a te la musica non basta

di GiorgiaFrassi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** premessa ***
Capitolo 2: *** SHEERAN ***
Capitolo 3: *** Appuntamento con il gingers ***
Capitolo 4: *** cold coffe. ***



Capitolo 1
*** premessa ***


PREMESSA                                                                                                                                                                                         
Era un’estate lunga.
O forse no,  era passata troppo velocemente. Questa cosa mi infastidiva, non riuscivo quasi mai a concepire il tempo. Per me era, e sempre sarà, una cosa assolutamente astratta.
Fu  un estate molto calda quella, ma priva di novità. Come tutte le estati del resto.
Nussun fidanzato, nessun flirt, nessuna nuova conoscenza..  soltanto qualche litigata e qualche amicizia persa.
Nussun riferimento è puramente casuale visto che avevo davvero perso una delle mie più care amiche ed il mio migliore amico irrimediabilmente. La cosa non mi lasciava per niente indifferente, anzi mi distruggeva dentro visto che non permettevo al dolore di uscire fuori.
Le amiche non mi mancavano certo, e mi erano davvero vicine. Sapevo di poter contare su di loro ma sapevo anche che nessuno poteva capire quello che provavo, nessuno riusciva a interpretare perché stessi male per delle cavolate, nessuna era me.
E così ancora una volta mi rifugiai in qualcosa che sapevo potesse davvero aiutarmi. Non era distruttivo per me ne per la mia anima, anzi mi aiutava a superare, a far uscire la rabbia e il dolore ed  ad essere felice.
La musica.
Per molti è qualcosa di insignificante ma per me è praticamente come una sorella che mi aiuta ed è presente in ogni momento.
La vita con la musica prende un colore migliore. E’ come una droga. Se vivi certe situzioni da drogato le cose sono molto più vivide e intense e a me succede la stessa cosa se ho un paio di cuffie nelle orecchie.
Avevo molti idoli, troppi cantanti e troppa musica diversa. Adoravo davvero di tutto e questo per qualche  strano motivo infastidiva la gente che mi conosceva perché non concepivano questa idea che per loro non aveva nessuna logica. Mi ricordo di un giorno. Era estate e una vecchia compagnia mi chiese di uscire. C’era un ragazzo strano con loro, lo conoscevo da molto tempo. Era il solito anarchico, che andava contro il sistema e per questo si sentiva migliore a tutti. Non badavo troppo alle sue considerazioni soprattutto se erano sulla mia insulsa vita per lui fin troppo normale. Un giorno mi chiese:” Cosa fai tu per vivere?”. Dovete ammetterlo, la domanda era abbastanza strana pronunciata da un ragazzino di sedici anni, ma ora mai non mi impressionava più niente di lui. “che intendi precisamente?” gli risposi io senza dare troppa importanza alla domanda. Sicuramente non aveva molte persone con cui discutere di questi temi, molto probabilmente perché   a nessuno importava niente di argomenti così poco superficiali e vedendo che ero almeno un tantino interessata ad aprire un dialogo disse “ io scrivo, fumo canne e mi faccio. Io vivo. Tu no.” Era aggressivo, ma non mi sentivo inferiore a lui. Per niente. “ tu non mi conosci, come fai a dirlo?” risposi con voce un po’ meno calma. Molto probabilmente lui si accorse di questo particolare perché intravidi un guizzo di superiorità nei sui occhi. “E allora dimmi! Cosa fai per vivere? Io ti conosco. So che hai una vita uguale agli altri.” Ero sempre più innervosita, stavo per sbottare ma mi accorsi che se avessi fatto così lui sarebbe stato sempre più soddisfatto allora ritornai calma e risposi “ io vivo. O almeno cerco di sopravvivere. Non faccio niente di strabiliante per scappare dalla normalità è vero.  Mangio.Dormo.Esco. Ascolto musica. A volte scrivo. Finisco i miei giorni come mi va di finirli. Sai tu sei una pedina della società, non io. Tu credi che sia io a fare quello che vogliono gli altri ma non è così. Se faccio qualcosa la faccio perché mi va di farl o perché so che è una cosa che mi aiuterà in futuro. Tu non vivi. Tu odi il mondo in cui vivi. Odi la società, che forse hai ragione non è delle migliori. Tu ti droghi. Tu ti droghi per essere felice. Chi ti ha ridotto in questo stato? La tua infelicità che è prodotta dalla società in cui vivi. Ecco chi ti ha ridotto così. Tu sei sucube della società mentre io la vivo tranquillamente.” Ero leggermente scossa dalle  mie stesse parole e quasi soddisfatta finchè lui alzo’ lo sguardo sorrise e disse “belle parole Sheeran”. Non ce la feci, a quel punto mi alzai e me ne andai.
I ricordi che avevo cercato di chiudere in un cassetto delle memoria cominciarono a uscire e a innondarmidi dolore. Uscivano anche di notte, sottoforma di incubi.
  
