Una Limousine per Due

di MissNanna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Baci, Fragole e Champagne ***
Capitolo 2: *** Scontro di petti;Rottura di tacchi! ***
Capitolo 3: *** Corse,Capogiri e Salvataggi ! ***
Capitolo 4: *** Febbre Alta ,Animi Accesi ***
Capitolo 5: *** Sogni e Guai ***
Capitolo 6: *** Proposte e Piccole Fughe ***
Capitolo 7: *** Direttamente dal Passato ***
Capitolo 8: *** La principessa e il Cocchiere ***
Capitolo 9: *** Lo strano risveglio ***
Capitolo 10: *** Guai in Vista ***
Capitolo 11: *** Impicci e Abbracci ***
Capitolo 12: *** Scoop & Sfratti ***
Capitolo 13: *** Una lunga e tragica Convivenza ***
Capitolo 14: *** Provocazioni del C***o ***
Capitolo 15: *** Scommesse e Figuracce ***
Capitolo 16: *** Imbranata ***
Capitolo 17: *** A cena con i Suoi- Parte Prima ***
Capitolo 18: *** A cena con i Suoi- Parte Seconda ***
Capitolo 19: *** Chiacchiere in Confidenza ***
Capitolo 20: *** Un porno in compagnia ***
Capitolo 21: *** Giocare col fuoco ***
Capitolo 22: *** Penelope&Dafne contro UominiNudi&Vodka ***
Capitolo 23: *** La doccia ***
Capitolo 24: *** GoodBye Kiss ***
Capitolo 25: *** Avviso aggiornamento. ***
Capitolo 26: *** Natale con i suoi ***
Capitolo 27: *** Batticuore ***
Capitolo 28: *** Brutte scoperte ***
Capitolo 29: *** Serate da Incubo ***



Capitolo 1
*** Baci, Fragole e Champagne ***


Capitolo 1.1

    Baci,Fragole & Champagne

Il giorno del mio ventesimo compleanno doveva essere speciale più di tutti gli altri già festeggiati. Mi trovavo come previsto nella mia bellissima limousine nera con circa dieci bottiglie di champagne in freddo ed una lista di locali esclusivi da visitare per tutta la notte .L’unico intoppo era l’assenza delle amiche selezionate per quel tour così particolare. Ben due ore di ritardo. Una volta compreso che non si sarebbero presentate ordinai al mio autista di partire.

<<”Chi se ne frega di loro!Ho ancora tutta la notte,ben dieci bottiglie di champagne e.. i “Pass” per i migliori locali!”>>

Senza rendermene conto mi ritrovai a scolarmi ben quattro litri di quella pozione magica che porta via i cattivi pensieri e rende magiche le serate peggiori. Bevvi tanto che di quei momenti ricordo con imbarazzo ben poco .L’autista era divenuto l’oggetto della mia totale attenzione da pazza ubriaca. Lo guardavo spesso pensando a quanto fosse giovane e a quanto le sue labbra potessero essere dolci. Avevano sicuramente il sapore delle fragole mature e le fragole mature sicuramente combaciavano bene con lo champagne della mia bocca. Urlante e mezza sghignazzante iniziai a giocare con lui,che molto serio evitava di darmi corda.

<<”Ei,ma tu parli mai o hai sempre il broncio?”>>

Lui evitava di guardarmi tenendo lo sguardo fisso sulla strada.

<<”Sai che ti pago ,vero?”>>

Lo vidi sbuffare dallo specchietto retrovisore e notai che stava accostando l’auto. Scese e con mio stupore aprì il portello dei passeggeri. Entrò e si richiuse dentro con me. Si tolse il cappellino stupido e scocciato,sistemò prima i suoi splendidi capelli scuri e poi adagiò il suo sguardo color cioccolato sulla mia persona.

<<”Allora,mi dica signorina,è così terribilmente stronza come la dipingono tutti?O oggi è semplicemente stata vittima di una cattiveria collettiva?”>>

Lo guardai stupita e poi scoppiai a ridere,colpa dell’eccessivo tasso di alcol nell’organismo.

<<”Anche peggio di quanto tu possa immaginare!Le altre possono solo invidiare,la mia bellezza ,la mia ricchezza e il mio dolcissimo e ricchissimo fidanzato!”>>

Mentre gli parlavo mi rialzai in piedi e con non poche difficoltà mi avvicinai a lui . Mi sedetti al suo fianco e distesi le gambe sulle sue .

<<”Signorina,mi sa che è troppo ubriaca ,forse è meglio se le vado a prendere una caraffa di caffè così le facciamo passare la sbornia per poi  ritornare a casa,cosa ne pensa?”>>

Mi diceva alquanto agitato .Gli piacevo e la cosa non mi disturbava affatto.

<<”Chiamami pure Penny!”>>

Gli affermai mettendomi seduta su di lui con il viso a pochi centimetri dal suo.

<<”Penny,sei completamente ubriaca,cerca di rimetterti a posto. Domani mattina non voglio rischiare il posto per aver fornicato con la padrona di casa!”>>

Divertita ed eccitata lo spinsi con la schiena contro la parete dell’auto e con molta poca delicatezza ,lo baciai. Un bacio di lingue intrecciate,un bacio di fragole mature e champagne. Un bacio che presto o tardi mi avrebbe cambiata completamente, dentro e fuori.

 

La mattina seguente …

Quando riaprii gli occhi era ormai mattina e il sole penetrava dal finestrino leggermente aperto dell’auto .La luce mi accecava e la testa quasi mi scoppiava. Mi sedetti e mi ritrovai mezza nuda e completamente sporca di torta. Guardandomi intorno mi resi conto che c’era  qualcun altro al mio fianco ancora dormiente e per i pochi ricordi della notte precedente ,riuscì a riconoscere come il giovane autista. Lo osservai con attenzione e oltre ai lineamenti mozzafiato aveva anche un fisico molto attraente .Il più grosso problema era però che quest’ultimo era mezzo nudo .Cercai di ricordare cosa fosse accaduto,ma proprio non riuscivo e ciò non fece altro che alimentare i mal di testa. Mi rialzai e ancora poco stabile uscì dall’auto a piedi nudi,presi una bella boccata d’aria cercando di calmare la nausea che stava sorgendo,ma proprio mentre sentivo qualcuno muoversi nell’auto,non riuscì a resistere e mi ritrovai a vomitare l’anima .I capelli mi ricadevano sul viso e in parte si sporcarono sino a che delle mani li tirarono indietro ,per poi poggiarsi fresche sulla mia fronte. In un primo momento non pensai a nulla,se non a cercare di riprendermi poi una volta calmata mi scontrai con un sorriso tanto dolce quanto comprensivo che non fece altro che spiazzarmi.

<<”Come ti senti Penny?”>>

Mi chiamò per nome ,sorprendendomi nuovamente. Cosa era successo quella notte?

<<”Scusami ,perché mi hai chiamata per nome?”>>

<<”Perché me l’hai chiesto tu ieri!”>>

Mi morsi l’interno della guancia maledicendo quelle quattro sciacquette delle mie “amiche” che avevano fatto sì che l’autista si prendesse la libertà di chiamarmi per nome,di darmi del tu e di tenermi la testa mentre vomitavo.

<<”Ehm … Per caso mi hai anche detto come ti chiami?”>>

Lui perplesso mi rispose di no.

<<”Se proprio ti interessa ,io sono Noa!”>>

Sorrisi scettica. Non mi interessava affatto il suo nome,così evitai di stringergli la mano che mi aveva teso. La ritirò poco dopo , molto confuso.

<<”Allora Noa, ehm ..  vedi io non so cosa sia successo questa notte,però volevo dirti comunque di non farti alcuna illusione , perché … si insomma sei anche carino..mah … sei il mio autista ed è così un cliché avere una relazione con un proprio sottoposto ! Poi non so se ti ho detto che sono fidanzatissima …”>>

Mi fissava quasi divertito e la cosa mi irritò parecchio che mi ritrovai a rincarare la dose.

<<”Inoltre confido nella tua intelligenza e quindi credo  che tu sappia che se non fossi stata ubriaca tra me e te non ci sarebbe stato nulla!”>>

Lui mi voltò le spalle e si avvicinò al posto di guida. Mi guardò e poi sorrise.

<<”Okay, se lo dici tu va benissimo. Ora cosa ne pensi di risalire in macchina e tornare a casa? Non vorrai mica che il  tuo fidanzato possa trovarti in questo stato?”>>

Mi osservai e con una nota di disapprovazione lo seguii  rientrando nel retro della limousine.

<<”Ah Penelope,volevo solo dirti che stanotte non è  accaduto nulla di particolarmente  sconvolgente o di irreparabile. Non ti ritroverai con figli illegittimi. Il massimo che ti potrà accadere è desiderare che ti baci ancora con le mie labbra dal sapore delle “fragole mature”!”>>

Mi morsi la lingua. Mi prendeva in giro e la cosa mi faceva rabbia.

<<”Bene,allora chiamerò il mio medico o ancor meglio uno psicologo,se proprio dovessi sognare una cosa simile!”>>

Scoppiò a ridere e non riuscì a non ammettere che aveva un sorriso bellissimo. Mi guardava dallo specchietto retrovisore e sorrideva compiaciuto.

<<”Quindi come ti comporterai con me? Come una “fragola matura e zuccherosa”o mi licenzierai?”>>

Lo fulminai con uno sguardo.

<<”Perché dovrei comportarmi in qualche modo con te? Sei semplicemente l’autista di mio padre e di conseguenza anche il mio. L’unico atteggiamento che avrò nei tuoi confronti è l’indifferenza,quella più totale. Non avrai nemmeno la rilevanza di un moscerino per me!”>>

Scoppiò a ridere ,quasi incredulo. Non mi credeva.

<<”E’ inutile che ridi. Sappi che ride bene chi ride ultimo e Caro mio, con Penelope Richardson l’unica a ridere è lei.”>>

E così dicendo aspettai che parcheggiasse in villa e così scesi e mi diressi in casa.

<<”Ei,sorellina ma che avete combinato ieri sera?”>>

Sbottò Dafne facendo capolinea in corridoio. Mi guardava con espressione divertita. Lei sempre impeccabile ed elegante si ritrovava di fronte alla sua sorella minore tutta impiastricciata di panna ,con i capelli sporchi di vomito e i vestiti stropicciati. Lei così bella ed affettuosa era il mio opposto. Io ero  carina e non bella come affermavo,  imbranata ,insicura ed incapace di instaurare un rapporto umano di qualsiasi tipo.

<<”Per piacere non ne parliamo! Sono stata snobbata da quelle quattro oche che avevo invitato,ho bevuto litri e litri di alcol e … sono in condizioni terribili!Tra poco Richard sarà qui ed io ho baciato un autista puzzolente che ora mi chiama per nome e che dice cose assurde!”>>

Terminai acida ed esasperata. Lei mi prese sotto braccio sino a condurmi in camera.

<<”Suppongo sia stata una giornata pesante ,ma tra poco il tuo tanto agognato Richard arriverà e pranzeremo tutti insieme , faremo tutte quelle cose spocchiose e superficiali che ti piacciono tanto. Tu sarai perfetta e dimenticherai il piccolo problema dell’autista. Anche perché sono sicura che non dirà nulla,non penso che sia così stupido da rischiare il posto!”>>

Terminò tirandomi via il vestito sporco,facendomi rialzare le braccia.

<<”Dio quanto puzzi! Infilati subito nella doccia che ti preparo un abito pulito!”>>

Sotto il getto d’acqua calda ,quasi bollente cercai in ogni modo di eliminare i postumi della sbornia,di cancellare la puzza di vomito e di non dare troppo peso alla fragranza alle“Fragole” del mio bagnoschiuma. Ero irritata dal mio stesso pensiero , che ritornava alle labbra di quell’autista impertinente che mi aveva sorretto la testa, mentre rigurgitavo,cominciai a  strofinarmi la fronte con tale potenza da provocarmi un arrossamento che non riuscì a nascondere nemmeno con il fondotinta. Quando giunse l’ora di pranzo,però fui  perfettamente vestita truccata e con una medicazione in bella vista.

<<”Tesoro cos ‘hai fatto alla fronte?”><

Mi chiese Richard,appena dopo il pranzo. Non era particolarmente affascinante né bello,ma quello che più mi piaceva di lui era il fatto che lo desiderassero tutte e che ben presto avrebbe ereditato l’azienda del padre. Paffuto e leggermente stempiato faceva però la sua buon figura in abito da sera. Gli baciai le labbra delicatamente e lui ricambiò con molta educazione . Era quello il tipo di relazione che avevamo instaurato. Il nostro picco di passionalità  era raggiunto dal fare l’amore una volta a settimana e non era di certo un’ esperienza epocale.

<<”Ehm .. niente di particolare. Ho semplicemente un foruncolo!”>>

<<”Che ne dici di fare un giro in giardino,magari ... possiamo dedicarci un po’ a noi! “>> -Terminò strusciando il suo nasone sul mio collo. Non avremmo potuto fare nulla se non tubare  come ragazzini,ma mi piaceva l’idea di sentirmi desiderata da uno scapolo d’oro come lui. Feci un cenno positivo e stretti in un mezzo abbraccio salutammo i nostri genitori e ci dirigemmo verso il piccolo gazebo sulla collinetta dietro la villa. Una collinetta adiacente alla dependance della servitù. Ero felice della mia fantastica vita da futura moglie di un imprenditore. Ero già immersa nei miei migliori sogni quando Rick,mi fece notare un dettaglio stonato.

<<”Tesoro ,ma chi è quel ragazzo in mutande che amoreggia con la vostra cameriera bionda?”>>

Pronunciò. Deglutii e sentii il fumo della rabbia fuori uscire dalle mie orecchie di gran signora. Quel buzzurro di autista era fermo sulla porta della “mia dependance” , ad amoreggiare con “la mia cameriera”. Di scatto lasciai il braccio del mio amato e corsi come una furia sino ad interromperli. La ragazza arrossì sotto il mio sguardo omicida.

<<”Ma che state facendo? Da quando in qua l’autista fa “queste cose” con la mia cameriera sulla porta della mia dependance e nel mio giardino? Dico ,ci siamo impazziti? Deborah,tu corri in casa ! “>>

Sbottai indicandole la strada,poi mi voltai verso il ragazzo completamente nudo posato di fronte ai miei occhi,che non volendo si ritrovarono a desiderare di vedere cosa nascondesse quell’unico lembo di stoffa che gli accarezzava le parti intime. Lo sentii ridere così, lo fissai maledettamente arrabbiata.

<<”Cos’hai da ridere? Non vedi che figura meschina fai fare a te stesso e a noi padroni di casa?E rimettiti immediatamente qualcosa addosso. Non voglio mai più vederti nudo. E’ uno spettacolo indecente!”>>

Con un sorriso beffardo stampato sulle labbra ,mi si avvicinò

<<”Ha paura che quello che potrebbe vedere potrebbe piacerle maledettamente?”>>

Deglutii. Ero pur sempre poco più che una ragazza di diciannove anni, gli ormoni in subbuglio fanno parte della gioventù. Almeno così mi dicevo,ma io potevo metterli a tacere. Avevo Richard, che era qualcosa di molto più forte della passione.

<<”Non dica sciocchezze!”>>

Sbottai con la gola secca,mentre le sue labbra sfiorarono il mio orecchio con estrema lentezza.

<<”Cosa ti ha dato più fastidio . Che io ti abbia fatto fare una figuraccia con il tuo “ ospite d’onore” o che io abbia fatto qualcosa di molto poco casto con una “semplice” cameriera,dopo aver assaggiato un po’ di spumante dalle labbra della padrona?”>>

Ero a bocca aperta. Sapevo cosa dire,ma proprio non riuscivo a rispondergli. Richard però ci raggiunse e con fare da gentiluomo mi tolse dall’impiccio presentandosi al ragazzo.

<<”Io  sono Richard Benedetti. Il fidanzato della signorina Penelope. Lei è?”>>

Lui gli porse una mano.

<<”Io sono l’autista personale della signorina e in questo momento quello che è in mutande di fronte al suo fidanzato. Sono Noa ed ora credo sia giunto il momento di rientrare e di coprirmi!”>>

Detto questo ci salutò e ci congedò come se nulla fosse mai accaduto. Mi aveva provocato e per la prima volta non ero riuscita a ribattere. Mi sarei esercitata,ma non gli avrei permesso di cogliermi in fallo un’altra volta. 


*Angolo Autrice*

Vi rubo solo due secondi..

Questa è una storia che è già completa. Mi piacerebbe postarne un capitolo al giorno o ogni due giorni, ma questo sempre se seguita o quanto meno con qualche recensione,altrimenti non mi ci applico tanto e posto una volta a settimana...

E' una storia carina, complicata, ma niente di deprimente. Una tipica commedia romantica priva di pretese..

Ora vado che ho postato più io che non so chi...

Baci Annie

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Vittoria ha poco più di 20 anni . Un monolocale di 60 metri quadri e una famiglia che la ripudia. Alessandro ha 26 anni. E' di bell'aspetto e apparentemente ha una bella vita. Quando lo sguardo dei due si incrocerà,sarà difficile per entrambi fingere di non essersi guardati nell'animo. La loro strada è ricca di insidie ,ma l'amore,quello vero sa sempre trovare il modo per trionfare...
*SECONDA PARTE *- Ancora tu...
Gira il libro e comincia dalla fine a leggere quello che ne è stato di Alessandro e Vittoria... - In corso...(e' stato accorpato il seguito alla prima parte del racconto...)

  • THOC- The History of Criminals Hearts -Rating Rosso
Dal Prologo
Presto mi sarei scontrata di nuovo con Jack Wright.
Uno dei criminali più conosciuti del paese. 
Colui che aveva ereditato per successione il suo potere.
Lui, era il figlio del boss ed io…
Solo una stupida innamorata.
Una storia, LA storia d'amore di due cuori diversi ma pur sempre criminali, capaci di ferirsi , di arrendersi al destino, ma che ben presto si ritroveranno e solo allora capiranno se o meno quell'amore sbocciato vent'anni prima persiste o se le difficoltà ancora una volta li porteranno su due strade troppo opposte per incrociarsi nuovamente.
Questa è la storia di Jack e Izzie ed è solo agli inizi...
Attenzione:Questa storia era stata pubblicata su un altro mio contatto che provvederò a cancellare. -STORIA IN CORSO...

  • L'amore che aspettavo..- Rating Arancione
Arianna a dodici anni lo aveva visto per la prima volta. 
Da quel momento lui era diventato tutto ciò che potesse desiderare, sino a che non le spezzò il cuore con un rifiuto. Dopo quattro anni di una cotta non corrisposta e due di completa libertà, la giovane sventurata si ritroverà faccia a faccia con il suo primo amore platonico. Nico. Che ne sarà di lei?Così normale, noiosa , grassa e totalmente e perdutamente decisa ad evitarlo per il resto dei suoi giorni
Peccato che non le sarà tanto facile evitare il fratello maggiore del bambino a cui fa da baby sitter...
ATTENZIONE:Questa storia era stata pubblicata con un altro contatto..
Ma finalmente MissNanna è ritornata in sè...- Storia in corso..

  • Una Limousine per due..- Rating Arancione
Lei: bella , ricca e terribilmente schiava dell'apparenza .
Lui:bello , povero e privo di ogni inibizione.
Lei la sua datrice di lavoro, Lui il suo autista.
Quando due cuori si scontrano,non è sempre facile ad arrivare al lieto fine..
Strade lunghe tortuose e ricche di colpi di scena...
Questa è la storia Di Noa e Pen.
ATTENZIONE:storia completa, su richiesta è possibile aggiornare un capitolo al giorno.

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Capitolo 2
*** Scontro di petti;Rottura di tacchi! ***


Capitolo 2.2

Scontro di petti;Rottura di tacchi!

Era ormai metà ottobre ed era passato quasi un mese  dal mio compleanno. Per cause maggiori ,quali eventi ,serate, cene tutte organizzate dalla nuova élite della città,mi ritrovai a trascorrere il mio tempo di giovane ragazza di soli vent’ anni nell ’ambiente che sognavo da quando ero bambina. Usufruivo della limousine di Richard e della sua carta di credito per acquistare l’occorrente per presentarmi al meglio come la sua fidanzata ufficiale. Erano momenti che avevano il colore dell’oro ,il volto dei magnate delle famiglie ricche del paese , il profumo delle rose bianche e il sapore dello  Chateau Margaux 1995” . Tutto intono a me aveva cominciato a ruotare nel senso giusto ,tanto che non mi accorgevo più di quello che non mi interessava. Ormai esistevo solo io, il mio futuro e il mio amato e dolce Richard. Quando il periodo delle feste frenetiche sembrò calmarsi ,decisi di dedicarmi allo shopping sfrenato. Dopotutto credevo di meritarlo.

<<”Papà ,oggi puoi prestarmi l’autista? Dovrei acquistare qualche abito particolare. Ho come la sensazione che Richard voglia farmi la sua proposta a breve e non vorrei ricordare il momento del mio si e pensare a quanto fossi poco attraente!”>>

Terminai disgustata al solo pensiero.

<<”Oh ,per carità!Non potrei permettere tale impudenza . “>> –mi disse canzonandomi  –<<”Però ti concedo volentieri il mio autista per fare le tue commissioni !”>>

<<” Grazie Papi!”>>

Sbottai saltandogli al collo.

<<”Non ti arrabbi vero se uso la tua carta gold?”>>

Pronunciai con gli occhi da cucciolo.

<<”Cerca di contenerti! Se continui a sperperare tutto finiremo con lo stare per strada e dormire con i barboni!”>>

Gli sorrisi e poi mi voltai .

<<”Questo non potrà mai accadere Papi, sei troppo intelligente per permettere che le nostre finanze vadano a rotoli!”>>

Scossi la chioma bionda e con estrema disinvoltura mi diressi alla dependance della servitù . Non avevo più pensato a quel tipo ,sin troppo bello e anche troppo cafone ,che mi aveva tenuto compagnia la notte del mio compleanno. L’avevo intravisto in macchina con papà ,qualche volta in casa mentre parlava fitto con la cameriera scialba,ma non ci avevo più parlato anche perché non ne avevo alcun interesse .Dopo l’ultimo scontro mi ero ripromessa di non lasciarmi sorprendere dalle sue risposte maliziose e pungenti,ma avevo rimediato ignora dolo insieme a tutto quello che non ruotava intorno al mio Richard  .

 Giunsi a destinazione e con mia sorpresa mi scontrai con la persona in questione che per poco non mi scaraventò a terra.

<<”Ei, guarda dove cammini! Per poco non mi mandavi a gambe all’aria ,imbecille!”>>

Mi guardò con uno sguardo assente ,il che mi fece quasi pentire di aver sbottato. “Quasi” . Io potevo e mi permettevo tutto. Anche il lusso di mandare a quel paese chiunque .

<<”Ehm.. scusami. “>>

<<”Scusarti un corno! Per poco non mi si rompeva un tacco! “>>– dissi rincarando la dose ,fissandomi la scarpa.

<<”Ah invece mi sa tanto che dovrà perdonarmi , perché non ho alcuna intenzione di perdermi un altro posto solo perché la signorina mi si è parata davanti alle palle e per poco non le si rompeva un tacco.”>> sbottò d’un fiato <<” Beata lei che ha come più grande problema della sua esistenza  la situazione delle scarpe  nel mondo , ma vede io i miei soldi me li guadagno. Sono un bravo ragazzo e mi faccio il mazzo sia come autista che in altro quindi se mi permette ..”>> si abbassò ad un centimetro dal mio viso. <<”…Guardi dove mette i piedi , io ora vado a casa e approfitto del signor Jared e lei non mi dirà nulla , perché non è la mia padrona, ma solo la figlia del mio capo!”>>

Terminò sorpassandomi con il collo ancora gonfio per lo sfogo . Lo fissavo imbambolata ed allibita. Una volta compresa la sua sfacciataggine ,lo raggiunsi con il fumo che mi fuoriusciva dalle orecchie .

<<”Ma come ti permetti di rivolgerti così a me? “>>

<<”Ma chi cavolo ti conosce! Parchè non potrei rivolgermi in questo modo a te?Non mi pare di aver condiviso qualcosa con lei “ Signorina” ed inoltre le cene e le serate a cui partecipa con il “suo” Richard , non le danno il diritto di credersi Dio! Non lo è , e non lo sarà nemmeno una volta sposata con quella palla del “suo” amato!”>>

Si voltò e arrivò alla limousine . Jared, l’altro autista, ci guardava sorpreso,ma non dimenticò la professionalità e  mi aprì la portiera. Il ragazzo entrò nell’auto prima che potessi avvicinarmi. Battei i piedi sul prato, preda di una crisi isterica e sbuffando mi fiondai sul sedile.  Una volta dentro avrei tanto voluto prenderlo a pugni,ma cercai di restare il più calma possibile.

<<”Jared accompagnami al solito per favore! Oggi ho anche il pidocchio attaccato ai maroni!”>>

Terminò fissandomi,mentre io lo fulminavo per quella mancanza di rispetto.

<<”Certo ,caro! E lei signorina Penelope?”>>

Mi chiese cortese.

<<”Jared , va bene in centro,grazie!”>>

Conclusi esausta. Quel continuo litigare ed essere aggredita mi aveva stremata e inoltre avevo una paura terribile che mi potessero venire le rughe se avessi assecondato la mia idea di prenderlo a parolacce.

<<”Ora mi spiega gentilmente il motivo per cui siede al mio fianco ,nella mia limousine ,dopo le brutte cose che mi ha detto un attimo fa?”>>

Cercavo di pesare al meglio le parole per non lasciarmi vincere dalla rabbia e dall’isteria.

<<”Perché io devo ritornare a casa e suo padre mi concede di usufruire del servizio di Jared ,quando   devo fare qualche commissione urgente. Questa è una di quelle occasioni, ma ciò non le riguarda!”>>

<<”Ma che sfacciato!”>>

Gridai  saltando in ginocchio sul sedile .

<<”Ma come ti permetti di trattarmi in questo modo? Io non sono nessuno,ma non lo sei nemmeno tu. Non ti licenzio perché sono una signora e ..”>>

<<”No, non mi licenzia perché non ne ha il potere e perché non lo farei se fossi in lei.. non dopo la notte in limousine !”>>

Mi irrigidii .Deglutii con calma e cercai di non far notare il turbamento che mi aveva assalito .

<<”Cosa intendi dire?”>>

Pronunciai con cautela.

<<”Che  eravamo mezzi nudi e lei era completamente ubriaca. Suo padre potrebbe diseredarla se solo sapesse le condizioni in cui gravava. Inoltre meglio non parlarne con “Richardino”.Lui potrebbe anche capire quanto ti manca un vero uomo accanto .Il testosterone, il sesso … “>>

Deglutii e  si. Mi lasciai soccombere dalla rabbia . Mi gettai su di lui e lo afferrai per il colletto e cominciai a strattonarlo.

<<”Che fai stupido idiota? Mi ricatti? E con cosa?Non hai niente per dimostrarlo!”>>

Lui sogghignò e io continuai a scuoterlo.

<<”Il mio cellulare ha una copia della foto di noi due che ci baciamo!”>>

Porto le mani alle labbra sotto shock .

<<”Sei un porco bastardo! Hai approfittato di una donna ubriaca e mi hai fatto una foto contro il mio volere!”>>

Dissi in mia difesa.

<<”In realtà “Principessa” , è stata lei a continuare ad assaltarmi . Ci siamo baciati e si, lo ammetto è stato terribilmente eccitante ,poi però ha voluto scattarci una foto e ve l’ho permesso,chi ero io per impedirvelo ,eh? Ed infine dopo diversi tentativi sono riuscito a calmarla .”>>

Annaspavo una risposta, ma ancora una volta mi aveva lasciato senza alcuna risorsa.

<<”Quindi, ora le chiedo a mia volta. Lei è ricattabile? Posso seriamente ricattarla per tenermi il mio posto?”>>

<<”Lei è uno sporco lurido approfittatore!Lei mi ha violato nell’anima!”>>

<<”E lei mi ha violato la mia bocca. Direi che siamo pari ,no?”>>

Grugnì isterica e gli diedi un ultimo colpetto sul petto.

<<”Ora si scosti che sono arrivato!”>>

Così dicendo mi gettò dalle sue ginocchia facendomi perdere l’equilibrio e facendomi ritrovare distesa su di un fianco e mezza sconvolta. Salutò Jared e poi guardandomi mi fece un occhiolino e richiuse la portiera. Mi rialzai giusto in tempo per vedere che ci trovavamo in uno dei quartieri notturni più frequentati . Cercai di ricompormi per il resto del viaggio,ma ormai un pensiero mi martellava involontariamente .

 Che ci faceva in quel quartiere?E perché si trovava nella dependance della servitù se aveva una casa sua?

Queste domande continuarono a tormentarmi anche durante la mia giornata di shopping sfrenato . La cosa che più mi sconvolgeva era il fatto che stessi pensando alle cose private di un mio dipendente e il che per me era fin troppo strano ,così una volta tornata in auto mi decisi a togliermi i miei dubbi.

<<”Mi scusi Jared”>> – pronunciai una volta ritornati in marcia verso casa.

<<”Mi dica pure signorina! “>> mi rispose cortese fissandomi dallo specchietto.

<<”Ecco..volevo sapere … ehm … si insomma, sa qualcosa su quel ragazzo di prima , come si chiama Nill , Nell.. “>> continuai fingendo di non ricordare quel nome.

-Noa?

Chiese lui a sua volta.

<<”Ecco, si proprio lui. Vorrei sapere qualcosa sul suo conto … anche perché non vorrei che mio padre avesse assunto uno sprovveduto !”>>

Continuai la mia recita . La mia preoccupazione principale non era quella , volevo solo sfamare la mia curiosità . Avevo la necessità di sapere qualcosa su di lui . Non potevo permettergli di tenermi in pugno con così tanta facilità . Non era successo mai con nessuno e non esisteva di certo qualcuno che potesse farlo.

<<”Signorina, da quanto ne so e per quanto possa aver avuto l’opportunità di conoscerlo, il giovane Noa è un bravissimo ragazzo .Ha la testa sulle spalle e cerca il più possibile di impegnarsi nel suo lavoro,quindi non credo che lei o suo padre possiate avere di questi problemi. L’unica pecca è il suo carattere . E’ un ragazzo amabile ,ma è ancora preda dei suoi vent’anni. E’ impulsivo e a volte sgarbato ,proprio come oggi quando avete litigato .”>>

In silenzio cominciai a riflettere sulle parole dell’autista più anziano.  Non ero ancora sazia.

<<”E sa per caso il perché non lavori per mio padre nel week end? L’altra volta l’ho incontrato nella dependance della servitù, ma da quanto ho capito ha una casa propria!”>>

<<”Noa abita con la sua famiglia , ma ha buoni rapporti con il resto della servitù, magari è per questo che l’ha visto lì”>>azzardò Jared. <<”Il ragazzo Lavora per voi solo il pomeriggio dal lunedì al venerdì ed ha il sabato e la domenica liberi. Suo padre lo ha subito assunto perché ha  accettato un lavoro part-time e una paga minima, permettendomi di lavorare la mattina e nei week end . Ultimamente la mia salute non è più come quella di una volta e quindi avevo proposto al capo il mio licenziamento ,ma lui ha provveduto  trovando una soluzione alternativa . “>>

Terminò sorridendomi. Al che risposi con altrettanta cortesia. Poco dopo,non avendo la voglia di una doccia veloce, mi immersi nella vasca da bagno e  nei miei mille dubbi. Noa era un salvatore o un carnefice? Evidentemente per il mio caro papà e per Jared era un eroe, ma per il comportamento di sfida che aveva adottato con me, mi ritrovavo ad essere la sua vittima . Quello che non aveva messo in conto il signorino era che contro di me,non si poteva mai vincere.

*Angolo autrice*

Salve raga,perdonate il ritardo!

Ad alcune di voi avevo promesso di aggiornare ieri sera, ma efp non ne voleva proprio sapere di farmi entrare.

Quindi eccovi servito il capitolo.

Ringrazio tutte le persone che leggono, che aggiungono le storie alle seguite etc..

un grazie speciale a chi commenta. 

E' sempre un piacere vedere che in qualcosa che si fa con amore, si è ricambiati!

un bacio MisSolletico

P.S. DI SEGUITO LE TRAME DELLE MIE STORIE!


  • Le nuove Storiein Corso e Complete di MisSolletico/MissNanna..






  • Innamorata di Nick- Come Arrivare a te - Rating Arancione
Maggie e Nick. 
Lei una ragazzina. Lui un uomo che dovrebbe esser maturo.
Lei la figlia della migliore amica di lui.
Lui il grande amore di Maggie.
Eccoli di nuovo su Efp..
Questa storia è stata una lunga epopea! -COMPLETA Ripubblicata

  • Quello che più Conta -PRIMA&SECONDA PARTE- Rating Arancione
*PRIMA PARTE*
Vittoria ha poco più di 20 anni . Un monolocale di 60 metri quadri e una famiglia che la ripudia. Alessandro ha 26 anni. E' di bell'aspetto e apparentemente ha una bella vita. Quando lo sguardo dei due si incrocerà,sarà difficile per entrambi fingere di non essersi guardati nell'animo. La loro strada è ricca di insidie ,ma l'amore,quello vero sa sempre trovare il modo per trionfare...
*SECONDA PARTE *- Ancora tu...
Gira il libro e comincia dalla fine a leggere quello che ne è stato di Alessandro e Vittoria... - In corso...(e' stato accorpato il seguito alla prima parte del racconto...)

  • THOC- The History of Criminals Hearts -Rating Rosso
Dal Prologo
Presto mi sarei scontrata di nuovo con Jack Wright.
Uno dei criminali più conosciuti del paese. 
Colui che aveva ereditato per successione il suo potere.
Lui, era il figlio del boss ed io…
Solo una stupida innamorata.
Una storia, LA storia d'amore di due cuori diversi ma pur sempre criminali, capaci di ferirsi , di arrendersi al destino, ma che ben presto si ritroveranno e solo allora capiranno se o meno quell'amore sbocciato vent'anni prima persiste o se le difficoltà ancora una volta li porteranno su due strade troppo opposte per incrociarsi nuovamente.
Questa è la storia di Jack e Izzie ed è solo agli inizi...
Attenzione:Questa storia era stata pubblicata su un altro mio contatto che provvederò a cancellare. -STORIA IN CORSO...

  • L'amore che aspettavo..- Rating Arancione
Arianna a dodici anni lo aveva visto per la prima volta. 
Da quel momento lui era diventato tutto ciò che potesse desiderare, sino a che non le spezzò il cuore con un rifiuto. Dopo quattro anni di una cotta non corrisposta e due di completa libertà, la giovane sventurata si ritroverà faccia a faccia con il suo primo amore platonico. Nico. Che ne sarà di lei?Così normale, noiosa , grassa e totalmente e perdutamente decisa ad evitarlo per il resto dei suoi giorni
Peccato che non le sarà tanto facile evitare il fratello maggiore del bambino a cui fa da baby sitter...
ATTENZIONE:Questa storia era stata pubblicata con un altro contatto..
Ma finalmente MissNanna è ritornata in sè...- Storia in corso..

  • Una Limousine per due..- Rating Arancione
Lei: bella , ricca e terribilmente schiava dell'apparenza .
Lui:bello , povero e privo di ogni inibizione.
Lei la sua datrice di lavoro, Lui il suo autista.
Quando due cuori si scontrano,non è sempre facile ad arrivare al lieto fine..
Strade lunghe tortuose e ricche di colpi di scena...
Questa è la storia Di Noa e Pen.
ATTENZIONE:storia completa, su richiesta è possibile aggiornare un capitolo al giorno.

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Capitolo 3
*** Corse,Capogiri e Salvataggi ! ***


Capitolo 3.3

Corse, Capogiri e salvataggi!

La mattina seguente mi svegliai di buon ora e indossando degli shorts e una t-shirt lunga ,mi diressi in giardino per la mia corsa mattutina . C’era la solita frescura che tanto amavo. Con un insolito buon umore, mi diressi verso il cancello. Una volta per strada cominciai e muovermi spedita per le vie deserte della città.Come di consueto non c’era quasi nessuno. La maggior parte delle persone si godeva le ultime ore di sonno prima di cominciare la giornata.

 Arrivai al parco già stanca e stranamente percorsi con molta più fatica il mio solito tratto. Sentii la testa girare e giusto in tempo, mi accasciai e mi sedetti sul bordo di una fontana cercando di riprendere fiato. Guardai l’orologio e notai di aver tardato giusto un’ora. Sbuffai e continuai a bearmi dell’aria pulita del mattino ,sulla pelle imperlata di sudore .

<<”Come mai,questa mattina ha fatto fatica a muovere il sederone,Principessa?”>>

Mi voltai indignata e mi ritrovai di fronte un ragazzo in felpa e cappuccio e un paio di pantaloncini aderenti. Lo fissai  meglio e mi resi conto che non avevo immaginato quella battuta acida. Noa era proprio di fronte a me ,scatenando la mia più pura irritazione .

<<”Non mi pare che tu sia in condizioni migliori!”>>

Di fatti era completamente sudato e boccheggiava dalla fatica procurata dalla corsa.

<<”Certamente”>> cominciò. <<”Io però faccio l’intero parco  e  sono sveglio da ben due ore !”>>

Lo guardai scettica. Cercai di rialzarmi ,ma un capogiro mi fece ricadere seduta ,tanto che se Noa non mi avesse afferrato per la spalla sarei caduta come una pera cotta ,nell’acqua putrida della fontana.

<<”Vedo che sei messa peggio di quello che pensavo! Sicura di sentirti bene? In genere questo tratto lo fai in  venti minuti !”>>

<<”Lo so!”>>

Sbottai angosciata e pensai al capogiro, al battito accelerato di poco prima e allo sforzo per non cadere prima di aver terminato il percorso. Leggermente turbata quasi non mi accorsi di un particolare. Mi rialzai ,ma le gambe erano ancora molli e il ragazzo si ritrovò ad afferrarmi con un braccio,il quale si ancorò ai miei fianchi.

<<”Lasciami andare! Ho capito.. sei uno stalker!”>> gli urlai contro.<<” Come fai a sapere dei venti minuti?Mi stai pedinando? Siamo a questo punto? Io ti ho dato solo un bacio ed ero ubriaca. Lo so che sono un buon partito e forse anche troppo per te ,però non è questo il modo per risolvere … questa cosa!”>>

Cercai di liberarmi,ma le forze erano ancora scarse. Mi sentivo terribilmente debole ed ero sicura che era giunta la mia ora. Era finita per me .In giro non c’era nessuno e lui poteva farmi del male anche dandomi una spinta. Mi guardava ,con un espressione che non riuscivo a decifrare,fino a che non scoppiò a ridere.

<<”Ma come cavolo ti vengono in mente queste idee così stupide?”>> sbottò divertito. <<”Non sono uno stalker e di certo anche se lo fossi non mi metterei a pedinare te. Ci sono bellezze con cui non potresti nemmeno confrontarti e sinceramente meglio che tu non sia alla mia portata . Se Richard il pelatone è il tuo massimo,sono felice di essere il tuo minimo o ancor meglio il tuo nulla!”>>

Mi riportò seduta ,mentre ancora sbuffavo collera dalle orecchie.

<<”Mi rincresce ricordarti la tua umile posizione di autista che si tiene stretto il suo posto con uno stupido ricatto,ma ancor di più mi rincresce ribadirti che …”>>

<<”Il suo principe azzurro pelato e mezzo obeso è l’ormai ex scapolo d’oro del momento ,erediterà l’azienda del padre eccetera e eccetera !”>>

Terminò sempre più sorridente. Forse troppo accaldato ,si calò il cappuccio,lasciando intravedere il suo viso pallido e ben delineato. I capelli scuri spettinati e i suoi occhi a mandorla tirati quasi dietro le orecchie a causa della smorfia divertita sulle sue labbra carnose e ben tese sul suo volto. Presa da tanta bellezza ,dimenticai quasi la sua scortesia e l’irritazione che provavo nei suoi confronti ,mentre l’unica cosa a cui pensavo era a quanto volessi riprovare il sapore delle sue labbra.

<<”Comunque io ora dovrei andare. Sei in grado di camminare ?”>>

Mi domandò quasi preoccupato.

<<”Certo che ne sono in grado! Ho camminato benissimo per vent’anni, ora non mi servi di certo tu!”>>

Sbottai velenosa, rimettendomi nuovamente dritta sulle mie gambe ,ma proprio come poco prima , cedettero e il sudore ormai si era gelato addosso tanto da farmi tremare .Mi sentii improvvisamente accaldata e senza rendermene conto provai la forte tentazione di piangere e inconsciamente mi aggrappai alla spalla di  Noa ,il quale mi tirò tra le sue braccia. Era sudato, schifosamente sudato , eppure l’ odore  acre che sentivo misto a quello del bagnoschiuma che aveva usato quella mattina , non erano per niente male ,lo facevano solo più mascolino . Mi beai del suo conforto,ma subito dopo quasi scottata dall’assurdità dei miei pensieri ,mi allontanai.

<<”Credo proprio che dovrò riportarti a casa!”>>

Affermò con un espressione beffarda dipinta in viso.

<<”Non se ne parla!”>>

Sbottai fiera. Non avevo alcuna intenzione di essere trattata come un’inferma.

<<”Taci ,non riesci a stare in  piedi e Jared stamane aveva un appuntamento con tuo padre!Come hai intenzione di ritornare a casa ?”>>

Mi chiese irritato.

<<”Con il teletrasporto! Questi non sono problemi tuoi!”>>

Mi guardò accigliato e mi fece risedere sul bordo di quella maledetta fontana. Lo guardai scettica e divertita da quanto fosse bastato per fargli ritirare la sua proposta. Stavo per ribattere qualcosa quando lo vidi spogliarsi della felpa che aveva addosso,lasciandolo con la sola maglia bianca di cotone con una stampa di Johnny Depp  in Blow . Lo fissai  stranita mentre me la passava. L’afferrai non comprendendo bene le sue intenzioni.

<<”So bene che puzza di sudore e che è in parte bagnata,ma stai tremando ,quindi indossala e Sali in spalla ,perché non ho la forza del principe azzurro per prenderti in braccio!”>>

Ero colpita dal suo gesto e forse lo mostrai guardandolo senza dire una parola ,ma forse lui interpretava il mio strano comportamento come il risultato di un’influenza fulminante.

<<”Allora? Ti sbrighi?”>>

Compresa la pessima figura che stavo facendo ,mi resi conto che  dovevo fare qualcosa.

<<”La felpa non l’indosso,mi fa semplicemente schifo!”>>

Sbuffò forse certo della mia risposta, cruda e anche sensata.

<<”Ma accetto di poggiarla addosso e di  farmi aiutare da te!”>>

Non comprendevo bene da dove provenisse il mio buonismo di quel momento,forse era semplicemente lo spirito di sopravvivenza che mi faceva agire in un determinato modo a me sconosciuto. Una volta ancorate le braccia intorno al suo collo ,lui afferrò le mie gambe stringendole intorno ai suoi fianchi. Camminammo sino alla fermata.

<<”Perdonami se prendiamo il filobus  ,ma non posso di certo portarti in spalla sino a casa !Pesi troppo!”>>

Irritata dall’ultima parte della sua frase ,gli lasciai uno schiaffetto sul collo,proprio ,mentre salivamo sul mezzo pubblico. Mi posò su un posto e lui restò in piedi. Erano anni che non prendevo niente di pubblico . Era ancora tutto sporco,puzzolente e c’erano sempre persone poco raccomandabili. La risata di Noa mi riportò alla realtà e mi accorsi che mi fissava .

<<”Che cavolo hai da riderti?Il fatto che io indossi la tua felpa puzzolente , o che io sia così inerme da lasciarmi aiutare da te?”>>

Sputai fuori alzando un mezzo muro per difendermi dalle sue battutine.

<<”No,in realtà ridevo perché questo è proprio l’ultimo posto in cui avrei potuto immaginare di vederti!”>>

Lo guardai abbattuta.

<<”Secondo te sono felice di ritrovarmi tra la plebe e che puzzo come una pezza bagnata di pipì?”>>

<<”Wow, che accostamento fantasioso!”>>

Mi risponde prenotando la fermata.

<<”Sali in spalla su!”>>

Gli obbedisco a malincuore e appena il filobus si ferma scendiamo nuovamente in strada. L’aria è ancora più fresca . Il sole che c’era quando ero uscita era scomparso dietro le nuvole e forse stava per piovere.

<<”..comunque .. posso capire come facevi a sapere quale fosse il mio tempo massimo di corsa?”>>

 Chiesi calma cercando di apparire il meno curiosa possibile.

<<”Io vado sempre a correre al parco e più o meno le conosco tutte le facce di quelle che lo frequentano. Tu sei una delle frequentatrici più assidue e … non cambi mai alcun passaggio del tuo rituale mattutino. Arrivi di corsa ,continui di corsa e ed esci di corsa. Non ti sei mai fermata prima di oggi … Non sono uno stalker . Sono  solo molto attento a ciò che mi circonda, diversamente da te .”>>

Arriviamo nel viale di casa.

<<”Io sono attenta al mondo che mi circonda!”>>

Mi lamentai .

<<”Ma se a stento guardi in faccia quel fantoccio di fidanzato che ti ritrovi? Per te esiste solo Penelope e il suo futuro nei salotti dell’alta società!”>>

Pronunciò quasi schifato. La cosa mi irritò,ma proprio mentre stavo per ribattere mi ritrovai di fronte a mia sorella che ci aprì la porta di casa ,fissandoci come se fossimo degli alieni. Le mimai con le labbra che le avrei spiegato in seguito,l’assurdità di quella situazione. Salimmo le scale e indicai a Noa la porta della mia camera.

<<”Ti va bene che ti lasci fuori  o devo entrare e poggiarti sul letto?”>>

Mi chiese stanco.

<<”No va benissimo qui!”>>

I miei piedi toccarono terra e le mie gambe tremarono,ma mi feci forza poggiandomi al legno dietro la mia schiena. Lui mi sovrastava di minimo venti centimetri. Era alto oltre che bello ,ma era anche tanto stronzo da ricattarmi per un momento di debolezza. Mi fissava in silenzio e la cosa, stranamente, mi imbarazzò parecchio. Odiavo da sempre gli sguardi avidi,i silenzi.

<<”Io vado . Ho aspettato che mi ringraziassi ,ma niente. Va bene ,ci ho provato .Alla prossima “Principessa” !”>>

Terminò voltandosi sorridente ,dopo aver pronunciato il suo “principessa” nel solito tono sarcastico.

<<”Noa?!?”>>

Lo richiamai e si girò appena.

<<”Grazie!”>>

Sorrise sinceramente compiaciuto dalla mia azione.

<<”Non farci l’abitudine sei sempre un mio sottoposto e devo ancora fartela pagare per l’ultimo ricatto!”>>

<<”Ci conto allora, “principessa”! ”>>

Così dicendo ci separammo. Io mi diressi in camera . Mi gettai sul letto senza neanche lavarmi le mani. Ero esausta. Mi girai su di un fianco e nel movimento,sentii il suo odore. L’odore della sua felpa. Avevo dimenticato di restituirgliela e per un momento ,di puro egoismo e di pura stupidità pensai di non farlo affatto.



*Angolo Autrice*

Salve a tutti, come promesso ecco il capitolo , anche se leggermente in anticipo di qualche ora!

Spero vi piaccia e soprattutto spero di leggere i vostri commenti..*_*

Intanto vorrei suggerirvi di seguire il mio blog..

L'ho creato da poco ed interessa tutti coloro che seguono le mie storie...

C'è un piccolo trafiletto intitolato :L'importanza di una recensione, dategli un occhiata!(nel quale c'è uno spoilerino di L'amore che aspettavo !)

OKAY, ORA DOVREI PROPRIO ANDARE, PERò NON LO FARò SENZA DARVI UNA PICCOLA CHICCA DEL PROSSIMO CAPITOLO...

La troverete qui:

Visita il mio Blog!!

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  • Innamorata di Nick- Come Arrivare a te - Rating Arancione
Maggie e Nick. 
Lei una ragazzina. Lui un uomo che dovrebbe esser maturo.
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Lui il grande amore di Maggie.
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*PRIMA PARTE*
Vittoria ha poco più di 20 anni . Un monolocale di 60 metri quadri e una famiglia che la ripudia. Alessandro ha 26 anni. E' di bell'aspetto e apparentemente ha una bella vita. Quando lo sguardo dei due si incrocerà,sarà difficile per entrambi fingere di non essersi guardati nell'animo. La loro strada è ricca di insidie ,ma l'amore,quello vero sa sempre trovare il modo per trionfare...
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Presto mi sarei scontrata di nuovo con Jack Wright.
Uno dei criminali più conosciuti del paese. 
Colui che aveva ereditato per successione il suo potere.
Lui, era il figlio del boss ed io…
Solo una stupida innamorata.
Una storia, LA storia d'amore di due cuori diversi ma pur sempre criminali, capaci di ferirsi , di arrendersi al destino, ma che ben presto si ritroveranno e solo allora capiranno se o meno quell'amore sbocciato vent'anni prima persiste o se le difficoltà ancora una volta li porteranno su due strade troppo opposte per incrociarsi nuovamente.
Questa è la storia di Jack e Izzie ed è solo agli inizi...
Attenzione:Questa storia era stata pubblicata su un altro mio contatto che provvederò a cancellare. -STORIA IN CORSO...

