L'amore è acqua

di Sarasvathi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Die Hasen! ***
Capitolo 2: *** Earthquake ***
Capitolo 3: *** A Regretting Wiosna ***
Capitolo 4: *** Koyaanisqatsi ***
Capitolo 5: *** Different Sense ***
Capitolo 6: *** Beautiful Chords ***
Capitolo 7: *** Totally Confused ***
Capitolo 8: *** I'll kill you ***
Capitolo 9: *** Just for tonight ***
Capitolo 10: *** What a big surprise ***
Capitolo 11: *** Tears ***
Capitolo 12: *** Lyssa, let me forget about you ***
Capitolo 13: *** Love is the Answer ***
Capitolo 14: *** Minsunderstandings ***
Capitolo 15: *** Enki in Skaði; Chione in Yam ***



Capitolo 1
*** Die Hasen! ***


Non sapeva perché Zelo lo stesse consolando, continuando a insultare senza sosta Bang.
“…è solo uno stronzo quando fa così, non devi nemmeno ascoltarlo; non l’ha fatto apposta a trattarti così e comunque quel coniglietto non potevi mica lasciarlo in mezzo alla strada, è così carino. Aspetta…”
Zelo si alzò dal letto di Himchan e andò a prendere il coniglietto dalla scatola di cartone, portandolo a fianco del viso del suo hyung, scoppiando a ridere “Ti assomiglia proprio”
Himchan spintonò Zelo ridendo “Ho capito, la smetto di piangere”
Il piccolo sembrava soddisfatto e aggiunse “Non lo diamo un nome a questa bestiolina?” poi avvicinò la sua faccia al naso del coniglio piegando le labbra in un sorriso.
“Non lo so, comunque io non sapevo che allo hyung non piacessero i conigli…”
“Già, neanche io sapevo che li odiasse. L’ho scoperto oggi” disse Zelo appoggiando il coniglio nella sua scatola, poi guardando l’animale: “Mi sa che non starai molto con noi, sarebbe un peccato sceglierti un nome e poi doverti dare via, non credi?”
“Grazie Jun Hong” sorrise timidamente Himchan
“Bene bene, andiamo di là dagli altri che li ho sentiti rientrare: chissà cosa penseranno se rimaniamo qui chiusi ancora per qualche minuto!”
“Junah! Cosa dici?” arrossì il grande.
Zelo aprì la porta e cominciò a improvvisare qualche frase per i corridoi della casa, qualcosa che sarebbe potuto servire per la prossima canzone a cui i B.A.P. stavano lavorando.
 
“Ragazzi sono a casa!” aveva urlato Himchan, stringendo una scatola di cartone e un sorriso radiante.
“Cos’hai da essere così felice?” aveva chiesto Bang sorridendo a sua volta al coetaneo.
“Ho trovato una cosa carina carina”
“I peluches che i tuoi hanno buttato via quand’eri piccolo sono piovuti dal cielo?”
“Hyung!” si era imbronciato “Non dire cavolate: gli altri sono a casa?”
“Non tutti: ci siamo solo io e Zelo. Gli altri tre sono andati fuori insieme”
“Ah…beh chiama Junah e venite tutti e due in salotto che vi mostro cos’ho trovato”
Quando anche Zelo era entrato in salotto Himchan aveva appoggiato la scatola per terra e aveva preso in braccio una specie di pelliccia.
“Ta-dah” aveva esultato.
“Himchan, cos’è?” aveva chiesto Zelo.
“Un coniglietto. Non è carinissimo?”
“Un coniglio? Dove l’hai trovato?”
“Per la strada. Lo so, di solito si trovano gattini o cagnolini nelle scatole, ma stavolta: sorpresa, questo coniglietto”
Bang non si era mosso, ma si era un po’ incupito.
Himchan si era avvicinato a Bang, portando il coniglio a pochi centimetri di distanza dal viso dell’amico: “Ti piace?”
Bang si era irrigidito e aveva proteso le mani in avanti, spingendo l’amico lontano “Sparisci! Tu e quella palla di pelo! Se mi avessi toccato con quella bestia in mano ti avrei ucciso! Vedi di far sparire quello schifo e se lo vuoi tenere vai ad abitare da qualche altra parte.”
“Hyung” aveva cercato di ribattere Himchan “Scusa, io non volevo farti arrabbiare”
“Sei per caso sordo? Ti ho detto di sparire. Anzi, me ne vado io” e così dicendo prese la giacca era uscito sbattendosi la porta alle spalle.
Zelo si era avvicinato a Himchan, portandogli una mano alla spalla “Himchan, non ti preoccupare, ok?”
Lui aveva annuito, mentre i suoi occhi si erano riempiti di lacrime.
“Dammi il coniglietto e portiamolo nella tua stanza, poi pensiamo a chi possiamo lasciarlo”
“Sì”
 
“Zelo, cos’hai da cantare per tutta la casa?”
“Niente, Moontos”
“E non chiamarmi così, te l’ho già detto che non mi piace.”
“Moontooossss Mooooooonnnnnnttttttttoooooooosssssssssss” canticchiò il piccolo
“Giuro che ti ammazzo e se non lo faccio finisco per uscirne pazzo!”
Zelo cominciò a ridere, poi prese Jongup per un braccio e lo portò davanti alla stanza di Himchan “Ti faccio vedere una cosa”
Poi bussò alla porta sussurrando “Sono io, Himchan”
La porta si aprì e Himchan sembrava essere più tranquillo; almeno aveva smesso di piangere e i suoi occhi erano tornati quelli di sempre.
“Moontos, Himchan ha trovato il suo fratellino”
Jongup guardò Himchan con aria interrogativa, ottenendo una smorfia che non seppe interpretare come risposta ed entrò nella stanza.
“Di cosa stai parlando Zelo?”
Ma il ragazzo era già andato verso una scatola e ne aveva tirato fuori un…gatto? No. Sembrava un…
“Oddio un coniglio!”
Himchan aveva portato il suo indice davanti alla bocca in segno di silenzio.
“Moontos, stai zitto.” l’aveva ammonito Zelo.
“Non capisco cosa centri il coniglio col fratello di Himchan”
Allora Zelo scosse la testa “Eh, i ragazzi di oggi”
“Hey, anche tu sei un ‘ragazzo di oggi’ se non sbaglio”
“No, io sono un vecchietto dentro il corpo di un ragazzino” rispose il piccolo, imitando un vecchio e inchinandosi in avanti facendo finta di avere un bastone nella mano sinistra. “Comunque” si alzò “Himchan, vieni qui così anche Moontos capisce”
Himchan si avvicinò al coniglio, ma Jongup non sembrava capire.
Dopo qualche secondo Zelo si stufò “Uff…Ma non vedi che hanno la stessa faccia? E comunque era per dirti che abbiamo un coniglietto e non sappiamo dove metterlo”
Jongup si scurì: “Ditemi che non l’avete fatto vedere a Yongguk”
I due abbassarono lo sguardo e Himchan sussurrò “Io non lo sapevo che hyung li odiasse” e sembrò sul punto di piangere.
“E comunque Yong è stato cattivo con Himchan. Noi che ne sapevamo che lui li odiava i conigli. Aspetta…tu come fai a saperlo?”
“Eh?...Io…Me l’ha detto un po’ di tempo fa” sorrise imbarazzato Jongup “Comunque ora che lo sa dobbiamo trovare un posto per ques…sì, in effetti Himchan ha il muso da coniglio”
 “Te l’avevo detto”
“Comunque per stanotte può rimanere qui, vedrò di far ragionare Bang”
 
“Posso entrare?” aveva sentito sussurrare alla porta.
Zelo si era alzato dal letto e aveva aperto la porta.
“Grazie Jun” aveva sussurrato Himchan.
“Ma che ore sono? Cosa ci fai con in mano il coniglietto?”
“Ho paura, Jun”
“Di cosa?” aveva sbadigliato lui “ah, lascia stare. Entra” e chiuse la porta.
“E se Jongup ha detto a hyung che teniamo il coniglietto e la notte viene e lo butta in strada?”
“Certo che ne fai di viaggi mentali e poi Moontos ha detto che ci avrebbe pensato lui a far ragionare Yongguk”
Zelo era molto diverso da come lo vedeva tutti i giorni: sembrava più pacato e serio e non faceva domande inopportune.
“Jun…posso dormire con te e lasciare il coniglietto nella tua stanza? Solo per stanotte” aveva supplicato.
Zelo aveva semplicemente annuito e dopo essersi sdraiato sul letto aveva fatto spazio a Himchan.
Lui aveva appoggiato il coniglietto dagli occhi stanchi in un angolo della stanza e l’aveva coperto con una copertina che si era portato dietro, poi si era sdraiato nel letto di Zelo, cercando di occupare meno spazio possibile, stando a bordo del materasso.
“Guarda che se stai così al margine rischi di cadere la notte”
“No, sto bene”
Ma Zelo l’aveva tirato a sé: “Non ti mangio. Ho solo quindici anni, non dovresti aver paura di un bambino”
Himchan non aveva risposto, ma ora si era sdraiato più comodamente, sfiorando con la schiena il petto di Zelo.
 
“Himchan, dovrei alzarmi” sussurrò Zelo all’orecchio del più grande.
Quando Zelo aveva detto a Himchan che poteva sdraiarsi senza paura, non aveva lasciato sottointeso ‘sdraiati sopra di me’.
Himchan si svegliò strofinandosi il dorso della mano sinistra contro gli occhi e sentì sotto di lui un corpo caldo, ma disse semplicemente “voglio dormire ancora un po’ Jun” e si strinse sé il corpo di Zelo.
Poi d’un tratto si era reso conto di come era sdraiato, o meglio, che stava sopra Zelo; si era spostato di colpo, rischiando di cadere dal letto “Scusa Jun” aveva pigolato.
“Non ti preoccupare, è tutto a posto. Comunque dobbiamo alzarci, se non vuoi che sappiano che hai dormito nella mia stanza”
“Che ore sono?”
“Quasi le sette e mezza”
Poi Himchan si voltò in direzione del coniglio con aria preoccupata e visto che il cucciolo era dove l’aveva lasciato la sera prima emise un sospiro di sollievo.
“Ci tieni tanto a quel piccolino eh?”
“Beh, nono possiamo tenerlo con noi” sbuffò Himchan “Comunque ora ritorno nella mia stanza e vediamo cosa ne sarà del coniglio.”
“A dopo Himchan”
“A dopo” sussurrò l’altro lanciando un sorriso dolce a Zelo pochi secondi prima di chiudere la porta.
Himchan uscì in punta di piedi e si diresse verso la sua stanza cercando di respirare il più silenziosamente possibile.
Poco prima di arrivare nella sua stanza vide qualcuno uscire dalla stanza di Bang…
 
“Bang, che hai fatto?”
“Niente Juppie
“Sei sicuro?” aveva insistito lui, portando una mano sui capelli di Bang.
“No, non lo sono. Ma ti rendi conto che Himchan è arrivato a casa con un coniglio?”
“Davvero? E cosa ne hai fatto? L’hai lanciato fuori dalla finestra e l’hanno investito?”
L’altro fece una smorfia e fece per andarsene; salutò Daehyun e Youngjae che stavano guardando l’ultimo film d’azione che era uscito.
“Non resti a guardare il film? L’abbiamo messo solo per te” si lamentò Daehyun; Youngjae sempre privo di espressione.
“No, sono stanco vado a dormire”
“Anch’io sono stanco” disse Jongup “Buonanotte a tutti”
“Buonanotte” dissero in coro Daehyun e Youngjae.
Bang e Jongup voltarono le spalle ai compagni e Bang, presa la mano di Jongup lo portò dentro la sua stanza.
“Allora il coniglio è ancora vivo?” chiese Jongup quando fu nella stanza di Bang.
“Sì, Himchan l’avrà nascosto da qualche parte. Di certo non l’avrà buttato via”
“Beh perché non lo teniamo? Basta che tu non lo veda, no? E poi col tempo potresti abituartici”
“Ma non voglio abituarmici. Odio tutti i conigli”
“Anche Himchan?”
“Juppie, cosa stai dicendo? Mica è diventato un coniglio solo perché ne ha portato uno in casa”
“Sì, hai ragione. Comunque lo teniamo almeno finché non troviamo un padrone?”
“No”
Jongup si avvicinò al biondo fino ad trovarsi a pochi centimetri dal suo naso: “E se io ti dicessi che oggi ti faccio un servizio speciale?”
Bang si aprì in uno dei suoi sorrisi radianti: “Chissà” sussurrò all’orecchio dell’altro.
Jongup spinse Bang nel letto e gli salì sopra, poi portò le sue mani dentro la sua maglia e lo baciò con foga.
I due cominciarono presto ad ansimare scoprendo uno il corpo dell’altro. A Jongup faceva sempre male quando Bang gli entrava dentro, non ci si sarebbe mai abituato, lo sapeva; ma misto a quel dolore insopportabile si svegliava la voglia di sentire quel corpo dentro sé e il fuoco che vi ci portava dentro.
Evitava sempre si emettere gemiti troppo forti, ma i versi animaleschi di Bang sembravano dirgli ‘Chi se ne frega degli altri? Che ci sentano’.
Non erano mai venuti insieme, lui sempre prima di Bang si aggrappava alle lenzuola, mai si era avvinghiato al corpo del compagno: sarebbe stato imbarazzante, anche se più imbarazzante di quello che facevano nel proprio e nel letto del compagno non c’era niente. Il loro era un sesso selvaggio, ma calcolato: Jongup non sapeva definirlo in nessun altro modo. Era una fusione semplice e primitiva; nessuno dei due era gay e nessuno dei due sentiva nessun tipo di scossa mentre si strusciavano. Era semplicemente il risveglio dei loro sensi.
Jongup avrebbe potuto eccitarsi con ogni piccola cosa, i suoi diciassette anni non gli permettevano un gran controllo; Bang trovava in quell’arrogante solitario qualcosa di giusto e scopabile.
La mattina seguente Jongup si svegliò presto e uscì dalla stanza.
Non si abbracciavano mai dopo averlo fatto: non erano amanti, non potevano coccolarsi senza ragione. Semplicemente dopo aver finito si facevano una doccia e dormivano come due fratelli, svegliandosi sempre uno contro la schiena dell’altro.
Appena Jongup uscì dalla stanza di Bang, si trovò Himchan a pochi metri da lui: la stanza di Himchan era accanto a quella di Bang.
 
“Buon…Buongiorno” salutò Himchan.
Jongup si inchinò e si diresse verso la propria stanza.
Himchan, col coniglio tra le mani entrò nella sua stanza, appoggiò l’animale nella scatola e uscì; senza rendersene conto era davanti alla stanza di Bang.
Entrò.
Bang stava dormendo: sembrava rilassato e felice, allora Himchan fece per uscire quando sentì la voce di Bang alle spalle: “Juppie, vieni qui”
Panico.
Bang era già arrabbiato con lui; cos’avrebbe detto se avesse scoperto che in realtà era Himchan e non ‘Juppie’?
“Che fai, non mi dai nemmeno il buongiorno?”
“…”
“Non voglio coccolarti o roba simile: sai bene cosa siamo”
“…”
“Come mai sei così silenzioso con me?” e si alzò dal letto.
Dopo che fu in piedi si accorse che davanti alla porta non c’era Jongup; Himchan si girò verso Bang.
Bang passò subito sulla difensiva: “Cosa ci fai qui, tu?”
Himchan sfoggiò i suoi occhi da cucciolo: “Hyung, scusa”
Bang sbuffò.
“Hyung, ho visto Jongup uscire dalla tua stanza e non mi ha salutato, così ho pensato che aveste litigato e…e non so perché sono entrato senza permesso”
Bang si massaggiò le tempie: “E tu dov’eri che l’hai visto uscire?”
“Io…”
“Non mi interessa, anzi esci dalla mia stanza prima che cominci ad odiarti quanto quell’animale che hai portato a casa”
“Scusa Hyung” e uscì in fretta dalla stanza.
Himchan entrò nella sua stanza e cominciò a giocare con il coniglio che si era appena svegliato; non riusciva a credere di aver fatto arrabbiare di nuovo Bang: lo ammirava molto, ma non riusciva a fare una cosa giusta. Sembrava che la sua presenza fosse solo un peso per Bang, eppure Himchan le aveva provate tutte, sempre fallendo.
 
Quando entrò in cucina stavano tutti facendo colazione. Lo salutarono. Tranne Bang, che l’aveva solo guardato storto.
Zelo allora lo chiamò a sedersi vicino a sé, poi quando Himchan si fu seduto si avvicino al suo orecchio “Tutto a posto? Bang stamattina è girato male…”
“Ho visto, comunque sto bene. Grazie, Jun”
“Dopo giochiamo a Prototype?”
Himchan non aveva idea di cosa Prototype fosse, ma annuì felice: di sicuro giocare l’avrebbe distratto; pensò che forse Zelo era davvero un vecchio dentro il corpo di un ragazzino perché capiva troppo bene i suoi bisogni, oppure era un alieno buono.
Rise di questa idea e Zelo gli chiese il perché, senza ottenere risposta.
Jongup si avvicinò ai due e fece loro cenno di seguirlo.
 
Quella mattina Jongup si era svegliato voltato verso Bang; l’altro gli dava la schiena, come sempre.
Era da un po’ che Jongup sentiva qualcosa di più del semplice ‘sesso primitivo’ per Bang, ma non poteva dirglielo; infondo a lui bastava poter vedere il suo sorriso quelle mattine che si svegliavano insieme.
Era capitato poche volte e Jongup aveva sigillato quei sorrisi nel suo cuore; Bang non aveva fatto lo stesso per lui, Jongup lo sapeva benissimo, come sapeva che ormai per Bang lui era semplicemente un gioco che brucia e dà calore quanto la scoperta del fuoco. Ogni volta.
Aveva toccato il braccio a Bang e lui si era lamentato; aveva tolto la mano e aveva provato ad abbracciarlo. Aveva ottenuto in risposta parole impastate.
Si era arreso, aveva visto l’orologio e si era alzato dal letto, Bang dormiva come un angioletto.
Nulla sarebbe cambiato tra loro due, non secondo le fantasie di Jongup.
 
“Bang ha detto che il coniglio può restare finché non troviamo un padrone che se ne possa prendere cura. Contento, Himchan?”
“AAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!” urlò Himchan, poi si coprì la bocca con le mani.
“Sì, lo sei. Non sai quanta fatica mi è costata arrivare a questo compromesso!”
Poi abbracciò forte Jongup e Zelo “Grazie! Grazie a tutti!” poi corse verso la sua stanza.
Jongup lo seguì.
 
“Himchan, posso entrare? Sono Jongup”
“Certo, la porta è aperta”
Entrò e vide Himchan che coccolava il coniglio.
“Ti trasformerai in un coniglio se non la smetti; inoltre mi fai venire il diabete”
“Scusa Jongup”
Jongup si schiarì la voce e si chiuse la porta alle spalle “Senti, stamattina quando mi hai visto uscire…”
“Hai litigato con Bang a causa del coniglio? Se è così me ne prendo ogni responsabilità, Juppie
Jongup s’impietrì.
“Senti Jongup, sono abbastanza grande e non mi interessa cosa facciate tu e Bang. Se sei stato ‘costretto’ a fare qualcosa che non volevi per ottenere il permesso per questa bestiolina mi dispiace”
“Non…non è questo il punto”
“Non lo dirò a nessuno, tranquillo.”
Jongup non riusciva a capire Himchan, o meglio quale fosse il vero Himchan: quello carino e un po’ tonto o quello che sa mettere a tacere uno come lui, che aveva sempre l’ultima parola su tutto.
Un Himchan dagli occhi così carismatici non gli era mai capitato di vederlo.
Ma infondo, tutti ci costruiamo una maschera per paura che il nostro vero aspetto sia svelato.
“Grazie” rispose.
“Ora io e Zelo dobbiamo giocare a Prototype. Se vuoi puoi rimanere a giocare con il coniglio. Anche se forse vorresti giocare con qualcun altro”

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Capitolo 2
*** Earthquake ***


Mi sembra doveroso ringraziare Ele_vislove per la sua recensione, che mi ha srponato a continuare questa fic e tutte le persone che hanno letto il primo capitolo e leggeranno anche il secondo.


“Sentite, posso chiedere a mia zia se lo può tenere; non abita neanche tanto lontano così Himchan può andare a trovarlo quando vuole”
“Basta che lo portiate via il prima possibile” aveva ribattuto Bang.
Zelo gli aveva fatto una smorfia “Allora è deciso. Mia zia ama gli animali e adora anche me, quindi non mi dirà mai di no”
Himchan lo abbracciò “Grazie Jun” e gli schioccò un bacio sulla guancia.
Zelo si ritrasse subito e Bang rise “E quello per cos’era?”
“Scusa Jun, non ci ho pensato e…”
Bang continuò a ridere guardando Zelo “Oddio che faccia schifata! Così farai piangere Himchan, Zelo!”
Jongup guardò la scena abbozzando un sorriso, quasi un ghigno.
 
“Da quant’è che non vieni da me?” sussurrò Bang nell’orecchio di Jongup durante la pausa dalle prove di ballo “Mi manchi” e gli accarezzò un braccio “È per caso successo qualcosa?” chiese poi a denti stretti, guardando verso Himchan che parlava con gli altri.
“Non è successo niente. Sono solo stato un po’ stanco ultimamente”
Bang sbuffò e si alzò in direzione degli altri “Io vado a casa. Sono troppo stanco, non ce la  faccio a continuare” e uscì sbattendo la porta.
Jongup fece per seguirlo, ma si trattenne.
“Va bene, andiamo anche noi” disse Himchan “Ah, Zelo andiamo a trovare Haejeog?”
“Sì, andiamo”
“Ciao ciao gentaglia, ci vediamo stasera”
 
“Juppie, sei tornato da paparino?”
“…”
Bang lo baciò forte e lo portò verso il letto.
Jongup si staccò dalle sue labbra “Non…non voglio hyung, non più”
Bang, a gattoni sopra Jongup scoppiò a ridere portandosi una mano sui capelli “Che c’è adesso che non va?”
“Non voglio più farlo così”
“E come vorresti? Vuoi essere tu a fottermi stavolta?”
“Non intendevo questo”
Bang si sedette sul ciglio del letto e Jongup si mise accanto a lui.
“Allora cosa intendevi?”
“Amore. Voglio che tu mi ami, non voglio semplicemente scopare. Voglio fare l’amore con te”
“E da quando in qua ne capisci qualcosa dell’amore? Sei solo un ragazzino che è venuto qui ad implorarmi di scopare e ora ti tiri indietro?”
“Non mi sto tirando indietro, vorrei solo qualcosa in più da te, tipo svegliarci la mattina insieme uno tra le braccia dell’altro”
“Sai benissimo che non possiamo”
“Perché no?”
“Perché per me sei solo sesso. Non ti amo e nemmeno tu mi ami: ti stai solo confondendo perché sono entrato dentro di te qualche volta di troppo, a quanto pare”
“No hyung, non è così. Io ti amo davvero”
“Io no”
Jongup subito non si mosse, sembrava perso nei suoi pensieri come spesso accadeva, poi si alzò dal letto e sbatté la porta.
Bang si coprì il viso con le mani e rimase così finché un Zelo tutto incazzato non buttò giù a calci la porta della stanza.
 
“Ajumma, dov’è Haejeog?” urlò Himchan appena fu entrato nella casa della zia di Zelo.
Lei lo tirò per un orecchio e lo portò dal coniglio; quando fu davanti al coniglio lei gli disse “Quante volte ti ho detto di non chiamarmi ‘ajumma’?”
Lui si massaggiò l’orecchio e si scusò mentre Zelo rideva alle sue spalle.
Pirata guardò la scena con disinteresse, poi Himchan lo prese e lo coccolò per dieci minuti buoni mentre Zelo aggiornava la zia su tutto.
“Quindi la dovrei chiamare Ajumma Sergente?”
Lei s’innervosì e disse al nipote “Ma questo dove l’hai trovato? Come fate a conviverci?”
“Non lo so” fu la risposta di Zelo.
Restarono lì circa mezz’ora, poi Zelo si stufò “ora dobbiamo andare Himchan o si fa tardi”
“Mica c’è la mammina a casa che si preoccupa”
“Lo so”
Himchan piegò il viso da una parte e fece una smorfia: “Va bene, andiamo cavallino” e saltò sul collo di Zelo.
“E staccati!”
Himchan rise urlando ‘Sono un cowboy’ finché non uscirono dalla casa della zia di Zelo; poi si staccò e non parlò finché non furono rientrati in casa.
 
 “Brutto bastardo, non ti è bastato far piangere Himchan?”
“Che vuoi, Zelo?” alzò lo sguardo Bang “Non sono in vena oggi”
“Che hai fatto a Moontos?”
“Che t’interessa?”
“M’interessa perché stai facendo star male tutti poco per volta”
Anche Youngjae entrò nella stanza “Zelo ha ragione. Sarai pure il leader e il più grande, ma ciò non ti autorizza a fare ciò che ti pare, anzi facendo così sembri un bambino delle elementari”
“Vai a fare il diplomatico da qualche altra parte”
“Almeno io penso prima di parlare; e lo dico anche a te, Zelo: a volte sei troppo impulsivo”
Zelo roteò gli occhi “Vado a vedere come sta Moontos, ma sappi Bang, che non è finita qui”
Youngjae scosse la testa e se ne andò.
Bang si sdraiò nel letto e rimase lì a pensare a ciò che aveva fatto da quando era diventato leader dei B.A.P, da quando aveva deciso di impegnarsi al massimo e di convivere con i membri della band per creare una famiglia calorosa. I suoi progetti erano enormi, ma raggiungerli era così difficile e non trovava mai nessuno con cui sfogarsi: era figo e sorridente nel mondo dello spettacolo, quasi uno yakuza del k-pop, ma in realtà era debole, era un coniglio: era tutto ciò che odiava.
Quando sentì bussare alla porta non si mosse: forse Himchan e Daehyun erano venuti per la loro carrellata di insulti o a fare i moralisti.
Sentì qualcuno entrare, chiudere la porta e infine sedersi sul suo letto.
“Hyung, che hai fatto?”
Quella era sicuramente la voce di Himchan: dal tono non sembrava arrabbiato, ma Bang disse lo stesso “Vai, scagliami le pietre del peccato”
Himchan scoppiò a ridere “Cosa sono le pietre del peccato?”
Bang sospirò “Allora, cosa ci fai qui?”
“Sono venuto a vedere come stavi: non so cosa sia successo tra te e Jongup, ma ogni volta che si litiga la colpa non è solo di uno, o sbaglio?”
Bang si alzò dal letto, prese una sedia e si accomodò.
Himchan andò avanti “Quindi non è giusto che tutti ti diano contro o che tutti consolino Jongup mentre tu te ne stai qui da solo”
“Oh, che belle parole. Sai, è meglio quando sei lo stupido Himchan che piange”
“Tu dici, Yong?”
“Mi fai schifo”
“Grazie. Ero venuto qui per consolarti nonostante tu mi abbia trattato male e mi dici certe cose…”
“Non ho bisogno delle tue belle parole o che chicchessia mi conforti. Andate tutti dal cucciolo ferito e lasciatemi in pace”
“Se è questo che vuoi me ne vado.”
Si alzò dal letto e aprì la porta; prima di uscire aggiunse “Chiederò a Jongup come stanno le cose visto che tu vuoi essere lasciato in pace”
 
“Hey, Jongup, posso parlarti da solo?”
“Perché da solo? Non siamo forse anche noi suoi compagni?” chiese Zelo.
“Vorrei, se possibile stare un po’ da solo con Jongup, se a lui non dispiace”
Jongup guardò Himchan, poi chiese agli altri di uscire dalla stanza.
“Che vuoi Himchan?”
“Siamo di cattivo umore vedo”
“Che intuito!” lo prese in giro Jongup.
“Dimmi cos’è successo”
“E perché dovrei?”
“Perché se né tu né Bang vi chiarite, le cose andranno solo peggiorando”
“Non mi interessa.”
“Eccome se t’interessa, Juppie…”
“Non lo faresti mai”
“Fare cosa?”
“Raccontare ciò che sai su me e Bang”
“Perché no? Perché sono ‘quello carino e tonto che non capisce niente’?”
“Ti prego vattene”
“Quando mi avrai raccontato quello che è successo”
“Chiedilo a Bang”
“Lui ‘vuole essere lasciato in pace’, in questo momento”
“Anch’io, se è per questo”
Himchan si voltò vero la porta, scosse la testa.
Zelo, Daehyun e Youngjae erano a pochi passi da lì; appena videro la porta aprirsi entrarono e Himchan salutò Jongup “Vado a parlare con Bang, è stato cattivo anche con me”
“Giusto” annuì Zelo.
Jongup non disse niente, gli occhi pieni di disprezzo.
 
“Bang, io entro”
Bang stava guardando un film di guerra al pc “Che vuoi ancora?”
“Vi uccido entrambi se non mi dite cos’è successo”
“Sono cavoli nostri”
“Tu e Juppie…non state più insieme? È questo il motivo?”
“Non siamo mai stati insieme”
“Se lo dici tu”
“È stato lui a volermi, e ora mi tira fuori la storia del ‘ragazzo innamorato’, ma per favore” sbuffò Bang.
“Quindi è così…a te non piace?”
“No.”
Himchan sorrise e si avvicinò all’orecchio di Bang “E dimmi, quanto di te gli hai dato?”
Bang si allontanò “Ti sembrano cose da chiedere?”
Himchan uscì dalla stanza senza rispondere.
 
Cenarono in silenzio, la TV pronta a riempire la stanza di parole.
Bang e Jongup, finito di cenare rientrarono nelle rispettive stanze e non uscirono per tutta la sera; gli altri guardarono la TV, poi uno alla volta ritornarono alle proprie stanze.
 
Himchan entrò nella stanza di Bang.
Visto che Bang stava dormendo entrò nelle coperte e cominciò ad accarezzargli i capelli; dopo qualche minuto Bang si svegliò e quasi cadde dal letto per lo spavento.
Himchan si mise a ridere: “Ti ho forse spaventato?”
Bang si riprese: “Cretino, è ovvio. Non lo fare mai più”
“Scusa, hyung” rispose abbassando lo sguardo.
“Comunque che ci fai qui?”
Himchan avvicinò il suo viso a quello di Bang “Prendo una parte del letto, visto che ora è vuoto”
“Non dire cazzate, ritorna nella tua stanza”
“Non mi va…sai, sono bravo…” e si leccò le labbra “Non sono Jongup, ma sono un bel ragazzo, giusto?”
Bang indietreggiò un po’, ma Himchan seguiva ogni suo spostamento.
“Lo so che mi vuoi”
 
Era bastato quel timido calore delle loro voci, gli infiniti discorsi di Youngjae, le frasi secche di Daehyun, quel modo di nascondere la propria identità agli altri a svegliare nell’uno l’interesse per l’altro.
Nessuno dei due amava parlare di sé, tra loro bastavano gli sguardi e i sorrisi; portavano al limite la sopportazione e si consumavano lentamente, aspettando ogni parola e movimento con dolcezza infinita.
Adoravano questo portarsi al limite per poi spogliarsi di ogni parola inutile e finalmente ritrovarsi.
 
Jongup pensò al casino che aveva combinato, sforzandosi di ricordare quando quel gioco animalesco con Bang era iniziato; non erano anni, forse poco più di qualche mese, eppure per Jongup era diventata una cosa così naturale che si era dimenticato come era iniziato.
Bang l’aveva accusato di essere stato lui a chiedere tutto ciò, ma i suoi ricordi si mescolavano tutti, formando una nebbia bianca; Bang gli era piaciuto da subito: così carismatico e sicuro di sé, gli occhi pieni di vita.
Non si era ‘innamorato a prima vista’, ma gli era subito sembrato una persona interessante; quando poi l’aveva afferrato per un braccio e stretto in un grande abbraccio dandogli il benvenuto nella band aveva capito che non si era sbagliato sul suo conto: Bang sarebbe stato di sicuro un buon hyung.
Quando ciò si fosse trasformato in sesso, Jongup non riusciva a ricordarlo, ma avrebbe voluto chiarire questa cosa; si fece coraggio e s’incammino verso la stanza di Bang, il cuore a mille, la forza di affrontarlo nascosta nel nucleo terrestre.
 
“Ti prego, Himchan: oggi non voglio niente”
“Dici oggi? Quindi mi vuoi?”
“Smettila Himchan, sei ridicolo”
“Non lo sono, ma vedo che a te va bene chiunque pur di scopare: saresti capace di fare male anche alla persona che ami davvero pur di soddisfare i tuoi egoismi”
Bang sorrise “Credi di conoscermi così bene?”
“Sì, il tonto Himchan non ha fatto altro che cercare di conoscere e capire le persone con cui vive per tutto questo tempo”
“Ma che bravo, vuoi un applauso?”
“Da uno come te no. Vai a vendere i tuoi sorrisi a qualcuno che ci casca”
Bang prese il viso di Himchan tra le sue mani “Quindi ti starebbe bene se mi facessi anche te?”
“…”
“Che c’è? Hai cambiato idea? Ti tiri indietro anche tu?”
 
Jongup trovò la porta della stanza di Bang socchiusa: bussò.
 
“…Anche tu uguale a Jongup: chiedete l’oro, ma quando vi accorgete che il prezzo da pagare è troppo alto ve ne andate”
 
Jongup aprì la porta.
 
Bang alzò lo sguardo verso la porta.
 
Himchan rimase immobile.
 
Jongup avanzò verso il letto di Bang.
 
Himchan scese dal letto.
 
Bang scese dal letto.
 
“Sei un bastardo” disse Himchan, poi voltandosi verso Jongup “Non volevo fare niente, non lo abbiamo fatto non ti preoccupare; dovevo far capire una cosa a Bang”
Uscì dalla stanza “Buonanotte Jongup. Buonanotte, Bang.”
 
Jongup non salutò ma andò verso Bang.
 
Bang non sapeva cosa fare “Che c’è? Hai cambiato idea e vuoi di nuovo il mio corpo?”
 
“Sai, ci ho sperato fino all’ultimo”
 
“Sperato cosa? Che io ti potessi amare?”
 
“Che tu fossi davvero come quel benvenuto che mi hai dato; ma forse anche quello era una presa per il culo”
 
“Non capisco a cosa ti riferisci”
 
“Mi sembra ovvio, Bang Yong Guk”
Voltò le spalle al più grande e uscì dalla sua stanza.
 
Bang fece un passo verso Jongup. Lo raggiunse.

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Capitolo 3
*** A Regretting Wiosna ***


Bang strinse il braccio destro di Jongup e abbassò lo sguardo “Scusa”
Jongup staccò la mano di Bang dal proprio braccio “Per cosa?”
“…C’è già qualcuno che mi piace”
“Capisco…”
“E vorrei scusarmi per tutte le cose cattive che ti ho detto e per aver accettato la proposta che mi hai fatto quel giorno…noi…io per primo non dovevo accettare una cosa simile, senza nemmeno conoscerti bene…”
“Io non riesco a ricordare”
“Dimentichi sempre le cose più importanti; selezioni ogni cosa, perfino i ricordi…a volte vorrei riuscirci anch’io”
“Non è una cosa molto bella, Bang”
“Forse hai ragione”
Jongup sospirò “Come siamo arrivati a questo punto?”
“Non riesco proprio a capire come tu te ne sia potuto dimenticare quando ti ricordi ancora il giorno in cui ti ho dato il benvenuto nei B.A.P…”
“Ogni volta che qualcosa diventa abituale tendo a dimenticarmi come quella quotidianità sia nata; è così fin da quando ero piccolo: i miei amici si ricordavano come ci eravamo incontrati, io ricordavo la maglia che indossavano o il taglio di capelli o una qualche cicatrice”
Bang sospirò “Almeno prendi una sedia, vediamo di far riemergere i tuoi ricordi”
“Sì”
 
Himchan rientrò nella sua stanza. Aveva rischiato grosso stavolta: non poteva svelare i suoi sentimenti, non ora.
Quando aveva scoperto della relazione tra Jongup e Bang era stato davvero male, quando quei due avevano litigato si era in parte rallegrato della cosa, ma non poteva uscire allo scoperto.
Doveva trovare un diversivo, una distrazione, per non rimanere da solo, per vedere le reazioni di Bang; aveva già provato con Zelo, ma lui sembrava rifiutarlo di continuo, perciò con lui il gioco non poteva reggere.
Youngjae era troppo simile a lui e di sicuro non ci sarebbe stato o avrebbe intuito le sue intenzioni molto facilmente.
Daehyun poteva andare bene, anche se stava sempre sulle sue…
Alzò le spalle e decise di provarci comunque.
Uscì dalla stanza: odiava restare da solo, perché ciò implicava pensare e quando pensava, faceva solo pensieri tristi.
Si diresse verso la cucina, ma si fermò davanti alla stanza di Daehyun: doveva avviare il suo piano.
‘Prima agisco, prima ottengo risposte’pensò e bussò alla porta cominciando ad aprirla.
 
L’unica cosa di cui era sicuro era che non ci capiva niente.
Bang che sembrava essere diventato un Cerbero; Jongup che per qualche strano motivo aveva litigato col Cerbero; Himchan che gli si attaccava di continuo. Non lo sopportava.
Una volta forse Himchan aveva anche tentato di baciarlo. Rabbrividì.
O in quella casa erano diventati tutti matti o era lui a essere quello non sano di mente.
Cercò di collegare tutti gli eventi: ‘Allora, Bang si è arrabbiato con Himchan per il coniglio; poi all’improvviso ha litigato con Jongup…vediamo…la ragione può essere…ah, giusto, sempre la storia del coniglio…sì, deve essere così…però ora il coniglio non è più qui…ma se non è il coniglio cosa può essere?...Poi Himchan quando ha detto che doveva parlare con Bang non sembrava tanto arrabbiato…’ si grattò la testa e ci rinunciò. “Sono tutti strani ultimamente…”
 
“Daehyunah…distur…?”
Daehyun.
E.
Youngjae?
No.
Cioè:
Quando?
Aveva sempre pensato che ciò che a volte dicevano o facevano davanti alle telecamere fosse una specie di fanservice, non di reale.
Era alquanto strano vedere i loro corpi uno sopra l’altro, con Daehyun…attivo? Era…divertente e inaspettato.
 
“…quindi quella sera per festeggiare eravamo usciti tutti e abbiamo bevuto, non molto, ma abbastanza per capire che tu l’alcool non lo reggi affatto; allora siamo rientrati e io per fare il buon samaritano ti ho preso praticamente in spalla e ti ho portato nella tua stanza” sospirò.
“Va avanti”
“Mmm… ti ho steso sul letto e tolto le scarpe poi tu hai cominciato a lamentarti e con tono mieloso hai cominciato a dire ‘Hyuuung… abbracciami di nuovoooo’ e robe simili; ho cercato di non farci caso rispondendoti solo con un ‘Sì, certo. Se dormi dopo ti do un abbraccio ’; poi hai cominciato a ridere tutto felice e non sapevo come calmarti;  all’improvviso ti sei fatto serio e hai ‘preteso’ quell’’abbraccio’. E te l’ho dato”
“E dopo all’improvviso l’abbiamo fatto e poi rifatto fino a qualche giorno fa?”
“No, lasciami finire”
“…”
“Allora ti sei fatto serio, ti sei avvicinato al mio orecchio e, con un tono che non credevo potessi utilizzare, mi hai detto ‘Tu ti sei mai fatto un ragazzo?’. Così. Dal nulla. Non l’avevo mai fatto con un ragazzo, ma in quel momento una domanda così inaspettata…non ti ho risposto…”
“E io mi sono alzato e ti ho abbracciato e ho ripreso a ridere, poi ti ho guardato negli occhi e ti ho detto…”
 
Erano entrati nella stanza di Daehyun quasi trattenendo il respiro; nessuno li aveva visti.
Dovevano stare attenti a farlo da Daehyun: la stanza di Youngjae era abbastanza isolata dalle altre e se scappava qualche lamento di troppo nessuno se ne accorgeva; quella di Daehyun invece era affiancata a quella di Zelo e per quanto i muri potessero essere grossi, la stanza non era insonorizzata.
Dovevano cercare di trattenersi il più possibile per non essere scoperti e non potevano nemmeno ancorarsi con troppa foga l’uno al corpo dell’altro per non lasciare segni troppo evidenti.
Non avevano sempre l’occasione di liberare i loro corpi, perciò sceglievano sempre la stanza di Youngjae per poterlo fare.
Quella sera avevano scelto la stanza di Daehyun perché proprio non ce la facevano più: già mentre soli, erano rimasti a guardare la TV, si erano presi le mani e avevano cominciato ad accarezzarsi lentamente, lasciando vagare per la casa qualche risolino: se gli altri li avessero sentiti avrebbero attribuito quelle risate a qualche programma televisivo demente, perciò non se ne curarono. Finché Daehyun non aveva cominciato  a bruciare dentro ed era salito sopra Youngjae, baciandolo con grande passione e allo stesso tempo rivolgendo all’amante ogni attenzione; poi Youngjae l’aveva fermato per paura che qualcuno li potesse scoprire.
“Ma io ti voglio” si era lamentato Daehyun, e così aveva preso la mano del suo ragazzo e l’aveva portato nel letto, dove avevano cominciato a boccheggiare dolcemente.
Il fuoco divampante di Daehyun avvolgeva la prudenza di Youngjae e la prudenza di Youngjae gettava un po’ d’acqua su quel fuoco.
“Daehyun…pia…piano…” ansimava Youngjae, quando Daehyun cominciava a muoversi con grandi spinte dentro il suo corpo.
“Non  ce…la faccio sono…al limite…”
“Dae…fermo”
“Che c’è?” aveva sbuffato Daehyun
“Ho sentito bussare”
“Ah…sei paranoico…ti prego ci sono quasi…sto morendo…” e l’aveva baciato, poi gli aveva regalato uno dei suoi sorrisi più belli e aveva ripreso più deciso.
 
 
“Daehyunah…distur…”
 
MERDA.
 
“Oddio, un ladro!”
Zelo si era svegliato di soprassalto: aveva sentito un gran trambusto provenire da fuori, forse dalla stanza accanto. Preso dal panico aveva impugnato una bottiglia di plastica e con i capelli dalla ricrescita ormai evidente e tutti aggrovigliati era uscito urlando “Al ladro! Al ladro!”
Poi si era fermato tra la sua e la stanza di Daehyun perché aveva visto Himchan semi-shockato; allora si era preoccupato ed era corso verso quello, sempre urlando “Oddio, il ladro ha ucciso qualcuno?”

“Himchan, perché non rispondi?”
Himchan continuò a guardare la stanza di Daehyun: ora i due amanti erano uno a terra e l’altro sul letto, l’imbarazzo indescrivibile;  non sapeva se ridere o continuare a stare lì fermo.
Data l’insistenza di Zelo, che non si degnava di guardare dentro la stanza, alzò poi una mano e indicò la stanza.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Zelo esplose in un “Ma che cazz…?”
In quel momento Himchan non ce la fece più, tra la faccia di Zelo sconvolta, quella di Daehyun paonazza e Youngjae quasi nascosto dalle coperte non sapeva quale fosse la più epica; scoppiò a ridere, forse anche per nascondere il proprio imbarazzo.
“che minchia ci fanno quei due…così…”
“Beh, indovina Zelo.” Rispose Himchan, tra una risata e l’altra “Anche un bambino potrebbe capire ciò che vedi…”
Zelo fissò Himchan con una faccia semi-disgustata, poi guardò verso Youngjae e Daehyun che era a terra “Almeno vestitevi!” urlò loro.
 
“…allora ti ho detto: ‘Mi metti sotto? Voglio sentirti dentro di me, voglio urlare di dolore per te, Yonggukkie’ e ho cominciato a toccarti e baciarti e…”
“Scusa, ma non avevi detto che non ricordavi?”
“Ti ho detto che seleziono involontariamente…mi ricordavo quel particolare, tutto qui. Ma se anche l’abbiamo fatto una volta, perché abbiamo continuato a dormire insieme?”
“…eh…ti ho già detto che a me non piaci tu perché mi piace un’altra persona…un ragazzo…e quel giorno ne ho approfittato per ‘provare’, visto che non l’avevo mai fatto con un ragazzo…io…”
“Ti prego…fa già male così. Ho capito com’è andata a finire”
“Scusa, anche se non so se riuscirai a perdonarmi… fossi stato al tuo posto probabilmente non avrei perdonato nessuno se si fosse comportato come me…sono solo…”
“Un coniglio”
Bang sospirò forte, poi l’attenzione dei due ragazzi si rivolse verso l’esterno della stanza; sigillarono tutte le cose brutte, in quei minuti in cui le avevano pronunciate, insieme ai ricordi dei loro corpi che riscaldavano la stanza; poi uscirono,  per capire cosa stava succedendo fuori.
 
