Breath of eternity di Miss_Slytherin (/viewuser.php?uid=80972)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Coming back at home ***
Capitolo 2: *** Werewolf ***
Capitolo 3: *** Arizona's gloves ***
Capitolo 4: *** Truth ***
Capitolo 5: *** A terrible joke almost deadly ***
Capitolo 6: *** Merlin, save me! ***
Capitolo 7: *** Three weeks later ***
Capitolo 8: *** Ink ***
Capitolo 9: *** Lost ***
Capitolo 1 *** Coming back at home ***
Coming
back to home
Giugno
1971
Non
appena ebbe messo piede in casa, Sirius ebbe la certezza matematica
che quell'estate sarebbe stata terribilmente lunga. Per prima cosa,
dopo che l'elfo ebbe aperto la porta di casa, nessuno venne incontro
a Sirius, anche se lui sentiva le voci di sua madre e di suo padre
provenire dalla sala.
Secondo,
non c'era traccia di Regulus, anche se Sirius sapeva per esperienza
che dal piano di sopra si sentiva benissimo la porta di casa quando
veniva aperta. E terzo, Kreacher non la smetteva di lamentarsi per il
fatto di averlo dovuto recuperare alla stazione. Con fatica, Sirius
trascinò dentro casa il baule; era rattristato, sebbene non
si fosse
aspettato niente di diverso. O forse, dentro di se aveva sperato che
almeno Regulus fosse disposto a parlargli, nonostante non avesse
risposto a nessuna delle lettere che Sirius gli aveva mandato durante
l'anno. Come una fitta, la nostalgia per i suoi amici trafisse Sirius
mentre avanzava lungo il corridoio. Pensò che anche Chastity
doveva
star vivendo una cosa simile, e cercò di farsi forza. Almeno
i suoi
genitori non avevano tentato di sequestrarlo...per ora. Indeciso sul
da farsi, dopo un attimo di esitazione, Sirius si avviò
verso le
scale, sempre trascinando con fatica il pesante baule. Chiedendosi
cosa accidenti ci avesse messo dentro, si apprestò a
trascinarlo al
piano superiore, ma la voce imperiosa di sua madre lo bloccò
ai
piedi della scalinata.
-E
così sei tornato- disse gelida.
-Di
certo a Hogwarts non potevo rimanere- ribatté Sirius
strafottente.
Sapeva di rischiare molto, ma a quel punto non gli importava.
-Purtroppo.
Ti avverto, Sirius: ora che sei in questa casa devi rispettare le
nostre regole, senza eccezioni. E sei pregato di rivolgerti a me come
si conviene- replicò Walburga, sempre più
tagliente.
-Sai
che novità...- borbottò Sirius, afferrando con
mano ferma il baule.
Sua madre aveva la bacchetta in mano e avrebbe potuto benissimo
aiutarlo con un semplice incantesimo, ma naturalmente non aveva
nessuna intenzione di facilitargli le cose.
-La
cena è alle sette. Ti ordino di levarti quella sudicia cosa
prima di
presentarti- aggiunse, alludendo alla sciarpa di Grifondoro che
Sirius portava al collo nonostante fosse giugno.
-Sì,
come no...- bofonchiò ancora Sirius, quasi giunto in cima
alle
scale. Un rumore di passi gli annunciò che sua madre se
n'era
andata, e così Sirius poté tirare un sospiro di
sollievo. Una volta
giunto al secondo piano, si diresse verso la sua stanza, rallentato
da quel maledetto baule. Prendendo mentalmente nota di metterci meno
roba a settembre, aprì la porta della sua stanza, che era
identica a
come l'aveva lasciata. Tutte le superfici erano impolverate, compreso
il copriletto, come se nessuno ci avesse messo piede da quando lui
era partito per Hogwarts. Si sedette sul letto, sollevando una nuvola
di polvere, e si prese la testa fra le mani. Perché non
poteva avere
una famiglia normale, che lo accettasse per quello che era? E
soprattutto perché continuava a desiderare la loro
approvazione,
nonostante fosse chiaro come il sole che non l'avrebbe mai ottenuta?
Il
rumore della maniglia che cigolava strappò Sirius alle sue
cupe
riflessioni e l'attimo dopo la figura di Regulus apparve sulla
soglia. Sirius lo fissò, senza sapere cosa dire. Anzi, lo
sapeva:
avrebbe voluto chiedergli perché non avesse mai risposto, se
potevano continuare ad essere fratelli anche ora che Sirius era un
Grifondoro.
Dal
canto suo, Regulus guardava Sirius come se non lo riconoscesse;
soprattutto, il suo sguardo si era posato sulla sciarpa di
Grifondoro.
-Beh?-
lo apostrofò alla fine Sirius.
-È
proprio necessaria quella cosa?- domandò Regulus indicando
il collo
di Sirius.
-Sì,
lo è- rispose lui, e forse furono quelle parole a segnare la
fine
della loro fratellanza. Perchè Sirius era un Grifondoro e
Regulus
non poteva sopportarlo. Perchè Regulus avrebbe sempre fatto
di tutto
per compiacere i loro genitori, e Sirius non poteva sopportarlo.
******
Chastity
non credeva di aver mai avuto così tanta paura in vita sua,
non
quanto ne aveva in quel momento ferma sull'uscio di casa sua. E se a
settembre non ne fosse più uscita? I suoi amici non potevano
correre
sempre a salvarla...
Come
Sirius, anche Chastity era tornata dalla stazione con l'elfo di
famiglia, con la differenza che con lei c'era anche Evan, che non
aveva smesso un attimo di torturarla verbalmente.
-Beh,
non entri? Hai paura, eh? Fai bene- le disse, vedendola esitare.
Tuttavia ora Chastity non poteva fare altro che entrare. Con il
cuore in gola, seguì suo fratello all'interno e
nell'ingresso trovò
ad attenderli i suoi genitori.
Evan
venne accolto con tutti gli onori del caso: sua madre lo strinse
pomposamente fra le braccia, mentre suo padre gli auguròa un
ben
tornato con una stretta sulla spalla. Poi, i loro occhi si posarono
su Chastity, ed il tempo parve fermarsi.
-Bene
bene...e così hai avuto il coraggio di tornare- le disse
Olympia.
Chastity
non rispose, con il cuore che batteva a mille.
-D'ora
in poi le cose cambieranno. Ed è tutta colpa tua. Se non
fossi
scappata...-
-Voi
non mi avreste fatto tornare a Hogwarts!- la interruppe Chastity,
infuriata.
-Non
osare rivolgerti in questo modo a tua madre!- tuonò il
signor Rosier
e Chastity sentì le lacrime salirle agli occhi. Ma si impose
di non
piangere, per nessun motivo al mondo.
-...se
non fossi scappata, forse ora avresti potuto occupare la tua stanza.
Ma dato che di te non ci si può fidare, piccola traditrice,
ti
mostro quale sarà la tua nuova camera- riprese Olympia come
se
Chastity non avesse nemmeno aperto bocca. Inorridita, seguì
sua
madre al piano di sopra, ma non si fermarono di fronte alla vecchia
stanza di Chastity e proseguirono fino al fondo del corridoio.
Sua
madre estrasse un mazzo di chiavi, da cui ne pescò una
d'ottone
arrugginita, che infilò nella serratura di una porta che
Chastity
non aveva mai visto. La porta si aprì cigolando, e il suo
interno si
rivelò essere una sottospecie di sgabuzzino senza finestre.
L'ambiente era così piccolo che ci stava a malapena un letto
ed un
armadio striminzito. Non c'era nient'altro, né una
scrivania
né una sedia o qualsiasi altro mobile.
-D'ora
in poi starai qui. L'elfo ti porterà da mangiare, e potrai
uscire
tre volte per andare in bagno, accompagnata sempre dall'elfo- la
istruì Olympia. Chastity era sgomenta. Non poteva credere ai
propri
occhi.
-Potrai
scrivere una lettera alla settimana, e solo ed esclusivamente alla
ragazza Oliver. Leggerò tutte le tue lettere per evitare che
tu
organizzi un'altra fuga e per accertarmi che tu non scriva
né a quel
rinnegato di Sirius, né a quel vergognoso Potter e tanto
meno a
quelle due sudicie NateBabbane. Sono stata chiara?-
Chastity
annuì, con un terribile groppo in gola. Olympia la
fissò, e dopo un
attimo Chastity capì che doveva entrare. La porta si chiuse
alle sue
spalle e in quel momento Chastity si rese conto che non c'erano
candele accese nella stanza, se così la si poteva definire.
Uscì in
corridoio e gridò dietro sua madre, che si stava
allontanando:
-Ma
non c'è luce qui dentro!-
Olympia
si voltò, la guardò dritta negli occhi e rispose:
-Oh,
lo so. Credimi, lo so-.
******
Lily
non aveva smesso di parlare un attimo da quando aveva visto i suoi
genitori alla stazione; aveva così tanto da raccontare che
non
riusciva nemmeno a riprendere fiato. Loro la ascoltavano, entusiasti
e con gli occhi pieni d'orgoglio per quella loro figlia così
speciale. Erano rimasti estasiati dalle due Tazze Mordinaso che Lily
aveva regalato loro (Arizona una volta era riuscita a corrompere un
ragazzo del terzo anno affinché portasse loro qualcosa da
Zonko) e
non riuscivano a non guardare con soggezione la bacchetta che Lily si
rigirava fra le dita, sognando il momento in cui avrebbe potuto
utilizzarla di nuovo.
-Mamma,
qualche volta posso invitare degli amici a casa? Magari Arizona...lei
è Babbana di nascita come me e sa come ci si comporta al di
fuori di
Hogwarts- chiese Lily mentre salivano in macchina.
-Certo,
tesoro. Sempre meglio lei che non...- si lasciò sfuggire la
signora
Evans.
-Severus?-
completò Lily al posto suo, irrigidendosi sul sedile
posteriore.
-Non
intendevo dire questo...- si difese la signora Evans.
-Lo
so che lui non ti piace, mamma. Ma è mio amico, lo devi
accettare-
ribatté Lily, stanca di dover sempre difendere Severus da
tutti.
Possibile che solo lei riuscisse a vedere che c'era del buono in lui?
-Perché
Petunia non è venuta?- domandò poi, per cambiare
argomento.
-Stava
poco bene- rispose il signor Evans mentre lasciavano Londra e si
avvicinavano sempre di più al loro paesino.
-Poco
bene? A giugno?- chiese ancora Lily, scettica. Chissà per
quale
motivo, si era illusa che Petunia sarebbe venuta a prenderla alla
stazione, anche se a conti fatti non c'erano motivi per sperare in
una cosa del genere.
-Aveva
mal di stomaco- si giustificò la signora Evans. Lily decise
di
lasciar cadere anche quell'argomento, e si chiuse in un silenzio
rattristato. D'un tratto aveva perso la voglia di continuare a
raccontare di Hogwarts.
Mezz'ora
più tardi l'auto del signor Evans si fermò nel
vialetto di casa e
Lily scese dalla macchina portando con sé la gabbia della
sua
civetta. Entrò in casa insieme a sua madre, mentre suo padre
si
occupava dei bagagli. Subito corse in camera di Petunia, un po'
perché aveva voglia di vederla, un po' perché era
curiosa di sapere
quale terribile male le avesse impedito di uscire di casa.
-Tunia?-
la chiamò, vedendola distesa sul letto con le spalle rivolte
verso
la porta.
-Tunia,
sei sveglia?- chiese ancora, avvicinandosi e posandole una mano sulla
spalla per scuoterla con delicatezza. Non ottenendo risposta, Lily
decise di lasciar perdere, senza sapere che Petunia, non appena lei
ebbe lasciato la stanza, aveva aperto gli occhi velati di lacrime.
Nda
Ciao
a tutti!!!
Ben
venuti ai nuovi lettori (se ce ne fossero) e ben tornati ai vecchi
(se mai leggeranno questa cosa).
Come
vi avevo promesso, questa è la prima della (lunga?) serie di
one-shot che hanno come obiettivo quello di raccontare gli
avvenimenti più importanti del secondo, terzo e quattro anni
dei
nostri Malandrini e delle quattro ragazze che hanno gravitato intorno
a loro durante il primo anno, ovvero Chastity, Arizona, Lily ed
Elinor. Non seguirò un ordine cronologico preciso, come mi
viene
l'ispirazione scrivo, e quindi può essere che dopo questa
one-shot
ce ne sia una ambientata al quarto anno, o al terzo. Comunque
all'inizio scriverò sempre l'anno in cui siamo, per non
disorientarvi troppo :)
Beh
che dirvi, spero che mi seguirete in questa serie, che ho deciso di
intitolare “Breath of eternity” e che
comprenderà appunto un
numero imprecisato di one-shot che anticiperanno il quinto anno, che
scriverò per intero una volta conclusa questa serie.
È un po'
incasinato, ma spero si sia capito cosa intendo :D
Spero
di ricevere tanti commenti, perché è la prima
volta che scrivo
one-shot e non capitoli collegati l'uno all'altro e insomma...sono un
tantino nervosa :)
Bene,
per oggi ho finito.
Sempre
vostra,
Miss
|
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Capitolo 2 *** Werewolf ***
Werewolf
Febbraio
1973
A
James Difesa Contro Le Arti Oscure non piaceva per niente, non ci
poteva fare nulla. Provava un disgusto istantaneo nel sentir nominare
maledizioni e creature per lo più raccapriccianti, e tanto
meno gli
piaceva il professore che la insegnava. Per di più erano le
prime
due ore del lunedì mattina, da seguire con i Serpeverde, e
questo
non contribuiva ad accendere il suo interesse per quella materia.
Si
erano appena accomodati in classe, ma Remus brillava per assenza, e
così James era seduto fra Sirius, che aveva il broncio, ed
Arizona,
che invece era estremamente allegra.
Il
giorno prima avevano giocato a palle di neve ed Arizona, non si
sapeva se intenzionalmente o accidentalmente, era atterrata sulla
faccia di Sirius, quasi rompendogli il naso; quest'ultimo aveva
dovuto passare il resto della giornata in infermeria, con il setto
nasale deviato per una terribile ora, ma forse questo era stato un
bene per Arizona.
Di
fronte a lui, Peter sedeva accanto ad Harry, mentre Lily se ne stava
dall'altro lato dell'aula, vicina a Mocciosus; James, vedendoli,
storse il naso.
-Oggi
ci occuperemo dei lupi mannari- disse la voce tagliente del professor
Calender, che era appena entrato in aula.
-Di
solito sono creature che si studiano verso la fine dell'anno, ma
siamo a buon punto con il programma e quindi non vedo perché
non
iniziare a parlarne- proseguì, fissando la classe con i suoi
gelidi
occhi azzurri. James si trattenne a stento dal fare una brutta
smorfia, quando lo sguardo del professore si soffermò su di
lui.
La
lezione iniziò nel silenzio più assoluto, come
accadeva sempre
quando si trattava del professor Calender, e più o meno
tutti
prendevano appunti, ma non James, che non ne aveva bisogno, e non
Sirius, che era troppo nervoso per fare qualsiasi cosa.
-Dunque,
il
Lupo Mannaro è un essere umano affetto da licantropia. Esso
si
trasforma durante le notti di luna piena in una bestia feroce, una
creatura metà lupo e metà umana. Si differenzia
per cinque elementi
fondamentali da un lupo vero, come la forma del muso e delle pupille
e la coda a ciuffo...ecco, vediamo delle immagini- stava spiegando
Calender, e James si fece improvvisamente attento.
C'era
qualcosa nelle
parole del professore che aveva risvegliato la sua attenzione ed il
suo istinto gli diceva di ascoltare.
-...inoltre,
pochi giorni prima della trasformazione, la persona affetta da
licantropia appare spesso malaticcia, debole e pallida,
perché sente
che la luna piena è vicina- continuò il
professore, ed un'immagine
attraversò la mente di James: Remus, pallido e debole, che
preparava
la solita valigia sabato sera in dormitorio.
-Le
trasformazioni sono
molto dolorose e avvengono una volta al mese. Un Lupo Mannaro attacca
sempre l'essere umano a lui vicino o predilige la caccia a esseri
umani. Se accanto a sé non ha esseri umani si morde da solo
mentre
in presenza di altri animali riesce a calmarsi- proseguì
Calender,
che aveva la completa attenzione di tutti. Un terribile sospetto si
stava formando nella mente di James, mentre ripensava ad alcune
cicatrici che aveva visto sulle braccia e sulle gambe di Remus quando
quest'ultimo si metteva il pigiama. Diceva di avere un gatto molto
affettuoso a casa, ma James non ci aveva mai creduto.
-Bene,
dato che mancano
pochi minuti alla fine della lezione, leggete il capitolo dedicato ai
lupi mannari e preparatene un riassunto- ordinò Calender,
sedendosi
in cattedra.
Tutti
estrassero i
libri, ma non James che aveva lo sguardo perso.
-Oh, ti
svegli?- lo
esortò Arizona, tirando fuori i libri.
-Sennò
che fai, rompi
il naso pure a lui?- l'accusò Sirius e Arizona
alzò gli occhi a
cielo esasperata.
-Non
l'ho fatto
apposta!!!- si difese.
-Sì,
come no...-
-La
volete smettere?
Sto cercando di pensare- intervenne James, seccato.
Tutto
nella sua mente
stava andando al posto giusto, James lo sentiva: le periodiche
assenze di Remus durante gli anni, la sua carnagione sempre
così
chiara ed il suo fisico sempre debole, esile...quelle cicatrici che
non si erano mai spiegate veramente...possibile che Remus fosse
davvero un lupo mannaro?
Per un
attimo, James si
vergognò di quel pensiero. Insomma, poteva davvero essere
che la
madre di Remus fosse cagionevole di salute e che avesse un gatto un
po' troppo aggressivo però...però James non ne
era più tanto
convinto. Non dopo aver sentito la spiegazione di Calender.
Pensieroso,
James lasciò l'aula insieme agli altri, che si diressero
verso
Storia della Magia. Quella lezione era perfetta per la riflessione,
dato che tutti di solito dormivano e nessuno ascoltava Rüf.
James tornò a pensare alla questione di Remus, che nel giro
di pochi
minuti era diventata per lui un chiodo fisso.
