Occhi color smeraldo mi trafiggono l'anima. di deb_ (/viewuser.php?uid=198188)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamenti imminenti ***
Capitolo 2: *** Al passato non si sfugge. ***
Capitolo 3: *** Amore che riaffiora ***
Capitolo 4: *** Baci rubati al passare del tempo. ***
Capitolo 5: *** Dubbi incolmabili ***
Capitolo 6: *** Sogni ricorrenti ***
Capitolo 7: *** Segreti distruttori ***
Capitolo 8: *** Delusioni incessanti ***
Capitolo 9: *** Amari ricordi. ***
Capitolo 10: *** Scelte precipitose. ***
Capitolo 11: *** Paradossali errori. ***
Capitolo 12: *** Emozioni incontrollate. ***
Capitolo 13: *** Eventi imprevedibili. ***
Capitolo 14: *** Dolenti spiegazioni. ***
Capitolo 15: *** Illusioni persistenti. ***
Capitolo 16: *** Sofferenze laceranti. ***
Capitolo 17: *** Straziante solitudine. ***
Capitolo 18: *** Lancinanti paure. ***
Capitolo 19: *** Non tutto il male vien per nuocere. ***
Capitolo 20: *** Magiche sensazioni. ***
Capitolo 1 *** Cambiamenti imminenti ***
Cambiamenti
imminenti.
<<
Gwen.. Gwen ma mi stai ascoltando? >>
Sua
madre continuava a chiamarla, ma Gwen stava navigando tra i pensieri
della sua mente, ancora non era riuscita ad assimilare quello che poco
prima suo padre le aveva riferito. Per lei era un trauma, non voleva
fare ritorno in quella cittadina tanto odiata da lei. Qui si era fatta
molti amici, non erano gran ché ma poteva almeno
considerarli tali, qui si era costruita una vita sociale e non voleva
sostituirla con la città che due anni fa l’aveva
fatta soffrire. Qui la gente era cordiale con lei, tutti la salutavano
quando la scorgevano per
le strade, a scuola andava tutto a gonfie vele ed era anche abbastanza
popolare.
<<
Gwen >> la richiamò suo padre.
<<
Si? >> rispose lei.
<<
So che è molto difficile per te lasciare tutto, ma questa
è l’unica soluzione. Li ho trovato un lavoro
importante e con tutti i soldi che guadagnerò
potrò risolvere tutti i nostri problemi finanziari, quindi
per favore piccola mia, cerca di sostenermi, ho bisogno anche del tuo
appoggio e vederti triste non mi aiuterà di certo
>>
Suo
padre continuava a parlare ma lei non riusciva a stargli dietro, i
troppi pensieri la confondevano ma nonostante ciò
abbozzò un sorriso per far capire al padre la sua
approvazione. Avrebbe fatto di tutto per renderlo felice e sapeva
benissimo che quest’ultimo si stava sacrificando per
mantenere la sua famiglia in ottime condizioni.
<<
Papà, tranquillo. Mi fa piacere che tu abbia trovato questo
lavoro, io posso tranquillamente farmi altri amici li invece tu non
puoi trovare lavoro migliore di questo >> Disse
sorridendo Gwen.
La
mattina era già tutto pronto per la partenza, la
città in cui si sarebbero trasferiti distanziava da quella
attuale 2 orette, quindi appena finito di fare colazione e sistemato
tutti gli scatoloni nel camion che li avrebbe portati a destinazione,
s’incamminarono.
Gwen
aveva salutato tutti i suoi amici la sera prima, le avevano organizzato
una festa d’addio e lei ne fu molto felice. Si ripromisero
tutti che si sarebbero sentiti e magari un giorno anche rivisti.
Appoggiò
la sua testa sul finestrino e cominciò ad ascoltare musica
attraverso gli auricolari, ma poco dopo si addormentò.
<<
Tesoro, siamo arrivati >> Affermò Merie, sua
madre.
Piano
piano aprì gli occhi e cominciò ad ammirare tutto
ciò che la circondava. Questo quartiere doveva essere uno
dei più belli e sofisticati del suo paesino, non ricordava
di averlo visto quando stesse li. Scese dalla macchina e vide
l’incredibile villa che era d’innanzi a lei.
<<
Wow >> Esclamò
Suo
padre accennò un sorriso, sapeva che sarebbe piaciuta alla
sua amata figlia. Prima
ad ora non avevano mai vissuto in una casa del genere, si erano
trasferiti due volte ma come dimore avevano sempre avuto dei
semplicissimi appartamenti. Questo gli rincuorò il cuore,
era a conoscenza del fatto che sua figlia ,anche se non dava a
vederlo,era molto triste da quando lui aveva annunciato il loro
imminente trasferimento.
Gwen
corse in casa e cominciò ad esaminarla.
All’interno vi era un atrio e al centro vi era posizionato un
tavolino in vetro con sopra del favolosi fiori di diversi colori. Ai
lati vi erano le scale di marmo che portavano al piano superiore e al
di sotto di quest’ultime vi erano due porte. Gwen
entrò in quella a sinistra, si stupì della
meravigliosa cucina che c’era sotto ai suoi occhi, era tutta
fatta in legno con dei particolari in vetro variopinto, gigantesca e
meravigliosa ecco quali erano gli aggettivi che Gwen le attribuiva.
Uscì e intraprese la strada per entrare nella stanza della
porta a destra. Anche qui rimase meravigliata, il salottino stile reale
che vi era in questa stanza era qualcosa d’indescrivibile,
era perfino più grande della cucina e ci si poteva perdere.
Sparsi qua e ma con stupenda armonia vi erano poltrone e divani. Un
super televisore era posizionato sulla sua destra e alla sua sinistra
vi era anche un enorme libreria stracolma di libri che sembravano
essere abbastanza vecchi. Ma a Gwen non importava, lei amava leggere
qualsiasi cosa. Dai thriller ai romanzi d’amore ottocenteschi
insomma a lei tutto andava bene purchè scritto in maniera
aggraziata. Uscì
anche da quella stanza e cominciò a salire quelle
incantevoli scale che poco prima aveva ammirato. Il piano superiore era
ancor più grande di quello inferiore. Cercò
immediatamente la sua stanza, diverse porte s’innalzavano ai
lati delle pareti, ma fu attirata subito dall’unica porta di
colore più chiaro rispetto alle altre. Essendo alla fine del
corridoio si avvicinò pian piano mantenendo il passo che
aveva avuto precedentemente. Quando arrivò si
fermò ad osservarla e notò che al centro vi erano
incise delle immagini ,ma non volle aspettare ancora, aprì
quella porta ed entrò nella stanza. Rimase a bocca aperta,
le pareti erano d’un colore tra il blu e il celeste,
difficile da definire. Vi era una meravigliosa finestra che affacciava
sul mare che vi era a pochi metri dalla casa e un terrazzo solo suo
dove c’erano altre piante. Il letto era matrimoniale con
tanti cuscini sopra. Si sedette sopra e scoprì anche quanto
morbido era. Due divanetti erano situati dall’altra parte
della stanza insieme alla tv. Alla sua sinistra vi era
un’ennesima porta che rappresentava l’armadio
già colmo di vestiti nuovi e alla sua destra vi era il
bagno. Non aveva mai avuto un bagno tutto suo, e sicuramente doveva
essere molto comodo, pensò. La permanenza li stava
cominciando a piacerle.
<<
Gwen, tesoro mio. Vieni giù che dobbiamo parlarti
>>
Marie
chiamò sua figlia. Anche lei era rimasta estasiata dalla
casa. Ma d’altronde chi non lo sarebbe stato.
Gwen
scese di corsa per cercare sua madre, e un magnifico odore le invase le
narici, sicuramente sua madre stava cucinando uno dei suoi famosi
piatti, pensò. Corse in cucina e la trovò ai
fornelli, ma non era sola. Sorrise alla vista di suo padre e sua madre
che si baciavano, erano così carini. Ma sfortunatamente
rovinò il momento poiché si sporse troppo alla
porta e quella fece rumore. I suoi genitori sgranarono gli occhi ma non
videro nessuno e ancora straniti dal rumore si allontanarono.
<<
Sono io, non volevo rovinare le vostre effusioni >> Disse
Gwen scherzosamente.
Anche
i suoi genitori risero e l’invitarono a prendere il
necessario per apparecchiare fuori in giardino. Gwen non aveva ancora
finito di esplorare la casa quindi appena vide il maestoso giardino
rimase incantata.Tutto quel verde le metteva allegria e come se non
bastasse al centro del giardino vi era anche un’enorme
piscina con una finta cascata. Suo padre le toccò la schiena
e ciò la fece sobbalzare.
<< Ti
piace la nostra nuova e umile dimora? >> chiese il padre
abbozzando un sorriso.
<<
Umile proprio non direi caro paparino, ma devo proprio dire che mi
piace da impazzire >> Rispose Gwenny
Quando
si sedettero tutti e tre a tavola cominciarono nuovamente a
chiacchierare.
<<
Sta sera dovremmo partecipare al ballo che il mio socio ha organizzato
per darci il benvenuto nella città >> Disse
Jeorge << Quindi vestitevi elegantissime che voglio
presentare a tutti le mie bellissime donne >>
Continuò.
Sia
Marie che Gwen furono felicissime di udire quelle parole, ad entrambe
piaceva la moda e i balli quindi si misero d’accordo per
quando andare a scegliere il vestito che avrebbero indossato quella
sera stessa, proprio come delle amiche.
<<
Gwen, esci dai. Voglio vedere come ti sta questo benedetto vestito
>> Disse Marie.
Gwen
era stanca, aveva provato una quindicina di vestiti ma nulla che
lasciassero la madre a bocca aperta.
<<
Si mamma , ma questo è l’ultimo >>
replicò Gwenny
Marie
restò incantata alla visione della sua piccola bambina.
Quell’abito le stava splendidamente. Era lungo e blu notte.
Vi era un interminabile spacco sul lato sinistro del vestito, le
spalline le contornavano le sue esile spalle e la scollatura le
risaltava la sua 4° di seno e dietro,la schiena era quasi
completamente scoperta
<<
Wow >> Riuscì solo a dire Marie.
Gwen
si avvicinò allo specchio che c’era in camera sua
e sorrise alla sua vista. Doveva proprio dirlo, con quel vestito era
proprio una bomba sexy.
<<
Mamma come pensi mi stia? >> Disse sorridendo
<<
Woow >> Continuò a dire sua madre.
<< La mia piccola è cresciuta, oh figlia mia
quanto sei bella. Sta sera tutti gli occhi dei presenti saranno puntati
su di te >>
Gwenny
era felice, qualcosa di vero in quello che le aveva appena detto sua
madre ci doveva essere. Ecco, ora si sentiva orgogliosa di se stessa.
Perdere tutti quei chili era pur servito a qualcosa, due anni fa non si
sarebbe potuta permettere di mettere un vestito del genere, invece ora
sfoggiava il suo bellissimo corpo con addosso una meraviglia di abito.
<<
Ora finisci di prepararti che tra poco dobbiamo andarcene
>> Marie interruppe i pensieri della figlia, le diede un
bacio sulla fronte e s’incammino nella sua stanza per
sistemarsi.
|
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Capitolo 2 *** Al passato non si sfugge. ***
Al passato
non si sfugge.
Al
passato non si sfugge, ti perseguita finchè non ti
avrà trovato e quando l’avrà fatto di
distruggerà.
Gwen
Shepard era fuggita dal suo passato, aveva preferito scappare dal suo
martirio e costruirsi una vita nuova. Voleva cambiare , dare un svolta
alla sua esistenza, e l’avrebbe fatto. Quindi
supplicò i suoi genitori e li pregò
affinché cambiassero città.
Marie
e Jeorge vedevano la vita di loro figlia andare a rotoli. Erano molto
preoccupati e quando la loro amata figlia chiese loro di cambiare vita,
loro accettarono subito. Avrebbero fatto di tutto per migliorare la
vita di Gwenny e così fu.
Ma
due anni dopo la stessa Gwen si ritrovava ad affrontare il passato.
Quest’ultimo l’aveva scovata e non le aveva dato
via di scampo.
Quando
la famiglia Shepard arrivò a destinazione il party era
già iniziato. La festa era stata organizzata nella villa del
socio di Jeorge. Gwen rimase meravigliata dalla reggia che
s’innalzava di fronte a lei ed anche se non vedeva
l’ora di entrare, aveva timore di far fare brutta figura al
padre. Lei non era mai stata ad un ballo, nella sua prima scuola
nessuno l’aveva mai invitata, tutti si vergognavano di lei e
questi ricordi le squartavano ancora il cuore. Invece nella scuola dove
andava fino a tre giorni fa ,i balli non erano ammessi, erano
considerati distrazioni per gli alunni. Ed anche se non la rassicurava
affatto, poteva fare sfoggio della sua bellezza.
Jeorge
prese a braccetto le sue donne e orgoglioso di loro si fece spazio tra
la gente. Era sicuro che avrebbe fatto provar gelosia a coloro che
avrebbero posato gli occhi su di loro, la loro bellezza era qualcosa di
incantevole, ed anche se era abbastanza geloso sarebbe stato cordiale
con tutti quelli che avrebbero fatto complimenti. Amava sua moglie e di
lei si poteva fidare, ma aveva paura per la sua piccola bambina. Questa
sera la sua cara figlioletta era molto attraente e non poteva fare a
meno di notare che tutti gli occhi dei presenti erano puntati su di
lei. Ma a suo malincuore, era consapevole che guastarle la serata
allontanandola da tutti, non sarebbe stata la giusta cosa da fare.
Gwen
si sentì osservata appena fece il suo ingresso. Ed anche se
tentava di nasconderlo doveva ammettere che in quel momento fosse molto
imbarazzata. Non aveva mai avuto tutte quelle attenzioni e
immediatamente si sentì arrossire. Insieme a suo padre e sua
madre e raggiunse il tavolo dove da li a poco si sarebbero dovuti
sedere, ma prima suo padre decise di metterla ancor più a
disagio presentandole il suo socio. Era
un uomo alto e magro, sembrava perfino più giovane di suo
padre, appena vide avvicinarli abbozzò un sorriso. Quel
sorriso era immensamente bello e nonostante la sua età i
suoi denti erano bianchi e allineati.
<<
Tu devi essere la bellissima figlia di Jeorge >>
affermò il socio, porgendole la mano <<
Io sono Robin , il socio di tuo padre.. ma questo lo saprai
già >>
<<
Piacere di conoscerla, sono Gwen >> disse
sorridente,ricambiando il gesto.
A
Gwen piacque subito, quell’uomo sembrava esser molto
simpatico e socievole ed inoltre il
suo modo d’esporsi e conversare era molto accurato, si
quell’uomo era un perfetto socio per suo padre.
<<
Quanti anni hai, Gwen? >> Chiese Robin.
<<
19 appena compiuti , signore >>
<<
Non chiamarmi signore, per carità. Mi fa sentire ancora
più vecchio di quanto io lo sia già…
>> Ribattè scherzosamente Robin
<< Quindi hai la stessa età di mio figlio ,
vorrei tanto che facessi conoscenza con lui, in tal modo io e tuo padre
potremmo parlare d’affari senza darti modo
d’annoiarti. >>
Bene
, pensò Gwen. Poteva farsi già nuovi amici e se
il figlio di Robin era allo stesso livello del padre, avrebbe anche
fatto una interessante conversazione.
Robin
si stava nuovamente avvicinando, ma non c’era alcuna traccia
del figlio, Gwenny rimase un po’ delusa, avrebbe fatto
volentieri nuove amicizie. << Scusate nuovamente, mio
figlio non si decide a degnarci della sua presenza >>
Commentò amaramente Robin << Harry, ti sarei
grato se facessi un po’ di compagnia, a questa bellissima
signorina, io e il padre dobbiamo discutere d’affari , ti
sarei grato se facessi ciò che ti ho appena richiesto senza
che tu mi faccia fare brutte figure. >>
Esclamò con tono impaziente.
Harry.
Harry.
Quel
nome le rimbombava insistentemente nella mente tanto da provocarle un
gran dolore alle tempie.
Ma
quando improvvisamente vide girarsi un ragazzo in smoking e avvicinarsi
sempre di più a loro ,le venne da svenire. Ricordi
e ricordi le affiorarono in mente ed cercò invano di
scacciarli via. Stessi capelli riccioluti, stessi occhi
meravigliosamente verdi, stesso sorriso perfetto che l’aveva
portata ad innamorarsi di lui e stesse anche le fossette che gli erano
spuntate in viso ,ai lati della bocca, quando le aveva sorriso.
Era di fronte a lei e non le parve vero, ma dovette ammetterlo era
ancora più bello di prima, più alto,
più muscoloso, più provocante ma sicuramente il
suo carattere sarebbe stato lo stesso di due anni prima.
<<
Piacere bellissima, sono Harry..Tu sei? >> Chiese Harry.
Perfetto,
pensò Gwen mentre si portava una chiocca di capelli ondulati
dietro l’orecchio. Harry non si ricordava di lei, della
cicciona che prendeva in giro prima che si trasferisse. La stessa
cicciona brufolosa che tutti deridevano costantemente e lei ora poteva
sedurlo, farlo soffrire e distruggerlo proprio come lui aveva fatto con
lei. Ma voleva realmente giocare col fuoco? Se poi quella a scottarsi
fosse stata lei? Aveva già sofferto tanto per colpa sua e
non poteva permettersi di farlo ancora.
<<
Piacere tutto tuo, Gwen >> Rispose freddamente lei.
Nel
frattempo i loro genitori li avevano lasciati soli, ed avevano
raggiunto gli altri ospiti dall’altra parte della sala. In
tal modo. Harry, potette approfittare della situazione.
L’aveva desiderata dal primo momento che l’aveva
vista entrare in quella sala e non se la sarebbe fatta scappare
facilmente
<<
Vedo che non siamo molto socievoli >> affermò
occhi color smeraldo, avvicinandosi sempre più a lei
<< Cosa ho fatto di male per essere trattato
così da una così bella signorina? >>
Mi hai spezzato
il cuore , mi hai trafitto l’anima, mi hai lasciata morire di
solitudine e mi hai fatta innamorare di te, ecco
cosa hai fatto; pensò di rispondere Gwen. Ma il suo
intelletto fortunatamente non glielo permise.
<<
Niente, almeno niente che ti riguardi e poi non sono in vena di
iniziare un discorso con persone superficiali come te >>
Non si trattene completamente, ma voleva essere fredda, voleva
allontanarlo e pensò che se fosse stata distaccata lui
avrebbe abbandonato il suo scopo.
<<
E come fa questa deliziosa fanciulla a giudicarmi così
velocemente? Non mi ha dato modo di farmi conoscere o forse non vuole
proprio conversare con il qui presente? >> Harry
già stava cominciando ad innervosirsi, ma il suo ego voleva
che lei lo desiderasse.
<<
E’ vero, io non ti conosco, ma posso tranquillamente
affermare che tu sia un maschilista senza scrupoli, ami portarti le
donne a letto e illuderle di una tua futura chiamata, sedurle,
conquistarle, fare sporchi giochetti solo per provare piacere ogni
notte, conosco i tipi come te Harry, ed anche molto bene ed io non sono
adatta a te, quindi non ti conviene neanche provarci perché
non sono facile da abbindolare. >>
Gwen era fiera di averlo liquidato così, era orgogliosa di
avergli sputato in faccia tutto quello che pensava di lui, ed anche se
il suo cuore si stava rivoltando, gli voltò le spalle,
lasciandolo senza parole ed incamminandosi verso i suoi genitori.
Ma
repentinamente lui la fermò, le prese il braccio e
l’avvicinò a se. Non poteva farle questo, avrebbe
ceduto come al solito e lei non poteva permettere che questo accadesse.
Il cuore le batteva all’impazzata, quel contatto le aveva
fatto venire i brividi, e questo non era di certo un buon segno.
<<
Gwen, tesoro mio, hanno cominciato a servire ai tavoli. Vieni ,su
>> La
richiamò Marie.
Gwenny fece un
profondo sospiro ed Harry mollò la presa sul suo polso. Gwen
ringraziò Dio per aver fatto arrivare quell’angelo
di sua madre a salvarla dall’ insostenibile situazione che si
era venuta a creare.
<<
Oh Harry, anche tu sei al tavolo con noi, tuo padre mi ha chiesto se
potevo avvisarti del cambiamento, ed io già me ne stavo
dimenticando. Che sbadata che sono >> Continuò
Marie accennando un sorriso.
Gwen voleva
sprofondare negli abissi, o quanto meno diventare invisibile. Harry le
appoggiò la mano nella schiena scoperta di Gwenny e
quest’ultima sospirò nuovamente.
Giunti al tavolo
Robin fu ben felice di vedere Harry e Gwen insieme . Gwen era una
ragazza a modo e avrebbero fatto bene a suo figlio conoscenze
così.
<<
Perché non lasciamo sedere i nostri figli vicini?
>> consigliò Robin al suo socio,
nonché padre della ragazza << Sembrano esser
diventati amici >>
<<
Si, effettivamente hai ragione >> Rispose Jeorge facendo
un sorriso alla figlia.
Le portate erano
di una squisitezza inesorabile, ed Harry nel corso della cena non le
aveva rivolto la parola il che le sembrò un bene.
Harry voleva
fare qualcosa, la cena fino ad ora era stata molto noiosa e voleva
rimediare divertendosi un po’. Così
posò una mano sulla coscia scoperta dallo spacco di Gwen e
la guardò con fare malizioso. Era arrossita incredibilmente
e la cosa lo fece ridere.
<<
Gwenny, cos’hai? Ti vedo strana, le tue guance sembrano aver
preso fuoco? >> Scherzò Marie.
Sua madre non
poteva immaginarsi di certo cosa stava accadendo sotto il tavolo. Harry
le aveva toccato la coscia e lei non sapeva come fargli spostare quella
mano senza far accorgere i presenti di tutto ciò.
<<
Ni.. niente mamma, sento solo un po’ di caldo>>
informò Gwen.
Quella mano
stava pian piano avanzando, sempre più su e le aveva
sfiorato l’intimità.
<<
Leva quella lurida mano dal mio corpo >>
Sussurrò all’orecchio ad Harry,
Lui per tutta
risposta la guardò con fare malizioso e sorridendole
spostò lievemente la mutandina. Gwen ansimò
leggermente a quel contatto e lo fulmino con lo sguardo.
<<
Non sto facendo niente, preferisci che invece faccia qualcosa?
>> Disse Harry avvicinandosi ad Gwen
Istantaneamente
stuzzicò con le dita il clitoride di Gwenny e lei si
sentì mancare.
“Odiava
“ Harry, lo “ odiava” con tutto il cuore.
Aveva pensato di poter sfuggire dal suo passato, lasciandosi tutto alle
spalle, invece quel ragazzo le aveva pugnalato nuovamente il suo
fragile cuore facendole intuire un certo interesse nei suoi confronti.
Ma lei voleva frantumare ogni piccolo frammento che era rimasto del suo
amore verso quell’essere. Aveva imparato la lezione ed ora
doveva combattere per riprendersi quello che Harry le aveva rubato: il
suo cuore.
|
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Capitolo 3 *** Amore che riaffiora ***
Amore che riaffiora.
L’amore
ti colpisce dritto al cuore, ti lacera dentro, ti distrugge pian piano
per godersi infine la tua sconfitta e tu non puoi far nulla per
fermarlo.
Gwenny
era stata devastata dai suoi sentimenti. Mentre dentro stava lentamente
e dolorosamente morendo, all’esterno cercava di nascondere il
tutto illuminando il suo volto con un dolce sorriso. Harry
l’aveva conquistata, i suoi occhi le avevano fatto mancare il
fiato fin dalla prima volta che l’aveva visto entrare in
classe. E lei non poteva di certo aspettarsi di esser contraccambiata.
Successivamente le aveva fatto del male. Si era preso gioco di lei dal
primo istante, ma a lei non importava, le piaceva farsi del male. Ma
voleva cambiare, voleva far sparire quei rotoli di ciccia che la
circondavano, voleva far svanire tutti quei brufoli che le riempivano
il viso. E quel giorno se lo ripromise, avrebbe fatto di tutto per
migliorare il suo aspetto e un giorno avrebbe dimostrato a tutti quando
grande fosse la sua forza.
Gwen
si era alzata col piede sbagliato, non riusciva a dimenticare
ciò che
era avvenuto al ballo di due sere prima. Harry le aveva fatto ritornare
in mente i brutti ricordi che lei aveva schiacciato via molto tempo fa.
Lui, con quei suoi sguardi, aveva fatto si che l’amore che
Gwen teneva dentro, sbocciasse nuovamente.
Erano
già diversi minuti che continuava a rigirarsi nel letto
cercando di riprendere sonno, ma i vari tentativi furono inutili.
Decise allora di alzarsi.
Era
appena uscita dalla doccia quando senti bussare alla porta.
<<
Sono la mamma >> Aveva
affermato Marie.
Senza
aspettare risposta entrò e vide la figlia intenta a cercare
vestiti nel suo guardaroba. Marie era molto felice di ritornare nel suo
vecchio paesino, d’altronde lei era cresciuta in quelle
strade, e abbandonarle era stato un compito per lei arduo .
<<
Buon giorno mamma >> Disse Gwen appena sua madre si mise
a sedere sul letto.
Avevano
sempre avuto un meraviglioso rapporto e quando Gwen si rese conto
quanto velocemente la madre avesse riacquistato la voglia di sorridere,
un’ondata di felicità la pervase. Era tanto che
sua madre non rideva, precisamente due interminabili anni, ma da quando
erano tornati a vivere qui lei si era subito ripresa.
<<
Sai, tuo padre mi ha appena informato che ha invitato la famiglia
Styles a cena. >> Disse felicemente la donna
<< Però non ho la minima idea di cosa cucinare
come dessert, e speravo potessi occupartene tu visto la tua voglia
irrefrenabile di preparare dolci >>
Cosa?
Harry a cena? Lei e lui nella tessa casa e soprattutto seduti allo
stesso tavolo? l’ultima volta non era andato tutto per il
meglio e l’idea
di avere di nuovo le sue mani sul suo corpo non le piacque per niente,
ma dovette adattarsi e magari avrebbe potuto anche mettere del veleno
nella fetta che avrebbe dato al signorino Styles, pensò Gwen.
<<
Va bene mamma, già ho in mente cosa potrei cucinare
>>
Harry
fu molto felice di sapere che quella sera avrebbe cenato a casa
Shepard, aveva passato due notti insonni dal momento che non era
riuscito a schiacciare via il suo viso dalla sua mente. Avrebbe voluto
tanto stringerla a se, baciare quelle labbra rosee e vederla arrossire.
Da quando l’aveva vista il suo stomaco era in continuo
subbuglio e la sua mente era sempre occupata dal suo celestiale corpo. Era
già pronto da un pezzo quando suo padre l’aveva
richiamato visto il tardo orario.
