Un Accordo Pericoloso

di Defective Queen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chap. 1 ***
Capitolo 2: *** Chap. 2 ***
Capitolo 3: *** Chap. 3 ***
Capitolo 4: *** Chap. 4 ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Chap. 1 ***


“Un Accordo Pericoloso”
 
 
«Hermione?»
 
Vengo improvvisamente distratta dalla mia lettura da qualcuno che mi chiama. Alzo il capo, infastidita, e trovo due occhi di un intenso azzurro che mi guardano sorridenti. Non c’è dubbio a chi appartengano. Sorrido anche io di rimando, dimenticando tutto ad un tratto la stizza precedente.
 
«Sì, Ron?» dico, mettendo un dito della mano destra tra le pagine del mio libro, per non perdere il segno, e chiudendolo lievemente.
«Hermione ho bisogno del tuo aiuto!» esclama Ron mettendosi a sedere accanto a me.
 
Ma certo, l’unico motivo per cui qualcuno abbia bisogno di venire da me, è il chiedere aiuto. Sicuramente si tratterà del compito di pozioni fissato per l’indomani.
 
«Ron, ti ho già detto che non ti farò copiare il mio tema, è chiaro?» abbaio con un misto di ferocia e delusione. Di sicuro sta per iniziare una delle nostre solite litigate.
Lui mi guarda stranito, come se fossi un’aliena.
«E chi ti dice che mi serva aiuto per il tema?» domanda allora, noncurante.
 
Apro la bocca, ma non ne esce alcun suono. Abbasso lo sguardo per non affrontare i suoi occhi, che nonostante tutto, ne sono convinta, stanno continuando a fissarmi.
 
«Beh…» la mia voce è ora più docile e colma di tristezza. «Tutti quelli che mi chiedono aiuto lo fanno solo per i compiti…e sono stanca. Sai, non sono solo Hermione la secchiona.» mimo con le mani le virgolette sulla parola secchiona, e torno a guardarlo in faccia. Ora mi aspetterei che scoppiasse a ridere e si burlasse di me per l’intera giornata. Eppure io ho capito che non lo fa solo per prendermi in giro, ho capito che lo fa per distrarmi da ciò che mi turba, così che torni a prendermela con lui, come al solito.
 
Con mia grande sorpresa, non scoppia a ridere. Sto perdendo colpi, forse.
Si limita a guardarmi per qualche altro secondo con uno sguardo pieno di comprensione e poi aggiunge: «Sì, infatti sei anche Hermione l’acida che mi fulmina con lo sguardo ogni volta che mi avvicino!».
Poi scoppia a ridere notando la mia espressione furiosa.
 
«Come osi?!» la mia voce risuona colma di ira, ma stavolta solo per gioco, voglio provocarlo e vedere se si arrabbia. Prendo tutti e tre i cuscini appoggiati sul divano sul quale siamo seduti e glieli lancio contro. Lo colpisco in piena faccia, mentre era ancora intendo a ridere sguaiatamente. Le mie cuscinate a raffica, lo stendono, ma continua ancora a ridere. No, stavolta non si arrabbia. Che strano.
 
«Allora, hai finito con questi giochi da mocciosi? Posso spiegarti il mio brillante piano?» chiede, rimettendosi a sedere decentemente. Io sbuffo, oggi lo capisco meno del solito. Chissà cosa ha in mente.
 
«Ok, sono tutta orecchi. Spiegami il tuo brillante piano.» dico con una sfumatura di ironia e lui se ne accorge. Si acciglia lievemente. Io scoppio a ridere.
«Sei libera di non crederci, ma qualche volta anche io ho dei piani brillanti.»
Alzo le sopracciglia, scettica.
«Qualche volta?» domando, trattenendo una risatina.
 
Mi fulmina con lo sguardo, poi lo abbassa, dicendo: «Okay…diciamo molto raramente.»
Rialza lo sguardo con un’espressione tenerissima e buffissima da cucciolo bastonato. Lo adoro quando fa così. Se potessi lo strapazzerei di coccole! Scaccio questo pensiero e cambio discorso.
 
«Va bene, allora dimmi in cosa consiste il tuo piano.» lo esorto, curiosa.
Anche lui cambia drasticamente il suo umore e torna pieno di vitalità come al solito. Mi volto a guardarlo un po’ meglio. Mi concentro sui suoi capelli rossi, scompigliati come ogni mattina.
Che voglia di affondarci le mani! Sembrano così morbidi!
 
«Ecco…si tratta di me e Lavanda…» inizia senza nessun tono di voce particolare.
Mi irrigidisco bruscamente al ‘me e Lavanda’. Sembra un incubo che ritorna. Lo guardo allarmata, ma lui sembra non essersi accorto di niente e continua: «Voglio sapere se è ancora interessata a me…».
 
Non è possibile, l’ha lasciata solo due settimane fa e ora sembra essersene pure pentito! Non è possibile!
Cerco di riprendere tutte le mie facoltà intellettive e di superare lo shock.
 
«Perché? Voglio dire...l’hai lasciata da poco e mi sembrava fossi convinto della tua scelta…» dico, ma nonostante tutto la mia voce non è decisa come l’avrei desiderata.
 
«Certo che ne sono convinto! Lavanda era una piattola quando stavamo insieme…» risponde Ron, con una smorfia di disgusto.
Tiro, dentro di me, un sospiro di sollievo.
«Won, Won!» imito la voce di quella gallina spennacchiata, sghignazzando.
Il povero Ron mi guarda esasperato.
«Per favore, ora non ti ci mettere anche tu…Seamus e Dean non mi danno tregua…» brontola amareggiato.
 
Ben ti sta. E questo non è nulla in confronto a ciò che ho passato io, mentre slinguazzavate in ogni angolo della scuola. Nascondo la mia soddisfazione, dietro un’altra risata.
 
«Ma allora non riesco proprio a capire perchè vuoi sapere se è ancora interessata a te…» dico sinceramente sorpresa.
Alle mie parole, arrossisce sulla punta delle orecchie. E’ in visibile imbarazzo, solo che mi sfugge ancora la motivazione.
 
«Lo sai che puoi dirmi tutto, vero?» cerco di spingerlo a confessare e senza pensare alle conseguenze del mio gesto, lascio il libro e metto la mia mano sulla sua, che tiene appoggiata sul ginocchio sinistro. È così calda in confronto alla mia gelida. Noto Ron irrigidirsi sotto la mia mano e la tolgo subito dalla quella posizione, tossicchiando e cercando di apparire meno turbata possibile.
 
«Scusa…» abbasso il capo, mormorando a voce talmente bassa che non sono sicura sia riuscito a sentirmi.
«Tranquilla, non ti preoccupare.» mi risponde.
Alzo titubante la testa e lo trovo lì che mi sorride lievemente. Eppure il suo sorriso non mi convince…sembra in qualche modo oscurato da qualcosa. Archivio quest’informazione, sperando di trovarne la spiegazione.
 
«Allora…dicevamo?» inizio io, in modo che per lui sia più semplice continuare.
«Sì…beh…io ed Harry abbiamo fatto una scommessa…» dice lui, sempre imbarazzato ma più deciso di prima.
 
Provo l’irrefrenabile desiderio di toccarlo ancora, ma la razionalità frena la mia mano. Prima non mi è sembrato molto che gradisse il mio gesto.
 
«…E chi perde paga anche all’altro il biglietto per le finali di Quidditch.» termina il mio migliore amico.
Tutto sommato fin qui la cosa mi sembra abbastanza innocente, non capisco perché prima sia arrossito.
 
«In cosa consiste la scommessa? E che c’entra Lavanda?» gli chiedo.
Lui mi getta un’altra occhiata, prima di parlare e poi procede: «In pratica…per vincere è necessario avere il numero più alto di ragazze che ti vengono dietro…» mi guarda ancora fugacemente. «Harry ne ha 6: Ginny, Romilda Vane, Dorothy Hells, Mandy Johnson, Alyssa Green ed Elisabeth McCorn, le ultime 5 sono del suo fan club.»
 
Io annuisco, inquieta, in attesa di sentire la sua lista.
 
«E anche io ne ho sei…per ora…» inizia, poi mi guarda in silenzio per qualche secondo e prosegue elencandole sulle dita: «Calì e Padma Patil, Marietta Edgecombe, Amelia Reds, Jane Obrosky e Lisa Bells.»
Mi guarda e penso sia meglio dire qualcosa, a questo punto.
 
«Quindi te ne manca una…e avrai la vittoria in pugno…» commento, cercando di tirare le somme. Purtroppo i miei pensieri sono annebbiati da alcune visioni, decisamente piacevoli per me, delle sue ammiratrici attaccate dai miei adorati canarini. Non ci vuole molta immaginazione per capire cosa intendo.
 
«Esattamente.» conferma Ron, sorridendo apertamente.
Rifletto un secondo e poi domando: «Lavanda?»
«Già…» dice lui senza troppo entusiasmo.
«Ma come fate a sapere, tu ed Harry, che piacete davvero a queste ragazze?» chiedo innocentemente.
Ron si alza di scatto, rimango perplessa dalla sua azione.
«Aspettami qui, torno subito…» si volta e raggiunge le scale del dormitorio maschile. Nonostante sia di spalle, posso ammettere che di certo tutte le sue ammiratrici non sono affatto stupide: Ron è proprio un bel ragazzo. Il mio migliore amico scompare dalla mia visuale. Sospiro affranta. Non credo gli serva Lavanda per poter vincere la scommessa, perché se sapesse che anche io…
 
«Eccomi!» esclama vivacemente Ron, saltando gli ultimi tre scalini con un balzo. Tra le braccia ha alcune scatole e numerosi fogliettini di carta. Torna a sedersi accanto a me, portando con sé tutta quella roba.
«Di che si tratta?» gli domando.
«Tieni.» mi passa una busta da lettera rosa, chiusa da un adesivo a cuoricino. Giro la busta tra le mie mani: sul retro c’è scritto in grande: “Per Ron”, contornato da altri cuoricini colorati. Lo guardo titubante, non mi va di leggere una lettera indirizzata a lui.
 
Lui capisce il mio sguardo e mi rassicura: «Tranquilla, la puoi aprire…»
Non me lo faccio ripetere due volte, in fondo, la curiosità è donna!
Capisco subito che dev’essere una busta da lettera magica, tocco lievemente l’adesivo a cuore e al posto della busta, ecco tra le mie mani un foglietto di carta dello stesso colore.
La grafia è tondeggiante e ordinata, ma la cosa che mi fa più ribrezzo è che al posto dei segni di punteggiatura o dei normali puntini sulle ‘i’, ci sono ogni volta dei cuoricini. Ora capisco: si tratta di una lettera d’amore. Storco il naso e inizio a leggere:
 
Ciao Ron!
Ti chiederai chi ti scrive…e non voglio farti scervellare più di tanto…sono Padma! Immagino che ti ricordi ancora di me, visto che al quarto anno abbiamo ballato insieme al ballo del ceppo. Devo ammettere che allora le cose erano un po’ diverse…ma il passato è il passato e il presente è il presente, non trovi cucciolotto?
Beh…che altro dire…devi sapere che mi sono innamorata di te dalla prima volta che ti ho visto sul campo da Quidditch, quest’anno. I tuoi muscoli, ogni volta che li vedo, mi mandano in visibilio e i tuoi occhi profondi come il mare sono sempre i protagonisti dei miei sogni!
Assieme alla lettera ho preparato per te una cosuccia per dimostrarti tutto il mio infinito amore, passerottino bello!
Spero mi risponderai al più presto…altrimenti ti devo avvertire, non sai cosa ti perdi!
Come puoi non desiderare una ragazza bellissima, intelligentissima e piena di risorse, come la sottoscritta?
Già ci immagino, noi due insieme, con i nostri 5 bambini a vivere in campagna.
E’ un sogno, non credi?
Sta tranquillo tesorino, non voglio rubarti più tempo del necessario…ora ti lascio (solo metaforicamente, perché sei sempre nei miei pensieri!)
Ti amo infinitamente, piccolo peluche arruffato.
Tua, Padma Patil.

Scoppio a ridere fragorosamente. Ron, invece, sembra piuttosto abbattuto.
 
«E tu cosa le hai risposto, piccolo peluche arruffato?» domando sghignazzando, ma con un filo di timore. E se la sua risposta fosse stata positiva? Rabbrividisco al solo pensiero.
«Niente! Cosa vuoi che le rispondessi?! Da quel giorno cerco di evitarla in ogni modo…è un incubo!»
Finalmente rincuorata, rido ancora.
«Non c’è niente da ridere!» mi rimprovera lui.
Tiro su col naso, asciugandomi le lacrime per le troppe risate. «No, scusa è che…è troppo ridicolo!»
«Ridicolo se non sei il protagonista.» mormora Ron, di rimando. «E non sai che cosa mi ha mandato assieme alla lettera!» prende qualcosa da tutti gli aggeggi che ha portato dal dormitorio e me la mostra.
E’ una foto in movimento di Padma, che ammicca verso l’obbiettivo e saltella mostrando un cartellone lunghissimo con su scritto: “Ti amo Ron!”
 
