Afterlife.

di La_Gates96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il principio. ***
Capitolo 2: *** Ciao Syn. ***
Capitolo 3: *** Mi rapiscono, meglio così. ***
Capitolo 4: *** Piacere, sono Denise. ***
Capitolo 5: *** I'm still alive. ***
Capitolo 6: *** Seize the day. ***
Capitolo 7: *** Welcome to my life. ***
Capitolo 8: *** All you need is love. ***
Capitolo 9: *** But girl what if there's no eternal life ? ***
Capitolo 10: *** You think It's over but It just become. ***
Capitolo 11: *** Now that It's over, I just wanna hold her. ***
Capitolo 12: *** Let's make a new start. ***
Capitolo 13: *** It's empty and cold without you here. ***
Capitolo 14: *** It's almost easy. ***
Capitolo 15: *** I'm afraid. ***
Capitolo 16: *** You had my heart. ***
Capitolo 17: *** Please understand I have to leave and carry on my own life. ***
Capitolo 18: *** A melody of us to see, I beg don't leave me.. ***
Capitolo 19: *** We all need the person who can be true to you. ***
Capitolo 20: *** .. So far away. ***
Capitolo 21: *** How long will I be waiting ? ***
Capitolo 22: *** Do you know that I love you ? ***
Capitolo 23: *** So what If I never hold You ? Or kiss your lips again.. ***
Capitolo 24: *** The end is coming. ***
Capitolo 25: *** Who the fuck?! ***
Capitolo 26: *** I'm strong. ***
Capitolo 27: *** .. But ? ***
Capitolo 28: *** It's the time. ***
Capitolo 29: *** Do You Remember That ? ***
Capitolo 30: *** Happy and Free. ***



Capitolo 1
*** Il principio. ***


Bene.
Quanti di voi hanno una vita ? O meglio, quanti di voi hanno una vita normale ?
Spero tutti perchè non augurerei mai a nessuno di passare quello che ho passato io.
Una madre morta quando io ero ancora in fasce e un padre alcolizzato che non lavorando spende tutto quello che ha in alcool, poker e gioco d'azzardo. 
Io, figlia unica, vivevo a Maryland, in America. 
Ero una tipa di quelle che viveva alla giornata, e d'altronde, cosa potevo fare con una famiglia, se così si può chiamare, del genere ?
A sedici anni una persona frequenta il liceo, ha molti amici, va a dei concerti, insomma, ha una vita sociale. Io invece passavo le mie giornate in una fottuta via a guardare il cielo, sperando ogni giorno che la mia vita cambiasse, mentre tutti gli altri 'normali' che passavano, mi guardavano e pensavano che io fossi una prostituta, se non una zingara. Delle volte mi hanno anche lasciate l'elemosina, eh bhè, mi facevano solo un favore. 
Un giorno, sempre in quella 'famosa' via, lessi (almeno leggere lo sapevo fare) un cartello dove c'era scritto che di lì a poco ci sarebbe stato un concerto di una band heavy metal nel centro del paese.
Io non so perchè, rimasi subito colpita da quel DeathBat inciso sul cartellone, insomma rappresentava la mia vita..
Un qualcosa che c'era e non c'era, vita e morte insieme, io vivevo morendo.
Avevo sempre avuto un debole per la musica pesante e non avevo mai sfiorato l'idea di poter andare ad un concerto, insomma, mio padre (sfortunatamente devo chiamarlo così) non mi avrebbe mai dato il denaro necessario, ma comunque mi fissai, IO DOVEVO ANDARCI.
Con dei stupidi capelli rossi, due occhioni verdi pieni di speranza, io non avrei mai creduto di poter arrivare vendere tutto ciò che avevo per poter comprare quel biglietto, ma me ne fregai.
Scarpe, libri, poster, indumenti, vendetti tutto, e riuscii a guadagnare la somma necessaria. 
Comprai il biglietto e di lì cambiò tutto.
Non sapevo nemmeno chi fossero i tizi che avrebbero cantato, ma qualcosa mi spingeva ad andare fino in fondo, non so cosa!
Arrivò la data, e io ero alle porte del concerto da tipo dodici ore prima, infondo non avevo mai niente da fare.
Ero in prima fila, e la prima canzone che cantarono faceva tipo "..Please understand I have to leave and carry on my own life.."; mi colpì nello stesso istante in cui il chitarrista suonò la prima nota, Synyster si chiamava (lo capii da tutti i fan accaniti che acclamavano il suo nome) e io me ne innamorai.
Ci fu un momento del concerto però in cui quella bellezza con una chitarra in mano, dai capelli scuri, sudato, un paio di Nike ai piedi, mi indicò e mi fece salire sul palco. Io pensavo di sognare, era la prima persona che si era accorta di me, e nemmeno mi conosceva!
Mi mise la sua chitarra e si mise dietro di me. Io, alta 1 metro e 60 ero facile da gestire, quindi mi abbracciò dai fianchi e suonò l'assolo con me che non so con quale forza mi reggevo in piedi. Ero eccitata, cazzo se lo ero.
Se non ci fosse stata la chitarra sono sicura che me lo sarei fatto senza tanti problemi.
Non avevo mai creduto alla fortuna, ma devo dire che quella volta dovetti ricredermi. Scesi dal palco, e mi feci portare via, fuori da quella folla, ero troppo stonata, felice, emozionata, grhjfdjk .
Controllai la tasca, e trovai un biglietto. Stonata e cogliona in quel momento lo ero, ma non ricordavo di aver messo un biglietto nella mia tasca; lo aprì e lo lessi. C'era scritto un nome "Brian" e un recapito telefonico, seguito da una serie di "xoxo".
E ORA CHI CAZZO ERA QUESTO BRIAN?!

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Capitolo 2
*** Ciao Syn. ***


Presi il telefono.
- Pronto ?
- Ho trovato il suo numero nella mia tasca e sai, vorrei sapere chi lei sarebbe.
- Io sono Brian. - Disse con altezzosità.
- Piacere a stocazzo, io non conosco nessun Brian però. - iniziai ad innervosirmi, col carattere poco paziente che ho.
- Strano, ieri hai suonato alla perfezione con la mia chitarra e già ti sei scordata di me. - Disse con ancora più altezzosità.
Io ero morta. Non sapevo se fosse uno di quei sogni che continuavo a farmi dal momento in cui lasciai quel palco, o fosse la realtà.
Insomma volevo crederci, ma avevo paura di illudermi come da quasi diciassette anni continuavo a fare.
- Sei morta per caso? - Mi chiese con una risata maliziosa.
- Nono, ci sono, è solo che.. mi sconvolgi. - Dissi balbettando, o almeno questo è quello che volevo dire,
non so bene quali parole o monosillabi la mia voce stava emettendo in quel momento.
- Perchè mi hai lasciato il tuo numero ? Questo è il sogno di tante ragazzine immagino, e so che se ne parlassi mi sbatterebbero in un manicomio senza alcuna paura. -
Lui: " Bhè, io sono il Synyster Gates con cui ieri hai suonato. Il fatto di portarmi bigliettini col mio nome e numero di telefono è quasi un vizio, sai, un bel figo come me di spasimanti ne ha a bizzeffe!".
Posso dire di essermi sentita presa in giro ?
La fama a volte da alla testa, e con lui si poteva capire subito alla perfezione e subito.
- Dai scemetta che scherzavo. Comunque sono rimasto impressionato dai tuoi occhi.
Mi hanno trasmesso un non so chè di strano, insomma, mi è sembrato come se tu avessi bisogno di qualcosa, e io non mi sono tirato indietro di certo.
Quando si tratta di opportunità con belle ragazze io sono sempre in prima fila! -.
- Bene, e cosa cerchi da me ? - Risposi con freddezza.
- Incontrarti. Ci vediamo nel centro di Maryland alle 6 e 30 di stasera. A mezzanotte riparto per il tour, quindi mi farebbe piacere rincontrare il tuo sguardo ancora. -
- Spero tu non mi stia prendendo in giro. Non mancherò. - Dissi eccitata.
- Tranquilla dolcezza, ci vediamo tra poco. -
E chiuse la chiamata.
Dovevo crederci ? Io non ero mai stata niente se non un essere inutile.
Non avevo nemmeno qualcosa da mettere, infatti indossai i soliti scarponi, calze a rete rotte, maglia corta e larga, e capelli legati.
Erano le 6 e 40 ormai, e non c'era nessuno.
Volevo piangere. Mi ero illusa un'altra volta e non volevo stare male ancora.
Una, l'unica, cosa bella nella mia vita, rovinata, o meglio, è stata colpa mia. Io non dovevo illudermi insomma.
Un chitarrista di fama mondiale con una merda come me ?
Non si era mai visto nè in cielo nè in terra una cosa del genere.
Stavo per andare via, quando mi sentii tirata da dietro e mi ritrovai in un vicolo, con un uomo che mi stringeva da dietro.
- Te lo avevo detto che se si trattava di belle ragazze non mi faccio perdere le occasioni, eh! - Quella voce mi era familiare.
Io: "Allora sei venuto ?"
- Sì, e ora preparati, ci daremo alla pazza gioia. -
Rimasi immobile, un po' mi spaventava, ma per com'ero eccitata non feci altro che inseguirlo e capire cosa voleva fare.

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Capitolo 3
*** Mi rapiscono, meglio così. ***


Continuammo a camminare.
Lui indossava un cappello, degli occhiali da sole nonostante fosse sera, jeans, e una camicia senza maniche.
Io lo fissavo, a rischio di andare a sbattere contro un palo.
Ora che ci penso, non sapevo nemmeno il nome del gruppo o degli altri componenti.
Conoscevo solo lui.
Dopo qualche momento di silenzio, iniziammo a parlare.
- Ma sai vero che ho 16 anni e mezzo? - Chiesi imbarazzata.
- So quello che devo sapere, e cioè che sei bellissima. -
Io ero imbarazzata, troppo per dire qualcosa di sensato.
- Tranquilla non sei il mio tipo, solo che voleve conoscerti. -
Quando ami qualcuno tutto ti ferisce, e anche se sembra stupido in quel momento mi sentii ferita da lui, già lo amavo.
Ma mai l'avrei ammesso.
- Vuoi venire con me ? - Disse interrompendo i miei pensieri.
- D..dove ? -
- In tour, ti faccio conoscere gli altri, insomma dai, ti diverti un po'. E poi penso che nemmeno i genitori vorrebbero tenere fra i piedi una tipa come te. - Disse alzando le sopracciglia e abbassando lo sguardo 'scherzoso' verso la nana che ero.
- Io non ho i genitori - Dissi freddandolo.
- E d'ora in avanti allora avrai una famiglia, su. - Disse e mi spinse in una macchina.
Poteva sembrare a tutti gli effetti un rapimento, eppure non avevo paura.
Insomma c'era lui, al diavolo alla 'vita' che avevo, o a quello che mi sarebbe potuto succedere.

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Capitolo 4
*** Piacere, sono Denise. ***


- Allora è questa la tipa di cui ci avevi parlato ? - Disse uno dei ragazzi nell'auto. 
Aveva gli occhi chiari, un sorriso perfetto, delle fossette che lo rendevano tenero e dei lobi dilatati che erano la fine del mondo.
- Si, è lei. - Disse Brian.
- Piacere, sono Matt, e tu saresti la nuova fiamma di quel figlio di puttana? - 
- Bhe, io veramente.. - Non sapevo proprio cosa dire..
- Non dargli retta, qui sono tutti un po' stronzetti con i nuovi arrivati. Io sono Jimmy, piacere di conoscerti. -
Aveva una pettinatura stupenda, un paio di occhiali, e fra tutti quelli li mi sembrava il più normale, in poche parole. 
- Lui è l'ottavo nano, Johnny - Disse Matt dando una gomitata amichevole all'amico con problemi di altezza. Che stronzo che era però!
- Bhè siamo tutti a quanto sembra. - Disse Syn con tono altezzoso, come suo solito.
- Fottuti bastardi, vi dimenticate di me! Ma come potete! - Disse un altro ragazzo, che aveva un paio di occhi verdi meravigliosi.
- Oh perdono. Lui è Zacky, ammiralo in tutta la sua bellezza. - Mi disse Jimmy. 
- Io sono Denise, piacere di conoscervi tutti. - Dissi imbarazzata tra una risatina e l'altra.
Zacky era alla guida, affianco a lui c'era Johnny e dietro con me Synyster, Matt e Jimmy. 
Durante il tragitto verso non so dove, Jimmy mi raccontò della band;
lui era il batterista, Matt il cantante, Johnny il bassista, Synyster il chitarrista solista e Zacky il secondo chitarrista. 
Mi chiese anche se Synyster si fosse mai azzardato a mancarmi di rispetto, cose così.
Insomma si mostrò subito molto dolce nei miei confronti, comprensivo, quasi interessato alla mia persona, mentre Brian,
l'uomo che mi aveva condotta in quell' avventura sembrava quasi essersi dimenticato di me, non sapevo nemmeno se si ricordava il mio nome.
Era lì, con la testa poggiata sul finestrino mezzo aperto della macchina mentre fumava una sigaretta.
Jimmy vedeva che io ero delusa un po' da questo suo comportamento, e infatti mi invitava a parlare della mia vita, a conoscerci meglio insomma.
Dopo avergli raccontato la mia odissea, mi guardò con quegli occhietti azzurri che con gli occhiali sembravano più grandi,
e mi mise un braccio sulla spalla, dicendomi: "Tranquilla, da oggi gli Avenged sono con te.".
Zacky e Johnny continuavano a cazzeggiare per i cazzi loro, io mi addormentai sulla spalla di Jimmy e Synyster non so cosa faceva, immagino continuasse a fumare..
Quel turco di merda!

