Lupin IV - Il figlio della leggenda

di LoScrittoreMisteriosoX
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Il mio nome? ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno - Un anno dopo ***



Capitolo 1
*** Prologo - Il mio nome? ***


Prologo
Il mio nome?

 

Era ormai sera inoltrata quando i potenti riflettori del Muso di Tokyo cominciarono a falciare la notte, alla ricerca di intrusi nel cielo oscuro. Elicotteri, volanti e numerosi agenti di polizia erano disposti in ogni dove, pronti ad intervenire al primo segno di pericolo all’interno del museo. Eppure, nonostante l’alto livello di sorveglianza, gli importanti ospiti venuti lì per l’evento continuavano le loro attività indisturbate, sicuramente abituati ad essere circondati da così tanto personale di sicurezza.

Il Museo di Tokyo era uno dei musei più raffinati e completi al mondo in quel periodo. Grazie a immense donazioni, il museo era riuscito a racchiudere dentro le sue mura non solo famose quanto preziose opere d'arte provenienti da tutto il Giappone, ma vantava inoltre di un sistema di sicurezza che avrebbe impedito l'ingresso anche ad una formica.

Esatto.

Perché nulla poteva entrare così come nulla poteva uscire senza essere notato. Ma, nonostante quel muto avvertimento, quel giorno, il famoso ladro Arsenio Lupin Terzo, dichiarato morto da tempo, aveva annunciato che a mezzanotte in punto si sarebbe presentato per rubare il prezioso Diario Da Vinci, un reperto che solo per quella sera, sarebbe stato esposto a tutto l'Est.

Milionari curiosi, ricchi uomini d'affari, raffinati uomini d'arte ed esponenti politici dell'oriente e non, si erano recati lì solo per vedere quel libro che si diceva contenesse conoscenze che superavano addirittura le tecnologie del ventunesimo secolo di cui però, dato l'abitudine dell'inventore nello scrivere in un linguaggio in codice, era inaccessibile a chiunque se non a Leonardo stesso. La domanda era ovvia: perché Lupin mirava a rubare qualcosa che tanto non avrebbe compreso? Puro esibizionismo? Semplice voglia di mostrare che era ancora vivo? O c'era di più?

Il scetticismo era alto fra gli invitati, tutti dubbiosi sul ritorno di Lupin, ma fra tanti scettici, ce n'era uno che ancora credeva nella sua esistenza, un uomo di mezz'età, forse più, dal lungo cappotto e un cappello color marroncino.

« Buonasera, Ispettore Zenigata. » esordì con il saluto d'ordinanza uno dei tanti poliziotti a guardia del manufatto.

« 'sera. » rispose l'uomo con fermezza senza staccare gli occhi dal Diario, cercando di capire se fosse un falso che Lupin aveva già sostituito in precedenza o fosse ancora quello vero. « Ancora nessuna traccia di Lupin? »

« Ancora nessuna signore. » disse l’uomo alla sua destra restando sull’attenti, poi si schiarì la gola, pronto a togliersi un dubbio che avvolgeva lui e i suoi colleghi da tempo, « Scusi l'indiscrezione... ma posso azzardare una domanda? »

Zenigata annuì con un cenno del capo.

« Lei... lei crede... crede che Lupin verrà per davvero? »

« Ovviamente! » esclamò deciso l’ispettore, come se fosse una cosa ovvia, « Se Lupin dice che verrà a rubare qualcosa, allora verrà. Non ha mai infranto una promessa, e mai lo farà. »

« Ma ho sentito dire che Lupin è morto quasi dieci anni fa... e proprio davanti ai suoi occhi. »

« Hah! » sbuffò Zenigata con voce rocca, « Come al solito, Lupin deve aver finto la sua morte! Ma non ti preoccupare! Ora che è ritornato, farà il suo ultimo colpo! Perché proprio stanotte, io, L'ispettore Koichi Zenigata dell'Interpol, lo arresterò! » una nota di eccitamento era ben udibile nella sua voce, la stessa che un padre avrebbe parlando delle gesta di suo figlio.

« Se lo dice lei... »

« Ora ritorno al mio giro di pattuglia, e ricordatevi di tenere occhi e orecchie bene tese! Lupin è un mago nei travestimenti! »

« Sissignore! » risposero in coro gli agenti di polizia rizzandosi sulla schiena ancora una volta.

L'atmosfera era davvero rilassata, e la gente commentava con fluidità sui capolavori esposti in quella gigantesca galleria in stile rinascimentale, capitanata da un luminoso quanto immenso lampadario da soffitto decorato con cristalli veri.

C'era chi rideva, chi si gustava i vini e addirittura chi discuteva con i poliziotti a proposito di Lupin, il tutto accompagnato da un elegante musica suonata al piano forte e qualche nota di violino.

Eppure, anche con un'atmosfera così naturale e tranquilla, era impossibile nascondere il disagio di poter essere i primi, dopo tanto tempo, ad assistere al grande ritorno di Lupin Terzo.

« Che stupidata. » sospirò una bella ragazza dai lunghi capelli color castano ramato e gli occhi nocciola osservando l'Ispettore Zenigata uscire accompagnato da numerosi agenti di polizia.

« Qualcosa che non va, signorina? » domandò un cameriere porgendogli un bicchiere di thè alla pesca. Ad occhio e croce la ragazza aveva sedici o diciassette anni... e l'età per bere alcolici, in Giappone, era dai ventuno in su.

« No, nulla. » rispose la ragazza accettando il bicchiere, « Solo che tutta questa sicurezza mi pare... eccessiva. »

« Lei dice? »

« Tutto questo per un solo uomo... cosa sarà mai questo “Lupin”! »

« Significa che non lo conosce? »

« No... » sospirò la ragazza appoggiando il bicchiere vuoto sul vassoio, « Sono nata prima che morisse, quindi non l'ho mai conosciuto di persona, ma dubito fortemente che sia pari alla sua leggenda. Secondo me, il fatto che sia il “Miglior ladro del millennio” è solo un titolo affibbiatogli dalla stampa per coprire l'incapacità della polizia. »

« Ma non ha comunque timore che venga sottratto? Magari da uno che si spaccia per il famigerato Lupin? »

La ragazza sbuffò abbozzando ad un sorriso.

