Breath of eternity

di Miss_Slytherin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Coming back at home ***
Capitolo 2: *** Werewolf ***
Capitolo 3: *** Arizona's gloves ***
Capitolo 4: *** Truth ***
Capitolo 5: *** A terrible joke almost deadly ***
Capitolo 6: *** Merlin, save me! ***
Capitolo 7: *** Three weeks later ***
Capitolo 8: *** Ink ***
Capitolo 9: *** Lost ***



Capitolo 1
*** Coming back at home ***


                                                                    Coming back to home

                                                                                                                                       Giugno 1971


Non appena ebbe messo piede in casa, Sirius ebbe la certezza matematica che quell'estate sarebbe stata terribilmente lunga. Per prima cosa, dopo che l'elfo ebbe aperto la porta di casa, nessuno venne incontro a Sirius, anche se lui sentiva le voci di sua madre e di suo padre provenire dalla sala.

Secondo, non c'era traccia di Regulus, anche se Sirius sapeva per esperienza che dal piano di sopra si sentiva benissimo la porta di casa quando veniva aperta. E terzo, Kreacher non la smetteva di lamentarsi per il fatto di averlo dovuto recuperare alla stazione. Con fatica, Sirius trascinò dentro casa il baule; era rattristato, sebbene non si fosse aspettato niente di diverso. O forse, dentro di se aveva sperato che almeno Regulus fosse disposto a parlargli, nonostante non avesse risposto a nessuna delle lettere che Sirius gli aveva mandato durante l'anno. Come una fitta, la nostalgia per i suoi amici trafisse Sirius mentre avanzava lungo il corridoio. Pensò che anche Chastity doveva star vivendo una cosa simile, e cercò di farsi forza. Almeno i suoi genitori non avevano tentato di sequestrarlo...per ora. Indeciso sul da farsi, dopo un attimo di esitazione, Sirius si avviò verso le scale, sempre trascinando con fatica il pesante baule. Chiedendosi cosa accidenti ci avesse messo dentro, si apprestò a trascinarlo al piano superiore, ma la voce imperiosa di sua madre lo bloccò ai piedi della scalinata.

-E così sei tornato- disse gelida.

-Di certo a Hogwarts non potevo rimanere- ribatté Sirius strafottente. Sapeva di rischiare molto, ma a quel punto non gli importava.

-Purtroppo. Ti avverto, Sirius: ora che sei in questa casa devi rispettare le nostre regole, senza eccezioni. E sei pregato di rivolgerti a me come si conviene- replicò Walburga, sempre più tagliente.

-Sai che novità...- borbottò Sirius, afferrando con mano ferma il baule. Sua madre aveva la bacchetta in mano e avrebbe potuto benissimo aiutarlo con un semplice incantesimo, ma naturalmente non aveva nessuna intenzione di facilitargli le cose.

-La cena è alle sette. Ti ordino di levarti quella sudicia cosa prima di presentarti- aggiunse, alludendo alla sciarpa di Grifondoro che Sirius portava al collo nonostante fosse giugno.

-Sì, come no...- bofonchiò ancora Sirius, quasi giunto in cima alle scale. Un rumore di passi gli annunciò che sua madre se n'era andata, e così Sirius poté tirare un sospiro di sollievo. Una volta giunto al secondo piano, si diresse verso la sua stanza, rallentato da quel maledetto baule. Prendendo mentalmente nota di metterci meno roba a settembre, aprì la porta della sua stanza, che era identica a come l'aveva lasciata. Tutte le superfici erano impolverate, compreso il copriletto, come se nessuno ci avesse messo piede da quando lui era partito per Hogwarts. Si sedette sul letto, sollevando una nuvola di polvere, e si prese la testa fra le mani. Perché non poteva avere una famiglia normale, che lo accettasse per quello che era? E soprattutto perché continuava a desiderare la loro approvazione, nonostante fosse chiaro come il sole che non l'avrebbe mai ottenuta?

Il rumore della maniglia che cigolava strappò Sirius alle sue cupe riflessioni e l'attimo dopo la figura di Regulus apparve sulla soglia. Sirius lo fissò, senza sapere cosa dire. Anzi, lo sapeva: avrebbe voluto chiedergli perché non avesse mai risposto, se potevano continuare ad essere fratelli anche ora che Sirius era un Grifondoro.

Dal canto suo, Regulus guardava Sirius come se non lo riconoscesse; soprattutto, il suo sguardo si era posato sulla sciarpa di Grifondoro.

-Beh?- lo apostrofò alla fine Sirius.

-È proprio necessaria quella cosa?- domandò Regulus indicando il collo di Sirius.

-Sì, lo è- rispose lui, e forse furono quelle parole a segnare la fine della loro fratellanza. Perchè Sirius era un Grifondoro e Regulus non poteva sopportarlo. Perchè Regulus avrebbe sempre fatto di tutto per compiacere i loro genitori, e Sirius non poteva sopportarlo.

                                                                    ******


Chastity non credeva di aver mai avuto così tanta paura in vita sua, non quanto ne aveva in quel momento ferma sull'uscio di casa sua. E se a settembre non ne fosse più uscita? I suoi amici non potevano correre sempre a salvarla...

Come Sirius, anche Chastity era tornata dalla stazione con l'elfo di famiglia, con la differenza che con lei c'era anche Evan, che non aveva smesso un attimo di torturarla verbalmente.

-Beh, non entri? Hai paura, eh? Fai bene- le disse, vedendola esitare. Tuttavia ora Chastity non poteva fare altro che entrare. Con il cuore in gola, seguì suo fratello all'interno e nell'ingresso trovò ad attenderli i suoi genitori.

Evan venne accolto con tutti gli onori del caso: sua madre lo strinse pomposamente fra le braccia, mentre suo padre gli auguròa un ben tornato con una stretta sulla spalla. Poi, i loro occhi si posarono su Chastity, ed il tempo parve fermarsi.

-Bene bene...e così hai avuto il coraggio di tornare- le disse Olympia.

Chastity non rispose, con il cuore che batteva a mille.

-D'ora in poi le cose cambieranno. Ed è tutta colpa tua. Se non fossi scappata...-

-Voi non mi avreste fatto tornare a Hogwarts!- la interruppe Chastity, infuriata.

-Non osare rivolgerti in questo modo a tua madre!- tuonò il signor Rosier e Chastity sentì le lacrime salirle agli occhi. Ma si impose di non piangere, per nessun motivo al mondo.

-...se non fossi scappata, forse ora avresti potuto occupare la tua stanza. Ma dato che di te non ci si può fidare, piccola traditrice, ti mostro quale sarà la tua nuova camera- riprese Olympia come se Chastity non avesse nemmeno aperto bocca. Inorridita, seguì sua madre al piano di sopra, ma non si fermarono di fronte alla vecchia stanza di Chastity e proseguirono fino al fondo del corridoio.

Sua madre estrasse un mazzo di chiavi, da cui ne pescò una d'ottone arrugginita, che infilò nella serratura di una porta che Chastity non aveva mai visto. La porta si aprì cigolando, e il suo interno si rivelò essere una sottospecie di sgabuzzino senza finestre. L'ambiente era così piccolo che ci stava a malapena un letto ed un armadio striminzito. Non c'era nient'altro, né una

scrivania né una sedia o qualsiasi altro mobile.

-D'ora in poi starai qui. L'elfo ti porterà da mangiare, e potrai uscire tre volte per andare in bagno, accompagnata sempre dall'elfo- la istruì Olympia. Chastity era sgomenta. Non poteva credere ai propri occhi.

-Potrai scrivere una lettera alla settimana, e solo ed esclusivamente alla ragazza Oliver. Leggerò tutte le tue lettere per evitare che tu organizzi un'altra fuga e per accertarmi che tu non scriva né a quel rinnegato di Sirius, né a quel vergognoso Potter e tanto meno a quelle due sudicie NateBabbane. Sono stata chiara?-

Chastity annuì, con un terribile groppo in gola. Olympia la fissò, e dopo un attimo Chastity capì che doveva entrare. La porta si chiuse alle sue spalle e in quel momento Chastity si rese conto che non c'erano candele accese nella stanza, se così la si poteva definire. Uscì in corridoio e gridò dietro sua madre, che si stava allontanando:

-Ma non c'è luce qui dentro!-

Olympia si voltò, la guardò dritta negli occhi e rispose:

-Oh, lo so. Credimi, lo so-.


                                                            ******


Lily non aveva smesso di parlare un attimo da quando aveva visto i suoi genitori alla stazione; aveva così tanto da raccontare che non riusciva nemmeno a riprendere fiato. Loro la ascoltavano, entusiasti e con gli occhi pieni d'orgoglio per quella loro figlia così speciale. Erano rimasti estasiati dalle due Tazze Mordinaso che Lily aveva regalato loro (Arizona una volta era riuscita a corrompere un ragazzo del terzo anno affinché portasse loro qualcosa da Zonko) e non riuscivano a non guardare con soggezione la bacchetta che Lily si rigirava fra le dita, sognando il momento in cui avrebbe potuto utilizzarla di nuovo.

-Mamma, qualche volta posso invitare degli amici a casa? Magari Arizona...lei è Babbana di nascita come me e sa come ci si comporta al di fuori di Hogwarts- chiese Lily mentre salivano in macchina.

-Certo, tesoro. Sempre meglio lei che non...- si lasciò sfuggire la signora Evans.

-Severus?- completò Lily al posto suo, irrigidendosi sul sedile posteriore.

-Non intendevo dire questo...- si difese la signora Evans.

-Lo so che lui non ti piace, mamma. Ma è mio amico, lo devi accettare- ribatté Lily, stanca di dover sempre difendere Severus da tutti. Possibile che solo lei riuscisse a vedere che c'era del buono in lui?

-Perché Petunia non è venuta?- domandò poi, per cambiare argomento.

-Stava poco bene- rispose il signor Evans mentre lasciavano Londra e si avvicinavano sempre di più al loro paesino.

-Poco bene? A giugno?- chiese ancora Lily, scettica. Chissà per quale motivo, si era illusa che Petunia sarebbe venuta a prenderla alla stazione, anche se a conti fatti non c'erano motivi per sperare in una cosa del genere.

-Aveva mal di stomaco- si giustificò la signora Evans. Lily decise di lasciar cadere anche quell'argomento, e si chiuse in un silenzio rattristato. D'un tratto aveva perso la voglia di continuare a raccontare di Hogwarts.

Mezz'ora più tardi l'auto del signor Evans si fermò nel vialetto di casa e Lily scese dalla macchina portando con sé la gabbia della sua civetta. Entrò in casa insieme a sua madre, mentre suo padre si occupava dei bagagli. Subito corse in camera di Petunia, un po' perché aveva voglia di vederla, un po' perché era curiosa di sapere quale terribile male le avesse impedito di uscire di casa.

-Tunia?- la chiamò, vedendola distesa sul letto con le spalle rivolte verso la porta.

-Tunia, sei sveglia?- chiese ancora, avvicinandosi e posandole una mano sulla spalla per scuoterla con delicatezza. Non ottenendo risposta, Lily decise di lasciar perdere, senza sapere che Petunia, non appena lei ebbe lasciato la stanza, aveva aperto gli occhi velati di lacrime.




Nda


Ciao a tutti!!!

Ben venuti ai nuovi lettori (se ce ne fossero) e ben tornati ai vecchi (se mai leggeranno questa cosa).

Come vi avevo promesso, questa è la prima della (lunga?) serie di one-shot che hanno come obiettivo quello di raccontare gli avvenimenti più importanti del secondo, terzo e quattro anni dei nostri Malandrini e delle quattro ragazze che hanno gravitato intorno a loro durante il primo anno, ovvero Chastity, Arizona, Lily ed Elinor. Non seguirò un ordine cronologico preciso, come mi viene l'ispirazione scrivo, e quindi può essere che dopo questa one-shot ce ne sia una ambientata al quarto anno, o al terzo. Comunque all'inizio scriverò sempre l'anno in cui siamo, per non disorientarvi troppo :)

Beh che dirvi, spero che mi seguirete in questa serie, che ho deciso di intitolare “Breath of eternity” e che comprenderà appunto un numero imprecisato di one-shot che anticiperanno il quinto anno, che scriverò per intero una volta conclusa questa serie. È un po' incasinato, ma spero si sia capito cosa intendo :D

Spero di ricevere tanti commenti, perché è la prima volta che scrivo one-shot e non capitoli collegati l'uno all'altro e insomma...sono un tantino nervosa :)


Bene, per oggi ho finito.


Sempre vostra,


Miss


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Capitolo 2
*** Werewolf ***


                                                   Werewolf

                                                                      Febbraio 1973


A James Difesa Contro Le Arti Oscure non piaceva per niente, non ci poteva fare nulla. Provava un disgusto istantaneo nel sentir nominare maledizioni e creature per lo più raccapriccianti, e tanto meno gli piaceva il professore che la insegnava. Per di più erano le prime due ore del lunedì mattina, da seguire con i Serpeverde, e questo non contribuiva ad accendere il suo interesse per quella materia.

Si erano appena accomodati in classe, ma Remus brillava per assenza, e così James era seduto fra Sirius, che aveva il broncio, ed Arizona, che invece era estremamente allegra.

Il giorno prima avevano giocato a palle di neve ed Arizona, non si sapeva se intenzionalmente o accidentalmente, era atterrata sulla faccia di Sirius, quasi rompendogli il naso; quest'ultimo aveva dovuto passare il resto della giornata in infermeria, con il setto nasale deviato per una terribile ora, ma forse questo era stato un bene per Arizona.

Di fronte a lui, Peter sedeva accanto ad Harry, mentre Lily se ne stava dall'altro lato dell'aula, vicina a Mocciosus; James, vedendoli, storse il naso.

-Oggi ci occuperemo dei lupi mannari- disse la voce tagliente del professor Calender, che era appena entrato in aula.

-Di solito sono creature che si studiano verso la fine dell'anno, ma siamo a buon punto con il programma e quindi non vedo perché non iniziare a parlarne- proseguì, fissando la classe con i suoi gelidi occhi azzurri. James si trattenne a stento dal fare una brutta smorfia, quando lo sguardo del professore si soffermò su di lui.

La lezione iniziò nel silenzio più assoluto, come accadeva sempre quando si trattava del professor Calender, e più o meno tutti prendevano appunti, ma non James, che non ne aveva bisogno, e non Sirius, che era troppo nervoso per fare qualsiasi cosa.

-Dunque, il Lupo Mannaro è un essere umano affetto da licantropia. Esso si trasforma durante le notti di luna piena in una bestia feroce, una creatura metà lupo e metà umana. Si differenzia per cinque elementi fondamentali da un lupo vero, come la forma del muso e delle pupille e la coda a ciuffo...ecco, vediamo delle immagini- stava spiegando Calender, e James si fece improvvisamente attento.

C'era qualcosa nelle parole del professore che aveva risvegliato la sua attenzione ed il suo istinto gli diceva di ascoltare.

-...inoltre, pochi giorni prima della trasformazione, la persona affetta da licantropia appare spesso malaticcia, debole e pallida, perché sente che la luna piena è vicina- continuò il professore, ed un'immagine attraversò la mente di James: Remus, pallido e debole, che preparava la solita valigia sabato sera in dormitorio.

-Le trasformazioni sono molto dolorose e avvengono una volta al mese. Un Lupo Mannaro attacca sempre l'essere umano a lui vicino o predilige la caccia a esseri umani. Se accanto a sé non ha esseri umani si morde da solo mentre in presenza di altri animali riesce a calmarsi- proseguì Calender, che aveva la completa attenzione di tutti. Un terribile sospetto si stava formando nella mente di James, mentre ripensava ad alcune cicatrici che aveva visto sulle braccia e sulle gambe di Remus quando quest'ultimo si metteva il pigiama. Diceva di avere un gatto molto affettuoso a casa, ma James non ci aveva mai creduto.

-Bene, dato che mancano pochi minuti alla fine della lezione, leggete il capitolo dedicato ai lupi mannari e preparatene un riassunto- ordinò Calender, sedendosi in cattedra.

Tutti estrassero i libri, ma non James che aveva lo sguardo perso.

-Oh, ti svegli?- lo esortò Arizona, tirando fuori i libri.

-Sennò che fai, rompi il naso pure a lui?- l'accusò Sirius e Arizona alzò gli occhi a cielo esasperata.

-Non l'ho fatto apposta!!!- si difese.

-Sì, come no...-

-La volete smettere? Sto cercando di pensare- intervenne James, seccato.

Tutto nella sua mente stava andando al posto giusto, James lo sentiva: le periodiche assenze di Remus durante gli anni, la sua carnagione sempre così chiara ed il suo fisico sempre debole, esile...quelle cicatrici che non si erano mai spiegate veramente...possibile che Remus fosse davvero un lupo mannaro?

Per un attimo, James si vergognò di quel pensiero. Insomma, poteva davvero essere che la madre di Remus fosse cagionevole di salute e che avesse un gatto un po' troppo aggressivo però...però James non ne era più tanto convinto. Non dopo aver sentito la spiegazione di Calender.

Pensieroso, James lasciò l'aula insieme agli altri, che si diressero verso Storia della Magia. Quella lezione era perfetta per la riflessione, dato che tutti di solito dormivano e nessuno ascoltava Rüf. James tornò a pensare alla questione di Remus, che nel giro di pochi minuti era diventata per lui un chiodo fisso.