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Capitolo 5
*** I'm still alive. ***


Mi svegliai, dovevano essere le quattro del mattino, in un'autostazione tra le braccia di Brian.
COME CI ERO FINITA ADDOSSO A LUI?!
- JIMMY, APPENA TI PRENDO TI SUONO, MOLTO MEGLIO DI UNA BATTERIA! - Pensai tra me e me.
Anche se ero dura nel mostrarlo, quello fu il risveglio più bello di tutta quanta la mia fottuta vita, lo dovetti ammettere!
Finsi ancora un po' di dormire, e Brian, svegliatosi poco dopo di me, mi guardò,
mi sorrise e mi fece poggiare sui sedili, e da bravo turco andò a fumarsi qualche pacchetto.
Entrò Jimmy.
- Ben svegliata, dormigliona! Dormito bene ? - Aveva un sorriso a trentadue denti, quasi mi faceva pena doverlo sgridare per avermi fatta appollaiare tra le braccia di Syn mentre dormivo, ma non mi detti retta.
- Jimmy, sai di essere nella merda vero ? - Dissi lanciandogli un'occhiata da tipica donna nella fase premestruale,
con una piccola particolarità, non ero in quella fase del mese in quel momento.
- Brian è abbastanza comodo vero ? - Mi chiese sghignazzando fra sè e sè.
- Bhe dai, devo ammetterlo.. cazzo ma che cazzo mi fai dire, Jim ?! - Dissi con tono arrabbiato,
anche se si vedeva lontano un miglio che volevo scoppiare tra le risate come non mai.
- Su piccolina, tranquilla, non lo farò più, promesso. - E mi abbracciò.
Io in quel momento mi sentii amata davvero. Non avevo mai ricevuto un abbraccio,
e riceverlo da lui che era stato tutta la notte ad ascoltare la mia vita, era una cosa che significava molto per me.
Ci distaccammo, e lui mi guardò molto intensamente neglio occhi, il cuore mi batteva a mille,
a momenti lo vomitavo per come ero emozionata.
Mi accarezzò il viso dolcemente e lentamente, e inclinò leggermente la testa mentre si avvicinava sempre di più..
In quel momento entrò Brian in macchina e guardò Jimmy con aria di sfida.
Io continuai a fissarlo, nonostante l'intrusione di Syn, e gli sussurrai all'orecchio "Grazie" e mi staccai da lui,
tornando sul mio sedile a pensare a niente e a tutto nello stesso momento.
Non potevo immaginare cosa sarebbe potuto succedere di lì a poco..

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Capitolo 6
*** Seize the day. ***


Jimmy, prima dell’avvenimento imbarazzante accaduta tra me e lui,
mi disse comunque che lui e Brian erano migliori amici da una vita ormai.
Io iniziai a farmi i migliori complessi mentali.
Solo l’idea di poter aver compromesso una grande amicizia come la loro, mi faceva sentire in colpa.
Decidi quindi di parlare con Synyster, e vedere se lui ce l’aveva con me, oppure col suo grande amico.
Lo trovai che fumava, come sempre, con un piede poggiato al muro, vicino ai bagni delle donne dell’autostazione,
non si faceva mica perdere l’occasione per ammirare qualche bel culo, il signorino.
- Hey.. – Gli dissi con timidezza.
- Scusa se ho interrotto qualcosa, non era mia intenzione. – Rispose con freddezza.
- Brian, ti ho ferito ? -
- Tu ? Ferire me ? Ne deve passare di tempo piccola, o forse non accadrà mai. Non ho bisogno dell’argento quando posso avere oro, intendimi se capisci. Sai con Jimmy, almeno ringrazierete me quando avrete tanti bei marmocchietti a cui badare. –
Disse con sempre più freddezza, guardando verso l’alto, con tono distaccato.
- Ti amo. – Dissi facendo cadere una lacrima, e andai via correndo e piangendo.
Non so quale fu la sua reazioni, non mi voltai nemmeno per un secondo.
Ma andari via, lontano.
Camminavo da sola per l’autostrada, da sola, come da diciassette anni quasi ero abituata a fare.
Tra qualche giorno sarebbe stato anche il mio compleanno, e forse qualcuno mi avrebbe investita come regalo.
Avevo addosso il telefono cellulare di Jimmy, me lo aveva dato prima di uscire dalla macchina, ma me ne scordai completamente.
Dopo qualche ora, tutti si riunirono in macchina e non vedendomi all’appello, iniziarono ad allarmarsi.
Mi rifugiai sotto un albero al di là della strada, e giusto per completare l’opera iniziò a piovere.
Sentii un cellulare squillare. Era quello di Jimmy, la chiamata era di Brian e non esitai a rispondere:
- Denise ? Denise dove sei ? Sono Brian mi riconosci ? Stai bene ? Che fine hai fatto ? –
Brian iniziò a farmi domande a più non posso senza nemmeno darmi il tempo di rispondere.
- Sto bene, solo un po’ stanca, mi vieni a prendere per favore ? – Chiesi con voce esausta.
- Certo tesoro, dimmi dove sei. -
- Sotto un albero, vicino ad un casolare, è facile da notare, c’è un grande mulino a vento. -
- Che culo, siamo lì vicino, arrivo piccola, non ti preoccupare. -
E chiuse la chiamata.
Dopo qualche minuti vidi un’ombra avvicinarsi affannatamente verso di me, senza badare alla pioggia, veniva verso di me.
- DENISE? DENISE?! – Sentivo urlare il mio nome.
- Brian ? – Emisi un piccolo suono, non avevo più voce.
- Denise, piccola, perché l’hai fatto ? –Mi chiese Brian che ormai era arrivato a me.
- Perché ti amo. – E svenni.
Mi portò in braccio fino all’auto coprendomi con la sua giacca borchiata di pelle, da cui non si separava mai.
Arrivò in auto e mi tenne in braccio, infondo ero minuta, non creavo tanti problemi.
Notò che avevo la febbre e anche molto alta, e mi portò nel Bed and Breakfast più vicino.
Non so di preciso cosa fece Jimmy in quei momenti.
Arrivati al B&B, prenotò una stanza per due, per me e lui.
Mi mise a riposo nel letto, e lui si sdraiò al mio fianco, mentre nel frattempo gli altri tornavano
all’autostazione dove avevano lasciato tutti gli strumenti.
- Ben svegliata Denise.. – Mi disse appena aprii gli occhi.
- Hey – Risposi.
- Non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere. – Disse con sguardo serio.
- Scusami, non lo farò più. -
Seguirono solo momenti di silenzio in cui nessuno dei due sapeva che fare.
Ad un certo punto però vidi che lui iniziava ad accarezzarmi i fianchi, io ero nervosa, ma anche eccitata.
Mi girai verso di lui, lo guardai negli occhi, e gli ripetei “Ti amo Brian.”.
Dopo queste tre parole mi strinse a sé, più forte che poteva. La sua mano dai fianchi, era passata sotto la mia maglia,
e io con la mia brutta abitudine di non portare reggiseni, lo avvantaggiai solamente. Mi accarezzò la schiena,
da sotto la maglia, e poi passò alla pancia e piano piano saliva.
Mi baciò, e io chiusi gli occhi, ero in paradiso ormai.
Non ragionavo più.
Mi levò la maglietta e pian piano arrivò a mettersi sopra di me.
Con delicatezza mi levò anche i pantaloncini e calze, era dolce come non mai.
Mi baciò tutta, dall’inizio alla fine, e iniziò toccare dove bhè, a noi donna piace essere toccate durante i preliminari,
diciamolo schiettamente vah.
Non so perché arrivai fino  quel punto. Forse il fatto che ero stonata per la febbre, o intontita dal suo fascino,
ma mi ritrovai a fare sesso con lui, con una delle star più desiderate al mondo.
Furono momenti di assoluta dolcezza, romanticismo e delicatezza tra noi due.
Finì tutto e io svenni di nuovo, quindi lui mi rivestì e si accoccolò al mio fianco, come due persone davvero innamorate sono solite fare.

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Capitolo 7
*** Welcome to my life. ***


Aprii gli occhi e lo vidi fumare poggiato alla finestra.
Qualcosa non mi quadrava; il letto era ben fatto, insomma non mi sentito affaticata, in un certo senso, era tutto normale.
- PERFETTO. - Pensai.
- Ho fatto uno dei miei sogni erotici più belli, questo però meritava l'oscar, diciamocelo. - Continuai a pensare tra me e me.
Lui mi guardò con freddezza, si incamminò verso di me fissandomi negli occhi e, arrivato vicino al mio letto, disse: "Alzati. "
Senza timore mi alzai, e si avvinghiò a me in un abbraccio dolcissimo.
- Non farlo mai più. - E rimase attaccato a me per qualche minuto.
Uhm, era troppo dolce per essere lui, però di certo non mi dispiaceva eheh.
Si staccò da me.
- Come ti senti adesso? - Mi chiese.
- Bene, solo un po' intontita, ma sto bene. - Risposi poggiandomi una mano alla fronte, per il mal di testa che avevo.
- Te la senti di tornare in viaggio ? -
- Sì, dai, andiamo. - Dissi e mi misi sottobraccio a lui, ero ancora un po' debole.
Scendemmo e c'erano ad aspettarci Jimmy, Matt e gli altri.
Jimmy appena mi vide mi saltò addosso, penso che mancava poco che scoppiasse in lacrime.
- Den, come stai ? - Mi chiese con aria preoccupata.
- Jim sto bene, non preoccuparti. - Risposi dandogli una pacca sulla spalla.
E Brian continuava con le sue occhiate.
- Dai sali in macchina, piccola ribelle. - Mi disse Zacky con aria scherzosa aprendomi lo sportello dell'auto. -
Ora ci aspetta un lungo viaggio, Los Angeles non è dietro l'angolo sai ? - Mi disse.
Io nemmeno sapevo dove si trovasse Los Angeles, quindi sorrisi e annuì, come una perfetta deficiente.
Questa volta però ero seduta avanti con Zacky e Brian, mentre dietro c'erano Matt, il piccolo John e Jimmy.
Dormii anche quella volta nelle braccia di Brian, e questa volta lui sembrava quasi emozionato,
non gli dispiaceva che una ribelle, piccola, nana ed ebete come me stesse occupando i suoi spazi,
e poi anche se gli avesse dato noia, io da lui non mi sarei mai staccata.
Dormivo ma non dormivo, non sapevo nemmeno io cosa stessi facendo.
Pensavo a tutte quelle avventure che avevo vissuto in mezza giornata 'grazie' a questi tre figli di troia,
al mancato bacio con Jim, alla mia fuga, a Brian che mi aveva dimostrato che a me un po' ci teneva, e il sogno erotico,
anche se questo è meglio lasciarlo perdere.
Il bacio con Jim.. ah già. E ora ?
Non voglio rovinare il mio primo vero rapporto d'amicizia con una persona, in questo caso Jimmy,
per una mia piccola e stupida debolezza. Insomma io sentivo di tenerci a lui, di provare qualcosa per lui,
ma era affetto, quello che si potrebbe provare per un fratello, un amico, un genitore, un parente. Niente di più

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Capitolo 8
*** All you need is love. ***


Non chiedetemi il perchè, però ho ritenuto opportuno far 'parlare' Brian in questo capitolo.
 
