Invisibile di LyraB (/viewuser.php?uid=60378)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trasparente ***
Capitolo 2: *** Indaco ***
Capitolo 3: *** Rosso e azzurro ***
Capitolo 4: *** Marrone ***
Capitolo 5: *** Blu ***
Capitolo 6: *** Bianco ***
Capitolo 7: *** Grigio argento ***
Capitolo 8: *** Arcobaleno ***
Capitolo 9: *** Rosa ***
Capitolo 1 *** Trasparente ***
Invisibile
capitolo 1, trasparente
Mira si
alzò di buon ora, come al solito.
Indossò
l’abito rosso cupo che aveva lasciato ben ripiegato ai piedi
del letto e infilò le scarpette scure, raccolse in fretta i
capelli con uno spillone di rame e si lavò la faccia con
l’acqua cristallina della brocca vicino al lavabo senza fare
rumore. Le bastò un’occhiata fuori dalla finestra
per vedere che sarebbe stata una giornata meravigliosa e in punta di
piedi uscì nel corridoio per raggiungere le cucine.
- Buongiorno Allen. -
Disse, sorridendo al cuoco di corte.
- Buongiorno Mira. -
Rispose lui.
- Vuoi una mano per
preparare la colazione? -
- No cara, non serve.
Le principesse non sono ancora sveglie? -
Mira scosse la testa.
- Ti dispiacerebbe
andare a chiamarle? La colazione è pronta. -
Mira tornò
indietro lungo i corridoi del palazzo fino alla stanza acanto alla sua,
dove dormivano le figlie del re. Entrò nella stanza e vide
che le due principesse erano già sveglie, ma ancora a letto.
- Buongiorno! -
Esclamò Mira allegramente.
- Mmm…
buongiorno. - Disse Olimpia, sfregandosi gli occhi.
Arianna e Olimpia
erano sorelle ed erano le principesse di Marinia, un meraviglioso regno
sul mare.
Olimpia era la
maggiore e la futura regina: indossava sempre abiti molto raffinati,
curati, eleganti e costosi. I suoi capelli erano sempre coperti di
impacchi e decotti per renderli biondi e ricciuti ed andava molto
orgogliosa dei suoi occhi azzurrissimi. Era una ragazza elegante e
affascinante, ma anche molto capricciosa.
Sua sorella Arianna,
di tre anni più piccola, era una ragazzina sveglia. Capelli
castani e occhi verdeazzurri, sorriso sincero e forme da far invidia a
chiunque. Era una vera disperata, vivace e spiritosa, sempre pronta a
fare scherzetti e battute, e risultava simpatica a tutti... almeno
finché non diventava dispettosa e noiosa.
Mira era capitata con
le due sorelle per puro caso: i suoi genitori erano amici del re e
della regina di Marinia e lei con le due sorelle si era sempre trovata
bene, tanto che aveva accettato di vivere con loro, anche
perché Alba e Daniel, re e regina di Marinia, erano sempre
gentilissimi con lei.
Le principesse ci
misero ore a prepararsi - soprattutto Olimpia - ma finalmente tutte e
tre scesero a fare colazione. Dopo aver mangiato deliziosi panini e
ciambelline e aver bevuto una scodella di latte tiepido, uscirono a
cavallo.
Le giornate
trascorrevano pigramente e la routine delle due principesse e della
loro dama di compagnia era sempre la stessa: un giro a cavallo, a volte
una visita ai nobili che abitavano nei paraggi, qualche ora di riposo e
poi pomeriggio nel giardino, a leggere, sorseggiare tisane o
intrattenere conversazioni colte.
Mira amava molto il
mare e negli eterni pomeriggi in cui le due principesse erano impegnate
a intessere relazioni con i principi e le dame degli altri regni lei si
dedicava a lunghissime passeggiate sulla spiaggia: il mare le piaceva
sia calmo che in tempesta ed era la cosa che l'aveva attirata subito
quando si era trasferita in quel regno.
Era un giorno come
tanti e nel piccolo borgo di Marinia c’era una fiera: Mira,
Olimpia e Arianna si precipitarono tra i banchi dei venditori a
guardare le merci come le altre ragazze della loro età.
Arianna perse
metà della sua mattina per scegliere un nuovo paio di
scarpe, mentre Olimpia fece letteralmente impazzire le altre due
ragazze mentre sceglieva la stoffa per un nuovo abito da sera.
- Questa è
molto cara, ma quanto è bella. Di quella mi piace la
tonalità, però è pesante…
quella invece mi sembra leggera, però penso che quando viene
cucita sembrerà banale… -
Con pazienza e calma,
Mira aiutava la sua amica a scegliere la stoffa, mentre Arianna,
sbuffando, aspettava che la sorella si decidesse. Finalmente Olimpia
scelse la stoffa che desiderava: una seta blu cupo, scura come la
notte, a cui la luce strappava riflessi argentati
- Credo proprio che
chiederò al re un ballo in mio onore, per poter sfoggiare il
vestito nuovo. - Disse Olimpia.
- Le tue feste sono
sempre noiose, Olly. - Si lamentò Arianna.
- Sei tu che non ti
sai divertire. -
- Cercheremo di fare
una festa che vada incontro ai gusti di entrambe. - Disse Mira con un
sorriso.
- Mai una festa come
piace a me! - Brontolò Olimpia.
Mira
sospirò, cercando di non farsi vedere né sentire:
essere amica delle principesse di Marinia a volte era veramente
difficile.
Le tre ragazze
entrarono nel grande palazzo del re e Olimpia si precipitò
da suo padre: di certo voleva chiedergli di dare un ballo.
- Mia sorella
è veramente insopportabile. - Si lamentava Arianna tornando
nelle loro stanze. - Vuole essere sempre al centro
dell’attenzione, si fa quello che dice lei, si va dove dice
lei, sempre lei, lei lei! Mai io! Anche io vorrei essere notata, fare
bella figura e tutto. -
- Magari alla festa
verrà anche il principe Sergei, non sei contenta? -
- Sì,
certo, ma questo non cambia le cose! -
Mira sorrise tra
sé: il principe Sergei, il promesso sposo di Arianna, era un
ragazzo davvero gentile e tra lui e la principessa c’era del
tenero. Il giovane era il principe ereditario di un grande
regno e le loro nozze si sarebbero celebrate molto presto,
probabilmente assieme a quelle della principessa Olimpia con il suo
promesso sposo, il principe Mark.
Mira aveva incontrato
Mark in qualche occasione formale e riteneva che il giovane fosse
davvero molto innamorato di Olimpia. Purtroppo però non si
poteva dire lo stesso della principessa, che invece faceva la civetta
con tutti i ragazzi che la notavano e che purtroppo erano davvero tanti.
Qualche mese prima
Mira l’aveva scoperta in compagnia di uno degli scudieri del
principe Mark: Olimpia aveva pianto, le aveva detto che non era
riuscita a trattenersi e che per la verità lo vedeva di
nascosto da oltre un anno. Mira l’aveva consolata ma poi
l’aveva rimproverata duramente e ogni volta che la vedeva
fare la sciocca con qualche ragazzo la sgridava, ricordandole che lei
voleva sposare il gentile principe dagli occhi neri.
“Speriamo
solo che Olly non inviti troppi ragazzi, a questo ballo. Mi mettono
sempre a disagio.” Pensò Mira.
Le sue speranze furono
però mandate in fumo quando Olimpia le raggiunse annunciando
radiosa:
- Ci sono riuscita!
Nostro padre ha deciso che il ballo si terrà tra una
settimana, giusto il tempo di farmi cucire il vestito e di mandare in
giro gli inviti. - Disse raggiante.
- Hai già
deciso chi inviterai? - Chiese Arianna.
- Ovviamente Mark con
gli amici, e poi voglio invitare anche il duca Mike con i suoi
fratelli. Potrai invitare Sergei, se vuoi, e pensavo anche di mandare
un biglietto al conte Max, se ti fa piacere… - Disse,
sorridendo complice alla sorellina.
- Qualche ragazza no?
- Tentò Mira.
- Uff, come sei
noiosa. Va bene, inviterò qualche ragazza. -
Mira le sorrise,
sospirando di sollievo. Non le piaceva essere attorniata dai ragazzi,
la metteva decisamente a disagio: di solito ai balli lei si sedeva
vicino a una finestra, o al caminetto se faceva freddo, e si limitava a
fare compagnia ad una delle due principesse quando era stanca di
volteggiare tra le braccia di qualche aitante giovanotto.
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Capitolo 2 *** Indaco ***
capitolo 2, indaco
Una settimana dopo, Mira stava aiutando le principesse a vestirsi per
il ballo: Arianna indossava un vestito azzurro chiaro lungo fino ai
piedi e aveva indossato la tiara d’argento e zaffiri, Olimpia
invece non riusciva a fare a meno di rimirarsi nel grande specchio
della stanza mentre volteggiava nel suo abito nero stretto e raffinato
che la faceva sembrare ben più grande dei suoi sedici anni e
che le dava un’aria di mistero e di fascino assolutamente
irresistibile. Mira
le aveva intrecciato i capelli e le aveva messo sui riccioli biondi la
corona d’argento e rubini, lasciandola poi sola per vestirsi.
Stanca
com’era di tutto quel vestirsi, pettinarsi e imbellettarsi,
si limitò ad indossare il suo vestito preferito, verde, e a
legare i capelli in una treccia che avvolse sulla nuca con un nastro
verde. Una
goccia di profumo alla rosa ed era pronta.
- Io inizio a
scendere. - Disse.
Le due principesse
infatti sarebbero arrivate nella sala da ballo con i loro genitori,
mentre lei non aveva il diritto di fare il suo ingresso con la famiglia
reale.
Arrivata nella grande
sala da ballo, addobbata a festa di blu e rosso, i colori della casata
reale, Mira non riuscì a reprimere un brivido: la stragrande
maggioranza della gente era di sesso maschile e sembravano tutti
guardarsi intorno alla ricerca della dama giusta con cui passare la
serata... senza contare che quasi tutte le ragazze sembravano alla
ricerca della stessa cosa.
Si affrettò
ad attraversare la sala e a sedersi vicino alla finestra che dava sul
giardino lasciandosi cadere su un divanetto color crema. La gente
davanti a lei non l’aveva degnata di uno sguardo e Mira
sospirò, preparandosi a passare la serata seduta
lì, con come unica compagnia il chiacchiericcio degli ospiti
e il sottofondo della musica.
Pochi minuti dopo un
araldo annunciò l’ingresso di re Daniel e della
regina Alba, accompagnati dalle principesse Olimpia e Arianna. A quel
punto la festa poteva iniziare: la musica riempì la sala e i
giovani si unirono a coppie per danzare.
Mira, dal suo posto
sul divanetto, vedeva Arianna e Olimpia solo a tratti, quando le
volteggiavano vicino.
Dopo i primi balli con
Mark, Mira aveva notato che Olimpia ballava sempre con un altro
ragazzo; quando la principessa si fermò accanto a lei per
riprendere fiato, Mira la guardò accigliata.
- Con chi stai
ballando? -
- Beh, ho ballato con
Mark, ma poi ha detto che era molto stanco… -
- Quindi hai pensato
bene di sceglierti un altro ballerino. -
- Non essere
così bacchettona, Mira, avanti. Luke è
bellissimo. -
Mira
impallidì.
- L-Luke? -
- Sì, sir
Luke, il capo della guardia di sir Lionel, il re di Juliand. - Disse
Olimpia con leggerezza.
In quel momento il
giovane in questione si avvicinò alle due ragazze: alto e
snello, con i riccioli dorati e gli occhi castano scuro, perfettamente
consapevole della sua incredibile bellezza.
- Posso chiedervi un
altro ballo, principessa? - Chiese.
- Con piacere. -
Rispose Olimpia, prendendola e allontanandosi.
Mira strinse forte i
pugni, stampandosi sulla faccia un falso sorriso: Olimpia sapeva
benissimo che lei aveva un debole per lui. Lo sapeva perché
lo aveva confessato a entrambe le principesse in una sera di
pettegolezzi... ma loro l'avevano capito molto tempo prima: quando lui
era nei paraggi, Mira diventava una vera pasticciona e arrossiva di
continuo, abbastanza perché le sue amiche del cuore
capissero che aveva una cotta per lui.
Non bastava che Luke
non le rivolgesse nemmeno uno sguardo. No, lui doveva fare la corte
alla principessa Olimpia, che oltre ad essere bellissima, intelligente
e interessante era anche fidanzata.
Mira impedì
alle lacrime di salirle agli occhi e si sforzò di sorridere
ad Olimpia, che le era appena sfilata davanti tra le braccia del suo
biondo cavaliere.
Per sfuggire almeno un
po' a quella vista dolorosa, la ragazza uscì nel giardino e
si sedette su una delle tante fontane che costellavano
l’immenso parco attorno al castello. Guardò la
propria immagine riflessa e una lacrima cadde ad increspare
l’acqua.
Che non fosse
bellissima lo sapeva, ma era certa di avere così tante
qualità da essere certa che non sarebbe rimasta sola per
sempre.
Sì, forse
era noiosa, timida, magari non molto spiritosa… ma era anche
una persona gentile e premurosa, che si preoccupava tanto per gli
altri. Poteva il suo aspetto non molto appariscente impedirle di
trovare qualcuno che notasse il suo animo gentile?
In quel momento una
mano si posò sulla sua spalla e Mira si voltò,
sussultando.
- Perché
piangi, bambina? - Disse la donna alle sue spalle.
Era alta e bruna, con
i capelli che scivolavano sull’abito viola e porpora che
portava e una corona d’oro e ametiste sul capo.
- Io…
n-niente. -
- Sei la dama di
compagnia delle principesse, vero? -
- Come lo sapete? -
- Oh, io so molte
cose. - Disse la donna con un sorriso materno, sedendosi vicino a lei.
- Per esempio so che niente è come sembra. -
Mira batté
le ciglia, senza capire.
- In che senso,
scusate? -
- So che sei
innamorata del giovane che danza con la figlia del re. -
Mira
avvampò: era così evidente?
- E so anche che
soffri del fatto che tutti vedano il tuo aspetto e non il tuo cuore. So
che ti ferisce il sentirti invisibile e so che ti sembra ingiusto che
Arianna e Olimpia siano piene di corteggiatori solo perché
sono tanto carine. -
- Come fate a sapere
tutto questo? - Ripeté Mira.
- Lo so e basta, cara.
- Disse la donna, scostandole i capelli dal viso con un gesto gentile.