Alzo le sopracciglia divertita.
«Però, sinceramente non mi sembra affatto giusto…almeno una risposta se la meritava!» commento.
«Come credi l’avrebbe presa ricevendo un “NO”? Non hai letto che già ci immagina sposati con 5 figli?» abbassa lo sguardo e si copre gli occhi con le mani, scuotendo la testa.
 
«Povero Ronnino! E’ triste perché ha troppe ammiratrici!» dico, prendendomi gioco di lui.
Ron fa finta di non avermi sentita. «Il resto» dice indicando con un dito le altre scartoffie. «è dello stesso genere, da parte di quelle che ti ho indicato prima.» fa una piccola pausa e poi riprende. «Ora, dopodomani c’è la finale di Quidditch e quindi entro domani devo riuscire a scoprire se Lavanda è interessata a me. Harry è convinto sia fermo a quota 5, perché non sa niente di Padma, che mi ha scritto ieri, e pensa di avere la vittoria in pugno. Ma...»
«Ma per ora siete pari…» concludo io per lui.
«Già…e qui entri in gioco tu.»
«Ma io non posso scegliere tra te ed Harry!» esclamo istericamente. Devo ammettere a me stessa che sono già schierata dalla parte di Ron da fin troppo tempo, ma questo lui non lo saprà mai.
Mai.
Ron mi guarda sospettoso e preoccupato per il tono della mia voce. «Infatti tu nella scommessa non c’entri…»
«E allora come vuoi che ti aiuti?» domando. Sinceramente non capisco dove voglia arrivare.
«Io devo capire se Lavanda è ancora interessata a me, no?» dice e mi guarda aspettando una risposta.
Annuisco solamente.
«Quale metodo migliore della gelosia, quindi?»
«Aspetta, aspetta.» esordisco io, temendo di non aver capito bene, cosa che succede raramente ad una strega della mia portata. «Tu vuoi fare ingelosire Lavanda con me?» domando calcando le parole ‘tu’ e ‘me’.
«Esattamente.» dice con aria da saputello, che mi fa sentire per una volta la cretina del gruppo: «Lavanda era gelosa di te, anche quando stavamo ancora assieme. Diceva che io e te non eravamo mai stati solamente amici.»
 
Mi guarda in modo indecifrabile.
Io resto interdetta e senza parole.
 
«Che sciocchezza, eh?» mi chiede con un timbro di voce apparentemente indifferente
«G-già…una sciocchezza!» balbetto io con una risatina molto finta, quasi isterica.
 
Quindi Lavanda se n’era accorta? Mi schiaffeggio mentalmente per tutte quelle scene di gelosia di cui avevo dato spettacolo in quel periodo.
Quell’ochetta starnazzante si era accorta che io…SONO INNAMORATA DI RON!
Oh mio Dio.
Questo è il segreto che custodisco con più cura possibile, ma a quanto pare, non sono stata abbastanza brava da impedire che qualcuno se ne accorgesse.
Per fortuna Ron la reputa solo una sciocchezza.
 
«Allora?» la sua voce mi riscuote dalla trance in cui sono caduta.
Lo guardo. «Allora cosa?»
«Mi aiuterai?» balbetta quasi; le sue orecchie sono nuovamente rosse.
«Non lo so…io non credo di…» cerco di trovare una scusa plausibile per togliermi da questa situazione.
Ron scivola sul pavimento e si inginocchia davanti a me, tenendo le mani a mo’ di preghiera e guardandomi nella stessa maniera che usa quando vuole copiare qualche compito.
«Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti-»
«E va bene!» esclamo esasperata al solo scopo di far smettere la sua lagna fastidiosa.
Ron mi sorride apertamente, conscio di avere la vittoria in mano.
Una smorfia di orrore, invece, si forma sul mio viso.
 
In che razza di guaio sono andata a cacciarmi?!
 
 
Nuova ficcy, dopo la mia lunga assenza…e ovviamente i nostri protagonisti non potevano essere che Ron ed Hermione!
Che dire? Aspetto tante recensioni, eh! :D
Baciotti.
 
.Killer.

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Capitolo 2
*** Chap. 2 ***


"Un Accordo Pericoloso"
Cap. 2


"Eccola!" esclama Ron, agitato. Mi giro verso l'oggetto della sua attenzione e vedo la chioma biondo platino di Lavanda, ondeggiare lungo il corridoio del secondo piano, dove ci troviamo in questo momento. E' voltata di spalle e chiacchiera allegramente in compagnia di una sua amica.
"Che facciamo?" chiedo a Ron. In fondo abbiamo un tempo limitato e dobbiamo darci da fare per portare a termine il nostro piano!
Okay, lo ammetto…tutto questo sta iniziando a piacermi. Se lo scopo è quello di far ingelosire Lavanda, sicuramente io e il mio migliore amico ci troveremo in alcune situazioni…come dire? Molto più intime, rispetto a quelle in cui ci troviamo di solito…e ciò mi entusiasma ancora di più. Chissà cosa avrà in mente! Ron, alla mia domanda, mi guarda in silenzio per qualche secondo e il suo sguardo mi fa arrossire alla consapevolezza di ciò che stiamo per fare.
Mi afferra la mano e la stringe tra le sue.
Brividi. Sono quelli che sento invadermi dappertutto.
Inizio a sudare freddo. Anche le mie mani sono sudate e bollenti. Spero non se ne accorga!
Calma, Hermione, per favore.
Okay, dovrei esserci.
Ron mi ha preso la mano, ma è solo per far ingelosire Lavanda.
Non ha alcun significato.
Purtroppo…non ha nessun significato.
Sospiro silenziosamente, la malinconia ha preso il posto dell'agitazione. I sudori freddi si sono calmati.
Azzardo un'occhiata a Ron, che continua a stringere (con una presa non indifferente) la mia mano.
Le sue orecchie sono paonazze e lo sguardo fisso davanti a sé, ma non sono sicura stia guardando Lavanda. Più che altro sembra guardare nel vuoto.
Continuiamo a camminare, ma il gelo si è impossessato di noi. Dovrei dire qualcosa per allentare la tensione.
"Ron?" chiamo.
Lui si gira verso di me, sempre imbarazzato.
"Cerca di rilassarti un po'…non riusciremo mai a farla ingelosire se ci comportiamo come due che stanno fingendo! Lavanda deve credere che sia tutto vero!" bisbiglio piano, onde evitare che ci sentano. Spero non fraintenda troppo quel: "cerca di rilassarti un po'", in fondo, sono imbarazzata quanto lui.
Mi sorride "Hai ragione Hermione…come sempre." rafforza la stretta sulla mia mano e io avvampo visibilmente.
Tossicchio un paio di volte, per riprendermi, ma sento comunque le mie guance andare a fuoco.
"Tra un po' le passeremo davanti e forse dovremmo fare qualcosa per…" sono talmente tanto in ansia, che mi mancano le parole. E questa non è una cosa assolutamente da me!
Vedo con la coda dell'occhio Ron, girarsi verso di me, io continuo a fissare il pavimento che scorre sotto i nostri piedi. Sono sicura che se tornassi a guardarlo arrossirei un'altra volta.
"Per provocarla?" suggerisce lui.
"Già…" non alzo ancora gli occhi.
"Hermione, io mi sono rilassato...ma ora dovresti cercare di farlo anche tu!"

Finalmente lo guardo. Ha ragione. Io, Hermione Granger, la strega più brillante del mio anno, ho perso il mio proverbiale autocontrollo e sono entrata nel panico. Non è possibile!
"Va bene." dicendo ciò, cerco di convincere anche me stessa di questo.
Stiamo per superare Lavanda e la sua amica, che intente a sculettare, camminano molto più lentamente di noi. Il loro chiacchiericcio è già percepibile.
Mi sento stranamente nervosa. Non sono di certo una brava attrice! E se dovesse fallire tutto per colpa della mia incompetenza?
"Mione, tesoro, vuoi che ti passi a prendere dopo Rune Antiche?" mi chiede Ron, improvvisamente sicuro di sé, con voce abbastanza alta, in modo che sia sicuro che Lavanda lo senta.
Un attimo. Come mi ha chiamata?!
Mione? Carino…devo ammettere che mi piace.

Okay, basta perdersi in stupidi pensieri, ora tocca a me rispondere bene a questa farsa: "Certo, cucciolotto, mi faresti davvero felice!" esclamo in modo civettuolo, sorridendogli come una svampita.
Devo ammettere che la lettera d'amore di Padma mi ha fornito un valido aiuto. Ron, mi sorride sorpreso e al tempo stesso soddisfatto.
Uhm. Anche se ho un po' troppo esasperato il mio ruolo, mi complimento con me stessa.
Magari potrei avere un futuro da attrice…chi lo sa! Ovviamente non una di quelle attricette da quattro soldi, sia chiaro.
Accelerando il passo ci siamo portati poco più avanti di Lavanda, ora ci può vedere benissimo.
Aguzzando l'udito, noto che Lavanda e quella sua amica hanno smesso di parlare. Sicuramente ci stanno ascoltando. Faccio un lieve cenno a Ron e lui continua: "Ora dove vorresti andare, piccola?"
"Qualsiasi posto, con te accanto, è il paradiso!" rispondo io e avvicinandomi lo bacio sulla guancia. Sto ben attenta a far aderire a fondo le mie labbra sulle gote di Ron. Probabilmente rimango troppo in questa posizione, perché con la coda dell'occhio vedo Lavanda restare impalata in mezzo al corridoio.
Anche Ron non se l'aspettava. Sento la sua pelle irradiare un calore improvviso, infatti quando mi stacco da lui, vedo che è arrossito visibilmente, e non solo sulle orecchie. Indubbiamente è imbarazzato. Ma se questa è tutta una farsa…perché esserlo?
Camminiamo piano, dietro di noi sento i passi di Lavanda. Ron non mi guarda, tiene lo sguardo fisso davanti.
Per caso ho fatto qualcosa di male?
Mi schiarisco la gola, tossicchiando. Eravamo partiti bene, ma ora non può abbandonarmi standosi zitto!
"Caro, c'è qualcosa che non va?" allora gli chiedo, Lavanda bisbiglia qualcosa alla sua amica, sicuramente qualcosa di pungente nei nostri confronti. O meglio nei miei, visto che non le sono particolarmente simpatica, almeno quanto non lo è lei a me.
Alle mie parole Ron sembra risvegliarsi nella trance in cui era caduto, si volta verso di me, mi lancia un'occhiata che non riesco ad interpretare e poi fa uno di quei sorrisi che letteralmente adoro.
"Nulla, amore, tutto okay." risponde affabile, prima che Lavanda e la sua compagna svoltino in un altro corridoio, scomparendo dalla nostra vista.
Scusate, torniamo indietro di qualche secondo. Ron mi ha chiamata in quella maniera? Non è possibile…

"Ma Ron, sei impazzito o cosa?" sbotto con voce polemica, lasciandogli la mano. Ron rimane confuso, si guarda indietro, ma non vede nessuno. Evidentemente non si era accorto che Lavanda aveva cambiato strada. Il suo bel viso si corruccia. Scommetto che non ha capito perché me la sono presa.

"Perché? Che ho fatto di male?"
Ecco, come immaginavo.
"Mi hai chiamata in quel modo…"
Aggrotta le sopracciglia un momento e poi si illumina, strabuzzando le iridi azzurre.
"Beh…non pensavo te la prendessi tanto…era per rendere credibile il tutto…"
Ah già. Stavamo recitando. Dimenticavo.

"Va bene." cerco di chiudere in fretta il discorso, evitando di continuare a borbottare per un'altra mezz'ora.
Ron si accorge che qualcosa non va, decisamente.
"Che ti prende?" mi domanda.
"Niente! Cosa dovrebbe prendermi?" purtroppo le parole mi escono fuori in un tono di voce troppo alto, quasi uno squittio.
Ron si stringe nelle spalle, ma non dice nulla. Tuttavia, finché non entriamo nell'aula di Trasfigurazione, continua ad osservarmi contrariato. Ha capito che c'è qualcosa che non va, quando ho rapidamente troncato la discussione che stava per iniziare. E questa non è una cosa 'da me'. Una cosa da me è arrabbiarmi con lui, per ogni santissimo pretesto, urlargli contro tutte le cattiverie possibili ed immaginabili, che ovviamente Ron poi contraccambia e restare offesa con lui, minimo per una settimana. Ecco ciò che dovrebbe essere da me.
Dannazione Ron…perché doveva venirti in mente proprio un'idea del genere? E perché mi sono lasciata convincere? Non sarà ancora più difficile vederti come un amico, quando tutto sarà finito?

