Una luce nelle tenebre

di Yukiko_Suzuki
(/viewuser.php?uid=132788)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un nuovo servo ***
Capitolo 3: *** Complotti ***
Capitolo 4: *** Incontro ***
Capitolo 5: *** Affronto ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sul Pianeta Terra, il confine tra la realtà e la magia può essere visto solo da quest’ultima. Le creature magiche possono attraversare quel confine che li divide dal mondo reale e mischiarsi tra la gente nascondendo, ovviamente, i loro poteri, se ne hanno.
Il mondo magico è diviso in due regni, il Regno del Sole, dove non tramonta mai il sole, e il Regno della Luna, dove la notte predomina illuminata solo dalla luce della luna. Si può dire che nel regno solare vivano le creature del giorno mentre nel regno lunare le creature della notte.
I due regni sono caduti poche volte in guerra a causa dei re in carica, ma, per millenni e millenni, è sempre regnata la pace e la collaborazione, però nessuno si è mai sognato di unire i due, siccome sono due zone della terra totalmente differenti fra loro.
Tutti pensano che la pace durerà a lungo, ma la tranquillità eterna non esiste, tutto verrà sempre turbato da qualcosa, e, in questo caso, i regni saranno turbati da un corpo della popolazione di entrambi le zone, sia persone del regno lunare che del regno solare, Le Ombre Solari. Questo è il loro nome.

I rombi dei fulmini rimbombavano di qua e di là come se cercassero di intimorire la gente chiusa in casa per il forte temporale. Una figura incappucciata, completamente fradicia, correva nella pioggia; chiunque avrebbe pensato che si stava affrettando a correre a casa, ma l’uomo nascosto era, appena, uscito di casa e si stava dirigendo altrove.
Corse e corse  finché non arrivò sotto un albero, mosse un ramo e sotto l’albero, il terreno si mosse un po’ e si rivelarono delle scale dove lui ci entrò subito. Appena dentro, camminò verso un lungo corridoio illuminato da piccole torce con fiaccole che sembrava destinate a spegnersi presto; l’uomo si tolse il cappuccio, il tessuto non era poi così impermeabile e col temporale che c’era, sembrava che fosse uscito da una lavatrice senza fare la centrifuga, vestiti in disordine e grondanti di acqua e mentre camminava si lasciava dietro piccoli laghi d’acqua piovana.  Aveva i capelli castani e lunghi fino alle spalle, resi lisci dall’acqua, l’uomo si spostò dal viso delle ciocche gocciolanti  rivelando si suoi occhi marrone scuro; il suo viso poteva essere paragonato a un vaso di terra cotta andato in frantumi, aveva molte cicatrici che gli coprivano il volto, davano l’impressione che avesse combattuto molto in giovane età.  
Stava camminando da un paio di minuti, il corridoio scavato nel terreno aveva un colore scuro, cupo, era il blu indefinibile della notte. Dopo un bel tratto di percorso il colore cominciò a chiarirsi, diventando sempre più chiaro finché non arrivò al colore arancione, ma l’uomo non sembrò essere colpito da questo cambiamento di colore, anzi, era impassibile, come se avesse percorso tante volte quella lunga galleria scavata nella terra.
Finalmente, una parete della galleria si interruppe facendo vedere un’altra galleria che aveva le pareti colorate sia di quel blu notte che di quel arancione acceso. L’uomo prese quella via che era meno lunga rispetto alla precedente, andando avanti le pareti diventarono colonne bianche grigiastre e in fondo una porta di legno vecchio, la cui superficie liscia veniva interrotte improvvisamente da segni lunghi. All’apparenza sembrava un’innocente porticina di legno facile da aprire, ma l’uomo ci impiegò forza nell’aprirla, infatti man mano che tirava, si scoprì che dietro era rivestita di acciaio e la vista che si presentò davanti a lui fu immensa. Si trovava dentro un tempio sepolto sotto terra, tutto era dipinto di un bianco sporco e in varie zone di quell’ampio spazio uomini di mezza età come lui e anche ragazzi, che avevano nello sguardo solo vendetta, combattevano fra di loro con spade di un metallo luccicante. Sul fondo però c’era una uomo dai capelli rossi e un ciuffo che gli andava di lato e nei suoi occhi verdi brillava un desiderio di potere assoluto, l’uomo castano gli andò incontro inchinandosi.
-“Mio signore, ha davvero intenzione di unire i due regni e di portare la democrazie in entrambi?”- disse l’uomo tenendo lo sguardo basso.
-“Si mio fedele Tydus, è così, uniremo i due regni domineremo anche sul mondo reale!”- rispose il suo superiore con una voce che conteneva ambizione.
-“E delle due famiglie reali? Cosa ne farà?”-
-“Li eliminerò”-
L’uomo alzò gli occhi verso il suo signore chiedendo come avrebbe fatto.
-“Il Principe del Regno Lunare è un tipo sveglio, ma la Principessa del Regno Solare la farò lavorare per me senza che ne accorga”- disse prima di scoppiare in una risata sadica.
Questo giorno segnò l’inizio di un nuovo conflitto che si sarebbe scatenato sul pianeta.

*Spazio Autrice*
u.u Salve gente come va? Ritorno da un luuuungo periodo di assenza! Per questo pubblico una nuova fic! (T^T avete il sacchetto per il vomito tra le mani vero?)
Coomunque:
-segnalatemi qualche errore nel testo
-accetto critiche
T-T me lo lasciate un piccolo commentino?

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un nuovo servo ***


CAP 1 – Un nuovo servo

Regno della Luna  ore 6:00 p.m.