« Impossibile. Non solo quella teca di vetro è capace di resistere anche ad una bomba nucleare, ma inoltre è ben ancorata al suolo... E questo significa che a meno che Lupin non decida di rubare l’intero museo, non c'è modo di portarla via... per non parlare che sono l’unica capace di aprirla »

« Temo di non comprendere. Ha una chiave? »

Portando la mano aperta ad altezza volo, la ragazza sorrise una seconda volta « Impronte digitali. L'unico modo che quella teca ha per aprirsi è che io ci appoggi le mani sopra. »

« Capisco... Davvero astuto. »

Il cameriere fu sul punto di aggiungere qualcos'altro, ma lo schioccare di dita lo interruppe.

« Ehi, tu! » esclamò qualcuno indicandolo « Vieni qui! »

«  Con il suo permesso. » sorrise il maggiordomo prima di congedarsi in un inchino e sparire nella folla.

Con un cenno del capo, la ragazza acconsentì l'uomo di andarsene per poi tornare a guardare il Diario oltre la teca.

 

La mezzanotte era ormai vicina. Era questione di pochissimi minuti.

L'aria rilassata nella sala si era trasformata in un atmosfera così tesa che la si poteva quasi toccare.

I respiri erano praticamente assenti, quasi come se la gente stessa avesse paura di perdersi quell'impercettibile rumore che avrebbe annunciato l'ingresso di Lupin in sala. Anche quelli che fino a poche ore fa dubitavano sul ritorno del ladro erano ora con il fiato sospeso.

Poliziotti dietro poliziotti armati di scudi anti sommossa erano asserragliati come mura attorno alla teca di vetro, con davanti l'immancabile Ispettore Zenigata, fermo e impenetrabile come una roccia color marroncino.

I civili invece erano ben lontani dall'anello blu di agenti di polizia, timorosi di venire coinvolti in caso succedesse qualcosa. La musica era ferma, la luce al massimo della sua capacità, il tempo sembrava immobile.

Di tanto in tanto qualcuno tossiva, facendosi ben sentire dall'eco nella sala, tuttavia, gli occhi erano tutti fissi in un unico punto.

In attimi che parvero ore, i minuti diventarono secondi e l'atmosfera si fece ancora più intensa, quasi opprimente.

Lupin sarebbe davvero tornato dalla morte? E come avrebbe fatto a rubare un oggetto IMPOSSIBILE da rubare?

Dubbi e domande erano presenti nella mente di tutti.

Il silenzio era l'unica risposta.

Visibilmente nervoso, Zenigata continuò a controllare interrottamente l'orologio, armato di manette che non vedevano l'ora di legarsi ai polsi dell'ospite in arrivo.

E improvvisamente, di punto in bianco, le luci nella sala si spensero di colpo. Le voci sussultarono, le teste rimbalzavano da una parte all'altra della stanza per cercare il responsabile.

« Buonasera! » esclamò una voce subito dopo, « Che bello vedere così tanti spettatori! »

Come un sol uomo, ogni sguardo si alzò verso la fonte della voce, non riuscendo poi a trattenere mormorii increduli quando riconobbero l'ombra di un Lupin con le mani in tasca sulla cima di una balconata.

« LUPIN!! » gridò immediatamente Zenigata agitando le manette al vento, « SEI IN ARRESTO! »

« Oh-hoo! Il famoso Ispettore Zenigata! Buona sera anche a lei... »

Rapidamente, Zenigata si fece strada fra i suoi uomini fino ad arrivare ai piedi del balcone « Lupin! » ripeté quasi commosso, « Non sai quanto ho aspettato questo momento! Scendi e fatti arrestare! »

« Uh, penso proprio che dovresti lavorare sulle tue abilità oratorie... non mi hai convinto per niente! No, no. »

Aspettandoselo, l’uomo sorrise « Bene... » disse ridacchiando, « Allora significa che verremo noi a prenderti... ADDOSSO! »

Improvvisamente, dalle ombre alle spalle di Lupin due poliziotti emersero dal nulla, lanciandosi contro il ladro senza alcuna esitazione.

« Preso! » sorrise l'Ispettore con fare vittorioso vedendolo cadere placcato dai suoi agenti, « Ti sei arrugginito con gli anni, eh, Lupin? »

La vittoria pareva ormai sicura quando ad un tratto i poliziotti si alzarono guardando in modo confuso lì doveva doveva esserci Lupin.

« Ispettore! » esclamò uno dei due poliziotti in cima.

« Cosa? »

« Non è Lupin! E' solo un fantoccio! »

Il tempo di realizzare cosa avesse appena detto, che un’altra voce lo attirò.

« Ispettore! » esclamò un secondo poliziotto dietro di lui, « Lupin ha preso il Diario! »

Incredulo, Zenigata si girò e non riuscì a trattenere un ringhio di rabbia quando vide la teca aperta, con nulla dentro.

« Lupin…! » tuonò furioso. Era stato fregato, di nuovo. « Deve aver approfittato dei nostri sguardi incollati sul suo fantoccio per prenderlo! Che tu sia maledetto, Lupin! »

« E' andato da quella parte! » parlò lo stesso poliziotto indicando due porte aperte.

Zenigata annuì, « Forza, muoviamoci! Non ci sfuggirai Lupin!! » gridò poi lanciandosi immediatamente al suo inseguimento, seguito a ruota da una marea di agenti.

In pochi istanti, tutte le guardie uscirono dalla stanza, decisi più che mai a inseguire il fuggitivo. Dall'esterno si potevano chiaramente sentire gli ordini dati per coprire più aree possibili.

« Ma come ha fatto? » domandò uno degli ospiti in sala, non appena soli. « Io non ho visto nulla... »

« Questo è perché la teca non si è mai mossa. » ridacchiò l'agente di polizia che aveva avvertito del furto levandosi cappello e mettendosi una mano sotto il volto, rivelando di avere una maschera, « O meglio, non ancora! »

Un ghigno sul volto dell'uomo fece realizzare con orrore chi fosse veramente, strappando l’ennesimo gemito sorpreso della serata.

« L-Lupin! »

« In carne ed ossa » sghignazzò il ladro schioccando le dita.

Improvvisamente le luci del lampadario si riaccesero, accompagnate dall'apertura in quattro della teca dietro di lui, rivelando che non era altro che una perfetta imitazione fatta con un intelligente gioco di specchi ed illusioni. Irriconoscibile nell'oscurità precedente nella sala.

« Q-Qualcuno chiami le guardie! » tuonò una voce.

