco, insieme a quelle persone che erano state invitate alla semifinale. Dopo averle dato un bacio, se ne andò via ansioso come la morte. Non si sa come mai era così nervoso. Non era la prima volta che si esibiva! Attese, volendo in quel momento il suo comodo divano. Ma a quanto pare doveva rimanere lì. Danielle decise di farle compagnia, e si mise al suo fianco. «ehi!» si sorrisero, e la prese sotto braccio. «sei agitata?» domandò Keyra, divertita. «per loro.. Sono così ansiosi!» ridacchiò. «andranno alla grande!! Me lo sento!» si sorrisero di nuovo. In quel momento c’era la pubblicità, quindi c’era il casino intorno a loro. Vide Geneva avvicinarsi. «Ciao Danielle, Ciao Keyra, giusto?» annuì, con un sorriso. «posso vederli qui con voi?» annuirono di nuovo. Oh, a quanto pare Zayn aveva ragione. La voleva avvisare, e così stava succedendo. Mentre c’era l’esibizione, sentì avvicinarsi Geneva e sussurrarle “stai attenta, ti sta solo usando!” si girò a guardarla, con un sorriso divertito. «tu, lo speri che mi sta solo usando! Ma no, non è così.. Però se vuoi crederlo, ok!» tornò a guardare i ragazzi che si esibivano, del tutto tranquilla. Danielle decise di mettersi in mezzo. «ricordi che una volta mi avevi detto che Zayn mentre toccava l’apice del piacere ha sussurrato un altro nome? Ecco, è lei quella Keyra!» si girò a guardare la ragazza di Liam a bocca aperta, sentendo quelle parole. No, aspetta. Aveva davvero sentito bene? Si girò a guardare Geneva, che la guardava incredula, poi andarsene a passo di carica. Si girò stranita verso Danielle, che le sorrise, vedendo la sua faccia sconvolta. «eh si..» aprì la bocca, la richiuse perché non aveva niente da dire. Ok. Zayn aveva sussurrato il suo nome, mentre stava facendo sesso con quella? Le uscì un sorriso.. Calma.. calma e sangue freddo. Per tutto il restante tempo Keyra guardò Zayn con occhi da persona innamorata. Non c’era cosa più veritiera in un sussurro mentre si fa sesso. Addirittura aveva pensato a lei mentre faceva sesso con un’altra ragazza. Eddai, era il massimo della dolcezza!


Gli occhi mi bruciano. Praticamente sono incollata dalle nove su questo pc, a scrivere sto capitolo! (: ♥ Ieri volevo dirvi una cosa, ma mi sono dimenticata. Non sto scrivendo molto di Niall e Mary, perché se mi passa per l'anticamera del cervello, potrei anche scrivere una FF su di loro. Vi piacerebbe? Che altro volevo dirvi ieri sera? non me ricordo. Di nuovo non ho risposto alle recensioni, perdono! Ma risponderò, ve lo prometto! Forse fra due ore, quando mi si saranno un po' calmati gli occhi stanchi. Ah.. Io sto cercando di andare a passo con quello che succede nella vita reale dei One direction, ma è un po' impossibile. Le cose sono sfalsate. Il cd è uscito dopo il video per le svedesi, ma poco mi interessa. xDDD ♥ Fatemi sapere se vi piace questo commento, yo! ♥ vi amo, tutte. ricordatevelo! (:

 

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Capitolo 13
*** chapter twelve ***


Erano tre giorni che stava facendo un chiusone di studio, ed era intrattabile. Mancava un giorno all’esame per passare al quinto anno, e più studiava e più aveva la sensazione che non ricordava nulla. Si era dimenticata tutto. Seduta per terra nella sua stanza, era circondata da undici o dodici libri, fogli, fogliettini, pennarelli, matite e cose varie. Stava ripetendo la mini tesina che aveva fatto, ma non riusciva a ricordare nulla. E questo la portava a pensare di non presentarsi all’esame orale che nella scuola italiana si faceva praticamente a tutte le materie. Poco prima l’aveva chiamata Zayn, per chiederle come andava ma aveva sicuramente sentito il tono pieno di panico che aveva. Si era già fatta il suo pianto portato dal nervosismo. Quando era nervosa le veniva da piangere, e fortunatamente era sola quindi poteva benissimo piangere. I ragazzi erano impegnati in qualcosa a cui non aveva tempo di pensare. Sentì la porta della sua stanza aprirsi, e alzò lo sguardo trovandosi Zayn. «e tu che diavolo ci fai qui?» chiese, guardandolo farsi avanti, raccogliere tutti i libri e i fogli per terra. Non le rispose. «Zayn! Ti ho fatto una domanda, rispondi!» il moro la guardò, fermandosi per un secondo, poi ricominciò a prendere tutto quello che aveva sotto mano. «che fai? Dove stai portando i miei libri..? ZAYN!» gli corse dietro, vedendolo uscire dalla stanza. «non puoi togliermi i libri. Non so niente Zayn! Zayn, per favore..» continuava a camminare dietro di lui che imperterrito continuava per la sua strada. Quando uscì da casa, lei si bloccò sulla porta e lui si girò. «vuoi studiare?» annuì. «allora vieni!» lo vide prendere un libro e richiamarla a se, come se era un cagnolino. Alzò un sopracciglio, incredula. «è una bella giornata! E stare rintanata dentro casa non ti aiuterà. Vieni con me..» rimase ferma sulla porta. «ti fidi di me?» scosse la testa. «ti voglio bene anche io amore! Fidati di me, e non te ne pentirai!» lo scrutò attentamente e alla fine decise di fidarsi di lui e prese la borsa, ed uscì. Lo seguì, cercando di capire che cosa cazzo voleva fare, e lui sorrideva felice e contento per tutto il tempo. Presero la metro, scesero al centro e poi lo seguì ancora. Entrò dentro uno Starbucks e prese due frappuccini, uno al cioccolato l’altro alla vaniglia. Prese anche due brownie, e attesero. «che c’è che mi guardi cosi?» chiese il moro, guardandola. «sto cercando di capire cosa hai in mente!» lui sorrise, ancora. «fidati di me.» Era ben poco facile fidarsi di quell’essere, ma quando ricevettero i loro due frappuccini, uscirono di nuovo e Zayn la prese per mano, conducendola sicuro, tra stradine. Si ritrovarono dopo poco di fronte ad un parco, Zayn entrò e si guardò intorno. Il parco era pieno di gente che con quella giornata si era decisa a mettersi nei parchi, con gli amici.. Quando il moro puntò un albero, la condusse verso di esso e buttò i libri in malo modo per terra, facendosi guardare male da Keyra. Si mise seduto e pure lei. «ok..» la mora lo guardò. «adesso facciamo merenda, poi cominciamo l’interrogazione.» lo guardò stralunata. Sapeva che quel pomeriggio avevano da fare, non sapeva bene cosa, ma a quanto pare si era preso il pomeriggio libero, per aiutarla. Quanto amore. Si appoggiò con la testa sul suo braccio, rendendosi conto di quello che stava facendo per lei. «grazie..» sussurrò e sentì un bacio tra i capelli e il suo braccio cingerle dolcemente le spalle. Finiti i loro frappuccini e i loro brownie, passarono due ore tra interrogazioni e domande a trabocchetto. Alla fine Zayn le disse di dire tutto in un discorso, e lei prese un profondo respiro e cominciò a parlare a macchinetta. Sapeva che con lui ci riusciva, ma il problema era il giorno dopo, quando si sarebbe ritrovata di fronte alla commissione, che la guardava. «e per fortuna che non sapevi nulla.. Non hai smesso di parlare un secondo! Anche se non ci capivo un tubo.» arrossì. «non mi preoccupo ora, ma domani. Se entro nel panico stai sicuro che non gli dirò proprio nulla!» sbuffò, sicura di quello al centouno per cento. «andrai alla grande!» non ne era così sicura, doveva ammetterlo. Perché lui non l’aveva vista all’esame di fine anno scolastico. L’ansia l’aveva assalita come un uragano. Rendendosi conto dello sguardo ansioso che aveva Keyra in faccia, Zayn capì che doveva parlare d’altro. «lo sai che con questa faccia sembri un pulcino spennacchiato?» la vide alzare lo sguardo nel suo, per poi perdere l’ansia e far diventare il suo viso incazzato. «come, prego?» domandò, facendo finta di non aver capito bene. «dicevo.. con questa faccia, vestita così, sembri un maialino!» se prima era incazzata, ora era infuriata. «come prego?» ripeté e si dovette trattenere per non ridere. «sembri un’orca, Keyra!» La mora delicatamente prese il libro che stava sulle sue gambe, lo chiuse, lo posò e poi saltò addosso a Zayn per dargliene così tante da farlo sentire male. «ripeti se hai il coraggio.. Ripeti stronzo!» sbottò, mentre gli dava morsi e pizzichi ovunque, facendolo ridere come un cretino. «pulcino spennacchiato, orca, e balena aggiungerei!» rispose, stringendo le braccia alla sua vita visto che con l’impatto del colpo di Keyra l’aveva fatto stendere e praticamente stavano uno sopra l’altra. «e tu sei uno stronzo..» un morso sul collo, «brutto, perché ti credi fico ma non lo sei..» pizzico sul braccio «e sei uno stronzo patentato!» Lui si fece una risata, guardandola divertito. «sei ripetitiva Smith! Hai detto due volte stronzo. E non ci credo neanche che mi dici che sono brutto, perché ti ricordo che sei stata tu a saltarmi addosso due anni fa!» chi, lei? Lo guardò male. «ma cosa? “ma chi vogliamo prendere in giro, Keyra! C’è qualcosa tra di noi, e se non c’è.. ci desideriamo” io, sono stata a saltarti addosso, mhm?» Zayn la guardò con dolcezza. «e ti ricordi ancora le parole? Sei proprio pazza di me, Keyra!» gli morse il labbro e lui si fece uscire un gemito di piacere. «si bambina.. uccidimi con la tua cattiveria!» si fece una risata di cuore che risuonò per tutto il parco, mentre lei lo guardava incredula. «come ti vesti domani?» chiese lui, dopo aver finito di ridere. «mi presento in minigonna da scolaretta, la camicetta aperta fino al reggiseno e calze autoreggenti, poi stivali di pelle. Che dici mi fanno passare?» Zayn si immaginò Keyra con tutto addosso, con gli occhiali da nerd e che si mangiava una lecca lecca. L’immagine bastò a farlo esplodere. «merda.. quanto cazzo saresti da stuprare?» Fu il momento di Keyra di ridere fragorosamente, vedendolo mordersi il labbro, eccitato. «abbassa i bollenti spiriti, Malik. Siamo in un parco!» Lui tornò nel mondo dei vivi. «potresti stare di fronte al papa ma credo che faresti eccitare anche lui, che non dovrebbe!» risero, mentre lui alzava quel poco la testa per darle un bacio sul collo. La testa di Keyra si lasciò andare, perdendo tutte le forze. «Zayn! Per favore!» era sesso allo stato puro, quel ragazzo. Se aveva la possibilità, l’avrebbe incatenato a letto e solo gesù cristo poteva sapere cosa gli avrebbe fatto. «non è colpa mia, ma tua che mi fai sangue!» lo guardò e rise, scuotendo la testa. «ma non mi hai risposto alla domanda!» ci pensò su. «non lo so Zayn! Mi metterò un paio di Jeans e un maglioncino. Ma perché me lo domandi?» chiese, curiosa. «andiamo a fare shopping?» lo guardò accigliata. «non ho bisogno di shopping!» ammise, e lui sbuffò. «l’unica donna che non ha voglia di fare shopping!» sospirò. «non è che non ho voglia. È che non ho soldi!» lui la guardò malissimo. «ancora che ti preoccupi dei soldi? E’ solo un fatto di soldi?» scosse la testa, sapendo che se diceva di si lui le avrebbe pagato tutto. «Dai Zayn, non mi va!»
Bello dire “non mi va” e ritrovarsi al centro di Londra tirata in un negozio all’altro da un demente, che si divertiva a farla esasperare. Non si sa quanto volte aveva dovuto bloccare Zayn, che voleva comprarle qualcosa per quell’esame. Alla fine prese un paio di Jeans a vita bassa, e un maglioncino. «ok, sto bene così!» sbuffò. Li aveva comprati solo perché ad un tratto Zayn aveva cominciato a piagnucolare che la sua ragazza non voleva farsi comprare le cose da lui, ed era andato in giro, dando spago alle fan, che ronzavano intorno al moro e dicendo “voi vi fareste comprare le cose dal vostro ragazzo, vero?” e loro ovviamente, sotto quello sguardo “si guardami e muori” non erano riuscite a dire di no. E lei si era dovuta intromettere per prenderlo dalla collottola, e portarlo via. «prima o poi ti rifaccio tutto l’armadio!» lo guardò male, molto male, facendolo ridere. «tu provaci e non vivrai abbastanza per raccontarlo ai tuoi figli!» ringhiò, a denti stretti. «i nostri figli!» la corresse e lei si immaginò piccoli pargoletti nani, con gli occhioni di Zayn e i suoi capelli. Scosse la testa, per dimenticare quell’immagine. «manco sotto tortura! Figli da me non li avrai neanche se mi preghi in ginocchio!» il moro scosse la testa, davvero divertito. «non vuoi figli da me?» domandò, trattenendo a stento le risate. «scherzi? Verrebbero tutti vanitosi e estremamente rompi coglioni, come un certo moro con gli occhi scuri che tanto mi fa esasperare!» lui le passò un braccio sulle spalle, stringendosela al fianco. «tu mi ami, Smith!» si piegò a sfiorarle le labbra, divertito. «certo, basta crederci!» esclamò lei, passando il braccio sui suoi fianchi. «è inutile negarlo. Tu-mi-ami!» disse ancora, volendolo sentir dire da Keyra. «no, ma davvero! Basta crederci a volte, per pensare che è così!» si guardarono negli occhi. Lei sorrideva. Lo sapeva che in fondo provava amore per lui, ma non aveva ancora le palle di dirglielo. Ma serviva davvero che glielo dicesse? Insomma, sapeva che stravedeva per lui, perché doveva uscirsene con quelle due parole che alla fine venivano usate anche fin troppo spesso quando in realtà non si amava? E Zayn si ritrovò a sorridere. «bello sperare, non trovi?» scoppiarono a ridere. «tu speri troppo Zayn! Speri in dei figli da me.. speri che ti amo.. ehhh! Brutta bestia la vanità.» gli diede un pizzico sul fianco, facendola ridere e anche lui ridacchiò. «sei un mostro!» fece finta di offendersi, guardandola con il labbruccio di fuori. «voglio dei piccoli Malik da te!» si girò a guardarlo, con un sorriso, per poi scuotere la testa. «certo che pure tu di cazzate ne spari, eh!» si fecero una risata, mentre entravano in metro per tornare a casa. C’era poco da fare. Anche dopo tutti quegli anni Zayn era ancora capace di modellare le sue emozioni a suo piacimento. E l’idea che aveva lasciato il lavoro per lei, per andarla ad aiutare e sostenere, le fece battere il cuore a mille. Quando rientrarono a casa con i scatoloni della pizza, era del tutto tranquilla e rilassata. Non sembrava neanche in ansia che il giorno dopo l’aspettava uno di quegli esami che le contorcevano le budella dalla paura. No, sembrava uno di quei giorni normali, che tornava a casa per stare con i suoi amici. Tutti si misero d’impegno a tenerle la tesa occupata, ovviamente Harry e Louis non persero tempo a darle fastidio, Zayn l’accompagnò in camera e la risentì di nuovo il suo discorso, anche se non ci capiva nulla. Quando arrivò Liam con una tazza di camomilla, lo guardò con dolcezza. E subito dopo arrivò Niall, che disse che quella notte avrebbe dormito con lei. «no forse non ci siamo capiti! Tu la mia donna, non la tocchi!» sbottò Zayn, battagliero. «è la mia migliore amica, Zayn! Da quando state insieme non abbiamo più dormito insieme!» stavano litigando così da dieci minuti, ognuno perché voleva la sua migliore amica o ragazza nel letto quella notte. «ragazzi.. io stanotte non dormirò! Neanche con questa camomilla, ok? Andatevene a dormire, su!» li spinse ma i due si guardarono, dandosi il cinque dopo per quale oscuro motivo si erano letti nel pensiero. «stanotte dormiamo con te!» e senza dire altro, si buttarono entrambi nel suo lettone, facendola sospirare come nei fumetti, con tanto di nuvoletta che le usciva dalla bocca. «io ho seriamente bisogno di uno psicologo!».
E stranamente ci riuscì a dormire, cosa che non le succedeva mai prima di un esame. Tra Zayn che gli si era praticamente incollato addosso, e Niall che giocava con i suoi capelli, si fece ben 5 ore di sonno. A volte era proprio strana la vita. Ti donava 5 migliori amici, di cui uno è anche il tuo ragazzo. E che facevano di tutto per farti stare tranquilla, per non farti pensare che di fronte a tutte quelle persone si sarebbe sicuramente panicata. Rimanevano al suo fianco, e modellavano a loro piacimento i suoi pensieri e sentimenti.
 
 
Seduta su un tavolino, si dondolava ansiosa avanti e indietro, come i bambini piccoli. «non mi ricordo un cazzo.. Merda, merda!» sussurrò in italiano, guardando la sua compagna seduta vicino a lei, del tutto tranquilla. Lei non era ansiosa come Keyra. «ti ho interrogato meno di dieci minuti fa, andrai benissimo!» esclamò, ma Keyra cominciò a scuotere la testa, ansiosa. «ho rimosso tutto. Di che parla la mia tesina?» domandò, in ansia. «di quanto devi stare calma e che spaccherai tutto!» «Keyra Mary Smith!» si congelò sul tavolo, alzando lo sguardo in quello della professoressa che la seguiva. Come un tutor. «Si, eccomi!» la vide sorridere dolcemente. «vieni, è il tuo turno!» prese un profondo respiro, e si alzò. Entrò nella grande aula dove si tenevano gli esami, passando in mezzo alla fila di sedie. Per fortuna avrebbe dato le spalle alla gente che sarebbe sicuramente entrata a guardare il suo esame e dopo aver salutato la commissione, si mise seduta dopo aver al commissario d’esame il suo dvd con sopra la sua mini tesina. Prese la tesina stampata che aveva fatto per i professori e per depositarla nella scuola. Il commissario mise il dvd dentro al Mac, per poi spingerlo verso la ragazza. Stava sudando freddo. «è agitata signorina?» si girò a guardare la sua Tutor, annuendo. «un pochino!» ammise, facendo sorridere tutti. «non si preoccupi.. Vogliamo cominciare?» prese un profondo respiro e annuì. Vide la professoressa Gatto, madre lingua italiana non che sua tutor, sorriderle fiduciosa. «Prego..» Si scrocchiò le dita, e diede l’avvio alla tesina sul computer, e cominciò a parlare molto lentamente. Aveva messo il tempo in modo che quando vedeva che cambiava schermata, significava che doveva cambiare discorso. Aveva fatto il commercio, come tesina. La moneta per economia, lo stipendio parlamentare (in quanto aveva fatto diritto economico quell’anno) per diritto, inglese aveva portato la differenza tra le due popolazioni, le loro abitudini e il modo diverso di vivere (aveva ovviamente scelto inglese tra due lingue basi – che erano inglese o francese -), per italiano aveva portato una poesia, e per storia, l’inizio del commercio nelle popolazioni e i diversi scambi. I professori fecero delle domande sull’anno scolastico, facendo agitare Keyra per un secondo ma riuscì a rispondere a tutto. «ok, signorina Smith. Abbiamo finito!» disse la sua tutor, con un sorriso. «ci aspetti qui fuori, le faremo sapere se ha passato l’anno scolastico.» Annuì e dopo un sorriso tirato si girò per uscire dalla stanza. Quando vide la gente che c’era, si innervosì. Tutti pian piano uscirono dalla stanza per lasciare del tempo ai professori per decidere. Appena fu fuori dalla porta, guardò male le cinque persone che non si aspettava di vedere lì. «voi che cazzo ci fate qui?» domandò, con i nervi a mille appena chiuse la porta dietro le sue spalle. «grande esame!» esclamò Louis, saltandole addosso. «ma se non sai neanche quello che ho detto, se ho balbettato.. o cose varie..» sbottò, sapendo che quei cinque erano andati lì a sostenerla, ma non avevano capito un tubo di quello che aveva detto, se non quando era arrivato il momento della materia “inglese”. «non fa nulla, sei stata grandiosa. E se non ti fanno passare sono una merda!» ridacchiò, scuotendo la testa mentre abbracciava tutti. «tu che capisci cos’hai detto.. come ti sei sembrata?» si girò a guardare Zayn, che ovviamente le si era attaccato come una cozza allo scoglio addosso, non che le dispiaceva eh. «potevo andare meglio. Mi sono bloccata, ho balbettato di tanto in tanto, ma.. boh!» ammise, con un sospiro. Andrea, un suo compagno di classe, si avvicinò a loro. «Keyra, complimenti! Bella tesina e soprattutto un discorso fluido» sorrise con dolcezza, girandosi a guardarlo. Sentì la presa di Zayn farsi più ferrea sui suoi fianchi. «tu pensi? Ammettilo che mi sono impappinata come un’allocca!» lo vide ridere, e annuire. «hai ragione.» stavano parlando in Italiano, in quanto Andrea era italiano e si trovava meglio a parlare italiano. Si era trasferito da poco e aveva continuato in quella scuola. «ci stai capendo qualcosa? Ma che cos’è arabo?» stava domandando Niall a Liam, che rise. «ovviamente stanno parlando in italiano, no?» disse con dolcezza, con quel tono da papà. «si, ma noi non capiamo!» Keyra alzò gli occhi al cielo, e si girò a guardarli. «stiamo parlando dell’esame! Niente di che.» sbuffò. Quando la porta venne aperta, cominciò a sudare come una pazza. Si fece avanti, sapendo che la professoressa non si sarebbe messa ad urlare, e si avvicinò alla donna con Zayn che la teneva per mano. La donna la guardò con dolcezza. «Allora.. La tua tesina è piaciuta moltissimo, hai tenuto perfettamente un discorso. Si stupiscono molto che tu sia inglese, perché parli divinamente l’italiano. Sei passata al quinto anno!» Strinse la mano di Zayn, felice come un pasqua. Tutti si erano avvicinati, i suoi compagni che appena sentito il verdetto scoppiarono in ovattazioni. Venne abbracciata dalle sue compagne di classe, da Savannah che si fece largo tra i compagni che ovviamente facevano quello solamente per finta, mentre lei era davvero contenta che Keyra fosse passata. «ce l’hai fattaaa!» urlò, saltellando con lei tutta contenta. La professoressa rientrò, dopo aver richiamato il prossimo di quell’esame. «tu, io, stasera a festeggiare!» guardò Savannah mentre abbracciava i suoi cinque dementi che avevano aspettato per abbracciarla. «ma cosa c’è da festeggiare? Questo era solo quello del quarto, pensa al quinto!» Savannah ridacchiò. «no, seriamente. Penso che stasera me ne resto a casa a dormire. Non dormo da una settimana!» ammise, con dolcezza. «ok, ma domani paghi tu la colazione eh!» rise, annuendo. L’abbracciò di nuovo, in quanto era andata lì solo per vedere il suo esame. «mi vuoi far credere davvero che tu stasera dormirai? Ma tu riesci a dormire al fianco di lui domandò in italiano, in modo che quei cinque non potessero capire una sola parola di quello che stavano dicendo. «è difficile, ma ci riesco! Anche perché con lui bisogna avere tante forze.» Savannah si avvicinò e cominciò a darle tutte gomitate con fare malizioso e Keyra le rispose con uno sguardo di sbieco. «e comunque dal vivo sono ancora più fighi!» continuò, imperterrita. «vero? Decisamente sono da stuprare tutti e cinque allo stesso momento.» si fecero una risata. «e pensare che uno dei cinque te lo sbatti allegramente tutte le notti.» annuì, con fare da disperata. «che greve.. però in quello sono fottutamente una grossa. Mi stimo ogni volta che lo sbatto al muro!» praticamente cominciarono a ululare dalle risate mentre quei cinque le guardavano totalmente a bocca aperta. «allora facevo bene a stimarti!» ridacchiarono ancora. «di cosa parlate?» domandò Niall, interessato. «no niente, parlavamo del fatto che cinque deficienti si devono fare i cazzi loro!» rispose angelicamente, facendoli ridere tutti e cinque. «sei sempre così simpatica!» esordì Harry, e Keyra lo guardò male. «ma porca miseria, ma tu ancora chiacchieri? Guarda ringrazia che hai una voce da sturbo sennò sai le tue corde vocali che fine facevano?» si guardarono male, mentre gli altri ridevano. «allora domani mattina facciamo colazione insieme eh! Ti aspetto allo starbucks solito alle otto.» annuì, per poi salutarsi e Keyra la guardò andare via. «tu sai che stanotte tu non dormirai, vero?» si girò a guardare Niall. «stasera si fa festa a casa nostra!» ecco. Cominciava a preoccuparsi quando quelli decidevano di fare festa a casa loro.
 
In quella serata c’era una bolgia di gente in quella casa. In quanto Harry era ancora minorenne non potevano mica andare a festeggiare fuori, quindi che era successo? Semplice! Avevano portato la gente e l’alcool a casa loro, e in quel momento si faceva un mezzo festino in casa Payne-Tomlinson-Styles-Horan-Malik-Smith. C’erano loro sei, più Mary che ovviamente non mancava mai, Danielle, Eleanor, e vari amici di quei cinque dementi. Chi giocava a poker con i shortini, chi giocava all’xbox, chi mangiava, chi cantava, chi ballava. Insomma, c’era un gran bel bordello. Keyra e Mary si stavano facendo una partita alla xbox. «Keyra, ho preso il tuo portatile!» si girò a guardarlo. «perché il mio?» domandò, stranita. «perché era l’unico acceso!! Metto un po’ di musica. Anche perché sei tu quella con 3000 e passa canzoni nella tua memoria!» annuì ancora, e lo vide posarlo sul tavolino. Tornò a giocare, del tutto tranquilla, fidandosi di Liam. La musica era a cannone, ma non sapeva che oltre la musica c’era anche una Live chat in corso. Aveva deciso di aprire una Live chat, per far vedere cosa succedeva in una non normale serata a casa One Direction. Liam passò a dire a tutti, tranne a lei e Mary, che c’era una Live chat in corso, e che non dovevano farlo capire a Keyra, che sicuramente si sarebbe scazzata per quella cosa. Keyra era seduta tra le gambe di Zayn, appoggiato al divano, e la schiena di Keyra si era trovata un posticino sul petto di Malik. Mary invece era appoggiata alle gambe di Niall, seduto sul divano. «non so per chi tifare!» ammise Niall guardando Eleanor e Danielle. «ovviamente per me!» sbottò Keyra, piegandosi di lato nello stesso momento che la macchina si muoveva di lato, come a voler incitare la macchina ad andare di lato. «Non è giusto!» disse quando Mary le andò contro con la macchina. «te la stai facendo all’incontrario Mààà!» urlò facendola ridere, e subito si rimise nel verso giusto. «ero troppo emozionata per il nostro scontro che me la sono fatta all’incontrario!» si fecero una risata, tutti insieme mentre Harry passava di fronte alla televisione, faceva una movenza secsi, che aveva la cosa di farle eccitare ma non ci era poi così riuscito. «sto imbecille! LEVATI DI MEZZO STYLES!» bloccò il gioco, e prese a spingere Harry via dal televisore. Quando ci riuscì, si rimisero a giocare. «sto cretino, ma ti pare normale?» Mary non rispose, con la lingua tra le labbra, che cercava di vincere. «non ci riuscirai a farmi perdere di nuovo. Zayn, distraila!» il moro si fece una risata, e prese a giocare con i capelli di Keyra, che socchiuse gli occhi per non perdere la concentrazione. «Niall, sbaciucchiatela così vinco!» i due maschi scossero la testa, divertiti. «ragazze, in questo momento sembrate due maschi, sapete?» disse Eleanor, divertita. «dentro di me si nasconde una parte da scaricatrice di porto. Mezza principessa e mezza scaricatrice di porto. Una scaricaprincipessa» ammise Keyra, cercando di non pensare alle mani di Zayn che giocavano con i suoi capelli, una buona distrazione per perdere. In realtà Zayn lo faceva perché gli andava, mica per farla perdere. «la parte scaricatrice di porto la conosco, ma.. dov’è la tua parte principessa?» si girò a guardare male Zayn, che vedendola con uno sguardo ferito si fece una risata. «si bravo Zayn, continua così..»  Lo incitò Mary, visto che stava vincendo. «Kèèè! Chi è “Ligabue”?» domandò Harry, di fronte al computer, mettendo la musica più figa. «un cantante italiano!» strillò, dando una botta alla macchina di Mary e ghignando, perché era riuscita a tornare nella prima postazione. Harry mise una canzone di Ligabue, “Marlon Brando è sempre lui” e lei si fomentò. Le piaceva molto quel cantante, e si mise a canticchiarlo sottovoce muovendo la testa a ritmo della musica, sbattendo il piede a ritmo. «fica la base, ma che sta dicendo?» domandò Harry. Keyra lanciò il Joystick, perché Mary aveva vinto grazie a gli altri che si erano messi di impegno a farla perdere. «L’ho battutaaaaa!» urlò Mary, fomentata e Keyra la guardò male, per poi scuotere la testa. «Grazie.. senza l’aiuto di Malik e Harry mica ci saresti riuscita!» la guardò male, mentre gli altri ridevano. «Kèèè.. che dice questo cantante?» si girò a guardare Harry. «che Harry Styles è un cazzone, e che ha una voce di merda!» giocò e diede il joystick a Niall che aveva detto che voleva provare a battere Mary. «dai seriamente!» sbuffò, appoggiando la testa sulla spalla di Zayn, che le diede un bacio sulla guancia. «mi devo mettere a tradurre tutta la canzone?» lo vide annuire. «manco morta. Cercati la traduzione su internet, scusa!» il riccio ci si mise, e lei sbadigliò. Harry dopo un po’ cambiò canzone, e mise il loro cd. «ha il nostro cd sul computer!!» si fomentò, e lei lo guardò male. «ma lo togli? A me questi cinque mi stanno pure sulle palle!» scherzò, mentre dava fastidio a Mary, cercando di farla perdere. «si, e intanto ti scopi uno dei cinque!» alzò lo sguardo dal pavimento che in quel momento sembrava interessante, si bloccò un secondo sulla televisione poi si alzò. Si diresse da Harry che vedendola avvicinarsi cominciò a correre per tutta la stanza, inseguito da una Keyra incazzata. Alla fine Zayn si alzò e la bloccò. «ma perché ti incazzi? E’ la verità!» disse con dolcezza mentre lei si muoveva per farsi lasciare. Zayn se l’era schiacciata addosso, la schiena che combaciava perfettamente con il suo petto. «perché hanno rotto che ci sfottono!» Harry le si mise davanti, facendo le linguacce e lei scalciò per liberarsi, ma Zayn la bloccò ancora. «ma lo sai che più continui a dargli spago più loro continuano, no?» tutti risero, mentre lei cercava di dar calci a Harry, che si allontanava senza prenderne nessuno. «ringrazia che Zayn è forte, sennò sai le botte che ti davo?» Harry rise e le fece un’altra linguaccia. «ma è vero, scusa!» le fece notare. «è vero, si, ma devi per forza dire “scopare”, usare questo tono greve per dire che stiamo insieme? Poi ci credo che la gente pensa che lo sto usando!» sbottò, mentre Zayn ridacchiava e si abbassava a darle un bacio sulla guancia. «non farmela incazzare, per favore!» disse con dolcezza, mentre Harry guardava Zayn, e poi Keyra che continuava a scalciare. «lasciami Malik.. gli do solo due schiaffi!» lo pregò, e Zayn scosse la testa. «una testata sul setto nasale?» altro gesto della testa per dirle di no. «un calcio negli stinchi!» provò ancora e Zayn la guardò in modo divertito. «un pizzico. Dai un pizzico, solo unooo!» usò un tono da bambina capricciosa «una scarpata sulle gengive. Dai, quelle non sono importanti nel vostro campo no?» scoppiò a ridere vedendola così battagliera, e si abbassò per darle un bacio che come al solito riusciva a farle dimenticare qualsiasi cosa. «eccola la coppia smielata. LOUIS!» urlò, per richiamare l’amico, per farli sfottere ben bene. Louis lasciò stare il gioco di carte per andare di fronte a loro, che si staccarono. «pucci pucci! A quando il matrimonio?» cominciò a sfotterli, e Keyra riprese a scalciare. «porca troia, se vi prendo!» sbottò, facendoli ridere. «Ci sposeremo quando ci sarà il tuo funerale. Lo stesso giorno e la stessa ora.» disse lei, mentre Zayn con il minimo della forza la teneva ferma. Con quei bicipiti che aveva messo ultimamente era impossibile scappare da quelle braccia. «quindi mai? Che cosa triste! Io non morirò mai, perché sono immortale!» Keyra alzò un sopracciglio, poi guardò Zayn. «ti prego Zayn! Io non li sopporto più!» piagnucolò e lui si fece una risata. «No! Non voglio la mia ragazza dietro alle sbarre. Non voglio portarti le arance!» lo guardò male. «non hai capito.. se tu ora non mi lasci, sfogherò la mia rabbia su di te, e in carcere ci finisco comunque!» Zayn senza troppo sforzo l’alzò da terra e la portò dalla parte opposta della stanza, ben lontano da Louis e Harry. «tanto viviamo insieme. Prima o poi mi capiterete sotto mano. L’unica cosa è che mi dispiace per Eleanor.» praticamente tutti stavano seguendo, almeno con l’udito, quei quattro. Eleanor si girò a guardarla, con un sorriso. «ne avrei ancora bisogno, sai?» vedendo lo sguardo dolce che le stava donando, Keyra si ammosciò su se stessa. «che palle!» Tutti risero, mentre lei tornava a sedersi sul divano. Louis andò da lei a darle fastidio, e per cinque minuti cercò di non dargli spago, ma dopo un po’ perse di nuovo le staffe. «cazzo, non vi sopporto più!» sbottò, saltando il divano e rincorrendo Louis, che si andò a nascondere dietro Eleanor, che usò di nuovo lo sguardo dolce che la bloccò. «ma tu lo fai apposta! Lo sai che se usi quello sguardo con me io mi fermo!» Lei si fece una risata, mentre Keyra sbuffava. «tutti coalizzati qua.. Io voglio ammazzare Louis e Harry, e voi non me lo permettete!» continuarono così per tutta la sera, e quando Keyra scoprì che c’era una Live chat in corso, cercò anche di uccidere Liam, che si andò a nascondere dietro Danielle, che ovviamente anche lei usò lo sguardo da cane bastonato, riuscendo così a bloccare Keyra.
«un brindisi a Keyra che è passata all’esame di scuola!» divenne di un rosso pomodoro, mentre si nascondeva nel petto di Mary, vergognosa. «discorso..discorso!» saltò su, e scosse la testa. «dovrete ammazzarmi per farmi fare il discorso! Non lo voglio fare, chiaro?» sbottò, ansiosa. «mi è bastato stare oggi sotto gli occhi della commissione. Non vi ci mettete pure voi! Ho esaurito le frasi di senso compiuto!» giocò e tutti fecero un brindisi a lei, che aveva passato l’esame. Continuarono così per tutta la notte, per festeggiare la loro amica, ma anche perché era un modo in più per festeggiare. Se fosse stato per loro, qualsiasi motivo era giusto per festeggiare. Keyra gli aveva appena servito il motivo su un piatto d’argento. 


Spazio dell'autrice: Ecco il nuovo capitolo che come al solito fa schifo per i miei gusti. Non succede niente di che, lo so.. ma.. sono capitoli passeggeri questi! (: La coppia si sta formando sempre di più, e per quello che ho in mente io bisogna aspettare ancora di più. Anyway.. io, vi, amo. Cioè.. Non si sa i commenti, le recensioni, le persone che hanno messo la storia nei preferiti. Vi amo, davvero. 
Inoltre volevo dirvi due cose: 1. Ho iniziato una nuova storia. Su Harry Styles, e la trovate qui (per chi vuole leggerla eh) 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=919594&i=1  
L'altra cosa è che visto che ho anche l'altra adesso in corso, dovrò alternare gli aggiornamenti. Quindi non aggiornerò più questa ogni giorno, ma alternerò le due storie. (: ♥ Fatemi sapere se vi piace l'altra storia, e se è il caso di continuarla. Ricordo che se volete essere informati che ho aggiornato la storia (sia questa che l'altra) cercatemi su twitter (@_marrymezayn) e ditemi "vorrei che mi avvisi quando aggiorni questa storia/l'altra storia) XD ♥ grazie ancora a tutte! Vi amooo!

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Capitolo 14
*** chapter thirteen ***


«Ciao a tutti, a domani!» uscì di volata, dirigendosi verso la sala professori. Doveva parlare della tesina vera e propria con la professoressa che era la sua tutor, cioè la professoressa Gatto. La vide di fronte il portone d’entrata, e si bloccò dietro di lei, visto che stava parlando con un’altra ragazza. «oh merda!» sentì la ragazza, dopo averla vista. «Asie.. ma come parli?» la ribeccò la professoressa, mentre la ragazza si portava una mano sulla bocca. «scusami mamma..» esclamò, con gli occhi fuori dalle orbite. Ah, quindi quella non era una studentessa ma bensì la figlia della professoressa. Vide la figlia indicare verso di lei, e la donna si girò per guardare cosa indicasse. Quando si ritrovò Keyra, sorrise. «Signorina Smith, salve.. Posso esserle d’aiuto?» annuì e scrutò un secondo la figlia, che ancora la guardava come se fosse un’allucinazione. «avrei bisogno di chiederle una cosa per la mia tesina!» la donna annuì. «mamma.. tu sei la tutor di Keyra?» si girò di nuovo a guardare la ragazza. Ma si conoscevano? «vi conoscete?» ecco, quella era una di quelle domande che mettevano in ansia Keyra. «no.. cioè lei non mi conosce ma io si! E’ la ragazza di Zayn, mamma!» ahhh.. ecco risolto il mistero. La ragazza si aggrappò al braccio della madre, che la guardò. «la ragazza di Zayn, capisci? I One direction, mamma!» Keyra ridacchiò, mentre la donna alzava gli occhi al cielo. «Ah! Adesso ho capito! Il bel ragazzo che era mano per mano con te al tuo esame, vero?» annuì. «infatti avevano una faccia conosciuta! Ci credo.. mia figlia ha la camera tappestata delle foto di quel gruppo!» la ragazza arrossì e Keyra si fece una risata. Guardò quella ragazza che a quanto pare si chiamava Asie, e sorrise. «sei stupita di vedere me? E se vedi loro come ti comporti?» solo all’idea vide la ragazza arrossire, e Keyra si fece una risata. «beata te che ci abiti insieme!» La mora si fece un’altra risata. «ti assicuro che non è poi così bello averli sempre tra i piedi!» le disse, e lei sorrise. «ma Harry gira davvero per casa nudo?» «Asie.. ma ti sembra il caso di fare certe domande?» se ne uscì la professoressa e le uscì un’altra risata. «non si preoccupi! Preferisco mille volte che mi riempiono di domande invece degli insulti, le assicuro. Comunque si, ma da quando vivo con loro si limita a rimanere nudo in camera sua!» La figlia della sua professoressa la guardò con gli occhioni fuori dalle orbite. «potresti convincere mia madre a mandarmi al loro concerto?» domandò, e si girò verso la donna che scosse la testa. «ne abbiamo già parlato! Da sola non ti ci mando! E non credo che i genitori siano ben visti in mezzo a tutti quei ragazzi» La ragazza si mise a piagnucolare. Non le sembrava il caso di dirle che se si fidava poteva andare con lei al concerto a Watford. Non era una di quelle ragazze che leccava il sedere ai professori. «Asie.. Lascia stare la Signorina Smith! Dobbiamo parlare della sua tesina, stai buona!» Asie si mise a guardare sul cellulare, mentre loro due parlavano della tesina. «io le consiglio di fare qualcosa attinente alla scuola che frequenta, Signorina!» Keyra la guardò, poi annuì dopo una smorfia. «lo so.. ma non so come collegare tutto, professoressa!» ammise, con uno sbuffo. «facciamo così. Che ne dici di passare oggi pomeriggio a casa mia, così buttiamo giù la mappa?» la guardò e arrossì. Lei e quella professoressa avevano un dialogo diverso da tutti gli altri studenti. Era molto tranquillo, provava molta stima per la professoressa ma addirittura andare a casa sua le faceva pensare che era come dare le spalle ai suoi compagni. «Keyra!» si girò a guardare il portone da dove arrivava la voce. «Zayn?» lo vide avvicinarsi mentre Asie alzava lo sguardo dal suo cellulare, incredula. «che ci fai qui?» chiese dopo aver inarcato le sopracciglia verso il basso. «boh, volevo fare una passeggiata per la tua scuola.. così a buffo!» lo guardò male. «sei sempre così simpatico Malik!» si girò di nuovo verso la professoressa, e lui si presentò a lei e alla figlia che lo guardava ad occhi sbarrati. «è più carino dal vivo che sui poster, non trovi Asie?» sussurrò la donna alla figlia, che arrossì per quella figuraccia. «mamma..» ringhiò, rossa come un peperone facendo ridere sia Zayn che Keyra. «una nostra fan?» domandò curioso il moro e la ragazza annuì vergognosa. «vuoi che chiamo anche gli altri?» Keyra si mise in mezzo. «scusate! Io vorrei finire di parlare prima con la mia tutor, poi ti lascio in pasto a tutte le fan che vuoi.. ma prima fammi finire la mia discussione, ti prego!» lui si girò a guardarla. «scusate.. continuate!» sentenziò e si girò a guardare la donna. «mi scusi!» La professoressa si fece una risata. «non si preoccupi.. allora cosa ne pensa di oggi pomeriggio?» domandò, ancora. La mora fece per rispondere ma Zayn si mise in mezzo. «oggi pomeriggio? Cosa dovete fare oggi pomeriggio?» si girò a guardare male Zayn, che la guardò di sbieco. «dovrei andare a casa sua per buttare giù la mappa concettuale.» ammise, cercando di capire qual’era il problema. «si può spostare tutto a domani pomeriggio? Oggi è un po’ incasinata!» spiegò il ragazzo, e Keyra si mise di nuovo in mezzo. «Zayn, si sta parlando di scuola. Ricordi il discorso che abbiamo fatto due mesi fa? La scuola è la scuola.. le altre cose vengono dopo! Voglio finirla il prima possibile!» Zayn sorrise, con dolcezza. «mi ricordo, ma Paul ha indetto una riunione!» le due donne, oltre a lei, li ascoltavano curiosi. «e al popolo cosa dovrebbe interessare? Ma soprattutto, a me cosa interessa?» chiese, stranita. «vuole anche te, a questa riunione! E tu conosci Paul, no? Non accetta dei no!» inarcò stranita le sopracciglia. Vedendo la ovvia domanda stampata sul viso di Keyra, il moro sorrise. «vuole che tu proponga le tue idee al resto dello staff.» sbiancò e si dovette reggere a lui per non cadere. «non potete dirle voi per me? Vi prego!» sussurrò, già in ansia. «no, vuole te a proporle!» si girò di nuovo verso la professoressa. «le dispiace se spostate tutto a domani? Il nostro Manager desidera Keyra a tutti i costi, oggi!» sentenziò mentre Keyra cominciava a sudare freddo. «certo.. nessun problema!» disse con dolcezza la donna. «no, ma davvero se non si può fare domani, vengo oggi! Mi salva dallo sguardo di tanta gente!» ridacchiò, sentendo le parole di Keyra, con un tono di panico allo stato puro. «vada signorina. Anzi, è anche meglio domani! Almeno posso sistemare casa. Sa, con Asie non è molto in ordine!» la ragazza guardò male sua madre, per tutte le figuracce che le stava facendo fare di fronte al suo idolo, mentre Keyra si muoveva in ansia, sul posto. «signorina, si calmi! Mi sta facendo venire il mal di testa!» deglutì e guardò preoccupata la sua professoressa. «mi scusi, ma quando mi dicono che devo stare sotto lo sguardo di tanta gente mi agito. Soprattutto se devo parlare di fronte a tanta gente!» la donna rise. «allora ci vediamo domani, alle quattro a casa mia. Va bene?» annuì, ma completamente persa nei suoi pensieri. «Asie, ci pensi tu a dare l’indirizzo di casa alla Signorina Smith?» la figlia annuì e dopo i saluti uscì dal portone. Keyra, Zayn che aveva detto alla ragazza di seguirlo, e Asie si diressero verso il fuori della scuola, dove un SUV con tanto di finestrini neri li aspettava. 
 
«Non ho niente da mettermi!» Esclamò a se stessa, nel panico più totale. In macchina le spiegarono che in realtà Paul era stato molto contento delle sue idee e voleva che Keyra le spiegasse a tutti. Ed era un ora e mezza che provava vestiti e niente le si addiceva. Che cosa ci si metteva per un appuntamento di “lavoro”? Per fortuna entrò Niall, che si sedette sul letto sapendo benissimo che la sua amica sarebbe stata nel panico più totale. «non ho niente da mettermi!» ripeté, girandosi a guardare Niall che sorrideva. «Scherzi? Tra poco dobbiamo trasformare la stanza al fianco in un armadio per tutti i vestiti che hai!» disse, con una risata. Lei però non ci trovava niente da ridere, in quel momento. «mi bocceranno tutte le idee! Io lo so!» esclamò, nel panico più totale, facendo togliere Niall dal letto e mettendo un vestito bianco sopra, e sul pavimento delle scarpe con il tacco color pelle. Ritornò all’armadio e prese un jeans, una maglietta e un spolverino e incastrò i vestiti per vedere come stavano, per poi appoggiarli vicino al vestito e mettendo sotto delle scarpe con il tacco, ma nere. «perché non ho un filtro testa-bocca? Perché chiacchiero troppo senza pensare?» Si chiese, scordandosi addirittura che Niall era lì presente. Era nel panico più totale, perché aveva un incontro con Paul e gli altri che si occupavano dei 1D, non era il massimo per la calma di Keyra. Prese un altro jeans, una maglietta a maniche corte, una sciarpa e un maglioncino. Stivali sotto. «come ci si veste?» chiese in panico. Niall, ridendo si avvicinò e la bloccò. «Keyra! Andrà tutto bene. Le tue idee sono grandiose.» Scosse la testa, continuando a guardare l’armadio. «no, fanno schifo! E voi mi avete anche appoggiato!» il biondino alzò gli occhi al cielo. «fidati di me, Keyra! Guardami!» alzò lo sguardo, e sospirando si mise a piagnucolare. «mi bloccherò. Entrerò nel panico, non so come vestirmi! Come ci si veste per un incontro?! Devo essere elegante, tranquilla o comoda ma elegante? Mi do malata!» Fece per andare a prendere il cellulare ma Niall la bloccò. «no! Non si accettano malattie. Mettiti questo, e andrai bene!» si girò a guardarlo, mentre indicava il vestito bianco. «certo, mi dovrò subire Zayn per il resto della mia vita, ma questo andrà bene!! Stai tranquilla Keyra, ci saremo anche noi!» Entrò nel panico ancora di più. «ma perché non sono muta? Perché?!» chiese, piagnucolando. Guardò il vestito, squadrandolo. Era perfetto ma lei in quel momento non lo trovò per niente perfetto, anzi. Fece girare Niall e lo indossò. Poi infilò le scarpe. «puoi girarti!» disse e quando lo fece, rimase a bocca aperta. «ok, vado a scrivere il mio testamento! Zayn mi ammazza!» Non rise neanche in quel caso, mentre si guardava i capelli e piagnucolava. «perché non sono andata dal parrucchiere? Perché non ci sei andata Keyra?!» parlava da sola. Era matta! Niall la guardò ancora, e sapeva che non serviva essere così preoccupata. Ok che non conosceva il resto dello staff che si occupava di loro, ma l’avrebbero di certo amata come aveva imparato ad amarla Paul. «Lasciali sciolti, sono perfetti!» Si fidava di Niall ma in quel momento vedeva tutto messo in malo modo. Continuò a borbottare anche mentre si truccava, scurendo gli occhioni da cerbiatta e mettendo in risalto le iridi castane. «ANDIAMO?» Si bloccò mentre si metteva il mascara. Louis entrò, e rimase a guardarla. «che cavolo ti sei messa addosso?» Chiese, incredulo. Keyra si girò a guardarlo, innervosita. «non sto bene? Mi cambio in dieci secondi.» Fece per prendere un altro vestito, ma Louis la bloccò. «Non in quel senso Keyra! Intendevo che ti sei messa addosso! Li uccidi tutti, e uccidi anche noi così! Ma dove le nascondi queste belle gambe, le altre volte?» Lo guardò male, già nervosa di suo, ci mancava pure che si metteva a giocare. Cambiò borsa e continuava a borbottare. Louis e Niall la guardavano aggirarsi per la stanza, cercando cose per poi cambiare idea e cercarne altre. «E’ nel panico più totale!» Notò Louis, guardandola preoccupato. «Ci scommetto dieci sterline che appena arriviamo lì, sviene!» Louis ridacchiò e strinse la mano di Niall. «Keyra tesoro! Dobbiamo andare!» Le fece notare Louis, avvicinandosi. «sei perfetta. Andiamo!» La ragazza si rese conto che loro erano vestiti in modo normale, e si agitò ancora di più. «No, no.. perché voi siete vestiti normali! Oddio, sono troppo elegante!» Louis la spinse verso le scale e Keyra continuò ad imprecare contro se stessa per aver dato ascolto a Niall. Appena arrivati al piano di sotto, Louis richiamò gli altri che si avviarono alla porta. Zayn vedendola, fece finta di avere un mancamento ma Liam lo tenne. Tutti e tre la guardavano a bocca aperta. «Zayn, sappilo! Sto facendo pensieri sconci sulla tua ragazza!» Ammise Harry, guardando Keyra che si sistemava i capelli allo specchio, borbottando nervosa tra se. Zayn, continuando a guardare la scena, mise una mano sugli occhi di Liam, a bocca aperta come gli altri due, e una su Harry. «Ragazzi per favore andiamo! Siamo in ritardo!» disse Louis, smuovendo i tre che uscirono dalla porta, ma continuando a guardare indietro verso Keyra. La ragazza, si era bloccata davanti allo specchio. «andiamo?» Chiese Niall, posandole una mano sulla spalla. «non riesco a muovermi!» ammise, guardandolo dentro lo specchio. Niall sorrise e la spinse verso la macchina. «Andrà tutto alla grande, me lo sento!!» aveva fiducia in lei. Per tutto il viaggio Keyra guardò di fuori, seduta vicino a Zayn, che aveva posato una mano sulla sua gamba e chiacchierava con gli altri. Niall era sicuro, nel cervello di Keyra si stava ripassando il discorso che sicuramente si era fatta. Muoveva le labbra in modo impercettibile, ripassando il discorso. Poi la vide uscire dal coma, e prese la cartellina al suo fianco, ricontrollando che ci fosse tutto. Quando vide che c’era tutto, ricontrollò una seconda volta. Arrivati in centro, scesero tutti e Keyra fu l’ultima a scendere. Fu Zayn ad aiutarla a scendere dalla macchina, porgendole la mano che lei prese e scese. Il moro tenne stretta la mano di Keyra, e le sorrise. «andrai alla grande! Li spaccherai!» Sorrise anche lei, molto più tranquilla sentendo la presenza di Zayn vicino a lei, ma non lo pensava. Sotto il braccio portava la cartellina da disegni, dove aveva fatto delle bozze del sito, in precedenza, che aveva in mente lei. Dovettero camminare un poco, perché purtroppo la strada era chiusa e quindi dovevano camminare per due o tre minuti. Furono accerchiati dai paparazzi e lei abbassò la testa, e cercò di togliere la mano da quella di Zayn, ma il ragazzo strinse la sua mano impedendoglielo. Sospirò, tenendo la testa bassa vergognosa e quando sentì la voce di Paul salutare i ragazzi di fronte all’edificio, rialzò la testa e sul viso aveva disegnato il panico più totale. «Keyra, wow! Sei stupenda!» ringraziando il cielo anche lui era vestito in giacca e cravatta. «Perfetta come il tuo solito!» Arrossì e lo abbracciò. «cosa sono quelli?» chiese, indicando la cartellina. «bozze. Si è lasciata andare alla fantasia.» Disse Liam, andandole incontro. «Niente di che. Volevo solo che vedeste quello che vedevo io nel mio cervello!» Esclamò, rossa peperone. «Geniale. Da brava manager!» Arrossì ancora di più e si grattò la base del collo, per poi sistemarsi i capelli. «non volevo toglierti del lavoro, davvero!» ammise, guardando Paul dispiaciuta. L’uomo rise. «A me no! Sei grandiosa e le tue idee mi piacciono! Sennò non eravamo qui!» La spinse verso l’hall dell’albergo. Quando si fermarono di fronte ad un gruppo di persone, i ragazzi si salutarono con pacche e abbracci con il resto dello staff. Paul la presentò a tutti, spiegando che posto avevano in quello staff e lei strinse le mani a tutti, dicendo il suo nome. Sentiva la mano di Zayn stringere la sua ogni volta che si presentava a qualcuno. All’ultimo a cui si presentò, sorrise. Era un ragazzotto di vent’anni, e si occupava del look dei ragazzi. «Da quando sei con loro, mi hai tolto molto lavoro!» Ma lei era fatta solo per togliere lavoro? Lo guardò dispiaciuta. «non mi sto lamentando eh! Anzi.. Avevano questa brutta abitudine di uscire con tremila colori addosso, che magari non avevano niente in comune e stili diversi che stavo per diventare pazzo! Da quando vivi con loro almeno arrivano all’appuntamento non vestiti uno schifo, come arlecchino!» ridacchiò, per poi girarsi a guardare Zayn, che era rimasto al suo fianco tenendole la mano. Lo sguardo che le fece, le fece gonfiare il cuore. Sembrava molto orgoglioso di lei. «Vogliamo entrare?» Annuirono e fece passare tutti prima di lei. Quando si ritrovò per ultima, si lasciò andare in un sospiro. Zayn si girò a guardarla. «stai andando alla grande!» disse, mentre lei sospirava ancora. «Si, e il primo passo è andato! Ora tocca alla parte più difficile.» lui ridacchiò, abbracciandola e dandole un bacio tra i capelli mossi. «se mi blocco, dammi un calcio, ok?!» Lo sentì annuire, ancora con le labbra sui suoi capelli. «promesso!» sussurrò dandole un altro bacio e poi tornando a guardare avanti, e riprese la sua mano. Entrati nella sala, quella era illuminata, profumata e c’era uno schermo. Si mise seduta, sulla comoda seria e mise la cartellina sopra le gambe. La riunione cominciò, e grazie al cielo Paul cominciò a parlare di altro e non diede subito la parola a lei. Era affascinata da quella riunione, tanto che per un momento si dimenticò anche la sua ansia. Stavano discutendo dei paparazzi, su come gestire la cosa e vide come si comportavano dei manager di persone famose. Era abbagliata da quella cosa. «Hai qualcosa da dire, Philip?» Il ragazzo che si occupava del look, annuì e disse che aveva idee sul nuovo look dei ragazzi. Disse che Liam doveva smetterla di farsi il caschetto alla Justin Bieber, che Harry doveva tagliare un po’ i suoi capelli. Che Louis sarebbe stato bene con i capelli a spazzola. Che Niall doveva farsi un colore un po’ più scuro e che Zayn doveva imparare ad uscire con la cresta sempre alzata e non far ricrescere troppo i capelli al lato della cresta. Poi si spostò sui vestiti, decidendo per gli eventi di quella settimana i vestiti che avrebbero messo. Si parlò degli incassi che prese XFactor con la loro partecipazione di una settimana prima, degli incassi in generale. Mamma che cifre enormi. «ora vorrei lasciare la parola a Keyra, che come vi ho detto ha portato delle belle idee!» Si girarono tutti verso di lei ed ecco il panico invaderla. Tutti tranne i ragazzi, che sapevano. Respirò a fondo, socchiuse gli occhi. Non entrare nel panico, non pensare. Non pensare. Li riaprì e prese un profondo respiro. Strinse di nuovo la mano di Malik e la lasciò. «ok, posso farcela!» Sussurrò a se stessa e tolse la mano di Zayn dalla sua gamba, per poi alzarsi ed aprire la cartellina. Guardò i fogli, pur di non guardare le persone intorno a lei. «Lo ammetto sono fan di questi cinque dementi. E in veste da fan che parlo oggi.» Disse prendendo i fogli e uscendo dal suo posto, cominciando a distribuirli a tutti. «Mi sono resa conto che mancano alcune cose fondamentali! Sono ancora alla base di tutto, ma così scoraggiamo le fan se li presentiamo male! Avete fatto un bel lavoro, non ho niente da ridire su quello. Ma loro vengono visti come degli idoli. Sono idoli per le ragazze. Hanno stile, sanno come conquistare una ragazza. Twitter e i social network impazziscono quando ci sono loro. Ma sono troppo poche le volte in cui partecipano ad eventi o cose del genere.» Passava dietro a tutti intorno al tavolo, mettendogli sotto il naso la sua idea. «Le fan escono pazze quando vedono un nuovo video, dove ci sono loro. Può anche essere una cavolata ma vi assicuro che quel video farà il giro del mondo in pochi secondi. Le Directioner sono unite, non sapete quanto. Da uno stato all’altro, si condividono le cose.» Alzò un secondo lo sguardo sui visi delle persone, che scrutavano i fogli. I cinque avevano la bocca aperta, mentre sussurravano qualcosa guardando il foglio. «io capisco che è stressante per loro avere sempre paparazzi intorno. Ma sono troppe poco le foto di loro che escono. Le fan vogliono sapere tutto di loro! Da che ora si svegliano a cosa fanno fino alla sera. Quella sotto i vostri occhi è una bozza della mia idea per la grafica del loro sito.» Vide Nicholas alzare di scatto la testa. Nicholas era quello che si occupava del sito dei ragazzi oltre ad essere un quasi co-manager, a detta di Zayn che ogni tanto le raccontava cosa succedeva. Paul aveva sempre detto che desiderava prendere un’altra persona per aiutarlo, e quello che sembrava più adatto era Nicholas. «Cosa?» sussurrò, capendo solo in quel momento. «E’ perfetto, ma..» Lo diceva solamente per non farlo sentire uno schifo. «No, Keyra! Dillo apertamente. In confronto alla sua proposta, Nicholas, il tuo sito fa schifo! E non capisco perché ho acconsentito a pagarti così tanto. Keyra sta facendo questo, gratis.» Ecco, era quello che non voleva che succedesse. Innescare una bomba. «No, il sito va bene, ma mancano alcune cose fondamentali! E’ spoglio!» Nicholas la guardò male, sbuffando. Lui era orgoglioso del suo operato. Sentendo lo sbuffo, i cinque ragazzi lo guardarono malissimo. Per una buona mezz’ora Keyra spiegò le sue idee, prendendo ogni minuto che passava sempre più fiducia in lei. I ragazzi la guardavano e vedevano una perfetta pubblicitaria. Il modo in cui ascoltava tutte le idee dei programmatori, come annuiva e come scuoteva la testa se qualcosa non andava. Erano ammaliati da lei. «E’ grandiosa!» Disse Paul, piegandosi a parlare con Harry che si sporse per ascoltarlo. «Già. Ha una mente brillante!! Guardali, sono ammaliati da lei, da come parla e da come espone le cose. Il modo in cui usa quel tono dolce e sicuro!! Pendono dalle sue labbra, tranne Nicholas.» L’uomo scrutò il loro capo programmatore, che la guardava con odio. «E’ solo invidia. Pure lui sta pensando che le sue idee sono geniali. E si sta maledicendo perché non le ha avute lui. E sa che sta per perdere lavoro. Prepara mentalmente il suo curriculum.» Harry rise, attirando l’attenzione di tutti che si girarono a guardarlo. Keyra lo guardò male. «ti è venuta in mente una barzelletta, Styles?» Chiese. «Facci ridere anche a noi!» e lui si schiarì la voce capendo che era incazzata perché l’aveva bloccata. «No, scusami continua!» Lei gli lanciò ancora uno sguardo bruto e riprese a parlare delle sue idee e mettendo in mezzo tutti quanti, i grafici compresi. Quando si rimise seduta, fu Paul a riprendere la parola. «Quindi serve una votazione per sapere se le idee di Keyra vi sono piaciute?» Tutti scossero la testa. «Non ce n’è bisogno, credo! Vi vedevo molto attivi nella discussione.» Annuirono. «Perfetto!» Disse, scrivendo qualcosa su un foglio. «Credo che abbiamo finito!» Disse Nicholas, mentre tutti facevano per alzarsi. «No, un’ultima cosa.» E come si erano alzati, si rimisero a sedere comodi. «Vorrei che mentre fate il nuovo sito, chiedete consiglio a Keyra.» La ragazza alzò di scatto la testa. No, aspetta. Lei aveva dato le idee, era stata abbastanza chiara che non voleva essere messa in mezzo. «Paul, serve proprio? Odio dare ordini!» Ammise, vergognosa. L’uomo si girò, la scrutò e annuì. «Si. Beh abituati!» Fece una smorfia, e annuì guardando tutti con uno sguardo da cane bastonato. «Ricordate che avevo parlato che volevo un secondo Manager per i ragazzi?» Tutti annuirono, tranne lei che ovviamente non sapeva che voleva un nuovo manager per il gruppo. «Ho preso la mia decisione, e posso dare il benvenuto al mio fianco a Keyra!» Sei voci risuonarono in quella stanza. «COSA?» In realtà urlavano, mentre Keyra si alzava, per il colpo appena ricevuto. «Si, sarai la mia co-manager!» Keyra lo guardò, a bocca aperta. «No, ma.. Cioè! Era Nicholas quello più portato! Io cosa centro?» chiese, nel panico. Paul neanche si girò a guardare Nicholas, che a bocca aperta lo fissava. «Nicholas è portato, ma tu sei molto più portata. Lui farebbe questo per i soldi, per avere un lavoro. Tu invece pensi da fan, e questo mi aiuterebbe molto. Sei così fan del gruppo che hai trovato delle idee non per il gruppo, ma pensando alle fan. Pensando da fan, hai portato idee che avrebbero migliorato il gruppo e i suoi incassi. Vuoi la loro popolarità, e non vuoi i soldi che ricaveresti dalla loro popolarità. Hai fatto tutto con molto amore, hai superato la tua paura più grande pur di aiutare i tuoi idoli. Poco ti interessano i soldi, tu voi che le fan rimangano attaccate al gruppo. Sei la perfezione fatta a persona.» Ancora a bocca aperta, guardava Paul, incredula. «ma..ma..» disse, senza trovare le parole. «Dimmi di si Keyra!» Si girò a guardare i ragazzi, con gli occhioni fuori dalle orbite. Li scrutò attentamente, e vide per prima Harry annuire, poi tutto il resto del gruppo. «ma non so neanche che cosa vuol dire essere co-manager!» Niall si alzò. «Ok, è la co-manager! Fidati se ti dico che non dirà mai “si, accetto”. Te lo dico io per lei!!» Paul rise, e tutti applaudirono per la nuova entrata. Si sedette sulla sedia, rossa come un gambero. Odiava essere al centro dell’attenzione. «Non ti preoccupare. Imparerai!» Non ne era molto sicura. «Ok. Mi fido!» I cinque si buttarono su Keyra, facendole la festa per quel nuovo lavoro. «Perché è una brava ragazza.. perché è una brava ragazzaaa! Perché è una brava ragazzaaaaa.. nessuno lo può negarrr!» Rise, scuotendo la testa mentre i ragazzi le facevano intorno un cerchio, stringendosi tra loro e tenendo lei in mezzo. «Ok, fatemi passare e complimentare con la mia nuova aiutante!» Il gruppo si aprì, e si abbracciarono e si strinsero la mano. Nicholas si avvicinò. «complimenti! Ah, Paul. Mi licenzio!» l’uomo si girò a guardarlo, sbattendo le ciglia. «In realtà ti ho licenziato io, poco fa! Non hai colto il mio licenziamento tra le mie parole?» L’uomo lo guardò sdegnato per poi prendere le sue cose ed uscire dalla stanza sbattendo la porta. Tutti risero poi Paul la prese da parte. «che ne dici di vederci domani per pranzo? Vorrei parlarti!» Annuì, cercando di capire di cosa voleva parlare. «ora ti lascio ai ragazzi! Sono sicuro che vorranno festeggiare. Ah..» Si bloccò, visto che aveva cominciato a camminare. Tornò indietro e le diede un cellulare. «il tuo telefonino di servizio!» Un Blackberry. Guardò stralunata il cellulare, per poi tornare a guardare Paul, stranita. «ti telefono domani mattina per metterci d’accordo per l’appuntamento.» annuì, sorridendo. «Grazie ancora!» disse, diventando rossa. «No, grazie a te!» L’uomo se ne andò, salutando i ragazzi e gli altri, per poi uscire dalla stanza. Si bloccò a guardare il cellulare, incredula di quello che era successo quel giorno. «wow..» si ritrovò a sussurrare, pensando a tutto quello.
 
La sveglia squillò alle nove in punto quel sabato mattina, e Keyra si stiracchiò sul letto languidamente. Si alzò, di buon umore. L’idea di aiutare i ragazzi quel giorno la rendeva particolarmente felice. Il giorno prima erano usciti per festeggiare, andando al pub a prendersi una birra. Erano tornati abbastanza tardi, ma questo non aveva impedito a Keyra di alzarsi di buon umore. Scese in cucina e trovò tutti già svegli, che facevano colazione. Sorrise, e prese la tazza di caffè che le porgeva Niall. «Giorno raggio di sole!» Disse Niall, con un sorrisone. «Giorno manager!» Sorrise in direzione di Louis, che le stava facendo un occhiolino. «Giorno! Perché non mi avete svegliato?» chiese sorseggiando il caffè per poi avvicinarsi a Malik che stava steso sul divano sotto una coperta di pail a guardare la tv. «Perché dormivi così beatamente! E poi dovevi essere ben sveglia al tuo primo giorno di lavoro!» Gli diede un bacio a cui lui rispose alzando un poco la testa e premendo ancora di più sulle sue labbra, per poi tornò in cucina per prendere qualcosa da mangiare. Si girò a guardarli. «Ma quale lavoro! Sono felice di aiutarvi!» Ridacchiò e tutti, ma lei non lo poté vedere, si guardarono smarriti. «Allora cosa fate oggi?» Liam sbuffò, stiracchiandosi. «altri autografi! Per l’Irlanda questa volta.» Spiegò, prendendo un altro cornetto e andandosi a vestire. La colazione continuò tra chiacchiere varie, poi tutti si avviarono in camera per prepararsi. Mentre si stava preparando per farsi una doccia, squillò un cellulare. Si guardò intorno, poi vide che era il nuovo telefonino. Rispose, guardando il numero. «Buongiorno cara! Dormito bene?» la voce dalla parte opposta le fece capire che era Paul. «Si, molto!» Disse, ritornando in bagno. «No perché se non hai dormito bene mi tocca pensare che la notte ti dai alla pazza gioia con Zayn.» Arrossì, seduta stante. «Oh ma per favore! Neanche dormiamo insieme!» disse, a mo di scusa. «Ancora peggio! Ma almeno fate sesso?» Scoppiò a ridere, scuotendo poi la testa. «Ok, dobbiamo continuare a parlare della mia vita sessuale con Zayn oppure vogliamo parlare di altro?» Chiese, ridacchiando. «No, continuiamo a parlare della tua vita sessuale con Zayn! E’ più entusiasmante!» Scoppiò a ridere di nuovo. A volte Paul sembrava un ragazzino, come loro. «Allora, oggi i ragazzi sono al Oxford Hotel a firmare gli album delle irlandesi! Direi che puoi andare con loro, poi all’ora di pranzo ci vediamo lì e andiamo a mangiare lasciando loro a lavorare. Che ne dici?» Pensò che si poteva fare. «Perfetto! Ah.. come mi devo vestire?» chiese, nel panico. Paul rise. «Come vuoi tesoro! Sei splendida in tutti i casi!!» Arrossì, e dopo averlo salutato riattaccò. Quel giorno optò per un jeans stretto scuro, una maglietta a maniche corte e scarpe con il tacco. Sopra la maglietta avrebbe messo uno spolverino grigio pesante e il giacchetto. Abbinò il tutto con una borsa elegante e comoda, mentre i capelli li lasciò sciolti, ma mettendo una farfalla come fermaglio. Quando scese, c’erano Louis e Harry che si scambiavano smancerie sul divano da bravi migliori amici, e Liam che cercava qualcosa da mangiare. «wow. Ma ti vestirai così tutti i giorni? Non sai come ti fa più slanciata il tacco alto!» Stava bevendo un bicchiere di acqua e si girò a guardare Louis, abbracciato a Harry. «smettila di squadrarmi, Harry!» sbottò, innervosita. Entrarono anche Niall e Zayn, e decisero di andare. Avevano chiesto alla ragazza cosa avrebbe fatto ma lei gli spiegò che si era messa d’accordo con Paul di vedersi lì. Salirono sulla macchina e dopo mezz’ora furono all’hotel. Questa volta non fecero storie, sicuramente perché Paul aveva detto che la ragazza che arrivava con loro era l’altra manager. Diedero un pass a tutti, lei lo attaccò felice sul maglioncino. «Mi sento tipo tutta elettrizzata!» Ammise a Niall che sorrideva vedendola così euforica. «Ora ci darai ordini. Ma che pazienza che abbiamo!» Lo guardò male. Non avrebbe mai dato ordini. O forse si, ma non con il tono da dittatore. Keyra chiedeva sempre per piacere, quando chiedeva qualcosa. Salirono e trovò Paul lì. Fu presentata alle persone oltre i ragazzi. Le presentò la parrucchiera, il caramen che avrebbe ripreso la giornata, e l’interprete. C’era anche il  programmatore dell’altra volta, quando era andata lì a portargli la colazione. Cosa cambiava in poche settimane. Prima era entrata lì come la ragazza e la migliore amica dei cinque, ora era un’aiutante. «Stavo proprio montando il video dell’altra volta!» Disse Frankie, dicendole con un cenno di seguirla. Si mise dietro di lui, poggiandosi alla sedia dell’uomo. Si guardò il video, ridendo di tanto in tanto. Quando terminò, l’uomo si girò. «che ne pensi?» Chiese, mentre lei annuiva. Paul se ne stava in silenzio e sorrideva guardandoli. «Geniale! Si divertiranno!» Esclamò, parlando delle fan. L’uomo annuì. «Per te quali pezzi dovrei tagliare?» Alzò lo sguardo dal computer e fissò Paul, nel panico. Quello annuì. «non apro bocca, è tutto tuo!» E se ne andò come a sottolineare la cosa. Sbuffando, si mise seduta. Sorrise timida e chiese per piacere di rivederlo. Frankie lo rimise dall’inizio, e Keyra prese un foglio cominciando a scrivere su di esso, senza staccare lo sguardo dallo schermo. Alla fine del video, abbassò gli occhioni castani sul foglio, e fece una smorfia. Era comunque lungo. «Quanto può essere lungo?» chiese, girandosi a guardare l’uomo. «Tu che dici?» Si appoggiò sullo schienale, incrociando le braccia al petto. «Fate video sempre abbastanza corti. E’ un modo per incuriosire le fan.. ma impazziscono perché sono troppo corti. Se li riguardano all’infinito finché non ne esce uno nuovo. Questi potrebbero essere un po’ più lunghi di 2 minuti. Direi sui 4 o 5!» Propose. «Sono tanti!» Disse il programmatore. «Si, è vero! Ma sono anche tante le scene che sono divertenti!» Gli fece notare, facendogli vedere la scaletta che aveva fatto mentre riguardava il video. «Vedo che non hai scritto la scena con te!» Lo guardò, arrossendo. «Quella si mette, eccome! E’ la più divertente.» Sussurrò, guardandola. «Ma io non faccio parte del gruppo, ripeto. Non sono nessuno per quelle persone li fuori!» Il produttore rise. «Invece si, non hai letto twitter?» Scosse la testa. In effetti quel giorno non aveva ancora aperto il social network. «Che c’è scritto?» L’uomo le fece vedere dal suo computer. I ragazzi avevano avvisato che c’era la nuova co-manager e l’avevano taggata, congratulandosi con lei. Tutto quello la sera prima. Quella mattina invece Louis, il bastardo l’aveva fotografata mentre guardava il video, scrivendo sotto «la nostra co-manager si è già messa a lavoro. Si monta il video degli autografi per le svedesi» Oh ma che vergogna. Gli tirò una penna, colpendolo sulla spalla. Sorrise, poi tornò a guardare l’uomo. «ok, mettilo! Al diavolo!» Lo vide sorridere, poi si misero a montare il video e tra lei e lui, dandosi il cambio, riuscirono a montarlo per mezzogiorno. Si stiracchiò languidamente, dopo aver messo avvio per spostarlo su YT. «Bel lavoro, collega!» Si diede il cinque con Frankie, ridendo. Si alzò per sgranchirsi un po’ la schiena, rubando un goccio di succo di frutta a Harry che si incazzò a bestia. Lo guardò male, mandandolo a quel paese. Rientrò Paul, in quel momento. «Sei pronta?» Annuì, e tutti alzarono la testa. «Per andare dove?» chiese Zayn, cercando di nascondere la gelosia. Prese la borsa e indossò il giacchetto. «un incontro segreto tra amanti!» disse lei, guardandolo male e lui rispondendo con lo stesso sguardo. «andiamo a mangiare e parlare di voi cinque decerebrati!! E’ lavoro, stai tranquillo, Malik!» tutti risero. Non si era mai vista una ragazza che non si emozionasse per la gelosia del proprio ragazzo. In realtà dentro se stessa ballava la conga, ma non lo dava a vedere. Si avvicinò a Paul, ridendo per la faccia di Zayn. «Potresti anche salutarmi!» Si girò a guardarlo, trattenendo un sorriso. «se saluto te, devo salutare Niall che sarebbe geloso. Poi Liam, perché ho salutato voi due e così via dicendo! Per poi diventare vecchia perché diventa un circolo vizioso. Cercherò di non tradirti, promesso!» Liam diede delle pacche sulla schiena di Zayn che la guardava incredulo. Ridacchiando uscì affiancata da Paul. «Davvero una strana coppia!» Ridacchiò, sistemandosi il collo del giacchetto. «Strano lui! Fa tanto il duro poi è il primo a chiedere le coccole!» Lo vide annuire, ridacchiando. Il viaggio fu veloce, si trovava lì vicino il ristorante. Presero posto al tavolo riservato per loro. Si tolse il giacchetto, prendendo il menù. Non c’erano i prezzi. Se non aveva fatto la scuola di cucina, non avrebbe saputo che questo significava una sola cosa. O due. La prima è che i prezzi erano altissimi, quindi non li mettevano in modo da non scoraggiare il cliente. O secondo perché quello che aveva prenotato il tavolo aveva richiesto esplicitamente di dare all’altra persona un menù senza prezzi, proprio per non farle vedere quanto avrebbe pagato. Posò il menù sapendo già cosa prendere. «Hai chiesto tu di non farmi vedere quanto costa la roba qui?» Paul alzò lo sguardo, e sorrise. «vedo che quello che hai imparato a scuola te lo ricordi! Si, sono stato io! Prendi quello che vuoi, pagano loro oggi!» Keyra sbuffò. «pagano sempre loro da quando abito con quei cinque. Non mi permettono neanche di pagare la spesa. E’ snervante! Non sono povera!» L’uomo sorrise. «Immagino! Allora, parliamo di lavoro?» Annuì e il sorriso cambiò. Paul rise di quel sorriso. «che c’è?» chiese, curiosa. «E’ che sei così eccitata. Sono abituato a parlare con gente che non sorride così, non è così entusiasta di lavorare.» La mora alzò le spalle. «sono contenta! Aiuto i miei migliori amici, il mio ragazzo e sono utile al mondo delle directioner. Non posso essere più contenta, te l’assicuro. Al tempo stesso faccio anche qualcosa che mi piace! Lavoro anche al computer. Non potrei chiedere di meglio!» ammise, con un sorrisone. «ne sono davvero contento. Oltre i ragazzi il mio staff è davvero giù di tono! Tu rallegrerai tutto.» Arrossì, mentre lui si piegava a prendere la cartellina che si era portato dietro. Ne tirò fuori un paio di fogli, e glieli porse. «Cos’è?» chiese, prendendoli e leggendo. Trovò i suoi dati e alzò lo sguardo. «il tuo contratto di lavoro, no?» Alzò un sopracciglio. «cosa?» chiese, riabbassando i fogli. «Non si era parlato di contratti, ma di aiutare!» L’uomo sorrise, come un padre alla figlia. «aiutare uguale lavoro. Lavoro uguale contratto. Contratto uguale soldi! Pensavi seriamente che ti avrei preso con me senza averti messo in regola?» Scosse la testa. «no! Io ero rimasta ad aiutare, non a lavorare!» Paul poggiò i gomiti sul tavolo. «Non voglio essere pagata! Voglio aiutare solo i miei amici e le loro fan!! Aiutare comporta soldi?» Chiese, incredula. Lo vide annuire. «Non accetterò il tuo aiuto se non firmi quei fogli!» L’avvisò e lei lo guardò male. «firmando questi fogli, cosa mi comporterà?» L’uomo tornò eretto con la schiena, sedendosi bene. Alzò una mano quando vide il cameriere avvicinarsi, per dirgli di tornare più tardi per l’ordine. «innanzi tutto uno stipendio.» E già scuoteva la testa prima che cominciasse. «aiutare me, con gli incontri del gruppo e cercando di farli andare a più programma possibili. Organizzare i futuri concerti, insomma staresti 24 ore su 24 con i tuoi ragazzi!» Le brillarono gli occhi quando sentì quella frase. «ti occuperai tu della grafica del sito, del fan club e di informare le fan sui spostamenti del gruppo! Mentre tu fai tutto questo, e fidati non sarà poco, io mi occuperò di pensare alla loro immagine, di farli ospitare ai programmi della città in cui si troveranno!» Annuì, «ma questo, sia chiaro, dopo la fine della scuola. Prima termina la scuola, poi diventerai manager a tutti gli effetti. Finché avrai scuola, ti occuperai della pagina FB, dell’account su Twitter del gruppo, del canale di YT e le cose che non richiedono troppa presenza, il sito e cose varie. Quando invece finirai la scuola, verrai in tour con noi, e mi aiuterai..Ci stai?» domandò, sempre con quel tono paterno e lei annuì tornando poi a guardare i fogli. «Ok. Ci sto!» Prese la penna, e mentre firmava i fogli, leggendoli attentamente Paul la guardò. «non ti interessano proprio, eh?!» alzò per un secondo gli occhi dai fogli, poi li riabbassò tutta concentrata. «che cosa?» chiese, piegandosi per firmare il secondo foglio. «i soldi!» Si bloccò, rialzando lo sguardo. Lo guardò cercando di capire. «Chiunque prima di firmare un contratto parla di stipendio. Tu non mi hai fatto neanche una domanda su quanto prenderesti!» alzò gli occhi al cielo. «Posso assicurarti che sono ricca da quando vivo con loro, e non perché vivo con i One direction. Ma perché loro pagano e io mi ritrovo tanti soldi che non uso!» Esclamò, e lui rise di cuore. Tornò a firmare i fogli e firmò l’ultimo per poi consegnarglielo. Paul la guardò, poi prese i fogli. Quando furono al sicuro nella sua cartellina, parlò. «3.000 sterline al mese!» Keyra alzò di scatto la testa, incredula. «scherzi, spero?! Ridammi il mio contratto, subito!» Paul rise, scuotendo la testa. «sono serio, e no! Ormai sei nel gruppo! Benvenuta per 3.000 sterline al mese!» aprì la bocca, e gli occhi le uscirono dalle orbite, pensando a quanti cavolo di soldi erano. «ma sarebbero 36.000 sterline all’anno! E io che cazzo ci dovrei fare con tutti questi soldi?» sussurrò, incredula mentre Paul se la ridacchiava allegramente. «Sono il tuo capo, mica tuo padre! Facci quello che vuoi, compratici una barca, regalali in giro! Non mi interessa molto, ma l’idea di pagarti mi fa piacere! Non mi sento poi così più in debito con te.» Keyra ancora era incredula. «ma tu ti ci sentivi davvero? Io lo faccio per divertimento, per fare contenti loro. Mica per i soldi! Abbassa un po’ il mio stipendio. Seriamente, farebbero la muffa nella mia banca.» ammise, facendolo ridere ancora mentre richiamava il cameriere per prendere finalmente il loro ordine.  
 
«Finalmente sei arrivata!» Disse Zayn, alzandosi. Sbuffò e lo guardò male. «era un pranzo di lavoro, e che diamine!» Si girò verso Paul, sorridendo. «grazie di tutto! E’ stato un piacere fare ses..» si bloccò, fece una smorfia e si girò verso Zayn che aveva tipo spalancato gli occhi, capendo il resto della frase. «ops..» disse poi scoppiò a ridere vedendo la faccia di Zayn. Gli si avvicinò, abbracciandolo. Lui rispose all’abbraccio, piegandosi un po’ per darle un bacio nei capelli. «tu mi ucciderai prima o poi con questi scherzi!» disse, con dolcezza. «e chi ha detto che era uno scherzo?» disse seria, ma non riuscì neanche quella volta a trattenersi e rise. Diede due schiaffetti sul petto di Zayn, strusciando anche la guancia sulla sua maglietta. «Scherzo Malik! Sei l’unico uomo della mia vita!» disse in un momento di dolcezza, e lui si piegò a darle un bacio, un vero bacio. «Ehi ehi! Siamo in un albergo. Le stanze però sono di sopra!» Scherzò Paul, mentre i due si staccavano ridendo. «Io vado, ho un altro incontro. A domani, cari!» E dopo averlo salutato, si girò a guardare i suoi amici. «Dicci com’è andata la chiacchierata con Paul.» Fu harry a chiederglielo. «Bene. Ma mi ha fatto firmare un contratto. E mi pagherà.» Tutti sorrisero. «Mi sa che eri l’unica che non l’aveva capito che saresti stata pagata!» Li guardò male, ancora abbracciata a Zayn. «ma io non voglio essere pagata. Mi sto solo guadagnando un piccolo spazio nella vostra vita!» Niall si avvicinò, spostò Malik che lo guardò male e sbuffando. «Ehi! C’ero io abbracciato a lei, eh!» Il biondo gli disse di stare zitto e poi l’abbracciò. «tu oramai fai parte della nostra vita e non te ne andrai!» Diede due pacche sulla schiena di Niall, ridacchiando. «No. Ci vediamo a mala pena. Beh, adesso possiamo dire che ci vedremo 24 ore su 24!» Niall urlò dalla felicità, stordendo Keyra da un orecchio. «Verrai in tour con noi?» chiese Louis, avvicinandosi. Tutti lasciarono perdere il proprio lavoro per mettersi a parlare con lei. Niall prese la palla al balzo per prendersi qualcosa da mangiare. «no, Paul è stato chiaro. Finché ho scuola, devo pensare alla scuola. Appena la finisco, verrò in giro con voi, per fare il vero lavoro.» tutti annuirono. «e in che consiste il tuo lavoro, in questo momento?» domandò Niall, affondando i denti in un panino. «mi occuperò della parte grafica. Mi occuperò del fan club e di dare le dovute informazioni alle fan.» Harry l’abbracciò, orgoglioso. «e quanto ti paghiamo? Solo per sapere eh?» Liam sorrise, e vedendo che stavano sorridendo tutti, capì che loro sapevano. «sapete di essere degli stronzi patentati?» domandò, sbuffando e appoggiandosi al tavolo. «ce l’hanno detto!» Sbuffando, guardò Zayn che sorrideva. Guardò l’orologio al polso di Malik, e sbuffò. «ragazzi miei, devo andare!» Si staccò da Zayn che appena Niall si era allontanato da lei, si era riavvicinato e le si era attaccato come una cozza allo scoglio. «neanche hai firmato il contratto che già vai via?» domandò Harry, divertito. «no, non è per questo lavoro. Devo andare a casa della mia professoressa per la mappa concettuale, ricordate?» tutti annuirono, mentre tornavano a lavorare. «bene.. speriamo di non morire! Ci vediamo stasera a casa, gentaglia!» disse dando un bacio a tutti sulla guancia, tranne a Malik che ovviamente si prese quello sulle labbra, a cui non si tirò indietro. Anzi, lo fece durare fin troppo. Si guardarono male, visto che con un semplice bacio riuscivano a far scatenare nei loro corpi troppi ormoni. Uscì dall’albergo, riconsegnando il suo pass e mettendosi la musica nelle orecchie. Quando arrivò all’indirizzo scritto dalla figlia della professoressa, si guardò intorno e con un sospiro andò alla porta e suonò. Un conto era vedere la professoressa in tenuta da scuola, ma quando la tua professoressa ti apre la porta di casa sua con il grembiule da cucina al collo, ti fa davvero strano. «Keyra? Oh mio dio, sono già le quattro? Prego entri pure Signorina Smith!» sorrise e dopo essersi pulita i piedi sullo zerbino, entrò e si guardò intorno. «ho perso la cognizione del tempo, mi dispiace Signorina!» oddio quanto le dava fastidio quando le davano del lei. «professoressa, la prego, mi dia del tu! Mi fa sentire un’aristocratica quando mi da della signorina!» la donna rise. «facciamo così.. ci diamo del tu?» scosse la testa. «lei è un conto, professoressa! E’ pur sempre la mia tutor, non riesco a darle del tu. Ma lei per favore mi chiami Keyra, e mi dia del tu, perché sennò impazzisco entro stasera!» spiegò, facendola ridere. «va bene. Lo vuoi un caffè?» annuì timidamente, porgendo il giacchetto alla donna che le aveva chiesto di darle la sua borsa e il giacchetto stesso. Diede anche la borsa non prima di aver preso il cellulare. «allora, raccontami. Com’è andato il famoso incontro con il loro manager?» domandò la donna, curiosa e Keyra ridacchiò. «che ansia professoressa. Quando mi trovo di fronte a tanta gente mi blocco, se ne sarà accorta anche all’esame!» la donna annuì, ridendo. «e niente, ho esposto le mie idee che non erano niente di che.. Ma a quanto pare al manager sono piaciute. Così mi sono ritrovata prima come consigliera per il sito ufficiale, poi mi sono ritrovata sbalzata ad aiutante e adesso come seconda Manager del gruppo!» la donna si girò a guardarla, incredula. «ma è meraviglioso!» sorrise. «lo faccio solamente per restare al fianco dei miei amici, e cercare di aiutare un po’ loro e le loro fan! Ma non so se sono in grado, devo ammetterlo!» la professoressa sorrise, con dolcezza. «imparerai! In fondo non siamo nati imparati. Pian piano capirai come riuscirci e farai un gran lavoro!» disse, incitandola. Sentirono la porta aprirsi, e si girarono entrambe per vedere da chi arrivava quel casino. Un gruppo di ragazze si bloccarono sulla porta della cucina. Si sentì un secondo in soggezione, vedendo quattro ragazze, togliendo la figlia della professoressa, a guardarla con occhi bramosi. «Asie.. che succede?» domandò, stranita la donna. «ti ricordi che ti avevo detto che oggi sarebbero venute le mie amiche a studiare?» esclamò la ragazza, sorridendo a Keyra. «si ma fate piano! Anche noi dobbiamo studiare!» la ragazza annuì, per poi salutarla. «Ciao Asie!» ricambiò, e quelle quattro ragazze tubarono sentendo la sua voce. «allora noi andiamo di sopra..» vide la donna annuire, e guardarle andare via. «ti chiedo scusa!» Keyra la guardò con la testa piegata di lato. «sono delle bambine. Devi capirle!» ma non capiva. «non hai capito che non sono qui per studiare, vero? Ma voleva farti vedere alle sue amiche. Si vanta moltissimo con loro che sua madre è la tutor di Keyra, la ragazza di..» scosse la testa. «Zayn.. si! Non fa niente! Mi stupisco tanto che fanno tutto questo casino. Insomma, sono solo l’amica e la ragazza! Se mi ci sposo cosa creano?» si fecero una risata, mentre la donna posava il caffè di fronte a lei, e Keyra ringraziava. Si misero subito a lavorare, mentre di sopra si teneva una mezza festa. Ovviamente non stavano studiando. Tutte scesero verso le cinque per la merenda, da brave ragazze. «mamma.. c’è ancora quella torta che hai fatto questa mattina?» domandò Asie, mentre si sedevano tutte al tavolo. «se tuo fratello Brandon non l’ha finita!» dopo aver trovato la torta, Asie le chiese se voleva una fettina ma Keyra rifiutò, in quanto aveva davvero mangiato tanto a pranzo. Sentì il cellulare suonare, l’altro cellulare, segno che era il lavoro. «scusatemi..» si alzò e dopo aver preso l’altro cellulare, vide il nome già salvato e sospirando rispose. «dimmi Carlos..» era uno dei programmatori del sito ufficiali. «ehm.. come manca il capo programmatore?» chiese, rendendosi conto. «Ah.. Christian, si! Fammi fare un giro di telefonate, e ti richiamo!» prese l’altro cellulare, chiamò un numero della sua rubrica. Dopo aver pensato intensamente a quella cosa, l’unico che la poteva salvare era uno solo. «fratello, buonasera!» sussurrò, appena sentì che le aveva risposto. «ho un problema, e tu devi aiutarmi!» gli spiegò velocemente la situazione, e lo sentì sfotterla. «Stefan, non c’è da ridere. Qui non si sta parlando del gruppo sfigato che è. Possono essere sfigati quanto ti pare, non ti può piacere la loro musica. Lo vuoi si o no questo lavoro?» domandò, sentendo suo fratello pensarci. «ti assicuro che anche se sono sfigati, ti pagherebbero molto bene! Tu aiutami, e giuro su dio che farò io ogni volta il caffè quando saremo entrambi a casa!» Stefan accettò, dopo quella proposta. «mica l’hai fatto per aiutarmi.. No, ma perché ti ho detto che farò io tutte le volte il caffè quando siamo a pranzo dai nostri genitori. Sei uno stronzo, Stefan!» se la risero. «no, non hai capito. Ne ho bisogno adesso, subito! Quindi muovi il sedere e vieni all’Hotel Oxford. Ti aspetto!» rientrò nella cucina, sorridendo timidamente. «mi scusi professoressa, ma anche il mio lavoro chiama!» la donna sorrise. «già ti hanno messo al lavoro?» risero. «eh già! Sento che la mia vita sta andando allo sfracello!» si fecero una risata e dopo i vari saluti uscì da quella casa, già con il cellulare attaccato all’orecchio. «Carlos, sta arrivando un ragazzo di su per giù 30 anni. Si chiama Stefan Smith, è lui la nostra salvezza. Sto rientrando in Hotel. Ci vediamo fra poco!» La telefonata dopo fu a Paul, gli spiegò la situazione, a chi aveva dovuto chiamare e Paul fu molto chiaro. «mi fido di te. Se tu credi che tuo fratello sia la persona giusta che ci può aiutare, ok! Non ha bisogno di provini, gli do direttamente il lavoro. In fondo è tuo fratello.. da qualcuno avrai pur ripreso no?»
 
 
«mi raccomando. Non farmi fare figuracce, ricordati che io sono il tuo capo, e tu il mio servo.» si, in quel momento si stava divertendo terribilmente a mettere paura a suo fratello, che era arrivato in quell’istante. «sto scherzando!» disse, vedendo la sua faccia divertita. «ma per favore, ricordati che io ho appena cominciato, e non mi servono le tue stupide figure di merda ad aiutarmi! Vedi se l’idea ti piace, se è accettabile il pagamento, e il lavoro. Poi se tutto va bene, ti sarò grata per il resto della mia vita!» esclamò, entrando nell’ascensore. «ok, sorellina! Mi fa strano pensarti capo di quei cinque, sai?» sorrise. Stefan li conosceva da tempo, visto che erano stati a casa loro, quando era stato il suo compleanno. «non sai a me quanto mi fa strano! Comunque, comportati bene, te lo ripeto!» lo vide annuire, e solo quando entrò di nuovo nella sala conferenze si ricordò di un piccolissimo particolare. Malik! «Stefan!» Niall si avvicinò, stringendo la mano di stefan, e sorridendo. «ciao Irlandese, come stai?» domandò, stringendo poi la mano a tutti gli altri. Quando Malik si fece avanti per salutarla, scosse la testa e lo guardò. «bene bene.. tu? Come mai da queste parti?» chiese Niall, interessato. «la mia cara sorellina mi ha chiesto una mano per il vostro sito!» lei annuì, mentre Zayn la guardava senza capire. Lo prese da parte. «non mi sembra il caso di fare i piccioncini. Ti potrebbe staccare la testa!» Zayn divenne bianco, guardandola. «ma non era Julian quello geloso?» domandò, divertito. «no, fidati che da quando abito con voi anche Stefan è diventato tremendamente geloso! Forse più di Julian!»  il moro con un sospiro annuì. «sorella!» si girò a guardare Stefan, e lo guardò male. «allora, questo mega galattico problema qual è? Ci mettiamo a lavoro oppure vogliamo tubare per il resto della nostra vita?» come non detto. Suo fratello non si smentiva mai, purtroppo!
Gli fece vedere la sua idea per il sito, e appoggiato allo schienale della poltrona, a mani incrociate scrutava attentamente i fogli di fronte a lui. «questa idea è tua?» annuì. «sicura? Non hai preso spunto da nessun altro sito?» lo guardò male. «ehi, ma per chi mi hai preso, stronzetto?» sbottò, innervosita, facendo ridere tutti. «cazzo, si vede proprio che sei mia sorella! Ok, per me si può fare!» Keyra sospirando alzò gli occhi al cielo. «in quanto pensi di farmi questo lavoro?» lui la scrutò. «solo perché sei mia sorella, anche se non di sangue, due giorni. Mando tutti gli altri lavori in secondo piano.» lo guardò, stranita. «strano che mi dai il primo posto!» Stefan la guardò con un sorriso. «solamente perché stai facendo di tutto per non saltare addosso a Zayn! Puoi prendere in giro chiunque, ma non me.. ti controllo sai? E so navigare su internet ancora prima che tu sapessi cos’era un codice CSS!» lo guardò male, poi arrossì. «per favore, non dire nulla a Julian!» il biondo annuì, dolcemente. «non voglio mio fratello di sangue in galera per aver ucciso qualcuno!» si fecero una risata, tutti insieme! Stefan si alzò, stringendosi la mano con sua sorella. «allora ci risentiamo fra due giorni, poi mi dici tu dove portarti il lavoro!» annuì. «facciamo così. Fra due giorni stiamo a cena a casa, e tu mi porti il lavoro completato! Caffè e sigarette gratis!» Stefan ci pensò, poi annuì. «ci sto. A dopodomani, sorellina! Ciao a tutti!» e lo guardò andare via, per poi massaggiarsi la fronte. «e questo è risolto!» sussurrò a se stessa, congratulandosi da sola. Mentre andavano verso casa, si congratulò ancora con se stessa. Il primo giorno di lavoro era andato alla grande, si poteva dire. Aveva risolto un problema enorme, a suo parere, ed era riuscita a far finire quella giornata nel migliore dei modi. 

Ecco il nuovo capitolo. Comincio sempre così i miei spazi per parlare. Sono monotona.. Mi lascio sempre andare al monotono! ahahahah Anyway.. HAPPY BDAY ZAYNN! Il mio amore compie 19 anni! *__* Peccato che davvero mi potrebbe denunciare per pedofilia.. Io seguo questi cinque, ma mi possono benissimo denunciare.. Sono troppo grande per stare dietro ad un gruppo come il loro. XD No, naturalmente me ne fotto. Dopo la coppia Harry-Flack non mi preoccupo di avere 4 anni in più di Zayn. Sto sparando stronzate, vero? Comunque.. il nuovo capitolo è.. boh, ditemelo voi. ♥ 



 

Voglio morire.. *--* (che labbraaa madonna)

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Capitolo 15
*** chapter fourteen ***


Quando percepì quattro corpi addosso, sorrise. Zayn l’aveva svegliata da meno di cinque minuti, in quanto stavano per partire per quel dannato tour. Da una parte – quella da fan – non vedeva l’ora. Dall’altra li voleva tutti per se, a casa a tenerle compagnia. «non ci lasciare!» sussurrò Niall, e lei sorrise, mezza addormentata. «veramente siete voi che lasciate me, per le vostre stupide fan!» tutti risero, visto che lei era una di quelle, e sarebbe stata una delle prime a vedere il loro concerto. Il tour stava per cominciare, e loro dovevano partire una settimana prima per le prove e cose varie. «adesso telefoniamo a Paul e diciamo che stiamo tutti a casa con la febbre, e tu ci coccoli!» scoppiò a ridere, sentendo sempre Niall sussurrare quelle parole in modo triste. «manco sotto tortura! Non vedo l’ora che ve ne andate per dare i migliori festini in casa Direction.» giocò, e loro la guardarono. «sto scherzando, coglioni!! La mia settimana si baserà tutta sullo studio! Potete stare tranquilli!» continuò, e loro sorrisero. «sappiamo che non darai festini.. ma.. è sempre triste lasciarti qui!» alzò gli occhi al cielo, facendo ridere Zayn, accoccolato al suo fianco. Niall si mise nell’altro fianco, e gli altri tre non si sa come occupavano un posticino su di lei. Non vicino, direttamente sopra. «esistono quelle cose chiamati cellulari!» giocò, e loro sorrisero. «ma non sarà la stessa cosa.» alzò di nuovo gli occhi al cielo. «che palle. Dei mammoni, peccato che non sono la vostra mamma! Smammate!» li sfotté e loro risero. «ci mancherai!» sembrava che stavano andando in guerra, madonna santa! «porca puttana state cominciando il vostro tour e state in questo stato? Miseriaccia io starei fomentatissima.» Sbottò, e loro ridacchiarono. «guarda che siamo contenti, ma.. ti vogliamo lì con noi!» disse Harry, con dolcezza. «beh, la vostra mascotte ha una vita privata, non può fare da ragazza immagine! La scuola, gli amanti, le amiche, eh.. su, andate!» Zayn ghiacciò. «cos’hai detto?» si girò verso Zayn. «che ho la scuola, le amiche, e tante altre cose..» Niall rise. «no, hai tralasciato una cosa che sono sicuro anche gli altri hanno sentito.» ridacchiò. «ahhh.. intendi gli amanti. Eh Malik! Pensavi che eri il mio unico uomo? Io ne ho altri quattro da sfamare!» lui la guardò male, mentre gli altri ridevano. «ci accompagni?» chiese Louis., e annuì mentre sfiorava le labbra di Zayn, facendogli capire che scherzava. «si, mi congelerò ma si! Vi accompagno!» si alzarono tutti, per farla alzare, prese la felpa e scesero. Dentro se stessa, vederli con le valige in mano le diede una tristezza infinita. Non l’aveva mai detto a nessuno, neanche a Malik, ma ogni volta che partivano aveva sempre paura che non tornassero. Non pensate male, semplicemente aveva paura che si svegliava dal sogno e capiva che non era tornata nella loro vita, che non stava con Zayn e che nessuno le voleva bene. Come pochi mesi prima. L’ansia da abbandono. Chi non ce l’avrebbe?
Aprirono la porta, e tremò leggermente. Il SUV li aspettava, in moto. «mi raccomando. Non fate casino, tu non emozionarti..» disse a Niall, con dolcezza. «tu evita di fare il coglione, per favore.. Hai quasi vent’anni e vivi di cazzate!» Louis alzò il pugno, come se fosse una vittoria. Rabbrividì di nuovo, per il freddo. Erano solo le otto di mattina ma su Londra batteva un freddo glaciale. Zayn le passò il braccio sulle spalle, protettivo. «ci sentiamo presto, ok?» annuì, con un sorriso dolce. «ragazzi non state partendo per il militare, ma per un tour. Sorridete!» li vide perdere la tristezza e sorridere. «ecco. Vi voglio carichi al primo concerto, sennò vengo sul palco e vi spacco le ossa, ok?» annuirono, Louis ridacchiò. Niall le si buttò addosso, abbracciandola stretta. «ciao scricciolo!» la salutò, tristemente. Non si mise lì a ripetere che non stava andando a morire, e sorridendo abbracciò Harry, sfiorandogli i capelli. Quanto le piacevano. Abbracciò Louis, e poi Liam. Liam era il migliore a dare gli abbracci, perché ti sfregava le mani sulla schiena con dolcezza. «stacci bene eh!» ridacchiò scuotendo la testa. Appena l’avevano abbracciata, tutti salirono sul SUV. «vai tranquillo, so sopravvivere!» e anche lui scese le scalette, per poi salire sul SUV. Si girò verso Zayn. «ti prego, almeno tu non farmi quella faccia!» lui sorrise, e le sfiorò il viso con due dita. «ho sempre paura che mi sveglio e mi rendo conto che tutto questo non è reale. Che tu non sei tornata nella mia vita, e che non stiamo insieme. Ho paura che sto sognando!» lo guardò in modo incredulo. Gli diede un pizzico sul braccio. «Ahio!» sbottò, guardandola male. «perché mi hai dato un pizzico?» sorrise, dolcemente. «per farti capire che non stai sognando, che sono reale, che sono qui nella tua vita e che stiamo insieme!» lui perse la faccia da cane bastonato, per sorriderle. «succede anche a me di pensarlo, e ogni volta mi do i pizzichi. Aiuta sai?» il moro se la strinse a sé, affondando la faccia nei suoi capelli. «sei stato meno smielato quando ci siamo lasciati due anni fa!! Ti devo ricordare che sei più sexy da cattivo ragazzo?» lo sentì ridacchiare. «giusto! Ti chiamo, eh! E ti controllo, stai attenta!» lei guardò l’orologio al polso di Zayn. «su forza vai, che fra poco arriva l’amante!» scoppiò a ridere, buttando indietro la testa quando vide la sua faccia incazzata. «sto scherzando scemo! Forza vai..» lui sorridendo si piegò a darle uno di quei baci che le facevano anche dimenticare quando era nata. Quel bacio fu accompagnato da piccoli baci sulle labbra. «Malik, se non te ne vai subito io ti salto addosso all’istante!» giocò, mentre si alzava sulle punte per dargli un altro bacio. «si, vado. E’ meglio!» ridacchiarono e dopo un altro bacio veloce si appoggiò alla porta, per guardarli andare via. Appena vide il SUV fare marcia indietro, entrò dentro casa anche perché faceva un freddo della madonna. La porta si chiuse dietro le sue spalle, e le uscì un sospiro sentendo tutta quella calma. Merda, sarebbe impazzita.
 
«sono a casa, famiglia!» disse aprendo la porta di casa sua, ma nessuno le andò incontro. «calma, non vi accalcate..» disse in tono scherzoso, e finalmente sua madre uscì dalla cucina, pulendosi le mani sul panno. Tutti gli altri poco dopo si unirono, e abbracciò la sua famiglia adottiva. Quando si ritrovarono a tavola, la riempirono di domande e cominciò a raccontare le novità della sua nuova vita. «Ho fatto l’esame del quarto, l’ho passato e ora sono al quinto anno. A giugno, come ogni normale scuola, farò l’esame di stato. Poi.. Ho fatto delle proposte al manager di quei cinque, e a lui sono piaciute. Mi sono ritrovata sbalzata a fare la manager di quei cinque. In questo momento sono in stop, perché Paul, il loro manager, vuole che termino la scuola e appena finirò prenderò per bene il mio posto da manager. Per ora mi occupo di tutto quello che si può fare a Londra. Dal loro canale YT, alla loro pagina FB, al loro sito ufficiale. Tutte cose che posso fare benissimo da casa. Appena terminerò la scuola, comincerò a stare dietro di loro, come un normale Manager!» quando alzò lo sguardo dal suo piatto, vide come la stava guardando suo padre. In modo orgoglioso. «sono fiero di te!» sorrise, timidamente. «non credevo di poter avere un lavoro del genere. Ma a quanto pare ce l’ho.» ammise, con le guance in fiamme. «e ti pagano?» annuì. «si, anche troppo per i miei gusti. Io faccio questo per stare vicino a loro e..» spostò lo sguardo su Stefan, che rise scuotendo la testa, ma continuando a mangiare. «e.. ma mi pagano!» quando disse il prezzo, suo padre la guardò stralunato. «era precisamente questa la faccia che volevo vedervi disegnata in volto. Sono soldi, mica è oro!» suo padre sorrise. «in questo momento, lo è con il tempo che corre!» alzò lo sguardo al cielo. «sisi, la crisi! Mamma questa lasagna è buonissima. Ancora non ho capito come la fai!» la donna sorrise, dolcemente. «è un segreto di famiglia. Prima o poi te lo dirò!» si sorrisero, mentre chiacchieravano del più e del meno. A sfregio suo fratello fece qualche battutina, ma fortunatamente Julian non capì che dietro a quelle battutine c’era davvero un ragazzo. «che cosa cazzo è successo alla mia stanza?» domandò sulla porta della sua stanza, non tanto più stanza. «è diventato il mio studio, ti dispiace?» chiese sua madre, e si girò mentre indicava il dentro della stanza. «si, cazzo! Io mi trasferisco e voi fate diventare la mia stanza uno studio? E io dove dormo se mi cacciano?» chiese, sentendosi fuori dal mondo. «a parte che Niall ti ha adottato, e non ti caccerebbe mai. Ma in caso ti troveremo un posticino.. per esempio il divano! E’ comodo sai?» la guardò male. «ecco da chi ho ripreso tutta questa simpatia. Da te mamma!» la donna si fece una risata, mentre entrava per scrutare la sua vecchia stanza. C’era ancora qualche foto attaccata al muro, e sorrise vedendole. Le staccò e le prese, decidendo di portarle a casa con lei. Quante cose erano cambiate in quei pochi mesi. Meno di cinque mesi prima era in quella stanza che credeva che i suoi amici si erano dimenticati di lei, che Zayn non provasse più niente per lei. La libreria era ancora piena dei suoi libri, che evidentemente quelli del trasloco non avevano portato via. «finalmente abbiamo un po’ di tempo per parlare!» si girò a guardare la donna che l’aveva cresciuta. Si mise seduta sulla sedia e Keyra si appoggiò alla scrivania. «allora, come ti senti nella nuova vita?» sorrise, annuendo. «è come se sono stata creata per abitare con quei cinque. Non mi stufo mai di loro, non litighiamo mai..» ammise, con un sorriso dolce. «li amo più di prima, se possibile. Io e Niall siamo diventati ancora più amici.. lo adoro in modo smisurato. Ancora più di quando eravamo a scuola. Sai che Niall e Mary si sono messi insieme?» la donna sorrise, con dolcezza. «sono una bella coppia, se ci penso!» annuì. «molto, molto bella! Sono fatti per stare insieme. Mary è pacata almeno quanto Niall. E Niall da quel pizzico di divertimento che manca a Mary.» sentenziò, e la donna la guardò con dolcezza. «e tu? Che mi dici? L’hai trovato il ragazzo?» la guardò male. «mamma.. ora incominceranno le domande sui ragazzi?» la donna rise. «no, semplicemente sono curiosa. Sai, quando sono venuti qui a parlarmi, Zayn è salito in camera tua e ci è rimasto per una buona oretta.» si girò a guardarla. «mentre andavo in camera di Stefan per prendere una maglietta a Louis che si era sporcato, l’ho visto che gironzolava per la tua camera, sfiorando tutto in modo molto delicato.» dai? Se lo immaginò in quella stanza, e arrossì. «mi sono fermata a parlare con lui e.. ho notato un certo sguardo e un certo tono verso di te, che non ho sentito a molti ragazzi!» ridacchiò, e incrociò le braccia al petto. «mi ha chiesto come stavi, se almeno io ero riuscita a notare un cambiamento in te. Gli ho detto che avevo notato che qualcosa non andava, ma che da quando erano tornati nella tua vita tutto era tornato come prima, se non migliore.. Mi sono domandata “mi nasconde qualcosa”. Ad un tratto ha visto il petalo di rosa che avevi attaccato alla bacheca e ha sorriso in modo troppo dolce.. Che significato ha per lui quella rosa?» sorrise, scuotendo la testa. «non si sa come riesci a girare intorno alla domanda. Si mamma, tra me e Zayn c’era qualcosa quando eravamo a scuola, e c’è ancora adesso.» la donna sorrise. «ma che significato ha il petalo di rosa?» domandò curiosa. Keyra tornò indietro con la mente, sorridendo. «me l’ha regalata a San Valentino. Tutti mi hanno regalato una rosa, ma rossa. Lui me l’aveva regalata color pesca, per distinguersi dagli altri.» si girò a guardare la sua mamma, che sorrise vedendola con quel sorriso. «tutto però è finito appena ho preso quell’aereo. Troppo bambini, non troppo portati per fare una storia a distanza. Semplicemente ci vedevamo amici. E quando ho preso l’aereo, lui mi ha lasciato una lettera nel giacchetto che ho solamente letto in aereo.» spiegò, con dolcezza. «e ora?» domandò, sempre curiosa. Non era una mamma normale, ma una mamma-migliore amica. Non lei davvero, poteva parlare di qualsiasi cosa. «quando ci siamo incontrati, beh.. non credevo possibile che ancora provasse qualcosa per me.. ma a quanto pare è così. Diciamo che andavamo solamente a letto insieme. Poi abbiamo sistemato quando ci siamo resi conto che niente ci impediva di stare insieme.. Non è il ragazzo migliore su questo mondo, ha i suoi attacchi di ira e momenti no, ma ti assicuro che sa come farsi amare..» ammise, sempre parlando con quel tono devoto che dava solamente a lui. «sei felice? Da quanto state insieme?» ridacchiò di tutta quella curiosità. «da due mesi, e si.. sono felice!» la donna si alzò per abbracciarla e Keyra rispose all’abbraccio. «per me può essere anche il principe d’Inghilterra, l’importante è che renda felice la mia bambina! Quando me lo presenti?» Keyra si staccò da lei con un gemito. «mamma..» sbottò, e la donna rise. «okok.. aspetterò! Ho capito!» si sorrisero nello stesso momento che Stefan entrava. «allora, lo vuoi vedere il sito finito, oppure vogliamo sbaciucchiarci?» chiese Stefan, posando il suo computer sulla scrivania, e facendole vedere il sito. La donna li lasciò al loro lavoro, e rimasero in casa per altre tre ore, finché il sito non fu perfetto. Lo era già quando gliel’aveva portato, ma c’erano delle cose da sistemare.    
 
Fuori dai cancelli, Keyra e Mary attendevano l’apertura di quest’ultimi. Erano arrivate due ore prima, e si erano messe in fila per aspettare. Il viaggio era stato minimo, non era stato pesante per niente. Più che altro la settimana era passata davvero lentamente. Stare da sola dentro casa era davvero deprimente, ma ringraziando il cielo quei cinque si erano fatti sentire più del dovuto. Soprattutto Zayn. Praticamente appena aveva un secondo di tempo, la chiamava raccontandole qualsiasi cosa. Le figuracce, i giochi di Louis, quanto aveva stonato Niall, quanto era bravo lui a fare gli assoli. E poi dopo aver raccontato la cosa, si metteva lì a rompere i coglioni dicendo che le mancava, che doveva diventare la ragazza immagine del gruppo così che sarebbe andata in giro con loro. Mary aveva dormito da lei solamente quella sera, perché avevano deciso di prendere il treno abbastanza presto. E così non dovevano trovarsi da nessuna parte, ma potevano direttamente partire da casa sua.  «Quanto mancherà?» chiese Mary. Entrambe erano appoggiate alla transenna laterale, guardandosi intorno. Erano le più calme, ovviamente. Non perché li conoscevano, ma perché si trattenevano per il dopo. Aveva una gran voglia di andare dai ragazzi, stringerli e coccolarli fino a due minuti prima del concerto, ma non poteva. O meglio non voleva. Ma soprattutto voleva stare un po’ con Zayn. Praticamente da quando si erano messi insieme non erano stati molto insieme, e la cosa la deprimeva abbastanza. Ma fortunatamente sembrava che per il ragazzo fosse lo stesso. «non lo so. Spero poco perché comincio a sentire freddo!» ammise, mentre come da due ore a quella parte, i cori delle fan partivano dall’inizio alla fine della fila.
Dopo quasi mezz’ora finalmente aprirono i cancelli e pian piano la fila cominciò a scorrere. Quando arrivò il loro momento, si sentirono potenti sentendo il rumore del biglietto strappato. Saltellarono dentro, e entrarono nel teatro, cercando il loro posto. Quando lo trovarono, posarono la roba e si misero sedute al loro posto. Certo, le poltrone non servivano a molto, durante il concerto. Ma prima diamine se servivano. Mancavano ancora due ore, ma almeno stavano al riparo. In quarta fila, si vedeva praticamente tutto. Santo Liam. Presero a cazzeggiare, come al loro solito. «senti..» si girò a guardare Mary. «io non ti assicuro niente, ma potrei urlare quando il tuo ragazzo farà gli assoli!» rise, scuotendo la testa. «solo se mi permetterai di saltare poi addosso al tuo!» giocò, e lei alzò le mani. «se tu mi assicuri che mi lasci Malik per due ore..» si girò a guardarla, stranita. Merda era così strano sentirla parlare di sesso. «penso che non mi abituerò mai a sentirti parlare del sesso così.. con tono pacato.» ammise, facendola ridere. «sisi, cambia discorso! Me lo fai violentare?» chiese, facendosi guardare da Keyra con sguardo bruto. «bella, mettiti in fila! Prima ci sono io!» disse, mentre lei rideva. «deve ringraziare il cielo che non gli salto addosso mentre fa il concerto!» sussurrò, facendo pensieri sconci su Zayn. «amen sorella!» risero, tanto da piangere di quel discorso. Sapeva che Mary non provava nulla per Zayn, ma solo per la sua voce.
Prese a darsi fastidio alle pellicine sulle labbra, come di solito quando era pensierosa. «che pensi?» scosse la testa. «niente..» ammise, guardandosi intorno. Tutte eccitate, tutte felici. «a te che effetto ti fa?» chiese, vedendola che si guardava intorno. «per adesso nessuno. Non so come reagisco.. Spero di reagire bene, a vederli li su!» ammise, un po’ stranita. «ma si.. vedrai che ti fomenti!» di quello era certo. «ne sono certa, ma.. non lo so! E’ come se ho paura che non farò pensieri sconci su di loro perché sono loro amica..» Mary se la rise e lei si girò. «sei strana forte. Se ti conosco, non ti ricorderai che sono amici tuoi, e il tuo ragazzo. Semplicemente li vedrai come One Direction.» lo sperava. Ridacchiò, dalle sue pippe mentali. «mamma mia quante seghe mentali mi faccio!» Mary annuì, convinta e presero a menarsi, ridendo allegramente. «brutta stronza!» giocò, dandole uno schiaffo sulla fronte e lei rise, subito seguita da Keyra. «Ok, tregua!» si rimisero sedute, poi si mise un po’ su twitter, annoiata. Poco dopo le arrivò un messaggio. “te l’hanno mai detto che sei sexy?” sorrise. “sono sexy come te quando resti vestito” ridacchiò e Mary si avvicinò per leggere. «pervertiti. Ma che messaggi vi mandate?» si girò verso la sua amica, e con un sorriso le mise una mano in faccia per spostarla indietro. Rise. «mi vuoi far credere che quando stai con Niall giocate a carte?» la vide scuotere la testa. «ecco.. appunto! Da una parte non vedo l’ora che comincia il concerto. Dall’altra non vedo l’ora che finisce..» sbottò, guardando di nuovo il palco. «perché?» si girò a guardare maliziosamente la sua amica, che arrossì. «oh ti prego! Stai sempre a pensare al sesso!» Indicò il palco. «no, ti rendi conto di chi ho come ragazzo? I miei ormoni ballano la conga quando c’è lui nei paragi! Succede anche a te, vero?» la vide annuire, e ridacchiarono. Tornò a guardare il cellulare quando lo sentì vibrare segno che era arrivato un nuovo messaggio. “di che parlate tu e Mary? Perché indicavi il palco?” tornò a guardare il palco, scrutandolo attentamente. «ci osservano! Non so da dove, ma ci osservano!» sussurrò, scrutando attentamente. “fuoco.. fuocherello! Ahhh.. nelle ricerche sei una sega Smith!” guarda lo stronzo come si divertiva. Sorrise e mandò la faccina del dito medio come risposta. “fra cinque minuti al bagno dei maschi! Sicuramente è vuoto!” aprì la bocca, sdegnata. «devo andare al bagno!» disse d’un tratto, girandosi a guardare Mary. «adesso? Ok, vai! Ma non cascarci!» come no! Ci sarebbe affogata, ma su Malik. «si si, a fra poco. Controlla la roba eh!» camminò velocemente fuori dal teatro, chiedendo ad un uomo dove si trovassero i bagni. Dopo che glieli indicò, camminò verso di essi, spedita. Ma tu guarda sto depravato. Nei bagni del concerto, dai! Si ritrovò a ridacchiare. In fondo non erano così estranei al bagno. Felice di rivedere Zayn, e di stare da sola un po’ con lui, senza rendersene conto sorpassò i bagni e dovette tornare indietro. Si morse l’interno della bocca. Non le pareva di aver visto maschi nella sala ma.. che ne sapeva se magari c’era qualcuno dentro? Bussò, timidamente. Quando aprì la porta e infilò la testa tra di essa e lo stipite, vide Malik appoggiato al muro, in modo fin troppo sexy. «ho detto cinque minuti, non una vita intera!» ma si era già staccato dal muro, per andarle incontro. Non le diede il tempo di rispondere perché le diede un bacio di quelli che le facevano sentire le gambe come gelatina. Partendo dal fatto che appena l’aveva visto era rimasta a bocca aperta, e finalmente poté dire che non avrebbe pensato a loro come amici, ma a loro come One Direction su quel palco. Zayn era vestito troppo da fico, e questo bastò a farla rimanere lì imbambolata a guardarlo, come si comportava di solito di fronte ad una persona famosa. Ma subito dopo, sentendo le sue labbra si era dimenticata di Zayn Malik il componente degli One Direction, per ricordarsi che del suo Zayn. Si aggrappò a lui, sentendo le gambe flosce, e d’istinto Zayn se la strinse addosso, tanto da farle quasi male. Si poteva permettere di farle tutto quello che voleva, si ritrovò a pensare. Quando si staccarono, Zayn affondò la faccia nei suoi capelli. «ciao scricciolo!» aww.. quanta dolcezza. Lei invece affondò la faccia dentro la sua maglietta. «ciao Zayn!» sussurrò, stringendolo forte. «mi sei mancata!» Gli era mancato anche a lei, tanto troppo per i suoi gusti. «è reciproco!» si sorrisero. Zayn si abbassò per sfiorarle di nuovo le labbra. Non si stufava mai delle labbra di Keyra. «come stai?» domandò la ragazza, guardandolo come una normale adolescente in piena crisi ormonale. Peccato che non era adolescente, e neanche piena di ormoni. «molto meglio ora..» sorrise, con dolcezza. «e tu?» domandò di rimando. «anche io! Agitato?» lo vide annuire e rise dolcemente. «andrai bene, su!! La tua voce non si smentisce mai!» lui sapeva quanto adorava la sua voce, era perfetta. Si guardarono, in silenzio. Entrambi persi nei loro pensieri. Ma perché diavolo era diventato famoso? Perché non poteva dire che era soltanto suo, invece che divederselo con mille ragazze? Sospirò, guardando quegli occhioni castani che tanto amava. «forse Louis ha ragione!» tornò sul mondo dei vivi, sentendolo parlare. «su cosa? Che dice quel coglione?» domandò, con tono preoccupato facendolo ridere. «che sono irrequieto quando non sei al mio fianco!» oh madonna santa. Lo guardò, perdendosi in quei sorrisi e quegli occhioni stupendi. Aprì la bocca, per dire qualcosa ma la richiuse quando si rese conto che non aveva fiato. «non me lo dici che sono troppo smielato?» scosse la testa, incredula. «no.. in fondo così dolce non sei male!» ammise, respirando a scatti. Lo sentì ridacchiare, tra i suoi capelli dopo che si era abbassato di nuovo a sentire il suo profumo. Rimasero in silenzio per diversi minuti, entrambi deliziati da quell’abbraccio e dalle coccole che l’altro gli stava facendo. Bastava quello, a volte. «che succede se rapisco uno degli One Direction?» Zayn scoppiò a ridere, guardandola con dolcezza. «ti arresteranno!» giocò, sfiorandole i capelli. «ma è bello.. simpatico, ha la voce da urlo, e mi piace tanto..» disse con tono da bambina, tirando fuori anche il labbruccio. Zayn scosse la testa. «per non parlare che non ci vediamo praticamente mai, e se ci vediamo ci sono gli altri quattro coglioni sempre in mezzo..» lui la guardò con un sorriso, poi si lasciò andare alla tristezza. «che cos’è sta faccia, ora? Stavo scherzando!» sbottò, vedendolo in quel modo. «no, hai ragione. Non stiamo mai da soli! Me ne sono accorto anche io!» Keyra alzò gli occhi al cielo. «Zayn..» lui scosse la testa. «no, hai ragione cazzo! Le hai pensate davvero, quelle cose vero?» lo guardò. «si, ma è il tuo lavoro, e questo comporta a me essere “normale”.» spiegò, con dolcezza. Lui la guardò. «mi snerva questa cosa. Ho dovuto aspettare due anni per averti tutta per me, e ora.. è come prima!» Keyra scosse la testa, già a metà frase avendo capito cosa voleva dire. «no, ora non è come prima. Per nessuno dei due! Zayn, guardami!» lui alzò gli occhi in quelli di lei, triste. «viviamo insieme, stiamo insieme, ci sentiamo praticamente a tutte le ore. Appena finirò la scuola, vi seguirò.. Merda è molto meglio di due anni fa! E non mi interessa se ogni giorno parti. L’importante è che so che sei mio!» lo vide sorridere, sentendo la parola “mio” in quel modo tutto suo. Dio, quanto lo adorava. «prometto che appena finiremo questo tour..» gli tappò la bocca con un bacio. «non promettere. Siete all’inizio del vostro successo, e non finirà qui.. Avete l’America e tutta l’Europa. Non dirlo, ok? Mi va bene così!» lui la guardò, triste. «prometto che appena finisce questo tour ce ne andiamo in vacanza insieme..» lo disse praticamente senza respirare, per poi ridere vedendo la sua faccia. «come i bambini!» lo sfotté e lui la baciò, ridacchiando. Ricambiò il suo bacio, anche perché non si tirava mai indietro ad un bacio di quel ragazzo. «mi manchi!» ripeté il moro, affondando di nuovo la faccia nei suoi capelli. Lei strinse le braccia al suo collo, con un sospiro. «anche a me, ma ci vediamo a capodanno, no?» lui annuì, senza rispondere. «sono più di dieci minuti che siamo qui e gli altri non si sono visti.. come mai?» domandò, stranita. Zayn la guardò in modo birichino. «non sanno che sono con te. Gli ho detto che andavo a fumarmi una sigaretta!» lo guardò sconvolta, poi ridacchiò. «ma sei cattivo!» lui annuì, stringendola di più a se stesso. «volevo stare un po’ da solo con la mia ragazza.. E’ chiedere tanto?» lei ci pensò, poi annuì fin troppo convinta. «per noi si!! Dobbiamo badare ad altre quattro persone.» giocò e lui si abbassò a sfiorarle le labbra. «a che ora avete il treno?» domandò, curioso. «in realtà alla fine l’abbiamo preso per domani. Appena finisce il concerto ci cercheremo un albergo qui vicino.. Non ci andava di tornare subito.» ammise, pensierosa. «quindi possiamo stare insieme!» non era una domanda, ma una constatazione. «ma non partite stasera?» scosse la testa. «no, domani mattina sul presto!» sorrise. «ma saremo distrutti Zayn! Voi per aver fatto il concerto e noi per aver assistito!» ma Zayn aveva assottigliato gli occhi. «non avete bloccato l’albergo?» domandò, ripensando alle parole di Keyra. Arrossì. «ehm.. no! Abbiamo deciso tutto questa mattina.» lui la guardò male, molto male. «cioè, voi partite e non bloccate un albergo?» Keyra sbuffò. «ma stiamo in Burundi, Zayn! Tu pensi che non troveremo una stanza in questa cittadina..» la guardò male, poi guardò l’orologio.. «devo andare!» il tono era duro. «aspetta, ma sei incazzato?» chiese, stranita. «l’idea che magari rimani senza una stanza mi innervosisce!» ammise, e lei sorrise. «non è la prima notte che passo in piedi. Al massimo ci mettiamo in stazione come i barboni! E’ questo il bello di andare ai concerti. Che non sai quello che ti aspetta. E fidati che non è la prima volta che lo faccio, stai tranquillo!» lui la guardò, e sotto quel sorriso non riuscì a rimanere incazzato. «a fine concerto ci venite a salutare?» annuì, senza riuscire a parlare sotto quelle labbra che avevano cominciato a torturare le sue. Maledetto Malik. Dio mio! «tu aspetta che tutta la gente esce dalla stanza, poi ti mandiamo una guardia del corpo ok?» sussurrò, continuando a darle dei piccoli baci sulle labbra, sul collo, ovunque poteva. Annuì ancora. «Malik..» sussurrò, con gli occhi chiusi e le mani tra i suoi capelli. «cosa?» chiese, divertito sapendo che si stava lasciando andare. «io ti stupro se non te ne vai all’istante!» la sua risata la fece tornare sul mondo dei vivi, e aprì gli occhi guardandolo divertita. «mi manchi tanto!» e tre. «ora stai diventando smielato..» il moro ridacchiò sotto quelle parole. «rude, eh?» annuì, convinta! Si diedero un altro bacio, poi lei cercò di sistemargli di nuovo i capelli che nella foga, gli aveva praticamente fatto diventare i capelli piatti. «lascia perdere» ridacchiò, vedendola arrossire. «dai il buona fortuna agli altri da parte mia!» il moro annuì. «e buona fortuna anche a te. Mi raccomando!! Spacca tutto!» lui ridacchiò, dandole un altro bacio e alla fine si staccò da quel corpo favoloso, per lasciarlo andare. Lo guardò uscire, e le uscì un sospiro. Si mise appoggiata al muro, per due minuti. Anche perché doveva togliersi quell’espressione ebete che le veniva quando vedeva Zayn. Ma sentì la porta aprirsi e per un nano secondo pensò di aver appena fatto la figura di merda colossale, ma non fece in tempo ad alzare la testa che si sentì spinta sul muro, qualcuno le fece alzare la testa e sorrise vedendo di sfuggita una testa nera. E subito dopo quelle due labbra carnose che riuscivano a farle dimenticare chi era. Si attaccò a Zayn come un koala all’albero, nel vero senso della parola. «sei una fottutissima droga, lo sai?» lo sentì dire tra un bacio e un altro, mentre lei ridacchiava, sentendo quelle parole. «comincio a baciarti e non riesco più a smettere!» rise ancora più forte, buttando indietro la testa divertita. Zayn non si fece perdere quell’occasione di baciarle il collo, di riempire le sue narici del profumo di Keyra, e la ragazza tremò lievemente. «vattene Zayn! Sennò tu sul palco ci sali biondo con gli occhi azzurri!» maledetto Zayn e quanto era sexy. «si, vado! E’ meglio!» disse, dandole un altro bacio e alla fine fu lei a spingerlo via, e lo seguì. «che fai, mi segui?» annuì. «devo chiamare le guardie?» annuì, maliziosa. Si attacò al suo braccio, interpretando la fan sfegatata. «ohmmioddio!! Ti prego, fammi tua, Zayn!» il moro la guardò divertito. «mi dispiace, sono impegnato!» sussurrò mentre lei saltellava tutta felice. «Keyra? Tsk! Quella la chiami ragazza? E’ una suora di clausura! Vieni con me e invocherai pietà!» Zayn scoppiò a ridere, scuotendo la testa. «dai.. non lo saprà mai!» lo guardò in modo malizioso! «vieni dopo in backstage, ok? Keyra non saprà nulla!! Sarà la serata più bella della tua vita!» la vide aprire la bocca, immaginare la cosa e poi fece la faccia maliziosa. «non dirmi certe cose Zayn! Tu non ti rendi conto di quanto potrei farti male!» un’altra risata, mentre scuoteva la testa. «l’hai promesso eh!!» si guardarono in modo malizioso, mentre Zayn si abbassava di nuovo a sfiorarle le labbra. Si salutarono, mentre lui girava per andare nel backstage mentre lei per tornare in sala. Quando si risedé vicino a Mary, la sua migliore amica si girò a guardarla e si tolse le cuffiette. «ci sei caduta!» ridacchiò. «ehm.. ho avuto un contrattempo» disse, con un sorriso angelico. La vide squadrarla, da testa a piedi. «contrattempo che comincia con la Z e finisce per ayn?» ridacchiò, con un sorriso timido. «non riesci a stargli staccata per una settimana intera?» si girò a guardarla male, mentre Mary sorrideva. «ringrazia il cielo che l’ho lasciato salire sul palco! Sennò c’era il rischio che cantavano senza di lui!» scoppiarono a ridere, e poco dopo il concerto cominciò. Fu un qualcosa di unico, non sarebbe mai riuscita a dire cosa provò in quel concerto. Fu bello vederli li su, acclamati da non si sa quante ragazze. Era orgogliosa di loro, come amica ma anche come fan! Poco più di un anno e già avevano fatto il loro primo cd, e di lì a poco avrebbero iniziato il vero e proprio tour.
 
Dopo che era finito il concerto, come aveva detto Malik furono prese da una guardia del corpo e condotte nel backstage. Appena entrarono nella saletta, vennero assaltate da tutti. Abbracci e baci mentre ovviamente Zayn rimaneva pacato sdraiato sul divano, visto che l’aveva vista prima. «siete stati.. wowwww» dissero insieme, mentre Mary si era attaccata a Niall come una cozza allo scoglio. Appena tutti si staccarono da lei e da Mary, e vide Zayn seduto sul divano, Keyra lo indicò e cominciò a ridere come una pazza scatenata. «perché ride?» chiese a Mary, che a scatti rideva con lei. La mora strusciò i piedi per terra e alla fine si sedette vicino a lui, che la guardava stranito. «DJ MALIK!» se ne uscì lei, continuando a ridere come una pazza, e facendo ridere tutti. «lo sapevo che l’avrebbe sfottuto!» ammise Niall, ridendo con lei. «e certo.. ti pare che mi lascio scappare questa opportunità?» domandò, asciugandosi gli occhi pieni di lacrime. «ma scusa, che c’è di male?» si girò a guardarlo. Guardando quel viso, ricominciò a ridere. «ma perché ridi, scusa?» chiese ancora, cercando di capire. Lei non rispose ancora, e Zayn le saltò addosso, cominciando a farle il solletico. Non vi dico le risate che si fece da quando cominciò. «ti prego basta!» riuscì a sussurrare, tra un calcio e una risata. «tu dimmi perché ridi!» annuì mentre continuava a ridere come una pazza. Il solletico per lei era una tortura. Finalmente Zayn smise, e lei riuscì a riprendere fiato anche perché quando le facevano il solletico sembrava come se i polmoni non accettassero l’aria. Appena si riprese, lo guardò. «perché sei un truzzo!» lo sfotté e lui alzò un sopracciglio. «ecco, mi dici che cosa vuol dire “truzzo”? Me lo trovo scritto ovunque!» ridacchiò. Prese il suo cellulare, cercò “truzzo” su google e mise le immagini. Spiegò cos’era un truzzo per le Italiane, e lui mise il broncio. «ma allora mi sfottono!» annuì, con un sorriso. «ma loro te lo dicono per prenderti in giro, ma ti amano pure se sei truzzo eh!» Zayn la guardò. «cioè che c’è di male a farsi le foto e modificarle?» ridacchiò ancora, scuotendo la testa mentre lo guardava. «nulla, ma lì in Italia ti assicuro che sono tutti fatti con lo stampino! Certo, sono dei bei ragazzi e delle belle ragazze, ma seriamente sembrano fatti con lo stampino! E questi tipi, si fanno le foto in bagno e le modificano! Un po’ come te!» lui mise il broncio, tipico dei bambini. «sei troppo suscettibile, però!» disse, vedendo quel broncio. «ma è brutto quello che mi dicono!» scosse la testa, alzando gli occhi al cielo. «ma loro lo fanno per prenderti in giro! Pensi che non prendono in giro anche gli altri? A Louis dicono che è un peter pan, che è una carota. A Harry che è un puttaniere.. Ognuno ha la sua presa in giro.. Lo dicono per giocare, mica per offenderti!» lui la guardò, poi sorrise. «ok. Adesso scrivo che sono davvero un truzzo!» scosse la testa, ancora. «se proprio vuoi! Ma non dire che te l’ho detto io!» disse appoggiandosi allo schienale del divano. «quindi vi è piaciuto?» annuì, guardando orgogliosa i suoi amici, mentre Zayn si attaccava a lei come una cozza allo scoglio. «vi abbiamo visto.. sembravate impossessate!» le sfotté dolcemente Louis, con un sorriso. «e che c’è di male, scusa? Siamo pur sempre delle fan, no?» lo vide scuotere la testa. La porta si aprì, rivelando Paul. «ehi manager.. Dovresti stare a lavorare, mica attaccata al tuo ragazzo!» la sfotté e lei lo guardò divertita. «primo.. sei stato tu a bloccarmi, che dovevo finire la scuola. E secondo è lui che mi sta attaccato! Io sono una morta tra le sue braccia, noti?» si fecero una risata, tutti insieme. «come ti sembra il sito?» Paul si avvicinò a lei, e le porse la mano. «complimenti. E’ stupendo!» sorrise, stringendogli la mano. «ne sono davvero felice..» ammise, con un sorrisone a trentadue denti. «appena torniamo a casa per le vacanze, vorrei un colloquio con tuo fratello, è possibile?» annuì, stranita. «allora ci sentiamo appena torniamo! Così gli facciamo un colloquio!» annuì ancora. Aveva intenzione di prendere suo fratello come programmatore? Bah. «Mary dobbiamo andare!» disse, e la sua amica fece una smorfia. «ma se dormiamo in stazione? A me non mi va di andare a cercare un albergo!» ammise, mentre Niall smetteva di suonare, per girarsi a guardarle. «ma non dovevate ripartire stasera?» sbuffò, guardando il suo migliore amico. «no, abbiamo deciso di prenderlo per domani! Ok, dormiamo in stazione!» esclamò, e Niall le guardò male, per poi richiamare Zayn e uscire. Quando tornarono, insieme a due lattine di coca cola, dissero a tutti che dovevano andare. Si alzarono e loro li seguirono fuori, indossando il giacchetto. In un nano secondo si sentirono entrambe prese in spalla, e cominciarono a scalciare. Usciti da lì, sotto le bestemmie di Keyra che cercava di farsi mettere giù – odiava essere presa come un sacco di patate – le misero giù solamente quando si ritrovarono dentro il pullman. «vi trattate bene!» esclamò, Mary guardandosi intorno. C’erano già i ragazzi che suonavano con loro, e fecero le varie presentazioni. «certo.. E’ qui che vivremo per i prossimi mesi..» si girò a guardare Niall, incuriosita. «ma sei serio?» lo vide ridere e scuotere la testa. «ovviamente no! Cioè dormiamo in albergo ma quando viaggiamo almeno ci rilassiamo. Chi vuole dormire dorme, chi vuole guardare la tv lo fa.. semplice!» Keyra ridacchiò, sedendosi su una poltrona. Il pullman era partito, mentre loro si svaccavano ovunque su quello splendido bus. Si fermò poco dopo e vennero riprese in spalla. «sappiamo camminare, sapete?» sbottò Keyra, esasperata. «se non scappate, promettiamo di mettervi giù!» Mary alzò la testa e guardò Keyra, all’incontrario. «guarda che io sto bene qui eh! Ho praticamente il suo sedere in faccia!» Keyra la guardò male. «e sei felice di questo? Pervertita del cavolo!» sbottò, e le due presero a menarsi, per gioco ovviamente. «sei diventata una pervertita! Lo sapevo che dovevo farti arrivare vergine al matrimonio!» tutti risero, sentendo il discorso perverso che stavano facendo quelle due. «dimmi che ti fa schifo stare in spalla a Zayn!» ridacchiò. «solo in spalla?! Ma lo sai benissimo che non mi dispiace, ma è il fatto che per ogni cosa mi deve prendere in spalla e sbattere in faccia il suo culone!» sentì una pizza sul suo sedere, e ricambiò, dandogliene una anche a Malik. «sisi, fai la gnorri! Ti piace!» guardò male la sua migliore amica. «mettimi giù Zayn!» disse, e lui lo fece. Si sistemò i capelli e gli lanciò uno sguardo bruto. «ok.. io rimango comodamente in spalla al mio di ragazzo! A me possono pure ammazzarmi in questa posizione!» scoppiarono a ridere tutti insieme. «Horan.. hai fatto diventare la mia migliore amica una pervertita!» lui si girò a guardarla. «me ne sto rendendo conto!!» ammise, stranito per finta. I due guardandosi, si fecero una risata. «Malik.. hai fatto diventare la mia migliore amica una pervertita.. no, hai ragione.. era pervertita anche prima di te!» lei e Zayn la guardarono male, mentre gli altri ridevano. Entrarono in albergo e Keyra sbuffò, sonoramente. «ecco, lo sapevo! Avete preso da soli l’iniziativa, vero? E se io volevo dormire in stazione?» Mary si rimise di nuovo in mezzo. «guarda che a me non dispiace dormire con Niall, eh!» la guardò schifata, poi guardò Niall che ridacchiava. «un mostro, cazzo! Non capisco se sei tu oppure è la mia vicinanza che la fa essere così pervertita!» ammise Keyra, visto che lei era la prima a fare quei commenti maliziosi. La stava portando sulla strada della malizia. «ma se tu sei la prima a rompere i coglioni quando non c’è a casa!» le diede uno schiaffo sul sedere, e tutti ridacchiarono. «ragazzi, avete due ragazze perverse!» ammise Liam, divertito. Loro annuirono, mentre le due si davano il cinque. «ti prego Niall, fate tanto sesso sennò chi la sopporta per i prossimi giorni!» li vide arrossire. «che carini.. Ancora arrossiscono!» disse Zayn, abbracciato a Keyra. «ditemi che farete sesso stanotte, sennò mi vado ad ammazzare!» Niall la guardò male, posando per terra Mary, solo nell’ascensore. «mica facciamo sesso come i ricci.. o come voi!» Louis si trattenne dal ridere, e Keyra gli diede un ceffone dietro la testa. «guarda che si fa sesso nudi, uno sopra all’altro. Non guardandosi negli occhi o dandosi baci eh!» disse Zayn, divertito. «ma almeno riuscite ad arrivare alla fine?» chiese maligna Keyra vedendo come cercava di sostenere il suo sguardo Mary. «scommetto che appena finiscono crollano a dormire..» Keyra e Zayn continuarono a sfotterli, divertiti come non mai. «devono ancora fare tanta strada per arrivare al nostro livello!» continuò Zayn, mentre Keyra annuiva. Louis, Liam e Harry si stavano rotolando dalle risate. Niall e Mary lanciavano sguardi assassini e rossi come due peperoni. «pivelli!» continuò Keyra, e Mary sbuffò. «la finite?!» domandò, e i due presero a ridere come due stupidi. «Hai ragione è troppo divertente sfottere qualcuno sul sesso!» disse Keyra in direzione di Louis che annuì, e uscirono dall’ascensore. «vai vai, andate a studiare pivellini!» «voi non studiate troppo, invece!» disse Mary, in direzione di Keyra. «tu non preoccuparti di noi! Sappiamo quanto duriamo!! Andate, e non usare il frustino che ti ho regalato natale dell’anno scorso!» si fece una risata mentre Niall e Mary entravano in stanza, gli altri 5 rimanevano fuori a ridere. «e se urla, non soffocarla con il cuscino, mi raccomando! E’ normale se urla, significa che le piace!» le andò dietro Louis, mentre loro gli sbattevano la porta in faccia. Quando terminarono di ridere, si diedero la buonanotte e tutti entrarono nella propria stanza. 
«non siamo stati un po’ troppo cattivi con quei due?» si girò a guardare Zayn, incredula. «scherzi? Non mi sono mai sentita così bene a sfottere la mia migliore amica.. Finalmente anche lei sa che cosa vuol dire essere una pervertita!» si fecero una risata. «prima mi vedeva come un’assatanata. Ora è lei quella con gli ormoni a duecento.» ammise, mentre posava la borsa sulla sedia. «vuoi dirmi che tu non hai gli ormoni a mille?» si girò a guardarlo, maliziosamente. «in tua presenza certo che ce li ho. Ma seriamente mi prendeva per una pervertita. Credeva che avevo la malattia del sesso, rendiamoci conto!» disse seria, mentre lui si toglieva la felpa. «e non si sa come la sfotterò quando comincerà a girarsi a guardare i sederi dei ragazzi! Lì mi divertirò.» lo sentì ridacchiare. «voi donne fate le santarelline, ma siete quelle più pervertite.» annuì. «io l’ho sempre detto che c’è perversione da entrambi le parti! Come un maschio è un pervertito, pure la ragazza può esserlo! In fondo è tutto portato dagli ormoni!» disse la sua, mentre lui se ne andava al bagno. «mi presti una maglietta?» chiese Keyra, visto che non aveva il pigiama! Da brava fan era partita solamente con il cambio per il giorno dopo. «prendila nella valigia!» si piegò sulla valigia, e prese la prima che le capitava e l’indossò. Le arrivava praticamente a metà sedere, ma poco le interessava. «chissà ora cosa stanno facendo!» lo sentì dire dal bagno, mentre si sedeva sul letto incrociando le gambe. «spero che si sono saltati addosso!» Tipo loro all’inizio della loro storia. Ora sembravano due vecchi che chiacchieravano come una coppia di cent’anni. Poco dopo vide la sua testa sbucare dal bagno. «perché noi non ci siamo saltati addosso? Stiamo perdendo colpi?» si guardarono. «lo sai che lo stavo pensando pure io?» ammise la mora, e lui sorrise. «cioè.. siamo entrati e abbiamo parlato.. perdiamo colpi!» gli fece notare lei, con una smorfia. «non va bene!» sussurrò lui, pensieroso mentre lei scuoteva la testa, concordando con lui. Ad un tratto uscì dal bagno, prese la chiave della camera, e poi si diresse verso il letto, prendendo lei per mano. «cosa fai?» chiese, seguendolo. «rimediamo alla cosa! Usciamo e rientriamo! E ci saltiamo addosso!» aprì la porta, e Zayn controllò che non ci fosse nessuno nel corridoio. «sono mezza nuda, Zayn!» lui si girò a guardarla, mordendosi il labbro inferiore. «ancora meglio! Ci metto zero a spogliarti!» Keyra si piegò su di lui, guardando fuori dalla porta come stava facendo lui. «e poi siamo in due!» le fece notare Zayn, visto che pure lui stava solamente con i Jeans. «a Keyra Mary Smith piace questo elemento!» sussurrò lei, maliziosa. Zayn uscì e lei lo seguì. Se qualcuno li avrebbe visti, come minimo li prendeva come due folgorati. Insomma, due che entrano in stanza, escono senza motivo mezzi nudi e rientrano subito dopo sarebbe apparso davvero strano agli occhi della gente. Ma fortunatamente non c’era nessuno. Chiusa la porta, Zayn fece per rimettere la chiave, ma quella non aprì la porta. Ci riprovò, ma non successe nulla. «non si apre!» lo vedeva. «ma è la chiave giusta?» domandò Keyra, cercando di coprirsi alla ben e meglio. «si!!» cominciarono a ridere come due deficienti, rendendosi conto di quello che stava succedendo. Erano usciti per una scenetta e la chiave elettronica non funzionava. «perché usi magliette così corte, Zayn?» lui si girò a guardarla, ridendo come un pazzo. Lei gli andava dietro, senza pudore. Si sentivano solo le loro risate in quel corridoio. Sentirono la porta del corridoio aprirsi e si girarono a guardare chi fosse. Un signore, che vedendoli lì, mezzi nudi alzò un sopracciglio. «salve!» sussurrò Keyra, mentre Zayn si era appoggiato allo stipite della porta, continuando a provare ad aprire, ma rideva come un pazzo. «salve a lei..» rispose l’uomo, camminando verso di loro. «tutto bene, ragazzi?» chiese ancora, preoccupato. «non riusciamo a rientrare!» ammise la mora, coprendosi con il corpo di Zayn. «Ah si! Siete usciti da poco?» annuirono, mentre se la ridevano. «mi è successo. E’ una cosa di sicurezza. Dovete andare giù in reception e loro vi risolvono il problema!» annuirono. «la ringrazio..tu resta qui!» Zayn fece per muoversi mentre l’uomo apriva la porta della sua stanza. «dove pensi di andare mezzo nudo? Ci sono le fan giù, Zayn!» sbottò gelosa marcia ma continuando a ridere.  «buonanotte ragazzi!» li salutò l’uomo, mentre loro si giravano a guardarlo. «notte e grazie!» Keyra si girò di nuovo a guardare Zayn. «vuoi rimanere qui tutta la notte?» domandò Zayn, mentre camminava verso l’ascensore. La sentì sbuffare ma continuava a ridacchiare. Dopo cinque minuti, lo vide sbucare dai vetri della porta che divideva una parte del corridoio dalla parte dell’albergo dove stavano loro. Ma a seguirlo c’era un ragazzo, con un computerino in mano. «salve..» salutò, appoggiata al muro. Non sembrava scocciato, per niente. Ed era l’una di notte. Lei si sarebbe fatta rodere il sedere. Era rosso come un pomodoro, vedendo Keyra solo con la maglietta e lei cercò di allungare la maglietta per coprirsi «salve signorina!» ricambiò il salutò, mettendosi subito al lavoro. Zayn si appoggiò al suo fianco, continuando a ridacchiare. «mettiamo questo tipo di allarme alle stanze più importanti dell’albergo.» spiegò il dipendente, per spiegare l’accaduto. I due si fecero un’altra risata mentre si guardavano. «ecco fatto.. Può darmi la chiave?» il moro annuì passandogli la chiave, e quello la provò, facendo aprire la porta. «risolto! Buonanotte!» esclamò, mentre i due ricambiavano il saluto, continuando a ridere come due disgraziati e rientrando in camera. Appena la porta fu chiusa dietro le loro spalle, continuarono a ridere pure mentre come avevano deciso, si saltavano addosso. Nel vero senso della parola. Keyra gli saltò addosso, allacciando le gambe al suo bacino. «mi sa che le scenette di questo genere che fanno nei film nella realtà sarebbero così!» disse lui, mentre le baciava il collo, ridacchiando entrambi rendendosi conto della figuraccia che avevano appena fatto. Però una cosa era sicura! Non avevano bisogno di fare scenette per eccitarsi a vicenda. Il tipo vestirsi da segretaria sexy o cose varie. Quello era più che sicuro! Era stato divertente, ma scenette del genere non servivano a nessuno dei due.
 