- E posso anche aiutarti. Ti piacerebbe che la gente vedesse te e le
tue amiche per quello che siete e non per come apparite? -
- In che senso? -
- Nel senso che, se
vuoi, da domani la gente che vi guarderà vedrà un
aspetto fisico che corrisponde al vostro animo. Quindi chi è
buono sarà bello, chi è antipatico o cattivo
sarà brutto. -
Mira guardò
la donna in quegli occhi color indaco che la fissavano sorridenti:
poteva davvero succedere una cosa del genere? Sarebbe stata
l’occasione di dimostrare al mondo quello che lei era davvero!
- E cosa vuoi in
cambio? - Chiese Mira, cercando di convincersi che non poteva essere
possibile
- Cosa voglio? Niente.
Le persone che ti vogliono bene non vogliono niente in cambio. -
- E come faccio ad
accettare? -
- Basta che tu lo
desideri, cara. Desideralo intensamente e domattina tutto
sarà diverso. -
- Mi prendi in giro. -
- Liberissima di
crederlo, non ti obbligherò a fidarti di me, è
una cosa che devi decidere tu. Ora è meglio tornare alla
festa, si accorgeranno presto della nostra assenza, bambina mia. -
Mira annuì.
Seguì la donna nella folla della sala da ballo e appena
dentro la vide sparire tra la gente che danzava.
- Mira! Dove ti eri
cacciata? - Esclamò Arianna, avvicinandosi a lei.
- Ero fuori a parlare
con una donna… -
- Hai visto mia
sorella? È sparita! -
- Sparita? -
- Sì, Mark
la sta cercando, vorrebbe salutarla prima di andare via… ah,
eccolo lì! -
In effetti Mark stava
venendo verso di loro. Si inchinò ad Arianna e
scoccò un sorriso gentile a Mira.
- Io devo andare,
principessa. Salutatemi vostra sorella, spero solo che si senta bene. -
Disse Mark.
- Vi faremo avere sue
notizie, principe Mark. Buonanotte. -
Mark fece un altro
inchino e uscì sorridendo, seguito dai suoi amici e dalla
scorta.
Lentamente la gente
tornò a casa, e a una certa ora l’araldo
annunciò che la famiglia reale si ritirava, segno che tutti
gli ospiti rimasti erano invitati a tornare ai loro palazzi.
Mira vide Olimpia
accanto ai genitori come se non si fosse mai allontanata e fece di
corsa la strada verso la loro stanza, curiosa di sapere dov'era finita.
Quando entrò nella camera delle principesse vide Arianna che
si spazzolava i capelli seduta al suo tavolino da toeletta, mentre
Olimpia, ancora vestita, le parlava emozionata.
- Mira! Finalmente sei
qui, ascolta, ci sono grandi novità! -
- Mark ti cercava, sei
scomparsa a un certo punto. -
- Oh, taci un momento,
lasciami raccontare. - Disse Olimpia.
- Ha baciato Luke. -
La anticipò Arianna, che forse non sopportava più
le scene della sorella.
Mira sgranò
gli occhi, mentre Olimpia gridava dato che Arianna le aveva tolto tutta
la suspense.
- Hai
baciato… Che cosa? - Gridò Mira.
- Siediti e ascolta. -
Disse Olimpia, spazientita, togliendosi la tiara e iniziando a
spogliarsi per mettere la camicia da notte.
Dopo aver ballato con
Luke, Olimpia era uscita nel giardino: avevano passeggiato a lungo,
chiacchierando, poi lei gli aveva detto di portarla dove voleva.
Lui allora
l’aveva guidata sotto uno dei grandi aceri del giardino, si
era accertato che nessuno fosse nei paraggi e l’aveva baciata.
Mira si sentiva il
cuore sanguinare, mentre la sua amica raccontava della serata passata
con il bellissimo cavaliere. Lei non sarebbe mai stata baciata da Luke:
Luke non l'avrebbe nemmeno mai notata.
Mira chiuse gli occhi
e le sembrò che un coltello le si fosse piantato tra le
costole, mentre Olimpia diceva che presto l’avrebbe rivisto.
- Mark aspetta tue
notizie. - Mormorò Mira alla fine, quando riuscì
a riconquistare la voce.
- Oh. Già,
vado subito a scrivergli due righe, così le affido al
corriere che parte domattina. Oh, ma quanto è bello Luke? -
Esclamò la ragazza, mettendosi allo scrittoio dopo aver
fatto una piroetta.
Mira diede la
buonanotte, tornò nella sua stanza dove si
rannicchiò sul letto con la candela spenta e le tende
tirate: quella sera non aveva voglia di leggere.
Si tirò le
coperte fin sul collo e abbracciò stretto stretto il
cuscino. Strizzò gli occhi, cercando di dominare il dolore
che le dava l’essere sempre sola e invisibile e
l’immagine della donna dolce e sorridente che le aveva
parlato nel giardino si fece largo tra i suoi pensieri.
Aveva detto che
bastava desiderarlo ardentemente, no?
Mira prese un gran
respiro e prese la sua decisione: voleva che il suo sogno diventasse
realtà.
Voleva che tutti
potessero vedere il suo animo e non il suo aspetto.
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Capitolo 3 *** Rosso e azzurro ***
capitolo 3, rosso
e azzurro
La mattina dopo Mira si
svegliò come sempre di buon ora. Arianna e Olimpia avrebbero
dormito ancora fino a mattina inoltrata, come capitava sempre dopo un
ballo, perciò decise di scendere a fare un giro in giardino:
sotto la luce del primo mattino il cortile fiorito era sempre molto
bello e la ragazza si lasciò trasportare dal profumo e dal
suono delle fronde verdi.
Dopo qualche tempo si
ritrovò davanti alla piccola fontana su cui si era seduta la
sera precedente e si ricordò della donna dagli occhi color
indaco, delle sue parole e del desiderio espresso la notte prima. Non sapeva se andarsi a
specchiare o no: se non fosse cambiata, la delusione sarebbe stata
più che cocente… ma in realtà moriva
dalla voglia di saperlo.
Dandosi della sciocca
credulona, si mosse in direzione della fontana per saziare la sua
curiosità, ma prima di potersi specchiare nel suo fondo
cristallino il grido di una ragazza spezzò il silenzio del
giardino e la fece sussultare. Mira corse a perdifiato per
tutto il giardino, salì di volata le scale e si
precipitò nella stanza delle principesse: Olimpia era in
ginocchio a terra, accanto a sua sorella, circondata dalle guardie e da
un paio di cameriere e singhiozzava senza posa, cercando di dire
qualcosa. Davanti
a lei lo specchio tempestato di rubini era in frantumi.
- Olly. - Disse Mira
sottovoce.
Olimpia
alzò gli occhi e Mira vide la principessa in viso.
Ma non era
più la principessa che ricordava: il viso aveva perso la
carnagione di pesca chiara e vellutata, le labbra erano sottili e poco
appariscenti e una folta chioma di capelli crespi e disordinati le
ondeggiava sulle spalle. Quando parlò, Mira si accorse che
aveva anche i denti davanti grandi e sproporzionati.
- Tu! Cosa hai fatto?
- Gridò.
- Io? Niente! -
Esclamò Mira.
- Niente? Ma guardati,
sei irriconoscibile! -
Arianna fece un passo
avanti portando il suo specchio tempestato di zaffiri. Anche lei era
cambiata, anche se non quanto la sorella: era diventata più
grossa e anche il suo viso era più rotondo. I capelli
castani, spenti, le ricadevano flosci sulle spalle.
Mira prese lo specchio
tra le mani e chiamò a raccolta tutto il suo coraggio per
potercisi guardare.
Quando la ragazza
nello specchio ricambiò il suo sguardo, Mira
gridò e lo lasciò andare.
Lo specchio
finì per infrangersi in mille pezzi, spargendo zaffiri tra i
rubini che giacevano già sul pavimento... ma anche se era in
frantumi, Mira continuava a vedersi in quei frammenti di specchio: una ragazza dal viso dolce,
morbide labbra rosa, grandi occhi neri, una cascata di riccioli castani
e un corpo minuto con belle mani delicate e una pelle morbida e fresca.
Quella non era lei,
era una sconosciuta che le somigliava… solo che era molto,
davvero molto più bella.
In quel momento il re
e la regina arrivarono nella stanza.
- Che succede qui? -
- Guardatemi, padre,
guardatemi! Sono bruttissima! - Gridò Olimpia, piangendo.
- E che
sarà mai, Olimpia, non sei così orribile. Forza,
alzati, vestiti e pettinati. Non sta bene che la futura regina pianga
così conciata davanti a metà della corte. -
Esclamò il re.
- Arianna, aiuta tua
sorella. Accidenti, cosa ti è successo? Olimpia non
è più splendida come prima, ma anche a te
è capitato qualcosa! - Esclamò la regina.
- E guardate Mira! -
Esclamò Olimpia, additando la ragazza.
Gli occhi dei reali si
posarono sulla dama di compagnia delle loro figlie e rimasero a bocca
aperta. Era la luce del mattino che strappava riflessi color miele ai
suoi capelli a renderla così bella, o quella ragazzina da
due soldi era diventata una fanciulla stupenda?
- Come hai fatto? Come
hai potuto rubare la bellezza alle mie figlie per tenerla per te? -
Gridò la regina.
- Io non ho rubato
niente! -
- Tu eri brutta e io
no e ora è il contrario, come me lo spieghi? -
Esclamò Olimpia.
- Io non ho fatto
niente, come avrei potuto? -
- Guardie! Prendetela,
ha fatto un maleficio alle principesse! È una strega! -
Gridò la regina.
Subito due delle
guardie fecero un passo avanti, ma il re le fermò.
- Calmati, cara. Mira
verrà con me nella Sala del Trono, tu preoccupati che le
nostre figlie tornino degne di presentarsi agli occhi della corte. -
Disse con un tono che non ammetteva repliche.
Alba, Olimpia e
Arianna rimasero nelle stanze delle principesse mentre Mira seguiva il
re scortata da due guardie.
- Io non so cosa sia
successo, sire, credetemi! - Esclamò la ragazza, quando
furono soli.
- Ma immagino che
avrai una spiegazione per questo. -
- Io… ieri
sera ho parlato con una donna. Una bella donna, alta, bruna, con un
diadema di ametiste sui capelli. Mi ha detto che potevo diventare
bella, se l’avessi voluto… -
- E tu hai accettato? -
Mira
arrossì, vergognandosi di farsi vedere così
vanitosa e superficiale, lei che diceva sempre di tenere
all’anima e non al corpo e di esserne fiera.
- E sapevi che sarebbe
finita così per le mie figlie? -
- Non… non
del tutto, mio signore. - Disse Mira, vergognandosi sempre di
più.
Era stata vanitosa,
frivola e terribilmente egoista… e non si spiegava
perché una persona orribile come lei fosse diventata tanto
bella, se davvero quella magia mostrava l’anima delle persone.
- Sei una ragazza
onesta e sincera, Mira. Non credo che tu stia mentendo. Sei sempre
stata una ragazza affidabile e non ho motivo di non credere alle tue
parole. -
Mira alzò
gli occhi, e vide che il re le sorrideva bonariamente.
- Ora vai negli
alloggi della servitù, e chiedi del vecchio Decane. Mandalo
da me e vedremo che cosa possiamo fare. -
Mira
ringraziò con tutto il cuore, si inchinò
profondamente e si affrettò ad obbedire: non pensava che se
la sarebbe cavata così facilmente.
Quando ebbe assolto il
suo compito, sapeva di dover tornare nelle sue stanze a vedere come
stavano Arianna e Olimpia, ma un po’ temeva la loro reazione:
dopotutto loro credevano che lei fosse la causa di tutto.
Bussò piano
alla porta e la aprì. Olimpia e Arianna alzarono gli occhi e
fecero un mesto sorriso per poi tornare ai loro ricami.
Si erano vestite con
gli abiti migliori che erano riusciti ad infilare - soprattutto
Arianna, che non era più esile come prima - e Olimpia aveva
i capelli avvolti in un velo scuro. Truccate e pettinate,
ricordavano da vicino quello che erano state fino alla sera prima,
anche se il cambiamento era ancora molto evidente.
- Siete ancora
arrabbiate con me? -
- Come potremmo non
esserlo? Sei bellissima, e noi no. È tutto al contrario. -
Disse Olimpia.
- Ma non è
colpa mia. -
- Io devo pur
prendermela con qualcuno, no? -
- Lasciala stare, le
passerà. - Disse Arianna. - Cosa ha detto il re? -
- Ho chiamato Decane,
spero che sistemerà le cose. -
- Se non
può lui, non può farlo nessuno. - disse Arianna.
- Allora lo deve fare,
perché io non voglio rimanere così brutta a
lungo! - Replicò Olimpia.
Mira pensò
che non era per niente felice di essere così bella se il
prezzo da pagare era stato la bellezza e l'affetto delle sue amiche.
Sarebbe stata dura... e non se lo era minimamente aspettato.
- Questo pomeriggio
Luke verrà da noi e non so proprio come fare. - Disse
Olimpia con le lacrime agli occhi. - Per i capelli questo impacco
basterà e tornerò ad avere i ricci biondi di
prima… i vestiti più o meno mi entrano
ancora… ma come faccio per il viso? E il mio bellissimo
sorriso? -
Mira si sedette vicino
alla sua amica e le sorrise.
- Non sei splendida
come prima, Olly, ma sei comunque una bella ragazza. I tuoi occhi sono
gli stessi, non sono cambiati per niente, e anche la tua
personalità è quella di prima. Senza contare che
sei rimasta a tutti gli effetti una principessa. -
Olimpia le sorrise.
- Grazie, Mira, sei
gentile. E anche se mi sembra strano dirtelo, trovo che tu sia molto
bella. -
Dopo pranzo, un servo
venne ad avvertire della visita di sir Luke.
Arianna aveva aiutato
Olimpia con l’impacco dei capelli e ora i ricci biondi di
Olimpia ondeggiavano di nuovo attorno alla scollatura della loro
proprietaria.
- Andiamo anche noi in
giardino? I miei genitori non faranno domande ad Olly se ci vedranno in
loro compagnia. - Disse Arianna.
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Capitolo 4 *** Marrone ***
Mira porse
il braccio ad Arianna e le due ragazze seguirono Olimpia fino
all’ingresso, dove il cavaliere di sir Lionel stava
aspettando la ragazza con cui aveva appuntamento. Luke era bellissimo come
sempre, con la casacca bianca e nera sui calzoni turchesi, e aveva la
mano poggiata sull’elsa della spada con la finta noncuranza
di chi sa perfettamente di essere affascinante.