“Crediamo di dovervi delle scuse, per avervi tenuto nascosto qualcosa di così importante e che ci abbiate trovato…insomma…”
“Va bene così, se vi amate noi non possiamo farci niente…che ci piaccia o meno dobbiamo accettare la cosa, andare d’accordo e lavorare sodo, giusto?” sorrise Bang
Annuirono tutti, tranne Zelo che fissava tutti i compagni con lo sguardo corrucciato.
L’aria era ancora tesa e tutti sembravano assorti nei propri pensieri, quando la voce di Himchan ruppe il silenzio: “Che ne dite di anticipare il cambio di look? Ci andiamo domani? So che l’avremmo fatto tra una settimana…beh...comunque…volevo solo rompere il silenzio e cacciare via quell’aria tesa che mi schiacciava…Daehyun, Youngjae, non mi interessa se state insieme: ognuno è libero di essere e fare ciò che vuole, quindi per me va tutto bene”
“Anche a me va bene” annuì Jongup
Zelo si alzò in piedi “Non vi capisco, assolutamente: come può andarvi bene qualsiasi cosa? Non sono omofobico, ma una cosa così non si può accettare e basta! Se anche uno di voi portasse una ragazza in casa di nascosto a me non andrebbe bene: siamo un gruppo, viviamo insieme…dovremmo sapere tutto l’uno dell’altro per potere conoscerci e capirci meglio, per migliorare insieme!” poi scuotendo la testa ritornò nella propria stanza.
“Forse ha ragione lui” sospirò Daehyun “Non siete costretti a essere gentili solo perché la situazione ‘lo richiede’…ma col tempo, anche se adesso non lo accettate davvero e vi sentite feriti perché ve lo abbiamo tenuto nascosto, forse lo accetterete. Per ora…scusate tutti”
“Anche io…” alzò la voce Bang, facendo girare tutti verso di lui “anche io e Jongup” continuò abbassando la voce “vi abbiamo tenuto nascosto qualcosa…” guardò verso Jongup che abbassò la testa e riprese “anche noi avevamo una qualche relazione, non proprio d’amore, ma simile…alla vostra. Perciò io per primo dovrei scusarmi e se non accettassi voi due non accetterei nemmeno quello che ho fatto; e di quello che ho fatto, non mi pento”
Jongup alzò lo sguardo.
 
“Che stai facendo?”
“Non lo vedi? Ballo”
Yongguk spense lo stereo, prese una sedia, la voltò e si sedette con le braccia incrociate sulla spalliera.
Zelo riaccese lo stereo e ritornò a ballare.
“Non vieni con noi?”
“Ci vado dopo che avete finito”
Bang si fece serio “Tu vieni adesso”
“Non mi va” gli fece una smorfia.
“Attento a come parli, Zelo: sei il maknae del gruppo e dovresti potare rispetto. Tutti abbiamo i nostri segreti, qualcosa che non vogliamo raccontare agli altri. Sono sicuro che anche tu nasconda qualcosa che per te è di minima importanza, ma per noi potrebbe essere enorme. È sempre questione di punti di vista.”
Zelo si fermò ad ascoltarlo e abbassò il volume della musica.
“Daehyun sta male, dice che è tutta colpa sua e ha litigato anche con Youngjae…” poi prese il proprio viso tra le mani “ti prego, Zelo, non rovinare tutto. Ci ho messo il cuore…in tutto questo” proseguì, cominciando a singhiozzare “Ti prego, vieni con noi, affrontiamo la cosa insieme e tra qualche anno…ridiamoci sopra”
Tirò su col naso e lasciò un sorriso al giovane prima di uscire dalla sala.
 
“Se tu non fossi entrato nella band, all’ultimo momento…se non ti avessi sentito cantare…se non mi avessi colpito così tanto…tutto ciò non sarebbe successo!...Se tu non fossi entrato in scena semi-muto…se io non mi fossi intestardito con te, cercando di farti legar due frasi insieme senza quelle pause…se non mi avessi stravolto il mio cazzo di mondo con quegli occhi che mi analizzavano…”
“Se tu non avessi insistito a tenere tutto nascosto, le cose sarebbero state più semplici”
“E pensi ci avrebbero accettati se all’inizio lo avessimo spiegato?”
“Non lo so, ma di sicuro la situazione sarebbe stata diversa e Zelo non l’avrebbe presa così male”
“Zelo, Zelo, Zelo, sempre lui: ‘Youngjae, stasera no, io e Zelo dobbiamo fare questo e quello; oggi vado a provare con Zelo e Jongup’… e io cosa sono per te? Solo qualcosa da scopare? O il tuo ragazzo? ‘Ti amo, ti amo Youngjae, farei qualsiasi cosa per te’…non scherziamo! Mi hai solo usato; una scopata e via, da Zelo magari…o chiunque non fosse me”
“Se non hai mai creduto alle mie parole non mi hai mai amato davvero”
“Ora metti anche in dubbio il fatto che io ti amo? Dopo averti lasciato violare il mio corpo? Credi che l’avrei fatto con qualunque ragazzo della mia età, con una bella voce e un bel visino?”
“Non sto dicendo ques…”
“TI ODIO! COME HO FATTO AD AMARE UNO COME TE? VA ALL’INFERNO!” sbraitò Youngjae
“Youngjae…non fare cos…”
“SPARISCI, non voglio più vederti! Vai da quelli che sono più importanti di me!”
Daehyun aveva serrato le labbra ed era uscito dalla stanza.
 
“Perché hai detto davanti a tutti che anche noi due…”
“Perché era giusto farlo. Per il bene di tutti e perché prima o poi sarebbe venuto tutto a galla”
“Hai ragione, comunque perché ti hanno fatto quei capelli?” rise Jongup
“Che ne so!”
“Sono orribili…”
Yah! Ritira subito quello che hai detto, moccioso”
“Oh, chi è?” Jongup indicò una macchia rosa.
Bang si voltò per vedere cosa il giovane stesse indicando e i capelli rosa entrarono nella stanza.
“Wah, Zelo?”
“Belli, eh? Mi donano particolarmente”
Jongup vide Bang illuminarsi alla vista di Zelo e smise di ridere, per poi uscire dalla stanza lasciando un ‘Sembri più giovane così’ a Zelo.
 
Youngjae stava fottutamente bene con quel nuovo taglio di capelli così…strano su di lui, ma non poteva dirglielo: non si erano più parlati dopo quella litigata e Daehyun, orgoglioso com’era non poteva certo aprire uno squarcio di comunicazione, perciò si limitò a fissare il ragazzo che tanto gli piaceva, finché l’altro non si accorse di essere osservato.
I loro sguardi si incrociarono per pochi secondi, abbastanza perché chiunque capisse che stavano male perché avevano litigato, che volevano fare la pace, magari come i bambini piccoli, ma nessuno dei due voleva fare il primo passo.
Sembrava quasi che fossero tornati qualche mese più indietro, quando Daehyun fissava Youngjae e voleva raggiungerlo con il suo canto, batterlo, essere il migliore… ancora lo voleva e ancora si sarebbe impegnato per non rimanere mai indietro, per non essere più ‘l’ultimo entrato nella band’, per essere acclamato dalle fans scatenate.
Si voltarono simultaneamente a guardare i propri riflessi, così spenti ora…
Daehyun pensò che la sua pettinatura, in confronto a quella degli altri non era cambiata poi così tanto, se non il colore, non più biondo, ma color nocciola tenero.
“Ecco, abbiamo finito” gli annunciò infine la parrucchiera; Daehyun ringraziò e andò dagli altri che avevano già finito.
 
“Ti stanno bene quei capelli, maknae” si morse il labbro Bang, se fossero stati insieme gli sarebbe certamente saltato addosso, quei capelli donavano una nuova luce al viso del giovane, illuminandolo…
“Ah, grazie” rispose Zelo aggiungendo “Non ti ricordano la primavera?”
“In effetti…” osservò l’altro.
“Ah… sono la primavera!!” si mise a ridere Zelo, mostrando la sua fossetta sulla guancia destra.
Bang adorava quando Zelo sorrideva: si meravigliava sempre di quei suoi denti così piccolini, come perle preziose ben allineate, come andava matto per quella fossetta che si presentava solo sulla guancia destra, quasi per dispetto verso l’altra guancia.
Si perse nei suoi pensieri, continuando a guardare Zelo che parlava, ma qualsiasi cosa stesse dicendo, Bang vedeva solo le sue labbra muoversi, immaginando di poterle toccare, forse anche baciarle.
Si destò dai suoi pensieri quando Himchan gli venne dietro mostrando i suoi nuovi capelli “Allora?” disse battendo una mano sulla spalla sinistra di Bang “Di che si parlava?”
 
Si era seduto su una panchina con in mano una bottiglietta d’acqua frizzante, continuando a girarsela e rigirarsela tra le mani: ormai era tutto perso per lui, non sarebbe più potuto ritornare con Bang e per quanto sapesse che gli faceva male, provava solo un gran vuoto. Non rabbia. Non tristezza. Ma un vuoto che non riusciva a riempire con nulla.
Sapeva solo che voleva conoscere il nome che Bang teneva stretto nel cuore; anche se aveva ormai capito che… “Jongup, che ci fai da solo?”
Era Himchan. Aveva i capelli cortissimi e scuri. Pensò che gli stavano meglio di quelli che aveva prima, anche se la piccola frangia tagliata così simmetricamente ricordava le pettinature che si facevano a tutti i bambini piccoli un tempo…
“Niente, pensavo…sono stanco…comunque…belli i tuoi capelli…mi piace tanto il colore…ti dona più del biondo”
“Ah, grazie, piacciono tanto anche a me…se non fosse per questa frangetta ridicola…ma lasciamo stare…” poi si sedette accanto a Jongup
“Alla fine tu e Bang…insomma…vi siete chiariti?”
“Sì, tutto a posto…” sospirò Jongup
“Però sei triste per com’è andata a finire, giusto?”
“Già, ma non ci posso fare niente, a lui piace un altro ragazzo…l’importante è che abbiamo risolto…anche Youngjae e Daehyun dovrebbero parlare”
“Sai, credo che sia colpa mia…”
“Cosa?” e appoggiò la bottiglietta a terra.
“Se è successo quel che è successo…se io non avessi pensato di…” poi si fermò, rendendosi conto che non poteva dire niente, che anzi aveva osato parlare troppo.
Jongup alzò lo sguardo verso Himchan e lo fissò “Pensato cosa?”
Himchan rimase in silenzio, poi batté le mani sulle proprie ginocchia “Tanto quei due faranno presto la pace…ho visto come si guardano…non vedono l’ora di mettere le cose a posto”; si alzò “Hai visto Bang?” e si portò la mano sulla fronte, guardando a destra e sinistra per vedere se riusciva a scorgere Bang in qualche angolino.
“È in quella stanza” rispose Jongup, indicandogli la via.
 
Era abbattuto. Non sapeva cosa fare, le parole non lo potevano aiutare. Poteva esprimersi al suo meglio solo con una penna in mano e un pezzo di carta.
Ogni volta che parlava lo faceva dopo aver pensato e ripensato a cosa dire; solo in presenza di Youngjae, col tempo, aveva cominciato a essere più discorsivo e il suo compagno sembrava così orgoglioso…
Non doveva più pensarci, altrimenti si sarebbe fatto solo del male e per il bene della band non poteva cedere ai suoi pensieri e abbandonarsi alla solitudine come spesso faceva prima di entrare nella band, prima di trovarsi sempre circondato da persone.
Decise di andare a vedere come erano le pettinature dei suoi compagni; aveva sentito Zelo gridare ‘Rosa?’ prima di sedersi per il nuovo taglio, ma poi non l’aveva più sentito lamentarsi.
Forse gli avevano fatto uno scherzo o forse gli erano piaciuti.
Vide Jongup alzarsi da una panchina, lo salutò con la mano ma quello sembrò non averlo notato e Daehyun non avrebbe certo aperto bocca per salutare qualcuno, avrebbe solo perso del tempo e sprecato del fiato.
Decise comunque di seguire il compagno che evidentemente stava andando dagli altri.
 
“Allora, hyung, ti piacciono i miei capelli?” chiese Himchan
“Sì, mi piace particolarmente il colore”
“Pensate proprio le stesse cose voi due, eh?...” sbuffò, pensando a ciò che prima gli aveva detto Jongup.
“Voi due?” chiese Bang guardando in direzione di Zelo, ottenendo un’alzata di spalle.
Jongup gli aveva anche detto che a Bang piaceva un ragazzo; poteva essere lui; poteva essere chiunque.
Voleva saperlo. Subito.
“Allora hyung, ti piacciono di più i miei o quelli di Zelo?”
“Non saprei…quelli di Zelo sono di un colore insolito e i tuoi hanno un taglio particolare, ma anche quelli di Zelo non scherzano…forse…” poi guardò i due ragazzi, soffermandosi a lungo su Zelo che lo guardava con i suoi occhi così grandi senza la matita e rimpicciolirli.
Gli piacevano anche quelli.
Gli piaceva tutto… e senza pensarci, le sue labbra pronunciarono ‘Jun’ mentre gli occhi si aprivano in un sorriso silenzioso.
Himchan fece una smorfia, si toccò i capelli, poi prese la mano di Zelo e lo trascinò fuori, incurante delle urla che il maknae gli lanciava addosso.
 
Daehyun non se lo sarebbe mai aspettato, non avrebbe mai pensato di udire quelle parole, sembravano quasi irreali, ma nello stesso momento in cui pensava ciò aveva realizzato che quelle parole erano troppo vere e che lui, nel suo silenzio osservatore non aveva osservato un cazzo, non aveva capito niente.
Se non fosse stato uno di poche parole, ma un tipo impulsivo sarebbe andato subito a chiedergli di ripetere quelle parole…
Non sapeva cosa pensare, ma capì che doveva chiarirsi con Youngjae. Il prima possibile. Le cose tenute dentro danneggiano non solo noi stessi, ma portano alla disperazione i sentimenti degli altri pensò, ma rimase lì, sulla porta, a guardare quei due silenziosi, mentre i pensieri dentro la sua testa si facevano densi e rumorosi.
Si stupì che loro non li avessero sentiti.
Poi si ricordò di Himchan, e quei pensieri presero forma.
Odio.
Non l’aveva mai provato, non sapeva certo com’era, nessuno gliel’aveva mai insegnato.
Eppure era sicuro: quello era odio.
Quel ragazzo stava scombussolando la pace di tutti.
Odio.
Pensava non avrebbe mai odiato nessuno, invece…
 
Aveva visto Himchan trascinarsi Jun sbraitante dietro.
Ne aveva approfittato per chiarire veramente una volta per tutte con Bang.
Ignaro di Daehyun che lo stava seguendo si piazzò davanti a Bang, che lo guardava con uno sguardo un po’ strano, indecifrabile.
“Bang, dimmelo: è Zelo?”
Bang non capì subito cosa Jongup gli stesse chiedendo così aggrottò le sopracciglia
“Il ragazzo che ti piace, Bang. È Zelo?”
Bang abbassò un attimo lo sguardo, Daehyun si nascose in modo tale che potesse sentire la conversazione ma loro non potessero vederlo.
“Senti, Jongup…non mi va di parlarne”
“Dimmelo, ne ho il diritto. Quando mi scopavi, a chi pensavi?”
“Non alzare la voce, potrebbero sentirci, comunque non ti riguarda più”
Jongup si alzò sulle punte, prese il viso di Bang e gli schioccò un bacio.
“Ora dimmi, da chi lo vorresti in realtà questo bacio? Quali sono le labbra che vorresti si posassero sulle tue?”
Bang riprese a respirare dopo quel bacio improvviso e sembrò arrabbiarsi “Non sono obbligato a dirtelo”
“Bastardo, dopo avermi fottuto così, senza nemmeno amarmi, ora mi privi anche di un nome dopo avermi privato del tuo amore?”
“È ZELO! È lui, è lui che amo” sbottò, poi lo prese per i polsi e lo spinse verso il muro, per sussurragli a denti stretti “Guai a te se ti scappa il suo nome”
“Ah…Yongguk, mi fai male…non…non dirò niente” singhiozzò lui “Lasciami…andare…ti prego” poi aveva cominciato a strofinarsi gli occhi col dorso della mano; Bang non si era reso conto che Jongup aveva lasciato scivolare sulle sue guance molte lacrime, quelle che quando gli aveva detto che aveva sempre amato qualcun altro non aveva lasciato andare.
Non sapeva cosa fare.
Istintivamente lo abbracciò.
Jongup lo respinse sospirando “Non ci provare. Se fai così riporti solo delle speranze nel mio cuore, e così ti aspetterei per sempre. Ti prego, lasciami da solo”
Ma Bang non se ne andò “Non ce la faccio Juppie…nonostante tutto abbiamo dormito insieme e per quanto io possa dire di amare Zelo…non sono sicuro che a lui possa piacere…avrei dovuto amare te fin dall’inizio, non lui…io non so…forse…mi piaci tu…”
“Smettila!” urlò Jongup tra le lacrime “Vattene, il tuo cuore non mi vuole in realtà. Non farmi più male, ti prego…di’ a Jun quello che provi, dacci un taglio a quest’infantilismo. Affrontalo da uomo quale sei. Non so se ti aspetterò, il mio cuore dice di sì, ma razionalmente rifiuto questa situazione, come rifiuto queste parole che sto per dirti” poi sospirò “Se lui ti rifiuterà io sarò qui, ad aspettarti, a fare di tutto finché il tuo cuore non sarà tutto mio”
Pronunciò queste parole fissando Bang negli occhi, lasciando il suo hyung basito.
“Juppie…”

chiedo scusa per il capitolo che rileggendo trovo pietoso...già...poco originale forse...sono riuscita a mettere questo capitolo ma per il quarto...dovrete aspettare...ci sto lavorando...grazie in anticipo a quelli che hanno letto quest'ennesimo disastroso capitolo...

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Capitolo 4
*** Koyaanisqatsi ***


Venne afferrato per un braccio e prima che potesse dire qualcosa chi l’aveva afferrato gli aveva tappato la bocca con una mano.
Riconobbe quell’odore; l’aveva sempre cercato e quando l’aveva trovato aveva capito che sarebbe stato lui. Solo lui. Per sempre.
Sentì il cuore accelerare e sperò che chi gli teneva stretto il polso sinistro non sentisse che il suo battito aumentava ancora e ancora.
Il sangue gli fluì per tutto il corpo, raggiungendo punti che in quel momento non era opportuno fossero raggiunti. Pulsava tutto, il tempo poteva ora assumere il suo battito cardiaco e inglobare tutto il terreno terrestre.
Non sapeva se girandosi avrebbe davvero trovato la persona a cui quell’odore apparteneva: forse si era solo immaginato di sentire proprio quell’odore, ma sembrava troppo forte, come altrettanto forte fu la sensazione di quella pelle posata sulla propria: calda, morbida, che l’avvolgeva tutto insieme. I peli delle braccia con un sussulto si alzarono; quel brivido si prolungò fino alla punta dei capelli, fino all’unghia dell’alluce. Poi si fermò a riflettere: forse la persona a cui apparteneva l’odore che sentiva si era avvicinata così tanto a un’altra persona che ora quella ne aveva catturato l’odore.
Era passato così poco tempo da quando queste sensazioni l’avevano abbandonato, ma eccole fiorire insieme alla possibilità che lui l’avesse già sostituito con qualcun altro.
Aprì gli occhi e attraverso essi inspirò tutti i suoi ricordi e respirò queste sensazioni vecchie e nuove.
Capì cosa doveva fare.
Rilassò i muscoli che solo ora si accorse che erano estremamente tesi e capì che anche quelli di chi lo teneva stretto lo erano.
Istintivamente avvicinò le labbra alla mano che le sigillava, ma subito le ritirò dentro, mordendosi il labbro inferiore.
Respirò a fondo e si girò.
 
“Che ti succede Himchan? È da un po’ che ti comporti così con me. Mi dai fastidio!”
“…”
“Prima mi trascini via e adesso non hai niente da dire? Mi stai facendo impazzire”
Himchan doveva agire e pensare in fretta o Zelo sarebbe ritornato da Bang. Forse per lui non c’era speranza: l’aveva letto negli occhi di Bang che era Zelo. Era Zelo quello che amava, ma non voleva lasciarglielo.
Doveva lottare fino alla fine, con le unghie e coi denti se necessario.
Doveva averlo lui, perché solo lui poteva davvero capire l’amore, Zelo era troppo piccolo.
Doveva essere lui a toccarlo, perché solo lui poteva sapere come farlo, Zelo era troppo inesperto.
Doveva essere lui quello da amare, perché solo lui era una certezza, Zelo non l’avrebbe mai accettato.
“Tu mi piaci Jun Hong” pronunciò queste parole con sentimento, come se le avesse dette a Bang o come Bang le avrebbe dette a Zelo.
 
“Juppie” ripeté Bang.
“Non…non ti do il permesso di chiamarmi così, non più”
“…”
Jongup strisciò lungo il muro fino a raggiungere un angolo e si appoggiò a terra.
Non capiva perché ora che aveva scoperto tutto si sentiva più sollevato.
Mentre avanzava gli venne in mente tutto quello che era successo; quanto era stato difficile ottenere anche la più piccola attenzione da parte di Bang e quanto con facilità aveva buttato giù i mattoni che con fatica stava mettendo uno sopra l’altro. Ma tutto ciò che provò fu gratitudine verso lo hyung.
Bang lo seguì passo dopo passo e si sedette accanto al ragazzo.
“Scusami Jongup e grazie”
Jongup tirò su col naso, si pulì il viso con la manica e mostrò allo hyung un sorriso debole “È tutto a posto ora…non posso competere con Jun, lo so benissimo. Perciò mi metto da parte. È finita. Mi piaci davvero molto, ma l’amore è fatto così: non sempre si ha chi si vuole e bisogna assaporare ogni secondo finché si può” e arrendersi quando si sta perdendo, senza diventare ridicoli, guardando avanti pensò, poi inspirò a fondo e soffiò un bacio sulla guancia di Bang “Il bacio che mette fine a tutto, il bacio con cui tutto è iniziato”
In risposta Bang gli sorrise.
Fu il più bel sorriso che Bang gli avesse mai rivolto.
Un sorriso colmo di gratitudine e amore.
Per la prima volta Jongup sentì che Bang gli voleva bene; non come amante, ma come persona, come un fratello.
Sì, erano una famiglia e per Bang Jongup non poteva essere altro se non un suo fratello.
 
Daehyun tremò e continuò a tremare per tutto il tempo che le sue mani cingevano una il polso, l’altra la bocca del suo ragazzo. Non si erano lasciati, almeno lui sperava così non fosse: avevano solo litigato, non potevano porre fine a tutto ciò per un litigio.
Sentì il respiro di Youngjae cambiare diverse volte e il proprio seguirne il ritmo.
Era da poco che non toccava quel corpo, ma appena le sue mani lo sfiorarono capì quanto quel litigio fosse stato inutile e quanto le sue parole fossero state amare e solo frutto del momento.
Come aveva potuto dire che Youngjae non l’aveva mai amato? Si sentì uno stupido e mentre pensava ai giorni passati, Youngjae si era voltato verso di lui con un’espressione che mai gli aveva visto: desiderio.
Di solito era lui a bruciare di desiderio e Youngjae era sempre così calmo.
Sembrava che i loro ruoli si fossero invertiti, che Youngjae fosse dentro il corpo di Daehyun e viceversa.
Mollò la presa: Youngjae non sarebbe entrato nella stanza dove Bang e Jongup sembravano ora più tranquilli: leggeva in quegli occhi tante emozioni, tutte rivolte a lui.
Ne venne travolto e senza pensarci due volte portò le mani a cingere il viso di Youngjae.
Sentì il battito del cuore crescere e il sangue fluire veloce, tanto che i pantaloni sembravano ora essere troppo stretti.
Restò fermo così, a fissare il compagno senza dire nulla, lasciando che i battiti dei loro cuori e respiri, che avevano trovato l’armonia, decidessero il momento opportuno perché i loro visi si potessero avvicinare.
Il tempo era scandito dai loro pensieri confusi, che si lanciavano in un suicidio vuoto.
Ripensò agli ultimi mesi, ma tutti i ricordi si accavallavano in un’orgia di frammenti pieni di primi piani di Youngjae.
Sorrise dentro di sé, e forse il compagno se ne accorse perché anche i suoi occhi sorrisero: forse anche nella sua testa stava succedendo la medesima cosa.
 
Bang aiutò Jongup ad alzarsi e per la prima volta Yongguk provò un po’ d’imbarazzo stringendo la mano del compagno, forse perché solo ora si accorgeva di quello che quei due avevano fatto, come se all’improvviso tutti quei mesi in cui aveva esplorato quel piccolo e muscoloso corpo gli fossero piombati addosso.
Mille centimetri di pelle di Jongup si materializzarono davanti ai suoi occhi e sentì un po’ il respiro affannarsi.
Poi quelle immagini evaporarono all’improvviso, così come si erano materializzate.
Lasciò la mano di Jongup e uscì dalla stanza, in cerca di Zelo e Himchan.
Jongup rimase dov’era, lui se n’era andato. Per sempre. Rimaneva un unico problema da risolvere: il litigio tra Daehyun e Youngjae; Himchan gli aveva garantito che quei due non sarebbero rimasti a lungo in silenzio. Si fidò e non ci pensò.
Uscì anche lui dalla stanza e dall’edificio. Passò dal retro, così che nessuno lo potesse vedere e sentì la primavera rinascere, dopo un lungo inverno che aveva cominciato a ghiacciare i suoi sentimenti.
 
“Come?” domandò Zelo, sicuro di aver capito male.
Himchan non lo guardò in faccia, ma ripeté “Mi piaci”
“Ma cosa stai dicendo? Non puoi anche tu essere…”
“Gay?”
Zelo non rispose. Himchan si girò per guardarlo, sicuro che il disgusto nella faccia del maknae sarebbe stata irripetibile.
Invece Zelo sembrava perplesso.
Himchan ne fu contento, meglio la perplessità del crudo disgusto; non si aspettava una risposta, aveva pensato che Zelo se ne sarebbe andato via, urlandogli mille bestemmie a cui lui avrebbe certamente risposto.
Ma Jun guardò negli occhi Himchan “Da…davvero? Da quanto ti piaccio?”
Non si era preparato a tutto ciò.
Ogni volta che cercava di fare qualcosa otteneva risultati inaspettati. Zelo si era inoltre dimostrato in diverse occasioni un ragazzo molto maturo.
Pensava di essere un bravo giocatore e riuscire a utilizzare bene le sue pedine, ma in realtà era un piccolo soldatino che veniva mangiato per primo, senza avere la possibilità di parlare, di salvare o proteggere il re.
Cosa poteva fare? Andare avanti con una bugia? Avrebbe fatto di più per avere Yongguk.
“Da un po’ di tempo, non molto. Ma ho capito che provo qualcosa di più dell’amicizia per te…scusa se te l’ho detto così all’improvviso”
Zelo scosse la testa, poi la abbassò e chiese a Himchan di lasciarlo da solo.
Himchan non si fece pregare due volte e uscì dal retro dell’edificio.
Zelo era solo con i suoi pensieri.
Era la prima volta che qualcuno gli diceva ‘Mi piaci’, ed era uscito dalla bocca di un ragazzo.
Ogni volta che la sua mente fantasticava su queste cose si immaginava di trovarsi una bella ragazza, di un anno più piccola, con gli occhi grandi e le guance appena arrossate. Immaginava che lui le si dichiarava. Invece era stato qualcuno a dichiararsi a lui.
Si sentiva strano, né felice né schifato.
Si sentiva…amato.
Solo una volta, circa due anni prima si era preso una cotta per una ragazza poco più grande di lui: la sua vicina di casa, e ogni volta che la vedeva la salutava con tutto il cuore; quando lei usciva fuori lui si affrettava a trovare qualche attività da fare all’aperto.
Aveva poi cominciato a toccarsi pensando a lei, che riempiva tutte le sue giornate.
Un giorno lei aveva portato un bel ragazzo a casa, in assenza dei genitori. Il piccolo Jun aveva sentito rumori inequivocabili e si era sentito offeso e tradito, tradito da qualcuno che non aveva ma riteneva essere di sua proprietà.
Probabilmente aveva visto in quel ragazzo qualcosa che non sarebbe mai potuto diventare: alto, bello e con un fisico da far paura.
Da quel giorno aveva smesso di pensare a quella ragazza: quando la incontrava le rivolgeva un saluto smorzato; cercava di non essere mai fuori se lei lo era e quando si toccava preferiva ora pensare a qualche attrice o modella.
Ora invece, ora cosa farò? Ora che lui mi ha detto che mi ama…ora comincerò a pensare a lui? Anche se non mi piace?...
 
Non l’aveva baciato. Chiunque poteva vederli lì, inoltre si accorse che non voleva fermarsi a un bacio, né a una carezza; vide negli occhi di Youngjae lo specchio di ciò che voleva.
Di ciò che tutt’e due volevano.
Gli lasciò il viso e intrecciò la propria mano alla sua; lo trascinò in bagno.
Tutta l’eccitazione del momento lo riportò alla prima volta che l’avevano fatto.
Erano rimasti più a lungo nella sala prove, avevano cantato fino a quando le loro corde vocali avevano implorato di smetterla.
Nessuno dei due aveva parlato; si erano guardati per alcuni minuti, ciascuno perso nei propri pensieri riflessi negli occhi dell’altro. Youngjae aveva poi distolto lo sguardo all’improvviso e Daehyun gli aveva chiesto se c’era qualcosa che non andava.
Non parlava molto, taceva ogni volta che rimaneva solo con Youngjae, non perché gli stesse antipatico, ma perché voleva raggiungerlo e parlandogli avrebbe solo sprecato voce che poteva servire per cantare.
Poche volte Youngjae era riuscito a farlo parlare; quel giorno Daehyun gli aveva rivolto quella domanda in modo così spontaneo, mostrando un mezzo sorriso, quasi amichevole.
Gli aveva chiesto scusa, superficialmente senza alcun motivo, mentre nella mente si era immaginato di essere preso da quel sorriso e baciato dalle labbra che l’avevano svelato.
Daehyun gli si era poi avvicinato, forse troppo vicino, e gli aveva chiesto se voleva qualcosa da bere visto che lui aveva sete.
Youngjae non aveva risposto, ma l’aveva guardato con occhi da cucciolo innamorato, sbattendoli più velocemente del normale.
Non sapeva come né perché Daehyun gli avesse avvicinato il viso fino a che i loro nasi si erano incontrati e si erano guardati da vicino; gli occhi di Daehyun si erano untiti in un unico grande occhio da ciclope e dopo aver riferito ciò che aveva visto si erano entrambi messi a ridere come bambini.
Daehyun aveva smesso di ridere e aveva allontanato il suo viso da quello di Youngjae, scusandosi, poi si era diretto verso la porta. Youngjae gli aveva afferrato la mano per poi lasciargliela subito.
Daehyun si era fermato e quando si era girato era riuscito a leggere per la prima volta dentro gli occhi del ragazzo che gli stava davanti.
Non ci fu esitazione, ma una grande certezza che tramutò in dolcezza appena si sfiorarono le labbra; dopo qualche bacio esitante, l’eccitazione aveva preso il sopravvento e i baci erano diventati decisamente poco casti, Daehyun che qualche volta mordeva il labbro a Youngjae e Youngjae che giocava con la propria lingua incastrandola e facendola scivolare nella bocca di Daehyun.
Portarono quel gioco al limite, poi passarono all’esplorazione dei rispettivi corpi; era la prima volta che toccavano così il corpo di un altro ragazzo, la prima volta che toccavano così un corpo estraneo.
Non avevano parlato e che Daehyun fosse l’attivo non l’avevano deciso a morra cinese: semplicemente Youngjae era risultato il passivo e voleva davvero sentire dentro di se Daehyun.
Gli fece un male terribile, non tanto per le dimensioni del compagno, quanto per la brutalità dell’atto: non l’aveva preparato bene alla penetrazione.
Youngjae si ricordò il dolore che aveva provato quando Daehyun era entrato tutto dentro e l’urlo che aveva cercato di domare inutilmente.
Daehyun si era subito spaventato ed era uscito più veloce di quanto fosse entrato.
E Youngjae aveva sentito ancora più dolore.
Era tutto un pasticcio, pensò Youngjae, quasi ridendo.
Col tempo Daehyun aveva cominciato a capire meglio il suo corpo e quello dell’amato.
Ora avevano cominciato a giocare con le labbra, le risate e qualche parolina eccitante per l’uno e per l’altro.
Daehyun credette che fare la pace attraverso la loro unione ‘normale’, non poteva essere abbastanza.
Così decise che questa volta sarebbe stato lui a donarsi completamente al compagno: voleva dimostrargli quanto aveva sbagliato e che lo amava davvero.
 
Yongguk trovò Jun seduto su una sedia: sembrava un bambino a cui avevano detto che Babbo Natale non esiste e Himchan non era con lui.
Non sapeva cosa fosse successo mentre lui era rimasto con Jongup dentro quella stanza e non l’avrebbe chiesto per paura di scoprire qualcosa che non voleva sapere.
“Hey, macchia rosa” aveva urlato ingrandendo un sorriso “Che ci fai tutto solo?”
Lui non aveva alzato lo sguardo, ma aveva sbuffato “Niente”
Quel ‘niente’ non aveva convinto Bang che si era avvicinato al giovane, appoggiandogli una mano sulla spalla. “Dai, dimmi che è successo”
Diventava estremamente zuccheroso quando parlava con Zelo, e questo gli dava parecchio fastidio: lo faceva sentire fragile e patetico. Probabilmente lo era davvero.
“Sai, stavo pensando a Youngjae e Daehyun…mi dispiace molto che abbiano litigato, anche per colpa della mia scenata…vorrei…devo chiedere loro scusa: chi sono io per giudicare loro?”
A Bang sembrò di sentire parlare un adulto, così diede un buffetto alla spalla dell’amico e rise “Cosa sono questi discorsi? Non è colpa tua se hanno litigato, almeno non principalmente.”
“Speriamo”
“Comunque da quando in qua ti fermi a pensare ai sentimenti degli altri ‘senza giudicare’?”
hyung” si girò verso il più grande, gli occhi grandi scuri in contrasto con i capelli rosa “Com’è amare un ragazzo?”
Bang non rispose, ma si ricordò della prima volta che Jongup gli aveva chiesto se l’avesse mai fatto con un ragazzo. Allora Zelo si grattò la testa mostrando un sorriso imbarazzato e la sua fedele fossetta “Scusa, non dovrei chiederti certe cose…dovrei chiederlo a Youngjae e Daehyun…forse…se mi perdoneranno per la scenata che ho fatto…Himchan…Himchan l’hai visto?” aggiunse poi facendo guizzare una luce negli occhi.
“Non era con te?”
“Sì, ma poi se n’è andato e non ho visto in che direzione”
“Devi per forza trovare Himchan? Non ti va di stare qui con me?”
“Sì…ma…va bene, hyung. Sai fino a pochi giorni fa ero davvero arrabbiato con te perché avevi fatto stare male prima Himchan e poi Jongup…a proposito, perché tu e lui avevate litigato?”
Bang non voleva rispondere all’ultima domanda, non a Zelo, ma non riusciva a dirgli una bugia “Io…e Jongup abbiamo litigato perché…” ma venne interrotto da un canto: Daehyun e Youngjae li stavano raggiungendo cantando la loro ultima canzone.
Era bello vederli così…abbracciati l’uno all’altro.
Era passata poco più di mezz’ora da quando aveva chiarito con Jongup definitivamente e sembrava che anche quei due avessero fatto lo stesso.
 
Daehyun si staccò dalle labbra di Youngjae “Scusa…non avrei dovuto dirti certe co…”
Ma le labbra dell’altro gli erano ripiombate addosso.
Lo staccò di nuovo, prendendolo per le spalle “Ascoltami. Ho bisogno che tu mi perdoni sul serio e…vorrei…” il suo viso cominciò a riscaldarsi, non riusciva a dirgli ciò che pensava, era troppo imbarazzante, così gli tolse la maglia, gli sbottonò i pantaloni e posò le sue labbra sulla pelle sopra i boxer, poi lentamente gli sfilò i pantaloni e l’ultimo indumento rimasto.
Poche volte aveva svolto quel tipo di ‘servizio’ al compagno, ogni volta finiva per morderlo troppo  forte o comunque gli faceva male.
Questa volta voleva fare una cosa fatta per bene, voleva sentire il suo ragazzo gemere per quell’atto; glielo prese tutto in una volta, facendolo trasalire. Continuò a lungo a succhiare e leccare, finché Youngjae non gli prese il viso, facendolo alzare.
“Non…non c’era bisogno che tu facessi…quello che hai fatto”
Daehyun non disse niente e tirò fuori dalla tasca dei jeans un preservativo che teneva sempre dietro, lo aprì e scese di nuovo giù, poi lo infilò con la bocca al membro di Youngjae e si alzò “Scopami”
Sussurrò dentro l’orecchio del compagno, poi gli morse il lobo.
Youngjae non capiva bene il perché di quella situazione, ma non se lo fece ripetere due volte.
Decise di preparare Daehyun, di non fare come lui aveva fatto con lui la prima volta. Certo, quando entrò dentro Daehyun, lui gli si strinse forte, lasciandogli segni profondi sulla schiena, ma non se ne curò. Fecero l’amore come se fosse la prima volta che lo facevano, ottusamente, come se dovessero imparare a conoscere il corpo dell’altro.
Daehyun era estremamente stretto e l’attrito iniziale ci mise un po’ a smussare, come il dolore che Daehyun provava.
Non aveva pensato che si sarebbe sentito così strano e pieno. Certo la sensazione iniziale di qualcosa dentro il suo corpo l’aveva tramortito e urtato non solo fisicamente ma anche (e forse di più) mentalmente; piano piano si era abituato a quella sensazione e i suoi muscoli si erano rilassati parecchio, permettendo a Youngjae una maggiore libertà.
Vennero insieme in un lungo gemito, le menti fumanti dei loro respiri, poi si coccolarono un po’; infine uscirono mano nella mano alla ricerca dei compagni.
Avanzarono cantando e guardandosi negli occhi, quando giunsero da Bang e Zelo.
 
Quando Himchan uscì, trovò Jongup che stava coccolando un gattino randagio, con l’aria assente, ripetendo le carezze meccanicamente, senza accorgersi che al gatto non piacevano molto quelle attenzioni; infatti quello tirò fuori gli artigli e graffiò il ragazzo.
“Neanche tu mi vuoi?” sussurrò Jongup verso il gatto “Infondo sono solo un sostituto, io”
“Ah, ma vai a fare il depresso da un’altra parte!” gli urlò contro Himchan.
Jongup si girò “Ah, sei tu”
“Chi volevi che fosse?”
“In realtà volevo starmene da solo. Non volevo che ci fosse nessuno”
Himchan si appoggiò al muro “Ma come siamo gentili, come sempre…aspetta, fammi indovinare, sei di pessimo umore anche stavolta” e prima che Moon potesse ribattere aggiunse “Come mai sono l’unico che ti trova sempre di cattivo umore?”
“Non lo so. Ma voglio chiederti un favore”
“Dimmi”
Jongup andò davanti al più grande “Lascia in pace Yongguk”
“Come, scusa?”
“Hai capito benissimo. Lascia stare. È tempo perso il tuo. Sai, qual giorno, quando ti ho trovato nel letto di Bang, anche se so che non avete fatto niente…beh, credo tu volessi che qualcosa succedesse, per questo sei stato sulla difensiva”
Himchan aggrottò le sopracciglia “E tu che ne sai? Mi conosci così bene da capire quello che voglio e non voglio?”
“Ti nascondi inutilmente dietro tante personae*, ma molte volte fallisci quando fai cambio costume e in quel preciso momento sei tutto nudo e chiunque, se ti osservasse con attenzione potrebbe vedere ciò che sei realmente”
Himchan diede uno spintone a Jongup “Stai zitto, idiota. Utilizzi paroloni che hai imparato chissà dove e ti credi capace di capire il mondo, di leggere dentro gli altri. Ma cosa mi dici di te? Tu che ti sei arreso subito, senza lottare, dopo che gli hai offerto il tuo corpo e il tuo cuore hai deciso all’improvviso di lasciare stare solo perché…solo perché gli piace quel moccioso!”
“Allora” sorrise Jongup “Anche tu l’hai capito”
“Anche un cieco lo capirebbe, ma ovviamente i diretti interessati non capiscono mai niente”
Jongup si mise a ridere
“Cos’hai da ridere?”
“Niente, io rientro. Dici che Daehyun e Youngjae avranno parlato?”
“Perché quei due avevano forse litigato?”
“Già, avevano solo deciso di dare fiato alla tromba”
“Perché non si può amare una persona solo con baci e carezze”
“Ma anche abbaiandole contro per poi scodinzolargli dietro subito”
Jongup non aggiunse altro, ma capì quanto lui e Himchan, nelle grandi diversità che li dividevano erano simili. Forse avevano avuto genitori che avevano insegnato loro valori simili, chissà. Sospirò e rientrò dentro.
“Jongup”
Jongup si voltò indietro e incontrò gli occhi di fiamma di Himchan.
“Jongup, io…scusa, ma io non ce la faccio…IO NON MI ARRENDO. HO INTENZIONE DI LOTTARE FINO ALLA FINE!”
Esatto, in queste grandi diversità siamo così simili: siamo così forti e soli.
 
*per personae intendo πρόσωπα‘maschere’, il termine usato dai greci in teatro e dai romani, dato che quello che ho utilizzato il nominativo plurale (ma non sono sicura che anche i romani utilizzassero questo termine per le maschere nel teatro)
 
Forse il capitolo è stato un po’ lento perché mi sono soffermata molto sulle sensazioni e le emozioni dei vari personaggi, perché a volte mi è sembrato di tralasciare molto le emozioni profonde dei personaggi, mostrando solo la superficie; per la parte ‘pace tra Youngjae e Daehyun’ ho preso spunto da un episodio della seconda serie (se non erro) di Queer As Folk (USA) dove per dimostrare il proprio amore, l’attivo diventa per la prima volta il passivo; io ho interpretato questo come un grande gesto d’amore e se non lo è allora chiedo scusa; e per tutti quelli che adorano lo yaoi, consiglio vivamente la visione di questa serie tv (tutta su youtube in italiano tra l’altro)
Spero l’ultima parte del capitolo sia decente, perché l’ho scritta tutta d’un fiato oggi e non ho avuto tempo di rileggerla più di una volta…visto che per oggi ho avuto l’accesso a internet (oh, amore mio dove sei stato tutto questo tempo?), una delle prime cose che ho fatto è stata vedere se i B.A.P. avevano rilasciato qualche MV e con mia grande sorpresa ho trovato ‘No Mercy’ e…cavolo! A parte il testo che ho trovato divertente (e che mi ha ricordato ‘knock out’ di G.Dragon e T.O.P) il video è qualcosa di…(forse non dovrei utilizzare questo termine):SCOPABILE. Insomma…mi chiedo come quei sei ragazzi riescano a spedire feromoni in quantità sempre maggiore a ogni nuovo video...
Ok, mi va di parlare del video quindi ringrazio ora RyuzakiUchiha (Ah, adoro il nome del tuo account) e Ele_vislove (Come sempre non so quanto ringraziarti: mi hai recensito ogni capitolo e non so davvero come ringraziarti per il supporto!).
Bene, ora parlo del video.
Allora, innanzi tutto credo sia un video incredibilmente tamarro, ma penso di averlo visto tante (troppe) volte oggi. Beh, sì ovviamente perché c’erano loro e beh…*fangirl mode: on* Yongguk è un cucciolo dal sorriso e sguardo maledettamente seducenti; Himchan, giuro che in certe parti mi ricordava t.o.p e in alcune foto che ho visto oggi GD, e comunque ha qual musino da coniglietto che adoro e super sexy, non come Yongguk che invia feromoni sexy-gangster, no Himchan manda feromoni sexy-eleganti; Jongup…beh io non ho niente da dire, diventa sempre più bello e come sempre quando balla assume un fascino da far invidia a chiunque; Zelo è diventato carinissimo: i capelli rosa mi piacevano davvero molto; questi li adoro, beh…è sulla buona strada; Daehyun è sempre tenerissimo e questo colore di capelli gli dona molto più dell’altro anche se la pettinatura che ha nel video non mi entusiasma; Youngjae, beh…da ‘warrior’ a ‘no mercy’ è dimagrito tantissimo e anche per i suoi capelli, la stessa cosa che ho detto di Zelo.
Devo dire che tra tutti i gruppi k-pop che ho ascoltato loro sono i miei preferiti, forse per il genere che fanno, essendo io una fissata con la musica e che ha bisogno che una canzone rispetti certi canoni (che io richiedo)…ok la smetto.
Grazie a tutti quelli che hanno letto fino a qui e che hanno letto questo capitolo. Spero che anche questo capitolo sia piaciuto. 