« Su, su, non serve. » sorrise Lupin avvicinandosi alla teca vera, « Tanto, prima che si rendano conto di quello che è successo, io avrò già rubato il Diario. »

« E come farai? » domandò una ragazza uscendo dalla folla, « Solo io sono capace di aprirla. E ovviamente, mi rifiuto di farlo. »

« Ha-ha! » rise Lupin indossando un guanto in lattice, « E chi ti ha chiesto qualcosa, mocciosa? »

Senza smettere di sorridere, Lupin toccò la teca con il guanto e, contro ogni aspettativa, la scatola di vetro si aprì in un fischio silenzioso, con l'aria che si stava sbrigando ad occupare il nuovo spazio disponibile.

« C-Cosa?! » tuonò la ragazza, davvero una mossa inaspettata.

« Dovresti imparare ad non accettare drink dagli sconosciuti... anche se umili maggiordomi. » si limitò a rispondere Lupin prendendo il Diario e mettendolo dentro alla tracolla che aveva appresso.

Ricordandosi del thè alla pesca, la ragazza serrò i denti con fare frustrato.

« Molto bene. » riprese Lupin voltandosi, « Direi che è ora di andare... vi ringrazio di tutto ed è stata una serata davvero fantastica! » rise esibendosi in inchini e altri gesti di appezzamento.

« Non te lo permetterò, dannato ladro! » gridò la ragazza dai capelli castani lanciandosi attorno alla vita di Lupin e bloccandolo. Il ladro, a sua volta, non riuscì ad evitare quell'improvvisa carica a testa bassa, rimanendo inchiodato sul posto.

« E-Ehi, ragazzina! Scollati di dosso! »

« Lupin è qui! » informò qualcuno dal corridoio, indicando il ladro affianco alla teca.

Immediatamente, il super esercito di poliziotti guidati da Zenigata, si bloccarono davanti alle porte, pronte a catturare il famoso criminale.

« LUPIN!! MALEDETTO!! SEI IN ARRE... sto...? » esclamò l'Ispettore, ma all’ultimo si bloccò, confuso « Aspetta... ma tu... tu non sei Lupin! »

La ragazza con le braccia attorno a lui alzò lo sguardo, anch'essa confusa. In che senso “Non era Lupin”?

Guardandolo meglio, si ricordò che dalle foto viste in precedenza, Lupin aveva capelli e occhi scuri, con tanto di basette. Ma quel Lupin... quel Lupin aveva i capelli castano scuro e gli occhi di un giallo... dorato. Inoltre era anche parecchio giovane, sicuramente della sua stessa età.

« E invece ti sbagli, Nonnino. » rispose il ladro, « Io sono proprio Lupin. »

« Non chiamarmi “Nonnino”! Chi sei!? » ringhiò l'Ispettore, fermo sulla soglia della porta.

Era da tutta la serata che aspettava quella domanda.

« Il mio nome? » soghiggnò Lupin alzando le mani al cielo, smettendo ad un tratto di combattere contro la ragazza, « Il mio nome è Arsenio Lupin Quarto. »

L'istante dopo da sotto il travestimento da poliziotto fasullo cominciarono ad uscire quantità immani di fumo, avvolgendo in poco tempo l'intera sala di una spessa cortina fumogena.

« L-Lupin!! Cosa significa che sei “Lupin Quarto”?! » tossì Zenigata muovendo le braccia alla cieca.

« Alla prossima, Nonnino! » si limitò a rispondere una voce in una risata che si faceva sempre più lontano.

Nel fumo, Zenigata cercò la ragazza, e quando la vide anche lei muoversi a bracciate, capì subito: Lupin era fuggito. « A tutte le unità! Lupin sta scappando! Inseguitelo! »

Sorridente come un uomo che aveva vinto alla lotteria e con un nuovo cambio di vestiti costituiti da una giacca bianca su una camicia a righe rossa, una cravatta nera e un paio di jeans color blu marino, Quarto si lanciò attraverso i corridoi correndo veloce come freccia, seguito a ruota da una marea di poliziotti e scudi antisommossa.

« E' lì! Prendetelo, prendetelo! » gridarono una decina di guardie sbarrandogli la strada.

« Pensate davvero di potermi fermare così facilmente? » domandò Lupin saltando sulla testa di un poliziotto e atterrando in mezzo al mucchio, mani in tasca e sorriso ammaliante sul volto.

Rapidamente estrasse due granate accecanti e le lanciò in aria. « Occhio in alto! » esclamò chinandosi a palpebre serrate.

L'attimo dopo, le granate esplosero all'unisono, creando un così forte abbaglio che costrinse ad indietreggiare tutti gli agenti di polizia in sala, aprendogli così un varco che, ovviamente, sfruttò senza idugi.

Lanciandosi in un'altra corsa a rotta di collo, Lupin si tolse i tappi di cera dalle orecchie e si infilò nell'apertura, tornando sui corridoi giallini, schivando ed evitando le varie guardie senza alcuno sforzo.  Nulla poteva fermarlo, e chi ci provava, finiva inevitabilmente con la faccia a terra o aggirato senza nemmeno rendersene conto. Era un po' come guardare una scimmia dannatamente furba e agile che scappava dai guardiani dello zoo che cercavano disperatamente di catturarla.

Ad un tratto, una saracinesca sul percorso cominciò ad abbassarsi, pronta a chiudere Lupin fra lei e le guardie in arrivo. Prevedendo quella mossa, il ladro scattò con rapida maestra e si infilò sotto con un'agile capriola, trasformando così quello che doveva bloccarlo in qualcosa che invece impedì ai poliziotti dall'altro lato di passare.

« Ciao, ciao! » sorrise beffardo con una mano rivolta alle guardie premute sulla saracinesca, una sopra l'altra.

Rilassato per l'aver seminato i suoi inseguitori, Lupin trotterellò in piccoli saltelli soddisfatti in una porta lì vicino sbucando, come previsto, nella tromba delle scale di sicurezza del museo. Ora non gli rimaneva che raggiungere il tetto.

« LUPIN!! » gridò una voce sotto di lui, facendolo sporgere incuriosito, « SEI IN ARRESTO!! »

« Oh, cavolo... già qui? » parlò fa sé e sé ricominciando a correre frettolosamente, nuovamente inseguito da altri agenti di polizia che, tutti schiacciati sulla tromba delle scale, creavano un buffo e lungo serpente blu fatto di carne e scudi di metallo.