Gli occhi castani del
giovane si posarono su Olimpia e poi saettarono alle sue spalle, per
soppesare le due ragazze alle spalle della sua principessa preferita.
Quando si posarono su
Mira la ragazza avvertì così nettamente di essere
osservata che si affrettò ad abbassare lo sguardo per
nascondere le guance rosse.
- Lady Olimpia, mia
signora. - Disse Luke baciandole la mano.
- Sir Luke, mi
onorate. - Rispose Olimpia.
- Siete in compagnia,
mi pare. Lady Arianna, potete presentarmi la fanciulla che vi
accompagna? Temo di non averla mai vista prima. -
- Non siate sciocco,
sir Luke. È la nostra dama di compagnia da anni ormai,
certamente l’avrete già vista: si chiama Mira. -
Mira fu costretta ad
alzare il viso e gli occhi castani del giovane affondarono nei suoi con
una tale intensità da farle girare la testa.
- Se avessi
già incrociato il suo viso l’avrei ricordato per
sempre. - Disse Luke, sfiorandole la mano con le labbra e poi tornando
a guardarla negli occhi.
- Andiamo? - Disse
Olimpia, richiamando l’attenzione su di sé.
Luke prese Olimpia
sottobraccio e iniziarono a passeggiare nel giardino; se
però Olimpia aveva pensato di portarsi Arianna e Mira dietro
solo per non destare sospetti, si era sbagliata: Luke le
interpellava così spesso che alla fine la conversazione si
era intessuta tra tutti e quattro, impedendo ad Olimpia di godersi la
sua passeggiata romantica.
Mira, dal canto suo,
non riusciva a credere che stava parlando con quel sir Luke che aveva
tanto a lungo sognato... e soprattutto non riusciva a credere che lui
le stesse dedicando tante attenzioni: le rivolgeva sorrisi e battute,
la stuzzicava e, verso la fine della passeggiata, si era offerto anche
di prenderla sottobraccio.
Mira si rendeva conto
che Olimpia fremeva di rabbia e cercava di fare del suo meglio per
distogliere da l’attenzione da sè stessa, anche se
con scarsissimi risultati.
A salvare la
situazione fu uno dei servi del re che richiamò le tre
ragazze nella sala del trono dato che il re aveva grandi notizie.
- Abbiamo scoperto
come invertire l’incantesimo. - Disse re Daniel.
- Davvero? Che
meravigliosa notizia! -
- Dovete recarvi nella
Grotta Cristallo e specchiarvi nella grande Fonte d’Essenza.
A quel punto tutto tornerà come prima. - disse il vecchio
Decane con la sua voce gracchiante, seduto sul suo scranno d'argento
alla destra del re.
Mira non capiva quello
che il vecchio diceva, ma nessuno aveva mai il coraggio di domandargli
qualcosa o, peggio, di controbattere: Decane conosceva tutto quello che
c’era da sapere di Marinia, ma anche di tutti i regni
confinanti. Sapeva ogni cosa, quindi non c’era da stupirsi se
sapeva anche come risolvere il loro problema.
- Come facciamo ad
arrivare nella Grotta Cristallo? È al centro dei Sette Regni
di Wandar! - Esclamò Mira.
- Il viaggio non
è troppo lungo, né particolarmente pericoloso:
andrete scortate da una decina di uomini della mia guardia, partirete
domattina all’alba. - Disse il re.
- All'alba? Ma
è così preso! - si lamentò Olimpia.
- Non
tollero obiezioni. Così ho deciso, e così
sarà. Preparate le vostre cose. - Disse il re.
La mattina dopo
Olimpia non faceva che sbadigliare mentre saliva sulla sua giumenta
bianca; Arianna era al suo fianco, insonnolita, ma cercava di stare
sveglia. Dietro di loro, su un bel baio color nocciola, stava Mira,
anche lei ancora mezza addormentata. Le scortavano dieci cavalieri in
armi con i colori della casata reale e, con grande sorpresa di tutti, a
guidare la comitiva c'era proprio sir Luke, che aveva chiesto al suo
signore e al re di poter guidare la spedizione che avrebbe salvato le
principesse di Marinia.
- Riportale a casa
sane, salve e felici, Luke, e potrai avere la mano di una di loro. -
Olimpia e Arianna
avevano seguito la faccenda inorridite: Olimpia voleva sposare il
gentile e servizievole Mark che pur non essendo nemmeno lontanamente
affascinante quanto Luke la serviva e la riveriva in ogni suo
desiderio, mentre Arianna non aveva nessuna intenzione di
sposare un ragazzo più grande di lei e per il quale non
provava proprio nulla. Ciononostante le due
principesse non osarono replicare e Luke si presentò
all'alba sul suo stallone nero, impettito nella leggera cotta di maglia
argentata e con i riccioli biondi che scintillavano sotto il sole
appena sorto.
- Tutto pronto? -
- Tutto a posto, sir
Luke. Possiamo andare. - Disse Adam, il capitano in seconda.
- Bene. Lady Mira, le
farebbe piacere cavalcare al mio fianco? So che conosce bene questi
boschi. -
Mira
arrossì, ma obbedì: cavalcava spesso nei boschi
attorno al castello e si era spinta abbastanza in là da
saper indicare al gruppo una strada sicura che portasse alle pendici
della catena montuosa che faceva da confine naturale a Marinia in modo
da procedere con calma e tranquillità.
Olimpia spesso si
lamentava per le lunghe ore a cavallo, ma Luke sembrava così
interessato a Mira da non sentirla nemmeno. Olimpia, allora, aveva
iniziato a tenere il muso a Mira, dicendo che lei faceva apposta a
farsi notare da sir Luke.
- Ti devo ricordare di
una certa persona di nome Mark? - Disse Mira una sera, mentre si
accampavano per dormire e Olimpia non le rivolgeva la parola.
- Lascia perdere Mark,
ora! È di Luke che stiamo parlando! -
- Lo so, ma a volte il
tuo fidanzato dovrebbe tornare tra i tuoi pensieri, no? -
Olimpia le fece una
smorfia e girò sui tacchi, lasciandola sola.
Mira strinse i pugni
forte come non faceva da tempo: quando mai le era venuto in mente di
esprimere quel desiderio? Si odiava per averlo fatto. Se avesse
accettato con umiltà la sua condizione, ora sarebbe stata
nel castello a leggere accanto a Olimpia e Arianna, amiche come una
volta. E se anche ora era bella e le due principesse più
brutte di lei non importava: si era accorta che un sacco di uomini ora
si voltavano a guardarla, ma invece di ascoltare quello che diceva si
concentravano sul suo viso. Insomma, preferiva non essere notata che
essere notata solo per il suo sorriso, le sue mani o i suoi capelli.
- Vado a fare una
passeggiata. - Sbottò diretta ad Adam.
Adam annuì
mentre Luke si precipitava al suo fianco.
- Posso accompagnarvi?
-
- Preferirei stare
sola. -
- A me farebbe piacere
passare del tempo in vostra compagnia, lady Mira. Non mi ero accorto di
quanto voi foste bella, altrimenti non avrei mai guardato un'altra
donna. - disse lui.
- E dici a tutte
così? - Sbottò Mira.
- A tutte chi? -
- Alle decine di
ragazze a cui fai la corte, mentre in realtà sei promesso
sposo di lady Kiara di Terris. - Disse Mira, tirando fuori tutto il suo
disappunto.
La sera prima Arianna
l'aveva presa da parte e le aveva detto di non fidarsi troppo della
corte di Luke, perché lui era promesso a un'altra donna.
All'inizio Mira non ci aveva creduto: i suoi modi erano così
espliciti! Arianna però le aveva parlato con tale sincera
dolcezza che alla fine, Mira aveva accettato la sua versione dei fatti:
Luke faceva il galante con tutte ma non aveva intenzione di fare le
cose sul serio con nessuna, e questo la infastidiva parecchio. Arianna
aveva cercato di far ragionare anche la sorella, ma Olimpia le aveva
sempre risposto che per qualche bacio e qualche complimento non valeva
la pena prendersela così tanto: finchè Luke la
trovava bellissima, non le importava di Kiara e di tutte le altre donne
che gli ronzavano intorno.
Luke
rimase immobile, interdetto.
- Tutti lo sanno,
sapete? Credo che l'unica ad ignorare i vostri comportamenti
riprovevoli sia proprio la povera lady Kiara. Ma non temete, appena ne
avrò l'occasione la renderò partecipe della cosa.
-
- Lady Mira... -
- E adesso lasciatemi
sola! - Gridò Mira, avanzando nella foresta con tutta la
velocità permessale dalle scarpette eleganti e dall'abito
lungo.
Probabilmente Luke era
rimasto davvero scioccato da quella sua affermazione... o forse ancora
di più dal fatto di vedere una ragazza che lo rifiutava.
Tuttavia, Mira si ritrovò finalmente da sola, nel quieto
silenzio della foresta. Si sedette sotto un albero a riflettere, ma a
quanto pare non c'era pace per lei, quella sera: non appena si fu
seduta, un fruscio dai cespugli vicino a lei la fece sussultare.
Portò la mano al fianco, dove un piccolo pugnale scintillava
sotto i primi raggi della luna.
- Chi è
là? - Gridò.
- Milady... non voglio
farvi del male. -
- Questo lo
deciderò io. Chi sei? - Esclamò Mira.
La voce era flebile e
stanca, ma era di certo quella di un giovane.
- Non ho ricordi,
milady, e non posso farmi vedere in questo stato se non avrò
la promessa che non mi attaccherete. -
- In quale stato? -
Chiese Mira.
- Sono orrendo, mia
signora. Sono orribile. Ma sono ferito, e non sono in grado di
sopravvivere ancora in questa foresta. Se siete capitata sulla mia
strada, vi prego di aiutarmi, anche se sono brutto. -
Mira si
sentì stringere il cuore: lei non avrebbe mai giudicato una
persona dall'aspetto fisico.
- Non ti
attaccherò, vieni pure fuori. - Disse, riponendo il pugnale
nel suo fodero.
Dal cespuglio
uscì una figura carponi, che avanzò lentamente
per poi cadere bocconi a pochi metri dalla ragazza. Mira vide la
casacca bianca intrisa di sangue, i pantaloni strappati e i capelli
intrisi di sangue rappreso e sudore. Cercando di dominare il senso di
voltastomaco che il ragazzo le aveva procurato, gli si
avvicinò. Il giovane gemette, quando lei lo aiutò
a mettersi seduto, e alzò il viso verso di lei: Mira vide un
viso giovane tagliato a metà da una cicatrice lunga e livida
attorno a cui la carne si era richiusa in modo irregolare, con bozzi e
fosse, con tratti bruciati e altri rosei, quasi che la carne si fosse
richiusa da poco.
Mira gridò, mettendosi entrambe le mani sulla bocca. Il
giovane chinò il capo e con la sottile voce che gli
uscì dalle labbra disse:
- Mi dispiace, milady, non era mia intenzione terrorizzarvi. Per
favore, allontanatevi e abbandonatemi qui. Non sareste certo la prima
donna che non sopporta la mia vista. -
Mira chiuse gli occhi, cercando di dominare l'orrore e poi li
riaprì. Respirò a fondo un paio di volte e poi
prese la sua decisione.
- No, non me ne andrò. Ecco, appoggiati a me, ti aiuto ad
alzarti. Ti porterò con me all'accampamento e vedremo cosa
possiamo fare per te. - Disse Mira.
Tese una mano al giovane, che allungò la sua tremando. Ci
mise un po' a prendere quella di Mira, tanto che la ragazza
notò una cosa che prima non aveva visto, impressionata
com'era dal suo volto mostruoso.
- Sei... sei cieco. - Disse.
Mentre annuiva, gli occhi completamente bianchi del ragazzo si posarono
sul viso di Mira senza vederlo.
- Mi dispiace, milady. -
- Non dispiacerti. Ora forza, tirati su. - Con uno sforzo esagerato,
Mira tirò in piedi il giovane e lui quasi le
crollò addosso.
- Mi dispiace, milady. -
- Ripeti che ti dispiace ancora una volta e ti lascio davvero qui. -
Replicò lei, irritata.
Erano a pochi passi dall'accampamento, quando il ragazzo si
fermò.
- Che succede? -
- Milady, io... -
Ma il giovane non riuscì a finire la frase, crollando
svenuto e portando a terra con sé Mira.
In fretta la ragazza si sciolse dalla sua stretta e corse
all'accampamento per chiedere aiuto.
Quando i tre cavalieri che aveva preso con sé videro
l'orrendo giovane a terra, per un momento si rifiutarono di obbedire,
ma lady Mira era la preferita di Luke, così non riuscirono a
trovare il coraggio di rifiutarsi e si caricarono il ragazzo sulle
spalle.
- Portatelo nella mia tenda. -
- Ma milady, non sta bene che una donna e un giovane... -
- Dormirò nella tenda delle principesse. Non penso che
qualcun altro lo voglia con sé, stanotte. -
- Sì, milady. -
- Mira! Che diavolo succede? - Chiese Adam, intercettandola. - Sei
coperta di sangue! Sei ferita? -
- No, Adam, è il ragazzo che era con me ad essere ferito.
L'ho fatto portare nella mia tenda. -
- Ma sei certa che... -
- Che sia innocuo? Se brutto non vuol dire anche che è
cattivo. -
- No, certo, ma... -
- E allora la questione è chiusa. - Disse Mira con un
sorriso dolce.
La ragazza raggiunse la sua tenda e invitò tutti ad uscire,
accettando di saperli a portata di voce: nessuno si fidava dello
sconosciuto.
Lentamente, il giove riprese i sensi.
- Come ti senti? - Domandò la ragazza.
- Sono molto debole. - Rispose lui.
Mira sorrise incoraggiante, pur sapendo che lui non poteva vederla.
- Ce la fai a sollevarti? Ti devo spogliare per poterti curare. -
Il giovane si mise seduto e con l'aiuto di Mira si tolse la casacca
imbrattata di sangue, sussultando ad ogni movimento: sulla schiena del
giovane una serie di tagli paralleli gli avevano ferito la pelle quasi
fino all'osso.
- Cosa ti ha fatto queste ferite? -
- Non lo so. Ricordo di essermi svegliato cieco, ferito e orribile.
Sento la mia carne devastata sotto le dita, lo leggo nelle grida delle
persone che mi incrociano. -
- Ti farò male, ma devo pulire le ferite. - Disse Mira.
