Conventional Holidays. di olly winch (/viewuser.php?uid=166476)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Mistery of Frankenweenie! ***
Capitolo 2: *** You can't put MY boa with white clothes, Mikey! ***
Capitolo 3: *** In every Christmas there is alWays a BIG surprise. ***
Capitolo 4: *** So... Thank you. -Part 1- ***
Capitolo 1 *** The Mistery of Frankenweenie! ***
Buonasera buonasera buonasera bella pipol!
Parto con l'avvisarvi che questa FF sarà puramente demenziale e fluff. Forse la cosa più cretina che abbia mai scritto in vita mia. Peggio degli scleri di mezzanotte (Y'Know).
Si basa interamente sulle festività che si susseguono durante l'anno. I protagonisti sono più cretini del solito.
Si partirà con Halloween, dato che è la festa più imminente :3
Non vi faccio altri spoiler. Che sfizio ci sarebbe se no?
Volevo ringraziare tantissimo The last thing I see, che mi ha minacciato incoraggiato a scrivere questa storia. E che se non la scriverò mi ucciderà.
Vi lascio alla storia demente qui sotto.
A più giù che ci sono delle cose da mettere in chiaro.
(Ovviamente non scrivo nulla di tutto ciò a scopo di lucro, e tutte le altre cose LOL)
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Capitolo 1.
The Mistery of Frankenweenie!
Frankie stava percorrendo a piccolissimi passi un lunghissimo sentiero che ipotizzò fosse ''la via diritta per giungere all'inferno! Ne sono sicuro! Sono morto! E sicuramente Gee non vorrà scoparsi un demone degli inferi!''
Si trovava in una landa sperduta, interamente ricoperta da una fitta nebbia. Il terreno paludoso e appiccicoso rendeva difficile anche il semplice atto di camminare. Tutto era più nero della pece, per quanto riusciva a vedere. Si udivano rumori strani provenienti da entrambi i lati dello stretto sentiero. Ululati, starnazzi di corvi e, Frankie avrebbe giurato, aveva sentito anche un ringhio e poi un urlo! Era più spaventato che mai, tremava come una foglia e sobbalzava al più piccolo dei rumori.
Il piccoletto continuava ad incrociare alberi su alberi, dove puntualmente inciampava o andava a sbattere, provocandosi una miriade di lividi. ''Oh ma andiamo! Sto per diventare una melanzana! Gerard sicuramente non vorrà scoparsi una melanzana!'' Pensò Frankie riguardo il colore degli enormi lividi sparsi lungo tutto il suo minuscolo corpo.
Dopo quelle che sembrarono ore di cammino verso una meta ignota, il nano malefico giunse in uno spiazzo dove al centro di essa c'era una grande roccia su cui era posizionata una lanterna. Così Frankie, letteralmente illuminato alla vista di quel semplice oggetto, convinto che ''sarebbe riuscito ad evadere da quel posto'', corse subito verso la roccia ed afferrò la maniglia della lanterna di ferro. Il piccoletto ebbe la bellissima idea di cercare di arrampicarsi sulla roccia, che, seppure abbastanza bassa, era difficile da scalare per il nano da giardino. Dieci cadute, venticinque lividi e tredici graffi dopo, Frankie riuscì a salire su quella benedettissima roccia giurando che ''Ma porca puttana. Non farò mai e poi mai alpinismo! Piuttosto mi tuffo a pesce dall'ultimo piano di un grattacielo!''
In lontananza il moro (biondo ai lati) poteva scorgere non molto lontano da dove si trovava una specie di castello. Più che tale si poteva ipotizzare fosse un vero e proprio castello delle tenebre. Sul tetto continuava a vedere uccellacci del malaugurio che volavano in circolo. Tutte le luci erano spente, c'erano varie finestre, da cui l'omino con una lanterna in mano (che più che nano da giardino sembrava cucciolo alle prese con un diamante nella cava) pensò di aver visto ''forse un fantasma''. Frankie si guardò intorno, riuscendo a scorgere solo un infinita distesa di nebbia e cime di alberi che si muovevano nonostante non ci fosse un alito di vento. Non vedendo alcuna via d'uscita da quel posto che si scopriva sempre più inquietante decise di raggiungere il castello poco distante. Sperando che vi abitasse un'anziana brava signora che avrebbe anche potuto offrirgli magari qualcosa da mettere nello stomaco perché ''cazzo! Sto morendo di fame! Mannaggia a me e che non mi porto uno spuntino! Devo dare ascolto più spesso a mia madre..'' Ma dubitava fortemente del fatto che una dolce e tranquilla vecchietta potesse abitare in un posto del genere. ''A meno che'' pensò Frankie ''non fosse diretta discendente di Dracula o della famiglia Addams.''
Cuccio...Frankie saltò giù dalla roccia, credendosi di essere Mike Powell*, e per poco non si spezzò una caviglia. Quel ragazzino era spericolato. Aveva più energia lui che tutta la centrale dell'Enel.
Continuò a camminare, anzi, a correre, per quel sentiero che ad ogni passo che faceva sembrava volesse inghiottirlo nelle sue viscere per non lasciarlo più andare via e magari non scopare vedere più il suo amatissimo Gee.
Passarono altri infiniti minuti o ore di corsa. Frankie prese la maniglia per bussare e la sbatte più forte che potè sul portone. -Mi scusi! C'è ness..- tentò di dire, era così stremato, affaticato e impaurito che scivolo con la schiena sulla porta fino a poggiare le sue belle chiappette sul pavimento polveroso della veranda di quell'orribile posto, che doveva essere la sua unica via d'uscita da lì. Si prese le ginocchia al petto e le strinse forte, chiuse gli occhi e aspettò. Altri interminabili minuti si succedettero, quando poi rassegnato, il moro-biondo appoggiò la sua schiena alla porta, ritrovandosi poi disteso in tutto il suo metro e una vigorsol su di un tappeto che faceva invidia a quello della famiglia Addams. Stava fissando un soffito che doveva essere altro almeno tre metri, con un lampadario di ferro dove alloggiavano delle enormi candele accese. Ancora confuso dall'accaduto girò il volto verso destra, dove incontrò quello di un ragno grande quanto il suo pugno. Il piccoletto, spaventato e inorriditò da quella besta ''famelica'' si alzò di scatto, urlando e correndo via dall'androne principale di quella casa.
Abbastanza lontano dal mostro incontrato all'ingresso si fermò. Si era ritrovato PER PURISSIMO CASO, in un bagno sporco e logoro, con uno specchio rotto, una vasca incastonata nel muro, tubi arruginiti che percorrevano tutti gli angoli della stanza e vari cessi orribilmente sporchi. Su di cui uno era disegnato un cuore.
Frankie si fermò all'ingresso, si piegò e poggiò i palmi delle mani alle ginocchia per tentare di riprendere fiato. ''Questo posto è orribile. Preferivo il bosco, a questo punto.'' Non appena il suo battito cardiaco ritornò normale così come il suo respiro, alzò lo sguardo ed incontrò quello mascherato di una zebra. Neanche il tempo di emettere uno strilletto molto poco etero, come suo solito, e tutto si fece buio.
Al suo risveglio, la testa gli faceva un male tremendo. L'uomo-zebra non c'era più. Il piccoletto si alzò, massaggiandosi la nuca dolente. Fece un passo e si ritrovò nuovamente sul pavimento piastrellato e unto ti quel posto. Si mise a sedere e scoprì di essere incatenato per una caviglia ad uno dei tanti tubi che vi erano nella stanza. Impaurito da tutto ciò Frankie si guardrò a destra e a manca gridando più volte -Aiuto! Aiuto! Qualcuno riesce a sentirmi! Uomo-zebra lo so che ci sei! Non fare il furbo! Ti ho visto, tu mi hai colpito! Daaai liberami! Se vuoi essere fatto un servizietto veloce io sono a disposizione, non mi dispiace, ma devi togliermi questa fottutissima catena dalla caviglia! Ti preeeego!-
Dopo i vari e vani tentativi di persuadere l'uomo-zebra il povero Frankie si rassegnò all'idea che sarebbe morto lì, incatenato come una besta da macello. -Io sono meglio di un maiale! Io potrei essere un coniglio! Noi scopiamo come conigli! Lo so che sei invidioso di questo brutto bastardo! Ripensandoci non ti farei neanche quel servizietto! Devi morire da solo! Senza nessuno che te lo succhi! Ecco, ben ti sta.- Disse il nanetto mettendo il broncio. Indietreggiò a braccia conserti e vide che per terra, proprio di fianco i suoi piedi c'era un registratore. Stranito dall'oggetto lo prese tra le mani e premette il pulsante 'play'.
Una voce da.. barbie? Risuonava attraverso quell'oggettino.