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Capitolo 5
*** Different Sense ***


 
avevano deciso di guardare un film, ovviamente d’azione, poiché costretti dal leader.
Daehyun e Youngjae avevano da poco fatto la pace e sembrava fossero ritornati indietro nel tempo, in quei primi periodi in cui appena trovavano un po’ di tempo si coccolavano e sussurravano dolci parole: “Dae, ti amo”
“Anch’io, orsettino”
“Dai, non chiamarmi così”
“Un tempo ti piaceva quando ti chiamavo così…”
“Ma adesso non più!” e scoppiò a ridere.
“Voi due la volete smettere di disturbare? Sto cercando di vedere un film, io!” urlò Yongguk.
Daehyun si mise dritto sul divano e fissò il leader “Ma perché devi essere sempre così cattivo?”
“Non sono cattivo! Sto solo, cercando. Di. Vedere. Questo. Film!”
“Scusaci tanto, grande capo” rise Youngjae.
Bang alzò il volume della tv.
“Dea…” sussurrò Youngjae nell’orecchio dell’amante “Che ne dici di lasciare i nostri compagni, che vogliono guardare questo film dalla trama travolgente e ce ne andiamo nella nostra stanza a…” e chiuse le mani attorno all’orecchio di Daehyun e gli sussurrò il resto della frase, facendolo ridere.
“Andate ad accoppiarvi se volete, ma vi prego di non farlo qui!” supplicò Bang.
Daehyun afferrò il suo ragazzo per un braccio e i due, mentre entravano nella stanza di Daehyun riempirono la casa di tenere risate.
 
“Scusate” aveva chiesto Zelo quel pomeriggio, quando si erano tutti riuniti “Non avrei dovuto dirvi quelle cose…non ho il diritto di giudicarvi…non so nemmeno cosa sia l’amore e non posso giudicarlo…” poi si grattò la testa, sorridendo debolmente e fece un grande inchino davanti ai due ragazzi.
“Grazie Zelo…non c’è bisogno che chiedi scusa così…abbiamo capito” sorrise Youngjae.
“Guarda che se rimani chinato ancora un po’ rimarrai così per sempre!” aggiunse Daehyun, col cuore più rilassato.
Zelo si alzò mostrando a tutti i suoi hyung un sorriso raggiante.
Sì, la primavera era arrivata e i primi fiori vestivano di un rosa confuso, che sarebbe sbocciato lentamente.
 
Deahyun e Youngjae se n’erano andati da un po’ e il grande divano sembrava ora vuoto.
Bang aveva gli occhi fissi nello schermo ed era talmente partecipe da risultare patetico agli occhi degli altri, ma non quelli di Himchan.
Lo fissava. Sempre. L’ammirazione iniziale si era trasformata in amore; lo sapeva, non era una semplice cotta, non questa volta.
Avevano la stessa età, ma il leader sembrava molto più maturo e intelligente di lui, così stupido, così…solo.
Era incredibile come ogni cosa che faceva, ogni impulso che faceva muovere i suoi muscoli facciali lo affascinasse.
Era come se lui fosse l’autunno che lentamente cadeva a pezzi, vittima delle forti piogge e Bang invece l’estate possente, calda, ormai passata e quindi irraggiungibile.
Si divertiva a vedere le sue espressioni così attente rivolte verso quello stupido film che chissà dove aveva trovato. Certo, non era il genere di film che piaceva a Himchan, e gli attori erano alquanto mediocri, ma che mi importa se ho la possibilità di portelo guardare senza che lui e gli altri se ne accorgano. In silenzio. Al buio, illuminato solo dalle luci dello schermo che sembrano segnare il tempo dentro di me, facendo cadere il più velocemente possibile tutte le mie foglie.
Verso la fine del film si accorse di come erano seduti su quel divano: lui all’estremità sinistra, dopo di lui il vuoto lasciato dai due che probabilmente se la stavano spassando in una delle loro stanze; poi c’era Bang e accanto a lui Zelo; gli faceva male vederli così vicini, braccio contro braccio.
Bang era uno che non amava agire rapidamente, ma preferiva fare tutto lentamente, lasciando che fosse il tempo a decidere il tutto, ovviamente cercando di batterlo.
Ultimo sedeva Jongup; un Jongup che guardava lo schermo passivamente, un Jongup che era senpre tra le nuvole, magari stava guardando un film nella sua mente, però.
Sembrava stanco e all’improvviso spinse Zelo più vicino a Bang dicendogli che aveva bisogno di più spazio; Bang staccò un momento gli occhi dalla tv e si voltò verso il piccolo.
Himchan non poté vedere la sua espressione e ne fu triste, perché sapeva che era strapiena d’amore e anche se era rivolta a Zelo avrebbe voluto accoglierla nel suo cuore come se fosse per lui.
Poi sentì gli occhi di Jongup su di lui, occhi che dicevano ‘Lasciamoli soli, fammi questo favore’.
Eppure Himchan non poteva arrendersi, solo perché un stupido ragazzino gli aveva chiesto con gli occhi di andarsene.
Volse lo sguardo alla porta che collegava il soggiorno alla cucina e per tutto il resto del film non mosse un muscolo, perso nei suoi pensieri: quelli che lo facevano diventare ombroso, quelli che gli facevano pensare che forse davvero aveva tante personae dentro di sé, chissà quale, la sua vera faccia.
 
Gli piacevano quei film pieni di cazzotti, pistole e sesso, ma quella sera non riuscì a concentrarsi abbastanza per seguirlo: Himchan lo aveva fissato tutto il tempo.
Allora è vero che gli piaccio…se mi fissa tutto il tempo…cosa posso fare?...un po’ mi mette a disagio e…ancora non ho capito se mi possa piacere anche solo un po’…insomma, sì…è un bel ragazzo ma non mi sono mai innamorato di un maschio…come si fa?...aspetta, esiste una specie di formula per riuscirci?...impossibile, perché penso certe cose che…nemmeno il bambino ce fantastica di più potrebbe inventarsi…ma io l’amore…l’ho mai conosciuto?
Poi si voltò verso Himchan e sì: lo stava ancora fissando e aveva un’espressione così…tenera.
Subito dopo distolse lo sguardo, un po’ rosso in viso.
Cosa fare?...come faccio a capire se mi piace…aspetta…ah no, non è detto che mi piaccia per forza se…insomma potrebbe essere solo attrazione fisica e…aish, ma perché sto pensando a certe cose adesso, insomma…devo guardare il film, cavolo!
Eccoli i due piccioncini che se ne vanno…chissà com’è tra due maschi…posso immaginare che insomma uno sta sopra e l’altro sta sotto e poi…no aspetta…sì, è così…dovrei documentarmi? Ma anche no! Comunque ci deve essere uno che fa ‘la donna’…Youngjae o Daehyun?...non ne ho idea, ma forse quello che è più grande…o quello più alto?...niente, guardo il film!
Sentì comunque addosso a lui lo sguardo di Himchan e non riuscì a seguire nemmeno due fotogrammi dietro fila.
Poi, verso la fine del film sentì Jongup spingerlo verso Bang.
E questo che vuole ora? Dice che non ha spazio, ma per tutto il film non si è lamentato…vallo a capire…a volte si comportano tutti in modo strano e non riesco a capire dove vogliano andare a parare…riuscirò a godermi una dannata scena di questo stupido film?
 
Lo sapeva che tutto il tempo gli occhi di Himchan erano fissi su Bang, non aveva avuto bisogno di girarsi per constatare se era così o meno. Avrebbe fatto anche lui lo stesso se non avesse deciso di farla finita.
Non poteva continuare a guardare qualcuno che non lo ricambiava e neanche Himchan doveva, perché lui e Bang erano solo grandi amici: più di una volta Bang, parlando con Jongup gli aveva fatto capire che ammirava quel ragazzo a volte un po’ stupido, ma che se una cosa non gli andava bene te la diceva in faccia, senza pensare alle conseguenze; sì, provava un forte senso di amicizia e lealtà verso Himchan. Ma non lo amava. Nella testa di Bang solo Zelo occupava il ‘posto dell’amore’.
Il film che stavano guardando era estremamente noioso e solo Bang avrebbe avuto il coraggio di sostenere che quel film era ‘una meraviglia’, anche se non gli era piaciuto, perché se il film lo sceglieva lui doveva per forza essere bello. E se Himchan o Zelo avessero cominciato a discutere lui avrebbe alzato la sua voce, quella voce che amo tanto, e insieme alla sua autorità avrebbe ottenuto che ‘Sì, il film non era poi così brutto’.
Ma questa volta nessuno sembrava stesse guardando il film.
Quando si girò, dopo che Daehyun e Youngjae se ne furono andati aspettò il giusto momento e, trovato Zelo concentrato nei suoi ‘filosofici’ pensieri lo spinse verso il leader.
Sì, doveva fare di tutto per Bang: erano soci ora, o meglio, fratelli e come fratello Jongup doveva aiutare il fratello maggiore nei suoi tentativi di conquista.
Fatto ciò rivolse le sue attenzioni a Himchan: era seccato, si vedeva anche al buio, ma oltre a quello sembrava non volersi perdere la scena. Jongup gli fece cenno di andare via e lasciare quei due da soli e Himchan fu molto chiaro: girò la testa dalla parte opposta e cominciò a fissare lo stipite della porta.
Jongup sorrise silenziosamente, sembrava che Himchan fosse un ragazzino alle prese con la sua prima cotta.
 
Il film non era granché, qual era il titolo? Non lo ricordava, ma per quel che gli serviva…
Quando fissava lo schermo non c’era modo che potesse distogliere lo sguardo da quella scatola magica, ma avere Zelo lì accanto, a pochi centimetri lo mise un po’ in agitazione.
Certo, non era la prima volta che quei due si trovavano così vicini, ma più giorni passavano e più Yongguk capiva di amare Zelo. Era cominciato tutto molto presto: Zelo che era il più piccolino, loro che si dovevano conoscere, lui che doveva già fare la parte del leader e proteggere gli altri. Specialmente lui, che aveva solo quindici anni.
Era alto e magro, forse dimostrava qualche anno in più col trucco sul viso e i suoi occhi venivano rimpiccioliti dalla matita pesante; senza trucco i suoi occhi sembravano contenere tutti i continenti senza il mare in mezzo Come si chiamava?... Pangea se non ricordo male.
Aveva subito sentito di doverlo proteggere e guidare, passo dopo passo, con distacco, come un insegnante che ha il compito di insegnare una materia importante e anche come vivere al di fuori dei libri; quel sentimento era poi affluito dentro quel grande serbatoio che chiamano ‘amore’: prima aveva cominciato a notare in lui piccoli particolari, poi aveva cominciato a piacergli anche come persona, forse perché Jun lo cercava di continuo e Bang gli faceva da bussola.
Quando lo sentì quasi sopra di lui ebbe un piccolo sussulto e si girò verso il maknae; non ricorda che espressione avesse in viso, certamente non arrabbiata e poi la sua mano…sulla mia gamba.
Lo so che non dovrei agitarmi troppo per una cosa così banale, ma non so più quand’è stata l’ultima volta che ho toccato un corpo e se poi è Zelo a toccarmi…non dovrei, ma è da troppo che tengo stretti questi sentimenti e…i pantaloni…grazie Dio per aver inventato la notte e la luce spenta e la tv che illumina poco, grazie. Ma perché qui, ora? Zelo non guardare vicino alla tua mano, ti prego, non vorrei ti venisse un colpo vedendo che…cazzo sì, sono estremamente eccitato. Ma non devo pensarci, forse è meglio se ritorno a guardare il film, anche se vorrei prendergli la mano e tenergliela stretta, ma non posso…ok, ritorniamo al film…
E dopo che anche Zelo gli ebbe chiesto gentilmente scusa, ritornò a quello stupido e inutile film.
 
Non riusciva a chiudere occhio: era sicuro di piacere a Himchan, ma non riusciva a capire se a lui potesse piacere.
Così pensò a una soluzione: si sbottonò i jeans e steso sul letto cominciò a massaggiarsi lentamente, prima sopra gli slip, poi con la mano dentro di essi. Cercò di pensare a Himchan e per un po’ pensò che stesse funzionando: se pensando a lui poteva fare certe cose significava che fisicamente non gli dispiaceva.
Ma dopo poco al viso di Himchan si affiancarono quelli di Bang, Jongup e Daehyun e Youngjae che si baciavano. Si fermò di colpo: non poteva fare un’orgia mentale e non gli piaceva nemmeno l’idea di…di tutti quei maschi che mi guardano e non osa immaginare oltre.
Si rivestì e andò a farsi una doccia fredda.
Domani mattina avrebbe provato in qualche altro modo, almeno sperava.
 
Si svegliò presto, come sempre: 7 e 30, sveglia biologica che chissà quando il suo cervello gli aveva imposto.
Scese in cucina e si diresse verso il frigo: lo aprì: latte o succo d’arancia? Chiuse il frigo.
Aprì uno scaffale: biscotti al cacao, frollini o fette biscottate? Chiuse l’anta che aveva aperto e ritornò al frigo: burro, marmellata, uova. Richiuse il frigo e si chiese quando gli altri sarebbero scesi e cosa avrebbe potuto fare con Himchan.
Si stropicciò i capelli rosa, spostò una sedia dal tavolo, tanto per potersi sed…
“Oddio santissimo!” e il suo sedere si trovò a terra. Si rialzò “Che cazzo ci fai tu, lì? Quando sei entrato?”
“Ero già qui quando ti sei diretto verso il frigo, poi verso quello scaffale e sei ritornato a esplorare il frigo”
“E perché non ti ho visto?”
“Perché anche se hai occhi più grandi di me non sai fare a guardare!”
“Che ne sai tu?” sbuffò Zelo.
“Mi porti una tazza di caffè, Jun?”
“S…sì, certo”
Gli portò la tazza e si sedette accanto a lui “Me ne lasci un po’?”
“Stai parlando con me? Tu, voi del caffè? Ma se dici sempre che ti fa schifo!”
“Beh, oggi non mi fa schifo!”
“Se lo vuoi poi andare a riempirtene una tazza tutta per te”
“Non mi va: voglio bere dalla tua tazza”
Himchan non sapeva se ciò era bene o male: sembrava che Zelo avesse preso bene la sua dichiarazione, ma non voleva andare oltre: ciò che aveva detto, lo aveva detto solo per fare in modo che Zelo stesse il più lontano possibile da Yongguk.
“Allora te ne lascio un po’” gli sorrise e gli arruffò i capelli.
Quando ebbe la tazza tra le mani tremò un pochino, poi cercò il segno lasciato dalle labbra di Himchan e vi posò sopra le sue: da qualche parte aveva sentito che era un bacio indiretto.
Il caffè faceva schifo e per di più Himchan lo beveva amaro; comunque lo mandò giù, ma non provò nessun brivido anche se aveva posato le sue labbra dove quelle di Himchan avevano lasciato il segno.
Allora si alzò di scatto e prese il volto del più grande tra le mani tremanti e con occhi altrettanto tremanti lo fissò per alcuni secondi, prima di fiondarsi di peso su quelle labbra quasi rosse.
Himchan non sapeva cosa fosse preso a Zelo, ma sta di fatto che le labbra del piccolo erano sulle sue, così incerte.
Stava per mettersi a ridere, perché la scarsa, forse inesistente esperienza di Zelo era troppo evidente.
A un certo punto sentì le labbra di Jun aprirsi e la sua lingua cercare un passaggio dentro la bocca di Chan.
All’inizio lui non gli permise di entrare, poi sempre con un gran divertimento addosso lo accolse e mentre il bacio si faceva più intenso, Zelo sembrava un poco rilassarsi ed essere più naturale.
Himchan aprì un attimo gli occhi, tanto per vedere l’espressione del piccolo, ma la prima cosa che vide fu Bang.
Era sulla porta e stava guardando la scena con un sorriso amaro: probabilmente era entrato in cucina con un gran sorriso che si era spento quando aveva visto il suo tanto amato Zelo baciare il suo grande amico Himchan.
Himchan spinse lontano Zelo che non seppe capire perché gli urlò: “Perché mi hai spinto all’improvviso?”
Poi anche Zelo portò lo sguardo alla porta.
Gli occhi di Bang sembravano spenti e sconfitti, il corpo sembrava non avere più ossa che lo sostenessero.
Zelo aprì la bocca “Hyung…io”
Bang sbatté un pugno sulla porta e corse via, non senza aver prima lasciato ai due ragazzi uno sguardo poco promettente.

ringrazio RyuzakiUchiha per la recensione (rileggendo il punto in cui parlo di no mercy mi sento una che non ha mai visto un ragazzo....comunque.....)
ringrazio anche chi segue questa ff che un po' per noia, un po' per esplorare una forma di scrittura che non conoscevo mi ha riempito i pensieri (sì, non faccio altro che pensare a come finirà, perché nemmeno io so che piega prenderà la storia: io ho plasmato i miei personaggi e loro prendono la loro via...oddio mi sento un piccolo Dio...no ok, non lo sono)
ciao ciao, spero di poter pubblicare presto il prossimo capitolo che formicola tutto nella mia testa e nelle mie mani

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Capitolo 6
*** Beautiful Chords ***


Sedeva sul muro dietro la porta della cuina, gli occhi pungenti.  
Più volte si era ripromesso di non piangere: era il leader e doveva essere d'esempio a tutti; non gli piaceva essere considerato 'cattivo' e non amava essere freddo con i suoi amici, ma quello era il suo lavoro e col tempo, ciò che all'inizio era stato per lui un comportamento imposto da altri e per gli altri aveva ora preso possesso della superficie del suo vero carattere, ma dentro era sempre lo stesso.  
Si accorse delle lacrime che gli scendevano lente e dolorose, perché da troppo non uscivano, tanto che quando per caso le assaggiò gli parve la prima volta che la sua lingua le toccava, ma presto si asciugò il viso: qualcuno poteva essersi svegliato e lo avrebbe potuto vedere.  
Eppure quelle lacrime non la smettevano di sgorgare e da lente si erano portate veloci, forse avendo ora studiato i lineamenti di quel viso si lanciavano tranquille e anche il naso cominciò a piangere. Portò entrambe le mani a chiudere il proprio viso e dopo qualche minuto sentì la voce di Himchan alzarsi; si asciugò le lacrime e stette ad ascoltare ciò che stava succedendo oltre il muro su cui la sua schiena si poggiava.  
 
"Himchan, perché hai quella faccia?"  
"…"  
"Scusa se ti ho baciato all'improvviso, so che non dovevo, ma tu mi avevi detto che ti piacevo e..."  
"...ttene"  
"Come?"  
"Vattene!" alzò la voce Himchan.  
"Perché?"  
"Ti prego, Zelo, vattene prima che la mia bocca sputi veleno"  
"Non mi interessa se comincerai a sputare veleno: dimmi perché dovrei andarmene"  
"Voglio stare da solo, ecco"  
"Non ti credo! Dimmi cos'hai? Perché da quando Bang ci ha visti stai così? Non mi hai detto che ti piaccio?"  
"Sì, l'ho fatto"  
"E allora, che ti importa di quello che potrebbe pensare Bang se quando mi hai detto che ti piacevo non hai pensato a me, a quello che ti avrei potuto rispondere?"  
"Ti prego Zelo, lasciami stare...lasciami da solo"  
"NO! Dimmi cos'hai, dimmi perché adesso rifiuti la mia presenza, quando ti piaccio"  
"Hai sprecato il tuo primo bacio..."  
"Himchan, che stai dic..." cominciò a chiedere Zelo con voce un po' tremante; venne interrotto da Himchan "Sto dicendo che non mi piaci e non mi sei mai piaciuto"  
"Allora perché mi hai detto che ti piacevo?"  
"Perché non sapevo cosa dirti, che scusa inventarmi per averti portato via all'improvviso!"  
"Allora qual è il vero motivo per cui mi hai portato via?"  
"Bang"  
"Che c'entra Bang adesso?"  
"Ti ho portato via da Bang perché ho capito una cosa che non volevo sapere...volevo allontanarti da lui perché mi piace!"  
"Himchan...che...che stai dicendo?" gli occhi di Zelo cominciarono a riempirsi di lacrime "Perché...io...io cosa c'entro allora?..."  
In quel momento sulla porta si materializzò Bang "HIMCHAN!" urlò, poi con passo pensante e veloce si portò vicino alla sedia dove il ragazzo sedeva e lo chiamò con voce più calma "Himchan..."  

KNOCK OUT!  

Bang aveva colpito in pieno volto Himchan, che ora si trovava steso a terra, con una mano in viso a toccarsi il punto dove era stato colpito.  
Zelo non si era mosso e continuava a stare fermo, capendo sempre meno la situazione. Perché i grandi devono complicarsi la vita? Perché devono sempre mettere in mezzo la pace delle altre persone? A volte, specialmente ora che ci conosciamo meglio mi sembra di vivere in uno di quei drama che danno in TV. E io che a volte li prendo in giro perché una vita così non può esistere...invece guarda...Bang che è entrato e ha picchiato Himchan, che non ha reagito e io che non mi muovo. Se fossimo in un drama io sarei la ragazza per cui litigano i contendenti...ma aspetta...Himchan non mi ama e nemmeno Bang...perché questa situazione? Vorrei solo scappare via e mollare tutto, ritornare a una vita più tranquilla...  
"Alzati in piedi!" urlò Bang "Prima che cominci a prenderti a calci"  
Himchan lo guardava con occhi spenti che non suggerivano nessuna emozione al più grande; poi si alzò lentamente, un po' tremante e fece un sorriso che a Bang parve provenire dall'inferno.  
"Zelo, " cominciò Himchan "Tu lo sai perché Jongup e Bang hanno litigato qualche settimana fa?"  
Lui scosse il capo, gli occhi rossi e qualche lacrima che scendeva; Himchan si rivolse a Bang "Ma come, non l'hai detto a Zelo? Perché è l'unico all'oscuro di tutto?"  
Il piccolo si girò verso il leader con aria interrogativa; Himchan si passò la lingua tra i denti "Sai, Zelo, non erano solo Youngjae e Daehyun che ci tenevano nascosta una relazione...pensa che anche il nostro caro leader e il tuo 'Moontos' fino a poche settimane fa scopavano di nascosto e si divertivano parecchio credo...ti ricordi...ti ricordi il coniglietto che ho portato qualche tempo fa?"  
Zelo annuì, con lo sguardo sempre fisso su Bang che fissava incerto Himchan; anche lui aveva gli occhi rossi: aveva pianto.  
"Beh," continuò Himchan "Una cosa che non sai è come Jongup abbia convinto Bang a lasciarci tenere il coniglio finché non gli trovavamo una casa...ma ora credo tu possa immaginarlo...non c'è bisogno che io ti spieghi tutto, giusto?"  
Le lacrime di Zelo cominciarono a cadere con insistenza, Bang si girò un attimo e incrociò lo sguardo del piccolo. Non si mosse: se l'avesse fatto sarebbe di sicuro corso da lui e avrebbe solo peggiorato la situazione.  
Himchan non sembrava volersi fermare "E dimmi, Zelo, riesci anche a capire perché quei due hanno in seguito litigato? Ti dico già che non hanno litigato perché io li avevo scoperti...ma forse, per capire questo devo prima dirti alcune cose...tipo che a Bang non è mai piaciuto Jongup e che ci andava a letto per soddisfare le proprie voglie e per fare un po' di esperienza per il suo unico grande amore che, sì: è un maschio...e Jongup, il povero Jongup che pensava, o meglio sperava, che Bang lo amasse almeno un pochino...invece il leader pensava sempre a qualcun altro mentre entrava e violava quel povero corpo che..."  
"SMETTILA!" urlò con voce nera Bang "Smettila o ti faccio tacere io! Zelo ha già sentito abbastanza, non lo vedi che sta male?"  
Himchan sorrise di nuovo, lo stesso sorriso dall'inferno di prima, solo un gradino più freddo "E perché dovrei fermarmi quando arriva la parte migliore?"  
"Himchan, non oseresti..." disse preoccupato Bang "E...e come l'hai scoperto?"  
"Solo i ciechi non lo vedrebbero..." poi si voltò verso Zelo "Piccolo, lo sai perché alla fine quei due hanno litigato? Beh, è successo tutto perché Jongup ha capito che Bang non lo amava e in seguito ha scoperto anche il nome di chi Bang ama...Non so se ci sei già arrivato, ma voglio comunque dirti che chi piace a Bang..." si fermò: il pugno del leader era a pochi centimetri dal suo viso, qualcosa lo stava trattenendo.  
 
Jongup sentì un gran vociare al piano sottostante e uscì di corsa dalla stanza; anche Daehyun e Yongjae si affacciarono dalla stanza e chiesero a Jongup cosa stesse succedendo; gli chiesero anche se era meglio andare a vedere o restare lì: Jongup disse loro che sarebbe andato lui.  
Non vorrei stesse succedendo ciò che penso: forse Himchan ha combinato qualche casino, forse ha detto a Bang che gli piace...Zelo...Zelo dov'è? Spero non sia giù con loro perché Bang...Bang è ormai al limite: non ha più nemmeno il mio corpo su cui sfogarsi e non so che cosa potrebbe combinare...  
 
Quando scese l'ultimo gradino vide Bang dirigersi verso Himchan, il pugno chiuso.  
Himchan stava parlando con un sorriso amaro dipinto sul viso verso...Zelo, perché sta piangendo?
Non si fermò a pensare e fece appena in tempo a bloccare il pugno che Yongguk stava per far tremare sul viso già ammaccato di Himchan.  

Era Jongup; Himchan lo ringraziò in silenzio perché l'aria che il braccio di Bang aveva spostato gli aveva fatto capire che questa volta il leader non si sarebbe risparmiato e avrebbe colpito con grande forza.  
 
Zelo vide Jongup fermare il braccio di Bang e non si mosse.  
 
Bang si sentì il braccio bloccato e non riuscì a muoverlo; chi l'aveva stretto era di sicuro Jongup: solo lui sapeva cingergli il braccio in quel modo e la sua mano, per quanto non l'avesse amata la conosceva troppo bene.  
Si girò e guardò Moon, gli occhi ancora rossi e le tempie pulsanti. Anche Jongup lo stava guardando: Yongguk era più alto del giovane, ma sotto quello sguardo si sentiva piccolo, quasi un bambino che sta per essere sgridato dal padre.  
Si guardarono per pochi secondi, perché Bang sapeva benissimo cosa Jongup gli aveva detto con gli occhi.  
 
Jongup capì che Yongguk avrebbe fatto ciò che era giusto fare in quel momento, così allentò la presa e addolcì un po' il viso, senza mostrarsi troppo debole di fronte a quegli occhi che solo lui fino a quel giorno aveva visto piangenti più di una volta; solo a lui si era mostrato così debole, sia per la troppa felicità che per qualcosa di triste. Era sempre stato geloso delle sue lacrime, perché erano preziose e solo lui gliele raccoglieva. Chissà se riuscirò a raccoglierle ancora e utilizzarle per dissetare la mia anima.  
 
Bang strappò via il proprio braccio da Jongup con forza e lo ringraziò con un fil di voce per averlo fermato; infine salì le scale e si chiuse nella sua stanza, dove cominciò a buttare giù qualche oggetto per sfogarsi. Se ci fosse stato Jongup mi avrebbe fermato. Ma non ricordo nemmeno come facesse, tanto sono annebbiato ogni volta che mi arrabbio e lui, ora non c'è più. Vorrei avere Zelo vicino: la sua sola presenza potrebbe calmarmi, ma  potrebbe anche agitarmi.  
 
Zelo vide Bang uscire dalla stanza, senza dire una parola a Jongup. Se si capivano così bene allora quello che Himchan gli aveva detto era tutto vero. Dimenticò il motivo per cui Himchan gli aveva fatto del male, perché tutti facciamo degli errori e quello di Himchan era misero rispetto a Bang che aveva mentito a tutti, anche al povero Moontos che lo amava...  
Ma Jongup fu più veloce di Zelo e fece appena in tempo a tenere su Himchan che stava cadendo a terra; Zelo lo raggiunse, ma Jongup lo guardò con aria interrogativa "Zelo, non so bene cosa sia successo, posso solo immaginarlo. Ora però devi andare da Bang e chiarire: non possiamo lasciare tutto di nuovo in sospeso. Ci penso io a Himchan, non preoccuparti"  
Zelo esitò, ma Jongup era stato chiaro; così lentamente salì le scale e si chiese come Jongup avesse affrontato tutta la situazione e l'avesse superata da solo, senza che tutti gli altri lo sostenessero. Pensò anche che Bang era stato meschino, ma in cuor suo sperava fosse tutta una bugia. Lo ammirava troppo ed era sempre stata un faro per lui, un faro che lo illuminava giorno e notte, senza mai spegnersi. Ma anche i fari possono spegnersi.  
 
Quando fu davanti alla porta di Bang non bussò, ma rimase a sentire i rumori provenienti dalla stanza: sentì qualcosa cadere e pugni sbattere dappertutto. Aveva paura di bussare; aveva paura di chiedere come fosse la nata la storia tra lui e Jongup e perché stava con lui se non lo amava e soprattutto voleva sapre il nome del ragazzo che piaceva al leader.  
 
"Himchan...Himchan, svegliati, non ce la faccio più a sorreggerti, sono un po' scomodo" e schiaffeggiò il grande.  
Himchan aveva ceduto tutto il suo peso sopra Jongup e i due ragazzi erano ora a terra; aveva bloccato una gamba e un braccio a Jongup e il ragazzo era costretto a tenere tutto il peso del grande con un braccio, per evitare di essere soffocato da tutto il suo corpo.  
Mentre cercava di far rinvenire Himchan si chiese cosa fosse successo...Zelo stava piangendo e sembrava confuso; Himchan gli stava per dire chi piaceva a Bang, quindi doveva essere successo qualcosa in mezzo che gli sfuggiva.  
Si ricordò che Himchan il giorno precedente aveva portato via Zelo con la forza dalla stanza dove c'era Bang, ma nessuno sembrava essere teso o preoccupato.  
Non riuscì a collegare niente così aspettò che Himchan riaprisse gli occhi.  
Quando riaprì gli occhi Jongup si stava sforzando si sorridere; si accorse che stava tutto sopra Jongup e cercò di alzarsi, ma sembrava gli mancassero le forze. Si toccò lo zigomo sinistro e sì, gli faceva molto male.  
"Non lo toccare, aspetta che ti aiuto ad alzarti e vado a prendere la pomata"  
Così lo aiutò ad alzarsi, ma Himchan non sembrava avere la forza di stare in piedi, così gli disse di sedersi per terra e aspettarlo. 
 
Si fece coraggio: bussò con vigore alla porta. 
La stanza cadde in silenzio e Zelo parlò, mostrando che la forza che aveva utilizzato per bussare nascondeva una grande paura "Hyung, sono io" 
Si chiese se Bang avrebbe riconosciuto la sua voce e così sembrò perché Bang gli aprì la porta, lentamente. 
Quando Zelo entrò nella stanza vide che tutto era sottosopra; Bang osservò il ragazzo e vide che era spaventato dalle condizioni della stanza. 
"Non ti preoccupare, succede sempre così...forse dovrei comprare un sacco da boxe e utilizzarlo per sfogarmi, ma sai, fino a qualche settimana fa avevo sempre qualcuno che mi calmava..." 
"Jongup?" chiese timido Zelo 
"Sì, Jongup" sospirò "So che vuoi sapere tutto, ma allo stesso tempo hai paura di saperlo...beh, non intendo più tenerti nascosta la cosa, quindi...sì, io e Jongup siamo stati insieme per un periodo di tempo, anche se io non lo amavo." 
"Ma hyung, perché...?" 
"Perché stavo con lui se non lo amavo? Beh, la storia è lunga, ma lui è stato il primo a chiedermi di dormire con lui e dopo la prima volta abbiamo continuato e dopo un po', qualche settimana fa, non ce l'ha fatta più e mi ha chiesto se lo amavo...gli ho detto che il mio cuore batte per qualcun altro e ora sa anche chi è..." 
"Ma hyung, perché gli hai fatto male? Non potevi semplicemente dirgli che non lo amavi dall'inizio e..." 
"Non potevo...non potevo perché la persona che mi piace la vedo ogni giorno e non avrei resistito e...ho usato il corpo di Jongup per sfogare le mie voglie...me ne vergogno troppo, ma voglio essere chiaro con te" 
"Non va bene giocare coi sentimenti degli altri solo per soddisfare i propri bisogni..." 
"Lo so, Zelo, ma non puoi immaginare quanto per me sia difficile stare accanto al ragazzo che mi piace, sapendo che probabilmente non lo avrò mai..." 
"Il nome. Dimmi chi è" 
"Sei sicuro di volerlo sapere?" 
Gli occhi di Zelo traboccarono insieme a quelli di Bang, il primo perché arrabbiato per tutto quello che Bang aveva fatto al suo amico  e il secondo perché aveva paura di ciò che Zelo avrebbe fatto dopo che lui gli avrebbe detto una volta saputo che lo amava. 
 
Quando Jongup rientrò in cucina trovò Himchan come l'aveva lasciato, gli occhi in terra e seduto a gambe incrociate, le mani sul viso a sostenerlo. 
Jongup si sedette davanti a Himchan, gli prese le mani e le spostò; poi sostenne lui la sua testa e preso il tubo mise un po' di pomata sull'indice e andò a posare la crema fredda dove Bang aveva colpito Himchan precedentemente; lui rispose facendo una smorfia, poi si rilassò e aprì gli occhi per guardare Jongup che finiva di medicarlo. 
Si accorse che quei capelli gli stavano bene, anche se in quel momento andavano per conto proprio perché non li aveva pettinati; abbozzò un sorriso. 
"Scusa se non ti ho ascoltato quando mi hai detto di lasciare perdere Bang...avrei dovuto ascoltarti..." 
Jongup scosse la testa "Avrei dovuto insistere di più, ma non l'ho fatto. Sapevo che sarebbe finita così: tu e Bang non avreste resistito più a lungo...beh, ora credo sappiamo entrambi cosa succederà" 
Himchan guardò Jongup preoccupato e lui gli rispose "Mi dispiace, ma credo che Bang otterrà ciò che vuole...vedi, Zelo lo ammira così tanto... e poi non conosci quanto le labbra di Bang siano persuasive e non solo le labbra e..." si fermò, perché Homchan aveva gonfiato le guance e lo stava guardando accigliato "Scusa" e abbassò lo sguardo. 
"Quindi è finita..." sospirò Himchan e sentì le lacrime salirgli.
Jongup alzò lo sguardo e prima che gli occhi del grande potessero sgorgare, si mise in ginocchio e si allungò verso il grande; gli cinse le spalle e una mano la portò dietro la nuca, dal basso verso l'alto, tirando su i suoi capelli; il viso di Himchan nell'incavo della spalla di Jongup. 
Jongup sentì il respiro di Himchan farsi breve e la t-shirt che indossava cominciare a bagnarsi. 
"Himchannie...è tutto a posto" 
 
"Sì, lo voglio sapere" tirò su col naso Zelo. 
Bang si avvicinò al ragazzo che aveva cominciato a indietreggiare, spaventato dallo sguardo lacrimante e intimidatorio del grande. 
Bang lo bloccò sulla porta e avvicino il proprio viso a quello di Jun; lo fissò a lungo, studiando ogni particolare del suo viso, poi portò una mano sui capelli del maknae e si sentì in paradiso. 
Non ricordò quante volte avesse desiderato che loro due stessero da soli come ora. 
La mano di Bang percorse tutto il profilo del piccolo che cominciava a ricostruire i fatti nella propria testa. 
Bang ama una persona che vede ogni giorno che non è Himchan, né Jongup. Potrebbe anche non essere uno del gruppo, ma perché mi sta toccando così? Io...ah. 
Fu tutto ciò che pensò quando capì che era lui, e lo fece capire a Bang, perché ora era più tranquillo; avevano ancora gli occhi lucidi e Bang, interpretando lo sguardo di Zelo come un lascia passare, posò gentilmente le sue grandi labbra su quelle piccole di Junhong. 
Fu il secondo bacio di Zelo, il primo l'aveva sprecato con Himchan. 
Fu certamente diverso, più serio e sentito, qualcosa di attento e doloroso perché bruciava come il fuoco. 
Sentì il cervello pervaso dalle labbra di Bang e poi dalla sua lingua che si insinuava sensuale sentro la propria bocca, come se già la conoscesse e allora successe: Zelo provò qualcosa, quello che stava cercando di provare, inutilmente, con Himchan.  
Il bacio si fece lentamente meno denso e assunse una nota giocosa; Zelo non si sarebbe mai aspettato qualcosa di simile da Yongguk che era sempre così perfetto, quasi a un livello irraggiungibile. 
Ora poteva toccarlo e quando lo fece tremò non poco, ma la sua mano andò dritta sul viso dell'altro. 
Si esplorarono a occhi chiusi; qualche volta Zelo apriva un po' gli occhi ver vedere l'espressione di Yongguk e sì, era qualcosa di indescrivibile; i suoi zigomi sembravano disegnati e su un occhio c'era ancora una lacrima che non osava scendere. 
Il piccolo si staccò dalle labbra del grande, ormai senza fiato e prima che l'altro potesse aprire gli occhi gli leccò quella piccola lacrima, poi arrossì tutto, perché non aveva pensato a quello che aveva fatto e abbassò lo sguardo. 
Bang sorrise e portò la lingua sul labbro superiore, poi si chinò fino all'orecchio più evidente del piccolo e gli morse il lobo, provocando nell'altro un brivido che raggiunse il cervello in pochi secondi. 
A Zelo non era mai capitata una situazione del genere, era qualcosa di nuovo e di estremamente eccitante.  
Bang gli aprì leggermente le gambe, tanto per far passare la sua e spingerla contro il cavallo dei jeans del piccolo che emise un piccolo gemito, coprendosi subito la bocca con la mano. 
Bang era imbarazzato quanto il piccolo: non gli era mai capitato nulla del genere: la puerilità e il candore di Zelo erano troppo per lui e come per i pantaloni di Zelo, anche i suoi dovevano essere tolti. 
"Zelo" gli sussurrò in un orecchio, rosso per il calore del suo piccolo corpo, e gli tolse la maglietta. 
Lui si sentì un po' a disagio e s'irrigidì; Bang cominciò a baciargli e leccare il collo, poi percorse tutto il busto del ragazzo con la punta della lingua, facendogli venire la pelle d'oca. 
Allora Zelo provò a rilassarsi, non percependo nessuna minaccia da parte del grande che dominava la situazione; d'un tratto sentì il capezzolo destro tirare "A..ah" gemette e di nuovo si coprì la bocca, ma Bang gli prese le mani e gliele portò sui propri capelli "Non metterti più le mani davanti alla bocca" 
Zelo tentò di ribattere, ma il più grande aveva ripreso a giocare col suo capezzolo destro, provocandogli un enorme piacere: la sua lingua sembrava capace di far movimenti contorsionistici, poi la ritrasse e poggiò le labbra a polipo cominciando a succhiare. 
Allora Zelo non seppe più trattenersi e dopo aver sospirato rumorosamente, cominciò a scivolare abbandonando la schiena contro la porta. 
Bang lo seguì finché Zelo non fu seduto e ritornò a baciarlo; voleva farselo subito, ma non poteva: Zelo era già abbastanza confuso e forse non era pronto a farlo, così lentamente si staccò dalle sue labbra e andò verso il proprio letto, ma la mano di Zelo lo fermò "A...ancora" gli sussurrò, con il viso rosso e il fiato corto. 
Bang non pensò più, caricò Jun in spalla e lo portò sul proprio letto. 
Cominciava ad avere troppo caldo, per cui si tolse la maglia e ritornò a Zelo. 
Bang sentì il cuore fermarsi quando concepì chi aveva sotto di sé.  
 
Himchan non si era mai pensato a fermare a Jongup, ma il suo odore era estremamente dolce e il suo abbraccio così familiare che le lacrime non tardarono a scendere. 
Jongup gli sussurrò parole rassicuranti, ma allo stesso tempo stava tremando, forse perché pensava che Zelo e Bang sarebbero finiti insieme e in cuor suo non lo voleva. 
Ricambiò l'abbraccio e strinse forte a sé Jongup; per la prima volta si sentì al sicuro tra le braccia di qualcun altro. Non voleva più staccarsi da lì, ma se fosse rimasto ancora a lungo in quella posizione forse Jongup avrebbe frainteso, così si staccò dall'abbraccio e vide Moon sorridergli come sempre faceva e inebriato di quello e del suo profumo cercò i suoi occhi che quando sorrideva si chiudevano in una linea sottile; poggiò le mani a terra e si abbassò sul viso di Jongup. 
Quando fu a pochi respiri dalle sue labbra Jongup si voltò da un'altra parte "Himchan, non possiamo. Siamo solo scossi perché sappiamo benissimo che cosa succederà tra Bang e Zelo, per questo tu hai fatto di tutto per allontanarlo da lui...non perché avevi paura che si sarebbe innamorato, ma perché quei due già si amavano, ma Zelo era ed è ancora troppo ingenuo per capirlo...giusto?" 
Himchan sorrise "Già, siamo solo confusi, Jonguppie
Allora Jongup riportò il viso di fronte a quello di Himchan e lui aggredì le labbra del piccolo. 
Le labbra di Himchan erano così morbide a contatto con le sue...sai Zelo, mi avevi detto che Himchan assomigliava a quel coniglio che aveva trovato...ma in realtà Himchan è solo una volpe; una volpe che ha alle spalle secoli di esperienza. E ora dimmi, Zelo, lui ti ha già esplorato con la sua lingua?...e si abbandonò a quel nuovo sapore, senza che il bacio si intensificasse. 
Non avrei mai pensato che Himchan sarebbe stato così...opposto a quello che era Bang...sembra aver paura di lasciarsi andare, tanto che non so più da quanti minuti ci stiamo torturando le labbra. 
Si staccò da Himchan e gli ripeté che non dovevano, che era un errore, ma Himchan posò nuovamente le proprie labbra su quelle di Jongup e questa volta fu più deciso. 
 
Yongguk percorse il corpo di Zelo con la lingua e quando arrivò ai pantaloni, glieli tolse con fare esasperante e quando più tardi aprì la bocca per accogliere l'erezione di Jun, lui non si attardò ad accompagnare il movimento della testa dell'altro sul proprio sesso.
Fu travolto da Bang e Bang da Zelo. 


Mille grazie a RyuzakiUchiha (sul serio, troppo gentile!) e un enorme grazie anche a chi segue e chi legge per noia i miei capitoli.
In questi giorni sono stata molto fortunata con la connessione, ma non so se lo sarò altrettanto nei prossimi giorni...comunque continuerò a scrivere, anche perché da adesso in poi la storia assume una piega particolare. Chiedo scusa per gli ultimi 2-3 capitolo lenti, ma per arrivare a scrivere questo capitolo, dovevo prima parlare delle emozioni dei personaggi.
chiedo scusa per eventuali errori e ripetizioni (che sono il mio tallone d'achille)...

P.S.: ogni titolo dei miei capitoli ha una sua storia e il suo brano, ma mi sono sempre dimenticata di parlarne. Ne aprofitto ora e la faccio breve...

1capitolo: Die Hasen! --> il coniglio, in tedesco (non vorrei aver sbagliato) che fa riferimento a Himchan e il coniglio trovato; la canzone è tratta dall'OST di Kuroshitsuji (è adorabile secondo me) http://www.youtube.com/watch?v=2tk3zI9nntY

2 capitolo: Earthquake --> terremoto, collegato a qualche piccola 'scossa' nella ff, ma soprattutto al terremoto che ha colpito l'emilia e io, essendo della romagna alcune scosse forti le ho sentite, e per qualche settimana sono stata abbastanza paranoica... la canzone che accompagna il titolo è un po' particolare, 'Earthquake weather' di Beck http://www.youtube.com/watch?v=Qm9OnGx_mPs

3 capitolo:  A regretting Wiosna --> wiosna dovrebbe essere la primavera in Polacco, quindi una primavera di rimorsi (più o meno), riferita ai cambiamenti nella ff e ai capelli di Zelo che 'ricordano la primavera'...il brano è "Op 74, n°2 (Wiosna)" di Chopin tratto dalle polacche (e non vorrei sbagliare anche qui), un brano molto bello che stavo ascoltando mentre decidevo che titolo dare al capitolo http://www.youtube.com/watch?v=gL_K3_N2Gkk

4 capitolo: Koyaanisqatsi --> 'vita fuori controllo', titolo di un bellissimo documentario della triologia 'qatsi' che devo finire; no nricordo il regista, scusate...mi piaceva molto usare questa parola per un mio capitolo e questo mi era sembrato adatto per i sentimenti che giravano...il brano stupendo per questo capitolo è colonna sonora del film e ogni volta che sento questo brano vado in estasi http://www.youtube.com/watch?v=C6Il58Ln4cI

5 capitolo: Different Sense --> anche qui ho utilizzato il titolo per le diverse sensazioni dei personaggi in una particolare situazione...ok, per chi conosce i DIR EN GREY non ho bisogno di consigliare la canzone; non è certo la mia preferita, ma la stavo ascoltando in quel momento e sì, non avevo altre idee per la testa...il link per la canzone http://www.youtube.com/watch?v=qpuYs1DE97k

QUESTO CAPITOLO: Beautiful Chords --> belle corde perché bang sente finalmente zelo gemere per lui e bello perché la situazione si è un po' risolta e l'ambiente è meno teso...il brano che propongo e ho ascoltato mentre decidevo il titolo è "beautiful" dei miei bellissimi finlandesi apocalyptica http://www.youtube.com/watch?v=sSwFxMLQltE

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Totally Confused ***


Eccomi di nuovo, sperando che questa volta sia la volta buona e che non abbia più problemi di connessione. Ringrazio Ele_vislove e RyuzakiUchiha per le loro recensioni (sul serio mi date una grande spinta a portare avanti questa ff); ringrazio anche chi segue.
Chiedo umilmente scusa per gli errori del capitolo precedente e spero che in questo ce ne siano pochi.
La canzone che ha ispirato il titolo, prendendo come sempre in considerazione ciò che ho scritto è ‘Totally Confused’ di Beck http://www.youtube.com/watch?v=G9DYqVBJbR0
Spero che questo capitolo più breve degli altri piaccia.
 
