I know you won’t forget about me

di i wish i was a british
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un po' di me ***
Capitolo 2: *** la proposta ***
Capitolo 3: *** Anche questo ***
Capitolo 4: *** IL CAMBIAMENTO ***
Capitolo 5: *** he just takes my breath away ***
Capitolo 6: *** Who can telli me if I'm wrong? ***
Capitolo 7: *** That makes my heart stop ***
Capitolo 8: *** I don't know the way to say goodnight ***
Capitolo 9: *** Now listen to me ***
Capitolo 10: *** getting closer ***
Capitolo 11: *** I can't believe ***
Capitolo 12: *** should I ***
Capitolo 13: *** father and daughter ***
Capitolo 14: *** I know I got a problem ***
Capitolo 15: *** I tip toe around your questions ***
Capitolo 16: *** who we are?!? ***
Capitolo 17: *** era impossibile, impossibile... ***
Capitolo 18: *** Baby you don’t know about me ***
Capitolo 19: *** I'm so scared ***
Capitolo 20: *** hating on me ***
Capitolo 21: *** NOW OR NEVER ***
Capitolo 22: *** Don't have the strength to cry. ***
Capitolo 23: *** I will stand by you forever ***
Capitolo 24: *** I am alone at a crossroads ***
Capitolo 25: *** big girls don't cry ***
Capitolo 26: *** glass ***
Capitolo 27: *** There’s something about this place ***
Capitolo 28: *** walk out my life ***
Capitolo 29: *** The Boys ***
Capitolo 30: *** I let fall my heart ***
Capitolo 31: *** one and only ***
Capitolo 32: *** I’m alive ***
Capitolo 33: *** your love to me feels just like magic ***



Capitolo 1
*** un po' di me ***


- mamma- disse Melissa, mia figlia di quasi tre anni. Mi chiamo Hope, ho venti anni, lavoro in un giornale a Londra.
In una notte di divertimenti sono rimasta incinta. Il padre di Melissa? Era una persona che ritenevo come mio idolo, adesso mi sembra un verme.
Io e la mia migliore amica andammo al concerto della band di cui fa parte, dopo andammo in una discoteca. Ballavamo e ci divertivamo come due pazze. Dopo mi ritrovai lui che mi guardava, anzi mi fissava. Ero al settimo cielo! Si avvicinò a me, dopo vari balli e baci, mi portò in una stanza rossa con un divano di pelle nera. Dopo qualche minuto ero nuda, mi fece sua, velocemente si alzò, mi baciò e mi disse che sono stata brava.
Dopo due settimane ho scoperto di essere incinta. Avevo paura di dirlo ai miei, infondo avevo appena 17 anni.
Quando l’hanno saputo erano distaccati, riuscivo a vedere la loro vergogna negli occhi, ma non mi hanno mai detto di andarmene.
Nel terzo mese mi sono trasferita in un appartamento con due mie amiche, le uniche che sanno chi è il padre di mia figlia.
Ogni giorno la vita mi mette alla prova. Non è facile vedere la fotocopia della persona che odi. Melissa è uguale al padre, non so se essere felice o no, certo lui è bello, è un bastardo. Hanno gli stessi occhi e un sorriso meraviglioso.
A mia figlia serve una figura paterna, ma non sono pronta, non ho né voglia né tempo. In questi tre anni ho passato di tutto, sono stata giudicata ma alla fine nessuno può capire cosa provo. Da quando ho partorito non mi curo più, non c’è bisogno nessuno vorrà una bambina con se.
Melissa è tutto quello che ho, e non mi serve niente altro.
Un giorno andai al lavoro come sempre. Il capo mi chiamò nel suo officio per parlarmi a quattro occhi.
-ho una proposta da farti- disse con tono fermo. -a Londra verranno i One direction e non possono tornare nelle loro case perciò dovranno andare in un hotel.- Solo il nome della band mi fece venire mal di testa. Si lui fa parte di questa band.- La loro manager cerca una ragazza per aiutarla, diciamo portare caffè, fare fotocopie, cose varie.- L’unico pensiero era se mi ha licenziato. - noi vogliamo che tu facessi una specie di spia per noi, ci dice cosa succede.-






 

SALVEEEE ALLORA....
QUESTA STORIA E' UN PO' ... BOH NON SO COME DEFINIRLA
VORREI TANTO SAPERE COSA NE PENSATE ANCHE SE NON VI PIACE,
ACCETTO PURE IDEE


 

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Capitolo 2
*** la proposta ***


 LA PROPOSTA
 


-Perché io? Lavoro qui da un anno, non ho cosi tanta esperienza.- dissi cercando di essere calma, ma infondo morivo. Lo avrei rivisto. Lui di certo non si ricorda di me. Chi sa con quante altre ragazze si è comportato cosi.
-Abbiamo scelto te, perché sei una persona tranquilla, non ti fai notare, ma nello stesso tempo fai bene il tuo lavoro.-Ho iniziato a sudare, mi hanno appena fatto una proposta può cambiare la mia carriera, ma psicologicamente non sono ancora pronta per affrontare problema ‘Zayn Jawaad Malik’, lo stronzo patentato, la persona senza scrupoli, purtroppo la persona che mi svegliò bruscamente mia infanzia. Adesso posso fargliela pagare, rovinargli la vita, in questo momento è tutto ciò che voglio.
-Va bene, quando inizio?-
-Lunedì- disse l’uomo sulla sessantina con un sorriso a trentadue denti. Bene devo iniziare tra 5 giorni.
Quando tornavo dal lavoro andai a prendere Melissa dall’asilo. Vidi giocare con i suoi coetanei, sono fiera di lei, è una bambina molto intelligente e piena di gioia.Mi notò, corse verso me, per poi stringermi forte tra le braccia.
-Mamma oggi abbiamo giocato a chi indovina l’animale e io ho indovinato tre animali, erano gatto, cane e serpente. Sono stata brava!- gridò l’ultima frase.
-Certo che sei stata brava e come trofeo avrai un gelato al cioccolato.-
Aver preso il gelato tornammo a casa. Mandai Melissa nella sua camera per poi raccontare alle mie amiche l’accaduto.

-E tu hai accettato!?!- disse Katy per poi alzarsi e prendere dell’altro caffè.

-Non potevo rifiutare è una proposta

-che ti farà del male. Cazzo Hope non sei pronta per rivederlo!- gridò Emma.

-Non serve gridare, ho già accettato.

-Ma ti sei fumata qualcosa!?!- grido ancora Emma, ma lei non può capirmi.

-Mi serve il tuo supporto morale, non le tue grida!- gridai anch’io, non ho mai litigato con lei e di certo non voglio farlo adesso, poi per colpa di lui.

-Emma ha ragione, non puoi, è troppo presto- disse la bionda.

-Katy ti prego non fare anche tu cosi.

-Se scopre che ha una figlia?- disse Emma

-E’ impossibile, mica la porto al lavoro.