Erano le 6 del pomeriggio, un paggetto dai capelli verde acqua e occhi di un'altra tonalità di verde,  si stava svegliando, guardò la sveglia e in un lampo si preparò con la sua solita piccola uniforme come servo-bambino. Corse fuori dalla sua stanza verso una piccola cucina di un maestoso castello blu scuro, si affacciò alla porta sbirciando cosa stesse cucinando il cuoco reale, colui che considerava quasi come un padre. L’uomo, di ormai avanzata età, faceva finta di non sapere che il bambino, che considerava figlio lo stava spiando, cercava di concentrarsi sui cibi che stava cucinando. Sorrise.
-“Leo, esci fuori”-  disse.
Il bambino al richiamo s’irrigidì davanti alla porta mettendosi sull’attenti, ma tenendo lo sguardo basso e gli occhi chiusi.
-“Perdono padre! Non avevo intenzione di spiarvi!”-
-“Ti avrò adottato ma puoi chiamarmi anche papà sai? Quante volte te lo devo dire”- disse sorridendo e girandosi verso di lui.
-“E’ che sono abituato con i formalismi”-
-“Lo so figliolo, ma infondo siamo in un castello, però neanche il principe vuole che lo chiami, per l’appunto, principe”-
-“Leo, Alexander ha ragione”- disse sbucando da dietro il bambino, un ragazzo sui diciotto anni. Era alto e magro, i suoi capelli neri avevano una forma che faceva risaltare le ciocche bionde che formavano dei piccoli fulmini e aveva degli occhi blu ghiaccio che esprimevano freddezza e solitudine, ma il bambino e il cuoco erano le uniche persone a cui aveva voluto bene dopo la morte dei suoi genitori; quando Yusei aveva 10 anni, trovò il piccolo Leo abbandonato in mezzo alla strada che aveva all’incirca qualche settimana, al massimo un mese, lo portò con sé al palazzo e lo trattò come se fosse suo fratello minore. A quel tempo, il principino era gentile e disponibile con tutti, ma qualche anno dopo, a 12 anni, i sovrani furono uccisi nella notte; fu Yusei ad accorgersene per primo, era andato in camera dei suoi per chiedere qualcosa a suo padre, ma appena aprì la porta, gli si presentò la scena più terribile che aveva mai visto fino ad allora: il corpo di suo padre era stato squartato sul petto violentemente e riportava ferite gravi anche su braccia e gambe, un coltello sovrastava sulla sua fronte impregnata di sangue, tutto ciò era poggiato su un lago di sangue; sua madre, invece,  era stata accoltellata sul petto, proprio all’altezza del cuore e i suoi vestiti erano sporchi e gocciolanti di quel maledetto liquido rosso, però un particolare rilevante era il tentativo di deformazione del suo viso, c’erano tagli lungo la pelle delicata, un occhio stava anche per staccarsi; l’uomo era al centro della stanza, mentre la donna in un angolo, probabilmente aveva cercato di proteggerla. Yusei rimaneva davanti alla scena pietrificato, incapace di fare una sola mossa.
-“No... Non è vero... ditemi che è solo un incubo!”- pensò prima di urlare forte dalla disperazione.
L’aveva sentito tutto il palazzo e accorsero immediatamente molte guardie che trovarono il principe inginocchiato verso il corpo del re, i pantaloni erano sporchi del sangue del padre a cui stava togliendo dal collo un ciondolo, semplice e abbastanza piccolo, raffigurava una luna fatta di zaffiro; se lo portò al petto e pianse mentre il capo delle guardie ordinava a tutti di cercare il colpevole di quella tragedia e anche lui si mise al lavoro lasciando solo il ragazzino.
Yusei sentiva dentro una disperazione e una rabbia infinita, sperava con tutto se stesso che fosse solo un incubo, ma sapeva che non era così... in quel momento arrivò anche Alexander, il cuoco principale di corte, appena vide la scena si irrigidì sulla soglia della porta, poi si avvicinò al ragazzino ancora piangente e lo strinse a sé come se cercasse di trasmettergli conforto anche se i risultati sarebbero stati scarsi.
Dopo un po’, il principino sembrò tranquillizzarsi, ma respirava forte cercando di trattenere la rabbia che si era ammucchiata dentro di lui appena aveva visto quella scena, si staccò dall’abbraccio del cuoco che lo guardò chiedendo se stava bene, ma ricevette un piccolissimo “si”. L’uomo sapeva che, in verità, non stava per niente bene, ma si limitò ad annuire.
-“Principe...vuoi vedere Leo?”- chiese ad un certo punto, spezzando il silenzio che si era creato.
Lui annuì debolmente.
Alexander lo condusse da un bambino di due anni, che, appena vide Yusei, diventò immediatamente felice. Quest’ultimo sorrise con amarezza e abbracciò il piccolo pargolo.
-“Io e te... non abbiamo più i genitori...”- disse mentre altre lacrime amare gli scesero giù per il viso. 
Da quel giorno, il comportamento di Yusei cambiò radicalmente, non era più il ragazzino felice che portava gioia a tutti, ma era diventato freddo e distaccato con chiunque, preferiva stare da solo ed essere lasciato in pace quando lavorava, in fin dei conti era un principe. Le uniche due persone con cui si comportava come prima erano Alexander e il piccolo Leo che considerava come un fratello minore, loro erano quello che gli rimaneva della sua famiglia.
L’uomo era onesto e fedele nei confronti dei defunti sovrani, per questo cercò di crescere Yusei, facendogli da secondo padre, ma gli era impossibile coprire la mancanza dei veri genitori del ragazzino, però ci provò lo stesso e il regno continuò la sua vita nella più assoluta pace.
Le mura di freddezza del principe si alzava man mano che il tempo passava e continuavano nell’attesa che qualcuno che non fosse né Alexander, né Leo, riuscisse a frantumarle.
-“Ma Principe Yusei... se il Primo Ministro mi becca a chiamarla solo Yusei, mi rimprovera...”- disse il bambino.
-“Ah davvero? Beh gli dico io che tu hai il permesso di chiamarmi senza usare Principe d’accordo?”-
-“Sarebbe fantastico Princ... volevo dire Yusei!”- disse sorridendo.
-“Dai, ora vai a fare il tuo lavoro, quello non te lo posso giustificare”- disse lui sorridendo leggermente.
Il piccolo esultò correndo via seguito con lo sguardo da Yusei e Alexander che tornò a cucinare.
-“Sai... mi ricorda te, quando avevi la sua età...”- disse tenendo gli occhi sui fornelli.
-“Già... ma ormai non sono più così...”- rispose abbassando lo sguardo.
-“Yusei, i tuoi non avrebbero mai voluto che cambiassi... però, in fin dei conti, devo capirti... hai perso i tuoi genitori a un’età molto giovane...”-
-“So che non volevano che cambiassi, ma non riesco più ad essere quello di un tempo”- detto questo strinse i pugni mentre il cuoco lo guardava con la coda dell’occhio sospirando.
Tutti e due tornarono al lavoro.
Yusei si diresse verso il suo studio, era un po’ disordinato per la quantità enorme di libri che c’erano, in passato era lo studio di suo padre dove, quando aveva del tempo libero, gli leggeva delle storie sul loro regno, ma dalla sua morte, si era messo in testa di doverli leggere tutti infatti ne sapeva molto del Regno della Luna e anche sul Regno del Sole ne sapeva tanto. Voleva andarci una volta, ma nella sua zona era sempre buio e quello che nel mondo reale era il giorno, lì, invece, regnava comunque il buio e l’unica differenza che c’era tra le 6 del pomeriggio fino alle 6 del mattino e viceversa, era che nelle ore mattutine (per il  mondo reale), la luna splendeva di più e quella parte della giornata equivaleva alla notte (sempre per il mondo reale). Nel Regno Solare, c’era sempre il sole e la luce procurava un “po’” di fastidio verso gli abitanti del regno lunare essendo abituati al buio della notte. Yusei cominciò a fare i suoi doveri da principe, si era svegliato alle 5 solo per fare una passeggiata attorno il suo principato, lo faceva sempre perché in passato era un’abitudine sua e di sua madre, passeggiavano intorno ai paesi e poi, in groppa al drago del ragazzo tornavano al palazzo. Aveva 18 anni, normalmente doveva già essere diventato re, però in quel reame, non era l’età che segnava quando un principe saliva il trono, ma era il egli stesso che decideva quando si sentiva pronto per certe cose.
Passarono un bel paio d’ore e la lancetta dell’orologio stava per segnare le 11 di sera, Yusei aveva finito le sue cose serali e le aveva sistemate, a portargli gli impegni era sempre Leo, non accettava nessun’altra presenza per disturbarlo mentre lavorava; Il suo “fratellino” gli aveva riferito che Alexander una volta gli aveva detto che gli serviva un’anima gemella capace di farlo tornare come prima, Yusei, prima ci aveva pensato qualche secondo sospirando, poi aveva recluso l’argomento dai suoi pensieri con una smorfia di disgusto. L’amore… Aveva dimenticato come si amava una persona, però lui intendeva quello vero, non quell’affetto famigliare che provava per Leo e per Alexander; ora vedeva quel sentimento come una perdita di tempo e ci era riluttante.
Il cielo diventava sempre più buio, cosa che gli faceva piacere, si risedette sulla sedia e prese un libro all’angolo della scrivania e cominciò a sfogliarlo; quel semplice libro, un po’ vecchio però tenuto con la massima cura, richiudeva quei ricordi che Yusei aveva dei suoi genitori, non semplici, ma cose con più affetto. Quel libro era il suo preferito, i suoi genitori, non faceva differenza chi, glielo leggevano ogni giorno per farlo addormentare e a lui piaceva molto. Parlava di un tempo che fu, di un’era mai definita, di un periodo in cui il Regno della Luna e il Regno del Sole erano uniti in un unico regno chiamato Regno dei Sogni, in cui i sogni diventavano realtà e dominava la pace e la felicità su tutto. La perfezione di quel regno passato era, però, destinato a finire, tra la gente cominciarono ad esserci conflitti per cui si crearono due movimenti, uno opposto all’altro. E fu a causa di questo che si videro formare i due regni, uno solare l’altro lunare; le guerre civili cessarono e gli abitanti restarono divisi così senza che nessuno osasse rovinare quell’equilibrio perfetto.
I ricordi di Yusei verso quel libro furono interrotti dal bussare alla porta da cui spuntò l’innocente visino di Leo.
-“Ti ho disturbato?”- chiese.
-“No tranquillo”- disse chiudendo il libro delicatamente temendo che potesse rovinarsi.
Il paggetto s’incuriosì.
-“E’ un altro libro che devi leggere?”-
-“No no… questo è il libro che i miei genitori mi leggevano per farmi addormentare…”-
-“Yusei… è bello avere dei genitori?”- disse incupendosi.
-“Si…”-
Il bambino si fece più triste dato che era a conoscenza dell’abbandono dei suoi e il principe se ne accorse.
-“Leo, chiudi la porta e vieni qua”- disse sorridendo leggermente Yusei.
Il piccolo fece come gli era stato detto e si avvicinò a lui. Yusei lo fece sedere sulle sue gambe mettendogli il libro davanti con le mani.
-“Oggi ti leggo il mio libro preferito”- disse guardandolo.
-“Ma non hai impegni?”- disse girandosi verso di lui, dopo aver ammirato la copertina, sembrava proprio un libro per bambini, anzi era un libro per bambini.
-“Tranquillo, li ho finiti”- disse ricevendo il sorriso del bambino.
Yusei iniziò a leggere e Leo cercava di seguire la lettura e ammirare le immagini che descrivevano ciò che c’era scritto.
Il principe sembrava tornare ai vecchi tempi, solo che il suo ruolo era capovolto, stavolta era lui a leggere, non a sentire.
Dopo due buone orette arrivarono a ¼ del libro, era abbastanza lungo, ma emozionante, si erano divertiti entrambi.
E’ bellissimo!!! Lo voglio continuare Yusei! Quando lo continuiamo? Fu il commento di Leo appena avevano deciso di fermarsi. Lui rispose semplicemente che avrebbe fatto di tutto pur di avere un po’ di tempo libero. Erano stati interrotti da un servo che aveva annunciato loro che i pranzo di mezzanotte era pronto e dovevano dirigersi a tavola.
Mentre andavano verso le sale, Leo riferì a Yusei che era andato da lui perché c’era un nuovo servo.
-“Nuovo servo?”-
-“Si, si è presentato ai cancelli e ha voluto entrare a far parte della servitù... non l’ho visto quindi non ne so molto...”-
-“Capisco... va pure a mangiare, io parlerò con questo nuovo servo”-
Yusei mangiò poco o niente, poi si diresse dal quel famoso nuovo servo.
Era un uomo giovane, sulla trentina, aveva i capelli neri pece scompigliati e arruffati come se il verbo “pettinarsi” non l’avesse mai conosciuto e gli occhi erano del medesimo colore.; l’abbigliamento non era un granché, un mantello gli copriva gli cingeva le spalle e copriva una camicia marrone chiaro un po’ stracciata e i pantaloni erano sempre marroni, ma scuri , tutto fatto in un tessuto piuttosto leggero. Yusei sembrò indifferente all’uomo, magari erano quei classici poveri che non potevano far altro che andare in giro a chiedere lavoro per mangiare oppure... una spia, si, una spia di chissà che movimento tra i cittadini; non poteva non ricordare la morte dei suoi.
-“E così... tu sei quello nuovo...”-
L’uomo s’inchinò.
-“Si Principe, ho perso il lavoro e non so più dove andare, la pregherei di accettarmi, farò qualsiasi cosa”- rispose.
-“Qual è il tuo nome?”-
-“Auron”-
-“Bene, Auron, comincerai oggi stesso, ma ti avverto, una mossa falsa e sarai cacciato”- disse Yusei infine squadrandolo dalla testa ai piedi.
-“Le prometto che non la deluderò, Principe”-
Quando vide che Yusei se ne era andato, sorrise enigmatico e si avvicinò ad una finestra nel corridoio, fece un piccolo fischio e un corvo nerissimo gli si avvicinò. Scrisse qualcosa su un foglietto, lo arrotolò e lo legò alla zampa del corvo, dopodiché lo liberò in volo. Stava mandando un messaggio a un suo complice:
Sono riuscito ad entrare, ora tocca a te mandarmi la conferma che anche tu sei all’interno del palazzo del Regno Solare.
Tydus non possiamo deludere il nostro capo, quindi ficcati in testa che, se non riesci a infiltrarti tra i servi, la nostra punizione sarà grande!
                                                                                                                                                                                 Auron.