Mentre Yongguk continuava a esasperare il proprio corpo e quello di Zelo, si chiedeva se il ragazzo sarebbe stato pronto a un contatto più intimo.
Il piccolo ansimava, quasi incurante di chi potesse sentirlo e Bang pensò di aver trovato un altro animale della giungla oltre se stesso; per poco non rise al pensiero, ma il suo corpo stava già splendendo di felicità: finalmente stava leggendo il corpo di Jun, quel corpo che fino a qualche minuto prima la sua testa gli diceva di “guardare ma non toccare”; e ora invece il corpo di Zelo gli ordinava “Si prega di toccare” e Bang non aveva desiderato altro da mesi e mesi.
Zelo trovò in quei brividi delle sensazioni che non aveva mai immaginato si potessero provare; il suo cervello ci mise poco a registrarle, anzi, per un momento pensò fossero sempre state lì dentro e che aspettassero solo di essere trovate da giuste mani e giusti respiri agitati.
Poi, mentre Bang, lento e mieloso continuava a ispezionare il suo corpo, quasi fosse una miniera d’oro, proprio allora ebbe un attimo di lucidità oggettiva e, spalancati gli occhi tentò di parlare; il suo tentativo fallì, allora portò nelle braccia tutta la forza che aveva e spinse giù dal letto Bang.
Hyung” piagnucolò “cosa…perché…” e con lacrime agli occhi indossò i propri indumenti e uscì senza voltarsi indietro, senza vedere che il ragazzo senza maglietta, le guance rosse, seduto accanto al letto aveva il volto disperato.
E non era solo il volto a essere disperato: in quel momento, quando Zelo l’aveva respinto senza avviso e il suo corpo aveva combaciato con il pavimento freddo, era Diventato la Disperazione.
Rimase fermo in quel punto a pensare e ripensare a qualche suo comportamento detestabile quando sotto di lui Zelo stava gemendo e il suo corpo si strusciava contro il proprio.
Nel silenzio pesante del tardo mattino, la stanza di Bang era fredda, fuori la primavera cantava insieme al vociare umano; Bang non riusciva a far germogliare nessuno dei suoi piccoli fiori.
Non ci era mai riuscito: spesso si dimenticava di annaffiare, e le radici seccavano troppo in fretta; altre volte annaffiava così tanto che i fiori si stancavano presto dell’acqua e preferivano morire affogati che ingerire acqua in eccesso.
Non capiva dove sbagliava. Chiuse il viso nelle proprie mani e pensò che non avrebbe mai stretto nulla di importante.
 
Da quando avevano fatto pace Youngjae si era un po’ tranquillizzato e, poiché aveva avuto la possibilità di essere l’attivo per la prima volta si sentiva anche un po’ cambiato.
“Daehyunnie” aveva cominciato a chiamarlo e qualche volta prendeva il sopravvento sul compagno; non lo faceva apposta, ma entrare dentro il corpo di Daehyun gli era sembrato il paradiso: non era come essere penetrato, non ti senti invaso dal corpo sopra il tuo, non senti i tuoi pensieri più intimi trascinati su e giù da quel movimento esasperante. Quando sono entrato in Daehyun ho sentito l’attrito delle sue emozioni, l’avevo violato nella mente, non solo nel corpo.
E così aveva continuato a pensare e quando avrebbe avuto di nuovo la possibilità di provare qualcosa di simile.
Daehyun invece non riusciva più a essere spavaldo ed egoista come prima mentre lo faceva con Youngjae: sembrava che qualcun altro si fosse impossessato del suo corpo, qualcuno di estremamente delicato e confuso, un finto attivo che fa di tutto per mantenere la sua identità di passivo nascosta al partner.
 
Zelo cercò la stanza si Jongup, ma quando fu davanti alla sua porta pensò che non poteva andare da lui: forse voleva ancora Bang e parlargli di cosa avevano fatto non sembrava una cosa molto carina.
Allora corse da Daehyun. Aprì la porta senza bussare.
Daehyun stava ascoltando l’iPod senza far caso alle canzoni che scorrevano, pensando a chi fosse veramente, perché ora si sentiva così debole, dopo che Youngjae aveva aperto in due il buco della sua mente.
Quando alzò lo sguardo si accorse che Zelo si stava avvicinando e che aveva gli occhi lucidi. Tolse le cuffie e si accorse che il volume della musica era davvero alto, ma non riuscì a capire che canzone stesse ascoltando perché Zelo aveva cominciato a parlare insieme a lacrime rumorose.
“…e allora io non lo so cos’è successo e…e mi ha baciato e io non ho fatto niente per fermarlo e poi mi ha portato nel suo letto e…ha continuato a baciarmi e accarezzarmi e allora un momento ho pensato a quello che stava succedendo e io…perché non l’avevo fermato prima non lo so…a me non piacciono i ragazzi, non mi sono mai innamorato di un ragazzo e lui era a terra io non volevo spingerlo così forte e non ho guardato indietro…sarà arrabbiato? Dae…aiutami ti prego”
Zelo aveva inserito così tante informazioni nel suo discorso, così tante immagini e nessun soggetto che Daehyun non capì di chi stesse parlando “Zelo…cosa stai dicendo?”
“Ho detto che ero nella sua stanza per chiarire e allora non so cosa sia successo e…”
“Sì, quello l’ho capito” lo interruppe Daehyun “Ma quello che voglio sapere è: di chi stiamo parlando?”
Zelo fece un sospiro tremante e sussurrò il nome come fosse un segreto “Yongguk”
In un primo momento Daehyun non capì bene, poi ripensò a quello che Zelo gli aveva detto che era successo e diede il volto di Bang alla figura che aveva baciato Zelo, che l’aveva portato nel proprio letto, l’aveva accarezzato e baciato e infine Zelo aveva spinto a terra.
“Perché l’hai spinto a terra?”
“Non lo so” piagnucolò
“Avevi paura?”
“Non so…forse…era la prima volta che qualcun altro mi toccava così e mi è piaciuto però poi ho pensato che era un ragazzo e che era Bang…e non ho più pensato alle mie azioni”
“E l’hai lasciato a terra senza dirgli una parola?”
“Sì” abbassò lo sguardo e gonfiò lievemente le guance “Io non volevo, ma non so cosa mi abbia preso in quel momento e ora ho paura…”
“Capisco” poi abbracciò il ragazzo che pure essendo più piccolo era più alto e gli accarezzò i capelli “Vai a lavarti la faccia e poi vediamo di trovare qualche soluzione, va bene?”
Il piccolo annuì “Grazie, Dae”
L’altro rispose con un sorriso.
Ora poteva dedicarsi a qualcosa che lo poteva distrarre dalle sue domande esistenziali.
 
Quando Himchan si staccò dalle sue labbra, Jongup si sentì un attimo perso: perché Himchan l’aveva baciato di nuovo? Non gli aveva detto che era stato un errore quel primo bacio?
Alzò lo sguardo per rimproverare Himchan, ma lui se n’era già andato.
Perché? Perché mi ha baciato ed è svanito nel nulla? Dove sarà andato?
Jongup lo cercò per tutta la casa, ma non lo trovò. Si diresse infine verso l’ingresso e vide che le scarpe di Himchan mancavano. Chissà dove sarà andato….
Jongup prese una tazza e la riempì di the caldo, poi si sedette sul divano e accese la TV: oggi non avevano impegni.
Chissà se Bang e Zelo avranno risolto…chissà se Zelo avrà capito quanto Bang lo ama…chissà se…
Sentì la porta aprirsi: Himchan era ritornato.
Corse subito verso l’ingresso e rimase immobile quando vide Himchan passargli accanto come se niente fosse, senza nemmeno salutarlo.
Non provò nemmeno a fermarlo, tanto ci era rimasto male.
Si accorse che aveva la tazza ancora in mano e che il liquido al suo interno stava oscillando, perché tremo?
Ritornò in soggiorno a guardare la TV, un canale a casaccio, un drama che non stava seguendo, così pieno di smancerie, un uomo ricco che si innamora di una povera  ragazza scorbutica che incontra per caso. Chi è che guarda certe cazzate? Nessuno sano di mente potrebbe crederci…la vita non è così.
 
Himchan salì lentamente le scale e andò nella stanza di Bang. Bussò.
“Bang, sono io”
“Entra” fu un sussurro ovattato.
Kim aprì la porta e vide che Bang era in un angolino, vicino al letto e sembrava sconfitto.
“Sono venuto a chiederti scusa”
Bang fece un ghigno.
“Sul serio, scusa. Non avrei dovuto essere così cattivo, ma era da tanto che mi tenevo stretto quelle e cose e sai? Avevo sempre affermato di amarti, ma se ti avessi amato davvero non avrei potuto mai dire le cose che ho detto…forse un tempo, sì, all’inizio mi piacevi davvero tanto, ma col tempo devo aver perso questo sentimento negando di averlo fatto…scusa…avrei dovuto ascoltare Jongup sin dall’inizio…”
“Che c’entra Jongup?”
“Jongup mi aveva detto di lasciarti perdere, di non ostacolare te e Zelo…e sappi che ultimamente, se sei stato tanto vicino a Zelo è stato solo merito suo…pensavo non ti amasse perché ti aveva lasciato andare senza lottare…invece ti ama ancora e fa di tutto per renderti felice, anche se ne va la sua di felicità…”
“Da…davvero Jongup ti ha detto di..”
“Sì, è un peccato che tu non abbia scelto lui, ma ora, dopo averti chiesto scusa sono venuto a chiederti un favore”
“Spara”
“Lascia in pace Jongup. Aggiusta le cose con Zelo se non l’hai già fatto e vivi la tua vita.”
“E chi sei tu per chiedermi una cosa simile?”
Himchan si fece più serio e guardò Bang dritto negli occhi “Jongup è MIO. Non lo lascerò a nessuno. Prova solo ad avvicinarti a lui e non avrò pietà”
E detto ciò uscì dalla stanza del leader, in direzione di quella di Jongup.
 
Zelo si sedette di nuovo accanto a Daehyun “Cosa faccio ora?”
“Beh, prima di tutto: ti piace Bang?”
“Non lo so”
“Allora che ne dici se per adesso gli stai un po’ vicino, senza parlargli troppo e senza fargli capire niente…io starò li a tenerti d’occhio e se non ti piace stare vicino a lui devi fare così, guarda…” e gonfiò le guance accigliato; Zelo lo imitò.
“Se invece non ti fa né caldo né freddo alza gli occhi al cielo; se invece sei felice sorridi e se ti senti strano, insomma se senti che ti piace, leccati le labbra, ok?”
Zelo annuì con forza
“ah, ricordati di guardarmi quando capisci cosa provi, così poi possiamo vedere cos’è meglio fare”
“Grazie Daehyun, non so come ringraziarti!”
Daehyun sorrise e così anche Zelo.
P0oi Youngjae entrò e per un momento sperò che Daehyun non stesse sorridendo in quel modo a nessuno: quello che vide era il sorriso che il ragazzo gli aveva mostrato quando erano rimasti da soli e avevano iniziato la loro relazione. Per quale motivo doveva sorridere così a…Zelo? Sempre lui… chiuse la porta, nessuno dei due si era accorto della sua presenza; ritornò nella sua stanza e pensò che quella mattina non sarebbe dovuto ritornare nella sua stanza, dopo che aveva sentito tutto il trambusto al piano di sotto, ma lui era ritornato nella propria stanza e quando era ritornato da Daehyun l’aveva visto sorridere amorevolmente al maknae.
 
Himchan sapeva che Jongup non sarebbe risalito nella sua stanza, così aprì la porta della sua stanza e con un piccolo sorriso estrasse dalla tasca della giacca che non si era tolto dei fiorellini gialli che aveva raccolto per strada, mentre stava passeggiando. Non li aveva raccolti con l’intenzione di darli a Jongup, ma alla fine aveva deciso di lasciarli a lui; non glieli avrebbe mai potuti dare di persona: erano stupidi, piccoli e sarebbero appassiti in pochissimo tempo; inoltre, anche fossero stati costosi non avrebbe avuto il coraggio di darglieli.
Li appoggiò sul cuscino di Jongup, poi li riprese e aprì la finestra per buttarli, ma si fermò di colpo: perché non farlo? Non era un tipo romantico, ma nessuno avrebbe mai saputo che era stato lui, quindi nulla di cui vergognarsi.
Prima di posare i fiorellini, annusò il cuscino di Jongup: sì, questo era da lui: inebriarsi di piccole cose, come l’odore di Jongup sul cuscino; infine annusò i fiori e constatò che non avevano alcun odore particolare. Li posò sul cuscino e si chiuse la porta alle spalle.
 
Il pranzo fu silenzioso e quasi nessuno toccò cibo.
 
Bang sembrava perso nei suoi pensieri e qualche volta buttava l’occhio su Zelo che sedeva vicino a lui silenzioso, a volte su Jongup che sembrava triste.
Si ricordò delle parole di Himchan e quando vide che i due nemmeno si guardavano si chiese se non gli aveva raccontato un bugia.
Più di una volta pensò di chiederglielo, ma quello non era né il luogo né il momento adatto.
Si accorse che Zelo non aveva nemmeno provato a mangiare e che sembrava concentrato in qualcosa di misterioso, conosciuto solo a lui.
 
Himchan sedeva di fronte a Jongup, ma non alzò mai il viso dal suo piatto; tentò di mangiare, ma si chiese tutto il tempo cosa avrebbe pensato Jongup di quei stupidi fiorellini, anche se non avrebbe mai saputo chi glieli aveva portati lui, voleva sapere cosa ne avrebbe pensato.
Si chiese inoltre perché avessero stabilito la regola di consumare almeno un pasto al giorno insieme. L’aveva deciso Bang, forse per sembrare il più possibile una famiglia, ma in quel momento sembravano tutti degli estranei, persino Daehyun e Youngjae non parlavano tra di loro o cercavano di interagire con gli altri.
E la TV….perché cazzo nessuno l’accende?
 
Jongup tenne lo sguardo basso e ingoiò qualche boccone, qualche volta guardando verso Himchan che da quando era rientrato l’aveva ignorato. Non capiva il perché: era stato Himchan a baciare lui, non viceversa. Se c’era uno che doveva mettere il muso era lui, non Kim.
Notò che Bang e Zelo sedevano vicini, ma erano strani: Bang sembrava triste e Zelo guardava davanti a sé concentratissimo.
Jongup si sporse per vedere chi sedeva di fronte a Zelo: Daehyun.
Aggrottò le sopracciglia: perché Zelo guarda con aria così concentrata Daehyun?
Sembra stia per dirgli qualcosa di importante.
Allora Jongup si concentrò su Zelo e aspetto il messaggio tanto importante.
 
Daehyun guardava Zelo, in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.
 
Zelo non toccò cibo, ma si concentrò solo su Bang e su quello che provava ora a stare seduto vicino a lui.
Rispose a Daehyun che lo stava fissando: prima alzò gli occhi al cielo, poi fece capire a Daehyun che era solo l’inizio.
 
Daehyun aspettò la seconda frase di Zelo.
 
Zelo si aprì in un grandissimo sorriso.
 
Jongup non ci capì niente.
 
Youngjae guardò verso Zelo che stava sorridendo a Daehyun, poi verso Daehyun che stava annuendo concentrato.
 
Zelo aprì gli occhi come per dire che c’era un’ultima cosa: si passò la lingua tra le labbra.
 
Daehyun sorrise e annuì.
 
Jongup spalancò la bocca.
 
Youngjae fece cadere le bacchette rumorosamente.
 
Bang e Himchan alzarono di colpo la testa, senza capire perché Youngjae avesse fatto cadere le bacchette e avesse gli occhi sgranati e perché Jongup aveva aperto così tanto la bocca.

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Capitolo 8
*** I'll kill you ***


Mille grazie a Ele_vislove per la recensione (scusa se ho interrotto così lo scorso capitolo e mille grazie per tutti i complimenti *inchino*); ringrazio anche chi continua a leggere *inchino di nuovo*
 
Daehyun si girò verso Youngjae: “Ti sono cadute le bacchette”
 
Youngjae sospirò a bocca aperta verso il suo ragazzo, che gli chiese “Che è successo?”
 
Jongup guardò Youngjae e Youngjae Jongup: entrambi si stavano chiedendo se non si erano solo immaginati Zelo che prima aveva sorriso e poi si era leccato le labbra verso Daehyun e che il più grande sembrava anche divertito.
 
Zelo tese le labbra fino a creare qualcosa simile a un sorriso e guardò tutti i suoi compagni uno alla volta e quando infine, guardò verso Bang, aprì i suoi grandi occhi e si voltò di nuovo verso Daehyun, fissandolo, ma non poté dirgli che gli piaceva tanto stare accanto al leader, non poteva guardare Daehyun e leccarsi le labbra come lui gli aveva detto di fare: Jongup e Youngjae avevano gli occhi su di lui.
Ritornò a fissare il proprio piatto e quando si accorse che anche gli altri erano ritornati a mangiare, si alzò e disse a Daehyun con gli occhi di seguirlo.
 
Daehyun si alzò pochi secondi dopo Zelo, ma Youngjae lo trattenne “Do…dove vai?”
“Ho finito di mangiare, vado in stanza. Tu fai con calma”
Youngjae aggrottò le sopracciglia “Con. Calma. Hai detto?”
“Sì, perché?”
Youngjae rimase immobile, la sua mano stringeva quella di Daehyun. “Anch’io ho finito di mangiare” disse in fretta “Andiamo insieme nella tua stanza”
Daehyun mostrò un debole sorriso al suo ragazzo e i due salirono al piano superiore.
 
Quando Youngjae e Daehyun se ne furono andati, Bang alzò il viso dal piatto e, stretti gli occhi, si voltò verso Jongup “Spiegami cosa cazzo è appena successo”
Jongup mandò giù il boccone che aveva in bocca e, voltatosi verso il leader, con aria innocente, alzò le spalle “Non ne ho la più pallida idea”
“Ma se avevi la bocca spalancata” si intromise Himchan.
“Ah, quello…è che Zelo stava fissando con insistenza Daehyun, poi gli aveva sorriso e si era leccato le labbra e Daehyun…”
“Zelo cosa?” chiese Bang.
Jongup non rispose.
“Ecco perché a Youngjae sono cadute le bacchette” si mise a ridere Himchan
Jongup gli diede un calcio da sotto il tavolo.
“Ahia! Perché l’hai fatto?”
Jongup si voltò verso Bang “Ma voi due non vi siete chiariti?”
Bang avvampò “Ecco…più o meno…mi sono un po’ sfuggite…le…cose di mano….”
“Ma gli hai detto quello che provi per lui?”
“Più…più o meno…ma ora basta parlare di questo, insomma, finiamo di mangiare!”
Jongup si alzò e uscì nel giardinetto interno.
“E qui dobbiamo alzare tutto noi?” urlò Bang mentre guardava il ragazzo andarsene, poi alla sua destra vide Himchan: gli rivolse una smorfia indecifrabile e si voltò verso le scale.
 
Zelo stava aspettando Daehyun nella sua stanza e, mentre lo aspettava cominciò a frugare in qua e in là: amava controllare le stanze dei suoi compagni, perché molte volte erano più sincere delle loro parole.
Era entrato diverse volte dentro quella stanza, ma mai da solo e mai l’aveva ispezionata; Daehyun era un ragazzo apparentemente ordinato: a prima vista la sua stanza sembrava perfetta, ma se si guardava con attenzione, i libri erano posati senza una logica, se aprivi il suo armadio i vestiti erano buttati alla rinfusa, insomma, un falso ordinato.
Si sedette sul ciglio del letto di Daehyun e cominciò a canticchiare, in attesa del proprietario di quell’ ordinato disordine.
 
“Cosa stavate facendo tu e Zelo a tavola?” chiese insistente Youngjae mentre salivano le scale
“Di che parli?”
“Di che parlo? Mi prendi in giro?”
“No, sul serio non capisco a cosa tu ti riferisca”
Il più piccolo prese per le spalle Daehyun e imitò quello che Zelo aveva fatto a tavola e il compagno sorrise “Aaah…quello…non è importante, non c’entri”
Youngjae s’immusonì. E se ora, entrando nella stanza di Daehyun trovo Zelo? Non è che lui ci vuole provare? Anche se mi sembra improbabile data la reazione che ha avuto quanto io e Daehyun abbiamo detto che stavamo ins…
Si fermò sul gradino.
Non è che ha reagito così perché gli piace Daehyun?
Vide che il suo ragazzo era già all’ultimo scalino. Corse per raggiungerlo e lo prese per mano.
“Perché mi prendi per mano?”
“Beh, non posso? Sei il mio ragazzo, giusto?”
Daehyun non rispose e mano nella mano entrarono nella sua stanza.
 
“Daehyun! Finalmente sei venuto, non ce la facevo più a stare da so…oh, Youngjae?”
“Che ci fa dentro la tua stanza? Ora non ripetermi che quello che ho visto a tavola era ‘niente di importante’! L’hai anche seguito quando si è alzato da tavola! Allora forse quando abbiamo litigato le mie parole non erano poi così sbagliate…”
“Youngjae, non fare il bambino! Io e Zelo dobbiamo parlare di una cosa importante, e per ora non possiamo parlartene…non possiamo parlarne con nessuno”
“Se è questo che volete. Divertitevi pure!” e uscì sbattendo la porta.
“Scusa Daehyun…forse non dovevo entrare nella tua stanza…”
“Non ti preoccupare, con lui risolverò più tardi e comunque stare un po’ lontani mi aiuterà a riflettere…anch’io ho i miei problemi esistenziali…comunque…se non ho capito male a tavola, Bang ti piace almeno un pochino”
Jun annuì “Ma non so come comportarmi…come mi devo comportare, visto che mi piace un maschio? Insomma… tu stai con Youngjae e volevo sapere se potevi aiutarmi…se chiedo troppo dimmelo”
Daehyun scosse il capo.
“Hai detto che tu e Bang vi siete baciati e se non ho capito male siete andati anche un po’ oltre al bacio”
“Sì” arrossì il maknae.
“Comunque dobbiamo capire perché l’hai spostato all’improvviso…forse…non ti aspettavi che ti sarebbe piaciuto quel genere di contatto con lui?”
“Può darsi” sbuffò Zelo.
“Credo che dovresti andare da lui e spiegargli che è stato tutto un malinteso”
“Ma se quando rifacciamo certe cose…se lo caccio via di nuovo?”
“Non lo so…dovresti chiedergli di andarci piano, così magari se ti abitui un po’ alla volta…”
“Dici che dovrei andare a chiedergli scusa?”
“Mi sembra il minimo” disse Daehyun con tono quasi stanco.
 
Quando Jongup rientrò nella sua stanza notò subito che sul suo cuscino c’era sopra qualcosa che lui non aveva messo. Si avvicinò.
Ranuncoli. Ma che carini. Chi li ha portati qui?
Uscì dalla stanza per vedere se qualcuno era lì fuori  e gli stava per dire “Ah, se hai trovato dei fiori li ho messi per sbaglio” oppure “Quei fiori sono per te”; ma fuori non c’era nessuno.
Scese di corsa in cucina, prese un bicchiere e lo riempì d’acqua, poi lo portò in camera sua e vi mise dentro i ranuncoli.
Chiunque sia stato è stato davvero gentile…mi sento quasi una ragazzina che viene corteggiata…no, aspetta, perché faccio certi pensieri?
Mise i fiori dove poteva sempre vederli e cominciò a fissarli con un sorriso serafico: Bang non aveva mai fatto nulla di simile per lui e di sicuro non avrebbe iniziato ora che non stavano più insieme…non riesco a capire chi sia stato, ma è stato troppo carino e anche se li ha raccolti chi sa dove, li ha regalati a me. Anche se era solo perché non sapeva dove metterli…ora sono miei e li considero un regalo.
 
Il mattino seguente, Zelo, puntuale come sempre, si svegliò molto presto e decise che sarebbe stato chiuso in stanza fino a che non avesse deciso come affrontare Bang e come chiedergli scusa.
Dopo circa mezz’ora che si girava e rigirava nel letto, nella speranza che qualche idea potesse farsi strada in quella sua testolina, sentì bussare.
“Zelo, sono Yongguk. Posso entrare?”
Zelo si alzò di colpo. Cosa faccio? Cosa faccio? Se non lo faccio entrare le cose potrebbero farsi più complicate…cosa faccio? Cosa…
“Zelo…scusa per ieri” sospirò Band da dietro la porta.
Apro.
Bang non pensava che Zelo gli avrebbe aperto la porta. “Posso entrare?”
Zelo si spostò dalla porta e annuì. “Puoi…puoi sederti dove vuoi”
“Ah, grazie e scusa se sono venuto così presto a parlarti. È che tempo fa mi avevi detto che ti svegliavi sempre col gallo, così ho pensato che anche oggi ti saresti svegliato presto…”
“Sì, non ti preoccupare: era da un po’ che ero sveglio”
Visto che Bang si era seduto sulla sedia, Zelo ritornò al suo amato letto; i due si fissarono in silenzio.
Fu Zelo a parlare “Scusa per l’altro giorno…non volevo spingerti via. Non so cosa mi abbia preso”
“Forse non dovevo subito fare certe cose…insomma quella mattina avevi sentito così tante cose e forse io ti ho solo confuso di più e forse è solo per questo che mi hai lasciato baciarti e…non ti biasimo se ora mi vieni a dire che non ti piaccio. Voglio però che tu ti imprima bene in testa le parole che sto per dirti: Saranghae
Zelo sentì il cuore accelerare e vide Band avvicinarsi a lui.
“Se non mi vuoi…se non provi neanche un po’ ciò che provo io, ti prego di allontanarmi come hai fatto ieri”
Fu magico. Più magico della prima volta che si erano baciati: gli piacque la dolcezza di quel bacio e, staccatosi dal più grande arrossì “Joaheyo”e si buttò sulle sue labbra; quando però le mani del più grande cominciarono ad accarezzargli i capelli, lui lo spinse lontano, inconsciamente.
Bang sembrava seccato.
 “Scusa, hyung
“Zelo, mi stai prendendo in giro? Mi spieghi che ti prende? Mi dici che ti piaccio e poi mi cacci via? A che gioco stai giocando?” e detto ciò uscì dalla stanza e scese in cucina, dove Jongup stava bevendo una delle sue interminabili tazze di the.
 
Perché di nuovo? E questa volta solo perché mi ha toccato i capelli…mi piace, sì…almeno un pochino mi piace. Allora perché appena mi ha toccato i capelli…devo andare da Daehyun.
 
Youngjae si svegliò prima del solito: che cosa gli nascondevano Zelo e Daehyun? Inoltra da quando lui e il suo ragazzo avevano fatto pace, l’avevano fatto solo una volta e Youngjae cominciava a sentire la mancanza del corpo del suo ragazzo.
Indossò le prime cose che trovò e si diresse nella stanza di Daehyun; quando fu a pochi passi da quella, vide la porta di Zelo aprirsi e il maknae entrare nella stanza accanto. Ma tu guarda…persino la mattina presto ha bisogno di parlare col mio Daehyunnie? Allora gli piace davvero, ecco perché quel giorno ha reagito in modo così…omo*, e se Daehyun si stancasse di me? Se preferisce Zelo…cosa faccio?
Camminò fino alla porta di Daehyun e posò l’orecchio su di essa per sentire cosa stava succedendo all’interno della stanza.
 
“È the nero” sorrise Jongup, vedendo che Bang stava fissando la sua tazza, come ai vecchi tempi, cercando di indovinare quale the Jongup stesse bevendo; a volte cominciava ad annusare la tazza a occhi chiusi…
“Ti prego di non elencarmi tutti i benefici di quel the” lo ammonì subito Bang.
Jongup alzò le spalle “Ne vuoi una tazza? Sembri arrabbiato e il the nero forse ti calma un po’…ma c’entra Zelo con questo pessimo umore?”
Il grande sospirò e chiese accigliato “Dammi una tazza di quello che stai bevendo…sembri un hippie che ha portato la pace in tutto il mondo…non so se sia un beneficio di quello che bevi, ma se così fosse mi farebbe bene”
Si sedettero uno di fronte all’altro e bevvero in silenzio.
“Che cosa ha combinato Zelo?” chiese all’improvviso Jongup
“Non lo capisco”
“In che senso?”
“Non so se vuoi che te ne parli…non vorrei vederti triste”
Jongup scosse la testa “Non ti preoccupare per me: ti ho già detto che ho rinunciato a te, anzi, se hai bisogno di aiuto puoi chiedere a me…comunque vai pure avanti”
“Ecco…ieri ci siamo baciati e poi sono andato un po’ oltre…e mi ha spinto via all’improvviso. Io pensavo gli stesse piacendo. Comunque prima sono andato a chiedergli scusa e gli ho detto che lo amo e che se non provava niente per me, di allontanarmi come aveva fatto ieri”
“Ok, quindi dove sta il problema? Ti ha rifiutato?”
“Sai Jongup, hai il brutto vizio di interrompere la gente!”
“Scusa”
“Va beh…allora l’ho baciato e lui si è staccato un momento e mi ha detto ‘mi piaci’, quindi mi ha baciato e appeno ho messo le mani sui suoi capelli ha rifatto quello che aveva fatto il giorno prima…”
“Forse ha paura di essere toccato perché gli potrebbe piacere e dentro di sé rifiuta questo desiderio di avere un certo rapporto con te…non dovevi arrabbiarti così tanto: potevi arrivarci da solo a questa conclusione…”
Bang lo guardò male “Finisci il tuo stupido the!” gli urlò contro.
 
Zelo entrò nella stanza di Daehyun senza bussare e solo quando si chiuse la porta alle spalle pensò che forse Daehyun stava dormendo con Youngjae e si bloccò; quando vide che Daehyun era solo nel suo letto tirò un sospiro di sollievo.
Stava ancora dormendo, allora Zelo si avvicinò piano piano a lui e lo scosse per la spalla “Daehyun…scusa se ti disturbo, ma…”
Daehyun aprì le braccia e strinse a sé il corpo di Zelo e con voce impastata disse “Buongiorno amore mio…vuoi entrare dentro le coperte?”
Zelo lo spinse “Che…che stai facendo? Amore? Dentro le coperte?” urlò Zelo.
“Youngjae, che hai? Perché mi hai spinto via? Sei ancora arrabbiato per ieri? Guarda che io e Zelo non abbiamo fatto niente…” piagnucolò Daehyun.
Zelo si avvicinò di nuovo al letto, portò le mani sugli occhi del grande e gli aprì le palpebre “Ti sembro forse Youngjae?”
Daehyun non capì bene cosa stesse succedendo, né perché Youngjae…oh, no aspetta…da quando Youngjae è così magro e alto…
Zelo tolse le mani dai suoi occhi.
Daehyun aprì gli occhi “Ma sei tu, Zelo? Che ci fai qui alle…” prese in mano la sveglia “Alle otto del mattino? Guarda che dobbiamo andare in sala prove alle dieci…”
“Lo so, ma non ti ho svegliato perché dobbiamo andare a provare”
“Allora perché sei qui?”
“L’ho rifatto” disse e i suoi occhi s’inumidirono
“L’hai rifatto? Cosa?”
“Ho spinto di nuovo Bang…mi ha solo toccato i capelli…av…avevamo fatto pace…” piagnucolò.
Daehyun sbadigliò, poi disse a Zelo di avvicinarsi e lo abbracciò, ma quando lo fece Zelo lo spinse via.
“Oh!” esclamò il piccolo “L’ho fatto di nuovo…scusa Daehyun…”
“Scusa, ma sei sempre stato così?”
Jun scosse la testa “Da quando ho spinto ieri Bang…”
“Ora rifiuti qualsiasi contatto?”
“Non lo so…come faccio se è così?”
“Abbiamo molto lavoro da fare: devo fare in modo che tu non respinga più le persone quando ti toccano…eh…la giornata è appena iniziata, ma mi sento già uno straccio…e ora esci, ho ancora sonno…svegliatemi tra un’ora…”
Hyung…
Ma Daehyun sembrava di nuovo nel mondo dei sogni.
Zelo aprì la porta e due corpi si accasciarono ai suoi piedi.
 
“Youngjaeee” urlò Himchan da lontano sospettoso “Che ci faaaaaiii l…” si fermò: Youngjae gli aveva fatto segno di tacere; Himchan si era avvicinato e gli aveva chiesto il un orecchio “Che ci fai davanti alla porta di Daehyun? Ti ha chiuso fuori?” e sorrise.
“Stai zitto, e non alitarmi in un orecchio! E poi non mi ha chiuso fuori”
“Allora perché non entri?”
“Taci, già è difficile sentire cosa dicono; se tu parli allora non sento più niente”
“Chi c’è dentro?”
“Zelo”
“Zelo? Ma è da solo?”
“Ma secondo te? C’è anche Daehyun e ora se non ti dispiace, vorrei sentire cosa sta succedendo” e appoggiò l’orecchio sinistro sulla porta.
“Posso sentire anch’io?” chiese Himchan
“Fai quello che vuoi, ma ti prego: stai zitto”
Allora anche Himchan appoggiò il proprio orecchio sulla porta e i due cercarono di capire cosa stesse succedendo dentro quella stanza.
“Ma non si sente niente” si lamentò Himchan “ah, no aspetta, sento dei passi, qualcuno sta venendo in qua”
“Ma che dici! non hai appena detto che non si sentiva niente?”
“Sì, ma i passi li ho sentiti”
“Certo che sei proprio un bel ti…oddio la porta sta cadendo”
 
Zelo era sia stupito che divertito: perché quei due erano dietro la porta? E dalla posizione che avevano stavano origliando; inoltre erano caduti come nei cartoni animati, la faccia per terra.
“Chi è?” si alzò Daehyun
“Il tuo ragazzo e Himchan stavano origliando” rispose Zelo
“Youngjae e Himchan?”
I due si alzarono lentamente, l’imbarazzo indescrivibile. Himchan prese la mano di Zelo “Noi due scendiamo!”
 
“Ma la smetti di portarmi via all’improvviso?” sbraitò Zelo
“Perché eri da Daehyun?”
“Che…che ti importa?”
“Ah, va beh…lasciamo stare”
Scesero le scale: in cucina Bang e Jongup stavano ridendo.
“E voi che avete da ridere?” chiese Himchan
Ma quei due non sembravano averlo sentito: Bang accarezzò i capelli di Jongup.
Bastardo, gli avevo detto di lasciare in pace Jongup…aspetta gli ho detto davvero di lasciare Jongup? No…gli ho detto che Jongup era MIO…oddio…e se ora stanno ridendo di me? Se Jongup ha capito che i fiorellini gialli sul suo cuscino glieli avevo messi io? Perché non penso mai prima di parlare?
 
“Youngjae…perché eri dietro la porta?”
“…”
“Perché non rispondi?”
“Tu…ti sei stancato di me?” chiese Youngjae con aria da cane bastonato
“Che vai blaterando? Perché dovrei essere stanco di te?”
“Perché…perché Zelo era qui dentro?”
“Perché doveva dirmi una cosa…”
“E io non posso sapere cosa vi siete detti?”
“No. E ora lasciami in pace”
“Vedi? Non mi vuoi più…Daehyunnie…mi manchi…”
“Mi dispiace, ma non mi va…”
“È da qualche giorno che mi dici che non ti va! Dimmi cosa c’è sotto! Mi stai tradendo con Zelo?”
“E se anche fosse?”
“Come?”
“Ma Youngjae, che ti prende? Perché reagisci così? Secondo te se ti tradissi con Zelo, ieri ti avrei portato nella mia stanza dove c’era lui?”
“Ma…”
“Ti prego, vattene e ritorna qui solo quando sarai ritornato in te”
 
 
*ho usato l’espressione ‘Omo’, che usano (non so se molto o poco, ma vedendo drama, l’ho sentito spesso usare…anche se in verità i giovani non lo usano quasi mai…solo i vecchi…va beh) in corea (e non so se anche in altri paesi); l’ho utilizzata perché è davvero divertente (come tutte le loro esclamazioni). Non ho messo l’asterisco anche per ‘Saranghae’ e per ‘Joaheyo’; comunque in caso non si fosse capito o non si conoscesse il significato delle due parole: la prima è ‘ti amo’ e la seconda ‘mi piaci’. Chiedo scusa a chiunque conosce bene il coreano se ho scritto male qualche parola…
 
Il titolo fa riferimento a:
-Himchan che vuole uccidere Jongup e Bang perché crede che lo stiano deridendo;
-Youngjae che vuole uccidere Zelo perché crede che voglia Daehyun
-Daehyun che non ne può più di un Youngjae così geloso
La canzone che ha ispirato il titolo è: ‘I’ll kill you’ degli X Japan http://www.youtube.com/watch?v=pjEqwNVy0B8 (ho scelto la versione live perché di solito preferisco i live perché è lì che si capisce quanto un gruppo o un cantante o uno strumentista vale...comunque ho preso questo video perché c’è anche Joker dopo I’ll kill you…buon ascolto)

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Capitolo 9
*** Just for tonight ***


Grazie, grazie, grazie a Ele_vislove per la recensione (adoro tutte le tue recensioni); questo capitolo è forse il più lungo di quelli che ho scritto, spero che chi non ama i capitoli lunghi mi perdoni.
Se la storia comincia a diventare troppo ovvia, chiedo scusa.
Ringrazio anche chi segue
.
 
Rientrarono a casa la sera tardi e non avevano ancora cenato; le loro pance gorgogliavano e il frigo era quasi vuoto.
Ordinarono delle pizze.
Anche questo pasto fu abbastanza solitario: chi mangiava in salotto davanti alla TV e chi fuori nel cortile.
Si chiusero tutti presto nelle proprie stanze.
 
Il cellulare di Zelo vibrò: un messaggio. Lo aprì.
 
Vieni nella mia stanza. Non farti vedere da nessuno o ci fanno un interrogatorio.
 
Zelo aprì con cautela la porta e, dopo aver guardato attentamente se c’era qualcuno, in punta di piedi raggiunse la stanza accanto alla propria; la porta era socchiusa e il piccolo entrò chiudendosela alle spalle molto lentamente, per evitare il più piccolo rumore.
Fece un piccolo inchino.
“Dai, vieni qui e lascia stare i saluti” gli sussurrò Daehyun “Mi dispiace che ci tocca parlare a bassa voce, ma ti ho promesso che ti aiuterò e lo farò, anche se ci tocca incontrarci la sera tardi…”
“Scusa per stamattina”
“Ah, non pensarci. Vieni vicino a me: non ti mangio”
“Sì” e si sedette vicino a Daehyun.
“Ok. Dobbiamo combattere questa tua nuova fobia. Durante le prove sei stato tutto da solo in un angolino perché non volevi che nessuno ti toccasse?”
Zelo annuì.
Daehyun gli mise una mano sulla spalla e aspettò qualche secondo. Zelo sembrava tranquillo; allora portò più in là il proprio braccio, fino a cingere entrambe le spalle del maknae.
Sentì il corpo di Zelo irrigidirsi un po’.
“Stai calmo: ho solo spostato il braccio più in là” gli sussurrò sorridendo e il corpo di Zelo tornò a calmarsi.
Allora Daehyun lo abbracciò. Aspettò qualche secondo.
Zelo lo spinse via.
“Scusa”
Daehyun scosse il capo e riabbracciò Zelo “Finché non la smetti di spingermi via continuerò ad abbracciarti: è l’unica cosa che mi sembra giusta da fare”
Zelo lo spinse via di nuovo, e così per altre cinque, poi sei e sette volte ancora.
Erano entrambi stanchi: Daehyun era stanco di essere sempre spinto via e Zelo di non riuscire a non spingere lontano il suo amico.
All’ottavo tentativo Daehyun riuscì ad abbracciare Zelo per qualche minuto.
Quando si staccò sia Zelo che lui sembravano aver visto Babbo Natale che scende dal camino e porta i doni.
“Hai visto? Ce l’abbiamo fatta!” esultò Daehyun “Ora devi fare così anche con Bang. La prossima volta, se ti abbraccia e lo respingi, tu abbraccialo di nuovo. Ora vai a dormire: mi hai rubato quasi un’ora del mio preziosissimo sonno”
“Grazie Daehyun” sorrise Zelo e abbracciò l’amico prima di rientrare, in punta di piedi, nella propria stanza.
 
Anche il giorno seguente erano chiusi in sala prove a ballare e cantare, ballare e di nuovo cantare.
Himchan uscì per ultimo e prima di rientrare si fermò in un piccolo negozio; quando entrò, diversi aromi lo assalirono.
Questa volta niente fiorellini stupidi.
Quando tornò a casa cominciò a tremare, ma nascosto bene il suo regalo nella tasca, entrò salutando tutti come sempre.
 
Zelo bussò alla porta di Bang.
Hyung, sono Zelo”
“Entra” e il piccolo ubbidì.
“Non so quante volte mi toccherà scusarmi con te. Sappi che non lo faccio apposta a scansarti, ma ho trovato un modo per non farlo più”
“E quale sarebbe?”
“Tentare e ritentare finché il mio corpo non ti accetta”
Bang sospirò e si alzò in piedi “Bene” sorrise “Allora proviamo”
Al primo abbraccio Zelo lo spostò; la seconda volta Bang lo strinse più forte, ma con dolcezza, e Zelo lo accettò.
Quando si staccarono da quell’abbraccio Zelo sembrava felicissimo e Bang gli prese il viso tra le mani: gli diede un bacio sulla fronte, poi percorse con un dito il profilo di Zelo e si soffermò sulle sue labbra cominciando a disegnarle con insistenza, studiandole attentamente.
“Jun, mi piaci molto, da molto tempo…sappi che sei ancora in tempo per dirmi che mi vuoi solo come amico e guida…”
“Io…voglio provare ad amarti”
Bang fu felicissimo di quelle parole e baciò il ragazzo.
Zelo lo spinse lontano; si riavvicinò al più grande e lo baciò di nuovo, pensando che magari al secondo tentativo avrebbe funzionato. Ma lo spinse via ancora e così per altre tre volte, quando Bang disse stanco “Smettiamola. Così non si può andare avanti. Anche se ti amo, non riesco a sopportare una simile tortura…non posso tentare più e più volte ogni mio piccolo gesto. È esasperante, sia per me che per te”
“…”
“Non guardarmi così…quando sarai sicuro che il tuo corpo non mi rifiuterà…se ancora vorrai provarci…io sono sempre qui”
E il più grande uscì dalla stanza.
Mentre camminava non guardò per terra, e inciampò in una scatola di media grandezza, che era davanti alla stanza di Jongup.
 
Jongup e Himchan stavano guardando un programma musicale in TV quando sentirono cadere qualcosa dalle scale.
Bang continuò a calciare la scatola su cui era inciampato anche dopo averla fatta rotolare giù dalle scale e la portò davanti a Jongup.
Quando arrivò di fianco a Jongup spinse la sua testa con la mano “Yah! Cosa ci faceva quella scatola in mezzo al corridoio? Sono quasi morto per colpa di questa!”
“Che scatola?” chiese innocente il giovane.
Bang gli prese il viso fino a portarlo in un’angolazione da dove potesse vedere il pacco e gli disse “Quella. Scatola”
“Ma non è mia”
 
Himchan si sporse abbastanza per vedere che quella è la mia scatola…quella per Jongup…e guarda come l’ha ridotta Bang. E perché tratta così Jongup?
E fece per urlare qualcosa a Bang, ma si fermò.
Non posso fare una scenata…forse quei due lo fanno apposta…forse sanno benissimo che sono stato io a mettere quella scatola davanti alla stanza di Jongup e vogliono che confessi. No. Sono solo paranoico. Ecco. Tutto qui. Jongup sembra davvero non saperne nulla…
 
“Comunque era davanti alla tua porta e a meno a che qualcuno non l’abbia messa lì per sbaglio, è un regalo per te”
Poi Bang socchiuse gli occhi e guardò verso Himchan. Sarà stato quell’idiota?
 
Zelo si ritrovò davanti alla porta di Daehyun. Non si ricordava come ci era arrivato, né perché aveva aperto la porta all’improvviso ed era rimasto sulla soglia a fissare Daehyun che sedeva davanti al pc.
Daehyun aveva le cuffie alle orecchie e probabilmente non aveva sentito la porta aprirsi; allora Zelo entrò e gli tolse le cuffie dalle orecchie.
“Hey! Ma che…”  poi vide che Zelo stava piangendo silenziosamente “Che è successo questa volta?”
Zelo si asciugò le lacrime col dorso e tra un singhiozzo e l’altro disse “L’abbraccio…ce l’ho fatta…poi l’ho baciato…e non è come l’abbraccio e…ho provato a fare come…come con l’abbraccio, ma…ma non ha funzionato…e Bang si è arrabbiato di nuovo…e…e…” poi scoppiò in un pianto più sonoro.
Daehyun si alzò dalla sedia e abbracciò Zelo “Dai, vedrai che si risolverà tutto. Che ne dici di dormire? Così almeno non piangi…”
Zelo annuì lentamente tra le braccia del più grande.
“Puoi dormire nel mio letto se vuoi” gli disse poi Daehyun.
“Grazie” soffiò Zelo e si sdraiò sul letto di Daehyun, e lui ritornò al computer, senza mettersi le cuffie: Zelo avrebbe potuto chiamarlo per qualsiasi motivo e lui non poteva ascoltare la musica in quel momento.
 