-mai dire mai- disse Katy.

-Quando inizi?

-Lunedì

-E quando inizi a prepararti?

-Prepararmi?

-Non credi di presentarti davanti a loro cosi!?!

-In che senso?

-Hope non offenderti, ma vestita cosi no ti prenderanno mai sul serio- disse Emma

-Dai mia nonna si veste meglio di te- disse come sempre fine Katy.

- Prima di partorire ti curavi, cercavi di essere carina, adesso ti sei lasciata

- Hope da quando non fai shopping?- Chiese Katy interrompendo Emma. Di solito non è cosi, si capisce è arrabbiata, ma alla fine ha ragione, non posso giudicarla perché cerca di aiutarmi.

-Che centra adesso?- chiesi un po’ stufata.

-Ho capito, non lo sai. - In effetti avevano ragione, ma chi se ne frega dai vestiti, ho una bambina, devo pensare a lei, non a me.

-Prima che inizi il lavoro andiamo dal parrucchiere.

-E i soldi?!?

-Ci scommetto che non hai toccato i soldi che ti mandano i tuoi ogni mese. - disse Emma.

-Come fai a saperlo?

-Ti conosco molto bene. - in effetti anche adesso avevano ragione.

Non avevo più voglia di discutere, andai da Melissa che giocava con le barbie. Quando mi vide sorrise cosi mi fece dimenticare tutti i problemi. Misiedi vicino a lei e iniziai a giuocare.

-Mamma? - disse con una nota di tristezza. -

-Si tesoro?

-Mi parli un po’ di papà? Questa domanda la sentivo sempre più spesso, ed è molto difficile da rispondere.

-Lui era molto bravo

-Mi voleva bene?

-Certo che ti voleva bene!

-Me lo descrivi?
Comefaccio a descrivere la persona che cerco di dimenticare!?! Mi alzai, andai verso lo specchio e feci il segno a Melissa di avvicinarsi.

-Cosa vedi?- domandai cercando di essere tranquilla anche se volevo piangere, è difficile, fin troppo difficile per me.

-Vedo me e te. - disse evidentemente confusa.

-Mel sai assomigli molto a tuo padre, quindi ti sbagli, con noi c’è un pezzo di tuo papà. - dissi stringendola tra le mie braccia.

frer 

SALVE GENTE!!!

allora in questo capitolo ho cercato di farvi capire come è la protagonista Hope...niente di particolare.

Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensare della storia (anche i diffetti)...

allora grazie di aver letto!!!

by pucipucipa










 

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Capitolo 3
*** Anche questo ***


La seguente mattina andai al lavoro e mi capo mi disse di andare nel suo ufficio.
-Buon giorno, allora è tutto a posto come ho detto inizi lunedì, però dive dormire per due settimane nell’albergo.- cosa!?! Cioè prima devo rivedere quel tipo adesso devo pure stare 24 ore su 24 ore accanto a lui. Dio ti prego per una sola volta, ti prego ascoltami non riuscirei a stare cosi tanto tempo vicino a lui. Fallo anche per Melissa, ti prego.
-Come scusi?- Non ci potevo credere!
-Le prossime due settimane sono molto impegnative per loro, e abbiamo detto che non sei di Londra quindi … - ecco grazie Dio, come sempre rispondi alle mie richieste.
-quindi devo dormire li, sa che ho una figlia? Non posso lasciarla, ho solo tre anni. - dissi già nervosa, questa situazione non mi piaceva per niente. Ero a piedi, sentivo le gambe tremare, non mi sarei sorpresa se caddi.
-Pensa alla tua carriera e poi il padre sarà con lei. - se sapeva chi è il padre.
-Lui non è con noi - ecco adesso devo parlare della mia vita private.
-Prima di rifiutare pensaci, ci sarebbe qualche amica che ti può aiutare. - la carta con l’amica.
-ok. - sapevo di fare uno sbaglio, non capisco neanche io perché ho accettato.
-grazie, facciamo cosi, questi giorni resta a casa, fai una ricerca sulla band e riceverai un messaggio dove andare.
Tornai subito a casa, ero molto stanca e dovevo preparare il pranzo. Verso le due senti la porta aprirsi, dovevano essere le ragazze.
-Come mai già a casa?-  mi chiese Katy evidentemente sorpresa dalla mia presenza
-Il capo mi ha lasciato a casa. - rispondo senza dare tanta importanza.
-Ti ha licenziato?- disse Emma entrando in cucina.
-No, i giorni prima di partire sta a casa, secondo il capo devo fare una ricerca su di “loro”- dissi schifata, non che non mi piacevano anzi, prima ero una grande directioner.
-Noi ti aiutiamo ma penso che ti ricordi un po’ di cose- disse Katy lasciando lo zaino.
-si, si-
Mangiammo e guardammo Shrek, come ai vecchi tempi. Ricevetti un messaggio da una mia collega dicendomi che lunedì mattina Robert, un altro collega, passa a prendermi.

Dopo cena decisi di parlare con Melissa. Come faccio spiegarle. Non posso dirle “Ciao piccola non ci sarò per due settimane, vado da tuo padre …”. Oddio cosa le dico?! Lei è cosi piccola, fragile e indifesa.
-Chi vuole un po’ di torta?- chiesi dopo aver messo l’ultimo piatto nel lavandino.
-io- gridò il mio angelo. Era cosi tenera quando mangiava, anche se era tutta sporca di cioccolato. Non potevo dirglielo cosi dal nulla, non adesso magari prima di andare al letto.
Finita la torta ci spostammo in soggiorno per poi guardare un animazione come ogni mercoledì sera, oggi sarebbe stato “Ribelle: The Brave”. Melissa si siede in braccio ad Emma e il film iniziò. Sinceramente non l’ho seguito, ero troppo presa dai miei pensieri. Non sono mai stata lontano dalla mia figlia, era già tanto che andava all’asilo. So che posso fidarmi delle mie amiche, infondo erano ragazze responsabili, ma ero pur sempre una madre. Katy mi fece il segno che Melissa si sta per addormentare così decisi di portarla in sua camera.
- Mel ti devo dire una cosa. - dissi mentre le mettevo il pigiama.
- ok, mamma mi fai la treccia? - chiese sbadigliando. La feci sedere il letto e iniziai a pettinarli lunghi capelli neri.
- allora piccola … non ci sarò qualche giorno … ma ti prometto che tornerò presto. - dissi iniziando a farle la treccia.
- no mamma, non lasciarmi anche tu. - disse girandosi verso me, stringendomi in un bellissimo abbraccio.
- ma io non ti lascerò mai, tornerò presto e guarda che non partirò subito. - le dissi accarezzandole i capelli.
- no, tu fai come papà! - disse con gli occhi lucidi.
- non lascerò mai la mia principessa, ti voglio tanto bene. -
- prometti?
- promesso e tu sai che io non ti dico bugie vero?- fece in cenno di si, cosi continuai a farle la treccia. Finito la metti sdraiata sul letto.
- mamma puoi dormire qui?
Mi sdraiai e l’ha abbracciai per poi darle un bacio sui capelli. Cosi mi addormentai.





