L'ho fatto per te

di Sara Scrive
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Inizio- ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** - The End - ***



Capitolo 1
*** -Inizio- ***


-Prefazione-

Intorno a me luce, nient’altro. Un senso di benessere mi pervase il corpo.
<  Mi avete chiamato , signore ?  > chiesi chinando umilmente il capo.
Una brezza leggera mi sfiorò la pelle .
<  Sto per affidarti un compito molto importante  > rispose con la voce rassicurante di un padre.
<  Sia fatto di me ciò che vuoi  > mormorai decisa.
Una leggera nebbiolina avanzò davanti a me.
<  Voglio affidarti questi ragazzi affinchè imparino a pieno i miei insegnamenti e li insegnino agli altri.  >
Piano piano un’immagine sfocata comparve a pochi centimetri dal mio viso e si fece più nitida.
C’erano cinque  persone,  che stavano sedute su un divano in una stanza.
Quei ragazzi io li conoscevo. O meglio, io ero l’angelo custode di uno di loro.
<  Insegnagli ad amare il prossimo  > disse la voce di Dio.
<  Sia fatta la tua volontà  > chinai la testa e feci la riverenza.
In lontananza vidi un bagliore che man mano si faceva sempre più intenso.
Infine non vidi più niente.

 

 

  

 

   Pov's Zayn 

<  Louis passa!  > gli urlai richiamando la sua attenzione.
<  E arriva Tomlinson che passa la palla !  > rispose lui mentre palleggiava e faceva da cronista,fece altri due palleggi e provò a passarmi la palla di testa ma si distrasse per un secondo e sbagliò tiro.
La palla colpì una lampada che oscillò pericolosamente. Mi trovavo troppo lontano per afferrarla ma mi gettai lo stesso,per miracolo Liam la prese al volo.
<  State più attenti   > disse indicando la lampada con tono di rimprovero.
Louis intanto aveva ripreso il pallone e aveva ricominciato a palleggiare.
Improvvisamente la porta della stanza si era aperta.
Paul entrò e ci guardò con aria severa.
<  Non starete mica giocando a calcio qua dentro?  > chiese  e guardò le nostre facce una ad una,provai un brivido di terrore quando scrutò il mio viso.
Cercai di fare l’espressione più innocente possibile.
In quel momento Harry  entrò nel salone con un panino in mano.
Lo stava per addentare quando  Paul gli chiese <  Che cosa stavano facendo, Harry ?  >l ui si morse il labbro cominciando a guardare per terra.
<  Non lo so  >
<  Si che lo sai  > insistette Paul.
Harry non rispondeva e continuava a non guardare Paul in faccia.
<  Cercate di comportavi bene ! Lo sapete che adesso arriverà un’altra persona  >
Non mi piaceva avere degli estranei fra i piedi.
Ero al corrente della situazione, come tutti , ma non mi andava giù l’idea che  ci sarebbe stata un’altra persona , che non era Paul , con noi.
<  Ma perché deve venire?  > chiesi mettendo il broncio.Liam mi ammonì con lo sguardo.
<  Paul, non gli dare retta, prendi quell’aereo, torna a casa e stai un po’ con la tua famiglia, riposati. Non hai una bella cera  > disse Louis strizzandogli l’occhio.
Sbuffai e Liam dovette tirarmi via,non opposi resistenza, tanto avrebbero fatto qualsiasi cosa per vedere Paul rilassato.
Non è che non lo volevo bene a Paul , era solo che…
<  Ci comporteremo bene  > disse Niall.
Sembrava un po’ titubante, Paul guardò le nostre facce e si soffermò sulla mia,guardai in basso e cercai di convincermi che era la scelta giusta.
Lo guardai negli occhi <  Vai Paul …  >
Fece un gran sorriso <  Bene ragazzi, allora vi presento la vostra nuova guardia del corpo! >
Tornò indietro, verso la porta e la spalancò quando entrò una donna adulta, più o meno sui quarant’anni.
Era alta e aveva due spalloni che la facevano sembrare una nuotatrice professionista,il volto che era solcato da qualche ruga  per via del suo sorriso,aveva i capelli castani, erano mossi e le contornavano il viso e in più aveva  due occhi verdi come due smeraldi .
Era , nonostante l’età , una bella donna. Credo. Ma di sicuro Harry si era gia fatto un’idea su di lei, visto che non smetteva di fissarla.
Era una tipa singolare, di quelle che non vedi tutti i giorni, ma la cosa che mi colpì più di lei fu il fatto che , da quando era entrata nella stanza,  l’atmosfera era diventata “leggera”? Non sapevo se questo era il termine adatto.
C’era qualcosa di diverso,sentivo che lei era diversa.
 Il tutto era strano, molto  strano. Ma forse solo perché io sono un po’ chiuso, anzi lo sono tanto.
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
<  Lei è Sara  > disse Paul facendo un cenno, indicandocela.
Lei fece un passo avanti e sorrise di più.
<  Piacere ragazzi, sono sicura che mi troverò benissimo con voi  > pronunciò le parole molto lentamente, la sua voce mi ricordava molto quella di mia madre.
“Si come no, dicono tutti cosi ” feci un pensiero sarcastico.
Sara, iniziò a stringere la mano ad ognuno di noi, partì da Harry - il più vicino- e finì con me.
Quando le nostre mani si toccarono , sentii qualcosa come una scossa,ritrassi la mia mano e la nascosi dietro la schiena.
Mi stavo innervosendo, e parecchio.
<  Anche se sono una donna, sono alla pari con il vostro Paul , chiaro?  > chiese fingendo di essere severa, ma poi le scappò una risatina.
Improvvisamente sentimmo il cellulare di Paul squillare,lui si frugò dentro la tasca e lesse qualcosa .
<  Ragazzi, il taxi mi aspetta. Fate i bravi ! > sembrava andasse di fretta infatti prese la valigia vicino a lui quasi freneticamente e se ne andò salutandoci con un gesto molto ampio della mano.
La porta si richiuse.
Lei ci osservò attentamente. Come faceva a non provare un minimo d’imbarazzo?
Cercai di concentrami su qualche altra cosa quindi presi il cellulare e cominciai a navigare su Twitter.Mi sedetti sul divano accanto a me per stare più comodo.
Quel giorno avrei fatto delle buone azioni: avrei “seguito” molte Directioners, in modo da far felici tante persone in poco tempo.
Digitavo sui  tasti , ma non potevo fare a meno di sentire quello che Sara diceva.
< …e pensavo che potremmo partire domani mattina per arrivare a Detroit verso il pomeriggio , cosi potete prendervela con calma stasera…  >
Stava chiacchierando amabilmente con tutti, a parte me.
Harry sembrava adorarla. <  Ehi, ma tu hai lo sfondo del gatto sul cellulare!  > esclamò lui.
<  Si  > rispose <  Ne ho uno a casa, si chiama Minù  >
<  Ma tu sai cucinare?  > chiese Niall.
<  Dovrei? Penso sia meglio ordinare da Nando’s per evitare di dare fuoco alla cucina  > rise di se stessa .
Harry e Louis le fecero fare un giro di perlustrazione dentro il nostro “appartamento”,anche Niall e Liam li seguivano e ogni tanto commentavano qualcosa.
Ero rimasto da solo nel piccolo salone, ma potevo udire benissimo le loro chiacchiere,dopo un po’ cercai di infischiarmene di ciò che stavano facendo e ci riuscii.
<  Che fai  di bello ?  >chiese una voce dietro di me,sapevo di chi era e rimasi sorpreso dal suo tono amichevole.
<  Sto su Twitter  > dissi continuando a guardare il cellulare, cercando di finire lì quell’inutile conversazion ma,ovviamente, come previsto, non andò come volevo.
Fece il giro e si sedette vicino a me.
<  Sono sicura che diventeremo grandi amici. Zayn , ti conosco come le mie tasche e sono sicura che in questo momento vorresti …  >
Le sue ultime parole catturarono la mia attenzione e le degnai uno sguardo.
Mi avvicinò una tazza <  una bella cioccolata calda  >
Come cavolo aveva fatto?
Aveva fatto apparire una tazza dal nulla, o magari ero io che non l’avevo notata.
Non ci feci caso. La cioccolata calda andava più che bene.
<  Grazie  > sussurrai mentre prendevo dalle sue mani la tazza.
<  Mi raccomando, fa attenzione che è calda  > disse.
Non le diedi retta e poggiai le labbra sulla tazza e l’inclinai per bere quando all'improvviso mi scottai la lingua.
<  Ah .. mi son…  > non finii la frase perché mi accorsi che non mi faceva male niente.
Eppure, avrei giurato  di essermi scottato .
“Meglio così” pensai per poi tornare a sorseggiare con più cautela la mia cioccolata.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 


- Pov Sara -

Controllai la cintura. Era apposto. Perfetto.
Avevo fatto tutto quello che gli umani fanno tipicamente quando prendono l’aereo.
Non c’è un manuale guida per gli angeli, ma facevo quello che avevo visto fare negli anni vicino a lui.
Stavamo andando a Detroit per il concerto di stasera.
Finora tutto sottocontrollo. Tirai un sospiro di sollievo.
Guardai Niall di fianco a me.
<  Come stai?  > chiesi premurosa.
Qualsiasi problema avesse avuto , glielo avrei risolto a qualsiasi costo.
<  Tutto a posto  >
Sorrisi e cercai di sembrare rassicurante, ma non ci riuscivo visto che non avevo mai preso un aereo.
Se comunque sarebbe precipitato avrei fatto qualsiasi cosa in mio potere per salvarli tutti e cinque.
“Che pessimista, dovresti essere più allegra” pensai
<  Tu Louis? Harry , Liam, volete qualcosa?  >
<  Si , io vorrei un po’ d’acqua   > rispose Liam
<  Io no niente , grazie >  risposero Harry e Louis agli davanti a noi.
Mi voltai verso Zayn accanto a me.
<  E tu? Vuoi qualcosa?  >
Non mi rispose, si limitò a  scuotere la testa in segno di “No”.
Non capivo perché ce l’aveva con me.
Cioè, io sapevo che non ce l’aveva con me, non mi conosceva ancora e non si fidava. Tutto qui.
“E’ solo una questione di tempo” dissi a me stessa
In fondo il fatto che proprio lui mi rivolgeva a  malapena la parola mi rattristava .
Mi girai e smisi di guardarlo con aria preoccupata.
Chiusi gli occhi e provai a concentrarmi.
Sperai di riuscire a leggergli nel pensiero, come avevo sempre fatto.
Ma non ci riuscivo, non “sentivo” più la sua mente.
Credo che la colpa fosse del fatto che avevo altri limiti ma anche altri vantaggi.
L’unica cosa che vedevo era il forte desiderio di un panino da parte di Niall e sentivo che Zayn voleva… una gomma da masticare.
Frugai dentro la mia borsetta e trovai quello che cercavo: un pacchetto di big bubble.
Glielo porsi <  Prendine una  >
Lui parve sorpreso  <  Perché l’hai fatto?  > chiese guardandomi di sottecchi.
Prese una gomma e tolse la carta.
<  L’ho fatto per te. Punto .  > gli diedi quella risposta in modo cosi naturale che ci rimase ancora più spiazzato.
Sorrisi per farlo sbloccare e lui mise in bocca la gomma.
Sentii una strana sensazione allo stomaco. Come se brontolasse.
“Che cosa mi sta succedendo?!” pensai all’armata  spalancando gli occhi.
<  Non ti senti bene ?  > chiese Niall girandosi verso di me.
<  No, tutto a posto  > mormorai e mi misi composta.
“Che tonta, gli umani fanno colazione la mattina, giusto? ” pensai.
Dopo  un minuto arrivò l’Hostess con due panini e l’acqua per Liam.
<  Chi li ha ordinati?  > chiese Niall con aria famelica
<  Io  > sorrisi timidamente sperando che fosse contento, ora che la sua richiesta era stata esaudita.
La ragazza ne passò uno a me e uno a lui.
Non avevo mangiato un panino prima d’ora. “Questa è la prima volta che mangio un panino! “ pensai emozionata.
Niall intanto aveva cominciato a prendere a morsi il suo.
“Em… ma da dove si comincia?”
Con la coda dell’occhio notai che Zayn mi stava guardando.
Si accorse che me n’ero accorta e fece finta di niente.
Cercai di darmi contegno e addentai il panino con cautela.
Masticai piano piano. “E’ così che si mastica?”  mi  chiesi se stavo facendo bene le cose.
Mi accorsi che era delizioso “Mmm che buon sapore !”  pensai mandando giù il boccone.
<  Adesso capisco perché mangiare è cosi bello  > esclamai finendo il panino.
Tutti si voltarono a guardarmi con l’espressione da  “Questa è pazza”
Arrossii , di sicuro avevo fatto una brutta figura.
<  Nel senso, mangiare i panini ben fatti .. l’ho visto in un programma di cucina …  >
Cercai di dire, ma come scusa era pietosa.
Noi angeli non siamo bravi a mentire… “E ora che faccio?!”
<  Si quel programma l’ho visto anche io !  > disse una signora anziana dietro di noi.
Feci una smorfia. Davvero esisteva? O forse era l’età che la confondeva.
*  *  *
Arrivammo Detroit e i ragazzi si esibirono per il loro concerto.
“Ora gli umani vanno a letto” Pensai guardando l’orologio.
Ci trovavamo all’ultimo piano di un famoso Hotel.
Avevamo una grande stanza con due bagni e una piccola stanzina per me.
Non era stato difficile svolgere il mio compito: non far avvicinare nessuno ai One Direction.
Forse l’avevo portato a termine con successo perché principalmente mi ero preparata per quello.
Ogni fans , ogni persona non autorizzata doveva essere allontanata.
Un po’ mi dispiaceva perché loro ci rimanevano male, ma non potevo farci niente.
Appena eravamo usciti dall’aeroporto hanno avuto un assaggio di quello di cui sono capace.
Avevo creato una specie di campo di forza attorno a noi e le persone non riuscivano ad avvicinarsi, inciampavano, si distraevano  e ci lasciavano il tempo per andarcene.
“Sono davvero stati bravi ” pensai entrando nella loro stanza.
Dovevano essere esausti, tutte quelle energie consumate per ballare  e cantare.
Quanto amore che ricevevano dalle loro fans, mi rendevano davvero fiera di loro.
La luce era spenta e tutti quanti erano nei loro letti.
Chiusi gli occhi e provai a vedere cosa sognavano.
Non riuscivo a vedere bene , solo figure sfocate che riempivano la stanza.
“Ah… i soliti limiti” pensai.
Passai accanto ad ognuno di loro e gli diedi la benedizione.
<  Che il signore sia con te  > mormoravo facendo il segno della croce sopra le loro teste.
Mi fermai davanti a Zayn, gli diedi un bacio sulla fronte e tornai nella mia camera.
Trovai una sorpresa.
<  Che ci fai qui Linda?  > chiesi alla figura davanti a me.
Era come una specie di ologramma, sembrava fatto di luce, era una donna.
Un angelo. Lo sapevo , la conoscevo.
Aveva i capelli biondi, non molto lunghi  e gli occhi azzurri, molto azzurri . Era stupenda.
Linda era  l’angelo custode di Niall, ed era strano che io potessi vederla.
“Questo è uno dei vantaggi” pensai.
Lei sorrise dolcemente.
<  Sono felice di vederti  > disse avvicinandosi
Ovviamente la potevo sentire solo io.
<  Da quanto tempo  > risposi sarcasticamente , pensando che l’ultima volta che ci eravamo viste era qualche giorno fa: prima che venissi convocata.
<  E’ successo qualcosa?  > le chiesi visto che non aveva ancora detto niente.
<  Voglio solo dirti che stai facendo un ottimo lavoro  > sorrise e gli si illuminarono gli occhi.
<  Sto cercando di fare il mio meglio e… Grazie  > dissi ,
Quanto poteva essere dolce? Era davvero un angelo grazioso, ecco da chi aveva ripreso Niall.
Scrutai la sua espressione da un sorriso si trasformò in una faccia allarmata.
<  Che è successo?  > chiesi spaventata
Linda sparì e si dissolse nell’aria, con una folata di vento.
Sentii un lieve rumore ed ebbi un cattivo presentimento. Che qualcuno mi avesse sentito?
 

 

 


#Spazio dell'autrice  


Ok, ora penserete che faccio uso di allucinogeni, ma non è così.
Ho solo deciso di provare un genere nuovo il FANTASY, e sto facendo un esperimento.
Scommetto che una storia come questa (che ha partorito la mia mente malata xD) non l'avete mai letta, quindi se volete che continuii a postare i capitoli, RECENSITE.
Sara :) 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 


Arrivammo a Rosemont verso l’ora di pranzo.
Il concerto si sarebbe tenuto la sera, come al solito.
Sistemai il mio bagaglio nella mia stanza.
Eravamo appena entrati nella nostra camera.
Stavolta le fans erano state più calme e avevo potuto fare meno sforzi per tenerle lontane.
Tutto quello che avevo con me era una valigia con lo stretto indispensabile, insomma , tutto quello che serve ad un umano medio di quarant’anni.
Misi la mia valigia sul letto, non saremo rimasti molto tempo qui.
Quando uscii dalla mia stanza , andai a vedere cosa facevano i ragazzi.
Niall e Liam parlavano fra di loro mentre Louis ed Harry guardavano la televisione.
Zayn invece, stava seduto su una sedia con il cellulare in mano.
Mi degnò uno sguardo e tornò a guardare il telefono.
Tornai nella mia stanza e mi sedetti sul letto.
“Questo è il momento buono per fare amicizia ”
Feci apparire due paia di occhiali da sole ed una saponetta.
“Speriamo vada bene.” Pensai e mi misi gli occhiali.
Ritornai dai ragazzi.
Nessuno fece caso a me a parte Zayn.
Mi avvicinai a lui e mi sedetti su una sedia vicino.
Presi la saponetta e l’usai come microfono.
<  Allora Jimmy cuffietta tutto a posto?  > dissi.
Lui mi guardò con l’espressione da “questa è pazza”.
<  Come mi hai chiamato ?  >  chiese  inarcando il sopracciglio con un sorriso di sfida.
<  Jimmy Cuffietta  > risposi con noncuranza.
Lui mi prese dalla mano l’altro paio di occhiali e lo indossò.
Si avvicinò la saponetta e disse <  Yo! Qui è Jimmy Cuffietta gente !  >
<  Allora Jimmy, parlaci di te  > iniziai a dire sorridendo.
Gli scappò una risata.
<  Vas Happenin!  > esclamò.
<  No, quello è Zayn, io voglio Jimmy !  > esordii facendo un’espressione contrariata.
<  Em.. bene si, dunque  > si schiarii la voce.
<  Come sapete, il mio nuovo singolo, “ragazza con l’apparecchio” sta uscendo e quindi dovete comprarlo, altrimenti vi faccio la permanente  > Ridacchio e aspettò la prossima domanda.
“Si sta divertendo ” pensai felice.
<  Ci serve uno specchio  > dissi cinguettando ed indicando il bagno.
Si alzò di buon grado   e mi seguì.
<  Bene  > iniziai a introdurre il discorso mentre facevo le smorfie allo specchio e lo facevo ridere.
<  Adesso sei Sidney la ranocchia  > dissi
Fece uno sguardo confuso.
<  Ah, lascia che ti spieghi …  >
Dopo un po’ che cazzeggiavamo davanti allo specchio, Niall ci venne a chiamare.
<  Ehi, dobbiamo pranzare!  >
<  Arriviamo  > risposi cercando di far sentire la mia voce.
 
*  *   *
<  Tieni Niall. L’ho fatto per te. Spero ti piaccia  > dissi guardandolo mentre si preparava per esibirsi.
Prese il piccolo regalo dalle mie mani.
Lo scartò e lo osservò. <  Grazie è bellissimo  >
Un piccolo braccialetto con la bandiera irlandese. < Spero che ti renda felice, almeno un po’. E’ per ricordare casa  > aggiunsi ricambiando il suo sorriso.
Se lo mise al polso.  <  Sei fantastica!  > mormorò.
Un tecnico gli si avvicinò. <  Ora va, i ragazzi ti aspettano. Mettetecela tutta !  >
Niall mi abbracciò si avviò verso lo stage.
Con la coda dell’occhio vidi Zayn.Aveva osservato tutta la scena. E aveva l’espressione tipica da “Questa mi vuole fregare gli amici”
Scossi la testa e lo guardai per un instante .
“E’ incorreggibile,ancora non si fida di me…”
Non che mi aspettassi molto, ma dopo lo sketch della saponetta pensavo di essermi guadagnata qualche punto.
Insomma, gli altri mi adoravano gia da subito.
Non avevo fatto nulla di male. Possibile che Zayn …
<  Meno 3 minuti  > disse la voce meccanica degli autoparlanti.
I ragazzi si sarebbero esibiti al’ Allstate Arena. Dovevo incoraggiarli.
Li trovai a qualche metro dallo stage che si abbracciavano.
Mi avvicinai timidamente sperando di non disturbarli.
Sperai che coraggio , e tranquillità s’infondessero nei loro cuori.
“Non è facile tenere i nervi saldi quando sei davanti a migliaia di persone ”
Dopo aver sciolto l’abbraccio si voltarono e mi videro.
 Guardai le loro facce una ad una , sorridevano, sembravano sicuri.
Mi fermai qualche istante sulla faccia di Zayn, non tradiva emozioni.
Sarei riuscita a diventare sua amica?