Regno del Sole  ore 6:00 p.m.
Una bambina dai capelli verde acqua e occhi di un’altra tonalità di verde, stava portando tre libri insieme verso uno studio, aveva all’incirca 8 anni e quei tomi erano troppo pesanti per lei, infatti cadde finendo a gambe all’aria. Si rialzò lentamente, massaggiandosi la testa e osservò i libri, si arrese sospirando, non ce l’avrebbe mai fatta, così li mise di nuovo uno sopra l’altro e cercò di alzarli però era troppo. A fermarla fu l’arrivo di una ragazza dai capelli rossi e occhi color nocciola, snella e abbastanza alta.
-“Luna! Non ti devi affaticare così tanto, sei ancora una bambina!”- disse prendendo lei i libri.
-“Mi perdoni Principessa Aki, ma me lo ha detto il Primo Ministro...”- rispose la bambina.
-“Luna, ti ho già detto che puoi chiamarmi solo Aki”- continuò sorridendo e aiutando la piccola ad alzarsi.
-“Ma il Primo Ministro non vuole...”-
-“Ancora sto Primo Ministro! Gliene vado a dire quattro!”- disse decisa.
-“Ma no Principessa Aki! La prego! Non la voglio mettere nei guai!”- rispose Luna che aveva timore per quel ministro.
-“Tranquilla! Alla fine è lui che mi deve obbedire”- finì il discorso sorridendo.
La ragazza portò i libri nello studio dove c’era suo padre, seguita da Luna, dopodiché si recarono nell’ufficio del Primo Ministro, ma la bambina si fermò davanti alla porta, non voleva farsi vedere, così fu Aki ad entrare.
-“Principessa... cosa la porta qui?”-
-“Vorrei sapere, perché affibbia alla piccola Luna lavori che non può svolgere per la sua tenere età!”-
-“E’ una serva, è suo compito”-
-“Ma è appena una bambina!”-
-“Principessa, in servitù non si fanno differenza tra età”-
-“E allora, io voglio che sia così invece!”-
-“Come desidera”- disse sospirando e seccato.
Aki uscì dall’ufficio arrabbiata, non sopportava quello lì! Luna, invece, era rimasta vicino alla porta, ascoltando tutto.
-“Principessa Aki... non doveva... il ministro ha ragione”- 
-“Luna, sei troppo gentile, devi reagire di più e non fare tutto ciò che ti dicono, sei una bambina”-
-“Ma...”-
Aki sorrise.
-“Niente ma, dai, andiamo in serra?”- chiese.
-“Ok!”- rispose la bambina sorridendo.
A entrambe piacevano molto le piante, specialmente alla ragazza il cui fiore preferito erano le rose, quei fiori belli ma pericolosi con le loro spine. Uscirono dal palazzo, si avviarono verso una grande struttura di vetro ed entrarono. Si ritrovarono davanti ad un ampio spazio completamente pieno di piante e fiori, c’erano sentierini abbastanza larghi, ma che venivano rimpiccioliti dalle foglie. L’ambiente era colorato di una leggere sfumatura di arancione, poiché il sole si stava avvicinando alla linea dell’orizzonte e lì si sarebbe fermato, finché un pezzo della giornata non sarebbe passato, perché, ovviamente, nel regno del Sole, non scendeva mai il buio e quella stella luminosa non spariva mai dalla vista. Aki e Luna andarono verso dei tavoli di ferro su cui erano poggiati dei vasetti contenenti terra. Su uno, c’era un piccolo bocciolo rosso, era una piccola rosa prematura che non attendeva altro che fiorire e le sue spine erano piccole con la fretta di crescere ed essere in grado così di proteggere il fiore su cui erano nate.
-“Guarda Aki! La tua rosa è germogliata!”-
-“Già, aspetto con ansia che fiorisca in una bella rosa rossa”- sorrise guardando meravigliata quella piccola forma di vita.
-“La rosa è il tuo fiore preferito?”-
La ragazza si limitò a sorridere e annuire continuando a osservare la piccola rosa.
Poi a Luna venne in mente una cosa, la sua principessa aveva 17 anni, eppure non aveva ancora un compagno.
-“Akii! Hai trovato la tua anima gemella?”- chiese inavvertitamente la bambina ricevendo un’occhiata strana dall’amica.
-“Ma come ti viene in mente Luna?! Comunque... no... non l’ho ancora trovata...”- disse nascondendo un leggero imbarazzo.
-“Ma comeee? Sei una bella ragazza, non puoi non averlo!”-
-“Luna... io conto anche l’aspetto esteriore, ma quello che voglio subito capire è il carattere, per esempio se è bello ma vanitoso... lo scarto subito”-
-“Hai gusti difficili Aki... quasi tutti i ragazzi nobili sono uno peggio dell’altro”-
Effettivamente, Luna aveva ragione, quasi tutti i ragazzi di famiglia ricca si vantavano e prendevano in giro la gente povera, oppure, andavano di fanciulla in fanciulla creando storie false solo per il puro piacere di divertirsi con ognuna di loro; Aki notava subito questi difetti ed a ogni festa non ne trovava mai uno “normale”, tutti con questi brutti caratteri e le capitava anche che qualche ragazzo, di famiglia ricca che stava per cadere, ci provasse insistente solo per i soldi, quelli li odiava! Non voleva che qualcuno l’amasse ipocritamente solo per i soldi!
Persa nei suoi pensieri, non si accorse che Luna la stava chiamando e tirando per una manica, peccato che non riusciva a ottenere niente così passò ad un metodo infallibile, il famoso pizzicotto. Glielo diede leggero per non farle del male e, come d’incanto, la ragazza si risvegliò guardandosi attorno un po’ confusa.
-“Aki, ma che hai? E’ da tanto che ti chiamo!”-
-“Eh? Oh, scusa Luna, stavo pensando, comunque perché mi hai chiamato?”-
La bambina indicò un servo venuto all’internò della serra, s’inchinò e annunciò una notizia.
-“Principessa la devo informare dell’arrivo di un nuovo servo, non le posso dire nessun’altra informazione dato che non l’ho ancora conosciuto”-
-“Capisco, grazie lo stesso”- rispose lei.
Luna le chiese se andava a vederlo e Aki rispose di si, infondo era un nuovo arrivato e doveva.
Ritornarono nel palazzo e, camminando lungo i corridoi, arrivarono alla sala del trono, una grande stanza dove in fondo, c’erano i troni su cui erano seduti i nobili genitori della ragazza e, non molto distante dai regnanti, c’era, ancora inchinato, il nuovo servo, aveva lunghi capelli marroni e occhi del medesimo colore, solo un po’ più scuri. Il suo abbigliamento non era un granché, una maglietta e dei pantaloni un po’ strappati e di tessuto molto leggero. La cosa che inquietava Aki erano quelle cicatrici sul volto dell’uomo.  
-“Figlia mia, questo è un nuovo servo, abitava in quei paesi dove tempo fa c’erano state delle guerre civili che, per fortuna, sono cessate”- disse il re.
-“Il suo nome è Tydus, è abbastanza giovane, sarebbe un peccato che sprechi la sua vita così, ha perso famiglia e non ha un lavoro con cui sfamarsi”- continuò la regina.
-“E’ un piacere conoscervi Tydus”- disse Aki sorridendo, non poteva fare altro.
-“Per è un onore incontrarvi principessa”- rispose tenendo la testa bassa Tydus.
-“Bene, puoi andare”-
L’uomo si congedò e uscì dalla sala, camminò finché non trovò un corridoio deserto, si avvicinò a una delle tante finestra e vide un corvo che si avvicinava a lui con un messaggio legato alla zampa, lo lesse e sorrise, ma più che un sorriso era un ghigno. Scrisse sullo stesso foglio la risposta:
Sta calmo Auron! Non sei l’unico che teme l’ira del capo! E comunque mi sono infiltrato e ho incontrato la principessa, il piano continua. Ora dobbiamo solo attendere ordini da Sayer, intanto recitiamo la parte dei servi, anche se mi scoccia un po’.
                                                                                                                                                                                       Tydus
Detto questo, rilegò il foglietto sulla zampa del corvo e lo lasciò volare di nuovo verso il regno oscuro.

*Angolo Autrice*
O santa pace! Un capitolo schifoso direi! Sicuramente adesso avrete tra le mani un saccheto per vomito vero? ^^
Allora... il capitolo non doveva essere questo ma l'ho postato comunque... cioè doveva essere più lungo, ma è meglio se lo posto, fidatevi! (stupida scuola... -.-)
Bene, come al solito:
-ditemi gli errori (<---- cosa più importante)
-accetto critiche
E per finire voglio ringraziare per le recensioni:
-Gattino Bianco
-Keily_Neko
-Cristopher94

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Complotti ***


CAP 2 – Complotti

Regno della Luna ore 1:00 a.m.

Yusei stava tornando al suo studio quando gli tornò di nuovo in mente l’immagine di quell’uomo, Auron, solo ora si accorse che gli ricordava qualcosa di familiare che adesso non gli veniva in mente, come se l’avesse già incontrato da qualche parte. Scosse la testa, magari si confondeva con qualcun altro che aveva incontrato in passato alle feste organizzate dai suoi genitori, peccato che lui le odiasse, ma per non far fare brutta figura ai suoi genitori, cercava di sopportare quello che non reggeva: vedere gli adulti che si ubriacavano fino al mattino era una cosa che gli dava disgusto. Era per questo che non gli piacevano e ora che lui era l’unico reale rimasto in quel castello, questi eventi erano diventati rari, Yusei le organizzava solo se era costretto o per altri motivi, ma mai di sua volontà. Per questo il Regno della Luna, era diventato veramente un regno oscuro, uno posto dove regnava la tranquillità e l’inquietudine della notte, l’oscurità che l’avvolgeva non veniva più turbata da rumori sordi creati dagli umani. Il principe, però, sapeva che niente possedeva l’eternità, neanche la tranquillità del suo regno e sapeva anche che presto si sarebbe scatenato qualcosa di brutto, aveva questa sensazione da quando erano morti i suoi. Doveva pur dare la colpa a qualcuno, non poteva farne a meno, aveva intuito che sotto c’era lo zampino di qualche cittadino che non sopportava il potere del re, ma che preferiva quello democratico. Se non era così, non avrebbe mai capito il motivo per cui il re e la regina fossero stati uccisi così violentemente, nonostante tutto il reame sapesse che erano saggi e generosi con tutti.
Mentre rifletteva su una possibile rivolta che poteva anche coinvolgere l’altro regno, il cosiddetto Regno del Sole, cambiò idea sul luogo dove andare, in quel momento aveva bisogno di un ricordo vicino.
Quel castello in cui era vissuto fino ad adesso gli piaceva per motivi di famiglia, certo, ma anche per un altro: si assicurò di non essere seguito da nessuno, si avviò verso un corridoio che non veniva quasi mai attraversato, perciò era pieno di polvere, e premette un quadrettino di muro. Dopo averlo premuto, la parete si mosse in modo da aprire un passaggio segreto illuminate da torce, si guardò di nuovo intorno per controllare che non ci fosse nessuno ed entrò con la parete che si chiuse dietro di sé automaticamente. Camminò un po’ fino ad arrivare a delle scale che scendevano ancora più giù. Man mano che Yusei andava giù l’aria si faceva pesante, dava davvero l’idea di essere in un luogo totalmente chiuso e l’aria era fredda, ma il ragazzo era abituato a quelle temperature, sembrava piuttosto che non patisse il freddo. Le scale sembravano infinite, ma ben presto il principe ricominciò a camminare su un corridoio da cui proveniva quel gelo che avvolgeva quel passaggio segreto. Davanti a lui si mostrò un corridoio le cui pareti erano pervase dal ghiaccio punte aguzze uscivano dalle pareti come  se volessero trafiggere colui che avrebbe osato attraversare. Il tutto non si scioglieva, non c’era una goccia di acqua che gocciolasse dal ghiaccio. La spiegazione era solo una, quel posto era magico e protetto. Yusei avanzò fino ad arrivare a una porticina d’argento, abbasso la maniglia ed entro in una stanza anch’essa d’argento dove in mezzo c’era una piedistallo che emanava un piccolo chiarore simile a quello della luna e sopra di esso volteggiava un piccolo ciondolo. Il ragazzo si avvicinò verso di esso e cominciò a guardarlo. Quel ciondolo rappresentava il suo regno, ciò che manteneva l’equilibrio nel suo regno, era una piccola luna di zaffiro; era il più caro ricordo che aveva di suo padre. Gli diceva che questo ciondolo era passato di generazione in generazione dai re ai propri figli quando avrebbero deciso di diventare re perché solo quest’ultimo poteva mantenere l’equilibrio portando al collo il ciondolo, sennò doveva essere portato in quella stanza dove quel piedistallo ne stabilizzava il potere. Yusei stette guardarlo per un po’, non c’era bisogno di parole, bastava uno sguardo per trovare quello che voleva. Poi una piccola voce, una voce bianca, la voce di un bambino.
Yusei... Un lupo attende sempre il momento giusto per azzannare la sua preda...E sarà ciò che anche tu farai...