SALVE
GRAZIE PER LE RECENZIONI
SCUSATE...FORSE NON VI ASPETTAVATE UNA COSA DEL GENERE
SPERO CHE VI PIACCIA
MI FAREBBE MOLTO PIACERE SAPERE COSA NE PENSATE
GRAZIE DI AVER LETTO
BY PUCIPUCIPA

 






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Capitolo 4
*** IL CAMBIAMENTO ***


 
 

Il cambiamento



 

Come sono passati questi giorni. Mentre scendevo le scale con la valigia per andare alla porta d’uscita pensavo a tutto che è successo in così poco tempo. Tre giorni fa le mie pazze amiche mi hanno portato a fare shopping. Era divertente mi sentivo come una ragazza normale. Abbiamo comprato tantissime t-shirt, jeans, tacchi, accessori e tantissime altre cose inutili. Dopo andammo dal parrucchiere. Da quando avevo 15 anni il mio sogno era farmi i capelli rossi. Ero molto indecisa, non mi piacciono più di tanto i cambiamenti, ma alla fine li feci.
 

Quando aprì la porta vidi Robert appoggiato sulla macchina intento a guardare sul cellulare. Dopo avermi visto fece un sorriso e mi venne incontro prendendo la valigia.
- Hope? S- s-stai benissimo, cioè intendo dire … - disse balbettando e confuso.
Da quando Robert, l’uomo tutto sicuro di se non riesce a parlare davanti ad una ragazza?
-Ciao Robert
-Andiamo? - mi chiese fissandomi.
-Si
Durante il tragitto non parlammo più di tanto. Devo ammettere che avevo una cotta per Robert, come le mie colleghe. Lui è un uomo bellissimo, ha i capelli marroni, occhi azzurri, alto, muscoloso, sorriso meraviglioso, intelligente e sempre elegante.
- Hope sei nervosa? - non mi diede neanche tempo per rispondere e ricominciò. - che stupido è ovvio che sei nervosa. - Fece per dire un’altra cosa ma lo fermai.
- Robert stai tranquillo. - mi sorrise imbarazzato e continuò a guidare. Dopo un po’ eravamo davanti ad un enorme edificio.
-Qui fanno le registrazioni.
-E’ stupendo! - dissi mentre guardavo. In effetti era una bella costruzione
-Allora adesso devo scendere … - dissi cercando di scappare di questa situazione.
-Si … ok allora ci vediamo …
-ciao - dissi scendendo dalla macchina, andando verso l’enorme costruzione.
Quando entrai vidi una signora sulla quarantina che mi venne incontro sorridendo.
-Lei deve essere signorina White - sembra molto simpatica e socievole. Semplicemente annuii, ero troppo nervosa.
-I ragazzi non sono ancora venuti
-Va bene li aspetto
-Se vuole la posso accompagnare all’ufficio di signora Pollimon, la manager
-Grazie …
- Eva
-Grazie Eva, per piacere chiamami Hope
L’ufficio era semplicemente meraviglioso, era luminoso. C’era una scrivania, davanti con due poltrone scure. L’armadio scuro era vicino alla parete color panna. Dall’altra parte c’era un divano nero. Prima di entrare presi una coca cola da una macchinetta. L’ansia si fece sentire. Avevo iniziato a sudare, tremavo avevo la sensazione che la stanza diminuisce, mi stava schiacciando. Come mi dovevo comportare con lui? Dovevo essere fredda e distaccata o svolgere il mio lavoro facendo finta di niente? Ero seduta su quel divano da 15 minuti. A volte pensavo di alzarmi e andarmene. La porta si aprì. Il mio cuore impazziva, il respiro si faceva sempre più veloce e a un certo punto si fermò quando lo vidi. Davanti a lui c’era una donna, la manager credo. Una donna bellissima che mi ricordava mia madre. Lui era ancora più bello di quando me lo ricordavo, era … più uomo.
Prima di vedermi scherzava, rideva, vedevo i suoi occhi lucidi, quella luce che mi faceva perdere la testa. Adesso aveva lasciato sul volto il sorriso, ma mi stava fissando.oddio si ricorda di me! No! E’ impossibile, era ubriaco! No! Dio ti prego, solo per una volta ascoltami. Lui non si deve ricordare di me.

 

SALVE, HO AGGIORNATO PIU' PRESTO DEL SOLITO PERCHE' AVEVO PIU' TEMPO E MI SIETE MANCATE...
LO SCORSO CAPITOLO NON VI E' PIACIUTO
MI DISPIACE
SE NON VI PIACE NON CONTINUO...
NON CI SONO PROBLEMI
FATEMI SAPERE

lei è Emma - http://www.pinkblog.it/tag/capelli+rossi

lei è Katy-  http://www.google.bg/imgres?q=bionda+occhi+verdi&um=1&hl=bg&biw=1152&bih=586&tbm=isch&tbnid=Ix7Namfav843YM:&imgrefurl=http://dieta-e-bellezza.myblog.it/archive/2008/04/26/trucco-star-attrici-make-up-look.html&docid=mgvKlFBr17HWRM&imgurl=http://dieta-e-bellezza.myblog.it/media/00/01/1536671021.jpg&w=280&h=350&ei=vYh1ULyLDKPk4QTQvYHACw&zoom=1&iact=hc&vpx=621&vpy=112&dur=1439&hovh=251&hovw=201&tx=127&ty=163&sig=115930513130357480746&page=1&tbnh=121&tbnw=97&start=0&ndsp=23&ved=1t:429,r:4,s:0,i:77

lei è Hope-http://www.google.bg/imgres?q=poppy+montgomery&start=590&um=1&hl=bg&sa=N&biw=1152&bih=586&tbm=isch&tbnid=9d1gfb7bG1kxIM:&imgrefurl=http://www.heraldsun.com.au/ipad/horoscopes-with-jonathan-cainer/story-fn6bn9st-1226399082349&docid=jU66xABBffdLPM&imgurl=http://resources3.news.com.au/images/2012/04/30/1226343/153315-poppy-montgomery.jpg&w=650&h=366&ei=Qoh1UP7iGLDb4QSiy4Bg&zoom=1&iact=hc&vpx=677&vpy=88&dur=323&hovh=168&hovw=299&tx=161&ty=101&sig=115930513130357480746&page=19&tbnh=95&tbnw=168&ndsp=25&ved=1t:429,r:17,s:590,i:59


GRAZIE DI AVER LETTO


 

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Capitolo 5
*** he just takes my breath away ***


  

It’s

in his dna
D
-d-d-dna
It’s
in his dna
And
he just takes my breath away
B
-b-breath away

Flashback

, tanti flashback, milioni di flashback. Sono cresciuta con la musica di questi ragazzi. Per 2 anni sono stati i miei idoli. Mi ricordo quando avevo 15 anni piangevo perché sapevo che non li avrei mai incontrati. Litigavo con la gente, per sino con mia madre per loro, dicevano che sono gay, ragazzi immaturi che non sanno cantare e si fanno ragazze dopo ragazze. Non era vero, per me erano i ragazzi più puri, delicati e simpatici al mondo.