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 


Ci trovavamo a San Diego, avevamo gia fatto tappa a Messico City per due giorni.
Guardavo la pallina davanti a me.
Andava da una parte all’altra del tavolo da ping pong.
Harry e Liam non smettevano di giocare da almeno un’ora.
Avevamo deciso di scendere nella salla Hobby dell’Hotel per fare qualcosa di diverso da stare chiusi in camera a guardare TV, Computer e cellulari.
Niall e Louis stavano nell’altra stanza a giocare ad “ attacca la coda all’asino”.
Io seduta su una sedia accanto a Zayn li guardavo giocare.
Ad un certo punto la pallina cadde a terra cosi velocemente che non mi accorsi che la partita era finita.
Sbattei le palpebre più volte e  vidi Harry alzare le braccia e sorridere.
Liam era un po’ triste, in fondo si era impegnato molto per quella partita.
Non so cosa mi prese e mi alzai di scatto.
<  Ora tocca me   > dissi prendendo dalla mano di Liam la racchetta.
“ma cosa faccio?Io non so giocare a Ping Pong!!”
Tutti mi guardarono stupiti.
<  Non sapevo sapessi giocare  > disse Harry spalancando gli occhi.
<  Ehm, si so giocare  > risposi
“Ok. Devo solo ricordarmi come giocavano Liam e Harry. Calma”
Se perdevo ci facevo una brutta figura, se vincevo… avrei fatto abbassare la cresta ad Harry.
<  Inizia tu .  > disse Liam porgendomi la pallina.
“la battuta, devo fare la battuta. Ok”  pensai per darmi una calmata.
 Presi la pallina e con un gesto secco la colpii con la racchetta.
La lanciai cosi velocemente che Harry si spostò in ritardo dopo che la pallina aveva segnato il punto sulla sua parte di campo.
“Ma come… ”
Non so spiegare come ci riuscii ma vinsi contro di Harry.
Tutti mi guardavano sorpresi.
Specialmente Zayn , era davvero stupito.
Guardai Liam e gli sorrisi <  L’ho fatto per te. Considera questa vittoria come tua  >
Lui sorrise e guardò Harry come per sfotterlo.
Zayn mi si avvicinò con cautela.
<  Brava, non sapevo giocassi cosi bene  >  si complimentò.
Quella fu la cosa più bella di tutta la giornata.
<  G-grazie  > balbettai non credendo a quello che mi aveva appena detto.
* * *
Prossima tappa : Las Vegas.
Ero davvero preoccupata per quel nome.
La città del gioco d’azzardo. Era davvero brutto scommettere a soldi.
Appena arrivammo in città, dopo aver lasciato San Diego , i ragazzi sembravano più elettrizzati che mai.
Entrai nella mia stanza, stavolta avevamo le camere separate.
Presi la mia valigia e la misi sul letto.
“Che fatica tutte quelle ore di viaggio” pensai e andai in bagno a sciacquarmi la faccia.
Dopo neanche un minuto sentii qualcuno che bussava alla mia porta con insistenza.
Andai ad aprire chiedendomi chi fosse.
Mi ritrovai tutti e cinque i ragazzi , vestiti per uscire.
<  Che significa  ?  >  chiesi perplessa.
<  E dai!! Siamo a Las Vegas vorremmo farci un giro domani siamo a Phoenix !  > disse Louis
<  Ragazzi ma  …  > provai a replicare
<  Ti prego!  > supplicarono Harry e Niall.
<  Io ho provato a fermarli ma..  > si giustificò Liam.
<  Si…  > mormorai.
<  Ritorneremo in tempo per il concerto.  > continuò Niall.
Mi morsi il labbro, “Perché non accontentarli?”
<  Va bene  > mormorai
Tornai nella stanza e presi al volo una giacchetta.
Devo ammettere che all’inizio ero poco fiduciosa, anzi avevo un brutto presentimento.
Non volevo uscire e portare i ragazzi a spasso per LAS VEGAS. Cioè è di Las Vegas che parlo.
Ma mi dovetti ricredere , era piuttosto divertente.
Per strada incontrammo qualche fan innocua che ogni tanto chiedeva una foto.
Tutto apposto. I ragazzi si stavano divertendo e credo che era positivo per loro, visto che dovevano esibirsi.
Guardai l’orologio, mancava un’ora e mazza al concerto e dovevamo tornare in tempo.
<  Dai su andiamo  > cercai di spronarli mentre guardavano la vetrina di un negozietto di souvenirs.
Per fortuna Zayn mi diede retta e si avviò verso l’incrocio che dovevamo prendere per arrivare all’Hotel.
< Dai su Louis, Harry…  > li tirai per un braccio.
Per fortuna il buon senso di Liam prevalse.
<  Ehi su, ragazzi andiamo dobbiamo esibirci stasera non possiamo perdere tempo.  >
Riuscimmo a convincerli e ci avvicinammo a Zayn  che era gia davanti all’incrocio.
Vedendoci arrivare cominciò ad attraversare sopra le strisce.
Accadde tutto velocemente.
Zayn  non si era accorto che era rosso e che un macchina stava venendo a tutta velocità.
“Non lui ” pensai allarmata.
Mi gettai contro di Zayn, e per poco non dovetti usare le ali.
Un secondo dopo la macchina stava per venirci addosso.
Misi una mano davanti e la dirottai verso il marciapiede e poi le feci riprendere la strada.
Non mi ero accorta che per tutto il tempo avevo trattenuto il respiro.
Ispirai profondamente e guardai Zayn. Era abbastanza scioccato.
<  Come stai ?  > chiesi allarmata dalla sua espressione.
Ripresi a respirare regolarmente. Tutto sembrava cosi lento.
Ero spaventata, il mio cervello andava a cento all’ora.
Non ragionavo più da umana.
Ripercorsi mentalmente la scena.
Io dietro tutti che li spingevo per tornare a casa.
Tutti stavano guardando la macchina tranne Zayn che mi fissava spaventato e poi guardava i ragazzi.
Chi mi aveva visto materializzarmi vicino a lui in un attimo? Nessuno.
Guardai i ragazzi. Ci stavano fissando spaventati e la macchina, una mercedes nera , si era fermata a qualche metro da noi.
Il conducente si teneva la testa fra le mani e veniva verso di noi.
<  Zayn, stai bene? !  > esclamai prendendogli il viso fra le mani.
Lui sbatte le palpebre , incredulo.
<  Si, credo . >
Feci un sospiro di sollievo.
* *  *
Passai il resto della serata a “controllare” Zayn e quello che vidi non fu piacevole.
<  Ve lo chiedo un’altra volta  > disse
<  Avete visto ? Sara è arrivata in un secondo vicino a me e stava dietro di te Liam  >
Essere un angelo ha i suoi vantaggi.
Infatti loro stavano parlando dell’accaduto nella loro stanza ed io, nella mia, stavo sentendo ciò che dicevano.
“Udito da Angelo” pensai con un sorrisetto.
<  No, Zayn , io non ho visto niente. Ma credo che era lei la più vicina a te . > rispose Liam
<  E tu Harry? Louis, Niall ?  Non mi dite che non avete visto niente!?  >
Silenzio . Probabilmente avevano scosso la testa.
<  Com’è possibile?  >
<  Zayn , amico, secondo me , devi andare a dormire, oggi è stata una lunga giornata.  > disse Louis e sentii che gli aveva dato una pacca sulla spalla.
< Ma ragazzi, io non scherzo. L’altra sera, lei parlava da sola. Ma voi non avete notato nulla di strano?  >
<  Ehi Zayn? Comincio a sospettare che ti fai di canne  > disse Harry
<  Sara, è una donna di quarant’anni, potrebbe essere tua madre. Cosa vuoi che faccia? E’ sempre gentile con tutti, anche con te! Oggi ti ha salvato la vita e tu sospetti che sia chissà che? Amico non va bene  > disse Louis con aria severa
<  Ma perché non mi credete ?  > replicò.
<  Tu che dici?  > gli chiese Liam, dal tono di voce si poteva pensare che lo stesse sfottendo.
<  Lasciamo perdere  > disse Niall per calmare le acque.
Smisi di ascoltarli. Dovevo fare più attenzione, ma non potevo permettere che Zayn rischiasse la vita.
E cosi era stato lui che mi aveva “spiato” mentre parlavo con Linda.
Dovevo fare più attenzione, di sicuro non poteva venire a sapere che ero un angelo.
Si, per di più ero il suo angelo custode, nei panni di una quarantenne.
Non avrebbe retto.
E per evitare malintesi io avrei fatto di tutto per nasconderglielo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 


Passarono due giorni davvero tremendi.
Zayn non mi parlava, e aveva litigato con gli altri che mi avevano difeso.
In più dovevo lavorare sotto il suo sguardo indagatore.
Più volte ebbi l’impressione che mi voleva parlare, glielo leggevo in faccia e conoscendolo sapevo che non si sarebbe arreso tanto facilmente.
Eravamo a Oakland.
C’erano davvero tante fans e avevo dovuto faticare il doppio per tenerle lontane.
Eravamo stati costretti a prendere una stanza per tutti e sei perché alcune provavano ad entrare nella loro camera.
Tornammo in Hotel che era circa mezzanotte.
I ragazzi si erano appena esibiti al Paramount Theatre  ed erano davvero esausti, specialmente Louis e Niall che avevano saltato come pazzi durante tutta l’esibizione.
Anche a Tommo  le batterie si scaricano dopo molto movimento.
Aspettai che tutti loro erano a nanna e poi tornai nella mia  piccola stanzina adiacente alla loro.
Spostai la valigia dal letto e presi la mia camicia da notte bianca.
Piegai i vestiti e li misi vicino alla finestra aperta.
La luna illuminava il vetro che rifletteva la mia immagine.
Mi ci specchiai un attimo.
Avevo il viso davvero “strano” , non era come quello dei ragazzi , era pieno di rughette , il colore dei miei capelli castani , sembrava quasi sbiadito.
L’unica cosa  vivace erano i miei occhi verdi che continuavano ad osservarmi.
Il mio corpo non sembrava quello di una ragazza ma di una donna che aveva passato la vita a fare sport.
Sapevo di non essere cosi. Ma quei cambiamenti erano stati necessari, non potevo diventare una delle persone più vicine al loro con il mio aspetto normale.
“Il mio vero aspetto” pensai studiando ogni particolare del mio viso.
Chissà com’ero  in realtà. Ne avevo una vaga idea, ma non mi ero mai vista ad uno specchio.
Avevo vari ricordi di quando ero umana, ma erano tutti confusi e sfocati e non mi piaceva ricordarli.
La curiosità prese il sopravvento.
“E se tornassi normale per vedermi? ”
 
- Pov Zayn -
Sara era appena tornata nella sua stanza.
Aveva controllato se stavamo dormendo e se n’era andata.
Ma non riuscivo a dormire , avevo solo fatto in finta.
Tutto quello che mi frullava nella testa erano le immagini di due giorni fa.
Lei era dietro Liam, ne sono sicuro!
La stavo guardando mentre spingeva i ragazzi verso di me per attraversare la strada.
Un attimo dopo avevo guardato  la macchina che mi veniva incontro e neanche un secondo dopo lei era al mio fianco.
Mi faceva scudo con il suo corpo ma riuscivo comunque a vedere ciò che stava facendo.
Quando la macchina era a cinque centimetri da noi le l’aveva spostata con la mano e dirottata sul marciapiede. In pratica l’auto era manovrata dai movimenti della sua mano.
E ne ero certo , perché poi lei aveva spostato la mano sulla strada dietro di noi e la macchina aveva fatto esattamente lo stesso.
Nessuno mi credeva, dicevano che era stato l’autista che era stato “bravo” nel fare quella manovra.
Ma ero sicuro in quello che avevo visto.
Più volte in questi due giorni ero stato tentato dalla voglia di andare da lei e metterle le spalle al muro.
Ovviamente non mi fidavo di lei, avevo visto gia troppo.
Anche se provava a fare l’amica, con me non attaccava. Insomma, era una tizia davvero strana!
Scommisi che quando era tornata in camera si era messa a parlare di nuovo da sola.
Sentivo che stava facendo qualcosa di strano.
Ero combattuto dall’entrare in camera sua e dirle tutto ciò che pensavo e fare chiarezza.
Aspettai dieci minuti. Mi alzai dal letto silenziosamente e mi avvicinai alla porta della sua stanza.
Era accostata.
Riuscivo a vedere , da quel poco che la porta era aperta, il suo letto.
Era vuoto. Non stava dormendo.
Spostai la porta di un altro po’  e mi “affacciai”  per vedere meglio.
Dalla finestra passava un po’ di luce, del chiaro di luna, che illuminava la stanza.
Ed eccola lì, davanti al davanzale che guardava il suo riflesso sul vetro.
Indossava una camicia da notte che le arrivava poco sopra le ginocchia.
Harry si sarebbe eccitato a quella visione: una quarantenne in pigiama.
Aveva un’espressione combattuta , come se dovesse prendere una decisione importante.
Improvvisamente un fascio di luce illuminò la stanza.
Una folata di vento mi costrinse a chiudere gli occhi.
Un attimo dopo, Sara non c’era più.
Al suo posto c’era una ragazza.
Le gambe lunghe e affusolate le uscivano dalla camicia da notte che le stava quasi il doppio.
Aveva un corpo perfetto.
I capelli castani  “splendevano”.
La sua pelle chiara sembrava delicata come una rosa.
Da dove mi trovavo riuscivo a vederla completamente senza che lei si accorgesse di me.
Toccò il vetro della finestra e poi si posò una mano sulla guancia.
Il suo viso era la cosa più bella che avessi visto: sembrava fatto di porcellana , le labbra carnose rosse erano piegate in un sorriso soddisfatto e i suoi occhi, i suoi occhi verdi.
E i suoi occhi verdi mi stavano guardando contrariati.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 


-- Pov Sara –
Davanti a me una bellissima ragazza sorrideva, ed io ricambiavo il sorriso.
Quella ero io.
Provai a toccare il vetro della finestra e per convincermi che fosse vero mi accarezzai la guancia.
Mi accorsi che c’era qualcosa che non andava: la porta della camera che avevo lasciato accostata, era quasi aperta.
“Oh no” pensai quando vidi Zayn che mi fissava con aria inebetita.
Nel suo sguardo c’era un  misto di stupore e sorpresa.
Quando si accorse che l’avevo visto  fece un passo indietro.
<  Zayn  …  > mormorai cercando di rassicurarlo.
<  Chi sei?  > chiese quasi balbettando
<  Sono io,  Sara  > risposi.
Feci un passo avanti e tesi la mano.
<  Non avere paura di me, non voglio farti del male  >
Zayn indietreggio un poco e allora smisi di avanzare.
<  Che cosa sei?  > chiese con  un misto di curiosità e paura.
<  Non sono un mostro, come pensi tu  >
<  Io ti ho visto, sei strana, come hai fatto a dirottare la macchina? Perché parli da sola? E adesso.. guardati … tu un attimo fa avevi quarant’anni … adesso quanti ne puoi avere… diciotto?  >
Presi un respiro profondo. Perché non dirgli la verità?
<  C’è una spiegazione …  > iniziai a parlare ma lui mi interruppe.
<  Sei un vampiro, non è vero?  > a quelle parole feci una smorfia, lui si spaventò e corse verso la porta.
Mise la mano sulla maniglia ma lo fermai.
<  Zayn, tu hai visto troppi film. Non esistono i “Succhiasangue” come li chiamate voi  >
Sembrò calmarsi e la curiosità in lui,  prevalse.
Si girò verso di me in attesa di una risposta.
Sapevo che quello che stavo per fare l’avrebbe segnato per sempre.
<  Se fossi un vampiro… non potrei fare questo  > dissi sorridendo.
Le mie ali riempivano buona parte della stanza mentre io sorridevo per ciò che avevo fatto.
Rimase  a fissarmi per cinque minuti buoni. Scrutava ogni particolare del  mio aspetto.
Era davvero stupefatto dalle mie ali bianche.
<  U-un Angelo?  > cercò di dire.
Finalmente Zayn poteva conoscermi per quello che ero! Ci tenevo tanto.
Certo, il motivo della mia missione non era quello di mostrarmi a lui, però …
Ritirai le ali mentre annuivo.
<  Vieni  > gli tesi la mano e lo invitai a sedersi sul letto.
Notando la sua indecisione dissi <  Non mordo  >
Si convinse e afferrò la mia mano.
Ci sedemmo sul letto
<  Credo che ti debba delle spiegazioni  > iniziai guardandolo in faccia.
<  Tu dici ?  > chiese ironicamente.
<  Ecco, so che sembra strano, ma sono in missione ..  >
<  In missione ?!  > mi chiese spalancando gli occhi.
<  Si, in missione. Ordini dall’alto  > risposi facendogli l’occhiolino e indicando sopra le nostre teste.
<  Devo stare con voi per tutto il Tour. La mia presenza serve ad educarvi , in modo che siate in grado di dare l’esempio agli altri.  >
Aveva un’espressione confusa. Forse non  mi aveva capito.
<  Ti ricordi  ieri? Quando abbiamo fatto quel giochino dopo che Louis e Liam avevano litigato?  >
Lui annuii con il capo.
<  Ecco, serve a conoscervi meglio di quanto vi conosciate adesso. E’ un esercizio che dovete fare quando perdete la calma. Per evitare di peggiorare un litigio. La convivenza è dura, ed io sono qui per aiutarvi  >
<  E nel programma era compreso anche questo?  > chiese indicandomi
<  No,  questo non era compreso.  >
<  E non c’è qualche punizione? Visto che ora so cosa sei. Mi toglierai la memoria?  >
Scossi la testa mentre cercavo di trattenere una risata.
Quanta immaginazione che  aveva.
<  Nella vita a tutti capita di assistere a dei miracoli ... devi solo riconoscerli   >
<  Ti prego, parla come mangi. Non ti seguo.  >
Mi veniva da ridere, lo stavo rimbambendo.
<  Credi di essere l’unico che ha visto un angelo? Prendi Justin Bieber , come esempio. Conosci I Pray ?  > chiesi
<  Si  >
<  Ecco, l’ha fatta dopo aver conosciuto il suo angelo custode, che aveva una missione simile alla mia. Un altro esempio … Ah si ecco, Lauren Kate, l’autrice di Fallen , anche lei ha conosciuto il suo angelo custode e ha scritto la sua saga ispirandosi al nostro mondo. Ovviamente ha romanzato quasi tutto, ma la base che gli angeli esistono è corretta.  >
<  Quindi niente lavaggio del cervello. giusto ? > chiese
<  No. Ma evitiamolo di dirlo ai quattro venti  > Mi feci seria quando gli diedi quella raccomandazione.
Un conto era che lo sapeva lui , un conto è che lo sapeva mezzo mondo.
<  Ti spavento?  > chiesi dopo un po’.
Non la smettevo di guardarmi le mani , per evitare i suoi occhi.
Mi pentii della mia domanda. E se non mi voleva vedere?
<  No , anzi sono felice di averti conosciuto. Se ho capito bene…Tu sei il mio angelo custode.  >
Nel sentire quelle parole, il mio cuore si riempì di gioia.
<  Non sai quanto mi rendi felice  > esclamai e lo abbracciai.
Con mia sorpresa ricambiò l’abbraccio.
<  Ma allora …  > provò a dire
<  Le domande domani. Adesso andiamo a dormire  >
Fece una smorfia.
<  Sissignora  >
Tornò davanti alla porta della stanza. L’aprì e si voltò.
<  Quando mi sveglierò ci sarai?  > chiese
<  Si, Zayn. Non preoccuparti non scappo  >
Appena uscì dalla porta , tornai con le sembianze di prima.
Mi misi sul letto e cominciai a riflettere, e a pensare su quanto era accaduto poco prima.
Avevo fatto la cosa giusta?

 

 


#Spazio dell'autrice  

Come dico sempre, Nelle mie storie ogni riferimento a Twilight è puramente casuale xD. 
Allora, vi piace? Vi piacerebbe incontrare il vostro angelo custode?
Continuo a 6 recensioni. Grazie per il sostegno di tutte.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 


  - Pov Zayn –
C’era una luce bianca , accecante.
Guardai alla mia sinistra , mia madre piangeva e teneva le mani in segno di preghiera.
Muoveva le labbra ma non riuscivo a capirla.
Sentivo una fitta allo stomaco , tutto ciò che vedevo divenne più sfocato  infine l’oscurità.
Cercai di uscire da quel buio , ma non ci riuscivo, le mie palpebre sembravano serrate.
Non udivo nessun suono, niente .
Ero solo nel vuoto.
Mi sentivo stringere la gola, cominciai a guardare spaventato da tutte le parti.
Ad un tratto vidi una bambina in ginocchio che pregava.
Mi avvicinai a lei, ma non si accorse di me.
Sembrava come se non vi vedesse.
Aveva dei lunghi capelli castani  e la pelle che sembrava fragile come un cristallo.
Teneva gli occhi chiusi.
Provai a sentire ciò che diceva.
<  Signore, ti prego, salvalo. E’ solo un ragazzino. Ti prego, non privarlo della vita. Se puoi allontana da lui questo calice. >
Ma cosa diceva? Di chi parlava?
Provai a toccarla ma prima che potessi farlo , qualcosa in lei cambiò.
Si voltò verso di me.
Rimasi a fissare i suoi occhi verdi.
Lei sembrava sorpresa , non si aspettava di vedermi.
Da dietro la schiena si aprirono due grandi ali.
Erano maestose, bianche, rispendevano e l’oscurità di prima stava sparendo.
La bambina cominciò ad avvicinarsi a me , tendendo la mano.
Ad ogni passo, il suo corpo cambiava.
Diventava più grande, come se ogni centimetro che percorreva la faceva crescere.
Sembrava di stare sulle nuvole: intorno a noi sembrava fosse fatto d’ovatta  e luce, come in una bella giornata di sole.
La ragazza davanti a me, aveva più o meno la mia età.
Sorrideva mentre con la mano accarezzava il mio braccio.
<  Andrà tutto bene  > mormorò.
 
