Pensieri di B Rabbit (/viewuser.php?uid=182002)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L’alba si è innalzata ***
Capitolo 2: *** Perché nascondi quel segno? ***
Capitolo 3: *** Apro gli occhi ***
Capitolo 4: *** Sento silenzio ***
Capitolo 5: *** La vita è un insieme di eventi ***
Capitolo 6: *** Giulia ***
Capitolo 7: *** La Stella Polare è svanita ***
Capitolo 8: *** A volte ***
Capitolo 1 *** L’alba si è innalzata ***
L’alba si è innalzata
L’alba si è innalzata,
Pronta a destare il mondo,
Pronta a svegliarmi
Il rosa e il blu grigio delle nuvole,
Colori della tavolozza denominata “cielo”,
Si mischiano tra loro, confusi
Penso che, dalle crepe del vecchio e scuro cielo,
nasca un nuovo orizzonte,
roseo come l’aurora, sua madre.
Luce dorata filtra dalle soffici nuvole,
creando morbide linee orizzontali,
dal quale si diramano altri disegni.
Sembrano delle grandi ali dorate
Appartenenti a qualche uccello leggendario.
Immagino che,
con la loro vastità,
quelle ali vogliano abbracciare
l’infinito suo regno,
il cielo.
Ma ora, Fenice, te ne vai.
La tua luce diventa
Sempre più fioca, sempre più debole.
Sempre più irreale,
come la tua esistenza.
Tu, Fenice, te ne stai andando,
inghiottita dal tuo stesso regno.
Il tuo tempo è scaduto,
l’alba è finita.
Ci incontreremo ancora domani.
L'ho scritta dopo aver scrutato il cielo, mentre uscivo di casa. I suoi colori, i suoi disegni che prendevano un senso nella mia immaginazione mi hanno strappato un sorriso e mi hanno donato la voglia di scrivere. |
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Capitolo 2 *** Perché nascondi quel segno? ***
Perché nascondi quel segno?
Perché nascondi quel segno?
Posi sempre una mano sulla pelle,
triste.
Dovresti portarlo con fierezza,
simbolo della tua vittoria sul male.
Eppure lo celi.
Ti vergogni.
Quella cicatrice
non è segno di dolore,
ma di forza.
La tua.
Ed ogni volta
che ti farà male,
che ti piegherai per il bruciore,
ricordati del dolore
che hai sconfitto
e ritroverai la vecchia forza,
possente come una quercia secolare,
che ti aiuterà,
come la donna
dall’amabile sorriso
in cui credi.
E se non dovesse bastare,
ci sarò io,
come quel giorno.
A stringerti la mano,
ad allontanare gli sguardi indiscreti.
Appoggiati a me,
ti sosterrò.
Come tu hai sostenuto me.
Quindi,
alza lo sguardo,
cammina dritta,
e guarda in avanti.
Non soffermarti al presente,
Pensa al futuro.
Con me. Con gli altri.
Perché,
a furia di perderti
nell’immaginazione nera,
gli incubi diventeranno reali.
E ti imprigioneranno.
Ma io continuerò
a starti accanto.
Anche nelle tenebre.
Ti voglio bene
Per te,
a cui devo la mia gioia
la mia felicità.
La mia vita.
Grazie
Finalmente sono riuscita a postarlo.
Pensavo di mettere questo pensiero e il precedente in una raccolta, per tenerle insieme. Spero che non ci siano problemi.
Passiamo all'importante.
Questo pensiero mi è venuto in mente mentre guardavo fuori da finestrino quando ero sul bus, diretta verso Cattolica per un'uscita scolastica.
La persona in questione si è sottoposta ad un intervento quasi sette mesi fa.
L'ho scritta pensando a lei. E pensare che quando sono tornata, per dispetto, le ho detto di non averla pensata.
Mi piace farla arrabbiare, anche se, a volte, esagero.
Spero che vi piaccia un tantinello.
Alla prossima, chissà. |
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Capitolo 3 *** Apro gli occhi ***
Apro gli occhi
Apro gli occhi.
Intorno a me
Il verde mi circonda
Privo di fine.
Il cielo mi osserva
Alto e neutro
Nessuna nuvola lo muta.
Cammino in avanti
Ignoro la metà.
Il prima mi insegna
L’ ora mi entusiasta
Il dopo non mi interessa.
Ma tutto cambia.
Gli alberi si irrobustiscono
Le piante si alzano
I frutti crescono
Il prima mi manca
L’ ora mi incuriosisce
Il dopo mi spaventa.
Cammino in avanti
Lenta.
Qualcuno mi affianca.
Le gemme maturano
Spuntano i fiori
Dei sorrisi sbocciano sulle nostre labbra.
Il prima non mi serve
L’ ora mi completa
Il dopo mi elettrizza.
Camminiamo insieme
Mi accompagni
Le nostre mani si intrecciano
I nostri cuori si sincronizzano
Ma tutto muore.