A

 

16 anni sono andata a un loro concerto, ma non mi erano per niente notata. Speravo di incontrare uno di loro, dopo lui si innamora di me, dichiara a tutti il suo amore e alla fine ci sposiamo. Non era successo niente di questo. Sono andata, hanno cantata e me ne sono tornata a casa. Dopo quel giorno mi svegliai dal mio mondo. Ho capito che loro sono solo dei cantanti, però, i miei cantanti, i miei idoli. Quel anno non era dei migliori. Non andavo bene a scuola perché perdevo tempo con le mie fantasie, i miei sogni e desideri. I miei genitori erano preoccupati, pensavano che sono ossessionata, era vero. Cosi mi hanno proposto che se miglioro i miei voti e il mio comportamento sarei andata a un altro loro concerto. Accettai. Adesso se ci penso non so se ho fatto bene.

Mi

 

svegliai dai miei pensieri, erano davanti a me. Le persone che per tanto tempo erano la mia ragione di vita. Erano li. Dio santo.

-

 

Ciao tu devi essere Hope giusto?- feci un cenno di si. La donna mi sorrise continuò.

-

 

Spero che non hai aspettato tanto, c’erano tante fan.

-

 

no - sorrisi debolmente

-

 

Io sono Daria Pollimon, la manager di questi vagabondi qua - disse indicando i ragazzi per poi sedersi sulla sedia nera dietro la scrivania. Fece per continuare ma fu interrotta dal suono del cellulare, ci chiese scusa, dicendo che tra poco sarebbe tornata e uscendo dalla porta.

Io

 

me ne stavo li in piedi a fissarmi le mani o qualsiasi altra cosa sul pavimento. Intanto i ragazzi si erano seduti sul divano, parlavano di qualcosa facendo finta che io non ci sia, fino a quando uno non intervenne.

-

 

Ciao io sono Harry - disse alzandosi e porgendomi la mano. In questi tre anni era diventato molto più attraente, sembrava più maturo.

-

 

So chi sei - dissi a bassa voce

-

 

Sei una nostra fan? - chiese Liam, a quanto pare aveva superato la rottura con Danielle.

-

 

Lo ero - cosa cavolo mi succedeva, non sono mai stata cosi timida nella mia vita. Oddio sentivo uno sguardo, mi penetrava e bruciava. Alzai lo sguardo per capire se mi sbagliavo, no era tutto vero. Lui mi guardava. Quando capi che me ne sono accorta prese il cellulare e iniziò a scrivere qualcosa, sembrava disinteressato.

-

 

Come mai non lo sei più? - mi chiese Niall. Che bella domanda. Hope perché devi complicarti la vita? Potevi semplicemente dire che lo sei e la conversazione sarebbe stata finita li.

-

 

Sono cresciuta e non ho più tempo - risposi.

-

 

Se ci conosci dici i nostri nomi. - disse Louis con tono di sfida, ma nello stesso tempo cercando si cambiare argomento capendo che non ero a mio agio.

-

 

Louis Tomlinson: il divertente- dissi indicandolo, lui mi sorrise e cosi continuai - Niall Horan: l‘irlandese, Liam Payne: il cucciolo, Harry Styles: il riccio e Zayn Malik.

Fini

 

la mia lista e i ragazzi mi guardavano stranita. Mi sentivo come un alieno, ho detto qualcosa che non va? Il mio occhi cadde su Zayn. I suoi muscoli erano più visibili rispetto a qualche anno prima. I suoi occhi erano come sempre misteriosi, non riuscivo a capire niente, i suoi pensieri erano ben ricoperti, quasi invisibili. Il volto era da un uomo, anche se ha solamente 24 anni.

Mi

 

ricordai Melissa. I loro modi di fare sono simili, no, non dovevo pensarci, dovevo lavorare. Il mio piano? Ignorarlo, non darli retta, far finta di niente. Hope sei una persona forte!

-

 

Zayn che cos’è? - mi chiese Harry divertito, interrompendo i miei complessi mentali.

-

 

Come?

-

 

Zayn, come identifichi Zayn? - chiese questa volta Niall.

Come

 

identifico Zayn Jawaad Malik? L’uomo che mi regalò involontariamente la ragione della mia vita? L’uomo che mi fece tanto male, per colui che ho lasciato la mia famiglia? Non lo so o magari lo so ma non sono cose molto carine.

-

 

Il silenzioso? - dissi la prima cosa che mi venne in mente.

-

 

E’ cosi quando non conosce le persone, ma lui non è per niente silenzioso - disse Liam

-

 

Liam fatti i ..provò a dire Zayn, ma fu interrotto dalla manager. Solo la sua voce mi fece venire mille brividi. Mi mancava. Non capisco come solo tre parole mi fanno questo effetto. Vi prego spiegatemelo!

-

 

Allora sono tornata. Vi siete conosciuti?- ci chiese con un sorriso.

-

 

Si - disse Louis.

-

 

Hope da dove sei? - mi chiese lady Pollimon.

-

 

Sono da Manchester - che le bugie abbiano inizio!

-

 

Studi?

-

 

No

-

 

Quanti anni hai?

-

 

20

-

 

Come mai ti sei trasferita a Londra?

-

 

Per questo lavoro

-

 

Capisco mi sembri una ragazza in gamba, vivace e intelligente, direi che lavoreremo bene insieme. Vero ragazzi? - disse la signora. Mi sembrava una donna chiacchierona, mi piaceva. Lasciando a parte che per i suoi anni era bellissima. Daria è media di statura, normale, i capelli sono raccolti in una coda ordinata. La cosa che mi colpi di più sono gli occhi: a mandorla e verdi, il suo sguardo trasmetteva vivacità.

-

 

Beh Hope adesso dovrebbe venire John e porterà a fare un giro all’edificio. Se ci sono problemi o qualcosa non ti è chiaro, io sono a tua disposizione.

-

 

Grazie

-

 

Piacere sono John -disse un ragazzo, sembrava poco più grande di me. Aveva i capelli biondi, un biondo scuro, i grandi occhi verdi trasmettevano curiosità. La maglia nera lasciava intuire che sotto c’era un bel corpo. Era alto come Zayn. Zayn. Ancora lui. Riuscivo a collegare tutto a lui, anche un ragazzo completamente diverso.

-

 

Ciao, sono Hope - dissi stringendoli la mano. Lui continuava a guardarmi curioso, ma nello stesso tempo stupito.

