Instants di Willy Wonka (/viewuser.php?uid=110281)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eyes of chocolate ***
Capitolo 2: *** Rain over the sea ***
Capitolo 1 *** Eyes of chocolate ***
Eyes of
chocolate
Non
vorrebbe essere lì, John, in quel posto pieno di gente e di
rumori, in quel groviglio di musica che gli si infila
nelle orecchie e di luci che gli sconvolgono gli occhi. Appoggia i gomiti
sul
tavolo così per fare qualcosa, fissa Nick ridere a
crepapelle insieme al resto
del gruppo, sentendosi terribilmente a disagio.
Immerge le sue pupille
di cioccolato in quelle del tastierista lucide per il ridere, e
non sa a chi dirlo che quel locale sta cominciando a farlo
impazzire.
Si alza con la scusa
di prendere altro da bere e si allontana, silenzioso,
facendosi largo fra quel miscuglio di voci, sentendosi una trottola che
gira e
traballa su sé stessa.
Se ne va verso il
bancone pronto a buttare qualcosa giù in gola (anche se
cosa,
ancora, non lo sa), fino a quando non posa le sue iridi bagnate di
cacao su
quella bella ragazza, alta e dai fianchi stretti, che gli fanno venir
voglia di
abbracciarli.
E desidera
così tanto parlarci e accarezzarla, scherzare e magari baciarla, mentre le si avvicina lasciando
che le sue dita strapazzino un fazzoletto nella tasca dei jeans, sicuro
che
quei due siano fatti l’una per l’altro, anche se
lei, ancora, non lo sa.
Vorrebbe tanto
salutarla, dire ciao a quella ragazza che ride e arrossisce
accanto a quello che è… un altro ragazzo.
Le sue dita smettono
di giocherellare nella tasca mentre il cervello lo accusa
di essere un povero fesso, lasciando che i suoi passi muoiano in quel
locale.
Sembra divertirsi,
sembra stare proprio bene. Almeno lei, pensa fingendosi
distratto e buttando uno sguardo alla punta delle sue scarpe.
Probabilmente
finirà col fidanzarsi il suo basso.
Tenta di tornare al
proprio tavolo, quando la ragazza lo nota e lo indica
tendendo un braccio, facendo scoppiare un incendio dentro di lui che si
paralizza e diventa nuovamente una trottola. Si conoscevano
già?
Balbetta quelle due o
tre cose che non hanno senso credendo di essersi
sbagliato, credendo che la sua mente abbia girato troppo, ma poi quel
bel
ragazzetto gli punta gli occhi addosso, si congeda con un sorriso dalla
ragazza, e cammina verso di lui.
Si è
accorto che sbavava dietro la sua fidanzata, ha capito che voleva
rimorchiarla a dovere. Questo profetizza la
sua trottola mentre quelle mani, non proprio esperte a
fare a pugni, cominciano a sudare.
“Ciao”
Attento, le tue mani
non sono esperte a fare a pugni, dice a se stesso John,
lasciale nelle tasche a sudare.
“Sei tu
John, giusto? … John Taylor?”
Annuisce nervoso non
sapendo che altro fare, lasciando che quel tipo gli tiri
un pugno dritto su uno zigomo.
O almeno
così crede.
“Mi chiamo
Simon… credo di essere il cantante che cercate”
Bum. Entrambi
rimangono fermi a guardarsi, in silenzio, uno davanti
all’altro,
concedendo al cioccolato di incontrare l’oceano.
Ed è
scritto da qualche parte in cielo che quel momento è
destinato a cambiare
tutto, anche se John, ancora, non lo sa.
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Capitolo 2 *** Rain over the sea ***
RAIN OVER
THE SEA
“Fatto
belle
foto, Nicky?” butta lì Andy passandosi fra le dita
il suo plettro preferito.
Simon sbuffa
picchiettando con l’unghia il vetro della finestra, ed oltre
ad esso goccioline
di pioggia che innaffiano tutto. Fuori il cielo è solo per
quei nuvoloni grigi
e piangenti, e questo a Simon non va giù, perché
a lui piace il sole sulla
pelle e l’acqua salata fra i capelli. Quelle pozzanghere,
quel fango,
quell’umidità che appanna il vetro, bleah. Sbatte
la testa contro di esso
facendolo vibrare, stanco e annoiato.