Aprii gli occhi di scatto.
Un sogno, soltanto un sogno.
Avevo una strana sensazione, come se l’avessi gia fatto, gia vissuto  ma avessi cancellato quel ricordo.
Ma che significato aveva?
Ebbi un flash back della sera prima.
Sara davanti alla finestra.
La ragazza , le ali … lei era un angelo.
Era difficile da dire e soprattutto da credere. Ma come potevo rinnegare ciò che avevo visto con i miei occhi?
“Su Zayn, ce la puoi fare” pensai girando la testa dall’altra parte del cuscino.
Guardai il letto di Liam, era vuoto .
“Che ore sono?”
A forza mi alzai dal letto.
La stanza era vuota. Presi il cellulare dal comodino e guardai l’orario.
Erano  quasi le undici , probabilmente erano scesi a fare colazione.
Indossai i vestiti che mi ero preparato la sera prima e mi sedetti sul letto.
Che fare? Non avevo fame, non me lo spiegavo e la mia attenzione era concentrata sulla porta della sua stanza.
La fissavo in modo malsano.
Dovevo capire il perché di quel sogno, volevo conoscerla meglio, volevo… volevo stare con lei.
Chissà adesso com’era. Era tornata come prima, era scesa con gli altri, come se niente fosse?
Oppure era rimasta come ieri sera?
Avevo miliardi di domande da farle.
Aprii la porta.
La trovai mentre giocava a sudoku seduta sul letto, era tutta concentrata sulla rivista e sembrava non essersi accorta di me.
Ci rimasi un po’ deluso, nel vederla con lo stesso aspetto di tutti i giorni
<  Ciao  > dissi per richiamare la sua attenzione.
Lei alzò lo sguardo e sorrise.
<  Buon  Giorno  > rispose mettendo sul comodino il giornalino.
<  Posso parlarti?  > chiesi
Mi morsi il labbro. Ero nervoso, era passato solo un giorno e mi sembrava una perfetta sconosciuta,  come prima.
Non ero abituato a parlare con lei, mi sembrava tutto cosi strano, cosi sbagliato.
<  Certo  > mi fece cenno di sedersi vicino a lei.
Un po’ titubante mi avvicinai e mi sedei sul letto.
< Ecco , stanotte ho fatto un sogno… Non era normale..  > Iniziai a parlare cercando di dire qualcosa che avesse senso
<  Che genere di sogno?  > 
<  Prima ho visto mia madre… piangeva… poi è diventato tutto nero e mi sentivo male. Come , come se… mi faceva male lo stomaco e poi ad un tratto c’era una bambina.  >
Guardai in basso e poi la guardai in faccia, ero in cerca di risposte; ma per quello che avevo detto potevo sembrare un pazzo che si fa di canne.
<  E che faceva la bambina?  >
Lei non tradiva alcuna emozione e sembrava molto interessata a quello che le stavo dicendo.
<  Lei.. pregava… pregava per qualcuno.. diceva che non doveva morire.  >
Ecco , ero arrivato al punto. Come facevo a dirle che l’avevo sognata? Come facevo?
Sembrava stupido pensare che lei fosse davvero un angelo , ma quella era la verità.
<  Conosco quel sogno …  > mormorò sorprendendomi.
Come faceva a conoscerlo? Semplice , era un angelo. E questa conferma mi diede un po’ di sicurezza, perché fino a quel momento sembrava che  stessi inventando le cose.
<  Che cosa significa?  > chiesi
<  Anni fa ti sentisti male per un’intossicazione alimentare. Ti portarono all’ospedale , ma i medici  non erano molto fiduciosi. > Fece un pausa.
La guardai, aveva un sguardo perso, come se stesse guardando molto lontano, lontano nel tempo.
Provai a ricordarmi la scena.
Mia madre piangeva , piangeva mentre l’ambulanza mi portava via.
Ricordo una fitta allo stomaco che si ripeteva ogni secondo, sempre più forte.
A volte svenivo per il dolore e avevo la febbre alta.
<  Stavi davvero  male  > commentò, come se mi avesse letto nel pensiero.
<  Quello fu il giorno più brutto della mia esistenza. Temevo di perderti. Ero terrorizzata dal fatto che la tua famiglia, che noi saremmo rimasti senza te. Noi due ci saremmo incontrati ma…Sei troppo giovane per morire. Devi vivere la tua vita Zayn. Ricordalo.  > A quel ricordo mi rattristai, ma sembrava che lei stesse piangendo.
<  Io e l’angelo di tua madre, Giusy , facemmo di tutto. Pregammo giorno e notte.  >
Si fermò e mi guardò sorridendo
<  Ti ricordi quando hai cominciato a riprenderti? Ti svegliasti nel tardo pomeriggio dopo aver dormito per 17 ore per colpa dell’anestesia, per non farti sentire dolore. Quella fu la prima volta che mi vedesti. Ci siamo incontrati in un sogno. Stavo pregando, quando ricevetti una risposta positiva alle mie preghiere: ti saresti salvato. In quel momento mi accorsi che “ai piani superiori” avevano deciso di metterci in contatto. Non avevamo molto tempo , visto che ti stavi per svegliare, ma a me è bastato.  >
La guardavo meravigliato. Sorrise , come se quello che stava per dire era una cosa comica.
<  E ovviamente non ti ricordavi nulla del nostro incontro, fino ad oggi. E’ li che ti hanno fatto il lavaggio del cervello   >
Mi misi le mani sulle tempie allarmato.
 <  Sto scherzando, Zayn, tranquillo. Capita a tutti di scordarsi quello che si sogna durante il sonno.  >
Tirai un sospiro di sollievo.
Ad un tratto bussarono alla porta.
<  Avanti  > rispose lei cordiale.
Entrarono Liam e Louis nella stanza
<  Siamo pronti  > dissero , facendo una faccia stupìta quando mi videro nella stanza a parlare con Sara.
<  Abbiamo fatto colazione  > urlò Niall dall’altra parte della camera.
<  Possiamo partire , così arriveremo in tempo per lo spettacolo di stasera ad  Anaheim  > spiegò Liam mentre mostrava la sua valigia gia pronta.
<  Zayn, la tua è pronta?  > chiese Louis
<  Si …  > risposi e mi alzai dal letto.
<  Ehi Louis!  C’è ancora la tua roba per terra, la vuoi togliere !  > esclamò Harry
Sara si alzò dal  letto e prese le sue cose.
Uscii dalla sua stanza ed andai a prendere la mia valigia.
Avevo preparato tutto. Mi piace essere ordinato , non come quel casinista di Lou!
Dopo un po’, tutti a modo loro, erano pronti per uscire e andare all’aeroporto, visto che l’aereo ci stava aspettando.
Un nuovo concerto, nuove persone , nuove fans.
I ragazzi cominciarono ad uscire dalla suite ed andare in corridoio per prendere l’ascensore.
Sara era l’ultima della fila e controllava che non avessimo lasciato niente.
Non mi ero accorto che ero rimasto con lei  mentre gli altri erano scesi al piano di sotto.
<  Bene, possiamo andare  > esordì chiudendo la porta.
Mi sorrise. Io la guardai spaesato.
Mi mostrò il palmo della sua mano, rivolto verso l’alto. Improvvisamente cominciò ad apparire qualcosa. In un istante sulla sua mano c’era un pacchetto di Crackers.
Lei lo aprì  e lo avvicinò a me.
Non ci pensai due volte, visto che non avevo fatto colazione, e ne presi uno.
Era buono, non era strano , come mi immaginavo.
<  Per qualsiasi cosa, io sono qui  > disse e mi fece cenno di seguirla verso l’ascensore.

 

 


#Spazio dell'autrice  

Scusate l'assenza, ma sono molto impegnata con la scuola.
Spero di riuscire a postare i capitoli più spesso.
Anche se non ho ricevuto 6 recensioni non fa niente, basta che la storia vi piace. Certo, però che fa piacere sentirselo dire ;)
Detto questo.
Aggiornerò presto ! 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 


  - Pov Sara –
<  Ma ci sono altri angeli custodi?  > mi chiese continuando a guardare dove metteva i piedi.
<  Certo , che ci sono  > risposi.
<  E che fanno ?  >
Stavamo camminando per le strade assolate di Dallas, quella che ci serviva era una bella passeggiata.
Zayn camminava vicino a me , riempiendomi di domande, mentre gli altri stavano davanti e si fermavano a guardare le vetrine di alcuni negozi.
<  Sorvegliano  > dissi.
Si, gli angeli sorvegliano. Ma non sapevo come spiegare bene il nostro compito.
Provai a fargli un esempio pratico.
<  Ecco, immagina questo. Stai camminando , e loro stanno vicino a te, come sto facendo io adesso, solo che non li puoi vedere. Se dormi, loro rimangono al tuo fianco. L’angelo custode non ti lascia mai.  >
Ragionò su quello che gli avevo detto.
Tornai a guardare la strada.
Mi sembrava incredibile quello che stava capitando.
Il sogno di ogni angelo custode è quello di poter parlare con il proprio essere umano.
Diventarci amico.
Ed io e Zayn , stavamo legando. Sentivo che stavamo diventando amici.
<  Quindi … tu mi hai visto mentre con Perrie …  > non riuscì a finire la frase per quanto era imbarazzato.
Arrossii leggermente e mi affrettai a chiarire.
<  Io e il suo angelo ci siamo messi a giocare a carte. Non abbiamo visto niente  >
Si morse il labbro e si guardò i piedi.
Gli angeli non sono dei guardoni. Certo, però , non possiamo sparire e lasciare tutta la privacy che uno vorrebbe in certi momenti, ma ci sappiamo arrangiare.
Rimanemmo in un silenzio imbarazzato.
Era difficile capire a cosa stesse pensando, ora che non potevo più leggergli nel pensiero; ma l’esperienza mi suggerì che si stava chiedendo come gli angeli ci circondano.
<  Vuoi vedere una cosa?  > chiesi attirando la sua attenzione.
<  Metti le mani davanti agli occhi formando un binocolo , ok . Ora chiudi gli occhi …  >
Mi accertai che non sbirciasse, anche se vedevo che era curioso e allo stesso tempo incredulo.
<  Vista da angelo  > mormorai
 
-          Pov Zayn –
Quando riaprii gli occhi, era strano: cioè, tutto era come prima, i ragazzi davanti a noi che camminavano, i passanti...
Ma accanto ad ognuna persona c’era qualcuno vestito di bianco , che stava al loro fianco  e sorrideva.
Guardai Sara meravigliato , senza togliere le mani da quella ridicola posizione.
 <  Hai visto ?!  > chiese ridendo della mia faccia.
<  Sono angeli ?  >  chiesi anche se sapevo gia la risposta.
Lei annuì e mi fece segno di guardare davanti.
<  Vedi quel ragazzo con i capelli rossi? Quello accanto a Louis? Si chiama Peter.E’ il suo angelo.
Assomiglia davvero tanto a Peter Pan della Disney …  >
Vicino a Lou c’era un ragazzo che saltellava su e giù. Aveva gli occhi chiari, verdi, credo e lanciava dei baci ad una ragazza vicino ad Harry.
<  Chi è quella ?  > chiesi indicando
<  L’angelo di Harry, si chiama Wendy . E’ l’amorino di Peter  > rispose guardando nella mia stessa direzione
<  Quindi stanno insieme ?  >
<  Tecnicamente si. Ma è un pochino più diverso da come pensi.  >
Continuai a guardare Wendy: Aveva i capelli biondo cenere pieni di boccoli e arrossiva ogni volta che Peter  le lanciava un bacio. Camminava al fianco di Harry e gli teneva la mano, anche se lui questo non lo poteva sapere.
<  Peter e Wendy stanno insieme ed ecco perché Louis e Harry sono cosi uniti  > provai a tirare queste conclusioni.
<  Si, ottima osservazione. Gli umani assomigliano molto ai loro angeli custodi. Per esempio sai perché Harry non riesce a mentire?  >
Scossi la testa, curioso di sapere il perché.
<  Perché Wendy non sopporta le bugie, comincia a piangere cosi forte che … Harry in qualche modo sente qualcosa e non riesce a parlare.  >
Ascoltavo attentamente quello che mi diceva.
Era insolito pensare che durante la nostra vita, qualcuno rimaneva al nostro fianco a proteggerci e consigliarci.
Guardai gli angeli di Liam e Niall.
Al loro fianco c’erano un ragazzo con i capelli castani mossi e gli occhi color nocciola.
Aveva uno sguardo fiero, come se fosse orgoglioso di dire “Si, sono l’angelo custode di questo ragazzo”.
Assomigliava molto a Liam.
E infine vicino a Niall c’era una ragazza che aveva i capelli biondi, non molto lunghi  e gli occhi azzurri, molto azzurri .
Mentre camminava faceva una strana danza. Girava intorno se stessa e faceva dei piccoli saltelli.
<  L’angelo custode di Liam si chiama Daniel. Sono due gocce d’acqua sia fisicamente che caratterialmente. Quella che vedi vicino a Nialler è Linda. L’angelo custode più dolce che io conosca. L’altra sera parlavo con lei, mentre mi “spiavi”  >
Mi sentii un po’ incolpa per averla giudicata male all’inizio, ma come faceva a saperlo ?
<  Come facevi a sapere che ti stavo …   >
<  Noi angeli abbiamo un buon udito  > rispose sorridendo.
<  Ma perché prima non riuscivo a vederla  ?  >
<  Perché non stavi guardando con la vista da angelo  >
Appena levai le mani dagli occhi, tutti gli angeli davanti a me sparirono.
<  Chiaro  > dissi.
Ad un tratto mi prese per mano.
Sentii come una scossa , ma non mi ritrassi dalla sua presa.
Se stavo con lei mi sentivo bene.
Iniziai a riflettere. Era davvero una bella esperienza quella che stavo vivendo.
Stando con il mio angelo custode, non avevo problemi.
Non  ero quasi mai nervoso.
Da quando Sara era con noi avevo smesso di fumare, non avevo toccato una sigaretta, non ne sentivo il bisogno.
Gli angeli ti influenzano positivamente.
Sara non mi aveva obbligato mai a fare niente, a nessuno di noi. Ci lasciava il libero arbitrio.
Quando litigavamo , interveniva e ci faceva riflettere.
Mi venne in mente un flash back di ieri.
Niall stava litigando con Harry perché gli aveva nascosto le patatine.
Sara era entrata nella stanza e aveva detto ad Hazza <  Era necessario fare quello che hai fatto? E tu Niall, le patatine ce l’hai adesso, stai al gioco  >
I due si erano abbracciati  e subito dopo chiesti scusa.
Era incredibile vedere che effetto facevano le sue parole.
Sara era davvero speciale.

 

 


#Spazio dell'autrice  

Scusate il capitolo corto, e scusate per avervi fatto aspettare!
Allora vi siete incuriosite al mondo degli angeli?
Be' spero di postare presto il prossimo capitolo! <3 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 



-          Pov Zayn -              
< Zayn, Zayn. Svegliati!  >
Riconoscevo la voce di Liam che come al solito provava a svegliarmi invano.
Rigirai la testa dall’altra parte.
<  Ti ordino di alzarti !  > disse Louis .
A quel punto misi la testa sotto il cuscino.
<  Lasciatemi in pace!   > sbottai
<  Ragazzi andiamo!  Nella Dining Room è pronta la colazione !  >
Anche da sotto il cuscino riuscivo a sentire lo stomaco di Nialler che protestava.
<  mmm  > mormorai incapace di formulare una frase.
Avevo troppo sonno. “Ma perché il letto diventa cosi comodo,  la mattina?”
Continuarono ad importunarmi per altri 5 minuti, poi  nella stanza entrò qualcuno.
<  Lasciatelo a me  >
Niall non se lo fece ripetere due volte <  Ok. Noi andiamo a mangiare !  >
Per un attimo tutto tacque , si sentì il rumore della porta chiudersi.
<  Bene, bene .Zayn  >
“Chissà cosa sta per accadere” pensai un po’ scocciato all’idea di dovermi alzare.
Sentii un leggero vento sfiorarmi la pelle che non era coperta dal lenzuolo.
Dopo un secondo mi trovai in piedi , vestito, con la faccia lavata e… anche i denti.
Mi toccai la faccia  sbalordito . Mi stropicciai  gli occhi e guardai Sara, che davanti a me rideva soddisfatta.
<  Che hai fatto ?  >  chiesi, e mi sembrava l’unica cosa che riuscissi a dire, tanto ero sorpreso.
Un secondo prima ero sul letto con canottiera e Boxer e il secondo dopo, eccomi ai piedi del letto pronto per uscire.
Avevo persino i capelli pettinati e il ciuffo in ordine.
<  Ma ti ricordi cosa sono ?  > chiese mentre schioccava le mani.
Sentii un fruscio dietro di me , mi voltai di scatto.
Il letto era rifatto.
<  Che altro sai fare ?  > chiesi gia eccitato all’idea di vedere altre “magie”.
Lei fece una giravolta.
I capelli per la velocità le coprirono il viso.
Quando si fermò era cambiata.
Era quella ragazza che avevo visto giorni fa.
Quella che sembrava davvero un angelo. Quella che aveva i lineamenti perfetti, il viso di porcellana, le guance rosse , gli occhi verde smeraldo, e i capelli castani mossi.
Rimasi a fissarla come era successo l’altra sera.
<  Non ti spiace?   > chiese <  Non mi piace il mio aspetto da vecchia  > disse l’ultima parola con una smorfia.
<  N-no  > balbettai.
<  Allora, che altro so fare ?  >  si chiese guardando la stanza.
Fermò lo sguardo su un tavolino con un vaso.
Sembrò pensare qualche secondo.
Intanto io la guardavo con molta attenzione, osservando ogni mossa o particolare, cercando di capire quale fosse il trucco.
Si avvicinò a grandi passi e prese il vaso , lo alzò in aria e lo fece cadere riducendolo in mille pezzi.
Batté le mani e tutti i cocci si riunirono.
Si chinò e raccolse il vaso ricomposto e lo riappoggiò sul tavolino.
“Forte” pensai compiaciuto, quindi se rompevamo qualcosa giocando a calcio lei poteva riaggiustarla
<  Non pensarci nemmeno   > rispose secca
Sorrisi colpevole.
<  Come funziona? Nel senso, quali sono i tuoi “poteri”. Sono davvero…   > non trovavo le parole per esprimere come mi sentivo.
<  Curioso ?  >
<  Si , curioso è la parola adatta  > confermai.
<  Anche io sono curiosa di sapere cosa sono in grado fare  >
Mi morsi il labbro e mi passai la mano fra i capelli. Aveva un senso quello che mi aveva appena detto?
<  Mi spiego meglio. Di solito gli angeli custodi stanno al fianco di una persona  e possono leggerne i pensieri, sentire le emozioni, vedere i sogni. Sono poteri limitati perché non possiamo interferire con la vita degli umani. Nel senso che non possiamo riaggiustare un vaso  rotto , cosi, dal nulla. Non possiamo .. insomma hai capito, no?  >
Annuii con il capo.
<  Ma tu puoi leggermi ancora nel pensiero ?  > chiesi
<  No. Non posso farlo. Adesso, sono anch’io umana, per metà. E alcuni poteri sono andati via, altri cambiati e altri sono ancora da scoprire. Mi basta pensare quello che voglio che accada , per fare in modo che si realizzi. Certo non posso fare cose come  mettermi a spartire le acque,  come fece Mosè !  >
<  A volte sembra che tu davvero sappia a cosa sto pensando  > l’informai , anche se avevo il sospetto che lei lo sapesse gia.
<  E’ solo perché ti conosco come le mie tasche!  >
C’era una domanda che le volevo fare più di tutte, ma ogni volta mi chiedevo se era il caso di essere cosi sfacciato.
<  Dai, chiedi !  >  esclamò attirando la mia attenzione.
“Siamo sicuri che non sia a cosa sto pensando?”
<  Ma … le Ali? Cioè , io ho visto che… insomma come fanno a spuntarti? Puoi volare con quelle?  >
Si sedette sul letto di Niall di fronte a quello di Harry.
<  Sulla schiena ho due “cicatrici” da lì escono le ali e hanno una proprietà “magica” , se preferisci , di non lasciare buchi sui vestiti.  >
Mentre spiegava si guardava le mani , ora mi stava osservando.
Mi sedetti sul letto per dare un’aria rilassata.
Sara inarcò il sopracciglio <  Scommetto che le vuoi vedere   >
<  Oh Si, ti prego !  > Esclamai senza riflettere.
“Ma da dove ho tirato fuori questo lato da bambino?” chiesi pentendomi  del modo in cui avevo detto la mia risposta.
Stavolta non volevo perdermi neanche un secondo di quello che stava per succedere.
Osservai la sua schiena e poco a poco dalla maglietta spuntava una piccola sporgenza che diventava sempre più grande.
Infine una punta bianca bucò il tessuto e avanzava verso l’alto.
Pian piano le ali si aprirono come un ventaglio.
Erano fatte di piume, ovvio.
Sembravano brillare nei punti in cui la luce del giorno le “colpiva” maggiormente.
Allungai la mano e le accarezzai.
Erano morbide e soffici.
Era una sensazione meravigliosa sulla mano.
Continuai ad accarezzargli le ali. Erano maestose , sembravano quelle delle statue che di solito si vedono nelle chiese.
Ad un tratto vidi che Sara teneva gli occhi chiusi.
<  Ti do fastidio?  > chiesi levando la mano.
Lei scosse la testa sorridendo.
<  Al contrario , non hai idea di come mi senta  >
Ricambiai il suo sorriso.
<  Sono pesanti?  > chiesi
<  No, sono leggerissime, a volte mi sembra di non averle  >
<  Ti servono per volare , giusto? Perché tu sai volare ?  >
Si lasciò scappare una sonora risata.
Ecco , ancora una volta avevo fatto la figura del cretino che non capisce niente.
<  Si, so volare e posso anche  senza ali. La tua è un’ottima osservazione.  >
Ad un tratto si sentii un brontolio.
<  Credo dovremmo andare a mangiare  > propose mettendosi una mano sullo stomaco.
<  Già  > convenni facendo lo stesso e guardando la porta.
<  Quando part…  > Mi girai per guardarla e mi accorsi che era tornata come prima.
In un certo senso ci rimasi male. Se tornava “normale” era come se la magia fosse finita.
<  Partiamo dopo pranzo per Duluth  >
“Davvero non mi legge nel pensiero?” mi chiesi guardandola incredulo.
Mi conosceva cosi bene per anticipare quello che dicevo, forse meglio di me stesso.
Mi conosceva cosi bene che non c’era giorno in cui non riusciva a sorprendermi.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 