Più la ponderava, più era convinto dell'idea che si era fatto: Remus doveva essere un lupo mannaro, non c'era altra spiegazione. E poi, pensò James come folgorato, solo così si spiegavano gli ululati

che la gente di Hogsmeade sentiva provenire dalla Stamberga Strillante; i ragazzi ne avevano sentito parlare al villaggio ed avevano appreso che gli ululati che non erano costanti, ma si verificavano solo in certi giorni del mese. E poi, perché Remus sembrava temere il Platano Picchiatore più di loro? Non voleva mai partecipare ai giochi spericolati che James, Sirius e Arizona architettavano, adducendo la scusa che fossero pericolosi.

Con uno strano peso sullo stomaco, James ascoltò le parole di Rüf senza sentirle davvero, e quando la campanella suonò, schizzò via senza dare nessuna spiegazione.

Corse al dormitorio, per controllare il calendario che tenevano appeso all'armadio. Fece particolare attenzione ai giorni di luna piena e con eccitazione mista a terrore, scoprì che coincidevano con le assenze di Remus. Poteva essere solo una coincidenza, ma James non ci credeva.

Stordito dai pensieri che gli erano vorticati in testa, si buttò sul letto senza pensare minimamente al pranzo, e fu così che lo trovarono Sirius e Peter quando salirono in stanza per prendere la roba di Erbologia.

-Ma che ti prende? Hai saltato il pranzo, e non è da te- lo apostrofò Sirius vedendolo così stravaccato.

-Ho pensato una cosa- esordì James e la sua espressione seria indusse Sirius e Peter a sedersi vicino a lui per ascoltarlo.

-Sarebbe?- lo interrogò il suo migliore amico.

-Prima, ho ascoltato Calender...e ho capito perchè Remus è sempre assente- disse James e Peter chiese, perplesso:

-Calender? Ma ha parlato dei lupi mannari...-

-Appunto- affermò James, con voce grave.

-E cosa c'entrano i lupi mannari con le assenze di Remus? Proprio non...oh, Merlino- iniziò a dire Sirius, per poi interrompersi e sbarrare gli occhi a metà della frase.

-Tu credi che Remus sia un lupo mannaro- osservò e la sua non era una domanda.

-Sì- annuì James.

-Non è possibile- lo contraddisse subito Sirius, mentre Peter lo guardava seriamente preoccupato.

-Perchè no? Pensaci...è sempre assente quando c'è la luna piena, ho controllato sul calendario. E quelle cicatrici che ogni tanto vediamo? Non possono essere solo tagli di un gatto, dai...- cominciò a spiegare James, ormai certo delle proprie parole.

-In effetti, ci sono giorni in cui è più pallido e debole del solito. Lui dice che è solo influenza però...- rifletté Sirius.

-Sempre influenza? Non è possibile che sia sempre così cagionevole, Sirius. Nessuno si ammala quanto lui- sottolineò James.

Sirius e Peter, tacquero, meditabondi. James li osservava, pensando alle proprie parole.

-Se anche fosse, e non ne sono ancora sicuro...- disse alla fine Sirius, teso, -come potremmo averne la prova?- chiese.

-Non lo so...potremmo seguirlo con il mantello dell'invisibilità il mese prossimo- suggerì James, e Peter inorridì.

-Sei matto, James? Hai sentito cosa ha appena detto Calender? Un lupo mannaro è una bestia feroce che predilige la carne umana!- fece notare, terrorizzato alla prospettiva di trovarsi davanti un licantropo pienamente trasformato.

-Non dire sciocchezze, Peter! Non andremo fino in fondo, voglio solo seguirlo per vedere dove va quando scompare, non ho intenzione di assistere a tutta la trasformazione- lo derise James, e Sirius annuì.

-È l'unica cosa da fare. Non possiamo certo chiederglielo, negherebbe subito- affermò, deciso.

-Già. Dobbiamo avere delle prove schiaccianti- lo appoggiò James, mentre il suono della campanella li informava dell'inizio delle lezioni pomeridiane. Pensierosi, i tre lasciarono la Torre di Grifondoro, certi che da quel giorno qualcosa sarebbe cambiato fra loro e Remus, ma non sapevano ancora come.



Nda:


Ciao a tutti, miei cari lettori :)

Eccovi la seconda one-shot, sulla quale onestamente non ho molto da dire, ma spero che i vostri commenti siano numerosi :)

Ho visto che le visite alla scorsa OS ci sono state e questo mi fa piacere, spero di ricevere altrettanti commenti anche a questa!

Intanto ringrazio pubblicamente le cinque meravigliose persone che hanno recensito la scorsa OS, le 6 che hanno inserito questa storia nelle seguite e le 2 che l'hanno messa fra le ricordate.

Beh, che altro dirvi...spero siate felici che io ci abbia messo così poco ad aggiornare, anche se non è da me XD


Sempre vostra,

Miss

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Capitolo 3
*** Arizona's gloves ***


                                                  Arizona's gloves

                                                                                 Gennaio 1974


-Arizona, ti muovi? Siamo in ritardo! Elinor e Chastity saranno già giù!- disse Lily Evans estremamente irritata per l'ennesimo ritardo dell'amica. Quel sabato ci sarebbe stata la prima uscita ad Hogsmeade da quando erano tornati dalle vacanze di Natale, ed anche se a Lily veniva il mal di stomaco al solo pensare che avrebbe dovuto sopporatre Potter per l'intero pomeriggio, era comunque contenta di stare con le sue amiche. Aveva bisogno di distrarsi dopo le disastrose feste natalizie.

-Ci sono, ci sono! Mi mancano solo i guanti!- ribatté Arizona, con la testa infilata nel baule.

-Non ci posso credere, stai a perdere tempo con i guanti? Mettitene un paio a caso ed andiamo!-

-Non riesco a scegliere! Vorrei mettere sia quelli rossi che quelli verdi!- gemette Arizona disperata.

-Oh Merlino dammi la forza- sospirò Lily esasperata, fissando Arizona che guardava indecisa i guanti verdi di pile e quelli rossi di lana. Sapendo che non si sarebbe mossa di lì finché non avesse deciso, Lily provò ad aiutarla.

-Metti quelli più caldi, fuori si gela- suggerì, pratica.

-Sono entrambi caldi- replicò Arizona in crisi.

-Quelli più nuovi?-

-Me li hanno regalati i miei quest'anno, sono tutti e due nuovi- ribatté Arizona, rigirandoseli fra le mani.

-Arizona Anderson, ti do due minuti per decidere, poi ti mollo qui e me ne vado! Siamo rimaste solo noi in dormitorio- disse a quel punto Lily, ed aveva ragione: Mary, Samantha ed Erin erano scese mezz'ora prima.

-E va bene, va bene! Ho deciso- sbottò Arizona, ed infilò un guanto verde sulla mano sinistra e uno rosso sulla mano destra. Lily la guardò con le sopracciglia inarcate, ma decise di non fare commenti, perché rischiava di mandare l'amica nuovamente in crisi. E in quel caso non si sarebbero mai mosse dal dormitorio.

Dieci minuti dopo raggiungevano Elinor e Chastity vicino al portone, dove Gazza era appostato per controllare gli studenti in uscita. C'erano anche James, Sirius, Remus e Peter, impazienti di andare.

-Ma quanto ci avete messo? Sono quasi andati via tutti!- esclamò James rivolto ad Arizona.

-Colpa mia! Non riuscivo a scegliere i guanti- confessò Arizona, attirando in quel modo l''attenzione di Sirius sulle proprie mani.

-E che scelta! Ti sei accorta che sono, come dire...spaiati? Noti i colori diversi?- le disse parlando lentamente come si fa con un bambino particolarmente stupido.

-Lo so, volpe! Ma questi due sono i miei colori preferiti, e non riuscivo a scegliere- si giustificò Arizona mentre seguiva gli altri lungo la strada che conduceva ad Hogsmeade. Sirius si fece di colpo silenzioso, mentre la osservava. C'era qualcosa di diverso in Arizona quel giorno...forse erano i riccioli biondi, meno disordinati del solito sotto il cappello di lana viola (che ovviamente non si abbinava per niente ai guanti), o forse era quel cappotto bianco...ma no, non c'entrava nulla il suo abbigliamento, scoordinato come al solito. Era qualcosa negli occhi...o nel sorriso?

Inorridito, Sirius si accorse che Arizona era carina. L'attimo dopo averlo formulato, Sirius rifiutò quel pensiero. Insomma, Elinor poteva essere carina, Chastity anche, e persino la Evans...ma non Arizona!

Taciturno, Sirius continuò a camminare al fianco di James, mentre raggiungevano Hogsmeade; davanti a lui Arizona passeggiava in mezzo a Chastity ed Elinor, mentre dietro di loro Lily e Remus erano immersi in chissà quale discussione, ascoltati da Peter.

-Ehi Felpato, perché sei così silenzioso?- gli domandò James, che si era accorto che Sirius non aveva più spiccicato parola da quando avevano lasciato il castello.

-Fa freddo- disse Sirius a casaccio, anche se aveva ragione: quel giorno il cielo di Hogsmeade era particolarmente grigio, tirava un vento gelido e, in poche parole, si congelava.

-E perchè questo ti impedisce di parlare?- chiese ancora James, giustamente confuso; ma Sirius non rispose, troppo preso dai suoi cupi pensieri su Arizona.

La sentì ridere, forse per qualcosa detto da Chastity, e se in un qualsiasi altro giorno quella risata gli avrebbe dato sui nervi, questa volta Sirius si ritrovò a pensare che non era poi così male.

Ma che mi prende? si chiese disperato, come mi vengono in mente questi pensieri su di lei? Poi ebbe un'illuminazione: Arizona doveva per forza avergli fatto bere di nascosto un filtro d'amore! Non c'era altra spiegazione, doveva averglielo somministrato di nascosto per fargli un dispetto.

-James, ti sembro diverso dal solito?- domandò all'amico, mentre aspettavano Remus, Peter e Lily che erano entrati in un negozio di piume.

-Bah, a parte che parli poco no, perché? Non ti senti bene?- rispose James, che si stava seriamente preoccupando per l'amico.

-No, no...quindi...non sembro sotto l'effetto di un filtro d'amore, per caso?- insistette, lieto che le ragazze stessero parlottando fra loro distanti da loro due.

-Di un filtro d'amore?! A parte che non saprei riconoscere i sintomi, dato che non li abbiamo ancora studiati. E poi chi vorrebbe fare una cosa del genere?- rispose James, sempre più confuso. Sirius era proprio strano quel giorno.

Sirius dovette riconoscere che l'amico aveva ragione: mancavano due anni al momento in cui avrebbero studiato i filtri d'amore, quindi Arizona non sarebbe stata in grado di prepararlo...e poi, ragionò Sirius, Arizona era una frana in pozioni. Non era mai riuscita a prepararne una senza combinare danni.

-Beh, Amanda lo farebbe un filtro d'amore a Sirius, se fosse capace- commentò Elinor, che si era avvicinata ai due senza che loro se ne accorgessero.

-In effetti lo sanno tutti che ha una cotta per te...- osservò James, mentre finalmente riprendevano a camminare.

-Ma no, non c'entra!- ribatté Sirius, pensieroso.

-Che ne direste di entrare ai Tre Manici? Almeno staremo al caldo- propose Chastity mentre passavano davanti al pub; tutti si dissero d'accordo, e così entrarono.

Il locale era affollatissimo, com'era normale che fosse data la temperatura artica che c'era fuori; sarebbe stata un'impresa trovare un tavolo per otto, se Madama Rosmerta non avesse avuto una particolare simpatia per James e Sirius e di conseguenza non avesse facilitato la cosa. Sta di fatto che dopo neanche dieci minuti erano tutti seduti ad un tavolo vicino ai bagni. Neanche a farlo di proposito, Sirius era capitato fra Remus e James, ma di fronte aveva Arizona.

-Allora, come vanno gli allenamenti di Quidditch, James?- domandò Chastity in tono casuale.

-Ah no, non mi freghi Chas! Non dirò neanche una parola sul Quidditch- si difese James, e tutti -tranne Sirius- risero. Era risaputo infatti che Chastity avesse sempre fatto di tutto per rubare i segreti della vittoria a Grifondoro per poi poterli spifferare alla squadra di Tassorosso; negli ultimi tre anni era diventata una grande tifosa di Quidditch e cercava sempre di fare tutto il possibile per aiutare la propria squadra, anche perchè l'anno prima aveva ottenuto il ruolo di Cacciatrice.

-Uffa, era solo una domanda innocente! Mica ti ho chiesto di dirmi tutti i vostri schemi...- si giustificò Chastity con un risolino.

-Le tue non sono mai domande innocenti, quando si tratta di Quidditch- scherzò James.

La conversazione continuava allegramente, fra chiacchiere e risate, ma Sirius non riusciva a parteciparvi, non con Arizona lì davanti.

Più la osservava, più gli sembrava diversa. Ad un certo punto lei si sporcò tutte le labbra con la cioccolata calda che aveva ordinato -non era tipa da Burrobirra Arizona- e Sirius, anziché prenderla in giro come avrebbe fatto in qualsiasi altro momento, si ritrovò a tacere. Forse fu questo che lo spaventò più di tutto il resto: se lui rinunciava a sfottere Arizona, c'era decisamente qualcosa che non andava.

Dopo che si furono riscaldati abbastanza con la Burrobirra ed altre bevande bollenti, decisero di sfidare nuovamente il freddo per avventurarsi da Zonko (i ragazzi) e da Mielandia (le ragazze). Si sarebbero poi ritrovati davanti ai Tre Manici di Scopa per ritornare insieme al castello. Sirius fu lieto di separarsi da loro: aveva bisogno di riflettere senza quei riccioli biondi davanti.

-Uffa, non so se comprare i Rospi alla Menta o la SuperPallaGomma di Drooble- disse Arizona, fissando indecisa i due prodotti sullo scaffale di Mielandia.

-L'ultima volta i Rospi alla Menta ti hanno fatto venire la nausea- le fece notare Elinor, che invece aveva già preso le Api Frizzole.

-Però la SuperPallaGomma di Drooble ti era scoppiata nei capelli e poi è stato molto difficile togliertela- commentò Lily, ridendo al ricordo.

-Ah già, avete ragione! Però questa volta potrei farla scoppiare in faccia a Sirius, anziché sui miei capelli- ragionò Arizona ghignando.

-A proposito, oggi sembrava che gli avessero fatto una fattura Languelingua! Non ha spiccicato parola- osservò Chastity prendendo una manciata di Cioccorane.

-Meglio così- replicò Arizona, pensando che però era davvero molto strano. Dentro Zonko, poco distante da Mielandia, si stava parlando della stessa cosa, più o meno.

-Oh, hanno di nuovo i Dolci Singhiozzini!- esclamò James estasiato, -l'ultima volta li avevano finiti- aggiunse poi, prendendone almeno un centinaio con una manata.

-A cosa ti servono?- domandò Peter ingenuamente.

-Peter, sei proprio zuccone. Se si chiamano Dolci Singhiozzini è perchè ti fanno singhiozzare, e nessun insegnante vuole che io disturbi la lezione con i miei incessanti singhiozzi- rispose James, fissando Peter con sufficienza.

-Sirius, tu non compri nulla? Pensavo ti saresti gettato a capofitto sulla Polvere Ruttosa- domandò Remus, che per quel giorno avrebbe preso solo una bacchetta finta.

Sirius non parve sentirlo, così Remus gli sventolò una mano davanti agli occhi per attirare la sua attenzione.

-Eh?- chiese Sirius piuttosto distratto.

-Ma che hai? Oggi sembri perso in un mondo tutto tuo- disse Remus mentre si mettevano in coda per pagare.

-Ho mal di testa- s'inventò Sirius, pensando che in quel modo lo avrebbero lasciato in pace. E non era neanche una vera bugia: a furia di chiedersi perché d'un tratto Arizona sembrava (la sua mente diceva era) carina, il cervello gli stava andando in fiamme.

-Magari vi aspetto fuori, qui c'è troppa confusione- aggiunse, e aveva ragione, dato che Zonko era una delle mete preferite degli studenti di Hogwarts ed era per questo che c'era una coda lunghissima per pagare.

Fuori si gelava, ma Sirius fu contento di poter stare da solo.

Mentre era lì, guardò il proprio viso riflesso sulla vetrina di Zonko. Era rosso in faccia -è solo il freddo, tentò di dirsi- e aveva un'espressione estremamente ebete -io non ho mai l'espressione ebete, si disse offeso. Con uno spiacevole rimescolio nello stomaco, Sirius ricordò di aver già visto quei due fenomeni sul volto di qualcuno. E quel qualcuno era James l'anno scorso, quando aveva capito che gli piaceva la Evans. Gliel'aveva confessato qualche giorno dopo con le guance in fiamme, e solo per puro spirito di amicizia Sirius non gli aveva riso in faccia. Fu contento di essersi comportato in quel modo, allora; magari James non l'avrebbe preso in giro quando lui gli avesse detto che...

La pace di Sirius non durò molto: infatti dopo neanche dieci minuti che stava appoggiato alla parete esterna di Zonko, vide Arizona venire verso di lui.

-Che ci fai qui?- si chiesero all'unisono.

-Sono venuta a prendere qualcosa da Zonko mentre le altre pagano per me da Mielandia. E tu?- rispose per prima Arizona. È persino gentile oggi! si disse Sirius stupefatto; ovviamente non sapeva che Arizona alla fine aveva acquistato la SuperPallaGomma di Drooble con l'intento di usarla su di lui.

-Dentro c'è troppa confusione, e siccome non compro nulla sono uscito fuori- rispose Sirius a sua volta, e Arizona lo fissò sorpresa; evidentemente si era aspettata che Sirius le intimasse di farsi gli affari propri, come faceva di solito. Senza replicare, Arizona diede un'occhiata all'interno del negozio e, vedendo la fila lunghissima, decise che non era proprio il caso di entrare.

-Mi sa che aspetto qui- disse saggiamente.