Arrivati più o meno a qualche miglio di chilometri a Los Angeles, ci fermammo in un'autostazione per fare rifornimento.
Denise, quella scansafatiche come sempre continuava imperterrita a dormire, mentre io avevo in testa quell'immagine di lei e Jim vicini,
troppo vicini per sopportarlo.
Scesi dall'auto, non la svegliai, e feci cenno a Jimmy di venire verso di me
- Jimmy, potresti venire un secondo ? - Gli dissi.
- Arrivo amico, dammi il tempo di sistemarmi i capelli, questi fottuti stronzi non ne vogliono sapere di stare buoni oggi. - Mi rispose. 
Sembrava non fosse successo nulla per lui, io invece rodevo dentro; non era invida ma non era nemmeno rabbia,
non sapevo cosa stessi provando in quel momento.
- Eccomi amico! - E mi fece cenno per battere il cinque, come sempre facevamo, solo che questa volta non ricambiai.
- Ciao. - Risposi.
- Cosa ti è successo ? Sei strano Brian.. - Mi chiamava 'Brian' solo quando diventava serio, molto serio.
- Provi qualcosa per lei ? - Chiesi senza pensare.
- Intendi Denise? No stai tranquillo. La vedo semplicemente come una sorellina da dover accudire. Le voglio bene, è dolce, simpatica, carina, disponibile, ma so quel che prova, e io non voglio ostacolare i suoi sentimenti. - Disse. - Syn, credimi, nel suo cuore in questo momento c'è solo una persona. -
E mi diede una pacca sulla spalla sorridendomi e strizzando l'occhio.
- Cazzo, scusami Jim, non so cosa mi sia preso. - Gli dissi.
- E io invece lo so caro. - Disse con convinzione. - Sei semplicemente innamorato. - E andò via salutandomi con la mano.
A quelle parole io non sapevo cosa rispondere, ero immobile, pietrificato.
Io ? Innamorato ? 
Non pensavo che un giorno mi sarebbe mai capitato. 
Ho passato la mia vita insieme a fighe assurde, in tutti e due i sensi, mi bastava una sera con una ragazza che magari
il giorno dopo non avrei nemmeno rivisto, per sentirmi più forte rispetto agli altri. L'amore..
 
Tornai in macchina e lei dormiva ancora. Aveva un sorriso angelico, la pelle chiara, sembrava un angelo. 
Da quel momento qualcosa in me cambiò, anche se cercavo di negarlo.

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Capitolo 9
*** But girl what if there's no eternal life ? ***


Qui invece riparla la nostra Denise :3

Riprendemmo il viaggio verso Los Angeles.
Io piano piano riuscii a capire in che mondo, pianeta, universo, mi trovavo, insomma per tutti il risveglio penso sia una cosa tragica!
Lì i ragazzi erano attesi da una sfilza di fan (prevalentemente erano ragazze, purtroppo)
pronti ad ammazzarsi pur di vederli sopra quel palco, che avrebbero occupato la sera stessa.
Il concerto era alle 8 e 30 nella piazza del centro di Los Angeles.
Più di 560.000 biglietti erano stati venduti, insomma, un vero successo!
Io ero un po' preoccupata.. Infondo Synyster si portava dietro sempre i suoi famosi 'bigliettini'
per accalappiare ragazze nuove, per questo durante tutto il tragitto fino all'albergo non dissi una parola,
e camminai sola con lo sguardo basso. 
E poi a lui sembrava anche non importare, quindi.
Entrai nella mia stanza d'albergo, almeno lì sarei potuta restare sola con me stessa e i miei pensieri. 
Poco dopo bussai alla stanza 124, la stanza di Jimmy.
- Hey cara, ti vedo giù, che hai ? - Mi chiese accarezzandomi il viso.
- Jimmy, io.. - E scoppiai in lacrime abbracciandolo. 
Chiuse la porta, mi fece sedere sul letto e mi portò un po' d'acqua per farmi calmare. 
- Cosa è successo ? Riguarda Brian vero ? Te lo si legge in faccia. - Mi disse, guardandomi negli occhi. 
- Io non sono quella che vorrei essere. Potrei essere più alta, più carina, con un fisico migliore, un carattere più dolce, un'andatura femminile, un fascino più accattivante; e invece sono una stupida bambina di sedici anni che si veste da maschiaccio e ama una persona irraggingibile. Una sfigata in poche parole. -
Dissi tra singhiozzi e lacrime che mi bagnavano il viso.
- Sai, io di tutte le ragazze che ho conosciuto, tu sei la migliore, e spiegarti il perchè è davvero semplicissimo. Tu sei Denise, sei te stessa in qualunque situazione; non hai bisogno di fingerti qualcun altro se vuoi qualcuno o qualcosa, tu sei sempre te stessa e magari anche se ora ti sembra che le cose vadano male, stai certa che le soddisfazioni arriveranno, eh come se arriveranno! Sei dolce, tenera e tanto carina, mi dici cos'è che ti manca ? Magari solo un po' di sicurezza in te stessa, vedrai che andrà tutto bene. -
A quelle parole io non sapevo cosa dire. Rimasi muta, le lacrime stavano asciugando sulle mie guance,
la sua voce mi aveva persino fatto dimenticare il perchè della mia tristezza, mi aveva fatto conquistare
quel pizzico di autostima che avevo perduto venendo al mondo, lui sì che era un vero amico.
- Grazie Jimmy, - gli dissi alzandomi e sorridendo - però vedi di aggiustarti quei fottuti capelli che hai! - dissi ridendo. 
- 'Sti stronzi oggi non ne vogliono sapere di stare apposto, e poi, grazie a te. -
E mi diede una pacca sulla spalla facendomi un occhiolino.
Quindi uscii dalla sua camera per andare a parlare con Brian. 
Stanza 134, la sua camera, stavo per bussare ma la porta era semi aperta. 
Entro senza nemmeno chiedere chi c'era, silenziosamente, magari gli avrebbe fatto piacere vedermi.
- E questa chi sarebbe, amore ? - Disse una ragazza dai capelli lunghi, neri, lisci,
con due occhi azzurro ghiaccio e uno sguardo da sogno. 
- . . . Non ne ho idea. - Rispose lui fissandomi negli occhi, quasi terrorizzato.
- Devo aver sbagliato stanza, scusatemi, non volevo disturbarvi. - Andai via.
Erano molto affiatati, lei era con una maglia aderente bianca, penso con dei pantaloncini corti, mentre lui era i boxer.
Fanculo la mia vita volevo morire.
Poco dopo mi sentii chiamare, era Brian, che correva verso di me con affanno. 
- Ti prego fermati, posso spiegarti tutto! - Mi urlava.

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Capitolo 10
*** You think It's over but It just become. ***


Continuavo per la mia strada, non volevo voltarmi a guardare l'uomo che mi aveva appena distrutto il cuore.
Perchè, si ok, lui non sapeva, almeno così credevo, che io fossi innamorata di lui, però illudermi in quel modo penso sia stato abbastanza crudele.
Continuava a tenermi per il braccio, e io avevo una voglia di tirargli un calcio nelle palle tanto forse da farlo diventare un flautista,
invece che chitarrista professionista.
Pensavo di odiarlo in quel momento. 
Mi girai di scatto e iniziai a pensare senza pensare.
- Bastardo. Sapevi che io mi stavo illudendo sulle tue false parole costruite in aria.
Sapevi che stravedevo per te. Ma a quanto pare te ne sei fottuto. -
Mi avvicinavo sempre di più a lui per gridargli in faccia.
- Non voglio più vederti, vai via! Figlia di puttana, riuscirò a dimeticarti, e il bello è che non potrò mai parlare a nessuno di questa cosa, visto che io non ho nessuno, e anche se avessi qualcuno mi prenderebbero tutti per pazza!
Vai via, sparisci, vai con quella ragazza, so che io non potrò mai arrivare a lei e poi tu .. -
E in un istante me lo trovai sulle mie labbra.
Mi aveva baciata, e stavolta non era un sogno.
Lo aveva fatto per farmi tacere o perchè voleva dimostrarmi qualcosa? 
In meno di un istante mi feci le migliori seghe mentali, di nuovo per colpa sua,
e mi staccai da lui, anche se potrà sembrare stupido.
- Scusami Denise, non so cosa mi sia preso. - Disse con tono basso, quasi innocente.
Io rimasi zitta a fissarlo, ero arrabbiata ma dentro me qualcosa stava cambiando.
- E' forse meglio che vada via, ciao Denise, non ti dimenticherò. -
E ritornò dagli altri.

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Capitolo 11
*** Now that It's over, I just wanna hold her. ***


Qui parla Synyster, cari lettori :)
 
Io non sono mai stato innamorato, mai ne ho sentito il bisogno.
E ora ? Spunta lei dal nulla che davvero per la prima volta riesce a farmi soffrire. Ma che cazzo ?
Sono il grande Synyster Gates, il chitarrista degli Avenged Sevenfold non chè i miei migliori amici da una vita;
Ho soldi a palate e posso avere quante donne io voglia, solo scocchiando le dita. Però perchè non voglio nessun altra che non sia Denise ?
Cos'ha lei di diverso dalle altre ? Ha due braccia, un culo, due tette e una figa. Cosa cambia dalle altre ?
Ecco cosa mi passava per la mente, non riuscivo a pensare ad altro mentre mi allontanavo da lei.
Avevo lo sguardo basso, e sentivo qualcosa di umido sul viso, era una lacrima.
Non avevo mai pianto davvero e non volevo iniziare ora, però era più forte di me. 
Mi voltai, lei era ancora lì, mi aveva voltato le spalle e aveva le mani al volto, come per coprire il viso.
- DENISE! - Urlai come un forsennato.
- Denise! Aspetta! - E corsi da lei.
Lei si voltò, gli occhi lucidi ormai mi trafiggevano il cuore.
Arrivai davanti a lei e non riuscii a parlare, o per lo meno non riuscii a dire quello che volevo dirle.
- T..Tieni. Chiama Jimmy e fatti venire a prendere, è pericoloso per una ragazza andare in giro da sola. -
E le porsi il telefono.
Lei lo prese e non disse niente. 
Andai via, pronto a chiudermi in stanza e non parlare con nessuno per i prossimi cinque secoli,
ma qualcosa mi spingeva a tornare indietro da lei.
Ma io ero Synyster, non sarei mai tornato sui miei passi, non in quel momento.

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Capitolo 12
*** Let's make a new start. ***


Qui parla Denise.
 
- Pronto ? Jimmy ? Sono Denise. - Dissi mentre chiamavo Jimmy.
- Ehy, piccola dimmi. - 
- Mi verresti a prendere? Sono a tre isolati dall'albergo, da sola, e non mi va di tornare a piedi, è anche buio. - Dissi.
- Dieci minuti e arrivo. - Disse dolcemete e chiuse la chiamata.
Arrivò, mi fece salire e iniziò a guardarmi.
- Cos'hai ? O meglio, cosa ti ha fatto sta volta Brian ? - Mi chiese con occhi che già sapevano quello che dovevo dire.
- Jim, sai, io lo amo. Ma lo amo davvero. Sei l'unico con cui riesco a parlarne, ma ho paura di esternargli completamente tutti i miei sentimenti. Sai, lui è un tipo diverso, preferisce le storielle alla storia seria. Preferisce una modella, ad una psicopatica come me. - Dissi tra una lacrima e l'altra.
- Non è vero, non ora. - Una voce che veniva dai sedili posteriori mi fece spalancare gli occhi,  bloccare il respiro per qualche istante, facendomi sobbalzare.
- L'ho fatto salire prima, scusami. - Mi disse Jimmy guardandomi negli occhi implorando perdono.
Era Brian, e aveva sentito tutto quello che avevo detto. 
Insomma, ero nella merda, che bello. 
Arrivammo all'albergo.
- Jimmy ci lasci qualche minuto da soli ? - Chiese Brian.
- Certo amico, ma mi raccomando. - Strizzò l'occhio e andò via. 
 
Qui parla il nostro Brian.
 