-Ciao Frank. Io so chi sei, ma tu, ovviamente, non sai chi sono io. Io sono il male fatto persona, anche se questa voce ti farebbe pensare il contrario. Tu non hai mai fatto niente di male Frank! Ed è per questo che ti ho condotto nel mio castello! Ti ho imprigionato per farti compiere azioni di cui tu non saresti mai capace!- Esordì la voce proveniente dal registratore. Frankie sempre più spaventato voleva premere stop, per mettere a tacere quella buffa voce che risuonava ancora nella sua testa, ma una strana forza glielo impediva.
-Frank, alla fine di questo messaggio partirà un timer, e dopo un minuto, quell'orologio appeso al muro di fronte a te partirà. Se in sessanta minuti, non riuscirai a prendere a pugni l'uomo che sta per entrare, morirai. E dico M O R I R A I. Capito il concetto? Sai quando una pallottola ti perfora la testa, una sega elettrica ti taglia in due, o un martello ti fracassa il cranio? Ecco. Quello è il mio concetto di morte. Ebbene, se non riuscirai a fare quello che ti ho detto, allo scadere dei sessanta minuti giungerà la tua morte. In un modo particolarmente innovativo, ma giungerà.- Disse ridendo la voce.
Frankie era letteralmente sconvolto da quello che aveva appena sentito. Stava per premere stop, usando tutta la sua forza, ma la voce risuonò ancora una volta nella stanza.
-Siccome sono buono, ho un indizio per te, per riuscire a salvarti senza superare la prova. La chiave è nel cuore, Frankie. E' nel cuore.- Momento di suspense pieno di paura e sgomento degno di film dell'orrore.- Vivere o morire, Frank. Fa la tua scelta.- Disse infine la voce, con tono grave ed una risata che era simile a quella che ha la bonas del programma avanti un altro.
Il timer di un minuto partì, e Frankie cercò di rimanere lucido, sobrio, come non lo era mai stato in vita sua.
-Porca di una puttana generata da una zebra e un toro! Ma perché sono così imbecille da uscire la notte, alla ricerca di avventura a Belleville, decidendo di esplorare le vie mai esplorate! Sono un coglione! Che bello! Morirò il giorno prima del mio compleanno! Complimenti Frank, ottima scelta per morire! Farti uccidere da un stupida voce da femmina col ciclo! Cazzo, Frank! Sembri una checca in calore! Calmati!- Disse il povero Frank, esasperato da tutta quella situazione. Era proprio una checca. Un nano-checca. Un nano-checca che stava per morire!
Il timer da un minuto cessò e dalla vasca posta di fronte a lui si inalzò l'uomo-zebra. L'orologio a muro posto sopra questultimo partì. E Frank risentì nella sua mente la risata da topo sadico della voce nel registratore. L'uomo-zebra si avvicinava sempre di più, e si fermò proprio davanti Frank, aspettando una sua mossa.
-Non lo farò mai lurido figlio di puttana! Sei una checca col ciclo che non sa cosa fare durante il tempo libero quindi si mette a giocare con la vita delle persone innocenti! Sei solo una brutta copia di ''Saw- Parole crociate!''. Lui si che è un vero maniaco sadico! Ma lui lo fa per una giusta causa!- Trillò isterico Frank. Non ne poteva più di quella situazione. Era deciso a non colpire quell'uomo. Poi lo guardò e scoprì che era interamente vestito di nero, con avvolto intorno al collo un boa viola. Da sotto la maschera si potevano intravedere dei capelli rosso fuoco. In quel momento Frank capì tutto, e iroso, si alzò e si arrampicò sull'uomo per raggiungere la sua testa e tolse la maschera a quello che credeva fosse Gerard. Ma non era lui, era un volto pieno di catrame, con una specie di occhio-oblò proprio al centro del viso. Il nano da giardino indietreggiò, vide che i 60 minuti erano passati. L'uomo di fronte a lui incominciava a strabordare catrame attraverso i vestiti, per poi ricoprirsi interamente. Frank sbattè contro il muro, tentò di liberardi da quella catena che lo imprigionava, tirava con tutte le sue forze, ma niente. Il mostro di catrame incombeva su di lui, così come le pareti piastrellate di quel bagno si stavano avvicinando, pronte a schiacciarlo come uno scarafaccio.
Frank urlò. Capì che la morte era vicina. E poi il buio.
Si risvegliò di soprassalto, sgranò gli occhi. Ci volle qualche minuto per rendersi conto che si trovava nel fresco letto di Gee e che tutto quello era solo un incubo. Guardò l'orologio a led sulla scrivania, segnava le sei e quarantadue del mattino. Quindi era veramente il suo diciassettesimo compleanno. Non era morto.
Rimosse quel pensiero dalla mente e si voltò. Il suo visò incontro quello di un uomo-zebra e di un mostro di catrame. Frank urlò, indietreggiando sul letto, per poi cadere rovinosamente sul pavimento di legno della stanza. Si allontanò ancora di più dal letto, incapace di alzarsi. Lì pensò che non era un sogno, era tutto vero. Quando poi sentì delle risate troppo familiari provenire da dietro il letto matrimoniale.
Il piccoletto si alzò cautamente, e allo stesso modo arrivò dall'altro lato del letto, dove vide Gerard e Mikey distesi sul pavimento, piegati in due dalle risate.
-Voi due grandissimi figli di puttana che non siete altro! Voi non capite che mi avete fatto prendere quasi un infarto! E poi, una zebra! Un mostro di catrame! Ma poi vi sembra il caso di farmi uno scherzo! Lo sapete che sono irascibile quando mi sveglio!- Urlò Frankie ai due ragazzi ancora distesi a terra dalle risate, che ormai avevano raggiunto le lacrime.
-Andiamo Frankie! Non ti inalberare che poi mi costringi a metterti insieme a cucciolo e brontolo a fare il nano da giardino!- Disse il più piccolo dei fratelli Way, tentando di alzarsi senza cadere.
-Dai piccolo!- Disse Gerard alzandosi e piazzandosi di fronte a lui.-Non fare così!- Proseguì il rosso guardando il nano maliziosamente per poi passare lo sguardo sul fratello.
-Buon compleanno Frankie!!- Trillarono i fratelli Way all'unisono, per poi gettare di peso il piccolo festeggiato sul letto matrimoniale inisiandolo a solleticare ovunque.
Detto fra noi, Frankie dopo quell'esperienza bruciò le maschere che i due ragazzi avevano usato per spaventarlo e pensò di essere fortunato ad essere nato proprio il 31 ottobre, giorno della vesta di Halloween, la sua preferita, d'altronde.
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NOTEEEEE
*Mike Powell: Campione mondiale di salto in lungo. Deterrente il record di 8,95 metri ottenuto nella finale dei Campionati Mondiali di Tokyo, il 30 agosto 1991.
Allooooora, è una cretinata, lo so, non è neanche uscito come volevo, ovvero, non è poi così demenziale. Non lo so, non mi convince per nulla. Io lo posto l'ho postato lo stesso. Tanto per farmi del male da sola.
Ci sono riferimenti a Saw, a Scooby Doo e ad un percorso del gioco ''Mario Kart''. (Cretina io che ve lo dico pure.)
Spero sia abbastanza demenziale da avere senso (?)
Fatemi sapere cosa ne pensate, così posso continuare a scrivere :3
Shiau pipol,
Lover.
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Capitolo 2 *** You can't put MY boa with white clothes, Mikey! ***
Cap 2. You can't put MY boa with withe clothes, Mikey!
Eccoci
quaaaaH! Siamo giunti alla festa del ringraziamento.
Solo
questo.
A
più giù! Buona lettura. Di questa cagata.
PS:
scusatemi gli eventuali errori di battitura, non c'ho lo sbatti di
rileggere sta merda.
CONVENTIONAL HOLIDAYS.
Capitolo due.
-You can't put MY boa with white
clothes, Mikey!-
-MIKEY!-
Tuonò il maggiore dei Way dalla cantina-lavanderia.
Mikey spaventato come un cane a
capodanno, si rifugiò nell'armadio di Gerard, sapeva che
lì non l'avrebbe mai cercato. Tremava. come sempre quando il
fratello si comportava da divaH e voleva mangiarlo -se non prima averlo
scuoiato- vivo.
-MICHAEL JAMES WAY.
SCENDI IMMEDIATAMENTE O VENGO A PRENDERTI IO. E penso
che tu non voglia finire nella lavatrice, o sbaglio?-
Continuò incazzatissimo Way Sanior (ma con una risata da
sadico che solo il video di Famous Last Word poteva esserne
all'altezza) come un peter pan che sgridava quella troia di Trilly
campanellino perché aveva fatto -apparentemente-
''uccidere'' quell'altra puttana di Wendy.