Più
la ponderava, più era convinto dell'idea che si era fatto:
Remus
doveva essere un lupo mannaro, non c'era altra spiegazione. E poi,
pensò James come folgorato, solo così si
spiegavano gli ululati
che la
gente di
Hogsmeade sentiva provenire dalla Stamberga Strillante; i ragazzi ne
avevano sentito parlare al villaggio ed avevano appreso che gli
ululati che non erano costanti, ma si verificavano solo in certi
giorni del mese. E poi, perché Remus sembrava temere il
Platano
Picchiatore più di loro? Non voleva mai partecipare ai
giochi
spericolati che James, Sirius e Arizona architettavano, adducendo la
scusa che fossero pericolosi.
Con
uno strano peso sullo stomaco, James ascoltò le parole di Rüf
senza sentirle davvero, e quando la campanella suonò,
schizzò via
senza dare nessuna spiegazione.
Corse al
dormitorio,
per controllare il calendario che tenevano appeso all'armadio. Fece
particolare attenzione ai giorni di luna piena e con eccitazione
mista a terrore, scoprì che coincidevano con le assenze di
Remus.
Poteva essere solo una coincidenza, ma James non ci credeva.
Stordito
dai pensieri
che gli erano vorticati in testa, si buttò sul letto senza
pensare
minimamente al pranzo, e fu così che lo trovarono Sirius e
Peter
quando salirono in stanza per prendere la roba di Erbologia.
-Ma che
ti prende? Hai
saltato il pranzo, e non è da te- lo apostrofò
Sirius vedendolo
così stravaccato.
-Ho
pensato una cosa-
esordì James e la sua espressione seria indusse Sirius e
Peter a
sedersi vicino a lui per ascoltarlo.
-Sarebbe?-
lo interrogò
il suo migliore amico.
-Prima,
ho ascoltato
Calender...e ho capito perchè Remus è sempre
assente- disse James e
Peter chiese, perplesso:
-Calender?
Ma ha
parlato dei lupi mannari...-
-Appunto-
affermò
James, con voce grave.
-E cosa
c'entrano i
lupi mannari con le assenze di Remus? Proprio non...oh, Merlino-
iniziò a dire Sirius, per poi interrompersi e sbarrare gli
occhi a
metà della frase.
-Tu
credi che Remus sia
un lupo mannaro- osservò e la sua non era una domanda.
-Sì-
annuì James.
-Non
è possibile- lo
contraddisse subito Sirius, mentre Peter lo guardava seriamente
preoccupato.
-Perchè
no?
Pensaci...è sempre assente quando c'è la luna
piena, ho controllato
sul calendario. E quelle cicatrici che ogni tanto vediamo? Non
possono essere solo tagli di un gatto, dai...- cominciò a
spiegare
James, ormai certo delle proprie parole.
-In
effetti, ci sono
giorni in cui è più pallido e debole del solito.
Lui dice che è
solo influenza però...- rifletté Sirius.
-Sempre
influenza? Non è possibile che sia sempre così
cagionevole, Sirius. Nessuno si ammala quanto lui-
sottolineò James.
Sirius e
Peter,
tacquero, meditabondi. James li osservava, pensando alle proprie
parole.
-Se
anche fosse, e non
ne sono ancora sicuro...- disse alla fine Sirius, teso, -come
potremmo averne la prova?- chiese.
-Non lo
so...potremmo
seguirlo con il mantello dell'invisibilità il mese prossimo-
suggerì
James, e Peter inorridì.
-Sei
matto, James? Hai
sentito cosa ha appena detto Calender? Un lupo mannaro è una
bestia
feroce che predilige la carne umana!- fece notare, terrorizzato alla
prospettiva di trovarsi davanti un licantropo pienamente trasformato.
-Non
dire sciocchezze,
Peter! Non andremo fino in fondo, voglio solo seguirlo per vedere
dove va quando scompare, non ho intenzione di assistere a tutta la
trasformazione- lo derise James, e Sirius annuì.
-È
l'unica cosa da
fare. Non possiamo certo chiederglielo, negherebbe subito-
affermò,
deciso.
-Già.
Dobbiamo avere
delle prove schiaccianti- lo appoggiò James, mentre il suono
della
campanella li informava dell'inizio delle lezioni pomeridiane.
Pensierosi, i tre lasciarono la Torre di Grifondoro, certi che da
quel giorno qualcosa sarebbe cambiato fra loro e Remus, ma non
sapevano ancora come.
Nda:
Ciao
a tutti, miei cari lettori :)
Eccovi
la seconda one-shot, sulla quale onestamente non ho molto da dire, ma
spero che i vostri commenti siano numerosi :)
Ho
visto che le visite alla scorsa OS ci sono state e questo mi fa
piacere, spero di ricevere altrettanti commenti anche a questa!
Intanto
ringrazio pubblicamente le cinque meravigliose persone che hanno
recensito la scorsa OS, le 6 che hanno inserito questa storia nelle
seguite e le 2 che l'hanno messa fra le ricordate.
Beh,
che altro dirvi...spero siate felici che io ci abbia messo
così poco
ad aggiornare, anche se non è da me XD
Sempre
vostra,
Miss
|
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Capitolo 3 *** Arizona's gloves ***
Arizona's
gloves
Gennaio
1974
-Arizona,
ti muovi? Siamo in ritardo! Elinor e Chastity saranno già
giù!-
disse Lily Evans estremamente irritata per l'ennesimo ritardo
dell'amica. Quel sabato ci sarebbe stata la prima uscita ad Hogsmeade
da quando erano tornati dalle vacanze di Natale, ed anche se a Lily
veniva il mal di stomaco al solo pensare che avrebbe dovuto
sopporatre Potter per l'intero pomeriggio, era comunque contenta di
stare con le sue amiche. Aveva bisogno di distrarsi dopo le
disastrose feste natalizie.
-Ci
sono, ci sono! Mi mancano solo i guanti!- ribatté Arizona,
con la
testa infilata nel baule.
-Non
ci posso credere, stai a perdere tempo con i guanti? Mettitene un
paio a caso ed andiamo!-
-Non
riesco a scegliere! Vorrei mettere sia quelli rossi che quelli
verdi!- gemette Arizona disperata.
-Oh
Merlino dammi la forza- sospirò Lily esasperata, fissando
Arizona
che guardava indecisa i guanti verdi di pile e quelli rossi di lana.
Sapendo che non si sarebbe mossa di lì finché non
avesse deciso,
Lily provò ad aiutarla.
-Metti
quelli più caldi, fuori si gela- suggerì, pratica.
-Sono
entrambi caldi- replicò Arizona in crisi.
-Quelli
più nuovi?-
-Me
li hanno regalati i miei quest'anno, sono tutti e due nuovi-
ribatté
Arizona, rigirandoseli fra le mani.
-Arizona
Anderson, ti do due minuti per decidere, poi ti mollo qui e me ne
vado! Siamo rimaste solo noi in dormitorio- disse a quel punto Lily,
ed aveva ragione: Mary, Samantha ed Erin erano scese mezz'ora prima.
-E
va bene, va bene! Ho deciso- sbottò Arizona, ed
infilò un guanto
verde sulla mano sinistra e uno rosso sulla mano destra. Lily la
guardò con le sopracciglia inarcate, ma decise di non fare
commenti,
perché rischiava di mandare l'amica nuovamente in crisi. E
in quel
caso non si sarebbero mai mosse dal dormitorio.
Dieci
minuti dopo raggiungevano Elinor e Chastity vicino al portone, dove
Gazza era appostato per controllare gli studenti in uscita. C'erano
anche James, Sirius, Remus e Peter, impazienti di andare.
-Ma
quanto ci avete messo? Sono quasi andati via tutti!- esclamò
James
rivolto ad Arizona.
-Colpa
mia! Non riuscivo a scegliere i guanti- confessò Arizona,
attirando
in quel modo l''attenzione di Sirius sulle proprie mani.
-E
che scelta! Ti sei accorta che sono, come dire...spaiati? Noti i
colori diversi?- le disse parlando lentamente come si fa con un
bambino particolarmente stupido.
-Lo
so, volpe! Ma questi due sono i miei colori preferiti, e non riuscivo
a scegliere- si giustificò Arizona mentre seguiva gli altri
lungo la
strada che conduceva ad Hogsmeade. Sirius si fece di colpo
silenzioso, mentre la osservava. C'era qualcosa di diverso in Arizona
quel giorno...forse erano i riccioli biondi, meno disordinati del
solito sotto il cappello di lana viola (che ovviamente non si
abbinava per niente ai guanti), o forse era quel cappotto bianco...ma
no, non c'entrava nulla il suo abbigliamento, scoordinato come al
solito. Era qualcosa negli occhi...o nel sorriso?
Inorridito,
Sirius si accorse che Arizona era carina. L'attimo
dopo averlo
formulato, Sirius rifiutò quel pensiero. Insomma, Elinor
poteva
essere carina, Chastity anche, e persino la Evans...ma non Arizona!
Taciturno,
Sirius continuò a camminare al fianco di James, mentre
raggiungevano
Hogsmeade; davanti a lui Arizona passeggiava in mezzo a Chastity ed
Elinor, mentre dietro di loro Lily e Remus erano immersi in
chissà
quale discussione, ascoltati da Peter.
-Ehi
Felpato, perché sei così silenzioso?- gli
domandò James, che si
era accorto che Sirius non aveva più spiccicato parola da
quando
avevano lasciato il castello.
-Fa
freddo- disse Sirius a casaccio, anche se aveva ragione: quel giorno
il cielo di Hogsmeade era particolarmente grigio, tirava un vento
gelido e, in poche parole, si congelava.
-E
perchè questo ti impedisce di parlare?- chiese ancora James,
giustamente confuso; ma Sirius non rispose, troppo preso dai suoi
cupi pensieri su Arizona.
La
sentì ridere, forse per qualcosa detto da Chastity, e se in
un
qualsiasi altro giorno quella risata gli avrebbe dato sui nervi,
questa volta Sirius si ritrovò a pensare che non era poi
così male.
Ma
che mi prende? si chiese disperato, come mi vengono in mente questi
pensieri su di lei? Poi ebbe un'illuminazione: Arizona doveva per
forza avergli fatto bere di nascosto un filtro d'amore! Non c'era
altra spiegazione, doveva averglielo somministrato di nascosto per
fargli un dispetto.
-James,
ti sembro diverso dal solito?- domandò all'amico, mentre
aspettavano
Remus, Peter e Lily che erano entrati in un negozio di piume.
-Bah,
a parte che parli poco no, perché? Non ti senti bene?-
rispose
James, che si stava seriamente preoccupando per l'amico.
-No,
no...quindi...non sembro sotto l'effetto di un filtro d'amore, per
caso?- insistette, lieto che le ragazze stessero parlottando fra loro
distanti da loro due.
-Di
un filtro d'amore?! A parte che non saprei riconoscere i sintomi,
dato che non li abbiamo ancora studiati. E poi chi vorrebbe fare una
cosa del genere?- rispose James, sempre più confuso. Sirius
era
proprio strano quel giorno.
Sirius
dovette riconoscere che l'amico aveva ragione: mancavano due anni al
momento in cui avrebbero studiato i filtri d'amore, quindi Arizona
non sarebbe stata in grado di prepararlo...e poi, ragionò
Sirius,
Arizona era una frana in pozioni. Non era mai riuscita a prepararne
una senza combinare danni.
-Beh,
Amanda lo farebbe un filtro d'amore a Sirius, se fosse capace-
commentò Elinor, che si era avvicinata ai due senza che loro
se ne
accorgessero.
-In
effetti lo sanno tutti che ha una cotta per te...- osservò
James,
mentre finalmente riprendevano a camminare.
-Ma
no, non c'entra!- ribatté Sirius, pensieroso.
-Che
ne direste di entrare ai Tre Manici? Almeno staremo al caldo- propose
Chastity mentre passavano davanti al pub; tutti si dissero d'accordo,
e così entrarono.
Il
locale era affollatissimo, com'era normale che fosse data la
temperatura artica che c'era fuori; sarebbe stata un'impresa trovare
un tavolo per otto, se Madama Rosmerta non avesse avuto una
particolare simpatia per James e Sirius e di conseguenza non avesse
facilitato la cosa. Sta di fatto che dopo neanche dieci minuti erano
tutti seduti ad un tavolo vicino ai bagni. Neanche a farlo di
proposito, Sirius era capitato fra Remus e James, ma di fronte aveva
Arizona.
-Allora,
come vanno gli allenamenti di Quidditch, James?- domandò
Chastity in
tono casuale.
-Ah
no, non mi freghi Chas! Non dirò neanche una parola sul
Quidditch-
si difese James, e tutti -tranne Sirius- risero. Era risaputo infatti
che Chastity avesse sempre fatto di tutto per rubare i segreti della
vittoria a Grifondoro per poi poterli spifferare alla squadra di
Tassorosso; negli ultimi tre anni era diventata una grande tifosa di
Quidditch e cercava sempre di fare tutto il possibile per aiutare la
propria squadra, anche perchè l'anno prima aveva ottenuto il
ruolo
di Cacciatrice.
-Uffa,
era solo una domanda innocente! Mica ti ho chiesto di dirmi tutti i
vostri schemi...- si giustificò Chastity con un risolino.
-Le
tue non sono mai domande innocenti, quando si tratta di Quidditch-
scherzò James.
La
conversazione continuava allegramente, fra chiacchiere e risate, ma
Sirius non riusciva a parteciparvi, non con Arizona lì
davanti.
Più
la osservava, più gli sembrava diversa. Ad un certo punto
lei si
sporcò tutte le labbra con la cioccolata calda che aveva
ordinato
-non era tipa da Burrobirra Arizona- e Sirius, anziché
prenderla in
giro come avrebbe fatto in qualsiasi altro momento, si
ritrovò a
tacere. Forse fu questo che lo spaventò più di
tutto il resto: se
lui rinunciava a sfottere Arizona, c'era decisamente qualcosa che non
andava.
Dopo
che si furono riscaldati abbastanza con la Burrobirra ed altre
bevande bollenti, decisero di sfidare nuovamente il freddo per
avventurarsi da Zonko (i ragazzi) e da Mielandia (le ragazze). Si
sarebbero poi ritrovati davanti ai Tre Manici di Scopa per ritornare
insieme al castello. Sirius fu lieto di separarsi da loro: aveva
bisogno di riflettere senza quei riccioli biondi davanti.
-Uffa,
non so se comprare i Rospi alla Menta o la SuperPallaGomma di
Drooble- disse Arizona, fissando indecisa i due prodotti sullo
scaffale di Mielandia.
-L'ultima
volta i Rospi alla Menta ti hanno fatto venire la nausea- le fece
notare Elinor, che invece aveva già preso le Api Frizzole.
-Però
la SuperPallaGomma di Drooble ti era scoppiata nei capelli e poi
è
stato molto difficile togliertela- commentò Lily, ridendo al
ricordo.
-Ah
già, avete ragione! Però questa volta potrei
farla scoppiare in
faccia a Sirius, anziché sui miei capelli-
ragionò Arizona
ghignando.
-A
proposito, oggi sembrava che gli avessero fatto una fattura
Languelingua! Non ha spiccicato parola- osservò Chastity
prendendo
una manciata di Cioccorane.
-Meglio
così- replicò Arizona, pensando che
però era davvero molto strano.
Dentro Zonko, poco distante da Mielandia, si stava parlando della
stessa cosa, più o meno.
-Oh,
hanno di nuovo i Dolci Singhiozzini!- esclamò James
estasiato,
-l'ultima volta li avevano finiti- aggiunse poi, prendendone almeno
un centinaio con una manata.
-A
cosa ti servono?- domandò Peter ingenuamente.
-Peter,
sei proprio zuccone. Se si chiamano Dolci Singhiozzini è
perchè ti
fanno singhiozzare, e nessun insegnante vuole che io disturbi la
lezione con i miei incessanti singhiozzi- rispose James, fissando
Peter con sufficienza.
-Sirius,
tu non compri nulla? Pensavo ti saresti gettato a capofitto sulla
Polvere Ruttosa- domandò Remus, che per quel giorno avrebbe
preso
solo una bacchetta finta.
Sirius
non parve sentirlo, così Remus gli sventolò una
mano davanti agli
occhi per attirare la sua attenzione.
-Eh?-
chiese Sirius piuttosto distratto.
-Ma
che hai? Oggi sembri perso in un mondo tutto tuo- disse Remus mentre
si mettevano in coda per pagare.
-Ho
mal di testa- s'inventò Sirius, pensando che in quel modo lo
avrebbero lasciato in pace. E non era neanche una vera bugia: a furia
di chiedersi perché d'un tratto Arizona sembrava (la sua
mente
diceva era)
carina, il cervello gli stava andando in fiamme.
-Magari
vi aspetto fuori, qui c'è troppa confusione- aggiunse, e
aveva
ragione, dato che Zonko era una delle mete preferite degli studenti
di Hogwarts ed era per questo che c'era una coda lunghissima per
pagare.
Fuori
si gelava, ma Sirius fu contento di poter stare da solo.
Mentre
era lì, guardò il proprio viso riflesso sulla
vetrina di Zonko. Era
rosso in faccia -è solo il freddo,
tentò di dirsi- e aveva
un'espressione estremamente ebete -io non ho mai l'espressione
ebete, si disse offeso. Con uno spiacevole rimescolio nello
stomaco, Sirius ricordò di aver già visto quei
due fenomeni sul
volto di qualcuno. E quel qualcuno era James l'anno scorso, quando
aveva capito che gli piaceva la Evans. Gliel'aveva confessato qualche
giorno dopo con le guance in fiamme, e solo per puro spirito di
amicizia Sirius non gli aveva riso in faccia. Fu contento di essersi
comportato in quel modo, allora; magari James non l'avrebbe preso in
giro quando lui gli avesse detto che...
La
pace di Sirius non durò molto: infatti dopo neanche dieci
minuti che
stava appoggiato alla parete esterna di Zonko, vide Arizona venire
verso di lui.
-Che
ci fai qui?- si chiesero all'unisono.
-Sono
venuta a prendere qualcosa da Zonko mentre le altre pagano per me da
Mielandia. E tu?- rispose per prima Arizona. È persino
gentile oggi!
si disse Sirius stupefatto; ovviamente non sapeva che Arizona alla
fine aveva acquistato la SuperPallaGomma di Drooble con l'intento di
usarla su di lui.
-Dentro
c'è troppa confusione, e siccome non compro nulla sono
uscito fuori-
rispose Sirius a sua volta, e Arizona lo fissò sorpresa;
evidentemente si era aspettata che Sirius le intimasse di farsi gli
affari propri, come faceva di solito. Senza replicare, Arizona diede
un'occhiata all'interno del negozio e, vedendo la fila lunghissima,
decise che non era proprio il caso di entrare.
-Mi
sa che aspetto qui- disse saggiamente.