-

 

Tutto bene? - chiesi

-

 

Si, si. Pensavo saresti una ragazza con i brufoli e ormoni a mille. - disse il povero ragazzo.

-

 

Spero che non ti dispiace.- dissi leggermente divertita

-

 

no, no per niente.

John

 

mi fece fare un giro, in quel edificio in un mi sarei persa da sola. Arrivati davanti all’ufficio di Daria ci separammo. E’ un bravo ragazzo. Mi avvicinai alla porta, stavo per bussare, ma senti la sua voce da dentro.

-

 

Si, Louis, sono sicuro che voglio sposare Perrie.

 

It’s in his dna
D-d-d-dna
It’s in his dna
And he just takes my breath away
B-b-breath away

Flashback, tanti flashback, milioni di flashback. Sono cresciuta con la musica di questi ragazzi. Per 2 anni sono stati i miei idoli. Mi ricordo quando avevo 15 anni piangevo perché sapevo che non li avrei mai incontrati. Litigavo con la gente, per sino con mia madre per loro, dicevano che sono gay, ragazzi immaturi che non sanno cantare e si fanno ragazze dopo ragazze. Non era vero, per me erano i ragazzi più puri, delicati e simpatici al mondo.
A 16 anni sono andata a un loro concerto, ma non mi erano per niente notata. Speravo di incontrare uno di loro, dopo lui si innamora di me, dichiara a tutti il suo amore e alla fine ci sposiamo. Non era successo niente di questo. Sono andata, hanno cantata e me ne sono tornata a casa. Dopo quel giorno mi svegliai dal mio mondo. Ho capito che loro sono solo dei cantanti, però, i miei cantanti, i miei idoli. Quel anno non era dei migliori. Non andavo bene a scuola perché perdevo tempo con le mie fantasie, i miei sogni e desideri. I miei genitori erano preoccupati, pensavano che sono ossessionata, era vero. Cosi mi hanno proposto che se miglioro i miei voti e il mio comportamento sarei andata a un altro loro concerto. Accettai. Adesso se ci penso non so se ho fatto bene.
Mi svegliai dai miei pensieri, erano davanti a me. Le persone che per tanto tempo erano la mia ragione di vita. Erano li. Dio santo.
-Ciao tu devi essere Hope giusto?- feci un cenno di si. La donna mi sorrise continuò.
-Spero che non hai aspettato tanto, c’erano tante fan.
-no - sorrisi debolmente
-Io sono Daria Pollimon, la manager di questi vagabondi qua - disse indicando i ragazzi per poi sedersi sulla sedia nera dietro la scrivania. Fece per continuare ma fu interrotta dal suono del cellulare, ci chiese scusa, dicendo che tra poco sarebbe tornata e uscendo dalla porta.
Io me ne stavo li in piedi a fissarmi le mani o qualsiasi altra cosa sul pavimento. Intanto i ragazzi si erano seduti sul divano, parlavano di qualcosa facendo finta che io non ci sia, fino a quando uno non intervenne.
-Ciao io sono Harry - disse alzandosi e porgendomi la mano. In questi tre anni era diventato molto più attraente, sembrava più maturo.
-So chi sei - dissi a bassa voce
-Sei una nostra fan? - chiese Liam, a quanto pare aveva superato la rottura con Danielle.
-Lo ero - cosa cavolo mi succedeva, non sono mai stata cosi timida nella mia vita. Oddio sentivo uno sguardo, mi penetrava e bruciava. Alzai lo sguardo per capire se mi sbagliavo, no era tutto vero. Lui mi guardava. Quando capi che me ne sono accorta prese il cellulare e iniziò a scrivere qualcosa, sembrava disinteressato.
-Come mai non lo sei più? - mi chiese Niall. Che bella domanda. Hope perché devi complicarti la vita? Potevi semplicemente dire che lo sei e la conversazione sarebbe stata finita li.
-Sono cresciuta e non ho più tempo - risposi.
-Se ci conosci dici i nostri nomi. - disse Louis con tono di sfida, ma nello stesso tempo cercando si cambiare argomento capendo che non ero a mio agio.
- Louis Tomlinson: il divertente- dissi indicandolo, lui mi sorrise e cosi continuai - Niall Horan: l‘irlandese, Liam Payne: il cucciolo, Harry Styles: il riccio e Zayn Malik. Fini la mia lista e i ragazzi mi guardavano stranita. Mi sentivo come un alieno, ho detto qualcosa che non va? Il mio occhi cadde su Zayn. I suoi muscoli erano più visibili rispetto a qualche anno prima. I suoi occhi erano come sempre misteriosi, non riuscivo a capire niente, i suoi pensieri erano ben ricoperti, quasi invisibili. Il volto era da un uomo, anche se ha solamente 24 anni.
Mi ricordai Melissa. I loro modi di fare sono simili, no, non dovevo pensarci, dovevo lavorare. Il mio piano? Ignorarlo, non darli retta, far finta di niente. Hope sei una persona forte!
- Zayn che cos’è? - mi chiese Harry divertito, interrompendo i miei complessi mentali.
- Come?
- Zayn, come identifichi Zayn? - chiese questa volta Niall.
Come identifico Zayn Jawaad Malik? L’uomo che mi regalò involontariamente la ragione della mia vita? L’uomo che mi fece tanto male, per colui che ho lasciato la mia famiglia? Non lo so o magari lo so ma non sono cose molto carine.
- Il silenzioso? - dissi la prima cosa che mi venne in mente.
- E’ cosi quando non conosce le persone, ma lui non è per niente silenzioso - disse Liam
- Liam fatti i ..provò a dire Zayn, ma fu interrotto dalla manager. Solo la sua voce mi fece venire mille brividi. Mi mancava. Non capisco come solo tre parole mi fanno questo effetto. Vi prego spiegatemelo!
- Allora sono tornata. Vi siete conosciuti?- ci chiese con un sorriso.
- Si - disse Louis.
- Hope da dove sei? - mi chiese lady Pollimon.
- Sono da … Manchester - che le bugie abbiano inizio!
- Studi?
- No
- Quanti anni hai?
-20
- Come mai ti sei trasferita a Londra?
- Per questo lavoro
- Capisco … mi sembri una ragazza in gamba, vivace e intelligente, direi che lavoreremo bene insieme. Vero ragazzi? - disse la signora. Mi sembrava una donna chiacchierona, mi piaceva. Lasciando a parte che per i suoi anni era bellissima. Daria è media di statura, normale, i capelli sono raccolti in una coda ordinata. La cosa che mi colpi di più sono gli occhi: a mandorla e verdi, il suo sguardo trasmetteva vivacità.
- Beh Hope adesso dovrebbe venire John e porterà a fare un giro all’edificio. Se ci sono problemi o qualcosa non ti è chiaro, io sono a tua disposizione.
- Grazie

- Piacere sono John -disse un ragazzo, sembrava poco più grande di me. Aveva i capelli biondi, un biondo scuro, i grandi occhi verdi trasmettevano curiosità. La maglia nera lasciava intuire che sotto c’era un bel corpo. Era alto come Zayn. Zayn. Ancora lui. Riuscivo a collegare tutto a lui, anche un ragazzo completamente diverso.
- Ciao, sono Hope - dissi stringendoli la mano. Lui continuava a guardarmi curioso, ma nello stesso tempo stupito.
- Tutto bene? - chiesi
- Si, si. Pensavo saresti una ragazza con i brufoli e ormoni a mille. - disse il povero ragazzo.
- Spero che non ti dispiace.- dissi leggermente divertita
- no, no per niente.
John mi fece fare un giro, in quel edificio in un mi sarei persa da sola. Arrivati davanti all’ufficio di Daria ci separammo. E’ un bravo ragazzo. Mi avvicinai alla porta, stavo per bussare, ma senti la sua voce da dentro.
-Si, Louis, sono sicuro che voglio sposare Perrie
.