<  Allora ragazzi , guardatevi bene negli occhi  > disse Sara seria.
Incrociai le braccia e guardai Liam di fronte a me.
Stavamo seduti a gambe incrociate sul tappeto di una sala che Sara aveva preso nell’Hotel in cui ci trovavamo.
Tutti trovavano “lo stare seduti in cerchio” una cavolata, ma io credevo che ci avrebbe fatto bene; di sicuro se lei aveva deciso di farcelo fare voleva insegnarci qualcosa.
Louis ed Harry non la smettevano di ridacchiare ogni volta che si guardavano.
Gli unici seri eravamo io e Liam , perché Niall rideva come un’idiota ogni volta che Louis lo guardava e alzava il sopracciglio.
Ad un tratto guardai Harry . Lui per dispetto allargò le narici facendo una faccia molto somigliante ad il muso di un maiale.
Mi morsi il labbro. Stavo trattenendo una risata.
Cercavamo di mantenere il silenzio ma si sentiva qualche risatina.
<  Allora Harry, c’è un atteggiamento o comportamento che non ti piace , o che ti da fastidio, riguardo uno dei ragazzi ? >  chiese Sara interrompendo il silenzio.
Hazza parve interdetto per qualche secondo, sbattè le palpebre e si schiarì la voce.
<  Be’… ehm per esempio … mi da fastidio quando Niall scorreggia e non avvisa … ecco  >
Tutti guardammo Niall <  Mi dispiace, cercherò di trattenermi. O di cambiare stanza  >
Sara guardò Harry per un secondo. Lui guardò Nialler e gli disse <  Senza offesa però. A tutti succede  >
Horan annuì con il capo e tornammo in silenzio.
<  A te Zayn? C’è qualcosa che vorresti condividere?  >
<  Questa è per Louis. Potresti cercare di essere più ordinato con le tue cose? Davvero, Lou. Sei un vero casino. E sai che non sopporto il caos.  >
Tommo si mise una mano fra i capelli sorridendo <  Scusa Z. ma  non posso farci niente. Ovviamente mi impegnerò a non farti trovare la mia roba fra i piedi  >
<  Grazie  > risposi.
<  Niall , c’è qualcosa che ti turba, qualcosa che vorresti mettere in discussione ?  >
Lui non ci pensò due volte e rispose prontamente.
<  Si, mi da fastidio il fatto che tutti trovano divertente nascondermi il cibo  >
Sara ci guardò in faccia.
<  C’è qualcuno che vuole parlare in merito a questo?  >
Liam alzò la mano educatamente <  Niall ci dispiace , ma a volte farti i dispetti prende il sopravvento. Cercheremo di contenerci  >
Alla fine ognuno iniziò a dire la sua rispettano il parere dell’altro.
Scoprii che a volte il fatto che non mi svegliavo subito causava dei problemi perché facevo arrivare tutti in ritardo. Promisi ad ognuno che la prossima volta non sarei stato cosi problematico.
Continuammo a parlare e ad un certo punto Sara ci interruppe.
<  Dovete dialogare più spesso in questo modo. Dovete dirvi quello che pensate senza offendervi. Non tenetevi dentro i pensieri, ma dovete parlare. E queste sono le basi della convivenza.  >
Tutti parvero riflettere su quello che aveva appena detto.
Anche io mi misi a ragionare.
< Dai su, ora basta parlare. Vogliamo fare qualcosa di più ,movimentato?  Che ne dite di nascondino?  >
Louis scattò in piedi : <  Io no !  > urlò.
Mi affrettai anche io <  Io no !  >
<  Io no! Io no  > esclamarono Sara , Niall e Liam
<  Ma perché devo contare sempre io ?  > si lamentò Hazza.
<  Perché sei troppo lento a parlare  > intervenne Louis.
<  50 piano. non barare  > gli disse Liam e poi si diresse verso la porta  correndo.
Harry si avvicinò ad un muro e cominciò a contare.
Dopo cinque secondi la stanza era già vuota.
Per un attimo mi domandai che ci facevo ancora lì.
Uscii in fretta e furia sperando di trovare un nascondiglio fra i corridoi.
Ovviamente Harry quando conta fa il furbo, infatti poco dopo sentii  <  50 !! Ora vengo a cercarvi ! >
Mi prese il panico e rimasi fermo per qualche istante , finchè una mano mi afferrò il polso e mi trascinò via.
<  stai in silenzio  > sentii mormorare
Cercai di guardare dov’ero.
Mi trovavo in un corridoio che terminava con una stanza, non era molto lungo, ma ovviamente non potevo nascondermi da Harry, mi avrebbe trovato di sicuro.
Intanto sentivo Hazza canticchiare a squarciagola sempre più vicino.
Mi voltai e vidi Sara. Lei mi fece cenno di stare in silenzio.
Mi prese per mano e chiuse gli occhi.
In quell’istante Harry passò davanti al nostro corridoio, diede una rapida occhiata e continuò a camminare davanti.
“Ma come , non ci ha visto?” mi chiesi sorpreso.
Sul muro di fronte a me, c’era un grazioso comodino con un enorme specchio.
Mi spostai e mi ci misi davanti, senza staccare la mano da quella di Sara.
Per la sorpresa feci un passo indietro.
Il mio riflesso… non c’era. Lo specchio non mi rifletteva.
Ero .. ero INVISIBILE!
Cambiai espressione, da una seria e preoccupata ad un sorriso.
“Questa è sicuramente opera tua” pensai guardando Sara che aveva un’aria colpevole.
<  Tu mi vedi?  > chiesi
<  Si  > rispose
<  Come fai? Come ci riesci?  >
<  Non lo so neanche io. Ho desiderato di diventare invisibili ed eccoci qua.  >
<  Quindi questo è uno dei nuovi poteri?  >
<  Esatto  > confermò
Guardai le nostre mani che si stringevano ancora.
<  Non sono sicura, ma credo che possiamo anche non tenerci per mano. Se di da fastidio  >
Scossi la testa e cercai di fare un sorriso rassicurante.
<  Andiamo a fare tana ?  > chiesi guardando il corridoio.
Lei annuì con la testa e iniziammo a correre per i corridoi.
Arrivammo alla stanza dove c’era la tana.
Sara battè le mani. Capii che ora ero tornato visibile.
Misi una mano al muro e dissi <  Tana per me!  >
Sara fece lo stesso ed io andai controllare allo specchio del salone se effettivamente ero tornato normale.
Pochi secondi dopo udimmo dei passi.
Harry entrò e spalancò la porta. <  Ma come cavolo avete fatto? Dove vi eravate nascosti ? Non vi ho visto  >
Sara fece un gesto teatrale <  Magia!  >
Io feci le spallucce e mi voltai.
Harry intanto era uscito per riprendere a cercare gli altri
<  Domani Los Angeles  > mormorai facendo mente locale con le tappe del tour.
<  Gia ..  > disse lei pensierosa
<  Che c’è ?  > chiesi invitandola a parlare
<  Ho sempre desiderato  visitare Los Angeles !  > esclamò
<  Non sapevo che gli angeli avessero delle preferenze turistiche  >
<  A chi non piace L.A. ?  >
<  Giusto. Be’ se vuoi possiamo farci un giro prima del concerto.  >
Gli si illuminarono gli occhi
<  Davvero?! Cioè… non so se è una buona idea. i ragazzi non possono rimanere da soli  >
<  Non ti preoccupare ci penso io  > dissi facendo un sorrisetto. Avevo un piano per tenere i ragazzi buoni nell’albergo.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


 


<  Ragazzi, ma non volevate uscire?  > chiesi guardando Harry con una  racchetta da Tennis in mano.
<  No, no. In questo albergo sono tutti cordiali ed hanno un campo da tennis, perciò , io ed Hazza andiamo a fare una partita amichevole  > rispose Louis indicando la porta.
<  Se per partita amichevole intendi 60 a zero , va bene  > rispose Harry con un sorrisetto.
In quel momento entrò Niall con un costume da mare.
<  e tu dove credi di andare?  >  chiese Liam al posto mio
Lui lo guardò come se avesse detto chissà che .
<  Secondo te? C’è la piscina , vado a farmi una  nuotata  >
Oddio, acqua fredda ,  di prima mattina poi .
<  Niall, ma non sarà freddina l’acqua ?  > chiesi facendo una smorfia.
<  Zayn, ma mi prendi in giro? Siamo a Los Angeles, hai presente? Qui in inverno fanno 25-30 gradi! La piscina sarà un brodo e siamo all’inizio dell’estate.  >
Scossi la testa e lo lasciai perdere.
<  Che facciamo Liam?  > chiesi
<  Tu hai qualche idea su come passare la mattinata ?  >
<  Propongo di andare a fare colazione.  > risposi <  Stamattina non ho avuto tempo di mangiare, mi sono alzato tardi  > spiegai
<  Lo vedo , hai ancora il letto da rifare ! Be’ stavolta non ti dico niente, ma solo perché ieri siamo atterrati tardi !  >
<  Se usciamo dalla stanza il letto me lo rifà la cameriera  > dissi , non mi andava proprio di rifarmi il letto.
<  Va bene, allora . usciamo dalla stanza e andiamo al bar al piano di sotto  >
Scendemmo le scale e andammo davanti ad un bancone della Dining Room.
Ci venne incontro una ragazza bionda , con il colorito della pelle tipico di chi si fa le lampade.
<  Ciao ragazzi, è un piacere servirvi ! Come state?  >
<  B-bene  > risposi balbettando.
Qui tutti quanti pensano di poterti trattare come un amico di famiglia, a volte tutta questa confidenza non riesco a gestirla.
<  Allora , cosa vi posso portare ?  > chiese sbattendo ripetutamente le ciglia.
<  Per me va bene un po’ di latte caldo e un sandwich al prosciutto. grazie  >  disse Liam  guardando un cartello vicino alla cassa con il menù.
<  E per te?  > chiese la bionda avvicinandosi
Diedi una rapida letta e risposi senza pensare.
<  Una cioccolata calda. Grazie  >
Lei si girò e comincio a smanettare alle macchine dietro di lei per preparare le nostre bevande.
Notai che Liam , mi guardava in modo strano.
<  Ecco a voi. Vi serve altro?  >
<  Siamo apposto   > risposi
<  Allora , in totale per il latte, il sandwich e la cioccolata calda fanno 7 dollari e 57  >
Liam frugò in tasca e tirò fuori una banconota da 10 dollari , come al solito si preoccupava sempre di fare il cambio con la valuta e aveva anche i dollari nel portafogli.
<  Il resto  > disse la ragazza con alcune monete in mano.
 <  Tienilo  > rispose Liam sorridendole cordiale
<  Buona giornata  > disse <  Spero che Los Angeles vi piacerà  >
< Grazie  > mormorai avvicinandomi ad un tavolo.
<  Non ti preoccupare.  > rispose Liam sedendosi.
<  Posso farti una domanda ?  > chiese
<  Spara  >
<  come mai negli ultimi tempi non ci assilli più con le tue storie riguardo Sara?  >
Sorseggiò il latte e mi guardò negli occhi. <  Ti conosco troppo bene, dev’essere successo qualcosa  >
Guardai il bicchiere <  E’ solo che.. ho avuto occasione di parlarci e ho scoperto che non è cosi male …  >
<  Te l’avevamo detto . Sara è una persona a modo. E’ molto interessante , mi farebbe piacere conoscerla di più. Peccato che il tour sta per finire e noi abbiamo avuto solo un mese per stare con lei …  >
 Bevvi un po’ di cioccolata. <  Davvero siamo quasi alla fine? Mi ci ero abituato alla routine del Tour. E dopo che faremo. Torniamo a casa?  > chiesi. Anche se l’ultima frase sarebbe stata.
“E dopo che farò? Sara dove andrà?La rivedrò?”
<  Certo che torniamo a casa. Ce lo meritiamo il riposo. Ed io non vedo l’ora di abbracciare la mia mamma  >
Cominciai a riflettere mentre sorseggiavo la cioccolata calda.
Non potevo credere che mancava una settimana all’ultimo concerto.
Il tour sarebbe finito , ma soprattutto, non potevo credere che avevo sprecato un mese a diffidare dal mio angelo custode.
Ora che ci avvicinavamo alla fine , mi sembrava che tutto finisse troppo presto.
<  Zayn, c’è qualcosa che non va?  > chiese Liam guardandomi di sottecchi <  Se c’è qualche problema io sono qui  >
Oh, se avessi potuto avrei fatto uscire un fiume di parole dalla mia bocca.
Ma non potevo dirgli “Sai Liam, Sara è il mio angelo custode. Ha dei poteri paranormali e l’ho scoperto qualche settimana fa. Il problema è che quando finirà il tour lei se ne andrà ed io non voglio che questo accada. ”
<  Niente , sono solo stanco  > risposi <  credo di aver bisogno di starmene un po’ da solo  >
Liam prese i bicchieri e i tovaglioli e li andò a buttare.
<  Va da lei . io intanto faccio una Twittcam  >
Corsi verso l’ascensore , premetti il tasto del piano e mi bloccai : aveva detto “Va da lei”!?
Forse avevo capito male. O forse Liam mi conosceva cosi bene da capire che c’era qualcosa.
Inizialmente avevo un piano su come tenere impegnati i ragazzi dentro l’Hotel, ma stamattina avevo visto che si erano già trovati da soli qualcosa da fare.
Bussai alla porta della sua stanza.
Dopo qualche secondo si aprì automaticamente anche se nessuno era venuto ad aprire.
Entrai e ispezionai la stanza.
Sara aveva il suo “aspetto normale”.
Era anche vestita come una persona normale, cioè come una persona della sua età.
Aveva delle ballerine argentate e un vestito blu che faceva risaltare la sua carnagione chiara.
Rimasi interdetto per qualche secondo. <  C-ciao  > balbettai
<  Non hai mica intenzione di uscire cosi?  > chiede indicandomi
<  Cosi come?  >
<  La gente ti riconoscerebbe  >
<  Cosa pensi di fare ?  > chiesi.
Girò intorno a me borbottando qualcosa .
<  Ci sono !  > esclamò <  Ci vuole un cambio di immagine  >
Schioccò le dita e ad un tratto una folata di vento mi avvolse.
Durò pochi secondi. Sbattei le palpebre per vedere cos’era successo . Ma non notavo nessun cambiamento.
Sara mi si mise davanti e mi mostrò uno specchio.
Guardai il mio riflesso.
Non ero più me, cioè non ero più Zayn Malik, ero un’altra persona, fisicamente.
Ero molto simile a Sara: capelli castani corti , pelle chiara, la stessa bocca… l’unica cosa diversa erano gli occhi. Quelli erano rimasti i miei.
Sembrava quasi che fossi parente di Sara. Ero la sua versione al maschile.
Lei continuava a fissarmi senza dire niente, sembrava quasi emozionata nel vedermi.
Di colpo mi abbracciò forte, ricambiai l’abbraccio un po’ confuso.
<  Sei uguale a mio fratello …  > mormorò rispondendo alle mie domande silenziose.
Avrei voluto chiederle altro, ma dal tono malinconico con cui mi rispose lasciai perdere.
 <  Andiamo ?  > chiese avvicinandosi alla porta.
Uscimmo dall’Hotel e cominciammo a passeggiare per strada.
Le strade erano affollate  e tante persone entravano e uscivano dai negozi.
Qua e la c’erano alcune palme o panchine dove alcune signore si fermavano a riposare.
<  Non trovi sia una splendida giornata ?  > esordì Sara indicando il cielo limpido.
<  E’ davvero una bella giornata  > convenni
Continuammo a passeggiare per le strade di L.A. e  verso l’ora di pranzo ci fermammo ad un Fast food per pranzare.
<  Mi mancava fare questo  > dissi addentando un Hamburger
<  Fare cosa ?  > chiese avvicinando una patatina alla bocca.
<  Mi mancava girare per una città senza essere riconosciuto. Mi mancava la privacy  >
<  Se vuoi possiamo farlo più spesso  > disse sorridendo.
Sorrisi e presi la cartina della città dalla tasca.
<  Allora , siamo appena stati alla Rodeo Drive. Dove vuoi andare?  >
<  Alla spiaggia! Non sono mai stata al mare!  > esclamò.
<  Mai stata al mare?!  > chiesi stupito
<  Ci sono stata quando ci sei stato tu. Ma mi piacerebbe andarci anche adesso  >
Controllai la cartina sorridendo <  Allora dobbiamo sbrigarci perché l’autobus per Malibù Beach parte fra poco  >
Lei scattò dalla sedia <  Pronta !  >
Scossi il capo, quanto poteva essere esuberante?
 
“Welcome to Malibù” recitava l’insegna davanti a noi.
Sara fece un piccolo saltello.
Fece qualche passo avanti e si fermò sulla sabbia .
<  Coraggio  > mi incitò.
La seguii e mi tolsi le scarpe.
Iniziammo ad avvicinarci alla bagnasciuga. C’erano molti surfisti e tante persone che prendevano il sole.
Mentre passeggiavamo una bambina passò davanti a noi con un cono gelato.
Sara lo indicò <  Ti prego, ti prego! Non ho mai mangiato un gelato, lo prendiamo ?!  >
<  Certo  > dissi mentre mi avviavo gia ad una gelateria in mezzo ai negozietti della spiaggia.
Ci avvicinammo al bancone  <  Cosa prendi ?  > chiesi
<  Allora, vorrei un po di nocciola, crema, fragola, cioccolato , cocco e stracciatella  >
Il commesso mi guardò <  Sicuri?  >
Feci cenno di si con la testa. <   e lei signore, cosa desidera ?  >
<  Per me nocciola e crema  grazie .  >
Continuammo a passeggiare sulla sabbia con le scarpe in mano, mentre mangiavamo il gelato.
<   Che piani hai alla fine del Tour ?  > chiesi dopo un po’
<  Tornerò a fare quello che ho sempre fatto  > rispose
<  Cioè ?  >
<  Tornerò al tuo fianco come tutti i giorni.  >
Ad un tratto una ragazza con un chihuahua si avvicinò.
<  Scusate , sapete che ore sono ?  >
<  Sono le quattro e mezza  > rispose Sara regalandole un bellissimo sorriso.
<  Grazie ! Comunque volevo farvi i miei complimenti, siete una coppia stupenda. Ciao!!  >
Ci scambiammo uno sguardo imbarazzato, Sara aveva le guance rosse ma sorrideva per il malinteso.
Io, non so com’ero , ma sentivo di essere arrossito.
Magari con questa carnagione chiara si vedeva di più che quando ero normale.
Quando  finimmo i gelati Sara notò una bancarella con i giochi a premi.
<  Ti va di vincere per me, quel cuore gigante  ?  >  chiese
<  Va bene !  > risposi.
Con un colpo dovevo far cadere tutti i birilli davanti a me.
Presi la palla e mirai al centro. Poi lanciai.
Caddero quasi tutti, eccetto un birillo che barcollava.
Notai che Sara faceva un piccolo gesto col dito.
Infine cadde anche quello.
<  Quale vuole ?  > chiese la commessa.
<  Quello !  > indicò Sara
<  Ecco a te bella, passate una buona giornata !  >
<  Grazie !!  > rispondemmo in coro.
Ci avvicinammo alla bagnasciuga.
Sara si guardò in torno con fare furtivo. Chiuse gli occhi.
Pian piano il cuore che aveva fra le braccia cominciò a rimpicciolirsi fino a entrare  in una mano.
La strinse in un pugno.
Guardai meravigliato ciò  che aveva appena fatto.
Quando riaprì la mano il cuore era diventato il ciondolo di una collanina.
<  Questa la terrò sempre con me . Mi aiuti a metterla ?  > chiese
Annuii con il capo e la presi dal suo palmo.
Mi misi dietro di lei e le scostai i capelli.
Mi tremavano le mani . Ma che mi prendeva? Scossi la testa e le misi la collana.
<  Ecco  > mormorai
<  Come mi sta ?   > chiese
<  Sei meravigliosa  >
Lei sorrise e io ricambiai con una faccia da ebete.
Ad un tratto sentii vibrare la tasca del mio pantalone.
Presi il cellulare. Un messaggio.
Quando lessi il mittente tornai serio.
“Amore! Manca poco alla fine del tuo Tour, non vedo l’ora che torni a casa cosi possiamo stare insieme. XXX Perrie”
Rinfilai il telefono in tasca pensando “Le rispondo più tardi”
<  Qualcosa non va ?  > chiese con una faccia preoccupata
<  No  > risposi scuotendo la testa <  Andiamo ?  > chiesi prendendola per mano.
Facemmo retrofront per tornare alla stazione dove passava il bus per tornare all’Hotel.
<  Mi sono sempre chiesto , perché dici spesso la frase “L’ho fatto per te ” …  > chiesi guardando il sole che pian piano tramontava.
Lei guardò per terra e poi mi guardò in faccia.
<  Sai, noi angeli vogliamo cosi bene a tutti gli esseri umani, che li trattiamo come se fossero nostri fratelli. E ai nostri umani, cioè quelli che ci vengono affidati , li amiamo come se fossero noi stessi. Per questo quando possiamo fare qualche gentilezza per loro, la facciamo perché sappiamo che gli fa piacere. Perché vogliamo la loro felicità.  >
<  Ma voi non , non vi innamorate? Nel senso … Cioè  >
<  Il nostro concetto d’amore è diverso dal vostro. Però ultimamente , grazie a te, alcuni sentimenti umani stanno iniziando a riaffiorare …  >
“Sentimenti umani…” pensai
<  Tu eri umana ?  > chiesi ad un tratto.
<  Si…ma non mi va di parlarne. Non voglio rovinare questa giornata. Cambiamo argomento.  >
Smisi di parlare.
Davvero era stata umana ?  E come mai ora era un angelo? Che cosa era successo? E perché non me ne voleva parlare? Ero abituato al fatto che ogni volta che facevo una domanda , ricevevo sempre una risposta. Ma stavolta niente. Che mi stesse nascondendo qualcosa? Cosa poteva esserci di tanto brutto nella sua storia da rovinare la nostra giornata?
Non riuscivo proprio ad immaginarlo.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


 