« MALEDIZIONE! » parlò Zenigata, a capo di quella fila, « LUPIN, FERMATI!! »

« Scusa Nonnino! Vorrei fermarmi a parlare, magari farmi anche un thè, ma come vedi c'è un po' troppa gente! » esclamò Lupin schivando alcuni poliziotti usciti da una porta nel tentativo di intercettarlo, riuscendo invece, a ricevere solamente un calcio sul posteriore, « Attenzione là sotto! » ridacchiò il ladro guardandoli rotolare giù per le scale e finire addosso ai loro colleghi, rallentandoli.

Senza smettere di sogghignare, Lupin continuò la sua corsa su per le scale, arrivando pochi secondi dopo sull'eliporto posto in cima al tetto.

Seguendo il suo piano di fuga, prese una sbarra di metallo preparata in precedenza e serrò la porta. Ora non rimaneva che aspettare.

Riconcedendosi un attimo di pausa, Lupin avanzò fischiando allegramente e con distrazione, perso nel guardare l'illuminata Tokyo notturna, una bellezza fatta di luci e colori in una città che non conosceva il significato della parola “stanchezza”.

« A quanto vedo sembra che qui ci sia qualcuno oltre al Nonnino che non vuole che lasci il palco... che ne dici di uscire fuori? » disse ad un tratto senza distogliere lo sguardo dalla metropoli, mentre di sotto fondo già si sentivano i tentativi di sfondare la porta da parte della polizia.

« E così tu saresti il figlio di Lupin Terzo? » domandò la ragazza dai capelli castano ramato, uscendo da dietro alcuni box.

« Esatto... vuoi per caso il mio autografo? Però non ho una penna. »

« Magari più tardi quando firmerai i documenti per l'ergastolo. Ma per ora voglio soltanto che tu mi restituisca il Diario. »

Lupin scrollò le spalle, « Non so chi tu sia, ma devo ammettere che sei stata in gamba per aver capito il dove stavo andando per poi esserti fatta tre piani di corsa solo per aspettarmi. Mi è concesso sapere il suo nome, milady? »

« Era ovvio. Dove potrebbe mai fuggire un ladruncolo se il piano terra del luogo dove ruba è fatto quasi unicamente da poliziotti? » sorrise la sconosciuta, « Comunque sia, ti ringrazio del complimento ma non credo che ti dirò chi sono: i nomi sono per gli amici. »

« Wow, con calma “Regina di Ghiaccio”, volevo solo essere cortese. » disse Lupin alzando le mani ad altezza petto come in segno di resa. Non sembrava affatto preoccupato.

« A cosa ti serve il Diario? L'intero libro è scritto in un codice incomprensibile se non a Leonardo stesso... peccato che proprio quest'ultimo sia morto da più di cinquecento anni. »

« E allora? Nulla mi impedisce di metterci le mani sopra e giocherellarci un po' » rispose Lupin facendo le spallucce, « E poi ammettiamolo, soffro di una mania di protagonismo e mi piace mettermi in mostra. Di sicuro con questo colpo il nome “Lupin” tornerà ad essere il terrore dei ricchi. »

La ragazza non riuscì a sorridere a sua volta vedendo tanta sicurezza.

« Mi piacerebbe continuare a conversare con te, ma a quanto pare dovrò proprio usare la forza per prendertelo... »

Detto ciò, la sconosciuta si piegò leggermente sulle ginocchia e si lanciò su Lupin, pronto a colpirlo con tutta la sua forza. Dalla velocità e dalla forza avrebbe anche funzionato, ma quest'ultimo si scansò rapidamente sul fianco, schivando il colpo proprio a pochi quanto letali centimetri.

« Noto che fai karate... figurarsi se un povero “ladruncolo” come me abbia il coraggio di affrontarti corpo a corpo. » commentò Lupin continuando a schivare con fluidità ogni colpo, quasi come se sapesse già in anticipo gli attacchi in arrivo.

Irritata, la ragazza dai capelli castani cominciò a far uso anche delle sue mosse più letali, muovendosi con agilità a dir poco disumana.

Ma, nonostante ciò, Lupin continuava a schivare ogni attacco con una facilità quasi beffarda, come se nemmeno si stesse impegnando, tenendo addirittura le mani in tasca. Tentare di colpirlo era come cercare di afferrare la nebbia: c'era, ma era impossibile toccarla. Non ci mise molto a rendersi conto che il Lupin che aveva davanti, era ad un livello ben superiore al suo.

E ad ogni colpo andato a vuoto o parato, la ragazza non riusciva a non stringere i denti con ira. « Perché non riesco a colpirti?! » gridò ansimando, ormai senza più energie.

Approfittando di quell'attimo di pausa, Lupin le scivolò alle spalle e afferrandole con forza entrambi i polsi, glielì portò dietro la schiena.

« Scherzetto. Non sono poi il “povero ladruncolo” che ho detto. » commentò il ladro tenendola ben ferma.

« Maledetto...! » ringhiò la ragazza tentando di divincolarsi, inutilmente. « Lasciami! »

« E adesso che vogliamo fare, Regina di Ghiaccio? » un sorriso seducente e allo stesso tempo furbesco apparve sul volto del castano,

« Cosa vuo- » non riuscì a finire la frase che le parole le morirono in bocca, soffocate dall'improvviso bacio alla francese di Lupin. Per un momento la ragazza valutò di chiudere la bocca a scatto e staccargli la lingua, ma per un qualche misterioso motivo, non trovò la forza, lasciandola alla mercé di quel ladruncolo da strapazzo.

E quando infine i due volti si separarono, l'attimo successivo, la porta dell'eliporto si aprì di colpo, subito seguita dall'irruzione della polizia sul tetto.

« Lupin! » urlò Zenigata manette in mano, « Sei in trappola! »

« Nonnino! Ce ne hai messo di tempo! » commentò Lupin tenendo la ragazza ben ferma mentre attorno a lui gli agenti si asserragliavano formando un cerchio pronto a chiudersi di scatto al primo passo falso del ladro.

Come Zenigata notò la ragazza, un'espressione di pura rabbia mista a preoccupazione si dipinse sul volto. « Ally! » ringhiò a denti stretti.

« E così ti chiami Ally, bel nome. » sorrise Lupin all'orecchio della ragazza, che rispose con un “Lasciami andare!”.