Strinse i denti e pulì con cura le ferite sulla schiena del
giovane cercando di dominare l'imbarazzo: non era mai stata
così vicina ad un uomo.
- Posso conoscere il nome della gentile lady che mi ha salvato? -
- Solo se lei poi potrà conoscere il nome del giovane che ha
soccorso. -
- Viridian... credo. -
- Mi chiamo Mira. Stringi i denti, devo cucire le ferite, ti
farà male. -
- Non ho paura. -
- Non ho detto che fa paura, ho detto che farà male. -
Il ragazzo non emise nemmeno un gemito per l'intera durata della
medicazione e Mira ammirò il suo sangue freddo.
- Ora stai pure sdraiato. - Disse Mira.
Il ragazzo si stese e Mira gli lavò il viso cercando di
ignorare la mostruosità dei suoi lineamenti. Viridian teneva
gli occhi chiusi ed era immobile, tanto che Mira credette che si fosse
addormentato.
Quando ebbe finito, però, il ragazzo le prese un polso.
- Aspetta. Mi piacerebbe vederti. -
- Che cosa? -
- Lascia che io ti veda. - Disse lui, allungando una mano.
Le dita del ragazzo si poggiarono sulla guancia di lei e Mira si
tirò indietro.
- Voglio solo sfiorare i tuoi lineamenti per avere un'idea del tuo
viso. Sono certo che sei bellissima. -
Mira rimase immobile.
Dopotutto perché no? Era la prima volta che era fiera del
suo aspetto fisico (a dispetto di tutte le conseguenze che aveva
portato) e di lì a poco sarebbe tornata come prima. Fece un
passo avanti e chiuse gli occhi, lasciando che il giovane le posasse le
mani sul viso: il ragazzo le accarezzò le guance con le
dita, poi salì sulla fronte, le sfiorò le
sopracciglia e le disegnò il contorno degli occhi. Le
percorse la linea del naso e arrivò alla bocca, fermandosi
con un dito posato sulle sue labbra.
Mira aprì gli occhi e si rese conto di essere arrossita.
- Avevo ragione. Sei veramente bellissima. -
- Ora dormi. Ti farò portare qualcosa da mangiare. -
Uscì dalla tenda con il cuore in subbuglio e Luke le
andò in contro con un sorriso.
- Ho saputo del vostro atto di gentilezza, Mira, nei confronti di quel
giovane orribile. -
- È stato quello che ognuno avrebbe fatto al mio posto. -
Luke le sorrise e le porse il braccio per scortarla vicino al fuoco,
dove tutti stavano già mangiando.
- Dormi con noi, Mira? Mi hanno detto che hai portato un ragazzo nella
tua tenda. - Disse Olimpia.
- Se posso mi piacerebbe. -
- Certo che puoi! - Esclamò Arianna.
Mira le lanciò uno sguardo colmo di gratitudine e sorrise
incoraggiante ad Olimpia, ma la ragazza non le aveva ancora perdonato
l'essersi accaparrata Luke, così non rispose al sorriso.
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Capitolo 5 *** Blu ***
capitolo 4, blu
Quando Mira uscì dalla tenda delle principesse, le prime
guardie stavano già rassettando le cose per smantellare
l'accampamento. Mira si intrufolò nella tenda dove riposava
Viridian prima di essere intercettata da chiunque: il ragazzo era seduto e si
massaggiava la testa.
- Buongiorno. - Disse
lei.
Il giovane
sussultò, ma poi tentò un sorriso storto.
- Buongiorno a voi,
lady Mira. -
- Come ti senti? -
- Molto meglio, mia
signora. Vi sono estremamente grato. -
- Non ringraziarmi,
smettila di darmi del voi e chiamarmi signora. Io qui sono solo una
dama di compagnia. -
- Allora posso
trattarti da pari a pari? -
- Certamente. - Disse
lei. - Ora lascia che ti cambi le fasciature, dobbiamo rimetterci in
viaggio. -
Mentre Mira lo aiutava
a vestirsi, dopo avergli sistemato la medicazione, Viridian chiese dove
fossero diretti.
- Dobbiamo arrivare
nella Grotta Cristallo, per arrivare alla Fonte d'Essenza. -
- Alla Fonte
d'Essenza? Potreste portarmi con voi? -
- Dobbiamo. L'ultimo
villaggio è a un giorno di cammino da qui e con queste
ferite non ti lascerei andare in giro da solo per nulla al mondo.
Perché vuoi venire? -
Il ragazzo
sembrò riflettere per qualche istante, poi si
alzò sulle gambe malferme e si appoggiò a Mira
dicendo:
- Sono stato solo per
giorni, confinato dalla mia bruttezza. Vorrei poter stare con qualcuno
che so che mi accetta, almeno finché non mi sarò
accettato io per primo. - Disse lui.
- Potrai rimanere con
noi, non preoccuparti. - Disse Mira.
Uscirono dalla tenda e
Mira vide le smorfie e gli occhi strabuzzati di chi vedeva quel giovane
mostruoso appoggiato alla bellissima dama di compagnia delle
principesse.
Alzò gli
occhi verso il ragazzo e provò improvvisa pietà
per lui... anche se sapeva che Viridian non poteva vedere quelle
espressioni sconvolte sul viso della gente che lo circondava. Lo
lasciò vicino al fuoco con un po' di stufato tra le mani e
corse nel suo bagaglio alla ricerca del suo mantello blu.
Tornò da Viridian e glielo appoggiò sulle sue
spalle tirandogli il cappuccio in testa.
- Che fai? -
- Così
nessuno vedrà il tuo viso e non noteranno che sei cieco. -
- E nessuno
vedrà che sono orribile. -
Mira non rispose, ma
si limitò ad appuntargli la spilla che chiudeva il mantello.
- Non avrai freddo? -
- Non fa freddo, e
comunque ho una bella cappa bianca da indossare, nel caso. - Disse Mira.
Quando fu il momento
di mettersi in viaggio, Luke non approvò il nuovo arrivato.
- Ci
rallenterà, dato che non ha il cavallo. -
- Può
cavalcare sul mio e io salgo con Adam. - Propose Mira.
- Il cavallo di Adam
non può reggere i vostri due pesi. -
- Potrei cavalcare con
voi, mio signore: il vostro cavallo è il migliore stallone
di Marinia, di certo ci reggerebbe. - disse Mira sbattendo le ciglia.
Luke
tentennò qualche istante, poi annuì. Appoggiata
alla fredda cotta di maglia di Luke, Mira si rese conto che per la
prima volta aveva usato il suo incredibile fascino per ottenere
ciò che voleva.
Si fermarono al
tramonto e Mira annunciò che la sua tenda era passata a
Viridian: lei avrebbe dormito con le principesse di Marinia.
- Lady Mira, se posso
permettermi di offrire la mia tenda per voi ne sarei felice. E se posso
proporvi anche la mia compagnia, ne sarei due volte entusiasta. - Disse
Luke.
- Vi ringrazio, ma no.
- Rispose Mira, cercando di essere gentile.
Luke però
non demordeva e la trattava con una tale gentilezza e con un affetto
così incredibile che Mira iniziava a sentirsi conquistata da
lui: doveva sforzarsi di ricordare il suo comportamento poco corretto
nei confronti della sua promessa sposa, ma quando la guardava con occhi
ammirati e le diceva che era la più bella delle ragazze
sulla Terra... beh, allora era veramente facile scordarsene.
Senza rendersene conto
Mira rideva con lui dei doppi sensi che infilava nelle frasi, divideva
con lui la borraccia, si lasciava aiutare a salire e scendere da
cavallo... i suoi modi gentili e cortesi avevano fatto definitivamente
breccia nel suo cuore.
Luke era
bello, gentile ed era innamorato di lei... Mira aveva deciso che doveva
solo esserne felice: chi poteva dire che non fosse per lui la volta
buona? Poteva lasciar perdere lady Kiara e tutte le altre donne per
stare con lei, no? Le sue attenzioni erano inequivocabili, e Mira non
riusciva a non ammettere che le piaceva camminare al suo
braccio per l'accampamento, mentre i soldati si inchinavano e
sorridevano al loro capitano, le piaceva ammirare il suo profilo
elegante contro il cielo azzurro mentre cavalcavano e adorava il modo
in cui la luna faceva scintillare i suoi occhi mentre erano seduti
attorno al fuoco prima di coricarsi.
La terza sera in cui
Viridian si era unito a loro, Mira era sulla porta della tenda che
divideva con le principesse e si sentì chiamare.
- Mira. -
Viridian, avvolto come
sempre nel lungo mantello blu, stava pochi passi dietro di lei.
- Viridian, dimmi. -
- Hai voglia di fare
due passi? -
- Va bene, ma non
allontaniamoci troppo. -
Si allontanarono
camminando nell'erba alta.
- C'è
qualcosa che devi dirmi? -
- Volevo solo
scambiare due parole. -
- Riguardo a qualcosa
in particolare? -
- Mi sta tornando la
memoria. -
- Davvero? -
Viridian
annuì, col volto devastato nascosto tra le pieghe del
cappuccio blu.
- E cosa ricordi? -
- Un bellissimo
castello di pietra scura. La notte è piena di stelle...
credo che sia un posto di montagna, ricordo solo roccia attorno a me.
Pensi che sia il posto in cui vivevo? -
- Può
darsi. -
- E so che non mi
chiamo Viridian. -
- No? E come ti
chiami? -
- Non ne ho idea. Non
me lo ricordo. Ma Viridian era una parola che mi ronzava in testa... e
per la precisione il nome corretto era Viridia. -
- Viridia? Sembra un
nome di donna. -
- Infatti, ricordo che
era una dama... una dama molto bella. -
- Comunque per il
momento continuerò a chiamarti Viridian, se non ti dispiace.
-
- E che mi dici di te,
invece? Dove vivevi? -
Mira
raccontò di Marinia, della sua vita come dama di compagnia
delle principesse e dei pomeriggi passati a ridere, chiacchierare e
divertirsi... ma anche di quelli che sembravano non passare mai,
trascorsi facendo compere, pettinandosi o imbellettandosi.
- Per una bella come
te dovevano essere cose inutili. - Disse lui.
- Sarebbero inutili
anche se fossi brutta: non mi piace infiocchettarmi come un pacco dono
per il primo principe che passa per strada. -
Viridian rise di
quella frase e la sua risata causò una brusca morsa allo
stomaco di Mira.
- Sei veramente
divertente, per essere una lady. A proposito di principi, che mi dici
di Luke? -
- Lui non è
un principe. Si è accorto di me da quando...
cioè, siccome sono bella. -
- Beh, è
impossibile ignorare una bella ragazza, questo me lo ricordo. - Disse
Viridian sospirando.
- Credimi, certe volte
vorrei che gli uomini fossero tutti ciechi. -
- E perché?
-
- Perché
troppe volte li ho visti rifiutare fanciulle fantastiche ma troppo
sgraziate, pur di sposare donne bellissime ma vuote dentro.
L'importante per un uomo è avere una donna che sia bella e
di cui potersi vantare, che poi sia una sciocca o un'egoista, non
importa. E se la donna bella è anche una che è
facile da conquistare, allora è proprio perfetta. -
- Non essere
così dura con gli uomini, Mira. -
- Prova a
contraddirmi. Olimpia non è bella e nessuno la guarda. Io
sono bella e tutte le guardie fanno quello che dico. -
- Forse è
perché tu sei sempre gentile, chiedi per favore e le
ringrazi, mentre Olimpia strilla e batte i piedi e pensa che tutto le
sia dovuto? -
- Forse adesso,
perché è brutta. Prima non succedeva. -
- Prima di cosa? -
Mira si morse la
lingua. Accidenti, si era tradita.
- Mira? Ci sei? -
- Io... vedi... -
Viridian le
posò una mano sulla spalla e Mira sorrise, anche se sapeva
benissimo che Viridian non poteva vederla. Istintivamente,
posò la propria mano su quella di lui e la strinse nella
sua. Un'altra
morsa alla bocca dello stomaco, feroce e violenta come quella di prima,
la obbligò a lasciare la mano del ragazzo e nascondere le
dita tra le pieghe della gonna.
- Comunque anche le
donne fanno così. Ti vedono bello e subito ti corrono
dietro... se sei brutto, invece, puoi avere un sacco di
qualità, ma l'unica cosa che sanno fare è
commentare e ridacchiare alle tue spalle. -
- Dici sul serio? -
- Fai finta di non
saperlo? - Disse lui con tono canzonatorio.
- Beh, io non ho mai
ragionato in questo modo: io non guardo l'aspetto fisico. -
- Forse
perché sei bella abbastanza per tutti e due. -
Mira strinse le mani
l'una nell'altra: come poteva dirgli che non guardava
l'esteriorità perché lei era rimasta ferita da
tutti quelli che lo avevano fatto con lei?
- Comunque l'anima di
una persona si vede. - Sentenziò Viridian.
- Si vede? -
- Sì,
certo. L'anima rende una persona più bella o meno bella, e
si vede. Ma non tutti lo notano. -
- Dici sul serio? -
- Sono convinto che
sia così: le persone che non sono molto belle ma hanno
un'anima buona la fanno intravedere attraverso i loro occhi. Sono
limpidi, trasparenti, e brillano. -
- E perché
molta gente non lo nota? -
- Perché
solo quelli che sono buoni possono notarlo, quelli che credono che
l'apparenza non sia tutto: solo loro riescono a vedere la luce negli
occhi di chi non è bello ma è buono. -
Mira non rispose e
Viridian le posò una mano sul capo, in un gesto
così sicuro che Mira sussultò, chiedendosi se in
realtà non ci vedesse benissimo.
- Ti senti bene? Vuoi
tornare indietro? - Domandò il ragazzo, spaventato dalla sua
reazione.
- Sì, sto
bene. Però voglio tornare indietro, sono stanca. -
- Certo. - Disse
Viridian.
I due tornarono
all'accampamento e si divisero davanti alla tenda di Viridian. Mira gli sorrise, e Viridian -
sebbene a sua insaputa - fece lo stesso, storcendo le labbra martoriate
in una orrenda smorfia.
- Buonanotte, lady
Mira. -
- Buonanotte,
Viridian. -
Quella notte, Mira
rimase sveglia a pensare: Viridian era cieco, eppure vedeva meglio di
lei le cose del mondo. Aveva parlato con lui come non aveva mai parlato
con nessuno. Forse era proprio il fatto che non ci vedeva, ma
finalmente si era sentita ascoltata e apprezzata. E quello che aveva
detto sugli occhi? Era una cosa meravigliosa, poter pensare che
qualcuno poteva vedere la tua bellezza anche se non era sotto la vista
di tutti.