- Vieni qui. - Poggiai la mano sul sedile posteriore, invitandola a sedersi al mio fianco.
Lei si avvicinò. Dio se era bella, era la ragazza più semplice, umile, vera, che avessi mai visto in tutta la mia vita.
Le presi la mano e iniziai a parlarle.
- Denise, io voglio che tu sappia.. - Le dissi abbassando lo sguardo. 
- Che sappia cosa, brutto stronzo ? Che tu mi stai solamente usando ? Che ti stai prendendo perfettamente gioco di me e dei miei sentimenti ? - Non riuscivo a bloccarla, sembrava stesse impazzendo.
- NO DENISE, NO! - Le urlai contro.
- Voglio che tu sappia che ti amo. - 
Bene, avevo detto che l'amavo. LE AVEVO CONFESSATO I MIEI SENTIMENTI. 
Ora ? Non mi era mai successo prima.
- Sono stato un egoista, ho pensato prima a me, al mio successo, alla mia persona, insomma sono stato uno stronzo. So che ora non merito nessun perdono, ma sei una persona straordinaria. Sei dolce, buona, socievole, e poi tieni così tanto a me nonostante le continue delusioni che ti creo. - Non riuscivo più a trattenermi, dovevo baciarla.
La baciai, e lei con i suoi occhioni grandi fissi nei miei, ricambiò.
Fu tutto sul momento, io non avevo secondi fini. Ci avvicinammo sempre di più; l'accarezzavo ovunque, tra i capelli, suoi fianchi, sul viso. Baciarla sul collo e sentirla ansimare mi faceva stare bene, e non devo e posso nascondere che mi eccitava alquanto. Le tolsi la maglia, e la sentii avvicinarsi sempre di più a me. Ora, fare sesso in una macchina non era il massimo del comfort, a rischio anche che qualcuno potesse entrare da un momento all'altro, ma a noi non interessava. La passione era talmente forte che non ci controllavamo nemmeno. 
I nostri vestiti ormai si erano come volatilizzati nel nulla, eravamo noi due, nudi, ma vestiti del nostro amore. Avevo anche paura di farle male nel penetrarla, per questo l'accarezzavo, la baciavo, cercavo di farla sentire il più possibile a suo agio. Ansimava, ma non era dispiacere o dolore, si sentiva che le piaceva, che era felice di vivere quel momento con me. 
Ci ritrovammo dopo qualche ora, abbracciati, ancora senza vestiti, dormivamo.
Io mi svegliai, fui colto come da un brivido, mentre lei dormiva ancora..
IL PRESERVATIVO, CAZZO, NON LO AVEVAMO USATO.

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Capitolo 13
*** It's empty and cold without you here. ***


Parla ancora Brian.
 
- BENE HANER, BENE. 
ORA COSA E' SUCCESSO ? NIENTE, HAI FORSE SOLO MESSO INCINTA LA DONNA PIU' BELLA DI STO MONDO, CHE HA SOLO 16 ANNI. SEI UN COGLIONE. - 
I monologhi con me stesso, eccoli. 
Lei dormiva ancora, io nel frattempo mi vestii e me ne andai, avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno e Jimmy era la persona ideale. 
- Jim per favore aiutami, penso di aver fatto la cazzata più brutta, cogliona e seria di tutta la mia vita - Gli dissi con sgurdo basso e una mano sulla fronte. 
- Brian.. non avrai.. oh cielo. -
- Io amo Denise, tu lo sai. Ed ecco, prima è.. successo. - Mi vergognavo un po', era la prima volta che parlavo a qualcuno di una donna senza trattarla come un oggetto.
- Bene, non c'è niente di male no ? - Mi disse con aria ottimista.
- Sì, se solo avessimo usato le giuste precauzioni. - E gli lanciai uno sguardo che racchiudeva in sè rabbia, dispiacere, mortificazione, e tanti altri sentimenti che al momento non riuscivo nemmeno a definire.
Lui mi fissava impallidito, come se avesse appeva visto un fantasma, non sapeva cosa dirmi.
CI FU SILENZIO.
- ..Ma-ma è proprio certo ? - Mi chiese, quasi intimidito.
- E' molto probabile, il rapporto è stato completo, quindi.. - Risposi.
- Ho una gran voglia di sprendermi e sbattermi ripetutamente contro il muro, fino a spappolarmi il cervello, se ne ho uno, ovvio. - Dissi strignendo i pugni dalla rabbia.
- Eh  bhè, amico mio, faresti anche bene. Denise è solo una bambina, ha solamente sedici anni; come pensi che reagirà a questa notizia ? Ok, l'amore è l'amore, capisco il momento, però anche tu dai.. per tutte quelle troie che ti sei scopato le precauzioni c'erano sempre, ora per questa che sembra essere quella giusta, mi combini questo casino ? Un figlio non rovina mai la vita, io sono di questa opinione, ma averlo in età docile, te la segna per sempre. - Mi disse, senza nessuno scrupolo o senso di colpa.
Mi strinsi a lui più forte che potevo, ora più che mai avevo bisogno di qualcuno al mio fianco.
CRISTO QUANTI CAMBIAMENTI PUO' APPORTARTI UNA DONNA, EH.
Lui cercava di farmi calmare dandomi qualche pacca sulla spalla.
- Lei ora dov'è ? - Mi disse, con voce vicina all'orecchio.
- In auto, non penso si sia svegliata, ha il sonno abbastanza pesante. - Gli risposi. 
Bene, conoscevo anche i particolari del suo sonno, ero proprio cazzuto forte.
- Che ne dici di andare a parlarle ? - Mi disse.
- No meglio di no, non voglio farla allarmare, magari inutilmente poi. Penso che tra qualche settimana lei saprà darmi le giuste coordinate della situazione; non riuscirei ora a parlarle di questo. - Risposi con aria quasi sconfitta.
- Capisco, ma ora almeno vai da lei, falle capire che non è una delle tante, stalle vicino. -
- Farò il possibile. - E andai via a spalle basse.

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Capitolo 14
*** It's almost easy. ***


Mi avvicinai alla macchina, lei si stava svegliando.
Si rivestì scese e mi abbracciò.
Adoravo l'odore dei suoi capelli, il calore del suo corpo attaccato al mio, ma l'idea che quel corpo potesse contenere qualcos'altro mi preoccupava.
Lei sembrò non pensarci nemmeno, forse questo problema non le sfiorava nemmeno il più remoto dei suoi pensieri.
- Come stai ? - Le chiesi con dolcezza.
- Ora meglio, davvero meglio. - Mi disse sorridendomi e stringendomi.
Dio, volevo scoppiare in lacrime tra le sue braccia, ma volevo farmi vede forte.
Jimmy aveva fatto riunire tutti, Matt, Johnny e Zacky per ripartire.
- Posso dire una cosa? - Dissi quando oramai eravamo in viaggio per Los Angeles.
- Dicci pure, figlio di zoccola. - Mi rispose Zacky dandomi una gomitata amichevole.
- Sapete, io e Denise abbiamo intrapeso una relazione e magari anche se vi sembrerà strano 'grazie' ai miei precedenti con le ragazze, posso dirvi che sono cambiato. - Guardavo Denise, era il suo sguardo pieno di speranza a darmi la giusta carica nel parlare.
CRISTO QUANTO L'AMAVO.
Arrivammo a Los Angeles dove Johnny aveva una villa in affitto, e stemmo lì per tutto il tempo prima del giorno del concerto.


Qui parla Denise.

- E’ da un po’ di giorni che mi sento strana.
Ho capogiri continui, mi sento debolissima, e ho nausea. – Dissi confidandomi un po’ con Zacky. -Secondo te cosa potrebbe essere? -
- Uhm, questi sono sintomi molto frequenti in una donna. Possono significare tutto come possono significare niente. Scusami se sono indiscreto, ma vorrei capirci di più. – Mi chiese ridendo, anche se non lo dimostrava, Zacky era un timidone.
- Macchè, fai pure! – Gli dissi dandogli una pacca sul braccio.
- Hai avuto un ritardo ? -
- Bhè a dire la verità sì.. -
- Dovuto a cosa ? -
- Sai, forse tu non lo sai, ma io e Brian abbiamo avuto un rapporto. Magari è la tipica ansia post-sesso che mi sta facendo agitare, sai com’è, è sempre così.. – Gli dissi cercando di ricordare il più possibile.
- Eh bravo il nostro Brian. Dai a parte gli scherzi, se avete usato le giuste precauzioni, non c’è bisogno di agitarsi. – Mi disse sorridendo.

IO RESTAI MUTA.
- Oh no, Den, dimmi che non è quello che penso io. – Mi disse fissandomi con quei due occhioni verdi/azzurri.
- Dipende, se pensi che Chuck Norris stia per piombare in casa nostra, bhe allora io non sto pensando a quello. -
- Cogliona, non penso sia il momento adatto di scherzare. – Disse, piatto.
- Sì, vero, scusami, volevo solo sdrammatizzare un po’. – Risposi. – Ho paura che diventerai zio, caro il mio Zacky.-
Zacky rimase pietrificato.
- Senti, facciamo così. Non dire niente a nessuno per ora, non allarmare inutilmente nessuno. Ora andiamo insieme a comprare un fottuto test di gravidanza e vediamo chi ha ragione. – Mi disse prendendo già le chiavi dell’auto e aprendomi la porta per farmi passare.
- Andiamo. -

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Capitolo 15
*** I'm afraid. ***


Bene, posso dire che ero molto agitata.
Più o meno a metà strada feci fermare di colpo Zacky, dovevo vomitare. 
- Tutto a posto ? - Mi chiese, con una vocina docile.
- Sì, tranquillo, continuiamo ad andare avanti dai. - E proseguimmo.
- Ah eccoci. Bene, entro io, anche se mi prenderanno un po' per un depravato, ma chi se ne frega. - Mi disse. - Resta in macchina, non muoverti, se ti senti male urla, arriverò subito! - Ed entrò in farmacia. 
Io in quei minuti meditai a come la mia vita da quel momento potrebbe essere potuta cambiare. Non mi ci vedevo alle prese con biberon, pannolini, culle, allattate, pianti, no, non ero pronta. Brian era a casa, si era alla villa, si era chiuso in camera per tutto il tempo, chissà cosa aveva.
Arrivò Zacky. 
- Bene, anche se la farmacista ha fatto un po' di polemiche soo riuscito a prendertene due, sai, la sicurezza non è mai troppa. - E mi fece l'occhiolino.
Mi abbracciò, come mi sentivo bene sapendo che non ero sola. 
- Ora torniamo a casa e domani mattina mi dici i risultati, e mi raccomando, non farne parola con nessuno, nemmeno con Gates. - Mi disse.
- Tranquillo, uomo. - Risposi io sorridendo.
Arrivammo a casa e c'era Johnny steso su divano ad ingozzarsi di pop corn e Jimmy che ascoltava musica, strano che non stesse guardando un porno.
- Dov'è Brian ? - Fu la prima cosa che chiesi. 
- E' in camera sua, ancora, è chiuso lì da parecchio, vacci a parlare visto che tu sai come prenderlo. - Mi disse Johnny con tono malizioso.
Bussai alla sua camera.
- Chi cazzo è ? - Disse, non sapendo nemmeno che fossi io.
- Hey Syn, sono io.. - Risposi a voce bassa.
- Ah Denise, scusami ma non mi va di parlare con nessuno. - Mi rispose in modo freddo. - Vai via dai, ci sentiamo domani. - 
- Ah, va bene, a domani, ti amo. - Gli dissi e andai via. 
Sapevo che qualcosa in lui non andava, ma non gli andava di parlare, non sarei mica stata io a disturbarlo. 
Andai in camera mia, e dopo un po' mi raggiunse Zacky.
- Bhe Tesoro come va ? - Mi disse accarezzandomi il viso.
- Bhè, potrebbe andare meglio, lo sai. - Gi dissi chiudendo gli occhi.
- Sei stanca ? - Mi chiese con gli occhietti dolci.
- Non così tanto da non volere la tua compagnia. - E lo feci sedere accando a me sul letto.
- Zacky, cosa potrò fare se domani il risultato sarà positivo ? - Gli domandai poggiando la mia testa sulla sua spalla.
- Affronteremo questa cosa, insieme piccola mia. - E mi abbracciò dandomi un bacio sulla guancia.
Abbracciandolo, stringendolo, mi scese una lacrima e mentre tiravo su col naso, lui mi prese il mento con due dita e mi fissò negli occhi.
- Tu non devi avere paura, finche ci saremo noi Avenged con te, non sarai mai sola. Credimi. - Mi disse, consolandomi.
- Ti voglio bene Zac, davvero. -
- Anche io piccola ribelle. -

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Capitolo 16
*** You had my heart. ***


Dopo le parole che mi disse Zacky lo pregai di lasciarmi sola, volevo meditare e parlare con il soffitto, mi fissava troppo.
- Sono Denise. 
Ero una sfigata fino a qualche settimana fa, e ora sono molto probabilmente incinta di uno degli uomini più desiderati di questo fottuto mondo.
Una cosa che capita tutti i giorni, praticamente. - Pensai con ironia.
- Non puoi torturarti ora, domani arriverà presto cazzo, domani saprai la verità, vai a dormire e rilassati, non agitarti per un qualcosa che nemmeno è certo. - pensavo ancora.
Ma questo era il problema: pensavo troppo.
Tutte le parole che avevo in testi mi rimbombavano contro, sembrava di essere in mezzo alla folla, e invece ero in una stanza, da sola, mentre tutti gli altri dormivano, quindi immaginate il silenzio che ci poteva essere.
Riuscii ad addormentarmi qualche ora dopo, e finalmente smisi di ammazzarmi di seghe mentali.

