Je ne suis que naufragé, rêvant d'être capitaine

di marguerite_murcielago
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Onda marina ***
Capitolo 2: *** Il mare bianco della coscienza ***
Capitolo 3: *** L'Isola che non c'è ***
Capitolo 4: *** Soffioni ***
Capitolo 5: *** Epopea ***



Capitolo 1
*** Onda marina ***


Io non chiedo molto, solo la tua mano sulla mia
solo i tuoi mormorii nelle orecchie
una rauca onda marina che mi spenga il cuore.

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Capitolo 2
*** Il mare bianco della coscienza ***


Così parlò la donna salmastra
(il bianco dito convesso sulle Tavole dilavate):
- Voi siete stupidi asini e io non ho Verbo per voi.
Vedete imperversare il fortunale dove c’è bonaccia;
vedete nero fango dove vedo acque limpide;
vedete lacere le bianche vele gonfie al vento;
siete pavidi marinai, rinserrati nel brutto porto.

                                                                       

Così parlò la donna dalla gota di madreperla
(implacabile giudice dalla fronte di alabastro):
- Non c’è posto nel bianco mare della coscienza!
E picchiò il martello sulla rocca d’argento.

 

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Capitolo 3
*** L'Isola che non c'è ***


Mi chiamano l’Isola che non c’è.
Non ci sono più. Non ci sono più.

 

Se porterete i miei messaggi a lui ditegli che:
ho avuto capelli neri come onde di petrolio –
e ora si gonfiano negli abissi profondi;
ho avuto occhi blu come il mare in bonaccia –
e ora la lava incandescente li ha crepati;
ho avuto un corpo di spuma e madreperla –
e ora la cenere l’ha disperso e graffiato.

 

Se porterete i miei messaggi a lui ditegli che
se poserà la sua mano sulla mia bocca lo
brucerò, che se mi stringerà mi romperà
le ossa, che se lui è l’acqua salata io sono
il fuoco che si sta spegnendo.

 

Ma aspettate!

 

Se porterete i miei messaggi a lui ditegli che
se volesse baciarmi, farò in modo di non
ferirci.

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Capitolo 4
*** Soffioni ***


Nota tremula, tintinnar di cristallo
         tam.
Allontanate da me da una lastra di vetro
le ballerine alzarono le mani come soffioni
che dondolano al vento
                   tam.
Inarcano i piedi bianchi, convessi come
gobbe, enjambements di streghe di sole.
La folle ninfa d’acqua non può ballar con loro:
le spegnerebbe
                            tam.
La mia acqua preme contro le pareti della teca;
ma le ballerine
sorridono troppo vaghe

         tam.   tam.   tam.
- L’enjambement appartiene a me.
                                      tam.
Dispersi i soffioni
rimane uno stelo irrorato dall’acqua.

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Capitolo 5
*** Epopea ***


Hýbris ferina ha strappato il lembo del nostro sudario,
sangue trasparente, acqua d’oro ha versato;

o lente, lente currite noctis equi ha ordinato:
e le vellutate cavalle nere hanno indugiato, il Sole
si è perso nella fontana strappata. Hýbris ha rubato per noi
i Cieli,
le Arti,
il Mondo tutto in trionfo.
Androgine bellezze ramate brandiscono spade, sei tu

l’Arcangelo?, caravelle solcano mari sbavanti,
gli elefanti ondeggiano nell’alba di seta
e la terra, mia Signora, si inchina a voi.
Hýbris, dov’è lei?
Dov’è la casa sublime, dov’è il sarcofago di porfido?
Dove i gioielli baluginanti, dove i tessuti tarmati?
Dove gli ultimi rantoli della notte?
Dove le leggende, dove la gloria?

 
La gloria è per noi.

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