Le foglie cadono
I fiori avvizziscono
Il cielo si ingrigisce
Mi lasci la mano
Mi sorridi per l’ultima volta.
Il prima mi incatena
L’ ora mi ferisce
Il dopo mi consola.
Tu scompari
Portando via i miei colori
Lasciando solo il vuoto
Lasciando solo la tristezza
Chiudo gli occhi
Piove
Oggi, nell'ora di italiano, abbiamo visto delle poesie che racchiudevano il dolore e i dispiaceri degli autori per una perdita, chi un figlio, chi un padre.
Spero che vi piaccia. |
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Capitolo 4 *** Sento silenzio ***
Sento silenzio
Sento silenzio
La tv è accesa
La pioggia furente
Sbatte contro la finestra
Eppure c’è silenzio
Mi manca qualcosa
Tuttavia non sono sola
Ci sono loro
Ma non ci sei tu
Non parliamo
Rimaniamo zitti
Non ci guardiamo
Fissiamo in basso
Un vuoto ci divide
Una mancanza ci unisce
Sento la tv, l’acqua
Ma non la tua voce
Vedo papà, mio fratello
Ma non te
Ho paura
Senza di te, tutto s’incrina
Cade e muore
Eppure si tratta di poche ore
Ho paura di questo silenzio
Che ovatta la tua voce
Ho paura di questo vuoto
Che cela la tua figura
Ho paura di perderti
Per sempre
Non mi lasciare
Neanche per qualche ora
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Capitolo 5 *** La vita è un insieme di eventi ***
La vita è un insieme di eventi
La vita è un insieme di eventi
è come un puzzle indefinito
composto da pezzi infiniti
Scegliamo un frammento d’inizio
il primo passo
avviciniamo delle schegge
le colleghiamo
ma non si legano
gli incastri sono diversi
Usiamo la forza
ma niente
gli angoli si piegano
si rifiutano di unirsi
Allora andiamo in cerca dei pezzi corretti
vaghiamo alla ricerca dell’equilibrio
troviamo un frammento dalla forma simile
ma dal disegno diverso
ci sono pezzi in più
utili ma non necessari
Li scansiamo
ma senza dimenticarli
perché possibili pezzi di un alternativo disegno
di un puzzle che avremmo costruito
se scelto un frammento iniziale diverso
La vita è come un mosaico
dalle tessere sconnesse
dai disegni infiniti
La vita è come un puzzle
dettata da leggi
definite dai pezzi
dalle nostre decisioni
Bisogna riflettere prima di azzardare
perché le nostre scelte cambieranno il quadro finale della nostra vita
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Capitolo 6 *** Giulia ***
Giulia
Eri un gentile bocciolo
Troppo piccola e fragile
Per questo giardino
Lei ti ha accudito
Per cinque mesi e qualche giorno
Dandoti l’acqua e la luce migliore
Sfiorava i tuoi petali acerbi
E sorrideva, immaginando
Il momento in cui saresti sbocciata
Ti aspettava con ansia
Sognando il tuo profumo che sapeva di felicità
Bagnandosi le mani con i tuoi futuri colori
Era un’attesa amara
Perché il tempo la feriva
Era un’attesa dolce
Perché il tuo avvento la rallegrava
Però sparisti
Dopo cinque mesi e qualche giorno
Lasciandola sola in quel giardino vuoto
“ Forse
Era troppo bella per questo mondo
E Lui la voleva al suo fianco”
Già, forse
E lei
Dopo sedici anni e qualche mese
Ti ha visto completamente sbocciata
Mentre l’aspettavi in quel luogo nostalgico
Illuminata da una flebile luce
E lei
ti ha accolto
“ Sono qui a casa”
Ma non ti ha raggiunto
Ha sorriso
Ed ora sta aspettando
Il momento in cui ti abbraccerà
Per la prima volta
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Capitolo 7 *** La Stella Polare è svanita ***
La Stella Polare è svanita
La Stella Polare è svanita
e nel buio, io mi sento smarrita.
Eppure, in questa notte vorticosa,
una mano sfiora la mia, affettuosa.
Melanconica, l'anima mia duole:
sono come Clizia senza il suo sole.
Con gli asfodeli, del vuoto io parlo.
La serenità, divorata come legno dal tarlo.
È facile levitare tra sogni e ricordi,
i rumori del mondo giungono pallidi e sordi.
Nessuna forza mi costringe nei confini,
ma tu non m'abbandoni, ti avvicini.
Sei la corda che mi lega al vero
e la bussola che mi guida nel nero.
Mi canti le gioie del divenire,
supplicandomi: «Anche tu, non svanire!».
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Capitolo 8 *** A volte ***
A volte
La gloria
scopre terreno fertile
nei cadaveri
dei poveri incompresi.
« Non posso farci nulla se i miei quadri non vendono.
Ma verrà il giorno in cui la gente si renderà conto che
valgono più del prezzo dei colori ».
– Vincent van Gogh
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