Occhi color smeraldo mi trafiggono l'anima.

di deb_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamenti imminenti ***
Capitolo 2: *** Al passato non si sfugge. ***
Capitolo 3: *** Amore che riaffiora ***
Capitolo 4: *** Baci rubati al passare del tempo. ***
Capitolo 5: *** Dubbi incolmabili ***
Capitolo 6: *** Sogni ricorrenti ***
Capitolo 7: *** Segreti distruttori ***
Capitolo 8: *** Delusioni incessanti ***
Capitolo 9: *** Amari ricordi. ***
Capitolo 10: *** Scelte precipitose. ***
Capitolo 11: *** Paradossali errori. ***
Capitolo 12: *** Emozioni incontrollate. ***
Capitolo 13: *** Eventi imprevedibili. ***
Capitolo 14: *** Dolenti spiegazioni. ***
Capitolo 15: *** Illusioni persistenti. ***
Capitolo 16: *** Sofferenze laceranti. ***
Capitolo 17: *** Straziante solitudine. ***
Capitolo 18: *** Lancinanti paure. ***
Capitolo 19: *** Non tutto il male vien per nuocere. ***
Capitolo 20: *** Magiche sensazioni. ***



Capitolo 1
*** Cambiamenti imminenti ***


Cambiamenti imminenti.

<< Gwen.. Gwen ma mi stai ascoltando? >>

Sua madre continuava a chiamarla, ma Gwen stava navigando tra i pensieri della sua mente, ancora non era riuscita ad assimilare quello che poco prima suo padre le aveva riferito. Per lei era un trauma, non voleva fare ritorno in quella cittadina tanto odiata da lei. Qui si era fatta molti amici, non erano gran ché ma poteva almeno considerarli tali, qui si era costruita una vita sociale e non voleva sostituirla con la città che due anni fa l’aveva fatta soffrire. Qui la gente era cordiale con lei, tutti la salutavano quando la scorgevano  per le strade, a scuola andava tutto a gonfie vele ed era anche abbastanza popolare.

<< Gwen >> la richiamò suo padre.

<< Si? >> rispose lei.

<< So che è molto difficile per te lasciare tutto, ma questa è l’unica soluzione. Li ho trovato un lavoro importante e con tutti i soldi che guadagnerò potrò risolvere tutti i nostri problemi finanziari, quindi per favore piccola mia, cerca di sostenermi, ho bisogno anche del tuo appoggio e vederti triste non mi aiuterà di certo >>

Suo padre continuava a parlare ma lei non riusciva a stargli dietro, i troppi pensieri la confondevano ma nonostante ciò abbozzò un sorriso per far capire al padre la sua approvazione. Avrebbe fatto di tutto per renderlo felice e sapeva benissimo che quest’ultimo si stava sacrificando per mantenere la sua famiglia in ottime condizioni.

<< Papà, tranquillo. Mi fa piacere che tu abbia trovato questo lavoro, io posso tranquillamente farmi altri amici li invece tu non puoi trovare lavoro migliore di questo >> Disse sorridendo Gwen.

 

 

La mattina era già tutto pronto per la partenza, la città in cui si sarebbero trasferiti distanziava da quella attuale 2 orette, quindi appena finito di fare colazione e sistemato tutti gli scatoloni nel camion che li avrebbe portati a destinazione, s’incamminarono.

Gwen aveva salutato tutti i suoi amici la sera prima, le avevano organizzato una festa d’addio e lei ne fu molto felice. Si ripromisero tutti che si sarebbero sentiti e magari un giorno anche rivisti.

Appoggiò la sua testa sul finestrino e cominciò ad ascoltare musica attraverso gli auricolari, ma poco dopo si addormentò.

<< Tesoro, siamo arrivati >> Affermò Merie, sua madre.

Piano piano aprì gli occhi e cominciò ad ammirare tutto ciò che la circondava. Questo quartiere doveva essere uno dei più belli e sofisticati del suo paesino, non ricordava di averlo visto quando stesse li. Scese dalla macchina e vide l’incredibile villa che era d’innanzi a lei.

<< Wow >> Esclamò

Suo padre accennò un sorriso, sapeva che sarebbe piaciuta alla sua amata figlia.  Prima ad ora non avevano mai vissuto in una casa del genere, si erano trasferiti due volte ma come dimore avevano sempre avuto dei semplicissimi appartamenti. Questo gli rincuorò il cuore, era a conoscenza del fatto che sua figlia ,anche se non dava a vederlo,era molto triste da quando lui aveva annunciato il loro imminente trasferimento.

Gwen corse in casa e cominciò ad esaminarla. All’interno vi era un atrio e al centro vi era posizionato un tavolino in vetro con sopra del favolosi fiori di diversi colori. Ai lati vi erano le scale di marmo che portavano al piano superiore e al di sotto di quest’ultime vi erano due porte. Gwen entrò in quella a sinistra, si stupì della meravigliosa cucina che c’era sotto ai suoi occhi, era tutta fatta in legno con dei particolari in vetro variopinto, gigantesca e meravigliosa ecco quali erano gli aggettivi che Gwen le attribuiva. Uscì e intraprese la strada per entrare nella stanza della porta a destra. Anche qui rimase meravigliata, il salottino stile reale che vi era in questa stanza era qualcosa d’indescrivibile, era perfino più grande della cucina e ci si poteva perdere. Sparsi qua e ma con stupenda armonia vi erano poltrone e divani. Un super televisore era posizionato sulla sua destra e alla sua sinistra vi era anche un enorme libreria stracolma di libri che sembravano essere abbastanza vecchi. Ma a Gwen non importava, lei amava leggere qualsiasi cosa. Dai thriller ai romanzi d’amore ottocenteschi insomma a lei tutto andava bene purchè scritto in maniera aggraziata.  Uscì anche da quella stanza e cominciò a salire quelle incantevoli scale che poco prima aveva ammirato. Il piano superiore era ancor più grande di quello inferiore. Cercò immediatamente la sua stanza, diverse porte s’innalzavano ai lati delle pareti, ma fu attirata subito dall’unica porta  di colore più chiaro rispetto alle altre. Essendo alla fine del corridoio si avvicinò pian piano mantenendo il passo che aveva avuto precedentemente. Quando arrivò si fermò ad osservarla e notò che al centro vi erano incise delle immagini ,ma non volle aspettare ancora, aprì quella porta ed entrò nella stanza. Rimase a bocca aperta, le pareti erano d’un colore tra il blu e il celeste, difficile da definire. Vi era una meravigliosa finestra che affacciava sul mare che vi era a pochi metri dalla casa e un terrazzo solo suo dove c’erano altre piante. Il letto era matrimoniale con tanti cuscini sopra. Si sedette sopra e scoprì anche quanto morbido era. Due divanetti erano situati dall’altra parte della stanza insieme alla tv. Alla sua sinistra vi era un’ennesima porta che rappresentava l’armadio già colmo di vestiti nuovi e alla sua destra vi era il bagno. Non aveva mai avuto un bagno tutto suo, e sicuramente doveva essere molto comodo, pensò. La permanenza li stava cominciando a piacerle.

<< Gwen, tesoro mio. Vieni giù che dobbiamo parlarti >>

Marie chiamò sua figlia. Anche lei era rimasta estasiata dalla casa. Ma d’altronde chi non lo sarebbe stato.

Gwen scese di corsa per cercare sua madre, e un magnifico odore le invase le narici, sicuramente sua madre stava cucinando uno dei suoi famosi piatti, pensò. Corse in cucina e la trovò ai fornelli, ma non era sola. Sorrise alla vista di suo padre e sua madre che si baciavano, erano così carini. Ma sfortunatamente rovinò il momento poiché si sporse troppo alla porta e quella fece rumore. I suoi genitori sgranarono gli occhi ma non videro nessuno e ancora straniti dal rumore si allontanarono.

<< Sono io, non volevo rovinare le vostre effusioni >> Disse Gwen scherzosamente.

Anche i suoi genitori risero e l’invitarono a prendere il necessario per apparecchiare fuori in giardino. Gwen non aveva ancora finito di esplorare la casa quindi appena vide il maestoso giardino rimase incantata.Tutto quel verde le metteva allegria e come se non bastasse al centro del giardino vi era anche un’enorme piscina con una finta cascata. Suo padre le toccò la schiena e ciò la fece sobbalzare.

<<  Ti piace la nostra nuova e umile dimora? >> chiese il padre abbozzando un sorriso.

<< Umile proprio non direi caro paparino, ma devo proprio dire che mi piace da impazzire >> Rispose Gwenny

 

Quando si sedettero tutti e tre a tavola cominciarono nuovamente a chiacchierare.

<< Sta sera dovremmo partecipare al ballo che il mio socio ha organizzato per darci il benvenuto nella città >> Disse Jeorge << Quindi vestitevi elegantissime che voglio presentare a tutti le mie bellissime donne >> Continuò.

Sia Marie che Gwen furono felicissime di udire quelle parole, ad entrambe piaceva la moda e i balli quindi si misero d’accordo per quando andare a scegliere il vestito che avrebbero indossato quella sera stessa, proprio come delle amiche.

 

 

<< Gwen, esci dai. Voglio vedere come ti sta questo benedetto vestito >> Disse Marie.

Gwen era stanca, aveva provato una quindicina di vestiti ma nulla che lasciassero la madre a bocca aperta.

<< Si mamma , ma questo è l’ultimo >> replicò Gwenny

 

Marie restò incantata alla visione della sua piccola bambina. Quell’abito le stava splendidamente. Era lungo e blu notte. Vi era un interminabile spacco sul lato sinistro del vestito, le spalline le contornavano le sue esile spalle e la scollatura le risaltava la sua 4° di seno e dietro,la schiena era quasi completamente scoperta

<< Wow >> Riuscì solo a dire Marie.

Gwen si avvicinò allo specchio che c’era in camera sua e sorrise alla sua vista. Doveva proprio dirlo, con quel vestito era proprio una bomba sexy.

<< Mamma come pensi mi stia? >> Disse sorridendo

<< Woow >> Continuò a dire sua madre. << La mia piccola è cresciuta, oh figlia mia quanto sei bella. Sta sera tutti gli occhi dei presenti saranno puntati su di te >>

Gwenny era felice, qualcosa di vero in quello che le aveva appena detto sua madre ci doveva essere. Ecco, ora si sentiva orgogliosa di se stessa. Perdere tutti quei chili era pur servito a qualcosa, due anni fa non si sarebbe potuta permettere di mettere un vestito del genere, invece ora sfoggiava il suo bellissimo corpo con addosso una meraviglia di abito.

<< Ora finisci di prepararti che tra poco dobbiamo andarcene >> Marie interruppe i pensieri della figlia, le diede un bacio sulla fronte e s’incammino nella sua stanza per sistemarsi.

 

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Capitolo 2
*** Al passato non si sfugge. ***


Al passato non si sfugge.

Al passato non si sfugge, ti perseguita finchè non ti avrà trovato e quando l’avrà fatto di distruggerà.

Gwen Shepard era fuggita dal suo passato, aveva preferito scappare dal suo martirio e costruirsi una vita nuova. Voleva cambiare , dare un svolta alla sua esistenza, e l’avrebbe fatto. Quindi supplicò i suoi genitori e li pregò affinché cambiassero città.

 Marie e Jeorge vedevano la vita di loro figlia andare a rotoli. Erano molto preoccupati e quando la loro amata figlia chiese loro di cambiare vita, loro accettarono subito. Avrebbero fatto di tutto per migliorare la vita di Gwenny e così fu.

Ma due anni dopo la stessa Gwen si ritrovava ad affrontare il passato. Quest’ultimo l’aveva scovata e non le aveva dato via di scampo.

 

Quando la famiglia Shepard arrivò a destinazione il party era già iniziato. La festa era stata organizzata nella villa del socio di Jeorge. Gwen rimase meravigliata dalla reggia che s’innalzava di fronte a lei ed anche se non vedeva l’ora di entrare, aveva timore di far fare brutta figura al padre. Lei non era mai stata ad un ballo, nella sua prima scuola nessuno l’aveva mai invitata, tutti si vergognavano di lei e questi ricordi le squartavano ancora il cuore. Invece nella scuola dove andava fino a tre giorni fa ,i balli non erano ammessi, erano considerati distrazioni per gli alunni. Ed anche se non la rassicurava affatto, poteva fare sfoggio della sua bellezza.

 Jeorge prese a braccetto le sue donne e orgoglioso di loro si fece spazio tra la gente. Era sicuro che avrebbe fatto provar gelosia a coloro che avrebbero posato gli occhi su di loro, la loro bellezza era qualcosa di incantevole, ed anche se era abbastanza geloso sarebbe stato cordiale con tutti quelli che avrebbero fatto complimenti. Amava sua moglie e di lei si poteva fidare, ma aveva paura per la sua piccola bambina. Questa sera la sua cara figlioletta era molto attraente e non poteva fare a meno di notare che tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di lei. Ma a suo malincuore, era consapevole che guastarle la serata allontanandola da tutti, non sarebbe stata la giusta cosa da fare.

Gwen si sentì osservata appena fece il suo ingresso. Ed anche se tentava di nasconderlo doveva ammettere che in quel momento fosse molto imbarazzata. Non aveva mai avuto tutte quelle attenzioni e immediatamente si sentì arrossire. Insieme a suo padre e sua madre e raggiunse il tavolo dove da li a poco si sarebbero dovuti sedere, ma prima suo padre decise di metterla ancor più a disagio presentandole il suo socio.  Era un uomo alto e magro, sembrava perfino più giovane di suo padre, appena vide avvicinarli abbozzò un sorriso. Quel sorriso era immensamente bello e nonostante la sua età i suoi denti erano bianchi e allineati.

<< Tu devi essere la bellissima figlia di Jeorge >> affermò il socio, porgendole la mano  << Io sono Robin , il socio di tuo padre.. ma questo lo saprai già >>

<< Piacere di conoscerla, sono Gwen >> disse sorridente,ricambiando il gesto.

A Gwen piacque subito, quell’uomo sembrava esser molto simpatico e socievole ed inoltre  il suo modo d’esporsi e conversare era molto accurato, si quell’uomo era un perfetto socio per suo padre.

<< Quanti anni hai, Gwen? >> Chiese Robin.

<< 19 appena compiuti , signore  >>

<< Non chiamarmi signore, per carità. Mi fa sentire ancora più vecchio di quanto io lo sia già… >> Ribattè scherzosamente Robin << Quindi hai la stessa età di mio figlio , vorrei tanto che facessi conoscenza con lui, in tal modo io e tuo padre potremmo parlare d’affari senza darti modo d’annoiarti. >>

Bene , pensò Gwen. Poteva farsi già nuovi amici e se il figlio di Robin era allo stesso livello del padre, avrebbe anche fatto una interessante conversazione.

Robin si stava nuovamente avvicinando, ma non c’era alcuna traccia del figlio, Gwenny rimase un po’ delusa, avrebbe fatto volentieri nuove amicizie. << Scusate nuovamente, mio figlio non si decide a degnarci della sua presenza >> Commentò amaramente Robin << Harry, ti sarei grato se facessi un po’ di compagnia, a questa bellissima signorina, io e il padre dobbiamo discutere d’affari , ti sarei grato se facessi ciò che ti ho appena richiesto senza che tu mi faccia fare brutte figure. >> Esclamò con tono impaziente.

Harry.

Harry.

Quel nome le rimbombava insistentemente nella mente tanto da provocarle un gran dolore alle tempie.

Ma quando improvvisamente vide girarsi un ragazzo in smoking e avvicinarsi sempre di più a loro ,le venne da svenire.  Ricordi e ricordi le affiorarono in mente ed cercò invano di scacciarli via. Stessi capelli riccioluti, stessi occhi meravigliosamente verdi, stesso sorriso perfetto che l’aveva portata ad innamorarsi di lui e stesse anche le fossette che gli erano spuntate in viso ,ai lati della bocca, quando le aveva sorriso. Era di fronte a lei e non le parve vero, ma dovette ammetterlo era ancora più bello di prima, più alto, più muscoloso, più provocante ma sicuramente il suo carattere sarebbe stato lo stesso di due anni prima.

<< Piacere bellissima, sono Harry..Tu sei? >> Chiese Harry.

Perfetto, pensò Gwen mentre si portava una chiocca di capelli ondulati dietro l’orecchio. Harry non si ricordava di lei, della cicciona che prendeva in giro prima che si trasferisse. La stessa cicciona brufolosa che tutti deridevano costantemente e lei ora poteva sedurlo, farlo soffrire e distruggerlo proprio come lui aveva fatto con lei. Ma voleva realmente giocare col fuoco? Se poi quella a scottarsi fosse stata lei? Aveva già sofferto tanto per colpa sua e non poteva permettersi di farlo ancora.

<< Piacere tutto tuo, Gwen >> Rispose freddamente lei.

Nel frattempo i loro genitori li avevano lasciati soli, ed avevano raggiunto gli altri ospiti dall’altra parte della sala. In tal modo. Harry, potette approfittare della situazione. L’aveva desiderata dal primo momento che l’aveva vista entrare in quella sala e non se la sarebbe fatta scappare facilmente

<< Vedo che non siamo molto socievoli >> affermò occhi color smeraldo, avvicinandosi sempre più a lei << Cosa ho fatto di male per essere trattato così da una così bella signorina? >>

Mi hai spezzato il cuore , mi hai trafitto l’anima, mi hai lasciata morire di solitudine e mi hai fatta innamorare di te,  ecco cosa hai fatto; pensò di rispondere Gwen. Ma il suo intelletto fortunatamente non glielo permise.

<< Niente, almeno niente che ti riguardi e poi non sono in vena di iniziare un discorso con persone superficiali come te >> Non si trattene completamente, ma voleva essere fredda, voleva allontanarlo e pensò che se fosse stata distaccata lui avrebbe abbandonato il suo scopo.

<< E come fa questa deliziosa fanciulla a giudicarmi così velocemente? Non mi ha dato modo di farmi conoscere o forse non vuole proprio conversare con il qui presente? >> Harry già stava cominciando ad innervosirsi, ma il suo ego voleva che lei lo desiderasse.

<< E’ vero, io non ti conosco, ma posso tranquillamente affermare che tu sia un maschilista senza scrupoli, ami portarti le donne a letto e illuderle di una tua futura chiamata,  sedurle, conquistarle, fare sporchi giochetti solo per provare piacere ogni notte, conosco i tipi come te Harry, ed anche molto bene ed io non sono adatta a te, quindi non ti conviene neanche provarci perché non sono facile da abbindolare.  >> Gwen era fiera di averlo liquidato così, era orgogliosa di avergli sputato in faccia tutto quello che pensava di lui, ed anche se il suo cuore si stava rivoltando, gli voltò le spalle, lasciandolo senza parole ed incamminandosi verso i suoi genitori.

Ma repentinamente lui la fermò, le prese il braccio e l’avvicinò a se. Non poteva farle questo, avrebbe ceduto come al solito e lei non poteva permettere che questo accadesse. Il cuore le batteva all’impazzata, quel contatto le aveva fatto venire i brividi, e questo non era di certo un buon segno.

<< Gwen, tesoro mio, hanno cominciato a servire ai tavoli. Vieni ,su >>  La richiamò Marie.

Gwenny fece un profondo sospiro ed Harry mollò la presa sul suo polso. Gwen ringraziò Dio per aver fatto arrivare quell’angelo di sua madre a salvarla dall’ insostenibile situazione che si era venuta a creare.

<< Oh Harry, anche tu sei al tavolo con noi, tuo padre mi ha chiesto se potevo avvisarti del cambiamento, ed io già me ne stavo dimenticando. Che sbadata che sono >> Continuò Marie accennando un sorriso.

Gwen voleva sprofondare negli abissi, o quanto meno diventare invisibile. Harry le appoggiò la mano nella schiena scoperta di Gwenny e quest’ultima sospirò nuovamente.

Giunti al tavolo Robin fu ben felice di vedere Harry e Gwen insieme . Gwen era una ragazza a modo e avrebbero fatto bene a suo figlio conoscenze così.

<< Perché non lasciamo sedere i nostri figli vicini? >> consigliò Robin al suo socio, nonché padre della ragazza << Sembrano esser diventati amici >>

<< Si, effettivamente hai ragione >> Rispose Jeorge facendo un sorriso alla figlia.

 

Le portate erano di una squisitezza inesorabile, ed Harry nel corso della cena non le aveva rivolto la parola il che le sembrò un bene.

Harry voleva fare qualcosa, la cena fino ad ora era stata molto noiosa e voleva rimediare divertendosi un po’. Così posò una mano sulla coscia scoperta dallo spacco di Gwen e la guardò con fare malizioso. Era arrossita incredibilmente e la cosa lo fece ridere.

<< Gwenny, cos’hai? Ti vedo strana, le tue guance sembrano aver preso fuoco? >> Scherzò Marie.

Sua madre non poteva immaginarsi di certo cosa stava accadendo sotto il tavolo. Harry le aveva toccato la coscia e lei non sapeva come fargli spostare quella mano senza far accorgere i presenti di tutto ciò.

<< Ni.. niente mamma, sento solo un po’ di caldo>> informò Gwen.

Quella mano stava pian piano avanzando, sempre più su e le aveva sfiorato l’intimità.

<< Leva quella lurida mano dal mio corpo >> Sussurrò all’orecchio ad Harry,

Lui per tutta risposta la guardò con fare malizioso e sorridendole spostò lievemente la mutandina. Gwen ansimò leggermente a quel contatto e lo fulmino con lo sguardo.

<< Non sto facendo niente, preferisci che invece faccia qualcosa? >> Disse Harry avvicinandosi ad Gwen

Istantaneamente stuzzicò con le dita il clitoride di Gwenny e lei si sentì mancare.

“Odiava “ Harry, lo “ odiava” con tutto il cuore. Aveva pensato di poter sfuggire dal suo passato, lasciandosi tutto alle spalle, invece quel ragazzo le aveva pugnalato nuovamente il suo fragile cuore facendole intuire un certo interesse nei suoi confronti. Ma lei voleva frantumare ogni piccolo frammento che era rimasto del suo amore verso quell’essere. Aveva imparato la lezione ed ora doveva combattere per riprendersi quello che Harry le aveva rubato: il suo cuore.

 

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Capitolo 3
*** Amore che riaffiora ***


Amore che riaffiora.

L’amore ti colpisce dritto al cuore, ti lacera dentro, ti distrugge pian piano per godersi infine la tua sconfitta e tu non puoi far nulla per fermarlo.

Gwenny era stata devastata dai suoi sentimenti. Mentre dentro stava lentamente e dolorosamente morendo, all’esterno cercava di nascondere il tutto illuminando il suo volto con un dolce sorriso. Harry l’aveva conquistata, i suoi occhi le avevano fatto mancare il fiato fin dalla prima volta che l’aveva visto entrare in classe. E lei non poteva di certo aspettarsi di esser contraccambiata. Successivamente le aveva fatto del male. Si era preso gioco di lei dal primo istante, ma a lei non importava, le piaceva farsi del male. Ma voleva cambiare, voleva far sparire quei rotoli di ciccia che la circondavano, voleva far svanire tutti quei brufoli che le riempivano il viso. E quel giorno se lo ripromise, avrebbe fatto di tutto per migliorare il suo aspetto e un giorno avrebbe dimostrato a tutti quando grande fosse la sua forza.

 

Gwen si era alzata col piede sbagliato, non riusciva a dimenticare ciò  che era avvenuto al ballo di due sere prima. Harry le aveva fatto ritornare in mente i brutti ricordi che lei aveva schiacciato via molto tempo fa. Lui, con quei suoi sguardi, aveva fatto si che l’amore che Gwen teneva dentro, sbocciasse nuovamente.

Erano già diversi minuti che continuava a rigirarsi nel letto cercando di riprendere sonno, ma i vari tentativi furono inutili. Decise allora di alzarsi.

 

Era appena uscita dalla doccia quando senti bussare alla porta.

<< Sono la mamma >>  Aveva affermato Marie.

Senza aspettare risposta entrò e vide la figlia intenta a cercare vestiti nel suo guardaroba. Marie era molto felice di ritornare nel suo vecchio paesino, d’altronde lei era cresciuta in quelle strade, e abbandonarle era stato un compito per lei arduo .

<< Buon giorno mamma >> Disse Gwen appena sua madre si mise a sedere sul letto.

Avevano sempre avuto un meraviglioso rapporto e quando Gwen si rese conto quanto velocemente la madre avesse riacquistato la voglia di sorridere, un’ondata di felicità la pervase. Era tanto che sua madre non rideva, precisamente due interminabili anni, ma da quando erano tornati a vivere qui lei si era subito ripresa.

<< Sai, tuo padre mi ha appena informato che ha invitato la famiglia Styles a cena. >> Disse felicemente la donna << Però non ho la minima idea di cosa cucinare come dessert, e speravo potessi occupartene tu visto la tua voglia irrefrenabile di preparare dolci >>  

Cosa? Harry a cena? Lei e lui nella tessa casa e soprattutto seduti allo stesso tavolo? l’ultima volta non era andato tutto per il meglio e  l’idea di avere di nuovo le sue mani sul suo corpo non le piacque per niente, ma dovette adattarsi e magari avrebbe potuto anche mettere del veleno nella fetta che avrebbe dato al signorino Styles, pensò Gwen.

<< Va bene mamma, già ho in mente cosa potrei cucinare >>

 

Harry fu molto felice di sapere che quella sera avrebbe cenato a casa Shepard, aveva passato due notti insonni dal momento che non era riuscito a schiacciare via il suo viso dalla sua mente. Avrebbe voluto tanto stringerla a se, baciare quelle labbra rosee e vederla arrossire. Da quando l’aveva vista il suo stomaco era in continuo subbuglio e la sua mente era sempre occupata dal suo celestiale corpo.  Era già pronto da un pezzo quando suo padre l’aveva richiamato visto il tardo orario.