Fra di loro cadde il silenzio, e se Arizona sembrava totalmente rilassata, Sirius sentiva di stare per esplodere.

Dopo un po' Arizona si mise a canticchiare una canzoncina natalizia, ma siccome era stonata come una campana Sirius le disse:

-La pianti? Ho mal di testa e tu non sei per nulla intonata!-.

-E tu sei il solito Mister Gentilezza! Canto quanto voglio- ribatté Arizona indignata.

-Anzi, oggi sembravi persino simpatico...ah già, perchè sei stato zitto tutto il tempo- aggiunse poi, ripensandoci.

-Perchè?- chiese ancora Arizona.

-Perchè cosa?- chiese Sirius stranito.

-Perché stavi zitto?-

Per colpa tua, avrebbe voluto dire Sirius, ma si limitò a rispondere:

-Non sono affari tuoi-.

E invece lo erano, lo erano eccome.


Nda:


Salve a tutti!

Devo dire che sono abbastanza stupita di me stessa, di solito ci impiego ere geologiche ad aggiornare XD non siete contenti che sto essendo così veloce? (sì lo so che sto essendo probabilmente non esiste :D)

Eccoci qui con una nuova OS....devo dire che sono molto curiosa di sentire (cioè, leggere) i vostri commenti a riguardo...aspettavo da tanto di scrivere di questo momento :)


Devo dire anche un'altra cosa...forse vi sembrerò presuntuosa, ma onestamente mi aspettavo un po' più di commenti a queste mie OS, anche perchè quando ho concluso We were born, raised and died with them, tutti mi hanno richiesto un seguito al più presto. Beh il seguito c'è, ma i miei vecchi lettori no :( e io li attendevo con tanta ansia :(

Beh che dirvi, a parte questo non ho altro da aggiungere, se non che spero che voi lettori e/o recensitori aumentiate :)


Con affetto, sempre vostra,


Miss

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Capitolo 4
*** Truth ***


                                                                       Truth

                                                                                       Marzo 1973


Naturalmente, James, Sirius e Peter dovettero attendere un mese per attuare il loro piano, ma nel frattempo lo organizzarono nei minimi dettagli mentre tenevano d'occhio Remus. Infatti, con il passare dei giorni, lo vedevano diventare sempre più pallido e stanco, e questo non faceva che aumentare i loro sospetti. James avrebbe voluto parlarne con Arizona, ma Sirius aveva saggiamente fatto notare che meno persone sapevano del “segreto”, meglio era; a malincuore James dovette dargli ragione, e così le ragazze rimasero all'oscuro del progetto.

Finalmente, dopo un'attesa che ai tre era parsa lunghissima (in realtà Peter non moriva dalla voglia di pedinare un potenziale lupo mannaro) venne il momento in cui, un piovoso venerdì sera di marzo (“Visto?” aveva detto James trionfante, “è passato un mese dall'ultima volta!”) Remus estrasse la solita valigetta da sotto il letto e disse:

-Ragazzi, mi sa che devo di nuovo stare via per qualche giorno. Mia madre si è ammalata, e mio padre non ce la fa più ad occuparsi di lei da solo. Ha bisogno di aiuto, anche solo per poco tempo-.

-Mi dispiace tanto, Remus. Se c'è qualcosa che possiamo fare per te diccelo, mi raccomando!- replicò James dal letto, con la sua migliore faccia di bronzo.

-Grazie, James. Lo apprezzo molto-.

-Prenderemo gli appunti per te, se lunedì non sarai ancora di ritorno- disse invece Harry, il cui desiderio di mostrarsi gentile era sincero.

-Sei molto gentile, Harry, ma credo che ormai quello sia compito di Lily!- scherzò Remus, mettendo in valigia un maglione.

Dopo pochi minuti aveva finito di preparare il piccolo bagaglio, e si apprestava a salutare gli amici.

-Beh, allora ci vediamo fra pochi giorni...mi raccomando, non fate danni mentre non ci sono!- disse Remus, con una mano sulla maniglia.

-Tranquillo Remus, saremo degli angioletti!- esclamò Sirius con un'espressione davvero poco convincente.

Non appena Remus fu uscito, Sirius, James e Peter balzarono in piedi (James aveva già accuratamente nascosto il mantello dell'invisibilità sotto la veste) e dissero ad Harry, che era in bagno:

-Harry, noi andiamo a rubare cibo in cucina. Ci vediamo dopo!-

Harry, che ormai non si stupiva più di fronte a nulla, si limitò a gridare loro da dietro la porta se potevano prendere qualcosa da mangiare anche per lui. Non sapeva che il mal di pancia che il quel momento lo stava costringendo in bagno era opera di James e Sirius, che gli avevano versato una pozione nel suo succo di zucca serale. L'attimo dopo perciò i tre erano spariti sotto il mantello, e attraversavano la sala comune cercando di non calpestare nessuno.

Quando furono passati dal buco del ritratto, fecero appena in tempo a vedere Remus che scendeva le scale. Affrettarono il passo, e così ebbe inizio il pedinamento.

Con curiosità sempre più crescente, lo seguirono per un infinito numero di scale, fino a che non capirono che era diretto all'infermeria. Infatti, lì davanti lo attendeva Madama Chips, avvolta in un pesante mantello scuro.

Fremendo d'eccitazione (Peter di paura, in realtà) ripresero a seguire la stramba coppia, che ora si stava dirigendo verso il portone d'ingresso.

Per un attimo, temettero che sarebbero rimasti dentro: Madama Chips stava infatti per richiudere i battenti alle sue spalle senza dar modo ai tre di passare a loro volta, ma fortuna volle che in quel momento Remus tossì violentemente e Madama Chips lo dovette aiutare.

Così, lo strano gruppetto si avventurò al di fuori del castello, ed in quel momento James e Sirius iniziarono a pentirsi di non essersi messi il mantello, dato che la notte di marzo non era proprio calda.

Sempre più incuriositi, si tennero a poca distanza da Remus e Madama Chips, fino a fermarsi vicino al Platano Picchiatore.

James e Sirius si guardarono in faccia, con la stessa identica espressione di terrore mista ad aspettativa, e osservarono sempre più sbalorditi Madama Chips che puntava la bacchetta verso un preciso punto fra i rami. Sotto il loro occhi, videro aprirsi una fessura fra le radici, dentro la quale Remus e l'infermiera si apprestavano a sparire. Intuendo che non c'era un attimo da perdere, James, Sirius e Peter gli si avvicinarono, incurante del mantello che era scivolato leggermente e scopriva i loro piedi. Ma Madama Chips e Remus erano troppo impegnati ad allungare il passo per notarli. Tuttavia, ora che avevano scoperto come fermare i rami del Platano, decisero di attendere qualche minuto prima di seguirli: James infatti sospettava che ci fosse un tunnel là sotto, impossibile da percorrere senza togliersi il mantello.

Attesero perciò una decina di minuti, poi si decisero a infilarsi nella fessura, dove i sospetti di James vennero confermati: c'era infatti un tunnel nel quale infilarsi, cosa che James e Sirius si apprestarono a fare con una certa agilità, mentre Peter stava incontrando non poche difficoltà. Si sentivano ancora le voci di Madama Chips e di Remus, cosa che aiutò i tre maghetti a seguire le loro tracce.

-Dove cavolo porta questo passaggio?- sussurrò Sirius con il fiato corto; James scosse la testa per dire che non lo sapeva, mentre continuavano a strisciare.

Cercavano di avanzare più velocemente possibile, praticamente piegati in due; Peter era paonazzo e James e Sirius temettero che sarebbe svenuto prima di giungere a destinazione. La galleria sembrava non finire mai, ma proprio quando pensavano che non ce l'avrebbero più fatta, il tunnel prese a salire, per poi curvare poco dopo. Infine, riuscirono a intravedere una chiazza di luce debole che filtrava da una piccola apertura.

-Che cosa facciamo ora?- domandò Peter, sull'orlo della paura.

-Per prima cosa dobbiamo toglierci di qui, qualcosa mi dice che fra poco tornerà Madama Chips- disse Sirius e perciò l'unica alternativa che avevano era quella di attraversare l'apertura.

Senza esitare, James li precedette e dopo qualche istante anche Sirius e Peter lo seguirono, per poi sbucare in una stanza. Era abbastanza ordinata, i mobili appena impolverati ed il pavimento lindo; alle finestre c'erano delle tendine, che però erano leggermente sbrindellate. Notarono anche che i mobili erano graffiati, anche se ad una prima occhiata erano sembrati illesi.

-Dove diavolo...?- iniziò a dire Peter, ma James aveva capito.

-La Stamberga Strillante- disse, serio. In quell'istante sentirono delle voci sopra le loro teste: erano quelle di Madama Chips e quella di Remus; le assi erano abbastanza sottili da permettere loro di ascoltare quanto stavano dicendo. E oltretutto i due non avevano il minimo sospetto di avere compagnia, perciò parlavano con un tono di voce normale.

-Allora torno domattina, signor Lupin-.

-Va bene, Madama Chips, grazie-.

-Sarà meglio che vada, vedo che si sta per trasformare...-

-Sì, mi sento già male...a domani- disse Remus, sbrigativo.

-A domani- confermò Madama Chips, e i tre sentirono dei passi sopra le loro teste. In un lampo, scomparirono sotto il Mantello e qualche minuto dopo videro l'infermiera passare poco distante da loro, diretta al tunnel. Attesero cinque minuti, poi la seguirono.

Rifecero il percorso al contrario, silenziosi e tesi; quando raggiunsero la fessura fra i rami e, l'istante dopo l'aria fresca, si sentirono liberi, ma non osarono parlare per via di Madama Chips.

Solo quando furono in sala comune, ormai deserta, si decisero a parlare dell'accaduto.

-Penso...che tu avessi ragione, James- disse Sirius teso, avvolto in una coperta per scacciare i brividi dovuti non solo al freddo.

-Già. Non ci sono più dubbi, credo- confermò James, sfregandosi le mani vicino al fuoco.

-E ora cosa si fa?- domandò Peter, che stava iniziando a riprendersi dalle forti emozioni vissute quella sera.

-Gliene dobbiamo parlare. Non può continuare a nascondersi, non da noi. Siamo suoi amici- affermò James deciso.

-Sai che negherà, vero?- chiese Sirius retoricamente, ma James scosse la testa.

-Può negare quanto vuole, ma alla fine dovrà ammetterlo-.

Peter annuì a sostegno, poi disse:

-Quando pensate di parlargliene?-

-Quando torna, non ha senso portarci questo peso a lungo...né che lo porti lui- rispose Sirius, e gli altri due si dissero d'accordo.

Rinfrancati dal caldo fuoco, dall'aver appreso la verità e dalla decisione presa, andarono a dormire con il cuore più leggero.



                                                            ******


Remus tornò martedì, pallido e smunto ma sostanzialmente illeso; fu circondato dalle ragazze che, ognuna a modo loro, cercavano di stargli vicino per via della malattia della madre. Lily come al solito gli passò gli appunti del giorno prima, Arizona lo rimpinzò di cioccolato (e ovviamente ne approfittò anche lei), mentre Elinor e Chastity lo abbracciarono. Dal canto loro, James, Sirius e Peter non vedevano l'ora che terminassero le lezioni del giorno per potergli parlare in santa pace. Lentamente, le ore trascorsero, anche se non velocemente quanto i tre avrebbero desiderato, e finalmente giunse il momento in cui poterono salire in dormitorio a posare le borse.

Fortunatamente Harry non c'era: era andato in biblioteca a fare i compiti del giorno dopo, e così i quattro poterono avere la stanza tutta per loro. Per sicurezza, James bloccò la porta con un incantesimo, di modo che non fossero interrotti mentre parlavano di una questione così delicata; e obbligarono Peter a fare la guardia, per evitare imprevisti.

-Allora Remus, come sta tua mamma?- domandò Sirius in tono innocente, mentre Remus frugava nel baule alla ricerca del libro di Trasfigurazione, che era misteriosamente scomparso da quattro giorni.

-Non bene, purtroppo. Credo che almeno una volta al mese dovrò andare a trovarla...- rispose Remus.

-O devi andare a trovare la Stamberga Strillante?- chiese James, decidendo di andare dritto al punto. Remus si voltò a guardarlo, trattenendo il respiro.

-Perché dovrei andare a trovare la Stamberga Strillante? Che domanda assurda, James- replicò Remus con un sorriso che voleva essere spensierato.

-Non è poi tanto assurda, se uno sparisce una volta al mese, quando c'è la luna piena- intervenne Sirius, e Remus iniziò a sbiancare.

-Coincidenze...- provò a mormorare, ma James aveva deciso di porre fine a quella sceneggiata.

-Remus, noi sappiamo. È inutile fingere- disse, serio.

Ancora una volta, Remus guardò in viso James, mentre si metteva stancamente a sedere su una sedia. Avrebbe tanto voluto essere di nuovo al primo anno, quando James e Sirius gli avevano rivolto una frase simile, riferendosi però alla sua scorta segreta di cioccolato. Ma sapeva che non era così. Sapeva che non stavano scherzando, che non si sarebbero messi a ridere dandogli una pacca sulla spalla. Questa volta avevano scoperto davvero qualcosa che non avrebbero mai dovuto scoprire.

-Allora...dovrò andarmene- disse infine Remus, senza avere il coraggio di guardarli in faccia. Sapeva che sarebbe finita così, che la loro amicizia era una cosa troppo speciale per uno come lui, che non sarebbe potuta durare.

-Andare dove, scusa?- domandò Sirius giustamente perplesso.

-È presto per la cena- aggiunse poi, confuso.

-Da Hogwarts, Sirius! Non fingere che non stiate provando disprezzo per me, non ho bisogno della vostra pietà!- esclamò Remus, arrabbiato.

-Ma quale pietà? E poi qui se c'è qualcuno che dovrebbe essere arrabbiato quelli siamo noi- osservò James, stupito.

-Certo che siete arrabbiati! Avete vissuto tre anni con un lupo mannaro, è ovvio che siate furiosi!- ribatté Remus, amareggiato.

-Remus, sei sempre stato il più intelligente fra noi, ma questa volta ti stai dimostrando estremamente stupido- commentò Sirius, che si stava arrabbiando davvero: che cosa stava farneticando Remus?

-Non sono stupido! Sono un mostro, e voi avete tutti i diritti di essere arrabbiati per aver corso questo pericolo per tutto questo tempo- replicò Remus, tirando fuori il baule ed iniziando a buttarci le sue cose a caso.

-Invece sei uno stupido, perché non capisci che siamo arrabbiati con te non perché sei un lupo mannaro e siamo stati in pericolo, cosa non vera, secondo me, ma perché non ce l'hai detto- gli spiegò James, cercando di rimanere calmo.

-È la stessa cosa!- gridò Remus, esasperato.

-Non è la stessa cosa!- urlò Sirius alzandosi per fronteggiarlo, -non ce ne importa nulla Remus, nulla! Avremmo solo voluto che tu ce lo dicessi!-

-Come fai a dire che non vi importa? Sono un essere orribile, se potessi ucciderei degli umani e tu mi dici che non importa?- domandò Remus, quasi paonazzo.

-Ma sei anche un bravo amico, una persona meravigliosa che ha solo...un problema...ehm, peloso, diciamo. Un piccolo problema peloso, di cui a noi non importa un emerito accidente- intervenne James, cercando di pacificare gli animi.

-Siete pazzi. Io me ne vado- annunciò Remus, ma James, veloce come la luce, estrasse la bacchetta e urlò:

-Pietrificus Totalus!-

Remus si immobilizzò, con la mano sulla maniglia; Sirius spostò lo sguardo da lui a James, sbalordito.

-L'hai incantato. Perché?-

-Se ne stava andando. Ora vado a chiamare Peter, così glielo dice anche lui come stanno le cose- spiegò James, annullando l'incantesimo sulla porta per scendere in sala comune.

Ritornò due minuti dopo con Peter, che spalancò la bocca di fronte alla vista di Remus pietrificato.

-Perché Remus è pietrificato?-

-Se ne stava andando, non vuole credere che lo accettiamo lo stesso anche se è un lupo mannaro- chiarì James, poi puntò nuovamente la bacchetta su Remus e disse:

-Finite incantatem!-

-James, mi hai pietrificato! Sei matto!- esclamò immediatamente Remus, indignato.

-Te ne stavi andando, e Peter aveva qualcosa da dirti- si limitò a dire James.

-Già, Remus. Non voglio che tu te ne vada. Sei mio amico ed il fatto che tu sia un lupo mannaro non cambia le cose- disse Peter con semplicità.

-Ma com'è possibile che vogliate continuare ad essere miei amici? Non siete normali, se volete ancora un amico come me- sussurrò alla fine Remus, tornando a sedersi sul letto.

-E quando mai noi siamo stati normali?- domandò James retoricamente, e Sirius scoppiò a ridere.

-Già, poi con una famiglia come la mia come potevo essere normale?- disse, con un'ombra scura negli occhi.

-Sirius, tu sei diverso da tutti loro, lo sai- replicò Remus, lieto di cambiare argomento.

-E a noi non importa nulla se una volta al mese diventi lupesco, lo sai- disse Sirius con lo stesso tono, per scimmiottarlo.

-Ragazzi, graz...- iniziò a dire Remus, ma James lo interruppe.

-Se stai per dire grazie, giuro che non ti dirò mai dove ho messo il tuo libro di Trasfigurazione-.

-Cosa?! Ce l'hai tu?! E perché me l'hai rubato?- domandò Remus completamente esterrefatto.

-Ma per farti uno scherzo, non è ovvio?-


Nda:


Eccomi qui!!! Scusate per il ritardo e se non ho ancora risposto alle vostre recensioni, ma a breve ho un esame difficilissimo e importantissimo e ho davvero pochissimo tempo per stare al pc.