Il principe continuò ad osservare la piccola luce blu che circondava il ciondolo.
Chiuse gli occhi. Quella voce era dello spirito del ciondolo che aveva sempre vegliato sul Regno della Luna. Restò per alcuni minuti così finché riaprì gli occhi e, a passo felpato, se ne andò dalla stanza argentea. Ritornò nel corridoio deserto, secondo quello che lo spirito aveva detto, la sua supposizione era giusta, Auron era una spia di chissà quale movimento ribelle; doveva anche capire qual era il loro scopo e il cosa volevano fare, per ora, era avvolto nel mistero. Doveva tenere d’occhio quell’uomo senza destare sospetti e scoprire quale complotto o disgrazia stava per abbattersi sul suo regno e, secondo lui, avrebbero coinvolto anche l’altro, il Regno del Sole. L’unica ipotesi che Yusei aveva individuato era che quel movimento voleva la democrazia, voleva unire i due regni in uno solo e magari conquistare la dimensione degli umani; doveva stare attento, e se non fosse che non poteva, sarebbe andato nel regno solare a riferire ai regnanti di questa cosa. Interruppe i suoi pensieri per tornare nella parte animata del castello, se spariva per un po’ di tempo le guardie avrebbero subito pensato che gli fosse accaduto qualcosa, così tornò nel suo studio a continuare le sue riflessioni.
Molte ore dopo, il turno di Auron era finito, non aspettava altro, non ne poteva più di quei doveri da servo, però era un ordine e non poteva disubbidire altrimenti la sua punizione sarebbe stata grande , ma soprattutto dolorosa e non voleva. Se ne andò fuori in giardino e si guardò attorno. Avanzò sempre guardandosi intorno con aria di chi cerca qualcosa. Poi eccola, una piccola luce che veniva accesa e spenta in tempi regolari, per l’ennesima volta si osservò attorno per guardare se c’era qualcuno che l’aveva visto e si mise a correre verso quel piccolo segnale; non aveva visto che qualcuno, da una finestra del castello lo stava seguendo con lo sguardo. Si diresse verso dei cespugli di vari tipi di fiori della notte che avevano tutti un colore scuro ed erano in gran parte blu scuro e li vide, i suoi compagni.
-“Eccoti! Ce ne hai messo di tempo!”- disse uno di loro.
-“Guarda che il mio turno è finito appena adesso, idiota! Ai nuovi arrivati danno più lavoro per vedere quale compito possono svolgere!”- ribatté lui irritato.
-“Piantatela di litigare! Ora dobbiamo recuperare Tydus dal Regno del Sole! Mi date sui nervi!”-
Tutti si zittirono, colui che aveva appena parlato era una delle spalle di Sayer dopo Tydus che era invece il braccio destro e l’uomo più fidato e perciò gli dovevano portare rispetto.
Il gruppo se ne andò dal giardino del palazzo per andare verso il regno solare, avrebbero dovuto usare i sotterranei come al solito, la barriera magica che separava i due regni era sorvegliato da tantissime guardie e pochissimi conoscevano i passaggi sottoterra, perciò era meglio passare per questi ultimi. Percorsero l’intero corridoio, ci misero un po’ ad arrivare alla fine; uno di loro premette un pulsante sulla parete e davanti a loro si aprì una fessura che portava all’esterno…

Regno del Sole  ore 3:00 a.m.

A quest’ora, quasi tutti gli abitanti del Regno del sole, dormivano sotto lo sfondo arancione/rosso del cielo. Coloro che non dormivano erano, probabilmente, persone che avevano il turno in queste ore piccole. Tydus non ne poteva più di quei lavori, anche se, per sua sfortuna, era costretto a fare; era appena arrivato e non sapevano ancora le sue capacità perciò gli affibbiavano molti lavori per vedere quale ruolo poteva svolgere. A causa del fatto che riusciva a fare tutto purché lavori da donne, i rappresentanti della servitù non avevano la minima idea di quale compito era più adatto a lui e gli dissero che ci dovevano pensare di più, così il suo turno finì. L’uomo tirò un sospiro di sollievo, non aspettava altro che riposare, per la maggior parte del tempo aveva trasportato cose pesanti da una stanza all’altra e aveva provato a fare il messaggero cioè riferire messaggi a persone che si trovavano in stanza, a volte, dall’altra parte dell’edificio.
Poco tempo dopo, i rappresentanti gli diedero il suo ruolo ufficiale che non si sarebbe mai aspettato: era stato nominato guardia della principessa.
-“Vedi, hai talmente tante abilità che non puoi svolgere assolutamente un ruolo da servo e date la tue capacità, abbiamo deciso che tu sarai ufficialmente la guardia del corpo della nostra Principessa”- gli dissero in fine.
Tydus all’inizio pensava di sognare, ma poi capì che era la realtà. Gli avevano assegnato un posto dove poteva seguire liberata mente la Principessa, l’obiettivo principale del suo capo. Sayer aveva una grande fiducia in lui, non era a conoscenza del motivo, ma sapeva solo che doveva essergli fedele, gli aveva salvato la vita, gliene era grato e non sapeva come ripagarlo se non essendo il suo braccio destro.
-“Ora però il suo orario durerà 24 ore su 24 quando la Principessa va fuori dal castello, solo quando è all’interno dell’edificio può concedersi quando minuto di pausa, mi ha capito signor Tydus?”-
-“Certamente”- disse prima di fare un inchino e congedarsi.
S’informò sui programmi della Principessa, fortunatamente per quel giorno se ne sarebbe stata nel palazzo tutto il giorno e aveva la possibilità di riferire al suo capo quanto era accaduto, ma prima, era meglio presentarsi cortesemente a colei che doveva proteggere, non doveva dimenticarsi le buone maniere. Si diresse verso la stanza di lei, ma la incontrò per strada. Ne rimase molto colpito, aveva dei lunghi capelli rosso tendenti un po’ al viola e degli occhi color nocciola da cui rimase attratto completamente; non trovava niente di brutto in lei, per Tydus rappresentava lo splendore in carne e ossa. Rimase impalato per un po’ di tempo finché lei non parlò.
-“Tu sei quello nuovo, vero?”- gli chiese gentilmente.
-“Si Principessa e il mio incarico è di farvi da guardia del corpo”-
-“Non è possibile! Mio padre pensa ancora che sia una bambina! Uff...”- fece un piccolo broncio che l’uomo trovò semplicemente carino.
Tydus si congedò cortesemente e se ne andò nel giardino del castello. L’intero paesaggio era colorato di rosso, ma distinse bene una luce blu che gli indicava il segnale. Si diresse verso quel bagliore assicurandosi di non essere seguito.
-“Tydus, hai finito?”-
-“Se devo dire la verità il mio orario è 24 ore su 24, ma adesso potrei anche farmi una pausa, però dobbiamo fare in fretta!”- disse sbrigativo.
Così il gruppo ritornò immediatamente nei sotterranei.

Covo sotterraneo  ore 4:15 a.m.
Un uomo dai capelli rossicci e con un enorme ciuffo davanti sedeva su una specie di trono in marmo in fondo a una grande sala color bianco sporco, sembra brami qualcosa e aspetti qualcuno.
Qualche minuto dopo arrivano i suoi uomini.
-“Auron, Tydus, allora?”-
I due uomini s’inchinano per portare rispetto al loro capo.
-“Entrambi siamo riusciti ad entrare a far parte della servitù di tutti e due i regni, Sayer”- annuncia Tydus.
-“Bene, e che è successo?”-
-“Io sono un semplice servo, il principe è molto sveglio come mi ha avvisato, capo, devo fare molta attenzione che non mi scopri”- disse Auron.
-“Fa attenzione Auron, Yusei potrebbe già averti scoperto, è furbo quel ragazzo, attacca sempre nel momento giusto, Tydus tu?”-
-“Io... ho un ruolo che non mi sarei aspettato, Sayer”-
Tutti aspettarono il continuo della frase, erano curiosi di sapere.
-“Sono la guardia del corpo del corpo della Principessa...”-
Nella sala calò il silenzio, erano tutti sorpresi che Tydus fosse arrivato immediatamente ad un così alto gradino. Sayer scoppiò a ridere malignamente.
-“Fantastico! Il Destino non poteva essere più gentile con noi! Tydus, tu devi portare da noi la piccola Aki!”-
-“Sayer dobbiamo...?”-
-“Esatto, tu ci dirai dove la Principessina vuole andare, vi tenderemo un’imboscata, farai finta di combattere per proteggerla ma non ce la farai e vi cattureremo entrambi facendo credere ad Aki che vi abbiamo messo in celle separate”-
-“Così sarà fatto, Sayer”-
-“Di conseguenza potrò impossessarmi del Regno del Sole e poi... quello della Luna”-
-“Posso sapere, signore, se non sono impudente, come fa ad essere sicuro che riusciremo a sconfiggere l’esercito lunare? Yusei Fudo... ho sentito che è un bravo combattente ed è bravo anche nel coordinare le sue truppe”-
-“Si ma voi non sapete una cosa... negli scacchi se il re viene eliminato si perde giusto?”-
Tutti annuirono.
-“Bene... io sono stato l’insegnante di scherma di Yusei”-
-“Lei signore? Lavorava come insegnante di scherma nel castello degli Fudo?”-
-“Si e pur essendo molto abile e veloce non è ancora riuscito a sconfiggermi, me ne andai via proprio quando nella notte della morte dei suoi”-
Tutti erano stupiti alla rivelazione del loro capo, conosceva la famiglia Fudo ed era stato pure l’insegnante del Principe.
-“Signore, cosa faremo quando conquisteremo tutti e due i regni?”-
-“Semplice.... conquisteremo il mondo degli umani...”-