 

Gwen stava finendo di prepararsi quando sentì battere alla sua porta. << Avanti >> Esclamò incitando colui che era dall’altro lato della porta ad entrare.

<< Mi ha detto tua madre di scendere immediatamente giù che la cena deve essere servita >>

Le venne un colpo quando sentì quella voce. Rauca e sensuale, solo una persona aveva quella voce.  Si girò sgranando gli occhi e lo vide in tutta la sua bellezza. Indossava un jeans grigio a vita bassa, una canotta bianca che lasciava intravedere il suo torace muscoloso e una giacca blu con le maniche leggermente arrotolate. Era la perfezione in persona e questo Gwen lo sapeva bene.

<< Potevi anche rimettere il vestito dell’altra sera, è molto più facile toccarti con quello addosso >>

Ma perché doveva sempre rovinare tutto? Pensò Gwen.  Le venne una voglia immensa di prenderlo a pugni, ma si accontentò di non rispondergli e andare direttamente giù.

 

 

Durante la cena fortunatamente Gwen si mise accanto al padre a alla madre, ma Harry continuava a guardarla insistentemente. Per lui ormai era divenuta una sfida, e lui amava le sfide, e le vinceva sempre anche se sarebbe dovuto arrivare ad utilizzare trucchetti.

Improvvisamente però si mise a piovere e loro dovettero scappare dal giardino fin dentro casa. Gwen non aveva mai visto piovere così. Fulmini e tuoni continuavano a farla sobbalzare dallo spavento ed Harry vedendola impaurita si avvicinò a lei.

<< Non pensavo avessi così tanta paura di un semplice temporale >>

Ancora lui, pensò Gwen.

<< Non ho paura >> Rispose la ragazza sicura di quello che stesse dicendo.

<< Allora come spieghi il fatto che ogni volta che c’è un tuono tu sussulti? >>  La canzonò Harry

<< Bhe.. Io..>>  Non voleva dire la verità, Harry l’avrebbe presa in giro costantemente e lei ne aveva già abbastanza di tutti quei trucchetti per farla cadere ai suoi piedi.

<< Harry >> La interruppe Robin << Stanotte Jeorge e Marie ci hanno invitato a rimanere da loro, visto il brutto temporale che si sta verificando >>

<< E visto che di camera da letto libera e arredata c’è ne solo una, Harry dormirà con te tesoro >>  Annunciò Marie.

<< Ma sia ben chiaro, prova a sfiorare la mia bambina e.. >>

<< Si tranquillizzi signor Shepard, non mi permetterei mai di lambire sua figlia >> Lo riprese Harry.

<< Bene, meglio così.  >> Enunciò con tono fermo Jeorge << Ora piccola mia, mostra la tua camera ad Harry >>

Che fortuna, pensò Harry. Conosceva Gwen da due giorni e aveva già l’onore di condividere il letto con lei. Pensieri poco casti si fecero largo nella sua mente e un sorrisino sghembo apparve sul suo viso.

 

<< Qui c’è il bagno, puoi farti la doccia ,se vuoi e qui dei vestiti che ho preso a mio padre, ti verranno grandi ,ma devi accontentarti >> Sbuffò Gwen.

Il pensiero di passare un intera notte con Harry non l’emozionava. Se l’aveva toccata in presenza di altri, figuriamoci cosa avesse combinato ora che sarebbero stati soli. Odiava quel suo fare malizioso, e non avrebbe sopportato essere solo un altro nome della sua crudele lista.

<< Perfetto, opterò per una doccia >> Disse Harry mentre scrutava con un sorriso il corpo di Gwenny << Non vuoi farla con me bella principessa? >>

<< Preferirei essere mangiata dagli squali piuttosto che fare una doccia con te, Styles >> Affermò convinta Gwen

<< Quando cambierai idea, e lo farai, sai dove trovarmi babe >> Detto questo, Harry entrò in bagno lasciando Gwen a bocca aperta.

 

Gwen approfittò del fatto che il riccio si stesse facendo una doccia per cambiarsi, ma la sfortuna ormai era sua compagna di vita . Harry usci dal bagno con solo i boxer addosso e la vide in intimo.

<< Cercavo una tovaglia, ma ho trovato molto meglio >> Disse Harry mentre si avvicinava pian piano al corpo della ragazza.

Gwen si trovò alle strette e cadde sul letto, Harry le sfiorò la coscia ed arrivò ai suoi fianchi, l’aria stava diventando pesante. Un brivido le percorse la schiena quando Harry fece combaciare i loro bacini. Senti la forte eccitazione di lui premerle nel suo basso ventre e questo la fece boccheggiare. Harry sorrise compiaciuto alla reazione di Gwen e posò le sue labbra su quelle della ragazza. Notò che Gwen era arrossita fortemente ma nonostante tutto non aveva rifiutato quel bacio. Harry le morse il labbro inferiore per chiedere accesso alla sua bocca con la sua lingua. Fu quando le loro lingue si scontrarono e le loro labbra combaciarono perfettamente che il cuore di Gwen cominciò a fare capriole. Le loro lingue cominciarono a danzare leggiadramente in un modo dannatamente eccitante.  E in quel momento Gwen si fece trasportare da un turbine di emozioni ma quando Harry le accarezzo il seno, una morsa alla gola la fece sentire colpevole, così tanto da spezzare la passione di quel momento.

<< Non posso >> mormorò Gwen sulle labbra di Harry.

 L’aveva liquidato nuovamente , ma lui non si sarebbe arreso, avrebbe continuato a lottare finchè non l’avrebbe resa sua.

 

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Capitolo 4
*** Baci rubati al passare del tempo. ***


Baci rubati al passare del tempo.

Il tempo passa inesorabilmente. Giorno dopo giorno. Minuto dopo minuto. Tutto continua a scorrere impercettibilmente. E tu non fai altro che aspettare che qualcosa ti travolga e ti riporti alla crudele e triste realtà.

Gwen allontanò i suoi pensieri solo quando il telefono squillò. Era completamente immersa in essi, come se la realtà che stesse vivendo non le appartenesse. I suoi pensieri erano impressi nella sua mente, schiacciati tra le pareti del suo cranio esausto di condannarsi ad innumerevoli sfide. Lei amava perdersi tra le parti della sua mente. Amava sentire le sue idee prendersi cura di lei. E ciò le ricordava la brutalità dell’altra gente nei suoi confronti. Tutto questo la faceva sentire estranea a tutti e per lei era una cosa positiva.

-        Bella principessa, come stai? Spero bene visto che ho organizzato per domani un’intera giornata all’insegna del divertimento nella mia casa a mare. E, no non siamo solo noi due se è questo che stai pensando, anche se l’idea è di mio gradimento, ma ci sono anche dei miei amici. Che ne dici? Vorresti onorarci della tua presenza? Ah e se ancora non l’avessi capito sono il tuo bellissimo e dolcissimo principe Harry J  -

Gwen sorrise appena finito di ascoltare il messaggio in segreteria. La presunzione di quel ragazzo non aveva limiti, però avrebbe tanto voluto passare una giornata con gli amici di Harry. Si sarebbe divertita e non le avrebbe fatto male distrarsi un po’.

-        Credo che un po’ di svago non mi guasterà la giornata – 

-        Bene, allora passo a prenderti domani alle 9 del mattino.-

Sorrise nuovamente quando Harry rispose al suo messaggio. Si sentiva incredibilmente bene anche se lei ed il riccio non avessero ancora parlato di quello che fosse successo la sera precedente. Gwen non riusciva ad accettare di aver concesso ad Harry di baciarla. Lui non l’aveva di certo obbligata e quando lui aveva posato le sue morbide labbra sulle sue lei avrebbe voluto che lui non la lasciasse più. Lei lo amava ancora, questo lo sapeva bene, ma aveva sperato di poterlo affrontare senza cadere in tentazione. In passato aveva tanto desiderato assaporare il gusto di quelle labbra ed ora che poteva farlo, era costretta ad affrontare una dolorosa guerra tra il suo cuore spezzato e il suo determinato cervello. Bianco e nero, sole e luna, una paradossale contraddizione che la mandava in confusione.

 

Erano già le otto e mezza quando Gwenny diede uno guardo all’orario. Non aveva chiuso occhio per tutta la notte. Aveva continuato a sognare i suoi splenditi occhi smeraldo che la fissavano incessantemente, quel suo sorriso assurdamente perfetto e le sue grandi mani sul suo delicato corpo che la sfioravano e le facevano venire brividi ad ogni tocco. Doveva distruggere quelle maledette immagini dalla sua mente, ma più ci provava, più quelle ricomparivano senza darle via di scampo.

 

Harry era ansioso. Voleva abbracciarla, stringerla a se e non separarsi più. Voleva prendere quel viso angelico fra le sue mani e guardare dritta nei suoi incantevoli occhi. Voleva avvicinarsi a lei, accarezzarla godersi il sapore delle sue labbra. Harry scrollò la testa quando si accorse di ciò su cui stava riflettendo. Non aveva mai pensato cose del genere su una donna, ma lei era diversa dalle altre. L’unica ad averlo rifiutato, l’unica ad averlo conquistato con un suo solo sguardo, l’unica ad averlo davvero attratto.  Doveva risolvere questa situazione al più presto si disse mentre suonava il campanello della ragazza che avrebbe voluto imprigionare tra le sue braccia.

 

<< Siamo arrivati babe >> Aveva affermato Harry, rivolgendo a Gwen uno sguardo inquisitorio. Non avevano parlato per tutto il tragitto ed al ragazzo parve strano. Anche se conoscesse la ragazza da poco poteva benissimo assicurare che Gwen avesse qualcosa di strano, non era nel suo DNA stare così tanto tempo senza dire neanche una misera parola, ma decise di non indagare oltre e godersi l’intera giornata con i suoi adorati amici.

Gwen era diventata stranamente silenziosa. Si era rintanata nuovamente tra i suoi disordinati pensieri e aveva continuato a scrutare i qui presenti per farsi un’idea su di loro. C’erano altri 5 ragazzi e tutti sembravano appena usciti da una passerella di Dior. Erano tutti così meravigliosamente belli che lei sentì la gola prosciugarsi. Così andò in cucina per cercar di distogliere i suoi occhi dai quei corpi seducenti.

<< Vedo che avessi molta sete >> Le disse Andy, il sexy cugino sosia di Harry, raggiungendola in cucina.

<< Si, stavo proprio morendo disidratata >> Ribatté Gwen scherzosamente.

<< E noi non vogliamo di certo che tu muoia >>  Affermò convinto Andy sorridendole e portandosi una mano tra i capelli.

Come è possibile che sia così dannatamente uguale ad Harry, pensò Gwen.

<< Ragazzi vi va di giocare ad obbligo e verità? >> Chiese Niall giunto in cucina.

Entrambi annuirono e s’i incamminammo verso il salotto.

Gli altri avevano già formato un cerchio per terra quando Andy, Niall e Gwen arrivarono li. Harry guardò stranito suo cugino e la sua Gwenny e l’invitò a prendere parte al gioco.  Gwen notò la presenza di altre tre ragazze solo quando quest’ultime si presentarono. Danielle, Eleonor e Perrie si chiamavano. Erano anch’esse incantevoli ma nonostante ciò non la fecero sentire esclusa e le diedero l’impressione di essere anche molto simpatiche.

Zayn e Perrie furono i primi ad esser vittime della cattiveria degl’altri ragazzi.  Obbligarono loro a darsi un bacio poco casto davanti a tutti e loro non si potettero tirar indietro, anche perché s’intuiva un certo interesse tra di loro.

<< Bene ora tocca ad Andy >> Annunciò Louis << Dai un bacio a Gwen >>

Gwen arrossì immediatamente ed Andy le andò sempre più vicino fino a che le loro labbra si unirono dolcemente. Andy volle subito qualcosa di più, così si strinse meglio alla ragazza e chiese accesso con la lingua alla sua bocca. Gwen estremamente insicura glielo concesse.  Le loro lingue continuarono a toccarsi fino a quando Gwen si scostò dando fine al suo imbarazzo.

Harry guardò disgustato la scena. Se in quel momento i suoi sguardi fossero state armi lui avrebbe sicuramente ucciso suo cugino. Sentì una morsa allo stomaco quando vide le loro lingue incontrarsi. Era semplice dolore quella fitta che aveva sentito allo stomaco o estenuante gelosia?

 

<< Allora Harry, deciditi! Obbligo o verità? >> Disse Liam stanco di richiamare il riccio.

<< Ah si, scusate. Scelgo obbligo, naturalmente >>  Rispose Harry con fare seducente.

<< Palpa il seno a Eleonor! >> Esclamò Andy.

<< Che cosa? >> Chiese Louis guardando in cagnesco Andy << Lei è la mia ragazza, è solo io ho il diritto di toccarla! >>

Louis si era innervosito, non accettava che qualcun altro al di fuori di lui sfiorasse anche solo con un dito la sua Eleonor. Se n’era innamorato dall’istante che lei gli aveva sorriso. L’aveva ammaliato con i suoi dolci modi di fare ed anche se sapeva che i suoi sentimenti erano gli stessi per la ragazza, non passava secondo in cui lui avesse paura di perderla.

<< Allora fallo con Gwen >> Affermò Liam facendo l’occhiolino ad Harry.

Le guance della piccola Gwen presero di nuovo a fuoco, ma stavolta perché sapeva che effetto le facesse essere anche solo sfiorata da Harry. Lui la guardò come per chiedere il permesso e lei annui come per rilasciarglielo.

Appena Harry vide Gwen annuire si avvicinò a lei a passo lento, come per lasciarle il tempo di cambiare idea. Ma quando furono attaccati l’uno a l’altro, il riccio alzò la mano e la protese in direzione del seno abbondante della ragazza e l’appoggiò delicatamente. Subito dopo Harry percepì le labbra di Gwen posate sulle sue e si sentì immediatamente gratificato. La sua eccitazione crebbe rapidamente e lui cercò di nasconderla con inutili risultati. Il riccio non continuava a spiegarsi come Gwen riuscisse ogni volta a istigarlo, solamente con un respiro. Un suo tocco, un suo sguardo, un suo sorriso erano un passo sempre più vicino alla morte.

 

<< Non so cosa mi sia preso, scusa >>  sussurrò imbarazzata Gwenny all’orecchio di Harry.

Gwen si era lasciata andare troppo spesso ultimamente. Quel ragazzo otteneva sempre un dannato bacio da lei. Ma questa volta lui non c’entrava niente, Gwen aveva bisogno di sentire il suo ammaliante odore addosso. Sentiva il desiderio ribollirle dentro, ed impaziente di un passo successivo del riccio, si fiondò su di lui dandogli una prova inequivocabile della sua impulsiva necessità di volere un bacio.

 

Il tempo passa inesorabilmente, ma molte volte vale la pena combattere per cercar di fermarlo. Ed invece d’aspettare che qualcosa accada fai in modo che avvenga agevolando il destino. A volte basta godersi i pochi momenti felici che la vita ti regala, ma viceversa tu puoi far di tutto per strapparli al fato rendendoli tuoi.  Allo stesso modo Harry si era finalmente preso la sua rivincita e Gwen stanca d’indugiare, gliel’aveva conferita.  La ragazza agguerrita aveva abbandonato le armi contro il suo nemico, ma ancor prima aveva vinto la battaglia verso la sua coscienza.

 

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Capitolo 5
*** Dubbi incolmabili ***


Dubbi incolmabili.

La vita è un eterno dubbio. Non sai mai cosa aspettarti. Tutto avviene per una precisa ragione di cui tu, però, non sei a conoscenza.  E allora quando realizzi che tutto ciò che volevi non accadesse diventa realtà, abbandoni la sfida e cadi nel baratro dell’inferno, senza poterne più uscire.

Harry sembrava essere attanagliato da eterni dubbi. L’amore cieco da una parte e il rifiuto di quest’ultimo dall’altra. Lui era sempre stato una sorta di ragazzo senza cuore. L’amore non si era preso mai gioco di lui, ma solo perché lui non gliel’avesse mai permesso. Il suo cuore era sempre stato lambito da molte ragazze ma nessuna di loro era mai riuscita a conquistarlo. Ma c’era qualcosa in Gwen che lo disorientava, qualcosa che faceva si che sentisse una stretta al cuore ogni qual volta che lei sorridesse.

Allo stesso modo Gwen era stata nuovamente condannata ad amarlo, come se non ci fosse soluzione per annientare l’amore che lei aveva represso per gli ultimi due anni. Allora se lei non era parte della soluzione, era parte del problema.

 

Erano passati tre giorni da quando Gwen aveva baciato Harry. Era stata spropositata, ma ormai dipendente da lui, aveva estremo bisogno di colmare la distanza tra di loro. Il riccio però, non si era più fatto sentire e questo le metteva molta inquietudine. Se lui non l’avesse più cercata? Se lui non l’avesse più baciata? Se lui non l’avesse più abbracciata? Cosa avrebbe fatto lei?

Gwen aveva deciso di non dar peso più ai suoi ostinati pensieri. Si era alzata dal letto con l’ intenzione di andare a fare un giro tra le vie del suo paesino, perdendosi tra le sue fantasie. Ma qualcuno inaspettatamente bussò alla porta.

<< Ehi bellissima, stavi uscendo? >>  Esordì Andy.

Gwen era rimasta esterrefatta, per un momento la visione di Andy le era sembrata così vicina a quella del cugino. Avrebbe voluto con tutto il cuore che al suo posto si trovasse Harry. Ma contrariamente quello a esser venuto a farle visita era il suo sosia.

Gwenny scosse la testa e l’invitò ad entrare.

<< Ti va se ci facciamo un giro? >> Chiese Andy rivolgendo un sorriso alla ragazza.

<< Si, perché no >>  Rispose Gwen. Nel suo tono si poteva intuire un pizzico d’amarezza, era colmo di delusioni. La consapevolezza che Harry non si sarebbe più fatto vedere le fece venire una morsa alla gola, tanto che i suoi occhi cominciarono a pizzicare. Avrebbe tanto voluto piangere in quel momento, gridare, prendere a pugni l’universo a lei avverso, ma al contrario si fece forza e ricacciò dentro il suo dolore. Successivamente prese le chiavi di casa e entrambi si avviarono alla porta.

 

Erano già due ore che camminavano ininterrottamente. Avevano parlato del più e del meno, ed Andy sembrava anche esser interessato ai discorsi, a volte estremamente intellettuali, di Gwen. Al contrario del cugino, Andy, era un ragazzo molto colto e dolce. Dava modo con i suoi sorrisi di far capire alla ragazza il suo coinvolgimento e questo a Gwen dava un’incredibile sollievo.  

<< Mi è venuta una gran voglia di cioccolata. Andiamo allo starbucks? >> Andy fermò Gwen con l’intento di baciarla prima che lei rispondesse, ma lei si scostò prima che lui potesse afferrarle le labbra.

<< Il mio stomaco sembra d’accordo >> Enfatizzò Gwenny con totale imbarazzo. Andy le piaceva, ed anche molto. Ma non voleva rovinare tutto con un bacio, non voleva illuderlo o meglio non voleva farlo con se stessa. Se si da troppe certezze alle persone queste rischiano di darti per scontato. E il miglior modo per perdere qualcuno è darlo per scontato. Le certezze sono armi a doppio taglio, tranquillizzano te e sono l'arma di chi se ne approfitta.

 

Ordinate le cioccolate, si rimisero a parlare tralasciando quello che fosse successo poco prima. Entrambi erano sicuri che prima o poi tra di loro sarebbe nato qualcosa. Ma tutti e due si erano ripromessi di aspettare, non volevano correre, non volevano giocare col fuoco, o entrambi si sarebbero scottati senza risultati.

Harry aveva deciso che non sarebbe rimasto a casa a crogiolarsi ulteriormente. Aveva deciso di affrontare il presente tagliando a mille pezzi la paura di far crollare il suo mondo. Era andato a casa della sua Gwen, ma nessuno aveva risposto. Era andato a cercarla per le vie della sua cittadella, ma non era riuscito a scovarla. Così chiamò una delle tante ragazze che conosceva e l’invitò ad uscire. Voleva consolarsi a modo suo, e ci sarebbe riuscito se solo il suo presente non avesse intralciato il suo cammino. Vide Gwen e suo cugino parlare allegramente, come se nessuno li circondasse, sembravano così in sintonia. Harry si sentì tradito, Gwen l’aveva ingannato, manipolato, gli aveva teso una trappola, e lui era caduto in essa senza troppi indugi.

Il gracile cuore della piccola Gwen perse un battito quando vide il riccio intento a rivolgere uno dei suoi incantevoli sorrisi ad un’altra ragazza. In quell’istante si sentì così piccola, talmente debole che sentì una pugnalata al petto, come se qualcuno l’avesse appena uccisa. Si senti nuovamente morire, come due anni prima, come se il suo passato fosse tornato a farle visita, come se il riccio le avesse appena trafitto l’anima con i suoi occhi color smeraldo. Lo vide avvicinarsi mano nella mano. Ogni suo passo era un colpo dritto al cuore. Mirato ed efficace. Avrebbe tanto voluto che ci fossero solo le loro due anime. Che lui fosse venuto per salvarla dal suo destino. Desiderava soltanto un altro suo bacio, un altro suo sussurro, un altro suo sguardo ed invece ebbe soltanto un’altra delusione.

<< Ehi ragazzi >> Sorrise amareggiato Harry << Che ci fate qui, INSIEME? >> 

Ci teneva a sottolineare quell’insieme, l’aveva detto in modo sprezzante, come se gli fosse stato appena fatto un enorme torto. Avrebbe voluto uccidere suo cugino. Prima il bacio rubato a casa sua, poi l’uscita con lei. Cosa aveva intenzione di fare? Rifletté Harry.

<< Son passato prima a casa sua e le ho chiesto d’uscire, e dal momento che abbiamo parlato molto ci è venuta sete >> Rispose beffardo Andy.

Gwen sentiva le lacrime spingere contro i suoi occhi. Aveva davvero pensato che ci potesse essere un seguito tra di loro? Aveva davvero creduto che lui volesse stare con lei? Aveva davvero immaginato un loro imminente futuro? Che sciocca che era stata. Harry Styles era sempre stato il ragazzo con il cuore di ghiaccio e ora lei pretendeva che fosse cambiato per lei. Si era davvero illusa e ora, come sempre, ne avrebbe pagato le conseguenze.

<< Ah. Quindi è un vero e proprio appuntamento. >> Sbiascicò Harry terribilmente scocciato dalla situazione.

<< SI >> Affermò subito sicura Gwen. Avrebbe dimostrato ad Harry che quel bacio era stato soltanto una finzione o almeno uno sbaglio fatto sul momento.

Andy la guardò stranito, non aveva pensato a questo per un loro primo appuntamento. Avrebbe voluto portarla a cena. Avrebbe voluto farla sentire unica. Avrebbe voluto il meglio per loro. Ma lei aveva in un certo qual modo rovinato tutto. Ma decise di non dar peso alla cosa, dopo tutto avrebbe potuto fare tutto ciò ad un loro prossimo appuntamento.

<< Bene, allora vi lasciamo soli >> Mormorò il riccio deluso dalla risposta della sua Gwen. Chinò il capo e quando stava per andarsene Andy l’invitò a rimanere con loro.

Gwen non potette credere alle parole appena pronunciate da Andy. In quel momento l’avrebbe ucciso volentieri, ma per non destare ulteriori sospetti, rivolse un sorriso accondiscendente al suo nemico. La giornata si sarebbe rivelata un vero disastro, Gwenny ne era abbastanza convinta. Non avrebbe sopportato ancora per molto la presenza di Harry con a fianco un’altra donna che non fosse stata lei.

 

<< E quindi ora voi due state insieme? >> Harry continuava a metterli in difficoltà lanciando spregevoli frecciatine. Ma d’altronde lo si poteva biasimare. Harry per la prima volta aveva abbattuto le sue frontiere ed aveva lasciato che Gwen entrasse senza troppa esitazione, ma l’unico risultato che avesse avuto era quello di esser stato rifiutato e rimpiazzato dalla sua brutta copia.

<< No, stiamo solo provando a conoscerci meglio. >> Rispose bonariamente il cugino << Ma magari un giorno, spero non troppo lontano, potremmo considerarci l’uno la metà dell’altra >>

Gwen era arrossita nervosamente, le sue mani stavano sudando e le sue gambe tremavano dall’agitazione. La situazione in cui si trovava era alquanto imbarazzante. Andy le aveva appoggiato il braccio attorno al collo e lei non le aveva chiesto di levarlo solo per dimostrare la veridicità delle parole che poco prima erano state dette. In quel contesto tutto le sembrava così ambiguo: Harry che continuava a lanciarle sguardi inquisitori, la presunta accompagnatrice del riccio che le sorrideva in modo torbido ed Andy che la scrutava con un’espressione accigliata.

Allora il cugino del riccio, per smorzare la tensione venutosi a creare, posò le sue labbra su quelle di Gwen, facendole combaciare perfettamente. Gwen non si tirò indietro e questo fece scattare Harry in piedi, pieno di rabbia e con i pugni serrati. E così andò via lasciando tutti a bocca aperta.

Gelosia o non gelosia? Amore o non amore? Continuava a domandarsi Harry.

Siamo solo frutto di un dubbio amletico che non avrà mai fine.Tutto è ignoto: un enigma, un inesplicabile mistero. E allora il dubbio e l’incertezza appaiono come l'unico risultato della nostra più accurata indagine.