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Capitolo 6 *** Bianco ***
capitolo 5, bianco
Nei giorni seguenti Mira prese
ad avere una sorta di routine: di giorno si beava della compagnia di
Luke e delle sue attenzioni, continuava a sopportare a malapena
Olimpia, che la guardava come se volesse incenerirla, e Arianna, che la
guardava piena di malcelata invidia. Quando però il sole
scendeva e tutti andavano a dormire, passava ore intere con Viridian, a
parlare di cose grandi: avevano parlato dell'amore, della famiglia,
perfino dell'importanza di saper governare; avevano parlato dei loro
sogni, di quello che avrebbero voluto per il futuro e di quello che non
avrebbero mai potuto avere... e Mira si era resa conto di non riuscire
a fare a meno di quelle chiacchierate che duravano tutta la notte.
Ogni sera, quando
l'orrendo sorriso di Viridian le augurava la buonanotte, il suo stomaco
si contraeva violentemente; quando per caso le capitava di sfiorarlo,
sentiva un brivido piacevole correrle lungo la schiena. Temeva di dare
un nome a quello che provava, perché non voleva ammetterlo.
Una sera la pioggia
forte aveva obbligato tutti ad accamparsi con diverse ore di anticipo.
- Fa davvero freddo,
accidenti! - Aveva esclamato Olimpia.
Arianna si era stretta
nel suo pesante mantello turchese e Olimpia era rannicchiata nel suo
mantello di seta rossa che - pur essendo bellissimo - non riusciva a
proteggerla dal freddo. Mira vide la sua amica tremare ignorata da
tutti perché non era bella e si rese conto di rivedersi in
lei: si tolse la cappa di lana bianca e la avvolse attorno alla sua
amica.
- Mira... tu non hai
freddo? -
Mira scosse la testa e
vide un sorriso spuntare sul viso di Olimpia.
- Pensavo che, siccome
ora sei bella, tu fossi diventata acida e antipatica e che ti credessi
superiore a me solo perché sono brutta. Invece no! -
- Una persona non
è superiore a un'altra in nessun caso. Men che meno per
quanto riguarda l'aspetto: l'ho imparato quando quella brutta ero io. -
Dopo un momento di silenzio, Olimpia mormorò:
-
Pensavo, Mira, che magari potresti evitare di specchiarti nella fonte.
Ci specchieremo solo Aria e io, così saremo tutte e tre
bellissime. -
- E se così
l'incantesimo non funzionasse? -
-
Funzionerà. Anche perché sei troppo buona per
dover essere per forza anche brutta. -
Mira sentì
lacrime di commozione pungerle gli occhi e gettò le braccia
al collo della sua amica ritrovata, stringendola forte in un abbraccio
sotto la pioggia battente.
- Andiamo a mangiare,
ti va? - Le propose Olimpia.
Si rifugiarono sotto
la tenda reale e rimasero lì a mangiare e parlare in
compagnia di Arianna fino a notte fonda, quando le principesse si
addormentarono.
In quel momento una
figura incappucciata fece capolino nella tenda.
- Mira? Anche se
piove... ti va di fare due passi? -
Mira annuì
e uscì, camminando accanto a Viridian sotto la pioggia
tiepida che scivolava sulle foglie del bosco creando un sottofondo
musicale delicato e suggestivo. Si sedettero su un tronco
caduto e Mira rabbrividì, nell'aria fredda della sera.
Un istante dopo, il
suo mantello blu era di nuovo attorno a lei per scaldarla: aveva un
odore strano, buono e forte... un odore di uomo che lei non si era mai
sentita addosso. Avvampò e si strinse nel mantello per
cercare di sentirsi meno in imbarazzo.
Viridian si sedette
più vicino a lei e Mira alzò gli occhi verso il
giovane al suo fianco: il suo profilo era imperfetto e atroce e fu
costretta a distogliere lo sguardo.
- Pochi giorni ancora
e arriveremo alla Grotta Cristallo. - Iniziò Viridian.
- Già. -
- Ho sentito Luke e
Adam che ne parlavano. Hai ancora freddo? Prima tremavi. -
- Sto bene, ora. Ma
sei tu che hai la pelle d'oca, adesso. Tieni tu il mantello. -
- No, tienilo tu.
Dopotutto è tuo. -
- Io sto bene, ora. -
Viridian
scrollò le spalle, ripetendo che non sentiva freddo.
Mira rimase a guardarlo per un momento, poi sciolse il mantello e lo
posò tra le mani del giovane. Invece di prenderlo, Viridian
la abbracciò di slancio. La pioggia continuava a
sussurrare attorno a loro e Mira non capiva se il cuore di cui sentiva
ogni battito fosse il suo o quello del ragazzo che la teneva stretta.
Il tepore del suo corpo e del mantello blu scivolato sulle loro
ginocchia le impediva di pensare a quanto stesse piovendo e Mira chiuse
gli occhi:
non aveva mai provato quel piacevole dolore alla bocca dello stomaco,
quella lieve sensazione di piacevole stordimento, e senza pensarci due
volte ricambiò l'abbraccio di Viridian, stringendolo con la
stessa intensità. Sentì le labbra di
Viridian posarsi sui propri capelli e si sciolse dall'abbraccio,
guardandolo in viso: all'improvviso, il pensiero che quel volto orrendo
le si fosse fatto così vicino la fece inorridire e Mira
balzò in piedi.
- Che... che
c'è? - Disse Viridian.
- Niente. Io... devo
tornare all'accampamento. - disse Mira.
La ragazza si
precipitò nella tenda che divideva con le principesse senza
mai voltarsi indietro.
Per i due giorni seguenti evitò metodicamente Viridian,
lasciandosi cullare dalle attenzioni di Luke e dalla rinnovata amicizia
con Olimpia e Arianna: la sera lasciava sempre detto che era stanca e
che non voleva essere disturbata e sprofondava nel cuscino sperando di
addormentarsi il prima possibile.
Una sera, poco prima di andare a dormire, fu Luke ad andare da lei.
- Mira, posso avere
l'onore di un momento con voi nella mia tenda? -
- Ma certo. -
Si sedette sul
giaciglio di Luke nella sua tenda e Luke si abbandonò
mollemente al suo fianco guardandola con un sorriso ambiguo.
- Ti piaccio, Mira? -
- Siete molto bello,
sir Luke, lo sapete. -
- E vi piacerebbe se
io facessi così? - Disse Luke, posandole una mano sulla nuca
e premendo le proprie labbra su quelle di lei.
Mira rimase immobile,
irrigidita: non riusciva a pensare, né a fare niente. Poi
sentì le labbra di Luke danzare sulle sue e cercò
di seguirlo in quella danza appassionata. Qualche secondo dopo Luke si
allontanò con un sorriso.
- Credo che le tue
labbra abbiano risposto per te, Mira. -
Mira
avvampò, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
- Sei quanto di
più bello io abbia mai visto. - Disse lui con dolcezza,
avvicinandosi di nuovo a lei.
La nuvola del suo buon
profumo la avvolse e la stordì, unita all'incredibile
bellezza di Luke.
- A-anche voi, mio
signore. -
- Smettila di
trattarmi da lord. Io sono un ragazzo e tu una ragazza. Una bellissima
ragazza, aggiungerei. -
Mira però
non riuscì replicare, perché Luke le chiuse la
bocca con un bacio. Un bacio, poi un altro, e un altro ancora. Per
diverse ore Mira rimase distesa sul giaciglio di Luke, con il suo corpo
premuto sul proprio e le labbra incollate a quelle di lui.
Era indubbiamente
piacevole sapere che Luke, il più bello tra i giovani di
Marinia, aveva un debole per lei: sentire i suoi lineamenti perfetti
sotto le dita e sotto le labbra e sentire i suoi riccioli scorrerle tra
i polpastrelli era una sensazione divina.
Fu la
luce dell'alba a svegliare Mira, che si ritrovò abbracciata
a Luke, sulle coperte del suo giaciglio. La ragazza sorrise davanti
all'espressione pacifica del giovane addormentato e scivolò
fuori dalla sua tenda. Tornò in quella di Arianna e Olimpia,
si pettinò e si lavò per poi uscire solo quando
anche le sue amiche si furono svegliate.
- Buongiorno, mia
amata. - Disse Luke, inchinandosi davanti a lei con un guizzo divertito
negli occhi castani.
- Buongiorno a voi,
Luke. Avete dormito bene? -
- Mai dormito
così bene in vita mia. - Rispose lui.
Mira gli sorrise
complice e si andarono a sedere vicino al fuoco mentre i soldati
smantellavano l'accampamento e caricavano i cavalli.
Si rimisero a cavallo
e iniziarono l'ultima parte di marcia: Mira cavalcava ancora con Luke e
ridevano di gusto alle chiacchiere dei soldati attorno a loro.
All'improvviso una
freccia trapassò il soldato alla loro destra e un drappello
di uomini uscì dalla boscaglia per accerchiarli.
- Siete circondatevi!
Arrendetevi! - Gridò un uomo.
- Non senza
combattere! - Esclamò Luke, scendendo da cavallo.
Uno dei briganti lo
attaccò e Luke si difese con maestria: uno dopo l'altro,
tutti gli uomini del drappello si ritrovarono a combattere con qualcuno
dei briganti e Mira corse a raggiungere Olimpia e Arianna, che
tremavano terrorizzate. Erano abbracciate le une alle altre, quando un
uomo afferrò Olimpia per i capelli.
La ragazza
iniziò a gridare e tutti si fermarono. L'uomo - che pareva
il capo dei briganti - le teneva un coltello puntato alla gola.
- Pensate che non
avremmo riconosciuto i colori della casa reale? Se non volete che il
prezioso sangue blu di queste fanciulle vada a dissetare la nostra
foresta fareste meglio a buttare le armi. -
- Non mi fate del
male! Io sono una principessa, mio padre potrebbe ricompensarvi! Anche
Arianna è una principessa, teneteci in vita! -
Piagnucolò Olimpia.
- Ma bene, quindi qui
abbiamo due principesse brutte e una fanciulla bella... e tu chi
saresti, carina? -
- Sono la loro dama di
compagnia. Non sono una principessa. - Disse Mira.
- Poco importa. -
Disse il secondo brigante, puntando un pugnale allo stomaco della
ragazza.
Mira si
immobilizzò immediatamente, spaventata.
- Buttate le armi. -
Luke fu il primo a
gettare la spada e fu imitato da tutti, compreso Viridian, che aveva
combattuto con il lungo bastone che gli serviva per camminare.
Il brigante
lasciò andare Olimpia e pochi minuti dopo erano tutti legati
e imbavagliati mentre i briganti si dividevano i loro cavalli e i loro
averi. Quando scese la sera la combriccola di fuorilegge
banchettò con il cibo e il vino che la comitiva aveva
portato per il viaggio di ritorno.
Decisamente ubriachi,
iniziarono a parlare di donne e delle loro abilità con il
gentil sesso.
- Siete dei palloni
gonfiati. Buoni solo a parlare e non a mettere in pratica. - Disse il
capo, ridendo e vuotando un altro boccale di vino.
- Invece è
vero, Bonn! Le donne cadono ai miei piedi dopo solo un momento! -
Rispose l'altro.
- Ah sì? E
dimostramelo, se ne sei capace! -
- E come faccio? -
- Io ho un'idea. -
Rispose un altro dei briganti.
Si alzò in
piedi e sollevò Arianna per i capelli.
- Un bocconcino
prelibato, non trovate? -
Mira e Olimpia si
dimenarono e anche i soldati della guardia cercarono di liberarsi per
aiutare la principessa, ma Bonn e lo spilungone non erano della stessa
opinione. Mentre
il resto dei briganti rideva e continuava a bere, i due si avvicinarono
alle ragazze. Il capo di quella marmaglia avvicinò il suo
viso a Mira e sogghignò divertito.
- Io mi prendo questa.
-
- Ma capo, io... -
- A te piacciono le
bionde, no? La principessa bionda è perfetta per te, Dover
si prende la ragazzina e facciamo vedere a questi damerini come si
tratta una donna. -
Sollevò
Mira di malo modo e le strappò le corde di dosso.
- Allora, carina, da
cosa cominciamo? - Disse ridendo.
Mira lanciò
uno sguardo supplicante a Luke e ad Adam, ma entrambi si stavano
dimenando per liberarsi dalle corde senza nessun risultato. Viridian
era alle loro spalle ed era immobile, con il viso contratto in una
smorfia anche peggiore della sua solita espressione orrenda.
Il capo
accarezzò i riccioli di Mira con le grandi mani sporche: la
ragazza si divincolò e diede con tutte le sue forze una
ginocchiata nello stomaco dell'uomo. Bonn si piegò in due,
ma solo per un attimo: il suo fisico robusto non risentì a
lungo del colpo e Mira aveva fatto appena pochi passi quando il
brigante riuscì ad afferrarla di nuovo per un braccio. Tutti i componenti della banda
ridevano e incitavano il loro capo a farle vedere di cosa era capace.
Mira
cercava di scappare, ma la stretta dell'uomo era veramente troppo forte
per lei: fu afferrata e gettata a terra con così tanta forza
che per un momento le mancò la vista. L'uomo le sorrise in modo
orribile e le biascicò qualcosa. Disgustata dall'alito
pesante che sapeva di alcol, Mira non lo ascoltò nemmeno e
cercò di ribellarsi, ma il brigante rise al suo patetico
tentativo di fuga.
- Adesso basta! -
Gridò una voce alle sue spalle.
Il brigante,
distratto, alzò gli occhi e guardò verso i
prigionieri: in piedi in mezzo alla folla, ancora con le mani legate,
stava il ragazzo mostruoso con il mantello blu.
- Non vedi che sono
impegnato, ammasso di carne andata a male? -
- Ti ho detto di
lasciarla stare! - Gridò ancora Viridian.
L'uomo rise di gusto e
con lui tutta la banda.
- Oho, ma guardate: il
mostriciattolo è innamorato della bambolina! Che storia
romantica... peccato che lei non sarà mai tua, schifoso! -
- Neanche tua, se
è per quello! - Gridò Luke, alzandosi in piedi.
- Guardate cos'abbiamo
qui: un triangolo amoroso! Chissà chi preferisce la nostra
bella eroina. - Disse il capo dei briganti, torcendo un braccio di Mira
dietro la sua schiena e strappandole un grido di dolore.