Ora parla Brian.
 
Erano le quattro del mattino, lei dormiva ancora.  Io non ci riuscivo e per questo entrai in camera sua senza farmi sentire da nessuno.
La vedevo lì sul letto, con le guance arrossate, magari aveva pianto..
Aveva un viso innocente, proprio non riuscivo a capacitarmi di quello che avevo fatto. 
- Io ho distrutto l'adolescenza di una ragazza, ho pensato solo a me e alla mia infinita voglia di scopare, fare sesso; ma con lei non era sesso, questo è il punto. Con lei era amore, amore vero. - Pensavo.
Chissà, mi potrebbe anche odiare, infondo cosa ci perdevo a mettere quel fottuto preservativo sul mio "amichetto del cuore" ? 
Mi odiavo per questo, non riuscivo a pensare ad altro, mi sarei buttato molto volentieri dalla finestra, ma eravamo a piano terra, non avrei sentito alcun dolore sfortunatamente.
Mi avvicinai a lei, le detti un bacio sulla guancia e la fissai per alcuni minuti.
Forse questo poteva essere il mio ultimo contatto con lei. 
- Basta Brian, ti prenderai le tue responsabilità. - Cercavo di convincermi. - Hai amato, ora "paga le conseguenze" del tuo amore. -
Andai via, cercando di fare il meno rumore possibile.
Lasciare la sua stanza impregnata di lei, del suo profumo, della sua presenza, mi uccideva, era come ricevere mille coltellate al cuore, ma rimanere sarebbe stato inutile e magari se lei mi avesse scoperto, rischiavo anche di rompere quell'esile equilibrio che credevo ci fosse tra noi.

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Capitolo 17
*** Please understand I have to leave and carry on my own life. ***


Ora parla Denise.
 
Bene, finalmente riuscii a svegliarmi, erano le 7 e 30 di mattina, di solito aprivo gli occhi alle 12 e 30, ma ok, dettagli.
Andai in bagno, di corsa, feci il test.
Aprii la porta dopo aver fatto il test, mi trovai Zacky di fronte a me.
- Z..Zacky. - Dissi tremando. Avevo una mano sulla fronte, si vedeva lontano un miglio quello che avevo scoperto.
- Per favore, abbracciamo più forte che puoi. - Gli dissi e una lacrima iniziò a rigarmi il viso. 
Si avvinghiò a me, era quello che desideravo. 
Iniziai a piangere, non riuscivo a smettere, le lacrime scendevano da sole, inzuppavo la maglia di Zacky.
- Cosa ti ho detto ieri ? Che ci saremmo stati sempre e comunque per te. Quindi ora non buttarti giù d'animo, che questo piccoletto crescerà con lo zio più figo del mondo. - Mi disse con un sorriso dolcissimo. 
Accennai un sorriso, ma tutto si placò quando alzando gli occhi dalla spalla di Zacky, mi trovai Brian di fronte. 
Lo vidi, non fiatai, le lacrime smisero di scendere e quelle che avevo sul viso si stavano iniziando a seccare.
- C'è che.. che.. - Non riuscivo a finire quella maledetta frase. 
- Ci penso io.. - Mi sussurò Zacky.
- Brian, hai presente tutte le scappatelle che da quando sei nato non smetti mai di avere ? Bhe, mi sa che ne dovrai fare a meno per tutto il resto della tua vita, stai per diventare papà. - Gli diede una pacca sulla spalla e senza guardarlo se ne andò.
Rimase lì, impietrito, non sapevo nemmeno se respirava o meno. La bocca semi aperta e lo sguardo spalancato. Io ero a testa bassa, con lo sguardo verso il basso, i pugni stretti e i capelli che mi coprivano il volto.
In due secondi mi ritrovai tra le sue braccia. 
Ma durò tutto un istante, poi se ne andò, senza parlare o dire qualcosa che mi avrebbe potuto fare stare meglio. 
Mi sentivo abbandonata, non riuscivo a capire il perchè del suo vigliacco comportamento. 
Ero io quella col peso addosso, nel vero senso della parola, lui doveva solamente aiutarmi, starmi accanto, perchè come è stato felice di avere un rapporto con me, doveva esserlo anche di "finire il lavoro", con me.
O forse erano comportamenti troppo fuori moda, per il grande Synyster Gates.

Ragazze/i, scusate se pubblico capitoli un po' corti, ma non riesco a scrivere molto lungo, poi mi sembra tipo noioso, e le idee d'altronde mi vengono man mano. So di stare a fare una cagata, ma grazie di seguirla ugualmente. 
xoxo , Denise.

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Capitolo 18
*** A melody of us to see, I beg don't leave me.. ***


Perfetto, ero stata abbandonata. Che cosa bella. 
Sì, l'ironia e il sarcasmo hanno sempre fatto parte della mia persona.
Ora comunque non sapevo come andare avanti. 
Cioè, continuare questa gravidanza ? Senza un papà ? 
Io davvero non sapevo cosa fare.
Chiamai Zacky che era in sogiorno con gli altri, era ancora l'unico al corrente della situazione e Brian ancora non era tornato a casa.
- Zacky potresti venire qui un secondo ? - 
- Ehm ragazzi, arrivo subito. - Disse agli amici. - Hey dimmi. - Mi disse giunto ormai davanti a me. 
- Scusa innanzitutto per tutto quello che ti sto facendo passare, cioè io so perfettamente che ti sto fracassando la minchia con i miei problemi, però tu sei l'unico che ormai sa tutto e.. -
Mi interruppe mettendo il suo indice sulle mie labbra. 
- Scemetta, prima di sparare cazzate, conta fino a dieci la prossima volta. Sai benissimo che non mi darai mai fastidio raccontandomi di te o chiedendomi una mano, io sono tuo amico no ? E gli amici questo fanno. - Sbattè le ciglia in modo molto sensual. Che amico coglione che avevo, però dai, era dolce, tanto dolce.
- Grazie Zac. - dissi - Ma sai, ho deciso di rendere tutto questo pubblico. Non voglio nascondere niente ai ragazzi, infondo tutti voi mi avete accolta dal nulla e mi avete tenuta al vostro fianco, e non mi va affatto di mentire a tutti. -
- Capisco, - mi rispose Zacky - ma ricorda se hai bisogno di una mano, chiama lo zio figo. - e si andò a sedere strizzando l'occhio.
- Bene ragazzi, devo dirvi una cosa - dissi arrivata in sala, dove c'erano tutti, tranne lui ovviamente. 
-  Hai finito il mascara per caso ? - ironizzò Johnny. 
Zacky ed io lo fulminammo con lo sguardo.
- Sapete bene della mia relazione con Brian, e sapete anche che da qualche ora lui è andato via, d'altronde non si parla d'altro in questa casa. - mi fermai, non  riuscivo ad andare avanti, ma lo sguardo di Zacky mi tranquillizzava. 
Feci un respiro.
- Brian se n'è andato dopo che ha saputo che io sono incinta. -
Tutti zittirono.
Jimmy si alzò in piedi dal divano su cui era spaparanzato e urlò - Io quel troione lo uccido, non riuscirà più ad andare con nessun altra senza il suo "amato amico", glielo stacco a suon di testate e anche se sembra senza senso io posso riuscirci. - tutti impallidirono, non si era mai visto un Jimmy così determinato.
Matt si portò una mano sulla fronte e bisbigliò - Proprio ora quel coglione doveva fare il codardo, quando lo vedo la chitarra gliela ficco su per il culo. -
Johnny restò muto, in fin dei conti, cosa poteva fare o dire ? 
Io scappai in camera e iniziai a piangere, di nuovo. 
Stava succedendo tutto troppo in fretta e io forse non stavo prendendo le cose nella maniera più corretta.
Bussarono alla porta.
- Denise, posso entrare ? Sono Matt. -
- Certo, entra pure. - Risposi dopo essermi asciugata in fretta e furia le lacrime.
- Piccola ma stai piangendo! Smetti dai, mi distruggi il cuore così. Quei tuoi bellissimi occhi non lo meritano. Domani lo spacco io il culo a quel chitarrista da strapazzo. - 
E mi abbracciò. 
Dormimmo insieme, ma non successe nulla, nessun atto fuori luogo, nemmeno un bacio, semplicemente dormimmo abbracciati. 
E fu cosa meravigliosa, per tutta la notte mi sono sentita protetta da persone reali, che non mi avrebbero abbandonata.
La gravidanza doveva andare avanti, magari senza un papà. Ma con quattro uomini meravigliosi come loro, il papà poteva anche andare ad ammazzarsi di seghe, o semplicemente ammazzarsi e basta.

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Capitolo 19
*** We all need the person who can be true to you. ***


Ci svegliammo al mattino, anche se un po' imbarazzati, ma infondo non era successo niente di male.
- Come stai piccola? - Mi chiese Matt toccandomi la punta del naso con un dito.
- Ora meglio, grazie di tutto. -
- Non dirlo più eh, mi offendo - E incrociò le braccia per fare l'offeso.
- Daaaai, lo sai che io ti voglio bene! - E facendo il musino dolce nessuno mi resisteva.
Ci alzammo e mentre andavamo in salotto rimanemmo entrambi sorpresi.
C'era Brian, era tornato.
Io non gli rivolsi nemmeno la parola. Stava parlando con Johnny del concerto che si sarebbe tenuto la sera stessa a pochi chilometri dalla villa in cui eravamo.
- Bene, quindi per finire 'Seize the Day' e ' Afterlife', perfect. - Disse mentre sorrideva e dava una pacca sulla spalla all'amico.
Matt stava andando verso di lui, ma il suo sguardo non era molto amichevole.
- Si può sapere che cazzo hai fatto, brutto figlio di puttana ? - Gli si accanì contro.
- Niente di male penso, perchè ? Calma i tuoi bollenti spiriti, amico! - Rispose con una calma decisamente inopportuna alla situazione; questo fece imbestialire molto Matt che gli scagliò un puglio in faccia. 
- Ti prego Matt smettila! - Urlai, facendo svegliare Jimmy e Zacky. 
Johnny cercava inutilmente di allontanare Synyster da Matt, che sennò altrimenti al concerto ci sarebbe arrivato con qualche osso rotto, ma era tutto inutile.
- L'hai lasciata, amico. E non immagini nemmeno quanto l'hai fatta e la stai facendo tutt'ora soffrire! - Gli urlò Matt mentre mi indicava. 
- Ti prego Matt, smettila. - Dissi.
- Hey calma, cosa succede ? - Chiese innocentemente Jimmy, che era al fianco di Zac.
- Niente, solo che abbiamo un primo chitarrista bastardo,mi fai schifo. - E gli diede uno schiaffo. 
- CALMA RAGAZZI NON PEGGIORIAMO TUTTO. - Urlò Zacky.
- Calma un cazzo, io questo l'ammazzo. - Disse Brian con aria di sfida nei confronti di Matt. 
I due inziarono a scannarsi di brutto, e si fermarono solo quando sentirono un tonfo.
 