Hi everyone :)

Questo è già il quinto capitolo che pubblico e non mi sono ancora presentata.

 Mi chiamo Debora, sono siciliana e frequento il terzo anno del liceo scientifico-linguistico.

 Se avete domande da farmi o volete semplicemente seguirmi questo è il mio twitter :  https://twitter.com/Deb_ora96

Grazie mille a tutti coloro che : Hanno recensito la storia e l'hanno messa tra le preferite, ricordate e seguite.  

Ci vediamo al prossimo capitolo, che non metterò se prima questo non avrà raggiunto le 7 recensioni.

With Love deb_

                           


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Capitolo 6
*** Sogni ricorrenti ***


Sogni ricorrenti.

I sogni sono fatti di materia inconsistente. Ti permettono di degustare il momento che ti donano, ti consentono di sperimentare nuove e incredibili emozioni e ti sommergono di surreali illusioni, ma quando arriva il momento di strapparti ciò che ti hanno momentaneamente concesso, lo fanno con una brutalità tale che tu non puoi far altro che star li a guardar svanire la tua colossale felicità.

Quella notte Harry l’aveva nuovamente sognata, mentre assaporava l’essenza delle sue labbra sulle sue, mentre le sfiorava con dolci tocchi il corpo, mentre sentiva il suo cuore galoppare, mentre abbracciati sorridevano consapevoli di trovarsi l’uno nelle braccia dell’altro. Harry riusciva a godersi quei momenti al meglio, tuttavia la realtà gli aveva sottratto l’unica persona a cui lui si era veramente affezionato. Ogni mattina era la stessa storia, si svegliava totalmente sudato con il cuore in scalpito, con i mente i ricordi incessanti di notti irreali, ed alzarsi diveniva sempre più difficile.

Gwen non riusciva a gettare via l’amore per Harry. Quel riccio l’aveva stregata, aveva fatto si che il suo cuore fosse accessibile unicamente a lui, e questo la struggeva ogni giorno, sempre di più. Andy le aveva concesso l’entrata sicura nel suo castello e lei da sciocca innamorata l’aveva rifiutata. Andy le aveva dato l’opportunità di una vita felice e lei da masochista innamorata l’aveva respinta. Andy le aveva offerto tutto ciò che una donna potesse desiderare e lei da sadica innamorata l’aveva annientato. Non si meritava una persona del genere al suo fianco e difatti l’aveva lasciato andare, l’aveva visto allontanarsi, svanire nel nulla e abbandonarla al suo crudele destino.

Il sole appena sorto, rosso come il sangue, luccicava in cielo inebriando l’aria con la sua maestosità. Gwenny era rimasta sveglia tutta la notte, aveva versato tante, troppe lacrime. Il pensiero di Harry nella sua mente la tormentava senza dargli tregua nemmeno un istante. Fremeva dalla voglia di vedere quel dannato sorriso, di sentire quella maledetta voce e di toccare quegli incantevoli ricci.

 

-        Ehi piccola Gwenny, vorremmo tutti rivederti, ci manchi sai? Noi stasera ci vediamo tutti a casa di quello squilibrato di Louis e naturalmente tu sei la benvenuta. Fammi sapere. xx Liam –

Liam l’aveva distolta dai suoi dolorosi pensieri, dai quali non era riuscita a nascondersi accuratamente. E questo l’aveva resa incredibilmente felice.

-        Ehi bellissimo ragazzo, l’idea mi alletta, ma non so dove si trovi casa di Louis –

-        Tranquilla, ti passa a prendere Andy. Fatti trovare pronta alle sei xx Liam-

Forse l’idea non era più così di suo gradimento, se Andy l’avesse accompagnata, avrebbe ripreso la conversazione di pochi giorni prima ed avrebbe voluto spiegazioni sul perché, lei, avesse costantemente il cellulare spento. Ed infondo avrebbe avuto ragione, lei era sparita senza farsi più sentire, proprio come ancor prima, Harry aveva fatto con lei. Nel giorno in cui Andy l’aveva baciata allo starbucks, lei era scappata via cercando di raggiungere il suo amato, ma l’unica cosa che era riuscita a trovare, era il suo profumo nel vuoto che la circondava.

Ma continuare a fuggire dalla realtà non avrebbe risolto nemmeno la più piccola delle incertezze.

Appena scoccarono le sei, il campanello suonò. Andy e la sua brutale bellezza fecero ingresso in casa Shepard, Gwen rimase a guardarlo incantata per un interminabile istante, quel ragazzo le ricordava terribilmente il suo amato. Forse era la mancanza di Harry, forse la voglia di vederlo, forse la sua disperazione, ma stasera Andy sembrava esser la copia perfetta del cugino. Tutto in lui faceva si che la visione di Harry fosse onnipresente nella sua mente. La ragazza scosse la testa cercando di mandar via le allusioni che aveva appena fatto e raggiunse Andy.

 

<< Si può sapere cosa diavolo ti è successo? >> Domandò, una volta in macchina, Andy terribilmente deluso dal comportamento di Gwenny << Non ti ho visto più in giro, sei sparita e non mi hai dato neanche modo di rintracciarti >>

La ragazza sapeva bene che questo discorso prima o poi fosse arrivato e quindi non fu per niente sorpresa dall’espressione crucciata di Andy.

<< Scusami, non sono stata bene. >> Recitò Gwen cercando di essere più convincente possibile.

<< E perché hai spento anche il cellulare? >>  Ribatté a tono Andy.

<< Per..perchè quando sto male non ho voglia di sentire nessuno >> Gwen aveva interpretato il tutto in maniera abbastanza credibile. In fin dei conti il ragazzo non sapeva molto di lei.  Nonostante ciò, però, Andy non sembrò molto convinto dalle parole di Gwen. Sapeva benissimo che ci fosse qualcosa sotto, qualcosa che Gwen volesse tenere per se, qualcosa che lui non dovesse sapere.

 

<< Gweeeen! >> Esclamarono tutti appena la ragazza entrò in casa. I loro visi erano piegati in smorfie che davano modo di far trasparire le loro emozioni. Le saltarono addosso facendole perdere l’equilibrio, tanto che si ritrovarono tutti per terra . In effetti i ragazzi le si erano affezionati da subito e a Gwen tutto questo sembrava solo un disarmante sogno.

<< Quant’è che non ti vediamo? >>  Chiese retoricamente Liam alzandosi.

<< Non ti sei fatta più vedere >> Affermò con rimprovero Niall.

<< Infatti bellezza, ci è mancato poter prenderti in giro >> Scherzò Zayn.

<< Ma ora sei qui, e noi possiamo stritolarti per bene, vero ragazzi? >>  Dichiarò Louis passando il suo sguardo prima su di lei e poi sui ragazzi.

Ma mentre i ragazzi avevano intrappolato Gwen, arrivò Harry. Appena vide la ragazza intenta a fuggire dalle  grinfie degli amici, sgranò gli occhi e deglutì profondamente. Il riccio non si aspettava di rivedere la ragazza, specialmente in quel determinato contesto. Aveva sperato che quel giorno passato con i suoi migliori amici avrebbe curato le sue dolenti ferite, ed invece non aveva fatto altro che strappato via le croste appena formatosi. Il suo dannato sogno aveva nuovamente squarciato il suo cuore e goduto della sua sofferenza.

La visione di Harry era ancor più bella di quanto Gwen ricordasse. I suoi ricci ricadevano perfettamente sulla fronte, la luce che sprigionavano i suoi occhi  avevano accecato la sua vista e le sue labbra dannatamente invitanti si muovevano sinuosamente facendo comparire il disprezzo che Harry stava provando. Ed insieme, tutti questi elementi, formavano un dipinto terribilmente perfetto creato dal miglior pittore al mondo.

<< Che ci fa lei qui? >> Biascicò nervosamente il riccio lanciando uno sguardo torvo ai presenti.

<< Ci mancava così tanto che abbiamo deciso, di comune accordo, d’invitarla. >> Esordì pimpante Louis, non rendendosi conto della pressante tensione che aleggiava nell’aria.

Il riccio demoralizzato dalla situazione nella quale si era trovato, si allontanò da loro e salì al piano superiore. Harry non avrebbe mai pensato che avrebbe sofferto così tanto per una semplice ragazza.

 

<< Ehi >> Mormorò sconsolata Gwen.

Harry si girò di scatto e rimase interdetto dalla visione appena avuta. Gwen si trovava li, davanti a lui, le aveva parlato, ed il tono che aveva usato non aveva neanche un briciolo di acidità, come invece era solita  ad utilizzare.

<< Ehi >>  Farfuglio confuso Harry.

<< Non è da tutti i giorni poter ammirare la voglia di solitudine di Harry Styles. >>  Tartagliò la ragazza avvicinatosi fin troppo al ragazzo.

<< Bhe, tu sei l’unica che ancora ha avuto l’onore di assistere a questo mio insolito desiderio >> Borbottò il riccio adorando il momento creatosi. Pertanto mosse qualche altro passo, facendo si che restassero solo pochi millimetri tra loro.

Erano talmente vicini che le loro labbra potevano sfiorarsi senza alcun intralcio. Di fatti Harry fece scontrare i loro bacini e accarezzò dolcemente la schiena di quell’indifesa ragazza.  Successivamente posò le sue morbide labbra sul collo di Gwenny e ciò la fece sussultare. Così vista la reazione positiva della ragazza, il riccio cominciò a lasciare baci umidi lungo il tessuto che poco prima aveva accarezzato con le labbra e soffermatosi su un punto cominciò a succhiare amorevolmente un lembo di pelle. Subito dopo catturò le labbra di Gwen in un bacio. Un bacio passionale. Un bacio dolce. Un bacio meravigliosamente bello, di cui si sarebbero ricordati a vita.

Gwen si sentì persa. Persa tra le sue forti braccia, persa tra i suoi baci incessanti, persa tra l’amore che provava per quel ragazzo. Il sangue nelle vene aveva smesso di far pompare il cuore, le sue gambe tremavano e le noti di dolci canzoni le rintonavano nelle orecchie. Tutto le sembrava straordinariamente perfetto, ogni cosa al posto giusto, e niente e nessuno poteva rovinare ciò che loro avevano appena creato. Ma come ogni sogno ha le sue certezze, ogni realtà ha i suoi dubbi.

Hi everyone J

Ho deciso di aggiornare molto, ma molto, prima del dovuto.

 Volevo arrivare ad avere almeno 7 recensioni ma non sono riuscita a schiacciare

via la voglia di pubblicare il capitolo. Ma per il prossimo dovrete aspettare

che questo abbia raggiunto le 7 recensioni, e questa volta dico sul serio.

Se qualcuno volesse seguirmi o farmi semplicemente delle domande questo è il mio twitter: https://twitter.com/#!/Deb_ora96 

Ed infine grazie mille a tutti coloro che: Hanno recensito la storia e l'hanno messa tra le preferite, ricordate e seguite. 

See you soon.

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Capitolo 7
*** Segreti distruttori ***


Segreti distruttori.

I segreti possono essere inconvenienti. Possono essere burrascosi. Possono essere talmente amari da non riuscir più a contenerli nello scrigno da te custodito. Allo stesso modo, possono scombussolare la tua vita facendo si che tutto quello che tu abbia costruito fino a d’ora, cada a pezzi dinnanzi ai tuoi occhi resi tristi dalla verità salita a galla.

Harry era rimasto folgorato dall’idilliaca visone di Gwen.  Non riusciva a comprendere come lei fosse riuscita a stregarlo così facilmente. L’aveva reso vulnerabile di fronte a così tanta bellezza. Però, contemporaneamente, era rimasto scioccato dal segreto da lei non rivelatogli.

Ma improvvisamente nella mente di Harry fecero capolino dei ricordi ormai un po’ affievoliti dal passare del tempo.

<< Niente, almeno niente che ti riguardi e poi non sono in vena di iniziare un discorso con persone superficiali come te >>

<< E come fa questa deliziosa fanciulla a giudicarmi così velocemente? Non mi ha dato modo di farmi conoscere o forse non vuole proprio conversare con il qui presente? >> 

<< E’ vero, io non ti conosco, ma posso tranquillamente affermare che tu sia un maschilista senza scrupoli, ami portarti le donne a letto e illuderle di una tua futura chiamata, sedurle, conquistarle, fare sporchi giochetti solo per provare piacere ogni notte, conosco i tipi come te Harry, ed anche molto bene ed io non sono adatta a te, quindi non ti conviene neanche provarci perché non sono facile da abbindolare.  >>

Il ragazzo si rese conto che, anche se inconsciamente, Gwen avesse voluto tralasciare degli indizi, facendo intuire un trascorso pieno di rancore nei confronti di qualcuno.  Qualcuno che l’avesse colpita nel profondo. Qualcuno che l’avesse irreparabilmente ferita. Qualcuno che avesse squarciato l’amore da lei provato.

Mille domande affliggevano la mente di Harry, alcune prive di risposte altre colme di deduzioni.

Era stato lui a lacerare il cuore di quella dolce ragazza? Era stato lui a farla fuggire dai suo passato? Era lui quel subdolo qualcuno?

I sensi di colpa continuavano ad attanagliarlo, ed allo stesso modo la rabbia gli ribolliva dentro come se i segreti di Gwen l’alimentassero. Come aveva potuto nascondere tutto questo? Come aveva potuto ingannarlo? Come aveva potuto illuderlo? Drogati pensieri si facevano spazio tra le sue stremate membra. Gwen voleva vendicarsi ammaliandolo con il loro finto legame o qualcosa d’immensamente bello stava nascendo tra di loro?

 

Gwenny sembrava esser felice. Dopo tanto tempo i suoi pensieri si stavan dando pace concedendo una palese dimostrazione di una duratura riappacificazione. I nervi tesi era scomparsi completamente e lei stava cominciando ad apprezzare realmente ciò che la vita le avesse donato dopo tanti supplizi.

Involontariamente sorrise. Tutto quello che le fosse accaduto in passato sembrava esser scomparso nelle vie buie del dimenticatoio, tutto era straordinariamente bello ai suoi occhi e si poteva benissimo intuire la felicità  che provasse in quel momento paradisiaco.

 

Il campanello di casa Shepard suonò.  Gwen ancora un po’ intontita dalle emozioni precedentemente assaporate, aprì il portone e si trovo dinnanzi la creatura più importante della sua ostile vita.

<< Ciao >> Esordì Harry.

<< Ehi >> Disse Gwen facendo cenno al riccio d’entrare.

<<  Dobbiamo parlare >> Aggiunse Harry inesorabilmente freddo.

<< Andiamo in cucina >>

Gwen fu completamente stranita dal comportamento di Harry. Come può essere una persona così lunatica? Si domandò. Solo ieri si eran dati un bacio ed entrambi sembravano esser felici di ciò.

<< Noi ci siamo mai visti prima del ballo in onore di tuo padre? >>

Gwen sgranò gl’occhi . Harry sembrava esser già a conoscenza della risposta. Il segreto di Gwen non sembrava più esser tale. Quest’ultimo era comparso li, senza avvertirla, voleva distruggerla e appropriarsi della sua momentanea felicità.

<< Bhe.. Noi.. Ecco.. >> Gwen non riuscì a formulare una frase corretta, era intimorita dall’imminente reazione che avrebbe avuto Harry. Ormai non aveva più via di scampo, ancora una volta il suo passato aveva travolto il suo presente.

<< Rispondi >> La incitò il riccio, guardandola intensamente negl’occhi. << Allora? >>

<< Noi.. si, ecco.. noi ci conoscevamo >> Gwen chinò il capo non riuscendo a sostenere lo sguardo indagatore di Harry.

<< Continua >> Tuonò Harry << Voglio sapere tutto >>

<< Io non ero così.. così magra, per questo non mi hai riconosciuto subito. >> Balbettò Gwenny scrutando nuovamente l’espressione agghiacciata del riccio. Successivamente emise un sospirò e continuò << Fino a due anni fa abitavo e andavo a scuola qui e naturalmente noi due.. diciamo che ci conoscevamo. Io non stavo bene, o forse è meglio dire che fossero gli altri a non farmi stare bene, e uno di quelli eri tu, Harry. Io avevo addosso trentacinque chili in più, e voi non mi lasciavate in pace proprio per questo motivo. Finché un giorno chiesi ai miei di poter cambiare, cambiare tutto, ogni cosa attorno a me. Così loro decisero che la miglior cosa fosse trasferirsi così che io potessi star meglio. Però, due settimane fa il passato è tornato a farmi visita facendo incontrare nuovamente le nostre strade. >>

 Le lacrime le pizzicavano gl’occhi, volevano scorrere impetuose sul suo viso ma lei non glielo permise.

<< Harry >>  Le usci quasi come una supplica << Non pensavo che ci fossimo rivisti. Non potevo immaginare che i nostri padri potessero essere soci. >>

 

Harry rivolse uno sguardo truce alla ragazza. Era deluso, estremamente deluso. Aveva sperato fino in fondo che quello che poco prima avesse scoperto, fosse un’enorme bugia mal riuscita del padre, invece le rivelazioni della sua Gwen confermarono tutto facendogli crollare il mondo addosso.

 

<<  Perché non me l’hai detto prima? >>  Protestò Harry.

<< Perché..perchè io >> Gwen cercò di trovare le parole giuste ma fu interrotta bruscamente dal ragazzo.

<< Perché volevi vendicarti >> Disse Harry scuotendo il capo.

<< No! >> Esclamò Gwen quasi sul punto di piangere.

<< Si, invece >> Replicò Harry ormai rassegnato all’evidenza. << Volevi illudermi, volevi rubarmi il cuore e poi gettarlo al vento,  mi volevi ai tuoi piedi cosi che potessi attuare la tua vendetta. >>

Gwen era immobile, non riuscì a muovere neanche un misero, piccolo muscolo. Era intrappolata dall’amore concesso al ragazzo, era impalata e annientata dalle parole del suo amato che continuavano a colpirla dritta al cuore.

Harry la contemplò un’ultima volta prima che uscisse da quell’incubo.

Come si era potuto innamorare di quella abbindolatrice?

Come si era potuto far trasportare da emozioni mai provate?

Come si era potuto far incatenare il cuore?

Il ragazzo dal cuore di pietra aveva provato ad uscire dal guscio, permettendo l’intrusione ad una ragazza ed era rimasto intrappolato tra le insidie di un amore falso.

 

Gwen si accasciò per terra lasciando che le lacrime avvolgessero il suo viso.

Aveva rovinato tutto.  

Aveva fatto si che i suoi segreti risucchiassero la sua felicità.

 Aveva permesso al suo passato di fregarla nuovamente.

Aveva lacerato anche la parte rimasta intatta del suo cuore.

Aveva guardato negl’occhi la persona che amava e quelli avevano guardato da un’altra parte, lasciandola li, inghiottita dal dolore.

Ogni cosa si era nuovamente sfumata.

 

I segreti sono solo dei paradossali guai. Possono riemergere a loro piacimento facendo capolino nella tua vita e sterminando la speranza di una felicità futura.

 

Hi everyone J

Anche questa volta non ho aspettato le sette recensioni

ma son passate due settimane dall’ultimo capitolo e mi sembrava brutto

non continuare a non aggiornare. Quindi eccovi qui il settimo.

With love.

- deb

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Capitolo 8
*** Delusioni incessanti ***


Delusioni incessanti.

Ci sono delusioni che pesano sul cuore come macigni. Delusioni che ti squarciano l’anima. Delusioni che annientano le speranze riposte in un amore platonico o semplicemente t’ingannano facendoti credere che soltanto il tempo possa risollevarti dall’oscuro dolore provato.

Gwen sentiva il dolore distruggerla, voleva piangere, voleva sfogarsi, voleva donarsi completamente all’atroce strazio che da li a poco l’avrebbe inghiottita. Singhiozzava impercettibilmente. Era persa in un mondo alieno estranea a tutto e a tutti. 

Andy l’aveva invitata ad un’ennesima festa, vero e puro divertimento. Era sempre stato così dolce nei suoi confronti contrariamente al cugino.

- Ehi bei ricci, stasera sono più che libera e ho davvero bisogno di bere e divertirmi. A che ora inizia la festa? J xx G.-

- Ehi bellissima ragazza, la festa inizia alle undici.. Ti aspetto, con ansia xx Andy-

 

Harry era stato sopraffatto da nuove, allucinanti, divine emozioni. Mai e poi mai avrebbe potuto immaginare di poter provare tutto questo per una semplice, bellissima ragazza. Ma tutto questo era svanito nel nulla, lasciando posto solo a dannate delusioni, per colpa di un’orrenda vendetta. O almeno così credeva.

 

Alle undici esatte una Gwen, ancora un po’ malconcia, dal pianto liberatorio poco prima esternato, si presentò al luogo prestabilito. Quella sera era decisa a sprofondare nell’alcol, cosi da dimenticare, anche solo per un istante, i pensieri distruttori che le aleggiavano in mente.

 

Andy la notò subito, era impossibile passare inosservate quando tutta la bellezza del modo era incarnata in un’unica e sola persona. Come sempre, Gwen indossava un incantevole sorriso che impediva una convenzionale respirazione a chi la contemplasse. Sembrava spaesata dagli sguardi inquisitori della gente che la circondava, così Andy decise di avvicinarsi cercando di ricambiare il sorriso.

<< Sei venuta. >> Commentò il ragazzo.

<< Sono venuta >>  Disse rammaricata Gwenny << Andy ho davvero bisogno di bere. >>

<< Si, certo. Andiamo in cucina, ti preparo qualcosa di forte >> Mormorò Andy rivolgendo uno sguardo crucciato alla ragazza.

 

<< Come mai sei così triste Gwen? >>  Indagò Andy avvicinandosi e porgendole in drink appena fatto. << Non ti ho mai visto così. >>

Gwen sentì nuovamente il bisogno, quasi incessante, di piangere, ma nonostante tutto non si lasciò andare. Si portò il bicchiere contenente l’alcol alla bocca e lo assaporò.

Sentì subito un bruciore percorrerle il corpo, un misto d’adrenalina e rancore. Quel drink doveva contenere una grande quantità di alcol  per farla sentire così scossa.

<< Non ho voglia di parlare. >> Sentenziò Gwen cercando di mascherare la sua tristezza.

<< Almeno ti va di ballare? >> Domandò incupito Andy.

<< Naturalmente >> Rispose Gwen cercando di risollevare il suo umore.

Andy le porse la mano, che lei accettò ammiccando un sorriso, e spintonando tutti la trascinò al centro della pista palesemente troppo affollata.

 

Harry era irrimediabilmente confuso. Amore o Odio. Perdono o abbandono. Dolcezza o rabbia. Paradossali contraddizioni offuscavano la sua vivida mente.

Decise così di correre via da quei terribili pensieri lasciandosi trascinare dal limpido divertimento che lo aspettava alla festa organizzata da suo cugino.

 

Minuti, ore, tempo evidentemente indeterminato era trascorso da quando Andy e Gwen si erano dati alla pazza gioia ballando sulle note giocose di qualche cantante pazzoide. La ragazza era riuscita ad accantonare le sue angosce per un arco indefinito di tempo e ciò la rincuorava. Si era sentita libera, libera dal dolore, libera dai vincoli strazianti della sua vita, libera dal mondo circostante.

 

Le note dolci di the rescue rintoccavano tra le mura.

Andy le porse la mano come solo un gentil uomo possa fare.

Gwen anche se parzialmente intimorita dal gesto del ragazzo, non si tirò indietro e accettò , con fare ironicamente civettuolo, l’invito inespresso a danzare con lui.

Andy la strinse a se appoggiando le sue mani sulla sua schiena.

 Gwen posò le sue braccia sulle spalle del ragazzo e gli rivolse un altro dei suoi splendidi sorrisi.

Se solo fosse stato Andy il ragazzo di cui le si fosse innamorata, sarebbe stato tutto così semplice, così facile.

 

Andy la guardò dritta negl’occhi cercando di scrutare le sue emozioni.

Era così perfettamente bella, pensò.

Si avvicinò pian piano a lei e posò le sue labbra sulla morbida guancia di lei. Sembrava così fragile in quel momento che lui ebbe l’istinto di brandirla completamente con le sue possenti braccia.

Le sue labbra erano così rosee, così belle, così irresistibili. Non riuscì a schiacciare via il pensiero data la poca distanza tra loro, e pressò le labbra su quelle della ragazza.

Gwen rimase allibita dal gesto di Andy e sgranò gl’occhi, ma una fitta le oltrepassò il cuore solo quando vide il suo Harry tra la folla.

Improvvisamente non si sentì più così riparata tra le urla incessanti della gente.

Improvvisamente tutto quello che la proteggeva dal resto del mondo scomparì.

Improvvisamente il suo senso di libertà l’affogò.

 

Harry sentì una morsa allo stomaco. L’orribile panorama che gli si presentò davanti gli pugnalò il cuore facendogli perdere un indefinito numero di battiti. Si sentì perso, perso tra la gelosia, perso tra la rabbia, perso tra l’amore immenso che provava per quella ragazza.

Fortunatamente riuscì a scappare via dalla visione appena avuta uscendo in terrazzo. Cercò di assimilare e sbollire l’ira incrementata dal gesto a cui poco prima aveva assistito. Inspirò a fondo e ancora un po’ stordito, si resse al balcone.

Gwen corse subito via alla ricerca del ragazzo amato. Avrebbe dovuto immaginare che alla festa, anche il riccio sarebbe stato presente, in fin dei conti era proprio il cugino ad organizzarla, ma non riusciva a capacitarsi dal gesto repentino di Andy o forse, era meglio dire del suo. Non si era scansata subito, ma, contrariamente aveva lasciato che il ragazzo si illudesse non sottraendosi a quel bacio.