Fu un attimo: Luke e
Viridian fecero un passo avanti ed entrambi si avventarono sul grosso
brigante, allontanandolo dalla ragazza con la forza dei pugni e dei
calci. Mira riuscì a tornare dal resto della comitiva e
slegò le mani ai cavalieri prima ancora che i briganti
riuscissero a capire cosa stava succedendo: riuscivano solo a vedere
due giovani, un bel cavaliere e un mostro, che combattevano contro il
loro capo come due demoni usciti da qualche leggenda popolare. Il capo
della banda perse i sensi battendosi con i due ragazzi e tutta la banda
fece un passo indietro al vedere il più forte di loro
sconfitto. Quando Viridian, mostruoso e coraggioso com'era, si volse
verso il resto della banda, i briganti non ebbero nessuna idea migliore
se non fuggire a gambe levate.
Dopo aver aiutato
Olimpia e Arianna, Mira si precipitò a slegare le mani di
Luke e Viridian.
- State bene? -
Domandò preoccupata, guardando il sopracciglio sanguinante
di Luke e le braccia graffiate di Viridian.
- Noi stiamo bene,
Mira. Tu come stai? - Chiese Luke, apprensivo.
- Bene, grazie a voi. -
Aveva avuto veramente
paura: il terrore l'aveva assalita e l'aveva paralizzata, lasciandola
immobile tra le mani di quell'orribile brigante. Per una volta, aveva
sinceramente maledetto quella incredibile bellezza che faceva di lei un
bersaglio tanto facile.
- Ora è
tutto a posto, stai tranquilla. - Disse Viridian, con dolcezza.
- Ha ragione. Forza,
vediamo se ci sono rimaste delle provviste. - Disse Luke.
Qualche ora dopo
avevano recuperato tre cavalli e qualche forma di pane, accompagnata da
un paio di borracce d'acqua e da un po' di formaggio.
- Non ci
basterà mai per il viaggio di ritorno e saremo rallentati
dalla perdita dei cavalli. - Disse cupo Adam.
- In qualche modo ce
la caveremo. - Rispose Viridian.
Decisero di spostarsi
subito, anche se stava scendendo la notte, per non rischiare di essere
rintracciati dal resto della combriccola di malviventi.
Mentre viaggiavano a
piedi, sotto la luce della luna, Luke prese Mira sottobraccio.
- Voglio che tu stia
vicino a me, in ogni momento. - Disse lui.
Mira gli sorrise e
appoggiò la sua tesa sulla spalla del giovane annuendo
dolcemente: le piaceva la sensazione di sicurezza che gli dava
camminare al suo fianco.
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Capitolo 7 *** Grigio argento ***
capitolo 6, grigio argento
Quando si fermarono era
già
quasi mezzogiorno: si accamparono in una piccola radura nascosta alla
vista da una fitta siepe di rovi e decisero di riprendersi dalla
disavventura accendendo un fuoco e mangiando quello che avevano
recuperato. Il resto della
giornata trascorse lentamente e nelle lunghe ore di riposo Mira si
rese conto che non aveva mai parlato con Luke: lo raggiunse dove
si era disteso per riposare un po' e gli diede un bacio per svegliarlo.
Il ragazzo ricambiò il bacio, ma Mira si
allontanò, cercando di
intavolare una discussione:
- Cosa farai quando torneremo a casa. -
- Continuerò il mio addestramento per diventare cavaliere. E
ovviamente continuerò a volerti frequentare. - Disse con
un'occhiata maliziosa.
Mira arrossì, mettendosi i capelli dietro le orecchie, e
continuò.
- Beh, ma avrai dei progetti, no? Dei sogni. -
- Diventare cavaliere, ottenere un buon castello e sposarmi con una
bella donna. Per l'ultima parte ho già delle idee... - Luke
le prese una mano e le baciò il palmo con tanto calore che
Mira si sentì ribollire il sangue.
Sottrasse la mano alla stretta di Luke e cercò di continuare
il discorso tirando fuori tutti gli argomenti di cui disponeva, ma il
giovane continuava solamente fare allusioni e a
tentare di rubarle qualche bacio. Alla fine del pomeriggio le uniche
cose che Mira era riuscita a capire di lui erano che amava il vino, le
donne e i
combattimenti con gli amici, che sapeva di essere bello... e che per
lui l'espressione “per sempre” non aveva nessun
significato.
Quella
scoperta fece male a Mira: il pensiero che quel
ragazzo stupendo di cui era tanto innamorata era così freddo
e vuoto l'aveva ferita profondamente.
Quando
scese la sera e i cavalieri si furono distesi per dormire un po', la
ragazza
si rese conto che aveva proprio voglia di una discussione seria e
interessante, così cercò Arianna, ma
scoprì che la ragazzina era già
crollata addormentata vicino al fuoco; con Olimpia le discussioni
profonde non erano nemmeno lontanamente pensabili... e Mira si
ritrovò a desiderare la
compagnia di Viridian.
Se
all'inizio, dopo quel loro abbraccio nella foresta, era stata lei ad
evitarlo, ora era il giovane ad essere sfuggente: era difficile vederlo
in giro e non scambiava due parole con lei da molto tempo. Lo trovò seduto
all'ombra di un abete dal tronco enorme, con la testa tra le mani.
- Viridian, ti senti
bene? -
- Le ferite si sono
rimarginate, sto bene. - Rispose lui.
Mira si sedette
accanto a lui e gli posò una mano sulla spalla, titubante.
- Che succede? -
Domandò.
- Niente. Non succede
niente di strano. Tutto normale. -
- E allora
perché ti comporti così? -
- Devi dirmi qualcosa?
-
- Volevo parlare. Mi
mancano le nostre discussioni. -
Viridian si
voltò appena verso di lei, fissandola con i suoi occhi
ciechi.
- Davvero? -
- Sì. -
Disse in un sussurro, trovando assurdo quello che stava dicendo.
Viridian
sembrò illuminarsi e subito tornò quello di
sempre; si misero a parlare
delle stelle, dato che la notte limpida e perfetta era colma di
scintille argentate e Mira aveva manifestato a voce alta tutto il suo
stupore per quel firmamento meraviglioso.
- Ormai la
costellazione del Cigno dovrebbe essere sorta. - Disse Viridian ad un
certo punto.
- Conosci le stelle? -
- Credo di sapere i
nomi di tutte quelle che brillano sui Sette Regni. -
- Dev'essere
bellissimo... -
- Posso dirti i loro
nomi, se vuoi. -
- Ma come fai? Tu non
puoi vederle! Come le riconoscerai? -
-
Quando conosci una cosa non ti serve vederla per sapere
dov'è: da
bambino ho imparato le mappe celesti di ogni periodo dell'anno. Dimmi
solo dove si trova il nord e con il tuo aiuto potremo guardare il cielo
insieme. -
Per
il resto della notte le parlò della Via Lattea, di Orione,
Andromeda e
Cassiopea, e di tutte le leggende che le stelle portavano con loro
dalla notte dei tempi; le parlò di stelle che indicavano la
via, di
stelle che non si muovevano mai e di stelle che invece apparivano solo
in determinati momenti dell'anno, di stelle vicine e di altre
lontanissime. Mira lo ascoltava a bocca aperta e con suo grande stupore
si accorse che mentre parlava non sembrava nemmeno così
brutto.
Viridian
si fermò, le chiese di nuovo dove fosse il nord e l'ora
della notte,
poi le prese una mano e le indicò un punto nel cielo.
- Tra quelle stelle
che stanno sorgendo adesso ce n'è una che si chiama Sirio:
è l'unica stella che si vede dovunque, all'interno dei Sette
Regni. -
Mira
però non lo stava ascoltando: la mano del ragazzo stretta
attorno alla
sua le aveva causato una tale scarica elettrica nel corpo che sentiva
il cuore palpitare più forte che mai. Abbassò lo
sguardo, fissandolo sull'erba scura accanto all'orlo della sua gonna, e
sentendo le guance roventi. Viridian
si accorse dell'esitazione della ragazza e strinse più forte
la sua mano, posandola sul proprio cuore: attraverso la casacca la
ragazza sentì il cuore del ragazzo battere forte quanto il
suo.
Mira lo sentiva
battere, tremava e quasi non riusciva a respirare, paralizzata in
quella situazione di cui non stava capendo il significato.
- Mira. - Disse
Viridian, e la sua parola fu poco più che un sussurro nel
buio della notte.
Mira
si allontanò di scatto e si precipitò
all'accampamento: entrò nella tenda di Luke senza pensarci
due volte, si rifugiò al suo fianco avvolgendosi nel suo
mantello e posando il proprio capo contro la spalla solida del giovane.
Sperava di riuscire a riprendere sonno prima di sentire i passi di
Viridian sull'erba umida, quando sarebbe tornato indietro.
La
mattina dopo, Mira era ancora inquieta e turbata: camminava al fianco
di Luke, ma sentiva nettamente la presenza di Viridian alle sue spalle.
All'improvviso decise di spostarsi in coda alla comitiva, dove Arianna
camminava accanto ad Olimpia.
- Come mai sei qui? -
Chiese Olimpia all'improvviso.
- Ho bisogno di
pensare. - rispose Mira.
- Ti dispiace se io
intrattengo Luke, nel frattempo? -
- Fai pure, Olly. -
Olimpia
avanzò contenta verso il giovane e Mira si mise a camminare
piano lasciando ruota libera ai suoi pensieri.
A
lei Luke piaceva: era bellissimo, galante e spiritoso, si divertivano
insieme, ridevano e scherzavano. Con lui però non riusciva a
parlare:
era superficiale, infantile e decisamente un ragazzo troppo dedito ai
piaceri della vita per essere il tipo giusto per lei, oltre al fatto
che era una persona che non amava chiacchierare. D'altronde fino a quel
momento era passata sopra a quei difetti: quando lui la baciava e la
guardava con aria ammirata, era così facile dimenticarsene!
“È
così bello che quando lo guardi ti dimentichi tutti i suoi
difetti.” Pensò.
Poi
c'era Viridian. L'aveva cercato, e questa cosa la spaventava: non aveva
mai sentito il bisogno della compagnia di Luke, mentre di quella di
Viridian sì... e la terrorizzava il pensiero che sentiva il
bisogno di
chiacchierare con lui, di scambiarsi opinioni e perfino di discutere,
come era capitato qualche volta.
Con
Luke si sentiva bella e ammirata, si sentiva fortunata, ma non provava
mai quella scossa elettrica che Viridian le scatenava dentro appena la
sfiorava. Era anche vero che guardare Viridian in faccia faceva sparire
tutte le belle sensazioni che le trasmetteva, lasciandole solo una
terribile sensazione di orrore e raccapriccio.
Mira
sospirò: avrebbe voluto trapiantare l'anima di Viridian nel
corpo di
Luke, se solo fosse stato possibile!
Non era una cosa realistica, così
si rese conto di dover prendere una decisione, prima di tutto con
sé
stessa. A conti fatti, però, Mira pensò che tra i
due avrebbe preferito
Luke: forse non era il massimo per farci un discorso serio, ma per
quello poteva cercarsi un professore o una dama di compagnia... se non
altro sarebbe stata felice di vederlo sempre camminare al suo fianco. Decidere
tra i due non era una cosa che faceva con piacere, ma se il pensiero di
stare con Luke non la faceva impazzire, quello di dover guardare un
ragazzo che le metteva il voltastomaco le faceva proprio ribrezzo.
Quando si accamparono
sotto uno spuntone di roccia Luke le avvicinò.
- Ho parlato con
Olimpia tutto il pomeriggio, ma ho sentito la mancanza del tuo bel
viso, mia amata. -
- Volevo stare un po'
sola a pensare. -
- Ora che hai pensato
fammi un po' compagnia. -
- Sempre a tua
disposizione. - Disse lei sorridendo.
Si sedettero l'uno
vicino all'altra, mangiarono qualcosa e si addormentarono abbracciati.
Mira fu svegliata dal
rumore di una pioggia battente che scrosciava sul fianco della montagna.
- Dobbiamo rimetterci
in marcia! - Disse Adam.
- Perché?
Piove da morire! - Esclamò Arianna.
-
Perché con questa pioggia c'è il rischio di frane
ed è meglio
allontanarsi da questo punto del costone, qui la roccia è
particolarmente friabile. Dobbiamo raggiungere la Grotta, lì
non
dovremo temere la pioggia! - Esclamò il giovane.
Adam era stato scelto come capitano perchè era indubbiamente quello che aveva
più esperienza sul Picco Cristallo, così nessuno
osò
fare obiezioni e tutti si rimisero in marcia, anche se sotto la pioggia
battente
però camminavano molto lentamente.
Adam
era davanti a tutti e cercava di tenere un passo abbastanza spedito per
raggiungere la loro meta il prima possibile; alle sue spalle c'era Luke
e Mira aveva tentato di stargli vicino, ma
aveva dovuto rallentare, non essendo abituata a camminare in montagna
con quelle condizioni, così si era ritrovata all'improvviso
accanto a
Viridian. Il giovane camminava svelto, ma la sua cecità gli
rendeva difficile camminare agevolmente su quello stretto sentiero che
si snodava sul fianco della montagna. La
consapevolezza della sua vicinanza fece contrarre violentemente lo
stomaco di Mira e la
ragazza alzò gli occhi verso di lui per cercare di
intravvedere i suoi
lineamenti tra le pieghe del cappuccio e le cortine d'argento della
pioggia che continuava a scrosciare.
Come se si fosse accorto di essere osservato, Viridian
parlò, all'improvviso.
- Mira. -
- Come... come sapevi che ero io? -
- Hai un buon profumo. Posso farti una domanda? -
- Ma... ma certo. -
Rispose lei, vagamente imbarazzata all'idea che un ragazzo la
riconoscesse dall'odore.
- Cosa provi per Luke?
-
Mira rimase interdetta.
- In che senso, scusa?
-
- Sei innamorata di
lui? -
- Sono affari miei. -
Disse Mira imbarazzata.
- Non volevo
impicciarmi, era solo per sapere... mi sembra che tu abbia qualche
problema ad affrontare le tue emozioni. -
L'imbarazzo
della ragazza si era trasformato in irritazione: cosa voleva capirci
uno come Viridian di ragazze? Sicuramente non ne aveva mai avuta una
nella sua vita e adesso faceva tanto il grande esperto solo per fare
colpo su di lei. Fiera del suo amore per Luke, Mira rispose:
- Cosa ne vuoi sapere
tu delle mie emozioni, non puoi nemmeno vedermi! E comunque
sì, sono innamorata di lui. -
- E perché?