Mi fermai ad osservare il paesaggio dalla finestra della mia stanza.
Tutti stavano dormendo, tranne me.
Non potevo credere che era passata una settimana , che domattina saremmo partiti per Sunrise , per il nostro ultimo concerto.
Non potevo credere di aver buttato un mese , e non sapevo quasi niente di lei.
Lei mi conosceva come le sue tasche, riusciva persino a capire a cosa pensavo… ed io. Io non sapevo nulla.
Rividi le immagini di alcuni momenti significativi da quando lei era entrata nella mia vita.
I ricordi più belli , erano di quando era in forma normale oppure di quando mi aveva fatto vedere le sue ali.
Era davvero speciale. Ogni volta che la toccavo , mi sembrava di prendere una scossa, una scossa piacevole.
Guardavo la città di Orlando illuminata nella notte. Ogni luce accesa , mi ricordava i suoi occhi.
Quegli occhi verdi come smeraldi , che potevano appartenere solo ad un angelo.
In quest’ultima settimana, ho capito davvero tante cose.
Non volevo perderla e assolutamente avrei fatto qualsiasi cosa per tenerla con me.
Ma volevo conoscerla meglio, ad ogni costo.
Volevo far parte anche io della sua vita, come lei apparteneva alla mia.
Quando stavo morendo, per colpa di un’intossicazione alimentare, era grazie a lei se ero sopravvissuto.
Mi ha salvato la vita a due volte. Anche quando quella macchina stava per  investirmi.
Sorrisi , pensando a tutti quei trucchetti che mi aveva mostrato.
Sembrava cosi felice di rendermi partecipe alla sua realtà da angelo.
Ma continuavo a domandarmi sulla sua vita da umana.
<  Non riesci a dormire ?  > chiese una voce alle mie spalle.
<  No  > risposi continuando a guardare fuori dalla finestra.
Mi mise una mano sulla spalla <  Zayn, c’è qualcosa che non va ?  > disse.
Mi voltai per guardarla e notai che era tornata con l’aspetto di una ragazza.
Indossava una camicia da notte bianca , che la faceva sembrare di più un angelo.
<  No , non è niente.  > risposi guardando le lunghe gambe affusolate.
Ad un tratto fece una cosa inaspettata: si sedette sul cornicione della finestra. Sembrava volesse buttarsi di sotto cosi di scatto mossi il braccio e le afferrai la mano.
<  Che cercavi di fare? ! Sei pazza ! ?  >
<  Ehi, mica mi volevo buttare di sotto… volevo solo fare questo !  >
Lasciò la mia mano e si slanciò fuori dalla finestra.
Provai ad afferrarla, ma era troppo tardi.
Sentii una stretta al cuore e mi affacciai per vedere dov’era finita.
<  Sara ?  >  la chiamai
Improvvisamente spuntò dal basso verso di me.
<  Si?  >
Stava a mezz’aria fra me e la finestra.
Da dietro riuscivo a vedere le sue ali bianche che risplendevano alla luce della luna.
<  Entra dentro, o ti vedranno  > esclamai allarmato.
Fece un sorriso beffardo <  Non c’è problema sono invisibile  > battè le mani  <  e adesso anche tu lo sei !  >
“Ma che vuole fare ?! ” pensai confuso.
Sara tese la mano verso di me.
<  Ti fidi di me ?  > chiese invitando ad afferrarla.
Allungai la mia mano verso la sua e la strinsi.
Lei mi trascinò verso di se.
Ormai ero in piedi sul cornicione della finestra.
<  Ora … ti mostrerò… cosa significa… Volare!  >
Fece una giravolta e il vento che le sue ali generarono mi colpì.
Stavo per cadere ma lei prontamente mi afferrò. <  Non ti lascerò mai cadere !  > mormorò al mio orecchio.
<  Se ne avessi la possibilità, neanche io ti lascerei cadere  >
Lei fece una smorfia <  Sono un angelo, so badare a me stessa  >
Scossi la testa sorridendo <  Allora quando si parte ?  > chiesi
Sara mi cingeva la vita e mi teneva stretto a lei per non lasciarmi cadere.
Sentivo da dietro le sue ali che si muovevano e spostavano grandi quantità d’aria.
<  Adesso !  > esclamò.
Chiusi gli occhi.
Il vento  mi veniva addosso e mi scompigliava i capelli.
Si sentiva il rumore delle sue ali e del suo respiro.
Io ero troppo impegnato a trattenere il fiato.
Ad un tratto sentii la sua risata.
<  Hai intenzione di tenere gli occhi chiusi per sempre ?   >
<  N-no  > balbettai aprendoli
Rimasi senza parole, il paesaggio sotto di me era mozzafiato.
<  E’… e’…  >
<  Meraviglioso  > disse lei finendo la frase al posto mio.
Mi sentivo leggero, cosi leggero che stavo bene, ogni cellula del mio corpo era felice.
Non avevo mai provato una sensazione del genere.
<  Non mi lasciare eh ?  > le ricordai
<  E chi ti lascia?  >
Non so dove andammo, mi fece fare un giro attorno la città.
Ogni tanto facevamo qualche battuta o chiacchieravamo.
<  Sei stanca?  > chiesi dopo un po’
<  Un po’ ma non è un problema  >
<  Se vuoi ci possiamo fermare … Ecco lì !  > dissi indicando un tetto di una casa abbastanza ampio.
Con tre colpi d’ali arrivammo in un batter d’occhio.
Sara mi aiutò a sedermi senza rischiare di cadere e poi si mise vicino a me.
Alzammo gli occhi al cielo.
<  Come sono belle le stelle vero ?  > chiese
<  Già.. davvero belle  > concordai , anche se avrei voluto aggiungere “mai quanto te”.
Restammo in silenzio per alcuni minuti.
<  Sono nata il 10 Marzo 1899 a Dover.   > iniziò a parlare guardando il cielo.
<  I miei genitori si chiamavano Isaac ed Elizabeth , avevano origini ebree e decisero di dare a me e mio fratello due nomi ebraici  >
“Da quando Sara è un nome ebraico?”  pensai
<  La moglie di Abramo si chiamava Sara, il mio nome significa principessa   > chiarì lei notando la mia espressione.
<  Mio fratello , David , era due anni più grande di me.  > proseguì il suo racconto
<  Sono nata in una famiglia normale a quell’epoca: mio padre era un insegnate e mia madre vendeva al mercato i prodotti del nostro orto e le uova del pollaio.
Nonostante tutto, io e David andavamo a scuola ed avevamo degli amici, tutto sembrava andare bene nella mia vita.  > Aggiunse la frase con tono triste.
Guardò in basso e riprese a parlare <  Poi scoppiò la grande guerra … avevo 15 anni … Mio fratello e mio padre furono chiamati alle armi e partirono con gli uomini del posto per il fronte.
Io e mia madre rimanemmo a casa, mentre ci guadagnavamo da vivere continuando a vendere qualcosa e a volte ricevevamo una parte dello stipendio da militari di David e Papà.
Ma la guerra peggiorava, c’erano più feriti fra i soldati e in una lettera scrivemmo che stavamo bene e che non serviva  che ci spedivano parte dei loro soldi, ma che li dovevano tenere per pagarsi le cure se ce ne fosse stato bisogno.
L’anno successivo smisi di andare a scuola e trovai lavoro come infermiera.
Non guadagnavo molto, prestavo aiuto ai medici , ma andava bene cosi, io e mamma ci sapevamo arrangiare.
Poco dopo tornò a casa mio padre : era rimasto ferito ad una gamba, era sopravvissuto ad una bomba  e lo definirono “invalido di guerra” e lo rimandarono da noi.
Scrivemmo un’altra lettera per David, per sapere come stava…. Ma non ricevemmo risposta.
Passavano i mesi e cominciammo a preoccuparci.
Un giorno, un uomo venne alla nostra porta per informarci che mio fratello era bloccato a Calais , in Francia perché era gravemente ferito e non potevano trasportarlo su una nave fino a noi.
Agii d’istinto  e senza pensarci due volte presi tutti i risparmi che avevo.
Lasciai mamma e papà, con la promessa che saremmo tornati sani e salvi tutti e due e mi precipitai da David. >
Mentre raccontava, potevo vedere la tristezza nel suo volto. Chissà che cosa era successo  a suo fratello. Quel ragazzo, molto somigliante a lei, di cui avevo preso le sembianze una settimana fa.
<  Appena arrivata , dopo ore di ricerca riuscii a trovare l’obitorio in cui l’avevano trasferito.
Era ridotto male, aveva perso molto sangue e aveva molte ossa rotte.
Tutti credevano che per lui non c’era speranza, ma io sapevo che si poteva salvare.
Quando lo trovai era morente ma aveva ancora la forza di aprire gli occhi.
Quando mi vide mi scambiò per un angelo …  >
Mi guardò facendo un sorriso <  Il che è molto ironico …  >
<  A Calais , non tutti capivano l’inglese ma una buona stella  mi fece trovare un posto da cameriera in un’osteria. Compreso nel lavoro avevo anche una piccola stanza con un letto.
Tornai all’obitorio e con molto sforzo riuscii a portare David nel mio “alloggio”.
Lo curai come potevo, con le mie piccole conoscenze da infermiera.
Il giorno lavoravo e la notte pregavo per lui, ma sapevo che aveva bisogno di medicine e di una visita da un vero medico.
Iniziai a rubare e a volte mi prostituivo per ottenere i soldi per pagargli le visite mediche per salvare mio fratello.  >
Mi guardò negli occhi per qualche secondo <  Mi vergogno a raccontare questa parte della mia vita, ma se tornassi indietro nel tempo rifarei le stesse cose, una ad una , perché alla fine David si riprese.  >
Tirai un sospiro di sollievo, ero contento che suo fratello fosse sopravvissuto.
<  Con i soldi che riuscimmo a guadagnare tornammo a Dover. Ma ovviamente David  non sapeva niente di quello che avevo fatto.
Eravamo felici di poter tornare  a casa dai nostri genitori.
Ovviamente io e mio fratello  non avevamo la minima idea di quello che avremmo trovato al nostro ritorno.
Mamma e papà non c’erano più. La casa era vuota, sembrava fossero spariti.
Li cercammo in paese, ovunque. Ma molte persone facevano finta di non sapere.
I nostri genitori  erano morti un mese fa, a causa di un pazzo che si era messo a sparare col fucile a tutte le persone presenti al mercato. Quel giorno c’era anche mio padre, che aveva accompagnato mia madre per aiutarla nelle vendite.
Eravamo soli, orfani. L’unica cosa che ci rimaneva era la nostra casa, ma ormai  era rovinata : l’orto incolto era pieno di erbacce  e la terra era secca; le galline erano morte di fame oppure sbranate da qualche animale.
Contro ogni avversità riuscimmo a risistemarci e nonostante ci fosse la guerra  avevamo ritrovato la pace, la pace dopo tanto tempo.
Molte persone credevano che David ed io fossimo sposati, un po’ li capisco, stavano sempre insieme ed io avevo diciotto anni e lui venti. Passavamo per una giovane coppia di sposi.
Lo stato aveva concesso a mio fratello di rimanere con me e di non tornare nell’esercito perché lui era l’unica cosa che mi rimaneva.  >
Continuavo a non capire, com’era diventata un angelo?
Guardai il cielo per smettere di fissarla.
<  Iniziò tutto con uno starnuto. Quel giorno non ci feci tanto caso. La situazione andava avanti, uno , due , tre starnuti ed infine peggiorò: avevo un tale raffreddore che mi impediva di andare al mercato, non volevo allarmare David perciò feci finta di niente e gli dicevo che sarebbe passato, che non c’era da preoccuparsi.
Più il tempo passava, più mi faceva male il torace e non riuscivo a respirare bene.
Mi venne anche la febbre , era davvero alta,  a quel punto non riuscivo più ad alzarmi dal letto.
Mio fratello decise di chiamare un dottore. Venne un suo amico che faceva il medico nell’esercito.
Mi visitò per un paio di ore  e poi ci disse la dura sentenza: avevo la polmonite, per di più ad uno stadio avanzato.
Non c’erano cure, e anche se ci fossero state non potevamo permettercele.  >
Guardai Sara , e notai che aveva gli occhi lucidi .
(Link per la canzone di sottofondo : http://www.youtube.com/watch?v=nHfeDpV8KkI )
< La guerra stava finendo , avevo appena diciannove anni  e non mi rimaneva molto.
David smise di andare a lavorare per stare con me.
Passava le sue giornate su una sedia affianco al mio letto mentre mi leggeva un libro.
Un giorno un prete della nostra chiesa si presentò a casa nostra.
Si avvicinò a me e cominciò a parlarmi.
Mi fece l’unzione degli infermi e mi fece confessare.
Non so perché ma gli dissi tutto, gli raccontai persino della mia disavventura in Francia.
Mio fratello era in un’altra stanza ma probabilmente sentì tutto , perché quando entrò nella mia camera aveva il volto cupo.
Ricordo che quella sera avevo cosi tanta febbre da non riuscire ad aprire gli occhi.
David mi teneva le mani, ma sentivo che stava piangendo perché le sue lacrime mi bagnavano le guance.
Con molto sforzo aprii le palpebre.
<  Non piangere  > gli dissi <  Ricordati che sarò sempre con te. Ti voglio bene David …  > Finii la frase sorridendo. Volevo che il suo ultimo ricordo su di me fosse il mio sorriso.
Chiusi gli occhi e un’ondata di calore mi fece perdere i sensi.  >
La sua storia era davvero triste: sentii che stavo per piangere, ma qui l’unica da consolare era lei e non io.
Mi avvicinai a lei e l’abbracciai.
Respirai il profumo dei suoi capelli: lavanda e fresie.
<  Potevo avere una famiglia, potevo rimanere con mio fratello, sposarmi .. diventare nonna…  >
Iniziò a piangere.
Il suo pianto metteva tristezza , un angelo che piange…
<  Se David non avesse chiamato quel prete a quest’ora non sarei qui. Se non mi avesse confessato non sarei arrivata pura.  >
<  Quindi una persona deve morire per diventare angelo ?  > chiesi
<  No, non necessariamente . Ci sono angeli che ci sono stati sin dal principio.  >
<  E i tuoi genitori ? Sono angeli ?  >
<  No. Loro sono in “purgatorio”  se lo vuoi chiamare cosi.  >
<  E David ?  >
<  Non sono diventata subito un angelo custode. Gli angeli “novellini” devono aspettare. Perciò nell’attesa mi misi a vegliare su mio fratello. Diventò un insegnate di religione. Era diventato un uomo di chiesa. Nessuno conosceva la sua storia, ma ogni tanto apriva il portafogli e guardava l’unica foto che aveva di me. Quella che mi scattarono a scuola quando avevo 14 anni.
 Si sposò, con una virtuosissima donna. Ebbe una bella famiglia: due figlie.
Sono ancora vive ed hanno dei figli. Fra poco una di loro sarà anche nonna.
Mio fratello è morto nel 1995: aveva 98 anni.
Avrei tanto voluto rivederlo. Ora è diventato anche lui un angelo.  >
<  E perché non hai più potuto vederlo ? Che è successo ?  >
<  Zayn, fai i conti. Sei nato nel ’93. Mio fratello è morto nel ’95. Sono diventata un angelo custode prima che lui “salisse in cielo”.  >
Mi sentivo in colpa. Se lei non poteva vedere suo fratello era perché doveva stare con me , a “custodirmi”.
<  E’ tutta colpa mia.. solo mia  > mormorai.
<  No, Zayn. Non prendertela con te stesso. Non è colpa tua . Io sono felice.  >
Mi prese il volto fra le mani <  Vedi, se io finisco questa “missione” posso rincontrare David. Lo potrò rivedere. Ma io sono felice. Felice di averti conosciuto. Felice che tu sai chi sono e che sei qui con me. Sei una delle persone a cui tengo di più a questo mondo.  >
Mi abbracciò di nuovo. Mi sentii meglio. <  Ora non ci saranno più segreti fra noi. Meriti di sapere  mi dispiace se all’inizio non ti ho parlato della mia vita…  >
<  Avevi i tuoi buoni motivi per farlo …  > replicai
<  Shhhh  > mi zittì lei. <  E’ una storia vecchia. È il passato. Finito. Ora torniamo a casa  >

 

 


#Spazio dell'autrice  

Non vorrei sembrare strana, ma scrivendo mi sono commossa. Non so se per voi è stata la stessa cosa. Sara ha una storia davvero triste.
Be' ora che sapete tutto di lei cosa ne pensate? 
Fatevi sentire . Continuo a 5 recensioni 
 
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


 


Era tutto il giorno che ogni volta che i nostri occhi s’incrociavano notavo nel suo sguardo l’ansia.
Era in ansia per qualcosa, come se la sua vita stesse per finire da un momento all’altro.
Smisi di guardare Zayn, troppe preoccupazioni. Lo avrei affrontato dopo.
<  Tieni Niall  > dissi voltando la testa. <  Prendi questo. E’ un antistress  >
Feci apparire , di nascosto, sul palmo della mia mano, un pupazzetto gommoso.
<  Non so perché , ma sono davvero nervoso  > disse facendo una risatina isterica.
<  E’ normale  > risposi rassicurandolo <  Questo è il vostro ultimo concerto  >
Niall prese il pupazzetto in mano e cominciò a giocarci.
<  Mancano pochi minuti …  > mormorò.
<  Su , su . non pensarci  > dissi amichevolmente passandogli una mano fra i capelli.
Lui increspò leggermente le labbra in un sorriso.
Improvvisamente  la figura di Linda gli si apparve alle sue spalle.
Spalancai gli occhi , ma poi mi ricordai che nessuno poteva vederla a parte me.
<  Vedrai , fra poco si calmerà, lo conosco troppo bene il mio Nialler  > fece un sorriso e scomparve nel nulla.
Guardai Liam : prendeva un bicchiere, lo riempiva d’acqua e beveva. Dopo 5 minuti entrava nel bagno e poi usciva.
Mi avvicinai a lui, e quando stava per bere per l’ennesima volta gli dissi <  Vuoi avere dei “problemi tecnici” durante il concerto??! Che stai facendo Liam?  >
<  Mi sto trovando qualcosa da fare ..  > rispose fissando il bicchiere.
“Ma dov’è Daniel quando serve??!” Pensai.
< Liam smettila di bere . Perché non vai un po’ su Twitter?  > proposi
<  E che faccio ?!  > chiese dubbioso
<  Come che fai?!? Saluti le fans . Loro ti stanno aspettando.  >
Prese il cellulare dalla tasca e iniziò a digitare qualcosa.
Tutti erano nervosi. C’era clima di tensione. Fra tutti.
Persino i tecnici e le truccatrici giravano per il backstage in emanando nervosismo.
Harry era alle prese con il make up. Ogni 3 secondi faceva degli esercizi vocali e si guardava attorno per analizzare la situazione.
Ed infine c’era Louis seduto su un divano con il mano il cellulare.
Ogni tanto faceva delle risatine isteriche richiamando l’attenzione di tutti.
Mi avvicinai a lui e per poco non urtai una stilista che andava a sistemare la giacca che indossava Liam.
<  Cavolo, Payne sta twittando come un pazzo. Dice cose senza senso. Questo è il nostro ultimo concerto, ma sarà sempre cosi?!!? Guarda che casino ! Però io sono il più normale. Cioè non sto impazzendo. Sono tranquillo, tranquillo.  Seduto sul divano. Mi sto rilassando. Si sono calmo. Calmo e bravo. Si si. E non devo preoccuparmi  > Parlava a macchinetta , e ripeteva più volte gli stessi concetti.
<  Louis, sicuro di sentirti bene?  >
<  No, ma che dici  > E scoppiò in un’altra risatina isterica.
Schioccai le dita e fermai il tempo.
Non ero mai stata ad un concerto, non avevo mai assistito ad un dietro le quinte, e neanche Zayn aveva fatto l’esperienza dell’ultimo concerto, e di conseguenza neanche io.
Ma possibile che tutti erano nervosi?
Ogni cosa era fuori posto. Non c’era nessuno che si metteva su una sedia e faceva una battuta.
Tutti erano pronti e vestiti, ma nervosi. Da fuori si sentivano le fans urlare e fare dei cori.
Avevo fermato il tempo per prendere un po’ di fiato in tutta quella confusione.
Tutto era immobile. Iniziai a camminare  e cercai Zayn fra tutta la folla di persone che girava nel backstage.
Stava immobile anche lui.
In mano teneva il cellulare, stava leggendo qualcosa.
Accanto a lui , una Stylist era intenta a sistemargli il ciuffo con della lacca.
Si vedeva la nuvoletta del prodotto circondargli i capelli.
Mi fermai ad osservalo.
Ancora poche ore e ci saremo detti addio , o meglio fisicamente non ci saremo più rivisti.
Forse sarei comparsa in qualche suo sogno o niente di più.
Io.. io. Io non sapevo cosa avevo ma sentivo un’ansia crescere. Senza motivo.
E più guardavo Zayn più mi sembrava cosi ingiusto quello che stava per accadere.
Mi ricordai di quando era  bambino.
Era cosi vivace , estroverso e soprattutto iperattivo. Ora , era cresciuto. Era un uomo . Diciannove anni. Diciannove anni passati in un soffio. Ed io mi sentivo come una mamma che vede suo figlio nascere e il giorno dopo lo vede diventare  adulto .
Solo che io non ero sua madre, ero il suo angelo custode. I sentimenti che provavo per lui erano uguali a quelli di una mamma, o quasi. Ma a differenza di un genitore lui mi aveva visto e conosciuto per un breve periodo della sua vita, anche se io per lui ci sarò sempre. Fino alla fine dei tempi.
Guardai l’orologio al polso di un tecnico che passava.
Mancava una  manciata di minuti. Stava venendo verso i ragazzi, forse per comunicargli di mettersi in posizione per salire sul palco.
Schioccai le dita e tutti ripresero a muoversi.
Zayn alzò lo sguardo sorpreso.
<  Sono venuta per dirti “Buona fortuna”  > dissi sorridendo.
Lui sorrise e fece cenno alla truccatrice di andarsene.
Mi abbracciò.
Appoggiai la testa sulla sua spalla ed sentii il profumo che si era messo quel giorno.
Se al mio posto ci fosse stata una fan sarebbe deceduta all’istante.
<  Meno 5… 4…  >
<  Zayn, ti stiamo aspettando  > disse Harry
<  Interrompo qualcosa?  > chiese notando l’espressione di panico di Zayn
<  No no > mi affrettai a chiarire stavo solo iniziando ad augurarvi buona fortuna.
Harry si avvicinò e mi abbracciò <  Grazie, davvero. Per tutto quello che hai fatto per noi  >
<  Era mio dovere  > risposi come se fossi un militare.
Lui si ritrasse dall’abbraccio sorridendo e fece il saluto.
Da lontano si sentì un richiamo <  Harry,  Zayn venite !  >
Salutai Liam, Niall e Louis con un cenno e gli feci l’Ok.
Loro sorrisero nervosamente.
Harry prese Zayn per il braccio e lo trascinò via.
Lui si voltò rivolgendomi uno sguardo ansioso.
Lo salutai con la mano e ricambiai lo sguardo anche se non riuscivo a capire che cosa lo preoccupasse cosi tanto. C’era troppo nervosismo nei suoi occhi.
Andai ad un tavolo e presi in mano un bicchiere di plastica per versarmi del succo.
Stavo per prendere la bottiglia per versare il contenuto, quando improvvisamente il bicchiere cadde a terra.
Nessuno si rese conto di quello che era successo, indaffarati com’erano.
Normalmente se ti cade qualcosa  lo raccogli. Ma non potevo.
Guardavo la mano che teneva il bicchiere.
Mi rimase un groppo in gola.
La mia mano sinistra era… quasi invisibile. Sembrava come una lampadina rotta , tornava normale e poi spariva.
Guardai la mia mano destra, stava iniziando a fare la stessa cosa.
Stavo iniziando a sparire.
Presa dal panico entrai in un camerino.
Mi guardai allo specchio. Controllai che fossi visibile.
Sapevo che non mi sarebbe rimasto molto.
Non sarei durata tutto il concerto.
Prima che fosse troppo tardi chiusi la porta con le mani che stavano per andarsene. Nessuno doveva vedermi.
Mi sedetti su una poltroncina.
“Calma calma” pensai mettendomi le mani sulle tempie.
“Che fare , che fare . Non voglio andarmene . Almeno non cosi presto.”
Mi alzai e cominciai a fare avanti ed indietro , sperando che non mi sparissero anche le gambe, altrimenti non so come avrei fatto.
“Ah ecco. Il centro assistenza!!” pensai.
Mi risedetti sulla poltroncina speranzosa.
Iniziai a concentrarmi.
“Pronto centro assistenza angeli. Dicaaaaa” disse una vocina dentro di me.
“Ecco , vorrei avere un permesso speciale” pensai in risposta
“In merito  a cosa? ”
“Vorrei essere umana per più tempo.”
Silenzio.
Improvvisamente la vocina urlò nella mia mente “Un attimo e sono subito da lei ”
Iniziò una musichetta.
Odio il centro assistenza, ti fanno sempre aspettare e i segretari sono NOIOSI.
Dopo un secolo sentii la sua voce: “Allora”
“Allora” l’incoraggiai a parlare.
“Un attimo e sono subito da lei”
Cercai di stringere i pugni, ma non potevo, perché le mie mani erano sparite del tutto. Non le sentivo più.
“Risponda! La prego, Risponda!!”
“Ragazza , non c’è bisogno di urlare. Eccomi.”
Tirai un sospiro di sollievo. “La prego, mi dica che ha buone notizie”
“In base al codice degli angeli. Articolo 5436.  paragrafo 56. Se la missione di un angelo viene portata a termine , quest’ultimo deve ritornare allo stato originario. ”
Mi prese un colpo. Non avevo vie d’uscita.
“Ecco sono finita” pensai triste
“Mi faccia finire e non interrompa!” esclamò la vocina dentro di me.
“Si mi scusi”
“C’è una nota. Se ovviamente l’angelo desidera trattenersi allora… in questo caso… Dall’alto sono cosi buoni e misericordiosi che accontentano tutti”
“Scusi , ma questo non me lo poteva dire prima? ! ”
“Ehi io sto lavorando , non posso fermarmi a parlare!”
“Aspetta. Ma tu sei Bart! Ehi Bart piantala di fare il cretino.”
“Ciao Sara! ” rispose la vocetta dopo un po’
“Ma che ci fai qui?!”
“Ci lavoro. Comunque, carina, ti diamo altri giorni da umana ”
Mi guardai le mani. Erano ricomparse. Dalla felicità me le baciai.
“Quanto tempo ho?” chiesi.
“Qualche giorno. Ti faremo sapere quando è il momento di alzare i tacchi.”
“Capisco… c’è altro? ” chiesi.
“Non fare sciocchezze . Se un angelo. Non puoi innamorarti di un comune mortale ”
“Ma che dici Bart”
Nessuna risposta “Bart? Bart ?? Pronto?”
Non sentivo più la sua vocina “Ha attaccato” pensai
Bene , adesso.
“E adesso che faccio? Dove vado. Il tour è finito. Io sarò umana per un altro po’ di tempo e? Che faccio?”
Mi avvicinai alla porta e la aprii.
Uscii fuori e  qualcuno mi venne incontro.
<  Ce l’abbiamo fatta! Ce l’abbiamo fatta !  >
Zayn mi strinse a se.
<  Grazie di esistere  >
Chiusi gli occhi e tornai normale, da quel che avevo capito lui preferiva vedermi con il mio aspetto reale.
Mi prese per mano e mi guardò intensamente negli occhi.
Aveva un’espressione preoccupata.
<  Che c’è Zayn ?  >
<  Per favore. Sii sincera. Che sta per succedere. So benissimo che il tour è finito.  >
<  Zayn …  >
<  No, ti prego. Dimmi che resterai. Almeno per un po’  >
<  Zayn …  >
<  Non puoi andartene  >
<  Zayn, non me ne vado. Almeno non adesso. Resto ancora un po’.  >
Fece un sorriso a trentadue denti <  Allora vieni con me. Adesso tutti tornano a casa. Tu vieni a casa con me. Ti faccio conoscere la mia famiglia. Ti faccio vedere casa mia. Ci conosciamo meglio  >
Sorrisi  imbarazzata , presa alla sprovvista da tutto quell’entusiasmo.
Mi cinse i fianchi e mi accompagnò alla porta.
Uscimmo e trovammo i ragazzi che ci stavano fissando.
<  E lei chi è ? > chiese Harry
<  Zayn ??  > disse Liam alzando un sopracciglio.
<  Ohh , stiamo parlando con te  >
“Cervello agisci” pensai.
<  Sono una fan.Ero venuta in camerino sperando di trovarvi. Mio padre lavora qui e mi ha detto di aspettarvi. Zayn è entrato e mi ha detto che se volevo una foto con voi dovevo andare da un’altra parte.  >
Guardai Niall e notai che guardava il modo in cui io e Zayn stavamo vicini.
Mi ritrassi di scatto e tirai fuori il cellulare.
Lo diedi ad una donna davanti a me.
<  Ci potrebbe fare una foto?  > chiesi cortesemente
Lei annuì col capo.
Appena ci scattò la foto Zayn si fiondò verso di lei. Prese il cellulare che le avevo dato e cominciò a smanettarci.
Gli altri si dileguarono nei camerini per cambiarsi e tornare a casa.
<  Che stai facendo?  > gli chiesi
<  Voglio salvarmela sul telefono.  >
Guardai il suo viso per qualche secondo. <  Meglio che io torni normale. Ti aspetto sotto cosi saluto tutti e poi andiamo a casa  >
Lui annuì con lo sguardo <  Non vedo l’ora che mia madre ti conosca  >