Fra
di loro cadde il silenzio, e se Arizona sembrava totalmente
rilassata, Sirius sentiva di stare per esplodere.
Dopo
un po' Arizona si mise a canticchiare una canzoncina natalizia, ma
siccome era stonata come una campana Sirius le disse:
-La
pianti? Ho mal di testa e tu non sei per nulla intonata!-.
-E
tu sei il solito Mister Gentilezza! Canto quanto voglio-
ribatté
Arizona indignata.
-Anzi,
oggi sembravi persino simpatico...ah già, perchè
sei stato zitto
tutto il tempo- aggiunse poi, ripensandoci.
-Perchè?-
chiese ancora Arizona.
-Perchè
cosa?- chiese Sirius stranito.
-Perché
stavi zitto?-
Per
colpa tua, avrebbe voluto dire Sirius, ma si limitò a
rispondere:
-Non
sono affari tuoi-.
E
invece lo erano, lo erano eccome.
Nda:
Salve
a tutti!
Devo
dire che sono abbastanza stupita di me stessa, di solito ci impiego
ere geologiche ad aggiornare XD non siete contenti che sto essendo
così veloce? (sì lo so che sto essendo
probabilmente non esiste :D)
Eccoci
qui con una nuova OS....devo dire che sono molto curiosa di sentire
(cioè, leggere) i vostri commenti a riguardo...aspettavo da
tanto di
scrivere di questo momento :)
Devo
dire anche un'altra cosa...forse vi sembrerò presuntuosa, ma
onestamente mi aspettavo un po' più di commenti a queste mie
OS,
anche perchè quando ho concluso We were born, raised and
died with
them, tutti mi hanno richiesto un seguito al più presto. Beh
il
seguito c'è, ma i miei vecchi lettori no :( e io li
attendevo con
tanta ansia :(
Beh
che dirvi, a parte questo non ho altro da aggiungere, se non che
spero che voi lettori e/o recensitori aumentiate :)
Con
affetto, sempre vostra,
Miss
|
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Capitolo 4 *** Truth ***
Truth
Marzo
1973
Naturalmente,
James, Sirius e Peter dovettero attendere un mese per attuare il loro
piano, ma nel frattempo lo organizzarono nei minimi dettagli mentre
tenevano d'occhio Remus. Infatti, con il passare dei giorni, lo
vedevano diventare sempre più pallido e stanco, e questo non
faceva
che aumentare i loro sospetti. James avrebbe voluto parlarne con
Arizona, ma Sirius aveva saggiamente fatto notare che meno persone
sapevano del “segreto”, meglio era; a malincuore
James dovette
dargli ragione, e così le ragazze rimasero all'oscuro del
progetto.
Finalmente,
dopo un'attesa che ai tre era parsa lunghissima (in realtà
Peter non
moriva dalla voglia di pedinare un potenziale lupo mannaro) venne il
momento in cui, un piovoso venerdì sera di marzo
(“Visto?” aveva
detto James trionfante, “è passato un mese
dall'ultima volta!”)
Remus estrasse la solita valigetta da sotto il letto e disse:
-Ragazzi,
mi sa che devo di nuovo stare via per qualche giorno. Mia madre si
è
ammalata, e mio padre non ce la fa più ad occuparsi di lei
da solo.
Ha bisogno di aiuto, anche solo per poco tempo-.
-Mi
dispiace tanto, Remus. Se c'è qualcosa che possiamo fare per
te
diccelo, mi raccomando!- replicò James dal letto, con la sua
migliore faccia di bronzo.
-Grazie,
James. Lo apprezzo molto-.
-Prenderemo
gli appunti per te, se lunedì non sarai ancora di ritorno-
disse
invece Harry, il cui desiderio di mostrarsi gentile era sincero.
-Sei
molto gentile, Harry, ma credo che ormai quello sia compito di Lily!-
scherzò Remus, mettendo in valigia un maglione.
Dopo
pochi minuti aveva finito di preparare il piccolo bagaglio, e si
apprestava a salutare gli amici.
-Beh,
allora ci vediamo fra pochi giorni...mi raccomando, non fate danni
mentre non ci sono!- disse Remus, con una mano sulla maniglia.
-Tranquillo
Remus, saremo degli angioletti!- esclamò Sirius con
un'espressione
davvero poco convincente.
Non
appena Remus fu uscito, Sirius, James e Peter balzarono in piedi
(James aveva già accuratamente nascosto il mantello
dell'invisibilità sotto la veste) e dissero ad Harry, che
era in
bagno:
-Harry,
noi andiamo a rubare cibo in cucina. Ci vediamo dopo!-
Harry,
che ormai non si stupiva più di fronte a nulla, si
limitò a gridare
loro da dietro la porta se potevano prendere qualcosa da mangiare
anche per lui. Non sapeva che il mal di pancia che il quel momento lo
stava costringendo in bagno era opera di James e Sirius, che gli
avevano versato una pozione nel suo succo di zucca serale. L'attimo
dopo perciò i tre erano spariti sotto il mantello, e
attraversavano
la sala comune cercando di non calpestare nessuno.
Quando
furono passati dal buco del ritratto, fecero appena in tempo a vedere
Remus che scendeva le scale. Affrettarono il passo, e così
ebbe
inizio il pedinamento.
Con
curiosità sempre più crescente, lo seguirono per
un infinito numero
di scale, fino a che non capirono che era diretto all'infermeria.
Infatti, lì davanti lo attendeva Madama Chips, avvolta in un
pesante
mantello scuro.
Fremendo
d'eccitazione (Peter di paura, in realtà) ripresero a
seguire la
stramba coppia, che ora si stava dirigendo verso il portone
d'ingresso.
Per
un attimo, temettero che sarebbero rimasti dentro: Madama Chips stava
infatti per richiudere i battenti alle sue spalle senza dar modo ai
tre di passare a loro volta, ma fortuna volle che in quel momento
Remus tossì violentemente e Madama Chips lo dovette aiutare.
Così,
lo strano gruppetto si avventurò al di fuori del castello,
ed in
quel momento James e Sirius iniziarono a pentirsi di non essersi
messi il mantello, dato che la notte di marzo non era proprio calda.
Sempre
più incuriositi, si tennero a poca distanza da Remus e
Madama Chips,
fino a fermarsi vicino al Platano Picchiatore.
James
e Sirius si guardarono in faccia, con la stessa identica espressione
di terrore mista ad aspettativa, e osservarono sempre più
sbalorditi
Madama Chips che puntava la bacchetta verso un preciso punto fra i
rami. Sotto il loro occhi, videro aprirsi una fessura fra le radici,
dentro la quale Remus e l'infermiera si apprestavano a sparire.
Intuendo che non c'era un attimo da perdere, James, Sirius e Peter
gli si avvicinarono, incurante del mantello che era scivolato
leggermente e scopriva i loro piedi. Ma Madama Chips e Remus erano
troppo impegnati ad allungare il passo per notarli. Tuttavia, ora che
avevano scoperto come fermare i rami del Platano, decisero di
attendere qualche minuto prima di seguirli: James infatti sospettava
che ci fosse un tunnel là sotto, impossibile da percorrere
senza
togliersi il mantello.
Attesero
perciò una decina di minuti, poi si decisero a infilarsi
nella
fessura, dove i sospetti di James vennero confermati: c'era infatti
un tunnel nel quale infilarsi, cosa che James e Sirius si
apprestarono a fare con una certa agilità, mentre Peter
stava
incontrando non poche difficoltà. Si sentivano ancora le
voci di
Madama Chips e di Remus, cosa che aiutò i tre maghetti a
seguire le
loro tracce.
-Dove
cavolo porta questo passaggio?- sussurrò Sirius con il fiato
corto;
James scosse la testa per dire che non lo sapeva, mentre continuavano
a strisciare.
Cercavano
di avanzare più velocemente possibile, praticamente piegati
in due;
Peter era paonazzo e James e Sirius temettero che sarebbe svenuto
prima di giungere a destinazione. La galleria sembrava non finire
mai, ma proprio quando pensavano che non ce l'avrebbero più
fatta,
il tunnel prese a salire, per poi curvare poco dopo. Infine,
riuscirono a intravedere una chiazza di luce debole che filtrava da
una piccola apertura.
-Che
cosa facciamo ora?- domandò Peter, sull'orlo della paura.
-Per
prima cosa dobbiamo toglierci di qui, qualcosa mi dice che fra poco
tornerà Madama Chips- disse Sirius e perciò
l'unica alternativa che
avevano era quella di attraversare l'apertura.
Senza
esitare, James li precedette e dopo qualche istante anche Sirius e
Peter lo seguirono, per poi sbucare in una stanza. Era abbastanza
ordinata, i mobili appena impolverati ed il pavimento lindo; alle
finestre c'erano delle tendine, che però erano leggermente
sbrindellate. Notarono anche che i mobili erano graffiati, anche se
ad una prima occhiata erano sembrati illesi.
-Dove
diavolo...?- iniziò a dire Peter, ma James aveva capito.
-La
Stamberga Strillante- disse, serio. In quell'istante sentirono delle
voci sopra le loro teste: erano quelle di Madama Chips e quella di
Remus; le assi erano abbastanza sottili da permettere loro di
ascoltare quanto stavano dicendo. E oltretutto i due non avevano il
minimo sospetto di avere compagnia, perciò parlavano con un
tono di
voce normale.
-Allora
torno domattina, signor Lupin-.
-Va
bene, Madama Chips, grazie-.
-Sarà
meglio che vada, vedo che si sta per trasformare...-
-Sì,
mi sento già male...a domani- disse Remus, sbrigativo.
-A
domani- confermò Madama Chips, e i tre sentirono dei passi
sopra le
loro teste. In un lampo, scomparirono sotto il Mantello e qualche
minuto dopo videro l'infermiera passare poco distante da loro,
diretta al tunnel. Attesero cinque minuti, poi la seguirono.
Rifecero
il percorso al contrario, silenziosi e tesi; quando raggiunsero la
fessura fra i rami e, l'istante dopo l'aria fresca, si sentirono
liberi, ma non osarono parlare per via di Madama Chips.
Solo
quando furono in sala comune, ormai deserta, si decisero a parlare
dell'accaduto.
-Penso...che
tu avessi ragione, James- disse Sirius teso, avvolto in una coperta
per scacciare i brividi dovuti non solo al freddo.
-Già.
Non ci sono più dubbi, credo- confermò James,
sfregandosi le mani
vicino al fuoco.
-E
ora cosa si fa?- domandò Peter, che stava iniziando a
riprendersi
dalle forti emozioni vissute quella sera.
-Gliene
dobbiamo parlare. Non può continuare a nascondersi, non da
noi.
Siamo suoi amici- affermò James deciso.
-Sai
che negherà, vero?- chiese Sirius retoricamente, ma James
scosse la
testa.
-Può
negare quanto vuole, ma alla fine dovrà ammetterlo-.
Peter
annuì a sostegno, poi disse:
-Quando
pensate di parlargliene?-
-Quando
torna, non ha senso portarci questo peso a lungo...né che lo
porti
lui- rispose Sirius, e gli altri due si dissero d'accordo.
Rinfrancati
dal caldo fuoco, dall'aver appreso la verità e dalla
decisione
presa, andarono a dormire con il cuore più leggero.
******
Remus
tornò martedì, pallido e smunto ma
sostanzialmente illeso; fu
circondato dalle ragazze che, ognuna a modo loro, cercavano di
stargli vicino per via della malattia della madre. Lily come al
solito gli passò gli appunti del giorno prima, Arizona lo
rimpinzò
di cioccolato (e ovviamente ne approfittò anche lei), mentre
Elinor
e Chastity lo abbracciarono. Dal canto loro, James, Sirius e Peter
non vedevano l'ora che terminassero le lezioni del giorno per
potergli parlare in santa pace. Lentamente, le ore trascorsero, anche
se non velocemente quanto i tre avrebbero desiderato, e finalmente
giunse il momento in cui poterono salire in dormitorio a posare le
borse.
Fortunatamente
Harry non c'era: era andato in biblioteca a fare i compiti del giorno
dopo, e così i quattro poterono avere la stanza tutta per
loro. Per
sicurezza, James bloccò la porta con un incantesimo, di modo
che non
fossero interrotti mentre parlavano di una questione così
delicata;
e obbligarono Peter a fare la guardia, per evitare imprevisti.
-Allora
Remus, come sta tua mamma?- domandò Sirius in tono
innocente, mentre
Remus frugava nel baule alla ricerca del libro di Trasfigurazione,
che era misteriosamente scomparso da quattro giorni.
-Non
bene, purtroppo. Credo che almeno una volta al mese dovrò
andare a
trovarla...- rispose Remus.
-O
devi andare a trovare la Stamberga Strillante?- chiese James,
decidendo di andare dritto al punto. Remus si voltò a
guardarlo, trattenendo il respiro.
-Perché
dovrei andare a trovare la Stamberga Strillante? Che domanda assurda,
James- replicò Remus con un sorriso che voleva essere
spensierato.
-Non
è poi tanto assurda, se uno sparisce una volta al mese,
quando c'è
la luna piena- intervenne Sirius, e Remus iniziò a sbiancare.
-Coincidenze...-
provò a mormorare, ma James aveva deciso di porre fine a
quella
sceneggiata.
-Remus,
noi sappiamo. È inutile fingere- disse, serio.
Ancora
una volta, Remus guardò in viso James, mentre si metteva
stancamente
a sedere su una sedia. Avrebbe tanto voluto essere di nuovo al primo
anno, quando James e Sirius gli avevano rivolto una frase simile,
riferendosi però alla sua scorta segreta di cioccolato. Ma
sapeva
che non era così. Sapeva che non stavano scherzando, che non
si
sarebbero messi a ridere dandogli una pacca sulla spalla. Questa
volta avevano scoperto davvero qualcosa che non avrebbero mai dovuto
scoprire.
-Allora...dovrò
andarmene- disse infine Remus, senza avere il coraggio di guardarli
in faccia. Sapeva che sarebbe finita così, che la loro
amicizia era
una cosa troppo speciale per uno come lui, che non sarebbe potuta
durare.
-Andare
dove, scusa?- domandò Sirius giustamente perplesso.
-È
presto per la cena- aggiunse poi, confuso.
-Da
Hogwarts, Sirius! Non fingere che non stiate provando disprezzo per
me, non ho bisogno della vostra pietà!- esclamò
Remus, arrabbiato.
-Ma
quale pietà? E poi qui se c'è qualcuno che
dovrebbe essere
arrabbiato quelli siamo noi- osservò James, stupito.
-Certo
che siete arrabbiati! Avete vissuto tre anni con un lupo mannaro,
è
ovvio che siate furiosi!- ribatté Remus, amareggiato.
-Remus,
sei sempre stato il più intelligente fra noi, ma questa
volta ti
stai dimostrando estremamente stupido- commentò Sirius, che
si stava
arrabbiando davvero: che cosa stava farneticando Remus?
-Non
sono stupido! Sono un mostro, e voi avete tutti i diritti di essere
arrabbiati per aver corso questo pericolo per tutto questo tempo-
replicò Remus, tirando fuori il baule ed iniziando a
buttarci le sue
cose a caso.
-Invece
sei uno stupido, perché non capisci che siamo arrabbiati con
te non
perché sei un lupo mannaro e siamo stati in pericolo, cosa
non vera,
secondo me, ma perché non ce l'hai detto- gli
spiegò James,
cercando di rimanere calmo.
-È
la stessa cosa!- gridò Remus, esasperato.
-Non
è la stessa cosa!- urlò Sirius alzandosi per
fronteggiarlo, -non ce
ne importa nulla Remus, nulla! Avremmo solo voluto che tu ce lo
dicessi!-
-Come
fai a dire che non vi importa? Sono un essere orribile, se potessi
ucciderei degli umani e tu mi dici che non importa?-
domandò
Remus, quasi paonazzo.
-Ma
sei anche un bravo amico, una persona meravigliosa che ha solo...un
problema...ehm, peloso, diciamo. Un piccolo problema peloso, di cui a
noi non importa un emerito accidente- intervenne
James,
cercando di pacificare gli animi.
-Siete
pazzi. Io me ne vado- annunciò Remus, ma James, veloce come
la luce,
estrasse la bacchetta e urlò:
-Pietrificus
Totalus!-
Remus
si immobilizzò, con la mano sulla maniglia; Sirius
spostò lo
sguardo da lui a James, sbalordito.
-L'hai
incantato. Perché?-
-Se
ne stava andando. Ora vado a chiamare Peter, così glielo
dice anche
lui come stanno le cose- spiegò James, annullando
l'incantesimo
sulla porta per scendere in sala comune.
Ritornò
due minuti dopo con Peter, che spalancò la bocca di fronte
alla
vista di Remus pietrificato.
-Perché
Remus è pietrificato?-
-Se
ne stava andando, non vuole credere che lo accettiamo lo stesso anche
se è un lupo mannaro- chiarì James, poi
puntò nuovamente la
bacchetta su Remus e disse:
-Finite
incantatem!-
-James,
mi hai pietrificato! Sei matto!- esclamò immediatamente
Remus,
indignato.
-Te
ne stavi andando, e Peter aveva qualcosa da dirti- si limitò
a dire
James.
-Già,
Remus. Non voglio che tu te ne vada. Sei mio amico ed il fatto che tu
sia un lupo mannaro non cambia le cose- disse Peter con
semplicità.
-Ma
com'è possibile che vogliate continuare ad essere miei
amici? Non
siete normali, se volete ancora un amico come me- sussurrò
alla fine
Remus, tornando a sedersi sul letto.
-E
quando mai noi siamo stati normali?- domandò James
retoricamente, e
Sirius scoppiò a ridere.
-Già,
poi con una famiglia come la mia come potevo essere normale?- disse,
con un'ombra scura negli occhi.
-Sirius,
tu sei diverso da tutti loro, lo sai-
replicò Remus, lieto di
cambiare argomento.
-E
a noi non importa nulla se una volta al mese diventi lupesco,
lo
sai- disse Sirius con lo stesso tono, per scimmiottarlo.
-Ragazzi,
graz...- iniziò a dire Remus, ma James lo interruppe.
-Se
stai per dire grazie, giuro che non ti dirò mai dove ho
messo il tuo
libro di Trasfigurazione-.
-Cosa?!
Ce l'hai tu?! E perché me l'hai rubato?- domandò
Remus
completamente esterrefatto.