-
- Beh, per prima cosa
è bellissimo no? È innegabile. -
- Ah. -
- E cosa vorresti dire
con questo "ah"? -
- Vuol dire che
è colpa del fatto che sono cieco. -
- Che cosa intendi? -
- Il fatto che non ci
trovo niente di interessante in lui. È colpa del fatto che
sono cieco. -
Mira rimase a bocca
aperta, senza sapere cosa dire.
Se
lei fosse stata cieca, cosa ci avrebbe trovato, in Luke? Niente, ad
essere sinceri. Quell'improvviso pensiero la fece trasalire: aveva
ragionato come ragionavano quelli che la giudicavano dal suo aspetto
fisico. Si era comportata esattamente come le persone che detestava.
Aveva
preferito uno come Luke, bellissimo e con cui poter andare
orgogliosamente in giro, a Viridian, il cui aspetto fisico era
terribile ai suoi occhi ma che aveva un anima affine alla sua.
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Capitolo 8 *** Arcobaleno ***
capitolo 7, arcobaleno
- Mira? Ci sei? Sei silenziosa.
- Disse Viridian.
Mira si
scostò le ciocche brune dal viso e tirò
più su il cappuccio della cappa bianca, cercando invano di
evitare di inzupparsi ancora più di quanto già
non fosse: la pioggia continuava a scrosciare violentemente e il suo
rumore era tale da rendere difficile anche la conversazione.
Il mondo sembrava
limitato a grigio, verde e marrone, attorno a loro: le nuvole basse
avevano coperto il paesaggio e non si vedeva altro che il sentiero
sassoso, il precipizio a sinistra e la parete di roccia stillante
d'acqua a destra. All'improvviso Viridian parlò... e la sua
voce irruppe tra i pensieri amareggiati della ragazza obbligandola a
smettere di rimuginare.
- Sei silenziosa. -
Disse Viridian.
- Sto pensando. -
Rispose Mira, secca.
Viridian non disse
altro, rimanendo nascosto tra le pieghe del suo cappuccio e tenendo il
passo con il resto del gruppo per quello che la sua cecità
gli permetteva.
Mira strinse le mani
l'una dentro l'altra: era diventata superficiale e smorfiosa, era
diventata esattamente quello che non sarebbe mai voluta diventare. Le
lacrime le punsero gli occhi e scoppiò in un pianto
silenzioso, mentre le lacrime scivolavano sulle sue guance bagnate di
pioggia confondendosi con l'acqua che cadeva dalle nuvole basse.
Nonostante i suoi
sforzi per non farsi sentire, un singhiozzo le sfuggì dalle
labbra. Immediatamente si sentì riscaldare dal
contatto di un braccio attorno alle spalle e un abbraccio
affettuoso la strinse contro un mantello blu zuppo di pioggia,
lasciandola andare un momento dopo: il contatto era stato
così breve che Mira si chiese se fosse successo davvero.
Non sapeva cosa dire,
così tacque. Adam corse in suo aiuto rompendo il silenzio
con un grido:
- Ecco l'entrata della
grotta! -
Sospirando di
sollievo, la comitiva scivolò nella spaccatura della roccia,
passando dal freddo umido della pioggia all'oscurità gelida
della caverna. Non avevano fatto che pochi passi all'interno della
grotta, quando l'antro buio si trasformò in
un luogo che scintillava di ogni colore.
- Principesse, venite
con me. - Disse Adam. - Soldati, rimanete all'ingresso. Se non ci
vedete tornare entro il tramonto verrete a cercarci a coppie, una ogni
mezz'ora. L'ultima attenderà due giorni: se nessuno
sarà tornato indietro, dovrà tornare a Marinia a
riferire l'accaduto. -
- Io vengo con voi. -
Disse Viridian con convinzione, scrollando i capelli zuppi di pioggia e
prendendo in mano il suo bastone.
- Dove va lady Mira
vado io. - Disse Luke, schierandosi al fianco della ragazza.
Mira gli
lanciò un sorriso incerto e Luke la prese sottobraccio con
un sorriso affascinante.
- Non temere,
andrà tutto bene. - Le disse.
Le tre ragazze si
inoltrarono nella galleria colorata scortate dai tre giovani: il
passaggio scintillava di rocce di ogni colore che spandevano schegge
d'arcobaleno sui loro volti e i loro vestiti. Gli abiti si stavano
asciugando loro addosso e il freddo era meno pungente, tanto che Mira
dimenticò ogni cosa in favore della bellezza di quel luogo
variopinto: il Picco Cristallo aveva preso il suo nome dalle rocce che
lo componevano, che quando erano baciate dal sole scintillavano come
pietre preziose e nelle notti di luna brillavano come fossero fatte di
diamanti. Anche in quella giornata grigia di pioggia battente,
però, le pareti brillavano come se fossero illuminate dal
sole: per qualche inspiegabile motivo sembravano scintillare di luce
propria.
Mira camminava accanto
a Luke, in testa al gruppo; dietro di loro venivano Arianna e Olimpia,
mentre Adam e Viridian chiudevano la comitiva.
- Accidenti,
è un vicolo cieco! - Esclamò Luke ad un certo
punto.
- Che stai dicendo?
Non vedi che davanti a noi c'è un varco? - Rispose Mira,
indicando l'ingresso buio che si apriva nella parete.
- Non vedo niente!
Solo queste stupide rocce scintillanti! - Disse Luke stizzito.
Mira lo
guardò senza capire e ricevette in risposta lo stesso
sguardo incredulo, così la ragazza si avvicinò
all'ingresso buio e vi appoggiò una mano: le sue dita
svanirono nelle tenebre che regnavano al di là dell'arco di
pietra scintillante, mentre Luke la guardava con occhi sbarrati.
- La tua mano
è passata attraverso la parete! - Gridò il
cavaliere.
- Ti dico che
c'è un passaggio! - Sbottò Mira, innervosita
dall'incredulità del ragazzo.
- Anche io lo vedo. -
Disse Viridian.
- Anche noi. - Dissero
Arianna e Olimpia.
Adam invece si strinse
nelle spalle, dicendo:
- Io non vedo niente.
Probabilmente è perché solo loro quattro possono
passare. -
- Questo significa che
anche lui deve entrare? - Disse Luke con disprezzo, indicando Viridian.
- Non ho detto che
deve, ma che può. Tuttavia, se mi permettete, sir Luke, mi
sentirei più tranquillo se andasse con loro: non
è male come combattente. - Disse Adam.
Luke, accigliato,
acconsentì. Viridian si avvicinò alla parete, ma
quando passò vicino a Luke il giovane lo afferrò
per un braccio.
- Se succede qualcosa
a Mira, verrò a cercarti personalmente. - Sibilò.
Viridian
sembrò non sentire nemmeno le parole del giovane e si
avvicinò all'arco buio assieme alle tre ragazze. Mira era
davanti a tutti, raccolse tutto il suo coraggio e fece qualche passo al
di là del varco, camminando per qualche momento in un buio
completo. Quando la luce tornò, la ragazza si
ritrovò in una immensa sala ricoperta di rocce trasparenti
come diamanti. Anche il soffitto a cupola era trasparente e rifletteva
il cielo grigio e basso che avevano lasciato fuori dalla Grotta. In
lontananza una fonte zampillava dalla roccia per andare ad alimentare
un cristallino laghetto rotondo.
Mira si accorse di
essere scalza, con i capelli castani sciolti sulle spalle e con indosso
un semplice abito bianco. Si voltò terrorizzata, ma con suo
grande sollievo alle sue spalle vide anche Arianna e Olimpia, anche
loro scalze e spettinate, ma illese. Alle loro spalle, Viridian portava
una casacca e un paio di calzoni bianchi e camminava piano, con le mani
tese davanti a lui per cercare di orientarsi nel buio che per lui non
poteva finire.
- La Fonte d'Essenza!
- Gridò Olimpia felice, vedendo la sorgente e la polla
d'acqua davanti a lei.
Lei e Arianna
superarono Mira e si precipitarono sul bordo del laghetto specchiandosi
nelle sue acque limpidissime. Quando si guardarono, scoppiarono in una
risata felice.
- Sei bellissima! -
- Anche tu! -
Mira era rimasta
qualche metro più in là: aveva deciso che non si
sarebbe specchiata e sarebbe rimasta bellissima.
Aveva maledetto tante
volte quel dono che aveva ricevuto, ma adesso che si trovava nella
possibilità di rinunciarci, non ne aveva il coraggio: dopo
aver sperimentato cosa vuol dire essere notati, chi vorrebbe tornare ad
essere invisibile? Viridian invece si incamminò verso
l'acqua, barcollando. Si scontrò con Mira e lei lo
trattenne, impedendogli di cadere.
- Che vuoi fare? -
- Voglio specchiarmi
nel lago. Voglio vedere se cambierà qualcosa. -
- Perché? -
Viridian la
guardò e parlò con la voce colma di tristezza e
di rabbia insieme.
- Perché
non voglio essere brutto. Non voglio che la gente rinunci a me solo
perché non sono affascinante. Ho molte qualità,
accidenti, e non sopporto che la gente non le veda solo
perché non sono alto, biondo e bellissimo come il tuo Luke! -
Mira si
sentì stringere il cuore: aveva detto esattamente quello che
lei aveva pensato quella sera al ballo. Lei e Viridian condividevano
qualcosa che Luke non avrebbe mai capito, e quel pensiero fece
sorridere Mira: prese le mani del ragazzo tra le sue e le strinse forte.
- Non devi per forza
essere bello, a me tu piaci anche così. -
- E perché?
- Chiese Viridian con tono polemico.
Mira si ricordava la
risposta che aveva dato a quella domanda quando si trattava di Luke e
disse:
-
Perché sai tante cose ma non sei noioso quando le racconti,
perché sei spiritoso ma non ridi mai degli altri.
Mi piaci perché conosci i nomi di tutte le stelle e sai dove
sono anche se non le vedi, mi piaci perché con te posso
parlare di qualunque cosa, mi piaci perché sei coraggioso e
umile... Posso andare avanti, se vuoi. -
- Ma non
perché sono bello... e per questo tu hai scelto Luke. -
Disse Viridian con amarezza.
Mira
accarezzò il viso deforme del ragazzo e parlò
prima di rendersi conto di quello che stava dicendo.
- Tra te e Luke, non
potrei mai scegliere lui. -
Olimpia
sgranò occhi e bocca e Arianna sussultò stupita.
- Lo dici in questo
momento, in questo luogo... ma quando usciremo da qui sarà
tutto diverso. Una donna della tua bellezza non può amare un
mostro. -
- Io non sono bella. -
- Non dire
sciocchezze. -
- Non sono bella per davvero. Questo è solo un
incantesimo, una magia. Olimpia e Arianna sono belle, belle per
davvero, e ora che l'incantesimo che le rendeva brutte si è
spezzato lo potrai constatare tu stesso. Io non sono mai stata bella e
so cosa si prova nell'essere giudicati solo per l'aspetto fisico. Ti
giuro che sarò fiera di andare in giro con te. -
- Anche se sono un
mostro? -
Mira tremò
per un attimo. Stava per prendere una decisione da cui non sarebbe mai
potuta tornare indietro. Se gli diceva di sì, non avrebbe
mai avuto il cuore di lasciarlo per un ragazzo più bello,
perché avrebbe mancato alla sua parola e l'avrebbe gettato
nella disperazione... Ma se diceva di no sarebbe andata contro tutto
quello in cui lei credeva.
- Sì. -
Disse, con la sensazione di stare dicendo il sì
più importante della sua vita.
Viridian
ricambiò la stretta delle mani di Mira e un sorriso deforme
si disegnò sul suo volto.
- Lasciami provare
ugualmente, Mira. -
I due si avvicinarono
al laghetto, il ragazzo si sporse sulle acque cristalline e
poi alzò gli occhi verso Mira, speranzoso. Quando non
sentì nessuna parola da parte di lei, il giovane si
rabbuiò.
- Non è
cambiato niente, vero? -
- No. -
Viridian si sedette
sul margine della polla e si prese la testa tra le mani, passandosi
più volte le mani sul viso come per togliersi di dosso
quella maschera orrenda.
Quel gesto fece venire
a Mira un'idea.
- Aspetta! -
Esclamò.
Stando bene attenta a
non specchiarsi, la ragazza affondò le mani nell'acqua, che
scivolò fresca e setosa tra le sue dita. Poi posò
le proprie mani bagnate sul viso di Viridian: la pelle sotto le sue
dita iniziò a tendersi e ad accartocciarsi, la cicatrice
perse la sua sfumatura viola e iniziò a scomparire.
- Funziona! -
Gridò Mira felice.
Senza pensarci due
volte, affondò le mani a coppa nell'acqua e fece scivolare
il contenuto sul viso di Viridian, che a ogni goccia diventava sempre
meno deforme.
Riprese un'altra volta
l'acqua nelle mani a coppa e il suo sguardo cadde nel lago. In un
attimo si rese conto che la ragazza che ricambiava il suo sguardo la
conosceva bene: l'aveva vista nello specchio negli ultimi sedici anni.
Fece scivolare l'acqua sul viso di Viridian mentre cercava di arginare
la delusione: presa dall'entusiasmo per la guarigione di Viridian non
aveva evitato di guardarsi nel laghetto e l'incantesimo si era spezzato
anche per lei. Adesso era di nuovo come era sempre stata: del tutto
insignificante.
Tolse le mani dal viso
di Viridian e se le asciugò in fretta nell'abito bianco,
alzandosi e avviandosi più veloce che poteva all'arco buio
che l'avrebbe riportata alla realtà.
Quando
varcò l'arco buio si rese conto di essere di nuovo vestita e
pettinata come prima, umida di pioggia e con i vestiti strappati e
rovinati dal lungo viaggio.
Luke la vide arrivare
e si precipitò verso di lei, bloccandosi a un passo
dall'abbracciarla per fissarla con un sopracciglio sollevato.
- Che è
successo? - domandò ad alta voce.
In quel momento alle
spalle di Mira apparvero Viridian, Arianna e Olimpia, e la faccia di
Luke passò da scioccata a completamente esterrefatta.
Mira sapeva che si
stava rendendo conto che era tutto tornato come prima: Olimpia bionda e
perfetta e lei la solita ragazzina insipida.
- Andiamocene. - Disse
bruscamente, superando Luke ed Adam e avviandosi verso l'uscita della
grotta.
Non voleva vedere
nessuno, non voleva parlare con nessuno. Voleva solo tornare a casa
più veloce che poteva e dimenticarsi tutto quello che era
successo.