 

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Capitolo 2
*** SHEERAN ***


Dovevo ringraziare proprio quel ragazzo. Si ma con un calcio negli stinchi. Bullismo. E’ tutto quello che mi viene in mente pensando a quel periodo. Il ragazzo aveva ragione. Era il momento giusto per chiamarmi con quel nome perché quel ricordo era l’esempio giusto per far capire che in realtà per un certo periodo la società, il sistema erano riusciti ad uccidere anche me. Mi chiamo Giorgia.Ho 15 anni. E vivo in provincia di Milano. Ho una splendida famiglia. Delle amiche a amici stupendi. Nessun fidanzato. Non sono particolarmente bella. O particolarmente carina. Mi manca qualcosa. Sono poche informazioni, ma sono le uniche relativamente interessanti per premettere tutto ciò che è successo dopo. La mia vita ha preso una svolta il 21 maggio 2014. Il giorno in cui scoprì che dopo circa 3 anni il mio cantante preferito avrebbe fatto ritorno in Italia. Penso al futuro. Magari del passato parlerò più avanti. Il futuro riserva speranza e soprattutto felicità. Il tempo è cambiato per una settimana, come se volesse farlo apposta. C’è una leggera arietta quasi piacevole in giro. Io adoro il caldo, e di conseguenza l’estate ma potersi mettere un felpone il 22 maggio era davvero troppo bello. 22 maggio. Mancava circa meno di un mese al suo ritorno. Sarebbe arrivato il 28 giugno a Milano. Lo stesso giorno del suo firma copie del 2012. Ed Sheeran. Il mio tutto. Colui che ha sconvolto abbastanza la mia vita. Quel ginger inglese che mi aveva rassicurato prima di dormire, che mi rendeva felice, arrabbiata o nostalgica. Quel ragazzo che con la sua voce mi rendeva più sicura di me stessa. Ero fiera di essere una sheeranator, volevo urlare a tutto il mondo quando amavo Ed e quando mi rendeva felice. Il mondo purtroppo non era molto bravo a rispondere a quest’urlo d’amore, anzi.. C’era sempre stato, malgrado tutto. Lui, la sua voce.. c’era quando piangevo, quando ero speranzosa, quando ero felice, quando avevo bisogno di un luogo in cui rifugiarmi._ Una mia amica ha una casa in un bosco, un’altra ha una taverna tutta per se, un’altra ancora ha scoperto un luogo isolato dove andare. Tutte le persone che conosco hanno un luogo in cui rifugiarsi, un luogo per staccare da tutto e da tutti, un luogo per pensare ed essere finalmente loro stesse. Mi ero accorta che io non avevo questo posto. In quel periodo, abbandonato il teatro, non avevo uno sfogo. Non avevo un rifugio. Ed mi ha salvato, davvero. Scoprii che era lui il luogo in cui rifugiarmi, la sua voce il posto sicuro. La sua voce nelle orecchie, la sua voce nello sterio, la sua voce alla televisione o al computer mi facevano sentire più viva. Non avevo bisogno d’altro. Sheeran. A molte mie amiche piaceva Ed, ma anche se non ne so il motivo solo io mi sentivo così ossessionata da lui. Per loro era musica, bellissima musica naturalmente. Per me era ossigeno.

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Capitolo 3
*** Appuntamento con il gingers ***