 

*Angolo Autrice*

O.O" Sayer vuole conquistarci! >.< Dobbiamo fermarlo! Ok sto sparando cavolate ^^"
Perdonate il mio ENORME ritardo! >.< scuola di là scuola di qua.... non ne posso più... -.-
Arrivate presto! Vacanze di Natale!
Allora.... effettivamente posso ditruggere la vostra vista con quel colore ^^" così ho deciso di farlo di questo colore! (*w* quanto adoro il blu)

T-T il capitolo fa scifo..... T^T state vomitando? (tradizionale domanda per questa fic)
Ehm... come al solito:
-Ditemi errori! (IMPORTANTE)
-Accetto critiche ma non troppo pesanti, grazie
Ringrazio:
-Cristopher94
-Keily_Neko
-Jessica Fudo

 -Gattino Bianco

GRAZIE PER IL SOSTEGNO!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Incontro ***


CAP 3 – INCONTRO

Regno della Luna  ore 6 a.m.
Leo svolgeva, come al solito, i suoi doveri in quanto paggio, ma essendo un bambino, non poteva fare molto, così, ogni giorno, si ritrovava a non fare niente dalla sera alla mattina. Aveva appena consegnato dei documenti a Yusei e ora si era ritrovato disoccupato, il principe non poteva stare con lui, aveva i suoi doveri, suo padre stava preparando la cena e lui non sapeva che fare. Sbuffava in continuazione finché non raggiunse il giardino, davanti a lui si estese un grande prato di  rose della neve e della notte, il primo gruppo erano fiori resistenti al freddo e bianchi, puri come la neve, in grado di assorbire le tenebre da un qualunque essere esistente colorandosi poi di nero ed emanavano un profumo che ricordava l’inverno; il secondo gruppo, le rose della notte erano una categoria di fiori che esisteva grazie alla notte, erano piante che assorbivano la luce della luna come le piante normali facevano con il sole, i loro petali avevano il colore della notte, il blu scuro del cielo e secondo una leggenda locale, erano in grado di cambiare il carattere di una persona. Il bambino si godé quello spettacolo di madre natura e ringraziava Yusei mentalmente: il fiore preferito del Principe erano le rose, cosa presa da sua madre, per quanto aveva detto Alexander.
Continuava ad ammirare e bearsi del profumo di quei fiori finché non vide una figura avvicinarsi, cercò di guardare meglio per distinguere e poco dopo lo riconobbe, era Auron, il nuovo servo.
Appena l’uomo si accorse di essere fissato dal bambino, lo guardò male chiedendogli sfacciatamente cosa volesse, Leo distolse subito lo sguardo da lui chiedendo immediatamente scusa; Auron sbuffò chiedendo a se stesso cosa ci facesse un bambino in un palazzo come quello, certo, faceva parte della servitù, ma che utilità poteva avere un moccioso in una corte? Mah.
Se ne andò dal giardino entrando all’interno del castello. Leo fece una smorfia.
-“Che antipatico…”- disse alzandosi dal prato di rose.
Poi pensò che forse adesso Yusei poteva stare con lui, così corse verso il suo studio. Educatamente, bussò prima di entrare e lo vide sistemare alcune pile di fogli in vari cassetti.
-“Ottimo tempismo Leo, vuoi darmi una mano?”- gli chiese gentilmente Yusei.
-“Si!”- e subito si precipitò ad aiutare il ragazzo facendo attenzione a non far cadere i vari documenti.
Quando finirono, tirarono entrambi un sospiro di sollievo.
-“Ma, sinceramente Yusei, come fanno tutti quei fogli a stare in quei cassetti?”-
-“Ehm… non lo so neanch’io… saranno magici”- disse con ironia.
Dopo, a Leo gli venne in mente il famoso libro per bambini del principe e gli chiese se potevano leggerlo fino a quando la cena non sarebbe stata pronta. Il ragazzo annuì e glielo lesse.

“Tanto tempo fa… in un periodo da nessuno ricordato, vi sorgeva un regno, il Regno dei Sogni. Esso era dominato dalla pace e tranquillità, i regnanti erano saggi e giusti, i sudditi erano amichevoli l’uno con l’altro, l’economia era buona, tutto viveva nella perfetta armonia. Purtroppo, niente era eterno e un giorno, tra i sudditi scoppiò un conflitto e così una guerra civile, il re e la regina furono assassinati per far si che non intervenissero e con loro anche la loro famiglia, tranne due persone. Si trattavano dei due fidanzati destinati a salire al trono, lei era la figlia mentre lui il promesso sposo, lui riuscì a portarla in salvo ma lui fu catturato e mandato in prigione; qualcuno che però lo sosteneva lo liberò e lo fece diventare il padrone di una parte del regno che si era diviso in due. Lei invece diventò a malavoglia la regina dell’altra metà e ogni suo tentativo di andare nell’altro regno era vano. Anche lui ci provava ma ogni volta la popolazione non glielo permetteva… E fu così che nacquero il Regno della Luna e il Regno del Sole, a causa dei fondatori di questi ultimi, agli abitanti era proibito andare nel reame di cui non si faceva parte e questa legge non fu mai modificata da nessun regnante e rimase così fino a giorni nostri.”

-“E se qualcuno prova ad andare nel regno opposto?”- chiese Leo.
-“Non so, non ci ho mai provato anche se vorrei visitare il Regno del Sole”-
A Leo si illuminarono gli occhi, cosa che non prometteva niente di buono.
-“Andiamo di nascosto a visitarlo?!?!?!?!?!??!?!?!”-
La preoccupazione di Yusei diventò vera, aveva previsto che glielo avrebbe detto appena letto il suo libro, ma non poteva negare che anche lui voleva andarci.
-“Ma Leo… vedi…”-
-“Daiiiiiii”- disse facendo gli occhi da cucciolo più dolci di una tazza di cioccolato.
Yusei non sapeva se fosse si o no una buona  idea, ma la sua curiosità lo tendeva a dire di si. Alla fine prevalse la sua curiosità e annuì mentre Leo esultava per lo studio come fa un bambino a cui si è comprato un gioco.
Decisero che ci sarebbero andati la prossima notte così nel Regno Solare ci sarebbe stata meno luce.

Regno del Sole  ore 8 a.m.
Il regno si era appena svegliato e il sole stava sorgendo ritrasformando il cielo da rosso ad azzurro. La principessa era già sveglia, ma prima di svolgere i suoi doveri voleva rilassarsi un attimo nella sua serra chiacchierando un po’ con Luna.
-“Aki…”-
-“Si?”-
-“Hai mai visitato il Regno Lunare?”-
-“Oh… sinceramente no dato che, tecnicamente non si potrebbe però mi piacerebbe tanto andarci”-
A Luna vennero gli occhi dolci…
-“Ci andiamooooo?????”-
-“Ma..! Luna è proibito!”-
-“Quando mai tu hai obbedito alle leggi del regno?”- disse ridendo.
La ragazza ci pensò su ed effettivamente Luna aveva ragione.
La Principessa disse di si e disse anche che ci sarebbero andate di notte, era molto meglio, c’era meno luce.

Galleria del Monte dell’Eclissi   ore 5 p.m.
Quattro persone stavano attraversando una galleria in una montagna che univa i due regni separati. Queste quattro persone non erano niente meno che i due principi e i loro piccoli amici. Yusei e Leo erano entrati dall’entrata del Regno Lunare mentre Aki e Luna da quello del Regno Solare, era inevitabile che si sarebbero incontrati.
-“Fa attenzione Leo, qui ci sono animali non molto amichevoli”- disse Yusei alzando la guardia.
-“O-ok…”- rispose il bambino un pochino terrorizzato.
Dall’altra parte invece anche Aki e Luna cercavano di essere prudenti.
-“Aki… come mai questi monte si chiama Monte dell’Eclissi?”-
-“Penso che sia perché questo monte è l’unica cosa che unisce i due regni e cosa succede quando luna e sole si incontrano?”-
-“Ehm… beh… se la luna si mette davanti al sole c’è… un’eclissi! Quindi è da questo fenomeno che deriva il nome di questa montagna”-
-“Esatto”-
Continuarono a camminare finché purtroppo non si abbatterono in un “mostro”, una sottospecie di tritone gigante di montagna, per quanto ne sapeva la principessa, quel tipo di creature erano caratteristiche della montagna e rilasciavano un liquido alquanto irritante per gli essere umani dalla bocca, era molto meglio essere graffiati piuttosto che morsi. Aki si mise davanti all’animale e ordinò a Luna di scappare, ma la bambina si rifiutò di abbandonare la sua amica; continuarono a discutere finché il tritone non provò ad attaccare e per un soffio non sfiorò la ragazza. Luna emise un urlo tanto forte che Yusei e Leo lo sentirono e allarmati corsero verso quella richiesta di aiuto e trovarono una ragazza ferita sul braccio vestita elegantemente come se appartenesse anche lei alla famiglia reale. L’animale non aveva notato i ragazzi e tornò all’attacco verso Aki che però indietreggiando si ritrovò con le spalle al muro e pensava che l’avrebbe morsa presto, ma Yusei non esitò un attimo e sfoderando la spada balzò davanti alla principessa e combatté contro l’animale che tentava di morderlo. Il ragazzo non si arrese e dopo averlo schivato un paio di volte andò al contrattacco provando a infilzarlo con la spada, l’animale gli andò incontro per saltargli addosso ma finì sull’arma con cui il ragazzo lo scaraventò al muro, intanto Luna corse immediatamente da Aki e fu seguita da Leo che guardò il taglio che la ragazza di era procurata e pronunciò un Oh no…  Yusei si accorse che dopo aver scaraventato al muro l’animale si era indebolito e ne approfittò per coglierlo impreparato e infilzarlo con la spada poi si sentì chiamare.
-“Yusei è grave! Vieni qui presto!”-
Il ragazzo accorse subito e vide il graffio di Aki e non fu felice di vederlo, un po’ della bava del tritone era caduta sulla ferita, se non agivano subito il veleno della saliva sarebbe entrato del tutto nel corpo e se avesse raggiunto il cuore la fanciulla davanti a lui sarebbe morta.
-“Leo, passami la borraccia!”- disse mentre tirava fuori qualcosa dalla sua cintura in cui teneva erbe medicinali nel caso ce ne fosse bisogno, Leo si graffiava spesso.
Il ragazzo prima bagnò la ferita di Aki poi in fretta triturò una foglia di una pianta curatrice tipica del regno lunare e il ricavato lo spalmò sul braccio della ragazza che ansimò al tocco.
-“Si lo so, brucia un po’, ma è l’unico modo per salvarti adesso”-
Dopo aver spalmato i residui di foglia, coprì la ferita con lo stesso tipo di foglia usandoli come fascia per coprire la sostanza e alla fine fasciò il tutto con bende.
-“Ora va meglio?”- chiese gentilmente aiutandola ad alzarsi.
-“Si grazie, brucia un po’”- rispose Aki massaggiandosi delicatamente il braccio.
-“E’ perché i residui i foglia che ti ho messo bruciano i batteri della saliva di quell’animale”-
-“Capisco, grazie infinite, posso sapere chi è il mio salvatore?”- chiese.
-“Mi chiamo Yusei Fudo”-
-“Io sono Aki Izayoi”-
-“E lui/lei è il/la principe/principessa del Regno della Luna/Sole”- dissero in coro i bambini.
Qualche secondo dopo dalla bocca di tutti uscì un COSA?!?!?!?!? .
-“Ah è vero, la famiglia Izayoi è adesso sul trono del regno solare, me l’ero dimenticato”- disse Yusei.
-“Ma quindi tu sei… il Principe Yusei del regno Lunare?”-
Il ragazzo annuì poi osservarono Luna e Leo e notarono la grandissima somiglianza tra quei due, erano due gocce d’acqua, quasi quasi pensarono che fossero gemelli separati alla nascita.
-“Caspita… ma non siete fratelli? Non può essere una semplice coincidenza…”-
I due si guardarono meglio ed effettivamente notarono la loro somiglianza.
-“Comunque, cosa ci fate voi in un posto del genere?”- chiese Yusei.
-“Volevamo solo visitare il Regno Lunare…”-
-“Fooorte, Yusei hanno avuto la nostra stessa idea!”-
-“Eh? Volete vedere il Regno Solare?”-
Leo annuì.
-“Allora… prima le donne… Leo facciamo da guida alla presenti fanciulle per il nostro regno”- disse sorridendo a Leo tenendo, però, lo sguardo fisso su Aki che lo fissava imbarazzata.