« Dimmi la verità, Lupin. » parlò l'Ispettore assumendo una calma innaturale, osservandolo con sguardo serio, dritto negli occhi, « Che fine ha fatto Lupin Terzo? Tu sei... sei veramente suo figlio? »

Lupin Quarto ricambiò guardandolo dritto nelle palle degli occhi con severità « E' morto. » rispose senza scomporsi. « Nessun trucco, nessuna finzione. Io sono veramente suo figlio, la sua eredità. »

Zenigata abbassò il capo con fare triste, riconoscendo sia le tattiche che il carattere del suo eterno rivale. « Lupin... » disse con volto cupo, lo sguardo nascosto dal suo cappello beige « … se lascerai andare l'ostaggio e ti consegni a noi, giuro sul mio onore da poliziotto, che non ti sarà fatto nulla. Sei ancora in tempo per tornare sui tuoi passi, per vivere una vita normale. »

Lupin guardò l'uomo con sguardo interrogatorio, come se si stesse chiedendo dal profondo dell'animo se poteva fidarsi o meno. Trascorse qualche secondo, tutti passati in un testa a testa di sguardi fra il ladro e l'ispettore di polizia, come se stessero dialogando in silenzio fra di loro. Infine, senza dir nulla, Lupin lanciò dolcemente la ragazza verso l'Ispettore, alzando poi le mani verso cielo.

« Hai fatto la scelta giusta, figliolo. » commentò Zenigata consegnando la ragazza ad un agente vicino ed estraendo le manette, pronto ad arrestare il figlio della sua nemesi.

Ad un tratto, notò un ghigno nel volto del ragazzo. « Scusa Nonnino. » sorrise Lupin per l'ennesima volta, indietreggiando con le braccia leggermente alzate e le mani aperte, « Ma non è nelle mie intenzioni farmi catturare. Del resto... “ladro una volta, ladro per sempre”, non è così? »

Il tempo che Zenigata comprendesse quelle parole, che improvvisamente, dal nulla oscuro della notte, uscì veloce un elicottero nero pece diretto proprio sul tetto, facendogli realizzare solo in quel momento che l'intero cielo era pulito, sgombro dagli elicotteri di polizia che fino a poco fa dominavano incontrastati.

« Fermatelo!! » gridò l'Ispettore cominciando a correre. I poliziotti troppo lenti a reagire.

« Alla prossima, Nonnino! » salutò Lupin afferrando al volo la scaletta che pendeva dal velivolo, alzandosi immediatamente da terra.

« Lupin! » esclamò Zenigata tentando di afferrarlo, riuscendo solo a toccargli appena la punta della scarpa.

« Addio, Ally! E spero che ti ricorderai di me ogni volta che ti sfiorerai le labbra! » gridò Lupin agitando un braccio e facendo l'occhiolino.

Sentendo quelle parole, Ally non riuscì a non divampare dall'imbarazzo, diventando più rossa di un pomodoro.

« LUPIN!! » gridò ancora l'Ispettore sul bordo dell'eliporto, saltando e schiamazzando mentre alcuni agenti lo tenevano fermo prima che cadesse, « LUPIN, CHE TU SIA MALEDETTO!! TI ARRESTERO'!! »

Anche Ally si avvicinò sul bordo, osservando con rapito interesse il ladro appeso alla scaletta scomparire sempre più lentamente nella notte.

« Lupin... Quarto... ? » mormorò sfiorandosi le labbra.

 

 

« Oh, cavolo! Pensavo non sareste più venuti a prendermi! » sospirò Lupin lasciandosi andare sul sedile dell'elicottero.

« L'hai preso? » domandò Jigen alla guida.

Sorridendo, Lupin mise una mano nella tracolla e tirò fuori il Diario Da Vinci. « Dubitavi, Zietto? »

Il gangster ricambiò il sorriso, « No. »

« Mi vuoi dire a cosa ti serve? » domandò Fujiko girandosi per osservarlo mentre sfogliava il manufatto.

« Diciamo che qui dentro ci possono essere cose che potranno essermi utile per superare mio padre. »

« Ci tieni proprio ad essere migliore di Lupin Terzo, eh? »

« E' sempre stata tradizione della mia famiglia Arsenio avere come obiettivo principale il superamento dei propri predecessori, giusto? Be', io non sarò di meno. Come mio padre superò mio nonno, io supererò lui. »

« Se il mio orgoglio! » esclamò la donna dandogli un bacio emozionato sulla guancia.

« Grazie, Mamma. » rispose il ragazzo senza staccare gli occhi dal libro.

Jigen si lasciò sfuggire una nuvola di fumo, guardandolo attraverso lo specchietto dell'elicottero « Tuo padre sarebbe fiero di te. »

« Mio padre? » una nota di sfida era udibile nella voce del ragazzo, facendogli alzare gli occhi verso il cielo visibile attraverso i finestrini dell'elicottero, come se stesse dialogando con qualcuno davanti a lui, « Guardami “Terzo”... » sorrise chiudendo il libro con un colpo secco « … perché il mondo non si dimenticherà così facilmente della famiglia Arsenio. »

Senza dir nulla, Jigen e Fujiko si misero ad osservare Arsenio Lupin Quarto non riuscendo a trattenere un ghigno soddisfatto:

il leggendario Genio di Arsenio Lupin Terzo;

la pericolosa Astuzia di Fujiko Mine;

l'infallibile Mira di Daisuke Jigen;

la maestria dell'Arte del combattimento di Goemon Ishikawa;

Quel ragazzo aveva ereditato tutte quelle caratteristiche, trasformandolo nel più pericoloso Arsenio della storia.

Nessuno era più degno di lui come successore di Lupin Terzo.

 


Angolo dell'Autore:

Ehilà! E con questo si conclude il prologo dell'inizio della leggenda di Lupin IV!
Spero che abbia soddisfatto le vostre aspettative come "degno successore di Lupin Terzo" :D
Che dire? Spero che vi sia piaciuto e a questo punto vi lascio con la "schedina personaggio" del nostro giovane ladro, cosa che presenterò ad ogni fine capitolo nel caso si aggiunga qualche personaggio importante nella storia!
A presto, il vostro Scrittore Misterioso.