***


Le radici di Arcadia. Non mi è nuova questa pianta, ma non ricordo quali fossero le sue proprietà curative. Poco male, domani andrò in biblioteca a documentarmi. Ora ho solo bisogno di un buon riposo. Mi stiracchio, portando le braccia verso l'altro e do un occhiata all'orologio: sono quasi le dieci, ma Harry e Ron non sono ancora tornati dall'allenamento di Quidditch. Non so se restare sveglia ad aspettarli, oppure tornarmene in dormitorio. Di solito li aspetto sempre, ma oggi è diverso. Oggi ho evitato per tutto il tempo Ron e non so come giustificare il mio comportamento. In fondo non ho nessun motivo per cui avercela con lui. Non è colpa sua se al minimo atteggiamento equivoco io mi illudo irrimediabilmente.
Okay, basta, qualcuno mi fermi: sto diventando proprio patetica. Quasi quanto alcune stupide gallinelle del quarto anno, che sospirano rivolgendo a Seamus e Dean, alcuni sguardi fugaci, ma molto significativi.
Probabilmente con Ron nei paraggi, ci sarei io a lanciare occhiatine languide.
Oddio, mi sono trasformata in un mostro!
"Hermione?" dice Harry passandomi una mano davanti agli occhi. Devo essermi incantata mentre mi facevo trasportare dai pensieri. Sbatto più volte le palpebre guardando perplessa il mio migliore amico, e poi focalizzo Ron, che si trovava poco dietro a lui, stravaccarsi sul divano davanti al mio. Anche Harry prende posto accanto a lui. Mi siedo meglio e sorrido ad Harry. Ignoro volutamente Ron.
"Allora…com'è andato l'allenamento?" domando, giocherellando con le mie dita.
"Bene" Harry, sorride lievemente, prima di continuare: "Sono convinto che avremo buone possibilità di sconfiggere i Tassorosso. Sempre che Ron non sia distratto come oggi…". Guarda il suo amico con un'espressione malandrina.
Ron, senza staccare lo sguardo dai suoi piedi, sbuffa sonoramente.
"Non era giornata oggi, Harry…" borbotta, fissandosi le scarpe. Poi alza lo sguardo e mi guarda per un secondo con una faccia strana. Sembra quasi…dispiaciuto. Il mio volto rimane una maschera di fredda indifferenza, mentre gli restituisco l'occhiata. Harry se ne accorge e squadra prima me e poi Ron con una faccia corrucciata, ma non dice nulla.
"Vabbè…mi sa che stasera non siete tanto in vena di conversazione…Buonanotte." dice alzandosi e dirigendosi verso il dormitorio.

"Notte, Harry." bofonchiamo io e Ron all'unisono, prima di ricadere in un pesante silenzio. Mi ostino a non guardarlo, focalizzando tutta la mia attenzione sulle mie mani. Malgrado cerchi di non pensarci, sento il suo sguardo su di me. Il bisogno di incontrare i suoi occhi è impellente, ma non cedo.
Tutta questa tensione nell'aria non fa che agitarmi, perciò raccolgo il libro che stavo consultando poco fa e faccio per alzarmi quando la voce di Ron mi ferma con un sussurro. "Mione…"
Riecco quel ridicolo soprannome di stamattina. E pensare che l'avevo pure trovato carino…
Alzo la testa e lo guardo semplicemente, per fargli capire che lo sto ascoltando.
"Ecco…beh…riguardo a stamattina…io non…sei arrabbiata con me?" mi chiede.
Ora sono sicura che non lo sottovaluto affatto quando lo chiamo idiota.
"No, ma figurati, perché dovrei avercela con te?" mento spudoratamente. Il mio tono di voce resta privo di qualsiasi emozione possibile.
"Non mentirmi, Hermione. Ti conosco…"
Mi irrigidisco bruscamente. Lui ha capito che fingevo? Sento che tutte le mie difese stanno crollando. Per favore, Ron, lasciami in pace. Lasciami essere felice anche senza di te. Non posso continuare ad illudermi così. Mi fa solo male. Malgrado ciò, non esce alcuna parola dalla mia bocca.
"Scusami…" un sussurro.
Lo guardo negli occhi, nelle sue iridi celesti c'è solo sincerità. Si alza e mi raggiunge sul divano. Mi abbraccia senza che io muova un dito. Le lacrime mi salgono agli occhi e premono per uscire, ma io le blocco, stringendo Ron a mia volta. Come faccio ad odiarti se sei così dolce, eh?
Accarezza lentamente i miei riccioli cespugliosi e mi sussurra all'orecchio: "Pace fatta?"
"Va bene…" bofonchio, nella sua spalla.
Lo sento sorridere tra i miei capelli. Poco dopo ci stacchiamo un po' imbarazzati. E poi succede. Prima che possa formulare qualsiasi pensiero nella mia mente, Ron afferra prepotentemente il mio viso tra le sue mani e mi bacia. Automaticamente chiudo gli occhi e mi lascio andare come una piuma che viene trascinata dal vento. Il suo bacio è fuoco. Muove la sua lingua prepotentemente sulle mie labbra e mi trascina in una danza vorticosa di cui non ho mai conosciuto i passi, ma che ora mi riesce così eccezionalmente facile. La testa mi gira in una maniera spaventosa, non sento più i contorni della sala comune attorno a noi, né il pavimento sotto i miei piedi.
Siamo solo io e Ron in questo momento.
È il mio sogno che si avvera.
Ci stacchiamo lentamente, ma io resto ancora ad occhi chiusi per un altro momento. Poi li riapro e davanti a me, ecco Ron, con un eccezionale colorito rosso stampato in faccia. Devo ammettere che tra faccia e capelli non c'è più molta differenza. Mi sfugge un risolino, quando tasto le mie gote, che avvampano come le sue. Ron, si guarda intorno con fare circospetto, come se stesse cercando qualcuno.
Aspettate un secondo. Ora lui non dovrebbe farmi la solita dichiarazione d'amore, tipo: "Hermione ti amo e non posso vivere senza di te" e poi via con i bacini e i bacetti?. Stupita lo vedo alzarsi e mettersi davanti a me, in piedi. No, questo non è esattamente quello che intendevo per bacini e bacetti. Continuo a guardarlo senza dire niente.
"A quanto pare se ne è andata." mormora, ma non capisco proprio a chi si riferisca.
"Chi?" domando con voce roca. Non sono ancora riuscita a superare la tempesta emotiva del bacio.
"Lavanda, no?" dice Ron, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Lavanda? E' entrata Lavanda?" chiedo.
"Sì…a proposito scusami per il bacio…ma era il momento perfetto per vedere la sua reazione…", commenta Ron arrossendo dalla testa ai piedi come prima. No, no, non può essere. In questo momento sento tutto il mondo cadermi addosso.
"Mi hai baciata perché c'era Lavanda?" e la mia voce è un ruggito di dolore e di delusione.




***

Ringrazio tutti per i gentilissimi commenti.
Siete davvero fantastici!
Rieccomi tornata con un nuovo capitolo che spero sia di vostro gradimento...
Commentate, eh! Bacioni!
.Killer.

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Capitolo 3
*** Chap. 3 ***


“Un accordo Pericoloso”
Cap. 3
 
 
"A quanto pare se ne è andata." mormora, ma non capisco proprio a chi si riferisca.
"Chi?" domando con voce roca. Non sono ancora riuscita a superare la tempesta emotiva del bacio.
"Lavanda, no?" dice Ron, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Lavanda? E' entrata Lavanda?" chiedo.
"Sì…a proposito scusami per il bacio…ma era il momento perfetto per vedere la sua reazione…", commenta Ron arrossendo dalla testa ai piedi come prima. No, no, non può essere. In questo momento sento tutto il mondo cadermi addosso.
"Mi hai baciata perché c'era Lavanda?" e la mia voce è un ruggito di dolore e di delusione.
 
Ron mi guarda perplesso, sbattendo le palpebre. Immagino che i miei occhi lucidi, ormai sull’orlo del pianto, facciano capire fin troppo.
«Sì…perché avrei dovuto sennò?» domanda lui, in tono apparentemente incolore.
Fitta al cuore. L’ennesima di questa sera.
Incassa il colpo, Hermione. Ce la puoi fare, mi ripeto. Non piangere.
Stringo forte gli occhi e abbasso la testa. Una lacrima lenta e inesorabile solca il mio viso e, arrivata sul mento, spicca un salto per poi atterrare giù sul pavimento. Non credo che lui mi abbia vista, comunque. I miei capelli mi nascondono dal suo sguardo. Mi strofino leggermente le guance umide e tiro su col naso.
Voglio urlare. Voglio solo gridargli in faccia che mi fa schifo.
Lo odio. Almeno tanto quanto ho creduto di amarlo per tutti questi anni.
Alzo la testa e i miei occhi feroci incontrano i suoi, ignari e confusi.
Dietro il suo capo un paio di ragazzini più piccoli di noi sono entrati dal buco del ritratto. Non è il posto adatto per parlare questo.
«Andiamo fuori di qua.» il mio è un sibilo, ma sono convinta che Ron mi abbia sentita, perché mi segue come un cagnolino non appena mi avvio fuori dalla sala comune.
Una volta usciti lui si ferma impalato davanti al ritratto.
 
«Hermione?» chiede, stranito.
«Seguimi.»
 
Mi avvio verso un’aula vuota, aspetto che lui entri e me la richiudo alle spalle. Faccio anche un incantesimo di in sonorizzazione. Non so cosa potrei essere capace di fare.
Mi giro verso di lui, senza alcuna traccia di espressione in volto.
 
«Perché mi hai portato qua?» domanda lo stupido.
 
Sì, Ron, sei uno stupido. L’ho sempre saputo, ma sono stata accecata da ciò che provavo per te. Hai saputo solo usarmi, in questi sette anni. Al diavolo l’amicizia. Ti avrei dato l’anima e tu ti giochi tutto con un bacio dovuto ad una scommessa? Ti odio.
Avanti, Hermione, urla. Urlagli contro che ti ha solo usata, che non vuoi vederlo mai più. E non farti ammaliare da quegli occhi azzurri smarriti. Non farlo.
Mi lascio accecare dalla mia stessa rabbia.
«Tu, brutto stupido verme schifoso» dico puntandogli il dito indice contro «MI HAI USATA E MI FAI SCHIFO!» gli urlo contro, avanzando rabbiosa verso di lui.
 
Ron indietreggia, non si aspettava questo mio repentino cambio d’umore. Un istante fa era tutto così bello…perfetto…e ora?
Sento il sangue salirmi alle guance. Anche Ron assume un colorito evidente. Stiamo per iniziare a litigare. Solo che mai prima d’ora l’ho odiato a tal punto.
Abbiamo discusso varie volte, ma non ho mai pensato che le cattiverie che gli sputavo addosso fossero vere. Era solo un modo per sfogarmi.
Ora invece no.
Lo odio a tal punto che vorrei fargli del male. Quanto ne ha fatto lui a me.
 
«AH! E ADESSO SAREI IO IL CATTIVO?!» Ron grida contro di me.
«DI CERTO NON PUOI SCARICARE A ME LA COLPA PER AVERMI USATA!» rispondo rabbiosa.
 
Mi sento scoppiare la testa, le nostre grida mi stanno fracassando i timpani.
Ron mi guarda più infuriato di prima, stringendo convulsamente le mani in due pugni.
 
«NON TI HO USATA AFFATTO! TU STESSA HAI ACCETTATO DI AIUTARMI A FAR INGELOSIRE LAVANDA…POTEVI IMMAGINARE A COSA SAREMMO POTUTI ARRIVARE!» urla tutto di un fiato, poi fa una pausa. Gli manca il respiro. Il suo petto si alza ad intervalli veloci e i capelli rossi gli cadono scomposti sulla fronte leggermente sudata.
Mio malgrado, devo ammettere che ha ragione. Chiudo gli occhi rabbiosa e una lacrima scappa al mio controllo. Alzo lo sguardo verso di lui e Ron me lo restituisce preoccupato.
 