Il povero piccolo Mik si
passò le mani sul volto. ''La prossima volta se lo scorda
che faccia la lavatrice, se la fa lui, invece di farsi, nella stanza
accando alla mia (da cui potevo sentire tutto), il nano malefico.'' Era
rinchiuso ancora nell'armadio, tremante come un elfo di Babbo Natale il
25 dicembre rinchiuso in una stalla con renne puzzolenti che smerdavano
e pisciavano ovunque, al polo nord. Quando Gerard faceva la divaH
capricciosa e si incazzava con lui per una sciocchezza non lo
sopportava. Anche perché sapeva che in un modo o nell'altro,
per quello che aveva fatto, gliel'avrebbe fatta pagare. Ed anche
pesantemente. E lui aveva paura delle vendette di Gerard. Ne era
completamente terrorizzato, quasi quanto lo era quando guardavano per
la milionesima volta The Ring con quella cazzona di Samara, che uno
shampoo manco se lo fa con quel piscio che c'ha intesta, che usciva da
quel cazzuto di pozzo e da quella fottuta TV.
Era spaventato a morte, ma se non
sarebbe andato da lui la cosa si sarebbe evoluta in una maniera molto
poco piacevole. E Mikey non amava le cose ''molto poco piacevoli''.
Si fece forza e piano come una
tartaruga zoppa si avviò verso la cantina, dove il suo
orribile destino lo aspettava.
-Mikey se non scendi tra tre
secondi giuro che vengo sopra io. UNO! DUE! TR..- Mentre Gerard
enunciava l'ultimo fatidico numero che gli avrebbe permesso di andare a
torturare suo fratello minore una testa bionda e degli occhiali da nerd
spuntarono da dietro il muro, impauriti.
-Si? Mi hai chiamato per caso?-
Disse Mikey, cercando di farsi forza e affrontare le conseguenze delle
sue azioni. Si fece avanti e uscì da dietro il muro. Si
sentiva nudo come uno di quei gatti spelacchiati che hanno le zitelle
in calore ma che non trovano un fesso che se le pigli.
-Quante cazzo di volte ti ho detto
che non devi ASSOLUTAMENTE mischiare i colori? EH? SI SCAMBIANO, Mikey.
Diventano di un colore completamente diverso.- Ringhiò
Gerard, con dei panni ancora umidi tra le mani.
-Ma...Ma.. Ma io... io non lo
sapevo...- Disse balbettando il fratello minore, tramortito dalla
scenata da divaH del fratello.
-Mikey, tu non puoi mettere i MIEI
boa con i panni bianchi! Cazzo Mik, non posso indossare mutande rosa!
Come faccio io stasera? Ti ricordo che verrà Frankie a
festeggiare con noi il ringraziamento.- Disse serioso Gerard, guardando
furioso il fratello che si stava appiattendo contro il muro, quasi
volesse attraversarlo e scappare da quelle mura per rifugiarsi con i
pinguini imperatore al polo sud.
-Dai, Gee, secondo me quelle
mutande rosa attizzeranno un casino Frank.- Disse sogghignando Mikey,
forse più sollevato.
-Non shercare, Michael. Non
scherzare col fuoco, che poi finirai col bruciarti.- Enunciò
con un sorriso sadico e ammiccando al fratello, il maggiore dei Way.
Mikey sbiancò a quelle parole. Era un cadavere. Peggio della
farfallina sbrilluccicosa che era Edward Cullen. Mik era terrorizzato
dal fratello, certe volte. In quel momento il rosso scoppiò
in una fragorosa risata, si piegò in due dalle risate,
finendo sul pavimento bianco piastrellato. Batteva i pugni sul
pavimento, preso da una convulsa risata.
Mikey mise il broncio, il suo
colorito ritornò roseo e unì braccia conserte. Si
sollevò sulla lavatrice, con l'intento di sedercisi sopra,
ma tutto quello che si aspettava fu di finire DENTRO la lavatrice. Non
si era minimamente accorto che il coperchio della lavatrice era aperto,
ed ora aveva il culo bagnato e probabilmente i suoi vestiti
si sarebbero scambiati di li a poco se non fosse uscito al
più presto.
-Ma porca puttana di quella troia
in calore! Cazzo Gerard! Aiutami!- Disse iroso Mikey, agitandosi
nell'intendo di uscire da quell'inferno.
Il fratello non appena vide la
scena scoppiò in una nuova lunga e fragorosa risata. Suo
fratello era più imbranato di Ken quando voleva chiedere a
Barbie di scopare.
Dopo quelli che saranno stati
venti minuti di risate per Gerard e di prigionia per Mikey, il rosso
riuscì ad alzarsi e prima di aiutare il fratello,
scappò al piano superiore e ritornò con il
telefono tra le mani.
-Questa va dritta su Twitter caro
mio!- Completamente cosciente del fatto che tutti i loro fan
l'avrebbero vista e in pochi secondi avrebbe fatto il giro del mondo.
-No Gerard! Ti prego! Non farlo!-
Si dimenò Mikey, implorandolo, ancora nella lavatrice.
-Mi dispiace fratellino! E' la mia
vendetta questa, che non è ancora finita!-
Enunciò Way Sanior scattando la foto e postandola su
twitter, con la scritta ''Forse mio fratello voleva fare una doccia....
;)''
Gerard posò il telefono
su di uno scaffale e sogghignando si avvicinò al fratello
per aiutarlo ad uscire dalla lavatrice.
-Beh, ora il tuo culo sa di
ammorbidente! Io ne andrei orgoglioso, non tutti hanno il culo che
profuma.- Disse ridendo il rosso.
Mikey mise il broncio e a braccia
conserte salì le scale diretto in cucina. Doveva preparare
la cena del ringraziamento.
Una volta mandato a fanculo il
fratello che entrò nella sua camera ancora con il suo
sorriso da ebete stampato in faccia, e arrivato in cucina,
aprì il frigo e con entrambe le mani prese il pezzo
più grande che avesse mai visto morto: il TACCHINO.
Mikey lo poggiò sul
tavolo, fece altrettando con i suoi palmi e guardò,
sfidandolo, il tacchino vuoto quasi come la testa del fratello. Si
alzò le maniche della maglia verde. -A noi due, mostro.-
Annunciò il biondo, prendendo tutte le verdure tritate e
infilandole su per il culo del malefico tacchino.
**
-Cazzo Frank! Smettila! Stai
consumando il pavimento!- Disse Jess mentre sistemava dei fumetti sugli
scaffali.
Il piccoletto stava macinando
chilometri sul pavimento del negozio di fumetti del padre di Jess, sua
amica e confidente di sempre. Era come quelle troiette che si mandavano
il paio di jeans da un posto all'altro del mondo, solo un po' meno
troietta, più fantastica. Se si può dire
più fantastica.
-Non posso, Jess! Gee mi ha
invitato a casa sua per festeggiare il ringraziamento! TI RENDI CONTO?!
E' una cosa importantissima! E io non mi sento pronto...-
Pronunciò le ultime parole con un filo di voce, sperando che
la sua piranha/amica non l'avesse sentito. Ma purtroppo sperava male,
perché dopo qualche secondo un dolore lancinante si espanse
per tutta la nuca del moro.
-Santo dio Jess! Ti sembra il
caso! Mi hai fatto un cazzo di male, cazzo! Sei troppo una cazzo di
manesca, e porca puttana! Ora mi si formerà
un'ematoma grande quanto una mela! Grazie, eh! Che amica che sei, che
cazzo. E' una merda. Tutto.- Tisse prima iroso e poi triste Iero.
-Non arrabbiarti con me se sei un
fesso pauroso e basso.- Disse cercando di mascherare le risate. La
ragazza scese dalla scala adoperata per sistemare i fumetti e
andò dietro il bancone. Poggiò la testa sul palmo
delle mani e sbuffò.
-Senti, Frankie. Non ti devi
assolutamente preoccupare, ok? Tu e Gerard state insieme da un po', e
quindi non dovrebbe esserci niente di preoccupante in tutto questo.
Siete innamorati. Tu vuoi scopare lui e lui vuole scopare te,
è normale!- Continuò Jess, guardando assonnata il
bassotto marciatore di fronte a lei.
Il nano si fermò,
guardando preoccupato Jess. -Sei sicura? Io non lo so... Non siamo mai
stati insieme.. In quel senso... capito no? Non so se lui vuole oppure
no, e se sono pronto...- Disse insicuro, guardandosi le punte delle
vans nere.
Jess sorrise
come una madre apprensiva e scavalcò il bancone
per andare vicino Frank. -Ti ho detto che non devi preoccuparti. Tu
pensa solo a vestirti bene, ad improfumarti e vedi che andrà
una meraviglia.- Disse ancora sorridendo la ragazza, per poi
abbracciare dolcemente Frank.
-Grazie, Jess.- Disse ricambiando
il sorriso il moro. -Secondo te devo portare dei sex toys?- Disse
allarmato ricominciando con la marcia.