Gwen
stava finendo di prepararsi quando sentì battere alla sua
porta. << Avanti >> Esclamò
incitando colui che era dall’altro lato della porta ad
entrare.
<<
Mi ha detto tua madre di scendere immediatamente giù che la
cena deve essere servita >>
Le
venne un colpo quando sentì quella voce. Rauca e sensuale,
solo una persona aveva quella voce. Si
girò sgranando gli occhi e lo vide in tutta la sua bellezza.
Indossava un jeans grigio a vita bassa, una canotta bianca che lasciava
intravedere il suo torace muscoloso e una giacca blu con le maniche
leggermente arrotolate. Era la perfezione in persona e questo Gwen lo
sapeva bene.
<<
Potevi anche rimettere il vestito dell’altra sera,
è molto più facile toccarti con quello addosso
>>
Ma
perché doveva sempre rovinare tutto? Pensò Gwen. Le
venne una voglia immensa di prenderlo a pugni, ma si
accontentò di non rispondergli e andare direttamente
giù.
Durante
la cena fortunatamente Gwen si mise accanto al padre a alla madre, ma
Harry continuava a guardarla insistentemente. Per lui ormai era
divenuta una sfida, e lui amava le sfide, e le vinceva sempre anche se
sarebbe dovuto arrivare ad utilizzare trucchetti.
Improvvisamente
però si mise a piovere e loro dovettero scappare dal
giardino fin dentro casa. Gwen non aveva mai visto piovere
così. Fulmini e tuoni continuavano a farla sobbalzare dallo
spavento ed Harry vedendola impaurita si avvicinò a lei.
<<
Non pensavo avessi così tanta paura di un semplice temporale
>>
Ancora
lui, pensò Gwen.
<<
Non ho paura >> Rispose la ragazza sicura di quello che
stesse dicendo.
<<
Allora come spieghi il fatto che ogni volta che
c’è un tuono tu sussulti? >> La
canzonò Harry
<<
Bhe.. Io..>> Non
voleva dire la verità, Harry l’avrebbe presa in
giro costantemente e lei ne aveva già abbastanza di tutti
quei trucchetti per farla cadere ai suoi piedi.
<<
Harry >> La interruppe Robin << Stanotte
Jeorge e Marie ci hanno invitato a rimanere da loro, visto il brutto
temporale che si sta verificando >>
<<
E visto che di camera da letto libera e arredata
c’è ne solo una, Harry dormirà con te
tesoro >> Annunciò
Marie.
<<
Ma sia ben chiaro, prova a sfiorare la mia bambina e.. >>
<<
Si tranquillizzi signor Shepard, non mi permetterei mai di lambire sua
figlia >> Lo riprese Harry.
<<
Bene, meglio così. >>
Enunciò con tono fermo Jeorge << Ora piccola
mia, mostra la tua camera ad Harry >>
Che
fortuna, pensò Harry. Conosceva Gwen da due giorni e aveva
già l’onore di condividere il letto con lei.
Pensieri poco casti si fecero largo nella sua mente e un sorrisino
sghembo apparve sul suo viso.
<<
Qui c’è il bagno, puoi farti la doccia ,se vuoi e
qui dei vestiti che ho preso a mio padre, ti verranno grandi ,ma devi
accontentarti >> Sbuffò Gwen.
Il
pensiero di passare un intera notte con Harry non
l’emozionava. Se l’aveva toccata in presenza di
altri, figuriamoci cosa avesse combinato ora che sarebbero stati soli.
Odiava quel suo fare malizioso, e non avrebbe sopportato essere solo un
altro nome della sua crudele lista.
<<
Perfetto, opterò per una doccia >> Disse Harry
mentre scrutava con un sorriso il corpo di Gwenny << Non
vuoi farla con me bella principessa? >>
<<
Preferirei essere mangiata dagli squali piuttosto che fare una doccia
con te, Styles >> Affermò convinta Gwen
<<
Quando cambierai idea, e lo farai, sai dove trovarmi babe
>> Detto questo, Harry entrò in bagno
lasciando Gwen a bocca aperta.
Gwen
approfittò del fatto che il riccio si stesse facendo una
doccia per cambiarsi, ma la sfortuna ormai era sua compagna di vita .
Harry usci dal bagno con solo i boxer addosso e la vide in intimo.
<<
Cercavo una tovaglia, ma ho trovato molto meglio >> Disse
Harry mentre si avvicinava pian piano al corpo della ragazza.
Gwen
si trovò alle strette e cadde sul letto, Harry le
sfiorò la coscia ed arrivò ai suoi fianchi,
l’aria stava diventando pesante. Un brivido le percorse la
schiena quando Harry fece combaciare i loro bacini. Senti la forte
eccitazione di lui premerle nel suo basso ventre e questo la fece
boccheggiare. Harry sorrise compiaciuto alla reazione di Gwen e
posò le sue labbra su quelle della ragazza. Notò
che Gwen era arrossita fortemente ma nonostante tutto non aveva
rifiutato quel bacio. Harry le morse il labbro inferiore per chiedere
accesso alla sua bocca con la sua lingua. Fu quando le loro lingue si
scontrarono e le loro labbra combaciarono perfettamente che il cuore di
Gwen cominciò a fare capriole. Le loro lingue cominciarono a
danzare leggiadramente in un modo dannatamente eccitante. E
in quel momento Gwen si fece trasportare da un turbine di emozioni ma
quando Harry le accarezzo il seno, una morsa alla gola la fece sentire
colpevole, così tanto da spezzare la passione di quel
momento.
<<
Non posso >> mormorò Gwen sulle labbra di
Harry.
L’aveva
liquidato nuovamente , ma lui non si sarebbe arreso, avrebbe continuato
a lottare finchè non l’avrebbe resa sua.
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Capitolo 4 *** Baci rubati al passare del tempo. ***
Baci rubati al passare del tempo.
Il tempo passa inesorabilmente. Giorno dopo giorno.
Minuto dopo minuto. Tutto continua a scorrere impercettibilmente. E tu
non fai altro che aspettare che qualcosa ti travolga e ti riporti alla
crudele e triste realtà.
Gwen allontanò i suoi pensieri solo quando il
telefono squillò. Era completamente immersa in essi, come se
la realtà che stesse vivendo non le appartenesse. I suoi
pensieri erano impressi nella sua mente, schiacciati tra le pareti del
suo cranio esausto di condannarsi ad innumerevoli sfide. Lei amava
perdersi tra le parti della sua mente. Amava sentire le sue idee
prendersi cura di lei. E ciò le ricordava la
brutalità dell’altra gente nei suoi confronti.
Tutto questo la faceva sentire estranea a tutti e per lei era una cosa
positiva.
- Bella principessa, come stai? Spero bene visto che ho
organizzato per domani un’intera giornata
all’insegna del divertimento nella mia casa a mare. E, no non
siamo solo noi due se è questo che stai pensando, anche se
l’idea è di mio gradimento, ma ci sono anche dei
miei amici. Che ne dici? Vorresti onorarci della tua presenza? Ah e se
ancora non l’avessi capito sono il tuo bellissimo e
dolcissimo principe Harry J -
Gwen sorrise appena finito di ascoltare il messaggio in
segreteria. La presunzione di quel ragazzo non aveva limiti,
però avrebbe tanto voluto passare una giornata con gli amici
di Harry. Si sarebbe divertita e non le avrebbe fatto male distrarsi un
po’.
- Credo che un po’ di svago non mi
guasterà la giornata –
- Bene, allora passo a prenderti domani alle 9 del
mattino.-
Sorrise nuovamente quando Harry rispose al suo
messaggio. Si sentiva incredibilmente bene anche se lei ed il riccio
non avessero ancora parlato di quello che fosse successo la sera
precedente. Gwen non riusciva ad accettare di aver concesso ad Harry di
baciarla. Lui non l’aveva di certo obbligata e quando lui
aveva posato le sue morbide labbra sulle sue lei avrebbe voluto che lui
non la lasciasse più. Lei lo amava ancora, questo lo sapeva
bene, ma aveva sperato di poterlo affrontare senza cadere in
tentazione. In passato aveva tanto desiderato assaporare il gusto di
quelle labbra ed ora che poteva farlo, era costretta ad affrontare una
dolorosa guerra tra il suo cuore spezzato e il suo determinato
cervello. Bianco e nero, sole e luna, una paradossale contraddizione
che la mandava in confusione.
Erano già le otto e mezza quando Gwenny diede
uno guardo all’orario. Non aveva chiuso occhio per tutta la
notte. Aveva continuato a sognare i suoi splenditi occhi smeraldo che
la fissavano incessantemente, quel suo sorriso assurdamente perfetto e
le sue grandi mani sul suo delicato corpo che la sfioravano e le
facevano venire brividi ad ogni tocco. Doveva distruggere quelle
maledette immagini dalla sua mente, ma più ci provava,
più quelle ricomparivano senza darle via di scampo.
Harry era ansioso. Voleva abbracciarla, stringerla a se
e non separarsi più. Voleva prendere quel viso angelico fra
le sue mani e guardare dritta nei suoi incantevoli occhi. Voleva
avvicinarsi a lei, accarezzarla godersi il sapore delle sue labbra.
Harry scrollò la testa quando si accorse di ciò
su cui stava riflettendo. Non aveva mai pensato cose del genere su una
donna, ma lei era diversa dalle altre. L’unica ad averlo
rifiutato, l’unica ad averlo conquistato con un suo solo
sguardo, l’unica ad averlo davvero attratto. Doveva
risolvere questa situazione al più presto si disse mentre
suonava il campanello della ragazza che avrebbe voluto imprigionare tra
le sue braccia.
<< Siamo arrivati babe >>
Aveva affermato Harry, rivolgendo a Gwen uno sguardo inquisitorio. Non
avevano parlato per tutto il tragitto ed al ragazzo parve strano. Anche
se conoscesse la ragazza da poco poteva benissimo assicurare che Gwen
avesse qualcosa di strano, non era nel suo DNA stare così
tanto tempo senza dire neanche una misera parola, ma decise di non
indagare oltre e godersi l’intera giornata con i suoi adorati
amici.
Gwen era diventata stranamente silenziosa. Si era
rintanata nuovamente tra i suoi disordinati pensieri e aveva continuato
a scrutare i qui presenti per farsi un’idea su di loro.
C’erano altri 5 ragazzi e tutti sembravano appena usciti da
una passerella di Dior. Erano tutti così meravigliosamente
belli che lei sentì la gola prosciugarsi. Così
andò in cucina per cercar di distogliere i suoi occhi dai
quei corpi seducenti.
<< Vedo che avessi molta sete
>> Le disse Andy, il sexy cugino sosia di Harry,
raggiungendola in cucina.
<< Si, stavo proprio morendo disidratata
>> Ribatté Gwen scherzosamente.
<< E noi non vogliamo di certo che tu
muoia >> Affermò
convinto Andy sorridendole e portandosi una mano tra i capelli.
Come è possibile che sia così
dannatamente uguale ad Harry, pensò Gwen.
<< Ragazzi vi va di giocare ad obbligo e
verità? >> Chiese Niall giunto in cucina.
Entrambi annuirono e s’i incamminammo verso il
salotto.
Gli altri avevano già formato un cerchio per
terra quando Andy, Niall e Gwen arrivarono li. Harry guardò
stranito suo cugino e la sua Gwenny e l’invitò a
prendere parte al gioco. Gwen
notò la presenza di altre tre ragazze solo quando
quest’ultime si presentarono. Danielle, Eleonor e Perrie si
chiamavano. Erano anch’esse incantevoli ma nonostante
ciò non la fecero sentire esclusa e le diedero
l’impressione di essere anche molto simpatiche.
Zayn e Perrie furono i primi ad esser vittime della
cattiveria degl’altri ragazzi. Obbligarono
loro a darsi un bacio poco casto davanti a tutti e loro non si
potettero tirar indietro, anche perché s’intuiva
un certo interesse tra di loro.
<< Bene ora tocca ad Andy >>
Annunciò Louis << Dai un bacio a Gwen
>>
Gwen arrossì immediatamente ed Andy le
andò sempre più vicino fino a che le loro labbra
si unirono dolcemente. Andy volle subito qualcosa di più,
così si strinse meglio alla ragazza e chiese accesso con la
lingua alla sua bocca. Gwen estremamente insicura glielo concesse. Le
loro lingue continuarono a toccarsi fino a quando Gwen si
scostò dando fine al suo imbarazzo.
Harry guardò disgustato la scena. Se in quel
momento i suoi sguardi fossero state armi lui avrebbe sicuramente
ucciso suo cugino. Sentì una morsa allo stomaco quando vide
le loro lingue incontrarsi. Era semplice dolore quella fitta che aveva
sentito allo stomaco o estenuante gelosia?
<< Allora Harry, deciditi! Obbligo o
verità? >> Disse Liam stanco di richiamare il
riccio.
<< Ah si, scusate. Scelgo obbligo,
naturalmente >> Rispose
Harry con fare seducente.
<< Palpa il seno a Eleonor!
>> Esclamò Andy.
<< Che cosa? >> Chiese Louis
guardando in cagnesco Andy << Lei è la mia
ragazza, è solo io ho il diritto di toccarla!
>>
Louis si era innervosito, non accettava che qualcun
altro al di fuori di lui sfiorasse anche solo con un dito la sua
Eleonor. Se n’era innamorato dall’istante che lei
gli aveva sorriso. L’aveva ammaliato con i suoi dolci modi di
fare ed anche se sapeva che i suoi sentimenti erano gli stessi per la
ragazza, non passava secondo in cui lui avesse paura di perderla.
<< Allora fallo con Gwen >>
Affermò Liam facendo l’occhiolino ad Harry.
Le guance della piccola Gwen presero di nuovo a fuoco,
ma stavolta perché sapeva che effetto le facesse essere
anche solo sfiorata da Harry. Lui la guardò come per
chiedere il permesso e lei annui come per rilasciarglielo.
Appena Harry vide Gwen annuire si avvicinò a
lei a passo lento, come per lasciarle il tempo di cambiare idea. Ma
quando furono attaccati l’uno a l’altro, il riccio
alzò la mano e la protese in direzione del seno abbondante
della ragazza e l’appoggiò delicatamente. Subito
dopo Harry percepì le labbra di Gwen posate sulle sue e si
sentì immediatamente gratificato. La sua eccitazione crebbe
rapidamente e lui cercò di nasconderla con inutili
risultati. Il riccio non continuava a spiegarsi come Gwen riuscisse
ogni volta a istigarlo, solamente con un respiro. Un suo tocco, un suo
sguardo, un suo sorriso erano un passo sempre più vicino
alla morte.
<< Non so cosa mi sia preso, scusa
>> sussurrò
imbarazzata Gwenny all’orecchio di Harry.
Gwen si era lasciata andare troppo spesso ultimamente.
Quel ragazzo otteneva sempre un dannato bacio da lei. Ma questa volta
lui non c’entrava niente, Gwen aveva bisogno di sentire il
suo ammaliante odore addosso. Sentiva il desiderio ribollirle dentro,
ed impaziente di un passo successivo del riccio, si fiondò
su di lui dandogli una prova inequivocabile della sua impulsiva
necessità di volere un bacio.
Il tempo passa inesorabilmente, ma molte volte vale la
pena combattere per cercar di fermarlo. Ed invece d’aspettare
che qualcosa accada fai in modo che avvenga agevolando il destino. A
volte basta godersi i pochi momenti felici che la vita ti regala, ma
viceversa tu puoi far di tutto per strapparli al fato rendendoli tuoi. Allo
stesso modo Harry si era finalmente preso la sua rivincita e Gwen
stanca d’indugiare, gliel’aveva conferita. La
ragazza agguerrita aveva abbandonato le armi contro il suo nemico, ma
ancor prima aveva vinto la battaglia verso la sua coscienza.
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Capitolo 5 *** Dubbi incolmabili ***
Dubbi
incolmabili.
La vita
è un eterno dubbio. Non sai mai cosa aspettarti. Tutto
avviene per una precisa ragione di cui tu, però, non sei a
conoscenza. E
allora quando realizzi che tutto ciò che volevi non
accadesse diventa realtà, abbandoni la sfida e cadi nel
baratro dell’inferno, senza poterne più uscire.
Harry
sembrava essere attanagliato da eterni dubbi. L’amore cieco
da una parte e il rifiuto di quest’ultimo
dall’altra. Lui era sempre stato una sorta di ragazzo senza
cuore. L’amore non si era preso mai gioco di lui, ma solo
perché lui non gliel’avesse mai permesso. Il suo
cuore era sempre stato lambito da molte ragazze ma nessuna di loro era
mai riuscita a conquistarlo. Ma c’era qualcosa in Gwen che lo
disorientava, qualcosa che faceva si che sentisse una stretta al cuore
ogni qual volta che lei sorridesse.
Allo
stesso modo Gwen era stata nuovamente condannata ad amarlo, come se non
ci fosse soluzione per annientare l’amore che lei aveva
represso per gli ultimi due anni. Allora se lei non era parte della
soluzione, era parte del problema.
Erano
passati tre giorni da quando Gwen aveva baciato Harry. Era stata
spropositata, ma ormai dipendente da lui, aveva estremo bisogno di
colmare la distanza tra di loro. Il riccio però, non si era
più fatto sentire e questo le metteva molta inquietudine. Se
lui non l’avesse più cercata? Se lui non
l’avesse più baciata? Se lui non
l’avesse più abbracciata? Cosa avrebbe fatto lei?
Gwen
aveva deciso di non dar peso più ai suoi ostinati pensieri.
Si era alzata dal letto con l’ intenzione di andare a fare un
giro tra le vie del suo paesino, perdendosi tra le sue fantasie. Ma
qualcuno inaspettatamente bussò alla porta.
<<
Ehi bellissima, stavi uscendo? >> Esordì
Andy.
Gwen era
rimasta esterrefatta, per un momento la visione di Andy le era sembrata
così vicina a quella del cugino. Avrebbe voluto con tutto il
cuore che al suo posto si trovasse Harry. Ma contrariamente quello a
esser venuto a farle visita era il suo sosia.
Gwenny
scosse la testa e l’invitò ad entrare.
<<
Ti va se ci facciamo un giro? >> Chiese Andy rivolgendo
un sorriso alla ragazza.
<<
Si, perché no >> Rispose
Gwen. Nel suo tono si poteva intuire un pizzico d’amarezza,
era colmo di delusioni. La consapevolezza che Harry non si sarebbe
più fatto vedere le fece venire una morsa alla gola, tanto
che i suoi occhi cominciarono a pizzicare. Avrebbe tanto voluto
piangere in quel momento, gridare, prendere a pugni
l’universo a lei avverso, ma al contrario si fece forza e
ricacciò dentro il suo dolore. Successivamente prese le
chiavi di casa e entrambi si avviarono alla porta.
Erano
già due ore che camminavano ininterrottamente. Avevano
parlato del più e del meno, ed Andy sembrava anche esser
interessato ai discorsi, a volte estremamente intellettuali, di Gwen.
Al contrario del cugino, Andy, era un ragazzo molto colto e dolce. Dava
modo con i suoi sorrisi di far capire alla ragazza il suo
coinvolgimento e questo a Gwen dava un’incredibile sollievo.
<<
Mi è venuta una gran voglia di cioccolata. Andiamo allo
starbucks? >> Andy fermò Gwen con
l’intento di baciarla prima che lei rispondesse, ma lei si
scostò prima che lui potesse afferrarle le labbra.
<<
Il mio stomaco sembra d’accordo >>
Enfatizzò Gwenny con totale imbarazzo. Andy le piaceva, ed
anche molto. Ma non voleva rovinare tutto con un bacio, non voleva
illuderlo o meglio non voleva farlo con se stessa. Se si da troppe certezze alle persone queste
rischiano di darti per scontato. E il miglior modo per perdere qualcuno
è darlo per scontato. Le certezze sono armi a doppio taglio,
tranquillizzano te e sono l'arma di chi se ne approfitta.
Ordinate le cioccolate, si rimisero a parlare
tralasciando quello che fosse successo poco prima. Entrambi erano
sicuri che prima o poi tra di loro sarebbe nato qualcosa. Ma tutti e
due si erano ripromessi di aspettare, non volevano correre, non
volevano giocare col fuoco, o entrambi si sarebbero scottati senza
risultati.
Harry aveva deciso che non sarebbe rimasto a casa
a crogiolarsi ulteriormente. Aveva deciso di affrontare il presente
tagliando a mille pezzi la paura di far crollare il suo mondo. Era
andato a casa della sua Gwen, ma nessuno aveva risposto. Era andato a
cercarla per le vie della sua cittadella, ma non era riuscito a
scovarla. Così chiamò una delle tante ragazze che
conosceva e l’invitò ad uscire. Voleva consolarsi
a modo suo, e ci sarebbe riuscito se solo il suo presente non avesse
intralciato il suo cammino. Vide Gwen e suo cugino parlare
allegramente, come se nessuno li circondasse, sembravano
così in sintonia. Harry si sentì tradito, Gwen
l’aveva ingannato, manipolato, gli aveva teso una trappola, e
lui era caduto in essa senza troppi indugi.
Il gracile cuore della piccola Gwen perse un
battito quando vide il riccio intento a rivolgere uno dei suoi
incantevoli sorrisi ad un’altra ragazza. In
quell’istante si sentì così piccola,
talmente debole che sentì una pugnalata al petto, come se
qualcuno l’avesse appena uccisa. Si senti nuovamente morire,
come due anni prima, come se il suo passato fosse tornato a farle
visita, come se il riccio le avesse appena trafitto l’anima
con i suoi occhi color smeraldo. Lo vide avvicinarsi mano nella mano.
Ogni suo passo era un colpo dritto al cuore. Mirato ed efficace.
Avrebbe tanto voluto che ci fossero solo le loro due anime. Che lui
fosse venuto per salvarla dal suo destino. Desiderava soltanto un altro
suo bacio, un altro suo sussurro, un altro suo sguardo ed invece ebbe
soltanto un’altra delusione.
<< Ehi ragazzi >>
Sorrise amareggiato Harry << Che ci fate qui, INSIEME?
>>
Ci teneva a sottolineare quell’insieme,
l’aveva detto in modo sprezzante, come se gli fosse stato
appena fatto un enorme torto. Avrebbe voluto uccidere suo cugino. Prima
il bacio rubato a casa sua, poi l’uscita con lei. Cosa aveva
intenzione di fare? Rifletté Harry.
<< Son passato prima a casa sua e le
ho chiesto d’uscire, e dal momento che abbiamo parlato molto
ci è venuta sete >> Rispose beffardo Andy.
Gwen sentiva le lacrime spingere contro i suoi
occhi. Aveva davvero pensato che ci potesse essere un seguito tra di
loro? Aveva davvero creduto che lui volesse stare con lei? Aveva
davvero immaginato un loro imminente futuro? Che sciocca che era stata.
Harry Styles era sempre stato il ragazzo con il cuore di ghiaccio e ora
lei pretendeva che fosse cambiato per lei. Si era davvero illusa e ora,
come sempre, ne avrebbe pagato le conseguenze.
<< Ah. Quindi è un vero e
proprio appuntamento. >> Sbiascicò Harry
terribilmente scocciato dalla situazione.
<< SI >>
Affermò subito sicura Gwen. Avrebbe dimostrato ad Harry che
quel bacio era stato soltanto una finzione o almeno uno sbaglio fatto
sul momento.
Andy la guardò stranito, non aveva
pensato a questo per un loro primo appuntamento. Avrebbe voluto
portarla a cena. Avrebbe voluto farla sentire unica. Avrebbe voluto il
meglio per loro. Ma lei aveva in un certo qual modo rovinato tutto. Ma
decise di non dar peso alla cosa, dopo tutto avrebbe potuto fare tutto
ciò ad un loro prossimo appuntamento.
<< Bene, allora vi lasciamo soli
>> Mormorò il riccio deluso dalla risposta
della sua Gwen. Chinò il capo e quando stava per andarsene
Andy l’invitò a rimanere con loro.
Gwen non potette credere alle parole appena
pronunciate da Andy. In quel momento l’avrebbe ucciso
volentieri, ma per non destare ulteriori sospetti, rivolse un sorriso
accondiscendente al suo nemico. La giornata si sarebbe rivelata un vero
disastro, Gwenny ne era abbastanza convinta. Non avrebbe sopportato
ancora per molto la presenza di Harry con a fianco un’altra
donna che non fosse stata lei.
<< E quindi ora voi due state
insieme? >> Harry continuava a metterli in
difficoltà lanciando spregevoli frecciatine. Ma
d’altronde lo si poteva biasimare. Harry per la prima volta
aveva abbattuto le sue frontiere ed aveva lasciato che Gwen entrasse
senza troppa esitazione, ma l’unico risultato che avesse
avuto era quello di esser stato rifiutato e rimpiazzato dalla sua
brutta copia.
<< No, stiamo solo provando a
conoscerci meglio. >> Rispose bonariamente il cugino
<< Ma magari un giorno, spero non troppo lontano,
potremmo considerarci l’uno la metà
dell’altra >>
Gwen era arrossita nervosamente, le sue mani
stavano sudando e le sue gambe tremavano dall’agitazione. La
situazione in cui si trovava era alquanto imbarazzante. Andy le aveva
appoggiato il braccio attorno al collo e lei non le aveva chiesto di
levarlo solo per dimostrare la veridicità delle parole che
poco prima erano state dette. In quel contesto tutto le sembrava
così ambiguo: Harry che continuava a lanciarle sguardi
inquisitori, la presunta accompagnatrice del riccio che le sorrideva in
modo torbido ed Andy che la scrutava con un’espressione
accigliata.
Allora il cugino del riccio, per smorzare la
tensione venutosi a creare, posò le sue labbra su quelle di
Gwen, facendole combaciare perfettamente. Gwen non si tirò
indietro e questo fece scattare Harry in piedi, pieno di rabbia e con i
pugni serrati. E così andò via lasciando tutti a
bocca aperta.
Gelosia o
non gelosia? Amore o non amore? Continuava a domandarsi Harry.
Siamo
solo frutto di un dubbio amletico che non avrà mai fine.Tutto è ignoto: un enigma, un
inesplicabile mistero. E allora il dubbio e l’incertezza
appaiono come l'unico risultato della nostra più accurata
indagine.
Hi
everyone :)
Questo
è già il quinto capitolo che pubblico e non mi
sono ancora presentata.
Mi
chiamo Debora, sono siciliana e frequento il terzo anno
del liceo scientifico-linguistico.
Grazie
mille a tutti coloro che : Hanno recensito la storia e l'hanno messa
tra le preferite, ricordate e seguite.
Ci
vediamo al prossimo capitolo, che non metterò se prima
questo non avrà raggiunto le 7 recensioni.