«E io che…e io che pensavo…» cerco di dire qualcosa ma i singhiozzi mi scuotono a tal punto che riesco a parlare ad intermittenza.
Vorrei rivelargli tutto: dirgli che io mi sono illusa che quel bacio significasse di più. Dirgli che l’avevo aspettato da tanto. Dirgli che Lavanda può anche andare al diavolo, perché la sua scommessa l’ha già vinta perché ci sono io. Ma…
«Cosa? Cosa pensavi?» il suo tono di voce è strano. Ha smesso di urlarmi contro, e la sua voce più dolce sembra assumere un tono quasi…supplichevole.
Le lacrime mi annebbiano la vista, la testa mi gira come una trottola. Continuo a singhiozzare stringendomi nelle spalle. Come facevo da piccola quando cercavo di tranquillizzarmi da sola.
Ron resta immobile, stupito dalla mia reazione. Poi fa un passo verso di me, un altro ancora. Ora solo pochi centimetri ci separano. Cerca di afferrarmi il braccio, ma io mi distacco brusca.
Non cerco la sua pietà solo perché in queste condizioni gli faccio pena. Non attacca.
 
«Va via.» dico, calma.
«Ma Hermione, aspetta…»
«CAZZO, RON! VATTENE!»
 
Una porta sbattuta con forza. E io che resto sola, come mai lo sono stata in tutta la mia vita.
Mi appoggio al muro e lentamente scivolo giù, fino a sedermi sul pavimento. Circondo le gambe con le braccia e mi cullo avanti e indietro, ancora scossa dai singhiozzi.
«E io…che pensavo…c-che almeno mi volessi bene…»
Le mie sono parole rivolte alla parete. Lui, ormai, non mi può più sentire.
 
***
 
Mi sono trascinata verso il dormitorio, come si sposta un elefante ferito alla gamba. Ho chiuso le tende che circondavano il baldacchino e ho finto di dormire, in modo da non far insospettire Calì e Lavanda. Mio malgrado non sono riuscita a chiudere occhio nemmeno per un istante. Grattastinchi si è acciambellato accanto a me e ha accarezzato con il suo musetto rosso - che mi ricorda qualcuno che non riesco nemmeno a nominare- le mie lacrime.
E’ piena notte e ora anche lui si è addormentato, gli accarezzo il pelo umido a causa dei singhiozzi che gli ho riversato addosso, stretta a lui.
Ho calmato il mio pianto da un bel po’ e sono tornata a pensare razionalmente. Sono anche riuscita a giungere ad una conclusione. In tutta la mia vita non mi è mai capitato che io mi sia tirata indietro da qualcosa, perciò finirò ciò che ho iniziato: aiuterò Ron a far ingelosire Lavanda e poi mi farò da parte.
D’altronde è tutta colpa mia. Sono io che mi sono illusa, sono io che pur sapendo a cosa andavo in contro, ho giocato col fuoco ed inevitabilmente sono rimasta scottata.
Sento sul mio viso i residui salini, lasciati dal pianto. Apro silenziosamente le tende del baldacchino e scivolo fuori dal letto. Sotto i miei piedi nudi avverto il pavimento ghiacciato. Tuttavia non ho idea di dove siano finite le pantofole. Raggiungo in punta di piedi il bagno e mi specchio. Ho gli occhi eccessivamente lucidi e gonfi e le gote arrossate. Cerco refrigerio aprendo il lavandino e schizzandomi più acqua possibile in faccia. Vorrei davvero che l’acqua fosse capace di lavare anche i ricordi belli, dove compare sempre Ron, che si affollano nella mia mente, ma la sua immagine continua a perseguitarmi anche quando ritorno tra le coltri calde del letto. Lì, Morfeo mi accoglie tra le sue braccia, concedendomi una tregua dai miei pensieri e dalla mia tristezza.
 
***
La mattina non poteva iniziare peggio di così. Poiché mi sono addormentata a notte fonda, stamattina mi sono alzata in un ritardo pazzesco - mezz’ora più tardi del solito - e così non ho potuto nemmeno ripetere la lezione del giorno di Trasfigurazione. E’ davvero un disastro! Ma è mai possibile che Ron riesca a mandarmi così fuori dagli schemi?
Basta, Hermione, ti eri ripromessa che non avresti più pensato a lui.
Promessa impossibile da mantenere, mio malgrado.
Per avere il tempo di ripetere, comunque, ho saltato la colazione. In fondo non ho poi così tanta fame.
A tradire le mie parole, però, ci pensa il mio stomaco che brontola. Okay, se devo dire la verità ammetto che ho saltato la colazione proprio per non vederlo.
Lo so, lo so, che non potrò evitarlo per sempre e che il mio piano prevede di dimostrargli che per me quel bacio non ha significato niente, almeno tanto quanto non è significato nulla per lui.
D’altronde gli ho promesso che l’avrei aiutato a far ingelosire Lavanda e così farò.
Chissà cosa ne sarà di noi, dopo. Chissà se io riuscirò a trovare dentro di me un posto per lui e se lui lo troverà per me.
Sfoglio un’altra pagina del libro che ho sulle ginocchia e sospiro. Le righe scorrono sotto i miei occhi, ma è come se non le vedessi.
Nella mia mente si riproducono tutte le emozioni provate durante il nostro bacio. Un concentrato di passione e dolcezza allo stato puro. È stato un bellissimo bacio, malgrado io abbia così poca esperienza in questo campo. Sì, è stato un bel bacio, ma c’era anche qualcosa di più. Le lacrime, che credevo di aver finito, si riaffacciano nei miei occhi. Possibile che per lui non abbia significato niente? Possibile che mi abbia baciata in quella maniera e non abbia provato niente? E credetemi, a me non sembrava proprio la maniera in cui uno bacia la propria migliore amica per far ingelosire un’altra.
Però. C'è un però: le sue parole mi hanno fatto male, troppo. Come lame taglienti che mi hanno trapassato lo stomaco.
Non riesco più a fidarmi di lui e del mondo in genere. Tutti mi trovano una ragazza fredda e calcolatrice, ma in realtà non sono affatto così. Semplicemente ho aperto il mio cuore solo a poche persone, a coloro che credevo meritassero di vederlo. Ma quando l’ho mostrato a lui mi sono ferita e ho avuto paura. Ho avuto paura di buttarmi di nuovo a capofitto nel mondo e ricevere un’altra batosta. Non ce la farei, in fondo non riesco a superare nemmeno questa. Emetto un sospiro triste e carico di malinconia.
Ormai ho dimenticato il libro di Trasfigurazione. Resta a terra, sul pavimento di una Sala Comune stranamente deserta, dove mi trovo ora.
Vorrei scappare da qui. Vorrei solo smettere di vedere per un po’ le stesse facce, vorrei solo trovarmi in un posto dove non sentirmi sempre a disagio e ricominciare tutto.
Tutti questi pensieri si potrebbero classificare nella serie dei “vorrei, ma non posso”. Ognuno è incatenato alla propria vita da alcuni obblighi morali, che non sono visibili, ma che strisciano al nostro interno e ci impediscono di liberarci delle abitudini. E purtroppo io non sono abbastanza forte per spezzare queste catene. Il ticchettio costante dell’orologio a pendolo mi fa cadere in una specie di trance, dove la mia mente risulta stranamente vuota e io rimango con lo sguardo vacuo da pesce lesso a fissare la parete. Poi però mi riscuoto all’improvviso e mi rendo conto che è l’ora di andare a lezione. Raccolgo in fretta le mie cose ed esco velocemente dalla Sala Comune. Sono, come al solito, la prima ad entrare in aula e mi siedo ai primi banchi, sistemando il libro, perfettamente al centro del tavolo, accarezzandolo con cura.
A volte dimentico che i libri siano semplici oggetti; almeno loro non mi hanno tradita mai.
 
***
Stamattina ho evitato chiunque conoscessi, anche Harry e Ginny. Ho liquidato in quattro e quattrotto persino il povero Neville, che mi aveva chiesto gli appunti di Erbologia per i giorni in cui era stato assente. Non avevo voglia di parlare e per fortuna le lezioni mi hanno tenuta occupata. Così ho avuto anche meno tempo per pensare alle cose negative.
Ora, però, che ho un’ora buca prima di Antiche Rune, ho scelto di concedermi un po’ di relax in biblioteca.
Mi accomodo al mio solito tavolo, al centro della stanza e con una calma esasperante estraggo un libro dalla mia borsa. Poi sento la voce gracchiante di Madama Pince, urlare un: “Silenzio!” e alzo lo sguardo, curiosa.
Davanti ai miei occhi una figura alta e dinoccolata dai capelli rossi, è intenta a scusarsi con la donna.
No, ti prego! Non lui!
Le mie preghiere risutano vane, perché è Ron quello che vedo avanzare verso di me, senza smettere di fissarmi un attimo.
«Ti-ti cercavo…» sussurra e le orecchie gli diventano paonazze.
«Davvero? E perché mai?» rispondo in tono candido e apparentemente innocente, sempre a bassa voce
«Beh…volevo parlarti riguardo a…beh puoi immaginarlo» abbassa la testa, le orecchie gli diventano paonazze e inizia a giocherellare con le sue mani.
 
Però quant’è tenero quando fa così…
 
Censuro immediatamente i miei pensieri. Non devo abbassare la guardia, per nessun motivo. Mi fingo stupita e lo guardo con una faccia che è tutta un punto di domanda: «Non capisco…ma a cosa ti riferisci?»
So di metterlo in difficoltà così. Ma è appunto il mio scopo principale. Non so dove voglia arrivare e non mi interessa… Ron è solo un mio amico, niente di più.
Bugiarda!
Okay, magari mi interessa solo un po’.
Lui alza lentamente lo sguardo e mi scruta in viso come se fossi impazzita. Io mi dimostro noncurante. Poi sbuffa, mantenendo il suo colorito acceso e dice:
«E va bene, ho capito, vuoi farmela pagare…» inizia, poi dopo una piccola pausa riprende. «ma non sarebbe meglio uscire di qui?»
Io annuisco, acciuffo la borsa con i libri e lo seguo fuori dalla biblioteca.
Appena fuori, Ron attacca a parlare: «Lo so che questa sarà almeno la terza volta che vengo a chiederti scusa in due giorni, ma è quello che devo fare anche stavolta…io…beh…mi sono comportato male ieri con te…non avevo alcun diritto di…»
Lo interrompo, muovendo la mano come per scacciare una mosca. Lui ci rimane di sasso, non se l’aspettava. Sa che il momento delle scuse è quello in cui mi gongolo di più, perché so di aver ragione e voglio godermelo fino in fondo. Specie quando è lui che mi chiede di scusarlo.
Ma stavolta i suoi blateramenti non mi interessano.
«Lascia perdere, mi hai solo colta di sorpresa e beh…quel bacio non me l’aspettavo. Perciò, scusa, mi sono comportata anche io male, accusandoti di avermi usata.»
Ah e mi sono pure scusata?! Ma che cavolo sto dicendo?!?
Ron è confuso, ma sembra quasi rincuorato dalle mie parole. Assume una dolce espressione pensierosa…mi mordo la lingua sul ‘dolce’. Da quand’è che non riesco più a pensare in maniera razionale in sua presenza? Probabilmente da sempre...
«No, sono io a dovermi scusare...ho detto cose che nemmeno pensavo. Cioè, pensavo altre cose, cose diverse da quelle…nel senso che…io…»
Cosa vuole dirmi? Cosa sta blaterando? Ora è rossissimo anche in faccia e si torce le grandi mani in una maniera che potrebbe essere capace di spezzarle.
La fiamma della speranza si riaccende in me.
Parlami, Ron, parlami. Ti prego. Dimmi ciò che aspetto di sentirti dire da sette lunghi anni.
Si blocca un attimo, poi mi fissa negli occhi con un’espressione decisa, ma quando apre la bocca per dire qualcos’altro, uno stridolio acuto copre la sua voce.
 
«Granger!» Lavanda arriva di gran carriera, squadrando prima me e poi Ron. Si ferma davanti a noi, rivolgendosi a Ron con un sorrisetto malizioso e direi anche inquietante, per me che assisto come spettatrice.
Voglio strozzarla, voglio strozzarla!
 
«Scusa, Ron, devo rubarti un attimo la tua cara Hermione.» dice civettuola, poi si gira verso di me e mi guarda con astio. Io rispondo alla stessa maniera.
«Sì, Lavanda, dimmi.»
«Ti devo parlare…» guarda prima Ron e poi me «Adesso.» aggiunge con tono imperioso.
Ma a chi crede di poter dare ordini, questa?
Ron mi guarda con un’espressione strana, quasi frustrato.
Lavanda inizia a camminare, poi si gira aspettando che la segua e così faccio.
Maledico in tutte le maniere possibili questa gallinella bionda, chiedendomi cosa Ron mi volesse davvero dire.
Ma, per saperlo, devo aspettare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mi scuso con tutti se l’ultima volta non ho potuto ringraziare meritatamente i miei recensori, ma ero in un ritardo pazzesco e ho avuto solo il tempo di postare (nemmeno quello di rileggere xD)…e poi ho corretto qualcosina che non andava.
Anyway, ecco un nuovo capitolo. Purtroppo la scuola ha “rallentato” di un bel po’ il mio aggiornamento e anche l’ispirazione per scrivere mi mancava, a dire il vero.
Poi è scesa una mano dal cielo XD (mi piace pensarla così) e tutto il mio tram tram celebrale si è riacceso.
 