**
Mikey mise in forno l'enorme
tacchino che aveva riempito con di tutto e di più.
-Ho vinto io, brutto stronzo. Tsk.
Un tacchino non può battere Mikey Way.- Disse soddisfatto il
nerd biondo, intento a ripulire la cucina dal disastro che aveva
combinato.
Intanto Gerard era al piano di
sopra, con lo sguardo fisso in un punto lontano dentro l'armadio, quasi
stesse cercando la porta per raggiungere Narnia.
''E se non vuole? E se non
è pronto? E se non lo sono io? E se qualcosa andasse storto?
FOTTETEVI TUTTI.'' Questo era ciò che aleggiava nella mente
di Gerard da quando si era chiuso in camera e aveva lasciato il
fratello a lavorare ai fornelli.
-Vado a farmi una doccia.-
Enunciò il rosso a qualcuno nella stanza. Si diresse verso
il bagno e infine entrò nella doccia. Regolò
l'acqua ad una temperatura che avrebbe ustionato chiunque, ma era
novembre e stava letteralmente congelando.
Improvvisamente il getto bollente
che gli stava dando sollievo dal gelo pungente si trasformò
nell'acqua più fretta dell'oceano pacifico. Gerard stava
congelando, indietreggiò e scivolò sul sapone
caduto e finì col sedere per terra. Irato, capì
subito l'artefice di quell'atto.
-MIKEY!- Urlò Gerard
talmente forte che lo sentirono anche nel quartiere vicino.
Uscì dalla doccia ancora bagnato e pieno di sapone si
avvolse un asciugamano intorno alla vita ed uscì dal bagno,
pronto a prendere a ceffoni il fratello.
Non appena svoltò
l'angolo per scendere le scale e raggiungere il piano inferiore si
ritrovò quel nano del suo fidanzato di fronte che non appena
vide Gerard in quelle ''vesti'' sgranò gli occhi e per poco
non si eccitò davanti al rosso.
-Cazzo brutto nano malefico! Mi
fai venire un infarto così!- Disse diveggiando Gerard, con
una mano in petto, gocciolando ovunque.
-E comunque smettila
di sbavare.- Continuò il rosso, avvicinandosi al piccoletto
e baciandolo ardentemente. Gerard gli prese i fianchi e
camminò fino a raggiungere il muro. Continuarono a baciarsi,
le lungue che si scontravano e giocavano fra loro. Le mani di entrambi
che vagavano ovunque cercandosi, desiderandosi come non mai. Il
più alto trasportò Frankie fino alla porta della
sua stanza, sempre baciandolo, alternando le labbra al collo che
prendeva a piccoli morsi. Lo sapeva che i morsi eccitavano il
piccoletto, infatti il suo pacco cominciava a gonfiarsi. Gerard sorrise,
accorgendosi di quel cambiamento e sorrise
soddisfatto di fare quell'effetto su Frank. Gerard fece
scattare la maniglia della porta, mentra mordeva il lobo dell'orecchio
destro del nanetto. Fecero un passo, diretti verso il letto. Way Sanior
gettò sul letto (con la trapunta di superman) Frank e vi si
mise sopra cavalcioni, per poi togliergli la maglia e baciargli il
petto ormai completamente ricoperto di tatuaggi. Arrivò al
basso ventre e slacciò i pantaloni del nanetto, alzando lo
sguardo e sorridendo maliziosamente, mentre Frank cercava di non
gritare il suo nome come una puttana in calore. Gerard gli
sfilò i pantaloni e lentamente gli abbassò i
boxer.
-GERAAAAAAARD! FRAAAAAAAAANK!! E'
pronto il tacchinoooooo!!!!- Stridò Mikey dal piano di
sotto, frenando ogni intenzione che i due innamorati avevano. Entrambi
sbuffarono all'unisono. Gerard scocciato si alzò dal letto,
e si mise una maglia nera attillata. Cosa che faceva benissimo agli
ormoni di Frank, che in quel momento avevano preso il sopravvento su
tutte le sue azioni e pensieri.
-MUOVETEVIIIIIIIII CHE POI SI
FREDDAAAAAA!!!- Continuò Way Junior, preparando la tavola.
La divaH e il nanetto, di cui la prima ancora bagnato e con
l'asciugamano in vita, scesero le scale e arrivarono in cucina.
Entrambi fulminarono con lo sguardo Mikey.
-Cosa ho fatto questa volta?-
Chiese incredulo.
-Primo: mi hai fatto GELARE. NON
DEVI APRIRE L'ACQUA CALDA MENTRE IO SONO IN BAGNO, CAZZO. Mi sento un
pinguino ora. Un pinguino molto sexy e figo, ma pur sempre un pinguino
e pur sempre più alto di te.- Disse il rosso, baciando
nuovamente Frank.
-E secondo: Tu devi scegliere
sempre i momenti migliori per chiamarci, eh?- Disse serio, ma comunque
ridendo (?)
Il moro e il biondo si sedettero a
tavola e lo chef prese il tacchino dal forno e lo poggiò sul
tavolo, al centro.
Gerard e Frank guardarono prima
l'animale morto di fronte a loro e poi Mikey, con uno sguardo incredulo
e divertito.
-Mikey questo è un
pollo! Non è un tacchino!- Disse Way Sanior, facendo
scoppiare una risata generale.
**
NOTEEEH:
Buon ciao, questo capitolo
è ancora più pietoso del primo, non mi piace, ma
sto dormendo, quindi siete liberissimi di lanciarmi qualsiasi cosa
vogliate.
Ci son riferimenti a varie cose,
non c'ho lo sbatti di scrivere tutto.
Ringrazio come sempre The last
thing I see che se non mi avesse spronato a scrivere questa cosa non
l'avrei mai fatto.
Salve salvino mondo unicornino!
Ci si vede al prossimo capitolo
con il NATAAALE! (che scriverò se questo e il primo avranno
almeno un po' di considerazione, se no che lo faccio a fare?)
Ci sarò una sorpresa!
State attenti u.u
Shiau.
|
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Capitolo 3 *** In every Christmas there is alWays a BIG surprise. ***
In every christmas there is always a big surprise
ROSSO
perché siamo in tema natalizio *^*
Comunque
niente di particolare su questo capitolo, solo che come al solito non
mi piace. E QUANDO MAI NO.
Vorrei
ringraziare Juliet
loves the beat
e The last thing I see che
sono due scazzate ma a cui voglio bene bene e che spero leggeranno le
note :3
ARGH
a tutti.
Shiau.
A
più giù.
CONVENTIONAL
HOLIDAYS
Capitolo
3.
In
every Christmas there is alWays a BIG
surprise.
''Jingle
Bells, Jingle Bells,
Jingle all the way!
What fun it is to ride
In a one-horse open sleigh.''
Questo
motivetto stava uccidendo la salute a tutti.
Il
Way rosso stava vagando depresso attraverso il grande centro
commerciale poco fuori Belleville da un tempo indecifrabile. Aveva gli
avambracci poggiati svogliatamente al carrello vuoto. Fuori faceva un
cazzo di freddo della Madonna (dopo tutto era il 24 dicembre eh cazzo),
ma in quell'edificio il riscaldamento era così elevato che
sembrava stessero in pieno giugno. Gerard infatti si era sfilato la
giacca di pelle e la camicia e ora indossava solo quella canotta nera
che metteva sempre ai concerti e che faceva puntualmente arrapare come
un cavallo, anzi, come un my little pony il piccoletto di
Frank.
Per
prima cosa Way Sanior doveva fare la spesa per la cena di Natale che
doveva preparare di lì a poco, e poi doveva ancora comprare
un regalo a suo fratello palle al profumo di coccolino e al Nano
malefico.
NON
SAPEVA COSA CAZZOPENE DI REGALO PRENDERE.
Così
decise di optare per la spesa. Entrò nell'ancora
più enorme supermarket all'interno del centro commerciale in
cui girovagava dalla mattina alle 11, quando ora erano le 16. Anzi,
doveva affrettarsi, o non sarebbe stato in tempo né per la
cena né per comprare un regalo ai due sfigati che lo
aspettavano a casa. Detto molto sinceramente non sapeva neanche cosa
preparare per la cena. Cercò di ricordarsi cosa preparava la
madre fino a quando non li aveva praticamente cacciati a calci da casa
e fatti andare a vivere da soli. Perché diceva ''Vi siete
fatti grandi! Dovete andarvene! Dovete imparare a vivere da soli e a
responsabilizzarvi!'' e Gerard le aveva risposto ''Mamma, ma se tu fino
a ieri ci lavavi ancora le mutande!'' ma neanche quello era riuscita a
smuoverla dalla sua posizione. Da quel momento il rosso preferiva non
parlarci, perché un po' se l'era presa (da divaH
com'è un torto come quello non si poteva fare).