Jongup cominciò a far girare e rigirare la scatola non molto grande tra le mani; poi cominciò a scuoterla per riuscire a indovinarne il contenuto, ma sembrava che ci fosse dentro qualcosa di quadrato e non riuscì a dargli una forma precisa.
Continuò a scuoterla e farla girare per dieci minuti buoni, finché Bang non gliela prese dalle mani e la lanciò lontano.
Himchan fece per alzarsi a prenderla, ma si fermò a metà strada e si girò verso i due compagni con aria spaventata.
“Che fai lì?” chiese Bang
“Io?...volevo prendere la scatola: sai, Bang, non si lanciano via gli oggetti degli altri!” e ritornò a sedersi, porgendo la scatola che aveva preso da terra a Jongup.
“Guai a te se ricominci a far rumore” lo minacciò Bang.
Allora Jongup si alzò, scosse forte e ripetutamente la scatola davanti alla faccia di Bang e salì le scale.
“Piccolo bast…” sussurrò Bang a denti stretti quando Jongup se ne fu andato.
 
“Daehyun” la voce di Zelo echeggiò nella stanza; il più grande si girò verso il letto.
“Sì?”
“Prima non mi avevi detto che avevi sonno?”
“Sì, ma non riuscivo a dormire, allora ho preso il pc…”
“Scusa se sono sempre qui a rompere…”
“Non ti preoccupare per me, non adesso che ti sei anche preso il mio letto!”
“Ah, è vero…scusa, vado nella mia stanza allora…”
Daehyun sorrise “Stavo scherzando… stai pure lì”
“Non dormi?”
“Beh…un po’ di sonno ce l’avrei anche, comun…”
Zelo si spostò a lato del letto e aprì le coperte, invitando Daehyun a entrarci dentro.
“Sei sicuro che poi non mi spingi giù dal letto mentre dormiamo?”
Zelo gonfiò le guance.
“Ok, allora vengo”
 
Jongup si chiuse nella propria stanza; era curiosissimo di conoscere il contenuto della scatola, ma allo stesso tempo spaventato.
Se il mittente era chi gli aveva messo i ranuncoli nel cuscino, allora sarebbe di sicuro stato un regalo bellissimo, non aveva dubbi, ma…forse questi regali sono solo per prendermi in giro…ma chi può essere? Di sicuro uno di noi sei…beh, io non sono…Bang nemmeno…degli altri quattro chi potrebbe mai mettermi dei fiori sul cuscino e una scatola ben impacchettata davanti alla porta? Beh…intanto dovrei aprirla…
La aprì.
Che scherzo è mai questo?
All’interno del pacco c’era un altro pacco, più piccolo e quadrato. Lo scosse: c’era qualcosa al suo interno.
Scartò il secondo pacco.
Ancora?
Un altro pacco, tondo, stava dentro le sue mani. Scosse anche questo.
Ci sarà un’altra scatolina…
E non sbagliò: questa scatolina era esagonale. Scosse anche quest’ultima.
Bene…chissà sen dentro questa scatolina che sta in una sola mano c’è una scatola più piccola ancora…
Accigliato e sospirando, sfilò il piccolo fiocco rosso che decorava la scatola e…
È…è stupendo…
 
Zelo era un forno: era stato in quel letto per poco più di dieci minuti e lì dentro dovevano esserci almeno 23°.
“Scusa ma come fa il letto a essere così caldo?” chiese stupito Daehyun: lui passava ore prima di prendere sonno perché aveva i piedi perennemente freddi, non importava se metteva calzini o se la stanza era calda o se era estate: i suoi piedi, come le sue mani, rimanevano gelidi.
“Non lo so…”
Poi i piedi di Daehyun toccarono per sbaglio quelli di Zelo e il piccolo lanciò un urletto.
“Oh…scusa” disse Daehyun
Zelo alzò le coperte “Ma hai portato del ghiaccio dentro al letto?”
Daehyun girò la schiena a Zelo e il più piccolo lo abbracciò “Posso restare così?”
“S…sì…basta che non mi spingi a terra”
“Ok” gli urlò in un orecchio Zelo, e gli cinse la vita; poi aggiunse “Ma oltre ai piedi hai anche le mani così fredde?”
“Già”
Zelo cercò il braccio di Daehyun e le percorse fino a trovare le sue mani, che erano sotto la sua testa; gliele prese e le stese lungo il suo corpo.
“Zelo…che stai facendo?” chiese preoccupato Daehyun.
“Non ti preoccupare…non faccio nulla di strano…solo non mi va che tu abbia le mani così fredde: se la notte per caso mi tocchi e le hai così fredde mi sveglio subito…ho il sonno molto leggero”
Daehyun non rispose, ma ci mise molto ad addormentarsi e pensò che questa era la prima volta che dormiva abbracciato a qualcuno che non fosse sua madre (ripensando all’infanzia) o Youngjae.
Si sentì comunque bene e il respiro di Zelo era quasi impercettibile e caldo sul suo collo.
 
Un fiore di the… oh, c’è anche un bigliettino…
“The amore a prima vista”
Amore a prima vista? Arrossì. Chissà quanto sarà bello?
Scese in fretta in cucina e riempì una teiera trasparente con dell’acqua e la mise a bollire: gli erano sempre piaciuti i fiori di the, ma non ne aveva mai comprati perché li riteneva infantili e per ragazzine. Ora qualcuno glieli aveva regalati…una fatina che soddisfa i desideri più profondi della gente? Aspettò che l’acqua si riscaldasse abbastanza da far sbocciare i fiori contenuti in quella piccola sfera dentro la sua stanza.
Salì con cautela e quando fu nella sua stanza fece cadere dentro l’acqua la pallina che sarebbe sbocciata in pochi minuti.
Aspettò finché non si schiuse: amaranto e…giglio arancione.
Gli si riempì il cuore e ringraziò la strana ombra che negli ultimi due giorni gli aveva fatto quei gesti così carini.
 
Zelo si svegliò per primo e scivolò giù dal letto lentamente; sussurrò a Daehyun “Io ritorno nella mia stanza” e lui gli rispose con un lamento che il piccolo non riuscì a interpretare e Jun ritornò nella sua stanza per cambiarsi: anche quel giorno prove.
 
Durante le prove Jongup sembrava sognante, Himchan guardava Jongup; Bang guardava Zelo e Zelo Bang: sembravano volersi parlare, ma non lo fecero; Youngjae sembrava molto abbattuto mentre Daehyun sembrava l’unico che avesse un po’ di energia in corpo.
 
Anche quel giorno, finite le prove, Himchan si fece la doccia per ultimo e ci mise molto tempo, dicendo agli altri che sarebbe rientrato più tardi da solo.
 
Jongup, tutto incappucciato, aspettò che Himchan uscisse e senza farsi scoprire cominciò a pedinarlo.
L’unico modo che ho per capire chi è…è cominciare a seguirli tutti…uno alla volta.
 
Himchan si fermò di nuovo nello stesso negozio del giorno prima: Jongup sembrava felice durante le prove, forse il fiore di the gli era piaciuto.
Chiese al negoziante quali altri fiori di the avessero e uno in particolare attirò la sua attenzione. Lo comprò e rientrò in casa.
 
Jongup continuò a seguire Himchan e lo vide entrare in un negozio. Non controllò l’insegna, se si fosse avvicinato troppo, Kim l’avrebbe scoperto.
Quando vide che Himchan sta prendendo la strada di casa, Jongup prese una scorciatoia e corse fino a casa, il cuore in gola. Entrò che non aveva fiato per salutare gli altri.
 
Himchan rientrò qualche minuto dopo e si fiondò in camera sua: questa volta avrebbe messo tutto dentro una piccola scatolina e l’avrebbe portata dentro la stanza di Jongup.
 
Zelo bussò anche quella sera alla porta di Daehyun.
“Posso dormire qui anche stanotte? Sempre se non devi stare con Youngjae…”
Daehyun gli rispose che Youngjae non sarebbe venuto e il piccolo si buttò subito nel letto.
“Hai anche oggi i piedi e le mani fredde?”
“Certo…mica posso decidere io quando sono fredde o meno…”
“Hai ragione…comunque hai visto? Ieri notte non ti ho spinto giù dal letto. Almeno con te non mi comporto in modo strano” sbuffò Jun.
 
Himchan preparò la scatolina e socchiuse la porta della propria stanza per vedere quando Jongup sarebbe sceso per bere la sua tazza di the, prima di andare definitivamente a letto.
 
Jongup guardò il fiore che stava cominciando a dar segni di morte: la bellezza è sempre così effimera…
Guardò l’ora: erano quasi le 23. Decise di scendere a bere il the.
 
“Oggi ho sonno…se vuoi stare sul mio pc, fai pure Zelo”
“Non ho molto sonno, ma non mi va di fare nulla…quindi starò sdraiato con te”
“Ma non è che hai battuto la testa da qualche parte?”
 
Himchan vide Jongup uscire e prendere le scale.
In punta di piedi entrò nella stanza di Jongup e posò la scatolina accanto al fiore di the che gli aveva preso il giorno prima. Certo che è proprio bellino. Spero che questo che ho preso oggi lo sia di più.
E prima di uscire da quella stanza controllò che nessuno lo potesse vedere o Jongup stesse salendo.
 
Jongup prese la tazza di the e decise di berla nella sua stanza: probabilmente, se era stato Himchan a fargli quei regali, ciò che aveva comprato prima in quel negozio era per lui. E mentre lui stava bevendo il the, l’altro poteva agire spensierato.
 
Kim vide qualcosa muoversi sulle scale, sbatté le ciglia: era paranoico, non c’era niente sulle scale.
 
Zelo increspò le sopracciglia “Non prendermi in giro”
Daehyun sorrise “Ok…comunque sei pronto al ghiaccio che sta per entrare nel letto?”
“Certo, così mentre io porto il mio corpo a una temperatura normale, la tua si alza…forse arriverà a toccare i 5°”
“Ha-ha”
“Un po’ come le lucertole” e scoppiò a ridere.
Vedere Zelo più tranquillo dopo quei giorni infernali in cui aveva praticamente solo pianto lo tranquillizzò.
 
Jongup salì le scale con le spalle contro la parete, come i ladri nei film, la tazza di the in mano.
Quando fu quasi in cima vide una figura guardare furtiva dalla sua stanza.
Si accovacciò, in modo che le scale lo coprissero e alzò la testa un po’…solo per vedere…Himchan! Lo sapevo…allora…è stato lui…
Senza rendersene conto provò un immenso stato di felicità e sorrise di cuore.
 
Himchan entrò nella sua stanza. Salvo. Anche questa volta gliel’ho fatta.
 
Jongup entrò nella propria stanza e vide che accanto al suo fiore di the c’era una piccola scatolina: questa volta Himchan non aveva fatto lo stupido facendo la matrioska di scatoline.
Mandò giù in un sorso il the e aprì la scatolina: un altro fiore di the. Il nome di questo era: the fiore del desiderio. Arrossì notevolmente e scese in cucina a riempire un’altra teiera trasparente d’acqua e la riscaldò.
La portò nella sua stanza e ci lasciò scivolare la pallina nell’acqua calda, ma non aspettò che si aprisse; no, questo fiore si sarebbe aperto alla presenza di Himchan.
Corse fino alla sua stanza, facendo attenzione a non far cadere l’acqua e scottarsi.
Bussò con foga “Himchan, apri! È urgente”
 
Himchan sentì bussare alla porta e Jongup dirgli di aprire immediatamente.
Aprì la porta.
Mi ha scoperto.
 
Zelo abbracciò Daehyun come la notte precedente e gli strinse le mani allo stesso modo: a differenza di quando Bang l’aveva toccato, si sentiva più sicuro, come vicino a un fratello; con Bang era sempre così agitato…
“Zelo…tu e Bang quando vi chiarirete?”
“Non lo so…mi ha detto di ritornare da lui quando il mio corpo l’avrebbe accettato…e non so se sono pronto”
“Beh…basta che non ci metti molto: non vorrei finire col dormire ogni sera con te…”
 
Jongup entrò senza aspettare che Himchan gli desse il permesso e posò la teiera sul comodino vicino al letto; poi prese per un braccio Himchan e si sedettero per terra, davanti al fiore che stava cominciando a sorgere.
“Grazie, Himchan”
“P-per…c-c-cosa?” balbettò lui
“Per i ranuncoli; per il fiore di the di ieri e per questo che sta sbocciando ora…”
“E…e tu come fai a sapere che sono stato i…”
Prima che avesse finto la frase Jongup gli diede un bacio sulla guancia, poi gli sussurrò in un orecchio “Stasera, ti ho seguito e ti ho visto uscire da quel negozio…”
Himchan girò il volto dall’altra parte “Non…non lo so perché l’ho fatto”
Jongup gli prese il viso, indirizzandoglielo verso la teiera “Guarda Himchan! È stupendo…” i suoi occhi brillarono.
 
“Ti do così tanto fastidio? Se è così ritorno nella mia stanza…” e cominciò ad alzarsi dal letto.
Quando uscì Daehyun sentì una folata di vento gelido percorrergli il corpo “Zelo…se vuoi puoi dormire…anche stanotte…e poi basta”
“Davvero?”
“Sì…”
Zelo rientrò nel letto e Daehyun ritrovò il suo termosifone.
Certo era ormai Maggio, ma il tempo era ancora instabile e le temperature non erano molto alte.
 
“Jongup…”
“Sì?” si girò verso Himchan
“Penso…penso che tu mi piaccia…”
Jongup sorrise e portò la sua testa sulla spalla di Kim. “Grazie”
Himchan era un po’ deluso…solo un ‘grazie’…beh, che mi dovrebbe dire? ‘anche tu mi piaci’? No…solo nei film succedono queste cose.
“Grazie per tutti i tuoi regali” continuò Jongup, rivolto verso il fiore che mostrava la sua bellezza con fierezza “Nessuno ha mai fatto cose così carine per me…” e alzò gli occhi verso il più grande, occhi che Himchan non tardò a capire cosa gli volevano dire.
 
Zelo abbracciò di nuovo Daehyun e restò in silenzio per cinque minuti buoni.
“Daehyun…” chiese con un fil di voce, per paura che l’altro si fosse già addormentato, per non svegliarlo.
“Che c’è?”
Zelo prese il ragazzo e lo girò fino a che il suo viso non fu di fronte al proprio; sfiorò le sue labbra.
Daehyun si ritrasse: “Che ti è preso?” sgranò gli occhi.
“Daehyun…solo una volta…posso baciarti?”
“Tu stai davvero male…cosa stai dicendo?”
“Solo per stasera…”
Daehyun scosse la testa, poi le labbra di Zelo si posarono di nuovo sulle sue.
Sembrava che il piccolo avesse paura di toccare le labbra di Daehyun, le sfiorava appena, provocando nell’altro un desiderio proibito: quello di essere il lupo che divora Cappuccetto Rosso.
 
Himchan prese il viso di Jongup e, chiusi gli occhi, lo baciò.
Fu un bacio lento, di quelli romantici che le coppie si danno dopo i primi baci sbarazzini e focosi.
 
Solo per staserapensò Daehyun.
Si portò sopra Zelo, che non sembrava aver paura; gli prese le mani e gliele bloccò vicino alla testa; infine si precipitò sulle sue labbra e il bacio fu impetuoso.
Daehyun sembrava aver ritrovato la sua vera natura e Zelo aver perso definitivamente la paura di essere toccato.
 
Himchan portò lentamente Jongup sul letto, senza staccarsi dalle sue labbra che, come una ragnatela, lo avevano catturato.
Si portò sopra Jongup e si staccò dalle sue labbra per poterlo guardare negli occhi.
 
“Ancora” pronunciò Zelo quando Daehyun si fu staccato dalle sue labbra “Ancora…ti prego”
 
“Ancora” sospirò Jongup abbracciando Himchan e attirandolo a sé “Ancora…di più”
 
 
La canzone di questo capitolo il cui titolo prende ispirazione dalle parole di Zelo, è ‘Just for Tonight’ di Ville Valo feat. Manna (ok, lo ammetto. Adoro Ville e la sua voce caldissima); sarebbe bello leggere l’ultima parte ascoltando questa canzone… al prossimo capitolo che non vedo l'ora di scrivere (ke ke ke);
Il link della canzone http://www.youtube.com/watch?v=J6QqTC5BH-s

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Capitolo 10
*** What a big surprise ***


Ecco il nuovo capitolo!
Ringrazio Ele_vislove (non riesco a non amare le tue recensioni e davvero mi fai troppi complimenti) e RyuzakiUchiha (dopo aver letto che questa mia ff è una delle prime che leggi mi sono commossa, davvero) per le recensioni.
Ringrazio ancora chi mi segue.
 
Himchan non era come Bang: non si trasformò in una fiera, ma in un cagnolino che asseconda il padrone; infatti, benché fosse lui l’attivo, era Jongup a guidare e dettare le regole del gioco, e questo a Moon, piaceva molto.
Kim aveva un modo tutto suo di toccare il corpo degli altri e per Jongup fu una cosa insolita, ma piacevole: quando era sceso sui suoi addominali, Himchan aveva cominciato ad annusare la pelle del più piccolo, con insistenza.
Voglio che il tuo odore mi perseguiti.
Poi l’aveva guardato negli occhi e con la mano aveva cominciato ad accarezzarlo, prima coi polpastrelli, poi il palmo aperto, dal basso verso l’alto.
Voglio che le mie mami ti ricordino anche mentre guardo i tuoi occhi.
Infine aveva portato le proprie labbra su quel ventre, facendo pochi e profondi respiri.
Così che tu mi intrappoli per sempre nella tua tela.
 
Quando finalmente Daehyun si alzò dalle labbra di Zelo, vide che il maknae aveva le guance quasi rosse, un rosa spinto e quando quello aprì gli occhi, volle baciarlo di nuovo.
Quando Zelo sentì la lingua di Daehyun intrecciarsi alla propria provò un leggero brivido e poi un piccolo piacere sostituirsi a quello.
Quando il bacio finì, riaprì gli occhi lentamente, come a voler prolungare nella sua mente quel bacio.
Daehyun lasciò le braccia di Zelo e spostò lo sguardo verso destra; poi si alzò.
Zelo vide Daehyun alzarsi.
 
Quando, dopo aver registrato il corpo sotto di lui, entrò in Jongup, mille pensieri lo travolsero; il cuore gli faceva male, non capì perché reagì in quel modo: non l’avrebbe mai capito.
 
Zelo afferrò la mano di Daehyun e la strinse forte; cercò poi le sue dita e le attorcigliò alle proprie.
Jun non ricorda come quella notte capì che non doveva finire tutto con un bacio: non se lo sarebbe mai più ricordato.
 
Jongup non era affatto stretto e accolse Himchan in tutta la sua grandezza, senza lamentarsi troppo.
Himchan si chiese quante volte Bang fosse entrato in Jongup e che cosa aveva provato la prima volta che era successo: avrebbe voluto essere lui il primo, l’unico, l’ultimo per Moon.
Gli faceva così male il cuore, mentre Jongup, sotto di lui, gemeva in una maniera quasi elegante, anche se le sue sopracciglia si aggrottavano un poco quando il movimento di Himchan cambiava.
E fu allora, quando i mille pensieri pervasero la sua mente che Jongup sentì qualcosa cadergli sul viso.
 
Di nuovo sul letto, Daehyun si tolse la maglia e fece lo stesso a Zelo, che mentre Daehyun gli stava togliendo la t-shirt, aveva tremato un po’.
Daehyun analizzò lentamente e con gentilezza il corpo di Zelo, visto che solo qualche giorno prima aveva avuto un primo contatto del genere, con Bang.
Chissà cosa sarebbe successo poi con Bang e Youngjae...
A Zelo piacque essere toccato così gentilmente, con una paura dentro non solo sua, ma anche nelle mani e nelle labbra di Daehyun.
Forse dovevano smetterla, ma più Daehyun andava avanti e più quel pensiero si opacizzava nella mente di Jun. Infondo è solo per stanotte…
Daehyun capì che dopo averlo toccato così non si sarebbe più fermato: il suo lupo cattivo cominciava a riemergere, ma il fuoco che ardeva in lui era fermo, non veniva trasportato dal vento come con Youngjae. Forse è la persona con cui sto a dar forma al mio fuoco.
Zelo aveva i pantaloncini e Daehyun, prima di tirarli via guardò negli occhi il piccolo, per chiedergli se poteva continuare, sperando infondo al cuore che Zelo volesse fermarsi, perché entrambi sapevano che alla fine tutto sarebbe venuto a galla. Ma gli occhi di Zelo gli diedero il permesso di procedere e il fuoco di Daehyun cresceva, insieme alla sporgenza nei suoi pantaloni.
Zelo provò un imbarazzo infinito, solo con gli slip addosso, ma l’eccitazione era più forte dell’imbarazzo iniziale.
Allungò le proprie mani fino a toccare il petto di Daehyun, per sentire il suo battito che non era rumoroso quanto il proprio, ma era comunque veloce.
 
Jongup alzò il viso di Kim che era chino sopra il suo collo.
Lacrime?
Himchan uscì lentamente dal suo corpo e si asciugò le lacrime.
“Perché piangi?” chiese turbato Jongup.
Himchan scosse la testa.
“Se ho fatto qualcosa di sbagliato…”
“No. Ti prego, non badare alle mie lacrime…è che sono felice…e…ti voglio…ancora e ancora…” e baciò Jongup, le guance di nuovo rigate.
Era felice, ma aveva anche un gran peso sul cuore, il peso di quei mille pensieri.
Questi due sentimenti opposti formano una tempesta…è per questo che sto piangendo?
Jongup non capì perché Himchan stesse piangendo, ma lo strinse forte “È tutto a posto, Channie” e gli accarezzò i capelli.
 
Daehyun preparò con pazienza Zelo, prima di poter finalmente entrare in lui e, ancor prima di iniziare a fare ciò, guardò bene gli occhi di Jun, che erano fermi.
Entrò.
Niente scuse, niente ripensamenti.
Solo un gran dolore per Zelo, che non cercò né di trattenere un gemito sofferente, né di trattenere le lacrime.
Solo un gran piacere per Daehyun che aveva ritrovato una sensazione che credeva non sarebbe più stato in grado di provare.
Jun era incredibilmente stretto e non riusciva a rilassarsi, così Daehyun si faceva strada come poteva, prima che il corpo sotto di lui lo accettasse.
Lo giudò in ogni movimento, in modo che Zelo potesse godere a pieno la sua prima volta, ma non lo strinse a sé, né gli asciugò le lacrime.
Zelo venne presto con un gran roco gemito, aprendosi del tutto; Daehyun continuò a entrare e a uscire da quel corpo che ormai gli si era completamene abbandonato, finché non venne, utilizzando Zelo come àncora.
 
Jongup e Himchan vennero insieme.
Jongup sentì il seme caldo di Himchan mentre ancora era colto da piccoli spasmi: era la prima volta che veniva insieme a qualcuno e che si sentiva così completo.
Himchan si abbandonò esausto su Jongup e uscì dal suo corpo solo qualche secondo più tardi, poi si stese supino accanto al più piccolo.
 
Daehyun uscì da Zelo e andò a farsi una doccia; Jun, sfinito, chiuse gli occhi.
 
Daehyun entrò nella doccia e aprì l’acqua fredda, poi prese la spugna e cominciò a strofinare forte il proprio corpo, centimetro per centimetro, finché la pelle non divenne rossa.
Allora cominciò a ripensare a quello che aveva appena fatto e perché l’aveva fatto, ma nessuna risposta lo soddisfaceva o aveva senso.
Riprese la spugna e riprese a torturare il corpo. Poi pianse, per purificare gli occhi, quegli occhi che avevano desiderato Zelo, che non si erano chiusi, ma aperti in grandi fantasie.
Ma anche piangendo il ricordo era ancora palpabile.
 
Quando Daehyun entrò in stanza, dopo un’ora che era stato sotto l’acqua fredda, Jun era sveglio e stava fissando il soffitto.
Jun alzò il viso verso Daehyun che stava in piedi davanti al letto. Sorrise debolmente.
Daehyun sospirò “Se vuoi farti una doccia…”
Jun scosse la testa.
“Sei sicuro?...”
Zelo annuì “E anche se volessi…non so se riesco ad alzarmi…” arrossì e sorrise maldestramente.
Daehyun abbassò lo sguardo “Scusa…è solo colpa mia…avrei dovuto controllarmi…”
“E io avrei dovuto fare lo stesso…ma ormai…non stare lì in piedi: vieni dentro al letto”
Daehyun non si mosse.
 
Jongup portò il proprio viso sul petto di Himchan e cominciò ad accarezzarlo.
“Se fumassi credo che ora starei fumando la sigaretta migliore del mondo” rise Himchan.
“Ma chi ha bisogno di sigarette se ci sono io qui?” sogghignò Jongup, poi morse il labbro inferiore a Himchan.
“Hai ragione” rispose allegramente Kim, poi prese il viso del più piccolo e cominciò ad accarezzarlo e baciarlo; infine si fermò, lo guardò negli occhi e posò il naso sulla sua pelle.
“Ma annusi sempre così tanto?”
Himchan annuì e quando fu pieno dell’odore di Jongup si staccò “Adoro annusare le cose che amo: voglio che il loro odore rimanga a lungo impresso nella mia mente, che lo possa riconoscere ovunque…forse ti sembrerà ridicolo, ma…” aggrottò le sopracciglia.
 Jongup scoppiò a ridere dopo quella frase di Himchan
“Hey! Perché ridi?”
“Niente, niente”
Allora Himchan lo portò sotto di sé e riprese ad annusarlo, facendo solletico al più piccolo che implorava pietà tra una risata e l’altra.
Passarono il resto della notte a giocare e coccolarsi, finché non caddero esausti in un sonno tranquillo, abbracciati, il sorriso sulle labbra e l’odore di sesso che li avvolgeva.
 
Bang provò a dormire quella notte, ma non riuscì a chiudere occhio: Sarò stato troppo cattivo con Zelo? Ho aspettato tutto questo tempo…e ora che ho la possibilità di farlo mio, faccio solo in modo che se ne vada via da me…devo chiedergli scusa, devo ripetergli che lo amo e che aspetterò in eterno, finché il suo corpo non mi accetterà…so che è difficile per lui…mi chiedo se le cose sarebbero state diverse, se io fossi stato una femmina…ma no, io sono un maschio e amo Jun con tutto me stesso.
Più volte si alzò dal letto e corse verso la porta, intento ad andare nella stanza di Zelo e dirgli di nuovo che lo amava, e provare anche mille volte a toccarlo, ma poi si fermava: e se non mi perdona? E se lo sveglio ed è di pessimo umore?...è già capitato che si svegliasse col piede sbagliato e... un attimo… Jongup a tavola ha detto che stava sorridendo a Daehyun…ma no…e poi Daehyun sta con Youngjae…
E continuò così fino all’alba, quando decise di scendere e bere del caffè, per evitare di crollare alle prove.
 
Youngjae uscì dalla propria stanza verso le due di notte, quando proprio non ce la faceva più a restare dentro la sua stanza, ma non fece alcun passo verso la stanza del suo ragazzo: e se mi sta tradendo con Zelo? Se li scoprissi ci starei peggio di ora…dovrei solo appoggiare l’orecchio alla porta della sua stanza e sentire se…no, Daehyun mi ha detto di non fare il bambino…e non devo farlo. Mi ha detto che non devo nemmeno pensare che lui e Zelo…ma non ci riesco, è più forte di me…
Si sedette con le spalle contro la porta della sua stanza e rimase lì, senza dormire, con i suoi pensieri che lottavano, senza che nessuno dei due trionfasse.
Non sapeva che ora fosse quando vide Bang uscire dalla propria stanza e rivolgergli uno sguardo interrogativo.
 
Uscì dalla stanza e gli sembrò che ci fosse qualcuno fuori dalla porta infondo al corridoio: era Youngjae.
Si chiese cosa facesse seduto a terra e, dagli occhi rossi, capì che neanche lui aveva chiuso occhio; gli fece cenno di seguirlo.
 
Youngjae raggiunse Bang e i due scesero in cucina.
 
“Vuoi del caffè?” chiese stanco Bang
“Sì, grazie”
Bang preparò il caffè, i due non si parlarono; poi il leader porse una tazza di quel liquido scuro a Youngjae “Vuoi dello zucchero?”
“Sì, ne ho veramente bisogno…” sospirò
Bevvero il caffè guardando verso direzioni diverse, i propri pensieri non li abbandonavano.
Bang gustò l’ultimo sorso di caffè e si accorse che era freddo.
Da quanto tempo sto bevendo questa tazza? Da quanto tempo io e Youngjae non ci siamo rivolti una parola?...sono un leader penoso…
Guardò l’orologio: era passata quasi un’ora, erano quasi le 7, e anche gli altri andavano svegliati: le prove non aspettano.
 
Youngjae guardò l’orologio, quasi le 7dovrei andare a svegliare Dae?...ho troppa paura…forse si è svegliato e sta per scendere…
 
“Youngjae…come mai stavi davanti alla porta della tua stanza?”
“…”
“È successo qualcosa?”
Youngjae sospirò e abbandonò la tazza di caffè che aveva bevuto fino a metà.
“C’entra Daehyun e…quello che è successo a tavola?”
“S…sì… l’hai visto anche tu?”
“Non proprio…me l’ha detto Jongup dopo che tu e Daehyun ve ne siete andati…ma…tu e Daehyun non avevate fatto pace?”
“Sì, ma dopo quel giorno è stato un po’ freddo con me…e non so perché; poi qualche giorno fa a tavola…e poi ieri era nella stanza di Daehyun, ma non so di cosa stessero parlando”
“Capisco” disse triste Bang
“Ho paura che… Daehyun si sia stancato di me e che Zelo abbia reagito male quando ha scoperto di me e Daehyun perché a lui piace e…”
“A Zelo piace Daehyun?” chiese stupito Bang.
“Non lo so…è solo una mia ipotesi…”
Bang si fermò a pensare…quel giorno infatti mi ha chiesto se sapevo cosa si provava ad amare un ragazzo…che Youngjae abbia ragione?...Ma allora perché mi ha detto che gli piacevo?... mi stava davvero prendendo in giro?
“Youngjae, Dae…” ma Bang venne interrotto da un urlo che veniva dalle scale.
 
Himchan si svegliò con Jongup tra le braccia; gli accarezzò i capelli e lo baciò.
Jongup si svegliò poco dopo “Buongiorno Channie” e lo baciò teneramente.
“Buongiorno, Jonguppie
Poi Jongup sussurrò nell’orecchio di Himchan “Facciamo la doccia insieme?”
Himchan si aprì in un gran sorriso, prese la mano di Jongup e i due entrarono nella doccia.
Quando uscirono si vestirono tra baci, carezze e risatine.
Per il corridoio camminarono mano nella mano, poi vicino alle scale Jongup lasciò la mano di Himchan e accelerò un po’ il passo; prima di scendere il primo gradino Himchan gli palpeggiò il sedere
 
“KIM HIM CHAN! Non ci provare mai più!”
 
Bang si alzò e andò a vedere perché Jongup avesse urlato quella frase.
 
Himchan fece una smorfia e abbracciò da dietro Jongup “Eddai…scusa” e gli diede un bacio sul collo “È che hai un sedere così bello che non posso non palpeggiarlo…”
Jongup si mise a ridere “Dai…basta, non dire cose imbarazzanti di prima mattina…”
 
Mentre Jongup parlava, Himchan aveva alzato lo sguardo e guardato in basso alle scale.
 
Bang guardò la scena con uno sguardo indecifrabile.
 
Youngjae corse dalla cucina “Cos’è successo? Perché Jongup ha url…” e vide Himchan che abbracciava da dietro Jongup e il più piccolo ridere.
“Cosa sta succedendo?” sussurrò a Bang.
 
“Himchan, che hai? Perché non risp…od-dio” le ultime parole le sussurrò.
 
Himchan vide che erano tutti immobili e che Youngjae attendeva una risposta, perché lui stesse abbracciando Jongup, allora Kim prese il viso di Jongup e lo baciò.
 
“Quindi tu e Jongup…” chiese poi Youngjae, quando i quattro si furono riuniti in cucina.
Himchan annuì.
Youngjae sembrava ancora perplesso.
“Allora eri serio quella volta…” disse Bang.
“Certo. Non potrei mai scherzare su certe cose” rispose Himchan.
“Ma siete sicuri? Non mi state prendendo in giro?” continuò Youngjae.
“Hai bisogno di vedere altro?” chiese Himchan.
“No…no grazie” Youngjae sembrava quasi disgustato. “Non…riesco a capacitarmi di…ma da quando?”
“Fai troppe domande…” sbuffò Jongup “Ma voi due perché avete l’aria così stanca?” chiese poi verso Bang e Youngjae.
“Per la questione Daehyun e Zelo” rispose breve Yongguk.
“Perché, è successo qualcosa tra quei due, dopo l’altro giorno a tavola?” chiese curioso Himchan.
“Non lo sappiamo, ma io ho paura di sì”
“Ah, ti riferisci a ieri, quando stavamo origliando e Zelo era dentro la stanza di Daehyun?”
Youngjae annuì.
“Che ore sono?” chiese poi Jongup
“Sono quasi le 7:30”
“Dobbiamo svegliare quei due…per le 9 dobbiamo essere in sala prove”
 
“Io non ci vado” esclamò subito Youngjae. Non vorrei che le mie paure fossero vere…ne uscirei distrutto.
 
“Io nemmeno” si affrettò Yongguk. Se non trovassi Zelo nella sua stanza non so come potrei reagire.
 
“Ah, non guardare me” disse infine Himchan “Zelo come minimo mi uccide e Daehyun ultimamente mi è sembrato freddo…perché non ci vai tu, Jonguppie?”
 
Jongup fece tirò fuori la lingua e fece una lunga smorfia, poi salì le scale.
Chi sveglio per primo?...Zelo.
 
Bussò più volte alla porta di Zelo, ma nessuno rispose. Aprì la porta con gli occhi chiusi, sperando vivamente che Zelo fosse dentro la sua stanza, che non avesse fatto qualche stupidaggine…vuoto.
Fece un respiro profondo e bussò alla porta di Daehyun. Se avete fatto qualcosa…vi prego, fate in modo di essere svegli…fate che io non veda niente e dirò che eravate nelle rispettive stanze…
Ma neanche Daehyun rispose. Lo chiamò altre due volte, poi provò ad aprire la porta che, con un suono meccanico si dischiuse.
 
Perché?Si chiese Jongup, e portò le mani a coprire il viso.
 
“Daehyun, non stare lì impalato”
Daehyun si trascinò fino al letto, con solo i boxer addosso ed entrò dentro le coperte, la schiena rivolta verso Zelo. Se gli fa male è meglio. Non dobbiamo andare oltre. Niente carezze, o scuse, o quant’altro.
Ma gli occhi gli si appannarono. No, cazzo. Non voglio.
Venne scosso da singhiozzi che cercò il più possibile di nascondere.
Zelo lo sentì tremare e sentì anche qualche singhiozzo. Anche i suoi occhi si appannarono e realizzò solo allora ciò che era successo.
Abbracciò Daehyun “Scusa,…hyung…” piagnucolò.
Daehyun si girò verso Jun e vide che anche lui stava piangendo.
“Cosa facciamo?” chiese Daehyun.
Zelo scosse la testa.
Poi i due portarono vicino le proprie fronti, si abbracciarono e si addormentarono così, con le lacrime che segnavano loro il viso.
 
Jongup avrebbe preferito che qualcun altro avesse visto quella scena: Daehyun e Zelo che dormivano abbracciati.
Forse è un equivoco…non devo pensare male…
Si avvicinò al letto, gettò via le coperte.
Se l’hanno fatto…per Zelo sarà stata la prima volta…quindi per forza ci sarà…
Sgranò gli occhi.
 
Cazzo. E ora?
 
 
La canzone per questo capitolo è “Baby, what a big surprise” dei Chicago.
Direi che ci sono state diverse ‘sorprese’ in questo capitolo: le lacrime di Himchan; Zelo che si lascia completamente a Daehyun e lui che non si tira indietro; Bang e Youngjae che di prima mattina scoprono che Jongup e Himchan probabilmente stanno insieme; infine, Jongup che trova Daehyun e Zelo nel letto e che capisce che l’hanno fatto.
Spero nessuno mi voglia del male per come la storia sta andando avanti….
Link per la canzone: http://www.youtube.com/watch?v=1CQ3TvLsgQc
 

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Capitolo 11
*** Tears ***


Grazie a Ele_vislove e RyuzakiUchiha per le recensioni, mi aiutate davvero a continuare.
Grazie anche a chi mi segue e leggerà questo capitolo.
 
Rimase qualche minuto in piedi, davanti al letto. L’hanno fatto. Perché, Zelo? Perché, Daehyun?
Strinse i pugni, ma non si mosse.
 
Bang non ce la faceva più ad aspettare “Io vado a vedere”
“Io non ci andrei” suggerì Himchan “Se tu ci andassi faresti di sicuro un gran casino…abbiamo mandato Jongup apposta…lui mantiene il sangue freddo e non salta a conclusioni affrettate senza delle prove concrete”
“Certo che lo conosci proprio bene, adesso” ghignò Bang.
“Tutti lo conosciamo bene” soffiò Himchan “Lui non ha mai nascosto la sua vera natura”
“Cosa vorresti insinuare?”
“Niente…non dar peso alle mie parole, hyung
Bang si protese con aria minacciosa verso Himchan e Youngjae lo fermò “Smettetela, tutt’e due. Non fate i bambini”
“Tsk” Bang ritornò a sedersi e si grattò la testa “Comunque, secondo me, Jongup ci sta mettendo troppo”
 
Zelo aprì gli occhi, davanti a lui, il viso di Daehyun. Allora è successo davvero…
Provò ad alzarsi, ma era tutto indolenzito. E oggi come farò a ballare?
Poi alzò lo sguardo verso i piedi del letto: si sentiva osservato.
 
Jongup vide Zelo svegliarsi e, quando il maknae non riuscì ad alzarsi, capì che il sangue che macchiava le lenzuola di Daehyun, era di Zelo.
 
Jongup?Pensò Zelo, poi, con voce tremante riprodusse la domanda che aveva formulato nella sua testa “Jongup?”
 
Jongup continuò a stare fermo: se si fosse mosso, avrebbe sicuramente preso a pugni Zelo e poi Daehyun.
Gli ci era voluto un gran coraggio per lasciar perdere Yongguk, per aiutarlo nella conquista di Zelo e ora, vedeva tutte le sue fatiche frantumarsi.
Sospirò e rilassò i pugni: avrebbero peggiorato la situazione, gli altri sarebbero corsi su e avrebbero visto ciò che non volevano vedere “Sveglia Daehyun, veloce, se tardiamo ancora un po’ gli altri verranno a vedere, e non mi sembra il caso”
Zelo annuì e ringraziò Jongup; poi scosse Daehyun che sembrava non volersi alzare.
“Dae…svegliati, veloce!”
Ma Daehyun si girò dalla parte opposta.
“Jongup, come facciamo? Non si vuole svegliare!” e il suo respiro cominciò a farsi corto.
 
Jongup vide Zelo tremare “Non agitarti, ti prego. Vai nella tua stanza e cambiati, poi scendi. Qui ci penso io”
Zelo non si mosse e cominciò a fissare Jongup.
“Che c’è? Non hai capito quello che ti ho detto?”
“Jongup…scusa…”
“Non c’è tempo per le scuse”
Zelo si alzò, poi le sue gambe parvero cedere.
“Aspetta, ti aiuto” disse Jongup e lo accompagnò nella sua stanza.
Certo che per essere ridotto così…Daehyun poteva anche trattenersi un po’…anche la mia rabbia sembra svanire…devo cercare di non dire niente a nessuno…ormai ci sono dentro anch’io, in questa situazione…
Prima di ritornare nella stanza di Daehyun, si girò verso Zelo “Senti…cerca di sopportare il dolore…e…fatti una doccia. Puzzi”
 
E ora? Jongup dirà tutto a Bang?...se glielo dice…ma perché ieri…cosa m’è preso?...io non provo nulla per Daehyun…allora…perché?...
Andò a farsi una doccia, come Jongup gli aveva consigliato e, quando uscì dal bagno si ritrovò Bang davanti che lo salutò dolcemente.
“Buon…buongiorno” rispose e, per via delle lacrime che stavano salendo, abbassò lo sguardo.
 
Jongup scosse con forza Daehyun.
“Ancora un po’, mamma”
“Tsk, mamma?” si avvicinò al suo orecchio “So…cos’hai fatto ieri notte”
Daehyun aprì gli occhi e si ritrovò Jongup davanti “Co…cosa ci fai qui?”
“Cosa ci faceva Zelo qui ieri notte?”
“Io…”
“Lascia stare…vestiti…e vedi di cambiare le lenzuola”
Poi uscì dalla stanza e scese in cucina, cercando di mostrare l’espressione più calma, o almeno cercando di nascondere quella che aveva mostrato a Daehyun e Zelo: un misto di rabbia e incredulità.
 
Daehyun rifece in fretta il letto. Ci penserò stasera a togliere le lenzuola.
Poi aprì l’armadio e scelse dei vestiti comodi da indossare. Bene. Ieri notte non è successo niente. Scendo giù e mi comporto come sempre…
 
“Allora?” chiese ansioso Yongguk
“Allora…cosa?”
“Perché ci hai messo così tanto? Non è che…è successo qualcosa?”
Jongup sorrise (o almeno ci provò) “Tu e Youngjae vi fate certi film mentali…che non stanno né in cielo né in terra…”
Bang sembrò rilassarsi.
Jongup continuò “Ci ho messo tanto perché Daehyun non si voleva svegliare…ora capisco perché ogni giorno Youngjae ci metteva un’eternità a farlo scendere…”
Youngjae annuì.
“Dov’è Zelo?” chiese poi Bang
“Credo si stia facendo una doccia”
Yongguk si alzò e aspettò Zelo davanti alla porta del bagno.
 
“Devi…seguirmi per forza?” chiese Zelo
“Voglio scusarmi…sono stato troppo duro con te…sai, ci ho pensato molto e…ho deciso di non aspettarti più…io voglio stare con te e anche se il tuo corpo non mi accetta…anche se mi spingerai via cento, mille volte…io sarò lì accanto a te…perché ti amo, e non smetterò di dirtelo. Hai detto che vuoi provare ad amarmi. Bene…allora proviamoci…insieme.”
Hyung…non devi…”
“Invece sì. Ti amo e questo ostacolò non mi fermerà”
 
Quando scese vide Himchan e Jongup ridere, poi Himchan baciare Moon.
“Oh, ‘giorno, Daehyun. Cos’è quella faccia?” chiese Kim “Sei geloso?”
“Ma anche no” e si sedette nel suo solito posto, senza rivolgere la parola a Youngjae. Vorrei parlargli…ma io, in teoria, dovrei essere arrabbiato con lui…perché ha dubitato del mio amore per lui…eppure mi sento così in colpa per quello che ho fatto…dovrei essere io a chiedergli scusa.
 
Rientrarono a casa stanchi morti e si rintanarono nelle proprie stanze.
Jongup bussò alla porta di Daehyun e gli disse di seguirlo nella propria stanza.
 
“Entra, non stare sulla porta”
Daehyun entrò a testa bassa.
“Dovrei picchiarvi tutt’e due…sappi che non ho detto niente perché la verità verrà presto a galla…conosco abbastanza bene Zelo (e anche tu lo conosci) da poter affermare che…non riuscirà a tenersi un peso così grande dentro…non mi interessa cosa farai, ma…perché tu e Zelo?...”
“Se ti dicessi che non lo so, immagino non mi crederesti”
 
Himchan uscì dalla propria stanza, aveva proprio bisogno di vedere Jongup, di sentire il suo odore; quando fu davanti alla sua porta non bussò: sentì qualcuno parlare con Moon. Riconobbe la voce: Daehyun.
 