With
Love deb_
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Capitolo 6 *** Sogni ricorrenti ***
Sogni
ricorrenti.
I
sogni sono fatti di materia inconsistente. Ti permettono di degustare
il momento che ti donano, ti consentono di sperimentare nuove e
incredibili emozioni e ti sommergono di surreali illusioni, ma quando
arriva il momento di strapparti ciò che ti hanno
momentaneamente concesso, lo fanno con una brutalità tale
che tu non puoi far altro che star li a guardar svanire la tua
colossale felicità.
Quella
notte Harry l’aveva nuovamente sognata, mentre assaporava
l’essenza delle sue labbra sulle sue, mentre le sfiorava con
dolci tocchi il corpo, mentre sentiva il suo cuore galoppare, mentre
abbracciati sorridevano consapevoli di trovarsi l’uno nelle
braccia dell’altro. Harry riusciva a godersi quei momenti al
meglio, tuttavia la realtà gli aveva sottratto
l’unica persona a cui lui si era veramente affezionato. Ogni
mattina era la stessa storia, si svegliava totalmente sudato con il
cuore in scalpito, con i mente i ricordi incessanti di notti irreali,
ed alzarsi diveniva sempre più difficile.
Gwen
non riusciva a gettare via l’amore per Harry. Quel riccio
l’aveva stregata, aveva fatto si che il suo cuore fosse
accessibile unicamente a lui, e questo la struggeva ogni giorno, sempre
di più. Andy le aveva concesso l’entrata sicura
nel suo castello e lei da sciocca innamorata l’aveva
rifiutata. Andy le aveva dato l’opportunità di una
vita felice e lei da masochista innamorata l’aveva respinta.
Andy le aveva offerto tutto ciò che una donna potesse
desiderare e lei da sadica innamorata l’aveva annientato. Non
si meritava una persona del genere al suo fianco e difatti
l’aveva lasciato andare, l’aveva visto
allontanarsi, svanire nel nulla e abbandonarla al suo crudele destino.
Il
sole appena sorto, rosso come il sangue, luccicava in cielo inebriando
l’aria con la sua maestosità. Gwenny era rimasta
sveglia tutta la notte, aveva versato tante, troppe lacrime. Il
pensiero di Harry nella sua mente la tormentava senza dargli tregua
nemmeno un istante. Fremeva dalla voglia di vedere quel dannato
sorriso, di sentire quella maledetta voce e di toccare quegli
incantevoli ricci.
- Ehi
piccola Gwenny, vorremmo tutti rivederti, ci manchi sai? Noi stasera ci
vediamo tutti a casa di quello squilibrato di Louis e naturalmente tu
sei la benvenuta. Fammi sapere. xx Liam –
Liam
l’aveva distolta dai suoi dolorosi pensieri, dai quali non
era riuscita a nascondersi accuratamente. E questo l’aveva
resa incredibilmente felice.
- Ehi
bellissimo ragazzo, l’idea mi alletta, ma non so dove si
trovi casa di Louis –
- Tranquilla,
ti passa a prendere Andy. Fatti trovare pronta alle sei xx Liam-
Forse
l’idea non era più così di suo
gradimento, se Andy l’avesse accompagnata, avrebbe ripreso la
conversazione di pochi giorni prima ed avrebbe voluto spiegazioni sul
perché, lei, avesse costantemente il cellulare spento. Ed
infondo avrebbe avuto ragione, lei era sparita senza farsi
più sentire, proprio come ancor prima, Harry aveva fatto con
lei. Nel giorno in cui Andy l’aveva baciata allo starbucks,
lei era scappata via cercando di raggiungere il suo amato, ma
l’unica cosa che era riuscita a trovare, era il suo profumo
nel vuoto che la circondava.
Ma
continuare a fuggire dalla realtà non avrebbe risolto
nemmeno la più piccola delle incertezze.
Appena
scoccarono le sei, il campanello suonò. Andy e la sua
brutale bellezza fecero ingresso in casa Shepard, Gwen rimase a
guardarlo incantata per un interminabile istante, quel ragazzo le
ricordava terribilmente il suo amato. Forse era la mancanza di Harry,
forse la voglia di vederlo, forse la sua disperazione, ma stasera Andy
sembrava esser la copia perfetta del cugino. Tutto in lui faceva si che
la visione di Harry fosse onnipresente nella sua mente. La ragazza
scosse la testa cercando di mandar via le allusioni che aveva appena
fatto e raggiunse Andy.
<<
Si può sapere cosa diavolo ti è successo?
>> Domandò, una volta in macchina, Andy
terribilmente deluso dal comportamento di Gwenny << Non
ti ho visto più in giro, sei sparita e non mi hai dato
neanche modo di rintracciarti >>
La
ragazza sapeva bene che questo discorso prima o poi fosse arrivato e
quindi non fu per niente sorpresa dall’espressione crucciata
di Andy.
<<
Scusami, non sono stata bene. >> Recitò Gwen
cercando di essere più convincente possibile.
<<
E perché hai spento anche il cellulare? >> Ribatté
a tono Andy.
<<
Per..perchè quando sto male non ho voglia di sentire nessuno
>> Gwen aveva interpretato il tutto in maniera abbastanza
credibile. In fin dei conti il ragazzo non sapeva molto di lei. Nonostante
ciò, però, Andy non sembrò molto
convinto dalle parole di Gwen. Sapeva benissimo che ci fosse qualcosa
sotto, qualcosa che Gwen volesse tenere per se, qualcosa che lui non
dovesse sapere.
<<
Gweeeen! >> Esclamarono tutti appena la ragazza
entrò in casa. I loro visi erano piegati in smorfie che
davano modo di far trasparire le loro emozioni. Le saltarono addosso
facendole perdere l’equilibrio, tanto che si ritrovarono
tutti per terra . In effetti i ragazzi le si erano affezionati da
subito e a Gwen tutto questo sembrava solo un disarmante sogno.
<<
Quant’è che non ti vediamo? >> Chiese
retoricamente Liam alzandosi.
<<
Non ti sei fatta più vedere >>
Affermò con rimprovero Niall.
<<
Infatti bellezza, ci è mancato poter prenderti in giro
>> Scherzò Zayn.
<<
Ma ora sei qui, e noi possiamo stritolarti per bene, vero ragazzi?
>> Dichiarò
Louis passando il suo sguardo prima su di lei e poi sui ragazzi.
Ma
mentre i ragazzi avevano intrappolato Gwen, arrivò Harry.
Appena vide la ragazza intenta a fuggire dalle grinfie
degli amici, sgranò gli occhi e deglutì
profondamente. Il riccio non si aspettava di rivedere la ragazza,
specialmente in quel determinato contesto. Aveva sperato che quel
giorno passato con i suoi migliori amici avrebbe curato le sue dolenti
ferite, ed invece non aveva fatto altro che strappato via le croste
appena formatosi. Il suo dannato sogno aveva nuovamente squarciato il
suo cuore e goduto della sua sofferenza.
La
visione di Harry era ancor più bella di quanto Gwen
ricordasse. I suoi ricci ricadevano perfettamente sulla fronte, la luce
che sprigionavano i suoi occhi avevano
accecato la sua vista e le sue labbra dannatamente invitanti si
muovevano sinuosamente facendo comparire il disprezzo che Harry stava
provando. Ed insieme, tutti questi elementi, formavano un dipinto
terribilmente perfetto creato dal miglior pittore al mondo.
<<
Che ci fa lei qui? >> Biascicò nervosamente il
riccio lanciando uno sguardo torvo ai presenti.
<<
Ci mancava così tanto che abbiamo deciso, di comune accordo,
d’invitarla. >> Esordì pimpante
Louis, non rendendosi conto della pressante tensione che aleggiava
nell’aria.
Il
riccio demoralizzato dalla situazione nella quale si era trovato, si
allontanò da loro e salì al piano superiore.
Harry non avrebbe mai pensato che avrebbe sofferto così
tanto per una semplice ragazza.
<<
Ehi >> Mormorò sconsolata Gwen.
Harry
si girò di scatto e rimase interdetto dalla visione appena
avuta. Gwen si trovava li, davanti a lui, le aveva parlato, ed il tono
che aveva usato non aveva neanche un briciolo di acidità,
come invece era solita ad
utilizzare.
<<
Ehi >> Farfuglio
confuso Harry.
<<
Non è da tutti i giorni poter ammirare la voglia di
solitudine di Harry Styles. >> Tartagliò
la ragazza avvicinatosi fin troppo al ragazzo.
<<
Bhe, tu sei l’unica che ancora ha avuto l’onore di
assistere a questo mio insolito desiderio >>
Borbottò il riccio adorando il momento creatosi. Pertanto
mosse qualche altro passo, facendo si che restassero solo pochi
millimetri tra loro.
Erano
talmente vicini che le loro labbra potevano sfiorarsi senza alcun
intralcio. Di fatti Harry fece scontrare i loro bacini e
accarezzò dolcemente la schiena di quell’indifesa
ragazza. Successivamente
posò le sue morbide labbra sul collo di Gwenny e
ciò la fece sussultare. Così vista la reazione
positiva della ragazza, il riccio cominciò a lasciare baci
umidi lungo il tessuto che poco prima aveva accarezzato con le labbra e
soffermatosi su un punto cominciò a succhiare amorevolmente
un lembo di pelle. Subito dopo catturò le labbra di Gwen in
un bacio. Un bacio passionale. Un bacio dolce. Un bacio
meravigliosamente bello, di cui si sarebbero ricordati a vita.
Gwen
si sentì persa. Persa tra le sue forti braccia, persa tra i
suoi baci incessanti, persa tra l’amore che provava per quel
ragazzo. Il sangue nelle vene aveva smesso di far pompare il cuore, le
sue gambe tremavano e le noti di dolci canzoni le rintonavano nelle
orecchie. Tutto le sembrava straordinariamente perfetto, ogni cosa al
posto giusto, e niente e nessuno poteva rovinare ciò che
loro avevano appena creato. Ma come ogni sogno ha le sue certezze, ogni
realtà ha i suoi dubbi.
Hi
everyone J
Ho
deciso di aggiornare molto, ma molto, prima del dovuto.
Volevo
arrivare ad avere almeno 7 recensioni ma non sono riuscita a schiacciare
via
la voglia di pubblicare il capitolo. Ma per il prossimo dovrete
aspettare
che
questo abbia raggiunto le 7 recensioni, e questa volta dico sul serio.
Se
qualcuno volesse seguirmi o farmi semplicemente delle domande questo
è il mio twitter: https://twitter.com/#!/Deb_ora96
Ed
infine grazie mille a tutti coloro che: Hanno recensito la storia e
l'hanno messa tra le preferite, ricordate e seguite.
See you soon.
|
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Capitolo 7 *** Segreti distruttori ***
Segreti distruttori.
I segreti possono essere inconvenienti. Possono essere
burrascosi. Possono essere talmente amari da non riuscir più
a contenerli nello scrigno da te custodito. Allo stesso modo, possono
scombussolare la tua vita facendo si che tutto quello che tu abbia
costruito fino a d’ora, cada a pezzi dinnanzi ai tuoi occhi
resi tristi dalla verità salita a galla.
Harry era rimasto folgorato dall’idilliaca
visone di Gwen. Non
riusciva a comprendere come lei fosse riuscita a stregarlo
così facilmente. L’aveva reso vulnerabile di
fronte a così tanta bellezza. Però,
contemporaneamente, era rimasto scioccato dal segreto da lei non
rivelatogli.
Ma improvvisamente nella mente di Harry fecero capolino
dei ricordi ormai un po’ affievoliti dal passare del tempo.
<<
Niente, almeno niente che ti riguardi e poi non sono in vena di
iniziare un discorso con persone superficiali come te >>
<<
E come fa questa deliziosa fanciulla a giudicarmi così
velocemente? Non mi ha dato modo di farmi conoscere o forse non vuole
proprio conversare con il qui presente? >>
<<
E’ vero, io non ti conosco, ma posso tranquillamente
affermare che tu sia un maschilista senza scrupoli, ami portarti le
donne a letto e illuderle di una tua futura chiamata, sedurle,
conquistarle, fare sporchi giochetti solo per provare piacere ogni
notte, conosco i tipi come te Harry, ed anche molto bene ed io non sono
adatta a te, quindi non ti conviene neanche provarci perché
non sono facile da abbindolare. >>
Il ragazzo si rese conto che, anche se inconsciamente,
Gwen avesse voluto tralasciare degli indizi, facendo intuire un
trascorso pieno di rancore nei confronti di qualcuno. Qualcuno
che l’avesse colpita nel profondo. Qualcuno che
l’avesse irreparabilmente ferita. Qualcuno che avesse
squarciato l’amore da lei provato.
Mille domande affliggevano la mente di Harry, alcune
prive di risposte altre colme di deduzioni.
Era stato lui a lacerare il cuore di quella dolce
ragazza? Era stato lui a farla fuggire dai suo passato? Era lui quel
subdolo qualcuno?
I sensi di colpa continuavano ad attanagliarlo, ed allo
stesso modo la rabbia gli ribolliva dentro come se i segreti di Gwen
l’alimentassero. Come aveva potuto nascondere tutto questo?
Come aveva potuto ingannarlo? Come aveva potuto illuderlo? Drogati
pensieri si facevano spazio tra le sue stremate membra. Gwen voleva
vendicarsi ammaliandolo con il loro finto legame o qualcosa
d’immensamente bello stava nascendo tra di loro?
Gwenny sembrava esser felice. Dopo tanto tempo i suoi
pensieri si stavan dando pace concedendo una palese dimostrazione di
una duratura riappacificazione. I nervi tesi era scomparsi
completamente e lei stava cominciando ad apprezzare realmente
ciò che la vita le avesse donato dopo tanti supplizi.
Involontariamente sorrise. Tutto quello che le fosse
accaduto in passato sembrava esser scomparso nelle vie buie del
dimenticatoio, tutto era straordinariamente bello ai suoi occhi e si
poteva benissimo intuire la felicità che
provasse in quel momento paradisiaco.
Il campanello di casa Shepard suonò. Gwen
ancora un po’ intontita dalle emozioni precedentemente
assaporate, aprì il portone e si trovo dinnanzi la creatura
più importante della sua ostile vita.
<< Ciao >> Esordì
Harry.
<< Ehi >> Disse Gwen facendo
cenno al riccio d’entrare.
<< Dobbiamo
parlare >> Aggiunse Harry inesorabilmente freddo.
<< Andiamo in cucina >>
Gwen fu completamente stranita dal comportamento di
Harry. Come può essere una persona così lunatica?
Si domandò. Solo ieri si eran dati un bacio ed entrambi
sembravano esser felici di ciò.
<< Noi ci siamo mai visti prima del ballo
in onore di tuo padre? >>
Gwen sgranò gl’occhi . Harry
sembrava esser già a conoscenza della risposta. Il segreto
di Gwen non sembrava più esser tale. Quest’ultimo
era comparso li, senza avvertirla, voleva distruggerla e appropriarsi
della sua momentanea felicità.
<< Bhe.. Noi.. Ecco.. >>
Gwen non riuscì a formulare una frase corretta, era
intimorita dall’imminente reazione che avrebbe avuto Harry.
Ormai non aveva più via di scampo, ancora una volta il suo
passato aveva travolto il suo presente.
<< Rispondi >> La
incitò il riccio, guardandola intensamente
negl’occhi. << Allora? >>
<< Noi.. si, ecco.. noi ci conoscevamo
>> Gwen chinò il capo non riuscendo a
sostenere lo sguardo indagatore di Harry.
<< Continua >>
Tuonò Harry << Voglio sapere tutto
>>
<< Io non ero così..
così magra, per questo non mi hai riconosciuto subito.
>> Balbettò Gwenny scrutando nuovamente
l’espressione agghiacciata del riccio. Successivamente emise
un sospirò e continuò << Fino a due
anni fa abitavo e andavo a scuola qui e naturalmente noi due.. diciamo
che ci conoscevamo. Io non stavo bene, o forse è meglio
dire che fossero gli altri a non farmi stare bene, e uno di quelli eri
tu, Harry. Io avevo addosso trentacinque chili in più, e voi
non mi lasciavate in pace proprio per questo motivo. Finché
un giorno chiesi ai miei di poter cambiare, cambiare tutto, ogni cosa
attorno a me. Così loro decisero che la miglior cosa fosse
trasferirsi così che io potessi star meglio.
Però, due settimane fa il passato è tornato a
farmi visita facendo incontrare nuovamente le nostre strade.
>>
Le lacrime le
pizzicavano gl’occhi, volevano scorrere impetuose sul suo
viso ma lei non glielo permise.
<< Harry >> Le
usci quasi come una supplica << Non pensavo che ci
fossimo rivisti. Non potevo immaginare che i nostri padri potessero
essere soci. >>
Harry rivolse uno sguardo truce alla ragazza. Era
deluso, estremamente deluso. Aveva sperato fino in fondo che quello che
poco prima avesse scoperto, fosse un’enorme bugia mal
riuscita del padre, invece le rivelazioni della sua Gwen confermarono
tutto facendogli crollare il mondo addosso.
<< Perché
non me l’hai detto prima? >> Protestò
Harry.
<< Perché..perchè io
>> Gwen cercò di trovare le parole giuste ma
fu interrotta bruscamente dal ragazzo.
<< Perché volevi vendicarti
>> Disse Harry scuotendo il capo.
<< No! >> Esclamò
Gwen quasi sul punto di piangere.
<< Si, invece >>
Replicò Harry ormai rassegnato all’evidenza.
<< Volevi illudermi, volevi rubarmi il cuore e poi
gettarlo al vento, mi
volevi ai tuoi piedi cosi che potessi attuare la tua vendetta.
>>
Gwen era immobile, non riuscì a muovere
neanche un misero, piccolo muscolo. Era intrappolata
dall’amore concesso al ragazzo, era impalata e annientata
dalle parole del suo amato che continuavano a colpirla dritta al cuore.
Harry la contemplò un’ultima volta
prima che uscisse da quell’incubo.
Come si era potuto innamorare di quella abbindolatrice?
Come si era potuto far trasportare da emozioni mai
provate?
Come si era potuto far incatenare il cuore?
Il ragazzo dal cuore di pietra aveva provato ad uscire
dal guscio, permettendo l’intrusione ad una ragazza ed era
rimasto intrappolato tra le insidie di un amore falso.
Gwen si accasciò per terra lasciando che le
lacrime avvolgessero il suo viso.
Aveva rovinato tutto.
Aveva fatto si che i suoi segreti risucchiassero la sua
felicità.
Aveva permesso al suo
passato di fregarla nuovamente.
Aveva lacerato anche la parte rimasta intatta del suo
cuore.
Aveva guardato negl’occhi la persona che amava
e quelli avevano guardato da un’altra parte, lasciandola li,
inghiottita dal dolore.
Ogni cosa si era nuovamente sfumata.
I segreti sono solo dei paradossali
guai. Possono riemergere a loro piacimento facendo capolino nella tua
vita e sterminando la speranza di una felicità futura.
Hi
everyone J
Anche
questa volta non ho aspettato le sette recensioni
ma
son passate due settimane dall’ultimo capitolo e mi sembrava
brutto
non
continuare a non aggiornare. Quindi eccovi qui il settimo.
With
love.
-
deb
|
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Capitolo 8 *** Delusioni incessanti ***
Delusioni incessanti.
Ci sono delusioni che pesano sul cuore come macigni.
Delusioni che ti squarciano l’anima. Delusioni che annientano
le speranze riposte in un amore platonico o semplicemente
t’ingannano facendoti credere che soltanto il tempo possa
risollevarti dall’oscuro dolore provato.
Gwen sentiva il dolore distruggerla, voleva piangere,
voleva sfogarsi, voleva donarsi completamente all’atroce
strazio che da li a poco l’avrebbe inghiottita. Singhiozzava
impercettibilmente. Era persa in un mondo alieno estranea a tutto e a
tutti.
Andy l’aveva invitata ad un’ennesima
festa, vero e puro divertimento. Era sempre stato così dolce
nei suoi confronti contrariamente al cugino.
- Ehi bei ricci, stasera sono più che libera e
ho davvero bisogno di bere e divertirmi. A che ora inizia la festa? J xx
G.-
- Ehi bellissima ragazza, la festa inizia alle undici.. Ti
aspetto, con ansia xx Andy-
Harry era stato sopraffatto da nuove, allucinanti,
divine emozioni. Mai e poi mai avrebbe potuto immaginare di poter
provare tutto questo per una semplice, bellissima ragazza. Ma tutto
questo era svanito nel nulla, lasciando posto solo a dannate delusioni,
per colpa di un’orrenda vendetta. O almeno così
credeva.
Alle undici esatte una Gwen, ancora un po’
malconcia, dal pianto liberatorio poco prima esternato, si
presentò al luogo prestabilito. Quella sera era decisa a
sprofondare nell’alcol, cosi da dimenticare, anche solo per
un istante, i pensieri distruttori che le aleggiavano in mente.
Andy la notò subito, era impossibile passare
inosservate quando tutta la bellezza del modo era incarnata in
un’unica e sola persona. Come sempre, Gwen indossava un
incantevole sorriso che impediva una convenzionale respirazione a chi
la contemplasse. Sembrava spaesata dagli sguardi inquisitori della
gente che la circondava, così Andy decise di avvicinarsi
cercando di ricambiare il sorriso.
<< Sei venuta. >>
Commentò il ragazzo.
<< Sono venuta >> Disse
rammaricata Gwenny << Andy ho davvero bisogno di bere.
>>
<< Si, certo. Andiamo in cucina, ti
preparo qualcosa di forte >> Mormorò Andy
rivolgendo uno sguardo crucciato alla ragazza.
<< Come mai sei così triste
Gwen? >> Indagò
Andy avvicinandosi e porgendole in drink appena fatto. <<
Non ti ho mai visto così. >>
Gwen sentì nuovamente il bisogno, quasi
incessante, di piangere, ma nonostante tutto non si lasciò
andare. Si portò il bicchiere contenente l’alcol
alla bocca e lo assaporò.
Sentì subito un bruciore percorrerle il
corpo, un misto d’adrenalina e rancore. Quel drink doveva
contenere una grande quantità di alcol per
farla sentire così scossa.
<< Non ho voglia di parlare.
>> Sentenziò Gwen cercando di mascherare la
sua tristezza.
<< Almeno ti va di ballare?
>> Domandò incupito Andy.
<< Naturalmente >> Rispose
Gwen cercando di risollevare il suo umore.
Andy le porse la mano, che lei accettò
ammiccando un sorriso, e spintonando tutti la trascinò al
centro della pista palesemente troppo affollata.
Harry era irrimediabilmente confuso. Amore o Odio.
Perdono o abbandono. Dolcezza o rabbia. Paradossali contraddizioni
offuscavano la sua vivida mente.
Decise così di correre via da quei terribili
pensieri lasciandosi trascinare dal limpido divertimento che lo
aspettava alla festa organizzata da suo cugino.
Minuti, ore, tempo evidentemente indeterminato era
trascorso da quando Andy e Gwen si erano dati alla pazza gioia ballando
sulle note giocose di qualche cantante pazzoide. La ragazza era
riuscita ad accantonare le sue angosce per un arco indefinito di tempo
e ciò la rincuorava. Si era sentita libera, libera dal
dolore, libera dai vincoli strazianti della sua vita, libera dal mondo
circostante.
Le note dolci di the rescue rintoccavano tra le mura.
Andy le porse la mano come solo un gentil uomo possa
fare.
Gwen anche se parzialmente intimorita dal gesto del
ragazzo, non si tirò indietro e accettò , con
fare ironicamente civettuolo, l’invito inespresso a danzare
con lui.
Andy la strinse a se appoggiando le sue mani sulla sua
schiena.
Gwen posò
le sue braccia sulle spalle del ragazzo e gli rivolse un altro dei suoi
splendidi sorrisi.
Se solo fosse stato Andy il ragazzo di cui le si fosse
innamorata, sarebbe stato tutto così semplice,
così facile.
Andy la guardò dritta negl’occhi
cercando di scrutare le sue emozioni.
Era così perfettamente bella,
pensò.
Si avvicinò pian piano a lei e
posò le sue labbra sulla morbida guancia di lei. Sembrava
così fragile in quel momento che lui ebbe
l’istinto di brandirla completamente con le sue possenti
braccia.
Le sue labbra erano così rosee,
così belle, così irresistibili. Non
riuscì a schiacciare via il pensiero data la poca distanza
tra loro, e pressò le labbra su quelle della ragazza.
Gwen rimase allibita dal gesto di Andy e
sgranò gl’occhi, ma una fitta le
oltrepassò il cuore solo quando vide il suo Harry tra la
folla.
Improvvisamente non si sentì più
così riparata tra le urla incessanti della gente.
Improvvisamente tutto quello che la proteggeva dal resto
del mondo scomparì.
Improvvisamente il suo senso di libertà
l’affogò.
Harry sentì una morsa allo stomaco.
L’orribile panorama che gli si presentò davanti
gli pugnalò il cuore facendogli perdere un indefinito numero
di battiti. Si sentì perso, perso tra la gelosia, perso tra
la rabbia, perso tra l’amore immenso che provava per quella
ragazza.
Fortunatamente riuscì a scappare via dalla
visione appena avuta uscendo in terrazzo. Cercò di
assimilare e sbollire l’ira incrementata dal gesto a cui poco
prima aveva assistito. Inspirò a fondo e ancora un
po’ stordito, si resse al balcone.
Gwen corse subito via alla ricerca del ragazzo amato.
Avrebbe dovuto immaginare che alla festa, anche il riccio sarebbe stato
presente, in fin dei conti era proprio il cugino ad organizzarla, ma
non riusciva a capacitarsi dal gesto repentino di Andy o forse, era
meglio dire del suo. Non si era scansata subito, ma, contrariamente
aveva lasciato che il ragazzo si illudesse non sottraendosi a quel
bacio.
<< Harry >> Supplicò
Gwen alla vista del ragazzo.
<< Che vuoi? >>
Ringhiò Harry ammutolendola.
<< Io.. io posso spiegare. >>
<< Non devi spiegarmi proprio un bel
niente! >> Esclamò inferocito il riccio
<< Non sono il tuo ragazzo, ne sono un tuo amico.
>> Si fermò nuovamente cercando di soffocare
la delusione e il rimpianto << Non
devi rendere conto a me dei tuoi gesti. Sei un’adulta e puoi
fare tutto quello che vuoi >>
Gwen si sentì smarrita. Un atroce dolore
l’avvolse . Corse via, fuggì da quel baratro di
solitudine. Scappò, rintanandosi nuovamente nei suoi
tormenti, cercando una via d’uscita da quelle maledette
parole che la stavano annientando.
Le delusioni sono arme facili da utilizzare. Ti
sorprendono entrando nella tua vita come grandi tempeste, sono artifici
ben composti e ti riempiono di crudeli inganni.