Regno Lunare  ore 6:15 p.m.
I ragazzi guardavano sorridendo le ragazze che ammiravano quell’oscuro regno avvolto da un’atmosfera misteriosa e allo stesso tempo attraente, Yusei e Leo le accompagnavano nei posti più belli cercando di fare in fretta, entrambi i principi dovevano tornare presto verso i loro palazzi, altrimenti le guardie si sarebbero accorte della loro assenza.
Il posto che le ragazze preferirono era in riva al lago vicino al castello, si estendeva una prateria piena di rose della notte e della neve e il tutto era anche decorato con il riflesso della luna sulle acque del lago. Mentre Leo e Luna giovano insieme, i due principi si ritrovarono da soli, lei continuava ad ammirare le rose invece lui la guardava incantato.
-“Le piacciono le rose?”-
-“Oh si, ma la prego mi dia del tu”-
-“Stessa cosa vale per te”-
-“Queste sono le famose rose della neve e della notte?”- disse sorridendo.
-“Si, anche a me piacciono questi fiori, piacevano… a mia madre…”- disse con tono malinconico.
-“Yusei… sei orfano giusto?”-
-“Si…”-
-“Scusami non volevo toccare una nota dolente… mi.. mi dispiace”-
-“Tranquilla… ormai… ci sono abituato.. ma ho sempre Leo e suo padre adottivo, il cuoco di corte, sono gli unici che considero la mia famiglia…”-
Aki riuscì a intravedere oltre quel muro di freddezza del ragazzo la malinconia che provava, i sentimenti che lo stavano corrodendo dentro, pensò che se non fosse stato per la morte dei suoi genitori sarebbe stato un po’ più aperto con le persone, aveva sentito della sua freddezza nei pettegolezzi di corte, dicevano che era un bel ragazzo con un carattere più freddo del ghiaccio stesso. Era proprio un bravo ragazzo e l’aveva dimostrato salvandola pur non sapendo chi fosse.
-“Ho sentito… che riesci a governare il tuo regno da solo”-
-“Così sembra… sarà perché sono più attento con i traditori”-
-“Yusei… te la posso fare una domanda…?”-
Il ragazzo la guardò annuendo.
-“Ti ricordi ancora cos’è l’amore?”-
Per la prima volta, Yusei distolse lo sguardo arrossendo un po’, anche se era una domanda che era sempre stata nella sua mente, ma stranamente fu preso alla sprovvista, pensò che fosse a causa del fatto che glielo aveva chiesto Aki.
-“Io… l’ho dimenticato…”- rispose con un filo di voce.
La ragazza lo guardò ancora una volta poi si alzò.
-“Forse è meglio se torniamo al nostro regno… potrebbero scoprire la nostra assenza”-
-“Buona idea, Leo, torna al palazzo e dì che sono uscito per farmi un giro”-
-“E tu cosa farai?”-
-“Accompagnerò le signorine, non vorrei che succedesse qualcosa di nuovo”-
-“Ok!”- disse e salutando Luna, se ne andò.
-“Vogliamo andare, milady?”- disse tendendo la mano ad Aki per aiutarla ad alzarsi.
La principessa accettò sorridendo l’aiuto e si avviarono per tornare a casa. 

**Angolino tutto mio e soltanto mio**
AAARG!!! Sono in SUPER ritardo! >.< scusatemi ma la scuola è la scuola e purtroppo non posso farci niente... (-.- fottuta scuola)
Bene ehm... scusate anche per il capitoletto ch emi sembra corto!
Ma passiamo al dunque, anzi ai ringraziamenti:
-Gattino Bianco
-Camelopardus
-roby626
-Keily_Neko

GRAZIE PER IL SOSTEGNO T^T 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Affronto ***


Regno del Sole  ore 6:45 p.m.
Le ragazze erano tornate al palazzo e per loro fortuna nessuno si era accorto della loro assenza, a parte uno che si stava maledicendo mentalmente mentre si dirigeva dalla principessa.
-“Principessa Aki…”-
-“Posso fare qualcosa per te, Tydus?”- chiese la ragazza.
-“E’ fortunata, nessuno ha notato la sua assenza eccetto il sottoscritto…”-
-“Oh… ehm… Scusa Tydus, ma volevo farmi un giretto!”- disse facendo un faccino dolce, a cui Tydus per poco non arrossì.
-“Ma Principessa… se le accade qualcosa, mi prenderò responsabilità, in fin dei conti sono la sua guardia del corpo”-
-“Ehm… sì però… Dai, questa è solo l’ultima volta ok?”- disse con gli occhi da cucciolo.
-“E sia…”- rispose imbarazzato e distogliendo lo sguardo da lei, leggermente rosso in viso.
-“Grazie, grazie, grazie”- disse sorridendo e correndo via.
L’uomo pensò che se continuasse ad arrossire era perché si era innamorato della Principessa eppure doveva anche farci un doppiogioco, farle credere di essere dalla sua parte quando invece era contro. Era un ordine di Sayer e non poteva disubbidire nonostante fosse leggermente contrario, ma quello che diceva il suo superiore doveva farlo e basta.
Intanto, la ragazza si stava dirigendo da Luna per dirle qualcosa.
-“Luna, dobbiamo tornare lì, voglio rincontrare Yusei!”-
-“Ma Aki! Ho sentito che Tydus se n’è accorto! E comunque non ti preoccupare io e Leo abbiamo ingaggiato un messaggero!”- disse facendo l’occhiolino.
Luna mostrò alla principessa un piccolo e tenero animale, era una piccola volpe dal manto castano con una macchia sulla punta della coda color crema ed era talmente piccolo da sembrare un topolino visto da lontano; Aveva teneri occhietti neri e una pelliccia morbida come lana, cotone e seta messi assieme.
-“Che piccolo!”- disse Aki prendendolo tra le mani delicatamente.
-“Si chiama Foxy, è venuto Leo a mostrarmelo, ha detto che sarà lui a consegnare i nostri messaggi a loro”-
-“Bene, così non dovremo essere obbligate ad andare fino a quella montagna”-