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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


 


Ci trovavamo all’aeroporto di Heathrow.
Ognuno dei noi era intento a raggruppare le valigie.
Eravamo partiti molto presto, i ragazzi non vedevano l’ora di tornare a casa.
Quando arrivarono i parenti ed amici a prenderli , li salutai. Abbracciai Louis, Harry, Niall e Liam.
Loro speravano di rivedermi , mi dicevano che avevo svolto un buon lavoro e che volevano farmi conoscere alle loro famiglie, che ero stata un buon esempio.
Non pensavano  che  quella sarebbe stata l’ultima volta che mi avrebbero visto.
Sorridevano , felici di tornare a casa, felici di  aver fatto la bellissima esperienza di “Up All Night Tour”.
Salutammo Niall , che avrebbe preso l’aereo per Mullingar.
<  Chi verrà a prenderci?  > chiesi a Zayn
Sapevo che prima saremmo andati a Bradford a casa dei suoi genitori, e poi qualcuno ci avrebbe accompagnato a Londra per andare a casa sua.
<  Mia sorella Donya  >
<  Oh Donya. Non vedo l’ora che anche lei mi veda.  >
Zayn sorrise  mentre prendeva il trolley in mano.
<  Credo che dovresti tornare normale  prima che ci vengano a prendere . Sai vorrei spiegare perché mi porto dietro una bella ragazza , non perché mi porto dietro una quarantenne alias la mia guardia del corpo.  >
Sorrisi arrossendo quando disse “bella ragazza”, non pensavo di piacergli fisicamente quando ero normale.
<  Aspettami fuori dal bagno  > dissi e mi avviai verso la toilette.
Entrai nel primo bagno che trovai vuoto.
Schioccai le dita . Presi uno specchietto dalla borsetta e mi controllai: ero tornata  normale ma.. i miei vestiti non erano adatti alla mia età.
Schioccai un’altra volta le dita  ed uscii dalla toilette.
Zayn mi aspettava  davanti alla porta, dandomi le spalle.
<  Ehi  > esclamai attirando la sua attenzione.
<  Ehi  > disse voltandosi e sorridendo.
<  Andiamo  ?  > chiesi guardando davanti a noi.
<  E’ arrivata mia sorella  > disse
<  Gia …  > mormorai iniziando a camminare. <  Che le diremo ?  > chiesi
<  Che sei la figlia della nostra guardia del corpo e che ti serviva un posto dove dormire per qualche giorno a Londra,  perchè  devi compilare i moduli d’iscrizione alla London University.  >
<  Ok  > sussurrai respirando.
Dopo un po’ mi venne in mente una domanda <  E questa scusa elaborata da dove esce?  >
Sorrise e mi parve di vedere che arrossiva <  Era il piano B. Nel caso fossi rimasta ancora un po’ con me  >
<  Ciao Zayn!  > disse la ragazza di fronte a noi prima di abbracciarlo.
Era molto somigliante al fratello. Era bellissima. Donya , sua sorella maggiore era davvero una splendida ragazza: pelle ambrata , occhi color nocciola e dei lunghi capelli castano scuri con delle sfumature più chiare.
<  E  lei chi è?  > chiese guardandomi perplessa.
<  Lei è Sara, la figlia della nostra guardia del corpo  >
<  Ma non ricordo che Paul avesse …  >
<  Infatti, lei è la figlia di quello che ha sostituito Paul  > la interruppe
<  Credevo fosse una donna …  > mormorò <  In ogni caso , Piacere Donya  > disse tendendomi la mano.
<  Piacere Sara  > sorrisi mostrandomi altrettanto cordiale.
 
<  Donya stasera ci potresti dare un passaggio e portarci a casa mia ?  > chiese Zayn mentre stavamo in macchina.
Zayn aveva un’auto , ma non aveva la patente. Un ragionamento ovvio da parte sua, e quindi non sapevamo come andare a casa sua senza chiedere aiuto a nessuno.
<  Mi dispiace Z  > rispose lei mentre era alla guida <  Ma adesso vado da una mia amica, si sta preparando per gli esami, alla Bradford University , e mi ha chiesto di aiutarla, perciò appena vi porto a casa di mamma me ne vado  >
<  Capisco …  > mormorò lui
< Eccoci siamo arrivati  > disse lei e accostò la macchina davanti ad un cancello nero di una villa.
Zayn scese dall’auto  e mi venne ad aprire la portiera.
<  Ma che galante  > sentii mormorare Donya
Lui fece una smorfia e andò ad aprire il portabagagli.
Prese ogni valigia e la scaricò per terrà.
<  Wow, ma la tua valigia è leggerissima, cosa c’è dentro? Aria  >
<  Esatto  > risposi <  Non c’è niente dentro  >
Lui mi guardò meravigliato , probabilmente stava pensando qualcosa tipo “Un altro dei suoi trucchetti”
Zayn schiacciò il tasto del videocitofono , mentre attendevamo una risposta Donya disse <  Ci si vede fratellino. E’ stato un piacere Sara !  > mise l’auto in moto ed imboccò la prima a sinistra.
La porta del cancelletto si aprì di scatto.
<  Prego  > disse  facendomi entrare
<  Grazie  >
Osservai il vialetto che attraversava il giardino.
Il prato rigorosamente all’inglese, un albero di pesche in fondo. E la cuccia del cane vicino la porta d’ingresso.
C’ero stata mille volte in quella casa, ma adesso era diverso, adesso tutti si accorgevano della mia presenza.
La porta di casa si aprì ed usci fuori correndo una bambina, era la più piccola delle sue sorelle.
<  Zaaaaaaaaaayn!  > esclamò e saltò in braccio a suo fratello.
<  Chi è questa ragazza? La tua fidanzata ?  >
<  No Safaa, lei non è la mia fidanzata, è un’amica  >
Lei scese con un balzo dalle braccia del fratello e venne ad “esaminarmi” 
<  Piacere Safaa  > disse
<  Piacere , io sono Sara  >
<  E’ vero che sei una sua amica?  > chiese
<  Si è vero.  >
<  Lo sai che Zayn da piccolo si faceva la pipì sotto?  >
Risi e guardai Zayn che era diventato tutto rosso.
<  Sei una piccola peste lo sai ?  > le chiese.
Lei gli fece la linguaccia e scappò dentro casa.
Dopo poco tempo mentre attraversavamo l’uscio della porta , un cane nero ci venne incontro e cominciò a fare le “feste” 
<  Boris, buono !  > disse Zayn ridendo mentre gli accarezzava la testa.
Il cane abbaiò due volte e  iniziò a scodinzolare.
Prendemmo le valigie e le lasciammo davanti all’ingresso.
Chiusi la porta alle nostre spalle mentre Zayn si toglieva la giacca.
<  Mamma?  > chiamò Zayn davanti le scale.
Dopo qualche istante , una donna con un grembiule da cucina sbucò dalla porta a destra.
<  Zayn  > disse  quasi con le lacrime agli occhi.
Lui si avvicinò e l’abbraccio forte.
<  Mi sei mancata mamma …  > mormorò
Lei chiuse gli occhi e lo strinse di più.
Quando li riaprì mi vide <  E lei chi è ?  > chiese dandomi una rapida occhiata
<  Mamma lei è Sara  > disse Zayn presentandomi.
Mi fece cenno di venire avanti.
< Molto piacere Patricia, la mamma di Zayn. Ma puoi chiamarmi Tricia, preferisco  >
<  Sara, molto piacere  >
Quando le strinsi la mano sentii come una “scossa”.
Lei sorrise ed anche io  per spezzare l’imbarazzo che si era creato.
Improvvisamente apparve un ragazzo nella stanza.
Era un angelo, solo io potevo vederlo.
Mi squadrò dalla testa ai piedi. Il suo sguardo passò, poi, su Zayn.
Feci finta di niente , cercando di non far notare ai presenti quello che stava accadendo.
Stefan, l’angelo custode di Tricia, aveva un’aria severa.
<  Tu non dovresti essere qui  > disse  prima di congedarsi  e sparì proprio come era venuto.
Safaa intanto era tornata con noi, e stava giocando con Boris e le nostre valigie.
< Waliyha scendi! E’ arrivato tuo fratello!  > urlò sua madre.
Dopo qualche secondo sentimmo dei passi scendere le scale.
Waliyha  era una delle sorelle minori di Zayn,  era intenta a guardare il cellulare ma appena vide il fratello sorrise.
Anche lei dopo averlo abbracciato, chiese chi fossi.
 
< Allora, per quanti dobbiamo apparecchiare ?  > chiese Tricia entrando in cucina.
< Siamo io, te , Waliyha, Zayn il pisciasotto e la sua amica  > rispose Safaa allontanandosi dal fratello che la stava fulminando con lo sguardo.
< Quanto starai con noi ?  > chiese guardando il figlio intensamente.
<  Oggi , poi stasera torno a casa mia. Devi ricordarmi di chiedere a papà se ci può accompagnare. Comunque ho due settimane di “vacanza ”, quindi vi passerò a trovare spesso  >
<  Capito  > rispose Tricia e lanciò a Boris un biscotto per cani.
<  Dov’è papà?  > chiese Zayn mentre prendeva i piatti dalla credenza.
<  Torna stasera , è a lavoro  >
Presi i piatti e li sistemai sulla tavola mentre lui era occupato a vendicarsi su sua sorella minore, dandole un pugnetto sul braccio.
<  Grazie per l’aiuto   > disse Tricia mentre girava il pollo sul fuoco.
Sorrisi  mentre prendevo le posate.
<  Ah Zayn, prima che me ne dimentichi, ha chiamato Perrie. Voleva sapere quando poteva venire a casa tua  >
Gli lanciai un’occhiatina e vidi che faceva una smorfia <  Se richiama , dille che poi la richiamerò io  >
Sua madre annuì con il capo.
<  E tu? Ce l’hai il ragazzetto ?  >
<  Mamma !   > esclamò Waliyha <  Non sono affari tuoi  >
<  Sei il suo avvocato ? Lasciala rispondere , allora ce l’hai il fidanzato? > mi chiese    Safaa .
<  N-No…  > risposi in preda all’imbarazzo.
<  Ma come?!?! Una ragazza come te non ha il fidanzato ?!  > esordì Tricia
<  Mamma !  > la ammonì Zayn. Era tutto rosso e quando finì di parlare si morse il labbro.
 
<  Allora, come vi siete conosciuti ?  > iniziò l’argomento Waliyha mentre stavamo pranzando.
<  Sono la figlia delle loro guardia del corpo provvisoria , quella che ha sostituito Paul. Il prossimo anno mi iscriverò alla London  University e mi serviva un posto dove stare finchè non compilavo tutti i moduli. Zayn ha detto che potevo stare da lui.  >
<  Come avrei voluto che Zayn facesse l’università!  Sarebbe potuto diventare un professore d’inglese. Non che il suo lavoro attuale non mi piaccia  > disse Tricia.
Quando finimmo di mangiare  aiutammo  a sparecchiare e a sistemare la cucina.
<  Il pranzo era ottimo !  > mi congratulai <  Complimenti alla cuoca !  >
<  Sei una cosi cara ragazza!  > disse mamma Malik
<  Mi faresti un favore ?  > domandò mentre  lavavo i piatti.
<  Certo, qualsiasi cosa  >
<  Donya oggi è da una sua amica, ma dovrebbe provarsi il suo Salwar per il matrimonio di sua zia, la sorella di Yaser, mio marito. Ti andrebbe di provarlo al posto suo? Credo che abbiate la stessa taglia quindi il suo vestito dovrebbe starti.  >
Mentre Tricia mi faceva strada per casa disse a Zayn di andarsi a misurare il suo Kurta.
Entrammo nella stanza di Donya.
Sul suo  letto c’era una scatola color panna.
Tricia l’aprì.
Tirò fuori un bellissimo vestito orientale viola, con qualche ricamo d’oro.
Lo depose sul letto e mi lasciò da sola in camera per spogliarmi.
Appena chiuse la porta schioccai le dita e in un secondo i vestiti che indossavo furono sul letto mentre io ero avvolta dal bellissimo abito da matrimonio.
Andai a guardarmi allo specchio, per perdere un po’ di tempo e dare l’impressione che  mi stessi vestendo.
Avevo una camicia viola a maniche lunghe che mi arrivava  fra il ginocchio e l’anca.
Ai bordi aveva delle decorazioni in oro.
Verso l’estremità il tessuto diventava cosi leggero , da essere quasi trasparente da far intravedere la mia pelle.(Si poteva vedere la pancia all’altezza dell’ombelico , e  dall’avambraccio alla mano.)
I pantaloni erano abbastanza larghi anch’essi viola.
Ai piedi avevo due sandali dorati e indossavo anche la Dupatta , uno scialle lungo e largo che copre la testa , le spalle ed il  collo.
Era violetto , era anche questo di stoffa leggera e lasciava vedere l’ombra dei miei capelli.
Sapevo ogni singola cosa sulle tradizioni di casa Malik.
Ero l’angelo custode di Zayn, passavo le mie giornate con lui.
Qualsiasi cosa vedeva o sentiva , io la sapevo.
Feci un respiro profondo ed uscii dalla stanza.
Quando Tricia mi vide rimase a bocca aperta.
<  Sei bellissima  > esclamò
“Tutti gli angeli sono bellissimi” pensai
<  Grazie  > dissi
<  Davvero, ti sta benissimo , la tua pelle chiara contrasta il colore viola dell’abito che si “sposa” con i tuoi occhi. Voglio farti una foto. Aspetta qui  > disse entrando nella sua camera.
Quando tornò aveva in mano una macchina fotografica.
<  Ci ho ripensato. Andiamo sotto vieni a farti una foto con Zayn.  >
Scendemmo le scale e tornammo al piano terra.
Entrammo nel salone e trovammo Safaa, Waliyha e Zayn che stavano guardando la televisione con indosso i loro vestiti per la cerimonia.
Safaa era vestita di rosso e Waliyha di verde.
Zayn , invece, era vestito di Blu. Gli ornamenti del suo vestito erano argentei. Sembrava un principe persiano.
Quando mi vide rimase ad osservarmi per alcuni istanti senza dire niente.
<  Lo sai che sembri una principessa ?  > disse Safaa venendomi incontro
<  Grazie , piccola  > risposi sorridendole.
< Mia sorella ha ragione , stai benissimo . Le mie cugine ti invidierebbero .Non è vero Zayn?  > chiese Waliyha.
<  S-si . Sei bellissima. Sembri la principessa Jasmine. Solo con la pelle chiara e gli occhi verdi  > rispose lui un pochino spaesato.
<  Basta chiacchiere , ora che abbiamo misurato i vestiti potete toglierveli. Ma prima a voi due , voglio farvi una foto insieme  >  disse Tricia.
Zayn mise una mano attorno le mie spalle e mi avvicinò a se.
Lo guardai mentre sorrideva guardando l’obbiettivo.
In quel momento il flash partì.
<  Non vedo l’ora che anche mio marito ti conosca.  > disse sua madre .
 