Ora parla Brian.
 
Era lei, era svenuta.
La vidi cadere a terra a peso morto, non sembrava più possedere forza nelle gambe.
- Denise, Denise?! - le urlai disperatamente contro. - Cazzo alzati Denise, Denise! - 
Lei non si svegliava.
- Figlio di puttana, chiama l'ambulanza! - Ordinò Synyster a Zacky, che non badò nemmeno all'insulto ricevuto.
Erano tutti intorno a lei, la opprimevano, non le davano aria.
- PORCODIO ALLONTANATEVI! LA STATE FACENDO SOFFOCARE! - Urlai com eun forsennato.
- Un po' troppo tardi per dimostrare che di lei ti importa, non credi Brian ? - Mi disse Matt.
E aveva ragione, eh come se aveva ragione.

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Capitolo 20
*** .. So far away. ***


La portarono in ospedale, mi sentivo un verme. 
Non solo l'avevo lasciata in un momento come questo, ma per di più l'avevo fatta svenire.
Wow, Brian, complimenti, fai progressi. Diventi coglione ogni secondo di più.
..Poco dopo parlai con l'infermiera che la stava curando.
- Cos'ha ? E' qualcosa di grave ? Se la caverà ? E il bambino ? - Ero agitato.
- Si calmi signore, lei è il marito ? - Mi chiese. 
I ragazzi erano tutti in attesa della risposta, tra chi mi voleva uccidere e chi mi voleva sostenere. 
La fissai per qualche secondo e poco dopo dissi - Sì, sono il marito. -
- Bene, - mi rispose, - ha avuto un calo di pressione dovuto ad un lieve shock, niente di grave, tra qualche ora potrete riportarla a casa. -
- La ringrazio, mi faccia sapere se ci sono novità. - Le dissi. 
- Non si preoccupi, a più tardi. - Mi disse.
Bene, dire questo mi aveva fatto sentire meglio. Io amavo Denise e volevo davvero vedere quel bambino nascere, crescere con lei. Lo desideravo tanto. 
Lei non era una delle tante. Lei era l'amore della mia vita.
Sentii una mano sulla spalla. 
- Bene, così alla fine hai deciso di filartela eh ? Non ti andava un altro pugno in faccia vero ? - Era Matt, ed era sarcastico.
- A quanto pare, ho preferito scegliere l'amore. - Risposi.
- Hai fatto bene amico, e scusa per prima ma avevo perso il controllo. - Mi disse con sguardo basso.
- No, no! Hai fatto bene, anzi avresti dovuto picchiarmi molto più fortemente. - 
Matt rimase meravigliato. Il tipo orgoglioso che ero era sparito, ed era meglio così. 
- Spero non sia nulla di grave, ho bisogno di lei per vivere. - Gli dissi abbracciandolo.
- Tranquillo amico, andrà tutto bene. - E mi diede una pacca sulla spalla. 
Tutti gli altri mi si avvicinarono, fu un abbraccio di gruppo.
Gli Avenged Erano tornati.
L'ansia però mi mangiava, le ore non passavano mai, i minuti sembravano secoli, quando finalmente la vidi uscire da quella stanza d'ospedale..
 
E qui mi fermo perchè sto crollando. Prima di domenica finisco la storia perchè poi parto e torno ad agosto é.è
Ci risentiamo, grazie a chi leggerà :3
Denise. ♥

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Capitolo 21
*** How long will I be waiting ? ***


Aveva la fronte fasciata, e l'espressione un po' stanca.
Mi video, alzò gli occhi per incontrare il mio sguardo, ma con ribrezzo lo abbassò e andò verso i ragazzi; io la fissai durante tutto il tragitto, sembrava impossibile che la piccola Denise, che era innamorata di me, mi trattasse così, io mi sentivo.. Respinto, e anche questo non mi era mai successo prima.
- Denny, come stai? - Le chiede Matt mettendole un braccio sulla spalla.
- Tutto bene grazie, tranquillo, hey! Ma da quanto mi chiami 'Denny' ? - Gli diede un pugno leggero, Matt ricambiò sorridendo.
- Synyster, vieni qui. - Sembrava ordinarmi Jimmy.
- Hai idea di come la stai distruggendo ? - Mi chiese puntandomi il dito contro quando ormai ero di fronte a lui.
- Tu, merda ambulante, l'hai abbandonata proprio nel momento in cui aveva più bisogno di te. Ora cosa speri di fare ? -
- Io resterò con lei. - Gli dissi con aria determinata e andai via fissandolo negli occhi.
Era arrabbiato, eccome se lo era.
- Denise devo parlarti. - Le dissi facendole segno di avvicinarsi a me.
- Che vuoi ? - Ok, dovevo averla fatta soffrire molto per far sì che mi rispondesse in quel barbaro modo.
- Vieni in con me in camera, penso che sia tempo che tu sappia un po' di cose. - Le dissi, e tornammo in camera, era vuota.
- Che sei stronzo si sapeva. - Sibilò fra sè e sè, ma feci finta di non sentire.
Chiusi la porta della camera.
- Partiamo dal presupposto che io ti amo, e che mi vorrei tegliare i testicoli pur di farmela pagare per quello che ho fatto. Denise, tu devi sapere che se ora sei incinta, non sarai da sola. -
- Sì, ci saranno i ragazzi con me. - Mi interruppe bruscamente.
- No, ci sarò io con te. - Le dissi.
Ci fu silenzio.
Nessuno dei due fiatò dopo quella frase che pronunciai.
La vidi che abbassò la testa.
- Mi... tu, insomma.. - Disse con voce debole.
- Cosa ? -
- Tu mi ami Brian ? - E alzò lo sguardo verso di me, aveva gli occhi lucidi, e si vedeva benissimo.
- Denise io.. -

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Capitolo 22
*** Do you know that I love you ? ***


Coglione, diglielo!
Dille tutto!
Non importa ciò che dirà lei, ma almeno tu avrai la soddisfazione di averci provato, d’altronde “Seize the day or die regretting the time you lost”, no?
Pensavo e pensavo in quegli istanti.
- Denise il fatto è che ora è tutto più serio. Non sono perfetto, lo ammetto. Tutto quello che faccio non lo è, persino essere famoso. A cosa serve avere tante donne, case, tanto denaro,  se poi dentro si è vuoti ?
Io ero così fino al secondo prima in cui i miei occhi incrociarono i tuoi, per questo voglio dirti che ti amo. -
Lei mi ascoltava, pareva commossa.
- Stasera abbiamo il concerto, e mi farebbe piacere la tua presenza. Ma capisco se non vorrai venirci, dopo tutto quello che hai passato oggi.. -
- Vedrò cosa fare..- Mi rispose.
- Ok va bene. – Le accarezzai la pancia, le diedi un bacio sulla fronte e andai via.
- Ragazzi possiamo andare. – Dissi uscendo dalla stanza rivolgendomi agli altri.
- E Denise ? – Domandò con tono pesante Zacky.
- Portala a casa tu, sono sicuro che con te vorrà parlare di più. – E obbedì.


Qui parla Zacky.

- Posso entrare ? – Chiesi bussando alla porta della sua camera in ospedale. – Sono Zacky. -
- Prego entra pure. – Mi rispose.
Mi sembrò subito un po’ triste, tutto quello che le stava accadendo di certo non le faceva del bene, nelle sue condizioni poi.
- Di cosa hai parlato con Brian ? -
- Ha detto che mi ama. – Mi rispose.
- Oh cielo, Synyster dev’essere davvero cotto stavolta, l’ultima volta che ha detto ‘ti amo’ a qualcuno è stato a Jimmy quando gli aveva regalato una canna. Per quanto ne so ad una ragazza non l’ha mai detto, sai bene ormai com’è fatto lui. – Risposi, cercando di consolarla.
- Il fatto è che ho paura che mi lasci sola. L’ha già fatto, e io ne sono uscita distrutta, cosa può garantirmi che non lo farà di nuovo ? Non sono sicura di poterlo superare un’altra volta, per colpa sua sono stata davvero male. -
- Allora piccola, ora torniamo a casa, stasera dopo il concerto ne parlate meglio, va bene ? -
- Sì dai.. -
- Da quella parte – Le indicai la strada per arrivare alle scale.
Scesi giù, la feci salire in macchina e partimmo, i ragazzi dovevano essere arrivati a casa già da un pezzo.
- Tu lo ami ? – Le chiesi interrompendo il silenzio tutto d’un tratto.
- Ovvio che lo amo Zacky, che domande fai? – Mi rispose.
- Già che stupido – Dissi, accennando un sorriso.
- Sei dei nostri stasera ? -
- Uhm, non lo so, sono un po’ stanca.. Chi se ne frega dai, vengo, però non dite niente a Gates. -
- Agli ordini signora. – Risposi.
Finalmente la vidi sorridere un po’.

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Capitolo 23
*** So what If I never hold You ? Or kiss your lips again.. ***


Bene, avvisai tutti i ragazzi tranne Gates della presenza di Denise sul palco.
Menomale tutti seppero mantenere il più segreto dei silenzi senza fare cazzate.
Denise era dietro le quinte, vedeva tutto da una tv, mentre noi eravamo sul palco.
Si iniziò.
Haner all'inizio sembrava depresso, ma quando è con la sua chitarra tutti i suoi problemi, di qualsiasi natura fossero, scomparivano, e per questo lo ammiravo molto, stronzo com'era.
Tra le urla dei fans, tutti e cinque avevamo un'adrenalina addosso incredibile; non è possibile descrivere ciò che si prova quando si è su un palco e si vedono migliaia di persone che stanno acclamando il tuo nome, è una sensazione meravigliosa.
 
Qui parla Denise.
 
Bhe almeno spero che non chiami nessuna e non dia bigliettini sul palco, conoscendolo.
Durante gli stupendi assoli di Gates, si sentivano una marea di voci, quasi tutte femminile, che urlavano "SYNYSTEEEEER!" ; Le avre lapidate una alla volta, senza alcuna pietà.
Il concerto andava avanti, e io fremevo su quella sedia davanti a quello schermo.
Arrivò la fine, Seize the day.
- Calma, calma, calma, gente. - disse Gates placando tutte le urla nella platea. - Ho qualcosa di importante da dirvi, ma soprattutto da dire a me stesso. -
Erano tutti increduli. Brian che parlava durante un concerto ? Un evento più unico che raro.
Nemmeo i ragazzi del gruppo sapevano cosa gli stesse succedendo.
- Questa canzone vorrei dedicarla ad una persona speciale per me. Lei è quella che mi ha fatto scoprire l'amore, la gioia che si può provare nel sentirsi amati e apprezzati per quello che si è. Questa va a te, Denise. - E iniziò un assolo con la sua fedelissima chitarra.
NON CI CREDEVO. BRIAN AVEVA FATTO TUTTO QUELLO PER ME.
In una frazione di secondo mi precipitai da lui, gli saltai addosso. 
Che cosa strana che stava succedendo in quel momento, ehssì, perchè tutti avevano un'impressione di Synyster un po' cattiva, menefreghista, insomma. 
Io invece lo conoscevo a fondo, e sapevo che lui non era quello che dimostrava di essere. 
Mi staccai da lui, lui mi baciò. 
- Allora non mi hai lasciato. - Mi disse con commozione.
- Non ho mai smesso di amarti amore mio, nemmeno per un istante. - Gli dissi, e gli stampai un bacio dolcissimo. 
- Ora continua a suonare campione, io sono con te. - Gli dissi facendogli l'occhiolino, e dandogli una pacca sulla spalla. Lui rispose con una palpata al culo.. EH BHE COSA CI POSSIAMO FARE, ERA PUR SEMPRE SYNYSTER GATES!
Sapevo molto bene il significato di quella canzone.
I ragazzi erano tutti commossi, infatti appena me ne andai da lui tutti gli fecero un applauso.
Quando la voce meravigliosa di Matt cantò "So what if I never hold you ? Or kiss your lips again.." Mi emozionai tantissimo.
 
Finito il concerto, lo aspettai nel suo camerino.