Hi everyone J
Altro capitolo immensamente triste, ma tranquille,
la pace è
probabilmente vicina.
Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra:
preferite, seguite,
ricordate e un eterno grazie va a chi
ha recensito la storia;
Anyway al prossimo capitolo xx
-With love deb
|
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Capitolo 9 *** Amari ricordi. ***
Amari
ricordi.
I ricordi hanno il potere di trasformare il passato e
stravolgere il presente. Uniscono ciò che la vita separa.
Pulsano dolorosamente insieme al tempo che passa inesorabile e sono
l’unica cosa che nessuno potrà mai portarti via.
Gwen ci stava ricadendo. Di nuovo. Erano già
due dannati giorni in cui non ingeriva cibo o qualsiasi altra sostanza
che la facesse sentire un po’ più piena.
Due dannati giorni in cui riusciva indenne a prendere in
giro i suoi genitori.
Due dannati giorni in cui la vita sembrava scorrerle tra
le dita.
Stava tornando indietro, stava
ripercorrendo i suoi passi, stava mandando all’aria i suoi
progressi.
‘Era
guarita’, si diceva. Ma perché allora i sintomi di
quell’orribile malattia si stavano ripresentando?
‘Sarà facile uscirne’, si
diceva quando aveva cominciato a vomitare anche il suo cuore.
‘Sarà facile smettere’,
si diceva quando si chinava sul gabinetto.
‘Sarà facile
nasconderlo’, si diceva quando appena uscita dal bagno, si
ritruccava per nascondere gli occhi arrossati e la mano piena di segni
violacei procurati dai denti.
Tutto le sembrava immensamente facile quando aveva dato
il permesso a quella malattia di travolgerla, di distruggerla, di
prendersi cura di lei.
Nessuno sapeva. Nessuno doveva saperlo.
Si pesava. Si ingozzava. Si ficcava due dita in gola, e
solo dopo esser sicura di aver smaltito tutto ciò che avesse
ingerito poco prima saliva di nuovo su quel macchinario che le dava il
resoconto della giornata.
Se fosse stato negativo, se avesse preso anche solo 100
grammi sarebbe ritornata in bagno per eliminare quel piccolo, enorme
eccesso.
Si guardava allo specchio. Si piaceva, a volte, poche
volte. Le piaceva quando le ossa si vedevano, amava le sue ossa
scoperte, era un amore incondizionato il suo, amore allo stato puro.
‘Stai dimagrendo, stai molto meglio
ora’, le dicevano. Erano solo ulteriori incoraggiamenti a
continuare. Le piaceva il suono di quelle parole, erano una melodia
chiara e limpida per le sue orecchie, le sfioravano i timpani, la
cullavano, era come se miracolosamente i suoi problemi sparissero.
Si sentiva bene quando era vuota. Si sentiva bene quando
le girava la testa. Si sentiva bene quando sentiva il suo stomaco
contorcersi per la fame. Erano segni positivi, significava poter
pesarsi e esser felice per un attimo.
Credeva di aver fatto tutto con cautela, eppure era
stata scoperta. Non aveva preso le giuste precauzioni. Non aveva curato
tutto nei minimi dettagli. Forse non aveva pulito bene il bagno, forse
aveva lasciato dei residui, forse non si era coperta bene i segni.
Aveva lasciato degli indizi senza volerlo, e si era ritrovata a pagarne
le conseguenze.
Le grida di sua madre, la voce rauca e singhiozzata di
suo padre, la delusione nei loro volti. Tutto ciò era vivido
nella mente di Gwen, niente di tutto questo era svanito anzi era
ritornato più letale che mai.
Ma stavolta avrebbe fatto più attenzione, non
sarebbe stata distratta. Ormai era divenuta esperta, sapeva come
comportarsi, sapeva trucchetti che avrebbero impedito un altro
fallimento, pertanto non avrebbe permesso che la verità
tornasse a galla.
<< Harry hai notizie di Gwen?
>> Chiese Andy in cerca d’informazioni.
<< Son due giorni che non risponde al telefono.
>>
Quando Harry sentì il nome della ragazza
uscire dalla bocca del cugino, il suo cuore prese una scossa, una forte
scossa. Sentì la gola prosciugarsi, il sangue pulsare
all’impazzata e la testa andargli a fuoco.
<< Come posso avere informazioni su G..
quella? >> Harry non riuscì neanche a
pronunciare il suo nome, sentì la voce affievolirsi pian
piano e un magone farsi spazio tra la gola.
<< Beh, io.. io pensavo >>
Andy si sentì leggermente spaesato.
<< No. >> L’apostrofò
Harry facendo trasparire la sua voglia immensa di spaccare il mondo.
<< Non ho la minima idea di cosa le sia successo e
neanche voglio saperlo, ora scusami, ma devo andare a farmi una doccia.
>>
Aveva lasciato il
cugino senza parole, col suo sguardo crucciato e colmo di dubbi. Cosa
gli era preso? La rabbia, la gelosia verso il cugino lo stavano
lacerando.
Ma a volte,
semplicemente hai solo bisogno di sfogarti prendendotela con le persone
a cui tieni di più, perché in fondo, sai che loro
non ti lasceranno mai.
Era stato duro ammetterlo, ma Gwen aveva preso il suo
cuore e non glielo aveva più restituito. Ma, dopotutto, era
stato lui ad averglielo concesso.
Entrò in doccia, l’acqua che
sfiorava delicatamente la sua pelle, l’odore inebriante del
bagnoschiuma, il silenzio apostrofato solo dal rumore delle gocce
infrante, per un istante gli sembrò tutto straordinariamente
paradisiaco.
<< Gwenny >> Marie rivolse
gl’occhi al cielo. In quel momento pregò Dio. Lo
pregò affinché sua figlia non fosse ricaduta in
quel baratro. Lo pregò affinché lui
l’ascoltasse. Lo pregò affinché lui le
desse la forza necessaria per affrontare quello che sarebbe accaduto
nell’immediato futuro.
<< Gwen, apri questa dannata porta!
>>
<< Si, mamma. Arrivo subito.
>> Gwen era apparentemente tranquilla, dopo tutto questo
tempo passato a nascondere le sue emozioni era riuscita anche a
dominarle perfettamente.
<< Guardami negli occhi >>
Marie era delusa, impaurita, allarmata.
Gwen alzò il capo, fermamente convinta di non
aver commesso nessun errore.
<< Bene >> Si
rassicurò Marie. << Pensavo.. pensavo solo che
tu.. >>
Gwen prese le mani di sua madre come per rassicurarla,
la guardò negl’occhi e i sensi di colpa la
travolsero.
Come può uno sguardo farti sentire
così piccola? Come può farti sentire
così tremendamente in colpa?
Un lampo di dolore le percorse gl’occhi e si
sentì soffocare dall’universo circostante.
I ricordi gli attraversarono l’anima, il cuore
ancora sanguinante si infuocò, tutto le sembrava
più sfocato comprese le certezze che fin ad ora le avevano
fatto compagnia .
A volte inseguire ciò che ti appare
più chiaro, è la miglior cosa che si possa fare,
ma paradossalmente nessuno ha mai il coraggio di farlo davvero.
<< Mamma so.. so cosa pensavi.
>> Disse amaramente Gwen. << Ma, puoi star
tranquilla, non ho alcuna intenzione di ricominciare >> Concluse
incurvando i lati della bocca e facendo trapelare un triste sorriso.
<< Oh, amor mio >> Sussurrò
Marie << Menomale, perché non possiedo le
forze che occorrono per supportarti. Ora vieni qui, e abbracciami.
>>
Marie sorrise. Sorrise perché si fidava della
sua amata figlia.
Sorrise perché quest’ultima
l’aveva tranquillizzata con i suoi sguardi pieni di dolcezza.
Sorrise perché la persona che amava
più al mondo la stava abbracciando.
Talvolta anche solo un abbraccio può far si
che la nostra infelicità sparisca.
<< Vado a casa di Gwen. >>
Borbottò Andy scrutando tra gl’occhi di Harry.
Harry aprì la bocca per far uscire tutto il
disprezzo provato nei confronti del cugino, ma la richiuse soffocando i
suoi crudeli pensieri.
<< Bene >> Riuscì
a dire. Questa volta avrebbe lasciato tutto nelle mani del destino. Si
sarebbe affidato a lui e avrebbe continuato a sperare nel suo magico e
misterioso potere manipolatore.
Gwen si sentiva infinitamente sola, vuota. Avvolta nel
suo mondo ovattato, pieno di dolorose insidie.
Era stanca, stanca del mondo, stanca
dell’amore, stanca delle difficolta. Perfino le lacrime erano
stanche di rigarle il viso.
Aveva sentito gente promettere l’impossibile,
gente che diceva di partire per poi tornare, gente che voleva prendere
a pugni l’universo. Ma aveva visto quella stessa gente non
aver fatto nulla di tutto ciò.
<< Ehi. >>
Mormorò Andy consapevole di aver interrotto il flusso dei
pensieri della ragazza.
<< Che ci tu fai qui? >>
Domandò spaventosamente incuriosita Gwen.
<< E questo il modo di salutare qualcuno
che è venuto a trovarti? >> Ribatté
divertito Andy.
<< Non si risponde ad una domanda con
un’altra. >> Affermò sicura Gwenny.
<< Anche se hai ragione, perciò.. Ehi.. che ci
fai qui? >>
<< Così va molto meglio.
>> Commentò Andy mostrandole un sorriso da
spaccone e sdraiandosi accanto a lei.
Gwen perse un battito.
Come può una persona essere così
identica ad un’altra?
<< Non hai ancora risposto alla mia
domanda. >> Farfugliò Gwen allarmata
dall’estrema vicinanza del ragazzo.
<< In realtà l’ho
fatto. Ma comunque non sono solo venuto a trovarti, volevo anche sapere
come stessi. >> Disse Andy azzerando quasi completamente
la distanza tra i loro visi.
Gwen si portò istintivamente le mani sul
viso, cercando di coprire le guance arrossate.
<< Non guardarmi così, te ne
prego. >> Supplicò la piccola Gwen.
<< Perché? >>
Chiese turbato Andy.
<< Ho tutto il trucco sbavato e..
>>
<< Sei bellissima. >>
Enunciò il ragazzo, prendendo le morbide mani di Gwenny e
posandole sul suo viso.
Annullò definitivamente la lontananza tra di
loro e posò dolcemente le sue labbra su quelle della ragazza.
Gwen lo aveva stregato con un arcano artifizio.
La senti sorridere nel bacio e il suo cuore
scoppiò di gioia. Stavolta avrebbe fatto di tutto per
tenersi stretta quella magnifica ragazza.
I ricordi sono un’arma a doppio taglio:
mettono inizialmente serenità, ma poi ti tirano
giù, nel profondo e tetro abisso della nostalgia, ma,
nonostante tutto, ti auto convinci che non
esista alcun arma in grado di distruggerli.
Hi everyone J
Questo capitolo è una merdina, ma
è stato un vero e proprio
parto. Come si suol dire ho “il blocco
dello scrittore” e
come se non bastasse sono sempre più
piena di compiti.
Questa scuola mi sta uccidendo.
Anyway grazie a tutti coloro che hanno messo la
storia tra:
le preferite, ricordate e seguite.
Ma un grazie particolare va a chi ha recensito.
Al prossimo capitolo xx
-With love deb
|
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Capitolo 10 *** Scelte precipitose. ***
Scelte
precipitose.
Veniamo messi di fronte a delle scelte continuamente.
Siamo perennemente soggetti a questo ciclo continuo di cambiamenti che
la vita ci propone e che noi dobbiamo affrontare. Anzi è
proprio nello scegliere che ribadiamo il concetto di essere liberi,
perfettamente consapevoli dei nostri desideri e delle nostre voglie.
Facciamo in modo che tutto ruoti intorno alle nostre esigenze
così che ogni cosa ci soddisfi. Ma, fondamentalmente, basta
una sola scelta sbagliata e il mondo fatto d’ovatta, che
avevamo costruito, crolla lasciando posto al brutale nulla che ci
circonda.
Gwen si era appena svegliata. Il suo umore era un misto
tra felicità, tristezza ed esasperazione.
Era combattuta tra i suoi ostinati desideri e i suoi
incolmabili vuoti.
L’attrazione per il dolce Andy e
l’amore vitreo per l’irritante Harry.
Come potevano essere così
diversamente uguali tra di loro?
Si sfiorò istintivamente le labbra al
pensiero del bacio ricevuto la sera prima da Andy, aveva un sapore
straordinariamente strano, bello un misto tra miele e tabacco. In fin
dei conti, si disse, poteva provare a costruire qualcosa con lui.
Scosse la testa come per far defluire più
liberamente i suoi pensieri e si accorse della presenza di un
bigliettino sul comodino.
- Buon Giorno mia bellissima donzella! Spero che tu non
abbia sentito la mia mancanza questa notte, visto che ieri sera ti sei
addormentata aggrappata ossessivamente al mio petto.
Immaginò Andy con un ghigno dipinto in viso e
ciò la fece sorridere. Successivamente continuò a
leggere.
- Ma ho pensato che a tuo padre non avrebbe fatto piacere
trovare un estraneo nel letto di sua figlia, quindi ieri sera dopo vani
tentativi sono riuscito a sgattaiolare via. Ma non pensare che tu ti
sia liberata così facilmente di me!
Sorrise nuovamente fantasticando su come Andy fosse
riuscito ad andarsene.
In fondo poteva realmente sperare in un futuro con
quest’ultimo.
Sentì il suo stomaco brontolare e un senso di
vuoto riprendersi la sua felicità.
Decise allora che non si sarebbe abbattuta
così facilmente e scese in cucina con l’intenzione
di cucinare qualcosa per colazione.
Ma improvvisamente sentì il campanello
suonare.
<< L’avevo detto che non ti
saresti liberata di me. >> Affermò Andy
mostrando uno dei sorrisi più belli che avesse a
disposizione.
Gwen restò immobile, esterrefatta dal
comportamento del ragazzo.
<< Andy tu sei così..
così strano >> Dichiarò la timida
Gwen. Sentì lo sguardo deluso di Andy addosso.
<< In lato positivo, intendo. >> Concluse.
Andy le prese la mano e la baciò.
<< Restiamo qui o mi fai entrare? Ti ho portato la
colazione e i cornetti sono più buoni quando sono caldi.
>> Commentò.
<< Ehm.. si, scusa.. Vieni.
>> Gwen afferrò il braccio del ragazzo e lo
trascinò in cucina.
<< Allora, hai dormito comoda senza il mio
petto? >> Chiese Andy con tono sarcastico.
<< Non vorrei che il tuo enorme ego si
offendesse, ma in realtà, non ho neanche sentito che tu te
ne stessi andando. >> Disse
la ragazza divertita dalla circostanza venutosi a creare.
<< Davvero? >>
Domandò Andy facendo comparire un ghigno malizioso sul suo
viso. << Perché ieri sera non eri della stessa
opinione. Eri incollata a me e non volevi assolutamente che io me ne
andassi. >>
<< Ieri sera deliravo! >>
Esclamò Gwenny azzannando un pezzo di cornetto.
<< Quindi anche quando mi hai baciato?
>> Andy guardò divertito la ragazza.
<< Tu hai baciato me! >>
Ribadì Gwen puntando il dito sul petto di Andy.
<< Beh, anche se fosse, tu non mi hai di
certo rifiutato. >> Affermò sicuro di se.
<< Solo perché io..
>> Andy non le diede il tempo di finire la frase, che si
fiondò sulle sue delicate labbra.
Ma immediatamente dopo il telefono del ragazzo
squillò e rovinò l’incantevole momento.
Andy sbuffò. << Stasera?- Non
lo so- Ma chi siamo?- Posso portare qualcuno?-Bene, allora ci vediamo
alle otto. >>
<< Hai impegni per sta sera?
>>
Gwen scosse la testa.
<< Bene, allora ti passo a prendere alle
sette e mezza >> Esclamò entusiasta il ragazzo
dirigendosi alla porta. << Ah, dimenticavo. Anche tu sei
abbastanza strana.. In lato positivo, intendo!>>
Gridò prima di dileguarsi.
Alle sette e mezza esatte il campanello di casa Shepard
suonò ed Andy insieme alla sua aria da finto sbruffone
fecero ingresso.
<< Gwen, Andy è qui!
>> La chiamò Marie, alzando gli occhi al cielo.
Gwen era orgogliosa del risultato che aveva ottenuto.
Indossava un tubino nero molto corto che evidenziava le sue lunghe
gambe, gli interzi in pizzo le scoprivano leggermente il seno
abbondante e le sue curve sembravan esser perfette.
Scese le scale a testa alta e si accorse che tutti i
suoi sforzi stavano per esser ripagati.
<< Wow >>
Farfugliò Marie.
<< Sei.. sei.. wow >>
Balbettò Andy.
Beh, anche tu sei bellissimo, pensò
Gwen.
I bottoni della camicia erano tutti abbottonati
fuorché i primi due che lasciavano scoperto un lembo di
pelle, la camicia gli fasciava perfettamente il busto facendo
intravedere i suoi muscoli abbastanza accennati. Il pantalone nero gli
slanciava la figura. I ricci spettinati gli ricadevano sul viso e come
immancabile cornice i suoi spenditi occhi rivolti unicamente a lei.
<< Anche tu sei wow. >>
Disse lei sghignazzando.
<< Dunque, bel principe dove vuole
portarmi? >> Chiese curiosa Gwenny, appena saliti in
macchina.
<< Vedrai mia bella principessa.
>> Mormorò Andy insistendo sul quel
‘mia’.
Quindici minuti dopo arrivarono a destinazione. Gwen
rimase incantata dalla maestosa villa che s’innalzava davanti
ai suoi occhi increduli. Aveva un non so ché di principesco,
romantico, rassicurante. Andy le prese la mano appoggiandola sul suo
braccio e s’incamminarono giungendo così
all’entrata.
Si accorse subito della presenza degl’altri
ragazzi.
Zayn impegnato a coccolare la sua bellissima ragazza.
Louis indaffarato a far innervosire amabilmente la sua
incantevole ragazza.
Ed infine Liam e Niall immersi nel compito di prendere
in giro gl’amici.
Gwen si sentì sola anche con tutti i presenti
pronti a farla sorridere. Si sentì sola perché
qualcuno mancava all’appello, qualcuno di estremamente
importante per lei: Harry.
<< Ehi ragazzi. >>
Gwen sentì una voce, quella voce, non molto
distante da lei, così girò il capo per cercar di
scoprire da quale parte provenisse quest’ultima e vide un
riccio sbracciarsi per farsi vedere, ed un sorriso inconsciamente
illuminò il suo viso. Ma successivamente vide una bionda
avvicinarsi di più a lui e agguantargli la mano.
Il mondo le crollò addosso e la vista le si
offuscò, sentì le gambe abbandonarla,
sentì le lacrime pizzicarle gl’occhi ma
coraggiosamente le respinse via.
In fondo lei non aveva alcun diritto di esser gelosa. In
fondo lui era libero da ogni vincolo. In fondo, lui non era suo. In
fondo lui non gli era mai appartenuto.
<< Ehi cugino! >>
Esclamò Andy abbracciandolo calorosamente. <<
Quindi è lei la ragazza che volevi tanto presentarci.
>>
<< Si, è proprio lei.
>> Proferì il riccio. Subito dopo,
però, si accorse dello sguardo inquisitore di Gwen.
<< Lei è Taylor >>
Continuò << Loro sono : Liam, Niall, Zayn,
Louis, e mio cugino Andy, e loro sono le loro rispettive ragazze,
Perrie, Eleaonor e.. Gwen, giusto Andy? >>
Andy guardò stranito il cugino e poi rivolse
un ulteriore sguardo alla ‘sua’ ragazza.
<< Si >> Biascicò
non molto convinta Gwen. << Si, siamo fidanzati
>> Ribadì nuovamente più a se
stessa che agl’altri.
Harry contemplò amareggiato Gwen. I loro
sguardi si scontrarono giusto per un’istante e i loro battiti
si fecero più intensi.
<< Bene, ora che abbiamo fatto le
presentazioni possiamo entrare e mangiare? >>
Domandò impaziente Niall, e tutti scoppiarono a ridere
smorzando la situazione venutosi a creare. << Si, ridete,
ridete però quando sarò morto di fame vi farete
un esame di coscienza! >>
Allora Louis e Zayn presero le loro dame a braccetto e
le condussero all’interno, seguiti
da Liam e Niall che non smettevano di imitarli. Gwen vide per ultimi
Harry e Taylor con le mani intrecciate e un magone di tristezza
l’avvolse.
<< Quindi, stiamo insieme ora?
>> Domandò esterrefatto Andy, interrompendo i
brutti pensieri della ragazza.
<< Solo se tu vuoi. >>
Bisbigliò Gwen avvicinandosi pericolosamente ad Andy.
<< Solo se lo vuoi anche tu.
>> Soffiò sulle labbra di lei, il ragazzo
dagl’occhi verdi.
Solo, allora Gwenny posò magicamente le sue
labbra su quelle del ragazzo e il profumo di miele e tabacco le
inebriò le narici.
Era la scelta giusta?
Harry si girò di scatto per chiamare il
cugino, ma si paralizzò quando vide Gwen baciarlo. Stavolta
non vi era alcuna spiegazione, alcuna scusa, ma d’altronde ne
aveva avuto conferma poco prima, ora Gwen apparteneva unicamente ed
inesorabilmente ad Andy.
Era giusto lasciarla andare?
La vita è una scelta continua, piena di
decisioni ardue da prendere ,ma paradossalmente nessuno ha il coraggio
di prendere la scelta giusta, ma solo quella più conveniente.
Hi
everyone J
Questo
capitolo è abbastanza triste poiché
Entrambi
sono abbastanza confusi sulle scelte
Da
prendere, ma sono consapevoli dell’amore che provano per
l’altro.
Ma
va bè, non si fanno sempre le scelte giuste e loro ne sono
L’evidente
dimostrazione.
Anyway
vorrei sapere il vostro parere sulla storia, poiché non
Sembra
esser molto apprezzata.
Ringrazio
coloro che hanno messo la storia tra:
le
preferite, ricordate e seguite.
Ed
un grazie particolare a chi ha recensito la storia.
See u soon
-With love deb
|
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Capitolo 11 *** Paradossali errori. ***
Paradossali errori.
Commettiamo tutti degl’errori nel corso della
vita; Idee in continuo contrasto che annebbiano la mente, pensieri che
defluiscono in maniera intorpidita, timori infondati, tutte vane
preoccupazioni su quello che potrebbe guastare il nostro universo.
Fondamentalmente, però, ognuno di noi ha il potere di far
mutare ciò che ci svolazza intorno rendendo tutto meno
difficoltoso e precario.
Harry sentì un dolore al capo.
Sbarrò gl’occhi e cercò impacciatamente
d’alzarsi da terra. Se il buon giorno si vede dal mattino,
lui avrebbe passato una brutta giornata, pensò.
Entrò in doccia e si sentì libero
da ogni costrizione, si sentì rinato, come se
l’acqua bollente avesse lavato via tutti gli errori commessi.
Ma continue immagini ingombravano le pareti del suo cranio facendolo
sentire sempre peggio. Scosse
la testa come per sbarazzare la mente dai pensieri.
<< Si, siamo fidanzati >>
Quelle parole continuavano a pulsare dolorosamente nella
sua mente, si rincorrevano per poi scontrarsi, ed ogni qual volta che
accadeva il dolore alla testa s’intensificava. Aveva concesso
all’orgoglio di sopprimere l’amore incondizionato
verso quella ragazza, aveva concesso alla presunzione di prevalere sul
cuore, aveva concesso ad Andy di appropriarsi del cuore di Gwen.
Ad ogni modo, però, doveva scacciare via,
almeno momentaneamente, quei pensieri. Quella sera avrebbe dovuto
sostenere un’altra delle noiosissime cene di famiglia, ma
questa volta Taylor l’avrebbe distratto dalla nauseante
monotonia.
Gwen avrebbe avuto bisogno di un nuovo, bellissimo
vestito per la serata che avrebbe passato in compagnia di Andy,
così si vestì di corsa e andò alla
ricerca di quest’ultimo.
I negozietti in zona erano tutti abbastanza carini ma
nessuno di quelli sembravan conquistarla, soliti vestiti sfarzosi o
spartani.
Decise allora di entrare in un ultimo negozio, era molto
diverso dagl’altri, più elegante, sobrio ma non
troppo, sembrava contenere tutto ciò che le serviva. I suoi
occhi s’illuminarono alla vista di un celestiale abito, color
bianco con dettagli dorati. Non indugiò oltre, lo
afferrò e si diresse al camerino. Rimase sbalordita dalla
perfezione con la quale era avvolta in quell’idilliaco abito.
Morbido sui fianchi e sul seno, stretto in vita con una piccolissima
fascetta, lasciava trapelare le sue forme armoniose.
<< Ti sta molto bene. Sei bellissima.
Fossi in te lo comprerei.>>
Gwen sentì una sussurro a lei molto vicino.
Girò il capo per identificare la voce e due occhi color
smeraldo le trafissero l’anima. Sentì le guance
andare a fuoco, un brivido agonizzarle la schiena e il cuore sfondarle
il petto.
<< Gr..Grazie >>
Mormorò cercando di nascondere la vergona abbassando il capo.
Lui si avvicinò e le sfiorò
impercettibilmente il collo con le labbra. Solo allora, la ragazza
sentì l’affievolirsi dei battiti fino a cessare
completamente.
<< Harry! >>
Gridò una voce cristallina che molto probabilmente
apparteneva a Taylor.
<< E’ solo la verità.
>> Soffiò Harry a due centimetri dal dolce
viso di Gwen.
Subito dopo vide il ragazzo allontanarsi fino a
scomparire del tutto. Si portò una mano sul cuore e
l’altra sulle labbra.
Avrebbe tanto voluto assaggiare di nuovo il sapore delle
dolci labbra di lui sulle sue.
Un suono amaro la distrasse dai suoi ricordi.
- Spero che la sorpresa di stasera non ti dispiaccia. Tra
un’ora ti passo a prendere xx Tuo, Andy –
Cosa c’è di più
disarmante dell’amare incondizionatamente una persona? Nulla,
nulla di più assurdamente semplice, ma il problema sta
nell’amare la persona giusta.
<< Siamo arrivati! >>
Esclamò Andy in preda al panico.
<< Lo vedo. >> Disse Gwen
osservando attentamente la villa davanti ai suoi increduli occhi.
<< E’ la casa dei miei genitori.
>> Affermò Andy con tono insicuro.
Piegò la testa di lato e notò
l’espressione crucciata della ragazza. << Se
non te la senti possiamo andarcene, anche ora.>>
Sospirò non distogliendo gli occhi fissi su di lei.