Il padre di Zayn non tardò ad arrivare .
 Yaser Malik era un uomo socievole. Era allegro e solare.
Passammo tutto  il pomeriggio a chiacchierare e fare battute.
Quando strinsi la sua mano , però, apparve il suo angelo custode: Kalea.
Questa mi guardò per qualche attimo con un’aria apprensiva  per pochi secondi , prima di sparire senza proferire parola.
Dopo un po’ Zayn mi prese in disparte e mi parlò: <  Che cosa succede?  >
Mi morsi il labbro prima di rispondergli <  Quando ho stretto la mano ai tuoi genitori sono apparsi i loro angeli custodi.  >
<  E che dicono ?  >
<  Niente di che ..  > mormorai
Lui rimase in silenzio. <  Vuoi vedere gli angeli della tua famiglia?  >
Zayn sorrise .
Gli feci mettere le mani a “V” davanti agli occhi e poi dissi <  Vista da angelo  >
Lui sbatté le palpebre e capii che adesso poteva vedere anche lui quello che potevo vedere io.
<  L’angelo di tua sorella Safaa si chiama Samaha , quello di Waliyha si chiama Alan , invece quello di Donya, che ora non c’è si chiama Damon. Quello di tua madre si chiama Stefan e quello di tuo padre si chiama Kalea.  >
In quel momento arrivò Yaser  <  So che vi serve un passaggio, vi accompagno io a casa tua, Zayn  > disse prendendo le chiavi della macchina  , sopra un mobiletto.
<  Grazie Papà !  > esclamò lui
< Dobbiamo partire adesso  se vogliamo arrivare a Londra  >
Salutammo tutti quanti e poi mettemmo nel portabagagli della macchina le nostre valigie.
<  Mi raccomando, torna spesso  > disse Tricia mentre ci salutava
< Certamente ! > risposi con un filo di malinconia.
Il cane , ci salutò abbaiando diverse volte mentre la macchina partiva.
Per tutto il tragitto rimanemmo in silenzio, eccetto per quelle volte in cui Yaser informava Zayn su quello che si era perso , durante la sua assenza.
Ci fermammo ad un autogrill per cenare e poi riprendemmo il viaggio.
Arrivammo verso le otto di sera.
Mi dispiaceva che adesso suo padre doveva farsi tutto il viaggio di ritorno , ma lui continuava  a dire che non c’era nessun problema.
<  Siamo arrivati  > disse Zayn mentre prendeva il telecomando dalla giacca per aprire il cancello.
La macchina percorse il vialetto  e si fermò davanti alla porta di casa.
Zayn e Yaser scesero e mi vennero ad aprire la portiera per poi scaricare le valigie.
Salutammo suo padre ed entrammo dentro casa.
<  Sono sfinito  >  disse mentre appendeva la giaccia sull’uomo morto.
<  La tua stanza è …  >
<  Si , so dov’è la stanza degli ospiti. Ricordati che io conosco tutto di te. Persino la struttura della tua casa  >  lo interruppi.
Dopo un po’ scoppiai a ridere, da come avevo detto quella frase sembravo una Stalker.
La sua villa era enorme per una persona.
Un giardino immenso, una piscina al coperto, tre piani.
Appena sistemai le mie cose  mi misi la camicia da notte.
Avevo ancora al collo la collana che Zayn aveva vinto per me , quando ancora eravamo in Tour.
Uscii dalla camera per andare andargli ad augurare la buona notte.
Salii le scale per arrivare nella sua stanza.
Bussai alla porta <  Avanti  > disse lui.
Lo trovai in boxer mentre si stava infilando una canottiera.
Sospirai <  Volevo augurarti una buona notte … Quindi … ‘Notte Zayn  >
<  Notte  > rispose lui
Chiusi la porta e tornai in camera mia.
 

 

 


#Spazio dell'autrice  

Spero che vi sia piaciuto e vorrei anticiparvi che , non so perchè ma alla fine della storia manca un po' più del previsto.
Fatemi sapere che ne pensate.Ringrazio a tutti quelli che hanno recensito :)
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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


 


-  Pov Zayn –
Mi svegliai intorpidito.
La luce del giorno batteva contro le mie palpebre ma io non ne volevo sapere di alzarmi, perciò abbracciai il mio cuscino e mi sistemai il coperte.
Avrei tanto voluto riprendere a dormire, ma ormai ero in dormiveglia.
Dischiusi un poco gli occhi e lessi l’ora sulla sveglia: mezzogiorno.
Mi rigirai dall’altra parte del letto.
Ispirai profondamente per riprendere le forze e decidermi ad alzarmi.
Ad un tratto sentii un odore di curry e uova.
“Chi sta cucinando?!” pensai allarmato prima di ricordarmi di…
< Sara!   > esclamai
“Oh no!  L’ho lasciata da sola! ” pensai mentre correvo in bagno, per darmi una sistemata.
Non volevo di certo scendere giu conciato come un barbone.
Andai nel bagno adiacente alla mia stanza, feci velocemente la pipì e mi lavai il viso.
“Stupido, Stupido , Stupido!” mi ripetevo mentre scendevo le scale ancora in pigiama.
Arrivai in cucina.
Mi guardai attorno e vidi  la tavola apparecchiata per la colazione, nonostante fosse ora di pranzo.
Sentivo lo scoppiettare delle uova sul fuoco e mi voltai per vedere chi fosse ai fornelli.
<  Buongiorno Zayn   > disse Sara , intenta a  cucinare.
Passai una mano fra i capelli per sistemarli un pochino.
<  Ciao   > risposi e mi sedetti su uno sgabello.
Lei era gia vestita, i capelli legati in una coda e indossava persino un grembiulino.
<  Mi dispiace averti fatto aspettare tutta la mattinata …   > dissi dopo un po’.
“Che idiota che sono stato”
<  Non ti preoccupare . Non è un crimine essere stanchi   > rispose , anche se non riuscivo a decifrare la sua espressione visto che ancora mi dava le spalle.
Si avvicinò al microonde e tirò fuori una tazza fumante. Ci versò il contenuto di una bustina argentea e girò il tutto con un cucchiaino.
<  Ho pensato che potevo preparare la colazione   > disse mentre mi porgeva la tazza.
<  Ecco la tua cioccolata calda   > sorrise.
Il suo sorriso , era meraviglioso. La luce che passava dalle finestre le illuminava il viso e i suoi occhi, erano accesi dal suo sorriso.
Rimasi inebetito a guardarla mentre lei si sedeva vicino a me e finiva di posare le ultime cose sulla tavola.
<  il frigorifero è quasi vuoto. Credo dovremmo andare a fare la spesa   > esordì mentre iniziava a mangiare le uova.
<  Altrimenti non possiamo preparare la cena per stasera   > continuò il discorso  continuando a mangiare.
<  E il pranzo?   > chiesi ancora rimbambito dal sonno.
<  Lo saltiamo visto che stiamo mangiando adesso   > rispose.
<  Davvero, mi dispiace di averti fatto aspettare tutto questo tempo e mi dispiace di averti fatto saltare la colazione o il pranzo   >
<  Ehi, chi ti ha detto che mi sono annoiata ?! Ho fatto un po’ di pratica con la cucina. Era da tempo che non lo facevo  >
<  Ma perché non hai fatto uno dei tuoi soliti trucchetti ?   > chiesi mentre mangiavo un biscotto.
<  be’ …   > spostò gli occhi prima sul piatto e poi sul mio viso.  <  Perché mi sono resa conto , che qualsiasi gesto che rimpiazzavo con la mia “magia” mi mancava.   >
Sorrise un pochino imbarazzata <  Insomma , quanto tempo è passato prima che io mettessi mano su una padella? Ogni mattina , quando eravamo in tour  mi bastava schioccare le dita per vestirmi, prepararmi, rifare il letto, far apparire un pacchetto di cracker … Ieri ci ho riflettuto. Magari per questi giorni in cui sto con te, posso limitare l’uso dei miei trucchetti   >
<  Mi sembra giusto   >  diedi frettolosamente la mia risposa
“Ma cosa dici Zayn? ! ” chiesi a me stesso.
Ero ancora in trance per via del sonno,  e non riuscivo a combinarne una giusta.
Mancava solo che inciampavo da solo.
Finimmo di mangiare e l’aiutai a rimettere tutto a posto.
<  Usciamo ?!   > chiese
<  S-si   > balbettai e poi mi guardai: ero ancora con la canottiera e i boxer
<  Se mi dai un secondo mi preparo subito   >
Mi guardò con un sorriso furbetto <  Non ce n’è bisogno   >
Schioccò le dita e in un attimo mi trovai vestito.
<  E menomale che avevi detto che avresti smesso   >
<  Solo nelle emergenze .E questa lo era   >
Ci avvicinammo all’ingresso per metterci le giacche ed uscire di casa.
<  Ehi ma aspetta. Se esco di casa , ci vedranno. Sai che casino …   > mormorai
<  Ho pensato anche a questo.   > rispose indicando lo specchio vicino alla porta.
Mi avvicinai e rimasi ad osservarmi.
Ero David.
Cioè, ero come quella volta a Los Angeles. Avevo il suo aspetto.
Mi chiedevo come faceva a sopportare il fatto di vedermi cosi: mi chiedevo.. Non le faceva male vedere suo fratello che non vedeva da tanto tempo?
Ma lei non dava mai a vedere i suoi sentimenti, sembrava come se non li provasse. Era molto difficile per me capire cosa le passava per la testa.
Per quello che avevo capito , stando con lei, non amava mostrarsi debole, o esprimere le proprie emozioni .Era un po’ come me. Infondo c’era un motivo se era il mio angelo custode.
Ma magari mi sbagliavo. Forse lei non le provava per niente, e di conseguenza non aveva nessun emozione da reprimere o da non dare a vedere.
Mentre camminavamo per arrivare al supermercato più vicino, rimasi ad osservarla per cercare di capire a cosa pensava.
Ma l’unica cosa che riuscivo a fare era rimanere incantato dai  suoi occhi.
 
<  Cosa ci serve?   > chiesi mentre entravamo.
<  Be’ ho pensato che stasera potevamo fare qualcosa di diverso. Quindi lascia fare a me   >
Prese un carrello e scomparve fra scaffali e reparti.
Intanto io mi misi a girovagare.
Era strano che nessuno mi avesse fermato o chiesto un autografo.
Mi stavo quasi abituando alla “fama” e  le piccole cose come fare la spesa , adesso mi risultavano strane se le facevo in tranquillità.
Dopo un po’ la vidi ritornare con il carrello pieno.
La vidi sorridere mentre ci avvicinavamo alla cassa.
La prima cosa che notai fu una confezione di ciliegie.
Continuavo a guardare la scatola con aria interrogativa.
<  Vedrai   > mi disse mentre, dopo aver pagato , infilavamo la spesa nelle buste.
Tornammo a casa e sistemammo tutto ciò che avevamo comprato.
<  Direi che adesso puoi tornare normale   > schioccò nuovamente le dita.
<  Ho pensato che stasera visto che è bel tempo, potremmo fare un pic nic , au claire de la lune   > disse ridendo mentre parlava in francese.
Rimasi imbambolato per qualche secondo.
<  Che te ne pare?   >
<  E’ una buona idea. Ma dove andiamo?    > chiesi
<  Hai un giardino enorme , Zayn ! Secondo te dove possiamo farlo il pic nic ?   >
<  Si , hai ragione   > risposi mettendomi una mano fra i capelli.
Si avvicinò al tavolo della cucina, si mise un grembiulino dopo essersi lavata le mani  e cominciò a tirare fuori ciotole e alimenti.
<  Deduco che se ti stai mettendo a cucinare adesso, significa che vuoi preparare tante cose per stasera.   >
<  Si   > annuì lei mentre versava la farina in una casseruola.
<  Posso darti una mano?   > chiesi
<  Si  , ma prima lavati le mani   >
<  Agli ordini !   > esclamai
 
< E’ stata mia madre ad insegnarmi come si fanno i dolci.   > esordì mentre preparava l’impasto per la crostata.
<  Era un’ottima cuoca. Ho imparato quello che so da lei. Anche se non ho avuto tempo per mettere quello che sapevo in pratica…   >
Passammo tutto il pomeriggio a cucinare.
Scegliemmo di fare la crostata con la marmellata all’albicocca e la mettemmo nel forno.
Cucinammo alcuni tramezzini con degli affettati e Sara decise anche di preparare lo “Special Chicken” per me, ovvero un piatto a base di pollo. Perciò l’aiutai a friggere le crocchette .
Andai a prendere una coperta mentre lei metteva tutto dentro un cestino.
Mise ogni cosa con ordine. E per ultimo aggiunse la confezione di ciliegie e una bottiglia d’acqua.
Uscimmo in giardino.
<  Ecco,  ora manca solo una cosa   > disse
<  Ehm dovremmo scegliere il posto dove metterci   >
<  Anche quello, ma vorrei trovare il punto giusto per piantare l’albero   > cominciò a parlare fra se, si portò dietro il cestino ed iniziò ad avviarsi verso il retro della casa.
Dopo un po’ si fermò e aspettò che la raggiungessi.
Aprì il cestino e prese la confezione di ciliegie.
Continuavo a non capire cosa volesse farci.
<  Non guardami cosi. Non voglio uccidere nessuno!   > esclamò mentre prendeva una ciliegia e se la metteva in bocca.
<  Continuo a non capire che stai facendo   > dissi
Lei non rispose e prese dalla bocca il seme della ciliegia.
Lo mise sul prato e lo coprì con le sue mani.
<  So che non posso rimanere fisicamente  con te per sempre. Però voglio lasciarti qualcosa che mi rappresenti   > esordi mentre continuava a guardarsi le mani.
<  Ho sempre ammirato il ciliegio dei mie vicini. Quando ero a Dover mi fermavo a guardarlo meravigliata. E’ un albero particolare che spesso fa sognare l’osservatore …   > mentre parlava, pian piano scostava le mani da dove aveva lasciato il seme.
I secondi passavano e iniziai a vedere una piantina che man mano cresceva.
Sara fece qualche passo indietro e si avvicinò a me.
<  …e  ho pensato che questo poteva essere il nostro albero.   >
Davanti a noi si ergeva un bellissimo ciliegio  in fiore .
Aveva tante sfumature di rosa e bianco.
Anche lei rimase ad ammirarlo con me.
<  Rimarrà sempre cosi. E sai perché ?  > chiese
<  No. Non lo so   >
<  Perché questo albero è magico. E contiene tutta la bellezza che c’è dentro di te. Tu sei questo albero. Tu sei bellissimo, sia dentro che fuori. Non dimenticarlo mai Zayn. Tutti sono degli alberi: e tu sei un meraviglioso ciliegio che fiorisce tutto l’anno. Questo albero è anche per ricordarti di me. Anche io sono questo albero.   >
La guardai esterrefatto , quanta saggezza in una sola persona.
<  Allora , adesso si mangia !   > esclamò sistemando la coperta.
Si sedette sotto l’albero e mi guardò <  Che fai li imbambolato vieni!   >
Sorrisi  < Arrivo !   >
Mangiammo e chiacchierammo  e pian piano arrivava la notte.
<  E cosi il grande Zayn Malik , sa ballare eh?   > chiese
<  Si   > risposi convinto
<  Quindi non ti tireresti indietro se ti chiedessi di ballare il valzer con me?   >
<  Eh? Il valzer, ma quella è roba vecchia   >
<  Come me!   > scherzò
<  Non sei vecchia, sei rimasta un po’ indietro   > dissi prendendola in giro.
<  Intanto io so come si balla e tu no !    > rispose facendo l’offesa.
<  Vorresti insegnarmi  ?   > chiesi dopo un po’.
<  Finalmente ci sei arrivato!   > esclamò.
Mi misi in piedi e l’aiutai ad alzarsi.
<  Come facciamo senza musica ?   > chiesi
<  Non serve, io e mio fratello non avevamo un giradischi per sentire la musica. La creavamo noi la musica. Per adesso devi solo contare. Uno. Due. Tre. A tempo e sposi i piedi   >
<  Fosse facile seguire queste istruzioni!   > esclamai mentre stavo per pestarle il piede.
<  Ma si, che è facile. Seguimi . Un,due,tre. un,due, tre . Vedi,  è facile. Ci stai riuscendo   >
Sorrisi, anche se dovevo rimanere concentrato per evitare di inciampare. Ballare non era proprio il mio forte.
Mi fece cenno di fermarmi. Prese  la mia mano e se la mise su un fianco mentre mi cingeva il collo.
Sentii un brivido mentre avvicinò il suo corpo al mio.
< Ora concentrati.   > mormorò
Ballammo per qualche minuto. Senza dire niente. Finchè ovviamente, per colpa mia , non cademmo.
L’unica cosa che riuscii a fare fu mettermi sotto di lei e farla cadere addosso a me.
<  Scusa, è colpa mia   > sussurrai
<  No, dai. L’importante è che ci siamo divertiti no?   >
<  Giusto   > ribadii.
Sara si sistemò vicino all’albero. Poggiò la schiena sul troncò e si rilasso.
Mi misi accanto a lei, e volsi lo sguardo nella direzione in cui stava guardando: il cielo.
<  I giorni hanno un sapore diverso  l’uno dall’altro: per questo la nostra lingua si divide in : aspro, amaro , dolce. Cosi che noi possiamo assaporare tutti gli aspetti della nostra vita. Poi resta solo un passo da fare: ingoiare   >
Poggiò la testa sulla mia spalla e sospirò.
<  E che sapore ha questo giorno per te?   > chiesi
<  Dolce   > mormorò al mio orecchio.
 

 

 


#Spazio dell'autrice  

Ed eccomi qua. Mi sono sbagliata , probabilmente il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Non ne sono sicura però.
Ecco , volevo ringraziare quelli che hanno saputo aspettare , e hanno portato pazienza nei mie confronti.
Mi piace molto questo capitolo. E a voi?
Ultimamente stavo perdendo le speranze perchè non credo che questa storia interessi. Insomma è parecchio strana.
Continuo ad andare avanti e a pubblicare i capitoli, perchè scrivere è la cosa che mi piace più di tutte e credo che se lr persone non significa che non sia una bella storia. 
Anche se mi farebbe piacere ricevere qualche recensioncina in più.
Per me è importante sapere come la pensate (frase detta 857438543 volte)
Ok , vi lascio. Altrimenti morite di noia sul computer.

-Sara
 
 

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Capitolo 16
*** - The End - ***


 


- Pov Sara -
E’ difficile pensare di abituarsi ad una routine avendo poco tempo a disposizione.
E’ difficile svegliarsi la mattina sapendo che manca poco alla fine.
E’ difficile guardare in faccia la persona cui tieni di più al mondo, sapendo che fra poco non ti avrebbe più visto.
E’ difficile andare avanti a volte.
< Non muoverti… > disse Zayn mentre fissava concentrato il foglio.
< Mi domando perché dobbiamo stare a casa in una cosi bella giornata > chiesi cercando di non muovermi troppo.
< Perché voglio farti un ritratto! > esclamò lui  mentre mi indicava con la matita.
Rimasi a guardarlo contrariata mentre rimanevo il più immobile possibile.
Ogni tanto si infilava la matita sopra l’orecchio, mentre cancellava qualcosa.
Era molto attento al più piccolo dettaglio e a volte mi imbarazzava essere fissata cosi tanto intensamente da lui.
Chissà cosa pensava , mentre mi disegnava.
Decisi che anche io , avrei osservato meglio i lineamenti che conoscevo da una vita, i lineamenti che avevo visto crescere e cambiare.
E fu cosi che passammo la giornata nella sua stanza , in silenzio . Ad osservarci l’un l’altro.
Stavo per mettermi a dormire. Salii le scale per andare nella sua stanza ad augurargli la buona notte.
Bussai ed aprii la porta.
Rimasi ferma per qualche secondo, trovandolo vestito.
< Notte Zayn .stammi bene > dissi prima di notare che era seduto sul letto mentre osservava il mio ritratto ormai finito.
< C’è … c’è qualcosa che non va ?  > chiesi incerta sul da farsi mentre rimanevo vicina alla porta.
Sorrise al disegno prima di alzare lo sguardo.
< Ti va di dormire con me? Non ti da fastidio? > chiese sostenendo intensamente il mio sguardo.
< Certo che no .  > risposi entrando.
Osservai il grande letto matrimoniale che occupava buona parte della stanza.
Mi avvicinai timidamente da una parte mentre  notai che con la coda dell’occhio lui prendeva il pigiama dal bordo del letto.
Feci tutto molto lentamente. Afferrai il lembo del lenzuolo e lo tirai.
Guardai le coperte  e sospirai. Non sapevo che stavo facendo.
Intanto lui era uscito dalla camera per andarsi a cambiare in privato.
Mi allontanai dal letto e spensi la luce , per accendere la abat-jour sul comodino.
Senza pensarci troppo mi misi sotto le coperte e rimasi in dormiveglia.
Qualche secondo dopo, sentii un rumore di passi.
La luce fioca che illuminava un poco la stanza, si spense.
Sentii le coperte scostarsi.
Dopo qualche secondo sentii due braccia stringermi .
Sospirai e mi lasciai abbracciare da Zayn.
 
 
Misi le mani sotto il cuscino e spostai la testa.
Una , due , tre volte.
Avevo una strana sensazione.
Spalancai gli occhi e mi alzai di scatto.
Guardai il letto.
Lui non c’era. Forse era andato in bagno. Forse era sceso a fare colazione.
Il mio sguardo si posò sull’orologio : le nove.
Mi allarmai per qualche secondo… di solito lui non era cosi mattiniero.
Mi alzai e andai in cucina.
< Zayn ? >
Lo chiamai più volte , ma non ricevevo mai una risposta.
Forse era uscito di casa. Ma perché non mi aveva detto niente? Noi ci dicevamo tutto.
Era passata una settimana da quando ero da sola con  lui.
Ogni sera ci fermavamo a chiacchierare sotto l’albero.
Spesso mi chiedeva consigli. E ogni volta diceva che non gli bastava quello che gli raccontavo.
Voleva sapere tutto di me.
A volte notavo che prendeva il cellulare  e lo guardava con preoccupazione.
Non mi ero mai intromessa , ma non potevo nascondere che vedere questo gesto ripetutamente, mi faceva preoccupare un po’.
Decisi di aspettarlo e iniziai a preparare la colazione.
Ancora non arrivava. La tavola era apparecchiata , la colazione servita sui piatti.
Io fissavo la mia cioccolata calda . Dopo qualche minuto decisi di darle qualche sorso.
Zayn ancora non veniva.
Era quasi l’ora di pranzo.
Non mi ero ancora vestita, decisi che era ora di cambiarmi.
Andai in bagno, mi sciacquai la faccia.
Mi asciugai con l’asciugamano e presi lo spazzolino.
Stavo per metterci il dentifricio sopra quando mi cadde dalla mano.
“Che sbadata ” pensai.
Provai ad afferrarlo quando guardai con orrore la mia mano sinistra.
Sto sparendo!” pensai allarmata. “Me ne sto andando”
Guardai la mia faccia inorridita “E lui non c’è
Schioccai le dita e rimisi a posto il bagno.
Uscii dalla stanza e tornai nella sua camera.
Schioccai le dita e rifeci il letto.
Mi sedetti , e cercai di calmarmi.
Ero ancora in pigiama e decisi che dovevo cambiarmi.
Ma non aveva senso vestirmi da essere umano.
Schioccai le dita e in men che non si dica ero avvolta da un vestito bianco che mi arrivava alle ginocchia.
Quello era il tipico vestito da angelo.
Semplice , senza ghirigori o pieghe strane.
Portai una mano sul mio collo e trovai la collana.
L’unica cosa di Zayn che mi sarebbe rimasta.
L’unica cosa che avrei potuto toccare e dire “siamo noi”.
Zayn non tornava ancora.
Decisi di scrivergli una lettera. Forse al suo ritorno non mi avrebbe trovato. E volevo che sapesse che non doveva preoccuparsi più di tanto.
Presi un foglio e una penna.
Rimasi mezz’ora a fissarlo e poi iniziai a scrivere.
Piegai il biglietto e lo lasciai sul foglio.
Decisi di lasciargli qualcosa di mio.
Feci spuntare le ali.
Guardai di nuovo il foglio pensando “Perché non ci sei Zayn?”
Mi staccai una piuma. Sentii un po’ di dolore. E’ come se ti avessero dato un pizzicotto o uno schiaffo.
La poggiai vicino al biglietto.
Uscii dalla finestra. Sbattendo le ali uscii in giardino .
Poggiai i piedi nudi sull’erba e mi avvicinai all’albero.
L’unica cosa che mi rimaneva era il ciliegio.
< Ciao Zayn > dissi poggiando una mano sul tronco.
Feci un salto e mi sedetti su un ramo.
< Forse doveva andare cosi… Non credo avremmo sopportato il fatto di vedermi sparire insieme >
Dissi guardando il mio braccio sinistro ormai invisibile .
Ed ero li. Pronta ad andarmene. Forse sarebbe stato meglio spiccare il volo e non rimanere fra i rami del ciliegio.
< Ciao Zayn > ripetei.
 