  • L'amore che aspettavo..- Rating Arancione
Arianna a dodici anni lo aveva visto per la prima volta. 
Da quel momento lui era diventato tutto ciò che potesse desiderare, sino a che non le spezzò il cuore con un rifiuto. Dopo quattro anni di una cotta non corrisposta e due di completa libertà, la giovane sventurata si ritroverà faccia a faccia con il suo primo amore platonico. Nico. Che ne sarà di lei?Così normale, noiosa , grassa e totalmente e perdutamente decisa ad evitarlo per il resto dei suoi giorni
Peccato che non le sarà tanto facile evitare il fratello maggiore del bambino a cui fa da baby sitter...
ATTENZIONE:Questa storia era stata pubblicata con un altro contatto..
Ma finalmente MissNanna è ritornata in sè...- Storia in corso..

  • Una Limousine per due..- Rating Arancione
Lei: bella , ricca e terribilmente schiava dell'apparenza .
Lui:bello , povero e privo di ogni inibizione.
Lei la sua datrice di lavoro, Lui il suo autista.
Quando due cuori si scontrano,non è sempre facile ad arrivare al lieto fine..
Strade lunghe tortuose e ricche di colpi di scena...
Questa è la storia Di Noa e Pen.
ATTENZIONE:storia completa, su richiesta è possibile aggiornare un capitolo al giorno.

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Capitolo 4
*** Febbre Alta ,Animi Accesi ***


Capitolo 4.4

Febbre alta, Animi Accesi

Era ormai lunedì e la febbre mi stava abbandonando quasi del tutto ,il che mi rendeva oltre modo felice, ma mi era stato proibito categoricamente di uscire, rischiavo di perdermi la carta di credito,quindi del tutto annoiata ,ma ancora malaticcia ,decisi di alzarmi e di prepararmi la colazione da sola ,evitando così di chiamare la servitù . Non uscivo dalla mia camera da quando mi ci aveva accompagnato Noa due giorni prima. Mi rialzai in piedi. Addosso avevo il mio pigiama invernale ,anti-stupro ,che usavo quando non dormivo con Richard. Avevo ancora freddo così indossai l’unica cosa più vicina . La felpa blu che mi aveva prestato l’autista carino ed altrettanto buzzurro. La infilai e senza volere mi ritrovai ad annusarne il profumo mischiato al sapore della sua pelle sudata. Era forse una cosa disgustosa , ma a me piaceva, sapeva d’uomo .Sapeva di lui. Sapeva della persona che mi aveva aiutata. Scocciata dal corso dei miei pensieri corsi giù per le scale ed arrivai in salotto. Giunsi alle porte della cucina ma non vi entrai .  Delle voci mi bloccarono. Socchiusi la porta e spiai ciò che stava accadendo.

<<”Deborah, cavolo come devo dirtelo che quella è solo una ragazzina viziata per me!?!?”>>

<<”Si ,ma.. a te piace!”>>

<<”Non mi piace. Non è quello che voglio, è solo quella che mi assicura il lavoro.”>>

<<”E lo assicura anche a me!Il problema è che non voglio spaccarle il muso. Se quella ti mette gli occhi addosso è finita per me!Lei riesce sempre ad ottenere quello che vuole! Vedi quello sfigato di Richard!”>>

<<”Si,ma io non voglio lei. Io voglio te, nel mio letto nella mia mente e nel mio cuore!Sei tu la persona a cui voglio darmi .Tu ne sei degna. Tu sei come me. I tuoi valori sono i miei …”>>

Una fitta mi colpì lo stomaco. Le parole che si scambiarono non furono molto carine nei miei riguardi. Non ero mai stata una persona bellissima, ma di certo non ero così assurda come mi dipingevano . Non ero mai stata additata come “quella”. Per loro ero semplicemente una stronza con i soldi, il che era anche vero , ma sentirselo dire faceva un brutto effetto. Li vidi baciarsi ed arretrai e sia il dispiacere per certe affermazioni , sia  lo stomaco vuoto ,non fecero altro che farmi cadere in terra e vomitare. Avevo i capelli legati e dopo i coniati che mi fecero risalire a galla un po’ di bile e parte della cena della sera precedente , mi ritrovai a lottare contro i singhiozzi e alle lacrime. Forse anche per la debolezza dovuta all’influenza, quella conversazione segreta da me scoperta quasi mi devastò,cosa che se invece fossi stata sana,non sarebbe accaduta .

<<”Ma che succede qui?”>>

Le loro voci sorprese mi fecero ricordare che non solo ero in pessime condizioni,ma  che avevo sentito quello che avevano detto di me. Noa si prodigò e si inginocchiò accanto a me.

<<”Ti senti bene?”>>

Lo incenerii con lo sguardo. La rabbia riaffiorò e tutte le perplessità sul suo essere buzzurro scomparvero. Lui era proprio un falso,come tutti gli altri. Non aveva le palle di dire le cose come stavano,io invece si. Io in quel momento non volevo nemmeno vederlo.

<<”Sto da Dio! Mi piace vomitare e non ho bisogno della tua finta cortesia . Sei una faccia da culo e anche se lavori per me posso anche evitare di vederti perché mi fai schifo!”>>

Sbottai rialzandomi a fatica. Cercai di aggrapparmi al mobiletto al mio fianco ma non ci riuscii e mi ritrovai avvolta tra due braccia forti e muscolose. Una volta in piedi le allontanai dai miei fianchi. Fissai Deborah.

<<”Con te farò i conti la prossima volta! Ora pulisci . “>>

In me vedevano una stronza quando cercavo di non esserlo, ma di certo volevo che conoscessero la mia furia . L’unica cosa a cui pensavo era la rivincita. Zoppicai a fatica per l’intero corridoio sotto i loro sguardi colpiti e anche imbarazzati. Non avrei dovuto sentire quello che dicevano . Non avrei dovuto sentirmi così male. Non riuscivo a comprendere il perché di quel mio malessere . Erano i sintomi dell’influenza che mi facevano sentire così male?In quel momento mi chiedevo tutto e niente . Ma quel che era certo era che le loro parole non erano state poi così offensive , non quanto quelle di altri . Ero sempre stata me stessa. Sempre terribilmente viziata, amante della perfezione , del controllo. Odiavo le volte in cui mi riducevo uno straccio ,come la notte del mio compleanno. Odiavo farmi vedere debole, senza trucco e resa inerme da una stupida influenza. Quel ragazzo però mi aveva vista mal conciata e credevo anche solo per un attimo di poter piacere alle persone anche senza i fronzoli che amavo. Mi ero sentita forte .A lui piacevo. Credevo di piacergli . Sentivo di piacergli. Com’era possibile che non fossi degna della sua attenzione? Perchè mi aveva aiutata?La mia mente si rispose che probabilmente si era tanto prodigato solo per salvaguardare il suo lavoro. Sorrisi amara . Conoscevo le mie doti fisiche . Sapevo di essere maledettamente bella ,ma in quel momento proprio non mi bastava. Stavo per entrare in camera, ma una mano richiuse la porta dinnanzi ai miei occhi. Mi voltai ,ritrovandomi con la schiena spiaccicata al legno. Di fronte avevo gli occhi scuri di Noa che mi perforavano.

<<”Che cavolo vuoi?”>>

Sbottai per prima .Lo stato di rabbia iniziale era diminuito . Mi scocciava semplicemente di restare completamente inerme di fronte a lui.

<<”Cos’hai sentito prima?”>>

Mi chiese serio.

<<”Quello che dovevo sentire per capire che razza di gente lavora per me!”>>

Gli risposi cercando di nascondere qualsiasi tipo di emozione, negativa o positiva.

<<”Vedi io ho detto quelle cose perché ,Deborah non crede che..”>>

Lo fermai ancor prima di fargli completare la stronzata del secolo.

<<”Non mi interessa quello che pensi di me. Non mi interessa quello che succede tra te e quella . Siete miei sottoposti. Tutto quello che vi chiedo è solo un po’ di rispetto. Ti ringrazio per l’aiuto che mi hai dato l’altra volta,però non voglio più niente dal mio autista. Non sei una bella persona come credi. Hai screditato me solo per avvalorare la tua tesi di perfetto innamorato. Non farlo più. La stronza che è in me, quella cattiva non l’avete conosciuta,ma se proprio volete ve la farò presente  volentieri e a breve. “>>

Mi voltai fiera del mio discorso diretto e senza peli sulla lingua e aprii la porta,ma ancora una volta mi fece voltare,afferrandomi per il polso. Cozzai contro il suo petto e mi allontanai leggermente imbarazzata.

<<”Cazzo quanto puzzi di vomito!”>>

Irritata dal suo commento,cercai di sganciare la sua mano dal mio braccio.

<<”Che devo dirti.. Non ti ho chiesto di annusarmi ed inoltre devo notare che le uniche due volte che ho vomitato dopo tanto tempo sono state in tua presenza. Devo trovarvi un nesso tra le due cose?”>>

Rise e mi lasciò andare.

<<”Deduco che sia arrivata la tua parte stronza,  giusto?”>>

<<”Niente che tu non abbia già conosciuto. C’è in me molto peggio.”>>

Terminai fiera .

<<”Mi dispiace Pen!”>>

Mi chiese sinceramente costernato. Cercai non mostrare il turbamento che mi aveva provocato quell’ammissione ed arretrai.

<<”A titolo informativo. Non ho mai rubato il fidanzato a nessuna. Ho sempre avuto ben fissati i miei obiettivi . Richard era uno di questi e sono riuscita ad averlo al mio fianco . Non mi pare di essere mai stata una sgualdrina. Prima di lui ho avuto una storia di quattro anni che è finita perché doveva finire . Ora detto questo mi ritiro e spero di non dover mai più spiegare qualcosa al mio autista o a chi della mia servitù. “>>

Mi afferrò ancora. Mi girai pronta a ribattere.

<<”Ti sta bene la mia felpa. Te la regalo, ma ti consiglio di lavarla!”>>

Fu lui a voltarsi e a lasciarmi impalata e terribilmente mortificata dalla  mia stupidità. Avevo dimenticato di averla addosso. Cercai di riprendermi e proprio mentre cercavo di riposare tra le lenzuola del mio letto,mi resi conto di ciò che avrei dovuto fare.

 

Una settimana dopo..

 

<<”Richard, come sai mia madre ha licenziato quella cameriera..Deborah”>>

Iniziai titubante. Non sapevo come affrontare la questione senza  causare danni irreparabili,ma dopo tutto quella sera, quella del mio compleanno, non era accaduto nulla di grave.

<<”Ecco, l’ho fatta licenziare perché l’ho trovata a sparlare di me con l’autista!”>>

Affermai di botto. Mi guardava stranito, forse non capiva il perché delle mie parole.

<<”Quello che voglio dirti è che per logica avrei dovuto licenziare anche l’autista.. ma non posso farlo!”>>

<<”E perché mai tesoro?”>>

Domandò preoccupato. Presi un gran respiro e cominciai a parlare.

<<”La notte del mio compleanno, le ragazze che avevo invitato al mio party non si sono presentate,così ho ordinato all’autista di partire. Presa dalla rabbia ho bevuto tantissimo ,tanto da non ricordare nemmeno il mio nome…”>> mi concessi un attimo per scrutare le sue espressioni. <<” Il giorno dopo mi sono ritrovata mezza nuda e sporca di torta. Credimi mi vergogno da morire,ma è quello che è successo .Non è accaduto nulla di grave . Solo un bacio di cui non ricordo nulla,ma l’autista  ha con sé una foto di quest’ episodio ed ora ho paura che possa usarla per rovinare il nostro rapporto!”>>

Terminai usando un po’ di tragica enfasi .Cercai di apparire il più costernata possibile e il suo prolungato silenzio non fece altro che accrescere la mia paura di perderlo, ma mi attirò tra le sue braccia.

<<”Non so cosa potrei fare per farti star meglio!”>>  affermò dolce. <<” Sai che posso ottenere quella foto,basta una tua parola. Per quanto riguarda quella notte ,credo che sia un errore relativo all’età e non al fatto che tu non tenga a me. Hai subito un’ingiustizia ed eri mezza ubriaca. Lui ha avuto una parte di te solo perché eri sbronza. Io ho tutta te perché sei tu che vuoi stare con me e non perché te lo suggerisce l’alcol!”>> lo sentii sospirare. <<”… e per me non c’è premio migliore!”>>.

Lo osservai con attenzione . Per quanto i suoi lineamenti non fossero belli ,per quanto i capelli fossero pochi e la pancia fosse un po’ più pronunciata ,non avevo mai trovato in nessuno tutto quell’ amore e  quella comprensione. Mi avvicinai e lo baciai , presi una sua mano e la insinuai sulla mia gamba.

<<”Tu non devi fare nulla per me. Già fai tanto. So come cavarmela!”>>

Sbottai per poi farlo scivolare sotto di me.

<<”Ora voglio fare io qualcosa per te!”>>

Gli sorrisi e lui riprese a baciarmi fino a che non ci ritrovammo completamente nudi  a fare l’amore. Quello che non sapevo però era che fare l’amore non era così. Fare l’amore era altra cosa, ma all’epoca ero  troppo sorda e tanto cieca.

                                                                                        ***

Camminavo contenta per il giardino, quando intravidi Deborah e Noa parlare sotto il gazebo. Per quanto ne sapessi, la ragazza era stata licenziata in tronco e quindi non poteva essere lì per motivi lavorativi. L’unica ragione per cui lei si potesse trovare dov’era , era l’autista. Continuai a passeggiare sino a che non mi videro. La bionda salutò frettolosamente il suo ragazzo e se ne andò senza degnarmi di uno sguardo. Continuai a passeggiare sino ad arrivare al gazebo ad un passo da Noa. Mi sedetti ,mentre lui restava in piedi a guardare un punto lontano. Alcuni istanti di silenzio,parvero secoli,ma poi decise di intraprendere “la conversazione”.

<<”E così questa sei tu? Questo è il tuo lato stronzo? ”>> mi chiese con una calma che mi raggelò il sangue. <<”Mi fa piacere averlo scoperto prima che potessi ricredermi su di te. Sei la solita riccona figlia di papà che non ha problemi di alcun genere, perché se mai li avesse ci sarebbe la sua carta di credito a risolverli!”>>

Sorrisi sadica.

<<”Ti fa sentire meglio specificare il  mio status sociale?”>>

<<”Tu lo fai sempre!”>>

Ribatté incazzato.

<<”Ma io non rischio il posto!Tu si!”>>

Affermai,mentre lui portava il suo viso ad un passo dal mio.

<<”Io non rischio il posto, a meno che la principessina non voglia perdere il suo  principe ranocchio!”>>

Mi rialzai in piedi con un espressione sarcastica.

<<”Puoi fare quello che vuoi!”>> schioccai la lingua . <<”Richard mi ama e sa già tutto! Sei finito … “>>

Terminai allontanandomi e beandomi dell’aria di vittoria che ormai tirava dalla mia parte.


Angolo Autrice

Raga grazie a tutte voi che leggete e recensite la mia storia.

Grazie perchè aggiungendola alle preferite,seguite e quant'altro, date senso alla mia fatica.

Un bacio

P.S. Per leggere uno spoilerino del prossimo capitolo..

Visita il mio Blog!!

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Capitolo 5
*** Sogni e Guai ***


Capitolo 5.5

Sogni e Guai

Ero persa nei miei sogni . Mi trovavo nel solito parco a correre . Un prato fiorito e il sole alto nel cielo. Sorridevo e correvo libera ,percepivo l’aria fresca sfregarmi il  viso. Sentivo il suono del mio cuore battere secondo dopo secondo. Mi fermai solo quando intravidi sul sentiero una sagoma familiare. Un uomo. Gli corsi incontro e mi ritrovai a fissare il mio dolce Richard.Lui si avvicinò ancora sino a che la sua mano calda non si posò sul mio viso. Chiusi gli occhi ed un profumo di fragole, cullò quella coccola. Quando li riaprii lo sguardo che mi fissava era scuro, bello e le labbra che si avvicinavano a me erano sicuramente dello stesso sapore di quel frutto di cui avevo sentito l’odore. Mi agganciai al collo di quello che ormai aveva assunto le sembianze del mio autista. Di Noa. L’odioso Noa. Quel Noa che non mi rivolgeva la parola da alcuni giorni. Quel Noa che mi evitava .Sentii la consistenza della sua bocca, il suo respiro sul mio viso,le sue mani sui miei fianchi e le mie tra i suoi capelli. La cosa sconvolgente però era la mia volontà di voler ardere tra le sue braccia. Quando mi allontanò quello che guardavo non era  che il vecchio Richard. Indietreggiai cercando una spiegazione plausibile,ma questa proprio non c’era. Continuai ad indietreggiare . Toccavo le mie labbra e cercavo di trovare il sapore di quei piccoli frutti rossi che tanto avevo assaggiato in quel bacio di poco prima, frutti che mi dicevano chiaramente chi avessi toccato con la mia bocca,ma niente. Nessuna traccia di quella dolcezza. Mi guardavo intorno ,cercavo qualcosa che probabilmente non esisteva. Improvvisamente tutto prese a girare fino a farmi perdere il controllo di me stessa. Fino a farmi sobbalzare al centro del letto ,in cui mi ero addormentata.

<<”Penny,tutto bene?”>>

Mi voltai verso mia sorella che era immersa nell’armadio.

<<”Dafne.. credo di avere un problema!”>>

Sbottai asciugandomi la fronte imperlata di sudore.

<<”E dimmi sorella,quale problema ti affligge? Parliamo di un paio di calze spaiate,di un party a cui non ti hanno invitato..”>>

<<”No. L’autista!”>>

Pronunciai fissando il vuoto. Non potevo credere di aver sognato quell’autista sconosciuto e buzzurro. Non riuscivo a capire il nesso tra lui e Richard.Mia sorella sorrise e con espressione maliziosa si avvicinò al mio letto .

<<”Ehm..la cosa potrebbe essere interessante! Cos’è successo con quel figo dell’autista?Avevo intuito qualcosa quella mattina quando..”>>

Non la lasciai finire il discorso che subito sobbalzai dritta pronta a risponderle.

<<”Niente!Non è successo nulla. Sai che amo Richard!”>>

<<”Si quel surrogato d’uomo! E allora che c’entra l’autista?”>>

Deglutii e presi coraggio.

<<”Noa. L’ho sognato!”>>

Affermai confusa. Mi voltai verso Dafne e dopo averle raccontato le vicende notturne sognate sbuffai avvilita. Quell’episodio mi aveva portato un po’ di inquietudine.

<<”Diciamo che l’autista non ti dispiace e se così fosse finalmente potrei affermare che la mia amata sorella non è poi così  glaciale come vuol mostrare! Ti adoro molto di più in quelle rare volte in cui perdi il controllo …”>>

Mi sorrise tenera.

<<”Io no e poi l’autista non mi piace. Cioè è un bel ragazzo ed ha le labbra che hanno il sapore delle fragole, ma sono fidanzata e lo è anche lui!”>>

Affermai quasi a volermi convincere. Quell’odioso non lo conoscevo affatto e non potevo permettermi di farmi spaventare dal mio ormone in subbuglio.

<<”Io invece dico che ti piace ed è anche ovvio. Con quel carciofo d’uomo che ti sei trovata!”>>

Sbuffai all’ennesimo insulto da parte di Dafne nei confronti di Richard.

<<”Senti, Richard è un bravo ragazzo molto serio e con un futuro promettente. Poi mi tratta come una principessa e mi ama come mai nessuno potrebbe amarmi!”>>

<<”Questo è quello che pensi tu,ma comunque credo che sia impossibile amare realmente qualcuno senza provare un trasporto fisico.”>>

<<”Ma io provo trasporto fisico con Richard!”>>

Le dissi risentita.

<<”Non parlo della scopatina veloce che fai per accontentarlo!Parlo della voglia  di fare le cose più imbarazzanti e più indicibili con una persona. Una persona che ami o che vorresti amare almeno fisicamente fino allo sfinimento. Spogliarsi e cercare di appagare a pieno i propri corpi e risvegliarsi con il sorriso sulle labbra. Il sesso è bello ed appagante e se fatto con la persona che ami dovrebbe essere meraviglioso, tu come fai a dire che ami Richard se ti manca tutto questo?Come fai a rinunciare a tutto ciò?”>>

<<”Io …”>>

 Anche se ritenevo il trasporto fisico una cosa di poca importanza, a volte mi domandavo se fosse normale non aver mai provato la voglia indecente ed indicibile di ritrovarsi completamente nudi e  aggrovigliati alla persona amata e cercare il piacere sessuale. Il fatto era che preferivo pensare ai punti fermi che servivano nella vita . Il sesso poteva rendermi vulnerabile e priva di difese, proprio come mi accadeva quando bevevo troppo .

<<”Non devi giustificarti con me. Sei mia sorella e accetto la tua scelta di vita, ma non la condivido. Sei troppo giovane per privarti dei piaceri della carne e inoltre io ti suggerirei di approfondire la conoscenza con ,come hai detto che si chiama? Noa?”>>

<<”Si, ma lui è fidanzato quanto me!”>>

Lei si rialzò e mi fissò .

<<”Sorella, non siete mica sposati! E poi io ti ho detto di conoscerlo meglio …  e se ti renderai conto che ti piace più del lecito,potrai decidere la cosa a che punto potrà arrivare. Per ora lo conosci appena e già lo sogni …!”>>

<<”Ma io non lo sopporto! Mi irrita!E’ sempre scortese e..”>>

Cercai con tutte le mie forze di oppormi.

<<”Sorella!”>>- Mi richiamò Dafne - <<”..non bisogna piacersi da subito , io non l’ho visto poi così scortese quando ti ha portato in spalla fin qui!”>>

Sbuffai e la vidi sorridere ,mentre mi lasciava da sola con i miei pensieri fastidiosi. “Potrebbe piacermi quel tipo?”

                                                                                              ***

Erano le 18,00 e ormai i miei pensieri vorticavano da ore intorno allo stesso soggetto. Analizzavo le parole di Dafne e mi chiedevo se realmente stessi sbagliando tutto con Richard,con me stessa e il mio eccessivo auto controllo. Non potendo mangiare le mie bellissime unghie laccate di rosso continuavo a mordicchiare una carota. Non sapevo se volevo o meno conoscere meglio quella persona. Mi incuriosiva,ma mi irritava e poi vedevo la cosa come un tradimento a Richard e ai miei valori. Lui mi aveva più volte screditata e sottovalutata dandomi l’etichetta della viziata , cosa che in parte era vera ,ma che non mi piaceva quando mi veniva rinfacciata dal mio autista. Sentii la sua voce e scattai dal divano. Parlava con Jared. Mi nascosi dietro la tenda della finestra e l’osservai. Non aveva la divisa il che significava che mio padre aveva finito con lui e che l’altro prendeva servizio per il weekend . Senza pensarci due volte scattai giù per le scale e di corsa raggiunsi la limousine. Cercai di farmi passare il fiatone  per la piccola corsa, ma  fu l’ansia da prestazione a peggiorare le cose. Non sapevo ancora cosa inventarmi,eppure volevo provare a fare una stupidata .

<<”Noa!”>>

Si voltò e mi guardò con fare glaciale. Era ancora arrabbiato con me per la faccenda di Deborah. Mi avvicinai ancora di più a lui.

<<”Senti possibile che tu sia ancora arrabbiato per la faccenda della cameriera?”>>

<<”Lasci perdere Principessa, lei non ha bisogno della mia compagnia né della mia opinione!”>>

E così dicendo aprì la portiera dell’auto e vi entrò. Mi guardai intorno e scocciata dalla mia volontà di seguirlo ,lo feci e mi accomodai al suo fianco.

<<”Posso capire perché mi sta pedinando ,principessa?”>>

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.

<<”Continuerai a lungo con quel tono?E comunque questo è anche il mio autista!”>>

Mi guardò scettico e scoppiò a ridere.

<<”Non credo che sia suo solito uscire con le pantofole “reali” , deve essere importante quello che ha da dirmi.”>>

Sgranai gli occhi. Aveva ragione. Mi vergognai a morte per quella distrazione.

<<”Avevo ragione io!”>> – sbottai infuriata più con me stessa che con lui. – <<”Io e te non possiamo essere nemmeno amici. Tu sei ..sei così irritante!”>>

Riaprii la portiera prima che Jared potesse partire e la richiusi con violenza. Iniziai a camminare sul prato inchiodando i piedi nel terreno. Ero stata una stupida a credere di poter almeno provare a conoscerlo. Potevo anche non ammetterlo,ma quel ragazzo ,che a stento avevo conosciuto,mi intrigava parecchio . Rientrai in casa e intravidi Dafne osservarmi curiosa.

<<”Cosa mi sono persa?”>>

Mi chiese legandosi i capelli in una coda.

<<”Ti sei persa un’umiliazione come poche! Che rabbia!”>>

 Ringhiai battendo un piede sul pavimento.

<<”Cos’è successo?Hai litigato con Richard per qualche motivo?”>>

Domandò preoccupata per la mia espressione.

<<”No,ho solo deciso di seguire parte del tuo consiglio di oggi. “>>  cominciai. <<”Ho cercato di predispormi nei migliori dei modi a Noa,ma lui era ancora arrabbiato per la faccenda della sua cameriera, così oltre a deridermi per il fatto che lo stessi “pedinando” , ha trovato un altro motivo per divertirsi alle mie spalle. “>> la vidi rialzare un sopracciglio. <<”Ho dimenticato di cambiarmi le scarpe e sono corsa fuori con le pantofole. Sai cosa significa questo Dafne?Tu che mi conosci bene dovresti saperlo!Ci rendiamo conto? Sono uscita con le pantofole e sono corsa dietro quello stronzo di un’autista per di più mezzo sconosciuto!”>>

Dafne mi guardò sconcertata,poi scoppiò a ridere e si sedette su di una poltrona .

<<”Credo di aver compreso che hai perso il controllo sulla tua curiosità. “>> rise ancora , ma si fermò non appena la fulminai con lo sguardo. <<”Sei uscita con le pantofole, lo hai seguito ed inoltre sei sull’orlo di una crisi isterica! Bene sorellina, voglio solo ricordarti che la curiosità uccise il gatto!”>>

Terminò maliziosa. Sapeva di mettermi in confusione.

<<”Ora che c’entra il gatto?”>>

Scosse la testa guardando verso il cielo. Si rimise in piedi sino a raggiungermi per tenere le mie mani tra le sue.

<<”Significa che questa curiosità, in un modo o in un altro potrebbe ucciderti!Sia che tu abbandoni l’idea di cercare di conoscerlo, sia che tu lo conosca realmente,perché da una parte potresti restarne intrigata perché non sai nulla di lui, dall’altra perché quello che potresti scoprire potrebbe piacerti più del lecito. “>>–continuò  cercando di farmi comprendere il suo pensiero.

<<”Ma io non voglio ..cioè lui è un bel ragazzo nonostante questa sua vena sadica nel trattarmi come o una deficiente. Mi irrita parecchio, poi io ho Richard,però..”>>

<<”..Però il discorso che ti ho fatto prima ti ha acceso una lampadina!”>>

Concluse al mio posto.

<<”Si, esattamente.”>> presi un respiro. <<” Nel senso che c’è qualcosa di lui che anche se in un primo momento non mi ha colpito, ora mi attrae e vorrei capire cos’è! E inoltre ,non so.. ho avuto solo due ragazzi e per quanto io possa amare Richard, credo di non aver ancora dimenticato Lucan ..cioè..”>>

Avrei voluto piangere. Non avevo mai confessato ad alta voce i miei sentimenti ancora vivi per Lucan. Con lui era finita male e da giusto un anno non lo vedevo più. Da quando lo avevo lasciato e avevo iniziato la mia storia con Rick. Lui era stato il mio primo ragazzo, il mio primo amore. Quello che per primo mi aveva conosciuta  e accettata per quella che ero. Tra noi non c’era mai stato nulla di fisico a parte qualche bacio e qualche approccio un po’ più intimo. Ero troppo piccola per fare l’amore quando tutto è iniziato e troppo stupida e piena di insicurezze quando la cosa si è conclusa. Il rancore e l’orgoglio mi avevano vinta di fronte all’ idea di Lucan che faceva “quelle cose” con una delle mie compagne di scuola al ballo di primavera. Era da un po’ di tempo che mi chiedevo come sarebbe stata la mia vita se per una volta fossi stata più flessibile e gli avessi perdonato quel tradimento .

<<”Tesoro è normale. Lucan è quello che ha aperto il tuo cuore all’amore. Lui ha sbagliato e tu hai preso una decisione e sei andata avanti. Lucan è Lucan .Resterà lì per sempre !”>>

<<”Sono terribilmente confusa. E se tutto questo fosse solo un mio modo per reagire alla mia vita programmata?E se non mi andasse più bene?”>>

Chiesi portandomi le mani al viso.

<<”Comunque è una vita che ti sei scelta da sola e a cui non ti costringe nessuno!”>>

Mi rispose dolcemente Dafne.

<<”Io ho creato da sola la mia vita proprio perché ho paura. Non mi piace non saper gestire me stessa. Non sapere cosa mi attende . “>>  mi morsi un labbro. <<”..e se ora lasciassi perdere il mio programma probabilmente potrei perdermi e non saper più cosa fare!”>>

<<”Il problema reale non è l’autista carino che ti piace. “>> commentò subito lei. <<”Il problema  è che devi scegliere tra quella che sei e quella che vorresti essere.”>> massaggiai la fronte con le dita e poi tornai a guardarla. <<” Tu, Richard non lo ami e prima lo ammetterai a te stessa ,prima riuscirai a comprendere la tua strada. Una strada che combacia quella che sei con  quello che vorresti. Se adesso senti la necessità di rivedere Lucan, fallo. Cercalo,parlaci e comprendi quello che hai perso e quello che hai guadagnato!Se ti piace l’autista ,lascia perdere le tue cazzate snob e cerca di scoprire qualcosa di sensato della sua vita, fai quello che senti. Fai tutti gli errori di questo mondo e non privarti di nulla!”>>

Terminò categorica,mentre mentalmente la ringraziavo per quelle sue parole.

<<”Sicura di avere vent’otto anni? Sei troppo saggia per essere mia sorella!”>>

Le dissi fingendomi imbronciata.

<<”E che vuoi farci. Sono l’avvocato di famiglia. Tra di noi doveva pur esserci qualcuno con un buon senso e con un briciolo di saggezza!”>>

Scoppiò a ridere e la imitai . Mia sorella era fiera dei suoi sacrifici accademici e di conseguenza  dei suoi risultati. Lei era una donna in carriera ancora troppo affezionata al nido familiare per andare ad abitare da sola e la cosa mi stava molto bene. Avevo ancora troppo bisogno della sua presenza.

<<”Non devi deprimerti se non sei entrata all’ università che desideravi. Quest’anno di riposo ci voleva per schiarirti le idee, spero solo che tu riesca a superare la delusione e a riprovarci.”>>

Sospirai. Dire che ci ero rimasta male quando avevo scoperto di non essere entrata all’università che sognavo da bambina , era poco,però ormai il tempo era passato e non avevo né la voglia né la forza per affrontare un altro disastro ,un’altra sconfitta. Le sconfitte come ,l’alcool e come i rapporti umani mi rendevano troppo debole, mi destabilizzavano.

<<”Non so se ci proverò,per il momento sono ancora la fidanzata di Richard ,quindi posso dormire a sogni tranquilli!”>>

Sbottai fingendomi divertita,ma dentro di me sentivo il vuoto dei miei diversi fallimenti.

<<”E’ un modo sottile per dirmi che non cercherai Lucan ?”>>

Sorrisi amara.

<<”No, è un modo per dirti che Richard è la mia alternativa che non fa perdere il sonno. Un’alternativa sicura .”>>

<<”Quindi rinunci così a te stessa?”>>

Mi chiese seriamente preoccupata.

<<”Non rinuncio a me stessa quando sto con Richard. Sono un’altra parte di me quando sono con lui, ma questo non significa che tu non mi debba procurare il numero di Lucan!”>>

Maliziosa la osservai attendendo la sua reazione ,che non tardò ad arrivare.

<<”Bravissima sorellina!”>> sobbalzò battendomi le mani. <<”Provvederò io stessa a ricercarti tutte le informazioni che ti servono..”>>-Comincia un po’ più tranquilla.-  <<”Intanto dovresti ringraziare il caro Noa barra autista barra bel sedere. Oggi ci ha dato un grande spunto di conversazione!”>>

Ci guardammo e senza aggiungere altro cominciammo a ridere sino a che non arrivarono le lacrime. Non c’era un vero motivo per cui divertirsi. Ad essere sinceri ce n’erano solo per poter piangere,ma tra sorelle tutto cambiava. Anche le cose più grigie riuscivano ad assumere un colore molto più allegro.

Angolo Autrice

GRAZIE A TUTTE VOI ..

non ho nient'altro da dire..

spero che il capitolo sia degno di voi.. quindi.. niente..

baci MissNanna

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Capitolo 6
*** Proposte e Piccole Fughe ***


Capitolo 6.6

Proposte e Piccole fughe

Immersa nei miei più bei pensieri,la mattina seguente, venni riportata al presente da un  urlo isterico seguito da un salto sul mio letto e da una serie di scossoni. Rialzai la mascherina che avevo indossato a causa dei mal di testa e  osservai Dafne , come una pazza incazzata.

“Come cavolo ti viene di urlare a quest’ora del mattino?”

Mi voltai e osservai l’orario sulla radio sveglia. Le sette e quaranta del mattino.

“Tesoro le buone notizie vanno comunicate subito!”

Alzai le spalle in segno di resa e pregai che la cosa che dovesse dirmi fosse realmente così positiva come credeva.

“Stamane prima che mamma uscisse per andare in tribunale ,mi ha detto che ieri  ha incontrato Maddalena , la madre di Lucan e che hanno preso un caffè insieme.”sorrideva come un ebete e attesi che continuasse il suo delirio.” Tra una chiacchiera e l’altra anche se si cercava di evitare il discorso “figli” ,infine è stata costretta a chiedere di Luke e ha saputo che ha aperto un locale notturno, abbastanza rinomato a Via ********* e che non ha avuto pace nemmeno una sera e quindi è per questo motivo che quasi tutte le notti lavora. Inoltre le ha detto che non è fidanzato e che lei non ha più voluto conoscere nessuna delle sue ragazze perché è ancora legata a te. Nostra madre ha confermato che anche per lei è lo stesso,solo che tu ormai hai intrapreso un’altra strada eccetera …”

La guardai stupita. Forse avrei potuto rivedere Lucan.

“Okay, ora so dove si trova,ma come presentarsi? Come se mi trovassi lì per caso o come se lo stessi cercando di proposito?”

Chiesi nervosa mettendomi in piedi e cominciando ad andare su e giù per la camera. Lei mi afferrò per un braccio.

“Tesoro calmati e respira!Per prima cosa quando vorresti andare?”

Il più tardi possibile

“Ehm.. stasera?E’ sabato e quindi  è sicuro che lui stia lavorando..”

Risposi pensierosa.

  “Ma il nome del locale?”

Domandai preoccupata dal fatto che Dafne non l’avesse ancora menzionato .

“E’ il “Next”,mi sono informata, non preoccuparti!Piuttosto cosa indosserai?E’ un’occasione importante per..”

Prima che potesse terminare il suo discorso,fummo distratte dalla suoneria del mio cellulare. Lo raccolsi e notai che era Richard. Le feci il segno di tacere e risposi.

“Ehi tesoro, come mai questa telefonata?Non dovevi essere in riunione con tuo padre?”

Chiesi cercando di apparire tranquilla,ma ormai la mia mente era altrove anche contro il mio volere.

“Volevo dirti che per quanto riguarda quella cena in sospeso con la tua famiglia, mio padre voleva sapere se..se fosse possibile riunirsi tutti stasera a casa nostra. Ne sarebbe felice!”

Imprecai mentalmente per i miei piani andati in fumo.

  “Ehm.. certamente. Sono sicura che per i miei genitori andrà benissimo!”

Risposi ormai rassegnata, sotto lo sguardo curioso di mia sorella .Riagganciai il cellulare e lo gettai sul letto.

“Cosa ti ha detto?”

“Stasera siamo tutti a cena a casa  Benedetti.”

Sbuffò ed esasperata si gettò sul letto .

“Io non mi arrendo!Devi capire quello che vuoi …”

Mi sedetti al suo fianco e mi gettai di schiena.

“E se già avessi quello che desidero?”

Si rimise seduta ,di botto.

“Sciocchezze! Preparati per stasera .. avremo un’altra occasione! Ora scappo in ufficio!”

Mi diede un bacio e scappò via. Per quel giorno non avrei dovuto far altro, che seguire la linea della vita che mi ero programmata. Stranamente, però, non ne fui poi così contenta.

                                                                                            ***

Avevo indossato un abito color corallo con un corpetto a cuore molto stretto sotto il seno e con una tendenza morbida dai fianchi in giù. Avevo sfoggiato i gioielli di famiglia e il visone che lo stesso Richard mi aveva regalato alcuni giorni prima. Ero stranamente agitata e mia sorella di certo non mi aiutava. Bella come poche volte perdeva la sua finezza nel bestemmiare in turco per quella serata a casa Benedetti. Lei mi voleva a tutti i costi in quel locale dall’altro capo della città.

Intanto,Rick ci accolse e ci accompagnò nel salone dove fu servito un piccolo aperitivo e dopo diversi convenevoli e qualche chiacchiera di lavoro ci accomodammo tutti a tavola. La serata trascorreva tranquilla e con sorrisi spesso naturali, altri forzati, tra una portata e l’altra avevo il tempo di immaginarmi in tutt’altro posto. Non comprendevo il perché dei miei pensieri così improvvisi. Dopo tutto ,quella vita l’avevo scelta io ,io con il mio carattere fin troppo fragile . Avevo bisogno di punti fermi, di certezze per poter andare avanti e avere un buon matrimonio dopo il fallimento con l’università ,mi sembrava una buona mossa. Inoltre Richard mi amava e mi era fedele ,cosa che mi faceva star bene. Il problema grande nell’ambito delle faccende di cuore era stata invece la mia delusione con Luke. Ero così per colpa sua? Avevo peggiorato il mio carattere a causa sua? Ero sempre stata una persona mirata,ma in quel momento credevo realmente di aver perso il controllo e me ne resi conto soprattutto al momento del dolce, quando accompagnata ad una fetta di torta alle fragole , il mio frutto preferito, furono servite delle coppe di champagne e nella mia , come nei migliori commedie romantiche con le più noiose proposte di matrimonio, mi ritrovai a fissare un anello con un diamante grosso quanto un sasso. Deglutii sotto gli occhi vigili dei commensali e mi voltai verso Rick. Non sapevo cosa fare. Avevo troppi dubbi e una gran paura di commettere un errore madornale sia nel rifiutare qualcosa di così solido , che nell’accettare di sposare un uomo che mi amava ,ma che nonostante la mia tutto  non riuscivo ad amare. Sorrisi e  dovette prenderlo come un si perché si alzò in piedi e mi raggiunse al mio posto. Mi prese per mano e mi fece rialzare per poi prendermi per i fianchi e baciarmi. Risposi ai suoi gesti e per il resto della serata non feci altro che fissare i miei piedi. Sapevo che Dafne mi avrebbe ammazzata e sapevo che lei conosceva i miei sentimenti in quei momenti ,il che mi spaventava. Se solo avessi alzato lo sguardo molto probabilmente avrei pianto lacrime dal significato troppo doloroso per poter essere scambiate per uno sfogo di  gioia, così la evitai e quando finalmente fummo congedati ritornammo a casa per le undici . Una  volta in camera mi sedetti sul letto e non feci altro che osservare quell’enorme diamante a forma di cuore che mi copriva quasi l’intero dito. Era un anello opprimente, quasi quanto il suo significato. Sbuffai e lo tolsi per poi riporlo nel cassetto del comodino. Mi rialzai e nella confusione di quei momenti l’unico pensiero che avevo, era quello di non poter resistere. Senza aspettare oltre ,scappai all’entrata dove incontrai mia sorella già in pigiama che mi osservava con il viso nascosto dietro un enorme cucchiaio di burro d’arachidi.

“Dove stai andando?”

Mi chiese sorpresa.

“Io non posso.. io vado in quel locale..devo ..”

Sono completamente destabilizzata e spaventata. Non so cosa fare e non so come comportarmi,come gestire la mia confusione.

“Allora vai! Che ci fai qui? Attenta ai paparazzi!In questi giorni sei stata spesso con Rick , magari già sanno della sua proposta, meglio evitare gli scandali!”

Respiro profondamente e le faccio un cenno positivo.

“Prendo la tua auto!Ho il cellulare per qualsiasi cosa .. chiamami!”

Con tutta la forza che racimolai mi infilai in auto con un vestito lungo e con dei tacchi assurdi che tolsi per poter guidare . Cosa stavo facendo proprio non lo sapevo,ma  sapevo che dovevo fare qualcosa .

                                                                                 ***

Ero arrivata da circa dieci minuti buoni ma non avevo il coraggio di avvicinarmi all’entrata. Arrivavo alla fila e me ne ritornavo indietro. Infine decisi che se dovevo fare una cosa meglio farla in grande stile così mi avvicinai al buttafuori e con fare sensuale mi accostai al suo orecchio.

“Mi faccia passare. Ho un appuntamento con il signor Lucan.”

Mi sorrise e per un momento temetti che potesse rimandarmi indietro,ma non lo fece .Mi fece entrare nella fila e alzò il cordone chiudendo poi il passaggio subito dopo che io l’ebbi superato. Mi addentrai nei locali bui ed estremamente rumorosi cercai il bar tra la calca di persone che si muovevano all’unisono al ritmo di una canzone scassa timpani. Mi sedetti al bancone tra due ragazze che continuavano a scattarsi foto in pose a dir poco imbarazzanti  e una coppia che continuava a baciarsi ,a palparsi come se non ci fosse nessuno nei dintorni. Sbuffai e cercai di attirare l’attenzione del barman .

“Scusa?”

Lo richiamai più volte ,ma solo quando portò il drink alle ragazze delle foto, mi notò e quasi non caddi dallo sgabello.

“Che ci fai tu qui?”

Mi chiese in malo modo .

“Io che ci faccio qui? Tu che ci fai qui?”

Si voltò verso la collega dall’aspetto poco cortese ,dalle gambe lunghe ,le tette grandi e i capelli vaporosi.

“Selene, arrivo tra cinque secondi. Dovreste resistere tu e Luna!”

Lei gli fece un cenno positivo e lo vidi uscire dal bancone e venirmi incontro attraversando la folla di ragazzi che aspettavano un drink. Mi prese per un polso e mi attirò a sé facendomi cadere dallo sgabello.

“Cosa c’è? Mi stai pedinando? Vuoi farmi licenziare perché ieri ho riso di te? Mi pare eccessivo!”

Mi specchiai ancora nei suoi occhi scuri e notai la smorfia di rabbia dipingersi sulle sue labbra di fragola. Noa. Noa lavorava nel locale di Lucan.

“Carino,non ti sto pedinando e non voglio farti perdere alcun posto. Sto cercando semplicemente il tuo capo!”

Mi guardò stupito e allentai la sua presa sul mio braccio .

“Lucan?”

Mi chiese stupito.

“Ma che sta..?”

Una voce alle mie spalle ci interruppe. Una voce vicina che superava la musica e che arrivava dritta come un pugno al mio povero stomaco. Lo vidi arrivare davanti ai miei occhi e notai lo stupore disegnarsi sui lineamenti del suo viso. Lo ricordavo bello , ma i miei ricordi erano offuscati e il mio cuore perse qualche battito quando compresi quanta bellezza realmente c’era in lui,in un unico corpo.

“Penny?”

Mi richiamò incredulo.

“In persona e nel tuo locale!”

Sbottai cercando di calmare la tachicardia. Noa lasciò del tutto il mio polso e ci guardò stranito.

“Vi conoscete?”

Ci chiese, stavo per rispondere quando fu Lucan a parlare ,con ancora i suoi occhi fissi nei miei.

“E’ la persona che meglio mi conosce. E’ .. lei ed io..”

“Siamo stati insieme quattro anni!”

Terminai la sua frase e paradossalmente , nonostante la musica assordante e la presenza di centinaia di sconosciuti ,tutto quello che vedevo e percepivo era lui. Lui e i suoi fantastici occhi vitrei che mai come in quel momento erano così vicini .. ma anche così terribilmente lontani .Talmente lontani da sentirne la reale mancanza. Noa si congedò in imbarazzo e fu solo dopo alcuni secondi che Lucan mi prese una mano e senza alcuna resistenza mi trascinò in un posto molto più appartato e silenzioso.

“La terrazza, beh avrei dovuto saperlo. Sei sempre stato molto scenico nelle tue cose!”

Sbottai divertita, ma continuava a non proferir parola e a starsene in silenzio.

“Perché sei qui Pen?”

Sospirai  e con lo sguardo basso in un primo momento, tornai poi a guardarlo.

“Dobbiamo parlare!”

Affermai. 

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Capitolo 7
*** Direttamente dal Passato ***


Capitolo 7.7

Direttamente dal passato

*Per il prossimo aggiornamento, a Martedì .*

Eravamo seduti al freddo. Mi fissava quasi come se stesse assistendo alla comparsa di un fantasma. Dal canto mio cercavo di non far trasparire tutte le emozioni che mi stavano assalendo.

-E  dimmi Pen.. come te la passi ?

Mi chiese dopo quasi un’eternità di silenzio. Mi strinsi nelle spalle e strofinai le mani sul visone per ricavarne un po’ di calore.

-Sono felice!

Sbottai  con sguardo basso.

-E allora perché sei qui?

Continuò serio .

-Non lo so! – affermai sincera per poi fissarlo. –Credimi non lo so, però ho creduto che fosse la cosa giusta da fare!

Lo vidi mordersi il labbro superiore.

-Senti Lucan ,io.. io ..non so..

Cercai di iniziare un discorso di cui non avevo la più pallida idea,ma lui mi interruppe.

-Penny non so perché sei qui. Forse dovrei dirti qualcosa , cioè vorrei dirti qualcosa, ma per me è difficile. E’..e’ come se tu fossi sbucata da una pagina di un giornale scandalistico e ti fossi materializzata di fronte ai miei occhi..

-Credimi non è facile nemmeno per me..

-Perché sei qui? Ti prego non dirmi che non lo sai.. io..

Mi avvicinai al suo braccio e lo accarezzai dolcemente.

-Non ne parliamo. Non rimpiango nulla , avevo solo voglia di vederti. Una volta passata la pioggia esce l’arcobaleno,ma per me c’erano ancora delle nuvole che non sarebbero sparite se non ti avessi incontrato ancora una volta!

Mi guardò con sguardo liquido e una sensazione terribilmente strana attanagliò il mio povero stomaco.

-Come stai Pen? E questa volta voglio la verità..

Abbassai lo sguardo e cercai sul pavimento la forza per dire qualcosa, ma come ovvio che fosse ,su quel pavimento non vi trovai nulla .

-Parlami Pen!

Strinsi le labbra e cercai di reprimere il magone che mi opprimeva la gola. Mi voltai verso il panorama dandogli le spalle.

-Non sono entrata all’università che sognavo da sempre ed ho perso il ragazzo che amavo da quando portavo ancora l’apparecchio ai denti. In un primo momento con il carattere che mi ritrovo , è stata più che dura ,ma credo di aver peggiorato me stessa. Sono arrivata ad un punto senza ritorno. Ho abbandonato parte della mia spontaneità per essere una Paris Hilton dei poveri, con la semplice differenza che lei si lascia andare alle trasgressioni. Io mai. Le poche volte che l’ho fatto mi sono rimproverata perché fuggivo dal mio programma di una vita priva di cattive sorprese … Forse dirti che è per questo motivo che sono qui sarebbe assurdo, però è così. Sono qui perché hai parte di me e la rivoglio indietro. Rivoglio la ragazzina spensierata di quindici anni che ti ha baciato quando le avevi detto di essere innamorato di un’altra . Rivoglio il sorriso sincero di quei pomeriggi passati nella vecchia gelateria in centro .. rivoglio indietro quei pezzetti di me che sono ancora tra le tue mani. Voglio cancellare il dolore di quella notte al ballo, ma forse quello è già stato cancellato perché quando ripenso a noi rivedo solo i momenti belli. Quelli stupendamente perfetti . Quelli che mi fanno star bene . Quelli che mi ricordano com’ero.. come mi piacevo quand’ero con te!