Continuo a dire che mi piacerebbe avere maggiori commenti da parte vostra, non riesco a capire se le OS piacciono, fanno pena, se dovrei ritirarmi...insomma, sono un po' confusa XD

Oggi vado di frettissima e non ho il tempo di aggiungere nulla, ma ci tenevo a pubblicare. Grazie a tutti quelli che mi seguono e mi recensiscono, giuro che appena avrò il tempo di fare qualcosa che non sia studiare, respirare, studiare, mangiare e studiare vi risponderò :)


Sempre vostra,


Miss

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Capitolo 5
*** A terrible joke almost deadly ***


                                  A terrible joke almost deadly

                                                                        Aprile 1974


Era una bella giornata d'aprile e finalmente l'aria stava iniziando a riscaldarsi; tuttavia, Severus Piton non aveva voglia di gustarsi questa novità meteorologica. Così, lui e Lily stavano facendo i compiti, anche se Lily in verità avrebbe tanto voluto stare all'aria aperta. Ma si sentiva in colpa per essere uscita con le sue amiche (e questo includeva Potter purtroppo) quel pomeriggio di gennaio, anche perché poi Severus aveva dovuto saltare le due uscite seguenti, perché ammalato entrambe le volte, e così non avevano potuto recuperare; per questo motivo aveva acconsentito ad andare in biblioteca. Inoltre Lily si era ingenuamente fatta scappare che anche James aveva fatto parte del gruppo con il quale era uscita e Severus si era mostrato chiaramente contrariato, per non dire infuriato. Lily, dal canto suo, avrebbe voluto dire che anche a lei gli amici di Severus non piacevano, anzi, che li disapprovava totalmente: trovava che ci fosse qualcosa di sinistro in quel Mulciber, e pensava seriamente che Avery avesse qualche problema mentale. Ma non lo diceva a Severus; ultimamente litigavano così spesso che Lily non aveva voglia di iniziare altre discussioni.

-Mi presti l'inchiostro? L'ho finito- sussurrò ad un certo punto Lily, ma Severus pareva distratto; il suo sguardo non era posato sul tomo di Trasfigurazione, ma su un punto oltre le spalle di Lily.

-Sev?- chiamò ancora, ma vedendo che l'amico non rispondeva, si voltò per seguire la direzione del suo sguardo, e scoprì che Severus stava guardando Sirius Black, seduto ad un tavolo, sorprendentemente da solo.

-Perché fissi Black?- domandò Lily, riuscendo finalmente ad ottenere l'attenzione di Severus.

-Non fisso Black. Comunque anch'io non ho più inchiostro, mi dispiace- rispose Severus, cercando di mostrarsi tranquillo. Non era la prima volta, in quegli ultimi mesi, che vedeva Black in biblioteca, spesso accompagnato da Potter e Minus. E la cosa lo incuriosiva non poco: era risaputo che quei due non avevano bisogno di studiare per ottenere ottimi voti, e perciò Severus non poteva fare a meno di chiedersi che cosa avessero da fare in biblioteca. Tuttavia, sospettava che avesse qualcosa a che fare con le misteriose sparizioni mensili di Lupin: Severus pensava che ci fosse qualcosa di strano in lui, qualcosa che lo costringeva a lasciare la scuola tutti i mesi. Per di più, una sera di qualche mese prima aveva visto Lupin attraversare il parco con Madama Chips, cosa che aveva aumentato ancor di più i sospetti di Severus. Alla fine pensava anche di aver capito di cosa si trattasse, ma non aveva mai potuto averne la conferma, pur avendo continuato ad indagare per conto proprio.

-Vado a prenderlo in dormitorio, allora, se no non posso finire il tema- stava dicendo Lily spingendo indietro la sedia; Severus si limitò ad annuire, e quando lei ebbe lasciato la sala, decise che quello era il momento giusto per soddisfare la sua curiosità. Si alzò ed in pochi passi raggiunse Black, che non l'aveva nemmeno notato.

-Ehi Black, che cosa ci fai tutto solo qui? Perché non sei fuori a molestare qualcuno?- l'apostrofò a bassa voce per non essere sgridato dalla bibliotecaria.

-Gira a largo, Piton. Non ho tempo da perdere con te- disse Black, lapidario. Severus gettò un'occhiata al libro che Black stava leggendo, ma lui se ne accorse e lo chiuse di scatto.

-Ti vuoi fare i fatti tuoi? O te ne approfitti perché sai che qui non posso affatturarti?- l'affrontò Sirius, seccato.

-Dimmi Black, dove se ne va Lupin tutti i mesi? Stai indagando qui su questo?-

-Non. Sono. Affaracci. Tuoi- sibilò Sirius, -vattene e lasciami in pace- aggiunse, minaccioso; Madama Pince li scrutò seccata, ma non disse nulla.

-Oh avanti, di cosa hai paura? Che i tuoi amichetti ti abbandonino se spifferi il segreto? Che ti ripudino come ha fatto la tua famiglia? Regulus mi ha detto certe cose...- insinuò Severus maligno e seppe di aver fatto centro, perché vide Black impallidire.

Sirius si stava davvero arrabbiando, e stava già pensando di affatturare seriamente Piton, quando gli venne un'idea migliore.

-Vuoi davvero sapere dove va Remus, Mocciosus?- domandò Sirius a quel punto.

-Sì- rispose avidamente Severus, senza curarsi del nomignolo che Potter e Black gli avevano affibbiato anni prima.

-Allora fra tre sere vai al Platano Picchiatore, premi il nodo che vedi fra i rami in basso a destra e saprai tutto su Remus. Contento?- ghignò, sapendo che fine avrebbe fatto Severus di fronte a quel particolare Remus. Ma non gli importava: era stufo delle malignità di Piton, stufo del suo provocare sempre guai. Ben gli stava se gli fosse capitato qualcosa, avrebbe finalmente imparato a farsi gli affaracci propri.

-Non ti stai prendendo gioco di me, Black?- chiese Severus, stupito di fronte all'arrendevolezza di Black.

-Assolutamente no. Sono stufo delle tue domande, almeno così la smetterai di seccarci- spiegò Black, con faccia impassibile.

Severus avrebbe voluto aggiungere qualcos'altro, ma quando vide che Lily era rientrata in biblioteca, si limitò ad annuire e ad allontanarsi.


                                                       ******


Nei due giorni che seguirono, Severus non fece altro che ripensare alle parole di Black. Era diviso fra il credergli e seguire le sue istruzioni e il diffidare, visti i disastrosi trascorsi fra loro. Poteva essere che si trattasse di una trappola: attirarlo fuori dalla scuola oltre il coprifuoco per poi spifferare il tutto ad un insegnante; farsi trovare lì con Potter ed ingaggiare un duello. Tutto poteva essere con quei due, ma la tentazione era troppo forte per poter resistere. Severus si disse che non avrebbero potuto fare la spia ad un professore senza essere puniti a loro volta, e che per quanto riguardava il duello non c'era da preoccuparsi, non quando aveva imparato così tanti incantesimi oscuri da poter tenere a bada entrambi. Questo era quello che pensava Severus, ma non sapeva che Sirius non aveva riferito la cosa a James, anche perché lui stesso non ci aveva quasi più pensato, preso com'era dai loschi pensieri che da febbraio occupavano la sua mente. Tuttavia, quel sabato sera Sirius (Remus li aveva appena salutati per poi lasciare la Torre e raggiungere Madama Chips) si dimenticò che James era all'oscuro dei fatti e disse, mentre giocavano pigramente a scacchi davanti al fuoco, con Peter che sonnecchiava là vicino ed Arizona e Lily che confabulavano dall'altra parte della sala comune, lontane da loro:

-Mi sa che domani con Remus ci sarà anche Mocciosus in infermeria-.

-Dici? Perché? Gli hai fatto qualche scherzo e non mi hai coinvolto?- domandò James ingenuamente, non sapendo quanto fosse andato vicino alla verità.

-In realtà, sì- ammise Sirius con un ghigno, mentre il suo cavallo veniva mangiato e protestava in modo molto volgare.

-E che scherzo? Mi sento offeso per non aver potuto partecipare- commentò James fingendosi oltraggiato ma in realtà contento per la mossa vincente.

-Gli ho detto come fare per raggiungere Remus, perché lui continu...-

-Tu cosa?!- lo interruppe James, alzando la voce.

-Gli ho detto come fermare i rami del Platano Picchiatore, dato che non la smetteva di seccarmi con le sue domande- spiegò Sirius, percependo che James si stava arrabbiando sempre di più. Ma cosa gli prendeva?

-Ma ti ha dato di volta il cervello? Lo sai cosa potrebbe succedere?- gridò James, balzando in piedi, pronto a correre in dormitorio a recuperare la bacchetta.

-Ma niente, al massimo qualche graffio! E poi ben gli starebbe: sempre a ficcare il naso nei fatti degli altri...deve proprio smetterla- si difese Sirius, arrabbiato a sua volta. Pensava che James ne avrebbe riso con lui, ed invece non era proprio quello che stava accadendo.

-Tu sei pazzo, Sirius! Vado a fermarlo!- esclamò James, schizzando verso la porta del dormitorio; Lily e Arizona lo guardarono stupite, ma non osarono chiedere nulla, anche perché non avevano ben capito di cosa stessero parlando i due.

L'attimo dopo James era di ritorno, sfrecciò affianco a Sirius senza degnarlo di uno sguardo e sparì oltre il buco del ritratto.

-Ma che succede a James?- domandò Arizona a Sirius, ma lui si limitò a incenerirla con lo sguardo, per poi salire in dormitorio sbattendo forte la porta dietro di sé.

James non aveva mai corso così velocemente in vita sua. Sapeva che non c'era un attimo da perdere, e non gli importava di avere i polmoni in fiamme e la milza in procinto di esplodere. Per quanto non sopportasse Piton, nemmeno lui si meritava di morire sbranato da un lupo mannaro pienamente trasformato. E quell'idiota di Sirius! Ma come aveva potuto credere che al massimo Piton ne sarebbe uscito con qualche graffio? Come aveva potuto non pensare che il suo scherzo poteva causare la morte di qualcuno?

Questi erano i pensieri di James mentre scendeva una rampa di scale dopo l'altra, incurante di chi incontrava, fino a giungere al portone d'ingresso, sul quale quasi si schiantò. Lo trovò aperto e, senza stare a interrogarsi sulla ragione della sua fortuna, riprese subito la sua corsa forsennata attraverso i prati del parco illuminati dalla luna sfortunatamente piena.

Giunse al cospetto del Platano Picchiatore, dove trovò Piton intento a cercare di fermare i rami con un lungo bastone; ci era appena riuscito, quando James lo raggiunse.

-Piton! No!- urlò con il fiato corto. Piton si voltò a guardalo, con un piede sul primo gradino.

-Non mi fermerai, Potter!- gli urlò di rimando, con un'espressione trionfante in volto.

-Idiota! Remus è un lupo mannaro, ci ucciderà se non torniamo indietro!- gli spiegò James, annullando con pochi passi la distanza fra loro; artigliò un braccio di Piton per trattenerlo, ma lui si liberò con uno strattone.

-Lasciami! Scoprirò la ver...- disse Piton, ma un terribile ululato pericolosamente vicino a loro interruppe la sua frase.

-Cosa...?- iniziò a dire Piton.

-Te l'ho detto, è Remus! Dobbiamo andare via di qui!- insistette James, ma in quel momento qualcosa apparve in fondo al tunnel, qualcosa di orrendamente grosso e peloso, con delle zanne ingiallite e le pupille da animale.

Senza perdere un minuto, James tirò via Piton, che era rimasto immobilizzato a guardare il lupo mannaro; poi premette nuovamente il nodo con il bastone utilizzato da Piton ed i rami ripresero a muoversi immediatamente, impedendo a qualsiasi cosa di entrare o uscire da lì.

Albus Silente, che era sceso nel parco non appena aveva saputo cosa stava succedendo, li trovò lì, spaventati a morte ed increduli d'essere ancora vivi.

-E così, signor Piton, ha scoperto il segreto del signor Lupin- disse, fissando intensamente Piton negli occhi.

-Signore, non so come abbia fatto! Ho cercato di fermarlo!- intervenne James, prima che Piton potesse rispondere.

-Lo so, signor Potter, il suo è stato un gesto incredibilmente coraggioso. Quanto a lei, signor Piton, le ordino di non rivelare mai a nessuno quanto ha appreso questa notte. È di vitale importanza che il signor Lupin continui a frequentare questa scuola. Siamo intesi?- disse Silente, e Piton annuì, fremente di rabbia. Era infuriato con Black, per averlo quasi ucciso, con Potter, che stava facendo la figura dell'eroe, e con se stesso, per essere stato così stupido.

-Domani discuterete con i vostri responsabili di casa a riguardo della punizione, che meritate per aver infranto le regole- aggiunse Silente, e James aprì immediatamente la bocca per protestare.

-So che le sembra ingiusto, signor Potter, ma per quanto questa sia una situazione indubbiamente particolare, voi due avete comunque violato il coprifuoco e vi siete aggirati per il castello oltre l'orario consentito. Tuttavia, farò in modo che la punizione non sia troppo severa, per entrambi- spiegò Silente, e i due non poterono fare altro che annuire.

In silenzio, i tre ritornarono al castello. Piton si diresse subito ai sotterranei dopo aver salutato frettolosamente solo il Preside, mentre James percose un tratto di strada con Silente.

-Signore, sbaglio o Piton non ha nemmeno detto grazie?- chiese, un tantino risentito. Non solo aveva rischiato la vita, ma si era preso pure una punizione per aver impedito che quell'ingrato di Mocciuosus ci rimettesse la pelle!

-Non sbaglia, signor Potter, ma temo che al signor Piton occorrerà molto tempo per superare quel che è avvenuto. Ora le consiglio di salire in dormitorio e farsi una bella dormita, è quel che ci vuole dopo una serata del genere- rispose Silente, e James si affrettò ad obbedire. Raggiunse la torre di Grifondoro poco dopo, salì in dormitorio e dopo aver messo il pigiama s'infilò a letto, ignorando completamente Peter e Sirius -soprattutto Sirius- che gli chiedevano che cosa fosse successo.

Nei sotterranei, Severus fremeva di rabbia. Aveva sì scoperto il segreto di Lupin, ma così facendo aveva dato a Potter l'ennesima occasione di mostrare quanto fosse coraggioso ed eroico! Era certo che se ne sarebbe vantato con i Grifondoro, con Lily...e Severus aveva capito che a Potter Lily piaceva. E per di più, non poteva neanche rivelare alla sua amica quanto aveva scoperto quella notte, così lei avrebbe continuato a compatire Lupin, anziché esserne terrorizzata e disgustata come una qualsiasi persona normale davanti ad un lupo mannaro.



Nda:


Eccomi qui gente!!! Scusate il ritardo ma sono stata assorbita da un esame mega ultra pesante e non ho proprio avuto tempo di venire qui su efp. Scusatemi anche se non ho ancora risposto alle precedenti recensioni, ma di nuovo, ho dovuto studiare tantissimo. Giuro che risponderò al più presto...intanto imploro perdono! :(

Ora vorrei dire qualcosa sul capitolo...

Per prima cosa i loschi pensieri di Sirius ovviamente riguardano Arizona :P secondo, ho trovato davvero difficile scrivere questa OS perchè ci si riferisce ad un fatto narrato dalla Rowling (ovvero il famoso scherzo di Sirius a Piton), quindi dovevo attenermi il più possibile alla versione originale ma allo stesso tempo non “copiare” troppo...spero mi diciate cosa ne pensate, anche se sono “un'autrice” cattiva e ritardataria.

Beh, anche per oggi è tutto...urlo un GRAZIE enorme alle mie amate recensitrici (che ora mi odiano, io lo so) e a tutti quelli che seguono e leggono in silenzio questa raccolta.

Sempre vostra,

Miss

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Capitolo 6
*** Merlin, save me! ***


                                                     Merlin, save me!

                                                                           Settembre-Ottobre 1972


Se glielo avessero mai chiesto, James avrebbe saputo dire esattamente quando Lily Evans aveva smesso di essere un'insopportabile paladina della legge -come aveva amato definirla lui -ed era diventata la persona con la quale avrebbe voluto trascorrere il resto della sua vita.

Il terzo anno era cominciato da appena un mese, e nulla lasciava presagire che sarebbe stato diverso da quello passato. Certo, circolavano strane voci riguardo a sparizioni di Mezzosangue e Babbani, e sì, non si poteva negare che ci fosse qualcosa di strano nell'aria, ma a parte questo la vita di Hogwarts scorreva più o meno regolarmente nell'universo di James. Arizona e Sirius continuavano a battibeccare senza sosta, a farsi dispetti e in generale cercavano di procurarsi più danni possibili a vicenda (bastava dire che appena una settimana dopo l'inizio della scuola Arizona era finita in infermeria con le orecchie al contrario e qualche giorno dopo Sirius aveva fatto la stessa fine con tre nasi al posto di uno), Remus continuava a cercare di mettere un po' di sale in zucca ai suoi amici, Peter si godeva la popolarità che l'essere amico di James e Sirius gli procurava, e Chastity aveva iniziato ad allenarsi per i provini delle squadre di Quidditch. Elinor sembrava sempre più felice, come se un grosso peso le fosse stato tolto dalle spalle, e Lily seguitava nell'aggirarsi con Mocciosus. E poi, tutti erano entusiasti, perché quell'anno avrebbero finalmente potuto visitare Hogsmeade.

Si stava appunto avvicinando la prima uscita al villaggio, quando James aveva assistito ad una scena che aveva completamente cambiato il suo giudizio sulla Evans.