-Ma
per farti uno scherzo, non è ovvio?-
Nda:
Eccomi
qui!!! Scusate per il ritardo e se non ho ancora risposto alle vostre
recensioni, ma a breve ho un esame difficilissimo e importantissimo e
ho davvero pochissimo tempo per stare al pc.
Continuo
a dire che mi piacerebbe avere maggiori commenti da parte vostra, non
riesco a capire se le OS piacciono, fanno pena, se dovrei
ritirarmi...insomma, sono un po' confusa XD
Oggi
vado di frettissima e non ho il tempo di aggiungere nulla, ma ci
tenevo a pubblicare. Grazie a tutti quelli che mi seguono e mi
recensiscono, giuro che appena avrò il tempo di fare
qualcosa che
non sia studiare, respirare, studiare, mangiare e studiare vi
risponderò :)
Sempre
vostra,
Miss
|
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Capitolo 5 *** A terrible joke almost deadly ***
A
terrible joke almost deadly
Aprile
1974
Era
una bella giornata d'aprile e finalmente l'aria stava
iniziando a riscaldarsi; tuttavia, Severus Piton non aveva voglia di
gustarsi questa novità meteorologica. Così, lui e
Lily stavano
facendo i compiti, anche se Lily in verità avrebbe tanto
voluto
stare all'aria aperta. Ma si sentiva in colpa per essere uscita con
le sue amiche (e questo includeva Potter purtroppo) quel pomeriggio
di gennaio, anche perché poi Severus aveva dovuto saltare le
due
uscite seguenti, perché ammalato entrambe le volte, e
così non
avevano potuto recuperare; per questo motivo aveva acconsentito ad
andare in biblioteca. Inoltre Lily si era ingenuamente fatta scappare
che anche James aveva fatto parte del gruppo con il quale era uscita
e Severus si era mostrato chiaramente contrariato, per non dire
infuriato. Lily, dal canto suo, avrebbe voluto dire che anche a lei
gli amici di Severus non piacevano, anzi, che li disapprovava
totalmente: trovava che ci fosse qualcosa di sinistro in quel
Mulciber, e pensava seriamente che Avery avesse qualche problema
mentale. Ma non lo diceva a Severus; ultimamente litigavano
così
spesso che Lily non aveva voglia di iniziare altre discussioni.
-Mi
presti l'inchiostro? L'ho finito- sussurrò ad un certo punto
Lily,
ma Severus pareva distratto; il suo sguardo non era posato sul tomo
di Trasfigurazione, ma su un punto oltre le spalle di Lily.
-Sev?-
chiamò ancora, ma vedendo che l'amico non rispondeva, si
voltò per
seguire la direzione del suo sguardo, e scoprì che Severus
stava
guardando Sirius Black, seduto ad un tavolo, sorprendentemente da
solo.
-Perché
fissi Black?- domandò Lily, riuscendo finalmente ad ottenere
l'attenzione di Severus.
-Non
fisso Black. Comunque anch'io non ho più inchiostro, mi
dispiace-
rispose Severus, cercando di mostrarsi tranquillo. Non era la prima
volta, in quegli ultimi mesi, che vedeva Black in biblioteca, spesso
accompagnato da Potter e Minus. E la cosa lo incuriosiva non poco:
era risaputo che quei due non avevano bisogno di studiare per
ottenere ottimi voti, e perciò Severus non poteva fare a
meno di
chiedersi che cosa avessero da fare in biblioteca. Tuttavia,
sospettava che avesse qualcosa a che fare con le misteriose
sparizioni mensili di Lupin: Severus pensava che ci fosse qualcosa di
strano in lui, qualcosa che lo costringeva a lasciare la scuola tutti
i mesi. Per di più, una sera di qualche mese prima aveva
visto Lupin
attraversare il parco con Madama Chips, cosa che aveva aumentato
ancor di più i sospetti di Severus. Alla fine pensava anche
di aver
capito di cosa si trattasse, ma non aveva mai potuto averne la
conferma, pur avendo continuato ad indagare per conto proprio.
-Vado
a prenderlo in dormitorio, allora, se no non posso finire il tema-
stava dicendo Lily spingendo indietro la sedia; Severus si
limitò ad
annuire, e quando lei ebbe lasciato la sala, decise che quello era il
momento giusto per soddisfare la sua curiosità. Si
alzò ed in pochi
passi raggiunse Black, che non l'aveva nemmeno notato.
-Ehi
Black, che cosa ci fai tutto solo qui? Perché non sei fuori
a
molestare qualcuno?- l'apostrofò a bassa voce per non essere
sgridato dalla bibliotecaria.
-Gira
a largo, Piton. Non ho tempo da perdere con te- disse Black,
lapidario. Severus gettò un'occhiata al libro che Black
stava
leggendo, ma lui se ne accorse e lo chiuse di scatto.
-Ti
vuoi fare i fatti tuoi? O te ne approfitti perché sai che
qui non
posso affatturarti?- l'affrontò Sirius, seccato.
-Dimmi
Black, dove se ne va Lupin tutti i mesi? Stai indagando qui su
questo?-
-Non.
Sono. Affaracci. Tuoi- sibilò Sirius, -vattene e lasciami in
pace-
aggiunse, minaccioso; Madama Pince li scrutò seccata, ma non
disse
nulla.
-Oh
avanti, di cosa hai paura? Che i tuoi amichetti ti abbandonino se
spifferi il segreto? Che ti ripudino come ha fatto la tua famiglia?
Regulus mi ha detto certe cose...- insinuò Severus maligno e
seppe
di aver fatto centro, perché vide Black impallidire.
Sirius
si stava davvero arrabbiando, e stava già pensando di
affatturare
seriamente Piton, quando gli venne un'idea migliore.
-Vuoi
davvero sapere dove va Remus, Mocciosus?- domandò Sirius a
quel
punto.
-Sì-
rispose avidamente Severus, senza curarsi del nomignolo che Potter e
Black gli avevano affibbiato anni prima.
-Allora
fra tre sere vai al Platano Picchiatore, premi il nodo che vedi fra i
rami in basso a destra e saprai tutto su Remus. Contento?-
ghignò,
sapendo che fine avrebbe fatto Severus di fronte a quel particolare
Remus. Ma non gli importava: era stufo delle malignità di
Piton,
stufo del suo provocare sempre guai. Ben gli stava se gli fosse
capitato qualcosa, avrebbe finalmente imparato a farsi gli affaracci
propri.
-Non
ti stai prendendo gioco di me, Black?- chiese Severus, stupito di
fronte all'arrendevolezza di Black.
-Assolutamente
no. Sono stufo delle tue domande, almeno così la smetterai
di
seccarci- spiegò Black, con faccia impassibile.
Severus
avrebbe voluto aggiungere qualcos'altro, ma quando vide che Lily era
rientrata in biblioteca, si limitò ad annuire e ad
allontanarsi.
******
Nei
due giorni che seguirono, Severus non fece altro che ripensare alle
parole di Black. Era diviso fra il credergli e seguire le sue
istruzioni e il diffidare, visti i disastrosi trascorsi fra loro.
Poteva essere che si trattasse di una trappola: attirarlo fuori dalla
scuola oltre il coprifuoco per poi spifferare il tutto ad un
insegnante; farsi trovare lì con Potter ed ingaggiare un
duello.
Tutto poteva essere con quei due, ma la tentazione era troppo forte
per poter resistere. Severus si disse che non avrebbero potuto fare
la spia ad un professore senza essere puniti a loro volta, e che per
quanto riguardava il duello non c'era da preoccuparsi, non quando
aveva imparato così tanti incantesimi oscuri da poter tenere
a bada
entrambi. Questo era quello che pensava Severus, ma non sapeva che
Sirius non aveva riferito la cosa a James, anche perché lui
stesso
non ci aveva quasi più pensato, preso com'era dai loschi
pensieri
che da febbraio occupavano la sua mente. Tuttavia, quel sabato sera
Sirius (Remus li aveva appena salutati per poi lasciare la Torre e
raggiungere Madama Chips) si dimenticò che James era
all'oscuro dei
fatti e disse, mentre giocavano pigramente a scacchi davanti al
fuoco, con Peter che sonnecchiava là vicino ed Arizona e
Lily che
confabulavano dall'altra parte della sala comune, lontane da loro:
-Mi
sa che domani con Remus ci sarà anche Mocciosus in
infermeria-.
-Dici?
Perché? Gli hai fatto qualche scherzo e non mi hai
coinvolto?-
domandò James ingenuamente, non sapendo quanto fosse andato
vicino
alla verità.
-In
realtà, sì- ammise Sirius con un ghigno, mentre
il suo cavallo
veniva mangiato e protestava in modo molto volgare.
-E
che scherzo? Mi sento offeso per non aver potuto partecipare-
commentò James fingendosi oltraggiato ma in
realtà contento per la
mossa vincente.
-Gli
ho detto come fare per raggiungere Remus, perché lui
continu...-
-Tu
cosa?!- lo
interruppe James,
alzando la voce.
-Gli
ho detto come fermare i rami del Platano Picchiatore, dato che non la
smetteva di seccarmi con le sue domande- spiegò Sirius,
percependo
che James si stava arrabbiando sempre di più. Ma cosa gli
prendeva?
-Ma
ti ha dato di volta il cervello? Lo sai cosa potrebbe succedere?-
gridò James, balzando in piedi, pronto a correre in
dormitorio a
recuperare la bacchetta.
-Ma
niente, al massimo qualche graffio! E poi ben gli starebbe: sempre a
ficcare il naso nei fatti degli altri...deve proprio smetterla- si
difese Sirius, arrabbiato a sua volta. Pensava che James ne avrebbe
riso con lui, ed invece non era proprio quello che stava accadendo.
-Tu
sei pazzo, Sirius! Vado a fermarlo!- esclamò James,
schizzando verso
la porta del dormitorio; Lily e Arizona lo guardarono stupite, ma non
osarono chiedere nulla, anche perché non avevano ben capito
di cosa
stessero parlando i due.
L'attimo
dopo James era di ritorno, sfrecciò affianco a Sirius senza
degnarlo
di uno sguardo e sparì oltre il buco del ritratto.
-Ma
che succede a James?- domandò Arizona a Sirius, ma lui si
limitò a
incenerirla con lo sguardo, per poi salire in dormitorio sbattendo
forte la porta dietro di sé.
James
non aveva mai corso così velocemente in vita sua. Sapeva che
non
c'era un attimo da perdere, e non gli importava di avere i polmoni in
fiamme e la milza in procinto di esplodere. Per quanto non
sopportasse Piton, nemmeno lui si meritava di morire sbranato da un
lupo mannaro pienamente trasformato. E quell'idiota di Sirius! Ma
come aveva potuto credere che al massimo Piton ne sarebbe uscito con
qualche graffio? Come aveva potuto non pensare che il suo scherzo
poteva causare la morte di qualcuno?
Questi
erano i pensieri di James mentre scendeva una rampa di scale dopo
l'altra, incurante di chi incontrava, fino a giungere al portone
d'ingresso, sul quale quasi si schiantò. Lo trovò
aperto e, senza
stare a interrogarsi sulla ragione della sua fortuna, riprese subito
la sua corsa forsennata attraverso i prati del parco illuminati dalla
luna sfortunatamente piena.
Giunse
al cospetto del Platano Picchiatore, dove trovò Piton
intento a
cercare di fermare i rami con un lungo bastone; ci era appena
riuscito, quando James lo raggiunse.
-Piton!
No!- urlò con il fiato corto. Piton si voltò a
guardalo, con un
piede sul primo gradino.
-Non
mi fermerai, Potter!- gli urlò di rimando, con
un'espressione
trionfante in volto.
-Idiota!
Remus è un lupo mannaro, ci ucciderà se non
torniamo indietro!- gli
spiegò James, annullando con pochi passi la distanza fra
loro;
artigliò un braccio di Piton per trattenerlo, ma lui si
liberò con
uno strattone.
-Lasciami!
Scoprirò la ver...- disse Piton, ma un terribile ululato
pericolosamente vicino a loro interruppe la sua frase.
-Cosa...?-
iniziò a dire Piton.
-Te
l'ho detto, è Remus! Dobbiamo andare via di qui!- insistette
James,
ma in quel momento qualcosa apparve in fondo al tunnel, qualcosa di
orrendamente grosso e peloso, con delle zanne ingiallite e le pupille
da animale.
Senza
perdere un minuto, James tirò via Piton, che era rimasto
immobilizzato a guardare il lupo mannaro; poi premette nuovamente il
nodo con il bastone utilizzato da Piton ed i rami ripresero a
muoversi immediatamente, impedendo a qualsiasi cosa di entrare o
uscire da lì.
Albus
Silente, che era sceso nel parco non appena aveva saputo cosa stava
succedendo, li trovò lì, spaventati a morte ed
increduli d'essere
ancora vivi.
-E
così, signor Piton, ha scoperto il segreto del signor Lupin-
disse,
fissando intensamente Piton negli occhi.
-Signore,
non so come abbia fatto! Ho cercato di fermarlo!- intervenne James,
prima che Piton potesse rispondere.
-Lo
so, signor Potter, il suo è stato un gesto incredibilmente
coraggioso. Quanto a lei, signor Piton, le ordino di non rivelare mai
a nessuno quanto ha appreso questa notte. È di vitale
importanza che
il signor Lupin continui a frequentare questa scuola. Siamo intesi?-
disse Silente, e Piton annuì, fremente di rabbia. Era
infuriato con
Black, per averlo quasi ucciso, con Potter, che stava facendo la
figura dell'eroe, e con se stesso, per essere stato così
stupido.
-Domani
discuterete con i vostri responsabili di casa a riguardo della
punizione, che meritate per aver infranto le regole- aggiunse
Silente, e James aprì immediatamente la bocca per protestare.
-So
che le sembra ingiusto, signor Potter, ma per quanto questa sia una
situazione indubbiamente particolare, voi due avete comunque violato
il coprifuoco e vi siete aggirati per il castello oltre l'orario
consentito. Tuttavia, farò in modo che la punizione non sia
troppo
severa, per entrambi- spiegò Silente, e i due non poterono
fare
altro che annuire.
In
silenzio, i tre ritornarono al castello. Piton si diresse subito ai
sotterranei dopo aver salutato frettolosamente solo il Preside,
mentre James percose un tratto di strada con Silente.
-Signore,
sbaglio o Piton non ha nemmeno detto grazie?- chiese, un tantino
risentito. Non solo aveva rischiato la vita, ma si era preso pure una
punizione per aver impedito che quell'ingrato di Mocciuosus ci
rimettesse la pelle!
-Non
sbaglia, signor Potter, ma temo che al signor Piton
occorrerà molto
tempo per superare quel che è avvenuto. Ora le consiglio di
salire
in dormitorio e farsi una bella dormita, è quel che ci vuole
dopo
una serata del genere- rispose Silente, e James si affrettò
ad
obbedire. Raggiunse la torre di Grifondoro poco dopo, salì
in
dormitorio e dopo aver messo il pigiama s'infilò a letto,
ignorando
completamente Peter e Sirius -soprattutto
Sirius- che gli chiedevano che cosa fosse successo.
Nei
sotterranei, Severus fremeva di rabbia. Aveva sì scoperto il
segreto
di Lupin, ma così facendo aveva dato a Potter l'ennesima
occasione
di mostrare quanto fosse coraggioso ed eroico! Era certo che se ne
sarebbe vantato con i Grifondoro, con Lily...e Severus aveva capito
che a Potter Lily piaceva. E per di più, non poteva neanche
rivelare
alla sua amica quanto aveva scoperto quella notte, così lei
avrebbe
continuato a compatire Lupin, anziché esserne terrorizzata e
disgustata come una qualsiasi persona normale davanti ad un lupo
mannaro.
Nda:
Eccomi
qui gente!!! Scusate il ritardo ma sono stata assorbita da un esame
mega ultra pesante e non ho proprio avuto tempo di venire qui su efp.
Scusatemi anche se non ho ancora risposto alle precedenti recensioni,
ma di nuovo, ho dovuto studiare tantissimo. Giuro che
risponderò al
più presto...intanto imploro perdono! :(
Ora
vorrei dire qualcosa sul capitolo...
Per
prima cosa i loschi pensieri di Sirius ovviamente riguardano Arizona
:P secondo, ho trovato davvero difficile scrivere questa OS
perchè
ci si riferisce ad un fatto narrato dalla Rowling (ovvero il famoso
scherzo di Sirius a Piton), quindi dovevo
attenermi il più possibile alla versione originale ma allo
stesso
tempo non “copiare” troppo...spero mi diciate cosa
ne pensate,
anche se sono “un'autrice” cattiva e ritardataria.
Beh,
anche per oggi è tutto...urlo un GRAZIE
enorme alle mie amate
recensitrici (che ora mi odiano, io lo so) e a tutti quelli che
seguono e leggono in silenzio questa raccolta.
Sempre
vostra,
Miss
|
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Capitolo 6 *** Merlin, save me! ***
Merlin,
save me!
Settembre-Ottobre
1972
Se
glielo avessero mai chiesto, James avrebbe saputo dire esattamente
quando Lily Evans aveva smesso di essere un'insopportabile paladina
della legge -come aveva amato definirla lui -ed era diventata la
persona con la quale avrebbe voluto trascorrere il resto della sua
vita.
Il
terzo anno era cominciato da appena un mese, e nulla lasciava
presagire che sarebbe stato diverso da quello passato. Certo,
circolavano strane voci riguardo a sparizioni di Mezzosangue e
Babbani, e sì, non si poteva negare che ci fosse qualcosa di
strano
nell'aria, ma a parte questo la vita di Hogwarts scorreva
più o meno
regolarmente nell'universo di James. Arizona e Sirius continuavano a
battibeccare senza sosta, a farsi dispetti e in generale cercavano di
procurarsi più danni possibili a vicenda (bastava dire che
appena
una settimana dopo l'inizio della scuola Arizona era finita in
infermeria con le orecchie al contrario e qualche giorno dopo Sirius
aveva fatto la stessa fine con tre nasi al posto di uno), Remus
continuava a cercare di mettere un po' di sale in zucca ai suoi
amici, Peter si godeva la popolarità che l'essere amico di
James e
Sirius gli procurava, e Chastity aveva iniziato ad allenarsi per i
provini delle squadre di Quidditch. Elinor sembrava sempre
più
felice, come se un grosso peso le fosse stato tolto dalle spalle, e
Lily seguitava nell'aggirarsi con Mocciosus. E poi, tutti erano
entusiasti, perché quell'anno avrebbero finalmente potuto
visitare
Hogsmeade.