I
suoi pensieri furono interrotti da un oggetto non identificato,
lasciato lì, nel reparto delle carni di mucca. A Gerard
parve di aver visto il signore. Aveva avuto come una chiamata dal cielo
e si avvicinò a quell'oggetto. Lo prese tra le mani e lesse
''POLLO INTERO''.
-Gesù,
Giuseppe, Sant'Anna e Maria! Donatemi il cuore e l'anima mia!- Aveva
detto Gerard sussurrando, ad occhi sgranati, mentre stringeva tra le
mani il pollo. Si era praticamente innamorato di quel pezzo di carne.
Poteva far concorrenza al nano da giardino sempre inalberato. Solo che
lui era inanimato quindi ''non potrò scoparci. Uff.''
pensò la divaH.
Lo
mise subito nel carrello e andò correndo nel reparto salse e
erbe. Prese un po' di tutto quello che trovava e lo mise nel carrello.
Poi una vocina come metallica si udì attraverso gli
altoparlanti. Annunciava ''il centro commerciale chiuderà
tra trenta minuti esatti perché è il 24 Dicembre
e tutti noi vorremmo andare a casa a fare i cazzi nostri come voi fate
i vostri. Quindi preghiamo i gentili signori clienti di affrettarsi ed
uscire e a levarsi dalle palle.''
-MERDA!
CAZZOPENE FIGLI DI PUTTANA CHE NON SIETE ALTRO! PORCA TROIA, DEVO
MUOVERMI PORCOCANE.- Disse Gerard non appena la voce smise di parlare.
Gettò un ultimo pacco di patatine nel carrello (dopo averne
presi circa una trentina) e corse alla spietata e disperata ricerca di
una cassa aperta.
-MA
CHE CAZZO! CI SARA' UNA CAZZO DI CASSA APERTA NO? CRISTO.- Si
guardò intorno e finalmente, (anche perché se non
avesse trovato una cazzo di cassa aperta sarebbe scappato senza pagare)
trovò l'unica cassa aperta. Corse incontro a quella e fece
una curva che faceva invidia a Schumacher e arrivò prima di
una vecchietta che doveva pagare solo un cartone di latte. EEEEH NO.
Doveva aspettare. Anche se ora faceva gli occhi languidi alla divaH lui
non si smuoveva. Poggiava repentinamente tutti i prodotti dal carrello
al nastro sulla cassa. La cassiera, sempre quelle svogliate gli
capitavano, andava più lenta di una lumaca incinta. Una
volta messi tutti i prodotti sulla cassa Gerard portò il
carrello dall'altro lato, aspettando che la cassiera muovesse un po'
più il culo.
-ALLORA?
CI VOLGLIAMO MUOVERE O NO? Io devo andare a casa a preparare la cena di
Natale e tu stai quà peggio di un lombrico morto e sepolto
nel terreno invece di sbrigarti!? Un bradipo con le braccia rotte ci
metterebbe di meno! Per Dio. Si sbriga per piacere?- Ovviamente la
divaH fece la sua scenata da checca isterica col ciclo e la vecchietta
col cartone di latte lo guardava ad occhi stralunati.
-Ora
non mi fa più gli occhi dolci, eh!- Disse il rosho
insinuando anche sulla povera vecchietta. -Io non mi farei mai una come
lei! Non ha un briciolo di coraggio o di autostima, e dovrebbe averne!
Perché nel mondo siamo tutti infami cara la mia signora
pedofila!- Continuò Way Sanior.
Una
volta che la principessa sul cazzo della cassiera ebbe finito di
mettere i prodotti nelle buste la divaH le prese e le gettò
letteralmente nel carrello, pagò più in fretta
che potè e sgommò con il carrello verso l'unico
negozio dove aveva visto qualcosa di interessante per il nanetto.
Erano
le 16:15 e il rosho ancora doveva comprare un regalo agli
scartavetratori di maroni. Si fermò col fiatone davanti al
negozio e corse dentro. Prese qualche cosa a caso e si
affrettò ad andare alla cassa. La ragazza dietro il bancone
era peggio di quella del supermercato. A confronto il bradipo di prima
sembrava Beep Beep.
-Sempre
tutti molto attivi, eh in questo posto?- Commentò irato la
divaH con gli occhi rossi per la rabbia verso le cassiere e verso quel
posto. Agguantò la busta e lasciò una banconota
alla cassiera.
Cercò
un'uscita vicina, ma a quanto pareva non c'erano dov'era lui.
-IL
SOLITO CULO CHE HO, NON E' VERO? GRAZIE A TUTTI VOI, EH!-
Continuò con la sua sfuriata contro il mondo. C'era ancora
la vecchietta che non appena si accorse che Gerard la stava guardando
con occhi infuriati pronto a partire per darle una cornata
scappò cercando di avanzare il passo nonostante fosse
decrepita. Perché tutti avevano paura di una divaH checca
col ciclo e infuriata col mondo. E questo a Gerard riusciva benissimo.
Quasi tutti i giorni. E soprattutto con suo fratello specialmente
quando gli scambiava le mutande e le faceva diventare color ''zucchero
filato'' come l'aveva descritto il biondo rimbecilitto con le palle al
coccolino.
Controllò
nuovamente l'orario sul telefono e vide che mancavano tre minuti esatti
alla chiusura del centro commerciale.
-HHHHHHHHHHHHHHHH-
Gerard trasalì e corse in lungo e in largo verso l'uscita.
Quando mancava un minuto tutto si mosse in quel posto, le sirene
d'emergenza si accesero e scoppiò l'allarme.
-ABBANDONATE
IL CENTRO COMMERCIALE FOTTUTI BASTARDI. MANCA UN MINUTO ESATTO, SE NON
USCITE DI VOSTRA SPONTANEA VOLONTA' VERRETE ABBATTUTI E PORTATI IN
CARCERE. IMMEDIATAMENTE. NESSUNA ECCEZIONE. E NO,
NEANCHE PER LE DIVEH CHECCHE ISTERICHE COL CICLO.
CAPITO BENE? SU FORZA, USCITE STRONZI.- Questo
era ciò che diceva la voce che mezz'ora prima aveva
annunciato la chiusura imminente dell'edificio.
Gerard
affannato e stremato per la corsa ancora in atto, vide un'uscita, che
stava lentamente per chiudersi. Prese la rincorsa.
-PORCA
TROIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!- Urlò prima di
gettarsi tra le porte quasi chiuse, riuscendo a salvare le sue belle
chiappette.
-FANCULO
BRUTTI STRONZI! VI HO FREGATO! ANDATE A FANCULO, COGLIONI!- Riprese la
sfuriata la divaH. Guardò l'edificio chiudersi
ermeticamente. ''Mammamia che esagerazione. Manco fossimo nell'area 51!
Puah.'' Pensò Gerard, avviandosi calmo verso la macchina. Lo
scazzo gli era passato. Non gli fregava niente di quello che aveva
comprato a Mik e Frankie, anche loro gli avrebbero comprato cose da
schifo, lo sapeva già.
***
Palle
al coccolino e nano da giardino erano in balia dei preparativi per
addobbare la casa, visto che nessuno dei tre l'aveva fatto. E visto che
quella era la tradizione, addobbarono alla bene e meglio l'albero e
tutto il resto della casa, con oggetti natalizi vecchi di non si sa
quanti decenni che i due avevano trovato nel garage di casa Way.
La
stramba coppia si affrettava a mettere le palline di natale
sull'albero. A spazzare a terra e a buttare la sporcizia sotto il
tappeto, perché loro erano convinti che ''la divaH delle
pulizie'' (Gerard) non se ne sarebbe accorto.
Mentre
uno metteva i piatti natalizi in tavola, l'altro attaccava dei fili
dorati e argentati, in tema con l'albero, per tutti gli angoli della
casa.
Quando
la roba negli scatoloni finì e si resero conto di aver
sistemato tutti gli addobbi gettarono gli scatoloni dietro il divano
dicendosi che ''dopo avrebbero sistemato, tanto Gerard è un
fesso, non si accorge di ste cose''.
Finirono
di preparare la tavola, e si sedettero sul divano a guardare uno
stupido reality dove dei ragazzi alquanto truzzi e bigotti vivevano in
una casa proprio nel New Jersey, solo che loro erano tutti abbronzati,
muscolosi e scopavano praticamente ogni notte. Poi le ragazze erano un
caso a parte. Una era talmente bassa che anche il nano la prendeva in
giro. L'altra era talmente brutta che il grinch le faceva un baffo a
confronto e l'altra... BEH... sull'altra non si poteva dire niente
perché Mik e Frank finirono col parlare con le sue tette,
incantati da quello ben di Dio.