Arsenio Lupin IV

     



Nome: Arsenio Lupin IV (pronuncia: “Arsene Rupan Yonsen” in giapponese)
Sesso: Maschio
Altezza: 178 cm
Peso: 65 kg
Capelli: castani
Occhi: ambra
Professione: ladro / studente
Nazionalità: giapponese - ? - Si sospetta straniera dato il nome della madre “Louise”, francese probabilmente.
Età: 17
Carattere psicologico: tendenzialmente logorroico e sarcastico. E' molto sfaticato per quanto riguarda cose che non gli interessano, ma se trova la motivazione giusta è capace di tutto. Ama fare ironia e battute anche nelle peggiori delle situazioni, quindi è difficile vederlo giù di morale. Una prima impressione potrebbe far sembrare Lupin una persona totalmente immatura e per nulla seria, ma nel momento del bisogno Lupin si è dimostrato una persona più che affidabile.

Abilità:
-Mente geniale e ottimo intuito;
-Maestro nel travestimento;
-Abile combattente ravvicinato e a distanza;

Parenti :
-Arsenio Lupin III (Padre, deceduto);
-? Louise (Madre, deceduta);
-Daisuke Jigen (Padre adottivo, attivo);
-Fujiko Mine (Madre adottiva, attiva);


Arma preferita: Berretta 92
Il suo motto: "Sarò il più grande Arsenio della storia! Io, Lupin IV, supererò mio padre!"
Curiosità: come suo padre, Lupin è allergico al polipo e ama tentare di sedurre le donne... ma raramente ci riesce. Ho detto raramente, non mai.

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Capitolo 2
*** Capitolo uno - Un anno dopo ***


Capitolo uno
    Un anno dopo...

 

Il sole del pomeriggio splendeva alto nel cielo azzurro di Tokyo, donando alla gigantesca metropoli un calore tranquillo e piacevole, perfetto per una bella passeggiata dedita a sgranchirsi un po' le gambe.

Fischiettando un motivetto allegro mentre controllava la busta della spesa, Lupin, travestito da comune ragazzo con i capelli scuri, gli occhi verdi ed un paio di occhiali, uscì dal mini-market lasciando che le porte scorrevoli si chiudessero dietro di lui.

« Direi che c'è tutto. » borbottò infilandosi un bastoncino ricoperto di cioccolato fra i denti, mettendosi poi a mordicchiarlo con piacere, « E adesso dove andiamo? »

Aveva ancora un sacco di tempo a disposizione e, ad essere onesti, non aveva voglia di tornare a casa. Ma non era perché non gli piaceva, anzi, stava bene finché aveva della bella compagnia, ma più che altro era perché se fosse tornato la sua mente si sarebbe automaticamente proiettata sul prossimo furto nonostante questi fosse completamente pronto.

Così, con uno stiracchiarsi annoiato e uno sbadiglio, Lupin prese una direzione a caso e si mise a camminare.

Era ormai passato un anno dal suo grande debutto nel mondo della criminalità, facendo tornare la famiglia Arsenio negli incubi di ricchi milionari o uomini potenti che possedevano grandi tesori. Dalle sue fonti, non appena i media annunciarono che Lupin era tornato, chiunque aveva un tesoro importante iniziò a reclutare compagnie di sicurezza privata d'élite e ad installare sistemi di sorveglianza all'avanguardia pregando in ginocchio che ciò fosse abbastanza. Alcuni avevano perfino assoldato assassini.

Come andarono a finire tutti quei tentativi di protezione da Lupin? Be' partendo subito dal presupposto che grazie a quelle vampate di panico generale individuare chi aveva qualcosa di valore era diventato davvero uno scherzo. Cioé, quante persone si potevano permettere mercenari e sistemi di sicurezza di nuova generazione? In ogni caso, e ovviamente, uno dopo l'altro, fallirono miseramente. Le compagnie e i sistemi di sicurezza venivano aggirati, la polizia ingannata e gli assassini presi in scacco facendoli finire in trappole dove presto sarebbero stati raggiunti dalle autorità.

Ben presto il mondo si rese conto che solo una persona poteva tenere testa a quel ladro così inafferrabile, che solo una persona aveva un briciolo di possibilità e di esperienza per acciuffare ciò che era inaciuffabile. Ben presto, l'Ispettore Koichi Zenigata tornò ad essere una presenza fondamentale anzi, vitale, per la cattura di Lupin.

Peccato che, come con il padre, anche quest'ultimo finiva con il venire ingannato dal figlio della sua nemesi, facendolo spesso rimanere con l'amaro in bocca e un solo nome nelle grida: “Lupin!”. Però, almeno ci andava vicino. Più di una volta l'intuito e gli anni di Zenigata avevano anticipato Lupin, rendendo estremamente difficili colpi perfettamente pianificati Ma del resto è proprio questo che da' quel pizzico di pepe in più alla criminalità, no?

Insomma, tutto sommato, ogni cosa stava andando a gonfie vele.

All'improvviso un sinistro risolino strappò Lupin dai suoi pensieri, facendogli rizzare le orecchie come un cane farebbe quando sentiva qualcosa che non andava.

« Eddai bambolina... » ridacchiò una voce proveniente da uno dei vicoli, « Non essere così fredda, esci con noi! »

Il motivetto di Lupin gli morì in un lungo fischio acuto. Wow, finalmente poteva vedere in azione quei famosi teppistelli “insisti che tanto ti dice comunque di no”, com'è che si chiamavano? Poveri disperati?

Curioso, si Lupin avvicinò e lanciò un occhio dentro al vicolo, trovando -come si aspettava dall'intensità delle risate e dalle voci- sei ragazzi dall'aspetto poco rassicurante disposti a cerchio attorno ad una deliziosa signorina dagli incantevoli occhi nocciola e dei corti capelli di un bel castano ramato. Ovvio come il sole che era fatto apposta in modo che, se la ragazza avesse voluto andarsene, non sarebbe andata via tanto facilmente.

Lupin si fermò qualche istante ad osservare la tipa... era davvero carina, certo... ma era sicura di averla già vista, ma dove?

Non riuscendo a farselo venire in mente, Lupin si appoggiò al muretto fuori dalla vista di quei brutti ceffi e rimase ad ascoltarli mentre continuavano a fare proposte indecenti e richieste di appuntamenti di gruppo in luoghi isolati, mostrando chiaramente le loro perverse intenzioni.

E vedendo il volto scocciato della ragazza, Lupin sospirò. « Dovrebbero trovare un modo più elegante per provarci con il gentil sesso. » mormorò uscendo allo scoperto, armandosi di un falso sorriso a trentadue denti dispiaciuto.