Per chi segue anche le mie altre storie, ho un piccolissimo avviso:
- Per quanto riguarda le fiction che non aggiorno da un po’, ovvero: “Un disperato bisogno di te” e “L’amore rende imbecilli”, dovrete pazientare…per ora ho intenzione di terminare prima questa fiction e poi l’altra che ho nella categoria Originali, per poi dedicarmi interamente a quelle.
      
E ora via con i ringraziamenti!
robby: Certo, la povera Hermione ne passerà delle belle, e sono d’accordo con te nell’affermare che Ron è un’idiota…non voglio svelare nulla, ma… (vedrete alla fine u__u). Sono davvero contentissima che la mia Hermione renda bene l’idea che è trasmessa di lei nei libri, per quanto riguarda le mie fan fiction cerco sempre di attenermi alle caratteristiche fondamentali dei personaggi…sennò non sarebbero più vere fan fiction, no? Un bacione!
KarmyGranger: Sì, concordo con te, se lo merita davvero…! Devo ammettere che s’è comportato proprio da bastardo! (auhauhauh, ora me la prendo con lui, anche se è colpa mia, perché sono stata io che l’ho fatto comportare così u_u!). A parte questo, ti ringrazio tanto dei complimenti e spero che continuerai a seguirmi. Baci!
daniel14: Hai delle teorie molto interessanti sulla vicenda…io però non posso dire nulla! (mente diabolica u__U). Sono onorata di sapere che la storia ti piaccia! Al prossimo capitolo!
Ed_Ward: *__* E a me decisamente piacciono i tuoi commenti! Apprezzo sul serio i tuoi consigli (che d’altra parte mi sono sempre utilissimi xD) e mi sento orgogliosissima che la mia storia ti piaccia! I dialoghi pucciosi, per quanto patetici possano essere (lo ammetto, io per prima), sono stati divertentissimi da scrivere. E credo che questo sia lo scopo principale dello scrivere. Ovviamente mi diverto a scrivere anche cose più intelligenti XD…ogni tanto qualche ideuzza buona dalla mia testolina salta fuori!
Spero che continuerai a seguirmi anche per questo capitolo! ^__^
EDVIGE86: I colpi me li sono presa anche io mentre scrivevo…purtroppo era per esigenze di copione inserire questo colpo di scena, pardon moi! XD Ad ogni modo, mi rende felice (e credimi in questo periodo ne ho proprio bisogno XD), sapere che ciò che scrivo ti piaccia…mi sprona a fare sempre meglio. Baci!
Alessandra: *Killer gongola soddisfatta per tutta la stanza*. Grazie mille dei complimenti, Alessandra! Continua a seguirmi, mi raccomando! :D
soni67: Da Drunk sfegatata, quale sono, ci sono rimasta male anche io per quello che ha fatto Ron (*Killer dà uno scappellotto in testa a Ron e raccomanda al bimbo di non dare più bacini cattivoni ad Hermione*), ma come ho già rivelato…tutto ciò servirà a qualcosa u__u. Lo so, sono odiosa quando parlo per enigmi, ma scoprirai tutto seguendo la ff! :P
PazzaWendy: Lo so, povera Hermione ç__ç! Anche per questo ho scelto di narrare tutto dal suo punto di vista, per lasciare quello di Ron nel più completo mistero! @.@ Spero recensirai anche il prossimo capitolo!
^^
pepero: Esattamente…bisogna aspettare! :P Sì, Ron è davvero un bastardone…ma tutto ciò è merito della mia influenza su di lui U_U. Grazie mille dei complimenti! Alla prossima!
funnynurse: Mi dispiace, cara, ma non posso rivelare nulla! Concordo con te sul fatto che siano adorabili…li adoro *__*! (E si era capito visto che scrivo praticamente sempre e solo su loro *_*, ma è più forte di me!).
Ti ringrazio infinitamente dei complimenti, mi fanno molto piacere! Baciotti!
brilliant: Mh, Iper RonHermionosa…Direi che è un termine coniato apposta per me! *_* Grazie dei complimenti! Un bacione!
free air: Ho scelto appunto il Pov di Hermione per lasciare tutto in sospeso e misterioso! Sono contentissima che ti sia piaciuto il capitolo e spero ti piaccia anche questo! :*
 
E infine un ringraziamento speciale a Giù, che mi è quotidianamente vicina e che ogni volta mi aiuta, consigliandomi alcune idee per la trama delle mie storie…Sei troppo lovvosa PaNtHeR !:* ti voglio bene!

*Mi scuso con i lettori per le numerose ripetizioni che c'erano nel capitolo...in parecchi punti ripetevo sempre lo stesso concetto. Comunque ora ho rimediato, quindi potete leggere tranquillamente!*


Saluti anche a chi legge soltanto,
Angela.

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Capitolo 4
*** Chap. 4 ***


“Un accordo Pericoloso”
Cap. 4
 
Lavanda cammina rapidamente per i corridoi della scuola. Non riesco quasi a starle al passo.
A questo punto mi sorge un dubbio più che logico: cosa si nasconde sotto le calze scure che coprono le sue gambe? Un motore a diecimila cavalli?
Vedendo che sono un bel po’ indietro rispetto a lei, Lavanda si ferma. Il suo viso coperto interamente dal fondotinta si atteggia in una smorfia molto mal celata, prima di sbuffare apertamente.
Poi mi afferra sbrigativa il polso, trascinandomi dietro a lei. La sua stretta è rabbiosa.
 
«Lavanda…lasciami!» mi impunto, ma la mia forza è niente in pari alla sua.
Ma in che mondo parallelo sono finita? Lavanda non dovrebbe avere paura di scheggiarsi un’unghia afferrandomi in questa maniera?
 
La ragazza dai lunghi e lisci capelli biondo platino continua a camminare furiosamente e velocemente, tanto che ho il timore che tra un po’ i suoi mocassini -previsti nella divisa scolastica- inizieranno ad emettere scintille e prenderanno fuoco.
Sarò pure un mostro, ma la scena di Lavanda che corre avanti e dietro gridando come un’ossessa perché le sue scarpe stanno prendendo fuoco, la trovo estremamente divertente. Soffoco una risatina. Lavanda si ferma, mi lancia un’occhiataccia e mi lascia finalmente il polso indolenzito. Fa davvero male! Lo circondo con l’altra mano per assicurarmi che sia ancora intero e lo massaggio un po’. Sbatto i piedi per terra, infastidita, grugnendo quasi.
 
«Si può sapere dove vuoi portarmi?»
«Non sprecare fiato, siamo arrivate.»
Allunga la mano verso la maniglia di una semplicissima porticina di legno e apre la stanza che si cela oltre questa. Il buio totale è ciò che si presenta ai miei occhi. Davvero non capisco.
 
«Entra!» comanda imperiosa con la sua vocetta stridula.
«Puoi scordartelo!» ribatto sprezzante.
E’ davvero diventata pazza se pensa che io entri lì dentro senza sapere ciò che contiene quella stanza.
Purtroppo il mio coraggio Grifondoro si presenta solo in occasioni di maggior pericolo! Per il resto sono sempre la metodica Hermione che pensa venti volte prima di parlare e usa i “piedi di piombo” per ogni cosa.
Inaspettatamente Lavanda non risponde e si dirige tenendo alto il suo nasino alla francese, infilandosi nel buco nero. Come un numero di magia in meno di un secondo sparisce dalla mia vista.
 
 
E se adesso me ne andassi?
Sinceramente aspetto con più ansia di sapere ciò che voleva dirmi Ron, piuttosto che perdere il mio tempo con questa pazza sclerotica che mi trascina con sé e poi scompare.
Purtroppo prima di poter muovere anche solo un passo, una mano spunta dal buio della stanza, mi afferra per il braccio e vengo catapultata nel buio più oscuro. L’adrenalina scorre nelle mie vene, cerco di urlare, ma una mano non molto gentile mi tappa la bocca togliendomi il fiato. Mi dimeno furiosamente e smetto di agitarmi solo quando qualcuno accende la luce.
L’oscurità opprimente dell’ambiente viene ravvivata da una piccola lampadina accesa. Gli occhi taglienti di Lavanda mi fissano impenetrabili, mentre siamo quasi l’una addosso all’altra in questo buco…No, scusate, volevo dire sgabuzzino delle scope! Deglutisco, improvvisamente intimorita. Cosa mai vorrà fare?!
Ha ancora la mano appoggiata sulla mia bocca e io continuo a fissarla stupita, quando mi libera dalla sua stretta in modo brusco.
 
«Non ho intenzione di farti del male, Hermione...» parla lentamente. Io aggrotto le sopracciglia, non capisco dove vuole arrivare. Resto zitta per farla continuare.
«…ma per te sarebbe meglio lasciare in pace il mio Won-Won.» termina, serissima.
Ho un improvviso attacco di bile. Ma chi si crede di essere questa? Ron non sarà mai più suo, mai! Ora sì che il coraggio di Grifondoro scalpita sotto la mia divisa, vedrete se non la sistemo io questa gallina platinata!
«Ron non è affatto tuo, non puoi pretendere che io lasci perdere il mio migliore amico…»
«MA QUALE MIGLIORE AMICO! COME SE NON SAPESSI CHE HAI SEMPRE MACCHINATO ALLE MIE SPALLE PER FREGARMI IL RAGAZZO! E LUI, QUEL MAMMALUCCO, E’ ANCHE CASCATO NELLA TUA INFIDA TRAPPOLA! COSA HAI USATO? UNA POZIONE D’AMORE, VERO? IN FONDO E’ L’UNICA ALTERNATIVA…NON RIUSCIRESTI MAI A FARE INNAMORARE UN RAGAZZO DI TE!» urla sputandomi addosso queste parole. Una pozione d’amore? Ron cascato nella mia trappola? Cosa vuole dire?
«Non serve che scalpiti come un’oca, mia cara Lavanda. Ci sento fin troppo bene! Ed è davvero assurdo ciò che dici…io non ho mai usato nessuna pozione d’amore su Ron!» mi trattengo il più possibile, ma la tentazione di gridare come ha fatto lei poco fa è davvero forte.
 
No, Hermione, tu non ti abbasserai ai suoi livelli!
Giusto, con calma. Inspira, espira, inspira…
Okay, okay. Mi pare di capire che nessuno di voi sia interessato alla meditazione Zen che è in corso nel mio cervellino. Un vero peccato! Sapete è davvero rilassante e molto più salutare degli strepiti di Lavanda!
Dite che dovrei concentrarmi su quello che sta accadendo là fuori?
E va bene!
 
L’improvviso ritorno alla realtà per me è sempre un’esperienza traumatica. Malgrado ciò che si possa pensare anche una parte integrante di me, quella sempre concentrata e dai riflessi pronti, ogni tanto se ne va in pausa pranzo! Aggiungerei una pausa pranzo più che meritata!
 
Fortunatamente per voi -mi riferisco a tutti quelli che seguono questa mia tormentata e molto pseudo storia d’amore- il mio distacco dalla realtà è durato in realtà solo pochi secondi.
Ora Lavanda mi sta guardando ribollente di rabbia, la mascella contratta e le sopracciglia aggrottate in maniera davvero grottesca. Ho paura che da un momento all’altro inizi a ringhiare e si trasformi in un lupo mannaro!
 