Aprì gli occhi, sbattendo pian piano le palpebre, e cercando di farli abituare alla luce che filtrava dalle finestre. Si girò a guardare Zayn, a pancia in sotto e con la testa girata verso la finestra, se la dormiva beatamente. Sbadigliando tirò fuori le braccia dal piumone, e le posò sopra di esso, grattandosi ogni tanto il volto. Lo sentì muoversi poco dopo, e si girò a guardare il dio greco mezzo addormentato al suo fianco. Si era svegliato anche lui, e la guardava stranito. «ma che ti guardi?» domandò lei, guardandolo di sbieco. «mi facevo la stessa domanda!» rispose lui, con la voce assonnata. «comunque buongiorno!» esclamò Zayn, accoccolandosi al suo fianco. «e tu questo lo chiami buongiorno? Vedere la tua faccia non è la cosa più bella del giorno!» se la rise, visto che lui cominciò a farle il solletico, come vendetta. Aveva scoperto che soffriva il solletico, e questo era un danno. Non avrebbe più smesso di farglielo. Quando si riprese nel ridere, si accoccolò al suo fianco, affondando la faccia nel suo petto. «sei una stronza!» ridacchiò e alzò la testa verso di lui. «mi tratti sempre male, tu! Ma chi me l’ha fatto fare di mettermi con te?» lo guardò in modo divertito. Lui affondò la mano nei suoi capelli, abbassandosi a baciarla. «eh! E’ quello che mi chiedo pure io.» giocò, mentre strusciava la guancia sul suo petto. «non sei mai dolce con me..» lo guardò, male, molto male. «ma non è vero.. adesso cosa sono?» domandò, divertita. «una leccaculo!» si fece una risata per la faccia che fece Keyra. «tu mi devi ancora un giorno da dolce, eh! Me ne ricordo, sai?» lo guardò con dolcezza. «promesso che ti darò un giorno da dolce, quando torni!» sentendo quelle parole Zayn se la strinse addosso, sospirando. «mi da un fastidio starti lontano!» ammise il moro, coccolandosela tutta. «è il tuo lavoro..» sussurrò, lei guardandolo. «ma io ti manco?» chiese, vedendo come rimaneva calma. Keyra si lasciò andare in una risatina. «certo che mi manchi Zayn! E’ solo che cerco di non pensarci, per non stare depressa per tutto il giorno. Come è difficile per te, lo è per me, sai?» si guardarono per un lungo momento. «sei troppo bella quando mi dici queste cose..» arrossì come una scolaretta. «ecco.. vedi perché ti tratto male? Perché non sopporto che mi guardi in quel modo, mi parli con quel tono, perché poi vado a fuoco.. Mi sento come una bambina innamorata quando usi queste cose con me» ammise, e lui si fece una risata. «ah.. ho capito. Tu mi tratti male così che non mi lascio andare alla dolcezza. Sai che se mi lascio andare alla dolcezza tu ti lasci andare dietro di me, e poi ci stai male quando mi stai lontano..» lo guardò intensamente. «vedo che ogni tanto il tuo cervello funziona!» si fecero una risata mentre  a Zayn usciva un sussurro deliziato, capendo che in fondo Keyra teneva a lui. «aww..non vedo l’ora di avere il mio giorno di dolcezza. Credo che in quel momento finirò la mia vita e mi innamorerò perdutamente di te. Se scopro che sai essere anche dolce, e lo so che lo sei, sarà la mia fine!» lo guardò con dolcezza e si alzò un pochino per dargli un bacio. Sentirono bussare alla porta e Keyra si alzò, per andare ad aprire. Trovarono Paul, già bello che vestito. «ah.. siete svegli!» annuì, nascosta dietro la porta, visto che aveva la maglietta come la sera prima. «sei riuscita a svegliare Zayn? Come ci sei riuscita?» ridacchiò. «ehhh.. mistero!» giocò, mentre i due ridacchiavano. «allora quando devo svegliare Zayn ti chiamo a te.. Io prima di farlo alzare ci metto le ore!» Zayn sbucò dietro di lei, e l’abbracciò. «giorno capo!» lo salutò, e Paul li guardò. «ah.. che bella cosa essere giovani!» se ne andò, mentre Keyra si affacciava per guardarlo andare via. «vi aspetto giù per la colazione, eh!» sussurrò, con tono divertito. Richiusa la porta, cominciarono a prepararsi. Zayn fu il primo a farsi la doccia, e quando uscì entrò Keyra, mentre il moro rimaneva in bagno a chiacchierare con lei che si faceva la doccia. «l’11 siamo a Londra.» disse Zayn, d’un tratto. «si, lo so!» disse mentre usciva e lui gli apriva l’accappatoio, sfregandole poi le spalle, premuroso. «come lo sai?» sorrise, angelica. «ricordati che sono una vostra fan, so praticamente tutto.» lui la guardò divertito. «verrai al concerto?» chiese, sempre curioso. «ci stavamo pensando io, Eleanor e Danielle a venire insieme ad un vostro concerto! Credo che sia quello dell’11.» al moro brillarono gli occhi. Si alzò sulle punte per dargli un bacio. Quando furono pronti, uscirono dalla stanza, Zayn portandosi la sua valigia. «devi per forza partire?» domandò, mentre bussavano alla porta di Liam. «rimarrei molto volentieri, fidati!» sussurrò, con dolcezza mentre Liam apriva la porta a petto nudo. «giorno ragazzi. Due minuti!» bussarono alla porta di tutti, e dieci minuti dopo erano di fronte l’ascensore, ad aspettare. «mi pare di avervi sentito ridere stanotte.» i due si guardarono, sorrisero per poi ridere come due deficienti. «ecco, era proprio questa la vostra risata..» ammise Louis, guardandoli. «buongiorno!» si girarono a guardare chi li avesse salutati e vedendo il signore della sera prima, scoppiarono a ridere ancora più forte. «buongiorno!» risposero, tra le risate. Nell’ascensore, i due si trattenevano dal ridere, uno appoggiato all’altro, cercando di trattenersi. «quasi non vi riconoscevo, tutti vestiti.» non riuscirono a non trattenersi, e scoppiarono a ridere di nuovo. «perché, erano nudi?» chiese Louis, divertito al signore. «nudi no.. ma mezzi si!» i loro amici li guardarono, curiosi. «che avete da guardare? Sono corsa fuori, mi voleva fare il solletico, Zayn ha chiuso la porta e siamo rimasti bloccati fuori, che volete?» Zayn ululò dalle risate, insieme ai suoi amici. Appena aprite le porte dell’ascensore, si diressero verso la sala per fare colazione. Salutarono di nuovo il signore.
Quando uscirono dall’albergo, loro si diressero verso il pullman, mentre Keyra e Mary verso la stazione dei pullman. «che diavolo è successo stanotte?» chiese Mary, curiosa, non credendo alla finta di Keyra. Raccontò tutto, e pure Mary si lasciò andare alle risate, immaginandosi la scena. «si, decisamente i film sono una cazzata!» la vide annuire, mentre saliva sul pullman che le avrebbe portate alla stazione dei treni. Era sempre difficile staccarsi da quei cinque, ma continuava imperterrita a cercare di non pensarci.

Yeppp.. ce l'ho fatta. Il nuovo capitolo is hereeeeeee! (stile Louis) ahahahah.. Appena finisco di mettere questo capitolo cerco di rispondere alle recensioni a cui non ho risposto. (: L'avete visto il video di One Thing? Vi è piaciuto? (: A me ha fatto impazzire. Sono fiera di quei cinque. Ok.. Non credo di dover dire null'altro. ùù ♥ Vi amo, lo ripeto! Grazie a tutte quelle persone che leggono, leggono e recensiscono, che mi scrivono su twitter etc. Vi amo, punto!! ♥♥♥

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Capitolo 16
*** chapter fifteen ***


Per imparare ad amarlo ho dovuto fare il giro del mondo.
E più mi allontanavo da lui, più in realtà mi stavo avvicinando. Il mondo è tondo.

Le vacanze di natale, dove tutti si sentono più buoni. Tutti tranne Keyra, che praticamente quell’anno non aveva per niente la voglia di rotolare per terra per quanto mangiava, non le andava di giocare a tombola, non le andava di stare in mezzo alla sua famiglia. La cosa che odiava di più era quella di stare seduta sul divano, a massaggiarsi la pancia perché aveva mangiato come una porca, senza regolarsi. Quindi Keyra la chiamava “rotolata” perché ci mancava poco che si metteva a rotolare quando c’erano le feste. Aveva solo voglia di rimanere in casa, in pigiama antistupro, sotto una coperta a coccolarsi con Zayn. Se fosse stato lì con lei, gli avrebbe dato felicemente la sua “giornata dolce” come la chiamava lui, per poi farla diventare una “settimana dolce”. Con il cellulare in mano controllò per l’ennesima volta che la casa fosse tutta chiusa, per poi prendere la valigia che conteneva i vestiti per quei giorni che sarebbe stata a casa sua, per le vacanze. Tanto a casa loro non c’era nessuno, i ragazzi erano tutti a casa per le vacanze, quindi cosa faceva a casa da sola? Tanto valeva andare a casa Smith. Appena finì il giro di ricognizione a casa One Direction, uscì e vide le fan e una macchina di fronte al cancello. «ciao Keyra!» la salutarono appena uscì dal cancello. «hola ragazze! Ma che ci fate qui? Sono tutti a casa per le vacanze. E non torneranno prima di capodanno!» spiegò, con dolcezza. Quelle la guardarono dispiaciute. «ah..» annuì, mentre posava le cose in macchina. «tornatevene a casa. Fa freddo oggi e sarebbero dispiaciuti a sapervi malate perché siete state qui fuori ad aspettarli quando neanche ci sono qui a Londra!» disse, e loro sorrisero sentendo quelle parole. «ok!» ricambiò il sorriso ed entrò in macchina, dando un bacio sulla guancia a suo fratello, che la guardava stranita. «ti vedo stranita!» alzò un sopracciglio. «no, perché?» domandò, mentre partivano. Peccato che non sapeva che una fan aveva fatto una foto a lei che entrava in macchina, dove si vedeva benissimo Julian al volante. «boh hai una faccia strana!» spiegò suo fratello, mentre guidava verso casa. «è che quest’anno ho poca voglia di stare in famiglia!» ammise, e lui si girò a guardarla, preoccupato. «è successo qualcosa?» scosse la testa, arrossendo. Fortunatamente la macchina era nel buio più totale e non poteva vederla. «no, non mi va di stare in mezzo alla gente. Cioè vivendo con loro ho sempre voci intorno, volevo un po’ di calma questa volta.. visto che sono partiti tutti» spiegò, mentendo alla grande. «come va la convivenza con loro? Tengono le mani a posto?» ridacchiò. «si, Julian! Nessuno mi guarda in quel modo, fidati!» si, come no! Un certo Malik la vedeva anche peggio. «sicura? Perché io posso benissimo uccidere uno dei cinque. Poco mi interessa chi sono!» si girò a guardarlo male. «la smetterai mai di essere così geloso? Quando mi metterò con un ragazzo, che cosa cazzo farai?» domandò, infastidita. «ti sei fidanzata?» si girò di nuovo a guardarlo. Era ora di dirglielo. «se ti dico che si, che mi sono fidanzata.. Cosa pensi di fare?» si guardarono, visto che stavano fermi al semaforo. «ti sei fidanzata seriamente?» annuì. «con chi?» lo guardò mentre metteva la marcia e ripartiva. «tu dimmi come reagisci!» propose, ma lui scosse la testa. «dimmi chi, prima!» era impossibile parlare con suo fratello. «con Zayn!» lo vide girarsi a guardarla, incredulo. «sei seria?» annuì. Lo vide stringere la mascella, mentre tornava a guidare. Crollò il silenzio, e lo lasciò sbollire. «non ci credo..» disse ad un tratto, e Keyra lo guardò male. «ok.. vediamo se con le foto ci credi!» prese il cellulare, cercò “Zayn Malik e Keyra Smith” e poco dopo trovò una foto di loro due che si baciavano. Ormai erano arrivati di fronte casa. Suo fratello si parcheggiò di fronte casa, e attese. «ma seriamente ti sei messa con Zayn? Cioè.. vi trattate a pesci in faccia! O così ricordo.» si girò a guardarlo mente gli porgeva il cellulare. Lui lo guardò, allargando l’immagine e inclinando la testa. «è un bacio finto!» lo guardò male. «fa come vuoi, pensa quello che vuoi, ma stiamo seriamente insieme! E tu ti dovrai abituare!» scese dalla macchina e suo fratello la seguì. Appena aprirono la porta, venne investita da tutta la famiglia Smith. Sua sorella era rimasta a Dublino, beata lei anche perché si sarebbe risparmiata tutte le domande tristi dai nonni e dai zii sui ragazzi, cosa che sarebbe successa sicuramente a lei. Posò la valigia in salone, sedendosi sul divano per due secondi. «papà.. sai che Keyra si è fidanzata?» alzò di scatto la testa, guardando male suo fratello Julian. Suo padre, seduto al suo fianco a guardare la tv, si girò stranito. «era anche ora.. a quando i nipotini?» si girò a guardare male suo padre. «a mai.. Non avrete nipotini da lui!» suo padre sorrise. «lui chi?» domandò, con dolcezza. «Zayn. Papà.. Zayn! Ci rendiamo conto? Si scannavano fino a due anni fa, e adesso vanno a letto insieme!» disse incredulo Julian, parlando al posto di Keyra. «come siamo colorati, fratello!» rispose per sfotterlo. «mi vuoi dire che non ci vai a letto?» domandò, incazzato. «possiamo finire il discorso di sopra, da soli? Grazie!» lo prese per mano, e lo portò nella sua vecchia stanza. «fate sesso? Usate le precauzioni? Lui è attento?» sbuffò. «senti..» le uscì un sospiro. «il gioco è bello quando dura poco. Io ti avviso di una cosa. Se solo tu lo tocchi, io mi incazzo. Ti conosco, anche se giochi sotto sei incazzato! Se solo lo sbatti al muro, anche per gioco, sarò davvero una iena! Ho sudato due anni per averlo tutto per me, e se tu adesso lo fai scappare io mi incazzo, e anche di brutto.» Julian si mise seduto sul divano, incredulo. «io non ho mai sbattuto nessuno al muro! Faccio scappare i tuoi ragazzi?» annuì, seria. «davvero?» altro gesto della testa. Capiva che suo fratello era geloso, ma se avrebbe fatto scappare Zayn, come minimo lo ammazzava. «sono due anni che lo aspetto. Posso pure trattarlo di merda, ma ti assicuro che io ormai sono abituata alla sua presenza. Senza quella, io impazzisco! Se anche mi vedi trattarlo male, sia io che lui siamo al corrente che sotto mi fa impazzire. Mi piace così tanto che ho aspettato due anni, che mi sono fatta trattare da scopamica solo per averlo per me, almeno in certi momenti. Quindi, se tu mi fai scappare Zayn dalle mani, io diventerò una Keyra iena che tu non hai mai conosciuto!» lo disse tutto d’un fiato, mentre suo fratello la guardava a bocca aperta, incredulo. «ci tieni tanto?» annuì, appoggiata alla scrivania di sua madre. «tu non immagini neanche. Io e te siamo molto simili anche se non siamo fratelli di sangue. Siamo cresciuti tutti nello stesso contesto. Georgia e Stefan si assomigliano nel carattere, io e te pure. Tu ami in modo smisurato. E credo che amo Zayn più di quanto tu ami Evelin.» Julian le fece segno di sedersi. «tu ami Zayn? Sai almeno cosa significa amare?» sorrise, mentre si accomodava sul divano. «perché tu vuoi dirmi che sai cosa significa amare? Ognuno prova cose diverse con l’amore. Ma ti assicuro che quel ragazzo è molto più importante per me di quanto immagini!» ammise, con un sorriso dolce, mentre suo fratello cercava di riprendersi dalla cosa. «ma se praticamente non lo vedi mai!» scosse la testa. Stava facendo di tutto per farle cambiare idea. «vero.. tu cosa provi quando stai con Evelin?» chiese, curiosa. «amore.. la amo, ci sto bene. Vorrei una famiglia con lei.. Certo ha alti e bassi, ma la amo.» annuì, mordendosi il labbro. «tu la ami. Non ti sto dicendo che voglio una famiglia da Zayn, perché non ci ho mai neanche pensato a farcela. Non sono ancora pronta, te l’assicuro. E neanche lui. Ma quando per due anni, dopo che hai lasciato quello che credevi un semplice amico, e ti rendi conto che non era un semplice amico ma la tua parte mancante, capisci che ci tieni a lui. E che per due anni, senza di lui ti senti vuota dentro. Tiri avanti, perché devi farlo. E quando lo rivedi, senti di nuovo quella parte di te che non sentivi da due anni. L’avevi lasciata a lui, senza rendertene conto. E se non eri stata tu a lasciargliela, quella stessa parte di te è rimasta ancorata a lui. Senza volerlo. E poi, tra le sue braccia ti senti di nuovo a casa, come non ti ci senti da due anni!» Julian la guardava, serio. «poco mi interessa il significato dell’amore, di sapere se davvero so cosa significa amare. So solamente che, quando sto con lui, quando lui mi guarda io sto bene con me stessa. Sapere che lui prova lo stesso che provo io, mi fa sentire bene. So che, se torno a casa incazzata come una iena, lui è lì pronto a manipolare le mie emozioni, a farmi dimenticare cosa è successo di brutto nella mia giornata e mi fa tornare il sorriso. Quando lui mi dice che sono bella, ci credo. E tu sai cosa penso dei complimenti, no? Me lo dice in quel modo che mi fa capire, che per lui sono davvero bella. Poco gli interessa se sono raffreddata, assonnata o struccata. Lui mi vedrà sempre in modo splendido. Quando mi tocca, io mi sento mancare il respiro. E non solo prima, ancora adesso dopo due anni! Ancora dopo quasi tre mesi che stiamo insieme, ancora quando mi guarda in modo dolce la bocca dello stomaco si chiude, sento le gambe flosce e tremo come una bambina! Non mi stanco mai di lui, dei suoi sorrisi, della sua risata. Cosa me ne può fregare dell’amore, quando ho tutto questo?» chiese, girandosi a guardarlo. Julian la guardava con gli occhi pieni di lacrime. «riesci a capire come sto io insieme a quel ragazzo? Capisci che per me può stare dall’altra parte del mondo, e mi basta sentire la sua voce per sorridere come una demente?» lo vide annuire. «mi sa che riempi in pieno la descrizione dell’amore tu.» disse suo fratello, asciugandosi gli occhioni. «non mi interessa di rientrare in pieno nell’amore. A me è lui che interessa. E’ lui che voglio in questo momento.» rimasero a guardarsi per diversi minuti, in silenzio. «ok. Cercherò di sostenere questa cosa. Ma non ti assicuro nulla!» alzò gli occhi al cielo. «ripeto, se tu lo tocchi, io ti ammazzo!» disse, con un sorriso. Scesero poco dopo, mentre lei dava una mano a sua madre a cucinare, e Julian invece si mise al computer, cercando dei video di sua sorella e Zayn. Quando, quasi pronta alla cena Keyra entrò in salone per fumarsi una sigaretta, si sedé vicino a lui, incuriosita. «cosa fai?» domandò, vedendolo abbassare la finestra. «niente!» si girò a guardarlo. «o stai vedendo un porno, oppure..» si piegò a guardare la scritta della finestra. «youtube. Cosa cerchi?» lui rialzò la finestra, sbuffando. Vedendo il suo nome e quello di Zayn, ridacchiò. «cercavo di capire se anche lui prova lo stesso per te!» scosse la testa, mentre spostava il computer, in modo da poter scrivere. Cercò un po’ per internet, aprì mille finestre nuove lasciandogli tutti video o foto di loro due. «buona visione. Poi fammi sapere come termina il tuo esame! Se me l’approvi oppure no!» capiva suo fratello. Aveva bisogno di certezze per la sua piccola Keyra, che ne aveva davvero passate troppe. Era diventato morboso, geloso quando era tornata quel stramaledettissimo giorno piena di sangue. Appena l’aveva vista in quello stato, suo fratello era diventato la sua ombra. La portava a scuola, l’andava a riprendere, la portava agli appuntamenti con i suoi amici. Pian piano negli anni si era ammorbidito, ma la gelosia era rimasta. Aveva visto Keyra tornare a casa distrutta per qualche storia finita, per troppe volte. E in quel momento voleva la certezza che la sua piccola Keyra fosse davvero felice, e Zayn provasse lo stesso per lei. Lo lasciò con i suoi video e le sue foto, ritornando in cucina. Appena tutto fu pronto, e in forno, si mise a cazzeggiare con la sua famiglia. Si addormentò ma il tempo di crollare nel mondo dei sogni sentì Skype squillare. Aprì un occhio, vedendo chi fosse. Aprì la chiamata, e vide che Zayn aveva chiesto la videochiamata. Abbassò leggermente lo schermo, rimanendo con un occhi aperto e uno chiuso. «ma tu dormi sempre?» chiese il moro, divertito. «sta zitto imbecille. Che diavolo vuoi?» chiese, guardando quanto fosse bello anche tramite computer. «fracassarti le palle. Ci sto riuscendo?» domandò ancora il ragazzo, appoggiato allo schienale della sedia. «si, stai sempre in mezzo alle palle!» ridacchiarono. «ciao cucciola!» le uscì un sorriso. Era da loro, prima si trattavano a pesci in faccia e poi si salutavano con tono dolce. «ciao bel ragazzo dai capelli sexy e sguardo “guardami e muori”» domandò, sentendolo ridere. Mio dio come le mancava quella risata. Lo voleva lì, insieme a lei. «mi manchi!» le uscì, e lui sorrise. «momento dolce?» domandò tutto contento. Perse tutta la dolcezza, sentendo il tono fomentato del ragazzo. «si, ma l’hai appena fatto terminare! Come riesci tu a smontare i miei pochi momenti dolci, non ci riesci nessuno» Zayn fece una faccia da cane bastonato. «dio, che nervi! Sto impazzendo! Ma quando arriva Capodanno?» chiese il moro, desideroso di riabbracciarla. «spero il più tardi possibile! Non ti voglio vedere.. Hai una brutta faccia!» giocò e lui le fece una smorfia buffissima, che la fece ridere come una pazza. Rimasero a chiacchierare per un’oretta finché entrambi non vennero richiamati per la cena. «ti chiamo dopo!» gli disse Zayn, dolcemente. «ok.. se proprio devi!» giocò, e lui si fece una risata. «ti voglio bene anche io, stronza!» quando scese di sotto, trovò i suoi nonni paterni che abbracciò.
La cena andò piuttosto bene, togliendo che non era più abituata al tono di rimprovero che avevano i suoi genitori per certe cose, ma per il resto andò bene. Si fece una tombolata, così solo per stare in mezzo ai familiari, e stranamente vinse 10 sterline. Rimasero su skype con Georgia per tutta la cena e il dopo cena, come se fosse lì anche lei. Dopo il caffè salì un po’ in camera, per riposarsi e naturalmente per digerire. Aveva mangiato come una porca, come al suo solito nelle vacanze. Ma sua madre faceva una cena troppo buona. Si sdraiò sul divano, con il computer acceso e mise qualche video dei ragazzi, interviste soprattutto mentre stava stesa sul divano ad occhi chiusi. Sentendo le interviste pensava che stavano lì con lei, le loro voci le facevano compagnia.
Sentì il cellulare squillare, e si arrampicò meglio di qualsiasi acrobata pur di non scendere da quel divano, e rispose, vide la faccia buffa di Zayn che appariva quando la chiamava. Ricordava ancora quando si era accorta che Zayn le aveva preso il cellulare, e si era fatto miliardi di foto dicendo “come le fa bene le foto!” oppure “oppure sono io che sono fotogenico!”. Sorrise aprendo la chiamata, dopo aver messo quella foto per farla sorridere sempre. «questa è la segreteria di Keyra Smith, che non è più molto Keyra Smith ma ha preso le sembianze di una palla e ci manca poco che si mette a rotolare per la casa.. La preghiamo di essere estremamente dolce con lei, sennò potrebbe scoppiare nel vero senso della parola!» silenzio. «Zayn!» lo richiamò, e lo sentì sospirare. «Zayn?» ripeté e lui mugugnò. «sono qui!» Rispose. E per fortuna che era lì, sennò si preoccupava. «Hai scoperto di essere un cesso e ci sei rimasto male per avere questo tono da morto?» lo sentì ridacchiare. «io sono un fico, sempre e comunque!» ridacchiò dietro di lui. «certo, basta crederlo! La mia parte di me dolce, sta urlando che sei davvero un fico, ma la mia parte maligna dice che devo continuare a farti capire che in realtà Zac Efron è più fico di te, e tu devi starci!» lo sfotté allegramente, sentendolo ridacchiare. Però non era lo stesso Zayn di due ore prima. «Zac Efron si fa truccare!» scoppiò a ridere. «perché tu no? A volte mi sembra di baciare un travestito!» lo sfotté, con divertimento. «ma non è vero!» disse lui, poco dopo. «stacci Malik. Zac Efron è più fico di te!» entrò su twitter dal computer, e poco dopo le arrivò un messaggio di Mary su Facebook. “Hai letto che hanno fatto a Zayn?” scrisse velocemente un no. “sta girando la voce che delle fan sono andate fuori casa sua, e gli hanno dato del terrorista!” «cosa?» domandò, facendosi uscire quel pensiero dalla bocca. «"cosa", cosa?» domandò, lui risvegliandosi dai suoi pensieri. «niente, lascia perdere!» scrisse velocemente un altro messaggio. “ma dove l’hai letto? Ci sto al telefono.. Mi sembrava strano, infatti! Mo esploro e ti faccio sapere!” «Allora, bell’addormentato nel bosco. Che si dice in Burundi ancora più Burundi del posto dove ti ho conosciuto?» lui ridacchiò. «niente! Abbiamo mangiato!» mamma mia che entusiasmo. Poverino, ci credeva che stava giù di morale. «ma perché avete anche il cibo in quel paesino? Dai, non ci voglio credere! Avete fatto un bel passo avanti!» ridacchiò. «Quella caccola che è il cervello di Zayn Malik, è richiesta dalla sua ragazza, molto attivo. Mi dici cos’hai?» domandò, sentendolo in silenzio. «niente, non è uno dei natali più belli che ho passato in vita mia!» strinse la mascella. Quanto si incazzava quando le toccavano i loro cinque amici. «il motivo?» chiese, seria. «non mi va di parlarne!» sussurrò, ancora. «e invece me ne parli eccome, sennò vengo fino al tuo paesetto barra Burundi e ti do tanti di quei calci che ti ricordi con chi stai parlando!» silenzio, finché non sentì un sospiro. «non..» Keyra aprì Skype e lo chiamò, con la videochiamata. «non mi va di vederti!» Keyra strinse la mascella. «lo so che metto paura, ma io ho voglia di vederti! Rispondi a sto cazzo di Skype, ora!» attaccò il cellulare prima che potesse dire qualcosa. Non accettò la sua richiesta di videochiamata, e gli scrisse sotto “se vuoi parlare con me, accetto solo videochiamate! Bye Malik!” poco dopo arrivò la videochiamata di Zayn. Quando vide la sua faccia, sentì una morsa al cuore. «sei contenta?» lo scrutò. «come te in questo momento. Allora? Cosa succede?» chiese, insistente. «lo avrai letto sicuramente su twitter, perché sennò non capisco come fai a sapere che ho qualcosa!» le uscì una risata. «Zayn, sembra che ti è morto Boris. Hai una faccia da funerale. Se non l’avevo saputo da twitter l’avrei comunque capito. Allora?» lo incitò ancora a parlare. «ma se lo sai perché devo dirtelo?» sbottò, incazzandosi. «si, ma è inutile che ti incazzi con me, tesoro! Io sto cercando solamente di farti parlare, per farti sfogare! Se hai chiamato me un motivo ci sarà no?» lui la guardò, serio. «volevo solo che tu mi facessi dimenticare quello che sto passando!» lo guardò male, tramite web. «carino vedere come mi cerchi solamente per farti ridere. Davvero carino!» Non pensate male. Stava portando apposta la discussione verso una litigata, almeno lui si sarebbe sfogato. «ti ci metti pure tu adesso?» sbottò, incazzandosi sempre di più. «veramente io non ti sto dicendo niente. Sei tu che stai facendo tutto da solo!» rimase pacata, scrutandolo. «io passo un momento di merda, ti chiamo sperando che tu mi faccia dimenticare quello che mi passa per il cervello e poi mi urli pure tu addosso??» le uscì un sorriso. «io non sto urlando, Zayn! Io sono pacata. Vuoi sentirmi urlare? Ti assicuro che però non è una cosa carina!» ammise, sapendo che quando si incazzava era veramente una bestia. «perché mi attaccate tutti?» chiese con tono brusco. «ripeto. Stai facendo tutto tu, io non ti sto attaccando! Ti ho semplicemente chiesto di dirmi cosa diavolo è successo!» rispose, guardandolo tramite web. Zayn cominciò con una raffica di parole che durò tipo mezz’ora, e alla fine si azzittì appoggiando la testa sulla scrivania. «devo ammettere che non ho capito un cazzo di quello che hai detto. Ho semplicemente sentito una cosa che mi fa incazzare come una bestia.» lui alzò la testa per guardarla. «cosa?» chiese, ora più tranquillo. «mi è parso di sentire che vuoi lasciare i One Direction. Tu fallo, e ti assicuro che ti do tanti di quei calci che ti dimentichi chi sei!» sbottò, ora davvero incazzata. «ma..» Keyra si inviperì solamente con quel “ma”. «no, ma un par di palle, Zayn! Tu non puoi lasciarti convincere da quattro cretine che non sanno far altro che creare seghe mentali. Quale terrorista? Sei un terrorista? Ti fai abbattere giù da quattro cretine che si divertono a rovinare la vita e il natale alla tua famiglia? Quelle sono delle mentecatte che non hanno vita sociale. Che si divertono a sfottere gli altri perché loro per prime vengono sfottute. E tu gliela dai vinta? Anche solo il fatto di aver pensato di lasciare i One Direction ti meriteresti uno schiaffone. Ringrazia che non mi stai davanti, perché ti assicuro che ti avrei schiaffeggiato. Devi essere forte, come lo è Niall quando dicono che è brutto, quando ad Harry viene detto che non sa cantare, come Liam e Louis. Tutte le persone famose hanno passato un momento con le Haters. E tu decidi di mollare? No, non te lo consento, chiaro? I ragazzi hanno bisogno di te, hanno bisogno della tua voce, della tua forza e soprattutto del tuo essere. I One direction, senza Zayn Malik non sarebbero più i One Direction.» riprese un tantino di fiato, visto che stava parlando a macchinetta. «guarda tutti i gruppi dove un componente se n’è andato. Sono crollati poco dopo. Tu lasceresti i tuoi amici nel nulla? Zayn, ti piace almeno quanto a loro la tua vita.. Ti ci trovi da dio! E tu vuoi mollare solamente perché quattro cretine ti danno del terrorista solo perché sei per metà pakistano? Ma tu ti sei drogato pesantemente stasera!» lui la guardò dolcemente, ma la stava ascoltando attentamente. «Le fan hanno bisogno di te. Lì fuori ci può essere anche il papa a dirti che sei un terrorista e che devi andartene dai One Direction, ma tu devi sempre pensare che nel resto del mondo ci sono tante di quelle ragazze che ti amano. Se tu solo ti fermassi a guardare quello che stanno facendo le tue fan, per te su twitter, capiresti che stai facendo un grandissimo errore. Pur di farti capire che senza di te non sarebbero i one direction, stanno twittando cose solo per restarti vicino. Perché è l’unico modo per starti vicino. E tu pur avendo altre miliardi di ragazze e di fan a sostenerti, fai quello che dicono quelle quattro? Ora sei accecato dalla rabbia, dalla frustrazione. Ma se ti fermi un secondo, ti rendi conto che stai facendo una cazzata, credimi!» Zayn rimase in silenzio, a pensare alle sue parole. Keyra si rese solamente in quel momento conto che suo fratello era sulla porta, ad ascoltarla. «cioè ma come cazzo ti è passato per l’anticamera del cervello di lasciare i tuoi amici, ora che ci penso?» domandò, quando si rese conto della cosa. «tu credi che loro te lo permetterebbero? Tu credi che il tuo essere ti permetterebbe di andarsene da quel gruppo? Hai bisogno dei ragazzi più di quanto immagini. Sei così abituato a loro, che se solo ti ritrovassi dentro casa nostra, senza di loro impazziresti. E tu mi vuoi venire a dire che vuoi lasciare? Tu non lo farai mai!» spiegò, mentre lui sorrideva. «in effetti hai ragione!» sorrise. «dopo due anni ancora non hai capito che io ho sempre ragione?» giocò, guardandolo con dolcezza. «ammettilo che non vuoi che lascio il gruppo perché poi starei dentro casa tutto il giorno!» si fece una risata, sentendo quelle parole. «è la prima cosa che ho pensato. A te incollato a me, come una cozza allo scoglio! Mamma sai che due palle?» pure lui si lasciò andare in una risata. Si guardarono, mentre lei sorrideva. «capisci della cazzata che hai solo pensato? Non andare a dire a nessuno dei tuoi amici quello che ti è passato per l’anticamera del cervello! Ti ammazzano!» Zayn si fece una risata. «si, mi sa che non glielo dirò.» annuì, mentre suo fratello entrava in camera. «ora che hai sentito tutta la nostra discussione, te ne vai a fanculo?» chiese a Julian, incazzosa senza alzare lo sguardo dallo schermo. «chi è?» domandò Zayn, curioso. «quel fracassa palle di mio fratello Julian!» Il moro lo salutò e Julian ricambiò, sedendosi al fianco di Keyra, dopo un gesto della mora. «ma questo è davvero Zayn?» chiese, ad occhi sbarrati mentre entrambi ridevano. Ovviamente stava facendo una finta perché l’aveva visto poche ore prima nei video com’era diventato Zayn. «porca miseria, ti ricordo piccolo così!» i due presero a ridere come due pazzi. «è lui, ti assicuro!» Julian la guardò con dolcezza. «ci credo che te lo porti a letto, è un fico! Quasi quasi cambio sesso e ci provo con lui!» Mentre lei e Julian ridevano, Zayn sbiancava. «gliel..» non terminò di dirlo, perché aveva paura di sbagliare. «si, Zayn! L’ho messo al corrente che stiamo insieme.. Ha reagito bene, sai?» si girò a guardare suo fratello, che sorrise e tornò a guardare Zayn. «si, ma ti spacco comunque! Solo perché lei ha perso la verginità con te!» i due risero, mentre Julian non riusciva a capire perché. «in realtà non è stato lui, ma il tuo adorato Walter!» sussurrò, e Julian perse il sorriso. «il mio adorato Walter? Il tuo adorato walter!» scosse la testa. «dobbiamo parlare per ancora tanto tempo di quel coglione?» si fecero una risata, poi arrivò stefan. «allora, li vogliamo scartare questi benedetti regali! Oh.. Ciao Malik!» lo salutò dopo essersi girato a guardare il computer, non prima di essersi buttato sui suoi fratelli. «cazzo.. Mi hai fatto malissimo!» sbottò Keyra, e Stefan tornò a guardarla. «se volevo farti bene ti davo un bacetto, non trovi..?» si guardarono in cagnesco, poi chiuse la chiamata con Zayn, dicendogli di non fare il cazzone e di smetterla di dar retta a quelle quattro galline. Quando terminò di scartare i regali con la sua famiglia e salì su in camera vide che la lucetta del BlackBerry si illuminava, segno che c’era un messaggio. Aveva fatto a cambio. Con la scheda sua, quella che usava con i ragazzi e gli amici, dove si metteva su internet e cose del genere, la mise nel BlackBerry. E quella del lavoro nell’Iphone. Vide che era un nuovo messaggio e sorrise quando vide che era di Zayn. “grazie per avermi ascoltato. A quanto pare sei ancora l’unica che riesce a farmi sorridere anche se sono incazzato come una biscia. ♥” non rispose, perché tanto non c’era molto a cui rispondere. Zayn sapeva che doveva contare su di lei, in quelle situazioni. Come lei si appoggiava su di lui quando non poteva dire le cose a Niall, lui doveva appoggiarsi su di lei quando non poteva dire le sue cose al resto del gruppo.
 
Capodanno. La fine di un anno, l’inizio del nuovo anno. Tutti con i buoni propositi, tutti che si fanno mentalmente una lista di cose da fare con l’arrivo del nuovo anno. E ti ritrovi alla fine di quello stesso anno a pensare che, fanculo, non hai neanche fatto una di quelle cose che ti eri ripromessa di fare. Ovviamente lei era una di quelle. Fino a due anni prima si era fatta una lista, vera e propria, di cose da fare durante l’anno. L’anno prima, aveva deciso di non farla, tanto sapeva che non le avrebbe fatte, quelle cose. Venivano totalmente dimenticate dalla vita reale, che la prendeva più di quella non reale. E neanche quell’anno avrebbe fatto una lista. La sua vita non l’aveva mai presa come in quel momento. Era come se non c’era tempo di pensare, di sognare come spesso le succedeva. In realtà, stava bene nella sua vita reale. Non si lamentava affatto, soprattutto da quando i suoi amici erano tornati nella sua vita. Era così impegnata a stare con loro che non aveva tempo per nient’altro, tralasciando Mary e lo studio. Sentì il campanello suonare, segno che Mary era arrivata. «mamma falla salire!» esclamò urlando, mentre si metteva il mascara. Poco dopo si girò a guardare quella che era la sua migliore amica ferma sulla posta. «se non ti salta addosso Niall, ti salto addosso io! Abbiamo tempo?» la sua amica si fece una risata, mentre Keyra si dirigeva verso il divano letto, che era diventato il suo posto per dormire in quelle vacanze. Non era ancora tornata a casa, anche perché non le andava di stare da sola, visto che i ragazzi tornavano quel giorno stesso. Sarebbero passati solamente a posare le cose, e lei sarebbe tornata la sera con loro. Il tempo di mettere le cose più importanti nella borsa, e scesero di sotto. «mi raccomando.. mi posso fidare?» alzò gli occhi al cielo, pensierosa. «no. Mai fidarsi di quei cinque! Certo mamma.. ci vediamo domani a pranzo!» la donna annuì, e le guardò salire sul taxi, appoggiata alla porta. Keyra la salutò con la mano. Dopo aver detto il nome del ristorante, si misero a chiacchierare. «mi manca tremendamente Niall!» si girò a guardare la sua migliore amica, con un sorrisetto furbo. «ci credo!!» si fecero una risata, sapendo che quella frase non era da Mary. «sarà cambiato?» domandò, e Keyra si girò a guardarla, con sguardo preoccupato. «cambiato? E’ stato in Irlanda, mica in guerra. Madonna!» giocò, scuotendo la testa, incredula. «a te non manca Zayn?» alzò i lati delle labbra. «no, sono stata uno spettacolo in questi giorni senza di lui!» la prese in giro, con un sorriso. «ma come fai a nascondere così bene quello che provi? Cioè, se non ti conoscessi penserei che sei seria. Io ogni volta che lo vedo, mi metterei a piangere e gli starei attaccata come una cozza allo scoglio tutto il tempo! Tu invece..» si girò a guardarla. «non seguire la mia via, Mary! Io sbaglio, tu no!» si guardarono. «lo pensi tu..» scosse la testa. «seriamente.. pensa con la tua testa, non fare le cose che faccio io, perché le mie cose sono sbagliate, fidati!» le spiegò, con un sorriso. Rimasero in silenzio a pensare a quella cosa per tutto il viaggio, finché non arrivarono al ristorante dove avrebbero mangiato con le loro amiche. C’era Allyson, c’era Alice ed Helena, altre due loro amiche che poi sarebbero venute con loro alla festa e c’era Rhoy, una sua amica, che come le altre sarebbe venuta con loro. Tutte insieme, tutte amiche. Rhoy era quella fuori dal gruppo, ma perché solo Keyra riusciva a vedere una parte buona in lei, le altre la vedevano come una stronza. In realtà era solo una ragazza che aveva preso tante batoste nella sua vita. Non la vedeva praticamente mai, in quanto studiava in Scozia. Come lei era un’appassionata di Harry Potter, e si erano conosciute grazie ad esso ed ad un gioco di ruolo su HP. Le aveva proposto di andare con loro, anche se Rhoy pensava che non sapeva divertirsi. Ma bastò dirle che avevano la parte privata in una delle discoteche più “in” della città. E  vi pare che non accettava? Rhoy era un’intenditrice di discoteche. «come al solito siete sempre le ultime!» fece notare Rhoy, con un sorriso. «parla quella che arriva un ora dopo dell’orario deciso! Cos’è successo oggi? Hai messo il turbo?» chiese, abbracciando le altre, e lasciando Rhoy per ultima. Lei e Rhoy erano Rhoy e Keyra. Stop. «ero ansiosa di darti due calci nel didietro.» era seria almeno quanto Keyra, mentre parlava. «puoi solo se poi ti fai sputare in faccia.» scherzò, per poi abbracciarla, in modo stretto. «ciao capezzola!» la sentì ricambiare l’abbraccio, delicatamente. «ciao chiappetta!» si sorrisero, mentre solo loro sapevano il significato di quei soprannomi. In realtà era stata Keyra a darle “capezzola” come soprannome, dopo che aveva scoperto che a Rhoy piaceva “skins”. E lei per quel soprannome le aveva dato “chiappetta”. «entriamo? Ho una fame!» si girò a guardare Mary, poi scoppiò a ridere. «Niall ti fa un brutto effetto!» Mary le andò dietro nel ridere, per poi entrare nel ristorante. Appena si furono messe sedute, cominciarono a chiacchierare. «allora, a turno voglio le vostre novità nella vita.» disse Keyra, sistemando il suo tovagliolo. Cominciò Allyson. «io vivo di università, quindi non ho molto da dire.» ammise, con un sorriso. «che ragazzina!» giocò e lei le fece una linguaccia. «io mi sono messa con un mio amico!» disse Helena, e Keyra si fece avanti, curiosa. «nome, cognome e descrizione fisica.» sussurrò, e Helena sorrise. Si mise a raccontare la sua storia, e quando terminò Keyra sorrise dolcemente. «e brava la nostra Helena.» disse, per poi spostare lo sguardo su Alice. «niente di nuovo..» alzò un sopracciglio, per poi spostare lo sguardo su Rhoy, che la guardò in modo annoiato, vedendo lo sguardo da furbetta che aveva. «e tu mia spezza cuori?» domandò, facendola sorridere. «mi sono data una pausa.. io vivo di scuola. Ma Edimburgo è spettacolare. Quando mi vieni a trovare, che ti porto a vedere il castello di Harry Potter?» brillarono gli occhi ad entrambe. «verrò, appena ho un secondo di tempo, promesso! Ma che vuol dire che ti sei presa una pausa?» Rhoy si sistemò il vestito. «sto in pausa, voglio pensare solo all’università.» disse, e sorrise orgogliosa. «bene così..» si girò verso Mary e fece una smorfia. «praticamente so tutto di te, non ti sopporto più!» la sfotté e Mary le diede una pizza. «e tu?» fece una smorfia, guardando Alice. «non abbiamo tutto questo tempo.. Arriva il cameriere!» esclamò, non volendo dire la sua vita, come al solito. Avrebbe sicuramente scatenato un caos. Allyson e Mary sapevano, ma le altre sapevano poco perché ognuno la pensava diversamente. Ovviamente tutte sapevano che c’era stato qualcosa con Zayn al tempo della scuola. E lì già Alice e Helena le avevano dato mezzo della zoccola aveva avuto solo una storia di sesso con Zayn. Chissà che avrebbero detto se se ne fosse uscita che era tornata a letto con lui, per un mese era stata la sua trombamica e poi ci si era messa insieme? Non voleva neanche immaginare che cosa le avrebbero detto, in quel caso.
La cena continuò normalmente, finché il cellulare non le squillò. «è lui?» domandò Mary, vedendola scuotere la testa. «e chi sennò? Mi stressa con i messaggi da oggi pomeriggio!» esclamò, rispondendo velocemente mentre pagavano. Appena fuori dal ristorante presero un taxi, e si diressero verso la discoteca. Quando furono fuori, camminarono verso la folla di gente che aspettava di entrare. «ehi, dove vai?» domandò Rhoy, già in fila. «siamo in lista, Rhoy!» La vide sbarrare gli occhi. «come cazzo ci sei riuscita? E’ impossibile!» sorrise ancora. «ti avevo promesso un capodanno indimenticabile, no? Tu fidati di me..» la prese per mano e la portò di fronte alla porta, dove vide una guardia del corpo, che appena la vide le sorrise. «ehi Sam. Lavori anche oggi?» domandò ricambiando il sorriso. «brutta storia fare la guardia del corpo..» giocò e salutò velocemente anche le altre, per poi fare strada. «come cazzo ci sei riuscita?» Rhoy non riusciva a capire. «mi sono portata a letto il capo!» giocò e sorrise, mentre Rhoy cercava di capire, senza azzeccare naturalmente la verità. Neanche a lei aveva detto nulla, non per nulla ma semplicemente perché conosceva Rhoy. Sapeva dei cinque suoi amici, sapeva che si chiamavano Louis, Harry,Liam e Niall. Ma non li avrebbe mai collegati ai One Direction. Li smerdava i gruppi come i One Direction. Era tosta su tutto. E le canzoni che facevano, non le piacevano per niente. Sperava che quella sera avrebbe cambiato idea, magari conoscendoli dal vivo. Quando furono entrati, seguirono la guardia del corpo. La discoteca non era enorme, di più. Era rettangolare, e al centro di essa vi era un isolotto più in alto, che veniva riservato a feste o cose simili. Di fronte ai tre scalini che conducevano all’isolotto aperto e sotto gli occhi di tutti, c’era un’altra guardia del corpo, non lo conosceva quindi significava che era del posto. Appena Sam ci parlò, quello sorrise e tolse la corda per farle passare. Sorrise e neanche fece in tempo a posare tutti e due i piedi sull’isolotto che quattro corpi le furono addosso. Ricambiò, ridendo sentendo quei quattro coglioni dire cazzate come al solito. «Senti.. Zayn non ci vede. Ci facciamo una scappata in bagno? Sei così figa stasera!» guardò male Harry. «neanche in vacanza sei riuscito a raffreddare i bollenti spiriti?» domandò, mentre Niall si staccava da lei per andare a salutare Mary.. Tutte vi domandate perché prima salutava Keyra e poi Mary? Semplicemente perché se salutava Mary per prima Keyra non avrebbe avuto saluto. Non si sarebbero più staccati. «sei tu e le tue gambe che mi parlano!» ridacchiò. «certo certo! Scordatelo!» si girò per guardare le sue amiche, tutte a bocca aperta, tranne Allyson, che sapeva. Fece le presentazioni, richiamando all’ordine anche Niall che praticamente si era attaccato a Mary come una cozza allo scoglio. «ehi piccioncini.. prendete aria, ogni tanto!» si fecero una risata tutte insieme. «Allyson, che conoscete. Loro sono Alice, Helena e Rhoy!» poi indicò i maschi. «Niall, Harry, Liam e Louis!» sussurrò, e tutti si strinsero la mano.  Appena poté si mise a cercare un certo moro con gli occhi più belli del mondo. Lo vide parlare con un ragazzo, ma la stava guardando. Si sorrisero, e si sentì il cuore in gola quando vide quel sorriso. «mamma mia, sai che sei da stuprare vestita così?» si girò un secondo a guardare male Harry, poi guardò le sue amiche. «vi prego qualcuna gliela da? Almeno smette di rompere i coglioni a me!» scherzò, facendolo ridere mentre le quattro la guardavano a bocca aperta. «Allyson, tu gli piacevi.. Dai, una cosa indolore!» Harry le saltò addosso, vista la figura che gli aveva appena fatto fare. Infatti Allyson arrossì almeno quanto Harry. «mamma mia, e fatevela una risata.» spostò di nuovo lo sguardo su Zayn, vedendolo ancora a guardarla. Poi lo vide scusarsi con il ragazzo e camminare verso di lei. «ora scusatemi, ma io ho adocchiato un fico a ore 12. Divertitevi eh!» esclamò lasciando la mano di Rhoy e camminando verso di Zayn. Appena si trovarono a metà strada, si strinsero in un abbraccio. Solo quello. Affondò la faccia nella sua camicia, respirando il suo profumo e sentì lui respirare il suo. Non si sa per quanti minuti o ore rimasero lì abbracciati, fatto sta che non si sarebbe mai stufata di quell’abbraccio. «ciao scricciolo!» lo strinse di più, sentendo quel sussurro al suo orecchio. «ciao Zayn!» ricambiò, riemergendo dalla sua camicia, e alzando di poco la testa verso la sua. Lui si piegò a sfiorarle le labbra, per poi sorriderle. «finalmente..» ridacchiò. «sei insopportabile, Zayn! Le mie dita stanno chiedendo pietà da oggi pomeriggio!» il moro ridacchiò, scuotendo la testa. «tu però potevi passare a casa!» lo guardò male. «ma che ci passavo a fare? Insomma, era inutile!» sbottò, facendogli notare che se passava a casa era davvero tempo perduto. «ah.. sono inutile.. ok!» lo guardò male, molto male facendolo ridere. «se tu passavi a casa, io ti impedivo di vestirti così. Finirò a litigare con qualcuno, stasera, tu te ne rendi conto?» roteò gli occhi al cielo. «madonna mia!» sussurrò facendolo ridere. «riesci ad essere stressate anche dopo una settimana che non ti vedo. Rendiamoci conto!» lo fece ridere di nuovo, e lei si perse a guardarlo ridere. «tu vedi di starmi sempre attaccata, sennò oggi mordo!» annuì, e lui si piegò di nuovo a sfiorarle le labbra. «se non penso che mezza discoteca ti sta guardando perché beh, togli il fiato.. sei bellissima!» alzò un lato delle labbra, guardandolo come se fosse un dio sceso in terra. «tappa bagno? Sei estremamente fico anche tu, oggi!» Zayn si fece una risata, ridendo in quel modo che lei tanto piaceva. Bello come il sole, mannaggia a lui. «tutto bene?» domandò, ricordando quello che era successo a natale. Lui annuì, con dolcezza. «hanno ragione gli altri quando dicono che sei una divina psicologa non laureata!» ridacchiò. «fiera di essere stata d’aiuto, o mio padrone!» lo sfotté mentre lui affondava la mano nei capelli sciolti, come al solito. «andiamo.. che ti presento le altre!» Zayn la guardò, bloccandola quando fece per staccarsi da lui. «non mi hai salutato! Neanche un bacio..» alzò un sopracciglio. «scusa? Hai avuto un vuoto di memoria?» domandò, mentre lui la guardava con quello sguardo furbetto, e un ghigno disegnato sulle labbra. «tu quello lo chiami bacio?» annuì, mentre Zayn scuoteva la testa. «beh, io no! Vieni qui!» non le diede neanche il tempo di rispondere che appoggiò le labbra sulle sue, e in meno di dieci secondi si dimenticò pure chi era. Ma come diavolo ci riusciva? Si schiarì la voce, tenendosi a lui mentre cercava di riaccendere il cervello. «Malik, a te dovrebbero denunciarti per “baci troppo sexy”» il moro si fece un’altra risata. «in realtà non bacio così bene.. sei tu che fai uscire la parte migliore di me..» lo guardò male. «leccaculo! Andiamo!» il moro la prese per mano, mentre lei camminava verso gli altri. Pian piano si fecero tutte le presentazioni, e solo quando si ritrovò di fronte al ragazzo con cui parlava Zayn, capì che era suo cugino. Si vergognò come una ladra. Si erano spostati tutti verso il centro. C’era così tanta gente che non ci stava capendo un cazzo, doveva ammetterlo. Appoggiata sul bordo di vetro stava chiacchierando con le sue amiche, al suo fianco c’era Zayn che chiacchierava con suo cugino. Zayn la teneva al suo fianco, impedendole così di andare ovunque. Alla fine riuscì a staccarselo di dosso quando Rhoy le disse che doveva parlarle. Si spostarono un pochino e vedendo la sua faccia, rise. «mi sa che sono rimasta un tantino indietro..» le fece notare Rhoy, stranita. «non ti ho detto nulla perché so come la pensi su di loro..» lei annuì, facendo una smorfia. «si ma.. aspetta..» attese, come richiedeva. «lo Zayn della scuola che mi hai raccontato, è quel Zayn?» annuì, divertita. «ok.. hai tipo dieci secondi per raccontarmi tutto..» si andarono a prendere qualcosa al bar mentre le raccontava tutto quello che era successo. «tu sei la ragazza di Zayn!» alzò un sopracciglio, al tono stranito che aveva. «e per fortuna che non ti piaceva stare sotto ai riflettori..» le fece notare, brusca come solo lei ci riusciva. «a parte che non sono io che sto sotto i riflettori, ma lui. Secondo.. Io non vedo Zayn come quello degli One Direction, ma lo vedo solamente come il demente che mi ha fatto perdere la testa quando ero una ragazzina. Non vedo in lui una persona famosa, e ti assicuro che quando sono insieme a lui mi dimentico pure di avere gli occhi addosso. Della sua fama non mi interessa nulla. Non voglio la sua fama, ma lui! E se lui è famoso, mi prendo anche il fatto che è inseguito da mille ragazzine innamorate di lui. Mi stai capendo?» la vide annuire. «il lavoro l’ho preso solamente per stare insieme ai miei amici, solo per stare con lui. A me, di essere una manager poco mi interessa, ti assicuro! Non è neanche quello il lavoro che vorrei fare da grande. Lo faccio esclusivamente per loro. A me, dei soldi, della popolarità e di andare in giro a dire che sono la ragazza di Zayn Malik, e che sono la manager del suo gruppo, non mi interessa. Finalmente sono riuscita a ritrovare la calma nella mia vita, e non ho intenzione di lasciarla andare. Se questo vuol dire stare dietro a loro cinque, dietro ad un gruppo di cantanti, lo faccio. Loro mi fanno stare bene, io sono dipendente da loro per avere la mia calma, capisci?» Rhoy la guardò duramente. «si, capisco. Ma sei così cambiata!» scosse la testa. «no, tu mi credi cambiata. Tu mi hai conosciuto come la ragazza depressa perché i suoi amici l’avevano lasciata.. Questa è la vera Keyra, quella che è una stupida insieme ai suoi amici, quella che non si fa problemi a donare il suo cuore a quel deficiente che gliel’ha preso due anni fa. Questa sono io, tu hai conosciuto solamente la parte monotona di me..» si scrutarono attentamente, poi la sentì sospirare. «non sono abituata a vederti così..prima eri una sognatrice, mi piaceva il fatto che io parlavo e tu ti lasciavi andare ai tuoi viaggi mentali. Mi piaceva la tua parte seria, che eri la testa tra noi due..» la scrutò attentamente, poi scosse la testa. «Rhoy.. sono sempre io! Tu mi hai conosciuto in un momento della mia vita in cui volevo solamente tornare indietro nel tempo. Sognavo di tornare indietro, di rivivere tutto. Ora ho smesso di sognare, ma per modo di dire. Ancora mi perdo nei miei pensieri, e ti assicuro che sarò sempre la mente di noi due. Tu sei quella che fa danni in giro, io sono quella che ti tiene la testa mentre ti vomiti anche l’anima. Non è cambiato nulla, se non per il fatto che finalmente sono tornata a sorridere veramente, come non sorridevo da anni! Se permetti a me e a loro di farti vedere che non è cambiato nulla, che sono la solita cogliona che tanto ti fa ridere, solamente in modo più pronunciato! Ti assicuro che c’è sempre la tua Keyra.» Si guardarono dentro gli occhi, poi l’abbracciò. «ora.. puoi pensare che loro sono un gruppo di cantanti schifosi.. oppure puoi fermarti a vedere che sotto quelli che tu credi siano dei montati, ci sono persone normalissime! E dietro di me, c’è sempre la tua Keyra. Ce lo permetterai?» la sentì annuire, mentre ricambiava l’abbraccio. «va bene..» si sorrisero, poi tornarono in mezzo al gruppo. Zayn era di spalle, e gli andò dietro, abbracciandolo. Lui ricambiò, buttando indietro le braccia e stringendola a se. Avete presente quando abbracciate una persona da dietro e le dite “metti le braccia dietro, farò io le braccia per te?” lasciandoti andare dalla demenza e cercando di comportarti come quella persona quando parla, facendo i suoi stessi gesti? «mhm.. insomma alla fine l’ho portata a dire la verità. Sono un grande!» alla parola “mhm” Keyra gli toccò il mento, poi quando disse “sono un grande” mosse la mano facendo “no” con il dito. Zayn le diede un pizzico, facendola ridere. Praticamente il cugino stava ululando dalle risate. «poi però ho scoperto che la mia ragazza..» indicò il suo petto quando disse “mia” «bella, stupendissima  e tremendamente sexy..» se ne uscì lei, lasciando perdere il giochetto da demente e Zayn che la guardò divertito. «e tremendamente modesta..» lo guardò male, poi guardò il cugino. «io eh! E lui? Ti dico solamente che se n’è uscito una volta “cazzo sono un fico, farei sesso con me stesso!”» lo guardò con dolcezza, e gli diede una spalla per fargli capire che stava giocando. «oltre ad essere modesta è anche una stronza patentata! Poi la gente si domanda perché guardo tutti male.. La sua negatività mi ha preso!» perse il sorriso, sentendo quelle parole passando a guardarlo male. «sei così simpatico, Malik!» sbottò, mentre Allyson si appoggiava su di lei, già mezza ubriaca. Si girò a guardarla, scoppiando a ridere. «Keyra..» annuì. «ti dispiace se ci provo con Harry?» era ovvio che non stava tanto bene. Se la conosceva bene non avrebbe mai detto una cosa del genere. Le dispiaceva? «chi scopa a capodanno scopa tutto l’anno, no?» Zayn e il cugino si fecero una risata mentre Allyson annuiva. «tu scoperai?» la guardò maliziosamente. «scherzi? Io e Zayn giochiamo a carte quando stiamo da soli!» disse, seria. Allyson la guardò stranita. «dai? Ma come fai? E’ un bel ragazzo!» Keyra scoppiò a ridere mentre sentiva che Zayn le lasciava un bacio tra i capelli. «sto scherzando Ally! Deve ringraziare che non mi incollo a lui con la super colla! Vai da Harry, forza!» Harry non stava poi così bene come immaginava. Stava mezzo brillo anche lui. Quando arrivò la mezzanotte la prima cosa che ricevette fu un bacio dal moro, che ovviamente ci mise poco a farle diventare le gambe come gelatina. Si strinse a lui, e quando si staccarono Zayn le augurò buon anno nuovo, mentre lei non riusciva quasi neanche a respirare. Poi si sentì abbracciata da tutti, che le auguravano buon anno. Ricambiò gli abbracci, i baci e gli auguri con un sorrisone che andava da un orecchio all’altro. Quando furono finiti gli abbracci, baci e auguri, Zayn la rubò al resto del gruppo. «dove mi stai portando ora?» sbuffò, incuriosita, mentre lui prendeva i giacchetti e si avvicinava di nuovo a Sam, annuendo. Quello uscì di fuori e la portò su una collina lì vicino. «a vedere i fuochi d’artificio, no?» le disse e si girò a guardarlo con un sorriso. Si vedeva tutta Londra da quella collina. E sembrava fatto apposta a stare lì, quella collina. Fu uno spettacolo mozzafiato, mentre si stringeva al corpo di Zayn perché faceva freddo, ma soprattutto perché voleva. Ogni momento da sola con quel ragazzo era unico. Se non era dolce, era divertente. Ogni volta c’era sempre qualcosa da imparare di quel ragazzo. Sembrava perfetto. Non sembrava, era perfetto. Maledetto lui. «hai dei buoni propositi per l’anno nuovo?» chiese al moro, curiosa mentre lui se la stringeva addosso. «smettere di fumare!» iniziò, e lei si girò a guardarlo. «e non lo farai mai..» si sorrisero. «e poi..? Qualcosa che riuscirai a fare?» domandò, e lui si piegò a sfiorarle le labbra. «avere un figlio da te!» lo guardò stranita. «perché non lasci questo buon proposito fra qualche anno?» Zayn la guardò incredulo. «io stavo scherzando!» ammise, guardandola. «lo so.. ma chi ti dice che fra qualche anno io non decida di darti un figlio?» domandò, e il moro si piegò di nuovo a darle un altro bacio. «vuoi darmi un figlio?» alzò le piccole spalle, guardando per un secondo i fuochi d’artificio. «per adesso mi limito a darti il mio amore.. Poi magari tra qualche anno da quell’amore esce un figlio, mai dire mai..» Zayn rimase a guardarla per qualche secondo, incredulo di quelle parole. Non erano da Keyra, lui aveva detto quella cosa solo per giocare. Non voleva un figlio da lei, non in quel momento almeno. Pensava che si fosse incazzata ma l’aveva stupito di nuovo, dando una risposta sbagliata da quella che lui si immaginava. Poi si buttò su di lei, donandogli un bacio più che dolce. Pieno di parole che non si sarebbero mai detti. «e i tuoi buoni propositi per l’anno nuovo?» chiese il moro, dopo averle sfiorato la guancia rossa dal freddo. «essere più dolce. Soprattutto con te! Prima o poi mi lasci se continuo a trattarti a pesci in faccia!» il moro ridacchiò. «amo anche quella parte di te, sai? So che in fondo dietro a quella cattiveria, stravedi per me.» si guardarono, mentre lei faceva una smorfia come per dire “modesto il ragazzo”. «quindi sarai più dolce?» annuì. «ci proverò almeno! Ma tu non mettere il carico da cinquanta.» gli sorrise, vedendo quel sorriso  felice. «e poi? Che altri buoni propositi hai?» lo guardò. «non ti sembra tanto quello che ho deciso di fare quest’anno? E’ difficile per me non usare le battutine, eh!» ammise, e lui sorrise. Fu lei la prima a muoversi in quel momento. Zayn stava con le mani nel giacchetto, e Keyra ci infilò le sue, per poi abbracciarlo. Affondò la faccia nel suo giacchetto e poco dopo lo sentì ricambiare l’abbraccio. «vedo che stai cominciando subito ad essere più dolce con me.» lo sentì sussurrare, e ridacchiò. «ci sto provando, ma tu non mi devi smontare le mie prove! Sta fermo!» sbottò, e si alzò sulle punte dei piedi e posò le labbra sulle sue. Dopo un altro bacio lo guardò negli occhi. «grazie per il bel capodanno!» Lo vide sorridere in quel modo dolcissimo. «dovere..» sussurrò, mentre Keyra lo abbassava per dargli tutti baci, ovunque sul suo viso. Lo fece ridere di cuore mentre Zayn la prendeva in braccio e cominciava a girare su se stesso con lei tra le braccia che continuava a baciarlo ovunque, tutto contento di quella dolcezza così rara da parte di Keyra.
 
 
«ma quando siamo usciti avevamo lasciato una sola serratura. Ne vedo tre ora!» La mora scoppiò a ridere e strappò le chiavi di mano a Louis, e aprì il portone. Tutti e sei sospirarono quando sentirono il calduccio di casa. Con loro vi era Rhoy e Mary, che ovviamente avrebbero dormito da loro. Si buttarono sui divani, dopo essersi tolti i giacchetti. «ho bisogno di acqua! Qualcuno la vuole?» sussurrò Liam, alzandosi e prendendo acqua e bicchieri per tutti. Erano le cinque di mattina e stavano a pezzi. Chi mezzo ubriaco e chi mezzo brillo. Niall si alzò per prendersi un’aspirina visto che gli era venuto un mal di testa terrificante. Keyra si tolse le scarpe con il tacco e prese a massaggiarsi le dita, doloranti. Zayn si stava aprendo la camicia, Harry era morto appena aveva toccato il divano, Louis mugugnava che si sentiva poco bene. Mary faceva la stessa cosa di Keyra e Rhoy si guardava intorno, incuriosita. «domani sei a pranzo dai tuoi?» chiese Liam, porgendole il bicchiere. «si! Ma scommetto dieci sterline che non alzerò!» tutti quelli svegli e sani scoppiarono a ridere. «ti svegliamo noi, tanto vado da Mary a mangiare!» si girò a guardare la sua migliore amica. «momento momento momento..» non poteva essere. «lo stai portando a conoscere la famiglia?» domandò, stranita. La vide annuire. «sto sbagliando?» chiese, in un sorriso. «ma fai come ti pare. Era solo curiosità.» ammise, tra l’incredulità e la felicità. «ma tu credi che è troppo presto?» la guardò con dolcezza. «ti ho detto che tu non ti devi basare su di me. Io sbaglio, io prendo sempre le strade sbagliate! Fai di testa tua, non seguire me e le mie stupide idee, ok?» Zayn le stava guardando, ascoltando il loro discorso. «ma tu..» la guardò male. «ma tu cosa, Mary? Ma chi sono, per te? Un esempio da seguire?» la vide annuire. «e hai scelto proprio la persona sbagliata da seguire. Se te la senti di portarlo a casa tua, fallo! Io posso essere solo felice per voi! E poi tu hai una famiglia dolcissima. Tuo fratello non ucciderà mai Niall. Lo accetteranno!» la vide annuire con un sorriso. Si girò a guardare Zayn e si scrutarono attentamente. «bene gente, io me ne vado a dormire!» disse Louis, e si alzò. «Rhoy.. andiamo anche noi? Sennò io domani non mi sveglio neanche sotto tortura!» la vide annuire. Si alzarono anche loro, e Keyra si piegò a dare un bacio a tutti. «buonanotte dolcezze!» In camera si struccò e si mise la felpa e il pantalone che non era altro che il suo pigiama e si buttò a letto. «ti è piaciuta la serata?» chiese a Rhoy, che si struccava in bagno. «molto. Grazie per avermi invitata!» si sorrisero. «e loro come ti sembrano?» domandò, preoccupata. «non male. Louis sta fuori almeno quanto te!» ridacchiò divertita. «è il mio degno alunno!» la guardò mettersi al suo fianco. «e devo dirti una cosa..» si girò a guardarla. «non hanno poi queste brutte voci.. E’ il tipo di canzone che fanno che non mi piace. Ma hanno delle voci da sturbo!» ammise, guardandola. «eh si! Quelle sono stupende. Per le canzoni, purtroppo si sa che non le scrivono i cantanti. Anche se loro hanno scritto tre canzoni del loro cd.» spiegò. «si, infatti. Vabbeh non si può avere tutto!» ridacchiò mentre spengeva la luce. Dopo due minuti Rhoy si addormentò, mentre lei rimaneva a guardare il soffitto, pensierosa. Pensò per quasi due ore, su quello che stava succedendo nella sua vita. Strano che quando tutti dormivano, la casa era silenziosa, si crollava a pensare a quelle cose. Ci avete mai fatto caso che non pensate a quelle cose quasi mai durante la giornata, ma solamente quando vi ritrovate dentro il vostro letto, pronte a dormire?
Un nuovo anno era cominciato. Se ripensava all’anno prima, si vedeva solo una Keyra depressa che non voleva andare avanti ma che era forzata ad andare avanti. Che si faceva i viaggi mentali pensando ai suoi amici, cercando di immaginare la sua vita futura. Se ripensava a come si vedeva fino ad un anno prima, una donna frustrata e che viveva solo di lavoro, in quel momento si ritrovò a pensare che forse era riuscita a cambiare qualcosa. O almeno il destino l’aveva avuto. Aveva avuto i suoi amici indietro, lui e un lavoro poco aspettato. A lui aveva promesso più dolcezza. L’aveva sempre trattato a pesci in faccia solo perché non voleva sembrare troppo smielata. Sospirando spostò le coperte e uscì dalla stanza, andando alla fine del corridoio dove c’era la stanza di Zayn. Bussò ma ovviamente non rispose. Stava già dormendo e si sapeva che Zayn aveva il sonno pesante. Si avvicinò al lettone dove dormiva il suo ragazzo e lo guardò dormire per quasi cinque minuti. Sarebbe rimasta per ore a guardarlo, mentre dormiva. Era qualcosa di unico quando stava nel mondo dei sogni. Si intrufolò nel suo letto, e sicuramente sentendo il movimento al suo fianco, Zayn si svegliò. «chi è?» lo sentì sussurrare, mezzo addormentato. «babbo natale!» rispose, sarcastica. «Keyra? Che ci fai qui?» domandò girandosi a guardarla. «non riuscivo a dormire.. Forse qui ci riesco.» Lo sentì girarsi con tutto il corpo verso di lei, e la guardò stranito. «qualcosa non va?» chiese, preoccupato. Scosse la testa e senza dire nient’altro si accoccolò al suo fianco, richiedendo il suo calore corporeo. «no, non c’è niente che non va, almeno non in questo momento. Forse qualcosa prima non andava, ma adesso non c’è più.» stava con la testa appoggiata al suo petto, e sentì il cuore di Zayn battere all’impazzata, per qualche secondo. Sentì le sue braccia abbracciarla, e poi stringersela ancora di più addosso. Si addormentò senza problemi sentendo il battito cardiaco di Zayn.
 
Io sono felice per Zayn. Se lui è felice con Keyra al suo fianco, allora io accetto che Keyra è la sua ragazza, e che proprio quella ragazza lo renda felice. A me non interessa se Keyra non è perfetta per lui, se vedo in lei una persona sbagliata per essere al fianco del mio Zayn. Io, fan, non sono nessuno per dire a Zayn con chi stare. Se lui si trova bene con Keyra, allora io, una semplicissima fan, accetterò questa sua decisione. Vi assicuro che ho visto Zayn e Keyra insieme, e sono strasicura che sono fatti per stare insieme. Non conosco Keyra, non conosco neanche Zayn, ma quei due sono fatti per stare insieme, punto. E noi fan dobbiamo accettarlo. Dobbiamo volere solamente il bene dei nostri ragazzi, no? Ecco, Keyra è il bene di Zayn! E non devo accettarlo solamente io, ma tutte! Stanotte, la notte di capodanno, sono andata a festeggiare in un locale, dove c’erano anche loro. Quei due, dannazione sono fatti per stare insieme, e spero che presto escano quelle foto di loro che ho visto fare a qualche paparazzo. Così che anche voi vi rendiate conto che quei due devono stare insieme. Sono di una dolcezza unica, quando sono insieme. Li ho visti con i miei occhi, e ho capito che Zayn stando con Keyra è contento. Non so cos’abbia questa ragazza, ma è quello che serve a Zayn. Non l’ho mai visto ridere così tanto, neanche con i suoi amici. Gli si leggeva negli occhi dell’amore che provava per Keyra. E lo stesso valeva per lei. Se Zayn è Keyra che vuole al suo fianco, io li accetto insieme. Possiamo vederla non perfetta per lui, brutta o troppo antipatica, ma.. In fondo è una normalissima ragazza. Ho potuto capirlo guardandola stare insieme a Zayn, vedendoli insieme. Qui sotto vi scriverò cosa ho visto io stanotte.
Innanzi tutto non sapevo che sarei stata nella stessa discoteca dove c’erano gli One Direction. Naturalmente erano divisi dal resto delle persone. Chi è stato allo shangoh, sa che al centro c’è questa isola innalzata, grande tutta la discoteca. Quindi loro stavano sopra, noi sotto. Naturalmente non potevamo parlare con loro perché di fronte alle scalette per arrivare al piano superiore vi erano le guardie del corpo che non facevano passare. E poi non sarei mai andata a disturbare, sapendo che loro stavano insieme per festeggiare il nuovo anno. Sono stata a guardarli per tutta la sera, finché non è arrivata Keyra con le sue amiche. Aveva un vestito verde bosco, con decolté nere. Una coda alta, la semplicità fatta in persona ma che la rendeva qualcosa di stupendo. Ho visto come i cinque l’hanno guardata, forse non sono poi così abituati a vederla in quel modo. Naturalmente non ho sentito quello che si sono detti, ma mi è bastato guardare. Insomma, quando Keyra è arrivata, si sono fatti avanti tutti e quattro e Niall per primo l’ha abbracciata. Ha salutato gli altri. Zayn in tutto questo era bloccato a parlare con suo cugino, ma l’ha vista entrare e da quando è entrata non gli ha staccato gli occhi di dosso. Poi mi sa che si è scusato con suo cugino.. E ragazze, quei due sono fatti per stare insieme. Sono di una dolcezza smisurata. Lei continuava ad essere circondata dagli altri, ma appena si è resa conto dov’era Zayn si sono guardati in modo troppo dolce. Poi ognuno ha lasciato il proprio compagno e si sono camminati incontro, per poi abbracciarsi. Sono rimasti, e li ho contati, due minuti semplicemente abbracciati. Zayn con il volto affondato nei suoi capelli, lei nascosta nel suo petto. Si sono scambiati un bacio, come lecito che sia, per poi guardarsi in un modo troppo dolce mentre si parlavano. Lei aveva lo sguardo da innamorata, lui la guardava come.. come.. una reliquia. Era come se entrambi avevano tra le mani un qualcosa di delicatissimo e che avevano paura di rompere. Lui le stava raccontando qualcosa, Keyra lo ascoltava rapita, poi lo ha guardato in modo incredulo ed è scoppiata in una risata di cuore. E lui.. Lui sorrideva, mentre lei buttava indietro la testa per ridere. Si è unito alla sua risata, nei loro occhi si leggeva quanto amore provavano per l’altro. Li ho osservati per tutta la sera. Non si sono baciati tantissime volte, ma ogni tanto c’era qualche coccola. Non si sono chiusi tra di loro, anzi.. Sono sempre stati circondati dagli altri. Magari parlavano con gli altri, ognuno con persone diverse ma rimanevano vicini. Appena uno si allontanava, l’altro cercava un piccolo contatto. Lei che teneva la sua camicia, lui che le sfiorava la schiena con le carezze. Non so neanche spiegarvi cosa ho visto quella sera, perché diamine, è impossibile spiegarli. Sembrano come attratti uno dall’altro. In un modo o nell’altro stavano sempre vicini, anche se non stavano parlando tra loro. Insieme sono perfetti, e a fanculo chi dice il contrario. Non riescono proprio a notare quando Zayn è contento con Keyra. E Keyra è innamorata di Zayn almeno quanto lui lo è di lei, se non di più. Fanculo a chi dice che lo usa solo per i soldi o per la fama. E come se quando sono insieme si sentono solo Keyra e Zayn. Ogni tanto mi sono fatta una risata vedendo Keyra dargli delle pizze, in modo giocoso ovviamente e lui la guardava in malo modo. O quando lui chissà raccontando che cosa, si è messo a gesticolare e lei al suo fianco lo sfotteva rifacendo le stesse sue mosse. Quando, il cugino di Zayn è scoppiato a ridere, Zayn si è bloccato e si è girato, per guardarla. E lei si stava dondolando come le bambine piccole sui talloni, le mani dietro la schiena come quando da bambini si vuole far credere che non è colpa nostra. E lui che la guardava male, per poi scoppiare a ridere vedendo la faccia da angioletto che stava facendo. Oltre a stare insieme, sono anche migliori amici. Si nota tantissimo questa cosa. Possono anche stare intrecciati uno con l’altra, ma c’è sempre lo sguardo cattivo, magari per qualcosa. Sono unici. E’ stato divertente guardarli, vedere come si comportano. Ad un tratto Keyra si è allontanata e lui si guardava intorno mentre parlava con la gente, cercandola. Poi l’ho ritrovata al fianco della sua migliore amica, a chiacchierare. Quando Zayn si è avvicinato, passando un braccio sulle spalle di Mary, mi sono divertita a guardare la faccia di Keyra e lo sguardo di fuoco che gli stava lanciando. Poi quando si è avvicinato per baciarla, lei si è tirata indietro stizzita. Vederli “litigare” è qualcosa di unico. Lei che continuava a fare passi indietro, mentre lui si fermava e indicava il pavimento come per dire “vieni qui!” e lei che continuava a ridere e scuotere la testa.
Se siete contrari a questa coppia è perché siete gelose di lei. Ma non capite che Zayn ha bisogno di Keyra per avere quel sorriso. Se non l’accettate significa che siete gelose perché lei ha le attenzioni di Zayn su di lei. Peccato che con il vostro stupido comportamento non risolvete nulla. Potete attaccarla quanto volete, ma lei resterà sempre al fianco di Zayn. Quei due sono indistruttibili.
Per non parlare della foto che girava di Keyra con il suo presunto amante, che poi si è rivelato suo fratello. SUO FRATELLO! Avete fatto girare la voce che era una puttana, e poi in realtà era solamente suo fratello. Continuate a trattarla a pesci in faccia, ma siete solamente gelose, stupide! Non è che se la trattate male loro si lasciano, eh! Potete pur star certe che Keyra non lascerà Zayn per voi. Quei due sono troppo forti insieme, per pensare anche solo di lasciarsi. Non vivono la loro storia su di voi, posso assicurarvelo. Lasciate perdere questa coppia, ok?
Io sono pro-Zayra. Se lo sei anche tu, retweetta questo TL e fatelo girare!


ok.. ce l'ho fatta ad aggiornare la storia. E' sempre più difficile, e ammetto che non vedo l'ora che mio padre compri un letto a mia sorella.. Così almeno mi lascia la stanza e con questo potrò tornare a scrivere durante la notte, senza preoccuparmi di svegliarla. XD Averla in stanza 24 ore su 24 porta la mia creatività di scrittrice a livelli bassissimi. Infatti ho il cervello pieno di idee e non vedo l'ora di avere un po' di tempo per me per trascriverle sul pc. Anyway.. continuo ad amarvi perché continuate a recensire le mie storie, a mettere le storie tra i preferiti. A contattarmi su twitter per farmi mille complimenti. Voglio sposarvi tutti. 
L'ultimo pezzo della storia è un Twitlonger ipotetico scritto da una fan su Twitter. Naturalmente è tutto inventato Ahahahah! Nessuno mai scriverà un twitlonger su twitter per Keyra, anche perché Keyra non esiste. Ok. Io vi ricordo che sono (@_marrymezayn) su twitter, se vi serve. Ahhhh.. Che mi dimenticavo.
1. questa è l'altra mia storia, se volete passarci. E' su Harry Styles. 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=919594&i=1
2
. da oggi comincierò a postare a fare pubblicità ad altre storie. Potete chiedermelo voi, oppure lo faccio io di mia spontanea volontà. Ma naturalmente se me lo chiedete voi, prima vorrei leggere la storia. :D Quindi oggi pubblicizzo questa storia, scritta da una mia amica, che sta usando anche la mia Keyra (ovviamente mi ha chiesto su twitter se poteva usarla, chiedendomi se mi dava fastidio e se la poteva usare. é stato un piacere che ha pensato alla mia Keyra *__*) quindi ecco qui che le spammo la sua storia. ^^ http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=898098 Leggetela perché vale, fidatevi! (:

3. Io volevo ringraziare due persone che addirittura si sono immaginati un FILM sulla mia storia. Un film, gente.. *__* Mi sono commossa quando mi avete detto che addirittura avete pensato ad un film su questa storia. Mi hanno mandato un logo con la presunta Keyra di questa ragazza, e la canzone che potrebbe esserci nel trailer. Siete stati dolcissimi, davvero ♥ 

 

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Capitolo 17
*** chapter sixteen ***


alzati ogni mattina col pensiero che qualcosa di stupendo sta per accadere.

Perché il giorno arrivava così velocemente mentre la notte ci metteva tanto ad arrivare? Non le andava di alzarsi dal suo letto, ne tantomeno uscire dal caldo delle coperte. Il letto protestò quando decise di alzarsi e dopo essere volata ad accendere i riscaldamenti perché dentro quella casa si moriva di freddo, scese in cucina per fare il caffè. Si girò a guardare la porta d’entrata quando la sentì aprirsi e vide Niall entrare. «Niall?» lo chiamò mentre lui faceva piano per salire su, ma si bloccò quando sentì il suo nome. «oh.. ciao Keyra!» disse, con un sorriso ed entrando in cucina. «dove sei stato?» domandò curiosa mentre aspettava che il caffè uscisse dalla macchinetta. «sono uscito un pochino!» disse, e lei guardò di sfuggita l’orologio attaccato al muro. «certo. Alle nove di mattina tu decidi di farti una passeggiata quando fuori ci sono meno dieci gradi. E me lo vuoi dire con quella faccia addormentata?» domandò e lui ridacchiò. «Tu non sei proprio tornato a dormire a casa!! Hai dormito da Mary?» lo vide annuire. «i suoi sono partiti, aveva casa libera!» disse a mo di spiegazione, con tono dispiaciuto. «bravo! E hai pensato bene di sbattertela in tutte le camere della casa, giusto?» si fece una risata. «ma sei incazzata?» chiese preoccupato. «perché dovrei?» lo vide alzare le spalle. «magari perché ha chiesto a me di andare a dormire da lei, invece che a te!» lo guardò con dolcezza. «ma cos’è tutta questa preoccupazione di quello che penso io?» domandò, stranita. «è che ci teniamo tutti e due a te, e abbiamo paura che ti senti tirata fuori da entrambi!» lo guardò male. «bello vedere come cercate di pensare con la mia mentalità. Ma vi state facendo troppe seghe mentali. Non posso essere più felice per entrambi. Vi voglio bene, e sono contenta che state insieme. E fidatevi che non ho tempo di pensare certe cose.. Vi ricordate che anche io ho un ragazzo a cui badare?» Niall sorrise, dolcemente. «sicura che non ti senti esclusa?» scosse la testa e gli diede un bacio sulla guancia abbracciandolo. «mi manchi, sai?» si sporse per guardarlo. «che ne dici di passare un pomeriggio insieme?» sorrise. «mi dispiace, hai beccato l’unico giorno in cui devo completamente essere di Zayn!» lui inclinò la testa e Keyra con un sospiro spiegò velocemente cosa succedeva. «ho un buon proposito per l’anno nuovo, quello di essere più dolce con tutti, ma soprattutto con Zayn! Un paio di settimane fa è uscito il discorso che sono troppo cattiva con lui, e gli ho promesso un giorno intero da “dolce”. Sto portando avanti questa cosa, sperando che si dimentica ma a quanto pare desidera la sua “giornata dolce”. Quindi quando mi sono svegliata ho pensato che oggi gli darò questa benedetta giornata, così smette di rompere le palle, si accorge che da dolce sono troppo smielata e magari mi fa essere comunque rude con lui!» Niall ascoltò per poi scoppiare a ridere. «siete favolosi come coppia!!» lo guardò con dolcezza. «si, certo! Magari è l’impressione che diamo al di fuori, ma fidati che al di dentro siamo tutt’altro che favolosi!» giocò, ma gli scompigliò i capelli. «comunque prima di ripartire per il tour, sei mia ok?» annuì, dolcemente. «quando vuoi, togliendo oggi!» Tirò fuori il cornetto che aveva messo a riscaldare, per Zayn e porse poi la tazza di caffè a Niall, per poi prendere la sua e quella di Zayn. «vado a svegliare il principe non azzurro!» Si diresse verso la camera di Zayn, con il cornetto e la sua tazza di caffè. Per aprire quella dannatissima porta ci mise tre ore, e alla fine però ci riuscì. Entrò in camera, e posò tutto sul comodino del moro che bellamente se ne stava a pancia in sotto a dormire. Se lo guardò per due o tre minuti, deliziata da quella visione per poi piegarsi a dargli un bacio. Si mosse, come al suo solito, ma non si svegliò. «Zayn!» gli ridiede un altro bacio e finalmente aprì quegli occhioni stupendi. «giorno bell’addormentato!» sorrise, e porse la tazza di caffè e il cornetto. Ma prima di prenderli le diede un bacio come cristo comandava. «mi hai portato la colazione a letto?» chiese, tra lo stupito e il dolce. «benvenuto nella mia “giornata dolce”» vide i suoi occhi brillare felici, e gli uscì un sorrisone a trentadue denti. «vuoi dirmi che se tu fossi stata dolce in tutta la tua vita, mi avresti portato la colazione a letto ogni santo giorno?» ridacchiò e annuì. «ti voglio tutti i giorni dolce!» lo guardò con dolcezza. «mangia prima che te lo mangio io, quel cornetto!» sbottò, e lui si mise a mangiare mentre lei si ributtava sotto le coperte, accoccolandosi al suo fianco. Appena finì di mangiare il cornetto, se ne uscì con un sospiro deliziato. Lo guardò e sorrise. «cosa comporta la tua giornata dolce?» gli chiese e lui la guardò. «no, sei tu che devi decidere!» scosse la testa. «io sono una frana totale. Facciamo così. Metà giornata la decido io, e metà tu! Ci stai?» lo vide annuire, curioso. «tutta la giornata staremo insieme?» annuì, guardandolo. Sentì un altro sospiro deliziato uscire dalle sue labbra. «mi piace.. mi piace! Allora.. vuoi la mattina o la sera?» domandò lui, tutto felice come una pasqua. «sera!» lo vide annuire. «vediamo..» lo vide pensarci, mentre giocava con i suoi capelli e lei invece rimaneva inerme, a guardarlo. Era uno degli spettacoli più belli che avesse mai visto. Non si sarebbe mai stufata di guardarlo. «direi.. ok.. ho deciso!» lo guardò incuriosita. «me lo dici?» lui scosse la testa. «no. Tutto una sorpresa! Io mi vado a fare la doccia!» disse, tutto felice mentre spostava le coperte per alzarsi. «ehi ehi.. dove pensi di andare?» domandò Keyra, bloccandolo. Lui la guardò stranito. «ricordati che sono io oggi che comando!!» sbottò, mezza arrabbiata e lui inarcò ancora di più le sopracciglia. «torna subito al mio fianco. Non ti ho dato la mia dose mattutina di coccole!» Zayn la guardò mentre si mordeva il labbro inferiore. Madonna quel gesto su di lui quanto le faceva sangue. Ci si ributtò tutto felice, e Keyra rise quando lo sentì miagolare, tutto contento e facendole le fusa. Si coccolarono per una decina di minuti, lui felice come non mai e lei tanto felice perché Zayn era tutto contento di quelle coccole. Aveva un sorrisone felice che non sapeva neanche spiegare. Chissà che gli passava per il cervello. «ok. Puoi andare a farti la doccia, prima che ti blocco a letto per tutta la giornata!» disse, togliendosi da sopra di lui. Come ogni volta si erano lasciati andare fin troppo a loro stessi, e alla fine si erano ritrovati a coccolarsi più del dovuto. «eh no però!! Mi stai dicendo che non avrò del sesso oggi?» chiese lui, con un labbro all’infuori. «non lo saprai finché non finisce la giornata!» disse, divertita. «sei una stronza!» ridacchiò. «no.. ti sto tenendo sulle spine almeno quanto tu mi ci stai tenendo. Quindi vai a farti la doccia, e muoviti pure, perché puzzi!» giocò e lui le diede uno schiaffo sul sedere, giocoso. Lo guardò entrare in bagno, e attese finché non lo sentì cantare sotto la doccia. Da quando cantava sotto la doccia? Se ne sarebbe accorta se cantava sotto la doccia, anche perché viveva della sua voce. Ma non l’aveva mai proprio sentito cantare sotto la doccia. Possibile che fosse così contento da farlo cantare sotto la doccia? No. Dai.. oppure era così? Poteva essere davvero così contento quel giorno, solamente perché aveva deciso di dargli il suo benedetto giorno dolce? Si alzò di volata ed entrò in bagno senza far rumore. Si spogliò e aprì le porte della doccia. Lui si girò a guardare chi fosse, incuriosito. Ma quando la vide sorrise. «hai cambiato idea?» scosse la testa mentre entrava dentro la doccia con lui, spingendolo verso il muro di essa per farsi un po’ di spazio. Ma cos’era quel ragazzo? Mio dio! Era per forza un dio sceso in terra. Era troppo, troppo perfetto. «semplicemente non abbiamo tempo per farci la doccia uno dopo l’altro. Così ce la facciamo insieme e risparmiamo tempo prezioso!» disse con una nota maliziosa nella voce. «sei seria?» scosse la testa, ancora. «continui a credere alle cazzate che sparo, Zayn!» e non gli diede tempo di ridere o di rispondere perché si alzò sulle punte e gli diede un bacio, per poi fare quello che in realtà aveva intenzione di fare già da quando gli aveva detto che doveva andarsi a lavare! Solo che l’idea che stava cantando sotto la doccia perché boh, magari era contento, la fece eccitare ancora di più se possibile. Appena terminarono uscì dalla stanza di Zayn come una ladra, come se era andata a rubare e avvolta nell’accappatoio di Zayn entrò nella sua stanza, per prepararsi. E quando uscì dalla sua stanza, dopo aver sentito Zayn bussare, ci rimase stupida. «se ero dolce in tutta la vita, ti saresti vestito tutti i giorni così?» domandò, guardandolo stralunata. «in che senso?» alzò lo sguardo nel suo, poi entrò nel suo bagno e prese una bacinella, mettendosela poi sotto il mento. «sto per sbavare!» Il moro scoppiò a ridere, e lei rimise la bacinella nel bagno, per poi uscire. Ora vi starete sicuramente domandando com’era vestito per far sbavare con tanto di bacinella a Keyra. Aveva una camicia e il maglioncino sopra, ma aveva messo la camicia in quel modo tutto suo, che la faceva impazzire. E sotto un Jeans e le scarpe da ginnastica che tanto le piacevano. Insomma, era un fico e lui dannato lo sapeva.
Quando scesero in salone, li trovarono tutti lì. Erano solo le dieci e mezza e da quello che sapeva lei, avevano intenzione di passare la giornata a cazzeggiare, quindi si stupì di trovarli tutti lì, già svegli a quell’ora. «giorno raggi di sole.» disse Keyra, mentre entravano in salone mano nella mano. «giorno a voi!» rispose Louis, malandrino. «dove andate di bello?» chiese Liam, curioso. «boh! Lo sa solo lui!» ammise lei, girandosi a guardare Zayn. «mi ha dato la mia giornata dolce.» tutti sorrisero, vedendolo così felice. «tu.. hai detto a loro che avevo una giornata dolce da darti?» chiese, stranita. «ovvio. Io gli dico tutto a loro!» si vergognò come una ladra mentre Louis faceva un gemito di dolcezza. «che carino che sei, Zayn!» disse tutto coccoloso. «quindi deduco che non tornerete a pranzo!» esclamò Niall, preoccupato. «no, ti toccherà mangiare quello che cucina Harry.» disse Zayn, divertito. Niall era preoccupato per il pranzo, mica per altro. «noi usciamo! A stasera!» terminò Zayn, tirando Keyra per uscire. Quando si ritrovarono fuori dal cancello, Zayn si fermò a fare qualche foto e qualche autografo. Una fan chiese a Keyra se poteva farle una foto. «mi dispiace, ma io non sono compresa nelle foto degli One Direction!» quella annuì dispiaciuta. Non sapeva come mai, ma da qualche giorno tutte le fan degli One Direction la trattavano con più riguardo. Addirittura avevano cominciato a chiederle di fare foto. Quando si ritrovarono da soli, Zayn le chiese come mai non voleva farsi le foto. «io non c’entro nulla con voi, come gruppo. Chi sono io per apparire sempre nelle vostre foto? Capivo se ero la voce femminile, ma non so neanche cantare, quindi perché dovrei farmi le foto con le vostre fan? Io sono solo la ragazza di uno dei cinque, stop. Non devo essere vista come un palo del gruppo!» spiegò e lui la guardò stranito. «ok..» disse solamente, senza neanche dire qualcos’altro, anche perché Keyra quando si metteva in testa una cosa, rimaneva quella. «ok. Da adesso la nostra giornata dolce comincia! Ci sono delle regole!» si girò a guardarlo. «non si era parlato di regole, Zayn!» lui ricambiò lo sguardo. «mi devo incazzare?» domandò, guardandola mentre lei sbuffava. «ok, sentiamo!» borbottò. «la prima, la più importante in assoluto. Saremo solo Zayn e Keyra. Ok? Ci stai?» lo guardò dolcemente. «non sarà difficile!» disse, e lui sorrise, quando capì il significato di quella frase. Keyra sentiva solo Keyra e Zayn quando stavano insieme. «le altre regole, sentiamo!» neanche fece in tempo a finire la frase che Zayn già si era attaccato a lei come una cozza allo scoglio. «non ci sono altre regole. L’importante è sapere che non pensi a me come Zayn Malik degli One Direction!» si girò a guardarlo, e scoppiò a ridere. «amore.. se io pensavo a te da fan come Zayn Malik degli One Direction, tu in questo momento non eri vivo, ci intendiamo?» lui ridacchiò. «o in camper, decidi tu!» lui si girò a guardarla. «non l’ho capita!» fu il momento di Keyra di ridacchiare. «in tenda o in camper! Adesso capisci?» Zayn scoppiò a ridere di cuore, mentre si dirigevano verso la metro. Il viaggio fu minimo, arrivarono al centro e Zayn la condusse per vie, mentre lei cercava di capire dove diavolo stavano andando. Quando si ritrovò di fronte ad un negozio, Keyra sbarrò gli occhi. «tu mi vuoi male!» sbottò. «perché?» si girò a guardarlo. «tu sai che io non vengo più qui da quando hanno messo il piano Harry Potter?» poi capì. «tu mi hai portato qui per quel piano! Zayn..» sussurrò, cominciando a piagnucolare. Il moro la tirò dentro, e la portò al terzo piano. Il suo mondo. Era un piano ricostruito, fatto tutto in modo di Harry Potter. Quando scesero dalla scala mobile, invece di farsi tirare da Zayn, fu Keyra a tirarlo da una parte all’altra del negozio. «Keyra?» la richiamò quando si accorse che ormai erano da cinque minuti fermi davanti ad una vetrina. «mhm..?» sussurrò, fissando bramosa una cosa di fronte a lei. «cosa guardi e soprattutto cosa stai pensando?» chiese, curioso. «sto avendo un rapporto con quella divisa corvonero. Zayn.. è migliore di te, sappilo!» il moro si fece una risata. «tu hai proprio sbagliato a portarmi qui, sai? Soprattutto con il mio portafogli!» ammise, girandosi a guardarlo. Lo vide sorridere. «ti piace proprio Harry Potter, eh?» annuì. «ad 11 anni aspettavo la mia lettera. In realtà l’aspetto ancora. Sono sicura che il gufo si è perso!» lo vide scuotere la testa. «cosa ci trovi di tanto bello?» chiese, curioso. «mi piace la storia, mi piace come ha scritto i libri la Rowling. Mi piace il mondo che è riuscita a ricreare solamente con la sua mente. E’ magico.. in tutti i sensi. Grazie a quei libri ho conosciuto Rhoy, che è diventata una delle mie migliori amiche. Devo tanto a quella donna, perché mi ha aiutato in momenti davvero difficili. E poi è grazie a lei se ho tutta questa fantasia, se scrivo decentemente.. Devo tanto a quella donna, davvero.» ammise, divertita. «in che senso scrivi decentemente?» ridacchiò. «ero una cagna prima a scrivere. Ho conosciuto Rhoy tramite Giochi di Ruolo. Sai cosa sono?» lo vide scuotere la testa. «Ci sono giochi di ruolo dal vivo, e quelli sul computer. Ovviamente quale ho scelto? Quelli tramite computer. Tu ti crei un personaggio, inventato o preso dalla saga. E tutto quello che devi fare è ruolare con altre persone. E’ come se io adesso mi mettessi a descrivere quello che stiamo facendo, capisci?» lui ascoltava incuriosito. «e come lo descriveresti?» chiese, curioso. «oddio.. Mi sa di strano immaginare di scrivere quello che sto provando io! Ehm..» si morse l’interno della bocca, mentre guardava la spilla corvonero attaccata alla toga. «ma se lo scrivo e poi te lo leggi?» Zayn annuì. «ok, appena torniamo a casa ti descrivo questa giornata, come se fosse un ruolaggio!» lo vide sorridere. Madonna quanto era bello vederlo sorridere. «ma hanno creato un parco a tema di Harry Potter, giusto?» annuì, mentre le brillavano gli occhioni castani. «porca miseria, me lo sto bramando quel viaggio. Devo assolutamente andarci!! Io, fan sfegatata di Harry Potter che non vado nel parco a tema! Certo però invece di farlo ad Orlando dovevano farlo qui in Inghilterra. Infondo, porca miseria, la Rowling è britannica. Dovevano crearlo qui, non ad Orlando.» Zayn ridacchiò. «andiamo forza.. Prima che comincio a deprimermi a vedere tutto questo ben di dio!» disse, tirandolo. «ma non ti compri nulla?» chiese, puntando i piedi. «scherzi? Ma hai visto quanto costano queste cose? Mi dovrei vendere un polmone per comprarmi qualcosa..» Lo vide ridacchiare. «ma non ti ha pagato Paul?» crollò il silenzio, e Zayn la vide mordersi il labbro inferiore, mentre si guardava intorno. «in effetti.. potrei anche..no, però ma cosa me ne faccio.. però cavolo è il primo stipendio potrei anche.. no, però.. non è giusto! Al diavolo!» ritirò Zayn da una parte all’altra del piano, mentre lui ridacchiava di quel discorso che si era fatta da sola. Giocò con il labbro mentre guardava bramosa quella spilla di Corvonero. «comprami.. comprami Keyra!» le stava sussurrando Zayn all’orecchio e si girò a guardarlo, divertita. Vide un addetto passare dietro a Zayn. «scusi!» quello si bloccò e annuì. «salve. Vorrei prendere la spilla di Corvonero!» il ragazzo aprì la vetrina. «senta.. Mi da anche quella di Serpeverde?» chiese, gentilmente. «certo!» rispose, e Zayn la guardò incuriosita. «che cosa c’entra serpeverde in tutto il blu-nero della tua vetrina?» chiese curioso. «non è per me.. E’ per Rhoy!» disse, con un sorrisone a trentadue denti. «stai facendo il tuo primo regalo con il tuo primo stipendio alla tua migliore amica?» scosse la testa. «no.. il primo l’ho fatto a te!» lui si girò a guardarla, incredulo. «davvero? E che cos’è?» chiese curioso. «in realtà sono due..» disse con tono malizioso e lui la guardò ancora più incuriosito. «il primo che ho comprato è.. non lo dico! Lo vedrai però..» Zayn si morse il labbro, sicuramente avendo capito. «no, dimmi che non l’hai fatto!» ridacchiò e annuì. «ok.. in quel momento dovrai dichiarare la mia morte!» scoppiarono a ridere. «o la tua! Dipende da che effetto mi fa!» rise ancora più forte. «e il secondo?» chiese, curioso. «ti ho fatto un cappellino di quelli che ti piacciono tanto, con su scritto “vas happenin”» lo vide sbarrare gli occhi e sorridere tutto felice. «dove cazzo l’hai trovato?» chiese, curioso. «l’ho dovuto creare io. Ma in questo momento sta viaggiando sul pacifico!! Dovrebbe arrivare fra qualche giorno!» Zayn se la coccolò tutta, mentre erano in fila per pagare. «non mi avevi mai fatto un regalo!» lo guardò con dolcezza. «se questa è la tua reazione ad ogni regalo, credo che te li farò più spesso!» il moro la guardò con una dolcezza assurda. Si persero uno negli occhi dell’altro, e poi sentì le labbra di Zayn sulle sue, e ricambiò. Ovviamente ricambiò perché quelle labbra erano una droga per lei. Ci si sarebbe attaccata a quelle labbra per il resto della sua vita. Usciti dal negozio, entrambi erano felici come una pasqua. «senti..» si girò a guardarlo mentre erano in fila da mc donalds, per mangiare. «oggi è la giornata dolce, vero?» alzò un sopracciglio e annuì. «quindi se ti dico che voglio qualcosa addosso che mi ricordi te, tu come reagisci?» lo guardò seria, poi sorrise. «che cos’è questa cosa che vuoi che ti ricorda me?» domandò, enigmatica. «non lo so.. qualcosa di tuo! Che posso mettere quando sono lontano!» scosse la testa. «tipo cosa?» domandò ancora, cercando di nascondere la dolcezza che stava provando in quel momento. «un bracciale?» la vide muovere le labbra. «non credo che nessun mio bracciale ti stia, Zayn! Ho un polso troppo piccolo, ho sempre dovuto far ristringere tutto quello che indosso.» il moro ci pensò. «vuoi qualcosa che ti ricorda me?» lui annuì. «ok!» Zayn la guardò, cercando di capire cos’aveva in mente. Quando, dopo due minuti si girò a guardarlo, lo vide fissarla. «che c’è?» chiese, stranita. «abbiamo finito il discorso così? Con un “ok”?» ridacchiò e si appoggiò a lui. «no, non è finito. E’ solo rimandato a dopo il pranzo!» non riuscì neanche quella volta a capire cosa voleva intendere. Si misero al tavolo, cominciando a mangiare mentre Zayn cercava di capire che aveva in mente Keyra. Mentre lui guardava sul suo cellulare un messaggio di qualcuno, lei gli rubò un morso di panino. «ehii!» borbottò quando la trovò con le mani nel sacco. O meglio con i denti affondati nel suo panino. «te l’ho chiesto se potevo, mi hai detto di si!» no, non era vero. Lo vide pensarci. «non è vero!» sbottò, guardandola male. «touché. E’ buono il tuo panino!» disse, pulendosi la bocca con il tovagliolo. «mi fai assaggiare il tuo?» annuì. «si, ma un morso piccolo eh! Che ho fame!» e naturalmente quando uno dice “morso piccolo” cosa succede? Si ritrovò con metà panino. «ma porca puttana.. e tu questo lo chiami piccolo?» si ributtò sul panino di Zayn, che cominciò a darle schiaffetti sulla mano, per impedirle di prendere il suo panino. «fammelo mordere ancora! Cioè ti sei finito metà del mio panino!» disse gonfiando le guance come una bambina, e Zayn ridendo le tolse il panino da sotto le mani. «è mio!» Keyra strinse gli occhi, facendoli diventare due fessure. «non hai mai detto “è mia” con quel tono. Significa che quel panino è più importante di me?» lo vide annuire. «ok.. questa me la sono segnata! Volevi una cosa mia per ricordarti di me quando stai di fronte a mille fan urlanti? Scordatelo!» sbottò, e lui scoppiò a ridere. «ti sei arrabbiata?» domandò, e lei fece finta di nulla, prendendo a mangiare il suo panino. «Keyra.. ti sei arrabbiata?» chiese ancora, ridendo come un pazzo vedendola offesa e facendo finta di nulla. «Keyra!» alzò lo sguardo nel suo. «scusa, ci conosciamo?» domandò, fissandolo. Lui scoppiò a ridere e si mise seduto vicino a lei, cercando di allisciarsela. «non ci provare proprio! Hai detto che quel panino è più importante di me.. Ok! Va bene!» disse, mentre lui se la coccolava e lei cercava di spingerlo via. «e dai! Non ti offendere. Il cibo è pur sempre cibo!» scosse la testa. «il cibo non ti permette di fare sesso!» Zayn ridacchiò, mentre la buttava sul divanetto dove stava seduta lei. «non provarci proprio Zayn! Sono arrabbiata con te!» sussurrò mentre lo spingeva via, mettendogli una mano in faccia. «come posso farmi perdonare?» si stavano divertendo entrambi come due bambini. «non c’è modo di farsi perdonare. Neanche a dire che sei Niall, allora lì capirei che il cibo è più importante della tua ragazza. Ma da te questo non me lo sarei proprio aspettato!» riuscì a fargli pensare che stava davvero incazzata tanto che poco dopo fece finta anche di piangere. Pianse davvero e Zayn la guardò a bocca aperta, incredulo. «ma.. io scherzavo!» lei si asciugò le lacrime, guardandolo ferita. «beh..» sussurrò, asciugandosi ancora le lacrime che stavano agli angoli dei suoi occhi. «pure io!» e scoppiò a ridere, quando vide la faccia che fece. «ma stavi piangendo davvero però!» disse, incredulo, mentre la fissava. «è una cavolata piangere per finta Zayn! Sono un’attrice!» giocò e scoppiò ancora a ridere. «come ti sei sentito ad essere riuscito a far piangere la tua ragazza?» lui ci pensò. «uno stronzo!» scoppiò a ridere ancora, vedendo come era rimasto shockato dal fatto che aveva pianto davvero. «no davvero.. Cioè mi sono sentito troppo una merda!» lo abbracciò e lui ricambiò.
Finito di mangiare, fu Keyra a portare Zayn per mano, e dirigendolo chissà dove. «mi spieghi dove stiamo andando?» scosse la testa. Lo condusse per la via principale, poi entrò in una via secondaria ed entrò dentro ad un’oreficeria. «Keyraaa!» sorrise alla donna dietro al bancone. «ciao Luana, come stai?» chiese mentre la donna le andava incontro per abbracciarla. «madonna quanto sei cresciuta! Mi sento tanto sola da quando te ne sei andata!» sorrise, con dolcezza. «eh lo so! Mi divertivo così tanto qui con te!» esclamò, mentre Luana guardava il ragazzo al suo fianco. «tesoro..» cominciò a darle gomitate maliziose e Keyra sorrise timida. «chi è il fusto?» chiese, e le uscì una risata. «Zayn! Zayn Luana, Luana Zayn!» li presentò e i due si strinsero la mano. «Zayn eh! Questo nome non mi è nuovo..» si sorrisero. «ci credo che stavi in quel modo.. E’ un bel ragazzo!» alzò gli occhi al cielo mentre Zayn ridacchiava, nascondendo la cosa dietro la mano. «allora..quale buon vento ti porta nel tuo vecchio posto di lavoro?» sorrise. «ti ricordi all’inizio quando sono arrivata mi ero innamorata di due bracciali?» La donna annuì mentre Zayn si girava a guardarla incredulo, per poi sorridere. «dimmi che ce li hai ancora!» la donna annuì. «in realtà proprio l’altro giorno una signora li voleva comprare. Ma quando li ho visti, mi hanno ricordato te e non li ho più venduti. Per fortuna, eh?» si diresse verso il bancone. «ti dovrei fare santa!» disse, mentre Luana tirava fuori il pacchetto di bracciali. «lui sa il significato del Kuuipo?» scosse la testa e si girò a guardare Zayn, che guardava la donna aprire la scatolina. «no ma a lui non serve. Tanto da una parte gli entra e dall’altra gli esce!» disse, guardando anche lei i due bracciali nella scatolina. «sono ancora più belli di come li ricordavo!» disse, innamorata persa di quei bracciali da quando lavorava lì. «vero?» annuì e guardò la donna. «direi che è il momento di portarli a casa con me!» disse, con un sorriso. «sai che avevo pensato di spedirteli? Quando li vedo mi fanno pensare troppo a te, e non riesco mai a venderli. Nessuno li guarda come li guardi tu! E questi devono essere tuoi!» disse, facendola sorridere. Il campanello suonò e tutti e tre si girarono a guardare chi fosse. Un’altra coppia di ragazzi. Luana aprì la porta con il pulsante, e li salutò. «sono subito da voi!» disse ai due, e poi si girò verso Keyra. «ci vuoi un’incisione?» ci pensò e si girò a guardare Zayn, che la guardava in modo curioso. «mhm.. non lo so. In caso posso fare da sola?» domandò, e la donna sorrise. «sai dov’è il retrobottega, no?» annuì e guardò di nuovo i bracciali mentre Luana si dedicava ai nuovi arrivati. Fece segno a Zayn di seguirla. «tu lavoravi in una gioielleria?» chiese, curioso. «si. Ero diventata una morta di sonno. Non vivevo più. Un giorno sono passata qui e ho visto che facevano i buchi alle orecchie. Sono entrata e ho trovato Luana, che come vedi è un tipo strano. Mi sono fatta fare i buchi alle orecchie, così per cambiare. Avevo bisogno di un cambiamento e quello era il modo di cambiare. Ridendo e scherzando mi sono ritrovata a dire che stavo cercando un lavoro, anche come cassiera e lei mi ha proposto di lavorare qui. Ci ho lavorato solo per cinque mesi, perché poi ho lasciato per l’esame a scuola. In cinque mesi mi ha insegnato qualche trucco, come fare incisioni e cose varie.» raccontò, mentre guardava i due bracciali nella scatolina. Zayn la guardava in modo curioso. Quante cose ancora non sapeva di Keyra? Troppe. «e perché questi bracciali ti piacciono tanto?» domandò, in modo sempre curioso. Era come se piano piano la stava scoprendo.. In effetti era così. Zayn sapeva ben poco di lei, ed era brutto da dire. Si ripromise un nuovo buon proposito per l’anno nuovo. Raccontare più cose su di lei a Zayn. «questi bracciali vengono dalle Hawaii. Sono come le nostre fedine, o mezzi cuori. Tutte le coppie hanno questo braccialetto. Kuuipo vuole dire “sweethearts” o “my love”.» si sorrisero. «my love, eh!» ridacchiò. «già..» tirò fuori uno dei due bracciali. «si, so che è tanto come cosa. Ma non la vedo in quel modo. Mi piacciono semplicemente i bracciali.» Zayn ridacchiò. «e se anche la vedi nel loro modo, che male c’è?» si girò a guardarlo, rossa come un peperone. «mi sembra un po’ presto per ufficializzare la cosa!» lo vide scuotere la testa. «mi sembrano tanti tre anni, no?» lo guardò incredula. «ci siamo messi insieme da qualche mese, ma in fondo ci piacciamo dalla scuola. Di tempo ne è passato, quindi tanto poco non è.» le fece notare, e ci rimase a pensarci su per qualche secondo. In effetti aveva ragione. «ah quindi dovremmo bruciare tutte le tappe, regalandoci bracciali che hanno un significato forte, anelli di fidanzamento o cose simili?» domandò, in ansia. Zayn rise. «non sto dicendo questo. Ma immagino come la stai pensando tu. Sono cinque mesi che stiamo insieme, se gli regalo una cosa del genere, con un significato così potente, lui scappa! Peccato che sbagli! Non ho intenzione di scappare tanto presto, sai?» lo guardò dal basso e si alzò sulle punte dei piedi per dargli un altro bacio, e lui si abbassò per ricambiare. «allora, la facciamo questa stupida incisione?» domandò lui, divertito. «e che ci scriviamo?» domandò di rimando. «la data in cui ci siamo conosciuti!» scosse la testa. «la data che ci siamo..» scosse la testa prima di farlo finire di parlare. «così monotoni? Non eri tu quello che hai detto “siamo noi, non cadremo mai nell’ovvietà!”» lo sentì ridacchiare, forse perché ricordava quelle parole dette mesi prima, in una stradina di Dublino. «vediamo..» attese che pensasse, mentre a lei veniva in mente una frase. «possiamo fare anche frasi diverse eh! Io ne ho in mente una per me..» disse, girandosi a guardarlo. «sentiamo..» lo guardò, mordendosi il labbro. «dimmelo Keyra!» sbottò, vedendola titubante, mentre roteava gli occhi al cielo, stufo di quella preoccupazione che non doveva esserci. Perché doveva sempre aver così paura di lasciarsi andare? «per te, io farei tutto da capo!» Zayn abbassò gli occhi in quelli di lei, che lo guardava. Lei, per lui avrebbe rifatto tutto da capo? In fondo era vero, si ritrovò a pensare Keyra. Lo aveva detto mille volte, e mille volte l’avrebbe ripetuto. Non si era mai pentita di quello che avevano fatto, da quando si erano conosciuti. Anche il periodo in cui era stata male per lui, beh.. l’avrebbe fatto di nuovo, se ci fosse stato il caso. Il ragazzo si buttò su di lei come un drogato si butta sulla sua dose di eroina, e le donò un bacio misto tra parole che mai si sarebbe detti, o forse in futuro, e tanto amore. Raramente le dava quei baci, e ogni volta si ritrovava ad aggrapparsi a lui per non cadere per terra come un sacco di patate. «anche io ho trovato la mia frase.» disse, dopo essersi staccato. «ok.. mi metto a lavoro!» in silenzio incise la sua frase, canticchiando qualche canzone così per passare il tempo. «come va?» domandò Luana, entrando nel retro bottega. «tutto bene! Quasi finito, manca il suo! Posso chiederti di stringermelo un po’, a me?» la donna annuì. «può aspettare per favore?» si girarono tutte e due, a guardare Zayn. «il motivo?» chiese lei, stranita. «vorrei il tuo bracciale. E se il tuo bracciale diventerà il mio, se lo stringe, io dove me lo metto?» Keyra si stranì. Poi capì cosa voleva intendere. Sorrise con dolcezza e annuì, per poi prendere il suo e guardarlo, attendendo la sua frase. «vai..» disse, quando non lo sentì parlare. «tu sei la ragione dietro il mio sorriso!» Keyra, piegata sul bracciale per sistemare la macchina, si bloccò. Batté un paio di volte le ciglia, e le uscì un sorriso per poi girarsi a guardarlo. Gli sorrise, e lui ricambiò. Terminata anche la sua incisione, Luana prese la misura del dei due polsi e poi si mise a lavorare per togliere parti in eccesso nel caso di Keyra, e sistemare quello di Zayn. Quando si ritrovarono di fronte al bancone, ci fu un’altra lotta greco romana su chi doveva pagare quei dannatissimi bracciali. «mi sono stufata che pagate tutto voi. Almeno questo, me lo fai pagare a me, per favore?» lui scosse la testa e cercò di nuovo di bloccarla. «Accetto solo denaro!» disse Luana, complice a Keyra che ovviamente aveva il denaro e non la carta come Zayn. «essere ricco e fare il coatto con la carta, porta svantaggi! Stacci malik!» si fecero una risata, le due donne mentre Zayn sbuffava come un treno. Ovviamente non prendeva solo contanti, ma Keyra l’aveva pregata con lo sguardo di accettare che pagasse lei. Usciti dal negozio dopo che Luana le disse che prima o poi dovevano andare insieme a pranzo, Zayn era ancora un po’ incazzato. Si aggrappò al suo braccio, e ci si buttò di peso. «che brutto che dovrebbe essere per te farti pagare un regalo dalla tua ragazza!» giocò e lui scoppiò a ridere di cuore. ( http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQgRFCnSmrzSliXQ-eNyv6eonr23sXCp7GE6X4kO1fi17USJGSgI-a6SgyAsw questi sono i bracciali *--* Li amo!)
 
 
«due biglietti per..» si girò a guardare male Zayn. «ricatto d’amore!» sussurrò, guardando il tabellone dietro alla tipa. «scusa.. tre biglietti.» si girò a guardarlo, stranita. Le fece il segno tipico per dire “dopo ti spiego!” attesero i loro biglietti, poi si diressero verso le sale. «credo che prenderò dei popcorn» si girò a guardarlo. «porca miseria.. ma abbiamo mangiato il mondo a cena, e hai ancora la faccia tosta di prenderti qualcosa? Ma dove metti tutto lo schifo che ti mangi?» chiese, con una smorfia. «faccio molta attività fisica..» disse maliziosamente mentre si dirigeva verso il bar. Dopo essersi preso un pacco di popcorn si diressero verso le sale, dove si misero in fila per farsi strappare il biglietto. «perché hai voluto tre biglietti?» chiese, ricordandosi della cosa. «ehm.. perché odio la gente seduta al mio fianco. Ti capita quello che sta in silenzio, quello che chiacchiera per tutto il film, oppure che puzza. E quindi compro un biglietto in più così da stare tranquillo.» spiegò, con un sorriso. Keyra porse i tre biglietti al ragazzo che li strappava, e gli sorrise. «sala 2, in fondo a destra!» disse quello, ricambiando il sorriso. «grazie!» Zayn si girò a guardare male il tipo, poi protettivo mise il braccio sulle sue spalle. «che c’è?» domandò, guardandolo dal basso. «ti ha guardato il sedere!» scoppiò a ridere, e si strinse a lui. Entrati nella sala, si accorsero che stavano all’ultima fila, e agli ultimi posti. La sala cominciò a riempirsi pian piano, mentre loro chiacchieravano del più e del meno. «sai che mi piace tanto?» disse ad un tratto Zayn, mentre giocava con il bracciale. «ci credo. E’ fico!» sussurrò, con un sorriso. «fico come me?» alzò gli occhi al cielo, facendolo ridere. «come sei vanitoso Zayn! Davvero mi stupisco ogni santo giorno della tua vanità!» esclamò, guardandolo di sbieco, mentre continuava a ridere. Fecero passare un paio di ragazze che si misero poco distanti da loro. Ricevette un messaggio e quando lo lesse, si girò a guardare Zayn. «ma tu ci sei o ci fai? Ti pare normale che, stando seduto vicino a me mi mandi un messaggio con scritto “ciao ciao ciao ciao ciao”?» Il moro si fece una risata. «tu non mi calcoli! Ti guardi intorno e non mi fili di pezza!» alzò un sopracciglio. «e’ tutto il giorno che ti sopporto e ti lamenti pure?» lo guardò divertita, mentre affondava la mano nei suoi capelli. «scherzo imbecille.» lui se la strinse addosso, e Keyra si accorse che una delle due ragazze che avevano fatto passare poco prima guardava Zayn ad occhi sbarrati. Il film cominciò poco dopo, e doveva ammetterlo.. Non rideva così da troppi anni. Appoggiata a Zayn, con le gambe appoggiate al bracciolo e i piedi a penzoloni fuori dal sedile, si stava facendo così tante risate da avere le lacrime agli occhi. Zayn al suo fianco rideva come un pazzo, con quella sua risata favolosa. Quando ci fu la pausa durante il film i due si guardarono e scoppiarono a ridere. «la nonna è troppo avanti!» lo vide annuire. «e tu che non volevi vederlo. Stai piangendo!» le fece notare. «non credevo che fosse così simpatico come film.. credevo che mi stavi portando a vedere una smielata unica.» disse, sbadigliando. «ti fidi troppo poco, di me..» lo guardò male. «senti.. ti ricordo che l’ultima volta che abbiamo visto un film insieme mi è venuto il diabete!» Zayn scoppiò a ridere. «ma era San Valentino! Ci stava il film dolce.» scosse la testa. «no. Non ci stava proprio per niente!» esclamò mentre lui se la coccolava tutta, e ovviamente lei non si tirava indietro. Tornò indietro con la mente, a quel giorno. Il giorno in cui le aveva detto che gli piaceva. «ma alla fine..» lui si staccò da lei. «quella gallina si è più fatta sentire?» Zayn la scrutò, cercando di capire di chi parlasse. «Sophie.. o come si chiamava!» scoppiò a ridere, e lei lo guardò. «si, si è fatta sentire. Ci ha provato a farmi tornare sulla cattiva strada, ma.. sai com’è.. appena pensavo “ma si, ora ci torno insieme” mi vedevo la tua faccia in mente che diceva a denti stretti “che cosa cazzo stai facendo?”» scoppiarono a ridere. Si guardarono. «chissà come sarei stato adesso, se non entravi nella mia vita.» chiese più a se stesso che a lei. «un perfetto imbecille, come lo eri prima di conoscermi!» lui la guardò male. «e’ vero, Zayn! Eri stupido.» si ritrovò a sospirare, dandole ragione. «forse se avessi deciso di andare comunque ad XFactor e magari ancora stavo con lei..Se stavo con lei, sarei sicuramente stato uno di quei deficienti che si sente fico solo perché è famoso.» si girò a guardarlo, con un sorriso. Il film ricominciò e durò almeno un’altra mezz’ora. Si accesero le luci, ma c’era comunque la parte dei titoli di coda con delle scene. Keyra si fece la migliore risata del mondo, in quel pezzo. Non si sa come rideva a vedere le scene sbagliate o cose simili. C’era chi stava uscendo, e chi rimaneva a guardare i titoli di coda. Finito il film, uscirono anche loro e si diressero verso la metro. «ho beccato Niall tornare a casa, in punta di piedi. E’ stato a dormire da Mary e mi guardato come se fosse dispiaciuto.» entrati nella metro, lei si appoggiò alla stecca e lui si mise di fronte a lei. «e perché?» chiese Malik, curioso. «crede che ci rimango male che “mi escludono” dalla loro storia. Non capisco cos’è tutta questa preoccupazione. Ho mai dato l’impressione di stare male perché ora sono una coppia?» Zayn fece una smorfia, per poi scuotere la testa. «no, anzi.. ti vedo molto felice che stanno insieme!» annuì come a concordare. «però loro sembra che non se ne accorgano! Hanno paura che io ci rimango male che Mary invece di chiedere a me di andare a dormire da lei, l’ha chiesto a Niall. Cazzo l’avrei fatto anche io, se casa mia fosse stata libera!» Zayn ridacchiò. «comunque parlerò con Niall appena ci sarà il pomeriggio insieme.» lo vide fare una smorfia. «hai concesso a Niall un pomeriggio insieme?» lo guardò dal basso e ridacchiò. «oh dai Zayn! E’ Niall, mica chiunque altro. Perché ti arrabbi tanto?» domandò, divertita. Lui sbuffò, si passò una mano nei capelli e la guardò. «perché io ci ho messo tanto ad avere questa giornata e lui è bastato dirti “mi manchi” e tu gli hai concesso questo pomeriggio tra migliori amici!» lo guardò con dolcezza. «si ma tu sei il mio ragazzo. Lui è il mio migliore amico. Ha poche cose in confronto a te.. E poi chi te lo dice che non mi sono innamorata della tua parte dolce e non decida di darti mesi e mesi di giornate dolci?» Zayn sorrise, perdendo la tristezza che aveva disegnata in volto. «lo faresti?» lei fece finta di pensarci, arricciando le labbra. «mhm.. non lo so sai? Mi baci più spesso quando sono cattiva con te!» Zayn scoppiò a ridere, abbassandosi a darle un bacio, uno di quei baci che tanto le piacevano. «mhm.. non sono ancora sicura.. ci devo pensare!» disse, guardandolo. Lui si abbassò di nuovo a sfiorarle le labbra. «nono, forse te lo concedo, ma.. non lo so ancora!» Zayn scoppiò a ridere e se la strinse addosso. Oh! Quanto amava stare abbracciata a lui.
Scesi alla loro fermata, Keyra vide un pub e si bloccò. «ti va una birra?» chiese, e Zayn annuì, sorridendo. «non è che finisci ubriaca e poi non ti ricordi nulla domani?» lo guardò male. «guarda che quella volta era un mix di alcool. Una birra non mi fa quell’effetto.» esclamò sbuffando, mentre lui si faceva una risata. Si misero seduti ad un tavolo, per poi attendere l’arrivo del barista. «ok. Mi sono accorta che sai ben poco di me.. Hai domande?» Zayn, che stava giocando con il braccialetto, alzò lo sguardo nel suo. «dovrei esserne offeso?» chiese, e lei scosse la testa. «in realtà no.. Neanche Niall sa alcune cose. Mary le sa perché vive con me 24 ore su 24.» Zayn la scrutò. «mi stai cercando di dire che nascondi a tutti, dei segreti?» annuì, dolcemente. «perché mi vuoi far credere che tu non ti tieni per te brutte esperienze o cose simili?» lo vide pensarci, guardandosi intorno. «hai altre due ore per farmi tutte le domande più intime del mondo. Poi ti sputerò in faccia appena scatta la mezzanotte.» Zayn scosse la testa. «non saprei da dove cominciare.. ecco.. come te le sei fatte quelle cicatrici sul viso?» se le toccò istintivamente, e lo guardò. «sono caduta.» non sapeva se Liam era andato a raccontare cos’era successo anni prima. «o meglio mi hanno fatto cadere.» dalla faccia che fece, dedusse che no, Liam non aveva detto a nessuno la sua storia. Prese un respiro profondo. «tu adesso mi vedi così, ma prima ero una bamboccia senza vita sociale. Mi piaceva stare nel mio mondo. Se qualcuno mi diceva qualcosa, io stavo zitta e non rispondevo. Sono stata presa di mira da due ragazzi, che vedendo che non avevo carattere hanno giocato con me. All’inizio mi seguivano e mi tiravano frecciatine, poi quando hanno visto che non rispondevo, hanno cominciato a spingermi.» Zayn la guardava serio, con la linea della mascella tirata, segno che era incazzato. «spinte, tirate di capelli, ogni tanto qualche sasso addosso. Da piccoli non si è belli, io di certo non lo sono mai stata. Forse da neonata, ma mia madre mi faceva certi caschetti che dio ce la mando buona. Quindi mi davano della babbuina, del cesso e cose varie. Poi, quando hanno visto che neanche se mi seguivano e torturavano io non me li filavo, hanno deciso di farmi fare una figuraccia di fronte a tutta la scuola.» sussurrò, mentre giocava con l’anello che portava al dito indice. «mi hanno fatto lo sgambetto e mi sono fatta gli scalini della scuola di faccia. Ero goffa, lo sono ancora ma molto di meno. Insomma mi hanno fatto cadere, mi sono fatta le scale di faccia e un pezzo di brecciolino. Non avevo il coraggio di alzarmi, sentendo le risate intorno a me. Tutti ridevano, sentivo lo sguardo di tutti addosso. Sarei rimasta lì stesa, senza rialzarmi per il resto della mia vita. Nessuno che mi aiutava. Non che volessi il loro stupido aiuto, ma ti assicuro che stare lì stesa mentre la scuola ride di te, non lo augurerei a nessuno. Mi ha aiutato Mary.. Le devo molto.. Mi toccò dicendomi “alzati Keyra” ma non volevo. Quando strattonandomi mi ha fatto alzare la testa, lei e il resto della gente ha ghiacciato. Avevo il volto completamente sporco di brecciolino e sangue. Mi ha aiutato ad alzarmi, dopo che si è incazzata perché io non volevo il suo aiuto. Mi ha aiutato e mi sono fatta venire a prendere. Mio fratello mi vide in quello stato, e da quel momento mi accompagnò a scuola sia all’andata che al ritorno. Mi veniva a prendere, mi portava in giro. Se non fosse stato per mio padre, lui avrebbe ammazzato quei ragazzi. Le cicatrici sono rimaste perché vedendomi allo specchio, mi sono cominciata a togliere le croste, e l’ho fatto finché mia madre non mi ha tenuto a casa 3 giorni, con le mani legate dietro. Ma avevo già fatto il danno.» disse, lasciandosi andare ad un sorriso. «e questa esperienza..» annuì. «è lei che ha portato la paura per gli uomini. Cammino e mi guardo intorno. Se un uomo e io siamo in una strada da soli, il mio cuore prende a battere come un pazzo. Sai..» ridacchiò, mentre la tipa portava le loro birre e Keyra cominciava a togliere la patina fredda sul bicchiere. «..avrai notato che non mi piace stare sotto gli occhi della gente. Portato anche questo da quell’esperienza. E in più quando sono in tensione e sotto gli occhi di tutti, balbetto. Molto spesso mi succede! Ho lottato con questa cosa per anni.» Zayn sorrise dolcemente. «però è anche vero che questa esperienza ha portato il mio carattere. Mi sono fatta un muro intorno, che mi allontana da tutti. Decido io a chi legarmi.. Tranne quelle poche volte.» il moro sorrise, e si indicò. «si, anche gli altri quattro. Non volevo essere vostra amica, ma non si sa come ci siete riusciti a farvi voler bene.» si sorrisero. «ho una paura fottuta dei dentisti.» Zayn ridacchiò. «per quello siamo in due.» disse e Keyra annuì. «ho una fottuta paura di guidare. Preferisco di gran lunga farmi un viaggio in metro con la musica invece di stare in ansia in macchina. Mi piacciono le corse di macchine. Fast and Furious è uno dei miei film preferiti.» Zayn la guardò divertito. «ecco perché sei imbattibile.» scoppiò a ridere. «tanto che quando vedo le scene delle macchine, mi eccito!» Zayn scoppiò a ridere battendo le mani, mentre lei annuiva, come a concordare con se stessa. «ma sei seria?» annuì ancora. «serissima. Tu mettimi Fast and Furious 2 e vedi come sbavo con tanto di bacinella di fronte alla scena in cui tutte le macchine escono dai garage.» Zayn si fece ancora una risata. «sulle autostrade me la sento un po’. Corro come una pazza, mio padre ogni volta è attaccato al sedile, ma solo perché non si ricorda che io corro. In città andrò come una lumaca, ma sulle autostrade volo!» lo ascoltò ancora ridere. «hai mai avuto incidenti?» scosse la testa. «dove guidavo io? No. Prendo così raramente la macchina che è impossibile avere incidenti. Ma da piccola ne ho avuto uno con la mia famiglia. I freni hanno smesso di funzionare e siamo finiti in un burrone. Dovevamo morire tutti, ma.. Tutti graffi, niente di traumatico. La macchina era rivoltata, ti dico tutto.» lo vide stringere le labbra. «la tua storia più importante?» domandò curioso. «sicuramente questa!» Zayn sorrise con dolcezza. «lo dici perché te l’ho chiesto io?» scoppiò a ridere. «sempre così sicuro di te. No, perché è davvero così. Non mi sono mai sentita così bene con nessuno. Con gli altri avevo sempre la sensazione di sbagliare, con te sto del tutto tranquilla. Mi puoi stare a chilometri di distanza ma sono abbastanza tranquilla.» lo vide sorridere. Sorseggiò la sua birra, pensando. «l’animale che ti fa più schifo.» continuò Zayn. «il ragno. Tu mettimi di fronte un ragno, e mi hai paralizzato! Li odio, tanto che quando vado in alberghi, case degli altri o case in campagna di gente, controllo che non ci sono ragni suoi muri.» Il moro si fece una risata. «dove vorresti vivere?» arricciò le labbra. «qui.. Amo l’Inghilterra. Certo mi piacerebbe anche vivere in Italia, ma.. amo troppo l’Inghilterra.» il cellulare di Zayn vibrò e leggendo il messaggio sbuffò. «dobbiamo tornare. I ragazzi hanno bisogno di noi!» sbatté le palpebre, stranita. «ok!» buttò giù la sua pinta piccola e prendendo la borsa andò a pagare. Fortunatamente non aveva rotto più il cazzo, perché gli aveva detto “è la mia parte della giornata, quindi pago io e tu stai zitto, chiaro?” e così aveva fatto.
Quando arrivarono a casa, trovarono tutti svaccati sul divano. «che è successo?» domandò Zayn, togliendosi la sciarpa. Niall si buttò su Keyra, tutto contento. «niente, ci mancavate!» i due si guardarono poi Zayn cominciò a massacrare di botte Louis che gli aveva mandato il messaggio. «cioè.. voi avete rotto i coglioni nella mia giornata dolce? Sai che morirete tutti, vero?» Keyra si buttò sul divano, dopo essersi tolta il giacchetto. «Zayn non rompere i coglioni e vieni qui..» lo richiamò a sé e lui si mise seduto vicino a lei. «dove sono Harry e Liam?» domandò curiosa. Entrò Harry poco dopo, con dei vestiti in mano. «Dove sono i miei vestiti?» urlò Liam dieci minuti dopo. Entrò con le mani davanti al suo affare e Keyra si nascose nel petto di Zayn, che rideva. «ohmmioddio! Ma che avete voi nel cervello? Cazzo!» sbottò, mentre Liam si nascondeva dietro al divano, tutto rosso. «ma voi non eravate fuori?» Keyra piagnucolò. «eravamo.. Ma Louis ci ha chiamato per mancanza di affetto. Merda, era meglio se rimanevamo fuori!» Il moro cominciò a ridere come un pazzo, mentre Liam se ne stava nascosto dietro al divano, rosso come un peperone.  «la mia crescita è stata bloccata per la seconda volta!» disse, mentre tremava dal ricordo. Liam si rivestì poco dopo, e disse a Keyra che poteva uscire dal petto di Zayn. «sicuro.. hai tutti gli attributi nascosti?» chiese, non togliendosi dal petto di Zayn. «hai la patta aperta, Liam!» disse ridendo Zayn, mentre gli altri tre se la ridevano allegramente. «dopo questo spettacolo, io me ne vado a letto.. Merda fatevi una vita!» lo sapeva che li aveva richiamati solamente per quella cosa e quello bastò a farle rodere il culo. Poco dopo la raggiunse Zayn, mentre continuava a ridacchiare. «non voglio ripartire!» disse, seduto sul wc mentre lei si faceva una seconda doccia, per rilassare i muscoli. «ma se manca ancora una settimana alla partenza.. perché rompi il piffero?» domandò, uscendo dalla doccia. «mi fai vedere il mio secondo regalo?» si girò a guardarlo. «scordatelo. Mentre farei sesso con te mi verrebbe in mente Liam! Non credo che ti piacerebbe come cosa.» il moro la guardò male, molto male. «vuoi dire che mentre stai a letto con me ti immagini gli altri?» annuì, divertita. «si.. tutti biondi con gli occhi azzurri, muscolosi e che mi si sbattono al muro senza tante cerimonie!» Zayn la guardò con cattiveria. «incredibile come credi a quello che dico Zayn!» rientrò in bagno tenendo in mano il baby doll. Vedendolo, Zayn aprì la bocca, e sbarrò gli occhi. «me lo devo mettere o è bastato fartelo vedere?» chiese, vedendo la sua faccia sconvolta. «shh.. sto avendo una storia di sesso con la tua immagine con quel coso addosso.» scoppiò a ridere e decise di metterselo. Se conosceva Zayn, quel coso sarebbe morto di lì a poco. Se lo mise e quando entrò in camera Zayn, dopo essersi ripreso, la guardò con gli occhi fuori dalle orbite. «non eri così sexy nella mia immaginazione!» neanche fece in tempo a girarsi, visto che stava dentro l’armadio a cercare una cosa, che Zayn la prese di peso e la buttò malamente sul suo letto. Si lasciò andare alle risate. «felice che il mio regalo ti sia piaciuto!» disse tra le risate. Quella sera Keyra scoprì la parte animale di Zayn che, doveva dirlo, era molto più fica della parte dolce. Naturalmente il baby doll era caduto a terra poco dopo, mezzo strappato. Un animale, in tutto e per tutto. Ma le piaceva, stranamente!  