Sentirono
un rumore alla porta, qualcuno stava entrando, e subito il piccoletto
cambiò canale e mise su uno stupido film di natale che
puntualmente facevano OGNI CAZZO DI SANTISSIMO ANNO. Ormai quel bambino
che perdeva sempre l'aereo doveva essere maritato, avere dei figli e un
lavoro. Sempre se non era diventato un teppistello drogato che fumava.
Frank
cambiò canale perché se la divaH scopriva che
stava sbavando sulle tette di una si incazzava e diventava peggio di
Enzo e Carla quando vedevano abbinati il marrone con il verde.
-E
ma che merda!- Gridò il rosho entrando in casa e gettando le
chiavi sul mobile. Era pieno di buste che strabordavano di cibo
spazzatura.
-No
cazzoni che non siete altro! Non datemi una mano, mi raccomando!-
Continuò ancora la sua sceneggiata la checca col ciclo.
-HEIII?!
Belli addormentatiiiii!! Ci sono delle altre buste in macchina! Che ne
dite di dare una mano al cuoco? Se no addio cena di natale!- Disse
infine, sbuffando, Gerard. Posò le buste con il cibo in
cucina e andò a nascondere in un posto sicuro la busta con i
due regali per i cretini nell'altra stanza.
Quando
ritornò in cucina, vide che i due stavano entrando colmi di
buste su entrambe le mani.
-Ecco,
bravi bravi, poggiatele pure lì.- Disse il Way Sanior ai due
piccolini.
-Grazie
bimbi! Ora potete andare a giocare mentre la mamma cucina! Ma mi
raccomando, dovrete essere tutti puliti e profumati prima che sia
pronto! O niente regali!- Sfottè con voce da mammina
premurosa i due davanti a lui, con ancora le facce allibite per tutta
la spesa che aveva fatto.
-Non
vi lamentate che entrambi mangiate come di porci! Su su! Andate andate,
che qui ho da fare e non voglio due marmocchi mi girino in torno.-
Replicò spingendoli fuori dalla cucina.
La
divaH tornò ai fornelli e si mise a preparare la cena.
*Qualche,
molte, tante... ore dopo.*
-Bambiniiiii!!!
E' prontoooo!! A tavolaaaa!! Lavatevi le mani mi raccomando!- Disse il
rosho sfottendo i due che dopo poco arrivarono.
I
tre dell'ave maria si sedettero ad una tavola più che
imbandita. Tutto quel cibo avrebbe potuto sfamare per un mese intero
una famiglia di maiali indiani! Eppure erano tutti convinti che per il
mattino dopo non sarebbe rimasto più niente.
C'erano
ciotole ovunque sul tavolo, di pop corn, caramelle gommose, patatine di
tutti i tipi e via dicendo. L'unica cosa ''normale'' per una cena di
Natale era il pollo che, seppure era uno schifo, Gerard costringette i
due a mangiarne almeno un pezzo, perché ''lui ci aveva messo
il cuore e per lui era stata come una rivelazione dal signore in
persona.''
I
tre amici (di cui due erano fidanzati) si abbuffarono con tutto quello
che Gerard aveva comprato, tutti convinti del fatto che il giorno dopo
sarebbero stati malissimo con la pancia, ma non potevano buttare tutto
quel cibo e poi c'erano anche due bagni, e il giardino per Mikey.
Quindi non sen e fregarono tanto della salute.
-RAGAZZIIIIIIII!!!!
RAGAZZIIIIIIII!!!!! E' MEZZANOTTEEEEEE!!!!- Disse il piccoletto del
gruppo, saltellando da un divano all'altro per poi scendere e andare ad
abbracciare gli altri due che lo strinsero forte.
-Buon
Natale coglioni!- Dissero tutti e tre in coro per poi scoppiare in una
risata di gruppo che li portò fino alle lacrime.
-DAAAAAAAAAAAAAAAAAAI
APRIAMO I REGALIIIII!!!- Disse eccitato Mikey palle di coccolino.
-Ok,
coccolino.- Disse sfottendolo e facendogli l'occhiolino Gerard.
I
tre si avvicinarono all'albero, dov'erano posizionati vari pacchetti e
buste. Si avventarono sui regali con la stessa velocità di
un condor che vuole prendere la sua preda ormai morta. Aprirono i
bigliettini e lessero per chi fosse il regalo.
Frank
lo passò a Mikey, Mikey lo passò a Gerard e
Gerard lo passò a Frank. A tutti spettavano due regali. Li
scartarono assatanati e curiosi, manco stessero per vincere il super
enalotto.Ma non appena presero i regali tra le mani, in coro, dissero
-MA COS'E' QUESTA MERDA!?- Frank aveva regalato a Mikey un vibratore,
Mikey aveva regalato a Gerard un CD di Justin Bieber e Gerard aveva
regalato a Frank una maglia da donna con quella del mondo di patty
stampata sopra.
Il
trio, scandalizzato, prese in contemporanea un cuscino e
iniziò la lotta non solo di piume, ma anche di male parole.
Ad
un certo punto, quando tutti erano ricoperti di piume e ormai sensa
voce, sentirono un rumore provenire dal tetto, per poi spostarsi nella
condotta del camino. I tre, spaventati, si rifuggiarono tutti in posti
diversi, chi dietro il divano, chi sotto ad un tavolo e chi in mezzo
all'albero addobbato a Natale.
Poco
dopo videro un uomo vestito di rosso, con i capelli ad afro che usciva
impolverato dal camino.
-Porca
troia che male! Per un po' quel pezzo di legno mi inculava!- Disse
sciolto e disinvolto Babbo Natale. I tre uscirono allo scoperto e si
avvicinarono, piano.
-AVANTI!
NON FATE I FIFONI! Vi ho portato i regali!- Disse raggiante Natale
aprendo un saco di iuta. Prese un pacchetto e lo lanciò ad
ognuno di noi.
-Buon
Natale, cari!- Continuò euforico Natale.
Il
trio più Babbo Natale si sedettero vicino al camino e
scoprirono che Babbo Natale si chiamava Ray Natale e che ''Babbo'' lo
odiava ed era uno stupido nome da coglione che gli avevano affibiato.
Dopo aver scartato tutti i regali, parlato a non finire con Ray Natale
e finito tutto il cibo, i tre erano proprio contenti. Non avevano mai
passato un Natale come quello.
-Sapete,
ragazzi? Sono davvero strafelice di aver passato il mio Natale con voi.
E sono contento di aver conosciuto te, Ray Natale, grazie per averci
salvati dall'azzannarci.- Disse sorridendo la divaH. Quest'ultima si
avvicinò piano al bassotto e, con il viso attaccato
praticamente al suo, gli tolse una piuma dai capelli.
-Di
era rimasta questa tra i capelli.- Sussurrò seducente
Gerard. I due si guardarono e poi il rosho lo spinse sul pavimento e si
mise cavalcioni su di lui, baciandolo. Le loro lingue si assaporavano e
si rincorrevano. Le labbra di Gerard andavano a fuoco a contatto con la
pelle tatuata di Frank, e così faceva la parte di pelle su
cui Way Sanior aveva poggiato le labbra. Ci fu un altro focoso bacio
dove Gerard era impegnato a leccare i contorni del tatuaggio di Frank
sul collo, facendo eccitare quest'ultimo.
Poi
Gerard, si allontanò da lui e lo guardò. Frank
non capì cosa passasse per la mente sadica di Gerard. Esso
si alzò da dosso a Frank e si diresse verso il divano.
Andò dietro e prese in mano uno scatolone degli addobbi
vuoto. Beccati.
-QUANTE
CAZZO DI VOLTE VI HO DETTO CHE DOVETE METTERE A POSTO? EH? ALMENO UN
CENTINAIO!- Sclerò la divaH. Per poi scatenare una risata di
gruppo.
***
Buon
ciao, di nuovo.
Non
ho niente da dire, ci si vede al prossimo capitolo che si festeggia
capodanno. EHEHEHEHEHE Provate ad immaginare cosa succede a capodanno
:')
Scusatemi
gli eventuali errori e VI PREGO RECENSITE. La mia autostima
è finita sotto terra. :(
Shiau,
Lover.
|
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Capitolo 4 *** So... Thank you. -Part 1- ***
Ciorno
ciornino, chi vi parla è il trenino. No seriamente. I LIKE
TRAINS. (?)
Passando
alle cose serie che manco quelle sono serie siamo
arrivati a Capodanno! E a far compagnia ai nostri tre imbecilli,
c'è anche Ray Natale, sssicheseitenero.
Premetto
che forse questo capitolo sarà un po' più lungo
degli altri. Quindi siete liberissimi di mandarmi a raccogliere fave
nel Burundi, chiudere la pagina e non aprire più il mio
profilo. AGAAA non fatelo ç_ç Mi
sento triste al solo pensiero. :(
In
questo capitolo ci sarà un momento più serio tra
due personaggi, e meno demenziale come il resto delle cose che scrivo.