«Non lo ripeterò un’altra volta, sta lontana da lui!» dice. La sua voce è molto vicina al ringhio…inizio a preoccuparmi!
«Nemmeno io lo ripeterò un’altra volta questo: io non mi allontanerò mai da Ron. L’ho già fatto a causa tua e non intendo perderlo di nuovo!» controbatto sprezzante del pericolo.
Vai così Herm!
Grazie a Dio, i cori da stadio che infuriano nella mia testa mi regalano molta grinta e determinazione!
«Visto?! Avevo ragione! Quando ci siamo messi insieme ti sei allontanata da lui per preparare la tua vendetta…e soprattutto la tua pozione d’amore. Che credi che non abbia visto come ti guarda?! Avanti! DIMMI CHE RAZZA DI INCANTESIMO HAI USATO PER RIDURLO COSI’!»
Resto a bocca aperta. Sospettavo che a Lavanda mancasse qualche rotella, ma ora sorge impellente il dubbio che in realtà sotto quella chioma fluente non abbia nemmeno un minimo di ingranaggio. E poi…cosa significa quel ‘Che credi che non abbia visto come ti guarda?!’. Non posso proprio aspettare, devo assolutamente sapere!
«Perché…come mi guarda?»
Il mio cervello è nuovamente sul punto di staccare la spina, intendo a fantasticare Ron che mi guarda assorto e perso nei propri pensieri, ovviamente riguardanti me e lui assieme. Oh che soave visione!
Un piccolo crack mi riporta bruscamente a fissare la faccia di Lavanda ormai paonazza e mi rendo conto che non avrei potuto dire niente di più stupido in quel momento.
«AAAAARGH!» eccolo il ringhio! Oddio la trasformazione è vicina! Lavanda mi si avventa contro, attaccandosi al mio collo e iniziando a stringere. Fa male!
Prima che possa pensare qualsiasi cosa, per legittima difesa, inizio a tirarle i capelli mentre sento già l’ossigeno mancarmi. Lavanda inarca la schiena, lascia il mio collo e strilla in preda all’ansia e al dolore.
Senza volerlo l’ho attaccata al suo punto debole: i capelli. È assolutamente fissata con la sua chioma e la sua più grande paura è proprio perderli! Tra pochissimo inizierà ad implorare, gettandosi ai miei piedi e chiedendo di risparmiarla. Scommettiamo?
 
«No, no, no! Ti prego Hermione, basta…per favore
Visto?
Li tiro ancora più forte, lei cerca di liberarsi, ma è tutto inutile. L’ho bloccata contro il muro grazie ad un incantesimo ed ora è in balia delle mie mani brutali che hanno già fatto strage di qualche ciocca biondissima, ormai a terra sul pavimento di questa topaia.
Per principio sono contro alla violenza…ma stava cercando di strangolarmi! Cosa avrei dovuto fare?!
Stare con le mani in mano?
«Ti prego, Hermione…smettila! Farò tutto ciò che vuoi!»
Ecco, brava Lav-Lav. E’ proprio questo quello che volevo sentirti dire.
Smetto di tirare e Lavanda smette di dimenarsi. Tira un sospiro di sollievo tra sé.
Non cantare troppo presto vittoria, piccola smorfiosetta. Hai provocato l’ira di Hermione e avrai la punizione adeguata!
«Proprio tutto?» tiro ancora i capelli, strappandole un gemito.
«Sì, sì! Tutto purché tu smetta!» sbotta isterica Lavanda.
Io emetto un ghigno sadico, degno di un Serpeverde e parlo, sempre tenendo abbondanti ciocche di capelli in mano, pronte ad essere strappate senza pietà se dovesse rispondermi di no.
«Dimentica Ron. Non azzardarti mai più ad avvicinarti a lui o quant’è vero che mi chiamo Hermione Granger la prossima volta non mi fermerò e ti strapperò i capelli ad uno ad uno è chiaro?!»
«Chiarissimo!»
«Ah, e dimenticavo...» rafforzo ancora una volta la stretta sulla sua chioma platinata. «Se dici a qualcuno quello che è successo qui dentro, la mia vendetta sarà ancora peggiore. Farai solo la figura della povera scema, nessuno ti crederà. Io sono una studentessa modello e tu una semplice gallinella che si accorcia la divisa e porta i ragazzi nel dormitorio femminile…vuoi che la McGranitt sappia tutto questo?»
«No! Assolutamente no! Terrò la bocca chiusa lo prometto…ma ora lasciami andare, ti prego!»
Annuisco inespressiva e la lascio andare, Lavanda mi guarda con un’espressione di rispetto –dovuto solo alla paura- e corre via con la coda tra le gambe.
La luce della lampadina, traballa fino a spegnersi del tutto.
Il silenzio opprimente mi ricopre: ricopre il mio corpo e anche il mio cuore.
Ma che diavolo ho fatto?!
Apro veloce la porta e mi ritrovo in uno dei corridoi di Hogwarts, ora totalmente deserto.
Non so nemmeno che ora siano, ma molto probabilmente è tardi. Se qualcuno mi becca sono guai, inoltre in quanto prefetto dovrei essere la prima a dare l’esempio e rispettare le regole!
Nonostante tutto queste preoccupazioni futili non riescono a farmi dimenticare il mio rimorso.
Lavanda e i suoi urletti striduli di dolore mi tornano in mente.
E mi sento un’emerita MERDA.
Ho usato violenza fisica e psicologica allo stesso tempo.
Ma lei stava tentando di soffocarmi!
Stava solo tentando…si sarebbe fermata poi, credo…
Mi sono comportata orribilmente, macchiando la mia dignità e integrità morale e facendo del male come la più orrida delle Serpi. Corro in bagno mentre sento che le lacrime iniziano a strabordare dai miei occhi, bagnando la mia divisa.
Possibile che la gelosia e la rabbia mi abbiano accecato ?
E poi per chi? Per Ron, quell’idiota del mio migliore amico!
Quell’idiota del mio migliore amico per cui ho perso totalmente la testa, fino a ridurmi a questo punto.
Fino a ridurmi ad una sorta di… Com’è che li chiamano i babbani? Ah sì, bulli.
Tutto il mio corpo è scosso da singhiozzi irrefrenabili che non riesco a fermare.
 
«IO NON SONO COSI’!» urlo alla mia immagine riflessa nello specchio della toilette.
Il senso di colpa mi schiaccia e io non so se riuscirò a risalire. Molto probabilmente Lavanda adesso starà meglio di me. In fondo lei è la vittima, non ha nulla di cui preoccuparsi!
Ricordo benissimo l’ultima volta che mi sono sentita così. Ho passato giorni e giorni a combattere quel vuoto che mi aveva risucchiato qualunque emozione. Quella volta, però, contrariamente a questa, avevo fatto del male alla persona che amavo.
Mi riferisco proprio a quando scagliai il mio esercito di canarini su di Ron.
Non me lo sono perdonato mai, nonostante gli abbia chiesto scusa, rinunciando per una volta a questo maledettissimo orgoglio. E proprio per questo non mi perdonerò mai anche questa.
 
***
 
«Harry! Eccola è qui!»
«Per merlino, finalmente l’abbiamo trovata!»
«Hermione?»
Sento delle voci ovattate che mi chiamano, mugugno nel sonno.
«Hermione? Sveglia!»
Apro pigramente un occhio, poi anche l’altro. Davanti a me Harry e Ron mi guardano preoccupati.
Mi trovo seduta sulla tazza del water di un gabinetto, con la testa malamente appoggiata al muro. Devo essermi addormentata.
Mi strofino gli occhi, ancora intontita, biascicando: «Cosa è successo?»
«Beh, noi non lo sappiamo cosa è successo…questo devi dircelo tu…» dice Harry.
«Non riuscivamo a trovarti da nessuna parte!» aggiunge Ron, guardandomi timoroso.
Mano a mano che inizio di nuovo a prendere coscienza, i ricordi del nostro bacio e del discorso a metà che abbiamo affrontato mi ritornano in mente. Non posso fare a meno di arrossire.
«…Hai saltato anche Antiche Rune e questa non è una cosa da te!» commenta Harry.
«Antiche Rune?!» scatto in piedi come una molla, scioccata. Come ho potuto perdere la lezione?!
Harry e Ron ridacchiano, io li guardo inferocita, portandomi le mani alla vita.
«Che cavolo ridete voi?» dico acida.
«Niente, niente.» rispondono all’unisono, cercando di mantenere delle espressioni abbastanza convincenti.
«Comunque, si può sapere perché eri qui? Ci hai fatto prendere un bello spavento!» dice Harry con un sorrisino obliquo da sotto i suoi occhialini, scompigliandomi teneramente i capelli.
«Ehm io…» alzo lo sguardo, Harry e Ron mi fissano perplessi. Indugio su Ron e arrossisco ancora, prima di abbassare la testa, lasciando che i miei ricci ricoprano i miei occhi.
Harry si schiarisce la voce in un tono un po’ dubbio: «Allora?»
Ron resta zitto in attesa della mia risposta.
«Ho picchiato Lavanda…» mormoro così flebilmente che anche per me è difficile comprendere ciò che ho appena detto.
«Eh?»
«HO PICCHIATO LAVANDA!»
Ops, ho urlato!
 
***
 
Ahauhauhua XD, devo ammettere che mi sono particolarmente divertita a scrivere questo capitolo. Anche se di momenti R/H ci sono pochi e l’avevo previsto un tantino diverso…comunque sia, siamo quasi al capo linea.
Il prossimo capitolo sarà l’epilogo L
Spero di poter postare prestissimo l’aggiornamento!
 
Un grazie enorme ai recensori: PazzaWendy, robby, funnynurse (auhauhauhau XD non volendo nel tuo precedente commento hai anticipato l’avvenimento clou di questo capitolo…alla fine i capelli Herm glieli ha tirati per davvero! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!), free air (mi spiace lasciarvi sempre così in sospeso per quanto riguarda la fine dei capitoli…ma è necessario creare un po’ di suspance, no? XD un bacio!), KarmyGranger (vero, vero Lavacca aveva in mente qualcosa U_U menomale che Hermione l’ha messa a posto! :D), soni67 (grazie per la recensione *_* grazie mille anche per i complimenti, sono davvero felice che la mia Hermione sia simile al personaggio originale!), akane87 (XD abbiamo finalmente capito che voleva quell’arpia U_U, spero che il capitolo ti sia piaciuto e grazie mille per la recensione! ^^)
 
Piccolo appunto. Magari Hermione in questo capitolo vi sarà sembrata un tantino OOC e troppo aggressiva...E’ inevitabile che in una situazione del genere si tiri fuori un aspetto un po’ diverso del proprio carattere, in questo caso l’aggressività e la crudeltà. Ovviamente non è da tutti pentirsene come fa Hermione...
 
Beh, per questa volta concludo qui. Hasta la vista!
Me la lasciate qualche recensioncina? Pleeeease *_* (Killer fa gli occhi dolciolosi)

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


 
“Un Accordo Pericoloso”
Ultimo capitolo
 
 
Harry si schiarisce la voce in un tono un po’ dubbio: «Allora?»
Ron resta zitto in attesa della mia risposta.
«Ho picchiato Lavanda…» mormoro così flebilmente che anche per me è difficile comprendere ciò che ho appena detto.
«Eh?»
«HO PICCHIATO LAVANDA!»
Ops, ho urlato!
 
 
Alzo gli occhi intimorita.
Harry ha un’espressione talmente stupita in volto, che per poco la sua mascella non tocca il pavimento.
Ron, anch’egli sorpreso, mi guarda con un’espressione beffarda in volto.
All’improvviso, un raglio acuto spezza quel silenzio momentaneo.
Altrettanto sorpresa, mi accorgo che quel raglio proviene proprio da Harry il quale se la ride a crepapelle, tenendosi la pancia. Anche Ron ride assieme a lui e io non posso fare a meno di pensare a quanto sia affascinante.
Sbuffo, infastidita per il loro comportamento. Dopo qualche altra risatina, cercano di ricomporsi.
 