Ok.. ce l'ho fatta.. Ieri mi hanno levato i denti del giudizio, ho una guancia gonfissima per il dolore. Che cazzo di male! In più mi è venuta la febbre da infezione, mi sento così tanto rincoglionita che non so neanche chi sono. Guardate cosa mi ha fatto questa ragazza (lo adoro! *__*) e mi stupisco ancora che mi arrivano tutti questi complimenti sulla FF. Vi adoro. Mhm.. che volevo dirvi?


oggi pubblicizzo questa fan fiction: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=923361 l'adoro.. *__* Leggetela tutti perché ne vale la pensa, really! ♥
Io vi lascio, anche perché sto veramente rincoglionita. ♥ Grazie a tutte! ♥ ♥ ♥

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Capitolo 18
*** chapter seventeen ***


«Niall..» lo scosse e lui si girò a guardarla, sorridendo. «ciao Keyra!» rispose al sorriso, con dolcezza. «alzati.. dobbiamo andare!» quando si rese conto di cosa dovevano fare, perse il sorriso. «cinque minuti e sono pronto!» annuì e lo lasciò da solo, per farlo vestire mentre lei tornava in camera di Malik, a controllare che fosse sveglio. «possibile che ti riaddormenti in meno di due secondi?» sbottò, scuotendolo. «uff.. e fammi dormire!» sbuffò il moro, per poi tirarla sul letto con lui, sbaciucchiandosela tutta ovunque capitava. «Zayn, se io ritorno dall’aeroporto e tu ancora dormi, io ti stacco i gioielli di famiglia, chiaro?» lo vide aprire un occhio. «non lo faresti mai!» era vero, ma lui che ne poteva sapere. «vediamo! Non so quanto ti conviene!» sorrise, e si piegò a dargli un altro bacio. «come sta Niall?» fece una smorfia. «è dispiaciuto! Non vuole che parte!» disse, parlando della sua migliore amica. «speriamo che questi cinque mesi passino in fretta. Se conosco Niall andrà ad Edimburgo appena ne ha il tempo!» lo guardò con dolcezza. «ognuno farebbe questo, se ha la possibilità di farlo!» disse, parlando dolcemente. «tu lo faresti per me?» sorrise con dolcezza e giocò con i suoi capelli, pensierosa per poi sospirare. «ovvio che lo farei!» Niall bussò alla porta di Malik ed entrò. «ah.. sei qui! Io sono pronto!» si girò a guardarlo, con un sorriso. «arrivo! Alzati Malik, prima che ti faccio dimenticare chi sei!» sbottò, e lui ridacchiando si alzò. Uscirono poco dopo, entrando nella macchina di Keyra, che suo padre le aveva lasciato in quanto in quei giorni non era a Londra. Passò una mano nei capelli di Niall, sorridendogli con dolcezza. «non farmi quel faccino, Niall!» disse, dispiaciuta. «non mi va mica che sta così lontana!» sussurrò, guardando fuori dal finestrino. «si ma passeranno in fretta questi mesi. Tu sarai impegnato con il tour, e fidati che non te ne accorgerai tutto questo granché a quanto le stai distante. E poi quando vuoi sai dov’è, no?» lo vide annuire. Quando si ritrovarono di fronte casa di Mary, la videro aspettarli fuori dalla porta, con la sua valigia enorme. Niall le diede un bacio, per poi mettere la valigia dietro mentre Keyra abbracciava Mary. Saliti in macchina, Keyra abbassò un po’ la musica per chiacchierare. Nessuno aveva intenzione di chiacchierare, però. Cominciò a fischiettare una canzone, per passare il tempo. Lei era dispiaciuta che Mary partisse, ma era anche vero che se si metteva a piangere non la lasciava partire. «Kè..» guardò Mary dallo specchietto retrovisore. «si?» domandò, stranita. «me lo controlli, vero?» scoppiarono a ridere tutti e due. «a parte che non li vedrò neanche io tutto sto granché appena ripartono per il tour. Ma chiedo a Zayn di controllartelo! Ce l’ho in pugno quel ragazzo!» ridacchiarono tutti insieme. «e ti aspetto!» annuì. «contaci. Tu informati come si arriva al castello di Harry Potter, ok?!» la vide annuire.  Il viaggio fu corto, e quando arrivarono al parcheggio dell’aeroporto disse ai due di scendere, e che si sarebbero visti di fronte all’entrata. Per lasciare loro un po’ di intimità. Trovato parcheggio scese, indossando i ray ban in quanto c’era un leggero sole che batteva su Londra quel giorno. Arrivata di fronte all’entrata, trovò i due che si sbaciucchiavano. Si schiarì la voce, per attirare la loro attenzione e li vide arrossire. «ma quanto siete belli che arrossite?» domandò, prendendoli sotto braccio. Di fronte alla fila per il controllo, abbracciò Mary. «mi raccomando fatti sentire. E non trovarti una nuova migliore amica..» la sentì ridere. «non ti preoccupare. Anche tu vedi di non trovarti una nuova migliore amica, eh!» le sorrise, e le diede un buffetto sulla guancia. Si tolse per far passare Niall. Li guardò salutarsi, e quando Mary cominciò a camminare nella fila, Niall si appoggiò a lei, triste. «dai su.. passeranno in fretta e Mary non ci dimenticherà.» sussurrò, stringendogli la mano. «speriamo!» lo sentì sussurrare mentre Mary si girava di nuovo a salutarli, e loro come due morti al patibolo salutavano di rimando, con la manina. Quando la videro passare il metal detector, sospirò. «sono le dieci, ma direi che ci sta tutto un panino, che dici?» domandò e lui sorrise. «non ho fame!» Keyra si bloccò. «cosa?» domandò, incredula. Si guardò intorno. «scusate, qualcuno ha un registratore a portata di mano? Scusi, ha un registratore?» Niall scoppiò a ridere, mentre si scusava con la signora e tirava via Keyra. «andiamo a mangiare, forza!» ridacchiando lo portò al bar, e prese due bei panini con bree e prosciutto cotto. Si mise seduta al suo fianco, porgendo il panino al suo migliore amico. «a Mary che diventerà una traduttrice con i contro coglioni!» disse, per poi fare “cin cin” con i panini. Rimasero in silenzio per alcuni minuti, mentre Keyra si guardava intorno, incuriosita. «a che cosa pensi?» domandò Niall, vedendola così sovrappensiero. «chissà dove va questa gente! Chissà se sta tornando a casa, se sta andando in vacanza o semplicemente stanno facendo viaggi di lavoro.. Mi sarebbe piaciuto leggere nella mente delle persone.» ammise, e si girò a guardarlo. «questo è il superpotere che ti piacerebbe?» annuì e sorrise. «strana forte.. con tanti altri superpoteri guardi solo nella mente della gente?» ridacchiò e morse di nuovo il suo panino. «quanto sarebbe bello scoprire se la persona che ti è davanti ti sta sfottendo o ti ama davvero. Oppure capire se stai facendo soffrire quella persona. Capire cosa pensa mentre ti sorride.. A me piacerebbe, devo ammetterlo.» spiegò, guardando una signora che guardava il biglietto che aveva in mano, e poi alzava lo sguardo sul cartellone. «per esempio, se io avessi il potere di leggere nella mente, saprei se quella signora ha bisogno di aiuto per capire qual è il gate del suo aereo.» Niall la guardava affascinato. «oppure se quella bambina si guarda intorno perché ha perso i genitori o semplicemente perché è curiosa! E’ un potere che mi affascina! Però è anche vero che vedresti veramente quello che la gente pensa. Ad esempio se tu in questo momento pensi che sono una pazza sclerata, io lo saprei e ci rimarrei male.» Niall rise. «lo sto pensando, ma in senso buono!» disse e lei fece una linguaccia. «io, Liam, Harry e Louis partiamo!» sbatté le ciglia. «come prego?» domandò, stranita. «noi tutti partiamo. Rimarrete a casa solo tu e Zayn!» come come come? «come mai partite?» chiese, incuriosita. «perché Liam ci ha proposto di andare a casa sua per qualche giorno. Zayn ha preferito rimanere a casa con te, almeno state un po’ da soli!» sorrise, con dolcezza. «ah..» sussurrò, un po’ stupita. «ti dispiace?» chiese stranito Niall, scrutandola. «si, tanto!» si girò a guardarlo in modo serio, facendolo poi ridere. «neanche pinocchio ha un naso lungo come te.» giocò. Terminato il panino, decisero di andarsi a prendere un caffè mentre aspettavano uno squillo di Mary che gli avrebbe fatto capire che era tutto ok. Preso il caffè si diressero al piccolo bancone per mettere lo zucchero e cose varie. Quando arrivò il suo momento di mettere lo zucchero, il tappo del barattolo sbatté contro la tazza e si aprì, rovesciando tutto lo zucchero nel bicchiere. «cazzo culo!» piagnucolò mentre Niall scoppiava a ridere, attirando tutti con la sua favolosa risata. «e ora come faccio?» si chiese mentre cercava di rimediare alla sua stupida goffaggine che ogni tanto riveniva a galla. Niall si appoggiò al bancone, ridendo come un pazzo mentre lei cercava di rimediare con fazzoletti e cose simili. «adesso è zucchero con caffè!» lo guardò male, mentre un’addetta si avvicinava e l’aiutava. «mi scusi!» disse, con un sorriso tirato, mentre lei la guardava male. Si allontanò poco dopo con Niall sotto braccio che piangeva dalle risate. «certo che quella una scopata se la potrebbe pure fare, eh!» sbuffò, andando in un’altra catena di caffè per prendersi un altro caffè. Preso il suo caffè attesero altri dieci minuti e lo squillo di Mary arrivò ad entrambi. Ritornarono verso la macchina, e pagarono il parcheggio, ritornando verso casa.   
«Siamo tornati!» urlò Niall, chiudendosi la porta alle spalle. «com’è andata? Ha pianto?» chiese Liam a Keyra, che scosse la testa. «no lo ammazzavo se piangeva!» disse, guardando il suo migliore amico con dolcezza. «e poi chi ti salva da Zayn?» alzò un sopracciglio. «so come domarlo, tesoro. Non mi servi tu per tenere buono quel ragazzo!» disse, mentre si toglieva il giacchetto. «parlate del fantastico me?» si girò a guardarlo mentre si piegava a sfiorarle le labbra. «oh nostro dio, certo che parliamo di te! Sei sempre al centro del nostro universo!» disse in modo sarcastico, vedendo Zayn buttarsi sul divano al fianco di Harry. «siamo pronti?» domandò Louis, entrando. «si, prendo la valigia e sono pronto!» esclamò Niall salendo le scale a due a due. «siete contenti di restare soli, piccioncini?» chiese Louis, sarcastico. «certo! Adesso vado ad accendere i fuochi d’artificio!» rispose sarcastica Keyra, mentre guardava sul cellulare. «ma chi me l’ha fatto fare a rimanere qui con questa stronza?» lei annuì, per nulla offesa. «sei ancora in tempo per venire!» gli fece notare Liam, sapendo però che non si sarebbe mosso da lì. «noo.. poi magari ci distrugge casa la bambina!» si girò a guardarlo, in cagnesco. «si da il caso, ciccio che sono più grande di te di qualche mese. Sei tu quello che ancora si fa imboccare da sua madre!» Zayn rispose con un ghigno. «tu ancora puzzi di latte.» si scrutarono. «io? E tu che ti fai tagliare ancora la carne?» tutti intorno a loro risero. «ci erano mancati i vostri battibecchi!» questo venne detto mentre Zayn saltava addosso a Keyra, facendole il solletico. «non sai a me quanto erano mancati.» ammise il moro, con dolcezza. «sono pronto!» esclamò Niall entrando. «mentre quelli fanno un figlio! Posso essere il padrino?» chiese divertito. Keyra si girò a guardarlo. «no, non voglio che prende l’esempio del padrino di mangiare come un porco.» si alzarono per salutare gli altri, che sarebbero stati via due giorni. Quando chiusero la porta, si diressero di nuovo verso il salone.
 
 
Di solito cosa fa una coppia appena rimangono da soli? Certo, quello che pensate. L’avevano fatto, ovviamente, vi pare che quelle due macchinette del sesso non si erano lasciati andare appena la porta di casa era stata chiusa dietro le spalle di quei quattro? Il bancone all’americana, beh.. gli era sembrato perfetto e decisamente sensuale. Erano irrecuperabili, non c’era cura per quei due, poverini. Ma subito dopo aver fatto quello, che pensate che si può fare? Coccole, film, mangiare? No, loro no. Avevano mangiato, poi si erano messi tutti e due al computer. Lei a fare la sua tesina, lui a fare una Live chat. In quel momento stavano seduti uno su un divano e l’altra su l’altro divano, che formavano due angoli di un quadrato. Keyra con le cuffie sulle orecchie, a sentire le registrazioni delle lezioni, mentre scriveva al computer, Zayn a parlare con le fan.
«Ké..» si girò a guardarlo, spostando una parte della cuffia dal suo orecchio. «due domande!» annuì, mezza concentrata ancora su quello che stava scrivendo. «quante parole scrivi al secondo? Mi stai facendo diventare stupido!» sorrise. «non lo so, non ho mai fatto nessun test per vedere quanto scrivo veloce.» ammise, guardando la tastiera. «la seconda?» chiese, grattandosi il viso e sbadigliando. «mi passi qualche canzone da sentire? Non so che mettere.» disse, e lei alzò gli occhi nei suoi. «dieci minuti, finisco di scrivere una materia e ti presto tutto il pc. Mi sta venendo il mal di testa!» il ragazzo annuì e tornarono tutti e due a fare quello che stavano facendo, lei concentrata al massimo in quello che stava facendo, volendo dare il massimo nell’esame finale.
Quando terminò, si lasciò andare ad un sospiro e porse il computer a Zayn, che tolse il suo dalle gambe e ci mise quello di Keyra mentre lei si alzava per fare una cioccolata, dopo aver chiesto a lui se gli andava. «perché ti chiedo a te della musica? Sei un fottuto dj. Le hai tutte, e io entro nel panico quando vedo la tua lista di musica.» ammise il moro, scrocchiandosi le dita mentre scorreva con la freccetta. «guarda che il dj qui sei te, non io!» giocò mentre prendeva le cose per fare la cioccolata. «sono fuori servizio. Dimmi un nome.» ci pensò, mordendosi l’unghia. «non ne ho idea. Che tipo di musica vuoi sentire?» domandò, e lui si girò a guardarla. «Boh!» «Justin?» si girò a guardarlo e lo vide a bocca aperta. «Bieber?» scosse la testa. «non ce l’ho manco tra la musica. Mi basta Niall con Justin Bieber. Timberlake, Zayn!» lo vide annuire, felice della sua scelta. Lo mise, e ricominciò a fare la sua twitcam, salutando e cantando di tanto in tanto. Finita di fare la cioccolata gli porse la sua tazza, dopo averla zuccherata e si mise sul divano, stesa. «la testa?» domandò, preoccupato. «sempre sulle spalle!» giocò, e lui sorrise. «riuscirai mai ad essere seria?» si girò a guardarlo con dolcezza. «è la tua faccetta da cazzo che me le tira fuori! Quindi è colpa tua!» esclamò, girando la sua cioccolata, massaggiandosi gli occhi stanchi. «prenditi qualcosa e mettiti a riposare. Starai peggio se non ti prendi qualcosa!» le fece notare, senza alzare gli occhi dal suo computer. «grazie papino!» lo prese sempre in giro e lui ridacchiò. «prego figliola!! Copriti bella di papà sennò prendi freddo!» gli tirò un cuscino, facendolo ridere ancora più forte. «imbecille!» ridacchiò anche lei.
Solo dopo quasi un ora non riuscì più a sopportare il mal di testa e decise di alzarsi per prendersi qualcosa. Appena tornò sul divano Zayn si mise al suo fianco, dalla parte della testa e prese a massaggiarle la testa, delicatamente. Dopo quasi venti minuti, cominciava ad addormentarsi, segno che il mal di testa stava passando. Cominciò a suonare la canzone “Just the way you are” che era la sua suoneria sul Blackberry, segno che era qualcosa di personale e non di lavoro. «Kè..» aprì un occhio e guardò Zayn. «il cellulare..» sospirò. «buttalo dalla finestra!» rispose, infastidita. Era a poca distanza da lei, ma non aveva proprio la forza di rispondere. «non rispondi?» domandò il moro, curioso. «no..» e se non lo faceva lei, lo faceva lui. «Walter!» disse leggendo il nome sul display e si girò di nuovo a guardarlo, visto che si era girata verso lo schienale del divano, e lo vide rispondere. «pronto?» lo guardò divertita. «si, è il cellulare di Keyra..» rispose al suo ex-ragazzo, mentre guardava le cose scritte sul pc, per poi girarsi a guardarla. Lei sorrideva. «no.. sono il suo ragazzo! Tu chi sei?» domandò, sempre in tono serio. «ah.. L’ex! In questo momento Keyra è occupatissima! Non può proprio rispondere al cellulare!» si capiva che non voleva che parlasse con lei. «no.. ciao!» e attaccò, incazzato. «che carino che sei! Così battagliero. Da quanto non facevi queste scenate così marcate?» chiese, divertita. Lui gli lanciò uno sguardo bruto. «che vuole questo da te? Ha detto bene lui, ex.. Se è un ex ci sarà pure un motivo, no?» ridacchiò e tornò a guardare lo schienale del divano. Poco dopo sentì di nuovo la suoneria del suo cellulare. «ti prego spegnilo. Mi sta ammazzando l’unico neurone che non ha il mal di testa!» sbottò, e lui ridacchiò. «perché i neuroni adesso hanno un cervello e anche il mal di testa?» lo guardò male, mentre le porgeva il cellulare. «è tua madre!» sbuffando prese il cellulare, attivò la chiamata e si appoggiò il cellulare sull’orecchio, per poi rinfilare il braccio sotto la coperta. «mhm..?» sussurrò. «no. Stavo cercando di dormire. Non puoi immaginare com’è difficile dormire in questa casa!!» spiegò a sua madre. «Zayn fa una twitcam e gli altri sono partiti. Non potevo non prendere la palla al balzo!» continuò, ad occhi chiusi. «mamma ho il mal di testa! Stavo cercando di dormire per questo e tu stai levando tempo prezioso al mio povero sonno!» sbottò, avvisandola. «si.. ho assistito alla scenata.. aspetta riaprì gli occhi castani, sbarrandoli. «tu che ne sai che Zayn ha fatto la scenata a Walter?» Zayn spostò lo sguardo su Keyra. «non dirmelo. Ti prego dimmi che il mio mal di testa mi sta facendo capire male.. dimmi che sto sognando.. dimmi che quel ragazzo non è qui a Londra.. Dimmelo mamma sbottò, piagnucolando. Ascoltò sua madre, cominciando a piagnucolare come una bambina piccola. «nooo.. non ce lo voglio! Mamma.. mamma ti prego continuò a piagnucolare, mentre sbuffava come un treno. «va bene.. va bene! Lo vengo a prendere. Che palle però!» e chiuse la chiamata. Cominciò a scalciare come una bambina piccola, con la faccia affondata dentro al divano. «io ho il malocchio! Che palle, che palle!» sbuffò e si alzò. «dove vai?» si girò a guardare Zayn. «a prendere il mio carissimo ex a casa mia, che a quanto pare si è autoinvitato come solo lui sa fare! E visto che mia madre non lo sopporta, chi dovrà subirselo? “keyra, è venuto a trovare te, mica me. Adesso ti alzi, e te lo vieni a prendere! Sarai la sua balia per questi giorni!”» usò il tono di sua madre, mentre si metteva il giacchetto. «se ti dico che stai parlando in arabo, tu mi credi? Non ci ho capito un cavolo di quello che hai detto.» lo guardò mentre si sistemava il giacchetto. «niente è troppo lunga da spiegare adesso. Ti dico solamente che quello a cui hai risposto.. Ecco lo sto andando a prendere a casa mia. Ce l’avremo tra i piedi per qualche giorno, sicuramente. Ci vediamo dopo!» e uscì di casa, entrando nella macchina che suo padre le aveva lasciato per quei giorni. Quando si presentò di fronte casa, suonò il clacson e scese, bussando poi alla porta e attendendo. Sua madre aprì poco dopo. «bella cera!» la guardò male, e rispose con un ringhio. «grazie eh! Io mi stavo godendo casa da sola con Zayn! E’ praticamente impossibile che stiamo soli!» sbuffò ed entrò, senza togliersi neanche il giacchetto. Voleva tornare a casa, il prima possibile. Entrò in cucina e vide il suo ex seduto al tavolo. «Keyra ciao!» disse, appena la vide e dopo essersi ripreso dalla timidezza. «ciao Walter!» continuava a sorridere, guardando il suo ex ragazzo. «come stai?» chiese lei, per dovere. «bene 
mi sono ritrovato a Londra e ho pensato di farti una sorpresa!tu?» domandò, ricambiando l’abbraccio. “meglio fino a dieci minuti fa” «bene..» sorrise, ma non rispose. Anche perché se rispondeva come minimo gli diceva “potevi benissimo rimanere dove stavi”. «non perdiamo tempo! Torniamo a casa!» disse, con tono fintamente felice. «siamo a casa Keyra!» ridacchiò. «non abito più qui, Walter. Abito con i miei amici! Prendi la borsa, forza!» esclamò. «ti aspetto in macchina!» disse, mentre il ragazzo prendeva il borsone e si dirigeva verso la macchina parcheggiata di fuori. «salutami Zayn!» si girò a guardare male sua madre. «mai! Ed è arrabbiato con te, sappilo!» la donna ridacchiò e chiuse la porta di casa mentre salivano sulla macchina. «hai preso anche la patente. E’ tanto che non ci vediamo..» si girò a guardarlo, con un sorriso tirato. «eh già!» per tutto il viaggio verso casa, e fidatevi quando vi dico che non era tanta la strada, non smise un secondo di parlare di lui di quanto fosse felice di vederla e vaccate varie. «questa è casa tua?» domandò incredulo, vedendo l’enorme casa. «no, non è mia.. E’ dei miei amici..» spiegò velocemente, mentre parcheggiava fuori dal cancello. Entrati dentro casa, attese che entrasse subito dopo di lei per chiudere la porta e lo condusse verso il salone. «Kè?» «no, babbo natale!» rispose, buttando le chiavi della macchina sul bancone all’americana. «ti ha chiamato Paul!» lo guardò sbattendo le ciglia. «a quanto pare io e te siamo destinati a non avere vacanze insieme.. Zayn Walter, Walter Zayn!» lì presentò mentre prendeva il cellulare del lavoro. «capo!» lo salutò appena lo sentì rispondere. «si, mi ha riferito della tua telefonata. Ringrazia il cielo che si è scomodato a rispondere. Dimmi tutto!» annuì, mentre si ributtava sul divano e faceva avanti e indietro per la stanza, incazzata come una biscia. Zayn scrutava attentamente il biondino di fronte a lui, che si mise a sedere sul divano libero, sorridendo al moro che non ricambiò. «ah si? Davvero? Strano, perché io glieli ho mandati. Ok, adesso lo chiamo e ci parlo! Ciao capo!» riattaccò e guardò Walter. «vedo che ti sei messo a tuo agio!» lo disse con tono non sorpreso, anzi quasi infastidito, mentre scorreva nella rubrica. «che voleva Paul?» domandò Zayn, leggendo le cose che gli scrivevano le fan. «dirmi che non sono affari tuoi!» esclamò, senza neanche staccare gli occhi dal cellulare. «ehi.. dov’è finito il buon proposito del nuovo anno?» alzò gli occhi dal cellulare. «oggi è stato mandato a quel paese dal rodimento di culo. Ti prego, appoggiami almeno oggi! Sei l’unico che riesce a sopportare le mie battutine e rispondere per farmi sfogare!» lo pregò e lui sorrise, capendo che era incazzata con quello di fianco a lei. «ok. Ma solo per oggi! E domani mattina mi porti la colazione a letto!» si guardarono. «non ti pare di esagerare? E poi domani mattina ti sveglierai prima di me!» gli fece notare. «e tu allora svegliati prima di me e portami la colazione a letto. Sennò niente frecciatine!» lo guardò male. «ok. Dittatore! Mi fai fare la mia stupidissima chiamata di lavoro? Tu torna alla tua live chat, per favore! Non è carino non filare le fan!» Zayn ridacchiò, mentre lei faceva partire la chiamata. «Carlos.. Ma perché non hai chiamato direttamente me?» chiese, con gentilezza. «perché avevi paura di disturbare? Ma cosa?» alzò un sopracciglio. «io e Malik facciamo tutto tranne che stare insieme. Comunque.. ho saputo che non ti è arrivato nessun file da me..» annuì e si alzò per andarsi a sedere al fianco di Zayn, di fronte al suo computer. «si chiamava “cinque dementi in italiano”.» disse, posando il computer sul tavolino – visto che Zayn ce l’aveva sul divano al suo fianco - e spostando di poco quello di Zayn, che la guardò male. Lei rispose con altrettanto sguardo bruto. «ehi.. io sto facendo una live chat.» sbottò, e Keyra sospirò. «e io lavoro per te e per gli altri quattro mentecatti. Tu avrai anche la voce, ma io ho la mente. E la mente prevale, Malik!» Si fecero una risata, mentre Walter cercava di capire che diavolo stavano dicendo. «si, scusalo poverino. Si sente inferiore perché non ha un cervello!» rispose, quando Carlos le chiese se fosse ancora lì. «te lo sto per mandare.» disse, dopo aver ritrovato il file e glielo mandò per email. «ti è arrivato?» chiese poco dopo. «ok! Perfetto. Ci vediamo domani! E se hai problemi, chiamami! Tanto non c’è niente da disturbare.. preferisce le fan a me..» disse, naturalmente giocando e poi attaccando. «che cos’è tutta questa simpatia verso Carlos?» domandò, un po’ geloso. «eh sai com’è.. A me gli orientali poco piacciono. Gli spagnoli sono molto più calienti!» scoppiò a ridere. Zayn le diede una spallata, facendola finire distesa sul divano. «stronza!» sussurrò con tono da bambino. «però la stronza ti piace!» lo vide sorridere, mentre lei si alzava e guardava Walter. «vuoi qualcosa da bere?» chiese, con tono ora spento. «che cos’hai da bere?» domandò, e lei già si mise ad alzare gli occhi al cielo. «cioccolata calda, thé, caffè, succhi di frutta, coca cola. Potrei continuare all’infinito!» esclamò, mentre Zayn salutava una fan e Walter si girava a guardarlo, stranito. «tic tac Walter.. il tempo passa e io sto per avere la pensione!» Zayn scoppiò a ridere di cuore. La guardò e le sorrise, con quel sorriso complice. Aveva capito subito che a Keyra stava sul cazzo, almeno quanto a lui. O forse di più. «un bicchiere d’acqua!» Keyra borbottò qualcosa di incomprensibile e si diresse in cucina. «posso chiederti cosa stai facendo?» si girò a guardare quei due, così per curiosità. Zayn si girò a guardarlo, in modo glaciale. «una live porno! Ma mi vergogno di fronte a te!» lo sfotté, e Keyra scoppiò a ridere come una pazza. «oh..» ci credeva pure, quel coglione! I due si guardarono complici. «è un porno divo di fama.» Walter si girò a guardarlo, per poi guardare Keyra. «non riesco a capire se mi state sfottendo oppure no!» Zayn non rispose, continuando a fare la sua live chat. «noo.. non sfotterei mai un amico!» di nuovo sentì la fantastica risata di Zayn e si girò a guardarlo.. Si era piegato in avanti, tanto che il computer toccava il suo petto e se la rideva di cuore. Prese il bicchiere e lo portò a Walter. «però ha qualcosa di familiare!» Zayn lo scrutò. «dove ti ho già visto?» i due fidanzati si guardarono, capendosi con lo sguardo. «non ti ci impegnare troppo. Non l’hai visto da nessuna parte!» sbottò Keyra, buttandosi sul divano per cambiare musica. «allora, cosa mi racconti di te Keyra?» domandò, tutto curioso. «oltre al fatto che sono madre di una famiglia di 25 bambini, ne ho adottati 10 per pietà, e devo fare lavori sporchi per mandarli avanti, e non riesco a sfamarli, niente di che..» giocò come sempre, e Zayn ridacchiò spiegando che non era vero, in live. «da quando sei così sarcastica?». alzò le spalle, con un sorriso. «da quando mi hanno messo il chip del sarcasmo!» alzò gli occhi dal computer, per poi andare in cucina e cominciare a cucinare. «ma non avevamo detto che prendevamo la pizza, scricciolo?» domandò, Zayn vedendola tirare fuori una padella. «no, facciamo domani perché in questo momento mi rode così il sedere che ne ho bisogno.. di cucinare.» il moro sorrise con dolcezza. «ok mia regina!» lo guardò male. «e tu invece cosa fai nella vita?» chiese Walter a Zayn, che lo guardò in modo così serio. Madonna quanto era sexy quando faceva l’incazzato. «sfamo i 25 bambini insieme a lei. Mi vendo su internet, a quanto pare il mio lavoro piace perché ho molte fan! Però è sempre difficile sfamare questi poveri bambini. Siamo due genitori screanzati, amore.» stava usando troppi nomignoli, ma sapeva anche che lo stava facendo per far capire a Walter che non doveva toccarla. «chiameranno il telefono azzurro. Soprattutto da quando li lasciamo andare in giro a chiedere l’elemosina.» disse Keyra. Si stavano divertendo come due pazzi, e il bello era che si davano spalla tra loro. «e questa casa?» domandò senza credere ad una parola. «i padroni sono italiani, così mentre loro non ci sono, noi viviamo qui a loro spese.» disse Zayn, con un sorriso sornione. «finirete presto di sfottermi?» Keyra si girò. «no, finchè morte non ci separi!» esclamò e Zayn si fece una risata. «Keyra!» sbottò Walter, con tono infastidito. Si girò di nuovo a guardarlo, seria. «mi sono rotto che mi prendi in giro!» lo guardò in cagnesco. «e a me dovrebbe interessare qualcosa?» sussurrò, scrutandolo attentamente. «eccola la mia Keyra che parte in quinta! Vai Keyra, sei tutti noi!» non sorrise, ma voleva farlo. «tu ti prenderai il mio sarcasmo finché sarai in questa casa, perché non mi pare di averti invitato, ma come al solito tu fai di testa tua. Chissà come mai ti ho lasciato. Forse per questo, forse perché il tuo comportamento da capo mi stava veramente sul cazzo. Se tu dormi qui, tu stai alle nostre regole. Questa è casa loro, e se sento solo una parola sbagliata su me, Zayn o i miei amici, io ti sbatto fuori di casa!» A Zayn uscì un sorriso soddisfatto. «quanto posso amarla? Che caratterino indomabile.» si girò a guardarlo mentre parlava con le fan, anche se in quel momento era così accecata dalla rabbia da non ricordare che Zayn era in twitcam, per poi tornare a guardare Walter, incredulo. «qui le regole le facciamo noi o i miei amici che sfortunatamente non ci sono. Un vero peccato perché se ci fosse stato Louis, ti facevamo venire i capelli bianchi! Tu sei solo un ospite. Sai il significato di ospite?» non rispose e Keyra continuò. «ospite significa che tu non sei a casa tua. Che non comandi tu, e che devi stare alle nostre regole.» Prese di nuovo fiato, pensando a tutte le cose che odiava di quel ragazzo. «A me le persone che fanno di testa propria, mi stanno sulle palle. Tu, mi stai sulle ovaie. Ti sei presentato a Londra senza nemmeno avvisare, come il tuo solito. Sei arrivato a casa mia, senza neanche avvisare. Sto sprecando gli unici due giorni in cui posso stare da sola insieme a Zayn, per stare dietro ad un viziato come te. Che vuoi da me, Walter? Perché sei tornato? Perché continui a stressarmi la vita quando sai benissimo che non ho intenzione di restare tua amica? Mi snervi, capisci?» Lo vide stringere la mascella. «E hai anche le palle di venirmi a dire che non devo usare il sarcasmo di fronte a te? Lo uso eccome. Questa è casa mia, questa è la nuova Keyra.» Finalmente parlò. «lo vedo che c’è una nuova Keyra.» sorrise, in modo maligno. «sento del dispiacere nel tuo tono. Cosa ti aspettavi? La vecchia Keyra che stava zitta e ti diceva si? Quanto ti faceva comodo avermi come ragazza? Ma adesso non è più così, Walter. Quante volte volevo sputarti in faccia quanto mi stavi sulle palle, e non l’ho fatto perché in fondo ti voglio bene? Ma porca troia giuro, giuro che il tuo carattere mi fa snervare.» Walter la guardava, fermo. «mio dio come sei cambiata!» sbottò, ancora. «oh mamma, si l’abbiamo capito che sono cambiata. Lo so di mio, ma grazie per avermelo ricordato. Non sai quanto sono fiera di me, perché ti sto dicendo tutto quello che voglio dirti dopo 8 anni. Come vedo la situazione si è ribaltata. Tu ora stai zitto, io urlo! Non sai che bella sensazione stare uno scalino sopra a te!» il moro si fece una risatina, e lo sentì gemere di delizia nel vederla così battagliera. «è la mia donna! Eccola la mia vecchia Keyra!» lo guardò con dolcezza. «Le cose sono cambiate. E se non ti va bene, quella è la porta!» sbottò, indicando il salone d’entrata. «e dove vado?» chiese, stranito. «non mi interessa. Ripeto che non ti ho invitato io qui a Londra. Non avevo intenzione neanche di invitare la mia migliore amica in questi due giorni, ma a quanto pare il destino ha deciso di farmi lo scherzetto di farti trovare qui. Per me puoi anche andare sotto i ponti e fidati che appena rimarrei da sola con Zayn, mi dimenticherei subito che stai sotto un ponte. Mi spiego?» Crollò il silenzio. Zayn scoppiò a ridere, e lei sorrise, sentendo la sua risata. «Round e partita vinta da Keyra!» decretò Zayn, ridendo. «sta zitto stupido!» disse, ridendo ma guardandolo con dolcezza. Tornò a cucinare, mentre il moro parlava con le fan. «Keyra, tutte ti stanno stimando per il tuo discorso!» si girò a guardarlo, diventando rossa. «oh.. mi ero dimenticata che stavi in Live! Che figura di merda!» lui si fece una risata. «che profumino.. Non cucinavi così bene, prima.» si girò a guardarlo. Si stava comportando come si aspettava. Lo conosceva bene, e sapeva che quando veniva messo con le spalle al muro, cominciava a comportarsi da strafottente. Peccato che non se lo poteva permettere. «forse perché prima volevo solo mandarti all’ospedale?» rispose, sempre con tono di sfida. Per Walter quando veniva messo con le spalle al muro, quando non voleva sentirsi sotto a nessuno, si comportava facendo tutte domande in modo da sfida. «ora com’è?» chiese a Zayn, in modo complice, ma Zayn era ben lontano da essere complice di quel cazzone lì. «divina. Una donna da sposare! Peccato che hai fatto il cazzone, però meglio per me perché almeno me la sposo io!» giocò e Keyra rise. «prima che ti sposo dovranno passare mille e mille anni!» lo sfotté. «oh che carini. Vi sposate?» sempre in tono sarcastico. «A differenza di qualcuno che non troverà moglie neanche spogliandosi sull’autostrada!!» Zayn scoppiò a ridere. «se in autostrada passano tipe che guidano come te, allora non ci penso proprio a mettermi in autostrada.» ecco un’altra frecciatina. «ma almeno io ho la patente! Chi è che è stato bocciato 4 volte tra i due? Toh.. guarda sei tu!» il ragazzo moro continuò a ridere come un deficiente. «a te la patente è stata data solo per grazia divina!» si girò a guardarlo, con un ghigno. «quanta simpatia in questo ragazzo che poverino, non sa più neanche come arrampicarsi sugli specchi!» ghignò tornando a cucinare. «e che lavoro fai?» chiese, schifato. Ad un tratto suonarono al citofono. «chi è?» chiese Keyra appena rispose. «ah si.. adesso arrivo.» esclamò riattaccando. «chi è?» domandò Zayn, curioso. «è il tuo regalo!» lo sentì esultare di gioia. «è arrivato il mio regalo.. è arrivato il mio regalo, yeahhh!» uscì di casa per andare a prendere il pacco mentre Zayn si toglieva il computer dalle gambe e si alzava per andare alla porta. «il mio regalo il mio regalo!» esclamò seguendo Keyra con il pacco. «aspetti? Mi fai controllare che non c’è il prezzo?» Zayn saltellava tutto contento. «mio dio Zayn! Sta buono o giuro su dio che non ti faccio più regali!» il moro ridacchiò, mettendosi dietro di lei e posando le mani sui suoi fianchi. «me lo fai aprire.. me lo fai aprire??» chiese, e lei dopo aver strappato il foglio con tutto il prezzo attaccato sulla scatola, gliela consegnò. Sembrava un bambino di fronte all'albero di natale. Il moro si piegò a sfiorarle le labbra. «già mi baci e nemmeno l’hai aperto!» scherzò. «perché so che sarà stupendo. Vediamo cos’è!» scoppiò a ridere. «come se non lo sai, deficiente!» rise con dolcezza mentre Zayn impaziente apriva la scatola, e tirava fuori il cappellino. «wooowww.. vas happenin boysss!» scoppiò a ridere, per poi vederlo mettersi di fronte allo specchio, per metterselo. «sono un fico, sono un fico! E tu sei la ragazza più fica in assoluto!» scoppiò a ridere, tornando a cucinare. Poi andò da Keyra e le diede un bel bacio. «ti farò più regali se ogni volta mi baci così!» giocò e lui tutto contento saltellava per casa ripetendo “vas happennin”. Quando tornò davanti al computer, si sentiva ancora più fico del solito con il suo nuovo capellino con la visiera rigida. «ma cosa vuol dire “vas happenin”?» chiese Walter, curioso. «fatti un anfiteatro di cazzi tuoi, ecco cosa vuol dire!» questa volta fu Zayn a rispondere, facendo ululare Keyra dalle risate. «che bella sensazione trattare qualcuno come tu tratti me!» disse in direzione di Keyra, che ridacchiò. «sono due cose completamente diverse. Io lo faccio perché sono così di natura, e tu sai che in fondo ti voglio bene, mentre tu lo stai facendo perché sei geloso come la morte!» lo vide sorridere a trentadue denti, e ridacchiare. «vero! Ma ti dispiace che sono geloso? Non mi pare!» rise di cuore. «di cosa devi essere geloso, ancora non l’ho capito!»

Solo quando la cena fu pronta, Zayn si staccò da quella stramaledettissima Live chat, e si mise a tavola. «ti sei ridotta a fare da schiava a dei ragazzi?» guardò male Walter. «no, ho un lavoro, una vita a differenza di qualcun altro che a quanto pare riesce solo a rompere i coglioni!» si sorrisero in modo glaciale. «e quale sarebbe questo lavoro?» domandò, divertito. «manager!» lo vide aprire la bocca. «e di chi?» domandò, stranito! «di lui e dei miei amici.» e indicò Zayn che si gustava le sue fettuccine ai funghi porcini. «perché chi sono?» chiese ancora, incuriosito. «I One Direction!» rispose Zayn, a bocca piena. Walter tornò a guardare Zayn, sbattendo le ciglia. «tu sei manager dei One Direction?» chiese, girandosi a guardarla. «ah.. li conosci?» lo vide annuire. «Angy è pazza di loro!» sorrise, sentendo il nome della sorella di Walter. Lei, a differenza del fratello, non era così antipatica. «e tu che lavoro fai invece?» chiese, strafottente. «non trovo lavoro.» sorrise, per nulla dispiaciuta. «oh, un vero peccato!» disse con sarcasmo. «comunque, mettiamo in chiaro una cosa. Mi aspetto di non trovarti fra un mese fuori da questa casa con Angy, perché le hai detto che sono la loro manager. Non devo darti nessun favore, quindi appena uscirai da questa casa, non voglio più ne vederti ne sentirti! Ok?» lo vide annuire, mentre Zayn continuava a mangiare in silenzio, guardando la tv. «adesso capisco tutto.» lo sentì sussurrare poco dopo, con un sorriso strafottente. «cosa?» chiese, divertita. «capisco perché stai con lui!» Zayn, sentendosi tirato in ballo, alzò lo sguardo dal suo piatto. «dai genio, illuminami!» domandò, volendo proprio portarlo sulla strada di dire quello che lei sapeva, avrebbe detto. «per i soldi. Perché è famoso!» ghignò. «certo, perché sono proprio una tipa che sta insieme ad una persona solo perché ha i soldi. Infatti mi fa veramente così schifo che neanche facciamo sesso!» Zayn si fece una risata. «puttana!» lo sentì sussurrare. «almeno abbi la decenza di dirlo ad alta voce e non sussurrandolo. Zayn non ti ha sentito!» esclamò, visto che il moro continuava a passare lo sguardo dal suo piatto alla televisione. «ho detto che sei una puttana!» Era lì che lo voleva. Lo stronzo si sentiva così potente da poter dire tutto in faccia alla gente, credendosi imbattibile. Peccato che non sapeva con chi aveva a che fare. Keyra se lo sentì proprio in viso, quel sorriso maligno che le si disegnò nello stesso momento che Zayn faceva strusciare la sedia per terra, si alzava e faceva finire un pugno dritto nell’occhio di Walter. «che cazzo hai detto?» chiese a denti stretti, prendendolo per la maglietta e scuotendolo per farlo parlare. Keyra si alzò e posò una mano delicatamente sul braccio di Zayn. Lui si girò a guardarla, incazzato come una biscia. Era dolcissimo quando la difendeva perché le davano della puttana. «sta calmo!» disse con dolcezza. «mi fa incazzare. Ma come si permette questo essere di dirti puttana?» sbottò, scuotendolo ancora come se fosse un manichino. «me la vedo io, Zayn! Grazie comunque per avergli dato un pugno!» lui sorrise, visto che era davvero contenta che gli aveva dato un pugno per lei. Lo lasciò e fu il momento di Keyra di prendere Walter per un braccio. «alzati!» lo strattonò. «ho detto alzati, Walter.» si alzò e prendendo la borsa di Walter che era rimasta in soggiorno, aprì la porta e lo buttò fuori. «quando io dico una cosa, la faccio! Il numero del taxi lo sai, no? O sennò basta che alzi una mano e si fermano. Ciao Walter, è stato un non piacere vederti!» gli chiuse la porta in faccia, e tornò in cucina. Zayn stava seduto, e si teneva la testa con le mani, incazzato nero. «Zayn!» lo vide alzare la testa e guardarla, incazzato. Sorrise e si mise seduta su di lui che posò le mani sui suoi fianchi. «te l’hanno mai detto che sei tremendamente sexy quando dai le botte a qualcuno?!» si piegò a dargli un bacio sulla mascella, mentre lui se la rideva. «possibile che pensi sempre al sesso quando mi guardi?» scoppiò a ridere lei, in quel momento. «non è colpa mia, se sei sexy da morire mentre tiri pugni!» Lui si morse il labbro inferiore, guardando le sue labbra muoversi mentre parlava. «sennò perché pensi che ti ho lasciato a te a  tirargli quel pugno?» lo vide rialzare lo sguardo su di lei, e si buttò su di lei, dandole un bacio. Si alzò dalla sedia, dopo aver posato le mani sul suo sedere e lei istintivamente strinse le gambe al suo bacino, ghignando. «Stai ghignando perché sei riuscita a farmi eccitare?» annuì, tutta contenta mentre la depositava sul divano. «il problema è: Quand’è che non ci riesci?» scoppiò a ridere, buttando indietro la testa, e lui le diede un bacio sul collo. E anche quella sera, la cena venne lasciata lì sulla tavola, mentre un ragazzo fuori di casa stava con il braccio alzato, cercando di fermare almeno un taxi. Peccato che Keyra gli aveva mentito. Non era mica New York che se alzavi un braccio si fermavano. Li erano a Londra, e se non stavi nelle zone di fermo, non si fermavano neanche a pagarli oro. 


Olèèèè.. Salve gentagliaaa!! (: Ecco il nuovo capitolo tutto Keyra - Zayn che spero, vi piaccia. ^^ Ringrazio come sempre le splendide persone che recensiscono la storia, che la mettono tra i preferiti e bla bla bla.. sempre le stesse cose dico. Allora facciamo così. vi racconto una barzelletta. Un italiano, un inglese e un francese entrano in un bar.. ahahahah no, non sono davvero buona a raccontare le barzellette. La copierei da FB e sarebbe davvero triste. By the way.. Vi amo, ve lo ripeto sempre. Grazie meraviglie.. siete i miei amori. ♥
Ah, volevo dirvi un'altra cosa: Ho un profilo di FB falso, se volete aggiungermi. Boh fate voi. XD Mi trovate sotto nome di Keyra marrymezayn Smith. Sennò eccovi il link: ♥ http://www.facebook.com/onedirectionmusic?ref=ts&sk=app_180083298713261#!/profile.php?id=100002138832129

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Capitolo 19
*** chapter eighteen ***


Svegliarsi con il tuo ragazzo che ti riempie di baci su tutto il viso, con una dolcezza incredibile e l’odore di caffè sotto il tuo naso, è uno dei risvegli migliori del mondo. Aprì gli occhioni castani e sorrise al ragazzo piegato su di lei, che ricambiò con la stessa dolcezza. «giorno!» sussurrò passandosi una mano sul volto, stanca. «giorno a te!» rispose dandole un altro bacio a fior di labbra. «come mai già sveglio?» chiese, visto che si era messa la sveglia prima di lui proprio perché il giorno prima si erano messi d’accordo che lei doveva portargli la colazione a letto. Quella mattina Zayn aveva un’intervista di una radio tramite cellulare, e il pomeriggio doveva andare a fare una trasmissione in radio. «non ti è suonata la sveglia!» le disse, e sbatté le ciglia, stranita. «sicuro?» lo sentì ridacchiare. «in realtà è suonata, l’hai spenta e ti sei rimessa a dormire.» sorrise e cercò di ricordare quella cosa ma non si ricordava proprio di essersi svegliata. «ma perché se l’hai sentita non mi hai svegliato?» chiese, prendendo la tazza che le porgeva e affondandoci la faccia dentro. «perché eri stanca. Ti ho lasciato dormire.» disse con dolcezza, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «non dovevo darti una colazione a letto?» lo sentì ridacchiare. «e chi ti ha detto che non me la sto per prendere la mia “colazione”?» lo guardò maliziosamente. «sei perverso. Pensi sempre al sesso!» gli uscì una risatina divertita. «parli te, che mi fai uccidere una persona solo perché ti piace vedermi cattivo!» scoppiò a ridere. «ah, a  proposito. Si è svegliato?» La sera prima, dopo che ovviamente si erano dati alla pazza gioia e Zayn era uscito a buttare la spazzatura, si era ritrovato Walter seduto sul marciapiede, mezzo morto di freddo.
Flashback - «tu ancora qui stai?» chiese Zayn, con cattiveria. Il biondo si girò a guardarlo. «non si fermano! Le ho provate tutte.» sbottò, tirando su con il naso. Potevano dire tutto a Zayn, ma che era uno stronzo proprio no. Soprattutto non voleva morti di freddo sulla coscienza. «io ti permetto di ritornare in casa con me, ad una condizione!» disse, chiudendo il secchione. «quale?» chiese il biondo, soffiandosi nelle mani chiuse a pugno. «che tu entri, chiedi scusa a Keyra per quello che le hai detto anche perché non capisco il vostro stupido problema. Appena viene lasciata o lascia qualcuno, viene vista come una puttana. Sono due volte che do pugni perché le date della puttana! E mi fa tremendamente incazzare che un ex, che la conosce, le da della puttana. Perché?» il biondo ci pensò, poi sospirò. «perché quando succederà anche a voi, ti renderai conto che tu stai sotto un treno, fidati che Keyra ti rimane in mente, nell’anima e nel cuore. E quando la rivedi, ti rendi conto che lei è andata avanti, ha dimenticato e si è rifatta una vita senza di te. Ti senti totalmente una merda, perché tu stai lì dopo anni ancora a desiderarla, e invece lei è completamente persa per il suo nuovo ragazzo. Fidati, è brutto! Quindi ti ritrovi a darle della puttana solamente perché si è fatta una vita, quando tu naturalmente non ci riesci. E’ una droga, e rimarrà tale.. anche in futuro.» E glielo diceva a lui, che per due anni aveva avuto Keyra tatuata in mente e non era riuscito a dimenticarla neanche mettendosi con altre ragazze? «ah.. appena entri e appena le chiederai scusa, tu fili a dormire, chiaro? E domani mattina ti chiamo un taxi. Non rovinerai i nostri unici due giorni in cui siamo riusciti a rimanere soli.» lo vide annuire. «bene. Andiamo!» quando entrarono in casa, Keyra stava lavando i piatti e perse il sorriso vedendo Walter, di nuovo. Walter aveva fatto come deciso, aveva chiesto scusa, e poi era filato a dormire in camera di Niall. - Fine Flashback.
«no, dorme ancora! Passi stamattina alla Sony?» la vide annuire, mentre sbadigliava, assonnata. «posso venire con te?» chiese il moro, facendosi guardare con dolcezza. «e me lo domandi? Certo che..» stava già sorridendo. «..no!» lo vide perdere il sorriso, e fu lei a sorridere per poi ridere. «se proprio devi, vieni con me!» giocò e lui la guardò male. «se devi darmi il contentino non fa niente, resto a casa!» disse con tono infastidito, e affondò la mano nella sua cresta e l’avvicinò al suo viso. «devo mettermi un’insegna sulla testa così quando sto giocando l’accendo e tu capisci che ti sto ampiamente prendendo per il culo!» sorrise con dolcezza e Zayn ricambiò. Si alzò e andò al bagno per prepararsi. Si fece una doccia veloce, poi uscì in camera ed entrò nell’armadio, prendendo delle calze nere, leggins pesanti, un maglione chiaro che arrivava sotto il sedere e le scarpe con la zeppa. Si vestì in dieci minuti, per poi truccarsi leggermente. Entrò in stanza di Niall e svegliò Walter, che la guardò con occhi bramosi. «non ti vestivi così fica quando stavi con me!» lo guardò male, per poi dirgli che di lì a dieci minuti sarebbero usciti. Si fece una treccia al lato del volto.
(http://a5.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/429957_317321761643032_150656898309520_854598_492227955_n.jpg
accessori: http://a8.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/431164_316812968360578_150656898309520_853747_1713895195_n.jpg )
Rientrò in camera per preparare la borsa e mettersi gli accessori. «sei pronta?» annuì e si girò a guardare Zayn mentre si metteva il “collo” di lana, sistemandoselo di fronte allo specchio. «che hai?» le chiese e alzò le spalle. «ho una strana sensazione. E quando ho questa sensazione significa che sta per succedere qualcosa!» Zayn alzò un sopracciglio, incuriosito. «ce l’ho sempre quando sta succedendo qualcosa di bello o di brutto. Ma non so cosa.» ammise, guardandolo attraverso lo specchio. «e mi innervosisco, perché non so cosa mi sta per succedere!» spiegò, mordicchiandosi l’unghia innervosita. «mi stai mettendo l’ansia!» ammise il moro, preoccupato. Pure lei ce l’aveva, meglio stare in due in ansia. Presa la borsa, si diressero verso la stanza di Niall dove Walter si stava preparando. Uscirono di casa poco dopo, entrando nella macchina di Keyra, che dopo avrebbe dovuto riportare a suo padre, visto che ritornava a casa dal suo viaggio. Portato Walter alla stazione dei treni, si diressero alla sony, dove doveva fare delle cose. Scesi dalla macchina si diressero verso la Sony che ovviamente aveva la sede in una strada chiusa, e avevano dovuto parcheggiare un po’ più in là. Entrati alla Sony, salutarono tutti. «che devi fare?» chiese curioso Zayn, seguendola. «devo parlare con delle persone che si occuperanno del vostro sito italiano!» spiegò, con un sorriso. «quindi parlerai in Italiano?» annuì, guardandolo in modo curioso. «perché me lo domandi?» chiese, incuriosita. «perché mi piace sentirti parlare in Italiano!» lo guardò, con le sopracciglia inarcate. «pensa te!» disse scuotendo la testa e andando in reception. «salve. Sono arrivati i gestori del sito Italiano?» domandò al signore in reception. «no, ancora no!» guardò l’orologio del cellulare, e sbuffò. «appena arrivano, lì può mandare nella saletta verde e avvisarmi?» l’uomo annuì. «la ringrazio.» l’uomo sorrise e presero a camminare verso la saletta verde. Sentì Zayn piegarsi a darle un bacio tra i capelli. Si girò a guardarlo, stranita. «sei così bella.» arrossì leggermente ma non rispose perché in quei casi non sapeva proprio come rispondere. C’erano delle volte che non riusciva neanche a rispondere in modo sarcastico, perché Zayn diceva quelle cose con gli occhioni castani che erano orgogliosi di lei. E non riusciva neanche a rispondere in modo sarcastico, visto che le toglieva ogni facoltà mentale di pensare. Entrati nella saletta Zayn si mise sul divano su twitter, mentre lei prendeva il suo portatile e cominciava a vedere alcune cose per il sito e i vari canali youtube. Dopo quasi un’ora le squillò il cellulare e si alzò, subito seguita da Zayn. «mi seguirai tutta la mattina?» domandò, divertita e per nulla infastidita della cosa. «mi piace vederti lavorare. Hai l’aria tutta seria e mi piaci con quello sguardo tutto concentrato!» scosse la testa. «ok..» di nuovo non seppe cosa rispondere, mentre arrivavano alla reception, dove si trovavano un ragazzo di trent’anni e una ragazza di su per giù venti. Vide l’uomo della reception – non si ricordava mai come diavolo si chiamava – indicarla e quelli si girarono. Se il ragazzo rimase un secondo spiazzato, la ragazza rimase completamente a bocca aperta. «ma tu lo sapevi che ci sarebbe stato anche Zayn?» domandò in Italiano al suo collega. «no!» ammise il moro, con un sorriso. «Salve! Marco e Alessia, giusto?» domandò Keyra, porgendo la mano e parlando in Italiano. Loro annuirono, incuriositi. «Piacere, sono Keyra!» appena capirono chi era, aprirono la bocca. «il viaggio spero sia stato di vostro gradimento!» continuò a parlare in Italiano, mentre stringeva le mani ai due, imbambolati. Odiava quello sguardo addosso. «si, grazie! Posso farti i miei complimenti per come parli perfettamente l’italiano?» ridacchiò, sentendo quei complimenti da Marco e arrossì leggermente. «grazie!» sussurrò, poi indicò Zayn. «beh, credo che lui lo conoscete, no?» Alessia lo guardò a bocca aperta, e Marco annuì. Si presentarono in inglese anche a Malik, che sorrise ad entrambi. «vogliamo andare?» i due annuirono, poi Keyra e Zayn fecero strada. «porca miseria.. porca miseria..» sussurrò la ragazza, incredula. Marco si girò a guardarla. «cosa?» stavano parlando a voce bassa ma non sapevano che Keyra aveva un super udito. «Zayn e Keyra. Non credevo che avremmo parlato con lei. Mi ero totalmente dimenticata che era la loro seconda manager!» Quando Zayn si girò a guardare la sua ragazza, la vide sorridere. «che fortunato che è Zayn. Ci credo che ci sta insieme. E’ così dolce.» arrossì leggermente. Entrati nella saletta, Keyra sorrise ad entrambi. «prego, sedetevi! Malik, a cuccia in un angoletto!» si guardarono male, e poi gli sorrise. «non disturberò, promesso!» annuì, sapendo che se diceva così non l’avrebbe fatto. In fondo si parlava di lavoro, sapeva quanto si arrabbiava se si intrometteva nel lavoro. Ma fortunatamente non sapeva parlare l’italiano, quindi si mise lì buono a sentirli. Appena si sedette di fronte ai due, sorrise. Quando Paul le aveva detto che voleva dare a due ragazzi la possibilità di gestire il sito italiano, o meglio la sezione dedicata ai One Direction, lei aveva annuito. Quando le aveva detto che li avrebbe chiamati per parlarci e che doveva parlarci lei, era sbiancata. E poi lei gli aveva detto che se doveva parlarci, ci voleva parlare di persona. Non si fidava per telefono. E Paul aveva acconsentito. Ed eccoli lì. «Allora, direi di iniziare.. innanzi tutto avete delle domande?» Marco annuì. «Ci hanno chiamato e spiegato che noi gestiremo le informazioni, gli incontri che avverranno in Italia.» annuì. «ma da chi verremo avvisati?» chiese Marco, con tono serio. «Da me. Io mi occupo di dare le notizie a voi e alle fan. Prima che andrete via, ci scambieremo il numero, che ovviamente vi chiedo di non mandare in giro.» li vide annuire tutti e due. «ovviamente!» dissero. «Quasi sicuramente a Febbraio i ragazzi verranno in Italia per un Meet&Great, lo stiamo organizzando. Appena saprò qualcosa di più, verrò personalmente in Italia a gestire le cose. E vi avviserò ovviamente. Da quello che so, quando sono stati in Italia l’ultima volta, non si aspettavano tutte quelle persone. Ho letto parecchie volte che le fan sono state trattate freddamente, e cose varie.» loro annuirono. «ecco. Con me questo non succederà. Sceglierò personalmente le guardie del corpo che staranno a più contatto con le fan.» Marco la guardò, incuriosito. «posso sapere cosa hai in mente?» annuì. «se Paul mi ha preso con loro un motivo ci sarà. Le cose fatte male non mi piacciono. E soprattutto non mi piace che le fan tornano a casa insoddisfatte. Se a quell’evento ci saranno 3.000 persone, 3.000 persone i ragazzi incontreranno. Nessuna esclusa.» li vide sorridere. «quindi se mai ci sarà questo incontro, mi aspetto che anche voi Italiani collaborate. Non fate casino e soprattutto le Fan Italiane collaborino.» li vide annuire di nuovo. «faremo di tutto per tenere buone. Soprattutto di non creare problemi. Le Fan Italiane sono molto disponibili. A loro interessa che i ragazzi abbiano una buona impressione di loro, in modo che ritornino.» sorrise con dolcezza. «posso fare una domanda?» annuì. «quando uscirà in Italia il loro cd? Stanno diventando irrequiete!» disse la ragazza, facendo ridere Keyra. «presto! Vi pare che non vi mandiamo i cd?! Per Febbraio! Proprio per questo che i ragazzi verranno in Italia a fare il Meet&Great.» spiegò, facendoli sorridere. «Ma in cosa consiste?» chiese Marco. «stiamo lavorando ancora a questo progetto. Innanzitutto stiamo pensando a come invogliare la gente a comprare il cd anche se uscirà molto dopo. Leggendo i loro commenti, ho notato che si sono comprate il cd dall’inghilterra, pre-ordinandolo da Internet. Dobbiamo far in modo di farli comprare anche in Italia. L’idea è di creare un mezzo contest. Se compri il loro cd in Italia, puoi vincere il Meet&Great con loro. Vinceranno una ventina di persone, credo! Non di più, perché purtroppo li faremmo impazzire i ragazzi. Io sono contraria anche alle 20 persone. Sono troppe se dopo ci dovrebbe essere un incontro con le fan. Ma forse rimarranno due giorni in Italia!» Marco prendeva appunti su un block notes. «comunque appena tutto sarà deciso, vi farò sapere!» loro annuirono. «per il sito, invece??» domandò la ragazza. «ci sono delle novità anche per quello. Da poco abbiamo rifatto il loro sito e abbiamo aggiunto delle sezioni. C’è una chat su quello inglese. L’inglese è una lingua più o meno saputa da tutti. In Italia da quello che so viene insegnato in malo modo. Pochi sono i professori davvero bravi che insegnano discretamente l’inglese.» Alessia rise. «io stessa sono uscita dalla mia scuola senza sapere una parola di Inglese. Mi sono dovuta mettere da sola a studiarlo per bene!» sorrise. «appunto. Quindi io ho avuto l’idea, ogni tanto di far chattare i ragazzi con le loro fan. Avrei anche pensato di farli chattare con le fan italiane, qualche volta. Io mi metterò a tradurre per loro.» si girò a guardare Zayn, vedendolo passare lo sguardo da lei ai due. «quindi dobbiamo decidere quando, e dove!» la ragazza annuì. «quindi questo è sicuro e deciso?» annuì, con un sorriso. «A fine gennaio loro termineranno il loro tour in Inghilterra e in Irlanda. Quindi direi quando lo terminano, possiamo fare una chat.» i ragazzi annuirono. «per un concerto italiano, invece?» Keyra scosse la testa. «non ne ho idea ancora, devo ammetterlo. Appena finiranno in America, faranno sicuramente qualche concerto europeo. Ma non sappiamo ancora quando e dove!» spiegò, con un sorriso. Il cellulare le squillò nella borsa al fianco di Zayn, e si girò a guardarlo. «alzarti no, eh?» sbottò, facendolo sorridere. «mi pesa il culo!» ammise spaparanzato sul divano. «me ne sono accorta. Poi domandi perché ti tratto a pesci in faccia, cretino!» risero insieme, mentre si piegava a prendere il cellulare. «Carlos!» rispose, e vide Zayn girarsi a guardarla, in malo modo. «si.. sono alla Sony! Vieni nella saletta verde! Ciao tesoro!» e scoppiò a ridere quando vide Zayn stringere la mascella. «io prima o poi lo uccido!» ridacchiando tornò a sedersi di fronte ai due. «volete qualcosa da bere, ragazzi?» chiese e loro dissero una coca cola e gliele portò mentre entrava Carlos. «Carlos!» saltò su Zayn, andandogli incontro. Keyra alzò gli occhi al cielo. «ciao amico, come stai?» domandò il moro, posando un braccio sulle spalle di Carlos, che lo guardò preoccupato. «bene Zayn!» rispose l’uomo. «bene, sono contento che tu stai bene.» posò un secondo gli occhi su Keyra, in realtà lo fecero entrambi, e i due Italiani scoppiarono a ridere. Zayn poco dopo tornò a guardare Carlos. «tu sai che non starai più così tanto bene se tu tocchi la mia donna vero?» Carlos sbarrò gli occhi e si girò verso Keyra, preoccupato. «scusalo. Non è lui a parlare ma quella sottospecie di criceto che ha al posto del cervello!» spiegò, dispiaciuta. «non oserei mai toccarla. Potrebbe essere mia figlia, Zayn!» il moro annuì. «tu sai che io ti denuncio di pedofilia se la sfiori solamente con lo sguardo, vero? Ad occhi bassi devi parlare con lei!» i due Italiani continuarono a ridere, Carlos guardava preoccupato Zayn e Zayn lo guardava in modo serio. «di che droga ti sei fatto, stamattina Zayn?» domandò l’uomo, preoccupato. «nessuna droga, parlo seriamente!» Carlos si tirò un pochino indietro, terrorizzato. «ma hai anche paura? Ma è un cucciolo! Fa la tigre ma in realtà è un micino!» disse Keyra, ridendo. «dallo sguardo sembra incazzato!» ammise l’uomo. «ma cosa.. Deve solo rompere i coglioni, sennò non è contento!» Zayn si girò a guardarla male, molto male. «tu donna, dovresti stare in cucina sai?» lo guardò male di rimando. «vuoi vedere come ti mando io in ospedale a calci sulle gengive se solo non ti rimetti seduto e ci lasci lavorare?» Zayn staccò il braccio dalle spalle di Carlos e alzò le mani in segno di resa. «giusto!» si andò a rimettere seduto, e Alessia si girò a guardarla con occhi fuori dalle orbite. «no vabbeh, sei il mio mito!» scoppiò a ridere, scuotendo la testa. «amore di Keyra, vieni qui!» parlò a Carlos, ma Zayn fu a rispondere. «intendi me?» scosse la testa. «assolutamente no. A te ti chiamerei come “testa di cazzo”» scoppiarono a ridere tutti insieme. «Carlos, dimmi che tra due minuti mi farai la donna più felice di questo mondo!» lui annuì, Zayn ovviamente capì male. «la chat è pronta!» strinse il pugno e con tutto il braccio fece il gesto di goduria. «si! Era questo che volevo sentirti dire! Fammi vedere, va!» Carlos si mise al suo computer, non prima di aver chiesto il permesso sia a Zayn che a Keyra, che risero. «quando uno di loro si collegherà apparirà il loro nome in grassetto.» Keyra arricciò le labbra. «non va bene?» scosse la testa. «è attivo il sito?» annuì. «Zayn, vai nella stanza opposta e fai una prova?» il moro annuì tutto contento di essere d’aiuto. Uscì e si mise al computer, entrando con il computer di Carlos. Carlos ovviamente lo seguì e fece tutto lui perché Zayn con i computer era davvero una sega. «scusatemi eh!» disse in Italiano, ai due. «nono, tranquilla fai!» disse Marco, con un sorriso. Scrisse una cavolata, e Zayn rispose. “Fai tornare Carlos di qua” scrisse e poco dopo Carlos rientrò. «vedi..?» disse indicando il nome di Zayn. «immaginati tanta gente che scrive nello stesso momento. Non si vedrebbe per niente.» gli fece notare. «e cosa pensi?» chiese, curioso. «in rosso, in un colore bello lucente. Si devono notare in mezzo a tutte le fan!» spiegò, girandosi a guardarlo. «e se li differenziamo con diversi colori? Louis in rosso, Harry in viola, etc..?» annuì, sorridendo. «niente giallo, sul bianco non si vede!» l’uomo annuì e tornò nella stanza affianco per lavorare. “torna di qua, grazie!” e si allontanò dal computer tornando dai due italiani. «allora, un’ultima cosa!» guardò Zayn entrare e rimettersi sul divano. «nel sito ci sono descrizioni di loro troppo poco dettagliate. Le ho preparate io stessa e Carlos ha già pensato a metterle.» i due ringraziarono. «bene, per me il colloquio è finito!» disse, con un sorriso. «era un colloquio?» annuì, dolcemente. «si, mi dovevo assicurare che eravate affidati. In fondo vi stiamo lasciando la possibilità di informare le Italiane. Dovevo assicurarmi che eravate affidabili. Mi raccomando, non avvisate nessuno di quello che abbiamo in mente. Non siamo ancora pronti!» disse, mentre stringeva la mano ai due. «certo, non ti preoccupare!» esclamò Marco, con un sorriso. «ci sentiremo presto per i dettagli del Meet&Great, ok?» i due annuirono, mentre Keyra si prendeva i loro numeri e loro prendevano il suo, con l’email e cose varie. Li accompagnarono davanti all’uscita, poi tornarono nella saletta, per prendere la loro roba.
 
 
«guidi bene, sai?» si girò a guardarlo, sorridendo. «grazie!» rispose, mentre erano fermi al semaforo. Tamburellava le dita sul volante, totalmente persa nei suoi pensieri, ma sentì il suo cellulare squillare. «me lo prendi e metti il vivavoce, per favore?» lui annuì e fece quello richiesto. «pronto?» era il BB quindi era qualcosa di personale. «Keyra, sono Julian!» sorrise. «ciao fratello! Come stai, bel pelatino?» domandò, mentre ripartiva. «sto bene, testina di cazzo! Dove sei? Sento un casino!» ammise suo fratello. «Sto facendo una orgiona con tremila ragazzi. In macchina. Sto tornando a casa!» spiegò. «puoi passare un secondo a casa mia? Dovrei parlarti!» guardò un secondo il cellulare, poi Zayn. «è successo qualcosa?» chiese, preoccupata. «no, niente di preoccupante, tranquilla. Puoi?» sospirò. «ti va?» domandò a Zayn, che annuì. «Julian.. Tu ricordi il discorso che abbiamo fatto a Natale?» il fratello rimase in silenzio, poi disse di si. «ecco. Io sono con Zayn, sto venendo con Zayn! Tu ricordi cos’ho detto, parola per parola, vero?» il fratello rise. «si, ok! Te lo prometto. Fra quanto sei qui?» domandò, curioso mentre Zayn la guardava incuriosito. «una mezz’oretta!» «ok, vi aspettiamo!» disse Julian, per poi attaccare. Keyra fece inversione a tre tempi e riprese la strada da dove venivano. «cosa hai detto a tuo fratello a natale?» chiese Zayn, divertito e curioso. «niente..» disse, rossa come un pomodoro. «se gliel’hai ricordato significa che è qualcosa di importante. Cos’è?» quanto cazzo era curioso? Si girò a guardarlo. «Niente Zayn!» ripeté sperando che cadesse lì il discorso, ma si stava parlando di Zayn. «cosa gli hai detto?» sbuffò. «mio fratello ha la cosa di vedere in me una bambina. E’ geloso come la morte, Zayn. Molto più di te. Una volta ho portato ad una festa un mio ex, e Julian senza problemi l’ha sbattuto al muro, ringhiandogli che se solo mi faceva star male, lui lo andava a cercare anche in capo al mondo. Una settimana dopo quello mi ha lasciato. Tende a far sparire tutti i miei ragazzi. Così, a Natale quando l’ho avvisato che stavamo insieme, gli ho fatto un discorsetto.» spiegò, velocemente. «e cosa gli hai detto?» richiese, facendosi guardare male. «non ti basta eh?» chiese Keyra, squadrandolo. «no, voglio sapere tutto. E’ come se dai metà panino ad un bambino affamato. Vuole anche l’altra parte, no?» lo guardò male e sbuffò. «che se ti fa scappare, conoscerà una Keyra che non ha mai conosciuto. Che può essere geloso quanto vuole, ma se solo ti tocca, metterò su di lui in atto tutto quello che lui stesso mi ha insegnato nell’autodifesa. Che può fare il fratello geloso, ma che se mi fa scappare l’unica cosa che in questo momento mi fa stare bene, allora mi arrabbierò davvero. Insomma, gli ho fatto capire con un bel discorsetto che se ti fa scappare, io ci rimarrei male ancora di più se tu mi lasci perché non mi vuoi più bene!» disse, rossa come un peperone. «io ti faccio stare bene?» domandò poco dopo Zayn, tra l’incredulo e il dolce. «no, mi fai stare veramente male! Che domande fai, Zayn?» chiese, mentre si girava a guardarlo, in un momento in cui la strada era dritta. «davvero?» annuì, con dolcezza di tutta quell’incredulità. «e davvero ti incazzeresti se mi tocca?» annuì ridacchiando. «lui sa che quando tengo ad una cosa, mi metterei in mezzo purché quella cosa ne esca illesa! Sia che la persona a cui tengo è quella che mena una persona, sia se è la vittima. In entrambi i casi mi metto in mezzo.. Solo una volta mi sono presa un pugno in faccia da Julian, per errore ovviamente.» ammise, e ritornò a guardare la strada. «per chi?» chiese, curioso. «nessun ragazzo.» spiegò, mordendosi il labbro. «voleva dare un pugno ai due ragazzi. Li abbiamo incontrati per strada una volta, hanno preso a prendermi in giro e mio fratello non ci ha più visto. Mi sono presa quel pugno per impedire a mio fratello di finire in galera. Avrei voluto lasciarlo fare, ma l’idea di lui dietro le sbarre non mi teneva su di morale. Non volevo che si rovinasse la vita per me. Lui pensò che l’avevo fatto per quei due, ma quando gli ho spiegato che non volevo che lui finisse in galera, e fidati che li avrebbe ammazzati di botte se lo lasciavo fare, ha capito che se mi sono messa in mezzo è solo perché gli voglio un gran bene!» Zayn sorrise. «prenderesti un pugno per me?» alzò gli occhi al cielo, esasperata e non rispose. «non rispondi?» domandò, divertito. «che rispondo a fare se sai già la risposta? E devo dirtela solo per far crescere il tuo stupido ego?» lo sentì ridacchiare. Quando si fermò al semaforo, Zayn stava guardando fuori dal finestrino. Appoggiò la testa sul poggiatesta, sbadigliando e portandosi una manina di fronte la bocca. Era infinito quel semaforo. Si girò a guardare Zayn, e lo trovò a guardarla. «cosa c’è?» domandò, preoccupata dallo sguardo serio che aveva. «niente!» sussurrò, ritornando a sorridere. «bene!» tornò a guardare di fronte a lei, e poco dopo sentì un bacio sulla guancia. «diabete a go-go!» giocò e lo sentì ridacchiare, divertito. Sapeva perché le aveva dato quel bacio sulla guancia. Per le parole che aveva detto poco prima, e la guardava perché ci stava ancora pensando.
Quando arrivarono, scesi dalla macchina si diressero verso la casa di suo fratello, mano nella mano. Suonò il campanello, e la porta fu aperta da Eveline. «tesoro! Madonna come sei bella!» esclamò, abbracciandola. «si, bellissima!» sussurrò in modo sarcastico, si piegò a prendere in braccio la micina che si erano comprati da poco, e indicò il ragazzo. «lui è Zayn! E lei è Eveline, la ragazza di mio fratello!» li presentò e i due si strinsero la mano. «e questa cucciola è la più bella in questa casa! England Zayn si girò a guardarla, incuriosito. La gattina le leccò il naso, appoggiando la zampina sulla sua guancia. «dov’è mio fratello?» chiese, curiosa, mentre giocava con la gatta. «sta al bagno!» spiegò, portandoli in salone. «dovrei esserne stupita?» giocò, facendo ridacchiare Zayn. «Juju.. lasci il trono prima che ce ne andiamo, oppure possiamo fare festini qui in tua assenza?» sentì la catena essere tirata e poco dopo uscì suo fratello, entrando in cucina. «sei appena arrivata e già ho voglia di ammazzarti di botte!» esclamò suo fratello, dandole un pugno e poi stringendola sotto il suo braccio, strusciando il pugno sulla sua testa. «cristo Julian, mi fai male!» sbottò, dandogli una gomitata, e facendolo ridere, mentre entravano in salone, dove c’erano Eveline e Zayn. «Ciao Zayn, come stai?» domandò Julian, massacrandosi di botte con la sorella. Erano fatti così. Si dimostravano l'affetto riempiendosi di botte. Julian se la rigirava come un calzino, buttandola sul letto, massacrandola di botte e cose varie. Keyra ormai era abituata, e dopo aver visto Keyra con Julian, la gente si spiegava perché anche un semplice cazzotto a Keyra, non faceva assolutamente nulla. Praticamente, per esempio, se Mary le dava un cazzotto in modo giocoso, Keyra neanche lo sentiva. Semplicemente perché era abituata a suo fratello che non si regolava con la forza, ne era immune ai cazzotti, da quando era su quel mondo. «Ciao Julian! Bene bene, tu?» chiese, guardandoli con dolcezza. «se non fosse per questa stronza ti stringere la mano! Bene, comunque.. ‘ci tua, che sono pure i miei!» scoppiarono a ridere, poi Julian le diede un bacio sulle labbra. Lo faceva solamente con lei, e ovviamente Keyra lo faceva solo con lui. Era un gesto affettuoso, tra due fratelli. Loro si sentivano fratelli anche di sangue, e non avrebbero mai pensato all’altro in modo diverso. Anche perché avevano visto crescere l’altro. Julian strinse la mano a Zayn e poi si misero seduti tutti sul divano. «volete del caffè?» chiese Eveline, dolcemente. «io si!» esclamò, ovviamente, Keyra mentre Zayn annuiva, ringraziando. Eveline andò in cucina, e Julian rimase con loro. «allora..» lo guardò male, e lui ricambiò. «come va? Il vostro lavoro?» chiese, seduto a braccia incrociate, scrutandoli in modo serio come un padre di fronte alla figlia che porta il ragazzo a casa per la prima volta. «bene, bene..» Keyra neanche rispose. «vado ad aiutare Eveline, Julian.. Ricorda le mie parole!» esclamò, di cattiveria facendolo sorridere angelicamente. «l’oroscopo oggi ha detto che non ucciderò nessuno. Vai, va!» si girò a guardare Zayn, che annuì alla sua domanda silenziosa “te la senti?”, «se serve chiamami!» annuì di nuovo, con un sorriso dolcissimo. Uscì dal salone ed entrò in cucina, facendo segno ad Eveline di fare silenzio, per poi ritornare vicino al salone, ma mettendosi dove non potevano vederla. «dimmi.. come ci si sente ad essere amato da milioni di ragazzine in piena fase ormonale?» Zayn rise. «strano, davvero strano! Due anni fa, se pensavo al mio futuro mi vedevo dietro una scrivania, ad insegnare ai ragazzi. Ora, vedo solo il canto.» ammise, del tutto tranquillo. «e avere sempre le ragazze intorno?» ridacchiò ancora. «è strano. Non credevo neanche di poter essere così popolare. E’ anche vero che sono piene di ormoni, ma alla fine ci fai l’abitudine.» Julian si avvicinò, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. «e tra uomo a uomo, ne hai mai vista una che hai pensato “mamma il male fisico che le farei”?» chiese con tono amichevole. Zayn rise, scuotendo la testa. «di ragazze bellissime ce ne sono nel mondo. Tutte hanno qualcosa di bello. Forse in passato l’ho pensato, ma ultimamente neanche le guardo più con tutto questo interesse.» Lo vide muovere le labbra. «beato te, io dove mi giro ne vedo di stupende. E i miei ormoni ballano la conga.» si fece una risata, mentre guardava il fratello della sua ragazza, con dolcezza. «mi stai mettendo alla prova, vero?» non rispose. «Julian.. Da uomo a uomo.. Hai amato incondizionatamente? Tu puoi dire di amare la donna che è in quella cucina, in questo momento?» non rispose di nuovo. «io, sinceramente, quando guardavo quelle ragazze cercavo solamente una cosa.» Julian si fece più vicino. «la sosia di Keyra. Se ho mai dato un bacio, se solo sono andato con una ragazza, io l’ho fatto solamente perché aveva qualcosa di tua sorella. Gli occhi, i capelli, la piccola fossetta della piegatura del labbro superiore. Bastava una cosa, per farmi pensare che era Keyra. Perché devo cercare quelle cose quando ho quello che desidero vicino?» domandò, fissandolo. «non mi serve più cercare qualcosa di Keyra in quelle ragazze. E’ con me, ce l’ho tutta per me. Non ho bisogno di altre ragazze o di provare l’ebbrezza di tradire. Ho perso tua sorella per due lunghi anni, non ho intenzione di sbagliare di nuovo.» Julian si lasciò andare in un sorriso. «spero che dici queste cose perché le pensi davvero, e non perché sai che se non me le dici ti ammazzo di botte.» il moro si fece una risata. «ti assicuro che tutto quello che ho detto, è la pura verità. E’ lei che voglio, da quando l’ho conosciuta. Può sembrare che non ci vogliamo bene, ma ti assicuro che siamo entrambi innamorati allo stesso modo! Magari non lo diamo a vedere poi così molto, ma fidati quando ti dico che sappiamo quello che proviamo entrambi. E tua sorella sa quanto le voglio bene. » Suo fratello fece un sorriso, tutto contento. «Zayn.. Non ho mai visto Keyra sorridere come sorride da quando è ritornata nella tua vita. Tu non sai neanche quanto mi sono abituato a quel sorriso. Io voglio solo il bene per Keyra. Lei sta bene con te, ma non farla soffrire come gli altri ragazzi. Non se lo merita, davvero!» Zayn annuì. «lo so.. Proprio ieri sera ho dato un pugno a Walter perché le ha dato della puttana!» Julian sbatté le ciglia, stranito. «Walter? Che ci faceva a Londra?» Zayn guardò la porta. «perché voleva riprovarci con Keyra. Peccato che si è ritrovato una Keyra diversa, con tanto di palle. Gli ha sputato addosso tutta la sua frustrazione, l’odio che provava quando stavano insieme. Insomma, l’ha rimesso in riga. E quando ha scoperto chi sono, beh.. Le ha dato della puttana perché credeva che stava con me solo per i miei soldi, quando ovviamente non è così! Lui l’ha detto, io l’ho menato. Keyra mi ha blocc..» alzò gli occhi dal loro braccialetto con cui stava giocando, e la frase si perse nel vuoto.  Gli uscì un sorriso a trentadue denti. «cosa c’è?» chiese Julian, cercando di capire perché si era fermato e perché stava sorridendo. «tiene a me.. tua sorella tiene a me!» Julian alzò un sopracciglio, divertito. «non l’avevi capito?» annuì. «si ma un conto è saperlo di mio, un conto è vederlo con i tuoi occhi!» suo fratello lo guardò, curioso. «non ti sto seguendo!» ammise con una mezza risata. «prima in macchina mi ha raccontato quando per sbaglio le hai dato quel pugno. Mi ha spiegato che non voleva farti andare in galera, così si è messa in mezzo. Mi ha detto che si mette in mezzo solamente quando tiene davvero a qualcuno.» Julian annuì, incitandolo a continuare. «ieri sera mi ha bloccato.. Se la conosco mi avrebbe lasciato massacrare di botte quel deficiente, ma mi ha bloccato. Mi ha bloccato, segno che non vuole che finisco in galera, uguale Keyra tiene a me.» Julian si lasciò andare ad una risata. «che motivazione ti ha dato?» domandò, curioso. «perché le piace che sono rude!» scoppiarono a ridere insieme. «a me che il sangue le da senso! Sa come non far scoprire la verità.» disse, ridendo. Le due donne rientrarono con il vassoio con sopra i caffè. «che vi ridete voi due?» domandò Keyra, che ovviamente aveva sentito tutto il discorso, nascosta. Si mise seduta vicino a Zayn, e gli sorrise ricevendo in risposta un sorrisone a trentadue denti. Stupido Zayn, che ancora non la riusciva a decifrarla subito. Davvero aveva pensato che fosse perché le piaceva quando faceva il duro con la gente? «affari di maschi. Tu sei maschio?» annuì. «quindi hai le palle..» sorrise dolcemente a suo fratello. «sicuramente più di voi due messi insieme, cazzoni!» giocò ridacchiando. Continuarono a cazzeggiare per un altro quarto d’ora, poi Keyra si spazientì. «Allora, il motivo per cui siamo qui?» domandò, curiosa. «ecco..» Eveline si mise seduta vicino a Julian. «volevamo dirti che ci sposiamo!» Keyra alzò gli occhi dalla tazza dove stava mettendo lo zucchero, guardandoli a bocca aperta. «voi.. vi sposate?» li vide annuire. Rimase incredula per ben poco, poi saltò addosso ai due. «oh dio! Sono felicissima per voi!» disse, dando baci a tutti e due. «e noi siamo felici che sei così felice per noi!» sorrise, tornando al suo posto. «inoltre..» c’era qualcos’altro? «voglio che sei la mia damigella!» guardò Eveline, a bocca aperta. «oddio.. ma tu sei sicura? Che deve fare una damigella? No, non mettermi in mano una cosa così impegnativa!» disse, ansiosa. «tu sarai la damigella. Non era una richiesta, era un ordine.» sospirò, e annuì. «in realtà volevo che facessi il mio testimone di nozze, ma devo ammettere che sei più fica con un bel vestito scollato che con uno smoking!» ammise suo fratello, dolcemente. «nooo.. voglio essere il testimone di Julian.» disse quando si rese conto di cosa aveva appena accettato. Stare sotto lo sguardo di tutti. «troppo tardi. Sei mia!» esclamò Eveline. «e a quando le nozze?» chiese, divertita. «due mesi!» aprì la bocca sdegnata. «così poco? Ma siete pazzi? Cioè io devo pensare a tutto quello che è di Eveline e mi date un preavviso così corto?» domandò, a bocca aperta. «lo so.. è necessario così presto!» troppo stordita dalla novità non si rese conto del vero significato della frase. «tu, io, dopodomani ci vedremo per parlare del matrimonio!» la ragazza rise. «va bene! Domani non puoi?» scosse la testa. «loro ripartono per il tour nel pomeriggio e la mattina devo dividermi tra Zayn e Niall!» Julian scoppiò a ridere. «come sta il mio irlandese?» Julian voleva molto bene a Niall, proprio come la sorella. «bene.. Ieri abbiamo accompagnato Mary all’aeroporto. E’ giù di morale, ma la vacanza di questi due giorni gli sarà servita!» spiegò. «perché dov’è andato?» chiese, in modo curioso. «Gli altri sono partiti e sono andati a casa di Liam.» si intromise Zayn, sorseggiando il suo caffè e riscaldandosi le mani sulla tazza. «quindi voi siete da soli? Ho capito bene?» scoppiarono a ridere tutti, tranne Julian. «tranquillo. I piccoli Malik sono ben lontani!» Julian tirò un sospiro di sollievo. «e invece voi quando me la date una nipotina?» chiese per gioco, poggiandosi a Zayn. «presto, molto presto!» alzò lo sguardo, di nuovo. «non lo so.. ci sto prendendo la pensione se devo aspettare il vostro “presto”.» scherzò ancora, facendo ridere Zayn. «cinque mesi sono troppi?» quel sussurro di suo fratello si perse nell’aria, e per un secondo si girò a guardare Zayn. Lui annuì alla sua domanda stampata in faccia “ho sentito bene?” e aprì la bocca, incredula. Sbatté le ciglia, cercando di fare un conto veloce. «cin..cinque mesi? Aspetta..» rimase a guardare Eveline, posando lo sguardo dalla sua pancia a suo fratello e poi di nuovo su Eveline. «sono incinta!» aprì la bocca ancora di più tanto che aveva quasi la mascella che toccava per terra. «sei incinta! Tu sei incinta!» disse lasciandosi andare in un sorriso felice. «ohmmioddio!» si ributtò di nuovo sopra i due, tutta felice. «mi state dando una nipotina o un nipotino!» esclamò, felicissima. «una nipotina!» alzò la testa e guardò suo fratello. «una piccola Smith! Oh mio dio!» le uscirono lacrime di gioia, e abbracciò forte suo fratello. «sono orgogliosa di te, Julian!» si strinsero forte, mentre lui la ringraziava, con le lacrime agli occhi. Abbracciò anche Eveline, felice per loro ma anche con loro. Si asciugò gli occhioni castani, per poi rimettersi seduta al fianco di Zayn. «vedo che sei contenta, Zietta!» spostò lo sguardo su Julian e aprì la bocca per l’ennesima volta, per poi sorridere tutta contenta. «sono una zia! Zia Keyra! Il nome, già deciso?» loro scossero la testa. «però abbiamo deciso un’altra cosa..» Keyra si mise composta, come se fosse pronta ad ascoltare. «tu sarai la sua madrina!» troppe informazioni tutte insieme, e per un secondo le girò la testa. «ma voi siete..» suo fratello non la fece neanche terminare. «si. Sei perfetta per fare da madrina a nostra figlia. Sei stata un appoggio morale per me, mi hai aiutato così tante volte che davvero, non so come ripagarti. E Eveline ti adora. Siamo stati d’accordo subito!» annuì, emozionata con di nuovo le lacrime agli occhi. «grazie. Ne sono onorata!» sussurrò e suo fratello sorrise. «Grazie a te, per essere entrata nella mia vita!» si alzò e le andò vicino, per abbracciarla. Keyra pianse, emozionata per suo fratello ma anche per le parole che aveva detto. Zayn rimase a bocca aperta. Non aveva mai visto Keyra piangere, era la prima volta in assoluto. Certo, erano lacrime di gioia, ma era la prima volta. E non era mai stata così bella come in quel momento la vedeva. Era qualcosa di straordinario, con quelle gocce salate che le rigavano il viso. Quando uscirono da quella casa, Keyra sembrava totalmente cambiata. Era come se fosse morta e rinata sotto un altro aspetto. Chissà cosa le passava per l'anticamera del cervello, ma non se la sentiva di intromettersi così tanto nella sua mente, da sapere perché era così cambiata. Cambiata per modo di dire, era sempre la stessa Keyra, ma era come se ci fosse una nuova parte in lei, oltre alle tante parti che caratterizzavano Keyra. Oltre ad essere forte, bella, simpatica, intelligente, e cose varie, ora era anche una persona che sapeva, una bambina avrebbe preso come un esempio da seguire. Come se in lei, ci fosse una donna da prendere come esempio. Era sicuro, di quello era davvero sicuro, che quella bambina avrebbe avuto la madrina più premurosa del mondo. La madrina in fondo era un tutore dei suoi "protetti". Se fosse successo qualcosa ai genitori, la prima ad essere chiamata sarebbe stata la madrina. Keyra si era presa sulle spalle una nuova esperienza forse troppo grande per lei. Ma era anche vero che si stava parlando di Keyra Smith, e non di una deficiente qualunque. 


Spazio della fantastica (dove, quando e perché?) autrice: Holaaaaaaaaa! Come state ragazzuoleee? Ecco il nuovo capitolo, tutto per voi. Un po' corto forse (?) ma accettatelo. xD Novità su novità. Da dove comincio?
1. Ho finalmente trovato, per me eh, il volto di Keyra. Sono due giorni che ho trovato il volto, e ancora quando ci penso mi viene il sorriso. Prima che scateno l'inferno, vi spiego. Keyra NON e' stupenda, non è quel tipo di ragazza che ti giri a guardarla e pensi "oh mamma che fica megagalattica" no. Keyra è un tipo di persona che può piacere come non può piacere. Mora, occhi scuri, fisico normale (anche un po' più secca del personaggio che ho trovato) e con stile. Io ora vi dirò il nome e il perché ho deciso lei, ma vi ricordo solamente che Keyra è Keyra. Non immaginatela come il personaggio che ho deciso, ma vedete in lei la mia Keyra. La ragazza è: Vanessa Hudgens e questo è un piccolo lavoro che ho fatto


 


 

Non è da Keyra andare in giro con un cappellino di Arale, e facendo foto ai paparazzi che tartassano Keyra e Zayn di foto? Ditemelo, non è da lei? (: Io vedo questi due insieme, e sorrido. So troppo belli insieme, rispecchiano proprio i miei Zayn e Keyra. (vabbeh che Zayn è Zayn, però.. in questo lavoro lui sembra preoccupato dei paparazzi e invece lei sdrammatizza giocando con i paparazzi, facendo quello che i paparazzi stanno facendo a loro. XD Cazzo è da Keyra, dai!)
2. Ripeto che ho creato un profilo FB fake, dove potete aggiungermi se lo volete. Mi trovate sotto il nome Keyra marrymezayn Smith oppure come al solito vi lascio il link
http://www.facebook.com/profile.php?id=100002138832129 ) aggiungetemi, se volete, accetto tutte e tutti, senza nessun problema. :D
3. Vi lascio come al solito una storia che promuovo, ed è: ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=919010&i=1 ) questa, di un fan maschio. Rendiamoci conto, ragazze! ahahahaha. Passate e recensite, dai! 
Per altro, io continuo ad amarvi per quanto voi siete stupendi/e. Continuate a commentare le mie storie, ad aggiungere le storie nei preferiti e cose varie, facendomi sentire amata. Non potrei chiedere di meglio. Vado avanti con 11 recensioni a capitolo che per me sono davvero tanteeeeeeeee anche troppe. E quindi vi amo. Per non parlare della gente che mette la mia storia e fa pubblicità! ♥ Grazie, davvero siete fantastiche. See you later. ♥

 

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Capitolo 20
*** chapter nineteen ***


Every single person has at least one secret that would break your heart.
(ogni singola persona ha almeno un segreto che potrebbe spezzarti il cuore.)
 

«Non rompetemi le palle! Niall, tocca quella crepes e giuro su Zayn che ti ammazzo!» sbottò, mentre camminava verso il citofono. «ehi.. sei stronza forte, sai? E io che c’entro?» domandò il moro, spaparanzato sul divano dove poco prima era stesa anche lei. «tu c’entri sempre, Malik! Tu sei come i cavoli a merenda!» lo sfotté prendendo il citofono e parlando. «chi è?» domandò, stranita. «salve..sono la professoressa di Keyra, dovrei parlare con lei!» spostò la tendina della finestra al fianco del citofono e guardò fuori. «oh! Le apro subito!» spinse il bottone e si buttò verso lo specchio per sistemarsi un po’. Aprì la porta poco dopo. «salve professoressa!» esclamò, facendole segno di entrare. «Buongiorno Keyra. Tutto bene?» annuì, con un sorriso. «prego, si accomodi!» le fece strada entrando in salone e guardando male i due stesi sul divano, spaparanzati. Quando videro la donna, Zayn saltò su e si mise seduto bene, Niall alzò solamente un sopracciglio. «Salve..» disse Zayn alzandosi e porgendo la mano alla professoressa di Keyra. «come sta?» domandò mentre le sorrideva, e quella per un secondo perse il fiato. Eh! Lo sguardo di Zayn ammazzava chiunque, non solo le directioner. «bene grazie, lei?» Zayn sorrise ancora. «bene, ma non mi dia del lei, per favore.. Mi fa sentire vecchio!» La professoressa si girò a guardare Keyra, che sorrise. «dite anche le stesse frasi!» esclamò, con tono dolce. Si ritrovò a ridacchiare, mentre Zayn se le guardava in modo curioso, Niall uguale a lui. «lei è la mia professoressa di Italiano, la professoressa Gatto.» spiegò a Niall, che sorrise. «Amo l’italiano come lingua! Mi piacerebbe studiarlo!» spiegò mentre le stringeva la mano. «chiedi a Keyra di insegnartelo, no? E’ una delle inglesi più brave nel mio corso.» Keyra arrossì, e si girò a guardare la donna. «vuole del caffè?» domandò, e la donna annuì, sedendosi sul divano dopo l’invito di Niall. Preparò il caffè e poi si mise seduta al fianco di Zayn, ora più composto. «le posso chiedere come mai questa visita?» domandò curiosa Keyra, ma anche un po’ in ansia. La donna sembrò tornare sul mondo dei vivi. «oh.. si! Ho visto che non hai fatto l’iscrizione al corso.» annuì, sempre sorridendo. «come mai, posso chiedertelo?» domandò la donna, con tono serio. «perché non mi posso permettere di andare in Italia per un mese. Non posso proprio permettermelo!» ammise. «ma è un problema di soldi?» chiese la donna, ma Keyra ridacchiò. «no, non sono i soldi il problema. Non posso allontanarmi da Londra, professoressa!» spiegò, con un sorriso. «ah.. per il lavoro?» annuì. «non puoi chiedere un blocco? Sono 20 crediti, non sono pochi, signorina Smith!» la guardò, sbattendo le ciglia. Il caffè uscì e Keyra si alzò per andarlo a mettere in una tazzina, per poi porgerlo alla donna. «capisce che 20 crediti non sono pochi? Ho parlato molto bene al consiglio di classe. Le sue referenze sono perfette.» scosse la testa. «professoressa, parliamoci chiaro. Io non desidero fare questo come lavoro. Volevo solo riuscire a cucinare in modo buono e non come cuciniamo noi inglesi. Volevo fare qualcosa che mi piace, e non andare al college. Ma non sarà quella mia strada nel mio futuro. Andare in Italia a fare un corso, pagarmi tutto da sola, solo per prendere 20 punti di credito che alla fine non mi serviranno a nulla. In più mi devo occupare di un matrimonio, e non ho il tempo materiale per fare tutto. Se faccio quel corso, devo gestire tutto dall’Italia..» Zayn si alzò, andando chissà dove. «ma imparerebbe molto. Lo capisce signorina Smith?» la guardò in modo dispiaciuto. «io non posso Professoressa. Capisce che ho troppe cose da fare qui in Inghilterra? Sono la damigella della ragazza di mio fratello, ho da seguire il lavoro grafico dei ragazzi. Non posso perdere un mese così, lo capisce?!» La donna annuì, un po’ dispiaciuta. «già per me è difficile avere un lavoro e una scuola da seguire. Se non fosse che sto all’ultimo anno, me ne andrei da scuola. Ma addirittura andare in Italia per un mese, non mi sembra proprio il caso!» ammise, con dolcezza.
La donna ricambiò e Malik rientrò mentre si sorridevano le due donne. «puoi andare..» sbatté le ciglia, guardando Zayn. «dove?» chiese, stranita. «In Italia. Ho parlato con Paul. Ti ha dato un blocco di un mese..» smise di respirare per un secondo, guardando male il suo ragazzo. «Zayn, caro.. puoi venire un secondo con me di là?» disse a denti stretti, mentre cercava di non sbottare lì di fronte alla professoressa. Camminarono verso l’altro salone, e chiuse la porta. «perché cazzo prendi iniziative su di me, quando io non ti do il permesso? Me lo spieghi Zayn?» sbottò, neanche finendo di aprire la porta. «perché devi andare!» rispose, pacato. «non sai se devo andare o no. So ragionare con il mio cervello, so quello che devo o non devo fare, lo capisci? Non sono una neonata! Se dico che non posso andare, non ci posso andare!» Zayn la guardò male. «e invece ci vai, mi sembra ovvio!» rispose, del tutto pacato. «no, non ci vado perché ho da tenere in piedi la vostra parte grafica, ricordi? Oppure ti sei dimenticato che lavoro per voi? Mi fai incazzare quando prendi decisioni per me.» Il moro si appoggiò al divano, a braccia incrociate. Lo vide mordersi un labbro, nervoso.
«mettiamo in chiaro una cosa. Se quel cazzo di corso serve per farti prendere 20 fottutissimi punti e farti arrivare agli esami con un voto abbastanza alto da farti promuovere, tu ci vai. E non perché lo vuoi, ne perché lo voglio io. Del lavoro te ne deve fottere altamente, perché io mi sono stufato di starti lontano. E se quel cazzo di corso ti serve per essere promossa, tu ci vai, mi sono spiegato? Non ce la faccio più Keyra. Più passano i giorni e più mi sto stufando di starti lontano. Se tu non fai quel corso, e non passi l’anno io giuro su dio che impazzisco. E se impazzisco due sono le cose. O ci lasciamo, perché non sopporto più di starti così lontano – calcolando che sono stato praticamente due anni senza te vicino – oppure lascio i One Direction, per poter finalmente stare come voglio con te. A te la decisione.» rimasero a guardarsi in silenzio. Keyra era tra lo stupefatta all’incazzata, non sapendo proprio cosa dire. Sentì gli occhi lucidi, segno che stava per piangere. L’aveva portata ad un bivio.. Non era il fatto di andare o no in quel corso del cavolo, ma la frase che aveva detto dopo. O lei o i suoi amici. In un modo o nell’altro, qualcuno avrebbe sofferto. «tu sei uno stronzo!» sbottò indicandolo, sentendo la rabbia invaderla. «mi stai mettendo il cappio al collo..» lo vide scuotere la testa. «adesso ti metto il cappio al collo. Vai, sennò ti lascio.» lo guardò male, e sentì le lacrime pungere gli angoli degli occhi. «non..» non riuscì neanche a terminare la frase, perché sentì i polmoni chiudersi e la gola fare altrettanto. «tu mi stai ricattando, te ne rendi conto?» come ci erano finiti a litigare, e a parlare di lasciarsi? Perché? Perché? «c’è un’altra possibilità.» disse, guardandolo. «quale?» chiese, sempre con tono serio. «lascio la scuola! Ma non mettermi in questo bivio Zayn. Tu starai impazzendo ma io non mi sto divertendo. Non sai quanto voglio starti vicino, ma non posso perché tutto mi blocca qui a Londra. Lascio la scuola, e divento Manager effettiva.» lo vide staccarsi dal divano e camminare lentamente verso di lei. «Anche tu mi stai mettendo in un bivio, te ne rendi conto?» lo guardò male. «no, perché a me della stupidissima scuola alberghiera poco mi interessa. Ho cominciato solamente per avere qualcosa da fare, per non essere una morta in vostra assenza. Ma adesso che cosa mi dovrebbe interessare della scuola? Si, mi piace cucinare.. Ma mi interessa avere veramente quel diploma?» lui la guardò. «io sono egoista Keyra, ti permetterei anche di farlo. Ma no, tu non lascerai la scuola solamente per un mio capriccio! Vai a fare quel dannatissimo corso, finisci la scuola e poi potremmo finalmente stare insieme.» lo guardò, poi si buttò su di lui e affondò la faccia nella sua camicia. «non..» le si mozzò il fiato in gola. «cosa?» lo sentì ricambiare l’abbraccio. «davvero sei arrivato a pensare di lasciarci?» crollò il silenzio, e bastò quello a farla sentire male. 
«l’ho pensato. Ma tra pensare una cosa e farla, c’è di mezzo tanto, fidati. Ripeto, sono egoista. Mi piace stare con te, sto bene quando sto con te.. Non arriverei mai a lasciarti, perché non lascerei mai andare qualcosa che mi fa stare così bene. Ma.. starti lontano diventa sempre più difficile, Keyra! E più passano i giorni e più io mi incazzo perché ancora dopo due anni non riusciamo a stare insieme come vogliamo, neanche stando davvero insieme. E mi fa rodere questa cosa.» spiegò, con tono duro. «Finisci la scuola, ti prego. Non devi lasciarla solo perché sto piagnucolando. Finiscila, ok?» annuì. «ma..ma..tu..» non ci riusciva proprio a dirgli quello che le passava per il cervello. Prese un profondo respiro e cercò di far uscire quelle poche parole dal suo cuore. Era difficile, ma ci doveva riuscire cazzo. «tu.. tu mi aspetti vero? Non molli tutto, vero?» domandò, sempre con la faccia affondata nella sua camicia. Lo sentì abbassarsi a darle un bacio tra i capelli. «terrò duro, lo faccio da tempo. Posso aspettare altri cinque mesi, se devo. Ma tu per favore, fai di tutto per venire da me.. Non farmi fare tutta la strada da solo. La voglio condividere con te.» annuì ancora, e Zayn se la strinse addosso, dolcemente. «andrai?» annuì ancora, tirando su con il naso. «stai piangendo?» scosse la testa. «ma non dire mai più quella cosa, ti prego.» solo l’idea che era arrivato a pensare di lasciarla, le fece sentire come una strilettata al cuore. «promesso..» sussurrò. Rimasero abbracciati finché lei stessa non sentì gli occhi di nuovo normali. Si staccò e senza guardarlo negli occhi si alzò a dargli un bacio di volata. Ma lui ovviamente prolungò il bacio, facendole capire tante altre cose con quel semplice gesto. Stava impazzendo, almeno quanto lei. Stare lontani era difficile, e lei doveva riuscire a finire la scuola il prima possibile per stare con lui. Non era la sola che ne aveva bisogno. Lei pensava sempre e solo a lei perché non credeva possibile che Zayn tenesse a lei, anche se lo sapeva. Pensava che era l’unica a sentire il peso di quella lontananza, ma non era così. Zayn soffriva almeno quanto lei, e quindi doveva mettersi sotto per entrambi e non solo per lei.
Quando tornarono nell’altro salone, si mise seduta sul divano di fronte alla professoressa che sorrise.. «Verrò.. Ma mi deve spiegare per filo e per segno quello che succederà in quel mese.» la donna annuì. «non andrai a scuola. Farai questo corso di sei ore in un ristorante. Vivrai a casa di una ragazza che fa la scuola alberghiera a Roma. A Roma c’è una delle scuole più buone in questo campo.» annuì ancora e le uscì un sospiro. «avrò la possibilità di viaggiare?» domandò, torturandosi le mani. «si. Parlerò con la famiglia e con il preside della nostra scuola. Spiegherò che c’è necessita di viaggiare nel tuo caso. Il venerdì, sabato e domenica libero va bene?» annuì di nuovo. «si, lei si occupi, sempre per favore, di darmi tutta l’elasticità di viaggiare e di portare con me il mio lavoro. Se mi dice che posso portare il lavoro e il fatto di dover viaggiare, in caso di necessità, io accetto.» la donna annuì ancora. «sta facendo la cosa giusta Signorina Smith.» spiegò, con un sorriso. «mi dispiace averla incasinata, signorina Smith. Ma le assicuro che questi 20 punti di credito saranno una mano santa per l’esame. Inoltre, se lei fa questo corso, e riceve questi venti punti, può anche smettere di venire a scuola per i restanti cinque mesi.» alzò lo sguardo nel suo. «in che senso?» domandò stranita. «io faccio questo solo per lei signorina. Capisco la sua situazione, capisco che non è facile. Quindi ho cercato in tutti i modi di farle alzare i suoi punti di credito. Se lei fa questo corso, prendendo i punti, sarebbero 40 punti di credito. E le assicuro che mai nessuno ha mai avuto 40 punti di credito. Inoltre non è mai mancata. Quando torna, se vuole, può anche non venire a scuola e stare dietro al suo lavoro.» le brillarono gli occhioni castani, girandosi a guardare Zayn e poi Niall. «dice sul serio?» domandò incredula, e la donna annuì. «si, certo!» Zayn sorrise, tutto contento. «quand’è la partenza?» chiese Zayn, senza preoccuparsi di nascondere la felicità. «fra una settimana. Deve solo firmarmi qui..» la donna tirò fuori i fogli, e li consegnò a Keyra. Li guardò, prendendo la penna ma si bloccò. «firma, prima che firmo io per te!» si girò a guardare Zayn e sospirando fece una firma veloce, riconsegnando i fogli alla professoressa.
La professoressa andò via poco dopo, lasciando di nuovo i tre da soli. Keyra si attaccò al cellulare a parlare con Paul. Si scusò per il casino, per l’ennesima volta ma Paul sbuffò, dicendo che non doveva nessuna scusa. Anzi, era lui a doversi scusare perché le dava tutti quei pesi, le ansie del fatto di avere un lavoro. Provò anche a chiedergli se potevano bloccare in quel mese il lavoro e così anche la paga, ma Paul la mandò ampiamente a quel paese. Promise che avrebbe seguito il lavoro dall’Italia e Paul disse che gli interessava prima di tutto la scuola, quindi non doveva rompere con tutte quelle preoccupazioni.
 
 
Arrivata l’ora della partenza dei suoi cinque amici, stava attaccata al collo di Niall, come un polipo. «non lasciatemi!» sussurrò, tutta dispiaciuta, con il labbruccio di fuori. «e allora tu vieni con noi!» esclamò Niall, attaccato a lei come una cozza allo scoglio. «mi piacerebbe, ma non è possibile!» sussurrò, dispiaciuta mentre pure Louis si attaccava a lei come una sanguisuga. «ci mancherai!» disse Harry, accarezzandole i capelli. «in tal caso, se è così, tanto non te la do, deficiente!» scoppiarono a ridere tutti, mentre loro si guardavano male. «tu puzzi.. Forse se ti lavi, ci faccio un pensierino!» disse sfottendolo. «allora volo a farmi una doccia!» lo bloccò Liam, anche perché Harry sarebbe davvero andato a farsi una doccia. «ho detto forse.. Sai il significato di forse?» giocò, abbracciandolo. «forza, andatevene che io devo anche uscire e con voi non riesco a concentrarmi per vedere cosa mi devo mettere.. via, via!» sbottò, spazientita. Diede abbracci ad ognuno e a Zayn un bacio. Li guardò andare via, salire sul SUV e richiuse la porta di casa. Di nuovo sentì la sensazione di pace e di fastidio sentendo tutta quella calma. Sospirando salì in camera e dopo una doccia veloce si vestì con un paio di Jeans neri, una maglietta bianca e ai piedi dei stivali neri, con sopra una giacchetta sempre nera. (http://i39.tinypic.com/34zddlc.jpg) Uscì di volata, indossando gli occhiali da sole, visto che c’era il sole in quella giornata, salendo sulla macchina che suo padre le aveva lasciato in quanto in quel periodo si muoveva molto di più del solito. Arrivata a casa di suo fratello, parcheggiò e arrivò di fronte la porta, suonando e attendendo. Alla fine aveva chiesto ad Eveline se potevano fare quel pomeriggio. Non aveva voglia di rimanere da sola. Quando la porta si aprì, Eveline stava mezzo addormentata. «giorno!» sussurrò, divertita. «oh.. Ma sono già le quattro? Diamine, scusami! Mi sono addormentata!» ridacchiando entrò. «tu vestiti, io ti faccio il caffè intanto.» posò la borsa sul tavolo e mentre la ragazza si vestiva lei si occupava del caffè. «come stai?» domandò Eveline, entrando in cucina mentre si metteva un maglione. «bene.. Un po’ giù di morale, ma mi riprenderò.» disse, appoggiata al lavabo a braccia incrociate. «come mai?» sospirando guardò la macchinetta del caffè. «perché sono partiti. La casa è sempre così silenziosa quando loro non ci sono. Sono così abituata al loro casino che quando partono mi sento sola. E’ come se mi sento tornare indietro, a quando non li sentivo.» spiegò, col morale a terra. «ma adesso sono tuoi. Ci sono nella tua vita no? Zayn più di tutti.» ridacchiò e annuì. «si, ma è stato abbastanza traumatizzante per me essere stata lasciata per due anni.» ammise, porgendole il caffè. «immagino» sussurrò la ragazza di suo fratello, bevendo il caffè per poi uscire. Quando si ritrovarono in una via di Londra, dopo aver deciso di camminare e di non usare la macchina, Keyra si girò a guardare Eveline. «ma hai già deciso il vestito?» domandò, curiosa. «no.. ho paura! E se ingrasso ancora di più e il vestito non mi entra?» alzò un sopracciglio. «se ingrassi è perché porti dentro di te un bambino. Nessuno vedrà la tua “ciccia”. Ma tutti penseranno “lì dentro nasce una bambina!” e se dicono qualcosa la tua damigella farà una strage al tuo matrimonio!» giocò e la fece ridere. Entrarono in un negozio di vestiti e dopo vari tentativi, quando uscì dal camerino Keyra la guardò a bocca aperta. «è lui!» sussurrò, innamorata persa. (http://1pics.net/it/wp-content/uploads/abiti-da-sposa_1440_1.jpg) «sai che lo amo?» disse Eveline, guardandosi allo specchio. «mio dio quanto costa!» disse vedendo il cartellino. «ma tu trovi il tuo vestito da sposa e pensi al prezzo? Se non erro è la famiglia dello sposo a pensare al vestito della ragazza.. Di cosa ti preoccupi?» domandò, scrutandola attentamente. «ma.. è davvero tanto!» le fece notare. «senti.. gli stai dando un nipote. Penso che vi pagherebbero anche la casa in montagna, se lo chiedete.» disse con dolcezza. «e tu hai trovato il tuo vestito da damigella?» scosse la testa. «direi che è ora di cercarlo no?» la guardò male. Lei odiava i vestiti. Dopo aver lasciato un acconto con la sua carta di credito, uscirono per cercare il suo dannatissimo vestito. Non le andava di provare vestiti, non le andava proprio di cercare vestiti. Mentre camminavano, Eveline si girò a guardarsi dietro visto che percepì degli schiamazzi. «ma stanno seguendo noi?» chiese incredula, e Keyra si girò a guardare di cosa parlasse. Quando videro che era lei, quelle cominciarono ad urlacchiare. «ehm.. credo di si!» sussurrò, stranita. «da quanto hai fan anche tu?» chiese Eveline, con un sorriso. «sicuramente ci seguono perché sperano che stiamo andando da loro. Ma non è così perché sono partiti alle cinque dalla Sony. Il bello è che le ho avvisate che partivano oggi.» ammise, fermandosi e guardando un vestito in vetrina. «non ti da fastidio essere fotografata?» annuì. «in questi casi si, perché non capisco seriamente il perché fotografano me. Sono solo la ragazza di Zayn!» Eveline ridacchiò. «ti hanno mai chiesto un autografo?» annuì ridacchiando. «una volta ero a prendermi un frappuccino e una pazza mi si è avvicinata, urlandomi praticamente in faccia che era anche mia fan. Quando mi ha chiesto l’autografo me la sono guardata stranita. Non si è allontanata finché non gliel’ho fatto. Diceva che era pro-Zayra, nome dato dalle fan con i nostri nomi uniti, e che voleva un mio autografo perché sono la loro mascotte/manager. La gente sta fuori!» ridacchiò ricordando quell’episodio. «com’è stato fare il tuo primo autografo?» rise. «brutto.. Non sono portata a fare queste cose. Mi snervano!» sussurrò, entrando nel negozio e guardandosi intorno.
«meglio però che ti accettano che non, vero?» annuì. «si ma ho avuto e ho ancora le mie haters. Purtroppo non accettano che sono persone normali quei cinque, e che oltre la loro carriera c’è una vita privata.» Eveline sorrise. «tutte noi abbiamo sperato che i nostri “idoli” rimanessero liberi per noi fan, ammettilo!» scosse la testa. «capisco che loro sperano di vederli sempre liberi e per loro fan, ma sono ragazzi normali. Si, ci puoi sperare, ma capisci che non è possibile? Mi snervano quelle che dicono “è brutta, non è adatta a lui” si permettono di dire queste cose, dando voce ai loro pensieri perché credono che non siamo adatte a loro. Ma loro conoscono i ragazzi? Sanno quali sono i loro gusti? Loro vedono solo la bellezza, senza pensare a quello che c’è dietro.» sbottò, innervosendosi. «ti hanno detto che sei brutta?» si girò a guardarla. «uno svariato numero di volte, ma non è quello il discorso. Non parlo di me, ma in generale. Delle ragazze dei miei amici. Come si permettono di dare della “brutta” ad una ragazza solamente perché è più fortunata di te? Perché non si lasciano da parte la gelosia e non capiscono che se loro stanno con noi, o altri attori/cantanti stanno con delle ragazze è perché ci stanno bene?» chiese, prendendo un vestito per provarlo. «tu non devi dargli ascolto a quelle ragazze.» scosse la testa. «io ripeto che a me, quello che pensano quelle ragazze poco mi interessa. A me l’importante è che Zayn pensi di me quello che deve pensare. Se una fan non è positiva a noi come coppia, non mi interessa. Io lo conosco da quando ancora si faceva tagliare la carne dalla madre, e loro si permettono di dire che non sono adatta a lui? Cosa ne sanno? Cosa sanno di quello che c’è stato prima? Cosa sanno di quello che succede dietro a tutto quello che loro immaginano?» Eveline la prese sotto braccio.
«sei nervosa oggi!» le fece notare Eveline, dolcemente. Sfiorò un vestito solamente perché era completamente persa nei suoi pensieri. «oggi c’è stata una mezza discussione con Zayn. Mi sono resa conto che non soffro solo io la lontananza, ma anche lui. Io prima pensavo solamente a me stessa, credendo che lui non soffrisse quanto me. Ma oggi mi ha fatto capire che sta impazzendo almeno quanto me. E l’idea che lui sta male, mi innervosisce ancora di più. Capivo se ero solo io a stare male perché praticamente non stiamo mai da soli, e quando stiamo da soli c’è sempre qualche casino di mezzo.. Ma sapere che anche lui ci sta male, mi fa stare male ancora di più.» disse, con il morale a terra. «è addirittura arrivato a pensare di lasciarmi perché non sopporta più la lontananza..» si morse il labbro, nervosa. Sentì la mano di Eveline sfiorare i suoi capelli e si girò a guardarla. «se vi lasciate voi, tutte le coppie del mondo andranno a puttane. Siete perfetti per stare insieme, e non lo dico perché sei la mia damigella! Hai captato il tono di Zayn quando ha parlato con Julian ieri?» la guardò seria, ma aveva il morale a terra. «può averci pensato, ma ti assicuro che non ti lascerà mai. Si sente l’amore che prova per te semplicemente sentendolo parlare. Non potete lasciarvi, siete troppo forti. E ti ricordo che siete riusciti a rimanere innamorati dell’altro anche con due anni lontani.» non bastò a farla tirare su di morale. Prese un altro vestito, con il cervello che lavorava sul discorso che avevano appena fatto, ma anche sulle sue parole. L’idea che Zayn era arrivato a pensare di lasciarsi con lei per la lontananza, era bastato a metterle la pulce nell’orecchio. Significava che non “l’amava” tanto da poter sopportare la distanza. La distanza poteva bastare a farli dividere? Sentì il cellulare squillare e rispose, con tono morto. «pronto?» sussurrò, guardando un altro vestito. «cos’è questo tono?» e lì sentì il morale sotto i tacchi degli stivali. «niente, perché?» cercò di ritirarsi su. «cos’è questo tono?» sbuffò. «vuoi puntarmi addosso una lampadina e continuare con l’interrogatorio Detective Malik?» lo sentì ridacchiare. «lo sai che non ti credo, vero? Cosa diavolo hai?» sbuffò ancora. «niente stavamo parlando con Eveline di una cosa e stavo sovrappensiero quando ti ho risposto.» sbottò, prendendo quel vestito e mettendolo sul braccio. «che discorso?» alzò gli occhi al cielo, stufa. «che sei un impiccione di prima categoria. Cose da donne, no? Tu sei donna?» lo sentì ridacchiare. «come riesci tu a nasconderti dietro la cattiveria non ci riesce nessuno! Non è perché abbiamo scazzato oggi?» rimase in silenzio, a guardare le scarpe. «è per quello, Keyra?» lo sentì domandare di nuovo, e le uscì un sospiro. «non sono abituata a scazzare con te!» ammise, e Zayn dalla parte opposta sorrise. «devo ammettere che ha fatto strano anche a me.» ammise il moro, giocando con un pezzetto di carta. «se ti conosco, stai ripensando a tutto quello che ci siamo detti..» rimase in silenzio di nuovo. «è così?» di nuovo non parlò. «bello parlare con te.. mi dici se stai pensando a quello che ti ho detto?» sospirò. «si, ci sto pensando!» rispose, monotona. Fu il momento di Zayn di rimanere in silenzio. «ho assorbito troppe informazioni tutte insieme. Tu stai male almeno quanto me, tu hai addirittura pensato di chiudere tutti i ponti. Hai ragione tu.. da pensarlo a farlo ce ne vuole, ma solo l’idea che ti è passato per il cervello e io non ne ero consapevole non mi ha fatto piacere. E allora mi domando se siamo davvero portati per stare insieme. Siamo stati lontano per due anni.. Ma adesso non ci riusciamo.» sussurrò, giocando con il tessuto di un vestito. Era proprio fuori luogo quello shopping. «lo sapevo che non dovevo dirtelo.» strinse la mascella. «no, invece è meglio averlo saputo che hai addirittura pensato che vuoi lasciarmi perché non sopporti la distanza. Mi avresti lasciato all’oscuro di tutto.» sbottò. «si, se serviva per non farti stare in questo stato si, l’avrei nascosto. Ora ti stai facendo i film mentali perché ti ho detto quelle parole..» sentì gli occhi bruciare. «se ti dicessi che ho pensato di lasciarti, tu come avresti reagito? Se ti avessi detto in passato “se troviamo un ostacolo lo superiamo insieme”? E poi venire a scoprire che in realtà ti nascondo cosa mi passa per il cervello? Non stiamo superando insieme l’ostacolo, ma mi nascondi la verità, lasciandomi indietro mentre tu vai avanti.» spiegò, con tono fin troppo duro. «a me di quel cazzo di corso non mi interessa, sono arrivata a dire si solamente perché avevo paura che tu mi avresti lasciato. Ti rendi conto?» si asciugò le lacrime, e in quel momento vide arrivare Eveline, preoccupata. «non l’avrei fatto, Keyra!» scosse la testa, innervosita. «e allora perché diavolo mi hai messo il cappio al collo!» quasi strillò, mentre si passava la mano sulla fronte, nervosa. «qui non si parla di qualche chilometro, Zayn! Saremo in due nazioni diverse, te ne rendi conto? Per un mese! Capisco che magari l’hai fatto per il futuro, ma porca puttana per un mese non ci vedremo! Se rimanevo a Londra avevo la possibilità di seguirvi.» sussurrò, stanca. Lo sentì sospirare. «capisco se erano pensieri sui tuoi amici, magari accettavo se non me li dicevi, ma qui si sta parlando di noi Zayn! Se si è una coppia, si parla dei problemi.» anche Zayn perse per un secondo la testa. «e allora perché tu non mi hai detto che ci stavi male a starmi lontana?» scosse la testa, sentendo quel tono incazzoso. «perché è il tuo fottuto lavoro. Non ti posso fare da bambina piccola a cui manca il proprio ragazzo. E’ il tuo lavoro, sapevo che sarei stata così anche quando ci siamo messi insieme.» lasciò tutti i vestiti che aveva preso su una sedia, e uscì fuori, subito seguita da Eveline. Si stava sentendo male, dentro a quelle quattro mura. Non aveva aria, e sentiva i polmoni stringersi sempre di più, impedendo all’aria di entrare. Si mise seduta su una panchina e cominciò a respirare piano, cercando di riprendersi. «ti rendi conto che sono due volte che litighiamo, oggi?» domandò Zayn, dispiaciuto. «litighiamo perché ci stiamo nascondendo troppe cose, Zayn!» sussurrò, con il fiato corto. «non parliamo abbastanza di noi. Non abbiamo tempo di parlare di noi! Che diamine di storia abbiamo?» domandò il moro, con tono morto. «togliendo che praticamente non stiamo mai da soli. Non aiuta tutto questo a non farci litigare.» sussurrò lei, mentre si passava la mano fredda sul dietro del collo. «odio litigare con te!» disse Keyra, con tono depresso. «anche io, soprattutto a chilometri di distanza tramite telefono!» lo sentì dire, e sospirò. «facciamo così» lo sentì dire ad un tratto. «hai la possibilità di raggiungermi uno di questi giorni?» annuì, anche se lui non poteva vederla. «rientro a scuola fra quattro giorni!» disse a mo di spiegazione. «allora raggiungimi dopodomani, e dopo il concerto, quando saremo in camera..» guardò la punta delle sue scarpe. «..ci diciamo tutto quello che ci nascondiamo su noi coppia. Parliamo come non abbiamo mai fatto!» le uscì un sospiro. «va bene?» si girò a guardarsi intorno, depressa. «si, va bene!» disse dopo poco. «ma ti prego, non stare così. Lo sai che non ti lascerei mai Keyra. Posso averlo pensato, ma ti assicuro che non ho intenzione di abbandonarti. Sono debole, ricordatelo sempre, ma sei la mia droga. Nessun drogato lascerebbe la sua dose di droga!» sorrise leggermente. «ci provo.» disse, con un sorriso. «mi aspetto che fra due ore, quando ti chiamerò, tu sarai di nuovo la mia Keyra.» annuì. «va bene, promesso!» dopo un saluto veloce, attaccò il cellulare, e lo guardò persa completamente nei suoi pensieri. «tutto bene tesoro?» chiese Eveline, seduta al suo fianco. «si.. ogni coppia litiga no? Noi siamo una coppia e cominciavo a preoccuparmi che non avevamo ancora scazzato!» In realtà si sentiva una merda. Non riusciva a capire quel senso di vuoto che si sentiva. Percepiva che le cose non andavano bene tra loro, e non sapeva come risolvere quella cosa. Non ne aveva proprio idea. Ma doveva trovare un modo per sistemare quella situazione in cui non si sentiva per niente bene.


New capitolo. Si vede che oggi sono un po' giù di morale? :D Mi è uscito questo capitolo triste. Ma vabbeh.. Pure loro sono una coppia no? Tutte le coppie litigano. Vedremo come si sistemerà tra di loro. Adele non aiuta a scrivere capitoli tristi. Anyway.. io continuo ad amarvi tutte, per le belle recensioni, per mettere la storia tra i preferiti da 60 persone, seguita da 50 persone e ricordata da 7. Rendiamoci conto. Ho superato i 100 utenti che leggono questa storia e non sto neanche a metà della storia. Inoltre avete fatto 200 recensioni in 18 capitoli. 200.. dico WOWWWWWWW! Non ho mai ricevuto 200 recensioni neanche nell'altra storia. Io vi amo, non posso far altro che amarvi. ♥ E vi lascio con una gif hdfjihbfnkfjf..


 

questo è il famoso sguardo "si, guardami e muori" che descrivo spesso. Addio mondo. E' troppo dhbkjfdhbgnfdjkidhb questo ragazzo! ♥♥♥ Vi amo!!!
 

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Capitolo 21
*** chapter twenty ***


Sometimes it's better to keep it all inside, where the only person that could judge is yourself.
(A volte è meglio tenere tutto dentro, dove l'unica persona che può giudicare sei tu.)

 
Seduta sul treno, con le cuffie sulle orecchie guardava il paesaggio nero al di fuori del finestrino. L’ansia la divorava lentamente da dentro, mangiando ogni suo pezzo dell’anima. L’idea che stava andando a parlare con Zayn non la tirava su di morale. Chissà che diavolo sarebbe uscito fuori da quella discussione. Lei aveva tirato giù una lista di cose da dire, perché sapeva che di fronte a lui si sarebbe dimenticata tutto. La tirò fuori dalla tasca e scrutò quelle parole. Tutte cose felici, niente di “cattivo” da dire. Banale, troppo banale per i suoi gusti. Purtroppo non vedeva niente di male in quel ragazzo, e con questo nella loro storia. Chissà lui che aveva da dirle, era quello a preoccuparla più di qualsiasi altra cosa..
«prossima fermata Wolverhampton, ultima tappa del viaggio. Si pregano i passeggeri di non..» alzò lo sguardo dal suo foglio e sospirò, per poi prendere il suo zaino e avvicinarsi all’uscita. Si mise di fronte alle porte, al fianco di una signora, che si girò a sorriderle e ricambiò. Appena si fermò il treno e le porte si aprirono scese, chiedendo alla signora se aveva bisogno di aiuto. Quella la ringraziò e l’aiutò a scendere per poi cominciare a camminare verso l’inizio del binario. Non so se avete presente quella strana sensazione che si ha quando si è in ansia, alla bocca dello stomaco. Non era riuscita a riprendersi da due giorni prima, troppo in ansia per quei litigi. Aveva fatto di tutto per far sentire a Zayn che andava tutto bene, ma in fondo a se stessa stava in ansia totale. Lo vide cercarla in mezzo a tutte quelle persone, e appena la vide prese a camminare con un sorriso felice sulle labbra. Ricambiò, ma le uscì un sorriso tirato – se lo sentì disegnato in viso – mentre arrivata di fronte a Zayn buttava lo zaino per terra e lo abbracciava. Lo sentì ricambiare, e piegarsi a darle un bacio nei capelli. «ciao scricciolo!» non rispose, respirando a pieni polmoni il suo profumo. «com’è andato il concerto?» chiese Keyra, visto che praticamente era finito da venti minuti ed era corso a prenderla in stazione. Non era dell’umore giusto per stare ad un concerto e aveva deciso di prendere quel treno così tardi. «bene, bene.. Come al solito! Come stai?» annuì e si staccò dal suo petto per alzarsi sulle punte dei piedi, per baciarlo. Lui si piegò quel tanto per andarle incontro, sentendolo sorridere sulle sue labbra. «andiamo? Seth ci sta aspettando!» annuì mentre cercava di mandare giù quel blocco alla gola, dovuto all’ansia. Sembrava che stava andando al patibolo. Zayn la prese per mano e poi con un gesto contorto le passò lo stesso braccio con cui era mano nella mano con lei, sulle spalle minute. «tutto bene il viaggio?» si girò a guardarlo, guardandolo dal basso e sentì gli occhi pizzicarle di lacrime. «si, molto. Molto tranquillo!» disse, alzando il braccio dove teneva l’ipod che si era tolta appena era scesa. «ti piace proprio chiuderti con la musica eh!» ridacchiò. «si, mi rilassa!» sussurrò, e lui la guardò in modo serio chissà cosa pensando. Sospirando tornò a guardare di fronte a lei, finché non si ritrovarono di fronte al SUV con i finestrini neri. Entrarono e salutò l’autista che le sorrise. Per tutto il viaggio rimasero in silenzio, ognuno a guardare fuori dal finestrino. Appena arrivati in albergo, scesero dal macchinone e vide i quattro rimanenti dei suoi migliori amici fermi sulla porta, stretti in un giacchetto, che si stringevano in se stessi, per il freddo. Portavano quello che per loro era il loro pigiama, e sorrise nel vederli lì ad attenderla. Appena la videro cominciarono a correre verso di lei, tutti e quattro per poi rinchiuderla in un abbraccio. «ciao ragazzi, come state?» domandò dolcemente mentre ognuno le dava un bacio sulla guancia, Niall si attaccava a lei tipo Koala. «bene.. tu?» chiese Liam, dolcemente. «non mi ammazza nessuno a me! Ho saputo che il concerto è andato bene!» tutti annuirono, Niall nascose la faccia nell’incavo del suo collo e lo strinse dolcemente a se. Sapeva che Zayn praticamente raccontava tutto ai suoi migliori amici, quindi non si stupì di tutta quella dolcezza da parte di Niall. Sicuramente sapeva quello che stava provando e quindi stava in ansia almeno quanto lei. «tu sei pronta a partire?» scosse la testa, facendo una smorfia. «per niente! Ma mi tocca quindi lo farò.» non si girò quando sentì lo sguardo di Zayn sulla schiena. «ci mancherai tanto!» sorrise guardando Harry, tutto dispiaciuto. «è un mese ragazzi, non tutta la vita!» lo stesso Harry che aveva detto quella cosa l’abbracciò. «abbiamo sempre paura che ti dimentichi di noi!» ridacchiò, affondando la mano nei suoi ricci. «come dimenticare i vostri culi pelosi? Forza entriamo, state congelando!» li spinse uno ad uno dentro l’albergo per poi salutare Paul, seduto nella Hall a leggere il giornale. Lì con lui c’erano la madre di Louis e le sue sorelle. Si presentò e dopo le varie presentazioni si mise seduta al fianco di Niall che appena gli fu seduta al fianco l’abbracciò con dolcezza. «che ne dici se domani rimani qui con noi e segui il concerto dietro le quinte con me?» le brillarono gli occhi alle parole di Paul. «mi piacerebbe moltissimo.» ammise, con tono felice. «così magari vedi cosa fa una manager dietro le quinte di un concerto.» annuì, tutta contenta. «ora che ci siamo tutti, io e Harry vorremmo dare una notizia..» si girò a guardare Louis, abbracciato a Lottie e attese che parlasse. «lo so che siamo un gruppo, che sicuramente ci rimarrete male, ma noi avremmo deciso di andare a vivere insieme.» tutti annuirono, per nulla offesi. «abbiamo già visto la casa, e abbiamo notato che ce ne sono altre in vendita. Potreste trasferirvi voi quattro in una di quelle case.» Keyra alzò le spalle, per nulla turbata da quella notizia. Affondò la mano nei capelli di Niall, dolcemente e lui si girò a guardarla con dolcezza. Sapeva cosa gli passava per quel cervello bacato. Aveva paura che si fossero dimenticati di loro. Lo guardò con dolcezza facendogli capire che non si potevano dimenticare di loro, perché erano un gruppo. Keyra e Niall sapevano parlare con lo sguardo. Non so se vi è mai capitato di riuscire a parlare tramite semplici sguardi con una persona. Beh, loro si capivano e potevano parlare con gli sguardi. Zayn era stato davvero molto geloso di quell’attaccamento tra di loro, di tutta quella intimità tanto da riuscire a capirsi con lo sguardo. Ma sapeva benissimo che vedeva Niall come un fratello, e non come un ragazzo. Non aveva mai pensato a Niall con sfondo sessuale, anzi se succedeva le venivano anche i brividi. Rimasero a cazzeggiare per un’ora, poi alla fine se ne andarono tutti a dormire. Prima di entrare in camera con Liam, Niall l’abbracciò e la strinse forte facendole capire che doveva stare tranquilla. Sospirando gli sorrise, e lui ricambiò. In silenzio seguì Zayn, e lo guardò da dietro, in modo triste. Appena la porta fu chiusa alle sue spalle, vide Zayn avvicinarsi al telefono e alzare la cornetta. «salve.. è ancora aperta la cucina?» chiese, mentre lei posava la borsa sulla sedia. «ok.. potrebbe portarci tanti brownie e del thé?» alzò un sopracciglio, stranita. «la ringrazio!» quando si girò a guardarla, dopo aver attaccato il telefono, sorrise. «io ho fame, non so te!» annuì, con dolcezza. «mi faccio una doccia, tu mettiti comoda!» cos’era tutta quell’ansia che viaggiava tra di loro? Annuì e si mise sul letto, a messaggiare con Mary dicendole che l’ansia la stava mangiando viva. “smettila di preoccuparti così tanto” disse dopo aver letto quello che aveva scritto e di come c’era della freddezza tra di loro. “l’ho perso Mary!” Tirò fuori il foglietto e sospirando rilesse i punti scritti. Il primo attirò il suo sguardo. “Se Zayn ti lascia, NON dirgli queste cose”. Se continuavano così, avrebbe vomitato per l’ansia che stava provando. “hai rotto il cazzo. Zayn ti vuole bene e non ti lascerà. Non l’hai perso. Smettila di farti tutte queste seghe mentali”. «con chi messaggi?» chiese Zayn, uscendo solamente con un asciugamano legato in vita. Lo guardò tristemente, poi sorrise ricordando la sua copertura. «Mary.. stavamo parlando che appena torno dall’Italia l’andrò a trovare.» mentì, bloccando il cellulare e sentendolo vibrare poco dopo. «mettiti d’accordo con Niall perché ci stava pensando anche lui di andarla a trovare appena finisce il tour.» annuì, con un sorriso mentre lo guardava vestirsi. Si mise il foglietto nella tasca dietro dei pantaloni e poi si buttò a quattro di spade sul letto, sospirando. «stanca?» chiese Zayn, del tutto tranquillo. Bussarono alla porta e Zayn andò ad aprire, prendendo il vassoio e ringraziando, chiuse la porta. «un po’.» Dopo aver posato il vassoio sul letto, il moro si mise seduto sul sedere della sua ragazza e cominciò a farle un massaggio sulla schiena. Subito le uscì un sospiro deliziato. «sei tutta tesa.. come mai?» domandò trattenendosi nel ridere. «è il viaggio che mi ha stressato!» mentì, mentre ad occhi chiusi si godeva quelle carezze. «togliti la maglietta, che te lo faccio per bene con l’olio!» non se lo fece ripetere due volte, mentre Zayn si alzava a prendere un olio da massaggi che si era comprato chissà dove. Quando tornò, notò un foglietto uscire dalla tasca posteriore del pantalone della sua ragazza, già stesa sul letto ad occhi chiusi e con il reggiseno. Si rimise seduto sul suo sederino tutto da mordere, e con un gesto veloce aprì il gancetto del reggiseno. «perché sei così in ansia?» domandò aprendo con una mano l’olio e con l’altra tirò fuori il fogliettino senza farsi sentire. Posò l’olio sul comodino, per un secondo e posò la mano sulla schiena di Keyra. Con l’altra aprì il foglietto. «non sono in ansia. Sto solo preparando un matrimonio, una partenza di un mese dove non so cosa portarmi visto che non so che temperature ci sono a Roma, e in più devo occuparmi di voi. No, quale ansia!» disse in tono sarcastico, ma ad occhi chiusi sentendo delle piccole scosse provenire dalla mano di Zayn, posata sulla sua schiena. «ah.. comunque siete invitati anche voi cinque al matrimonio! E’ arrivato l’invito oggi.» disse ad occhi chiusi. Poco dopo Zayn prese a massaggiare la sua schiena, con quell’olio che profumava di mandarino. «ah.. bello! Sono davvero contento che ci hanno invitato anche a noi. Molto gentile da parte loro. Ringraziali da parte nostra.» disse con dolcezza, mentre facendo il messaggio leggeva il foglietto tirato fuori dalla tasca di Keyra. Ad ogni punto, sorrideva sempre di più. «quand’è il matrimonio?» chiese Zayn, tornando a guardarla per un secondo, poi tornò a leggere. «15 marzo.» sentenziò, con tono deliziato. «saremo già in America. Va bene, semmai vediamo di cambiare i piani e vedere se riusciamo ad esserci.» disse con tono divertito. «ok..» biascicò completamente in balia di quelle mani. Crollò il silenzio, mentre lei si godeva quel massaggio ad occhi chiusi e lui leggeva la lista di cose che, capì, Keyra gli voleva dire. «davvero ti piace quando ci tiriamo le frecciatine?» si girò a guardare il suo ragazzo e poi posò lo sguardo sul foglio, facendosi uscire un sospiro. «tu la decenza non sai dov’è di casa, vero?» domandò, guardandolo male. «ma tanto me le avresti dette comunque queste cose, perché ti arrabbi?» lo guardò male, tornando a chiudere poi gli occhi. «non era sicuro che te le dicessi. Hai letto il primo punto?» domandò con tono sarcastico. «si, ma non è così, quindi me le avresti dette comunque.» riaprì gli occhi per guardarlo male. «perché pensi che ti lascerò?» domandò curioso. «perché ci hai pensato.» disse con tono morto. «non ti lascerò Keyra. Lo capisci che è stato solo un pensiero in un momento di frustrazione?» domandò, continuando a muovere le mani sulla sua schiena. «ma ci hai pensato. Cosa mi dice che non ci penserai ancora? Non siamo abbastanza forti per stare insieme, Zayn! Al primo ostacolo hai pensato di lasciarmi..» gli fece notare, guardando la parete di fronte a lei. «tu speri che io ti lasci, perché hai finalmente capito che non sei l’unica a soffrire in questa storia.» la bruta verità, faceva sempre un gran male. «finché era un dolore solo tuo, allora tutto ok. Ma quando hai scoperto che non sei l’unica, che anche io soffro per la lontananza e soffro perché tengo a te come tu tieni a me, allora ti sei impaurita. Sapere che tengo a te almeno quanto te tieni a me, portando così la tristezza che siamo lontani, hai avuto paura e ora ti vuoi ritirare indietro. E speri che io ti lasci perché così puoi soffrire solo tu, senza aver la sofferenza di qualcun altro sulle spalle. E’ così Keyra?» da quanto sapeva leggerla così dannatamente bene? Da quanto sapeva capire i suoi pensieri quando lei stessa in quei due fottutissimi giorni non ci era riuscita da sola? Zayn non attese risposta. «beh.. non sarà così. Non ti permetto di portare la nostra storia al dirupo solamente perché tu non riesci a capire che tengo veramente a te, e che in questa storia siamo in due. Non sei sola, non sei la sola a soffrire, ad essere felice e provare un profondo affetto per l’altro. No, siamo in due. Io e te! E devi capirlo.. Non ti lascerò portando entrambi alla sofferenza. Mi sono spiegato?» non rispose ancora, fissando quel muro che stranamente in quel momento era bello da guardare. «cosa mi dice che non tornerai a pensare di lasciarmi?» chiese, in un momento di silenzio. «ti devi fidare di me, quando ti dico che non ci ho pensato se non quella volta. Devi imparare a fidarti di me, e non solamente in un discorso di tradimenti o cose varie. Ma anche in questi casi. Ti devi fidare di me in tutto e per tutto. Ti devi fidare di me quando dico che ti voglio bene, e che tengo a te, che voglio te e nessun’altra. Che può cadere il mondo ma a me interesserà solamente che tu sei salva. Perché non riesci a capirlo?» chiese, con tono dolce. «perché è meglio pensare che l’altro non tiene a te, così che quando vi lascerete non soffrirai più di tanto. Perché è meglio pensare così che magari ritornare a casa e trovarlo a letto con un’altra. Pensare in questo modo e sapere che magari se si stufa di te, tu sei abbastanza forte da ritirarti su con le tue stesse gambe. Se mi lascio andare alla tranquillità, io sono fottuta Zayn! So come sono fatta. Se tolgo quei massi che ho sui piedi, che mi permettono di bloccare i miei passi giganteschi, è la fine della mia salvezza. Se io tolgo i massi e tu mi lasci, io non andrò avanti. E’ meglio sempre tenere uno scudo tra te e il resto del mondo. Farti entrare oltre il mio scudo, facendoti vedere che sono pazzamente innamorata di te, allora questo significa che per me tutto finirà in quel momento.» Zayn si piegò a darle un bacio sulla guancia. «non tenermi fuori dalla tua vita, Keyra.» le vennero gli occhi lucidi, sentendo quelle parole. Tenendo il reggiseno aperto si mise seduta e si buttò tra le sue braccia, affondando la faccia nel suo petto. «devi darmi una possibilità. Devi darci una possibilità. A noi due!» sospirando annuì debolmente. Si ricordò di quella volta, due anni prima, stesa sul letto a guardarlo dormire mentre pensava che la donna che avrebbe avuto il suo cuore sarebbe stata davvero fortunata. E in una frazione di secondo si rese conto che era lei quella ragazza, e che lei aveva il suo cuore in mano. Si ritrovò a sorridere mentre si staccava dal suo petto per baciarlo. «perché sorridevi?» domandò mentre la faceva ristendere per continuare il massaggio. «niente..» disse, continuando a pensare a quella cosa e rendendosi conto di essere stranamente euforica nel aver capito quella cosa. «abbiamo detto che ci saremmo detti tutto quello che riguardava noi come coppia. Spara!» lo guardò male. «quando eravamo a casa di Liam, due anni fa.. una mattina mi sono ritrovata a pensare che la ragazza che avrebbe avuto il tuo cuore, sarebbe stata davvero molto fortunata!» Zayn capì il motivo del suo sorriso, e sorrise a trentadue denti anche lui. «ah.. sei davvero molto fortunata, allora!» il sorriso di Keyra si ampliò ancora di più se possibile. Le spalle si rilassarono nei cinque minuti dopo, rendendosi conto che Zayn non la voleva lasciare. Le uscirono diversi sospiri di felicità. «sei più tranquilla adesso?» annuì, facendolo sorridere. «sei una stupida quando pensi certe cose. Quale droga hai assunto per farti pensare che ti lasciavo?» riaprì gli occhi. «è la paura che me lo fa pensare. Forse in fondo a me stessa sapevo che tu non hai le palle di farlo, che sei troppo egoista. Ma la paura c’è sempre!» Zayn scosse la testa, divertito. Che scema. «pensalo ma non succederà, te lo assicuro!» annuì, in silenzio più felice ora di quando era entrata in quella stanza. «ti farà strano che Lou e Harry si trasferiscono?» si girò a guardarlo. «no, sono contenta per loro. Capisco che magari vogliono stare soli!» disse, del tutto tranquilla. «a me farà strano!» sorrise. «perché voi siete abituati ad averli sempre tra i piedi. Ma sarete vicini di casa, quindi vi potete vedere comunque.» sussurrò, con dolcezza. Lo vide perdersi nei suoi pensieri. «cosa c’è?» domandò, vedendolo così serio. «niente..» lo guardò in cagnesco. «hanno avuto le palle di dire che vogliono stare da soli..» sbatté le ciglia, cercando di capire. «anche tu vuoi stare da solo?» domandò stranita. «si.. con te!» alzò un sopracciglio. «mi stai chiedendo di andare a vivere insieme?» non rispose il moro, la fissò solamente. Vedere che anche lui aveva paura di dire certe cose la fece sorridere. «vuoi vivere da solo con me, Zayn?» non le sembrava strano come pensiero. Anche lei lo desiderava, certo era presto ma in fondo stavano bruciando tante tappe. Si conoscevano da due anni, sapevano tutto dell’altro. Convivere non le sarebbe dispiaciuto se questo voleva dire poter stare finalmente a casa da soli. «perché non mi rispondi?» chiese vedendo che non aveva intenzione di rispondere. «perché ho paura di quello che dirai! “è troppo presto..stiamo bruciando le tappe”» sorrise, a labbra strette. «carino vedere come cerchi di entrare nel mio cervello. Ma mi dispiace dirtelo stai sbagliando.» disse, del tutto pacata. «mi vorresti dire che..» sorrise vedendo tutta quell’incredulità. «mi metteva più ansia pensare di avere un braccialetto in comune che l’idea di andare a vivere insieme.» ammise lei, facendolo ridere di cuore. Ascoltò quella risata favolosa, guardandolo con dolcezza. «e poi prima o poi ognuno se ne andrà a vivere con la propria ragazza, prima o poi saremmo rimasti da soli!» spiegò, sempre sorridendo. «quindi anche tu vuoi vivere da sola con me?» sembrava un bambino, con quella vocina incredula. Alzò le spalle. «si, non ci vedo nulla di male!» disse, del tutto tranquilla. «andremo a vivere insieme?» sorrise e annuì, mentre lui cominciava a saltellare felice sul suo sedere, tutto contento. «mi stai sfondando, Zayn!» sbottò, guardandolo in modo divertito. «andremo a vivere insieme!» scosse la testa, divertita da tutta quella felicità. Rimasero a chiacchierare per altre due ore, sparando la maggior parte le stronzate, mentre mangiavano i brownie e bevevano il tè.
 