Lo vidi avvicinarsi e sospirare. La sua mano si alzò verso il mio volto. Voleva accarezzarmi e il mio cuore era combattuto. Aveva paura di quel tocco , paura di quello che poteva causare quella mano sul mio corpo , eppure, nonostante tutto quel terrore, non voleva altro che quelle dita arrivassero a sfiorarmi il viso, a tormentare la mia anima. Chiusi automaticamente gli occhi , come ad aspettare che fosse lui a decidere del mio destino, ma la mia pelle non senti nulla. Lo sentii sospirare.

-Non posso Pen. Non posso farti altro male. Ho sbagliato già una volta e se ora ti toccassi , se ora baciassi le tue labbra , non mi basterebbe più … Ti sogno nuda e inerme sotto di me da troppo per poter resistere ed io non voglio che le cose tra noi si risolvano  con una notte di sesso per poi  darti la certezza di voler andare via da me per sempre.. io..

Non sapevo cosa dire. Il dolore fisico per quel mancato tocco era nulla rispetto al tormento interiore.

-Perché non mi hai aspettato ancora un po’? Perché .. perchè siamo arrivati a questo, Luke?

-Io.. non lo so. So solo che ti amavo e che non avevo più scuse ed è per questo che ti ho lasciata andare via. Non ero ubriaco, non ero innamorato di quella ragazza. Ho solo sfamato il mio corpo … senza rendermi realmente conto di quello che avrei perso.

Continuò con quel suo tono cupo e tormentato.

-Hai perso me.

Affermai deglutendo. Gli occhi mi bruciavano eppure non una lacrima uscì dinnanzi a lui.

-Ho perso qualcosa di molto più complicato … Ho perso me stesso. Ho perso quello che ero con te. Ho perso quel noi che in quattro anni, da bambini eravamo riusciti a costruire insieme. Ho perso parte della mia vita perdendo te.

La sua mano prese la mia infreddolita e la strinse provocandomi un sussulto.

-Sei ancora più bella di quanto ricordassi e sicuramente la bravura dei fotografi non riesce ad immortalare per bene quello che vedo davanti a me!

Abbassai lo sguardo e mi liberai dalla sua presa. Una spinta di sincerità fece si che lo guardassi e con tutto il coraggio che avevo in corpo gli feci un ultima confessione.

-Lucan , il mio fidanzato mi ha chiesto di sposarlo!

Affermai notando lo stupore colpire in pieno il suo viso.

-E tu cosa gli hai risposto?

-Un sorriso che ha interpretato come un si!

Abbassai ancora lo sguardo poi lo sentii indietreggiare.

-Allora non so proprio il perché di tutta questa malinconia. Forse dovrei augurarti il meglio, ma spero tanto che tu possa comprendere che in questo momento non ci riesco anche se è quello che meriti..

Alzai lo sguardo allarmata quando lo vidi camminare a passo svelto verso l’interno del locale. Lo seguii svelta , per quanto i  tacchi lo permettessero, e arrivammo con difficoltà sulla via principale ormai deserta. Era buio e tutto era illuminato da un solo lampione che emanava una luce arancione che contrastava con quella al neon dell’insegna. Lui corse fino a che non si fermò di colpo.

-Cosa vuoi da me Penelope? Ricordarmi quanto cazzo ti ho fatto soffrire? Vuoi farmela pagare così? Vuoi che soffra come hai sofferto tu? Beh.. ci sei riuscita!

Urlò infervorato ,ma anche tanto sofferente. Il mio cuore non resse quella visione e mi avvicinai a lui che cercò di liberarsi della mia presa sulle sue braccia forti.

-Lasciami in pace Pen, non posso continuare ad aspettarti . Non posso aspettare il tuo perdono ..non posso vedere che sposi un altro..

Disse in tono lamentoso , mentre io gli sussurravo di fare silenzio.

-Shh.. calmati..

Continuai .

-Io non ce la faccio più “Porca Miseria”!

E imprecando alzò le mani verso il suo capo e senza che me ne rendessi realmente conto abbreviò le distanze tra i nostri corpi e stringendomi per la vita ,mi baciò. Un bacio irruente, doloroso. Fatto di lingue che si combattevano con estrema lentezza. Di lingue che  affondavano nella carne, ma al contempo nell’anima dell’altro. Un bacio lungo un istante. Un bacio lungo una vita. . Un attimo più vero di tutto quell’anno appena vissuto. Il mio braccio stretto al suo collo con difficoltà lo liberò non appena le nostre labbra si furono allontanate. I nostri respiri erano veloci e le nostre bicche erano ormai troppo turgide e desiderose d’altro.

-Ora.. ora devo andare!

Disse lui in un respiro. Feci un cenno positivo e con le gambe ancora tremanti mi avvicinai ad un auto. Mi accasciai e mi sedetti sull’asfalto umido con il mio bellissimo abito di manifattura italiana e si, non me ne importava nulla . La mia mente ,il mio cuore , ogni mia cellula era presa da altro. Era presa da lui. Lucan. Ero talmente sconvolta che non mi accorsi che qualcuno mi si era avvicinato. Alzai lo sguardo in tempo per vedere Noa inginocchiarsi con una sigaretta quasi finita stretta tra le labbra. Mi osservava con uno sguardo curioso. Quanto di quello che era successo aveva visto?

-E così tu e Lucan..

Affermò tenendosi sul vago.

-Esattamente.

Fece un cenno positivo.

-Quanto di quello che abbiamo detto hai sentito?

-Sentito nulla. Visto tutto e non credo che quello fosse un bacio tra due amanti occasionali..

Sbuffai ,ma dopotutto ,lui non sapeva nulla di noi e di quello che era stato.

-Hai un po’ di tempo?

Si rimise in piedi e gettò via la sigaretta. Mi sorrise e mi porse la mano che accettai e con un po’ di forza lo raggiunsi.

-Tutta la notte se vuoi!

Mi disse e senza  remore decisi che per quella notte, Noa, sarebbe stata la persona ideale con cui confidarmi e così lo seguii verso il suo appartamento , dove gli avrei raccontato  quella parte di me che forse non avrebbe mai conosciuto.


*Angolo Autrice*

Un bacio grandissimo a tutti coloro che mi leggono. 

Ho avuto qualche problema con i dialoghi, quindi ben presto modificherò i capitoli già postati. 

Intanto come avete visto, per tutti coloro che intendono seguire il mio racconto, potete trovare il prossimo aggiornamento Martedì dalle 10.30 del mattino, connessione permettendo.

Detto ciò...Scappo.

MissNanna

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Capitolo 8
*** La principessa e il Cocchiere ***


Capitolo 8.8

La principessa e il Cocchiere

*Prossimo aggiornamento , Giovedì*

Eravamo in quell’appartamento da circa due ore e lui mi aveva fatta parlare di me, di Lucan , di quello che era capitato quella sera e mai aveva fiatato. Mi aveva ascoltata e la cosa non fece altro che farmi star bene. Solo verso la fine azzardò a fare qualche domanda.

-Quindi mi stai dicendo che dopo averti baciata se n’è andato così?

Feci un cenno positivo.

-Non me lo facevo così senza palle! Va bene che è un figlio di papà e che tutto quello che ha lo deve al padre, però credevo avesse un po’ di spina dorsale. Per gestire un’attività come quella che ha ci vuole del coraggio cosa che come vedo viene a mancare nella vita privata!

Terminò sarcastico.

-Credo che tu non abbia capito la complessità della cosa!

Sospirò e cercò di dire qualcosa, ma dalle sue labbra non uscì alcun suono.

-Dai, spara! Ormai sai tutto puoi anche dire la tua cattiveria delle … - pronunciai e guardai l’orologio .- quattro del mattino!

Sorrise con quel suo sorriso terribilmente bastardo, ma anche tanto carismatico e bello che venne voglia di sorridere anche a me.

-Diciamo che non ha avuto la forza di aspettare la donna che amava e ora se ne prende le conseguenze. Le cose si sono complicate perché siete stati voi stessi a complicarle. Siete voi che non vi siete parlati prima che lui andasse con un ‘altra, forse perché tu lo davi troppo per scontato.. e non avete parlato nemmeno dopo. Hai lasciato dietro di te una storia aperta immischiandoti in un’altra e la cosa peggiore è che lo hai fatto non perché lo volessi, ma per far dispetto a lui e alle tue illusioni di ragazzina. Non potevate aspettarvi altro che questo.  – prese un respiro e ricominciò .-Inoltre comprendo anche il tuo rimorso nei confronti di Richard. Il super ex scapolo che ti ama alla follia, ma penso che a vent’anni si possano deludere le persone . Si possa soffrire e sono anche sicuro che questa  batosta per Rick sarà solo una delle prime. La vita è fatta di porte chiuse in faccia, se fossero tutte rose e fiori, se non ci fossero i dubbi, la contraddizione che vita noiosa sarebbe?

Lo ascoltai e mi meravigliai della verità delle sue parole. Una verità tagliente espressa con la giusta tenerezza e accortezza e una punta di ottimismo e sarcasmo. Era anche questo, Noa?Pensandoci, in quel momento mi resi conto che realmente non conoscevo nulla di quel ragazzo così bello e strano, così stronzo da ricattarmi eppure tanto gentile da portarmi in spalla e accogliermi in casa sua alle due del mattino. Sorrisi  a quei pensieri .

-Dai Principessa, vedrai che troverai il tuo principe!

Si rialzò in piedi e mi scompigliò i capelli che ormai avevano assunto una forma tutta loro. La pettinatura aveva ormai ceduto alle intemperie e mi aveva lasciato un groviglio di ciuffi ribelli, tuttavia quel gesto mi piacque e mi lasciò una piccola scossa di piacere. Mi aveva fatto sentir bene .

-Deduco che tu dorma qui, visto l’ora,no?

-Se non ti disturbo..

-Non preoccuparti. Questa casa è un po’ la puttana di tutti. Abitiamo in tre e in genere abbiamo ospiti un giorno si e l’altro pure!

Sorrisi ancora per la sua gentilezza e la sua simpatia che riusciva a stemperare qualsiasi atmosfera.

-Se ti serve un pigiama , puoi usare una delle mie maglie!

Terminò indicandomi un cassettone accanto al letto matrimoniale. Feci un cenno positivo.

-Vado a spogliarmi, vengo tra poco!

Richiuse la porta dietro le sue spalle  e iniziai a togliermi il visone. Lo poggiai sul letto e mentre aprivo la chiusura del mio bellissimo vestito corallo iniziai realmente a guardare quella camera. Le pareti erano nere  e  al muro vi erano affissi dei quadri di artisti sconosciuti , sullo stile moderno. Colori come il giallo , il turchese e il bianco erano usati su quelle tele. Non mi intendevo di arte , ma quei dipinti mi piacevano , mi ricordavano il loro padrone. Giallo come il suo lato simpatico  appena scoperto, il turchese per la sua gentilezza e il bianco per tutte quelle cose di lui che ancora non conoscevo. Per me Noa era un foglio bianco. L’ignoto e pure stavo dormendo da lui. A casa del mio autista. Continuai l’esplorazione e notai che vi era un'unica foto incorniciata. Una foto di lui e una bambina dai meravigliosi capelli biondi e ricci. Sulla stessa scrivania vi erano sparsi dei fogli e un codice civile .In quel momento mi chiesi cosa ci facesse ,ma sospirai stanca e così mi apprestai ad aprire uno dei cassetti che mi aveva indicato alcuni minuti prima. Cercai tra le t-shirt e mi ritrovai di fronte a quella con lo stemma di Blow. La maglia che indossava quella mattina al parco. La presi  senza esitare e la indossai da sopra la biancheria di pizzo rosa che avevo scelto per quella serata tranquilla a casa Benedetti. Sganciai le autoreggenti ,ma in quel momento entrò Noa che sorpreso indietreggiò e io mi ritrovai a coprirmi.

-Porco bastardo, lo hai fatto apposta! Chiudi!

Sbottai isterica. Scoppiò a ridere e si voltò.

-Se ti servono dei calzini di spugna puoi prendere i miei. Sono nel primo cassetto verso l’alto!

Sbuffai e  sfilai le calze e scattai come un gatto a prendere quei cosi di spugna.

-Puoi voltarti!

Dissi imbronciata mentre li infilavo.

-Sei molto strana sai? Esprimi la gratitudine con espressioni molto  colorite!

Mi morsi un labbro e lo vidi in piedi davanti al letto con un enorme cuscino sotto braccio.

-Vuoi che dorma sul divano?

Non sapevo bene come comportarmi. Avevo la consapevolezza che non mi avrebbe messo le mani addosso, però l’idea di condividere il letto con lui, mentre ancora stavo con Richard. Per non parlare del senso di colpa che mi attanagliava il petto per quel bacio rubato , ma anche tanto desiderato..

-Allora?

Mi disse fingendosi spazientito.

-Allora dormi qui!

Risposi rialzandomi e scoprendo il lettone . Lui mi imitò e ci ritrovammo distesi sotto le coperte con la luce accesa.

-E’ strano trovarsi nello stesso letto con il mio autista!

Affermai allungandomi verso il lume per lasciarci al buio.

-Diciamo che oggi hai provato di tutto. Hai promesso di sposare un uomo, ne hai baciato un altro ed ora condividi il letto con un altro ancora..

Sbottò sogghignando .La cosa mi fece sorridere ,ma al contempo mi ferì. Era vero.

-Certo che detto così … mi fai apparire come una poco di buono!

Continuai imbronciata. Lo sentii spostarsi e voltarsi verso di me poggiandosi su di un fianco. Io mi limitai a voltarmi e mi ritrovai con il viso ad un centimetro dal suo respiro.

-Principessa non disperate,la vostra virtù è in salvo con me. Io sono il vostro umile cocchiere che porta a spasso il vostro nobile sederone!

Risi di gusto a quel suo tentativo di umorismo. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di ridere e dimenticare gli avvenimenti di quella sera, anche se non era del tutto possibile.

-Grazie per il sederone! Nessuno si era mai lamentato sino a questo momento!

-Ovviamente il suo è un sederone regale nessuno potrebbe mai criticarlo. Pena ,la decapitazione !!

Scoppiammo a ridere nuovamente ,poi lo vidi voltarsi e darmi le spalle.

-Principessa ora si dorme!Altrimenti domani non sarò in grado di accompagnarla nella sua umile reggia!

Gli accarezzai un fianco .

-Noa?

Lo richiamai.

-Grazie!

Ci fu un attimo di silenzio, poi riprese a parlare.

-E’ la seconda volta che mi ringrazia . Principessa non mi faccia montare la testa e non mi ringrazi per così poco!

-E sia! Non la ringrazierò più!

Nonostante la paura di poter sognare qualcosa di estremamente brutto, riuscii ad addormentarmi e contro ogni pronostico, fu una notte tranquilla i cui sogni il mattino seguente furono facilmente dimenticati, dandomi una sensazione di leggerezza. Avrei dovuto fare molto di più che ringraziare il mio autista, avrei dovuto creargli una statua, ma questo non gliel’avrei confessato .

 


*Angolo Autrice*

Un grazie a chi perde il suo tempo con me.

Rendete il mio lavoro molto più gratificante.

Baci,MissNanna

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Capitolo 9
*** Lo strano risveglio ***


Capitolo 8.8

Lo Strano risveglio

Mi risvegliai in una stanza invasa dal sole . Avevo i muscoli intorpiditi. Cercai di mettermi seduta,ma ero incastrata a qualcosa. Mi voltai nell’interno del letto e vidi il mio braccio schiacciato sotto il petto di Noa , una mia gamba intrecciata alle sue e il piumone completamente disteso sul pavimento. Imbarazzata per quella situazione cercai di sfilarmi dal suo corpo. L’operazione riuscì senza intoppi sino a che non lo vidi distendersi in posizione fetale e afferrarmi con forza e stringermi a sé come fossi un cuscino. Cercai di liberarmi il prima possibile,ma proprio non ci riuscì e così me ne restai stretta tra le sue braccia.
- Deborah!
Credevo si fosse svegliato così mi girai di poco per vederlo in viso.
- Deborah!
Continuava a sussurrare quel nome. La cosa da leggermente imbarazzante precipitò nell’assurdo. Fu un secondo e mi ritrovai completamente sovrastata dal suo corpo . Le gambe si erano scoperte e le sue mani erano poggiate sui miei fianchi, il viso era nascosto tra i miei seni. Le mie guance si imporporarono e il cuore aumentò qualche battito. La porta della camera si aprì di botto e una ragazza dall’aspetto da copertina fece la sua comparsa. Le lunghe gambe brune erano coperte da un semplice slip di cotone bianco e in compenso aveva una t-shirt  che avrebbe dovuto riscaldarla. I lunghi e setosi capelli scuri le ricadevano sulle spalle e alcuni ciuffi ribelli le incorniciavano gli occhi neri che in quel momento erano puntati su di me che cercavo di risvegliare Noa.

-Chi sei?

Mi chiese impassibile poggiandosi contro l’arco della porta.

-Sono il capo di Noa! – iniziai imbarazzata scuotendo forte il ragazzo che ancora mi giaceva addosso.- Noa!

Urlai isterica fino a che non si inginocchiò di scatto spaventato. Arretrai e mi sedetti con la schiena contro la testata del letto.

-Beh se così si dice!

Sbottò lei scettica.

-No, veramente stai fraintendendo!

Dissi quasi scioccata dalla sua deduzione errata. Osservai l’autista che si scuoteva i capelli già arruffati e sbadigliava senza contegno.

-Selene, non infastidirla! La principessa è facilmente irritabile!

Si pronunciò sorridendole e sfoggiando un adorabile fossetta al lato della bocca.

-Per carità! – affermò l’altra alzando le mani in segno di resa. – Piuttosto vado, volevo un po’ di compagnia mattutina,ma vedo che sei già impegnato, quindi ritorno a letto!

In risposta lui scrollò le spalle e mi fissò mentre per la prima volta notavo che durante la notte si era lasciato solo in pantaloncini.

-Perché mi avete svegliato? Stavo sognando!

-Me ne sono resa conto!

Sbottai sarcastica.

-Dai abbracciami un po’ ho ancora sonno e tu mi fai fare bei sogni!

Aggiunse sdraiandosi al mio fianco con la testa sulla mia pancia. Sussultai stupita dalle sue azioni.

-Ma che..che fai?

Domandai impacciata.

-Mi faccio coccolare da te! Dai arricciami un po’ i capelli, mi piace troppo!

-Ma ti sei impazzito?Sei mica un cane?

Scoppiò a ridere ,poi si distese in modo orizzontale e prese a guardarmi dal basso della sua postazione.

-Okay, non ti piacciono le coccole. Cosa ti piace allora?

Chiese con il suo sorriso sghembo. I capelli gli erano cresciuti ed erano tutti teneramente scompigliati. La barba era leggermente incolta e la pelle chiara , non era poi così pallida.Sicuramente , pensai, d’estate potrebbe esser preso per una persona di colore!

-Allora? A parte ammirare la mia bellezza, ovviamente!

Mi esortò divertito.

-Non dire sciocchezze!

Gli risposi isterica.

-Hai ragione hai già i tuoi due Problemi. Non potresti complicarti la vita anche con me!

Continuò in tono canzonatorio,ma non offensivo.

-Perché vorresti che mi complicassi la vita con te?

Gli chiesi maliziosa. Ero bella e fino a quel momento la mia bellezza fisica non era mai stata messa in dubbio , eppure Noa, proprio sembrava non notarmi in quel modo.

-Ma per carità! Ho già i miei di guai, l’ultima cosa che mi manca è quella di intraprendere una storia con una principessa,leggermente bisbetica e maniaca!

Senza rendermene conto le mie mani si erano intrecciate ai suoi capelli scuri e con movimenti lievi delle dita  ne arricciavo le ciocche.

-Chi disprezza vuol comprare!

Dissi a mia volta divertita , anche se ero intimamente irritata da quella sua disattenzione al mio essere donna. Una bella donna. A volte vi erano tipi che pensavano solo all’aspetto fisico, ma forse in quel momento ne avevo trovato uno che proprio non ci faceva caso. Lo vidi rialzarsi leggermente e mettersi seduto. Si avvicinò lentamente al mio viso e ad un centimetro dalle mie labbra mi fissò.

-Mi dispiace principessa. Sai che si dice di colui che compra qualcosa che disprezza? Che compra male!

Così dicendo mi baciò una guancia lasciandomi impalata e presa dai miei attacchi di cuore, non ancora definiti ,e scese dal letto. Lo vidi stiracchiarsi .

-Visto che ormai siamo svegli vado a fare una doccia! Così dopo facciamo colazione e ti accompagno a casa!

Ancora inebetita in parte dallo strano risveglio e in parte per quel suo modo di prendersi gioco di me, feci un cenno positivo e non appena uscì dalla camera cominciai a fissare il nulla. La testa cominciava a scoppiarmi. Ormai non avevo più il controllo del mio corpo. Gli ormoni che avevo tenuto sotto controllo per molto tempo prendevano la loro rivincita. Sbuffai sonora e cercai di cancellare alcuni degli avvenimenti della sera precedente e alcune sensazioni poco piacevoli provate con quel tipo strano del mio autista. Quando i miei pensieri si posarono sulla sua persona , un sorriso spontaneo nacque sul mio viso stanco. In quel momento desiderai ardentemente che quel ragazzo così vivace , stronzo e terribilmente simpatico potesse diventare il mio migliore amico.

                                                                                         ***

Una volta finita la doccia la crisi esistenziale ricominciò. Non potevo uscire di mattina con un abito  da sera lungo, scollato e per di più con un visone. Indossavo un asciugamano che mi copriva dal seno sino a metà coscia. I capelli erano bagnati e cascavano sulle spalle. A piedi scalzi e terribilmente a disagio uscii dalla stanza e mi diressi in cucina in cerca di Noa. Lo intravidi dalla porta ,ma quando mi avvicinai notai che c’era una ragazza dai capelli biondo – arancio che gli era appiccicata addosso e che gli baciava il collo mentre lui coperto solo dai pantaloncini di poco prima cercava di preparare una tazza di caffè.

-Luna, non possiamo su! Ho un’ ospite sotto la doccia di là e sto cercando di prepararle la colazione!

La ragazza si allontanò e lo fissò stupita.

-La cosa è preoccupante!Tu che prepari la colazione a qualcuno!Questa deve proprio piacerti!

Alle parole della tipa che scoprì chiamarsi Luna, il respiro mi si mozzò in gola .

-Non dire sciocchezze! E’ solo la figlia del mio capo e poi non è nemmeno il mio tipo!

Arretrai di un passo cozzando con il piede contro lo spigolo di un  mobiletto nel corridoio, provocandomi un taglio abbastanza profondo sulla caviglia che ormai sanguinava. Urlai per il dolore , attirando l’attenzione dei due . Noa mi fissò per un secondo e poi accorse .

-Ma che hai combinato?

Non potevo dirgli che stavo origliando così deglutii e dissi una mezza verità.

-Sono venuta per chiederti se avevi qualcosa da prestarmi per tornare a casa e sono finita con il piede sullo spigolo di quel mobile!

Si calò ad osservare la ferita .

-Non è niente di grave, appoggiati a me che te la pulisco e ci mettiamo un cerotto.

Gli feci un cenno positivo. Intanto Luna ci osservava con un sorrisetto divertito sulle labbra. Avrei voluto conoscerla , presentarmi, ma in quel momento ero troppo presa dai miei pensieri. Non capivo il perché della gentilezza di Noa. Non gli piacevo,né come persona né fisicamente eppure mi aveva aiutato più di una volta. Forse non gli ero così antipatica, il che mi faceva piacere anche se non gliel’avrei mai detto.

-Siediti sulla tavola!

Feci come mi disse. Prese dell’acqua ossigenata un po’ di ovatta e qualche cerotto. Si sedette sulla sedia  e si poggiò il piede sulle ginocchia. Cominciò ad armeggiare con quei pochi strumenti e io mi limitai a stritolare l’asciugamano che mi copriva e ad evitare di piangere per il bruciore. Mia madre me lo diceva spesso, io avevo una soglia del dolore molto bassa e non facevo che lamentarmi. In quell’occasione però cercai di darmi un po’ di contegno.

-Ecco fatto!

Esortò poi lasciandomi libera dalla sua presa. Si rimise in piedi e sistemò tutto. Prese un cornetto dal fornetto e me lo porse avvolto in un tovagliolo.

-Tieni, prima cercavo di fare il caffè, ma Luna quando si mette in testa qualcosa è difficile che riesca a dissuaderla, menomale che sei arrivata..

Affermò lasciando cadere il discorso. Non mangiavo molto a colazione , ma il giorno prima non avevo toccato quasi nulla ,così mi resi conto di essere realmente affamata. Mi soffermai sulle sue parole e notai che la ragazza di poco prima non c’era neanche più .

-Perché cosa voleva questa Luna?

Chiesi fingendomi disinteressata alla sua risposta, anche se la curiosità di sapere di più di lui era forte.

-Voleva  ehm … - iniziò titubante e in parte divertito – si , ecco forse tu non capiresti!

Mi rialzai in piedi imbronciata.

-E chi lo dice?

Mi diede le spalle e si diresse in camera dove lo seguii.

-Lo dico io! Non capiresti, sei troppo tradizionalista!

Si calò nel solito cassettone e ne tirò fuori un paio di pantaloncini, delle calze di lana scure e una felpa con su scritto “I Love New York”. Erano abiti da donna , il che mi sorprese.

-Tieni prendi questi,purtroppo non ho della biancheria da donna se vuoi ti cedo un mio slip!

Feci un cenno positivo e me ne passò uno rosso con un ferro di cavallo disegnato sul davanti .

-Dimmi che non l’hai mai indossato?

Chiesi fingendomi affranta.

-Certo che si , anche se di rado. In genere non mi servono slip antisfiga per entrare nel letto di qualcuna!

Mi sorrise innocente  .

-Vestiti che ti riporto a casa!

-Okay!

Risposi e non appena se ne fu andato infilai quelle ridicole mutande e il reggiseno della sera prima. Indossai quegli indumenti e lasciai i capelli umidi raccogliendoli in un codino. Cercai nel suo cassetto e trovai un cappellino che usai per coprirmi il capo e tenere nascosto il volto. Misi su il visone e una volta prese le mie cose uscì dalla stanza . Lui era solo e completamente vestito con un jeans e una camicia grigia. Lo fissai per un momento,mentre armeggiava con il suo cellulare .Avanzai di qualche passo .Si accorse della mia presenza e mi sorrise.

-Pronta  per tornare al castello principessa?

Alzai un sopracciglio.

-Quand’è che la smetterai con questa storia della principessa?Comincia ad infastidirmi!

Sbottai irritata. Mi aprì la porta di casa e mi fece strada .

-Diciamo che la smetterò quando tu smetterai di essere una principessina!

Alzai gli occhi al cielo esasperata e ci avviammo così verso la sua auto.

                                                                                                      ***

Una volta giunti in macchina levai i tacchi che indossavo dalla notte precedente e poggiai i piedi sul cruscotto.

-Ti brucia il graffio alla caviglia?

Mi chiese con lo sguardo rivolto alla strada. Palpai la ferita ,ma in quel momento proprio non doleva.

-No per il momento ,no!

-Bene!

Mi rispose secco .Poi il silenzio e infine il sopraggiungere dei tanti pensieri lugubri. Non sapevo ancora cosa fare. Avrei lasciato Richard per un semplice bacio con Lucan?Per lo stesso Lucan che mi aveva tradito?

-A che pensi?

Mi domandò riscuotendomi dalle mie pippe mentali.

-A nulla! –Risposi a bruciapelo . Non avevo voglia di riparlare ancora di Lucan e Richard con lui, anche se era stato davvero carino la sera precedente nei miei confronti.- Anzi.. pensavo a qualcosa..

-Ehm.. fa sempre bene pensare, anche se non riuscendo a leggere nella mente non so proprio a cosa tu ti riferisca!

Continuò sarcastico.

-Luna cosa ti chiedeva prima?

Domandai in tono innocente.

-Ti ripeto che non potresti capire!

-Questo me lo dice uno stupido autista!

Affermai velenosa, ma lui rise .Rise con quel suo sorriso sghembo e terribilmente bastardo e mi fissò per qualche istante ,poi mordendosi un labbro cominciò a parlare.

-Io ti avevo avvisato che non avresti capito!

-Ripeto che questa è l’opinione di uno stupido autista.. parla!

Lo esortai.

-Bene, Luna voleva scopare. Sai un po’ di compagnia fisica..

Spalancai la bocca e sgranai gli occhi. Proprio non me l’aspettavo. Non credevo che una donna potesse essere così esplicita e poi lui era innamorato di Deborah, lo avevo sentito con le mie orecchie e me l’aveva confermato anche quella mattina mentre ripeteva il suo nome nel sonno.

-Non farti strane idee, non siamo una coppia. Solo che convivendo insieme e stando soli, abbiamo riflettuto a lungo ,ma  una sera la riflessione ,divenuta troppo noiosa e deprimente, ha lasciato il posto a dei  corpi aggrovigliati i quali ogni volta  che ne hanno bisogno cercano del “calore umano” uno nelle braccia dell’altro!

Deglutii, nonostante la facciata da ragazza mondana e dalle vedute ampie, proprio non comprendevo la natura di quel rapporto. Nonostante questo feci un cenno positivo  e cercai di non far trasparire nessun pensiero.

-Ehm.. e l’altra ragazza ,quella mora ed alta convive con voi giusto?

Disse di si e io continuai con le mie domande.

-E lei lo sa di voi?

Certo che si! A volte capita la stessa cosa anche tra me e lei. Stamane credo volesse quello quando è entrata in camera!

Pronunciò tutto in modo molto disinvolto, al che il mio lato isterico comparve.

-Ma sei un pervertito o cosa?E Deborah?Che fine ha fatto? Stamane ripetevi il suo nome mentre cercavi di strangolarmi!

Quasi urlai. La macchina si fermò e notai di trovarmi nel viale di casa. Lo fissai e notai un velo di tristezza pararsi sul suo viso.

-Queste cose che indossi sono le ultime cose che mi ha lasciato di lei. Le ho aperto il mio cuore ,ma ha deciso altro per sé .

-E tu l’hai accettato così?Senza far nulla?

Chiesi cercando di calmare il mio tono.

-Non potevo far altro. Per dimenticarsi di me ha messo tra noi oltre qualche kilometro.

-Perché ha fatto questo?

Sorrise amaro.

-Perché non ho rinunciato al mio lavoro. Perché non ti ho ricoperta di insulti. Perchè credo che tutti abbiano bisogno di qualche possibilità per mostrarsi migliori di quelli che sono ed io l’ho fatto. Ti ho concesso di essere come sei e di non giudicarti nonostante il fatto che tu abbia licenziato la ragazza che amo e che ora non vuole vedermi ,perché dice che sono innamorato di te.

-Ma..ma è assurdo!Non ci conosciamo nemmeno così bene da ..

-Lo so!Ma ormai è finita. Prima o poi mi lascerò anche questa alle spalle!

Non ebbi il coraggio di rispondere o di chiedere altro. Sapevo qualcosa di lui e per quello che avevo sentito non vi era nulla che non mi piacesse. Era un ragazzo disponibile e sorridente anche se tormentato. Aveva una vita sentimentale abbastanza alternativa ,ma questo non faceva di lui un essere da evitare. Mi chinai verso di lui e gli baciai una guancia.

-Grazie di tutto!

Anche se sapevo bene che non toccava lui darmi la possibilità di essere me stessa, apprezzavo il fatto che mi avesse concesso il beneficio del dubbio. Apprezzavo il fatto che credesse fermamente nelle sue idee. Ognuno è libero di fare e dire ciò che vuole,non spetta a noi il giudizio di quelle azione. Per quello c’è solo Dio. Rientrai in casa poco dopo averlo visto andar via. Richiusi la porta dietro le mie spalle. Sospirai e non appena riaprii gli occhi mi resi conto che in casa dormivano ancora tutti. Accesi il cellulare e notai che erano le nove del mattino. Alcuni messaggi mi arrivarono. Uno era di Richard per la buona notte .L’altro proveniva da un numero che avrei riconosciuto anche se fossero passati decenni .Lo aprii e lessi.

“ So cosa voglio per me . Voglio un lavoro stabile. Voglio una bella casa  e voglio te! Anche solo per una notte .Anche per tutta una vita . Sta a te decidere. Io ti aspetto domani  alle cinque del pomeriggio a via **********  mi troverai nei pressi del semaforo . Se non ci sarai. Capirò il messaggio e metterò la parola fine a quello che siamo stati. Luke”

Il mio cuore perse qualche battito e lentamente mi lasciai cadere sul pavimento .Il viso  si bagnò delle prime lacrime del mattino e strinsi le gambe al petto. L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era al da farsi. Lasciare Richard o mettere la parola fine con Lucan? Non lo sapevo .La cosa che mi riusciva meglio però … era piangere.

*Angolo Autrice*

Salve raga, dato che non so mai se leggete, se vi fa piacere l'aggiornamento etc..

Proviamo in quest'altro modo.

Quando raggiungeremo le cinque recensioni, ci sarà il prossimo capitolo..

Ora però scappo ci si sente al più presto, spero.

Baci,Miss Nanna

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Capitolo 10
*** Guai in Vista ***


Capitolo 10.10

Guai in vista

Erano le quattro del pomeriggio di un lunedì qualunque . Si ,perché quel lunedì era uguale a tutti gli altri già vissuti. La mattina mi ero alzata, ero andata a correre e dopo  una doccia calda avevo trovato come passatempo quello di disegnare qualche abito da sposa. Avevo deciso di mettere la parola fine alla mia storia con Luke. Tutto quell’amore non aveva fatto altro che uccidermi lentamente e non volevo perdere più alcun pezzo di me. Amavo Lucan, ma credevo di amare molto  di più la mia persona. Purtroppo tutta la determinazione cominciò a vacillare quando le lancette del mio orologio cominciarono ad avvicinarsi all’ora dell’appuntamento.  Pian piano mi resi conto che quel lunedì non era come tutti gli altri. In quel giorno avrei deciso per la mia vita. Lanciai via la matita e mi riportai in piedi cominciando a camminare su e giù per la camera . Il cellulare mi vibrò e risposi immediatamente aspettandomi che fosse il destino a decidere per me.

-Pronto!

Pronunciai ansiosa. Non avevo guardato nemmeno il display per aiutare il fato. Avrei accettato qualsiasi suggerimento tanto che ero disperata.

-Principessa le volevo dire che ha dimenticato le sue mutandine di pizzo rosa nel mio bagno e che non gliele restituirò mai più!

Sbuffai apprendendo che all’altro capo del telefono fosse Noa. Al contempo fui contenta che fosse lui. Per un attimo dimenticai i miei problemi e sorrisi  a quella sua battuta ,ma non risposi .

-Principessa  ,qualcosa non va ?

-Noa ,hai per caso una domanda di riserva?

Chiesi scocciata. Sedendomi ai bordi del letto.

-Cos’è?Umorismo nero il tuo?

-No, è sarcasmo riuscito male!

Sospirai e sospirai ancora sino a che non riparlò lui.

-Principessa mi dica qual è il problema!C’entra qualcosa Luke?

-Esattamente!

Risposi .

-Bene e cosa ha combinato stavolta?

-Mi ha chiesto di vederci a casa sua. Se non ci vado è finita in modo definitivo e io non so cosa fare, perché se vado li penso che finiremo a fare sesso e..

Sbottai disperata e terribilmente confusa.

-E tu lo vuoi da quando vi siete lasciati però ..

-Però c’è Richard!

-Ed è un bravo ragazzo che non se lo merita!

Completammo così a vicenda le nostre frasi e la cosa mi aiutò. Eliminò parte del mio fardello e speravo che Noa potesse darmi un consiglio anche se ricordando la sua vita privata leggermente discutibile non dovevo di certo aspettarmi nulla di così saggio.

-Principessa non si lasci abbattere da queste sciocchezze ,la forza dell’amore trionfa sempre!

-Non scherzare che posso ammazzarti!

Affermai preda della collera.

-Sai che carina con il pigiama a righe!

Continuò divertito.

-Non giurerei di finire in galera. Potrei ammazzarti ,farti a pezzi e mangiare i tuoi resti!Ho dalla mia una schiera di avvocati pronti a difendermi!

-Oh!- affermò fingendosi spaventato,poi riprese.- Penso che tu debba andare da Lucan. Fare i tuoi errori , ferire Richard e viverti la tua vita alla giornata. E’ inutile, fare progetti non ti salverà dalle delusioni. Potresti sposare Rick ed essere eternamente infelice di te, di lui e della vita che ti aspettavi .Fai quello che il tuo stomaco ti suggerisce, soffrirai comunque ,almeno prenditi la parte positiva della cosa ,no?

Pensai bene alle sue parole. E il mio stomaco,la  mia mente e il mio cuore volevano una sola cosa. Lucan. Lasciai cadere il cellulare ,corsi verso l’armadio e ne tirai fuori una giacca, indossai un paio di scarpette e corsi in garage, dove intravidi Noa fermo accanto alla limousine.

-Noa?!? – lo richiamai . Si voltò e mi sorrise. –Accompagnami da lui!

                                                                             ***

Il viaggio proseguì in silenzio ,mentre mi torturavo le mani e controllavo i  capelli a distanza di pochi minuti. Arrivammo a destinazione e stavo per uscire quando Noa chiuse l’auto.

-Che fai?

Chiesi allarmata.

-Calmati. Respira profondamente .Ricordati che stai per fare l’amore con la persona che ami da quando avevi quindici anni e che nonostante il tempo e le distanze, è colui che ti conoscerà meglio di chiunque altro!

Deglutii lentamente ed estremamente agitata gli feci un cenno di assenso. Presi un respiro profondo e chiusi gli occhi .Li riaprii e mi resi conto che dovevo rivedere solo una persona che avevo incontrato nei miei sogni un po’ tutte le notti da quando ci eravamo detti addio. Lucan mi conosceva e aveva amato tutto di me, aveva sbagliato,ma non avrei dovuto giudicarlo su due piedi. Io lo avevo  amato a mia volta e quando si ama ,tutto anche gli errori assumono un valore diverso. Feci un sorriso e  mi allungai verso Noa. Gli baciai una guancia e lo ringraziai .Lo lasciai impalato alla guida della limousine di papà mentre io mi dirigevo verso il mio prossimo futuro da traditrice .

                                                                                                ***

Arrivai al semaforo , quello che mi aveva indicato nel messaggio, con qualche minuto di ritardo. Mi guardai intorno ,ma vi erano solo passanti. Quasi piangevo. Non poteva finire così,io avevo fatto la mia mossa,avevo scelto noi e avrei lasciato Rick per lui. Cominciai a spostarmi e a muovermi di qualche passo,ma una mano si posò sulla mia spalla .Mi voltai e intravidi due bellissimi pozzi d’acqua. L’acqua nella quale avrei voluto affogare,l’acqua che avrei voluto mi avvolgesse per sempre. Mi sorrise ed io mi rialzai sulle punte e in uno slancio di felicità lo strinsi per il collo e posai le mie labbra sulle sue. Ci baciammo e fu in quel momento che mi resi conto ciò che ci stavamo tacitamente dicendo. Noi ci amavamo e non potevamo più fare a meno l’uno del corpo dell’altro. Mi allontanai con difficoltà dalla sua bocca  e lo osservai finalmente convinta. Preda della lussuria e del sentimento riuscii a comunicare i miei pensieri.

-Sono pronta Luke. Voglio amarti. Voglio amarti oggi,domani,tra un anno..

Non mi fece terminare la frase che le sue labbra erano nuovamente sulle mie. Fu un attimo o forse più di uno, ma il tempo,lo spazio e il mondo scomparvero. Non c’era tempo che procedesse, spazio che contenesse e mondo che interferisse. Eravamo solo noi, abbracciati sul pavimento del suo appartamento. Non ricordavo come ci fossimo arrivati,ma eravamo lì, a baciarci e a cercarci. Ogni movimento diveniva sempre più sofferto, volevamo ancora di più, qualcosa che neanche i corpi erano capaci di darci. Non cercavamo  solo il puro piacere. Avevamo fame di noi, una fame che divorava le nostre anime e superava il desiderio. Mi alzò le braccia oltre la testa e mi sbottonò la camicetta. Sollevò la mia gonna così da scoprire l’intimo e infine abbassò anche quello. Baciò la pelle tra i miei seni e morse la stoffa del mio reggipetto . Mi accarezzò intimamente infilando ad uno ad uno ben tre dita facendo diventare quel tocco una tortura, una piacevole e pazzesca tortura. La sua mano si contorceva in me, si gettava  nella mia femminilità con veemenza e ne usciva con altrettanta foga. Mi divaricò ancor di più le gambe, indugiando con l’arto nel mio sesso e infine  con un flebile ringhio entrò in me. Intrecciai le caviglie dietro la sua schiena e assecondai i suoi movimenti. Le spinte erano violente,possenti , terribilmente eccitanti. Eravamo finalmente noi. Insieme, uniti da qualcosa che andava oltre il sentimento e sfociava nel piacere carnale. Continuammo a dimenarci sino a che non giungemmo all’orgasmo. Ansimanti e tremanti concludemmo urlando i nostri nomi. Avrei continuato in quel modo per ore, avrei trattenuto tra le gambe quella parte di sé che ci teneva uniti e  avrei goduto di quel piacere sino alla morte, se solo avessi potuto. Ci accasciammo entrambi al pavimento freddo e per un breve istante la mia mente fu attraversata dal sorriso di Noa. Non ne capivo il motivo,ma forse il pensiero di lui c’era perché era a lui che dovevo questo momento. Era a lui che dovevo la scoperta della lussuria. Sorrisi. Avrei voluto parlargli. Avrei voluto raccontargli di quello che avevo provato. Avrei voluto riferirgli dei miei primi istanti da traditrice. Avrei voluto dirgli che poi meglio un giorno da stronza traditrice che cento da infelice. Mi voltai verso Luke che mi fissava.

-Che guardi?

Chiesi divertita .Ero ancora scoperta. Avevamo fatto l’amore sul pavimento dell’entrata ed eravamo mezzi vestiti. Avevamo fatto sesso come degli animali, e la cosa, non faceva altro che farmi sorridere e desiderare di rifarlo.

-Guardo quello che mi sono perso per tutto questo tempo!

-Ed è una cosa positiva ?- chiesi rimettendomi seduta ,sfilandomi la camicetta.

-Molto positiva!

Aggiunse sorridente.

-Quanto positiva?

Continuai provocatoria, sfilando il reggiseno Mi rimisi in piedi e rialzai la gonna , già sgualcita, sopra le cosce . Quello che mi interessava in quell’istante era il sorriso che mi si era stampato in viso .Mi sedetti a cavalcioni sulla sua mascolinità ancora mezza dormiente. Mi sistemai su di lui in modo tale da far cozzare i nostri sessi. Non ero mai stata così disinibita e probabilmente dopo quella volta non lo sarei stata più, magari mi sarei vergognata a vita,ma tutto quello che ormai mi spingeva a muovermi era la fame di Luke e del suo corpo.

-Che ne dici se invece di una risposta a parole, io ti faccia sentire quanto ci siamo persi?

-Più che volentieri , mi offro in sacrificio!

E così dicendo mi prese nuovamente lì, su quel pavimento. Più e più volte senza stancarci mai .Eravamo terribilmente eccitati e il solo pensiero dei nostri due corpi uniti bastava a mandarci in delirio. Continuammo in quel modo per un paio di ore. Fu quello il momento in cui ringraziai la pillola anticoncezionale. La ringraziai più e più volte ad ogni amplesso. Si avrei ringraziato la pillola e anche Noa. Il mio futuro migliore amico.


*Angolo Autrice*

Salve a tutte , grazie per esservi sorbite anche questo capitolo. Un bacio grandissimo a chi commenta, mi fornite l'illusione di non esser una pazza delirante che parla da sola =D

Detto ciò, vi risponderò subito alle recensioni,ma per non tardare oltre con l'aggiornamento, pubblicherò prima e poi sarò da voi.

Per la prossima pubblicazione attendo un vostro responso di 5 recensioni.

Baci MissNanna

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Capitolo 11
*** Impicci e Abbracci ***


Capitolo 11.11

Impicci e Abbracci

Erano passati alcuni giorni da quell’incontro galeotto con Lucan.  L’eccitazione e l’euforia sfumarono pian piano e  una volta uscita da quell’appartamento dovetti constatare la reale condizione delle cose. Mi rinchiusi in camera e per mia sorpresa non versai una sola lacrima. Ciò che mi concessi fu di respirare e mangiare . Per il resto evitai qualsiasi forma di vita. Evitai di parlare con mia sorella e anche con Noa. Sapevano quello che era accaduto , conoscevano il mio tormento e sarebbe bastato un loro sguardo , un solo gesto e sarei crollata e non volevo permettermelo. Richard mi aveva cercata più volte , ma mi ero scusata e gli avevo lasciato un messaggio per dirgli che non stavo molto bene e che non mi sentivo in grado di parlare al telefono. Per quanto riguardava Luke non risposi alle sue telefonate e non aprii i suoi messaggi. L’eccitazione e l’euforia furono spazzate via dall’enorme senso di colpa nei confronti di Rick , ma una cosa ancor peggiore si insidiò in me. La consapevolezza di quel sentimento così forte e così corrosivo ed egoista che per alcune ore avevamo assecondato. Quel sentimento che in quel momento mi faceva star male e avrebbe ferito anche Lucan e soprattutto Rick. Avevamo sbagliato. Avevamo fatto un terribile errore , eppure non riuscivo a pensare a qualcosa che non fossero le sue mani sul mio corpo, ai suoi baci, ai nostri corpi intrecciati e ai fremiti. Io lo amavo terribilmente e avevo paura di non poter più fare a meno di quel noi a cui avevo rinunciato qualche tempo prima. Avevo il terribile terrore di poter essere ulteriormente delusa e dopo quello che avevamo passato insieme in quell’appartamento, avevo compreso di aver ceduto altri pezzetti di me che sino a quel momento avevo custodito con cura e impedito a chiunque di avvicinarsi. Sbuffai e decisi di uscire a fare due passi in giardino. In casa non c’era nessuno, erano appena le sei del pomeriggio e il sole era tramontato da un paio d’ore. Presi un giubbotto , lo infilai sul pigiama di pile che usavo nei miei momenti no e indossai un paio di stivali di pelliccia. Presi il cappello di Noa che gli avevo rubato alcuni giorni prima e mi avviai verso l’entrata. Presi le chiavi anche se la servitù era in casa e cominciai a passeggiare per la piccola collina. Notai che oltre la dependance degli inservienti , in prossimità del gazebo illuminato vi era una figura. Mi avvicinai  e non mi ci volle molto per riconoscere quel profilo. Nel momento in cui cercai di arretrare ,Lucan si voltò e mi freddò con lo sguardo.

-Che c’è’? Ora oltre a non rispondere alle mie chiamate e leggere i miei messaggi addirittura fingi di non vedermi?

Mi chiese spostandosi verso me e lasciando tra noi giusto qualche passo di distanza.

-Non è così!

Sbottai cercando di trattenere la rabbia per quelle sue accuse.

-Eh allora cos’è? Spiegami Penelope perché proprio non capisco cosa ti sia successo!Siamo stati insieme in un modo che forse non immaginavo nemmeno potesse esistere e tu sorridi e mi vuoi e poi quando ti cerco per dirti che ..  ma che devo dirti! Ho sbagliato anche solo a venire qui!

Disse dandomi le spalle. Soffriva, soffriva quanto me e sapevo quanto gli costava  esprimere il suo dolore.

-Io.. non..

Iniziai tremante fino a che delle lacrime percorsero le mie guance.

-Tu cosa?Cosa Pen?Tu non hai nemmeno il coraggio di dirmi che quello che abbiamo fatto è stato un errore per te! Ecco qual è il tuo problema!

Sbottò voltandosi nuovamente per guardarmi in faccia. La sua voce risultava un ringhio.

-Non è..questo! -Azzardai ormai in lacrime.-Non è solo questo!

Presi un respiro. Ero troppo confusa, anche distratta tanto da non essermi nemmeno chiesta come fosse entrato nella mia proprietà.

-Eh allora spiegami tu, perché proprio non so dove sbattere la testa! Sono giorni che non ti sento. – Mi fissò con quell’azzurro profondo delle sue iridi. - Non so cosa pensi . –deglutii avvicinandosi di qualche passo.- Non so nemmeno  se sei ancora decisa a sposare quel tipo.. –si passò una mano sul viso per poi eludere il mio sguardo. -io sto impazzendo!

Lo fissai in lacrime e il mio cuore si fermò a quelle sue parole quasi sussurrate.

-Io ti amo Pen ,ma non ho alcuna voglia di restare a guardare mentre scegli qualcuno che non sia io … 

Cercai di calmare i tremiti che mi percuotevano.