Era un soleggiato pomeriggio di metà settembre, e James, Sirius, Remus e Peter si godevano gli ultimi raggi dell'estate seduti all'ombra di una grande quercia. Chiacchieravano tranquilli, e per una volta James e Sirius non stavano architettando qualcosa ai danni dei Serpeverde. Chastity ed Elinor facevano i compiti lì accanto a loro, mentre Arizona era finita in punizione con la McGranitt per colpa di Sirius (cosa di cui lui ovviamente pagato le conseguenze di lì a breve) e a dir la verità James si stava un poco annoiando.

Per svagarsi, prese ad osservare l'ambiente circostante, e soprattutto gli altri ragazzi che come loro avevano scelto di trascorrere quel pomeriggio all'aperto.

Tediato, stava per proporre di andare a combinare qualche danno, quando qualcosa attirò la sua attenzione.

C'era un bambino del primo anno che piangeva seduto a terra con la schiena appoggiata ad un vecchio pino. Si stringeva le ginocchia al petto e singhiozzava con la testa appoggiata sulle braccia; sembrava così triste che persino a James venne voglia di alzarsi e andare a chiedergli quale fosse il problema, soprattutto perché si riusciva ad intravedere la sciarpa di Grifondoro attorno al suo collo. Effettivamente, gli sembrava di averlo visto allo Smistamento, anche se al tempo la fame gli aveva impedito di concentrarsi molto sulla cerimonia.

Qualcun altro però aveva avuto la stessa idea di James: Lily Evans, che stava attraversando il prato per raggiungere le sue amiche, aveva visto il bambino e dopo un attimo di esitazione si era fermata davanti a lui.

James la vide dire qualcosa al maghetto, ma era troppo distante per poter sentire con precisione le sue parole; dando ascolto al proprio istinto, disse agli altri che doveva rientrare un attimo al castello e si allontanò.

Cercando di passare inosservato -avrebbe tanto voluto poter indossare il mantello- si avvicinò alla strana coppia per sentire quello che si dicevano; si nascose dietro un altro albero lì vicino, e da quella posizione le parole gli arrivavano chiare.

-Ti manca la tua famiglia? È normale, sai, i primi giorni qui a Hogwarts...- stava dicendo Lily, che si era accovacciata vicino al bambino.

-Da-davvero? Mi sento tanto stupido perché mi manca la mia mamma- replicò il bambino, singhiozzando piano, -ma nessun altro dei miei compagni piange come me come una femminuccia!-

-Non devi sentirti stupido. Non rivedrai i tuoi genitori fino a Natale, non c'è niente di male se ti mancano- gli fece notare Lily con gentilezza.

-Ti sei fatto degli amici, qui? Aiutano a scacciare i brutti pensieri- gli domandò poi, ma James vide il bambino scuotere la testa.

-Non tanti...sai, non riesco molto a fare amicizia. Anche alla scuola babbana era così- le rispose il bambino, con voce tremula.

-Anch'io sono andata alla scuola babbana, prima di venire qui. Ma credo che Hogwarts sia molto meglio!- cercò di rincuorarlo Lily, che ormai si era seduta sull'erba, stanca di stare piegata sulle ginocchia.

-E poi, lo vedi quel ragazzo grassottello laggiù, sotto la quercia?- gli domandò, e James vide che stava indicando Peter.

Il bambino annuì, così Lily proseguì:

-È del mio anno, e mi ricordo che all'inizio se ne stava sempre da solo e non parlava mai. Mi sembrava sempre triste, e credo fosse perché non aveva amici. Ma un giorno...-

-Un giorno?- la interruppe il bambino interessato.

-Un giorno anche lui riuscì a trovare delle persone che gli fossero amiche. E da allora sta sempre con loro ed è più felice. A volte ci vuole del tempo per trovare dei buoni amici, ma stai certo che alla fine arrivano- concluse Lily, e James non riusciva a credere alle proprie orecchie. Sbagliava o la Evans aveva appena definito lui e Sirius dei “buoni amici”, anche se era risaputo che non li sopportava?

-Anche la ragazza che vedi affianco a lui quando è arrivata qui aveva delle difficoltà a trovare delle amiche, perché parlava poco e era stata messa in una Casa che non le piaceva. Ma poi, piano piano, imparò ad aprirsi con me e con le altre mie amiche e adesso ci vogliamo un sacco di bene. Non scoraggiarti se ti senti solo...sono certa che troverai anche tu degli amici fantastici. E poi noi di Grifondoro siamo i più simpatici!- aggiunse con falsa modestia, per farlo ridere un po'. E ci riuscì: non solo il bambino non stava più piangendo, ma anzi, aveva un largo sorriso stampato sul volto.

-Domani posso sedermi vicino a te, a colazione? Mi sei simpatica e...- chiese il bambino, titubante.

-Ma certo! E se hai difficoltà con i compiti puoi chiedermi aiuto. Io mi chiamo Lily- si presentò Lily, tendendogli solennemente la mano.

-Io Eric- le rispose lui porgendole la propria.

Si strinsero la mano, e dopo quel questo James decise che aveva visto abbastanza. Ritornò dal gruppetto della quercia, ma pensava a Lily. Non aveva mai notato quel suo lato gentile, sebbene si comportasse sempre cortesemente con tutti, tranne che con lui e Sirius. Sapeva naturalmente che Lily poteva essere una buona amica, altrimenti Arizona, Elinor e Chastity non sarebbero state così legate a lei. E poi, Lily non era obbligata a stare a sentire le lagne di quel ragazzino. Poteva tirare dritto e fingere di non aver visto nulla, non erano affari suoi in fondo. Per la prima volta da quando l'aveva conosciuto, James si ritrovò a pensare che Mocciosus fosse fortunato ad avere Lily per amica.


                                                          ******


Dopo aver ascoltato quella conversazione nel parco, James prese ad osservare Lily cercando di dimenticare tutte le volte in cui avevano litigato. E scoprì che non era affatto male: sapeva essere spiritosa e divertente, ma sotto sotto possedeva anche un lato diabolico. Aveva mantenuto la promessa di aiutare Eric con i compiti, perché spesso James li aveva visti seduti vicini in sala comune o a colazione. E aveva cercato anche di procurargli degli amici, dato che James l'aveva vista parlare con gli altri ragazzini del primo anno mentre indicava Eric. E poi, c'era da dire che quell'anno James aveva cominciato a notare che le ragazze potevano essere anche carine; per esempio, pensava che Erin Vance avesse dei bei capelli.

Nel frattempo, era arrivato il giorno della famosa gita ad Hogsmeade ed i ragazzini del terzo anno erano tutti su di giri. Le ragazze erano contente di poter mettere qualcosa di diverso dalla solita divisa scolastica, ed infatti molte, fra cui anche Elinor e Chastity, sfoggiavano una bella gonna; naturalmente Arizona no, anzi, aveva colto al volo l'occasione per indossare i suoi jeans americani preferiti, tutti scuciti e strappati qui e là per il troppo uso.

James si aspettava che Lily andasse con loro, se non altro per via delle sue amiche, ma quando si radunarono vicino al portone di modo che Gazza potesse controllare i permessi dei ragazzi del terzo anno, James vide che Lily se ne stava vicino a Mocciosus. D'un tratto, mentre la guardava, sentì uno strano movimento nella pancia, come se le sue interiora si fossero messe all'improvviso a ballare la salsa.

-Hai caldo, Jamie? Sei tutto rosso in faccia- fece notare Arizona mentre Gazza scrutava sospettoso il permesso di Sirius, davanti a loro.

-No, no, tutto a posto- si affrettò a rispondere James, continuando a guardare Lily. Aveva i capelli raccolti in una graziosa treccia, un cappottino bianco che faceva risaltare il rosso dei suoi capelli e un carinissimo cappellino dello stesso colore, con un fiore ricamato; le sue labbra erano piegate in un sorriso radioso, mentre chiacchierava con Piton, che, chissà perché, sembrava meno arcigno. Per un attimo, James fu colto dal folle istinto di andare lì e chiederle di unirsi a loro e di lasciar perdere Mocciosus, ma sapeva che l'unica risposta che avrebbe avuto sarebbero state cinque belle dita stampate sulla guancia, perciò decise di evitare e seguì Arizona fuori dal castello.

Quel pomeriggio James non vide nulla di Hogsmeade, non realmente: si sentiva come se gli avessero dato una forte botta in testa o come se cinque Auror l'avessero Schiantato contemporaneamente.

-Hai una faccia estremamente stupida oggi, amico. Che ti prende?- gli chiese Sirius, mentre per la prima volta nella loro vita assaggiavano la Burrobirra.

-Nulla, nulla- rispose James, bevendo un sorso per giustificare la mancanza di una risposta decente.

La verità era che era sconvolto. Sconvolto perché, per un attimo (più di uno, in realtà) aveva pensato che Lily fosse carina. E gentile.

Dopo due anni passati a farla innervosire, arrabbiare e qualche volta anche piangere dal nervoso, James pensava che Lily fosse bella.

Merlino, salvami...


Nda:


E dopo mesi di latitanza, eccomi di nuovo qui. Come ho già accennato ad alcune di voi, in questi mesi ho avuto un blocco pauroso e non sapevo proprio cosa scrivere...poi c'è da dire che questo argomento Lily-James mi spaventa parecchio, sia perchè è uno di quelli più “attesi” sia perchè è davvero difficile parlare di loro due senza cadere nel banale o nei soliti cliché. Siate pure spietati con me, se pensate che questa OS faccia schifo e che avrei potuto fare di meglio, ditemelo pure, non mi offenderò, anzi!!! Si pubblica qui su efp anche per avere delle critiche, sempre che siano costruttive :)

A parte questo e a chiedervi scusa per l'immenso ritardo non ho molto altro da aggiungere, spero più che altro di leggere le vostre parole :)

Vi auguro un felice anno nuovo, passo e chiudo :D


Sempre vostra,

Miss

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Capitolo 7
*** Three weeks later ***


                                                                           Three weeks later


                                                                                                                             Maggio 1974


James e Remus non rivolgevano la parola a Sirius da tre settimane. Peter cercava di fare del suo meglio, ma non sapeva bene come comportarsi; da un lato c'erano James e Remus ferocemente arrabbiati, dall'altra Sirius che per orgoglio non avrebbe mai ammesso di aver fatto una scemenza enorme.

Le ragazze non capivano: in quasi quattro anni non avevano mai visto l'inseparabile quartetto diviso, e non sapevano neanche quale fosse la causa del litigio. Per di più Lily pensava che anche Severus fosse strano: se ne andava in giro con un ghigno soddisfatto sul volto, e quando lei provava a domandargli perché fosse così compiaciuto, Severus si limitava a stringersi nelle spalle, accennando a vaghi affari dei Serpeverde.

-È così strano vederli seduti separati!- commentò Chastity una mattina di inizio maggio a colazione.

-Già, è quasi innaturale pensare che James e Sirius e Remus non si parlino da settimane...come se un giorno Silente se ne venisse a tavola con i capelli neri!- confermò Elinor, che dopo aver finito di mangiare aveva raggiunto l'amica al tavolo dei Tassorosso, dove era sempre bene accetta.

-Sirius mi fa quasi pena- se ne uscì Arizona, che aveva imitato l'esempio di Elinor; solo che lei non aveva ancora mangiato, essendo come sempre scesa in ritardo.

-Questa è buona!- ridacchiò Chastity, stupita.

-Sì, lo so, stiamo parlando di Sirius, però...dai guardatelo, è lì da solo con quella faccia da cane bastonato! Chissà che cosa ha combinato...- si interrogò Arizona, pensierosa.

-Dai per scontato che la colpa sia sua- provò a difenderlo Elinor, spostando la pesante borsa da una spalla all'altra. Era molto tentata di utilizzare le sue qualità segrete per spiare le menti degli amici, ma come sempre si ricordò della promessa che si era fatta al primo anno: mai leggere i pensieri dei propri amici, se non in caso di estrema necessità. Come quando Sirius e James si erano nascosti nella Foresta proibita mentre giocavano a nascondino...

-Beh, Remus non farebbe mai nulla di insensato- commentò Chastity, osservando James e Remus chiacchierare seduti anni luce lontani da Sirius.

-Mi secca dirlo, ma penso che nemmeno Potter c'entri qualcosa questa volta- disse Lily, arrivata in quel momento. Erano giorni che sentiva circolare una strana storia che riguardava Potter e Severus e che c'entrava con il salvataggio della vita di quest'ultimo da parte del Grifondoro. Ma non era riuscita a cavare niente di più da Severus, e non aveva voluto insistere.

-Perché dici così?- la interrogò Elinor stranita.

Lily raccontò loro quel poco che aveva appreso da Severus e ad Arizona tornò in mente quel sabato sera di tre settimane prima, quando aveva visto Sirius e James discutere in sala comune, e poi James correre via alla velocità della luce.

-E già, mi sa proprio che come sempre è colpa di Sirius- confermò, pensierosa; poi salutò le sue amiche, annunciando che aveva bisogno di una sacrosanta tazza di latte e cereali.


                                                                    *****


Gli mancavano, era inutile negarlo. Sirius fissò imbronciato la propria scodella colma di porridge, ancora intatta davanti a lui.

Aveva visto James, Remus e Peter sedersi al tavolo di Grifondoro lontani da lui, e se almeno Peter gli aveva rivolto uno sguardo dispiaciuto, James e Remus avevano tirato dritto senza degnarlo di un'occhiata.

-Stai pensando di affogare nel porridge?- gli domandò una voce divertita. Sirius alzò gli occhi e si trovò davanti il sorriso ironico di Arizona. Era abbastanza stupito: Arizona era la migliore amica di James, e fra loro c'era stato sempre un cordiale odio. Almeno fino a febbraio, rimuginò Sirius...

-Perché no?- ribatté lui scontroso, e Arizona scoppiò a ridere.

-Sarebbe una morte ridicola! Già mi vedo i titoli sulla Gazzetta del Profeta: “Ragazzo muore sepolto dal proprio porridge”-.

-In effetti non sarebbe una morte degna- concordò Sirius, tetro.

-Mi dici che hai combinato?- domandò di punto in bianco Arizona, iniziando a mangiare.

-Io...- iniziò a dire Sirius, incerto. Si ritrovò a desiderare di poter raccontare tutto ad Arizona, e magari sentirsi dire che non era poi così stupido.

-Ho fatto una cosa davvero idiota. Volevo farla pagare a Mocciosus per tutto e così...così l'ho quasi ucciso- disse alla fine, incerto. Immediatamente si sentì più leggero, e non solo perché si era tolto un peso dal petto, ma anche perché Arizona era seduta ancora lì davanti a lui.

-Mmh, e questa cosa idiota c'entra con James e Remus, giusto?- domandò solamente.

-Sì. James per fortuna ha capito che avevo fatto una stupidata, ed è riuscito a risolvere la situazione prima che fosse troppo tardi. E Remus...-

-Remus ne avrebbe pagato in qualche modo le conseguenze?- concluse Arizona al posto suo.

-Sì- confermò Sirius, cominciando finalmente a piluccare la sua porzione di porridge.

-Capisco...cioè, più o meno. Però c'è una sola cosa da fare, mi sa- disse Arizona dopo qualche attimo di silenzio.

-E sarebbe?- chiese Sirius speranzoso.

-Ti devi scusare. Lo so che non vuoi perché sei più testardo di un mulo e più orgoglioso di...beh, non so cosa, però è l'unica cosa che puoi fare- spiegò Arizona convinta.

-Non mi vogliono ascoltare- replicò Sirius in tono lamentoso.

-Provaci lo stesso. Di solito non hai problemi ad imporre la tua fastidiosa voce agli altri- ridacchiò lei, raschiando ben bene la scodella per racimolare gli ultimi cereali, producendo un rumore che di solito innervosiva Sirius, il quale però in quel momento aveva altri pensieri per la testa.

-Non mi perdoneranno mai- insistette.

-Devi tentare ugualmente. James e Remus sono buoni, e per qualche motivo che rimarrà per sempre oscuro alla maggior parte dell'umanità ti vogliono bene. Ti perdoneranno, vedrai. Devi solo strisciare un po' sui ceci e mostrarti pentito. Perché tu sei pentito, vero?- indagò Arizona, fissandolo intensamente negli occhi. Sirius sentì improvvisamente caldo, anche se non sapeva bene perché. O forse sì.

-Ehm...sì. Davvero, sono pentito- rispose alla fine cercando di mostrarsi convinto e convincente. Arizona lo scrutò ancora per qualche attimo, fino al suono della campanella.

-Beh, sarà meglio per te. Remus fiuta le bugie peggio della McGranitt- concluse alzandosi.

Sirius la guardò allontanarsi per qualche minuto, prima di lasciare la tavola a sua volta; avrebbe voluto ringraziarla, ma anche quelle parole gli rimasero bloccate in gola.


                                                               *****


Sirius cercò l'occasione giusta per parlare con James e Remus per tutto il giorno, ma la situazione adatta sembrava non presentarsi mai: dopo colazione ebbero Erbologia con i Tassorosso, e Chastity fu così gentile da sedersi accanto a lui senza chiedere nulla, nemmeno quando Sirius decapitò con ferocia un innocente cavolo carnivoro cinese, che poi tanto innocente non era, dato che aveva tentato per tutta la lezione di staccare la mano di Chastity; ma questo non giustificava la violenza con cui Sirius vi si accanì. In compenso il ragazzo colse l'occhiata che James e Remus si erano scambiati dopo averlo visto all'opera, un'occhiata che sembrava voler dire: visto che non ci si può fidare di lui?