 
«ti togli?» sbottò dando un calcio alle gambe di Niall, steso sul letto con lei. «sei tu che sei la cicciona tra di noi!» la sfotté, facendole foto con la macchinetta di Louis, mentre lei stava al cellulare. Erano sul bus tour e stavano cazzeggiando allegramente. Paul l’aveva obbligata a stare nel bus con i suoi amici e i vari componenti della band. Il batterita stava seduto sul letto in mezzo ai due. «avete risolto?» Zayn si affacciò in quanto stava sul letto sopra, e fece una linguaccia. «fatti gli affaracci tuoi.. che vuoi da Keyra? Te la vuoi rimorchiare, vero?» sbottò, guardandolo male. «oh si.. mi faccio Mary e la sua migliore amica nello stesso tempo!» disse sarcastico, facendo una foto anche a Zayn. «è mia, cazzone!» sussurrò, geloso marcio. Il batterista, Josh, si girò a guardarla con divertimento.  «quanta pazienza che hai!» annuì, mentre gli sorrideva. «che fai, sorridi ad un altro uomo?» si girò a guardare Zayn in malo modo. «ma tu non volevi dormire? Perché mi scartavetri le ovaie? Torna a dormire, forza!» sbottò, mettendogli una mano in faccia e spingendolo verso l’alto, per farlo tornare a dormire. «ma io devo controllare che nessuno ti salti addosso.» alzò gli occhi al cielo. «io non ti sopporto più diamine!» disse, tornando a messaggiare con Mary. «mi ama!» esclamò Zayn, guardando Josh. «si, nei tuoi sogni più belli!» ridacchiarono tutti. «ragazzi..» alzò gli occhi su Niall. «stavo pensando..» «dai? Tu pensi?» lo sfotté e lui la guardò male, visto che voleva fare un discorso serio. «credete di provare fastidio se si unisce anche Mary nella nostra convivenza?» domandò preoccupato. «non credo che sia un problema!» disse Keyra, dolcemente. Si girò a guardare Zayn, che sospirando scese dal letto e si buttò in mezzo a loro, facendo diventare quel letto troppo pieno. «in realtà..» sussurrò lui, al fianco di Keyra. «noi anche stavamo pensando di vivere da soli!» Niall si lasciò andare in un’espressione dispiaciuta. «mi porti via Keyra?» chiese, stranito. «saremo pur sempre vicini di casa. Ma tu non vorresti vivere da solo con la tua ragazza?» lo vide annuire. Josh guardava sul cellulare, cercando di non ascoltarli. «e poi dopo il mese in Italia Keyra ci seguirà in America. La vedresti tutti i giorni, no?» Niall annuì un po’ dispiaciuto. Si arrampicò su tutti quei corpi e si mise seduta al suo fianco, abbracciandolo con dolcezza. «sarai sempre il benvenuto in casa nostra, sai?» si girò a guardarla. «mi fa strano che andate a vivere insieme..» sorrise, sentendo quelle parole. «non sai a me!» disse, mentre Zayn sorrideva dolcemente vedendoli parlare con tono dolce. «me la tratterai bene, vero?»  annuì, con vigore. «te lo prometto!» sussurrò, e si strinsero la mano. Si unirono anche gli altri al discorso, e ci fu il momento di rivelazione. Keyra e Zayn dissero la loro, Niall chiese a Liam se voleva vivere con Danielle. «no, voglio vivere con te.» disse, divertito. «ti dispiace se si unisce anche Mary?» lo vide scuotere la testa. «no, sono felice se viene a vivere con noi! Basta che tu accetti ogni tanto Danielle!» Niall annuì e si abbracciarono. «ohhh! I One Direction si separano!» giocò Keyra, facendosi guardare male. «saremo tutti sulla stessa via! E poi praticamente quelle case non verranno usate!» disse Louis, divertito. «parla per te!» esclamò lei, ridendo insieme agli altri. «ragazzi siamo arrivati!» disse l’autista, e tutti si prepararono a scendere da quel pullman/casa. Appena scesi, si diressero verso l’arena e naturalmente loro si bloccarono per farsi fare qualche foto. Lei era al fianco di Paul, ad attendere. «emozionata?» si girò a guardarlo. «molto. Finalmente mi dai la possibilità di sapere come posso aiutarti quando li raggiungo.» disse guardando Louis saltare sulle spalle di Liam. «capisci che se non ti permetto di aiutarmi è perché devi essere concentrata sulla scuola? Lo so che non vedi l’ora di fare il tuo lavoro, ma a me interessa che tu prima finisci la scuola.» sorrise. «si ma essere pagata così tanto per delle cavolate che faccio, mi snerva.» ammise e lui alzò gli occhi al cielo. «sei troppo modesta. Guarda che quello che fai è tanto eh!» le fece notare e lei scosse la testa. «intanto mi occuperò del M&G a Roma, almeno quello permettimelo.» Paul si girò a guardarla. «te la senti?» annuì, sorridendo. «è tutto tuo!» sentenziò e lei gongolò di felicità. Era un caso fortunato che avevano deciso di farlo a Roma e lei doveva andarci per il corso. Entrati nell’arena lei seguì Paul mentre i ragazzi andavano nei loro camerini, per incontrare le fan che avevano vinto il M&G lì.
Non era così difficile seguire un concerto dietro le quinte, doveva ammetterlo. Certo c’erano alcuni problemi che si dovevano risolvere velocemente come quando i microfoni non funzionavano o i video sul grande schermo si bloccavano, ma alla fine non era poi così difficile, doveva ammetterlo.
Quando terminò il loro concerto, sempre più orgogliosa dei ragazzi ma meno delle fan inglesi, in quanto non le piaceva per niente quello che facevano. Paul le aveva raccontato che avevano dovuto cacciare una fan perché aveva scritto una cosa schifosa in un cartellone. Ci credo che l’avevano cacciata. Lei se n’era uscita con un “che stupida. Paga il biglietto, fa il cartellone, aspetta due ore per vederli e poi viene cacciata e non si può neanche vedere il concerto. Ma che mentalità hanno queste ragazze?” non le riusciva proprio a capire, anche quando tiravano reggiseni o cose varie sul palco. Lei e Paul entrarono nel salone dove c’erano amici e parenti. Non si aspettò di ritrovarsi tutta la famiglia di Malik all’interno. Ghiacciò e Paul la portò a presentarla a tutti. Quando fu presentata alla famiglia di Zayn arrossì leggermente, ma guardò ammirata la madre e il padre. Fortunatamente Paul la presentò come la seconda manager e non la ragazza del figlio. Non era ancora pronta ad essere vista come la ragazza di Zayn dai due. Era la prima volta che li conosceva, in quanto quando erano a scuola Zayn viveva con i nonni mentre la famiglia era rimasta a Bradford perché il padre non poteva lasciare il lavoro. C’era anche la mamma di Niall e si abbracciarono. «come stai?» domandò la donna, dolcemente e commossa. «io sto alla grande, e tu?» chiese abbracciata a Lory, la magnifica donna che aveva messo al mondo il suo migliore amico. «bene bene.. si comporta bene questo screanzato?» si girò a guardare Niall, che sorrise dolcemente alla mamma. «si, fortunatamente si!» disse, guardando il suo migliore amico. «sono proprio contenta che sei andata a vivere con loro. Almeno li controlli!» sorrise mentre stringeva la mano del padre di Niall, salutandolo con un sorriso. «si sono affidati troppo a me. Si aspettano il pranzo e la cena tutti i giorni!» Niall sbavò senza pudore. «ho fame!» lo guardò male. «io non ti cucino niente, chiaro?» il biondo si attaccò al suo braccio, pregandola. «non se ne parla proprio Horan!» la donna che l’aveva messo al mondo scoppiò a ridere vedendo quei due insieme. Keyra che stava con una mano sul fianco, inviperita, Niall attaccato all’altro braccio che la pregava. Venne richiamata da Paul, e si avvicinò seguita da Niall che continuava a pregarla di cucinargli qualcosa. Lo guardò male, scuotendo la testa e facendolo gemere. «ti prego!» sussurrò facendo continuare a ridere la madre di Niall. «aspetti il dopo cena come il resto della gente, no?» sbottò, seguita ovunque dal cagnolino Horan. Tornò da Lory, per chiacchierare ancora un po’ con lei, facendo finta di non sentire Niall.
Poco distante Zayn chiacchierava con la sua famiglia. Ogni tanto lanciava uno sguardo a Keyra, poco distante che chiacchierava con la madre e il padre di Horan. Il moro teneva in braccio sua sorella Safaa, la più piccola delle sue sorelline. «non mi aspettavo una manager così giovane..Quando mi avevi parlato di Keyra me la immaginavo una donna, non una ragazza della vostra età..» disse sua madre, avvicinandosi. Si girò a guardarla, con un sorriso. «è la nostra migliore amica. E’ molto intelligente e porta solo guadagno nello staff di questo gruppo» spiegò, guardando la sua ragazza con dolcezza. La vide far ridere Lory, e sorrise dietro di lei. Era tornata se stessa, finalmente. Era la sua Keyra, quella. «è una ragazza allegra. Riesce a far ridere una donna!» si girò di nuovo a guardare sua madre, che la guardava con un sorriso. «è la nostra gioia. Colora le nostre giornate, te l’assicuro! In sua presenza è impossibile non ridere. E’ un giullare di corte.» Safaa giocava con i suoi capelli, guardando il fratello con amore. «e quando pensi di dirmi che state insieme?» sbarrò leggermente gli occhi e si morse il labbro inferiore nervoso. «come...» Patricia si girò a guardarlo, divertita. «sei pur sempre mio figlio.. portare un figlio per nove mesi dentro di te ti assicuro che ti fa capire tante cose di lui. Non hai mai parlato di nessuno con quel tono!» spiegò, tornando a guardare la ragazza che guardava male Niall, che continuava a pregarla di farlo mangiare. «e soprattutto ti controllo.. ho visto le vostre foto!» Zayn sorrise, arrossendo. «quando ce la farai conoscere per bene?» tornò a guardare la sua ragazza. «non è ancora il momento! Ma porterò Keyra a casa, promesso.» disse, tornando a guardare sua madre. «ok, noi aspettiamo!» annuì divertito, dando un bacio sulla guancia alla donna che l’aveva messo al mondo. Lasciò Safaa a sua madre, per raggiungere Keyra dalla parte opposta della stanza, nell’unico momento in cui Niall si era staccato da lei e Keyra se ne stava a messaggiare con qualcuno.. Non era il caso di dirle che sua madre sapesse di loro.
Patricia vedendo suo figlio essere guardato male da Keyra perché le aveva tirato una ciocca di capelli, come fanno i bambini piccoli, sorrise. Era sempre bello vedere tuo figlio guardare qualcuno con quello sguardo. Si accorse, mentre Keyra metteva per gioco una mano in faccia a Zayn per spingerlo via, e lui la bloccava, che avevano lo stesso braccialetto. Sorrise, felice per suo figlio per poi girarsi a parlare con suo marito. «resti a dormire con me stanotte si o no?» stava chiedendo per la trentesima volta Zayn, a Keyra. «ma perché? Partendo dal fatto che ci sono i tuoi in albergo. Non mi sembra il caso di dormire con te. Tanto vale tornarmene a casa!» il moro scosse la testa. «non se ne parla proprio. Al massimo ti prendi un’altra stanza, ma il treno così tardi non te lo faccio prendere. Alla stazione da sola, scherzi?» lo guardò male. «guarda che non mi si rubano eh!» sbottò mentre rispondeva a Mary. «tu dormirai con me, e domani mattina vai a prendere il treno!» lo guardò ancora male. «ti prego!» le uscì uno sbuffo, sentendo quella preghiera e guardando quegli occhioni. «sei uno stronzo. Odio quando usi con me il tuo sguardo per convincermi! Sei stronzo perché sai che ci riesci.» lo sentì ridacchiare. «certo. Praticamente è l’ultima volta che ti vedo prima che parti..» sorrise. «guarda che è tutta colpa tua se parto. Devi riprendertela solamente con te stesso, sai?» ridacchiò. «mi farò perdonare stanotte!» sorrisero maliziosi mentre si guardavano.
 
«capo!» stava con la testa appoggiata alla mano, per riposare un pochino gli occhi. Stavano in albergo da dieci minuti, a chiacchierare tutti nel salone. «che vuoi?» rispose a Louis, seduto al suo fianco. «che pensi?» domandò, curioso. «che se non ti stai zitto ti stacco la testa!» sussurrò facendolo ridere. «mi mancherai sai?» si girò a guardarlo. «cos’è tutta questa dolcezza? Mancanza di Eleanor?» lo sfotté e lui le si buttò addosso, facendola gemere. «cazzo sembrate tanto secchi ma quanto pesate tutti!» perché chiacchierava? Perché non si cuciva quella boccaccia? Naturalmente le si buttarono tutti addosso, richiedendo delle coccole. «soffoco! Chi è che puzza così tanto?» domandò divertita, cercando di togliere il gomito di Malik dalle sue costole. «Zayn, mi stai fracassando le ossa. Non sei leggero per niente, sai?» lo guardò male, mentre Niall le prendeva il viso e cominciava a darle tutti baci ovunque. «quanta dolcezza..» sussurrò, ricevendo tutti quei baci. «ci mancherai capo!» tutti intorno a loro li guardavano. «ma non sto andando a morire. Sono in Italia. A due ore e mezza da qui!» esclamò, divertita mentre dava un bacio a Niall, che aveva uno sguardo triste. «mi lasci anche tu.. prima Mary, poi tu!» alzò gli occhi al cielo, esasperata. «okk.. avete rotto. Sparite tutti!» disse, cominciando a perdere la pazienza. «chi mi cucinerà la più buona carbonara dell’universo?» domandò Niall, seduto al suo fianco. «e a me chi mi urlerà dietro perché giro per casa nudo?» ridacchiò sentendo Harry dire quella cosa. «mi mancherà vedere coppie non ufficializzate in casa!» disse Liam, guardando Niall e Keyra che risero. «ragazzi, per favore. Sto in Italia, davvero. Non è tanto lontano come sembra sapete?» disse, prima che quello stronzo di Louis dicesse qualcosa di troppo, vedendo il ghigno che gli si era disegnato in viso. «perché non mi hai fatto dire niente a me?» lo guardò male, e ricevette uno sguardo bruto anche da Zayn. «okkk.. è ora di andare a dormire, non trovate? Domani dovete fare un altro concerto. Forza, tutti a letto.» disse, facendo ridere tutti per quel tono da mamma. «possiamo dormire tutti con te?» alzò un sopracciglio, sentendo le parole di Harry. «senti, l’ultima volta che dormito con tutti voi, mi sono dovuta mettere sul divano perché tu tiravi calci e Niall chiacchiera nel sonno! Louis mi stava dormendo sui piedi. Non ci penso a rifare un’esperienza del genere, grazie!» risero tutti, mentre si alzavano per andare a dormire. Sarebbe stato difficile stare senza i suoi amici, sapere che erano chilometri e chilometri di distanza e non nella stessa nazione. Ma doveva essere forte. «credo che appena arrivo in Italia mi farò due tatuaggi!» disse appena entrarono nella camera di Malik. «davvero? Cosa?» chiese curioso, mentre si toglieva la maglietta. Lo guardò mordendosi il labbro. Mamma quanto sangue gli faceva quando si levava la maglietta prendendola dalla parte dietro del collo. Santa maria. «“se puoi sognarlo, puoi farlo”» Zayn si girò a guardarla. «e dove vorresti farlo?» chiese, curioso. «al lato del piede. Ma ancora lo devo disegnare. E il secondo è il segno dell’infinito. Un pezzo qui» e indicò la parte sotto al mignolo della mano destra «e l’altro pezzo qui..» ed indicò la parte sinistra sotto al mignolo della mano. Se univa le mani come in una preghiera, si formava il segno dell’infinito. «i tuoi tatuaggi sono tutti fighissimi!» esclamò il moro, divertito. «io sono fighissima!» scoppiò a ridere subito dopo, per la cazzata che aveva appena detto. Entrò in bagno per farsi una doccia, mettendo la musica dal cellulare. «quando ti tatuerai il mio nome?» si affacciò dal bagno, già mezza nuda e lo guardò stranita. «stai scherzando vero?» domandò non riuscendo a capire se stava dicendo sul serio. «no.. te lo tatuerai, vero?» scosse la testa. «prima devi uccidermi per farmi tatuare il tuo nome.» lo sentì ridere di cuore. «stupido mi hai fatto prendere un colpo!» disse, guardandolo male e rientrando in bagno. Mentre si preparava per la doccia, persa completamente nei suoi pensieri, si mise a cantare la canzone che passava in quel momento il cellulare. Non aveva mai cantato di fronte a nessuno, ovviamente per vergogna. Ma quando era soprappensiero le succedeva. «da quanto hai questa voce?» chiese Zayn, dopo aver aperto la porta, con sguardo incredulo. Lo guardò male, mentre arrossiva. «tu dovevi proprio sentirmi, vero?» chiese con uno sbuffo. Che vergogna. «è bella!» arrossì ancora di più. «certo come no! Parla quello che ha davvero la voce bella!» lo vide sorridere. «perché sei così sciocca? Se ti dico che hai una bella voce ce l’hai davvero, perché dovrei dirti una cazzata?» lo guardò prima di andare in doccia. «forse perché sono la tua ragazza?» lo sentì ridacchiare. «so riconoscere una buona voce.. C’è qualcosa che non sai fare, Keyra?» la sentì sospirare. «ucciderti.. lo vorrei tanto fare!» Zayn entrò in doccia poco dopo, tutto vestito. «tu non lo faresti mai!» no, soprattutto se entrava in doccia tutto vestito e con l’acqua che scioglieva la cresta, facendogli tornare i capelli come li aveva al tempo della scuola. Sospirando si lasciò andare in quei momenti che solo Zayn riusciva ad averla completamente. Di solito le coppie prima o poi perdevano la voglia di fare sesso, ma a quanto pare loro non la stavano perdendo proprio per niente.. Ma chissà come mai! Due bambini in piena fase ormonale, ecco cos'erano. Ma con un fisico del genere e un visetto come quello di Zayn, era impossibile perdere la voglia di fare sesso con lui..Santo Zayn!


Ecco il capitolo. Ho cercato di aggiornare il prima possibile così da non farvi stare sulle spine. Io continuo a dire di amarvi, per le bellissime recensioni, per le bellissime parole che scrivete, per i lavori grafici che mi mandate, per la dolcezza che mi trasmettete su FB o su Twitter. Vi amo, punto! ♥ HappyBday Harryyy! ♥ Grazie a tutte, siete favolose.

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Capitolo 22
*** chapter twenty one ***


On twitter

 

“Keyra Smith è una cacca! Con amore i One Direction!”
“chi ha scritto questo?”
“tutti e cinque. xxx ” - Harry
“molto carino da parte vostra. Ringraziate che sono una signora sennò una scarpa sulle gengive non ve la toglieva nessuno”
“Ma sei una cacca in modo dolce!” - Niall
“Non capisco come una cacca può essere dolce, spiegamelo Niall!”
“la cacca di arale è rosa.. quindi da l’impressione di essere dolce!” - Niall
“non ti rispondo neanche!”
“ci manchi Key” - Niall
“mi mancherei anche io!”
“noi ti manchiamo?” - Niall
“No, per niente! Dovete saperlo.. la vostra casa è diventato un bordello!”
“Harry sta tornando a casa!” - Liam
“Non ce lo voglio!”
“Dove ci sono ragazze, c’è Harry!” - Louis
“E chi ha detto che sono ragazze? -.-‘”
“Sta tornando indietro! Ti sei salvata in calcio d’angolo!” - Liam
“Dove sei?” - Niall
“In aeroporto!”
“Ancora sei a Londra? Sei ancora in tempo per restare qui con noi!” - Niall
“ma chi vuole restare!”
“stronza!” - Louis
“se sono una cacca sono pure stronza, no? Ciao stupidi, ci si parla in diretta da Roma!”
Mentre lei non c’è su Twitter.
“non salire su quell’aereo. Malik si sta per sentire male.. Keyraaaa!” - Niall
“è morto.” - Liam
“Abbiamo perso Malik!” - Niall
“Sei un’assassinaaaa.. Hai ucciso Zayn! Brutta cacca!” - Liam
“Hai ammazzato uno dei One Direction! Avrai le fan contro, sappilo!” - Niall
“ *intanto Zayn è felicemente addormentato nel suo letto*” - Liam
“si, nessuno dei due sa che stiamo parlando di loro.. Keyra è sull’aereo e Zayn dorme.. Diciamo tante cose cattive?” - Niall
“ci ammazzerà con un missile da Roma, sappilo Niall!” - Liam
“Non ucciderebbe mai i suoi migliori amici, il suo ragazzo e il suo gruppo preferito!” - Niall
“giusto! Ma Zayn si!” - Liam
“giusto. Addio!” - Niall
Quando Keyra rientra su twitter.
“1. Siete dei dementi. 2. Malik se è morto è solo colpa sua, lui mi ha obbligato. 3. Trovatevi un altro passatempo, sfigati. Vi voglio bene!”
 
 
“Ciao” - Harry
“Ciao” 
“Ciao!” - Harry
“Ciao” 
“Ciao!” - Harry
“Ciao” 
“Ciao!” - Harry
“Continueremo per molto?” 
“Ciao!” - Harry
“Ciao!” 
“Ciao!” - Harry
“Tu puzzi! #js” 
“E se anche puzzo, tu mi ami!” - Harry
“Basta crederci, riccio!”
 

“Hola!” - Louis
“tu sei..?”
“un panda!” - Louis
“aww.. amo i panda!” 
“perché?” - Louis
“perché sono bianchi, neri, e sono asiatici. Non essere mai razzista!” 
“Ah.. adesso capisco!” - Louis
“E inoltre.. mai dire di no al panda!” 
“ahahaha.. stupida, mi manchi!” - Louis
 
 “ma tu che sei intelligente.. perché si chiama “sale” se scende?” - Liam
“devo davvero risponderti, Liam?”
“no, se non vuoi no.. E' una domanda che ci facciamo da 2 anni. Ricordi?” - Liam
“ho cancellato dalla mia memoria questa cosa, lo ammetto!”
“Che pessima migliore amica!” - Liam
“scusami, ero al bagno a piangere perché sono una cattiva migliore amica!”
“Dai? Davvero?” - Liam
“no!”
“Ma se ti dico: Liam sta a Zayn come Zayn sta a..?” - Liam
“quante volte vi ho detto che la droga vi fa male al cervello?”
“la risposta era Zayn sta a Keyra!” - Liam
“No, doveva essere: Liam sta a Zayn come Zayn sta a Liam. In pratica: Ziam!”
“ci ami!” - Liam
“No, preferisco Larry..!”
“cattiva!” - Liam
 
 
“mi manchi!” - Niall
“Niall Horan, ti proibisco di essere così rompicoglioni. Mary non ti ha chiamato?”
“Si, perché?” - Niall
“Richiamala e fai lo smielato con lei. Io non voglio a che fare con il diabete. Ps: mi manchi anche tu, scemo!”
“awww.. che dolce!” - Niall
“(:”
“come si dice “mi manchi” in italiano?” - Niall
“si dice: “sei un coglione”!”
Poco dopo.
“ahah. Sei simpatica. Pensavi che non cercavo sul traduttore?” - Niall
“ci speravo. Non credevo che sapessi cos’era un traduttore”
“la tua stronzaggine è dolcissima anche tramite twitter!” - Niall
 
“come stai Zietta?” - Zayn
“ci conosciamo?” 
“in realtà si, sono quel fico che popola i tuoi sogni!” - Zayn
“incubi, vorrai dire!”
“stronza” - Zayn
“grazie, lo prendo come un complimento”
“non voleva esserlo!” - Zayn
“stronzo!”
“ho ripreso dalla migliore!” - Zayn
“stronzo di nuovo!”
“riesci ad essere stronza anche tramite twitter!” - Zayn
“io sono stronza praticamente sempre!”
“Mi manchi!” - Zayn
“Guarda un po’.. a me neanche un po’”
“…” - Zayn
“Stacci Malik!”
“Davvero non ti manco?” - Zayn
“non funziona più la cosa che non ci credi. Vuoi sentirti dire “manchi anche a me” ma non è così.. ci intendiamo?”
“o in camper!” - Zayn
“Bravo.. vedo che stando con me hai capito la mia filosofia!”
“ti chiamo?” - Zayn
“Se proprio devi!”
“Vaffanculo!” - Zayn
“Sei tu quello più esperto della strada. Mi accompagni?!”
“ovvio..” - Zayn
 
 
“Che fai?” - Niall
“giocavo con il mio amico immaginario!”
“-tagga gli altri – l’abbiamo persa. Ha un amico immaginario!” - Niall
“E come si chiama?” - Liam
“Fuffy!”
“E com’è fatto?” - Harry
“E’ un nano da giardino!” 
“Con tanto di cappello rosso?” - Niall
“No, lui è fashion e ce l’ha a righe!”
“Io amo le righe!” - Louis
“nessuno te l’ha chiesto, mi pare!”
“ma lo fai mangiare?” - Niall
“No.. Ho detto che si chiama Fuffy, non Niall Horan!”
“Quando torni?” - Liam
“Spero mai?!”
“Porti con te un piatto di pasta?” - Niall
“ehm.. no!”
“Sei cattiva!” - Niall
“lo so..”
“Oggi Niall ha stonato!” - Louis
“Tu starnazzi.. Stai peggio!”
“State importunando la mia ragazza?” - Zayn
“Ci spera ancora, eh?!” - Louis
“Decisamente. Si crede fico ma non lo è!”
“Oh guarda una fan…” - Zayn
“datti fuoco Malik!”
“Tu mi salveresti?” - Zayn
“Se tu stessi andando a fuoco, e io avessi l’acqua.. la berrei!” 
“AHAUHAUHUHAU!” - Louis
“questo è amore..!” - Harry
“vi amate!” - Liam
“continuerete ad intasare la mia home di questi stupidi messaggi?”
“ci manchi!” - Niall
“a me no!”
 “Sei seria?” - Zayn
“come tre quarti della giornata!”
“o come Louis!” - Liam
“Vedete? Liam è più intelligente di voi.. ah.. non ci vuole poi così molto!”
 
 
“ma com’è il verso del coccodrillo?” - Zayn
“…”
“ti ho lasciato senza parole?” - Zayn
“praticamente quando parli tu, io rimango sempre senza parole”
“perché sono fico?” - Zayn
“no perché sei un rincoglionito!”
“ti voglio bene anche io!” - Zayn
“io non ti ho mai detto che ti voglio bene!”
“si invece!” - Zayn
“no..”
“si..” - Zayn
“no..”
“si..” - Zayn
“mi avete fracassato le palle!” - Niall
“si vede che sei il migliore amico. La finezza l’hai presa tutta da lei” - Zayn
“Malik, ti stacco le corde vocali appena ti vedo!”
“Tu ami la mia voce!” - Zayn
“ehm..no!”
“continuerete per molto?” - Niall
“tanto da farla impazzire!” - Zayn
“ci stai riuscendo!”
“In così poco tempo?” - Zayn
“poco tempo? E’ da stamattina alle 8 che rompi.. ho bisogno di uno psicologo.”
“le manco!” - Zayn
“basta crederci!”
“io ti manco!” - Zayn
“oh guarda.. Scusa ho visto un italiano, wow.. ci sentiamo eh!”
“…” - Zayn
“AHUAHUHAUHAU!” - Louis
 
“Solo tu riesci a farmi ridere anche tramite Twitter!” - Louis
“giullare di corte a suo servizio. Quando vuole!”
 
 
Per messaggi normali

“siamo a Los Angelesss!” - Harry
“bravi.. da me è notte fonda!”
“ti abbiamo svegliato?” - Zayn
“no, ero davanti al cellulare in attesa del vostro messaggio!”
“che carina!” - Liam
“suicidatevi”

“ma perché non apri whatsapp?” - Zayn
“perché non ne ho voglia!”
“sfaticata!” - Zayn
“notte sfigati! Salutatemi la scritta più figa del mondo!”
“ah.. buttateci Malik da quella scritta! Un volo di sola andata dalla scritta “Hollywood!”
“Ahahahahah!” - Louis
 
“Qui a Los Angeles c’è un temporale! Come faccio?” - Niall
“vai nel letto di Liam e pensa che sono io!”
“non è la stessa cosa!” - Niall
“prendo un aereo e vengo a tenerti la mano?”
“sei seria?” - Niall
“farei qualsiasi cosa per essere li con voi!”
“ti manchiamo?” - Niall
“tanto, ma non dirlo agli altri sennò non la smettono più!”
“manchi tanto anche a noi!” - Niall
“♥”
“- 2 settimane!” - Niall
 
“mi manchi” 
“anche a me! ♥”
Niall
 
tramite BBM o Whatsapp
  
“Ci manchi!” - Niall
“Riuscire a studiare con voi è difficile anche in due nazioni diverse”
“… Avresti dovuto rispondere: ‘mancate anche a me, soprattutto Zayn!” - Zayn
“ehmm… no!” 
“…” - Niall
“Che palle! Conoscete l’umorismo?”
“sei sempre così fine!” - Niall
“non so voi, ma io ho studiato ad Oxford”
“si vede!” - Niall
“Una scarica principessa!”
“dov’è..? la rivoglio indietro!” - Zayn
“guarda che se sono a mille chilometri da voi, è solo colpa tua, Malik!”
“sono un coglione! Uff!” - Zayn
“è sempre bello sentirtelo dire!”
“ma l’ho scritto!” - Zayn
“…”
“adesso te l’ho sentito dire!”
“tu sei da ricoverare!” - Zayn
“Malik, stacci. Come riesce a farti dire le cose lei, non ci riesce nessuno!” - Louis
“uff…!”
“ti prego torna Keyra. E’ diventato un morto vivente!” - Liam
“Speditemelo per posta prioritaria. Ve lo rimetto in sesto!”
“A Zayn Jawaad Malik piace questo elemento! Quando mi spedite?” - Zayn
“schifosi!” - Niall
“ahahahah!” 
“ahahahaha!” - Zayn
 
su twitter

“cazzo, vuoi rispondere su whatsapp?” - Zayn
“forse se non rispondo è perché non ho voglia di sentirti?”
“quanta dolcezza in questa ragazza. Rispondi su whatsapp!” - Zayn
“come si dice?”
“sono fico?” - Zayn
“mhm.. no.. per..pia..”
“per piacermi?” - Zayn
“non accendo whatsapp finché non me lo dici!”
“allora staremo qui per anni!” - Zayn
“ok..io stacco. Ciao Malik!”
“Hai staccato davvero?” - Zayn
“ah.. io amo la tua ragazza! Come ti tiene testa lei non ci riesce nessuno!” Louis
“la stronza ha chiuso per davvero twitter!” - Zayn
“la stronza però ti piace!” - Louis
“ma tu non volevi parlare con Eleanor? Ecco, sparisci!” - Zayn
“hihihi.. bello Malik rosicone!” - Louis
“vaffanculo!” - Zayn
 
“BUON SAN VALENTINO!” - Liam
“sparati sulle gambe, ti prego!” 
“dai no.. non ci credo che sei così acida anche quest’anno che finalmente stai con Zayn!” - Liam
“sono acida anche a questo san Valentino!”
“Uno yogurt scaduto ti fa un baffo. Ma tu sei una donna almeno?!” - Liam
“si, con i contro affari ma si, sono donna!”
“Ti sei fatta gli auguri con Zayn?” - Liam
“No.. gli ho mandato una foto di me che lo mando a quel paese!”
“e lui?” - Liam
“lo stesso!”
“che dolci!” - Liam
“se lo dici tu! Comunque augura Buon San Valentino a Danielle da parte mia e dille che appena torno festeggeremo!”
“…” - Liam
“amoreeee.. auguri!  xxx Dannie ” - Danielle
“ahahahah.. mio amore! <3 mi manchi tanto!”
“ Danielle, sei più dolce con lei che con me!” - Liam
“perché tu sei un maschio! E puzzi” - Danielle
“- tagga Zayn - le nostre donne se la fanno alle nostre spalle!” - Liam
“fuck yeah!” - Keyra

Lo so cosa state pensando: "cos'è sta merda?" Si, è il capitolo di quest'oggi. Keyra è partita per Roma, per un mese. E cosa si fa per un mese pur di parlare con i tuoi amici? Stai su twitter!
Non volevo perdere un mese così, e ho deciso di fare questa strana cosa, per nulla descritta. Come se fossero botta e risposta su twitter, messaggi e cose varie. Niente telefonate, perché dovrei descrivere e rovinerei lo strano capitolo! Si, ucciditemi. Vi farà schifo sicuramente, ma dovete accettarlo così XD
Inoltre volevo dirvi una cosa. Non so mai quando aggiungo il nuovo capitolo. Perché potrebbe essere che non è pronto, che non è finito o semplicemente perché non mi va di stare al computer o la vita reale chiama. Posso aggiungere 3 volte questa e 1 l'altra, non so mai quale aggiorno prima. (: ♥ Io continuo ad amarvi, comunque!
Grazie per le belle parole, per i lavori e tutto il resto. Vi adoro.




 

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Capitolo 23
*** chapter twenty two ***


It's simple.. You complete me.
(è semplice..Tu mi completi)

Rimise il cellulare in borsa con un sorriso sulle labbra. Come le mancavano i suoi amici, dannazione. E come le manca lui. San Valentino e non aveva le palle di mandare a Zayn un “auguri”. Non era vero ovviamente che aveva mandato una foto al suo ragazzo, come aveva detto su twitter. Si erano parlati quella mattina appena si erano svegliati, per telefonino, ma niente di più.  Valeria, la ragazza che la stava ospitando a casa sua per quel mese, si girò a guardarla. «ce l’hai fatta a staccarti da quel cellulare!» sorrise ancora di più. «ogni tanto mi devo far sentire dai miei amici sennò credono che sono morta!» giocò, e la fece sorridere mentre prenotava la chiamata per scendere dall’autobus. «ma se state sempre a messaggiare! Ti chiamano pure alle 3 di notte!» rise. «quello era un caso. Erano a Los Angeles! E non si erano ricordati che c’era il fuso orario.» la bionda si girò a guardarla, divertita. «a Los Angeles? Wow.. è il mio sogno quella città!» sorrise. Non aveva detto niente a Valeria su chi erano i suoi amici e Valeria non aveva mai fatto domande. Sicuramente non sapeva chi perché sennò l’avrebbe riconosciuta. «pure la mia!» ammise, mentre scendevano dal pullman e si incamminavano verso la scuola. Ogni mattina dovevano fare la presenza, un ora di lezione e poi dovevano andare al corso, che si ritrovava al centro di Roma e poi ognuno si divideva nei diversi ristoranti dove erano stati assegnati per il corso. Lei era al centro di Roma, insieme a Valeria ed altre quattro persone. In un ristorantino in una delle tante viette lì del centro. «oggi non ne ho proprio voglia di fare lo stage!» ammise e si girò a guardarla. «dai, una settimana e tutto finisce!» e poi lei sarebbe tornata a casa, dove l’aspettavano i suoi amici, lui, sua nipote e una casa tutta per se e da arredare. Zayn in quel mese aveva cercato la casa ma voleva aspettare lei per vederle. Come se le interessava com’era fatta la casa. Entrarono in classe, e quando alzò lo sguardo sul suo banco, si arretrò. «Keyra?» domandò Valeria preoccupata, per poi spostare lo sguardo sul punto in cui guardava Keyra. «woohh! Che belle! Ma chi te le ha mandate?» impossibile. Sul suo banco, vi erano quattro rose rosse e una color pesca. Ritornò in un nano secondo con la mente a due anni prima, ma non era possibile che fossero loro. Come sapevano dove andava a scuola? Come facevano a sapere qual’era il suo banco? «ci deve essere un errore..» sussurrò, guardandosi intorno e guardando quella con cui faceva a frecciatine da quando era lì. Il primo giorno quando era arrivata in classe, si era messa in un banco qualunque e quella ragazza – Stefania – si era avvicinata dicendole che quello era il suo banco.

Flashback.

«ehi, togliti. Questo è il mio banco!» spostò lo sguardo sulla tipa, in modo annoiato. «non vedo nomi o targhette sul banco. Quindi, no. Non mi sposto!» prima o poi ci prendeva le botte  se continuava a rispondere in quel modo. La tipa la guardò freddamente. «ma lo sai con chi stai parlando?» chiese, infervorata. «no, e neanche mi interessa sinceramente!» “con una cretina, ecco con chi sto parlando!” pensò, fissandola in modo divertito. «Io sono Stefania Curti, e non ti conviene parlarmi così. Non ho una buona reputazione nella scuola, scricciolo!» Keyra, con tutta la teatralità che aveva in corpo, batté le mani sempre fissandola. «brava. Vuoi un applauso?» Si alzò e la fronteggiò senza paura. «forse non ci siamo capite. Ti devi togliere.» fece per darle uno schiaffo, ma Keyra prontamente prese il braccio e con un gesto veloce lo fece ruotare - facendo ruotare anche lei - e glielo bloccò dietro la schiena, il braccio super tirato. Posò delicatamente la mano sul gomito, e si piegò un pochino per parlare all’orecchio di nonmiricordoilnome. «io abbasserei un po’ le penne, tu che ne dici? Un piccolo gesto e ti spezzo il braccio in due!» sussurrò, con tono totalmente pacato. La classe era ammutolita, la sua vicina di banco – che tra l’altro l’aveva anche avvisata che quello era il banco della leader della scuola o qualcosa di simile. Ma si sa che Keyra non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, e preferisce di gran lunga far capire alla gente che non è tipo che si fa calpestare i piedi da nessuno – la guardava incredula. «no.. ti prego!» sentire sussurrare qualcuno con un “ti prego” piagnucolato era sempre bello. «mi serve quel braccio!» sorrise in modo bastardo. «ci credo! Non ti si porterebbe a letto nessuno, quindi si, che ti serve!» La classe scoppiò a ridere di cuore, mentre lei spingeva delicatamente sul gomito, facendo piegare ancora di più la ragazza. La lasciò e si rimise seduta, mentre quella se ne andava in un altro posto libero, con la coda tra le gambe. Stefania era la tipica persona che lei definiva uomo mancato. Vestiti larghi, tono da uomo, insomma.. Un uomo mancato. Da quel momento la tipa aveva abbassato le penne, almeno con lei, ma si lasciava andare alle frecciatine perché era infastidita da come le aveva fatto capire che con il resto della gente poteva essere anche mettere paura, ma con lei proprio no. E più provava a fare a frecciatine con Keyra, e più Keyra la smerdava in un attimo.

Fine Flashblack.
Scrutò Stefania, cercando di capire se era stata lei a fare quello stupido scherzo, ma Valeria già aveva preso il biglietto incastrato tra le rose rosse e l’aveva aperto. «siamo lontani, ma questo non ci impedisce di mandarti le nostre rose per San Valentino. Ti vogliamo sempre bene, ricordatelo! I tuoi dementi» lesse Valeria in inglese, e lei si girò a guardare il bigliettino, con un sorriso. Erano proprio loro. «i tuoi amici ti hanno mandato delle rose dall’Inghilterra?» sorrise, ancora persa a pensare a quei deficienti, poi annuì. «e perché una è color pesca?» chiese incuriosita, guardando quelle rose con fare deliziato. «storia lunga!» Valeria si girò a guardarla, mentre si metteva a sedere. «mi vuoi dire che un’ora di inglese non è abbastanza lunga?» rise, per poi raccontarle velocemente perché quella cosa, di come era cominciato e perché una rosa era diversa. Alla fine del racconto, Valeria aveva gli occhi lucidi. «siete dolcissimi!» alzò gli occhi al cielo. Prese ad ascoltare la professoressa d’inglese, in modo annoiato. Era cagna forte a parlarlo, e la snervava come cercava di riprodurre l’accento inglese ma ovviamente le veniva male. E come la voleva massacrare di botte perché da quando era arrivata non faceva altro che chiedere a lei come si pronunciava correttamente una frase, quando qualcuno sbagliava. Quando suonò la campanella, ringraziò il buon dio per quella manna dal cielo. Uscite dalla classe, videro la bidella. «Keyra! Vedo che hai ricevuto le rose!» la guardò stranita, però annuì. Aveva fatto amicizia con le bidelle della scuola, soprattutto con Maria, donna sulla quarantina e con una figlia. All’inizio la guardava in modo insistente poi venne a sapere che la guardava così perché assomigliava molto a sua figlia. «si.. ma tu che ne sai delle rose?» chiese, divertita. «è arrivato il fiorista poco prima che tu entrassi, lo hanno mandato da me e io gli ho fatto vedere il tuo banco!» l’ultimo pezzo della frase era detto in tono di rimprovero e lei si fece una risata.. Avevano cominciato a parlare proprio per quel banco, perché dopo la lite con Stefania Keyra si era messa a scrivere per tutto il banco il suo nome e la bidella un po’ incazzata era andata da lei a ribattere. Ma quando le aveva spiegato il motivo, aveva acconsentito a tenere quel banco così finché non fosse andata via. Salutò Maria, dandole un bacio e dicendo che si sarebbero viste il giorno dopo!
Uscirono insieme alle quattro persone che facevano il corso nello stesso suo ristorante e cominciarono ad incamminarsi verso il centro. Purtroppo, tra quelle quattro persone vi era anche la cara Stefania. «hai ricevuto delle rose, che carina!» si girò a guardare Stefania, con un ghigno. «almeno a me le rose me le mandano!» si guardarono in cagnesco. «ammettilo che te le sei mandate da sola!» scosse la testa. Quanto le stava sul cazzo. «cazzo mi hai scoperto! Ed ora come farò?» disse con tono drammatico, facendo ridere Valeria.
 
«posso farti una domanda, ora che abbiamo un po’ più di confidenza?» annuì girandosi a guardare Valeria, sistemandosi la borsa a tracolla sulla spalla. «perché spesso ti fermano le ragazze?» si girò a guardarla, con un sorriso. «perché gli stessi ragazzi che mi hanno mandato le rose sono un gruppo di cantanti abbastanza famosi in Inghilterra.» spiegò, velocemente. «tu.. sei fidanzata con un cantante famoso?» annuì divertita. «e i tuoi migliori amici sono un gruppo di cantanti?» annuì ancora. «e come si chiamano? Magari li conosco.» sussurrò sempre con tono curioso, mentre si incamminavano fuori dal ristorante. «I One Direction!» la vide aprire un po’ la bocca. «oh mio dio. La mia migliore amica è fan di quel gruppo! Mi fa una testa tanta ma non so mai di cosa parla. Carote, Nando’s e cose varie.. Cercava di farmi diventare loro fan, ma più mi parla di loro e più mi gira la testa!» si fece una risata. «si, le directioner sono un po’ ossessionate!» disse divertita, ma con tono dolce, mentre salutavano i camerieri. Erano le tre di pomeriggio e finalmente il corso era finito, così potevano tornare a casa e lei poteva andare in giro per Roma. Da quando era lì, ogni pomeriggio lo passava a fare qualche giro per la capitale, a mo’ di tour. Prese il cellulare, quando lo sentì squillare. «buonasera!» lo salutò, dopo aver visto il nome di Zayn. «alla buon’ora! Dove sei?» chiese il moro, curioso. «sto uscendo dal ristorante! Ma tu un pacchetto di cazzi tuoi mai, vero?» domandò, divertita. «mai.. mi stai tradendo, non è così?» alzò gli occhi al cielo, mentre usciva dal locale. «e non alzare gli occhi al cielo!» sbottò il moro, incazzoso. «si, ti sto tradendo con un biondino woh! Un fico!» scherzò, levandosi di nuovo il giacchetto visto che c’era il sole e si moriva di caldo. Valeria, per quel gesto la guardò male. «bella maglietta. Un po’ troppo scollata, ma in fondo ti sta bene.» si bloccò nel camminare, e alzò lo sguardo mentre si guardava intorno. «fuochino.. fuochinoo.. dietro di te, Keyra!» si girò e lo vide appoggiato al muro, poco distante dalla porta del ristorante. Valeria si girò verso il punto dove stava guardando lei, mentre Keyra cercava di ricollegare il tutto. «chiudi la bocca sennò ci entrano le mosche.» e lo fece, mentre lo fissava appoggiato sul muro in modo troppo, troppo sexy. Un piede si appoggiava al muro, l’altra gamba rimaneva da supporto per terra. Ed era sexy. Quando lo vide staccarsi dal muro e camminare verso di lei, anche le sue gambe si mossero da sole. Attaccò il cellulare e quando si ritrovò tra quelle braccia le uscì un sospiro.  Sentì le mani di Zayn appoggiarsi sui suoi fianchi e si piegò a sentire il suo profumo. Dio! Quando si riprese dalla sorpresa si staccò dal suo petto, non prima di essersi riempita i polmoni del suo profumo, e lo guardò a bocca aperta. «che.. d..cosa..» balbettò ancora incredula e facendolo ridere, mentre la guardava con dolcezza. «credevi davvero che avrei passato il San Valentino, il nostro primo San Valentino da coppia, lontano da te?» gli occhi si illuminarono e le uscì un sorriso a tremila denti. Strinse le braccia al suo collo e si avvicinò a lui, per baciarlo. «non smetti mai di stupirmi, Malik!» lo sentì ridacchiare mentre si piegava quel poco per ricambiare il bacio. Finalmente dopo quasi tre settimane si sentì di nuovo a casa. Quella era casa sua, tra le sue braccia. Quando terminarono il bacio, affondò di nuovo la faccia nella sua camicia. Zayn si strinse la mano con Valeria, presentandosi e Keyra si girò a guardarla. «scusami.. mi ero proprio dimenticata di te!» la sentì ridacchiare. «ci credo.. pure io mi dimenticherei di respirare con uno del genere come ragazzo!» spiegò, in Italiano. Si fece una risata. «aspetta..ma non dovevate essere a Parigi per qualcosa?» chiese stranita. «abbiamo rimandato tutto di due giorni. In quanto tutti siamo fidanzati, Paul ci ha spostato la partenza perché così potevamo passare il San Valentino con le nostre ragazze.» spiegò mentre lei si lasciava andare in un altro sorriso quando Zayn alzò il braccio porgendole una seconda rosa color pesca. «e il bacio?» domandò perdendo per un secondo il sorriso, visto che mancava il cioccolatino. «quello se possibile te lo do reale!» ci pensò poi annuì, e lui si piegò a darle un bacio vero e proprio. «e la frase dolce?» Zayn scoppiò a ridere, scuotendo la testa. «mi sta venendo il diabete Smith!» la sfotté, parlando come avrebbe parlato lei se fosse stato lui a dire una cosa del genere. «che bugiardo. Stai gongolando dal piacere nel vedermi tutta emozionata perché sei qui.. ammettilo!» le passò un braccio sulle spalle e dopo essersela stretta addosso si piegò a darle un bacio. «è vero! Ma non dirlo a Keyra perché sennò mi mena!» lo guardò male, mentre ricominciavano a camminare. Era lì, a Roma per lei. Aveva preso l’aereo solo per passare il San Valentino con lei. Si strinse di più a lui, ampliando il sorriso che aveva sulle labbra. «ma quanto rimani?» domandò, curiosa. «fino a domani mattina! Ho l’aereo alle 10.30» annuì, poi si girò di nuovo a guardarlo. «e dove sono i tuoi vestiti.. dove dormi?» lo sentì ridacchiare. «tranquilla, ho preso una stanza. Non sono come una certa persona che se parte per un giorno, non prende una stanza!» lo guardò ancora male. «e.. come facevi a sapere dov’ero?» chiese sempre tutta curiosa. «ho chiamato la tua professoressa, che mi ha detto il nome del ristorante dove avevi il corso. Mi ha detto l’orario che facevi, ho preso l’aereo questa mattina e dopo aver dato il fogliettino al taxista, mi ha portato qui dove ho comprato la rosa e atteso per un’ora. Vuoi puntarmi addosso una lampadina e continuare con l’interrogatorio?» lo guardò ancora male. «sei così simpatico Malik!» rispose, scocciata. «è la tua assenza che mi fa essere così simpatico. Pensavo di arrivare qui ed essere trattato a pesci in faccia, e invece sei tutta felice.. Mi deludi! Sto passando io per lo stronzo!» ridacchiò. «aspetta che mi riprendo dall’incredulità e poi vediamo chi è più stronzo, Malik!» scoppiarono a ridere tutti e tre.
Si girò a guardare Valeria. «deduco che tu stanotte non dormirai a casa mia!» scosse la testa. «che vi state dicendo?» chiese Zayn, tutto curioso. «che sei un impiccione di prima categoria e che ti devi fare un anfiteatro di cazzi tuoi!» sentì Valeria scoppiare a ridere. «eccola la mia Keyra! Bentornata amore mio!» si piegò a darle un bacio, che le fece dimenticare pure chi era. Ma che effetto le faceva? Chissà se pure le droghe davano quell’effetto così devastante nel suo cervello. Ma era sicura di una cosa.. Se Zayn era la sua droga, almeno non faceva male al cervello come la droga vera. «che pensi?» domandò con un sorriso. «che devo mandare un messaggio a Luca per dirgli che la nostra cena romantica a lume di candela è da rimandare, visto che ci stai qui tu!» Il moro perse il sorriso e si girò a guardarla. Valeria fece una smorfia. «credo che si sta per incazzare!» sorrise mentre si girava a sorriderle. «lui? Ma se è un gattino» disse, tornando a guardare il suo ragazzo che continuava a guardarla di sbieco. «prima o poi non crederò che mi stai facendo le corna e in realtà me le starai facendo e io come un coglione non ti crederò.» scoppiò a ridere. «sei un coglione se pensi che ti tradisco!» disse con un sorriso sornione.
Ci misero poco ad arrivare a casa di Valeria, dove si sarebbe cambiata. «mammaa.. siamo tornate! C’è il ragazzo di Keyra, con noi!» disse, aprendo la porta e facendo strada ad entrambi verso la cucina. Zayn sorrise mentre Keyra la salutava in Italiano. Cercarono di fare le presentazioni ma Zayn era una sega a dire “piacere” e la madre di Valeria non era così brava in Inglese. «com’è andata?» chiese la donna, mentre cucinava per la cena. «come il solito. Ah, mamma.. Keyra oggi non mangia a casa ne dormirà qui..» la donna si girò a guardarla preoccupata e in ansia. Sorrise. «ma..» Valeria alzò gli occhi al cielo. «mamma.. Keyra abita con i suoi amici e lui, in una casa tutta loro. E quando tornerà a Londra i due qui presenti andranno a vivere insieme.» La donna li guardò mentre si mordeva il labbro. «fidati che non giocavano a carte prima, e non giocheranno a carte stanotte.» disse Valeria, mangiando un pezzo di pane. Keyra sorrise alla donna. «se vuole chiamare mia madre per chiederle se è vero, gliela chiamo!» disse, capendo l’ansia di quella donna. «te ne sarei grata!» si girò a guardare Zayn, che cercava di capire ma ovviamente non stava capendo perché parlavano in italiano. Prese il cellulare, mentre la donna chiamava il marito in quanto era molto più bravo in inglese e sapeva parlare senza fare gaff. Spiegò all’uomo la situazione poi Keyra gli passò il cellulare. Finalmente Zayn poté capire cosa si stavano dicendo, e si girò a guardare Keyra in modo divertito. Quando ripassò il cellulare a Keyra, disse alla donna che sua madre aveva acconsentito, facendosi una sana risata. «mamma..» sussurrò, scuotendo la testa. «quando me lo farete un nipotino?» perse il sorriso. «ti ci sto mandando, ok? Nessun nipotino da Zayn!» lui si girò a guardarla, ridendo e si unirono anche l’uomo e la figlia, mentre la madre li guardava senza capire. Valeria spiegò alla madre cosa si stavano dicendo. «no, no! Lo uso eccome. Ciao!» Zayn praticamente ululava dalle risate mentre lei lo guardava male, facendo ridere tutti in quella cucina. «facciamo tanti piccoli Malik!» disse Zayn facendosi menare da Keyra nello stesso momento che suonavano al citofono. Keyra si diresse verso la porta della stanza dove dormivano lei e Valeria, seguita da Zayn. «SONO TORNATAA!! Quanto vi sono mancata?» urlò una voce fuori campo che non conosceva. «Saraaa!» altro urlo, mentre Zayn si sedeva sul letto e Keyra cercava qualcosa da mettersi. «come stai?» si girò a guardarlo, sorridendo. «bene.. tu?» chiese mentre tornava a guardare nella valigia. «bene! Ancora mi devo riprendere dal fuso orario ma bene. Sei dimagrita!» notò quando si tolse la felpa per mettersi un maglioncino color cachi. Non rispose. «sei dimagrita. Quanto pesi Keyra?» chiese il ragazzo preoccupato. «sto bene Zayn! Mangio quello che devo mangiare, e sai che ho il metabolismo veloce.» disse, con un sorriso, mentre si metteva il deodorante e sopra il profumo. «si ma fra poco ti conto le costole!» alzò gli occhi al cielo. «adesso andiamo in cucina e ti faccio dire da Valeria quanto sto mangiando così le tue fisime inutili ti passano!» indossò gli stivali al posto delle scarpe da ginnastica e trasferì tutto quello che aveva nello zaino e poi si diressero in cucina. «Valeria per favore dici a Zayn quanto sto mangiando?» disse entrando in cucina, e Valeria ridacchiò. «mangia come un bufalo! Mi impressiono sempre!» sorrise, come ringraziamento. «sicura? Non vi siete messe d’accordo?» intanto, mentre loro parlavano, la ragazza rimaneva seduta al tavolo, imbambolata a guardarli. Capì presto che quella era la famosa migliore amica, anche perché aveva visto una foto di Valeria e quella ragazza nella camera della sua compagna. Ma non disse nulla, non le andava di stare lì, ma fuori da quella casa da sola con Zayn. Quindi fece finta di nulla, tornando a guardare Valeria. Una stronza? Decisamente si, lo era. «nono.. te lo giuro!» disse con un sorriso. «mi fido!» disse poi guardò Keyra che lo guardava come per dirgli “hai visto, testone?” «allora noi usciamo!» decretò guardando la donna che sorrise. «divertitevi..» salutarono mentre uscivano dalla casa, e chiamavano l’ascensore. Lei si era abituata a quella cosa. I palazzi non erano molto usati in Inghilterra, a differenza dell’Italia che praticamente li aveva ovunque. Tamburellò le dita sul muro dell’ascensore, guardando le punte dei suoi piedi, pensierosa. Poi, spostò lo sguardo su quelle di Zayn, e passò lo sguardo su tutto il corpo del ragazzo di fronte a se, fino ad arrivare ai suoi occhi e li trovò puntati su di lei. Si fissarono mentre lei realizzava che lui era lì, a San Valentino, aveva preso un aereo, l’aveva aspettata fuori dal corso, solo per stare con lei. Le uscì un sorriso e in un nano secondo si buttò su di lui, che rimase un attimo sconcertato da quell’abbraccio. «a cosa è dovuto questo abbraccio?» chiese, ma ricambiando e stringendola tra le braccia. «perché sei qui!» sussurrò, tutta contenta mentre le porte si aprivano e si dovettero staccare. Non rispose, perché sapeva che se rispondeva lo smontava. La dolcezza era bella finché durava poco. In quel momento era durata poco. «cosa facciamo?» domandò Zayn, tutto contento ora che aveva scoperto che Keyra era contenta che fosse lì per lei. «che vuoi fare?» chiese, girandosi a guardarlo. «tu che avresti fatto se non fossi stato qui?» ci pensò e tirò fuori l’itinerario che in quei giorni si era fatta. «avrei fatto: Colosseo,  Via dei fori imperiali, Piazza Venezia, via del corso, via del corso piazza di spagna. Piazza di spagna piazza del popolo, piazza del popolo Pincio, Pincio villa borghese.» quando rialzò lo guardo, Zayn era a bocca aperta. «cosa? Tu in un pomeriggio avresti fatto tutto questo?» annuì, con un sorriso. «Perché quando cammino con te vado a passo di bradipo, ma in realtà il mio passo è molto veloce.» ammise, e lui la guardò divertito. «veloce tipo?» prese a camminare, nel suo reale modo e gli diede una pista di qualche metro in pochi secondi. «questa è la tua camminata normale?» si bloccò e si girò, annuendo. «impossibile. Tu mi vuoi dire che tu riesci a sostenere questo passo per tutto il pomeriggio?» annuì di nuovo. «ok, sfida accettata!» alzò un sopracciglio e lo vide raggiungerla. «oggi camminiamo al tuo passo. Vediamo se sei così veloce per tutto il pomeriggio.» lo guardò passarle al fianco con le sopracciglia inarcate verso l’alto. Zayn aveva appena firmato la sua condanna a morte.
Ovviamente, neanche a metà di via dei fori imperiali, Zayn arrancava per terra e camminava sui gomiti per la stanchezza. «ti prego, pausa!» scoppiò a ridere, mentre lei buttava la sigaretta ormai finita per terra. Zayn si mise a sedere su una panchina e Keyra andò ad un venditore di cose da mangiare lì per strada, prendendo una boccetta d’acqua ad entrambi. Poi, si rimise di fronte a Zayn che si teneva la faccia, mentre riprendeva fiato, e gli porse la boccetta d’acqua. «io non ci credo. Non hai il fiatone e in più fumi mentre cammini con quel passo! Sei incredibile.» ridacchiò, sedendosi al suo fianco. «ho preso questo passo quando ho conosciuto Allyson. E’ molto veloce a camminare. All’inizio stavo così anche io, come stai tu adesso. Ma piano piano ti abitui. Alla fine è diventato anche il mio di passo!» lui aprì la boccetta d’acqua, e la sorseggiò avidamente. «e come fai a stare al nostro passo? Non ti snervi?» annuì, mentre con la manica del maglioncino tirata, apriva la boccetta d’acqua. «si, ma alla fine capisco anche che la mia camminata è troppo veloce per chi magari vuole farsi una passeggiata tranquilla. E ti abitui anche a quello, fidati!» disse, con un sorriso. «comunque ci credo che è la città Eterna. Guarda che spettacolo che hanno!» sussurrò Zayn, alzandosi dalla panchina e andando alla ringhiera poco distante, da dove si vedevano le rovine. Keyra tirò fuori la sua Canon – o meglio quella di suo padre che le aveva prestato perché l’aveva praticamente obbligata a fare le foto a tutta Roma. Sia perché lui non ci era mai stato, sia perché gli piaceva come sua figlia faceva le foto. Gli fece una foto di profilo, ancora seduta sulla panchina ma girata verso di lui. «che fai, mi fai le foto?» domandò, sentendo lo scatto. «sicuramente sono meglio delle tue!» lo sfotté mentre lui la guardò male e Keyra gli faceva un’altra foto riprendendo la sua espressione “sbieco”. «fammi vedere.» si mise seduto di nuovo al suo fianco, e si sporse un pochino sopra di lei, tanto che quasi la stava spingendo. «belle.. posso vedere le altre?» domandò, e porse la macchinetta a Zayn. Zayn si guardò qualche foto, poi si girò. «scusi!» bloccò un passante e Keyra si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo. «ci può fare una foto?» la donna sorrise, e annuendo prese la macchinetta mentre Zayn spiegava dove doveva spingere. Si mise al suo fianco, pronto per fare la foto mentre lei lo guardava di sbieco. «una linguaccia!» disse la donna, facendosi guardare strano da Keyra. Si stava fomentando e si sentiva fotografa. Non ebbe il tempo di reagire che Zayn fece la linguaccia e senza troppe cerimonie passò la lingua sulla guancia di Keyra, lavandola. «ecco grazie tesoro.. Mi mancava la doccia!» disse e lottando con lui, si pulì sul suo giacchetto, facendo ridere sia Zayn che la signora. «e adesso un bel bacio!» decretò la donna, ridendo. «mi rifiuto!» disse spingendo via Zayn che già si era piegato per baciarla, ma Keyra gli mise una mano in faccia per spingerlo via. E la signora scattò la foto nello stesso momento che Zayn posava una mano dietro la sua schiena, spingendola verso di lei e Keyra per non baciarlo si era tipo inarcata. Lei stava ridendo, lui che rideva a presso a lei. Quando i ragazzi rividero le foto, ne trovarono fin troppe. Non erano solo tre o quattro foto, ma erano tipo a sequenza. Si vedevano tutti i procedimenti di lei che si puliva la guancia sulla giacca di Zayn, lui che se la rideva per quel gesto. Quelle foto, erano le più belle di quel viaggio. Non furono le uniche. Ci furono foto di loro al Pincio con il tramonto dietro, Zayn aveva fatto foto mentre stavano sdraiati sul prato di Villa Borghese a cazzeggiare. Quando arrivarono in albergo di Zayn, lui era pieno di buste di vestiti e completi che si era comprato in via del Corso. Una donna, diamine!
 
 
«potevi dirmelo no?» disse Keyra, appoggiata al muro a braccia incrociate mentre Zayn si allacciava la camicia, per poi mettersi la giacca sopra. «ti pare che non ti porto a cena fuori?» domandò, guardandola tramite lo specchio. «beh ma io sono vestita normalissima!» sbuffò contrariata, vedendo lui quanto era fico. «vestita normale, ma non si sa come te lo strapperei quel maglioncino. Gnam alzò un sopracciglio da quel “gnam!” per poi ridere a crepapelle, scuotendo la testa in modo divertito. E neanche a dire che Zayn l’aveva avvisata prima che sarebbero andati insieme a cena fuori, no.. Lui era un fico con la sua camicia nera con il colletto bianco, e la giacca viola, mentre lei era vestita normale. Se gliel’avesse detto prima, magari si comprava qualcosa ma no.. Lo stronzo non le aveva detto niente. «Zayn.. se continui a toccarti i capelli giuro che vado a cena da sola!» disse, dopo quasi la terza volta che Zayn si toccava i capelli, guardandosi allo specchio. «mi sto facendo bello per te!» giocò, e lei sorrise. «allora dovresti essere nudo!» si fecero una risata, mentre Zayn prendeva il giacchetto e posata la mano sulla sua schiena la spinse verso l’uscita. Arrivati alla reception, si bloccò. «salve..» l’uomo si girò e sorrise al ragazzo. «oh.. buonasera! Finalmente conosco la famosa ragazza..» sorrise in modo timido, poi si girò a guardare Zayn, incuriosita. «vi chiamo subito una macchina!» alzò le sopracciglia, e Zayn ringraziò l’uomo per poi girarsi verso di lei. «spiega..» disse, e lui sorrise. «quando sono arrivato in albergo, mi sono fatto dire un buon ristorante per portare una persona speciale, la mia ragazza, per san Valentino. A quanto pare gli siamo rimasti in mente.» che vergogna. Lo guardò di sbieco, rossa sulle guance. «e perché la macchina?» chiese, divertita. «perché le mie gambe stanno invocando la morte pur di non fare altri due passi con la tua velocità!» scoppiò a ridere, mentre l’uomo attaccava il telefono e sorrideva. «la vostra macchina è arrivata. Vi aspetta fuori!» sorrisero e uscirono fuori dove un macchinone li aspettava. «cercare di essere invisibili con te è impossibile!» scherzò, salendo sul macchinone e vergognandosi come una ladra perché lì la gente li stava guardando, incuriositi. Non si sa come erano curiosi gli Italiani. Guardavano tutto, tutti e pure come eri vestita. Ti mettevano un’ansia addosso tremenda. Si girò a guardarlo mentre la macchina camminava, per portarli al famoso ristorante, e lo trovò a guardare fuori dal finestrino. Se le altre volte era annoiato, quel giorno sembrava stranamente euforico e si guardava intorno oppure scrutava la gente o i luoghi all’infuori della macchina. «che guardi?» chiese per la prima volta, in tutti i viaggi in macchina che si era fatta con lui. «tutto.. chissà se queste persone si rendono conto della fortuna di abitare in una città così bella anche di sera.» sorrise con dolcezza. Sembrava un bambino di fronte all’albero di natale e tanti regali. «non credo che loro se ne accorgono. Come noi non ci accorgiamo che abbiamo una bella città, e quando loro vengono rimangono entusiasti.» Zayn si girò a guardarla. «si ma loro hanno una storia dietro. Loro possono dire: abbiamo il Colosseo! Noi che abbiamo?» ridacchiò. «Zia Betta! E’ antica almeno quanto il Colosseo!» Zayn scoppiò a ridere fragorosamente, scuotendo la testa divertito per come stava parlando della Regina d'Inghilterra, e di come la soprannominava "Zia Betta". «ne sai una più del diavolo!» scoppiò a ridere dietro di lui. Arrivati al ristorante, non si stupì minimamente che fosse abbastanza vicino al Colosseo. Mugugnò qualcosa di incomprensibile e lui fece finta di non sentirla, perché poco gli interessava di pagare tanto mentre a lei interessava eccome. E invece si stupì eccome quando si ritrovarono i paparazzi ovviamente di riviste inglesi, lì a Roma. No way! Si nascose come meglio poteva, mentre Zayn se ne rimaneva tutto tranquillo, come se fossero amici suoi che vedeva tutti i giorni. Oh ma che vergogna, guarda la gente intorno a loro come li guardava cercando di capire chi diavolo erano. Peccato che quando sarebbe tornata a casa si sarebbe salvata tutte le foto che gli stavano facendo. «Keyra, non coprirti, un sorriso per le fan!» scoppiò a ridere, scuotendo la testa. Madonna che vergogna. Fortunatamente entrarono nel ristorante e un cameriere fu subito da loro. Li scrutò, e non si sa come capì che erano inglesi. «buonasera, come posso esservi d’aiuto?» disse in inglese abbastanza buono, ma serio. Troppo serio. «abbiamo un tavolo a nome Malik!» si girò a guardare Zayn ancora più male, tutte quelle attenzioni la stavano facendo sentire stupida. «non guardarmi male, almeno oggi fammele fare queste cose, no?» sbuffò, sotto le sue parole, facendolo ridere. «quante volte ti devo dire che rude sei più fico?» chiese mentre seguivano il cameriere, che li portò ad un tavolo vicino alla vetrina, ma fortunatamente era con la tenda quindi non vedevano nulla.
La cena andò più che bene, Zayn mangiò come uno schifoso, ma quando dico in modo schifoso era davvero così. Si prese la pasta con le vongole, una bistecca che sarà stata di due o tre centimetri, ovviamente le patate al forno, e anche il dessert che non era altro che una fettina di torta al cioccolato con ripieno al cioccolato. Mentre lei si mangiò un piatto di riso alla crema di scampi, e un piatto di patate al forno, con una coscia di pollo. Come Dessert, metà tiramisù anche perché quando era arrivato lei stava al bagno, e Zayn ovviamente aveva pensato bene di assaggiarlo, per poi mangiarsene metà. «cucinano veramente da dio questi italiani!» disse, mentre uscivano, tutto contento. Keyra non rispose. «mi terrai il muso tutta la sera?» annuì. «ma ti pare che ti facevo pagare?» annuì ancora. «parlerai?» scosse la testa. «bello! Un san Valentino muti!» lo freddò con lo sguardo, facendolo ridere. «e ora che facciamo?» si chiese, visto che Keyra non parlava ancora incazzata come una biscia perché non l’aveva fatta pagare. Tirò fuori la cartina che aveva in mano. «ancora non l’hai bruciata quella cartina? Oddio ho un’allergia da quella cartina! Tienimela lontana guarda!» esclamò divertito, mentre Keyra lo guardava male. «ti stai zitto? Mi sta snervando la tua voce! coccooococcooodèèèè» rifece il verso di una gallina e Zayn si fece una risata di cuore, che la fece sorridere. «incazzata sei dolcissima!» perse il sorriso e tornò a guardare la cartina. Quando vide che il posto che sapeva lei era lì vicino, prese per mano Zayn e cominciò a trasportarlo per Roma. «basta! I miei piedi stanno chiedendo pietà!» lo guardò ancora male, visto che poco dopo arrivarono a destinazione. Una delle tante terrazze di Roma dove si vedeva tutta la capitale. E vi assicuro che vedere la capitale Italiana illuminata di notte, è uno di quei spettacoli che ti tolgono il fiato. Zayn rimase zitto per ben venti minuti, a guardarsi intorno, in tutte le prospettive esistenti al mondo. «ne è valsa la pena fare quei cinque minuti a piedi?» chiese Keyra, seduta sul balcone di marmo. «dannazione si!» si appoggiò a lei con una spalla, mentre lei rimaneva seduta con le gambe fuori dal balcone, verso lo spettacolo più mozzafiato del mondo. «mi sa che il mio cuore dovrai dividerlo con qualcuno!» si girò a guardarlo, cercando di capire di cosa diavolo stava parlando. «Roma è diventato il mio secondo amore!» scoppiò a ridere e lui si mise seduto dietro di lei, con le gambe che la circondavano. Con una dolcezza quasi assurda, Zayn appoggiò il mento sulla sua spalla e Keyra si appoggiò con la test alla sua. «buon san Valentino!» lo sentì sussurrare e lei per ricambiare gli auguri si girò a baciarlo. Il loro primo San Valentino insieme, da coppia. A Roma, con lui. Non tutte le ragazze potevano avere tutte quelle fortune.
Alla fine, poteva essere una stronza, una che a cui non piacevano le cose romantiche, ma dentro se stessa si ritrovò a pensare che non voleva essere altrove, se non lì. Tra le braccia di Zayn, a guardare uno dei spettacoli più belli del mondo. E puoi essere schizzignosa quanto ti pare, ma quando ti rendi conto che sei felice, davvero felice lì tra quelle braccia, con le labbra a contatto con quelle del tuo lui, e intorno a te tante di quelle luci da illuminare un mondo; allora ti rendi conto che essere trattate da principessa, non è poi così male. Ti rendi conto che stai vivendo, in quel momento, il tuo "e vissero felici e contenti". Quanto sarebbe durato? Nessuno lo sapeva, neanche lei. Ma in quel momento era nel suo finale preferito, tanto ovvio, ma anche tanto bello.

Spazio della fantastica, ma anche no, meeeeeee: Ohhhh! un bel capitolo smieloso da avere il diabete galoppante per 0195415452145458 anni. Dai, ammettetelo che siete contente! Io ci vedo doppio dal sonno, dopo che stamattina mio padre mi ha svegliato dicendomi "vuoi vedere la neve prima che si scioglie?" (abito a Roma, e c'è stata una nevicata teRibile - con una R sola - ) e alla fine sono scesa con le amiche per fare qualche foto - a loro - e praticamente sono tornata a casa stanchissima. XD Anyway.. questo è il capitolo. Per la paparazzata ho fatto questo lavoro, per farvi vedere come sono vestiti i due. XDDD (sono nerd, si!)

Che ne dite? Faighi ehhh!! *___* Belli puccini! Anyway.. Momento spam della giornata wooooohhh!
Passate qui: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=930062&i=1 perché è figa questa FF, appena cominciata ma almeno ha una storia un po' più diversa dalle solite che si leggono (almeno così mi è parso di capire dall'inizio della storia) e recensite, mi raccomando ♥ ♥ ♥
Per altro io continuo ad amarvi, sarò ripetitiva ma.. avete messo la storia: preferiti: 70 seguite: 55 e ricordate: 10. 233 commenti in generale, 10 per lo scorso capitolo. Mi volete sposare? Ok, basta. Ricordo come sempre che sto su FB sotto nome di Keyra marrymezayn Smith ( 
http://www.facebook.com/profile.php?id=100002138832129#!/profile.php?id=100002138832129 ) oppure su twitter sotto nome di _marrymezayn ( https://twitter.com/#!/_marrymezayn ). Ok? Okkkk! Vi amoooo!! E ricordatevi sempre.. ALL DAY, ALL NIGHT. DJ MALIK! 


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Capitolo 24
*** chapter twenty three ***


Much sorrow has disturbed my life,
but your kisses have cured my sorrow...
(Troppo dolore ha disturbato la mia vita,
ma i tuoi baci lo hanno curato.)

 

«signorina?» aprì gli occhi e si girò a guardare l’autista. «siamo arrivati!» si guardò intorno e vide che erano in aeroporto. «oh.. mi sono addormentata?» l’uomo annuì, con un sorriso dolce. «mi scusi!» disse, e l’autista scosse la testa, per nulla dispiaciuto. Scese dalla macchina e si affacciò al finestrino. «tu aspettaci qui..» richiamò le guardie del corpo e si fece seguire. Quando entrarono nell’aeroporto, rimase stupita nel vedere tutte quelle ragazze ad aspettarli. Venne chiamata da qualche fan, e si girò a sorridere mentre attendevano che un addetto dalla parte opposta passasse di fronte la fotocellula per aprire le porte. Si accorse che i vetri che dividevano la parte dove si prendevano i bagagli e quella dove si aspettava, erano normali segno che li avrebbero visti arrivare. Entrò appena l’addetto dall’altra parte fece aprire le porte con le guardie che la seguivano e l’addetto che era con lei guardò sul piccolo computer che aveva in mano. «i bagagli saranno spediti al numero 4.» disse l’uomo che guardava sullo schermo. «grazie!» disse per poi girarsi verso le guardie e dare indicazioni su come muoversi. «ovviamente non impedite alle fan di farsi le foto con loro. Poverine saranno qui da almeno tre ore. E i ragazzi non hanno niente da fare per questa sera! Quindi diamo tempo a tutte di avere la propria foto, ok?» li vide annuire tutti. Rispose al cellulare, quando lo sentì squillare. Niall. «ti vedooo!» sorrise e si guardò intorno e li vide camminare verso di loro. Niall, appena si girò prese a correre verso di lei e quando gli fu davanti le saltò addosso. Scoppiò a ridere di cuore, mentre pure gli altri tre si univano all’abbraccio, saltandole addosso. Zayn rimase in disparte in quanto l’aveva vista meno di una settimana prima. «sei dimagrita!» si girò a guardare male Niall, mentre si alzava sulle punte per dare un bacio a Zayn. «non sono dimagrita, cazzo Louis si asciugò la lacrimuccia. «la sua voce soave.. Quanto mi era mancata!» lo guardò male mentre Niall si attaccava di nuovo a lei tipo cozza allo scoglio. «sei dimagrita!» esclamò Harry, guardandola male. «parli te che sembri un bambino del Burundi. Mangi qualcosa oppure ti cibi di aria?» si guardarono in cagnesco. «Zayn l’ultima volta sei riuscito a contarle le costole?» domandò Harry a Zayn, che sorrise ma non rispose. «e tu sei bianco che un morto è più colorito di te e hai due occhiaie terrificanti.» ribatté fissandolo. «mi sei mancata stronza!» lo sentì dire. «anche tu, cazzone!» si diedero un abbraccio, poi si girò a guardare Liam, che la guardava preoccupato. «non cominciare anche tu, ok?» lo vide annuire, poi abbracciò anche lui. Stesso abbraccio a Louis che dopo quasi cinque mesi chiese il suo abbraccio a panda, e con una risata gliela diede molto volentieri. «è tanto che non mi abbracciavi così!» sorrise, posando per un secondo il nasino sulla sua maglietta e odorandola. «perché vivendo con Harry, hai preso la sua puzza» scherzò e poi salutò Paul con un sorriso.  Appena arrivati i bagagli, uscirono fuori dove c’erano le fan e uscirono mezz’ora dopo. I ragazzi si strinsero insieme, accerchiati dai buttafuori, lei venne presa per mano da Niall, che se la trasportò fino alla macchina. Appena si furono seduti, Niall si buttò su di lei con dolcezza, chiedendo coccole. Gliele fece mentre chiacchierava con i ragazzi. «casa è bella.. daremo un festino!» li guardò, con un sorriso. «chissà perché non me lo aspettavo proprio.» giocò facendoli ridere. Si girò a guardare Niall, che per lei era strano. Si guardarono, e alla fine lo vide fare un sorriso. «momento momento momento!» Si girò a guardare Harry e ripensò alle parole di Zayn di una settimana prima. «tu.. brutto riccio del cacchio, ti sei fidanzato?» il riccio alzò gli occhi dal cellulare. «no, perché?» sentì Zayn ridacchiare. «lo sapevo che prima o poi le mie parole sarebbero tornate nel suo cervellino bacato..» lo sentì sussurrare a Liam, che rise. «Zayn mi ha detto che Paul aveva dato il giorno di san Valentino libero a tutti perché siete tutti fidanzati.. che mi nascondi, merda?» domandò, e lo vide sorridere. «mi sto frequentando con una..» sbatté le ciglia, incuriosita. «nome, descrizione e quanti anni ha?» si guardarono. «non voglio dirtelo, tu porti sfiga!» aprì la bocca sdegnata. «ma come osi bamboccio?» Harry la guardò con un sorriso furbo. «non te lo dico!» Keyra si lasciò andare in un sorriso bastardo. «ok, ma allora non ti conviene farmela conoscere o portarla a casa, perché io giuro su dio che mentre fate sesso entro in camera e comincio a ridere di te.» disse, facendo ridere Louis mentre la macchina si dirigeva verso l’albergo. «ok.. te lo dico!» annuì con un sorriso. «si chiama Jessicah..» alzò un sopracciglio. «con h finale? un nome da puttana!» giocò. «si, con l’h finale. Ma che hai tu contro il nome Jessicah?» alzò le spalle. «com’è fatta?» domandò, senza neanche rispondere alla domanda precedente. «capelli rossi, fisico ok, occhi azzurri. Carina!» lo guardò. «ha cambi d’umore improvvisi? Oppure sbalzi di temperatura corporea? In quel caso sta entrando in menopausa» Harry la guardò male. «rispondi cazzo!» disse, con un sorriso strafottente. «ha la nostra età!» Louis si girò a guardare Keyra, che continuava a giocare con i capelli di Niall. Si era sempre saputo che a Keyra la relazione che aveva avuto Harry con la Flack non le era piaciuta. Non aveva mai messo bocca, ma se n’era uscita spesso con battutine del tipo “le hai messo il pannolone, l’altra notte?” e cose varie. I gusti erano di Harry, lui doveva fare un’approfondita ricerca tra le rughe per trovare il punto G, mica lei. E Louis l’aveva amata particolarmente in quel periodo.«ti sei deciso cazzo!» esclamò, con un sorriso. «ma tu sai che io entrerò comunque in camera tua quando starete facendo sesso e riderò di te, vero?» Louis scoppiò a ridere, insieme a Zayn. «ci speravo che non lo facessi.» Keyra sorrise. «speranze vane! Stai molto, molto attento! » disse, mentre si girava a guardare Niall, troppo strano per i suoi gusti. Quando arrivarono in albergo, i ragazzi si andarono a fare una doccia mentre lei e Paul rimanevano giù nella sala da tè a chiacchierare un poco. Paul le chiese com’era andato il corso, e gli raccontò tutto, un po’ infastidita da certi comportamenti. Raccontò che aveva nevicato, che la città si era bloccata. Con il problema della neve, i cd per l’Italia erano arrivati in ritardo, gli raccontò anche l’incontro delle directioner romane, che si era vista da lontano. Keyra controllava tutto, a debita distanza. «30 cd?» annuì, con foga. «si, mi è arrivata voce che una ragazza ne ha comprati 30, chiedendo un solo scontrino!» l’uomo scosse la testa, stranito. Tutti scesero poco dopo, tranne Niall. «dov’è Niall?» chiese a Liam, seduto al suo fianco, che si prendeva la sua dose di coccole. «è rimasto in camera, non si sentiva bene!» spiegò, e i due si guardarono molto intensamente. Sorrise, e annuì. Liam le stava chiedendo per piacere di andare a parlare con Niall, e farlo tornare il Niall di prima. «bene ragazzi, io vado in esplorazione della cucina, poi vado a dormire. Notte!» diede un bacio a tutti, poi andò in cucina. «salve..» bussò sulla porta e sorrise al cuoco che stava di fronte i fornelli spenti. «oh.. salve signorina! Mi hanno avvisato del suo arrivo. Come posso esserle d’aiuto?!» domandò l’uomo che aveva una cinquantina di anni. «in realtà se non le dispiace, vorrei cucinare io!» il cuoco ci rimase stupito. Vedendo la faccia preoccupata, sorrise. «non si preoccupi, so cucinare di fronte a questi bellissimi fornelli. Frequento una scuola di cucina!» l’uomo sorrise. «allora prego, faccia pure. Le dispiace se rimango?» scosse la testa. «piacere Keyra!» porse la mano, e l’uomo gliela strinse. «Raffaele!» si sorrisero. Keyra prese uno strofinaccio e chiese gentilmente all’uomo della pancetta, due uova e una padella. Quando le portò tutto, si mise a lavorare. «cosa vuole fare?» chiese, incuriosito. «carbonara. Un mio amico è giù di morale, e con questa credo proprio che lo ritirerò su..» il cuoco sorrise. «deve volergli proprio un gran bene per chiedere il permesso di cucinare in una cucina di un albergo.» sorrise. «è il mio migliore amico. E’ come un fratello!» fece soffriggere la cipolla, e poi la pancetta. «le posso dare un consiglio?» annuì. «un pizzico di pepe, non guasta mai nella carbonara!» le brillarono gli occhi. «geniale, non ci avevo pensato.» annuì e l’uomo le prese il pepe nero. Cominciò a lavorare anche lui, mettendo la pasta in cottura per lei. La cosa bella delle cucine era che tutto si faceva velocemente. L’acqua già bolliva, da ancora prima che lei cominciasse a cucinare. Aprì l’uovo, lo divise dal bianco e il secondo uovo lo mise intero. «interessante il suo modo di cucinare.» ammise l’uomo, guardandola. «Kè!» si girò a guardare Zayn! «ma tu stai ovunque?» sbottò in inglese. «si, ti voglio bene anche io! Io sto andando a dormire.» annuì. «ciao!» disse, poco interessata. «non vieni?» scosse la testa. «oggi dormo con Niall! Non sarai mica geloso, vero?» disse, mentre scolava la pasta, dopo averlo guardato. «uff.. prima o poi lo ammazzo quel ragazzo! Buonanotte.» e se ne andò come era venuto. Fece amalgamare la pasta con la pancetta e quando lo tolse dal fuoco, lentamente ci mise sopra l’uovo a crudo. Un pizzico di parmigiano, e il pepe nero sopra. «lei è stato gentilissimo!» sorrise, al cuoco, poco dopo con il vassoio in mano e sopra il piatto un coperchio. «torni quando vuole, è stato un piacere!» sorrise all’uomo e uscì, dirigendosi verso l’ascensore. Entrò, spinse il pulsante 7 e attese di arrivare al piano delle loro stanze. Bussò alla 707, dove dormiva Niall. «chi è?» «pinocchio in calzamaglia. Servizio in camera!» Niall aprì la porta poco dopo, solamente fasciato dal pezzo sotto della tuta. «mi fai passare? Il vassoio pesa!» disse, con un sorriso mentre lui si spostava di lato, per farla passare. Entrò e posò il vassoio sul letto, togliendo il coperchio. «allora.. ti ho ritirato su di morale?» chiese, vedendo gli occhi di Niall brillare di fronte la carbonara di Keyra. Si buttò sul letto e si avvicinò il vassoio. «come sai che sono giù di morale?» ridacchiò, sedendosi sul letto con lui. «uno. l’ho notato in macchina. Due, sei rimasto su. Liam mi ha detto che stavi poco bene, ma ho capito subito che non era così. E’ buona?» lo vide annuire, con foga. Gli accarezzò i capelli, dolcemente. «cos’è successo?» domandò, vedendolo fermarsi per un secondo. «non ce la faccio.» lo guardò intensamente. Lo vide giocare con il cibo, perso sicuramente nel suo mondo. «sono al limite. Tutto è più grosso di me, vorrei essere una persona normale, andare al cinema senza essere accalcato dalla gente, vorrei passare un pomeriggio in santa pace con la mia ragazza.» sorrise, mentre lo vedeva riprendere a mangiare. «tesoro.. il successo pesa sulle spalle di tutti, non solo sulle tue. E non parlo solo dei tuoi amici, ma anche del resto delle persone famose. Purtroppo ci dovrai convivere sempre, perché questo è quello che hai voluto fare tu. Sei andato ai provini, sei entrato in un gruppo e siete diventati famosi. Se anche tu adesso smetti, la gente ti riconoscerà sempre come Niall dei One Direction. Ormai il tuo destino è tracciato Niall..» disse, sempre con dolcezza. «si, ma mi snerva. Sono andato a Edimburgo per Mary, e sono stato accerchiato da fan ogni tre minuti.» sorrise. «tesoro. Anche io sono stata accerchiata dalle fan mentre ero qui. E stavo da sola, e non sono neanche famosa. Devi abituarti..» sussurrò, accarezzandogli la schiena. «vorrei solo passare un pomeriggio tranquillo con Mary!» sussurrò, depresso. «non lo avrete mai, neanche al polo Nord, Niall! Tu devi farti una ragione di questo, e anche Mary! Tu devi fottertene di quanta gente ti ferma mentre sei con lei. L’importante è che sai che tu sei lì per lei, per stare lì con lei. Può fermarti anche il papa, ma lei ricorderà sempre che tu hai preso un aereo, sei andato in scozia solo per stare con lei. Per passare il San Valentino con lei. Poi, se ti hanno fermato le fan poco interessa. Ma sono i gesti che contano, fidati che lei se n’è accorta.» lo vide girarsi. «ti ha detto qualcosa?» domandò preoccupato. «certo che mi ha detto qualcosa. E’ pur sempre la mia migliore amica, Niall. Mi ha detto che è stata felice del tuo gesto, che le ha fatto davvero piacere stare con te quella giornata. Non mi ha parlato minimamente delle fan che vi hanno bloccato. A lei interessava stare con te, non di quanta gente vi ha bloccato. E fidati che capisco benissimo ciò che ha provato!» disse, rubandogli un goccetto di coca cola. «neanche io, che sono quella che si lamenta di più di tutte di quello che succede intorno a me e a Zayn, non ho notato quante fan ci hanno bloccato in quella giornata. Sei tu che ti preoccupi troppo!» Niall spostò il vassoio e si stese al suo fianco, sfregando la guancia sul suo braccio. «anche le critiche.. pesano sai?» si ritrovò di nuovo a sorridere. «lo so.. Ma tu ancora che dai ascolto a quello che ti dicono Niall?» chiese dolcemente, sfiorandogli la guancia arrossata. «ancora che ti fai peso di quello che dicono? Niall, tu devi imparare a tenere duro. Di fottertene di quello che dicono, perché tu sei bello, simpatico e hai una voce che spacca i culi!» lo sentì ridacchiare per la poca finezza usata. «tu non hai niente di meno di quei quattro ragazzi lì fuori. Tu sei identico a tutti gli altri, è solo che la gente è rompicoglioni perché sennò non sa che fare!» esclamò con foga. «la tua autostima ti fa pesare tutto quello che dicono, ma tu devi capire che non è così! Tu sei bello, simpatico, hai una voce strepitosa.. E devi stare nel gruppo almeno quanto gli altri. Ok?» non rispose. «ok, Niall?» finalmente annuì. Si abbassò a dargli un bacio sulla guancia. «per il resto, è andato bene il vostro San Valentino?» chiese, giocando con i suoi capelli biondi. «si, siamo stati bene. L’ho portata a cena fuori. Ma è come se ogni volta che la vedo, non mi basta mai!» sorrise. «ho parlato con Paul!» Niall si girò a guardarla. «cercherà di prendere meno impegni possibili prima del tour in America, così che puoi stare di più con Mary. In più ho telefonato a mio fratello e gli ho chiesto se potevo invitare anche Mary al suo matrimonio! Ho chiamato Mary, ha già comprato i biglietti!» lo vide sorridere, a trentadue denti. «tu sai di essere una grandiosa migliore amica?» domandò, buttandosi addosso a lei, per coccolarla. «l’unica cosa che mi importa a me, è il tuo sorriso. Senza di quello mi sento male. E se per aver quel sorriso farei di tutto.» Niall sorrise, con gli occhi lucidi. «ti voglio bene!» sorrise di rimando. «anche io, sennò non ero qui, non trovi?» si abbracciarono e Niall rimase tra quelle braccia per tutta la sera, felice di quelle coccole.
«piove e c’è anche un bel temporale.» esclamò Keyra mentre Niall era al bagno a lavarsi i denti. «mi sai dire perché hai questa paura dei temporali?» chiese Keyra, chiudendo le tende pesanti. «non lo so. Credo derivi da quando sono piccolo. Sarà successo qualcosa quando ero piccolo e mi è rimasta la paura!» ammise il biondino, asciugandosi la bocca sull’asciugamano, per poi buttarlo sulla sedia. «è tardi Keyra. E tu domani ti devi svegliare prima di tutti.. Vai a dormire, tranquilla!» disse dolcemente Niall, seduto sul bordo del letto. «ma io stanotte dormo qui!» esclamò, guardando fuori dalla finestra, affascinata dal temporale. Erano quei tipi di fulmini che non toccavano terra, ma si espandevano nel cielo. Quei tipi di temporali, l’affascinavano. «davvero?» domandò il biondino, cercando di camuffare la felicità. «ovvio. Non lascio il mio amico nel momento del bisogno! Tu crepi se dormi da solo, questa notte.» disse, continuando a guardare il cielo. Poco dopo si sentì abbracciata da dietro, e posò una mano su quelle di Niall, che chiudevano l’abbraccio. «non so quale santo mi ha permesso di conoscerti, ma gli devo davvero tanto!» sorrise e si girò finalmente a guardarlo. «senti.. invece di ringraziare i santi, mettiti a dormire che domani ti aspettano 20 innamoratissime Fans.» il biondino le diede un bacio. «io vado a prendere la mia roba, torno subito. Tu non guardare fuori.» Uscì dalla stanza per entrare in quella di Malik, per prendere la sua roba per dormire. Lo vide dormire e si bloccò per un secondo a guardarlo. Diamine quanto era bello. Si avvicinò al letto, e si godette lo spettacolo da vicino. Era sempre bello vederlo dormire, trovava affascinante ancora quella cosa. Sarebbe stata ancora, dopo due anni, a guardarlo dormire per tutta la notte, senza mai stufarsi, come due anni prima. Si ripromise di farlo, una di quelle notti. Stare lì a godersi uno Zayn Malik del tutto rilassato, senza quello sguardo che la incatenava a lui. «ma cosa mi fai, Zayn?» chiese ma ovviamente non rispose perché stava dormendo. Ancora le sentiva tutte quelle sensazioni, dopo quasi quattro mesi che stavano insieme. Lo sguardo castano si impresse nel cervello la faccia di Zayn, profondamente addormentato e con quelle labbra che si rilassavano quando dormiva. Si piegò per sfiorargli le labbra, poi si rialzò e prese la sua roba per dormire. Appena ebbe tutto nelle mani, uscì e richiuse piano la porta. Entrò nella stanza di Niall, al cellulare. «ancora sveglio? Dio mio!» entrò in bagno,posò la roba e uscì di nuovo, prendendo il cellulare tra le mani di Niall. «su twitter. Se non dai la buonanotte alle Directioner non sei contento, eh!» lo vide sorridere, appoggiato alla testiera. «cosa stai scrivendo?» domandò curioso. «che ti sto mandando a calci nel sedere a dormire, sennò domani ti sveglio a calci in bocca.» si fecero una risata, poi entrò nel bagno per cambiarsi. Dopo quasi venti minuti, uscì e lo trovò addormentato. Mise le sveglie al cellulare, e si buttò nel letto con lui. Il rumore della pioggia la calmò tantissimo, e con un sospiro cercò di liberare il cervello da tutti i pensieri, per addormentarsi. Niall, nel sonno sgusciò al suo fianco e appoggiò la testa al fianco alla sua. Si addormentò poco dopo, con un sorriso dolce sulle labbra.

 A braccia incrociate guardava fuori dalla finestra, persa in chissà quali pensieri. Guardava la gente passare nella strada sotto l’albergo, scrutando i passanti ma senza vederli realmente. Le ragazze che avevano vinto il M&G erano arrivate da meno di un’ora, e lei dopo aver chiesto a Paul se serviva qualcosa e aver ricevuto risposta negativa, si era nascosta in un’altra sala e stava per conto suo a pensare. Non sapeva bene a cosa, un po’ a tutto. «Signorina!» si girò e vide Logan, una delle guardie del corpo. «dimmi..» si staccò dallo stipite della finestra e si avvicinò a lui. «Paul la vuole!» annuì e prese il cellulare lasciato poco prima sul tavolo, per poi dirigersi dove stavano i ragazzi e Paul, con le fan. Entrò e qualche sguardo si posò su di lei, ma non ci fece caso, camminando verso il manager di quei dementi. «capo..» Paul si girò a guardarla. «ehi.. dov’eri?» sorrise. «a riposare il cervello!» ammise, e Paul sorrise con dolcezza. Sapeva che Keyra ogni giorno aveva il bisogno fisico di riposare il cervello. Ad un tratto della giornata la vedevi in totale silenzio persa in chissà quali pensieri. In realtà scollegava il cervello, e si riposava quel povero lavoratore che non smetteva di lavorare neanche durante la notte. «ho letto la tua idea!» esclamò, e annuì con un sorriso. «mi piace. Loro le leggono, quindi direi che si può fare. E portare le fan a scrivere fan fiction per vincere un incontro con loro è davvero una buona idea!» sorrise. «sono contenta che ti piace!» ammise mentre si guardava intorno, per vedere come andava. «sta andando alla grande. Come sempre non mi stupisco del tuo operato!» tornò a guardare Paul. «grazie per avermi dato la fiducia per farlo!» disse, contenta. «senti..» l’uomo annuì come ad incitarla a continuare. «non è tempo per te di farti una piccola vacanza?» disse, e Paul si girò verso di lei. «no, perché?» sorrise, con dolcezza. Paul era un bravo uomo, ma si vedeva lontano un miglio che voleva tornare dalla famiglia per passare un po’ di tempo con essa. «prima di partire per l’America, che ne dici di tornare a casa? Ci penso io a loro!» l’uomo si morse il labbro. «non..» lo guardò male. «senti.. io ti voglio bene, sei un maestro per me. Ma le tue figlie hanno bisogno del padre. Non ti dico di non lavorare, ma almeno lavora da casa, prima di partire per il tour. Ci sto io dietro di loro, con te che comandi! Ma almeno fai una visitina a casa prima di partire!» l’uomo sorrise. «te la senti?» annuì. «certo che si! Tu organizzi tutto, io penso agli spostamenti e cose varie. Vai tranquillo!» Paul l’abbracciò come un padre abbraccia la figlia. Timidamente ricambiò. «dovresti essere fatta santa!» sorrise. «e tu dovresti pensare di prendere altri Manager. Da solo non ce la puoi fare, e neanche con me.» Paul inclinò la testa, pensieroso. «io posso gestire le cose minime, ma le tue cose io non le gestirò mai perché non so come interagire con i media. Devi trovare qualcuno al tuo livello, che ti permette di tornare di più a casa!» l’uomo annuì, ora fattosi più pensieroso. «credo che seguirò il tuo consiglio!» annuì. «Keyra!» si girò a guardare Zayn, poi spostò lo sguardo sulla ragazza al suo fianco. «non sono stata io, lo giuro! Ho una testimonianza!» Zayn tornò a sorridere. Erano entrambi serissimi, chissà pensando a cosa. E la ragazza al suo fianco, ridacchiò. «giuralo!» annuì e si fece la croce sul cuore. «giurin giurello!» la ragazza rise ancora. «che vuoi mentecatto?» lo vide sorridere, scuotendo la testa. Alzò la mano, e con le dita tenne un foglio. Quando mise a fuoco l’immagine, fece una smorfia. «Ma chi è quella stupenda ragazza al fianco di quel cesso?» giocò e Zayn rise. «quel cesso intanto è il tuo ragazzo!» fece una smorfia. «no, non mi metterei mai con un orientale. Non è il mio tipo!» si guardarono, lei con sguardo annoiato, lui adirato. «lo devi autografare!» «negativo signor capitano!» rispose, mentre Paul rideva. «è come se firmi un documento!» scosse la testa, girandosi verso Paul. «gli dici per favore che non sono compresa negli autografi?» domandò, e Paul alzò le mani, in segno di resa. «traditore della tua specie. Rimangio tutto quello che ti ho appena detto! Resti qui e lavorerai e suderai come un bue!» scoppiarono a ridere. «un autografo per una fan di Zayra!» Keyra guardò malissimo il suo capo. «non usare quel nomignolo anche tu, per favore!» si fece una risata mentre lei lo guardava male. «Zayra, Zayra, Zayra, Zayra!» sbuffò, guardandolo di sbieco. «lavorando con loro hai preso la loro bastardaggine, sai?» l’uomo si fece una risata di cuore. Poi tornò a guardare la foto, posò lo sguardo su Zayn e poi sulla ragazza. «ma parla oppure rimane mummificata per tutto il pomeriggio?» chiese a Zayn che scosse la testa divertito, facendola ridere. «parlo. Stavo pensando!» sorrise, poi guardò di nuovo la foto. Si unì anche Niall. «oddio pure tu no!» sbottò, esasperata. «uhhhh! Che carini in quella foto!» disse Niall, abbracciato a lei, e guardando la foto che aveva in mano Zayn. «bleah! Ho il voltastomaco.» disse, guardando in tralice quella foto come se con lo sguardo potesse bruciarla. «perché hai una foto di voi due?» chiese a Zayn, divertito. «in realtà è di Alessia. Ma vuole un autografo da tutti e due. Il mio è già stato fatto. Sto convincendo Keyra! Mi aiuti?» domandò, con un sorriso. «certo!» si girò verso Keyra, che guardava male la foto. «tu osa fare qualsiasi cosa o dire qualsiasi cosa, e io ti faccio togliere il sesso da Mary!» Niall alzò le mani. «scusami amico, ma il sesso è necessario! Mi dispiace Alessia!» scoppiarono tutti a ridere. «ma tu le credi pure? Non riesce a toglierlo a me, pensa se va a chiedere a Mary di toglierti il sesso!» Keyra guardò male Zayn. «non sfidarmi belloccio! Lo sai che ti do una pista!» Zayn ghignò. «sfida accettata!» sorrise, di rimando. Prese il cellulare e compose il numero di Mary, senza neanche guardare lo schermo, ma continuando a guardare il suo ragazzo. «Mary!» i due continuarono a fissarsi mentre Niall piagnucolava pregando Keyra di non farlo. «ci stai di togliere ai nostri rispettivi ragazzi due settimane di sesso?» Niall cominciò a piagnucolare. «Si! Matrimonio compreso!» alzò un lato delle labbra. «perché? Perché qui si sta svolgendo il meeting, e Zayn mi vuole far firmare un autografo per una ragazza che è nostra fan. Allora è arrivato Niall, che si è messo d’accordo con Zayn di aiutarlo a convincermi. Io gli ho detto che se provava a fare qualcosa, ti convincevo a togliergli il sesso!» annuì, mentre la sentiva parlare. Ampliò il sorriso. «ok, va bene. Sei triste però che non riesci a trattenerti per due settimane. Una settimana e mezza, matrimonio escluso!! Si, ma è calcolato anche quello per telefono, eh!» Niall diventò rosso, e Keyra ghignò. «ok. Aggiudicato! Sisi, manterrò la promessa, stai tranquilla!» e passò il telefono a Niall, che cominciò a camminare piagnucolando. «tu sei una stronza!» strappò di mano il poster, ridendo! «mai mettersi contro di me, testina!» Paul scoppiò a ridere, mentre dava delle pacche sulla spalla di Zayn che la guardava inorridito. «tu ancora che ti metti contro Keyra? Si sa che ti smonta in dieci secondi!» esclamò Paul, divertito. Keyra si piegò per fare quel benedetto autografo, ma si bloccò. «una foto più carina no?!» domandò, girandosi a guardarla. «tipo di me sola.. Chi è questo brutto ceffo vicino a me?» Zayn scoppiò a ridere. «firmalo e basta Keyra!» lo guardò male. «mettimi pure fretta e la ragazza resterà qui per il resto dei suoi giorni, demente!» prese il pennarello bianco, deglutendo. «sembra che stai andando al patibolo, Keyra!» si girò a guardare Paul. «io non sono portata per queste cose.. Sto sudando, renditi conto!» tutti si fecero una risata. «è la prima volta che firmi un autografo?» scosse la testa verso la ragazza, mentre firmava il poster. «no, un’altra volta è successo. Ma era una pazza che se non le facevo un autografo non mi lasciava andare via. Gliel’ho fatto per disperazione!» tutti risero. Fece l’autografo e consegnò di nuovo il poster ad Alessia. «che sia la prima e l’ultima volta. Devi sentirti importante, è il mio primo vero autografo che faccio!» la ragazza rise. «posso..?» scosse la testa. «non mi farò una foto con Zayn! Mi dispiace ma oggi è particolarmente brutto e rovina la mia bellezza!» le due scoppiarono a ridere, mentre lui le dava un pizzico. «tu non trovi che sia una stronza?» Alessia scosse la testa. «tu mi tratteresti così?» la tipa aprì la bocca e rimase imbambolata. «guardalo come usa lo sguardo “guardami e muori” pur di farmi sentire una merda!!» disse, divertita. Alessia tornò sul mondo dei vivi e si girò a guardarla. «come fai a non farti imbambolare?» chiese, stranita. «ehhh! Ci vuole una lunga e dura preparazione!» giocò ridacchiando mentre si girava a guardare zayn che sorrideva con dolcezza. Rimasero a chiacchierare per un po’, mentre Niall si lamentava di quello che aveva fatto e la reputava una cattiva migliore amica. Louis sentendo quelle urla si unì chiedendo cosa succedeva, poi si complimentò con Keyra, stringendole la mano.
In un momento di calma, si appoggiò di nuovo alla finestra, guardando fuori. Doveva riabituarsi di nuovo di avere i ragazzi intorno. Dopo un mese si era abituata ad avere il suo momento di silenzio, che si prolungava per tutta la giornata, o almeno per tutto il pomeriggio quando andava in giro per Roma. «mi hai fatto togliere il sesso!» si girò a sorridere a Niall, che si buttò su di lei, come un morto. L’abbracciò e ricambiò l’abbraccio di Niall, con dolcezza. «stai tranquillo, Mary non è forte quanto me!» lui tornò a guardarla. «dici che cede?» annuì, vistosamente. «ne sono strasicura!» lui per quella risposta prese a darle tutti baci sulla faccia, facendola ridere come una bambina di due anni. «tu invece manterrai la promessa?» spostò lo sguardo su Zayn che stava chiacchierando con una ragazza. «dipende. Se lo vedo tutto nudo non credo che i miei ormoni interessi la promessa del mio cervello. Fanno di testa loro, quando lui è nei paragi!» spiegò, facendolo ridere di cuore. «Vai dalle ragazze.. non è carino che ti isoli.. E stai tranquillo che Mary appena ti vede ti salta addosso!» le diede un altro bacio, poi si rimise a chiacchierare con le ragazze, facendo il deficiente insieme agli altri.
Passò un altro paio di ore, poi alla fine Zayn si mise seduto di fronte a lei, che alzò gli occhi dal computer posato sulle sue gambe. «che diavolo vuoi?» domandò, fissandolo. «riposarmi, posso?» scosse la testa, tornando poi a guardare il computer di fronte a lei, ricominciando a scrivere la sua tesina. Si, se vi state domandando se riusciva veramente a studiare in mezzo a non si sa quanta gente, si.. era così. In fondo viveva con loro, poteva davvero fare di tutto. Zayn fece finta di guardare le ragazze, poi tornò a guardare lei che scriveva al computer, completamente persa nel suo lavoro. Se ne accorse solamente quando un flash accecò l’aria. Alzò lo sguardo, posandolo su Zayn che la fissava. Si guardarono, finché lui non sorrise. «mi snervi quando mi guardi così, sai?» lui ridacchiò. «mi piace troppo vederti quando studi. Ti chiudi in un mondo tutto tuo, dove non è permesso entrare neanche a me!» alzò un lato delle labbra. «si, ma che tu ti trovi qui e non lì con loro, non è carino!» Zayn fece una smorfia. «me ne sto qui per altri due minuti. A quanto pare il mio sedere è diventato un “toccatemi liberamente” da quando sono entrate!» ritornò a guardarlo, seria. «ti hanno toccato il sedere?» domandò, con tono grave. «già.» annuì, convinta. «non ti muovere da quella seria se non per seguire me!» Zayn si fece una risata di cuore, poi si sporse per darle un bacio sulla guancia. «mi eri mancata!» sorrise, e lo guardò con dolcezza. «non te la do comunque Zayn! E’ inutile che provi ad allisciarmi!» adorava quando le dava i baci sulla guancia, perché per lei significavano molto di più di quelli sulle labbra. Erano pieni di parole, cose che non si dicevano forse per timidezza o altro. Ma erano belli, tanto che quasi preferiva quelli a quelli sulle labbra. Erano carichi di significato che capivano solo loro. «possibile che pensi sempre che ogni mio gesto sia per fare sesso?» annuì con convinzione. «e perché?» ghignò. «perché tutto quello che faccio a te, è per arrivare al sesso!» Zayn scoppiò a ridere, toccandosi i capelli. «domani si torna a Londra!» lo guardò in modo curioso, salvando il documento e posando poi il computer sul tavolo. «ti farà strano?» scosse la testa. «non ne vedo il motivo!» «mi sta proprio sul cavolo.. Guardala com’è altezzosa! Non è per niente innamorata, e lui la guarda come se fosse una dea! Non è giusto!» si girò a guardare la ragazza che aveva detto quella cosa, e la fulminò con lo sguardo. Poco le interessava se era scortese. Quella, rendendosi conto della figuraccia, abbassò lo sguardo ed arrossì. Alessia, fan accanita si buttò nella discussione. «la tua è solo invidia, Cecilia. Tu vorresti stare al suo posto, ma no.. Non sarà mai così! Accettateli, e che diamine! Quei due prima che si lasciano, devono ammazzarli!» li difese, e le uscì un sorriso. «Alessia, ma tu ci sprechi pure le parole?» domandò, quasi urlando. Alessia si girò a guardarla, infervorata. Zayn cercò di capire quello che stava succedendo. «stai pacata che tanto prima che loro riescono a farci lasciare, deve cadere il mondo.» Alessia le sorrise, tutta contenta. Tornò a guardare Zayn che incuriosito cercava di capire cosa diavolo succedeva. Keyra scosse la testa, come per dirgli di lasciare stare. Non era il caso di far capire a Zayn cosa aveva detto, perché se lo conosceva e se gli spiegava cosa si erano dette, avrebbe guardato male quella ragazza. Non era il caso. «ti fa strano tornare a Londra dove sai che cercheremo casa?» Zayn tornò a parlare di quello di cui stavano parlando, incuriosito e si lasciò andare ad un sorriso felice, sentendo quelle parole. Incredibile che era bastata una frase di Zayn per farle passare il rodimento di culo, e la voglia inconfondibile di uccidere di testate quella ragazza. «no, non mi fa strano!» ammise, e lui ricambiò il sorriso. «buono a sapersi! Non si sa mai avevi cambiato idea!» ridacchiò e si alzò. «prima che ti liberi di me, caro Malik, ce ne vuole! Cinque mesi fa hai firmato la tua condanna a morte!» sussurrò al suo orecchio, piegata su di lui per arrivare a parlargli all’orecchio. Se ne andò verso il piccolo frigorifero con la risata di Zayn che solcava l’aria.


Ce l'ho fatta dopo.. due giorni in cui mi rodeva ampiamente il fondo schiena perché c'è stato mini-street a Roma e non sono riuscita a prendere il cd per una che si è comprata 30 cd, facendosi dare un solo scontrino (genio). Mi rodeva troppo il sedere. Tranne per il fatto che ho incontrato una mia amica su twitter e praticamente me ne sono innamorata! *__*  E' qualcosa di dolcissimo, in due ore che siamo state insieme mi sono tajata dalle risate. Mitica Nida! ♥
Poi il giorno dopo, sono andata ad un altro negozio dove mi hanno detto che arrivavano o ieri o oggi per via della neve che ha rallentato tutto. Ieri finalmente ho avuto il mio cd, l'ultimo. Ceduto con dolcezza dalla mia migliore amica che voleva comprarselo anche lei.. Ma ora ce l'ho, è nella libreria tipo reliquia. E ok!
Continuo a ringraziarvi per tutto quello che fate per me, dolcissimi. Non si sa la gente che ha messo la storia tra i preferiti, seguiti e da ricordare. Siete davvero tante anche se alla fine i commenti sono fatti sempre dalle stesse persone. Non mi sto lamentando eh! A me va bene che leggete senza recensire.. Ma mi farebbe proprio piacere cosa ne pensate. (: Inoltre questo capitolo per me non è assolutamente niente, non mi piace particolarmente. xD
Oggi niente spam e neanche nessuna icon. Vi lascio, che cerco di scrivere il nuovo capitolo della storia di Harry. ♥ Ricordo che su twitter sono 
https://twitter.com/#!/_marrymezayn e su Fb mi trovate qui: http://www.facebook.com/#!/profile.php?id=100002138832129 Much love per tutte! See you later. 

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Capitolo 25
*** Chapter tweenty four ***


Flashback –
I suoi occhi castani viaggiavano in quella che era la sala da pranzo. «ma perché?» domandò, stanca mentre guardavano la casa. «perché si! Tanto è inutile quel passaggio di affittare casa per vedere se la nostra convivenza va bene oppure no. Andrà alla grande, ne sono certo!» Keyra alzò gli occhi al cielo. «tu sei proprio sicuro eh? La compriamo, la dividiamo e poi se ci lasciamo uno dei due rimane senza casa.. Carino!» Zayn la guardò di sbieco. «ma perché devi sempre pensare in negativo? Io non voglio lasciarti, tu non vuoi lasciarmi.. perché devi fare la difficile?» domandò, mentre lei lo guardava male. «perché ti ricordo che sono io quella che tiene la coppia con i piedi di piombo. Se fosse per te saremmo già sposati e con un figlio!» lo sfotté e lui annuì, sicuro al centouno per cento di quello che aveva appena detto la sua ragazza. Zayn si girò verso il venditore, che li seguiva. «la compriamo!» Keyra si sbatté le mani sulle gambe, inviperita. «bello parlare e non essere ascoltati!» L’uomo li guardò a bocca aperta. «anche il venditore è incredulo, guarda!» Zayn si girò a guardarlo. «scusate.. è che siete molto giovani e non.. immaginano che la compraste.» ammise l’uomo e Keyra lo indicò. «vedi, pure lui non ci crede!» Zayn la guardò con un sorriso. «tanto non ci lasciamo. Tu devi sempre pensare in grande. Per favore pensi in piccolo come me?» scosse la testa. «allora facciamo così. Se ci permetti di comprarla, semmai ci lasceremo, ti lascerò questa casa con tutti i mobili. Io me ne cercherò un’altra, ok?» lo guardò di sbieco. «perché dovremmo lasciarci?» chiese, già in ansia. Zayn assunse l’aria incredula. «ma sei tu che ti stai facendo le seghe mentali!» sbottò, incredulo. «si ma perché non lasci me a farmi le mie seghe mentali e tu continui a pensare che la nostra storia continuerà per il resto dei nostri giorni? Sei tu quello che viaggia con la mente, e che mi dici certe cose mi fai stare solo più in ansia!» Zayn scoppiò a ridere. «sei strana forte, Keyra Smith! Ok, non ci lasceremo e ci compriamo questa benedetta casa!» annuì. «ok, così ti voglio!» lo sentì ridere mentre firmava i fogli per comprare casa. «prego!» guardò i fogli in cagnesco, preoccupata. «forza Keyra, non ti mangiano!» esclamò divertito, vedendola così preoccupata di comprarsi una casa con lui. Sbuffando firmò i fogli vicino al nome di Zayn e riconsegnò tutto all’uomo che sorrise con dolcezza, per poi dare le chiavi della casa a Keyra. «abbiamo una casaaaa..» urlò il moro, alzando le braccia entusiasta. Si girò a guardarlo, sorridendo vedendo tutta quella felicità.
Fine Flashback –

Chissà come vedeva la gente normale la convivenza. Tutti quelli che conosceva che convivevano avevano sempre trovato qualcosa di sbagliato nella convivenza. A lei, comunque, stava a pennello. La prima mattina che si era alzata nel loro letto, si era sentita a casa sua. Lì, in un letto comprato con i suoi soldi, e quando si era girata a guardare il ragazzo steso di fianco a lei, aveva sorriso. Vivevano insieme, e con il passare dei giorni più continuava a pensare che prima o poi avrebbero scazzato di brutto, più si doveva mangiare le mani perché in quella convivenza si stava da favola. Zayn era una favola. Lei la più scettica delle ragazze, aveva trovato un uomo adatto per una convivenza. Era ordinato, aveva gusto nei mobili e soprattutto non era rompiballe come la maggior parte degli uomini. Ed era suo. La sera prima era stato divertente. Si erano messi in salone a vedere un film, seduti uno da una parte del divano, lei dall’altra, e Zayn si era fatto un pianto su un film e lei, annoiata dal film smielato che stavano guardando, gli tirava i pop corn. «ehi.. io sto piangendo per un film, la smetteresti?» scosse la testa, mentre ridacchiava. «sei un bersaglio perfetto e sei proprio a tiro tra me e il secchio!» il moro tirò su con il naso, per poi girarsi a guardarla. Nello stesso momento, un popcorn lo beccò in piena fronte. Due secondi dopo, correvano per casa con lui che le smadonnava dietro. Alla fine la riuscì a prendere e dopo averla buttata sul letto cominciò a farle il solletico. Si stava da dio con Zayn, e ogni giorno che passava non riusciva a vederlo in malo modo, ma solo come l’uomo perfetto per la sua vita.  
«Zayn.» lo scosse. «Zayn!» prese il suo cuscino e glielo fece finire sulla faccia con violenza, facendolo finalmente svegliare. Si girò a guardarla, in malo modo. «che cazzo! Ti devi alzare. Io sto uscendo e tu sei ancora a letto. Muoviti!!» e anche vivendo insieme erano rimasti gli stessi, fortunatamente. Si piegò a dargli un bacio e lui sorrise, per poi richiudere gli occhi. «Zayn! Il tuo smoking è attaccato nell’armadio. Le scarpe sono in bagno. Mi raccomando allacciati quella cazzo di cravatta. Ti ho lasciato una spiegazione attaccata allo specchio per fare il nodo.. Zayn, mi ascolti?» lo vide annuire. «vestito, scarpe..jfdks» biascicò non del tutto sveglio. «cazzo svegliati!» sbottò, dandogli uno schiaffo leggero. «sono sveglio, gallina!» lo guardò. «quanto fa 3084 x 283?» Il moro aprì gli occhi e si girò a guardarla. «non così sveglio!» gli sorrise, guardando quanto fosse bello. Si piegò a sfiorargli le labbra carnose, per poi alzarsi. Controllò per l’ennesima volta i vestiti che doveva mettersi in quella giornata, poi prima di uscire dalla stanza si girò a guardare se Zayn era sveglio. Quando lo vide ad occhi chiusi, prese un cuscino sul divano e glielo lanciò in piena faccia. «Zayn, giuro su dio che se non ti alzi io ti lascio e ti mando a vivere sotto i ponti!» il moro si alzò brontolando, ma lo fece di fretta. Se prima usava la scusa che gli levava il sesso, ora bastava dirgli che lo lasciava e lo mandava sotto i ponti, dopo che lui stesso aveva detto che se si lasciavano, le lasciava casa.
Uscì ed entrò nella macchina, dirigendosi verso la casa di famiglia della sposa. La stessa sera, dopo la cena, sarebbero partiti per l’America, e tutto era già pronto per la partenza. In quanto alcuni mobili dovevano ancora arrivare Zayn aveva chiesto ad un suo amico – povero santo – di controllare tutto il processo e di assicurarsi che tutto veniva fatto nel giusto modo. Quindi avevano lasciato le chiavi di casa all’amico, e loro sarebbero partiti. Arrivata a casa di Eveline, dove abitavano i suoi genitori, entrò e posò tutto in salone. «Eveline?» la trovò ancora nel letto, ad occhi sbarrati. «lo sapevo!» stava avendo il momento del panico, e si sedette al suo fianco. «tesoro..» la vide girarsi verso di lei. «non guardarmi con quella faccina. Stai andando a sposarti mica al patibolo..» disse con dolcezza. «cadrò, e farò una gran figura di merda.» quando spostò le coperte, la vide con il vestito da sposa. «perché sei vestita già?» domandò, preoccupata. «perché mentre dormivo mi sono sognata che oggi provavo il vestito e non mi entrava più perché la mia pancia si era ingrossata. Allora mi sono svegliata e mi sono messa il vestito. Poi non sono più riuscita a dormire!» la guardò divertita. «così l’hai stropicciato tutto! Forza, togliti il vestito e vatti a fare una doccia. Io penso a stirarlo!» disse, e lei scosse la testa. «Eveline. Se te lo levi riuscirai a rimettertelo. Forza, andiamo!» la spinse fuori dal letto e alla fine riuscì a mandarla a farsi una doccia. Si mise a stirare le pieghe e lo attaccò sulla stampella, per non farlo rovinare. Aprì la porta alla parrucchiera/truccatrice e dopo aver rimesso il vestito ad Eveline si misero a lavorare su Eveline che stava nel panico più totale. «mi vado a vestire. Riesci a respirare?» annuì e la scrutò attentamente.  Indossò il vestito (http://cloud2.lbox.me/images/b/201103/una-linea-senza-spalline-taffett--pavimento-lunghezza-damigella-d-onore---vestito-da-festa-di-nozze--hsx036-_ymwn1299653443250.jpg NdA: solo che è marrone tendente al porpora e ha una fascia sotto al seno color rosa. I colori sono di questo vestito: - http://a3.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc1/5893_1161055796757_1538685664_30404182_7746742_n.jpg - ) e quando fu pronta rientrò nella stanza. «lo sapevo che non dovevo chiedere a te di farmi da damigella!» alzò le sopracciglia. «tutti guarderanno te!» scoppiò a ridere. «certo, come no! Eveline, sei tu il centro del matrimonio, non io! Stai tranquilla.» alla fine la parrucchiera fece i capelli anche a lei, e la truccò anche, perché a lei non andava proprio di truccarsi quel giorno. Quando finirono, ormai erano le due di pomeriggio. In perfetto orario. La sposa si faceva sempre aspettare. Aveva provato a far mangiare Eveline ma aveva lo stomaco chiuso. Tagliò il nastro di fronte la porta, fecero le foto mentre il padre le porgeva il braccio tutto orgoglioso. Entrate in macchina posò una mano su quella di Eveline che si girò a guardarla, con un sorriso. «grazie di esserci!» sorrise. «oh tu ci dovrai essere al mio.. Tutto questo non sarà niente in confronto al mio matrimonio!» La ragazza la guardò a bocca aperta. «ti sposerai?» ridacchiò. «no..era così per conversare! Ti pare che mi sposo? Con chi poi?» domandò, guardando fuori. «con Zayn!» scoppiò a ridere. «certo cinque matrimoni faccio con Zayn. Ti prego! Sono ancora troppo giovane per pensare al matrimonio!» non avrebbe detto che lei non credeva al matrimonio, perché era così. Erano solo parole dette al vento. I matrimoni di adesso era già tanto che duravano un anno. Le promesse che si facevano di fronte a Dio, venivano tutte lasciate in secondo piano quando c’era da parlare di mantenimento e cose varie. Non aveva intenzione di promettere cose, che in fondo non sapeva se poteva permetterle. Certo, le piaceva l’idea di essere sposata. E magari si sarebbe anche sposata, ma prima doveva essere sicura al centouno per cento che l’uomo che le era al fianco era davvero degno di essere suo marito. Che al primo ostacolo non si sarebbe tirato indietro. E poi si sapeva che il matrimonio rovinava tutto. Arrivati di fronte alla chiesa, Keyra si girò verso la sua sposa. «vai tranquilla, nessuno ti mette fretta! In caso, ci sono io che ti tengo da dietro e tuo padre che ti tiene. Ok?» la vide annuire. «Keyra..» si girò mentre apriva la portiera. «tu sei sicura che sono giusta per Julian?» la guardò con dolcezza, sfiorandole la guancia. «mai nessuna donna è stata così perfetta per mio fratello. Non te lo dico perché stai per sposarlo, ma perché se non era così, mio fratello non ti chiedeva neanche di sposarlo, fidati!» si sorrisero e l’aiutò a scendere. Salirono le scale di fronte la chiesa, e sotto la marcia nuziale, incominciò la passeggiata verso l’altare. Keyra teneva il vestito, controllando che tutto nella chiesa fosse come aveva deciso insieme ad Eveline. Un leggero profumo di rose alleggiava in tutta la chiesa, dando un po’ alla testa. Non tanto da provare fastidio, ma abbastanza per renderti inebriato dal profumo. Arrivati di fronte all’altare, il padre di Eveline fece il simbolo storico che si fa tra un padre e il futuro marito, donando la mano della figlia e dando un bacio al futuro genero. Sorrise, e si mise dietro Eveline, sorridendo quando suo fratello si girò a guardarla, in ansia. Per tutto il matrimonio li guardò, vedendo solo suo fratello e la sua futura moglie. Era sempre stupendo vedere due persone sposarsi, poteva odiare il matrimonio ma la cerimonia in sé era commuovente. Soprattutto se quello che si stava sposando era tuo fratello. Una persona in quella chiesa non stava seguendo il matrimonio, ma fissava insistentemente la damigella d’onore. Non l’aveva mai vista così bella, forse perché erano in una chiesa, lei vestita divinamente e circondati dall’amore più puro che una coppia può richiedere. In quella chiesa, nessuno stava pensando cose cattive, ma tutti erano addolciti dalla cerimonia. Zayn fissava Keyra, che non aveva altro che occhi per suo fratello, e la piccola creatura che stava crescendo in Eveline. Spostò lo sguardo sui partecipanti, e poi guardò Zayn, trovandolo già a guardarla. L’aveva notato il suo sguardo addosso, ma non ci aveva poi fatto così caso, sotto i sorrisi che stava facendo Julian a Eveline. Solo in quel momento si rese conto quanto diavolo era bello Zayn quel giorno. Sorrise, e lo vide ricambiare con un sorrisone stupendo. Tornò alla cerimonia, e guardò lo scambio delle fedi con dolcezza infinita. Quando il prete disse che poteva baciare la sposa, vide Eveline versare qualche lacrima mentre Julian prendendo delicatamente il suo volto, la baciò. Si mise ad applaudire con gli altri, per poi andarsi a congratulare con suo fratello ed Eveline. «benvenuta nella nostra famiglia!» Eveline la strinse forte, abbracciandola con dolcezza. Diede un abbraccio a suo fratello e sorrise con una lacrima che le solcava la guancia. Julian la cancellò e le diede un bacione sulla guancia. «ti voglio bene!» lo sentì sussurrare al suo orecchio e si abbracciarono. «anche io, fratellone!» ci furono abbracci e baci ovunque nelle due famiglie che si erano appena unite, per poi il famoso lancio del riso. Mentre i sposi facevano qualche foto, lei si avvicinò per salutare sua sorella che era tornata apposta per il matrimonio e poi andò verso il gruppo di amici, saltando addosso a Mary. «dio.. quanto mi sei mancata!» disse, abbracciando stretta la sua migliore amica, che ricambiava. «anche tu.. sei uno schianto! Niall, sto per tradirti con la tua migliore amica!» scoppiò a ridere, dandole un bacione sulla guancia. Si strinse al fianco di Zayn, che le passò un braccio sui fianchi. «com’è andato il volo? Sono arrivati puntuali? Dimmi che non sono arrivati in ritardo, sennò so chi devo ammazzare di botte.» Mary si lasciò andare in una risata. «sono arrivati in ritardo, ma ho avuto il tempo di cambiarmi in aeroporto.» si girò a guardare male Zayn, che incassò la testa nelle spalle. Era per lui che facevano sempre ritardo. «io giuro che prima o poi rompo tutti gli specchi di casa!» il moro ridacchiò ma fece una smorfia impaurita. «porta sfiga, non te l’hanno detto?» chiese, guardandola con un sorriso. «io sono già sfigata.. Ho te come ragazzo!» tutti scoppiarono a ridere, mentre loro due si guardavano in cagnesco. Si girò quando venne richiamata per le foto, insieme ai due sposi. Lasciò i suoi amici, passando di fianco a sua sorella che sorrideva con quel sorriso come per dire “ma cosa ci fai a questi uomini?” e la guardava male. Si mise al fianco di Eveline, insieme alle altre damigelle e scattarono qualche foto. «bene.. ci possiamo trasferire nella villa! Lì ci ritroveremo per altre foto.» guardò male il fotografo, poi si girò verso Eveline. «il vestito mi sta stretto!» la guardò con un sopracciglio alzato. «devi sopportare. Appena arriviamo, ti puoi mettere il vestito che abbiamo comprato. Forza, vai!» disse con dolcezza. Salutò i suoi amici dicendo che doveva andare in macchina con la famiglia dello sposo e che si sarebbero visti alla villa dove avevano preso il salone e il giardino per festeggiare. Appena entrò in macchina, vide sua sorella guardarla. «togliti quel ghigno dalla faccia, Georgia.» esclamò, posando il mazzo di fiori dietro e sistemandosi il vestito. «stasera lo conoscerò!» disse con tono contento. «tu non conoscerai proprio nessuno! Avvicinati a lui, e giuro che non vivrai abbastanza per raccontarlo ai tuoi figli!» disse, mentre suo padre e sua madre ridevano, insieme a Thomas e Stefan. «inoltre se lo guardi con insistenza non è che si gira a guardarti, Georgia. E’ abituato a stare sotto gli sguardi della gente!» spiegò, stirando con la mano il vestito. «non ci avevi pensato che portarlo al matrimonio significava farlo conoscere alla famiglia Smith?» alzò lo sguardo, e la trucidò con esso. «primo: non sono stata io ad invitarlo, ma Julian e Eveline. Secondo: Non presenterò Zayn a nessuno. Terzo: lo conoscete già!» Georgia le diede delle piccole gomitate maliziose. «lo conosciamo ma come Zayn, non come il tuo ragazzo!» si sporse verso i sedili davanti. «Dad.. quanto cazzo manca alla villa?» domandò, già esausta. «tesoro, dovrai pazientare! Manca ancora molto!» sbuffò e si rimise seduta comoda. «io già ho il mal di testa. Non potevate mandarmi con loro?» tutti risero, Georgia fece la faccia malandrina. «così potevi stargli attaccata come una cozza allo scoglio?» la guardò male. «ma tu, una sana scopata no, eh?» tutti scoppiarono a ridere fragorosamente. «Keyra!» la ribeccò sua madre, ma con il sorriso. «mamma quando ci vuole, ci vuole!! E’ stressante!» la donna si ritrovò ad annuire. «Georgia, lascia stare tua sorella!» ringraziò sua madre con lo sguardo. «ma in fondo però a ragione. Ce lo presenti?» cominciò a sbattere le mani sul finestrino e cominciò a dire “aiutatemi..”
Quando uscì dalla macchina, due lunghissime ore dopo, quasi volò via tutta contenta con entrambi i vestiti per il dopo cena. «basta, non ti sopporto più!» urlò, e tutti quelli nel parcheggio si girarono a guardare una damigella d’onore incazzata come una biscia. «se non me lo presenti tu, ci vado da sola!» le urlò dietro, e Keyra passando vicino ai suoi amici cominciò a blaterare stronzate, guardando in tralice Zayn che si chiese come mai fosse così incazzata. Aspettò la sposa insieme alle altre damigelle, e quando arrivò attesero il fotografo, facendo delle foto con gli sposi. Quando il fotografo disse che le damigelle potevano andare, si avvicinò al moro che se ne stava appoggiato ad un tronco d’albero, con le mani nelle tasche dei pantaloni. Bello da far paura. La cravatta era slacciata, e i primi due bottoni della camicia erano aperti, lasciando intravedere quella pelle abbronzata che tanto le piaceva. La guardava con dolcezza, chissà a cosa stava pensando. «ehi bellezza.. me lo lasci il tuo numero?» chiese Keyra, fermandosi di fronte a lui che sorrise. «mi dispiace, sono fidanzato e la mia ragazza è tremendamente gelosa!» Keyra alzò le spalle. «allora visto che la tua ragazza è gelosa, ma non la vedo in giro, che ne dici di farci una sveltina al bagno?!» Zayn scoppiò a ridere di cuore. «perché prima stavi urlando?» chiese, togliendo una mano dalle tasche e posandola sul suo fianco, attirandola a sé. Si adagiò tra le sue braccia appoggiando la guancia sul suo petto, e sospirando. «sarà una giornata lunga, molto lunga!» lo sentì ridacchiare. «sono le sei di pomeriggio. Tanto lunga non è!» le fece notare, accarezzandole la base del collo. «forse per te, ma per me che ho una famiglia di curiosi, vedo il mettermi a dormire un traguardo ancora lontano.» altra risatina da parte di Zayn. «tua sorella è curiosa, vero?» annuì. «me ne sono accorto. Per quello sbraitavi?» annuì ancora, questa volta con un sospiro di accompagnamento. «mi dispiace.. mi ero proprio dimenticata che ci sarebbero stati anche loro. Scusa per tutto quello che succederà!» Zayn si abbassò a darle un bacio sulla guancia. «ti scuso! Come mi devo comportare?» chiese un po’ stranito. «come vuoi!» sussurrò, nascondendosi nell’incavo del suo collo. «posso toccarti, parlarti e baciarti?» crollò il silenzio. «puoi anche rapirmi se vuoi, e portarmi in una delle tante stanze. Non protesterei!» lo sentì ridacchiare. «non hai paura?» lo guardò accigliata. «beh.. sei tanto restia a farmi conoscere la tua famiglia.. Mi sembra strano che mi permetti di darti baci..» si morse il labbro inferiore. «non sono restia, è che.. cioè non c’è nessun problema che mi vedono con te! Sanno che stiamo insieme, che non ci guardiamo di certo negli occhi quando stiamo insieme.. Sono le presentazioni ufficiali che mi mettono ansia!» lo vide sorridere. «ok. Allora posso baciare la damigella d’onore più bella dell’universo?» arrossì leggermente e per la timidezza gli diede uno schiaffetto sul petto nello stesso momento che lui ridacchiava e si piegava a baciarla. Ad un tratto sentirono urla e qualche chicco di riso li colpì in piena faccia. Si staccarono e si girarono a guardare quei cinque deficienti, compresa Mary che se la ridevano allegramente. «AUGURI! EVVIVA GLI SPOSI!» urlò Louis, facendosi guardare malissimo da Keyra. «ti sto per stampare l’impronta del mio tacco sulla fronte!» sussurrò ancora abbracciata a Zayn. «no davvero.. Sareste davvero belli come..» lo sguardo che lanciò a Liam bastò a farlo azzittire. «ecco, sta zitto Liam, che moltooo meglio!» tutti risero, compresi loro.   
 
 
«me lo concedi un ballo?» alzò lo sguardo e vide Julian, con una mano posata sulla pancia e l’altra che aspettava la sua. Con un sorriso si alzò e prese la mano di suo fratello, seguendolo poi in pista. Lo sentì passare le mani sui suoi fianchi e lei passò le braccia intorno al suo collo. «sei bellissima!» arrossì e lo guardò con dolcezza. «sei tu il più bello! Stasera le stelle brillano solo per voi due! Io resto in un angolo.» disse, muovendosi a ritmo lento con il corpo di Julian. «ti stai divertendo?» domandò suo fratello, con dolcezza. «si, molto!» ammise, guardandosi intorno. Rimasero in silenzio per alcuni minuti, ognuno perso nei suoi pensieri. «mi fa così strano.. mi verrai a trovare?» alzò la testa dal suo petto, e lo guardò divertita. «guarda che ti sei sposato tu, mica io! E certo che ti verrò a trovare.. Sono o no la madrina di vostra figlia?» lo vide sorridere felice. «è come se avessi paura di perderti, sapendo che sono sposato!» scosse la testa. «appena torno a Londra sarò subito a casa tua, promesso!» disse, con dolcezza. Poi capì che in effetti non aveva paura che non lo andasse più a trovare perché lui si era sposato, ma perché viveva con Zayn. «Julian!» lui posò lo sguardo su di lei, ansioso. «stiamo solo sistemando la nostra storia.. Non ho intenzione di fare bambini o sposarmi con Zayn! Semplicemente volevamo dello spazio tutto nostro. Non mi dimenticherò di te, non mi dimenticherò di nessuno della famiglia, ora che vivo con lui!» lo vide mordersi il labbro e gli sfiorò la guancia. «ma se vi..» scosse subito la testa. «No. Per favore non pensare in negativo. Siamo forti io e quel moro, lo sai? Tu ti preoccupi troppo. Non ci abbattono le fan che sono delle vere bastarde a volte, dai media che cercano sempre un modo di rovinare la coppia e pensi che ci facciamo abbattere dalla convivenza? Io ci sto a pennello nella convivenza con lui!» suo fratello la guardò preoccupato. «fidati Julian.. Perché non ti vuoi fidare di lui?» domandò, preoccupata. «perché..» lo vide girarsi a guardarlo, e poco dopo lo fece anche lei. Stava abbracciato a Mary, ridendo per la faccia di Niall, geloso come la morte. «non sembra innamorato. Lo è ma non sembra! E se stesse prendendo in giro te, e me?» si girò di nuovo a guardare Julian. «Juju.. conosco Zayn meglio di me stessa. Sono la prima che è restia da queste cose.. Ma come hai detto tu, non sembra ma lo è. Poco mi interessa se la gente intorno a me pensa che non siamo innamorati. Lo siamo, è questo che conta. Non cosa vedete voi. Io non potevo avere miglior ragazzo e lui..» si girò a guardarlo, vedendolo menarsi giocosamente con Niall, e sorrise. «lui è lui.. tanto scontroso, tanto duro ma in fondo è felice. Almeno lo spero!» si girò a guardare di nuovo suo fratello con un sorriso. «Julian.. Ti assicuro che c’è da entrambe le parti l’amore.. siamo praticamente inseparabili. Lui mi ha convinto a comprare casa e non prenderla in affitto. Lui è venuto in Italia per passare il san Valentino con me. Lui mi ha portato due rose color pesca. Lui è quello forte della situazione. Lui pensa sempre in grande, mai in piccolo! Lui è quello giusto. Non so fra vent’anni, ma per adesso è lui.. Dietro quella corazza c’è tanto. Fidati di me!» Julian annuì, con dolcezza. «voglio solo il meglio per te, piccola!» sorrise arrossendo leggermente. «lui è il meglio, te lo posso assicurare!» si piegò a sfiorare le labbra della sorella, in un gesto fraterno. «ti voglio bene.. non mi dimenticherai vero?» sorrise e quasi si commosse. Julian era preoccupato che Zayn prendesse il suo posto. «sei tu il mio primo uomo, ricordatelo sempre. Lo sarai sempre!» solo con lui si lasciava andare ad una dolcezza veramente smielata.. Ballarono finché Zayn stesso non chiese a Julian se poteva ballare con lei. Se lo guardò male, facendo ridere suo fratello. «buona fortuna. Attento, pesta i piedi!» disse, e lei spostò lo sguardo bruto su Julian che rise prima di abbassarsi a darle un bacio sulla guancia. Lo guardò andare verso Eveline mentre sistemava le mani al posto giusto sul corpo di Zayn, e sospirò. Ad un tratto si rese conto che stava ballando con Zayn, in mezzo alla pista e sotto gli occhi di tutta la sua famiglia. Tornò a guardare Zayn, e lo vide a guardarla. «mi snervi quando mi guardi con quello sguardo.» sussurrò, guardandolo male. «come ti sto guardando, scusa?» chiese, tornando a sorridere. «come un allocco!» ammise, fissando quelle belle labbra dove c’era disegnato un sorriso stupendo. «ma perché con me non sei dolce come lo sei stata con tuo fratello?» alzò un sopracciglio e spostò lo sguardo nel suo. «in che senso?» Zayn sorrise di nuovo. «si nota lontano un miglio che sei stra innamorata di tuo fratello!» lo guardò e sorrise. «si vede che lo ami a prescindere. E’ come un padre per te!» sorrise, e abbassò lo sguardo sul bottone della camicia di Zayn. «perché so che lui non mi farà mai del male. Con lui tutte le barriere cedono, si abbassano senza neanche volerlo.» spiegò, con un sorriso. «e quanto tempo ci vuole per farti abbassare anche da me, le barriere senza accorgertene?» domandò curioso. «sei sulla buona strada!» ammise, perdendosi in quegli occhioni. «quanto?» domandò ancora, facendola sbuffare. «tanti anni, troppi anni!» disse, tornando a guardare il bottone della camicia, in ansia. Non rispose, mentre continuavano a ballare, lui a pensare a quella cosa lei invece a studiare per bene quel bottone. Si girò a guardare sua sorella, e la trovò a guardarli. Sbuffò sonoramente, e la vide sorridere perché si accorse del suo sbuffo. «ti prego portami a farmela conoscere almeno ti lascerà in pace!» tornò a guardare Zayn, anche lui girato verso sua sorella. «no! Non vincerà così facilmente. Voglio farle capire che non può aspettarsi che ti presento a lei, visto che lei è stata la prima a presentarmi Thomas dopo mesi e mesi!» Zayn ridacchiò. «certo che la vostra famiglia è proprio strana!» ridacchiò. Louis si mise a ballare vicino a loro, ridacchiando. «ehi piccioni!» si girarono a guardarlo male. «Keyra un po’ più stretta a lui, fra poco vi fondete tra di voi!» cercò di dare un calcio a Louis ma non lo prese. Vi dico tutto, stava ballando con Harry. «ma perché non ti vai a buttare da un dirupo? Faresti felice tante persone, me in primis!» Louis e Harry scoppiarono a ridere, Zayn gli tirò un pugno giocoso. «e pensi che vi libereste così facilmente di me? Vi torturerei anche nel sonno!» le uscì un sospiro. «sparisci microbo!» ringhiò facendolo ridere a crepapelle.
«Keyra!» si girò e si ritrovò suo padre. «Hola padre! Dimmi!» lo vide sorridere e Zayn e poi tornare a guardare lei. «è il momento del discorso!» oh no. Annuì e si girò a guardare Zayn. Si perse nei suoi occhi, e prese un profondo respiro. «posso farcela!» lo vide annuire per poi abbassarsi a sfiorarle le labbra. Si staccò da lui e sicura si avvicinò al palco dove c’era la piccola orchestra. Suo padre prese un bicchiere e un cucchiaino, richiamando l’attenzione di tutti. Ci fu il commento di Stefan, testimone di Julian e poi quello di suo padre, secondo testimone. Salì sul palco e suo padre le lasciò il microfono. «Hola famiglia!» tutti risero, facendo sorridere lei. «vi vedo belli allegrotti! Sono felice di questo perché beh.. almeno non vi ricorderete di questo discorso!» tutti risero ancora. «Julian e Eveline.. Julian e Eveline..» e allungò le “e” come se non sapeva cosa dire.. Sapeva bene cosa dire. «sono Julian e Eveline.. Mio fratello non poteva trovarsi ragazza, scusatemi moglie migliore. Appena ho conosciuto Eveline ho subito capito che erano fatti per stare insieme. E la piccola creatura dentro Eveline ne è la prova vivente del loro amore! Questo matrimonio è la prova del loro splendido amore.» si morse il labbro, fissando suo fratello. «ed Eveline non poteva dare padre migliore a quella bambina. Sembra tanto cattivo, perché ha quello sguardo incazzoso..» Sua madre la ribeccò dal suo tavolo, facendo ridere tutti. «è vero! E’ tuo figlio mica è il mio.. Da qualcuno avrà pur ripreso, no? So pure da chi!» tutti si fecero una risata. «comunque.. sembra cattivo ma in fondo è un amore di uomo. Sa donare amore come nessuno sa fare! Quella bambina avrà un padre che l’amerà con tutto se stesso, la tratterrà come una reliquia. Oddio dovrei parlare della sposa, ma.. diciamo che sono la damigella un po’ di tutti e due..» li vide sorridersi. «comunque ringrazio Eveline per rendere felice mio fratello ogni giorno, e ringrazio Julian per amare Eveline con tutto se stesso! Comunque ti chiedo di trattarmelo bene, come se tra le mani hai la cosa più delicata del mondo, perché Julian non si merita del male..» la vide annuire e suo fratello si alzò e andò verso di lei, salì sul palco e l’abbracciò con le lacrime agli occhi. Si fecero un piantarello, entrambi sotto gli applausi di tutta la gente. Quando Julian si staccò da lei, Keyra si asciugò i lacrimoni, ridendo. «questo non era previsto, ci scusiamo! Comunque credo di aver detto tutto. Quindi proseguite a bere e buon divertimento.» Lasciò il microfono al bassista e scese dal palco aiutata da suo fratello. Si diedero un altro abbraccio, poi andò a dare un bacio ad Eveline che come loro due, si era fatta un pianterello. Quando arrivò al tavolo condiviso con i ragazzi per la cena, Louis le sorrise e lei ricambiò. Prese il bicchiere di acqua e sorseggiò la bevanda in silenzio, sotto lo sguardo stranito di tutti e quattro. Zayn la guardava dolcemente, sapendo già quanto fosse dolce con suo fratello. «sai piangere!» se ne uscì Niall, incredulo. Mary gli diede uno schiaffo sul petto, guardandolo male. «certo che sa piangere! Che cazzo di domande fai?» Keyra sorrise. «non l’avevo mai vista piangere!» si girò verso Niall, divertita. «Cugina!» si girò a guardare chi l’avesse chiamata, e si ritrovò sua cugina di secondo grado. «ehi Alexandra! Come stai?» si abbracciarono. «bene.. Scusate per il ritardo!» sorrise. «ma di cosa, è già tanto che sei qui!» La ragazza sorrise ai ragazzi poi tornò a guardare lei. «vado a salutare gli sposi! Una sigaretta prima di andarsene come la vedi?» guardò l’orologio. «si, ma ti vengo a cercare io perché poi mi aspetta un aereo!» la ragazza annuì e dopo un altro bacio sulla guancia se ne andò. «figa.. chi è?» domandò Harry, guardandola andare via. «tu saresti fidanzato, se te ne sei dimenticato!» gli fece notare, divertita. «agli occhi la loro parte! Chi è?» domandò ancora, mordendosi il labbro. «mia cugina di secondo grado!» Harry si alzò. «credo che andrò a farmi una passeggiata verso il tavolo di tua cugina!» rise, e lo guardò andare verso Alexandra. «non si smentisce mai quel ragazzo!» sentì Liam sussurrare, scuotendo la testa. «stiamo parlando di Harry Styles, mica di pizza e fighi!» scoppiarono a ridere fragorosamente mentre si metteva di nuovo seduta, con un sospiro. Guardò Harry chiacchierare con sua cugina, e scosse la testa divertita. Spostò lo sguardo per tutta la sala, e vide sua sorella camminare verso di lei. «sorella ad ore dodici.. Sparisci Malik!» il moro rise e si alzò, scappando via. «sei una stronza!» disse arrivando da lei. «lo so grazie tesoro! Che vuoi?» lei indicò il vuoto. «mi dispiace è roba mia, non te lo cedo!» si guardarono in cagnesco. «lo voglio conoscere!» sbottò, inviperita. «tante persone lo vorrebbero conoscere.. e lui no, sennò non scappava non trovi?» tutti risero, e lei se li guardò con il broncio. «non te lo faccio conoscere sotto quel punto di vista, sparisci!» disse, tornando a bere l’acqua. «stronza!» sorrise angelicamente. «faccio stronza di terzo nome: Keyra Mary Stronza Smith! Ci sta da dio!» tutti si fecero una risata, mentre loro si guardavano in cagnesco. «addirittura papà è riuscito a starci a due centimetri, io sono l’unica che ancora non ci ha parlato!» annuì e mandò giù il sorso d’acqua. «ringraziando il cielo! Sai che figure di merda mi faresti fare?» Georgia se ne andò sbattendo i piedi per terra, incazzata. Il lanciò del bouquet arrivò poco dopo, deciso da Eveline di portare il gesto simbolico alla fine della serata e non dopo la messa. Lei non partecipò, ma Louis e Harry si! Quasi lottarono con la ragazza che prese il bouquet e ci rimasero anche abbastanza male, di non essere riuscito a prenderlo. Quei due erano irrecuperabili, bisognava dirlo. La serata continuò tranquilla, finché non arrivò il momento della partenza degli sposi, per il viaggio di Nozze.
«brutta stronza!» si girò a guardare Alexandra, entrata nella stanza come un tornado, mentre aiutava Eveline a mettere il vestito per il viaggio. «cos’ho fatto?» domandò, divertita. «non dirmelo che uno di quei cinque fichi è il tuo ragazzo!» ridacchiò. «era tanto importante?» la vide annuire. «non dirmelo che quei cinque sono persone famose.» disse, frustrata. «era tanto importante?» ripeté, tirando su la lampo del vestito. «beh si! Me la sono fatta con una persona famosa!» si girò a guardare Alexandra con un sorriso a labbra strette, poi scoppiò a ridere. «il fascino Styles ha colpito ancora! Mitico!» ridacchiò. «metto lei sulla macchina, e poi ci fumiamo la sigaretta! Poi dobbiamo correre via, mi dispiace!» la vide annuire. Accompagnò Eveline di fronte la porta dove sarebbero usciti di nuovo, sotto il lancio – di nuovo – del riso. Li guardò passare sotto il lancio del riso non prima di aver abbracciato entrambi e avergli augurato buon viaggio di nozze. Li guardò entrare in macchina e si appoggiò allo stipite della porta con un sorriso. Louis le lanciò altro riso addosso e lei prese quello in mano di Zayn per ricambiare la lotta. «sei uno stronzo Tomlinson! Mi stai sulle palle!» sbottò, dandogli un calcio nel sedere, mentre lui se la rideva perché l’aveva praticamente lavata di riso. Aveva il riso ovunque. Incazzata come una biscia, scostò pure Zayn che – cercando di non ridere della scena visto che sembrava un pulcino pieno di riso con quell’espressione – le toglieva il riso tra i capelli. «vai un po’ affanculo Malik!» Non si trattenne e scoppiò a ridere in faccia a Keyra, che bestemmiando in aramaico antico prese sua cugina e la portò in un punto nascosto, dove si fumarono la loro sigaretta. Si fece raccontare quello che era successo con Harry, e non si stupì che c’era rimasta così shockata. Ci fu un interrogatorio su di lei, su Zayn su quei cinque. Dopo aver risposto a tutte le domande, la salutò velocemente e raggiunse gli altri. «mi mancherai!» disse saltando addosso a Mary. «susu, ci vediamo presto! Tu mi raccomando controllamelo!» annuì con dolcezza, poi salutò tutta la sua famiglia. Dovevano correre all’aeroporto perché di lì a poco sarebbe partito il loro aereo per New York, per poi prendere da lì un aereo per Las Vegas, dove iniziava il loro tour americano.
 