SALVE IERI SERA AVEVO MESSO IL CAPITOLO MA DOPO L'HO CANCELLATO
I'M SO SORRY
1-PER IERI SERA
2-IL RITARDO
3-SE NON VI PIACE IL CAPITOLO
ZAYN VUOLE SPOSARE PERRIE!!!!!
SINCERAMENTE NON SO COME VA A FINIRE
MA QUALCHE IDEA CE LO
GRAZIE PER LE RECENZIONI
SPERO DI TROVARNE ALTRE
(ONE DIRECTION IN ITALIA!!! MA SOLO A MILANO E OVVIAMENTE IO NON POSSO ANDARE)
GRAZIE DI AVER LETTO

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Capitolo 6
*** Who can telli me if I'm wrong? ***



 

 
Who can telli me if I'm wrong?
 

Non è bello svegliarsi con le bussa della porta. Non è bello svegliarsi dopo un incubo in cui perdi la propria ragione di vita, nel mio caso Melissa. Ho sognato che Zayn scopre di avere una figlia e me la porta via. Non è bello svegliarsi con il pensiero di dover affrontare la vita. Non è semplicemente bello.
Apri gli occhi lentamente. Ho sempre amato dormire, sono moto legata al mondo degli sogni, ma dovevo raccogliere tutte le mie forze per vedere l’orologio.
All’inizio vedevo tutto sfuocato, la mia vista si migliorò e notai che erano le 8:30. Mi alzai velocemente dato che qualcuno  continuava a bussare. Forse Daria voleva svegliarmi. In questo  lunghissimo tragitto, letto-porta, mi ricordai il giorno prima. Oggi dovevo mostrarmi più forte, più decisa. Più me stessa.
Apri la porta vedendo la persona che stava davanti a me. Sul volto aveva un velo di vergogna, disagio. Cosa voleva da me? Neanche mi conosce e vuole già parlare con me.
Quei occhi cosi belli mi stavano guardando. Quei occhi cosi amati da milioni di directioners erano poco lontano da me.
- Scusa ti ho svegliato- disse con la sua solita voce roca, abbassando lo sguardo e notando che sono ancora in pigiama. Ancora una volta, cosa voleva da me? Harry Edward Styles vuole parlare con Hope Emily White.
- Non ci sono problemi. - dico spostandomi per farli spazio. 
- Daria mi ha mandato di dirti che la colazione è pronta.- disse passando una mano tra i capelli ricci.
- Ah ok
- Posso aspettarti qui?- mi chiese con gli occhi dolci.
- Mmm ok. - dissi andando a prendere i vestiti per cambiarmi in bagno.
- Cosa c’è da fare oggi?- chiedo continuando ad essere fredda.
- Abbiamo un intervista, li verranno le ragazze e Gloria.- disse con tanta dolcezza il nome della bambina. Come sarebbe stato se sapesse di avere un’altra nipote? Che zio sarebbe stato?
- Grazie.- dissi entrando in bagno. Speravo di non dover continuare questo discorso. Mi ricordavo quando ero una directioner, non una semplice fan, una directioner. Una directioner dona il suo cuore a loro, quando non può vederli piange, soffre. Una fan ci resta male, ma non piange, non si sente vuota. Posso dire di essere stata una directioner. 
- Scusa .- disse Harry a un certo punto interrompendo i miei pensieri.
- Perché? Non capisco, non hai fatto niente.
- Per ieri. Non volevo prenderla con te. Mi dispiace.
- Ti capisco, non ci sono problemi.- dico mettendomi i jeans.
- Posso farti un po’ di domande?- chiese dopo il lungo silenzio che c’era.
- Spara.
- come mai a 20 anni sei cosi matura?- Bella domanda Harold. 
Allora a 17 anni il tuo amico mi ha lasciato incinta. Ho dovuto crescere mia figlia solamente con l’aiuto delle mie amiche perché i  miei genitori avevano troppa vergogna di me. In più sono vicino alla persona che non volevo vedere, ah non devo dimenticare che devo conoscere la futura sposa del padre di mia figlia.
- La vita fa cambiare la gente.- decido di rispondere con una stupida frase che non ha niente a che fare on la verità.
- Problemi amorosi o con la famiglia?- mi chiede come se mi conoscesse da tempo.
- Un po’ di tutto.- dico uscendo dal bagno. Lo vedo seduto su una delle sedie, stava fissando la televisione spenta.
- Ah sei già pronta, dai scendiamo- disse alzandosi. Quando vado vicino alla porta d’uscita lui mi ferma. 
- Mi hai perdonato?
- Si Harry, non preoccuparti.- dico facendoli un piccolo sorriso.
- Allora amici?- dice porgendomi la mano. Dio, è la mano più grande che io abbia mai visto.
- Si, amici.- sarà un’amicizia interessante.
 
Io e Harry scendemmo, nella sala c’erano già Louis, Liam e Niall che mangiavano e Daria che parlava al telefono.
- Harry, ci hai provato eh?- dissi Louis beccandosi uno schiaffo dietro la nuca da Daria.
- Hey cosa ho fatto di male?- chiese Louis con tono di bambino appena sgridato. Daria come risposta lo guardò male, facendoli segno che dopo ne parlavano. Daria a quanto pare è come una madre per loro, pronta  sempre a sgridarli, ma nello stesso tempo li fa vedere quanto li vuole bene. Invece se mi ricordo Paul era come un padre. Semplicemente la famiglia perfetta.
Niall intanto stava letteralmente soffocando dalle risate, povero ragazzo.
Dopo neanche 10 minuti scese Zayn, vestito bene, il suo profumo mi mandò in un altro mondo.
- Buon giorno.- disse sedendosi davanti a me. 
- Buon giorno.- dissero tutti in coro.
- Hope che ne dici se sta sera facciamo una piccola ‘riunione’ per conoscerci meglio?- mi chiese Harry. 
- Per me va bene
- Voi due da quando siete cosi vicini?- chiese Liam sorridendo.
- Da sta mattina.- risponde Harry continuando a mangiare.
- Harry se le fai male ti spezzo le gambe. Ci siamo capiti?- disse Daria cercando di essere seria.
 