-Pov Zayn -
< Grazie Paul> lo ringraziai per avermi accompagnato.
Lui sorrise e mise in moto la macchina.
Rimasi a guardare l’auto che si allontanava per qualche secondo, poi presi le chiavi di casa dalla giacca e le infilai nella serratura.
“Spero non si sia svegliata”  pensai entrando.
E’ ovvio che si è svegliata , idiota , è pomeriggio”
Speravo mi venisse incontro. Ma non lo fece. Magari stava cucinando.
Entrai in cucina. Tutto era preparato per fare colazione. Ma lei non c’era.
Entrai nella sua stanza. Non la trovai.
Cominciai a preoccuparmi.
< Sara? > la chiamai più volte < Sara? >
Perquisii tutta la casa, ma di lei nessuna traccia.
< Dov’è ? > mi chiesi in preda al panico < Dove può essere ? > entrai in camera mia.
Il letto rifatto.
Tutto era in ordine. Sembrava fosse passata la donna delle pulizie.
Mi avvicinai cercando qualche indizio.
Sentii un groppo in gola quando vidi un biglietto ripiegato vicino ad una piuma.
La sua piuma. Delle sue ali.
Ed erano li adagiati sul  bordo del letto.
Non ci voleva molto a capire come stavano le cose.
Uscii in giardino. Corsi verso il ciliegio.
Avevo imparato a conoscerla. Sapevo dov’era .
 
 
- Pov Sara -
Sentii dei passi avvicinarsi.
< Sara !  Sara ! >
Zayn era sotto l’albero.
< Che ci fai li ? > chiese sorpreso di vedermi in quello stato.
< E’ tempo di andare > risposi cercando di sorridere.
< No… ma cosa ?>  replicò lui cercando di arrampicarsi.
< Levami una curiosità . Dove sei stato? >
Lui smise di cercare di raggiungermi.
< Ti prego scendi >
Mi stava supplicando con lo guardo.
Decisi di accontentarlo. < Mi spieghi che hai fatto? Sai non ho tanto tempo … >
< Quindi te ne vai. >
< Vorrei rimanere… ma non posso. Ho gia tirato la corda  troppo . > risposi nascondendo il mio braccio sinistro e la mia mano.
Non volevo che mi vedesse sparire. Dovevo trovare un modo per andarmene prima.
<  Tra quanto te ne vai? >
< E’ meglio che me ne vada in un modo meno doloroso > dissi e feci per sbattere le ali.
Ma lui mi blocco il braccio < Aspetta > mi implorò.
Scesi dall'albero e mi misi davanti a lui.
Sospirai e lo guardai in faccia. Ma abbassai lo sguardo: non ce la facevo a guardare i suoi occhi lucidi.
Ad un tratto mi cedettero le gambe. Stavo per cadere a terra.
Zayn mi afferrò prontamente. Mi prese in braccio e si sedette ai piedi del ciliegio.
< Che sta succedendo alle tue gambe? Stanno sparendo>
Non risposi.
< E le tue mani?! Il tuo braccio sinistro! >
Rimanemmo in silenzio. Lui guardava davanti . io invece osservavo il mio corpo, che man mano spariva sempre di più.
Ritirai le ali. Era inutile tenerle spiegate.
< Ho lasciato Perrie … > mormorò impassibile.
< Che cosa?! > esclamai.
Provai a rialzarmi ma mi resi conto di non avere le forze.
Rimasi in braccio a lui attendendo una risposta.
< L’ho  fatto per te > rispose quasi sorridendo.
< Non capisco come questo possa rendermi felice … > mormorai.
Rimanemmo di nuovo in silenzio.
Come poteva rendermi felice il fatto che lui e la sua ragazza si erano lasciati?
Le sue parole rimbombavano nella mia testa.
L’ho fatto per te. L’ho fatto per avere te.
< Zayn… sono un angelo. > mormorai guardandolo in faccia.
Lui ricambiò lo sguardo e avvicinò il suo viso al mio.
< E se diventassi un angelo anche io ? > chiese
< Ma sei pazzo? Tu hai ancora una vita davanti. Hai una famiglia. Degli amici, hai tante fans. La tua vita è splendida. Non buttarla. Non hai niente da perdere. Lo sai quante persone soffrirebbero? >
Ribattei urlando isterica. Ma cosa gli saltava in mente nel cervello?!?
Lui rimase in silenzio ad osservarmi.
Gli feci cenno di abbracciarmi.
Ormai stavo sparendo e  non mi restava molto.
< Quando sono morta. Ho lasciato mio fratello. Ho lasciato solo lui. Io non avevo degli amici. Non avevo una famiglia. Solo David teneva a me. Ma fidati. Se avessi potuto scegliere non sarei morta a 19 anni. Non è una cosa che si sceglie. Evidentemente servivo a fare l’angelo custode. >
Cercai di abbracciarlo come meglio potevo.
Lui mi teneva ben salda per evitare di farmi cadere.
Che strana sensazione. Per una volta era lui quello che mi aiutava e mi stava proteggendo.
< Sei una delle persone a cui tengo di più. Ma credo sia il momento di andare. >
Lo strinsi forte.
< Questo non è un addio. Ma un arrivederci.... Non piangere > gli dissi < Ricorda che sarò sempre con te > mi staccai un attimo e sorrisi .
Volevo che il suo ultimo ricordo su di me fosse il  mio sorriso.
Lo abbracciai di nuovo.
Accadde tutto molto velocemente.
Sentii una strana fitta al cuore. Una sensazione di panico mi strinse lo stomaco.

Non ci volle molto a capire che mi stava succedendo. Finalmente ero riuscita a capirlo.
Ma era troppo tardi e mi trovavo in una situazione impossibile.
< Ti amo Zayn > mormorai al suo orecchio.
Cercai di stringerlo ma non potevo.
Un’ondata di vento ci investii.
Un attimo prima ero fra le sue braccia. E l’attimo dopo ero al suo fianco. Non stavo più sparendo.
Provai a toccarlo. Ma la mia mano passò attraverso di lui.
Non poteva vedermi.
Rimase immobile. Come se stesse abbracciando l’aria.
Si sedette appoggiando la schiena sul tronco del ciliegio.
Mise una mano dentro la giacca e tirò fuori la mia piuma e la lettera.
“Ecco tutto quello che mi rimane di lei”  Sentii i suoi pensieri.
Mi sedetti vicino a lui e misi una mano sulla mia collana.
Aprì il biglietto e cominciò a leggere.
“Caro Zayn
Quando troverai questo messaggio e lo leggerai , Non mi troverai in casa.
So che ti sentirai arrabbiato nei miei confronti,  ma … fidati è meglio non vedermi andare via.
Spero che continuerai ad essere felice.
Spero di averti insegnato bene ad amare il prossimo, a rispettare gli altri e soprattutto te stesso.
Durante la mia permanenza ti ho insegnato tante cose. Che sicuramente ti renderanno migliore.
Sono qui , ti sto scrivendo. Ma con il cuore sono con te. Ovunque tu sia.
Probabilmente prima di andare passerò a salutare il nostro albero.
Strano da dire, ma anche tu mi hai insegnato tante cose: come si mangia un gelato, come si ride , come si mangia un Hamburger, come si visita Los Angeles, mi hai insegnato a vivere. Ed io l’avevo dimenticato.
Sai, io sono morta molto giovane. Ho smesso di avere una vita troppo presto.
Vedevo mio fratello andarmi a trovare alla mia tomba, mentre stringeva una mia foto.
Fa male perdere qualcuno a cui vuoi bene.
Spero che riuscirai ad andare avanti.
Ma sappi che io sarò sempre con te. In ogni momento della tua vita. Ti accompagnerò ovunque. Anche sull’altare io sarò li . con te. Sorriderò.
Tu non potrai vedermi quando avrai dei bambini. Ma sappi che ci sarò.
Come per mio fratello. Lui non sapeva che io ero con lui. Ma l’ho accompagnato in tutta la sua vita , fino a quando ho potuto essere presente.
Ci siamo conosciuti, e non puoi capire quanto questo mi renda felice.
La vita è una magia , ma l’incantesimo più bello è stato incontrarti.

Ricorda che io ci sarò fino alla fine.
Per sempre tua
Sara”
Una lacrima cadde dalla mia faccia e stranamente bagnò il foglio.
Non so , magari mi sbagliavo , ma forse mi avevano concesso un piccolo “miracolo” affinchè Zayn avesse una prova che io fossi li con lui.
Quando si accorse della lacrima sul foglio,  Zayn si voltò sorpreso.
Dopo qualche secondo rilassò il visto.
< So che sei qui > mormorò.
“So che puoi leggermi nel pensiero” pensò sorridendo.
“Allora, sappi che anche io ho qualcosa da dirti.
Mi dispiace aver creduto che volevi rubarmi gli amici. Mi dispiace se ho perso tempo e non sono diventato tuo amico subito.
Ma … quando sei arrivata hai cambiato la mia vita. Mi hai insegnato tante cose ed io non so come ringraziarti.
Non hai vissuto abbastanza e non lo meritavi. Perché nessuno ti ha mai detto , che sei bellissima.
Che i tuoi occhi sono come due smeraldi,  la tua pelle sembra porcellana e che il tuo viso è perfetto.
Che ironia... Mi sono innamorato di un angelo, del mio angelo custode.
Sono felice che sia successo. Ma sono la persona più triste del pianeta in questo momento.
Se c’è una persona che voglio vedere sull’altare con me un giorno. Sei tu. E nessun altro.
Mi rendo conto che questo non è possibile.
Non scorderò mai il tuo sorriso, il luccichio dei tuoi occhi, i tuoi modi di fare, che rivedrò in ogni cosa che mi circonda, non sarà facile dimenticarti  ma questo forse  doveva accadere, per chissà quale motivo, ma avrai sempre un posto speciale nel mio cuore.
Ricorda che ti amo
Per sempre tuo
Zayn”
Scossi la testa.
Non poteva sentirmi, ma sapevo che ben presto le cose sarebbero cambiate. Si sarebbe ricordato di me , ma sicuramente si sarebbe innamorato di una ragazza altrettanto meritevole.
< So che sei qui. Ti prego rimani con me > mormorò.
Chiuse gli occhi e si addormentò sotto il ciliegio.
Ormai era sera. Era stanco.
Chiusi gli occhi anche io. Sperando che il giorno dopo sarebbe stato  un giorno migliore.
Quando li riaprii , mi ritrovai avvolta dal nulla.
C’era tanta  luce intorno a me.
Mi voltai , cercando di capire che situazione era.
In lontananza vidi una figura avanzare verso di me.
Man mano che si avvicinava riconoscevo i lineamenti.
< David  ! > esclamai  correndogli incontro.
< Sorellina ! > disse lui abbracciandomi.
Ricambiai l’abbraccio.
Avevo aspettato anni per questo momento. Per rivedere mio fratello.
E quel momento era arrivato.
< Come sei cresciuta  >  esordii mentre mi guardava sorridente.
< Veramente sei tu che ti sei abituato a vedere la foto di quando avevo 14 anni. Tu invece non sei cambiato per niente >
Improvvisamente era comparsa una panchina vicino a noi.
David mi invitò a sedermi.
< Mamma e papà? > chiesi
< Ecco… loro .. devono ancora rimanere lontani da noi per un po’ > rispose.
< Che hai fatto in questi anni? > chiese per tirarmi sul il morale, cambiando discorso. < Oltre a stare vicino a me ? >
< Be’ non ho fatto niente di che. Sono diventate un angelo custode… ho fatto una missione e ho un amico … si chiama Zayn … >
< Mi sei mancata davvero tanto sorellina. Mi dispiace se non ho potuto fare niente per salvarti. >
Sembrava stesse per piangere. Mi prese per mano e mi guardò intensamente in faccia.
Rimasi ad osservare mio fratello. I suoi capelli castani , rigorosamente in perfetto ordine.
Il suo viso , cosi familiare. I suoi occhi verdi. il suo naso e la sua bocca.
Tutto in lui mi ricordava il passato, mi ricordava casa. Quando ero  umana e avevo una vita.
< Mi sei mancato anche tu fratellone. Tu hai fatto il possibile. Non preoccuparti io sto bene adesso >
< Avrei voluto averti di più con me, ma questo non è stato possibile perché qui avevano più bisogno di te. Ma ora siamo qui , insieme >
Sorrise ancora di più. Potevo sentire la sua felicità a pelle.
Mi stava per dire qualcosa di importante.
< Non serve più che torni a fare l’angelo custode. Puoi rimare con me. Ho chiesto un permesso. Manderanno un altro angelo a vegliare su Zayn. Potremmo rimanere insieme. Ho trovato un altro lavoro: staremo sulla terra a svolgere alcune missioni. Staremo sempre uniti. Non trovi sia meraviglioso?  >
Quella notizia mi lasciò perplessa. David era cosi contento.
Possibile che quello che ho sognato per una vita , adesso non mi sembrava cosi fantastico?
“Manderanno un altro angelo a vegliare su Zayn”
Le sue parole , dette con tanto entusiasmo, ora mi sembravano una condanna a morte.
Avrei voluto condividere la sua felicità, ma proprio non ci riuscivo.
< Come manderanno un altro angelo a vegliare su Zayn ? …. > mormorai rimanendo immobile con lo sguardo perso.
David non rispondeva.
Alzai timidamente lo sguardo.
< C’è qualcosa che non va? > chiese preoccupato.
< No, sto bene  > risposi per non farlo preoccupare.
< Ti conosco. C’è qualcosa  che  non  va … >
David si avvicinò a me  e mi alzò il mento,  stabilendo un contatto visivo con me.
Mi guardò per un tempo cosi lungo che sembrò un’infinità.
< Non posso sopportare di vederti triste. Forse non è come avevo immaginato dovesse andare.
Non ci siamo mai salutati con un addio e non credo dovremmo mai farlo. Spero di rivederti. Sappi che mi mancherai molto e sono sicuro che ci rivedremo sempre però. Starò sempre con te. Forse sarò il tuo angelo custode da ora in poi. >
Lo guardai perplessa. Cosa stava succedendo?
< David.. ma io non capisco. Che stai dicendo? >
Scosse la testa, si allontanò da me con un’espressione malinconica.
< Me l’avevano detto. Era cambiato qualcosa. Ma io ho voluto provare lo stesso.  Sono comunque stato felice di rivederti… >
< David chi ti ha detto cosa? Cos’è cambiato?  > dissi intromettendomi nelle sue riflessioni ad alta voce.
Ma lui non mi dava retta e continuava a dire cose senza senso.
< Me l’ha detto. Ormai era troppo tardi. Avrebbero voluto accontentarti. Dio non vuole rendere infelice nessuno. Ho voluto fare di testa  mia. Almeno so , che sei stata felice di rivedermi. >
< David?  … >
< Ma al cuor non si comanda. Giusto ? > chiese sorridendo, come per chiedere conferma di ciò che diceva.
Ma non stavo capendo niente. Lo guardai confusa  mentre si avvicinava a me.
< Chiudi gli occhi > disse prima di abbracciarmi.
Obbedii senza dire niente, chiusi gli occhi.
<  … E ricorda che ti voglio bene >
Rimasi immobile e non aprii le palpebre , anche quando non sentii più le sue braccia intorno  a me.
< apri gli occhi > mi allarmai quando sentii l’eco della sua voce.
Sembrava parlasse molto lontano rispetto a me.
Tenevo ancora gli occhi chiusi.
Avevo una strana sensazione.
Sentivo qualcosa di umido sotto di me, e sentivo il vento soffiarmi addosso e scompigliarmi i capelli.
Aprii di scatto gli occhi.
Mi trovavo in un giardino.
Mi trovavo nel suo giardino.
Ero sdraiata contro il tronco del ciliegio.
Era mattina.
Girai il volto e trovai quello che volevo.
Zayn era li. Che dormiva beato. Il viso illuminato dalla luce del mattino.
Misi una mano al collo e trovai la collana.
Tirai un sospiro di sollievo.
Rimasi a contemplare le parole che mi aveva detto mio fratello.
Dopo un po’ trovai la risposta: avevano deciso di darmi una possibilità con David, ma sapevano che io avrei preferito restare ad essere l’angelo custode di Zayn.
Perciò,  una volta venuto a conoscenza personalmente  delle mie volontà , mio fratello mi aveva lasciato andare.
Era l’unica spiegazione logica alle sue parole insensate di prima.
Rimasi seduta vicino a lui.
Trovavo il tutto un po’ strano, ma in fondo perché dovevo essere sorpresa del fatto che non potesse vedermi?
Avevo passato 19 anni a stargli accanto sempre nella stessa maniera.
Be’ era stata una bella esperienza.
Sperai che mi avrebbero affidato una nuova missione, ma cambiai subito idea quando mi resi conto , che se mi avesse rivisto e poi mi avrebbe dovuto salutare un’altra volta avrebbe sofferto troppo.
Mi rilassai sul tronco e aspettai che si svegliasse.
Chiusi gli occhi e feci finta di dormire, anche se gli angeli non hanno bisogno di riposo.
Il tempo passava, e tutto sembrava cosi noioso e lento.
Ripensai a mio fratello , e mi rattristai molto pensando a come lo avevo perso un'altra volta.
Ad un tratto sentii una leggera pressione sulle mie labbra.
Pian piano aprii gli occhi come se mi fossi appena svegliata.
< Sei qui … > mormorò.
Corrugai le sopracciglia < ma che.. ? >
Mi sedetti < Tu mi vedi ? > chiesi ansiosa.
< Si! Non è meraviglioso? Cosa è successo? > chiese sorridendo mentre mi aiutava ad alzarmi.
< Non lo so. Ho rivisto mio fratello. Ci siamo salutati e… mi ha detto delle cose strane prima di .. lasciarmi … >
Zayn mi abbracciò e disse < Non preoccuparti. Sono qui. Cosa ha detto tuo fratello? >
Mi lasciai abbracciare, mentre cercavo di non piangere.
Respirai profondamente più volte, prima di dare la mia risposta.
< Ha detto che…Ormai era troppo tardi… che non voleva vedermi triste e… che avevano deciso di accontentarmi … >
Rimasi congelata . “avevano deciso di accontentarmi” ripetevo.
Ed io cosa volevo?
< Per cosa è troppo tardi  ? > chiese Zayn mentre ero ancora in trance.
mi avevano accontento” pensai
< Sara, che sta succedendo? >
Mi allontanai un po’ da lui per guardarlo in faccia.
< Zayn > dissi mentre sorridevo < Zayn sono umana ! >
< Davvero? > chiese sorridendo.
< Sono tornata umana! Hanno deciso di accontentarmi! >
Iniziai a saltellare dalla felicità.
< Quindi possiamo stare insieme? > chiese sorridendo ancora di più.
< Posso riprendere la mia vita da dove l’ho interrotta. Riprenderò a vivere. >
Iniziai  a piangere dalla felicità.
< C’è qualcosa che non va? >
Non risposi. Mi limitai a ricambiare il bacio che mi aveva dato prima, per farmi aprire gli occhi.
< Ancora non riesco a capire. Ma da quel che ho intuito , so che resterai con me e avrai tutto il tempo di spiegarmelo. >
< Ora entriamo a casa. Abbiamo bisogno di mangiare qualcosa>
 dissi e faci cenno di rientrare.
Mentre attraversavamo il giardino lo presi per mano.
< Non mi sono mai sentita cosi viva… > lo guardai negli occhi < Ti amo Zayn >


 


#Spazio dell'autrice

Ciao a tutti.
La storia si conclude qui. Ecco... non so da dove partire con i ringraziamenti.
E non ho la minima idea di come fare questo discorso.
Allora... vediamo.
Prima di tutto, volevo dirvi che mi sono commossa e spero di 
non sembrarvi un alieno.
Secondo, doveva finire male. Nel senso che Zayn e Sara non si sarebbero più rivisti, ma ...
Siccome non sono capace di fare finali tristi l'ho fatta finire cosi !
Ecco, spero di essere stata originale, che la storia vi abbia conivolte , ma soprattutto che vi sia piaciuta :)
Voglio ringraziare tutte quelle persone speciali che mi hanno sempre sostenuta e hanno sopportato le mie "crisi" riguardo la storia.
Voglio ringraziare ognuno di voi.
Anche quelli che non hanno mai recensito. Spero che per questo ultimo capitolo vi facciate sentire anche voi.
Sono sempre stata molto fantasiosa, infatti sto per scrivere una nuova storia.
Spero continuerete a seguirmi. Se volete essere aggiornate su la prossima Fan Fiction che scriverò potete aggiungermi fra gli autori preferiti (Non siete obbligate).
Detto questo... Non vi annoio, non voglio vedervi con la faccia addormentata sulla tastiera.
Grazie di tutto.

-Sara

 


 

 

  

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