«ma voi non vi stancate mai?» domandò Keyra, guardando Louis e Harry che giravano sul carrello dell’aeroporto, mentre facevano controllare i loro biglietti e imbarcavano le valige. «ti vorrei far notare che appena arriveremo in America, lì sarà giorno!» disse Louis, strillando e lo guardò male. «io partirò comunque anche senza di voi! Siete voi che dopodomani avete un concerto, non io!» disse, appoggiata mentre aspettavano che la ragazza caricasse tutte le valigie. «quindi non ci seguirai per tutto l'aeroporto per farci salire su quell'aereo?» scosse la testa. «non con questo vestito, non con queste scarpe!» esclamò, divertita. Ripresero i loro biglietti, e si diressero verso il metal detector. Dopo i vari controlli, loro rimasero seduti a morire di sonno, lei si andò a cambiare perché non aveva intenzione di farsi tutto il viaggio con quel vestito addosso. Ritornò vestita con una maglietta a mezze maniche e un Jeans, con sotto comode scarpe da ginnastica. Mise il vestito a posto, e si sciolse finalmente i capelli fatti in modo impossibile, togliendo tutti i fermagli. Quando sciolse i capelli, i capelli erano totalmente boccolosi dall’intreccio che le aveva fatto la parrucchiera. Si mise seduta al fianco di Zayn, che si appoggiò a lei già stanco morto. Attesero l’apertura del loro gate, e Keyra dovette lottare con se stessa per non addormentarsi appoggiata sulla testa di Zayn. Finalmente chiamarono il loro volo e svegliò tutti, che si erano addormentati. «forza ragazzi, venti passi e potete tornare tutti a dormire!» disse, cominciando a camminare verso l’hostess che controllava i biglietti, seguita da cinque morti di sonno. «avete qualcosa da dichiarare?» Louis alzò la mano. «che ho un gran sonno..» la Hostess cominciò a ridere e dopo aver ridato tutti i biglietti a Keyra, li spinse uno ad uno verso il pullman che li avrebbe portati al loro aereo.
Sentire il proprio sedere appoggiarsi al sedile morbido della prima classe, era qualcosa di divino. Sospirò e si appoggiò al sedile di fronte, mugugnando. «Key?» ad occhi chiusi si girò verso Zayn, che l’aveva richiamata. «non parlare ti prego. Non ho la facoltà mentale di risponderti. Voglio dormire!» lui ridacchiò in modo stanco. «volevo solo chiederti..» annuì, come a dirgli di continuare. Non aveva la forza però di farlo, così la prese per il braccio, dopo aver alzato il bracciolo che divideva i loro sedili e se la schiacciò al fianco. Lo sentì sospirare. «oh.. ora si ragiona. Notte!» disse lui, passandole un braccio sulle spalle, e giocando con i suoi capelli. Ridacchiò, e il tempo di decollare, crollò a dormire anche lei, stanca per quella giornata stressante. Praticamente erano partiti con l’ultimo volo da Londra. Keyra e Zayn dormirono per tutto il tragitto, finché verso le sei di mattina non vennero svegliati per la colazione. Ringraziarono, ad occhi mezzi aperti fecero colazione e poco dopo si rimisero a dormire. Praticamente stavano sdraiati nei loro due posti. Con la testa verso il corridoio e le gambe verso il finestrino, Zayn aveva fatto mettere Keyra tra lui e i sedili, ma fortunatamente ci entravano tutti e due, nello spazio. Con i due cuscini sotto la testa se ne stavano accoccolati cercando di dormire il più possibile prima dell’arrivo, con le teste che si sfioravano come due bambini. Zayn per tutto il viaggio tenne la mano affondata nei suoi capelli, e quando Keyra si girò verso i sedili, accovacciandosi tutta, Zayn prese la stessa forma sua, volendo solo quel calore corporeo vicino. Lei aveva le gambe piegate in posa fetale? Lui lo stesso. E quando si svegliò con il comandante che diceva che tra meno di venti minuti sarebbe cominciato l’atterraggio, si rese conto che Zayn se ne stava con il naso affondato nei suoi capelli. Come se fossero da soli su quell’aereo, si girò di nuovo verso di lui e cominciò a svegliarlo con tutti baci delicati sul volto. Scesero dall’aereo, e si diressero a prendere l’altro, che fortunatamente coincideva perfettamente con il loro arrivo. Sull’altro aereo, fecero la stessa cosa, dormirono praticamente per tutto il volo che durò altre sei o sette ore. Praticamente si fecero quasi 12 ore di sonno, tutti e sei, stanchi per il matrimonio e anche per il viaggio. Ma quando arrivarono, praticamente quasi alle loro 11 di sera, uscendo dall’aeroporto erano belli carichi. Loro si fecero le foto con le fan, mentre lei raggiungeva Paul che l’accolse a braccia aperte. E lì, cominciava il suo lavoro, in America incominciava, e non poteva essere più felice. 


Ecco il capitolo, ragazzuole. Praticamente ho gli occhi che mi bruciano dalla stanchezza, ma tutto ok! ♥ Alle recensioni rispondo domani perché ora non voglio più vedere EFP per il resto della mia serata. So stanca fracica! Ah.. vi volevo far vedere alcune cose:
1. I ragazzi sono vestiti così: Belli belli belli! *___* Quanto li amo.


2. La casa di Keyra e Zayn la posterò la prossima volta, devo fare un lavoretto dove le metto tutte insieme le foto, perché sarebbero troppi link e non mi va di caricarle.
3. Keyra si metterà un altro vestito a metà della serata (e in aeroporto ha questo vestito) ed è questo:
 


                                                                     Continuo ad amarvi per le recensioni, per i complimenti che mi fate.. ♥ vi amo, a tutte. ♥♥ grazie grazie grazie. xD

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Capitolo 26
*** chapter tweenty five ***


I don't have to pretend I am happy when I'm with you.
(non devo fingere di essere felice quando sono con te.)

 


L-e-t-t-o! Quattro semplici lettere che unite formavano la parola più bella in assoluto. I ragazzi erano usciti ed erano andati chissà dove, e lei non aveva la minima idea di seguirli per andare in qualche night club – che purtroppo frequentavano sempre da quando anche Harry aveva fatto diciotto anni – e quindi se n’era rimasta in albergo, almeno avrebbe dormito un pochino. Quel giorno nessun concerto, nessun incontro. Pausa per tutti, ringraziando il cielo. Seduta in scrivania, controllava alcune cose su internet. La sua suoneria – Raise your glass di P!nk – risuonò nella stanza e sbuffando si alzò e si diresse verso il cellulare. Guardò il nome, e abbassando le sopracciglia verso il basso rispose. «Niall?» aprì la chiamata così, con tono preoccupato. «Keyra.. Devi venire subito! E’ successa una cosa!!» le si mozzò il fiato in gola. «cos’è successo?» «non ho tempo per spiegarti. Vieni al Langer’s Ristorante!» e non le diede tempo neanche di parlare, che attaccò. Fissò incredula il cellulare per poi volare di nuovo al bagno e in dieci secondi si era tolta la tuta e vestita di nuovo. Si avvicinò al telefono della stanza. «Salve. Ho bisogno di una macchina! – ascoltò il centralinista - Fra 2 minuti.» disse per poi prendere la borsa e uscì di volata dalla stanza, correndo verso l’ascensore. Appena fu fuori dall’hotel, entrò di volata nella macchina e guardò l’autista. «Al Langer’s. Nel più breve tempo possibile.» non ci si mise molto, visto che le strade erano praticamente vuote, ma per lei sembrò tantissimo tempo. Appena arrivata di fronte al ristorante scese e a passo veloce si avviò all’ingresso. Non vide polizia o ambulanze quindi si calmò un pochino. Aveva paura che era successo qualcosa ai suoi amici, ma a quanto pare tutto era tranquillo. Entrò e un cameriere fu subito da lei. «salve..» disse ma quello la bloccò, consegnandole una lettera. Guardò il ragazzo e poi la lettera, ma quando decise di chiedere spiegazioni il cameriere già se n’era andato. Aprì con mani tremanti la lettera e per un secondo fu impaurita che i ragazzi non la volessero più.
Aperta la lettera piegata in tre parti perfette, si mise a leggere. “ciao! Puoi stare tranquilla. Niall mi ha detto del tuo tono impanicato. Siamo tutti vivi e stiamo bene. Perché allora ti ho fatto correre qui praticamente facendoti pensare che era successo qualcosa?? Perché – ammettilo – mi avresti mangiato vivo se ti telefonavo dicendoti di venire qui solamente perché volevo. Tu mi avresti mandato a fanculo visto che praticamente stavi sicuramente già in tuta. Si, poi mi ammazzerai Keyra, non ti preoccupare. Ora avrai lasciato andare l’ansia, per passare da incazzata fino ad arrivare al cervello pieno di domande, non è così? Ti stai domandando perché ti ho fatto venire qui? Non te lo dico, però te lo dirò, promesso. Perché invece di me c’era ad aspettarti un cameriere con questa lettera? Perché mi piace giocare! E cosa serve questa lettera? Questa lettera è l’inizio del percorso della caccia al tesoro che ho organizzato per te. E se tu non giochi, mi arrabbio!” sorrise, mentre usciva di nuovo fuori dal ristorante. “non sorridere, ti farò trottare!” sorrise ancora, per poi salire di nuovo in macchina. “Sali in macchina e di all’autista di portarti alla terrazza nord della scritta di Hollywood” fece come deciso da Zayn e tornò a guardare la lettera. “Lì ti aspetterà Louis, ma bada bene non ti dirà assolutamente nulla di quello che ho in mente. Ho pagato tutti i ragazzi per far in modo di non dire assolutamente nulla di quello che voglio fare. E fidati che non sono pochi i soldi che gli ho dato, quindi ti chiedo di non chiedergli niente. So che lo farai – perché sei curiosa -, ma tanto non c’è trippa per gatti. Ci vediamo!” scuotendo la testa mise la lettera in borsa, divertita. Ma dove le trovava tutte quelle idee così strane? Ridacchiando guardò fuori dal finestrino finché non arrivarono alla famosa terrazza nord di Hollywood.
Guardando fuori dal finestrino, vide Louis appoggiato ad una macchina. «era ora!» disse appena scese dal macchinone. «ehi.. non prendertela con me, chiaro?» non riusciva a smettere di sorridere, e si avvicinò a lui tanto da mettersi di fronte a lui. Louis sorrise. «sei curiosa?» annuì. «tanto, ma mi ha detto che ti ha pagato, quindi non ci provo neanche. I soldi vincono anche sul voler bene ad una persona!» lo vide annuire, per poi tirare fuori un’altra lettera, però questa volta affiancata da una rosa. Prese la lettera, la rosa e diede un bacio a Louis. «spero che ti ha davvero pagato tanto. In fondo vi ha rovinato la serata!» disse, odorando la rosa rossa. «no, è divertente. Ruberò questa idea e la rivenderò con Eleanor.» ridacchiarono per poi salutarsi e salire di nuovo tutti e due in macchina. Aprì la lettera e si mise a leggere anche quella. “spero che non ti ha detto nulla. Sennò me lo mangio. Comunque.. La volta che avevi fatto la tua lista ho letto che ti piaceva il mio profumo. Geniale la rosa con il mio profumo spruzzato sopra, vero? Sono tanto dolce, lo so!” scosse la testa, ridacchiando incredula. “Ok. La curiosità ti sta mangiando viva, lo so, ma non te lo dico. Semplicemente devi dire all’autista di portarti alla terrazza sud della scritta” alzò un sopracciglio e disse dove andare. Arrivata alla panoramica sud, trovò Liam ad aspettarla. Scese, lo guardò e lo vide tirare fuori un pacchetto e darle un’altra lettera. «divertitevi!» ma cosa? Lo guardò male e lui sorrise come al solito, con una dolcezza quasi unica. Come un papà sorridere alla propria bambina. Dopo aver masticato una parolaccia e averlo fatto ridere, risalì in macchina e cercò il punto dove andare per poi dirlo al conducente della macchina. Terrazza ovest, per poi aprire il pacchetto. All’interno, un altro biglietto. “A te i regali non ti piacciono, lo so per certo. Quindi non vedere tutte queste cose come regali, ma come pensieri. Buona visione” sbatté disorientata le ciglia, e spostando il velo di velluto, trovò un mazzetto di foto. Le prese in mano delicatamente tendendole per i bordi perché non le piaceva quando le foto avevano sopra le impronte digitali. La prima foto ritraeva lei e Zayn nel London Eye, due anni prima. Di profilo, mentre chiacchieravano. La seconda era di loro seduti sul divano. Lei aveva in mano una bacinella di popcorn e guardava male Zayn con la mano affondata nella bacinella. Ridacchiò. Tutte foto che ritraevano loro due in quei due mesi che le avevano cambiato la vita. La più bella era quella dove loro due se ne stavano dormendo bellamente nel lettone di non si sa quale casa. Ma era pur certa che fosse ancora prima della loro scappatina in camera della madre di Harry. Perché lo Zayn che vedeva nella foto aveva i capelli cortissimi, leggermente alzati. Non troppo come ce li aveva lunghi al tempo della loro prima volta. Quindi il primo mese, quando ancora stava con la gallina. Le loro teste erano vicine, la sua mano posata delicatamente sul collo di Zayn dove batte la vena principale, dove si sente il cuore. E Zayn aveva la gamba sopra le sue, come ad intrappolarla. Sorrise delicatamente, e sentì gli occhi pungere da una lacrima. Se l’asciugò, poi continuò a guardare le foto che avevano un seguito temporale. L’ultima foto risaliva a quando era andato a trovarla a Roma. La foto prima era che lei lo guardava male, l’ultima con lei che se la rideva di gusto insieme a Zayn. Prese il foglietto alla fine della scatola, e lo aprì. “Belle vero? Ho notato che non hai attaccato nessuna foto nella nostra camera. Mi ricordo che in camera tua, sia quella a casa tua che nella casa vecchia avevi messo tutte le foto sul muro. Guarda che non mi da fastidio se mettiamo delle foto eh! Non solo le nostre, ma anche le tue. (:”
Appena arrivata alla seconda terrazza, scese e trovò Harry, ad attenderla. «salve bella donzella.» sorrise al ragazzo, scendendo dalla macchina. «pronta al prossimo “pensierino”?» annuì debolmente e Harry le diede un altro pacchetto e un’altra lettera. «divertitevi!» si girò a guardare Harry mentre tornava in macchina, alzando un sopracciglio. «non ti dirò nulla, ma divertitevi!» lo sentì ridere mentre le usciva uno sbuffo e risaliva in macchina. Aprì la lettera e andò alla fine per dire dove doveva andare all’autista. La panoramica est questa volta. Bah. Mentre l’uomo ripartiva, lei lesse il biglietto. “ci siamo quasi. Manca una persona + me, quindi.. Sei curiosa abbastanza? Comunque spero che le foto ti siano piaciute. Apri questo e non prenderlo come un regalo, come prima!” aprì il pacchetto e trovò uno di quei braccialetti che vendevano in Italia. Rosso, quindi era il braccialetto dell’amore. Scosse la testa e guardò gli altri braccialetti che si era comprata nel suo soggiorno a Roma. Le erano piaciuti tanto, e si era fatta spiegare dalla sua amica il significato di tutti quei colori. E alla fine se n’era comprati così tanti da avere la scorta per il resto della sua vita. Ne aveva uno sulla caviglia destra, e uno sul polso sinistro.
Arrivati alla terrazza est – si se vi state domandando se davvero si sarebbero girate tutte le panoramiche di Los Angeles, era così – e trovò Niall. Scese dalla macchina e lo vide sorridere divertito. «vi ha rovinato la serata?» chiese, chiudendo la portiera e camminando verso di lui. «assolutamente no! Ci stiamo divertendo come matti!» lo guardò di sbieco fermandosi di fronte a lui. Lo vide scrutarla. «ma tu cosa pensi di tutto questo?» alzò le spalle, divertita. «la curiosità mi sta uccidendo, ma posso farcela!» Niall scosse la testa, divertito. «come ti trovi a stare con Zayn, a viverci insieme, a vederlo ogni sacrosanto giorno e ricevere tutte queste attenzioni?» ci pensò mentre prendeva il pacchetto e la lettera che le porgeva Niall. «per le attenzioni.. beh è davvero strano! Per il resto tutto ok! Non mi sento fuori luogo.» ammise, e lo vide sorridere felice. «a me è questo che mi interessa!» gli diede un abbraccio e lo guardò negli occhi. «un aiutino?» chiese, con gli occhioni da cerbiatta. «non ci provare sa! Sparisci che ti devi anche muovere. Manca ancora Zayn e non solo!» Lo guardò con gli occhi assottigliati, cercando di capire. Vero, mancava solo Zayn.. ma quel “e non solo”? Significava che non era finita la cosa dopo Zayn? Ma che diavolo aveva in mente quel ragazzo?
Sbuffando tornò verso la macchina sentendo dietro di lei la risata di Niall. Rientrò in auto, e aprì subito la lettera leggendo in quale panoramica andare, e ovviamente lesse un nome di un ristorante. Mentre la macchina ripartiva verso il ristorante, lei aprì l’ultimo pacchetto dove all’interno vi era un altro braccialetto. Fatto con dei fili, e l’intreccio dei fili formava la parola “Zayra”. Aprì il bigliettino alla fine della scatolina, incredula. “bello vero? Ora mi starai tirando le peggio madonne per questa cosa. Ma non sono stato io a creare quel braccialetto. Ma ieri ho incontrato questa fan e mi ha detto di essere fan di noi due. E sperava proprio di incontrare uno dei due per darci questi braccialetti fatti da lei. E’ stata dolce no? Come vedi non tutte sono contrari a noi due!” sorrise con dolcezza e guardò il braccialetto che teneva nell’altra mano. “Ti sto aspettando!” lesse l’ultima frase scuotendo la testa in modo divertita. Quando arrivò di fronte al ristorante indicato da Zayn, ringraziò l’autista che si girò a guardarla con un sorriso rispondendo che non c’era nessun problema. Quando scese sentì un clacson e si guardò intorno. Poco dopo un macchinone si fermò al suo fianco e dal finestrino che stava scendendo sbucò la faccia di Zayn.
«Salve!» disse il moro, con un lato delle labbra alzato. «bello essere scarrozzati in giro, vero?» lo sentì ridacchiare per poi aprirle la portiera. Salì e la richiuse, per poi girarsi a guardare Zayn, incuriosita. Lo vide sorridere per poi piegarsi a darle un bacio a fior di labbra. «ti sei divertita?» domandò incuriosito. Annuì mentre fissava quelle labbra tutte da mordere. «sono contento!» si affacciò in mezzo ai due sedili di fronte a loro, e parlò con l’autista dicendo che potevano andare. Quando si riappoggiò allo schienale dei sedili, vide che Keyra aveva un’espressione incuriosita. «io credevo che mangiavamo!» Zayn scosse la testa. «no, abbiamo poco tempo! Ho chiesto ad un ristorante di rimanere aperto fino alla fine!» la vide scrutarlo cercando di capire che cosa stava succedendo, e si fece una risata dalla sua espressione tra il divertito e il curioso. «ti fidi di me?» scosse la testa. «grazie eh!» sorrise e si avvicinò per dargli un bacio delicato. Cominciarono a chiacchierare mentre si faceva aiutare a mettere i due braccialetti. Quello regalato da Zayn espresse due desideri come bisognava fare, uno per ogni nodo che stava facendo Zayn. «me li dici?» scosse la testa mentre Zayn metteva l’altro, con su scritto “Zayra” e vide che lui già l’aveva al polso. Scosse la testa, in modo divertito ma anche addolcita.
Mentre stavano in mezzo al traffico, chiacchierando delle ultime foto uscite di loro due dai paparazzi – non si sa come erano impiccioni i paparazzi americani – si ritrovarono a parlare di un argomento stradelicato. «si ma se ci facciamo bloccare dai paparazzi, io e te praticamente ci vediamo direttamente a Londra quando torniamo a casa!» disse Keyra, spiegando a Zayn che non potevano dare spago ai paparazzi, tanto da incazzarsi per la loro presenza. «so cosa stai pensando. Ma sono paparazzi! Loro si limitano ad aspettarti, farti due foto e ciao! Preferisco di gran lunga i paparazzi alle fan, l’ammetto!» Zayn la guardò con un lato delle labbra alzato. «tu, preferisci i paparazzi alle fan? Di che droga ti sei fatta oggi?» chiese divertito. «i paparazzi non ti saltano addosso, non attirano tutta la tua attenzione e non lasciano me a bocca asciutta!» il moro sorrise soddisfatto. «mi sembra di notare una nota di gelosia nella tua voce.» scosse la testa, divertita. «possono pure starti attaccate stile Koala con l’albero, ma io ho la ciliegina della torta!» Zayn si piegò a sfiorarle le labbra. «mi piaci quando sei gelosa, sai?» ridacchiarono e prese delicatamente il volto tra le mani, dandogli tutti baci sul volto, e lui se li godette tutti. «mi dici dove mi stai portando?» chiese mentre continuava a dargli tutti baci sul volto. «no, è una sorpresa!» sussurrò. Keyra assunse la faccia malandrina. Gli morse il labbro inferiore e lo vide roteare gli occhi all’indietro. «e adesso?» domandò passando la punta della lingua sul labbro inferiore, in modo sensuale. «no..» scese a baciargli il collo e lo sentì sospirare. «ora?» domandò divertita, mentre lui si lasciava andare sul sedile. «da quando sei così stronza da usare queste cose per farmi dire i segreti??» ridacchiò e usò un pizzico di lingua tanto da farlo irrigidire. «ti conviene dirmelo, sennò ti faccio un succhiotto che non ti si leva neanche fra cent’anni!» Zayn scosse la testa, totalmente perso in quel gioco che Keyra stava facendo. Vederla così sensuale era davvero raro. «ok! L’hai voluto tu!» scostò il colletto della camicia e gli fece il succhiotto come deciso, e mentre lavorava sentì la mano di Zayn affondare tra i suoi capelli. Si staccò poco dopo e guardò il pallino rosso acceso sul collo di Zayn. «riesco ancora a farli, mitica!» si esultò da sola mentre lui apriva gli occhi delicatamente, mordendosi il labbro e guardando le labbra di Keyra. «non te lo dirò comunque Keyra. Rinunciaci!» Rise di gusto mentre Zayn si riappoggiava con la testa al sedile, socchiudendo gli occhi. «perché hai detto “riesco a farli ancora”?» si riferiva al succhiotto e si girò a guardarlo. «perché sul collo è più difficile che sulla spalla! E di solito te li faccio sulla spalla, quelle poche volte!» gli fece notare e lo vide girare la testa verso di lei, ancora ad occhi chiusi e fargli un sorriso. Si piegò a sfiorare quelle labbra carnose e morbide, lasciandosi andare in un sospiro. «cos’era questo?» domandò curioso, aprendo un occhio. «niente!» disse tornando a guardare fuori. «cos’era?» roteò gli occhi esasperata. «si, Zayn! Ho sospirato perché nello stesso momento in cui ti baciavo ho pensato: “mio dio che labbra che ha! Mi fanno impazzire” e ora esulta, imbecille!» lo sentì ridacchiare divertito da quella rivelazione, poi si avvicinò a darle un altro bacio e lei si lasciò andare ad un altro sospiro. «altro pensiero sconcio?» annuì debolmente. «tu non sai quanti pensieri sconci faccio io quando tu mi baci!» Il moro la guardò con un lato delle labbra alzate, divertito. «davvero? Ancora ti piaccio così tanto?» lo guardò male. «siamo arrivati!» disse l’autista, fermandosi in un parcheggio. Non ebbe il tempo di guardarsi intorno, che la mano di Zayn le coprì subito gli occhi. «che palle!» sbuffò e lo sentì ridacchiare. «se mi prometti che non sbirci, io non ti metto la bandana che avevo deciso di metterti!» alzò le mani. «giuro che non sbircio! Basta che ci muoviamo perché sono curiosa!» ammise, chiudendo gli occhi sotto la mano di Zayn. «ok! Sto per levare la mano. Tu non guardare!» annuì. «ma tu non farmi cadere, mentre mi ci porti ok?» «promesso!» lo sentì togliere la mano, aprire la portiera e poco dopo sentì anche la sua di portiera venire aperta, per poi essere presa per mano. Odiava stare ad occhi chiusi, non poter vedere, ma Zayn fece come promesso. Non la fece cadere. Sentiva un gran casino intorno a loro, ma non capiva che diavolo aveva in mente quel ragazzo. Si fece portare, fidandosi di Zayn – ed era un bel passo avanti visto che odiava quelle cose – e alla fine finalmente si sentì tirata per farla fermare. «siamo arrivati!» disse al suo orecchio. «posso aprire gli occhi, Zayn?» lo sentì ridacchiare ancora. «si, adesso si!» finalmente aprì gli occhi e si poté guardare intorno. Erano circondati da un boato di gente, ragazzi e ragazze. Arricciò le labbra, pensierosa. Sembrava un concerto. No, aspetta era un concerto, visto che c’erano dei strumenti sul palco. «Hai capito?» scosse la testa, mentre si guardava intorno, cercando di capire di chi era il concerto. Ad un tratto le passò vicino una ragazza con una bandana in testa, con sopra il nome di..
Si girò a guardare Zayn, ad occhi sbarrati. «tu sei serio?» annuì, divertito. «tu sei serio davvero?» domandò, incredula al tal punto di non volerci credere. Lui annuì ancora. «tu mi hai portato al concerto di Bruno Mars chiese, con un tono di voce incredulo, ma con un groppo in gola di felicità. «già!» aprì la bocca e si guardò intorno, portandosi una mano sulle labbra, felice. Tornò a guardare Zayn che sorrideva. «tu sei il ragazzo più fico del mondo, lo sai?» si sentì presa per i fianchi e finì tra le sue braccia. «non ho capito bene l’ultima frase. Mi pare che hai associato la parola “ragazzo” a “più fico del mondo” o sbaglio?» scoppiò a ridere e gli buttò le braccia al collo, tutta contenta. Gli diede un bel bacio che non si sarebbe dimenticato neanche dopo cent’anni. «ma perché? Perché questo, i regali?» Zayn la guardò male. «sono pensieri, non regali, lo capisci?» annuì muovendo la mano, impaziente. «che giorno è oggi?» ci pensò, spostando lo sguardo sul sedile dove erano appoggiate le loro cose. «il 27 Febbraio.» disse, appena si ricordò di che giorno era. Lo vide annuire con un sorriso, per poi spostare lo sguardo sul palco. Lo seguì, ma non vide niente di che. Sbatté le ciglia, cercando di capire che cosa aveva portato tutto quello. Il 27 Febbraio che diavolo era successo? Avevano fatto sesso la prima volta? No, era gennaio quello. Si erano conosciuti ad Ottobre. Allora che diavolo era successo il 27 febbraio? 27 febbraio. Arricciò le labbra, mentre tornava indietro con la memoria, cercando di capire. Dopo venti minuti ancora non aveva trovato la risposta. «sto impazzendo, ti prego dimmelo!» sbottò ad un tratto, stanca. Zayn si girò a guardarla, con uno sguardo tranquillo, del tutto perso nei suoi pensieri. «di cosa parli?» chiese, tornando sul mondo dei vivi. «cos’è successo il 27 febbraio per tutti questi regali?» Zayn ridacchiò. «non è successo niente.» alzò un sopracciglio. «e allora perché tutti quei regali?» domandò, scrutandolo. «non posso fare regali alla mia ragazza?» si morse il labbro, per poi scuotere la testa. «perché, posso saperlo?» domandò Zayn, ridacchiando. «perché stiamo parlando di te! Sei tirchio!» i due si guardarono male, poi lei sorrise. «seriamente Zayn! Sto impazzendo! Non mi fai regali così alla cavolo! Forza, dimmelo!» disse impaziente. «facciamo 6 mesi!» lo guardò con serietà, sbattendo le ciglia. Poi le uscì un sorriso. «da quando fare 6 mesi porta regali?» domandò, divertita che lui si ricordasse quando si erano messi insieme. In realtà non si erano messi insieme. Ma semplicemente erano finiti di nuovo a letto insieme il 27 agosto. Una volta chiacchierando si erano ritrovati a parlare della loro storia. Zayn se n’era uscito che per lui non stavano insieme da quando erano a Dublino, ma la prima volta che erano finiti di nuovo a letto insieme, dopo essersi rivisti. Il 27 agosto. «non so se si fa così, ma in fondo siamo noi due, no? Sei mesi sono tanti! E’ metà anno!» ci pensò intensamente, mentre lo guardava con dolcezza. Avevano già fatto metà anno, incredibile. «ma io non ti ho fatto regali, Zayn!» il moro alzò le spalle, indifferente. «in realtà a me non mi servono regali! Ma se proprio ti senti una cattiva ragazza..» e la vide annuire, dispiaciuta. «.. diciamo che il tuo regalo per me è essere andata a Roma, e aver permesso ad entrambi la tua presenza qui. Hai permesso ad entrambi di stare insieme. Ti va bene?» lei scosse la testa e Zayn si fece una risata. Si piegò a darle un bacio. «fidati che per me è stato un bel regalo!» sorrise con dolcezza, nello stesso momento che il concerto cominciava.
Beh, Bruno Mars il suo amore impossibile era proprio lì, poco distante da lei e cantava quelle canzoni che lei si sentiva ogni sacrosanto giorno, innamorata pazza di quel cantante. Le sapeva tutte, e Zayn le cantava insieme a lei, visto che praticamente le metteva sempre dentro casa. Ad un tratto sentì le note di “Just the way you are” e Zayn le si mise dietro, abbracciandola per i fianchi. Lei aveva alzato le braccia perché amava quella canzone, la trovava una poesia perfetta da dire ad una ragazza. Per lei Bruno Mars era la dolcezza in persona e le sue canzoni le piacevano praticamente tutte. Ma quella era la sua preferita. E se ad un tratto ti senti il tuo ragazzo che comincia a cantare la canzone al tuo orecchio? Ma non urlandola, sussurrandola. Si immobilizzò, posando le mani su quelle di Zayn che le aveva intrecciate sulla sua pancia e ascoltò quella voce che le faceva venire i brividi, che cantava una delle sue canzoni preferite. Le vennero gli occhi lucidi, rimanendo a guardare il palco, ma ascoltando con tutta se stessa Zayn che continuava a cantare la canzone, sentendo il cuore finirle in gola per la felicità. Amava bruno mars, amava quella canzone, perché era una dichiarazione d’amore allo stato puro. Con una canzone del genere si poteva dire che l’uomo che la cantava amava tutto della propria ragazza. E in quel momento Zayn la stava cantando a lei, all’orecchio. E in quella sala non c’erano milioni di persone, non c’era bruno Mars. C’erano loro due; lei che sentiva il cuore battere così forte tanto da sentirlo nelle orecchie e lui, che con quella voce che si ritrovava le stava cantando una delle canzoni più belle di quel periodo. Neanche gliela fece finire di cantare, perché quando sentì “triste pensare che lei non veda quello che vedo io” praticamente si girò anche se erano abbracciati e lo baciò di lancio, allacciando le braccia al suo collo. Zayn rispose, non prima di essersi fatto un sorriso. E per tutto il resto della canzone rimasero uno abbracciato all’altro, mentre lui continuava a cantarle la canzone nell’orecchio, come se in quel posto ci fossero solo loro due, e Keyra affondata con la faccia nel suo collo, deliziata da quella cosa.
 
«non scappi sai? Rispondi alla mia domanda!» disse prendendola per mano e lei si girò a guardarlo male, sapendo che si riferiva ad una domanda in particolare. Zayn Malik non dimenticava mai. Poco prima, le aveva fatto la domanda "ti piaccio ancora così tanto?" ripetendo la stessa domanda di quando erano in macchina prima del concerto. «no, mi fai schifo a rate Zayn! Ma solo a rate!» rispose, sapendo bene che intendeva quella domanda. Il moro si ritrovò a sorridere. Per un nano secondo gli passò per l’anticamera del cervello di dirle che l’amava ma non lo disse. Chissà come avrebbe reagito a quelle due paroline. Se la conosceva, gli sputava in faccia davvero o semplicemente gli sputava in faccia veleno. Si ritrovò a ridacchiare mentre entravano nel locale, e lei si girava a guardarlo per quel ridacchiare. «ti è venuta in mente una barzelletta?» il moro abbassò lo sguardo nel suo. «no, pensavo!» la vide assumere una faccia divertita. «davvero un grande evento!» cercò qualcosa nella borsa e lui la guardò mentre si fermavano di fronte alla cassa, aspettando un qualsiasi cameriere. «cosa cerchi?» domandò, allungando il collo e cercando di capire cosa stava prendendo. «cerco una penna e un foglio. E’ un giorno da segnare questo. Zayn Malik pensa!» e come al solito lui aveva la faccia offesa, lei se la rideva allegramente. Alla fine anche lui si lasciò andare ad una risatina. «possibile che dopo due anni ancora non riesco a capirti?» lei lo guardò con un sorriso. «io penso alla tua reazione, e tu me ne fai una totalmente diversa.» ridacchiò. «riuscirò mai ad azzeccare una tua reazione?» «mistero!» ridacchiarono nel momento in cui il Maitre arrivava da loro. 

Dopo il concerto, come deciso la portò al ristorante a mangiare, e si scusò con il cameriere - senza farsi sentire da Zayn, sennò la ribeccava di quelle scuse (anche perché sicuramente l'aveva pagato non si sa quanto per tenere aperto quel ristorante), ma il cameriere scosse la testa dicendo che era un piacere.. Un piacere, rendetevi conto. Queste parole portarono a capire che aveva sganciato una cifra sproporsionata di soldi per tenere aperto quel posto a mezzanotte e passa -. Il maitre li lasciò alla cameriera, che vedendo Zayn decise di rifarsi gli occhi come meglio poteva. Non sapeva se lei sapeva chi era Zayn, ma fatto sta che si stava facendo gli occhi sul suo ragazzo. 
La cameriera si avvicinò e il Maitre la indicò, facendo capire ai ragazzi che li avrebbe serviti lei. «benvenuti. Due?» guardò male la cameriera facendo ridere Zayn che si era girato a guardarla, vedendo come lo stava guardando. «si, due!» rispose lui, perché Keyra era troppo intenta ad uccidere mentalmente la cameriera. «posso tatuarti in fronte “proprietà di Keyra Smith”?» Zayn alzò lo sguardo mentre si sedevano. «lo faresti davvero?» lei era intenta a guardare ancora male la tipa. «in questi casi si. Ti drogherei, e te lo tatuerei in fronte a lettere cubitali!» ammise, con tono assassino. «cos’è tutta questa gelosia?» la vide perdere interesse nella cameriera che aveva preso il volo vedendo quello sguardo, e si girò verso di lui. «io non sono gelosa. Io sono possessiva. Sono ben diverse le cose!» la guardò divertito. «non vedo differenza tra i due. Spiegami la tua teoria!» lo scrutò. «essere gelosi è un fatto di essere gallina! La solita ragazza che sbraita se solo guardano il suo ragazzo anche mentre semplicemente camminano. La possessività è un fatto di essere o non essere. Tu sei mio, e tale rimarrai finché non ci lasciamo. Non urlerò mai in faccia ad una ragazza. In un modo o nell’altro deve sapere che tu appartieni a me.» Appartenere. Mio! Che deliziose parole aveva sentito uscire dalle labbra di Keyra.
«In un modo tutto tuo, ma sai voler bene. Avevi ragione!» lo guardò stranita, mentre posava il cellulare sul tavolo. «certo che so voler bene, che diavolo di domande fai?» sbottò inviperita e facendolo sorridere. «ti devi sempre differenziare dalla gente, vero?» la vide annuire debolmente. «essere uguale ad altre persone non mi piace! Metti a confronto me con un’altra tua ex ragazza. Se è ex ci sarà un motivo no?» Zayn sorrise. «che intendi?» la vide giocare con la forchetta, mentre pensava alle parole giuste da dire. Pian piano si stava aprendo, e questo gli faceva davvero piacere. «vuoi dirmi che stai con me solamente per l’aspetto fisico, perché due anni fa ci siamo conosciuti e abbiamo fatto “l’amore” insieme per la prima volta?» chiese, e si lasciò andare ad un sorriso. «sarebbe malvagia come cosa?» chiese di rimando mentre lei scuoteva la mano, come per dire “così e così”. «a te non piaccio solo per quelle cose, ma anche perché ti tengo sempre testa. Perché non sono la solita civetta che si lascia imbambolare dai tuoi occhioni, anche se sai che in fondo mi imbambolo eccome. Semplicemente non lo do a vedere. Sei tu che hai detto che sono forte no? E questo che ti piace di me, che non sono come le altre!» il sorriso si ampliò ancora di più. «Sai che in fondo mi piaci, ma lo dimostro in modo diverso da tutte le altre. Non è così?» annuì debolmente. «e si, ci possono essere i momenti dolci, ma in fondo ci stai da dio al fatto che ho sempre la battutina pronta!» si lasciò andare ad una risata. «si, è vero!» la vide sorridere divertita. «però ti sei dimenticata una cosa.» la vide inclinare la testa, curiosa. «prima di tutto mi piace pensare che io sono riuscito ad averti, mentre molti ragazzi no. Tu non sai quanto sono fiero di questo!» la vide sorridere a labbra strette. «esibizionista.» Si lasciarono andare ad una risata mentre la cameriera tornava da loro per prendere gli ordini. 

 «tu sei pazzo!» esclamò indietreggiando lentamente. «grazie, lo prendo come un complimento! Ma che c’è di male, scusa?» chiese, mentre si sfilava la camicia e la buttava tra la sabbia. Erano in spiaggia, dopo una cena con i contri affari, e a Zayn era venuta la geniale idea di andare a farsi il bagno di mezzanotte anche se erano praticamente le tre di notte, quando era venuto a sapere che lei non aveva mai fatto il bagno di mezzanotte. «non mi farò il bagno! E’ febbraio, Zayn!» sbottò, contrariata. «si, siamo a febbraio ma stiamo a Los Angeles, mica a Londra! Forza, togliti i vestiti sennò lo faccio da me!» lo guardò in modo divertito, assumendo la solita faccia da stizzita, tanto da mettersi anche una mano sul fianco. Il moro sospirando si avvicinò con un sospirò e Keyra prese a correre per la spiaggia deserta, per non farsi spogliare. Naturalmente riuscì a prenderla, e si bloccò di fronte a lei, che ridacchiava divertita. Con una gamba fece lo sgambetto a Keyra, per farle perdere l’equilibrio ma tenendola saldamente con le mani. La fece stendere e si stese su di lei. «che vuoi, coglione?» domandò stizzita, guardandolo male. «niente! Assolutamente niente!» le sussurrò sul collo, facendola rabbrividire. Socchiuse gli occhi e la mano si alzò da sola, andando ad affondare nei capelli di Zayn, che le morse il collo. Dieci minuti dopo, era rimasta in intimo e Zayn la stava portando verso il mare. Si riprese dal momento catalessi che le veniva quando c’era una certa intimità con Zayn e lo guardò male. «hai barato!» sbottò, puntandogli un dito sul petto marmoreo facendolo ridacchiare. «potrebbe essere!» quando la mise giù nell’acqua, lei si irrigidì tutta ma in effetti l’acqua era tiepida. Rimase a guardarsi intorno, deliziata da quella cosa. «è tiepida!» sussurrò, stranita. Zayn la schizzò e lei lo guardò male, ricambiando. «tu che non ti fidi mai di me, screanzata!» rise di gusto, mentre cominciava una lotta greco romana tra loro due che si schizzavano senza tante cerimonie. Ad un tratto Keyra stava spingendo sulle spalle di Zayn, provando a farlo cadere dopo aver messo una gamba dietro quelle di lui, ma era come cercare di spostare una roccia. Lui la guardava dall’alto, con quello sguardo divertito che la faceva incazzare tanto. «tu sai che cercare di farmi cadere a me è una cosa impossibile vero?» sbuffando rinunciò, ma lui in un nano secondo la buttò in acqua. E lei decise di fare una finta, cominciando a respirare male, come se avesse bevuto l’acqua di mare – che come Zayn sapeva, le provocava la mancanza di respiro -. Il moro sbiancò leggermente e gli si disegnò subito un’espressione impanicata sul viso. Finì di recitare di botto, e lui la guardò male mentre Keyra si faceva una risata. «così impari stronzo!» sbottò, mentre lui la schizzava incazzato. «mi hai fatto prendere un colpo cogliona!» disse, con tono duro. Lo vide dare un pugno in acqua, e prese a camminare verso la riva. Rimase a guardarlo incredula, per poi andargli dietro e bloccarlo. «scusami!» disse, capendo che forse aveva esagerato. Lui si girò con quello sguardo incazzato che la faceva impazzire, per poi sorridere. «cosi impari stronza!» la prese in giro, facendosi una risata mentre lei lo schizzava inviperita. Alla fine gli saltò addosso, allacciando le gambe al suo bacino. «buon metà anno, demente!» e prima di poterlo far parlare, lo baciò con trasporto, sentendolo ricambiare con molto piacere. Beh. Non sto a dirvi quello che successe dopo. Credo che la vostra fantasia sia abbastanza allenata per saperlo.
 
Un tuono solcò l’aria silenziosa, svegliando Keyra dal suo sonno appena preso. Sbuffando si rigirò nel letto e sentì Zayn stringerla al petto, dolcemente. Riprese sonno quasi subito, accoccolata nel petto di Zayn, ma si svegliò di nuovo – era risaputo che Keyra aveva il sonno leggerissimo – quando sentì una porta sbattere. Sbatté le ciglia, mugugnando qualcosa di incomprensibile. Uscì dalla presa di Zayn e sbadigliando si diresse verso la porta della loro stanza. Avevano preso una suite, con tre camere, quindi vivevano tipo prima del loro trasferimento. Aperta la porta si diresse verso il saloncino e accese la luce, trovando Niall seduto sul divano, tutto rannicchiato in se stesso per la paura. Quando c’erano i temporali, le metteva una dolcezza assurda quel ragazzo, perché sembrava un pulcino indifeso. E se su altri una paura del genere sarebbe stata valvola di prese per il culo, per lui non era così. Sapeva della sua paura, e non riusciva a prenderlo in giro. Anzi, si comportava con Niall come una mamma, quando c’erano i temporali. E lui ci si faceva trattare, sentendosi al sicuro al fianco di una ragazza. Si avvicinò al divano, e si fece vedere da Niall che la guardò con sguardo da cucciolo. Lo prese per mano e grattandosi la testa lo fece alzare e lo portò verso la loro stanza. «Kè.. non mi pare il caso..» sbadigliando lo guardò male. «sta zitto!» borbottò e Niall fece come richiesto, mentre la mora entrava in camera, dopo aver spento la luce e si mise al fianco di Zayn, per poi indicare al biondino il lato vuoto del letto matrimoniale. «ma sei sicura?» annuì a quel sussurro, e lo guardò stendersi al suo fianco. Lo coprì bene, assicurandosi che la coperta lo copriva fino al collo per poi sorridergli con dolcezza. «tranquillo!» disse, mentre richiudeva gli occhioni castani, stanca morta. Prese a giocare con i suoi capelli biondi, per infondergli calma. Quando lo sentì irrigidirsi per l’ennesimo tuono, se lo strinse al fianco. «che cazzo ci fa Niall qui?» domandò Zayn, svegliandosi con il casino dovuto al tuono. «sta zitto e torna a dormire!» sussurrò lei, volendo solo riuscire a far tranquillizzare Niall e farlo addormentare, per poi dormire. Il giorno dopo li aspettava una giornata dura a tutti e sei, e loro tre stavano svegli alle cinque di mattina. Sbadigliò e Niall si irrigidì ancora per un altro tuono. «mi dispiace ragazzi!» Keyra lo azzittì subito, facendo il suono del silenzio con la lingua, e continuando a giocare con i suoi capelli. «tu non ascoltare quel coglione! Tu pensa che siamo io e te!» sussurrò sentendo Zayn ridacchiare e posare un braccio sulla sua pancia, delicatamente. «se penso che siamo io e te, poi facciamo sesso!» Zayn diede uno schiaffo a Niall, giocosamente. «ti stacco le corde vocali, Niall!» sbottò geloso marcio, facendo ridere gli altri due. «smettetela imbecilli! E tu torna a dormire.» obbiettò in direzione di Zayn. «con voi che chiacchierate mi è difficile!» «allora quella è la porta!» sussurrò di rimando Keyra, mentre Niall ridacchiava. «manco morto!».
Con un tono di voce da mamma cominciò a contare le pecorelle ad alta voce. «una pecorella salta la staccionata!» cominciò, con un tono cantilena e molto lento, continuando a giocare con i capelli di Niall, per tranquillizzarlo. «due pecorelle saltano la staccionata!» sussurrò poco dopo, sentendo Niall affondare la mano nei suoi capelli, al fianco di quella di Zayn che stava già giocando con i suoi capelli, e prese ad intrecciare una ciocca di capelli sul dito. «si, così però sarò io la prima ad addormentarmi!» disse divertita, facendoli ridere sommessamente. «tre pecorelle saltano la staccionata!» quando arrivò a venti, Niall smise di giocare con i suoi capelli, segno che si era addormentato. Sospirando strinse la mano del suo migliore amico, e sentì Zayn muoversi al suo fianco. «lo tratti come un bambino!» le fece notare, con tono monotono. «solo in questi casi. Non mi sento di lasciarlo da solo a tremare come una foglia, Zayn!» sussurrò di rimando. «si, ma così non smetterà mai di avere paura dei temporali!» continuò a giocare con i suoi capelli. Non stavano litigando, stavano parlando. Alle cinque di mattina, si! «io non ho mai smesso di avere paura dei ragni anche avendone avuto uno in mano, Zayn!» spiegò, girandosi verso di lui. «hai preso un ragno in mano?» domandò schifato, e lo sentì tremare leggermente. «si, volevo sconfiggere la mia paura, ma.. beh! L’ha aumentata.» non parlò per qualche minuto, poi lo sentì tremare ancora. «la mia ragazza è folgorata!» sussurrò facendola ridacchiare. «vero, verissimo!» rispose, socchiudendo gli occhi. «che ne dici di dormire?» mugugnò qualcosa, già persa nei suoi sogni. «bello parlare con te, amore! Buonanotte!» la sfotté mentre cercava le sue labbra e le sfiorava. Lei già era crollata a dormire, nascosta nel suo petto e Niall poco dopo si nascose nella schiena di Keyra. Un bel quadretto familiare.  

LEGGETE PER FAVORE: ANNUNCIO SOTTO!!
Eccoci qua! Con un nuovo capitolo Keyra Zayn! Si, altro capitolo stramielato ma io sto in fase questione - voi - sapete - cosa, e ho gli ormoni che praticamente ballano il can can. Quindi avevo bisogno di un capitolo smielato. ma state tranquille, non sarà sempre così. u.u *bastarda mode on*
Perché ho aggiornato così tardi? Perché non c'ho avuto tempo! u.u anche io ho una vita reale fuori da questo pc, anche se molto spesso mi dispiace non vivere nel mio mondo autistico dove creo nuovi capitoli o nuove storie. (si, ho già creato la nuova storia Keyra /Zayn.. Volete un'altra storia Keyra Zayn? Sennò cambio la pg, eh! Ditemi voi! ùù) 
Inoltre vorrei dirvi che io domani (anche perché adesso è 01.02 di domenica 19/02/2012) quindi Lunedì 20, Martedì 21 e mercoledì 22 (forse anche giovedì 23) non sarò a casa, non starò nel Lazio, non starò praticamente neanche al computer. Mi è nato un nipotino, di nome Cesare, ed è il figlio di mia cugina di 1° grado. E noi ci facciamo la scampagnata per andare a trovare il nuovo membro della famiglia! Quindi non ci sarò sul pc, non aggiornerò, non scriverò, non vivrò! Al massimo starò su twitter ma dal cellulare! (_marrymezayn su twitter) Calcolate poi che appena tornerò non avrò il capitolo pronto, anche perché per stasera sono stanchissima, domani sto tutto il giorno in giro.. quindi aggiornerò entrambe le storie per venerdì o sabato! u.u 
Per altro, ancora grazie per i mille complimenti che mi fate e come ho scritto oggi su twitter, mi sono accorta che 27 persone mi hanno messo "tra gli autori preferiti". Cioè siete tantissime, e io non so che dire! ♥ Solo vi amo! E ringrazio chi segue la storia e non la commenta, chi la commenta e chi mi fa la recensione su twitter. Grazie, davvero. VI AMO!
Inoltre: Vi voglio far vedere una cosa. Queste sono le persone che hanno messo la storia tra i preferiti, seguite e da ricordare.


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Siete tipo tantissime. 94 preferiti?? O.O Cioè.. siete le migliori!! ♥ 

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Capitolo 27
*** chapter twenty six ***


Certo, parlo con gli altri ragazzi, ma non parlo con loro nel modo in cui parlo con te. 
Certo, questi ragazzi possono farmi sorridere, ma non quanto mi fai sorridere tu. 
Si, ci sono un sacco di altri ragazzi là fuori, ma ascolta, nessuno di questi può essere paragonato a te.
I miei occhi e il mio cuore sono fissati su di te e te soltanto.

«Zayn!» il ragazzo si girò a guardare Harry, steso al suo fianco. «cosa?» domandò, posando di nuovo lo sguardo sul cellulare. «da quando Keyra ha messo quel bel culetto?» si girò a guardarlo male, poi gli diede un pugno. «ce l’ha sempre avuto, cretino! Solo che è la prima volta che la vedi in costume!» sbottò, guardandolo male. «è una visione vietata ai minori di 14 anni. Ispira sesso a palate.» continuò Harry. «ma tu, una scopata no?» si guardarono. «tu non preoccuparti di me, ma di mezza piscina che sta guardando il culo della tua ragazza!» si guardò intorno e costatò che davvero mezza fauna maschile guardava la ragazza stesa poco distante da loro, che prendeva il sole. Dalla gente che c’era, sicuramente la piscina dell’albergo era aperta anche alle persone che venivano da fuori – naturalmente pagando – e questo non portava cose per niente buone. I ragazzi passavano vicino al suo lettino, e rallentavano di fronte ad esso per guardarle il sedere, visto che stava con la faccia verso il lettino. Si alzò e camminò verso Keyra. «Kè!» la mora si girò a guardarlo male. «cosa?» domandò, tornando ad appoggiare la fronte sul lettino. «bada bene.. se stai per dire una qualsiasi cazzata, io ti frusto Malik! Mi pare di avervi spiegato che nel mio giorno libero non dovete neanche calcolarmi nei vostri piani!» lo avvisò mentre lui si sedeva sul lettino di Keyra, guardandosi intorno. «ti va di..» non lo fece neanche finire. «no..» rispose, senza neanche alzare la testa. «mi fai finire?» «no di nuovo.» Zayn non fece in tempo a ricominciare a parlare che il cellulare di Keyra, nella sua borsa affianco al lettino, suonò. Sbuffando lo prese e vedendo il nome, rispose subito. «mamma?» si mise seduta al fianco di Zayn e cominciò a contare con le mani le ore che distanziavano Londra da San Francisco. Rimase con una mano sospesa, con tre dita allungate e due chiuse. «cosa?» alzò gli occhi in quelli di Zayn, che la guardava cercando di capire quello che si stavano dicendo. «co..come..?» Non voleva crederci, mentre cercava di deglutire. «un attacco di cuore?» ansimò, sentendo i polmoni stringersi dall’ansia. Si appoggiò sulle ginocchia con la testa, sentendo il respiro mozzarsi nei polmoni. «si ma..» non continuò, perdendo interesse per tutto quello che c’era intorno a lei. «ma come sta?» domandò sentendo gli occhi bruciare. Rialzò la testa e guardò ad occhi sbarrati Zayn, preoccupato almeno quanto lei. «inter..intervento a cuore aperto, mamma?» balbettava dall’ansia, non voleva crederci. Suo padre, l’uomo più grande sulla terra, aveva avuto un attacco di cuore. «no, non hai capito mamma! Ora glielo devono fare! Non mi interessa se il chirurgo più bravo dell’ospedale è in vacanza!» sbottò nel panico. «trasferite papà allora, in un altro ospedale!!» Si alzò, seguita subito da Zayn. «no mamma! Io non aspetto un dottore solo perché sta in ferie. Sto tornando!» la sentì protestare, e l’azzittì senza tante cerimonie. «sto tornando! Dieci ore e sono lì! Tu tienilo in vita!» attaccò il cellulare, cominciando a camminare avanti e indietro davanti al lettino, nel panico più totale. «che è successo?» domandò Zayn, in ansia. «mio..mio padre ha avuto un attacco di cuore! Deve fare un intervento a cuore aperto, ma il chirurgo è in vacanza e vogliono mett..» scosse la testa, non sapendo bene quello che stava dicendo. Il moro le fu davanti, prese il viso di Keyra e si fece guardare. «ok, tranquilla! Calmati..» prese diversi respiri belli profondi e socchiuse gli occhi per concentrarsi. «merda sono a dieci ore da casa, e mio padre è in fin di vita!» balbettò, posando le mani sulle braccia di Zayn, che ancora erano in alto per tenerle il viso. «ti devi calmare Keyra. Se non ti calmi tu quel volo non lo prendi, chiaro?» riaprì gli occhi e li fissò in quelli di Zayn. «non ti mando in aria da sola se so che stai così in ansia!» spiegò, e lei annuì, cercando di calmarsi. Si vestì di volata poi andò a parlare con Paul per chiedergli se poteva tornare a Londra. «ma tu ancora stai qui? Vai, non dovevi neanche chiedermelo!» lo ringraziò infinitamente e annuì quando Paul le disse di chiamarlo appena sapeva qualcosa di suo padre. Neanche passò in camera a fare una valigia. Al massimo sarebbe tornata a casa per una doccia. Zayn e i ragazzi l’aspettavano di fronte all’uscita. «ci fai sapere qualcosa?» sicuramente Zayn aveva spiegato l’accaduto. Annuì e con l’ansia che le si leggeva in volto li abbracciò poi salì sul macchinone che l’aspettava. Quando fece per chiudere la portiera, quella venne bloccata e riaperta. Il moro si mise seduto al suo fianco, dicendo all’autista di andare verso l’aeroporto. Non aveva la forza di ribattere, e doveva ammetterlo.. La presenza di Zayn lì con lei significava molto. Sapeva che non sarebbe tornato a Londra con lei, ma già il pensiero di accompagnarla fino all’aeroporto era tanto. Per il viaggio d’albergo all’aeroporto, Zayn molto spesso impedì a Keyra di mangiarsi le unghie. Neanche la guardava, semplicemente spostava la mano dalla sua bocca appena la sentiva giocare con l’unghia perfetta. Era nervosa, e quando era nervosa si mordeva le unghie, così ad un tratto bloccò entrambe le mani di Keyra con le sue, impedendole di mangiarsele.
Arrivati all’aeroporto si diresse spedita verso il punto vendita e guardò la hostess di terra con occhi pieni di preghiera. «Salve. Avrei bisogno di un biglietto per Londra! Il primo disponibile.» sussurrò, e quella cominciò a cercare mentre lei si girava verso Zayn, che si girò a guardarla per poi sorridere. «ne ho uno praticamente adesso!» si girò a guardare la tipa e annuì. «si va bene. Tanto non ho neanche la valigia!» la tipa annuì e prese il suo passaporto, mentre Zayn le sorrideva. Lo guardò, stranita, poi diede la carta di credito alla tipa per pagare il biglietto. Quando lo ebbe tra le mani, cominciò a camminare verso il controllo. Di fronte la fila per il metal detector, si girò verso Zayn. «grazie per avermi accompagnato!» il moro spostò una ciocca di capelli dal suo viso, sorridendo. «niente. Ma tu appena sai qualcosa fammi sapere, ok? Che sono le cinque di notte o le 10 di mattina!» annuì e si alzò sulle punte per sfiorargli le labbra. Si girò a guardarlo prima di passare per il metal detector, avendo un dejavu da paura. Appena Zayn vide che aveva ripreso la borsa, e anche lei stava cercando il cellulare, la chiamò. «ti stavo chiamando anche io!» la sentì aprire la chiamata. «merda mi ha fatto troppo male vederti andare via di nuovo!» sorrise, con dolcezza. «anche a te è sembrato tornare indietro di due anni?» il moro si morse il labbro. «si.. Mi è venuto in mente di correrti dietro. Mi sembrava di essere tornato indietro. Ho sentito pure la stessa stretta allo stomaco. Giuro che odio queste cose. Torni vero?» Keyra si fece una risata di cuore. «certo che torno!» sussurrò, andando verso il terminal giusto. «non devo aspettare due anni prima di rivederti vero?» si fece un’altra risata. Sembrava davvero in ansia che tutto succedesse di nuovo. «no, anche perché se è così torni a Londra e se ricordi bene abbiamo comprato casa insieme!» Zayn prese a camminare verso la macchina. «giusto! Però mi ha fatto brutto comunque.. Il mio stomaco sta bestemmiando!» si fecero una risata insieme, ricordando due anni prima. «ok. Sono arrivata! Ci sentiamo dopo, caga sotto.» Zayn si fece una risata. «vorrei vedere te, essere abbandonata per due anni!» scosse la testa. «guarda che potevi chiamarmi e non ti avrei mangiato, sai?» Zayn salì sul macchinone e disse all’uomo di tornare in albergo. «si, certo! Pensi che ti credo?» Keyra ridacchiò, consegnando il biglietto. «bene Malik! Ci si sente quando arrivo!» chiusa la chiamata salì sull’aereo e cercò il suo posto.
 
 
«mamma!» la donna si girò, e per la prima volta in vita sua vide sua madre segnata dalla preoccupazione. Si abbracciarono, poi abbracciò i suoi fratelli. «allora? Come sta?» chiese, in ansia e guardandosi intorno. «è monitorato! Stiamo aspettando un buon dottore.» la guardò poi si diresse verso la guardiola. «salve!» disse, attirando lo sguardo dell’infermiere. «posso esserle d’aiuto?» annuì. «mio padre è in attesa del suo intervento..» il ragazzo annuì. «il Signor Smith, si!» annuì anche lei, mordendosi il labbro. «mia madre mi ha detto che c’era un dottore molto bravo, ma che è in vacanza!» il ragazzo annuì di nuovo. «potrei parlare con questo dottore?» il ragazzo la guardò a bocca aperta. «in realtà..» non lo fece neanche finire di parlare. «senta.. Io ero in America per lavoro, mi è arrivata la chiamata di mia madre, dove mi dice che mio padre ha avuto un attacco di cuore e sono stata per 10 fottutissime ore dentro una scatola volante. Per me può essere anche il presidente, ma vorrei che mio padre ha il suo fottuto intervento, per poi vedere che sta bene. Se mio padre muore, io vi denuncio tutti. E vi assicuro che i miei legali aspettano solamente una cosa del genere per essere liberati. Mi ci fa parlare?» domandò parlando con tono di avvertimento, guardandolo dentro gli occhi. Il ragazzo fece un numero, poi parlò con l’uomo e le porse il telefono. Parlò per dieci minuti con l’uomo, e alla fine la chiamata terminò. Quando porse di nuovo il telefono al ragazzo, sorrise. «mi avverta quando il dottore arriva, grazie!» tornò in sala d’attesa e si mise seduta su una sedia, massaggiandosi la faccia dal nervoso. «il dottore sta arrivando!» esclamò, facendo girare tutti verso di lei. «cosa?» chiese sua madre, speranzosa. «il più bravo dei medici sta arrivando..» «come..?» scosse la testa. «non chiedermelo! A me interessa solamente che papà viene operato!» un’infermiera si avvicinò a loro. «se desiderate andarlo a trovare, uno alla volta potete entrare! E’ sveglio, ma non scombussolatelo troppo!» tutti annuirono, poi la prima ad entrare fu sua madre. Uscì poco dopo, mentre Julian le permetteva di entrare come seconda. Quando entrò, rimase sulla porta a guardare suo padre. Ricordava ancora quando da piccola credeva che suo padre non sarebbe mai morto, e lo vedeva sempre così grande. Steso in quel letto, le sembrava piccolissimo e tremendamente delicato. Non l’aveva mai visto con quel viso, si vedeva che non stava bene. E vederlo con un camice da ospedale le fece arrivare una stilettata al cuore. Suo padre era uno che stava in camicia anche di domenica mattina. Se non ci aveva vissuto insieme, avrebbe pensato che dormiva vestito. L’uomo dopo un sospiro, apri gli occhi e li puntò su Keyra, ferma ancora sulla porta della stanza. «ehi..» sussurrò verso la figlia, che si fece avanti con un sorriso. «ehi papone!» l’uomo indicò il letto, facendole capire di sedersi lì al suo fianco. «perché sei qui?» domandò preoccupato, e lei lo guardò con dolcezza. «perché si! Sei o non sei il mio papà che non morirà mai? Sono tornata per impedire questa cosa!» l’uomo sorrise, e le accarezzò una guancia. «ancora te lo ricordi?» annuì, sfregando la guancia sulla mano di suo padre. «certo! E’ difficile che mi dimentico di qualcosa, papà!» disse con dolcezza, assicurandosi che fosse coperto bene. «tu sai che non potrò mantenere quella promessa, vero?» alzò gli occhi nei suoi, depressa. «lo so.. Ma tu cerca di resistere il più possibile..» l’uomo sorrise, e accarezzò ancora la guancia di sua figlia. «ti voglio bene, Keyra!» mosse il naso come un coniglio, pronta a farsi un bel pianto. «anche io papà!» Kevin la guardò con dolcezza. «sai.. sono fiero di te! Non può sembrare, ma è così!» sorrise, accarezzando la mano grande di suo padre. «ti prego! Non continuare con queste smielate assurde sennò piango. E poi perché me lo dici ora? Pensi che non lo so, papone?» chiese, con un sorriso facendo ridere l’uomo. «meglio che te le dico, semmai tu testarda come sei non l’hai capito.» scosse la testa nello stesso momento che qualcuno apriva la porta. «salve..» si girarono a guardare il dottore e Keyra si alzò. «lei dovrebbe essere Keyra, giusto?» annuì, porgendo la mano all’uomo. «la ringrazio per essere venuto!» l’uomo la guardò in tralice, poi sorrise. «deve essere molto fiero di sua figlia. Mi ha praticamente fatto andare via da una delle partite più emozionanti di golf.» disse il medico a suo padre. «e deve ringraziare che non è venuta a prenderlo di sua mano! Non lo sa, ma si è appena incontrato con una ragazza che se vuole qualcosa, se la prende!» lei arrossì un pochino. «l’ho notato. Mi ha anche offerto dei soldi per farmi venire qui!» ridacchiarono tutti e tre. «la sala operatoria è pronta!» si girò verso suo padre sorridendo. «mi raccomando, incrocia le dita se senti dolore!» l’uomo scoppiò a ridere fragorosamente. «me l’ero dimenticata questa cosa!» sorrise e si piegò a dare un bacio a suo padre, per poi uscire. Una volta da piccola, mentre erano dal dentista aveva visto suo padre fare una smorfia mentre il dentista gli levava una carie, e Keyra se n’era uscita con: “quando io sento dolore, incrocio le dita e tutto passa”. Le solite cose che si fanno e si dicono da bambini.
Si sentì scossa e saltò sulla poltrona, guardando la donna di fronte a se. «è successo qualcosa?» erano passate due o tre ore, e sicuramente si era addormentata nell’attesa. «no. Torna a casa e fatti una doccia Keyra!» istintivamente si odorò. «puzzo?» chiese, facendo ridere la donna che scosse la testa. «no, assolutamente no! Strano che dopo quasi 10 ore di viaggio ancora sento il tuo profumo nell’aria. Era per farti fare qualcosa. Resto io qui!» scosse la testa. «resto!» la donna respirò profondamente. «Keyra, torna a casa e dormi un’oretta. Che resti qui non serve a nulla!» scosse ancora la testa. «ripeto per la centesima volta. Torna a casa! Tanto ci vuole ancora molto prima della fine dell’operazione!» la guardò e la vide annuire. «sicura? Mi chiami in qualsiasi occasione?» Katy annuì. «certo, vai tranquilla!» uscì dall’ospedale, prelevando la macchina di famiglia dal parcheggio e dirigendosi verso casa. Di fronte alla villetta, tirò fuori le chiavi e aprì la porta. Silenzio. Erano arrivati i mobili, e l’amico di Zayn li aveva fatti sistemare dove avevano detto loro. Sospirando prese il cellulare e guardò l’orologio, contando le ore che le dividevano da San Francisco. «Keyra!» rispose Zayn, felice. «Hola!» si tolse le scarpe e si buttò sul letto a quattro di spade. «dove sei?» chiese preoccupato. «a casa. Mamma mi ci ha mandato a calci nel sedere!» spiegò stanca morta. «casa tua o casa nostra?» «nostra!» sbadigliò rumorosamente. «come sta tuo padre?» chiese preoccupato. «sta facendo l’operazione. Mancano ancora molte ore.» spiegò, socchiudendo gli occhi. «sei stanca?» sospirò. «si, ma non riesco a dormire per bene. Sono sempre in allerta!» ammise, depressa. «vedrai che andrà tutto bene! Mettiti un po’ a dormire!» annuì e lo salutò. Riuscì a dormire per due orette, quando sentì il cellulare squillare di nuovo. «arrivo!» disse, senza nemmeno dare il tempo a sua madre di parlare. Prese la borsa e si diresse di nuovo in Ospedale, dove trovò sua madre con un sorriso felice. «tutto bene?» la donna annuì porgendole un caffè. «si, tuo padre è uscito dalla sala operatoria. Sta bene!» tirò un sospirò di sollievo e abbracciò la donna di slancio, felice che tutto si fosse risolto. «puoi andarlo a trovare se vuoi! Ma è ancora intontito dall’anestesia!» annuì ed entrò in camera di suo padre, mezzo addormentato nel suo letto. «eh bravo! Hai mantenuto la promessa!» l’uomo sorrise a labbra strette. «ci provo!» si piegò a dargli un bacio e sentì le dita di suo padre cercare la mano appoggiata al materasso. «grazie per essere qui!» sorrise con dolcezza. «eh.. per così poco!» si guardarono negli occhi finché un’infermiera non entrò nella stanza, cercando di fare il suo lavoro. «Julian mi ha detto che voleva uscire un po’ con te!» si girò verso la porta, chiedendosi come mai suo fratello non le aveva detto quella cosa.. «riparti oggi?» chiese suo padre, facendo tornare Keyra a guardarlo. «ovviamente no. Resto finché non torni a casa! Poi ripartirò!» sussurrò, con un sorriso. «quindi fra due giorni!» sorrise. «che siano due giorni o quattro mesi, quando uscirai io riparto!» sentenziò e lo sentì ridacchiare, per il tono deciso che aveva usato. «guarda che io ormai sto bene eh!» lo guardò male. «Ma io mica resto per te! Resto perché se sto un altro giorno vicino a quel buzzurro di Zayn, credo di impazzire!» Kevin scosse la testa, divertito. «si, fai tanto la sostenuta ma non vedi l’ora di tornare, non è così?» lo guardò così intensamente che suo padre ridacchiò. «non riesci proprio a lasciarti andare vero? Venire da noi e dire: “mamma, papà.. sono fidanzata e sono felice”» si morse il labbro, ma sorridendo. «sai che per me non è facile. Se devo portare Zayn a casa, voglio essere sicura che.. è quello giusto.» L’uomo cercò di mettersi a sedere, e lei lo aiutò. «Keyra. Tu sai in fondo a te stessa che Zayn è quello giusto, ma hai paura di ammetterlo perché hai paura di rimanerci scottata. Ma ci sei andata a vivere insieme, no?» lo fissò per qualche secondo. «non tutti sono dei stronzi, sai?» continuò a fissarlo. «si ma dobbiamo continuare a parlare di me e Zayn per tutto il pomeriggio, pà?» chiese un po’ stranita, ma soprattutto vergognosa. «dannatamente si! Devo farti capire alcune cose prima di andarmene!» a quelle parole rabbrividì. «ecco, allora rimandiamo questa discussione di qualche mese, anni se possibile!» disse con tono divertito. «non vivrò per cent’anni Keyra! Se non te le faccio capire ora, quando?» guardò male suo padre. «per questo mese hai dato, mi pare. O no? Ecco. Aspettiamo il prossimo mese!» l’uomo si morse il labbro, poi annuì. «ora ti lascio riposare, io mi vado a fare una doccia! Torno più tardi, ok?» Kevin annuì e si godette il bacio sulla guancia di sua figlia per poi guardarla andare via. «Julian.. E’ vero che volevi uscire con me?» chiese, ritornando in sala d’aspetto. Suo fratello alzò la testa dal libro e la fissò. «si ma non fa niente. Volevo invitarti a pranzo e poi farci una passeggiata al centro commerciale!» «e allora andiamo, no?» sussurrò, prendendo la borsa. «ma non riparti?» chiese suo fratello, alzandosi mentre lei sbuffava. «oh.. ma cos’è tutta sta voglia che riparto? Vi sto tanto sulle palle?» Julian ridacchiò. «no ma sai com’è.. sei dalla parte opposta del mondo da dov..» «non terminare quella frase, sennò giuro che lascio Zayn ancora prima che la finisci!» sussurrò guardandolo male, parlando a denti stretti. «possiamo passare un secondo a casa? Vorrei farmi una doccia!» suo fratello annuì, e dopo aver salutato tutti, si diressero alla macchina di Julian. «allora, sorellina!» si girò a guardarlo, e sorrise quando vide la fede. «sessanta minuti, fratellino!» si guardarono male, poi prese a guidare in silenzio. Per fortuna suo padre si era ripreso, ringraziando il cielo. Solo quel giorno Keyra capì che suo padre era un normale umano,  e che non era l’uomo indistruttibile che tanto credeva. Sospirando si appoggiò al poggia testa e socchiuse gli occhi.
 
 
«Keyra.» si svegliò di soprassalto e si girò a guardare suo fratello. «siamo arrivati!» si guardò intorno, e con un mugugno scese dalla macchina, per andare ad aprire la porta di casa. «tu sei sicura che ce la fai a rimanere sveglia? In fondo per il tuo organismo è notte fonda, adesso!» sbadigliò ancora, ma non rispose, aprendo la porta di casa ed entrando, facendo accomodare suo fratello. «stai chiacchierando troppo per il mio organismo Julian! Dopo un triplo caffè ne riparliamo!» mentre lei faceva il caffè Julian si guardò un po’ intorno, fermandosi a guardare la distesa di dvd che lei e Zayn collezionavano. «come ti trovi a vivere con Zayn?» chiese curioso, guardandosi intorno. «una pacchia!» ammise, mordendosi il labbro e stringendo la caffettiera. «davvero?» chiese e Keyra si girò a guardarlo. «si, perché?» si scrutarono attentamente. «la mia convivenza non è stata poi così rose e fiori.» ridacchiò, sedendosi sul divano. «la tua! La mia va liscia come l’olio! Credo che l’unico uomo che si può sopportare come convivente ce l’ho io, e fidati che non me lo lascio scappare!» ridacchiarono. «non litigate mai?» fece una smorfia, poi scosse la testa. «mai?» ancora un gesto della testa. «no Julian! Mai..» lo vide rimanere a bocca aperta. «sei seria?» lo guardò male. Sospirando si alzò per preparare le due tazzine. «una sola volta abbiamo litigato. Ma non vivevamo ancora insieme!» «non si incazza mai perché lasci gli asciugamani per terra bagnati? Non ti incazzi mai quando cammina per il bagno lasciando la pozzanghera di acqua? Quando trovi le sue mutande in giro? Oppure perché magari ti riempie la cesta di roba sporca?» si girò a guardarlo. «Zayn sa lavarsi le sue cose da solo, ringraziando il cielo. Non vedo perché deve lasciare la pozzanghera di acqua per terra quando finisce di fare la doccia, visto che praticamente non si lava mai..» giocò, ridacchiando. «no, a parte gli scherzi! Va bene, non ci sono mai scazzi per queste cazzate, anche perché praticamente stiamo sempre in viaggio. Ma anche in viaggio non succedono mai queste cose, tanto da farci scazzare.» Julian si avvicinò a lei, con un sorriso. «siete davvero così perfetti da non litigare da quando vivete insieme?» si girò a guardarlo con un sorriso dopo aver messo un cucchiaino di zucchero. «ma siete almeno una coppia?» rise di gusto. «certo che si!» rispose, versando il caffè. «vuoi un giro turistico di casa Malik - Smith?» a quelle parole lo vide tremare leggermente, però poi annuì delicatamente.
Quando terminarono, lasciò Julian in camera mentre lei si faceva una doccia veloce, per poi uscire fasciata solamente dall’asciugamano. «dove vai?» si arretrò e guardò suo fratello. «a prendere le cose con cui vestirmi? Oppure vuoi che esco così?» chiese alzando un sopracciglio, stranita. «ecco. Mi stavo proprio domandando dov’è l’armadio!» ammise il fratello e lei indicò la porta di fronte a lei. Julian si alzò e le si mise dietro. Aprì la porta ed entrò, dirigendosi verso la sua parete. «no aspetta. Mi stai dicendo che voi avete l’armadio grande quanto una stanza?» domandò incredulo. «non grande quanto una camera. L’armadio è una camera!» si girò a guardarlo, vedendolo a bocca aperta. «non ci credo!» ridacchiò divertita, prendendo un paio di Jeans e un maglione. «davvero avete tolto una camera per fare l’armadio?» annuì, affiancandolo. «bello eh?» il ragazzo annuì, guardandosi intorno. Lei aveva due pareti, Zayn le altre due. In una di ogni rispettivo proprietario c’erano mensole, stecche dove attaccare giacche e cassetti. Nell’altra tutte mensole per le scarpe, con tanto di vetrina. Sia per lei, che per lui. Avevano stile, c’era poco da fare. «entrambi abbiamo fin troppi vestiti. Io perché amo i vestiti, lui perché ci lavora! E visto che quella stanza era inutilizzata, perché non creare un armadio grande che potesse contenere sia i miei vestiti, i suoi e le nostre scarpe? Come vedi non è venuto male. Siamo molto fieri dell’armadio, la cosa più fica di tutta la casa!» Vide suo fratello girarsi a guardarla. «beh no, la cosa più figa è il piano di Zayn!» scoppiò a ridere. «beh si.. è carina!» disse, per poi uscire dall’armadio ed entrare nel bagno. «però come casa è tranquilla. Nel senso.. da uno ricco come Zayn mi aspettavo il mega villone.» sorrise, mentre si vestiva. «in realtà lui voleva il mega villone, ma in questo stabile non ci sono. E lui voleva comunque vivere vicino ai suoi amici. In fondo fa tanto il duro ma appena sta due giorni senza i suoi ragazzi piagnucola come un bambino! Sono molto attaccati.» «insomma sono gay nel profondo!» si affacciò dal bagno, con un sorriso. Anche lui stava sorridendo, insomma stava facendo il coglione. «intanto si sbatte tua sorella!» lo vide perdere il sorriso e fare una smorfia. «quanto sei greve!» alzò le spalle, ridacchiando. «ma è la pura e semplice verità!» si fecero una risata. «sisi, gioca che in realtà sei una santarellina!» alzò gli occhi al cielo, divertita. «oh si.. sono così santarellina che neanche abbiamo fatto sesso!» lo vide entrare in bagno poco dopo. «scherzi spero!» lo guardò con un ghigno. «certo che scherzo. Zayn mi ispira sesso ogni sacrosanto giorno Julian! Dovreste ringraziare il cielo che lo faccio ancora vivere!» lo vide tirare un sospiro di sollievo. «come sei greve!» si fece un’altra risata. «ho preso da te, mica cavoli!» si diedero il cinque, per poi uscire appena fu pronta.
Pranzarono a casa di Julian e lei si coccolò i gatti e il visibile pancione di Eveline, per poi uscire come deciso. Quando si ritrovarono al centro di Londra, Julian si comprò alcune cose per il suo adorato basso, e lei invece si comprò dei vestiti, cosa totalmente nuova insomma. «quando ripartirai?» chiese incuriosito, girandosi a guardarla. «appena papà viene dimesso dall’ospedale e mi assicurerò che l’infermiera che ho trovato per lui sia degna di essere chiamata tale.» Julian batté disorientato le ciglia. «hai cercato un’infermiera a papà?» domandò incredulo. «si!» rispose, fissando una vetrina e non stando con il 100% del cervello in quel discorso. «quanto si fa pagare la strozzina?» chiese, sapendo bene che se aveva chiesto ad un infermiera di lavorare privatamente, era costata tanto. «non sono i soldi il mio problema principale, Julian! Voglio solo assicurarmi che papà si riprenda e sia in mani buone mentre io non sarò a Londra!» sentì la mano di Julian sfiorare la sua testa, delicatamente e si girò a guardarlo. «mi sento pedinato, devo ammetterlo!» inarcò un sopracciglio e lo vide indicare qualcosa dietro le sue spalle. Si girò a guardare cosa fosse, e si ritrovò un paio di fan a seguirli. «oh!» sussurrò, con un sorriso. «è lei.. è lei! Te l’avevo detto che era Keyra, stupida!» sentì dire una ragazza alla sua amica, e ridacchiò. «ti abituerai fratello! Non si sa perché ma seguono anche a me!» ammise, facendo un sorriso alle fan, che ricambiarono e tubarono come due piccioni. «perché ti sbatti allegramente uno dei loro idoli!» scoppiò a ridere. «come sei greve!» recitò le sue stesse parole, facendolo ridere. «per fortuna sanno che sei mio fratello! Sennò sai che film mentali si farebbero? “Keyra Smith, ragazza di Zayn Malik, trovata a passeggiare amorevolmente per Londra con il suo amante”»  si fecero una risata, poi entrarono dentro un negozio di dvd, restandoci per ben un’ora. Quando finirono lo shopping, tornarono in ospedale. «yoh padre!» entrarono in camera dell’uomo, e Keyra si piegò a dargli un bacio. Stava leggendo, sembrava come se non avesse avuto nessuna operazione, togliendo quell’espressione dolorante per i punti che tiravano. «che leggi?» chiese curiosa, curiosando. «come far azzittire tua figlia. Sentito nominare come libro?» ridacchiarono e lei si diresse verso il mazzo di fiori sul comodino. «bello! Chi te l’ha mandato?» domandò, togliendo la carta intorno e pronta a chiedere un vaso all’infermiera. «Niall, Liam, Harry, Louis e Zayn! Insieme al loro manager, Paul, giusto?» annuì con un sorriso stampato in faccia. Uscì e tornò con un vaso, rimanendo in silenzio. «possiamo continuare il nostro discorso?» Julian si era addormentato – non si sa aveva questa capacità di addormentarsi ovunque – e lei si girò a guardare suo padre. Kevin era molto interessato a quello che succedeva sua figlia, non perché era curioso di conoscere Zayn – in fondo lo conosceva – ma semplicemente perché aveva a cuore il comportamento di sua figlia. Era una ragazza piena di pensieri, piena di fisime che solo lei riusciva a capire. Lei credeva di essere nel giusto, quando in realtà non era così. Lui stesso aveva portato Keyra da uno psicologo, ma lei aveva smesso poco dopo dicendo che tutta quella cosa era una cazzata. «ma non stavi leggendo? E poi fare discorsi seri ti innervosisce. Non voglio innervosirti!» l’uomo scosse la testa, divertito. «Keyra..» Alzò una mano. «grazie per il pensiero di provare a farmi ragionare. Non ho intenzione di portare Zayn a casa, visto che l’ultima volta che l’ho fatto, il ragazzo è scappato! Sto bene così. Con le mie seghe mentali, con il fatto che penso sempre che in realtà mi prende in giro, che prima o poi si stuferà di me e cavoli vari. Lui sa tutto papà! Prima o poi riuscirò a portarlo a casa, promesso! Ma non adesso.» l’uomo la guardò preoccupato. «tu ti fai troppi pensieri, Keyra. Mi sembra un ragazzo a posto!» sospirando si mise seduta sulla poltrona. «è un ragazzo a posto papà. Ma non è lui il problema, ma io! Zayn è la perfezione in persona, tutte vorrebbero un ragazzo del genere. Ma le mie paure sono difficili da combattere!» spiegò con tono serio. «si, ma se tu non capisci in fretta che lui vuole te, lui scappa!» si guardarono per un tempo infinito, mentre lei pensava alle sue parole. «se vede che tu non gli dai fiducia, lui se ne andrà.» scosse la testa. «lui sa che ha la mia fiducia. Papà.. Ci vivo insieme e abbiamo fatto da poco sei mesi. Quando mai io ho permesso a qualcuno di essere così in sintonia con me, papà? Per me Zayn può essere il principe d’Inghilterra, ma non mi interesserebbe molto. Sto sotto le telecamere per lui, mi prendo le bestemmie delle fan gelose solamente per lui. Ci vivo insieme, ho comprato una casa insieme a lui. Ho accettato un lavoro che a me neanche interessa, anche per stare con lui. Sai quanto è difficile per me, ma mi pare che gli sto dando fiducia, no?» l’uomo annuì delicatamente. «si, ma lui le sa queste cose?» sbatté le ciglia, pensierosa. «certo che lo sa..» sussurrò, mordendosi l’unghia. «gliel’hai mai detto?» si ritrovò - due minuti - dopo a scuotere la testa. «e cosa aspetti a dirglielo?» si morse il labbro. «Keyra. Devi aprirti un pochino con lui. Non ti dico che gli devi raccontare quante volte vai al bagno e quante volte ti spazzoli i capelli. Ma non ti dico neanche di non dirgli nulla di te. Devi farlo partecipe della tua vita, dei pensieri che hai su di lui!» scosse la testa. «e se poi..» sussurrò, in ansia. «e se poi niente, Keyra! Non farti queste seghe mentali! Diamine. Sono passati due anni da quando l’hai conosciuto, e ancora ti vuole bene. Ma quale uomo ti continua a voler bene dopo tutti questi anni? Keyra, devi capirlo! Per  favore.. Non voglio che lo capisci troppo tardi quando Zayn se ne andrà facendoti rimanere sola.» lo fissò, perdendosi nei suoi pensieri e studiando le sue parole. «vado a prendermi un caffè.» sentenziò, prendendo il cellulare da dentro la borsa e uscendo dalla stanza. Uscì dall’ospedale, e prese un profondo respiro. «giuro su dio che se mi sbotta a ridere in faccia, lo ammazzo io mio padre!» si girò a guardare la signora al suo fianco, che la guardava a bocca aperta. «Si signora, parlo da sola!» sussurrò, componendo il numero di Zayn. Strinse la mascella e mise il cellulare al fianco dell’orecchio. Uno squillo, due squilli, tre squilli.. Se al quinto non rispondeva, era destino che non doveva sapere quelle cose. Quando fece per attaccare, sentì la chiamata aprirsi. Rimase due secondi in silenzio. «Keyra?» la voce impastata dal sonno di Zayn la fece tornare sul mondo dei vivi. «no nonno geppetto!» «è successo qualcosa?» diede fastidio ad una foglia di una pianta, nervosa. «volevo parlarti.» crollò il silenzio. «mi devo mettere seduto?» domandò in ansia il moro, aprendo gli occhi. «dal tono che hai usato aprendo la chiamata, sei già seduto, imbecille!» lo sentì ridacchiare. «mi devo preoccupare?» «si.» crollò di nuovo il silenzio, mentre lei trovava le palle di dire quelle cose. Oh ma perché era così dannatamente difficile? «Keyra, mi stai mettendo ansia!» ammise il moro con una punta di preoccupazione nella voce. Sospirò sonoramente, cominciando a camminare avanti e indietro per l’entrata del reparto. «ok. Sto per dire queste cose perché mio padre mi ha messo la pulce nell’orecchio. Insomma.. tu sai che hai la mia fiducia, no? Cioè sai che se vivo con te, se lavoro come vostra manager è anche per stare con te no? Perché in effetti non te l’ho mai fatto notare. Cioè..» si, era una che quando stava in ansia si lasciava andare ai “cioè” a gratis. «..sai la mia paura di stare sotto gli sguardi della gente no? Insomma, mi prendo le bestemmie delle fan senza aprire bocca solamente perché ti voglio. Cioè.. cammino per strada con te, sapendo che sicuramente ci saranno le fan o magari i paparazzi, ma ci cammino con te. Viviamo insieme neanche avendo fatto un anno. Io.. Io non so come.. mio padre mi ha messo la pulce nell’orecchio dicendomi che se non ti dico certe cose tu magari ti stufi del fatto che sono fredda. Sono troppo fredda? Tu sai che dietro alle battutine c’è il volerti bene no? Che anche se dico che sei brutto, sai benissimo che stravedo per te, vero? Non è vero che non mi piaci, io gioco ma perché sono fatta così. Insomma, diamine.. mio padre mi fa pensare che..Non.. Non è che stufi del mio comportamento? In quel caso me lo diresti vero?»
Keyra continuava a sparare domande, come se doveva chiedere conferma a Zayn, che a suo fare se ne stava appoggiato alla testiera del letto, guardandosi la pancia e sorridendo con dolcezza. Lui pensava che lo stava per lasciare, visto che gli aveva detto che si doveva preoccupare di quello che doveva dirgli. In verità gliel’aveva detto solamente perché si vergognava come una ladra di dirgli quelle cose. «cioè.. non è che magari ti sei reso conto che quando ci sono fan in mezzo io mi sposto sempre, e magari hai pensato che magari è perché mi vergogno di stare con te? Non è per quello lo sai vero? E’ che.. è che in fondo sono le vostre fan, non le mie. Non mi vergogno di stare con te, anzi.. sono molto contenta di essere la tua ragazza ma.. per me è difficile stare con una persona che ha tutti gli sguardi puntati addosso. Ma ci sto provando, cioè.. alla fine provo a non pensarci e molto spesso ci riesco pure pensando a noi due quando eravamo piccoli. Non vedo il Zayn di adesso, ma quello di prima. Cioè..» il moro sorrise ancora più pronunciato. «Keyra..Keyra!» la richiamò facendola smettere di parlare. «perché mi dici tutte queste cose?» chiese, giocando con il laccio dei pantaloni. «perché..» sospirando si mise seduta sul muretto. «perché devo. Perché papà ha ragione. Non mi apro abbastanza con te. Penso di fare le cose giuste ma in realtà sbaglio tutto. Ti tengo ancora a debita distanza. Ma è la paura di dirti le cose come stanno, di farti capire che sono pazza di te e poi rimanerci scottata. Io continuo a pensare che magari prima o poi tutto finirà, e mi ritrovo a pensare a come starò dopo. Se mi lascio andare, io ci starò male. Ma è anche vero che se non ti dico quello che provo.. magari ti stufi prima!» Zayn ridacchiò. «guarda che se sto con te, è perché mi piacciono anche le tue fisime mentali, Keyra! Per me puoi anche trattarmi a pesci in faccia ogni sacrosanto giorno, ma so che dietro a quella cattiveria si nasconde una Keyra che tiene a me. Puoi nascondermi quello che vuoi, ma so benissimo come la pensi. Se serve aspettare, aspetterò. Ma non metterti in testa altre fisime, perché magari non mi fai notare quanto mi vuoi bene. Pensi che non sapevo che ti saresti fatta tutti questi problemi quando ci siamo messi insieme? Però l’ho accettato, perché questo comportamento è parte di te. Adoro questa parte di te, perché ti fa sembrare ancora più dolce. Non sembra, ma a me da l’impressione che sei dolce quando ti fai tutti questi problemi. Che mi telefoni alle quattro di notte perché tuo padre ti ha messo la pulce nell’orecchio. Lo adoro, tu non sai quanto adoro queste cose. Devi capire che ti conosco abbastanza da sapere come sei fatta. Tu ti preoccupi troppo. Riesci a goderti la nostra storia giorno per giorno?» si morse il labbro. «ehm.. no!» lo sentì ridacchiare. «allora continua a farti le tue seghe mentali. Prima o poi capirai che prima che mi stuferò di te ce ne vuole.. Non sembra ma io voglio arrivare come i miei nonni, ti ricordi?» e chi se li scordava i suoi nonni? «la storia infinita!» lo sentì ridere ancora. «si.. Io quel giorno ho capito che è te che voglio.. E’ così che voglio finire con te! Magari non sarà così, magari saremo sempre due vipere che si fanno le battutine, ma io e te sappiamo che sotto c’è del voler bene verso l’altro no?» sospirò. «vuoi diventare smielato.. ammettilo!» Zayn rise ancora. «senti, quando torni che ti faccio vedere io quanto sono smielato?» fu il suo momento di ridere di cuore. «presto! Appena dimettono papà!» sussurrò sentendo un peso in meno sulle spalle. «ok.. Si sente la tua mancanza, sai?» sorrise, a labbra strette. «lo so.. mi mancherei anche io!» Zayn rise, stendendosi di nuovo. «Zayn..» «cosa?» «ti voglio bene!» il moro sbarrò gli occhi, incredulo. Non era un “ti amo” ma per Keyra un ti voglio bene era come un ti amo per le persone normali. «anche io te ne voglio!» si sentì una perfetta imbecille in quella situazione, ma dovette ammettere a se stessa che sentire quelle parole, la fece sentire al settimo cielo. «ora vado, perché mi sto congelando! Tu saluta tutti e papà vi ringrazia per i fiori!» lo sentì ridacchiare. «ok! Di niente!» si diedero la buonanotte, anche perché per Zayn era notte, e rientrò nel reparto con la consapevolezza che Zayn le voleva bene. 


WIN! Ce l'ho fatta, madonna santa. Partorire questo capitolo è stato più difficile del solito. Mi dispiace di non aver risposto alle recensioni precedenti, so sorry. Per chi me l'ha chiesto, la seconda storia di Keyra e Zayn la metterò appena finisce questa. (: Con orgoglio e tanto amore verso di voi vi annuncio che 105 persone seguono la storia. 105 non sono poche. Vi amo! Vi ricordo che se volete parlare con me mi trovate su twitter (_marrymezayn) e su FB ( Keyra Marrymezayn Smith). Per altro: ♥ much love.

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Capitolo 28
*** chapter twenty seven ***


Perché io sono sempre stata una persona distaccata. Non ho mai provato veramente l'amore,
non facevo altro che immedesimarmi nelle emozioni altrui, come un attore fa con un personaggio.
Ora, da qualche parte nel mondo, qualcuno si sta immedesimando in me.

 

Vi siete mai ritrovati a pensare al passato? A quel passato che sembra tanto vicino, forse perché si sta ancora male per qualcosa, ma ti rendi conto che è passato tanto tempo? Poche volte lei ritornava indietro con i ricordi, perché a volte i ricordi facevano solo male, ma in quel momento, seduta in macchina, ricordava. Cosa? Di tutto. Tutto quello che era successo da due anni a quella parte e non si stupì minimamente di ricordare così perfettamente tutto quello che era successo da due anni a quella parte. La prima volta che l’aveva visto.. il primo bacio.. i primi pensieri sconci.. Quando era rimasta sveglia a guardarlo dormire e quando si era resa conto che la donna che avrebbe avuto il cuore di Zayn sarebbe stata davvero molto fortunata. Lei in quel momento aveva il cuore di Zayn ed era al corrente che era fortunatissima. Stava facendo di tutto per tenerlo lì, tra le sue mani e cullarlo come se tra le sue mani vi era qualcosa di estremamente delicato. In effetti era così. Il cuore di Zayn era delicato, almeno quanto lui.
Quante lacrime aveva versato per lui? Ma quanto ne era valsa la pena? Quanto, diamine! Mentre andavano verso l’hotel, si ritrovò a domandarsi che fosse successo se magari lei non avesse accettato quella mezza sfida che le aveva fatto Zayn. Chissà se le cose si sarebbero evolute nello stesso modo. Chissà se non fosse stata così distaccata dal sesso maschile se Zayn le avesse dato le stesse attenzioni. Strano affare il destino. Bastava un minimo, e tutto si strutturava intorno a quella cosa. A volte si ritrovava anche a pensare che le sarebbe piaciuto avuto un qualcuno che registrava la sua vita per poi riguardare i video e rendersi conto di cosa aveva passato. Le sarebbe piaciuto poter riguardare gli sguardi di Zayn che le regalava per vedere se con il tempo erano cambiati.
«Siamo arrivati!» chissà perché ogni volta che si perdeva nei suoi pensieri l’autista diceva sempre quella cosa. Non era la prima volta che le succedeva. Crollò sul mondo dei vivi e annuì, guardando l’autista dallo specchietto retrovisore.
Quando si fermò ringraziò l’autista che le sorrise con dolcezza, per poi guardarlo ripartire verso il Garage. Guardò l’albergo e sospirando cominciò a camminare verso la hall. Appena mise piede dentro, si avvicinò alla reception, guardando la ragazza con un sorriso. «salve..» la salutò e ricevette un sorriso freddo. «i One Direction sono in albergo?» chiese mordendosi il labbro. «aspetti che controllo..» attese mentre guardava il cellulare. «Keyra?» si girò a guardare il punto da dove arrivava la voce, e si ritrovò Louis. «no.. è un'allucinazione!» sorrise nello stesso momento che Louis le saltava addosso, felice come una pasqua. Non aveva avvisato nessuno dei cinque che stava ritornando, solo Paul con cui si sentiva praticamente ogni sacrosanto giorno. Ricambiò l’abbraccio, delicatamente. «ma da quanto sei così alto?» lo sentì ridere. «guarda che mi hai visto due settimane fa, mica tre milioni di anni fa eh!» rispose, divertito. «sei cambiato! Sei più alto. Se adesso vado da Harry cosa mi ritrovo? Lo ritrovo pelato?» Louis si fece una risata divertita, scompigliandole i capelli. «come sta tuo padre?» arricciò le labbra, pensierosa. «bene? E’ già tornato a lavorare. Dice che i suoi pazienti non potevano aspettarlo!» Louis sorrise, con dolcezza. «sono contento.» si sorrisero. «cosa mi sono persa in questi giorni?» domandò in modo curioso, appoggiandosi al bancone della reception. Con la coda dell’occhio notò come la ragazza si mangiava con gli occhi Louis. «niente di nuovo oltre a quella cosa di Zayn.» sbatté le ciglia, diventando bianca. «che gli è successo?» domandò e la voce le tremò leggermente. Solo in certi momento, quando qualcuno ti dice che una delle persone a cui vuoi bene stava quasi per morire, capisci quanto bene vuoi ad una persona. Sentì la pelle della fronte riempirsi di un velo di sudore, mentre i polmoni si chiudevano per l’ansia. «non te l’ha detto?» scosse la testa dopo che ci pensò un po’ su. Non le aveva detto niente di che, in quelle due settimane. «stava per affogare in mare.» gli occhi le si sbarrarono leggermente, sentendo il cuore arrivare fino in gola dall’ansia. «st..stava affogando?» Louis annuì, sorridendo dispiaciuto di essere stato lui a dirglielo. «ha bevuto l’acqua di mare per sbaglio e per respirare si è dimenticato di muovere le braccia. Per fortuna Liam l’ha preso e l’ha portato sulla riva del mare, dove Zayn si è ripreso da solo. Sai l’effetto che gli fa bere l’acqua, no?» no, non sapeva neanche che effetto gli faceva l’acqua di mare. Scosse la testa, nel panico. «Keyra, stai calma.. Zayn è vivo e si sta fumando una sigaretta di fuori..» istintivamente spostò lo sguardo verso la terrazza dell’albergo. «ma..ma..» Louis la prese per le spalle, facendosi guardare. «stai tranquilla.» fissò le sue labbra, poi tirò un sospiro. «voi avete deciso di ammazzarmi, dai, ammettetelo!» Louis si fece una risatina. «vai da lui, forza!» e dicendo quelle parole la spinse verso la terrazza, mentre lei sembrava una bambina che aveva appena iniziato a camminare. Un po’ insicura nel passo, le braccia pronte a mettersi davanti se solo fosse caduta. Quando arrivò in terrazza, vide Zayn di spalle alla porta e Niall con lui. Quando il biondo si girò sorrise a trentadue denti, bello come il sole. «da quanto fumi?» chiese, notando subito la sigaretta tra le sue dita. «posso spiegare..» non fece in tempo a dire altro perché sentendo la sua voce, Zayn si era girato e vedendola le era saltato addosso. «per me puoi anche non spiegare. A me se fumi o no poco mi interessa, Niall!» ammise, guardando male Zayn che al tempo stesso le prendeva il viso e cominciava a darle tutti baci su di esso, contento di vederla. «mi faccio due tiri quando sono nervoso!» ammise, a mo di spiegazione. «pure io dicevo così. E poi, quando sei nervoso, fatti una scopata che è meno nociva!» disse, cercando di scostare quel mentecatto del suo ragazzo, mentre Niall ridacchiava. «il bue che dice cornuto all’asino.» lo sentì dire. «ma io so benissimo che mi faccio del male.. infatti non ti sto cazziando, Niall. Per me ti puoi far male quanto ti pare, basta che tu ne sei al corrente.» disse prima di posare le labbra delicatamente le labbra su quelle di Zayn. Dopo un bacio affondò la faccia nella camicia di Zayn, respirando a pieni polmoni il suo profumo e sospirò deliziata. Era come una droga per lei quel profumo. Era come se fosse la sua dose quotidiana di droga e lei aveva bisogno di sniffarla per sentirsi finalmente bene. Per lei quel profumo sapeva di casa. «e tu mentecatto. Quando me lo dici che stavi per annegare?» Zayn affondò la testa nelle spalle, facendo una faccia da angelo. «chi te l’ha detto?» chiese, affondando la faccia nei suoi capelli. «non importa chi, ma perché non me l’hai detto?» chiese ancora, guardandolo in tralice. «perché ti saresti solo preoccupata!» per risposta gli diede una gomitata. «sei un coglione Zayn! Oggi pomeriggio sei impegnato, con me..» il moro assunse una faccia malandrina, e Keyra gli diede un’altra gomitata. «non sperarci, demente. Andiamo in piscina!» a quelle parole, Zayn sbiancò, mentre lei salutava con un bacio Niall. «fammi fare un tiro, va!» gli rubò la sigaretta, e lui la guardò male, mentre Zayn si attaccava a lei stile koala all’albero. «come sta tuo padre?» ridiede la sigaretta a Niall, girandosi a guardarlo. «Bene. Non l’ammazza nessuno a quello!» disse, ridacchiando e appoggiandosi al petto di Zayn, stanca morta. Niall la guardò con dolcezza. «Vai su e mettiti un po’ a riposare.» sbadigliò e dopo aver preso la chiave di Zayn – che pensate che non lo sapeva che non poteva prendersi una camera da sola – lì salutò andando a salutare anche Harry e Liam, che giocavano in camera. Si coccolò un po’ entrambi, si fece coccolare da Harry mentre giocava con i suoi ricci, che ultimamente erano più belli di sempre. Quando arrivò di fronte al letto, lo guardò come se fosse una manna dal cielo, e ci si buttò a quattro di spade, crollando a dormire all’istante. Non si ricordò neanche di aver appoggiato la testa sul cuscino.
Quando due ore dopo si svegliò, aveva una coperta e le tende erano chiuse. Per un secondo pensò che aveva dormito per tutto il pomeriggio, ma non era così – constatò quando aprì le tende, vedendo la luce -. Sbadigliando uscì dalla stanza, incontrando Paul alla reception. Le chiese dove stava andando, e Keyra rispose che andava ai negozi dell’albergo per prendere un costume per insegnare a Zayn a nuotare. Gli chiese se fosse un problema se per qualche ora lo rubava al gruppo, e Paul non protestò, anzi.. La ringraziò perché si era preoccupato tantissimo sapendo quello che era successo.
 
 
«mi sento un idiota!» ammise il moro, guardando l’acqua come se potesse ucciderla. «tu sei idiota, è questa la cosa bella!» Zayn perse interesse nell’acqua e si girò a guardare la tipa sul bordo della piscina. «mi sei mancata anche tu, amore mio!» sorrise angelicamente, muovendo la mano e togliendosi la maglietta larga, rimanendo in costume intero. «io dovrei nuotare, con te che hai quel costume?» scosse la testa. «na.. ti salto addosso prima!» Keyra gli schizzò l’acqua addosso, con il piede per poi entrare in acqua con un tuffo, nuotando fino a lui.
Guardò Zayn immobile al suo posto. «guarda che non ti mangia l’acqua eh! Devi solo imparare ad esserle amico.» lo vide fare una smorfia. «mi odia!» alzò un sopracciglio. «sai che anche io avevo paura dell’acqua? Tanto che quando mi lavavo il viso perdevo il fiato?» Zayn si girò a guardarla. «e ora come fai?» ridacchiò. «ho sconfitto la mia paura. Certo, in mare è tutto diverso, ma almeno in piscina so come cavarmela!» Zayn sorrise. «speriamo che succede anche a me!» Keyra ridacchiò. «oh si, anche perché ti porterò a fare una lezione anche in mare!» il moro sbiancò leggermente, perdendo il sorriso. «allora, sai tenerti a galla?» Zayn scosse la testa e lei uscì dalla piscina, issandosi sul bordo e andando a prendere una tavoletta e il tubo di gomma, che servivano per tenere a galla una persona che non sapeva restare a filo dell’acqua. Li lanciò in vasca, con il tubo – facendolo apposta – prese Zayn in testa, facendosi bestemmiare contro. Rientrò in acqua e si avvicinò a lui, vedendo un po’ perso in chissà quali pensieri. Gli passò una mano di fronte gli occhi, e lo fece scendere dal suo mondo fantastico. «eh..scusa! Mi hai ammazzato quando sei uscita dall’acqua.. Questo costume ti fa un bel sedere!» un gancio destro arrivò sul braccio di Zayn, che rise. «sai dove te lo metto quel tubo se tu non ti stai zitto?» disse poco finemente, facendolo ridere. «come sei greve!» risero insieme, mentre porgeva il tubo a Zayn. «passatelo sotto le ascelle.» fece come diceva e poi Keyra lo spinse leggermente verso l’acqua, facendolo quasi morire di paura. «ma sei pazza?» domandò, e si staccò da lei visto che quando l’aveva spinto si era tipo attaccato a lei stile koala con l’albero. Alzò gli occhi al cielo, esasperata. «guarda che ti ho fatto mettere quel tubo apposta, imbecille. Ti devi fidare di me e dell’esperienza che ho in più di te.» il moro la scrutò attentamente, poi prendendola per mano si lasciò andare. Keyra lo spinse ancora e lo vide chiudere gli occhi impaurito. «allunga le gambe. Stai tranquillo che il tubo ti tiene a galla!» fece come detto, e poco dopo sguazzava nell’acqua tutto rilassato. «pancia in su, Zayn!» lo ribeccò e lo vide inarcare la schiena quel tanto per mettere su il bacino. Lo lasciò prendere confidenza con l’acqua per un po’, sentendolo addirittura fischiettare allegramente. Era di buon umore. «ci proviamo senza tubo? Ti tengo io.» lo vide fare una smorfia, preoccupato però alla fine annuì e tolse il tubo, che Keyra tirò più in là. «butta indietro la testa, stenditi e nello stesso momento alza le gambe.» Zayn ci provò, ma si ritrovò solamente a sguazzare nell’acqua. «sei un perfetto idiota.» lo sfotté e gli fece vedere come fare. Due secondi dopo, se la rilassava a pelo dell’acqua. «devi essere concentrata per fare questo?» si girò a guardarlo. «no, come vedi chiacchiero e potrei anche fumarmi una sigaretta senza problemi.» ammise, e poco dopo sentì le labbra di Zayn posarsi sulle sue. Ridacchiò divertita, con un braccio affondò la mano nei suoi capelli, con l’altra teneva l’equilibrio. «come vedi non serve essere concentrati! Forza, provaci.» si rimise eretta, facendo con lui i movimenti, ma lei smise prima per tenerlo da sotto la schiena. Poco dopo, mentre continuava a tenerlo per la schiena, sentì la porta della piscina aprirsi e si girò a guardare chi fosse. Erano gli altri quattro, che entravano. «che diavolo volete?» chiese e vide in mano a quei dementi dei pop corn. «goderci lo spettacolo di Zayn che affoga!» scosse la testa e sbuffò. «basta che non lo distraete, ok?» tutti annuirono, mettendosi sulla panchina. Continuò a far galleggiare Zayn, e ad un tratto levò la mano, molto lentamente dalla sua schiena. Quando si accorse di galleggiare da solo, affondò e Keyra lo riprese subito, prima di fargli bere l’acqua della piscina. «ma sei mattaaa?» urlò ansimando, togliendosi i capelli dagli occhi. «no, non sono matta. Però hai galleggiato da solo per ben due minuti! Ora, sai galleggiare!» disse tutta soddisfatta mentre lui la guardava male. «riprovaci!» Zayn scosse la testa e si guardarono in cagnesco finché  Zayn scosse la testa e si guardarono in cagnesco finché non ci riprovò. «ora proviamo la respirazione!» Zayn entrò nel panico più totale. «oh, non ti assale l’acqua, però devi stare tranquillo.» lo vide scrutare l’acqua in ansia. Lo fece accucciare in acqua. Cominciò a sentire delle battutine da parte di quei quattro e si girò a guardarli male. «sparite, ORA!» indicò la porta, incazzata come una biscia. «eddai Keyra, non ti incazzare!» si avvicinò al bordo vicino alla panchina e con una manata lavò quei quattro, bagnandoli da testa a piedi. Due secondi dopo erano di nuovo da soli. Sorrise tutta soddisfatta, tornando da Zayn che ridacchiava tutto contento.
Terminarono un’oretta dopo, anche perché c’era un singin e i ragazzi dovevano uscire prima del concerto per andare a firmare gli autografi delle fan, quindi si andarono a fare una doccia al volo e mezz’ora dopo si ritrovarono nel macchinone. Loro dietro, lei con Paul davanti al fianco del guidatore. Dietro si stava tenendo un balletto, mentre loro due parlavano. «ho seguito il tuo consiglio!» si girò a guardare il capo, con un sopracciglio alzato. «quale delle mie tante perle di saggezza hai deciso di seguire?» Paul si fece una risata, passando un braccio sulle spalle di Keyra. «non sai quanto mi sei mancata!» arrossì leggermente, accarezzandosi i capelli, nervosa. Paul era un padre, per lei e per i ragazzi. Un padre, un amico e un confidente. Non era un uomo di quarant’anni, ma un ragazzino come loro. A volte – molto spesso – lo trovava ad inseguire Louis oppure lei stessa doveva smettere di farli giocare perché erano in ritardo. Era.. il meglio che si poteva avere come manager. «allora, quale?» domandò, cercando di cambiare argomento. «quello di prendere un altro manager. In realtà..» annuì, guardando la strada di fronte a loro. «ne ho presi due.. ti dispiace?» alzò le spalle, facendo una smorfia. «perché dovrebbe?» chiese girandosi verso di lui, con un sorriso. «uno è italiano! L’altra..» alzò un sopracciglio. «ho deciso di prendere un maschio e una femmina!» congiunse le mani a mo di preghiera. «dimmi che è vecchia e con le rughe, ti prego!» Paul si fece una risata di cuore, e pure l’autista lo sentì ridacchiare. «non è vecchissima, ma non è neanche giovane come te!» sospirò in modo depresso. «anni?» chiese, prima di tutto. Mica le interessava sapere se era brava. No, le interessava sapere se era vecchia o giovane. «trent..» si morse la lingua quando la vide piagnucolare. «sto scherzando. Quaranta.» tirò un sospiro di sollievo, dando un bacione a Paul che ridacchiò. «e quando arrivano?» chiese incuriosita. «non ti interessa sapere l’età dell’altro?» alzò le spalle. «io il ragazzo già ce l’ho!» e indicò dietro dove si ritrovava uno Zayn impazzito che ballava e cantava, ora più felice perché era tornata Keyra. «quasi trenta!» Louis si fece avanti. «quasi trenta cosa?» domandò sbucando tra i due poggiatesta. «ho preso due nuovi manager!» Tutti si spostarono verso il davanti, dove stavano seduti loro. «e chi sono?» chiese Niall, curioso. «Layla..» al nome femminile Harry si fece curioso. «è molto brava..» Il riccio mosse una mano «anni?» chiese curioso. Keyra ghignò. «quarantadue.» rispose Paul, divertito. «troppo.. peccato! Ma una ragazza come Keyra no?» chiese stranito. «Ma Keyra è unica!» Vide Zayn dare delle pacche sulla spalla di Paul, per quella risposta. «giusto, hai ragione!» sussurrò Harry, accigliato. «e il secondo?» chiese sempre Niall, curioso come la morte. «Marco. Italiano, famiglia italiana ma vive in Inghilterra e lavora alla Syco da anni. Molto bravo!» Disse guardando sul cellulare. «anni?» Sempre Harry a chiederlo. Paul alzò lo sguardo su Keyra che aveva un lato delle labbra alzato. «quasi trenta!» rispose spostando lo sguardo sui ragazzi e lei fece lo stesso. Zayn la guardò male, e lei rispose con altrettanto astio. «che vuoi?» domandò a labbra strette. Zayn si indicò gli occhi e poi indicò i suoi, come per dirle “ti controllo”. Rise di gusto proprio nel momento che la macchina si fermava. I ragazzi scesero e i due manager si diressero verso il punto dove sarebbe venuto il singing. Mentre i One Direction se ne stavano nella saletta privata, loro controllavano tutto.   
Keyra controllò che tutto fosse messo bene. La transenna che impediva alla gente di sorpassare, che le guardie del corpo ci fossero tutte. «io odio le fan!» Disse David, guardandola. «e allora perché fai questo lavoro?» lo vide sorridere. «per quanto pagano!» ridacchiò. «beh, oggi ti toccherà sorridere, per favore sorridi! Nei panni di una fan il buttafuori mette ansia.» ammise, e lui la guardò male. David era quello che prendeva i cd, e li passava ai ragazzi. Quindi era quello che aveva più contatto con le fan. Mise due dita agli angoli della bocca, e glieli alzò. «sorridi, la vita è bella!» si mise dietro la prima sedia vicino a David e i ragazzi entrarono. Mentre facevano entrare le fan, i ragazzi si diressero al tendone allestito per loro per fare qualche foto per i giornali, poi si misero seduti. Le capitò Niall da “proteggere”. In realtà gli stava dietro solo per prendere i regali delle ragazze che gli donavano. La cosa andò abbastanza tranquilla, ma si innervosì quando vide David impedire ad una ragazza di avvicinarsi a Niall per abbracciarlo. «David!» scosse la testa, e lui sbuffò. «ha per caso un coltello? No, non lo vuole uccidere. Guarda che le Directioner non sono così cattive eh!» Pure Niall si era alzato per abbracciarla ma vedendo la testa dell’uomo scuotere, lasciò perdere. «vai, ci penso io qui!» disse, un po’ innervosita. David se ne andò, e lei prese il suo posto. «Ora, hai tre secondi prima che la parte di me che fa da buttafuori, scuota la testa!» Disse alla ragazza, scherzando per ritirarla su. Ci era rimasta male. Annuì a Niall che si alzò un poco dalla sedia per abbracciarla. Keyra si girò e guardò la ragazza dopo «Ciao!» Sorrise e prese il cd della ragazza e porgendolo a Niall, che le sorrise e Keyra ricambiò. David tornò. «ok capo, mi sono calmato!» si girò a guardarlo mentre porgeva la mano per prendere il cd. «no, non ti sei calmato! Hai la giornata libera. Mi pare di essere stata chiara quando ho detto che avremmo accettato qualsiasi cosa richiesta dalle directioner nel limite del possibile. Era un abbraccio e tu per un nano secondo hai spezzato il cuore di una ragazza che è stata qui tre ore ad aspettare i suoi ragazzi.» Spiegò, innervosita, passando i cd a Niall, ma continuando a guardare in direzione di David. «se non sai come gestire una fan con una persona famosa, fattelo dire hai deciso il lavoro sbagliato!» Keyra era sempre dolce, ma quando ci voleva la durezza sapeva come prenderla. «E ora sparisci, tutto d’un tratto ho un lavoro molto estenuante.» disse tornando a guardare la tipa davanti a sé. La guardò per un nano secondo in modo duro, poi sorrise. «Ciao!» La salutò e prese il suo cd. «L’hai ridotto in poltiglia!» si girò verso Niall, e risero. «come vedi posso essere ben altro che dolce!» Le fece un occhiolino, poi la ragazza di fronte a se le chiese se poteva abbracciare Niall. «abbracciare si, palpare no! Potrei ucciderti!» scherzò, con un occhiolino mentre anche Niall rideva. Li guardò abbracciarsi per poi prendere un altro cd, scrutando la situazione. Lesse sulla maglietta di una ragazza e scoppiò a ridere. «Adoro la tua maglietta!» ammise, prendendo il suo cd. Quella sorrise. «hai avuto un’idea geniale! Complimenti.» la ragazza sorrise e Keyra guardò ancora la maglietta dove c’era scritto “No, Jimmy protested” detta da Louis in un video. Salutò anche quella dietro. «questo è per te!» alzò lo sguardo, incredula. «per me?» era un cartellone. Lo prese e lo aprì, leggendo “Keyra sei la nostra superwoman”. Scoppiò a ridere, guardando le foto che c’erano intorno alla scritta. Le veniva da piangere. «non dovevi ma grazie!» disse, con il magone in gola. «posso abbracciarti?» Guardò la tipa, con curiosità. «in realtà io non sono inclusa negli abbracci dei One Direction. Ma si dai!» Mise apposto il cartellone, e l’abbracciò. «Grazie, davvero!» Ora si metteva a piangere eh! Niall batté le mani, e tutti si girarono a guardarle. Si staccò da lei, facendo una faccia triste. «mi vuoi sposare, directioner?» quella rise. «non è invidioso Zayn?» Si avvicinò come per parlarle all’orecchio. «si, ma Zayn è una copertura! In realtà ho un debole per le ragazze!» Scherzò e quella rise, scuotendo la testa. Prese il cd e glielo passò a Niall. «Sei pregata di lasciare il tuo numero al buttafuori alla fine del tavolo! Ti chiamerò presto!» Urlò quando si trovava davanti a Louis. Si girò a guardare Niall. «visto? Anche tu hai delle fan!» ridacchiò. «una su un milione!» Salutò la ragazza, prese il cd e glielo diede a Niall come da copione. «Cos’è sta storia?» si girò quando sentì la voce di Zayn che urlava dalla fine del tavolo. «quale?» vedendo la tipa davanti a Zayn, sorrise. «mi ha chiesto se può sposarti!» Scoppiò a ridere. «stacci Malik!» scosse la testa, e lo vide scuotere la testa in direzione della fan, per poi sorridere. Sorrise alla nuova ragazza. «questa è Keyra!» rialzò lo sguardo, sentendo quella frase. La tipa dietro a quella a cui stava prendendo il cd, la stava riprendendo. «Alla vostra destra potrete notare..» esclamò a mo di giro turistico, scherzando. La sentì ridere. «oggi da buttafuori?» Annuì prendendo il cd che le porgeva. Si dovette bloccare perché Niall ne aveva altri tre ancora da firmare. «diciamo che sono una tutto fare!» scherzò, girandosi a guardare Niall. Era a bocca aperta. «oh, bell’addormentato! Una mossa, eh!» lui si riscosse, e scoppiò a ridere. «aveva due occhi da paura!» lei lo guardò maliziosa. «adesso si chiamano occhi?» risero, insieme mentre la tipa li riprendeva. «gelosa Smith?» fece una smorfia. «sempre e comunque!!» scherzò con un occhiolino. Le diede una pizza sul sedere, giocoso. «Abbassa quelle manacce, Horan!» si udì dalla fine del tavolo. Si girarono e lo guardarono male. «disse l’uomo non geloso!» scoppiò a ridere, mentre allungava il braccio per prendere il cd di quella dietro. «Ciaoo! Ti odio, voglio la tua maglietta!» disse vedendo scritto: “Harry will marry me? I’ll we be your Louis!” Si girò verso Niall. «ma sono delle genie, cazzo! Le magliette sono davvero geniali!» Disse, indicandole. Lui annuì. «la voglio pure io una maglietta così!» disse, con il broncio prendendo un altro cd dalla tipa di fronte a sé. «dai te ne regalo una!» disse Niall, sorridendo alla videocamera e salutando la ragazza. Vide la tipa della maglietta spogliarsi. «Gli spogliarelli per favore in camerino!» scoppiarono tutti a ridere. «Ci sono delle bambine!» disse, indicando sempre scherzando due o tre bambine che aveva visto. Naturalmente aveva la canottiera sotto. Harry la prese, e l’abbracciò. «Cosa pensi?» chiese Niall vedendo il suo sguardo e firmando un altro cd. «che come fan faccio schifo. Neanche mi emoziono quando vi vedo!» ammise, sorridendo ad un’altra fan, prendendo il suo cd. «Scherzi spero! Sei amica di tutti, la loro manager, stai con uno di loro e vivi con lui!» lo guardò. «e con questo?! Ogni santo giorno mi dovrei ricordare che vivevo con i One direction, e dovrei piangere felice per questo.» Niall scosse la testa, mentre Liam rise. «Tu non sei sana di mente, fattelo dire Keyra!» Esclamò Niall, sorridendo alla ragazza. «perché ho accettato di essere vostro manager? Dovevo fare la ragazza immagine e seguirvi ovunque. Ce l’avete presente quel tipo di fan che seguono i propri artisti ovunque?» I due più vicini a lei – Niall e Liam - scoppiarono a ridere, scuotendo la testa. Liam prese il cd che Niall gli passava. Vide la mamma con la bambina in braccio. «Ciao piccola!» La salutò, piegandosi e quella si nascose nel petto della mamma. «è molto timida!» Keyra alzò lo sguardo, e sorrise. «lo vedo!» sorrise. «Ciao Keyra» rise, sentendo la vocina dolcissima che la salutava. Sapeva anche chi era, geniale. «ciao a te, scricciolo! Come ti chiami?» chiese, porgendo un dito che la bambina prese, e glielo strinse a mo di presentazione. «Sarah» «piacere Sarah! Vieni in braccio a me, così ti faccio fare una foto con tutti?» Alla bambina le si illuminarono gli occhi. «ma ho sentito dal buttafuori che non è consentito fare le foto con loro.» Keyra rialzò lo sguardo, con dolcezza. «ma per la principessa questo ed altro!! Possiamo fare uno strappo alla regola! Le piccole directioner sono sempre ben accettate!» Sarah le allungò le braccia e Keyra la prese in braccio, sentendola attaccarsi come una cozza allo scoglio. «mamma come sei bella!» disse, vedendo gli occhioni chiari che la guardavano. «chi vuoi che sia il primo?» chiese Keyra, con dolcezza. La bambina li guardò, si erano girati a guardare tutti quella scena. «Louis» e Keyra camminò dietro di loro, portando la bambina a Louis che si spostò un po’ per prenderla in braccio. Li guardò con amore. Mamma che cos’era Louis con i bambini. Le metteva dolcezza solo a guardarli. La mamma fece la foto, mentre aspettava dietro la sedia di Louis che il ragazzo ci parlasse un po’. Vide come Harry se la metteva seduta in spalla, come Niall l’abbracciò con una dolcezza devastante. Lo sguardo serio di Zayn che la impaurì e Keyra gli diede un cinquino. Risero, quando lui si girò a guardarla, stranito. «e fallo un sorriso!! Questa foto verrà consumata all’età di 15 anni di Sarah!» accarezzò i capelli di Sarah, che guardava stranita Zayn. «le hai messo paura, incredibile.» ridacchiò e si piegò su Sarah, per parlarle all’orecchio. «non metterti paura. E’ Zayn, ricordatelo!» la bambina guardò il ragazzo poi gli si attaccò al collo. In quel momento Zayn sorrise. Ci parlò un po’ anche lui, poi la portò a Liam. La bambina si avvicinò e gli diede un bacio sulle labbra. Keyra scoppiò a ridere, vedendo la faccia rossa di Liam. «Adoro sua figlia! Può andare in giro fra qualche anno a vantarsi che il suo primo bacio l’ha dato ad uno dei One Direction!» E rise come mai aveva riso in tutta la sua vita, riprendendola in braccio per poi riconsegnarla alla madre. «posso fare una foto anche con te?» La guardò e sorrise. «io rovino le foto!» disse, con dolcezza. «fa niente, la voglio!» poi spostò lo sguardo in quello di sua madre che la ribeccava. «per favore!» disse, capendo che mancava qualcosa. Sorrise e alla fine annuì, sorridendo verso la fotocamera. Quando fecero la foto, Keyra si piegò sul tavolo e prese un foglio da sotto mano di Harry. Scrisse la sua email e la consegnò alla mamma. «appena può, me la manda per favore?» La donna annuì, con gli occhi lucidi. «grazie, davvero!» sorrise e strinse la manina a Sarah! «si, grazie Keyra!» sorrise a trentadue denti e le guardò andare via. Ci rimase due secondi a guardarle, vedendo come la bambina saltellava euforica di aver visto i cinque. Girandosi e scuotendo la testa, vide come la guardava Zayn. Perse il sorriso e lo guardò seria. «che ti guardi?» e tornò al suo posto, salutando le altre directioner e prendendo i loro cd.
Tutto continuò normalmente, tra risate e foto, tra Niall che sparava minchiate e lei che rideva.. Ad un tratto le fan cominciarono a cantare una loro canzone e Keyra si unì a loro, ridendo come una pazza sotto lo sguardo divertito di Niall e Liam. Una ragazza quando arrivò da lei le disse di essere una delle manager più fiche del mondo perché cantava con loro. Ad un tratto vide passare dietro di lei Paul con un telefonino in mano. Lo riconobbe subito come quello di Zayn. Prese il cd dalle mani della fan e lo porse a Niall, per poi tornare a guardare Zayn. Lo vide alzarsi e prendere il cellulare, andando chissà dove. Paul tornò indietro, verso di lei. «accompagna Zayn, per favore!» alzò un sopracciglio, mentre Paul prendeva il suo posto. «dove?» chiese cercando di capire. «all’aeroporto. Gli è morto uno zio!» sbarrò gli occhioni castani, poi camminò dietro i ragazzi, mentre il buttafuori le indicava la stanza dov’era entrato Zayn. Entrò e lo trovò seduto su un divano, con le mani nei capelli. Quando alzò la testa, appena si mise seduta al suo fianco accarezzandogli una spalla, lo vide piangere. Non c’è cosa più dolorosa che vedere la persona a cui vuoi bene piangere. Lo abbracciò e rimase ad accarezzargli i capelli e il collo finché non fu lui stesso a staccarsi da lei. Non parlarono molto. I ragazzi entrarono poco dopo e dopo aver saputo cos’era successo lo abbracciarono e si diressero verso l’albergo per prendere una valigia.
In macchina parlò con la compagnia aerea e trovò un biglietto a Zayn per Londra, un’ora più tardi. A volte parlare con quelli delle compagnie aeree era impossibile, non ti davano il biglietto neanche a pagarlo oro. Continuava a guardare Zayn che si era perso nello spettacolo fuori dal finestrino, del tutto ammutolito. Non gli parlò, sapendo cosa si provava in quelle situazioni e non volle disturbarlo. Era distrutto poverino. Aveva gli occhi gonfi per il pianto che si era fatto. Quando arrivarono in aeroporto disse all’autista di rimanere lì e di aspettarla mentre entravano e lei pagava il biglietto di Zayn senza un biglietto di ritorno. Sarebbe stato Zayn a dire quando ritornare. Non le sembrava il caso di decidere per lui, ma neanche Paul aveva avuto il coraggio di deciderlo. Zio o non, era sempre una perdita familiare. Gli consegnò il biglietto per poi camminare verso il metal detector con lui. Lo sentì passare un braccio sulle sue spalle e quando posò lo sguardo su di lui lo trovò a guardarla. Sorrise delicatamente, vedendo che stava cercando di sorridere. «ehi..» Zayn sorrise, dolcemente e si piegò a sfiorarle le labbra. «ehi.. me lo lasci il tuo numero?» ridacchiò scuotendo la testa divertita. «mi dispiace, non lascio il mio numero così a degli sconosciuti!» si bloccarono di fronte l’entrata della fila per il metal detector. «peccato. Hai un fisico delizioso!» scosse la testa divertita. «lo so. Ma non sai il mio ragazzo che fisico che ha! Nessuno lo batte!» Zayn la guardò con dolcezza e si piegò di nuovo a sfiorarle le labbra. «batti un colpo quando arrivi a Londra ok?» il moro annuì. «ora sarò io a sentirmi come te due anni fa!» Scoppiò a ridere fragorosamente. «eh.. se aspetti ti scrivo una lettera su un tovagliolo!» lui si ritrovò a sorridere. «va bene, ma la voglio strappalacrime! E voglio anche il ti voglio bene finale!» scosse la testa divertita. «si, speraci!» Zayn sorrise e si piegò a darle un bacio, mentre lei si alzava sulle punte per ricambiare. «ti chiamo appena arrivo!» annuì e gli sorrise con dolcezza. «fai le condoglianze alla tua famiglia da tutti noi!» il moro annuì delicatamente, fissandole le labbra. «e togliti questo sguardo da predatore. Non mi avrai mai!» e finalmente sentì la sua risata. Lo guardò scuotendo la testa. Fissò la sua schiena e come disse lui, si ritrovò a sentire quelle strane sensazioni. Gli aeroporti non facevano per loro, decisamente. Vederlo andare via fu davvero straziante e per un nano secondo si immaginò di essere al posto di Zayn due anni prima. Che brutte sensazioni. L’aveva distrutto, senza rendersene minimamente conto. Le vennero gli occhi lucidi sentendosi così depressa nel sapere che non sarebbe tornato. Scosse la testa, crollando dal mondo della fantasia e si rese conto che Zayn aveva avuto molte più forze di lei, per andare avanti. Si, l’aveva rincorsa, ma se fosse stata al suo posto altro che rincorrere. Se lo caricava in spalla e non gli permetteva di partire.
Attese finché non lo vide sparire dietro il metal detector. Non si perse neanche la scena in cui si levò il giacchetto e gli si alzò leggermente la maglietta, facendo vedere le mutande e un pezzo di bacino. Santo subito, dannato lui! Ridacchiò di se stessa, scuotendo la testa e dirigendosi verso la macchina. Quando si fu seduta e sentì la macchina partire mandò un messaggio a Zayn con su scritto “ho provato ad immaginare cosa hai provato due anni fa. Scusami!”. Non ricevette parole, ma solamente un cuore. Un cuore che significava tutto e niente. Per lei, significava tutto. Era come se Zayn le stava dicendo di non preoccuparsi, che in fondo non era stato l’unico a stare male. Che quelle parole gli avevano forse migliorato la giornata.. Non lo sapeva. Ma bastava un piccolo cuore per far sorridere Keyra Mary Smith. 

Si, è passata un'eternità. O forse no! u.u E' poco ma vi dovete accontentare. u.u (oddio mi è ripresa la cosa di fare la faccina u.u ovunque). Dopo vari casini familiari - niente di grave - e amiche in cerca di consiglio perché si stanno incontrando con dei ragazzi, la mia vita sociale non è stata così attiva. Quindi mi scuso per il ritardo, ma è anche vero che anche io ho una vita sociale. (: Non ho mai assicurato che avrei aggiornato tutti i sacrosanti giorni, infatti metterò la prossima storia sotto aggiornamento con giorni. Cioè metterò un giorno deciso per l'aggiornamento, così non vi preoccupate se non aggiorno per qualche giorno. Anyway..
OHMMIODDIO C'E' ZAYN NUDO IN CAMERA MIA!
L'ho avuta la vostra attenzione? ahahahahah.. U.U

Ieri ho fatto un video Zayra (per la gioia di molte voi) questo:  
http://youtu.be/VeNSG5345A0 
Se vi fa fatemi sapere se vi piace in un commento (qui o su YT fate voi). Ora vado a rispondere alle recensioni che è una cifra che non rispondo. So sorry.
Inoltre vi ricordo che sono su FB (
http://www.facebook.com/#!/profile.php?id=100002138832129 ) sia su Twitter: (https://twitter.com/#!/_marrymezayn). ♥ ♥

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Capitolo 29
*** chapter twenty eight ***


Voglio che tu sia il mio lieto fine.

 

«lo sai che puoi anche andare a fare in culo Zayn?» la voce delicata – mica tanto – di Keyra fece ridere quel decerebrato mentale dall’altra parte dello schermo. «ti voglio bene anche io!» lo guardò male. «quando mai ti ho detto che ti voglio bene, mentecatto?» chiese con tono duro, facendolo sorridere. Zayn ancora era in Inghilterra, e le mancava tremendamente. Zayn fece finta di pensarci. «non dirlo neanche!» disse indicando la telecamera e Zayn rise. «ok. Però l’hai detto, quindi..» strinse le mani nell’aria, come se lo volesse strozzare. «sta zitto!» «oky!» rispose, facendo una faccia da cane bastonato. Keyra sorrise, tutta soddisfatta. Erano passati cinque giorni da quando era partito. «quando torni?» chiese, guardando un’unghia spezzata della mano destra. «domani mattina!» alzò la testa per guardare Zayn nello schermo. «domani mattina nostra o la tua?» chiese, visto che lì da lei era mattina mentre da Zayn era notte. Qualcuno bussò alla porta e andò ad aprire, trovandosi Niall. «ciao!» sorrise e lo fece passare per entrare e lo vide buttarsi sul letto, salutando Zayn. «che ci fai in camera di Keyra?» domandò il moro, scorbutico. «me la sto per trombare» sussurrò mentre lei si risedeva e dava un leggero schiaffo sulla spalla di Niall. «si, ti piacerebbe vero? E’ mia ricominciarono come i vecchi tempi, urlando “è mia.. no è mia” e come ai vecchi tempi fu lei a bloccare quella cosa. «la finite porcaccio Malik?» Zayn alzò un sopracciglio. «perché hai usato il mio cognome?» alzò le spalle, passandosi una mano sul viso. «perché si.. Mi sei venuto te in mente, ma a volte uso anche Payne!» Zayn ridacchiò. «andiamo?» si girò verso Niall e annuì. «dove andate?» chiese guardando male il biondino. «a fare sesso violento, come deciso!» gli diede un’altra pizza giocosa, mentre Zayn ringhiava. «ma che cosa sei, un cane?» domandò Niall, ridendo. «ciao Malik, ci si becca quando torni. Non ti preoccupare di Keyra, ci penso io a lei!» disse ridendo e uscendo dalla stanza mentre Keyra sistemava la borsa. «dove andate?» chiese ancora Zayn, curioso. «a farci una passeggiata. Una mattinata tra amici!» disse, poi sorrise e si rimise seduta sul letto. «allora quando hai il volo? Mattina tua?» lo vide annuire, mentre la guardava. «si, parto alle nove!» cercò di fare un calcolo veloce ma fu troppo per il suo cervello, e lasciò perdere poco dopo. «vabbeh, quando sei qui dai un colpo!» Zayn rise e annuì. «ciao Malik! Buonanotte!» si sorrisero e chiusero la chiamata dopo che lui ricambiò il saluto. Prese la borsa e scese nella Hall dell’albergo, dove Niall l’aspettava spaparanzato sul divano a chiacchierare con Paul.
Quando uscirono dall’Hotel naturalmente c’erano le fan di fronte a di esso e Niall si bloccò a chiacchierare e fare qualche foto, mentre lei se lo guardava con dolcezza. Era bello da togliere il fiato, il suo migliore amico. Dopo quasi mezz’ora li lasciarono andare, visto che uscirono anche gli altri, per chiacchierare con le fan. In realtà erano usciti per far staccare le fan da Niall e Keyra, permettendo così ai due di andare a fare la loro mattinata tra amici. Una guardia entrò in macchina con loro. Appena si furono seduti in macchina, Niall si girò verso di lei, tutto contento.
«che vuoi fare oggi?» gli chiese e lo vide sorridere. «shoppinggg!» urlò tutto contento, facendola sorridere. Erano arrivati a New York la sera prima e non avevano avuto il tempo – o meglio la forza – di andare in giro. Quindi ci andavano quella mattina e del sano shopping non avrebbe fatto male. Per tutto il tempo che rimasero in macchina, veramente poco, Niall chiacchiero con felicità e trasporto. Forse l’idea di essere nella grande mela lo metteva di buon umore. Neanche a lei dispiaceva, ma.. mancava qualcuno. Si sentiva come se fosse divisa in due, e una parte di lei fosse con un certo moro con gli occhi castani che tanto le piaceva. Ancora si doveva abituare a quella cosa. Non era da lei sentirsi così staccata, come divisa in due parti. Anche perché fino a due mesi prima beh, ci viveva tranquillamente a distanza con Zayn. E non si sentiva di certo in quel modo. Forse.. Forse era dovuto dal fatto che ormai ci viveva praticamente ventiquattro su ventiquattro insieme. I misteri della vita. Quando scesero dalla macchina, la guardia del corpo li seguiva come una mosca fastidiosa, e cercò in tutti i modi di non pensare a quell’omone che le stava dietro. Ci riuscì, anche perché con Niall era impossibile pensare. Ti trasportava con tutto il cervello nella situazione, impedendoti di pensare. «Keyra!» si girò a guardarlo. Aveva in mano un vestito da donna. Alzò un sopracciglio. «da quanto provi vestiti da donna? Sai che è così che si comincia con il fatto di essere gay?» il biondo scoppiò a ridere. «non è per me, ma per te!» il sopracciglio si alzò ancora di più, se possibile. «per me? E che me ne dovrei fare?» chiese, guardandosi intorno. «sai che abbiamo i Kids Choice Awards tra poco, no?» annuì, ovvio che lo sapeva. Era la manager del gruppo. «sarebbe carino se..» sbarrò gli occhioni castani. «scherzi spero! Io non metterò vestiti decenti quella serata perché non verrò!» Niall la guardò male. «Keyra.. sarà appena tornato Zayn! Sarebbe carino che tu venissi con noi, e stessi un po’ con lui!» alzò un sopracciglio. «ma anche no, Niall! Io e Zayn staremo insieme in camera, sotto le coperte e completamente nudi! Non lì, non in mezzo a..» lo vide sorridere. «che diavolo ti sorridi, imbecille?» «sorrido perché Paul stasera ripartirà e tu sarai da sola. Tu devi venire ai Kids Choice Awards. E visto che senza Paul praticamente possiamo decidere da soli.. ho già parlato con tutti e tutti ti obbligano a venire!» lo guardò male. «assassino!» Niall le porse il vestito e indicò i camerini. «ti odio!» Niall schioccò la lingua. «stronzo!» continuò e Niall rise. «assassino di migliore amiche. Tu questa me la paghi, sai?» il biondo indicò il camerino e con un diavolo per capello si provò quel dannato vestito. Si sentiva una perfetta imbecille. Era un semplicissimo vestito a quadri neri e blu, che arrivava a metà coscia. Elegante e per niente volgare. L’avrebbe comprato e ahimè, l’avrebbe usato ai KCA. Quando uscì, vide Niall ad attenderla di fronte l’uscita dei camerini. «speravo che..» «shh!» «..che mi facevi..» «shh..» «..vedere come ti stava..» si girò a guardarlo. «shh..» «il vestito!» terminò lui, con un sorriso, fottendosene altamente che lo stava azzittendo. Lo pagò e uscirono subito seguiti dalla guardia. «sei incazzata?» «shh!» continuò, sentendo Niall attaccarsi al suo braccio. «si, sei incazzata. Perché ti ho obbligato a comprarti il vestito oppure perché devi venire con noi?» «la seconda, ovviamente!» ammise, posando in macchina il vestito e ricominciando a camminare. «ci divertiremo, vedrai!» ovviamente c’erano i paparazzi che non si fermavano di fronte a nulla. Niall le stava a braccetto, segno che doveva sopportare le foto anche al suo fianco. Si lasciò andare ad un sospiro. Lei che odiava stare al centro dell’attenzione e sotto le telecamere, ci si ritrovava sempre per un modo o nell’altro, anche se non era lei quella interessante. Se voleva passare un po’ di tempo insieme al suo ragazzo o ai suoi amici, eccoli lì a fotografare anche ogni minimo battito di ciglia. «a cosa pensi?» chiese Niall, entrando in un negozio. Alzò le spalle, non rispondendo. Ricordava ancora una volta quando era entrata su FB – si, aveva qualsiasi cosa che aveva a che fare con internet: tumblr, fb, twitter e cose varie – e si era ritrovata taggata in svariate foto di lei e Zayn. Ma una in assoluto l’aveva bloccata. A parte che c’erano foto di quando erano a scuola, sicuramente mandate in giro dai vecchi compagni o conoscenti, e va bene.. Ma una foto di loro, appena iniziata la loro storia con Zayn che aveva una mano nella tasca dietro dei Jeans che stava piegato a darle un bacio. E sotto i peggio commenti che una fan può dire. Dal “puttana” al “aww che carini” oppure “mano malandrina” “guardate come si fa toccare il sedere. Puttana!” e cose varie. Anche il gesto più ovvio, come un bacio e una mano posata sul sedere poteva scatenare l’inferno. Non se ne preoccupava tanto, ma vi siete mai sentiti sempre osservati anche in casa vostra? Tanto da mettere le tendine di fronte alle finestre per impedire alla gente di fotografare dentro casa? Neanche più in casa si sentiva al sicuro. Rendiamoci conto. Stessa storia valeva per Niall. Per lei Niall era un fratello, tutti lo sapevano. Ma bastava un gesto di troppo per scatenare l’inferno. E pure in una foto di loro, con lei a due centimetri dal suo viso e uno sguardo dolce di troppo aveva scatenato l’ira delle fan. Sempre sotto gli occhi di tutti. Cercava di non dare troppo peso a quella cosa, ma l’idea di essere giudicata da persone che non la conoscevano la faceva alquanto incazzare.
Quando terminarono con lo shopping – quasi dieci buste di vestiti dopo – Niall cominciò a richiedere del cibo sennò sarebbe morto. Entrarono in un ristorante e si misero seduti uno di fronte all’altro. «hai tre secondi di tempo per dirmi che hai!» Alzò lo sguardo dal menù e sorrise. «Nulla, cosa dovrei avere?» domandò, cercando di capire. «sei abbastanza silenziosa oggi! Più del solito. Che hai?» alzò le spalle. «niente Niall.» sussurrò, tornando a guardare il menù. «ti manca eh?» rialzò lo sguardo, e annuì. «anche a me, tanto!» sorrise con dolcezza. Quando si parlava della loro amicizia, di tutti e cinque, le veniva il sorriso da ebete in faccia. Chiacchierarono del più e del meno, finché non terminò il pranzo e guardò Niall accarezzarsi lo stomaco dopo 3 piatti più il dolce. Lei aveva mangiato la pasta, e basta. «sazio?» chiese, divertita. «si, per adesso si!» le uscì una smorfia che lo fece ridere. A metà del pranzo era andata a prendere la guardia del corpo che aspettava di fuori, per farlo mangiare. Con le guance rosse e un sorriso timido l’aveva ringraziata e se ne stavano tutti e tre a chiacchierare. Avevano parlato con la guardia del corpo e erano venuti a sapere che aveva due figli. Gli aveva fatto vedere anche le foto, e si era innamorata della bambina. Samantha. Tornati in albergo vennero a sapere che gli altri erano usciti e salirono uno nella propria camera per farsi una doccia e riposarsi un po’, dopo aver detto al staffer di avvisare i ragazzi – quando sarebbero arrivati – che anche loro erano tornati. Dopo essersi fatta una doccia si mise sul letto a leggere un po’, uno dei pochi momenti in cui riusciva a riaprire quel libro che da tanto non leggeva. “uomini che odiano le donne”. Poco dopo però si addormentò, davvero troppo stanca anche solo per leggere.
 