Sono precisamente le 10 e 17, i ragazzi hanno già iniziato l’intervista, io invece me ne sto dietro a guardarli. Fino a pochi minuti fa correvo da tutte le parti perché Daria non riusciva a trovare il secondo cellulare che continuava a suonare. Quando lo trovai risposi e mi dissero che il prossimo giovedì i ragazzi non faranno Photoshop o qualcosa del genere, quindi giorno libero, ciò significa che andrò a casa e passerò un po’ di tempo con Melissa.
Passarono altri due minuti quando sentì la risata di una bambino, non era quello che mi colpì, ma le sue parole: ‘Mamma, guarda c’è papà’. darei di tutto per sentire queste parole uscire dalle bocca di Melissa. c'est la vie. 
Mi giro e vedo correre una bambina riccia e bionda, con occhi grandi e marroni, il suo vestito viola metteva in risalto la sua carnagione bianca. Dietro la bambina c’era una ragazza che cercava di prenderla, anche lei bionda e bellissima, non credo supera i 24 anni. A quanto pare sono Gloria e Deborah. La ragazza riesce finalmente a prendere la figlia e sia avvicina a me.
- Ciao …. Sei una directioner?- chiede mettendo meglio la bambina tra le sue braccia che cercava di scappare.
- Come hai fatto … ?- chiedo curiosa.
- Anch’io gli guardavo cosi. Piacere sono Deborah e questa peste e Gloria.- disse guardando con amore la figlia.
- Piacere tutto mio, mi chiamo Hope.
- Gloria saluta Hope. - disse Deborah. La figlia a quando pare era troppo timida, si nascose nell’incavo del collo della madre.
- Scusala, è come suo padre. Allora ho detto bene? Sei una directioner? 
-  Diciamo di si. Tu?
- Lo ero fino a quando mi sono messa con uno di loro. Secondo me una vera directioner continua ad esserlo fino a quando si fidanzerà con uno di loro, è una cosa …. - fece per continuare ma la bambina scappò dalla sua presa per poi correre dal padre che la prese a braccia aperte. Dio che scena! Il cronista fece qualche domande personali, riguardo la bambina.
- Gloria vieni qui! - disse Deborah visto che tutto era live. Come risposta la bambina strinse più forte il padre.
- Che teneri!- mi feci scappare.
- Si infatti non si vedono da tanto tempo.
- Ahahaha, già andata da Liam, dio che belli!- disse una voce femminile dietro di me. Mi giro e vedo Perrie ed Eleanor. 
- Ci scommetto che anche a te manca Zayn. - disse la mora.
- Già ance tanto.- disse e dopo si girò verso me. - Ciao non credo di conoscerti. Lavori qui?- disse mostrandomi il suo sorriso. Non l’avevo mai visto dal vivo. Adesso capisco perché Zayn vuole passare tutta la sua vita con lei. Lei è la bellezza in persona, anche se è difficile ammetterlo. 
- Ciao belle ragazze!- disse Daria per poi andare ad abbracciare ognuna di loro. - Avete già conosciuto Hope?- chiese mettendo una mano sul mio braccio.
- In realtà stavano per conoscerci.
- Lei è la mia nuova aiutante, sono sicura che diventerete amiche.
Fece appena finire la frase e i ragazzi sbucarono davanti a noi. Louis andò subito ad abbracciare la sua ragazza e le sussurrò qualcosa all’orecchio, lei poverina arrossì. 
Perrie saltò subito tra le braccia del fidanzato, dopo li regalò un bacio molto passionale. Se devo essere sincera mi  sentivo fuori posto. Mi faceva un po’ male vederli insieme, forse perché lui è sempre padre della mia piccola. 
La scena che mi colpì di più era quella con la giovane famiglia. Liam tenera ancora in braccio la bambina, con la mano libera abbracciò Deborah, dopo le baciò la fronte, alla fine la strinse forte a se.
Vorrei immaginarmi di avere una famiglia come la loro, ma la verità a volte è dura, nel mio caso malefica.
 
Il giorno passò tra interviste e conoscenze. Ho incontrato pure Lux e Lou. Devo ammettere che mi sono molto legata a Lux. Dio quanto è cresciuta, adesso ha 6 anni e va pure a scuola. Le ho promesso che le avrei aiutato con i compiti. Mi ricordo ancora la frase: ’Un giorno vengo da te, facciamo un pigiama party e giochiamo a madre e figlia’. quanta dolcezza in una creatura cosi piccola.
Adesso siamo nel ristorante dell’hotel, sono tra Harry e Deborah. 
- Hope, devo ammettere che sei proprio bella. Vero amore?- disse Perrie. Ma cosa c’entra adesso Zayn. Che momento imbarazzante. Devo ammettere di essere curiosa di sapere cosa risponderà.  
- Si, è vero.- rispose dopo avermi guardata per bene. 
- Sei fidanzata?- continuò la bionda.
- No. - Come mai tutto questo interesse per me?
- Allora ti faccio conoscere un mio amico. Sono sicura che andrete molto d’accordo.- disse per poi intrecciare la mano con quella di Zayn. Come se vuole farmi capire che lui è solo suo.
- Lasciate in pace la mia amica.- disse Harry mettendo un braccio attorno alle mie spalle. Zayn come svegliandosi dai suoi pensieri guardò il braccio di Harry e si girò dall’altra parte infastidito. 
 
Sono le 20:26, sono nella mia stanza sdraiata a fissare il vuoto. 
Perrie non sembra cosi male, un po’ gelosa ma si può capire, è fidanzata con una star, spero solo che non mi faccia problemi. 
Qualche minuto fa ho parlato con Robert, li ho raccontato tutto l’accaduto, anche se non c’era da dire niente. 
Sento bussare sulla porta, vado ad aprire e vedo due bellissimi ragazzi davanti a me. Eh già, sono una ragazza fortunata. I ragazzi di cui vi stavo parlando sono Harry e Niall, ve l’ho detto che sono bellissimi. Non capisco perché sono imbarazzati. 
- Hope, ciao … possiamo chiederti un favore?- chiese Niall torturandosi le mani.
- Si certo, entrate.
- Louis e Zayn praticamente ci hanno sbattuto dalle nostre camere per darsi la pazza gioia con le loro ragazze.- disse Harry arrabbiato.
Come mi sento in questo momento? Male, anche se non c’è un motivo vero e proprio. E’ una cosa normale che Perrie e Zayn vogliono passare un po’ di tempo insieme, magari questa sera, in questo istante Zayn sta facendo il grande passo.
- Possiamo dormire qui? Non possiamo andare da Liam perché anche lui è con la sua famiglia e non c’è spazio. Promettiamo che non disturbiamo e ci facciamo piccoli piccoli.- disse Niall. 
Devo dormire con due super fighi  in una stanza. Oh. Mio. Dio. Mi sento come una ragazzina con ormoni pieni a mille. Cosa rispondo? Cosa penserà Zayn? Ma cosa mi interessa cosa ne pensa Zayn, non c’è niente di male. Perché mi faccio tutti questi problemi se posso semplicemente rispondere con un si o no? 