-Sono venuto qui, rischiando di incontrare la tua famiglia che ancora mi odia per quello che ti ho fatto. – ricominciò. In anni di fidanzamento ,non avevo mai sentito, Lucan parlare così tanto. –Ho pagato uno dei tuoi inservienti per farmi entrare e credimi.. – si fermò con un ghigno stampato sulle labbra. -  Se non fossi uscita, sarei rimasto qui sino a quando non sarei riuscito a vederti.

Mi ripulii con il polso le prime lacrime che mi sporcarono il viso.

-Io  ho paura, Luke!  - riuscii finalmente a dire. Lo vidi sussultare prima di fissarmi sorpreso. -Ho paura di fidarmi ancora di te, ho paura di fidarmi anche di me stessa! – singhiozzai  e presi un respiro. -Non so come comportarmi con Richard. Evito lui come ho evitato te e qualsiasi essere umano ,perché non so cosa fare. Quello che abbiamo fatto è stato un errore, ma non come credi tu!

Mi affrettai a precisare ,mentre vedevo il suo sguardo posarsi su di me.

-Abbiamo sbagliato a fare quello che abbiamo fatto perché c’era Richard e perché.. io non so ancora se quello che può farmi star bene sei tu..

Stava per dirmi qualcosa quando i miei occhi furono coperti da una mano.

-Luke, carissimo !Mi dispiace ,ma per adesso devo mettere fine a questo melodramma, il Signor Richardson ha bisogno di sua figlia e data l’attuale condizione di fidanzamento di Pen, e della sua continua presenza sui giornali di gossip noi non vogliamo certo che qualcuno possa scoprire la vostra relazione , giusto?

Mi sentii arretrare. Era come muoversi nel buio, come se stessi continuamente precipitando all’indietro senza mai cadere veramente. Le lacrime si fermarono per qualche attimo,mentre Noa mi strappava via a quella situazione così orrenda e indesiderata.

-Credo tu abbia ragione.

Sentii Luke ,abbattuto.

-Esattamente. Ora, perdonami,ma la porto via di qui!

E senza aspettare una sua risposta, mi ritrovai sospesa in aria. Mi aveva presa in braccio. La sua mano era ancora stretta ai miei occhi ,mentre con l’altro braccio mi teneva per le gambe.

-Posso liberarti senza vedere altre inutili lacrime?

Era sempre così dolce?

Respirai a fondo e feci un cenno positivo. Mi liberò la visuale e il suo braccio mi afferrò meglio per la schiena. Il mio corpo reagì da solo . Tremai e me ne vergognai, giustificandomi che ormai il mio corpo non poteva più essere toccato da nessuno. Non dopo quello che avevo combinato con Luke. Sperai  comunque che Noa non se ne fosse accorto,meglio non dare adito ad ulteriori pettegolezzi o fraintendimenti. Lo fissai e notai che non aveva sul volto il solito sorriso divertito. Forse nemmeno mi vedeva in quel momento. In lui c’era qualcosa che non andava.

-Perché quest’espressione così seria?

Mi guardò per un istante e mi posò a terra con delicatezza a qualche passo dalla limousine. Scrollò le spalle.

-Deborah l’altro giorno è tornata al mio appartamento.

Lo guardai perplessa attendendo che proseguisse.

 -Doveva riprendersi le ultime cose che aveva da me.

Si fermò ancora ed io gli imprecai contro, sempre mentalmente però. Perché ci metteva così tanto?

-Era mattina ed io ero impegnato sotto le lenzuola con Selene.

A  quelle parole una strana sensazione attanagliò il mio stomaco. Una sensazione brutta quasi quanto quella che sentivo quando pensavo al tradimento che avevo commesso,ma cercai di non pensarci e tornai a concentrarmi su di lui.

- E vi ha beccati.

Dedussi.

-Esattamente.

Mi confermò.

-Ma Deborah non era via per lavoro? E’ tornata così ?All’improvviso?

 Asciugai altre lacrime, riuscendo finalmente ad essere più lucida. Curarmi delle disgrazie altrui ,mi faceva star meglio e forse la cosa non era propriamente carina.

-Si,cioè era tornata anche per restituirmi le chiavi di casa.

Mi morsi un labbro, non sapevo cosa potergli dire per consolarlo, fino a quel momento era stato lui a propinarmi qualche consiglio.

-Diciamo che sono innamorato di Deborah da quando andavamo all’asilo..  – si posò con il sedere contro la portiera dell’auto alle sue spalle. - ..pensandoci è un bel po’ di tempo!

Sussultai sorpresa.

-Ma io credevo che..vi foste conosciuti qui!

Sorrise e cominciò a guardare verso l’alto , quasi a voler cercare un punto indefinito a cui appigliarsi, per trovare la forza di poter continuare a parlare. Per non sentirsi giudicato ,mentre si apriva a me.

-E’ lei che mi ha trovato il lavoro qui. – pronunciò  come se stesse ricordando un avvenimento accaduto chissà quanti anni prima. -Conosceva la mia condizione e quando ha saputo di Jared ,ha subito pensato di parlarmene. – si morse un labbro con un espressione che decretai quasi tenera. -Diciamo che la nostra è stata sempre una storia a senso unico, io volevo lei e lei voleva mio fratello. Lo stesso fratello  maggiore che mi rubava sempre la ragazza, lo stesso fratello maggiore che riscuoteva successo con i miei genitori ..- sospirò come afflitto da quelle sue ammissioni .- Poi si è sposato ed ha avuto una bambina. – con una risata poco divertita continuò .- Deborah a quel punto ha dovuto fare i conti con la realtà. – prese una pausa. -Aveva da sempre contemplato qualcosa di impossibile.-sbottò ovvio.- Io intanto da piccolo Nerd amante del computer, della musica e in parte anche di politica e giornalismo, mi sono trasformato in un ragazzo o forse uomo, dipende dalle prospettive, e non mi accontentavo più di aspettarla. Non mi vedeva comunque, quindi non l’ho più fatto ed ho cominciato a frequentare altre ragazze, tante..ragazze. – ammiccò ripensando a quei tempi e in particolare alle tante avventure. -Lei però era sempre lì .. mi vedeva, mi ascoltava e non se ne andava mai . – ammise con rammarico, guardandomi per qualche istante. Arrossi, perché mi stava raccontando un pezzo di sé. - ..quel pomeriggio dopo il  tuo compleanno , dopo la tua sbronza, compresi che non volevo più essere un giocattolo. Volevo Deborah, la mia Deborah e nella dependance abbiamo passato la nostra prima volta insieme e non è stato come credevo, non potevo immaginare niente di così bello, così perfetto. Poi però i suoi dubbi su di me, la sua paura di poter essere ferita hanno fatto si che non credesse nel mio amore e dopo il licenziamento tutto è peggiorato. Si era messa in testa che tu mi piacessi e cose simili, così quando le dissi che non potevo dimettermi, è tutto finito. Ha lasciato il mio appartamento su due piedi e alcuni giorni dopo ho scoperto  da sua madre che era partita per un lavoro in Grecia.

Dopo la sintesi delle  loro vicende calò il silenzio. Era stato carino a dirmi quelle cose. A parlarmi di sé, aveva fatto si che conoscessi qualcos’altro di lui. Sorrisi flebile e mi avvicinai poggiandogli una mano sul petto.

-So bene che adesso fa male. Fa male perché lei non ha creduto in te e perché adesso penserà di aver sempre avuto ragione. – mi morsi un labbro prendendomi una breve pausa. – Comunque  quello che è stato non potrà essere cancellato .Forse in parte lei resterà per sempre la persona che hai amato di più e per cui hai sofferto,eppure sono sicura che ci sarà un’altra donna altrettanto speciale che saprà accettarti per ciò che sei .. perché infine.. per quello che ho visto, non sei poi tanto male!

Mi sorrise e mi rubò il berretto portandoselo alla testa.

-Ti fai troppi regali.Hai già la mia felpa! – sbottò cercando di tornare il solito Noa dal sorriso facile. -Al berretto ci tengo!Me l’ha regalato lei..

Affermò nostalgico.

Mi avvicinai a lui,ma si abbassò verso il mio viso con il naso ad un millimetro dal mio. Deglutii e cercai di comprendere il perché del leggero batticuore che sentivo nel petto, ma vi rinunciai perdendomi nei suoi occhi scuri.

Indietreggia, ma si piegò nuovamente su di me e mi sorprese baciandomi una guancia. Le gambe mi tremarono nel momento in cui le sue labbra si posarono sulla mia pelle.

-Grazie.

Gli sorrisi e senza pensarci più di tanto mi riavvicinai a lui e lo abbracciai. Legai le mie braccia dietro al suo collo e lo strinsi forte . Sentivo il suo profumo,percepivo i suoi capelli scompigliati ,farmi il solletico al collo. Non mi curai di nulla. Sentivo che quell’abbraccio serviva più a me che a lui o forse in egual modo ad entrambi. Rabbrividii ancora inspiegabilmente, quando lo sentii ridere .

-Perché ridi ?- dissi ispirando la sua essenza. Quella era una delle poche volte in cui mi ero concessa un contatto così intimo. In genere gli abbracci mi mettevano a disagio . Eppure con lui ,non era così. Forse eravamo giusti noi in quel momento o forse era il momento stesso ad essere giusto per quel gesto.

-Perché penso che in realtà lei non mi abbia mai realmente preso in considerazione. – lo sentii schioccare la lingua. –Forse ha solo aspettato una scusa per potermi lasciare senza fare la figura della cattiva..

Scesi dalla punta dei miei piedi, riappoggiandomi all’asfalto. Con le mani sulle sue spalle lo fissai .

-Se così fosse,allora hai tutto da guadagnare..- dissi fingendomi saggia. – Quella è una donna senza palle.

Mi guardò scettico.

-Io te l’avrei detto in faccia che mi facevi schifo.

Scoppiò a ridere ed io lo seguii a ruota.

-Menomale che non aveva le palle, una notte di sesso con lei si sarebbe trasformata in uno scontro di bocce.

Scossi la testa e mi allontanai. Lo sentii scompigliarmi i capelli.

-Principessa, le ho rubato troppo tempo e il suo signor padre la sta ancora aspettando.

Così dicendo si allentò la cravatta della divisa e aprì la portiera dell’auto.  Lo vidi allontanarsi  verso il garage,mentre me ne restavo impalata nel vialetto della nostra proprietà.  Probabilmente doveva parcheggiare la limo per poi tornarsene a casa.

Dopo alcuni secondi posai la mano nel punto in cui mi aveva sfiorata quando lo avevo abbracciato. Costatai che in quel momento passato con lui, tutta la merda , la nostalgia e la sofferenza erano svaniti. Sorrisi inebetita.

Quanto sono difficili le questioni di cuore? 

*Angolo autrice.*

Non ce la facevo ad aspettare oltre , quindi posto lo stesso. Un bacio a tutte voi e due a chi commenta. Grazie per il tempo che mi dedicate. 

MissNanna

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Capitolo 12
*** Scoop & Sfratti ***


Capitolo 12.12

Scoop & Sfratti

Ero di ritorno dalla corsa mattutina che mi ero negata per qualche tempo. Luke non si era più fatto sentire dall'ultima volta che ci eravamo visti ed era trascorsa giusto una settimana  da quel lunedì .Quando rientrai in casa sentii dei brusii provenire dal salone, cosa alquanto strana , visto che per quell'ora non doveva esserci più nessuno in casa. Entrai in quella stanza  e trovai mia madre e mia sorella sedute nelle poltrone con lo sguardo basso e mio padre in piedi che dava le spalle a Richard. Quando mi videro entrare notai l’espressione fredda di Rick trapassarmi quasi fossi il suo più acerrimo nemico.

-Signor Richardson , questo è tutto . Ora devo lasciarla, ho una riunione con mio padre.

Così dicendo si congedò , fece un mezzo saluto e quando cercai di fermarlo per baciargli una guancia, per sapere il perché della sua presenza,si scansò in malo modo e continuò a camminare, qualche istante dopo sentii la porta di casa chiudersi con violenza.

- Ma che.. perché è andato via così?

Chiesi inebetita, non comprendevo quello che stava capitando. Mio padre si voltò e mi inchiodò con i suoi occhi vitrei . Non mi aveva mai guardata in quel modo serio, nemmeno dopo le mie peggiori marachelle. Fu proprio in quel momento che compresi la gravità della cosa.

-E lo chiedi a noi?

Sbottò furente. Guardai mia madre e mia sorella che avevano ancora un’ espressione contrita.

-Non credevo tu fossi così meschina! Non credevo che la mia bambina potesse fare questo ad un’altra persona. A Richard!

E in quel momento gettò sul tavolino un giornale. Lo raccolsi e le ginocchia mi tremarono. Un articolo pieno di foto riguardati il mio incontro clandestino con Luke. C’ero io mentre camminavo ansiosa, la foto di lui che mi faceva  voltare, di noi mentre ci baciavamo e che insieme entravamo in quel palazzo che ospitava un appartamento che ci aveva visti amanti in un pomeriggio di fine ottobre. Le mani cominciarono a tremare quando iniziai a comprendere la situazione.

-Papà ..io..

Cercai di scusarmi, ma mi interruppe gridando infuriato.

-Niente Penelope , niente papà! Ma non ti vergogni? Ora il mondo sa quanto tu sia una puttana!Tu ..la mia bambina .. una puttana!

Le lacrime ricadevano sulle mie guance.

-Io.. io non sono..

Come potevo  dire il contrario?Non ci credevo nemmeno io . Ero una puttana , una di quelle viscide che feriscono persone buone come Richard . Ero una sgualdrina bugiarda.

-Non scusarti!Non giustificarti, dimmi solo a cosa pensavi quando sei andata a casa di quello?Quello stronzo che ti ha tradita e ti ha lasciata a pezzi? A cosa pensavi ,mentre .. mentre..

Continuava ad urlare ,ma le parole gli si mozzarono in gola . Non sapevo cosa dire,non sapevo nemmeno più respirare ,tutto ciò che feci fu piangere ed esternare il mio unico pensiero.

-Papà io .. io … lo amo!

Ma la sua risposta fu uno schiaffo in pieno viso che mi fece ricadere in ginocchio. Mia madre gli urlò contro di essere pazzo e mia sorella accorse al mio fianco.

-Tu non sai nemmeno cosa sia l’amore!-urlò ancora. Prese un respiro profondo e mi guardò con tutto l’odio possibile. -Sei solo una mocciosa ed io non ti voglio più sotto questo tetto!

-Xavier ma cosa stai dicendo?

Intervenne mia madre allarmata.

-Dico quello che hai sentito.- continuò esasperato dalla continua apprensione che mia madre aveva nei nostri riguardi. - Non la voglio sotto il mio tetto. Non dopo questa grave mancanza di rispetto nei nostri confronti e  in quelli di Richard!

Piansi ancora , ma non dissi più nulla. Ormai era fatta. Dovevo lasciare la mia vita agiata e  andare via dalle persone che amavo. I miei uscirono dalla stanza urlando come dannati. Mio padre era deluso, amareggiato e non sarebbe ritornato sui suoi passi e forse non lo volevo neppure. Non avrei sopportato di guardarlo in viso dopo quella situazione. Mia sorella intanto mi accarezzava la schiena mentre mi nascondevo tra le sue braccia.

-Vedrai che si sistemerà tutto! – mi sorrise febbrile. -Hai fatto quello che volevi, sei tornata te stessa … papà si calmerà e capirà!

Mi rialzai per guardarla.

-No, che non si sistemerà, mi ha appena cacciata di casa!

Sospirò e si rimise in piedi dandomi una mano per aiutarmi a farlo a mia volta.

-Andiamo a preparare il borsone che dobbiamo trovarti  una sistemazione momentanea.

Feci un cenno con il capo e salimmo in camera. Mentre lei sistemava le mie cose in qualche borsa, io mi impegnavo semplicemente a non pensare, anche se alcune domande continuavano a torturarmi. “Chi sapeva di quell’incontro?Chi mi aveva venduta al miglior giornale scandalistico?E soprattutto … per quale motivo?”. Un unico nome mi veniva in mente. Noa . Lui aveva già minacciato di far pubblicare la foto di quella notte , inoltre era uno dei pochi a sapere del nostro incontro e poi più di una volta aveva fatto capire di avere bisogno di denaro. Tutto il ragionamento filava , eppure non riuscivo a crederci.

                                                                                            ***

Erano ormai cinque minuti che bussavo alla porta dell’appartamento di Noa. Avevo lasciato mia sorella dopo aver sistemato le mie cose in un hotel a tre stelle. Non avevo nulla da fare e il pensiero che fosse stato lui a vendermi, proprio non lo sopportavo. La rabbia pulsava e faceva si che io continuassi a bussare frenetica, con tale forza da poter buttare giù l’intera parete.

-Ei , ma che ci fai qui?

La sua voce mi colpì e mi voltai scorgendolo con delle buste del supermarket .Le posò sul pianerottolo e mi fissò divertito, forse contento della mia presenza.

-Con quale faccia puoi ancora permetterti di parlarmi?Come puoi solo permetterti di ridermi in faccia?

Per poco non gli saltai al collo per poi strappargli la testa a morsi.

-Come?

La sua espressione mutò sembrava confuso e seriamente preoccupato.

-Mio padre per colpa tua, mi ha cacciato di casa, io ora vivo in un albergo.

Iniziai ad urlare.

-Aspetta ma di che stai parlando?

Mi chiese perplesso.

-Cosa? Ora fingi di non capire?Ti rinfrescherò la memoria.

Scavai nella mia borsa e gli lanciai addosso le pagine della rivista che mio padre allo stesso modo aveva lanciato a me.  Raccolse quei fogli e li fissò dopo qualche momento.

-E tu hai pensato a me giusto? Perché mi conosci meno,perché già una volta ti ho ricattata e infine perché ho bisogno di soldi! Ehm.. si il ragionamento fila.

Disse ancora preso a guardare quello schifo che mi stava rovinando l’esistenza.

-Lo so che fila è per questo che sono qui.

Ringhiai furente.

-Oltre al fatto che non ho la più pallida idea di cosa fare. – ero quasi in lacrime. – Mio padre le ha viste e mi ha sbattuto fuori di casa.

Scosse la testa.

-Peccato che tu non mi conosca così bene.

Sbuffò e alzò le spalle in segno di resa. Aprì la porta del suo appartamento e poi riprese le buste della spesa. Io lo guardavo perplessa. Sentivo che non era stato lui , ma se non era stato lui allora restava un’ unica persona. Luke.

-Se vuoi puoi venire a stare da me. Per il momento ti concedo il tempo di trovarti un lavoretto,poi sono cento bigliettoni al mese più dieci a settimana per la spesa. Non mi sono offeso per le tue accuse, quando avrai elaborato la reale situazione  e cioè che è stato Luke a venderti al miglior acquirente , io sarò sempre qui pronto per ascoltare le tue scuse.

Avrei voluto rispondergli a tono, mi ero avvicinata a lui e mi ero rialzata sulle punte pronta ad affrontarlo, ,ma non avevo parole con cui controbattere. Aveva ragione . Restai impalata ad un centimetro dal suo viso e i nostri occhi si erano incatenati. Lo stomaco era sotto sopra e facevo fatica a deglutire. La cosa era alquanto fastidiosa, ma per me in quel momento era dipesa dalle diverse cose che erano accadute e non da altro.

-Che c’è principessa hai intenzione di parlare o vuoi solo baciarmi?

Affermò con il suo sorriso bastardo. Gli diedi un cazzotto leggero sul petto e rise di gusto.

-Dai , su entriamo!

Mi disse portando un braccio intorno alle mie spalle.

-Ma io devo prendere le mie cose nell’hotel..

Non mi fece terminare la frase e mi spinse dentro richiudendo la porta alle sue spalle.

-Ci penserò domani mattina.

Sbuffai fingendomi irritata dal suo comportamento, ma ero semplicemente divertita . Non sapevo cosa aspettarmi dal futuro. L’unica cosa che sentivo era che avrei dovuto trovare il modo di cavarmela da sola .

 

***

Erano le due del mattino e Noa ancora non era rientrato. In casa ero sola visto che Luna e Selene lavoravano tutte al locale di Luke.  Le ragazze probabilmente non sapevano ancora nulla della mia presenza in casa, Noa mi aveva detto che ne avrebbe parlato con loro una volta al locale. Avevamo mangiato con calma e mi aveva promesso che sarebbe passato lui in albergo per prendere le mie cose e portarle a casa. Mi aveva concesso il divano letto nel salotto e non avevo potuto contestare. Io la ragazza più viziata del mondo improvvisamente mi ritrovavo a dormire su un divano . Purtroppo non potevo permettermi di vivere a lungo in un hotel e quindi meglio risparmiarli del tutto i soldi e adeguarsi alla condizione. Continuavo a rigirarmi tra le coperte, ma proprio non riuscivo a dormire. Il rumore della serratura mi fece riscuotere e mi sedetti al centro del “letto” . Aspettai di ascoltare la voce di qualcuno, ma tutto quello che accadde, però fu  l’apparizione di un uomo a me fin troppo  familiare.

-Che ci fai qui Luke?

Avevo il cuore in gola ,ma mi sforzai di mostrarmi naturale. Mi rialzai in piedi e  mi posi di fronte ai suoi occhi che nonostante il buio riuscivano a colpirmi in pieno.

-Noa mi ha detto che eri da lui.

Mi disse abbassando lo sguardo.

-E quindi questo ti ha autorizzato a venire fin qui … - iniziai nervosa- la cosa che mi chiedo però è il perché? Perché sei venuto qui?Credi che io sia riuscita a chiarirmi le idee dopo quello che è accaduto oggi? O sei venuto a dirmi che ci hai venduti al miglior giornale scandalistico?

Urlai , infine, troppo arrabbiata da non poter più controllare le mie parole.

-Io non ho venduto nulla … Abbiamo fatto quello che volevamo, quello che essenzialmente credevamo giusto in quel momento e no..non ho chiamato i fotografi !

Affermò sicuro. Lo fissai a lungo sino a che non continuò.

-Forse è stato il caso a portarli sulla nostra strada.-sbottò incazzato.- Cavolo, Pen! Ora possiamo stare insieme,cioè non c’è più Richard e potrai venire a vivere con me nel mio appartamento e..

Sgranai lo sguardo. Lo afferrai per il colletto e alzandomi sulle punte dei piedi .

-Stai scherzando? No, perché forse una cosa non ti è chiara in questo momento. Luke con te non voglio più aver niente a che fare. Mi hai rovinato la vita due volte. La prima togliendomi la freschezza e la spontaneità della mia età e la seconda portandomi via la mia famiglia e la stima di mio padre. Nonostante io sia completamente innamorata di te, non posso essere così sorda e cieca da non capire che insieme non possiamo stare. Non funziona e non funzionerà mai. Siamo solo due egoisti che invece di amarsi si distruggono e visto che ora non ho più nulla con me, ricomincio da zero e questa volta senza di te!

Ero ormai in lacrime e la mia presa si era allentata. I miei occhi piangevano ,ma nessun suono usciva dalle mie labbra. Erano gocce silenziose che facevano il loro percorso senza lamentarsi, avevano perso. Erano lacrime di addio, di sconfitta. Guardai Luke che cercò di avvicinare la sua mano al mio viso ,ma fremetti ancor prima di percepire il suo tocco e fu questo che lo fece arretrare.

-E’ un addio..

Mi baciò la fronte scomparve nel buio del corridoio richiudendosi la porta alle spalle. Crollai in terra e mi arresi al dolore. Non potevo fare altrimenti. Poco dopo mi addormentai e tutto divenne buio e leggero. Fu una notte senza sogni, una notte che avrebbe scritto l’inizio di tanti altri giorni.

                                                                                        ***

-Penelope?Pen?

Mi sentii scuotere e dopo alcuni richiami riaprii gli occhi che erano gonfi e pizzicavano terribilmente tanto.  Avevo un rivolo di bava sul mento e avevo un grandissimo dolore al collo. Cercai di mettermi seduta , un mal di testa mi colpì in pieno.

-Ehi ma che ci fai sul pavimento?Hai veramente dormito per terra?

Rialzai lo sguardo ed incrociai quello di Noa che con molta calma e gentilezza mi aiutava a rimettermi in piedi. Feci un cenno positivo per rispondere alla sua domanda. Mi sedetti di botto sul letto e portai le mani alla testa.

-Allora?Cos’è successo?Perchè …

-Non riesco a parlare ,Noa!Non ne ho intenzione ..

Urlai interrompendolo. Lo fissai e notai la serietà della sua espressione che da tenera si indurì.

-Scusami, tu non c’entri niente è solo che sono esausta, appena avrò la forza di parlarne sarai il primo a cui racconterò tutto!

Gli sorrisi flebilmente. Nonostante lo conoscessi poco e nonostante le strane modalità attraverso cui ci  eravamo conosciuti, Noa si era mostrato migliore di molte altre persone con cui ero stata a contatto nel mio ambiente e meritava quanto meno un po’ di gentilezza .

-Non ti preoccupare, comunque sono passato perché  ho ritirato le tue cose in albergo. Sono andato  con Dafne che ha disdetto la camera ed infine l’ho accompagnata al suo ufficio!

-Capisco.-pronunciai respirando lentamente l’aria mattutina.- Ma stanotte a che ora siete rientrati?

Alzò le spalle e portò le mani nelle tasche dei pantaloni.

-Le ragazze si  sono fermate al locale infatti penso che per le nove saranno di ritorno!

-Gli hai parlato di me?

Chiesi preoccupata. Non avrei sopportato un altro sfratto.

-Si a loro va bene.

-Menomale!

Affermai sospirando di sollievo.

A proposito e tu a che ora sei tornato?

Chiesi curiosa. Dopo la visita notturna di Luke avevo completamente perso i sensi.

-In realtà non sono rientrato nemmeno io. Il lunedì non dormo mai a casa.

-Capisco!

Dissi ancora una volta . Ero stranita e allo stesso tempo incuriosita ,ma anche irritata. La mia prima notte in una casa che non conoscevo per niente  e lui si permetteva, dopo avermi invitato a restare, di lasciarmi da sola , su un divano freddo e scomodo.

-Io ora devo uscire.

Affermò poi guardando l’orologio che aveva nascosto sotto la manica del pesante giubbotto a vento. Feci altrettanto osservando l’ora sulla radiosveglia. Erano appena le otto del mattino e lui arrivava da una notte sicuramente piacevole ed “insonne”, non capivo dove dovesse andare e con quale forza riuscisse a muoversi.

-Ma sono appena le otto e non hai dormito per niente ,dove devi andare così di fretta? –gli chiesi in tono lamentoso.-Poi mi lasci ancora una volta da sola in questa casa e tra poco arrivano le due stangone delle tue conviventi , io non so cosa fare perché sono sull’orlo di una crisi di nervi!

Sbraitai isterica. Si calò verso di me e mi baciò una guancia soffermando con cura le sue labbra sulla pelle del mio viso il che fece si che persino la peluria del volto si elettrizzasse e il cuore cominciasse a battere forte. Quel ragazzo mi faceva un brutto effetto, faceva si che la parte buona di me si mostrasse molto più di quanto io volessi. Mi piaceva , era una persona gentile e simpatica e mi ci stavo affezionando ,malgrado la breve conoscenza.

-Vedrai che riuscirai a trovarti qualcosa da fare e poi ci sono le valige da sistemare ,inoltre Selene e Luna , ti saluteranno e fileranno nelle loro camere. Fidati, dopo serate passate a bere il giorno dopo a stento centrano il buco della serratura!

Sorrisi flebilmente a quel suo tentativo di aiutarmi , ma proprio mi sentivo irrequieta.

-Ora vado.

Continuò facendomi cenno con la mano.

-Ma dove?

Continuai ad insistere.

-Se proprio vuoi saperlo , vado in facoltà, devo ripetere gli ultimi appunti per un esame che avrei dovuto dare l’anno scorso.

Restai esterrefatta da quelle sue parole. Mi salutò ancora ,lasciandomi seduta al centro del divano letto , mentre cercavo di comprendere come facesse a studiare per un’ università,lavorare di pomeriggio , negli orari notturni  ed avere inoltre il tempo per farsi le sue tromba amiche, come quelle  di quella notte  che l’avevano tenuto lontano da casa e avevano fatto si che mi lasciasse da sola. Sbuffai e mi lanciai con la schiena sul materasso sottile ,lasciando che le molle della rete cigolassero. Ero annoiata dalla giornata che mi attendeva;ero nervosa per la visita di Luke, per la separazione dalla mia famiglia ed ero irritata dal comportamento di Noa. Non lo conoscevo abbastanza quindi la sua presenza o assenza sarebbero dovute essere indifferenti , eppure il fatto stesso che non lo conoscessi abbastanza e che non sapessi che frequentasse l’università, mi rendevano ancora più insofferente ed arrabbiata.  Magari il suo poco interesse al mio aspetto fisico poteva passare come cosa, ma che addirittura non fosse propenso ad una nostra amicizia o semplicemente propenso a farsi conoscere da me, mi lasciava terribilmente turbata. Decisi di rialzarmi e fare subito una bella doccia calda. La convivenza con  l’autista era appena iniziata e sicuramente ci sarebbero state tante altre occasioni per parlare con lui , poi non era di certo detto che le grandi amicizie iniziassero così velocemente. No, la nostra sarebbe nata in modo spontaneo e con i propri tempi. Sorrisi e una volta nuda feci scontrare la mia pelle morbida con il getto bollente . Le cose a cui avrei dovuto pensare erano : cercare un lavoro, dimenticare gli errori,dimenticare Luke e cercare il perdono della mia famiglia. Sarebbe stata dura , ma ce l’avrei fatta. In quel momento pensai al detto, “ quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare” e compresi che era una vera fesseria perché  se realmente avessi potuto avrei evitato il gioco duro e mi sarei concessa un bel viaggio su qualche spiaggia tropicale , invece mi ritrovavo in un gioco duro dove chi iniziava a giocare non era il duro, ma semplicemente una povera sfigata che per risollevare le proprie sorti e riparare ai danni commessi doveva cominciare a sudare. Si insomma quel detto,anche se in modo contorto, quasi come uno sciogli lingua, per me era semplicemente una scusa che  usava uno stupido masochista  per continuare la sua noiosa esistenza. Si era un po’ come quello de” La ruota gira per tutti”. Una semplice auto convinzione che prima o poi la propria sfiga possa passare a tutti gli altri che fino a quel momento erano stati felici . La cosa brutta però era che io ero sempre stata la tipa fortunata , quella che non perdeva mai il portafoglio con del denaro, io ero quella che il portafoglio lo trovava, ma ormai la musica era cambiata e avrei dovuto semplicemente accettarlo. Sbuffai, chiusi la doccia e avanzai in camera di Noa. Mi asciugai lentamente, visto che niente mi attendeva e mi dissi che forse una volta fatta l’abitudine , una vita da ragazza umile ,non sarebbe stata del tutto negativa,magari avrebbe avuto anche qualche risvolto positivo a tratti eccitante. Con questi pensieri confusi che mi vorticavano per il cervello, pensai che in seguito mi sarei concessa il lusso di una cioccolata calda e infine avrei sistemato le mie cose in quella che ormai era diventata la mia nuova casa.


 *Angolo Autrice*

Salve a tutte,

siamo ritornati alle vecchie abitudini. 

Aggiornamento a sorpresa. 

Volevo comunque ringraziarvi di esser sempre qui a leggermi.

che dire...

se avete domande, lasciate un commento ed io vi risponderò.

Baci,MissNanna

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Capitolo 13
*** Una lunga e tragica Convivenza ***


Capitolo 13.13

Una lunga e tragica convivenza

Erano passate ormai delle ore da quando avevo salutato Noa. Ero ancora sola e non sapevo cosa fare, così annoiata dai soliti programmi televisivi decisi di esplorare la casa .Entrai nella camera di Selene. Era completamente bianca con un letto basso in stile orientale e compresi guardandomi intorno che la padrona dovesse essere molto essenziale, infatti quello che arredava la stanza era un semplice armadio e un comodino sul quale giaceva una foto di una bambina ed un uomo dai capelli brizzolati .Accarezzai la coperta che copriva il materasso. Poi presi la cornice in cui vi era immortalata l’infantile bellezza di quella ragazza che avevo intravisto la mattina in cui avevo dormito lì. Posai le dita sul suo profilo e notai i suoi bellissimi occhi scuri. Riposi poi quel piccolo quadretto al suo posto iniziale e continuai la mia ispezione nel suo armadio. Osservai i vari tessuti ,per lo più capi di colore nero e nel frugare tra quelle stoffe notai che sul fondo vi erano riposti degli album . Ne presi uno e lo raccolsi. Lo aprii e vi erano tante foto di posti assolati, di spiagge e di terrazze. Voltai altre pagine e ritrovai nuovamente il viso della piccola di poco prima. Selene in posa sorridente, Selene in costume ,mentre schizzava l’acqua , Selene in braccio ad una donna che le somigliava terribilmente e che dedussi dovesse essere sua madre. Proseguii in quel tuffo nel passato di un’altra persona e notai quella stessa piccoletta ormai molto più cresciuta, forse ritratta nell’età adolescenziale  con i capelli corvini tagliati sopra l’orecchio e con un ciuffo fucsia sulla fronte. Sorrisi pensando che anche mia sorella aveva passato quella stessa fase nella sua vita, la ricordavo con le calze colorate, le gonne di pelle nera, il viso sempre pallido e i capelli chiari che nascondevano ciuffi rosa e blu.

-Che stai facendo qui?

Mi voltai ormai tremante ed estremamente spaventata per poter rispondere alla persona interessata.

-Ehm.. ciao. Scusami .. volevo solo.. cioè non c’era nessuno e.. mi annoiavo..

Cercai di accamparmi i n qualche scusa ma proprio non sapevo come giustificarmi.

-E quindi hai pensato di poter scavare tra le cose di Selene, devo dedurre, no?

Chiese poi indicando con lo sguardo l’album che avevo tra le mani.

-No, mi dispiace ero solo curiosa …. ma è stato un puro caso che io sia entrata proprio in questa camera !!

-Ah sono stata fortunata, avresti potuto scegliere anche la mia !

Disse divertita. Mi stava prendendo in giro. Si avvicinò a me e mi sorpassò con il sorriso. Tolse dalle spalle prima la tracolla gettandola sul letto e poi si scrollò anche il poncio che aveva indossato.

-Dai calmati, posso capire che tu sia curiosa , se vuoi puoi anche finire di guardarlo non lo dirò di certo a Sele .

Aggiunse cordiale.

-Sul serio?

Domandai ancora sorpresa dal suo arrivo. In realtà avrebbe dovuto tornare per le nove e invece era mezzo giorno ed  era  sola.

-Certo!Intanto però ho la necessità di farmi una doccia.Ti dispiace?

Le dissi che non mi disturbava e nonostante la curiosità posai l’album proprio dove l’avevo preso e richiusi le ante. Quando mi voltai notai che Luna era completamente nuda e ai suoi piedi c’erano tutte le sue cose sparpagliate. Nonostante conoscessi il corpo di una donna, fu alquanto imbarazzante per me ritrovarmela con le grazie al vento ,mentre mi chiedeva di seguirla in bagno e raccoglieva ciò che aveva sparpagliato. La stanza in questione intanto era dall’altro lato della casa.

-Ma tu vai sempre in giro nuda ?

Chiesi una volta giunte a destinazione. Prese un codino dal mobiletto e si raccolse i  corti capelli arancio in una coda.

-Si, anche se non lo faccio in presenza di Selene , lei è un po’ … non so come posso descrivertela ma il termine “ stronza” è molto azzeccato.

Disse ovvia come se io potessi comprenderne il motivo. Si sedette sul water e aimè mi ritrovai a conversare con lei mentre faceva pipì.

-Diciamo che evito di passeggiare nuda per casa quando c’è Sele  perché lei invece è molto riservata e coglie sempre l’occasione di rinfacciarmi il mio libertinaggio e la cosa mi infastidisce , inoltre non vorrei che capisse che vado a letto con Noa!

Basita feci un cenno positivo, anche se poco convinto. Non mi era mai capitato di andar girando nuda  in casa di nessuno , ma di certo non volevo giudicarla .

-Insomma lui è carino, sarebbe il fidanzato ideale ,ma da quando è  andata a monte con quella tipa scialba dell’altra volta,  credo che le probabilità che si impegni in un’altra storia seria siano veramente basse , però per me non cambia nulla, le cose serie mi danno il prurito .

Mi sorrise,mentre tirava lo sciacquone e si infilava nella doccia.

-Capisco.

Sibilai a denti stretti .La vidi mentre faceva spuntare la testa dalla tendina della doccia.

-Comunque  non credere che io stia abusando di Noa, cioè se a lui va bene “coccolarci” un po’, lo facciamo ma non è niente di coinvolgente.

-E questo ti basta?

Chiesi cercando di capire l’incomprensibile.

-Scherzi? E’ uno sballo per me. Dopo la mia prima storia durata sette anni, credo che questa sia la vita ideale. Un po’ di sano sesso tantrico con un bel partner occasionale e la libertà di divertirti come vuoi, lavorare e avere  il denaro giusto per soddisfare i propri bisogni ..- aprì completamente la doccia lasciando in bella vista il proprio corpo che veniva sfiorato dalle gocce d’acqua.- Pensa che tipo l’altro giorno ho finalmente comprato un vibratore, sai di quelli grossi, una cosa che a chiunque potrebbe sembrare inutile , ma io voglio prendermi cura di me un po’ tutti i giorni e se Noa non può mi coccolo da sola, ti pare?

Ero ufficialmente sconvolta . Una tipa simile non mi era mai capitata. Era una schiava del sesso, una pervertita e disinibita ragazza di appena ventiquattro  o venticinque anni. Nonostante ciò la  visione di lei bagnata dalla doccia la rendeva ancora più sensuale e comprendevo benissimo quegli uomini che passavano la notte tra le sue cosce. Se non fossi stata un etero convinta avrei anche potuto cambiare sponda e fare il salto di qualità,ma purtroppo per me ero  ancora  innamorata del sesso opposto.

-Hai mai fatto sesso … in posti alternativi?

La sua frase poco “consona” mi riscosse dai miei pensieri e mi ritrovai a bocca aperta ad osservarla mentre con una mano si batteva il sedere e con l’altra continuava ad insaponarsi i capelli.

-Sai perché lo chiedo? Perché stanotte ho provato con questo ragazzo che ho conosciuto qualche settimana fa e in un primo momento avrei voluto morire poi è diventato bello, molto bello.. stamane poi ci abbiamo riprovato e faceva ancora male, vorrei solo capire se ci sia un modo per sentire meno dolore …

Sconvolta dalla sua schiettezza e poco tatto indietreggiai cozzando contro la porta.

-Ehm, io dovrei.. si insomma … dovrei andare a ..

Non terminai nemmeno la frase e scappai in corridoio. Quella tipa era  completamente fuori e lontana anni luce dalla mia concezione di normalità, eppure non era male , solo un po’ troppo diretta . Sbuffai e notai che la porta di casa si apriva lasciando entrare Selene con la sua folta chioma scura in pantaloncini e  pelliccia, un vero contro senso. Dietro di lei c’era Noa con due borsoni enormi . Io ero in felpa abbinata ad un leggins e delle pantofole con un cane di peluche enormi. Sele mi fissò i piedi e poi risalì al viso fino a scoppiare in una risata  mi oltrepassò scuotendo la testa.

-Belle pantofole principessa.

Mi voltai e vidi Noa al mio fianco. Mi baciò una guancia e  proseguì invitandomi a seguirlo. Posò le borse in cucina e si spogliò del suo cappotto lasciandosi in jeans e felpa.

-Scusami se ti ho lasciata sola nel tuo primo giorno a casa, ma oggi dovevo proprio andare in facoltà.

Affermò sinceramente rammaricato. Gli sorrisi e sbuffai . Mi portai con le ginocchia sulla sedia e con i gomiti sul tavolo.

-Non è colpa tua, anzi mi scuso per stamattina. Il problema è che odio restare sola , mi ricorda che non faccio niente per cui essere fiera . E’ frustrante!

Mi accarezzò il viso e poi tornò alle sue buste tirandone fuori la spesa.

-Prima o poi capirai cosa vuoi fare della tua vita, non devi per forza scoprirlo ora.

-Si ma potrei anche non capirlo affatto o capirlo troppo tardi e ormai non ho più i soldi di mio padre né Richard, ora come ora non ho proprio nulla che possa assicurarmi un futuro degno e rispettabile.

Sbottai quasi in lacrime.

-Io penso che non sarebbe stato comunque un futuro degno. Sposare qualcuno che non si ama o vivere di sacrifici di altri non sono cose per cui andar fieri. Tu hai te stessa, le tue passioni, la tua personalità ancora in fase di sviluppo ed è su questo che devi puntare per avere un futuro “degno”. Anche se in televisione vedi che è la bellezza , il sesso o la furbizia a vincere e ad ottenere privilegi, io sono sempre stato del parere che per svegliarsi la mattina ed essere orgogliosi di sé bisogna camminare in salita senza usare scorciatoie o altro , bisogna sacrificarsi e sentire il sudore della propria fatica  scivolare sulla propria fronte. Se in quel modo riuscirai ad ottenere qualcosa allora potrai dire di essere veramente una persona rispettabile.

Ascoltai in silenzio quasi illuminata da quelle sue parole stavo per rispondergli qualcosa , ma Selene arrivò alle sue spalle e posò le sue mani nelle tasche dei  pantaloni di lui e cominciò a baciargli il collo.

-Sele .. non credo sia molto carino !

Si lamentò divertito.

-Tu però hai un bel sedere che vorrei vedere nudo .

Gli morse un orecchio e lui sorrise. La cosa mi irritava parecchio. Mi infastidiva quell’essere così sfacciato di quella ragazza e poi quel sorrisetto peccaminoso di Noa era ridicolo .”Menomale che lei è quella riservata” pensai. Mi rialzai in piedi .

-Non preoccupatevi per me io vado di là! – pronunciai in modo troppo piccato. Mi voltai e mi diressi nel salotto per poi gettarmi sul divano. Ricordai poi la presenza di Luna così mi rialzai per avvisare quei due e ritornai in cucina , ma mi fermai prima di entrare quando vidi Selene seduta sul tavolo e Noa che le baciava il collo e la spalla .Il cuore mi si fermò in petto. Lo stomaco si contorceva dal disgusto ero sempre più indignata così indietreggiai sbattendo nuovamente con lo stesso piede sullo stesso spigolo della volta precedente.

-Ma porca …!

Sbottai zoppicando verso la “mia stanza”. Ero di pessimo umore , si lo ero diventata in meno di cinque minuti e la cosa mi  urtava parecchio. Poi mi ero sporcata la mia amata pantofola di sangue. La tolsi e notai che il graffio era molto profondo e posto al lati della caviglia. Sbuffai e la lasciai in quel modo, non avevo voglia di curarla, si sarebbe seccata da sola.

-Ehi!

La voce di Luna mi riscosse.

-Ehi!

Le risposi a mia volta.

-Selene e Noa si preoccupano del pranzo, io purtroppo non posso esserci ho un appuntamento di lavoro, ci vediamo dopo.

Le sorrisi e aspettai che se ne andasse per lasciare che la mia espressione tornasse a rabbuiarsi. Poggiai la testa sul bracciolo del divano e accesi la televisione, sarebbe stata una lunga e tragica convivenza.

Angolo Autrice

E rieccomi a postare ancora...

Spero non vi dispiaccia. 

Intanto inizio con il ringraziarvi ed avvisarvi che risponderò subito a tutte le vostre recensioni, che cavolo... mi cambiano umore!

Sono felicissima che la storia sia seguita e che ci sia gente come voi che mi dedica del tempo...

Tornando al capitolo, beh che dire.. Penny dovrà aprire le sue vedute.. chissà quante ancora dovrà subirne ...

Insomma Noa è bello e caro, ma non è poi tanto normale, no?

Per non parlare delle sue due "amiche".. LORO SI CHE SONO APERTE A TUTTE LE OCCASIONI...

Che altro posso fare, qui?Niente.. a limite mi auguro di leggervi ancora...perchè siete grandiose. 

Un bacio ,MissNanna

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Capitolo 14
*** Provocazioni del C***o ***


Capitolo 13.13

Provocazioni del C***o

I primi giorni di convivenza trascorsero in quel modo. Noa diviso tra lavoro , università e quando ritornava a casa non riuscivamo mai a parlare di nulla perché in agguato c’erano o Luna o Selene pronte a portarselo da parte. Il fastidio continuava a crescere e il senso di solitudine aumentava. Mi mancava casa mia , mi mancava mia sorella che per lavoro non riusciva mai a passare e soprattutto ero ancora terribilmente sotto sopra per tutti quei cambiamenti. Ormai era giunto il venerdì e sperai che i pettegolezzi su di me e Richard si fossero in parte affievoliti e pregavo di poter godere della compagnia di Noa. Decisi di fare un bagno caldo e di approfittare della vasca invece della solita doccia, dopotutto non avevo nient’altro di meglio da fare. Mi preparai l’acqua con dei Sali da bagno che avevo portato da casa e avevo nascosto tra le mie maglie così che Luna non li usasse. Accesi qualche candela, chiusi le finestre lasciandomi illuminata solo dal bagliore delle fiammelle e mi immersi in quelle acque calde e profumate ,poggiai la testa sul bordo e cercai di non pensare a nulla e a distendere i nervi. Purtroppo i pensieri tornarono prepotenti  all’immagine di Lucan che si allontanava da me per sempre, alla figura di mio padre che mi guardava con disgusto, l’espressione seria e ferita di Richard. Respirai a fondo e pensai nuovamente al viso sorridente di Noa. Ripensai al modo in cui ci eravamo conosciuti , all’interesse che aveva suscitato in me. In parte era stato grazie a lui se avevo capito che stavo vivendo una vita non mia, dall’altra era sempre in piccola parte a causa sua se mi ritrovavo nella situazione in cui mi trovavo. Sbuffai  e spensi le candele lasciandomi al buio chiudendo intorno a me la piccola tenda. Restai lì immobile e in silenzio per più di mezz’ora ,ma proprio non avevo voglia di  uscire dall’acqua ,tant’è che ogni tanto lasciavo scenderne a piccole quantità e sempre più calda. Le braccia ad un tratto erano come addormentate e per tutto il corpo c’era una sensazione di torpore che mi aveva ormai quasi vinta,poi udì dei rumori dall’entrata e infine vidi la luce accendersi . Una voce maschile,la voce di Noa risuonava nelle mie orecchie come un eco lontano,ma cercai di capire cosa dicesse.

-Selene possiamo riparlarne dopo a casa per favore? Non mi pare il caso di farne un dramma !

Cominciò irritato .

-Selene porca miseria non puoi prendertela con me,oggi non posso venire ho il turno con il padre di Penelope e poi stasera sto al locale ..

Ci fu qualche secondo di silenzio poi riprese con un tono più calmo.

-Senti se quello che vuoi è l’esclusiva sulla mia vita , mi dispiace ,ma non posso dartela, devo lavorare e poi non comportarti da “mogliettina gelosa”!

 Non riuscii ad ascoltare altro perché tutto divenne sempre più sbiadito e sprofondai nell’acqua attirando l’attenzione di Noa che riaprii le tende della vasca barra doccia in cui ero immersa.

-Oh porca.. Selene devo andare!

Due mani forti mi afferrarono per le ascelle e mi tirarono con il viso all’aria. Una folata di vento freddo mi carezzò la pelle del volto e  ripresi un quarto dei miei sensi. Riaprii gli occhi e vidi il volto perfetto di quel ragazzo così gentile e in gamba , ma con una vita sentimentale decisamente discutibile. Il mio cuore ebbe un fremito e la debolezza mi spinse con il capo all’indietro.

-Ei principessa, su.. riprenditi! Che combini?Ti porto in camera, però devi cercare di aggrapparti a me okay?

Mi chiese gentile. Feci un cenno positivo . Si portò le mie braccia dietro il collo e cominciò ad alzarmi.

-Ma che.. ma sei nuda!

Sorrisi per quell’imbarazzo e per quella domanda così scontata.

-Perché da quando il..bagno..si fa..vest ..

Lasciai cadere la risposta e mi sentii sollevare. Il freddo mi colpii in pieno e sentii l’aria che mi accarezzava con la delicatezza di mille spilli, così cominciai a tremare . Prese un asciugamano e me la posizionò addosso ,poi..più nulla.

                                                                                                ***

Riaprii gli occhi qualche ora dopo, ritrovandomi nella stanza di Noa. Mi guardavo intorno , ritrovando il viso pallido di Luna a qualche centimetro dal mio.

-Ti sei ripresa, menomale!

Sbottò sorridendomi dolce. Aveva i capelli corti ed arancioni legati in un codino basso.

-Ti ho portato delle gocce che mi ha consigliato Dafne!

Rimbalzai seduta.

-E’ qui? E’ venuta?

Si sedette ai bordi del letto e mi sorrise . Era un sorriso terribilmente dolce fatto di zucchero , mi piaceva quel sorriso. Gli occhi le si tiravano all’indietro nascondendo il bellissimo colore chiaro delle sue iridi.