«Non ci posso credere!» sghignazza il ragazzo dai folti capelli neri, lanciando un’occhiata al rosso e poi rivolgendosi nuovamente a me.
Io abbasso lo sguardo, imbarazzata. Tutto sommato c’era da aspettarsi questa reazione.
Beh, se per loro tutto questo è divertente, per me non lo è affatto. Il senso di colpa striscia dentro di me e mi sono ripromessa di chiedere scusa a Lavanda non appena capiti l’occasione.
«Già…non ci posso credere nemmeno io…» borbotto sconsolata, sospirando pesantemente.
Gli schiamazzi sono terminati, sembrano essere tornati seri entrambi, anche se dal luccichio malandrino nei loro occhi, capisco che si stanno trattenendo per non ridere.
«E perché l’avresti fatto?» chiede Ron, divertito. E io che pensavo che si sarebbe addirittura arrabbiato!
Ma sì, tanto a lui che importa. La scommessa ormai è in mano sua, visto che dopo la “chiacchierata” di oggi pomeriggio con Lavanda non ci sono più dubbi per i sentimenti che prova nei suoi confronti.
Ovviamente non posso rivelare come stanno realmente le cose, ovvero che l’ho picchiata per lui. Questo è letteralmente fuori discussione! Cerco di sviare come meglio posso la domanda.
«Ha cercato di strangolarmi e io mi sono difesa…», mormoro stringendomi nelle spalle.
Oh, Lavanda perché non mi hai strangolata davvero? A quest’ora di certo non avrei più dovuto pensare a tutti i miei guai.
Abbasso nuovamente la testa, più il tempo passa e più io sto peggio. Cosa devo fare?!
«E perché ha cercato di strangolarti?», mi chiedono allora entrambi con un lampo di preoccupazione nella voce.
Ritorno a guardarli: Harry è a bocca aperta nella curiosa imitazione di un pesce, mentre Ron mi guarda in modo strano. Che abbia capito tutto? Deglutisco, perdendomi in quegli occhi color mare.
«Io…»
Oddio e ora che gli dico? Vado nel più completo panico e la mia mente brillante -o meglio quella che un tempo consideravo come una “mente brillante”- mi ha completamente abbandonata.
Boccheggio in cerca di una scusa plausibile, ma non me ne viene in mente nessuna. «Non lo so…», bofonchio, cercando di apparire il più sincera possibile.
«Non me l’ha detto…mi si è avventata addosso senza dare spiegazioni», concludo riacquistando un po’ della mia decisione.
Raccontata in questo modo, la vicenda dà a Lavanda il titolo di cattiva, mentre io appaio come vittima.
Magari fosse davvero così! Forse il rimorso mi torturerebbe di meno, adesso.
I miei due amici restano in silenzio, lanciandomi occhiate imperscrutabili.
«Io non avrei voluto, davvero...», dico con voce rotta. Poi, incapace di resistere oltre, scappo fuori dalla stanza sfuggendo dalla loro presa e dai loro richiami.
Continuo a correre per i corridoi, senza sapere realmente dove andare. Mi guardo attorno, preoccupata che ci sia qualcun altro ad assistere a quel mio teatrino o più semplicemente per assicurarmi che i miei due amici non mi abbiano seguita. Con un sospiro di sollievo, mi riassicuro notando che non c’è anima viva.
Anima viva no, ma un’anima morta sì!
Trascinando con sé un grosso polverone, Pix, il poltergeist, sfreccia a pochi centimetri dal mio naso, senza fortunatamente notarmi. Evidentemente avrà qualcun altro di più interessante da tormentare.
Mi riscuoto da quell’improvviso torpore, notando che mi ero appiattita contro il muro e riprendo a camminare sola e senza meta. Arrivata davanti alle scale, aspetto che queste si stabilizzino, per salire in cima alla Torre di Astronomia. Non ho alcuna intenzione di tornare in Sala Comune, ma so benissimo che girare per la scuola vagabondando senza meta, dato l’orario, non è affatto prudente. Fortunatamente questo è un luogo pressoché sempre deserto; anche le ronde dei prefetti non arrivano qui.
 
***
 
Finalmente sono libera di deprimermi in completa solitudine. Che bella serata, eh?
Torno a pensare all’accordo che Ron mi aveva proposto appena il giorno prima.
Un accordo che sin da subito aveva riscosso il mio interesse, ma che in seguito si era dimostrato molto, molto pericoloso. Ron mi aveva baciata solo per far ingelosire Lavanda e ormai non ero più capace di stare in sua presenza senza arrossire, oppure senza sentirmi maledettamente inadatta.
Un brivido mi trapassa la schiena al pensiero che la nostra amicizia potrebbe essersi rovinata.
Ho aspettato tanti anni inseguendo il sogno che lui un giorno avrebbe potuto essere mio, trattenendomi dal confessargli i miei sentimenti, un po’ per timore e un po’ perché sapevo che lui non era ancora pronto…aspettando il momento giusto.
Ma ora quel momento non c’è più e non ci sarà mai.
Magari alla fine Lavanda riuscirà anche a conquistarlo e insieme rideranno di me: Hermione l’eterna illusa e l’eterna innamorata.
Sospiro, inconsolabile. Forse tra un po’ sarò anche convocata dalla McGranitt o peggio ancora da Silente.
Già li immagino, con quelle espressioni di pietà in volto, mentre pensano: “E’ un vero peccato…sarebbe stata una grande strega”.
Sì, probabilmente penseranno questo, quando Lavanda andrà a spiattellare tutto ai professori e questi non potranno fare altro che espellermi.
Strano, penso tra me e me, alla parola “espellermi” non mi è preso il solito attacco di panico.
Davvero, cosa mi sta succedendo?! Non mi riconosco più!
Perché tutto il resto dei miei problemi mi appare così dannatamente significante, se solo penso al fatto che potrei aver perso Ron per sempre?
Mi siedo sul cornicione della torre, con le gambe a penzoloni nel vuoto. Sotto di me stanzia l’immenso parco verdeggiante della scuola. Ad occidente, il sole appare come una palla infuocata e si eclissa lentamente dietro l’orizzonte.
Oltre le nuvole tinte di rosa, alcune stelle iniziano a fare capolino nel cielo.
Questo spettacolo mi mozza il respiro. Resto a fissarlo per alcuni minuti interminabili, senza pensieri, senza preoccupazioni, semplicemente godendo il più possibile di quella tranquillità momentanea.
 
«Hermione!», una voce affannata mi chiama.
Mi volto di scatto, sbilanciandomi. Non faccio in tempo ad individuare chi mi ha chiamata, che mi ritrovo in bilico. Un urlo soffocato fuoriesce dalla mia gola, mentre mi trovo aggrappata con le braccia al cornicione, le gambe sospese nel vuoto.
Colui che mi ha chiamato, esce dall’ombra. Con un’espressione di aperta sorpresa, individuo Ron.
«Ron ti prego, aiutami!», grido allarmata. Non so se riuscirò a resistere poi molto. Stringo forte i denti.
Ce la devo fare, mi ripeto. Sento alcuni passi frettolosi, poi due forti braccia mi stringono la vita e mi tirano su senza sforzo. Mi decido ad aprire gli occhi non appena i miei piedi toccano terra.
«Hermione, ma sei pazza? Come ti viene in mente di stare seduta sul cornicione? Lo sai quanti metri è alta la torre?», mi investe con un fiume di domande. Io arrossisco inevitabilmente quando realizzo che mi tiene ancora stretta tra le sue braccia. Ron sembra troppo preoccupato per rendersene conto.
«Scusa», mormoro sconsolata, abbassando il capo. In un gesto di incredibile affetto, lui mette una mano contro la mia nuca, stringendomi al suo petto. L’altro braccio mi cinge i fianchi in modo quasi possessivo.
Inspiro delicatamente il suo dolce profumo, stringendolo a mia volta. Percepisco i battiti veloci del suo cuore, dietro la stoffa pesante della divisa scolastica. Sospira lievemente, soddisfatto e al tempo stesso combattuto.
E’ strano ammettere che questo è il momento più bello della mia vita.
Senza Lavanda, senza la McGranitt o Silente, senza interferenze di alcun tipo.
Nient’altro che noi sotto un cielo cobalto, pieno di stelle.
Il silenzio che ci circonda è stranamente piacevole e non vorrei che non finisse mai. Non ci sono parole per spiegare ciò che sto provando, in questo momento.
Lo sento sorridere, malgrado non riesca a vederlo.
Rabbrividisco, e uno strano senso di languore mi opprime il ventre.
Si scosta un attimo e mi guarda negli occhi, dall’alto. «Hai freddo?», chiede.
Scuoto la testa in segno di no, incapace di rispondere e al tempo stesso rammaricata perché è finito tutto troppo presto.
Alzo il capo e lo trovo lì che mi fissa, con le orecchie talmente rosse che potrebbero prendere fuoco da un momento all’altro.
Quegli occhi talmente profondi mi spingono a dire la verità: «Ho paura».
Si fa improvvisamente confuso. «Di cosa?»
«Beh…», arrossisco di nuovo, grata che l’oscurità nasconda il mio rossore. Stringo nervosamente le mani, torcendole. «Quando Lavanda andrà a spifferare tutto mi espelleranno».
Il peso delle mie azioni, mi crolla addosso. Mi ritrovo a singhiozzare senza nemmeno volerlo. Oddio, non ditemi che non sto diventando come miss Cho Chang, frignona del secolo?
«Ma è stato per legittima difesa!», interviene Ron.
«H-ho esagerato…io…io non dovevo…», balbetto, cercando di frenare le lacrime. In qualche modo ci riesco.
Al diavolo la legittima difesa! Perderò un futuro nel mondo dei maghi, una scuola che per me è come una casa, i miei amici, Ron…
«Dimmi la verità, allora. Perché vi siete picchiate?», domanda con fare comprensivo. I suoi occhi sono talmente ipnotici che per un momento mi fanno prendere in considerazione di rivelargli la verità.
Riacquistando il controllo, faccio appena in tempo a restare in silenzio.
«Hermione? Dai, ti prego, dimmelo…»
No, no, no! Ron, non ti azzardare ad usare quello sguardo da cucciolo per incantarmi…non ci riuscirai!
Lui mette un broncio adorabile.
Oddio…ma quant’è carino…e dolce…e tenero…da strapazzare di coccole! Quasi, quasi ora glielo dico…
 
Hermione! Mantieni la tua integrità morale!
 
La mia coscienza torna a farsi sentire. Mi sento tra due fuochi…non so cosa fare!
Poi all’improvviso una consapevolezza fa breccia nella mia mente: Ron sta insistendo tanto solo perché vuole sapere se Lavanda è interessata a lui! La rabbia si impossessa di nuovo di me. Cosa potevo aspettarmi da un’idiota del genere? Che lui mi cercasse perché era interessato a me? E invece no! C’entra sempre Lavanda!
 
«E va bene, Ronald! Lavanda è ancora innamorata di te! Sei contento ora che hai vinto la tua stupidissima scommessa?», rispondo con stizza, allontanandomi bruscamente da lui.
Ron mi guarda confuso, ma a parte una catena di «Io…io…io», non riesce a dire nient’altro per giustificarsi.
Lo sapevo, avevo ragione. «Bene, adesso, visto che a quanto pare tenete ancora l’uno all’altra, perché non vi rimettete insieme?», sbotto inferocita.
Ron non risponde niente, ha solo gli occhi sgranati. Probabilmente vedermi così infuriata ed esagitata, gli ha messo paura.
«Notte, Ronald!»
 
***
 
Corro ancora una volta attraverso i corridoi, la rabbia di poco prima offuscata dalle lacrime. Non ci credo, non ci credo, non posso crederci! Ogni volta che l’immagine di Ron e Lavanda mi balena alla mente, sento tutte le viscere contorcersi e scoppio disperata in altri singhiozzi. Posso andare avanti così?
Mi specchio in uno dei bagni femminili e capisco di essere assolutamente impresentabile, con questi occhi rossi come dei semafori e il colorito più pallido del solito. Mormoro un incantesimo per ridurre gli occhi lucidi e tiro su col naso. Più o meno ci siamo. Visto che è tardissimo e io per tutto il giorno non ho fatto i compiti, decido di tornare ai dormitori. Non mi importa chi ci sarà, non posso scappare per tutta la vita.
Magari i miei bagagli saranno già tutti sistemati sul primo treno per Londra.
Non avrò nemmeno il tempo di salutare Ginny, Harry e… meglio non terminare la frase.
Gli occhi tornano lucidi in un baleno, ingoio il groppo che ho in gola e mi fermo di fronte alla signora Grassa.
 