<< Oh, no no, tranquillo. >>
Bisbigliò Gwenny agitando le mani.
Andy scese dall’auto e come un vero gentiluomo
aprì lo sportello alla sua ragazza. Le porse la mano e
l’aiutò a scendere.
<< Sei bellissima e.. >>
Un rombo di motori distolse l’attenzione della
ragazza e ,istintivamente come se qualcuno l’obbligasse,
rivolse uno sguardo al ragazzo che scese dalla macchina. I suoi occhi
divennero tristi e torvi e
le forze l’abbandonarono.
Harry aspettò che Taylor scendesse
dall’auto per poi incamminarsi verso il cugino.
Sgranò gl’occhi quando si accorse della presenza
di Gwen. L’estasiante bellezza che la circondava inghiottiva
le parole sul punto di nascere e prosciugava la gola tanto da sentir il
bisogno insistente di bere.
<< Cugino, Taylor. >> Andy
fece un cenno con la testa.
<< Cugino, Gwen. >> Harry
ricambiò il gesto.
Le ragazze si scambiarono un sorriso poco accennato e
mano nella mano con i loro rispettivi fidanzati si avviarono
all’interno della maestosa casa.
<< Mamma, papà. Lei
è Gwen, la mia ragazza. >> Annunciò
Andy con enfasi.
Gwen arrossì.
<< Piacere Mr e Mrs Styles. >> Dichiarò mostrando il suo
sorriso perfetto.
<< Piacere tutto nostro, cara.
>> Esortarono i coniugi Styles.
<< Faccio fare un giro della casa a Gwen.
>> Enunciò Andy rivolgendo uno sguardo a Gwen.
Mr e Mrs Styles annuirono sorridendo.
<< E qui, infine, c’è
lo studio di mio padre. >> Disse Andy aprendo un
ulteriore porta di mogano ed entrandoci.
<< Hai una casa bellissima.
>> Mormorò la ragazza estasiata.
<< Mai quanto te. >>
Ribatté Andy con un sorriso sghembo. Prese il mento della
ragazza tra due dita e le lasciò un bacio a fior di labbra.
<< Vado a prendere qualcosa da bere. Aspettami qua.
>> Concluse dileguandosi.
Gwen sentì la porta aprirsi e due braccia
possenti circondarle i fianchi e spontaneamente inspirò il
profumo del ragazzo.
<< Non pensavo che avresti fatto
così presto. >> Comunicò Gwenny
girando il capo. << Ma.. Harry? >>
<< Pensavi fossi il tuo adorato ragazzo? O
non ti dispiace che sia io al suo posto? >>
Domandò Harry con un sorriso mozzafiato.
<< Che vuoi? >>
Reclamò a tono la piccola Gwen.
<< Niente, per ora. >> Si
avvicinò pian piano e sfiorò il vestito di Gwen.
<< Vedo con piacere che hai seguito il mio consiglio.
>> Concluse il riccio contemplando la ragazza.
<< Io.. Io non ho seguito il consiglio di
nessuno, ne tanto meno il tuo. >> Smentì
Gwenny indietreggiando di qualche passo.
<< Invece, io credo che tu
l’abbia comprato per me. >> Ribadì
lui sicuro.
<< Ti sbagli. >>
Continuò lei.
<< Quindi non volevi stuzzicarmi
indossandolo questa sera? >> Rivolse un sorriso malizioso
alla ragazza e azzerò la distanza tra i loro corpi facendo
combaciare alla perfezione i loro bacini. << Non volevi
che io guardassi le tue bellissime cosce? >>
Passò una mano su una coscia facendola boccheggiare.
<< No >>
<< Non volevi che io guardassi il tuo
meraviglioso sedere? >> Salì pian piano e
strinse possessivamente una natica.
<< No >> Sospirò.
<< Non volevi che io guardassi i tuoi
maglifici fianchi? >> Arrivò ai fianchi
facendo dei cerchi immaginari con le dita.
<< No >> Sospirò
nuovamente.
<< Non volevi che io guardassi il tuo
splendido seno? >> Le sfiorò la pancia e
salì fino a stringerle delicatamente un seno.
<< No, Harry, no >>
Mormorò a fatica.
<< Non volevi che io guardassi il tuo
fantastico collo? >> Baciò impercettibilmente
il collo della ragazza.
<< No >> Ansimò.
<< E non volevi neanche che ti baciassi,
vero Gwen? >> Soffiò sulle sue rosee labbra.
Poggiò una mano sulla nuca di lei e l’altra sul
suo fianco, e delicatamente posò un dolce bacio sulle sue
labbra. << E allora perché mi stai permettendo
di farlo? >> Continuò facendole tremare le
gambe.
<< Io.. io >>
Farfugliò Gwen.
<< Tu? >> Fuse le loro
labbra con un repentino gesto. Le morse il labbro inferiore e
sentì i brividi che le percorrevano la schiena e istintivamente
sorrise nel bacio.
<< Noi.. noi >>
Balbettò nuovamente la ragazza.
<< Noi? >> La strinse ancora
più a se, le afferrò la mano e la posò
sul suo cuore. << Senti quello che mi fai? Lo senti?
>>
<< Harry, io, tu, noi. >>
Mormorò Gwen distogliendo lo sguardo da quello del riccio,
come se dentro qualcosa le bruciasse ardentemente.
<< Cosa Gwen? Cosa? Santo cielo, parla!
>> Esclamò Harry scoraggiato.
<< Io ti.. >> Gwen
sembrò pensarci. << Ti.. >>
Un improvviso rumore li fece allontanare, le loro mani
separate sembrarono inseguirsi ma senza acchiapparsi, i loro cuori non
più vicini sembrarono rincorrersi ma senza scontrarsi, i
loro sguardi cupi sembrarono cercarsi ma senza trovarsi. Un continuo
gioco senza fine.
<< Ragazzi cosa succede? >>
Domandò Andy con tono indagatore.
I corpi non sono fatti per stare da soli, l'amore
è un gioco ad incastro. Devi trovare il pezzo giusto, devi
inciampare e continuare a cercare, come il mare abbraccia la sua
spiaggia, come il cielo avvolge la luna l’alba, ognuno di noi
ha bisogno di qualcuno che ci completi.
Nella vita si perdonano errori imperdonabili, si cerca
di sostituire persone insostituibili, e si dimenticano persone
indimenticabili. Nessuno è in grado di definire
ciò che leghi la gente, ci si può sfarinare il
cervello per anni e anni e cercar di dare un senso ad alcuni gesti, ma
l’unica cosa che spesso potrebbe sembrare evidente
è l’assurdo vincolo che si contrappone tra loro.
Hi
everyone J
Scusate
il terribile ritardo, ma non ho
Avuto
nemmeno un momento libero.
Voi
siete meravigliose e io pubblico un capitolo
Che
non ho neanche riletto, quindi vi chiedo scusa
Per
gli eventuali errori.
Volevo
inoltre ringraziare le sette persone che
Hanno
lasciato una recensione al capitolo precedente! Grazie davvero!
Grazie
a tutti coloro che hanno messo la storia tra:
preferite,
seguite, ricordate e un eterno grazie va a chi
ha
recensito la storia;
Anyway
al prossimo capitolo xx
-With
love deb
|
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Capitolo 12 *** Emozioni incontrollate. ***
Emozioni incontrollate.
Passiamo
circa il novantanove per cento della giornata a crogiolarci su cosa sia
sbagliato o meno. Una valanga di ritmi continui, un groviglio di
emozioni tormentose, l’accostarsi di idee contrastanti,
ingombrano fastidiosamente la nostra mente affaticata, ma tuttavia
nessuno di noi reagisce facendo si che quest’ultimi
abbandonino la loro abituale dimora.
La
mente di Gwen era ormai talmente affollata, da non riconoscere nemmeno
i nervi all’interno di essa. Il riflesso dei teneri baci,
dolci tocchi, focosi sguardi del riccio le balenavano incessantemente
in testa. Senza darle il tempo di assimilare l’immagine
precedente squartavano ciò che ne rimaneva passando
velocemente ad un altro struggente ricordo. Sin da ieri sera non aveva
fatto altro che tormentarsi assiduamente le mani ormai distrutte,
ripensando a ciò che lei stessa aveva permesso che
avvenisse. L’esilarante passato continuava a farle visita
senza darle un attimo di tregua.
<<
Santo cielo! >> Esclamò la ragazza guardando
la macchia di caffè appena rovesciatosi sopra al suo
maglioncino di flanella. << Potresti fare più
attenzione! >>
<<
Io? Tu mi sei venuta addosso! >> Sbottò il
ragazzo alzando il capo e osservando così la ragazza che vi
era davanti. << Gwen? >>
<<
Si è il mio nome! >> Mormorò.
Alzò lo sguardo. << Louis! >>
Disse avventandosi sul ragazzo.
<<
Nervosetta eh? >> Ammiccò stringendo forte la
piccola Gwen.
<<
Sai com’è, un coglione mi è venuto
addosso facendo rovesciare il mio caffè bollente sul mio
maglione. >> Scoppiarono entrambi a ridere attirando la
curiosità dei passanti straniti dalla scena.
<<
Vieni, ti offro un altro caffè. >> Propose
Louis rivolgendole un strambo sorriso.
<<
Con piacere. >> Affermò la ragazza ricambiando
il gesto e afferrandogli il braccio.
<<
Come va? Non ti ho più visto dalla cena organizzata da
Harry. >> Asserì porgendole il
caffè ancora fumante.
Sentire
quel nome la fece trasalire. È buffo come una sola parola
possa far riemergere mille emozioni mentre un intero manoscritto possa
non riuscire a dire nulla.
<<
Bene, credo. >> Informò chinando il capo per
nascondere il rossore provocatole dagl’improvvisi ricordi che
le erano balenati in mente. << Tu invece? >>
<<
Benone! >> Assicurò Louis guardandola
negl’occhi quasi come per scrutare ogni minima emozione
provata in quel momento. Si fermò un attimo.
<< Ho sempre avuto una dote particolare, sai?
>>
<<
Ah si, e quale? >> Chiese Gwen stranita e divertita
contemporaneamente.
<<
So riconoscere lo sguardo della gente innamorata. >>
Sembrò pensarci un istante. << E tu, Gwen, non
sei innamorata di Andy. >> Si sedette su una panchina
facendo cenno alla ragazza di seguirlo. << Quindi non
riesco a capire il motivo per il quale tu stia con lui.
>> Concluse contemplando il cielo sorprendentemente
azzurro.
<< Pensi
davvero che tutti quelli che si amano stiano insieme? >>
Domandò assuefatta Gwen alzando successivamente
gl’occhi al cielo.
<<
Nessuno è obbligato a stare con un’altra persona,
Gwen, a meno che non lo voglia. >> Proferì
Louis.
<<
Già. >> Mugugnò la ragazza.
<< Ma se la persona di cui sei innamorata sta con
un’altra? Chiodo schiaccia chiodo no? >>
Concluse osservando il profilo trasognato del ragazzo.
<<
Il detto chiodo schiaccia chiodo è solo un altro modo
insensato di non affrontare il problema. La gente usa questi metodi
solo per paura di combattere quel che li tormenta. E’ solo
uno sciocco, sconsiderato e assurdo modo per sfuggire al passato, ed in
fondo, come tutti sanno, quest’ultimo riemerge ritornando
più agguerrito che mai. >>
Louis
con le sue veritiere parole non aveva fatto altro che peggiorare la
situazione. Innamorata del cugino del suo fidanzato, terribilmente
confusa sulle decisioni da prendere e atrocemente scoraggiata dalle
circostanze venutosi a creare. Un brivido di freddo le percorse la
schiena e una gocciolina le sfiorò il viso. Neanche il tempo
di pensare sul da farsi che altre goccioline la colpirono, quasi
dolorosamente, il corpo. Cominciò allora a correre, cercando
di evitare le pozzanghere venutosi a creare con il temporale in corso.
Sentì
un tuono, vide un lampo e osservò le lacrime fondersi
dolcemente con la pioggia.
Un
clacson la fece sobbalzare.
<<
Gwen, cosa ci fai qui? Sali in macchina! >>
Sentì quella voce roca e dannatamente bella insidiarsi nel
suo cranio.
<<
Preferisco andare a piedi. Grazie comunque. >>
Dichiarò asciugandosi le lacrime nervosamente.
<<
Sali in macchina o sarò costretto a farlo con la forza!
>> Enunciò il riccio facendo trapelare la sua
rabbia ingiustificata.
Gwen
borbottò qualcosa d’incomprensibile e si decise
infine a dar retta ad Harry.
<<
Perché continui a perseguitarmi? >>
Domandò infastidita Gwen girandosi a guardare il riccio
intendo a guidare.
<<
Seguirti? Ho visto una pazza, senza ombrello, nel mezzo della strada e
le ho dato un passaggio. L’avrei fatto indipendentemente se
la ragazza fossi stata tu o meno. >>
Quelle
parole lanciarono una freccia dritta al cuore della fragile ragazza.
<< Ah >>
Harry
girò un attimo il capo e notando l’espressione
rattristita di Gwen posò una mano sulla sua coscia.
<< Però, è molto meglio che sia
stata tu quell’euforica sconsiderata. >>
Concluse tornando a osservare la strada e mostrandole un sorriso
sghembo.
<<
Harry, siamo entrambi fidanzati. Non possiamo buttare
all’aria tutto per un semplice sfizio. >>
Mugugnò. Appoggiò la testa sul finestrino e non
distolse lo sguardo da quella mano sulla sua coscia. Si
sentì strana dentro, soprattutto all’altezza dello
stomaco, irritato da emozioni complicate, rabbia e
qualcos’altro a cui non avrebbe saputo dare un nome, ma che
faceva male più di tutto.
<<
E chi ha detto che questo sia un semplice sfizio? >>
Sorrise. Nuovamente.
<<
Ti conosco Harry, ricordi? >> Declamò Gwen con
un tono leggermente più alto.
Harry
ritrasse istintivamente la mano. << Ricordo.
>> Sembrava esser tornato serio.
<<
Perché? >> Chiese lei guardandolo
ossessivamente come se volesse incutergli timore.
<<
Cosa perché? >> Harry accostò e
finalmente potettero guardarsi negl’occhi.
<<
Perché fai tutto questo? Perché
m’inganni facendomi credere che tra noi due ci possa essere
qualcosa? Perché mi trafiggi l’anima guardandomi
così? Perché ti ostini a rincorrermi?
Perché fai finta che non ci siano problemi tra noi due?
Perché Harry, perché? >> Le lacrime
scorrevano sul suo viso impetuose. Passò una mano
sugl’occhi come per fermarle ma i tentativi furono vani,
inutilmente inutili. << Ti amo e ti ho sempre amato
>> Sospirò amaramente come per recuperare le
forze << Ma non posso illudermi che per te sia lo stesso,
vero Harry? >> Chiese Gwen spudoratamente.
Harry
stette li impassibile e non mosse nemmeno un muscolo per contraddirla.
Ma, infondo, era consapevole del fatto che la ragazza gli avesse rubato
il cuore dal dannato momento in cui l’avesse rivista, con il
suo abito blu notte aveva acceso una fiamma dentro di lui, con i suoi
sguardi intimidatori aveva pugnalato il suo cuore, gli aveva mostrato
un mondo nuovo, un mondo colmo di emozioni. Puri e semplici pensieri
astratti capaci di far mutare il suo umore.
<<
Stavolta sarò io a scappare via, sono stanca di rincorrerti,
stanca. >> Sussurrò aprendo lo sportello
dell’auto. << Stanca >>
Gridò appena scesa dall’auto. Corse via, via da
Harry, via dal suo amore, via dal suo dolore. Avrebbe soltanto voluto
restare sola.
Ti
accorgi sempre troppo tardi di cosa sia sbagliato o meno. Magari
pensiamo troppo poco. Magari pensiamo solo troppo. Ma
il dolore per definizione non ha regole, canoni, leggi: è
irregolare, asimmetrico, illegale. Alcune persone, però,
hanno solo bisogno di provarlo.
Hi
everyone J
Siamo
al 12° capitolo, e già penso al magone che
Mi
verrà quando la storia finirà.
Ho
fatto anche la rima ahahah.
Anyway
fatemi sapere cosa se pensate, o cosa vorreste che accadesse.
Grazie
a tutti coloro che hanno messo la storia tra:
preferite,
seguite, ricordate e un eterno grazie va a chi
ha
recensito la storia;
al
prossimo capitolo xx
-With
love deb
|
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Capitolo 13 *** Eventi imprevedibili. ***
Eventi
imprevedibili.
La speranza
è un’astuta traditrice, una seccatrice
indiscreta di cui non ci si può liberare, un sublime sogno
ad occhi aperti. E
in fin dei conti siamo proprio noi a voler che costei non ci abbandoni,
ma
rimanga con noi fluttuando nelle nostre giornate più buie
Gwen doveva
darsi una mossa. Tra soli cinque minuti il suo
ragazzo sarebbe passato a prenderla. Questo weekend sarebbe stato
speciale,
almeno così sperava. Andy,
come
promesso qualche giorno prima, l’avrebbe portata nella sua
villa in montagna.
Lei amava la montagna, il vento che scompigliava i capelli,
l’aria fresca e
priva di odori rozzi soliti delle città, la
serenità che aleggiava nei
dintorni. Tutto ,li, aveva un aspetto più bello, quasi
fiabesco.
-Sto arrivando
xx Il tuo favoloso fidanzato-
Gwen rise. Prese
il borsone con dentro i vestiti necessari per
tutto il fine settimana e scese di corsa le scale. Subito dopo
sentì il suono
di un clacson e si catapultò nel vialetto. Andy sorridendo
le stava facendo
segno di muoversi.
<<
Sempre puntualissimo tu eh? >> Gwen rivolse
uno sguardo divertito al ragazzo.
<<
Sempre! >> Esclamò Andy avvicinandosi alla
ragazza e posandole un tenero bacio sulla fronte. << Spero non ti dispiaccia, ma verranno
anche gl’altri. >> Concluse
accendendo l’auto.
<<
Louis, Niall,
Liam, Zayn, Eleanor e Perrie? >>
Sorrise. << Certo che mi fa
piacere! >>
<<
Hai dimenticato Harry e la sua ragazza
T..Toy..Tay.. >> Informò Andy cercando di
ricordare il nome della
fidanzata di suo cugino.
<<
Taylor. >> Sussurrò amareggiata la ragazza.
<<
Si, Taylor. Ci divertiremo, vedrai. >> Affermò
il ragazzo davvero convinto, si voltò abbozzando un ampio
sorriso e le sfiorò
la guancia con un dito. << Credo che tra te e mio cugino
non corra buon
sangue. >>
Gwen roteo
gl’occhi con fare infastidito. <<
Già.
>>
<<
Vi farà bene passare un po’ di tempo insieme, vi
potrete conoscere meglio, Harry non è così male.
>> Consigliò Andy
strofinando dolcemente la mano sulla coscia della ragazza.
Lo
conosco già, meglio di quanto credi.
<<
Vuoi dire che non è: scorbutico, altezzoso, e
irritante? >> Guardò stranita Andy,
successivamente sbuffò. << Ma
fammi il piacere! >> Diede una leggera pacca al torace
del ragazzo.
<<
Ehi, mi hai fatto male >> Le rivolse uno
sguardo serio, subito dopo scoppiarono entrambi in una fragorosa
risata.
Improvvisamente tornò serio e le prese una mano.
<< Dico sul serio. Non è
come sembra. >>
<<
Anch’io dico sul serio. >> Mormorò
lievemente
quasi come per non farsi sentire.
<<
Siamo arrivati, finalmente! >> Continuò Andy
non allentando la presa sulla mano della ragazza.
Gwen sorrise
flebilmente. Avrebbe dovuto rincontrare quei
dannati occhi che l’avevano fatta innamorare. Avrebbe dovuto
risentire quella maledetta
voce che le faceva mancare il respiro ogni volta che l’udiva.
Avrebbe dovuto
rivedere quelle incantevoli
labbra che l’avevano sfiorata, baciata, accarezzata. E
avrebbe dovuto ignorare
i battiti accelerati ogni qual volta che avrebbe incrociato
quell’idilliaco
sguardo.
<<
Gwen! >> Gridarono all’unisono Eleanor e
Perrie dalle scalinate della reggia del suo fidanzato.
<<
Finalmente sei arrivata! Quegl’imbecilli non fanno
altro che ridere. Non li sopportiamo più! >>
Esclamò rassegnata Perrie.
<<
Immagino. >> Ribatté Gwen abbracciandole.
<<
Ragazze dove sono i vostri stupidi fidanzati?
>> Chiese divertito Andy quando giunse accanto a loro.
<<
Dentro. >> Disse Eleanor indicando il portone
della villa. << In salotto, spaparanzati sul divano!
>> Concluse
scuotendo la testa.
<<
A proposito, Taylor non è potuta venire. >>
Riferì Perrie guardando sorridente Gwen. Forse aveva intuito
qualcosa o
semplicemente Gwen non era la sola a non sopportarla. <<
Ma al suo posto
è venuta mia sorella, spero ti vada bene, ha insistito molto
e.. >>
<<
Tranquilla, a me va più che bene! >>
Esplicò
il ragazzo rivolgendole uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
<< Vi aspetto
dentro. >> Diede un bacio accennato a Gwen e si
dileguò all’interno.
<<
Non dirmi che hai lasciato tua sorella con quella
massa di cretini? >> Chiese Gwen sgranando
gl’occhi e agitando
teatralmente le mani.
Immediatamente
tutte e tre scoppiarono a ridere. <<
Povera la mia sorellina, torniamo dentro prima che me
l’infettino >>
Suggerì ancora ridendo Perrie. << Come va con
Andy? >>
<<
Bene. >> Affermò Gwenny poco convinta.
<< O almeno credo. >> Sussurrò
con voce spezzata.
<<
Lui sembra molto preso da te. Non l’ho mai visto
così.. ecco così felice. >>
Proferì Eleanor.
Perrie annui.
<< Ma a te sembra non importare molto.
>>
Ti amo
e ti ho sempre amato Harry!
<<
Cosa te lo fa pensare? >> Chiese Gwen
allarmata.
<<
Eleanor, Perrie, dove eravate finite? >>
Un’altra
bellissima bionda, pensò Gwen.
<<
Gwen, questa è mia sorella. >> Le rivolse uno
sguardo per poi guardare la bionda. << Jenny, lei
è la fidanzata di Andy.
>>
<<
Finalmente ho il piacere di conoscerti. >>
Jenny le porse una mano mostrandole un’incantevole sorriso.
<<
Oh, il piacere è tutto mio. >> Disse Gwen
ricambiando magnificamente il sorriso.
<<
Quindi, ricapitolando: Harry dormirà sul divano.
>> Spiegò Andy. << Liam e Niall
staranno nella camera degl’ospiti,
Louis e Eleanor in quella di mia sorella, Zayn e Perrie in quella dei
miei
genitori, Jenny in mansarda e io e Gwen dormiremo nella mia.
>> Concluse
cercando il consenso degl’altri con lo sguardo.
<<
Perfetto. >> Conferì Harry rivolgendo uno
sguardo deluso a Gwen. Gl’altri annuirono.
Solo allora si
sentì uno stomaco brontolare rumorosamente.
In quell’istante tutti guardarono con fare accusatorio Niall.
<<
Non sono stato io. E’ stato il mio stomaco! Ha
fame. >> Cercò di giustificarsi il biondino
facendo spallucce.
<<
Ben detto Niall! >> Ribatté Gwen dando il
cinque
al ragazzo affamato. << Vado a preparare qualcosa.
>>
<<
Harry ti aiuterà! E’ un bravissimo cuoco.
>>
Esclamò Louis spingendo il riccio.
I loro sguardi
s’incatenarono e un brivido percorse la
schiena d’entrambi.
<<
Cos’hai intenzione di cucinare? >>
Domandò Harry
rivolgendole uno sguardo penetrante.
<<
Sei tu il cuoco no? >> Obiettò Gwen con fare
superiore.
<<
Sei stata tu ad offrirti di cucinare qualcosa o mi
sbaglio? >> Protestò Harry facendo si che la
distanza tra di loro
diminuisse sempre più.
<<
Si, bhe, io. >> Farfugliò la ragazza cercando
le giuste parole.
<<
Che c’è mia
piccola Gwen, non sai che dire? Il gatto ti è
mangiato la lingua? >>
Harry chinò il capo accennando un ghigno.
<<
Il gatto dovrebbe mangiare la tua di lingua!
>> Starnazzò infuriata Gwen.
<<
Ah si? >> Azzerò le distanze con un gesto
repentino.
<< E come potrei baciarti dopo? >>
L’aveva
colpita in pieno. << Meglio così!
>> Il
viso di Gwen s’imporporò immediatamente, e i suoi
occhi brillarono di luce
propria.
<<
Puoi
ingannare Andy, puoi cercare d’ingannare me, ma non puoi
ingannare te stessa,
Gwen. I tuoi occhi sembran
dire
tutt'altro rispetto a quello che la tua bocca dice. >>
<<
Io non sto
ingannando proprio nessuno! >> Involontariamente Gwen
sfiorò con le
labbra quelle del ragazzo.
<<
Non
sembrerebbe. >> Prese fiato. << Baciami
Gwen, so che vuoi farlo.
Baciami. >> Concluse emettendo un sospiro soffocato.
<<
Mai! >>
Scandì bene la ragazza.
<<
Allora lo farò
io, e tu come al solito non mi respingerai. >>
Soffiò sulle sue labbra
prima di annullare definitivamente la distanza tra le loro labbra.
Subito dopo
catturò le labbra di Gwen in un
bacio. Un bacio passionale. Un bacio dolce. Un bacio meravigliosamente
bello,
di cui si sarebbero ricordati a vita.
Lei
poté sentire l’erezione ben pronunciata sulla sua
coscia, il respirò caldo sul suo collo e la voce
terribilmente roca e corta
addosso.
<<
Se non vuoi condividere il letto con me, posso
dormire sul divano anch’io. >> Disse Andy
inclinando il capo.
La luna aveva
già fatto capolino come sfondo eternamente
immancabile e la sua luce eterea oltrepassava le serrande ancora
lievemente dischiuse.
<<
No. >> Sospirò. << Non sono
più una
bambina, posso benissimo dormire con un ragazzo. >>
Continuò la ragazza
con sguardo ironicamente altezzoso.
<<
Ah, davvero? >> Lui sorrise. << Pensavo
fossi ancora la bambina del tuo caro paparino. >> Si
avvicinò ispirando
il dolce profumo della sua fidanzata.
<<
Beh, si sostanzialmente lo sono. >> Rise.
Lui
posò le mani fianchi della ragazza. << Dico
davvero, se non te la senti posso fare compagnia a mio cug..