“Direi di
sì, il tempo è perfetto” sorride Nick
con la reflex ben stretta fra le mani,
guardando incantato la pioggia cadere elegante su ogni cosa ed
ascoltando i
tuoni che di tanto in tanto suonano le percussioni, cosa che fa sentire
Roger
in sintonia con il mondo.
“E che ti
piace fotografare, di solito?”
“Di tutto…
le espressioni della gente, piccoli dettagli…”
“Ma ci sarà
pure una cosa che ti farà impazzire più di altre,
no?”
E Nick ci
pensa profondamente, si gira e rigira quella domanda nella mente mentre
la
reflex gira e rigira fra le sue mani, e una cosa spontanea arriva al
suo cuore
d’artista.
“Beh allora
direi… il mare”
Simon
abbandona le sue acute riflessioni sulla pioggia tutt’a un
tratto interessato,
e osserva meravigliato quel tastierista conosciuto da poco.
Quel
tastierista conosciuto da poco che improvvisamente lascia la sua reflex
sul
davanzale e si avvia verso un cassetto, aprendolo e tirandone fuori
cinque o
sei fotografie lucide. Le esamina a una a una incantato, sentendone
quasi
profumi, e si perde a pensare a voce alta.
“E’ immenso…
è misterioso, è affascinante” si ripete
sorridendo e facendo danzare i suoi
occhi d’autunno “e ha dei colori fantastici, come
delle pennellate, che per un
artista è quasi raggiungere la felicità
più totale…”
Andy in un
baleno si fa curioso, così come John, Roger e Simon,
anch’esso ora in sintonia col mondo.
“… i raggi
del sole si posano su di esso facendolo quasi luccicare, e ti sembra,
seppur
sorprendentemente, che ogni volta che lo guardi sia sempre
estate…”
“Cavolo
Nick, è vero che sei il più romantico del gruppo!
Dai, fa vedere zuccherino”
“No no Andy,
queste non sono venute bene”
“Su non fare
il modesto…”
“No, davvero, non sono a fuoco e-“
“Ho visto
quasi tutte le tue foto” si intromette allora John seduto
dietro di lui “e
quelle che ho visto erano tutte meravigliose. Dai, faccele
vedere!”
Ma Nick
scuote la testa nascondendosi le foto, ed è timido,
è nervoso, è
irrimediabilmente a disagio con quella stanza.
“Solo una!
Eddai!”
Andy si
avvicina tentando di strappare le foto dalle mani del tastierista per
scherzo,
e allora quest’ultimo decide di nasconderle dietro la schiena
per poi scappare
via, ma l’altro inizia a pizzicarlo e a fargli il solletico,
mentre chiama
ridendo John in suo soccorso.
E John si
precipita su di lui rubandogli a fatica le foto.
E John
guarda, stringendo le foto come un trofeo, lasciando che anche Andy
ammiri,
mentre le loro labbra stese in un ingenuo sorriso non si incurvano
leggermente,
e i denti si separano, lasciando spazio a un espressione attonita.
Nick è lì e
non vorrebbe affatto essere lì, in piedi in mezzo alla
stanza, e quasi trema,
infiammato in volto.
“Ma…
questo…” rompe il silenzio John
“E’…”
E Simon è
costretto a voltarsi ancora, spostando il palmo della mano che gli
sorreggeva
il capo, incredulo nell’aver sentito nominare il proprio
nome.
Simon che
non sa decisamente che cosa dire, mentre fissa John che lo aveva appena
chiamato, mentre fissa John a cui scivolano distrattamente le foto
dalle mani.
E poi guarda
Nick, irrequieto, sull’orlo del caos e sull’orlo
delle lacrime. Nick che
stringe gli occhi imbarazzato e arrabbiato, Nick che si china e si
riprende le
foto, Nick che spera che sia solo un brutto sogno.
Un tuono
scuote Simon e lo riporta alla realtà, pensando che quella
era la pioggia che
tanto piaceva a quel tastierista bizzarro. Quel Nick che adorava il
ticchettio
delle gocce contro l’asfalto e l’odore del
temporale quando sta per andarsene.
Quel Nick
che è praticamente il suo opposto, e che proprio per questo
comincia a
piacergli così tanto.
E poi lui,
un ragazzetto qualunque di una città qualunque chiamata
Bushey, per quel timido
Nick è il mare. E c’è cosa
più bella?
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