«Parola d’ordine, cara?», gracchia quella.
«Aureus Leo!»
«Prego, entra», fa un gesto teatrale con la mano e mi permette di entrare in sala comune. Tutti i Grifondoro sono ai dormitori, tranne una persona che è seduta di fronte al camino.
Ha gli occhi fissi davanti a sé, e le fiamme provenienti dalle braci fanno risaltare ancora di più i suoi capelli rossi. Potrete di certo immaginare a chi mi riferisco.
Ma non voglio vederlo, non voglio parlarci e sentirmi dire che si è rimesso con Lavanda, non voglio vedere il suo sguardo entusiasta, mentre si riavvia i capelli all’indietro.
Non voglio essere in alcun modo partecipe della sua felicità, perché è la mia distruzione.
Il dormitorio femminile è dalla parte opposta, lui non sembra avermi ancora visto. Potrei tranquillamente sgattaiolare fin lì senza farmi vedere. Basta stare attenti.
Muovo con cautela un piede, portandolo avanti. Il crepitio del fuoco, fortunatamente,  nasconde il lieve rumore dei miei passi.
Ormai sono quasi giunta a destinazione, apro lievemente la porta, azzardando un’occhiata alle mie spalle. Ron fissa ancora il fuoco, ignaro della mia presenza. Una volta aperta la porta quel tanto che basta per passarci, vengo investita da una palla di pelo, proveniente dall’interno, che mi si butta letteralmente tra le braccia.
Mi faccio sfuggire un gridolino, mentre Grattastinchi si accoccola sul mio petto.
Non ho mai odiato prima d’ora il mio gatto, in questo momento però il mio istinto omicida sta salendo a galla.
Di scatto si volta anche Ron. Porca Sibilla! (Scusatemi per l’imprecazione).
«Ti aspettavo…»
Deglutisco, lui si alza dalla poltrona e mi viene incontro. Io stringo forte tra le braccia Grattastinchi e questo gesto mi infonde quasi coraggio. Il povero animale miagola indispettito per la stretta, poi si calma quando inizio a fargli qualche grattino in testa.
«Come mai mi aspettavi?», dico cercando di apparire calma. Ma perché non mi lasci in pace, Ron?
«Penso di dover chiarire un po’ di cose…»
«A proposito di cosa?», faccio la finta tonta.
Lui alza gli occhi al cielo, poi mi inchioda con il suo sguardo: «A proposito di noi».
Sono certa di sembrare una vera cretina in questo momento: la bocca aperta e gli occhi grandi come due palle da baseball.
Ho immaginato anche l’enfasi con cui ha pronunciato la parola “noi”?
Inconsciamente apro le braccia, facendo cadere il mio povero gatto. Miagola contrariato un paio di volte, poi se ne va impettito, tenendo alta la coda.
Ron si avvicina, titubante. Solo pochi centimetri separano i nostri visi. Sento il suo respiro sulla mia fronte e tanto basta per mandarmi fuori uso. Le sue labbra si chiudono e i suoi occhi trasudano desiderio.
Resto bloccata dove sono, senza aver il coraggio di muovere un dito. Il cuore mi batte assurdamente forte e ho paura che da un momento all’altro, schizzi fuori dal mio petto.
Oddio, sta per baciarmi?
Posa delicatamente una mano sulla mia guancia, senza correre. Chiude gli occhi e si china su di me.
Io sbarro gli occhi e prima che le nostre labbra si uniscano in un bacio, lo spingo via, allontanandolo da me.
«Non vedo nessuna Lavanda in giro», tento di giustificarmi. In realtà l’ho spinto via, non perché non volessi, ma solo perché non sopporterei un altro suo bacio privo di significato.
Lui è sinceramente, scosso. «Non me ne frega un accidenti di Lavanda, Hermione.»
Fa un passo avanti e io uno indietro. Non so perché mi comporto così, forse perché trovo tutto così assurdamente impossibile. Ron non può essere in alcun modo attratto da me! Se finirò col crederci soffrirò solo di più, quando scoprirò che è tutta una bugia.
Perciò non posso fare a meno di indietreggiare, mentre lui incombe su di me. Alla fine mi ritrovo con le spalle contro il muro, intrappolata tra le braccia di Ron.
«Non me ne frega un accidenti di nessuna scommessa», mi alita sul collo.
Io continuo a non rispondere, non capendo bene il significato delle sue parole. Arrossisco inevitabilmente. Ron è già interamente rosso di suo.
«Nessuna scommessa è più importante di te, per me.», dice guardandomi dolcemente.
Io continuo a starmene ferma, trattenendo il respiro.
Lui aggrotta un secondo le sopracciglia, poi riprende: «A dire il vero, niente è più importante di te, per me, Hermione.»
Perché il mio nome ha un suono così bello tra le sue labbra?
No, no, no. Non è questa la cosa importante, in questo momento. Cos’è che ha detto?
Sbaglio o ho sentito che sono la cosa più importante della sua vita?
 
No, non sbagli!!!
 
I cori da stadio, mi incoraggiano ancora una volta. Ron aspetta una mia risposta, più il tempo passa, più sembra diventare irrequieto.
Senza che me ne accorga un grosso sorriso spunta dalle mie labbra, lui sembra rincuorato e mi risponde allo stesso modo. Gli salto letteralmente addosso, stringendolo fortissimo. Lui ricambia la mia stretta, ridendo.
 
«Ti voglio bene, Ron», dico a bassa voce, mentre ancora lo sto abbracciando.
«Anche io ti voglio bene…e anche molto di più», aggiunge lui, sibilandomi nell’orecchio.
«A dire il vero, anche io ti voglio bene e molto di più…», ammetto, cercando i suoi occhi.
«Tu cosa intendi per molto di più?», mi chiede scostandomi leggermente per sistemare una ciocca dei miei capelli ribelli, dietro l’orecchio.
Mi stringo nelle spalle, sorridendo enigmatica. «Forse per “molto di più”, intendo la stessa cosa che intendi tu…», replico.
«E vuoi sapere cosa intendo, vero?» domanda, alzando un sopracciglio.
«Esattamente, Weasley», asserisco.
«E se ti dicessi che ti amo, sarebbe il “molto di più” che intendi tu?», sorride sornione, con le orecchie in fiamme.
«Esattamente, Weasley».
 
I suoi occhi blu si illuminano incredibilmente e torna a sorridere come un bambino a cui è stata regalata una caramella. Dopo un’altra occhiata, in cui i desideri di uno si specchiano nell’altro, torniamo ad avvicinare i nostri volti. Le nostre labbra si sfiorano in un tremito, ma prima che aderiscano completamente, un tonfo ci distrae. Ci stacchiamo velocemente e ci voltiamo verso l’origine del rumore.
Harry, decisamente scompigliato e in pigiama, è sulle scale e ci fissa attonito. Dopo l’iniziale sorpresa, sulle sue labbra si apre un ghigno malizioso e dice: «Mi spiace, Ron. Anche se hai accalappiato Hermione, preparati ad una sconfitta…la scommessa la vincerò io!». Scende in un secondo le scale, recupera un libro dal tavolo della sala comune, sorride ancora sfacciato e si richiude la porta del dormitorio maschile alle spalle, dopo aver fatto un occhiolino in direzione mia e di Ron.
Scoppiamo rumorosamente a ridere, soprattutto io. Quando smetto, Ron mi stringe i fianchi e mi tira a sé, sussurrandomi all’orecchio.
 
«Ehi, non ho ancora finito con lei, signorina Granger.»
«Oh, nemmeno io ho ancora finito con lei, signor Weasley»
Mi sfiora lentamente una guancia, poi mi sorride teneramente: «Che ne dici di finire insieme?»
Annuisco e in un battibaleno trovo le sue labbra schiacciate sulle mie; si muovono decise ed esperte.
Cerco di non pensare al fatto che se è diventato così bravo è anche grazie a Lavanda, e riesco a sciogliermi.
Ricambio il bacio, senza fretta, sotto le mie mani sento le sue scapole e le accarezzo lievemente.
Socchiudo le labbra, all’invito della lingua di Ron e da questa mi faccio trasportare per sentieri inesplorati.
A questo bacio ne seguono altri, sempre più esigenti, sempre più grondanti di passione.
 
 
E’ tardi, ma a nessuno dei due importa. Siamo straiati sul divano, lui mi tiene tra le braccia, mentre io appoggio la testa sul suo petto.
 
«Sai una cosa?», mi chiede.
«Mhm», mugugno chiudendo gli occhi per godermi il più possibile la sua voce calda e penetrante.
La nostra stretta non ha ancora perso vigore, lo sento strofinare la sua mano sui miei capelli e appoggiare la testa sul mio capo.
«Sono esattamente dove vorrei essere». (*)
Sorrido. Anch’io, Ron, anch’io.
 
***
SEI ANNI DOPO:
 
«Spingi, spingi!»
Un respiro affannoso. Un gemito incontrollato.
«Più forte!»
«Vai così! Dai, Hermione, dai!»
 
La voce continua ad incitarmi. Cerco di restare lucida il più possibile.
«Così! Ci siamo quasi!»
Emetto un grido. Qualcuno mi asciuga le gocce di sudore dalla fronte. Stringo, con una forza che non supponevo nemmeno di avere, la mano di Ron.
Sento un tonfo e la mia mano è improvvisamente libera dalla sua stretta. Ma che diamine…?
«Il marito è svenuto! Portatelo via!»
Idiota che non è altro. E pensare che aveva tanto insistito per assistere al parto! Ah, gli uomini!
Chissà che fine avrebbe fatto se fosse toccato a lui subire questo dolore atroce.
Cerco di spingere, con tutte le forze che mi rimangono. Il medimago asserisce che ormai manca molto poco.
Spero sia proprio così, PRETENDO che sia proprio così.
Emetto alcuni suoni gutturali molto animaleschi, che faccio meglio a non riportare qui.
Persino il medimago mi guarda stupito, poi torna a prendersi cura delle mie parti basse. O meglio di cosa, al momento, si trova tra le mie parti basse.
Ci siete arrivati, suppongo.
Grazie, grazie, sono emozionantissima di diventare mamma. Peccato che in questo momento io odi il padre dei miei gemelli a più non posso. E’ svenuto, lasciandomi a delirare qui da sola!
Qualcuno mi dica come è riuscito ad entrare nei Grifondoro se sviene assistendo ad un parto.
No, sul serio. Ditemelo.
Mio malgrado, stavolta devo dare proprio ragione a Malfoy: Weasley è un pappamolle!
Nonostante ciò, ogni volta che ci incontriamo, non manchiamo di punzecchiarci. In fondo per lui resto la Mezzosangue Zannuta, mentre per me lui resta il Serpeverde con la puzza sotto il naso che ho schiaffeggiato il mio terzo anno ad Hogwarts. Okay, okay. Forse è meglio che faccia un passo indietro per raccontarvi di ciò che è successo in questo lasso di tempo. So che questo non è il momento adatto, ma mentre la mia parte esterna è intenta a spingere ed ululare e bestemmiare in nome di Ron, la mia parte interna è desiderosa di distrarsi un po’ dal tram tram esterno.
Harry è lo scapolo impenitente più famoso di tutto il mondo magico. Ricco, famoso e di successo, in cerca di una moglie...Ma allora come mai tutte lo vogliono e nessuno se lo prende?
Questo sì che è un mistero!
Volete qualche altro scoop?
Bene. Avete presente la nostra cara Padma Patil, che sognava di sposare il MIO Ronald e con lui andare a vivere in campagna, assieme a cinque bambini?
Ecco, proprio lei: Padma ha realizzato il suo sogno di vita, assieme ad un’altra persona, per mia somma fortuna.
Volete sapere di chi parlo? Neville Paciock! Ehi, ehi, ehi, non azzardatevi a sghignazzare in quel modo.
Paddy e Nev sono una coppia perfetta, checché se ne possa dire!
 
E Lavanda…?
L’ochetta giuliva dei tempi di Hogwarts, è ora una donna in carriera e lavora presso la “Gazzetta del Profeta”.
Direi, che è la Rita Skeeter dei tempi moderni.
Da giorno della nostra “chiacchierata” a suon di urletti e ciocche strappate, mi ha sempre trattato con molto rispetto. Non ci crederete, ma non ha fatto parola di tutta quella faccenda nemmeno alla McGranitt. Anzi, suppongo che sul serio non ne abbia mai parlato a nessuno.
 
«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!», un rantolo disumano mi riscuote dal miei pensieri.
Sì, forse dovrei andare a dare un’occhiatina là fuori.
Vedo riaffiorare il medimago con un batuffolo rosa tra le mani.
Lo mette a testa in giù e questo inizia a piangere in modo acuto.
Per Merlino! E’ la cosa più bella e tenera che abbia mai visto! E’ mio figlio!
Gli occhi mi si imperlano automaticamente di lacrime, ma il piccolo viene portato subito via, per essere pulito.
Tiro un sospiro di sollievo al pensiero che il più è passato. Mi giro verso il dottore, che mi guarda professionalmente, con un lieve sorriso beffardo.
«Ce n’è ancora uno», mi ricorda.
Questo è senz’altro il giorno più bello della mia vita, però non posso fare a meno di indirizzare al mio –al momento infortunato- marito, nonché padre dei miei due figli, epiteti poco carini.
 
Giusto il tempo di vedere nascere anche il mio secondo figlio e ogni dubbio vola via.
E, vi sembrerà strano, ma devo ringraziare quell’assurda scommessa e quella dichiarazione strampalata, se ora ho tutto questo.
 
 
***
 
*__* Ecco, sono arrivata alla fine di quest’avventura.
La mia prima long-fict terminata!
Sono emozionantissima, anche perché per questa storia ho sempre avuto un affetto particolare.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita per ogni capitolo e che hanno sopportato con pazienza i miei aggiornamenti fin troppo lenti.
Purtroppo mi è mancato per diverso tempo il pc e non potevo scrivere.
 
Un grazie speciale va anche a Giù, che mi ha consigliato durante tutta la stesura della storia. Magari qualcosina, rispetto all’inizio, è cambiata, ma davvero certe volte non posso fare a meno di stravolgere tutto.
 
Spero davvero di non avervi deluso con questo finale =)
(*)= Frase tratta da "Se mi lasci ti cancello"
A presto, cari lettori! Arrivederci alla prossima storia! ^__^

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