Dopo Erbologia toccò ad Incantesimi con i Serperverde, e lì la vista di Mocciosus che continuava a fissare lui e James con un sorriso malevolo stampato in volto non aiutò Sirius a far Evanescere il suo topo, ma bensì a far apparire dal nulla un intero branco di rinoceronti imbestialiti, cosa che costrinse la McGranitt a fare evacuare l'aula per la sicurezza degli studenti; naturalmente questo gli valse una delle peggiori sgridate della storia, nonché compiti di punizione che Sirius non aveva mai ricevuto, essendo stato sempre molto bravo con le trasfigurazioni. Giunse a pranzo completamente demoralizzato, ed anche se Elinor si fermò a chiacchierare con lui prima di andare al tavolo dei Corvonero, Sirius si sentiva sempre più disperato. La Evans poi continuava a fissarlo con sguardo indagatore, mentre James e Remus perseguitavano nell'ignorarlo.

-Non so se il momento migliore è stato quando hai fatto schizzare pezzi di cavolo carnivoro cinese per tutta la serra o quando uno dei tuoi tanto amorevoli rinoceronti ha rincorso Avery per tutta l'aula prima che la McGranitt avesse il tempo di intervenire- commentò la voce sarcastica di Arizona che ancora una volta aveva scelto di sedersi davanti a lui per pranzo anziché unirsi a James e Remus.

Sirius mugugnò una risposta poco udibile, mentre Arizona davanti a lui si riempiva il piatto di tutto quello che le capitava a tiro.

-Deduco che non vi siete ancora riappacificati- aggiunse poi, lanciando uno sguardo a James che teneva banco all'altra estremità del tavolo.

-No. Senti yankee, perché stai qui a parlare con me anziché andare da James?- le domandò curioso.

Arizona fece spallucce:

-Mi fai un po' pena. E poi James non è da solo, tu sì- rispose con sincerità, e a quelle parole Sirius non trovò nulla da ribattere.

Nel pomeriggio ebbero Divinazione con i Corvonero, ed anche in questo caso Elinor si offrì di fare coppia con lui senza dire una parola.

-Bene, ragazzi. Desidero che tutti voi mettiate le vostre predizioni sul tavolo, ed io ne prenderò qualcuna per leggerne il contenuto e valutare la precisione delle vostre capacità divinatorie- disse la professoressa Amalthea Lancaster. Era una donna sulla sessantina, con vivaci capelli biondi sempre cotonati e gli occhi scuri; non era molto alta, tant'è che anche quando era presente al tavolo degli insegnanti si faticava a riconoscerla. Era una brava insegnante, sebbene Sirius e James avessero sempre dubitato dell'utilità di Divinazione, materia che l'anno prima avevano inserito come materia facoltativa per pura disperazione, dato che non sapevano che cosa scegliere. Remus e Peter li avevano seguiti per poter seguire il corso tutti assieme, mentre Lily aveva preferito Antiche Rune, così come Chastity. Elinor invece aveva scelto a sua volta Divinazione, dato che sapeva per esperienza che anche le branche della magia più dubbie e insospettabili potevano rivelarsi utili; infine Arizona si era aggregata al gruppetto di Divinazione perché incuriosita dalla possibilità di poter davvero prevedere il futuro, una delle poche cose magiche che le era stata nota anche da semplice babbana.

-Non ho fatto le predizioni- sussurrò all'improvviso Sirius ad Elinor, mentre la Lancaster iniziava il giro dell'aula dalla parte opposta.

Elinor lo guardò preoccupata, non sapendo come aiutarlo.

Sirius non era in ansia per il fatto di essersi scordato delle predizioni, più che altro era seccato perché si sarebbe preso altri compiti di punizione, oltre a quelli della McGranitt. Quando l'insegnante giunse al loro tavolo, Sirius non aveva ancora trovato una scusa.

-Perché qui vedo solo le predizioni della signorina Oliver, signor Black?- lo interrogò la Lancaster, con le pergamene di Elinor fra le mani.

-Il fatto è, professoressa, che io avevo predetto che non avrei fatto i compiti, così non li ho fatti davvero. Non potevo mica sfruttare le mie capacità di veggente per poter cambiare il corso degli eventi, giusto?- rispose Sirius, colto da un lampo di genio. Tutta la classe scoppiò a ridere, compresa la professoressa Lancaster, e Sirius vide che persino James e Remus avevano incurvato le labbra in un mezzo sorriso. Così, incoraggiato dal fatto che la Lancaster non gli aveva dato compiti extra e che la sua battuta aveva fatto sorridere i suoi amici, Sirius decise che quella sera avrebbe tentato di parlare con loro.

A cena era di nuovo seduto da solo, anche se Harry aveva indugiato per un attimo prima di deviare, e si stava rassegnando al fatto che persino Arizona aveva deciso di evitarlo quando la ragazza arrivò, tutta trafelata e rossa in viso. Le tremavano le mani, e aveva gli occhi pericolosamente lucidi.

-Yankee! Che ti succede?- le domandò preoccupato, quando lei gli si sedette di fronte. Anche James e Remus, seduti qualche posto più in là, avevano notato che Arizona era sconvolta e si misero sull'attenti.

-Niente, niente. Tutto a posto- rispose, ma non convinse nessuno.

-Dai, sembra che tu abbia visto la McGranitt e Lumacorno che si baciavano! Che diavolo ti è successo?- chiese ancora Sirius, indagatore.

-Ho...incontrato Avery e la sua cricca mentre venivo qui. Se la stavano prendendo con alcuni bambini del primo anno di Tassorosso e...si divertivano con delle fatture davvero raccapriccianti. Così sono intervenuta- iniziò a raccontare Arizona, con le mani che tremavano sempre di più. Sirius provò il folle istinto di stringerle per calmarne il tremore, ma si trattenne.

-E loro mi hanno ricoperta di insulti. E hanno detto che presto la mia famiglia farà la stessa fine di quella del Kent- aggiunse, riferendosi ad una tragedia avvenuta qualche giorno prima.

Padre, madre e due bambini piccoli che abitavano nel Kent erano stati ritrovati orribilmente mutilati. Né le autorità babbane né quelle magiche avevano trovato i colpevoli, ma i maghi più svegli e perspicaci avevano capito che dietro c'era Lord Voldemort, il mago oscuro che stava iniziando a seminare il terrore nel mondo magico.

-E ridevano, capisci? Ridevano mentre parlavano di quei babbani assassinati! Così ne ho affatturati quanti più ne ho potuti beccare...- proseguì Arizona, che grazie alla sua bravura in Trasfigurazione le fatture le sapeva fare.

-E considerando che Wilson e quell'altro hanno un cervello in due me la sono cavata. Però è stato orribile. Lanciavano incantesimi con il preciso intento di farmi del male- concluse, un poco più calma ora che aveva raccontato l'avvenuto.

Sirius era furibondo. Con i Serperverde, perché erano immensamente stupidi. Con chiunque credeva che un babbano o un mezzosangue non meritasse di imparare la magia, perché la ragazzina che gli stava davanti era la prova vivente che si può essere bravi con la bacchetta anche se non si hanno origini magiche. E con Lord Voldemort, chiunque egli fosse, perché non aveva il diritto di erigersi a giudice del mondo magico.

La cena proseguì in silenzio: Arizona era ancora troppo scossa per riuscire a parlare d'altro, mentre Sirius si stava chiedendo se nel gruppetto che aveva attaccato la yankee c'era anche Regulus. Non che gli importasse...infondo non erano neanche più fratelli...

-Regulus non c'era, se te lo stai chiedendo- disse lei all'improvviso, come se gli avesse letto nel pensiero.

-Come fai a sapere che stavo pensando a lui?- domandò Sirius perplesso.

-Hai guardato il tavolo dei Serpeverde, poi quello di Tassorosso, poi me. Era piuttosto evidente- replicò Arizona con un piccolo sorriso.

-Tu mi inquieti- annunciò solennemente Sirius, e non sai in quanti modi, aggiunse poi fra se e se.

-Hai parlato con James e Remus?- chiese Arizona triturando con la forchetta una povera coscia di pollo.

-Eh...no. Contavo di farlo stasera in dormitorio- rispose Sirius esitante.

-Ah beh, se non sento la stanza saltare in aria vorrà dire che è andato tutto bene- commentò lei leggera.

-Non ci conterei, sai. Considerando quello che ho fatto...-

-Andiamo Sirius, se continui a pensarla così non ti farai mai avanti.

Poi, se non ti perdonano avrai solo me con cui parlare per tutta la vita, e questo dovrebbe bastare a farti schizzare su in dormitorio- lo esortò lei, spumeggiante.

-Terribile prospettiva. Vabbè, allora vado...- si rassegnò Sirius; venne ricompensato da un fugace sorriso da parte di Arizona, sorriso che gli si stampò stupidamente in mente.

Con il cuore pesante e lo stomaco attorcigliato per l'angoscia, raggiunse il dormitorio qualche minuto dopo, ma lo trovò vuoto; ciò non fece che aumentare a dismisura la sua ansia, ed era ormai prossimo all'esaurimento nervoso quando finalmente James e Remus entrarono in stanza senza Harry e Peter.

-Remus, James...- esordì, sperando che i due non lo ignorassero come avevano fatto per le precedenti settimane; i due si voltarono a guardarlo per un attimo e, grato di quel grammo di attenzione che era riuscito ad ottenere, Sirius proseguì.

-Lo so che ho fatto una cavolata davvero grande. Non avrei mai dovuto dire a Mocciosus come raggiungere il tuo nascondiglio, Remus. Ma ero...così arrabbiato. Aveva fatto leva sui miei punti deboli, aveva nominato Regulus...e lo sapete cosa vuol dire per me quando qualcuno fa il suo nome. E non ci ho visto più. In quel momento volevo solo fargliela pagare, e non ho pensato alle conseguenze che le mie parole avrebbero potuto avere. Mi dispiace- disse Sirius, sincero; nella sua mente gli parve di vedere Arizona che annuiva rassicurante e si disse che doveva proprio smetterla di pensare a lei.

-Piton avrebbe potuto morire. E io non avrei mai potuto sopportare il pensiero di essere stato la causa della sua morte- replicò Remus dopo un silenzio talmente lungo che Sirius pensò che non si sarebbe mai spezzato.

-Lo so, davvero Remus, l'ho capito. Ma io sono impulsivo, lo sai...prima agisco e poi penso- tentò di giustificarsi ancora Sirius; James continuava ad osservarlo senza intervenire e Sirius avrebbe dato chissà che cosa per sapere che cosa gli passasse per la testa.

Remus era davvero confuso: da una parte provava una rabbia bruciante per quello che Sirius gli aveva fatto, dall'altra era pur sempre il suo migliore amico, quello che non aveva battuto ciglio di fronte alla sua natura lupesca, anzi.

-Che cosa ti ha detto Piton su Regulus?- domandò James, prendendo per la prima volta la parola.

-Mi ha ricordato che la mia famiglia mi aveva ripudiato, e che Regulus ne aveva parlato con lui- rispose Sirius, felice che James gli stesse parlando di nuovo.

Anche James era furioso con Sirius, ma se Remus avesse deciso di perdonarlo lo avrebbe fatto anche lui; dopo tutto era Remus quello che aveva le ragioni più valide per avercela con Sirius, ragioni che lui condivideva ed approvava. Ma spettava a Remus l'ultima parola.

Remus era consapevole che la decisione di perdonare Sirius pesava su di lui. E così decise: Sirius aveva fatto davvero un'enorme sciocchezza che avrebbe potuto costare la vita di Piton, ma c'era da dire che Piton se l'era anche un po' cercata. Perché doveva impicciarsi degli affari loro? Cosa gliene importava di dove andava lui tutti i mesi? E poi, il subdolo riferimento a Regulus, ben sapendo quanto dovesse far male a Sirius...sì, Piton non era solo la potenziale vittima della situazione. E poi Sirius era Sirius. Era, insieme a James e Peter, la sua seconda famiglia, e la famiglia resta per sempre, qualsiasi cosa i membri facciano.

-Ho...ho capito, Sirius. Ti perdono...non è facile, ma posso provare a capire perché tu abbia agito così- disse al termine della sue elucubrazioni. Un enorme sorriso si dipinse sul volto di Sirius, che si trattenne dal saltare addosso a Remus solo perché non sarebbe stato nella sua natura...e poi perché James non aveva ancora detto la sua.

-James?- lo interrogò infatti.

-Se Remus pensa di poterti perdonare e di poter tornare a fidarsi di te, penso di poterlo fare anch'io- rispose James, meditabondo.

-Oh bene. Non sarei...stato più lo stesso senza voi due- ammise.

-Come minimo. Ora, penso proprio che dovremmo trovare il modo di farla pagare a Avery e compagnia bella per il duello con Arizona- propose James, in un tentativo di ricostruire il loro rapporto, che era stato pericolosamente vicino a distruggersi per sempre.

-Concordo. Non è stato per nulla leale, cinque contro una- si disse a favore Remus, comprendendo che quello sarebbe stato il punto di partenza per riacquistare la fiducia in Sirius.

-Avete ragione. Aspettatemi un attimo qui, però- replicò Sirius e l'attimo dopo era uscito in sala comune, lasciandosi alle spalle Remus e James abbastanza perplessi.

Trovò la persona che cercava seduta su un divanetto in compagnia di Lily, Peter e Harry; Arizona li stava intrattenendo con una curiosa storiella su Lumacorno e la sua ultima pozione.

-Yankee?- la chiamò; Arizona si interruppe a metà del racconto e si voltò sorpresa a guardarlo.

-Mm?- rispose interrogativa.

-Non credo che la stanza salterà in aria- disse Sirius sotto lo sguardo stralunato degli altri tre; ma Arizona aveva capito a cosa si stesse riferendo e replicò:

-Ben fatto, Mister Gentilezza-.

Sirius le fece una smorfia che voleva essere un sorriso, poi tornò in dormitorio dai suoi amici: avevano un piano da organizzare.



Nda:


So che sono passati molti mesi da che ho pubblicato l'ultima OS e che molto probabilmente non ci sarà nessuno a leggere questo nuovo capitolo di una storia, che, devo confessarlo, non pensavo avrei mai più aggiornato.

Posso dire molte cose a mia discolpa, e sicuramente qualche spiegazione ve la meritate, che ci siate oppure no. Prima di tutto ci sono gli impegni che tutti noi abbiamo: nel mio caso mi sto per laureare (speriamo, mancano due esami) ed è stato davvero un anno intenso fra esami, tesi di laurea ed esperienze all'estero (studio lingue straniere); e purtroppo tutto questo, unito alla vita sociale ed i problemi di tutti giorni ha sottratto davvero tanto tempo alla scrittura. Ma oltre a questo, il vero motivo è che non credevo più nella storia...le ultime OS che avevo pubblicato non avevano riscosso molto successo, e questo mi ha scoraggiata tantissimo. Ho cominciato a pensare che non ci fosse più nessuno per cui valesse la pena di continuare ad aggiornare, e così pian piano ho lasciato perdere senza volerlo. La mancanza di recensioni mi ha buttata molto giù, anche se non dovrebbero essere solo le recensioni a motivarmi. Eppure è stato così: non mi sentivo più sicura di me come autrice, non pensavo che le mie storielle interessassero a qualcuno e così il tempo è passato. Ma ora sono di nuovo qui, per vedere se c'è ancora qualcuno disposto a seguirmi in questa avventura. Non è per elemosinare recensioni, è solo per capire se i vecchi lettori di questa storia ci sono ancora, se sono ancora interessati a seguire le vicende di questi personaggi. Se voi ci siete io ci sarò e continuerò a pubblicare, ma se devo farlo solo per me stessa...non so quanto ne valga la pena. Può sembrare stupido, ma quando non hai molta ispirazione, non sai se continuare una storia ed hai pochissimo tempo per scrivere, una della poche cose che può motivare ad andare avanti è sapere che c'è qualcuno che aspetta il tuo nuovo capitolo. Ebbene, la mia domanda è questa: ci siete, lettori? Vi appassionano ancora un po' questi piccoli personaggini o devo lasciar perdere? Ditemi voi :) Intanto vi chiedo comunque scusa per avervi fatto aspettare così tanto, senza neanche mettere un avviso, e non smetterò mai di dirvi quanto mi dispiace.

Detto questo, devo chiedere scusa anche alle persone che mesi fa addietro recensirono l'ultima OS: non mi sono mai resa conto di non avervi risposto, e questa è un'altra cosa di cui dispiacermi.


Credo di aver finito, per oggi.

Aspetto di sentirvi, nel bene e nel male

Sempre vostra, Miss


Miss_Slytherin


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Capitolo 8
*** Ink ***


                                                              Ink

                                                                                           Dicembre 1973


Ad Hogwarts faceva un freddo cane. Gli studenti si aggiravano per i corridoi imbacuccati in molteplici strati di vestiti, avvolti in pesanti mantelli foderati di pelliccia, le mani protette da spessi guanti di pelle e i nasi rossi; molti ragazzi soffrivano di una forma di influenza insolitamente resistente alle cure di Madama Chips e li si vedeva soffiarsi il naso ripetutamente e interrompere le lezioni con violenti attacchi di tosse.

Elinor era miracolosamente sfuggita al contagio, ma Arizona e Chastity non erano state altrettanto fortunate: quel sabato pomeriggio di metà dicembre Chastity era rinchiusa nel dormitorio di Tassorosso, a soffrire in silenzio sepolta sotto montagne di coperte e attorniata da pozioni fumanti, mentre Arizona preferiva stare in compagnia, sebbene malata, e si era piazzata su una poltrona della sala comune, fra trapunte di lana e rimedi babbani. Lily ogni tanto faceva una capatina giusto per assicurarsi che Arizona fosse viva, ma per il resto si teneva ben alla larga da germi e batteri e aveva colto l'occasione per stare un po' con Severus. E così Elinor era sola in biblioteca, indaffarata fra temi di Trasfigurazione e saggi di Storia della magia; non le dispiaceva starsene un po' per conto suo, e inoltre si era offerta di aiutare Chastity ed Arizona a stare in pari con i compiti per via dell'influenza.