Si
stava appunto avvicinando la prima uscita al villaggio, quando James
aveva assistito ad una scena che aveva completamente cambiato il suo
giudizio sulla Evans.
Era
un soleggiato pomeriggio di metà settembre, e James, Sirius,
Remus e
Peter si godevano gli ultimi raggi dell'estate seduti all'ombra di
una grande quercia. Chiacchieravano tranquilli, e per una volta James
e Sirius non stavano architettando qualcosa ai danni dei Serpeverde.
Chastity ed Elinor facevano i compiti lì accanto a loro,
mentre
Arizona era finita in punizione con la McGranitt per colpa di Sirius
(cosa di cui lui ovviamente pagato le conseguenze di lì a
breve) e a
dir la verità James si stava un poco annoiando.
Per
svagarsi, prese ad osservare l'ambiente circostante, e soprattutto
gli altri ragazzi che come loro avevano scelto di trascorrere quel
pomeriggio all'aperto.
Tediato,
stava per proporre di andare a combinare qualche danno, quando
qualcosa attirò la sua attenzione.
C'era
un bambino del primo anno che piangeva seduto a terra con la schiena
appoggiata ad un vecchio pino. Si stringeva le ginocchia al petto e
singhiozzava con la testa appoggiata sulle braccia; sembrava
così
triste che persino a James venne voglia di alzarsi e andare a
chiedergli quale fosse il problema, soprattutto perché si
riusciva
ad intravedere la sciarpa di Grifondoro attorno al suo collo.
Effettivamente, gli sembrava di averlo visto allo Smistamento, anche
se al tempo la fame gli aveva impedito di concentrarsi molto sulla
cerimonia.
Qualcun
altro però aveva avuto la stessa idea di James: Lily Evans,
che
stava attraversando il prato per raggiungere le sue amiche, aveva
visto il bambino e dopo un attimo di esitazione si era fermata
davanti a lui.
James
la vide dire qualcosa al maghetto, ma era troppo distante per poter
sentire con precisione le sue parole; dando ascolto al proprio
istinto, disse agli altri che doveva rientrare un attimo al castello
e si allontanò.
Cercando
di passare inosservato -avrebbe tanto voluto poter indossare il
mantello- si avvicinò alla strana coppia per sentire quello
che si
dicevano; si nascose dietro un altro albero lì vicino, e da
quella
posizione le parole gli arrivavano chiare.
-Ti
manca la tua famiglia? È normale, sai, i primi giorni qui a
Hogwarts...- stava dicendo Lily, che si era accovacciata vicino al
bambino.
-Da-davvero?
Mi sento tanto stupido perché mi manca la mia mamma-
replicò il
bambino, singhiozzando piano, -ma nessun altro dei miei compagni
piange come me come una femminuccia!-
-Non
devi sentirti stupido. Non rivedrai i tuoi genitori fino a Natale,
non c'è niente di male se ti mancano- gli fece notare Lily
con
gentilezza.
-Ti
sei fatto degli amici, qui? Aiutano a scacciare i brutti pensieri-
gli domandò poi, ma James vide il bambino scuotere la testa.
-Non
tanti...sai, non riesco molto a fare amicizia. Anche alla scuola
babbana era così- le rispose il bambino, con voce tremula.
-Anch'io
sono andata alla scuola babbana, prima di venire qui. Ma credo che
Hogwarts sia molto meglio!- cercò di rincuorarlo Lily, che
ormai si
era seduta sull'erba, stanca di stare piegata sulle ginocchia.
-E
poi, lo vedi quel ragazzo grassottello laggiù, sotto la
quercia?-
gli domandò, e James vide che stava indicando Peter.
Il
bambino annuì, così Lily proseguì:
-È
del mio anno, e mi ricordo che all'inizio se ne stava sempre da solo
e non parlava mai. Mi sembrava sempre triste, e credo fosse
perché
non aveva amici. Ma un giorno...-
-Un
giorno?- la interruppe il bambino interessato.
-Un
giorno anche lui riuscì a trovare delle persone che gli
fossero
amiche. E da allora sta sempre con loro ed è più
felice. A volte ci
vuole del tempo per trovare dei buoni amici, ma stai certo che alla
fine arrivano- concluse Lily, e James non riusciva a credere alle
proprie orecchie. Sbagliava o la Evans aveva appena definito lui e
Sirius dei “buoni amici”, anche se era risaputo che
non li
sopportava?
-Anche
la ragazza che vedi affianco a lui quando è arrivata qui
aveva delle
difficoltà a trovare delle amiche, perché parlava
poco e era stata
messa in una Casa che non le piaceva. Ma poi, piano piano,
imparò ad
aprirsi con me e con le altre mie amiche e adesso ci vogliamo un
sacco di bene. Non scoraggiarti se ti senti solo...sono certa che
troverai anche tu degli amici fantastici. E poi noi di Grifondoro
siamo i più simpatici!- aggiunse con falsa modestia, per
farlo
ridere un po'. E ci riuscì: non solo il bambino non stava
più
piangendo, ma anzi, aveva un largo sorriso stampato sul volto.
-Domani
posso sedermi vicino a te, a colazione? Mi sei simpatica e...- chiese
il bambino, titubante.
-Ma
certo! E se hai difficoltà con i compiti puoi chiedermi
aiuto. Io mi
chiamo Lily- si presentò Lily, tendendogli solennemente la
mano.
-Io
Eric- le rispose lui porgendole la propria.
Si
strinsero la mano, e dopo quel questo James decise che aveva visto
abbastanza. Ritornò dal gruppetto della quercia, ma pensava
a Lily.
Non aveva mai notato quel suo lato gentile, sebbene si comportasse
sempre cortesemente con tutti, tranne che con lui e Sirius. Sapeva
naturalmente che Lily poteva essere una buona amica, altrimenti
Arizona, Elinor e Chastity non sarebbero state così legate a
lei. E
poi, Lily non era obbligata a stare a sentire le lagne di quel
ragazzino. Poteva tirare dritto e fingere di non aver visto nulla,
non erano affari suoi in fondo. Per la prima volta da quando l'aveva
conosciuto, James si ritrovò a pensare che Mocciosus fosse
fortunato
ad avere Lily per amica.
******
Dopo
aver ascoltato quella conversazione nel parco, James prese ad
osservare Lily cercando di dimenticare tutte le volte in cui avevano
litigato. E scoprì che non era affatto male: sapeva essere
spiritosa
e divertente, ma sotto sotto possedeva anche un lato diabolico. Aveva
mantenuto la promessa di aiutare Eric con i compiti, perché
spesso
James li aveva visti seduti vicini in sala comune o a colazione. E
aveva cercato anche di procurargli degli amici, dato che James
l'aveva vista parlare con gli altri ragazzini del primo anno mentre
indicava Eric. E poi, c'era da dire che quell'anno James aveva
cominciato a notare che le ragazze potevano essere anche carine; per
esempio, pensava che Erin Vance avesse dei bei capelli.
Nel
frattempo, era arrivato il giorno della famosa gita ad Hogsmeade ed i
ragazzini del terzo anno erano tutti su di giri. Le ragazze erano
contente di poter mettere qualcosa di diverso dalla solita divisa
scolastica, ed infatti molte, fra cui anche Elinor e Chastity,
sfoggiavano una bella gonna; naturalmente Arizona no, anzi, aveva
colto al volo l'occasione per indossare i suoi jeans americani
preferiti, tutti scuciti e strappati qui e là per il troppo
uso.
James
si aspettava che Lily andasse con loro, se non altro per via delle
sue amiche, ma quando si radunarono vicino al portone di modo che
Gazza potesse controllare i permessi dei ragazzi del terzo anno,
James vide che Lily se ne stava vicino a Mocciosus. D'un tratto,
mentre la guardava, sentì uno strano movimento nella pancia,
come se
le sue interiora si fossero messe all'improvviso a ballare la salsa.
-Hai
caldo, Jamie? Sei tutto rosso in faccia- fece notare Arizona mentre
Gazza scrutava sospettoso il permesso di Sirius, davanti a loro.
-No,
no, tutto a posto- si affrettò a rispondere James,
continuando a
guardare Lily. Aveva i capelli raccolti in una graziosa treccia, un
cappottino bianco che faceva risaltare il rosso dei suoi capelli e un
carinissimo cappellino dello stesso colore, con un fiore ricamato; le
sue labbra erano piegate in un sorriso radioso, mentre chiacchierava
con Piton, che, chissà perché, sembrava meno
arcigno. Per un
attimo, James fu colto dal folle istinto di andare lì e
chiederle di
unirsi a loro e di lasciar perdere Mocciosus, ma sapeva che l'unica
risposta che avrebbe avuto sarebbero state cinque belle dita stampate
sulla guancia, perciò decise di evitare e seguì
Arizona fuori dal
castello.
Quel
pomeriggio James non vide nulla di Hogsmeade, non realmente: si
sentiva come se gli avessero dato una forte botta in testa o come se
cinque Auror l'avessero Schiantato contemporaneamente.
-Hai
una faccia estremamente stupida oggi, amico. Che ti prende?- gli
chiese Sirius, mentre per la prima volta nella loro vita assaggiavano
la Burrobirra.
-Nulla,
nulla- rispose James, bevendo un sorso per giustificare la mancanza
di una risposta decente.
La
verità era che era sconvolto. Sconvolto perché,
per un attimo (più
di uno, in realtà) aveva pensato che Lily fosse carina. E
gentile.
Dopo
due anni passati a farla innervosire, arrabbiare e qualche volta
anche piangere dal nervoso, James pensava che Lily fosse bella.
Merlino,
salvami...
Nda:
E
dopo mesi di latitanza, eccomi di nuovo qui. Come ho già
accennato
ad alcune di voi, in questi mesi ho avuto un blocco pauroso e non
sapevo proprio cosa scrivere...poi c'è da dire che questo
argomento
Lily-James mi spaventa parecchio, sia perchè è
uno di quelli più
“attesi” sia perchè è davvero
difficile parlare di loro due
senza cadere nel banale o nei soliti cliché. Siate pure
spietati con
me, se pensate che questa OS faccia schifo e che avrei potuto fare di
meglio, ditemelo pure, non mi offenderò, anzi!!! Si pubblica
qui su
efp anche per avere delle critiche, sempre che siano costruttive :)
A
parte questo e a chiedervi scusa per l'immenso ritardo non ho molto
altro da aggiungere, spero più che altro di leggere le
vostre parole
:)
Vi
auguro un felice anno nuovo, passo e chiudo :D
Sempre
vostra,
Miss
|
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Capitolo 7 *** Three weeks later ***
Three
weeks later
Maggio
1974
James
e Remus non rivolgevano la parola a Sirius da tre settimane. Peter
cercava di fare del suo meglio, ma non sapeva bene come comportarsi;
da un lato c'erano James e Remus ferocemente arrabbiati, dall'altra
Sirius che per orgoglio non avrebbe mai ammesso di aver fatto una
scemenza enorme.
Le
ragazze non capivano: in quasi quattro anni non avevano mai visto
l'inseparabile quartetto diviso, e non sapevano neanche quale fosse
la causa del litigio. Per di più Lily pensava che anche
Severus
fosse strano: se ne andava in giro con un ghigno soddisfatto sul
volto, e quando lei provava a domandargli perché fosse
così
compiaciuto, Severus si limitava a stringersi nelle spalle,
accennando a vaghi affari dei Serpeverde.
-È
così strano vederli seduti separati!- commentò
Chastity una mattina
di inizio maggio a colazione.
-Già,
è quasi innaturale pensare che James e Sirius e Remus non si
parlino
da settimane...come se un giorno Silente se ne venisse a tavola con i
capelli neri!- confermò Elinor, che dopo aver finito di
mangiare
aveva raggiunto l'amica al tavolo dei Tassorosso, dove era sempre
bene accetta.
-Sirius
mi fa quasi pena- se ne uscì Arizona, che aveva imitato
l'esempio di
Elinor; solo che lei non aveva ancora mangiato, essendo come sempre
scesa in ritardo.
-Questa
è buona!- ridacchiò Chastity, stupita.
-Sì,
lo so, stiamo parlando di Sirius, però...dai guardatelo,
è lì da
solo con quella faccia da cane bastonato! Chissà che cosa ha
combinato...- si interrogò Arizona, pensierosa.
-Dai
per scontato che la colpa sia sua- provò a difenderlo
Elinor,
spostando la pesante borsa da una spalla all'altra. Era molto tentata
di utilizzare le sue qualità segrete per spiare le menti
degli
amici, ma come sempre si ricordò della promessa che si era
fatta al
primo anno: mai leggere i pensieri dei propri amici, se non in caso
di estrema necessità. Come quando Sirius e James si erano
nascosti
nella Foresta proibita mentre giocavano a nascondino...
-Beh,
Remus non farebbe mai nulla di insensato- commentò Chastity,
osservando James e Remus chiacchierare seduti anni luce lontani da
Sirius.
-Mi
secca dirlo, ma penso che nemmeno Potter c'entri qualcosa questa
volta- disse Lily, arrivata in quel momento. Erano giorni che sentiva
circolare una strana storia che riguardava Potter e Severus e che
c'entrava con il salvataggio della vita di quest'ultimo da parte del
Grifondoro. Ma non era riuscita a cavare niente di più da
Severus, e
non aveva voluto insistere.
-Perché
dici così?- la interrogò Elinor stranita.
Lily
raccontò loro quel poco che aveva appreso da Severus e ad
Arizona
tornò in mente quel sabato sera di tre settimane prima,
quando aveva
visto Sirius e James discutere in sala comune, e poi James correre
via alla velocità della luce.
-E
già, mi sa proprio che come sempre è colpa di
Sirius- confermò,
pensierosa; poi salutò le sue amiche, annunciando che aveva
bisogno
di una sacrosanta tazza di latte e cereali.
*****
Gli
mancavano, era inutile negarlo. Sirius fissò imbronciato la
propria
scodella colma di porridge, ancora intatta davanti a lui.
Aveva
visto James, Remus e Peter sedersi al tavolo di Grifondoro lontani da
lui, e se almeno Peter gli aveva rivolto uno sguardo dispiaciuto,
James e Remus avevano tirato dritto senza degnarlo di un'occhiata.
-Stai
pensando di affogare nel porridge?- gli domandò una voce
divertita.
Sirius alzò gli occhi e si trovò davanti il
sorriso ironico di
Arizona. Era abbastanza stupito: Arizona era la migliore amica di
James, e fra loro c'era stato sempre un cordiale odio. Almeno fino a
febbraio, rimuginò Sirius...
-Perché
no?- ribatté lui scontroso, e Arizona scoppiò a
ridere.
-Sarebbe
una morte ridicola! Già mi vedo i titoli sulla Gazzetta del
Profeta:
“Ragazzo muore sepolto dal proprio porridge”-.
-In
effetti non sarebbe una morte degna- concordò Sirius, tetro.
-Mi
dici che hai combinato?- domandò di punto in bianco Arizona,
iniziando a mangiare.
-Io...-
iniziò a dire Sirius, incerto. Si ritrovò a
desiderare di poter
raccontare tutto ad Arizona, e magari sentirsi dire che non era poi
così stupido.
-Ho
fatto una cosa davvero idiota. Volevo farla pagare a Mocciosus per
tutto e così...così l'ho quasi ucciso- disse alla
fine, incerto.
Immediatamente si sentì più leggero, e non solo
perché si era
tolto un peso dal petto, ma anche perché Arizona era seduta
ancora
lì davanti a lui.
-Mmh,
e questa cosa idiota c'entra con James e Remus, giusto?-
domandò
solamente.
-Sì.
James per fortuna ha capito che avevo fatto una stupidata, ed
è
riuscito a risolvere la situazione prima che fosse troppo tardi. E
Remus...-
-Remus
ne avrebbe pagato in qualche modo le conseguenze?- concluse Arizona
al posto suo.
-Sì-
confermò Sirius, cominciando finalmente a piluccare la sua
porzione
di porridge.
-Capisco...cioè,
più o meno. Però c'è una sola cosa da
fare, mi sa- disse Arizona
dopo qualche attimo di silenzio.
-E
sarebbe?- chiese Sirius speranzoso.
-Ti
devi scusare. Lo so che non vuoi perché sei più
testardo di un mulo
e più orgoglioso di...beh, non so cosa, però
è l'unica cosa che
puoi fare- spiegò Arizona convinta.
-Non
mi vogliono ascoltare- replicò Sirius in tono lamentoso.
-Provaci
lo stesso. Di solito non hai problemi ad imporre la tua fastidiosa
voce agli altri- ridacchiò lei, raschiando ben bene la
scodella per
racimolare gli ultimi cereali, producendo un rumore che di solito
innervosiva Sirius, il quale però in quel momento aveva
altri
pensieri per la testa.
-Non
mi perdoneranno mai- insistette.
-Devi
tentare ugualmente. James e Remus sono buoni, e per qualche motivo
che rimarrà per sempre oscuro alla maggior parte
dell'umanità ti
vogliono bene. Ti perdoneranno, vedrai. Devi solo strisciare un po'
sui ceci e mostrarti pentito. Perché tu sei pentito,
vero?-
indagò Arizona, fissandolo intensamente negli occhi. Sirius
sentì
improvvisamente caldo, anche se non sapeva bene perché. O
forse sì.
-Ehm...sì.
Davvero, sono pentito- rispose alla fine cercando di mostrarsi
convinto e convincente. Arizona lo scrutò ancora per qualche
attimo,
fino al suono della campanella.
-Beh,
sarà meglio per te. Remus fiuta le bugie peggio della
McGranitt-
concluse alzandosi.
Sirius
la guardò allontanarsi per qualche minuto, prima di lasciare
la
tavola a sua volta; avrebbe voluto ringraziarla, ma anche quelle
parole gli rimasero bloccate in gola.
*****
Sirius
cercò l'occasione giusta per parlare con James e Remus per
tutto il
giorno, ma la situazione adatta sembrava non presentarsi mai: dopo
colazione ebbero Erbologia con i Tassorosso, e Chastity fu
così
gentile da sedersi accanto a lui senza chiedere nulla, nemmeno quando
Sirius decapitò con ferocia un innocente cavolo carnivoro
cinese,
che poi tanto innocente non era, dato che aveva tentato per tutta la
lezione di staccare la mano di Chastity; ma questo non giustificava
la violenza con cui Sirius vi si accanì. In compenso il
ragazzo
colse l'occhiata che James e Remus si erano scambiati dopo averlo
visto all'opera, un'occhiata che sembrava voler dire: visto che non
ci si può fidare di lui?