“Non voglio sapere i dettagli, ma avreste dovuto fermarvi: tu stai con Youngjae e Zelo…in caso tu non lo sappia…”
“Lo so” lo interruppe Daehyun “Lo so che a Bang piace Zelo e anche a Zelo piace un po’ Bang…vedi, Zelo è venuto da me qualche giorno fa…perché aveva avuto dei problemi con Bang…mi disse che quando Bang l’aveva toccato, lui l’aveva spinto lontano senza motivo e…gli ho promesso che l’avrei aiutato… e così ho fatto…ma poi, ieri notte…le cose hanno preso una piega differente e…lui mi ha chiesto di baciarlo, una volta, forse per vedere se succedeva solo con Bang…il fatto di allontanarlo…”
Jongup si mise una mano sulla fronte “Ma tu, perché hai accettato?”
“Non…non lo so…doveva essere solo un bacio…ma poi ho perso il controllo e nemmeno lui voleva fermarsi e…”
“Basta così…” sospirò esausto “Ormai ci sono anch’io in mezzo a questa storia…non so cosa succederà, ma stai in guardia: Zelo è come una bomba ad orologeria, ma noi non sappiamo quando esploderà…ora puoi andare e se non vuoi che Youngjae lo venga a scoprire da Bang o Zelo…vai a dirglielo”
Daehyun uscì ringraziando Jongup di tutto.
 
Quando Himchan sentì Jongup dire a Daehyun di uscire, rientrò nella propria stanza e aspettò che Daehyun se ne fosse andato, prima di bussare alla porta di Moon.
“Posso entrare, Jonguppie?”
 
Daehyun rientrò nella propria stanza, strisciando i piedi sul pavimento.
Dovrei seguire il consiglio di Jongup? O dovrei andare da Zelo e convincerlo a non dire niente?...no, anche se me lo promettesse…un giorno salterebbe tutto fuori e più le cose si prolungano…e peggio è…devo farmi coraggio…e andare da Youngjae…devo dirgli che è stato un errore, che non riuscivo a ritrovare me stesso…che sono umano, che tutti sbagliamo e…chiedergli perdono in ginocchio.
 
Jongup aprì stanco la porta a Himchan “Ciao”
“Non mi fai entrare?”
“No, ti lascio lì”
“Ma…” s’intristì Himchan, Jongup a volte sapeva essere davvero cattivo.
“Allora? Non te ne vai?”
Kim s’immusonì, abbassò la testa “Scusa, per averti disturbato” e si avviò nella propria stanza.
Certo che ci è cascato, quello stupido. Ma se si arrende così facilmente…va beh.
Prese la mano di Himchan “Stavo scherzando, Channie
Himchan si girò di scatto e spinse Jongup dentro la propria stanza “E ora non mi cacci più: questa è la mia stanza” disse con un ghigno.
“Himchan…cosa vuoi fare?”
Kim chiuse la porta “Non lo so…ma se hai paura ti consiglio di andare via ora…ti do tre secondi…” e cominciò a fare qualche passo verso il letto, spingendo anche Jongup verso quello.
“…due secondi…” e lo buttò sopra il letto.
“…un…secondo”  e lo baciò.
 
Bang è stato così gentile con me, oggi…poi mi ha detto che mi ama…e io ieri notte, con Daehyun…dovrebbe essere un segreto tra me e Daehyun, e poi sono stato io a provocarlo, lo so benissimo…però se Jongup lo dice a Bang?...è meglio se lo sa da me. Non voglio che lo venga a scoprire da altri, o non mi perdonerà mai…e se non glielo dico ora? Se lo scopre più tardi? Potrebbe non rivolgermi più la parola…se fossi in lui, tutto ciò mi farebbe troppo male. Forse penserà che lo sto prendendo in giro…ma io sul serio non so perché…
Buttò la testa sul cuscino e cercò di non pensare a niente.
Poi si alzò di scatto.
Non ce la faccio più. Se fossi in lui, di sicuro saperlo subito sarebbe meglio che saperlo dopo…certo, potrebbe anche non venirlo a sapere mai…ma non siamo solo io e Daehyun a sapere ciò che è successo…uff…
 
“Youngjae, sono Dae. Posso entrare?”
Oh, Daehyun? Ma non era arrabbiato?“Certo” risuonò da dentro la stanza.
Daehyun prese un respiro profondo e abbassò la maniglia.
 
Devo dirglielo subito.
 
Devo scusarmi subito con lui.
 
“Youngjae…”
 
“Daehyun…”
 
Parlarono insieme e distrattamente sorrisero: capitava spesso che discutessero su cosa prendere da mangiare, perché non erano mai d’accordo; ma ancora più spesso capitava che pensassero le stesse cose e anche in quel momento capitò.
 
“Vorrei parlare prima io” disse Daehyun. Se non lo dico subito, non lo farò più.
“No”
Capitava di rado che Youngjae non lasciasse parlare Daehyun se lui glielo chiedeva.
“Perché no?”
“Dae…ti devo chiedere scusa. Ci siamo da poco riappacificati, e io ho pensato solo a me stesso. Ho anche dubitato del tuo amore. Ti sarò sembrato infantile e stupido…lo so che sono uno che sfodera la sua intelligenza sempre e comunque; lo so che trovo sempre belle parole, ma…sono umano e sono estremamente geloso. Perciò ti prego, perdonami”
Non me lo merito. Non mi merito il tuo perdono…ma perché le sto solo pensando queste parole? Perché non ti sto dicendo niente? I tuoi occhi sono lucidi…perché mi sto muovendo verso di te? Non ne ho il diritto…non dopo quello che ti ho fatto…non sei infantile, né stupido. Vorrei tanto dirtele queste parole, ma ora mi fissi e ho paura che tu legga tutte le mie colpe…ora sono così vicino a te…devo parlare, lo so, ma non ci riesco. Ho paura. Ho paura di perderti…una paura così grande…che se morissi qui, avendo visto te per l’ultima volta, sarebbe meglio che farti sapere quello che ti ho fatto.
 
Himchan cominciò a baciare il collo di Jongup, ma lui lo fermò “Scusa, Himchan…non sono in vena oggi”
Kim sospirò “È per quello che è successo tra Daehyun e Zelo?”
Jongup si alzò a sedere “Come lo sai?”
“Ecco…prima volevo venire da te e ho sentito che parlavi con Daehyun e sono rimasto ad ascoltare…so che non va bene origliare, ma volevo sapere di cosa stavate parlando…”
Jongup sospirò “Non so cosa fare…non voglio essere io a dirlo a Bang e Youngjae…devono essere Zelo e Daehyun…”
“Ma tu come l’hai scoperto? Li hai sentiti parlare?”
Moon scosse la testa “Stamattina…in realtà non erano nelle rispettive stanze…erano tutt’e due nel letto di Daehyun, abbracciati…però non ho voluto concludere subito che l’avevano fatto: potevano anche aver dormito insieme perché erano crollati…anche a me è capitato di addormentarmi con altri…”
“E come l’hai capito?”
“Ho tolto le coperte…e ho visto del sangue…”
“Ah…comunque, come hai detto prima a Daehyun, Zelo non riuscirà a tenere nascosta una cosa simile a Bang…è troppo giusto…troppo ingenuo…non è bravo a mentire…”
“E tu sì?” chiese Jongup con aria assente.
Himchan diede un bacio nella guancia a Jongup. “Se tu mi facessi una cosa simile, non ti perdonerei mai, Jonguppie…se dovesse capitare (e spero proprio di no)…preferisco non venirlo mai a sapere” e baciò l’altra guancia di Jongup.
 
Daehyun baciò Youngjae, cogliendolo di sorpresa. Cosa sto facendo? Il mio corpo sembra muoversi da solo…no, non devo portare la mia mano vicino alla sua…guancia. Ecco, non sono nemmeno padrone di me stesso…
Youngjae trovò il bacio amaro, poi, dolce e focoso.
Si staccarono solo quando si accorsero che dovevano respirare.
Si guardarono negli occhi.
“Perché piangi?” chiese Youngjae.
Daehyun scosse la testa, senza dire una parola e spinse Youngjae nel letto.
Youngjae, mi sei mancato…vorrei dirtelo, ma improvvisamente sono diventato muto, forse perché se parlassi…direi cose che tu non vorresti sentire…perdonami, Youngjae.
Toccò il corpo di Youngjae con supplizio, le lacrime che scendevano incontrollabili.
Lo baciò come se fossero anni che non si incontravano e il suo corpo intero lo cercò spasmodicamente, come fosse ossigeno.
Youngjae non capì perché il fuoco di Daehyun bruciasse così tanto, ma iniziò presto a gemere: quella ricerca dolorosa, per arrivare alla loro completa unione lo estasiava; non aveva mai provato nulla di simile.
 
Zelo andò da Bang.
Hyung, c’è una cosa che devo dirti”
“Dimmi”
Bang stava messaggiando e aveva messo un CD che dava sfondo alla sua stanza.
“È una cosa importante…”
Bang appoggiò il cellulare vicino a sé e abbassò il volume dello stereo.
Zelo non parlò.
“Allora? Cosa volevi dirmi?” chiese ansioso Bang, gli occhi che gli brillavano.
“Ecco…io…”
Bang si alzò e lo abbracciò “Non ti preoccupare…te l’ho già detto che aspetterò. Non ti devi preoccupare. Forse col tempo capiremo perché ti comporti così quando ti tocco”
Lasciò l’abbraccio “E comunque almeno quando ti abbraccio non mi scansi…è già un passo avanti, no?” sorrise.
“Sì” sussurrò Jun.
“Vuoi restare qui stanotte?” chiese precipitoso Yongguk, poi arrossì “Ah…non ti preoccupare…non ti farò niente che tu non voglia”
Zelo sorrise debolmente.
E se oggi non glielo dico? Sembra così felice…ma forse domani lo sarà di più…e se rimando sempre la situazione sarà peggio…
“Yongguk”
Bang aprì gli occhi. Zelo l’aveva chiamato per nome proprio, non è mai successo che Zelo…no, Jun, mi chiami Yongguk.
Si morse il labbro inferiore.
Zelo aspettò una reazione di Bang, ma lui non disse niente.
Aveva catturato la sua attenzione, Bang sembrava estremamente concentrato.
Jun respirò lentamente, ma Bang era davanti a lui; il più grande alzò il viso verso il maknae e lo baciò, sperando che lui non lo allontanasse.
Zelo accettò il bacio, non spinse via Bang, ma cercò le labbra del leader, riuscendo solo ad affondarci dentro.
Poi Yongguk schiuse le labbra e con la lingua cerò di entrare nella bocca di Zelo; il più piccolo non oppose resistenza e provò a inseguire la lingua di Bang che serpeggiava senza tregua, lentamente, poi veloce.
Infine Zelo prese la testa di Bang e la staccò dalla propria, gli occhi lucidi “Non posso, hyung, non ci riesco. Te lo devo dire”
“Dire cosa?”
 
Era inutile, Daehyun non capiva perché sento Zelo sotto di me. È Youngjae che sta gemendo, è la sua voce e il suo calore sotto di me è inconfondibile…allora perché sento di stare toccando il corpo di Zelo? I suoi capelli, no sono quelli di Youngjae…i fianchi non sono stretti come quelli di Jun…
Uscì da Youngjae, così non poteva andare avanti.
“Che c’è?” chiese Youngjae abbracciandolo.
Daehyun scosse la testa, tutte le scuse possibili, dentro la sua testa. Abbracciò Youngjae e lo baciò; rientrò in lui e cercò di concentrarsi: sotto di lui era Youngjae, il ragazzo che amava, a gemere. Non Zelo; non quel piccolo corpo innocente.
 
“Ieri notte…sono stato da Daehyun…e abbiamo…dormito…insieme” le ultime parole le sussurrò.
Bang non si mosse.
Zelo lo guardò e i suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Perché?”
Jun non sapeva cosa rispondere.
“Zelo, cosa stai dicendo?”
“…” una lacrima scese.
“Avete dormito insieme perché eravate stanchi, magari stavate parlando e non volevi ritornare nella tua stanza perché saresti crollato prima di arrivarci?”
Altre lacrime, più spesse, caddero dagli occhi di Zelo.
Yongguk guardò rattristato Zelo “Perché non mi rispondi? È come ho detto io, no? Non c’è bisogno che tu pianga per una…cosa…così” e anche gli occhi del leader si appannarono, ma non pianse.
Bastardo.
Uscì dalla stanza e urlò “Daehyun! Dove ti sei nascosto?”
 
Himchan sentì Bang urlare e si girò verso Jongup, sdraiato accanto a lui “Boom”
“Ci ha messo poco ad esplodere” sospirò Jongup. “Sarà meglio che ci alziamo…Bang è pericoloso…sta cercando Daehyun e non so cosa potrebbe fare…”
Himchan annuì.
 
Dove si è nascosto? Dove? Nella sua stanza.
Vuota.
In quella di Zelo?
Vuota.
Vide che la stanza di Jongup era aperta e nessuno dentro; poi vide la porta di Himchan aprirsi.
Allora sei da Youngjae.
 
Daehyun si fermò. Zelo…ha già vuotato il sacco?
Si rivestì e disse a Youngjae di fare lo stesso.
“Perché ha urlato in quel modo?” chiese Youngjae.
Daehyun restò in silenzio, lo sguardo basso.
Sta arrivando, la sento fin qui la sua aura che…
 
“Ti ho trovato, bastardo” sbatté la porta Bang.
“Che stai facendo? Perché urli a quest’ora?” chiese Youngjae.
“Tu stai zitto” poi si voltò verso Daehyun “Hai anche avuto il coraggio di entrare in questa stanza, dopo quello che hai fatto?”
 
Zelo seguì Bang, ma non riuscì a fermarlo.
 
“Dae…cosa sta dicendo Bang?” chiese Youngjae.
“…”
“Devo dirglielo io?” urlò Yongguk.
“Non…ce n’è bisogno” sussurrò Daehyun.
 
“Bang, fermati” lo supplicò Zelo.
 
“Diglielo con chi eri ieri notte…diglielo con chi hai dormito, avanti”
“Ti supplico, Bang” continuò Zelo e strinse forte il braccio del più grande, ma lui lo scansò via, facendolo cadere a terra.
Bang fece qualche passo verso Daehyun, stringendo forte il pugno destro.
“Bang, sei impazzito?” chiese Youngjae, poi si voltò verso Daehyun “Di cosa sta parlando?”
“Scusa” mormorò Daehyun, pronto a incassare il destro di Yongguk.
 
Youngjae si mosse verso Daehyun.
 
Himchan e Jongup raggiunsero la stanza di Youngjae, il fiato corto; videro Bang muoversi verso Daehyun.
 
Zelo si rialzò da terra.
 
Daehyun vide una figura portarsi davanti a sé, stringere il pugno di Yongguk; poi il palmo di Yongguk si aprì e la figura davanti a Daehyun strinse in un forte abbraccio Bang; il leader versò la sua rabbia in un doloroso pianto, stringendo la maglia dell’ombra che aveva salvato Daehyun.
 
Chiederei una piccola cosa a quelli che sono arrivati in fondo al capitolo: prendete un foglio di carta, o lasciate una recensione con scritto il nome della ‘figura’ che salva Daehyun.
Grazie.
La canzone di questo capitolo è “tears” degli X Japan  
Link: http://www.youtube.com/watch?v=I2EgeY3Dcns

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Capitolo 12
*** Lyssa, let me forget about you ***


Himchan non capì quale fosse lo stato d’animo che stava provando in quel momento, e non sapeva nemmeno verso chi di quei due fosse rivolto: Bang, che non aveva mai visto piangere in quel modo disperato o Jongup, che aveva chiuso gli occhi e stava consolando il più grande?
 
Non fu facile correre davanti a Daehyun e fermare Bang: è sempre così impulsivo…dovrebbe usare le parole a volte…
Sapeva che Yongguk si sarebbe fermato. C’era ancora un filo invisibile che li legava, che li faceva stare al sicuro uno vicino all’altro, ma nessuno dei due l’avrebbe mai ammesso.
 
Jongup…perché mi stai fermando? Non sai cos’è successo? Lo sapevi? Io non ce la faccio più.
E si era lasciato abbracciare da Moon, poi era caduto sulle ginocchia e il più piccolo l’aveva seguito.
Non dovrei piangere, non davanti a tutti…sai, Jongup…amare Zelo fa così tanto male…perché?
 
Daehyun si voltò verso Youngjae che stava ora immobile e fissava tutti, con sguardo perso; sono solo un’idiota…sono solo una persona debole.
 
Zelo non fece in tempo a raggiungere Bang: Jongup era già lì. Guardò Bang spezzarsi e cadere in ginocchio, come un vecchio tronco che sotto il peso della neve scricchiola per l’ultima volta.
Infine Youngjae cominciò a fissarlo: si sentì oppresso da quegli occhi e il senso di colpa si acuì; abbassò lo sguardo.
 
Himchan uscì dalla stanza: l’atmosfera era troppo tesa, i suoi pensieri erano troppo confusi e la parte più oscura della sua mente stava prendendo il sopravvento.
Appena uscì dalla stanza fece un respiro profondo e contò fino a dieci, poi scese di corsa al pian terreno e uscì nel cortiletto interno: i rumori che sentiva lo distrassero e la sua espressione poté calmarsi.
 
Zelo guardò Daehyun e lui fece lo stesso: tutt’e due avevano un’espressione afflitta.
Cos’abbiamo fatto?....
Poi Zelo si allontanò trascinando il proprio corpo, ora incredibilmente pesante.
Mentre usciva si accorse che anche Himchan se ne stava andando, o meglio, stava correndo via.
Anch’io vorrei poter correre via, ma il mio peso è improvvisamente aumentato…non so neanche se riuscirò ad arrivare fino alla mia stanza.
 
Youngjae si sedette sul letto e cominciò a fissare il pavimento, poi Bang, che sembrava stesse piangendo anche le sue di lacrime; infine ritornò a fissare il pavimento: lo sguardo di Zelo gli aveva raccontato tutto.
Forse è tutta colpa mia, dovevo tenermi stretto Daehyun…ma loro due hanno fatto una cosa che non posso perdonare.
 
Jongup continuò ad accarezzare i capelli di Bang e il suo corpo si muoveva insieme ai suoi singhiozzi, tanto erano stretti l’uno all’altro.
Aveva chiuso gli occhi per potere concentrarsi, per trovare un posto fatato nella sua mente, che lo portasse ad uno stato d’animo di quiete assoluta, per potere trasmettere la sua calma a Yongguk; ma non funzionò. Chissà quali e quanti pensieri tristi ti tenevi dentro…da quando ci siamo lasciati, hai ricominciato a gettare a terra qualsiasi cosa ti capita davanti, quando sei arrabbiato?
 
Daehyun provò ad avvicinarsi a Youngjae, ma per il momento doveva lasciarlo in pace: sapeva che Jae non voleva assolutamente avere qualcuno vicino quando era arrabbiato e se qualcuno gli parlava, chiunque fosse riceveva solo parole cattive.
Vedere il leader così distrutto poi, non gli era mai capitato.
Uscì dalla stanza e sperò che qualche divinità gli potesse dare la forza di andare avanti.
 
Furono due settimane pesanti, due settimane di duro lavoro, due settimane di solitudine, due settimane in cui erano i pensieri a riempire gli angoli nascosti della loro casa.
 
Era una strana situazione, sembrava di essere ritornati ai primi tempi: Bang stava la maggior parte del tempo chiuso nella sua stanza, uscendo solo se strettamente necessario; Daehyun era ritornato silenzioso e lanciava qualche sguardo a Youngjae in cerca di un contatto che gli potesse permettere di chiarire; da parte sua, Youngjae continuava a comportarsi come sempre, evitando il più possibile Daehyun, senza guardarlo mai direttamente negli occhi; Zelo si sentiva perso senza il suo faro e continuava a girare con la sua barca nello stesso punto: non avrebbe mai cercato di avanzare nel buio.
Gli unici che cercavano di mantenere un contatto con tutti i membri e che avevano tentato di risolvere la questione erano Jongup e Himchan, anche se a Jongup sembrava che anche Kim avesse cominciato a prendere la via del silenzio.
 
“Non mi piace” sbuffò Himchan.
“Cosa?” chiese Jongup, la testa sulle gambe di Kim.
“Se quei quattro non si parlano non risolveremo mai nulla e non riesco a sopportare il fatto che a volte mi usino come messaggero per evitare di parlarsi…certo ora non vengo più preso di mira e non subisco i vostri stupidi scherzetti…ma quasi quasi…preferivo quello a questo schifo…”
“Beh…se ti manca così tanto essere preso in giro…posso ricominciare…”
Himchan si chinò fino a sfiorare le labbra di Jongup “No, grazie” e gli schioccò un bacio rumoroso.
Poi Himchan si alzò dal letto di Jongup.
“Dove vai?”
“Scusa, sono stanco…”
“Ok…più tardi ci guardiamo un film?”
Himchan annuì e lasciò la stanza di Jongup.
Quelle due settimane aveva cominciato a riflettere: perché stava con Jongup?
Quando aveva detto a Bang che Jongup era suo, non provava nulla per Moon, lo disse solo perché non voleva più vedere Jongup triste e perché il suo istinto gli aveva suggerito che quella era la cosa migliore da dire.
All’inizio aveva pensato di usare Jongup come sostituto di Bang, ma si era detto che non poteva: non potevo fare come facevo sempre, avrei rischiato di fare male anche a Jongup.
Quando aveva portato i fiori nella sua stanza, l’aveva fatto involontariamente, forse per tirare su il morale al compagno.
Ma perché i fiori di the? Solo perché quei giorni l’ho visto più allegro?
E poi perché erano andati a letto insieme?
Per lui forse ero solo un sostituto di Bang…ma io, quando quella sera ci siamo baciati ho provato una scossa incredibile…come può essere successo tutto così velocemente? Il mio cuore non fa altro che impazzire quando sto vicino a lui…possibile che mi sia innamorato di lui all’improvviso?
No, Jongup l’aveva catturato lentamente, con piccoli gesti, con i suoi interminabili sorrisi.
 
Erano passati altri giorni e la situazione era sempre la stessa: Bang si era costruito una corazza spinata, neanche Jongup riusciva a capire cosa stesse pensando; Zelo cominciava a spegnersi, sorrideva meno e aveva cominciato anche a mangiare poco.
Così non si può andare avanti.
Bussò alla porta di Himchan “Channie, apri”
“Che c’è?”
“Devo chiederti un favore…ascoltami attentamente…”
 
“Jongup…sei sicuro che funzionerà? Io non ne sono tanto sicuro…”
Jongup lo guardò con occhi da cucciolo “Non ti fidi?”
Oh, al diavolo: è troppo carino. “Ok…comunque sei ingiusto”
Jongup sorrise.
“Mi dovrai pagare per questo lavoro” e s’incamminò verso la sua missione.
 
“Bang, scusa se ti disturbo…”
Yongguk aprì la porta, mostrando un sorriso fiacco, poi controllò che nelle vicinanze non ci fossero né Zelo né Daehyun: non voleva vederli, lo faceva solo se costretto per lavoro.
“Non ti preoccupare, non mi sono portato dietro nessuno”
Bang annuì e lasciò entrare Jongup.
“Senti, hyung…lo so che non vuoi più parlarne, ma almeno sai perché è successo quel che è successo?”
Jongup aveva provato più di una volta a raccontare tutto a Bang, a raccontargli perché erano arrivati a dormire insieme –Daehyun e Zelo avevano raccontato tutto sia a lui che a Himchan-, ma ogni volta lui si era arrabbiato.
Anche in quel momento il suo viso s’increspò “Se anche lo sapessi? Ti ho già detto che così non mi aiuti a dimenticare quello che è successo…”
“È stata colpa tua”
Forse se parlo con tono severo mi ascolta…spero tu mi possa perdonare, Bang.
“Come?”
“Ho avuto modo di sentire tutte le versioni della storia e se tu non fossi stato troppo aggressivo con Zelo…quando lui ti spingeva via…non sarebbe successo”
“E cosa ti dice che quei due non si piacciono? Che non sarebbe successo anche se io non mi fossi comportato così?”
“Se si piacessero se ne fregherebbero di te, di Youngjae e starebbero assieme ora”
“Bene, se anche fosse come dici tu?”
“Dovresti parlare con Zelo”
“Dovrebbe venire lui da me”
“Non invaderebbe mai il tuo spazio vitale…non dopo quello che è successo…sai, ultimamente ha cominciato a mangiare meno e non è più vivace…non so se te ne sei accorto, ma non credo: passi tutto il giorno chiuso in questa stanza”
 
Himchan trovò Zelo nel soggiorno, intento a giocare a uno dei suoi videogiochi.
“A cosa stai giocando?”
“Tekken…”
“Ah…capisco…mi insegni?”
“Non lo so”
Neanche mi guarda quando gli parlo…lo sapevo che il piano di Jongup non avrebbe mai funzionato.
“Senti, Jun…perché non vai a chiarire con Bang?”
Zelo lasciò il joystick e si girò verso Himchan “È inutile…non mi ascolterebbe e poi è solo colpa mia”
“E di Daehyun” aggiunse Himchan, poi vide Zelo scuotere la testa.
“No, Daehyun non c’entra…se io non fossi andato a dormire da lui…se non fossi stato così confuso…Daehyun non ha colpe”
“Beh, lui ha accettato, quindi la colpa è anche sua”
Zelo fece un lungo sospiro “Allora, vuoi che t’insegni a giocare?”
“No…in realtà non m’interessa imparare a tirare calci e pugni col joystick…perché non provi a chiarire tutto con Bang? Forse ora, che è passata qualche settimana si sarà calmato e forse è anche disposto ad ascoltarti…allora?”
“Te l’ho già detto che è inutile…pensa di sicuro che io l’abbia preso in giro…”
“Se non provi a parlarci, non saprai mai cosa pensa realmente”
Certo che è difficile convincere questo ragazzino…chissà se Jongup ha convinto Bang…
 
“Dai, seguimi”
“Ma non ci vedo niente!”
“Lo so, stai attaccato a me così non rischi di cadere”
“Mi hai detto di uscire dalla mia stanza, ma non mi avevi detto che avrei dovuto uscire bendato” si lamentò Bang.
 
Himchan bendò gli occhi di Zelo.
“Himchan, che fai?”
“Ti porto in un bel posto”
“Dove?”
“Al parco giochi”
“Davvero?” sorrise Zelo.
“Sì sì…adesso stai attento a dove metti i piedi”
“Ok”
Non è proprio andata come volevo…ma spero la seconda parte del piano di Jongup funzioni…certo che usare questo metodo…forse è un po’ banale…ma nei film e nei cartoni funziona sempre…
 
“Ora devi stare zitto e andare sempre avanti” disse Jongup “Ah…guai a te se togli la benda!”
“Sì…sì, non ti preoccupare”
 
“Bene, siamo quasi arrivati”
“Ma se siamo ancora a casa…”
“Beh, dove volevi che fossimo?”
“Himchan ti odio!” e fece per togliersi la benda.
“No, no, no!” si affrettò Kim “Potrai toglierla solo quando te lo dirò io e ora…non parlare più e cammina sempre dritto”
 
Yongguk camminò con le mani protese, per evitare di sbattere da qualche parte; quando gli sembrò di toccare una parete si fermò “Hey, dove mi hai portato?” poi gli parve di sentire altre voci e decise di togliersi la benda dagli occhi.
 
Jongup aspettò che Zelo fosse abbastanza vicino e lo spinse dentro lo sgabuzzino; si accorse che Bang aveva appena tolto la benda, forse perché aveva sentito le voci di Himchan e Zelo.
Scusa, hyung…non sono riuscito a pensare a nient’altro di più ingegnoso per farvi parlare…
Chiuse la porta a chiave.
“Divertitevi!” urlò Himchan.
 
Zelo si tolse la benda dopo quel ‘divertitevi’ di Himchan, ma intorno a lui era tutto buio.
Sentì qualcosa correre verso di lui, sfiorarlo; infine sentì il rumore dell’interruttore, secco, ma nessuna luce si accese.
“Chi sei?”
Bang non rispose, lasciò stare l’interruttore e cominciò a tastare il buio, alla ricerca di Zelo. Dopo qualche passo gli parve di toccare un suo braccio; a quel punto Zelo si ritrasse, non perché era Bang, ma perché non sapeva chi lo stesse toccando.
Questo, Yongguk lo sapeva benissimo, ma quel suo gesto non fece che riportargli in mente quello che era successo alcune settimane prima. La sua mano ritornò lungo il fianco e abbassò lo sguardo: non avrebbe mai più dato la speranza a sé stesso di amare Jun, né al piccolo di provare qualcosa per lui: il loro sarebbe potuto essere solo un amore doloroso, pieno di incomprensioni.
“Chi sei?” ripeté Zelo, con tono preoccupato.
“Ci hanno chiusi dentro”
Bang?
“Non dovevo fidarmi di quel Jongup…lo sapevo che quel mezzo sorrisino avrebbe portato guai…”
Cosa faccio? Perché Himchan mi ha portato qui? Perché io potessi parlare a Bang?
Hyung…”
Bang si sedette a terra. Jongup gli aveva detto che Zelo era stato meno allegro…forse è meglio che non ci sia la luce a illuminarci.
 
“Jongup, pensi davvero che quei due faranno pace?”
“Non lo so, ma spero di sì”
“Ma perché hai anche tolto la lampadina?”
Jongup sorrise “Se si guardassero, Zelo non riuscirebbe a parlare e Bang non cercherebbe nemmeno di ascoltarlo”
“Tu dici?”
“Sì…almeno questo è quello che credo…”
 
“Scusa per tutto…” iniziò  Zelo con voce tremante “Io non volevo…” poi il maknae sentì il leader sospirare pesantemente, un sospiro che si alzò dal pavimento.
“Io e Daehyun non stiamo insieme, davvero…io non provo niente per lui e lui ama solo Youngjae…non so cosa ci sia preso…so che non è facile da capire…” parlava incespicando, tremando e la sua voce sembrava più bambinesca del solito “…Ecco io volevo vedere se anche baciando lui, l’avrei allontanato…lo so è stata un’idea stupida e che non mi sarebbe nemmeno dovuta venire in mente…invece non l’ho fatto e poi è successo…all’improvviso i miei sensi si sono come accesi e…scusa…non…non sono neanche sicuro che la parola ‘scusa’ possa contenere il mio dispiacere per quello che è succ…”
“Basta” lo interruppe Yongguk “Non c’è bisogno che tu mi spieghi…”
“Ma io voglio dirtelo che…” alzò la voce “Scusa” abbassò la voce.
Bang si alzò e cercò la porta, che non si aprì dopo i suoi diversi tentativi. Voglio uscire. Ora. Non ce la faccio…so benissimo che se continuo a stare qui dentro con lui, finirò per cedere a quello che il mio istinto mi dice…non posso…perché sono sempre così debole? Ti prego, Jun, non aggiungere nient’altro o potrei anche finire col perdonarti…e non posso…
Restarono in silenzio per un po’, senza luce, solo i loro pensieri nella testa.
 
“Ma quando li facciamo uscire?”
“Ecco…non lo so”
“Ma non c’è nemmeno una finestra là dentro…”
“Sì che c’è. È piccolina, ma c’è e conoscendo Bang, cercherà di sicuro una via d’uscita o un punto di luce…”
 
Solo per un secondo…voglio vederlo in faccia, voglio poterlo guardare negli occhi e confermare che posso benissimo stare bene senza di lui, che posso smettere di agitarmi se c’è lui, che posso evitare di guardarlo con occhi sognanti…solo…una volta.
Bang cominciò a percorrere la stanza in cerca di altre porte o di qualche interruttore magico che potesse illuminare quello stanzino.
Toccò del legno, lo percorse: una finestra?
La aprì: certo che è piccola.
Un po’ di luce filtrò lentamente e toccò il viso di Zelo, che si mise una mano sugli occhi, dopo quell’improvvisa illuminazione.
Eccolo, Bang Yongguk. Quello davanti a te, la persona illuminata dal tiepido sole di Maggio, è Junhong. Ti piace? Ti piace ancora? Lo perdoni? Perdoneresti te stesso se fossi al suo posto?
 
“Ma che senso aveva togliere la lampadina se poi avrebbero scoperto la finestra? La luce ci sarebbe stata comunque”
“Sì, ma la luce del sole è diversa da quella artificiale e se è poca illumina solo determinate cose, mostra solo le cose più importanti, non i particolari”
Himchan gonfiò le guance “Mah…”
 
Solo la parte sinistra del viso di Bang era illuminata.
Hyung, ci ho pensato molto” mormorò Jun, poi fece qualche passo vero il leader “Scusa”
“Ti ho detto che non mi servono le tue scuse”
Abbracciò Bang “Ti prego, perdonami…” lo so che ho sbagliato, ma non volevo farti del male, e neanche agli altri…
La striscia di luce illuminava ora una parte vuota della stanza: Zelo e Bang erano di nuovo al buio.
“Avevo paura, e ne ho ancora…non so perché, ma il fatto che ti piaccio…mi fa paura…”
Bang scostò Zelo.
Yongguk, non puoi. Se lui dice che ha paura…perché dovresti riprovarci? La prossima volta potresti essere tu a ferire lui…
 
“Dai, Jongup. Apri quella porta…li hai fatti rimanere in quella stanza abbastanza…”
“Vai tu” sbuffò Moon.
Himchan prese la chiave a andò ad aprire, sperando che quei due non lo avrebbero linciato.
 
Zelo era ritornato dove si trovava prima, illuminato dalla luce, le mani di Bang l’avevano spinto con decisione.
Lo sapevo…è tutto inutile…non mi perdonerà mai.
Poi la voce di Bang tuonò cavernosa dentro la sua testa “Jun…” e un lungo sospiro, seguito da un rumore metallico. Bang si protese verso la sottile figura di Zelo.
La porta si aprì.
 
“Himchan!” urlò Zelo, poi camminò verso Kim.
Il leader era fermo, il braccio disteso, la sua mano stringeva il vuoto.
Certo che il tempismo di Himchan è incredibile.
“Vi…ho interrotto?” sussurrò il moro a Zelo; lui scosse la testa.
Himchan si sporse, fino a vedere Yongguk, fermo, sembrava volesse dire qualcosa, ma la sua frase si era dissolta quando la porta si era aperta.
Oh, c’è davvero una finestraconstatò Himchan, prima di allontanarsi con il maknae.
 
Daehyun sedeva davanti al pc, sospirando ogni tre secondi e gli occhi vuoti.
Nemmeno mi guarda. Ho davvero esagerato…conoscendolo, non dimenticherà tanto facilmente…forse non mi perdonerà mai, ma che altro posso fare? Cerco continuamente il suo sguardo, le sue parole, ma non mi da la possibilità di dire nulla. Dovrei provare col canto?
 
Nei giorni seguenti provarono molto, coreografie su coreografie e note su note.
Non avevano quasi un attimo per respirare.
Bang aveva cominciato a uscire qualche volta dalla sua ‘tana’ e se incontrava Zelo non cercava di evitarlo, ma lo salutava con un piccolo accenno della testa; Jun aveva inteso questo come una via verso il perdono e quando il leader lo salutava, sorrideva e chinava il capo con vitalità.
Da parte sua, Yongguk, non sapeva bene come si sentisse: lui e Zelo non stavano insieme, quando l’aveva fatto con Daehyun, ma sapere che Jun gli aveva detto che voleva provare ad amarlo e poi era entrato nel letto di Daehyun…mi ha fatto così tanto male; però devo considerare anche come sta Jun e come dev’essersi sentito…se io fossi stato nei suoi panni…non avrei neanche avuto il coraggio di chiedere perdono.
Eppure, non so ancora se posso perdonarlo.
 
Entrarono in sala canto, quel giorno avrebbero provato ‘It’all lies’.
Daehyun guardò tutto il tempo Youngjae e cantò la canzone con tutto sé stesso, sperando che le sue parole potessero arrivare nel cuore della persona che tanto amava, che sì, aveva tradito. Provò a chiedergli perdono, tra loro era evidentemente finita; non c’era stato bisogno che le parole “Ti lascio” venissero pronunciate.
Voleva ricominciare tutto daccapo, non voleva ritornare a essere il suo ragazzo: voleva ritrovare Youngjae come persona e ricominciare, gettando via tutti i suoi silenzi, provando a buttarsi, perché nella vita, non si può sempre rimanere al punto di partenza. Bisogna sempre andare a vanti.
Ma anche stavolta, Youngjae non lo guardò e sembrò non ascoltarlo.
 
Daehyun scese in salotto e prima di entrare vide Youngjae concentrato davanti al pc.
Ora o mai più.
 
Youngjae alzò lo sguardo, davanti a lui Daehyun. Non avrebbe voluto vederlo, era ancora arrabbiato e ferito.
 
“Youngjae”
 
Youngjae ritornò a fissare lo schermo del pc.
 
Daehyun sospirò lentamente “Ti prego…puoi ascoltarmi?”
 
Youngjae digitò qualcosa e partì della musica; poi si alzò, lasciando il pc sul tavolino, la musica che lo accompagnava fino alle scale.
 
Daehyun vide Youngjae andarsene e ascoltò la canzone:
 
[…]Though I don't like you anymore,
You lying, trying waste of space..
 
Before our innocence was lost,
You were always one of those ,
Blessed with lucky sevens ,
And the voice that made me cry .
My Oh My.
 
Aveva già sentito quella canzone, tempo fa.
Non era il genere che piaceva a Youngjae e Daehyun non ne ascoltò il testo, si sentiva malissimo: Youngjae non voleva perdonarlo.
Arrivò il ritornello della canzone una seconda e una terza volta.
La canzone finì e tutto ciò che rimase a Daehyun furono poche parole, che lo costrinsero ad arrendersi:
‘it’s a song to say goodbye’.
 
Ringrazio Ele_vislove per l’energetica recensione; ringrazio RyuzakiUchiha e le faccio tanti complimenti per aver indovinato che era Jongup la persona che aveva abbracciato Bang (faccio i complimenti anche agli altri che lo avevano trovato); grazie anche a Black Rabbit, che ha solo fatto in modo che io continuassi la mia ff con la sua recensione; ringrazio chi mi segue.
 
*Ho scelto di non mettere il titolo della canzone che ha ispirato il capitolo, perché lo faccio quasi sempre. Ho scelto di intitolarlo ‘lyssa, let me forget about you’ perché lyssa è la divinità greca della rabbia e in questo capitolo un po’ tutti i personaggi cercano di liberarsene.
Chiedo scusa per eventuali errori...

 
La canzone che Youngjae ‘lascia’ a Daehyun è ‘a song to say goodbye’ dei Placebo, una canzone che appena ho cominciato a scrivere questo capitolo è ricomparsa nella mia mente come tema principale ed ero convinta che avrebbe fatto parte del capitolo, pur non ricordando bene il testo…
Link:http://www.youtube.com/watch?v=Zv-DlKRJdZE
 
E ora un avviso: di nuovo, questa volta per lavori in corso a casa mia, non avrò internet a disposizione fino ai primi di Settembre. Continuerò comunque a scrivere, sperando che i lavori non si prolunghino.
Un abbraccio,
Sarasvathi.

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Capitolo 13
*** Love is the Answer ***


Giugno arrivò lento e, nonostante il caldo si portava avanti, i B.A.P. continuavano a mantenere la temperatura della loro abitazione alquanto bassa.
Certo, Yongguk aveva ripreso a parlare un po’ di più e a fare il leader, ma vivevano in sei e sembrava che tutti dovessero ancora conoscersi bene.
Era inoltre rientrata in vigore la regola del ‘consumare almeno un pasto al giorno insieme’, magari per poter parlare come amici e dimenticare tutte le cose che erano successe. Eppure sembrava qualcosa di impossibile: i pasti che consumavano insieme erano quasi del tutto silenziosi e i discorsi che si facevano si limitavano al ‘passami questo’ o ‘passami quello’. Tutto il resto –domande, proposte, e quant’altro ci fosse da dire- rimaneva sigillato nelle loro menti, e se qualcuno si faceva coraggio e parlava, non riceveva quasi mai risposte –se era fortunato poteva captare un monosillabo appena sussurrato-.
Fu durante uno di questi silenziosi pasti che qualcosa cominciò a cambiare: Himchan, Jongup e Zelo stavano ridendo di un video che avevano visto in tv, Bang qualche volta alzava lo sguardo dal suo piatto e diceva qualche cosa; Daehyun e Youngjae fissavano incerti i propri piatti, punzecchiando qua e là il cibo.
Poi, finita quella breve parentesi di briosità calò il silenzio più totale: chi guardava la propria cena e mangiava con la testa bassa, chi tra un boccone e l’altro cercava uno sguardo amichevole con cui condividere la noia.
Himchan si spazientì: se Daehyun e Youngjae si parlassero, solo un po’, come Zelo e Bang hanno ricominciato a fare, sarebbe più semplice mangiare insieme, parlare senza l’enorme paura di dire qualcosa che possa peggiorare la situazione.
Le aure di quei due erano estremamente nere e in quei momenti non facevano altro che influenzare quelle positive –o che almeno cercavano la positività- degli altri.
Kim posò le bacchette e spinse il piatto di fronte a sé, verso Jongup “Se vuoi finiscilo tu, io ho perso l’appetito” e si alzò strisciando lentamente e rumorosamente la sedia.
“Alza la sedia, non farla strisciare per terra: è fastidiosa” si lamentò Zelo.
“Almeno il rumore copre quest’inutile silenzio” e sparì dietro la porta.
 
Sapeva dove avrebbe trovato Himchan: ogni volta che stava male, o sentiva il bisogno di stare da solo, usciva in giardino per guardare il verde e sentire il fruscio degli insetti, di giorno e per poter guardare le stelle lontane, di notte.
Himchan era sdraiato sull’erba, gli occhi verso il cielo; un’ombra si pose tra lui e le stelle. Non capì subito chi fosse, ma quando sentì delle labbra sulle proprie capì che era Jongup.
“Che fai?” chiese Jongup sedendosi accanto a Himchan.
“Niente di particolare…mi annoio. Tu?”
“Sono venuto a cercarti”
“Perché?”
“Volevo dirti che la prossima volta prendo quello che hai preso tu da mangiare: era delizioso”
Kim diede un pugno alla gamba di Moon e lui gli rispose con un sorriso; poi Himchan si alzò a sedere e appoggiò la propria testa sulla spalla di Jongup “A te piacciono le stelle, Jonguppie?”
Jongup annuì, il naso all’insù.
“Jongup…” mi piaci…e tanto.
“Che c’è?”
“Niente” Sono un codardo.
Restarono alcuni minuti così, solo loro due, le cicale che cantavano e qualche stella che, oltre i palazzi e lo smog, riusciva a farsi notare.
“Himchan, rientriamo?” chiese all’improvviso Jongup, destando il maggiore dai suoi pensieri.
“Perché? Non ti piace stare con me?”
“Sì che mi piace, ma sembra che la tua mente sia da qualche altra parte” commentò Jongup.
“Scusa…stavo pensando”
“Se vuoi ti lascio da solo, Channie
“No, ti prego. Resta ancora un pochino” lo supplicò Himchan.
Jongup non fiatò e accarezzò la testa del ragazzo: ultimamente sembrava strano, sembrava gli stesse nascondendo qualcosa di importante.
 
Daehyun si ritirò presto nella propria stanza, mentre Youngjae rimase con Bang e Zelo.
Hyung, stai lavorando a qualche canzone?” chiese all’improvviso Zelo, mentre stavano sparecchiando.
Bang annuì impercettibilmente, ma Zelo non lo stava guardando, quindi ripeté la domanda.
A quel punto il leader disse “Sì, Zelo”
Ogni volta che Bang diceva qualcosa, Zelo si agitava: aveva paura che gli dicesse ‘Smettila, non mi parlare più’ o qualcosa di simile, invece Bang aveva cominciato a essere più gentile, anche se poche volte i due si guardavano negli occhi quando si parlavano.
Zelo lo guardava spesso: aveva bisogno di un contatto con lui, per capire quando smetterla di infastidirlo o potergli parlare: devo stare più attento a quello che provano gli altri.
“Posso vedere quello che hai scritto?” continuò Zelo.
Yongguk scosse la testa.
“Perché no?”
Bang non rispose.
“Se io ti faccio leggere un mio testo, dopo posso leggere quello che hai scritto?”
“Non lo so”
“Ok, quando abbiamo finito di sparecchiare ti porto il mio testo”
“Come vuoi”
“Youngjae, lo vuoi leggere anche tu quello che sta scrivendo Bang, giusto?” sorrise Jun.
Zelo aveva cercato di essere il più gentile possibile con Youngjae: lui aveva fatto sesso col suo ragazzo e ne era il responsabile, eppure a Zelo sembrava che Youngjae ce l’avesse solo con Daehyun.
Youngjae venne scosso da quell’ultima domanda e, come se ne fosse felicissimo “Sì” e allungò un sorriso.
 
Ma Youngjae non capiva come Bang riuscisse a fare finta che tra Daehyun e Zelo non fosse successo niente. Aveva ripreso a parlare con il maknae, e anche se non facevano gran discorsi, stavano cercando di ritrovarsi. Chissà se il mio dolore passerà…
 
Probabilmente non sarebbe mai più tornato a stare con Youngjae, ma sperava che dopo un mese avrebbero ripreso a parlarsi. Non a raccontarsi cose private, ma almeno a salutarsi guardandosi in faccia, a comunicare lo stretto necessario.
Forse chiedo troppo…forse non mi rendo conto della gravità di quello che ho fatto…allora perché Bang è riuscito a perdonare Zelo? Perché Youngjae deve essere così egoista? Pensa forse che io sia felice? Che non stia male? Nemmeno quando non ci conoscevamo bene eravamo così distanti…non ho voglia di implorare un’altra volta il suo perdono. Il mio orgoglio è già stato ferito diverse volte…vorrei riuscire a fregarmene, a salutarlo come faccio con gli altri, ma ogni volta che lo vedo il mio cuore pulsa velocissimo e non ci capisco più niente. Vorrei dirgli che lo amo, che l’ho sempre amato…ma come faccio se non mi ascolta?...
 