 
Mosse gli occhi sotto le palpebre e stirò le gambe, sbadigliando. Quando aprì gli occhi, quasi non le venne un colpo. «’dio zayn!» sbottò, vedendolo a fissarla. Svegliarsi e trovarsi quegli occhioni, si belli, ma mettevano ansia. Soprattutto da appena sveglia. Quando si rese conto dov’erano e chi c’era di fianco a lei, saltò addosso al suo ragazzo che rise di gusto. «sei felice di vedermi?» chiese, affondando la mano nei suoi capelli mentre lei gli dava un ben tornato con i fiocchi, con tanti bacini sul viso. «direi di si!» si rispose da solo, visto che lei era troppo impegnata anche solo per rispondere. Si coccolarono per un lasso di tempo indecifrabile, e alla fine si misero stesi tutti accoccolati a chiacchierare. «ah.. ci divertiremo vedrai!» lo guardò male. «voi vi divertirete, io lavorerò!» Zayn scosse la testa. «non sei tu a comandare. Tu ci accompagni solamente, in veste di Manager. Non sei tu che ti devi preoccupare delle luci e di altre cose. Quindi ti divertirai anche tu!» sbuffò sonoramente, e lo sentì ridacchiare. «che palle però!» Zayn si lasciò andare in una risata di cuore. «mi sei mancata!» strusciò la guancia sul suo petto, con un sorriso. «sembra strano ma anche tu!» lo vide fare una smorfia. «come “sembra strano”?» gli diede delle leggere pacche sul petto. Qualcuno bussò alla porta e sbuffando si alzò per andare ad aprire. «toh! Un cattivo collega!» tornò sul letto, e strinse le braccia al petto mentre Paul entrava e se la rideva allegramente. «sei così giù di morale che parto?» chiese sorridendo a Zayn che ricambiò. «no, sono solo tremendamente incazzata perché parti e mi lasci andare con loro!» Paul alzò le spalle, divertito. «se vedo un altro flash divento stupido!» scherzò facendo fare una smorfia a lei. «non te ne andare capo!» borbottò e lo guardò con gli occhioni da cerbiatta. «non usare con me quello sguardo Keyra! E’ tutto programmato, le guardie del corpo e tutto. Tu non dovrai occuparti di nulla!» sbatté la mano sul petto di Zayn, facendolo gemere. «ehi, mi serve ancora sai?» «sta zitto! –si mise seduta sul letto e congiunse le mani a mo di preghiera – ti prego Paul, resta!» sussurrò dispiaciuta, e guardandolo. «allora resto e mandiamo a monte la registrazione del nuovo cd!» Keyra fece una smorfia. «vai in pace!» disse, facendo ridere entrambi. Era risaputo che Keyra non vedeva l'ora di ascoltare il nuovo cd. «ce la puoi fare?» scosse la testa. «era una domanda retorica Keyra! So che ce la puoi fare!» lo guardò male. «assassino!» si fecero una risata e dopo diversi baci e abbracci lo accompagnò di nuovo alla porta. Appena fu chiusa, e si girò per tornare verso il letto si ritrovò Zayn poco distante. «che vuoi?» chiese, scrutandolo. Mio dio che cosa non era quel ragazzo. Non c'era una cosa, una, che non le piacesse di Zayn. A lei i tatuaggi troppo invasivi non le piacevano, ma quello appena fatto - la mano con le dita incrociate - ecco, anche quello le faceva sangue su di lui. Non c'era un pelo che le faceva pensare "ehi, non ci sta bene quel pelo lì!" no. Era tremendamente sexy anche con la barbetta incolta. No, non era sexy con la barbetta. Era proprio il classico tipo che lei chiama "si, sono fico.. fammi diventare biondo con gli occhi azzurri". E ce l'avrebbe fatto davvero diventare, se continuava a farle quell'effetto. Sospirando ebbe quella che lei chiamava “invasione di ormoni da bambina”. Prese tranquillamente a sbavare contro il suo corpo e sul suo viso. Era bello, bello da togliere il fiato e lei ogni volta si ritrovava a pensare che era davvero felice. Era di nuovo lì con lei, e quando si rese conto che era di nuovo al suo fianco, finalmente sentì quella strana sensazione di angoscia scivolare via dal suo corpo. Era tornato, era di nuovo lì e poteva finalmente sentirsi di nuovo bene. Strano come era cambiato tutto. Ora dipendeva da lui, ogni giorno che passava dipendeva sempre di più su di lui, e non riusciva più a farne a meno. Male - pensò il suo cervello - mentre il cuore faceva una capriola dalla felicità. Si stava lasciando andare, e per il suo cervello quella era la fine del mondo. «mi fai vedere il vestito che ti metterai?» scosse la testa. «perché no?» posò lo sguardo nel suo. «perché..» sentì bussare di nuovo e aprì, ritrovandosi Paul. «ma non eri andato via?» chiese, con un sopracciglio alzato. «si, ti voglio bene anche io! Mi sono dimenticato di dirti che prima dei KCA verranno i familiari dei ragazzi. Devi prendere le stanze anche per loro!» a quelle parole si girò verso Zayn che si sbracciava verso Paul per dirgli di non dire nulla. «mi volete morta cazzo!» e con un diavolo per capello se ne andò giù in sala pranzo per la cena mentre gli altri due si facevano una sana risata.
 
 
«chi è?» rispose al telefono della stanza, mentre zayn dormiva nel letto. «Salve è la reception. Ehm, dovrebbe scendere un secondo. C’è una persona che vorrebbe parlarle.» scese due minuti dopo e di fronte alla reception trovò una donna sulla cinquantina. «salve!» disse con un sorriso, sempre sorridente e porgendo la mano. «oh.. mio.. dio!» alzò un sopracciglio. La vide perdere lo sguardo incredulo. «mi dispiace tanto.. è che..» sorrise vedendo la donna arrossire. «non si preoccupi! In che cosa posso esserle utile?» chiese. Chiunque avrebbe pagato oro di incontrare una manager come Keyra. Anche la richiesta più strana, cercava sempre di accettare. Stava sempre con il sorriso, sempre disponibile e sempre dolce. La condusse verso i divanetti e la fece sedere. Nei venti minuti più tardi la donna raccontò a Keyra la storia di sua figlia, e la mora ascoltò cercando di non far vedere il dispiacere. Avevano provato per anni a fare un figlio, lei e suo marito, e quando ci erano riusciti finalmente dopo anni, vennero a scoprire che la piccola aveva una malformazione al cuore e che di lì a qualche anno sarebbe morta. La bambina, Jessica sapeva di quello che succedeva ma cercava di non pensarci. Fin da piccola amava fare interviste alla gente, dicendo che da grande sarebbe diventata una giornalista. Ed era il suo sogno poter intervistare i 1D. Sua madre le spiegò che le mancava poco. Non servì altro da dire, Keyra era già partita in quinta con il cervello.
Venti minuti dopo, Keyra uscì dall’hotel non prima di aver fatto chiamare tutti i ragazzi al telefono e dicendo di farli scendere. Le fan urlarono e sorrise a tutte. Il suo nome pronunciato ovunque le faceva strano, ma guardò la donna e indicò una bambina seduta in un angolo a disegnare. «Ciao!» sussurrò dopo essersi avvicinata e la vide alzare incredula lo sguardo dal suo disegno. La guardò a bocca aperta, poi scoppiò a piangere. Keyra si grattò innervosita la base del collo. «piange perché sei tu!» si morse il labbro e sorrise con timidezza. «ti stima molto, beh.. perché sei una gran ragazza!» sorrise molto timida e si piegò di fronte alla bambina. «ehi.. non piangere!» la bambina tirò su con il naso e si asciugò i lacrimoni. «sono così brutta?» domandò e Jessica le saltò al collo, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. Si alzò con lei in braccio e si diresse di nuovo dentro. «dove mi porti?» chiese, con la voce impastata dal pianto. «dai ragazzi. Non volevi intervistarli?» la vide sbarrare gli occhioni azzurri e rimanere ammutolita. Quando entrò, si diresse verso i ragazzi seduti sui divanetti. «hola sfigati!» Zayn praticamente dormiva sulla spalla di Louis, che si alzò quando vide la bambina, facendo crollare Zayn e svegliandolo. «Lei è Jessica, e vi farà un’intervista!» sussurrò e fece per lasciarla a Louis, ma Jessica strinse le braccia al suo collo. «cosa succede?» chiese con dolcezza. «dopo posso farti un’intervista anche a te?» alzò un sopracciglio. «va bene!» non era molto d’accordo, ma per una volta poteva farlo.
Li guardò fare l’intervista con Jessica seduta sulle gambe di Louis, che giocava con i suoi capelli. La madre poco prima le aveva chiesto se poteva riprenderli e acconsentì tranquillamente. Fece delle domandi davvero intelligenti, per essere una bambina. Domandò come ci si sentiva nel passare da una persona normale ad essere acclamato da tutte le ragazze. Chiese se fosse difficile essere un idolo per molte ragazze. Chiese cosa pensavano del fatto di essere una moda del momento. Tutte domande intelligentissime, facendole pensare che davvero aveva la staffa della giornalista. Se la immaginava già vestita con il suo primo abito elegante, con il primo tesserino da giornalista magari di un giornale famoso. Sorrise tristemente perché era frutto della sua immaginazione. Non sarebbe mai successo, e in quel momento pensò che la vita a volte poteva essere davvero una merda.
Si avvicinò a lei quando la richiamò e la vide indicare il posto a sedere tra Liam e Louis. «pronta!» sussurrò grattandosi la fronte. «il tuo nome?» chiese con tono serio. «Keyra Mary Smith!» la bambina annuì e controllò che sua madre riprendesse ancora tutto quanto. «anni?» «diciannove fra qualche mese!» sussurrò di rimando.«come ci si sente sbalzata da normale ragazza a manager di un gruppo?» arricciò le labbra rosee. «strano! Ma mi ci sto abituando!» ammise, con un sorriso. «e sbalzata da migliore amica a manager dei tuoi migliori amici?» sorrise con dolcezza. «dare ordini a questi cinque è il mio passatempo!» Louis le diede una gomitata divertito. «vi da ordini?» tutti fecero una faccia da morto, annuendo depressi. «ehii!» sbottò lei, mettendo il broncio e facendoli ridere. «è vero che sei loro fan?» annuì, tornando a guardare la bambina. «la tua canzone preferita?» chiese. «in realtà mi piacciono tutte, ma come suoneria ho: tell me a lie.» Vide Zayn sorridere soddisfatto, e prima che potesse dire qualcosa gli diede una pizza dietro la testa.
«sappiamo che sei fidanzata con Zayn!» annuì facendo una smorfia. «sé!» rispose, borbottando e facendola sorridere. «come ti senti da fidanzata..» a quella parola fece una smorfia più calibrata, perché per lei “fidanzata” era più una parola ufficiosa, che portava al matrimonio. Loro non si sarebbero sposati. «.. di un cantante?» alzò le spalle. «normale, non do molto peso al fatto che Zayn è un cantante!» ammise, vedendo la bambina annuire e arricciare le labbra pensierosa. «come reagisci quando le fan apprezzano Zayn?» alzò le spalle. «lo farei anche io se non fosse che lo conosco da due anni!» Zayn sorrise, e sussurrò. «lo fai già.. mi apprezzi ogni santa notte!» gli diede uno schiaffo giocoso dietro la testa senza nemmeno guardarlo. «quindi non sei gelosa?» annuì. «certo che sono gelosa. Ma in fondo è grazie alle fan che loro hanno un lavoro, e che fanno quello che gli piace. Quindi..mhm.. perché non concederglielo?» chiese alla bambina, che sorrise interessata. «quindi se lo baciassero..» guardò male Zayn che ridacchiò. «chi conosce più Keyra?» domandò guardando tutti. «in realtà la conosciamo tutti allo stesso modo.. Siamo migliori amici quindi quando abbiamo bisogno di qualcosa, ognuno va dagli altri. Per noi è come un sesto componente del gruppo. Quando siamo lontani la chiamiamo mille volte al giorno, e non le permettiamo di vivere.» stava spiegando Liam, mentre Keyra annuiva depressa. «quando è stata in Italia, per poco non si suicidava. E’ capitato anche di svegliarla, perché ci dimenticavamo che da lei era notte quando noi stavamo a cena!» ridacchiarono tutti, mentre lei sospirava. «e tu, a chi vuoi più bene?» chiese a Keyra. «a tutti nello stesso modo. Gli ho voluto bene da subito e mi è difficile dire a chi voglio più bene. Per me loro cinque sono al primo piano insieme alle mie migliori amiche, lo ammetto!» la vide sorridere. «posso farti una domanda un po’ più personale?» annuì, preoccupandosi. «perché non ti fai mai vedere? Nel senso di fronte alle telecamere ti nascondi, di fronte alle fan cerchi sempre di rimanere appartata!» sospirò. «perché io non sono nessuno, continuo a dirlo! Non sono io la persona famosa, non sono io che devo fare autografi. Sono solo la manager, migliore amica e ragazza dei 1D. Perché devo prendere quello che loro hanno fatto, per farmi conoscere? Io non voglio essere conosciuta. Io vedo loro come i miei migliori amici. Si, sono anche uno dei miei gruppi preferiti, ma penso a loro come i 1D quando non sono al mio fianco. Quando mi chiudo in camera, a guardare i video che si, ho visto fare di persona.. ma lì mi immedesimo da fan, e non da migliore amica. Di fronte ai quei video, di fronte alle loro cavolate io sono una normale fan innamorata dei 1D. Ma ripeto che essere la loro migliore amica, la ragazza di uno dei cinque, e la loro manager non fa di me una persona famosa.» la bambina annuì. «magari tutti la pensassero come te!» sorrise. «Cosa ti piace di loro come amici? Una cosa per ognuno!» li guardò. «Louis è il giullare di corte insieme a me. Niall è quello che viene da me quando ha bisogno di affetto, sapendo che gliene darei per giorni interi senza mai stufarmi. Harry è quello con cui litigo per gioco, ci divertiamo così. E poi ha quei ricci che mi piacciono tanto. Liam per me è un papà, perché ogni volta che faccio qualcosa di sbagliato mi ribecca con quel tono da saputello. E’ l’unico che riesce a farmi incassare la testa nelle spalle, sapendo che ho fatto una cavolata. E’ l’unico a cui permetto di trattarmi come una figlia.» Liam sorrise, e arrossì leggermente. Rise da quel rossore. «e Zayn..» si girò a guardarlo.. «devo davvero risponderti?» tutti si fecero una risata per la faccia annoiata che fece. «e come gruppo musicale?» «le loro voci!» le brillarono gli occhi mentre lo diceva. «diamine mi fanno venire i brividi!» vide Jessica sorridere. «e altro?» «il modo di vestire. Ognuno ha lo stile proprio!» Jessica assunse una faccia divertita. «e qual è per te quello che si veste meglio?» li guardò. «Zayn e Niall se la combattano!» Jessica non demorse. «devi scegliere. Solo uno può vincere.» sbuffò e li guardò. «non saprei!» ci pensò ma non arrivò ad una conclusione. «davvero, non saprei!» in fondo sapeva che avrebbe detto Zayn, forse perchè come si era ritrovata a pensare in stanza, ogni cosa di lui le piaceva. Il modo in cui si vestiva era parte di quelle cose che le piacevano. Come a volte si allacciava la camicia, come a volte metteva il colletto. Le piaceva da impazzire quando si metteva la canottiera sotto, e la camicia legata solamente al primo bottone. Ecco, lì faceva i pensieri più sconci che una donna può fare. Oppure quando si metteva la canottiera, la camicia e sopra il giacchetto che era solito di Zayn. Il modo in cui diceva "vas happenin" o qualsiasi altra cosa. Ogni stramaledettissima cosa portava solo dei "pro" alla sua lista mentale "pro e contro" su Zayn. Naturalmente non vi erano contro in quella lista. La colonna dei contro era vuota, se non per due o tre punti come il "russa quando è troppo stanco" "è un testina di cazzo" e cose varie.Continuarono a chiacchierare così. 
La vide girarsi verso Zayn. «quale canzone le dedicheresti?» Keyra arrossì come una scolaretta. «nostra o di chiunque altro?» chiese divertito. «vostra!» Lo vide pensarci attentamente, mentre gli altri parlavano di quale canzone avrebbero dedicato a Keyra. «sisi, pensateci anche voi perché ve lo domanderò!» tutti sorrisero. Gli altri dissero WMYB mentre Zayn “stand up”. Si girò a guardarlo, seria in volto e poco dopo si girò a scrutarla anche lui.
L’intervista continuò e poco dopo se ne stavano tranquillamente a chiacchierare. «Keyra.. una cosa che non faresti mai!» ci pensò, spostando lo sguardo nella stanza. «sposare Zayn!» si sentì pizzicare sul fianco e si girò a guardare il ragazzo. Tutti ridevano, tranne loro due. «è la verità! Ma chi ti vuole sposare!» giocò e lo guardò divertita, mentre lui le faceva una pernacchia. «allora ti sfido..» si girò a guardare Jessica. «mi sfidi?» chiese, alzando un sopracciglio. «si.. se non sbaglio tu non sai dire di no alle sfide!» annuì. «ti sfido ad essere sposata con lui almeno per una settimana!» alzò un sopracciglio. «non capisco il senso della cosa, lo ammetto!» tutti guardarono la bambina seduta sulle gambe di Louis. «nessun senso!» si alzò e andò verso il tavolino dove stavano le loro boccette d’acqua. Prese l’anello che stava attaccato alla bottiglia e porse i due anelli staccati ai due ragazzi. «per una settimana, vi comporterete da sposati!» «ma perché?» chiese Keyra, divertita. «se non provate non potete sapere se volete o no sposarvi!» chi glielo andava a dire che lei non credeva al matrimonio? Si girò verso Zayn che sorrideva. Lo guardò male di rimando. «ma sono strasicura di non volerlo sposare!» borbottò facendo sorridere la bambina. «mai dire mai.. stai per caso dicendo di no alla sfida?» guardò depressa Jessica e sentì Niall darle delle gomitate leggere, come a dirle di prendere in mano la sfida. Prese l’anello e guardando male Zayn se lo mise. «finché morte non ci separi!» disse lui, mettendosi l’anello della bottiglia e sorridendo tutto divertito. Sembrava un bambino con il nuovo giocattolo. «allora stanotte ci separeremo!» tutti scoppiarono a ridere. Loro due si guardarono male, poi Zayn saltò addosso a Keyra che cercò di toglierselo da sopra, spingendogli la faccia lontano. «sparisci, non ti voglio manco vedere! Bleah!» si avvicinò quel poco al suo orecchio per far si che lo sentisse solo lei. «ho un’idea. Ma non ti piacerà moltissimo!» il moro si alzò quel poco e la guardò negli occhi. «ehi, i bambini si fanno di sopra eh!» Diede un calcio a Louis, facendo ridere tutti. «ok, allora è deciso. Siete sposati per una settimana!» Keyra con una smorfia infastidita diede una gomitata a Zayn. «levatiii! Pesiii!» sbuffò e lo spinse via, per poi rimettersi seduta comoda e sistemandosi i vestiti. «la settimana più lunga della mia vita!» Si, peccato che aveva già una bella idea per quella settimana. Come far impazzire Zayn malik? Solo lei lo sapeva. 


E ce l'ho fattaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Mi sento potente dai! Sono le 2.37 e finalmente ce l'ho fatta. Mhm.. vari casini questa settimana. Partendo che internet ha giocato il brutto scherzo di andarsene.. mhm.. volevo dirvi una cosa ma me la sono dimenticata, damn it. Perché dimentico le cose? Mhm.. che volevo dirvi? >___< Ahhhh si.. è sempre un palla fare tutta sta manfrina per il capitolo. Quindi dalla prossima storia, ve lo dico. I discorsi non saranno in grassetto anche perché io mi sono strarotta le ovaie di mettermi lì a mettere tutti i discorsi in grassetto (lo facevo per semplificarvi tutto, ma.. damn it.. è stressante xD) quindi dovrete sforzare gli occhietti. Mi dispiace.
Per il resto continuo a ringraziarvi per la vostra bellezza, per i vostri commenti e per le splendide parole che ogni giorno - non scherzo - mi scrivete. Su twitter, su Fb, su qualsiasi circuito esistente al mondo. Sto sparando stronzate, si.. lo so! Babbeh, direi che me ne posso andare a dormire! ♥ VI AMOOO! VAS HAPPENINNN! ♥

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Capitolo 30
*** chapter twenty nine ***


Non conta il quanto, ma il come.

«togli sti cazzo di piedi dalla mia parte, Zayn!» sbottò, guardandolo male e spingendo con i piedi i piedi di Zayn che stavano dalla sua parte di vasca. «la stanza è a nome mio, quindi sto dove cazzo mi pare, chiaro?» rispose lui, con altrettanto tono incazzato, puntando i piedi dalla parte di Keyra. In tutta risposta questa gli diede un calcio sullo stinco, facendolo gemere. «non sono io che voglio dormire con te, ma tu! Ricordi?» continuò, incazzata. «e tu puoi benissimo prenderti un’altra stanza!» rispose Zayn, guardandola annoiato. «va bene, la prossima volta prendo un’altra stanza così almeno respiro aria pulita, stronzo!» Zayn assottigliò gli occhioni castani, nascosti dietro agli occhiali con le lenti senza gradazioni, e sbuffò. «mi spieghi che hai?» chiese il moro, dopo due minuti di silenzio dove l’unico rumore che alleggiava nella stanza era quello delle gocce d’acqua che scendevano dal lavandino e l’acqua della loro vasca che si muoveva a seconda dei movimenti dei due. «lo sai benissimo cos’ho, Zayn! Ne abbiamo già parlato!» ringhiò spingendo ancora i piedi di Zayn dalla parte dove si ritrovava il ragazzo. Avevano litigato tutto la sera prima perché Zayn il giorno prima si era guardato fin troppo una ragazza – senza togliere che ci stava provando - e Zayn diceva che lei ci provava con la guardia del corpo. Cazzata, ovviamente, perché a lei della guardia del corpo non gliene fregava un emerito cazzo. «non ci stavo provando!» lo guardò malissimo. «si, allora io sono Megan Fox!» sbottò schizzandolo con una mano l’acqua verso il ragazzo. «ci stavo provando solamente perché tu ci provavi con la guardia del corpo!» lo guardò ancora male. Quella mattina era più i sguardi cattivi che gli stava lanciando che altro. «io non ci stavo provando, ma ci stavo semplicemente parlando, Zayn!» si guardarono in cagnesco, poi Zayn fu il primo a spostare lo sguardo verso la parete, incazzato. «ti guardava con gli occhi a cuoricino! E tu che facevi la gallina!» in risposta Keyra gli diede un calcio facendolo ancora gemere. «non darmi della gallina, Zayn!» lo ammonì, fissandolo con cattiveria. Ma come si permetteva di darle della gallina? Si guardarono di nuovo in cagnesco, poi ognuno guardò altrove, incazzato come una biscia.
Poco dopo Zayn si avvicinò a lei, e le accarezzò una gamba. «sono ancora incazzata, e tanto anche!» lui la guardò con il suo solito sguardo da “cane bastonato”. «non ci volevo provare!» gli puntò un dito in faccia. «oh no, tu ci volevi provare eccome. Se vuoi andare in giro a provarci con le ragazze, basta dirlo che ci lasciamo!» Zayn alzò un lato delle labbra. «non dirlo manco per scherzo. Però io ho colpa almeno quanto te.» di nuovo, per la trecentesima volta lo guardò malissimo. «ti ripeto che io non ci stavo provando con nessuno, Zayn!» lui perse di nuovo il sorriso. «ehi mark, puoi venire qui un secondo?» cercò di rifare la sua voce, ma con ben poco successo. «ehi mark… ehi mark!» gli lanciò una cascata di acqua. «non parlo così e soprattutto è la vostra guardia del corpo, che posso farci? Dopo quando lo vedo lo chiamo amore, e ci andrò a letto, sei contento? Almeno ho basi fondate su cui farti incazzare!» lui la guardò seriamente, geloso marcio. «fallo, e noi ci lasciamo!» fu il suo momento di ghignare. «ti ricordo che se ci lasciamo, sei tu che te ne devi andare da casa.» Il moro aprì la bocca, cercò di dire qualcosa e poi la richiuse, visto che non sapeva cosa dire. In fondo era stato lui a dirla quella cosa e con un diavolo per capello si alzò dalla vasca, restando come mamma l’aveva fatto – e vi assicuro che l’aveva fatto benissimo – per poi legarsi in vita un asciugamano e fare per andarsene. «dove vai?» chiese Keyra, incazzata. «di la, oggi non ti sopporto!» Keyra prese la spugna. «scappa scappa, ma tanto il discorso è sempre lo stesso.. tu ci hai provato con una ragazza, e io no!» «VAFFANCULO KEYRA!» rispose Zayn, aprendo la porta e richiudendola così forte da farla tremare dentro i cardini. «PURE? TU RIMORCHI E IO MI PRENDO I VAFFANCULO? E POI SEI TU IL PIU’ ESPERTO DELLA STRADA!» «FOTTITI!» alzò un lato delle labbra. «Andrò da Mark allora, visto che tu sei incazzato!» in risposta sentì qualcosa cadere e fare un tonfo sordo su un tappeto. «E non spaccare la stanza, per favore!»
Poteva essere incazzato quanto voleva, ma di certo non poteva farle scenate del genere perché era geloso della loro guardia del corpo. Se non ci parlava lei, chi ci doveva parlare? Scosse la testa e schioccando la lingua prese a passare la spugna così lentamente sulle braccia da farle venire i brividi. Odiava litigare con Zayn, soprattutto quando non aveva fatto davvero nulla. Non aveva bisogno di provarci con nessuno, visto che aveva un ragazzo da urlo. Ma a quanto pare lui non la pensava come lei perché l’aveva beccato a provarci con una delle fan che aveva visto il m&g in America, facendola letteralmente incazzare a bestia. Di fronte a lei, spudorato come non mai.
Sentì la porta riaprirsi e si girò a guardarla, vedendo poco dopo sbucare la testa di Zayn. Si guardarono, in silenzio. «continuo a dire che non mi piace!» lo sentì sussurrare, con le sopracciglia corrucciate. «mhm.. neanche a me!» ammise Keyra arricciando le labbra e fissandolo. «posso depennare “litigare per gelosia” sulla nostra lista da sposati?» ci pensò e annuì debolmente. «prima stavo per mandare tutto a monte quando ti sei alzato dalla vasca.» Zayn aprì tutta la porta e rientrò in bagno, andandosi a sedere sul bordo della vasca nel punto dove si trovava Keyra. Aveva un sorrisetto divertito sulle labbra. «davvero?» la mora si ritrovò ad annuire, mentre il ragazzo scendeva a morderle il collo bagnato, facendola sospirare. «quindi mi stai dicendo che mentre facevamo finta di litigare per gelosia, tu hai fatto pensieri sconci su di me?» chiese mentre prendeva la spugna dalle mani di Keyra e cominciava a lavarla lentamente. Ok, ora gli saltava addosso. «ti alzi dalla vasca come mamma Patricia t’ha fatto e io dovrei pensare ad altro?» Zayn si lasciò andare in una risata di cuore e scese di nuovo a darle un morso sul collo, accompagnato da un altro sospiro. «sono bello vero?» si girò a guardarlo male. «vanesio!» sussurrò divertita baciandogli le labbra visto che stava a pochi centimetri da lei. «e dimmelo: Sono bello?» si morse il labbro, guardandolo dal basso. ‘Dio santissimo cosa non era. «se entri in vasca di nuovo, ti faccio capire quanto sei bello per me!» Zayn sorrise tutto contento. Una volta le aveva detto che ogni volta che faceva proposte indecenti, lui si sentiva bellissimo. Perché dopo quasi sette mesi, e due anni che si conoscevano, Keyra ancora voleva fare sesso con lui e che lo trovava attraente ancora sessualmente. E naturalmente lei si era lasciata andare ai discorsi maliziosi, rispondendo con “ti trovo attraente sessualmente? Se fosse in me ti farei diventare biondo con gli occhi azzurri” e cose varie. Lo guardò e senza dire nulla gli slacciò l’asciugamano. «ops!» ridacchiò e Zayn si intrufolò tra il bordo della vasca e la schiena di Keyra. Si accomodò sul suo petto, trovandosi come sempre il posticino su quel fisico da urlo. «allora?» appoggiò la testa sulla clavicola di Zayn e lo guardò. «sessanta minuti!» rispose facendosi guardare male. «io sto aspettando!» Keyra fece una smorfia. «m’è passata la voglia. Sai com’è.. ho cominciato a pensare a Mark nudo e.. non sei tu che voglio!» Zayn le sfiorò i fianchi e senza troppe cerimonie e un sorrisetto divertito la fece girare e accomodare sulle sue gambe. «Ah si?» domandò quando sentì la manina vispa di Keyra accarezzargli il petto. «già.. non sei sexy quanto lui.. ho bisogno di novità io!» Zayn le sfiorò le labbra e Keyra si spinse di più sul suo petto, spingendo la testa di Zayn verso la sua. «io credo che sia il contrario!» rispose maliziosamente, guardandola in modo divertito. La sentì accomodarsi sul suo bacino e strusciarsi avidamente su di lui. «nah! Voglio ancora Mark!» Zayn la guardò malissimo. «Ah non te l’ho detto?» il moro alzò un sopracciglio, pensieroso. «cosa?» «che ho dato un nome al tuo amichetto lì sotto!» anche l’altro sopracciglio si alzò e la guardò come se fosse pazza. «l’ho chiamato Mark!» scoppiò a ridere fragorosamente, scuotendo la testa. «quindi è di Mark che sei innamorata?» Fu il momento di Keyra di alzare entrambe le sopracciglia. «ho mai detto di essere innamorata di te o di Mark?» il ragazzo sotto di lei sorrise delicatamente. Senza poter dire qualcosa, lo sentì strusciare la sua erezione ben visibile sulla sua intimità, tanto da farla gemere. Lo guardò male mentre si mordeva il labbro inferiore. «dicevi?» gli morse la spalla tanto forte da fargli dei piccoli segni di denti. Zayn lasciò andare la testa sul bordo della vasca, deliziato. La sentì salire delicatamente a baciare il collo, mordicchiando la pelle del collo fino ad arrivare alla mascella e usare un pizzico di lingua mentre arrivava alle labbra. Quando vi arrivò, le morse delicatamente chiedendo l’accesso alle sue labbra e Zayn glielo diede senza troppe moine. Le loro lingue presero a danzare delicatamente, mentre le mani di Keyra viaggiavano così velocemente sul suo corpo che gli sembrava che ci fossero quattro mani invece di due. Ma quando prese a strusciarsi su di lui e sulla sua povera erezione che stava più arzilla di lui in qualsiasi momento, perse il lume della ragione. La penetrò con un colpo solo, senza usare preliminari. Ormai quasi non ne avevano bisogno. Bastava un bacio per eccitarsi entrambi. Sapevano entrambi i punti deboli dell’altro e non erano così pazienti da arrivare ai preliminari. Di solito li facevano, per stuzzicarsi, ma come quel giorno c’erano alcune volte che non ce la facevano. Non si chiedevano nessun permesso. Sapevano che potevano fare qualsiasi cosa. Quelle poche volte che non usavano i preliminari era sempre Keyra che faceva tutto. Ma quella volta fu lui a penetrarla per prima, con una spinta così potente che Keyra inarcò la schiena e si lasciò andare ad uno di quei gemiti di delizia allo stato puro. Non ebbe neanche il tempo di ricollegare il cervello, perché fu lei che prese a muoversi prima lentamente e poi sempre più velocemente su di lui che lo fece impazzire. Posò le mani sul suo sedere, ma non serviva neanche che la incitasse nel movimento, perché diamine.. lei era fantastica. Sapeva sempre come farlo impazzire! E anche quella volta non era da meno. Le morse il collo e le lasciò un succhiotto ben visibile, facendola gemere in modo deliziato, mentre sentiva le manine di Keyra viaggiare sul suo corpo. Era divina e ancora non si era mai ritrovato a pensare che il sesso con lei era noioso!
Toccarono l’apice del piacere quasi insieme perché non c’era cosa che lo faceva eccitare di più che sentire il suo nome pronunciato da Keyra mentre arrivava all’apice del piacere. Si lasciò andare subito dopo, sentendo la voce di Keyra che riempiva il suo cervello del suo nome pronunciato. La sentì accoccolarsi sul suo petto per riprendere fiato, mentre lui se ne stava appoggiato al bordo della vasca, cercando di far regolare il respiro. Qualcuno bussò alla porta poco dopo, mentre entrambi ancora si stavano riprendendo. «che c’è?» urlò incazzata Keyra, a chiunque fosse fuori dalla porta. «mi aprite?» era la voce di Harry. «no, vaffanculo!» «state facendo sesso?» Zayn se ne uscì con una risata, mentre lei lasciava quel posticino caldo e facendo uscire Zayn da lei – cosa che le provocò un gemito di protesta – per poi andare ad aprire la porta, non prima di essersi messa un asciugamano addosso. «che cazzo vuoi?» Harry la scostò delicatamente per poi entrare in bagno. Lo raggiunse e lo vide fermo poco dopo la porta a guardare Zayn che se ne stava con la testa inclinata verso Harry, non del tutto attivo. «si però cazzo! Me lo hai ridotto in poltiglia!» sbuffò verso Keyra, che gli diede uno schiaffo tra capo e collo. «ripeto se la domanda non ti è arrivata a quella caccola di cervello: che cosa cazzo vuoi?» Harry si girò a guardarla con un sorriso, poi tornò a guardare Zayn, che se la dormicchiava nell’acqua. «è sempre eccezionale il sesso con Keyra?» la mora gli diede un altro schiaffo. «che cosa vuoi Harryyy!» sbuffò ma quello non rispose ancora, aspettandosi una risposta da Zayn. «Zayn..» il moro aprì gli occhi e guardò Keyra che l’aveva richiamato. Indicò con lo sguardo Harry e il moro fece una smorfia. «che vuoi Harry?» «non rispondo finché tu non rispondi!» si passarono entrambi una mano nei capelli, un po’ imbarazzati. «si, sisisi. E’ ancora eccezionale. Ora mi dici che cosa cazzo vuoi?» se ne uscì poco finemente Zayn, infervorato almeno quanto lei. «niente, volevo darvi fastidio!» uscì ancora prima che la frase arrivò al cervello di Keyra, che era sicuro l’avrebbe rincorso. Chiuse così forte la porta dietro le sue spalle che la fece quasi tremare. La mora sospirò depressa e guardò l’orologio al polso di Zayn. «forza alzati, dobbiamo andare!» Uscì non prima di essersi piegata a dargli un bacio e si andò a vestire.
 
 
Salirono in macchina subito dopo aver fatto fare le foto alle fan di fronte all’albergo. Il giorno di San Patrizio in Irlanda. Tutti si erano vestiti di verde e anche lei. Era sicura che non solo i ragazzi si sarebbero vestiti di verde, ma anche le fan. In fondo se andavano a trovare i ragazzi, sicuro si sarebbero vestite di verde visto che Niall era Irlandese. Con una maglietta verde, il jeans grigio e le scarpe con il tacco verdi, senza togliere la cinta verde e lo smalto verde, poteva dire alla fine di quella serata che odiava il verde. Quando arrivarono al centro commerciale dove si teneva la signin, trovarono una miriade di verde tanto da avere le allucinazioni. Loro, ovviamente, con il verde stavano da dio, ma era risaputo. I One Direction si potevano anche mettere una busta di plastica addosso, avrebbero fatto impazzire chiunque donna su quel mondo.
I ragazzi presero a fare gli autografi come al solito, mentre lei se ne stava in un angoletto a chiacchierare con una guardia del corpo che non era Mark. Stava di spalle ai ragazzi ma ad un tratto vide un filo verde colpire la guardia del corpo e quando si girò a guardare sulla sua spalla vide lo stesso filo appoggiato sulla sua giacchetta. Alzò lo sguardo nello stesso momento che veniva sommersa dai fili della bomboletta spray. Quelle che si usano a Carnevale e che fortunatamente non ti si attaccano addosso. Si nascose dentro se stessa cercando di scappare dall’attacco dei cinque bastardi che se la ridevano allegramente. Quando la lasciarono stare, vide qualcuno porgere una bomboletta e la prese, cominciando a ricambiare con la stessa moneta. L’ultimo fu Zayn, a cui praticamente usò tutta la bomboletta, tutta sui capelli. «i capelli Keyraaa!» la mora lo teneva bloccato sotto il braccio e gli spruzzava sui capelli tutta la bomboletta che faceva uscire filo color verde. «sta zitto coglione! Così impari a spruzzarmi sta merda sui capelli!» quando terminò la bomboletta e lasciò andare Zayn, aveva una nuova acconciatura. Verde questa volta. Risero così tanto che Niall diede fastidio a Keyra così disperatamente che lei si vendicò bloccando anche lui e spruzzando la bomboletta dentro la sua maglietta. Tornò nascosta al suo posticino mentre i ragazzi tornavano a fare gli autografi, e cominciò a pulirsi come meglio poteva.
Dopo quasi un’ora, era riuscita finalmente a pulirsi tutta e guardò male Liam quando si avvicinò con un’altra bomboletta. «provaci e ti giuro che torni a casa senza gioielli di famiglia!» a quella minaccia era tornato indietro e aveva spruzzato Niall, che se la rideva tutto contento. Era felice come una pasqua quel giorno ma non poteva biasimarlo. I ragazzi avevano anche incominciato a parlare con l’accento irlandese, così per divertirsi. Non c’era tanto casino, fortunatamente gli americani sapevano come tenere un evento e addirittura sentivano la musica del centro commerciale.
Si vergognò come una ladra quando, sentendo Just the way you are, si sentì guardata e girandosi vide Zayn guardarla. Ricambiò lo sguardo e lo vide sussurrare la canzone, facendole alzare un lato delle labbra. E alla fine della canzone, le mandò un bacio con la mano. Divenne così rossa che poteva benissimo passare per un semaforo. Quando terminarono, avevano il pranzo e il pomeriggio libero. Poco prima erano arrivate Danielle e Eleanor. Così Danielle venne affiancata da Liam e Eleanor da Louis. I primi se ne andarono da soli per pranzare insieme, i secondi invece rimasero con Harry e Niall, visto che anche Keyra e Zayn sarebbero andati insieme a pranzo. Dopo essere passati in hotel per cambiarsi, uscirono e fu Keyra a dare le indicazioni quel giorno. «E’ un’altra cosa della nostra lista da sposati, vero?» annuì, girandosi a guardarlo. «sia a pranzo che oggi pomeriggio.» si guardarono attentamente. In realtà aveva unito la cosa dell’essere sposati ad un’altra cosa. Le proprie paure.
Appena la macchina si fermò ringraziò e scese, entrando nel ristorante. «bel posto.» sussurrò Zayn, che ancora non sapeva. Non sapeva che di lì a poco le luci si sarebbero spente e avrebbero pranzato al buio. Avete mai sentito parlare di quei ristoranti che fanno il pranzo e la cena totalmente al buio? Con tanto di camerieri ciechi? Entrambi avevano paura del buio, ma a differenza di Zayn lei era quella con le palle. Si misero seduti e il moro la guardò. «com’è sei così in ansia?» alzò un sopracciglio. «non sono in ansia!» sussurrò, stirando il tovagliolo sulle gambe con tanta forza da romperlo quasi. «ah no?» chiese, strafottente il bel moro. «no, Zayn, no!» si guardarono ancora. «devi sapere che questo non è un pranzo normale..» lo vide alzare un sopracciglio, stranito. «sarà totalmente al buio!» la guardò come se stesse pensando che fosse pazza. «sei seria?» annuì proprio nello stesso momento che si spegnevano le luci. Rimase in silenzio alcuni secondi, poi sospirando guardò dove era sicura ci fosse il suo piatto. «sei vivo?» «sto per avere un attacco di cuore.» Scoppiò a ridere così fragorosamente che portò anche lui a farsi una risata. «tu mi vuoi morto!» scosse la testa, anche se sapeva che lui non la poteva vedere. «no.. Semplicemente voglio che superiamo le nostre paure!»
Fu strano, divertente ma strano. Una cosa era sicura. Quell’esperienza serviva anche per ampliare gli altri sensi. Ma era anche vero che stare senza vista era dannatamente fastidioso. Solo quel giorno si rese conto quanto fosse bello guardare il mondo, sapere quale fosse il volto di fronte al tuo, vedere i colori e varie cose. Quell’esperienza le servì molto. Quando uscirono dal ristorante strizzarono gli occhi per almeno un ora, mentre si dirigevano nella seconda parte della sua giornata. «che hai?» chiese quando vide che Zayn non parlava. «mi sto cagando in mano, e scusa il francesismo.» alzò un sopracciglio. «perché?» lo vide girarsi a guardarla. «tu hai parlato di superare le nostre paure. Entrambi abbiamo paura del buio e delle altezze.» annuì, seguendo il suo ragionamento. «il buio l’abbiamo superato, ora tocca alle altezze. E per superare una paura delle altezze bisogna fare qualcosa di stupido.» annuì leggermente, ma le si disegnò un ghigno sul volto. «quindi stiamo sicuramente andando a buttarci da qualche parte, tenuti da un filo elastico!» rise di cuore mentre lui la guardava impaurito. «in realtà non ci stiamo andando a buttare da un ponte. Ma direttamente da un aereo. Quindi senza elastico, ma con un paracadute.» Zayn sbiancò visibilmente. «non ho scritto il testamento!» alzò un sopracciglio. «non ho salutato la mia famiglia!» gli diede uno schiaffo. «ma sta zitto cretino! Sii uomo e fai vedere che hai le palle, Zayn!»
Si, peccato che dopo neanche due ore i due se ne stavano seduti in aereo, non si sa quanti chilometri da terra, bianchi come due morti. E guardavano il cielo che si scagliava dal portellone aperto. «moriremo!» sussurrò Keyra, nel panico. «se uno dei due si salva, cosa dobbiamo dire?» si girò a guardarlo. «se muoio io e tu resti vivo di a tutti che gli ho voluto bene.» sussurrò, fissandolo. «davvero? Anche alla mia ex e a Walter?» lo guardò male. «a loro ti prego mandali a fanculo!» scoppiarono a ridere. «e invece se muoio io e tu resti viva, di a tutte le fan che le amo anche se non so chi sono! Le amo tutte.» si girò a guardarlo male. «niente famiglia? Niente di niente?» lo vide alzare le spalle. «loro già sanno che li amo!» scosse la testa, divertita. «se sopravvivo, ricordami di andare al concerto di Ligabue a Londra!» Zayn si girò a guardarla. «siamo pronti?» entrambi scossero la testa vedendo i due che si sarebbero attaccati a loro e avrebbero fatto la discesa insieme. Zayn si attaccò a lei stile ventosa. «non voglio morireeeeee!» urlò nel panico più totale. Keyra deglutì e guardò di nuovo di sotto. Si alzò, facendo staccare Zayn da lei. «andiamo!» il moro cominciò a piagnucolare, chiedendo di scendere. Ma poco dopo entrambi erano a chissà a quale chilometro da terra, mentre Zayn urlava con tutta la voce che aveva nei polmoni e lei rimaneva inerme sentendo l’uomo dietro di lei ridere come un pazzo. Lei non vedeva l’ora di toccare terra. Anche se si sarebbero spiaccicati, poco le interessava. L’importante era toccare terra. Viva o morta. Quello stupido che stava con Zayn stava riprendendo tutto il loro volo. Lei, in tutto quello, si stava cagando sotto dalla paura. Sicuramente la sua paura non sarebbe finita lì, ne era certa. Quando il suo istruttore aprì il paracadute e vedere che funzionava, tirò un sospiro di sollievo. Posarono i piedi per terra pochi minuti dopo. Il suo istruttore slacciò le cinghie che li tenevano legati facendo cadere a peso morto lei. «ehi tutto bene?» chiese il suo istruttore, preoccupato. «le gambe.. mi tremano!» ammise rimanendo accasciata per terra. Sentì il suo nome urlato da Zayn e alzò la testa. Lo vide a qualche metro da lui, e gattonando si andarono incontro. Uno di fronte a l’altro, si scrutarono attentamente. «siamo vivi!» sussurrò il moro, per poi saltarle addosso e darle un bacio che neanche Gesù cristo avrebbe accettato.
 
 
«ho ancora le gambe che mi tremano!» sussurrò tenendo il vestito, mentre Zayn alzava la cerniera di esso. Si era piegato a darle un bacio sulla spalla, per poi salire fino al collo. Come nei film. La loro storia sembrava un film, peccato che fosse verissima. Lo vide appoggiarsi con il mento sulla sua spalla e guardarla tramite lo specchio di fronte a loro. «sei bellissima, sai?» dopo essere arrossita senza vergogna – e facendo ridacchiare lui per quel rossore – gli sorrise. «cos’è tutta questa dolcezza?» chiese, affondando la mano nei suoi capelli e facendosi anche guardare male perché se l’era appena sistemati. «beh, quando stai per morire ti rendi conto che le fan non sono le uniche cose importanti!» di nuovo, le sue guance assunsero una tonalità di rosso che forse non esisteva nella tabella dei rossi. Qualcuno bussò alla porta mentre Zayn le dava tutti baci delicati sulla guancia. Aprì la porta, si ritrovò Niall. «siamo pronti? Andiamo?» annuirono. Lei si era già vestita per i KCA mentre gli altri ovviamente si sarebbero vestiti lì, tutto era pronto nel loro camerino. In quanto si dovevano esibire, avevano la possibilità di avere un camerino. Scesi nella hall, salutarono tutti i genitori che erano appena arrivati. Arrossì vistosamente quando salutò la madre di Malik e guardò quel sorriso materno stranita. Perché le aveva sorriso così? Insomma, non.. Si girò a guardare Zayn, ma lo vide parlare con Niall di qualcosa. Oh ma che vergogna.
Saliti in macchina, guardò fuori mentre gli altri cinque se ne stavano come sempre a cazzeggiare dietro. Si provò ad immaginare quando – e se – Zayn l’avesse portata a casa sua, la vergogna che avrebbe provato. Era sempre stata vista come la co-manager, non come la ragazza di Zayn. Fortunatamente il moro sapeva che non doveva neanche parlarle quando c’erano i suoi genitori intorno a loro e non sembrava neanche stranito da quella cosa. Stava del tutto tranquillo di quello. Come se non si preoccupasse della sua paura di essere vista come la ragazza del figlio e non come la sua manager. Ahhh! Quelle cose le mettevano ansia, dannazione.
Arrivati di fronte al luogo dove si tenevano i KCA scese per prima lei insieme alla guardia che li seguiva ovunque, attendendo che le altre guardie del corpo arrivassero. Quando furono lì di fronte alla macchina fece aprire il portellone e facendo scendere i ragazzi che corsero subito a fare autografi per le fan che attendevano lì di fronte l’entrata. Li guardò, immaginandosi di vedere che prima o poi ad fan si staccasse un braccio. Le allungavano così tanto che era sicura prima o poi le perdevano. Scosse la testa dei suoi pensieri, girandosi a guardare Mark che la scrutava. «tutto ok?» chiese e annuì, avvicinandosi ai ragazzi, mettendosi dietro a loro e guardando seriamente le fan. «sei in ansia?» annuì e si girò di nuovo verso Mark che la scrutava. «perché?» alzò un sopracciglio, stranita che le chiedesse il motivo per cui era in ansia. Seduta al fianco dei 1D, scherziamo? Bastava a farla sentire in ansia per il resto della sua vita. «ragazzi!» li richiamò e sorrise vedendoli quasi correre per di fare più autografi e foto possibili. Le piaceva quella cosa. Che non si erano montati la testa, che continuavano ad amare le loro fan anche se erano ormai famosissimi. L’America aveva aiutato nel loro cammino verso il successo e beh.. ora si potevano affermare famosi! Tutti conoscevano i 1D. Ma Niall ancora si emozionava se gli dicevano che era bellissimo, Harry era ancora il coglione di sempre e anche gli altri. Li fece passare avanti e si girò a sorridere ad una fan che la richiamò, per poi seguire i ragazzi che si avviarono verso il tappeto arancione. Foto, foto e ancora foto. Interviste, interviste e ancora interviste. Quando entrarono nel camerino, si buttarono tutti sul divano. «allora, avete la prova dell’esibizione fra un ora, ce la potete fare senza di me per un’oretta?» tutti si girarono verso di lei. «perché, tu dove stai andando?» chiese Louis, curioso. «a farmi un tatuaggio sulla chiappa con scritto “amo i one direction!”» lo sentì ridere e prese la borsa di nuovo, salutando Malik. «a frappè!» uscì di corsa ed entrò nel macchinone che la condusse verso l’aeroporto. Quando arrivò, guardò l’orologio al suo polso per poi guardare i tabelloni degli arrivi. L’aereo da Edimburgo era atterrato. Si mise nella zona riservata per quelli che aspettavano e poco dopo vide le porte aprirsi. Alzò una mano e salutò Mary che la cercava. Si corsero incontro, abbracciandosi forte. «mio dio, sei una figa!» scosse la testa e diede tutti bacini sulla guancia a Mary, mentre tornavano verso il macchinone. Aveva solamente uno zaino, visto che due giorni dopo sarebbero partiti di nuovo tutti verso Londra. Finalmente il tour americano era finito e si tornava a casa. «allora, cosa mi racconti?» chiese Mary, appena la macchina partì. «Alfred!» era curioso. L’autista si chiamava Alfred come nei migliori film. L’uomo la guardò dallo specchietto retrovisore. «ti pago venti dollari se non guardi dietro!» l’uomo rise e annuì. Poi si girò a guardare Mary. «le chiacchiere sono rimandate a dopo! Ora bisogna truccarti e vestirti, forza!» Mary fece una smorfia. «in macchina?» annuì tirando fuori il vestito che aveva comprato per lei. Nero, corto e scollato. Tacchi centimetro 7 e di un color panna. «tu mi vuoi morta!» l’azzittì di nuovo, per poi tirare fuori il beauty case, per truccarla. Per fortuna una donna sa fare di tutto in macchina. La truccò leggermente, di nero mettendo così in risalto i suoi occhioni verdi. Sistemò i capelli e sbuffando la guardò male. «certo che te la potevi fare un’acconciatura!» disse facendosi bestemmiare contro da Mary perché la stava spazzolando con cattiveria. Quando scesero di nuovo dalla macchina, di fronte al luogo dove si tenevano i KCA, Mary era irriconoscibile. O forse si! Passarono sul orange carpet e si diressero dentro. «non è che lo trovo con una stangona?» scosse la testa divertita, sentendo le preoccupazioni di Mary. Ovviamente Niall non sapeva dell’arrivo di Mary. «mi fanno male i piedi!» «shht!» bussò ed aprì la porta, entrando per prima e tenendo fuori Mary. «Niall, puoi venire un secondo?» il biondino saltò su e appena le si avvicinò gli mise una mano sugli occhi. Si piegò quel poco per arrivare al suo orecchio. «poi non dirmi che sono una cattiva migliore amica!» lo fece fermare sul ciglio della porta e levò la mano. Ci mise un po’ a ricollegare Mary dietro a quel figurino. Due secondi dopo, le era saltato addosso e aveva preso a piangere tutto contento di averla lì. Sorrise tutta contenta di vederli felici e li lasciò con gli altri, mentre si occupava di controllare che tutto fosse perfetto.
Portò Mary insieme agli altri familiari, ammettendo che le sarebbe piaciuto stare lì con lei invece che di sotto con i ragazzi. Lì almeno non la riprendevano. Sospirando scese di nuovo in camerino e portò fuori i ragazzi, cerchiati dalle guardie del corpo. Lei parlò con Mark, così per tenersi compagnia mentre gli altri conoscevano e salutavano le persone famose. Lei rimaneva in disparte, lei sbavava dietro a chiunque li salutasse. Fu divertente, doveva ammetterlo. Anche se preferiva mille volte non essere lì. La cosa di lavare di vernice verde qualche persona famosa, era sempre bello da vedere. Quando arrivò il momento dell’esibizione, beh.. fu bello vedere tutta quella gente cantare la loro canzone, ballare e divertirsi. Ne fu molto contenta. Quando la premiazione finì, si incontrarono con i familiari di fuori dal luogo. I genitori decisero di tornare in albergo a riposare, loro invece decisero di andare a festeggiare chissà che cosa. Tutto era buono per festeggiare. Niall si attaccò stile ventosa a Mary, non lasciandola più. Che belli che erano, non ci poteva far niente. Vederli per lei era una gioia infinita. Erano la coppia perfetta. Si guardavano con un amore inverosimile. Keyra chiacchierò con Mary tutta la sera, finché i ragazzi non tornarono dalla pista con uno spumante analcolico. Di quello, rise davvero tanto. Il fatto che lì in America non poteva bere nessuno di loro, la fece ridere. Brindarono tutti insieme della fine del tour e per il ritorno a casa. Si, finalmente si tornava a casa.
 
«volevo sapere se era pronta la mia stanza!» disse allo staffer, mentre Zayn la guardava male. «si, signorina. Ecco la sua chiave.» sorrise e la prese, girandosi a guardare Zayn. «che vuoi?» domandò, cominciando a camminare, dopo essersi levata i tacchi e tenendo le scarpe con due dita. «i miei già dormono. Perché devi dormire in un’altra stanza?» chiese contrariato. «perché ho sentito tua madre dire a Maura che ti avrebbe portato la colazione domani mattina!» rispose, sciogliendosi i capelli e guardandolo. Aveva un sorriso dolce stampato in faccia. «quindi, non mi pare il caso di farmi trovare nel tuo letto, nuda!» Zayn scosse la testa. Entrati in stanza, prese la sua valigia e Zayn la seguì mentre portava tutto nella stanza accanto. Quando tornarono per prendere il beauty case, lo guardò. «mi seguirai come un cagnolino tutta la notte?» chiese infastidita. «mi godo gli ultimi momenti insieme, guardando il tuo sedere.» alzò gli occhi al cielo, esasperata. Fecero per uscire, ma quando aprì di nuovo la porta, si ritrovò Patricia. Il colore che prese fu indescrivibile e dando la buonanotte alla donna, uscì e si barricò dentro la sua stanza.
Zayn e Patricia scoppiarono a ridere, poi il moro la fece entrare. «sento odore di donna, qui dentro!» altre risate, mentre si metteva seduta. Si misero a parlare un pochino, su quell’esperienza e su come stava Zayn. Naturalmente il discorso cadde su Keyra. «ci credi che non riesco a parlarci più di tre secondi?» Zayn quasi scoppiò a ridere. «si, è timida!» la donna annuì. «l’ho notato.» si guardarono in silenzio. «allora?» chiese Patricia, attendendo. «cosa?» rispose il moro, stranito. «mi vuoi raccontare qualcosa di lei oppure saprò solo che è la tua ragazza, timida e che non vuole far sapere dalla tua famiglia che è la tua ragazza?» il moro si tolse la maglietta e si buttò a letto. «sei sicura che vuoi conoscerla raccontata da me? Non è meglio conoscerla da sola?» domandò, sedendosi di nuovo al suo fianco. «mi è impossibile. Scappa ogni volta che ci provo!» Il ragazzo scoppiò a ridere. «tu sei felice?» annuì. «sicuro?» annuì di nuovo. La donna ci pensò. «Mi importa questo!» crollò di nuovo il silenzio. «mamma la porterò. Appena lei farò il passo di farmi conoscere la sua famiglia sotto quel punto di vista, allora la porterò a casa! Ma è lei che deve fare il passo. Io non ho problemi.. Ma lei è tanto strana. Non in cattivo modo eh. Semplicemente è..» tirò un sospiro di frustrazione. «ha paura. Ha paura di lasciarsi andare. Per lei queste cose non sono normali. Addirittura vivere da sola con me, avere una casa tutta per noi le mette ansia.» la donna si girò a guardarlo. «vi siete comprati casa insieme?» annuì. «e quando pensavi di dirmelo?» scoppiò a ridere fragorosamente. «presto, oggi!» la donna scosse la testa. «E se arrivo a casa vostra senza avvisare come pensa di scappare?» i due si guardarono complici, per poi farsi una risata. «mamma, se tu lo fai, oltre ad essere la mia eroe, ucciderai anche la madre dei tuoi futuri nipoti!» disse, continuando a ridere. Di nuovo, ci fu uno di quei sguardi senza fine. Patricia lesse negli occhi di suo figlio, poi si alzò e gli diede un bacio sulla guancia. «attenderò ancora. Sono solo curiosa. E devo dire che mi preoccupa Doniya!» a quel nome, Zayn fece una smorfia. «beh.. anche a me, devo dirlo! Ma ti stupirai di Keyra, fidati! Tu perché la conosci seria e perfetta, ma io sono com’è realmente. Sa come farsi valere! Stende me, pensa se non stende Doniya!» Si guardarono di nuovo. Una serata di sguardi. «tu credi che sa come farsi valere di fronte Doniya?» il moro ci pensò su, poi annuì sicuro. «ne sono più che certo!» peccato che si sbagliava di grosso. Non poteva sapere che non era come pensava lui, e che non sarebbe mai stato come pensava lui. Un conto era Zayn, un conto una sorella gelosa. Non poteva sapere che in quel caso, Keyra Mary Smith in confronto ad un tappetino da piedi era niente. Un cagnolino? Forse rendeva meglio.Si salutarono e appena la donna entrò nella stanza, lui andò in quella di Keyra che già dormiva bella e beata. Si mise nel suo letto, sbadigliando e accoccolandosi al suo fianco. Rimase a guardarla dormire, pensando al discorso con sua madre e perdendosi nel suo mondo fantastico. Chissà come sarebbe stato l’incontro di Keyra con la sua famiglia. Era davvero curioso di scoprirlo. Ma sapeva che quell’evento sarebbe accaduto molto più in là.. o forse no!


Spazio dell'autrice: si, lo so. 3 settimane. Mi dispiace tanto. Solo che ho avuto un funerale di un ragazzo che "conoscevo". In più non ho avuto tempo per aggiornare. Eccolo qui il capitolo. Ricordo che:
1. Ho un contatto fb fake per tutti voi: 
http://www.facebook.com/#!/profile.php?id=100002138832129 Mi trovate qui, se volete parlare con me. boh.
2. Sono anche su twitter: 
https://twitter.com/#!/_marrymezayn se mi volete chiedere di essere aggiornati o per parlare con me. 
3. tre settimane di silenzio, ma ho fatto un video. YEAHH! UN ALTRO VIDEO ZAYRA! u.u 
http://youtu.be/5pWAW8PMTCs se vi va di farmi sapere cosa ne pensate. Sempre su twitter o fb! ♥
4. Mi sono accorta ho 50 persone che mi hanno messo tra gli autori preferiti. VI AMO! Stop. ♥♥

 

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Capitolo 31
*** chapter thirty ***


Erano tornati il giorno prima. Appena avevano messo piede dentro casa, Keyra e Zayn si erano buttati a dormire. Avevano dormito per un giorno intero. Si, avete letto bene. Un giorno intero.
Invece quel giorno, il cellulare aveva squillato prestissimo e Keyra era dovuta uscire per fare delle cose. Loro si erano riposati tutto il giorno. Si era deciso che si sarebbero presi una vacanza, non si sa per quanto. Quei tour erano bastati a farli stancare, così per un mesetto sicuramente loro non avrebbero lavorato. E anche Keyra, in passato, aveva promesso a Zayn di prendersi una pausa. Quando erano stati in America, in uno dei tanti concerti si era accorto che aveva la febbre. Si erano messi a litigare, davvero, mentre Zayn le diceva di tornare in albergo e lei che diceva che non poteva perché doveva pensare ai concerti e a loro. E si era tranquillizzato quando gli aveva detto che si sarebbe presa una pausa anche lei. Ma così non era stato, perché già era partita in quarta. Per quello si era incazzato come una bestia, parlando con Paul e ricordandogli che Keyra si era fatta arrivare la febbre per quanto aveva lavorato e che necessitava di una vacanza abbastanza lunga per riprendersi. Conosceva Keyra, sapeva come leggere il suo corpo. Aveva la psoriasi da nervosismo. La notte, nell’ultimo mese, aveva sentito Keyra grattarsi ovunque con foga. A volte l’aveva dovuta anche fermare, perché aveva paura che si facesse uscire il sangue con le unghie che aveva. E molto spesso la vedeva grattarsi la testa anche durante il giorno. Era stressata ma non l’avrebbe mai ammesso. Si stava così annoiando a casa, aspettandola, che decise di fare una live insieme a Niall. I ragazzi erano tutti a casa loro, così per fare compagnia a Zayn.
Stavano cazzeggiando come al loro solito. Stesi sul letto, entrambi senza maglietta. Niall leggeva i tweet dal cellulare di Zayn e Zayn invece dal computer. «metti un po’ di musica?» chiese Niall, sbadigliando. «sei stanco?» chiese Zayn, girandosi a guardarlo per poi cercare altra musica da mettere. «un po’!» ammise, passandosi una mano sul viso. «ma se hai dormito tutto il giorno!» lo sfotté, ridacchiando. «Si ma credo che avrò sonno per il resto della mia vita dopo questo tour.» risero, annuendo guardandosi.
«qualcuno apre?» chiese la voce di Harry fuori dalla porta chiusa. Fu Niall ad andare ad aprire. «e lei?» chiese, facendo alzare la testa a Malik. «appena tornata! Mi ha chiamato l’autista per andarla a prendere. Si è addormentata in macchina!» disse, dirigendosi sul letto. Zayn si alzò, spostò il computer e poi le coperte. «ragazzi, dobbiamo parlare!» Harry la mise sul letto e poi le tolse le scarpe con il tacco. «si sta facendo in quattro, troppo in quattro. Anche se è co-manager è come se fosse la manager. Lavora più di Paul!» Niall si buttò tra una Keyra che dormiva pesantemente e un Malik preoccupato. «quanto ha dormito in questi mesi?» Zayn scosse la testa. «ha dormito poco e niente! Spesso l’ho trovata addormentata in scrivania mentre sistemava le cose dei concerti!» spiegò Zayn, togliendosi gli occhiali da vista. «appunto!» il moro tornò a guardare il box, ma senza vederlo realmente. Niall invece spostò i capelli dal viso di Keyra. Non la riprendevano con il computer. «ha detto che si prendeva una vacanza appena tornavamo! Diamogliela!» propose Harry, sedendosi ai piedi di Keyra. «Ci parlerò io, anzi ci scanneremo, perché con lei mi ci scanno!» ridacchiarono. «tu dovresti essere meno protettivo, sai?» Ammise Niall, seduto appoggiato alla testiera del letto. Posò una mano sulla fronte di Keyra, vedendola leggermente più rossa del dovuto. «Ha la febbre!» si girarono tutti a guardarla. «ecco, poi dici che non mi devo incazzare!» sbottò, con tono troppo alto. Niall lo azzittì, preoccupato che si svegliasse ma naturalmente  Keyra neanche lo sentì. «vado a prendere il termometro.» Disse Harry. Zayn spostò lo sguardo sul computer, poi cominciò a scrivere. «cosa fai?» chiese Niall, cercando di levare il maglione a Keyra. «prendo un biglietto d’aereo per Keyra!» sbottò, e Niall sorrise. «dove la vuoi mandare?» chiese, lottando con una Keyra addormentata pesantemente. «dalla sorella! Almeno se ho il biglietto in mano non mi può dire di no!» il cellulare continuava a mandare beep per dire che stavano arrivando messaggi sulla live chat, ma nessuno dei due se li filò. «tu sai che ti ucciderà, vero?» ridacchiò, piegato sul pc. «oh si! Lo so eccome! Ma me l’aveva promesso, quindi non deve rompere!» prese il cellulare e chiamò la compagnia. «Si, salve. Vorrei prenotare un biglietto per Dublino!» attese, guardandosi con Niall seduto al suo fianco. «aspetti.» Mise una mano sul microfono. «quanto tempo ci metterà a riprendersi dalla febbre?» Niall strinse le labbra. «sapevo che domani doveva incontrarsi con la BBC, per mettersi d’accordo per un’intervista. Se continua ad uscire però la febbre non si abbassa! Non ne ho idea, Zayn.» Lo vide pensarci un po’, per poi togliere la mano. «fra tre giorni!» Annuì, acconsentendo. «Si, va bene a qualsiasi ora!» attese, mentre quella cercava. Niall si avvicinò alla videocamera. «tra tre giorni aspettatevi un articolo sulla morte di Malik!» il moro rise, scuotendo la testa. «Keyra Smith» sicuramente gli aveva chiesto il nome. «il ritorno? Aspetti.» in quel momento entrò Harry e porse il termometro a Niall che lo mise sotto l’ascella di Keyra. «tre settimane? Un mese, quanto le diamo di ferie?» chiese Malik a Harry che si rimise seduto. «quattro settimane!» sentenziò e Niall dopo aver coperto Keyra, si riavvicinò alla live chat. «mi correggo. Troverete anche la morte di Harry!» Il riccio si avvicinò, e guardò curioso cosa stavano facendo. Salutò, poi tornò a sedersi al suo posto. «Allora fra quattro settimane! No, non mi interessa il costo!» disse, guardando prima Harry e poi Niall che annuirono. «Ok. Passeremo domani a prendere i biglietti, arrivederci!» Attaccò la chiamata e fece un altro numero. «chi chiami adesso?» Chiese Harry curioso. «Paul!» Attese che rispondesse. «io ti voglio bene, sei un padre per me, ma tu sai che io ti uccido appena ti vedo?» Sia Harry che Niall scoppiarono a ridere. «Mi chiedi anche il perché?» sbuffò. «Sono qui, in camera con Niall e Harry. E tra di noi c’è Keyra..» Non fece a finire di parlare perché quello fece una battutina sul sesso. «..ok, se prima ti uccidevo adesso ti massacro di botte così lentamente che invocherai la morte con le lacrime.» Niall rise di cuore. La gelosia di Malik con Keyra era troppo divertente. «insomma, Keyra è nel letto e non fare battutine stupide, con la febbre. Mi sentivi quando ho parlato questa mattina?» Annuì. «bene, io le ho preso un biglietto per Dublino per un mese, fra due giorni.» Annuì, calmandosi. «certo che ho fatto di testa mia. Se aspettavo che gliele davi tu le ferie ci diventavo vecchio! Comunque naturalmente domani non lavorerà» Si girò a guardare Niall. «Ok. A domani!» mise il cellulare sul letto. «che ha detto? Si è incazzato?» Malik si passò una mano sul viso tirato. «no, se si arrabbiava gli tiravo due pizze. E’ d’accordo che le servono delle ferie. Ha detto che domani può rimanere a casa, ci penserà lui a quello che doveva fare lei.» Annuirono sia Niall che Harry. Sentirono Keyra muoversi e si girarono tutti e tre. Quando videro che si stava per alzare, Niall la bloccò e Zayn saltò giù dal letto per andare dalla parte opposta. «dove credi di andare?» chiese, Zayn. «il cellulare!» sussurrò, e la bloccò per rimetterla giù. «sta squillando!» Niall si girò a guardare Harry che la fissava ad occhi sbarrati. «si, ha bisogno di una vacanza. Si sogna anche che suona il cellulare!» ridacchiò, mentre Zayn la ricopriva. «non sta squillando nessun cellulare, Keyra! Dormi!» lei cercò ancora di uscire dalle coperte. «ti dico che sta squillando, non lo senti?» A Zayn gli uscì una risata nervosa. «no, torna a dormire!» però poco dopo suonò davvero. Zayn, ancora seduto al suo fianco, si girò verso la borsa. «spengilo, prima che glielo butto dalla finestra! E che cazzo sono le undici!» sbottò, innervosito. Harry lo cercò nella borsa e lo spense. Il moro prese il termometro nella camicetta di Keyra e controllò. «38 e mezzo!» si alzò e lo posò sul comodino per poi rimettersi al suo posto. «dobbiamo chiamare un dottore?» Scosse la testa. «si, così li davvero mi uccide! Odia i dottori. Le darò qualcosa prima di andare a dormire, ora ha bisogno di qualche ora di sonno!» il ricciolino annuì poi sbadigliò. «ok, io me ne vado a letto! Se serve qualcosa, chiamatemi!» entrambi risero, sapendo che quando Harry dormiva potevi chiedergli anche di morire ma non si sarebbe svegliato neanche sotto cannonate. Lo guardarono uscire, poi tornarono a chiacchierare. «non è meglio se spengiamo e la lasciamo dormire?» Zayn scosse la testa. «tanto dorme, non si sveglia manco sotto cannone! E’ troppo stanca.» Niall ridacchiò. «si, tranne se le squilla il cellulare. In quel caso risponde!» ridacchiarono. Tornarono a fare la Live chat. Zayn si girò per spegnere le tante luci della camera, lasciando solo quella del comodino al suo fianco. «mi addormento così!» ammise Niall, già steso al fianco di Keyra. «e dormi, che ti devo dire?!» disse, leggendo qualche commento. «posso abbracciarla?» neanche si girò a guardarlo. «posso staccarti le braccia?» ridacchiarono. Niall sapeva che non si offendeva se la toccava, come Zayn sapeva che non doveva essere geloso di Keyra. Ora, il fatto che un maschio oltre a lui la toccava lo innervosiva, ma era normale quello. «è cosi coccolosa quando dorme!» ridacchiò. «si, finché non comincia a fare i discorsi, e aspetta perché li farà.. e quando tira calci!» Niall rise. Intonò una canzone, leggendo qualche commento. «buonanotte itsmary!» crollò il silenzio. «stavo pensando..» cominciò Niall, ma si bloccò. «perché tu pensi?» si girarono a guardare Keyra, poi scoppiarono a ridere ma in modo silenzioso. «ma sei sveglia?» Chiese Niall, continuando a ridere. «ah-ah..sono sveglia!» risero e Zayn scosse la testa. «non è sveglia! Il bello è che risponde correttamente!» Infatti se la stava dormendo beatamente. «vi prego, se qualcuno sta registrando questa live chat, e sono sicuro che lo state facendo, per favore datemi il link di youtube poi, perché questo pezzo sarà la mia suoneria.» Disse Niall, ridendo mentre Zayn si rimetteva gli occhiali. «shhh!» risero in modo silenzioso, uno appoggiato all’altro. «è uno spacco questa ragazza! Non smette mai di farmi ridere.» disse Niall, ancora scosso dalle risate. «insomma stavo pensando..» si girò a guardare Keyra, aspettando che rispondesse ma non lo fece. «pensavo di partire.. se Keyra parte significa che noi anche possiamo viaggiare! Avevamo deciso di prenderci una vacanza anche noi, no?» Annuì. «torni a casa?» si girò a guardarlo. «non lo so! Ci devo pensare.» rimasero in silenzio, ognuno leggendo i tweet della gente. «tieni un secondo?» gli diede il computer e si mise si alzò. «ti sposti per favore?» Niall alzò gli occhi dal computer. «ma io mi ero fatto il mio posticino caldo qui vicino a lei.» brontolò, senza muoversi. «Se io mi metto sotto le coperte dopo io non esco per farti uscire. Quindi mettiti direttamente tu al lato, almeno non esco.» spiegò, e Niall fece labbruccio. «posso dormire con voi?» Non rispose neanche. Si spostò di lato e Zayn si mise al fianco di Keyra. Niall gli ridiede il computer dopo che si fu coperto. «La coperta è congelata! E tu al calduccio!» brontolò, facendolo ridacchiare. «già è tanto che stai qui, non stressarmi!» incrociò le braccia e con le dita prese a giocare con i capelli sciolti di Keyra con l’altra si accarezzò il viso. «sai di essere sexy quando ti passi la mano sul viso?» Lesse Niall, dal cellulare. «io sono sempre secsi.» disse facendolo ridere, soprattutto perché rimase serio nel dirlo. «ciao katrine!» salutò Zayn. «ci fate vedere Keyra dormire?» Chiese Niall, leggendo un commento. Zayn spostò il computer e abbassò lo schermo per farla vedere in web. «aww. E’ dolcissima!» Zayn rise, tornando a mettere tutto come prima. «si, solo mentre dorme! Quando è sveglia è insopportabile.» disse, bevendo un goccio d’acqua. «ma stai zitto che stravedi per lei!» lo sfottè Niall, posando il cellulare e mettendo le mani sotto al cuscino, chiudendo gli occhi. «non addormentarti Horan! Ti butto giù dal letto se ti addormenti.» Disse, girandosi a guardarlo. «sisi, cambia discorso!» gli uscì un sorriso. «non addormentarti! Poi te la subisci tu se la svegliamo con le tue urla, se ti faccio cadere.» ridacchiarono. «dai, fammi dormire qui con voi. Il letto è grande!» riprovò e lui scosse la testa. «ma ci sei tu in mezzo. Non la tocco!» non rispose. «Zayn!» si girò a guardarlo. «posso dormire con voi?» Zayn tornò a guardare la timeline. «no!» rispose, spiccio. «ma perché non mi vuoi?» sbuffò. «perché ho intenzione di farci sesso sfrenato appena uscirai da questa stanza, ok?» Niall rise. «si, perché mi vuoi dire che riusciresti a svegliarla?» ridacchiò. «e chi ha detto che la sveglio?» scoppiarono a ridere, così forte che Keyra si girò dalla parte di Malik. La guardarono poi ricominciarono a ridere. «fai che questa twitcam non finisce su Youtube, perché se solo sente che hai detto una cosa del genere come minimo ti uccide!» ridacchiò. «è proprio quello che voglio! Non sai quanto mi diverto a farla incazzare a bestia!» Niall rise. «lo so eccome. Non sai tu quanto lei si diverte a farti pensare che si incazza veramente! Certo, la stai sputtanando davanti a non si sa quante persone, ma tanto ormai c’è abituata. Lo fa solo per divertimento ad incazzarsi.» Zayn si girò a guardarlo. «davvero?» Annuì. «le piace battibeccare con te, perché sa che a te piace e quindi lo fa. E anche perché tiene vivo il rapporto.» ammise il biondino, ad occhi semi chiusi. Il moro si girò a guardarla. Tornò a salutare qualche ragazza che andava a letto, poi la sentì muoversi. «Zayn!» sussurrò lei, muovendosi. «mhm?» Si girò. «che ore sono?» alzò un lato delle labbra, poi guardò l’orologio. «quasi l’una!» mugugnò qualcosa, coprendosi di più. «senti freddo?» annuì, con la coperta fino al naso. Si girò verso Niall, ma vide che stava dormendo. «che cazzo ci fa Niall qui?» Mise il computer sul letto e scavalcò il biondino per scendere. «abbiamo fatto un’orgia, non ricordi?» la sentì ridacchiare mentre prendeva una coperta. «e stai facendo una twitcam. Dovrei ucciderti ma penso che rimanderò tutto a domani!» disse, sbadigliando. «se te ne ricordi!» Ridacchiò e le mise sopra la coperta. «ma non stavo in macchina?» chiese, richiudendo gli occhi. «si, tipo tre ore fa! Ti sei addormentata e Harry ti ha portato qui.» Tornò sul letto, scavalcò Niall e tornò sotto le coperte. «ok..» biascicò, sbadigliando ancora. Le posò una mano sulla fronte. La sentì sospirare forse perché aveva la mano fredda, per poi rabbrividire. La sentì borbottare qualcosa di incomprensibile. Ma saltò quando Zayn cercò i piedi di Keyra sotto le coperte. «’ci tua quanto sei freddo!» blaterò, ricacciando indietro i piedi di Zayn, che ridacchiava. «sono uscito ha prenderti la coperta. Me lo devi!» borbottò qualcosa, che assomigliava ad un vattene a quel paese mentre gli spingeva ancora i piedi via. «ti devo due pizze, notte!» sporse le labbra e Zayn si piegò a baciarle. «notte!» e tornò a guardare lo schermo. Sorrise a qualche commento, facendo il segno del silenzio per far capire che non poteva parlare. Sentì Keyra muoversi e cercare di nuovo i suoi piedi. Si girò, sorrise anche se lei stava con gli occhi chiusi e cominciò a massaggiarle la cute. Sospirò e si accoccolò al suo fianco, rannicchiandosi. Mise un braccio intorno alla sua testa e cominciò ad accarezzarle la schiena.
 
«buongiorno!» aprì gli occhi e si ritrovò Zayn che le sorrideva. Si stiracchiò e sbadigliò, guardando la sveglia sul comodino. «cazzo è tardissimo!» fece per alzarsi ma venne bloccata da Zayn, che la spinse di nuovo a letto. «Paul sa che hai la febbre. Puoi rimanere a casa oggi!» lo scrutò attentamente. Si rimise sotto le coperte e si coprì fino al naso, continuando a guardare Zayn con occhi sconsolati. «che c’è?» domandò, vedendo quegli occhioni castani preoccupati. «niente, non posso guardarti?» chiese Keyra, fissandolo. Il moro si piegò a sfiorarle le labbra, per poi uscire dalla stanza. Ritornò poco dopo, con un vassoio pieno di cibo ma soprattutto con il caffè. Keyra mugugnò deliziata da quella colazione a letto e cominciò a mangiare il cornetto mentre Zayn la guardava con dolcezza. Lo vide porgerle due biglietti. Li prese, e li lesse. «cos’è sta storia?» domandò vedendo il biglietto per Dublino. «le tue ferie.» ancora prima poter dire qualcosa Zayn riaprì la bocca. «sei stanca, hai bisogno di riposarti. E’ la seconda volta che ti viene la febbre per lo stress. Ho parlato con Paul. Si prenderà una pausa anche lui, tornando a casa. Siamo tutti in vacanza.» lo guardò male, molto male. Guardò il secondo biglietto. «e questo?» chiese, guardando il biglietto ad occhi sbarrati. «mi pare che avevi detto che se ti salvavi dal paracadutismo, saresti andata al concerto di Ligabue.» annuì. «ma i biglietti erano finiti!» sussurrò lei, incredula. «ma io ho delle conoscenze!» si girò a guardarlo. «sono veri? Sono.. sono i veri biglietti di Ligabue?» il moro annuì, facendole un sorriso da infarto. Tornò a guardare il biglietto, ad occhi sbarrati. «andrò..andrò al concerto di Ligabue a Londra!» fece volare chissà dove i biglietti e saltò addosso a Zayn che scoppiò a ridere di cuore, posando le mani sui suoi fianchi. «vado al concerto di Ligabueeeeeeeeee!» urlò Keyra, al settimo cielo mentre il moro se ne rimaneva steso sotto di lei che se la urlava tutta euforica. Si alzò poco dopo, del tutto euforica. «ma tu non stavi male?» chiese poco dopo Niall, entrando in casa. «e tu sai che non sei stato invitato?» rispose stampandogli un bacio sulla guancia. «ehi.. ero venuto a controllare che stavi bene.» disse, sedendosi dalla parte opposta del bancone e ricevendo poco dopo una crepes alla nutella. «no, tu eri venuto a controllare che Keyra non si era messa a fare qualcosa di buono. Dillo che ti è mancata la sua cucina!» esclamò Zayn, steso sul loro divano. Niall si girò a guardarlo, per poi scoppiare a ridere. «passata la febbre?» chiese, cambiando totalmente discorso mentre entravano anche gli altri in casa. «ma cos’è questa casa? UN BORDELLO?» chiese, un po’ contrariata. Nessuno rispose, passando in fila indiana di fronte a lei e dandole un bacio, per poi rubare una crepes. «come se ti dispiace che siamo qui!» disse Liam, divertito. «beh, ma se abbiamo cambiato casa, un motivo ci sarà, no?» frecciò, facendolo ridere. «Si certo, come no!» Keyra spostò lo sguardo su Niall, che parlava con la sua crepes. «ma non te l’hanno detto che la droga fa male? Stai seriamente parlando con il cibo?» chiese, del tutto incredula. «abituati. Si sta scusando con lui perché tra poco se la mangerà!» Disse Louis, con un sorriso. Spense il fuoco e se ne andò verso la camera. «sono circondata da pazzi!»
 

**

 
Zayn si fece avanti, prendendo la sua valigia e cominciando ad andare verso l’uscita. Aveva raggiunto Keyra a Dublino, dove aveva deciso di fare la sua vacanza. Erano tre settimane che stava con la sorella, e alla fine visto che anche loro si erano presi una vacanza, aveva deciso di andarla a trovare. Appena uscito nella sala d’attesa si guardò intorno e cercò il luogo per prendere un taxi. Indossava le cuffiette mentre ascoltava la musica del suo ipod. «scusi? Dove posso prendere un taxi?» chiese ad una ragazza che stava dando i biglietti per il pullman. Lo guardò a bocca aperta, poi tornò se stessa. «devi uscire e ci sono le indicazioni!» Annuì e seguì la traiettoria del suo braccio. Quando fu fuori, trovate le indicazioni le seguì e arrivò al parcheggio dei taxi. Si avvicinò al primo, e l’uomo si girò. «Salve. Arlington Hotel.» Gli diede il foglio, per fargli vedere la via. Quando la lesse, partì mentre Zayn si rilassava sul sedile posteriore. Prese il cellulare e fece il numero di Keyra. «ehi!» la sentì rispondere, dopo due squilli. «ciao! Che fai?» domandò, guardando il paesaggio nuvoloso fuori dal finestrino. «stavo per uscire a farmi una passeggiata. Tu?» lui sorrise. «sto andando in albergo!» silenzio. Sto, non stiamo. «quale albergo? Siete tornati a lavorare?» Chiese, non volendoci credere. Era già arrivata a capire, ma non ci voleva credere. «No, ho preso il primo aereo che partiva e ho deciso di farmi una vacanza.» Lei ridacchiò. «e qual’era il primo aereo a partire? Destinazione? Burundi?» chiese, divertita mentre indossava la sciarpa. «No Dublino!» Disse, mentre lei saltellava dalla gioia, senza fare versi per non farsi sentire da Zayn. «stai per caso saltellando?» Keyra si bloccò di colpo. «Chi io? No! Ero solo stupita, per questo non parlavo!» Keyra sapeva che lui non ci credeva, e Zayn sapeva che stava saltellando. «Quindi mi ti devo subire anche in vacanza?!» chiese, con un sorriso e prendendo la borsa. Il ragazzo di sua sorella dormiva, mentre sua sorella era andata a lavorare. Si sarebbero incontrate quando staccava. «ma io mica sono venuto per te, ti pare!» Keyra sorrise, mentre usciva di casa e si dirigeva a prendere la Luas che l’avrebbe portata al centro di Dublino. «Ah perfetto così!» Silenzio. Zayn guardava fuori dal finestrino, Keyra guardava il cielo. «come spendere soldi!» disse la ragazza, ridacchiando e facendo ridere anche il moro. «Vabbeh me lo dici questo benedetto albergo dove alloggi?» chiese sentendolo ridere. «Ammettilo che non vedi l’ora di rivedermi!» Keyra strinse le labbra. «chi io? No.. Ti pare!» ripeté le parole di Malik, facendolo ridere. «sono al Arlington hotel! E sono appena arrivato.» Disse mentre lei arrivava alla fermata della Luas, guardando fra quanto sarebbe arrivata. 5 minuti. «Non mi pare che ti avevo chiesto di dirmi se eri arrivato ma solo l’albergo. Lo volevo sapere solo per mandarlo a fuoco!» scherzò e lui si fermò davanti alla reception. «oh sta zitta!» disse con un sorriso, e la donna alzò lo sguardo. «Salve, benvenuto al Arlington hotel. Posso esserle d’aiuto?» Il moro sorrise, spostando il microfono del cellulare per parlare. «Si! Ho prenotato una camera a nome Malik!» Disse, e quella si mise a controllare. «Fra quanto sei qui?» chiese tornando a posare le labbra vicino al microfono. «fra una decina di minuti. Il tempo di prendere la Luas. Mi aspetti in albergo?» Chiese, salendo sulla Luas appena si fermò. «Si, poso la valigia e ti aspetto nella Hall dell’albergo!» disse, mentre la donna annuiva e gli consegnava dei fogli da firmare. «Perché non in camera?» il tono che usò lo fece ridere. «ti aspetto nella Hall, muoviti ho voglia di vederti pervertita!» Risero tutte e due, poi attaccarono. Keyra cominciò a sorridere come una demente, come al solito quando sentiva Zayn ma soprattutto quando faceva quelle sorprese che le mandavano il cuore in gola. Oltre a sorridere, cominciò a muoversi nervosamente, battendo il piede per terra e pensando che quel giorno la Luas era più lenta del dovuto. Quando arrivò al centro di Dublino, quella si fermò e cominciò a camminare a passo veloce verso l’albergo. Dovette attraversare il fiume e quando fu davanti all’albergo aprì la porta e lo trovò appoggiato al muro, a braccia incrociate. Si girò per vedere chi era entrato e quando la vide sorrise e le andò incontro. «A..» non fece in tempo a salutarlo che lui le diede un bacio di quelli che avevano la forza di farle sentire le gambe come gelatina. Si dovette aggrappare a lui. Incredibile che ancora le faceva quell’effetto. Avrebbe mai smesso di provare quelle sensazioni con lui? Affondò le mani nella cresta e lo spinse di più verso se stessa, per approfondire il bacio. Quando si staccarono, Keyra affondò la faccia nella sua maglietta, respirando il suo profumo e lui le baciò i capelli. «ciao scricciolo.» la salutò lui, stringendola a sé con dolcezza. Lei strinse le mani sulla maglietta, prendendo la parte della schiena. «mi sei mancato!» Oh ma quei momenti di dolcezza erano qualcosa di unico. «anche tu, sennò non stavo qui!» disse, al suo orecchio, piegandosi un po’ in quanto lei era più bassa del moro. Rimasero abbracciati per qualche minuto, godendosi quella cosa per poi staccarsi. Per modo di dire, ovviamente. Zayn le passò il braccio sulle spalle, e tornò indietro perché doveva riconsegnare la chiave. Salutò la Staffer, che sorridendo gli diede il buon divertimento. «ci può scommettere!» ridacchiarono e abbracciati uscirono dall’albergo. «dove andiamo?» chiese lei, curiosa. Lui abbassò la testa, sorridendo. «tu dove stai andando prima che ti chiamassi?» domandò lui, con una dolcezza infinita. Quando non si vedevano per un tot di tempo, il giorno in cui si rivedevano c’era una nota di dolcezza in tutte e due le voci. Poi il giorno dopo ritornavano normali, prendendosi in giro come al loro solito. «in realtà da nessuna parte. Mi annoiavo a casa di mia sorella, quindi avevo pensato di uscire a fare qualche compera e prendermi un caffè.» spiegò. «allora andiamo a fare compere e a prenderci un caffè.» Prese a camminare, ancora abbracciato a lei. «ma non serve, possiamo anche girare Dublino! Tu l’hai vista?» scosse la testa. «no, oggi sono stanco per concentrarmi sulla storia di Dublino! Cominceremo da domani!» lo guardò con gli occhioni a cuoricino, e annuì. «va bene! Prima tappa caffè.» entrarono nello starbucks della via principale – l’unica, di Dublino. «salve. Due espressi!» disse Keyra, prendendo il portafogli ma venne bloccata da Zayn, che la guardò male per poi prendere il portafogli dalla tasca del Jeans. «ma mi spieghi una cosa?» lo vide annuire, mentre la donna rialzava lo sguardo. «da portare via o al tavolo?» Zayn sorrise. «al tavolo! Ah, può aggiungere anche due brownie?» La donna annuì, poi Zayn le diede i soldi e si girò verso Keyra, ora tutto interessato alla sua domanda. «perché mi pagate uno stipendio se non posso neanche usarlo?» Il moro alzò un sopracciglio, poi scoppiò a ridere. «quando mai si è visto che una donna pagasse per un uomo?» Keyra rispose con un sopracciglio alzato. «ma stiamo parlando di te!» esclamò, facendogli notare la cosa. Zayn la guardò curioso, cercando di capire mentre si mettevano nell’aria “attesa”. «sei un tirchio di prima categoria! Perché con me no?» chiese, e lui la guardò male facendola ridere. «sei la mia ragazza, è mio dovere pagarti le cose. E non è vero che sono tirchio.» disse, con il broncio. Lei ridacchiò e si avvicinò per abbracciarlo, ma Zayn si piegò a darle un bacio. «non mi abituerò mai a tutta questa dolcezza che nascondi sotto sotto, Malik!» lui ridacchiò. «con te mi viene spontaneo!» sorrise a trentadue denti, e lui contraccambiò vedendo tutta quella felicità per quelle parole. Presero la loro roba e seguì Zayn, che si mise ad un tavolo vicino ai finestroni che davano sulla strada principale. «allora che hai fatto queste tre settimane?» chiese lui, prendendo un pezzo di brownie. Keyra sorseggiò il suo caffè. «dormito, principalmente ho dormito. Non si sa il sonno arretrato che avevo!» lo vide sorridere. «sono stata con mia sorella. Avevo proprio bisogno di vederla! Mi mancava ed era tanto che non la vedevo. E poi shopping, tanto di quello shopping che mi devo comprare una seconda valigia per tornare a Londra.» lo sentì ridacchiare, e alzò lo sguardo. «e tu?» chiese, curiosa. Anche lui alzò le spalle. «niente di che, siamo rimasti a casa! Louis è tornato un po’ a casa sua, anche Harry e Niall. Solo io e Liam siamo rimasti a Londra! Poi qualche giorno fa sono tornati e io sono partito per venire qui!» spiegò, girando il suo caffè. Il brownie era già andato. «Che vita movimentata!» lo prese in giro e lui ridacchiò. I tavoli di Starbucks erano piccoli, c’entravano a mala pena due persone, e non ci volle tanto sforzo per Zayn di allungarsi per baciarla. «Forse ha ragione Louis!» Keyra si passò una mano sul viso, cercando di togliersi l’espressione da demente che si sentiva di avere in viso. «su cosa?» chiese, appoggiandosi sul palmo della mano e guardandolo. Mamma quant’era bello! Ogni giorno che passava diventava sempre più bello, mannaggia a lui. «che divento insofferente quando ti sto lontano!» alzò lo sguardo dalle sue labbra, che stava guardando e bloccò lo sguardo nel suo. Quando le parole le arrivarono al cervello, sorrise davvero felice. «per me è un bene!» ridacchiò e si guardò intorno, curiosa. Sentì la mano di Zayn stringere la sua sul tavolo e si girò a guardarle. Gli sorrise per poi guardare fuori dal finestrone. Quando abbassò lo sguardo, le uscì una risatina nervosa. Zayn si girò, e sorrise. «mi hanno trovato!» disse, salutando alle fan con le macchinette che facevano foto o riprendevano. «e addio vacanza!» sussurrò lui, tornando a guardarla. «stai tranquillo! Devi ringraziare che non sono quel tipo di fan che ti saltano addosso. Semplicemente richiedono un po’ della tua attenzione!» disse, con un sorriso come a giustificarle. In effetti le directioner non erano poi così fastidiose come le altre. Si avvicinavano, chiacchieravano ma non facevano troppo casino. «le mie attenzioni saranno solo su di te, in questi giorni!» lo guardò sorridendo. «non è carino che non te le fili!» gli fece notare e lui sbuffò ma annuì. Rimasero dentro finché non finirono il caffè poi decisero di andarsi a fare un giro al centro commerciale al piano di sotto. Ci rimasero il più possibile ma poi capirono che stavano solo incasinando di più la questione. Così si diressero all’uscita, e Malik le passò un braccio sulle spalle. Lo guardò dal basso, vergognosa cercando di levarsi. «hai questa tendenza ad arretrare quando vedi le fan! La devi smettere.. Non ti fanno nulla, sai?!» Disse, aumentando la forza dell’abbraccio. Lei lo guardò sbuffando e sospirò. «ma sono interessate a te, non a me!» spiegò, guardando le ragazze fuori dal locale. Si avvicinavano sempre di più. «si, ma io sono qui per te, non per loro! Un conto è quando stiamo lavorando, un conto è quando stiamo in vacanza!! Ti voglio al mio fianco!» Lo guardò con una dolcezza infinita, e annuì. Lui le sorrise e aprì la mano del braccio destro posato sulle sue spalle, per farle capire di intrecciare le loro dita. Lo fece, e per un nano secondo si sentì morire. Il buttafuori che guardava le fan da dietro le porte, si girò quando le sentì urlare che stava arrivando. Guardò i due, e Zayn sorrise. «tutte loro solo per te? Mi immaginavo chissà quante persone..Che lavoro fai?» scherzò, aprendo le porte per farli passare. Malik rise, e uscì venendo circondate da tutte le fan. «Ciao Zayn! Ciao Keyra» una ragazza li salutò e lui sorrise con quel sorriso che faceva morire anche lei. «ciao ragazze! Come avete fatto a sapere che ero qui?» chiese curioso, senza lasciare Keyra. «Twitter. Ma immaginavamo che saresti arrivato! Sapevamo che Keyra era qui, l’abbiamo letto su twitter.» entrambi risero. «è una maledizione twitter!» disse Zayn a Keyra che rise. Naturalmente scherzava. «da quanto sei arrivato?» chiesero, emozionate. «da un’ora!» si spostò per far passare una donna che stava uscendo dal negozio. «Quindi è ancora presto per sapere se ti piace Dublino!» Annuì, sorridendo. «per adesso ho visto lo Starbucks principale di Dublino! Devo dire che è fantastico, bella anche la storia di starbucks!» Keyra scoppiò a ridere, scuotendo la testa mentre chiacchierava con una fan, che l’aveva ringraziata per averlo portato lì. «ha fatto tutto da solo! Io sono arrivata qui tre settimane fa!» ammise, arrossendo. Malik si appoggiò a lei, e Keyra si girò guardandolo male. Mio dio quanto pesava. «ci fai degli autografi e un po’ di foto? Poi vi lasciamo andare!» come compromesso fu molto buono e Zayn si mise a fare autografi mentre lei si spostava di lato. Lui, accorgendosi della cosa, si girò a guardarla mentre faceva un autografo. «ok, che palle!» disse lei, tornando al suo fianco. «ragazze per favore, le spiegate che se sta qui non da fastidio?» chiese gentilmente Zayn. Ma usò quello sguardo che usava quando doveva ammaliare. Naturalmente quelle lo guardarono a bocca aperta, innamorate perse. «scherzi? Molta gente è pro-Zayra, noi comprese!!» Entrambi si girarono a guardare la ragazza che aveva parlato, per poi scoppiare a ridere. «Mi fa strano sentire le fan usare questo nomignolo.» ammise Zayn, con un sorriso verso Keyra. «non dirlo a me. Io sono abituata a Larry, Zarry, Zouis. Ma Zayra proprio no!» ammise, massaggiandosi il collo, in modo nervoso. «Davvero Keyra, vediamo come ti nascondi quando giri con lui o con gli altri. Non dai mica fastidio! Anzi.. molta gente ti trova dolcissima!» alzò un sopracciglio. «si, certo! Fate le fotoo?» cercò di cambiare discorso ma non funzionò. «Dai impossibile che non vedi la gente che ti adora. Sei la loro mascotte e di conseguenza la nostra!» Sorrise con dolcezza. «mi metterò alla ricerca di quello che dici!» promise, e lei annuì. Cominciarono con le foto subito dopo gli autografi e Keyra si tenne fuori. «Keyra, ti sposti un po’?» annuì e si spostò un po’ ma quella rise. «intendevo verso gli altri, non dalla parte opposta!» aprì la bocca. «voglio una foto anche con te, ti dispiace?»  annuì, arrossendo. «fammi questo favore. Quando mi ricapita di trovarvi insieme a Dublino?» arrossendo quella che abbracciava Zayn si spostò vicino la sua amica e lei prese posto vicino a Zayn che le passò un braccio sulle spalle. Sorrise verso la camera fotografica, e quando finirono si salutarono. «speriamo che non le pubblichi!» era sicura, che era venuta uno schifo. Malik se la strinse a sé. «saranno già sul web.» Sbiancò mentre lui rideva allegramente. Passarono due ore mentre i due giravano per i negozi, chiacchierando allegramente. Si erano seduti alle panchine di fronte al teatro, da meno di una mezz’oretta. Malik seduto normale, mentre Keyra dopo un po’ si era sdraiata, poggiando la testa sulle sue gambe. Con una mano Zayn si teneva alla panchina, con l’altra giocava con le dita di Keyra. Sentì il telefonino squillare, e rispose. «ciao! Dove sei?» chiese, Keyra, seguendo con il dito il tatoo di Zayn, ascoltando sua sorella. «al centro! Davanti al teatro! Si, ok.. Ti aspetto qui!» riattaccò, e guardò Zayn che si era piegato a guardarla. «sta arrivando mia sorella!» lui annuì, mentre lei lo guardava seria. «mia sorella, ripeto.» di nuovo annuì, ma questa volta sorrise sapendo cosa la preoccupava. «Si, lo so che hai una sorella. E lo sapevo anche quando ho deciso di venirti a trovare!» Spiegò, con un sorriso dolce. «Sorella. Famiglia!» gli fece notare, preoccupata. «lo so! E’ anche ora, non trovi?!» Lo guardò in modo incredulo. Lui si piegò a baciarla, sorridendo. «Ho conosciuto già tuo fratello.» le fece notare. «si, ma perché stavi con me quando sono andata a trovarlo.» Zayn le sorrise. «Georgia, è Georgia. Sangue del mio sangue.» Le sue seghe mentali. «sto bene e non scappo, promesso!» Keyra lo fissò preoccupata, poi annuì. Si mise seduta e guardò l’inizio della strada che conduceva alla fermata della Luas. La vide in lontananza e la salutò con la mano. Quando la vide seduta vicino al ragazzotto, sorrise maliziosa. La vide togliersi le cuffiette e la salutò. «Aloha sorella! E ciao a te, sconosciuto non tanto sconosciuto!» scoppiarono a ridere. Fissò sua sorella che guardava Zayn così intensamente che per un secondo il moro si spostò indietro. «da vicino è ancora più bello!» arrossirono in due, in quel momento. «lo so!» ammise Keyra, girandosi a guardarla. «da lontano non avevo capito che aveva gli occhi così chiari, sai?» scoppiò a ridere. «si, Georgia. Lo so che sono una stronza e che mi stai dicendo queste cose perché non te l’ho presentato prima. Ecco, adesso è qui, goditi il momento.» Le due sorelle si guardarono in cagnesco.
«Voglio le presentazioni ufficiose.» «ma lo conosci già!» sbottò Keyra, esasperata. «Voglio. le. presentazioni. ufficiose.» Zayn scoppiò a ridere, porgendo poi la mano a Georgia. «Ciao piacere. Sono Zayn, il ragazzo di tua sorella!» li vide stringersi la mano, Georgia era come una bambina di fronte l’albero di natale. Le brillavano gli occhioni castani.  Poi sua sorella le saltò al collo, cominciando a sfregare la sua testa con il pugno. «E brava la nostra Keyra! Pensavo che non mi avresti mai presentato il tuo ragazzo!» ridacchiò, gemendo in quanto le stava facendo male. «Parla quella che ha portato Thomas a casa dopo quasi due anni che ci stava insieme.» disse, dandole pizzichi ovunque per farsi lasciare. «zitta tu, che ci hai messo quasi un anno per presentarlo a me. A ME! Tua sorella, che anche è brutto te lo approva se sei contenta!» Keyra si girò a guardarla. «non è brutto!» Mise il broncio. «Non lui, ma intendevo storie precedenti, tipo un certo Walter.» Arrossì. «Touchè» disse, per poi essere abbracciata da Zayn. «ma perché non mi hai detto che veniva?» Zayn sorrise. «le ho fatto una sorpresa!» ammise, e sua sorella prima lo guardò poi cominciò a dare gomitate maliziose a Keyra, ridacchiando da demente. La guardò preoccupata, poi si girò verso Zayn e insieme scoppiarono a ridere. «ma cosa ci fai a questi uomini?» Rise ancora più forte, buttando indietro la testa. Quella era la frase che caratterizzava Georgia, come “vas happenin” caratterizzava Zayn. Sua sorella pensava che Keyra rimorchiasse davvero tanto, cosa che Keyra non vedeva molto uguale. E ogni volta che un ragazzo che si girava verso la loro parte, lei le dava le gomitate in modo malizioso e se ne usciva con quella frase. «quindi deduco che stasera ti trasferisci!» arrossì un po’. «lo spero almeno! Keyra dimmi che ti trasferisci perché sennò ti diseredo dalla famiglia!» La mora la guardò, preoccupata. Quando vide che Keyra non rispondeva, evidentemente perché non voleva risponderle, si girò verso Malik. «dimmi che non sei così perfetto da aspettarla per così tanto tempo!» Ci mise un po’ a capire il significato della frase, e scoppiò a ridere. Keyra si girò a guardarlo, ammaliata da quella risata stupenda. La faceva morire quando rideva in quel modo. Era stupendo. «In realtà l’avrei fatto ma tua sorella mi è praticamente saltata addosso!» Keyra arrossì, visto che non era vero e fece per dirlo. Invece Zayn sperava che quella frase stupisse ma Georgia rise. «sei la mia degna sorella!» E fu il momento di Keyra e Georgia di ridere alla faccia di Zayn. Gli diede una gomitata. «tranquillo! Ti abituerai!» disse dandogli due pacche sul petto per poi tornare a guardare sua sorella. «andiamo?» chiese Georgia, dopo aver detto che voleva un caffè. Annuirono e presero le felpe posate sulla panchina. «allora volete rimanere un po’ soli? Sennò me ne vado!» Fu Malik a rispondere per primo. «Nono, tranquilla. Tanto fra poco capirai che anche se siamo soli non lo saremo mai veramente!» Georgia rise, poi si fermò davanti alla caffetteria che per lei faceva il caffè migliore. «allora direi che se posso rimanere, ci facciamo un giro, poi torniamo a casa costringiamo Thomas ad uscire e ce ne andiamo a cena fuori! Poi torniamo a casa prendi la valigia e vi lascio andare nel vostro nido d’amore.» Scoppiarono a ridere, scuotendo la testa. «Va bene?» Annuirono, guardandosi. «perfetto! Prendo il caffè e torno!» Annuirono di nuovo. Zayn si girò a guardarla, a bocca aperta. «è la tua degna sorella!» sorrise, scuotendo la testa. «e siete davvero uguali! Potrei innamorarmi di lei.» lo guardò, senza una particolare espressione e lui scoppiò a ridere. Si piegò per darle un bacio a cui lei si tirò indietro, offesa. «io ti stavo baciando. Torna subito al tuo posto!» scosse la testa, tirando fuori il labbro come una bambina offesa. Lui lo guardò, poi sorrise. «Quanto sei scema. Ancora non capisci che anche se ci fosse la tuo sosia, non è lei che guarderei, vero?» Lo guardò, e il labbro tornò in dentro, per poi saltargli al collo abbracciandolo. Lui rispose all’abbraccio. Sua sorella, da dentro il caffè li guardava con un sorriso dolce. Era felice che la sua piccola Keyra era felice. Non l’aveva mai vista così felice con i suoi ex ragazzi. Con lui invece era se stessa, non si faceva problemi. Li guardò girarsi quando arrivarono delle fan. «Caffè doppio?» Si girò, e prese il suo bibitone greco, sorridendo al cameriere. «Grazie arrivederci!» si fece avanti ed uscì dalla caffetteria, rimanendo dietro di loro. Li ascoltò. «Keyra posso chiederti un favore?» chiese una fan, girandosi verso di lei. Annuì, sorridendo. «potresti chiamare Harry?» Prese il cellulare e fece il numero di Styles. «Hazza?» rimase in ascolto. «non scartavetrarmi i coglioni e rispondi bene perché sennò ti licenzio!» si trattenne nel ridere, sentendo il tono fintamente incazzato che aveva. «Si, è arrivato sano e salvo! Sta qui, no non te lo passo! Non ti chiamo così per farti parlare con Zayn. Ti ho chiamato perché devi parlare con una fan!» Fece per dare il telefono alla fan poi se lo riprese facendo segno “un attimo”. «rispondi bene, coglione! Mamma mia che ti faccio appena torno!!» e diede il cellulare alla fan, per poi girarsi per vedere dove si trovava sua sorella e perché ci metteva così tanto. Quando la vide lì a guardarla, sorrise nervosa. «avvisare no?» La vide alzare le spalle. «Il lavoro è lavoro!» sorrise, scuotendo la testa. Le fece segno di venire avanti e anche le fan rimasero a bocca aperta. «Oh mio dio!» entrambe alzarono lo sguardo su una fan. «ma siete identiche.» scoppiarono a ridere. «Non sapevo avevi una gemella!» e giù di lì con altre risate. «non sono gemelle. Si passano otto anni!» spiegò Zayn, con un sorriso. «wow..» sorrisero alla fan, che le guardava a bocca aperta. Finito di fare gli autografi, ripresero a camminare verso casa. Decisero di farsela a piedi. Georgia abitava più fuori dal centro. Ci volevano quaranta minuti per arrivare a casa sua senza la Luas. Una passeggiata per smaltire il brownie di prima. «Non ti da fastidio?» si girò verso sua sorella. Loro due stavano davanti, Zayn dietro accerchiato dalle fan, che lo riempivano di foto e di domande. «che cosa?» chiese, tornando a guardare di fronte a lei. «che anche quando state in vacanza, lui è accerchiato da fan!» alzò le spalle. «No, perché anche io sono loro fan. Capisco che se hai uno dei ragazzi che segui nella tua città, te la giri tutta pur di trovarlo. Perché privarle di poter parlare con lui? Io ho la fortuna di conoscerli, ma.. loro no! Quindi non mi cambia molto. In fondo ci abito insieme, ci dormo insieme e di tempo di vederlo ne ho molto.» Georgia sorrise, tutta contenta. «mi fa strano pensare che sei fidanzata con Zayn, sai?» sorrise. «in realtà siamo stati sposati per una settimana!» Sentì Zayn ridere da dietro sicuramente vedendo la faccia di Georgia, che lei vide con la coda dell’occhio. «spiegami!» le spiegò tutto, e quando si girò a guardarla, Georgia aveva un sorriso ebete disegnato sulle labbra. «mi sa che tua sorella sta per diventare fan di Zayra!» scoppiò a ridere, insieme alle fan e Georgia. «ma siete troppo carini!» alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
 
Non era una fan degli appuntamenti a quattro, doveva ammetterlo. Ma naturalmente non trovò niente da ridire su quella serata. Andarono a mangiare in un ristorante Italiano, poi si erano andati a prendere una Guinness tutti insieme. Tornati a casa, Keyra stava preparando la valigia per poi litigare – per modo di dire – con sua sorella. «se tu vieni con noi, poi mi sento in colpa che torni da sola. Ti riaccompagnerei, tu riaccompagneresti me e diventa un circolo vizioso!» alla fine vinse Keyra, ovviamente. Presero un taxi, così da far felice Georgia e per non farla preoccupare – poi per cosa? Dublino era tutto tranne che una grande città in cui perdersi – e quando arrivarono in albergo, Zayn portò dentro la valigia mentre lei andava da Starbucks a prendere due caffè e due brownie da portare in camera, prima che Starbucks chiudesse. Quando arrivò in camera, quasi non si sentì male. Zayn era a petto nudo, steso sul letto. «i miei ormoni stanno ballando la conga, sai?» ammise, fissandolo impalata di fronte al letto. «e fanno bene, anche i miei ballerebbero la conga di fronte ad uno spettacolo del genere!» scoppiò a ridere, e gli diede il suo caffè e il suo brownie, buttandosi al suo fianco. Chiacchierarono per tutta la sera e quando ormai erano le due, Zayn si era quasi addormentato al suo fianco. «ma se torniamo un po’ prima?» Zayn aprì un occhio. «in che senso?» domandò, appoggiandosi sul suo petto, per poi sospirare mentre lei giocava con i suoi capelli, facendogli anche un leggero massaggio sulla testa. «che torniamo qualche giorno prima. In fondo sto qui da tre settimane! Magari ce ne andiamo al mare da qualche parte!» propose e lo vide annuire, del tutto perso nel suo massaggio. Zayn si addormentò poco dopo, cullato dai suoi grattini. Dopo essersi struccata e cambiata, si buttò di nuovo al suo fianco e visto che non aveva per niente sonno, non aveva voglia di leggere, rimase a guardarlo dormire. Si era ripromessa che l’avrebbe fatto prima o poi. Quella serata era dannatamente perfetta per perdersi in quel viso d’angelo che nascondeva il figlio del diavolo. Era quasi un anno che stavano insieme e lei ancora si permetteva di fare pensieri da bambina innamorata. Ah, dannato Malik!
«ma che effetto mi fai, Malik?» si domandò ad un certo punto, fissandogli le labbra. Si era ritrovata a fare un confronto dall’ultima volta che aveva guardato Zayn dormire. Era cambiato tanto, tante cose erano cambiate. Ma loro erano sempre gli stessi. E quello l’aveva resa contenta, davvero. Quando Zayn dormiva, sembrava un cucciolo. Tutto il viso si rilassava, le labbra anche. Belle, belle come lui. Chissà come avrebbero reagito i migliori pittori di fronte a lui. Era perfetto, dannazione. Chissà se Zayn nelle vite precedenti era un dio greco. Mai dire mai. Insomma, era troppo bello per essere vero. Si ritrovò a ringraziare mamma Patricia e papà Malik per essere rimasti a casa quel giorno, invece di andare al cinema. Avevano creato qualcosa di troppo, troppo perfetto. Prima o poi sarebbe riuscita a ringraziare la madre di Zayn per aver deciso di metterlo al mondo. Aveva reso lei contenta, la sua vita migliore e fatto impazzire milioni di ragazze con quella creazione. Quando Dio distribuiva la bellezza, Zayn era lì e Dio aveva deciso di dargliela tutta a lui. «Mi sa che mi sono innamorata di te, Malik!» quelle parole le uscirono dalle labbra senza nemmeno volerlo. Lui naturalmente non rispose.. Per fortuna. Sai che figuraccia se l’avesse sentita? «sono cotta a puntino! E ti odio per questo.» parlava da sola, si! Un discorso a senso unico. Non vi erano risposte, grazie al cielo. Rendersi conto, una qualsiasi notte di un giorno qualunque, che sei dannatamente innamorata di un ragazzo, beh. E’ abbastanza strano. Era cotta, era cotta a puntino. Ma ancora non era pronta ad ammetterlo anche a lui. Però era certa di una cosa. Che Zayn in fondo sapesse quanto gli voleva bene.

Ecco un altro capitolo! (: Spero che vi piaccia. Intanto io vi ringrazio per le belle recensioni che mi lasciate, per quante mettono la storia tra i preferiti e varie cose. E ringrazio tutte quelle che mi hanno seguito su twitter e che mi fanno i complimenti! Vi adoro sempre di più. Ho le migliori "lettrici" del mondo! ♥♥

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Capitolo 32
*** Chapter thirty one ***


Mi piace da morire quando mi bacia le palpebre,
quando mi tiene le mani e le nostre dita si allacciano come una cerniera.
Mi sembra che se all'improvviso crollasse il mondo, sarei salva
.


«mi spieghi dove stiamo andando?» chiese, sbuffando sonoramente. Era seduta da non si sa quante ore dentro a quella macchina e solo Zayn e l’autista sapevano dove stavano andando. Stava riuscendo nel suo intento di non dire a Keyra dove stavano andando. «aspetta e vedrai!» disse Zayn, steso con la testa appoggiata sulle sue gambe, mentre stava su twitter. «ma manca tanto?» chiese, affondando la mano nei suoi capelli. Sapeva che a Zayn dava fastidio, ma era più forte di lei. Lui la guardò male, per quel gesto ma al tempo stesso gli uscì un sospiro perché nel frattempo aveva preso a fargli un massaggio sulla cute. «no, poco!» rispose spiccio, bloccando il cellulare e chiudendo gli occhioni. Rimasero in macchina per altri 40 minuti, poi la macchina si fermò davanti ad una casa. «hai capito?» chiese Zayn, vedendo la casa, per poi girarsi verso di lei, che scuoteva la testa. «mi hai portato in campagna? E non potevi dirmelo?» lo sentì ridacchiare, poi prese i bagagli dietro e andò a bussare alla porta. Quando vide una donna aprire la porta e piangere vedendo il ragazzo, quasi non si sentì male. Oh no! Oh no! Rimase immobile, vicino alla macchina. Li guardò abbracciarsi, poi sentì urla dalla fine della strada. Si girò, e vide una delle sorelle correre verso di Zayn. Li guardò abbracciarsi, con una dolcezza infinita. La donna, dopo essersi asciugata le lacrime, si accorse della ragazza vicino alla macchina. «ah!» disse euforica, spostando di nuovo lo sguardo su Zayn, che sorrise. «pensavo che non sarebbe mai successo, sai?» lo vide sorridere, poi le fece segno di andare da loro. Quando vide che rimaneva immobile, ridacchiò. «che ha?» chiese la madre, preoccupata. «ehm.. diciamo che Keyra non è portata per queste cose!!» la donna si girò verso il figlio, mentre lui si avvicinò alla sua ragazza. «forza, non ti mangia!» lo guardò un po’ impaurita, e lui si mise a ridere, staccandola dalla macchina e facendola camminare verso la donna. La vide sorridere, e si bloccò di fronte a lei, rossa come un pomodoro. Si girò verso Zayn, che annuì con un sorriso, poi tornò a guardare la donna. Sbatté le ciglia, e la donna fece un sorriso. «Mamma, conosci Keyra, no?» la donna annuì. «la tua manager e la tua ragazza a quelle parole divenne di un rosso cianotico, tanto che entrambi risero alla sua faccia. Di nuovo guardò Zayn, con un grande punto interrogativo disegnato in viso. «Sapeva di noi praticamente da quando ci siamo messi insieme.» Oh, ma che vergogna. Guardò la donna con timidezza. Sorrise a Safaa, una delle tre sorelle di Zayn e poi entrarono dentro casa. Zayn si buttò sul divano, passandosi una mano sul viso. Keyra invece rimase in piedi, nel panico più totale. «dove sono Doniya e Waliyha??» chiese Zayn, parlando con sua madre ma guardando Keyra e indicandole il divano. Scosse la testa e lui sbuffando si alzò, la prese per mano e la mora con un gesto veloce si tolse da quella presa, per poi sedersi dove diceva lui. Rimase immobile, a guardarlo male finché non tornò sua madre. «Doniya sta riposando. Ha fatto la notte ed è tornata tre ore fa. Ma direi che puoi svegliarla. Waliyha invece è a scuola, ancora!» spiegò, sorridendo a Keyra che rispose con un sorriso tutto tirato. «volete del caffè?» il moro annuì e poi la donna si girò verso Keyra. «tu?» annuì anche lei, facendola ridere. «sentirò mai la tua voce?» Zayn rise, lei divenne rossa. «tranquilla mamma! Appena si riprenderà dalle sue urla interiori perché non ha capito che la stavo portando a casa, tornerà se stessa!» ridacchiarono, mentre lei guardava male, molto male Zayn. «ma avrà da bestemmiare ancora per molto. Perché ancora non le ho detto che dormiremo qui!» sbiancò, e si girò a guardarlo di nuovo. La donna, vedendo la sua faccia si fece una sana risata. La donna tornò in cucina e Keyra indicò la porta della cucina. «sei serio?» annuì. «dimmi che avrò una stanza tutta per me, ti prego!» scosse la testa. «Al diavolo Malik!» si fece una risata, poi la prese per mano. «d..dove mi porti?» chiese, ansiosa. Lui continuò a ridere. «andiamo a svegliare Doniya. E stai tranquilla. Nessuno vuole mangiarti! Mia madre pensava che non ti avrei mai portato a casa.» lo guardò male, e passò per prima dopo un gesto di Zayn. Salendo le scale le diede una pizza sul sedere a cui lei rispose con un ringhio. Alla fine delle scale lo fece passare avanti e lo vide dirigersi verso una stanza. Entrò, e lei rimase sulla porta. Doniya, era l’unica che non aveva conosciuto quasi un anno prima, visto che non era andata al raduno delle famiglie dei ragazzi. Forse per lavoro o forse per altro, Keyra dopo aver saputo quanto Zayn era attaccato a sua sorella, non si era mai fatta trovare nei paragi quando Doniya andava a trovare suo fratello. Aveva una gran fottuta paura.
Sua sorella più grande dormiva beatamente, ma quando Zayn la scosse e lei aprì gli occhi, sbottò a piangere per poi abbracciarlo. Sorrise da quella scena. Vedere Zayn essere abbracciato da persone le faceva tanto strano, anche se sapeva che era la sua famiglia. Da quello che sapeva Zayn aveva più rapporto con Doniya, la sorella più grande. Li guardò, con dolcezza, soprattutto perché Zayn le accarezzava i capelli delicatamente, sussurrandole cose all’orecchio. Era dolcissimo.
Quando Doniya si staccò da Zayn, si passò una mano sugli occhi truccati, sbavandoli ancora di più. Zayn si girò a guardarla e Keyra gli sorrise con dolcezza. La sorella se ne accorse e girandosi rimase seduta a guardarla in modo freddo. Perse subito il sorriso. Eccolo lì lo sguardo che si aspettava di vedere. Bene così. «non guardarla così, Doniya! Respira Keyra!» riprese a respirare, perché Zayn aveva ragione. Aveva smesso di respirare per quello sguardo. Le uscì uno sbuffo, per aver deciso di ritornare a respirare. La ragazza spostò le coperte e si alzò. Si presentarono, ma fu molto glaciale come presentazione. Quando scesero di nuovo di sotto, Zayn le accarezzò la schiena e lei si girò a guardarlo nel panico. Si misero seduti tutti sul divano, la sorella più piccola invece se ne stava davanti al televisore, a guardare chissà quale programma. Si bloccò a guardarla, pur di non guardare l’altra. Sentendosi osservata Safaa si girò e le sorrise, e Keyra ricambiò. Patricia portò i caffè con alcune fette di ciambellone! «si è ripresa?» chiese la madre e Keyra tornò a spostare lo sguardo su di lei, sorridendo. Ridacchiò e scosse la testa. «no, ne avrà per molto! Forse riuscirà a parlare dopo che ci saremo scannati in camera!» gli diede una gomitata a cui lui rispose con un sorriso. «è vero, tu mi strilli sempre!» alzò gli occhi al cielo. «certo, fammi passare anche per la cattiva di turno!» La madre sorrise. «ma hai una voce deliziosa!» e divenne di nuovo rossa peperone. «mamma!! Ce la sto mettendo tutta per farla parlare, ma più tu fai complimenti e meno lei parla! Non dirlo a lei, dillo a me quando Keyra non c’è!» risero, Keyra invece divenne ancora più rossa. Alzando lo sguardo si accorse che la sorella ancora la guardava male. Rispose con altrettanto astio, poi guardò la donna che aveva messo al mondo il suo ragazzo. Li ascoltò chiacchierare su come andava la vita al ragazzo, mentre bevevano il caffè. Doniya tornò a dormire mezz’ora dopo, non prima di averle lanciato un altro sguardo freddo. Appena la sorella fu andata via, Keyra si rilassò, appoggiandosi addirittura allo schienale del divano. Zayn le passò il braccio sulle spalle, sorridendole e lei ricambiò. Sentirono un singhiozzo arrivare dalla madre e si girarono ad occhi sbarrati. «finalmente sei felice!» quella volta fu Zayn ad arrossire. «mamma, per favore!» disse, con un sorriso timido. «scusa.. scusa!» si asciugò gli occhioni castani uguali a quelli del figlio, poi Zayn si girò a guardarla alzando gli occhi al cielo. Rimasero a chiacchierare per un oretta, poi il moro disse che andavano in camera a disfare le valigie.
 
 
«devo parlarti!» entrò Doniya in camera mentre Keyra e Zayn se ne stavano sul letto abbracciati. La mora stava leggendo un libro, appoggiata a Zayn che si era appoggiato allo schienale del letto e si guardava un film sul computer. Con il braccio cingeva le spalle di Keyra, e con la mano del braccio con cui la stringeva, giocava con un suo ricciolo. Aveva le cuffiette quindi non sentì sua sorella. Se ne tolse una, e la guardò. «cosa?» chiese. Guardarono entrambi la sorella che li guardava quasi schifati. «ti devo parlare, puoi venire un secondo di là?» sbuffando tolse le cuffiette, poi Keyra si spostò per farlo muovere e si riappoggiò allo schienale del letto. Guardò Zayn uscire e ritornò a leggere. Nemmeno due minuti dopo, udì delle urla. «CHE COSA?!» la voce incazzata di Zayn tuonò per tutta la villa. «STAI SCHERZANDO VERO?» silenzio. «QUELLA TI STA USANDO SOLAMENTE PERCHE’ FAI PARTE DEI ONE DIRECTION! MA NON LO CAPISCI?» per “quella” intendeva lei, ovviamente. «CONOSCO KEYRA DA PRIMA CHE DIVENTASSI FAMOSO, DONIYA! ERAVAMO GIA’ ANDATI A LETTO INSIEME, CI PIACEVAMO GIA’ ANCORA PRIMA CHE MI POTESSE PASSARE PER IL CERVELLO DI ANDARE A X FACTOR!» chiuse il libro e si mise seduta sul letto. «NON TI MERITA, ZAYN!» le vennero le lacrime agli occhi. «NON OSARE DIRMI CHI MI MERITA E CHI NO, DONIYA! VOGLIO BENE A KEYRA E TU DEVI ACCETTARLO!» strillò, davvero incazzato. Non aveva mai sentito Zayn urlare così con forza. « HAI 19 ANNI ZAYN! COME HAI POTUTO PENSARE DI PORTARLA A CASA? HAI PENSATO A MAMMA? SE VI LASCIATE SAI QUANTO CI STARA’ MALE?» no, non poteva ascoltare più di quello. Si avviò all’armadio. «MAMMA SA PERFETTAMENTE CHE IO SONO FELICE CON KEYRA! E SA BENISSIMO CHE KEYRA NON MI STA USANDO! A QUANTO PARE SEI L’UNICA CHE NON L’HA CAPITO!» sbottò e lei cercò una felpa dentro all’armadio. «MA TU TI SEI BEVUTO IL CERVELLO, ZAYN DA TUTTE QUELLE CURVE! NON HA CERVELLO, SARA’ UNA PUTTANELLA DA QUATTRO SOLDI.» alzò incredula gli occhi sulla porta. Non poté udirlo, ma Zayn le diede un schiaffo che non si sarebbe dimenticata neanche dopo anni. «MA..» le veniva da piangere. «NO, ADESSO TU MI ASCOLTI, DONIYA! TU SAI CHE IO TI ADORO, MA VENIRE DA ME A DIRMI CHE LA MIA RAGAZZA E’ UNA PUTTANA, SCUSAMI TANTO MA NON LO ACCETTO! MAMMA CI HA SEMPRE INSEGNATO DI CONOSCERE PRIMA DI GIUDICARE! INOLTRE, NON OSARE MAI PIU’ METTERE IN DISCUSSIONE UNA MIA DECISIONE! NON TI PIACE KEYRA, BENE! MA NON E’ UN PROBLEMA MIO, NE SUO, PERCHE’ E’ DOLCISSIMA SE SOLO TI LASCIASSI ANDARE DA QUESTA GELOSIA DA SORELLA MAGGIORE!» indossò le cuffiette, mise la musica a palla e indossò la felpa nello stesso momento che Zayn ritornava in camera, sbattendo così potentemente la porta da farla tremare nei cardini. Keyra saltò come un petardo, perché la udì anche sopra la musica a cannone. «Zayn?» doveva trattenersi, almeno di fronte a lui. Si tolse le cuffiette, guardandolo a bocca aperta. «dove stai andando?» chiese incazzoso a denti stretti. «mi vado a fare una passeggiata. Volevo fumarmi una sigaretta e ho visto un negozietto interessante oggi.» si brava, continua così. «ok!» disse solamente quello, mentre la scrutava attentamente. Lo lasciò fare, mentre sapeva che quell’esame visivo serviva a Zayn per capire che non aveva sentito neanche una parola di quello che avevano urlato. Quando si rese conto che non c’era traccia di dolore sul viso di Keyra, sospirò. La ragazza si avvicinò, sorridendo fintamente felice. «ti serve qualcosa?» chiese, alzandosi sulle punte e comportandosi normalmente come si comportava di solito. Gli diede un bacio a stampo poi si staccò ma Zayn le si buttò praticamente addosso, dandole un bacio con forza a cui lei rispose con altrettanta passione. «no, sto bene! Ci vediamo dopo! Se hai problemi, chiama!» annuì e gli sorrise, per poi uscire dalla stanza. Altri due secondi, Keyra. E poi potrai piangere. Si affacciò in cucina, e vide la donna seduta al tavolo. «ehm.. io sto uscendo. Le serve qualcosa?» Patricia alzò lo sguardo e vedendo Keyra, la scrutò. Altro esame, a cui sorrise tranquilla. Ma gli occhi la tradirono. Già erano umidi più del solito. «no grazie! Buona passeggiata!» si sorrisero poi Keyra quasi volò verso la porta d’ingresso, richiudendosela alle spalle. Si rimise le cuffiette, alzò al massimo la musica e cominciò a camminare spedita verso chissà dove. Appena girò l’angolo, le lacrime inondarono i suoi occhioni. Si dovette appoggiare ad un muro poco dopo, perché non vedeva più la strada. Ok, era raro che Keyra piangesse. Era davvero raro, ma quando cominciava le veniva giù anche gesù cristo. Sentirsi dire che usava Zayn era già abbastanza pesante, ma quando aveva sentito dire di lei che era una puttanella l’aveva distrutta. Ok, Zayn l’aveva difesa ma sentirsi dire che eri una puttana solo perché indossavi un jeans e dei tacchi con una maglietta un po’ più scollata del solito, era davvero troppo. Era sua sorella, l’aveva capito che era gelosa del fratello ma era proprio di quello che aveva paura Keyra. Del giudizio della famiglia di Zayn. Per quello non aveva mai voluto incontrare la famiglia. L’unico maschio, era normale che fossero gelose di lui. Si portò una mano al viso, nascondendo gli occhi pieni di lacrime.
 
 
La madre entrò in camera del figlio, trovandolo seduto sul letto con un libro in mano. «cosa stai facendo?» chiese la donna, preoccupata. «si è dimenticata di mettere il segno. Si arrabbia quando non trova il segno.» sussurrò, come un automa. La donna si sedé vicino a figlio, bloccando il suo gesto. «valla a cercare!» sussurrò, con un sorriso e Zayn si girò a guardarla con un espressione che sapeva voleva dire che non stava capendo. «fa meno due gradi di fuori, Zayn! Qualsiasi scusa ha usato per uscire da qui, non porta una persona ad uscire con questo freddo!» gli occhioni del figlio si allargarono. «mi è parso di sentirti urlare che le vuoi bene! Ma non ti sei accorto che dietro a quello sguardo sicuro, c’era una nuova ferita.» il moro ci pensò su, poi con un “dannazione” lanciò il libro dove capitava e uscì correndo fuori dalla stanza. Sorrise, vedendo suo figlio così. Non l’aveva mai visto così preoccupato. Con un sorriso si alzò, contenta che finalmente il suo ragazzo fosse davvero felice e si diresse nella stanza della sua figlia maggiore. Si chiuse la porta alle spalle, e guardò la schiena di sua figlia. «hai esagerato! Pretendo che quando Keyra rientrerà in questa casa, tu ti scusi con lei.» tono sicuro, ferma sulla porta. «non ci penso proprio!» esclamò Doniya, appoggiata alla finestra dove poco prima aveva visto Zayn uscire a maniche corte, meno di dieci minuti dopo di Keyra. «non era una richiesta, era un ordine! Si è sempre preoccupato per noi, ha sempre messo noi davanti a tutti. Ora è il momento per lui di essere felice e tu gli stai intralciando la strada! Non mi interessa se sei gelosa di tuo fratello, se ti senti tradita da lui. Zayn è felice, tu devi accettare la sua felicità volendolo o no! Quindi, preparati un discorso, scrivi una lettera, fai un cartellone ma quando quei due ragazzi rientreranno in casa, tu sarai sulla porta a porgere le tue scuse!» non le diede neanche il tempo di rispondere, perché uscì e si diresse di nuovo in cucina. Zayn invece camminava velocemente per le strade della sua città natale. Che stupido, che stupido che era stato ad non accorgersi che Keyra stava soffrendo e che aveva sentito tutto. La trovò poco dopo, a meno di cinque minuti da casa sua, appoggiata ancora al muro dove si era fermata appena si era accorta che non vedeva più la strada. Le andò davanti e vedendola così si sentì il cuore stringere in una morsa che faceva dannatamente male. Le braccia nude si mossero da sole, e l’abbracciarono. La sentì irrigidirsi, ma si lasciò andare, affondando la faccia nella sua maglietta e le mani che stringevano la parte dietro della maglietta. «scusami! Scusami, scusami scusami!» le sussurrò all’orecchio, cullandola dolcemente. Non rispose, ma se l’aspettava che non avrebbe risposto. Non doveva rispondere. Rimasero in silenzio per alcuni minuti, Keyra cercava in tutti i modi di smettere di piangere ma quando cominciava era impossibile smettere. E Zayn si stava cominciando a preoccupare. Non aveva mai visto Keyra piangere. Si, so cosa state pensando. Che l’aveva vista piangere. Ma piangere di felicità è una cosa, piangere di tristezza è un’altra. Sono due pianti totalmente differenti. I singhiozzi erano diversi, i lacrimoni erano diversi.
Era forte, non si spezzava mai quella ragazza. Potevi dirle qualsiasi cosa, ma non avresti mai visto le lacrime uscire dai suoi splendidi occhi. Solo quel giorno Zayn capì che la sua ragazza era umana, e che non era mai stata così bella. Lì, tra le sue braccia, a piangere come mai in vita sua. Si era piegata, ma era sicuro che non si era spezzata. In un modo o nell’altro tornava sempre quella di prima. Solo lei sapeva come faceva. E per questo capì che non le voleva bene. L’amava, punto. Quante volte aveva pensato di amarla? E quanto si stava rendendo conto che in fondo solo in quel momento si era accorto quanto davvero l’amasse? Non sapeva quale scrittore, ma una volta aveva letto un qualcosa che diceva: “ti renderai di essere innamorato della tua ragazza quando quest’ultima sta piangendo per te!” Lo capì solo in quel momento, anche se quando se lo disse nel cervello, il suo cuore rispose con un “lo sapevo già”. Affondò la faccia nei suoi capelli, baciandoli delicatamente. Aveva smesso di singhiozzare, finalmente. Si asciugava gli occhioni castani ancora con la faccia nel suo petto, come se non volesse farsi vedere da lui. Poi tornava ad affondare la faccia ancora di più e a stringerlo a sé. Che tenerezza che gli faceva. «mi dispiace!» ripeté per la centesima volta. «va tutto bene!» rispose lei, due minuti dopo con la voce rotta dal pianto appena fatto. Si allontanò e lei tenne costantemente la testa abbassata. «Keyra, guardami!» la vide scuotere la testa. No, non gli avrebbe permesso di vederla piangere. Le prese delicatamente il viso tra le mani e si fece guardare, ma lei spostò lo sguardo altrove pur di non guardare quegli occhioni castani che sicuramente erano pieni di pietà. La scosse un po’ per il viso, per farsi guardare. «guardami Keyra!» un'altra scossa, poi finalmente incontrò il suo sguardo. «ti amo!» respiro mozzato, occhi fuori dalle orbite, e a Zayn gli uscì un sorriso. Forse sua madre non aveva poi così ragione. La conosceva eccome Keyra, su tutto, ma non sul pianto. Era una brava attrice, ma su alcune cose la conosceva eccome. Sorrise, scuotendola lentamente. «respira!» e lo fece davvero. Il rosso sulle guance però non diminuì. «ascoltami bene, perché non ripeterò più queste cose..» la vide annuire. «può dire quello che vuole, quella cretina! Ma è gelosa. Gelosa che hai le mie attenzioni su di te, e non più su di loro. Naturalmente è stupido come ragionamento, perché amo te diversamente da come amo loro. Loro sono la mia famiglia, tu la mia ragazza. Siete la mia vita» e si sciolse, tanto che la dovette tenere perché le cedettero le gambe. «se non ti accetta sa benissimo che ho il coraggio di non presentarmi più a casa! Sei parte della mia vita adesso, e so che lei non ce la farebbe a non sentirmi. La conosco! E’ solo gelosia, gelosia morbosa inutile, perché amo tutte allo stesso modo!» la vide deglutire, mentre scivolava con lo sguardo sul suo collo. «mi dispiace, mi dispiace che ti ha fatto piangere! Mi dispiace se hai sofferto per le parole che ha urlato per la rabbia. Ma non è come dice lei, e tu devi saperlo!» la vide annuire, la scosse ancora e lei tornò a guardarlo. Si alzò sulle punte e lo baciò dolcemente, e lui ricambiò con estrema dolcezza. «stai bene?» annuì. «sinceramente!» la guardò, e sorrise vedendola incerta. «torniamo a casa! Sennò ti prendi un raffreddore micidiale.» disse, con un sorriso facendo due passi ma lei lo bloccò. Si girò a guardarla, e la vide quasi nel panico. «va tutto bene, Keyra! Nessuno è arrabbiato con te, se non lei. E se serve ce ne ritorniamo a casa all’istante, se vedo che continua a comportarsi come una perfetta imbecille.» disse, e la vide sorridere. Finalmente! Eccola la sua Keyra. Lei gli si buttò completamente addosso, abbracciandolo. «Zayn!» parlava, un buon segno. «mhm?» brontolò, con le labbra appoggiate sui suoi capelli, mentre glieli accarezzava. «ti amo anche io!» sorrise, stringendola di più a sé, con estrema dolcezza come se fra le sue braccia ci fosse una reliquia. «grazie!» sussurrò ancora Keyra, e dopo un bacio veloce tornarono verso casa, abbracciati. Per tutto il tragitto Zayn se la tenne al fianco, piegato leggermente per arrivare al suo orecchio e le sussurrava cose sia dolci sia maliziose e lei se la rideva allegramente, nascosta sotto il suo braccio. Quando entrarono in casa, sua madre uscì dalla cucina, preoccupata. Quando li vide salire sulla scala, abbracciati e che si sussurravano chissà che cosa, sorrise. Per fortuna quella cosa non aveva portato problemi tra loro. Dopo neanche due ore, Zayn scese in cucina per la cena. Tutte erano lì, sedute a tavola. Si mise seduto, senza mai alzare lo sguardo dal suo piatto. «non scende?» chiese sua madre, preoccupata. «si è addormentata! Quando piange le viene il mal di testa! E cura il mal di testa addormentandosi» tutto questo lo disse guardando sua sorella, anche se era con la testa piegata. Le due sorelle più piccole erano troppo occupate a guardare la televisione per parlare e capire cosa era successo. «povera ragazza!» sussurrò sua madre. «già. Soprattutto perché è impossibile far piangere Keyra! Neanche io ci sono mai riuscito, e con lei per un periodo mi ci sono proprio comportato da stronzo!» rispose a sua madre, tagliando il suo pollo. «in effetti ce l’ha la faccia da dura!! Raccontami qualcosa di lei..» alzò lo sguardo dal piatto. Sapeva che sua madre faceva quello per far capire a Doniya che non era come pensava. «è stata adottata, appena è nata! Sua madre si è fatta risentire ma non le ha voluto parlare perché per lei la sua famiglia è la famiglia Smith, quella adottiva. Ha due fratelli e una sorella più grande. Un caratterino niente male. Competitiva, sempre con la battuta pronta, simpatica ma al tempo stesso intelligente e saccente. Vuole sempre aver ragione lei, e sai quanto comporta questo nel mio carattere vero?» la vide annuire, ridacchiando. «bisticciamo spesso, ma più che bisticciare ci divertiamo. Io mi diverto a stuzzicarla, lei si diverte a rispondere. Di litigate vere e proprie ce ne sono state al massimo tre, ma abbiamo fatto pace poco dopo! E’ impossibile spiegarla, perché è davvero troppo, per un corpicino così. Sembra piccola, ma non sai quante cose tiene dentro e non lo da a vedere.» la donna sorrise, curiosa e annuì come ad incitarlo ad andare avanti. Prese un altro pezzo di pollo, sorseggiò un po’ di acqua poi tornò a guardare sua madre. «A volte mi domando come una ragazza del genere riesca a stare con me. E’ davvero molto curioso. Lei è molto timida, lo hai notato! La metti al centro dell’attenzione ed entra nel panico. Ha avuto un’esperienza da piccola che l’ha traumatizzata e da quel momento non riesce a stare al centro dell’attenzione senza entrare nel panico.» Patricia lo guardò curioso, lui perse interesse nel cibo. «ok, te lo sto per raccontare ma se solo le dici qualcosa mi metti in brutti casini!» la donna annuì, poi controllò sua sorella che mangiava a testa bassa e si controllò alle spalle, per vedere se magari Keyra era scesa. Tornò a guardare sua madre e si avvicinò a lei con il corpo. Raccontò quello che era successo a Keyra da piccola, mentre sua madre mangiava senza staccare gli occhi dal figlio, con gli occhi leggermente allargati dall’incredulità. «quella cosa l’ha segnata tanto che adesso non riesce a stare sotto allo sguardo della gente perché si sente giudicata. Entra nel panico vero, mamma! Respira male, va in iperventilazione e suda freddo! Le interrogazioni a scuola per lei sono un dramma. Capisci?» la vide annuire. «non ho saputo questa cosa fino a pochi mesi fa. Non ne sapevo nulla. E al tempo stesso sono venuto a sapere che ha la fobia per gli uomini. Quando cammina ed è da sola, si guarda alle spalle, si controlla intorno che non c’è nessun uomo nei paragi. Se vede che nella strada dove sta camminando, c’è un altro uomo e magari sono solo loro due, comincia a sudare freddo.. E’ terrorizzata dal sesso maschile, ma non lo da a vedere! Questo ha portato un certo distaccamento dal sesso maschile, anche se in fondo le piace! Non si fida degli uomini, non si è fidata di me. Non me ne stupisco assolutamente.» prese un altro goccio d’acqua. «prima di metterci insieme siamo stati ehm.. amici di letto, per modo di dire! Non voleva essere nient’altro per me. Provavamo entrambi qualcosa, ma non aveva intenzione di ammetterlo. E poi è arrivato il mio successo che ha peggiorato la cosa. Quando ci siamo rincontrati abbiamo continuato ad essere amici di letto, ma quando le ho fatto capire che volevo qualcosa di più, si è fatta forza. Prova ad immaginare quanto è difficile per lei stare al mio fianco! Per questo oggi era così agitata di fronte a te.. Diciamo che ha paura del giudizio degli altri» tornò a guardare sua sorella, che finalmente aveva alzato la testa. «e tu.. e tu sei riuscita a far piangere Keyra, che dopo quasi tre anni non avevo mai.. mai visto piangere!» la vide aprire la bocca. «no, non voglio le tue scuse. Se devi farmi delle scuse, non farle a me ma vai a farle a lei! Tu non sai che danno le hai appena fatto. Si sente sempre giudicata da tutti, e tu le hai appena spiattellato in faccia che è una puttana, quando non la conoscevi neanche! Ora capisci cosa hai fatto oggi a Keyra?» la vide annuire. «mi dispiace..» disse sottovoce. «ripeto, non devi dare le tue scuse a me, ma a lei! Fatto sta che a me, delle tue scuse poco mi interessa. Quello che hai fatto oggi ha superato qualsiasi altra cazzata tu abbia mai fatto. Oggi ti sei proprio comportata da bambina! Safaa è stata molto più donna di te, oggi!» indicò l’altra sorella che neanche se lo stava filando. Tornò a guardare sua madre. «e come è finita a diventare vostro manager?» lo vide sorridere. «ah beh.. E’ nostra fan da x Factor. Ci ha seguito tutto il tempo, poi si è occupata dei video fatti in casa, della nostra pagina FB e di twitter. Poi Paul si è accorto di quanto è geniale e l’ha presa a lavorare per noi! Da quando lei è al nostro fianco, ti assicuro che abbiamo raddoppiato le fan! Si mette nei loro panni, è una fan-manager perfetta!» la donna rise. Si alzò, prese un piatto e mise dentro un po’ di pollo con delle patate. «vado a vedere se vuole mangiare un po’!» e senza aggiungere altro se ne tornò in camera dove Keyra se la dormiva beatamente.
 