<< Harry >>  Supplicò Gwen alla vista del ragazzo.

<< Che vuoi? >> Ringhiò Harry ammutolendola.

<< Io.. io posso spiegare. >>

<< Non devi spiegarmi proprio un bel niente! >> Esclamò inferocito il riccio << Non sono il tuo ragazzo, ne sono un tuo amico. >> Si fermò nuovamente cercando di soffocare la delusione e il rimpianto <<  Non devi rendere conto a me dei tuoi gesti. Sei un’adulta e puoi fare tutto quello che vuoi >>

Gwen si sentì smarrita. Un atroce dolore l’avvolse . Corse via, fuggì da quel baratro di solitudine. Scappò, rintanandosi nuovamente nei suoi tormenti, cercando una via d’uscita da quelle maledette parole che la stavano annientando.

 

Le delusioni sono arme facili da utilizzare. Ti sorprendono entrando nella tua vita come grandi tempeste, sono artifici ben composti e ti riempiono di crudeli inganni.

Hi everyone J

Altro capitolo immensamente triste, ma tranquille,

 la pace è probabilmente vicina.

Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra:

 preferite, seguite, ricordate e un eterno grazie va a chi

ha recensito la storia;

Anyway al prossimo capitolo xx

-With love deb

 

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Capitolo 9
*** Amari ricordi. ***


Amari ricordi.

I ricordi hanno il potere di trasformare il passato e stravolgere il presente. Uniscono ciò che la vita separa. Pulsano dolorosamente insieme al tempo che passa inesorabile e sono l’unica cosa che nessuno potrà mai portarti via.

Gwen ci stava ricadendo. Di nuovo. Erano già due dannati giorni in cui non ingeriva cibo o qualsiasi altra sostanza che la facesse sentire un po’ più piena.

Due dannati giorni in cui riusciva indenne a prendere in giro i suoi genitori.

Due dannati giorni in cui la vita sembrava scorrerle tra le dita.

Stava tornando indietro,  stava ripercorrendo i suoi passi, stava mandando all’aria i suoi progressi.

 ‘Era guarita’, si diceva. Ma perché allora i sintomi di quell’orribile malattia si stavano ripresentando?

‘Sarà facile uscirne’, si diceva quando aveva cominciato a vomitare anche il suo cuore.

‘Sarà facile smettere’, si diceva quando si chinava sul gabinetto.

‘Sarà facile nasconderlo’, si diceva quando appena uscita dal bagno, si ritruccava per nascondere gli occhi arrossati e la mano piena di segni violacei procurati dai denti.

Tutto le sembrava immensamente facile quando aveva dato il permesso a quella malattia di travolgerla, di distruggerla, di prendersi cura di lei.

Nessuno sapeva. Nessuno doveva saperlo.

Si pesava. Si ingozzava. Si ficcava due dita in gola, e solo dopo esser sicura di aver smaltito tutto ciò che avesse ingerito poco prima saliva di nuovo su quel macchinario che le dava il resoconto della giornata.

Se fosse stato negativo, se avesse preso anche solo 100 grammi sarebbe ritornata in bagno per eliminare quel piccolo, enorme eccesso.

Si guardava allo specchio. Si piaceva, a volte, poche volte. Le piaceva quando le ossa si vedevano, amava le sue ossa scoperte, era un amore incondizionato il suo, amore allo stato puro.

‘Stai dimagrendo, stai molto meglio ora’, le dicevano. Erano solo ulteriori incoraggiamenti a continuare. Le piaceva il suono di quelle parole, erano una melodia chiara e limpida per le sue orecchie, le sfioravano i timpani, la cullavano, era come se miracolosamente i suoi problemi sparissero.

Si sentiva bene quando era vuota. Si sentiva bene quando le girava la testa. Si sentiva bene quando sentiva il suo stomaco contorcersi per la fame. Erano segni positivi, significava poter pesarsi e esser felice per un attimo.

Credeva di aver fatto tutto con cautela, eppure era stata scoperta. Non aveva preso le giuste precauzioni. Non aveva curato tutto nei minimi dettagli. Forse non aveva pulito bene il bagno, forse aveva lasciato dei residui, forse non si era coperta bene i segni. Aveva lasciato degli indizi senza volerlo, e si era ritrovata a pagarne le conseguenze.

Le grida di sua madre, la voce rauca e singhiozzata di suo padre, la delusione nei loro volti. Tutto ciò era vivido nella mente di Gwen, niente di tutto questo era svanito anzi era ritornato più letale che mai.

Ma stavolta avrebbe fatto più attenzione, non sarebbe stata distratta. Ormai era divenuta esperta, sapeva come comportarsi, sapeva trucchetti che avrebbero impedito un altro fallimento, pertanto non avrebbe permesso che la verità tornasse a galla.

 

<< Harry hai notizie di Gwen? >> Chiese Andy in cerca d’informazioni. << Son due giorni che non risponde al telefono. >>

Quando Harry sentì il nome della ragazza uscire dalla bocca del cugino, il suo cuore prese una scossa, una forte scossa. Sentì la gola prosciugarsi, il sangue pulsare all’impazzata e la testa andargli a fuoco.

<< Come posso avere informazioni su G.. quella? >> Harry non riuscì neanche a pronunciare il suo nome, sentì la voce affievolirsi pian piano e un magone farsi spazio tra la gola.

<< Beh, io.. io pensavo >> Andy si sentì leggermente spaesato.

<< No. >>  L’apostrofò Harry facendo trasparire la sua voglia immensa di spaccare il mondo. << Non ho la minima idea di cosa le sia successo e neanche voglio saperlo, ora scusami, ma devo andare a farmi una doccia. >>

 Aveva lasciato il cugino senza parole, col suo sguardo crucciato e colmo di dubbi. Cosa gli era preso? La rabbia, la gelosia verso il cugino lo stavano lacerando.

 Ma a volte, semplicemente hai solo bisogno di sfogarti prendendotela con le persone a cui tieni di più, perché in fondo, sai che loro non ti lasceranno mai.

Era stato duro ammetterlo, ma Gwen aveva preso il suo cuore e non glielo aveva più restituito. Ma, dopotutto, era stato lui ad averglielo concesso.

Entrò in doccia, l’acqua che sfiorava delicatamente la sua pelle, l’odore inebriante del bagnoschiuma, il silenzio apostrofato solo dal rumore delle gocce infrante, per un istante gli sembrò tutto straordinariamente paradisiaco.

 

<< Gwenny >> Marie rivolse gl’occhi al cielo. In quel momento pregò Dio. Lo pregò affinché sua figlia non fosse ricaduta in quel baratro. Lo pregò affinché lui l’ascoltasse. Lo pregò affinché lui le desse la forza necessaria per affrontare quello che sarebbe accaduto nell’immediato futuro.

<< Gwen, apri questa dannata porta! >>

<< Si, mamma. Arrivo subito. >> Gwen era apparentemente tranquilla, dopo tutto questo tempo passato a nascondere le sue emozioni era riuscita anche a dominarle perfettamente.

<< Guardami negli occhi >> Marie era delusa, impaurita, allarmata.

Gwen alzò il capo, fermamente convinta di non aver commesso nessun errore.

<< Bene >> Si rassicurò Marie. << Pensavo.. pensavo solo che tu.. >>

Gwen prese le mani di sua madre come per rassicurarla, la guardò negl’occhi e i sensi di colpa la travolsero.

Come può uno sguardo farti sentire così piccola? Come può farti sentire così tremendamente in colpa?

Un lampo di dolore le percorse gl’occhi e si sentì soffocare dall’universo circostante.

I ricordi gli attraversarono l’anima, il cuore ancora sanguinante si infuocò, tutto le sembrava più sfocato comprese le certezze che fin ad ora le avevano fatto compagnia .

A volte inseguire ciò che ti appare più chiaro, è la miglior cosa che si possa fare, ma paradossalmente nessuno ha mai il coraggio di farlo davvero.  

 

<< Mamma so.. so cosa pensavi. >> Disse amaramente Gwen. << Ma, puoi star tranquilla, non ho alcuna intenzione di ricominciare >>  Concluse incurvando i lati della bocca e facendo trapelare un triste sorriso.

<< Oh, amor mio >>  Sussurrò Marie << Menomale, perché non possiedo le forze che occorrono per supportarti. Ora vieni qui, e abbracciami. >>

Marie sorrise. Sorrise perché si fidava della sua amata figlia.

Sorrise perché quest’ultima l’aveva tranquillizzata con i suoi sguardi pieni di dolcezza.

Sorrise perché la persona che amava più al mondo la stava abbracciando.

Talvolta anche solo un abbraccio può far si che la nostra infelicità sparisca.

 

<< Vado a casa di Gwen. >> Borbottò Andy scrutando tra gl’occhi di Harry.

Harry aprì la bocca per far uscire tutto il disprezzo provato nei confronti del cugino, ma la richiuse soffocando i suoi crudeli pensieri.

<< Bene >> Riuscì a dire. Questa volta avrebbe lasciato tutto nelle mani del destino. Si sarebbe affidato a lui e avrebbe continuato a sperare nel suo magico e misterioso potere manipolatore.

 

Gwen si sentiva infinitamente sola, vuota. Avvolta nel suo mondo ovattato, pieno di dolorose insidie.

Era stanca, stanca del mondo, stanca dell’amore, stanca delle difficolta. Perfino le lacrime erano stanche di rigarle il viso.

Aveva sentito gente promettere l’impossibile, gente che diceva di partire per poi tornare, gente che voleva prendere a pugni l’universo. Ma aveva visto quella stessa gente non aver fatto nulla di tutto ciò.

<< Ehi. >> Mormorò Andy consapevole di aver interrotto il flusso dei pensieri della ragazza.

<< Che ci tu fai qui? >> Domandò spaventosamente incuriosita Gwen.

<< E questo il modo di salutare qualcuno che è venuto a trovarti? >> Ribatté divertito Andy.

<< Non si risponde ad una domanda con un’altra. >> Affermò sicura Gwenny. << Anche se hai ragione, perciò.. Ehi.. che ci fai qui? >>

<< Così va molto meglio. >> Commentò Andy mostrandole un sorriso da spaccone e sdraiandosi accanto a lei.

Gwen perse un battito.

Come può una persona essere così identica ad un’altra?

<< Non hai ancora risposto alla mia domanda. >> Farfugliò Gwen allarmata dall’estrema vicinanza del ragazzo.

<< In realtà l’ho fatto. Ma comunque non sono solo venuto a trovarti, volevo anche sapere come stessi. >> Disse Andy azzerando quasi completamente la distanza tra i loro visi.

Gwen si portò istintivamente le mani sul viso, cercando di coprire le guance arrossate.

<< Non guardarmi così, te ne prego. >> Supplicò la piccola Gwen.

<< Perché? >> Chiese turbato Andy.

<< Ho tutto il trucco sbavato e.. >>

<< Sei bellissima. >> Enunciò il ragazzo, prendendo le morbide mani di Gwenny e posandole sul suo viso.

Annullò definitivamente la lontananza tra di loro e posò dolcemente le sue labbra su quelle della ragazza.

Gwen lo aveva stregato con un arcano artifizio.

La senti sorridere nel bacio e il suo cuore scoppiò di gioia. Stavolta avrebbe fatto di tutto per tenersi stretta quella magnifica ragazza.

I ricordi sono un’arma a doppio taglio: mettono inizialmente serenità, ma poi ti tirano giù, nel profondo e tetro abisso della nostalgia, ma, nonostante tutto, ti auto convinci che  non esista alcun arma in grado di distruggerli.

 

                                                                                                                                       

Hi everyone J

Questo capitolo è una merdina, ma è stato un vero e proprio

parto. Come si suol dire ho “il blocco dello scrittore” e

come se non bastasse sono sempre più piena di compiti.

Questa scuola mi sta uccidendo.

Anyway grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra:

le preferite, ricordate e seguite.

Ma un grazie particolare va a chi ha recensito.

Al prossimo capitolo xx

-With love deb

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Capitolo 10
*** Scelte precipitose. ***


Scelte precipitose.

Veniamo messi di fronte a delle scelte continuamente. Siamo perennemente soggetti a questo ciclo continuo di cambiamenti che la vita ci propone e che noi dobbiamo affrontare. Anzi è proprio nello scegliere che ribadiamo il concetto di essere liberi, perfettamente consapevoli dei nostri desideri e delle nostre voglie. Facciamo in modo che tutto ruoti intorno alle nostre esigenze così che ogni cosa ci soddisfi. Ma, fondamentalmente, basta una sola scelta sbagliata e il mondo fatto d’ovatta, che avevamo costruito, crolla lasciando posto al brutale nulla che ci circonda.

Gwen si era appena svegliata. Il suo umore era un misto tra felicità, tristezza ed esasperazione.

Era combattuta tra i suoi ostinati desideri e i suoi incolmabili vuoti.

L’attrazione per il dolce Andy e l’amore vitreo per l’irritante Harry.

Come potevano essere  così diversamente uguali tra di loro?

Si sfiorò istintivamente le labbra al pensiero del bacio ricevuto la sera prima da Andy, aveva un sapore straordinariamente strano, bello un misto tra miele e tabacco. In fin dei conti, si disse, poteva provare a costruire qualcosa con lui.

Scosse la testa come per far defluire più liberamente i suoi pensieri e si accorse della presenza di un bigliettino sul comodino.

-        Buon Giorno mia bellissima donzella! Spero che tu non abbia sentito la mia mancanza questa notte, visto che ieri sera ti sei addormentata aggrappata ossessivamente al mio petto.

Immaginò Andy con un ghigno dipinto in viso e ciò la fece sorridere. Successivamente continuò a leggere.

-        Ma ho pensato che a tuo padre non avrebbe fatto piacere trovare un estraneo nel letto di sua figlia, quindi ieri sera dopo vani tentativi sono riuscito a sgattaiolare via. Ma non pensare che tu ti sia liberata così facilmente di me!

Sorrise nuovamente fantasticando su come Andy fosse riuscito ad andarsene.

In fondo poteva realmente sperare in un futuro con quest’ultimo.

Sentì il suo stomaco brontolare e un senso di vuoto riprendersi la sua felicità.

Decise allora che non si sarebbe abbattuta così facilmente e scese in cucina con l’intenzione di cucinare qualcosa per colazione.

Ma improvvisamente sentì il campanello suonare.

 

<< L’avevo detto che non ti saresti liberata di me. >> Affermò Andy mostrando uno dei sorrisi più belli che avesse a disposizione.

Gwen restò immobile, esterrefatta dal comportamento del ragazzo.

<< Andy tu sei così.. così strano >> Dichiarò la timida Gwen. Sentì lo sguardo deluso di Andy addosso. << In lato positivo, intendo. >> Concluse.

Andy le prese la mano e la baciò. << Restiamo qui o mi fai entrare? Ti ho portato la colazione e i cornetti sono più buoni quando sono caldi. >> Commentò.

<< Ehm.. si, scusa.. Vieni. >> Gwen afferrò il braccio del ragazzo e lo trascinò in cucina.

<< Allora, hai dormito comoda senza il mio petto? >> Chiese Andy con tono sarcastico.

<< Non vorrei che il tuo enorme ego si offendesse, ma in realtà, non ho neanche sentito che tu te ne stessi andando. >>  Disse la ragazza divertita dalla circostanza venutosi a creare.

<< Davvero? >> Domandò Andy facendo comparire un ghigno malizioso sul suo viso. << Perché ieri sera non eri della stessa opinione. Eri incollata a me e non volevi assolutamente che io me ne andassi. >>

<< Ieri sera deliravo! >> Esclamò Gwenny azzannando un pezzo di cornetto.

<< Quindi anche quando mi hai baciato? >> Andy guardò divertito la ragazza.

<< Tu hai baciato me! >> Ribadì Gwen puntando il dito sul petto di Andy.

<< Beh, anche se fosse, tu non mi hai di certo rifiutato. >> Affermò sicuro di se.

<< Solo perché io.. >> Andy non le diede il tempo di finire la frase, che si fiondò sulle sue delicate labbra.

Ma immediatamente dopo il telefono del ragazzo squillò e rovinò l’incantevole momento.

Andy sbuffò. << Stasera?- Non lo so- Ma chi siamo?- Posso portare qualcuno?-Bene, allora ci vediamo alle otto. >>

<< Hai impegni per sta sera? >>

Gwen scosse la testa.

<< Bene, allora ti passo a prendere alle sette e mezza >> Esclamò entusiasta il ragazzo dirigendosi alla porta. << Ah, dimenticavo. Anche tu sei abbastanza strana.. In lato positivo, intendo!>> Gridò prima di dileguarsi.

 

Alle sette e mezza esatte il campanello di casa Shepard suonò ed Andy insieme alla sua aria da finto sbruffone fecero ingresso.

<< Gwen, Andy è qui! >> La chiamò Marie, alzando gli occhi al cielo.

Gwen era orgogliosa del risultato che aveva ottenuto. Indossava un tubino nero molto corto che evidenziava le sue lunghe gambe, gli interzi in pizzo le scoprivano leggermente il seno abbondante e le sue curve sembravan esser perfette.

Scese le scale a testa alta e si accorse che tutti i suoi sforzi stavano per esser ripagati.

<< Wow >> Farfugliò Marie.

<< Sei.. sei.. wow >> Balbettò Andy.

Beh, anche tu sei bellissimo, pensò Gwen.

I bottoni della camicia erano tutti abbottonati fuorché i primi due che lasciavano scoperto un lembo di pelle, la camicia gli fasciava perfettamente il busto facendo intravedere i suoi muscoli abbastanza accennati. Il pantalone nero gli slanciava la figura. I ricci spettinati gli ricadevano sul viso e come immancabile cornice i suoi spenditi occhi rivolti unicamente a lei.

<< Anche tu sei wow. >> Disse lei sghignazzando.

 

<< Dunque, bel principe dove vuole portarmi? >> Chiese curiosa Gwenny, appena saliti in macchina.

<< Vedrai mia bella principessa. >> Mormorò Andy insistendo sul quel ‘mia’.

Quindici minuti dopo arrivarono a destinazione. Gwen rimase incantata dalla maestosa villa che s’innalzava davanti ai suoi occhi increduli. Aveva un non so ché di principesco, romantico, rassicurante. Andy le prese la mano appoggiandola sul suo braccio e s’incamminarono giungendo così all’entrata.

Si accorse subito della presenza degl’altri ragazzi.

Zayn impegnato a coccolare la sua bellissima ragazza.

Louis indaffarato a far innervosire amabilmente la sua incantevole ragazza.

Ed infine Liam e Niall immersi nel compito di prendere in giro gl’amici.

Gwen si sentì sola anche con tutti i presenti pronti a farla sorridere. Si sentì sola perché qualcuno mancava all’appello, qualcuno di estremamente importante per lei: Harry.

<< Ehi ragazzi. >>

Gwen sentì una voce, quella voce, non molto distante da lei, così girò il capo per cercar di scoprire da quale parte provenisse quest’ultima e vide un riccio sbracciarsi per farsi vedere, ed un sorriso inconsciamente illuminò il suo viso. Ma successivamente vide una bionda avvicinarsi di più a lui e agguantargli la mano.

Il mondo le crollò addosso e la vista le si offuscò, sentì le gambe abbandonarla, sentì le lacrime pizzicarle gl’occhi ma coraggiosamente le respinse via.

In fondo lei non aveva alcun diritto di esser gelosa. In fondo lui era libero da ogni vincolo. In fondo, lui non era suo. In fondo lui non gli era mai appartenuto.

<< Ehi cugino! >> Esclamò Andy abbracciandolo calorosamente. << Quindi è lei la ragazza che volevi tanto presentarci. >>

<< Si, è proprio lei. >> Proferì il riccio. Subito dopo, però, si accorse dello sguardo inquisitore di Gwen. << Lei è Taylor >> Continuò << Loro sono : Liam, Niall, Zayn, Louis, e mio cugino Andy, e loro sono le loro rispettive ragazze, Perrie, Eleaonor e.. Gwen, giusto Andy? >>

Andy guardò stranito il cugino e poi rivolse un ulteriore sguardo alla ‘sua’ ragazza.

<< Si >> Biascicò non molto convinta Gwen. << Si, siamo fidanzati >> Ribadì nuovamente più a se stessa che agl’altri.

Harry contemplò amareggiato Gwen. I loro sguardi si scontrarono giusto per un’istante e i loro battiti si fecero più intensi.

<< Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni possiamo entrare e mangiare? >> Domandò impaziente Niall, e tutti scoppiarono a ridere smorzando la situazione venutosi a creare. << Si, ridete, ridete però quando sarò morto di fame vi farete un esame di coscienza! >>

Allora Louis e Zayn presero le loro dame a braccetto e le condussero all’interno,  seguiti da Liam e Niall che non smettevano di imitarli. Gwen vide per ultimi Harry e Taylor con le mani intrecciate e un magone di tristezza l’avvolse.

<< Quindi, stiamo insieme ora? >> Domandò esterrefatto Andy, interrompendo i brutti pensieri della ragazza.

<< Solo se tu vuoi. >> Bisbigliò Gwen avvicinandosi pericolosamente ad Andy.

<< Solo se lo vuoi anche tu. >> Soffiò sulle labbra di lei, il ragazzo dagl’occhi verdi.

Solo, allora Gwenny posò magicamente le sue labbra su quelle del ragazzo e il profumo di miele e tabacco le inebriò le narici.

Era la scelta giusta?

Harry si girò di scatto per chiamare il cugino, ma si paralizzò quando vide Gwen baciarlo. Stavolta non vi era alcuna spiegazione, alcuna scusa, ma d’altronde ne aveva avuto conferma poco prima, ora Gwen apparteneva unicamente ed inesorabilmente ad Andy.

Era giusto lasciarla andare?

La vita è una scelta continua, piena di decisioni ardue da prendere ,ma paradossalmente nessuno ha il coraggio di prendere la scelta giusta, ma solo quella più conveniente.

Hi everyone J

Questo capitolo è abbastanza triste poiché

Entrambi sono abbastanza confusi sulle scelte

Da prendere, ma sono consapevoli dell’amore che provano per l’altro.

Ma va bè, non si fanno sempre le scelte giuste e loro ne sono

L’evidente dimostrazione.

Anyway vorrei sapere il vostro parere sulla storia, poiché non

Sembra esser molto apprezzata.

Ringrazio coloro che hanno messo la storia tra:

le preferite, ricordate e seguite.

Ed un grazie particolare a chi ha recensito la storia.

See u soon

-With love deb

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Capitolo 11
*** Paradossali errori. ***


Paradossali errori.

Commettiamo tutti degl’errori nel corso della vita; Idee in continuo contrasto che annebbiano la mente, pensieri che defluiscono in maniera intorpidita, timori infondati, tutte vane preoccupazioni su quello che potrebbe guastare il nostro universo. Fondamentalmente, però, ognuno di noi ha il potere di far mutare ciò che ci svolazza intorno rendendo tutto meno difficoltoso e precario.

Harry sentì un dolore al capo. Sbarrò gl’occhi e cercò impacciatamente d’alzarsi da terra. Se il buon giorno si vede dal mattino, lui avrebbe passato una brutta giornata, pensò.

Entrò in doccia e si sentì libero da ogni costrizione, si sentì rinato, come se l’acqua bollente avesse lavato via tutti gli errori commessi. Ma continue immagini ingombravano le pareti del suo cranio facendolo sentire sempre peggio.  Scosse la testa come per sbarazzare la mente dai pensieri.

<< Si, siamo fidanzati >>

Quelle parole continuavano a pulsare dolorosamente nella sua mente, si rincorrevano per poi scontrarsi, ed ogni qual volta che accadeva il dolore alla testa s’intensificava. Aveva concesso all’orgoglio di sopprimere l’amore incondizionato verso quella ragazza, aveva concesso alla presunzione di prevalere sul cuore, aveva concesso ad Andy di appropriarsi del cuore di Gwen.

Ad ogni modo, però, doveva scacciare via, almeno momentaneamente, quei pensieri. Quella sera avrebbe dovuto sostenere un’altra delle noiosissime cene di famiglia, ma questa volta Taylor l’avrebbe distratto dalla nauseante monotonia.

Gwen avrebbe avuto bisogno di un nuovo, bellissimo vestito per la serata che avrebbe passato in compagnia di Andy, così si vestì di corsa e andò alla ricerca di quest’ultimo.

I negozietti in zona erano tutti abbastanza carini ma nessuno di quelli sembravan conquistarla, soliti vestiti sfarzosi o spartani.

Decise allora di entrare in un ultimo negozio, era molto diverso dagl’altri, più elegante, sobrio ma non troppo, sembrava contenere tutto ciò che le serviva. I suoi occhi s’illuminarono alla vista di un celestiale abito, color bianco con dettagli dorati. Non indugiò oltre, lo afferrò e si diresse al camerino. Rimase sbalordita dalla perfezione con la quale era avvolta in quell’idilliaco abito. Morbido sui fianchi e sul seno, stretto in vita con una piccolissima fascetta, lasciava trapelare le sue forme armoniose.

<< Ti sta molto bene. Sei bellissima. Fossi in te lo comprerei.>>

Gwen sentì una sussurro a lei molto vicino. Girò il capo per identificare la voce e due occhi color smeraldo le trafissero l’anima. Sentì le guance andare a fuoco, un brivido agonizzarle la schiena e il cuore sfondarle il petto.

<< Gr..Grazie >> Mormorò cercando di nascondere la vergona abbassando il capo.