Volevo che la situazione della persona di cui parlano i due personaggi che
cosa complicata (non vi dico chi eheheh u.u) fosse
chiara.
Detto
questo, basta spoiler u.u
A
più giù.
Ah,
ovviamente non scrivo nulla di tutto ciò a scopo di lucro
ecc ecc e che se conoscessi i my chem non starei qui tra la plebe come
voi u.u
***
CONVENTIONAL
HOLIDAYS.
Capitolo
4.
So...
Thank you.
-Part
1-
-Crsito
Frankie, lo sai che sono un rincoglionito quando dormo il pomeriggio!
Non puoi chiedermi di adottare tutti i cani del canile e portarli in
casa nostra. Guarda! E' diventato un merdaio peggio della casa di Jack
Black in School of Rock. Dai cazzo. Riportali al canile. TUTTI.-
Tuonò il rosso. A Frankie parve che Gerard fosse diventato
più grosso del normale, e incombente, forse
perché il piccoletto si stava facendo piccolo piccolo contro
il muro. Più piccolo di quanto già non fosse
-ORA,
FRANK ANTHONY IERO.- Continuò tuonando il rosso, non appena
uno di quei cani enormi gli fu saltato addosso cominciando a insalivare
del tutto il viso del cantante. A Gerard faceva schifo quella melma che
quel gigacane gli stava spalmando sulla faccia. Tentò di
togliersi di dosso quell'enormità, ma i suoi tentativi erano
vani. Gli zamponi del cane gli stavano perforando la cassa toracica, e
quello si che faceva male.
-FRAAAAAAANK!
TOGLIMELO DI DOSSO!- Disse Way Sanior con un quarto di disperazione,
perché gli altri tre quarti erano occupati dalla divaH che
c'era in lui.
Ma
il nano malefito era ancora troppo impegnato a farsi sotto dalle risate
che non riusciva più ad alzarsi dal pavimento dove era
caduto piegato un due.
-Frank..
Ti prego!- Chiese esasperato il rosho. Iero sentì che Gerard
quasi lo implorava, così si fece forza e si alzò
a fatica.
Quest'ultimo
fischiò fortemente, e Way sanior quasi diventò
sordo. Ma in compenso qiel gigacane si era allontanato e si era seduto
sull'attenti. E così fecero tutti gli altri cani. In quel
momento Frankie parve a Gerard il figlio illeggittimo di Hitler. E si
spaventò non poco. Quasi gli venne istintivo di mettersi
anche lui sull'attenti, aspettando gli ordini di Hitler Jr.
Quando
il piccoletto offrì una mano alla divaH per alzarsi lui
l'accettò volentieri.
-Dio
che schifo. Ora devo farmi un bagno nel disinfettante. Bleah.- Disse
schifato il rosho, guardandosi il corpo e passandosi le mani sulle
guance.
Frank
abbassò il volto cercando di nascondere una risata. -HEI! Ti
ho visto! Non c'è nulla da ridere!- Tentò di fare
il serio Gerard, ma non ci riusciva quando Frank gli faceva gli
occhioni da gatto con gli stivali.
Sapete
quelle crisi di risate che appena iniziano non vi fermate
più? Ecco, il nanetto e la divaH si stavano scompisciando
sul pavimento da un lasso di tempo indeterminato. Alla fine, molto
scompisciamento dopo entrambi si alzarono, e video un Mikey con la sua
solita poker face che li guardava dalla rampa di scale.
-COS'HAI
TU DA GUARDARE, CANE?- Disse Gerard al gigacane che anche lui li stava
fissando. -VIA. STA. LONTANO. DA. ME.- Continuò categorico
il cantante. Il povero alano abbassò il muso e si
avvicinò alle gambe di Gerard, cui passo su una zampa e per
poco non gli stracciò i pantaloni. Poi si distese e
poggiò il muso sul piede scalzo del vocalist.
-No.
Non mi intenerisci così. Non mi smuovo. Tu e tutte le altre
bestioline amiche tue ve ne ritornata al canile, vero Frankie?-
Ribadì il rosho voltandosi verso il piccoletto che gli stava
facendo gli occhioni.
-Dai
Gee... Non possiamo tenere almeno lui? Solo lui. Guarda, ti si
è già affezionato.- Pregò il nano da
giardino.
Il
vocalist, si voltò verso il fratello ormai seduto sullo
schienale del divano vicino alzò le spalle.- Dai Gerard!
Fagli tenere il cane!- Disse il biondino per ripicca della foto di lui
con le pacche nella lavatrice.
-Dio
quanto sei stronzo.- Disse sconfitto Gerard. -E va bene! Teniamo il
gigacane!- Neanche finì di dettare le regole che Frankie gli
saltò letteralmente addosso facendoli andare a finire sul
divano, con le gambe del cantante appassionato di boa di piume colorati
penzoloni.
-Graziegraziegraziegraziegrazie!
Grazie Gee!- Disse felicissimo Frankie, ancora su Gerard mentre lo
abbracciava stretto. I due si guardarono. Il chitarrista aveva gli
occhi che gli brillavano dalla felicità e al vocalist venne
spontaneo sorridere. Era incredibile come una piccola cosa potesse
rendere così felice Frank. E poi era incredibile quanto
immenso era l'amore che quell'ometto provava per quei cosi sbavosi.
-Sono
contento di vederti così felice.- Parlò piano
Gerard, come se avesse paura di interrompere quel momento
così dolce. Frankie era appoggiato al suo petto, con un
sorriso a settordici denti, e le gambe intrecciate a quelle del
cantante che stava sovrastando. Gerard stringeva il corpo esile di
Frank. Entrambi desiderarono che quel momento potesse non giungere mai
al termine.
-Ehm
ehm..- Ruppe il silenzio Mikey. Entrambi i volti della coppietta felice
sul divano si trasformarono in espressioni furenti.
-Cosa
cazzo vuoi Mikey?- Dissero all'unisono mentre si alzavano dal divano
fasciato di nera pelle.
-La
finezza nel buco del culo voi due, eh!? Comunque volevo solo dirti che
tra trenta minuti il canile chiude, sai, è la vigilia di
capodanno, avranno i cazzi loro da farsi, no? Quindi se non vuoi
tenerti il merdaio in casa, lascia andare il piccoletto e va a prendere
Ray Natale.- Parlò svogliatamente Way Jr.
-Si
si! Non opprimermi!- Recitò teatralmente il rosho. Si
stiracchiò e si avvinghiò al chitarrista per
scoccargli un sonoro bacio sulle labbra e poi sorridere maliziosamente.
-Stasera ci divertiremo...- Continuò
all'orecchio di Frankie ammiccando. Il diretto interessato sorrise
imbarazzato, rosso peggio dei vestiti di Ray Natale.
-Io
vado, mi raccomando piccoli non fate nulla di stupido o insensato! E
riportate TUTTI i cani indietro.- Accentuò la parola "tutti"
guardando il nano. Ma lui infondo era contento perché ne
poteva tenere uno.
Il
cantante prese il giubbotto di pelle, lo indossò ed
uscì. Mentre Frankie al fianco di Mikey stava sbavando per
la scena appena vista.
-Hey...
Frank? Terra chiama l'arrapato! Terra chiama l'arrapato!- Disse Mikey
sventolandogli una mano davanti agli occhi.
-Ah?
Eh? Cosa?... Ah, si?- Disse sconvolto Frankie. -Hey! Io non sono
arrapato!- Continuò l'arrapato fingendosi offeso. -Ah no? E
come lo chiami quello?- Cominciò il biondino fissando
qualcosa in basso. Il chitarrista abbassò lo sguardo e
notò un ''certo'' rigonfiamento nei pantaloni. All'istante
sbiancò diventando peggio di un lenzuolo e poi
diventò come un pomodoro.
Il
biondo notando la sua reazione scoppiò a ridere. -Dai Frank!
Non gli stavi mica facendo una sega che sei già arrapato!
Sei una cosa incredibile!- Tentò di continuare il biondo
senza ridere.- Dai andiamo.- Continuò ora normalmente Mikey,
trascinando Frankie per la manica della felpa. Il piccolo
fischiò e tutti i cani uscirono con loro seguendoli.
Li
misero dentro a i due furgoni con il quale li aveva portati a casa Way
e partirono per il canile.
Mentre
Frankie teneva lo sguardo fisso davanti a se e si struggeva rendendosi
conto di non avere più tutti quegli animaletti tanto carini
in giro per casa quasi stava per piangere, i cani ronfavano nei due
furgoni dietro. Come se nulla fosse successo per loro. Come se per un
giorno non avessero avuto un padrone che li aveva voluti un bene
infinito e che gliene voleva ancora in quel momento.