 
Oh mamma che caldo. Cercò di uscire da quell’intruglio di gambe e braccia e alla fine ci riuscì senza svegliare Zayn che dormiva al suo fianco. Mamma quant’era bello. Si avvicinò e gli lasciò un bacio a stampo, a cui lui rispose anche se stava dormendo. Sorrise e ricordò come l’aveva stretta a se per tutta la notte. Si alzò, mettendosi una felpa per il freddo che faceva fuori e aprendo piano la porta uscì, per richiuderla delicatamente. La casa era silenziosa, segno che tutti dormivano. Scese in cucina e vide la teiera del tea, così decise di farsi un tea, al volo. Cercando di fare il più piano possibile, mise l’acqua nella teiera e poi la mise sul fuoco. Quando lo stava accendendo sentì «ciao!» detto da una voce femminile, sbucandole di dietro, facendola saltare dalla paura. Ridacchiò nervosamente e si girò a guardarla. «mi scusi, non la volevo svegliare!» la vide scuotere la testa. «nono, ero sveglia!» ammise la donna, guardandola con dolcezza. «lascia, faccio io!» annuì e timidamente si tolse, andandosi ad appoggiare sul tavolo della cucina. La guardò lavorare, in silenzio. «hai fame?» scosse la testa. «no perché un uccellino mi ha detto che sei golosa di cioccolato. E qui ho dei biscotti fatti oggi pomeriggio, che sono al cioccolato!» le si illuminarono gli occhi, e Patricia sorrise. Li prese e li mise sul tavolo. «dai siediti, non ti uccido promesso!» arrossendo si mise seduta, e si cominciò a torturare le mani. «come lo vuoi? Con o senza il latte?» Keyra arrossì. «veramente se ha un po’ di limone sarebbe meglio!» la donna la guardò incuriosita. «limone? Certo! Ma dammi del tu, ti prego!» la sentì ridacchiare. «ci proverò, ma non le.. ti assicuro nulla!» la donna rise, sottovoce. Mise il limone sul tavolo e cominciò ad apparecchiare. Crollò il silenzio, Keyra si sentiva troppo in quel silenzio. Si alzò le maniche, si grattò la fronte, fece di tutto pur di non pensare a quel silenzio. «bel tatuaggio!» la guardò disorientata, e la donna indicò il suo tatuaggio al polso. Sorrise, e lo accarezzò. «grazie. Mi serve come incitamento!» ammise, e la donna la guardò curiosa. «diciamo che tutti i miei tatuaggi hanno un vero significato, e non sono fatti così per essere fatti.» ancora più curiosa, si ritrovò a sorridere. «questo è stato il primo che ho fatto.» Ammise e patricia parlò. «ne hai altri?» Annuì. «questo, due ali dietro al collo e una frase sul costato. Il segno dell'infinito..» unì le mani e Patricia la guardò divertita. La donna si sedette di fronte a lei, aspettando il tè. «quello per te cosa significa?» domandò indicando quello sul polso, curiosa. Lo guardò e lo accarezzò ancora. «mi serve da incoraggiamento quando ne ho bisogno. Molto spesso mi ritrovo giù di morale, lui mi fa ricordare di essere forte, e che c’è gente nel mondo che sta peggio di me!» spiegò, e si sorrisero. «Quello dietro il collo me lo sono fatto quando i miei nonni sono morti. Mi ricorda che c’è sempre qualcuno a sorvegliare su di me. Che se anche non li vedo, loro ci sono..» la vide sorridere. «già..» sorrise. «e il terzo è una frase di una canzone di John lennon! “puoi dire di me che sono una sognatrice”» Patricia rise. «sei una sognatrice?» annuì, convintissima. «aspettavo il principe azzurro!» la donna si fece una sana risata e lei arrossì. «mi dispiace dirlo, ma non l’hai trovato!» ridacchiarono. «beh, forse non è un principe azzurro, ma nel suo essere è perfetto!» Patricia la guardò, con un sorriso felice. «lo stai dicendo perché è mio figlio?» ridacchiò scuotendo la testa. «Mhm.. no, lo dico perché lo penso! Non sono una persona che dice cose non vere.» spiegò e la donna sorrise a trentadue denti. «grazie!» fu il suo momento di guardarla con curiosità. «E’ la gioia di ogni mamma vedere il proprio bambino felice. E lui lo è, con te!» arrossì e Patricia rise. «ora capisco perché gli piaci tanto. Quel colorito sulle tue guancie è delizioso!» e giù di lì, con altro rosso sulle sue guance. La donna si alzò a prendere l’acqua ormai che bolliva, e la versò dentro la tazza. La guardò mettere il tè e poi il limone. «quasi quasi ci provo anche io! Tè italiano, vero?» annuì. «si, mi piace di più.» ammise e Keyra si allungò per mettere del limone nel suo tè. Misero lo zucchero e fecero cin cin con le tazze. Se la rise quando la vide fare una smorfia, appena lo assaggiò. «wow.. è forte!» le fece un occhiolino, poi spinse verso Keyra il vassoio di biscotti. Mosse le mani, indecisa su quale prendere. «quello mi sembra che ha molto più cioccolato!» disse la donna, indicandolo. Tutti erano al cioccolato e si ritrovò a sorridere. La chiacchierata andò avanti, si presero due tazze di tea mentre si conoscevano. Sentì dei rumori al piano di sopra e poco dopo qualcuno scese in cucina. Le uscì un “cazzo” poco fino quando un uomo, alto una chilometrata e troppo ve lo dico troppo uguale a Zayn, si fermò sulla porta, mezzo assonnato. Ok, sapeva che Malik aveva un padre, ma porca miseria era identico a lui. Cioè Zayn era identico al padre. Era quasi inquietante come cosa. Entrambe le volte che aveva visto la madre di Zayn, il padre era sempre rimasto in Inghilterra. «tranquilla. Non ti mangerà!» il tono era super dolce. «No, veramente non ho paura. Sono identici!» scoppiarono a ridere mentre Tricia si girava verso l’uomo. «Buongiorno Yaseer!» Disse Patricia, con un sorriso. L’uomo la guardava con curiosità. «Giorno!» pure il tono scazzato era uguale. Keyra lo guardava incredula. «Si sta innamorando di te!» disse la donna all’uomo, facendolo sorridere. Ecco, pure il sorriso era uguale. Ma qualcosa della madre, Zayn l’aveva preso? Scosse la testa e chiuse la bocca aperta precedentemente perché era incredula. «me ne basta uno di Malik, lo ammetto.» risero tutti e tre mentre Patricia preparava il caffè al marito, che si sedeva di fronte a lei, porgendole la mano. «E’ un piacere conoscerti. Keyra, giusto?» annuì ma divenne di un colore cianotico che fece sorridere Patricia. Pronto il caffè, l’uomo lo mandò giù velocemente, diede un bacio alla moglie e uscì per andare a lavorare.
Quando si alzarono anche loro, per andare finalmente a dormire, salirono al piano di sopra. «grazie!» si girò a guardare la donna, curiosa. «per la chiacchierata. Che ne dici se ci rivediamo domani alla stessa ora in cucina?!» rise, sottovoce. «ok, sarò quella in bianco!» scherzò, come se si erano appena date appuntamento in chiesa per sposarsi. Risero e dopo essersi date la buonanotte Keyra scivolò di nuovo nella camera di Zayn, per poi buttarsi nel letto. Zayn, sentendo del movimento sul letto aprì gli occhi. «dove sei stata?» chiese, curioso. «a tradirti! C’era un biondino qua fuori che mi chiamava con la sua voce sexy e..» rise quando Zayn le tappò la bocca con un bacio. «stupido Malik!» disse sottovoce, e si accoccolò al suo fianco, e lui la strinse a sé. Mentre Zayn si riaddormentava, coccolato da Keyra, quest’ultima cominciò a pensare a quella giornata. Aveva conosciuto i genitori di Malik – il padre davvero un bell’uomo – e dopo un casino micidiale Zayn le aveva detto che l’amava. Solo in quel momento, nel letto con lui si rese conto della cosa. Oh mamma. Le aveva detto che l’amava. Lui. L’amava. Era.. non riusciva neanche a descrivere cosa stava provando. Zayn l’amava. Continuava a ripeterselo nel cervello, davvero incredula, mentre il cuore batteva così tanto forte che era sicura che Zayn lo potesse sentire. Sospirò, cercando di ritornare padrona delle sue emozioni, ma non vi riuscì. Era troppo.. strano. Forse da una parte di se stessa lo sapeva che Zayn l’amava, ma un conto è saperlo, un conto è sentirselo dire. E anche lei gli aveva detto che lo amava. Lo sapeva? Sapeva che l’amava ancora prima di dirglielo? No, non sapeva di amare Zayn.. o forse si. Bah, strano forte il suo cervello! Socchiuse gli occhi e cercò di tornare a dormire. Con ben pochi risultati. 

Eccolo. E' arrivato anche lui. Boh, sono le 2 io ho sonno, tanto sonno, quindi non so che dire. Nel mio profilo di EFP trovate i diversi contatti dove mi potete trovare. Twitter e FB. Per il resto, se vi va di farmi sapere cosa ne pensate, mi fa tanto piacere. Era un capitolo già pronto da mesi, la storia è girata intorno a questo capitolo. Ho dovuto chiedere alla mia amica (xicegirl) se poteva leggerlo perché a me ormai non faceva neanche ne caldo ne freddo. Quindi boh.. fatemi sapere voi cosa ne pensate (: ♥ Domani mattina risponderò alle recensioni. Promesso. Vi amo! ♥

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Capitolo 33
*** chapter thirty two ***


Svegliandosi cercò Keyra nel letto. Era freddo quindi non si era svegliata da poco, si preoccupò e scese a controllare. Quando fu sulle scale, si rese conto che Keyra stava parlando con sua madre. Oh, che cosa grandiosa. Era da segnare sul calendario. Un solo giorno ci aveva messo a sbloccarsi. Arrivato in cucina, si fermò sulla soglia della porta a guardarle parlare come se fosse un segreto di stato, cinguettando come se nessuno potesse sentirle. Sua madre lo vide poco dopo e gli fece un bel sorriso. «buongiorno!» la vide sorridere, e ricambiò. «giorno!» sussurrò e pure Keyra si girò a guardarlo, facendogli un sorriso. La guardò curioso e lei sorrise a trentadue denti. «ohhh! Bell’addormentato, la smetti di fissarmi?» chiese quando per due minuti si guardarono negli occhi. Facendo una smorfia entrò in cucina e prese la tazza di caffè che sua madre gli porgeva. Poi si piegò a baciare la donna che con tanto amore l’aveva messo al mondo e diede un bacio anche a Keyra che arrossì. Si andò a sedere al tavolo, prendendo un biscotto. Si chiuse a guardare una venatura del tavolo mentre le due chiacchieravano allegramente su qualcosa che in quel momento a lui non interessava. «Che avete in mente di fare oggi?» chiese la donna, curiosa. «sesso sfr...» «Zayn!» sbottò Keyra, interrompendolo. Alzò lo sguardo e sorrise alla ragazza. «pensi che mia madre non sappia che facciamo sesso?» chiese, angelico e incantandola con quegli occhioni. «’sta zitto.» sibilò, facendo ridere Patricia. Si girò a guardare la donna, rossa come un peperone. E vedendola così rossa Patricia si fece una risata di cuore, che allarmò ancora di più Keyra. Borbottò qualcosa, vergognosa e guardando male Zayn che se la rideva dietro sua madre. «ricominciamo!» mosse la mano verso Patricia che smise di ridere, ma ancora scossa dalle risate chiese di nuovo cosa avrebbero fatto quel giorno. «allora, che pensate di fare oggi?» guardò male Zayn. Lui rispose con quel sorriso divertito, poi alzò le spalle. «credo che ci andremo a fare una passeggiata. Che ne dici amore? Oppure preferisci rimanere in camera a fare tanti piccoli Malik?» strinse la mascella mentre i due continuavano a ridere fragorosamente e lei guardava malissimo Zayn. «piccoli Malik? Dei nipotini? Oddio.. che bello! Rimanete a casa!» si girò di scatto a guardare Patricia, che vedendola scoppiò di nuovo a ridere, insieme a Zayn. Si, erano madre e figlio. Carini come si divertivano a farla andare in iperventilazione. «ok, ci rinuncio!» alzò le mani e uscì dalla cucina. I due se la risero di gusto, sguaiatamente proprio tanto che Keyra li sentì ridere dalla camera. Ce l’avete presente quando Niall ride di gusto e con forza? Ecco, precisamente così. Si stavano proprio rotolando dalle risate. Keyra salì in camera per lavarsi e vestirsi, sua madre – dopo essersi ripresa - si sedette di fronte a lui. «è davvero graziosa!» gli uscì un sorriso, quando capì che stava parlando di Keyra. «già! Ma da quanto parlate?» chiese curioso. «stanotte si è alzata e sentendo dei rumori sono venuta a controllare. Ci siamo fatte un tè e abbiamo chiacchierato. Molto simpatica e molto intelligente. Troppo per uno come te!» Il moro perse il sorriso. «vedo che la sua indole bastarda ti ha colpito.» vide anche un mezzo sorriso sulle labbra di sua madre, segno che la vicinanza di Keyra le aveva fatto male. Si guardarono negli occhi per alcuni minuti. «hai finito di leggermi?» chiese alla donna, che scosse la testa e gli bloccò la faccia per avvicinarsi ancora di più. «vedo.. vedo..» «ma che sono, una palla di vetro che vedi?» scoppiarono a ridere di gusto. Si alzò, terminò il suo caffè e posò la tazza nel lavandino. «trattala bene!» sussurrò, appena le diede le spalle, non prima di essersi piegato a darle un bacio. «come no.. ora salgo su e prendo Keyra come una palla da calcio!» si girò e le fece un occhiolino, per farle capire che non l’avrebbe trattata male.
Quando salì, Keyra si stava infilando il reggiseno. «bussare è un optional, vero Zayn?» si sorrisero. Si avvicinò, le diede un morso sulla spalla e poi andò al bagno per farsi una doccia. Quando tornò lei stava al telefono con sua madre. «Condoglianze. Che devo farci? Devo mettermi a piangere per questo?» chiese, guardando Zayn fasciato solamente da un asciugamano. «cosa? Ma non ci penso neanche fra cent’anni di andare in Italia al funerale del mio padre biologico. Può pure crepare.» ecco, si. In effetti era crepato. «no, neanche un bigliettino di condoglianze. Mamma, una cosa. Ricordi quando dicevo che non voglio niente a che fare con loro? Eccooo..» allungò le o della frase proprio per incitarla a capire. «continuo a non voler frequentare quella gente!» Zayn si girò a guardarla, curioso. «quella gente, si!» ripeté senza nessun problema. Attese che sua madre finisse di parlare. «no, mamma. Non voglio.. Ciao!» attaccarono e guardò il cellulare, mordendosi il labbro. Stava facendo la cosa giusta? Non era carino che non si mandassero le condoglianze, anche se quella era una famiglia di bastardi e dovevano morire tutti. Se non l’avete capito, beh. Keyra era avvelenata con la sua famiglia di sangue. «cosa succede?» saltò come un petardo ricordandosi che non era in stanza da sola. Si girò a guardare Zayn, sospirando. «mio padre biologico è morto. Mamma mi ha telefonato per avvisarmi.» il moro annuì. «e tu sei indecisa se mandare o no le condoglianze, vero?» annuì. Alla fine telefonò a sua madre, dicendo di mettere anche il suo nome in quel fottuto biglietto di condoglianze. Non lo faceva per sua madre, non lo faceva per se stessa. Ma non era carino non dare le condoglianze, anche se odiavi la moglie del morto. Di fronte alla morte, tutto cade, tutto si ritira e passa dall’odio più profondo alla sopportazione. Per pochi giorni. Insomma, non è carino odiare qualcuno proprio quando tutto le è crollato addosso. Si poteva dire di tutto a Keyra, ma che era stronza proprio no.
«ti va di farci una passeggiata?» chiese Malik, facendola crollare dal suo mondo fantastico. «ma non volevi rimanere a casa a fare i piccoli Malik?» lo sfotté e lo sentì ridacchiare. «oh beh, se proprio insisti!» ci mise zero a caricarsela in spalla e buttarla sul letto, ancora prima che Keyra riuscì a pensare a qualsiasi cosa o anche solo alla risposta. «io scherzavo!» borbottò, mentre Zayn la guardava in modo divertito. Non conveniva neanche giocare in quel senso, sennò finivano davvero a fare i piccoli Malik. «mai giocare con me, quando si parla di certe cose.» si perse a guardare i suoi lineamenti, pensando a chissà che cosa. La vide aggrottare le sopracciglia, bagnarsi le labbra e poi sorridere timidamente. Sicuramente stava pensando alla sua frase, collegata a quello che lei stessa aveva detto. «usciamo?» annuì debolmente e si fece aiutare da Zayn ad alzarsi, per poi scendere di sotto per chiedere alla madre di Zayn se le serviva qualcosa. Dopo una risposta negativa uscirono e, dieci minuti dopo se ne stavano mano nella mano a camminare per la città.
«Quindi sei cresciuto qui.» «già..» perché allora non se lo immaginava a correre per quelle strade, a fischiare dietro le ragazze? Non in quella città almeno. Aveva conosciuto Zayn in un’altra città, non quella. Ma lui era originario di lì, ma non sapeva vedercelo. «non riesco ad immaginarti qui..» ammise, girandosi a guardarlo. Lo vide fare uno di quei sorrisi misteriosi, poi la trascinò un po’ ovunque. Le fece vedere dove aveva dato il suo primo bacio, dove era caduto la prima volta dalla bicicletta, la portò anche a vedere il cinema dove aveva visto il re leone. Le raccontò che gli era piaciuto così tanto che chiese a sua madre di vederlo due volte di seguito. Tanto che la donna era uscita ed era andata a comprare altri due biglietti, mentre lui se ne rimaneva lì a guardare il grande schermo nero, attendendo ansiosamente di nuovo il film. Sorrise, solo al pensiero. Le fece vedere la sua prima scuola, la seconda scuola e la terza.. «ahah. Ma davvero ti stavano per espellere anche in quella?» chiese, parlando della scuola che per un mese li aveva visti insieme. «oh si! Se non ci fosse stato Liam, mi avrebbero cacciato di nuovo.» sorrise amaramente, al ricordo. «ero diventato intrattabile. Per il restante anno scolastico non sono stato molto amichevole con la gente, non ho più frequentato lo spogliatoio della palestra..» e dopo averle lanciato uno sguardo di intesa se la risero di gusto, ricordando cosa era successo in quel bagno. «anche l’auditorium è stato preso con atti di vandalismo da parte mia..» sorrise dispiaciuta. «la gelateria anche non mi ha più visto. Sai che ha chiuso?» si girò a guardarlo. «dai, davvero? Se non fosse stato che erano pieno inverno.. No dai, era buono il gelato!» si sorrisero. Al sol ricordo ad entrambi passò un brivido di freddo, ricordando quanto diavolo era freddo quel gelato. Crollò il silenzio, ma venne spezzato da Zayn poco dopo. «Tu sai che la famosa prova mentre ero ad xfactor, con il gelato.. l’hai visto?» annuì, mordendosi il labbro. «Per me quello era niente. Ho passato di peggio con il gelato.» rise di gusto. Ricordava come mandava giù il gelato senza nessun problema nella prova, rimanendo inerme al freddo nella bocca. Sorrise. «E..» Zayn si girò a guardarla. Lo scrutò. «e Sophie, cosa fece appena sono andata via?» lo vide fare un mezzo sorriso. «ci ha riprovato, ma diciamo che non sono stato molto carino con lei..» allargò gli occhioni, curiosa. «cosa..cosa..cosa? Cosa le hai fatto? Raccontami tutto per filo e per segno!» il moro si lasciò andare ad una risata sentendo il tono deliziato che aveva. «all’inizio niente. La lasciavo chiacchierare, fare, toccare. Poi quando un giorno ero soprappensiero, mi ha passato una mano di fronte agli occhi. Mi ha guardato, io l’ho guardata male perché ovviamente a cosa stavo pensando?? E lei “ancora pensi a quella? Zayn, non ti amava.. Se non ti ha richiamato significava che per lei eri solo una ruota di scorta”.» la vide sorridere, sapendo sicuramente che la storia non era finita lì. «beh. Diciamo che non ti ha detto cose carine e come al solito quando ti dicono cose poco carine, sono partito per la tangente. In quel momento non ho visto che era una femmina. L’ho sbattuta al muro e le ho sussurrato che se solo si riavvicinava, non mi sarei fermato.» quando capì che il racconto era finito lì, lasciò la faccia curiosa per una faccia depressa. «tutto qui? Io m’aspettavo sangue, denti che volavano.. e tu mi dai questo? Mi deludi Malik.» scoppiò a ridere fragorosamente. Lei era incredula. «cioè.. devo tornare a darle un bel ricordino. Chissà ora cosa starà facendo.. sicuramente è sulla strada!» si morse il labbro, ridacchiando. «in realtà è rimasta incinta e l’ha tenuto.» allargò gli occhi. «un piccolo bastardo. Wowwww! Che scoop arrivano!» scoppiarono a ridere, ma vennero interrotti dal nome urlato di Zayn. Si guardarono intorno. C’era un ragazzo dalla parte opposta della strada, che aspettava di far passare un’auto per poi raggiungerli. Li guardò salutarsi, poi Zayn la presentò e scoprì che il ragazzo si chiamava Ivan. Chiacchierarono per alcuni minuti, poi vennero invitati ad una festa quella sera, a casa di Ivan.
 
 
Prese il bicchiere e sorrise al barista, pagato appositamente per stare a quella festa, a fare il barista. La festa era in casa, quindi il ragazzo aveva soldi per prendersi un barman a pagamento. Non fece in tempo a posare le labbra sul bicchiere che quello le venne rubato dalle mani. «EHII!» sbottò, guardando male Zayn che si buttava giù metà della birra. Appena la dimezzò, si pulì la bocca con la mano. «ti devo ricordare l’ultima volta che hai bevuto cos’è successo?» gli lanciò uno schiaffo sul braccio, delicatamente. «si, t’ho incontrato!» scoppiarono a ridere. «ora me la ripaghi!» esclamò, con un sopracciglio alzato. La guardò in modo divertito, poi fece un gesto al barista per dirgli di fargliene un’altra. «scusa eh..» il moro si appoggiò al bancone, incuriosito. «perché non te ne sei presa un’altra invece di rubare la mia?» chiese, stizzita. «perché è mille volte meglio rubare la birra a te, farti incazzare a bestia sapendo che non sei la prima a berla e poi ricomprartela!» pensò al suo ragionamento, con le sopracciglia inarcate. «tu hai bisogno di uno psicologo. Ma davvero bravo, sai?» si sorrisero, mentre Zayn si abbassava a darle un bacio. «ti stai divertendo?» oh, come no! Stava ballando la conga. Non conosceva una, neanche una di quelle persone. A parte Zayn, ovviamente. E si era ripromessa di lasciarlo stare con i suoi amici, visto che praticamente non li vedeva mai. E ovviamente non l’aveva fatta rimanere a casa, anche se a Keyra non le sarebbe dispiaciuto. «Si, dai! Ma c’è una ragazza che mi guarda male!» Una? Mille. «chi sarebbe? Vediamo se te lo immagini!» sorrise in modo divertito. Lui diceva sempre che lei si immaginava che la gente la guardasse, quando in realtà era così. Prese la birra e pagò al posto di Zayn, che la guardò divertito. «hai una birra da pagarmi!» sbottò, guardandolo male per poi guardarsi intorno. Individuò la ragazza e tornò poi a guardarlo. «appoggiata alla libreria. Aspetta..» lo bloccò, sapendo che si sarebbe mosso subito. «magari non farti beccare a guardarla!» lo vide sorridere, poi spostò lo sguardo dietro di lei, per poi guardare in tutta la stanza, passando per la libreria. «ah si!» sorrise poco dopo, tornando a guardarla. «quel “ah si” mi preoccupa, sai?» sussurrò la ragazza, scrutandolo attentamente. «è la mia prima ragazza!» le uscì un sospiro affranto. «ecco.. sentivo che c’era qualcosa di male sotto!» sussurrò a se stessa, facendo ridacchiare Zayn. «aspetta aspetta. C’è di meglio!» lo guardò dal basso, molto molto male. «ci ho fatto sesso per la prima volta!» fece per andarsene ma lui la bloccò. «dove pensi di andare?» «a massacrarla di botte!» ammise, facendolo ridere. «tu non vai da nessuna parte!» «t’ha levato la verginità!» disse fintamente incazzata. «sei incazzata?» chiese, incredulo. «beh, pensando che è stata la prima a vederti nudo.. sto scherzando coglione! Andavo a prendermi qualcosa da mangiare!» lui la scrutò, poi capì che non era incazzata. «quindi non la vuoi massacrare di botte?» alzò le spalle. «no, perché in fondo se non fosse stato per la sua troiaggine, non ti avrei mai avuto nel mio letto. Chissà con quale coraggio è rimasta seria vedendoti nudo!» strinse le labbra per impedirsi di ridere, vedendo la faccia triste di Zayn. «sei una stronza!» annuì, delicatamente, facendo poi un sorriso. «tu riesci a mandare la mia autostima sotto le scarpe!» E lì non ce la fece. Si lasciò andare ad una risata di cuore, davvero di cuore tanto che la gente al suo fianco si girò a guardarla, mentre si aggrappava al braccio di Zayn che rimaneva inerme. «ne hai dette di cazzate, ma giuro che questa è la più bella che tu abbia mai detto. Complimenti, dovresti andare a fare il giullare di corte!» Anche a Zayn uscì un sorriso, mentre la guardava con dolcezza. Keyra si asciugò le lacrime e dopo due schiaffetti leggeri sul petto, fece per andare fuori. «io mi vado a fumare una sigaretta. Vedo che il tuo amico ti guarda, ti sta sbavando dietro. Vai e divertiti!» si piegò a darle un bacio poi si divisero. Lei che andava verso il balcone, lui verso l’amico.  
Tirò fuori il cellulare, compose il numero di Mary e questa le rispose poco dopo. «come va in famiglia Malik?» alzò gli occhi al cielo. «ma ero l’unica a non sapere che stavamo andando a casa di Zayn?» chiese, per assicurarsene. «anche le fan lo sapevano!» Perché non guardava mai Twitter quando serviva? «oh, questo mi fa sentire meglio! Come va?» si mise appoggiata all’inferiata, guardando all’orizzonte e accendendosi la sigaretta. «Bene. Sto con Niall. Ma dorme!» guardò l’orologio al suo polso. «sono le undici e già dorme?» non sentì risposta e le uscì un sorriso malizioso. «avete fatto sesso. Per questo dorme.» se la immaginò rossa come un peperone. «la finisci?» sbottò inviperita, facendo ridere Keyra. «tu invece come va?» raccontò cos’era successo e poco dopo la sentì singhiozzare. «non stai piangendo, vero? Dimmi che non stai piangendo!» inveì incredula, sentendola tirare su con il naso. «vi amate! Ti ha detto che ti ama.» le uscì una smorfia poi guardò il tavolino e decise di sedersi per fumarsi la sigaretta. «Quando hai finito di piangere avvisami.» Nel lasso di tempo che Mary smetteva di piagnucolare perché si erano detti il famoso “ti amo” uscì la famosa “prima volta” di Zayn. Posò un secondo lo sguardo su di lei, poi la vide con la coda dell’occhio appoggiarsi all’inferiata dove poco prima stava Keyra. «E sua madre com’è?» chiese Mary, appena si riprese. «deliziosa. Come il figlio!» La sentì gemere di delizia a quelle parole, mentre lei posava lo sguardo sulla bionda ossigenata e la vedeva lì, divertita e affiancata dalle sue amichette. Come se volesse metterle paura. «quando tornate?» chiese Mary, senza sapere che in quel momento c’era una lotta di sguardi. «dopodomani! Ci vogliamo godere qualche giorno da soli in casa.» sussurrò, continuando a guardare la tipa, che alzò un lato delle labbra. Non rispose al mezzo sorriso. «Key..? Che succede? Il tuo tono è..» «ci sentiamo dopo, ok? Salutami Horan appena – e se – si sveglia.» non la fece rispondere, le attaccò il telefono praticamente in faccia. Posò il cellulare sul tavolo, ciccando la sigaretta lentamente. Due secondi dopo, le tipe si avvicinarono. Simpatico vedere che non serviva neanche che si alzasse per vedere cosa diavolo volessero da lei. «Tu sei Keyra, giusto? La nuova ragazza di Zayn!» alzò lo sguardo sulla bionda, facendo lo stesso suo sorriso. Finto come una banconota da due sterline. «Si! Mi chiamo Keyra!» rispose, del tutto pacata. La vide spostare la sedia e metterla al suo fianco. «tu sai chi sono?» Poco sicura di lei, le dicevano. «dovrei?» chiese, del tutto pacata. «Mi presento. Sono Summer!» sorrise in modo angelico in risposta alla sua frase. A lei cosa doveva interessare del suo nome? «la prima ragazza di Zayn!» Le uscì una risatina. Molto divertente vedere come solcava il terreno e faceva “pipì” su di esso, come a marcare la sua zona. Come i cani. Lei era una cagna. «Vuoi un applauso perché sei stata la prima ragazza di Zayn?» chiese, alzando un sopracciglio. Non rispose, ovviamente. «Tu sai che non è tuo, vero?» la guardò con un lato delle labbra alzato. «no..? E di chi è allora?» chiese, incrociando le braccia sotto al seno, fissandola come se fosse interessata alla sua teoria. «Zayn non è tuo. Zayn in questo momento ci sta provando con una mia amica!» non mosse un muscolo. «E l’amica è immaginaria o esiste davvero?» chiese Keyra, di rimando. Una delle due amichette se ne uscì con una risatina, per la sua frase. Summer la guardò male, sia a Keyra che all’amica. «Io ti sto parlando da amica a amica!» certo, come no! «Zayn è Zayn. Ci prova con tutte. Non è di nessuna.. prima o poi ti cambierà con qualcun’altra.» rimase inerme, continuando a guardarla. «hai finito di sparare cazzate? No perché io avrei un po’ freddo! Ma se non hai finito basta dirlo che rimango eh!» tono da presa per il culo. Di nuovo, quella non rispose. Vedendo che non rispondeva, si alzò e quando le passò al fianco venne bloccata. Si bloccò sul posto e guardò la mano di Summer stringere il suo polso. «non mi pare di averti dato il permesso di toccarmi! Toglimi subito le mani da dosso!» sussurrò così fredda che il polo nord in confronto a lei, era niente. Subito la lasciò e Keyra si piegò per arrivare al suo orecchio. Non voleva sussurrare, ma era il gesto che la divertiva. Il fatto di averla a due spanne dal viso. «puoi dirmi quello che vuoi, puoi farmi pensare ciò che vuoi. Ma questo giochetto l’ho fatto prima di te, baby. Ho usato la stessa storiella per far lasciare Zayn con la sua ex ragazza! Due anni fa..» la vide sbarrare gli occhioni azzurri. «sei una puttanella per lui!» ridacchiò. «si? Davvero? Però almeno la puttanella è in grado di averlo al suo fianco.. di viverci insieme, di essersi fatta portare a conoscere alla sua famiglia. Oh.. un’altra cosa. E’ il nome della puttanella che invoca quando tocca l’apice del piacere. Tu sei mai riuscita ad avere almeno una cosa di tutto quello che ha la puttanella?» Le botte? Nahh! Non erano soddisfacenti quanto le parole. Non c’era arma che feriva di più delle parole. Zayn uscì dal suo nascondiglio con un sorriso sulle labbra. Lo vide e alzò un lato delle labbra anche lei. «Torniamo a casa?» chiese Zayn, facendo girare Summer verso di lui, quasi saltando come un petardo. «si, andiamo!» Si piegò di nuovo all’orecchio di Summer. «però ora non andarlo a dire alla mamma eh!» ridacchiando raggiunse Zayn, che le passò un braccio sulla vita e si girò a guardare Summer e le altre due che li guardavano. «ma tu, prima di me.. hai avuto almeno una ragazza con un cervello?» chiese, mentre rientravano nella casa. «decisamente no! Ed è ancora deliziosamente delizioso vederti combattere per me. Mi è sembrato di tornare indietro di due anni!» Sorrise, a labbra strette. «tu voli troppo a quell’anno, Zayn!» lo sentì piegarsi a darle un bacio tra i capelli mentre prendevano il giacchetto e uscivano dalla casa.
 

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Lei era andata a correre quel pomeriggio, appena erano tornati da casa di Zayn. In fondo erano stati di meno a casa sua, ma era stata bene. Lei e Patricia si erano conosciute meglio, mentre lei e Doniya non si erano praticamente parlate, se non a cena. Aveva anche parlato con suo padre. Uomo saggio e intelligente. Il contrario di Zayn! Erano le sette di pomeriggio, all’incirca e invece Zayn era rimasto a casa a poltrire, come al suo solito. Entrando a casa, non si accorse che Zayn era in camera da pranzo, quindi andò sparata in cucina, per prendersi un bicchiere di acqua. Aveva la musica a cannone nelle orecchie. Zayn, steso sul divano con il computer sulle gambe, a fare una twitcam e dava le spalle alla cucina, ma sentì comunque Keyra entrare in casa. «Hola!» la salutò, senza girarsi. Ma si girò quando non ricevette risposta. Aveva sentito che stava andando lì, quindi.. Si girò, vedendo la luce della cucina accesa. Sbatté le ciglia, posò il computer sul tavolino e si diresse in cucina. «quando ti saluto pretend..» si appoggiò al muro della cucina, inclinando la testa di lato vedendo come muoveva quel culetto che si ritrovava. Si passò la lingua tra le labbra, poi una mano sul viso, accarezzandoselo. Lo faceva sempre quando era soprappensiero. Prese il computer, ridacchiando e posandolo sul tavolo proprio di fronte alla cucina. Un’altra figuraccia per Keyra. Ancora gli dava le spalle, visto che stava di fronte al frigorifero, decidendo cosa potevano mangiarsi. Zayn le arrivò dietro e le diede una pacca sul sedere, bella potente. Keyra saltò come un petardo, strillando. Si tolse le cuffiette e lo guardò male. «ma sei pazzo?» Lui rideva come un deficiente, appoggiato a lei per tenersi. Keyra si mise le mani sui fianchi, inviperita. «’ci tua mi hai fatto pure male!» sbottò, massaggiandosi la natica che sicuramente sarebbe diventata rossa. Zayn continuava a ridere. «hai finito di ridere, imbecille patentato?» lo sentì scuotere la testa e ridacchiò anche lei, affondando la faccia nella sua spalla. «sei un perfetto imbecille, lo sai vero?» Annuì continuando a ridere. Passò le mani sui suoi fianchi per reggersi. Rimase lì a sorreggerlo mentre lui se la rideva divertito, dal suo giochetto. «ti fa tanto male?» prima puntava il dito e poi lo ritraeva. Lo guardò male, e lui continuò a ridersela di gusto. Non riusciva a trattenersi con quella risata davanti. «noo.. ho sentito solletico!» disse e si girò verso la porta per andarsene, visto che le stava venendo da ridere anche a lei. Indicò il computer quando vide la loro scena ripresa. «ma perché? Perché dio santo hai questa mania di farmi fare le figure di merda davanti a non si sa quante persone?» e giù di lì con altre risate da parte di Zayn. «io ti odio!» si riprese per rispondere, lo stronzo. «no, non è vero!» disse, asciugandosi le lacrime. «esci subito dalla cucina con il tuo stupido computer prima che te lo rompo, Zayn!» lui si avvicinò, per baciarla ma lei si tirò indietro sorridendo. «torna immediatamente al tuo posto! Se non l’hai notato io stavo per baciarti.» ridacchiò, scuotendo la testa. «tu sei al corrente che non voglio essere ripresa! Tu lo fai? Ti prendi la penitenza!» scherzò e lui la guardò con il labbruccio di fuori. Non demorse. «dammi questo benedetto bacio, sennò giuro che ti seguo per tutta casa con la twitcam accesa!» si guardarono per non si sa quanto tempo. Lei con le mani sui fianchi, incazzosa lui a braccia incrociate. «stiamo dando spettacolo, lo sai vero?» chiese lei, e lui si avvicinò. «si fottessero. Dammi il mio bacio!» scosse la testa e lui la guardò, serio in volto. «no.. così impari a darmi le pizze sul culo!» sbottò lei e lui ridacchiò. «ripeto, pretendo il mio bacio entro tre secondi!» scosse la testa. «sennò che cosa fai Malik?» chiese lei, ridacchiando e guardandolo con sfida. «ti seguo per tutta casa con la twitcam accesa!» disse lui, e Keyra fece una smorfia. «ok, però che palle che sei!!» Lui la guardò con gli occhioni da cerbiatto a cui lei per prima non sapeva resistere. Si fece avanti, si alzò sulle punte pronta a dargli il bacio e lui sporse le labbra pronto a riceverlo. «mhm, no! Ho cambiato idea!» Scoppiò a ridere mentre lui ringhiava, sbattendo un piede per terra. Lei si avviò verso le scale, sotto le urla di Zayn. «ahhh Malik, dolce Malik! Ancora non hai capito con chi hai a che fare? Il tuo sguardo non funziona con me..» lo sfotté e lui prese il computer, facendo quello che aveva promesso. «dove credi di andare?» chiese lei, bloccandosi a metà scalinata. «ti seguo! E..» si piegò per leggere quante erano sulla twitcam. «20.000 persone hanno appena visto il tuo regale fondoschiena! Io non potevo avere vista migliore. Dovrei salire le scale più spesso dietro di te.» Keyra strinse le labbra, mettendo una mano di fronte alla web. «e togliermi lo spettacolo a me, manco morta!» risero in due, e lui tolse la sua mano dalla web. Si appoggiò alla ringhiera, esausta. «mi devo lavare e cambiare! E tu con quello in camera non ci entri, chiaro?» Malik fece una faccia maliziosa, che naturalmente le 20.000 persone non potevano vedere. «e io senza computer?» chiese, e lei arrossì. «sparisci!» ritornò a salire le scale, ma facendole all’incontrario per non far vedere il sedere. «nono.. che fai, ti copri?!» «tanto sei troppo geloso per far vedere a tutti me nuda!» gli fece notare, con un sorriso. «la maggior parte sono donne!!» rispose lui, e lei ghignò. «si, peccato che questa live chat finirà su youtube e non mi vedranno solo donne.» calò il silenzio. Zayn posò il computer su uno scalino, poi la prese in spalla e si diresse verso la camera. «lasciami, imbecille.» Keyra aveva la testa all’altezza del suo sedere e glielo morse. «’ci tua, che male.» Disse lui girando per andare verso le stanze. Poco dopo, tutti –anche dalla parte opposta del mondo – poterono sentire l’urlo bestemmia di Keyra che arrivò dalla doccia. Malik aveva buttato Keyra completamente vestita sotto la doccia, bagnandola con acqua fredda. Ritornò dieci secondi dopo, ridendo come un pazzo. Riprese il computer e tornò in camera da pranzo, ritornando a fare la twitcam. Prese il cellulare e cominciò a chiamare qualcuno, così a buffo. Keyra tornò mezz’ora dopo, dirigendosi in cucina. Zayn si alzò, prese il computer e lo posizionò abbastanza in alto per farsi vedere. Keyra, rendendosi conto del gesto, lo guardò in tralice. «di grazia, cosa stai facendo?» Lui girò, sorridendo e posizionando il pc sullo scaffale dei bicchieri. «sistemo la twitcam» Keyra lo guardò ancora più male. «se ti do quel benedetto bacio, te ne vai con la tua twitcam?» annuì convinto, girandosi a guardarla. Keyra con un sospiro affranto si avvicinò, baciandolo. Lui rispose, e poi tornò a fare il suo lavoro. «ora vattene!» disse, ma stava continuando a sistemare il computer. «mhm.. no, ho cambiato idea!» sapeva che chiunque avrebbe riso di quella scena, lei invece socchiuse gli occhi e buttò indietro la testa. «Dio Malik, mi snervi!» ammise, e lui ridacchiò e inclinò di lato la testa guardando il suo operato. Quando vide che si vedeva tutto, si girò verso Keyra che cercava in tutti i modi di non far caso ne a Zayn ne alla telecamera accesa. «che posso fare?» chiese, pronto ad aiutare. «vaporizzarti, ad esempio. Oppure un bel cianuro e ci togliamo il pensiero!» lui la guardò male. «sparisci, ti prego!» lo pregò e lui ridacchiando scosse la testa. Keyra alzò lo sguardo al cielo. «perché? Perché?» chiese con tono esasperato. «che ho fatto di male per meritarmi questo?» piagnucolò e quasi non si sentì male quando lo vide prendere un suo coltello da cucina. «NON..TOCCARE..I..MIEI..COLTELLI..DA..CUCINA!» lei aveva già in mano quello più affilato, e lo puntò sul tagliere. «te lo ficco in gola se solo lo prendi! ZAYN!» ridacchiò quando lo vide bloccarsi. «sai che quelli costano più di una tua foto nudo, vero?! Non toccarlo, da bravo.. togli quella manina!» quando lo fece, gli consegnò un coltello normale e gli diede l’insalata. «perché con questo?» «i bambini non devono giocare con i coltelli affilati!» scoppiò a ridere, e lo vide girarsi verso la twitcam. «Ciao Sophie! 30.500 persone, saluta Keyra!» lei non rispose neanche. «è un po’ acida, ma in fondo è dolce. Molto in fondo.» la mora gli tirò un calcio, e lui ridacchiò. «mettiamo la musica?» chiese, e lei annuì, pensierosa. Lui prese le casse per l’ipod e mise il suo, lasciato lì un’ora prima. Quando partì, c’era una canzone dei 1D e lei arrossì. Lui invece si girò, guardandola. «chi sono? Sono favolosi! Senti questo come canta bene!» scherzò, quando sentì la sua voce. Keyra neanche rispose, arrossendo visibilmente. «ti sei scaricata tutto il cd?» chiese, e lei annuì. «ovvio! Pensi che il cd lo userò mai? Quello è una reliquia!» lo sentì ridacchiare, mentre la guardava. «non sai i commenti per aver questa canzone nell’ipod che hai!» sorrise, continuando a tagliare la carne a pezzettini. «CIAO ITALIAA!» strillò e lei saltò come un petardo, sbuffando. Quando Zayn finì di tagliare l’insalata, si mise seduto sul ripiano a leggere i commenti. «ho fame!» si girò a guardarlo, mentre lui leggeva i commenti. «qui a due passi c’è un pub. Esci e vai a mangiare!» Zayn si girò a guardarla. «lo sai che quando ti incazzi sei davvero bella?» lo guardò male. «e tu lo sai che sei uno stronzo?» «ti amo anche io, baby!» altro sguardo di fuoco. Lui ridacchiando tornò a leggere i commenti. «L’ho letto, non me lo sono immaginato.» Keyra alzò un sopracciglio. Lui cercò di andare giù. «cosa?» Lasciò perdere quando il cursore tornava su per i tanti commenti. «”chi è quella figa ai fornelli?” chiunque l’ha scritto, giuro su dio che lo cerco anche in capo al mondo!» Keyra rise. «tiè, ti sta bene così impari a farmi finire in queste dannatissime twitcam dove io non centro nulla. Glielo dite voi che io non sono interessante come lui?!» chiese, ma non si aspettava risposta. «no, siamo interessanti invece!» rispose poco dopo. «la gente si sta divertendo a vederci!» la mora fece una smorfia. «si, incitatelo pure così!» sbuffò, e lui ridacchiò. Mise la carne dentro la padella. «dicono che sembra buono quello che cucini.. Vogliono essere invitati tutti a cena!» ridacchiò. «prima do la cena al bambino, lo metto a letto poi vi invito tutti!» rise, mentre lui le lanciava un panno addosso. «stronza!» borbottò, ma alla fine ridacchiò anche lui. E tanto per farla impazzire, cominciò davvero a fare il bambino. «voglio un bacio, voglio un bacio!» batteva anche le mani sul ripiano. Keyra non si scompose. «no!» si mangiò un pezzo di parmigiano, continuando a tagliare il formaggio. «voglio un bacio, voglio un bacio!» non rispose. «VOGLIO UN BACIOOO!» Keyra alzò lo sguardo sul muro davanti a lei, strinse la mascella e poi tornò a lavorare. «sta per scoppiare!» disse, in videocamera. «VOGLIO UN BACIO! BACIOOOOO!» non rispose, stringendo la mano sul coltello. «KEYRA DAMMI UN BACIO!» stava urlando, e superava anche “i wish” che era a palla. Si alzò, e le andò dietro, posandole le mani sui fianchi. «DAMMI UN BACIO!» si piegò, visto che gliel’aveva urlato all’orecchio. «ho un coltello in mano, non so quanto ti conviene!» ammise lei, cercando di trattenere le risate. «VOGLIO UN BACIOOOO!» strinse le mani nell’aria,cercando di reprimere la voglia di strozzarlo. «urlo che sei un pervertito eh! Un pedofilo e chiamo la polizia. Ti faccio finire in galera!» lui se ne uscì con un gemito e lei lo guardò a bocca aperta. «quanto sei secsi quando dici queste cose.» Keyra cominciò a picchiarlo, e lui rise più forte. «ESCI DALLA MIA CUCINAAAA!» urlò, rossa come un peperone. Zayn le bloccò le mani e la diresse verso la videocamera. «guardatela, è tutta rossa!» lei piegò il volto, per non farsi vedere. Si liberò e lui scoppiò ancora a ridere. «uno psicologo.. Da quando vi conosco ho bisogno di uno psicologo!» Zayn tornò a leggere le domande. «una sana scopata e tutto si risolve! Se vuoi spengo e saliamo in camera!» quanto si divertiva, lo stronzo. «ti castro, Zayn giuro che lo farò prima o poi!» promise, e lui le sorrise. «non lo faresti mai!» Lei ghignò. «ti ricordi l’ultima volta che mi hai detto “non succederà mai” com’è finita?» ridacchiarono. «lì sei stata proprio una stronza!» ghignò, staccando una foglia di basilico. «mhm.. io ti avevo avvisato che non ti dovevi mettere in gioco con me.. Tu l’hai fatto e ti sei beccato un cinquino! Ehhh Malik!» Il moro ridacchiò. «dovete sapere che Keyra era una stronza ancora prima di nascere! Sapete che ci siamo conosciuti durante gli anni a scuola no? Io ero felicemente fidanzato..» «con una gallina» disse lei, e Zayn ridacchiò. «già mi amavi, Smith! Eri già pazza di me!» Lo guardò male. «insomma, lei una volta si è ubriacata per uno, e la mattina dopo le ho fatto pensare che eravamo finiti insieme..non si ricordava nulla, ovviamente. Quindi che cos’ho pensato bene di fare? Di tenermi la verità per me.. L’ho torturata, e lei ha fatto di tutto per farmi lasciare da questa ragazza. Avevo detto “non mi lascerà mai” e lei ha fatto di tutto, davvero di tutto per farci lasciare. Era gelosa, e alla fine ci è riuscita.. sapete come?» ridacchiò, ricordando bene quel giorno. «io dormivo, avevo dormito poco quella sera. E stavamo a casa di Harry. Lei sentendo che la tipa stava arrivando, è salita in camera dove stavo dormendo, si è sistemata come se eravamo appena andati a letto, quando quella è entrata, lei è uscita con un “ehi, fai piano si è appena addormentato” me la sogno ancora quello schiaffo!» Keyra si piegò a ridere, ricordando la sua faccia. «se la ride, guardatela!» si girò a guardarlo, continuando a ridere. «la tua faccia quando è uscita! Ti sei girato verso di noi come per dire “che cos’è successo?” con quel faccino innocente.» risero. «però sei una stronza comunque.» ammise il moro, ridacchiando. «così impari a tenerti per te la verità!» tornò a cucinare, sorridendo mentre pensava a quel periodo. Lui si alzò e le andò vicino, dandole un bacio sul collo. «la mia piccola stronzetta» ridacchiò, guardandolo con un sorriso. «poi ero io già pazza di te! Ahhh, Malik!» risero. «ma tu sapevi benissimo che io già pendevo dalle tue labbra!» lo guardò, divertita. «oh si, sono questo pieno di autostima da pensare che tu mi filassi!» «disse la ragazza che poi mi sbatté al muro!» risero, con foga. «un conto è sbatterti al muro per farti dimenticare chi eri, Zayn! Un conto è pensarmi da tua ragazza..» lo vide sorridere. «eri attratta da me sessualmente.» scosse la testa, divertita. «beh diciamo che non mi eri per niente indifferente. Soprattutto quando tu, per primo mi hai sbattuto al muro!» Lo vide pensarci seriamente su. «guarda che la prima sei stata tu!» arrossì leggermente in zona guance. Diciamo che entrambi avevano la colpa. «Come se ti è dispiaciuto!» risero. «Touchè» scosse la testa, divertita. Si era addirittura dimenticata della twitcam.
«ti manca quel periodo?» si girò a guardarlo. «non ne vedo il motivo! Siete sempre i soliti cinque dementi.» lui sorrise. «tu in particolare!» perse il sorriso. «non è vero, ho messo la testa a posto!» scoppiò a ridere, da quella battuta. «bella questa. Che ore sono? La vado a segnare come la cazzata del secolo!» lui le lanciò un po’ di farina con cui stava infarinando le fettine, ridendo. «ma perché ti ho detto di si?» lo guardò male. «ehi, non darmi colpe sa!! Se siamo finiti insieme è solo, e soltanto colpa tua!» sbottò, guardandolo malissimo. Lui sorrise. «stavo per prendermi la febbre. La pioggia che ci siamo presi già stava facendo il suo effetto.» si girò a guardarlo, entrambi sorridevano. «la prossima volta ci pensi bene a fare discorsi seri con me quando sei sotto la pioggia!» «SIAMO QUI! NON STATE PROCREANDO VERO?» urlò Harry dalla porta d’entrata. Piagnucolò depressa, mentre tornava a cucinare. «Addio pace!» e Zayn rise, saltando di nuovo sul ripiano. «scusate per il momento dei ricordi..» Louis andò da lei e l’abbracciò a panda. Niall e Liam provarono a rubare qualcosa da mangiare, ma ricevendo cucchiarellate sulle dita, Harry andò a dar fastidio a Zayn. Nell’ora seguente successe di tutto e di più, come se a quei cinque mancasse abitare insieme a Keyra, che venne massacrata di battutine da Louis e da Harry. Niall che la proteggeva, Liam che ribeccava gli altri perché la trattavano male. Quando arrivò a letto, dopo una cena con tutti, fu così distrutta che appena toccò il cuscino si addormentò. Si addormentò mentre gli altri di sotto si facevano la telecronaca da soli per una partita di calcio all’xbox. 


ok, sono in un fottuto ritardo, ma tipo io fra 10 minuti devo uscire e sto ancora qui in pigiama. Avevo promesso che aggiornavo ed eccolo qui. Amen. Errori, non errori. Dimenticanze. Amen. Io vi amo, continuo a dirlo. Appena torno rispondo alle recensioni. (: Scusate ma non posso rimanere. xxx

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Capitolo 34
*** chapter thirty three ***


«pronto?» rispose al cellulare, mentre entrava nel suv che la stava aspettando. Era dovuta andare alla Syco per delle cose e Zayn era rimasto a casa, per riposarsi un pochino. Stava tornando a casa in quanto aveva finito di lavorare, quelle due ore che avevano richiesto la sua presenza. Sua madre cominciò a sbraitare al telefono. «l’hai presentato a tua sorella e non a me. Mi ritengo offesa, Keyra. In più quando mi inviterai a casa vostra, eh?» alzò gli occhi al cielo. «mamma.. calmati!» «non mi calmo. Oggi tu stai a pranzo con noi!» non fece in tempo a protestare che quella attaccò. Provò a richiamarla per spiegarle che aveva da fare, ma sua madre non rispose. Si affacciò tra i due sedili, dicendo all’autista che non stava più tornando a casa sua, ma gli disse la via di casa sua vecchia. Si ritrovò fuori da casa sua e ringraziò l’autista che andò via. Sospirando si avviò verso casa e aprì con il suo mazzo di chiavi, quando entrò sentì il silenzio dentro casa. «Hola! Io sono arrivata eh!» entrò in cucina, trovando sua madre in finestra mentre mescolava qualcosa. «arrivano gli alieni?» la vide saltare, tanto che un po’ di composto dentro alla bacinella le finì sulla maglietta. La sentì imprecare a bassa voce e si girò a guardarla. «mamma..?» sussurrò preoccupata guardandola con un sopracciglio alzato. «Oh.. ciao Keyra!» Le rivolse un sorriso dolce, poi l’andò a salutarla. «non volevo metterti paura.. scusami!» sussurrò e la donna alzò le spalle. Era strana sua madre quel giorno. E sicuramente non era incazzata come le aveva fatto credere. La guardò mentre cucinava, chiacchierando distrattamente su qualcosa. Sbagliò fin troppe cose, anche basilari sulla sua cucina. Magari aveva dimenticato di mettere il sale o aggiungere il sugo. La fissò. Era in ansia, era sicura di questa cosa. «mamma..? Che cos’hai? E’ successo qualcosa?» chiese, alzandosi e avvicinandosi a lei. «no, nono..» le rivolse un sorriso mentre sistemava la roba che aveva cucinato. «mamma.. cosa succede? Hai preparato il pranzo per un esercito. O viene l’esercito a pranzo oppure Niall. Ma Niall è a casa sua a dormire, quindi ne dubito.» la vide mordersi il labbro. «non è vero che sono arrabbiata con te perché non mi hai presentato Zayn!» si, quello l’aveva notato. «l’avevo capito, ma cosa c’entra Zayn con la tua ansia?» chiese, vedendola mordersi ancora il labbro. «sta venendo a pranzo!» sbatté le ciglia. «Zayn?» annuì delicatamente. Lei alzò un sopracciglio. «ho telefonato a casa vostra per parlarti di una cosa e.. avevo paura della tua reazione e.. mi sono ritrovata ad invitarlo a casa e..» era in ansia, anzi no. Sembrava quasi nel panico. «mamma calmati. Va bene! Ma stare così in ansia perché viene Zayn a pranzo è futile. E’ un ragazzo tranquillissimo.» la vide scuotere la testa. «ero già in ansia quando ho chiamato a casa vostra..» Ok, sua madre si era fottuta il cervello. Era pazza! Blaterava cose senza senso. «Ok, ora ti siedi e mi racconti, ok?» la donna si mise seduta. «Stamattina quando sono uscita per andare a fare la spesa, mi sono ritrovata Sally con le sue figlie qui di fronte casa.» sbiancò. «Sally? Quella Sally?» la donna annuì. «non dirmelo. Non dirmi che mi hai fatto questo, mamma.» la donna deglutì e la guardò dispiaciuta. «porca puttana! Non la voglio vedere, hai capito? Non ha capito che io non voglio niente a che fare con la sua famiglia?» sua madre la guardò ancora più dispiaciuta. «è sempre tua madre di sangue, Keyra!» la mora sbatté una mano sul tavolo, frustrata. «NO! TU SEI MIA MADRE, OK? Lei mi ha dato semplicemente il suo fottuto sangue e mi ha messo al mondo. Niente di più! Fanculo! Tu mi hai cresciuto. Lei non deve volere niente da me! Porca puttana!» uscì fuori di casa sbattendo così potentemente la porta da farla tremare nei cardini. «Vaffanculo!» disse ad alta voce, incazzata come una biscia. «non mi hai neanche visto e già mi mandi a fanculo?» si girò così velocemente che quasi le scrocchiò il collo. Zayn era appoggiato sensualmente al muro di casa sua. Non rispose, mettendosi seduta sulle scalette di fronte la casa. Poco dopo lo sentì sedersi al suo fianco. «che succede?» Alzò lo sguardo e lo fissò sulla stradina. «sta arrivando.» «chi?» domandò il moro, accarezzandole i capelli. Non rispose, troppo avvelenata anche solo per parlare. «il diavolo? La fine del mondo? Chi?» chiese Zayn, con un sorrisetto. Si girò a guardarlo, perdendosi in quel bel viso. Portava i suoi Ray-Ban. Aveva questa mania di rubarle i Ray-Ban. E dire che a lei gli occhiali Ray-Ban su un uomo le facevano salire il sangue al cervello. Erano tutti sexy gli uomini con gli occhiali della Ray-Ban. Lui più di tutti. «mia madre!» Zayn alzò un sopracciglio, tanto che lo vide uscire fuori dalla montatura degli occhiali. «E con chi urlavi, scusa?» chiese il moro, stranito. «la mia reale madre, Zayn! Sta venendo qui a pranzo!» il moro perse l’incredulità per lasciar posto ad un’espressione stranita. «Ah!» disse solo questo, mentre continuava ad accarezzarle la testa. Sentirono la porta aprirsi poco dopo. «Ciao Zayn!» entrambi si girarono, Zayn sorrise a sua madre. «Salve Signora Katy. Come sta?» Si alzò per darle due baci sulle guance per poi sedersi di nuovo al suo fianco e continuare ad accarezzarle i capelli. «bene, grazie! Sono felice di vederti!» Spostò lo sguardo tra Zayn e sua madre, poi sorrise delicatamente tornando a guardare il vialetto. Anche la donna si mise seduta al suo fianco. Zayn fece per alzarsi, capendo che doveva parlare con la figlia, ma Keyra lo bloccò. «resta..» deglutì leggermente, spostando di nuovo lo sguardo su Zayn. «sei sicura?» chiese. Deglutì ancora e annuì. Il moro riprese ad accarezzarle i capelli. «vuoi andartene?» chiese la donna, dopo qualche minuto di silenzio. «si!» sussurrò, girandosi a guardare sua madre. «perché?» si morse il labbro. «perché non si deve permettere di venire qui a chiedere la mia attenzione o quella vostra. Non la voglio vedere neanche in foto e lei si presenta qui?» scosse la testa, incazzata. «vuole rimettere insieme i pezzi, Keyra!» strinse così tanto i denti che ci mancava poco che li rompesse. «non si deve permettere. Per me può essere anche la regina d’Inghilterra e non me la filerei di pezza, mamma. Lei è solo quella che mi ha messo al mondo, lei mi ha abbandonato, lei mi ha fatto crescere da un’altra famiglia.» sussurrò. «Si da a tutti una seconda possibilità!» scosse la testa. «no, si da la seconda possibilità a chi decidi di darla. Io non voglio dargliela. Soprattutto perché viene qui con le sue figlie. Quelle sono mie sorelle, capisci?» chiese, girandosi a guardarla. «appunto. Non hai rapporto con le tue sorelle.» scosse ancora la testa, incapace di capire. «No! Per me loro sono estranee e sempre lo rimarranno!» crollò di nuovo il silenzio. Zayn continuava a sfiorarle i capelli, sapendo quanto la calmasse. Ma solo l’idea di quelle due le metteva il sapore di bile in bocca, pensa quando le avrebbe avute davanti. «va bene. Ho capito.» annuì. Katy sapeva quanto fosse testarda sua figlia. «fai come vuoi. Comunque ci sarà tutta la famiglia, ovviamente senza Georgia.» alzò di scatto la testa, pensierosa. La donna si alzò e fece per tornare dentro casa. «mamma..» Katy si girò e guardò sua figlia che le faceva il segno di avvicinarsi. «abbassati!» fece come richiesto da Keyra, e questa le stampò un bacio sulla guancia. «Grazie!» «per cosa?» indicò il ragazzo dietro di lei. «ho capito per quale motivo l’hai invitato.» Le due si guardarono negli occhi e poi vide Katy sorriderle e farle una carezza sulla testa. Rimasero di nuovo lei e Zayn, che continuava ad accarezzarle i capelli. «che..che rapporto hai con tua madre?» sospirò e si girò a guardarlo. «mi ha telefonato una volta, dopo che ha chiesto all’orfanotrofio dove ero stata da piccola in quale famiglia mi avevano mandato. Ha provato a parlarmi ma le ho fatto capire subito com’era la situazione.» spiegò spiccia, appoggiandosi a lui che si piegò a darle un bacio sulla guancia. Rimasero qualche minuto da soli, poi entrarono di nuovo in casa e Keyra si mise ad aiutare sua madre, ora più calma perché sapeva che Keyra non era incazzata con lei, ma con la sua vera madre. La mora capiva che sua madre volesse farla essere felice, ma non era così che vedeva il suo “essere felice”. Pian piano arrivò tutta la gente. Suo padre, suo fratello Julian che si mise a parlare con Zayn e anche Stefan. Un ora dopo, il campanello suonò per l’ultima volta.
 
 
Strinse di nuovo i denti, trattenendo l’istinto di saltare alla gola di quella cagna che doveva essere sua sorella. Ora, non perché l’odiava o per altro. Ma perché era davvero una cagna. Ve la ricordate Sophie? Ecco, mille volte peggio. Lei era cagna al quadrato. Sentì la mano di Zayn, posata sulla sua coscia, stringere la presa come ad intimorirla di stare calma. Seh, calma! Sally aveva incominciato a blaterare cose su quanto fosse orgogliosa di Serena – la cagna per intenderci – e dopo aver spianato la strada dell’attenzione di tutta la gente, Serena aveva cominciato a parlare a mitraglietta senza mai fermarsi.
Parlava perfettamente inglese, visto che sua madre biologica era inglese mentre suo padre era italiano. Si girò a guardare Zayn, che posò subito gli occhi su di lei e le fece un sorriso di quelli che avevano la facoltà di bloccarle qualsiasi pensiero. Lui sembrava interessato a quello che diceva la cagna, in realtà in testa si stava ripassando tutti i testi del loro cd, per disperazione. Aveva una voce così stridula che gli stava facendo venire il mal di testa. Serena continuava a parlare a mitraglietta cosa che odiava più di qualsiasi cosa. Tutti intorno a lei, mangiavano e facevano finta di sentirla, ovviamente tranne la madre che era praticamente innamorata persa della sua figlia più grande. Digrignò i denti, tornando a sentirla parlare. «..e così mi sono detta.. perché non provare? Cioè.. è un’esperienza..» già aveva voglia di staccare di nuovo la spina del cervello.
La cagna posò lo sguardo su di lei. Subito, appena si erano guardate in faccia, ognuna aveva capito di stare già sul cazzo all’altra. «e tu.. cosa fai nella vita?» lo disse con un tono di voce quasi schifato. Aveva un anno in meno di Keyra, ma se la tirava più di qualsiasi gallina presente su quel mondo. «studio e lavoro.» Vide Sally guardare Katy contrariata. Sua madre, le lanciò uno sguardo di sfida come a sfidarla di dire qualcosa. «ancora studi? Non sei un pochino grandicella?» ora la strozzava. Strinse la mano di Zayn, che sorrise lievemente. «è il secondo diploma che prendo. E poi quale sarebbe il problema, scusa? Tu dovresti ringraziare di averne già uno! Con i punti del supermercato l’hai preso?» Suo fratello Julian la guardò ammirato, Stefan ridacchiò, suo padre scosse la testa, Zayn strinse le labbra per non ridere, la cagna perse il sorriso. Ovviamente non rispose. «Che lavoro fai, Keyra?» chiese Sally, per rompere quel silenzio glaciale che era calato nella stanza. Girò lo sguardo verso quella che doveva essere sua madre, con disprezzo. «manager!» la donna annuì ma sapeva che la stava ascoltando. «e tu.. Zayan, giusto?» Si poteva uccidere quella che ti aveva messo al mondo? «Zayn! – Lo disse con tono glaciale, che la fece sorridere. Non c’era cosa che odiava di più di chi sbagliava il suo nome - Cantante.» Vide Sally girarsi verso sua madre. «e tu permetti a Keyra di stare con un cantante? Lo sai che i cantanti dentro i pub non portano il cibo in tavola?» Era tornata a guardare Keyra. Allora, questa era la situazione. Ma come si permetteva quella stronza di andare lì a sparare sentenze? A parte che tutta la sua famiglia rise alla frase "i cantanti dentro i pub", paragonando Zayn ad un cantante da pub. Divertente, davvero. Si fecero una risata sguaiata, per questo. Katy fece per aprire bocca mentre tutta la sua famiglia, compresa Keyra e Zayn si facevano la miglior risata della loro vita. «non..» bloccò sua madre. «non capisco quale sia il problema, Sally!» disse Keyra, con un sussurro. «beh, voglio solo il meglio per te.» prevedo catastrofe tra 3..2..1.. «scusa?» le uscì senza nemmeno pensarci. Sentiva il sapore di bile aumentare sempre di più. «tu.. ti permetti di venire qui a sparare sentenze, a blaterare quale cosa è meglio per me quando tu, per prima, mi hai lasciato per strada con Georgia, fregandotene altamente?» chiese, guardandola con disprezzo. «ma fammi il piacere.» sussurrò, giocando con il coltello, disegnando cerchi sulla tovaglia. «ok, avrò sbagliato. Ma tu capisci che non andrai da nessuna parte se resti con lui?!» strinse la mascella. «lui, ha un nome. Innanzi tutto. Secondo, ripeto che non sei nessuno per venire qui a sparare sentenze! Usa la tua terza figlia per campare sulle spalle degli altri.» ce l’avete presente il polo nord? Ecco, in confronto a quella stanza il polo nord sarebbe assomigliato più alle Hawaii. Tirava il gelo, in quella stanza. «per quanto penserai di rinfacciarmi di averti lasciato in un orfanotrofio?» Keyra assunse la faccia di una persona che stava pensando. «beh, ho quasi 19 anni.. M’hai lasciato a 1.. direi che per 18 anni stiamo apposto.» Julian si nascose con la faccia dentro al bicchiere pur di non ridere. «ero giovane!» provò di nuovo la donna. «dai?» alzò lo sguardo verso Sally, poi spostandolo verso la cagna. «no, davvero carino che usi il “ero giovane” come scusa. Perché un anno dopo hai sfornato l’altra..» le fece notare e alzò una mano per bloccarla. «Magari tuo marito s’è sentito in colpa per averci lasciato all’orfanotrofio e rendendosi conto di quello che aveva fatto, aveva deciso di lasciarti. Così tu hai pensato bene di lasciargli un’altra figlia sulle spalle, così per rimanere sulle spalle di quel povero uomo. Ti piaceva fare la vita facile, giusto? Allora ti sei sposata quello ricco, con i soldi e che ti poteva mantenere. Per sentirti appagata, per sentirti ancora importante per qualcuno. Perché senza quei soldi, tu non sei nessuno. Peccato che il tentativo è stato vano, perché si sa che il secondo tentativo non è perfetto come il primo. T’è venuta fuori gallina, con un cervello che è una caccola e che si crede una bella ragazza quando in realtà è solo bionda finta e con le tette rifatte. Ma l’uomo ha capito che il rimorso non si sarebbe placato con due nuove figlie. Ma per una cosa ti ringrazio.. Che mi hai fatto adottare, così che mi sono salvata il sedere. Chissà se rimanevo con te, come diventavo. Forse come Serena. » Zayn provò ad immaginare Keyra come Serena, e gli uscì una smorfia di disgusto. «E ora scusatemi..» si alzò e camminò verso la cucina, appoggiandosi poi al lavabo. Nella sala, nessuno parlava. Poco dopo, sentì le due donne parlare con tono grave. Tornò con i caffè pronti, richiamando sua madre. «mamma..» si girarono contemporaneamente e Keyra guardò male Sally. «lascia perdere. E’ inutile che ci sprechi anche le parole.» posò il vassoio con i caffè dove era seduta lei, cominciando a zuccherarli. «proviamo a parlare civilmente. Senza vantarsi di nessuna figlia e di non dire cazzate varie sul mio ragazzo..» mosse la mano verso quella che era la sua madre biologica. Quella prese un profondo respiro. «quindi che scuola fai?» la seconda possibilità si dava a tutti, no?
 
 
«non ci sperare proprio!» disse indicando la porta della cucina. «io quella lì, non me la porto a casa!» sbottò, inviperita. «Keyra, renditi conto che qui non abbiamo spazio! La tua camera ha un solo posto. La camera di Julian e Stefan è diventato lo studio di tuo padre. Il divano non è anche un letto!» borbottò sua madre, sottovoce. «non ci penso proprio ad ospitarla a casa mia! Mi sta sulle palle!» sbottò ancora, incazzata. «sii gentile Keyra! Hanno perso da poco il padre!» la guardò come per dire “e a me cosa dovrebbe interessare?” «per la nana.. come si chiama chiese, intendendo la più piccola che praticamente non aveva spiccicato parola. «Giulia.» Si ecco. «lei pure pure. In fondo non è cagna come la sorella. Ma quella cagna bionda ossigenata io non ce la faccio entrare a casa mia.» Sua madre la guardò con i soliti occhi da cane bastonato. «devo..» «non osare! E’ scorretto.. lui accetterebbe anche un barbone!» «ZAYN!» che stronza. Era proprio sua madre. Il moro si affacciò poco dopo, trovando una Keyra incazzata e una madre con gli occhioni dolci tipici di Keyra, quando li usava. «vi dispiacerebbe ospitare Serena e Giulia per queste due notti?» il moro entrò in cucina, alzando le spalle. «per me nessun problema!» Keyra alzò la mano, indicandolo. «possiamo far entrare anche il barbone che dorme di fronte casa nostra, visto che ci siamo!» Zayn alzò le sopracciglia, poi sorrise. «vado ad avvisare che dormono da noi!» La mora si attaccò al suo braccio. «ti pregooo! Se tieni a me, non accettare questa cosaaa!» Zayn si tolse Keyra senza nessun problema e andò via. «è un ragazzo a posto!» se ne uscì dalla cucina con una bestemmia masticata e la risata di sua madre che le andava dietro.
Venti minuti dopo, Keyra guidava la macchina che suo padre le aveva prestato, con Zayn al fianco e le due sorelle di sangue sedute dietro. «stasera ceniamo tutti insieme?» Keyra brontolò, pur di non tirare fuori le bestemmie che stava dicendo nel suo cervello. «Keyra?» si girò a guardarlo. «allora mi vuoi morta sul serio!» sbottò, facendolo ridere. «ok, li chiamo!» piagnucolò e fermò la macchina di fronte a casa loro, alzando su i finestrini e mettendo il freno a mano. «vivete insieme?» chiese Serena, facendosi guardare male da Keyra. «no, assolutamente! Lui dorme nella cuccia del cane!» -«non abbiamo il cane!» si girò a guardare Zayn, con il cellulare all’orecchio. Lui, capì non aveva finito di parlare, visto lo sguardo bruto che gli stava lanciando. «ma tranquilla. Il posto è tutto tuo!» ecco, appunto. Scosse la testa divertito, mentre entravano in casa. «non è una reggia ma..» la sentì sussurrare alla sorellina più piccola. «..ma se non ti va bene, c’è un ponte qui a due passi! Comodo e protetto..» si guardarono in cagnesco. «potevamo andare a dormire in albergo!» «ehhh.. è quello che ho pensato io, peccato che tua madre ha le braccine corte e non vuole pagare neanche un penny per dare un tetto sulla testa delle figlie.» «è anche tua madre!» ahah. Proprio simpatica quella tipa. Salì le scale, per andarsi a cambiare e mettere qualcosa di più comodo. «noi dove dormiamo?» «la cuccia è di fuori! Giulia, tu puoi dormire nella camera degli ospiti!» entrambe la seguirono e indicò la stanza con un dito, per poi chiudere in faccia la porta alla cagna. «KEYRA!» urlò Zayn da sotto, per richiamarla. Scese poco dopo. «io vado da Niall. Ci vediamo dopo?» «NOOOO!» urlò attaccandosi di nuovo al suo braccio, prendendo un’espressione depressa. «ti prego non lasciarmi con quella. Divento cagna pure io se sto troppo in sua compagnia. Ti prego Zayn il moro ridacchiando si abbassò a darle un bacio e uscì poco dopo, dopo aver lottato con Keyra che si era attaccata stile koala al suo braccio.
 
 
«io esco fuori a fumarmi una sigaretta!» «e al popolo?» se ne uscì Keyra, girandosi a guardare la bionda ossigenata. «sei sempre così simpatica!» la guardò seria, facendo ridere Niall. «non dovevi andare a fumare? Ecco, esci e crepa di freddo. Possibilmente crepa fuori dalla nostra proprietà.» La bionda uscì, sbattendo la porta alle spalle. Rientrò due secondi dopo. «c’è un gruppo impazzito di ragazze di fronte casa vostra!» lo disse quasi a tono impaurito. «hanno le macchinette fotografiche.» Keyra la guardò con le sopracciglia inarcate. «non vorrei fartelo notare.. sono macchinette, non coltelli.» Niall ridacchiò ancora, mezzo addormentato per aver mangiato fin troppo quella sera, come ogni sera che mangiavano da Keyra e Zayn. «si, ma che cosa vogliono?» «tu nuda! In fondo sono cose che già fai, no?» sussurrò, divertita. La vide alzare un sopracciglio. Liam si alzò e spostò la tendina, per vedere quante fan c’erano di fronte casa loro. Appena la tendina fu spostata, i flash entrarono fin dentro casa. Giulia dormiva sul divano libero, al fianco di Zayn. Louis e Harry giocavano alla xbox, come al loro solito. Liam guardò l’orologio. «io esco! Magari se ne vanno!» sussurrò, prendendo il giacchetto. «Keyra.. puoi preparargli della cioccolata calda?» guardò Liam come se avesse appena detto una bestemmia. «fa freddo fuori!» disse preoccupato. «guarda che non le paga nessuno per stare lì fuori, eh!» disse e si alzò, togliendosi il biondino da dosso che protestò, alzando le mani verso l’aria e cercando Keyra. Quest’ultima cominciò a preparare la cioccolata come richiesto da Liam, che uscì due secondi dopo. Appena la porta si aprì le urla entrarono fin dentro casa, facendo così svegliare Giulia che si guardò intorno stordita. La cagna era andata sul retro a fumare. «d-dove sono?» si girò a guardare Giulia. In fondo non era così male lei, era carina e arrossiva dolcemente. Quando vide Keyra, arrossì per la stupida domanda. «vuoi un po’ di cioccolata calda?» chiese la mora, in direzione di quella che doveva essere sua sorella. La vide annuire, poi si alzò raggiungendola in cucina. «grazie..» si girò a guardarla. «per cosa?» chiese, girando il composto, lentamente e sempre nello stesso verso. «per l’ospitalità.» sorrise debolmente. Crollò il silenzio. Si sentiva solamente la tv in salone. Quando la cioccolata fu pronta, la mise in dei bicchierini di carta piccoli e li posò su un vassoio. «Zayn!» lo richiamò e quello si alzò, prendendo il vassoio e il giacchetto uscendo anche lui. «c-che sensazione ti da sapere che hai altre due sorelle?» chiese la ragazzina, curiosa e timida. «mi snerva, lo ammetto! Per te nessun problema, davvero. Ma per lei..» strinse la mascella, bloccando le parole per non essere troppo stronza. La bionda passò di nuovo lì vicino. «io vado a letto, vieni?» chiese a sua sorella più piccola, scuotendo la testa. «bevo la cioccolata e arrivo!» dopo un bacio la videro salire le scale. «sa essere dolce, ma..» ma un paio di palle. Era una cagna, punto e basta. «in realtà ha paura di te..» come prego? «mamma e papà litigavano tutte le sere. Li sentivamo dalla nostra stanza, ma non ne abbiamo mai parlato. Papà dopo tanti anni continuava a sentirsi in colpa per avervi abbandonate e incolpava mamma per aver permesso che succedesse. Papà si è sempre sentito con tua madre. Si faceva raccontare tutto di quello che facevate, tu e Georgia. Era come se, telefonando a tua madre, potesse far parte della vostra vita. Non voleva parlarvi, perché sapeva che lo odiavate. Katy gli ha sempre fatto capire che non era così, ma che eravate solo frustrate per essere state lasciate. Ma che con il passare del tempo, tutto si sarebbe sistemato. Che tu potevi sembrare una stronza, ma che in fondo eri tanto dolce. E ha ragione. Hai un gran cuore..» si, ma.. che voleva dirle con tutte quelle cose? «Sentendo mio padre urlare dietro mamma, di quanto si erano persi e raccontando quello che diceva Katy.. beh.. all’inizio Serena si è distaccata, poi ha cominciato ad attirare le attenzioni su di se. Si sentiva sempre messa da parte, ogni santa sera quando loro litigavano.» come far sentire una merda Keyra Mary Smith. Lezione numero uno, in corso. «e tu, come ti sentivi sentendoli urlare?» chiese Keyra, sedendosi di fronte a lei. Vide Giulia girare la cioccolata, pulire una goccia di cioccolato e tornare a guardarla. «non mi sentivo. Capivo papà. In fondo è sempre brutto pensare che c’è da qualche parte tua sorella o tua figlia e che non puoi vederla, perché hai paura di essere rifiutata.» sbatté le ciglia. «io non capisco una cosa.. perché ora? Perché adesso che tuo padre è morto?» la vide sorridere amaramente. «perché era un suo desiderio conoscervi. Io sto cercando di portarlo avanti. Mamma è qui per il testamento. Ma io ho accettato di venire solamente per conoscervi. Mi dispiace che Georgia non c’è.» sorrise amaramente anche lei. Strinse la mascella, mentre Liam e Zayn tornavano in casa, buttandosi di fronte al camino per riscaldarsi. «Serena sa essere dolce, ma non lo sarà con te, mi dispiace! E’ troppo accecata dall’odio, dal fatto che tu, in confronto a lei sarai sempre la preferita di papà. Tu e Georgia!» guardò quella che doveva essere sua sorella più piccola, facendo una smorfia. «non fa niente. Ma.. ma se tu vuoi.. ci possiamo conoscere!» la vide sorridere e annuire. Ripulì la tazza, la ringraziò e le diede la buonanotte..
 
Quando le due scesero la mattina dopo, trovarono la peggio gente dentro quella casa. C’erano Keyra, i cinque, Paul e la truccatrice con una bambina. Appena vide le due ferme sulla soglia della stanza, Keyra sorrise alla più piccola e si alzò. Si stava parlando con veemenza di una cosa. «buongiorno!» disse in direzione di Giulia che sorrise. «giorno anche a te, cagna!» quella rispose con una smorfia, troppo stanca anche solo per rispondere. Si misero sedute al bancone all’americana che divideva la cucina dal salone, dove si trovavano gli altri. «caffè o caffè e latte?» una disse una cosa, l’altra la seconda. Prese a cucinare, in silenzio ascoltando il gruppo che parlava, mentre Lou sistemava i capelli di quei cinque che quella mattina sembravano essersi svegliati e aver infilato le dita nella presa elettrica. Prese i biscotti e li mise di fronte alle due, portandone uno a Lux, la bambina della parrucchiera. «altri tre giorni, poi partiamo per la svezia!» spiegò Paul, girando foglio. «ok!» sussurrò Liam, del tutto tranquillo. «Keyra..» annuì. «tu dovrai rimanere qui a Londra!» Zayn si svegliò di colpo anche perché se la dormiva bellamente appoggiato alla spalla di Harry. «come rimanere a Londra?» chiese stranito, sveglio tutto di botto. «1. Deve riprendere a studiare. Se non erro ha l’esame fra poco.» Keyra che era tornata in cucina, alzò lo sguardo verso il calendario e fece una smorfia. 2 mesi. «e 2. Devi andare a parlare con Alan.» sbatté le ciglia. «quell’Alan?» domandò incredula, capendo bene di chi stava parlando. «Si, Alan Carr.» sussurrò vedendo la faccia sconvolta di Keyra. «ok..» disse, del tutto tranquilla, dopo essersi ripresa dal momento di incredulità. Diede il caffè a Giulia mentre all’altra diede il caffè latte, per poi tornare verso il salone. «inoltre, Alan vorrebbe intervistare anche noi manager!» lì si ritrovò a sbiancare. «stai scherzando spero! Non metterò mai piede in quello studio come ospite, intesi?» l’uomo sorrise, scuotendo la testa. «eddai, è una cosa tranquilla!» scosse la testa, sedendosi sul bracciolo dove stava seduto Louis. «manco sotto tortura. Manco se Alan si fa una plastica facciale e assume la faccia di Zac Efron!» sbottò, arrossendo solo all’idea di essere intervistata. Il telefono squillò e Keyra andò a rispondere, sentendo che era sua madre. «e tu questo lo chiami buongiorno? Nah!» rispose al “buongiorno” di sua madre. «si, la cagna s’è svegliata. Giulia beve il suo caffè in silenzio.» sussurrò, sbadigliando. «stiamo lavorando. Appena finisce la riunione ve le porto. E no, non ho intenzione di passare il pomeriggio a fare la famiglia felice.» rispose, sistemandosi i capelli. «cosa? No! Nononooo.. Mamma..mammaaa!» piagnucolò, guardando la cornetta con assenteismo. «che succede?» chiese Niall, preoccupato vedendo la sua faccia. «sta venendo qui mia madre.. insieme a quella di sangue.» sussurrò in ansia. «e che c’è di male?» chiese il biondo, divertito. «sta arrivando qui con un avvocato!» «visto che ci state, perché non vi sposate?» lanciò un cuscino a Louis, guardandolo male. Tutti risero, come al loro solito. «prima che mi sposo Zayn mi deve passare sopra un carro armato! E ora finiamo in fretta perché mi devo preparare.» disse, sedendosi di nuovo al fianco di Louis, che giocava con Lux.
Un’ora e mezza dopo, il campanello suonò e andò ad aprire. Di fronte a lei, sua madre la guardava ad occhi sbarrati, incredula. Li fece entrare e guardò ancora sua madre. «cosa succede?» domandò preoccupata. «sono pazze. Le directioner sono pazze. Mi hanno chiesto una foto a me e pure l’autografo!» ridacchiò scuotendo la testa e prendendo i diversi giacchetti, scrutando l’uomo dietro Sally. «che carina la vostra casa!» sussurrò sua madre, camminando per il salone e per la cucina. «Zayn?» chiese con un tono di voce fin troppo strano. La guardò attentamente. «no anche tu no!» sussurrò qualche minuto dopo. «cosa?» chiese la donna, arrossendo leggermente in zona guance. «anche tu stai avendo la sindrome da Zayn! Merda..» la donna scoppiò a ridere, dandole uno schiaffetto. «ma non dirlo neanche per scherzo. Potrebbe essere mio figlio – e che figlio – e poi è il tuo ragazzo, mio..» «NON DIRLO!» sbottò, bloccandola. «ma è così. Comunque, dov’è?» domandò ancora, divertita. «di sotto, nella sala dei giochi!» la donna aprì bocca per dar fiato all’incredulità. «avete una sala giochi?» era incredula e sorrise divertita vedendo quella faccia. «si.. la saletta dei giochi con dentro torture romane. Zayn in realtà non è un cantante, ma la brutta copia di Saw l'enigmista. - la sfotté allegramente, facendosi guardare male - abbiamo anche una cabina armadio grande come una stanza. Mamma, si sta parlando di Zayn! Non di pizza e fichi!» sbottò, facendoli accomodare in salone. «CIAO ZAYN!» «SALVE SIGNORA KATY! NON SALGO PERCHE’ KEYRA POTREBBE UCCIDERMI!» sorrise, scuotendo la testa. Dopo poco, sotto richiesta di Katy, il moro salì e andò a salutare la donna. Vide sua madre guardare Zayn con occhi a cuoricino, come se di fronte a lei non ci fosse sua madre ma una fan qualsiasi. Chiacchierarono per qualche minuto, poi Zayn prese il giacchetto e piegandosi a darle un bacio disse che sarebbe andato a fare un giro. «vedi di tornare a casa intero, per favore!» sussurrò, guardandolo andare verso la porta. «ora mi assalgono. Siamo mancati per mesi e sembrano delle pazze.» ridacchiò e scosse sua madre. «mamma.. il culo di Zayn è di proprietà privata!» Zayn si girò a guardare la donna che ovviamente gli stava guardando il sedere. Arrossirono tutti e due, facendo piegare in due Keyra che se la divertiva bellamente. «ma quello è un sedere da 100 e lode.» disse appena Zayn uscì di casa. Annuì e guardò Sally poi l’avvocato. «volete del caffè?» i due annuirono. Mentre preparava il caffè, li sentì parlare di qualcosa di legale che a lei non interessava.
Nelle due ore dopo, si parlò di testamenti, di case, di proprietà, di divisioni. Per fortuna c’era sua madre che le traduceva quello che diceva il signore, perché per lei era arabo. «quindi, in sostanza.. Keyra ha una casa lasciata da Sergio, vicino Firenze.» l’uomo annuì. «si! Esatto.» Keyra assunse un’aria pensierosa. L’uomo le passò le foto, come se a lei interessasse davvero quella casa. «e io che ci dovrei fare con quella casa, scusate?» domandò, stranita. «quello che vuole. Se desidera tenerla può tenerla, mentre se vuole venderla dovrà venire in Italia per tutte le cose legali.» il sopracciglio si alzò ancora di più. Si girò verso sua madre, mentre Serena dopo aver sentito tutto, scese le scale e cominciò a protestare. «mamma.. non le permetterai di avere quella casa, vero? Era di papà!» sbottò incazzata, mettendosi dietro il divano dove sedeva Keyra. «sta zitta Serena. Tuo padre ha regalato questa casa a Keyra e Keyra se la prenderà, se vorrà!» no, un momento. Cos’era quel tono? Sembra come se da un momento all’altro.. avesse capito chi comandava. Come se fosse davvero dispiaciuto, come se avesse capito chi era realmente sua figlia. L’aveva azzittita, senza troppe cerimonie. «ma mamma..» sussurrò la ragazza, incazzata. «ho detto stai zitta, Serena! Sono cose che non ti interessano! Tu hai avuto la macchina e la casa, lei la seconda casa. Chiaro?» Serena se ne andò con un diavolo per capello. Appena tutto fu finito, tutti uscirono tranne sua madre. Sally e le due figlie, insieme all’avvocato, uscirono dicendo che si facevano un giro per Londra. Katy rimase con lei. Stavano sedute su quei divani come se avevano appena fatto una guerra, del tutto esauste. «mi fai vedere il resto della casa?» annuì e fece strada a sua madre, conducendola ovunque in quella casetta, sentendo sempre di più il tono orgoglioso che aveva verso di lei. «avete una casa deliziosa!» altro tono orgoglioso. «grazie!» sussurrò, versandole del caffè. Crollò il silenzio, mentre l’unico rumore era quello dei cucchiaini «come va?» chiese la donna, forse un po’ in ansia. «come al solito. Tu?» chiese di rimando. «bene bene..» la vide giocare con il cucchiaino, poi alzare di nuovo lo sguardo. «stanotte ho parlato con Sally!» ecco perché era così ansiosa. «e..?» domandò, incitandola a continuare. «niente.. le ho raccontato qualcosa di te.» ma perché, cristo santo?! «non vedo l’ora che questa tortura finisca. Non è perché sto ospitando le sue dannate figlie si può permettere di fare domande. La odio ancora, mamma. E continuerò ad odiarla per la mia intera vita. Niente cambierà tra me e lei, intesi?» la donna fece una smorfia. «Keyra.. io voglio solo che tu ti ricongiunga a tua madre.» scosse la testa. «mamma.. Tu sei mia madre, non lei. Te lo ripeto per la trentesima volta. Non è lei che mi ha cresciuto. Non è lei che per 5 anni della sua vita mi ha portato il caffè a letto, non è lei che mi è stata vicina mentre stavo male. Non è lei che mi ha visto depressa perché avevo perso il ragazzo che mi piaceva e tutti i miei amici. Non è lei mia madre.. Sei te! Fattelo entrare in testa.» aveva capito. Aveva capito che sua madre aveva paura che non fosse felice. «ma..» scosse ancora la testa. «ma niente, mamma. Sono felice così. La mia vita è già incasinata di suo. Il ragazzo, una casa condivisa con il mio ragazzo, un ragazzo famoso, amici famosi, essere la manager di un gruppo famoso, essere una studentessa, dover rimanere Keyra, chiamare le amiche, uscire con le amiche, pensare alla nipotina, pensare alla mia vita privata, pensare a tutto. Non ci voglio aggiungere anche dover essere Keyra con quelli. Per me siete voi la mia famiglia e sempre così sarà! La mia vita mi sta bene così com’è. Perché niente di quello che c’è nella mia vita è stato messo lì a forza.» la donna sorseggiò il suo caffè. «ce l’ho messo perché sapevo di potercelo mettere. Perché volevo mettercelo. Ma “il conoscere la mia famiglia vera” non è in lista per la prossima cosa che entrerà nella mia vita. Mi capisci?» la vide annuire. Crollò di nuovo il silenzio. «si però il tuo ragazzo è da fare santo per quel sedere che ha!» con quello, il peso che aveva sulle spalle, crollò, facendola ridere di gusto. «mamma, è sempre Zayn! Lo Zayn di due anni fa!» - «Oh no! Nononono.. non mi buttare sta cosa. Zayn non è lo Zayn di due anni fa!» disse la donna, con un sorriso. «come no, scusa?» chiese, leggermente stranita. «lo Zayn che ricordo io era molto, molto più bruttino!» allargò la bocca, incredula. «Zayn non è mai stato bruttino!» sbottò inviperita, facendola ridere. «no, ma se fosse stato così carino, fidati che avrei lasciato tuo padre!» scoppiarono a ridere di gusto. Come poteva pensare che preferisse Sally a lei? Katy era una mamma geniale, una mamma che raramente una persona può avere. Per lei, oltre ad essere sua madre era anche la sua migliore amica. «comunque hai ragione. Sei felice!» annuì, delicatamente guardandola negli occhi. «si, sono felice!» «e a quando il nipotino?» «MAMMA!» quell’urlo di disperazione rimbombò per tutta casa, insieme alla risata della donna. 

E ce la fa! La nostra paladina ce la fa!! Ecco il capitolo. Mhm.. c'ho messo tutta la notte. In realtà questo doveva venire prima del capitolo in cui Zayn porta keyra a casa sua, ma non mi piaceva quindi l'ho lasciato per dopo. Infatti non mi convince neanche adesso. Ma vabbene. u.u 
Che altro dirvi? Io continuo ad amarvi perché, maledizione, riuscite a farmi ancora arrossire con i vostri complimenti. >___< Ma vi amo, continuo ad amarvi. 69 persone mi hanno messo tra gli autori preferiti.. GIOCHIAMO? 69 persone. Mica pizza e fichi! ò___ò la storia è nei preferiti di 201 persone. Seriously? Oh gosh. ♥ tanto amore per voi. :D grazie ancora per i bei complimenti, per le belle parole che mi dite sia su twitter che su FB. Vi ricordo che mi trovate su Twitter sotto nome di @_marrymezayn ♥ Per altro, tanti baciniiiiiiiiii.
Ah.. Ma cosa ne pensate se scrivo una storia Zarry? *ççç* Fatemi sapere per commento o su Twitter. xD
Intanto beccatevi questi due cuccioli *ççç* 


belli loro!! GRAZIEEEEEEEEEE! ♥
 

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Capitolo 35
*** chapter thirty four ***


DLIN DLON: Siete tutti pregati di leggere il mio spazio, alla fine del capitolo, per comunicazione di servizio! Grazie, La direzione.

I wanna get in the bed, go to sleep and pretend this day never happened.
(Voglio andare nel letto, a dormire e fingere che questo giorno  non sia mai accaduto.)


«sei pronta?» si girò a guardare Zayn, di fronte allo specchio. «mi prendi per il culo, vero?» chiese, visto che era da un quarto d’ora che stava seduta sul loro letto, attendendo che quel vanitoso di merda si muovesse e finisse di sistemarsi quel dannato ciuffo. «no, perché? Se ti devo prendere per il culo, ti dovresti alzare..» alzò un sopracciglio e quando capì cosa intendeva, gli lanciò un cuscino. «vaffanculo Malik!» sbottò, vedendolo alzare un lato delle labbra tramite lo specchio. Si ricominciava. Tutto, dall’inizio. Interviste, viaggi, ospitalità in vari programmi, meeting e cagate varie. «sei tu l’esperta!» prese la borsa, guardandolo male. «andiamo, porco te ultima sistemata al ciuffo e finalmente misero piede fuori da quella stanza, da quella casa e da quel quartiere. Entrarono in macchina, Keyra mettendosi alla guida, lui al suo fianco. Il moro prese a cambiare stazione della radio così velocemente che nel giro di qualche secondo snervò anche Keyra, che troncò la cosa sul nascere, bloccandolo con i comandi del volante. Con la coda dell’occhio lo vide guardarsi intorno, imprecare perché i comandi non funzionavano più, per poi capire. «mi spieghi perché sei così ansioso?» domandò levando il dito sulla rotellina e girandosi a guardarlo, visto che stavano fermi ad un semaforo. «ansioso? Chi io? Nahh!» alzò entrambe le sopracciglia, cominciando seriamente a pensare che il suo ragazzo si era fatto una canna di erba e non gliel’aveva detto. «Nah? Sudi freddo, Zayn!» lo guardò toccarsi la fronte e quando notò che non era vero, la guardò male mentre lei sorrideva. «niente, Keyra!» fece una smorfia e tornò a guidare, sentendo Zayn sempre più irrequieto al suo fianco. Quel giorno erano da Alan, l’ennesima intervista da quel genio. Amava Alan, era troppo simpatico. In più quel giorno avrebbero conosciuto gli altri due manager presi da Paul, Marco e Layla.
Quando arrivarono alla Syco, entrarono e si diressero verso la stanza dove Paul era con gli altri. Entrando, c’era il bordello in quella stanza. Rimasero fermi sulla porta, mentre palline di carta, scarpe e felpe volavano da una parte all’altra della stanza. Paul e quei quattro deficienti stavano giocando. «Keyraaa!» Paul le saltò addosso, facendo rimanere incredula la ragazza. A quanto pare la vacanza con i figli gli aveva fatto davvero male. Sembrava un ragazzino. «Ciao Paul. Oh ma come sei abbronzato!» sussurrò divertita, salutando anche gli altri che si erano avvicinati per darle un bacio. «visto si?» addirittura fece una giravolta per farle vedere quanto fosse abbronzato. Ok. Paul era partito per la tangente. Sentirono bussare e poco dopo entrarono un ragazzo e una signora. Marco e Layla. Dopo le varie strette di mano, i ragazzi vennero truccati e sistemati per lo show di Alan. Quando furono pronti, entrarono nel macchinone per dirigersi verso gli studios. «quindi hai una figlia?» Tirò un cazzotto sul braccio di Harry, che si massaggiò la parte lesa. «possibile che tu pensi solo a quello, Harry?» il riccio mise le labbra a culo di gallina e si leccò le labbra, cercando di apparire sexy agli occhi di Keyra. «la finisci, demente?» domandò, dandogli un altro cazzotto che lo fece piagnucolare mentre tutti ridevano. «Si, ho una figlia che è anche vostra fan! Ma le piace Niall!» rispose Layla, divertita e il biondino arrossì come uno scolaretto vergine mentre Keyra sorrideva. «ma Niall è impegnato!» sussurrò il riccio, con il labbruccio di fuori. «touché. E’ lui che le piace. Non posso mica cambiarle i gusti solo perché è impegnato!» ridacchiò divertita, mentre ascoltava il parlare di quei cinque insieme ai nuovi manager. Erano simpatici e divertenti. Praticamente si stavano conoscendo in quel momento, perché sia Marco che Layla erano proprio all’oscuro di quei cinque. Sapevano solo chi erano e quindi gli stavano facendo un resoconto veloce sulla loro vita privata. La cosa bella era che quei cinque avevano l’idea diversa da chiunque con i propri manager. Tutti i manager dovevano sapere vita, morte e miracoli di tutti e cinque. «Quattro capezzoli!» lo richiamò, girandosi verso Harry che la guardò male. «non chiamarmi quattro capezzoli!» sbottò, inviperito. «sisi, certo. Perché non gli dici che hai quattro capezzoli?? Te ne vergogni per caso?» ridacchiò insieme a Louis e toccò i capelli di Harry, in modo dolce. «ho quattro capezzoli.» sussurrò guardando male la sua amica. «e tu perché non ti descrivi?» alzò le spalle. «siete voi che avete ‘sta cosa di dire qualsiasi cosa fate. E io non ho intenzione di dire la mia vita privata a nessuno!» Harry annuì. Quando si girò di nuovo verso la strada – lei stava davanti con Paul mentre gli altri due stavano dietro insieme a quei cinque dementi – sentì Harry schiarirsi la voce. «è la nostra migliore amica. Non è sempre così acida e ogni tanto sa essere anche dolce e coccolosa. Raramente, ma di solito da il meglio di sé a Malik!» prese il giacchetto al suo fianco e lo lanciò in faccia a Harry, senza nemmeno guardarlo. «ti strozzo, Hazza – che – non – ha – la – materia - prima!» tutti scoppiarono a ridere mentre il macchinone si fermava di fronte gli studios. Per fortuna non vi erano fan così entrarono subito e si diressero al piano dedicato ad Alan. Appena arrivati, lo videro farsi avanti. Era la prima volta che lo vedeva dal vivo ed era così divertente anche dal vivo. Venne presentata ad Alan insieme agli altri due, visto che era la prima volta che vedeva tutti e tre. L’ultima volta che erano stati da Alan non c’era ne Keyra ne gli altri due. «davvero deliziosa!» sussurrò, stringendole la mano e facendola arrossire come una scolaretta. «ehm.. si, grazie!» si mise al fianco di Paul che le sorrise. Oh ma che vergogna. «allora, siamo pronti?» annuirono e seguirono il conduttore. Non poteva sapere. Non poteva sapere.

Il pennarello seguiva le indicazioni del suo cervello mentre gli altri chiacchieravano allegramente con Alan. Gli aveva come sempre richiesto un disegno, questa volta però lo pregò di farlo decentemente. Non stava lì con il cervello, ma rideva quando sentiva Niall ridere, e stava zitto quando li sentiva parlare. Sentì un coro di ovattazioni. «sta tutto concentrato, guardalo! Posso anche dire che si danno alla pazza gioia, ma lui non mi guarderebbe neanche.» Louis guardava Zayn disegnare, tutto impegnato. «e posso dire anche che la sua ragazza è una bella ragazza e non capisce nulla, ma non risponderebbe..» di nuovo Zayn non si filò nessuno. «però nota questo: Keyra è davvero bella!» Zayn alzò lo sguardo dal foglio, si guardò intorno e tornò a guardare il disegno. «reagisce al suo nome.. che carino, vero?» Alan rise e poi Liam gli diede una gomitata. «Zayn!» alzò lo sguardo e si guardò intorno. «cosa?» domandò, ritornando sul mondo dei vivi. «fai finta di non capire?» chiese Alan, e Zayn lo guardò in modo divertito. «ma cosa? Non stavo ascoltando, scusatemi!» ammise, con un sorriso pacato. Vide Alan indicare il televisore dietro di loro e si sporse da Liam per vedere cosa ci fosse. Guardò la foto e sorrise. «ah.. si!» tornò a disegnare, facendo ridere tutti. «lascia perdere quella schifezza Zayn! Tanto l’abbiamo capito che non sai disegnare!» frecciò Alan, facendolo ridere. «l’ultima volta che siete venuti qui c’erano Liam e Louis fidanzati.» ammise Alan, divertito. «anche Niall è fidanzato adesso. Perché ti impunti su di me?» chiese, continuando a disegnare. «perché ti porti a letto la tua manager!» tutti scoppiarono a ridere, lui compreso. Alzò lo sguardo su Alan, leggermente in imbarazzo. «sta zitto!» disse a Louis quando lo sentì sussurrare – cosa impossibile perché il microfono attaccato al suo giacchetto ampliava ogni minimo sussurro facendolo sentire ad ogni persona in ascolto – “è troppo carino vederlo arrossire quando si parla di Keyra!” «sei in ansia?» domandò Alan, bastardo. «no, perché dovrei?» - «perché stiamo parlando della tua relazione con la vostra manager.» sorrise. «non sono in ansia..» Alan fece una faccia da marpione. «non sono in ansia!» ripeté divertito. «è in ansia perché sa che appena finirà il programma c’è una certa Manager imbufalita ad aspettarlo se solo dice qualcosa su di loro.» tutti risero, lui annuì depresso. «prima quando me l’avete presentata, per un secondo ho pensato che cambierei volentieri sponda per lei.» Zayn guardò Alan, mordendosi il labbro mentre Niall praticamente si rotolava dalle risate. «farebbe cambiare gusti anche ad un gay deciso come me.. ma.. come fa a stare con te?» Scoppiò a ridere. «ha gli occhioni coperti da prosciutti. Non da fettine, da interi prosciutti!» sfotté Louis, divertito. Zayn continuò a disegnare. «ho letto che siete andati a vivere insieme.» non rispose. «Zayn! Io bloccherò Keyra appena usciamo da qui, promesso!» si girò verso Niall, con un sorriso. «si, è vero!» disse, tornando a disegnare. «è poco che state insieme!» si morse il labbro. «vero, ma praticamente ci conosciamo da quando abbiamo sedici anni.. ma non possiamo parlare d’altro?» Alan scoppiò a ridere. «visto che ti ho battuto nel ballo sia la prima volta, che la seconda, direi che mi è concesso fare qualche domanda, no?» Zayn si morse il labbro. «ma tu stai facendo domande a me, non al gruppo!» gli fece notare, con un sorriso timido. «vuoi che le faccio direttamente a lei le domande?» Zayn sbiancò leggermente. «tanto non risponderebbe!» Alan sorrise in modo divertito. «Louis! Harry!» Il castano subito seguito dal riccio si alzarono andando da qualche parte. Louis si occupò di Keyra mentre Harry di Paul. Entrambi erano divertiti almeno quanto Alan da quella cosa. «mamma, se mi stai vedendo, ho lasciato il testamento nel cassetto di camera mia! Cercalo e prenditi tutto. Addio mondo!» Non poteva sapere, non poteva sapere che quel branco di stronzi si erano tutti messi d'accordo.

«Keyra?» spostò lo sguardo su Louis, che si avvicinò mentre lei chiacchierava con Lou. «che ci fai qui, Louis?» il castano sorrise, guardandola. «visto che ci sono stati dei problemi con le telecamere, abbiamo bloccato il programma. E visto che stiamo chiacchierando un po', Paul si è unito.. Vuoi venire anche tu?» chiese, dolcemente. Keyra alzò un sopracciglio. «dai, una chiacchierata tutti insieme!» lo scrutò attentamente Louis, pensandoci. «Alan ti vuole conoscere meglio. Gli stai molto simpatica.» Consegnò Lux a Lou, poi seguì Louis, entrando nello studio e Alan le sorrise. Guardò le telecamere, i tipi dietro le telecamere, ma in effetti le luci sopra alle telecamere erano spente, segno che non stavano registrando. Ma che ne poteva sapere che la luce si poteva spegnere? Il pubblico non c'era quindi.. Niall e Zayn si aprirono, per farle capire di mettersi in mezzo a loro due. «che cos'è quel faccino?» chiese Alan, incuriosito. «niente!» sussurrò, sedendosi in mezzo a quei due e guardando Alan. «dai, dimmelo! Sei accigliata.» disse Alan, scrutandola attentamene. «sento puzza di bruciato, ma.. non credo che questa volta è Harry!» si girò a guardarlo, vedendolo sorridere in modo angelico. «io mi lavo!» «si, nei tuoi sogni!» Alan ridacchiò, divertito. «Ciao keyra!» si sporse e guardò Paul, che sorrideva. «perché mi saluti se abbiamo parlato fino a dieci secondi fa?» lo vide alzare le grandi spalle, indifferente. «volevo farmi notare! Hai occhi solo per Harry!» Alzò un sopracciglio. «ti noto sempre, sei il mio grande amore!» sorrise ad un Paul tutto rosso, poi tornò a guardare Alan, che sorrideva. «grazie per essere venuta.» alzò un sopracciglio, e si guardò intorno, circospetta. «prego?» sussurrò, stranita. «allora stavamo chiacchierando che ho letto che tu e Zayn siete andati a vivere insieme!» Annuì e si girò a guardare Zayn. La stava guardando bianco come un latticino! «Che ti guardi? Sei bianco come un latticino, ed è un tutto dire!» tutti scoppiarono a ridere, mentre lui sorrideva in modo tiratissimo. «dimmi.. come va la vostra convivenza?» Il moro sorrise tornando a guardare Alan che aveva fatto la domanda. «bene, grazie. Alla grande..» rispose, guardando Keyra. «parla per te!» altre risate, sentì quella di Niall che era la più forte. Si toccò i capelli, nervosa. «noto che sei nervosa!» sussurrò Alan, scrutandola attentamente. «sono le telecamere. Mi sento sempre guardata, anche se sono spente!» ammise, diventando di un rosso quasi cianotico. Si girò verso Zayn e lo posizionò in modo da non vedere le telecamere. «sono bello?» lo guardò male. «sta zitto imbecille!» Alan rise di cuore. «ma perché hai questa paura verso le telecamere?» tornò a guardare Alan. «mi mettono ansia. Entro nel panico e ti assicuro che non sono mai a mio agio vicino ad una telecamera!» - «entrava nel panico anche davanti alla telecamera che sorvegliava la nostra vecchia casa!» guardò male Liam, che sorrise. «vi manca abitare insieme?» tutti rimasero un po' in silenzio. «beh si.. perché alla fine era più comodo. Ma..» Disse Liam, cominciando ma venne interrotto da Niall. «a me manca come cucina Keyra!» si girò a guardare Niall. «ma tu pensi sempre e solo al mangiare, Niall?» domandò stranita, con un sopracciglio alzato. «cucina bene?» Niall, sentendo che Alan gli andava dietro, annuì. «da morire. E' una delle cuoche più brave che io abbia mai conosciuto. Mi faceva..!» «notare come parla al singolare. Lui crede che Keyra cucini solo per lui!» lo interruppe Liam, ridacchiando e affondando la mano nei capelli di Niall. «credo che se fosse per Niall, si sposerebbe Keyra!» sussurrò Louis, divertito. «è mia, prima o poi me la sposerò! Cucina anche bene!» Zayn si risentì subito di quel 'è mia'. «veramente è mia!» Niall si girò così velocemente che ci mancasse poco che gli si staccasse il collo. «checosahaidetto?» chiese Niall, freddo. Keyra, in mezzo a loro, spostava lo sguardo prima su uno, poi sull'altro. «ho detto che è mia! Sta con me, mi pare, no?» «io sono il suo migliore amico! Io l'ho conosciuta per primo. Il primo del gruppo con cui ha scambiato parola!» ricordò il loro primo incontro e sorrise. Ricordava come stava guardando Zayn e, sentendo qualcuno parlare, aveva posato lo sguardo su Niall. «per primo ha guardato me!» arrossì visibilmente, girandosi a guardare Zayn, poi tornò a guardare Alan, seduta tra Niall e Zayn che se la litigavano. «senti, ti serve una conquilina e una migliore amica? Io fra poco rimarrò con una grande casa libera e un migliore amico in meno!» Alan rise con gusto, mentre quei due litigavano ancora. «la finite? Mi state stordendo! Ho ancora bisogno delle mie orecchie, sapete? Se dovete fare la coppietta in crisi per favore fatelo distanti da me, grazie!» Entrambi risero e le diedero un bacio sulla guancia, facendola arrossire come una scolaretta. «posso farti una domanda?» annuì, in direzione di Alan. «come mai hai deciso di diventare loro Manager?» arrossì ancora di più. «perché.. perché si! Perché dopo due anni di distaccamento, prendi tutte le possibilità di stare con i tuoi amici, visto che hai sentito la loro mancanza per due anni. E fai di tutto, anche entrare a fare una cosa di cui non sai una virgola. Ma per fortuna ho Paul che mi aiuta! E' un grande maestro per me!» spiegò, torturandosi le mani e girandosi a guardare Paul. «siamo molto fortunati ad averla! E' un piacere insegnarle i trucchi del mestiere. Ma so che se loro dovessero finire la loro carriera, Keyra non continuerebbe a fare questo come lavoro! Tutto gira intorno a loro, a Zayn – e lì divenne tipo rossa cianotica – e al suo fandom preferito. Li ama come amici e come gruppo! Se crollano loro, Keyra crolla insieme ai ragazzi.» spiegò Paul, mentre Alan sorrideva, passando lo sguardo da Keyra a Paul, interessato. «e come ti senti ad essere loro Manager?» alzò le spalle. «non mi sento una manager. Mi sento più una bambinaia!» Niall rise, passandole un braccio sulle spalle minute, mentre gli altri ridacchiavano. «no, sto scherzando! Oddio, in realtà sono dei bambini. A volte anche Paul..» e lo guardò di sbieco ma ridendo e vedendo quel rossore sulle guance gli sorrise ancora di più. «..no, ma.. davvero, è tranquilla! Mi piace aiutarli, sapere che sono un aiuto per tutti e sei.» ammise. «e voi, come vi sentite essere aiutati da una donna?» chiese divertito Alan, facendo capire che non era un'offesa al fatto che era una donna, ma più che altro era interesse. «perché.. è una donna?» Keyra perse il sorriso, sentendo quelle parole da parte di Harry. Si arrampicò sopra Niall, Louis e Liam, per dargli uno schiaffo sulla gamba. Harry scoppiò a ridere di cuore. «dai, sei donna? Zayn, è donna davvero?» il moro annuì mentre lei dava un altro pizzico ad Harry. «dai scherzo! Credo che non ci potevamo meritare di meglio. Keyra è molto attiva, si da in quattro per noi. Sia come manager che come amica! Tutti hanno una migliore amica, per noi è lei. Le vogliamo tutti un bene immenso e quando abbiamo bisogno di parlare sappiamo che possiamo contare su di lei!» spiegò Harry, guardandola con dolcezza. «e se abbiamo bisogno di ridere, lei è sempre lì a farci da giullare di corte!» Alan sorrise, sempre più deliziato dalla loro amicizia. «ma è vero che sei loro fan?» si girò a guardare Alan. «si..» disse solamente, rossa peperone. «e il tuo rapporto Fan/Manager?» ci pensò un pochino. «è fastidioso. Mi piace stare di fronte al pc o al televisore a guardare le loro interviste. Infatti quando loro fanno programmi del genere me ne sto in disparte, lontano dallo studio, così che quando torno a casa o in albergo, posso guardarmeli sotto forma di Fan e non da Manager!» Sentì Niall accarezzarle i capelli. Poco prima Zayn aveva allungato il braccio sullo schienale del divano, abbracciandola. «poche volte l'abbiamo trovata in camera sua a guardarsi i nostri video.» Arrossì ancora di più. «io l'ho trovata..» diede una gomitata nelle costole a Zayn, girandosi a guardarlo. «non osare, Zayn!» ringhiò, facendo ridere gli altri tranne Alan che non poteva sapere. Naturalmente Paul e gli altri quattro sapevano, dopo che Zayn aveva spiattellato di averla trovata a guardarsi un video dove si toglieva la maglietta. «ma è divertente!» lo guardò male. «cosa..? Cosa? Sono curioso!» ammise Alan, divertito. «niente, vero Zayn Il moro ridacchiò e alzò le mani. «non lo dirò, promesso!» lo guardò, annuendo lentamente, poi tornò a guardare Alan. «l'ho trovata a vedere un video dove mi toglievo la maglietta!» appoggiò la mano sulla fronte, poi il gomito sulla gamba. Tutti scoppiarono a ridere, visto che Zayn l'aveva detto praticamente urlando ma con velocità, come se avesse paura che Keyra lo bloccasse. Sospirò. «'dio, ma perché? Perché? Che ho fatto per meritarmi lui come ragazzo?» Il presentatore se la rideva sguaiatamente, incredulo. «dai davvero?» chiese Alan, ridendo. Spostò la mano e lo guardò, depressa. «si è vero! Era al tempo che abitavamo tutti insieme. Sono andato in camera sua a salutarla perché stavo andando a dormire e lei era mummificata davanti allo schermo – Zayn rise, ricordando quell'evento, ma continuando a raccontare – che mandava indietro il video ogni volta che finivo il gesto! Ho riso poche volte come quella sera. Sempre con lei me le sono fatte le migliori risate!» si girò a guardare Zayn, rossa come un peperone. Ma davvero, aveva la faccia completamente rossa per la vergogna. «e quella volta che..» keyra decise di bloccare la cosa sul nascere. «Sai? Niall e Mary erano innamorati già al tempo della scuola!» Il presentatore sorrise, capendo il suo tentativo di cambiare discorso. «si, mi ha già detto tutto! Ma non sono fan di Nary come lo sono di Zayra! Loro sono dolcissimi, mi ispirano dolcezza.. ma voi...» Guardò Alan rossa come un peperone. «Zayra è Zayra!» esclamò Niall ridendo. «tu stai scherzando, vero?» domandò, guardando Alan che scosse la testa. «siete molto simpatici!» subito le uscì una smorfia. «oh ti pregoo!» borbottò, cominciando a sentire caldo. Niall le porse la mano che lei guardò, poi spostò lo sguardo in quello azzurro del suo migliore amico. «è fredda!» se la spiaccicò in faccia, sospirando deliziata dal freddo della mano di Niall sulle sue guance. Se la passò un po' ovunque sul viso, mentre Liam ridacchiava. «è caldissima! Mi ha riscaldato, in pochi secondi!» tutti risero. «posso fare un gioco?» chiese Alan, sempre più divertito. «che gioco?» chiese Liam, con un sorriso. «domande, sui vostri manager. Vediamo di chi sapete di più!» tutti annuirono, Keyra continuò a passarsi la mano di Niall sul viso, deliziata. «cosa ama Paul?» chiese Alan, curioso. Tutti ci pensarono mentre il presentatore dava due fogli, uno a Keyra e uno a Paul. «scriveteci cosa dicono di giusto. Chi vince, si merita un bacio!» Keyra aprì la bocca, poi prese la penna che le stava dando. «Da parte di paul sulla guancia, da parte di Keyra sulle labbra!» Ok, sapeva che Alan era strano, ma non fino a quel punto. «ma sei serio?» domandò, stranita mentre Zayn sbiancava. «serissimo! Dai dai, tanto abbiamo ancora tempo da perdere. Così passiamo il tempo! E qualcuno ci prende anche un bacio!» Zayn sbiancò ancora. «si, ma io contesto il fatto del bacio sulle labbra da parte di Keyra!» «lo vuoi da Paul?» domandò Alan, maliziosamente. Il moro fece una smorfia, come gli altri cinque. «no, ma.. proprio sulle labbra?» chiese, rosso per la rabbia. «sei geloso?» «non sai quanto!» ammise, guardando Keyra, che sorrideva. «e allora spero per te che sai tutto sulla tua ragazza!» «lo spero anche io!» biascicò Keyra, seria. Harry si piegò per guardare Zayn. «finalmente avrò il bacio che aspetto da due anni!» Keyra guardò Louis. «gli dai una pizza? Poi te la ridò dopo!» scoppiarono a ridere fragorosamente tutti e otto. «Allora, cosa ama Paul?» chiese il presentatore girandosi a guardare il diretto interessato mentre gli altri se ne uscivano con tutto ciò che amava Paul. «sua moglie» Paul segnò il punto a Niall con un sorriso e una scossa della testa, come per dire 'sei sveglio oh'. Keyra ridacchiò. «i suoi figli!» altro scossone della testa, mentre segnava il punto. «farci da babysitter.» tutti si girarono a guardare Louis, che se li guardò come per dire 'che ho detto?' «ma anche no! E' l'ultima cosa che amo, fidati.» si fecero una risata. Alan sembrò sempre più divertito di quel gioco, notò Keyra, perché fece domande assurde riguardanti Paul. Ascoltò divertita le domande che fece su Paul e si fece le migliori risate sulle risposte. Quando arrivò il suo turno, divenne rossa. Non le piaceva parlare di lei, neanche ad Alan. «Cosa ama Keyra?» e giù di lì con le rispose. «i bambini!» punto a Louis. «gli animali!» un punto a Harry. «stare a casa quando piove» punto a Liam. «mangiare schifezze davanti ad un film» disse Niall e si sorrisero. «i grattini!» punto a Zayn. Li ascoltò ma non avevano ancora detto quello più importante. «dai ragazzi.. C’è una cosa che mi piace più di qualsiasi cosa..» tutti ci pensarono. «me?» si girò verso Zayn, e lo guardò stranita. «brutta cosa la vanità! Allora?» tornò a guardare i suoi amici, mentre Zayn vedeva che non segnava il punto. Prese la penna in mano a Keyra e si segnò il punto da solo. Keyra, vedendolo riprese e lo cancellò. «ma..» alzò lo sguardo per guardarlo. «ti ho mai detto di amarti?» lui sbiancò. «si..» Alan intanto se la ridacchiava, guardandoli. Lei si accigliò «sicuro che non dormivo? Sai com’è, parlo durante il sonno.» tutti risero, Alan era praticamente piegato in due dalle risate. «eri sveglia!» sbottò lui. «sicuro? Magari dormivo in piedi!» Alan si asciugò le lacrime, mentre gli altri li guardavano con il sorriso. «ma fanno sempre così?» domandò a Niall, che annuì. «il bello è che Zayn ci crede, e lei bastarda continua anche se non è vero! Ma si divertono così. Potrebbero continuare per ore, te l’assicuro.» rispose Paul, intromettendosi e guardandoli in modo divertito. «eri sveglia ti dico!» continuò Zayn, lei stava ascoltando il moro con il labbruccio di fuori, accigliata. «forse te lo sei sognato! Non avrei mai detto una cavolata così grande!» il moro la guardò male, lei ricambiò. «lo so che è brutto per la tua vanità.. ma non sei la cosa che mi piace di più!» lui la guardò bruto. «però tu me l’hai detto!» lei fece finta di pensarci. «ok, se lo dici te faccio finta di crederci!» tornò a guardare i suoi amici. «allora?» Zayn si girò verso Alan che praticamente ululava dalle risate. «me l’ha detto, ti assicuro!» Keyra si girò, e gli accarezzò i capelli. «va bene va bene! Mamma ora mette il punto così ti fa felice eh!» Il ragazzo la guardò con gli occhi di fuoco. «se devi darmi il contentino no!» Keyra mise il punto. Zayn lo cancellò. «eh vabbeh! Ma non ti va bene niente!» alla fine non ce la fece più e scoppiò a ridere, subito seguita da Zayn. Alla fine nessuno azzeccò cosa le piaceva fare di più.
«Figuracce?» si stava continuando. «praticamente tutti i giorni!» disse Niall, ridendo. «l'ultima che ha fatto?» domandò Alan, divertito. «non si era accorta che Louis gli aveva attaccato un bigliettino dietro la schiena con su scritto: “mi faccio Zayn Malik e ne vado fiera!”» Keyra divenne rossa come un peperone, nascondendosi dietro la mano, mentre gli altri ridevano allegramente «cinque Fatti su di lei!» tutti rimasero in silenzio per alcuni secondi. «il suo prototipo di ragazzo è biondo con gli occhi azzurri!» disse Liam, tranquillo. «infatti sta con uno totalmente diverso!» sussurrò Louis, divertito. «questi sono dettagli. Bisogna accontentarsi come dice lei!» rispose Liam, ridacchiando. Lei era sempre più rossa. «quando è in ansia si tocca i capelli o da tormento al labbro inferiore con le mani!» disse Niall, guardandola e vedendo che stava proprio torturando il labbro inferiore. «spesso la troviamo a guardare i video che facciamo, a leggere i fatti su di noi come una normale fan!» altro rosso sulle sue guance. «ama la sua migliore amica! Ogni volta che parla di lei le viene il tono da bambina deficiente.» arrossì e scosse la testa, sentendo Harry dire quella cosa. «ha paura delle altezza, del buio e di essere abbandonata!» sussurrò Liam, con un sorriso dolce. Tremò – e sentì Zayn tremare al suo fianco – ricordando il vuoto sotto di lei. «ama leggere, non ama quando la distraggono dalla sua lettura. Si chiude in un mondo tutto suo!» terminò Niall, divertito. «ora facciamo così..» Alan si stava divertendo terribilmente in quel gioco e lei voleva solo andarsene. «adesso dovrete rispondere la prima cosa che vi viene in mente, cercando di calarvi nel ruolo di keyra!» tutti annuirono. «Cominciamo da Louis!» il castano annuì, sistemandosi meglio. «cos'ha bevuto oggi a colazione?» «caffè!» rispose di botto. «ha animali domestici?» «Zayn malik!» scoppiò a ridere di cuore mentre il moro perdeva il sorriso. «è sul punto di..?» «uccidere Zayn malik!» «perché?» «così, per il gusto perverso di rovinargli la vita. Si diverte con poco!» rise di cuore, annuendo e guardando Louis. Tutti, tranne Zayn ovviamente, stavano ridendo di cuore. «Ha un amore segreto per..?» «Paul! Se non fosse sposato se lo sposerebbe lei!» ridacchiò e guardò Paul, che arrossì come un verginello. «dorme con un pupazzo?» «Si, Zayn Malik!» Alan indicò Niall che annuì. Lei ridacchiò insieme a Louis che la stava guardando. «sei sempre il mio degno studente!» si diedero il cinque mentre Zayn le dava un pizzico nel fianco. «cosa non sopporta?» Niall ci pensò. «le persone che urlano, le ragazze che si atteggiano da galline, chi cerca di attirare l'attenzione.» Alan prese un sorso d'acqua. «tra il dire e il fare c'è di mezzo..?» « “e”» Scoppiò a ridere, subito seguita da Niall. «la frase che dice più spesso?» « “e chi vuole intendere intenda, sennò in camper”.» arrossì in zona guance, mentre gli altri ridevano. «oppure..?» « “dimmi qualcosa!” “Qualcosa”» scosse la testa e si nascose dietro la mano. Come essere sputtanata. «lei è..?» «geniale!» Alan indicò Liam, che sorrise in risposta. «il suo piatto preferito?» lo vide pensarci su. «lasagne di casa Smith» sorrise. «cos'ha fatto ieri sera?» Liam ci pensò. Zayn era andato da loro, quindi sicuramente era rimasta a dormire. «ha dormito.» sorrise ancora. «AHHHHH!» quell'urlo la fece saltare, come il resto della gente in quella sala. «che diavolo ti urli? Ci mancava poco che mi prendeva un attacco di cuore!» sbraitò Niall, guardando male Liam. «ecco cosa ti piace di piùùù!» sorrise, annuendo. «dormire!» rispose Liam, alla domanda precedente. Scoppiò a ridere fragorosamente, mentre gli altri bestemmiavano in aramaico per non averci pensato. Continuarono su quella linea, finché Alan non si girò verso un addetto. «abbiamo risolto il problema?» quello annuì. Keyra si alzò ancora prima che quello finisse di annuire e sparì. «Keyraaa! Torna un secondo!» Lo fece, guardando le telecamere. Attese che Alan parlasse. «sono proprio felice che abbiamo fatto questa chiacchierata.» sorrise e arrossì stile semaforo. «ehm.. sono felice.» ammise, grattandosi il collo, imbarazzata. Alan l'indicò e si girò verso i ragazzi. «è dolcissima!» arrossì ancora di più, abbassandolo lo sguardo. «Una di queste sere andiamo a cena fuori tutti insieme?» chiese Alan, con un sorriso. Keyra alzò lo sguardo imbarazzata verso Alan e vide anche che i ragazzi stavano annuendo. «Keyra!» spostò lo sguardo su Niall che aveva il solito sguardo da 'ti prego, sono un cucciolo e sto usando i miei occhioni per allisciarti'. «no.» rispose, capendo cosa volesse. «e dai! Mi manca la tua cucina!» sussurrò Niall mettendo anche le mani a mò di preghiera. «Niall.. siamo stati a colazione da loro stamattina!» gli fece notare Liam, ma Niall gli diede una gomitata, continuando a sorridere angelicamente. Si guardarono per pochi secondi, poi sbuffò. «ti odio quando usi con me quegli occhioni! Gliel'hai insegnato tu, vero?» chiese in direzione di Zayn che rise di gusto e annuì. «odio anche te!» sussurrò facendo ridere tutti. «Alan, che ne dici se invece di andare a cena fuori vieni a mangiare da noi?» Lo disse quasi svogliatamente. Ma non perché le dispiaceva che Alan andasse a mangiare da loro, semplicmente a lei quegli inviti le mettevano l'ansia. Soprattutto di fronte alle telecamere. «Mi piacerebbe molto! A te dispiace se conosco meglio la tua ragazza?» Zayn scosse la testa. «No, è lei la donna di casa. E' lei che comanda!» lo guardò male. Se ne stava svaccato al divano, con un braccio steso sullo schienale, guardandola con dolcezza. «Ok. Mettetevi d'accordo e fatemi sapere almeno tre giorni prima. Quando Niall è a cena da noi, devo cominciare a cucinare tre giorni prima! Ora vado, ciao!» fece per andare via, ma Alan la richiamò. «pensi di salvarti così?» lo guardò con un sopracciglio alzato. «cosa?» domandò stranita. «chi ha vinto?» guardò il foglio che aveva in mano, alzò di nuovo lo sguardo vedendo chi aveva vinto e con un sorriso angelico strappò il foglio in mille pezzettini. «lo so solo io chi ha vinto! Ciao ciao! Buone riprese.» Alan, a bocca aperta per quell'affronto, la bloccò ancora, lei tornò indietro. «Keyra.. ti conveniva mille volte dare il bacio al vincitore, invece di fare questo scherzetto!» alzò un sopracciglio. «riprendila – e guardò Zayn, che sorrise – quando saprà la verità!» venne trascinata via da Paul, che rideva insieme agli altri cinque e lei cominciava seriamente a pensare male. Ma non era possibile, dai! Oh no, scherzavano, vero? Si, sicuramente. 

Spazio mio, solo mio:
Domanda: Perché ci hai messo tanto ad aggiornare? Risposta: Perché il mio computer ha deciso di abbandonarmi. Vi pregherei di fare una piccola preghiera per quel computer (sto scherzando) che ha accompagnato le mie scritture. In attesa che mio padre sgangi i soldi e mi aiuti a comprarne un altro, ho un mini portatile, che se solo apro word e comincio a scrivere, per quanto scrivo velocemente mi si impalla. Quindi, finché non avrò un altro computer che non è del 1518 e non va a carbone, gli aggiornamenti saranno molto, molto più lenti.
Domanda: Cos'è sta merda di capitolo? Risposta: Dopo che avevo cominciato a scrivere il capitolo, word ha deciso di salvarmelo in un modo che il computer non lo legge, quindi l'ho dovuto riscrivere. QUesto, è ciò che è uscito! UNA MERDA lo so, ma per favore, scusatemi. Scrivere due volte lo stesso capitolo è straziante. Quindi scusatemi se non sarà di vostro gradimento. Me ne farò una ragione.
Domanda: Perché ci hai fatto arrivare fino a qui, che comunicazione devi darci? Risposta: Allora, mi spiego.
Io avevo intenzione di finire la storia qui, con questa. Ma il mio cervello bacato ha partorito un'idea e la domanda è: Volete una terza storia, seguito di queste due, oppure la finisco qui? Fatemelo sapere, per favore è dannatamente importante.. 
Altra cosa:ho scritto una One Shot su ZARRY e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate! Me la lasciate una recensione piccola piccola, per dirmi che vi sembra? Così magari in un futuro scrivo una Zarry storia reale. La trovate qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1064622&i=1 
Ora, me ne andrei a letto, perché si.. sono stanchissima. mi raccomando fatemi sapere se volete una TERZA storia di ZAYN e KEYRA, SEGUITO DI QUESTA! Pensateci bene, benissimo, perché potrei anche annoiarvi o deludervi. Fatemi sapere. 

xxx marrymezayn

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Capitolo 36
*** chapter thirty five ***


true love never ends ♥
(il vero amore non finisce mai!)

Quel giorno gli aspettava la giornata spezzata. Non c’era cosa che odiasse di più, perché per due ore rimaneva senza fare niente. Non poteva neanche tornare a casa per pranzare, perché era troppo lontano dal suo posto di lavoro. Così andava a mangiare una cosa ad un pub, per poi farsi una camminata al centro e una sigaretta nel parco. Aveva voglia di una svolta, ma non c’era assolutamente nessun incrocio per poter svoltare e decidere di cambiare vita. Uscì dalla metro mezza piena, per poi salire le scale due a due. Entrò nel locale e impercettibilmente tirò un sospiro di sollievo, sentendo quel calduccio. Fuori non faceva freddissimo, ma neanche caldo. Salutò con un gesto della testa il moro dietro al bancone, per poi dirigersi verso lo spogliatoio. Si tolse il giacchetto e indossò la divisa da lavoro.
Quando tornò nel bar, si affiancò a Brian. «grazie a dio sei arrivato. Ho un bisogno dannato di una sigaretta» sorrise a quelle parole. «vai, ti sostituisco io!» il moro annuì. «Ah, Ian.. dovrebbe uscire a momenti un’ordinazione per il tavolo 3.» annuì, sfogliando il libricino delle prenotazioni, per poi alzare lo sguardo quando sentì il numero del tavolo. Il suo tavolo. Odiava che quel tavolo fosse occupato da altra gente. Si bloccò di colpo quando vide che era una ragazza che se ne stava seduta al tavolo.. al suo tavolo. Dava le spalle alla vetrina e bastò un piccolo sguardo per capire che era lei. Lei, quella che si bloccava a guardare leggere o semplicemente a studiare. Quella ragazza andava lì una volta alla settimana, in passato. Erano mesi che non la vedeva più e quando si era reso conto che non tornava più nel locale, si era dato dell’imbecille perché di quella ragazza non sapeva poi così tanto. Ricordava un giorno in cui aveva detto ‘se torna, ci parlo seriamente’ . Era tornata e il suo cuore faceva le capriole vedendola lì, di nuovo al suo tavolo a leggere un libro.
I boccoli castani le ricadevano da una parte, mentre le sue mani piccole ci giocavano delicatamente. Lo sguardo castano passava da una riga all’altra, molto velocemente come se leggesse avidamente le parole impresse in quel libro. Ci si incantava a guardarla leggere, perché sembrava che quella ragazza non venisse colpita da nulla di quello che succedeva intorno a lei. Non sembrava toccata minimamente da quello che le succedeva intorno, come se staccasse del tutto il cervello ed entrasse in un mondo tutto suo. Sentì che l’ordine era pronto e si girò a prenderlo. «tavolo 3.» annuì delicatamente e tenendo la fettina di torta in una mano, con l’altra tirò fuori il block notes piccolo. Si fermò dinnanzi il tavolo, guardando la testa della ragazza piegata sul libro. Il cuore gli batteva così forte che aveva seriamente paura che Keyra lo sentisse. Si schiarì la voce, delicatamente, come se avesse paura di disturbarla. In effetti sembrò così, perché alzò la testa e gli lanciò uno sguardo quasi di fuoco, ma che crollò subito quando vide il suo ordine. «Ian! Ciao!» Oh! Il suo nome pronunciato da lei era ancora più bello, se possibile. «ciao Keyra, come stai?» domandò dolcemente, piegandosi per posare il piatto e prese la penna, pronto a chiederle se voleva qualcosa da bere. «bene bene, grazie! E tu?» “una meraviglia, ora. Pensavo di averti perso per sempre!” «anche io, ti ringrazio!» si scambiarono un sorriso. «posso portarti qualcosa da bere?» domandò, con garbo. «no, grazie. Sto a posto così.» annuì e rimise il block notes dentro la tasca della parananza. «ok, allora buona fettina di torta!» in risposta la mora gli donò un sorriso a trentadue denti, che per qualche secondo gli fece perdere la cognizione del tempo. Quando tornò dietro il bancone, si dovette appoggiare per riprendere fiato. Mio dio! Ma quella ragazza ogni giorno che passava, possibile che era sempre più bella? «ehi amico! Grazie per avermi sostituito! Ti senti bene?» annuì debolmente, prendendo un goccetto di acqua fresca e sorridendo verso Brian. «si, tutto a posto!» sussurrò, sistemando alcuni piatti e poi prese un bicchiere di tea freddo alla pesca, segnandolo su un foglietto. «Brian.. Ora che Elijah non c’è, dammi 5 minuti di pausa. Devo fare una cosa.» Si diresse di nuovo verso Keyra, che aveva temporaneamente chiuso il libro che stava leggendo, trafficando con i due cellulari. «tieni!» la vide alzare la testa e rimanere incredula per qualche secondo. «offre la casa!» subito la vide tirarsi su, mettendosi meglio seduta e togliendo i piedi dalla sedia. Quando leggeva assumeva le peggio posizioni. La solita che usava, era quella di appoggiare i piedi sulla sedia, portare le ginocchia al petto, buttare in avanti un po’ il sedere e infilare il libro tra il suo petto e le ginocchia. Tutta rannicchiata. Poi, quando si rendeva conto che stava in una posizione poco femminile, si rimetteva seduta bene, ma neanche dieci secondi dopo, ristava in qualche posizione stramba. Ogni volta che si era fermato a guardarla, si faceva le migliori risate. Era dolce, dava proprio l’immagine di una persona dolce. Arrossiva senza un vero motivo, bastava poco per farla arrossire. «cosa? Ma no, davvero! Non serve!» il tono che usò era timido. «allora se te lo offro io, lo accetti?» la vide boccheggiare per qualche secondo, rossa come un pomodoro. «però questo dovrebbe portare me a fare qualcosa per te, o no? Per ripagarti di questa cosa.» sorrise, scuotendo la testa. «mhm.. vediamo!» la vide pensarci seriamente, ma non stava trovando nessun modo per ripagarlo. «che ne dici di invitarmi a sedere?» la vide scendere dal suo mondo fantastico, guardare la sedia dove stava appoggiato con la mano e poi sorridere. «ok. Prego, siediti! Vuoi un pezzo di torta?» scosse la testa mentre si sedeva. Non era un tipo sicuro di sé, ma non si poteva neanche dire di Ian che fosse un ragazzo poco sveglio. Appena si sistemò, alzò gli occhi azzurri nei suoi e le sorrise. «mangia in tranquillità!» la vide sorridere e prendere a mangiare la sua torta, sorseggiando di tanto in tanto il tea. «mi sono reso conto che in fondo conosciamo solo i nostri nomi..» lo guardò dritto dentro gli occhi, incredula. Poi si riprese. «in effetti hai ragione. Vuoi ampliare la conoscenza?» annuì debolmente. «si, perché in fondo tu sei stata tante volte in questo bar. Quando mi sono accorto che non tornavi più, mi sono dato dell’imbecille. Perché in fondo sei sempre stata dolce!» la vide arrossire leggermente e si ritrovò a pensare che quel colorito sulle sue guance fosse poetico. Keyra sembrava una ragazza dura all’inizio, perché lanciava certi sguardi freddi e vuoti, ma aveva capito dal primo sorriso che non era poi così dura. «ehm.. si! Sono partita.» inclinò leggermente la testa. «per lavoro!» annuì, divertito. «cosa ti piace in questo posto che ci vieni almeno una volta alla settimana?» Fu troppo divertente vedere passare l’incredulità nei suoi occhi, come se fosse stranita da tutte quelle attenzioni. «ma che fai, mi spii?» chiese tra l’infastidito e il divertito. Rise da quelle parole. «no, assolutamente! Ma mi piace osservare. E tu dopo un po’ sei diventata interessante. Sempre lo stesso tavolo, sempre a leggere o studiare.» Keyra lo guardò in modo strano, poi si pulì la bocca e sorseggiò il suo tea. «mi piace questo posto. Non è mai troppo affollato, la musica non è troppo forte da distrarmi dalla mia lettura. Le sedie sono comodissime e il cibo favoloso. Nella mia vita cerco la calma, e qui la riesco a trovare. Così, al tempo, quando in casa c’era casino, venivo qui a rifugiarmi per un po’ di calma. Ora, anche se in casa non vi è lo stesso casino, mi sono così abituata a questo ritmo che continuo a venire qui, per un po’ di pace.» chissà qual’era la sua storia. Da come parlava, sembrava quasi che la sua famiglia si fosse divisa. Prima in casa c’era casino, poi forse i genitori si erano lasciati. Boh, non poteva saperlo. «interessante!» giocò con il tovagliolo, mentre pensava a qualche altra cosa da dire. «e tu, come mai lavori qui?» alzò le spalle, a quella domanda. «così, perché mi serve staccare la spina dentro casa e questo lavoro fa per me.» la vide fissarlo, per qualche secondo. «capisco! Ti capisco bene.» si fecero una risata, per il tono depresso che usò lei. «e tu che lavoro fai?» guardò attentamente il labbro che si stava mordendo, forse in ansia per quella domanda. «manager.» lo disse quasi con tono forzato, come se non glielo volesse dire. «manager? Ma quel tipo di manager?» annuì delicatamente, rossa sulle guance. «ma non sei troppo piccola?» alzò un sopracciglio a quella domanda. «perché tu quanti anni mi dai?» chiese divertita. «sedici?» la sentì ridere di cuore a quella risposta, facendogli capire che non ne aveva sedici. Ian, invece rimase palesemente imbambolato a sentirla ridere. Aveva una risata così contagiosa, delicata ma al tempo stesso forte. «ne ho quasi diciannove.» allargò leggermente gli occhioni azzurri, scrutandola. «davvero?» Keyra annuì, delicatamente. «si, me ne danno sempre qualcuno in meno! Meglio per me!» rimase piacevolmente spiazzato da quella risposta. Era anche più grossa di lui. «Ian.. mi serviresti!» si girò e annuì verso Brian. «il lavoro chiama! E’ stato un piacere!» sussurrò, alzandosi. «grazie per il tea!» sorrise in sua direzione, tornando al bancone.
 
 
«stai sempre affondata con quel cazzo di naso dentro ai libri!» alzò la testa e guardò il ragazzo nascosto sotto al cappuccio. «sembri un topo da biblioteca, sai?» altro sguardo bruto verso di lui, poi tornò a leggere. «perché non crepi e torni nella tua lurida vita da personaggio famoso?» lo sentì ridere e, senza rendersene conto si ritrovò a sorridere anche lei. Chiuse il libro e lo posò sul tavolino, mentre Zayn si toglieva il cappuccio e si piegava a darle un bacio a fior di labbra. «venti minuti di ritardo. Per questo dovresti andare in punizione, sai?» lo ribeccò, facendolo ridacchiare mentre si alzava per cedergli il posto. Almeno erano sicuri che se fosse stato di spalle, avrebbe attirato di meno l’attenzione. «oh si, fustigami!» lo guardò male, sedendosi nella sedia dove poco prima c’era Ian. «sei un pervertito del cazzo, lo sai, vero?» Zayn si fece una risata, mentre lei lo guardava con gli occhi a cuoricino. Zayn rimaneva sempre Zayn. Il suo primo amore. «cos’è successo che hai fatto venti minuti di ritardo?» si aspettava come minimo un “mi hanno assalito, mi hanno violentato” o cose simili. «il ciuffo, non voleva rimanere su!» o lo ammazzava subito, oppure aspettava una decina di minuti! Lo vide spostare una sedia al suo fianco e indicargliela. Sbuffando si alzò e si mise seduta al suo fianco, girandosi poi a guardarlo. Quando anche Zayn si girò a guardarla, da serio si lasciò andare in uno di quei sorrisi che le toglievano ancora il fiato. «possibile che il tuo ciuffo stia sempre davanti a me?» sfoderò un sorrisetto divertito, mentre lui passava il braccio sullo schienale della sua sedia. «ma io mi faccio bello per te!» «cazzate! Lo sai che anche se hai un brufolo sulla fronte a me poco mi interessa!» si sentì stuzzicata su un fianco e lo guardò male, saltando sulla sedia. «mi stai dicendo che sono sempre bello ai tuoi occhi?» era così, ma Keyra era tutto tranne una che la dava vinta così facilmente. «no, ti pare?» borbottò guardandolo di sbieco. Lui le lasciò un bacio sulla guancia, dopo aver sorriso. Ian si avvicinò poco dopo, scrutando Zayn, seduto al suo fianco. «salve!» sussurrò in direzione di Zayn, ma fece un sorriso a lei. Ovviamente, gli occhi allenati di Zayn non si persero quel sorriso e lo sentì muoversi nervosamente sulla sedia al suo fianco, e la mano appoggiarsi sulla sua spalla. Abbassò la testa, nascondendo le labbra con una mano per nascondere il sorriso. «cosa ti porto?» chiese Ian, delicatamente. «un sandwich con pancetta e bree, con una cioccolata calda!» Keyra si girò a guardarlo, disgustata. Sentendosi osservato, la guardò. «che c’è?» chiese, stranito. «sono le quattro di pomeriggio. E mischi insalata, pancetta e bree con la cioccolata?» domandò leggermente disgustata da quell’insieme. «tanto nello stomaco va tutto mischiato!» alzò una mano, facendo una smorfia. «non commento!» rispose, facendolo ridere. «ti stupisci tanto dopo Niall?» si girò di nuovo a guardarlo. «e anche tu hai ragione!» - «io ho sempre ragione.» Scoppiò a ridere. «boom! L’hai sparata grossa oggi eh, Malik! Complimenti, finisci nel guinness dei primati per la cazzata del secolo!» Tornò a guardare Ian e annuì. Il ragazzo se ne andò, come era venuto. Attese, perché sapeva che Zayn aveva qualcosa da dire. Lo conosceva troppo bene. «regali sorrisi così a gratis?» ecco, appunto. Si disegnò sulle labbra un sorriso e si girò a guardarlo. «sei per caso geloso?» chiese, alzando un sopracciglio. «ti piacerebbe, vero?» sorrise in risposta, vedendolo così serio. «quanta deficienza c’è in te, Zayn?» chiese mentre Ian tornava con l’ordine del moro, posando il piatto e le posate di fronte a lui. «Keyra, tu vuoi qualcos’altro?» chiese Ian e lei, con un sorriso scosse la testa. «no grazie. Sono a posto così!» rispose, facendolo annuire. Zayn guardò malissimo Ian, poi prese a mangiare. «mastica almeno, Zayn! Prima o poi ti ci strozzi!» sussurrò mentre tirava fuori la carta di credito e la dava a Ian. «pago entrambi!» il biondino annuì e se ne tornò dietro al bancone, mentre lei si girava a guardare Zayn masticare velocemente il suo panino. «che fame che avevo!» «sto notando!» sussurrò, divertita. «sembra che non mangi dal 1518.» ridacchiarono mentre Ian tornava con il macchinario trasportabile e lei inserì il pin, riconsegnando il piccolo macchinario a Ian e tornando a guardare Zayn. Era sexy pure mentre mangiava così velocemente, dannato lui.
Riprese il suo libro e decise di leggere fino alla fine della pagina, tanto Zayn era così impegnato a mangiare che non aveva il tempo neanche di parlare tra un boccone e l’altro. Si riappoggiò allo schienale, alzò le gambe e posò il libro su di esse, cominciando a leggere velocemente, per non perdere tempo. Era un buon libro, la prendeva abbastanza da non riuscire a staccare gli occhi dal libro e da quelle parole.
Ad un tratto sentì delle urla e si girò a guardare una mandria di ragazze che si avviavano verso di loro. Zayn, che sentì come lei le urla di quelle ragazze, rimase con il panino a mezz’aria e si girò a guardarle, aprendo leggermente gli occhioni castani. «ohmmioddio!» ecco, si! Stavano andando proprio da loro. Chiuse il libro alla velocità della luce e le guardò. Avevano la fascetta del fan club e quasi non si sentì male. Ma proprio il giorno che c’era lo street dovevano uscire loro due? Santa pazienza. Il gruppo di ragazze accerchiò Zayn che poverino le guardava incredulo e con quello sguardo da cucciolo bastonato, ancora con il panino a mezz’aria. Keyra era dolce e coccolosa, se voleva, ma se vedeva che le cose cambiavano aria, ci metteva zero a prendere in mano le redini della situazione. Quando vide Zayn fare una smorfia di dolore, spostò lo sguardo sulle braccia nude e notò che vi erano dei graffi. «ragazze, calmatevi!» sussurrò, alzandosi in piedi. Vedendo però che non si calmavano, si girò verso Zayn che spostò lo sguardo su di lei, quasi impaurito. E ce ne voleva per far mettere paura a Zayn. Si alzò, sgusciò via un secondo e andò da Ian e l’altro cameriere, che guardavano le ragazze impazzite. «avete un’uscita secondaria?» Ian si riscosse e annuì. «possiamo usarla se serve?» ancora annuì, guardandola con quello sguardo pieno di domande. «grazie!» tornò dal gruppo e notò che tutti erano girati verso di loro. Stavano rovinando la calma di quel posto. Senza tante cerimonie si mise due dita dentro la bocca e fece un fischio che non era proprio da principessa. Subito tutte si calmarono. «ragazze, state buone! Più urlate e più lo impaurite. Zayn è disposto a fare autografi a tutte, ma dovete rimanere calme e soprattutto non lo aggredite.» Prese il cellulare e scrutando la situazione un po’ più calma, chiamò un autista dicendogli la strada dove si trovavano e di arrivare il prima possibile, portando anche una guardia del corpo. A volte non capiva come potevano le ragazze diventare così manesche. Insomma, si capisco che sei emozionata di essere riuscita a trovare una delle persone famose, ma aggredendolo lo impaurivi solamente. Una ragazza provò anche a chiedere un autografo a lei, ma incazzata com’era disse con tono freddo ‘non sono compresa negli autografi’. Rimase tutto il tempo dietro a Zayn, in piedi, mentre lui rimaneva seduto a fare gli autografi in silenzio. Si vedeva lontano un miglio che si era innervosito anche lui da quell’aggressione. Si, le cose si erano calmate un po’, ma il fatto di essere toccato da tutte così rumorosamente non gli faceva piacere. Quando vide un macchinone arrivare, si girò a guardare fuori dalla vetrina e notò Mark scendere da quel macchinone ed entrare poco dopo. Lasciò il posto a Mark, per proteggere Zayn.
Appena terminò di fare gli autografi, Mark batté sulla spalla di Zayn che alzò la testa e annuì. Si alzò poco dopo, accerchiato subito dalle fan. Gli impossibilitavano di uscire da quel bar e Zayn si stava innervosendo sempre di più. Mark spinse Zayn, che non si mosse finché non prese per mano Keyra e se la tirò dietro, cercando di uscire da quel bar, lottando con quel gruppo di fan. Ecco perché a volte odiava essere una fan. Che serviva essere così manesche ma soprattutto così impossibili? Avevano avuto i loro autografi, no? Che serviva ancora stargli così appiccicate? Appena misero piede dentro la macchina, Zayn si guardò i graffi e lo sentì gemere. «vi porto a casa?» annuì all’autista, mentre scrutava quei graffi. «che cazzo di unghie avete voi donne?» chiese con tono incazzato. Keyra cercò di sdrammatizzare. «quando ti graffio io non fai tutte ‘ste storie.» Zayn alzò lo sguardo nel suo, poi scoppiò a ridere per il tono malizioso che usò.
 