Immediatamente, gli sguardi si posarono su di lui. « Eccoti! » esclamò poi facendosi spazio fra le occhiataccie in cagnesco dei teppisti nel vederlo avvicinarsi con così tanta cordialità, « Dov'eri sparita, ti stavo cercando ovunque! » continuò afferrando la mano della ragazza e trascinandola via, « Scusate, e grazie per aver badato a lei! » ridacchiò mostrandosi umilmente dispiaciuto, « Ora andia- »

« E tu chi sei? » domandò la ragazza guardandolo storto.

La scena si gelò all'istante, lasciando i due ragazzi stretti per mano nel bel mezzo del cerchio di teppisti, tutti ora con un seccato ringhio sulle labbra. Con ogni probabilità, quel tentato scherzetto non gli era piaciuto affatto.

« Ma come? » tentò di recuperare Lupin, pensando fosse ovvio l'aiuto arrivato dal cielo, « Oggi dovevamo uscire a fare shopping, non ricordi? » i suoi occhi stavano letteralmente mandando messaggi in codice sul fatto di sostenere il gioco.

« Non ti conosco. » disse ancora la sconosciuta, allontanando la mano.

« Oh, andiamo! » borbottò Lupin, « Voglio dire, volevo solo aiutarti! »

« Non ne ho bisogno. » rispose la ragazza dandogli le spalle, pronta ad uscire dei vicolo. Ma come fece un passo di troppo, tre teppisti le sbarrarono la strada.

« Non così in fretta, bambolina. » sorrisero avanzando con prepotenza, « Ancora non ci hai detto di sì... sai com'è, non ci accontentiamo di semplici soldi come ricompensa. »

« I patti sono stati chiari. » disse la sconosciuta, per nulla intimorita, « Non voglio sentire modifiche sul pagamento o altro. » si mosse i capelli dietro le spalle con una mano, mostrando un evidente segno di disinteressamento. « Ora andatevene e non fatevi mai più vedere. »

« Altrimenti che fai? » ridacchiò quello al centro.

Per tutta risposta, la ragazza scattò in avanti e donò all'uomo un pugno dritto nello stomaco, colpendolo talmente forte da spiazzarlo per poi farlo cadere al suolo privo di sensi. « Altrimenti faccio questo. » disse la ragazza senza battere ciglio. Sembrava odiare a morte stare là in mezzo, non vedendo l'ora di andarsene.

Dopo qualche attimo di sorpresa iniziale, l'uomo alla sua sinistra gridò. « Ammazziamola! » ringhiò caricandola con un gancio che venne facilmente schivato, ricambiato poi con un colpo secco del dorso della mano sul collo, stordendolo all'istante.

Senza mostrare alcuna pietà o emozione, la ragazza si girò verso quello a destra. « Ne vuoi anch- » le parole gli morirono in bocca quando lo vide armato di una pistola carica e puntata su di lei. A quella distanza, era impossibile avvicinarsi senza fargli premere il grilletto, voluto o presa di panico che fosse non poteva rischiare di far alzare uno sparo nel bel mezzo di una città.

Indecisa sul cosa fare, la ragazza rimase immobile osservando l'uomo puntarle l'arma addosso finché, ad un tratto, un calcio disarmò il teppista e gli fece perdere l'equilibrio, dando così il tempo al misterioso assalitore di eseguire un secondo calcio che lo colpì dritto in faccia, mandandolo K.O.

« Come ho detto. » disse Lupin battendo le mani nello stesso modo in cui farebbe qualcuno dopo aver concluso le pulizie, « Volevo solo aiutarti. »

Sorpresa, la ragazza lo fissò per un po' prima di guardare gli altre tre teppisti, trovandoli a terra, anch'essi svenuti. « Potevo benissimo farcela da sola. » borbottò fredda.

« Anche contro il tipo armato di pistola? » sorrise Lupin, « Non importa come la vedi, sarebbe bastato un passo falso e quello ti avrebbe sparato... e di sicuro le tue arti marziali non ti avrebbero salvato da un proiettile in pieno petto. »

« E tu? Come li hai sconfitti? » domandò la ragazza incrociando le braccia, « Affrontare tre teppisti più uno armato non è cosa che un semplice civile sa fare. »

« Ma io non sono un semplice civile. » ridacchiò il ladro facendo le spallucce, « Te, invece? Non è molto sicuro per una ragazza presentarsi in un appuntamento con sei ragazzi dall'aspetto per nulla rassicurante... Inoltre ho sentito parlare di una ricompensa, quindi di certo gli avrai chiesto di fare qualcosa... »

« Cose riservate, non ti dovrebbero interessare. »

« Se ti affidi a della gentaglia come loro, allora è sicuro che non si tratta di cose così riservate. Sfortunatamente sono un curiosone e scommetto che quando si risveglieranno, saranno al mio completo servizio. » disse Lupin sedendosi su uno degli uomini a terra, « Con le buone o con le cattive. »

La ragazza sospirò. « Informazioni. » rispose appoggiandosi al muretto, « Informazioni su Lupin Quarto. »

« E perché cerchi informazioni su di lui? Quel bellissimo quanto magnifico ladro? »

« Perché ho un conto in sospeso con quel farabutto. Devo fargliela pagare, e con gli interessi. Salati interessi. » aggiunse la ragazza con tono arrabbiato. Accipicchia, qualsiasi cosa avesse a che fare con Lupin, doveva essere una cosa davvero seria. Con la mente il ragazzo ripercorse la sua vita all'indietro, alla ricerca di un qualche fatto che avrebbe potuto far arrabbiare una fanciulla come lei.

« Cosa ti ha fatto? » domandò Lupin, ora più curioso.

Improvvisamente, un grido seguito dal suono di innumerevoli passi falciò l'aria.

« Devono essere quelli! » urlò un uomo spuntando dall'altra parte del vicolo, indicandoli ad una folla di teppisti armati con le più svariate armi da combattimento da strada. « Addosso! »

Era ovvio che si trattavano dei rinforzi dei teppisti che aveva pestato, ma Lupin non capì come avessero fatto a trovarli finché non vide uno degli uomini svenuti con il cellulare in mano. Maledizione, per colpa della discussione non l'aveva notato.