Regno della Luna  ore 8:00 p.m.
Yusei era appena tornato da una riunione con i ministri ed era sollevato che fosse durata poco, non sopportava tutti i ricevimenti, ma era costretto dato che servivano comunque per il bene del regno e del popolo. Ormai era ormai sera inoltrata e si vedeva la luce della luna splendere un po’ meno forte, il principe si avviò verso il giardino e si godé lo spettacolo delle sue rose della neve e della notte. Si avvicinò e accarezzò una rosa della notte, tra i due generi era quella che preferiva di più, poi i suoi pensieri si rivolsero ad Aki e la sua mente si riempì di un luminoso ricordo. Pensò al suo sorriso, dolce e sincero allo stesso tempo, ai suoi occhi, color nocciola, al suo corpo perfetto e al suo carattere. Ne aveva incontrate molte di ragazze della sua età, figlie di nobili, ma lei era la prima in cui aveva trovato un qualcosa di diverso.
Continuò a pensare a lei con un sorriso stampato in volto finché non fece un fischio; per un attimo tutto sembrò tranquillo, poi un ruggito ruppe il silenzio e dal cielo un maestoso drago argenteo e luminoso volava in picchiata verso il giardino. La creatura si fermò prima di toccare terra e atterrò piano sul prato di rose mentre Yusei gli si avvicinava per accarezzargli delicatamente il muso.
-“Come va, Stardust Dragon?”- disse sorridendo e continuandolo ad accarezzare.
Il drago rispose con un dolce grugnito mentre Yusei gli salì in groppa e il rettile sbatté le ali per poi alzarsi in volo. Quando acquistarono abbastanza quota, il drago tornò a movimenti abbastanza orizzontali e paralleli al terreno mentre il principe si godeva il panorama del suo regno. Si ricordava quando, da piccolo, quei giri li faceva con sua madre o con suo padre e con entrambi si divertiva, aveva nostalgia di quei momenti che non avrebbe più avuto.
Volarono intorno al reame finché non arrivarono al confine segnato dal Monte dell’Eclissi, indugiarono molto prima di avvicinarsi, anzi, Yusei indugiò molto prima di decidere di atterrare lì, non voleva essere assalito dalla voglia di andare da lei. Il ragazzo stette a osservare l’entrata della galleria finché non vide uscire da essa una figura molto famigliare.
-“Leo! Cosa ci fai qui?! Ti ho detto che è pericoloso!”- gli andò in contro Yusei con sguardo di rimprovero dopo aver fatto atterrare il drago.
-“Tranquillo Yusei! Era per un valido motivo!”- rispose mostrandogli una piccola volpe.
-“E questo…?”-
-“Aki è stata scoperta dalla sua guardia del corpo, ma ha sistemato la faccenda e nessuno verrà a saperlo, mentre io e Luna abbiamo escogitato qualcosa con cui potervi ‘parlare’; questo è Foxy! Il nostro piccolo amico che farà da postino tra noi e le ragazze”- disse fiero Leo accarezzando il piccolo essere.
Yusei sorrise ringraziandolo e si complimentò con lui per la grandiosa idea.
-“Ma… Foxy… non corre rischi dentro la grotta?”- chiese.
-“No! E’ un fulmine! E poi è molto furbo, per non farsi vedere dai nemici passa nelle zone buie”-
Il ragazzo accarezzò l’esserino complimentandosi della sua furbizia poi però si accorse di un particolare.
-“Un momento… Aki ha una guardia del corpo?”- disse stranamente con una fitta di gelosia di cui non capiva il motivo.
-“Beh sembra di sì, anche se da poco, penso che sia proprio quando quell’antipatico di Auron è entrato in servitù”-
Se a Leo sembrava una semplice coincidenza per il Principe non l’era, non pensava che fosse solo una casualità che nello stesso tempo due servi nuovi erano entrati nella servitù di entrambi i regni; i suoi sospetti cominciavano a essere fondati. Auron e quella guardia del corpo di Aki potevano essere infiltrati e membri del movimento ribelle di cui tanto sospettava.
-“Yusei a che pensi?”-
-“Eh? Ah, no niente… torniamo a casa?”-
-“Ok!”-
Yusei e Leo tornarono a palazzo con Stardust Dragon, ma il ragazzo, appena arrivato, venne immediatamente avvertito di un’altra riunione con i ministri così dovette lasciare il suo piccolo amico e il suo drago per dirigersi nella sala sbuffando scocciato; le odiava proprio queste cose.
Dal canto suo, il bambino era abituato a doversi separare dal Principe in questo modo, in fondo era suo dovere e lui non poteva fare altro che accettarlo; portò il drago nel giardino per poi giocarci un po’, poi lo lasciò andare. Sospirò, si annoiava come al solito e li a palazzo non c’erano bambini al di fuori di lui, se non fosse per Yusei si sarebbe sentito solo e la cosa lo rendeva triste.
La riunione durò troppo per il ragazzo, erano passate ormai due ore e mezza e quel parlare e cinguettare dei ministri lo stava stressando così ricorse a un’infallibile metodo per salvarsi da quell’agonia. Cominciò ad assumere unaria stanca, portò le mani a massaggiarsi le tempie e sospirò pesantemente fino a quando uno dei ministri se ne accorse.
-“Principe si sente bene?”-
-“Sì, non preoccupatevi…”-fece un altro sospiro -“Sono solo un po’ stanco”-
-“Forse ha lavorato troppo, dovrebbe concedersi una pausa, se vuole, continuiamo noi e poi le riferiremo quanto avremo deciso”-
-“Vi ringrazio per le vostre preoccupazioni, ma posso farcela”-
Le persone di fronte a lui insistettero così finse di non avere altra scelta, abbandonò la sala con un sorriso furbetto sul volto e andò a cercare Leo, gli dispiaceva lasciarlo solo ogni volta. Lo trovò nel giardino delle rose, si avvicinò a lui inginocchiandosi e accarezzò la testa chiedendogli se stava bene. Il bambino gli si rivolse con un sorriso dicendo se avesse finito e lui disse di si poi arrivò una guardia a informarlo di una cosa.
-“Scusi il disturbo Principe, ma i ministri le sono grati di quanto stia facendo per il regno e sono ammirati delle sue capacità di guidare un regno da solo e hanno pensato di concederle un giorno di riposo senza impegni né altro”-
-“Ma veramente io…”-
-“Così hanno detto i ministri, ultimamente lei appare molto stanco e stressato così hanno pensato di darle un po’ di riposo”-
La guardia se ne andò lasciando sbigottiti sia il ragazzo sia il bambino, prima d’oggi il Consiglio dei Ministri non aveva mai fatto una cosa del genere e ciò lasciava un po’ stupiti i due.
-“Che strano… non l’avevano mai fatto…”-
-“Già, però non lo trovi vantaggioso? Finalmente sei libero tutto il giorno! Quindi…”- Leo stava facendo gli occhi dolci.
-“Ok, ok ho capito cosa vuoi, dov’è Foxy?”-
-“Qui!”- esclamò il bambino dalla cui spalla spuntò fuori il musetto del volpino.
Il principe scrisse un messaggio e lo mise nel collare dell’animaletto che subito corse a una velocità inaudita per un essere piccolo come lui verso il Monte dell’Eclissi.

Regno del Sole  ore 10:45 p.m.
Il regno era entrato tra le braccia di Morfeo, ma qualcuno era ancora sveglio. La Principessa non si era ancora addormentata, pensava a qualcuno, quel ragazzo, il Principe del Regno della Luna, Yusei.
Era come se aspettasse qualcosa, come se voleva che accadesse qualcosa d’inaspettato ma bello e così fu.
Si sentì leccare la nuca e delle zampine morbide le si strusciavano contro, si girò nel letto, vide il piccolo Foxy con un messaggio nel collare e una forza sovrannaturale la fece scattare in piedi curiosissima di leggere quello che c’era scritto. Allungò la mano tremolante prendendo piano il bigliettino dal collare, poi sempre con delicatezza da operazione al cuore o cervello, lo aprì e per poco non si mise a urlare dalla felicità. In punta di piedi, percorse il castello finché non arrivò nella stanza dove dormiva Luna, la scosse leggermente per farla svegliare e la bambina rispose con un mugolio.
-“Hmh…che c’è Aki…?”- rispose la piccola con voce da chi è appena svegliato.
-“Dai, alzati, Yusei e Leo ci hanno mandato un messaggio!”- disse a bassa voce per non farsi sentire da altre persone se non Luna.
Al sentire i due nomi, sgranò gli occhi e velocemente si alzò chiedendo cosa dicesse, Aki lesse piano il contenuto del messaggio.

“Alla bellissima Principessa Aki e alla graziosa Luna,
 spero vivamente di non avervi disturbato durante il vostro sonno, ma vorremmo avvisarvi della nostra possibilità d’incontro nel vostro Regno, sempre che sia possibile. Attendiamo una vostra risposta.

 Principe Yusei e Leo.”

Esultarono entrambe, ovviamente in silenzio, scrissero immediatamente una risposta e il biglietto lo misero al collo di Foxy che subito corse via.
Le ragazze uscirono dal castello silenziosamente e presero un cavallo su cui salirono e si diressero verso l’ingresso della galleria che portava all’altro regno.

Regno della Luna   ore 10:55 p.m.
 Yusei e Leo aspettarono l’arrivo della risposta e intanto si erano diretti verso la galleria con Mistral, il cavallo nero di Yusei, la cui particolarità era che la sua criniera era nera con qualche sfumatura di blu.
Aspettarono qualche minuto prima di intravedere una piccola figura avvicinarsi a loro molto velocemente, la riconobbero subito, era Foxy con un messaggio da parte delle ragazze.
-“E’ proprio veloce!”- fu il commento di Yusei.
Leo lo prese tra le mani delicatamente e mostrò al ragazzo che aveva un biglietto sul collare che il principe prese e lesse.

“All’impavido Principe Yusei e all’energico Leo,
non preoccupatevi del disturbo, anzi, siamo davvero felici che voi possiate venire nel nostro Regno, vi attenderemo all’ingresso della galleria. Siate prudenti.

Principessa Aki e Luna.”

-“Fantastico! Andiamo nel Regno del Sole!”- esclamò Leo.
-“Già…”- disse il ragazzo quasi fosse un sospiro mentre la sua mente si riempiva del ricordo del sorriso di quella fanciulla che tanto l’attirava.
Leo lo guardò confuso chiamandolo un attimo e, come risvegliatosi da un sogno, Yusei tornò alla realtà sgranando un attimo gli occhi e spostando lo sguardo sul faccino del bambino.
-“Regno della Luna chiama Yusei! Ehyyyy!”- lo chiamò ancora.
Il Principe si svegliò definitivamente dai suoi pensieri e balbettò qualcosa rassicurando, anche se con scarso successo, Leo che continuava a guardarlo disorientato da quella strana reazione, ma poi se ne dimenticò, per fortuna di Yusei, che lo prese ai fianchi e lo caricò sul cavallo, poi salì anche lui e si avviarono alla volta dell’altro regno.