>>
Gwen
appoggiò un dito sulle labbra di Andy. << SSSh
>> Continuò inclinando leggermente il capo di
lato. << Staranno
tutti dormendo. >> Prese una mano del ragazzo e lo fece
sdraiare sul letto.
<< Sai che io sono.. >> Inspirò.
<< Vergine. >> Si
sdraiò accanto a lui. << Però,
fondamentalmente questo non m’impedisce di
dormire con il mio ragazzo. >>
Andy la strinse
a se e sentì subito il profumo delizioso
d’albicocche
inebriarlo. Solo qualche istante dopo, cadde in un profondo sonno
cullato dalle
dolci carezze della sua meravigliosa ragazza.
Gwen si sentiva
tremendamente in colpa. In colpa perché non
amava quell’incantevole ragazzo. In colpa perché
non riusciva a
dirgli la verità. E in colpa perché
continuava ad illuderlo.
Non possiamo
sapere cosa ci potrà accadere nello strano
intreccio della vita. Noi però possiamo decidere cosa deve
accadere dentro di
noi, come possiamo affrontare le cose, e quale decisione prendere, e in
fin dei
conti è ciò che veramente conta.
Hi
everyone J
Domani
la storia fa un mese e non avendo tempo
A
disposizione lo pubblico oggi :D
Ah, le parti sottolineate sono
delle frasi degli scorsi capitoli, come dei ricordi.
Anyway
il primo novembre verranno in Italia, quindi
Auguro
buona fortuna a chiunque abbia la possibilità di andare a
Milano
poiché tutti dovrebbero avere
l’opportunità d’incontrarli.
Io
resterò a casa poiché mi è
assolutamente impossibile andare a Milano, essendo
siciliana,
ma forza e coraggio ci saranno altre occasioni, o almeno
spero.
SSo
good luck.
Ed
infine grazie mille a tutti coloro che: Hanno recensito la storia e
l'hanno
messa tra le preferite, ricordate e seguite.
See you
soon.
-With love deb
Ps. Qualcuno mi potrebbe
aiutare a fare un banner? xx
|
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Capitolo 14 *** Dolenti spiegazioni. ***
Dolenti
spiegazioni.
Ci sono cose
nella vita che non si possono spiegare, ci si
potrebbe sfarinare il cervello a cercar di trovare le giuste parole, ma
paradossalmente nessuno è in grado di riuscire in
quest’ardua impresa.
<<
Buon giorno mia bellissima principessa. >>
Mugolò Andy sbadigliando ed esibendo il suo straordinario
sorriso.
<<
Buon giorno. >> Sussurrò con voce flebile la
ragazza essendo ancora assonnata.
Andy
posò un lieve bacio sulle morbide labbra della ragazza.
<< Dormito bene? >> Soffiò
distanziandosi di pochi millimetri.
<<
Umh, si. >> Strizzò gl’occhi.
<< Che
ore sono? >> Concluse Gwen distogliendo lo sguardo
divenuto
insostenibile.
<<
Tardi. >> Andy si allontanò e si sedette
goffamente
sul letto. << Saranno tutti giù a fare
colazione. >> Si alzò e
afferrò una maglietta. << Andiamo?
>>
Gwen
annuì chinando il capo. Non
aveva smesso neanche per un minuto di rimuginare su
ciò che il riccio le aveva detto.
Puoi
ingannare Andy, puoi cercare d’ingannare me, ma non puoi
ingannare te stessa,
Gwen. I tuoi occhi sembran dire tutt'altro rispetto a quello
che la tua bocca
dice.
I suoi occhi
trasmettevano un amore che le sue labbra
dicevano di non provare.
I suoi occhi
trasmettevano una mancanza che dicevano di non
sentire.
I suoi occhi
trasmettevano una dolcezza che dicevano di non
poter dare.
<<
Finalmente vi siete svegliati! >> Esclamò
Niall pimpante appena li vide. << Mancavate solo voi.
>>
<<
Cosa avete fatto stanotte? >> Chiese con tono
malizioso Zayn beccandosi una gomitata sullo stomaco dalla sua ragazza.
Scoppiarono
tutti in una fragorosa risata, tutti tranne
Harry.
<<
Già, cosa avete fatto? >> Disse il riccio con
un accenno di disprezzo, rivolse poi uno sguardo crucciato alla ragazza.
<<
Non credo siano affari nostri. >> Declamò
Liam alzandosi dalla sedia. << Ora, invece di parlare
della vita privata
altrui, facciamo un bel picnik qui fuori? >>
Tutti
acconsentirono molto volentieri, d’altronde il sole
spiccava in cielo e il vento cristallino occupava impercettibilmente
l’aria.
<<
Giochiamo a palla? >> Domandò Louis arzillo
prendendo il pallone davanti ai suoi occhi.
<<
Sempre il solito bambino. >> Lo canzonò
Eleanor ricevendo un’occhiataccia dal fidanzato.
<<
Lasciala perdere fratello. >> Zayn diede una
pacca sulle spalle all’amico. << Va a capirle
le donne. >> Affermò
teatralmente scuotendo la testa. Entrambi sghignazzarono.
<<
Io ci sto. Liam? >> Confabulò Niall
sorridente.
<<
Ovvio. Harry, Andy? >> Sollecitò Liam
avvicinandosi agl’amici.
<<
Naturalmente. >> Esclamarono all’unisono i
cugini.
<<
E noi? >> Interpellò Perrie facendo il
broncio.
<<
Di solito le femmine non spettegolano? >>
Punzecchiò Niall suscitando le risate degl’amici.
<<
Io voglio giocare! >> Affermò Perrie non
curandosi dell’osservazione fatta poco prima dal biondino.
<<
Anch’io! >> Annunciò Jenny alzandosi
da terra
con uno scatto repentino.
<<
Beh, allora anch’io >> Disse Eleanor
sorprendendo i compagni.
<<
Io passo. >> Enunciò Gwen sdraiandosi sul
telo precedentemente steso sul prato.
<<
Maschi contro femmine? >> Suggerì Zayn
assaporando già il gusto della vittoria.
<<
Ma noi siamo tre e voi sei! >> Asserì Perrie
incrociando le braccia al petto.
<<
Io posso stare in squadra con voi, ma qualcuno deve
uscire. >> Esplicò Liam volgendo lo sguardo ai
presenti.
<<
Esco io. >> Annunciò Harry allontanandosi.
<<
Bene. Cominciamo! >> Udì infine il riccio.
Gwen chiuse
gl’occhi. Voleva lasciarsi andare. Voleva
dimenticare tutto. Voleva sparire, rendersi invisibile al mondo, anche
solo per
un istante.
<<
Ehi. >> Gwen sentì un idillio. Aprì
lentamente gl’occhi. Due occhi color smeraldo si scontrarono
quasi
dolorosamente con i suoi.
<<
Ehi. >> Borbottò cercando
d’estraniare le
insistenti emozioni che invadevano il suo corpo ogni qual volta che
veniva a
contatto con quei occhi rovinosamente belli.
A volte pensi di voler sparire, ma tutto
ciò che vuoi
realmente è essere trovato.
<<
Che stavi facendo? >> Harry si spostò su un
fianco per scrutare ogni minimo dettaglio della ragazza.
<<
Sognavo, o almeno ci stavo provando. >>
Bisbigliò Gwen come se sene vergognasse. <<
Chiudo gli occhi e faccio
finta che sia tutto un sogno. E’ così che vado
avanti. >> Sospirò.
<<
Vorrei poter farlo anch’io. >>
Farfugliò il
riccio sorridendo tristemente.
<<
Tutti possono farlo, Harry. >> Si fermò e gli
rivolse uno sguardo compassionevole. << Possiamo fingere
nei sogni,
questo è il bello. Possiamo recitare, bleffare, ingannare il destino. Nei sogni tutto
è possibile. Possiamo decidere
cosa far succedere o meno. Possiamo fare cose che nella
realtà non sono
fattibili, realizzabili, sono solo impossibili. Siamo padroni di noi
stessi.
>>
<<
Stai sognando in questo momento? >> Harry
alzò il capo facendo intrecciare i loro sguardi e si
avvicinò bramando le dolci
labbra della ragazza.
<<
No, Harry, non possiamo. >> Si spostò
leggermente, non distaccandosi completamente. << Non di
nuovo. >>
Chinò il capo, cercando di eclissare l’ostinata
voglia d’assaggiare le labbra
del ragazzo. << Questo non è un sogno.
>>
Si
alzò velocemente,
ma fu bloccata dalla presa possente sul suo braccio. Harry la fece
voltare
imprigionandola con le sue forti braccia e la fece sentire debole con
il suo
sguardo indagatore.
<<
Scusa
non ce l'ha faccio. >> Harry posò dolcemente
le labbra su quelle di Gwen.
Venne subito inondato dall’inebriante fragranza che
circondava la ragazza.
Sentì i nervi del cervello incredibilmente tesi. Le forze
abbandonarlo. E
incessanti brividi colpirgli tormentosamente la schiena. Ma, nonostante
tutto,
sentì la felicità sommergerlo.
Perché c’era qualcosa, tra
quei due, qualcosa che in
verità doveva essere un segreto, o qualcosa di simile.
Così era difficile
capire ciò che si dicevano e come vivevano, e
com’erano.
Gwen
sentì lo stomaco,
troppo pieno d’emozioni, rovesciarsi. Si scostò
bruscamente e rivolse un ultimo,
triste sguardo al ragazzo. << E’ tutto
sbagliato. >> Non diede ad
Harry neanche il tempo di ribattere. Scappò, lasciando al
suo dolore il
permesso di travolgerla, scappò lasciando al suo amore il
permesso di
distruggerla.
La
ragione per cui così
tante persone trovano difficile essere felice è che vedranno
sempre il passato
meglio di quel che era, il presente peggio di quel che è e
il futuro meno
risoluto di quel che sarà.
Hi
everyone J
Stamattina
non sono andata a scuola e non avendo nient’altro
Da
fare ho deciso di scrivere un capitolo.
Sono
ancora un po’ assonnata quindi non ho
ricontrollato
Bene
il capitolo, scusate quindi i miei eventuali
errori.
Grazie
a tutti coloro che hanno messo la storia tra:
preferite,
seguite, ricordate e un eterno grazie va a chi
ha
recensito la storia;
Love
yaa
-With
love deb
|
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Capitolo 15 *** Illusioni persistenti. ***
Illusioni
persistenti.
L'illusione
è un meraviglioso mondo dove tu puoi vivere
veramente, puoi amare ed odiare, puoi ridere e piangere, puoi essere
felice o
triste e semplicemente ti convinci che la realtà sia una pura illusione, sebbene un'
illusione
persistente.
Gwen era sparita
da due interminabili ore e l’ansia lo stava
divorando lentamente. Nessuno
aveva
notizie su di lei, era svanita nel nulla attenta a non lasciare tracce.
I
battiti del suo cuore acceleravano tormentosamente, le sue mani
tremavano
incessantemente, e il dolore alle tempie martellava violentemente tra
le sue
membra.
<<
Continua a non rispondere! >> Constatò
nervosamente Andy, con il telefono in mano,
camminando avanti e indietro per il salotto.
<<
E tu continua a provare! >> Affermò
bruscamente Liam buttandosi rumorosamente sulla poltrona.
<<
Ancora non riesco a capire il motivo per il quale
se ne sia andata senza avvisarci. >> Ammise Zayn agitando
concitatamente
le mani. << L’ultimo con cui ha parlato sei tu
Harry. >> Rivolse
uno sguardo indagatore al riccio. << Cosa vi siete detti?
>>
<<
Niente. >> Mormorò Harry mantenendo lo
sguardo sulla finestra e cercando il riflesso sublime
degl’occhi di Gwen.
<<
Com’è possibile? Siete stati tutto quel tempo a
parlare. Vi ho visti. >> Ammonì Perrie
sconcertata. << Ho visto
tutto. >>
Harry
sgranò gl’occhi. << Tutto?
>> Mugolò
abbassando lo sguardo.
<<
Tutto. >> Rispose Perrie affiancandosi al
riccio.
<<
Volete dirci di cosa state parlando? >>
Chiese disperatamente Andy con gl’occhi lucidi.
<<
Niente. >> Risposero in coro il riccio e la
bionda.
<<
Niente? >> Andy borbottò posando lo sguardo
sul cugino. << Cosa mi state nascondendo? E’ la
mia ragazza! >>
Esclamò infine.
<<
Un bel niente, Andy! >> Harry si alzò di
scatto. << Un bel niente. >>
Gridò prima di sbattere furiosamente
il portone di casa.
La pioggia
picchiava impetuosamente sui finestrini dell’auto
che Gwen stava guidando. Piangeva, singhiozzava, la ragazza era
completamente
stravolta dai sentimenti che provava per quel ragazzo. Avrebbe tanto
voluto
scomparire, proprio come nei suoi sogni. Avrebbe tanto voluto spezzare
il
legame che la legava a lui. Avrebbe tanto voluto dimenticare ogni
singolo
momento passato in sua compagnia.
-Dove sei
finita?- Un altro messaggio di Andy.
-Dove ti sei
cacciata? Ti stiamo cercando, tutti!-
Perrie sapeva, aveva capito ogni
cosa.
-Sta piovendo,
è pericoloso. Torna.- Anche
Harry la stava cercando, sembrava
preoccupato.
-Ho solo bisogno
di restare un po’ sola.- Gwen mandò un
messaggio ad Andy. L’ultima cosa che avrebbe voluto era farlo
preoccupare.
- Non posso, non
ora.- Inviò ad Harry.
Accostò
vicino ad una locanda. Emise un sospiro agitato.
Scese dall’auto e imprecò essendosi inzuppata
poggiando i piedi in una grande
pozzanghera.
<<
Posso fare qualcosa per lei? >> La signora al
bancone la guardò compassionevole. << Oh, ma
sei completamente fradicia!
>> Si avvicinò. << Qui
c’è un camino, vieni! >> La
incitò.
<<
Gr..grazie. >> Disse Gwen con voce tremante.
<<
Vuoi una cioccolata calda? Offre la casa. >>
Propose la signora sorridendole.
<<
Non vorr..ei disturbare. >> Soffiò con voce
flebile la ragazza infreddolita.
<<
Ma non disturbi affatto! >> La signora si
volatizzò dietro il bancone e due minuti dopo ricomparve con
due tazze di
cioccolata fumante.
Gwen le rivolse
un sorriso come per ringraziarla.
<<
Non mi sono ancora presentata, che maleducata!
>> Declamò la signora sedendosi goffamente
nell’altra poltroncina davanti
al camino. << Mi chiamo Bernadette, ma puoi chiamarmi
Betty e sono la
proprietaria di questa baracca. >> Proferì
indicando la bellissima
locanda.
<<
Pia..cere, sono Gwendolyn, ma puoi chiamarmi Gwen.
E la tua locanda non è affatto una baracca, anzi credo sia
meravigliosa.
>> Espose tossendo ogni tanto.
<<
Lo sai che non si dicono le bugie? >> Risero
entrambe.
<<
Io dico sempre la verità. >>
Allontanò la
tazza per un istante. Pensò. << Almeno, quasi
sempre. >> Mormorò
impercettibilmente.
<<
Cosa ti porta qui? >> Disse Betty
contemplandola.
Gwen non
rispose, si limitò a posare il suo sguardo attonito
altrove. << Amore. >> Sussurrò
poi lievemente.
<<
Capisco. >> Betty bevve un sorso della sua
cioccolata. << Beh e che aspetti? >> La
riprese.
<<
La persona giusta. >> Chinò il capo.
<<
A quanto pare l’hai già trovata. >>
Bernadette le prese una mano. << Non saresti qui se non
fosse così.
>> Strinse maggiormente la presa come per donarle un
po’ di forza.
<<
Non credo. >> Sospirò. <<
Proprio per
questo sono qui. >> Inclinò di lato il capo.
<< E’ troppo
complicato. >> Concluse mentre una lacrima scorreva
pigramente sul suo
viso.
<<
Non c’è niente di complicato nell’amore,
mia
piccola Gwen. >> Distolse lo sguardo e lo posò
su una finestra malconcia
della locanda. << Guarda la pioggia. >>
Disse facendo cenno con
capo. << Siamo proprio come lei. >> Si
alzò avvicinandosi alla
finestra e aprendola. << Siamo destinati ad infrangerci
contro qualcuno.
>> Uscì un braccio fuori e una goccia la
colpì. << Vedi? Non
possiamo controllarlo >>
<<
Non è facile come sembra. >>
Ringhiò quasi.
<<
Si invece. >> Ribatté Betty ritornata alla
sua poltrona. << Non c’è niente di
più semplice di amare
incondizionatamente una persona. Niente di più facile di
donargli il cuore.
Niente di più perfettamente bello, mia piccola Gwen.
>>
Gwen scosse la
testa.
<<
Ora corri, va da lui. >> La incitò
spintonandola
amorevolmente.
<<
Grazie, di nuovo. >> Gwen
l’abbracciò e uscì
velocemente dalla locanda.
<<
Harry. >> Perrie continuava a cercarlo. Si
era nascosto tra gl’alberi ancora un po’
bagnaticci, e nessuno sembrava
essersene accorto, o almeno così credeva. <<
Finalmente ti ho trovato.
>> Si avvicinò repentinamente.
<< Ti sembra il caso di nasconderti?
Non bastava Gwen, ora ti ci metti pure tu. >>
Abbaiò terrorizzando quasi
Harry.
<<
Avevo bisogno d’aria. >> Mormorò
semplicemente. << Hai visto davvero tutto?
>> Chiese guardandola
fissa negl’occhi.
Perrie si
sedette accanto a lui. << Si. >>
Bisbigliò rivolgendogli uno sguardo quasi impietosito.
<<
Ah. >> Disse abbassando il capo.
<<
Dovreste dirlo ad Andy. >> Disse
schiettamente la bionda.
<<
Non possiamo.. >> Si fermò un attimo.
<< Non posso rovinare il rapporto che si è
creato tra loro due. >>
Si corresse. << Sembrano.. sono felici. >>
<<
Sembra felice, Harry. >> Prese un respiro.
<< Tuo cugino è felice, lei no.
>> Lo guardò tristemente. <<
Ed infondo lo sai anche tu. >>
<<
Lei merita un ragazzo che le dia tutto l’amore di
cui ha bisogno. >> Sbatté violentemente la
schiena sull’albero. <<
Un ragazzo come Andy. >>
<<
Ma lei vuole te. >> Urlò Perrie scuotendolo.
<< Solo te, Harry! >>
Gwen
corse via. Le parole di Bernadette l’avevano fatta
riflettere. Lei era
destinata a stare con Harry, era destinata a stargli accanto, era
destinata ad
amarlo perdutamente.
La suoneria del
suo cellulare la strappò via dai suoi
pensieri. Harry, lesse sul display non esitò un istante e
prese la chiamata.
<<
Grazie a Dio. >> Esclamò Harry con voce
trepidante.
Gwen rise
lievemente mentre le lacrime scendevano
incessantemente sul suo viso. << Scusa. Non sarei dovuta
andarmene,
almeno non senza avvisare. >>
<<
Non importa, non ora. >> Accennò anche lui un
sorriso. << Devo dirti una cosa, e ho paura di non
riuscire a dirtela di
presenza quindi.. >> Deglutì. <<
Gwen io ti.. >> Un violento
rumore frantumò i timpani del ragazzo. Il rumore stridulo
dei freni, le grida
spezzate e il fastidioso tintinnio della pioggia furono
l’ultima cosa che sentì
dall’altro capo del telefono. << Ti amo.
>> Sussurrò fiocamente prima
d’accasciarsi per terra e sprofondare nel nulla che
ingombrava pesantemente il
suo cervello. Senza la sua Gwen la sua vita non avrebbe avuto senso.
L’illusione
ti costringe a vivere in un mondo parallelo
estremamente bello. Ma, paradossalmente, la vita non è fatta
solo di pure e
semplici illusioni e bisogna imparare ad
apprezzare ciò che si ha, prima che il tempo ci costringa ad
apprezzare ciò che
avevamo.
Hi
everyone J
No,
ma voi volete farmi morire! 12 recensioni nello
Scorso
capitolo! Grazie, grazie e grazie!
Resterei
qui a ringraziarvi all’infinito.
Anyway
il capitolo è tristissimo, ma
La
storia deve continuare ‘con’ o
‘senza’ Gwen.
Non
voglio svelare niente sul prossimo capitolo quindi
Mi
dileguo.
Love
ya.
-With
love deb
Ps
Chi volesse ricevere un messaggio ogni qual volta che
Pubblico
un capitolo me lo faccia sapere c:
|
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Capitolo 16 *** Sofferenze laceranti. ***
Sofferenze
laceranti.
Le
sofferenze perforano il cuore creando enormi buchi. Lo spezzano
lentamente, lo
frantumano violentemente, lo sgretolano dolorosamente, facendoti
sentire
impotente d’innanzi alla vuota solitudine che ti opprime.
<<
Harry. >> Il ragazzo, ancora un po’ stordito,
udì il suo nome. <<
Harry, svegliati. >> Gli sembrava tutto tremendamente
offuscato. Dischiuse
leggermente le palpebre per poi accorgersi degli sguardi insistenti dei
suoi
amici. << Oh, grazie a Dio. >>
Bisbigliò, successivamente si mise a
sedere sul letto in
cui era precedentemente
disteso. << Era solo un incubo. >>
Mormorò sollevato. Notò poi le
espressioni impietosite dei ragazzi.
<<
Sei svenuto. Forse hai ancora bisogno di riposare. >>
Spiegò Liam
scuotendo nervosamente il capo.
La
tensione diventò improvvisamente palpabile. Harry
trasalì contemplando la
pioggia che picchiava impetuosamente la finestra. << Dove
sono gl’altri?
>> Posò lo sguardo sulla porta come se ne
aspettasse l’arrivo. <<
Dov’è Andy? >> Rivolse uno sguardo
torvo a Louis. << Dov’è..
dov’è
Gwen? >> Sussurrò facendo trapelare la sua
preoccupazione.
<<
In ospedale. >> Farfugliò Niall chinando il
capo.
Harry
sgranò gl’occhi. Sentì il suo cuore
retrocedere. Spezzettarsi in miliardi di
parti così da non poter neanche più raccoglierne
i brandelli. Sentì i ricordi
martellargli le membra. Si alzò con uno scatto repentino.
<<
Harry, aspetta! >> Gridò Zayn cercando di
fermarlo.
Harry
non ascoltò. Uscì di casa, prese la sua macchina
e sfrecciò via. Avrebbe voluto
soltanto rivederla. Avrebbe voluto soltanto riabbracciarla. Avrebbe
voluto soltanto
ritrovarsi nei suoi
meravigliosi occhi.
Nessuno ha mai commesso un errore più
grande di colui che non ha fatto
niente per ottenere ciò che desidera.
Scese
velocemente dall’auto ed entrò in
quel posto pieno di tristezza. Si
sentì perso, perso tra la folla, perso tra i suoi rimpianti,
perso tra i suoi errori.
<<
Scusi! >> Esclamò Harry con il respiro
pesante. << Vorrei sapere la
stanza della signorina Shepard. Gwen Shepard. >>
<<
E’ un familiare? >> Chiese
l’infermiera con tono fermo e distaccato.
<<
No. >> Affermò abbassando il capo.
<< Sono solo un amico
>> Sospirò.
<<
Allora temo che non potrà vederla, non subito almeno.
>> Asserì l’infermiera.
<< Però posso dirle lo stesso la stanza,
così quando sarà possibile farle
visita saprà già in quale camera alloggia la sua
amica. >> Rivolse un
sorriso pacato al ragazzo.
<<
La ringrazio. >>
Arrivò
al piano desiderato. Lentamente avanzò. La paura di vederla
su quel lettino lo
stava attanagliando. Si fermò. Aveva finalmente trovato la
stanza della sua Gwen. Si
guardò intorno, prima di
fiondarsi all’interno. Socchiuse le palpebre divenute
pesanti. Non era ancora
pronto. I tintinnii di quelle orribili macchine stonavano con
l’idilliaco
respiro della ragazza. Sospirò prima d’aprire
gl’occhi. Fece due piccoli passi.
Osservò l’ambiente e notò la giacca di
Andy. Serrò i pugni, la gelosia lo
pervase. Fece altri due passi. Un nodo alla gola lo stava torturando
ossessivamente.
Giunse al lettino. La sfiorò con lo sguardo. Si sedette
sulla sedia affianco, attento
a non fare rumore. La contemplò nuovamente soffermandosi
sulla mano. La strinse
dolcemente. Deglutì.
<<
So che molto probabilmente non potrai sentirmi. >> Una
lacrima rigò il
suo viso. << So che in questo momento starai vagando tra
i tuoi pensieri.
>> Bisbiglio amaramente. << Magari starai
sognando, proprio come
ami fare. >> Sussurrò accennando un sorriso
triste. << Ma puoi
continuare a farlo anche a casa. >> Scosse la testa
scoraggiato. <<
Apri gl’occhi. Ti prego. >> La
supplicò. << Non puoi lasciarci. Non
puoi lasciarmi. >> Le diede un bacio sul lato della bocca
assaporando
quasi le vellutate labbra della ragazza. << Ho bisogno di
te, più di ogni
altra cosa. >> Disse a denti stretti come per trattenere
le lacrime.
<< Io ti amo Gwen. >> Ammise prima che la
porta si spalancasse.
Lasciò di scatto la mano della piccola Gwen e si
rizzò in piedi.
<<
Harry, mio caro. >> Marie
l’abbracciò facendogli mancare il respiro. La
donna si allontanò di poco. << Mi fa pia..cere
che tu sia ven..uto
>> Singhiozzò.
Harry
si limitò a chinare il capo.
<<
Harry non potresti stare qui. >> Constatò
George.
<<
Si scusate. Vado via. >> Harry si avvicinò
alla ragazza stringendole
nuovamente la mano. Posò un tenero bacio sulla sua fronte e
improvvisamente
sentì la mano di Gwen stringere impercettibilmente la sua.
Sollevò lo sguardo e
lo posò sul viso di lei.
Improvvisamente
la ragazza illuminò il suo scarno viso con un sorriso, uno
di quelli che
sfrecciano nel cuore, di quelli straordinariamente belli, di quelli che
incantano chiunque abbia la possibilità di ammirarlo. Tutto
quello che li
circondava sembrava esser scomparso impaurito dall’idilliaca
bellezza di quel
momento.
<<
Gw.. Gwen. >> Il riccio stava morendo. Stava felicemente
morendo di
gioia.
Marie
e George si scagliarono piangendo contro il lettino della loro amata
figlia.
<<
E’ meglio che me ne vada. >> Proferì
il riccio. Abbozzò un sorriso e
uscì.