Dopo
Erbologia toccò ad Incantesimi con i Serperverde, e
lì la vista di
Mocciosus che continuava a fissare lui e James con un sorriso
malevolo stampato in volto non aiutò Sirius a far Evanescere
il suo
topo, ma bensì a far apparire dal nulla un intero branco di
rinoceronti imbestialiti, cosa che costrinse la McGranitt a fare
evacuare l'aula per la sicurezza degli studenti; naturalmente questo
gli valse una delle peggiori sgridate della storia, nonché
compiti
di punizione che Sirius non aveva mai ricevuto, essendo stato sempre
molto bravo con le trasfigurazioni. Giunse a pranzo completamente
demoralizzato, ed anche se Elinor si fermò a chiacchierare
con lui
prima di andare al tavolo dei Corvonero, Sirius si sentiva sempre
più
disperato. La Evans poi continuava a fissarlo con sguardo indagatore,
mentre James e Remus perseguitavano nell'ignorarlo.
-Non
so se il momento migliore è stato quando hai fatto schizzare
pezzi
di cavolo carnivoro cinese per tutta la serra o quando uno dei tuoi
tanto amorevoli rinoceronti ha rincorso Avery per tutta l'aula prima
che la McGranitt avesse il tempo di intervenire- commentò la
voce
sarcastica di Arizona che ancora una volta aveva scelto di sedersi
davanti a lui per pranzo anziché unirsi a James e Remus.
Sirius
mugugnò una risposta poco udibile, mentre Arizona davanti a
lui si
riempiva il piatto di tutto quello che le capitava a tiro.
-Deduco
che non vi siete ancora riappacificati- aggiunse poi, lanciando uno
sguardo a James che teneva banco all'altra estremità del
tavolo.
-No.
Senti yankee, perché stai qui a parlare con me
anziché andare da
James?- le domandò curioso.
Arizona
fece spallucce:
-Mi
fai un po' pena. E poi James non è da solo, tu
sì- rispose con
sincerità, e a quelle parole Sirius non trovò
nulla da ribattere.
Nel
pomeriggio ebbero Divinazione con i Corvonero, ed anche in questo
caso Elinor si offrì di fare coppia con lui senza dire una
parola.
-Bene,
ragazzi. Desidero che tutti voi mettiate le vostre predizioni sul
tavolo, ed io ne prenderò qualcuna per leggerne il contenuto
e
valutare la precisione delle vostre capacità divinatorie-
disse la
professoressa Amalthea Lancaster. Era una donna sulla sessantina, con
vivaci capelli biondi sempre cotonati e gli occhi scuri; non era
molto alta, tant'è che anche quando era presente al tavolo
degli
insegnanti si faticava a riconoscerla. Era una brava insegnante,
sebbene Sirius e James avessero sempre dubitato dell'utilità
di
Divinazione, materia che l'anno prima avevano inserito come materia
facoltativa per pura disperazione, dato che non sapevano che cosa
scegliere. Remus e Peter li avevano seguiti per poter seguire il
corso tutti assieme, mentre Lily aveva preferito Antiche Rune,
così
come Chastity. Elinor invece aveva scelto a sua volta Divinazione,
dato che sapeva per esperienza che anche le branche della magia
più
dubbie e insospettabili potevano rivelarsi utili; infine Arizona si
era aggregata al gruppetto di Divinazione perché incuriosita
dalla
possibilità di poter davvero prevedere il futuro, una delle
poche
cose magiche che le era stata nota anche da semplice babbana.
-Non
ho fatto le predizioni- sussurrò all'improvviso Sirius ad
Elinor,
mentre la Lancaster iniziava il giro dell'aula dalla parte opposta.
Elinor
lo guardò preoccupata, non sapendo come aiutarlo.
Sirius
non era in ansia per il fatto di essersi scordato delle predizioni,
più che altro era seccato perché si sarebbe preso
altri compiti di
punizione, oltre a quelli della McGranitt. Quando l'insegnante giunse
al loro tavolo, Sirius non aveva ancora trovato una scusa.
-Perché
qui vedo solo le predizioni della signorina Oliver, signor Black?- lo
interrogò la Lancaster, con le pergamene di Elinor fra le
mani.
-Il
fatto è, professoressa, che io avevo predetto che non avrei
fatto i
compiti, così non li ho fatti davvero. Non potevo mica
sfruttare le
mie capacità di veggente per poter cambiare il corso degli
eventi,
giusto?- rispose Sirius, colto da un lampo di genio. Tutta la classe
scoppiò a ridere, compresa la professoressa Lancaster, e
Sirius vide
che persino James e Remus avevano incurvato le labbra in un mezzo
sorriso. Così, incoraggiato dal fatto che la Lancaster non
gli aveva
dato compiti extra e che la sua battuta aveva fatto sorridere i suoi
amici, Sirius decise che quella sera avrebbe tentato di parlare con
loro.
A
cena era di nuovo seduto da solo, anche se Harry aveva indugiato per
un attimo prima di deviare, e si stava rassegnando al fatto che
persino Arizona aveva deciso di evitarlo quando la ragazza
arrivò,
tutta trafelata e rossa in viso. Le tremavano le mani, e aveva gli
occhi pericolosamente lucidi.
-Yankee!
Che ti succede?- le domandò preoccupato, quando lei gli si
sedette
di fronte. Anche James e Remus, seduti qualche posto più in
là,
avevano notato che Arizona era sconvolta e si misero sull'attenti.
-Niente,
niente. Tutto a posto- rispose, ma non convinse nessuno.
-Dai,
sembra che tu abbia visto la McGranitt e Lumacorno che si baciavano!
Che diavolo ti è successo?- chiese ancora Sirius, indagatore.
-Ho...incontrato
Avery e la sua cricca mentre venivo qui. Se la stavano prendendo con
alcuni bambini del primo anno di Tassorosso e...si divertivano con
delle fatture davvero raccapriccianti. Così sono
intervenuta- iniziò
a raccontare Arizona, con le mani che tremavano sempre di
più.
Sirius provò il folle istinto di stringerle per calmarne il
tremore,
ma si trattenne.
-E
loro mi hanno ricoperta di insulti. E hanno detto che presto la mia
famiglia farà la stessa fine di quella del Kent- aggiunse,
riferendosi ad una tragedia avvenuta qualche giorno prima.
Padre,
madre e due bambini piccoli che abitavano nel Kent erano stati
ritrovati orribilmente mutilati. Né le autorità
babbane né quelle
magiche avevano trovato i colpevoli, ma i maghi più svegli e
perspicaci avevano capito che dietro c'era Lord Voldemort, il mago
oscuro che stava iniziando a seminare il terrore nel mondo magico.
-E
ridevano, capisci? Ridevano mentre parlavano di quei babbani
assassinati! Così ne ho affatturati quanti più ne
ho potuti
beccare...- proseguì Arizona, che grazie alla sua bravura in
Trasfigurazione le fatture le sapeva fare.
-E
considerando che Wilson e quell'altro hanno un cervello in due me la
sono cavata. Però è stato orribile. Lanciavano
incantesimi con il
preciso intento di farmi del male- concluse, un poco più
calma ora
che aveva raccontato l'avvenuto.
Sirius
era furibondo. Con i Serperverde, perché erano immensamente
stupidi.
Con chiunque credeva che un babbano o un mezzosangue non meritasse di
imparare la magia, perché la ragazzina che gli stava davanti
era la
prova vivente che si può essere bravi con la bacchetta anche
se non
si hanno origini magiche. E con Lord Voldemort, chiunque egli fosse,
perché non aveva il diritto di erigersi a giudice del mondo
magico.
La
cena proseguì in silenzio: Arizona era ancora troppo scossa
per
riuscire a parlare d'altro, mentre Sirius si stava chiedendo se nel
gruppetto che aveva attaccato la yankee c'era anche Regulus. Non che
gli importasse...infondo non erano neanche più fratelli...
-Regulus
non c'era, se te lo stai chiedendo- disse lei all'improvviso, come se
gli avesse letto nel pensiero.
-Come
fai a sapere che stavo pensando a lui?- domandò Sirius
perplesso.
-Hai
guardato il tavolo dei Serpeverde, poi quello di Tassorosso, poi me.
Era piuttosto evidente- replicò Arizona con un piccolo
sorriso.
-Tu
mi inquieti- annunciò solennemente Sirius, e non sai in
quanti modi,
aggiunse poi fra se e se.
-Hai
parlato con James e Remus?- chiese Arizona triturando con la
forchetta una povera coscia di pollo.
-Eh...no.
Contavo di farlo stasera in dormitorio- rispose Sirius esitante.
-Ah
beh, se non sento la stanza saltare in aria vorrà dire che
è andato
tutto bene- commentò lei leggera.
-Non
ci conterei, sai. Considerando quello che ho fatto...-
-Andiamo
Sirius, se continui a pensarla così non ti farai mai avanti.
Poi,
se non ti perdonano avrai solo me con cui parlare per tutta la vita,
e questo dovrebbe bastare a farti schizzare su in dormitorio- lo
esortò lei, spumeggiante.
-Terribile
prospettiva. Vabbè, allora vado...- si rassegnò
Sirius; venne
ricompensato da un fugace sorriso da parte di Arizona, sorriso che
gli si stampò stupidamente in mente.
Con
il cuore pesante e lo stomaco attorcigliato per l'angoscia, raggiunse
il dormitorio qualche minuto dopo, ma lo trovò vuoto;
ciò non fece
che aumentare a dismisura la sua ansia, ed era ormai prossimo
all'esaurimento nervoso quando finalmente James e Remus entrarono in
stanza senza Harry e Peter.
-Remus,
James...- esordì, sperando che i due non lo ignorassero come
avevano
fatto per le precedenti settimane; i due si voltarono a guardarlo per
un attimo e, grato di quel grammo di attenzione che era riuscito ad
ottenere, Sirius proseguì.
-Lo
so che ho fatto una cavolata davvero grande. Non avrei mai dovuto
dire a Mocciosus come raggiungere il tuo nascondiglio, Remus. Ma
ero...così arrabbiato. Aveva fatto leva sui miei punti
deboli, aveva
nominato Regulus...e lo sapete cosa vuol dire per me quando qualcuno
fa il suo nome. E non ci ho visto più. In quel momento
volevo solo
fargliela pagare, e non ho pensato alle conseguenze che le mie parole
avrebbero potuto avere. Mi dispiace- disse Sirius, sincero; nella sua
mente gli parve di vedere Arizona che annuiva rassicurante e si disse
che doveva proprio smetterla di pensare a lei.
-Piton
avrebbe potuto morire. E io non avrei mai potuto sopportare il
pensiero di essere stato la causa della sua morte- replicò
Remus
dopo un silenzio talmente lungo che Sirius pensò che non si
sarebbe
mai spezzato.
-Lo
so, davvero Remus, l'ho capito. Ma io sono impulsivo, lo sai...prima
agisco e poi penso- tentò di giustificarsi ancora Sirius;
James
continuava ad osservarlo senza intervenire e Sirius avrebbe dato
chissà che cosa per sapere che cosa gli passasse per la
testa.
Remus
era davvero confuso: da una parte provava una rabbia bruciante per
quello che Sirius gli aveva fatto, dall'altra era pur sempre il suo
migliore amico, quello che non aveva battuto ciglio di fronte alla
sua natura lupesca, anzi.
-Che
cosa ti ha detto Piton su Regulus?- domandò James, prendendo
per la
prima volta la parola.
-Mi
ha ricordato che la mia famiglia mi aveva ripudiato, e che Regulus ne
aveva parlato con lui- rispose Sirius, felice che James gli stesse
parlando di nuovo.
Anche
James era furioso con Sirius, ma se Remus avesse deciso di perdonarlo
lo avrebbe fatto anche lui; dopo tutto era Remus quello che aveva le
ragioni più valide per avercela con Sirius, ragioni che lui
condivideva ed approvava. Ma spettava a Remus l'ultima parola.
Remus
era consapevole che la decisione di perdonare Sirius pesava su di
lui. E così decise: Sirius aveva fatto davvero un'enorme
sciocchezza
che avrebbe potuto costare la vita di Piton, ma c'era da dire che
Piton se l'era anche un po' cercata. Perché doveva
impicciarsi degli
affari loro? Cosa gliene importava di dove andava lui tutti i mesi? E
poi, il subdolo riferimento a Regulus, ben sapendo quanto dovesse far
male a Sirius...sì, Piton non era solo la potenziale vittima
della
situazione. E poi Sirius era Sirius. Era, insieme a James e Peter, la
sua seconda famiglia, e la famiglia resta per sempre, qualsiasi cosa
i membri facciano.
-Ho...ho
capito, Sirius. Ti perdono...non è facile, ma posso provare
a capire
perché tu abbia agito così- disse al termine
della sue
elucubrazioni. Un enorme sorriso si dipinse sul volto di Sirius, che
si trattenne dal saltare addosso a Remus solo perché non
sarebbe
stato nella sua natura...e poi perché James non aveva ancora
detto
la sua.
-James?-
lo interrogò infatti.
-Se
Remus pensa di poterti perdonare e di poter tornare a fidarsi di te,
penso di poterlo fare anch'io- rispose James, meditabondo.
-Oh
bene. Non sarei...stato più lo stesso senza voi due- ammise.
-Come
minimo. Ora, penso proprio che dovremmo trovare il modo di farla
pagare a Avery e compagnia bella per il duello con Arizona- propose
James, in un tentativo di ricostruire il loro rapporto, che era stato
pericolosamente vicino a distruggersi per sempre.
-Concordo.
Non è stato per nulla leale, cinque contro una- si disse a
favore
Remus, comprendendo che quello sarebbe stato il punto di partenza per
riacquistare la fiducia in Sirius.
-Avete
ragione. Aspettatemi un attimo qui, però- replicò
Sirius e l'attimo
dopo era uscito in sala comune, lasciandosi alle spalle Remus e James
abbastanza perplessi.
Trovò
la persona che cercava seduta su un divanetto in compagnia di Lily,
Peter e Harry; Arizona li stava intrattenendo con una curiosa
storiella su Lumacorno e la sua ultima pozione.
-Yankee?-
la chiamò; Arizona si interruppe a metà del
racconto e si voltò
sorpresa a guardarlo.
-Mm?-
rispose interrogativa.
-Non
credo che la stanza salterà in aria- disse Sirius sotto lo
sguardo
stralunato degli altri tre; ma Arizona aveva capito a cosa si stesse
riferendo e replicò:
-Ben
fatto, Mister Gentilezza-.
Sirius
le fece una smorfia che voleva essere un sorriso, poi tornò
in
dormitorio dai suoi amici: avevano un piano da organizzare.
Nda:
So
che sono passati molti mesi da che ho pubblicato l'ultima OS e che
molto probabilmente non ci sarà nessuno a leggere questo
nuovo
capitolo di una storia, che, devo confessarlo, non pensavo avrei mai
più aggiornato.
Posso
dire molte cose a mia discolpa, e sicuramente qualche spiegazione ve
la meritate, che ci siate oppure no. Prima di tutto ci sono gli
impegni che tutti noi abbiamo: nel mio caso mi sto per laureare
(speriamo, mancano due esami) ed è stato davvero un anno
intenso fra
esami, tesi di laurea ed esperienze all'estero (studio lingue
straniere); e purtroppo tutto questo, unito alla vita sociale ed i
problemi di tutti giorni ha sottratto davvero tanto tempo alla
scrittura. Ma oltre a questo, il vero motivo è che non
credevo più
nella storia...le ultime OS che avevo pubblicato non avevano riscosso
molto successo, e questo mi ha scoraggiata tantissimo. Ho cominciato
a pensare che non ci fosse più nessuno per cui valesse la
pena di
continuare ad aggiornare, e così pian piano ho lasciato
perdere
senza volerlo. La mancanza di recensioni mi ha buttata molto
giù,
anche se non dovrebbero essere solo le recensioni a motivarmi. Eppure
è stato così: non mi sentivo più
sicura di me come autrice, non
pensavo che le mie storielle interessassero a qualcuno e
così il
tempo è passato. Ma ora sono di nuovo qui, per vedere se
c'è ancora
qualcuno disposto a seguirmi in questa avventura. Non è per
elemosinare recensioni, è solo per capire se i vecchi
lettori di
questa storia ci sono ancora, se sono ancora interessati a seguire le
vicende di questi personaggi. Se voi ci siete io ci sarò e
continuerò a pubblicare, ma se devo farlo solo per me
stessa...non
so quanto ne valga la pena. Può sembrare stupido, ma quando
non hai
molta ispirazione, non sai se continuare una storia ed hai pochissimo
tempo per scrivere, una della poche cose che può motivare ad
andare
avanti è sapere che c'è qualcuno che aspetta il
tuo nuovo capitolo.
Ebbene, la mia domanda è questa: ci siete, lettori? Vi
appassionano
ancora un po' questi piccoli personaggini o devo lasciar perdere?
Ditemi voi :) Intanto vi chiedo comunque scusa per avervi fatto
aspettare così tanto, senza neanche mettere un avviso, e non
smetterò mai di dirvi quanto mi dispiace.
Detto
questo, devo chiedere scusa anche alle persone che mesi fa addietro
recensirono l'ultima OS: non mi sono mai resa conto di non avervi
risposto, e questa è un'altra cosa di cui dispiacermi.
Credo
di aver finito, per oggi.
Aspetto
di sentirvi, nel bene e nel male
Sempre
vostra, Miss
Miss_Slytherin
|
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Capitolo 8 *** Ink ***
Ink
Dicembre
1973
Ad
Hogwarts faceva un freddo cane. Gli studenti si aggiravano per i
corridoi imbacuccati in molteplici strati di vestiti, avvolti in
pesanti mantelli foderati di pelliccia, le mani protette da spessi
guanti di pelle e i nasi rossi; molti ragazzi soffrivano di una forma
di influenza insolitamente resistente alle cure di Madama Chips e li
si vedeva soffiarsi il naso ripetutamente e interrompere le lezioni
con violenti attacchi di tosse.
Elinor
era miracolosamente sfuggita al contagio, ma Arizona e Chastity non
erano state altrettanto fortunate: quel sabato pomeriggio di
metà
dicembre Chastity era rinchiusa nel dormitorio di Tassorosso, a
soffrire in silenzio sepolta sotto montagne di coperte e attorniata
da pozioni fumanti, mentre Arizona preferiva stare in compagnia,
sebbene malata, e si era piazzata su una poltrona della sala comune,
fra trapunte di lana e rimedi babbani. Lily ogni tanto faceva una
capatina giusto per assicurarsi che Arizona fosse viva, ma per il
resto si teneva ben alla larga da germi e batteri e aveva colto
l'occasione per stare un po' con Severus. E così Elinor era
sola in
biblioteca, indaffarata fra temi di Trasfigurazione e saggi di Storia
della magia; non le dispiaceva starsene un po' per conto suo, e
inoltre si era offerta di aiutare Chastity ed Arizona a stare in pari
con i compiti per via dell'influenza.