 
Dopo aver disinfettato i graffi, Zayn si andò a mettere un po’ sul letto, stanco morto. Niall era andato a trovarla, pure per rimediarci qualcosa da mangiare. «mi dispiace! Zayn non si merita di essere trattato così!» si girò a guardarlo, mentre stava preparando le crepes. «perché tu e Liam ve lo meritavate? Non capisco perché hanno questa indole da manesche. Che cazzo! Siete pur sempre umani!» Niall annuì, dispiaciuto per il suo amico. Qualcuno suonò il campanello di casa e andò ad aprire, si ritrovò tutta la famiglia Malik di fronte. Nessuno escluso. C’era anche il padre. Patricia la guardò, sorridendo. «l’hai ammazzato?» alzò un sopracciglio. «come scusa?» chiese, tornando sul mondo dei vivi, dopo aver guardato il padre di Zayn. Più lo guardava e più ci sbavava. Chissà se da grande Zayn sarebbe diventato così, no perché se fosse stato così non le dispiaceva affatto. «dico: l’hai ucciso? Posso prendere il suo testamento?» sbatté le ciglia, spostandosi di lato. «non capisco di cosa parli, lo ammetto!» ammise, mentre Patricia le dava un abbraccio e stringeva la mano di Yaseer. Guardò Doniya e Waliyha, quest’ultima le diede un bacio sulla guancia e poi salutò la piccola Safaa che con quegli occhioni azzurri le toglieva il fiato. «non hai visto Alan?» eh? Oddio, erano diventati pazzi. Niall si fece avanti, sorridendo alla famiglia di Zayn. «no, ancora non ho avuto modo di vederlo.» sussurrò, chiudendo la porta. «no, ancora non l’ha visto, ringraziando il cielo. Siete in tempo per salvare il vostro secondogenito. E tutti noi!» sbatté le ciglia, passando lo sguardo da Niall alla famiglia di Zayn. Il moro l’aveva avvisata che sarebbe arrivata sua madre, ma non pensava di ritrovarsi tutta la famiglia Malik in casa. Scrutò tutte le sorelle, vedendo Doniya farle un sorriso timido e ricambiò. «mi devo preoccupare?» Patricia scoppiò a ridere, annuendo. «ok, preparo il Bazuka! Vado a svegliare Zayn.. o ci vuoi andare tu?» Patricia annuì, e Keyra le indicò le scale, che conducevano al piano superiore. Tornò a cucinare dopo aver detto a tutti di sedersi sui divani. Niall fece compagnia alla famiglia, mentre lei terminava le crepes e, dopo aver messo la nutella dentro e una spolverata di cocco, le portò sul tavolino della sala da pranzo, proprio mentre Zayn scendeva, grattandosi la testa e biascicando un “buongiorno”. Mentre lui chiacchierava con la sua famiglia e Niall, lei preparava il caffè e cioccolata calda. Da brava donna di casa. A volte si ritrovava a pensare quanto le cose erano cambiate. Ora era una perfetta moglie, anche se non era sposata. E alle volte si ritrovava a pensare che Niall fosse suo figlio, per il modo in cui lo riempiva di cibo e attenzioni. Si stava totalmente preoccupando della piega che aveva preso la sua vita.  
Sentì qualcuno tossicchiare e si girò a guardare chi fosse. Doniya. La guardò, in attesa di capire cosa volesse e la vide torturarsi le mani. La mora si girò a guardare sua madre, seduta al fianco di Zayn che annuì come ad incitarla. «volevo..» alzò lo sguardo.. «volevo chiederti scusa!» inclinò la testa ed entrambe guardarono Patricia, che sorrise. «per cosa?» chiese, non capendo. «per come mi sono comportata quando Zayn ti ha portato a casa!» divennero rosse tutte e due, mentre si guardavano. «oh.. scuse accettate!» rimasero in silenzio per qualche secondo. «posso..?» chiese, indicando lo sgabello dietro al bancone all’americana. «oh, si.. certo! Prego!» stava attendendo che il caffè si preparasse, e si avvicinò al bancone all’americana. «spero davvero che tu accetti le mie scuse. Ma devi capire che per me Zayn è tutto! Sono molto gelosa di lui, perché ha avuto tante cadute e avevo paura che fosse così anche con te. Invece mi sono dovuta ricredere.» sorrise debolmente. «non ti preoccupare. Anche io sono molto gelosa di mio fratello Julian.» ammise, sorridendole. «ho cercato qualche notizia su di te.» alzò un sopracciglio. «e da quello che ho letto, mi sono proprio sbagliata di grosso!» alzò ancora di più il sopracciglio, se possibile. «ma perché, ci sono notizie di me, su internet?» la mora annuì, divertita. «oh! Adesso si, che mi vergogno!» sbottò, rossa come un peperone. «addirittura c’è un tuo fan club!» sbarrò gli occhioni castani, facendo ridere Doniya. «poi vedendo il programma di Alan.» di nuovo Alan. Ma che.. ci mise poco a capire. «mi scusi un secondo?» spense il fuoco e salì in camera, andando su youtube e cercando la puntata di Alan dove erano stati poche settimane prima i ragazzi. Andò avanti, avanti avanti e.. Le uscì un gemito. Quando scese di sotto, era bianca come un cecio. «scappate!» Niall e Zayn si girarono a guardarla. Vedendo la sua faccia incazzata e bianca, si alzarono lentamente. «possiamo spiegare..» sussurrò Zayn, con le mani davanti. «che cosa? Che siete cinque perfetti imbecilli insieme a Paul, che mi fate pensare che le telecamere sono spente e invece sono accese?» ringhiò. Ma ringhiò davvero, con i denti stretti, tanto da far quasi paura. «scappate, prima che la mia rabbia arrivi a livello 100 e vi massacro di botte.» si fece avanti, mentre Patricia e Doniya se la ridevano allegramente, accompagnate da Yaseer. «se al mio tre non siete usciti da questa casa.. all’uno vi meno!» e come promesso, si fece avanti, prendendo un cuscino dal divano e vide quei due urlacchiare, aprendo la porta di casa e scappando alla velocità della luce. Li inseguì, ancora inforcando in mano il suo amato cuscino che tante volte aveva dato le peggio cuscinate a Zayn, mentre loro correvano verso casa di Harry e Louis. Bussarono, con foga mentre Keyra li rincorreva. «APRITE CAZZO! KEYRA HA SCOPERTO TUTTO!» urlò Niall, impaurito. «come v’è venuto in mente di farmi questo scherzo? Brutti bastardi!» Louis e Harry, sentendo le grida, mica avevano aperto la porta. Si godevano tutto lo spettacolo dalla finestra, ma tanto Keyra avrebbe dato una scarica di botte e tutti e cinque, pure a Paul. Lì colpi ripetutamente con il cuscino, facendoli gemere e ridere al tempo stesso. «Keyra.. E’ Alan che macchinato tutto. Noi non abbiamo fatto niente.» provò Zayn, proteggendosi con le braccia. «e questo dovrebbe bastare a farmi calmare? Stupidi imbecilli che non siete altro!» continuò a massacrarli di botte e, quando la porta si aprì, massacrò di botte anche Louis e Harry pensando che Keyra si era calmata un pochino. Ma a quanto pare ancora non conoscevano bene la piccola di casa Smith. Perché, anche se aveva smesso di massacrare di cuscinate Niall e Zayn, quando vide Louis e Harry la rabbia risalì come se n’era andata. Sulla porta di casa loro, la famiglia Malik si faceva le peggio risate vedendo la scena che stava a pochi metri da casa loro.
 
 
Le due grandi macchine con i finestrini neri si bloccarono di fronte il bowling al centro di Londra. Sabato sera e non si poteva passare il sabato sera a casa. Così, inforcandosi di buona pazienza, avevano deciso che una partita a Bowling avrebbe movimentato la serata. C’erano tutti. I cinque, Keyra, Mary, Eleanor, Danielle, Doniya, Waliyha e anche Safaa, più qualche amico dei cinque. Certo, decidere di uscire di sabato sera era come puntarsi addosso i riflettori, ma era anche vero che non si potevano bloccare solamente perché avevano gli occhi puntati addosso. Appena tutti furono usciti dai due macchinoni, si diressero dentro, scortati come al solito dalle guardie che controllavano il posto con dei semplici sguardi. Ovviamente il bowling era pieno zeppo, ma non si fecero abbattere. Visto che erano in tanti, deciso di prendere due piste. Squadre miste. Keyra, Mary, Niall, Liam, Safaa e Doniya. I restanti nell’altra squadra. Poi c’era sempre qualcuno che non giocava. Ovviamente anche quella sera c’era qualcuno che non giocava. Come Ed, che era a Londra per qualche giorno e si era incontrato con Harry, che l’aveva subito invitato a quella serata. Stan stessa cosa.
In attesa che arrivasse il loro turno per entrare nelle piste, presero due tavoli vicini, per mangiare e chiacchierare un pochino. Keyra si mise vicino a Mary, per chiacchierare un pochino. Usando il tovagliolo sul tavolino, le due si misero a giocare a tris. Poi, stufe di quel gioco e dopo aver riempito tutto il tovagliolo, si misero a dar fastidio a Harry e ai suoi ricci, mentre quest’ultimo giocava con Louis a “chi si prende prima il pollice”. Quando Harry si mise ad urlare perché praticamente lo stavano massacrando quelle due, si misero a chiacchierare. «senti, domani hai da fare?» ci pensò. «dipende.. quale parte della giornata?» domandò, di rimando. «sera!» scosse la testa. «no, andiamo a pranzo fuori io, Zayn e la famiglia. Ma la sera no, perché?» chiese ancora, incuriosita. «c’è la cena di classe!» quando vide Keyra arricciare le labbra e pronta ad inventarsi una scusa, alzò una mano. «tu domani vieni. Hai detto che non hai niente da fare! Eddai!» la guardò con i suoi occhioni dolci, facendo sciogliere la piccola di casa Smith. Sospirò, depressa. Si girò verso Liam, pregandolo di dare uno schiaffo sul braccio a Zayn. Lo guardò male quando si girò a guardarla, dopo che Liam gli aveva detto che era da parte sua. «hai insegnato a troppe persone il “si, guardami sono dolce e coccoloso!” Anche Mary ora lo usa con me. Ti castrerò per questo!» scoppiarono tutti a ridere, mentre tornava a guardare Mary, che la guardava ancora con quegli occhioni dolci. «ti odio. Mi hai tratto in inganno! Non ci voglio venire a quella cena. Non ho voglia di vederli!» sbottò con un musetto tanto. «beh, troppo tardi. Ho dato l’ok già da una settimana e tu non mi farai fare brutta figura vero?» ancora quello sguardo. Con un sospirò, acconsentì. «ti odio, ripeto! A che ora?» chiese, con un tono da funerale, mentre Mary batteva le mani entusiasta. «ti vengo a prendere alle otto. Non osare provare a dire che vieni da sola. Ti scorterò fino alla cena! Ti conosco, sai?» la guardò male, molto male poi venne annunciato i loro numeri e quindi significava che potevano andare sulle piste.
Non era semplice cercare di essere normali, quando intorno a te c’era la folla di gente che ti guardava bramosa, attendendo che tu facessi un passo falso per poi spiattellarlo in giro per il web. Non che le interessasse molto, ma essere normali con le guardie del corpo che accerchiavano le due piste per non far passare sconosciuti era impossibile. Era più che altro stressante. Dopo essersi messi le dovute scarpe, iniziò la sfida tra le due squadre. Keyra, che era una delle prime volte che giocava, fece strike al primo colpo. Ci mise davvero poco a rompersi le palle e quando arrivò il momento di Mary di tirare, le andò dietro e, dopo un perfetto tiro che sicuramente sarebbe finito come Strike, Keyra mise il piede sulla linea che dava il nullo. La palla colpì tutti i birilli, che caddero sulla pista. Mary saltò, euforica, ma notando Keyra al suo fianco, la guardò e poi abbassò lo sguardo sul suo piede, dopo aver visto il suo sorrisetto divertito. Ridendo come una pazza, tornò da Niall che rise con gusto insieme a Keyra. E poco dopo, mentre lei lottava per dare il nullo all’altra squadra, Niall pensava alla loro di squadra. Insomma, stavano cazzeggiando allegramente e questo non le dispiaceva affatto. Mentre Louis teneva fermo Niall, Harry pensò a caricarsi in spalla Keyra, che scalciò come una matta. Ma riuscì, almeno una volta a testa, a dare il nullo a tutti. Si fecero le migliori risate, mentre cercavano di lottare uno contro l’altro. Aveva scatenato una terza guerra mondiale e quando videro il tabellone a fine partita, scoppiarono a ridere. Praticamente avevano fatto solo un tiro che era andato a segno. Tutti gli altri erano nulli.
Decisero di cambiare le squadre e farsi un’altra partita, ma questa volta giocando seriamente. Si divertirono parecchio a mandare maledizioni all’altra squadra, fu divertente vedere come Keyra e Niall si scambiavano i posti, anche essendo di due squadre diverse. Quando, prendendo il posto di Niall e facendo strike, e Niall sbagliò dando lo 0 al punto di Keyra, Mary le urlò contro che doveva rimanere in squadra sua e non dare punti all’altra. Terminata la partita, i vincitori e il vincitore – l’altra squadra e quindi Louis – offrì da bere a tutti. Dopo essersi fermati a fare qualche foto e qualche autografo, si diressero al pub poco distante dal bowling e, visto che nessuno doveva guidare, la maggior parte della gente alzò il gomito. Peccato che lei era mezza astemia e le cose troppo forti non le piacevano. Si, per dimenticare andava bene, ma.. non aveva niente da dimenticare. La sua vita andava alla grande quindi non aveva bisogno di ubriacarsi.
Verso le tre, tornarono tutti a casa. La situazione era drammatica, per fortuna che non guidavano loro. Niall era partito per la tangente, con lui Harry. Zayn era mezzo ubriaco e anche Doniya. Ma capivano ancora. Mary faceva “ciao ciao” alla sua salute mentale. Per fortuna che avevano detto ai genitori di Zayn che le ragazze dormivano da loro. Arrivati a casa, sballottando un pochino Zayn e Doniya si andarono a mettere a dormire, mentre lei si assicurava che Niall e Mary arrivassero sani e salvi in casa del biondo. Liam camminava tenendo per mano Danielle. Liam, come lei non aveva bevuto nulla, in quanto non poteva. Louis e Harry, non voleva neanche immaginare come stavano ridotti, insieme ad Eleanor. Appena vide che Niall e Mary erano entrati in casa, scortati da Liam, chiuse la porta e si girò a guardare Safaa, ferma poco distante da lei. «dove dormiamo?» sorrise con delicatezza e fece strada alle più piccole di casa, portandole nella stanza degli ospiti. Quando entrò in stanza vide che Zayn e Doniya dormivano nel loro letto. Prendendo il pigiama, coprì i due ancora tutti vestiti, per poi scendere in sala da pranzo e buttandosi sul divano. Rimase a guardare un po’ la televisione e verso le cinque e mezza si addormentò, non prima di aver controllato la sua email e cose varie sul pc.
Sorrise quando, spegnendo la tv, sentì il leggero russare al piano di sopra. Aveva lasciato le porte accostate e percepiva benissimo che tutti e quattro se la russavano bellamente. La famiglia Malik al completo, se la russava in casa Smith-Malik!
In fondo fu contenta che Doniya le aveva chiesto scusa e si era pentita di come si era comportata. Sapeva che prima o poi, dopo essersi conosciute meglio, poteva nascere una bell’amicizia tra di loro. Dovevano solo imparare a mettere da parte la gelosia che entrambe provavano verso lo stesso ragazzo e imparare a comunicare. Doniya sembrava tutto, tranne che una stronza. Era certa che prima o poi sarebbero diventate buone amiche. 
Quando Zayn si era svegliato, verso le otto di mattina e, svegliandosi, trovò Doniya al suo fianco e non Keyra, si alzò contro voglia. Scese le scale, dopo essere entrato nella stanza degli ospiti per vedere dove si trovasse Keyra, ma non c'era neanche lì. Così scese di sotto e la vide dormire sul divano, stretta dentro se stessa e con la faccia affondata nel divano. La guardò con un sorriso dolce e sbadigliando allegramente si avvicinò al divano, mettendosi al suo fianco. Appoggiò un braccio sui suoi fianchi e la sentì girarsi nel sonno. La vide anche aprire gli occhi, per guardarlo, ma troppo stanca non parlò. Lui era strano forte. Se si svegliava e non trovava Keyra nel letto, non riusciva più a riaddormentarsi. Così la cercava come un pazzo dentro casa e, se la trovava sul divano a dormire come tante volte era successo, si metteva al suo fianco e dopo essersela stretta al fianco, si riaddormentava felice e contento.
Poteva sembrare stupida come cosa, ma senza il calore corporeo della sua ragazza, non riusciva a dormire bene come quando Keyra dormiva al suo fianco. Era come se il suo sonno fosse disturbato. Si era così abituato alla presenza di Keyra al suo fianco che ormai la sua essenza gli serviva per stare bene. Era più forte di lui. Era la sua droga e, anche se stavano ormai insieme da quasi un anno, le cose non cambiano. Keyra sarebbe rimasta la sua droga. Per sempre. 


Ecco il capitolo. Dai 61 commenti (WTF? O___O Non avrò la forza di rispondere a tutti, ma ci proverò) a quanto pare vi piacerebbe avere una terza storia Zayra. Così vi accontento. Anzi, tutto va a finire all'ultimo capitolo. Lì deciderete se seguire o no la storia. Che ne dite? Mai ricevute tante recensioni come nello scorso capitolo. AHAHAHA. Ma io vi amo anche se non recensite. Certo, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate, ma non mi offendo se non lo fate. Io continuo a ringraziarvi per le belle parole che mi dite, che mi avete detto in tutte quelle recensioni. Davvero, non mi merito tutti questi complimenti. Vi ringrazio, davvero! Siete dolcissimi. Proprio oggi pensavo che credevo non avesse successo questa FF. Mi sbagliavo, di grosso. Perché voi la leggete e mi dite quanto la amate. Io da persona che la scrive purtroppo non riesco a capire cosa provate voi, ma mi fa tanto piacere che vi sta piacendo. Per questo vi amo, perché se Zayra è qui, è solo grazie a voi! (: 
Ecco, dopo questo momento dolciotto, vi lascio per andare ( o almeno ci provo) a rispondere alle 61 recensioni. Ripeto, vi amo! ♥

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Capitolo 37
*** chapter thirty six ***


Conosci migliaia di persone e nessuna di queste ti tocca veramente.
E poi incontri una persona e la tua vita è cambiata. Per sempre

«altri cinque minuti, Zayn!» sussurrò, muovendo la mano e girandosi dall’altra parte, dopo un richiamo del moro. Fece per riaddormentarsi ma qualcuno le leccò una guancia.
Aveva per caso osato leccarle la faccia, quel decerebrato mentale del suo ragazzo? Sbarrò gli occhi, e si immerse in due piccoli occhi azzurri, e un musetto tutto dolce che la guardava in modo curioso. Sbatté disorientata le ciglia, per poi girarsi a guardare dove fosse Zayn. Lo trovò seduto dalla sua parte, con un sorriso sulle labbra e appoggiato con un braccio al materasso. La contentezza in persona. «forse è l’effetto della mancanza di caffeina nel mio sangue.. ma.. c’è un cane nel nostro letto o me lo sto immaginando?» chiese, con voce impastata, dovuta al sonno. Zayn sorrise in modo più pronunciato. «no, c’è davvero!» rispose, del tutto pacato. Sbatté di nuovo le ciglia, stranita e si girò di nuovo a guardare quella palla di pelo che stava nel loro letto. «abbiamo un cane?» chiese Keyra, riappoggiando la faccia sul cuscino e guardando quell’animaletto minuscolo. Gli occhi gli brillavano. «no, tu lo hai!» no, forse aveva capito male. Si girò di nuovo verso il suo ragazzo, stranita. «in che senso?» chiese, ancora non del tutto attiva con il cervello. Il cane le leccò ancora la guancia, e sfregò il muso sul suo collo, volendo attirare la sua attenzione. Senza rendersene conto, alzò la mano e gli fece qualche grattino dietro le orecchie, ricevendo una leccata sul polso. «è un mio regalo, anticipato! Visto che partirò, mi dispiace lasciarti qui da sola. Così questa mattina sono uscito e ti ho comprato un cane. Mi avevi detto che lo desideravi, vero?» lo guardò, seria poi tornò a guardare il cagnolino. «avvicinati!» Zayn si avvicinò e lei gli stampò un bacione sulla guancia e gli sorrise, vedendo Zayn ricambiare con dolcezza. «ma non ci eravamo addormentati in salone?» chiese, rendendosi conto solamente in quel momento che era nella loro stanza. «ti ho portato su quando mi sono alzato. Eri stanca!» si immaginò la scena, anche perché mica se lo ricordava che l’aveva presa in braccio e portata su. Arrossì leggermente. «che ore sono?» chiese, guardando il cagnolino che scodinzolava di qua e di là, curioso. «le dieci!» annuì leggermente, sorridendo al cane. «femmina o maschio?» «femminuccia!» disse Zayn, allungandosi per fare una carezza alla cagnolina, che gli leccò la mano. «come la vogliamo chiamare?» chiese Keyra, assonnata e guardando la scena. «ah boh! Il cane è tuo!» lo guardò male. «è nostro!» «tuo!» «nostro!» «tuo!» «nostro!» Zayn sospirò, scuotendo la testa. «ok, è nostro! Vediamo..» rimasero in silenzio tutti e due, intenti a pensare ad un nome per la cagnolina. «Zayra!» Zayn si girò a guardarla, incredulo. Anche lei spostò gli occhi dalla cagnolina a Zayn, seria. Notò subito il suo sguardo acceso. Acceso di felicità. «vuoi chiamarla Zayra?» annuì debolmente. Il moro si piegò a sfiorarle le labbra. «e Zayra sia!» sorrise debolmente, per poi prendere tutta la forza possibile e scendere di sotto dove l’intera famiglia Malik era presente. Le sorelle se ne stavano in pigiama sul divano, Yaseer in poltrona a leggere il giornale e mamma Malik in cucina. Sembrava lei l’ospite in quella situazione, quando era la padrona di casa. «buongiorno Keyra!» si girò a guardare Patricia, sorridendo e camminando fino in cucina. «piaciuto il regalo?» arrossì leggermente, annuendo. «si tanto che l’ha chiamata Zayra!» urlò Zayn, dal salone mentre si buttava sopra le sorelle e se le spupazzava un pochino. Squillò il telefono nello stesso momento che lei prendeva il primo goccio di caffè. «pronto?» rispose, sbadigliando. «oh.. ciao donna delle caverne!» salutò quella che era sua madre. «no, c’è in corso un’orgia di gente!» disse, prendendo il cornetto che si era riscaldato, ridacchiando. «cosa?» si bloccò, pensierosa. «chediavolonesaitu che c’è la famiglia Malik qui?» chiese, tutto d’un fiato. «Julian s’è fatto twitter..» ripeté cominciando a bere il suo caffè. «e ha letto sul profilo di Zayn che c’è la sua famiglia qui! Eh, mi pare ovvio!» prese il cuscino e glielo lanciò a Zayn che si girò a guardarla. Lei lo guardò male. «si, no!..Cosa? AHAHHA! Ma anche no!» rientrò in cucina, prendendo un goccio di latte e mettendolo nel caffè. «No, mamma.. davvero! No!» rispose, per poi attaccare dopo averla salutata. Come si permetteva di chiederle di farle conoscere i genitori di Zayn? Ma neanche sotto tortura. Già era tanto che conosceva Zayn. Sospirando, vide che Tricia la guardava. «che ne dici se, prima di andare a pranzo, facciamo un po’ di shopping?» arricciò le labbra, pensierosa. Perché no? Un po’ di sano shopping non avrebbe guastato, sicuramente. «ok! Vengono anche Waliyha, Doniya e Safaa?» chiese incuriosita. «Solo Safaa e Waliyha perché Doniya si va a fare il primo tatuaggio con Zayn!!» La guardò divertita. I suoi figli si stavano riempiendo di tatuaggi! Il maschio in primis! «mezz’ora e sono pronta!» sussurrò a Tricia, rientrando in salone al fianco di Keyra. «noi quattro – ed indicò se stessa, Keyra, Safaa e Waliyha – andiamo a fare shopping..» «pure io voglio venire a fare shopping.» sbottò Zayn, ora interessato. «non ci siamo capiti Zayn!» il moro si girò verso di lei, pensieroso. «se tu porti un altro paio di scarpe o di felpe in questa casa.. dovrai decidere. O loro o te!» scoppiarono a ridere tutti insieme. «avresti il coraggio di buttarmi fuori casa?» annuì con veemenza, mordicchiandosi il labbro inferiore. «Zayn, ti ricordi cosa abbiamo detto, vero?» chiese Tricia, con sguardo fintamente assassino verso il figlio «dai mammaa.. un altro solamente! Poi smetto!» e tirò fuori il labbruccio, facendo gli occhioni da cerbiatto. Oh, come gli veniva bene quello sguardo. Avrebbe messo in ginocchio tutti, lei in primis. Ma Patricia scosse la testa. «basta Zayn! Stai usando il tuo corpo come un pezzo di carta! Pensati da vecchio, pieno di tatuaggi!» Il moro alzò gli occhi e ci pensò. «sarei un figo!» trattenne una risata a stento, mentre si girava a guardare Patricia, che sospirava. «ma perché continuo a parlare con te?» chiese a se stessa, disperata. «perché sono il tuo figlio preferito e mi ami!» la donna alzò un sopracciglio. «si, fra poco al posto di un figlio avrò un libro illustrato!» lì non si trattenne e scoppiò a ridere fragorosamente, facendosi guardare da tutta la famiglia Malik. Patricia rise con lei. «tu non ridere che non sei da meno!» ridacchiò guardandola. «oh! Ma io sono ricoperta di scritte. Sarei un libro molto più figo di Zayn! Per gente che sa leggere. Mentre Zayn sarebbe un semplice libro illustrato per bambini!» E tutti scoppiarono a ridere fragorosamente. Zayn la guardò con amore, chissà pensando a cosa. «ok, mi vado a preparare!» disse Keyra e notò che il moro si stava alzando lentamente. Lo vide correre verso le scale e poi sparire. «ma che ca..» poi, rendendosi conto di dove si stava dirigendo, cominciò a correre anche lei. «ZAYN! NON ENTRARE IN QUEL BAGNO!» urlò sapendo che se Zayn entrava non usciva più. Lo sentì ridere fragorosamente e appena arrivò di fronte al bagno, lo vide farle ‘ciao ciao’ con la manina e chiuderle la porta in faccia. «TI ODIO!» sbottò e diede un pugno sulla porta, sentendolo ridere da dietro. «muoviti o giuro che ti castro!» inveì contro la porta sentendo che Zayn metteva a palla lo stereo nel bagno. Sapeva che lo stava facendo apposta, sapeva che lo stronzo se ne stava seduto sul wc a non fare un cazzo. Quante volte gliel’aveva fatto quel giochetto? Maledetto bastardo.
Dopo un ora, Keyra se ne stava appoggiata al bagno piagnucolando, con i vestiti in mano. Ogni mattina era così, dannazione! «Keyra?» si girò a guardare Doniya, disperata. «quello stronzo di tuo fratello mi sta facendo impazzire. Non mi fa lavare e ho bisogno di lavarmi, te l’assicuro!» in realtà no, perché alla fine non puzzava, ma.. Si sentiva bene quando usciva di casa tutta profumata grazie alla doccia. Doniya rise con foga. «Aspetta, ci penso io!» la fece scostare, e bussò. «ZAYN! APRI! TI RUBO TUTTI I GEL EH!» urlò, attirando anche Patricia al piano di sopra. «che succede?» «ma quando l’avete messo al mondo, perché invece della bellezza non gli avete dato un po’ di cervello?» Patricia sapeva che Keyra scherzava, sapeva benissimo che quelle cose non le pensava assolutamente, e infatti scoppiò a ridere. «ZAYN JAWAAD MALIK!» urlò, dopo essersi ripresa dalla risata. La musica si abbassò. Miracolo! Il miracolo dei nomi interi. Scoppiò a ridere sommessamente. Quando una madre urlava il nome intero del figlio, il figlio sapeva che era un tantino incazzata. Sante madri e santi nomi interi! «mamma?» «No, tua sorella! Vuoi aprire questa porta, Zayn? In questa casa ci sono altre sei persone!» guardò ammirata la donna quando sentì la chiave scattare segno che era aperta. «io penso a dargli i calci e voi lo portate fuori!» sussurrò Patricia, prima di aprire la porta. Quando Zayn vide le tre donne sulla porta, con sguardo assassino, gli uscì un gemito di protesta. Venne preso di peso da sua madre, a calci nel fondoschiena perfetto, per poi essere inveito da entrambe le donne rimaste. Dopo averlo cacciato malamente dal bagno, Keyra si chiuse la porta alle spalle così potentemente da farla tremare dentro i cardini.
 
Lo shopping non era andato male, anzi. Si era anche divertita. In quel momento, se ne stava seduta al fianco di Zayn, circondati dalla famiglia Malik. Di fronte a loro, mamma Tricia e papà Yaseer. Naturalmente Zayn aveva molte più buste di lei – visto che era andato a fare shopping dopo aver accompagnato Doniya a farsi il tattoo -, come ogni volta che uscivano a fare shopping, ma.. Ahimè, questo era Zayn. «quindi mi stai dicendo che non credi al matrimonio?» scosse la testa. «no, non ci credo!» ammise, leggermente rossa in zona guance. «perché no?» chiese Patricia, pensierosa. «se fossimo stati in un’altra epoca, ci avrei creduto. Prima i matrimoni erano per tutta la vita, ora..» anche lei inclinò la testa. «..ora se qualcosa viene rotto, non si prova a rimetterlo insieme, ma si butta direttamente. E’ già tanto se durano un anno! Non credo nelle promesse che si fanno durante l’atto. “In ricchezza e in povertà”» Tricia annuì. «poi, se ti lasci con tuo marito, cerchi in tutti i modi di togliergli più soldi possibili.» scosse la testa. «l’unica cosa triste è pensare che, se non mi sposerò mai, non avrò diritto sul mio ragazzo! Se gli succederà qualcosa, io non sarò la prima a saperlo! Questo mi turba molto.» ci pensò seriamente, tremando un pochino al sol pensiero. «ma non mi piace l’idea che devo sposarmi solamente perché così voglio il diritto di sapere se succede qualcosa a mio marito.» scosse la testa. «credi di non essere in grado nel mantenere la promessa di matrimonio?» alzò le spalle, pensierosa. Sentiva lo sguardo di Yaseer su di lei, che le metteva soggezione. «non dico questo.. ma..» deglutì e spostò lo sguardo sul padre di Zayn, pensierosa. La stava fissando in modo serio, troppo serio. Poi lo vide sorridere, debolmente. Uno di quei sorrisi timidi di Zayn. Uguale identico. Sospirò. «mantengo già le mie promesse senza essere sposata. Vado in gioielleria e mi compro l’anello. Perché devo fare una promessa di fronte a tutti, di fronte a qualsiasi Dio si creda, che io rimarrò al fianco del mio uomo? Le mantengo già quelle promesse. Nella salute e nella malattia. Non mi sono mai tirata indietro a restare al fianco di qualche ex o di Zayn quando sono stati male. In ricchezza e in povertà. Non mi sono mai interessati i soldi di nessuno, tantomeno quelli di Zayn. Nella gioia e nel dolore. Sempre e comunque. Sono sempre stata gioiosa insieme a loro, sempre triste quando loro erano tristi. Non ho bisogno di fare promesse e di firmare un foglio. Per me è proprio l’atto che rovina i matrimoni di adesso. Le persone si sentono chiuse ermeticamente. E poi fanno cavolate.» con la coda dell’occhio vide Zayn sorridere debolmente. Si girò a guardarlo, sbattendo le ciglia lunghe. Lui si piegò sul suo orecchio, per dirle: “sempre la mente vecchia sei!” sorrise e poi lo guardò scuotendo la testa. «potresti cambiare idea?» chiese Tricia, interessata. Ci pensò seriamente. «si, potrei! Per me è difficile credere nell’amore più vero. Ma ho avuto diverse possibilità di capire che esiste davvero.» sorrise, ricordando i nonni di Zayn. «ma davvero devo essere sicura che la persona che mi è al fianco è quella giusta!»
Spostò di nuovo lo sguardo su Yaseer, sempre più serio. «E se tu e..» arrossì peggio di un semaforo sapendo cosa stava per dire. «..e il tuo ragazzo vi ritrovate in dolce attesa?» chiese sempre Patricia, interessata alla mentalità di Keyra. Era strana forte, ma.. l’attirava particolarmente come la pensava. «ehm.. non cambierebbe. Non sarebbe un bambino a farmi cambiare idea!» ammise, pensierosa. «come ti comporteresti se vi lasciate dopo che è nato il bambino?» quante domande. Sembrava un gioco a quiz. «dipende dalla persona, dipende dal perché ci siamo lasciati.» vide un sorriso diabolico sulle labbra di Patricia e arrossì ancora, torturandosi le mani e abbassando lo sguardo su di esse. «e se fosse Zayn il padre del bambino?» non si irrigidì solamente lei, ma percepì il corpo di Zayn irrigidirsi al suo fianco. Sospirò. Era proprio la madre di suo figlio. Come la metteva lei in soggezione solo Zayn ci riusciva. «Zayn è un bravo ragazzo. Non credo che sarebbe un padre violento. Ama i bambini, non voglio immaginarlo con suo figlio!» notò il sorriso demente che nacque sulle labbra di Zayn, sicuramente immaginandosi con un suo bambino. «sarebbe un padre modello, me lo sento! Non sarebbe uno di quei padri che tornano a casa ubriachi e che magari maltrattano il bambino. Non è neanche una persona stupida, so che se Zayn tenesse il bambino, sarebbe al sicuro. E visto che il bambino, la maggior parte delle volte viene lasciato alla madre, glielo farei incontrare quante volte vuole!» Patricia allargò leggermente gli occhi. «quindi vi lascereste?» alzò un sopracciglio, cercando di capire. «ma..» rimase a bocca aperta, poi ridacchiò. «oh! Ho capito adesso! Io andavo a supposizione. Non ho mai pensato di avere un bambino con Zayn, e ringraziando il cielo a lui ancora non gli è venuta quest’idea. Ma se succedesse, no. Non ci lasceremmo!» un sorriso ebete si disegnò su cinque bocche. Sembrava che aveva appena detto “avete vinto al superenalotto”. Si sentiva un secondo in soggezione, sotto tutti quegli sguardi. «ora se mi potete scusare, andrei alla toilette!» si alzò, prendendo la borsa. «che te ne fai della borsa?» chiese Zayn, guardingo. «ti devo dire anche quante volte mi spazzolo i capelli, Zayn?» chiese, con tono depresso. «non ti hanno mai detto che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?» lo indicò, sorridendo. «sei un ladro di battute, Malik! Niente, ho i fazzoletti, i trucchi..» «e il portafogli.. dammi il portafogli!» perse il sorriso e lo guardò male. Molto male. Lui sorrise angelicamente porgendo la mano. «ti odio!» biascicò, porgendogli il portafogli. «no, non mi odi! Tutto il contrario babe!» la stava sfottendo, ed era anche divertito. Sorrise di rimando, consegnandogli il borsellino. Si diresse verso i bagni, si pulì le mani e poi prima di tornare verso il tavolo fece una deviazione. La credeva per caso stupida?
Teneva la carta di credito fuori dal portafogli, in un borsellino diverso. «salve, vorrei pagare il conto del tavolo in fondo alla sala!» l’uomo annuì, digitò un codice sullo schermo. La saletta era coperta da un separé, quindi non potevano vederla. «mi dispiace, il signor Malik mi ha chiesto di farsi pagare solamente da lui!» vide la faccia della mora tramutare visibilmente. Da tranquilla a incazzata come una biscia. «il signor Malik o il signorino Malik?» chiese, con un ringhio soffuso. «il signorino!» un braccio si allungò al suo fianco e vide che porgeva un’altra carta mentre una mano si posava sui suoi fianchi. «non me la fai, Smith! Ti conosco troppo bene!» lo sentì ridacchiare e rimase immobile. «ripeto: ti odio!» la risatina che fece sul suo collo, la fece rabbrividire, per poi darle un bacio su di esso. «no, non è vero! Sei prevedibile Keyra!» si girò quel poco per guardare Zayn in volto. Era raggiante e chissà perché era contento. Bah, valli a capire gli uomini.
Tornarono entrambi a guardare il maitre, mentre porgeva a Zayn lo sportelletto per mettere il codice della carta. Attesero ancora, in totale silenzio. Percepì ancora le labbra di zayn sul suo collo e si girò a guardarlo. «domani parto!» aveva un tono triste, come se non volesse. Sbatté le ciglia, tornando a guardare il maitre. «già, ci stavo pensando stamattina in bagno. Chi mi farà impazzire come ci riesci tu?» lo sentì sorridere sul suo collo. «Zayra!»
Tornarono al tavolo, mentre Keyra bestemmiava in aramaico antico. «pensava di farmela! Per fortuna avevo detto al Maitre di farsi pagare solo da me!» tutti scoppiarono a ridere mentre lei se lo guardava male. Dopo aver preso tutte le borse e le varie buste, uscirono fuori dove un macchinone li aspettava. Povero Stephen, che aveva dovuto aspettare tutto quel tempo. Ma con la sua macchina non ci entravano tutti, quindi avevano dovuto usufruire del SUV che era usato da Zayn per uscire da solo.
 
 
«mi spieghi che cosa hai?» chiese guardando Zayn dal riflesso dello specchio. Mentre lei si preparava, lui stava sul letto a giocare con Zayra, che non vedeva l’ora di farsi coccolare da Malik. Eh, a quanto pare pure lei si era innamorata di Zayn. «niente, perché?» domandò, tornando a guardarla. «sono venti minuti che grugnisci! O è perché la tua famiglia è partita oppure per qualcos’altro..» lo vide fare una smorfia, quando si mise il bracciale grosso. «che c’è?» chiese ancora, guardandolo. «stai andando alla cena della classe, no?» annuì. «e quindi?» domandò, alzando un sopracciglio e mettendosi i vari anelli e collane. «e serve che ti vesti così figa per andarci?» sbatté disorientata le ciglia, cercando di capire, per poi guardarsi di nuovo allo specchio. «figa, Malik? Dove?» domandò, cercando di capire che cosa c’era di fico nel vestito verde e nelle decolté a tacco alto. «lì, lì e in tutta te!» si girò di nuovo a guardarlo, dopo che l’aveva indicata ovunque, pensierosa. «Sono vestita per una normale domenica sera. La sera degli KCA ero figa, Malik! Così mi ci vesto tutti i giorni!» lui ebbe da ridire con un ringhio. Sospirando si andò a sedere sul letto dove stava steso, poi accarezzò Zayra che le leccò la mano. «che c’è? Dimmelo sennò ti castro!» Zayn lasciò Zayra a Keyra, che prese a coccolarla e accarezzarle la pancia, mentre si stendeva e faceva la solita faccina da bambino bastonato. «Ci sarà anche Lucas?» OH! Ora capiva tutto. Lo guardò stranita, poi sorrise. «si, sicuramente ci sarà anche Lucas!» lo vide buttare fuori il labbro inferiore e ridacchiò. «non posso farci nulla, Zayn! Ma tu ancora ci pensi a quel decerebrato mentale? Io neanche ci avevo pensato!» Zayn non rispose e lei sospirò. «facciamo così! Visto che sei un geloso di prima categoria.. Potete venirci a trovare, ok? Così mi controlli e lo controlli!» un sorriso si disegnò sulle labbra di Zayn, ora molto più contento. Scosse la testa e sentì il campanello di casa suonare, segno che l’autista era arrivato. Mary le aveva telefonato dicendole che non poteva più andarla a prendere, perché aveva avuto un problema e sarebbe arrivata tardi. «devo andare.. Comunque tu ancora ti fai troppe seghe mentali, per i miei gusti!» lo guardò mentre prendeva il cellulare, e si piegava a dargli un bacio delicato. Ma lui la bloccò, affondando una mano nei suoi capelli e bloccandola sulle sue labbra. Da un semplice bacio diventò molto più possessivo. Oh, che sensazioni, dannazione! Ancora le sentiva tutte, come se non cambiasse mai quello che provava per lui. Sentì le viscere stringersi e contrarsi, e per un secondo pensò seriamente di dire all’autista che stava male per rimanere a casa a coccolarsi con Zayn. Il moro si staccò quel poco e lei aprì gli occhi, trovando lui già a guardarla. «sei miae sentì una scarica di piacere misto ad adrenalina passarle per tutto il corpo. Si ributtò di nuovo sulle sue labbra, coinvolgendolo in un bacio che di casto aveva ben poco. Quando anche i loro polmoni chiesero pietà, si appoggiò alla sua fronte, con il fiato corto. «le senti ancora anche tu?» riaprì gli occhi, e vide i suoi occhi sorridere. Aveva quegli occhioni che sorridevano insieme alle labbra. Maledetto, era bello in tutto. «si, le sento anche io, ancora!» le fasi ormonali insieme a lui non passavano mai, senza togliere che quando gli stava lontano per troppo tempo, sentiva il ‘grande mago’, così lo chiamava un’amica di sua sorella. Il grande magone che si percepisce in certe situazioni.
Si alzò di volata, sapendo che stava facendo ritardo. «appena so in quale ristorante siamo, ti mando un messaggio!» appena si girò Zayn le diede una pacca sul sedere. Presa la borsa uscì di casa e dovette lottare con Zayra che l’inseguì per uscire, ma alla fine riuscì a vincere lei. Entrò in macchina e salutò l’autista. «dove la porto signorina?» chiese, dopo aver ricambiato con un sorriso. “su una stella”Era troppo, ma le venne quella battuta in mente, ricordando la scena di Titanic. Peccato che l’autista non era lontanamente fico come Leonardo di Caprio. Ridacchiando disse il punto dove c’era l’incontro e si mise a chiacchierare con l’autista, venendo a sapere che si chiamava Seth e aveva una figlia. Lei aveva pensato di andare in taxi ma Zayn era stato irremovibile e aveva chiamato la macchina che aspettava a lui per fargliela usare.
Quando arrivò nel punto dell’incontro vide che Mary era già lì, e che con lei vi era mezza classe. Scese e ringraziò Seth. «signorina, è sicura che non voglia che l’aspetti?» scosse la testa, chiudendo la portiera, ma potevano parlare perché c’era il finestrino abbassato. «no, non ti preoccupare. Sicuramente servirai a Zayn per raggiungermi!» lo vide sorridere e annuire. «grazie per la pazienza! Zayn quando si mette in testa una cosa è intrattabile.» l’uomo sorriso con dolcezza. «oh, è il mio lavoro signorina! Buona cena e buon divertimento!» la faccia che fece, fece ridere Seth. «la voglia è pari a zero, immagina quanto potrò divertirmi!» si fecero una risata poi lo lasciò andare. Mary le fu subito al fianco. «te lo dico, Stefany è diventata fan dei 1D. Non fa altro che parlare di loro, mi si è attaccata stile ventosa! Ringraziando il cielo sei arrivata!» la guardò male, poi fece un passo dopo l’altro e arrivò dal gruppetto. «Keyraaa!» eccola lì, Stefany che si buttava su di lei, come se fosse una sua più cara amica. Sospirò, mentre la salutava con un sorriso. Anche gli altri si avvicinarono. David le fu subito al fianco, passandole un braccio sulle spalle. «se sapevo che ti facevi così bella ci avrei pensato due volte a dirti di no!» alzò un sopracciglio. «quando ti ho mai dichiarato i miei sentimenti e addirittura ti ho chiesto di metterci insieme?» chiese, divertita. «me l’hai chiesto!» «si, nei tuoi sogni più belli!» salutò pian piano tutti, e quando si bloccò di fronte a Lucas, sorrise. Doveva ammettere che aveva l’ansia che le era arrivata fino al cervello. La paura che provasse ancora qualcosa per lui, ma appena posò gli occhi su di lui capì che tutto era scomparso. Con tutto quello che aveva provato, anche la rabbia era terminata. Eh si, Malik l’aveva stregata. «Ciao Lucas!» fece un sorriso debole, subito ricambiato da Lucas, rosso come un pomodoro. «Ciao Keyra!» si guardarono per un lungo secondo, poi dopo un altro sorriso, si girò a guardare Mary che le tirava il vestito come i bambini. «cosa?» domandò, stranita. «ehm.. paul!» alzò un sopracciglio, prendendo il cellulare che le porgeva. «merda, mi sono dimenticata la borsa nella macchina! Paul!» e si allontanò di qualche passo bestemmiando in aramaico antico. «si, certo! Cosa?» domandò, stranita. «oh che palle! Ci penso io, cazzo! Devi farmi un favore.. no, lascia stare, ci penso io!» attaccò con Paul e si riavvicinò a Mary. «sappi che sto per consumarti tutta la ricarica. Sappi che ho dimenticato la borsa nel suv, sappi che nella borsa c’erano entrambi i cellulari e sappi che sarà sicuramente Zayn a riportarmeli! Sappi anche che si porterà tutti e quattro!» la vide fare una smorfia e si allontanò di nuovo. «Malik! Chiama Seth e digli che ho dimenticato la borsa, poi se ti va – e so che ti va – portamela al “Bella Italia” su Oxford street!» attese che Zayn dicesse un “arrivo” e parlò di nuovo. «Zayn, non perdere tempo con il cazzo di ciuffo! Ho bisogno della borsa sennò voi domani non partite, chiaro?» e attaccò raggiungendo di nuovo Mary. «cosa succede?» domandò, mentre Keyra guardava male Stefany che si staccò subito dal braccio di Mary. Ah mbeh! «mi sono dimenticata come una deficiente la borsa in macchina. Paul ha chiamato te, perché non rispondevo!» borbottò. «e il volo che dovevano prendere domani è stato cancellato – l’unico cancellato – per i vulcani che sono eruttati in chissà quale parte del mondo! Bloccando tutte le vie aeree. Anzi no, la loro!» Mary ridacchiò. «come se ti dispiace che rimangono a Londra!» se la guardò male. «a te non dispiace!» risero e con un sospiro frustrato sentì Stefany attaccarsi al suo braccio. «si?» domandò, non sopportandola già al tempo della scuola, ora più di prima. Sapeva che girava intorno a lei e Mary solo perché sicuramente sapeva chi erano i loro ragazzi. «come stai? Chi era al telefono?» il tono che usò la fece pentire di aver girato lo sguardo e averle dato spago. «Fra cazzo da Velletri!!» tornò a guardare David che sorrise. «allora cosa ci racconti, donna di mondo?» si girò a guardare Mary che scosse la testa, come a dirle che non aveva detto niente sul suo conto. «niente! Sto per prendere il secondo diploma in una scuola di cucina. Tu?» chiese, tralasciando tante – molte – cose! «niente, lavoro in un call center, ho fatto il test per entrare a medicina! Mi hanno preso. Per il resto la mia vita è piatta come una tavola da serf.» sussurrò, divertito. «interessante! Avvisami se diventi medico, che mi allontano chilometri da te!» tutti scoppiarono a ridere fragorosamente. «e tu, oltre a studiare non fai nient’altro? Ragazzo?» fece per rispondere e sentì Stefany ridacchiare. «è fidanzata con Zayn, ve lo ricordate vero?» David passò lo sguardo tra Keyra e Stefany, mentre la mora sospirava depressa. «siete rimaste in contatto? Come fai a sapere che sta con Zayn?» e giù di lì a spiegare cosa e chi era Zayn. Si appoggiò a Mary, mentre Stefany raccontava peste e corna di quei cinque. Sospirò. «se lo sapevo che anche alla cena c’era qualche dannata fan, mi sarei tenuta lontana da questa classe!» diede un pizzico a Mary sentendola dire quella cosa, ridacchiando. «ben ti sta!» rispose, facendole fare una smorfia.
«e Mary invece sta con Niall! Sono così cariniii!» sospirò, per la trecentesima volta. «però entrambe è ovvio che non stanno con loro per i soldi, ma perché si sono conosciuti grazie al nostro scambio culturale e..» le tappò la bocca. «sai anche quanti peli hanno sul petto?» la vide annuire. «questo non è essere fan, questo si chiama stalker!» tutti scoppiarono a ridere fragorosamente. «ti prego finiscila. Ho a che fare con gente come te tutto il giorno! Almeno stasera riesci a far rientrare gli ormoni? Perché stanno arrivando e non voglio scene di gente che sviene! Ti avviso!» la vide diventare bianca. «oh, l’ho azzittita. Dicevamo?» Mary la guardò come se fosse una dea scesa dall’olimpo e ridacchiò. «quindi te la fai con un plurimiliardario!» Scoppiò a ridere, alle parole di David. «per quello dovrei sposare il fondatore della Syco. Ma non lo farei mai! Parliamo d’altro?!»
Si misero lì a chiacchierare e fumare sigarette su sigarette, finché finalmente non arrivarono tutti. Entrarono nel ristorante, ovviamente pieno visto che era domenica sera. In realtà non era un ristorante vero e proprio. Era più una pizzeria. Pizzeria italiana, al centro di Londra, come minimo per pagare doveva sborsare un polmone. Ridacchiò a quel pensiero. «cosa ridi?» chiese Mary, sottobraccio con lei. «pensavo a quanto costa questo ristorante. E ho pensato subito dopo che per pagare magari ti chiedono i polmoni!» Mary annuì, non capendo. «e mi sono vista io che servivo i miei polmoni da fumatore e loro che ci rimanevano male!» La vide fare una smorfia. «come se ti dovessi preoccupare dei soldi! Non sei mai stata così ricca!» alzò gli occhi al cielo, esasperata. «cristo Mary! Sembra chissà quanto prendo! Certo è tanto, ma.. vivo sempre con i stessi soldi. Con gli altri ci pago casa.» la vide annuire. Si misero sedute, di fronte a loro David e Lucas. Cominciarono a dare fastidio a Mary, come ai vecchi tempi. All’inizio solo lei e David, poi cominciò anche Lucas, e per un nano secondo le sembrò di ritornare al periodo iniziale della scuola, quando lei e Lucas non si erano ancora messi insieme. «BAAASTAA!» strillò Mary, esasperata facendo ridere tutti e tre. «mio dio come sei suscettibile! Fatti una risata che domani ti potresti svegliare sotto ad un cipresso!» e giù di li con altre risate, finché non sentì Stefany urlacchiare. Entrambe capirono che erano arrivati. Si alzò. «se arriva il cameriere, io prendo una margherita, con un supplì e una lattina di fanta!» Mary annuì, sorridendo a Niall. Keyra si avviò da Zayn, che teneva la sua borsa ancora in mano, mentre abbracciava alcune ragazze e stringeva la mano al suo vecchio compagno di scambio culturale. Senza parlare o altro, si piegò a prendere i cellulari nella borsa e si diresse dal cameriere per chiedergli se ci fosse un posto dove non c’era tutto quel casino per fare una telefonata di lavoro. Le indicò una saletta e l’accompagnò accendendole la luce. C’era un arco, non una porta. Ma almeno non si sentiva tutto quel casino, anche essendo attaccata alla sala dove c’era la restante gente. Da lì, vedeva il tavolo della classe. «Buonasera. Sono la manager dei One Direction. Avrei bisogno di parlare con un addetto, per discutere dei biglietti!» attese. «si, attendo!» si appoggiò ad un tavolo non apparecchiato, attendendo come aveva detto. «Salve, Keyra Smith, manager dei One Direction! Abbiamo saputo che il volo è stato cancellato per i vulcani!» ascoltò dall’altra parte. «si, io capisco che la condizione è grave, ma loro devono partire! Tra tre giorni loro hanno delle interviste!» spiegò, pacata. «Non c’è nessun’altro modo per farli partire? Un secondo volo domani?» chiese, sospirando. «Kevin, giusto? Posso darle del tu?» sentendo il consenso, sospirò di nuovo. «Kevin, ho davvero bisogno di quei biglietti. Non possiamo rimandare, perché la loro agenda è davvero piena! Mi può fare il favore di trovare una soluzione?» lo sentì dire che ci avrebbe provato. «ok, io resto in linea. Faccia con comodo, tanto paga la syco! Ma per favore, mi trovi una soluzione. Se me la trova, le farò un regalo enorme!» partì la musichetta tipica che c’è quando ti mettono in attesa e prese a camminare per la saletta, lentamente e attendendo. Si appoggiò di nuovo al tavolo, vedendo che Niall si era messo seduto al suo posto, abbracciando Mary e parlando allegramente con David e Lucas. Sentendosi osservato, spostò lo sguardo e le sorrise, per poi muovere la mano a mo di saluto verso di lei. Ricambiò con un sorriso e lo vide mandarle un bacio, a cui ricambiò con dolcezza. Niall fece la domanda a gesti ‘con chi stai parlando?’ e lei poco finemente rispose ‘con ‘sto cazzo’. Lo vide ridere. Lucas si girò a guardarla, e lei rimase impassibile. Sicuramente si era incuriosito dai gesti di Niall e si era girato a guardare con chi parlasse. Il biondino indicò lei a qualcuno e poco dopo entrò Zayn. «con chi parli?» chiese, guardingo. «l’amante!» rispose, mentre lui si faceva avanti, camminando in quel modo sensuale. Ma mannaggia merlino. Sospirò e alzò gli occhi nei suoi, finché non gli arrivò davanti. «con l’aeroporto Zayn! Sto cercando di risolvere il problema del volo. Con le nubi dei vulcani, è impossibile viaggiare dall’Europa all’America. Stanno cercando una soluzione! Ma credo proprio che vi toccherà partire dopodomani, invece di domani!» sussurrò, mentre lui annuiva, sorridendo. «A me sicuramente non dispiace!» scosse la testa, divertita. «come va di là?» chiese, incuriosita e trattenendo una risata. «bene bene!» rispose pacato. «Stefany?» lui alzò un sopracciglio, e Keyra si sporse per guardare cosa faceva Stefany. Si immaginò che si era alterata, invece se ne stava seduta al suo posto, ridacchiando alle battute di Louis e guardando gli altri con occhi a cuoricino. «ah! Ringraziando il cielo non sta facendo la fan impazzita!» «è nostra fan?» chiese Zayn, posandole una mano sui fianchi. «già! Prima del vostro arrivo si è attaccata stile ventosa a me e a Mary!» lo sentì ridacchiare divertito. «no, si sta comportando bene!» ammise. Finalmente ritornò l’addetto dell’aeroporto. «si, sono ancora qui!» sussurrò. «oh! No, no.. mi serve o domani o dopodomani! Non tra tre giorni! Per favore!» si massaggiò le tempie, nervosa. Zayn si piegò a darle un bacio tra i capelli, sistemandosi di fronte a lei, ancora appoggiata al tavolo. «con qualsiasi linea. Mi interessa che partono!» si grattò la base del collo, stanca. «e se chiedessi un aereo privato?» chiese, pensierosa. «ah! Quindi mi sta dicendo che non c’è possibilità di arrivare a New York in nessun modo?» sbuffò sonoramente.
«Non credevo che sarebbero rimasti insieme!» ammise David, facendo prendere un colpo a Lucas, che guardava seduto al tavolo Keyra e Zayn nella saletta. Si girò a guardarlo. «io non credevo neanche che si sarebbero messi insieme. Non tirava bella aria tra di loro, ai tempi della scuola!» ammise, pensieroso e vide David annuire. «Keyra è una persona forte, che va avanti da sola. Lui non sembrava come lei! Anzi, lo vedevo faticare per stare al passo di Keyra!» continuò Lucas, pensieroso. «o forse è Keyra che si è abbassata al livello di Zayn. Per stare lei al passo di lui!» entrambi si girarono a guardare Niall, che li fissava senza nessuna espressione sul viso. «Keyra? Scherziamo?! Non si abbasserebbe mai a stare in un livello per un uomo!» Niall sorrise, debolmente. «si vede che non conosci bene Keyra, perché ti assicuro che l’ha fatto! Non si sarebbe mai fidanzata in casa con un ragazzo. L’ha fatto per Zayn. Non sarebbe mai andata a vivere con lui dopo neanche sei mesi, l’ha fatto con Zayn! Non si sarebbe messa sotto gli occhi di tutti, per Zayn l’ha fatto! Come vedete, Keyra è riuscita ad abbattere le sue paure per andare a pari passo con Zayn! Con difficoltà ma.. Devo dire che se la cavano alla grande insieme!» David e Lucas lo fissarono, pensierosi. «sono felice per loro!» ammise David, con un sorriso. «in fondo Keyra si è sempre meritata un bravo ragazzo!!» Niall sorrise, annuendo. «già. Tante inculature nella vita..» e guardò Lucas, che arrossì un pochino.. «ma alla fine se l’è trovato giusto!» «ALLORA?» urlò Louis, speranzoso. «partite dopodomani! Alle cinque di pomeriggio!» tutti e quattro, esultarono mentre: Liam telefonava a Danielle per dirle di vedersi quella sera a casa sua, Louis telefonò a Eleanor per passare la tarda serata insieme del giorno dopo e Niall guardò Mary per dirle: «stanotte dormi da noi?» e lei annuiva, felice. «è iniziato lo scopa-day?» domandò Keyra, stranita vedendo che tutti si stavano movimentando. Harry si girò a guardarla. «per me no! Per gli altri si! Posso dormire da voi?» Zayn stava facendo gli occhioni dolci a Jessica se poteva spostarsi altrove, in modo da stare vicino a Keyra. Ovviamente, con il suo sguardo ‘si, guardami e muori’ riuscì a far sedere altrove Jessica e si mise al posto al fianco di Keyra. «e chi ti ha detto che non è scopa-day pure per noi?» chiese Zayn, facendo ridere tutti. «se voi scopate ancora un altro po’, esce un piccolo Malik!» ultimamente si parlava troppo di piccoli Malik, eh! Si fece un conto in testa, ripensando se era ok con il ciclo. E in più si grattò per sicurezza. Non si sapeva mai. «no grazie! Harry se vuoi puoi venire da noi!» «venire in tutti i sensi?» lo guardò male, molto molto male. Scosse la testa, esasperata mentre Niall rideva sguaiatamente. «Ehi!» guardò Zayn che sembrava contrariato dalla sua scelta di far andare a dormire Harry da loro. «che ti lamenti?! Tranquillo, dormirà con Zayra!» sussurrò, divertita. «Zayra?» domandò Niall, seduto al suo fianco, tra lei e Mary. «la cagnetta che ha comprato Zayn!» il biondo si sporse da lei per guardare Zayn, che annuiva. «avete un cane? Oddio Zayn, ti prego, portalo in tour!» Il moro scosse la testa. «l’ho comprato per Keyra, per farle compagnia mentre non ci siamo! Porto via Zayra e Keyra che fa?» «ti tradisce!» annuì, alle parole di Louis, mentre tutti quelli che seguivano il battibecco – quindi la fine del tavolo, dove erano seduti loro – risero. Zayn mise il broncio, facendola ridere. Il cellulare non di servizio suonò. «pronto?» rispose, allontanandosi al volo, dirigendosi di nuovo nella saletta. «COSA? Si! Certo, adesso arrivo!!» tornò al tavolo, prendendo la borsa. «scusatemi, ma devo andare!» tutti si girarono verso di lei. «dove?» domandò Mary, alzando un sopracciglio. «all’ospedale! Eveline sta partorendo!» spiegò, in ansia cercando il giacchetto nella sala. «ma mancano ancora due mesi!» sbottò Mary, preoccupata. «eh, lo so!» Zayn si alzò di volata, andando a prendere i loro giacchetti. «mi dispiace, ma le nipoti sono le nipoti!» disse a David, dispiaciuta. «non ti preoccupare! Facci sapere come va, tramite Mary!» annuì e dopo aver salutato tutti di volata, uscirono insieme – lei e Zayn – dal ristorante, chiamando un taxi al volo. 

ANNUNCIO: Questo NON e ripeto NON è l'ultimo capitolo. Capirete quand'è l'ultimo capitolo, quando nel titolo del capitolo ci sarà scritto "ULTIMO CAPITOLO!". Non è ancora finita, quindi NON DISPERATEVI! (: 
Non sto qui a spiegare perché ho aggiornato tardi, tanto non ve ne frega un cazzo e a mi rode il culo! Ma tanto mi rode eh! Se avete domande, che twitter sia con voi! muchlove

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Capitolo 38
*** chapter thirty seven ***


Si sistemò i capelli allo specchio, per poi sentire dei passi dietro di lei. Quella notte era andata a dormire da Mary, per stare un po’ in sua compagnia. «tutto ok?» posò lo sguardo su Mary, appoggiata – ancora in pigiama – alla porta della sua camera. «tutto bene, grazie! Passeremo anche questa!» sussurrò, passandosi un dito sotto il labbro inferiore, per sistemarsi il rossetto.
«io esco!» decretò ad un certo punto, dopo aver tirato un sospiro di frustrazione. «puoi farcela a sopportare i paparazzi e le fan?» chiese preoccupata Mary, sorseggiando il suo caffè. Si guardò ancora dentro lo specchio, pensierosa. Poteva farcela a sopportare i fan e i paparazzi? Bella domanda a cui neanche lei sapeva rispondere.
«sicuramente meglio loro che dover stare vicino ad uno Zayn depresso e che neanche mi guarda, fidati!» sussurrò sorridendo tramite lo specchio e vedendo lo sguardo preoccupato della sua migliore amica.
Tutto era cominciato il giorno prima.
 
A volte la vita era proprio strana. Inclinò la testa di lato, guardando la bambina dalla parte opposta di quella piccola incubatrice. Anche se piccola, piena di rughe e di un colore cianotico, era bella. Sua nipote era bella, anzi no.. Bellissima. E non vedeva l’ora di prenderla in braccio per poter posare le labbra sulla piccola fronte e sentire il profumo che hanno tutti i bambini.
«Avete creato l’ottava meraviglia del mondo, ne siete coscienti?» domandò in direzione di suo fratello Julian, appoggiato alla parete e ad una Eveline totalmente esausta ma felice come una pasqua.
«Si, ne siamo al corrente!» sussurrò di rimando suo fratello, ridacchiando al tono innamorato che aveva usato Keyra. Crollò di nuovo il silenzio, mentre la ragazza scrutava Faith dall’altra parte del piccolo vetro.
Non le interessava che fosse chiusa lì dentro, ma solamente che stesse bene. Che la sua piccola nipotina fosse in forma. In quel momento, mentre dentro se stessa si scatenava una tempesta ormonale, si chiese come sarebbe uscito un figlio suo e di Zayn. Oh! Che immagine spettacolare. Un bambino castano, pelle scura, occhioni con la forma del papà e.. ma cosa stava pensando? Andiamo! Non erano ancora pronti per un bambino. O forse si?
Come risentita da quei pensieri, alzò gli occhi da Faith per poi raddrizzare la schiena, vedendo che Zayn era fermo sulla porta, con un pacchetto in mano e nell’altra dei fiori. Era tornato a casa per prendere il regalo che avevano fatto – lui e Keyra – a Faith ed Eveline. Posò lo sguardo su di lui, pensierosa, vedendo che Zayn la scrutava con uno sguardo strano. Chissà cosa stava pensando il suo ragazzo in quel momento. Gli sorrise delicatamente e lo vide cadere dal suo mondo fantastico, ricambiando poi il sorriso ed entrando finalmente nella stanza, attirando gli sguardi dei neo-genitori su di lui.
«Bentornato cognato! Cos’è quella faccia?» chiese Julian mentre il moro sbiancava ancora di più – se possibile – per poi scuotere la testa castana. Si fece avanti dando una stretta di mano a Julian e un bacio sulla guancia ad Eveline, che sorrise quando le diede il regalo.
«un piccolo regalo di benvenuto per la nipotina e un regalo per voi da parte di entrambi!» Esclamò Keyra, prendendo parola per poi tornare a dare le dovute attenzioni alla bambina che dormiva dalla parte opposta del vetro.
Anche Zayn si piegò a guardare la bambina, dalla parte opposta a cui si trovava Keyra. Oltre quello stupendo spettacolo di sua nipote, ora aveva quello che lei chiamava ‘lo spettacolo che toglie il fiato.’ Vedere Faith con dietro Zayn era qualcosa che le toglieva il fiato, ancora di più del solito, se possibile. Soprattutto vedendo lo sguardo dolcissimo che Zayn indirizzò verso la bambina dentro l’incubatrice. Sentì la carta strappata del regalo e un mugugno di Eveline. Nello stesso momento sentì il tipico rumore dello scatto di una fotografia.
«questa va subito su twitter!» sussurrò Julian, trafficando con il cellulare e perdendosi sul suo mondo mentre lei alzava gli occhi al cielo esasperata, per poi appoggiare lo sguardo su Eveline che scrutava la tutina con su scritto: “sono la nipote di Keyra.. Fuck yeah!” e sorrideva felice. «voglio assolutamente una foto di Faith con questa.» Esclamò Julian, ridacchiando. Scosse ancora la testa, stranita.
Crollò il silenzio mentre lei tornava a guardare Faith nell’incubatrice. Certo che era bella eh! Chissà quanti cuori avrebbe spezzato da grande.
«Ora tocca a te!» si girò a guardare Julian e fece una smorfia quando capì il senso di quella frase. Rizzò di nuovo la schiena e finalmente si allontanò dall’incubatrice.
«Oh cristo! Non cominciare anche tu eh!» sbottò andandosi a sedere sul letto di Eveline, che cercava di capire come funzionassero i walky-tolky per i neonati. «ma..» lo bruciò con lo sguardo, seduta stante.
«ma niente.. ho 19 anni, Julian! Tu ne hai 29. Mancano ben dieci anni prima che cominci a pensare ad un figlio!» sussurrò, controllando il cellulare, pur di non incontrare lo sguardo di un certo moro con gli occhi scuri che, lo sentiva, la stava guardando.
«sai che carini tuo figlio e Faith?» sospirò depressa, in procinto di urlare ma Eveline la salvò. «Julian. Vai in corridoio con questo. Vediamo se funziona! Susu..» gli consegnò il walky-tolky e lo spinse verso la porta. Subito guardò Keyra e le fece un sorriso di incoraggiamento. Keyra mormorò un ‘grazie’ senza voce e Eveline sorrise con più enfasi.
Zayn si avvicinò di nuovo all’incubatrice. «ehi nanetta. Goditi la vita lì dentro perché appena esci conoscerai quella racchia di tua zia e ti pentirai di essere nata. Non sai in che mani sei stata messa.» Fece scattare la testa verso Zayn. «crepa con dolore Zayn!» sbottò incazzata e lo vide ridere vedendo sicuramente il labbro inferiore che Keyra aveva tirato fuori, offesa. Si avvicinò a lei e si piegò a darle un bacio sulle labbra. «ti amo!» sussurrò il moro, con gli occhi innamorati. «ti odio!» rispose Keyra, ma sorrise e lo vide sorridere di rimando. Poteva creare una squadra di calcetto con lui? Lì in quella stanza con Eveline come spettatrice.
«ti amo anche io!» scosse la testa, esasperata dal suo ragazzo. «forse è ora che ti vai a fare una visita dall’otorino, Zayn! Amplifon ti aiuterebbe a capire che ho detto “ti odio” e non “ti amo”.» Il moro sorrise dolcemente, sapendo che Keyra si stava cominciando ad esasperare.
«ti amo anche io baby!» ripeté per la centesima volta, facendo alzare gli occhi al cielo alla piccola di casa Smith. «Otorino!» sibilò guardandolo male. «Oroma!» rispose Zayn trattenendosi dal riderle in faccia. Arricciò le labbra, pensierosa cercando di capire il senso di quella frase. Quando capì il gioco di parole, alzò molto finemente il dito medio. «non ti sopporto più cazzo! Sei insopportabile. Quando parti?» Zayn si lasciò andare ad una risata di cuore, insieme ad Eveline.
Dieci minuti dopo entrò tutta la famiglia Smith per dare ancora il benvenuto alla piccola Faith. Zayn si mise seduto in poltrona, trafficando con il cellulare.
«quella foto l’hai messa su twitter, vero?» lo sentì chiedere a suo fratello, e si girò a guardarli. Confabulavano chissà su cosa. Sapeva che Julian ancora non si fidava di Zayn, ma avrebbe imparato presto a fare il contrario. Lo vide annuire, per poi vedere Zayn tornare a cercare la foto sicuramente su twitter. «se la retwetti ti ammazzo, lo sai, vero?» sbraitò, facendolo sorridere.
«troppo tardi!»
Quanta pazienza ci voleva con quel ragazzo?
 
Tamburellò le dita sul volante, andando a ritmo della canzone che in quel momento passava in radio. Una delle poche volte che Zayn lasciava una canzone senza mettersi lì a lottare con la radio, cercando canzoni decenti.
Si girò a guardarlo, vedendo che stava appoggiato al finestrino, con il mento posato sul palmo della mano. Molto, troppo silenzioso il suo ragazzo. Lo vide guardare distrattamente fuori dal finestrino.
«Una sterlina per i tuoi pensieri!» se ne uscì, facendolo crollare nel mondo dei vivi e lo vide girarsi a guardarla.
«se ti dicessi tutto ciò che mi passa per il cervello, diventerei ricco e tu povera!» sussurrò facendo un sorriso tirato. Arricciò le labbra.
«baby.. sei già ricco! E io non sarò mai povera!» ribatté con enfasi, facendolo sorridere in modo pronunciato. Quanto le sarebbe mancato quel sorriso.
«allora, che succede? Sei troppo silenzioso!» Crollò di nuovo il silenzio nell’abitacolo, se si toglieva la musica che proveniva dalla radio. Abbassò la radio, lasciando quel rumore fastidioso del silenzio. Ci avete mai fatto caso che anche il silenzio è rumoroso? A lei dava tremendamente fastidio il rumore del silenzio. La faceva sentire vuota. Non riusciva a concentrarsi con quel rumore.
«mi preparo psicologicamente al tour!» alzò le sopracciglia a quelle parole appena uscite dalle labbra di Zayn. Ma che la prendeva per scema? Pensava seriamente che credesse a quella stronzata.
«Balle! Spara la verità!» Zayn non aveva bisogno di prepararsi a nulla, tantomeno ad un tour. Si guardarono mentre attendeva che il semaforo diventasse verde. Lo scrutò negli occhi e, vedendo quello sguardo così serio, sentì un pelo di ansia addosso. In pochi secondi pensò seriamente a tutto il possibile immaginabile. Arrivò anche a pensare che si fosse rotto di lei.
«facciamo un figlio?» Per fortuna che stavano fermi al semaforo. Perché se non fosse stato così, Keyra avrebbe fatto sbandare la macchina e un incidente avrebbe bloccato lì quel discorso. Quasi non si strozzò con la saliva sentendo quella frase. Divenne di un rosso cianotico, quasi sentendo la mancanza del respiro.
«Lo sapevo che te ne saresti uscito così, prima o poi!» ammise, guardando il suo ragazzo, sentendosi avvampare solo all’idea di un figlio loro. «ci hai pensato anche tu, quindi?» chiese Zayn totalmente incredulo. «si, ovviamente si! Ultimamente si parla troppo di bambini. Mi è scappato il pensiero, lo ammetto!» lo vide sorridere, come se fosse contento di quella cosa.
«Non smetti di stupirmi. Pensavo che alla mia domanda ti saresti sentita male!» lo scrutò attentamente, notando il sorriso che gli arrivava da una parte all’altra della faccia. Aveva un brutto presentimento. «Zayn.. non dirmi che lo vuoi veramente..» sussurrò  così piano quasi da non sentirsi.
Lo vide tentennare a quelle parole, come se gli avevano dato una stilettata sul cuore. Vide quello splendido sorriso schermire pian piano dal suo volto. «non lo vuoi, vero?» la voce che usò fu quella di un bambino piccolo che ci era rimasto male dalla risposta appena ricevuta. «non ho detto questo.. Solamente che.. è troppo presto, non trovi?» chiese, ma sapendo già cosa avrebbe risposto Zayn, di lì a poco.
Era la prima che, se non fosse stato per il suo cervello, si sarebbe buttata su Zayn all’istante e avrebbe fatto un figlio. Ma non si poteva, perché, dannazione erano ancora dei ragazzini. «no, non trovo!» Keyra si ritrovò a sospirare, leggermente depressa. Era una testa dura, come lei. Zayn se si metteva in testa una cosa, quella rimaneva.
«Zayn, pensa a quanto rovinerebbe la tua vita un figlio. Un bambino non è un giocattolo. Dovresti saperlo!» «e infatti lo so! Keyra, io voglio un figlio da te. Ci ho pensato tanto!» lo notava, sennò sicuramente non sarebbe stato così sicuro di ciò che diceva. Ma come dirglielo, che era troppo presto e che stava, come sempre, correndo troppo? «Zayn, per favore..» biascicò, abbassando lo sguardo verso le mani che torturavano il laccetto della felpa. «per favore cosa, Keyra? Tu hai un lavoro, io anche, abbiamo casa, ci amiamo, che altro dobbiamo inventarci per essere davvero felici?» quelle parole non poteva averle davvero dette un maschio. Di solito erano le femmine a farsi tutti quei film mentali. Perché in quella situazione era lui a farseli? Sospirando, gli prese la mano. «non ho detto che non voglio, Zayn! Sto semplicemente posticipando. Non sono ancora pronta Zayn! Non mi stai chiedendo di andare in vacanza insieme. Mi stai chiedendo un figlio. Lo capisci quanto sia difficile per me? Non ti ho detto di no, solo.. non riesco ancora a volare come ci riesci tu. Io sono ancora bloccata a terra, cercando di abituarmi alle ali. Mi capisci?» lo vide scuotere la testa, non si sapeva bene se per rispondere alla sua domanda o perché fosse incredulo di quella discussione.
Mentre loro discutevano, non si accorsero che – non si sa come – i paparazzi erano poco distanti e, ovviamente, li stavano riprendendo. «hai 19 anni, Zayn! Io li devo ancora fare. Tu hai sempre pensato alle tue sorelle, ma crescere un figlio è molto più difficile che badare alle tue sorelle ogni tanto quando tua madre non è in casa.» continuò, sperando di farlo ragionare ma lui sembrava non volerla sentire.
«Quando ci siamo messi insieme tu sei sbiancato quando ti ho provato a dire, scherzando, che volevo dei figli da te. E tu quello stesso giorno mi hai detto di aspettare qualche anno. E’ passato solo qualche mese, non anni, Zayn!» Lui si morse il labbro, come faceva di solito quando era soprappensiero o semplicemente quando era in ansia. «Si ma..» provò il moro, pensieroso e triste. Lo vide guardarla, per prendere poi un respiro profondo come se si volesse caricare di una forza che in quel momento non aveva.
«Lo so, però.. le cose cambiano! Noi stiamo bene insieme, si.. è vero siamo giovani ma, come puoi pensare che un bambino rovini ciò che siamo? Per me lo rafforzerebbe.. In fondo a mia madre hai detto..» lo bloccò, all’istante.
Sapeva dove voleva andare a parare e non le sembrava il caso di continuare a farlo parlare, perché avrebbe animato ancora di più la sua frustrazione.
«per favore.. Renditi conto di ciò che mi stai chiedendo. Pensa un secondo alla tua proposta e capisci della grandezza di essa. Non si sta parlando di un giocattolo. Un bambino non si lascia per strada, Zayn! Ora tu sei nel pieno del tuo successo. Se io adesso ti dessi un figlio, tu smetteresti di fare ciò che più ami al mondo. Vuoi un figlio? Ok, te lo darò. Ma non adesso!» Poteva sembrare una cattiveria quella che gli stava dicendo, ma.. in fondo era la verità. Era accecato dalla situazione. Era completamente in balia di tutti quei discorsi, del fatto che era nata Faith a fargli pensare quelle cose.
«Ho bisogno di schiarirmi le idee!» disse Zayn dopo qualche secondo di silenzio. Fece per aprire la portiera. «Non penserai di schiarirti le idee camminando, vero?» chiese mentre Keyra chiudeva la portiera con la chiusura interna. «mi stai impedendo di camminare?» scosse la testa. Certo che no! Era la prima che si schiariva le idee camminando e con la musica nelle orecchie. Peccato che lei poteva, mentre lui no! Sicuramente sarebbe stato assalito dalle fan se solo fosse uscito da quella macchina.
«no, se vuoi camminare bene. Ma tu sei sicuro di arrivare sano e salvo a casa se tu scendi da questa macchina?» domandò, scrutandolo. Lo vide pensarci su a quelle parole. Anche lui sapeva che, se scendeva da quella macchina avrebbe fatto tutto tranne che schiarirsi le idee.
«ti riporto a casa. Poi andrò da Mary, ok? Così hai tutta casa per te per pensare a tutto ciò che vuoi! Tornerò solo quando tu mi farai uno squillo!» lo vide annuire e rilassarsi in macchina.

Venti minuti dopo la portiera dalla parte del passeggero si chiuse e, senza averla salutata con il solito bacio, guardò Zayn entrare in casa, senza calcolare minimamente le fan che attendevano fuori dallo stabilimento di case a schiera dove abitavano.
 
 
Quando arrivò agli Studios, quasi non si sentì male per quello che le fan le tirarono dietro a parole. Fu davvero distruggente sentirsi dire che era una stronza perché aveva lasciato Zayn. Qualcuno aveva fatto girare la voce che si erano lasciati. Ora non si poteva neanche più discutere che vieni attaccata da un gruppo di fan impazzite. Entrando negli Studios, sorrise a Paul e salutò i ragazzi come se niente fosse. Quel giorno avrebbero registrato una delle nuove canzoni dell’album e lei doveva rimanere per forza lì con loro.
«Perché non sei tornata a casa?» La penna che scriveva lentamente sul foglio della sua agenda si bloccò sentendo quelle parole. Alzò la testa e si ritrovò Zayn appoggiato alla scrivania dove lei si era appoggiata inizialmente per appuntarsi delle cose.
«Oh! Hai ritrovato la voce, che bellezza! Se non l’avessi ritrovata mi sarei preoccupata, visto che oggi dovete incidere il nuovo singolo!» lo sfotté, un po’ incazzata perché non si era fatto sentire per tutto il pomeriggio e la sera del giorno prima. Insomma, che diamine!
«Ti ho fatto una domanda. Potresti anche rispondere invece di usare il sarcasmo!» Sbottò lui, lasciando stare la voce mogia per incazzarsi.
«veramente ti avevo detto “quando mi farai uno squillo, tornerò a casa!” non mi pare di averlo ricevuto.» rispose un po’ risaputa di tutto quel tono incazzoso. Zayn fece una smorfia e lei tornò a scrivere i suoi appunti.
«Io non ti ho fatto lo squillo pensando che tu saresti tornata comunque. Ma a quanto pare come al solito io penso una cosa e tu ne fai un’altra!» E detto questo se ne andò com’era venuto. Per tutto il restante giorno non si scambiarono neanche un respiro. E di sicuro tutti intorno a loro si erano accorti che tra i due, non passava buona aria. A parte che non si guardavano neanche, ma soprattutto non si scambiavano neanche una parola.
Quando si doveva stare in mezzo alla gente, i due stavano a stretto contatto, come un protetto sta con il proprio manager, ma niente di più. Si sentiva come divisa in due e, sinceramente, l’idea che Zayn il giorno dopo sarebbe partito e non l’avrebbe rivisto prima di un mese, l’uccideva. Soprattutto l’idea che stavano in fase ‘scazzo’ tra di loro e lui sarebbe partito di lì a poche ore.
L’ora di tornare a casa arrivò e, dopo che i ragazzi si furono messi d’accordo con Paul e gli altri manager dell’orario d’incontro alla Syco, Keyra salutò tutti e si diresse verso la macchina. Stava per aprire la portiera quando si accorse che Zayn stava andando verso la macchina di Harry. Lo guardò con sguardo triste e lui sicuramente si sentì osservato, tanto che si girò a guardarla.
«Vado con Harry. Ci vediamo a casa!» Strinse la mascella e, dopo un gesto veloce della testa entrò in macchina. Ma invece di svoltare a destra – la strada che portava verso casa-, svoltò a sinistra dirigendosi da tutt’altra parte. Fermò la macchina davanti ad un parco e, guardando fuori dal finestrino si rese conto che era una bella giornata per una passeggiata al parco. Così, dopo aver messo il freno a mano scese ed entrò nel parco vuoto. C’erano solo qualche coppietta che cercava un po’ di privacy, qualche signora con il suo cane e qualche persona che correva. Per il resto, in quel parco c’era la pace dei sensi. Camminò lentamente, con la musica nelle orecchie.
Mentre nel suo ipod passava una melodia di Einaudi – le onde – si fermò a pensare in procinto di un laghetto artificiale. Le passarono davanti un gruppo di papere che camminavano sulla riva e sorrise teneramente vedendo che, quello che doveva essere il figlio della papera era completamente inesperto nel camminare. Sorrise ancora più pronunciata quando notò che la mamma papera si era fermata e, senza troppe cerimonie l’aveva preso tra il becco per camminare più velocemente e non essere bloccata ogni due passi da suo figlio. A volte la natura era davvero curiosa. Li seguì con lo sguardo e poi tornò a guardare le piccole onde del lago infrangersi sulla riva.
Possibile che dovesse dare davvero un figlio a Zayn per farlo contento? Era davvero pronta a quel passo con Zayn? No, non era ancora pronta. Solo l’idea di rimanere incinta le faceva tremare le ginocchia. Ma non era l’idea di avere un figlio da Zayn che l’impauriva. Era l’idea di avere un figlio punto. Lei era una di quelle persone che aveva in mano la sua vita. La sua vita era programmata in modo tale che tutto fosse al suo posto. Un figlio, avrebbe messo scompiglio in quella che lei chiamava la vita perfetta. Non che questo voleva dire che non avrebbe mai avuto figli, ma semplicemente in quel momento non sapeva dove mettere un figlio. Da quello che capiva, un figlio non è facile da tirare su. La tua vita si plasma intorno a quello che è tuo figlio. Lei era pronta a far gestire la sua vita da un bambino? Perché tutto girava intorno al neonato. “A che ora andarlo a prendere, dargli da mangiare, portarlo al parco intorno alle quattro, dargli la merenda”. Non era pronta a tutto quello.
Di certo non era una di quelle che pensava che i figli rovinavano la vita. Semplicemente era ancora troppo presto perché, lei in primis aveva pensato ad un figlio di Zayn. Sai la gioia che avrebbe provato ad avere in grembo un figlio di Zayn? Ma non in quel momento. Era troppo presto e, l’idea di avere un figlio da qualsiasi persona le metteva l’ansia. O forse aveva semplicemente paura che, se si fosse reso conto di quanto fosse difficile tirare su un figlio, Zayn l’avrebbe lasciata. Ma sapeva che in fondo non sarebbe mai successo perché Zayn non vedeva l’ora di avere un figlio da lei. Ma era anche vero che la vita del suo ragazzo sarebbe cambiata almeno quanto la sua. Perché non riusciva a rendersene conto?
Quando tornò a casa, intorno alle sette, la trovò vuota. Zayn non era nei paragi e, quando si rese conto che casa era vuota, fece una smorfia e posò la borsa sul divano venendo acclamata da Zayra.
La coccolò un pochino, seduta per terra di fronte all’entrata per poi portarla fuori a fare una passeggiata, per fare anche i bisogni. Rientrando a casa lasciò il cane libero e si diresse in camera, si spogliò e si mise nel letto, addormentandosi poco dopo.
 
 
“mi dispiace. Non stiamo più bene insieme Keyra! Forse è meglio se ci lasciamo!” lo disse con tono impassibile, come se in realtà non gli interessasse nulla di quello che stava dicendo. Come se non vedesse l’ora di lasciarla lì, in quella stanza da sola. “ma.. tu mi hai chiesto un figlio!” lo vide annuire. “te l’ho chiesto e tu non me l’hai voluto dare. Hai rovinato tutto! E’ solo colpa tua se ora ci stiamo lasciando!” Non poteva essere. La stava incolpando perché aveva deciso di non dargli un figlio. Non poteva fare sul serio.
Annaspò in cerca di aria e, senza ombra di dubbio uscì dal sogno per ricadere sul mondo dei vivi. Si mosse nel letto e le uscì un gemito di ansia, mentre si allungava per accendere la lampada sul comodino. Quando spinse il bottoncino si girò a guardare la parte del letto dove di solito dormiva Zayn e..
Lo trovò lì, che dormiva beatamente ignaro di quello che succedeva intorno a lui. Singhiozzò impaurita e si portò una mano di fronte alla bocca come se volesse nascondere quel gemito sommesso. Posò la testa sul suo braccio come a volersi assicurare che fosse lì davvero e che non fosse un sogno. Zayn si girò a guardarla poco dopo, mezzo nel mondo dei sogni e mezzo sveglio. «Kè!» sussurrò allarmato e in un nano secondo si girò verso di lei e la fece alzare da quella posizione in cui si era messa. Lo guardò negli occhi e vide l’ansia nel suo sguardo.
«perché piangi?» si portò una mano agli occhi e si rese conto che stava piangendo, proprio come diceva Zayn! «tu..tu vuoi lasciarmi perché non voglio darti un figlio?» chiese, singhiozzando. Lo vide allargare leggermente gli occhi castani, come incredulo di quella frase.
«Assolutamente no! Non ti lascerei neanche se mi dicessi che sei lesbica, Keyra! Vieni qui!» allargò le braccia e lei ci si tuffò come un naufrago si tuffava su un salvagente. Affondò la faccia nel suo petto e sentì Zayn stringerla delicatamente a sé, cullandola come se fosse una bambina piccola che aveva appena fatto un brutto sogno. Si, in realtà l’aveva fatto il brutto sogno e aveva davvero tanta paura che si trasformasse in realtà.
«perché piangi?» chiese di nuovo il moro, accarezzandole i capelli così delicatamente da sembrare quasi una finta carezza. «perché ho sognato che mi incolpavi del fatto che ci stavamo lasciando perché avevo detto che non volevo darti un figlio!» lo sentì tirare un respiro lungo. «non ti lascerei per questo. Tu non hai detto ‘non ti darò mai un figlio’ ma ‘non adesso’. Ho aspettato per tante cose, posso farlo anche per questo. E anche se tu mi dicessi “non ti darò un figlio, mai!” io ti rimarrei comunque vicino. Capisco cosa stai provando, capisco che te hai bisogno di molto più tempo di qualsiasi altra persona. Va bene, aspetterò. So aspettare, perché sono consapevole che tu vuoi darmi un figlio. Non ora? Ok, attendo!»
Tirò su con il naso, rassicurata un pochino da quelle parole.
«ma tu me lo diresti se stai aspettando troppo, vero?» lo sentì piegarsi a darle un bacio tra i capelli, come a risponderle positivamente.
Si fece trasportare e tornarono stesi, sentendo le braccia di Zayn stringerla protettivamente a sé, continuando a cullarla come se volesse infonderle calma.
Non voleva che se ne andasse. «Resta con me, Zayn!» sussurrò, in un momento di debolezza allo stato puro. Lo sentì respirare lentamente, per poi darle un altro bacio tra i capelli.
«Lo farei, se potessi!» ammise il moro, stringendola di più a sé. Ci mancava poco che i loro corpi si fondessero. «posso venire io con voi!» se ne uscì, pensando ad ogni modo per non staccarsi da lui. Non voleva lasciarlo, come se avesse paura che se lui fosse partito, non sarebbe più tornato da lei, nella loro casetta. «Oh no! Tu resterai qui, farai il tuo esame, studierai e solo dopo aver fatto l’esame verrai in America! Pensa che è solo un mese..» la faceva facile lui, dannazione!
«E’ solo un mese Keyra.. e..» lo sentì rimanere in silenzio, come se cercasse le parole giuste per dire qualcosa. «e.. quando verrai in America, mi ritroverai lì ad aspettarti. E sono sicuro che troverai lo stesso Zayn che trovi sempre. Quel Zayn che appena ti vede diventa un bambino di fronte ad un albero di natale. Le cose non cambieranno, ne ora.. ne mai!» strinse i denti e, senza troppe cerimonie si buttò su di lui, baciandolo con foga e lasciando sfogo alle sue frustrazioni.
 
 
“L’ultima volta che ti ho scritto una lettera era perché tu te ne stavi andando. Ora me ne sto andando io, ma volevo solo dirti una cosa. Ti amo, e ti amerò per sempre! Si, sono un idiota romantico del cazzo, ma fattelo dire ogni tanto. Ora starai pensando ‘non me lo dici già abbastanza?’ No. Non te lo dico abbastanza per i miei gusti. Continua a farti le tue seghe mentali, sul pensare che io e te prima o poi ci lasceremo, che magari prima o poi mi stufo di te. Mentre io invece mi faccio altri film mentali. Di te e me all’altare. E magari un nanerottolo moro con gli occhi scuri che porta le fedi di matrimonio, che inciampa nella navata goffo almeno quanto sua madre.
Io e te non ci lasceremo mai perché proprio perché siamo io e te, con idee diverse, non ci stancheremo mai l’uno dell’altro. Ora vedrai questa lettera come due anni fa.. o forse no! Fatto sta che, se la vedi come due anni fa, chiamami che ti schiarisco le idee, ricordandoti di ieri sera. Anzi no! Non mi chiamerai perché sei orgogliosa. Allora guarda sotto al cuscino, orgogliosa del cacchio!
Ps: sai che quando piangi prima di andare a dormire russi? Pensavo che fosse solo quella volta a casa mia, ma ieri è successa la stessa cosa. E dico russare per dire russare. Sembravi un treno! Ahaha!
Pps: per fortuna hai un mese per sbollire la rabbia di questa presa in giro.
Ppps: ti amo!”

 
Alzò il cuscino e, sotto di esso, una piccola scatolina di raso nera. Quando venne aperta dalle dita tremanti di Keyra, incastrata nel cuscinetto vi era una fedina d’oro bianco.
All’interno l’incisione spiccava e cambiava colore a seconda della luce che catturava. “tu.. la ragione del mio sorriso!








 
LEGGETE LO STATUS SOTTO PER FAVORE! TANTE INFORMAZIONI DA SAPERE!

Spazio dell'autrice: si, avevo detto che aggiornavo per il 12 ma ho trovato uno spicchio di tempo ed eccomi qui.
Allora, vorrei dirvi alcune cose:
- Molte di voi mi hanno chiesto cosa mi fosse successo lo scorso capitolo, nelle mie note personali. Niente di che ragazze. Sto passando un periodo della mia vita che non è stabile.
Io e il mio cervello non siamo stabili proprio per niente. Sto in una fase della mia vita dove sto cambiando tutto.
Non so se sapete che io mi sto per trasferire a Londra. Per me non è facile per niente, perché sto ricominciando da capo. Spesso ho crolli emotivi, come successo nel capitolo precedente. 
- L'11 quasi sicuramente mi trasferisco definitivamente a Londra. Non per i 1D, non per Harry Potter e cazzate varie. Vado lì per staccare la spina da una situazione familiare che non è delle migliori. In poche parole scappo dalla vita di tutti i giorni e mi trasferisco a Londra per ricominciare a vivere.
con questo vorrei dirvi che non avrò internet all'inizio. Già per affittare casa ci è costato una barca di soldi, non so se siamo disposte a comprare anche Internet. Vedremo, mai dire mai. Ma ringraziando il cielo Londra è piena zeppa di zone con il wi-fi, quindi ho la possibilità di aggiornare. E se anche non fosse così, userei un internet point. Tutto per voi. Ma vi posso chiedere un favore? Non tartassatemi tutte con la stessa domanda "quando aggiorni?" perché non ne ho la più pallida idea. Soprattutto ora che mi sto per trasferire. 
Non vado lì per divertirmi, ma per cercare lavoro, fare un'esperienza nuova e non starò attaccata al pc come adesso. 
Cercate di capire che, se voi mi chiedete ogni giorno "quando aggiorni" io sclererò ancora di più di quanto già non farò. In fondo sono in una nuova città, a parlare una lingua estranea e da sola. Mi fa sempre piacere sapere che a voi piace ciò che scrivo ma.. sarò davvero sclerata nei primi mesi, e ho paura che se voi mi fate tutte la stessa domanda, prima o poi sbroccherò a qualcuna di voi perché in realtà sto in fase 'sclero' per qualcosa a Londra. Quindi, magari prima di farmi tutte la stessa domanda, controllate che non abbia già risposto a qualcun'altra di voi.
- Come avevo detto, volevo aggiornare quando ero nella capitale Inglese ma l'ho fatto prima, anche per spiegarvi cosa sto passando in questo momento e per scusarmi per il grosso ritardo con cui ho postato. Non so come sia venuto il capitolo. Bene o male, piatevelo così com'è. Anche perché ultimamente sto più in fase 'sto sclerando ora sbrocco a tutti' che altro. Normale, ad una settimana dalla mia partenza. 
Quindi siate bonarie e cercate di capire che, se ho aggiornato così tardi è solo perché l'affittare casa si è resa una cosa davvero I M P O S S I B I LE.
- Mi potete trovare su twitter: 
https://twitter.com/_marrymezayn , su FB: http://www.facebook.com/keyra.m.smith e su Ask (ecco, magari fatemi lì le vostre domande.. prima o poi vi rispondo, I promise!) http://ask.fm/marrymezayn . Per il resto.. Vi amo, continuo ad amarvi perché siete persone favolose che continuano a mandarmi complimenti su quello che scrivo.
♥ Vi amo tutte, ricordatevi di me, mezza sclerata perché si sta trasferendo a Londra. (non credo che mi vedrete mai più così sclerata) AHAHAHAH. See you later, baby!

 

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Capitolo 39
*** chapter thirty eight - penultimo capitolo! ***


Affondò i denti nel muffin nello stesso momento che qualcuno suonava il campanello. Sbuffando si alzò dal divano, urlando che stava arrivando. Zayn era partito con i ragazzi per il tour americano e lei era dovuta rimanere a casa per cominciare a studiare, per gli eminenti esami del quinto anno. Quando aprì la porta, venne investita da una furia chiamata Savannah.
«che cazzo ci fai ancora in tuta?» alzò un sopracciglio.
«ciao Savannah! Si, io sto bene e tu?» la ragazza ferma sulla porta della sua meravigliosa casa, la guardò male.
«sisi, rimandiamo i saluti a dopo! Ti sei dimenticata del ballo scolastico?» si perse nei suoi pensieri, ricordandosi solo in quel momento del famoso ballo per gli studenti dell’ultimo anno.
Nella scuola c’era un grande cartellone all’entrata, e volantini sparsi ovunque nella scuola e sulle pareti di essa. Ricordò quella volta che uno studente le aveva dato un volantino, e dopo averlo letto con sguardo annoiato, l’aveva buttato al primo cestino della scuola che le era capitato a tiro.
«ah si.. Ora ricordo!» disse, schioccando la lingua.
«beh?! Non ti prepari?» tornò sul mondo dei vivi, posando lo sguardo castano in quello azzurro della sua compagna.
«certo che no! Non ci vengo mica!» Savannah entrò senza neanche essere invitata, ma poco le interessava.
«complimenti per la casa. Ma da quando ti sei trasferita?» ora che ci pensava..
«tu come facevi a sapere che abito qui, ora?» domandò, mentre Savannah si guardava intorno.
«ho chiesto l’indirizzo alla tua tutor. Comunque.. tu vieni, eccome!» alzò gli occhi al cielo.
«senti Savannah. Non sono in preda all’entusiasmo, non mi va di vestirmi, ne di truccarmi e soprattutto non ho voglia di stare ad una festa senza accompagnatore. Vai al ballo, divertiti e ci vediamo domani per studiare, ok?» la rossa la guardò in tralice.
«neanche morta. Tu vieni!» Savannah la prese per mano e la condusse su per le scale, cercando la camera mentre Keyra piagnucolava che non le andava di andare a quel dannato ballo.
«zitta! Dove cazzo è la tua stanza?» non rispose, ma Savannah la trovò da sola, ed entrata in camera rimase a guardarsi intorno, incuriosita.
«ti concedo cinque minuti per farti una doccia. Se non vai, vieni alla festa che puzzi e con i peli!» la guardò male.
«io non ho i peli. Ho fatto la luce pulsata!» sbottò, contro voglia.
«allora solo che puzzi! Vuoi venire alla festa che puzzi?» guardò male ancora la sua amica.
«io non ci vengo!» esclamò, testarda. «se tu non vieni io troverò il modo di farti bocciare!» guardando male la sua amica, entrò nel bagno mentre lei con un sorriso chiedeva dov’era l’armadio. «apri quella porta, e lo trovi!» tempo cinque minuti, quando uscì la trovò sulla soglia della porta.
«Savannah?» domandò, preoccupata.
«tu sei seria? Tu mi vuoi dire che avete un armadio grosso come una camera?» chiese, girandosi a guardarla.
«non grosso come una camera. Quello è una camera! Zayn ha tanti vestiti, ed ultimamente anche io!» la ragazza entrò, aprendo le diverse ante e cercando i vestiti di Keyra.
Dopo quasi venti minuti, tirò fuori un vestito bianco, che si era comprata un mese prima a Los Angeles.
(http://media1.onsugar.com/files/2010/04/17/1/688/6889060/2a8da88137fea663_vanessa_hudges_high_school_musical_3_premiere.jpg)
«e sotto..» alzò gli occhi al cielo.
«Savannah, so vestirmi grazie!» sbottò, tirando fuori delle scarpe con il tacco, nere e tirando fuori tutti i diversi oggetti da indossare. Collane, bracciali ed anelli. Preso l’intimo si diresse in bagno per poi uscire dieci minuti dopo, già vestita e buttandosi sulla sua zona trucco, dove si mise a truccarsi creando uno smoky abbastanza potente, da mettere in risalto i suoi occhi.
«dov’è Zayn?» chiese ad un tratto Savannah, curiosa.
«Mi stupisco che tu non lo sappia! In tour con gli altri!» spiegò, mentre si metteva il mascara. «com’è convivere con il proprio ragazzo? Non è troppo presto?» chiese, curiosa. Sorrise, mentre la guardava dallo specchio.
«non è male convivere. Non so come la vede la gente normale la convivenza, ma in fondo è ciò che volevo. Stare con lui, e ci sto. In fondo già sapevo com’era convivere con lui, visto che ci ho convissuto per cinque mesi. Non mi è cambiato molto avere solo lui senza gli altri.» ammise, posando il mascara.
«si, ma così siete solo voi due.» si girò a guardarla.
«praticamente con il nostro lavoro non viviamo quasi mai qui a casa. Con tutti i viaggi che facciamo è veramente raro stare da soli. Questo è il nostro spazio quando abbiamo bisogno di passare un po’ di tempo solo io e lui. Fidati, non ci dispiace vivere da soli!» spiegò, mentre prendeva una borsa per mettere dentro tutto l’occorrente.
«perché non volevi venire?» chiese curiosa, mentre attendeva seduta sul letto che Keyra finisse di prepararsi.
«non sono tipa da feste, soprattutto quando si parla di balli scolastici. Non ho partecipato neanche a quella dell’High School. Ma in fondo non stavo facendo nulla, quindi perché non venire?» disse, sorridendo con dolcezza.
«sono pronta, andiamo?» uscite di casa, ovviamente ricevettero la visita dei paparazzi, ma non ci fece molto caso mentre salivano sul suv. Arrivate davanti all’albergo dove la scuola aveva preso la sala da ballo, entrò nel parcheggio e vide qualche compagno.
«Keyra!» abbracciò Andrew, un compagno di classe.
«ehi.. è tanto che non ti vediamo!» sorrise, con dolcezza. «è diventata una donna di mondo. Dobbiamo ringraziare il buon gesù che era a Londra, in questi giorni!» Disse Savannah e Keyra prese sotto braccio Andrew, che alla fine le stava simpatico perché era molto timido e arrossiva ad ogni cosa.
«ma smettila! Allora, come stai Andrew?» chiese, girandosi a guardarlo.
«tutto bene! Sto diventando pazzo con lo studio..» Savannah alzò una mano.
«Ahh! Non si parla di studio oggi! Andiamoci a divertire!» entrarono nella grande sala da ballo, addobbata a festa e la prima cosa che Keyra si prese fu un bicchiere di birra. Parlò con i suoi amici, rise e in fondo si stava anche divertendo. Andrew le provò anche a chiedere se voleva ballare, ma rifiutò dicendo che era davvero una schiappa nel ballo. Lo lasciò andare a ballare con un’altra ragazza, e si appoggiò ad una colonna, guardando i suoi compagni ballare e divertirsi.
«posso offrirti qualcosa da bere?» si girò e scrutò il ragazzo di fianco a lei. Lo conosceva, eccome se lo conosceva. Andy Gregory, il rubacuori della scuola.
«ho già la mia cosa da bere, sei per caso cieco?!» domandò, e lui perse il sorriso.
«Keyra, giusto?» sorrise in modo divertito.
«Si!» rispose senza chiedere indietro il suo nome, sapendo già dove voleva arrivare.
«mi domandavo come mai una ragazza così carina fosse da sola al ballo!» sorrise ancora.
«non attacca Gregory. Puoi rifilare le tue stupidissime parole ad altre ragazze!» il biondo la guardò intensamente.
«una linguetta taglia e cuci. Mi piace!» lo scrutò del tutto tranquilla.
«una linguetta taglia e cuci, e anche felicemente fidanzata! Prego, la strada la sai da solo per andartene, giusto?» il ragazzo sorrise, ma quando si rese conto che Keyra non era disponibile a flirtare con lui, se ne andò. Sospirò e guardò l’orologio al suo polso, per poi accarezzarsi i capelli, persa nei suoi pensieri. Chissà che stavano facendo i ragazzi. Dannazione, lo sapeva che dopo essersi abituata così costantemente alla loro presenza, ritornare a Londra per lei era stato un suicidio. Non riusciva a smettere di pensare a quelle cinque testine, preoccupata e in ansia. Per fortuna mancava solo una settimana. Poi li avrebbe rivisti tutti e cinque.
Sentì due labbra posarsi sul suo collo e il suo corpo si irrigidì di rimando. Prima di riuscire a guardare chi fosse, sentì la sua voce.
«non è ancora mezzanotte, sono ancora in tempo per chiederti un ballo!» annegò in quegli occhioni castani che ancora le facevano andare il cuore a tremila, incredula che fosse lì.
«scusa per il ritardo!» lo vide sorridere e abbassò lo sguardo per riempire il suo cervello di quel sorriso. Mamma che cos’era. Poi, lo vide porgere la mano. Era lì, dannazione! Non stava sognando, vero?
«me lo concede un ballo, Signorina Smith?» “mi permetti di essere il tuo principe azzurro per oggi?” incredibile. Ancora viaggiava indietro con il cervello, e ricordava parti della sua vita insieme a Zayn. Si ritrovò sbalzata indietro nel tempo, seduta su una panca di uno starbucks con Zayn che la guardava con quel sorriso dolcissimo, che le chiedeva di essere il suo principe azzurro per quel san Valentino. Posò la mano su quella di Zayn, mentre si lasciava andare in un sorriso innamorato. Lo seguì sulla pista da ballo che in quel momento era piena di gente che ballava uno dei due lenti che avevano mandato fino a quel momento. Sentì le mani di Zayn scivolare sui suoi fianchi per far aderire il suo piccolo corpo al suo. Solo in quel momento si rese conto che i loro corpi sembravano due pezzi di puzzle. Uno riempiva i vuoti dell’altro. Si appoggiò con l’orecchio al suo cuore, e invece di farsi cullare dalla musica e dal ballo, si fece cullare dal battito cardiaco di Zayn. Ogni tanto lo sentiva abbassarsi per affondare il naso nei suoi capelli, sentendo il suo profumo, e ogni tanto le lasciava dei piccoli baci tra di essi. Ormai era quasi un anno che stavano insieme, e ancora si lasciavano andare a quelle ricorrenze. Lei quante volte durante la notte si era addormentata ascoltando il battito cardiaco di Zayn? E lui quante volte aveva affondato il naso nei suoi capelli per sentire il suo profumo? E dopo quasi un anno, lei aveva ancora il cuore che batteva come un’impazzata quando le faceva quelle sorprese, la faceva sentire amata.
«come sapevi del ballo?» se ne uscì ad un tratto e lo sentì sorridere, tra i suoi capelli.
«Un giorno mentre riposavi ha telefonato Savannah a casa. Voleva chiederti se andavi al ballo e se in caso doveva dare il tuo nome. Ho chiesto di quale ballo parlasse e è rimasta stupita che non sapessi nulla. Alla fine le ho detto di mettere entrambi i nomi, e di convincerti a tutti i costi di venire!» sorrise, sotto quelle parole.
«pensavo che avevi i super poteri!» di nuovo percepì la sua risata soffusa mentre si abbassava a darle un bacio poco sopra l’orecchio.
«super Malik!» ridacchiò anche lei, e finalmente si staccò dal suo petto, sorridendo dolcemente.
«prima..» cominciò Zayn, e Keyra annuì incuriosita. «..perché stavi sorridendo in quel modo quando ti ho chiesto di ballare?» il tono era ansioso, come se avesse paura di sapere la verità.
«perché stavo ricordando quando mi hai chiesto di essere il mio principe azzurro per San Valentino!» lo vide alzare gli occhi e perdersi nel nulla, cercando di ricordare anche lui quella situazione. E poco dopo vide il sorriso che era balenato sulle sue labbra, disegnarsi su quelle di Zayn.
«Ricordi tutto!» annuì, delicatamente.
«ti stupiresti di sapere quante cose ricordo!» Zayn tornò a guardarla, sorridendo debolmente. «sentiamo!» volò indietro con i ricordi, ritornando a quando aveva sedici anni, e di fronte a lei c’era quello che credeva il ragazzo perfetto per lei ma con la consapevolezza di doverlo lasciare. Sorrise tristemente e, senza neanche accorgersene strinse le braccia al suo collo come per paura che sparisse.
«Ricordo la prima volta che abbiamo dormito tutti insieme. Tu hai lottato con Harry per dormire al mio fianco, solo per darmi fastidio. Ricordo che mi sono svegliata e tu stavi con il naso affondato nei miei capelli..» non lo guardò, ma sapeva benissimo che stava sorridendo.
«ricordo la prima volta che ti ho visto, quanto ti ho odiato. Quando mi hai annunciato che non mi avresti detto la verità. L’odio che ho provato in quel momento non credo di averlo mai più provato. La sensazione di fastidio nel vederti con la gallina.. La consapevolezza che eri diventato importante per me e dovevo lasciarti di lì a poco.» Lo guardò negli occhi, vedendolo sorridere tristemente.
«ricordi solo cose così tristi?» lo sentì dire, facendole alzare lo sguardo nel suo. La musica continuava, loro continuavano a danzare lentamente entrambi sapendo che l’altro era una schiappa. «no, ovviamente no! – ridacchiò – ricordo quando mi hai baciato! Ti stavo tirando le peggio parolacce dietro, però dentro di me mi stavo sciogliendo come un gelato al sole. Ero già cotta a puntino!» ammise, diventando leggermente rossa in zona guance. Lo sentì piegarsi per darle un bacio proprio sulla guancia.
«e sei ancora cotta a puntino?» chiese il moro, guardandola con una dolcezza impressionante. Sotto quello sguardo, sentì le viscere contrarsi e lo guardò come una scolaretta in fase adolescenziale.
«Perché mi fai così se sai benissimo che ancora mi sciolgo come un gelato al sole quando mi guardi?» lo sentì ridere, ridere di cuore. Come non lo sentiva ridere di cuore da mesi. Sorrise sotto i baffi, guardandolo in modo birichino.
«Devo davvero dirtelo?» Keyra annuì, con foga. «perché mi piace da impazzire sentirti dire che sei ancora così cotta di me. Non sei l’unica a pensare che tutto può finire. Anche io ho paura che tu ti stufi di me, che smetti di volermi bene.» lo guardò come se fosse appena sceso dal cielo.
«Zayn.. prima che io mi stufi di te ce ne vuole! Non ti libererai molto facilmente di me!» di nuovo scoppiò a ridere fragorosamente. «non sai quanto mi fanno bene al cuore queste parole!» si sorrisero proprio mentre la canzone scemava e terminava, accompagnata dal battito di mani degli altri danzatori.
Subito un’altra canzone iniziò e lei fece per allontanarsi ma Zayn la strinse di più a sé, facendosi guardare.
«ho fatto quasi 8 ore di volo per questo ballo, concedimene un altro, no?» fece a mo di spiegazione quando la vide guardarlo stranita. La voce che usò era miele allo stato puro. Si ritrovò a scuotere la testa castana, divertita.
«se proprio devo!» appoggiò di nuovo la testa sul suo petto, lasciando che il corpo seguisse i movimenti di Zayn. Proprio come doveva essere.
Era lì, per lei. Per la centesima volta, lui era presente. Sembrava quasi che si divertisse a farle vedere che la loro storia era fin troppo perfetta. Quando lei aveva bisogno, lui c’era. Curiosa come cosa! Insomma, non si sarebbe mai immaginata che Zayn prendesse un cazzo di aereo solo per farsi due giri in pista. Ma in fondo era così. Aveva preso un aereo, solo per stare con lei, solo per farle ricordare un’altra cosa che li vedeva insieme.
Sospirò: «Come ti è venuto in mente di prendere un aereo e venire a Londra per uno stupido ballo?» chiese, tornando a guardarlo negli occhi. Subito vide un sorriso disegnarsi sulle labbra di Zayn.
«Non è uno stupido ballo, ma il tuo ballo! Il tuo ultimo ballo scolastico. Dovevo esserci! Non avrei permesso a nessun uomo di avere quello che doveva essere il tuo ultimo ballo in pista!» E lo disse anche con veemenza, come se si sentisse toccato dal fatto che qualcuno ballasse con lei. Scosse la testa.
«Sai di essere idiota, vero?» Annuì, con foga. «Bene, l’importante è che tu lo sappia!» Si alzò sulle punte dei piedi per depositare un casto bacio sulle labbra del moro.
Si perse nei suoi occhi, leggendo cose che non avrebbe mai creduto di poter leggere negli occhi di un ragazzo. Non poteva essere reale quel ragazzo. Era troppo perfetto e, ahimè, era suo!
«Grazie per essere qui.» sussurrò, facendolo sorridere come un bambino di fronte ad un albero di natale. «e grazie per la fedina!» a quella di frase, arrossì visibilmente.
«Prego e.. ti è piaciuta?!»
«L’amo!»
«Più di me?»
«Cazzo si! Vuoi mettere una fedina d’oro bianca con una frase smielata dentro in confronto con un fusto moscio e senza muscoli?»
Si trattenne nel non ridergli in faccia, vedendo la smorfia disgustata dalle sue parole. Lo vide stringere gli occhi, sicuramente notando che si stava trattenendo dal ridere.
«sei sempre così simpatica Smith!» gli diede delle pacche sul petto, scoppiando finalmente in una risata fragorosa. «Fai questo benedetto esame e vieni da me! E’ dannatamente difficile starti lontano, sai?» Il cuore smise di battere per un nano secondo per poi cominciare a correre così velocemente da farle credere che Zayn potesse sentirlo. Le si mozzò il fiato, per nulla abituata a tutta quella dolcezza. Sorrise, debolmente.
«manca poco!»
«Sai una delle prossime tappe qual è?»
Le sapeva tutte, ma non sapeva a quale in generale si riferisse, così scosse la testa.
«Las Vegas!»
Alzò un sopracciglio a quelle due parole, cercando di capire dove volesse parare. Eh! Las Vegas era rinomata per il gioco, no? Mentre pensava a qual’era il vero significato di quella frase, Zayn si abbassò quel tanto per arrivare al suo orecchio.
«Stai bene attenta a cosa bevi e quanto bevi. Non si sa mai che il giorno dopo ti ritrovi sposata con me!» Altro tuffo al cuore. Ma cos’era quel giorno? La giornata dei tuffi al cuore? Dannato Malik.
«Non mi sposerei con te neanche sotto l’effetto della cocaina, Zayn! Fattelo entrare in quella testolina bacata!» Non c’era melodia che amava di più della risata di Zayn!
 
 
A volte si sentiva come la moglie di un militare. Se ci si pensava bene, le situazioni erano molto simili. Quando dovevano rimanere distanti per qualche giorno, sembrava come se lui fosse un militare. L’incontro strappa lacrime, la dolcezza che si poteva palpare nelle loro voci, il sesso grandioso e le coccole post-amore. E poi dormire abbracciati. Svegliarsi con l’ansia addosso, per vedere se lui era ancora lì, al suo fianco. Se non fosse sparito com’era venuto e tirare un sospiro di sollievo quando ti rendi conto che è ancora lì, che se la dorme comodamente appoggiato al tuo petto. Si, sembravano davvero una di quelle coppie da film di guerra.
Scrutò il borsone posato sulla sedia. Pochi vestiti, il necessario per fermarsi qualche giorno. Non del tutto pieno quel borsone preannunciava che la partenza era imminente. E che, anche se tornava a casa, presto sarebbe ripartito di nuovo e lei sarebbe rimasta lì, da sola in ansia nel saperlo chilometri di distanza da lei. Ecco, lei era contenta di non essere la ragazza di nessun militare ma solo di un cantante. Ma la paura che gli potesse succedere qualcosa, era tanta. La paura che quella fosse l’ultima volta che lo vedeva. Che brutte sensazioni che provavano le ragazze o le mogli dei militari. Come si poteva viver con quell’angoscia?
Accarezzò i capelli di Zayn, sentendoli morbidi tra le sue dita.
Sentì un movimento alla fine del letto e abbassò quel tanto la testa per vedere la sagoma di Zayra, che odorava le gambe di Zayn e le sue, in quanto erano intrecciate.
«quante volte ti devo dire di non salire sul nostro letto, Zayra?»
Era pazza. Parlava con i cani, si! Ma ormai tra lei e Zayra c’era un’amicizia di sostegno. Lei doveva parlare con Zayra sennò impazziva. E a volte sembrava anche capirla. Proprio come quel giorno.
La cagnolina abbassò le orecchie, come per scusarsi.
«Forza, vieni qui!» la invitò a mettersi tra i due e la cagnolina non se lo fece ripetere due volte, andandosi ad accoccolare proprio al fianco di Zayn. Si scavò un posticino nel materasso e si buttò senza ritegno addosso la petto del suo ragazzo. Sorrise.
«Manca anche a te, eh?» sussurrò quando la vide leccare il braccio di Zayn per poi appoggiarci il musetto bianco. Naturalmente Zayn non si svegliò neanche sotto tortura. Zayra ci mise meno di due secondi ad addormentarsi, come il suo secondo padrone.
Si dice che i cani calcolano il proprio padrone quello che gli dà da mangiare, quello che li porta a spasso e che li pettina. In generale era Keyra che faceva quello, ma a quanto pare Zayra aveva deciso che i suoi padroni erano entrambi. Non sapeva chi scegliere perché faceva le feste ad entrambi. E Keyra si era stupita, e non poco, quando Zayn era entrato in casa quella sera e Zayra era arrivata piangendo da loro, facendogli le coccole a tutto spiano, continuando a piangere.
Era proprio vero. Il cane era l’amico dell’uomo.
 
 
L’esame era andato bene, fortunatamente. Era uscita a pieni voti e finalmente era libera dalla scuola con il suo caro diploma da Alberghiero. Non che ci facesse nulla, ma faceva sempre curriculum anche se non aveva bisogno di lavoro.
Zayn era partito il pomeriggio dopo essere arrivato, non prima di essersi goduto ogni minimo momento con Keyra e, ahimè anche con Zayra.
E finalmente era arrivato il momento della famosa partenza per gli stati uniti. Non vedeva l’ora di rivedere tutti i suoi amici.
Uscì dal negozio, salutando lo staff e ringraziandolo, mentre posava il cellulare tra la spalla e l’orecchio per reggerlo mentre cercava le chiavi della macchina, parcheggiata dall’altra parte della strada, in doppia fila. Si fermò appoggiando le buste su una panchina per cercare le chiavi nella borsa. Si, era vero. La borsa delle donne era come l’universo. Se cercavi qualcosa era impossibile trovarla, se non era proprio la donna stessa a sapere dove aveva messo le cose. Peccato che Keyra non aveva lo stesso riguardo per le sue borse.
«A che ora hai l’aereo domani?» chiese Malik, mentre lei imprecava poco finemente, cercando quelle dannate chiavi.
«non mi ricordo. Mi pare le otto di mattina! CHE PALLE sbraitò, non trovando le chiavi.
«miss scaricatrice di porto è tornata tra noi?» lo sentì trattenere una risata. Sorrise e finalmente si ricordò che non aveva messo le chiavi in borsa, ma ce l’aveva in tasca.
«eccovi bastarde!» Zayn, dall’altra parte della cornetta si lasciò andare ad una risata gioiosa.
«sei così dolce con il tuo tono da scaricatrice di porto!» fece una smorfia, mentre riprendeva il cellulare con la mano e riprendeva a camminare.
«quanto ti hanno messo nella materia “francesismo”?» la sfottè ancora, trattenendo a stento le risate. Keyra sbuffò sonoramente.
«sei un coglione Malik! E sempre l..» si bloccò perché percepì una frenata fin troppo vicina per i suoi gusti. Non fece in tempo a girarsi per guardare da dove arrivasse quella frenata. Sentì un dolore allucinante nella parte destra del suo corpo. Il corpo minuto venne sbalzato via di qualche metro e la testa batté con forza sull’asfalto. Altre frenata, mentre intorno a lei il suono diventava ovattato. Quando aprì gli occhi, leggermente stordita, vide la ruota di un autobus o di un camion a pochi metri da lei. Un gruppo di gente si strinse intorno a lei, mentre lontano sentiva il rumore di un’ambulanza. Voci soffuse, mani che la toccavano, poi il buio.

 
Spazio dell'autrice:
Mi ucciderete? Oh si! Lo farete, eccome se lo farete! Grazie a tutte per le splendide parole che mi avete scritto nelle recensioni. Sono davvero felice che ho voi come lettrici ♥ Per il resto, Londra purtroppo è rimandata. Non sto qui a spiegarvi il perché e il percome. Ma spero che per la fine dell'anno riesco a trasferirmi. Ma lo farò, prima o poi.
Sono felice di dirvi che questo è il PENULTIMO capitolo! Quindi, dopo di questo c'è l'ULTIMO capitolo! Non partite in quinta, per favore. Ricordatevi sempre che c'è una TERZA storia! (: 
Per il resto, spero che questo capitolo - corto, ma intenso - vi piaccia! Se vi va, fatemi sapere i vostri insulti (LOL) per recensioni. Per il resto ♥ Grazie ancora a tutte. 

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Capitolo 40
*** chapter thirty nine - ultimo capitolo ***


«Ti prego.. torna da me!»
«Tornerà.. sta tranquillo. Keyra si piega, ma non si spezza.»

**

Sentiva il bisogno di vomitare. Cercò di aprire la bocca, ma non vi riuscì. Sentiva come se qualcosa premesse sulla sua lingua, nella sua gola. Cercò di tossire e non le riuscì bene, sentendo sempre quel peso sulla lingua. Sentì subito che qualcuno stringerle la mano, appena provò a tossire. Di nuovo provò a tossire, senza troppo successo. Cominciò a respirare male, mentre una voce allarmata chiedeva aiuto all’infermiera.
«si sposti!» oh, rumori distinti. Sentiva le voci, che bella sensazione. Provò ad aprire gli occhi, ma l’unica cosa che provava era il senso di vomito.
«si sta strozzando! Levatele il tubo!» disse una voce ferma, mentre delle mani la toccavano. «Signorina Smith, mi sente?» Non poté rispondere, sempre per quel peso, ma poco dopo sentì qualcosa scivolarle via dalla gola e finalmente poté aprire la bocca e prendere una boccata d’aria rigenerante che le tolse subito il senso di vomito. Chissà se era quello che provavano i pesci quando uscivano dall’acqua. Mentre tossiva sentiva l’ossigeno lacerarle i polmoni, come se essi si rifiutassero di accettare l’aria. Così decise di prendere piccole dosi di ossigeno e il dolore scomparve, pian piano. Capì quasi subito perché di quella sensazione.
Aveva dolori ovunque, interni. Si sentiva indolenzita, come se fosse stata su quel lettino per anni e anni, senza mai muoversi. Provò ad aprire gli occhi, muovere le mani, con pochi risultati. Crollò di nuovo sul lettino, esausta.
«signorina, mi sente? Se mi sente, provi a stringermi la mano» sentì una mano prendere la sua e concentrò tutte le sue forze su di essa. All’inizio sembrò che il suo cervello non volesse collaborare, ma alla fine riuscì a stringere delicatamente la mano della persona a cui apparteneva quella voce rassicurante.
«buon per lei! Provi ad aprire gli occhi. Con calma, non ci mette fretta nessuno, signorina!» sentì altre mani toccarla. E mentre lottava con il cervello per fargli fare come voleva lei, i suoni si amplificarono. Sentì quello che doveva essere il suo battito cardiaco battere regolare, i rumori di una strada fuori dalla finestra. I singhiozzi di qualcuno. Mosse gli occhi sotto le palpebre, cercando con tutta se stessa di aprire gli occhi. Perché non ci riusciva? Perché sentiva le palpebre pesanti? Perché continuava a sentire quel peso sui polmoni e quel dolore allucinante su tutto il corpo?
«con calma signorina, non si metta paura. E’ al sicuro!» la stava rassicurando, sapendo che si stava innervosendo. Ma come faceva a saperlo? Notò che il battito era aumentato e mentalmente sorrise. Alla fine, lottando con il suo cervello, riuscì finalmente a far alzare le palpebre e quando la luce la colpì in pieno, le uscì un suono gutturale dalla gola, richiudendoli subito.
«abbassate le luci, al minimo!» disse l’uomo, ordinando a qualcuno di fare quella cosa.
«riprovaci!» e di nuovo, lottando con il suo cervello sconnesso e stanco, riaprì gli occhi. La luce era meno invasiva e riuscì finalmente a sbattere le ciglia e guardare il soffitto della stanza. Le venne un sospiro, vedendo quella cosa.
«bentornata tra di noi, signorina Smith!» poco dopo quelle parole, vide il volto di un medico che le sorrideva. Lo guardò accigliata o almeno così era nel suo cervello addormentato, per poi tornare a guardare in giro per la stanza.
«Come si sente?» Come poteva farle una domanda del genere? Si sentiva come se fosse stata buttata da un precipizio. Ecco come si sentiva. Provò anche a parlare, ma non ci riuscì. Era troppo stanca. Si sentiva spossata e sinceramente non aveva la forza mentale per rispondere ad una domanda del genere. L'unica cosa che avrebbe detto sarebbe stata: “vaffanculo!” ecco.
Il medicò capì subito che non aveva la forza di rispondere, visto che lo guardò con tale noia da fargli cambiare approccio verso di lei.
Si sentì aiutata a mettersi seduta e il lettino venne alzato leggermente per farla stare seduta e non stesa. Mentre gli infermieri la sistemavano con cuscini comodi dietro la schiena, lei notò che in fondo alla stanza c’era della gente. Ci mise un po’, con quel buio e con il suo cervello, a capire chi erano. Sua madre, suo padre, sua sorella e i suoi fratelli. C’era anche Mary.
«beva questa, lentamente!» tornò a guardare il medico che le sorrideva e porgeva un bicchiere con dentro dell’acqua. O almeno così credeva. Con mano tremante alzò il braccio, dopo aver lottato molto meno con il suo cervello e prese il bicchiere, portandolo alle labbra. Subito si sentì bene, appena buttò giù un goccio d’acqua fresca. Sospirando, ne prese un altro goccio, continuando a guardare tutta quella gente che la fissava come se fosse risorta dalle ceneri. Quando finì l’acqua, il medico sorrise. Tolse il bicchiere in tempo perché il suo braccio cedette come se non avesse più forza e lei, appoggiata ai cuscini, lo guardò preoccupata.
«Non si preoccupi. E' normale che non abbia forza!» se lo diceva lui, allora andava bene. Sospirando chiuse leggermente gli occhi, molto più tranquilla ora. Quasi quasi si riaddormentava.
Il medico le fece dei controlli, come farle muovere gli occhi e cose del genere. Quando capì che Keyra capiva e sapeva muoversi, sospirò e spense la lucina della penna con cui le aveva guardato negli occhi.
«ok, direi che potete avvicinarvi. Uno alla volta, non stressatela troppo!» e dopo averle detto che sarebbe tornato di lì a mezz’ora per controllare i parametri, uscì dalla stanza.
Crollò il silenzio, mentre tornava a guardare la sua famiglia. Subito sua madre le si avvicinò e notò che era dimagrita, molto bianca e stava piangendo.
«Oh Keyra!» e si buttò addosso a lei, crollando al suo fianco e ricominciando a piangere. Batté disorientata le ciglia, alzò una mano e accarezzò la testa di sua madre che finalmente tornò a guardarla.
«parlami figlia mia, ti prego!» ridacchiò e sentì un dolore allucinante nella parte della schiena, che trasformò la risata in un gemito.
«come ti senti?»
«come se un camion mi è venuto addosso!» sussurrò con tono davvero stanco, e sentì sua madre irrigidirsi al suo fianco facendole capire subito che aveva sbagliato risposta. Si guardarono a lungo, poi sentì la mano presa da qualcuno. Si girò a guardare sua sorella che sorrideva tra le lacrime.
«brutta cretina, ci hai fatto prendere un colpo!» sorrise, stringendo debolmente la mano di sua sorella. La sentì ricambiare la stretta e pian piano si avvicinarono tutti. Guardò in faccia suo fratello Julian che era bianco come un morto. Aveva gli occhi gonfi ma sul viso troneggiava un’espressione incazzata. Pensò che fosse incazzato con lei, quindi decise di non dire nulla mentre, uno ad uno, le stringevano le mani dandole dei baci leggeri. Quando arrivò il momento di Mary, la vide del tutto diversa. C’era felicità, preoccupazione, ansia e paura nel suo sguardo.
«ciao Keyra!» sorrise e strinse la mano della sua migliore amica. «mi sei mancata tanto! E non ci crederai, mi sono mancate anche le tue battutine scadenti!» sorrise debolmente, appoggiando la testa sui cuscini.
«Sai dov’è brando?» chiese a Mary, che si accigliò.
«dov’è?»
«Lee!» Ci mise poco a capire la battuta e la sentì scoppiare a ridere fra le lacrime. Le si buttò addosso, continuando a piangere fra la gioia di riavere indietro la sua amica. Con un gemito e un ‘scusa’ da parte di Mary per averle fatto male, le restituì l’abbraccio. La situazione si animò. Sua madre uscì, non prima di averle dato un bacio e averle detto che era di fuori. Suo padre uscì dietro sua madre, inforcando occhiali e tirando fuori il cellulare. Suo fratello Stefan si buttò sul letto vicino, stendendosi. Julian si mise sulla sedia al suo fianco e sua sorella ai piedi del suo letto. Mary continuava a piangere disperata, e con un po’ di dolori si spostò, facendole spazio. La coccolò, sentendosi il corpo pesante e il cervello altrettanto stanco.
«credo.. credo che..» mandò giù la saliva, fissando stancamente la punta dei suoi piedi.
«cosa?» domandò Mary, preoccupata.
«che.. mi metterò a dormire. Ho.. tanto sonno!»
«Com'è che la cosa non mi stupisce?» Sorrise a labbra strette, mentre chiudeva gli occhi castani e tirava un sospiro di sollievo. Tutti stavano bene.
Sentì le viscere contrarsi, i dolori in tutto il corpo. Fare un incidente non era poi la fine del mondo.
«Mary..»

«Cosa?»
«Vaffanculo!» Un'altra risata da parte di Mary che sapeva che quel vaffanculo era indirizzato alla presa in giro sul sonno. Era risaputo che Keyra aveva sonno praticamente a tutte le ore del giorno e della notte.
Decise che non era il caso di rovinare la felicità di tutti, quindi pensò che era meglio parlare più tardi e fare le domande che aveva in testa quando tutto si sarebbe rimesso in moto. Appoggiata ai cuscini, crollò a dormire per quel forte trauma.

Quasi 12 ore dopo

«pensavo che eri entrata di nuovo in coma!» sorrise quando strinse la mano che teneva la sua. La voce era quella di Mary e aprì gli occhi. Si era fatto giorno. Cercò di mettersi a sedere, con qualche dolore e Mary l’aiutò. Quando fu sistemata, prese il bicchiere che le porgeva e sorseggiò la spremuta d’arancia.
«dove sono tutti?» chiese con la voce roca. Si sentiva la gola secchissima, come se la saliva non bastasse a lubrificarla.
«tuo padre parla con il dottore, gli altri sono tornati a casa a farsi una doccia!» annuì, debolmente guardandosi intorno.
«Per quanto sono stata in coma?» chiese, sempre con quella sua voce rauca. Le sarebbe tornata normale? Speriamo di si.
«due mesi.» rispose prontamente Mary e si girò a guardarla. Era come se Mary sapesse benissimo quanto era passato dal giorno dell’incidente. «cos’è successo?» domandò, posando il bicchiere sul tavolino di fronte a lei. Era ancora mezzo pieno.
«Anche se eri sulle strisce pedonali, l’autista non aveva visto che era verde per voi e non per loro. Ti ha preso in pieno!» annuì ancora.
«perché sento ancora tutti questi dolori?» domandò, percependo benissimo il dolore alla gamba. Non era tanto forte, ma sentiva che faceva male.
«perché il coma ha rallentato tutto.» giocò con il laccetto del pigiama e prese un profondo respiro. «Dove sono gli altri?» chiese, sbattendo le ciglia. Si girò a guardare Mary che aveva un’espressione pensierosa.
«te l’ho detto, sono tornati a casa a farsi una doccia. Saranno qui fra poco, non ti preoccupare!» Corrucciò le sopracciglia.
«Intendo Zayn e gli altri, Mary!» la vide irrigidirsi e diventare bianca. Oh, quello non era un buonissimo segno. «Non..non gliel’avete detto a Zayn?» crollò il silenzio in quella maledettissima stanza e sentì il battito del cuore irregolare.
«Keyra..» si mosse nervosa nel suo letto, sapendo quanto si sarebbe incazzato Zayn per non essere stato avvisato.
«chi ha badato a Zayra? E.. ok che hanno un dannatissimo tour, ma almeno a farlo sapere a Niall e Zayn, cazzo! Ero al telefono con lui quando è successo e..» deglutì sentendo la voce morirle in gola mentre Mary scuoteva la testa, stringendole la mano.
«tesoro.. calmati!» ma non ci riuscì. L’idea che Zayn non sapesse nulla la metteva in ansia. La guardò. «perché non gliel’avete detto?»
«perché non eri con lui al telefono quando è successo l’incidente!» batté disorientata le ciglia, scrutandola e cercando di tornare indietro con i ricordi. Era con lui al telefono, ohssì. Le stava dicendo quanto fosse bello il suo vocabolario da scaricatrice di porto.
«ero con lui al telefono, Mary. Me lo ricordo!» La vide ancora scuotere la testa.
«eri al telefono con Ian, non con Zayn! Con Zayn non ti ci senti da due anni! Da quando l’hai lasciato all’aeroporto.» Tornò per tre volte con la mente a quel giorno, ma in tutte e tre ricordava che stava parlando con Zayn.
«Ian?» chiese, guardandola. Lei annuì.
«il tuo ragazzo! Keyra, ma hai dei problemi a ricordare il prima dell’incidente? Devo avvisare un dottore?» Alzò una mano, bloccandola mentre pensava. Per quanto stava pensando, sentiva gli ingranaggi del cervello ruotare.
«che giorno è oggi??» ritornò a fare domande dopo due minuti dall’ultima frase di Mary.
«il 7 settembre 2011, Keyra!» SBAM!
Lacrime amare le rigarono il viso quando capì. Quando capì che non era successo niente di tutto quello che ricordava. Mary le fu subito vicino, preoccupata per quel pianto isterico.
«Keyra, Keyra.. stai bene?» domandò, toccandola ovunque preoccupata. Annuì, ma dentro si sentiva morire. Non era successo nulla. Non aveva rivisto i ragazzi, non aveva rivisto Zayn, non lo aveva riabbracciato, non ci aveva fatto di nuovo l’amore dopo una litigata furiosa. Non era andata a vivere con loro, non era diventata la loro manager, non conosceva Paul e.. non aveva mai pianto così in vita sua, se ne rese conto da sola. Neanche quando aveva lasciato Zayn, all’aeroporto. Fu un pianto frustrato, un pianto pieno di amarezza e disperazione.
Solo dopo venti minuti si riprese continuando ad essere sotto lo sguardo preoccupato e ansioso di Mary che non riusciva a capire il perché di quello sguardo.
«è..è..che..» deglutì, asciugandosi gli occhi con la mano. «sembrava tutto così reale. E..i..invece è stato solo frutto della mia immaginazione!» Frasi sconnesse, lacrime amare. Un mix che avrebbe distrutto tutti. Mary si mise seduta al suo fianco, coccolandola non sapendo bene cosa fare.
«che vuoi dire Kè?» tirò su con il naso, ma continuando a piagnucolare.
«e..ero sicura che tutto fosse reale..che..che.. avessi ritrovato i miei amici..che..avessi di nuovo fatto l’amore con lui.. che..Oh Mary!» si appoggiò sulla sua spalla, mentre la sua migliore amica per la seconda volta nella sua vita le faceva da spalla per un pianto così disperato. Ed era sempre per le stesse persone. «credevo che fosse tutto reale, invece..» deglutì quella che lei chiamava bile.
«..ho solo ‘sognato’..» Mary continuava a non capire. Non la riusciva a seguire e lo capì dal suo sguardo.
Per una buona ora rimasero a parlare di quello che lei aveva solo immaginato. Solo quello che la sua mente, sotto l'effetto del coma, aveva deciso di farle provare. Le raccontò tutto, continuando a versare lacrime amare e rendendosi conto che non era stato niente di reale. Quella consapevolezza era la cosa più pesante da pensare. Che tutto non era verità, ma solo frutto della sua testa che sotto l’impatto dell’incidente, le aveva permesso di sognare. Come al solito, la sua testa faceva dei viaggi incredibili, anche essendo sotto il coma. Maledetta bastarda! Quanta bastardaggine c’era in lei?
«Tu hai sognato tutto questo?» chiese Mary, quando finalmente arrivò a raccontare il suo ‘sogno’ proprio all’incidente. Si asciugò gli occhi.
«Si! Il mio stupido bastardo e stronzo cervello ha deciso di regalarmi un biglietto di sola andata per Fantasilandia! Cazzo!» sbottò, nascondendo il viso tra le mani.
«Keyra..» alzò leggermente il viso, arrossato per tutte quelle lacrime. «Niall e gli altri sono venuti a trovarti mentre eri in coma..» le si ghiacciò il sangue nelle vene.
«Cosa..?» ansimò, incredula. La vide annuire e schiarirsi la voce.
«Appena mi hanno detto che eri entrata in coma, ho pensato a Niall. E anche se non vi sentivate più da tanto tempo, ho pensato a come mi potessi sentire se non venissi informata che la mia migliore amica è entrata in coma. Così dopo vari pensieri, ho deciso di cercarlo. Avevano una.. una singing qui a Londra pochi giorni dall’entrata del tuo coma. Così, dopo essermi assicurata che tu stessi bene, stabile e tutto, sono partita e sono andata alla singing. Ho fatto la fila, e mi sono fermata di fronte a Niall che vedendomi è rimasto a bocca aperta.» Annuì, facendo capire a Mary che la stava seguendo.
«mi ha guardata incredulo, mi ha abbracciato e così hanno fatto gli altri. Ma quando ha visto che ero preoccupata, mi ha chiesto cosa avessi e gli ho detto che dovevo parlargli.» deglutì.
«mi ha fatto portare via da una guardia e poco dopo mi hanno raggiunto dentro la stanza dove mi avevano portato in precedenza. Mi sono messa seduta e gli ho detto cos’era successo. Non ho mai visto piangere così Niall. Appena ho finito di raccontare, Niall è andato a parlare con i loro manager e hanno bloccato la giornata per venirti a trovare.» sorrise in modo debole. Niall si era mosso per primo, doveva come minimo sposarselo. Anche se non si erano sentiti per anni, lui si ricordava di lei, ancora.
«Siamo venuti qui in ospedale insieme. Ma..» oddio, i ‘ma’ erano sempre ‘ma’ brutti. Annuì, pronta alla batosta. «Zayn non è venuto. Ne quella volta, ne nelle precedenti volte che gli altri ti sono venuti a trovare.» SBAM! Abbassò gli occhi sulle sue dita che giocavano con il laccetto del pigiama, sorridendo.
«va..va bene, non mi interessa!» sussurrò, sentendo sempre quel magone nella gola, segno che stava per piangere. Non l'era andata a trovare.
Per caso quella era la giornata delle batoste? No perché era già stato tanto capire che tutto quello che ricordava era solo frutto della sua immaginazione, ora ci mancava anche venire a sapere che a Zayn non gli interessava niente di lei tanto che, venendo a sapere che aveva avuto un incidente, non l'era neanche andata a trovare. Cazzo, si! Era una batosta bella e buona. Non.. voleva più sapere niente di lei.
«mi dispiace tantissimo tesoro!» le disse Mary, accarezzandole i capelli. Ma lei era troppo occupata a singhiozzare silenziosamente per rispondere. Si rannicchiò dentro se stessa e, verando sempre più lacrime amare, capì che la vita faceva schifo. Faceva schifo perché, prima ti donava l'amore della tua vita, poi il destino aveva deciso di separarli e ora, dopo due mesi di coma profondo, veniva a sapere che Zayn non l'era andata a trovare. E che quel Zayn che lei aveva sognato, non era reale. Tutto frutto della sua fottutissima immaginazione.
Oh.. il mondo faceva davvero schifo. Venne lasciata da sola poco dopo, quando Mary capì che Keyra aveva solo bisogno di rimanere da sola e che, la sua presenza lì non l'avrebbe aiutata.
Odiava piangere, odiava piangere per lui. Perché era sempre così stronzo da saper farla piangere in tutte le situazioni? Se si poteva alzare da quel letto, come minimo sarebbe andata da Zayn a tirargli uno schiaffo. Così, solo per la voglia di fargli lo stesso male che lei stessa stava provando.
Ma non era quello che la stava facendo piangere come mai in tutta la sua vita. Ma la consapevolezza che, purtroppo, quando un sogno viene interrotto, è impossibile tornare al punto dove quest'ultimo è stato bloccato
Si sentiva davvero a pezzi. Sentiva come la bocca dello stomaco stringersi in una morsa strettissima. Non voleva crederci, non voleva seriamente credere a quello schifo. Perché la vita faceva così schifo? Perché il destino o qualsiasi altra cosa aveva deciso di giocare così con lei? Perché nella sua fottutissima vita non vi erano anche le discese, ma solo fottute salite? Perchè non poteva avere il suo "e vissero felici e contenti?"
Quindi tutto quello che aveva sognato sarebbe rimasto sogno, senza mai trasformarsi in realtà, perché Zayn non la voleva più vedere.
Non l'era andata a trovare.

Che schifo.
 

Se puoi sognarlo, puoi farlo!
(walt disney)

 

Spazio dell'autrice: 
 
"neanche qui il lieto fineee?" No, neanche qui! Non sono proprio tipa da lieto fine. Ma lo avrete, state tranquille. 
"Perché hai fatto questo?" Perché sono sadica, davvero sadica! Le cose banali a me non piacciono. Per niente. E sinceramente se ora mi mettevo lì a scrivere che Keyra rimaneva incinta, sarebbe stato abbastanza banale no? La terza storia sarebbe girata tutto intorno a questo. SAI CHE PALLE? 
O almeno per me eh! Poi siete liberissime di non leggere la terza storia. Nessuno ve lo impone, quindi sta a voi decidere se continuare o finirla qui.
Già da tempo avevo scelto la fine, ma in realtà la fine doveva essere quella di Zayn che scriveva la fine del libro per Keyra, che era morta in un incidente aereo. Quindi ringraziate decisamente che ho deciso di non essere troppo sadica. (in realtà dovete ringraziare Nida che mi ha praticamente imposto di cambiare tutto u_u)
Vi ho deluso? Se si, mi dispiace. Se no, mi dispiace ahahahah! No scherzo, ovviamente. Un altro finale, un'altra storia. Che succederà nella prossima storia? Perché Zayn non l'è andata a trovare? Eh, la curiosità è una brutta bestia, I know.
Ho deciso di aggiornare perché.. perché non volevo tenervi troppo sulle spine. Questo capitolo praticamente è stato scritto mesi fa, l'ho riletto e controllato, aggiungendo e togliendo cose di troppo. 
Oramai non mi convince più visto che l'ho letto tante di quelle volte da farmi schifo. Spero che vi piaccia, che sia un degno finale in qualsiasi caso. 
Per altro. la terza storia verrà postata fra qualche giorno. quindi, se avete ancora intenzione di leggerla, vi consiglio di tenere d'occhio il mio profilo di Efp. Comunque vi anticipo che la storia si chiamerà: "se puoi sognarlo, puoi farlo!" così che se la volete cercare nei prossimi giorni, potete farlo.
Non aggiorno subito con il nuovo capitolo perché ancora non è pronto, quindi vi chiedo un pochino di pazienza.

Spero seriamente di non avervi deluso.
(:

Inoltre prima di chiudere vorrei ringraziare le meravigliose persone che siete, che hanno seguito questa storia, che mi hanno recensito ogni capitolo o solo alcuni. Chi è stato in silenzio a leggere, chi mi scrive in privato su FB o su twitter. Vi amo, sempre.
Non mi immaginavo che avrei fatto arrivare così in là questa storia. Era tutto cominciato come un gioco ed è diventata realtà. Non credevo di arrivare ad amare così tanto questa coppia. L'ho amata insieme a voi, capitolo per capitolo. Ad ogni capitolo, mi innamoravo sempre di più di loro, di voi, di ciò che provate quando mi scrivete le recensioni. Vi amo, seriamente.
Grazie, grazie di cuore a tutti.
Ora vi saluto, perché mi vado a scavare la fossa in caso vi abbia deluso. AHAHAHAH
Ci si vede nella prossima storia, se decidete di seguirla.
Love you all! 

 

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