Tuttavia, dopo due ore di cancellature e correzioni, sentiva di dover staccare un po' la spina; così, stiracchiandosi silenziosamente, estrasse dalla borsa la copia della Gazzetta del Profeta che Lily le aveva dato la sera prima, ed iniziò a leggere.


FAMIGLIA DI BABBANI SCOMPARSA NEL NULLA, CONTINUANO LE RICERCHE.


Non si hanno notizie della famiglia Saint Claire, madre, padre e figlia, da una settimana ormai. La famiglia, che abita nei sobborghi di Manchester....


Elinor proseguì nella lettura, sempre più accigliata e preoccupata man mano che andava avanti. Ormai gli incidenti e le sparizioni di babbani erano all'ordine del giorno, e non erano solo i non-maghi ad incorrere in terribili disastri. Una sottile paura stava dilagando nel mondo magico, sussurri bisbigliati nei corridoi, sguardi scambiati fra gli insegnanti, lettere da casa che recavano cattive notizie...tutto era avvolto da un'aura di sospetto.

Con l'animo sempre più oppresso, Elinor voltò pagina per passare ad un altro articolo dal tono più leggero; era arrivata a metà, quando una voce conosciuta disse:

-Hai dell'inchiostro sulla guancia-.

Remus Lupin si era avvicinato al suo tavolo, qualche libro fra le mani e la borsa malconcia sulla spalla; le sorrideva osservandola.

-Oh, non me ne sono accorta. Hai un fazzoletto?- replicò Elinor, un filo imbarazzata; non sapeva perché, ma era da qualche mese che inspiegabilmente si sentiva sempre un po' nervosa sotto gli occhi castani di Remus.

Lui annuì, poi si sedette di fronte a lei e, posati i libri, estrasse un lindo quadrato di stoffa bianca dalla tasca della veste. La osservò ancora mentre si puliva con gesti delicati, i capelli castani lasciati liberi sulle spalle e non raccolti nella solita treccia, la carnagione chiara, gli occhi azzurri ed il sorriso gentile. È davvero...graziosa, pensò Remus sentendosi arrossire. Non era la prima volta che si sorprendeva a guardare Elinor con occhi diversi, e sospettava che non sarebbe stata neanche l'ultima.

-Dove sono gli altri?- chiese lei in un sussurro, strappandolo alle sue riflessioni.

-Peter è in punizione con la McGranitt, per via di quei compiti che non aveva fatto. Sirius invece è stato abbattuto dall'influenza, credo sia in sala comune a dar fastidio ad Arizona e James...beh James non sai mai dov'è e cosa combina, precisamente- rispose Remus con qualche secondo di ritardo, poi domandò a sua volta:

-E Chastity e Lily?-

-Anche Chastity si è beccata la febbre, è a Tassorosso a starnutire. Lily se l'è filata alla grande per timore di un contagio, credo sia con Piton- replicò Elinor, sorridendo al pensiero di James in giro a fare danni e di Sirius e Arizona che si beccavano nonostante fossero conciati male.

-E tu sei qui sola soletta a fare i compiti- affermò Remus.

-Esatto. Stavo leggendo la Gazzetta del Profeta, la vuoi?- confermò Elinor. Remus scosse la testa.

-No l'ho già vista, purtroppo. L'articolo in prima pagina...non è una bella lettura- replicò lui tetro, ed Elinor annuì; rimasero un attimo a guardarsi, ognuno preso dalle proprie speculazioni sull'altro, ed Elinor stava giusto chiedendosi se non fosse il caso di sondare un po' i pensieri di Remus per sapere che cosa gli passava per la mente. Ma Elinor era una persona onesta, e da anni si era ripromessa di non usare mai le proprie capacità straordinarie per i propri fini. Certo, era difficile resistere alla tentazione...soprattutto in quel momento...ma no, non poteva comportarsi in maniera così scorretta, non con Remus.

Fu proprio lui a interrompere per primo quel timido scambio di sguardi, dicendo con un sospiro:

-Beh, sarà meglio che mi dia da fare anch'io, con questi temi. Mi sa che mi tocca farli pure per Sirius-.

-È il destino di noi secchioni- convenne Elinor con un piccolo sorriso, poi entrambi si rimisero a lavoro.

Trascorsero una piacevole ora in un silenzio rilassato, Elinor tornata a concentrarsi sul saggio di Storia e Remus preso dal tema di Trasfigurazione; ogni tanto alzavano gli occhi uno sull'altra, ma era come se sbagliassero sempre i tempi: quando Remus guardava Elinor lei aveva gli occhi puntati sulla propria pergamena, mentre quando era lei a sollevare lo sguardo su di lui Remus era tornato ad occuparsi del proprio compito. Alla fine Elinor posò la piuma e disse:

-Io quasi quasi vado. Passo dalla Sala Grande a prendere qualcosa da mangiare per Chastity e ceno con lei-.

Remus rimase colpito da quel pensiero così gentile e replicò:

-Io resto ancora qui, poi vado a vedere se Arizona ha fatto a pezzi Sirius o meno-.

Elinor ridacchiò figurandosi nella mente brandelli di Sirius sparsi in giro e gli augurò:

-Buona fortuna allora. Fammi sapere se devo venire al funerale di Sirius-.

Così si salutarono ed Elinor fece quanto aveva annunciato: si recò in Sala Grande, chiese alla Sprite il permesso di andare nella Sala Comune di Tassorosso e, ottenutolo, prese una porzione di zuppa alle cipolle per sé e per Chastity. L'amica accolse con gioia la sua venuta, e si accomodarono sul letto della Tassorosso per consumare la cena.

-Cos'hai fatto oggi di bello?- la interrogò Chastity con voce resa nasale dal raffreddore.

-Niente di che, ho fatto i compiti in biblioteca. Anche per te e Arizona, se te lo stai chiedendo- rispose Elinor, conquistandosi un sorriso grato da parte dell'amica.

-Sola soletta? Ti sarai annoiata-.

-Non tanto, e poi verso le cinque è arrivato Remus- rispose lei, ed un rossore che sperò fosse attribuibile al calore della zuppa le colorò le guance. Chastity se ne accorse, ed uno strano rimescolio le agitò lo stomaco a quella vista; cercando di mascherare le proprie sensazioni, cambiò argomento, iniziando a parlare della partita di Quidditch che non aveva potuto giocare a causa dall'influenza.

Sette piani più sopra, Remus era appena salito alla torre di Grifondoro dopo una cena trascorsa a sgridare James per aver fatto crescere a dismisura le unghie delle mani e dei piedi a due Serperverde del secondo anno (ecco in quale maniera proficua aveva impiegato quel pomeriggio) cosa che gli era valsa un'immediata punizione da parte di Lumacorno.

Entrato in sala comune, trovò Arizona e Sirius raggomitolati su un divano, intenti a discutere su chi avesse attaccato l'influenza a chi.

-Tu mi hai starnutito in faccia l'altro ieri!- stava dicendo Sirius, con la faccia sepolta in un fazzoletto.

-Sì ma non avevo la febbre! È stato un caso che poi sia venuta anche a te!- si stava difendendo Arizona, gli occhi che a malapena sbucavano dalla coperta in cui si era avvolta.

-Me l'hai attaccato tu!-

-Avevi solo da schivare i miei germi!-

-Avevi solo da metterti una mano davanti alla bocca come fanno le persone civili!-

-Ma se ero immersa fino ai gomiti nel pus di Bubotubero! Ho pure dato una testata contro il vaso per colpa dello starnuto!- si difese Arizona, oltraggiata. Sirius stava per ribattere ancora, quando si accorse della presenza di Remus, che da dieci minuti si stava godendo quel simpatico scambio di battute.

-Ehi Rem. Che fine hai fatto oggi pomeriggio?- l'apostrofò, decidendo di lasciar perdere la discussione con Arizona.

-Ho lavorato per te. Ti ho fatto il tema di Trasfigurazione- rispose Remus, tenendosi ben alla larga da quella doppia fonte di germi.

-Ti venero, lo sai?- disse Sirius adorante, poi Arizona chiese:

-E James che fine ha fatto? Non si è visto per nulla-.

-Ha portato avanti la vostra degna tradizione di far dispetti ai Serpeverde. Ora è in punizione con Lumacorno- replicò Remus alzando teatralmente gli occhi al cielo.

-C'era Elinor in biblioteca? Ieri mi ha detto che aveva intenzione di andare lì, oggi pomeriggio- volle sapere Arizona dopo una serie di lunghi starnuti che le valsero un'occhiataccia da parte di Sirius.

-Sì, c'era- confermò brevemente Remus, ma doveva essere avvampato parlando, perché Sirius lo guardò stranito.

-Ti sta venendo la febbre? Sei diventato rosso tutto d'un tratto-.

-Cosa? No. Ho caldo, tutto qui. Anzi, vado in stanza a togliermi tutti questi maglioni- rispose Remus troppo in fretta, e l'attimo dopo era schizzato via.

Arizona e Sirius erano perplessi.

-Ma cosa gli è preso?- chiese Arizona.

-Ah non lo so. Quando hai nominato Elinor è diventato rosso pomodoro in faccia!-

-Già. Ehi, non è che ha una cotta per lei?- fece Arizona colta da un lampo di intuizione femminile.

Sirius tacque, riflettendo. Erano in quell'età in cui si comincia a notare le ragazze -James aveva cominciato già al secono anno, a dire il vero- e qualche volta in stanza lui e James, e ogni tanto Peter, avevano fatto dei commenti su questa o quell'altra compagna di scuola. Ma Remus interveniva raramente, e di certo non aveva mai nominato Elinor.

-Ma va, sono amici!- esclamò poi trovando assurda quell'idea, come se questo bastasse a chiudere la questione.

Arizona lo guardò impietosita.

-E questo cosa vorrebbe dire?-

-Che...che...secondo me Remus non guarda neanche Elinor in quel senso lì- cercò di spiegarsi Sirius.

-Perchè, non è una ragazza forse? E poi, non perchè è mia amica, ma è davvero carina- ribatté Arizona.

-Ma sì che è una ragazza, lo so! Ma Remus non...ah, non lo so. Per me ti sbagli, yankee- fece Sirius, che proprio non riusciva a immaginarsi Remus innamorato.

-Di chi state spettegolando?- intervenne James sbucato in quel momento dal buco del ritratto, dopo aver gentilmente ceduto il passaggio a Erin Vance, che, chissà come mai, inciampò e si affrettò ad allontanarsi da lui.

-Di Elinor e Remus, ma Arizona farnetica. Allora, in quale degno modo te la sei presa con le Serpi?- riassunse Sirius e James li deliziò con il lungo racconto della sua malefatta.

In dormitorio, Remus era disteso sul proprio letto, e pensava alla macchiolina d'inchiostro sulla guancia di Elinor.


Nda:


Ciao a tutti!!!! Eccomi qui con una nuova one-shot, che spero vi possa piacere :-) non c'è molto da dire, se non che penso che ovviamente anche Remus prima di incontrare Tonks doveva aver conosciuto qualcun'altra che gli facesse battere il cuore...ed in questo caso sembra essere Elinor...anche se Chastity ha avuto una reazione particolare al racconto di Elinor :P beh lascio a voi i commenti, che saranno taaaaanti taaaanti vero?? Per me le vostre recensioni sono importantissime, e continuo a sperare che questa storia ne riceva sempre di più <3

Intanto ringrazio pubblicamente (oltre che a farlo poi singolarmente) Giuliuli (tesoro sei tornata a recensireeee yuppi!!!) Tintinalie, littleconny, cristy_black, _Falsa Pista_ e Hoon21 per aver recensito la precedente one-shot: senza di voi questo nuovo capitolo non sarebbe letteralmente qui, perchè mi ero scoraggiata così tanto da bloccarmi...ma invece GRAZIE a voi sono ancora qui <3


Bene, ho detto tutto. Spero di leggere numerose recensioni (spero che continuare a ripeterlo in stile messaggio subliminale serva a qualcosa XD) e ci rileggiamo a breve.


Con affetto, sempre vostra,


Miss

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Capitolo 9
*** Lost ***


                                                                  Lost

                                                                                           1 Settembre 1972


-Perché, perché ogni dannato primo settembre deve piovere così? Perché non possiamo affrontare un viaggio verso Hogwarts non dico asciutti, ma almeno non completamente fradici?- si lamentò Arizona Anderson afferrando la massa bagnata costituita da i suoi capelli e strizzandola vigorosamente per tentare di eliminare parte dell'acqua piovana che vi si era impregnata. Lei e James avevano appena trovato uno scompartimento libero sull'espresso di Hogwarts, che si stava mettendo in moto in quel momento per condurli verso il loro secondo anno. Tuttavia erano da soli: non avevano ancora scorto gli altri loro amici, forse perché come l'anno precedente Arizona aveva quasi perso il treno, e James con lei, dato che aveva avuto la malaugurata idea di farsi accompagnare dai signori Anderson per provare le brezza di un viaggio in auto nel traffico di Londra.

-Secondo me c'è una maledizione su questo giorno- convenne James, che stava cercando faticosamente di ripulire gli occhiali dalle goccioline di pioggia.

-Elinor sa fare un incantesimo che asciuga i vestiti, non so dove l'abbia imparato. Magari, quando la troviamo...- disse Arizona, che con un -Wingardium Leviosa!- ben riuscito aveva piazzato il proprio baule sul portabagagli.

-Anzi, vado a cercare lei e Chastity. Tu resta qui, magari ci stanno cercando- aggiunse poco dopo, e James annuì.

-Vedi se trovi anche Remus e Peter. E per favore, se incontri Sirius non lo affatturare!- le gridò dietro, mentre Arizona aveva già lasciato lo scompartimento. Lei sventolò una mano per fargli capire che lo aveva sentito, poi si avventurò per il corridoio.

Incredibile a dirsi, ma il primo che trovò fu proprio Sirius. Se ne stava stranamente in mezzo al passaggio, con il baule poggiato a terra, come se non sapesse bene che cosa dovesse fare.

-Ehi, Sirius! Che fai lì impalato? Io e James abbiamo trovato uno scompa...- iniziò a dire Arizona, ma quando il ragazzo si voltò si interruppe. Non era Sirius, anche se gli assomigliava in maniera impressionante. Aveva gli stessi capelli neri e la stessa aria arrogante che Arizona mal sopportava, ma era più basso di cinque centimetri buoni ed era anche più magro.

-...rtimento. Non sei Sirius, vero?- concluse, un po' meno sicura. Il ragazzo la scrutò con occhi freddi e distanti, prima di risponderle quasi furioso.

-Decisamente no. E gradirei non essere scambiato per quel traditore di mio fratello- disse, guardandola male.

-Ah, tu devi essere...ehm...Rigolo?- domandò allora Arizona, per nulla intimorita dall'espressione del ragazzo.

-Regulus! Il mio nome è Regulus Black!- la corresse lui arrossendo dalla rabbia.

-Oh, scusa, ricordavo male. Sai per caso dov'è tuo fratello, comunque? Non vorrei doverlo cercare per tutto il treno...- gli chiese Arizona, che non aveva evidentemente capito che fra i due ragazzi non correva buon sangue. Effettivamente Sirius aveva nominato pochissime volte il fratello durante il corso del primo anno, tant'è che Arizona si era persino dimenticata che lui ne avesse uno.

-Non lo so e decisamente non mi interessa. Ora, se vuoi scusarmi, vado a cercarmi un posto- le rispose Regulus sgarbato, per poi allontanarsi trascinando con sé il baule.

-Antipatico...- borbottò fra se e se Arizona, prima di scorgere in lontananza la chioma rosso scuro di Lily Evans e quella nero corvino di Chastity. Vedendole, lo sguardo le si illuminò e subito spiccò una corsa verso di loro che si concluse con un abbraccio travolgente.

-Arizona! Che bello vederti! Ma dov'eri finita? Io e Chastity abbiamo temuto che avessi perso il treno!- l'apostrofò Lily mentre tentava di districarsi dalle braccia dell'amica per non rischiare il soffocamento.

-L'ho quasi perso, a dire il vero! I miei genitori non sanno proprio cosa sia la puntualità...- spiegò Arizona, mentre anche Chastity riprendeva fiato.

-Dove siete sedute? E dov'è Elinor? Io e James abbiamo trovato uno scompartimento alla fine del treno...- chiese poi.

-Siamo proprio qui, e io e Lily stavamo giusto venendo a vedere che fine avevi fatto! Ci sono anche Remus, Elinor, Sirius e Peter- rispose Chastity, sorridente.

-Perfetto! Vado a recuperare James, voi fateci posto- esclamò Arizona e Lily alzò gli occhi al cielo:

-È proprio necessario Potter? Credo che andrò a vedere che fa Severus...- disse, prima di abbracciare di nuovo Arizona, -ci vediamo dopo!- aggiunse, per poi allontanarsi lungo il corridoio.

-Quel Piton non mi piace- disse Chastity arricciando il naso, e Arizona si ritrovò ad annuire.

-Non piace neanche a me, ma è amico di Lily...- commentò, a mo' di spiegazione. Chastity fece spallucce e rientrò nello scompartimento; Arizona ripercorse il corridoio a ritroso e dieci minuti dopo lei e James erano di ritorno.