La
radio era accesa, tanto per fare da sottofondo talmente che era basso
il volume. Mandarono ''Helena''. Mikey sbiancò di colpo e
s'irrigidì, tenendo così stretto il volante da
far risultare le nocche bianche. Frankie si accorse di questo suo
disagio e spense la radio. Accarezzò leggermente un braccio
al suo migliore amico e sorrise debolmente. Odiava vederlo in quello
stato. Capitava tutte le volte che capitava di sentire Helena.
Perché lui e suo fratello l'avevano incisa per lei, ma
provavano un forte dolore ogni qualvolta ne udivano le note.
Il
biondino si voltò verso Frank e sorrise grato di quel gesto
così spontaneo, per poi riportare gli occhi alla strada. Non
avrebbe mai voluto fare un incidente. Aveva già distrutto
fin troppe macchine con la sua guida spericolata.
Un
fitto silenzio calò nella macchina, portando entrambi a
disagio. Sia il biondo alla guida che il moro al passeggero guardavano
fisso davanti a loro.
-Grazie.
Grazie mille Frankie, davvero.- Iniziò Mikey, ancora con lo
sguardo puntato davanti a se, ma con voce ferma, decisa.
In
un primo momento Frank non capì di cosa stesse parlando, del
perché del suo ringraziamento.
-Perché
mai dovresti ringraziarmi?- Chiese con un sorriso sghembo.Il biondo lo
guardò con sguardo ovvio, quasi come se Frankie avesse
dovuto sapere la risposta. Ma lui non ne era al corrente.
Mikey
sospirò. -Per quello che hai fatto a Gerard. Frankie tu hai
salvato la vita di mio fratello. E in un certo senso anche la mia. Tu
mi sei stato vicino, nonostante avessi i cazzi tuoi per la testa. Mi
hai sopportato durante le lamentele, durante i pianti. E ti ringrazio
di questo. Ma di quello per cui ti sarò debitore a vita
è il fatto di aver trascinato fuori dall'abisso mio
fratello. Dopo la morte di nostra nonna e l'aver assistito
all'attentato dell'11 settembre... Lui... Lui non stava bene... -Si
fermò di colpo Mikey. Aveva la voce rotta.- Lui si drogava
di tutto quello che trovava, lo vedevo che rovistava nel cassetto dei
medicinali di nostra madre. Si imbottiva di pillole. Era ubriaco sei
giorni su sette. Non stava andando più a scuola, infatti
rischiava di essere bocciato per l'insufficienza in tutte le materie.
Non scriveva più, non disegnava più.
Ma soprattutto, lui non sentiva, lui non provava,
alcun sentimento. L'unico che riusciva a percepire era il
dolore. Ma non il dolore tipico di un momento brutto della vita che poi
passa. No. Lui aveva un vuoto dentro, una voragine nel petto. Io... Io
ho provato in tutti i modi a riuscire a colmare quella voragine. Tutti
i giorni gli stavo accanto, lo sorreggevo fino alla camera quando
tornava a casa strafatto e ubriaco marcio. Gli scostavo i capelli dal
viso quando passava nottate intere a vomitare. Delle volte lo aiutavo
anche a procurarsi la roba, perché non potevo vederlo in
quel modo. Io ci ho provato veramente a salvarlo, ma ho fallito. E mi
sono sentito così male per non esserci riuscito.-
Passò qualche secondo di silenzio, Frankie non sapeva cosa
dire. Per sua fortuna il biondo continuò. -Poi è
arrivata la fase dell'autolesionismo. Quando l'ho scoperto mi sono
incazzato talmente tanto da aver spaccato con un pugno lo specchio
intero che sta in camera di Gee. Non sembro così forte,
infatti non lo sono.- Disse sorridendo.- Ma in quel momento ero
così arrabbiato che avrei potuto fare qualsiasi cosa. Ma io
non ero arrabbiato con lui. Lo ero con me stesso. Perché
avevo fallito nuovamente. Lì mi crollò il mondo
addosso. Anche perché i miei non mi aiutavano in alcun modo,
dovevo fare tutto io. Dovevo occuparmi io di Gerard, e per questo non
caddi nell'alcool e nella droga. Non lo feci solo per lui, mi sentivo
in colpa. E poi... Quando... Quando lo trovai seduto in bagno, con
entrambi i polsi tagliati e tutto quel sangue, il suo sangue,
credetti veramente di averlo perso. Entrai nel panico, non sapevo cosa
fare. C'era così tanto sangue che pensai subito fosse morto.
Era bianchissimo, e aveva le guance scavate. Iniziai a piangere. Lo
tenevo stretto a me, lo cullavo tra le mie braccia, sussurrando il suo
nome in continuazione, sperando che si svegliasse. Volevo morire.
Volevo raggiungerlo, ovunque lui fosse, e riportarlo indietro, da me.
Perché senza di lui non avrei saputo come andare avanti. Lui
era mio fratello, e se era veramente morto decisi che dovevo andarmene
anche io. Perché non meritavo di vivere. Perché
non ero riuscito a salvarlo. Poi lo sentì muoversi, pensai
fosse una mia impressione, ma quando sussurrò ''Mikey..''
con quella voce roca e spezzata capì di poter ricominciare a
vivere. Decisi che dovevo impegnarmi di più, dovevo seguirlo
qualsiasi cosa facesse. Togliergli le droghe, le pillole, i sonniferi,
l'alcool e l'avrei perseguitato per non farsi infliggere più
fisicamente. Anche se alla fine mi avrebbe odiato. Ma almeno sarebbe
stato vivo. Ma ancora una volta, lui trovava sempre scuse e scappatoie,
e riusciva a fregarmi. Ma poi sei arrivato tu, Frank. Ah si. Da
lì è veramente cambiato tutto. La prima cosa fu
lui. Dal primo momento in cui vi siete parlati Gerard ha tentato di
smetterla con tutto. E' stata dura, tu lo sai meglio di me. Ma insieme
ce l'avete fatta. Tu l'hai salvato Frankie. L'hai salvato dalla morte.
E hai salvato me. Quindi... Grazie.- Terminò sorridendo
leggermente Mikey, rivolto alla strada. Perché non aveva il
coraggio di far vedere a Frankie che stava piangendo. Ma a Frankie non
importava se il biondo lo stesse facendo o no, perché lui
aveva iniziato a piangere dopo poco che Mikey ebbe iniziato a parlare.
Nel
frattempo del discorso di Mikey erano arrivati davanti al canile. Ma
nessuno dei due ragazzi scese. Si guardarono a lungo negli occhi e si
sorrisero. Poi si abbracciarono stretti. Si aggrapparono l'uno
all'altro, come per salvarsi nuovamente.
-Grazie
a voi, Miks. Penso che se non vi avessi conosciuto ora sarei a far
compagnia a i miei nonni al cimitero.- Sussurrò all'orecchio
di Mikey, Frankie.
Entrambi
erano grati dell'esistenza dell'altro. Si resero conto che divisi
sarebbero entrambi giunti al Creatore(*) e che uniti erano riusciti a
salvare la persona che amavano di più al mondo, e che, anche
se poteva sembrare strano, era riuscito a tenerli in vita,
dopotutto.
***
NOTEEE:
(*) E' una frase che ha detto oggi la nostra professoressa di biologia
e devo dire che mi ha fatto veramente morire male quando l'ha
pronunciata. Così mi andava di scriverla u.u
Autrice.
ALLOOOORA.
Ho deciso di dividere in due parti il capitolo di capodanno
perché se lo scrivevo tutto in un capitolo diventava
più lungo dei rotoloni regina e che sarebbe stato palloso
per me, quanto per voi.
Quindi
questa è la prima parte, non so a quando la seconda. Si
lo so, devo sempre fare l'esagerata!
Ho
voluto rendere questo capitolo più diciamo triste degli
altri perché mi andava, e per chiarire che per loro non
è stato tutto sempre rose e fiori. Non so se con questa cosa
ho sgualcito tutto il vostro interesse se mai
c'è stato per questa storia.
Fa
niente io l'ho scritta comunque. (anche se con le lacrime agli occhi.
Che spero vengano anche a voi. Fatemelo sapere!)
Io
non sono tanto convinta, comunque cià. Vi ho già
azzelliato abbastanza.
Volevo
solo ringrazziare Juliet loves the beat per sopportarmi tutti i giorni.
E vi consiglio vivamente di andare a leggere la sua storia ''I love
everything about you'' che è arrivata al terzo sudato
capitolo e che è troppo bella e faiga e magnifica e ora me
ne vado si.
Un
grazie anche all'altra sgombraH.
Siete
sempre nel mio cuore, sapevatelo. <3
XOXO,
Lover.
PS:
Fatemi sapere cosa ne pensate. Se mi devo ritirare. O magari se devo
pubblicare la seconda parte.
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