-Certo! E’ andato Noa a prenderla e l’ha portata qui. E’ restata fino ad un oretta fa, poi è dovuta andare via per lavoro,ma ha promesso che sarebbe tornata!

Mi portai le mani al viso per risvegliarmi almeno in parte. Mi sentivo strana, molto debole e avevo freddo. Abbassai lo sguardo e alzando le coperte notai che ero ancora nuda.

-Cavolo! Ma sono nuda!

Urlai sconcertata.

-Non preoccuparti tesoro,Noa è un gentiluomo, ha evitato di rivestirti proprio per non vedere cose che tu non avresti voluto che lui vedesse senza il tuo permesso.

Respirai a fondo rilassandomi. Nonostante mi avesse vista mezza nuda quella notte di quasi un’ eternità prima, non mi sentivo così disinibita .

-Ora prendi le tue gocce!

Mi suggerì passandomi la tazza che aveva poggiato sul comodino. Bevvi tutto d’un sorso e gliela ripassai. Notai uno strano silenzio in casa.

-Noa è a lavoro?

-Si , ma tra poco dovrebbe rientrare, visto che sono quasi le sette.

Sorrisi, magari avremmo potuto cenare insieme.

-Tesoro io ora vado che ho un appuntamento con Selene, stasera ceniamo fuori e poi passiamo direttamente al locale per attaccare il turno!

-Luna, grazie!

Le dissi quando ancora era di spalle dinnanzi alla porta. Si voltò verso di me e mi guardò accigliata.

-E’ strano !

-Cosa ?

Chiesi stranita da quell’affermazioni.

-Noa quando parlava di te ti dipingeva come una tipa viziata, con la puzza sotto il naso e poi i giornali in questi giorni non fanno altro che ripetere che sei stata una vigliacca o ancor peggio una poco di buono.. eppure non so. Non credo che se tu fossi tutte queste cose riusciresti a dirmi grazie solo  perché ti ho dato delle gocce!

Le sorrisi in parte grata per quelle sue parole e in parte consapevole. Consapevole del fatto che io fossi stata un po’ di tutte quelle cose , che forse lo ero ancora e che magari lo sarei sempre stata.

-E comunque, non mi dispiace averti qui tra i piedi. Non è da tutti i giorni avere una principessa del gossip in casa!

-Lo prenderò come un complimento!

Dissi fingendomi seria per poi sorriderle.

-Lo è mia cara!- mi disse aprendo la porta. – E comunque se Noa non si rende conto di quello che ha per le mani, penso che potrebbe rimpiangerlo a vita questo momento.

La guardai perplessa.

-In che senso?

-Nel senso che sei bella, molto . – si prese una pausa.-Di certo non hai la faccia di una stupida. Per quello che ho sentito su di te , voglio dar credito solo al fatto che magari tu sia viziata, perché chi non lo sarebbe con un padre come il tuo ?- scherzò-E si.. darò adito alla piccola probabilità che tu possa essere un tantino stronza.- scoppiammo a ridere.- Per quanto riguarda la tua eleganza e il tuo portamento , non c’è che dire, sei una principessa anche quando indossi quelle strane babbucce con quel pupazzo adorabile.- poi fece un cenno d’assenso con la testa.- Si insomma, credo che tu sia una persona abbastanza positiva e se Noa non se ne rende conto è pazzo!

-Ma per carità! Io non sono per niente positiva. Sono anche un cattivo esempio e inoltre la mia vita sentimentale è un dramma shakespeariano!- mossi le mani dinnanzi al viso, quasi a convincerla con i gesti. - Non ho bisogno di altre complicazioni,ma solo di qualche buon amico!

Era vero, ma non potevo non ammettere che la totale indifferenza di Noa nei miei confronti cominciava ad irritarmi sul serio.

-Okay, se lo dici tu…

E così dicendo  mi lasciò in camera e qualche minuto dopo sentì la porta di casa battere. Mi distesi nuovamente nel letto e senza curarmi del fatto che fossi nuda mi appollaiai tranquilla ancora tra le coperte di quel ragazzo che fino a qualche mese prima mi era completamente estraneo e che ora invece mi stava salvando. Caddi preda del sonno prima che potessi rendermi conto che avrei fatto meglio a rivestirmi.

                                                                            ***

-Ehi? Principessa  su svegliati, devi mangiare qualcosa .

La voce arrivò dritta alle mie orecchie come una martellata su un pollice, così balzai seduta. Le coperte mi erano scivolate sulla pancia ,ma nonostante il mal di testa fulminante mi coprii immediatamente con le mani, mentre Noa scoppiava a ridere.

-Che ridi pervertito?

Chiesi mentre mi riportavo ,goffa e imbarazzata , le coperte sotto le ascelle.

-Ti prendo un pigiama?

Mi domandò.

-Prendi la tua felpa, l’ho messa nel primo cassetto e per favore prendimi un paio di mutandine!

Le guance presero fuoco, non ero abituata a tutta quella confidenza con un uomo e inoltre non amavo il pensiero che qualcuno potesse frugare tra la mia lingerie. Si affrettò e tirò subito fuori la maglia che mi lanciò e mentre indugiava lo sguardo tra le mie cose ,la infilai. Approfittai che mi arrivasse un po’ più giù del sedere , così uscii dal letto e lo spinsi via dal cassetto.

-Ehy, mi stavo divertendo!Hai un buon gusto nell’acquisto dell’intimo.

Con una mano intanto trattenevo i lembi della felpa ,mentre con l’altra sceglievo uno degli slip meno appariscenti e più comodi a fiori rosa e viola.

-Che carina questa!

Sbottò lui sovrastandomi in un abbraccio,fintanto che io ero ancora di spalle. Le sue mani si unirono alla  mia nel mantenere quel pezzetto di cotone colorato. Un piccolo nodo allo stomaco. Il suo profumo era forte e la sua pelle era calda che quasi avrebbe potuto bruciarmi. L’altra mano chiusa a pugno dietro alla mia felpa però cozzò contro la sua mascolinità e così subito la riportai davanti. Lui scoppiò a ridere.

-Non preoccuparti ,non ho alcuna intenzione di sedurti o di lasciarmi sedurre!

Nel momento in cui il suo corpo fu lontano da me, mi resi conto che il mio cuore era rimasto immobile sino a quell’istante. Lui intanto si fiondò sul letto già sgualcito dalla mia precedente presenza. Aveva lo sguardo perso nel vuoto.

-Che ti è successo oggi? Ti vedo strano, cos’è questo sguardo perso?

Dissi mentre infilavo lo slip, per poi coprirmi.

-Niente ,oggi ho litigato con Selene.

Ricordai le parole che avevo udito poco prima di svenire nell’acqua come un pesce lesso.

-Lo avevo intuito .

Sbottai gettandomi , come una bambina, sul lettone al suo fianco.

-Hai sentito la telefonata?

Mi domandò voltando il viso verso di me.

-Qualcosa prima di perdere i sensi.

Affermai aspettando che continuasse a parlare.

-Selene sta diventando pressante. Io le avevo detto che se avessimo fatto sesso,per com’è lei si sarebbe legata a me, ma niente ! – sbuffò.-Ora vuole l’esclusiva sulla mia vita, vuole sapere cosa faccio , cosa dico , cosa penso.. sta diventando una cosa insopportabile!

Mi morsi un labbro. Non conoscevo molto di quel ragazzo e questo non faceva che accrescere il mio interesse .

-E con Luna?Lei è molto più libertina e anche meno spocchiosa di quella!Non riesco a capire però perché non possa sapere che vai a letto anche con Selene.

-Perché dovrei ammazzare Selene! Vuole che questa cosa resti tra noi.

Sbuffò… ancora.

-Ma io so di entrambe!

Affermai perplessa.

-Con te è diverso.– disse come se fosse una cosa ovvia. – Noi non finiremo a letto insieme.

Terminò divertito, anche se a me quell’affermazione non mi aveva nemmeno fatto sorridere.

-Perché scusami? E’ vero che tu non mi ritieni né bella né donna, ma comunque vorrei ricordarti quella volta nella mia limousine, me l’hai detto anche tu. Ci siamo baciati,perché non potrebbe capitare di ..non so.. fare qualcosa di molto vicino al sesso?

Mi guardò perplesso.

-Ti sei offesa! –Iniziò quasi ad urlare dispiaciuto.- Ti sei offesa , lo sapevo! E’ solo che non so.. tu non sei il mio tipo ,ma non è vero che tu non sia bella.

Mi rialzai in piedi sul letto , puntandolo con uno sguardo truce.

-Ma se per te anche mia nonna potrebbe essere scopabile?Ma scherzi?

-Eh che sono questi termini?

Cercò di scherzare,ma non riuscii a sorridere. Mi sentivo veramente offesa,manco fossi l’ultima delle cesse.

-Uffa, con voi donne non si sa mai come bisogna comportarsi.Se vi diciamo che vogliamo fare l’amore con voi vi offendete,perché vi sentite usate . Vi diciamo che non vogliamo fare sesso con voi e cominciate a ricamarvi in testa milioni di sciocchezze!

-Io non sono “le donne”, io parlo per me e devo dire che non capisco il perché di questo tuo “no “ categorico!- mi imbronciai. -Cos’ho di diverso da Luna e Selene?

Continuai tartassandolo,mentre lo vedevo rialzarsi e raggiungere la porta.

-Andiamo va, che abbiamo già perso tanto tempo. Ho portato due pizze che saranno diventate gomma piuma.

Evitò di rispondere continuando a scansare la mia domanda. Gli corsi dietro e lo afferrai per una spalla facendolo voltare.

-Io non ti faccio ..ehm..

Ero imbarazzata, ma al contempo agitata. Mi torturai le mani.

-Vuoi sapere se mi fai eccitare?

Lo fissai inebetita. Lui si portò le mani alla testa e sorrise. Era davvero bello con i suoi capelli scompigliati, le sopraciglia folte, le labbra carnose un sorriso splendido. Insomma se la mia vita sentimentale non fosse realmente un dramma, probabilmente non avrei escluso la possibilità di una relazione con Noa.

-Se te lo dico ,la smetti con queste domande?

Feci un cenno positivo.

-Bene, no! Non mi piaci, nonostante tu sia una bellissima ragazza. Proprio non sei il mio tipo e no, non mi fai sesso.

Avrei dovuto ridere di fronte a quell’affermazione. Nessuno poteva respingermi così, nessuno poteva dirmi che non ero sensuale, eppure lui lo stava facendo e anche se non era da me, sentii aria di sfida.

-E’ una provocazione?

Chiesi irritata.

-No , per niente , sono sincero!

Mi disse voltandosi . Stava per muoversi , ma lo riacciuffai per un polso.

-Scommetto qualunque cosa che mi stai mentendo e che almeno una volta io possa farti eccitare.

Non appena sputai fuori quelle parole , mi resi conto dell’enorme guaio in cui mi stavo cacciando. Io non ero così gatta morta come tutti credevano, avevo la sensualità del palo della luce, ma tutti si complimentavano per il mio portamento. Avevo alle spalle due storie finite per un tradimento, una volta ricevuto un’altra volta messo in atto ed in quel momento mi ero permessa di scommettere  su un erezione. Potevo essere più stupida? Inoltre sapevo che Noa aveva un certo ascendente su di me, credo di averlo capito subito , eppure  mi mettevo a rischiare proprio con lui. Poi respirai a fondo e mi risposi che dopo tutto non avrei dovuto farci sesso, ma semplicemente fargli notare quanto fossi sexy, il che era davvero difficile visto e considerato che l’unica volta in cui ero riuscita ad essere una bomba di puro sesso era stata quell’unica volta in cui avevo commesso l’errore più bello della mia vita che però mi aveva portato via casa e famiglia.

-Dai non scherzare, Pen!

Mi disse lui abbastanza  interdetto.

-Non scherzo . Ho una settimana di tempo per riuscire a farti eccitare , dopo di che sceglierai la mia penitenza!

Ormai mi ero bevuta del tutto il cervello. La lontananza da casa , da Richard e il mondo che tanto mi aveva accolta, mi stava facendo uno strano effetto. Possibile che stessi diventando un animaletto indisciplinato?Io la principessa per antonomasia. Dopotutto però se avevo fatto quella scelta era per difendere il mio onore di principessa sensuale.

-E se dovessi perdere io?

-Se dovessi perdere tu, cosa molto probabile, sarò io a scegliere la tua penitenza!

Sorrise divertito e mi porse la mano che afferrai con decisione.

-E che scommessa sia! Ovviamente niente gioco sporco!

-Assolutamente!

Affermai risoluta. Non comprendevo bene il perché,ma tutta quella storia ,nonostante il pericolo da correre, mi divertiva più del lecito.


*Angolo Autrice*

Lo so.. lo so.. devo rispondervi e dovrei rispondere a chi mi ha commentato anche l'altra storia ..ç_ç ma sono terribilmente stancaaaa.....

giuro che lo farò. 

Intanto vi dico che  ho voluto pubblicare prima i capitoli, così da non lasciarvi troppo tempo senza di me...

Ora vado.. così entro domani mattina/sera riuscirò a parlare con voi...

Un bacio,Missnanna

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Capitolo 15
*** Scommesse e Figuracce ***


Capitolo 15.15

Scommesse e Figuracce

Dopo quell’assurda scommessa cercai di elaborare una qualsiasi idea per farlo cascare. Eravamo ormai a mezza settimana ed io non avevo ancora il coraggio di avvicinarlo con fare sensuale e lui scoppiava a ridere ogni volta che mi vedeva pensierosa, comprendendo il mio imbarazzo ,al che mi rialzavo lo spintonavo e me ne andavo lasciandolo da solo . Quel mercoledì pomeriggio mia sorella finalmente si liberò dai suoi impegni in ufficio e venne a casa per farmi compagnia.

-Devo ammettere che la tua vita è allettante !Non so cosa potrei vendere per lasciare il lavoro e concedermi anni di pause come questa!

Affermò gettandosi sul mio divano letto. Come sempre ero sola in casa, tutti quelli che mi circondavano avevano sempre qualcosa da fare. L’unica che si preoccupava un po’ più per me e per la mia salute mentale era mia madre che continuava a tempestarmi di telefonate, inutili e a volte anche irritanti ma pur sempre di compagnia.

-Non dire sciocchezze Dà! Non vedo la luce del sole da quanto? Ormai ho perso il conto!

Dafne si sporse verso di me che mi ero seduta a qualche centimetro di distanza e mi spinse con la testa sul suo petto.

-Dai sorellina che prima o poi la gente dimenticherà e tu sarai libera di camminare da sola senza l’assalto di alcun fotografo!

Sbuffai, ma non avevo altra speranza se non quella.

-E.. papà? Papà come sta?

Le chiesi con le lacrime agli occhi.

-Continua imperterrito ad evitare qualsiasi argomento che includa il tuo nome, ma ne soffre. Sono sicura che gli manchi. E’ un testone ,ma d’altronde da qualcuno dovevi ereditare il tuo caratteraccio!

Sbottò lasciandomi un sorriso sulle labbra. La mia vita agiata e tra i favori di mio padre sembrava quasi un miraggio.

-A proposito, mamma mi ha passato una bustarella da darti!

Mi rialzai e l’osservai  scocciata.

-Sono trecento bigliettoni, mi raccomando ,utilizzali con cura. Paga almeno l’affitto e il resto cerca di utilizzarlo al meglio. Io – cominciò tirando a sé la sua borsa .Prese il borsellino e mi allungo altri cento verdoni.- posso darti solo questi perché gli altri devo anticiparli ad un’amica!

Mi rigettai tra le sue braccia.

-Non posso continuare ancora così! Sono troppo inutile ,Daffy !Non so fare nulla e non voglio restare rinchiusa in questo buco per tutta la vita!- urlai.- Noa è gentilissimo,ma ho bisogno di fare qualcosa perché altrimenti posso scoppiare!

Mi accarezzò teneramente i capelli.

-Tesoro non devi avere fretta.Fai sbollire prima le cose , poi avrai tutto il tempo di questo mondo per capire quello che vuoi e puoi fare. Prima o poi riuscirai a trovare la tua strada!

Sbuffai.

-Mi ripeti le cose che mi ha già detto Noa!

Sogghignò e poi riprese a parlarmi.

-Oltre ad avere un bel culetto quel ragazzo risulta essere anche molto saggio, sicuro che non ci sia nulla tra di voi?

Saltai come una molla  a quelle parole. Tutti tranne noi vedevamo qualcosa che invece per gli altri sembrava essere palese.

-Ma che palle anche tu con questa storia?No , non c’è niente!

Mi fissò dubbiosa.

-E perché mai pare che la cosa ti disturbi?

Incrociai le gambe e mi posizionai di fronte a lei.

-Non è che mi dia fastidio, ma è piuttosto irritante vedere che non hai alcun effetto su un uomo.Che cavolo !… e’ riuscito a mettere in crisi la mia autostima.

-Difficile a credersi!Piaci sempre a tutti nonostante il caratteraccio.

Le diedi un pizzicotto e sorrise nonostante il piccolo dolore al fianco.

-Comunque mi dicevi che non gli fai alcun effetto e come mai lo sai?

Mi chiede riprendendosi dall’attacco di risa .

-Mi prometti di non giudicarmi?

Le chiesi imbarazzata.

-Quando mai ti ho giudicata?

Pronunciò divertita.

-Ne abbiamo parlato e si tra una discussione e l’altra non so quale molla mi sia scattata così gli ho fatto scommettere che sarei riuscita ad eccitarlo almeno una volta in una settimana.

Sbottai d’un fiato. Qualche secondo di silenzio seguito da un sospiro.

-Che dire… una cosa molto matura, ma dopotutto non ha nulla con cui divertirti quindi credo di voler attribuire la questione alla tua clausura!

Mi gettai di schiena ad ammirare il soffitto bianco.

-E allora?

Domandò poi.

-Allora cosa?

Le chiesi tra le nuvole.

-Allora  sei riuscita nel tuo intento?

La guardai truce.

-Secondo te?

Sospirò e rise di gusto.

-Secondo me hai ancora la sensualità di .. aspetta cos’era? Un lampione?

Mi domandò sbeffeggiandomi.

-Che simpatica! –la guardai in modo truce.-Comunque non aiuti. Le mie esperienze sessuali sono state quelle che sono state. Con Richard non è che sia riuscita ad apprezzare il mio corpo quando mi toccava, sembrava quasi che dovessi fare un dovere coniugale. Con Lucan è stato stupefacente. Non credevo si potessero provare tutte quelle sensazione. Ho rimpianto  tutto il tempo che ho speso per tenere a freno i miei ormoni. Però con lui è finita come..

Le parole mi si mozzarono in gola. Di Lucan proprio non riuscivo a parlare e se ci provavo accadeva sempre questo. Le parole si fermavano sulla lingua.

-Non l’hai più sentito?

-Dopo quella notte no e credo che non lo rivedrò più!

Respirai cercando di calmare il dolore all’altezza del petto.

-Diciamo che fai bene ad evitare le riviste scandalistiche e quei programmi insulsi. Purtroppo ci vanno giù pesante, con te e gli altri due. Menomale non sanno tu dove sia finita, quindi per il momento sei in salvo.

-Perché non sono come te? Tu gestisci la popolarità in modo diverso. Cavolo  sei la figlia di uno degli imprenditori più famosi del paese eppure hai rifiutato di frequentare i grandi personaggi o volti conosciuti. Se solo avessi fatto la tua stessa scelta ora non mi ritroverei in questo pasticcio e sarei libera di amare chi cavolo mi pare!

Ero stremata. Mia sorella però era un grande conforto per me. Per me che non avevo mai avuto delle fedeli amiche con cui confidarmi. Tutte in un modo o in un altro invidiavano qualcosa ,facendomi credere di avere realmente un ché in più rispetto agli altri. A distanza di tempo e con la mente un po’ più lucida mi resi conto di aver realmente esagerato.

-Basta con questi discorsi lugubri, pensiamo a qualcosa di più divertente!

Esordì Dafne con un sorriso diabolico. La guardai smorta.

-Sento gli ingranaggi del tuo cervello. Cosa stai elaborando?

Mi fissò riducendo i suoi occhi a due fessure.

-Hai ancora quel baby doll rosa che ti ho regalato per i tuoi diciotto anni?

La guardai sconcertata e feci un cenno positivo. Si rialzò in piedi e la vidi dirigersi in corridoio.

-Ma che…?

Tornò indietro con la testa che sbucava in salotto.

-Che fai ? Non vieni?

Ma a fare cosa?

Continuai in tono lamentoso.

-Ad organizzare un imboscata al tuo amichetto Noa.Vuoi o non vuoi vincere quella scommessa?

Un presagio di sventura mi percorse la schiena, eppure mi ritrovai a seguirla e ad assecondarla.

                                                                                          ***

Mi guardavo allo specchio e mi sentivo ridicola. Non perché stessi male, ma era eccessivo il modo in cui mi aveva combinata Daffy. Mi aveva obbligata ad indossare il corpetto di merletto rosa pallido ed un tanga della medesima stoffa. Le calze autoreggenti bianche con dei fiocchetti color pesca , mi ricoprivano le gambe sino a metà coscia e mi aveva legato i capelli in uno chignon . Era troppo e mi vergognavo da morire. L’intimo mi stava molto bene, anche perché avevo un bel corpo. Un senso sodo , una pancia abbastanza piatta e le gambe alte ed affusolate. Mentre giocavo a  pari o dispari per decidere se assecondare o meno la follia suggerita da Dafne , sentii la porta di casa aprirsi e infine a scegliere furono le mie gambe che si diressero in corridoio. Mi appoggiai con la schiena al muro e le braccia nascoste dietro il sedere mezzo nudo. Guardai il pavimento a lungo sino a che non sentii dei passi fermarsi al mio fianco. Alzai lo sguardo come un cerbiatto, ascoltando mio malgrado , i consigli di mia sorella, ma non appena fissai i miei occhi sull’uomo di fronte a me ,non potei che scoppiare ad urlare.

-MA TU CHI CAVOLO SEI?

Chiesi cercando di coprirmi alla meglio ma due mani sono sempre troppo poche.

-NOA?

Urlò lui di rimando fissandomi con gli occhi sgranati. Noa entrò con al seguito delle buste enormi di  spesa. Le poggiò ai piedi della porta e rialzò lo sguardo ,imitando l’espressione di stupore che avevo visto sul viso di quell’uomo poco prima.

-Ma che…

Pronunciò perplesso mentre io mi vergognavo di essere nata.

-Noa , fratellone … mi spieghi perché in casa tua c’è questo ben di Dio e  non me l’hai mai detto?

Noa sbuffò e lo spinse via , parandosi davanti a me.

-Bel tentativo di seduzione! – mi disse scettico togliendosi la giacca e passandomela velocemente- Infila questa e corri a cambiarti.

Mi disse in tono esasperato. Feci come mi disse e corsi in camera quasi in lacrime per la cattiva figura. Mi spogliai ed indossai la solita felpa lasciando  le autoreggenti bianche ed indossando le pantofole con il pupazzo.  Mi gettai sul letto di Noa e cominciai a fissare il soffitto. Peggio non poteva andare. Sentii dei colpi alla porta, così mi portai a sedere.

-Avanti!

Risposi  con tono funebre. La porta si aprì e vidi spuntare quello che poco prima si era dimostrato essere il fratello di Noa.

-Ciao, scusami per prima, non avrei dovuto fissarti. Mio fratello come al solito è stato molto più galante di me nonostante io sia quello maggiore!

Sbottò sorridente. Un sorriso che non avevo mai visto prima. Denti bianchi che quasi avrebbero potuto accecare e inoltre i suoi occhi azzurri erano belli da perforarti il petto. Arrossii, il gene della bellezza faceva assolutamente parte di quella famiglia ,ma nonostante questo non potei notare come in realtà i due fratelli fossero realmente diversi.

-Non preoccuparti, sono io che avrei dovuto evitare di girare in quel modo per casa.

-Non è per niente male come visuale, solo che potresti prendere freddo.

Scherzò lui avvicinandosi e porgendomi la mano.

-Io sono Davide, il fratello maggiore di Noa!

-Piacere di conoscerti, io sono Penelope!

Mi scrutò curioso e infine sorrise.

-Bel nome, poco usuale ,ma bello quanto colei che lo possiede.

Sorrisi ancora, nonostante le sue frasi da marpione , era un personaggio molto simpatico.

-Si , beh , mia madre aveva una fissa per i nomi della mitologia greca, infatti mia sorella si chiama Dafne.

Gli risposi cortese .

-Come la ninfa di cui si innamorò il dio Apollo.

Affermò sorridente.

-Si , mia madre probabilmente possedeva buone speranze per noi…

Gli risposi sorridente. Aveva scelto per me il nome della donna di Ulisse, colei che aveva creato uno stratagemma pur di non tradire il proprio amato, aspettando il suo ritorno per quattro lunghi anni. No,quel nome proprio non mi si addiceva.

-Beh anche nostra madre aveva le sue stranezze ..io per lo meno sono stato fortunato,ma Noa..

Lasciò cadere quella frase cercando di attirare la mia attenzione.

-Perché? Noa è un bellissimo nome, non ci trovo niente di strano!

Scoppiò a ridere e poi riprese.

-Non è per quello. Mia madre, come anche la tua , aveva le sue stranezze e all’epoca  era attratta dalla “ poesia” o almeno così continua a dire, dei nomi ebraici !

-Ma di che religione siete?

Chiesi curiosa anche se non mi intendevo né di religioni ,né di qualsiasi tipo di uso e costume diverso dal mio.

-Siamo cattolici.. E si anche se mia madre continua a tenere in bella vista la bibbia, purtroppo posso affermarti con tutta certezza che il segnalibro è fermo alla stessa pagina da circa quattro anni!

Scoppiammo a ridere e poi riprese lasciandomi ancora sorpresa dalla semplicità della nostra conversazione.

-Insomma siamo cattolici poco frequentanti, ma per l’appunto ti dicevo,che mia madre presa da quelle sue stranezza e per il fatto che le piacesse quest’alta poesia ebraica decise di chiamarmi Davide, come  Dawidh ,l’amato da Dio. Fin qui tutto normale. In seguito , però quando arrivò mio fratello,  decise di rincarare la dose optando  per un nome breve , dolce ma con una grande importanza biblica come  Noah che avrebbe dovuto rappresentare il patriarca Noè, ma purtroppo non tutto va come ci si aspetta e così , non essendo esperto della lingua ,nostro padre sbagliò a dichiararlo ed ora Noa dovrebbe essere pronunciato come Noà il cui significato è “Sorella di Pace”!

Terminò con un ‘ espressione seria che celava un gran divertimento per le disgrazie del fratello minore.

-Mi stai dicendo che ha un nome femminile?

 Scoppiai a ridere.

-Lo giuro !Tant’è che è da quando era piccolo che continuo a prenderlo in giro.

Continuammo a ridere , tra un aneddoto e l’altro .Quando si riaprì la porta Noa ci guardava perplesso.

-Cos’è che vi fa tanto ridere?

Ci chiese tranquillo avvicinandosi a noi.

-Nulla che possa interessarti!

Affermò Davide, facendomi l’occhiolino per farmi tacere. Noa sbuffò e lo spinse.

-Comunque dopo oggi credo che ti verrò a trovare un po’ più spesso fratellino.

L’altro lo guardò truce.

-Ma non ci pensare nemmeno! Mi basti a piccole dosi, non voglio rischiare di ucciderti e passare il resto della mia vita in prigione. A limite porta Sienna che di lei non mi accontento mai!

-Bel cane che sei!

Si finse indignato il fratello maggiore. Li osservai e notai che anche se non sapevo nulla delle loro vite e che in quel discorso c’entrassi ben poco,nei loro sorrisi c’era qualcosa che mi piaceva troppo, qualcosa che finalmente per qualche istante mi fece sentire realmente a casa.



Angolo Autrice

Salve raga, perdonate l'assenza prolungata,ma cavolo.. ho avuto qualche impegno di troppo e un po' di stanchezza in più.

Spero di farvi piacere lasciandovi il mio capitolo. La nostra Pen si ritrova proprio in una situazione che nessuno vorrebbe provare, non credete? Bene, detto ciò corro a rispondere alle vostre recensioni. Un bacio MissNanna.

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Capitolo 16
*** Imbranata ***


Capitolo 16.16

Imbranata


Dopo che Davide se ne fu andato erano ormai le tre del pomeriggio e  in meno di un’ora sarei rimasta nuovamente sola. Aiutai a sparecchiare la tavola e poi mi gettai di peso su una sedia ad osservare mentre Noa lavava quei pochi piatti ancora sporchi.

-Simpatico tuo fratello!

La buttai li, cercando di fare un po’ di conversazione.

-Certo, come un calcio nelle palle!

-Come siamo sofisticati.

Gli dissi divertita, sogghignando.

-Tu credi? A che livello siamo? Sarò mai sofisticato come il completino di merletto con cui ti sei fatta trovare prima?

Impallidii a quelle sue parole divertite. Mi stava prendendo in giro e mi sentivo una completa imbecille.

-Per favore non ricordarmelo, che se penso alla figuraccia con Davide potrei sprofondare!

Chiuse l’acqua ,prese uno straccio poggiato sul forno e si voltò a guardarmi,mentre ancora si asciugava le mani.

-Quello era un tuo tentativo di provocarmi?

Mi morsi un labbro, cosa potevo dirgli?Era la verità, anche se terribilmente umiliante. Mi si avvicinò e si sedette sulla sedia di fronte alla mia.

-E’ stata un ‘idea carina!

Mi sorrise sporgendosi e dandomi un bacio sulla guancia. Un risultato totalmente opposto a quello che volevo ottenere,ma forse dovevo accontentarmi e basta.

-So che ti ho offeso con le parole dell’altra volta e ti chiedo scusa. – cominciò puntandomi con i suoi occhi scuri.- Per farmi perdonare ti dirò una cosa che ti tengo nascosta da un po’!

Lo fissai curiosa assumendo la mia solita espressione con la fronte corrugata , una mano sotto il mento e gli occhi ridotti a fessure.

-Sono tutta orecchie!

Sbottai notando la sua risata.

-Ecco avevo detto anche alle ragazze di non dirti nulla … - cominciò attirando ancora di più la mia curiosità. – La notte in cui Luke si è presentato qui , ecco..io sono stato licenziato!

Sgranai gli occhi e al suono di quelle parole scattai in piedi.

-COSA?

Urlai stupita.

-Io non sapevo come dirtelo e non volevo che pensassi che fosse stata colpa tua.

-Ma perché allora?Cos’è successo?

Sbottai agitata.

-Mentre parlavo alle ragazze del fatto che saresti venuta a vivere con noi ,quell’imbecille è sbucato alle mie spalle esigendo le chiavi di casa per venire da te, minacciandomi di licenziamento. – cominciò come se si stesse liberando di una verità scomoda. –Quando è ritornato però era ancora più agitato di prima e quando gli ho cercato delle spiegazioni, mi ha gettato il mazzetto che gli avevo dato urlandomi contro di essere un figlio di puttana che voleva solo portarti a letto. Ho cercato di restare calmo,ma quando Luna si è intromessa per mettere pace, lui l’ha spinta in modo brusco suscitando in me una rabbia che quasi mai avevo provato prima. Così l’ho colpito con un cazzotto in pieno viso  spaccandogli un labbro. Un minuto e mezzo dopo mi sono ritrovato in strada .

Terminò scocciato da quell’avvenimento.

-Mi dispiace è tutta colpa mia.

Gli dissi avvicinandomi a lui.

-No, che non è colpa tua se sei innamorata di uno stronzo!

Sbuffai irritata da quella verità che mi faceva male. Gli accarezzai leggermente i capelli e lui rialzò il volto per guardarmi e sorridere con il suo solito fare dolce e malizioso.

-Un’altra mossa per sedurmi?

-MA CHE DICI?

Urlai quasi strozzandomi .Non sopportavo quando mi coglieva di sorpresa con le sue stupide battute .

-Dai scherzavo!

Mi disse tirandomi  a sé facendomi sedere su di lui. Cercai di liberarmi dalla sua presa e di rialzarmi ma mi suggerì di calmarmi.

-E calmati!Ti ripeto che non sono un molestatore!

-Non è questo è che..

Cercai di spiegargli che quella posizione mi imbarazzava,ma evidentemente lui non se ne rendeva nemmeno conto. Pareva quasi che tutto quello che per me era inconcepibile, per Noa era pura normalità.

-Comunque  so che potresti chiederti dove sono finito per tutte queste notti dopo che quel grande bastardo del tuo ex mi ha licenziato … - iniziò ma lo interruppi.

-E’ vero, dove cavolo sei andato in questi giorni?E poi il lunedì continui a non tornare a dormire.. quindi se..

Volevo provare a sapere qualcosa di più intimo ma proprio non ci riuscii.

-Ho un altro lavoro ! Un lavoro che già facevo il Lunedì!

Sgranai gli occhi sconvolta, voltandomi per fissarlo.

-Ma sei Superman o cosa?

Scoppiò a ridere .

-Oh Dio che buffa!

-Beh io non riesco a fare niente e tu invece sei il mio opposto! Cavolo hai due lavori , anche se in realtà prima ne avevi tre,la notte dormi pochissimo e la mattina trovi la forza per andare all’università, cosa usi? Cocaina, ecstasy, LDS, coca cola, acqua di Lourdes…cosa? Ho la necessità di saperlo.

Continuò a ridere e poi lo sentii appoggiare la sua guancia sulla mia schiena. Il semplice gesto mi fece fermare il respiro e il suo calore,il pensiero che i nostri corpi fossero così a contatto non fece altro che elettrizzarmi.

-Nessuna droga e niente acqua di Lourdes, dietro c’è solo la mia volontà di essere completamente indipendente e poi anche se i lavori non sono molto appaganti,mi concedono di avere qualche soldino in tasca ,mentre  l’università  mi piace . Con l’università posso sperare di diventare quello che desidero.

Eravamo ancora in quella strana posizione.

-E cosa vorresti fare da grande?

-Il magistrato.

Mi immobilizzai. Non pensavo che Noa avesse di queste aspirazioni. Un lavoro rispettabile, pericoloso e soprattutto molto impegnativo. Non sapevo cosa dire ero,non so come mi sentivo,ma sicuramente ero contenta di sapere qualcosa in più su di lui.

-E tu invece? Cos’è che volevi fare?

Mi paralizzai ancora .Nella mente ripensavo a tutto lo studio, le giornate perse per poter riuscire nel mio intento. L’unica cosa che volevo era .. essere utile.

-Pediatria!

Dissi d’un fiato. Ormai non parlavo più del mio sogno da quasi un anno. Cercavo di evitare l’argomento e non pronunciavo quella parola perché tutto quello che provavo era compassione per me stessa.

-Wow, molto bello come lavoro!Ma come mai questa scelta?

Chiese cortese .

-Non so, forse  perché il solo pensiero di poter curare il  nostro futuro,mi faceva sentire importante, utile e soprattutto con uno scopo.

Le sue labbra si poggiarono sulla stoffa della felpa lasciandomi un bacio, che mi provocò una fitta all’altezza dello stomaco. Deglutii cercando di non lasciar trapelare il mio disagio.

-Abbiamo qualcosa in comune, eppure sento che per essere realmente utile devi semplicemente fare quello che ti piace. Non devi per forza mirare subito alle stelle,magari devi cominciare dal basso per arrivare dove vuoi..

-Oppure potrei anche non mirare a nulla!

Sbottai sarcastica.

-Oppure potresti cercare di essere felice, il resto arriverà da sé!

 Ascoltai quelle sue parole e per un istante mi sentii realmente capace di poter far qualcosa nella mia vita,ma il secondo dopo mi resi conto che era meglio non illudersi. Mi rialzai come scottata e mi voltai a guardare l’orologio. Mancava un quarto d’ora all’inizio del suo turno da mio padre.

-Non dovresti andare da mio padre?

Gli chiesi curiosa. Guardò l’orologio  e scattò in piedi.

-Cavolo hai ragione!

Mi superò e corse in corridoi . Mi voltai e notai che si era fermato.

-Che c’è?

Gli chiesi stranita.

-Sei molto eccitante con la mia felpa e le autoreggenti!

Arrossii come un peperone e cercai di deglutire. Lui mi sorrise  rialzando le sue folti sopracciglia nere e  provocando delle piccole fossette ai lati delle labbra e infine scappò nella sua camera. Io scossi la testa comprendendo che quel ragazzo era davvero tutto da scoprire. Sapevo che mi aveva fatto quel complimento per mettere fine alla nostra scommessa. Dovevo arrendermi. Era veramente un bravo ragazzo.

                                                                                    ***

Erano le otto di sera ed ero ancora sola così decisi di preparare la cena. Non sapevo a che ora sarebbero tornati  così decisi di cimentarmi in un pasto semplice e alla mia portata. Spaghetti al sugo. Cominciai con il preparare la pentola con l’acqua, ma non appena aprii la fontana notai che non ne fuori usciva nulla, così cercai  di scuoterla ,ma  mi ritrova con il pezzo d’acciaio, in mano.  Sgranai gli occhi e cercai di riattaccarlo. Gettai la pentola sul pavimento per avere le mani libere. Nel mentre della mia operazione il liquido tornò a spruzzi  e cominciò a riversarsi sui miei abiti. Tappavo il foro d’incastro con le mani ,ma non facevo altro che bagnarmi, ormai con un disastro simile decisi di liberare la presa e prendere uno strofinaccio dal cassetto. Lo inserii nel buco con molta cautela. E così cercai di mettere fine a quell’incubo. Quando mi voltai mi resi conto del macello che avevo combinato. Acqua ogni dove , la pentola caduta aveva causato una crepa su una mattonella del pavimento e a peggiorare le cose ero un disastro. I capelli mi ricadevano fracidi sulle spalle e la felpa ,le calze e le pantofole non erano in condizioni migliori. Non sapevo da dove cominciare e quasi mi veniva da piangere. Il piccolo promemoria che mi feci fu di evitare di cucinare e stare il più lontano possibile dai lavelli . Sentii la porta di casa aprirsi e andai in panico . Le mie gambe cercarono di muoversi, ma dove andare? A destra o a sinistra? Fingersi  innocente?

-Ma che cavolo è successo qui? Sembra il set di The Day After Tomorrow!

Esordì Noa seguito da Luna e Selene che avevano lo stesso sguardo. Abbassai il viso verso i miei piedi  e caddi sul pavimento completamente bagnato.

-Perdonatemi, volevo cucinare qualcosa,ma non sono riuscita a riempire nemmeno la pentola perché  l’acqua non usciva così ho scosso un po’la fontana che mi si è smontata tra le mani e poi l’acqua è tornata ed io..

Sputai fuori viola dalla vergogna. Ero un incapace e sicuramente Selene non avrebbe perso occasione per ricordarmelo.

-E per questo ora sei completamente bagnata e la cucina sembra l’oceano Indiano?

Mi chiese Noa in tono tranquillo.

-Mio Dio, questa ragazza non è una mangiatrice di uomini ma un emerita deficiente ! Dovrei parlarci io con quei giornalisti!

-Selene smettila di fare la stronza una buona volta!

Sentii poi la voce di Luna difendermi.

-Ha parlato l’avvocato del diavolo! Io comunque non perderò tempo ad asciugare ,questi sono problemi che lascio a voi…

Sentii nella sua voce una punta di rabbia e risentimento ,mentre infine udii i  suoi passi allontanarsi.

-Acidella eh!Mi sa che qualcuno non se la scopa da un po’!

Esordì Luna divertita. Alzai lo sguardo fissando Noa che pareva tranquillo nonostante fosse lui stesso a ripassarsele per bene ogni volta che volevano.

-Non credo che sia il sesso il suo problema.

Sbottò lui serio.

-Nah! Penso che il problema sia più serio, perché la trovo molto peggiorata.

Noa rimase in silenzio e pensieroso . Starnutii interrompendo quel loro discorso rendendo ancora più imbarazzante quella situazione.

-Rialziamo la principessina che purtroppo per lei non è una sirena, oggi ha preso troppo freddo.

Disse calcando il tono sulla parola freddo, alludendo al momento in cui mi ero fatta trovare in lingerie. La vecchia me sarebbe morta di vergogna e avrebbe fatto e pagato qualsiasi somma pur di mettere a tacere quegli avvenimenti così poco carini.

-Hai ragione !!

Continuò Luna. Entrambi arrivarono al mio fianco e raccogliendomi ognuno per un braccio  mi riportarono in piedi.

-Ora vatti a cambiare che altrimenti ti prendi un accidenti!

Mi sussurrò Noa con un espressione gentile, quasi preoccupata. Abbassai ancora la testa, mai in tutta la mia vita ero riuscita ad umiliarmi come in quei giorni. Stavo scoprendo un nuovo lato di me che proprio non mi piaceva. Avevo scoperto,di essere realmente un imbranata.


*Angolo Autrice*

Salve ragazze, un bacio a tutte voi che come dico sempre: PERDETE TEMPO A LEGGERMI...

vi ringrazio quasi in ginocchio *_*

Scusate se non aggiorno velocemente, ma almeno una volta alla settimana riuscite a vedermi.

Ecco, cosa dire.... Penelope e Noa, pian piano si ritroveranno a conoscersi sempre di più e quando meno se lo aspetteranno...

Okay,basta!

Per quanto riguarda L'amore che Aspettavo, l'aggiornerò tra qualche minuto e risponderò a tutte le vostre recensioni.

Spero di rivedere presto i vostri commenti .

Un bacio MissNanna

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Capitolo 17
*** A cena con i Suoi- Parte Prima ***


Capitolo 17.17

A cena con i suoi- Parte Prima

Il giorno seguente mi risvegliai nel mio divano con la gola che ardeva dal dolore. Ormai la sfiga era diventato un elemento costante della mia vita. Mi rialzai con calma e appena poggiai i piedi sul pavimento mi resi conto di stare da schifo. Entrai in cucina e notai che era tutto a posto, Noa aveva risolto . “Menomale” pensai. Arrivai al frigo e notai un bigliettino.

“ Siamo usciti tutti! Mi raccomando non distruggermi casa!P.S. Oggi non passo per casa e stasera non ci sono per cena Mi dispiace..Noa”

Sorrisi. Con me era sempre molto gentile, nonostante il pizzico di bastardaggine che avevo intravisto in lui nelle prime settimane della nostra conoscenza . Ero sorpresa nel vedere che fosse una persona molto normale ,posata e con sogni aspirazioni. Aveva vent’anni e una vita sessuale libertina. Odiavo quella sua battutina velenosa sempre pronta a mettermi a disagio e ancor più non sopportavo quel sorrisino sghembo e malizioso fin troppo sensuale. Sospirai e cercai nel mobiletto dei medicinali se avesse qualcosa per il mal di gola. Osservai e presi una pasticca e una bella sorsata d’acqua. Non avevo voglia di mangiare ,ma soprattutto di preparami qualcosa. Mi sedetti a tavola. Non ce la facevo più con quella vita così noiosa. Non sapevo più cosa fare, rischiavo il suicidio. Preda di questi pensieri sentii il telefono di casa squillare. Non ne fui sorpresa ,probabilmente era mia madre, anche perché Noa aveva avvisato chiunque che non c’era mai in casa tranne che qualche ora il pomeriggio e qualche ora la sera. Alzai la cornetta e risposi.

-Pronto?

-Salve, parlo con la signorina Penelope suppongo?!?

Mi chiese una voce pacata e molto signorile dall’altro capo del telefono,così incuriosita assunsi una posizione eretta e meno sguaiata di quella che avevo prima di rispondere.

-Si, e lei è..?

Domandai cortese per sapere almeno qualcosa del mio interlocutore.

-Io sono Regina Moranti, la madre di Noa!

La bocca si spalancò tanto che pensai di aver perso il mento e di doverlo cerca sotto qualche mobile. Ripresi padronanza di me stessa solo dopo qualche secondo.

-Ehm, si mi scusi ,non immaginavo ..

-Non si preoccupi,ovviamente immagino che lei voglia sapere il perché di questa mia telefonata ,giusto?

Ero leggermente turbata,ma continuai a risponderle.

-Oggi avremo a cena Noa e visto che ci ha detto che stasera lei sarebbe stata sola a casa ,ho pensato di invitarla a casa nostra! Ci farebbe piacere conoscere la nuova convivente di Noa !

Deglutii. Non uscivo di casa da un bel po’ di tempo, ma il problema reale non era quello. Noa sapeva di quell’invito?

-Mi scusi signora,ma Noa è a conoscenza di quest’invito?

-Oh,non ancora,ma cara non preoccuparti,sono sicura che sarà contento della mia decisione. Allora accetti?

D’un tratto la voce si fece molto meno impostata e anche molto più dolce passando da un tono meno formale al confidenziale tu.

-Credo che si possa fare, per che ora posso venire?

-Venga pure per le sette! Noi abitiamo in  V**** S*** M***** n° 15! Ovviamente Moranti!

Terminò con voce allegra.

-Signora, allora che dirle… a stasera e grazie per l’invito!

-Oh , cara non ringraziarmi e piuttosto chiamami Regina,non sono abituata a questo signora!

Sorrisi ,mio malgrado mi sembrava una persona molto simpatica.

-Ci proverò Regina!

-A dopo Cara!

Riattaccai che ancora sorridevo. Nonostante tutto ero felice di poter conoscere la famiglia di Noa. Ero interessata al suo passato quanto al suo futuro e come scoprire di più su di lui se non attraverso i suoi familiari?

Sorrisi ancora,cercando di dimenticare il bruciore alla gola. Tornai nella mia camera e mi gettai sul divano. L’attimo di panico arrivò subito. “COME SAREI ARRIVATA DA QUELLE PERSONE SE NON POTEVO USCIRE?”di certo i fotografi non erano degli stalker,ma non potevo abbassare la guardia così facilmente. La cosa positiva però era che sarei dovuta uscire di sera e sapevo già a chi affidarmi per essere al sicuro.

                                                                                 ***

-Pen, la smetti di specchiarti? Stai bene !E’ il terzo completo che provi e anche questo è bellissimo, però vorrei avvisarti che sono le diciotto e trenta e tu tra meno di mezz’ora dovresti essere a casa dei genitori di Noa!

Sbottò Dafne , scocciata dalla mia pignoleria. Ero realmente arrivata al terzo cambio,ma non potevo farci nulla,non sapevo cosa indossare. Non sapevo se essere elegante o sportiva,così la mia cara sorella aveva scelto per me un paio di jeans ,una camicetta bianca con una giacca nera , tacchi e borsetta di vernice. Ero passabile. Non mi ero truccata molto e avevo raccolto i capelli in una coda alta e liscia, non volevo che pensassero male di me. C’era già mio padre e altro mezzo mondo a credermi una poco di buono, per non dimenticare poi la figuraccia con Davide. Sbuffai e presi il cappotto. Mia sorella si alzò esultando e con i miei stessi gesti mise il suo giubbotto. Uscimmo in strada con lei che mi copriva sino alla macchina e quando vi entrai mi ritrovai distesa dietro i posti dei passeggeri.

-Mi raccomando, alzati solo quando te lo dico io!

Mentre ci dirigevamo a casa Moranti, tutto quello a cui pensavo era alla possibilità che loro potessero non essere a conoscenza delle mie ultime vicende amorose. Speravo ardentemente che non leggessero quelle riviste spazzatura.

-Vai, ora e corri!

Mi disse Dafne ,una volta arrivate al palazzo in questione.

-Grazie Daffy, ti devo un favore!

E così dicendole raggiunsi il citofono . Impiegai qualche secondo a trovare il cognome. Bussai e mi rispose una voce diversa da quella della madre di Noa.

-Si chi è?

-Ehm..sono Penelope!L’amica di Noa!

-Ah Penelope Sali, ultimo piano !

                                                                         ***

Alcuni minuti dopo mi ritrovai seduta nell’immensa cucina della madre di Noa. Guardando l’enorme casa mi resi conto che probabilmente non se la passava molto male la famiglia del ragazzo. Regina era una bellissima donna dalla carnagione candida ,i capelli rossi e gli occhi chiari, uguali a quelli del primo figlio. Con noi c’era anche la vicina di nome Roberta. Una bellissima ragazza sui trent’anni . Mora carnagione olivastra e sguardo vitreo. Uno schianto. Non parlava molto ,ma sorrideva spesso e in modo nervoso come se fosse in attesa di qualcosa o meglio … qualcuno. Possibile che fosse un’altra di quelle che andavano con Noa?

-Eh allora, cara ho saputo da Noa che stai passando un brutto momento.- esordì Regina.- Spero tanto che possa passare velocemente!

Le sorrisi sincera.

Grazie Regina, ma non so se sperarci o meno! – ammisi nervosa. -Ho litigato con mio padre ed ho creato un casino immenso .

Capisco!

Disse comprensiva prendendo una teglia dal forno.

-Questa pizza ha un ottimo profumo!

Le dissi cercando di evitare il discorso che stavamo affrontando,ma la ragazza che fino a quel momento era stata in silenzio parlò.