Ci fu un grande saluto generale: Arizona saltò in grembo ad Elinor, che ridendo le asciugò i vestiti con un colpo di bacchetta e una formula borbottata con un sorriso; James diede due sonore pacche sulle spalle di Remus e Sirius, che aveva anche dato un pizzicotto ad Arizona a mo' di saluto, cosa che lei aveva ricambiato con un gentile pestone; ed infine i due arrivati salutarono Peter, Arizona con un gran sorriso e James con un'entusiasta stretta di mano.

Poi, con molta confusione, i due si accomodarono, James stretto fra Remus e Sirius, Arizona praticamente seduta sulle gambe di Elinor e Chastity.

-Allora, come state? Avete passato delle belle vacanze?- domandò James, allegro.

Chastity e Sirius si scambiarono uno sguardo cupo: la prima non poteva dimenticare lo stretto sgabuzzino in cui i suoi l'avevano costretta a passare l'estate, soffocante e privo di luce; il secondo non poteva fare a meno di pensare alle angherie che aveva dovuto subire ogni ora di ogni giorno di ogni settimana passata in quella maledetta casa di Grimmauld Place numero 12. Il pensiero di Regulus lo trafisse come una freccia avvelenata: era lì, sullo stesso treno, e fra poche ore sarebbe stato Smistato.

-Io sì, grazie. Con i miei sono stata nel sud della Francia, un posto meraviglioso! Ho visitato molti siti magici interessanti- rispose Elinor, che in effetti era ancora abbronzata. Si era allenata per tutta l'estate a fare gli esercizi che il professor Silente le aveva insegnato e non vedeva l'ora di vedere il preside per mostrargli i suoi progressi: ora poteva stare nella stessa stanza dei suoi genitori senza indossare il ciondolo e senza essere costretta ad ascoltare i loro pensieri, cosa che nessun bambino vorrebbe fare. Non era molto e sì, aveva grosse difficoltà a non impazzire nei luoghi affollati, ma per lei quel piccolo passo era una grande conquista.

-Io invece sono stato solo qualche giorno al lago. È stato bello, però- disse Remus, con un piccolo sorriso. Non voleva ripensare alle terribili trasformazioni di quei mesi, e preferiva ricordare solo quei pochi giorni felici trascorsi al lago con i suoi genitori.

-Io sono tornata in America!- esclamò Arizona felice. Le piaceva molto l'Inghilterra e soprattutto aveva sentito molto la mancanza di Hogwarts, ma non poteva negare che era stato meraviglioso rimettere piede nella sua terra natia.

La mattinata trascorse così, fra chiacchiere sulle vacanze -James notò che Sirius aveva accuratamente evitato di unirsi alla conversazione, così come Elinor e Arizona si accorsero che Chastity non aveva spiccicato parola sull'argomento- e prima di quanto si aspettassero arrivò la strega con il carrello del pranzo. Tutti comprarono qualcosa e dopo aver mangiato erano ancora più allegri. Sirius stava appena cominciando a rilassarsi quando Arizona ebbe la malaugurata idea di dire:

-Ehi Mister Gentilezza, ho incontrato tuo fratello prima. Non è proprio un mostro di simpatia, ma del resto deve essere una caratteristica di famiglia-.

Sirius si irrigidì, e stava per ribattere qualcosa di tremendamente cattivo quando Arizona aggiunse:

-Credo di averlo fatto arrabbiare, sai. L'ho chiamato Rigolo-.

A quelle parole tutti scoppiarono a ridere, e persino Sirius sghignazzò immaginandosi la faccia che doveva aver avuto Regulus di fronte al suo nome storpiato.

-Hai fatto bene, yankee- approvò poi.

Il viaggio proseguì senza ulteriori incidenti, se non si contava che Piton era rimasto chiuso in bagno per quasi due ore prima che Lily fosse in grado di tirarlo fuori; Arizona e Remus immediatamente puntarono gli occhi su James e Sirius, che dissero di non aver avuto alcun ruolo nel piccolo contrattempo capitato a Mocciosus.

Di lì seguì un lungo battibecco fra Sirius e Arizona a causa della gattina di quest'ultima, diventata misteriosamente gialla mentre Arizona era distratta, battibecco che si concluse con Sirius con tre adorabili graffi di unghie umane su una guancia, la gattina tornata normale e Arizona estremamente soddisfatta.

Remus ed Elinor avevano appena evitato l'ennesimo incidente diplomatico fra i due quando giunse il momento di mettersi la divisa, e fu con orgoglio che Chastity si avvolse la sciarpa di Tassorosso intorno al collo. Aveva patito le pene dell'inferno a casa a causa della sua casata, ed ora era pronta a rimarcarne con orgoglio l'appartenenza.

Scesi dal treno, si accaparrarono più o meno gentilmente una carrozza -in realtà James e Sirius sfrattarono Simmons di Tassorosso ed i suoi amici, e il tasso fu ben contento di accontentarli considerando che i due alla fine dell'anno precedente gli avevano fatto spuntare orecchie da elefante -e fra una risata ed una chiacchiera giunsero ad Hogwarts, bagnati fradici ma contenti. Elinor e Chastity li salutarono per raggiungere i propri tavoli e ritrovare i compagni di casa, ed i cinque Grifondoro presero posto alla loro tavolata; Arizona si sedette fra Lily, decisamente indispettita per quanto accaduto a Severus, e James, che non la smetteva di chiedersi quando avrebbe potuto fare il provino per entrare nella squadra di Quidditch.

-Ho fame- si lamentò Arizona.

-Dobbiamo aspettare che la McGranitt porti dentro quelli del primo anno, e poi che il cappello canti la canzone- le spiegò gentilmente Remus.

-Sì, ma io ho fame- ribadì Arizona come se Remus non avesse aperto bocca.

-Ma se sul treno ti sei fatta fuori metà della roba che abbiamo comprato!- esclamò James esterrefatto.

-Si ma sono passate cinque ore! Tempo sufficiente affinché il mio stomaco si sia svuotato. Quindi, ho...-

-Fame- concluse Peter al posto suo con un piccolo sorriso; d'altra parte anche lui non vedeva l'ora di mangiare.

-Esatto Peter- confermò Arizona e Sirius sbuffò, spazientito.

-Sei proprio una piaga yankee. Non puoi aspettare senza lamentarti come stiamo facendo tutti noi? Devi per forza palesare al mondo quanto il tuo stomaco sia senza fondo?- l'aggredì sempre più nervoso man mano che il momento dello smistamento si avvicinava.

-Si può sapere cos'hai tu invece? Sei più intrattabile del solito!- ribatté Arizona, sempre pronta ad attaccarsi con lui.

-Non sono più intrattabile del solito!-

-Sì che lo sei!-

-Ti ho detto di no!-

-Ecco la McGranitt- intervenne Lily per sedare gli animi; in effetti la severa professoressa stava facendo il suo ingresso seguita da una fila di bambini impauriti.

Dopo che il Cappello Parlante ebbe intonato la solita filastrocca (“Ma quanto ci mette a comporla?!” si stupì James con il brontolio dello stomaco di Arizona in sottofondo) la McGranitt estrasse una pergamena ed iniziò a chiamare i nomi che vi erano scritti.

Il primo fortunato fu Abernathy, Josh, che finì a Corvonero, seguito da Arrow, Jessica, la prima Grifondoro per quell'anno; dopo di lei venne Balkan, Stefan, Tassorosso, ed infine toccò a Black, Regulus.

James sentì Sirius irrigidirsi al proprio fianco e Remus notò che l'amico si era fatto più pallido del solito; persino Arizona si accorse che c'era qualcosa che non andava in Sirius e decise di lasciarlo stare per il prossimo quarto d'ora.

La McGranitt aveva posato il Cappello sulla testa di Regulus da appena qualche secondo quando il verdetto arrivò, chiaro e cristallino: -Serpeverde!-

Il tavolo verde-argento accolse con un applauso il nuovo arrivato, che vi si diresse a passo spedito e con un mezzo sorriso stampato in volto, senza guardare in faccia nessuno.

-È il fratello di Black, quello?- domandò Lily sottovoce ad Arizona, la quale annuì senza aggiungere altro.

Dopo un breve discorso da parte di Silente il banchetto iniziò, ma al tavolo dei Grifondoro regnava una strana atmosfera; James si stava sforzando in tutti i modi di tener banco come al suo solito, ma senza la collaborazione di Sirius, che si era chiuso in un inquietante silenzio, la cosa gli riusciva difficile. Lily e Remus conversavano tranquillamente dei compiti, con qualche intervento da parte di Peter ed Harry, ma Remus non sembrava molto partecipe, dato che continuava a lanciare occhiate preoccupate a Sirius; infine Arizona taceva, ma solo perché era impegnata nella nobile attività di placare il suo appetito insaziabile.

Un'ora dopo le pietanze erano quasi sparite dai tavoli e gli studenti erano tutti più o meno sazi e soddisfatti; dopo le solite raccomandazioni di Silente furono spediti con grande gioia ai propri dormitori.

-James, ho bisogno del mantello- disse Sirius all'improvviso mentre affiancava l'amico; sapeva che James aveva il mantello nella borsa di pelle e non nel baule perché prima sul treno lo avevano usato per sequestrare Piton. James inarcò le sopracciglia, perplesso, ma poi estrasse il prezioso oggetto e, complice la confusione creata dagli studenti che si accalcavano per uscire, glielo passò.

Sirius si fece largo fra la folla, e, inosservato, sparì sotto la sottile stoffa; dopo aver dato un'occhiata in giro scorse il prefetto di Serpeverde che aveva radunato quelli del primo anno e non solo e li stava conducendo verso la loro sala comune. Sirius non sapeva che cosa lo avesse spinto a nascondersi per poterli seguire, forse un insano istinto masochista, ma sta di fatto che si ritrovò a camminare proprio dietro le spalle di Regulus, che insieme ad un'altra ragazzina -tale Astrid Yaxley, se non ricordava male- chiudeva la fila del gruppetto verde-argento.

-Hai fratelli qui a Hogwarts?- stava chiedendo lei con una fastidiosa vocetta nasale.

Regulus esitò appena un attimo prima di rispondere:

-No, sono figlio unico. Ho solo una cugina- disse, riferendosi a Narcissa.

Il cuore di Sirius perse qualche battito udendo quelle parole, e stava già per tornarsene indietro quando qualcun altro intervenne:

-Ma cosa dici, Black! So per certo che hai un fratello maggiore a Grifondoro- disse Daniel Avery, che camminava davanti a Regulus insieme a Piton, Wilson ed altri del secondo anno.

Regulus serrò le labbra, adirato, e ribadì:

-Per quanto mi riguarda è come se fossi figlio unico-.

-Ed è meglio che sia così per te, Black. Quel traditore di tuo fratello se ne va in giro con certa gentaglia...mezzosangue, Natibabbani e chissà cos'altro!- approvò Avery, con una risata; persino Piton ghignò soddisfatto.

Era abbastanza. Decidendo che non c'era motivo di continuare a pedinare Regulus -che cosa si era aspettato, poi?- Sirius fece dietrofront; era così arrabbiato, amareggiato, deluso...fino all'ultimo aveva sperato...ma no. Doveva rassegnarsi. Aveva perso Regulus per sempre.


                                                             *******


                                                                                       16 Settembre 1972


A Regulus Hogwarts piaceva: pensava che le lezioni fossero interessanti, anche se per il momento non avevano fatto nulla di particolarmente esaltante, e si sentiva perfettamente a suo agio a Serpeverde. Aveva fatto amicizia con Astrid Yaxley e George McNair, due del suo anno, e stranamente anche Piton ed Avery del secondo sembravano gradire la sua compagnia. In poco tempo la sua vita aveva assunto un ritmo regolare, e nessuno, osservandolo dall'esterno, avrebbe detto che qualcosa lo turbava. Eppure c'era. Un piccolo, fastidioso e persistente tarlo gli rosicchiava i pensieri, quasi togliendogli il sonno. E quel tarlo portava il nome di Sirius.

Aveva osservato suo fratello in quelle due settimane e lo aveva visto sempre attorniato dal solito gruppetto: quel Potter, la cui aria arrogante irritava Regulus oltre ogni dire, la ragazzina bionda che sul treno aveva storpiato il suo nome, con un sorriso esaltato sempre stampato in volto, poi un tizio sovrappeso, totalmente trascurabile, ed un altro ragazzo di Grifondoro, che sembrava piuttosto cagionevole di salute; e infine anche Chastity Rosier ed Elinor Oliver, che Regulus conosceva già. Agli occhi di Regulus, Sirius sembrava irraggiungibile, circondato dalla solita aura glaciale che lui ben conosceva; avrebbe voluto parlargli, ma troppe cose lo frenavano. I suoi genitori e sua madre in primis: gli aveva scritto per congratularsi del suo smistamento a Serpeverde, ricordandogli di non mischiarsi con certi traditori del proprio sangue; i suoi nuovi amici, rassicurati dalle parole da lui pronunciate durante la loro prima sera a Hogwarts. E infine, c'era il suo orgoglio, il suo maledetto, ingombrante e ferito orgoglio. Per quanto ne sapeva lui, Sirius non lo aveva mai cercato durante quelle prime settimane a Hogwarts, né aveva dato segno di aver preso atto della sua presenza a scuola. Perché allora avrebbe dovuto essere lui a fare il primo passo? E poi, durante quell'estate, Sirius si era mostrato scostante, fedelmente attaccato ai propri stendardi di Grifondoro, cosa che Regulus non poteva tollerare.

E allora perché stava così male? Perché avrebbe voluto affatturare Potter, che sembrava essere diventato il vero fratello di Sirius, o tutti gli altri suoi amici, che avevano il privilegio di potergli stare accanto? Perché non poteva semplicemente comportarsi come se non avesse un fratello, come aveva detto ai suoi amici?

Ma Regulus conosceva la risposta a tutte quelle domande. Infondo, in una parte segreta del proprio cuore, Regulus voleva bene a Sirius. Era pur sempre suo fratello, quello che lo faceva ridere con le perfette imitazioni di Walburga o che a modo suo lo consolava quando i loro genitori erano troppo severi persino con lui. E Regulus desiderava disperatamente riavere quel fratello, nonostante le Case diverse, nonostante i pregiudizi, nonostante tutto.

Così, aveva deciso di andare a parlargli e aveva atteso a lungo il momento adatto, anche se era difficile trovarlo lontano dai suoi amici. L'occasione quasi perfetta si presentò a metà settembre, mentre nel pomeriggio la classe di Serpeverde del primo anno stava lasciando l'aula di Trasfigurazione diretta ad Erbologia; passando per il prato, Regulus vide suo fratello venire dalla parte opposta, in compagnia della ragazzina bionda; lui aveva in mano un paio di guanti, forse dimenticati nella serra durante la precedente lezione, mentre lei portava fra le braccia un vecchio grembiule sporco di terra. I due stavano battibeccando su qualcosa -Regulus intuì che c'entrava un topo morto ed il baule di qualcuno- e si disse che nonostante la presenza della Grifondoro quella era probabilmente l'occasione più adatta per parlare con suo fratello. Così, dopo un attimo di incertezza, rallentò il passo lasciando che i suoi compagni lo superassero, e si fermò ad attendere Sirius. Non sapeva bene che cosa gli avrebbe detto, sapeva solamente che avrebbe voluto stabilire un qualsiasi punto di contatto con lui. Così, quando i due gli furono vicini e stavano quasi per passare oltre, Regulus disse:

-Sirius?-

La ragazzina si fermò, dato che lo aveva udito, ma suo fratello continuò a camminare; lei, pensando che forse Sirius non aveva sentito, lo chiamò a sua volta.

-Mister Gentilezza, c'è tuo fratello Rigolo qui. Non lo hai visto?- disse, ottenendo che Sirius si voltasse verso di lei.

Regulus, deciso a sorvolare sull'ennesima storpiatura del proprio nome, attese che Sirius gli rivolgesse la parola, ma lui rispose guardando solamente la sua compagna di Casa:

-Io non vedo nessuno. Sbrigati yankee, o faremo tardi a Incantesimi-.

Lei aprì e chiuse la bocca un paio di volte, senza sapere bene che cosa dire, poi si decise e replicò:

-Andiamo, allora-.

Regulus vide suo fratello osservare la sua amica piacevolmente sorpreso, come se non si aspettasse quel gesto di lealtà da parte sua; poi i due si allontanarono, senza che Sirius lo avesse degnato di un solo sguardo.

Era abbastanza. Decidendo che non c'era motivo di rimanere lì impalato -che cosa si era aspettato, poi?- Regulus riprese il suo percorso verso le serre; era così arrabbiato, amareggiato, deluso...fino all'ultimo aveva sperato...ma no. Doveva rassegnarsi. Aveva perso Sirius per sempre.


Nda:


Eccomi qui con una nuova OS. So che sono passate quasi due settimane dall'ultimo aggiornamento e che probabilmente le poche persone che mi seguivano si saranno dimenticate di me, ma fra la scrittura della tesi e il generale scoraggiamento dovuto al poco successo riscosso da questa raccolta ho avuto non poche difficoltà a scrivere qualcosa di decente...ma tant'è che sono qui, e spero che questa cosa vi possa piacere :) per me il rapporto fra Sirius e Regulus è stato caratterizzato da attimi perduti, da occasioni mancate e da tanti, tanti rimpianti e ho cercato di rendere al meglio quello che sentivo :)

Grazie di cuore a Hoon21, _Falsa Pista_, littleconny e Giuliuli: sono state le vostre recensioni a spingermi a continuare, ed ogni volta che mi sentivo un po' giù e non sapevo cosa scrivere andavo a rileggerle per farmi forza. Grazie <3


Sperando di vedere qualche recensione in più -anche piccina piccina, non pretendo tanto XD- vi saluto :)


Al prossimo aggiornamento, con affetto,


Miss

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