La scuola finiva, l’estate iniziava. Purtroppo tutto mi ricordava Andrea, il mio migliore amico. Mi aveva fatto male troppe volte, e il bene che mi voleva era strano perché aveva davvero bisogno di me. Ero sempre più convinta che lui fosse innamorato di me. E forse non mi sbagliavo, ma per come sono andate le cose non lo saprò mai. Mi chiese scusa, un ultima volta. E io non potevo dirgli di no. Non potevo non accettare le sue scuse. Perchè la sua lontananza da me pesava come un macigno. Volevo parlagli, scrivergli, messaggiare con lui. Avevo bisogno del mio migliore amico. Ma non mi ero accorta che lui ora mai non c’era più. L’avevo perso per sempre da un pezzo e così decisi che la nostra amicizia non aveva un senso e gli dissi addio. Ci penso ancora certo. Ma ogni volta respingo i pensieri e metto Edward a palla. Mi aiuta a distrarmi. A pensare. L’amicizia tra maschio e femmina non esiste. E’ soltanto una grandissima balla per avvicinare la persona che ti piace. Mancava sempre meno al 28 giugno e io mi sentivo prontissima. Avevo voglia di incontrare tantissimi sheeranator. La cosa differente dalla prima volta era che questa volta ero completamente sola. Le mie amiche si erano dimenticate di Sheeran. Lo ascoltavano ma non erano pazze come me. Anche se la cosa mi rattristava molto decisi di non parlarne con nessuno del suo ritorno. Questo silenzio, questo far finta di niente con tutti. Il fatto di non entrare più su facebook o su twitter per non conoscere sheeranator che parteciperanno all’evento mi faceva sentire come se fosse un appuntamento solo per me ed Ed. Come se lui venisse in Italia solo per me. Come se nessuno sapesse niente e quello fosse il segreto che io dovevo custodire. Pensando ad allora mi sento così stupida. Ne ero davvero quasi convinta. Vedere poi tutta quella gente quel giorno mi fece sentire così lontana da lui. Sembrava irraggiungibile… Ed Sheeran l’avevo visto sempre come qualcosa di mio, sembrerà stupido ma ero davvero gelosa di tutte le fan. Ma allo stesso tempo ero orgoliosa della sua fama mondiale e volevo che tutte le persone lo amassero. Non riuscivo a confondermi nella massa. Avevo bisogno di avere un rapporto intimo con in i miei idoli. Le sheeranators erano, a mio parere, le fan migliori del mondo. Non c’erano bimbe minchia, non c’era gente che litigava, gente che si odiava. Tutti troppo gentili e amichevoli. Questo perché solo a poca gente può piacere il tipo di musica di Ed. E queste persone sono meravigliose. Ed Sheeran, aveva completamente stravolto il mio modo di essere. Piangevo più spesso, mi emozionavo spesso, amavo i miei idoli come non avevo mai fatto. Sembrerà banale, ma Ed è riuscito ad aprire un po’ di più il mio cuore per far uscire quello spiraglio di luce, di amore. Che aveva voglia di uscire da un po’. Ed Sheeran mi fa pensare, e di conseguenza vivere.

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Capitolo 4
*** cold coffe. ***


E’ buffo come ogni minima cosa te ne faccia venire in mente un’altra. E’ assurdo il modo in cui il nostro cervello riesca ad associare tutto a qualche ricordo. Questi ricordi sono motivo di lacrime o di sorrisi. Ma noi ragazzi temiamo le lacrime. Vogliamo piangere, certo. A volte mi chiudo in camera e penso a cose brutte per farmi uscire qualche lacrima. Lo so, sembra triste. Ma piangere mi piace, mi fa sentire più viva come se “se posso stare male sono viva, se posso stare male ci sarà qualcosa che mi farà stare bene”. E poi capita qualcosa di brutto per davvero. E l’unica cosa che riesci a fare è trattenere le lacrime. Quando mi sento triste, depressa, malinconica, nostalgica per qualsiasi cavolata mi abbandono al rumore della sua voce. Accendo lo sterio o metto le cuffie e mi lascio trasportare in un altro mondo. Mi fa sentire meglio, o almeno credo. Non so perché la voce di Ed è una medicina così potente per me. Se nella canzone è innamorato di conseguenza mi sento innamorata, anche se non amo nessuno. Se nella canzone è incazzato allora mi incazzo anche io. Se nella canzone è triste io lo sono con lui. Mi trasporta via con lui. Ci sono solo io e lui. Sheeran è mio, io sono sua. Anche se siamo lontani. Faceva caldo e di conseguenza avevo bisogno di qualcosa di fresco la mattina per darmi una svegliata. Avevo abbastanza i gusti difficili. Non credo fosse dovuto dal palato o dalle papille gustative ma era tutta una questione di cervello. Come si fa a bere il caffe gelato la mattina se non lo si è mai bevuto prima? La verità è che Da quando avevo ascoltato la canzone “cold coffe” di Ed, mi svegliavo avendo voglia di caffe freddo e così obbligavo i miei a prepararmelo. Nei miei pensieri mi sentivo in qualche modo connessa telepaticamente con lui. In quel periodo mi sentivo soltanto un’adolescente con un cervello troppo maturo e un idolo che amavo alla follia. Adesso mi rendo conto che ero davvero malata di Ed Sheeran. Io l’amavo e nessuno lo capiva. Pensavo fosse solo amore tra fan e idolo e invece era qualcosa di più profondo. Questo amore, poteva farmi solo male. E infatti me ne fece, sia dentro che fuori. Il caffè freddo di mattina era come una sberla in faccia, come qualcosa che ti ricorderai per tutto il giorno perché ha avuto un impatto abbastanza grande su di te. Ti ha lasciato il segno addosso. Cold coffe. Lei è come il caffè fresco la mattina. Io sono come il caffè fresco la mattina.

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