Lui si avvicinò e le sfiorò impercettibilmente il collo con le labbra. Solo allora, la ragazza sentì l’affievolirsi dei battiti fino a cessare completamente.

<< Harry! >> Gridò una voce cristallina che molto probabilmente apparteneva a Taylor.

<< E’ solo la verità. >> Soffiò Harry a due centimetri dal dolce viso di Gwen.

Subito dopo vide il ragazzo allontanarsi fino a scomparire del tutto. Si portò una mano sul cuore e l’altra sulle labbra.

Avrebbe tanto voluto assaggiare di nuovo il sapore delle dolci labbra di lui sulle sue.

Un suono amaro la distrasse dai suoi ricordi.

-        Spero che la sorpresa di stasera non ti dispiaccia. Tra un’ora ti passo a prendere xx Tuo, Andy –

Cosa c’è di più disarmante dell’amare incondizionatamente una persona? Nulla, nulla di più assurdamente semplice, ma il problema sta nell’amare la persona giusta.

 

<< Siamo arrivati! >> Esclamò Andy in preda al panico.

<< Lo vedo. >> Disse Gwen osservando attentamente la villa davanti ai suoi increduli occhi.

<< E’ la casa dei miei genitori. >> Affermò Andy con tono insicuro. Piegò la testa di lato e notò l’espressione crucciata della ragazza. << Se non te la senti possiamo andarcene, anche ora.>> Sospirò non distogliendo gli occhi fissi su di lei.

<< Oh, no no, tranquillo. >> Bisbigliò Gwenny agitando le mani.

Andy scese dall’auto e come un vero gentiluomo aprì lo sportello alla sua ragazza. Le porse la mano e l’aiutò a scendere.

<< Sei bellissima e.. >>

Un rombo di motori distolse l’attenzione della ragazza e ,istintivamente come se qualcuno l’obbligasse, rivolse uno sguardo al ragazzo che scese dalla macchina. I suoi occhi divennero tristi e torvi  e le forze l’abbandonarono.

Harry aspettò che Taylor scendesse dall’auto per poi incamminarsi verso il cugino. Sgranò gl’occhi quando si accorse della presenza di Gwen. L’estasiante bellezza che la circondava inghiottiva le parole sul punto di nascere e prosciugava la gola tanto da sentir il bisogno insistente di bere.

<< Cugino, Taylor. >> Andy fece un cenno con la testa.

<< Cugino, Gwen. >> Harry ricambiò il gesto.

Le ragazze si scambiarono un sorriso poco accennato e mano nella mano con i loro rispettivi fidanzati si avviarono all’interno della maestosa casa.

 

<< Mamma, papà. Lei è Gwen, la mia ragazza. >> Annunciò Andy con enfasi.

Gwen arrossì. << Piacere Mr e Mrs Styles. >> Dichiarò mostrando il suo sorriso perfetto.

<< Piacere tutto nostro, cara. >> Esortarono i coniugi Styles.

<< Faccio fare un giro della casa a Gwen. >> Enunciò Andy rivolgendo uno sguardo a Gwen.

Mr e Mrs Styles annuirono sorridendo.

 

<< E qui, infine, c’è lo studio di mio padre. >> Disse Andy aprendo un ulteriore porta di mogano ed entrandoci.

<< Hai una casa bellissima. >> Mormorò la ragazza estasiata.

<< Mai quanto te. >> Ribatté Andy con un sorriso sghembo. Prese il mento della ragazza tra due dita e le lasciò un bacio a fior di labbra. << Vado a prendere qualcosa da bere. Aspettami qua. >> Concluse dileguandosi.

Gwen sentì la porta aprirsi e due braccia possenti circondarle i fianchi e spontaneamente inspirò il profumo del ragazzo.

<< Non pensavo che avresti fatto così presto. >> Comunicò Gwenny girando il capo. << Ma.. Harry? >>

<< Pensavi fossi il tuo adorato ragazzo? O non ti dispiace che sia io al suo posto? >> Domandò Harry con un sorriso mozzafiato.

<< Che vuoi? >> Reclamò a tono la piccola Gwen.

<< Niente, per ora. >> Si avvicinò pian piano e sfiorò il vestito di Gwen. << Vedo con piacere che hai seguito il mio consiglio. >> Concluse il riccio contemplando la ragazza.

<< Io.. Io non ho seguito il consiglio di nessuno, ne tanto meno il tuo. >> Smentì Gwenny indietreggiando di qualche passo.

<< Invece, io credo che tu l’abbia comprato per me. >> Ribadì lui sicuro.

<< Ti sbagli. >> Continuò lei.

<< Quindi non volevi stuzzicarmi indossandolo questa sera? >> Rivolse un sorriso malizioso alla ragazza e azzerò la distanza tra i loro corpi facendo combaciare alla perfezione i loro bacini. << Non volevi che io guardassi le tue bellissime cosce? >> Passò una mano su una coscia facendola boccheggiare.

<< No >>

<< Non volevi che io guardassi il tuo meraviglioso sedere? >> Salì pian piano e strinse possessivamente una natica.

<< No >> Sospirò.

<< Non volevi che io guardassi i tuoi maglifici fianchi? >> Arrivò ai fianchi facendo dei cerchi immaginari con le dita.

<< No >> Sospirò nuovamente.

<< Non volevi che io guardassi il tuo splendido seno? >> Le sfiorò la pancia e salì fino a stringerle delicatamente un seno.

<< No, Harry, no >> Mormorò a fatica.

<< Non volevi che io guardassi il tuo fantastico collo? >> Baciò impercettibilmente il collo della ragazza.

<< No >> Ansimò.

<< E non volevi neanche che ti baciassi, vero Gwen? >> Soffiò sulle sue rosee labbra. Poggiò una mano sulla nuca di lei e l’altra sul suo fianco, e delicatamente posò un dolce bacio sulle sue labbra. << E allora perché mi stai permettendo di farlo? >> Continuò facendole tremare le gambe.

<< Io.. io >> Farfugliò Gwen.

<< Tu? >> Fuse le loro labbra con un repentino gesto. Le morse il labbro inferiore e sentì i brividi che le percorrevano la schiena e  istintivamente sorrise nel bacio.

<< Noi.. noi >> Balbettò nuovamente la ragazza.

<< Noi? >> La strinse ancora più a se, le afferrò la mano e la posò sul suo cuore. << Senti quello che mi fai? Lo senti? >>

<< Harry, io, tu, noi. >> Mormorò Gwen distogliendo lo sguardo da quello del riccio, come se dentro qualcosa le bruciasse ardentemente.

<< Cosa Gwen? Cosa? Santo cielo, parla! >> Esclamò Harry scoraggiato.

<< Io ti.. >> Gwen sembrò pensarci. << Ti.. >>

Un improvviso rumore li fece allontanare, le loro mani separate sembrarono inseguirsi ma senza acchiapparsi, i loro cuori non più vicini sembrarono rincorrersi ma senza scontrarsi, i loro sguardi cupi sembrarono cercarsi ma senza trovarsi. Un continuo gioco senza fine.

<< Ragazzi cosa succede? >> Domandò Andy con tono indagatore.

I corpi non sono fatti per stare da soli, l'amore è un gioco ad incastro. Devi trovare il pezzo giusto, devi inciampare e continuare a cercare, come il mare abbraccia la sua spiaggia, come il cielo avvolge la luna l’alba, ognuno di noi ha bisogno di qualcuno che ci completi.

Nella vita si perdonano errori imperdonabili, si cerca di sostituire persone insostituibili, e si dimenticano persone indimenticabili. Nessuno è in grado di definire ciò che leghi la gente, ci si può sfarinare il cervello per anni e anni e cercar di dare un senso ad alcuni gesti, ma l’unica cosa che spesso potrebbe sembrare evidente è l’assurdo vincolo che si contrappone tra loro.

Hi everyone J

Scusate il terribile ritardo, ma non ho

Avuto nemmeno un momento libero.

Voi siete meravigliose e io pubblico un capitolo

Che non ho neanche riletto, quindi vi chiedo scusa

Per gli eventuali errori.

Volevo inoltre ringraziare le sette persone che

Hanno lasciato una recensione al capitolo precedente! Grazie davvero!

Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra:

 preferite, seguite, ricordate e un eterno grazie va a chi

ha recensito la storia;

Anyway al prossimo capitolo xx

-With love deb

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Capitolo 12
*** Emozioni incontrollate. ***


Emozioni incontrollate.

Passiamo circa il novantanove per cento della giornata a crogiolarci su cosa sia sbagliato o meno. Una valanga di ritmi continui, un groviglio di emozioni tormentose, l’accostarsi di idee contrastanti, ingombrano fastidiosamente la nostra mente affaticata, ma tuttavia nessuno di noi reagisce facendo si che quest’ultimi abbandonino la loro abituale dimora.

La mente di Gwen era ormai talmente affollata, da non riconoscere nemmeno i nervi all’interno di essa. Il riflesso dei teneri baci, dolci tocchi, focosi sguardi del riccio le balenavano incessantemente in testa. Senza darle il tempo di assimilare l’immagine precedente squartavano ciò che ne rimaneva passando velocemente ad un altro struggente ricordo. Sin da ieri sera non aveva fatto altro che tormentarsi assiduamente le mani ormai distrutte, ripensando a ciò che lei stessa aveva permesso che avvenisse. L’esilarante passato continuava a farle visita senza darle un attimo di tregua.

<< Santo cielo! >> Esclamò la ragazza guardando la macchia di caffè appena rovesciatosi sopra al suo maglioncino di flanella. << Potresti fare più attenzione! >>

<< Io? Tu mi sei venuta addosso! >> Sbottò il ragazzo alzando il capo e osservando così la ragazza che vi era davanti. << Gwen? >>

<< Si è il mio nome! >> Mormorò. Alzò lo sguardo. << Louis! >> Disse avventandosi sul ragazzo.

<< Nervosetta eh? >> Ammiccò stringendo forte la piccola Gwen.

<< Sai com’è, un coglione mi è venuto addosso facendo rovesciare il mio caffè bollente sul mio maglione. >> Scoppiarono entrambi a ridere attirando la curiosità dei passanti straniti dalla scena.

<< Vieni, ti offro un altro caffè. >> Propose Louis rivolgendole un strambo sorriso.

<< Con piacere. >> Affermò la ragazza ricambiando il gesto e afferrandogli il braccio.

 

<< Come va? Non ti ho più visto dalla cena organizzata da Harry. >> Asserì porgendole il caffè ancora fumante.

Sentire quel nome la fece trasalire. È buffo come una sola parola possa far riemergere mille emozioni mentre un intero manoscritto possa non riuscire a dire nulla.

<< Bene, credo. >> Informò chinando il capo per nascondere il rossore provocatole dagl’improvvisi ricordi che le erano balenati in mente. << Tu invece? >>

<< Benone! >> Assicurò Louis guardandola negl’occhi quasi come per scrutare ogni minima emozione provata in quel momento. Si fermò un attimo. << Ho sempre avuto una dote particolare, sai? >>

<< Ah si, e quale? >> Chiese Gwen stranita e divertita contemporaneamente.

<< So riconoscere lo sguardo della gente innamorata. >> Sembrò pensarci un istante. << E tu, Gwen, non sei innamorata di Andy. >> Si sedette su una panchina facendo cenno alla ragazza di seguirlo. << Quindi non riesco a capire il motivo per il quale tu stia con lui. >> Concluse contemplando il cielo sorprendentemente azzurro.

<<  Pensi davvero che tutti quelli che si amano stiano insieme? >> Domandò assuefatta Gwen alzando successivamente gl’occhi al cielo.

<< Nessuno è obbligato a stare con un’altra persona, Gwen, a meno che non lo voglia. >> Proferì Louis.

<< Già. >> Mugugnò la ragazza. << Ma se la persona di cui sei innamorata sta con un’altra? Chiodo schiaccia chiodo no? >> Concluse osservando il profilo trasognato del ragazzo.

<< Il detto chiodo schiaccia chiodo è solo un altro modo insensato di non affrontare il problema. La gente usa questi metodi solo per paura di combattere quel che li tormenta. E’ solo uno sciocco, sconsiderato e assurdo modo per sfuggire al passato, ed in fondo, come tutti sanno, quest’ultimo riemerge ritornando più agguerrito che mai. >>

 

Louis con le sue veritiere parole non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. Innamorata del cugino del suo fidanzato, terribilmente confusa sulle decisioni da prendere e atrocemente scoraggiata dalle circostanze venutosi a creare. Un brivido di freddo le percorse la schiena e una gocciolina le sfiorò il viso. Neanche il tempo di pensare sul da farsi che altre goccioline la colpirono, quasi dolorosamente, il corpo. Cominciò allora a correre, cercando di evitare le pozzanghere venutosi a creare con il temporale in corso.

Sentì un tuono, vide un lampo e osservò le lacrime fondersi dolcemente con la pioggia.

Un clacson la fece sobbalzare.

 

<< Gwen, cosa ci fai qui? Sali in macchina! >> Sentì quella voce roca e dannatamente bella insidiarsi nel suo cranio.

<< Preferisco andare a piedi. Grazie comunque. >> Dichiarò asciugandosi le lacrime nervosamente.

<< Sali in macchina o sarò costretto a farlo con la forza! >> Enunciò il riccio facendo trapelare la sua rabbia ingiustificata.

Gwen borbottò qualcosa d’incomprensibile e si decise infine a dar retta ad Harry.

<< Perché continui a perseguitarmi? >> Domandò infastidita Gwen girandosi a guardare il riccio intendo a guidare.

<< Seguirti? Ho visto una pazza, senza ombrello, nel mezzo della strada e le ho dato un passaggio. L’avrei fatto indipendentemente se la ragazza fossi stata tu o meno. >>

Quelle parole lanciarono una freccia dritta al cuore della fragile ragazza. << Ah >>

Harry girò un attimo il capo e notando l’espressione rattristita di Gwen posò una mano sulla sua coscia. << Però, è molto meglio che sia stata tu quell’euforica sconsiderata. >> Concluse tornando a osservare la strada e mostrandole un sorriso sghembo.

<< Harry, siamo entrambi fidanzati. Non possiamo buttare all’aria tutto per un semplice sfizio. >> Mugugnò. Appoggiò la testa sul finestrino e non distolse lo sguardo da quella mano sulla sua coscia. Si sentì strana dentro, soprattutto all’altezza dello stomaco, irritato da emozioni complicate, rabbia e qualcos’altro a cui non avrebbe saputo dare un nome, ma che faceva male più di tutto.

<< E chi ha detto che questo sia un semplice sfizio? >> Sorrise. Nuovamente.

<< Ti conosco Harry, ricordi? >> Declamò Gwen con un tono leggermente più alto.

Harry ritrasse istintivamente la mano. << Ricordo. >> Sembrava esser tornato serio.

<< Perché? >> Chiese lei guardandolo ossessivamente come se volesse incutergli timore.

<< Cosa perché? >> Harry accostò e finalmente potettero guardarsi negl’occhi.

<< Perché fai tutto questo? Perché m’inganni facendomi credere che tra noi due ci possa essere qualcosa? Perché mi trafiggi l’anima guardandomi così? Perché ti ostini a rincorrermi? Perché fai finta che non ci siano problemi tra noi due? Perché Harry, perché? >> Le lacrime scorrevano sul suo viso impetuose. Passò una mano sugl’occhi come per fermarle ma i tentativi furono vani, inutilmente inutili. << Ti amo e ti ho sempre amato >> Sospirò amaramente come per recuperare le forze << Ma non posso illudermi che per te sia lo stesso, vero Harry? >> Chiese Gwen spudoratamente.

Harry stette li impassibile e non mosse nemmeno un muscolo per contraddirla. Ma, infondo, era consapevole del fatto che la ragazza gli avesse rubato il cuore dal dannato momento in cui l’avesse rivista, con il suo abito blu notte aveva acceso una fiamma dentro di lui, con i suoi sguardi intimidatori aveva pugnalato il suo cuore, gli aveva mostrato un mondo nuovo, un mondo colmo di emozioni. Puri e semplici pensieri astratti capaci di far mutare il suo umore.

<< Stavolta sarò io a scappare via, sono stanca di rincorrerti, stanca. >> Sussurrò aprendo lo sportello dell’auto. << Stanca >> Gridò appena scesa dall’auto. Corse via, via da Harry, via dal suo amore, via dal suo dolore. Avrebbe soltanto voluto restare sola.

Ti accorgi sempre troppo tardi di cosa sia sbagliato o meno. Magari pensiamo troppo poco. Magari pensiamo solo troppo. Ma il dolore per definizione non ha regole, canoni, leggi: è irregolare, asimmetrico, illegale. Alcune persone, però, hanno solo bisogno di provarlo.

Hi everyone J

Siamo al 12° capitolo, e già penso al magone che

Mi verrà quando la storia finirà.

Ho fatto anche la rima ahahah.

Anyway fatemi sapere cosa se pensate, o cosa vorreste che accadesse.

Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra:

 preferite, seguite, ricordate e un eterno grazie va a chi

ha recensito la storia;

 al prossimo capitolo xx

-With love deb

 

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Capitolo 13
*** Eventi imprevedibili. ***


Eventi imprevedibili.

La speranza è un’astuta traditrice, una seccatrice indiscreta di cui non ci si può liberare, un sublime sogno ad occhi aperti. E in fin dei conti siamo proprio noi a voler che costei non ci abbandoni, ma rimanga con noi fluttuando nelle nostre giornate più buie

Gwen doveva darsi una mossa. Tra soli cinque minuti il suo ragazzo sarebbe passato a prenderla. Questo weekend sarebbe stato speciale, almeno così sperava. Andy, come promesso qualche giorno prima, l’avrebbe portata nella sua villa in montagna. Lei amava la montagna, il vento che scompigliava i capelli, l’aria fresca e priva di odori rozzi soliti delle città, la serenità che aleggiava nei dintorni. Tutto ,li, aveva un aspetto più bello, quasi fiabesco.

-Sto arrivando xx Il tuo favoloso fidanzato-

Gwen rise. Prese il borsone con dentro i vestiti necessari per tutto il fine settimana e scese di corsa le scale. Subito dopo sentì il suono di un clacson e si catapultò nel vialetto. Andy sorridendo le stava facendo segno di muoversi.

<< Sempre puntualissimo tu eh? >> Gwen rivolse uno sguardo divertito al ragazzo.

<< Sempre! >> Esclamò Andy avvicinandosi alla ragazza e posandole un tenero bacio sulla fronte. << Spero non ti dispiaccia, ma verranno anche gl’altri. >> Concluse accendendo l’auto.

<< Louis, Niall, Liam, Zayn, Eleanor e Perrie? >> Sorrise. << Certo che mi fa piacere! >>

<< Hai dimenticato Harry e la sua ragazza T..Toy..Tay.. >> Informò Andy cercando di ricordare il nome della fidanzata di suo cugino.

<< Taylor. >> Sussurrò amareggiata la ragazza.

<< Si, Taylor. Ci divertiremo, vedrai. >> Affermò il ragazzo davvero convinto, si voltò abbozzando un ampio sorriso e le sfiorò la guancia con un dito. << Credo che tra te e mio cugino non corra buon sangue. >>

Gwen roteo gl’occhi con fare infastidito. << Già. >>

<< Vi farà bene passare un po’ di tempo insieme, vi potrete conoscere meglio, Harry non è così male. >> Consigliò Andy strofinando dolcemente la mano sulla coscia della ragazza.

Lo conosco già, meglio di quanto credi.

<< Vuoi dire che non è: scorbutico, altezzoso, e irritante? >> Guardò stranita Andy, successivamente sbuffò. << Ma fammi il piacere! >> Diede una leggera pacca al torace del ragazzo.

<< Ehi, mi hai fatto male >> Le rivolse uno sguardo serio, subito dopo scoppiarono entrambi in una fragorosa risata. Improvvisamente tornò serio e le prese una mano. << Dico sul serio. Non è come sembra. >>

<< Anch’io dico sul serio. >> Mormorò lievemente quasi come per non farsi sentire.

<< Siamo arrivati, finalmente! >> Continuò Andy non allentando la presa sulla mano della ragazza.

Gwen sorrise flebilmente. Avrebbe dovuto rincontrare quei dannati occhi che l’avevano fatta innamorare. Avrebbe dovuto risentire quella maledetta voce che le faceva mancare il respiro ogni volta che l’udiva. Avrebbe dovuto rivedere quelle incantevoli labbra che l’avevano sfiorata, baciata, accarezzata. E avrebbe dovuto ignorare i battiti accelerati ogni qual volta che avrebbe incrociato quell’idilliaco sguardo.

<< Gwen! >> Gridarono all’unisono Eleanor e Perrie dalle scalinate della reggia del suo fidanzato.

<< Finalmente sei arrivata! Quegl’imbecilli non fanno altro che ridere. Non li sopportiamo più! >> Esclamò rassegnata Perrie.

<< Immagino. >> Ribatté Gwen abbracciandole.

<< Ragazze dove sono i vostri stupidi fidanzati? >> Chiese divertito Andy quando giunse accanto a loro.

<< Dentro. >> Disse Eleanor indicando il portone della villa. << In salotto, spaparanzati sul divano! >> Concluse scuotendo la testa.

<< A proposito, Taylor non è potuta venire. >> Riferì Perrie guardando sorridente Gwen. Forse aveva intuito qualcosa o semplicemente Gwen non era la sola a non sopportarla. << Ma al suo posto è venuta mia sorella, spero ti vada bene, ha insistito molto e.. >>

<< Tranquilla, a me va più che bene! >> Esplicò il ragazzo rivolgendole uno dei suoi meravigliosi sorrisi. << Vi aspetto dentro. >> Diede un bacio accennato a Gwen e si dileguò all’interno.

<< Non dirmi che hai lasciato tua sorella con quella massa di cretini? >> Chiese Gwen sgranando gl’occhi e agitando teatralmente le mani.

Immediatamente tutte e tre scoppiarono a ridere. << Povera la mia sorellina, torniamo dentro prima che me l’infettino >> Suggerì ancora ridendo Perrie. << Come va con Andy? >>

<< Bene. >> Affermò Gwenny poco convinta. << O almeno credo. >> Sussurrò con voce spezzata.

<< Lui sembra molto preso da te. Non l’ho mai visto così.. ecco così felice. >> Proferì Eleanor.

Perrie annui. << Ma a te sembra non importare molto. >>

Ti amo e ti ho sempre amato Harry!

<< Cosa te lo fa pensare? >> Chiese Gwen allarmata.

<< Eleanor, Perrie, dove eravate finite? >>

Un’altra bellissima bionda, pensò Gwen.

<< Gwen, questa è mia sorella. >> Le rivolse uno sguardo per poi guardare la bionda. << Jenny, lei è la fidanzata di Andy. >>

<< Finalmente ho il piacere di conoscerti. >> Jenny le porse una mano mostrandole un’incantevole sorriso.

<< Oh, il piacere è tutto mio. >> Disse Gwen ricambiando magnificamente il sorriso.

<< Quindi, ricapitolando: Harry dormirà sul divano. >> Spiegò Andy. << Liam e Niall staranno nella camera degl’ospiti, Louis e Eleanor in quella di mia sorella, Zayn e Perrie in quella dei miei genitori, Jenny in mansarda e io e Gwen dormiremo nella mia. >> Concluse cercando il consenso degl’altri con lo sguardo.

<< Perfetto. >> Conferì Harry rivolgendo uno sguardo deluso a Gwen. Gl’altri annuirono.

Solo allora si sentì uno stomaco brontolare rumorosamente. In quell’istante tutti guardarono con fare accusatorio Niall.

<< Non sono stato io. E’ stato il mio stomaco! Ha fame. >> Cercò di giustificarsi il biondino facendo spallucce.

<< Ben detto Niall! >> Ribatté Gwen dando il cinque al ragazzo affamato. << Vado a preparare qualcosa. >>

<< Harry ti aiuterà! E’ un bravissimo cuoco. >> Esclamò Louis spingendo il riccio.

I loro sguardi s’incatenarono e un brivido percorse la schiena d’entrambi.

<< Cos’hai intenzione di cucinare? >> Domandò Harry rivolgendole uno sguardo penetrante.

<< Sei tu il cuoco no? >> Obiettò Gwen con fare superiore.

<< Sei stata tu ad offrirti di cucinare qualcosa o mi sbaglio? >> Protestò Harry facendo si che la distanza tra di loro diminuisse sempre più.

<< Si, bhe, io. >> Farfugliò la ragazza cercando le giuste parole.

<< Che c’è mia piccola Gwen, non sai che dire? Il gatto ti è mangiato la lingua? >> Harry chinò il capo accennando un ghigno.

<< Il gatto dovrebbe mangiare la tua di lingua! >> Starnazzò infuriata Gwen.

<< Ah si? >> Azzerò le distanze con un gesto repentino. << E come potrei baciarti dopo? >>

L’aveva colpita in pieno. << Meglio così! >> Il viso di Gwen s’imporporò immediatamente, e i suoi occhi brillarono di luce propria.

<< Puoi ingannare Andy, puoi cercare d’ingannare me, ma non puoi ingannare te stessa, Gwen. I tuoi occhi sembran dire tutt'altro rispetto a quello che la tua bocca dice. >>

<< Io non sto ingannando proprio nessuno! >> Involontariamente Gwen sfiorò con le labbra quelle del ragazzo.

<< Non sembrerebbe. >> Prese fiato. << Baciami Gwen, so che vuoi farlo. Baciami. >> Concluse emettendo un sospiro soffocato.

<< Mai! >> Scandì bene la ragazza.

<< Allora lo farò io, e tu come al solito non mi respingerai. >> Soffiò sulle sue labbra prima di annullare definitivamente la distanza tra le loro labbra.