-Ecco perché avevi un viso familiare! Tu sei Penelope Richardson!

Deglutii ,vidi Regina guardarla sorpresa.

-E quindi?

La sfidò quasi con lo sguardo.

-E’ la figlia di uno degli imprenditori più famosi del paese. Ha appena rotto con Benedetti figlio perché lo ha tradito e da quanto si vocifera è stata diseredata dalla famiglia..

Continuò a raccontare preda del gossip. Parlava e raccontava della mia vita come se io non fossi lì. La rabbia mi stava vincendo, ma tenni le mani strette a pugno e le nascosi sotto il tavolo. Deglutii e  cercai di calmarmi.

-Roberta,mi meraviglio di te! – sbottò velenosa la dolce signora. -Ora capisco perché a trent’anni sei ancora single.Sempre a farti i fattacci degli altri e mai a pensare ai propri!

Continuò cattiva ,la madre di Noa. Rimasi sorpresa da quella sua reazione. L’avrei ringraziata.

-Ma..ma ne parlano tutti i giornali e le televisioni locali.

Cercò di ribattere lei, ormai mortificata.

-Ne parlano perché ci sono persone che continuano ad ascoltare quelle cretinate. Che i tabloid pensassero un po’ alle cose importanti invece che godere sulle disgrazie altrui!

Roberta non rispose più . Abbassò lo sguardo quasi umiliata e salutando si dileguò, forse nel suo appartamento o ancor meglio sotto terra.

-Grazie Regina.. non so come..

Ero imbarazzata era terribile il potere che degli sconosciuti potevano avere su di me e sulla mia vita.

-Non ti preoccupare piccola!Da giovane ne ho fatte di cose peggiori!- scherzò. - Se non sbagli alla tua età quando vorresti farlo? Alla mia? Sarebbe troppo tardi!

Sorrisi .

-Ma lei è così giovane!

Constatai .

-Ben cinquantadue primavere ,mia cara!

-Magari arrivassi alla sua età nel modo in cui ci è arrivata lei.- dissi riflessiva. - E poi, cinquantadue anni sono un po’ come i dodici, è una nuova adolescenza!

Scoppiò  a ridere e mi accarezzò. Era tutto pronto. Tavola imbandita per cinque persone. Il profumo del cibo si diffondeva in tutto l’appartamento e non faceva altro che dilaniare il mio stomaco vuoto. La gola continuava a pizzicarmi ,ma il riposo e quelle due pastiglie  sortirono un buon effetto. Improvvisamente sentimmo la porta aprirsi e delle voci provenire dall’entrata.

-Nonna, noi siamo a casa!

Riconobbi subito la voce di Davide,ma la cosa che più mi sorprese ,fu quel “Nonna”.

-Con noi abbiamo anche quel musone di zio Noa!

Comparvero in tre,i due uomini e una bambina  ed io avrei voluto morire. Mi sentivo maledettamente a disagio.  Noa mi guardava sorpreso e forse anche irritato,non riuscivo a decifrare quel suo sguardo freddo.

-Bellezza tu cosa ci fai qui?

Mi chiese divertito Davide, mentre mi si avvicinava.

-Vostra madre mi ha invitata e non potevo che accettare!

Gli risposi sorridente, cercando di apparire quanto meno tranquilla.

-Immagino, conosco mia madre e i suoi modi da ammaliatrice.

Continuò Davide , prendendo posto.

-Ma che dici, Bambino cattivo!

Sbottò la donna divertita .Io abbassai lo sguardo e mi ritrovai a fissare una bambina dai capelli ricci castani, un nasino a patata e due occhi che subito mi fecero comprendere .

-Lei è tua figlia!

Affermai quasi sconvolta.

-Si ,lei è Sienna!

Mi abbassai sulle ginocchia per fissarla meglio.

-Wow che bella che sei!

Mi disse  toccandomi il viso.

-Ma grazie piccola, tu sei molto più bella!- cominciai. - In questa famiglia ci sono ottimi geni.Comunque piacere di conoscerti ..Io sono Penelope!

Le dissi sorridendo.

-Quanti anni hai?

Mi chiese curiosa.

-Venti, ma se vuoi posso diventare anche più piccola, così qualche volta possiamo giocare insieme.

-Si che bello! Mi truccheresti come te?

Mi rimisi in piedi e le accarezzai i boccoli che le ricadevano sul faccino.

-Ma certo!

Tirò il maglione del padre .

-Papà lei è molto bella ,vero? Perché non la sposi ? Vuole anche truccarmi!

Davide scoppiò a ridere e con lui anch’io.

-Tesoro credo che le cose non funzionino così! .. E inoltre credo che tuo zio potrebbe anche ammazzarmi!

Sussultai a quelle parole. Non ne comprendevo il senso ,ma subito guardai nella direzione del diretto interessato, che diversamente da solito ,non parlava affatto.

-Perché papà? Lo zio Noa vuole sposarla lui?

Guardai allarmata la bambina.

-Non so, forse sposarla è un po’ troppo presto ,ma farla dormire nel suo letto sicuramente!

Arrossii in modo violento e vidi Noa dare uno scappellotto dietro la testa di Davide.

-Davide, ma cosa vai dicendo alla bambina? Ti pare il caso?

Esordì sua madre.

-Perché?Che Ho detto?

Si finse  innocente. Ridemmo tutti di quell’espressione. Questa volta anche Noa.

-Va bene ragazzi ,iniziate a sistemarvi !

Ci suggerì Regina. Mi guardai intorno e poi rivolsi la mia muta domanda.

-Non aspettiamo il signor Moranti?

Tutti mi guardarono sorpresi, tranne il moro che invece mi guardava irritato.

-Penelope il nonno è in cielo, stasera mangerà lassù come ogni sera!

Mi disse la bambina. Portai subito le mani all’altezza delle labbra.

-Scusate ,io non ..sapevo..non immaginavo nemmeno, scusatemi!

Davide mi sorrise  e Regina mi venne accanto accarezzandomi i capelli.

-Non preoccuparti cara,non c’è niente di cui scusarsi. Il signor Moranti è mancato quattro anni fa..

Ne sono rammaricata!

-Ne sono certa . Ora però mangiamo che si fredda!

Mi disse dolcemente. Guardai Noa in cerca di sostegno,ma lui si voltò. Non capivo cosa avesse . Dopo tutto non avevo fatto nulla di male. O forse avevo sbagliato qualcosa?



*Angolo Autrice*

Perdonate sempre il mio costante ritardo, ma eccomi a pubblicare il capitoletto come ogni settimana..

Che dire, Penny forse nella sua sfortuna riuscirà a trovare la sua vera e profonda felicità... che ne pensate???

Però devo aggiungere che dovrà patire ancora un bel po'...

CHISSà!!!

Brrrr che freddo...

per riscaldarmi risponderò alle vostre recensioni..mmm ... immediatamente.

GRAZIE sempre per tutto ...

un bacio MissNanna

p.s. Ho pubblicato anche il capitolo successivo di ..L'AMORE CHE ASPETTAVO.

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Capitolo 18
*** A cena con i Suoi- Parte Seconda ***


Capitolo 17.17

A cena con i suoi - Parte seconda

Dopo cena Regina ci offrì del caffè facendoci accomodare in salotto. Io ero seduta accanto a Sienna ,che si era accoccolata a me mentre le accarezzavo i capelli. Di fronte c’era Davide e accanto Noa che aveva ancora quell’espressione funebre. Regina arrivò posando i caffè sul tavolino.

-Allora, caro figlio posso capire il perché di questo broncio? Hai un’espressione funerea e sei stato molto scortese con la tua amica.

Esordì la madre. La fissai sorpresa e poi notai Noa spazientirsi e muoversi frenetico nella poltrona.

-Mamma indovina, cos’è che può ridurre in questo stato tuo figlio?

-Una donna?

 Azzardò,Regina. Il respiro mi si paralizzò in gola e mi misi in ascolto con molta attenzione anche se cercai di sembrare il più naturale possibile.

-E di chi si tratta ora? Ancora con Deborah? E pure mi pare che ti fossi rassegnato!

-Ma saranno fattacci miei questi?

Ringhiò contro i suoi cari. Io sussultai dalla foga che aveva usato,mentre loro sembravano impassibili. Sienna si rialzò e osservò lo zio con i suoi occhioni azzurri.

-Zio non essere così cattivo con la nonna,lei ti vuole bene!

Cinguettò la piccolina ancora adagiata a me.

-Lo so amore mio, ma la nonna molte volte dovrebbe stare in silenzio, così come anche il tuo papà!

La piccola abbassò la testa pensierosa.

-E perché?

-Perché non è bello discutere di cose personali con l’intera famiglia e con una persona esterna!

Effettivamente io non ero nulla per loro . Eppure quelle parole mi ferirono. Non avrei dovuto offendermi ,ma non potevo farci nulla. Per un momento mi ero sentita in famiglia,ed avevo dimenticato tutta la mia situazione e il fatto che mio padre realmente mi avesse odiata.

-Mamma, lascialo stare! E’ in crisi perché Deborah lo ha chiamato!

Affermò sarcastico suo fratello.

-Tesoro e tu fai questa faccia per una semplice telefonata?

Lui sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

-Che palle , volete sapere perché sto come sto? Perché la donna che credevo di amare è scomparsa per quanto? Un mese? Ma si forse anche meno e indovinate un po’ ? Oggi improvvisamente una sua telefonata! –sbuffò e si ravvio i capelli. -Allora preso dall’ansia, un’ansia né positiva né negativa, ho risposto, volevo sapere cosa cavolo volesse da me e sapete cosa? Voleva dirmi che si è sposata!

-COSA?

Urlai senza nemmeno rendermene conto. Non capivo come Deborah avesse potuto  fare una cosa simile in così poco tempo. Noa si voltò verso di me.

-Ebbene si! E voleva dirmelo di persona ma trovandosi in un isola dimenticata da Dio ,in Grecia, non poteva e così… ha pensato bene di telefonarmi.

Si rialzò in piedi e cominciò a camminare su e giù per la stanza.

-Cavolo ho speso  gran parte della mia adolescenza dietro di lei. Ho cercato di superare il fatto che fosse innamorata di Davide. Dopo un tempo che non riesco a calcolare riusciamo a metterci insieme e per una stronzata lei riesce a dirmi addio con una facilità disarmante. Porca Miseria ,sono così poco?Ci vuole così poco tempo per gettarmi alle spalle?

-Tesoro mi dispiace!

Parlò  la madre.

-Non dispiacerti mamma ,ora arriva la parte forte della cosa!

Esclamò Davide,  divertito dalla reazione quasi sclerotica di Noa.

-Si, perché la cosa peggiore è … che dopo tutte queste riflessioni,mi sono reso conto che.. anche io l’ho lasciata alle spalle. Non pensavo certo  di aver messo un punto, ma credo che l’abbia fatto lei per entrambi e per quanto possa esserci rimasto male … credo che abbia fatto bene!

-Ma com’è possibile?

Chiese Regina.

-Mi sono reso conto che non potevo aspettare che mi notasse e che capisse. E ormai anche contro la mia volontà penso che la mia mente sia  troppo presa da … altro.

Lasciò cadere quell’affermazione.

-Eh allora perché sei così incazzato stasera?

Sbuffò.

-Perché non so più cosa pensare ..

-Zio?- esordì la piccola al mio fianco. Lui la fissò.-  Hai gli occhi a cuoricino per un’altra?

Sorrisi a quelle parole,ma poi come gli altri tre mi voltai a guardarlo in attesa di una risposta.

-Io credo.. cioè.. Certo che No!

E si gettò nella poltrona. Il mio cuore si fermò e per quell’istante non so per quale cavolo di ragione avrei desiderato essere la persona a cui avrebbe potuto rivolgere  i suoi occhi a cuoricino. Io e Noa eravamo forse gli opposti. Avevamo più volte ribadito il fatto che tra noi non ci potesse essere niente e in effetti non era mai nato niente anche perché anche lui mi aveva ricordato di non essere attratto da me. C’erano, poi cose troppo irrisolte nella nostra esistenza ,per non parlare della sua vita sessuale  che era un porno di Tinto Brass. Eppure.. non potevo negare. Non più almeno. Lui mi piaceva tanto e forse non solo come amico,ma era il momento sbagliato e probabilmente la persona sbagliata.

-Non so dove io e vostro padre abbiamo sbagliato con voi! In fatto d’amore siete due disastri! – pronunciò la donna riferendosi ai suoi figli.-Innamorarsi non è una colpa e non è di certo una cosa brutta per la quale vergognarsi!

-Mamma non è una cosa bella se provi qualcosa per qualcuno che non è per te. Per qualcuno troppo diverso e per cui hai promesso di non provare nulla!

E così dicendo si rialzò in piedi guardandomi in cagnesco.

-Devo andare a lavoro tra poco quindi rimettiti in piedi che ti accompagno!

Davide si rialzò e si accostò a me.

-Lei può dormire anche qui, visto che da come ho capito deve restare rintanata in casa e inoltre potrei accompagnarla io domani!

Noa lo fissò come ad incenerirlo e poi si allontanò verso l’entrata.

-Io vado ,fate come vi pare!

E così dicendo se ne andò.

                                                                                   ***

Qualche ora dopo mi ritrovavo nella camera della bambina che per quella sera avrebbe dormito con il papà. Ero in vestaglia e avevo sciolto i capelli. Ripensavo in silenzio a quello che era successo poco prima con Noa e ricollegai le sue ammissioni ad un'unica persona. Selene. Si, ed ora si spiegava anche la sua faccia seria quella volta in cucina quando allagai tutto. O ancora si spiegava la volontà della ragazza di rendere le cose sempre più serie. Due colpi alla porta mi fecero sussultare.

-Avanti!

Dissi voltandomi verso Davide che entrava in camera.

-Ti piace la camera?

Mi chiese cortese.

-Si ,molto grazie!

-Di nulla!

Ci furono alcuni secondi di silenzio poi riprese.

-Senti volevo scusarmi per la scenata di mio fratello, è un bravo ragazzo e credo che tu lo sappia,ma ha sempre vent’anni e questo delle volte trapela dai suoi atteggiamenti. Credo che lui non sia stato mai realmente innamorato ed ora che si ritrova a provare un sentimento vero, è completamente paralizzato. Sono sicuro che rovinerà la cosa ancor prima che possa nascere!

Gli sorrisi cauta.

-E’ un bravo ragazzo,ma ha la sua dose di testardaggine. E’ alquanto lunatico ,ma è anche tanto dolce e premuroso. Sono sicura che chiunque sia questa persona comprenderà..

-Tu credi?

Mi disse con uno strano sorriso in volto.

-Si. Credo che Selene sia già pazza di lui.

-Perché tu credi che a lui possa piacere quella tipa maniacale?O quella libertina? Credimi se fosse come dici,non penso che si sarebbe fatto tanti problemi!

Corrugai la fronte realmente sorpresa.

-Eh allora chi? Chi può essere a metterlo così in crisi?

Chiesi più a me stessa che a lui.

-Realmente non capisci?

Lo fissai e finalmente capii cosa volesse intendere.

-Io?

Domandai sconvolta da quell’assurdità.

-Mi giocherei le palle!

-E credimi le perderesti per nulla!-sbottai sarcastica.- Tuo fratello non prova nulla per me.Non  prova nemmeno attrazione!

Dissi ovvia.

-Se lo dici tu devo per forza crederci! Ma se fosse così?

Mi chiese avvicinandosi.

-E’ del tutto impossibile. Hai visto come mi ha guardata prima? Voleva ammazzarmi per il solo fatto che fossi qui!

Scosse la testa e si fece più vicino.

-Quello è il suo modo per difendersi, ma ti ripeto, cosa faresti se invece fosse realmente interessato a te?

Restai in silenzio abbassando lo sguardo sulle mie mani intrecciate. A me Noa piaceva,ma non ero pronta a nulla. Avevo fatto uno degli errori più grandi assecondando il mio cuore,probabilmente non lo avrei fatto più così facilmente.

-Io non… penso..

Mi sorrise dolce.

-Lascia stare! – Affermò tornando sui suoi passi.- Lo scopriremo vivendo quello che accadrà!

Uscì dalla camera lasciandomi preda dei tanti pensieri. E se Noa fosse realmente attratto da me?Cosa avrei fatto?Niente. Assolutamente nulla.Uno,perché era una cosa impossibile. Due ,perché non mi sarei permessa il lusso di sbagliare ancora .





*Angolo Autrice*

Scusate l'assenza della settimana scorsa, ma ho approfittato del tempo libero per scrivere e quindi sono stata del tutto assente dalla rete. Per farmi perdonare vi lascio il seguente capitolo.

Se a voi va bene avevo pensato di farvi e farmi un piccolo regalino per il giorno della fine del mondo che combacia perfettamente con i giorni prima del natale. Avevo dunque pensato di aggiornare per il 21 dicembre entrambi i racconti. Che ne dite? Aspetto le vostre recensioni?

Fatemi sapere. Un bacio.

p.s. per le risposte ai vostri commenti  a tra poco o a domani.

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Capitolo 19
*** Chiacchiere in Confidenza ***


Capitolo 19.19

Chiacchiere in confidenza

Il giorno seguente dopo un ricca colazione e tantissimi baci da parte della piccola Sienna, Davide si adoperò per riaccompagnarmi. Una volta in macchina non parlammo molto, ma notai che aveva sempre il solito atteggiamento sorridente e cordiale, così pensai di chiedergli qualcosa sulla bambina ,anche perché non mi sarei mai aspettata  una figlia da uno come lui. Che poi uno come lui come?Non lo conoscevo affatto,proprio come non conoscevo suo fratello minore. Il solo pensare a Noa, dopo quella serata mi serrava lo stomaco,ma cercai di non dar peso alla mia strana reazione , così mi voltai verso colui che mi teneva compagnia.

-Comunque i miei complimenti per Sienna, è una bambina meravigliosa!

Gli dissi per rompere il ghiaccio. Il suo sorriso si allargò,mentre i suoi occhi chiari erano ancora fissi sulla strada.

-Si devo dire che in quanto bellezza e teatralità a preso tutto dalla madre.

Istintivamente portai il mio sguardo sulla mano sulla quale avrebbe dovuto esserci una fede, ma non c’era e subito pensai all’assenza di quella donna alla cena della sera precedente.

-Come mai, sua madre non c’era ieri?

Chiesi in tono curioso.

-La mia ex è in giro per il mondo con la sua compagnia di teatro , così ha lasciato che la bambina vivesse con me e mia madre!

Affermò sereno,mentre io cercavo di immaginare quale specie di madre avrebbe lasciato la propria bambina per lavorare in teatro.

-Capisco!

Risposi dopo qualche secondo. Lo sentii sogghignare.

-Non giudicarla male. Ognuno ha i propri sogni ed io sapevo che la donna con cui stavo aveva altri progetti per il suo futuro. Quando è arrivata Sienna, eravamo felici,ma sentivo che a lei mancava qualcosa. Abbiamo provato a stare insieme per tutto il primo anno di vita della bambina,poi sono stato io a lasciarla andare . Sienna non meritava di sentirsi la seconda scelta di sua madre o  ancor peggio la ragione della sua infelicità .

Terminò tranquillo. L’osservai e in lui non c’era traccia di rancore o di malinconia, cosa che ovviamente avrà superato dopo qualche tempo.

-Ovviamente… - riprese attirando la mia attenzione. –Non ti nego che sia stato difficile crescere mia figlia da solo, anche se ho avuto il grande aiuto di mia madre, proprio non sapevo cosa dire o pensare nei momenti in cui la mia piccola aveva bisogno della sua mamma!-prese un lungo respiro. -Ormai Sienna ha cinque anni ed è abituata alle comparsate di Barbara ed è anche felice di incontrarla. Quando arriva la porta in giro per negozi, nei centri di bellezza e quando è in città la trascina con sé alle prove in teatro e anche agli spettacoli. Quando è vicina cerca di essere il più presente possibile per sua figlia.

Aveva sicuramente fatto molti sacrifici per donare un senso di pace alla sua bambina e aveva fatto molto per quella donna che aveva amato e che forse amava e per lui?Cosa aveva fatto?

-Tu invece?

Chiesi pensierosa.

-Io cosa?

Continuò a domandarmi.

-Tu a venticinque anni avevi già realizzato i tuoi sogni?

Si voltò e mi sorrise dolcemente. Aveva degli occhi magnetici e buoni.

-Il mio sogno , forse quello che non sapevo nemmeno di avere,si è realizzato quando è nata Sienna ,per tutto il resto sono un avvocato!

Sorrisi a quelle sue parole. Era innamorato di quel piccolo angelo che aveva i suoi stessi occhi e la sua stessa simpatia.

-Quindi fai l’avvocato!

Constatai.

-Si , per tutto il tempo in cui non faccio il papà!

Sospirai.

-Sei davvero molto dolce!

Gli dissi sincera.

-E tu sei davvero speciale, anche senza quintali di trucco, un fidanzato babbuino e un padre con trenta carte di credito!

Sobbalzai al suono di quelle parole. Compresi che lui sapeva tutto di me , già da quel primo incontro a casa di Noa e non mi aveva detto nulla. Non mi aveva fatta sentire a disagio come invece aveva fatto la loro vicina la sera prima. Abbassai lo sguardo.

-Avrei dovuto immaginare che sapessi !

- Non importa quello che dicono i giornali. Sei una brava ragazza e mio fratello ti vuole bene.Questo mi basta per avere un giudizio personale su di te!

-Vorrei solo essere stata un po’ più prudente o ancor meglio essermene fregata dell’opinione dei tabloid come ha fatto mia sorella!

-Donna saggia tua sorella! – pronunciò fingendosi serio.

-Forse sarà la sua carriera da avvocato che la rende molto meno stupida di me!

Pronunciai quasi imbarazzata dalle mie debolezze.

-Wow,anche avvocato,se mi dici che è anche una bella donna ,quasi quasi voglio conoscerla!

Sorrisi di quelle parole.

-Ne resteresti affascinato!E’ una donna stupenda ed intelligente ..e si ama i bambini.

 Dopo qualche secondo l’auto si fermò sotto il palazzo.

-Ora vai!Che qualcuno potrebbe ingelosirsi!

Disse alzando lo sguardo verso il piccolo balcone al primo piano. Mi voltai e feci lo stesso ,incrociando gli occhi scuri e  sorpresi di Noa,si scostò all’istante e rientrò nella sua camera. Salutai Davide e mi mossi veloce sino al portone ,ma una voce mi colpì in pieno.

-Penelope!

Mi girai ,paralizzandomi sul posto.

-Sembra che tu abbia visto un fantasma!

Continuò l’altro.

-Richard!

Sussurrai quasi sconvolta. Lui abbassò lo sguardo con un sorriso imbarazzato.

-Pen ti va di prendere un caffè?

                                                                                ***

Qualche minuto più tardi ci ritrovammo seduti in un piccolo bar appartato appena fuori città. Anche lui , evidentemente ,non voleva l’assalto dei giornalisti . Restammo ancora in silenzio. Io morivo dalla vergogna e lo fissavo di tanto in tanto con la coda degli occhi.

-Ti trovo bene.

Sbottò poi girando il suo caffè.

-Anche tu stai molto bene.

Rise amaramente.

-Io cerco di star bene,mi ci impegno. Sono stato cresciuto per sembrare più bravo,più felice,più  intelligente degli altri,perché … perché sono un Benedetti.

Terminò con sguardo rassegnato ,fissandomi. Respirai quasi a fatica prima di pronunciarmi.

-Perché sei venuto a cercarmi,Rick?Perché siamo qui oggi?

-Voglio sapere il tuo motivo. Voglio sapere il perché di quello che hai fatto!- affermò fissandomi con un intensità tale da farmi fremere.- Ho provato a dirmi che è stata una tua debolezza,che tu ci tenevi a me… che mi amavi, eppure sento di sapere la verità  ,ma credo che avrebbe un altro sapore se fossi tu a dirmela!

Deglutii a fatica,ma gli dissi l’unica cosa che aveva realmente importanza.

-Credevo di amarti,ma sentivo di amare di più lui!

Affermai a sguardo basso.

-Sentivi.. ed ora?Questo amore?

Continuò a domandarmi con voce quasi tagliente. Rialzai il volto con le lacrime agli occhi.

-Ora credo di non aver amato realmente nessuno dei due! –cominciai cercando di trattenere il tremora al labbro .-Credo che voi siate stati gli strumenti per farmi ammettere che amo di più me stessa e… credo che sia arrivato il momento di  cambiare qualcosa nella mia vita!

Detto ciò mi rialzai. Misi gli occhiali da sole e mi allontanai. Camminai a piedi per molti isolati. A testa alta. Quella mattina avevo finalmente chiuso con i sensi di colpa. Da quel momento in poi avrei deciso  cosa fare di me.





*Angolo Autrice.*

Come promesso eccovi un capitoletto,molto breve e di passaggio che vi toglierà qualche piccolo dubbio.

Che dirvi? I maya hanno floppato? Speriamo di si.. almeno così potrete leggere che fine faranno i nostri due eroi.

Non so ancora bene se questa storia mi sia riuscita o meno, ricordo solo che quando l'ho scritta ne ero soddisfatta. Rileggendola non è ancora così... ma comunque ho intenzione di pubblicarla per intero e sapere le vostre opinioni.

Per il prossimo aggiornamento vi prometto che non vi farò aspettare tanto v.v

P.s. A momenti ci sarà anche il prossimo capitolo di L'amore che aspettavo. 

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Capitolo 20
*** Un porno in compagnia ***


Capitolo 20.20

Un porno in compagnia

Dopo quasi un mese dall’accaduto,decisi di liberarmi dal peso degli errori ed uscire a prendere una boccata d’aria. Uscii in strada  non sapendo bene cosa fare,come trascorrere il tempo. Come al solito in casa non c’era nessuno e Noa, dopo quella cena con la sua famiglia si era allontanato molto da me e la cosa non mi piaceva,ma non potevo fare nulla,anche perché le poche volte in cui ci incontravamo cercava sempre di filarsela. Aveva sicuramente una ragazza e contro ogni idea di Davide,quella persona con cui stava non ero di certo io. Sbuffai, ero annoiata da quella solitudine e si,mi mancava Noa. Continuai a passeggiare giungendo sino al parco. Quel parco in cui andavo a correre ogni mattina prima che mio padre odiasse il momento in cui ero venuta al mondo.Quello stesso parco in cui una volta avevo incontrato quel ragazzo dagli occhi scuri che ora sembrava quasi aver dimenticato la mia esistenza. Sorrisi al ricordo di me appollaiata sulle sue spalle. Nonostante si fosse mostrato più volte burbero, aveva sempre qualche gesto gentile ,anche quando non lo meritavo. Sospirai al pensiero della sua continua assenza da casa. Quel ragazzo si ammazzava di fatica per il suo futuro, ed io?

Continuai a passeggiare sino a che non mi imbattei in una coppia che cercava di farsi una foto. Sorrisi al loro buffo tentativo.

-Posso farvela io se volete!

Affermai senza nemmeno rendermi conto di aver parlato.

-Si ci faresti un grande favore , anche perché questo qui dopo il matrimonio non riesce a fare nemmeno una foto!

Sorrisi delle loro espressioni felici. Mi passarono la macchina fotografica . Era una di quelle professionali,abbastanza pesanti e belle .

-Vi siete sposati da poco?

Chiesi osservando ancora l’oggetto che avevo tra le mani.

-Si, da circa una settimana!

-Wow, auguri allora!

-Grazie mille!

Dopo di che mi misi all’opera. Allungai l’obiettivo per avvicinare l’immagine  e catturare l’espressione allegra e poco forzata dei due e a loro insaputa cominciai a scattare. Lui le baciava il naso.Lei che gli sorrideva. Loro che si facevano le linguacce. Si voltarono stupiti.

-Ma non eravamo in posa!

Si lamentò la donna dai corti capelli scuri. Le sorrisi.

-Lo so,ma eravate talmente belli che appena ho catturato l’immagine non ho potuto che scattare.

-Dici sul serio?

Mi chiese corrugando la fronte in modo buffo.

-Si,insomma. Avevate un ‘espressione così serena ed appassionata,come se solo l’altro potesse farvi sorridere. Come se davanti ai vostri occhi non ci fosse nulla se non voi … cavolo mi sto impappinando!

Sbottai imbarazzata per quelle mie parole.

-Fai vedere un po’?

Mi chiesero prendendo l’oggetto. I due si guardarono dopo un attimo.

-Ma sono meravigliose! Come hai fatto?

Li guardai sorpresa.

-Io.. non so. Ho fotografato quello che mi piaceva!

Risposi semplicemente.

-Beh, devo dire che sei davvero brava. Hai scattato una delle foto più belle che avessimo mai potuto scattare,grazie!

Gli sorrisi grata.

-E’ stato un piacere!

Gli dissi portando una mano dietro la testa. Poi notai i loro visi farsi sempre più curiosi.

-Ma tu non sei..?

-Penelope Richardson? Si!

Dissi rassegnata. Probabilmente la notorietà del mio nome non sarebbe mai passata.

-Wow, devo farti i miei complimenti. Sei davvero molto bella dal vivo!

-Grazie.

Mi mostrai grata da quell’apprezzamento,ma in realtà ero solo terribilmente imbarazzata. Non mi piaceva molto stare al centro dell’attenzione. Non in quel periodo.

-Allora noi ti lasciamo andare! E’ stato un piacere,conoscerti!

-Per me lo è stato fotografarvi!

Sorrisero entrambi e ci salutammo. Mentre mi incamminavo vidi un obbiettivo spuntare da dietro un albero. Sbuffai scocciata e voltandomi in quella direzione ,posai una mano sul fianco ,mi sporsi e feci una linguaccia. Scoppiai a ridere e continuai a camminare. Per tutta la strada l’unica domanda che mi frullava in testa era : “Chissà se pubblicheranno anche questa di foto?”.

                                                                                                     ***

Rientrai in casa e tutte le finestre e le luci erano chiuse, nonostante ciò sentivo la voce del televisore nella mia “ stanza”,ovvero nella saletta dove c’era il mio divano letto. Accesi la luce in corridoio .

-Noa?!? Sei tu?

Chiesi togliendomi il giubbotto . Entrai nella stanza e lo trovai lì . Era appisolato a braccia e gambe aperte e aveva sul viso un ghigno buffissimo. Aveva l’aria di un cucciolo,di un cagnolino. Risi di quel mio pensiero e lui sussultò rimettendosi seduto.

-Scusami,ti ho svegliato.

Gli dissi sedendomi al suo fianco.

-Non ti preoccupare. Stavo dormendo da un po’.

Sbottò distaccato. Avrei tanto voluto sapere a cosa pensasse.

-Cosa guardavi?

Domandai notando il dvd acceso. Vidi la sua espressione cambiare. Era imbarazzato.

-Oh Dio, cosa può esserci di così strano in quel dvd per farti diventare così paonazzo?

Chiesi scoppiando a ridere.

-Non c’è niente!

Disse rimettendosi in piedi cercando di riprendere il suo atteggiamento freddo. Mi voltai e presi il telecomando. Proprio mentre era di spalle sul punto di uscire partì il video.

-OH PORCA MISERIA,MA è UN PORNO!

Urlai scoppiando a ridere. Lui si girò verso di me e poi scattò verso la televisione.

-Non è come sembra!

Cercò di giustificarsi parandosi a braccia aperte davanti alla mia visuale.

-Cioè mi vuoi dire che non ti stavi facendo una sega?

Gli chiesi divertita.

-Ma..ma che dici?

Risi quasi fino alle lacrime quando dalle sue spalle giungeva la voce della ragazza che si spezzava quasi per l’orgasmo.

-Non ti facevo tipo da fai da te.

Dissi quando si sedette al mio fianco. Restò in silenzio gettandosi con la schiena contro il divano e ravviandosi i capelli. Cercai di non dar peso a quel suo atteggiamento e mi concentrai sulla posizione tantrica che stava assumendo la ragazza e cercai di capire cosa stesse accadendo, tanto da ritrovarmi con la testa piegata su di un lato con lo sguardo sconvolto.

-Non dirmi che non l’hai mai fatta ,perché non ci credo!

Affermò divertito Noa. Mi voltai quasi come scottata da quelle parole.

-No, perché tu si?

- Certo.Ma non è molto comoda!

Mi accigliai. Il sesso non era un mio punto forte,anche se nell’ultimo periodo avevo scoperto di non avere nemmeno una virgola positiva. Improvvisamente la voce della ragazza si fece più acuta,mentre assumeva una posizione degna di un dieci più.

-Oh mio Dio!

Vidi Noa piegarsi dalle risate per poi rimettersi comodo a gambe divaricate.

-Eh ,oh mio Dio anche a te!

Urlai quasi strozzandomi. Nel suo inguine c’era qualcosa di ben sveglio.Si guardò e prese un cuscino dal divano.

-Ma porca.. – sbuffò e poi cercò di rilassarsi. – Ora si che ci vorrebbe una di quelle posizioni!

-Come mai? La tua amichetta non ti soddisfa?

Gli dissi provocatoria ,ricordando il mio pensiero. Lui stava frequentando qualcuno e non Selene e Luna. Qualcuno per cui provava qualcosa. Mi guardò stranito.

-Si ,la ragazza degli occhi a cuoricino.

Gli ricordai usando le parole della nipotina.

-Ma che..- sembrò in difficoltà e arrossì di botto. – No-non dire stronzate!

Si rialzò facendo cadere il cuscino e sorpassandomi. Mi voltai di scatto afferrandolo per un braccio e parandomi dritta di fronte a lui.

-Posso capire perché cavolo te ne vai ora?E’ una settimana che non mi calcoli per niente e la cosa non mi piace … cioè … non credo di aver fatto qualcosa di sbagliato,o no?

Gli chiesi speranzosa,ma non ricevetti nessuna risposta se non uno sguardo freddo. Lo spintonai ,più e più volte fino a farlo scontrare con il bracciolo del divano e farlo ricadere all’indietro.

-Cosa cavolo ti è preso?Perchè improvvisamente mi tratti in questo modo?

Improvvisamente, così impalata di fronte ai suoi occhi stupiti ,mi ritrovai a piangere. Dopo tempo sentivo le lacrime colarmi sulle guance. Lo vidi rimettersi in piedi e fissarmi sconvolto.

-Perché stai piangendo?

Singhiozzai, ma cercai di scandire le parole.

-Perché mi sento dannatamente sola!

E così dicendo corsi nella sua camera ,mi gettai sul letto e mi rannicchiai tra le coperte,completamente al buio,aspettando che le lacrime smettessero di cadere. La porta si riaprii alcuni minuti dopo e lo sentii distendersi al mio fianco .



*Angolo Autrice*

Come promesso, eccovi il nuovo capitolo. Non posso rispondervi subito alle recensioni che ho letto e che adoro, ma vi assicuro che tra stasera e domani vi risponderò. Ora ho mia sorella di quattro anni che vuole il computer... -.-'' 

Intanto COS'ACCADRà TRA QUESTI DUE?

Secondo me.. nel prossimo capitolo un mezzo passo falso da parte del giovane Noa. Vediamo un po'..

un bacio a tutte voi. Spero di rileggervi quanto prima.

MissNanna

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Capitolo 21
*** Giocare col fuoco ***


 

Capitolo 21

Giocare col Fuoco

 

Nel buio sento il suo respiro. I singhiozzi continuano e le lacrime scivolano ancora.

-          Perché sei qui?

Gli chiesi cercando di sembrare  distaccata.

-          Tuo padre non aveva bisogno di me oggi!

Cerco di calmare l’irritazione per quella risposta così superficiale.

-          Non perché non sei a lavoro,ma perché cavolo mi hai seguita ,qui?!?!?

Gli ringhio a denti stretti.

-          Scusami!

La sua voce mi arrivò come un sussurrò che mi paralizzò. Deglutii a fatica e mi voltai verso di lui in posizione fetale. Noa era disteso con la schiena sul materasso e il viso rivolto al soffitto.

-          Cosa.. cosa hai detto?

Domandai per esser certa di quello che mi aveva chiesto.

-          Scusami! – ripeté  ancora respirando a fondo. – E’ solo..è solo un periodo difficile! Tu ..tu non c’entri niente e mi sono comportato come un bastardo nei tuoi confronti! Perdonami!

Sospirai e mi sedei al centro del letto e asciugai di fretta le lacrime con le mani. Mi sentivo un mostro,non mi piaceva il mio viso dopo il pianto, avevo una vaga somiglianza con Ivana Trump appena sveglia .

-          E..e allora cosa ti succ .. ccede?

Sbottai presa da un singhiozzo.

-           Non è facile per me parlarne!

-          Nemmeno per me è stata una passeggiata questo mese e soprattutto questa settimana in cui tutto quello che avevo era la tua assenza!

Gli urlai contro sedendomi sulle ginocchia,mentre ancora mi trovavo dritta di fronte al suo corpo disteso.

-          Sono stato bocciato tre volte allo stesso esame!E  questo dannato periodo..questo periodo che precede le feste è.. un inferno per me. Il dolore ritorna sempre prepotente e non posso far altro che odiare il mondo e tutto quello che mi circonda. Non lo faccio apposta, è una reazione naturale!

Cominciò a parlare a raffica fino a prendere una breve pausa. Non mi guardava, teneva gli occhi fissi sul soffitto,ma potevo scorgere nel buio i suoi tratti irrigidirsi ad ogni parola e le sue mani stringersi a pugno sul suo addome .

-          Qualche tempo fa .. più o meno in questo periodo ho perso mio padre. Lo so che potresti pensare che sia normale sentire la sua mancanza e magari provare rabbia per la sua morte,ma per me non è così. Io penso di non poterlo superare. Ogni volta  che arriva natale vedo gente felice ed io non posso pensare che mio padre non ci sia più. Se il suo respiro fosse stato spezzato dal ciclo della vita,magari avrei potuto accettarlo… non subito,eppure ci sarebbe stato un giorno in cui mi sarei svegliato e al suo ricordo avrei finalmente sorriso.

Un presentimento. Un brutto presentimento mi fece dar voce alla domanda che mi frullava in mente.

-          Com’è morto?

Chiesi avvicinandomi sempre di più a lui.

-          Un giorno,mentre prelevava del denaro per questioni lavorative ..due criminali … - si fermò prendendo una grande boccata d’aria .- .. due bastardi lo minacciarono con un coltello.  Mio padre fece resistenza . Aveva veramente bisogno  di quei soldi …

-          E così lo pugnalarono.

Conclusi il suo racconto.

-          Più e più volte, come se davanti ai loro occhi avessero un’animale. Una bestia!

Ringhiò stringendo il tessuto della sua maglia.

-          E’ per questo motivo che vuoi entrare in magistratura?

Dissi in un sospiro.

-          Si. Non voglio che capiti all’infinito quello che è successo a mio padre. Non voglio che persone così orribili possano uccidere e tornare in libertà dopo neanche due anni di prigione. Non voglio!

Sussurrò stringendo forte i pugni che aveva in grembo. Non so cosa mi fece scattare ma gli afferrai la mano e mi avvicinai a lui ,standogli con il viso sollevato dal suo. Alcune ciocche di capelli mi ricadevano sul viso fino a finirgli sui lati della testa. I suoi occhi sorpresi mi fissavano dal basso della sua posizione .

-          E non vuoi che altre persone possano soffrire come te..

Deglutii e scostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio agii senza poter avere il controllo del mio corpo. A stento riuscii a respirare a causa dell’incessante battito del mio cuore. Mi portai a cavalcioni su di lui che invece restò inerme posando le sue mani a stringere i miei fianchi. Senza aspettare oltre mi calai verso il suo viso e le mie labbra accolsero le sue in un bacio casto. Morsi la parte inferiore della sua bocca fino a che non la riaprii e infilò la sua lingua nella mia gola. Si rialzò su un gomito liberandomi dalla sua presa,ma riportò l’altra  mano ormai libera a catturarmi la nuca e avvicinarmi sempre più a lui. Inizialmente fu un bacio profondo e lento . Lo sentii rialzarsi e incrociai le gambe dietro la sua schiena. Non capivo cosa stesse accadendo. Mi sentivo bruciare e tutto quello che volevo era la sua bocca. Non potevo sapere cosa stavo facendo. Mi stavo suicidando,un suicidio terribilmente piacevole . Mi stavo lasciando travolgere da quel ragazzo . Ero già stata travolta da lui da quel primo giorno in limousine. Tirai forte i suoi capelli all’indietro e cademmo entrambi distesi sul letto.  Mi spostai più giù lasciando le sue labbra e appena notai l’estrema protuberanza nei suoi pantaloni,li sbottonai  e mi calai con urgenza a baciarlo. Se solo fossi stata lucida non mi sarei permessa nemmeno di sfiorarlo,ma non ero in me . Ero posseduta dal demone della lussuria o soltanto volevo stare con lui. Volevo provare a baciarlo , a toccarlo. Volevo provare tutto quello che non mi ero permessa  di pensare in tutto quel tempo . Ansimante lo lasciai andare . Gli portai una mano all’altezza della bocca e vi introdussi le dita,per farle bagnare . Le  leccai a mia volta. Mi scostai più giù all’altezza della chiusura dei suoi jeans già aperti. Con la mano asciutta gli tirai via parte del pantalone e degli slip lasciando in bella mostra una piccola porzione della peluria scura. Si rialzò sui talloni e abbasso l’altra parte da solo . Era lì ,nudo di fronte ai miei occhi. La sua intimità eretta sul suo addome. Il viso distrutto dalla voglia . I pantaloni e le mutande erano calati sino a metà coscia e la maglia era arrotolata sul petto .I preliminari non erano mai stati il mio forte ,ma quello che volevo fare a lui era addirittura la prima volta che lo facevo. Con un dito cominciai a giocare con la punta della sua virilità, turgida e rossa. Deglutii ,non ero mai stata così a contatto con “ l’anguilla” di nessuno. Né di Richard, né di Luke. Lui divaricò ancora di più le gambe e cominciai a massaggiarlo su e giù passando le dita su tutta la sua lunghezza. Lo sentivo trattenere i gemiti, quasi a strozzarsi. Rialzai il viso e scoprii che Noa era uno di quelli che avevano gli occhi chiusi quando godevano. Sorrisi provando un senso di potenza nell’averlo totalmente in mio potere. Mi sporsi con le labbra  sul suo membro e con non poche difficoltà riuscii ad accoglierlo tutto in bocca. Lui sussultò spalancando lo sguardo preso alla sprovvista. Cominciai a muovermi e lo sentii irrigidirsi , sospirare ,imprecare e tutto era così terribilmente eccitante .Continuai con quel ritmo ancora per alcuni minuti o forse un eternità . Avrei voluto di più, e lo si sentiva dalla foga della mia pressione sul suo corpo.

-          Pe..Penelope.. spostati!

Mi sussurrò con voce roca e cupa. Mi scostai contro voglia ed arrivò all’orgasmo sporcandosi la maglia. Si distese  guardando il soffitto. Sorrisi notandolo così stremato e pensai tra me che nonostante tutto,non avessi fatto poi la figura della sciocca. Non mi sentivo una sciocca. Mi sentivo bene e avevo solo voglia di rannicchiarmi tra le sue braccia e sentirlo respirare. Non comprendevo quello che mi stava accadendo . Prima che potessi pensare qualsiasi cosa lo vidi rialzarsi.

-          Porca puttana! Non dovevo..

E così dicendo si sistemò le braghe. Io ero seduta sulle ginocchia. Cercai di sporgermi per afferrarlo ma si scansò .

-          Stasera ho da fare a lavoro , farò tardi!

Mi ringhiò gelido, voltandosi e uscendo dalla camera ancora al buio. Ero  intontita dalle sensazioni di poco prima e da quello strano sentimento che mi stringeva la bocca dello stomaco. Sbuffai e mi gettai con la schiena sul letto. Perché cavolo l’avevo fatto? Perché se n’era andato in quel modo?

-          Ho sbagliato di nuovo..

Mi dissi preda dei mille pensieri. Si sarebbe allontanato ancora una volta da me . La cosa mi faceva star male e in quel momento non riuscii a  non sentirmi ancora più sola.

 

 

*Angolo Autrice*

Salve a tutte. Sono una pessima persona v.v

Lo so, avrei dovuto pubblicare più spesso.. ma dopotutto non sono nemmeno così assente. Ci sono autori peggiori di me..

un aggiornamento al mese O.O

Io invece sono qui e dopo l'ennesima lotta con l'htlm riesco a concedervi questo Cappy.

Volevo ringraziare le poche persone che mi recensiscono. Vi leggo e vi porto nel mio cuore *_*

Spero che la storia vi piaccia.. se sono ancora qui e per voi pochi.

Un bacio,MissNanna

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Capitolo 22
*** Penelope&Dafne contro UominiNudi&Vodka ***


 

Capitolo 22

Penelope&Dafne contro UominiNudi&Vodka

Il cellulare vibrò ,mentre io me ne stavo seduta in cucina a guardare la tv e ad aspettare Luna per cenare. Noa aveva  detto che non sarebbe tornato. Una sensazione strana mi si parò in gola  al solo pensare a quello che era successo e non mi piacque .

-          Ei, scusami. Ho passato un po’ di tempo  a riflettere. Il bagno mi ispira grandi dibattiti mentali!

Esordì lei in tuta mentre si strofinava i capelli arancio chiari con l’asciugamano.

-          Allora? Cos’è quest’espressione da ebete? Non rispondi?

Mi ripresi dalla raffica di pensieri ed emozioni e raccolsi il cellulare .

-          Pronto?

Chiesi con voce atona.

-          Sorella, dato che ti sei liberata dalla clausura ti propongo uno  scontro all’ultimo sangue!

Affermò con voce squillante  Dafne.

-          Di che parli?

Chiesi poco  convinta.

-          Io . Te. Locale alla moda e tanta tanta vodka! Cosa ne pensi?

Sbuffai, non ero proprio in vena per una di quelle serate.

-          Sinceramente?Cavolo è una delle peggiori idee che avessi potuto propormi in questo momento!

Pronunciai in tono lamentoso.

-          Okay, va bene. Passo da te per le 22.00. Fatti trovare pronta con un completo carino. So che ti ho detto che stavi diventando un’ oca,ma ora se non smetti di trascurarti diventerai una sciattona!

-          Okay,ci vediamo stasera .Ciao!

Dissi chiudendo la telefonata. Intanto Luna era ferma ad osservare un quiz a premi e a spazzolarsi i capelli. In cucina. Dettagli che la ragazza proprio non comprendeva. Il pensiero di me e Noa sul suo letto. Della sua pelle nella mia bocca. Dei nostri baci. Dei sospiri. Perché se n’era andato? E se lo avesse fatto solo con me? E se fosse vero il fatto che io non lo attraessi fisicamente?

Dopotutto lui me l’aveva detto. Io non gli piacevo. Non in quel senso. Eppure ,qualcosa al di sotto della cintura si era svegliato e in quei luoghi le reazioni degli abitanti erano sempre sincere.

-          Luna?!?!

La richiamai. Lei si voltò curiosa.

-          Dimmi ,cocca!

Cominciai a stritolare la tovaglia.

-          Ecco.. senti ,ma ti è mai capitato che.. sai mentre…fai quelle cose …si ci simo capite ,no?

Le chiesi dopo aver visto la sua faccia perplessa.

-          Ma quali cose?

Continuò a domandarmi.

-          Luna, sai il polline ,il fiore ..i cavoli…

Le risposi allusiva.

-          Che c’è stiamo giocando al fruttivendolo ?

-          Luna ,cavolo, quando fai sesso con Noa, ti è mai capitato che ti scappasse dal letto?

Urlai sconvolta dalla sua poca perspicacia. Mosse la mano nell’aria.

-          Assolutamente ,no! A volte dorme anche con me!

Il nodo allo stomaco. Quanto mi dava fastidio quel bastardo.

-          Ma perché me lo chiedi?

Si rivolse a me con sincera curiosità.

-          No..cioè.. è che lui… - cominciai a lavorare di fantasia. – Si insomma scappa sempre. Appena puo’ va via,quindi volevo sapere se lo facesse solo con me o anche in intimità…

-          Assolutamente. Posso assicurarti che non è per niente male in quel senso. Si insomma è instancabile e a noi donne questo dettaglio piace eccome!

Dannata testa di legno che mi ritrovavo. In quel momento mi sentii ancora peggio. Respirai a fondo cominciando a sentire nell’aria la rabbia che mi montava dentro,mentre pensavo a lui . Io Penelope Richardson, rifiutata . Non era una sensazione per niente piacevole,ma dopo tutto non credo che fosse quello il problema principale.

-          Allora ,cucino qualcosa?

Esordì Luna. Mi rialzai dalla tavola a viso basso.

-          Io preferisco non mangiare. Non ho molto appetito!

E così dicendo mi rintanai nella mia stanza. Una stanza che non era nemmeno mia. Sbuffai e ritornai a piangere. In quel periodo ,forse le lacrime furono le mie sole compagne.