Tuttavia,
dopo due ore di cancellature e correzioni, sentiva di dover staccare
un po' la spina; così, stiracchiandosi silenziosamente,
estrasse
dalla borsa la copia della Gazzetta del Profeta che Lily le aveva
dato la sera prima, ed iniziò a leggere.
FAMIGLIA
DI BABBANI SCOMPARSA NEL NULLA, CONTINUANO LE RICERCHE.
Non
si hanno notizie della famiglia Saint Claire, madre, padre e figlia,
da una settimana ormai. La famiglia, che abita nei sobborghi di
Manchester....
Elinor
proseguì nella lettura, sempre più accigliata e
preoccupata man
mano che andava avanti. Ormai gli incidenti e le sparizioni di
babbani erano all'ordine del giorno, e non erano solo i non-maghi ad
incorrere in terribili disastri. Una sottile paura stava dilagando
nel mondo magico, sussurri bisbigliati nei corridoi, sguardi
scambiati fra gli insegnanti, lettere da casa che recavano cattive
notizie...tutto era avvolto da un'aura di sospetto.
Con
l'animo sempre più oppresso, Elinor voltò pagina
per passare ad un
altro articolo dal tono più leggero; era arrivata a
metà, quando
una voce conosciuta disse:
-Hai
dell'inchiostro sulla guancia-.
Remus
Lupin si era avvicinato al suo tavolo, qualche libro fra le mani e la
borsa malconcia sulla spalla; le sorrideva osservandola.
-Oh,
non me ne sono accorta. Hai un fazzoletto?- replicò Elinor,
un filo
imbarazzata; non sapeva perché, ma era da qualche mese che
inspiegabilmente si sentiva sempre un po' nervosa sotto gli occhi
castani di Remus.
Lui
annuì, poi si sedette di fronte a lei e, posati i libri,
estrasse un
lindo quadrato di stoffa bianca dalla tasca della veste. La
osservò
ancora mentre si puliva con gesti delicati, i capelli castani
lasciati liberi sulle spalle e non raccolti nella solita treccia, la
carnagione chiara, gli occhi azzurri ed il sorriso gentile.
È
davvero...graziosa, pensò Remus sentendosi arrossire. Non
era la
prima volta che si sorprendeva a guardare Elinor con occhi diversi, e
sospettava che non sarebbe stata neanche l'ultima.
-Dove
sono gli altri?- chiese lei in un sussurro, strappandolo alle sue
riflessioni.
-Peter
è in punizione con la McGranitt, per via di quei compiti che
non
aveva fatto. Sirius invece è stato abbattuto dall'influenza,
credo
sia in sala comune a dar fastidio ad Arizona e James...beh James non
sai mai dov'è e cosa combina, precisamente- rispose Remus
con
qualche secondo di ritardo, poi domandò a sua volta:
-E
Chastity e Lily?-
-Anche
Chastity si è beccata la febbre, è a Tassorosso a
starnutire. Lily
se l'è filata alla grande per timore di un contagio, credo
sia con
Piton- replicò Elinor, sorridendo al pensiero di James in
giro a
fare danni e di Sirius e Arizona che si beccavano nonostante fossero
conciati male.
-E
tu sei qui sola soletta a fare i compiti- affermò Remus.
-Esatto.
Stavo leggendo la Gazzetta del Profeta, la vuoi?- confermò
Elinor.
Remus scosse la testa.
-No
l'ho già vista, purtroppo. L'articolo in prima pagina...non
è una
bella lettura- replicò lui tetro, ed Elinor
annuì; rimasero un
attimo a guardarsi, ognuno preso dalle proprie speculazioni
sull'altro, ed Elinor stava giusto chiedendosi se non fosse il caso
di sondare un po' i pensieri di Remus per sapere che cosa gli passava
per la mente. Ma Elinor era una persona onesta, e da anni si era
ripromessa di non usare mai le proprie capacità
straordinarie per i
propri fini. Certo, era difficile resistere alla
tentazione...soprattutto in quel momento...ma no, non poteva
comportarsi in maniera così scorretta, non con Remus.
Fu
proprio lui a interrompere per primo quel timido scambio di sguardi,
dicendo con un sospiro:
-Beh,
sarà meglio che mi dia da fare anch'io, con questi temi. Mi
sa che
mi tocca farli pure per Sirius-.
-È
il destino di noi secchioni- convenne Elinor con un piccolo sorriso,
poi entrambi si rimisero a lavoro.
Trascorsero
una piacevole ora in un silenzio rilassato, Elinor tornata a
concentrarsi sul saggio di Storia e Remus preso dal tema di
Trasfigurazione; ogni tanto alzavano gli occhi uno sull'altra, ma era
come se sbagliassero sempre i tempi: quando Remus guardava Elinor lei
aveva gli occhi puntati sulla propria pergamena, mentre quando era
lei a sollevare lo sguardo su di lui Remus era tornato ad occuparsi
del proprio compito. Alla fine Elinor posò la piuma e disse:
-Io
quasi quasi vado. Passo dalla Sala Grande a prendere qualcosa da
mangiare per Chastity e ceno con lei-.
Remus
rimase colpito da quel pensiero così gentile e
replicò:
-Io
resto ancora qui, poi vado a vedere se Arizona ha fatto a pezzi
Sirius o meno-.
Elinor
ridacchiò figurandosi nella mente brandelli di Sirius sparsi
in giro
e gli augurò:
-Buona
fortuna allora. Fammi sapere se devo venire al funerale di Sirius-.
Così
si salutarono ed Elinor fece quanto aveva annunciato: si
recò in
Sala Grande, chiese alla Sprite il permesso di andare nella Sala
Comune di Tassorosso e, ottenutolo, prese una porzione di zuppa alle
cipolle per sé e per Chastity. L'amica accolse con gioia la
sua
venuta, e si accomodarono sul letto della Tassorosso per consumare la
cena.
-Cos'hai
fatto oggi di bello?- la interrogò Chastity con voce resa
nasale dal
raffreddore.
-Niente
di che, ho fatto i compiti in biblioteca. Anche per te e Arizona, se
te lo stai chiedendo- rispose Elinor, conquistandosi un sorriso grato
da parte dell'amica.
-Sola
soletta? Ti sarai annoiata-.
-Non
tanto, e poi verso le cinque è arrivato Remus- rispose lei,
ed un
rossore che sperò fosse attribuibile al calore della zuppa
le colorò
le guance. Chastity se ne accorse, ed uno strano rimescolio le
agitò
lo stomaco a quella vista; cercando di mascherare le proprie
sensazioni, cambiò argomento, iniziando a parlare della
partita di
Quidditch che non aveva potuto giocare a causa dall'influenza.
Sette
piani più sopra, Remus era appena salito alla torre di
Grifondoro
dopo una cena trascorsa a sgridare James per aver fatto crescere a
dismisura le unghie delle mani e dei piedi a due Serperverde del
secondo anno (ecco in quale maniera proficua aveva impiegato quel
pomeriggio) cosa che gli era valsa un'immediata punizione da parte di
Lumacorno.
Entrato
in sala comune, trovò Arizona e Sirius raggomitolati su un
divano,
intenti a discutere su chi avesse attaccato l'influenza a chi.
-Tu
mi hai starnutito in faccia l'altro ieri!- stava dicendo Sirius, con
la faccia sepolta in un fazzoletto.
-Sì
ma non avevo la febbre! È stato un caso che poi sia venuta
anche a
te!- si stava difendendo Arizona, gli occhi che a malapena sbucavano
dalla coperta in cui si era avvolta.
-Me
l'hai attaccato tu!-
-Avevi
solo da schivare i miei germi!-
-Avevi
solo da metterti una mano davanti alla bocca come fanno le persone
civili!-
-Ma
se ero immersa fino ai gomiti nel pus di Bubotubero! Ho pure dato una
testata contro il vaso per colpa dello starnuto!- si difese Arizona,
oltraggiata. Sirius stava per ribattere ancora, quando si accorse
della presenza di Remus, che da dieci minuti si stava godendo quel
simpatico scambio di battute.
-Ehi
Rem. Che fine hai fatto oggi pomeriggio?- l'apostrofò,
decidendo di
lasciar perdere la discussione con Arizona.
-Ho
lavorato per te. Ti ho fatto il tema di Trasfigurazione- rispose
Remus, tenendosi ben alla larga da quella doppia fonte di germi.
-Ti
venero, lo sai?- disse Sirius adorante, poi Arizona chiese:
-E
James che fine ha fatto? Non si è visto per nulla-.
-Ha
portato avanti la vostra degna tradizione di far dispetti ai
Serpeverde. Ora è in punizione con Lumacorno-
replicò Remus alzando
teatralmente gli occhi al cielo.
-C'era
Elinor in biblioteca? Ieri mi ha detto che aveva intenzione di andare
lì, oggi pomeriggio- volle sapere Arizona dopo una serie di
lunghi
starnuti che le valsero un'occhiataccia da parte di Sirius.
-Sì,
c'era- confermò brevemente Remus, ma doveva essere avvampato
parlando, perché Sirius lo guardò stranito.
-Ti
sta venendo la febbre? Sei diventato rosso tutto d'un tratto-.
-Cosa?
No. Ho caldo, tutto qui. Anzi, vado in stanza a togliermi tutti
questi maglioni- rispose Remus troppo in fretta, e l'attimo dopo era
schizzato via.
Arizona
e Sirius erano perplessi.
-Ma
cosa gli è preso?- chiese Arizona.
-Ah
non lo so. Quando hai nominato Elinor è diventato rosso
pomodoro in
faccia!-
-Già.
Ehi, non è che ha una cotta per lei?- fece Arizona colta da
un lampo
di intuizione femminile.
Sirius
tacque, riflettendo. Erano in quell'età in cui si comincia a
notare
le ragazze -James aveva cominciato già al secono anno, a
dire il
vero- e qualche volta in stanza lui e James, e ogni tanto Peter,
avevano fatto dei commenti su questa o quell'altra compagna di
scuola. Ma Remus interveniva raramente, e di certo non aveva mai
nominato Elinor.
-Ma
va, sono amici!- esclamò poi trovando
assurda quell'idea,
come se questo bastasse a chiudere la questione.
Arizona
lo guardò impietosita.
-E
questo cosa vorrebbe dire?-
-Che...che...secondo
me Remus non guarda neanche Elinor in quel senso lì-
cercò
di spiegarsi Sirius.
-Perchè,
non è una ragazza forse? E poi, non perchè
è mia amica, ma è
davvero carina- ribatté Arizona.
-Ma
sì che è una ragazza, lo so! Ma Remus non...ah,
non lo so. Per me
ti sbagli, yankee- fece Sirius, che proprio non riusciva a
immaginarsi Remus innamorato.
-Di
chi state spettegolando?- intervenne James sbucato in quel momento
dal buco del ritratto, dopo aver gentilmente ceduto il passaggio a
Erin Vance, che, chissà come mai, inciampò e si
affrettò ad
allontanarsi da lui.
-Di
Elinor e Remus, ma Arizona farnetica. Allora, in quale degno modo te
la sei presa con le Serpi?- riassunse Sirius e James li
deliziò con
il lungo racconto della sua malefatta.
In
dormitorio, Remus era disteso sul proprio letto, e pensava alla
macchiolina d'inchiostro sulla guancia di Elinor.
Nda:
Ciao
a tutti!!!! Eccomi qui con una nuova one-shot, che spero vi possa
piacere :-) non c'è molto da dire, se non che penso che
ovviamente
anche Remus prima di incontrare Tonks doveva aver conosciuto
qualcun'altra che gli facesse battere il cuore...ed in questo caso
sembra essere Elinor...anche se Chastity ha avuto una reazione
particolare al racconto di Elinor :P beh lascio a voi i commenti, che
saranno taaaaanti taaaanti
vero?? Per me le vostre
recensioni sono importantissime, e continuo a sperare che questa
storia ne riceva sempre di più <3
Intanto
ringrazio pubblicamente (oltre che a farlo poi
singolarmente)
Giuliuli (tesoro sei tornata a recensireeee yuppi!!!) Tintinalie,
littleconny, cristy_black, _Falsa
Pista_ e Hoon21 per aver recensito la precedente one-shot: senza di
voi questo nuovo capitolo non sarebbe letteralmente qui,
perchè mi
ero scoraggiata così tanto da bloccarmi...ma invece GRAZIE a
voi
sono ancora qui <3
Bene,
ho detto tutto. Spero di leggere numerose recensioni (spero che
continuare a ripeterlo in stile messaggio subliminale serva a
qualcosa XD) e ci rileggiamo a breve.
Con
affetto, sempre vostra,
Miss
|
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Capitolo 9 *** Lost ***
Lost
1
Settembre 1972
-Perché,
perché ogni dannato primo settembre deve piovere
così? Perché non
possiamo affrontare un viaggio verso Hogwarts non dico asciutti, ma
almeno non completamente fradici?- si lamentò Arizona
Anderson
afferrando la massa bagnata costituita da i suoi capelli e
strizzandola vigorosamente per tentare di eliminare parte dell'acqua
piovana che vi si era impregnata. Lei e James avevano appena trovato
uno scompartimento libero sull'espresso di Hogwarts, che si stava
mettendo in moto in quel momento per condurli verso il loro secondo
anno. Tuttavia erano da soli: non avevano ancora scorto gli altri
loro amici, forse perché come l'anno precedente Arizona
aveva quasi
perso il treno, e James con lei, dato che aveva avuto la malaugurata
idea di farsi accompagnare dai signori Anderson per provare le brezza
di un viaggio in auto nel traffico di Londra.
-Secondo
me c'è una maledizione su questo giorno- convenne James, che
stava
cercando faticosamente di ripulire gli occhiali dalle goccioline di
pioggia.
-Elinor
sa fare un incantesimo che asciuga i vestiti, non so dove l'abbia
imparato. Magari, quando la troviamo...- disse Arizona, che con un
-Wingardium Leviosa!- ben riuscito aveva piazzato il
proprio
baule sul portabagagli.
-Anzi,
vado a cercare lei e Chastity. Tu resta qui, magari ci stanno
cercando- aggiunse poco dopo, e James annuì.
-Vedi
se trovi anche Remus e Peter. E per favore, se incontri Sirius non lo
affatturare!- le gridò dietro, mentre Arizona aveva
già lasciato lo
scompartimento. Lei sventolò una mano per fargli capire che
lo aveva
sentito, poi si avventurò per il corridoio.
Incredibile
a dirsi, ma il primo che trovò fu proprio Sirius. Se ne
stava
stranamente in mezzo al passaggio, con il baule poggiato a terra,
come se non sapesse bene che cosa dovesse fare.
-Ehi,
Sirius! Che fai lì impalato? Io e James abbiamo trovato uno
scompa...- iniziò a dire Arizona, ma quando il ragazzo si
voltò si
interruppe. Non era Sirius, anche se gli assomigliava in maniera
impressionante. Aveva gli stessi capelli neri e la stessa aria
arrogante che Arizona mal sopportava, ma era più basso di
cinque
centimetri buoni ed era anche più magro.
-...rtimento.
Non sei Sirius, vero?- concluse, un po' meno sicura. Il ragazzo la
scrutò con occhi freddi e distanti, prima di risponderle
quasi
furioso.
-Decisamente
no. E gradirei non essere scambiato per quel traditore di mio
fratello- disse, guardandola male.
-Ah,
tu devi essere...ehm...Rigolo?- domandò allora Arizona, per
nulla
intimorita dall'espressione del ragazzo.
-Regulus!
Il mio nome è Regulus Black!- la corresse lui arrossendo
dalla
rabbia.
-Oh,
scusa, ricordavo male. Sai per caso dov'è tuo fratello,
comunque?
Non vorrei doverlo cercare per tutto il treno...- gli chiese Arizona,
che non aveva evidentemente capito che fra i due ragazzi non correva
buon sangue. Effettivamente Sirius aveva nominato pochissime volte il
fratello durante il corso del primo anno, tant'è che Arizona
si era
persino dimenticata che lui ne avesse uno.
-Non
lo so e decisamente non mi interessa. Ora, se vuoi scusarmi, vado a
cercarmi un posto- le rispose Regulus sgarbato, per poi allontanarsi
trascinando con sé il baule.
-Antipatico...-
borbottò fra se e se Arizona, prima di scorgere in
lontananza la
chioma rosso scuro di Lily Evans e quella nero corvino di Chastity.
Vedendole, lo sguardo le si illuminò e subito
spiccò una corsa
verso di loro che si concluse con un abbraccio travolgente.
-Arizona!
Che bello vederti! Ma dov'eri finita? Io e Chastity abbiamo temuto
che avessi perso il treno!- l'apostrofò Lily mentre tentava
di
districarsi dalle braccia dell'amica per non rischiare il
soffocamento.
-L'ho
quasi perso, a dire il vero! I miei genitori non sanno proprio cosa
sia la puntualità...- spiegò Arizona, mentre
anche Chastity
riprendeva fiato.
-Dove
siete sedute? E dov'è Elinor? Io e James abbiamo trovato uno
scompartimento alla fine del treno...- chiese poi.
-Siamo
proprio qui, e io e Lily stavamo giusto venendo a vedere che fine
avevi fatto! Ci sono anche Remus, Elinor, Sirius e Peter- rispose
Chastity, sorridente.
-Perfetto!
Vado a recuperare James, voi fateci posto- esclamò Arizona e
Lily
alzò gli occhi al cielo:
-È
proprio necessario Potter? Credo che andrò a vedere che fa
Severus...- disse, prima di abbracciare di nuovo Arizona, -ci vediamo
dopo!- aggiunse, per poi allontanarsi lungo il corridoio.
-Quel
Piton non mi piace- disse Chastity arricciando il naso, e Arizona si
ritrovò ad annuire.
-Non
piace neanche a me, ma è amico di Lily...-
commentò, a mo' di
spiegazione. Chastity fece spallucce e rientrò nello
scompartimento;
Arizona ripercorse il corridoio a ritroso e dieci minuti dopo lei e
James erano di ritorno.