Subito dopo catturò le labbra di Gwen in un bacio. Un bacio passionale. Un bacio dolce. Un bacio meravigliosamente bello, di cui si sarebbero ricordati a vita.

Lei poté sentire l’erezione ben pronunciata sulla sua coscia, il respirò caldo sul suo collo e la voce terribilmente roca e corta addosso.

<< Se non vuoi condividere il letto con me, posso dormire sul divano anch’io. >> Disse Andy inclinando il capo.

La luna aveva già fatto capolino come sfondo eternamente immancabile e la sua luce eterea oltrepassava le serrande ancora lievemente dischiuse.

<< No. >> Sospirò. << Non sono più una bambina, posso benissimo dormire con un ragazzo. >> Continuò la ragazza con sguardo ironicamente altezzoso.

<< Ah, davvero? >> Lui sorrise. << Pensavo fossi ancora la bambina del tuo caro paparino. >> Si avvicinò ispirando il dolce profumo della sua fidanzata.

<< Beh, si sostanzialmente lo sono. >> Rise.

Lui posò le mani fianchi della ragazza. << Dico davvero, se non te la senti posso fare compagnia a mio cug.. >>

Gwen appoggiò un dito sulle labbra di Andy. << SSSh >> Continuò inclinando leggermente il capo di lato. << Staranno tutti dormendo. >> Prese una mano del ragazzo e lo fece sdraiare sul letto. << Sai che io sono.. >> Inspirò. << Vergine. >> Si sdraiò accanto a lui. << Però, fondamentalmente questo non m’impedisce di dormire con il mio ragazzo. >>

Andy la strinse a se e sentì subito il profumo delizioso d’albicocche inebriarlo. Solo qualche istante dopo, cadde in un profondo sonno cullato dalle dolci carezze della sua meravigliosa ragazza.

Gwen si sentiva tremendamente in colpa. In colpa perché non amava quell’incantevole ragazzo. In colpa perché non riusciva a dirgli la verità. E in colpa perché continuava ad illuderlo.

Non possiamo sapere cosa ci potrà accadere nello strano intreccio della vita. Noi però possiamo decidere cosa deve accadere dentro di noi, come possiamo affrontare le cose, e quale decisione prendere, e in fin dei conti è ciò che veramente conta.

Hi everyone J

Domani la storia fa un mese e non avendo tempo

A disposizione lo pubblico oggi :D

Ah, le parti sottolineate sono delle frasi degli scorsi capitoli, come dei ricordi.

Anyway il primo novembre verranno in Italia, quindi

Auguro buona fortuna a chiunque abbia la possibilità di andare a

Milano poiché tutti dovrebbero avere l’opportunità d’incontrarli.

Io resterò a casa poiché mi è assolutamente impossibile andare a Milano, essendo

siciliana, ma forza e coraggio ci saranno altre occasioni, o almeno spero.

SSo good luck.

Ed infine grazie mille a tutti coloro che: Hanno recensito la storia e l'hanno messa tra le preferite, ricordate e seguite.

See you soon.

-With love deb

Ps. Qualcuno mi potrebbe aiutare a fare un banner? xx

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Capitolo 14
*** Dolenti spiegazioni. ***


Dolenti spiegazioni.

Ci sono cose nella vita che non si possono spiegare, ci si potrebbe sfarinare il cervello a cercar di trovare le giuste parole, ma paradossalmente nessuno è in grado di riuscire in quest’ardua impresa.

<< Buon giorno mia bellissima principessa. >> Mugolò Andy sbadigliando ed esibendo il suo straordinario sorriso.

<< Buon giorno. >> Sussurrò con voce flebile la ragazza essendo ancora assonnata.

Andy posò un lieve bacio sulle morbide labbra della ragazza. << Dormito bene? >> Soffiò distanziandosi di pochi millimetri.

<< Umh, si. >> Strizzò gl’occhi. << Che ore sono? >> Concluse Gwen distogliendo lo sguardo divenuto insostenibile.

<< Tardi. >> Andy si allontanò e si sedette goffamente sul letto. << Saranno tutti giù a fare colazione. >> Si alzò e afferrò una maglietta. << Andiamo? >>

Gwen annuì chinando il capo. Non aveva smesso neanche per un minuto di rimuginare su ciò che il riccio le aveva detto.

 Puoi ingannare Andy, puoi cercare d’ingannare me, ma non puoi ingannare te stessa, Gwen. I tuoi occhi sembran dire tutt'altro rispetto a quello che la tua bocca dice.

I suoi occhi trasmettevano un amore che le sue labbra dicevano di non provare.

I suoi occhi trasmettevano una mancanza che dicevano di non sentire.

I suoi occhi trasmettevano una dolcezza che dicevano di non poter dare.

<< Finalmente vi siete svegliati! >> Esclamò Niall pimpante appena li vide. << Mancavate solo voi. >>

<< Cosa avete fatto stanotte? >> Chiese con tono malizioso Zayn beccandosi una gomitata sullo stomaco dalla sua ragazza.

Scoppiarono tutti in una fragorosa risata, tutti tranne Harry.

<< Già, cosa avete fatto? >> Disse il riccio con un accenno di disprezzo, rivolse poi uno sguardo crucciato alla ragazza.

<< Non credo siano affari nostri. >> Declamò Liam alzandosi dalla sedia. << Ora, invece di parlare della vita privata altrui, facciamo un bel picnik qui fuori? >>

Tutti acconsentirono molto volentieri, d’altronde il sole spiccava in cielo e il vento cristallino occupava impercettibilmente l’aria.

 

<< Giochiamo a palla? >> Domandò Louis arzillo prendendo il pallone davanti ai suoi occhi.

<< Sempre il solito bambino. >> Lo canzonò Eleanor ricevendo un’occhiataccia dal fidanzato.

<< Lasciala perdere fratello. >> Zayn diede una pacca sulle spalle all’amico. << Va a capirle le donne. >> Affermò teatralmente scuotendo la testa. Entrambi sghignazzarono.

<< Io ci sto. Liam? >> Confabulò Niall sorridente.

<< Ovvio. Harry, Andy? >> Sollecitò Liam avvicinandosi agl’amici.

<< Naturalmente. >> Esclamarono all’unisono i cugini.

<< E noi? >> Interpellò Perrie facendo il broncio.

<< Di solito le femmine non spettegolano? >> Punzecchiò Niall suscitando le risate degl’amici.

<< Io voglio giocare! >> Affermò Perrie non curandosi dell’osservazione fatta poco prima dal biondino.

<< Anch’io! >> Annunciò Jenny alzandosi da terra con uno scatto repentino.

<< Beh, allora anch’io >> Disse Eleanor sorprendendo i compagni.

<< Io passo. >> Enunciò Gwen sdraiandosi sul telo precedentemente steso sul prato.

<< Maschi contro femmine? >> Suggerì Zayn assaporando già il gusto della vittoria.

<< Ma noi siamo tre e voi sei! >> Asserì Perrie incrociando le braccia al petto.

<< Io posso stare in squadra con voi, ma qualcuno deve uscire. >> Esplicò Liam volgendo lo sguardo ai presenti.

<< Esco io. >> Annunciò Harry allontanandosi.

<< Bene. Cominciamo! >> Udì infine il riccio.

 

Gwen chiuse gl’occhi. Voleva lasciarsi andare. Voleva dimenticare tutto. Voleva sparire, rendersi invisibile al mondo, anche solo per un istante.

<< Ehi. >> Gwen sentì un idillio. Aprì lentamente gl’occhi. Due occhi color smeraldo si scontrarono quasi dolorosamente con i suoi.

<< Ehi. >> Borbottò cercando d’estraniare le insistenti emozioni che invadevano il suo corpo ogni qual volta che veniva a contatto con quei occhi rovinosamente belli.

A volte pensi di voler sparire, ma tutto ciò che vuoi realmente è essere trovato.

<< Che stavi facendo? >> Harry si spostò su un fianco per scrutare ogni minimo dettaglio della ragazza.

<< Sognavo, o almeno ci stavo provando. >> Bisbigliò Gwen come se sene vergognasse. << Chiudo gli occhi e faccio finta che sia tutto un sogno. E’ così che vado avanti. >> Sospirò.

<< Vorrei poter farlo anch’io. >> Farfugliò il riccio sorridendo tristemente.

<< Tutti possono farlo, Harry. >> Si fermò e gli rivolse uno sguardo compassionevole. << Possiamo fingere nei sogni, questo è il bello. Possiamo recitare, bleffare, ingannare il destino. Nei sogni tutto è possibile. Possiamo decidere cosa far succedere o meno. Possiamo fare cose che nella realtà non sono fattibili, realizzabili, sono solo impossibili. Siamo padroni di noi stessi. >>

<< Stai sognando in questo momento? >> Harry alzò il capo facendo intrecciare i loro sguardi e si avvicinò bramando le dolci labbra della ragazza.

<< No, Harry, non possiamo. >> Si spostò leggermente, non distaccandosi completamente. << Non di nuovo. >> Chinò il capo, cercando di eclissare l’ostinata voglia d’assaggiare le labbra del ragazzo. << Questo non è un sogno. >>

 Si alzò velocemente, ma fu bloccata dalla presa possente sul suo braccio. Harry la fece voltare imprigionandola con le sue forti braccia e la fece sentire debole con il suo sguardo indagatore.

<< Scusa non ce l'ha faccio. >> Harry posò dolcemente le labbra su quelle di Gwen. Venne subito inondato dall’inebriante fragranza che circondava la ragazza. Sentì i nervi del cervello incredibilmente tesi. Le forze abbandonarlo. E incessanti brividi colpirgli tormentosamente la schiena. Ma, nonostante tutto, sentì la felicità sommergerlo.

Perché c’era qualcosa, tra quei due, qualcosa che in verità doveva essere un segreto, o qualcosa di simile. Così era difficile capire ciò che si dicevano e come vivevano, e com’erano.

Gwen sentì lo stomaco, troppo pieno d’emozioni, rovesciarsi. Si scostò bruscamente e rivolse un ultimo, triste sguardo al ragazzo. << E’ tutto sbagliato. >> Non diede ad Harry neanche il tempo di ribattere. Scappò, lasciando al suo dolore il permesso di travolgerla, scappò lasciando al suo amore il permesso di distruggerla.

La ragione per cui così tante persone trovano difficile essere felice è che vedranno sempre il passato meglio di quel che era, il presente peggio di quel che è e il futuro meno risoluto di quel che sarà.

Hi everyone J

Stamattina non sono andata a scuola e non avendo nient’altro

Da fare ho deciso di scrivere un capitolo.

Sono ancora un po’ assonnata quindi non ho ricontrollato

Bene il capitolo, scusate quindi i miei eventuali errori.

 Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra:

 preferite, seguite, ricordate e un eterno grazie va a chi

ha recensito la storia;

Love yaa

-With love deb

 

 

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Capitolo 15
*** Illusioni persistenti. ***


Illusioni persistenti.

L'illusione è un meraviglioso mondo dove tu puoi vivere veramente, puoi amare ed odiare, puoi ridere e piangere, puoi essere felice o triste e semplicemente ti convinci che la realtà sia una  pura illusione, sebbene un' illusione persistente.

Gwen era sparita da due interminabili ore e l’ansia lo stava divorando lentamente.  Nessuno aveva notizie su di lei, era svanita nel nulla attenta a non lasciare tracce. I battiti del suo cuore acceleravano tormentosamente, le sue mani tremavano incessantemente, e il dolore alle tempie martellava violentemente tra le sue membra.

<< Continua a non rispondere! >> Constatò nervosamente Andy, con il telefono in mano,  camminando avanti e indietro per il salotto.

<< E tu continua a provare! >> Affermò bruscamente Liam buttandosi rumorosamente sulla poltrona.

<< Ancora non riesco a capire il motivo per il quale se ne sia andata senza avvisarci. >> Ammise Zayn agitando concitatamente le mani. << L’ultimo con cui ha parlato sei tu Harry. >> Rivolse uno sguardo indagatore al riccio. << Cosa vi siete detti? >>

<< Niente. >> Mormorò Harry mantenendo lo sguardo sulla finestra e cercando il riflesso sublime degl’occhi di Gwen.

<< Com’è possibile? Siete stati tutto quel tempo a parlare. Vi ho visti. >> Ammonì Perrie sconcertata. << Ho visto tutto. >>

Harry sgranò gl’occhi. << Tutto? >> Mugolò abbassando lo sguardo.

<< Tutto. >> Rispose Perrie affiancandosi al riccio.

<< Volete dirci di cosa state parlando? >> Chiese disperatamente Andy con gl’occhi lucidi.

<< Niente. >> Risposero in coro il riccio e la bionda.

<< Niente? >> Andy borbottò posando lo sguardo sul cugino. << Cosa mi state nascondendo? E’ la mia ragazza! >> Esclamò infine.

<< Un bel niente, Andy! >> Harry si alzò di scatto. << Un bel niente. >> Gridò prima di sbattere furiosamente il portone di casa.

 

La pioggia picchiava impetuosamente sui finestrini dell’auto che Gwen stava guidando. Piangeva, singhiozzava, la ragazza era completamente stravolta dai sentimenti che provava per quel ragazzo. Avrebbe tanto voluto scomparire, proprio come nei suoi sogni. Avrebbe tanto voluto spezzare il legame che la legava a lui. Avrebbe tanto voluto dimenticare ogni singolo momento passato in sua compagnia.

-Dove sei finita?- Un altro messaggio di Andy.

-Dove ti sei cacciata? Ti stiamo cercando, tutti!- Perrie sapeva, aveva capito ogni cosa.

-Sta piovendo, è pericoloso. Torna.-  Anche Harry la stava cercando, sembrava preoccupato.

-Ho solo bisogno di restare un po’ sola.- Gwen mandò un messaggio ad Andy. L’ultima cosa che avrebbe voluto era farlo preoccupare.

- Non posso, non ora.- Inviò ad Harry.

Accostò vicino ad una locanda. Emise un sospiro agitato. Scese dall’auto e imprecò essendosi inzuppata poggiando i piedi in una grande pozzanghera.

<< Posso fare qualcosa per lei? >> La signora al bancone la guardò compassionevole. << Oh, ma sei completamente fradicia! >> Si avvicinò. << Qui c’è un camino, vieni! >> La incitò.

<< Gr..grazie. >> Disse Gwen con voce tremante.

<< Vuoi una cioccolata calda? Offre la casa. >> Propose la signora sorridendole.

<< Non vorr..ei disturbare. >> Soffiò con voce flebile la ragazza infreddolita.

<< Ma non disturbi affatto! >> La signora si volatizzò dietro il bancone e due minuti dopo ricomparve con due tazze di cioccolata fumante.

Gwen le rivolse un sorriso come per ringraziarla.

<< Non mi sono ancora presentata, che maleducata! >> Declamò la signora sedendosi goffamente nell’altra poltroncina davanti al camino. << Mi chiamo Bernadette, ma puoi chiamarmi Betty e sono la proprietaria di questa baracca. >> Proferì indicando la bellissima locanda.

<< Pia..cere, sono Gwendolyn, ma puoi chiamarmi Gwen. E la tua locanda non è affatto una baracca, anzi credo sia meravigliosa. >> Espose tossendo ogni tanto.

<< Lo sai che non si dicono le bugie? >> Risero entrambe.

<< Io dico sempre la verità. >> Allontanò la tazza per un istante. Pensò. << Almeno, quasi sempre. >> Mormorò impercettibilmente.

<< Cosa ti porta qui? >> Disse Betty contemplandola.

Gwen non rispose, si limitò a posare il suo sguardo attonito altrove. << Amore. >> Sussurrò poi lievemente.

<< Capisco. >> Betty bevve un sorso della sua cioccolata. << Beh e che aspetti? >> La riprese.

<< La persona giusta. >> Chinò il capo.

<< A quanto pare l’hai già trovata. >> Bernadette le prese una mano. << Non saresti qui se non fosse così. >> Strinse maggiormente la presa come per donarle un po’ di forza.

<< Non credo. >> Sospirò. << Proprio per questo sono qui. >> Inclinò di lato il capo. << E’ troppo complicato. >> Concluse mentre una lacrima scorreva pigramente sul suo viso.

<< Non c’è niente di complicato nell’amore, mia piccola Gwen. >> Distolse lo sguardo e lo posò su una finestra malconcia della locanda. << Guarda la pioggia. >> Disse facendo cenno con capo. << Siamo proprio come lei. >> Si alzò avvicinandosi alla finestra e aprendola. << Siamo destinati ad infrangerci contro qualcuno. >> Uscì un braccio fuori e una goccia la colpì. << Vedi? Non possiamo controllarlo >>

<< Non è facile come sembra. >> Ringhiò quasi.

<< Si invece. >> Ribatté Betty ritornata alla sua poltrona. << Non c’è niente di più semplice di amare incondizionatamente una persona. Niente di più facile di donargli il cuore. Niente di più perfettamente bello, mia piccola Gwen. >>

Gwen scosse la testa.

<< Ora corri, va da lui. >> La incitò spintonandola amorevolmente.

<< Grazie, di nuovo. >> Gwen l’abbracciò e uscì velocemente dalla locanda.

 

<< Harry. >> Perrie continuava a cercarlo. Si era nascosto tra gl’alberi ancora un po’ bagnaticci, e nessuno sembrava essersene accorto, o almeno così credeva. << Finalmente ti ho trovato. >> Si avvicinò repentinamente. << Ti sembra il caso di nasconderti? Non bastava Gwen, ora ti ci metti pure tu. >> Abbaiò terrorizzando quasi Harry.

<< Avevo bisogno d’aria. >> Mormorò semplicemente. << Hai visto davvero tutto? >> Chiese guardandola fissa negl’occhi.

Perrie si sedette accanto a lui. << Si. >> Bisbigliò rivolgendogli uno sguardo quasi impietosito.

<< Ah. >> Disse abbassando il capo.

<< Dovreste dirlo ad Andy. >> Disse schiettamente la bionda.

<< Non possiamo.. >> Si fermò un attimo. << Non posso rovinare il rapporto che si è creato tra loro due. >> Si corresse. << Sembrano.. sono felici. >>

<< Sembra felice, Harry. >> Prese un respiro. << Tuo cugino è felice, lei no. >> Lo guardò tristemente. << Ed infondo lo sai anche tu. >>

<< Lei merita un ragazzo che le dia tutto l’amore di cui ha bisogno. >> Sbatté violentemente la schiena sull’albero. << Un ragazzo come Andy. >>

<< Ma lei vuole te. >> Urlò Perrie scuotendolo. << Solo te, Harry! >>

 

Gwen corse via. Le parole di Bernadette l’avevano fatta riflettere. Lei era destinata a stare con Harry, era destinata a stargli accanto, era destinata ad amarlo perdutamente.

La suoneria del suo cellulare la strappò via dai suoi pensieri. Harry, lesse sul display non esitò un istante e prese la chiamata.

<< Grazie a Dio. >> Esclamò Harry con voce trepidante.

Gwen rise lievemente mentre le lacrime scendevano incessantemente sul suo viso. << Scusa. Non sarei dovuta andarmene, almeno non senza avvisare. >>

<< Non importa, non ora. >> Accennò anche lui un sorriso. << Devo dirti una cosa, e ho paura di non riuscire a dirtela di presenza quindi.. >> Deglutì. << Gwen io ti.. >> Un violento rumore frantumò i timpani del ragazzo. Il rumore stridulo dei freni, le grida spezzate e il fastidioso tintinnio della pioggia furono l’ultima cosa che sentì dall’altro capo del telefono. << Ti amo. >> Sussurrò fiocamente prima d’accasciarsi per terra e sprofondare nel nulla che ingombrava pesantemente il suo cervello. Senza la sua Gwen la sua vita non avrebbe avuto senso.

 

L’illusione ti costringe a vivere in un mondo parallelo estremamente bello. Ma, paradossalmente, la vita non è fatta solo di pure e semplici illusioni e bisogna imparare  ad apprezzare ciò che si ha, prima che il tempo ci costringa ad apprezzare ciò che avevamo.

Hi everyone J

No, ma voi volete farmi morire! 12 recensioni nello

Scorso capitolo! Grazie, grazie e grazie!

Resterei qui a ringraziarvi all’infinito.

Anyway il capitolo è tristissimo, ma

La storia deve continuare ‘con’ o ‘senza’ Gwen.

Non voglio svelare niente sul prossimo capitolo quindi

Mi dileguo.

Love ya.

-With love deb

Ps Chi volesse ricevere un messaggio ogni qual volta che

Pubblico un capitolo me lo faccia sapere c:

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Capitolo 16
*** Sofferenze laceranti. ***


Sofferenze laceranti.

Le sofferenze perforano il cuore creando enormi buchi. Lo spezzano lentamente, lo frantumano violentemente, lo sgretolano dolorosamente, facendoti sentire impotente d’innanzi alla vuota solitudine che ti opprime.

<< Harry. >> Il ragazzo, ancora un po’ stordito, udì il suo nome. << Harry, svegliati. >> Gli sembrava tutto tremendamente offuscato. Dischiuse leggermente le palpebre per poi accorgersi degli sguardi insistenti dei suoi amici. << Oh, grazie a Dio. >> Bisbigliò, successivamente si mise a  sedere sul letto in cui era precedentemente disteso. << Era solo un incubo. >> Mormorò sollevato. Notò poi le espressioni impietosite dei ragazzi.

<< Sei svenuto. Forse hai ancora bisogno di riposare. >> Spiegò Liam scuotendo nervosamente il capo.

La tensione diventò improvvisamente palpabile. Harry trasalì contemplando la pioggia che picchiava impetuosamente la finestra. << Dove sono gl’altri? >> Posò lo sguardo sulla porta come se ne aspettasse l’arrivo. << Dov’è Andy? >> Rivolse uno sguardo torvo a Louis. << Dov’è.. dov’è Gwen? >> Sussurrò facendo trapelare la sua preoccupazione.

<< In ospedale. >> Farfugliò Niall chinando il capo.

Harry sgranò gl’occhi. Sentì il suo cuore retrocedere. Spezzettarsi in miliardi di parti così da non poter neanche più raccoglierne i brandelli. Sentì i ricordi martellargli le membra. Si alzò con uno scatto repentino.

<< Harry, aspetta! >> Gridò Zayn cercando di fermarlo.

Harry non ascoltò. Uscì di casa, prese la sua macchina e sfrecciò via. Avrebbe voluto soltanto rivederla. Avrebbe voluto soltanto riabbracciarla. Avrebbe voluto soltanto  ritrovarsi nei suoi meravigliosi occhi.

Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente per ottenere ciò che desidera.

 

Scese velocemente dall’auto ed entrò in quel posto pieno di tristezza. Si sentì perso, perso tra la folla, perso tra i suoi rimpianti, perso tra i suoi errori.

<< Scusi! >> Esclamò Harry con il respiro pesante. << Vorrei sapere la stanza della signorina Shepard. Gwen Shepard. >>

<< E’ un familiare? >> Chiese l’infermiera con tono fermo e distaccato.

<< No. >> Affermò abbassando il capo. << Sono solo un amico >> Sospirò.

<< Allora temo che non potrà vederla, non subito almeno. >> Asserì l’infermiera. << Però posso dirle lo stesso la stanza, così quando sarà possibile farle visita saprà già in quale camera alloggia la sua amica. >> Rivolse un sorriso pacato al ragazzo.

<< La ringrazio. >>

 

Arrivò al piano desiderato. Lentamente avanzò. La paura di vederla su quel lettino lo stava attanagliando. Si fermò. Aveva finalmente trovato la stanza della sua Gwen. Si guardò intorno, prima di fiondarsi all’interno. Socchiuse le palpebre divenute pesanti. Non era ancora pronto. I tintinnii di quelle orribili macchine stonavano con l’idilliaco respiro della ragazza. Sospirò prima d’aprire gl’occhi. Fece due piccoli passi. Osservò l’ambiente e notò la giacca di Andy. Serrò i pugni, la gelosia lo pervase. Fece altri due passi. Un nodo alla gola lo stava torturando ossessivamente. Giunse al lettino. La sfiorò con lo sguardo. Si sedette sulla sedia affianco, attento a non fare rumore. La contemplò nuovamente soffermandosi sulla mano. La strinse dolcemente. Deglutì.

<< So che molto probabilmente non potrai sentirmi. >> Una lacrima rigò il suo viso. << So che in questo momento starai vagando tra i tuoi pensieri. >> Bisbiglio amaramente. << Magari starai sognando, proprio come ami fare. >> Sussurrò accennando un sorriso triste. << Ma puoi continuare a farlo anche a casa. >> Scosse la testa scoraggiato. << Apri gl’occhi. Ti prego. >> La supplicò. << Non puoi lasciarci. Non puoi lasciarmi. >> Le diede un bacio sul lato della bocca assaporando quasi le vellutate labbra della ragazza. << Ho bisogno di te, più di ogni altra cosa. >> Disse a denti stretti come per trattenere le lacrime. << Io ti amo Gwen. >> Ammise prima che la porta si spalancasse. Lasciò di scatto la mano della piccola Gwen e si rizzò in piedi.

<< Harry, mio caro. >> Marie l’abbracciò facendogli mancare il respiro. La donna si allontanò di poco. << Mi fa pia..cere che tu sia ven..uto >> Singhiozzò.

Harry si limitò a chinare il capo.

<< Harry non potresti stare qui. >> Constatò George.

<< Si scusate. Vado via. >> Harry si avvicinò alla ragazza stringendole nuovamente la mano. Posò un tenero bacio sulla sua fronte e improvvisamente sentì la mano di Gwen stringere impercettibilmente la sua. Sollevò lo sguardo e lo posò sul viso di lei.