                                                                                           ***

Erano le dieci e ormai Luna era già uscita ,mentre gli altri due coinquilini non erano proprio rientrati. Un pensiero perverso e crudele mi passò per la mente. Forse erano insieme a sfogare i bollenti spiriti. C’era da aspettarselo da quel vigliacco che mi aveva lasciata  da sola , dopo … dopo quello.Strinsi i pugni ,mentre mi guardavo allo specchio. I capelli li avevo lasciati sciolti. Avevo indossato un mini abito nero, senza calze e il visone che avevo portato solo nella mia vecchia vita. Uscii in corridoio e infilai le scarpe. Mia sorella era giù che mi aspettava ed io non avevo per niente voglia di fare baldoria. Tutt’altro. L’unica voglia che avevo era  di fare un omicidio. Corsi in strada e guardandomi bene intorno perlustrai la zona in caso di fotografi. Non volevo che potessero rovinarmi ancora di più la mia prima vera uscita dopo lo scandalo . Respirai a fondo e raggiunsi Daffy.

-          Pronta per  far baldoria?

Mi chiese con finto tono esultante.

-          Eh! Ho una baldoria per la testa!

 Nonostante tutto la macchina si mosse e noi proseguimmo verso quella serata che a me sembrava non avere fine.

                                                                               ***

Eravamo sedute ad un tavolino nell’angolo più appartato del locale. Il posto era moderno. Specchi posati lungo le pareti, luci viola e bianche che illuminavano i visi della gente e cosa ancora più contemporanea,c’erano camerieri , solo uomini, vestiti con uno slip nero e scarpe da ginnastica dello stesso colore. Era il paradiso terrestre in cui ogni donna avrebbe voluto trovarsi, eppure la mia testa era da tutt’altra parte.

-          Dai, questo primo giro lo offro io,però vai a prendere lo scontrino così dopo possiamo goderci anche questo ben di Dio!

Disse euforica Daf. Non l’avevo mai vista così divertita da qualcosa.

-          Ma tu non dovresti nemmeno bere! Devi guidare!

-          Lo so! E’ per questo che  ho un cellulare con me! Nel caso in cui fossi ubriaca o brilla, cosa molto probabile, chiameremo un taxi  e domattina manderei qualcuno a riprendere l’auto!

Mi riferì quasi estasiata dal suo ingennio. Scrollai le spalle e accettai i suoi soldi per poi dirigermi verso la fila. Alcuni mi guardavano dall’alto in basso. Non mi piacevano gli sguardi indiscreti,però ogni donna  gode nel sentirsi sexy. Sbuffai non appena i miei pensieri tornarono a lui. Mi appoggiai al muro alle mie spalle.

-          Scusami,ma tu non sei .. Penelope Richardson?

Mi domandò uno dei camerieri . Era alto all’incirca venti centimetri più di me. Robusto, spalle larghe e come tutti in quel posto ,addominali scolpiti.

-          Nah! Sono la sosia!

Sbottai irritata e arrabbiata per quei pensieri. Il ragazzo moro e dagli occhi chiari sorrise.

-          Nervosa ?

-          Non lo vedi?

Continuai scortese,ma lui non mollò.

-          Io sono Santana!

Corrugai la fronte. Che cavolo di nome era?Scoppiò  a ridere per la mia espressione.

-          Si. Mio padre . Un patito di Carlos Santana.

Sorrisi ricordando la mia chiacchierata con Davide e sul perché dei nomi che avevano lui e quello stronzo di suo fratello.

-          Sei molto più bella da vicino. Non so, hai un sorriso così dolce..

Lo fissai attonita. Quel complimento era così sincero. Gli porsi la mano.

-          Piacere Carlos. Io sono Penelope!

Alcuni nella fila avanzarono ,ma noi restammo a guardarci mano nella mano.

-          Santana ,ti sbrighi che..

Un ragazzo scuro , dalla voce troppo familiare sbucò all’improvviso dalla calca umana di gente. Ci fissammo e il mio cuore scoppio. Non riuscivo a respirare e avrei voluto piangere all’istante. Perché cavolo mi stava succedendo tutto quello? Era solo Noa.

-          E tu che ci fai qui?

Mi chiese quasi ringhiando. Deglutii  e l’osservai per bene. Anche lui indossava solo quello stupido slip.

-          Io.. – cercai di parlare ,ma nel momento stesso in cui ci provai le parole mi morirono in gola. Rivedevo il suo volto da cucciolo ferito. Rivedevo i nostri baci,rivedevo me contro la sua intimità. Deglutii e cercai di riprendermi,mentre Santana continua  a guardarci stupito. – Io sono con Dafne!

-          Ma voi vi conoscete?

Ci chiese il moro tenendomi ancora la mano .

-          .. Si,cioè..

Quella sera proprio non riuscivo a spiccicare parola.

-          Siamo coinquilini!

Rispose lui tenendo lo sguardo fisso nel mio. Cosa mi aspettavo che dicesse? Dopo tutto siamo solo quello. Coinquilini,mentre ancora prima eravamo stati capo e sottoposto. Per un breve momento l’avevo sentito un amico e ora cosa volevo che fosse?

-          Ah,menomale! Allora non ti dispiace se ..non so qualche volta … - Iniziò parlando prima con lui per poi rivolgersi a me. – Ovviamente se tu ne avrai voglia …

Cercai di capire dove Santana volesse andare  a parare ,ma prima che potesse completare il suo discorso,la mano di Noa strattonò il mio polso liberandolo dalla presa del ragazzo e mi tirò via.

-          Si ,mi dispiace!

 Deglutii quasi affogandomi. Mi trascinò tra la folla e non potevo,non riuscivo a comprendere cosa volesse dire con quel “mi dispiace”. Non volevo ammetterlo,ma quella reazione mi fece esultare. Ne ero felice e non mi permettevo di farmi altre domande.  Arrivammo di fronte al bagno dello staff e mi lasciò libera. Mi massaggiai il polso, mentre lui  era intendo ad aprire quella porta.

-          Ma che ti prende?Sei impazzito per caso?

Gli domandai nervosa,non appena mi resi conto che mi aveva fatto male il braccio.

-          Entra!

Affermò categorico con uno sguardo che avrebbe raggelato il sangue a chiunque. Feci come mi disse. Richiuse tutto a chiave e ci ritrovammo di fronte a due lavandini con un enorme specchio che rifletteva le nostre espressioni. Mi voltai verso di lui che subito sbottò .

-          Che cazzo stai facendo ora?Ti metti anche a pedinarmi?

Corrugai la fronte esterrefatta  da quell’affermazione.

-          Ma che stai dicendo? Hai fumato erba stasera o è solo quella mutandina che ti stringe troppo e non ti fa arrivare ossigeno al cervello?

Scattò verso di me facendomi indietreggiare e  scontrare con la schiena contro il muro. Portò le sue mani all’altezza del mio viso e lì notai che sul suo polso c’era un tatuaggio su cui non mi ero mai soffermata. La osservai per bene e c’era scritto“Free”. Libero. Una morsa allo stomaco. Lui sarebbe stato sempre libero anche se avesse avuto una donna al suo fianco. Lui sarebbe stato sempre libero di farmi venire un infarto . Deglutii e mi feci forza.

-          Cosa cazzo ti passa per la testa?Dimmelo!Era gelosia quella di prima? No ,perché sarebbe realmente immotivata,visto che tra noi non c’è stato un bel niente. Come hai detto ,siamo solo “Coinquilini”.

Fece una smorfia divertita e si ravviò i capelli scuri,scompigliandoli ancora di più.

-          Ma che ti sei messa tu in testa! Quella non era gelosia! So cosa hai passato in questo periodo volevo solo evitarti di finire con un altro bastardo che prima ti scopa e poi se ne va!

Sorrisi e lo spinsi via rimettendomi in piedi.

-          Toh , che differenza! Non voglio ricordarlo per fare un piacere a me. Ormai me ne vergogno,ma sai a volte penso che tu realmente non ti renda conto delle stronzate allucinanti che dici. Qualche ora fa stavamo per fare sesso e sai cosa? Ti sei alzato e te ne sei andato dopo aver preso il tuo bell’orgasmo . Datti un nome! Stronzo!

Terminai isterica. Sbuffò e si gettò con la schiena al muro e stringendo le braccia sotto il petto.

-          E cosa ti credevi? Che un discreto pompino ci avrebbe legati per sempre? Sai che ..

-          Che non ti piaccio! Ah ,beh dopo quello che è successo posso confermarti che è una grandissima stronzata!

Mi guardò stupito e mi avvicinai  a lui.

-          Giuro sulla cosa che ho più cara al mondo che non ti toccherò,nemmeno più con un dito! Andrò su altri lidi a prendermi quello che voglio!

Cosa stavo dicendo? Stavo delirando? Il mio problema più grande, compresi, era che quando facevo sesso perdevo lucidità e combinavo solo guai e in quel momento stavo facendo un disastro.

-          E’ questo che vuoi? Solo sesso? Vuoi quello che do a Luna e a Selene?

Deglutii. Non sapevo nemmeno se veramente avrei voluto del sesso da lui. Eppure il mio corpo rispose da solo facendo un cenno positivo.

-          E saresti in grado di non innamorarti di me?

Eh, bella domanda da un milione di dollari! Sarei riuscita ad avere solo rapporti fisici con lui . Nonostante la perplessità mi ritrovai ad indossare un’assurda maschera da donna vissuta che proprio non mi donava.

-          Vanitoso!

Ghignò e si allungò verso di me. Mi prese per un braccio e mi tirò sul suo corpo.

-          Sciocca!

Mi sussurrò all’orecchio mentre le mie gambe divenivano di budino. Ribaltò le posizioni e con una mano scese lungo la mia coscia e sentii i suoi baci lungo il mio collo. Rialzò la gonna lasciandomi con il tanga di pizzo in bella mostra. Con i denti scese a livello delle bretelle del vestito e le calò . Non avevo il reggiseno. Quella dannata sera avevo deciso di non indossarlo. Abbassò il tessuto  arrotolandolo sotto i miei seni sodi. La vista sfocò e sentii la sua bocca avventarsi sui miei capezzoli . Li rese turgidi e mille scariche di adrenalina mi si riversarono nella schiena. Volevo di più e sembrò accorgersene anche lui . Mi abbassò le mutandine e cominciò ad accarezzarmi. Gli ansiti crescevano e la tortura al seno continuava. Stava facendo l’amore con il mio petto . Il colpo divenne duro quando introdusse due dita nella fessura. Non facevo sesso da molto e quelle dita mi bruciarono più del solito ,ma mi piacquero. Si muovevano veloci ,quasi in sincrono con le sue labbra che lambivano in modo lento ed estremamente eccitante la mia carne. Io annaspavo,ero in cerca d’aria,ma non potevo far niente se non tenerlo contro di me. Le gambe mi divennero di burro quando infilò il terzo dito e  cominciò a far cozzare la sua erezione contro il mio sesso . Le mie natiche nude battevano contro le mattonelle bianche del bagno, provocando piccoli tonfi ancora più sporchi,sguaiati eccitanti. Divaricai ancora le gambe e sentii finalmente la sua carne cruda contro la mia peluria. Ero un manichino nelle sue mani e quell’idea unita a tutto quello che mi stava procurando ,mi fece venire tra le sue mani con un ansito che non riuscii a trattenere.

-          Oh..mio..

Ero senza fiato e continuavo a guardare il soffitto imbancato. Mi schiacciò contro il muro con il suo pene fermo su di me. Aveva anche lui il fiatone. Cosa stavamo facendo?Ma soprattutto cosa volevo che accadesse. Lo fissai portandogli le mani dietro la sua schiena e provai a baciarlo. Riuscii a lambire solo il suo labbro inferiore,ma poi si allontanò e notai che si era sistemato l’erezione nello slippino anche troppo piccolo per quello che conteneva. Mi voltai e scorsi la nostra posizione. Lui era lontano e sembrava quasi un cacciatore,mentre io avevo il vestito arrotolato sulla pancia ed ero in equilibrio sulle gambe troppo molli ,un espressione vinta dalla lussuria e uno sguardo vivo .

-          Ora siamo pari.Ho completato quello che volevi prima! Per piacere cerca di tenerti lontana da quelli che prima ti scopano e poi ti lasciano!

Lo guardai stupita. Mi rimisi in piedi e abbassai lo sguardo. Ero dannatamente ferita. Molto più ferita di quanto potessi essere in precedenza. Avrei pianto,ma non lì. Non davanti ai suoi occhi .

-          Ah.. e per la prossima volta. Niente baci!E’ questo quello che do a Luna e Selene!

Una volta completamente vestita ,rialzai lo sguardo e mi fermai al suo fianco.

-          Se avessi dei soldi . Ti darei un bel centone! Te lo sei meritato ! Bravo!

Avrei tanto voluto sembrare distaccata ,ma la voce mi uscii tremante. Girai la chiave nella serratura,stavo per uscire,ma mi riafferrò per il braccio e facendomi cozzare nuovamente con il suo corpo. Mi strinse a sé come se potessi svanire da un momento all’altro e la sensazione allo stomaco ripartì sempre più prepotente.

-          Scusami. Non avrei dovuto..

Lo scostai in modo brusco. Nonostante la sua voce fosse tornata normale. Gentile, in quel momento mi sentii troppo ferita.

-          Hai ragione. Non avresti dovuto,ma è stato quello che ho chiesto!

Si ma perché cavolo gliel’avevo chiesto? La mia vita non era già complicata di suo? Mi sentii nuovamente una sciocca. Eppure …

-          Ma ho ancora voglia di farlo! Quindi, per me va bene così…

Era vero. Volevo risentirlo addosso e prima o poi avrei provato ad averlo dentro di me. Tutto però doveva cambiare. Dovevo essere io ad usare il suo corpo. Dovevo prendere piacere da lui e lui da me. Niente coinvolgimento.

-          Niente sentimenti!

Mi disse scuro in viso. Gli sorrisi falsa.

-          Nessun sentimento!

Gli accarezzai un braccio ed uscii con un macigno sul cuore. Che cavolo mi stava succedendo? Sesso su richiesta, reazioni poco consone. Cavoli era Noa… non era…chi? Non era chi? Per chi avevo provato un trasporto simile? Sbuffai ,ma mi resi conto che nemmeno con Luke c’era stata tutta quell’elettricità. Entrai nella sala e notai mia sorella con una decina di bicchieri di tequila vuoti.

-          Ma che cavolo..?

Le chiesi sconvolta dal suo stato. Era con la testa sul tavolo. Non riusciva a tenersi sobria con un cicchetto figurarsi dieci. Era a pezzi.

-          Tu non arrivavi più così ho fatto da me!

Sollevai gli occhi al cielo.

-          Ah,guarda qui? – Mi disse indicandomi un pezzetto di carta con dei numeri. – Un certo Satana mi ha detto di darti questo!

Satana? Che il diavolo fosse venuto a punirmi di persona per i miei atti impuri? Presi quel pezzetto di carta e lessi.

“ Chiamami. Vorrei rivederti. Santana.”

Sorrisi,quel ragazzo non doveva esser male e poi,fisicamente …

A quel pensiero rialzai lo sguardo e lo fissai sul volto di Noa che stava servendo ad un tavolo,così. Completamente nudo e sorridente. Quasi non fosse accaduto nulla qualche secondo prima. Sospirai profondamente,mentre una di quelle ragazze gli palpava il sedere e lui se la rideva. Ritornai al bigliettino.

-          Ma si… tanto. Niente coinvolgimento ,no?

Vidi mia sorella alzare la testa per dire qualcosa ,ma poi la sbatté contro il tavolo ancora una volta. Scoppiai a ridere e mi avvicinai a lei. Con non poche difficoltà la trascinai in macchina e si.. per quella notte dormì con me.

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Salve raga, perdonate l'assenza. Eccomi qui con un nuovo MINI capitolo..

purtroppo la storia è stata scritta un anno fa e non la ricodavo così mal scritta. Purtroppo i capitoli sono brevissimi e forse anche troppo affrettati chissà..

Vi ringrazio per il vostro sostegno e per le BELLISSIME RECENSIONI che mi ricordano che non sono mai sola .

Vi adoro e quando lo dico non è tanto per...

E' per voi se non abbandono tutto ed è sempre per voi se bestemmio in turco contro questa cavolo di connessione che non mi permette di aggiornare al meglio e rispondervi. Approfitto di questi dieci minuti di autonomia e vi saluto con la speranza di rileggervi sempre così in tanti. 

Un bacio grandissimo, Miss Nanna

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Capitolo 23
*** La doccia ***


 

Capitolo 23

La doccia

Mi svegliai il giorno dopo con un cerchio alla testa. Mi guardai intorno ed intercettai un bigliettino di mia sorella .

“ Che cavolo di mal di testa! Serata mondiale, da ripetere! Vado a lavoro!”

Sorrisi all’idea di lei completamente ubriaca. Mi rialzai dal letto e andai in bagno. Decisi di darmi una ripulita . Avevo bisogno di lavare via i pensieri. Rialzai la felpa e tolsi gli slip. Entrai nella vasca e chiusi la tendina per fare una doccia. L’acqua cominciò a scorrere sulla mia testa. Cosa mi stava capitando? Perché stavo così male ? 

Improvvisamente la tenda si riaprii e mi ritrovai Noa completamente nudo di fronte. Urlai ,ma mi portò una mano sulla bocca ,mentre io cercavo di  coprirmi alla meno peggio. Mi spinse indietro ed entrò con me. Sorrise divertito dalla mia espressione.

-          Fai silenzio che ci sono ancora Luna e Selene in casa!

Mi sussurrò.  Arretrai di qualche passo e mi ritrovai con la schiena contro le mattonelle. Deglutii e cercai di non fissare nulla se non i suoi occhi cupi .

-          Che .. che stai facendo? – cominciai stringendo ancora più forte le mani intorno al mio corpo. –Come ti permetti esci subito!

Continuai cercando di sembrare il più convincente possibile, ma si allungò su di me e posò le braccia ai lati della mia testa. Percepivo il suo respirò tra i miei capelli bagnati e la cosa mi faceva tremare.

-          Avevi detto che volevi lo stesso trattamento di Luna e Selene !

Deglutii a fatica mentre mi montava la rabbia.

-          Ma io non voglio fare sesso e non ti ho detto nulla! Ci sono quelle due perché non vai da loro a prenderti quello che vuoi?

Gli ringhia cercando di divincolarmi dal suo corpo che veniva colpito dall’acqua.

-          In bagno ci sei tu ed ora tocca a te darmi quello che voglio,no?

Mi disse portando la punta del suo naso all’altezza della mia guancia. Cercai di calmarmi e di riflettere prima di commettere un ulteriore errore.

-          Ma io non credo proprio! Ieri sera hai detto che eravamo pari.

Gli risposi con il cuore a mille. Avrei pianto per l’umiliazione della sera precedente e anche per quella di quel momento, ma non lo feci. Il suo naso cominciò a muoversi su e giù per il mio viso sino a scendere lungo il mio collo.

-          Ieri mi pare di essermi scusato !

Sbuffai sarcastica,mentre il mio corpo si rilassava a quel suo tocco .

-          E secondo te sarebbero servite solo quelle stupide scuse?

Una sua mano mi bloccò il viso in modo tale che lui potesse guardarmi dritto negli occhi.

-          Allora cosa potrebbe alleviare le tue pene?Dovrei dirti che ero geloso di Santana? No ,mi dispiace. Non sono mai stato geloso in vita mia,ma ti voglio bene e non voglio che tu soffra ancora. Sono sicuro che nemmeno questa cosa tra noi possa farti stare  meglio …

Lasciò cadere il discorso, ma la cosa mi fece irritare ancor di più. L’acqua continuava a scorrere e a bagnare la sua schiena . Alcuni schizzi mi finivano addosso,nonostante il suo corpo parato contro il mio. Per tutto quel tempo non avevo mai distolto lo sguardo e non l’avrei fatto,mi sarei impegnata ad essere più forte dei miei ormoni,proprio come facevo prima di incontrarlo.

-          Giustamente questo tuo comportamento è fatto per  farmi capire che sto sbagliando giusto? Perché io non ti piaccio fisicamente!

 Affermai pungente. Mi innervosiva quel suo approccio freddo e distaccato con cui affrontava tutto ciò che mi riguardava . Mi aveva più volte detto che non era attratto da me , eppure il giorno prima l’avevo sentito. Avevo sentito il suo desiderio ,ma  probabilmente,pensava ad altro. Ad un qualunque altro corpo. Forse pensava alla sua  donna . Quella a cui riserva i suoi occhi a cuoricino. Ero sicura che avesse qualcuna,nonostante le parole di Davide. Avevo capito che non si trattava né di Selene né di Luna. Allora chi?

-          In che modo potevo dimostrartelo se non con questo?

Mi rannicchiai ancora di più stringendomi tra le mie mani.

-          E sentiamo ,perché mai questa.. questa cosa non mi farebbe bene? Secondo te non sarei nemmeno capace di  intrattenere una relazione del genere?

Gli ringhiai contro, mentre ancora la sua mano mi teneva il volto.

-          Perché non sei un tipo che si accontenta. Tu sei fatta per i sentimenti e non per il sesso!

Mi rispose in un sussurro. Mi liberò da quella presa e si accostò sempre più a me . Le sue labbra si posarono sul mio collo e mi ritrovai ad inclinare il capo all’indietro. Si riappoggiò con una mano alle mattonelle ,mentre l’altra si posò sulla mia che invano cercava di nascondere la mia femminilità. Tremai visibilmente a quel tocco. La strinse sfiorando le mie dita. La sua bocca continuò la sua discesa sino al braccio che avevo avvolto intorno ai seni. Mi morse il polso  e rialzò lo sguardo.

-          La principessa davvero vuole coprirsi di fronte al suo umile cocchiere?

Deglutii e strinsi gli occhi. Quella frase , le sue labbra, la sua mano sulla mia stretta tra le mie cosce . Il tutto era così terribilmente erotico.

-          Sei uno stronzo! Lo sei stato anche ieri.

Sbottai fissandolo con uno sguardo liquido. Purtroppo la ferita della sera precedente si era riaperta. Non riuscivo a comprendere il perché, proprio lui avesse un così grande potere su di me e sul mio dolore. Era sempre Noa eppure sentivo che qualcosa era cambiato . Si abbassò all’altezza della mia femminilità. Spostò le nostre mani e afferrandomi per i fianchi mi fece scendere nella vasca. Ero in suo potere e per quanto potesse essere sbagliato, non riuscivo a non desiderarlo. Mi sarei pentita,ma ormai era quello che volevo. Lo vidi fissarmi con insistenza, ma non reagii. Restai nuda ed inerme a gambe strette. Le sue dita cominciarono a percorrere l’interno delle mie cosce e non appena giunse al mio punto più sensibile,con il palmo della mano cominciò a massaggiarmi. Il mio petto saliva e scendeva preda  degli spasmi,il desiderio cresceva .Avevo la necessità delle sue dita in me. Divaricai le gambe e lui si distese sul mio corpo. La vasca ci teneva  a stento. La mano  si fermò di botto,mentre ancora boccheggiavo. Mi fissò a lungo ,mentre io portavo le mie braccia intorno al suo collo. Avrei voluto baciare quelle labbra carnose. Avrei voluto sentire ancora il sapore delle nostre lingue che si intrecciavano. Avrei ,ma non potevo. Lui non voleva .Lo vidi rialzarsi di qualche centimetro. Poi percepii la punta del suo pene posarsi verso la mia apertura. Era tutto così dannatamente eccitante. Si sistemò le mie gambe dietro la schiena . Io intanto continuavo ad annaspare desiderando quel tocco. Lo strinsi tra le mie braccia ,mentre con una botta decisa entrò in me completamente e profondamente.

-          Mio..dio…

Esordii mordendomi un labbro. Mi sentivo piena. Mi sentivo viva e infiammata dal piacere.Si rialzò ancora e diede un ulteriore spinta.

-          Penny!

Sentimmo la voce di Luna e successivamente la porta del bagno aprirsi. Ci fissammo e lui mi fece cenno di parlare. Mi rialzai sui gomiti facendo cozzare i miei seni contro il suo addome. Era una situazione assurda ed orribilmente piacevole. Lui era ancora incastrato in me e si teneva su con le braccia posate ai lati del mio corpo.

-          Luna, dimmi!

Esordii con voce strozzata e Noa sorrise di rimando. Lo fulminai con lo sguardo.

-          Noi, usciamo. Penso che Noa sia già andato in facoltà.Non l’abbiamo proprio visto!

-          Io  …-lui mi diede un altro affondo e cercai di trattenere gli ansiti. Stringo le gambe e lo vedo mordersi un labbro. – Credo di averlo sentito prima. Sai prima di uscire!

Sbottai rilasciandolo e spingendolo fuori dalla mia intimità. Lo vidi sbuffare e mettersi seduto. Mi rialzai e portai la testa fuori dalla tenda. Vidi Luna spazzolare i corti capelli arancio. Posò la spazzola e mi sorrise.

-          Allora ci vediamo domani!

Corrugai la fronte.

-          Perché ?Stasera non torni?

Portò una mano sul fianco.

-          Stasera ho un appuntamento con una vecchia amica. Cena tra ragazze e poi andiamo al locale. Sai,lei entra gratis ed io lavoro!

-          Quindi non ti aspetto sveglia!

Affermai dolce.

-          Principessa ora devo proprio andare!

Noa alle mie spalle starnutì. Mi irrigidii .La ragazza si voltò stranita.

-          Raffreddore!

Le affermai sperando di  risultare convincente.

-Eh! Ci credo!Sei sotto l’acqua da più di un’ora.

-Effettivamente… - dissi vaga portando una mano dietro la testa.

Scrollò le spalle ed uscì. Qualche secondo dopo udimmo la porta di casa chiudersi con un tonfo. Respirai sollevata e tornai a guardare Noa,che intanto si era rialzato e tranquillo si godeva l’acqua ,mentre gli accarezzava il corpo. Osservai i suoi muscoli tesi,i suoi occhi a mandorla chiusi,le labbra rosse,l’addome scolpito e qualcosa di molto più compromettente. Respirai a pieni polmoni di fronte a quell’evidente erezione.

-          Ti piace quello che vedi ,principessa?

Lo fissai con le guance in fiamme. Scoppiò a ridere e mi tirò a sé per un braccio.

-          Per oggi è andata così…

Mi sussurrò con un sorriso dolce.

-          Io proprio non ti capisco! Prima sei stronzo,poi sei gentile, poi sei affettuoso,poi sei di nuovo stronzo ed ora sei di nuovo dannatamente tu!Dio, i tuoi cambiamenti d’umore mi fanno girare la testa.

Lo vidi voltarsi e chiudere la manopola della doccia.

-          Hai le labbra viola! – sbottò quasi preoccupato. Uscì dalla vasca e prese un asciugamano che chiuse subito in vita. Ne prese un altro . Mi si avvicinò e mi  portò al suo fianco. Mi voltai e mi ritrovai a fissare nello specchio l’immagine di lui che mi avvolgeva sulle spalle quel pezzo di stoffa. Strofinò le sue mani sulle mie spalle e mi diede un bacio sulla guancia. Mi girai attonita.

-          Penso che tra le mie tante personalità questa sia quella che più ti piace!

E’ di nuovo il ragazzo che sorride beffardo,quello che nonostante il suo caratteraccio ha sempre delle attenzioni per me. Si parò di fronte a me e mi abbracciò. Il mio viso sprofondò nel suo petto.

-          Perdonami. So cosa hai passato. Non ti lascerò più da sola,il mio periodo nero dovrà pur passare!

Sospirò per poi riprendere a parlare. – Prometto che da questo momento in poi se realmente vorremo fare sesso,lo faremo con molta più leggerezza! Non farò p-iù lo stronzo!

-          E giurami che mi dirai sempre la verità!?!?

-          Posso farlo.

Rispose lui vago.

-          Dici che lo prometti!

Affermai in tono infantile.

-          Lo prometto!

Disse divertito. Si allontanò e guardandosi allo specchio si ravviò i capelli bagnati.

-          Ora vado che ho un appuntamento in facoltà.

Si avvicinò alla porta,ma prima che potesse scappare lo fermai per un polso.

-          Io ti piaccio?

Chiesi a bruciapelo provocando in lui uno sguardo stupito. Non sapevo da dove mi fosse uscita quella domanda eppure l’avevo posta.

-          Si,insomma fisicamente. Mi hai sempre detto il contrario… -

 Mi sentivo una deficiente,una domanda da super cretina,però avevo la necessità di sapere che quando mi aveva toccato non avesse pensato ad altre.Se la stronzata la dovevo fare, se dovevo realmente iniziare quella relazione così perversa,almeno volevo avere la convinzione che il mio partner fosse altrettanto appagato .

Mi sorrise mettendo in evidenza due ampie fossette ai lati delle labbra. Si voltò e prima che uscisse riuscì a spiazzarmi.

-          Principessa ,lei è assolutamente fantastica ed io sono da sempre un fottuto bugiardo!

Detto ciò si allontanò lasciandomi con altre mille domande stupide. Cosa significava? Su cosa aveva mentito? Sul fatto che fossi fantastica o sul fatto che non lo fossi?

Porca miseria. Noa Moranti,avrebbe potuto uccidermi facilmente se avesse continuato in quel modo. Ripensai a quello che era accaduto poco tempo prima nella doccia e non potei non sorridere e arrossire al ricordo dei suoi affondi . Guardai nello specchio la mia espressione da ebete e mi vergognai a morte. Cercai di ricompormi. No, io non mi sarei innamorata di Noa. Potevo portare avanti una relazione di quel tipo. Una relazione che non avevo cercato in modo volontario,ma che mi aveva coinvolto senza che nemmeno me ne fossi resa conto.

 

 

Angolo Autrice

Rieccomi solo per voi. Mi scuso per l'attesa, ma ho buone notizie. Ho quasi terminato le storie che sto pubblicando, infatti a Una Limousine per due ,manca un epilogo piccante... mentre a L'amore che aspettavo, manca la conclusione,ma sono a buon punto. Ho preparato una prossima storia di quattordici capitoli che potrebbe piacervi e ne ho iniziate altre tre o quattro tra cui una Yaoi che non so se mai vedrà una fine...

che dire... lavoro per me e per voi, sperando che ci sarete sempre anche solo per un... MAVAFFA, TU E LE STORIE CRETINE CHE SCRIVI! =D

un bacio,MissNanna

P.S. A domani per l'aggiornamento di L'amore che Aspettavo..

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Capitolo 24
*** GoodBye Kiss ***


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Capitolo 24

GoodBye Kiss

Ormai libera dalle mie catene, decisi che sarei passata da Noa per mangiare insieme. Da quando era capitato l’episodio della doccia,ovvero una settimana prima, non riuscivo a pensare ad altro se non  a quello. Volevo conoscere molto di più di lui, e dove cominciare se non dal suo sogno?

Sapevo che frequentava una delle università più antiche della città e che la sua facoltà si trovava in centro, una volta giunta lì avrei chiesto in giro. Avevo deciso di fare quel passo,perché da quella volta ,lui era tornato la persona  di sempre. Sorridente, affettuoso, gentile e a tratti stronzo . Non mi aveva più avvicinata e la cosa avrebbe dovuto risollevarmi, ma non fece altro che far nascere nella mia testa altre mille perplessità . Per mia sfortuna dovetti prendere i mezzi pubblici, che ahimè non amavo affatto,ma la mia condizione era cambiata. Ormai ero una del popolo, niente limousine e niente  autista. Nei miei programmi futuri c’era l’esigenza di prendere la patente. Sbuffai a quel pensiero. Abbassai ancora di più il cappellino di lana che indossavo,non volevo che qualcuno mi riconoscesse.  Un’oretta dopo  mi ritrovai di fronte alla  prorompente costruzione universitaria. Non sapevo da dove cominciare, così pensai di entrare nell’atrio e chiedere a qualche studente. Notai una ragazza intenta a leggere. Mi avvicinai e le chiesi  se sapesse dove si trovavano gli studenti di giurisprudenza per quell’ora. Mi indicò una serie di scale che mi avrebbero condotto nel giardino . Camminai a lungo e finalmente mi ritrovai in quell’immensa distesa di verde tutta circondata dalle mura antiche dell’edificio. Cominciai a scrutare la situazione in cerca dei capelli ribelli di Noa. Faceva molto freddo e non comprendevo il motivo del perché lui o qualsiasi altro tizio sano di mente si trovassero all’aperto ad inizio dicembre. Passeggiai tra le colonne e osservai sulle panchine . Mi fermai di scatto quando lo vidi seduto ai piedi di un albero di fronte ad una ragazza dai lunghi capelli scuri. Entrambi sorridevano e lei gli teneva una mano. Deglutii ed arretrai sino a nascondermi dietro una colonna. Lo stomaco si chiuse e per un assurdo motivo che probabilmente non avrei mai ammesso,mi ritrovai a stritolare il sacchetto che avevo tra le mani. I panini che avevo preso per noi.  Mi voltai e cercai un secchio della spazzatura. Imprecai in greco e in latino, non sapevo cosa mi stava accadendo,ma di certo non mi piaceva. Nonostante mi obbligassi a non spiare,mi ritrovai a fissarli e a cercare di capire il loro labiale ancora ferma accanto al cassonetto .

-          Penelope?

Scattai dritta. Deglutii . Ero stata beccata in flagrante. Mi voltai colpevole e mi ritrovai a specchiarmi nei bellissimi occhi chiari di Santana. Fui sorpresa di vederlo .

-          Santana!?! Che ci fai qui?

Sorrise e  si appoggiò con la spalla alla colonna.

-          Io ci studio. Tu,piuttosto cosa ..?

Ecco,cosa potevo dirgli?Sospirai e mi voltai verso i due che in quel momento  stavano mangiando . La rabbia aumentò,mi sentivo realmente una stupida.

-          Sei qui per Noa?

Mi chiese il ragazzo. Al solo sentirlo nominare scattai.

-          Co..cosa? Ma che dici ,no! – sbottai sventolando una mano davanti al suo viso.

-          Eh, allora perché sei qui?

Mi chiese malizioso. Mi aveva incastrata.

-          Ero venuta per fargli una sorpresa e mangiare insieme,ma…- alzai le spalle. – L’ha fatta a me. Credo che non avrei mai dovuto venire .

Sbottai rialzandomi la borsa sulla spalla.

-          Potresti mangiare con me!

Affermò aprendosi in un sorriso ,sotto il mio sguardo sorpreso.

-          Si,insomma. Ho aspettato che mi chiamassi,ma non l’hai fatto e non volevo chiedere a Noa. Dopo quella mezza scenata al locale non ho voluto rischiare. Quella telefonata però non è arrivata..

Disse abbassando lo sguardo.

-          Si, scusami è solo che sono stata presa da altre cose. Per non parlare del fatto che la mia vita sentimentale in questo periodo è un casino …

Nello stesso momento in cui terminai quella frase ,mi voltai ancora verso i due ragazzi che scherzavano.

-          Allora mangia con me! – Ripeté prendendomi per mano.

-          Però.. – mentre stavo per chiedergli un favore sentimmo la voce di Noa.

-          Penny?!?!

Al suono del mio nome mi drizzai .Morsi un labbro e respirando a fondo,mi girai. Lui era ancora lì,ma questa volta guardava me. Ci fece segno di avvicinarci a loro, così guardai Santana e sperai che comprendesse il mio sguardo disperato.

-          Non preoccuparti,dolcezza ti copro io!

Mi sussurrò seguendomi. Una volta vicina alla coppia,mi limitai a sorridere. Noa mi fissò con la fronte corrugata. La sua mente si era attivata e quello sguardo non mi piacquero.

-          Che ci fai qui?

Mi domandò fissando poi Santana per salutarlo.

-          Io .. sono..

Il ragazzo alle mie spalle prese la parola. Afferrò la mano in cui avevo ancora stretto il sacchetto con il pranzo,che non avevo più gettato, e la sollevò.

-          Penelope è venuta per pranzare con me.

Ci fissò sconcertato,ma la ragazza al suo fianco attirò la nostra attenzione.

-          Cavolo ,dal vivo sei proprio bella!

Le sorrisi per il complimento,ma dentro avrei voluto ammazzarla e per cosa ,poi?Perché stava pranzando con Noa? Ma che mi stava capitando?La Penelope Richardson di una volta non avrebbe temuto nessuno. Non aveva rivali. Gli uomini le cadevano ai piedi e lei li evitava. In quel momento ,invece mi sentivo una completa nullità. Ero inerme di fronte ad emozioni che non avevo mai provato prima.

-          Perché non pranziamo tutti insieme?

Ci chiese lei ancora a gambe incrociate ,seduta sull’erba.

-          Noi ,abbiamo quasi finito!

Affermò  Noa con espressione severa, rivolgendosi alla mora che gli sventolò una mano all’altezza del  viso.

-          Tonto,non essere scortese con i tuoi amici.Non ti sopporto quando hai questi sbalzi d’umore!- lo zittì lei chiedendoci di accomodarci. Avevano molta confidenza e lo si vedeva dal modo in cui  riusciva a tenerlo a bada. Quanto la invidiavo in quel momento. Santana mi tirò via il sacchetto e ne trasse i panini. Me ne passò uno avvolto nel tovagliolo .

-          Grazie.

Gli dissi sorridendogli grata per quell’attenzione anche per la bugia che aveva raccontato al posto mio.

-          Santana non mi avevi detto che uscivi con la coinquilina di Noa!?!

Sbottò poi la ragazza che ormai mi era di fronte. Deglutii e osservai lo sguardo cupo di colui che ormai mi aveva mandato in pappa il cervello. Il cuore cominciò a martellarmi nelle tempie così distolsi lo sguardo e mangiai un boccone di pane.

-          Non devo mica segnalarti tutti i miei spostamenti?

Lei schioccò la lingua e si rivolse a me porgendomi la mano.

-          Io sono Mirea!

Che nome sensuale. Il solo pronunciarlo all’orecchio di qualcuno potrebbe provocare un orgasmo. La ragazza mi risultava alquanto antipatica,nonostante la volontà di mostrarsi cordiale e amichevole. I suoi sorrisi erano troppo accecanti,quasi le si poteva bloccare una mascella. Le battute troppo frequenti e tartassanti. Era bella,bella da mozzare il fiato. Lei continuava a parlarmi ,ma ormai quasi non l’ascoltavo più. Ero troppo  presa a guardare Noa che fumava ed evitava di guardarci. Sembrava nervoso. La vena sul collo gli pulsava.Il piede batteva forte sull’erba. Era magnifico ed io non volevo vederlo. Vederlo significava ammettere che tra noi c’era qualcosa in più di un’amicizia ,ma in quel momento non potevo permettermi un sentimento non corrisposto o ancora meglio indesiderato. Respirai a fondo e mi ritrovai ad ascoltare la voce di Santana.

-          In realtà, Mir… io e Penelope non ci frequentiamo,ma stasera mi ha concesso un uscita,vero Pen?

Spalancai la bocca scioccata.

-          COSA?

Chiedemmo in coro io e Noa. Il secondo dopo mi voltai e lo fissai ,mentre mi fulminava con lo sguardo. Gettò via la cicca della sigaretta e si rialzò in piedi.

-          Scusatemi io DEVO proprio andare!

Lo guardammo tutti stranito ,ma lui se ne andò comunque. Lo imitai dopo alcuni minuti.

-          Scusate anche me!

E lo rincorsi sino alle scale.

-          NOA!

Lo richiamai, ma non si fermò e continuò a scendere. Lo seguii e con uno scatto rapido lo fermai per un polso.

-          Ma che cavolo ti prende?!?!

Si scrollò dalla mia presa.

-          A me cosa cavolo prende? A te cosa cazzo succede! Ti è andato i rivolta il cervello? – mi urlò contro facendomi indietreggiare sino a cozzare con la schiena contro il muro. – Hai dimenticato che tuo padre ti ha mandato via di casa per..per…

Irritata dal suo atteggiamento,lo spinsi lontano di qualche passo.

-          Per cosa? Per aver tradito il mio fidanzato? E allora? Tu non eri uno di quelli che volevano che io trovassi me stessa?

-          Si ,ma adesso devi calmarti!

Lo avrei ammazzato in quei momenti di silenzio.

-          Fai una cosa Penelope,lasciami in pace!

Riprese a correre per le scale . Lo seguii ancora urlandogli dietro. Arrivammo nell’atrio dell‘università,cercai di fermarlo ,ma corse in strada.

-          PORCA MISERIA FERMATI!

Lo afferrai per una spalla e lo feci voltare . Non mi fece parlare ,perché le sue labbra repentine giunsero sulle mie  e le sue mani mi attirarono verso il suo corpo tenendomi per i fianchi. Fu un bacio irruento,fatto di lingue che si divorano e labbra che si mordono. La gente ,le auto , non esistevano più. Almeno per me. Si allontanò ,mentre ancora agognavo quel contatto,restando ad occhi chiusi.

-          Porca miseria!

Sbottò ansimando . Sorrisi e riaprii gli occhi.

-          Era un complimento?

Portò le mani tra i capelli e poi si piegò su se stesso.

-          Ei tutto bene?

Gli chiesi calandomi verso di lui. Lui si rialzò di scatto.

-          No, che non va tutto bene!

-          Mi hai solo baciata! E’ già capitato…

Gli dissi perplessa.

-          Non puoi capire. Non potresti!

Sbottò andando su e giù per la strada.

-          Eh allora fammi capire! Cosa c’è? La ragazza dell’università potrebbe essere gelosa?Non sa che ti scopi tutte le tue conviventi?

Sbottai acida. Si voltò e mi fissò con aria dura.

-          Ora cosa cavolo c’entra Mirea?

-          Cazzo,allora spiegami quello che non posso capire!Se non mi parli non potrò mai essere in grado di comprenderti!

Urlai esasperata,mentre alcuni passanti ci osservavano sbigottiti. Non me ne curai e continuai a concentrarmi su di lui.

-          Lascia perdere. Lasciami perdere!

E così dicendo si allontanò da me. Come al solito mi aveva sorpresa. Quei cambiamenti d’umore,quelle sue azioni,cavolo quanto mi irritavano,ma quanto dannatamente mi piacevano.

 

 

Angolo Autrice

Non mi fermerò molto per farvi perdere tempo.

Vi ringrazio come sempre e spero

che la storia possa ancora piacervi.

MissNanna

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Capitolo 25
*** Avviso aggiornamento. ***


Salve raga, vorrei scusarmi per la prolungata assenza . Ancora una volta sono imperdonabile. Intanto però vorrei sapere se siete ancora interessate alla mia storia, in tal caso provvederò ad aggiornare a breve, massimo entro domani, altrimenti mi prendo qualche altro giorno. Un bacio MissNanna

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Capitolo 26
*** Natale con i suoi ***


 

Capitolo 25

Natale con i suoi

Ero nella mia camera con mia sorella che mi accarezzava i capelli.

-          Dai, che sono sicura che ti divertirai stasera!

Alzai lo sguardo ormai liquido.

-          Tu pensi che trascorrere la vigilia di natale a casa della famiglia di Noa,con lui che da una settimana non mi rivolge la parola,sarà divertente?- tirai su col naso. – Allora hai realmente dei modi strani per divertirti!

Lei si rialzò in piedi e raggiunse la busta rossa che conteneva tutti i regali che avevo comprato con i pochi soldi che mi aveva passato mia sorella e a volte mia madre. Era passato ancora troppo poco tempo ed uscivo di casa da sole due settimane.

-          Guarda che carina che sei! Hai comprato anche i regalini alla tua nuova famiglia!

Alzai lo sguardo al cielo e mi sdraiai completamente sul divano.

-          Se cerchi c’è un regalino anche per te!

Le dissi ,mentre il suo viso si apriva in un sorriso. Scavò nella busta e ne estrasse una bustina rossa,con un fiocco blu.

-          Dai, che anche io ho portato il tuo!

Sbottò uscendo in corridoio. Rientrò poi con un pacchetto incartato color panna e me lo passò.

-          Apriamolo insieme!

Sbuffai e mi riportai seduta. Scartammo insieme i regali e ne portammo fuori due completi intimi.

-          MA SEI PER CASO IMPAZZITA?

Le urlai scioccata non appena mi resi conto dello slip praticamente inesistente e di un reggiseno di merletto trasparente.

-          Che c’è non ti piace il rosso?

Mi chiese divertita. E scossi la testa.

-          Tu piuttosto!Sempre con il tuo solito completino bianco! Va bene, lo conserverò per il vestito da sposa. Per il momento continuerò con i miei tanga neri!

Mi disse mostrano il suo slip sin troppo succinto. Poi si sedette al mio fianco.

-          Allora … al tuo adorato Noa ,cosa hai regalato?

Rialzai la testa dal cuscino per fissarla infastidita.

-          Nulla,cosa vuoi che gli regali. Ho perfino paura a parlargli,figurati fargli un regalo!

-          Va bene così! Penso di aver fatto un bel regalo a tutte due comprandoti quel completino di pizzo rosso!

Presi un cuscino e glielo lanciai contro per poi scoppiare a ridere. La sua allusione sessuale mi fece l’effetto di un cazzotto nello stomaco.

-          Dai, non fare la verginella! Ormai, hai più esperienze di me!

Sbottò fingendo di osservarsi le unghia .

-          Ma smettila! – le dissi dandole un calcetto sul fianco. – Piuttosto,papà? Come sta? – chiesi per poi riprendere a parlare. – La mamma mi ha detto che sta concludendo un affare importante con il padre di Richard, è così?

Lei mi fece un cenno d’assenso.

-          Si,un progetto abbastanza ambizioso che non sto nemmeno a spiegarti,perché ne ho fin sopra i capelli . Nostro padre ormai è diventato tutto lavoro e niente famiglia! Da quando te ne sei andata poi non ti dico i litigi continui tra nostra madre che ti rivuole da noi e lui che cocciuto prosegue per la sua strada!Menomale che tra poco vado a vivere da sola!

Terminò d’un fiato facendomi sobbalzare al suono di quella sua ultima affermazione.

-          Vai a vivere da sola?

Domandai ancora scossa.

-          Si e se mai ti decidessi a trovarti un lavoro, a piangere di meno, vorrei che venissi con me!

Le saltai al collo e la strinsi forte.

-          Sorellina sei un genio ed io ti voglio un mondo di bene!

Nel momento stesso in cui pensai a noi due e alla nostra futura convivenza, tutto quello che provai fu una stretta allo stomaco e un vuoto. Deglutii pensando a cosa potesse averlo procurato e finsi di nulla.

                                                                                         ***

Eravamo in macchina da almeno quindici minuti e lui ancora non mi rivolgeva la parola. Sbuffai esausta e battei le mani sul cruscotto. Lui si voltò allarmato .

-Fai attenzione! E’ la macchina di Davide!

Mi disse in tono atono.

-Porca miseria Noa!Possibile che tu voglia continuare con questo mutismo per il resto della vita?Era solo un bacio!

Continuai ad aggredirlo. La macchina si fermò e senza curarsi di me tolse le chiavi dal contatto e uscì. Lo imitai e lo raggiunsi.

-Sei un vero stronzo!

                                                                                      ***

Eravamo tutti riuniti nel salone ,il camino era acceso e la piccola Sienna era in braccio al padre. Io invece me ne stavo seduta composta e accanto a Regina. Avevamo mangiato,chiacchierato e Noa non si era nemmeno degnato di guardarmi. Non sapevo nemmeno come fossi riuscita ad arrivare alla cioccolata calda. Avevo mangiato poco , forse a stento avevo respirato pur di non recargli fastidio,ma lui non notò nemmeno la mia esistenza.

-Noa, cavolo!Con questo tuo muso lungo mi hai influenzato anche Penelope che è sempre così sorridente!

Sbottò Regina poggiandomi una mano sulla spalla. L’accarezzai e le sorrisi.

-Non preoccuparti Regina!Sto bene!

Mi scrutò seria ,poi sospirò.

-Lo spero sul serio,perché se qualcuno di nome Noa, ti rovina questa bellissima faccina, può anche dimenticarsi di avere una madre!

Lo sentii battere i piedi sul pavimento.

-Non ti pare di stare esagerando,mamma?

La fulminò con lo sguardo,ma la donna non si mosse di un solo centimetro.

-E’ ora di andare a dormire!

Affermò severa.

-Ma mamma io volevo aspettare babbo natale!

Si lamentò Davide ,facendomi scoppiare a ridere.

-Taci stupido che non ne hai più l’età!

Gli rispose sua madre in tono risoluto. Lui finse di mettere il broncio.

-Nonna, perché c’è un’età in cui non si può più aspettare babbo natale?

Chiese Sienna impaziente di avere una risposta.

-Sienna ,tesoro. Io ho la mia età ed ancora lo attendo babbo natale. D’altronde è sempre un bell’uomo,affascinante ed impegnato solo nel periodo natalizio. Un buon partito,inoltre se mi offrisse latte e biscotti potrei sposarlo … - disse frenetica ,facendomi ridere del suo modo di fare. – Dopo tutto bisogna tener conto che tuo padre ha una certa età e visto che la tua mammina è andata a cercar fortuna con gli elfi allucinogeni, penso che il tuo papà debba mettersi in carreggiata e trovarsi una donna più che sedersi con l’uomo del natale a mangiare biscotti,non credi?