Quando Bang lesse il testo di Zelo si mise quasi a ridere: era carino, sì, ma un po’ banale, niente di interessante.
“Allora? Fa schifo, vero?”
Bang si limitò a fissare il foglio pieno di rigoni neri di Zelo.
“Fai leggere anche me” si aggiunse Youngjae che, quando ebbe finito di leggere, non riuscì a trattenere una piccola risata.
“Grazie Youngjae…lo so anch’io che non è niente di che” e un po’ imbarazzato, Jun, strappò il foglio dalle mani di Youngjae “Adesso Bang ci porta il suo”
Bang si alzò “No…non è ancora pronto” poi prese le scale e si chiuse nella sua stanza.
Zelo gonfiò leggermente le guance e inclinò le labbra all’ingiù, poi rilasciò l’anidride dalle guance.
 
Era sempre più difficile per Bang evitare di rispondere -come aveva sempre fatto- a Zelo: il maknae cercava in tutti i modi di estorcergli qualche parola in più, ma lui non reagiva –preferiva non reagire-.
Se ritornassimo come prima…se noi due provassimo a stare insieme…succederebbe un’altra volta? Ci faremmo di nuovo del male? Se fossi io a ferirlo? Forse dovrei solo godermi il momento e lasciarmi andare, per una volta…
 
Himchan si volse verso Jongup, che gli stava ancora accarezzando i capelli; incontrò i suoi occhi e si sentì come catturato da quelli; quando Jongup si aprì in uno dei suoi semplici sorrisi, sentì le proprie emozioni messe a nudo. Distolse un attimo lo sguardo, per poi rigirarsi: non riusciva a fare a meno di guardarlo.
Di solito è nelle prime fasi dell’innamoramento che si provano quelle strane sensazioni e reazioni chimiche che portano ‘le farfalle nello stomaco’ o ti fanno arrossire immediatamente o che fanno in modo che trovi qualsiasi cosa faccia la persona amata qualcosa di irrimediabilmente favoloso.
Eppure, per Himchan, queste sensazioni si stavano presentando in ritardo, dopo che i loro corpi si erano conosciuti abbastanza, dopo che i loro pensieri si erano congiunti.
“Che c’è?” chiese a un certo punto Jongup, visto che Himchan lo stava fissando in silenzio da qualche minuto.
“Niente” sospirò Kim.
Jongup diede un bacio sul naso a Himchan “Io vado nella mia stanza” e prima di alzarsi porse al più grande un sorriso malizioso.
 
Youngjae si sentì abbattuto dalla grande forza che aveva dimostrato Yongguk. Io non ne sono capace. Credeva che il dolore sarebbe passato in fretta, che avrebbe potuto metterci una pietra sopra. Un bel masso grande sopra quella questione…ma non ci riesco: ogni volta che mi si avvicina mi sale la nausea e preferisco non guardarlo, per non immaginare quello che ha fatto con Zelo…ma allora perché col maknae riesco a parlare? Certo non facciamo gran discorsi…e non li abbiamo mai fatti…ma almeno lo saluto. Invece Daehyun…provo ancora qualcosa per lui? Ho messo da parte tutto e l’ho ignorato. Forse sono peggio di lui…no, devo riuscire a pensare razionalmente. Eppure, tutte le mie conoscenze e quei gran vocaboli che so non servono a niente nella vita reale…forse ho passato troppo tempo con il mio ego…e non ho imparato a comunicare e capire le cose più importanti…
 
Himchan raggiunse la stanza di Jongup; non bussò. Entrò e trovò Moon seduto sul bordo del letto: lo stava aspettando.
 
Quando Jongup vide entrare Himchan non riuscì a nascondere un sorriso.
 
Kim si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò a Jongup; quando fu davanti a lui, il più piccolo alzò e aprì le braccia, in attesa che il proprio corpo venisse cinto dalle braccia di Himchan.
È così bello, pensò Himchan, mentre Jongup lo stava accogliendo.
Himchan stese Jongup sul letto e si portò sopra lui; poi cominciò a guardarlo.
Jongup alzò la testa e cominciò a baciarlo.
A volte ho paura che il mio respiro si fermi quando mi bacia così. Vorrei dirgli tutto quello che provo per lui, tutte le strane sensazioni che mi fa provare. Poi assaporò quel lento e caldo bacio, finché Jongup non riportò la testa sul materasso, lasciando Himchan senza labbra a cui appigliarsi, gli occhi ancora chiusi.
Quando Himchan riaprì gli occhi, guardò Jongup e si abbassò fino al suo collo; lo annusò. Poi portò le sue mani sotto la maglia e cominciò ad accarezzarlo dolcemente.
Jongup accennò qualche dolce lamento e i cuori dei due ragazzi cominciarono a pulsare con maggior violenza; poi i due cercarono di regolarizzare i propri respiri, mentre la maglia di Jongup veniva sfilata con estrema dolcezza.
Niente era rude o irrispettoso nei gesti di Himchan: anche quando entrava nel corpo di Jongup lo faceva con una certa grazia che ogni volta faceva tremare i pensieri di Jongup: il suo corpo era sempre stato violato con una gran forza, prima di trovare le morbide mani di Himchan.
Si baciarono a lungo e quando si furono liberati anche degli ultimi indumenti, Himchan si fermò ad osservare il corpo sotto di lui.
È così perfetto, così irraggiungibile. Come mai il mio cuore sta per esplodere? Perché non trovo nessuna imperfezione? Perché ogni suo lembo di pelle mi sembra così puro?
E mentre Himchan proseguiva coi suoi pensieri, Jongup si sentì penetrato dai grandi occhi di Kim: sembrava gli stesse facendo una radiografia e d’istinto s’irrigidì, per poi portarsi le mani in viso.
Non nasconderti, ordinò Himchan a Jongup, nei suoi pensieri. Voglio poterti ammirare, voglio poter toccare con gli occhi ogni parte di te; voglio essere impregnato di te. Non so neanche perché da qualche settimana stia cominciando a fare certi pensieri, a sentirmi così inutile di fronte a te.
Dimmelo, che sei un Dio. Un bellissimo Dio che ha deciso di prendersi gioco di un semplice umano come me.
Dimmelo, e allora forse riuscirò a implorarti di non lasciarmi mai. E allora forse riuscirò a dirti che ti amo.
Himchan prese le mani di Jongup e le portò via dal suo viso; infine mostrò un sorriso imbarazzato a Moon e lo baciò, prima di entrare in lui.
Ogni volta, e specialmente le ultime volte, aveva paura di poter fare male a Jongup; infatti aveva cominciato ad essere più delicato, a concentrarsi totalmente sul corpo sotto di lui, dimenticandosi a volte di se stesso; si concentrava così tanto su Moon, che l’unione fisica sembrava qualcosa di inutile, quando riusciva a percepire qualche emozione del più piccolo che faceva gemere.
Voglio sapere sempre di più, voglio poterti dire ‘Ti amo’ e conoscerti abbastanza per poterlo dire con sicurezza, per sapere che non potrò mai procurarti ferite profonde.
 
Youngjae pensò tutta la notte a Daehyun: chissà se domani riuscirò a salutarlo…dovrei provarci. Basterebbe che lo guardassi e piegassi le labbra in una punta di sorriso benevolo e allora potremmo riavvicinarci…ma io voglio davvero riavvicinarmi? Il suo corpo…mi sarò dimenticato anche di quello? Credo di aver neutralizzato tutto con l’autoconvinzione…ma se lo guardassi negli occhi per qualche secondo, i suoi ricordi ricomincerebbero a invadermi?
Si rigirò nel letto per tutta la notte. Non avrebbe preso sonno, lo sapeva che quando pensava a qualcosa, quando si poneva dei quesiti doveva risolverli ad ogni costo, o non avrebbe più dormito sogni tranquilli.
Chissà se Daehyun si presenterà come un incubo nei prossimi giorni… Chissà se guardandolo vorrò abbracciarlo…ho paura…non ne ho mai avuta così tanta, come non avrei mai immaginato che Daehyun avrebbe lottato così tanto per riavermi, se non l’avessi visto coi miei occhi…
 
Himchan e Jongup vennero insieme, ancora, come sempre, e Jongup si sentiva sempre così completo quando i loro corpi si liberavano; anche Himchan provava lo stesso.
Kim uscì lentamente dal corpo di Jongup e si sdraiò accanto a lui, gli occhi rivolti al soffitto, quando il viso di Moon, come prima in giardino, si era piazzato tra lui e il soffitto.
Il più piccolo sorrise prima di soffiargli un bacio; infine appoggiò la testa alla spalla del più grande e cominciò anche lui a fissare il soffitto.
“Qui non ci sono le stelle” commentò Jongup.
“Lo so”
“Allora perché ti ostini a fissarlo?”
“Perché non voglio dimenticare”
Jongup si alzò a sedere, poi guardando Himchan chiese “Dimenticare cosa?”
“Dimenticare chi sono”
Jongup aggrottò la fronte.
Himchan vide Jongup cambiare espressione, era davvero divertente. Registrò anche quest’espressione e sospirò “Ormai ho la testa così piena di te, che non so più chi sono io”
Jongup arrossì dopo quell’ultima frase e le sue guance appena colorate non fecero altro che fermare il respiro e il battito cardiaco di Himchan per qualche secondo. Se devi uccidermi, fallo lentamente, come stai facendo adesso.
Himchan non pensava avrebbe mai perso la testa per qualcuno. E ora si ritrovava lì, a pochi centimetri da Jongup, gli occhi completamente occupati dal suo primo piano.
Si avvicinò: PP, primissimo piano.
Sorrise dentro di sé: pensare a una macchina da presa in quel momento era qualcosa di assurdo e che non aveva mai fatto.
Jongup si chiese a cosa stesse pensando Himchan; girò lo sguardo dall’altra parte.
 
La mattina seguente Zelo si trovava in cucina quando Bang varcò la soglia, quasi spaventato dall’improvvisa apparizione del maknae.
“Buongiorno!” lo salutò allegro Jun.
Bang chinò la testa per poi rialzarla, tutto in un piccolo movimento che Zelo seguì.
Hyung, oggi posso leggere il testo che stai scrivendo?”
Ancora con la storia del testo? Certo che se si mette in testa una cosa è peggio dei bambini piccoli…
Il leader scosse semplicemente la testa.
“Ma io ieri ti ho fatto leggere il mio!”
Bang fece qualche passo dentro la cucina, ma la mano di Zelo gli strinse il polso “Perché fai così?” chiese improvvisamente Choi, d’un fiato.
Fare così? Cosa intende dire?
“Mi saluti e poi ti rifiuti di parlarmi! Ho sopportato a lungo, non ce la faccio più! Se non vuoi parlarmi allora non salutarmi con gli occhi luccicanti!” sbottò Zelo, per poi lasciare il polso di Bang che aveva cominciato a stringere con forza.
 
Quando Himchan si svegliò, si ritrovò a cingere il corpo di Jongup che, tra le sue braccia, sembrava sempre rimpicciolirsi.
Sarà uno dei tuoi tanti poterisorrise, poi cominciò ad accarezzargli il viso.
Quando ti sveglierai…
Non finì il suo pensiero: gli occhi di Moon si aprirono lentamente. La prima cosa che Jongup vide quando si svegliò, fu il viso di Himchan. Sorrise di tutto cuore, anche se si accorgeva che una linea amara lo stava pugnalando dentro: voleva dire a Himchan che gli piaceva. Non voleva dirgli ‘Ti amo’, quelle parole non sarebbe riuscito mai a dirle, ma ‘Mi piaci’. Quello sì, che poteva dirlo. Doveva dirlo: non sarebbero andati avanti se nessuno dei due l’avesse detto. Il dubbio che si piacessero non c’era e Jongup sperava davvero che il suo sesto senso non si sbagliasse.
“’Giorno Channie” sbadigliò.
“Buongiorno” sussurrò Himchan e continuò ad accarezzare il viso di Jongup con insistenza. A forza di torturare così la tua faccia, un giorno potrebbe sparire…
 
Bang rimase immobile e non rispose.
Occhi luccicanti? Si sentì patetico: voleva nascondere la sua voglia di parlare al piccolo, ma evidentemente non ce l’aveva fatta, e Zelo se n’era accorto…
“Scusa, hyung” bisbigliò Jun.
Si scusa sempre…anche quando non ha colpe…solo perché è il più piccolo e deve portare rispetto…ma a volte dovremmo tutti imparare da lui, che lotta sempre per raggiungere i suoi obiettivi…
“Zelo…”
Jun alzò lo sguardo verso Bang.
Si guardarono negli occhi per alcuni secondi.
 
Jongup chiuse gli occhi, per poi riaprirli: Himchan lo stava ancora guardando.
“Perché negli ultimi giorni hai cominciato a fissarmi così tanto?...mi metti in imbarazzo” dichiarò Jongup.
Himchan distolse un attimo lo guardo e finì di accarezzare Jongup.
 
“Scusa” biascicò il leader.
Zelo si sentì colpito da quelle parole e aprì gli occhi.
Sono così belli i tuoi occhi, Jun…non mi guardare così…o potrei finire per pensare solo a te tutto il giorno…ogni minuto della mia esistenza…
Bang spostò lo sguardo e fece per andarsene.
Un passo.
Due passi.
Tre passi.
Quattro…si fermò.
 
Himchan si alzò a sedere e esortò Jongup a fare lo stesso.
Poi prese un gran respiro.
Chiuse gli occhi.
Un altro respiro.
Occhi aperti.
Jongup attendeva incerto l’esito della situazione.
 
Yongguk ritornò indietro, con passi più grandi dei primi.
Zelo si chiese perché stesse ritornando indietro.
Quando Bang fu lì, gli prese il viso tra le mani.
 
“Saranghae” pronunciò deciso, scandendo bene le lettere, Himchan.
Jongup venne colpito da quelle tre sillabe: le sue parole Proibite.
 
Yongguk posò le sue labbra sulla fronte di Zelo, il bacio più tenero e caldo che Zelo avesse mai ricevuto da qualcuno, fino a quel momento.
 
Grazie a RyuzakiUchiha, ManuBlackVIP e Ele_vislove per le loro recensioni; ringrazio anche b2uty23 per la recensione di ‘Tears’ (avevo già pubblicato ‘Lyssa, let me forget about you’ quando ho letto la recensione).
Mando un enorme grazie anche a chi mi segue e chi ha messo questa fic tra le preferite (davvero, tante grazie).
 
*Grazie internet per essere ritornato da me*
 
La canzone a cui il titolo si ispira è ‘Love Hides’ dei Doors, precisamente ho preso l’ultima strofa della canzone e l’ho usata come titolo.
Link: http://www.youtube.com/watch?v=aEHMHBRa94U

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Capitolo 14
*** Minsunderstandings ***


Jongup non si mosse: continuò a fissare Himchan.
Ti amo. Gli aveva davvero detto quelle parole?
Himchan non avvertì nessuna reazione da parte di Jongup e si chiese perché non avesse detto niente; si spaventò. Se non gli piacessi? Impossibile.
Alla paura si sostituì l’imbarazzo. Dovevo tenermelo per me?
Era la prima volta che si sentiva così ferito: perché Jongup continuava a fissarlo con freddezza?
Jongup si accorse che Himchan era teso come un arco, ma non riusciva a rispondergli: era troppo felice e triste allo stesso tempo.
Sono le parole più belle che le mie orecchie abbiano mai udito, tanto belle che quando le ha pronunciate ho pensato che il mio cuore si fosse fermato; ma volevo essere io a dirgliele…non pensavo che lui sarebbe mai riuscito a dirmelo…ho sbagliato i miei calcoli…mi sento…perso.
Himchan sentì la necessità di respirare.
Jongup aprì la bocca: “Come?”  No. No, no! Non volevo dirti questo!
Kim sgranò gli occhi: cosa significava quel ‘come’? Sentì gli occhi pizzicare.
 
No, Himchan…ho sbagliato…non volevo chiederti di ripeterlo…
 
Perché Jongup gli aveva fatto quella domanda? Non si aspettava un ‘ti amo’? O semplicemente non lo amava?
Si alzò dal letto.
 
No, Channie.Non andartene…mi piaci…mi piaci…tantissimo…MI PIACI…MI PIACI…
 
Moon cercò di raggiungere il braccio di Himchan, ma il più grande era troppo lontano.
Himchan…non uscire dalla stanza…ti prego…ti…“Sa…”
A Himchan sembrò di sentire la voce di Jongup. Si girò, trovò il braccio teso di Jongup che lo cercava e i suoi occhi rossi.
Jongup riprovò, voleva dirgli che provava lo stesso per lui: “Sa…sa…sa…” ma la sua voce si spense e, dopo tanto tempo che non succedeva, il suo viso fu investito da lacrime amare.
Non ce la faccio…perché non ce la faccio?
Jongup si abbandonò sul letto, una mano stringeva forte le coperte; il labbro inferiore di Himchan tremò violentemente come la porta che fece poi sbattere, lasciando Moon solo, con le sue lacrime.
 
Il rumore della porta che sbatteva, riportò a Jongup un solo ricordo, un nome che aveva cominciato a ghiacciarsi nel suo cuore, un nome che aveva smesso di scorrere (così pensava Jongup) nelle sue vene: Yongguk.
 
Daehyun si svegliò e decise di provarci un’ultima volta: questo è il mio ultimo, penoso tentativo.
Ci mise un po’ a prepararsi: oltre alla solita indecisione sul cosa mettersi, doveva mantenere la mente lucida ed essere sicuro di potercela fare, di non fallire.
Doveva affrontare Youngjae un’ultima volta e doveva essere pronto all’eventualità che lui non gli rispondesse.
Quando scese in cucina trovò solo Zelo e Bang che si fissavano…sembrano due bambini che non si conoscono ma sono troppo timidi per fare amicizia…chissà se avranno finalmente risolto…
“Buongiorno!” li salutò.
I due lo guardarono e lo salutarono con un cenno della testa.
Sorrise: sembrava che avessero risolto: le loro facce erano rilassate; ma allo stesso tempo era invidioso di Zelo, perché a lui non era costata troppa fatica ritrovare le attenzioni di Bang.
Non aveva fame, ma si sedette comunque in tavola, in attesa di Youngjae.
Aspettò qualche minuto, poi si stancò “Youngjae è già sveglio?” chiese.
Zelo alzò le spalle e Bang lo imitò.
Daehyun sbuffò e si alzò: non riusciva a stare fermo.
Entrò in salotto e trovò Himchan sul divano, gli occhi opachi, che fissava lo schermo della TV; era semi-sdraiato e occupava più della metà del divano.
“Buongiorno” lo salutò Daehyun.
Himchan mosse velocemente gli occhi dalla TV a Daehyun, fece una piccola smorfia e ritornò a guardare lo schermo che proiettava diverse luci sul suo viso.
Chissà che gli è preso…
Daehyun si sedette nel misero spazio che Kim aveva lasciato libero e si concentrò sulla TV: Himchan stava guardando uno di quei suoi soliti film tristi.
L’umore di Daehyun cominciò a ingrigirsi; ritornò in cucina e mentre entrava vide Youngjae; fece un respiro profondo e si avvicinò al più piccolo con passo deciso.
 
“Buongiorno, Youngjae!”
 
La voce che Youngjae sentì, parve provenire da un’altra dimensione: non aveva dormito quella notte e la testa gli faceva un gran male.
Dopo aver registrato la frase, il suo cervello gli ricordò che quella era la voce di Daehyun; si girò di scatto verso l’origine di quella voce: il ragazzo che lo aveva tenuto sveglio tutta la notte gli stava sorridendo come aveva fatto quelle mattine che si erano svegliati insieme, nello stesso letto.
Sentì il proprio respiro arrancare e il sorriso di Daehyun afferrare tutte le sue certezze.
 
Non mi sta rispondendo…
 
Youngjae provò a salutarlo, ma riuscì solo ad aprire le labbra ed emettere un sospiro rumoroso, quasi di disappunto.
 
È l’ultima volta che mi tratti così, Yoo Youngjae.
 
Daehyun rientrò in salotto: la compagnia silenziosa e assente di Himchan era proprio quello che gli serviva.
 
Youngjae vide Daehyun allontanarsi; entrò in cucina e salutò Zelo e Bang, come se nulla fosse successo.
 
Himchan vide Daehyun rientrare, occupare di nuovo il poco spazio disponibile del divano; eppure non sembrava lo stesso di pochi minuti fa.
Questo Daehyun sembrava arrabbiato.
Ritornò a guardare il film e, dopo pochi secondi si mise a sedere e cominciò a parlare: “Che è successo?”
Sapeva che Daehyun non gli avrebbe risposto, ma sperava che se avesse insistito avrebbe sputato il rospo; inoltre, così facendo, Kim si sarebbe concentrato solo sul compagno e non avrebbe dovuto pensare a Jongup.
Daehyun continuò a fissare lo schermo.
“Hai litigato con qualcuno?” continuò Himchan.
Nessuna risposta.
Kim continuò a fargli diverse domande, ma Daehyun non voleva saperne, così il più grande lo lasciò in pace.
 
È inutile che mi chiedi cos’ho…tu sei il primo che è arrabbiato; forse è per questo che ti accanisci su di me.
Ora ho solo bisogno di essere lasciato in pace…di dimenticare Youngjae…di ritornare a considerarlo un amico…no, un compagno di lavoro. Tutto qui…
 
Jongup si alzò dal letto, le lacrime che si erano asciugate sul suo viso facevano più male di quando erano scese.
Uscì dalla propria stanza e si diresse in bagno, gli occhi che ancora dolevano.
Entrato in quella piccola stanza, si chiuse la porta alle spalle con movimenti meccanici, poi restò immobile, la mano che ancora stringeva la maniglia.
Ripensò a quello che era successo con Himchan e altre lacrime cominciarono a scendere. Certo che non finiscono mai…
Le asciugò, ma più le asciugava, più numerose scendevano le seguenti.
Non capì il motivo di quel pianto: solo perché Himchan se n’era andato? No, quelle erano anche lacrime di rabbia.
Gli venne in mente che quando era piccolo e non riusciva a raggiungere uno dei suo tanti obiettivi, si chiudeva in una stanza e piangeva tutta la sua frustrazione, poi usciva come se nulla fosse successo. Era stato in quelle occasioni che aveva imparato a sorridere: sorridere per non far capire agli altri quello che si prova dentro.
Il sorriso è lo scudo più potente.
Rimase chiuso in bagno finché non sentì bussare con insistenza.
 
Fu una giornata come le altre, grigia, piena di lavoro; quando rientrarono a casa, Jongup e Himchan non si preoccuparono di rendere la serata più allegra: si erano evitati tutto il giorno, ma Jongup voleva chiarire il malinteso il prima possibile.
 
Quella notte Bang chiamò Zelo nella sua stanza.
Quando il maknae entrò, Bang si diresse subito verso la scrivania, prese un foglio e glielo porse, senza aggiungere niente.
Zelo cominciò a leggere il foglio che Bang gli aveva dato. Oh, è il testo a cui sta lavorando. Era felicissimo di avere quel testo tra le mani, tanto che non si concentrò molto sul suo contenuto e quando il leader gli chiese cosa ne pensasse, non sapendo cosa rispondere, sussurrò un “Mi piace” e consegnò il foglio a Yongguk.
Junhong rimase qualche minuto in piedi, davanti a Bang, senza dire una parola: sembravano entrambi nervosi e se mai i loro occhi si incrociavano, distoglievano subito lo sguardo.
“Allora…” mormorò Zelo “Io…io vado, hyung
Yongguk annuì e Zelo gli voltò le spalle, dirigendosi con passo leggero verso la porta.
“Zel…ehm, Junhong!”
Il piccolo si fermò, senza girarsi.
“Scusami se ti ho fatto stare male in questi giorni…”
Zelo scosse la testa e si girò verso Bang. “Stamattina non dovevo urlarti co…”
“No…io…anch’io ho paura” lo interruppe Bang
 
Anche lui ha paura? Di cosa?
 
“Ho paura di poterti ferire” continuò Yongguk. “Di procurarti ferite incurabili…ho paura di averti, perché se ti avessi e un giorno ci separassimo non saprei più come fare…”
 
Sono…così importante per te?
 
“…quindi va bene se anche tu hai paura…va bene se tutt’e due abbiamo paura…un po’ di tempo fa mi hai detto che volevi provare ad amarmi…so che la ragione mi dice di no, ma c’è una forza maggiore che mi spinge a voler ricominciare…sempre se la tua proposta è ancora valida…”
Detto ciò alzò lo sguardo e vide che Zelo lo stava ascoltando attentamente.
Continuò: “Ti amo e vorrei che anche tu un giorno riuscissi ad amarmi”
Il cuore del maknae cominciò ad accelerare e le sue gambe avanzarono verso Bang.
“Quindi…” concluse Yongguk “Vuoi…vogliamo provarci insieme? Vogliamo far sparire le nostre paure?”
Zelo era davanti al leader; abbassò lo sguardo perché sentì la faccia bruciare e tirò a sé un lembo della t-shirt di Yongguk.
Bang gli alzò il viso e lo guardò per alcuni secondi, prima di appoggiare la propria fronte contro quella del più piccolo; poi anche i loro nasi si incontrarono e Zelo, gli occhi aperti, riuscì a vedere la bocca di Bang aprirsi in un radioso sorriso.
Poi, Bang prese la mano libera di Jun e la portò sul suo petto. “E ho paura anche di questo” bisbigliò “Ho paura che il mio cuore possa scoppiare, quando sto così vicino a te”
Infine si staccò da Zelo, ma lui stringeva ancora la t-shirt del più grande.
Guardò Yongguk negli occhi, prese la sua mano e fece quello che aveva fatto lui prima.
Certo, il cuore di Zelo non batteva forte quando quello di Bang, ma solo poche volte Jun aveva sentito il proprio cuore battere così velocemente.
Bang abbracciò Zelo, sperando che lui non lo allontanasse, che quel rifiuto fosse una storia passata, una cosa superata e che il loro nuovo inizio fosse meno turbolento.
Zelo si sentì piccolo e al sicuro dentro quell’abbraccio e appoggiò la testa sulla spalla di Bang: no, questa volta non l’avrebbe allontanato. Non sarebbe più successo; poi, alzata un po’ la testa, lasciò un bacio rapido sulla guancia di Yongguk.
 
Himchan sentì bussare alla porta “Che c’è?” domandò lamentandosi, ma nessuno rispose.
“C’è qualcuno?” chiese. Ancora nessuna risposta.
Alzò le spalle e ritornò al suo cellulare. Eppure sono sicuro di aver sentito bussare.
Si concentrò sulla porta, si alzò e la aprì: non c’era nessuno. Me lo sarò immaginato.
 
Jongup rientrò nella propria stanza senza fiato. Ce l’avevo quasi fatta…
Aveva deciso di andare da Himchan e risolvere l’equivoco di quella mattina, scusarsi e dirgli che gli piaceva.
Con la forza dell’autoconvinzione era arrivato davanti alla porta della stanza di Kim e si era fermato davanti, la mano sul pomello. Non posso entrare come se niente fosse…dovrei bussare, no?
Bussò.
E sentì la voce di Himchan, un po’ distorta ‘Che c’è?’
Moon chiuse gli occhi e cercò di trovare la risposta migliore. Non è difficile…basta che dica ‘sono Jongup’ e mi farà entrare…o non mi vuole parlare?
‘c’è qualcuno?’ aveva richiesto Himchan e Jongup aveva provato a pronunciare il proprio nome.
Quando poi aveva sentito Himchan muoversi nella stanza si era agitato ed era ritornato di corsa nella propria. Aish…
 
Bang si stupì del gesto di Zelo, ma ne fu estremamente felice.
Zelo, invece, si agitò, lasciò la t-shirt di Yongguk, si staccò da lui e si portò una mano dietro la nuca.
Yongguk gli prese il viso e gli riconsegnò il bacio, sulle labbra.
Questa volta faremo un passo alla volta, Junhong…
Prese la mano di Zelo “Vuoi…vuoi fare qualcosa insieme?” chiese senza guardare negli occhi il ragazzo, senza pretese.
Jun si fermò a pensare: quando era piccolo sua mamma usava cantargli una canzone prima di addormentarsi e a Zelo piaceva tanto addormentarsi con quel sottofondo; quando però aveva compiuto i sei anni, sua madre aveva smesso di farlo. Da quel momento in poi, gli attimi prima di addormentarsi non erano più stati caldi come una volta.
Voleva risentire quel calore. “Hyung…puoi cantarmi una canzone?”
Si sentiva terribilmente in imbarazzo a chiedere una cosa simile, ma era l’unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento.
“Una…canzone hai detto?” chiese perplesso Bang.
Zelo si limitò ad annuire.
“Ok” sorrise Bang “Allora fammi una base lenta. Sei bravo col beatboxing, no?”
 
Beatbox? Che c’entra? Gli ho chiesto di cantarmi una canzone…
 
“Allora, facciamo una canzone in particolare o improvviso qualche verso?”
 
Ah…mi sa che non ha capito…non volevo che si trasformasse in un’esibizione di un duo rap…però potrebbe comunque funzionare…no?
 
Il maknae gonfiò le guance “Improvvisiamo”
Il leader annuì e Zelo cominciò a muovere le labbra.
Yongguk improvvisò alcuni versi in rima.
Ma finirono col ridere per alcune parole che il leader si era inventato e il beatboxing di Zelo, dopo un po’, cominciò a infrangersi contro quel
le risate.
“Non mi è piaciuto” annunciò Zelo, quando finirono di ridere.
Bang gli tirò una guancia e lo stese sul suo letto, dominandolo “Cos’hai detto?”
“Aaah…” si lamentò Jun “Mi fai male alla guancia!” biascicò.
“Questa è la punizione che si meritano i bambini che si comportano male” disse Yongguk con tono fiero e cominciò a fare il solletico al più piccolo, che scoppiò in una sonora risata.
“Pie…pietà!” urlò Zelo, tra una risata e l’altra, cercando di allontanare il più grande; il respiro corto “Sto…sto per…morire!”
Cercò di nuovo di spostare il corpo del più grande, senza riuscirci. Provò a fargli il solletico, ma aveva le lacrime agli occhi per quanto aveva riso, e non riusciva a inquadrare bene il suo bersaglio.
 
Jongup uscì dalla propria stanza e si ritrovò di nuovo davanti alla porta di Himchan.
Bussò con maggiore forza della volta precedente.
 
Himchan sentì bussare, ma si chiese se anche questa volta quel rumore non fosse stato frutto della sua fantasia.
 
Jongup non sentì la voce di Himchan, ma si fece coraggio “Himchannie, sono Jongup…” le ultime parole, quasi un soffio.
 
Jongup? Mi vorrà dire che non gli piaccio? Devo farlo entrare? Sì. Prima me lo dice, meglio è…
Aprì la porta.
 
Jongup vide Himchan volgergli un piccolo sorriso “Entra”
Entrò e cominciò subito a parlare.
“Stamattina…ho sbagliato: non volevo dirti quello che ho detto. Io…io volevo dirti che…” non ci riesco…le parole non mi escono…se ci giro intorno per un po’…forse troverò il coraggio.
“Io…ero felicissimo quando ho trovato quei fiori sul mio cuscino…anche quando mi hai regalato i fiori di the” respirò “E non pensavo che fossi stato tu…è stato un po’ strano e in quel momento stavamo entrambi male per la storia di Bang…allora ho pensato che tu mi volessi solo come suo sostituto, ma col passare dei giorni sentivo che c’era qualcosa di più”
 
Dove vuole arrivare? Cosa mi vuole dire? Vuole trovare un modo carino di scaricarmi?
 
“Poi negli ultimi giorni mi era sembrato che tu avessi la testa da un’altra parte…e stamattina mi hai detto quelle parole e…non me lo aspettavo…io…”
“Basta” lo interruppe Himchan “Se stai cercando un modo ‘gentile’ per rifiutare i miei sentimenti, non funziona: non esiste un modo ‘gentile’ per rifiutare il cuore di qualcuno. Se sei stato con me perché mi volevi come sostituto, ti capisco. All’inizio pensavo sarebbe stato così anche per me, che sarebbe stata una cosa passeggera…” si passò una mano sul viso “Ma più i giorni passavano e più cominciavo a provare qualcosa di profondo”
Jongup si avvicinò a Himchan.
“Senti…” cercò di concludere Himchan “Non ti preoccupare per me. Grazie comunque di tutto…come ho dimenticato Bang, dimenticherò anche di aver am…”
Venne interrotto dalle labbra di Jongup che, fulminee, lo travolsero.
Si baciarono a lungo.
È questo il tuo modo di dirmi addio, Jongup?
 
Zelo si sentiva esausto: era da molto tempo ce non gli capitava di ridere così tanto; girò la testa a destra: studiò il profilo di Yongguk, poi si fermò sul suo ventre che si alzava, si abbassava e si rialzava, in un ciclo continuo.
Ritornò a guardare il suo viso.
“Yongguk” pronunciò soffusamente.
Bang si girò lentamente: gli faceva sempre uno strano effetto essere chiamato da Junhong col suo nome. Gli sorrise.
Zelo gli prese una mano e la strinse forte, poi, seguendo il respiro del ragazzo sdraiato accanto a lui, chiuse gli occhi.
Anche se non gli aveva cantato una canzone per farlo addormentare, il calore che provava stringendogli la mano era più che sufficiente.
 
Jongup si staccò dalle labbra di Himchan e con espressione sconsolata lo guardò negli occhi “Himchan…non voglio lasciarti”
Himchan aspettò che Jongup aggiungesse altre parole.
Moon concentrò tutte le sue forze, arrossì violentemente “Mi piaci, Himchan…io…di più…io ti…ti”
“Va…va bene così” arrossì Himchan, il viso ancora vicino a quello di Jongup.
Il più piccolo scosse la testa “Ti amo” traboccò.
E si sentì perso dietro quelle parole.
Dietro la gioia di Himchan che aveva invaso ogni angolo della stanza.
Dietro il sorriso che ancora una volta, lo aveva salvato nascondendo la sua insicurezza.
 
Anche Bang si era addormentato poco dopo, la mano sinistra che stringeva quella destra di Zelo, il cuore in subbuglio e in pace allo stesso tempo: stava con Junhong, nello stesso letto e prima il maknae non l’aveva allontanato, quando era stato abbracciato.
Dopo tante notti infaticabili, Yongguk si addormentò profondamente, il sorriso sulle labbra, la mano che stringeva un nuovo calore.
 
Si amarono e si cercarono tutta la notte.
Una ricerca quasi angosciosa, quella di Himchan: voleva nuovi odori, nuove immagini da fissare nella sua mente; le voleva perché ora sapeva che anche Jongup lo amava.
Per la prima volta, dedicò l’atto sessuale più a se stesso che al compagno, per goderne al massimo, senza sapere che ciò, aveva riportato a Jongup l’immagine di Bang sopra di sé.
Per la prima volta Himchan si era lasciato andare del tutto e si sa: quando si fa l’amore, l’uomo s’imbestialisce, perde ogni capacità razionale, si fa trascinare nel mondo del piacere da pelle, odori e gemiti e Himchan era molto sensibile a questi.
Nonostante ciò, fu qualcosa di nuovo per Jongup, che per la prima volta si sentì messo in disparte da Kim, trattato con giusto un po’ di prepotenza da colui che aveva il controllo sopra il suo corpo.
E gli piacque.
Forse più delle ultime volte.
Ma si sentì ancora perso: aveva detto parole che mai si sarebbe sognato di pronunciare.
Consumò il rapporto con un’attività parziale e quando i loro corpi si liberarono, Jongup cercò subito il petto di Himchan e vi ci conficcò il viso e così si addormentò, sperando che quella piccola confusione potesse sparire al sorgere del sole.
L’ultima cosa che sentì fu “Ti amo, Jongup” e le ultime parole che farfugliò prima si sprofondare nel sonno: “Anch’io, ti amo…”
Il nome che voleva pronunciare sfumò nei suoi pensieri e lo ritrovò nei suoi sogni: Himchan.
 
Yongguk si rigirò nel letto e urtò contro qualcosa…no, è qualcuno. Zelo? Non ho sognato tutto?
Aprì gli occhi.
Sorrise. Allora è tutto vero…
Accarezzò la testa di Zelo e il piccolo si mosse.
Oh, no. l’avrò svegliato?
Hyung…?” chiese Junhong confuso.
Poi si alzò a sedere all’improvviso “Hyung?” chiese con tono deciso, poi si mise una mano sulla fronte: si era alzato di colpo e ogni volta che succedeva, gli veniva un gran male alla testa.
“Calmo…” lo tranquillizzò Bang, accarezzandogli una guancia.
Zelo toccò il proprio corpo: aveva tutti i vestiti addosso.
 
Ma noi due non avevamo…?
 
Guardò con sospetto Yongguk. Anche lui era vestito.
 
Omo, era un sogno? Ma era così…
 
Studiò attentamente il leader che sembrava non capire la sua agitazione.
Si portò le mani davanti al viso, che cominciava a bruciare. Come ho potuto fare un sogno del genere?
 
“Che cos’hai?” chiese preoccupato Bang.
 
Zelo scosse la testa, l’immagine delle labbra di Bang che lo baciavano sparì dai suoi pensieri. “Niente…”
Yongguk non era convinto “Sei sicuro?”
Junhong annuì.
 
Eppure sono sicuro: quello era il suo respiro sulla mia pelle…
 
Bang arruffò i capelli a Zelo.
Lui, infastidito, regalò una smorfia al più grande, poi, mentre Bang sembrava cercasse qualcosa nel comodino accanto al letto “Hyung…ma…ieri notte…”
“Cosa?” chiese Bang, giratosi verso il più piccolo.
 
La sua lingua…
 
“…ecco…non è…insomma…” fu travolto da immagini che sembravano troppo reali e troppo impossibili da poter sognare.
Ma Bang sembrava non capirci niente.
Possibile che io abbia fatto un sogno simile?
 
“Se hai qualcosa da dirmi dimmelo dopo” sorrise il leader “Ora, alziamoci!” e, dopo essere uscito dalle coperte tirò Zelo per un braccio.
 
Oh, no…dopo aver pensato al sogno…abbassò lo sguardo e in un momento in cui Bang sembrò distratto, alzò un attimo le coperte.
Ecco…lo sapevo…ottohke?
 
“Dai, alzati” cominciò a spazientirsi il leader.
“No…io resto qui ancora un po’ “
“Come mai tutti questi capricci?”
Bang fece un lungo sospiro “OK. Conto fino a tre e devi essere sceso dal mio letto. Uno” cominciò a contare
 
No, ti prego…
 
“Du…e”
 
“Tre!”
 
Ma Zelo non si era alzato.
“Mi dici cosa ti prende?” chiese Bang sconfitto.
“Ho detto niente”
“Allora alzati”
OK…
Si alzò in tutta fretta e fece per correre fuori dalla stanza, ma Bang lo fermò “Perché fai così? Ieri abbiamo detto che avremmo ricominciato…che avremmo affrontato insieme le nostre insicurezze…no?”
Zelo si liberò dalla presa di Bang “Scusa…”
Yongguk sospirò, poi, avvicinatosi a Junhong, gli morse il lobo dell’orecchio sinistro.
Zelo si morse il labbro per evitare il più piccolo suono, ma giù le cose stavano solo ‘peggiorando’.
“Allora, andiamo?”
Zelo si abbassò di colpo la t-shirt, sperando inutilmente che potesse coprire il suo imbarazzo.
Yongguk seguì con gli occhi le mani del più piccolo.
 
Jongup aprì gli occhi. Vide una finestra. Dove sono? Si chiese intontito.
Restò immobile e il suo orecchio captò un rumore: tum-tum che si ripeteva regolarmente; un rumore sommesso.
Si alzò giusto per non stiracchiarsi sul corpo sotto di lui, poi riappoggiò la testa sul petto di Himchan.
 
Si era promesso che questa volta sarebbe andato piano, che avrebbe fatto le cose per bene, un passo alla volta, ma vedere il viso di Zelo arrossire violentemente e il suo corpo incurvarsi come se fosse stato un ladro colto in flagrante, fece subito emergere l’istinto di Yongguk.
Perdonami, Jun…
Spinse Zelo fino a schiacciarlo contro la porta e lo baciò ardentemente e il maknae non sembrò infastidito, anzi, cercava in tutti i modi di seguire Bang.
Il leader aveva accostato il suo corpo a quello di Zelo, abbastanza da poter sentirne il più piccolo respiro; poi lo tirò a sé e, con un bacio sconnesso arrivarono fino al letto.
Zelo si ritrovò sdraiato, sopra di lui Yongguk. Sto di nuovo sognando?
Bang cominciò a baciare ogni parte del corpo di Junhong; quando gli tolse la maglia si fermò: non voleva che si ripetesse la scena di molte settimane prima, perciò aspettò in silenzio che Zelo gli lasciasse il permesso di controllare.
Eppure non c’era bisogno che Bang aspettasse ‘il via’ di Zelo, ma da quel momento in poi, da quell’attimo in cui era stato rifiutato, per Yongguk si era alzata una barriera invisibile che gli proibiva di proseguire, come se le mani di Zelo lo spingessero di continuo lontano.
“Sto sognando?”
La voce di Zelo gli giunse smorzata e si chiese perché mai Zelo avesse formulato quella domanda.
Senza volerlo rispose: “No, non stai sognando”
 
Voglio che la realtà sia ancora più bella del sogno…voglio che quelle sensazioni siano ancora più vive di quello che erano nel sogno…voglio…voglio stare con Yongguk.
 
Zelo guardò con occhi infuocati il più grande e, tutto tremante, gli sfilò la t-shirt.
Allora Yongguk chiuse gli occhi e scese sulle labbra di Jun, infrangendo per sempre quella barriera di nebbia che li separava.
 
Questo, è il Paradiso. 
 
Ringrazio ManuBlackVIP, RyuzakiUchiha, BlueDiamond ed Ele_vislove per le loro recensioni (perché mi spronate ad andare avanti); ringrazio anche tutti quelli che seguono, che hanno la storia tra i preferiti e quant’altro.
 
Ok, il capitolo questa volta era decisamente lungo…e chiedo scusa per i possibili errori.
Stranamente il titolo di questo capitolo è nato prima che lo concludessi e credo che tutto sommato, veste tutto il capitolo.
Di canzoni sulle incomprensioni ce ne sono diverse; le prime che sono giunte alle mie orecchie da fonti esterne erano ‘Incomprensioni’ di Fabri Fibra e Tiromancino; la seconda è stata “Misunderstood” di Robbie Williams. Ok, tutt’e due canzoni belle.
Eppure, c’è una canzone che quando l’ascolto mi regala tante emozioni, forse perché è Nina Simone a cantarla.
Comunque la canzone di questo capitolo è “Don’t let me be Misunderstood”.
Ovviamente l’originale di Nina è la migliore e nessuna cover può batterla (opinione personale).
Link:http://www.youtube.com/watch?v=PipX3l1tEeU&feature=fvwrel
La cover più conosciuta è quella di Santa Esmeralda (sfido chiunque a non averla mai sentita), usata dappertutto e chi ha visto il film ‘Kill Bill’ la ricorderà benissimo.
Link:http://www.youtube.com/watch?v=Rtk5C6XXKnw
L’ultima versione di questa canzone è quella degli Animals.
Link:http://www.youtube.com/watch?v=mfwN0X8YnWo
Dopo questa lunga parentesi…al prossimo capitolo!

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Capitolo 15
*** Enki in Skaði; Chione in Yam ***


Ringrazio ManuBlackVIP, BlueDiamond e RyuzakiUchiha per le loro recensioni e tutti quelli che mi hanno recensito in generale; ringrazio anche chi ha seguito la fic, o messa tra le ricordate o preferite!
Credo che senza tutti questi elementi non avrei scritto così in fretta ogni capitolo.
Quindi, questo è la mia ultima fatica.
Ho bisogno di indicare alcune cose per una migliore comprensione: tutto ciò che è scritto in grassetto corsivo fa parte della dimensione del sogno e non è un pensiero, ma viene riportato il sogno come altra dimensione, staccata dal tempo della narrazione (spero di essere stata abbastanza chiara; ma leggendo forse si capisce meglio).
Ciò che invece è tra parentesi quadre e in corsivo, è la traduzione di un testo non italiano.