Improvvisamente la ragazza illuminò il suo scarno viso con un sorriso, uno di quelli che sfrecciano nel cuore, di quelli straordinariamente belli, di quelli che incantano chiunque abbia la possibilità di ammirarlo. Tutto quello che li circondava sembrava esser scomparso impaurito dall’idilliaca bellezza di quel momento.

<< Gw.. Gwen. >> Il riccio stava morendo. Stava felicemente morendo di gioia.

Marie e George si scagliarono piangendo contro il lettino della loro amata figlia.

<< E’ meglio che me ne vada. >> Proferì il riccio. Abbozzò un sorriso e uscì.

 

<< Si, si è svegliata! >> Urlò quasi, Harry al telefono. << Louis sono così contento. >> Vide Andy con sguardo truce avvicinarsi ed un pugno ben assestato colpirlo dritto in pancia. Lasciò improvvisamente cadere il telefono portando le mani sul grembo. << Ma che ti prende? Sei impazzito? >>

<< E’ tutta colpa tua! >> Ringhiò Andy stringendo i pugni nervosamente.

<< Colpa mia?..>>

<< Si. >> Lo interruppe bruscamente Andy. << I medici hanno detto che se lei non avesse avuto una conversazione in corso al telefono, lei.. >> Si fermò ed inspirò. << Lei non avrebbe avuto l’incidente e non avrebbe rischiato di morire. >> Rivolse uno sguardo infuocato al cugino. << E sappiamo entrambi che la persona con cui stava parlando eri tu! >>

<< Ah. >> Disse semplicemente Harry abbassando lo sguardo.

<< Non avvicinarti mai più a lei. >> Minacciò Andy girandogli le spalle.

<< No. >> Ribatté il riccio stufo. << Non posso. >>

<< Non puoi? E perché? >> Andy avanzò di qualche passo. << Vorresti forse dirmi che la ami? >>

Harry non distolse lo sguardo.

<< Tu non sai cosa vuol dire amare, non sai cosa vuol dire sentirsi perso senza una persona! Avanti Harry, ammettilo. Lei è solo un altro dei tuoi sfizi. >>

Harry serrò i pugni.

<< Lei merita un ragazzo che le dia tutto l’amore di cui ha bisogno. Un ragazzo come me. >> Andy colpì il cuore del cugino con due semplici frasi.

Istintivamente indietreggiò. Le sue stesse parole si stavano prendendo gioco di lui. Harry sentì lo stomaco contorcersi. Non si sentì più all’altezza dell’amore che provava per Gwen. Il confronto col sentimento di Andy lo stava lacerando dentro. Scappò, scappò via da quell’orribile riflesso, via da quelle dannate emozioni, scappò via dall’amore.

 

 

 Sofferenza, gioia, amore, sono tutti sentimenti estremamente facili da percepire. Ma forse per alcuni risulta tremendamente complicato. Forse tante cose non le capiranno mai a fondo, e molto probabilmente quando accadrà il loro cuore sarà già spezzato in mille piccolissimi pezzi.

 

Hi everyone J

Come posso non amarvi? Le recensioni crescono

Ad ogni capitolo. Quindi volevo premiarvi ed ho postato un altro capitolo.

Parliamo del capitolo:

Potevo mai far morire la protagonista? Se fosse morta la storia sarebbe

Finita ed è ancora troppo presto c: Quel ‘con’ o ‘senza’ Gwen

Del precedente capitolo non era messo tra

Virgolette solo per una questione di grafica,

era un indizio vero e proprio.

Anyway mi sto dilungando troppo.

Ancora mille grazie a tutti coloro che hanno recensito la

Storia e che l’hanno messa tra : le preferite, ricordate e seguite.

See u soon

-With love deb

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Capitolo 17
*** Straziante solitudine. ***


Straziante solitudine.

La solitudine è una fedele compagna, è un oggetto misterioso quanto affascinante,  è il crogiolo dell’amore. Si rannicchia in una piccolissima parte della tua mente e ti culla amorevolmente facendoti sentire la sua eterna presenza.

Gwen si sentiva inconcepibilmente persa, persa tra i suoi pensieri. Tutto le appariva confuso, come se stesse vagando in un territorio a lei non familiare. Erano già passate cinque settimane dal suo orribile incidente. Sia parenti che amici erano passati a farle visita, cercando di renderle sopportabile restare in quel posto cupo. Ma la solitudine l’attanagliava più forte di un proiettile conficcato nello stomaco. Il ragazzo che amava follemente era l’unico a non essersi presentato all’ospedale. La sua semplice assenza si faceva sentire molto più della presenza di chiunque altro. Consumò quel pensiero al punto di farlo sembrare non più una proiezione quanto piuttosto un ricordo.

<< Ehilà! >> Esclamò Niall facendo sobbalzare Gwen.

<< Vuoi per caso uccidermi? >> Domandò la ragazza portandosi teatralmente una mano sul cuore.

<< Ma non farmi ridere! >> La canzonò il biondino avvicinandosi a lei. << Sei pronta a ritornare a casa? >> Le chiese saltellando per la stanza come un bambino a cui è stato appena donato un giocattolo.

<< Quando crescerai? >> Gwen scoppiò in una fragorosa risata che non durò più di un istante. Si guardò attorno tristemente. << Sono pronta. >> Concluse un po’ più euforica.

Niall prese il borsone della ragazza e s’incamminarono vero la casa di Andy.

 

<< Bentornata. >> Urlarono in coro i suoi amici prima di travolgerla con i loro abbracci.

<< No..n resp..iro. >> Sussurrò Gwen sorridendo leggermente.

Repentinamente tutti si allontanarono. << Scusaci, ma siamo contenti che tu sia tornata! >> Ammise Eleanor mostrandole un ampio sorriso. Gli altri annuirono complici.

 

Harry scese dalle scale con i capelli ancora scompigliati e con Taylor a suo fianco. La rabbia gl’esplose dentro squartandolo quando Andy cinse i fianchi della sua Gwen con una mano, avvicinandola a se. Chinò il capo come per respingere tutte le dolorose emozioni che stavano tormentando ossessivamente il suo cuore.

<< Che fine hai fatto? Pensavamo volessi dare il bentornato a Gwen insieme a noi. >> Constatò Louis crucciando la fronte. Notò subito dopo il rossore sulle guance di Taylor. << Ah, ora capisco. >>

Gwen sentì un fastidioso dolore spararle contro lo stomaco. La gelosia stava bruciando le sue membra.

Perrie lanciò uno sguardo torvo ad Harry. << Ora che ci siamo tutti possiamo dare il via alla festa! >> Cercò di allentare la tensione venutosi a creare.

Andy le prese il mento e lo sollevò lievemente per posarle poi un dolce bacio sulle sue morbidi labbra. << Hai fame? >> Soffiò ancora troppo vicino.

<< Giusto un po’. >> Gwen si scostò leggermente.

<< Bene, andiamo. >> Andy le prese la mano e la trascinò in sala da pranzo.

I ragazzi avevano fatto un buon lavoro: Eleanor e Perrie avevano cucinato per interminabili ore; Liam, Andy e Niall avevano addobbato adeguatamente la casa e, Zayn e Louis avevano pensato a procurare tutto ciò che potesse servire.

<< Grazie ragazzi. >> Asserì Gwen meravigliata dal gesto degl’amici. << Di tutto. >>

<< E’ tutto merito mio. >> Dichiarò Niall facendo un inchino e suscitando istintivamente le risate degl’altri. << E’ la verità! >> Sostenne con tono ironicamente fermo.

<< Ti credo Niall, ti credo. >> Farfugliò Gwen ricomponendosi impacciatamente. << Ora scusatemi, ma ho un urgente bisogno del bagno. >> Girò le spalle ai presenti e si dileguò.

 

Gwen sentì una delle porte affacciate sul corridoio chiudersi violentemente. Sollevò lo sguardo e incrociò quello del riccio. Il suo cuore smise di battere perché squarciato dal contatto freddo e distaccato avuto con lo sguardo di Harry. C'era uno spazio comune tra di loro, i cui confini non erano ben delineati, dove sembrava non mancare nulla e dove l'aria pareva immobile, imperturbata.

 Il riccio avanzò lentamente verso Gwen, fino a ritrovarsi vicini. Vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero. Poi si allontanò.

<< Ho sentito tutto all’ospedale. >> Gridò Gwen infuriata.

Harry si fermò e con lui anche il tempo.

<< E’ inutile che scappi! >>

Con uno scatto improvviso, Harry la sbatté al muro attorcigliandole le braccia attorno. << Io non sto scappando. >> Ringhiò a denti stretti.

<< E allora perché mi eviti? Perché stai ancora con quella? >> Ribatté Gwen con disprezzo.

<< Per lo stesso motivo per cui tu stai con mio cugino. >> Confutò spregiante il ragazzo.

Gwen esitò. << E’ diverso. >> Disse poi infilzandolo con lo sguardo.

<< E per quale motivo sarebbe diverso? >> Insistette il riccio.

Gwen indugiò nuovamente.

<< Come sospettavo. >> Le trafisse l’anima con i suoi occhi color smeraldo. << Non sai darmi una risposta. Non puoi darmi una risposta. >>

<< Perché ti comporti così? >> Sbottò Gwen amareggiata.

Harry si limitò ad inclinare il capo. Avrebbe voluto dimostrarle il suo amore. Avrebbe voluto confessarle il suo amore. Avrebbe voluto cullarla con il suo amore. Ma non ne ebbe il coraggio. E restarono così, tenendosi le mani e annegandosi negli occhi. Non sorridevano, i loro sguardi seguivano traiettorie divergenti, ma era come se i loro corpi fluissero con continuità l'uno nell'altro, attraverso le braccia e le dita a contatto.

<< Baciami. >> Le uscì quasi come una supplica. << Baciami, Harry. >> Sfiorò impercettibilmente le sue labbra.

<< Perché dovrei? >> Soffiò faticosamente sulla bocca della sua Gwen, mentre il suo cuore si stava lentamente sgretolando.

<< Perché lo vogliamo entrambi. >> Appurò la ragazza sorridendo amaramente. In quel momento sembrò quasi che tutta l’anima le fosse passata nello sguardo.

Il ragazzo colmò pian piano la poca distanza rimasta tra loro. L’avvolse con le sue forti braccia e attorcigliò le sue dita a quelle della dolce ragazza. L’amava ora, e l’avrebbe amata per sempre.

Gwen sentì che stava finalmente facendo lo sbaglio giusto. Era un nuovo inesorabile inizio, per lei, per entrambi.  E magari, avrebbero vissuto solo di inizi. Di eccitazioni da prima volta, quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora.

 In un angolo nascosto, erano rimasti con le labbra appiccicate. Senza che nessuno dei due avesse il coraggio di muovere un muscolo, ed in fondo era proprio quello che volevano entrambi.

Di sera, nell'intrecciarsi caotico di immagini che precede il sonno, quando la mente è troppo debole per raccontarsi bugie la solitudine ti sovrasta, ti avvolge, ti soffoca ma tu puoi sempre cercare un modo per sconfiggerla.

 

 

Hi everyone J

Questo momento credo sia stato atteso

Da tutti, e finalmente è arrivato. Gwen e Harry

Hanno ammesso il loro amore. Ma non

Tutto è oro quel che luccica.

Anyway: il mio cuore ha smesso

Di battere per svariati minuti! 21 recensioni allo

Scorso capitolo! Io vi amo alla follia!

Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra:

le preferite, ricordate e seguite, e soprattutto chi continua

a recensire.

See u soon

-With love deb

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Capitolo 18
*** Lancinanti paure. ***


Lancinanti paure.

La paura uccide la mente, lacera lentamente lo stomaco e distrugge completamente i nostri sogni e noi, d’altra parte, non abbiamo neanche il coraggio d’opporci, lasciandole così, il macabro potere d’impossessarsi di noi. Ma, a volte, il coraggio e la paura giocano a nascondino fra loro, rendendoci difficile capire chi dei due ci guidi.

Harry era inconcepibilmente agitato. La sua vita era completamente cambiata. Si era innamorato di una meravigliosa ragazza, che sebbene era consapevole del legame più che infinito, unico e immortale che si era creato tra loro, restava fidanzata con suo cugino. Il cuore gli procurava indecifrabili emozioni che lo torturavano. Il destino si stava chiaramente prendendo gioco di lui. Aveva bisogno di parlare con la sua Gwen, aveva bisogno di chiarire, aveva bisogno di prendersi cura di lei.

Gwen sentiva i suoi pensieri scontrarsi continuamente. Sentiva il cuore pulsare violentemente. Sentiva le labbra bruciare per il contatto avuto con Harry il giorno prima. Si sentiva tremendamente confusa, scombussolata. Improvvisamente un rumore quasi assordante le rintonò nelle orecchie.

-Dobbiamo parlare. Harry.- Perché doveva sentirsi così maledettamente male? Amava Harry, lo amava follemente, ma il fato continuava a divertirsi con la sua vita giocando con i suoi sentimenti. Si sentiva un’indifesa marionetta nelle mani del suo crudele destino.

Andy era entrato nella sua vita di soppiatto. Quel ragazzo si era preso cura di lei, quando ne aveva avuto più di bisogno e lei lo aveva soltanto illuso. I sensi di colpa le attanagliavano lo stomaco ed erano dannatamente dolorosi.

<< Ehi tesoro. >> Marie era entrata nella camera della sua amata figlia distogliendola dalle sue incessanti preoccupazioni. Le sorrise e si sedette sul letto accanto a lei.

<< Ehi. >> Disse Gwen con tono vacillante.

Marie le accarezzò i capelli come per rassicurarla. << Che ti succede? >>

Gwen abbassò lo sguardo cercando di trattenere le insistenti lacrime.

<< E’ per Andy? >> Marie le rivolse uno sguardo inquisitore. << Sembra un così caro ragazzo. >>

La figlia si limitò a scuotere la testa mentre una lacrima bollente le bruciava il viso.

<< Amore, sai che a me puoi dire tutto. >> La intimò Marie stringendola in un abbraccio caldo e materno.

<< Il probl..ema non è Andy. >> Riferì Gwen interrotta da fastidiosi singhiozzi. << Sono io. Sono solo io. >>

<< Oh bambina mia. >> Marie cercò invano di asciugare le lacrime che sgorgavano impetuose sul viso della figlia. << Non sei mai stata un problema. >>

Gwen si alzò infuriata dal letto. << Si, invece. Sono innamorata di un ragazzo che molto probabilmente mi sta soltanto illudendo. Ho ingannato Andy, l’unico ragazzo che mi ha sempre dimostrato quanto tenga a me. Ho fatto errori imperdonabili. Mi sono rovinata la vita con quella maledetta malattia. Sono solo un terribile problema. Lo sono sempre stata. Per te, per papà, per tutti. >> Ed uscì da quella stanza, uscì da quella casa, ma l’unica cosa dalla quale sarebbe voluta uscire era la sua vita.

Harry aveva paura. Paura di perderla, paura di non sentire il suo cuore battere solo per lui, paura di non poterla considerare realmente sua. La paura straziante lo stava annientando. Sfortunatamente, nella vita non ci sono cose semplici, tutto va conquistato lentamente e con pazienza.

<< Ehi brutto animale! >> Esclamò Louis buttandosi sopra all’amico sdraiato nel suo comodo letto.

<< Quanta dolcezza. >> Ribatté Harry cercando di mascherare la sua tristezza.

<< Cosa vorresti insinuare? Io sono sempre dolce. >> Disse Louis con tono ilare.

Il riccio scoppiò in una fragorosa risata facendo cadere l’amico per terra.

<< Ahia! >> Sbottò Louis rialzandosi. << Come mai sei ancora a letto? >> Lanciò un’occhiata stranita all’amico.

Harry tornò serio, come se tutti i suoi ricordi si fossero scagliati sul suo cuore senza pietà.

<< Il mio caro migliore amico si è innamorato. >> Cantilenò Louis divertito.

<< Io non sono innamorato! >> Ribatté spietato Harry.

<< Si certo. >> Louis si risedette accanto all’amico. << Non sono mica ceco. Vedo come guardi Gwen, gli sguardi che le rivolgi e vedo anche la gelosia bruciarti negl’occhi quando tuo cugino la bacia. >>

Harry serrò automaticamente i pugni.

<< Ecco, vedi. Anche ora la gelosia ti sta divorando. >> Constatò Louis indicando con lo sguardo le mani dell’amico. << Ti conosco Harry. Sei innamorato, come mai prima. E lo sai anche tu. >> Si alzò e andò ad aprire la porta di quella camera. << Quindi corri, va da lei e dichiarati. >>

Harry chinò il capo. << L’ho già fatto. >> Farfugliò.

Louis sgranò gl’occhi sorpreso. << Cosa? >>

 << Le ho già detto che l’amo. >> Ringhiò il riccio scoraggiato.

<< Ed allora perché sei ancora qui? >> Louis si avvicinò nuovamente all’amico.

<< Perché lei sta con Andy. >> Harry si alzò andando incontro all’amico. << Sono fidanzati, Louis! >>

 Louis scosse nervosamente il capo. << Questo non vuol dire che lei ama tuo cugino! >> Gridò quasi. << Avanti, Harry. Lo sai anche tu che lei ama te. Cosa vuoi che faccia ancora quella povera ragazza per dimostrartelo? >>

Harry indietreggiò. << Io.. non lo so. >> Rivolse lo sguardo all’amico. << E che.. a volte mi vengono dei dubbi. Non sono mai stato innamorato, ed ora ho paura. >> Ammise costernato.

<< Non devi averne. Sta tranquillo. Lei ti ama, tu la ami. Cosa c’è di più infinitamente bello? > Louis diede una leggera pacca sulla schiena all’amico.

<< Hai ragione. >> Harry sorrise. << Grazie amico. >> Puntò lo sguardo sull’amico poi corse via, alla ricerca della sua amata.

La vita è fatta di strade che ne incrociano altre, tutto in bilico, un tira e molla costante, un esporsi e un nascondersi.

Gwen sentiva l’assurdo bisogno di lasciarsi andare. Sentiva il bisogno di lasciarsi trasportare dalla brezza cristallina che le aleggiava intorno. Sentiva il bisogno di abbandonare il proprio peso sul corpo di qualcun altro, come sei il contenuto della testa fosse improvvisamente diventato insostenibile per le sue gambe da sole. Erano ore che camminava senza sosta,  senza avere una meta precisa o prestabilita. I pensieri non le davano alcuna via d’uscita. I ricordi le riaffioravano in mente inesorabilmente. La paura di dover ricominciare tutto d’accapo le si dipingeva sul viso palesemente. Era sconfinata tra i suoi paradossali e incoerenti timori quando si trovò catapultata in un incantevole parco. Si sdraiò sul morbido prato verde e chiuse completamente le palpebre lasciandosi trainare dalla piacevole serenità che svolazzava nell’aria, incurabile dei pensieri altrui. Prese un profondo respiro e subito dopo lo buttò fuori, come se stesse facendo lo stesso con le sue paure, illusioni e ansie. Sentì un sospiro pesante accanto a lei e subito spalancò gl’occhi.

<< Har.. >>

<< Shh torniamo a sognare. >> La zittì subito Harry. << Mi piace farlo, specialmente se accanto a me ci sei tu. >>

Gwen sorrise e si alzò leggermente. << Non possiamo sognare, non ora. >> Gli rivolse uno sguardo intimorito. << Dobbiamo affrontare la realtà. >>

Harry si puntellò sui gomiti. << Perché? E’ così bello immaginare un altro mondo, dove tutto è perfetto. >> La supplicò quasi con voce infantile.

<< Ma quel mondo non esiste. La nostra vita è tutt’altro che perfetta e neanche desiderare che lo sia la migliorerà. >> Sibilò Gwen amaramente.

Solo allora il ragazzo si sedette composto. Si avvicinò colmando la distanza rimasta tra loro e le sfiorò una guancia con il dorso della sua mano. << Si, forse, hai ragione. >> Si fermò un secondo sospirando pesantemente. << Dobbiamo dirlo ad Andy. >> Poi l’attirò delicatamente a se e la guardò dritto negl’occhi. << Non voglio rinunciare a te. >> Le soffiò sulle labbra. E la baciò. Un bacio pieno di passione. Un bacio pieno di dolcezza. Un bacio pieno d’amore.

Quando l’amore malato diventa qualcosa di così grande da ferirti, sai che può essere quello della tua vita, e devi prendere una decisione: lasciarlo andare per salvare entrambi o lanciarti in quel baratro che ti distruggerà la vita, assieme a lui.

Hi everyone J

Scusate, scusate, scusate.

E’ passata una settimana dall’ultimo aggiornamento,

ma non ho avuto tempo. Sono stata tartassata

dai compiti e la mia voglia di scrivere era andata

a farsi un giro. Questo capitolo non è

un granché, ma cercate di capirmi, non ho il tempo

neanche di grattarmi la testa.

Voi siete meravigliose, stupente, perfette.

Mi avete fatto trovare una straordinaria sorpresa!

Mi sono messa a gridare dalla gioia quando ho visto le 42

recensioni che mi avete lasciato.

Significa molto per me, davvero.

Quindi grazie, grazie e grazie!

Non mi dilungo oltre.

I love ya

-With love deb

 

 

 

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Capitolo 19
*** Non tutto il male vien per nuocere. ***


Non tutto il male vien per nuocere.

Capita di incontrare persone che non dovrebbero mai finire insieme, in nessun caso. Neanche se fossero l’ultimo uomo e l’ultima donna rimasti sulla faccia della terra, per il dolore e la sofferenza che inevitabilmente si procurerebbero l’un'altra, ma inspiegabilmente quel che meno si aspetta accade sempre.

Il freddo le stava attanagliando le ossa. I brividi percorrevano quasi dolorosamente il suo corpo. Gwen aprì lentamente gl’occhi. Si alzò ed ancora un po’ stordita barcollò fino al balcone con l’intento di chiudere le persiane. La luce filtrava dalle finestre leggermente aperte. Allora decise d’uscire ed inspiegabilmente sorrise. L’alba era ormai giunta, il sole cominciava ad elevarsi solenne nel cielo chiaro e sgombro di nuvole. Continuò a tenere i suoi occhi al sole, come ipnotizzata, come se essi cercassero calore da quella palla rossa ed incandescente fino a quando sentì il suo telefono squillare e rientrò.

<< Pronto? >> Borbottò strizzando gl’occhi.

<< Buon giorno mia bella principessa. > Il suo sorriso si spense nell’istante in cui, riconobbe a chi apparteneva quella voce. Quanto avrebbe voluto che Harry la chiamasse così? Ma, sfortunatamente, il ragazzo che lei amava non era il tipo da smancerie. Scosse la testa rassegnata.

<< Ehi, come mai mi chiami a quest’ora? >> Chiese sedendosi sul letto.

<< Non posso  chiamare la mia ragazza? >> Un pugnale si scagliò dritto sul suo cuore. Doveva chiarire con Andy, ma non ne aveva ancora avuto il coraggio.

<< Si. >> Prese un respiro. << Certo. >>

<< Stasera usciamo? >> Doveva fare una scelta. Restare con Andy, un ragazzo dolce e sensibile o lasciarsi andare con Harry, il ragazzo scorbutico che amava alla follia.

<< Si, ok. >> Deglutì. Era arrivato il momento di prendere una decisione. << Dobbiamo par..>>

<< Bene, lo dico anche ai ragazzi. >> Andy la interruppe prima che lei potesse finire di parlare. << Ti passo a prendere alle otto. >> Sentì degli schiamazzi in sottofondo, ma non riuscì a capire di chi fossero le voci.

<< Ok. >> Sospirò affranta. Avrebbe dovuto rimandare la loro conversazione.

<< Ti a.. >>

<< Ci vediamo stasera. >> Gwen gli impedì di concludere la frase. Si sarebbe fatto male lei e si sarebbe fatta male lui. Riattaccò e si buttò pesantemente sul letto sdraiandosi.

L’umore di Harry era decisamente altalenante. Pensare a Gwen, ai suoi occhi, ai suoi baci, ai suoi abbracci faceva si che un sorriso apparisse magicamente sul suo viso, ma, quando i ricordi di Andy e la stessa Gwen tartassavano la sua mente quel sorriso spariva e lasciava posto alla crudele tristezza. Sentì il campanello di casa suonare e lentamente scese al piano inferiore per aprire la porta.

<< Alla buon’ora! >> Esclamò Zayn entrando in casa Styles.

<< Dormivo. >> Cercò di giustificarsi il riccio incamminandosi verso la cucina. << Potevi almeno portarmi la colazione. >>

<< Andavo di fretta. >> Fece spallucce. << Sono venuto solo per avvisarti che stasera ceniamo a casa di Louis. >>

Harry restò impassibile.

<< Ci saranno tutti. >> Precisò Zayn cercando di carpire l’espressione dell’amico.

Il riccio perse un battito. Ci sarebbe stata anche la sua Gwen, ma lui non si sarebbe potuto avvicinare, non l’avrebbe potuta toccare, non avrebbe potuto assaporare l’idilliaco gusto delle sue labbra. << Ok. >> Disse semplicemente, cercando di nascondere la sua espressione attonita.

<< Allora ci vediamo alle otto e mezza. >> Zayn diede una pacca sulla schiena ad Harry. << Ah, comunque sei un pessimo attore, si vede lontano un miglio. >>

Harry sgranò gl’occhi. << Che c..cosa? >> Possibile che l’amico si fosse accorto di tutto?

Zayn si allontanò giungendo al portone. << Ti sei fatto fregare, amico. Gwen ti ha rubato il cuore. >> Poi sorrise ed uscì lasciando l’amico sconcertato.