« Qui la vedo brutta! » esclamò poi saltando in piedi e correndo dal lato opposto di quella folla urlante fatta di barbari da strada lanciati verso di loro, « Scappiamo! »

Ma, ignorandolo, la sconosciuta sogghignò. « Una Zenigata non scappa mai quando si tratta di combattere. »

Al suono di quelle parole, Lupin si bloccò sul posto. « Prego? » domandò girandosi verso di lei, sicuro di non aver capito bene, « Hai detto “Zenigata”? »

« Esattamente. » disse la ragazza allargando le gambe e muovendo un pugno leggermente in avanti, mostrando una fiera posa da combattimento in stile arti marziali. « Il mio nome è Allison Zenigata, figlia del grande Ispettore Koichi Zenigata, e sarò colei che catturerà Arsenio Lupin Quarto! » gridò con determinazione e il ghigno che si allargava, come eccitata per averlo detto, « E proprio stasera, sarà la mia grande occasione! Ci ho messo un anno intero per convincere mio padre a farmi riammettere nelle sue operazioni per la cattura di Lupin... Non posso di certo farmi battere da questi teppisti da quattro soldi. »

Allison Zenigata? Primo bacio rubato? Fargliela pagare?

Come un'onda che si infrangeva su una scogliera, ad un tratto la memoria di Lupin scattò, e di colpo riconobbe la ragazza davanti a lui: ecco dove l'aveva vista! Era la stessa del museo di Tokyo un anno fa! Allison Zenigata! Ora capiva il senso del nome “Ally”! E il perché ce l'aveva così tanto con lui...

« Aspetta, che cosa? » esclamò Lupin a mascella spalancata, « Tu sei sua figlia?! » Quella bellezza, figlia di Nonnino?!

La ragazza non rispose, troppo occupata ad evitare i primi due assalitori e riempirli di calci e pugni. In quell'istante Lupin intuì che era il momento di fuggire, scappare prima che succedesse qualcosa ed Allison lo riconoscesse, ma ad un tratto dei teppisti che avevano avuto la decenza di aggirarli, uscirono dall'altro lato del vicolo e sbarrarono anche l'ultima uscita, rendendo impossibile andarsene da lì senza combattere.

« Okay... » borbottò Lupin preparando i muscoli, « Questo ruberà un sacco di tempo. »

 

 

Lavorare per la Hound Corporation non era esattamente la sua miglior prospettiva di vita, ma quelli pagavano profumatamente, quindi andava bene.

Ormai aveva fatto così tanti lavori per loro che sapeva a memoria ogni dettaglio dell'edificio, così, una volta uscito dall'ascensore, Logan si diresse verso la sala riunioni senza nemmeno aspettare le istruzioni della segretaria che lo stava aspettando, ignorando inoltre le sue richieste di spegnere la sigaretta.

Rapido e abituato a fare lo stesso percorso ogni volta che veniva chiamato, Logan attraversò le porte della sala riunioni e si sedette sulla sedia a capo della lunga tavola di vetro, mettendosi faccia a faccia con il suo cliente: Oscar Hound.

« Ti vedo bene, Logan Bishop. » sorrise il presidente della Hound Corporation,

« Evita le formalità e dimmi subito che devo fare. » schioccò Logan rapido e letale come una frusta, « Chi devo uccidere? »

Oscar rise di gusto mentre faceva segno ad una delle tante guardie nella sala di farsi avanti, porgendo a Logan una cartella con un bersaglio e un assegno con una cifra a dieci zeri.

« Questo sarà il tuo ultimo incarico. » continuò Oscar senza smettere di sorridere, « E dato che fino ad ora mi hai sempre lasciato soddisfatto, ho voluto darti come regalo d'addio una generosa ricompensa e un bersaglio degno del miglior assassino del mondo. »

Aperta la cartella, Logan lanciò uno sguardo scettico all'uomo. « E' un ragazzino. » disse leggermente irritato, sentendosi preso in giro.

« Sì, ma come hai potuto vedere dai rapporti, polizia e altri assassini non sono mai riusciti a prenderlo. E' come un fantasma nella nebbia. »

Logan sospirò. « Sarà l'ultimo? » domandò leggendo il resto delle informazioni.

« Sarà l'ultimo. » ripeté Oscar.

« Allora va bene. » disse Logan alzandosi e gettando la cartella nel bel mezzo della tavola, facendo sfilare dalla busta la foto del suo obbiettivo che scivolò fino a fermarsi davanti ad Oscar, « Lo ucciderò, ma che questo sia veramente l'ultimo, intesi? Non voglio avere più nulla a che fare con voi. » disse dando poi le spalle e dirigendosi verso l'uscita, imprecando sotto voce della mostruosità che stava per fare.

Oscar invece trasformò il suo sorriso in un ghigno mentre osservava dall'alto in basso la foto, una foto di un ragazzo dai capelli castani e gli color ambra, la foto di Arsenio Lupin IV.
 


Angolo dell'autore:

Come al solito, grazie a tutti e le mie sentite scuse per il ritardo del capitolo nonostante fosse pronto... diciamo che, sfortunatamete, ho avuto parecchi ritardi... spero mi perdoniate con l'arrivo della mitica figlia di Zenigata! :D
Grazie ai miei primi due recensori e a chi l'ha messo nelle seguite!
Non ho altro da dire... alla prossima!


Allison Zenigata

 

Nome: Allison Zenigata

Sesso: Femmina
Altezza: 172 cm
Peso: 60 kg
Capelli: castano ramato
Occhi: nocciola
Professione: ispettore di polizia indipendente / studente
Nazionalità: giapponese – americana
Età: 17

Carattere: in breve è la classica ragazza determinata pronta a tutto per raggiungere il suo obbiettivo. Arrogante e spigolosa, Allison è una ragazza forte guidata da una forza di volontà impressionate. Ma, alla sua prima situazione imbarazzante finisce con l'arrossire e perdere ogni forza, diventando una dolce e indifesa fanciulla. Utilizzando un'espressione giapponese, è una tsundere.

 

Abilità:
- Mente geniale e grande intuito;
- Ottima poliziotta;
-Abile nel combattimento ravvicinato e a distanza;

Parenti :
-Koichi Zenigata (Padre, attivo);
-Sarah Zenigata (Madre, deceduta);


Arma preferita: Colt M1911
Il suo motto: "Lupin, sciagurato e playboy che non sei altro!"
Curiosità: Allison è un'amante dei thriller e gialli. Va' pazza per lo spezzatino di manzo mentre il suo eroe è Sherlock Holmes.

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