 
Cosa si prova quando i propri desideri si avverano?
Yongguk non riusciva ancora a capirlo, perché pochi dei suoi sogni importanti si erano realizzati e la maggior parte di essi, li  stava ancora vivendo.
Continuò ad accarezzare la testa del ragazzo accanto a lui. È davvero la realtà?
Zelo sorrise gentilmente al più grande.
Hyung…” e invitò Yongguk ad abbassare la testa, poi chiuse le mani a megafono e cercò l’orecchio del leader.
“Ma che hai?” chiese incuriosito Bang “Non puoi dirmelo ad alta voce? Ci siamo solo noi due qui dentro…”
Junhong slegò le proprie mani e con una faccia colma di disappunto sbuffò “Non capisci niente, tu” e girò il viso da un’altra parte.
Bang aggrottò le sopracciglia “Ok, allora dimmelo nell’orecchio”
Zelo si girò subito, un gran sorriso sulle labbra; congiunse di nuovo le mani a ricreare un altoparlante e le appoggiò sull’orecchio del più grande.
Fu un piccolo sussurro.
Un sussurro che bastò a Yongguk come risposta alla grande domanda che da sempre l’aveva afflitto: cosa si prova quando i propri desideri si realizzano?
Non aveva mai posto questa domanda a nessuno, nemmeno a Yongnam*, a cui raccontava tutto: aveva sempre pensato che fosse qualcosa di troppo personale da esporre a qualsiasi persona.
Zelo aveva sentito dentro di sé che quelle parole dovevano essere pronunciate, perché l’amore è un attimo, e può mutare in qualsiasi momento.
Saranghae
Dopo aver pronunciato quelle parole si era ritirato sotto le coperte, in preda al panico.
Dopo aver sentito quelle lettere, Yongguk aveva risolto il tanto enigmatico quesito: vuoto. È questo che si prova quando i desideri si realizzano? È il vuoto che da oggi in poi farà parte del mio mondo? È il vuoto che riempirà le nostre future parole?
Al primo e semplice quesito, si erano aggrappate altre domande che solo il tempo avrebbe snodato.
 
Quando sentì il corpo di Himchan muoversi alzò la testa e baciò il compagno sulle labbra “Buongiorno, Channie
Himchan diede il buongiorno al compagno, poi cercò il suo viso, gli occhi semi-aperti.
Non è bastata una notte per ritrovare me stesso. Pensò Jongup.
Kim trovò il viso del più piccolo, lo prese e lo riempì di attenzioni.
In quella tiepida mattina i loro occhi ridevano, le loro labbra giocavano e i loro pensieri si abbracciavano come mai avevano fatto.
Sembrava un puzzle perfetto.
Eppure mancava un tassello fondamentale: i pensieri più tormentati di Jongup, che lui si vergognava di mostrare a Himchan.
 
Quel giorno e per il resto della settimana, Daehyun non dedicò alcuna attenzione a Youngjae: ormai aveva deciso di smetterla di tormentare le proprie giornate cercando di ricevere una sua qualsiasi attenzione.
Si chiese inoltre se tutto quel tempo, tutte quelle ricerche di attenzione, non fossero state in realtà qualcosa di fasullo, e che avesse in realtà smesso di pensare a Youngjae come suo ragazzo già dopo la prima volta che il più piccolo aveva mostrato indifferenza verso di lui.
 
Bang passò la settimana come se fosse in una trance da cui non poteva uscire: Zelo lo cercava sempre, più di quanto avesse mai fatto e nonostante ciò, Bang sentiva di essere vuoto e di aver bisogno di qualcosa, qualcosa che si mostrava contorto e fumeggiante tra i fotogrammi di Zelo, sempre presenti nei suoi pensieri.
 
Passò una delle peggiori settimane della sua vita.
Si era quasi abituato ai continui corteggiamenti di Daehyun e ora lui aveva smesso di cercarlo.
Da qualche giorno aveva anche cominciato a salutarlo tranquillamente, come tutti gli altri.
Non sono più niente per te, Daehyun? Mi stai dicendo che ora sono come tutti gli altri?
Non voleva accettarlo: in qualche modo, le continue ricerche di Daehyun lo avevano tenuto legato a lui.
Non ho mai voluto lasciarti, Daehyun…ora che mi tratti così…è colpa mia?
 
Moon si svegliò di soprassalto, spalancando gli occhi, poi iniziò a tremare.
Non doveva temere nulla: era nella sua stanza, nel suo letto e non faceva freddo: ormai l’estate stava spazzando via la brezza delicata della primavera.
Eppure non riusciva a smettere di tremare.
Anche se non aveva freddo.
Scese in cucina e si preparò un the, per calmare i propri pensieri, ma non funzionò.
Prima di risalire le scale sentì di nuovo quel vento gelido attraversarlo.
Si rannicchiò ai piedi delle possenti scale, le mani a coprire il viso. Non è niente. È stato solo un incubo continuava a ripetersi, senza che quella brutta sensazione lo abbandonasse.
Quando dopo alcuni minuti riuscì a respirare regolarmente, risalì le scale tenendosi stretto al corrimano; poi strisciò il proprio corpo sui muri fino alla stanza di Himchan, dentro la quale entrò senza bussare.
Si chiuse la porta alle spalle e osservò il suo ragazzo dormire: perché mai quell’incubo?
Infine cadde sfinito al centro della stanza di quello e lì si riaddormentò, senza che quell’incubo si ripetesse.
 
Zelo aveva cominciato a ‘traslocare’ nella stanza di Yongguk: portava piccoli oggetti alla volta, ma Bang si era accorto subito di quello che il più piccolo stava facendo.
Decise di lasciarlo fare: avere qualcosa di suo nella propria stanza non gli dispiaceva e forse, gli oggetti appartenenti al più piccolo potevano cominciare a riempire il suo vuoto interiore.
 
A Junhong piaceva invadere la quotidianità di Bang, per far sì che anche la presenza del maggiore incidesse nella propria routine.
Non pensava sarebbe mai stato così: forse perché era la prima volta che piaceva davvero a qualcuno; forse perché adorava il calore del leader che lo avvolgeva e lo faceva sentire al sicuro e lontano da tutto il male del mondo; forse perché cominciava ad assaporare i piaceri di fare l’amore con qualcuno.
Tutto in così poco tempo: l’amore è un lampo.
 
Verso metà della seconda settimana –a partire da quando lui non l’aveva più considerato in maniera ‘preziosa’- dovevano provare uno dei nuovi brani che sarebbero stati inseriti nel primo mini-album: ‘What my heart tells me to do’.
Letto il testo, Youngjae pensò di non riuscirci, che il testo fosse stato scritto da lui e Daehyun e che, cantando quella canzone, i suoi sentimenti sarebbero stati compresi da chiunque avesse ascoltato il risultato finale.
Ci mise un po’ a entrare dove gli altri lo stavano aspettando, per la prima prova insieme.
Regalò qualche sorriso e qualche ‘scusate il ritardo’ ai compagni e si sistemò le cuffie nelle orecchie.
 
Daehyun aveva già letto il testo: all’inizio aveva pensato che fosse stato solo uno scherzo di cattivo gusto, che sarebbe uscito qualcuno a dirgli ‘Piaciuto lo scherzo?’ e allora avrebbe anche potuto ritornare a respirare normalmente –ovviamente dopo averla fatta pagare a chiunque avesse avuto la brillante idea di ideare uno scherzo tale; quando poi, nessuno era uscito per comunicargli che era una beffa, aveva preso sul serio la cosa e aveva riletto il testo.
Non sapeva come sarebbe stato musicalmente, ma avendo ascoltato centinaia di canzoni d’amore, già immaginava come sarebbe potuto essere: ovviamente in 4/4, un bel moderato, gli strumenti suonati molto ‘soft’, se possibile un pel pianissimo da inserire verso fine canzone.
Forse interrogarsi su come sarebbe stata musicalmente la canzone lo avrebbe distratto dal testo e dalle parole che doveva cantare, quelle parti che tanto riflettevano i suoi sentimenti.
 
Quando Himchan l’aveva svegliato scuotendolo e chiedendogli cosa ci facesse per terra, non aveva aperto bocca, ma aveva semplicemente sorriso al più grande, gli aveva dato il buongiorno e si era rintanato nella sua stanza, l’incubo ancora palpabile in essa.
Si vestì in fretta e appoggiata la mano sulla maniglia, contò fino a dieci, gli occhi chiusi; poi uscì dalla stanza e raggiunse gli altri che stavano uscendo: era l’ultimo della fila.
“Tutto bene?” gli aveva chiesto Himchan mentre uscivano, stringendogli la mano, per poi rilasciarla dopo il sorriso che gli aveva mostrato.
Sì. È meglio se non lo faccio preoccupare…so gestire la situazione da solo…ho solo paura che quell’incubo ritorni, di trovarmi di nuovo al freddo …
 
La prima prova non andò come doveva: Jongup sembrava essere da un’altra parte, Himchan era preoccupato per il compagno; Youngjae e Daehyun stavano cantando senza troppo impegno, senza leggere attentamente le parole della canzone.
 
“Ancora una volta…” ripeté Bang.
La base ripartì e Jongup cominciò in ritardo a cantare.
Himchan si girò verso di lui chiedendogli cosa avesse, senza ricevere risposta.
“Un’ultima volta; come viene, viene; poi facciamo una pausa” sospirò il leader.
Questa volta Jongup non sbagliò e procedettero con la canzone, ma Daehyun e Youngjae non cantarono con sentimento: sembravano macchine da canto: intonati, certo, ma niente di più; le parole che pronunciavano non prendevano una forma concreta, non offrivano niente di speciale a chi li ascoltava.
“Facciamo una pausa. Riprendiamo tra dieci minuti” disse Yongguk, prima di uscire dalla stanza, seguito da Zelo.
 
“Jongup, che ti succede?” chiese seriamente preoccupato Himchan.
“Niente, Channie…sono solo un po’ stanco”
 
Una mano insanguinata.
 
“Ok…se hai bisogno di qualsiasi cosa, dimmelo…neanche Daehyun e Youngjae sembrano molto in forma oggi…forse è per via del testo…”  continuò Himchan, ma Jongup aveva di nuovo la testa da un’altra parte.
 
Youngjae guardò da lontano lo sguardo spento di Daehyun. Quanto vorrei parlargli…aspetta, in teoria posso farlo. Se mantengo la calma ce la posso fare…
Si avvicinò al più grande, ma quando fu a una minima distanza da lui, si fermò.Se anche vado lì…di cosa parliamo? Della canzone che non riusciamo a cantare? Del tempo? No…non so più come si faccia a parlare con lui…come ha iniziato a parlarmi senza che io insistessi? E ancora prima…come mi sono avvicinato a lui?... scoraggiato da tutte le domande che continuavano a fluire senza una direzione precisa, rientrò in sala prove e rilesse il testo più volte, prima che anche gli altri rientrassero.
Questa volta canterò…solo per te, Daehyun.
 
Daehyun non riusciva più a cantare quelle parole, ne era così spaventato, che se avesse continuato a ripeterle ancora un paio di volte, avrebbe gettato via il suo orgoglio e si sarebbe lanciato ai piedi di Youngjae, chiedendogli scusa finché lui non l’avesse perdonato.
 
La base ripartì e Jongup si concentrò, senza sbagliare; cantò anche Himchan; ora toccava a Youngjae.
 
Cantò.
 
Chiuse gli occhi e cantò la prima strofa, visualizzando bene le parole, anche se dentro al suo cuore sapeva già quali erano.
 
Daehyun sentì la voce di Youngjae farsi calda e trascinarlo indietro nel tempo; poi, un po’ confuso dalla voce di Youngjae, cantò la propria strofa senza troppo impegno.
 
Youngjae continuò la sua parte, questa volta gli occhi aperti, che fissavano Daehyun:
 
[Questo è quello che il mio cuore mi dice di fare, quindi fa ancora più male
Ti amo, ma ho bisogno di rompere con te]
 
Sì, quelle erano le parole che Youngjae avrebbe dovuto dire a Daehyun quella volta, invece di ignorarlo. Doveva sapere che lo amava ancora, dopo tutto quello che aveva fatto, che aveva solo avuto bisogno del suo tempo per perdonarlo, per permettergli di ricominciare.
 
Daehyun sentì la voce di Youngjae attraversargli l’anima.
Perché quelle parole che aveva cantato sembravano provenire non da quel foglio che avevano sotto gli occhi, ma direttamente dalla testa di Youngjae?
Era il suo turno e qualcosa sembrava essersi acceso nell’atmosfera, tant’è che le parole che cantò, sembravano la risposta che Youngjae voleva sentire:
 
[Sono felice e dispiaciuto allo stesso tempo che tu mi abbia amato
Non sono capace, quindi perdonami perché ti sto lasciando]
 
Quando fu il turno di Bang, cantò con in mente le voci di Daehyun e  Youngjae, che improvvisamente avevano prodotto un suono così straziante, da poter spiazzare chiunque.
 
Quando salirono sul furgoncino che li avrebbe riportati a casa, Youngjae si sedette nel sedile accanto a quello di Daehyun. Ho bisogno di ritrovarti, Daehyun. E ho bisogno che tu ritrovi me…
Youngjae non parlò a Daehyun, anche perché lui aveva la testa girata verso il finestrino.
Ora tocca a me, come ai primi tempi…sarò io quello che ti dovrà cercare sempre. Non so bene perché io stia facendo ciò…forse la nostra storia è destinata a durare a lungo, forse lo sto facendo solo per un egoismo personale, ma tu ritornerai ad amarmi come prima; no, mi amerai di più e io farò lo stesso. Ricominciamo da capo, Daehyun.
 
Daehyun fece fatica a tenere gli occhi lontani da Youngjae, che sedeva accanto a lui. Se si fosse girato avrebbe trovato gli occhi del più piccolo che lo studiavano, e non voleva. Perché ora si comportava così? Lo stava prendendo in giro?
Sarà meglio che la smetti, Youngjae… so benissimo quello che ho fatto, ma non c’è bisogno che ora cominci a prendermi in giro, dopo avermi ignorato per tutto questo tempo…
 
Anche quella notte Jongup ebbe lo stesso incubo.
Si alzò con gli occhi sgranati.
Ancora…lo stesso incubo di ieri…
Scese ancora in cucina, lo stesso the, lo stesso risultato.
Non ce la faccio ad andare da Himchan…lo farei preoccupare troppo…inoltre…
Quando quella notte si era svegliato dall’incubo, si era ricordato ogni cosa che aveva visto, mentre la notte precedente si era svegliato con l’unico ricordo di una mano insanguinata e di strane sensazioni che lo avevano portato nella stanza di Himchan.
Salì le scale e arrivò davanti alla stanza di Bang.
Chissà se è con Zelo…
Non bussò, ma si rannicchiò accanto alla porta di quella stanza e sperò di poter ritornare a dormire.
 
“Zelo, svegliati” sussurrò Yongguk.
“Sì, sì…sono già sveglio, hyung
“E pensare che una volta eri sempre il primo a svegliarsi…” commentò Bang, mentre indossava la t-shirt.
“Ma un tempo non facevo certe cose di notte…” biascicò il più piccolo, facendo arrossire un po’ il leader.
Sì, a volte non riusciva a controllarsi, e il suo animale si impossessava di lui e di Junhong, che lo assecondava sempre, trovando in quelle piccole eccedenze poco tipiche del Bang quotidiano silenzioso, un modo nuovo di fare l’amore.
“Dai, alzati” ripeté Yongguk, prima di uscire dalla stanza.
 
Quando aveva aperto la porta si era ritrovato a pochi centimetri di distanza dalla porta, Jongup, tutto rannicchiato, un’espressione non proprio calma sul viso.
Yongguk si abbassò fino ad arrivare alla stessa altezza del viso di Jongup “Hey” lo scosse “Jongup, svegliati”
Jongup aprì lentamente gli occhi e se li strofinò con le mani.
“Jongup, stai bene?” chiese Bang.
Moon annuì, ancora assonnato.
“È successo qualcosa?” continuò il leader.
Jongup scosse la testa.
“Come mai eri qui fuori?”
“Zelo è dentro la tua stanza?”
Bang annuì.
Allora ho fatto bene a non disturbarli…
“Ma che c’entra Zelo?” chiese Bang.
“Niente…scusa se ero qui, davanti alla tua stanza…”
Yongguk scosse la testa e aiutò il più piccolo a rimettersi in piedi.
Sono tutto intorpidito…sarei dovuto ritornare nella mia stanza ieri notte…
 
Youngjae stette tutto il giorno accanto a Daehyun, sia mentre provavano che quando rientrarono a casa.
Continuò così per altri giorni, e settimane, finché Daehyun non cominciò a capire che Youngjae non lo stava prendendo in giro; ora rispondeva al più piccolo con voce flebile, un po’ come ai primi tempi, dando risposte brevi, stando sempre –apparentemente- in uno stato di apatia.
 
 
Ormai anche il loro nuovo MV sarebbe stato rilasciato e il caldo si era fatto insopportabile; Daehyun e Youngjae avevano ripreso a parlare quasi come ai tempi in cui, per Daehyun, l’unico con cui poter parlare liberamente era Youngjae.
 
Non so perché non riesco a ignorarti come tu hai fatto con me quei mesi…forse non riesco a non stare senza di te…è per questo, probabilmente, che ho provato a riconquistarti per tanto tempo, mettendo da parte il mio orgoglio. E ora tu stai facendo quello che ho fatto io, ovviamente tutto a un livello più alto, ottenendo delle reazioni…Youngjae, tu sei l’unico demone che sia mai riuscito a tentarmi e che ancora ci riesce. Ma non voglio che la nostra storia sia un ripetersi di errori, un susseguirsi di grande gioia e dolore indescrivibile…vorrei ricominciare daccapo, senza più bugie, senza più segreti.
 
L’incubo di Jongup continuò a ripetersi, con poca costanza, ma senza abbandonarlo del tutto.
E Moon, con gli altri, soprattutto con Himchan, doveva far finta che quell’incubo non esistesse.
Con Kim, però, era difficile fare finta di niente, dato che lui occupava un ruolo principale in quell’incubo.
Jongup aveva paura che Himchan potesse capire che lui non era sempre presente al cento per cento, e che più spesso, col passar dei giorni, con l’incubo che lo seguiva come un’ombra, si sentiva perso in quella relazione; sentiva di avere ancora qualcosa in sospeso, un argine troppo vecchio che stava perdendo stabilità, e che non avrebbe potuto preservare ancora a lungo il flusso potente –così pensava Jongup- d’acqua, che stava per riversarsi dentro di lui.
 
…il sangue sulle mani…delle lacrime sul sangue…perché lo sto facendo?
 
 
Agosto era giunto afoso e la programmazione giornaliera non lasciava quasi nessuno spazio per respirare ai B.A.P.
Ma infondo, era questo che avevano sempre voluto.
 
Nonostante ora Zelo stesse quasi tutto il tempo nella stessa stanza di Yongguk, il vuoto che il più grande sentiva, non si era ancora riempito e con probabilità non sarebbe mai successo.
Ma devo fare finta di niente; devo riuscire a riempire, almeno per finta, questo vuoto enorme…
 
Youngjae e Daehyun ormai si parlavano tranquillamente, senza più un velo di incertezza a ostacolarli ma, nonostante entrambi volessero riiniziare una storia insieme, la loro ragione e la paura di fallire di nuovo erano gli impulsi più forti, in quel momento.
Solo il tempo avrebbe riportato in loro una sicurezza tale da poter ricercare nell’uno l’amore dell’altro.
 
L’incubo di Jongup si era ripetuto si e no altre quattro volte e aveva lasciato finalmente a Moon il tempo per potere amare a pieno Himchan, che anche quando aveva visto il compagno un po’ titubante e a volte poco attento alle sue esigenze, gli era stato accanto, perché lo amava davvero tanto e, più i giorni passavano, più si affermava questa convinzione nella mente del maggiore.
 
Verso metà mese l’incubo era del tutto sparito e i sogni di Jongup si erano fatti più tranquilli; anche se dentro di lui albergava ancora uno stato d’inquietudine, di qualcosa di perso per strada, poteva dedicarsi a Himchan e recuperare tutto ciò che si era perso: il sorriso, la voce e gli occhi di Kim.
Il più grande sembrava sempre illuminarsi quando Moon gli stava accanto e ora che il suo Jongup era ritornato quello di sempre, lo era ancora di più; non era stato facile, infatti, per Himchan, fare finta di non capire che Jongup non stava bene. Non era neanche stato semplice parlare spesso a vuoto, coccolare e riempire di attenzioni il compagno senza che lui reagisse appieno.
Ma Kim aveva deciso di aspettare e cercare di aiutare Jongup in tutti i modi, sempre non chiedendogli cosa avesse –anche perché Moon non gli avrebbe detto nulla di quello che aveva in testa- e stando sempre a pochi passi da lui, per potere salvarlo in caso si fosse perso del tutto.
Non so quale magia tu mi abbia fatto, ma so che non riesco a fare a meno di te, Jonguppie.
 
Youngjae pensava che ormai si era avvicinato abbastanza a Daehyun, e sapeva che non avrebbe resistito ancora troppo a lungo per poter toccare di nuovo il corpo del ragazzo che amava.
Se lo baciassi? Come reagirebbe? Se mi respingesse, che figura ci farei? Se mi respingesse, come si sentirebbe? Se non mi volesse più come suo ragazzo perché mi preferisce come amico? Bisogna che io provi per sapere…ma c’è qualcosa che non va…anche se abbiamo ripreso a parlare, i nostri discorsi sono ancora troppo vaghi…non ci prendono emotivamente, ne sono sicuro.
Siamo come due compagni di scuola che si conoscono abbastanza da poter parlare senza offendersi  e troppo poco per poter aprire i nostri cuori…sembra che non ci conosciamo più come un tempo…ma io so chi è lui. E lui sa…penso che sappia…chi sono io.
 
“Youngjae! Vieni, dobbiamo andare a provare Crash!” urlò qualcuno dal piano sottostante.
“Sì, arrivo. Aspettate un attimo…”
Scese le scale e Daehyun lo stava aspettando “Ce ne hai messo di tempo. Gli altri sono già in macchina…manchiamo solo noi due” e si avviò verso l’uscita.
Daehyun si trovava a pochi passi di distanza da lui. Allungò la mano: voleva afferrare quella del più grande e stringerla come aveva fatto in passato.
Strinse il vuoto.
Daehyun era ancora più avanti di lui: perché Youngjae aveva rallentato il proprio passo? Perché non aveva cercato in tutti i modi di stringere la mano a Daehyun?
Entrò nel furgoncino, si sedette al suo solito posto –vicino a Daehyun- e stette in silenzio tutto il viaggio.
 
Daehyun camminò in fretta fino al furgoncino, ogni contatto poteva risvegliare lati di se stesso che non voleva mostrare a Youngjae, anche se ormai stava giungendo al limite della sopportazione. Chissà se sarebbero mai ritornati a stare insieme.
 
Purtroppo la tranquillità non dura mai a lungo.
Come tante notti precedenti Jongup aprì gli occhi di colpo.
Perché è ricominciato?
Pensava di essere più tranquillo ora, e che i suoi dubbi fossero spariti con quell’incubo.
Non scese in cucina, ma accese la luce della propria stanza e controllò il piccolo calendario che aveva sulla scrivania: vent’uno crocette. Ventun giorni senza che l’incubo si ripetesse…speravo non sarebbe più ritornato…
Mancavano anche pochi giorni all’uscita di ‘Crash’ e Jongup voleva essere nel pieno delle sue forze.
Ritornò a sdraiarsi sul letto, la luce accesa: forse così l’incubo non ritornerà…almeno per stanotte.
Ma quello, dopo che Jongup si fu riaddormentato, scivolò di nuovo dentro la sua testa.
 
Dove sono? Degli alberi? …
 
Riaprì gli occhi e decise di uscire dalla sua stanza. Fece qualche passo e si fermò davanti alla porta di Himchan, dove posò il palmo della mano. Perché non riesco mai a fermarmi? Perché non riesco a capovolgere l’incubo? Himchan…perché mai io dovrei…
I suoi pensieri vennero interrotti da un sussurro: “Che ci fai lì in piedi?”
Si girò verso la figura più alta che si trovava alla sua destra.
Con l’ombra dell’incubo che ancora lo avvolgeva, qualche lacrima cominciò a bagnargli il viso.
“Jongup” continuò la voce “Perché piangi?” la figura accanto a lui non aveva un contorno preciso: le lacrime ne deformavano il corpo.
Jongup venne preso per le spalle e portato nella propria stanza.
 
Sono passati già quattro mesi da quella volta…e solo alcune settimane da quando ci siamo riavvicinati a pieno…andrà avanti così per sempre? Saremo solo amici? Non ci sarà più nient’altro tra noi due? Niente più amore?
Con questi pensieri, Daehyun cadde in un sonno profondo.
 
Jongup si asciugò le lacrime, mentre una mano calda faceva su e giù sulla sua schiena, per tranquillizzarlo.
“Scusa…” disse tirando su col naso.
“Non devi chiedermi scusa, Jongup…”
“Invece sì…puoi anche ritornare nella tua stanza…forse Zelo ti sta aspettando” e rivolse un piccolo sorriso a Yongguk.
Il più grande si grattò la nuca “Non dorme tutti i giorni nella mia stanza…questi due ultimi giorni ha dormito nella sua…”
“Non c’è bisogno che mi spieghi ogni dettaglio” precisò Jongup.
“Sì…hai ragione” sorrise il leader.
Restarono in silenzio, finché Bang non aprì bocca “Senti, Jongup…so che non ti è facile aprirti…ma se è successo qualcosa…se posso essere d’aiuto…”
“Grazie, hyung. Ma non c’è rimedio al mio problema”
“A tutto c’è un rimedio. Se hai litigato con Himchan, vedrai che si aggiusta tutto…”
Jongup scosse la testa “Non ho litigato con Himchan…credo che non ci sia quasi la possibilità di litigare con una persona come lui…per come mi tratta, intendo”
“Allora dove sta il problema irrisolvibile?”
Jongup non rispose e sperò che quella domanda si dissolvesse e che Bang se ne andasse.
Ma Bang non voleva andarsene.
“Bang, sono stanco” mormorò Moon.
Ma Yongguk non si mosse. “Dici sempre così quando non ti va di discutere o di dire cosa ti tieni dentro. Dimmelo, e io ti aiuterò…perché eri in piedi davanti alla stanza di Himchan?”
Jongup sospirò e gli sembrò che le lacrime stessero per sgorgare di nuovo.
“Ti ricordi quando mi hai trovato davanti alla tua stanza, un po’ di tempo fa?”
Bang sembrò riflettere; infine annuì “C’entra qualcosa col fatto che prima eri davanti alla stanza di Himchan?”
Moon annuì lentamente e cominciò: “C’è un incubo…che per un lungo periodo mi ha perseguitato…quando mi hai trovato davanti alla tua stanza era da molto poco che occupava le mie notti e ne ero molto spaventato…”
“Perché non me l’hai detto prima?” lo interruppe Yongguk.
“Non l’ho detto a nessuno…speravo che prima o poi sparisse. E così è stato… da due settimane circa non l’ho più avuto…” sospirò, dopo aver parlato così a lungo.
“Fino a stasera” concluse Bang.
Il più piccolo annuì.
“Volevi andare da Himchan?”
“No…non ce la farei”
“È così spaventoso questo incubo?”
“All’inizio non riuscivo nemmeno a ricordarlo per intero…”
“Jongup…non so se ti possa servire, ma…ti va di raccontarmelo?”
A Bang non era mai capitato di vedere Jongup così scosso, per di più per colpa di un incubo. Era così orribile?
 
Jongup chiuse gli occhi e si concentrò al massimo.
“Sono al buio, poi all’improvviso mi ritrovo davanti degli alberi altissimi…cammino su un sentiero e vado avanti, avanti, finché non arrivo ad una biforcazione. Ci sono due cartelli, uno che indica la destra e uno la sinistra…non so cosa ci sia scritto, ma prendo la via di destra…perché è la sinistra che è maledetta, penso mentre cammino. E arrivo alla fine, così sembra, del sentiero. Non ci sono più alberi attorno” si fermò e aprì gli occhi, per vedere se Yongguk era ancora lì, se non stava ancora sognando.
“Vai avanti”
“Fa freddo, anche se sono vestito e sembra estate. È il crepuscolo e davanti a me appare Himchan…lo guardo e lui mi sorride…” guardò Bang negli occhi “Non ce la faccio, hyung…”
“Devi farcela…forse se riesci a raccontarlo, non verrà più a tormentarti” disse con tono sicuro Yongguk.
Jongup aspettò qualche secondo prima di riprendere “Io…io mi avvicino a lui e lui mi abbraccia…io mi stacco dal suo abbraccio e lo guardo…e gli metto la mano vicino al cuore…” si fermò e alcune lacrime cominciarono a scendere; poi, con voce tremante e piangente continuò “Allora affondo la mano dentro la sua pelle e gli prendo il cuore…e lo tiro fuori…lo guardo e lui piange, e io piango e ho il suo cuore in una mano, che pulsa…poi si ferma e c’è del sangue che esce dal buco nel petto di Himchan…e…e io piango di più e lui fa lo stesso…e butto via il suo cuore e cerco di fermare il sangue che esce dal suo corpo premendo con le mie mani…e…” scoppiò a piangere e affondò la testa sul petto di Yongguk.
Il leader restò un attimo immobile; era possibile fare un incubo del genere? Uccidere la persona che si ama? Perché tra tutti, proprio Jongup, che cercava sempre di rendere felici le persone che amava?
Non è giusto.
Yongguk portò la mano destra sulla testa di Jongup e, un po’ titubante cominciò ad accarezzarlo: era la prima volta che succedeva: persino quando stavano insieme non era mai successo.
Sono stato così cattivo con te, Jongup…non è giusto che sia tu ad avere incubi simili…
“Sai, Jongup…io ultimamente mi sento vuoto…non so come spiegarlo. Sto con Junhong, e questa è una delle cose più belle che mi sia mai capitata, ma sento di aver qualcosa di irrisolto, che fa in modo che io non riesca ad assaporare i momenti che passo con lui…sono un pessimo ragazzo, vero?”
Jongup smise di piangere, tirò su col naso e alzò la testa.
“Comunque…grazie, Jongup”
Il più piccolo non sembrò capire.
“Grazie per tutto quello che hai fatto per me. Lo so, sono in ritardo: avrei dovuto dirtelo molto tempo prima…se non fosse stato per te, forse ora non starei con Zelo…se allora non mi avessi fatto capire che sbagliavo a trattarti…un po’ come un oggetto…oltre a ringraziarti devo anche scusarmi per tutto il dolore che ti ho causato…per quanto riguarda il sogno…forse hai accumulato troppo stress…”
Jongup scosse il capo “Non devi ringraziarmi o scusarti…non so se sia colpa dello stress…ma quell’incubo sembra così vero…ho paura di poter fare male a Himchan”
Bang prese la mano destra di Jongup e la premette contro il proprio petto, all’altezza del cuore “Jongup, spingi, più che puoi”
Jongup ritrasse la mano “Che stai facendo?”
Yongguk riprese la mano di Jongup “Fallo. Se dovessi riuscire ad arrivare ad afferrare il mio cuore e lo togliessi, forse mi sentirei a posto per quello che ho fatto a te, e per l’amore che non riesco a dare a Zelo”
“Bang, cosa stai dicendo?”
Bang lasciò la mano di Jongup che stava stringendo “Scusa…è che non capisco cosa mi prenda ultimamente…”
Restarono alcuni minuti in silenzio.
Yongguk fissava Jongup con intensità e i suoi pensieri ritornarono indietro nel tempo, fino al giorno in cui si erano lasciati, quel giorno in cui si era sentito per la prima volta in imbarazzo a toccare Moon. Avrei dovuto scegliere di lasciar stare Zelo? Se fossi stato con te, Jongup, avrei sentito questo vuoto? Se mi fossi sul serio innamorato di te…
Hyung…siamo entrambi stanchi…forse è meglio se ritorniamo a dormire”
Perdonami, Jongup.
 
Erano nel backstage, Zelo non riusciva a stare fermo.
“Non muoverti così tanto!” lo sgridò Himchan “O mi agito anch’io!”
“Scusa hyung, ma non ce la faccio”
“Devi riuscirci! Infondo dobbiamo esibirci come le altre volte, no?”
“Sì, ma non dobbiamo più fare ‘No mercy’… metti che mi dimentico le parole di ‘Crash’…”
Himchan si allontanò da Choi e andò verso il suo ragazzo “Almeno tu non ti nuovi come una trottola” sorrise il più grande.
Jongup sorrise di rimando e vide che anche Bang stava arrivando.
 
Le labbra di Bang si posarono con decisione su quelle di Jongup. Il bacio, casto, si fece sempre più intenso; Jongup non si stava ritraendo, ma sembrava voler assaporare il più grande.
Pianse. Perché deve fare così male? Himchan…perché ti sto prendendo via il cuore?
Yongguk lo afferrò per le spalle e lo stese sul letto. Per la prima volta sentì che tutto quel tempo aveva provato qualcosa per gli occhi dalla forma allungata di Jongup, e per quel neo a lato del naso, e per il suo corpo.
 
Zelo corse incontro a Bang “Hyuuuuung! Sono agitatissimo!”
“Anch’io” ammise il più grande “Però non sto impazzendo come te…e ora lasciami cinque minuti…mi devo concentrare”
“Sempre con i tuoi cinque minuti…” sbuffò Junhong.
“Non mancarmi di rispetto” lo ammonì Yongguk, prima di andare in un posto abbastanza isolato, per poter concentrarsi per il palco.
Mentre cercava il posto adatto, vide il profilo di Jongup.
 
Tolse la maglia a Jongup e cominciò a baciargli i pettorali, fino a scendere nel ventre, sempre più in basso.
Anche dagli occhi di Yongguk cominciarono a lacrimare.
Ho scelto di non amarti…ho scelto la via più semplice per me…il mio corpo ora vuole il tuo…questo è il mio addio definitivo…niente imbarazzo per quello che sto facendo, che ho fatto e che farò stanotte…ma perché sto piangendo? Jongup, perché non mi hai tenuto stretto a te?
Alzò la testa e vide il viso di Moon appena arrossato, le lacrime che continuavano ad uscire; nessuna voglia di interrompere ciò che gli stava facendo.
Salì fino al suo viso, lo baciò dolcemente, come mai aveva fatto; poi gli prese la testa tra le mani e lo strinse forte a sé “Perdonami, Jong…” il più piccolo gli aveva tappato la bocca e, tolta la mano, si era avventato in quelle grandi labbra che un tempo aveva tanto amato.
Oh, Jongup…perché sei e sei sempre stato così fantastico? Perché solo ora lo capisco? Perché solo ora che ti sto dicendo addio?
 
Daehyun e Youngjae stavano riscaldando le proprie voci.
Zelo si muoveva a destra e a sinistra, deconcentrando anche loro due.
“Zelo, smettila, per favore” lo supplicò Youngjae.
Il più piccolo, che era a pochi passi di distanza da lui, gli diede una piccola spinta “Hey!” urlò Youngjae “Vieni qui!” ma Zelo era già lontano.
Si voltò e pestò qualcosa, perdendo l’equilibro.
Allungò la mano in cerca di un appoggio e chiuse gli occhi.
Sentì le mani contro una parete solida e lentamente aprì gli occhi, per vedere se aveva combinato qualche guaio.
 
Daehyun sentì sopra il suo piede il peso del corpo di Youngjae.
“Ahia” mormorò, a denti stretti.
Era contro il muro e, spora di lui c’era Youngjae.
 
Jongup sentì per la prima volta che anche l’amore di Bang poteva essere dolce, che anche il suo corpo, quando entrava dentro il suo, poteva essere tenero e poco bruto.
Ma non era questo il vero Yongguk, lo sapeva –o meglio lo sperava. Che gli fosse piaciuto o meno, il vero Bang era quello che ti prendeva, in maniera un po’ egoistica e cercava di domarti in tutti i modi possibili, regalandoti emozioni uniche.
Non poteva essere dolce come Himchan, assolutamente.
Perché sto cercando di fermare il sangue che esce dal tuo corpo, Himchan? Ormai il cuore te l’ho preso. E senza un cuore non si vive…
Gemette tra le lacrime a ogni spinta di Yongguk e fece il possibile per accontentarlo. Era da tanto tempo che non lo sentiva così vicino, e la prima volta che sentiva che Yongguk lo completava.
Come se fosse la prima volta che facciamo qualcosa del genere. E in fondo lo è…ma fa così male…
È stato tutto un caso quello che è successo tra noi: non è  stata una storia di corteggiamenti continui; non è stato come per me e Himchan…tu sei feroce e vuoi solo dominare. Ti prego, fai che sia così…voglio riprovare quelle sensazioni che da tempo non provo…
Bang, perché deve fare così male? Perché non puoi violarmi come un tempo? Perché vuoi chiudere per davvero? Perché vuoi darmi l’unico tuo lato che non mi hai mai dato?...perché deve finire?
Continuò poi a gemere per le lunghe e lente spinte del leader, le lacrime grosse.
 
Youngjae sentì il cuore accelerare “Scu…scusa” balbettò.
Daehyun abbassò lo sguardo, poi lo rialzò e fissò il viso di Youngjae.
Ti amo.
 
Youngjae  arrossì violentemente: Daehyun lo stava guardando con troppa intensità.
Ti amo.
Si staccò dalla parete e fece per andarsene da un’altra parte, ma si sentì tirare per la maglia.
“Youngjae” iniziò Daehyun, ma non proseguì.
Il più piccolo si voltò verso il grande, gli prese la mano e posò le labbra tremanti su quelle del più grande.
Daehyun sgranò gli occhi, stupito: chiunque poteva vederli in quel momento; loro che avevano fatto di tutto per non essere mai scoperti, all’inizio.
Ora Youngjae faceva ciò che il suo cuore voleva, e se gli altri li avessero visti, per lui non ci sarebbe stata alcuna differenza.
Se il mondo fosse venuto a conoscenza del suo grande amore per Daehyun, non gli sarebbe importato.
Si staccò dalle labbra del più grande “Daehyun. Ti amo. Ti amerò per sempre. E lo dirò a tutto il mondo, se sarà necessario” disse risoluto.
Daehyun arrossì e si sentì un po’ a disagio. Non pensava che Youngjae gli avrebbe mai potuto dire una cosa simile. Lui che non si lasciava mai prendere dalle emozioni, se non quando erano da soli e in un momento di pura intimità; uno come lui, che era sempre stato attento a ogni dettaglio, ora parlava come un ragazzino follemente innamorato della sua ragazza.
 
Yongguk non capì subito perché il suo animale interno non si svegliò.
Il tuo corpo…la tua pelle…sei così bello, Jongup. Avrei dovuto innamorarmi di te, l’ho sempre saputo, ma fino all’ultimo ho negato a me stesso la possibilità di farlo.
Se ti avessi amato, avresti avuto tante volte questo tipo di attenzioni; ma ho scelto di non farmi coinvolgere, convinto che Zelo fosse l’unica cosa che volessi, l’unico obiettivo… lo so, dire che poter stare con una persona è una specie di ‘obiettivo’, non è la cosa più dolce da dire…ho sempre fatto degli errori Jongup, e ho paura di poterne fare tanti altri. Ma almeno questo…lascia almeno che io ti chieda scusa e possa dimenticarmi di te e fare in modo che tu mi dimentichi…devo fari conoscere anche questo mio lato, perché tu la smetta di pensarmi…mi mancheranno la tua voce, il tuo respiro dentro l’orecchio, il tuo corpo così generoso e che non smette mai di portare il mio piacere in altre dimensioni. Forse, quando tutto questo sarà finito, quando le tue e le mie lacrime si saranno asciugate, non mi mancherai più…non voglio sapere come starò se non mi mancherai più…Jongup, perché il mondo è così crudele con me?
 
Daehyun strinse la mano di Youngjae, mancavano pochissimi minuti al loro ‘comeback’.
Youngjae…non siamo mai stati da nessuna parte. Per noi due non c’è un ‘ritorno’, ma una rinascita. Tu sei un nuovo Youngjae e io un nuovo Daehyun…credi che funzionerà lo stesso, anche ora?
Insieme, mano nella mano, si avviarono verso gli altri.
 
Zelo era andato a prendere Bang, e Himchan stava parlando con Jongup.
 
Daehyun e Youngjae erano la Felicità. Era da molto tempo che non si sentivano così; stavano davanti al gruppo, pronti ad entrare in scena.
Fecero qualche passo verso il palco.
“Io mi chiamo Daehyun” disse il più grande, guardando davanti a sé il palco che appariva, cominciando a lasciare la mano del più piccolo.
“Io sono Youngjae” rispose l’altro, lasciando del tutto la mano dell’altro.
Infine si guardarono negli occhi, i loro cuori colmi di gioia.
 
Bang si ritrovò davanti gli occhi di Jongup. Vide dentro quelli il riflesso di un ricordo, e a Jongup successe la stessa cosa.
 
Vennero insieme, con un roco gemito, le unghie di Jongup conficcate nella schiena di Yongguk e Yongguk stringendo a sé il corpo più piccolo.
Per la prima volta Bang giacque accanto a Jongup abbracciandolo, coccolandolo. Le lacrime avevano smesso di scendere.
Jongup sentì un calore particolare provenire da quelle attenzioni di Yongguk. Se mi avessi amato, saresti stato così? È così che sei con Zelo?
Nessuno dei due parlò, e si addormentarono così, uno stretto al corpo dell’altro, nudi, il loro amore completamente ghiacciato.
 
Quando l’amore si ghiaccia profondamente, non c’è verso che si possa sciogliere in acqua.
Solo il sole potrebbe; ma se i due cuori sono ghiacciati, il sole non potrà mai sorgere.
 
Il nostro amore…non è acqua, Jongup.
 
Il nostro amore…non sarà più acqua, Yongguk.
 
Anche se ancora un filo ghiacciato ci collega…il pensiero di Yongguk venne interrotto.
 
Himchan spinse avanti Jongup “Dai, non facciamo aspettare troppo le nostre Babys
 
Bang perse gli occhi di Jongup, e i propri pensieri con essi.
Sperò che Jongup si rigirasse, sperò di poterlo ritrovare di nuovo, nei suoi ricordi.
E Moon si girò.
 
Infine, anche il filo di ghiaccio che ci collegava, si è spezzato. Rifletté Jongup.
 
Bang non riuscì a specchiarsi negli occhi di Jongup.
 
Zelo spinse avanti il leader, sorridendo.
Yongguk, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata.
 
Himchan tirò per un braccio Jongup.
Jongup, grazie perché mi fai vivere i miei giorni più belli.
 
Yongguk, sei stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Scusa, ma devo metterti da parte; l’argine che stava per scoppiare, stranamente, non si è rotto. L’acqua al suo interno si è fermata.
 
Jongup, grazie, perché mi hai fatto vivere i giorni migliori della mia vita. Non pensavo mi avrebbe fatto così male metterti da parte; neanche sapevo di provare questo per te. Ma infondo ricordo poco di tutto ciò. Tutto ciò che mi possa riportare a te, è stato sepolto, sotto lo strato spesso di ghiaccio che ti circonda dentro al mio cuore.
 
 
*per chi non lo sapesse Yongnam è il gemello di Yongguk
 
Chiedo scusa per eventuali errori di grammatica e in caso ci siano dubbi sull’ultima parte:
-si muove su due piani temporali: quello del backstage e quello della sera in cui ‘l’amore di Jongup per Bang e viceversa si è ghiacciato’.
Devo ammettere che è un finale amaro e non so se tutti capiranno il mio punto di vista e quindi apprezzeranno quello che ho scritto ( tra l’altro gli ultimi 4 pensieri procedono a 2 a 2: c’è un parallelismo tra Zelo e Jongup e tra Yongguk e Himchan; però i pensieri di Yongguk e Jongup sono al passato, mentre quelli di Himchan e Zelo al presente)
 
Anche questo capitolo è stato chilometrico (direi che è il più lungo di tutti); ma non potevo dividerlo (sono fissata con i multipli di cinque e scrivere sedici capitoli sarebbe stata la mia rovina, il mio ‘Caos’)
 
Analisi Titolo:
Crediamo quasi tutti in un Dio, o diverse divinità, o in qualcosa di più potente di noi.
Io credo fortemente nei poteri della Natura e vedere come diverse religioni e i miti hanno personificato queste forze naturali, mi porta –non so perché- uno stato di felicità.
Il titolo per quest’ultimo capitolo, l’ho scelto con davanti a me una gran varietà di possibilità.
Ho scelto appositamente quattro divinità (meglio dire figure mitologiche) provenienti da quattro aree geografiche diverse.
Le divinità invernali (Skadi e Chione) sono femminili; la prima è di mitologia nordica, la seconda greca.
Le divinità che personificano il mare, l’acqua (Enki e Yam) sono maschili; il primo viene dalla mitologia babilonese; il secondo è una divinità ‘diffusa’ nella striscia di terra chiamata Canaan (mi verrebbe da dire che sia una divinità ebrea, ma ho trovato che anche in Egitto c’era…)
Comunque il significato del titolo dovrebbe essere: Dall’acqua al ghiaccio; dal freddo all’acqua.
Ovvero: da acqua a ghiaccio mi riferisco a Bang x Jongup; da ghiaccio ad acqua, parlo di Youngjae e Daehyun, il cui amore si era un po’ ‘cristallizzato’, ma solo in superficie, come Chione non è una figura così potente.
Per questo ultimo capitolo non ho una canzone, perché ognuno può dare il sottofondo che preferisce.
 
Alla prossima (sperando che la mia fantasia non si sia ghiacciata per sempre…)!
 
Sarasvathi

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