Sentì la
gente dietro di lei iniziare a raccontare e a parlare concitatamente e
Mira si tappò le orecchie con le mani, iniziando a correre e
lasciando che tutto il suo dispiacere scivolasse fuori sotto forma di
lacrime.
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Capitolo 9 *** Rosa ***
capitolo 7, rosa
Il viaggio di ritorno fu la
cosa più terribile che Mira avesse mai provato nella sua
vita: per non venire allontanata da Luke, era lei a stargli il
più lontano possibile; non voleva nemmeno guardare in faccia
Viridian e ogni volta che un mantello blu entrava nel suo campo visivo
faceva finta di dormire o si dedicava a qualche occupazione
impegnativa. D'altronde pareva che Viridian non avesse più
bisogno di lei: da quando Arianna era tornata la ragazzina graziosa e
interessante di sempre il giovane pareva non avere occhi che per lei e
le loro risate echeggiavano continuamente nella foresta.
Mira non riusciva nemmeno a stare ancora con Arianna e Olimpia,
perchè vedere i loro volti dall'ovale perfetto, i loro denti
bianchi come perle, le loro mani morbide e affusolate le ricordava che
lei era tornata ad essere mediocre e insignificante.
"Non si è mai contenti di quello che si ha, è
proprio vero." Si ritrovò a pensare un giorno. "Ero brutta e
ho desiderato essere bella. Mentre ero bella non facevo che rimpiangere
la mia condizione di mediocrità e adesso che l'ho ottenuta
non riesco ad accettarlo."
I suoi foschi pensieri la rendevano cupa e di malumore, tanto che era
difficile che qualcuno le si avvicinasse per tenerle compagnia. Solo
Adam, di tanto in tanto, le chiedeva qualche consiglio sulla strada o
faceva qualche inutile commento sul bosco attorno a loro.
Non che Mira cercasse la sua compagnia: in
effetti preferiva stare per conto suo. Dopo essere stata al
centro dell'attenzione per qualche settimana non sapeva più
come comportarsi: se avesse continuato ad essere leziosa e spiritosa la
gente l'avrebbe presa in giro, dicendo che era una ragazza brutta che
cercava di fare l'oca. Se invece era semplicemente sè stessa
era tornata ad essere invisibile come era sempre stata.
Il momento peggiore era quando
scendeva la sera: Mira cercava di addormentarsi subito per non passare
la notte ad aspettare che Viridian passasse a chiamarla per scambiare
due parole. Tanto sapeva che, ora che poteva avere chiunque attorno, il
ragazzo non sarebbe di certo andato a chiamare una come lei.
La sua
parentesi di favola si era conclusa in fretta... forse il fato le aveva
voluto solo dare l'opportunità di baciare un ragazzo prima
di diventare vecchia e sola.
Quando le mura azzurre di Marinia si stagliarono contro l'orizzonte,
tutti emisero un sospiro di sollievo; Olimpia e Arianna corsero a
perdifiato fino a riabbracciare i loro genitori.
- Madre! - Gridò Olimpia, gettandosi tra le braccia della
regina.
- Siete tornate meravigliose come sempre. - Disse la regina.
- Sì, anche Mira è tornata quella di sempre. -
Rispose Arianna.
La regina annuì soddisfatta e chiese a Luke e Adam un
resoconto della missione, mentre le principesse e la loro dama di
compagnia furono mandate nelle loro stanze a riposarsi. Quando
arrivò nella sua camera, Olimpia passò una buona
mezz'ora a pavoneggiarsi davanti allo specchio, felice di aver
riottenuto tutta la sua bellezza, cinguettando sul fatto di quanto una
cosa ti sembri molto più bella, dopo averla perduta e
ritrovata.
Arianna invece sembrava cupa, seduta sul suo letto con il suo
specchietto tra le mani.
- Dopo essere stata brutta ho capito cosa si prova ad esserlo. Voglio
imparare a non far sentire nessuno inferiore a me solo
perché sono bella. - Disse all'improvviso.
Mira si precipitò accanto alla principessa e
l'abbracciò di slancio, commossa: la sua amica aveva colto
da quella storia un insegnamento molto più grande di quello
che aveva colto lei stessa, che aveva 'voluto' quell'avventura. Non si
sarebbe mai aspettata tanta profondità, da una come Arianna.
In quel momento qualcuno bussò alla porta e Mira
andò ad aprire.
- Il principe Wayne chiede di te, Mira. - Disse il paggio.
- Il principe Wayne? - Domandò Mira, scettica.
- Ti attende nel giardino. -
- Ma.. ma io non lo conosco nemmeno! -
Olimpia, alle sue spalle, rise allegramente.
- No, infatti. Ero io che parlavo con lui tutte le notti. -
Replicò.
Mira si sentì offesa da quel commento senza capo
né coda.
- Che sciocchezze vai dicendo? Non ho mai passato la notte a parlare
con nessun principe, semmai quella che fa la svenevole con i ragazzi
sei tu! - Rispose stizzita.
- Modera i toni, Mira! - La rimproverò Olimpia, severa. - E
pensaci bene, prima di dire un'altra cattiveria del genere. Falsa,
oltretutto. -
Mira rimase immobile, senza capire. Fu Arianna ad andarle in aiuto,
sussurrando:
- Tu lo chiamavi Viridian. -
Il cuore di Mira mancò qualche battito e la ragazza si
sentì avvampare.
- Oh, io non ci vado. - Esclamò.
- Ha detto che non se ne
andrà finchè non ti avrà parlato. -
Rispose il servo.
- Che idiozia. - Replicò Mira, facendo per chiudere la porta.
- No, tu ci vai e ci parli. -
Esclamò Olimpia, avvicinandosi con fare minaccioso. - Cerca
di dirti qualcosa da quel giorno sulle montagne e tu sei riuscita ad
evitarlo per un'intera settimana, non ti permetterò di
andare avanti ancora con questo tuo stupido comportamento da bambina. -
- È più ostinato di te, se non vai da lui
verrà lui da te. In un modo o nell'altro dovrete parlare. -
Continuò Arianna.
- Ma io non... non so cosa dire! - Disse Mira, stringendo la mani l'una
nell'altra e sentendo le guance roventi come tizzoni.
- Tu vai, le cose si sistemeranno da sole. Credimi, io lo so come
funzionano queste cose. - Disse Olimpia con un sorriso malizioso.
Mira scese le scale del cortile con la netta sensazione di stare
facendo qualcosa di completamente folle. Si era data il tempo per
pettinarsi e cambiarsi d'abito, e ora i suoi capelli castani
scivolavano sulla mussola dell'abito rosa che riservava ai giorni di
festa. Non poteva essere bella, ma poteva almeno indossare qualcosa di
bello.
Fece qualche passo nel giardino, ma non c'era nessuno ad aspettarla.
“Se ne sarà andato.” Pensò
con un sospiro rassegnato.
- Sei arrivata, finalmente. Pensavo che sarei diventato vecchio su
questo albero. - Disse una voce dalla pianta sopra di lei.
Mira non fece in tempo ad alzare gli occhi che un giovane
balzò giù da un ramo e le atterrò
davanti.
La ragazza lo fissò interdetta, rendendosi conto che non
l'aveva mai guardato davvero da quando avevano lasciato il Picco
Cristallo: Viridian - il principe Wayne - aveva un sorriso sincero
e una folta chioma di capelli castani spettinati. Non era
particolarmente bello e di certo non aveva l'aria seducente e
affascinante di Luke... ma aveva gli occhi verdi più
luminosi ed espressivi che Mira avesse mai visto. Rimase a fissarli,
stupita e colpita da quanto fossero chiari e profondi al tempo stesso.
- È da una vita che cerco di parlarti, ma a quanto pare tu
non vuoi avere più niente a che fare con me. -
- Non... non è vero. Sono qui. -
Wayne rimase fermo a guardarla per un lungo momento, poi le
posò le mani sulle spalle, guardandola negli occhi con
intensità.
- Perché non mi hai detto che sei una principessa, facendomi
credere che sei solo una dama di compagnia? - Chiese.
- Perché così mi andava bene... e
perché in fondo è quello che sono. -
Replicò Mira, distogliendo gli occhi e fissando uno dei
cespugli fioriti per evitare lo sguardo del principe.
- Tu sei
una principessa, Mira. Ti ho vista al ballo al mio castello, due anni
fa. Portavi un vestito color smeraldo e fiori tra i capelli, non hai
ballato con nessuno e hai passato il tempo fuori sul balcone a guardare
le stelle. Avrei voluto venire a parlarti, venire a conoscere quella
ragazza così diversa da tutte le altre che affollavano la
sala... ma temevo che tu mi avresti scacciato, perchè avevi
l'aria di chi non cerca la compagnia di un uomo. Ho notato che non
volevi farti notare e mi sono detto “accidenti, Wayne, una
così è perfetta per te!”, ma non ho
trovato il coraggio di venire da te. E quando mi sono accorto di amare
la dama di compagnia semplice e sincera che si era preoccupata per me,
che era andata oltre al mio aspetto fisico e che con me parlava di cose
così grandi mi sono sentito colpevole nei confronti di
quella graziosa principessa vestita di verde... ma ora che ti vedo mi
accorgo che mi sono innamorato due volte della stessa persona. -
La mano di Wayne le sfiorò i capelli, facendo schizzare il
cuore di Mira da qualche parte nella gola, impedendole di respirare.
Sentiva gli occhi di Wayne che cercavano i suoi, ma si aggrappava
disperatamente a quel cespuglio fiorito per impedirsi di ricambiare lo
sguardo e rivelargli i suoi sentimenti.
- Ma io non sono… niente di speciale. Non sono nemmeno
bella! -
- Tu sei speciale, e proprio per questo io mi sono innamorato di te. E
penso che tu sia bellissima. Lo pensavo quel giorno alla festa, lo
pensavo mentre parlavo con te e lo penso anche ora. Sei incantevole,
Mira. Dico davvero. -
- Incan... che cosa? - Replicò Mira, perdendo la battaglia
contro la sua forza di volontà e guardando Wayne negli occhi.
- Sei incantevole. - Ripetè il principe, sorridendo con gli
occhi e con le labbra. - E ti devo confessare che quando ero
cieco non capivo perché tu fossi così spaventata
dal confronto con Arianna e Olimpia... e adesso che non lo sono
più e che vi posso anche vedere in faccia... -
- Adesso mi capisci, vero? -
- Adesso lo capisco anche di meno. Sono loro a non reggere il confronto
con te, lo capisci? Forse loro sono eleganti, sono alte, sono bionde,
hanno vestiti pieni di perle, si sanno pettinare, profumare e truccare
per apparire splendenti e scintillanti come le stelle dell'universo.
Per loro ci sono decine di innamorati, sulla Terra. Ma per te, e per
tutte le ragazze che come te vogliono che la gente veda la loro anima,
e non il loro viso... per te non ci sono decine di innamorati, di
questo te ne sei accorta. Per loro c'è solo un amore.
L'unica persona che può guardare nei loro occhi e leggere la
loro anima... quella persona è la persona giusta per loro.
Non saranno semplicemente due innamorati: loro due si ameranno davvero.
-
- E con questo cosa vuoi dire? - Disse Mira, alzando timidamente il
viso verso di lui.
Wayne le prese il volto tra le mani e la guardò negli occhi,
parlandole prima con lo sguardo limpido e sincero dei suoi occhi verdi
che con le parole.
- Hai passato sedici anni ad aspettare la persona che potesse vedere la
tua anima attraverso i tuoi occhi trasparenti. Non mollare adesso. Non
metterti a costruire un'apparenza così evidente e
appariscente che oscuri la luce che filtra dai tuoi occhi. -
Mira rimase immobile per un lunghissimo momento, con gli occhi fissi in
quelli chiari e luminosi di Wayne.
Aveva amato ogni singolo istante in sua compagnia e lo avrebbe amato
allo stesso modo anche se fosse rimasto mostruoso e terribile come
sotto l'incantesimo che l'aveva trasformato... perché non
c'era menzogna nei suoi occhi: anche se vuoti e ciechi erano sempre
stati sinceri. Sembravano vederla più di quanto non
la vedessero quelli di Luke, che si fermavano ai suoi ricci lucenti e
alle sue labbra rosse.
Come sempre l'emozione la sopraffece e Mira non trovò niente
di sensato da dire, così gettò le braccia al
collo di Wayne.
Per tutta risposta, il principe la tirò contro di
sé e la abbracciò stretta.
Mira sentì la morsa allo stomaco, il cuore iniziare a
palpitare e la scossa elettrica, il tutto contemporaneamente. Ma
ciononostante - o forse proprio per quello - si sentiva
meravigliosamente. Non le era mai capitato di sentirsi in quel modo,
nemmeno quando Luke la abbracciava. Era una sensazione diversa,
indescrivibile e perfetta. Era come sentirsi completi dopo aver
scoperto che si era imperfetti, come stare alla luce dopo essere stati
tanto tempo al buio.
Una voce nella sua testa continuava a ripeterle che non ci sarebbe mai
stato uno come lui, un altro che si fosse accorto di lei... nonostante
lei fosse invisibile.
Gli alberi del giardino stormivano piano, il profumo dei fiori e della
salsedine riempivano l'aria e nulla avrebbe potuto rovinare quel
momento di perfezione.
Wayne la sciolse dall'abbraccio e la guardò di nuovo negli
occhi. Mira si lasciò riempire dall'amore che poteva leggere
nel suo sguardo si stupì per l'ennesima volta dello sguardo
limpido dei suoi occhi chiari, sperando che lui potesse vedere lo
stesso nei suoi.
Wayne si chinò e le posò un bacio sulle labbra:
quel tocco leggero e gentile fu più intenso di qualunque
bacio Mira avesse mai ricevuto e la principessa si ritrovò
ad avvampare di nuovo.
Il principe si intenerì al suo imbarazzo e la strinse contro
di sé, ridendo allegramente. Poi le le accarezzò
le guance, sfiorandole le ciglia con un dito.
- Hai gli occhi più trasparenti che io abbia mai visto. -
Sussurrò - E sei la più incantevole delle
principesse. Non dimenticarlo mai. -
Poco lontano una donna dai lunghissimi capelli neri e dagli occhi color
indaco osservava sorridendo la scena, nascosta da un cespuglio di
lavanda in fiore.
- Guardate al cuore delle cose. Riuscirete sempre a vederne la
bellezza. - Mormorò.
E in una nuvola di polvere d'argento, Viridia scomparve.
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