Il ticchettio dell’orologio rimbombava insistentemente nella mente distratta di Gwen. Al sol pensiero di rivedere Taylor e Harry insieme il suo stomaco si contorceva ed era altamente doloroso. Controllò l’orario sul cellulare per sviare i suoi pensieri, ma subito dopo ricevette un messaggio.

-Sono sotto casa tua. Scendi? xx Andy-

Si catapultò sotto rischiando anche di cadere dalle scale. Aprì il portone ed arrivò fino alla macchina. << Ehi. >>

<< Ehi. >> Rispose Andy rivolgendole un tenero sguardo. Poi si sporse per darle un bacio, ma la ragazza si scansò.

<< Andiamo? >> Disse Gwen cercando di smorzare la tensione creatosi.

Andy si limitò ad accendere il motore dell’auto.

Non parlarono per tutto il tragitto. Era come se fossero diventati degli estranei. Come se non avessero mai condiviso dei momenti. Come se si fossero innalzate delle invisibili barriere tra di loro. Quando arrivarono non si rivolsero neanche la parola. Giunti al portone Andy si decise finalmente a parlare, ma fu subito interrotto da Louis che aprì la porta.

<< Ehi ragazzi! >> Esclamò Louis. << Mancavate solo voi. >> Successivamente prese a braccetto Gwen e spintonò amichevolmente Andy. << Entriamo. >>

Gwen era appena apparsa nel salotto e la sua incantevole visione si era scolpita perfettamente nella mente di Harry. Avrebbe voluto abbracciarla, baciarla, accarezzarla, ma una forza cieca e senza tenerezza lo bloccava. La guardò insistentemente e lei gli rivolse un sorriso.

 In quel sorriso c'era il senso di tutto quello che stava cercando.

<< Dov’è Taylor? >> Chiese Niall sorpreso.

<< Non c’è! >> Rispose brusco Harry sentendo lo sguardo fisso di Gwen su di lui.

<< Questo l’avevo notato. >>

<< Si, scusami. Non è venuta. >> Mormorò il riccio. Poi notò Gwen allontanarsi.

<< Come mai? >> Domandò Niall curioso.

<< Possiamo parlarne dopo? >> Lo scongiurò quasi. Non gli diede neanche il tempo di ribattere, e corse via a cercare la sua Gwen.

Gwen aveva cercato invano una via d’uscita. Sentiva l’assoluto bisogno d’aria fresca. Era uscita in giardino cercando di fuggire dalla realtà. Perché era più forte di lei. Quando si trattava di lui non c’era niente da fare, improvvisamente cambiava, anche se cercava di nasconderlo a se stessa per paura, quando c’era di mezzo lui, lei amava con tutta la forza che aveva nel cuore.

<< Ehi. >>

 Gwen sentì una voce roca e calda dietro di lei. Girò il capò e incontrò gl’occhi verdi del ragazzo di cui era perdutamente innamorata. Si cerco dentro essi. Si perse dentro essi. Perché alla fine era un gioco di specchi . Harry si avvicinò pian piano ed un brivido le attraversò la schiena.

<< Senti freddo? >> Le chiese preoccupato. Poi l’avvolse con le sue forti braccia.

<< Ora non più. >> Gwen chinò il capo e sorrise.

<< Allora resteremo sempre così. >> Harry le prese il mento tra due dita e lo alzò lentamente come se avesse paura di farle del male. Dopo si guardarono l'un l'altro, come se fossimo sul punto di baciarsi.

<< Lo sapevo. >> Una costatazione amara fece distogliere i loro sguardi.

Gwen si voltò e lo sguardo frustato di Andy si scontrò contro il suo.

<< Ti avevo chiesto solo una cosa, Harry. >> Puntò lo sguardo pieno di rabbia al cugino. << E tu, come al tuo solito, hai ignorato la mia richiesta. >> Prese un respiro. << Hai sempre avuto tutte le ragazze che volevi, e per una volta che ero io ad averne una, tu.. >> Deglutì. << Tu me l’hai rubata. >>

<< Non è solo colpa sua. >> Sussurrò Gwen con voce spezzata e vacillante.

<< Oh, certo che no. >> Si avvicinò alla ragazza. << E’ anche colpa tua! >> Scosse la testa. << Mi hai deluso, Gwen. Non me l’aspettavo da te. >> Poi si allontanò.

Gwen cercò di fermarlo, ma fu trattenuta dalla stretta possente di Harry. Il suo sguardo fu attirato da quello del ragazzo.

Ci sono sguardi che cerchi per evadere dai giorni, sguardi che cerchi nella notte, anche se c'è più buio che vita, per fuggire dalla solitudine, sguardi che non smetteresti mai di fissare per il semplice fatto che probabilmente dietro quello sguardo c'è chi ami. E poi quando non c'è, c'è il vuoto a sostituire gli occhi.

<< Non ho intenzione di lasciarti andare, non anche questa volta. >> Appoggiò la sua fronte a quella della ragazza e le cinse i fianchi con le sue braccia. << Gwen, io ti amo >> La strinse a sé. << E farò qualunque cosa pur di non perderti. >> Poi posò un bacio su quelle labbra calde e vellutate. Le stesse labbra che erano state oggetto dei suoi miglior incubi. Le labbra di cui lui stesso si era innamorato, come della persona a cui appartenevano.  

Ci sono persone che tirano fuori il peggio di te, altri tirano fuori il meglio, e poi ci sono quelli rimarcabilmente rari, dai quali diventi dipendente, che tirano fuori solo il più. Di tutto. Ti fanno sentire così vivo che li seguiresti dritto all’inferno, solo per sentirli ancora pronunciare il tuo nome con quella dolcezza.

 

Hi everyone J

Come al solito non faccio altro che scusarmi

Per i continui ritardi, ma davvero

La scuola mi sta portando via un sacco di tempo.

Spero che l’attesa sia però stata ripagata.

Finalmente Gwen ed Harry possono mettersi Insieme!

Allora, per scrivere questo capitolo ci ho messo un sacco,

avevo molte idee ma non concordanti tra di loro,

e non volevo neanche scombussolare il carattere dei personaggi.

Tutto sommato, quel che ne è uscito fuori non è male,

ma di certo non è uno dei capitoli migliori.

Volevo dirvi anche un’altra cosa: cambierò il rating della storia, ma

 non verrà abbassato di molto poiché lo metterò arancione.

Ma tranquille le scene rosse ci saranno lo stesso, poiché farò delle one-shot

Ogni qual volta che vorrò approfondire la scena e, saranno in prima persona

Cosi ché potrò giostrare meglio la situazione.

Vi informerò ogni volta che inserirò una parte rossa così potrete leggerla

In contemporanea a quando avviene la scena.

Ah stavo quasi per dimenticarmene : Credo di esser morta per più di un minuto!

Lo scorso capitolo ha raggiunto le 50 recensioni! WOW!

Non credevo di poter arrivare a questi livelli.

Quindi GRAZIE, GRAZIE E GRAZIE!

See u soon

-With love deb

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Capitolo 20
*** Magiche sensazioni. ***


Magiche sensazioni.

Esistono giorni in cui pensi di avere raggiunto il limite. Un limite che hai prestabilito in qualche modo tu. Un limite che non ti permette di spendere le ultime energie correttamente , non ti permette di urlare l'ultima emissione di fiato e, non ti permette di far della tua amarezza una forza. Quando raggiungi il limite niente e nessuno ti aiuta a scollarti di dosso le macerie provocatesi con il bombardamento del tuo cuore , e con la morte della tua speranza. Ma, non appena i tuoi piedi tastano il terreno vasto e profondo del così detto "limite " un raggio di sole riesce a penetrare ogni tipo di armatura avvolgendo il tuo corpo stanco nei suoi raggi.

Erano giorni, ormai, che Harry rifletteva sul da farsi. Erano giorni che lui e Gwen non si vedevano. Erano giorni che, ormai, sentiva il vuoto colmarlo. Aveva bisogno di lei, ormai, ogni singola fibra del suo corpo era stata sconvolta dal passaggio della sua Gwen. Si sentiva strano, lacerato, come se fosse stato appena squartato da un assassino senza pietà. Forse a mancargli era la sua voce. Forse era il suo modo di parlare, il suo modo di chiamarlo. O forse era semplicemente lei. E che quando si trattava di lei, lui non sapeva esattamente cosa gli succedesse. Per quanto cercasse di trattenersi, se si fosse trattato di lei, lui sarebbe stato felice. 

-Preparati, tra mezz’ora passo a prenderti. xx Harry.- Avrebbe fatto lui l’ennesimo passo per dimostrarle quanto tenesse a lei. E lei non si sarebbe pentita questa volta, perché lui la desiderava con tutto se stesso ed avrebbe fatto qualunque cosa pur di averla.

Gwen era brava a tenere le cose per sé. Era brava a nascondersi. Brava ad evitare le persone, e nonostante ciò, aveva così tanto amore nel suo cuore, che il sol pensiero di lasciarlo uscire, la spaventava a morte.

Bisogna essere molto forti per amare la solitudine. E difatti lei non l’amava. Ma la paura di lasciarsi andare premeva irreprensibilmente sul suo stomaco.

-E dove dovremmo andare? xx Gwen- Inviò ad Harry mentre scendeva lentamente le scale.

-E’ una sorpresa. Non vorrai mica rifiutare questa avvenente proposta? Sappi che non accetto rifiuti. xx Harry-

Gwen si ritrovò a sorridere nel momento in cui lesse il messaggio. Forse un briciolo di speranza per lei, per loro ci sarebbe stato.

-E sorpresa sia. xx Gwen- Tolto il dente, tolto il dolore.

 

Sentì il telefono vibrare.

-Sono fuori. Esci? xx Harry- Prese un bigliettino, in cui avvisò i suoi genitori della sua improvvisa uscita, e lo appoggiò sul tavolo della cucina.

Sentì il telefono vibrare. Di nuovo.

-Voi ragazze lo avete proprio nel DNA xx Harry- Prese il telefono e uscì frettolosamente da casa sua.

<< Finalmente. >> Borbottò Harry sorridendo. << Buon giorno. >> Disse infine ingranando la marcia della sua auto.

<< Cosa abbiamo noi ragazze nel DNA? >> Chiese Gwen crucciando la fronte.

<< Siete perennemente in ritardo. >> Poi si avvicinò. << E amate metterci in difficoltà con la vostra stupefacente bellezza. >> Le sussurrò all’orecchio.

Gwen sgranò gl’occhi e lo guardò perplessa. << Certo che, sentirsi dire da Harry Styles una cosa del genere, non è proprio da tutti giorni. >> Notò poi spuntare un ghigno sul viso di lui. << Ora puoi gentilmente dirmi dove mi stai portando? >>

<< Ti ho già detto che è una sorpresa. >>

<< Vuoi forse rapire una docile donzella? >>

Harry rise. << Credo che rapire non sia il termine più adatto per questo contesto, visto che la donzella in questione mi è parsa assai consenziente a farsi guidare in questo viaggio ormai intrapreso. >>

Gwen scosse la testa rassegnata, illuminando il suo viso con un sorriso.

 

I minuti si susseguirono silenziosi ed imbarazzati, fino a quando non arrivarono alla meta prestabilita da Harry.

<< Siamo arrivati. >> Il riccio aprì lo sportello della macchina e scese. Subito dopo che anche la ragazza fu con i piedi per terra le porse la mano. << Seguimi. >>

E fu così che si lasciò trasportare dal ragazzo misterioso.

Gwen constatò con meraviglia il paesaggio idilliaco che s’innalzava di fonte ai suoi occhi increduli. I rigogliosi alberi circondavano leggiadramente il lago dalle acque cristalline. Agl’argini di esso vi erano delle piccole rocce ricoperte quasi interamente da muschio verde. Un po’ più in la, alla sua sinistra, vi era un piccolo cottage contornato da arbusti e foglie dai mille colori. Inspirò. L’aria candita che riempiva quel posto era quasi disarmante.

<< Vuoi rimanere li per sempre? >> Domandò divertito Harry.

Gwen boccheggiò per un istante. Poi scosse la testa e avanzò pian piano.

<< Non ti piace vero? >>  La guardò trattenendo malamente una risata.

<< Mi stai prendendo in giro? E la cosa più bella che io abbia mai visto. >>

<< A parte me. >> Affermò Harry avvicinandosi al lago.

<< Cosa ti fa credere che tutti pensino che tu sia bello? >> Lo sfidò lanciandogli uno sguardo.

<< Non tutti. >> Proseguì il riccio annullando lentamente la distanza tra i loro corpi. << Tu. Tu lo pensi. >> Respirò profondamente il dolce profumo della sua ragazza. << Se no, non mi lasceresti fare questo. >> E la baciò. Lentamente ed intensamente, come per godersi appieno quell’esasperante momento.

Stavano vivendo uno di quei momenti in cui il cuore spera che il tempo si fermi e invoca che ciò che accade sia per sempre.

D’un tratto, però, il cielo si oscurò e la pioggia si scagliò furiosamente contro di loro.

<< Vieni. Corri! >> Harry la prese per mano ed insieme si precipitarono al cottage da loro poco distante.

<< Quindi è tuo. >> Appurò Gwen entrando nella baita. << Avrei dovuto immaginarlo. >>

<< Sembri quasi dispiaciuta. >> Ribatté Harry intento ad accendere il fuoco.

<< No, è solo che.. >> Si guardò intorno e sospirò. << Non mi sono mai potuta permettere una casa del genere. O almeno fino a quando mio padre ha cominciato a lavorare col tuo. >>

<< Non è tutto oro quel che luccica. >> Harry si sedette di fronte al camino in cerca di calore. << Ho sempre avuto tutto dalla vita, o perlomeno, quasi tutto. Case, macchine, feste, gingilli, ma l’unica cosa che desideravo realmente era l’affetto dei miei genitori. Erano sempre troppo occupati, pieni di lavoro o di nuovi impegni per prendersi cura di loro figlio. Così, col passare del tempo, mi sono auto convinto che questa fosse la cosa migliore. Cominciai ad uscire sempre più frequentemente, ignorandoli completamente. E poi, fortunatamente, ho conosciuto gl’altri. >> Un sorriso si dipinse sul suo volto. << Loro mi hanno aiutato molto. Gli devo molte cose. >>

Gwen ancora allibita da quelle rivelazioni si adagiò al suo fianco e gli strinse con forza una mano. Poi lo guardò. Aveva negli occhi la forza del suo cuore. Si avvicinò e posò un lieve bacio su quelle labbra che desiderava ardentemente. Sentì la lingua di lui saettare tra le sue labbra e chiuse gli occhi abbandonandosi a quel sapore strano ma inebriante che la stava avvolgendo completamente.

Harry le toccò lievemente il dorso di una mano, quasi temesse di scottarsi.

<< Voglio.. >> Deglutì. << Voglio fare l’amore con te, Harry. >> Affermò arrossendo.

<< Ne sei sicura? >> Harry le rivolse uno sguardo scrutatore, come se volesse leggerle l’anima.

Al suo cenno affermativo le dita del ragazzo le sfiorarono un fianco provocandole un brivido. Poi chinò il capo verso il collo della ragazza ed inspirò. << Amo il tuo profumo. >>

Il soffio delle parole del ragazzo, così vicino ai punti più sensibili della sua pelle, le strappò un lieve ansito. Un calore strano cominciò ad avvolgere il corpo di Gwen, insieme a brividi intensi. Trattenne il respiro quando le mani insicure ma salde del ragazzo fecero scorrere verso l’alto la sottile stoffa del suo maglioncino. Con una calma esasperante afferrò i lembi della maglietta di lui e con un gesto impacciato gliela tolse. Le mani delicate e lievemente fredde della ragazza esplorarono centimetro dopo centimetro il torace glabro del riccio, scendendo verso il basso e strappandogli qualche gemito. Il corpo di Harry scivolò verso il suo e portò una delicata mano di lei sulla sua schiena nuda, in un muto invito a continuare ad accarezzarlo. Quando le sfiorò appena un seno, Gwen sussultò, mentre la pelle d’oca ricopriva la sua pelle vellutata.

<< Rilassati. >> Sussurrò Harry, portando entrambe le mani a cingerle i fianchi nudi e abbassandosi con il viso sul suo collo, fino a posarvi le labbra calde. << Sei bellissima. >>

Gwen sorrise contro la sua spalla nuda, sulla quale si ritrovò a posare le labbra, senza pensarci.
Era così bello sentire sulla bocca la pelle calda e forte di Harry, così bello che continuò imperterrita a lasciargli piccoli baci sulla spalla, risalendo fino al collo.
Harry si lasciò sfuggire un sospiro di soddisfazione e inclinò la testa per lasciarla fare.
Era arrivata a mordicchiargli la mascella, quando si rese conto di una sensazione nuova e calda contro il suo petto. Harry aveva armeggiato senza sosta intorno al suo reggiseno, massaggiando, toccando, accarezzando e, senza che lei se ne accorgesse, aveva definitivamente tolto anche quella barriera. Ora sentiva, direttamente contro i suoi capezzoli, il torace caldo di Harry.
Si fermò, deglutendo e cercando di scacciare un po’ di quella nebbia rossa che le offuscava i sensi.

Il ragazzo riprese ad accarezzarle il corpo, cominciando stavolta dalle sue caviglie.  Le sue mani risalirono leggere, percorrendo le sue gambe fino in vita, dove agganciarono il bordo superiore dei jeans e iniziarono a farli scendere, approfittandone per toccarle la carne calda delle cosce e lasciarla senza fiato.
Si appoggiò di nuovo a lui mentre i jeans sparivano oltre le sue caviglie, lasciandola a gambe nude. Incominciò a lasciarle baci sull’interno coscia, sull’inguine, sul ventre fino a quando risalì al seno.
Vedere un uomo chino tra i suoi seni, sentire la sua lingua che la saggiava le fece dimenticare per un attimo la paura, portandola ad abbandonarsi completamente con un gemito. Il riccio allungò le mani ad afferrare l’elastico delle mutandine per farlo scendere, ma Gwen posò una mano su quella di Harry per fermarlo quando ormai quest’ultime stavano scoprendo il basso ventre.

Il ragazzo la trafisse col suo sguardo pieno di dolcezza e desiderio. << Se tu non vuoi, io mi fermo. >> Farfugliò con voce roca e vacillante.

La ragazza scosse la testa e si aggrappò alle sue spalle forti, facendo scivolare le dita su quella pelle così calda.
Il corpo di Harry incendiava ogni centimetro del suo e Gwen arrivò persino a desiderare che si fosse liberato anche lui delle mutande, per poterlo sentire completamente nudo su di sé.
Girò il capo da un lato e quasi si morse la lingua, quando lui fece scivolare una mano in mezzo a loro, tra le sue gambe.
Trattenne un gemito fin troppo forte quando lui ricominciò a scendere e a baciarla in una scia ininterrotta, lenta ma costante.
Si accorse di aver trattenuto il fiato solo quando gemette e boccheggiò in cerca d’aria, ma il respiro le mancò di nuovo perché aprì gli occhi, che nemmeno si era accorta di aver chiuso, e guardò verso il basso, verso Harry tra le sue gambe.
Forse si sentì osservato o forse fu il gemito acuto che le sfuggì a spingerlo ad alzare gli occhi verso di lei, mentre si dedicava a baciarla così profondamente e intimamente.

Si staccò per un istante e la guardò in viso.  << Tutto bene? >> 

Proprio mentre Gwen si umettava le labbra e deglutiva per cercare di rispondere, lui l’accarezzò con due dita, facendole sfuggire un altro gemito prolungato.
Lo vide sorridere soddisfatto, per poi riabbassare il viso e dedicarsi totalmente a lei. Improvvisamente si fermò, lei seguì i suoi movimenti con attenzione e curiosità, trattenendo il respiro mentre lui srotolava il lattice sempre più giù su quella lunghezza che un po’ la spaventava.
Ritornò a stendersi su di lei, con un sorriso appena accennato e forse persino un po’ emozionato. 
Si tenne sui gomiti e le scostò una ciocca di capelli dal viso, guardandola negli occhi rimasti ormai sbarrati.

<< Stai tranquilla. Rilassati. Chiudi gli occhi. >> 

Gwen li chiuse, ma il suo corpo non rispondeva alla sua volontà, si stava irrigidendo senza che lei riuscisse a controllarlo.

Harry si sistemò meglio, aprendole le gambe con delicatezza e accorgendosi subito dei suoi muscoli tesi. << Rilassati. Andremo con calma. >>

Gwen riaprì gli occhi e annuì, cercando di sorridergli.

Harry si sostenne su un braccio e infilò la mano tra di loro per tornare a massaggiarle il basso ventre.

La ragazza chiuse gli occhi e chiuse fuori tutti i pensieri, si lasciò andare di nuovo a quelle carezze poi prese un respiro lento e lunghissimo quando Harry tornò a sdraiarsi su di lei.

<< Basta che me lo dici ed io mi fermo. Hai tu il comando, ok? >>

<< Ok. >>Sospirò.

Poi lo sentì e trattenne il fiato involontariamente, mentre un intenso bruciore la stravolgeva.

Harry si fermò, prendendo fiato, pervaso da un desiderio bruciante.

Era un’intrusione, lo sentiva e lo temeva ma non ce n’era ragione. Harry era pazzo di lei, era innamorato di lei, lo avvertiva in ogni sospiro spezzato, in ogni lieve movimento.
Era un’agonia così, per tutti e due.

<< Harry.. entra. Ora. >> Lo pregò.

Non rispose, semplicemente si mosse. Fino in fondo.

Gwen si aggrappò alle sue spalle, il viso contro la sua pelle calda a soffocarvi un gemito.
Lo sentì tremare per quanto si stava trattenendo e allentò la presa sulla sua spalla.

<< Come va? Male? >>

<< Vai avanti, non fermarti. >> Lo diceva per lui, perché sentiva i muscoli delle sue braccia tremare per lo sforzo di rimanere fermi e lo diceva per se stessa, perché voleva vivere ogni istante di quel momento.

Harry si mosse, lentamente, uscendo e rientrando. Intrecciò le sue dita a quelle della sua ragazza. La sua mano era in quella di Gwen, stretta come se fosse l’unico posto alla quale apparteneva.

Gwen deglutì, chiuse gli occhi e si concentrò sui sospiri di lui, sui suoi movimenti e non su quel fastidio che sentiva ancora.

<< Va tutto… bene? >> Harry faceva fatica a parlare però, continuava imperterrito a chiederle delle sue condizioni.

<< Brucia un po’ ma… >>

<< Vuoi che mi fermi? >> Si allarmò e la guardò, preoccupato.

La ragazza scosse la testa ma lui non si era più mosso, così decise di smetterla di essere passiva e gli allacciò le gambe intorno ai fianchi.

Era un gesto estremamente avventato e difatti lui fu colto alla sprovvista. Quel movimento li portò ancora più vicini, bacino contro bacino.

<< Oh cazzo. >> E poi niente lo fermò più.

Si aggrappò a lui, il sudore che gli scendeva nella schiena e il sapore salato della pelle della sua spalla che sentiva contro la sua bocca.

<< Gwen.. Come.. va? Riesci a..? >> Le chiese, ansimando.

<< Tranquillo, va bene così. Vai avanti. >> Aveva il respiro spezzato anche lei, dall’emozione.
Voleva sentirlo venire, voleva tenerlo stretto a sé, sudato e ansimante mentre raggiungeva il piacere dentro di lei. Il suo ragazzo, il suo amore.

<< Gwen.. Dio.. >> Aumentò il ritmo delle spinte, senza mai essere troppo eccessivo e invasivo.

Gwen lasciò scivolare le mani dalle spalle ai capelli, stringendolo a sé. << Vieni. >> Gli sussurrò, dolcemente.

E lui l’assecondò, non trattenendosi più. 

La ragazza lo strinse forte a sé, il peso del suo corpo caldo e sudato completamente sul suo.
Dove doveva essere, dove lei voleva sentirlo. Appagato e rilassato, ancora dentro di lei.
Chiuse gli occhi, sopraffatta dall’emozione, mentre gli baciava una guancia e sentiva il suo cuore battere velocemente sul suo seno.

Harry abbandonò il viso sul seno di Gwen, appagato e spossato e sentì la timida e leggera mano di lei accarezzargli i ricci capelli. Chiuse gli occhi a quel tocco che avrebbe voluto sentire sul suo corpo per sempre. Sentiva il cuore della ragazza battere velocissimo e si chiese per un istante se non fosse per la paura o per il dolore che le aveva causato; uscì piano dal corpo di lei facendole scappare un gemito e si distese al suo fianco. Poi, lentamente aprì le palpebre e la guardò, la contemplò, e seppe con chiarezza, come si sa di dover morire, che l’amava più di qualunque cosa avesse mai visto o immaginato sulla terra, più di qualunque cosa avesse mai sperato in un’altra vita.

A volte poche, smaglianti ore di felicità bastano a far sopportare le disillusioni e le tristezze che la vita non manca mai di procurare.

Hi everyone J

Sono in tremendo ritardo, lo so.

Non faccio altro che scusarmi, so anche questo.

E sono davvero dispiaciuta.

Anyway, passo subito al dunque visto il tardo orario.

Il capitolo è molto lungo questa volta, ed è anche

Un modo per ringraziarvi.

Finalmente hanno fatto l’amore!

Come vi avevo già anticipato, per i capitoli rossi farò delle

OS, ma per questa volta ho fatto un’eccezione

Perché volevo che la prima volta di Gwen potesse essere

Letta da tutti.

Grazie di cuore a tutti

I Love you!

-With love deb

 

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