La piccola restò per qualche istante impressionata, forse non ci aveva capito realmente nulla, poi alzò le spalle. Regina batté le mani pulendosele con lo straccio dei piatti.

-Bene , ora direi che siamo pronti per andare tutti a letto. Domani l’uomo panciuto dalla barba bianca ,ci avrà già portato i nostri regali! – disse ad alta voce per attirare l’attenzione della piccola.

Ci rialzammo tutti e lei mi raggiunse.

-Tesoro ti ho preparato il letto in camera di Sienna!  - Mi disse sorridente. Poi si voltò verso Noa .

-Tu dormi sul divano e non voglio alcuna lamentela!

Gli sbottò contro categorica. Lui rialzò gli occhi al cielo.

-Bene! Buona notte ragazzi!

Ci sorrise e scomparve in corridoio insieme a Davide e alla piccola. Mi avviai anche io ,ma mi fermai di botto. Mi voltai di nuovo e a gran passi mi avvicinai a Noa. Lui era di spalle, si voltò e prima ancora di poter dire qualsiasi cosa,lo afferrai per il viso e lo baciai. Le mie labbra aderirono perfettamente alle sue che dischiusi introducendo la lingua con estrema delicatezza. Restammo a lungo a divorarci in quel modo. Ad occhi chiusi, io con il suo viso tra le mani ,mentre mi stringeva a sé per i fianchi. Quando gli scoccai un ultimo bacio stampo le gambe mi tremavano e lo stomaco era in subbuglio. Mi ritrovai a fissarlo , era sorpreso e forse in quel momento lo ero più di lui. Portò una mano dove poco prima l’avevo sfiorato.

-Ma che..?

Deglutii ed arretrai, terribilmente imbarazzata.

-Era solo un bacio. Ora siamo pari e domani potrai rivolgermi nuovamente la parola!

Detto ciò scappai via . Una volta in camera mi fermai con la schiena contro la porta. Mi assaporai le labbra ancora umide del sapore di quel ragazzo che ormai mi faceva tremare .

-Sono una stupida!

Mi dissi e mi lasciai cadere sul pavimento , strinsi le ginocchia al petto.

-Gli ho promesso che non mi sarei innamorata di lui.. quando lo ero già da chissà quanto!

Appoggiai il mento sulle gambe  e sospirai ,angosciata da quella cruda verità .

 

 

Angolo Autrice:

Non voglio trattenervi oltre con parole inutili, quindi mi limiterò a scrivervi un semplice

GRAZIE.

Un bacio MissNanna

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Capitolo 27
*** Batticuore ***


 

Batticuore

Mi ero appena messa a letto, quando un rumore alla porta attirò la mia attenzione. Mi voltai . Mi misi seduta e stupita notai l’ombra di Noa. Accesi il lumino accanto al letto e lo ritrovai in piedi, con un pacco da regalo e un’espressione da bimbo imbronciato. Lo fissai sorpresa.

-Che stai facendo?

Chiesi divertita da quella scena. Sbuffò e si scosse i capelli con una mano, riuscendo ad arruffarli ancora di più.

-Allora?

Lo incalzai mettendomi seduta con le spalle contro la testata  e le braccia sotto al seno. Non mi rispose e si limitò ad allungarmi il braccio e porgermi il pacchetto rosso con l’enorme fiocco dello stesso colore. Sgranai lo gli occhi.

-Non è niente di che.. volevo lasciartelo qui, ma da quanto possiamo vedere entrambi, sei ancora sveglia!

Si morse il labbro inferiore e sbuffò. Io lo guardavo persa tra i miei mille pensieri.

-Che fai? Non lo prendi?

Mi ridestai dai miei pensieri e lo raccolsi. Deglutii emozionata. Non mi aspettavo un regalo.

-Cavolo,  io non ti ho preso nulla!

Gli dissi colpevole. Alzò le spalle ed evitò il mio sguardo.

-Aprilo!

Continuò.  Scartai il pacco e strappai il fiocco, scoprendo uno scatolo bianco con  su delle immagini di paesaggi. Lo riaprii e ne tirai fuori una di quelle macchine fotografiche istantanee. Sgranai gli occhi e fissai Noa.

-Ma..

-E’ una polaroid usata! – affermò sembrandomi imbarazzato.  – Lo scatolo l’ho fatto io!

Io intanto fissai l’oggetto con gli occhi sgranati. Era bellissima ed inoltre non ho mai ricevuto nulla di questo genere,nulla che abbia avuto una storia .

-Come..come mai mi hai preso una macchina fotografica?

Gli chiesi  piacevolmente sorpresa.

-Era a metà prezzo e ..

-Non credo che fosse l’unica cosa a metà prezzo in una città grande quanto la nostra! – gli risposi facendo cadere la sua affermazione. Lui sbuffò , sembrava essere in difficoltà .

-L’ho vista ed ho pensato a te. Inoltre mi hai raccontato che ti sarebbe piaciuta una macchina fotografica particolare e…

Sorrisi e osservai quel regalo.

-Vieni qui , dai!

Gli chiesi battendo la mano sul materasso. Gli feci spazio ,ma lui mi guardò perplesso.

-Non ci entreremo mai!

Sbuffai imbronciandomi.

-Che palle che sei, Noa! Se una ragazza ti dice di entrare nel suo letto, tu ci entri e basta!

Lui rise, per la prima volto dopo non so quanti giorni. Scosse la testa e si sedette al mio fianco. Lo coprii con le coperte e le lenzuola. Restammo in silenzio, illuminati solo dal lume della piccola camera di Sienna. Avevo tra le mani la macchina fotografica che mi aveva regalato ed avevo una voglia matta di usarla.

-E’ in funzione! – affermò. Mi voltai e lo guardai corrugando la fronte. Indicò l’aggeggio. –Si, insomma non so cosa si usi in queste macchine, ma ho preso quella sorta di rullino e l’ho fatto mettere!

Sorrisi per il suo buffo tentativo di sembrare gentile. Lui con me lo era sempre stato, dal primo giorno, in quella limousine. Mi aveva tenuto la testa ,mentre vomitavo, avrei dovuto capire che mi sarei innamorata di uno così. Sbuffai e cercai di non pensare al terribile nodo all’altezza dello stomaco. Le mie idee confuse però, tornarono al problema del regalo.

-Io non ti ho fatto niente! – sbottai ancora, dandogli un pizzico al braccio. Sobbalzò lamentandosi. – Se solo mi avessi rivolto la parola ora avrei qualcosa da darti!

Lui assunse la sua solita espressione stronza.

-Cavolo, Pen! Ti ho detto che non fa niente!

Io mi battei sul letto facendoci sobbalzare in contemporanea.

-Ma io voglio farti un regalo!

Gli dissi in tono stridulo. Non mi fece continuare a parlare  che mi afferrò per un braccio e mi spinse contro di sé. Mi strappò la macchina fotografica dalle mani e la posizionò contro i nostri visi.

-Ora sorridi, Penelope Richardson!

Rialzai lo sguardo verso di lui che faceva la linguaccia. In quel momento scattò il flash.

-Ma no! – Mi lamentai. – Ero distratta!

Lui raccolse la piccola foto , ancora nera. Aspettò qualche secondo e poi sorrise nell’ammirare il pezzo di carta.

-Wow! Che bella Pen! E’ un regalo di Natale davvero meraviglioso!

Lo fissai sconvolta e mi riportai in piedi.

-Mi stai dicendo che per natale ti ho regalato una stupida foto?

Lui scosse la testa e mi fece vedere quell’attimo che avevamo immortalato. La tenni stretta tra le mani . C’ero io accoccolata al suo petto che lo fissavo, come mai prima avevo fissato nessuno e poi c’erano quei suoi occhi scuri divertiti , quella linguaccia e quei suoi capelli mossi scompigliati, che lo facevano somigliare ad un leoncino. Sorrisi, era veramente bella.

-Non mi hai regalato solo la foto, ma anche un piccolo momento con te e dopo quello che ti ho fatto passare in queste settimane è il massimo che io potessi desiderare. Io non dovevo diventare un problema per te, Pen. Io volevo essere una colonna per te, ma convivendo mi sono reso conto che non posso esserlo nemmeno per me stesso e questa cosa mi ha spiazzato. Inoltre.. – si fermò a fissarsi le mani con sguardo basso. – Ho una voglia matta di baciarti che quasi impazzisco e prima non mi hai aiutato per niente. E’ inutile che io continui ad evitarti o a scansarti.. – sospirò e cercò di arrivare al punto. – Credo che tu mi piaccia ,Penelope. Credo che tu mi sia piaciuta da subito e il fatto che io non abbia pensato più a Deborah e che il suo strano o meglio, assurdo, matrimonio non mi abbia scalfito,mi ha spaventato, ecco!

Terminò fissandomi ,mentre il fiato cominciava a mancarmi. Il cuore mi martellava nelle orecchie ed io non sapevo proprio cosa fare, cosa dire o cosa pensare. Mi sentivo un vegetale . Il primo istinto era quello di saltargli addosso,ma sarei passata per un’assatanata, quindi cercai di pensare una frase ad effetto che potesse farmi passare per una persona calma e razionale, cosa che in quel momento non ero per niente.

-Ehm..-elaborai velocemente il mio più grande desiderio di quel momento e cercai di tradurlo in parole. – E che aspetti a baciarmi?Stupido!

Gli sorrisi ,lui riprese dalle mie mani i nostri due regali e li poggiò sul comodino vicino. Si accostò di più a me e proprio quando le sue labbra stavano raggiungendo le mie,un rumore dal corridoio ci fece sussultare. Lo guardai allarmata . Noa mi fissò e sentimmo ancora dei passi. Mi baciò le labbra velocemente e sprofondò sotto il piumone. Io accarezzai la bocca che aveva appena lambito e ancora stonata da quello che stava accadendo,mi ritrovai di fronte alla piccola Sienna assonnata, che riaccese la luce e si stropicciò gli occhi.

-Penny, perché dormi con la luce accesa? Ho sentito dei rumori e pensavo che fossi sveglia!

Mi sedetti meglio, facendo aderire la schiena alla testata del letto. Mi morsi un labbro e cercai una scusa.Poi vidi il viso della bambina stranirsi ,mentre fissava la struttura su cui ero adagiata.

-Penny?

Mi sporsi per vedere anche io cosa l’avesse colpita. Intanto il ragazzo era nascosto accanto alle mie gambe appena sotto il piumone. Quando la bimba mi richiamò sussultai.

-Si ,piccola?

Le domandai.

-Perché da sotto le coperte del tuo letto escono i piedi di zio Noa?

Sgranai lo sguardo e il respiro si frenò in gola.

-No, ma che dici , piccola!

Cercai di nascondere la verità, ma qualche secondo dopo, il moro si scoprì e fece cenno alla piccola di fare silenzio. Le rise e lui si rialzò  in piedi,con addosso il suo pantalone di tuta e la canotta. Le andò incontro e la prese in braccio.

-Sienna, devo ammettere che a nascondino ci batti tutti!

Affermò lo zio. La bambina scoppiò a ridere.

-Lo so, papà lo dice sempre che sono un asso!

Lui le scompigliò i capelli e lei rise ancora.

-Io e Penelope stavamo giocando, ma lei non era riuscita a trovarmi. Sei arrivata tu e subito mi hai scoperto!

La bambina si gonfiò d’orgoglio e poi lo abbracciò. Io scoppiai a  ridere. Dopo alcuni secondi, però altri rumori, altri passi. Fece poi la sua apparizione , Davide con il suo pigiama di seta perfetto, i capelli sparati ovunque e uno sbadiglio travolgente. Ci guardò tutti sorpreso di trovarci in piedi.

-Che mi sono perso ,qui?Avete organizzato una festa e non mi avete invitato?

Ci chiese con il suo solito umorismo. Sienna ,però ci anticipò in qualunque spiegazione noi potessimo dare.

-Papà, no! Lo zio e Penelope , giocavano a nascondino!-

Affermò la bimba facendoci sussultare entrambi. Sul viso di Davide si sollevò un sopracciglio e si dipinse un sorriso malizioso. Si sporse a prendere la figlia che subito gli andò in braccio.

-Non dire niente!

Lo minacciò Noa. Io intanto arrossii come un peperone non sapendo, cosa potesse pensare realmente il fratello.

-Non preoccupatevi, io sono favorevole all’impollinazione notturna!

Ci fece l’occhiolino e non riuscii a non nascondermi sotto le coperte.Sentii Noa sbatterli fuori e Sienna, chiedere al papà cosa fosse l’impollinazione notturna. Quando il silenzio tornò a dominare la camera, lui era ancora lì , di fronte a me. Lo guardai attentamente. Alzò le spalle e sbuffò. Un attimo dopo andò via ,dandomi le spalle. Avrei gridato dalla frustrazione,ma mi resi conto che la buona educazione me lo impediva,così mi limitai a gettarmi sul letto con tutta la rabbia che avevo addosso. Potevo averlo. Quella sera potevo riuscire ad avere, quello che per un attimo avevo creduto impossibile e poi… niente. Chiusi gli occhi e cercai di riposare. Purtroppo i pensieri cominciarono a vorticare da soli e il profumo di Noa , non aiutò il mio cervello, il mio cuore o qualsiasi altro organo vitale, a rilassarsi.

 

ANGOLO AUTRICE

Vi dirò solo questo... SONO TORNATA E PERDONATE L'ASSENZA!

Ai miei fedeli mando un bacio grandissimo.. spero di risentirvi presto è solo per voi se torno sempre!! 

baci missnanna

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Capitolo 28
*** Brutte scoperte ***


Brutte Scoperte

La mattina seguente fu la piccola Sienna a ridestarmi dal mio sonno . Mi saltò praticamente addosso ed io sobbalzai spaventata . Tolsi la mascherina ancora troppo spaventata per poter parlare e me la ritrovai di fronte , con i suoi bellissimi boccoli scuri e gli occhioni turchesi. Portai una mano al petto e tentai di non urlare come una pazza isterica, solo perché era una bambina. Una volta calma respirai e le sorrisi. Lei mi venne contro e mi abbracciò.

-Ciao, Penny! – Urlò tutta emozionata. – Babbo natale è arrivato, ma la nonna dice che i regali si apriranno solo quando tutti saremo in piedi!

Sussultai sperando che io non fossi l’unica ancora a letto. Sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio e proprio ,mentre stavo per chiederlo alla bambina , Davide e Noa fecero irruzione nella camera.

-Ecco la bella addormentata!

Sbottò il più grande , rivolgendosi a me. Prese la figlia tra le braccia.

-Eppure credevo che ieri sera, il principino qui, si fosse dato da fare! – affermò beccandosi uno schiaffone dietro la testa da parte di Noa.

-Ma sei proprio un deficiente?

Gli chiese il ragazzo con fare irritato. L’uomo dall’altro lato, si accarezzò la testa.

-Zio, non picchiare papà, che la nonna dice che nella sua testa dura ci sono due scoiattoli che giocano a morra cinese!Io non voglio che gli scoiattoli si facciano male!

A quell’affermazione della bambina, scoppiammo tutti a ridere. Davide parve offeso e alzò un dito verso la figlioletta .

-Sienna , non devi dire queste cose sul papà! Soprattutto se ci sono i nemici davanti!

Continuammo a ridere e mi riportai in piedi. Intanto padre e figlia uscirono dalla camera, lasciandoci da soli. Eravamo impalati e terribilmente imbarazzati,come mai mi era capitato nella vita. Mi prese una mano e l’osservai stupita. Mi si avvicinò e gli sorrisi. I nostri occhi erano intrecciati e felici. Con l’altro arto, portò le dita dietro la mia nuca,infilandole tra i miei lunghi capelli biondo cenere e con una secca mossa avvicinò le sue labbra alle mie. Una scossa , un formicolio nelle dita dei piedi, un nodo in gola, un dolore secco allo stomaco e una calore risalì lungo le guance. Corrisposi quel bacio. La mia lingua avvolgeva e accoglieva la sua, in modo lento e profondo. Un bacio romantico, essenzialmente semplice, ma troppo forte da gestire.

-Noa, Penelope, dovremmo aspettarvi ancora a lungo?

La voce di regina ci fa sussultare e lui arretra di qualche passo .

-Ma porca …

Gli concedo uno schiaffetto sul braccio e porto una mano sul cuore.

-Mamma , stiamo arrivando!

Urla scuotendo la testa.

-Eh , ci credo che state arrivando!

Sentimmo la risposta allusiva di Davide che intanto se la rideva.

-Quello è un deficiente!

Ripeté il ragazzo , mentre io cerco ancora di calmarmi e di rendermi conto, che non sono una bambina alla sua prima cotta. Lo prendo per mano. Mi guarda.

-E’ divertente,no?E poi credo che sia il nostro destino, non arrivare a…

Feci cadere il discorso, alludendo a quella volta in cui avevamo iniziato un approccio sotto la doccia e poi era morto lì.

-Porca miseria è vero!

Affermò divertito.

-Dai, andiamo che aspettano solo noi , per questi regali!

Stavo per uscire,ma mi fermai e mi voltai verso il comodino alla ricerca della foto che avevamo scattato quella notte,ma non c’era.

-Sono ritornato a prenderla, ma eri già addormentata!

Restai senza parole.

-A proposito, ho una mezza cosa da proporti.. – iniziò cominciando a muoversi sui talloni. – Si, insomma … io volevo ..

-Volevi?

Chiesi esortandolo a parlare.

-Si, volevo chiederti di uscire!

Sgranai lo  sguardo.

-Scherzi?

Chiesi credendo realmente che fosse uno scherzo.

-No, non scherzo. Comunque sarebbe una cosa senza impegno!

Mi morsi, un labbro e mi resi conto in quell’istante che una sola parola sbagliata, in una sua affermazione , avrebbe potuto farmi cadere il mondo addosso. Quel senza impegno, mi stroncò la speranza, sul nascere. Sospirai e pensai, che volendo o meno, almeno mi sarei trovata a vivere una persona di cui ero innamorata.

-Okay!

Sbottai con poco entusiasmo, ma lui parve non accorgersene.

-Okay..

Ripeté .

-RAGAZZI, ALLORA?

-Stiamo , arrivando!

Continuò lui . Mi lasciò la mano, quasi si vergognasse di poter far credere a sua madre che stessimo insieme e mi fece segno di seguirlo. Quando entrammo nella sala da pranzo tutto era ricoperto di regali . In quell’attimo, pensai alla mia famiglia e a quanto mi mancassero, realmente. Riportai indietro le lacrime .

                                                                                     ***

Fu una bella giornata in cui ebbi anche l’opportunità di sfruttare i regali di Noa e di Regina, la quale aveva pensato bene di prendermi un album da ricordi, così da coordinarlo al regalo del figlio. Tutto fu impeccabile, il pranzo, le risate, l’armonia, ma non era casa mia e non era il mio natale, inoltre quella frase di Noa ,mi aveva spezzato in due. Aveva appena fermato la macchina sotto il palazzo. Non avevamo più parlato, lui continuava a ciarlare di qualcosa, ma io non gli avevo risposto. Quando arrivammo sul pianerottolo, notammo le luci spente, segno che le ragazze non erano rientrate. Una volta in casa entrai in cucina,ma quando accesi l’illuminazione il respiro mi si mozzò in gola.

-Che ci fai tu qui?

Chiesi a brucia pelo. Avrei voluto piangere,ma cercai di trattenermi.

-Sono venuto per parlare con il tuo amichetto,Noa!

Restai  bocca aperta.

-Ma come..perchè..

Cercai di elaborare una frase ,ma proprio non ci riuscii.

-La chiave sotto il tappeto. Lo facevi sempre anche a casa !

Alcuni rumori alle mie spalle avvisarono l’arrivo di Noa.

-Pen ,ma con chi par..

Le parole gli morirono sulle labbra ,non appena vide la figura di mio padre, avvolta da un giaccone nero elegante, che contrastava, con l’umile cucina che l’ospitava.

-Che ci fa lei qui, signore?

Chiese il ragazzo passandomi di fianco.

-Lei ha per caso comprato qualche giornale di recente, signor Moranti?

Continuò a domandargli con una calma che nascondeva tempesta.

-No, signore!

Si allungò verso la borsa che aveva poggiato sulla sedia e ne tirò fuori due riviste puntando le dita,prima su una e poi sull’altra.

-Come lei vede, mia figlia è ancora in prima pagina ,nonostante io le abbia rifilato cinque mila cucuzze, per tenerla lontana dai paparazzi e per offrirle ospitalità, ma devo dedurre che lei oltre a guidare ,non sappia far nulla!

Le gambe mi tremarono e il mio sguardo vagò dalla figura di mio padre a quella di Noa, che lo fissava con un espressione colpevole.

-Vedi qui-  ricominciò prendendo una rivista e sfogliandola per poi fermarsi ad una pagina. – C’è lei che fa la linguaccia nel solito parco, e questo potrebbe passare. Quello che non va bene , sono queste foto ,qui! – quasi ringhiò, puntando il dito verso un’immagine di me , sotto il portone con Richard , per poi passarla su un’altra che mi ritraeva ,mentre baciavo Noa, poco lontano dalla facoltà. Le lacrime che fino a quel momento avevo represso cominciarono a rovesciarsi copiose annebbiandomi la vista.

-Ti avevo pregato di tenerla lontana , da persone come Lucan, ma questo non ti autorizzava a metterle le mani addosso, o almeno  non ti ho pagato per questo!

Ancora quelle parole arrivarono dritte al mio petto, come delle scosse. Gettò i giornali sul tavolo, riprese la sua borsa.

-Penelope! – Mi richiamò . – Natale ti ha portato fortuna, torni a casa!Ti aspetto giù, non metterci molto!

Ci oltrepassò e poco dopo sentimmo la porta di casa chiudersi con un tonfo. Non guardai Noa e mi diressi in camera sua. Presi la valigia dal suo armadio e con molta fretta presi tutti i miei abiti con due braccia e li gettai nella borsa. Sentii poi la presenza del ragazzo.

-Penny, ti prego , fammi spiegare. Non è come sembra!

Battei le mani sugli indumenti che sbucavano fuori dalla cerniera.

-Ah, che bello sentirselo , dire , Noa! Mi sento molto meglio, ora che so che tutto quello che sei stato per me , valeva cinque mila euro!

Sbottai sarcastica e terribilmente stizzita. Tirai su col naso e mi pulii le guance con il gomito.

-Ma con chi ti credi di parlare?Non mi faccio più prendere in giro da te!- Cominciai frenetica, prendendo la lingerie   dal cassettone e infilandolo poi insieme agli altri abiti. – Io credevo che tu fossi diverso, cazzo! Mi hai tenuto la testa ,mentre vomitavo,mi hai consolato quando ne avevo bisogno e  mi hai offerto un posto in cui stare, porca miseria, era tutto finto ed io mi sento un emerita cretina ad aver creduto a tutto questo!

Chiudo la lampo del borsone e lo sistemo meglio sul letto. Mi guardo in giro per sperare che non abbia lasciato nulla.

-Io non posso pensarci.. – ricominciai. – Non posso pensare che tutto quello in cui speravo,per te aveva un prezzo!Io –dissi indicandomi per poi fissarlo .- Questa povera scema, quella sera nel bagno del locale , quando mi hai rapita dalla presa di Santana, ha sperato che tu provassi qualcosa per lei, invece tu , valevi cinque mila euro.

Mi strinsi le mani intorno alla testa. Lui cercò di avvicinarsi ,ma lo scansai.

-Non toccarmi!Non te lo permetterò più! – gli gridai contro, indemoniata. –Prima mi rifiutavi e poi ti concedevi qualche piacere sul mio corpo, cos’è? Ti piaceva giocare o pensavi all’etica ?Non volevi unire il lavoro al piacere? – Lui mi guardava con espressione ferma e i pugni chiusi lungo i fianchi.

-Parla ,porca miseria! Parla, che io sto morendo, qui di fronte a te e tu non dici niente!

La porta della camera si aprì e apparvero Luna e Selene che ci fissarono sconvolti.

-Ma che succede ,qui?

Chiesero all’unisono ,facendo passare i loro occhi sulle nostre figure. Respirai a fondo per non aggredire anche loro. Raccolsi la valigia.

-Lascia perdere!Lasciami perdere, anche tu!

Gli dissi per poi superarlo . Mi aprii un varco tra le due ragazze e scappai via da quell’appartamento che mi aveva accolto per un tempo che a me era parso lunghissimo. Arrivai tra le scale e mi sedetti. I singhiozzi mi assalirono . Tutto quello che avevo sino alla notte precedente, era scomparso. In cosa potevo sperare , ancora?

-Auguri, Penelope. Buon Natale!

Mi dissi ripulendo il viso. Mi rialzai ed andai incontro a quello che doveva essere il mio futuro.

*Angolo Autrice...*

Non sono morta, ma sono stata in vacanza che tanto vacanza poi non è stata... (ho lavorato di giorno e distrutta di notte =S )...

Adesso che sono nuovamente disoccupata, penso che non posso far altro che tornare ad assolvere ai miei doveri di scrittrice fallita v.v... 

E rieccovi Pen e Noa... pensavo appunto che i miei personaggi non stanno proprio bene con la testa, non vi pare? o.o 

che travagli.. poracci..

Beh.. penso di aver detto tutto. Spero che qualcuno si ricordi ancora di questo racconto e che il capitolo sia di vostro gradimento. 

Un bacio MissNanna

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Capitolo 29
*** Serate da Incubo ***


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Serate da Incubo

Ero seduta sul letto a fissare  la finestra. Ero finalmente a casa e mai come in quei giorni compresi quanto mi sentissi fuori luogo. Mia madre era raggiante per il mio ritorno, mio padre ricominciava a parlarmi e Dafne era troppo presa dall’acquisto del suo nuovo nido da single in carriera. Io mi limitai a nutrirmi ,respirare e rinchiudermi ancora in camera. Erano passati esattamente cinque giorni e mezzo e quella notte avremmo festeggiato il capodanno. Quella sera avrei partecipato al party annuale dei genitori di Richard, i quali oltre ad essere soci dell’impresa di mio padre erano anche amici di vecchia data. Avevo indossato il mio abito lungo rosa antico, avevo legato i capelli ero bella che pronta, eppure me ne stavo ferma su quel letto senza nemmeno fiatare . Mi ricordai che da piccola, provavo quella sensazione di vuoto ogni volta che mia madre mi lasciava all’asilo. Mi portava lì, di fronte alle giostre inondate di bambini. In quegli attimi sgranavo gli occhi , felice di trovarmi in un paradiso simile, poi mi voltavo per darle la mano e lei non c’era più. Ero sola ad affrontare i nuovi amici, quei nuovi giochi , e mi sentivo talmente vuota di idee che avevo paura di tutto. In quell’istante sentii mia sorella precipitarsi nella mia stanza. Mi voltai appena.

-Ehy, sei pronta? C’è la limousine che ci attende!

Le gambe mi tremarono. Lui non era stato licenziato. Non potevo fargli quello, d’altronde aveva già perso un lavoro a causa mia, non mi sarei perdonata una tale viltà. Aveva bisogno di quel lavoro, anche se mi aveva venduta per pochi soldi. Dafne mi si sedette accanto e mi abbracciò facendomi poggiare la testa sulla sua spalla.

-Papà è andato con Noa!

Affermò ed io sobbalzai cercando di mostrarmi forte.

-Non me lo nominare quel tipo, per favore. Ci ho perso anche troppo tempo!

Mi riportai in piedi. Afferrai la pochette dalla scrivania e mi diressi alla porta.

-Allora? Che fai? Non hai più fretta?

Mi imitò .

-Non dovresti evitare il discorso. Ci sei rimasta male e lo so. Mi dispiace anche per il fatto che in questi giorni io sia stata molto distante, ma sai che avevo la testa tra le nuvole. Mi sono presa questi pochi giorni per la mia vita privata ed ho messo da parte il lavoro! – comincia accarezzandomi una spalla .– Non avrei mai dovuto mettere da parte te, però!

Sbuffai e scrollai le sue mani da me.

-Smettila, okay?Smettila!Non ho bisogno di una baby sitter , non ho bisogno di nessuno! – gli urlai contro, mentre ci ritrovammo in giardino. Camminavo a passo svelto avvolta nel mio cappotto chiaro. Con le mani che stringevano  i lembi della gonna lunga .

-Porca miseria, perché tutti quanti mi trattate come una demente?Perché cavolo devo essere umiliata in questo modo?

Sentii le mani di Dafne afferrarmi per un polso, ma la scansai.

-Lasciami in pace!Devo solo.. calmarmi!

Le dissi cercando di placare la rabbia che mi era esplosa dentro. Entrai nella limousine e lei fece altrettanto. Il resto del viaggio, fu solo un lungo silenzio.

                                                                                                    ***

Al pesante silenzio dell’auto si era contrapposto il gran fracasso proveniente dalla sontuosa villa dei Benedetti. Arrivammo nel salone molto prima delle ventuno e l’aperitivo era già stato servito. Tartine al caviale ed ottimo spumante francese. Ero tornata al mio posto. Il posto che agognavo da molto più di un mese. Una volta entrata gli occhi di tutti furono puntati su di me. Li sentivo addosso come aghi. Deglutii e continuai a camminare senza curarmi delle arpie. Nostro padre e nostra madre ci vennero incontro, anche loro con i loro bellissimi abiti eleganti. Mia madre portava un bellissimo vestito di seta verde chiaro e di manifattura italiana. Sorrisi loro e cercai di rassicurarli che stessi bene anche tra la folla che sussurrava il mio nome ,mentre beveva champagne.

-Finalmente siete arrivate!

Sbottò mia mamma.

-Si, scusaci è che…

Cominciò Dafne.

-Ma abbiamo avuto un contrattempo con il mio abito!

Completai la sua frase per evitare che anche i miei , volessero approfondire sulle mie questioni private.

-Oh , beh, almeno siete arrivate in tempo per il primo assaggio del bouffet stile giapponese ,sperimentato da Bernadette!

Continuò mia madre con fare civettuolo. Bernadette era la madre di Richard e ogni anno, al suo party, cercava sempre di sperimentare nuove cose, in modo tale da poter superare il meraviglioso festeggiamento, che ogni anno, mia madre organizzava per l’inizio delle vacanze estive.

-Wow, mamma , allora dovremo assaggiare tutto e constatare che sia tutto immangiabile!

La esortò Dafne, conoscendo la vena perfida della nostra genitrice.

- Xavier, sei molto silenzioso!

Constatò lei voltandosi verso suo marito che intanto aveva lo sguardo perso nella folla.

-Amore, perché non andiamo a prendere qualcosa intanto?

Le chiese non sorprendendola più di tanto. Mio padre non amava mangiare molto tardi. Lui si voltò subito dopo verso mia sorella.

-Ci aiuti a prendere le portate?

Le chiese . La ragazza seppur stranita, fece un cenno positivo. Mi accarezzò un braccio, mimandomi che sarebbe tornata a breve e scomparve tra la folla insieme ai nostri genitori. Cominciai a fare un giro per perlustrare la sala e la gente che vi presenziavano. I soliti fratelli Benerice, i cugini Ammendola, le gemelle Bautista. Insomma, le solite facce di ogni anno. Senza neanche pensarci mi ritrovai sul meraviglioso terrazzo della villa. Terrazzo interno che dava sul  retro della casa, ovvero verso il giardino nella quale erano parcheggiate anche molte limousine. Faceva molto freddo ed io avevo lasciato il cappotto all’ingresso. Mi strinsi tra le braccia e fissai il solito cielo rosso di capodanno. Erano passati molti anni da quando la mia famiglia ed io ci eravamo trasferiti in Italia. Gli affari di mio padre non ci avevano mai lasciati tranquilli in un solo posto. Questo non aveva fatto altro che impedirmi di creare veri legami affettivi. Avevo più o meno quattordici anni quando finalmente ci fermammo a vivere in questo paese. Iniziai presto il liceo. Trovai poche amicizie, le stesse che non sentivo da tempo , le stesse che il giorno del mio compleanno mi avevano lasciata da sola. Sbuffai appoggiandomi sulla ringhiera di marmo dell’enorme balconata. Fissando le stelle quasi, mi rivedevo all’epoca. Sempre molto carina e alla moda. Il mio carattere è sempre stato molto difficile. Non credo ormai di esser mai stata una vera dura. Con Noa, la maggior parte delle mie certezze sono cadute. La verità non era che io ero impossibile , che ero troppo per gli altri. Erano gli altri che non mi reputavano molto bene, che si fermavano all’apparenza senza mai tentare di abbattere il mio muro interiore. Quando conobbi Lucan ero poco più che una bambina. Ricordo che la prima volta che lo vidi, in piedi con la sua camicia azzurra, arrotolata sulle braccia,aveva una gamba poggiata su un banco e lo sguardo riverso fuori dalla finestra , perso chissà dove; pensai che fosse perfetto. Che lo avrei amato per la vita se solo si fosse accorto di me. Fu un ‘impresa ardua attirare la sua attenzione. Ero bella si, ma come gli altri, inizialmente credeva che il gioco non valesse la candela. Quando finalmente riuscimmo a metterci insieme fu fantastico. Il  mio primo amore e tutte le sue conseguenze. Per la prima volta in vita mia ,mi sentivo parte integrante di qualcosa di magnifico.Per la prima volta ero stata capita da una persona che non fosse della mia famiglia. Dopo un po’ iniziarono i problemi relativi al sesso, alla gelosia e che infine si tramutarono in un vero e proprio tradimento. Un qualcosa che non ammazzò solo i miei sentimenti, ma la me stessa che credevo di aver ritrovato. Poi c’era stato Richard e infine … Noa. Presi un lungo respiro facendo leva sulle braccia appoggiate ancora al marmo. Improvvisamente sentii il mio nome fuoriuscire dalle labbra di una persona che conoscevo molto bene. Mi voltai di scatto ancora spaventata.

-Richard!

Affermai stupita. Lo vidi togliersi la giacca e porgermela.

-Scusa se ti ho fatto paura, non volevo. Metti questa che fa freddo!

Mi sorrise teneramente ed io indossai quel pezzo di stoffa scuro. Mi sorpassò e si sporse anche lui sulla ringhiera a fissare un punto indefinito nel cielo pronto a riversare le sue lacrime d’acqua su di noi.

-Ti trovo bene!

Mi disse , ricordandomi la conversazione che avevamo avuto qualche tempo prima , quando me lo ritrovai di fronte sotto il palazzo di Noa.

-Stai molto bene anche tu, Rick!

Gli dissi voltandomi verso di lui.

-Odio le feste che organizza mia madre!Sono assurde e inoltre da quando ci siamo lasciati,non fa altro che approfittare di queste occasioni per presentarmi qualche bambocciona per farmi accasare, dimmi ti pare giusto?

Scoppiammo a ridere.

-Beh, almeno potrai dire di aver fatto molte conoscenze!

Affermai divertita.

-Mi pare ovvia ,come cosa!

Affermò. Intanto portai una mano dinnanzi al naso ormai gocciolante e la sua espressione rapidamente mutò.

-Mi dispiace  se sono venuto da te , ora. Non avrei dovuto.. – si riportò in piedi e iniziò a passeggiare su e giù, per qualche passo. Io intanto lo seguivo con lo sguardo.- Da quando ci siamo visti in quel bar non ho fatto altro che pensare a te e chiedermi in cosa avessi sbagliato!

Mi fissò per qualche attimo.

-Non hai sbagliato nulla…

-Aspetta!Fammi finire. – Riprese a respirare in modo regolare e parve calmarsi. Si riavvicinò a me. – Ho capito che per quanto io potessi amarti, tu non avresti mai potuto corrispondere. Io ti amo,Pen,ma non sono abbastanza per te. La cosa mi ferisce ,ma l’accetto.

Si fermò di botto.

-Scusa ancora, non avrei dovuto dire nulla del genere!

Gli sorrisi e gli accarezzo un braccio.

-Non ti preoccupare,Rick! Va bene così! – Mi strinsi sempre più nella giacca. – Volevo solo dirti che mi dispiace che io non sia innamorata di te, forse ora sarei felice tra le tue braccia. Posso dirti ,però che sei tanto, sei immenso nella tua essenza e solo perché non ti amo, non significa che non ti apprezzi. Per qualcuna lì fuori, tu sarai tutta una vita, solo che quella persona non sarò io!

Terminai sorridendogli. Mi afferrò per le spalle e mi strinse a sé.

-Vieni qui e abbracciami come non abbiamo mai fatto!

Disse facendomi scoppiare a ridere. Ci dondolammo a lungo poi mi lasciò andare.

-Allora, piccola che ne dici di rientrare?

-Forse è meglio, altrimenti ci ritroveremo con una bronchite e non mi pare il modo giusto per iniziare il nuovo anno, o sbaglio?

Gli chiesi con un tono falso.

-Certamente!

Mi fece strada ed insieme rientrammo nel salone. Gli sguardi di tutti erano ancora puntati su di me,ma con Rick dalla mia parte, sentivo realmente di poter affrontare il fuoco. Quella sera, mi sarei divertita. Niente più lacrime … almeno credevo.

 

****

La cena era stata servita ai diversi tavoli ed erano ormai le ventitré. Mancava veramente poco alla mezza notte. Così decisi di uscire in giardino a prendere una boccata d’aria. Mi rialzai dal mio posto e mio padre mi fissò a lungo. Sbuffai.

-Papà vado a fumare una sigaretta, okay?Ci vado da sola, non ho nessun uomo nella borsetta!

Scossi la testa. Per tutta la sera, da quando ero rientrata con Rick, mi aveva tenuta d’occhio, nonostante i continui colpetti che mia madre gli destava sul braccio.

-Xavier, per la miseria smettila e godiamoci la serata, okay?

Mi voltai verso mia sorella.

-Vuoi venire con me?Così facciamo tranquillizzare il papi?

Dissi leggermente irritata. Lei si rialzò scuotendo la testa.

-Oggi stai veramente esagerando papà!

Sbottò prima che io la precedessi . Con addosso uno scialle cominciai ad uscire in giardino. Quando discesi l’ultimo scalino dell’ampia villa la mia attenzione fu attratta dalla figura in smoking che mi stava davanti. I suoi occhi azzurri, che non vedevo da tempo mi fissavano stupiti, tanto quanto i miei.

-Ciao Penny!

Per un attimo , al suono di quelle parole e di fronte al suo viso, mi sembrò di tornare indietro nel tempo. Molto prima dello scandalo. A molto prima che mi frantumasse il cuore. Le ginocchia mi tremarono.

-Che ci fai qui, Luke?

Chiesi d’un fiato.

-I tuoi genitori vengono da anni a questo party ed ho saputo che per quest’anno avresti presenziato anche tu,nonostante la rottura con Richard!

Si portò le mani nelle tasche dei pantaloni. Deglutii e abbassai lo sguardo. Una sorta di imbarazzo prese il sopravvento su di me. Mi morsi un labbro prima di riguardarlo in volto.

-Perché sei qui?

Rise sarcastico e rialzò il viso verso l’alto.

-Sembrerà pur banale ,ma è l’unica ragione che mi ha spinto a venire da te, un ultima volta!

Deglutii e compresi quanto realmente fossimo lontani. Due persone che avevano condiviso tanto. Erano cresciute insieme, eppure tra noi ,non era rimasto più nulla di vero. Solo tantissimi ricordi. Ricordi di emozioni provate, di baci rubati, di carezze trattenute. Si avvicinò di qualche passo , il tanto che gli bastò per rialzarmi il mento con le dita e fissare su di me quei suoi smeraldi.

-Penny, io ti amo e non voglio che tra noi finisca in questo modo! – affermò serio. Presi un grande respiro.  – Dimmi che lo vuoi anche tu, che mi ami come prima e più di prima e ti giuro che se provi questo salirò in quella sala piena di gente, e affronterò tuo padre. Non mi interessa la sua ira, tutto quello che mi limiterò a chiedergli è la tua mano !

Indietreggio automaticamente, quasi scottata da quelle parole, come fossero fiamme ardenti. Abbassa lo sguardo. Cerco di calmare il tumulto di sentimenti che provo e gli prendo le mani tra le mie. Ci guardiamo e il tempo sembra fermarsi.

-Luke, io…  - mi morsi un labbro. Stavo per continuare, ma il suono di alcune risate attirarono la mia attenzione. Mi voltai verso l’entrata della villa e vidi mia sorella e Richard che ci fissavano stupiti e negli occhi del ragazzo potei scorgere anche dolore e amarezza. Dafne cercò di tirarlo via per continuare la chiacchierata in un altro posto, ma lui si fermò. Luke si sporse e mi prese per un fianco. Lo fissai con irritazione.

- Luke , lasciami! – gli sussurrai con un tono di voce a malapena udibile, ma lui non lo fece.

Richard si ravviò i capelli e cominciò a camminare su e giù per un piccolo tratto di strada. Atteggiamento tipico di quando è nervoso.

-Ora ti presenti anche qui? Con quale faccia lo fai, eh? Pezzo di merda, come fai a fare una cosa simile?

Si pronunciò sprezzante. Lucan si irrigidì e conoscendolo in parte, sapevo di dover agire in fretta e mettere fine a quell’incontro.

- Luke ,ora non è il caso di parlare, non credi?

Gli dissi cercando di fargli capire quello che rischiavamo entrambi .

-Hai paura di quel fighetto?

Lo fulminai con lo sguardo.

-Che pezzo di merda!

Sbottò , ancora, il ragazzo alle mie spalle.

-Richard, smettila anche tu!

Urlai senza nemmeno spostarmi di un centimetro. Lucan sogghignò.

-Non c’è niente da ridere qui!

-Io me ne vado!- sentii proferire da mia sorella. – E tu vieni con me ed evitiamo piazzate inutili!

L’osservai di sottecchi e notai che Rick era molto amareggiato,ma da gran signore si riportò in posizione eretta e porgendole un braccio si lasciò trascinare lontano da me.

-E’ inutile che rimandiamo , Pen!

Mi disse serio fissando un punto indefinito nel cielo.

-Io credo che tu debba darmi una risposta!

Scossi la testa ,confusa.

-Cosa posso dirti, Luke?Tu torni qui , dopo che ti ho detto di uscire dalla mia vita e … mi spiazzi!

La mia voce,nonostante la mia volontà, comincia a tremare.

Le sue mani si poggiano sulle mie guance.

-Non devi dirmi nulla di complicato . Dimmi che vuoi ciò che anch’io desidero , e ti porterò via!

Le lacrime cominciano a rigarmi in viso. So bene quale sia la cosa giusta da fare, ma mi fa male. Fa un male cane dire addio ad una parte importante di sé . Le sue labbra si posarono sulle mie e mi coinvolsero in un bacio che almeno per me ha il retrogusto dell’addio. Il sapore della fine. Quando il respiro mi mancò lo spinsi .leggermente ,lontano da me. Appoggiai la fronte sul suo petto scosso dai battiti del suo cuore. I singhiozzi presero il sopravvento. Le sue braccia mi strinsero ancor di più.

-Luke.. – cominciai senza fissarlo negli occhi, beandomi ancora di quel calore che non avrei più sentito. – E’ finita! – lo percepii incassare il colpo.

-Resterai sempre il mio primo amore. La persona che mi ha resa quella che sono oggi, ma ora non bastano i ricordi. Non bastano più le vecchie emozioni. – continuai riportandomi dritta di fronte a lui, il quale  infilò nuovamente le mani nelle tasche dei pantaloni classici. – Noi non siamo  più gli stessi!

Lui scosse la testa.

-Non parlare anche per me . Quella che è cambiata sei tu e non posso criticarti. Sono stato io che ti ho spinta a questa vita. Una vita che non mi comprende più!

Le lacrime continuarono il loro corso,ma non mi curai di asciugarle.

-E’ così che finisce tra noi, quindi?

Mi chiese. Feci un cenno positivo e notai sul suo volto un sorriso. Riaprì le braccia e con una presa ferrea, mi tirò a sé  e mi strinse forte. Le mie lacrime cadevano in sincrono ai suoi battiti. In quello stesso momento piccole gocce d’acqua ci caddero addosso. Rialzai il viso verso il cielo. Magari qualcuno piangeva per il mio cuore infranto . Fu un attimo. Mi voltai verso il parcheggio delle auto, attratta da un’ombra. Lì a pochi metri da noi, ancora stretti in un abbraccio, c’era Noa. Il cuore mi si fermò in petto e le gambe mi divennero molli. Aveva un jeans scuro ed una giacca di pelle. La pioggia aumentò il suo ritmo e lentamente mi staccai dai Lucan ,mentre i miei occhi erano ancora legati a quel ragazzo immobile che mi fissava con sguardo neutro. I capelli appiccicati al viso, proprio come i miei che cercavo di scostare dal viso, con poca eleganza.

-Penny, andiamo a ripararci in macchina!

Mi strattonò per un braccio ,indicandomi la strada.

-Inizia ad andare!

Gli dissi ,mentre si dirigeva verso la fine viale per uscire poi in strada. Appena fu lontano, mi voltai verso Noa che nonostante il diluvio che si scatenava continuava a fissarmi da lontano. In quel momento, non ricordai alcun motivo per il quale l’odiassi. I miei piedi si mossero automaticamente per raggiungerlo. Quando gli fui accanto , il suo sguardo era perso  verso il  vuoto e in viso gli si era dipinto un ghigno, che interpretai come cattivo.Tirai su col naso. L’acqua ci aveva resi fradici. Sentivo la sua presenza, vedevo il suo corpo di fianco al mio, le nostre braccia si sfioravano a stento,ma i suoi occhi ,diversamente dai miei ,mi evitavano.Fissai l’asfalto.

-Perché non mi hai cercata, Noa?Perché non hai cercato di spiegarti?

Gli sibilai quasi tra i denti. Si voltò con aria strafottente.

-Non cercare in me i tuoi perché! Sei arrivata alle tue conclusioni da sola.. –fece un cenno con il mento indicandomi la strada che aveva percorso Luke. –ed hai tirato le somme. Ora, non farti domande inutili!

Rialzò le spalle cominciò a camminare all’indietro. Lo guardai come se stessi per perdere qualcosa di importante. Una mancanza all’altezza del petto. Apri le braccia per poi farle ricadere lungo i fianchi.

-Buona vita Penelope Richardson. Buona vita a te e al tuo fantastico reame. Io non sono fatto per reggere il confronto con un regale principe come Lucan!

Sbottò sarcastico, puntando con gli occhi il punto che già aveva fissato poco prima. Mi voltai e Luke era all’altro capo del viale. Riportai il mio sguardo su Noa che era ancora più lontano. Ero ferma. Al centro, tra il mio passato e quello che avrei voluto come mio futuro.

-Arrivederci principessa!

Allungai una mano per afferrarlo,ma le mie emozioni mi vinsero e la debolezza ebbe la meglio. Lo vidi darmi le spalle e camminare via. Cercai lo sguardo di Lucan, e non c’era più.

-Penelope!?!

Guardai verso le scale della villa e mia sorella era lì che mi fissava preoccupata. Cercai di sorriderle,ma quando i fuochi della mezzanotte scoppiarono in celo, colorandolo ,le mie gambe cedettero sotto quell’immensità. Sotto quella bellezza. Le mie ginocchia si ritrovarono al suolo . Piano poggiai anche le mani e reclinai il capo in avanti. Ero accovacciata sull’asfalto. Sentii dei brusii e quando scorsi,mio padre e il resto degli invitati, la testa cominciò a girarmi. Dafne mi corse incontro. Mi abbracciò e posò la testa sulla mia schiena. Si tolse il cappotto e me lo appoggiò addosso.

-Amore mio, rialzati ora!

Mi disse con voce tremante. Mi afferrò un braccio e se lo portò dietro il collo. Dopo alcuni secondi arrivò anche Richard e i miei genitori che continuavano a litigare su qualcosa che non compresi. La testa era partita, era completamente vuota. Rick si posò l’altro braccio sulla sua spalla. Mi ritrovai in piedi grazie a loro, ma quel sottile equilibrio , non mi sarebbe bastato per reggermi da sola . In quel momento, quando lo sguardo di tutti si era posato su di me, quando la preoccupazione dei miei parenti era in contrasto con la collera di mio padre, mi resi realmente conto, che se mai fossi riuscita a riprendermi, non avrei più sprecato la mia vita a reggere un’immagine impeccabile di me. Non avrei speso altro tempo a cucirmi addosso i vestiti della figlia perfetta. Ero umana , e in quanto tale avrei vissuto la mia vita con le sue illusione e le ferite che ne sarebbero derivate. Avrei provato ancora quel dolore che provavo in quel momento, se fosse bastato a rendermi viva, almeno per metà.

Il mio regalo per voi...

Ho pensato a lungo di gettare via questa storia...ma prima di farlo la lascio a voi. 

Baci MissNanna

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