Ci
fu un grande saluto generale: Arizona saltò in grembo ad
Elinor, che
ridendo le asciugò i vestiti con un colpo di bacchetta e una
formula
borbottata con un sorriso; James diede due sonore pacche sulle spalle
di Remus e Sirius, che aveva anche dato un pizzicotto ad Arizona a
mo' di saluto, cosa che lei aveva ricambiato con un gentile pestone;
ed infine i due arrivati salutarono Peter, Arizona con un gran
sorriso e James con un'entusiasta stretta di mano.
Poi,
con molta confusione, i due si accomodarono, James stretto fra Remus
e Sirius, Arizona praticamente seduta sulle gambe di Elinor e
Chastity.
-Allora,
come state? Avete passato delle belle vacanze?- domandò
James,
allegro.
Chastity
e Sirius si scambiarono uno sguardo cupo: la prima non poteva
dimenticare lo stretto sgabuzzino in cui i suoi l'avevano costretta a
passare l'estate, soffocante e privo di luce; il secondo non poteva
fare a meno di pensare alle angherie che aveva dovuto subire ogni ora
di ogni giorno di ogni settimana passata in quella maledetta casa di
Grimmauld Place numero 12. Il pensiero di Regulus lo trafisse come
una freccia avvelenata: era lì, sullo stesso treno, e fra
poche ore
sarebbe stato Smistato.
-Io
sì, grazie. Con i miei sono stata nel sud della Francia, un
posto
meraviglioso! Ho visitato molti siti magici interessanti- rispose
Elinor, che in effetti era ancora abbronzata. Si era allenata per
tutta l'estate a fare gli esercizi che il professor Silente le aveva
insegnato e non vedeva l'ora di vedere il preside per mostrargli i
suoi progressi: ora poteva stare nella stessa stanza dei suoi
genitori senza indossare il ciondolo e senza essere costretta ad
ascoltare i loro pensieri, cosa che nessun bambino vorrebbe fare. Non
era molto e sì, aveva grosse difficoltà a non
impazzire nei luoghi
affollati, ma per lei quel piccolo passo era una grande conquista.
-Io
invece sono stato solo qualche giorno al lago. È stato
bello, però-
disse Remus, con un piccolo sorriso. Non voleva ripensare alle
terribili trasformazioni di quei mesi, e preferiva ricordare solo
quei pochi giorni felici trascorsi al lago con i suoi genitori.
-Io
sono tornata in America!- esclamò Arizona felice. Le piaceva
molto
l'Inghilterra e soprattutto aveva sentito molto la mancanza di
Hogwarts, ma non poteva negare che era stato meraviglioso rimettere
piede nella sua terra natia.
La
mattinata trascorse così, fra chiacchiere sulle vacanze
-James notò
che Sirius aveva accuratamente evitato di unirsi alla conversazione,
così come Elinor e Arizona si accorsero che Chastity non
aveva
spiccicato parola sull'argomento- e prima di quanto si aspettassero
arrivò la strega con il carrello del pranzo. Tutti
comprarono
qualcosa e dopo aver mangiato erano ancora più allegri.
Sirius stava
appena cominciando a rilassarsi quando Arizona ebbe la malaugurata
idea di dire:
-Ehi
Mister Gentilezza, ho incontrato tuo fratello prima. Non è
proprio
un mostro di simpatia, ma del resto deve essere una caratteristica di
famiglia-.
Sirius
si irrigidì, e stava per ribattere qualcosa di tremendamente
cattivo
quando Arizona aggiunse:
-Credo
di averlo fatto arrabbiare, sai. L'ho chiamato Rigolo-.
A
quelle parole tutti scoppiarono a ridere, e persino Sirius
sghignazzò
immaginandosi la faccia che doveva aver avuto Regulus di fronte al
suo nome storpiato.
-Hai
fatto bene, yankee- approvò poi.
Il
viaggio proseguì senza ulteriori incidenti, se non si
contava che
Piton era rimasto chiuso in bagno per quasi due ore prima che Lily
fosse in grado di tirarlo fuori; Arizona e Remus immediatamente
puntarono gli occhi su James e Sirius, che dissero di non aver avuto
alcun ruolo nel piccolo contrattempo capitato a
Mocciosus.
Di
lì seguì un lungo battibecco fra Sirius e Arizona
a causa della
gattina di quest'ultima, diventata misteriosamente gialla mentre
Arizona era distratta, battibecco che si concluse con Sirius con tre
adorabili graffi di unghie umane su una guancia, la
gattina
tornata normale e Arizona estremamente soddisfatta.
Remus
ed Elinor avevano appena evitato l'ennesimo incidente diplomatico fra
i due quando giunse il momento di mettersi la divisa, e fu con
orgoglio che Chastity si avvolse la sciarpa di Tassorosso intorno al
collo. Aveva patito le pene dell'inferno a casa a causa della sua
casata, ed ora era pronta a rimarcarne con orgoglio l'appartenenza.
Scesi
dal treno, si accaparrarono più o meno gentilmente una
carrozza -in
realtà James e Sirius sfrattarono Simmons di Tassorosso ed i
suoi
amici, e il tasso fu ben contento di accontentarli considerando che i
due alla fine dell'anno precedente gli avevano fatto spuntare
orecchie da elefante -e fra una risata ed una chiacchiera giunsero ad
Hogwarts, bagnati fradici ma contenti. Elinor e Chastity li
salutarono per raggiungere i propri tavoli e ritrovare i compagni di
casa, ed i cinque Grifondoro presero posto alla loro tavolata;
Arizona si sedette fra Lily, decisamente indispettita per quanto
accaduto a Severus, e James, che non la smetteva di chiedersi quando
avrebbe potuto fare il provino per entrare nella squadra di
Quidditch.
-Ho
fame- si lamentò Arizona.
-Dobbiamo
aspettare che la McGranitt porti dentro quelli del primo anno, e poi
che il cappello canti la canzone- le spiegò gentilmente
Remus.
-Sì,
ma io ho fame- ribadì Arizona come se Remus non avesse
aperto bocca.
-Ma
se sul treno ti sei fatta fuori metà della roba che abbiamo
comprato!- esclamò James esterrefatto.
-Si
ma sono passate cinque ore! Tempo sufficiente affinché il
mio
stomaco si sia svuotato. Quindi, ho...-
-Fame-
concluse Peter al posto suo con un piccolo sorriso; d'altra parte
anche lui non vedeva l'ora di mangiare.
-Esatto
Peter- confermò Arizona e Sirius sbuffò,
spazientito.
-Sei
proprio una piaga yankee. Non puoi aspettare senza lamentarti come
stiamo facendo tutti noi? Devi per forza palesare al mondo quanto il
tuo stomaco sia senza fondo?- l'aggredì sempre
più nervoso man mano
che il momento dello smistamento si avvicinava.
-Si
può sapere cos'hai tu invece? Sei più
intrattabile del solito!-
ribatté Arizona, sempre pronta ad attaccarsi con lui.
-Non
sono più intrattabile del solito!-
-Sì
che lo sei!-
-Ti
ho detto di no!-
-Ecco
la McGranitt- intervenne Lily per sedare gli animi; in effetti la
severa professoressa stava facendo il suo ingresso seguita da una
fila di bambini impauriti.
Dopo
che il Cappello Parlante ebbe intonato la solita filastrocca
(“Ma
quanto ci mette a comporla?!” si stupì James con
il brontolio
dello stomaco di Arizona in sottofondo) la McGranitt estrasse una
pergamena ed iniziò a chiamare i nomi che vi erano scritti.
Il
primo fortunato fu Abernathy, Josh, che finì a Corvonero,
seguito da
Arrow, Jessica, la prima Grifondoro per quell'anno; dopo di lei venne
Balkan, Stefan, Tassorosso, ed infine toccò a Black, Regulus.
James
sentì Sirius irrigidirsi al proprio fianco e Remus
notò che l'amico
si era fatto più pallido del solito; persino Arizona si
accorse che
c'era qualcosa che non andava in Sirius e decise di lasciarlo stare
per il prossimo quarto d'ora.
La
McGranitt aveva posato il Cappello sulla testa di Regulus da appena
qualche secondo quando il verdetto arrivò, chiaro e
cristallino:
-Serpeverde!-
Il
tavolo verde-argento accolse con un applauso il nuovo arrivato, che
vi si diresse a passo spedito e con un mezzo sorriso stampato in
volto, senza guardare in faccia nessuno.
-È
il fratello di Black, quello?- domandò Lily sottovoce ad
Arizona, la
quale annuì senza aggiungere altro.
Dopo
un breve discorso da parte di Silente il banchetto iniziò,
ma al
tavolo dei Grifondoro regnava una strana atmosfera; James si stava
sforzando in tutti i modi di tener banco come al suo solito, ma senza
la collaborazione di Sirius, che si era chiuso in un inquietante
silenzio, la cosa gli riusciva difficile. Lily e Remus conversavano
tranquillamente dei compiti, con qualche intervento da parte di Peter
ed Harry, ma Remus non sembrava molto partecipe, dato che continuava
a lanciare occhiate preoccupate a Sirius; infine Arizona taceva, ma
solo perché era impegnata nella nobile attività
di placare il suo
appetito insaziabile.
Un'ora
dopo le pietanze erano quasi sparite dai tavoli e gli studenti erano
tutti più o meno sazi e soddisfatti; dopo le solite
raccomandazioni
di Silente furono spediti con grande gioia ai propri dormitori.
-James,
ho bisogno del mantello- disse Sirius all'improvviso mentre
affiancava l'amico; sapeva che James aveva il mantello nella borsa di
pelle e non nel baule perché prima sul treno lo avevano
usato per
sequestrare Piton. James inarcò le sopracciglia, perplesso,
ma poi
estrasse il prezioso oggetto e, complice la confusione creata dagli
studenti che si accalcavano per uscire, glielo passò.
Sirius
si fece largo fra la folla, e, inosservato, sparì sotto la
sottile
stoffa; dopo aver dato un'occhiata in giro scorse il prefetto di
Serpeverde che aveva radunato quelli del primo anno e non solo e li
stava conducendo verso la loro sala comune. Sirius non sapeva che
cosa lo avesse spinto a nascondersi per poterli seguire, forse un
insano istinto masochista, ma sta di fatto che si ritrovò a
camminare proprio dietro le spalle di Regulus, che insieme ad
un'altra ragazzina -tale Astrid Yaxley, se non ricordava male-
chiudeva la fila del gruppetto verde-argento.
-Hai
fratelli qui a Hogwarts?- stava chiedendo lei con una fastidiosa
vocetta nasale.
Regulus
esitò appena un attimo prima di rispondere:
-No,
sono figlio unico. Ho solo una cugina- disse, riferendosi a Narcissa.
Il
cuore di Sirius perse qualche battito udendo quelle parole, e stava
già per tornarsene indietro quando qualcun altro intervenne:
-Ma
cosa dici, Black! So per certo che hai un fratello maggiore a
Grifondoro- disse Daniel Avery, che camminava davanti a Regulus
insieme a Piton, Wilson ed altri del secondo anno.
Regulus
serrò le labbra, adirato, e ribadì:
-Per
quanto mi riguarda è come se fossi figlio unico-.
-Ed
è meglio che sia così per te, Black. Quel
traditore di tuo fratello
se ne va in giro con certa gentaglia...mezzosangue, Natibabbani e
chissà cos'altro!- approvò Avery, con una risata;
persino Piton
ghignò soddisfatto.
Era
abbastanza. Decidendo che non c'era motivo di continuare a pedinare
Regulus -che cosa si era aspettato, poi?- Sirius
fece
dietrofront; era così arrabbiato, amareggiato, deluso...fino
all'ultimo aveva sperato...ma no. Doveva rassegnarsi. Aveva perso
Regulus per sempre.
*******
16
Settembre 1972
A
Regulus Hogwarts piaceva: pensava che le lezioni fossero
interessanti, anche se per il momento non avevano fatto nulla di
particolarmente esaltante, e si sentiva perfettamente a suo agio a
Serpeverde. Aveva fatto amicizia con Astrid Yaxley e George McNair,
due del suo anno, e stranamente anche Piton ed Avery del secondo
sembravano gradire la sua compagnia. In poco tempo la sua vita aveva
assunto un ritmo regolare, e nessuno, osservandolo dall'esterno,
avrebbe detto che qualcosa lo turbava. Eppure c'era. Un piccolo,
fastidioso e persistente tarlo gli rosicchiava i pensieri, quasi
togliendogli il sonno. E quel tarlo portava il nome di Sirius.
Aveva
osservato suo fratello in quelle due settimane e lo aveva visto
sempre attorniato dal solito gruppetto: quel Potter, la cui aria
arrogante irritava Regulus oltre ogni dire, la ragazzina bionda che
sul treno aveva storpiato il suo nome, con un sorriso esaltato sempre
stampato in volto, poi un tizio sovrappeso, totalmente trascurabile,
ed un altro ragazzo di Grifondoro, che sembrava piuttosto cagionevole
di salute; e infine anche Chastity Rosier ed Elinor Oliver, che
Regulus conosceva già. Agli occhi di Regulus, Sirius
sembrava
irraggiungibile, circondato dalla solita aura glaciale che lui ben
conosceva; avrebbe voluto parlargli, ma troppe cose lo frenavano. I
suoi genitori e sua madre in primis: gli aveva scritto per
congratularsi del suo smistamento a Serpeverde, ricordandogli di non
mischiarsi con certi traditori del proprio sangue; i suoi nuovi
amici, rassicurati dalle parole da lui pronunciate durante la loro
prima sera a Hogwarts. E infine, c'era il suo orgoglio, il suo
maledetto, ingombrante e ferito orgoglio. Per quanto ne sapeva lui,
Sirius non lo aveva mai cercato durante quelle prime settimane a
Hogwarts, né aveva dato segno di aver preso atto della sua
presenza
a scuola. Perché allora avrebbe dovuto essere lui a fare il
primo
passo? E poi, durante quell'estate, Sirius si era mostrato scostante,
fedelmente attaccato ai propri stendardi di Grifondoro, cosa che
Regulus non poteva tollerare.
E
allora perché stava così male? Perché
avrebbe voluto affatturare
Potter, che sembrava essere diventato il vero
fratello di
Sirius, o tutti gli altri suoi amici, che avevano il privilegio di
potergli stare accanto? Perché non poteva semplicemente
comportarsi
come se non avesse un fratello, come aveva detto ai suoi amici?
Ma
Regulus conosceva la risposta a tutte quelle domande. Infondo, in una
parte segreta del proprio cuore, Regulus voleva bene a Sirius. Era
pur sempre suo fratello, quello che lo faceva ridere con le perfette
imitazioni di Walburga o che a modo suo lo consolava quando i loro
genitori erano troppo severi persino con lui. E Regulus desiderava
disperatamente riavere quel fratello, nonostante le Case diverse,
nonostante i pregiudizi, nonostante tutto.
Così,
aveva deciso di andare a parlargli e aveva atteso a lungo il momento
adatto, anche se era difficile trovarlo lontano dai suoi amici.
L'occasione quasi perfetta si presentò a metà
settembre, mentre nel
pomeriggio la classe di Serpeverde del primo anno stava lasciando
l'aula di Trasfigurazione diretta ad Erbologia; passando per il
prato, Regulus vide suo fratello venire dalla parte opposta, in
compagnia della ragazzina bionda; lui aveva in mano un paio di
guanti, forse dimenticati nella serra durante la precedente lezione,
mentre lei portava fra le braccia un vecchio grembiule sporco di
terra. I due stavano battibeccando su qualcosa -Regulus
intuì che c'entrava un topo morto ed il baule di qualcuno- e
si disse che nonostante la presenza della Grifondoro quella era
probabilmente
l'occasione più adatta per parlare con suo fratello.
Così, dopo un
attimo di incertezza, rallentò il passo lasciando che i suoi
compagni lo superassero, e si fermò ad attendere Sirius. Non
sapeva
bene che cosa gli avrebbe detto, sapeva solamente che avrebbe voluto
stabilire un qualsiasi punto di contatto con lui. Così,
quando i due
gli furono vicini e stavano quasi per passare oltre, Regulus disse:
-Sirius?-
La
ragazzina si fermò, dato che lo aveva udito, ma suo fratello
continuò a camminare; lei, pensando che forse Sirius non
aveva
sentito, lo chiamò a sua volta.
-Mister
Gentilezza, c'è tuo fratello Rigolo qui. Non lo hai visto?-
disse,
ottenendo che Sirius si voltasse verso di lei.
Regulus,
deciso a sorvolare sull'ennesima storpiatura del proprio nome, attese
che Sirius gli rivolgesse la parola, ma lui rispose guardando
solamente la sua compagna di Casa:
-Io
non vedo nessuno. Sbrigati yankee, o faremo tardi a Incantesimi-.
Lei
aprì e chiuse la bocca un paio di volte, senza sapere bene
che cosa
dire, poi si decise e replicò:
-Andiamo,
allora-.
Regulus
vide suo fratello osservare la sua amica piacevolmente sorpreso, come
se non si aspettasse quel gesto di lealtà da parte sua; poi
i due si
allontanarono, senza che Sirius lo avesse degnato di un solo
sguardo.
Era
abbastanza. Decidendo che non c'era motivo di rimanere lì
impalato
-che cosa si era aspettato, poi?- Regulus riprese
il suo
percorso verso le serre; era così arrabbiato, amareggiato,
deluso...fino all'ultimo aveva sperato...ma no. Doveva rassegnarsi.
Aveva perso Sirius per sempre.
Nda:
Eccomi
qui con una nuova OS. So che sono passate quasi due settimane
dall'ultimo aggiornamento e che probabilmente le poche persone che mi
seguivano si saranno dimenticate di me, ma fra la scrittura della
tesi e il generale scoraggiamento dovuto al poco successo riscosso da
questa raccolta ho avuto non poche difficoltà a scrivere
qualcosa di
decente...ma tant'è che sono qui, e spero che questa cosa
vi
possa piacere :) per me il rapporto fra Sirius e Regulus è
stato
caratterizzato da attimi perduti, da occasioni mancate e da tanti,
tanti rimpianti e ho cercato di rendere al meglio quello che sentivo
:)
Grazie
di cuore a Hoon21,
_Falsa Pista_, littleconny e
Giuliuli: sono
state le vostre recensioni a spingermi a continuare, ed ogni volta
che mi sentivo un po' giù e non sapevo cosa scrivere andavo
a
rileggerle per farmi forza. Grazie <3
Sperando
di vedere qualche recensione in più -anche piccina piccina,
non
pretendo tanto XD- vi saluto :)
Al
prossimo aggiornamento, con affetto,
Miss
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