<<
Si, si è svegliata! >> Urlò quasi,
Harry al telefono. << Louis sono
così contento. >> Vide Andy con sguardo truce
avvicinarsi ed un pugno ben
assestato colpirlo dritto in pancia. Lasciò improvvisamente
cadere il telefono
portando le mani sul grembo. << Ma che ti prende? Sei
impazzito? >>
<<
E’ tutta colpa tua! >> Ringhiò Andy
stringendo i pugni nervosamente.
<<
Colpa mia?..>>
<<
Si. >> Lo interruppe bruscamente Andy. << I
medici hanno detto che
se lei non avesse avuto una conversazione in corso al telefono, lei..
>>
Si fermò ed inspirò. << Lei non
avrebbe avuto l’incidente e non avrebbe
rischiato di morire. >> Rivolse uno sguardo infuocato al
cugino. <<
E sappiamo entrambi che la persona con cui stava parlando eri tu!
>>
<<
Ah. >> Disse semplicemente Harry abbassando lo sguardo.
<<
Non avvicinarti mai più a lei. >>
Minacciò Andy girandogli le spalle.
<<
No. >> Ribatté il riccio stufo.
<< Non posso. >>
<<
Non puoi? E perché? >> Andy avanzò
di qualche passo. << Vorresti
forse dirmi che la ami? >>
Harry
non distolse lo sguardo.
<<
Tu non sai cosa vuol dire amare, non sai cosa vuol dire sentirsi perso
senza
una persona! Avanti Harry, ammettilo. Lei è solo un altro
dei tuoi sfizi.
>>
Harry
serrò i pugni.
<<
Lei merita un ragazzo che le dia tutto l’amore di cui ha
bisogno. Un ragazzo come
me. >> Andy colpì il cuore del cugino con due
semplici frasi.
Istintivamente
indietreggiò. Le sue stesse parole si stavano prendendo
gioco di lui. Harry sentì
lo stomaco contorcersi. Non si sentì più
all’altezza dell’amore che provava per
Gwen. Il confronto col sentimento di Andy lo stava lacerando dentro.
Scappò,
scappò via da quell’orribile riflesso, via da
quelle dannate emozioni, scappò
via dall’amore.
Sofferenza, gioia, amore,
sono tutti
sentimenti estremamente facili da percepire. Ma forse per alcuni
risulta
tremendamente complicato. Forse tante cose non le capiranno mai a
fondo, e
molto probabilmente quando accadrà il loro cuore
sarà già spezzato in mille
piccolissimi pezzi.
Hi everyone J
Come posso non amarvi? Le recensioni crescono
Ad ogni capitolo. Quindi volevo premiarvi ed ho
postato un altro capitolo.
Parliamo del capitolo:
Potevo mai far morire la protagonista? Se fosse
morta
la storia sarebbe
Finita ed è ancora troppo presto c:
Quel ‘con’ o ‘senza’
Gwen
Del precedente capitolo non era messo tra
Virgolette solo per una questione di grafica,
era un indizio vero e proprio.
Anyway mi sto dilungando troppo.
Ancora mille grazie a tutti coloro che hanno
recensito
la
Storia e che l’hanno messa tra : le
preferite,
ricordate e seguite.
See u soon
-With love deb
|
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Capitolo 17 *** Straziante solitudine. ***
Straziante
solitudine.
La solitudine
è una fedele compagna, è un oggetto misterioso
quanto affascinante, è
il crogiolo
dell’amore. Si rannicchia in una piccolissima parte della tua
mente e ti culla
amorevolmente facendoti sentire la sua eterna presenza.
Gwen si sentiva
inconcepibilmente persa, persa tra i suoi
pensieri. Tutto le appariva confuso, come se stesse vagando in un
territorio a
lei non familiare. Erano già passate cinque settimane dal
suo orribile
incidente. Sia parenti che amici erano passati a farle visita, cercando
di
renderle sopportabile restare in quel posto cupo. Ma la solitudine
l’attanagliava più forte di un proiettile
conficcato nello stomaco. Il ragazzo
che amava follemente era l’unico a non essersi presentato
all’ospedale.
La
sua semplice assenza si faceva
sentire molto più della presenza di chiunque altro. Consumò
quel pensiero al punto di farlo sembrare non
più una proiezione quanto piuttosto un ricordo.
<<
Ehilà! >>
Esclamò Niall facendo sobbalzare Gwen.
<<
Vuoi per caso
uccidermi? >> Domandò la ragazza portandosi
teatralmente una mano sul
cuore.
<<
Ma non farmi
ridere! >> La canzonò il biondino
avvicinandosi a lei. << Sei
pronta a ritornare a casa? >> Le chiese saltellando per
la stanza come un
bambino a cui è stato appena donato un giocattolo.
<<
Quando
crescerai? >> Gwen scoppiò in una fragorosa
risata che non durò più di un
istante. Si guardò attorno tristemente. <<
Sono pronta. >> Concluse
un po’ più euforica.
Niall
prese il borsone
della ragazza e s’incamminarono vero la casa di Andy.
<<
Bentornata.
>> Urlarono in coro i suoi amici prima di travolgerla con
i loro
abbracci.
<<
No..n
resp..iro. >> Sussurrò Gwen sorridendo
leggermente.
Repentinamente
tutti si
allontanarono. << Scusaci, ma siamo contenti che tu sia
tornata! >>
Ammise Eleanor mostrandole un ampio sorriso. Gli altri annuirono
complici.
Harry
scese dalle scale
con i capelli ancora scompigliati e con Taylor a suo fianco. La rabbia
gl’esplose dentro squartandolo quando Andy cinse i fianchi
della sua Gwen con
una mano, avvicinandola a se. Chinò il capo come per
respingere tutte le
dolorose emozioni che stavano tormentando ossessivamente il suo cuore.
<<
Che fine hai
fatto? Pensavamo volessi dare il bentornato a Gwen insieme a noi.
>>
Constatò Louis crucciando la fronte. Notò subito
dopo il rossore sulle guance
di Taylor. << Ah, ora capisco. >>
Gwen
sentì un fastidioso
dolore spararle contro lo stomaco. La gelosia stava bruciando le sue
membra.
Perrie
lanciò uno
sguardo torvo ad Harry. << Ora che ci siamo tutti
possiamo dare il via
alla festa! >> Cercò di allentare la tensione
venutosi a creare.
Andy
le prese il mento e
lo sollevò lievemente per posarle poi un dolce bacio sulle
sue morbidi labbra.
<< Hai fame? >> Soffiò ancora
troppo vicino.
<<
Giusto un po’.
>> Gwen si scostò leggermente.
<<
Bene, andiamo.
>> Andy le prese la mano e la trascinò in sala
da pranzo.
I
ragazzi avevano fatto
un buon lavoro: Eleanor e Perrie avevano cucinato per interminabili
ore; Liam,
Andy e Niall avevano addobbato adeguatamente la casa e, Zayn e Louis
avevano
pensato a procurare tutto ciò che potesse servire.
<<
Grazie ragazzi.
>> Asserì Gwen meravigliata dal gesto
degl’amici. << Di tutto.
>>
<<
E’ tutto merito
mio. >> Dichiarò Niall facendo un inchino e
suscitando istintivamente le
risate degl’altri. << E’ la
verità! >> Sostenne con tono ironicamente
fermo.
<<
Ti credo Niall,
ti credo. >> Farfugliò Gwen ricomponendosi
impacciatamente. << Ora
scusatemi, ma ho un urgente bisogno del bagno. >>
Girò le spalle ai
presenti e si dileguò.
Gwen
sentì una delle
porte affacciate sul corridoio chiudersi violentemente.
Sollevò lo sguardo e
incrociò quello del riccio. Il suo cuore smise di battere
perché squarciato dal
contatto freddo e distaccato avuto con lo sguardo di Harry. C'era uno
spazio
comune tra di loro, i cui confini non erano ben delineati, dove
sembrava non
mancare nulla e dove l'aria pareva immobile, imperturbata.
Il riccio avanzò
lentamente verso Gwen, fino a
ritrovarsi vicini. Vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero. Poi
si
allontanò.
<<
Ho sentito
tutto all’ospedale. >> Gridò Gwen
infuriata.
Harry
si fermò e con lui
anche il tempo.
<<
E’ inutile che
scappi! >>
Con
uno scatto
improvviso, Harry la sbatté al muro attorcigliandole le
braccia attorno.
<< Io non sto scappando. >>
Ringhiò a denti stretti.
<<
E allora perché
mi eviti? Perché stai ancora con quella? >>
Ribatté Gwen con disprezzo.
<<
Per lo stesso
motivo per cui tu stai con mio cugino. >>
Confutò spregiante il ragazzo.
Gwen
esitò. << E’
diverso. >> Disse poi infilzandolo con lo sguardo.
<<
E per quale
motivo sarebbe diverso? >> Insistette il riccio.
Gwen
indugiò nuovamente.
<<
Come sospettavo.
>> Le trafisse l’anima con i suoi occhi color
smeraldo. << Non sai
darmi una risposta. Non puoi darmi una risposta. >>
<<
Perché ti
comporti così? >> Sbottò Gwen
amareggiata.
Harry
si limitò ad
inclinare il capo. Avrebbe voluto dimostrarle il suo amore. Avrebbe
voluto
confessarle il suo amore. Avrebbe voluto cullarla con il suo amore. Ma
non ne
ebbe il coraggio. E restarono così, tenendosi le mani e
annegandosi negli
occhi. Non sorridevano, i loro sguardi seguivano traiettorie
divergenti, ma era
come se i loro corpi fluissero con continuità l'uno
nell'altro, attraverso le
braccia e le dita a contatto.
<<
Baciami.
>> Le uscì quasi come una supplica.
<< Baciami, Harry. >>
Sfiorò impercettibilmente le sue labbra.
<<
Perché dovrei?
>> Soffiò faticosamente sulla bocca della sua
Gwen, mentre il suo cuore
si stava lentamente sgretolando.
<<
Perché lo
vogliamo entrambi. >> Appurò la ragazza
sorridendo amaramente. In
quel
momento sembrò quasi che tutta l’anima le fosse
passata nello sguardo.
Il
ragazzo colmò pian
piano la poca distanza rimasta tra loro. L’avvolse con le sue
forti braccia e
attorcigliò le sue dita a quelle della dolce ragazza.
L’amava ora, e l’avrebbe
amata per sempre.
Gwen
sentì che stava finalmente facendo lo sbaglio giusto.
Era un nuovo inesorabile inizio, per lei, per entrambi. E magari, avrebbero vissuto
solo di inizi. Di
eccitazioni da prima volta, quando tutto ti sorprende e nulla ti
appartiene
ancora.
In un angolo nascosto, erano
rimasti con le labbra appiccicate. Senza che nessuno dei due avesse il
coraggio
di muovere un muscolo, ed in fondo era proprio quello che volevano
entrambi.
Di
sera,
nell'intrecciarsi caotico di immagini che precede il sonno, quando la
mente è
troppo debole per raccontarsi bugie la solitudine ti sovrasta, ti
avvolge, ti
soffoca ma tu puoi sempre cercare un modo per sconfiggerla.
Hi everyone J
Questo momento credo sia stato
atteso
Da tutti, e finalmente è arrivato.
Gwen e Harry
Hanno ammesso il loro amore. Ma non
Tutto è oro quel che luccica.
Anyway: il mio cuore ha smesso
Di battere per svariati minuti! 21
recensioni allo
Scorso capitolo! Io vi amo alla
follia!
Ringrazio tutti coloro che hanno
messo la storia tra:
le preferite, ricordate e seguite, e
soprattutto chi continua
a recensire.
See u soon
-With love deb
|
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Capitolo 18 *** Lancinanti paure. ***
Lancinanti paure.
La paura uccide
la mente, lacera lentamente lo stomaco e distrugge
completamente i nostri sogni e noi, d’altra parte, non
abbiamo neanche il
coraggio d’opporci, lasciandole così, il macabro
potere d’impossessarsi di noi.
Ma, a volte, il coraggio e la paura giocano a nascondino fra loro,
rendendoci difficile
capire chi dei due ci guidi.
Harry
era
inconcepibilmente agitato. La sua vita era completamente cambiata. Si
era
innamorato di una meravigliosa ragazza, che sebbene era consapevole del
legame
più che infinito, unico e immortale che si era creato tra
loro, restava
fidanzata con suo cugino. Il cuore gli procurava indecifrabili emozioni
che lo
torturavano. Il destino si stava chiaramente prendendo gioco di lui.
Aveva
bisogno di parlare con la sua Gwen, aveva bisogno di chiarire, aveva
bisogno di
prendersi cura di lei.
Gwen
sentiva i suoi
pensieri scontrarsi continuamente. Sentiva il cuore pulsare
violentemente.
Sentiva le labbra bruciare per il contatto avuto con Harry il giorno
prima. Si
sentiva tremendamente confusa, scombussolata. Improvvisamente un rumore
quasi
assordante le rintonò nelle orecchie.
-Dobbiamo
parlare. Harry.- Perché doveva sentirsi così
maledettamente male? Amava Harry, lo amava follemente, ma il fato
continuava a
divertirsi con la sua vita giocando con i suoi sentimenti. Si sentiva
un’indifesa marionetta nelle mani del suo crudele destino.
Andy
era entrato nella sua vita di soppiatto. Quel
ragazzo si era preso cura di lei, quando ne aveva avuto più
di bisogno e lei lo
aveva soltanto illuso. I sensi di colpa le attanagliavano lo stomaco ed
erano
dannatamente dolorosi.
<<
Ehi tesoro. >> Marie era entrata nella camera della sua
amata figlia
distogliendola dalle sue incessanti preoccupazioni. Le sorrise e si
sedette sul
letto accanto a lei.
<<
Ehi. >>
Disse Gwen con tono vacillante.
Marie
le accarezzò i
capelli come per rassicurarla. << Che ti succede?
>>
Gwen
abbassò lo sguardo
cercando di trattenere le insistenti lacrime.
<<
E’ per Andy?
>> Marie le rivolse uno sguardo inquisitore.
<< Sembra un così caro
ragazzo. >>
La
figlia si limitò a
scuotere la testa mentre una lacrima bollente le bruciava il viso.
<<
Amore, sai che
a me puoi dire tutto. >> La intimò Marie
stringendola in un abbraccio
caldo e materno.
<<
Il probl..ema
non è Andy. >> Riferì Gwen
interrotta da fastidiosi singhiozzi. <<
Sono io. Sono solo io. >>
<<
Oh bambina mia.
>> Marie cercò invano di asciugare le lacrime
che sgorgavano impetuose
sul viso della figlia. << Non sei mai stata un problema.
>>
Gwen
si alzò infuriata
dal letto. << Si, invece. Sono innamorata di un ragazzo
che molto
probabilmente mi sta soltanto illudendo. Ho ingannato Andy,
l’unico ragazzo che
mi ha sempre dimostrato quanto tenga a me. Ho fatto errori
imperdonabili. Mi
sono rovinata la vita con quella maledetta malattia. Sono solo un
terribile
problema. Lo sono sempre stata. Per te, per papà, per tutti.
>> Ed uscì
da quella stanza, uscì da quella casa, ma l’unica
cosa dalla quale sarebbe
voluta uscire era la sua vita.
Harry
aveva paura. Paura
di perderla, paura di non sentire il suo cuore battere solo per lui,
paura di
non poterla considerare realmente sua. La paura straziante lo stava
annientando. Sfortunatamente, nella vita
non ci sono cose semplici, tutto va conquistato lentamente e con
pazienza.
<<
Ehi brutto
animale! >> Esclamò Louis buttandosi sopra
all’amico sdraiato nel suo
comodo letto.
<<
Quanta
dolcezza. >> Ribatté Harry cercando di
mascherare la sua tristezza.
<<
Cosa vorresti
insinuare? Io sono sempre dolce. >> Disse Louis con tono
ilare.
Il
riccio scoppiò in una
fragorosa risata facendo cadere l’amico per terra.
<<
Ahia! >>
Sbottò Louis rialzandosi. << Come mai sei
ancora a letto? >> Lanciò
un’occhiata stranita all’amico.
Harry
tornò serio, come
se tutti i suoi ricordi si fossero scagliati sul suo cuore senza
pietà.
<<
Il mio caro
migliore amico si è innamorato. >>
Cantilenò Louis divertito.
<<
Io non sono
innamorato! >> Ribatté spietato Harry.
<<
Si certo.
>> Louis si risedette accanto all’amico.
<< Non sono mica ceco. Vedo
come guardi Gwen, gli sguardi che le rivolgi e vedo anche la gelosia
bruciarti
negl’occhi quando tuo cugino la bacia. >>
Harry
serrò
automaticamente i pugni.
<<
Ecco, vedi.
Anche ora la gelosia ti sta divorando. >>
Constatò Louis indicando con lo
sguardo le mani dell’amico. << Ti conosco
Harry. Sei innamorato, come mai
prima. E lo sai anche tu. >> Si alzò e
andò ad aprire la porta di quella
camera. << Quindi corri, va da lei e dichiarati.
>>
Harry
chinò il capo.
<< L’ho già fatto. >>
Farfugliò.
Louis
sgranò gl’occhi
sorpreso. << Cosa? >>
<< Le ho
già detto che l’amo. >>
Ringhiò il riccio scoraggiato.
<<
Ed allora
perché sei ancora qui? >> Louis si
avvicinò nuovamente all’amico.
<<
Perché lei sta
con Andy. >> Harry si alzò andando incontro
all’amico. << Sono
fidanzati, Louis! >>
Louis scosse nervosamente il
capo. <<
Questo non vuol dire che lei ama tuo cugino! >>
Gridò quasi. <<
Avanti, Harry. Lo sai anche tu che lei ama te. Cosa vuoi che faccia
ancora
quella povera ragazza per dimostrartelo? >>
Harry
indietreggiò.
<< Io.. non lo so. >> Rivolse lo sguardo
all’amico. << E
che.. a volte mi vengono dei dubbi. Non sono mai stato innamorato, ed
ora ho
paura. >> Ammise costernato.
<<
Non devi
averne. Sta tranquillo. Lei ti ama, tu la ami. Cosa
c’è di più infinitamente
bello? > Louis diede una leggera pacca sulla schiena
all’amico.
<<
Hai ragione.
>> Harry sorrise. << Grazie amico.
>> Puntò lo sguardo
sull’amico poi corse via, alla ricerca della sua amata.
La vita è fatta di strade che ne
incrociano altre,
tutto in bilico, un tira e molla costante, un esporsi e un nascondersi.
Gwen
sentiva l’assurdo
bisogno di lasciarsi andare. Sentiva il bisogno di lasciarsi
trasportare dalla
brezza cristallina che le aleggiava intorno. Sentiva il bisogno di
abbandonare
il proprio peso sul corpo di qualcun altro, come sei il contenuto della
testa
fosse improvvisamente diventato insostenibile per le sue gambe da sole.
Erano
ore che camminava senza sosta, senza
avere una meta precisa o prestabilita. I pensieri non le davano alcuna
via
d’uscita. I ricordi le riaffioravano in mente
inesorabilmente. La paura di
dover ricominciare tutto d’accapo le si dipingeva sul viso
palesemente. Era
sconfinata tra i suoi paradossali e incoerenti timori quando si
trovò
catapultata in un incantevole parco. Si sdraiò sul morbido
prato verde e chiuse
completamente le palpebre lasciandosi trainare dalla piacevole
serenità che
svolazzava nell’aria, incurabile dei pensieri altrui. Prese
un profondo respiro
e subito dopo lo buttò fuori, come se stesse facendo lo
stesso con le sue
paure, illusioni e ansie. Sentì un sospiro pesante accanto a
lei e subito spalancò
gl’occhi.
<<
Har.. >>
<<
Shh torniamo a
sognare. >> La zittì subito Harry.
<< Mi piace farlo, specialmente
se accanto a me ci sei tu. >>
Gwen
sorrise e si alzò
leggermente. << Non possiamo sognare, non ora.
>> Gli rivolse uno
sguardo intimorito. << Dobbiamo affrontare la
realtà. >>
Harry
si puntellò sui
gomiti. << Perché? E’
così bello immaginare un altro mondo, dove tutto
è
perfetto. >> La supplicò quasi con voce
infantile.
<<
Ma quel mondo
non esiste. La nostra vita è tutt’altro che
perfetta e neanche desiderare che
lo sia la migliorerà. >> Sibilò
Gwen amaramente.
Solo
allora il ragazzo
si sedette composto. Si avvicinò colmando la distanza
rimasta tra loro e le sfiorò
una guancia con il dorso della sua mano. << Si, forse,
hai ragione.
>> Si fermò un secondo sospirando
pesantemente. << Dobbiamo dirlo
ad Andy. >> Poi l’attirò
delicatamente a se e la guardò dritto negl’occhi.
<< Non voglio rinunciare a te. >> Le
soffiò sulle labbra. E la
baciò. Un bacio pieno di passione. Un bacio pieno di
dolcezza. Un bacio pieno d’amore.
Quando
l’amore malato diventa qualcosa di così grande da
ferirti, sai che può essere quello della tua vita, e devi
prendere una
decisione: lasciarlo andare per salvare entrambi o lanciarti in quel
baratro
che ti distruggerà la vita, assieme a lui.
Hi
everyone J
Scusate, scusate, scusate.
E’ passata una settimana
dall’ultimo
aggiornamento,
ma non ho avuto tempo. Sono stata
tartassata
dai compiti e la mia voglia di
scrivere era andata
a farsi un giro. Questo capitolo non
è
un granché, ma cercate di capirmi,
non ho il tempo
neanche di grattarmi la testa.
Voi siete meravigliose, stupente,
perfette.
Mi avete fatto trovare una
straordinaria sorpresa!
Mi sono messa a gridare dalla gioia
quando ho visto le 42
recensioni che mi avete lasciato.
Significa molto per me, davvero.
Quindi grazie, grazie e grazie!
Non mi dilungo oltre.
I love ya
-With love deb
|
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Capitolo 19 *** Non tutto il male vien per nuocere. ***
Non tutto il
male vien per
nuocere.
Capita di
incontrare persone che non dovrebbero mai
finire insieme, in nessun caso. Neanche se fossero l’ultimo
uomo e l’ultima
donna rimasti sulla faccia della terra, per il dolore e la sofferenza
che
inevitabilmente si procurerebbero l’un'altra, ma
inspiegabilmente quel che meno
si aspetta accade sempre.
Il freddo le
stava attanagliando le ossa. I brividi
percorrevano quasi dolorosamente il suo corpo. Gwen aprì
lentamente gl’occhi. Si
alzò ed ancora un po’ stordita barcollò
fino al balcone con l’intento di
chiudere le persiane. La luce filtrava dalle finestre leggermente
aperte. Allora
decise d’uscire ed inspiegabilmente sorrise. L’alba
era ormai giunta, il sole
cominciava ad elevarsi solenne nel cielo chiaro e sgombro di nuvole.
Continuò a
tenere i suoi occhi al sole, come ipnotizzata, come se essi cercassero
calore
da quella palla rossa ed incandescente fino a quando sentì
il suo telefono
squillare e rientrò.
<<
Pronto? >> Borbottò strizzando
gl’occhi.
<<
Buon giorno mia bella principessa. > Il suo
sorriso si spense nell’istante in cui, riconobbe a chi
apparteneva quella voce.
Quanto avrebbe voluto che Harry la chiamasse così? Ma,
sfortunatamente, il
ragazzo che lei amava non era il tipo da smancerie. Scosse la testa
rassegnata.
<<
Ehi, come mai mi chiami a quest’ora? >>
Chiese sedendosi sul letto.
<<
Non posso
chiamare la mia ragazza? >> Un pugnale si
scagliò dritto sul suo
cuore. Doveva chiarire con Andy, ma non ne aveva ancora avuto il
coraggio.
<<
Si. >> Prese un respiro. << Certo.
>>
<<
Stasera usciamo? >> Doveva fare una
scelta. Restare con Andy, un ragazzo dolce e sensibile o lasciarsi
andare con
Harry, il ragazzo scorbutico che amava alla follia.
<<
Si, ok. >> Deglutì. Era arrivato il
momento di prendere una decisione. << Dobbiamo
par..>>
<<
Bene, lo dico anche ai ragazzi. >> Andy
la interruppe prima che lei potesse finire di parlare. <<
Ti passo a
prendere alle otto. >> Sentì degli schiamazzi
in sottofondo, ma non
riuscì a capire di chi fossero le voci.
<<
Ok. >> Sospirò affranta. Avrebbe dovuto
rimandare la loro conversazione.
<<
Ti a.. >>
<<
Ci vediamo stasera. >> Gwen gli impedì
di concludere la frase. Si sarebbe fatto male lei e si sarebbe fatta
male lui.
Riattaccò e si buttò pesantemente sul letto
sdraiandosi.
L’umore
di Harry era decisamente altalenante. Pensare a
Gwen, ai suoi occhi, ai suoi baci, ai suoi abbracci faceva si che un
sorriso
apparisse magicamente sul suo viso, ma, quando i ricordi di Andy e la
stessa
Gwen tartassavano la sua mente quel sorriso spariva e lasciava posto
alla
crudele tristezza. Sentì il campanello di casa suonare e
lentamente scese al
piano inferiore per aprire la porta.
<<
Alla buon’ora!
>> Esclamò Zayn entrando in casa Styles.
<<
Dormivo. >>
Cercò di giustificarsi il riccio incamminandosi verso la
cucina. <<
Potevi almeno portarmi la colazione. >>
<<
Andavo di fretta.
>> Fece spallucce. << Sono venuto solo per
avvisarti che stasera
ceniamo a casa di Louis. >>
Harry
restò impassibile.
<<
Ci saranno tutti.
>> Precisò Zayn cercando di carpire
l’espressione dell’amico.
Il riccio perse
un
battito. Ci sarebbe stata anche la sua Gwen, ma lui non si sarebbe
potuto
avvicinare, non l’avrebbe potuta toccare, non avrebbe potuto
assaporare
l’idilliaco gusto delle sue labbra. << Ok.
>> Disse semplicemente,
cercando di nascondere la sua espressione attonita.
<<
Allora ci vediamo
alle otto e mezza. >> Zayn diede una pacca sulla schiena
ad Harry.
<< Ah, comunque sei un pessimo attore, si vede lontano un
miglio.
>>
Harry
sgranò gl’occhi.
<< Che c..cosa? >> Possibile che
l’amico si fosse accorto di tutto?
Zayn si
allontanò
giungendo al portone. << Ti sei fatto fregare, amico.
Gwen ti ha rubato
il cuore. >> Poi sorrise ed uscì lasciando
l’amico sconcertato.
Il ticchettio
dell’orologio rimbombava insistentemente nella mente
distratta di Gwen. Al sol
pensiero di rivedere Taylor e Harry insieme il suo stomaco si
contorceva ed era
altamente doloroso. Controllò l’orario sul
cellulare per sviare i suoi
pensieri, ma subito dopo ricevette un messaggio.