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Capitolo 24
*** The end is coming. ***


Entrò nel camerino, mi vide  e sorrise. 
- Grazie per quello che hai fatto per me. - Gli dissi con un po' di imbarazzo.
- Scherzi per caso ? Non è niente in confronto a quello che tu fai per me, credimi. - Sorrisi.
- Ah, volevo parlarti del bambino. - Mi disse.
- Scusami se non sonno stato un buon padre sin dall'inizio della tua gravidanza, spero mi potrai perdonare un giorno. Ho voglia di ricominciare, di nuovo, con te e nostro figlio, amore mio. - Il mio sorriso pian piano diventava sempre più grande, non riuscivo a trattenere le emozioni. 
- Ti amo. - Dissi tra le lacrime, ma stavolta di felicità.
Lui mi strise e sorrise, com'era dolce.
Tornammo a casa, e Matt mi si avvicinò. 
- Contenta per la serenata di oggi? - Disse con quelle sue due fossette meravigliose.
- Altroche! Sai, si è scusato ed è stato davvero sincero. Ora stiamo ricominciando, tutti e tre. - Mi abbracciò.
- Le cose belle accadono sempre alle persone buone e dolci, sappilo piccolina. - E mi sorrise con quei due suoi occhioni meravigliosi. 
 
Qui parla Matt.
 
- Jimmy - Dissi andandogli incontro. 
- I piccioncini hanno fatto pace finalmente, Brian è davvero innamorato stavolta. - Gli dissi.
- Penso abbia il terrore delle chitarre ficcate su per il culo, il bimbetto. - Disse con aria offesa. - Ma bhe, l'importante è che la gioia sia tornata. - Disse sorridendo.
 
Qui parla Jimmy.
 
- Ohi nano, Cip e Ciop son tornati insieme. - Dissi facendo il segno di un cuore con le mani.
- Cip che ? - 
- Denise e Synyster, coglione. - Dissi con aria scocciata, ma si vedeva che ci stavamo prendendo per il culo  a vicenda.
- Bene, avremo un mascotte tra un po' allora! - Non avevo mai visto Johnny così in fermento, che dolcino che era.
 
Qui parla Johnny. 
 
- Zoccolone, vieni qui! - Dissi a Zacky.
- Dimmi troia, cosa vuoi ? -
- Brian e Synyster sono tornati assieme, prendi birra e spumante, stasera si festeggia. - 
Agli oridini piccolo grande nano, mi rispose, e io gli tirai un calcio dove non batteva il sole.
Era bello vederlo soffrire.
 
Qualche ora più tardi, Synyster ci riunì tutti in salotto.
 
Qui parla Synyster.
 
- Bene ragazzi, ho una novità. - Dissi sfregandomi le mani.
- Io e Denise siamo tornati insieme. - Tutti mi saltarono addosso.
 
Qui parla Denise.
 
- In realtà tutti lo sapevano, ma prendere per il culo Brian è una cosa troppo divertente. - Mi disse Matt con una bottiglia di birra in mano.
- Come siete malvagi. - Gli tirai un cuscino in faccia mentre ridevo a crepapelle.
- Io vado a dormire, è troppo tardi e sono stanchissima, a domani ragazzi. -
- A domani Denise. - Dissero gli altri.
- Aspetta Deeenise! - Mi urlò Brian.
- Ti amo. - Mi abbracciò, mi baciò, mi sorrise.
- Ora puoi andare piccola. - E mi sorrise ancora, io ricambiai e mi andai a sdraiare sul letto in camera mia.

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Capitolo 25
*** Who the fuck?! ***


Bhe di certo non potevo che non essere felice di quello che stava succedendo, ma le cose cambiarono quando tornata in camera mia ricevetti una telefonata.
- Pronto? Parlo con Denise ? - Mi disse una voce femminile.
- Certo, mi dica, cosa posso fare per lei ? - 
- Potrebbe gentilmente uccidersi e smettere di fare la troia con il mio ragazzo, Synyster ? - rimasi pietrificata. 
Mi alzai di scatto, andai in salotto, ero bianco cadavere. 
Gli altri stavano scherzano, giocando, ma appena mi videro così si bloccarono tutti.
- E' per te. - Dissi in un tono freddissimo, rivolgendo il telefono a Brian.
- Chi parla ? - Chiese lui.
Il volume del telefono era alto, essendo vicina a lui riuscivo a capire cosa stesse dicendo quella lì.
- Ciao, sono Mila, non ti ricordi proprio di me ? Eppure avevi detto di amarmi. -
- Cosa cazzo vuoi, troia, da me ? Ormai è finita tra noi, è una storia chiusa, seppellita e sepolta. -
- Attento alla tua ragazza, potresti diventare vedono quando meno te lo aspetti. -
E chiuse la chiamata. 
Brian fissò il telefono con aria quasi spaventata.
- Amore.. amore.. ti posso spieg.. -
- NO, FERMO. NON C'E' BISOGNO DI AGGIUNGERE ALTRO. - non lasciai nemmeno che finisse di parlare.
- Vado a letto, Matt, vieni con me ? Devo parlarti.. -
Guardò Syn che fece un cenno col volto, e lui venne con me.
Entrati in camera, ci sedemmo sul letto, scoppiai in lacrime.
- Eppure, sembrava tutto così meraviglioso. -
- Ehi, piccola, quella lì è solo una troia, Brian ha chiuso con lei più di un anno fa, ma non lo lascia in pace per via del suo denaro, perchè di cazzi se ne prende tanti, non ha bisogno di certo di quello del tuo ragazzo. -
- Ma lei mi ha minacciata.. -
- COSA HA FATTO?!- Matt s'alzò di scatto dal letto.
- Ha detto che farei meglio ad uccidermi, e che devo stare attenta. -
In quello stesso istante qualcuno scagliò una pietra dentro la camera, rompendo il vetro della finestra. 
- Che cosa è successo ? - Si precipitò Brian in camera. 
Vide la pietra a terra e corse più veloce che potè, fuori in giardino.

Qui parla Synyster.

- Mila, cazzo, lo so che sei tu, fatti vedere! - 
- Ciao Brian, eccomi. -

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Capitolo 26
*** I'm strong. ***


- Cazzo, Mila. E' l'ennesima volta che provi a rompermi le palle, ma sappi che stavolta è diverso. Cerca di portare il tuo culo sfondato fuori da questo giardino, nemmeno meriti di calpestare quest'erba. - Dissi con ferocia.
- Calma amore, volevo solo dirti che io ho provo rancore, tanto rancore per te. Sì perchè mi hai derisa davanti a tutta la televisione quando quella sera sbronza ti invitai a fare sesso. - Disse con sguardo di sfida. 
- Voglio fartela pagare, e siccome so che tu sei un uomo impassibile, colpirò le persone che a te sono più care, e penso di aver già capito chi usare. - Continuò.
- Quanto sei bastarda, sai che lì c'è un bambino ? - 
- Non mi macchierò le mani di sangue, voglio solo spaventarti e giocare un po' con te. - 
- Lurida bestia, - la afferrai per i polsi - Vedi di andartene a fanculo il più presto possibile. -
- No Brian, e stacca le mani da me. - 
- Vattene e non tornare, troia. - 
E se ne andò.
Per sicurezza la seguì, e vidi che era diretta in un locale.
Dopo essersi ubriacata per bene, ha preso il primo ragazzo e gettandolo nella sua auto ci ha fatto sesso, ovvio, il suo mestiere sempre. 
Dopo aver assistito a quella scena altamente disgustosa ormai, buttai fuori il ragazzo con un'erezione ancora in onda, e portai la povera cogliona nella prateria più lontana. 
La lasciai lì, tanto dormiva, e tornando sfiorai i 250 km/h, cosa molto rischiosa alle 2 di notte.
 
Qui parla Denise. 
 
Mi affacciai alla finestra della mia camera andata in frantumi, e pensai.
Con quell'uomo io avrei avuto un bambino, ma come potevo fidarmi ? Cioè, non sono la persona perfetta, però ho un cuore e dei sentimenti anche io..
Sentì una mano accarezzarmi la schiena.
- Tesoro, vuoi un'aiuto? - Era Matt, ma era strano in quel momento.
- Matt che hai ? Comunque bhè sì, non sto benissimo. - Risposi, guardandolo un po' strano.
Mi fece girare poggiandomi sul muro, delicatamente, e mise le braccia tese sulle mie spalle, e abbassava lo sguardo. Pian piano, si avvicinava sempre di più, i nostri petti erano uno di fronte all'altro, il mio viso era sul suo collo e il suo sui miei capelli. 
Non so bene cosa stesse succedendo, sentivo solo le sue mani accarezzarmi i fianchi, spingermi verso di lui. Mise la sua mano sul mio mento e mi fece alzare la testa, stava per baciarmi quando..
DRIIIN..
Squilla il telefono di camera mia.
Johnny, Jimmy e Zacky erano in cucina, toccava a me o a lui rispondere.
Si allontanò e io ne approfittai per alzare la cornetta.
- Pronto ? -
- Parlo con la signorina Denise ? -
- Sì, mi dica. -
- Brian è stato ricoverato in ospedale, causa incidente stradale. Ha subito una botta in testa non indifferente ed è pieno di ferite gravi e non più o meno su tutto il corpo. La prego di raggiungerci al più presto. -
- Ok. -
NON AVEVO PAROLE, STAVO PER SVENIRE, MA MI FECI FORZA.
- Matt, io, te e i ragazzi. Ora. Ospedale. Brian. Incidente. - Mi guardò un po' scettico, ma obbedì, non penso che mi abbia mai visto così seria.
- Ragazzi, Synyster è in ospedale, muovete il culo e venite subito con noi. -
E salimmo in macchina.

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Capitolo 27
*** .. But ? ***


- Cazzo Zacky, quanto ci metti a guidare ?! -
- Calma Den, siamo quasi arrivati. -
Entrati in ospedale mi catapultai dalla segretaria. - Dov'è Brian, dov'è Brian?! -
Zacky mi mise una mano sulla spalla e mi allontanò dalla signorina. 
- Salve, Brian Haner ha fatto un incidente stradale ed è stato ricoverato qui, ci hannod etto che era abbastanza grave e di venire subito, ci può dire in che camera si trova ? - 
- Un attimo che cerco. - Iniziò a sfogliare un registro pieno di nomi, sembrava non arrivasse mai la B. 
- Oh ecco, Brian Haner. E' in prognosi riservata, per ora non potete entrare a fargli visita, ma potete aspettare che i medici finiscano di visitarlo. Si trova alla 139b del quarto piano. - 
Acchiappai Zacky per un braccio e lo trascinai in ascensore, gli altri ci seguirono.
Arrivati di fronte alla sua camera scoppiai in lacrime, Matt venne vicino a me e mi abbracciò. - Scusa per prima, io non volevo. - Mi sussurrò all'orecchio.
- Tranquillo, dai.. - Gli risposi tra le lacrime.
Uscì un medico da quella camera.
- Dottore, come sta? -
- Ha perso momentaneamente conoscenza, potete entrare uno alla volta ma non raccontategli niente della sua vita passata, ciò potrebbe procurargli un grave danno psicologico. - 
Ero paralizzata. - Certo. - Dissi, ed entrai senza emettere fiato.
- Hey Brian.. - Chiusi la porta. 
- Ciao, Denise. - 
- Ti ricordi di me ? - Dissi con voce spezzata.
- No, ma mi ricordo il tuo nome, e quando sei entrata ho sentito qualcosa di strano al cuore. Per caso noi ci conosciamo ? - 
- Sì, ma scoprirai dopo tutto quello che ci riguarda. - Dissi. - Ora esco, ci sono i tuoi amici fuori ansiosi di vederti. -
- Vabene, ciao Denny. -
Sorrisi ma appena lasciai la stanza caddi a terra dal dolore. Matt mi soccorse, mi fece sedere. Capì cosa provavo. 
- Si ricorda il mio nome ma non quello che eravamo. E' in queste condizioni solo per colpa mia e non so come farò a perdonarmelo. Voglio morire. -
- Tesoro, calma. Mentre eri dentro il medico mi ha chiamato in disparte e ha detto che recupererà la memoria, solo che ha bisogno di noi, di vedere i soliti posti e vivere le stesse scene, non bisogna trattarlo come un 'diverso', gli faremmo solo danni. -
­Mi asciugò le lacrime. - Quindi ora smettila di piangere e fammi un sorriso, che quel fottuto chitarrista tra un po' si ricorderà tutto di te. -
- Grazie Matt.. - E mi abbracciò.
- Ah, e il dottore ha anche detto che tra un'ora potrà uscire e tornare a casa. 
Bene, ora volevo rendermi utile. Dovevo aiutare l'uomo che amavo, il padre di mio figlio.
I ragazzi erano entrati, ed ormai l'ora era passata. 
Uscì con una fascia in testa dalla stanza insieme a Jimmy, Zacky e Johnny. 
Parlavano con lui come facevano sempre, però si vedeva che erano tutti un po' turbati, Jimmy in particolare. 
- Hey, voi due, venite, dobbiamo tornare a casa. - Ci urlò Johnny.
- Cazzo ti urli, Johnny ? E' un ospedale. - Rispose Zacky con accidia.
Tornanno a casa e durante il viaggio nessuno fiatò. 
Cenammo,anche se era tardi, e andai in camera mia.
Non riuscivo ad addormentarmi, quando ad un certo punto sentii bussare. Poteva essere Matt, magari voleva consolarmi. 
- Si, avanti. - Sussurai per non svegliare gli altri. 
- Ciao Denise. - Era Brian. 
Volevo passare un po' di tempo con te, so che non siamo stati solo conoscenti, in passato. 
- Bhe in effetti.. Siediti dai, parliamo. -
- Ok. - 
Ci fu un silenzio imbarazzante, nessuno dei due fiatava. 
Io mi stesi, volevo fissare il solito soffitto, ma appena lo feci vidi una mano di Brian avvolgermi. Mi diede un bacio, dio quanto mi mancava. Ricambiai. 
Iniziò ad accarezzarmi le spalle, il seno, i fianchi. Arrivò all'inguine e tornò su. Mi tolse la maglia, era dolcissimo, e lo stesso feci con lui. Ansimavamo insieme, spense la lucina sul comodino e mi slacciò i pantaloncini, me li levò, e fece lo stesso con le mutande. Pian piano si stese anche lui e mi ritrovai io sopra. Gli tolsi i pantaloni, ma non smettavamo di baciarci, mi accarezzava il seno fino arrivare alla schiena e togliermi il reggiseno. 
Staccai le mie labbra dalle sue e iniziai a baciarlo sul collo, poi sul petto, sul dorso, fino ad arrivare, bhe , lì. Feci quello che dovevo fare, e a lui piacque tantissimo, lo si sentiva. 
Mi stesi e lui si mise sopra, mi baciò tutta, e anche lui scendendo fece quello che doveva fare. Fu un momento magico, di una dolcezza unica. Con la penetrazione non sentii nulla, era davvero bellissimo. 
Finì tutto e dormimmo insieme. 
Il giorno dopo mi svegliai prima di lui e lo fissai, fino a quando non si svegliò anche lui.
- Ciao piccola. - Mi disse.