Regno del Sole  ore 11:05 p.m.
Le ragazze aspettavano davanti all’ingresso, una seduta su una roccia e l’altra sulla cavalla, l’animale si chiamava Melody, alla Principessa il suo nitrire suonava come una melodia, ecco perché l’aveva chiamata con quel nome. Aspettavano con ansia i due ragazzi, ogni tanto si domandavano se fosse successo qualcosa, ma poi pensavano che erano in gamba se la sarebbero sicuramente cavata con i pericoli dentro quel tunnel.
Finalmente sentirono qualcosa proveniente dal passaggio, ma non erano passi, erano ‘passi’ da animale, tipo un cavallo e infatti uno stallone nero con sfumature blu sulla criniera si avvicinava a tutta velocità e pian piano si delinearono le figure di Yusei e Leo. Le due si misero in piedi dai loro posti e aspettarono che si avvicinassero di più, poi, appena i due scesero dal cavallo, le ragazze corsero in contro a loro, Luna abbracciò, quasi soffocandolo, la sua fotocopia versione maschile mentre Aki si avvicinò a Yusei, il quale, dopo aver accarezzato il muso di Mistral, fece un piccolo inchino e fece il baciamano alla principessa. Entrambi non poterono negare che al gesto furono percorsi da un brivido lungo la schiena.
-“E’ bello rivedervi…Principessa Aki…”- sussurrò con una tale dolcezza che pure lui stesso non ne capiva né motivo né origine.
-“Anche per me Principe Yusei”- rispose attratta da quegli occhi blu, freddi come il ghiaccio eppure così magnetici e profondi in cui la ragazza si perdeva.
-“Se non ricordo male, abbiamo detto ‘niente formalismi’”- disse lui piano quasi gli mancasse aria.
-“Giusto”- rispose sorridendo.
Rimasero un po’ a guardarsi negli occhi e a sorridersi come non avevano mai fatto prima. Leo e Luna li osservavano, una aveva gli occhi sognanti, l’altro era totalmente disorientato. La bambina era felice per l’amica, aveva finalmente trovato il ragazzo giusto, ma la sfortuna voleva che fosse proprio il Principe dell’altro Regno e come tutti sapevano, Regno della Luna e Regno del Sole non andavano molto d’accordo tra di loro, però i principi attuali si erano incontrati e questo era un avvenimento che non si poteva trascurare.
Leo rivolse un attimo lo sguardo verso il sole arancione, ma si pentì subito del gesto, infatti, si ritrovò a chiudere gli occhi e girarsi da un’altra parte come se la stella lo avesse accecato.
-“Ah! C’è troppa luce!”- esclamò cercando di riprendersi.
Yusei si girò un attimo e dovette socchiudere gli occhi e mettersi una mano davanti.
-“Non siamo abituati a così tanta luce, Leo, è normale che ti dia fastidio”-
Yusei prese da alcune borse appese sulla sella del cavallo degli occhiali neri e li porse al piccolo amico che li prese e li indossò. Luna chiese cosa fossero e il ragazzo rispose che appartenevano agli umani e si chiamavano “occhiali da sole” proprio per proteggersi gli occhi dalla troppa luminosità o per i raggi ultravioletti o semplicemente per moda.
Il bambino rivolse lo sguardo al sole e sorrise esclamando che riusciva a vederci anche senza bisogno di coprirsi, Yusei cercava di abituarsi senza usarli, anche se gli era un po’ difficile.
Cominciarono il”tour” del Regno del Sole, ma a differenza dell’altra volta nel Regno Lunare, stavolta avevano più tempo per godersi quei momenti insieme, i bambini giocavano beatamente tra di loro su Melody, andavano molto d’accordo, mentre i due principi, in sella a Mistral, parlavano come se fossero amici da chissà quanto tempo, erano in completa sintonia, ma il ragazzo sembrava ancora dare cenno della sua freddezza.
-“Ehm… Yusei…”- cominciò la ragazza abbassando un attimo lo sguardo mentre lui la guardava aspettando il continuo della frase.
-“La domanda dell’altra volta…Quella un po’… diretta…”- continuò.
Il Principe si ricordò subito di quella domanda forse un pochino diretta, ma probabilmente la ragazza aveva i suoi motivi.
-“Ecco io…Non volevo essere così…Esplicita…E’ che… io voglio un mondo di bene ai miei genitori…e pensare che qualcuno li abbia persi…m’induce a pensare che quella persona possa aver dimenticato come si ama…ecco…”- balbettò incerto se stesse dire questa cosa fosse sì o no una buona idea.
Lui le sorrise dicendole che non faceva niente e che in qualche modo la capiva, anche lui amava i suoi genitori e lo avrebbe fatto fino alla fine dei suoi giorni. Anche lei sorrise essendosi tolta il peso della domanda troppo diretta e continuarono a parlare mentre i piccoli stavano davanti a loro intenti a rincorrersi.
Arrivarono nei pressi di un fiume dall’acqua cristallina all’interno di una foresta verde, era un paesaggio naturale, dove l’uomo poteva stare in completa sintonia con la natura, la fauna e la flora. Andando più avanti si presentava un paesaggio sempre più roccioso ma non troppo e il dislivello del terreno creava delle piccole cascate che combinate con la luce del Sole, creavano piccoli arcobaleni che davano un’atmosfera magica.
-“Questa è la Foresta degli Arcobaleni”- spiegò Aki.
Disse che si chiamava così proprio per via degli arcobaleni che si creavano e che non sparivano mai e che secondo una leggenda, lì, gli ultimi Eredi destinati al trono del Regno dei Sogni si fossero dichiarati il loro amore eterno poco prima che le insorgenze del popolo non li divise dal loro destino infranto.
I ragazzi del Regno Lunare erano affascinati da quello spettacolo di madre natura e non staccavano gli occhi di dosso dalle cascate e dagli arcobaleni che si formavano di continuo. Era come se essi, appena ne spariva uno, dovevano subito farne ricomparire un altro per mantenere l’equilibrio di quel luogo.
Yusei si avvicinò alle rive del fiume e assaggiò l’acqua di cui rimase stupito per la sensazione di purezza che c’era nel liquido. Si fece sfuggire un Che buona… dalla bocca e, sotto il sorriso di Aki, non esitò a chiamare Mistral e Leo per far assaggiare loro quell’acqua.
-“Wow! E’ buonissima!”- esclamò il bambino prendendone un altro sorso con le mani, a momenti buttava direttamente la faccia dentro al fiume, ma poi andò verso Luna e iniziarono a giocare, quei due non si stancavano mai.
Aki si sedette vicino al letto del fiume e alle piccole cascate e Yusei si mise affianco a lei.
 La conversazione cominciò parlando del più e del meno, ma poi cadde sul personale.
-“Ehm…Yusei…sei già promesso sposo a…qualcuno…?”- balbettò.
-“No per fortuna…Sono io che decido quando e con chi mi sposo, tu invece?”-
-“Uff…Anch’io vorrei avere la possibilità di scegliere…quelli che mi propone mio padre sono tutti interessati al potere alla ricchezza…non ce n’è nemmeno uno di normale”- disse seccata pensando.
-“Quindi sei già…?”-
-“Promessa sposa? Secondo mio padre lo sono, ma non mi sposerò mai con un uomo che non amo! Fosse anche povero ma devo amarlo”- disse con orgoglio.
Yusei sorrise ancora, era proprio diversa dalle altre nobili che lui aveva incontrato alle poche manifestazioni che si svolgevano nel suo castello. Lei gli chiese se c’era qualcosa che non andava poiché continuava a fissarla.
-“Sei…come dire…Rispetto alle altre ragazze nobili, sei diversa, hai un modo tutto tuo cioè… voglio dire…”- per la prima volta non sapeva esprimersi correttamente.
-“Fammi indovinare…Le altre sono tutte oche, bambole e fissate con i pettegolezzi?”- disse con una tranquillità del tutto naturale, odiava quelle…ochette.
-“Vedo che anche tu hai certe persone a corte…”-
-“Uff…Quelle là mi snobbano dicendomi di essere la principessa meno principesca che sia mai esistita”- sbuffò quasi come una bambina.
Quanto si sbagliano… si disse il ragazzo e le rispose che lui la pensava diversamente, ricevendo un’occhiata confusa da lei.
-“Onestamente penso che tu sia la principessa più bella e aggraziata che abbia mai incontrato”- disse con punta d’imbarazzo.
Lei non poté fare a meno di arrossire, cosa che le risultò molto strana, molti ragazzi le facevano dei complimenti, ma stranamente lui faceva un certo effetto. Sorrise, ma uno “Splash” interruppe i due.
Videro Luna ridere a crepapelle e Leo spuntare dall’acqua del fiume e mormorare qualcosa del tipo “accidenti”, “ops” ecc… Yusei si alzò e lo aiutò a tornare su terra ferma chiedendogli cosa fosse successo; il bambino, bagnato fradicio e gocciolante, rispose che era inciampato su un sasso e che aveva fatto un volo talmente lungo che si era ritrovato in acqua. Il ragazzo sospirò notando che effettivamente, il bambino aveva una piccola ferita sulla caviglia, probabilmente dovuto al sasso su cui era inciampato, da cui usciva sangue e non aveva intenzione di coagulare. Lavò un attimo il taglietto e ci mise su un cerotto poi il piccolo tornò a giocare mentre il Principe gli urlava di fare attenzione.
Aki si riavvicinò a lui chiedendogli se voleva molto bene a Leo.
-“Si…è uno dei pochi che considero come famigliari”-
-“Come uno dei pochi?”-
Il ragazzo si mise a raccontare un po’ del grosso cambiamento che ebbe dopo la morte dei suoi genitori, ammise di esser diventato freddo e diffidente con qualsiasi persona tranne due, il suo piccolo amico e il cuoco, nonché padre adottivo del bambino. Lei lo ascoltava in silenzio capendo di non poter mai essere in grado di comprendere quello che aveva provato lui in quei duri momenti, però la cosa che non aveva notato molto era quella freddezza di cui parlava, si era sempre mostrato gentile e mai distante.
-“Però…né con me né con Luna ti comporti freddamente…”- pensò a voce alta lei.
Yusei arrossì involontariamente e per motivi a lui ignoti rispondendo che non sapeva, non capiva perché con loro era così.
Purtroppo quel momento di serenità tra i due venne per l’ennesima volta interrotta, ma stavolta era qualcosa di un po’ più grave. Non sapevano che per tutto il tempo erano stati spiati da una certa persona che li osservava con rabbia e gelosia, specialmente guardava male il ragazzo, si diceva mentalmente che la Principessa era sua e di nessun altro. Era da un po’ che continuava a spiarli, ma poi si era stancato e aveva deciso di farla pagare a quel principe da quattro soldi.
Yusei, con il suo intuito, avvertì l’imminente pericolo e si alzò immediatamente. Lei è mia! Sentì urlare alle sue spalle prima di sfoderare la spada, girarsi e parare il colpo che stava per subire portando l’arma poco sopra la sua testa potendo vedere chi l’aveva attaccato. Era un uomo con un mantello il cui cappuccio gli ricopriva il volto non potendo vederlo in faccia, cosa che trovò strana dopo quell’affermazione su Aki, ma cercò di perdersi nei suoi pensieri il meno possibile e concentrarsi, piuttosto, sul combattimento, quello strano tipo non gli dava tregua.
Dal canto suo, Aki si era subito allontanata dai due combattenti per non creare fastidi e andò dritta dai bambini che appena sentirono quell’urlo, smisero immediatamente di giocare osservando la scena. La ragazza era preoccupata per il suo amico, il suo sfidante colpiva forte e il Principe non voleva far del male a un suddito che poi non era neanche del suo regno, forse. Il silenzio della notte era riempito dal rumore di spade che si colpivano a vicenda, i due sfidanti si guardavano, il ragazzo era quasi confuso non capendo il motivo di quell’attacco improvviso, mentre l’incappucciato lo guardava malissimo, anche se non si vedeva perché il suo volto non era proprio visibile, ma il giovane erede lunare si sentiva addosso uno sguardo pesante e minaccioso.
Yusei si difendeva a stento, fu costretto a contrattaccare, cosa che però non gli venne difficile, parò un paio di colpi per poi fare affondi, botte e risposte fino a ferirlo leggermente al braccio e disarmarlo. L’uomo indietreggiò seccato, sussurrando qualcosa a se stesso e poi correndo via dalla parte opposta rispetto al Principe sparendo nella vegetazione.
Sospirò mentre era raggiunto dai suoi amici che gli chiedevano se stava bene.
-“Yusei stai bene?”-
-“Tranquilli non mi sono fatto niente”-
In qualche modo, la sua mente riuscì a trovare qualche dubbio su quello sconosciuto, il suo stile di combattimento gli ricordava qualcosa o, per meglio dire, qualcuno che aveva conosciuto in passato, ma di cui non aveva più ricordo.

*Angolo Autrice*
Ehm.... Saaaalve a tutti... Mi ripresento dopo chissà quanto tempo dall'ultimo capitolo di questa ff
>.<  chiedo perdono! Susate il mio ritardo!
Spero che il capitolo vi piaccia!
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito

Yukiko_Suzuki 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=861949