-Sono sotto casa
tua.
Scendi? xx Andy-
Si
catapultò sotto
rischiando anche di cadere dalle scale. Aprì il portone ed
arrivò fino alla
macchina. << Ehi. >>
<<
Ehi. >>
Rispose Andy rivolgendole un tenero sguardo. Poi si sporse per darle un
bacio,
ma la ragazza si scansò.
<<
Andiamo? >>
Disse Gwen cercando di smorzare la tensione creatosi.
Andy si
limitò ad
accendere il motore dell’auto.
Non parlarono
per tutto il
tragitto. Era come se fossero diventati degli estranei. Come se non
avessero
mai condiviso dei momenti. Come se si fossero innalzate delle
invisibili
barriere tra di loro. Quando arrivarono non si rivolsero neanche la
parola.
Giunti al portone Andy si decise finalmente a parlare, ma fu subito
interrotto
da Louis che aprì la porta.
<<
Ehi ragazzi!
>> Esclamò Louis. << Mancavate
solo voi. >> Successivamente
prese a braccetto Gwen e spintonò amichevolmente Andy.
<< Entriamo.
>>
Gwen era appena
apparsa
nel salotto e la sua incantevole visione si era scolpita perfettamente
nella
mente di Harry. Avrebbe voluto abbracciarla, baciarla, accarezzarla, ma
una forza
cieca e senza tenerezza lo bloccava. La guardò
insistentemente e lei gli
rivolse un sorriso.
In
quel sorriso c'era il senso di tutto quello che stava cercando.
<<
Dov’è Taylor? >> Chiese Niall
sorpreso.
<<
Non c’è! >> Rispose brusco Harry
sentendo lo sguardo
fisso di Gwen su di lui.
<<
Questo l’avevo notato. >>
<<
Si, scusami. Non è venuta. >>
Mormorò il riccio. Poi notò
Gwen allontanarsi.
<<
Come mai? >> Domandò Niall curioso.
<<
Possiamo parlarne dopo? >> Lo scongiurò quasi.
Non gli
diede neanche il tempo di ribattere, e corse via a cercare la sua Gwen.
Gwen aveva
cercato invano
una via d’uscita. Sentiva l’assoluto bisogno
d’aria fresca. Era uscita in
giardino cercando di fuggire dalla realtà. Perché
era più forte di lei. Quando
si trattava di lui non c’era niente da fare, improvvisamente
cambiava, anche se
cercava di nasconderlo a se stessa per paura, quando c’era di
mezzo lui, lei
amava con tutta la forza che aveva nel cuore.
<<
Ehi. >>
Gwen
sentì una voce roca e calda dietro di
lei. Girò il capò e incontrò
gl’occhi verdi del ragazzo di cui era perdutamente
innamorata. Si cerco dentro essi. Si perse dentro essi.
Perché alla fine era un
gioco di specchi . Harry si avvicinò pian piano ed un
brivido le attraversò la
schiena.
<<
Senti freddo?
>> Le chiese preoccupato. Poi l’avvolse con le
sue forti braccia.
<<
Ora non più.
>> Gwen chinò il capo e sorrise.
<<
Allora resteremo
sempre così. >> Harry le prese il mento tra
due dita e lo alzò lentamente
come se avesse paura di farle del male. Dopo si guardarono l'un
l'altro, come se
fossimo sul punto di baciarsi.
<<
Lo sapevo.
>> Una costatazione amara fece distogliere i loro
sguardi.
Gwen si
voltò e lo sguardo
frustato di Andy si scontrò contro il suo.
<<
Ti avevo chiesto
solo una cosa, Harry. >> Puntò lo sguardo
pieno di rabbia al cugino.
<< E tu, come al tuo solito, hai ignorato la mia
richiesta. >>
Prese un respiro. << Hai sempre avuto tutte le ragazze
che volevi, e per
una volta che ero io ad averne una, tu.. >>
Deglutì. << Tu me l’hai
rubata. >>
<<
Non è solo colpa
sua. >> Sussurrò Gwen con voce spezzata e
vacillante.
<<
Oh, certo che no.
>> Si avvicinò alla ragazza. <<
E’ anche colpa tua! >> Scosse
la testa. << Mi hai deluso, Gwen. Non me
l’aspettavo da te. >> Poi
si allontanò.
Gwen
cercò di fermarlo, ma
fu trattenuta dalla stretta possente di Harry. Il suo sguardo fu
attirato da
quello del ragazzo.
Ci
sono sguardi che cerchi per evadere dai giorni, sguardi che cerchi
nella notte,
anche se c'è più buio che vita, per fuggire dalla
solitudine, sguardi che non
smetteresti mai di fissare per il semplice fatto che probabilmente
dietro
quello sguardo c'è chi ami. E poi quando non c'è,
c'è il vuoto a sostituire gli
occhi.
<<
Non ho intenzione
di lasciarti andare, non anche questa volta. >>
Appoggiò la sua fronte a
quella della ragazza e le cinse i fianchi con le sue braccia.
<< Gwen, io
ti amo >> La strinse a sé. << E
farò qualunque cosa pur di non
perderti. >> Poi posò un bacio su quelle
labbra calde e vellutate. Le
stesse labbra che erano state oggetto dei suoi miglior incubi. Le
labbra di cui
lui stesso si era innamorato, come della persona a cui appartenevano.
Ci sono persone
che tirano
fuori il peggio di te, altri tirano fuori il meglio, e poi ci sono
quelli
rimarcabilmente rari, dai quali diventi dipendente, che tirano fuori
solo il
più. Di tutto. Ti fanno sentire così vivo che li
seguiresti dritto all’inferno,
solo per sentirli ancora pronunciare il tuo nome con quella dolcezza.
Hi
everyone J
Come
al solito non faccio altro che
scusarmi
Per
i continui ritardi, ma davvero
La
scuola mi sta portando via un sacco
di tempo.
Spero
che l’attesa sia però stata
ripagata.
Finalmente
Gwen ed Harry possono
mettersi Insieme!
Allora,
per scrivere questo capitolo
ci ho messo un sacco,
avevo
molte idee ma non concordanti
tra di loro,
e
non volevo neanche scombussolare il
carattere dei personaggi.
Tutto
sommato, quel che ne è uscito
fuori non è male,
ma
di certo non è uno dei capitoli
migliori.
Volevo
dirvi anche un’altra cosa:
cambierò il rating della storia, ma
non verrà
abbassato di molto poiché lo metterò
arancione.
Ma
tranquille le scene rosse ci
saranno lo stesso, poiché farò delle one-shot
Ogni
qual volta che vorrò approfondire
la scena e, saranno in prima persona
Cosi
ché potrò giostrare meglio la
situazione.
Vi
informerò ogni volta che inserirò
una parte rossa così potrete leggerla
In
contemporanea a quando avviene la
scena.
Ah
stavo quasi per dimenticarmene :
Credo di esser morta per più di un minuto!
Lo
scorso capitolo ha raggiunto le 50
recensioni! WOW!
Non
credevo di poter arrivare a questi
livelli.
Quindi
GRAZIE, GRAZIE E GRAZIE!
See
u soon
-With
love deb
|
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Capitolo 20 *** Magiche sensazioni. ***
Magiche
sensazioni.
Esistono giorni
in cui pensi di avere raggiunto il limite.
Un limite che hai prestabilito in qualche modo tu. Un limite che non ti
permette di spendere le ultime energie correttamente , non ti permette
di
urlare l'ultima emissione di fiato e, non ti permette di far della tua
amarezza
una forza. Quando raggiungi il limite niente e nessuno ti aiuta a
scollarti di
dosso le macerie provocatesi con il bombardamento del tuo cuore , e con
la
morte della tua speranza. Ma, non appena i tuoi piedi tastano il
terreno vasto
e profondo del così detto "limite " un raggio di sole riesce
a
penetrare ogni tipo di armatura avvolgendo il tuo corpo stanco nei suoi
raggi.
Erano giorni,
ormai, che Harry rifletteva sul da farsi. Erano
giorni che lui e Gwen non si vedevano. Erano giorni che, ormai, sentiva
il
vuoto colmarlo. Aveva bisogno di lei, ormai, ogni singola fibra del suo
corpo
era stata sconvolta dal passaggio della sua
Gwen. Si sentiva strano, lacerato, come se fosse stato appena
squartato da
un assassino senza pietà. Forse a mancargli era la sua voce.
Forse era il suo
modo di parlare, il suo modo di chiamarlo. O forse era semplicemente
lei. E che
quando si trattava di lei, lui non sapeva esattamente cosa gli
succedesse. Per
quanto cercasse di trattenersi, se si fosse trattato di lei, lui sarebbe stato
felice.
-Preparati, tra
mezz’ora passo a prenderti. xx Harry.-
Avrebbe fatto lui l’ennesimo passo per dimostrarle quanto
tenesse a lei. E lei
non si sarebbe pentita questa volta, perché lui la
desiderava con tutto se
stesso ed avrebbe fatto qualunque cosa pur di averla.
Gwen
era brava a tenere le cose per sé. Era brava a nascondersi.
Brava ad evitare le
persone, e nonostante ciò, aveva così tanto amore
nel suo cuore, che il sol
pensiero di lasciarlo uscire, la spaventava a morte.
Bisogna essere molto forti per amare la solitudine.
E difatti lei non l’amava. Ma la paura di lasciarsi
andare premeva irreprensibilmente sul suo stomaco.
-E
dove dovremmo andare?
xx Gwen- Inviò ad Harry mentre scendeva lentamente le scale.
-E’
una sorpresa. Non
vorrai mica rifiutare questa avvenente proposta? Sappi che non accetto
rifiuti.
xx Harry-
Gwen
si ritrovò a
sorridere nel momento in cui lesse il messaggio. Forse un briciolo di
speranza
per lei, per loro ci sarebbe stato.
-E
sorpresa sia. xx
Gwen- Tolto il dente, tolto il dolore.
Sentì
il telefono vibrare.
-Sono
fuori. Esci? xx Harry- Prese un bigliettino, in
cui avvisò i suoi genitori della sua improvvisa uscita, e lo
appoggiò sul
tavolo della cucina.
Sentì
il telefono vibrare. Di nuovo.
-Voi
ragazze lo avete proprio
nel DNA xx Harry- Prese il telefono e uscì frettolosamente
da casa sua.
<<
Finalmente.
>> Borbottò Harry sorridendo. <<
Buon giorno. >> Disse infine
ingranando la marcia della sua auto.
<<
Cosa abbiamo
noi ragazze nel DNA? >> Chiese Gwen crucciando la fronte.
<<
Siete
perennemente in ritardo. >> Poi si avvicinò.
<< E amate metterci in
difficoltà con la vostra stupefacente bellezza.
>> Le sussurrò all’orecchio.
Gwen
sgranò gl’occhi e
lo guardò perplessa. << Certo che, sentirsi
dire da Harry Styles una cosa
del genere, non è proprio da tutti giorni. >>
Notò poi spuntare un ghigno
sul viso di lui. << Ora puoi gentilmente dirmi dove mi
stai portando?
>>
<<
Ti ho già detto
che è una sorpresa. >>
<<
Vuoi forse
rapire una docile donzella? >>
Harry
rise. << Credo
che rapire non sia il termine più adatto per questo
contesto, visto che la
donzella in questione mi è parsa assai consenziente a farsi
guidare in questo
viaggio ormai intrapreso. >>
Gwen
scosse la testa
rassegnata, illuminando il suo viso con un sorriso.
I
minuti si susseguirono
silenziosi ed imbarazzati, fino a quando non arrivarono alla meta
prestabilita
da Harry.
<<
Siamo arrivati.
>> Il riccio aprì lo sportello della macchina
e scese. Subito dopo che
anche la ragazza fu con i piedi per terra le porse la mano.
<< Seguimi.
>>
E
fu così che si lasciò
trasportare dal ragazzo misterioso.
Gwen
constatò con
meraviglia il paesaggio idilliaco che s’innalzava di fonte ai
suoi occhi
increduli. I rigogliosi alberi circondavano leggiadramente il lago
dalle acque
cristalline. Agl’argini di esso vi erano delle piccole rocce
ricoperte quasi
interamente da muschio verde. Un po’ più in la,
alla sua sinistra, vi era un
piccolo cottage contornato da arbusti e foglie dai mille colori.
Inspirò. L’aria
candita che riempiva quel posto era quasi disarmante.
<<
Vuoi rimanere
li per sempre? >> Domandò divertito Harry.
Gwen
boccheggiò per un
istante. Poi scosse la testa e avanzò pian piano.
<<
Non ti piace
vero? >> La
guardò trattenendo
malamente una risata.
<<
Mi stai
prendendo in giro? E la cosa più bella che io abbia mai
visto. >>
<<
A parte me.
>> Affermò Harry avvicinandosi al lago.
<<
Cosa ti fa
credere che tutti pensino che tu sia bello? >> Lo
sfidò lanciandogli uno
sguardo.
<<
Non tutti.
>> Proseguì il riccio annullando lentamente la
distanza tra i loro corpi.
<< Tu. Tu lo pensi. >> Respirò
profondamente il dolce profumo della
sua ragazza. << Se
no, non mi lasceresti
fare questo. >> E la baciò. Lentamente ed
intensamente, come per godersi
appieno quell’esasperante momento.
Stavano
vivendo uno di quei momenti in cui il cuore spera che il tempo si fermi
e
invoca che ciò che accade sia per sempre.
D’un
tratto, però, il cielo si oscurò e la pioggia si
scagliò furiosamente contro di loro.
<<
Vieni. Corri! >> Harry la prese per mano ed
insieme si precipitarono al cottage da loro poco distante.
<<
Quindi è tuo. >> Appurò Gwen
entrando nella
baita. << Avrei dovuto immaginarlo. >>
<<
Sembri quasi dispiaciuta. >> Ribatté Harry
intento ad accendere il fuoco.
<<
No, è solo che.. >> Si guardò
intorno e
sospirò. << Non mi sono mai potuta permettere
una casa del genere. O almeno
fino a quando mio padre ha cominciato a lavorare col tuo.
>>
<<
Non è tutto oro quel che luccica. >> Harry si
sedette di fronte al camino in cerca di calore. << Ho
sempre avuto tutto
dalla vita, o perlomeno, quasi tutto. Case, macchine, feste, gingilli,
ma l’unica
cosa che desideravo realmente era l’affetto dei miei
genitori. Erano sempre
troppo occupati, pieni di lavoro o di nuovi impegni per prendersi cura
di loro
figlio. Così, col passare del tempo, mi sono auto convinto
che questa fosse la
cosa migliore. Cominciai ad uscire sempre più
frequentemente, ignorandoli
completamente. E poi, fortunatamente, ho conosciuto gl’altri.
>> Un
sorriso si dipinse sul suo volto. << Loro mi hanno
aiutato molto. Gli
devo molte cose. >>
Gwen
ancora allibita da quelle rivelazioni si adagiò al suo
fianco e gli strinse con
forza una mano. Poi lo guardò. Aveva negli occhi la forza
del suo cuore. Si
avvicinò e posò un lieve bacio su quelle labbra
che desiderava ardentemente. Sentì
la lingua di lui saettare tra le sue labbra e
chiuse gli occhi abbandonandosi a quel sapore strano ma inebriante che
la stava
avvolgendo completamente.
Harry
le toccò
lievemente il dorso di una mano, quasi temesse di scottarsi.
<<
Voglio..
>> Deglutì. << Voglio fare
l’amore con te, Harry. >> Affermò
arrossendo.
<<
Ne sei sicura?
>> Harry le rivolse uno sguardo scrutatore, come se
volesse leggerle l’anima.
Al suo cenno
affermativo le dita del ragazzo le sfiorarono
un fianco provocandole un brivido. Poi chinò il capo verso
il collo della
ragazza ed inspirò. << Amo il tuo profumo.
>>
Il soffio delle
parole del ragazzo, così vicino ai punti più
sensibili della sua pelle, le strappò un lieve ansito. Un
calore strano cominciò ad avvolgere il corpo di
Gwen, insieme a brividi intensi. Trattenne il
respiro quando le
mani insicure ma salde del ragazzo fecero scorrere verso
l’alto la sottile
stoffa del suo maglioncino. Con una calma esasperante
afferrò i lembi della
maglietta di lui e con un gesto impacciato gliela tolse. Le mani delicate
e lievemente fredde della
ragazza esplorarono centimetro dopo centimetro il torace glabro del
riccio, scendendo
verso il basso e strappandogli qualche
gemito. Il corpo di Harry scivolò verso il suo e
portò una delicata mano di lei
sulla sua schiena nuda, in un muto invito a continuare ad accarezzarlo.
Quando
le sfiorò appena un seno, Gwen sussultò, mentre
la pelle d’oca ricopriva la sua
pelle vellutata.
<<
Rilassati. >> Sussurrò Harry, portando
entrambe le mani a cingerle i fianchi nudi e abbassandosi con il viso
sul suo
collo, fino a posarvi le labbra calde. << Sei bellissima.
>>
Gwen sorrise
contro la sua spalla nuda, sulla quale si
ritrovò a posare le labbra, senza pensarci.
Era così bello sentire sulla bocca la pelle calda e forte di
Harry, così bello
che continuò imperterrita a lasciargli piccoli baci sulla
spalla, risalendo
fino al collo.
Harry si lasciò sfuggire un sospiro di soddisfazione e
inclinò la testa per
lasciarla fare.
Era arrivata a mordicchiargli la mascella, quando si rese conto di una
sensazione nuova e calda contro il suo petto. Harry aveva armeggiato
senza
sosta intorno al suo reggiseno, massaggiando, toccando, accarezzando e,
senza
che lei se ne accorgesse, aveva definitivamente tolto anche quella
barriera. Ora
sentiva, direttamente contro i suoi capezzoli, il torace caldo di Harry.
Si fermò, deglutendo e cercando di scacciare un
po’ di quella nebbia rossa che
le offuscava i sensi.
Il
ragazzo
riprese ad accarezzarle il corpo, cominciando stavolta dalle sue
caviglie. Le sue
mani risalirono leggere, percorrendo le sue gambe fino in vita, dove
agganciarono il bordo superiore dei jeans e iniziarono a farli
scendere,
approfittandone per toccarle la carne calda delle cosce e lasciarla
senza
fiato.
Si appoggiò di nuovo a lui mentre i jeans sparivano oltre le
sue caviglie,
lasciandola a gambe nude. Incominciò a lasciarle baci
sull’interno coscia, sull’inguine,
sul ventre fino a quando risalì al seno. Vedere
un uomo chino tra i suoi seni, sentire la sua lingua che la saggiava le
fece
dimenticare per un attimo la paura, portandola ad abbandonarsi
completamente con
un gemito. Il riccio allungò
le mani ad afferrare l’elastico delle
mutandine per farlo scendere, ma Gwen posò una mano su
quella di Harry per
fermarlo quando ormai quest’ultime stavano scoprendo il basso
ventre.
Il ragazzo la
trafisse col suo sguardo pieno di dolcezza e
desiderio. << Se tu non vuoi, io mi fermo.
>> Farfugliò con voce
roca e vacillante.
La ragazza
scosse la testa e si aggrappò alle sue spalle
forti, facendo scivolare le dita su quella pelle così calda.
Il corpo di Harry incendiava ogni centimetro del suo e Gwen
arrivò persino a
desiderare che si fosse liberato anche lui delle mutande, per poterlo
sentire
completamente nudo su di sé.
Girò il capo da un lato e quasi si morse la lingua, quando
lui fece scivolare
una mano in mezzo a loro, tra le sue gambe.
Trattenne un gemito fin troppo forte quando lui ricominciò a
scendere e a
baciarla in una scia ininterrotta, lenta ma costante.
Si accorse di aver trattenuto il fiato solo quando gemette e
boccheggiò in
cerca d’aria, ma il respiro le mancò di nuovo
perché aprì gli occhi, che
nemmeno si era accorta di aver chiuso, e guardò verso il
basso, verso Harry tra
le sue gambe.
Forse si sentì osservato o forse fu il gemito acuto che le
sfuggì a spingerlo
ad alzare gli occhi verso di lei, mentre si dedicava a baciarla
così
profondamente e intimamente.
Si
staccò per un istante e la guardò in viso. << Tutto bene?
>>
Proprio mentre
Gwen si umettava le labbra e deglutiva per
cercare di rispondere, lui l’accarezzò con due
dita, facendole sfuggire un
altro gemito prolungato.
Lo vide sorridere soddisfatto, per poi riabbassare il viso e dedicarsi
totalmente
a lei. Improvvisamente si fermò, lei seguì i suoi
movimenti con attenzione e
curiosità, trattenendo il respiro mentre lui srotolava il
lattice sempre più
giù su quella lunghezza che un po’ la spaventava.
Ritornò a stendersi su di lei, con un sorriso appena
accennato e forse persino
un po’ emozionato.
Si tenne sui gomiti e le scostò una ciocca di capelli dal
viso, guardandola
negli occhi rimasti ormai sbarrati.
<<
Stai tranquilla. Rilassati. Chiudi gli occhi.
>>
Gwen li chiuse,
ma il suo corpo non rispondeva alla sua
volontà, si stava irrigidendo senza che lei riuscisse a
controllarlo.
Harry si
sistemò meglio, aprendole le gambe con delicatezza
e accorgendosi subito dei suoi muscoli tesi. <<
Rilassati. Andremo con
calma. >>
Gwen
riaprì gli occhi e annuì, cercando di sorridergli.
Harry si
sostenne su un braccio e infilò la mano tra di loro
per tornare a massaggiarle il basso ventre.
La ragazza
chiuse gli occhi e chiuse fuori tutti i pensieri,
si lasciò andare di nuovo a quelle carezze poi prese un
respiro lento e
lunghissimo quando Harry tornò a sdraiarsi su di lei.
<<
Basta che me lo dici ed io mi fermo. Hai tu il
comando, ok? >>
<<
Ok. >>Sospirò.
Poi lo
sentì e trattenne il
fiato involontariamente, mentre un intenso bruciore la stravolgeva.
Harry
si fermò, prendendo fiato, pervaso da un desiderio bruciante.
Era
un’intrusione, lo sentiva e
lo temeva ma non ce n’era ragione. Harry era pazzo di lei,
era innamorato di lei, lo
avvertiva in ogni
sospiro spezzato, in ogni lieve movimento.
Era un’agonia così, per tutti e due.
<<
Harry.. entra. Ora.
>> Lo pregò.
Non rispose,
semplicemente si
mosse. Fino in fondo.
Gwen si
aggrappò alle sue
spalle, il viso contro la sua pelle calda a soffocarvi un gemito.
Lo sentì tremare per quanto si stava trattenendo e
allentò la presa sulla sua
spalla.
<<
Come va? Male?
>>
<<
Vai avanti, non
fermarti. >> Lo diceva per lui, perché sentiva
i muscoli delle sue
braccia tremare per lo sforzo di rimanere fermi e lo diceva per se
stessa,
perché voleva vivere ogni istante di quel momento.
Harry si mosse,
lentamente,
uscendo e rientrando. Intrecciò le sue dita a quelle della sua ragazza. La sua mano era in quella
di Gwen, stretta come se
fosse l’unico posto alla quale apparteneva.
Gwen
deglutì, chiuse gli occhi
e si concentrò sui sospiri di lui, sui suoi movimenti e non
su quel fastidio
che sentiva ancora.
<<
Va tutto… bene?
>> Harry faceva fatica a parlare però,
continuava imperterrito a chiederle
delle sue condizioni.
<<
Brucia un po’ ma…
>>
<<
Vuoi che mi fermi?
>> Si allarmò e la guardò,
preoccupato.
La ragazza
scosse la testa ma
lui non si era più mosso, così decise di
smetterla di essere passiva e gli allacciò
le gambe intorno ai fianchi.
Era un gesto
estremamente
avventato e difatti lui fu colto alla sprovvista. Quel movimento li
portò
ancora più vicini, bacino contro bacino.
<<
Oh cazzo. >> E
poi niente lo fermò più.
Si
aggrappò a lui, il sudore
che gli scendeva nella schiena e il sapore salato della pelle della sua
spalla
che sentiva contro la sua bocca.
<<
Gwen.. Come.. va?
Riesci a..? >> Le chiese, ansimando.
<<
Tranquillo, va bene
così. Vai avanti. >> Aveva il respiro spezzato
anche lei, dall’emozione.
Voleva sentirlo venire, voleva tenerlo stretto a sé, sudato
e ansimante mentre
raggiungeva il piacere dentro di lei. Il suo
ragazzo, il suo amore.
<<
Gwen.. Dio..
>> Aumentò il ritmo delle spinte, senza mai
essere troppo eccessivo e
invasivo.
Gwen
lasciò scivolare le mani
dalle spalle ai capelli, stringendolo a
sé. << Vieni. >> Gli
sussurrò, dolcemente.
E lui
l’assecondò, non
trattenendosi più.
La ragazza lo
strinse forte a
sé, il peso del suo corpo caldo e sudato completamente sul
suo.
Dove doveva essere, dove lei voleva sentirlo. Appagato e rilassato,
ancora
dentro di lei.
Chiuse gli occhi, sopraffatta dall’emozione, mentre gli
baciava una guancia e
sentiva il suo cuore battere velocemente sul suo seno.
Harry
abbandonò il viso sul seno di Gwen, appagato e
spossato e sentì la timida e leggera mano di lei
accarezzargli i ricci capelli.
Chiuse gli occhi a quel tocco che avrebbe voluto sentire sul suo corpo
per
sempre. Sentiva
il cuore della ragazza battere velocissimo e si chiese per un istante
se non
fosse per la paura o per il dolore che le aveva causato;
uscì piano dal corpo
di lei facendole scappare un gemito e si distese al suo fianco. Poi,
lentamente aprì le palpebre e
la
guardò, la contemplò, e seppe con chiarezza, come
si sa di dover morire, che
l’amava più di qualunque cosa avesse mai visto o
immaginato sulla terra, più di
qualunque cosa avesse mai sperato in un’altra vita.
A
volte poche,
smaglianti ore di felicità bastano a far sopportare le
disillusioni e le
tristezze che la vita non manca mai di procurare.
Hi everyone J
Sono in tremendo ritardo, lo so.
Non faccio altro che scusarmi, so
anche questo.
E sono davvero dispiaciuta.
Anyway, passo subito al dunque visto
il tardo orario.
Il capitolo è molto lungo questa
volta, ed è anche
Un modo per ringraziarvi.
Finalmente hanno fatto l’amore!
Come vi avevo già anticipato, per i
capitoli rossi farò delle
OS, ma per questa volta ho fatto
un’eccezione
Perché volevo che la prima volta di
Gwen
potesse essere
Letta da tutti.
Grazie di cuore a tutti
I Love you!
-With love deb
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