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Capitolo 28
*** It's the time. ***


- C..Ciao Brian. - Ero imbarazzata.
- Sai, questa notte ho capito di aver vissuto questi momenti con te, ho capito che ti amo, l'ho capito da quando sei entrata in quella stanza. -
- Sì, Brian, ma io.. -
- No, fammi finire. I ragazzi mi hanno detto che sono un chitarrista famoso e che faccio parte di una band, che sono un Don Giovanni, e che ero innamorato. Ora ho capito di chi. -
- Brian tu aspetti un figlio da me. -
Impallidì. Sembrava morto, ma porco dio, non facciamo sti paragoni.
- Un.. un figlio ? - 
- Sì. Un bambino. Due gambe, due braccia, due occhi, un naso e una bocca. Ah, anche due orecchie. -
- So com'è fatto un bambino - Controbattè.
- Brian vieni qui.. - Gli dissi a sguardo basso. Lui si avvicinò a me, era ancora a dorso nudo.
- Ti amo, ti ho sempre amato e ti amerò per sempre. - E dopo avergli detto questo, scoppiai in lacrime tra le sue braccia. 
Mi accarezzava i capelli, mi diceva che andava tutto bene ma so che non era così, che lo diceva solo per consolarmi. Mi stringeva sempre di più perchè capiva che stavo male davvero e che avevo bisogno di lui. 
- Sei stato il mio primo amore. Ci siamo conosciuti ad un tuo concerto, mi hai fatto salire sul palco e mi hai dato il tuo numero. Ed ora eccoci qui. Non dimenticarmi, sei in queste condizioni solo per colpa mia, e mi odio per questo. -
- Piccola, no. NO. I ragazzi mi hanno spiegato tutto, non prenderti colpe che non hai, so tutto. E so anche che riprenderò la memoria. - E mi abbracciò. 
Dopo aver sentito che non singhiozzavo più, interruppe il silenzio e mi disse: - Hey piagnucolona, Alex ti piace come nome del bimbo ? - Gli diedi un bacio, sorridendo e lo guardai. Aveva lo sguardo più bello che avevo mai visto in tutta la mia vita. 
Passarono quattro mesi, e lui ancora non aveva recuperato la memoria.
Un giorno andai in bagno, avvertivo dei forti dolori alla pancia. 
- AHH CAZZO, AHIA! - 
- Tutto bene Denise ? - Disse Zacky bussando alla porta. 
- NO PER NIENTE IO.. - E si sentì un tonfo.
 
Qui parla Zacky.
 
- DENISE? DENISE?! CAZZO DENISE APRI STA FOTTUTA PORTA! - Ma era chiusa dall'interno, quindi dovetti sfondarla.
C'era lei a terra, le si erano rotte le acque e non aveva retto il dolore. E' una situazione troppo pericolosa. 
- Che succese Zac ?! - Mi urlò contro Synyster. 
- Succede che stai per diventare papà, coglione! Prepara la macchina e qualche asciugamano, dobbiamo portarla immediatamente all'ospedale.
- Jimmy, Johnny, Matt, MUOVETE QUEI CULI E VENITE CON ME. - Non replicarono e corsero da lui.
 
Qui parla Synyster.
 
- Cosa cazzo succede ? Ho sentito urla e urla. - Mi chiese preoccupato Johnny, dietro gli sguardi preoccupati di Matt e Jimmy.
- Le si sono rotte le acque e dobbiamo portarla in ospedale, comprendete?! -
Scese Zacky con Denise priva di sensi in braccio e la caricò in macchina. 
Partimmo, più veloci che si potè, per andare in ospedale.

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Capitolo 29
*** Do You Remember That ? ***


Arrivati all'ospedale, la portarono subito in sala parto metre tra i gemiti e i lamenti piano piano riprendeva i sensi.
- Allora Amore, sappi che io sono vicino a te, ti proteggo, ti sto vicino, non avere paura ok ? -
Le dissi tenendole la mano, sembravo più impaurito io di lei.
- Ho paura Brian, tanta. - Mi disse con voce tremolante.
- No, tu sei forte e ce la farai, ora vado a parlare con i medici ma resteranno i ragazzi con te a darti forza amore mio. - Le diedi un bacio sulla fronte sudata, la guardai, e corsi dal medico.
- Dottore, ci sono dei rischi ? - 
- A dir la verità sì. Essendo svenuta quando le si sono rotte le acque, c'è una percentuale del 30% che uno dei due tra il bimbo e la madre, potrebbe non farcela. - 
- Se deve proprio fare una scelta, salvi lei. Di figli se ne possono fare altri, ma di angeli come lei non ne potrei ritrovare mai più. - 
- Come desidera lei, signore. - E andò da Denise. 
Sapevo di essere stato abbastanza egoista dicendogli così, ma era la verità: No che non amassi quel bambino, ma lei era, non so spiegarlo, magari tutti al posto mio avrebbero preso questa scelta.
- Allora signorina, lei sta per diventare una splendida mamma, è pronta ? - Le chiese il medico mettendosi i guanti. Lei gli rispose con un cenno col volto.
E svenne. 
- Ok infermiera, dobbiamo proseguire col cesario. - 
Uscii, non ce la facevo a guardare. Mi sedetti e pensai a tutto quello che era successo fino a quel giorno e finalmente ricordai, ricordai tutto.
Dal principio, lei e tutto il concerto in cui la incontrai. I biglietti, Jimmy, il B&B, e poi quel momento magico, nel quale io e lei ci unimmo.. Una lacrima rigò il mio viso, non ricordavo che io fossi capace di piangere, quante cose può far scoprire il vero amore.
Passarono parecchie ore, mi feci coraggio ed entrai. 
Sentii un urlo. Un urlo di neonato. E tutti i medici che applaudivano. Il medici mi si avvicinò e mi disse: - Complimenti, è marito e padre di due splendide persone." - E mi diede una pacca sulla spalla, io ricambiai nonostante fosse un medico e corsi dalla mia Denise.
Feci spostare tutti a spintoni, e quando la vidi mi si illuminarono gli occhi.

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Capitolo 30
*** Happy and Free. ***


- Dio mio, Denise, tu.. - E caddi in ginocchio con la testa sul letto, c'era lei con la bimba, esatto, era una bimba, che mi guardavano. Io piangevo, di gioia ovvio, ed era la prima volta che mi capitava.
Sentivo dietro i ragazzi che rideva, di tenerezza ovvio, sapevano quanto ci tenessi a Denise e a mia figlia, sin dal primo giorno in cui ho scoperto che sarei diventato papà.
 
Qui parla Matt.
 
- Ma voi l'avete mai visto un Brian così ? - Chiesi quasi piangente di tenerezza.
- Sai Matt, siamo stati abituati al sesso sfrenato, alle scappatelle da una botta e via, forse la fama ci ha dato anche alla testa, ma quando c'è di mezzo l'amore, come ci ha dimostrato Brian, il resto non conta; eppure sapete com'era lui fino a qualche mese fa. - Disse Jimmy fissando Syn.
- Già, solo che non voglio interrompere il momento dolce, ma la bimba è nata con qualche mese d'anticipo ? - Chiese un po' preoccupato Johnny.
- Ecco proprio di questo volevo parlarvi. - Ci interruppe il medico.
- La bimba è nata con quasi 4 mesi di anticipo, sta bene, ha solo bisogno di stare in incubatrice per i prossimi 3 mesi, non me la sono sentita di interrompere il bel momento tra il signore e la signora. - Ci disse.
- Certo, stia tranquillo, glielo comunichiamo noi. - Risposi. 
Mi avvicinai a Brian.. - Hey campione, la bimba deve rimanere qui per i prossimi tre mesi in incubatrice, è nata prematura. - Si alzò di scatto. 
- Ma sta bene? Rischia la vita? Ha qualche problema? - Mi rispose preoccupato.
- Nono, assolutamente. Ho appena parlato col medico e disturbi del genere potrebbero venirgli se non sia messa subito in incubatrice. - Lo tranquillizzai. 
- Denny, hai sentito ? - Chiese Brian.
- Certo amore, ed è meglio per nostra figlia, dalla ai medici su, io non ho nemmeno la forza di alzarmi. - Gli rispose.
- Certo amore, certo.- Prese la bimba e a malincuore la diede ai medici. 
- Ci rivediamo fra 3 mesi. - Disse il medico sorridendo.
- Ah, la chiamiamo 'May'. - Disse Denise.
- Perchè May, Den ? - Le sussurò Brian.
- Perchè è il mese in cui ci siamo conosciuti. - E la baciò, sorridendo.
La sera stessa Denise tornò a casa.
 
Qui parla Denise.
 
- Brian, ora sei cambiato vero ? Io ho paura.- Gli dissi con sguardo basso.
- Amore, non devi averne. Io ti amo, amo la nostra bimba e non smetterò mai di amarla. Mi hai cambiato la vita e anche se non lo merito davvero, io voglio restare per sempre al tuo fianco, ti prego, permettimelo.. - Mi rispose fissandomi negli occhi, si vedeva che era sincero.
- Ti amo Brian. - E lo baciai.
Dormimmo abbracciati, fu uno dei momenti più dolci e belli della mia vita.
 
. . . Tre mesi più tardi.
 
- May perchè piangi? Sono solo le due del mattino. - Disse Brian con voce assonnata.
- Dai mi alzo io, sono buona sta volta. - Risposi sorridendo. 
Aveva solo fame, l'allattai e tornò a dormire.
Qualcosa era cambiato in quella grande famiglia. Nessuno sapeva cosa. 
La 'mascotte' era con noi ormai, e anche se non ci dava tregua per un secondo, noi l'amavamo più che mai.
Oppure bho, ci mancava solo un pizzico di amore..
Non lo sapevo.
tornai a dormire tra le braccia grandi e dolci di Brian, buonanotte gente.

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