 
CIAO RAGAZZE
IERI VI HO DETTO CHE AVREI AGGIORNATO LUNEDI O AL MASSIMO MARTEDI
IERI MI SONO SENTITA IN COLPA E MI SONO DATA DA FARE
ED ECCO A VOI IL CAPITOLO
LO SO E’ VENUTO MALE, MA NON VOLEVO FARVI ASPETTARE TANTO
VE LO DICO SUBITO CHE IL RAPPOSTO TRA HOPE E PERRIE SARA’ UN PO’ STRANO, 
PERCHE’ TUTTE LE MIE AMICHE VOLEVANO CHE SIANO AMICHE, MA PIU’ DELLA META’ DI VOI A DETTO NEMICHE
QUINDI CERCHERO’ DI FARE UN AVIA DI MEZZO
SPERO DI NON DELUDERVI
SPERO PURE DI TROVARE LE VOSTRE BELLISSIME RECENSIONI, SINCERAMENTE MI MANCANO
QUI SOTTO CI SONO DUE BELLISSIME FF
VI CONSIGLIO DI LEGGERLE, SONO VERAMENTE GFERFVTRET
 Breaking Down - di Buddy_ 
Live while we're young di miri98 
gLORIA QUESTA E' LA PICCOLA GLORIA

DEBORAH QUESTA E' DEBORAH 


GRAZIE DI AVER LETTO

<3

BY JENNY 



 

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Capitolo 7
*** That makes my heart stop ***



 

she got a little bit carried
away 
 
Nero, rosso e bianco. Gli unici colori che vedo. Nero- dolore, rosso-rabbia, bianco-sorpresa. Alla fine di questa “esperienza” il mio sistema nervoso sarà distrutto, me lo sento. In teoria non mi dovrebbe interessare, lui è libero è libero di fare le sue scelte, la vita è sua, io non sono nessuno per impedirli di rovinarsi la vita. Zayn sposerà Perrie. Zayn e Perrie. Malik e Edwards. Bene. Non ho niente contro la ragazza. Lei è bella. Voglio descriverla meglio ma non so niente di lei. Tre anni fa stavano ancora insieme. Si, tre anni fa Zayn Malik ha tradito Perrie Edwards. Sapevo che stavano insieme, ma non ho mai pensato che la cosa sia cosi seria. Apri la porta, ancora questi occhi su di me. Mi dovevo abituare. 
- Daria è uscita, ci ha detto di aspettarti per andare a pranzo insieme. - disse Liam, alzandosi. 
- Bene. - dissi semplicemente. Non sono mai stata brava a parlare con gli altri, sono una persona di poche parole.
Si vedeva da lontano che nella stanza c’è una forte tensione. Forse gli altri non erano molto d’accordo con la decisione di del loro amico. Gli occhi di Zayn che prima mi guardava erano persi nel vuoto. Louis e Harry aveva le facce rosse, sembravano arrabbiati. Liam e Niall non facevano vedere le loro emozioni. 
- Andiamo.- disse Louis con tono duro.
Usciti dall’edificio andammo in due macchine, guidate da Harry e Louis. Io e Niall eravamo nell’auto del riccio, invece gli altri due con Louis.
 
Siamo da circa 5 minuti nella macchina, Niall fa battute, io a volte rido, anche se i miei pensieri sono tutt’altro che divertenti e Harry invece si trovava nel suo mondo.
- Hope cosa pensi di Perrie? - chiese Harry girandosi verso di me in un nano secondo vidi un ombra nei suoi occhi. Allora, Perrie Edwards: bionda, occhi azzurri, corpo perfetto, decisamente bella; membro delle Little Mix, la band che ha vinto x-factor UK nel 2011, fidanzata/futura sposa di Zayn Malik. Cosa posso pensare di lei? Niente.
- Non puoi dire niente.- disse il riccio. Mi ha letto nella mente?
- Povera ragazza …- sussurrai per non farmi sentire, ma a quanto pare non ci riuscii.
- Povera ragazza? - chiese Harry facendo finta di ridere.
- Si perché la attaccate senza la sua presenza e lei non ha la possibilità di difendersi.- dissi cercando di essere calma. Capisco cosa significa essere giudicati senza potersi difendere.
Nessuno è perfetto, tutti facciamo errori, ognuno di noi giudica e viene giudicato. Perché? Perché abbiamo paura o semplicemente vogliamo essere come quella persona, ma ognuno è diverso. Harry ad esempio, ha paura di perdere il suo amico, cosi cerca i difetti di Perrie.
- Lei lo usa sin dall’inizio. - disse Harry alzando la voce
- Harry! - lo riprese Niall
- Non la conosco - dissi semplicemente.
 
La tensione era altissima, quasi nessuno m,angiava, tranne Niall. E’ il pranzo più silenzioso e imbarazzante al mondo.
- Mi sembra di averti già visto - disse Zayn guardandomi in modo strano.- Sembra che ti conosca da tempo- continuò. Dalla sua espressione si capisce che cercava collegamenti con me nella sua memoria.
Bum fitta al cuore. .Il battito cardiaco si fece sempre più veloce, fino a quando non si fermo. Dio santo, perché mi metti sempre alla prova? 
Iniziai a tossire, probabilmente avevo fare le figure. Perché non riesco a controllarmi? Ah si, perché forse mi ha scoperto!?! Cosa faccio? Perché continua a farmi questo effetto.
Tutti mi guardavano preoccupati, tutti tranne “lui” che con lo sguardo mi valutava. Liam iniziò a carezzarmi la schiena cercando di calmarmi.
- Grazie Liam, mi sento meglio.- dissi sorridendo gentilmente. - Zayn credo proprio che mi hai visto in qualche vostro concerto.- dissi cercando di non vedere le mie emozioni.
- Probabilmente- concluse lei freddo.
- Scusatemi, vado in bagno.- dissi alzandomi.
Entrai in bagno e decisi di inviare un messaggio a Robert riguardo la notizia che ho scoperto. La sua risposta non tardò: “complimenti, continua così <3” cuore? 
 
POV. Zayn
Tante domande senza risposta, tanti problemi senza soluzioni.
Chi è lei? La conosco? Perché si comporta cosi? Le ho fatto una semplice domanda provocandole un enorme disagio.
I ragazzi mi guardavano male. Erano già arrabbiati per la storia con Perrie. Perrie. Siamo insieme da tanto tempo oramai, non mi ricordo più quanto. 5-6 anni?
Le chiederò di sposarmi domani quando viene con Eleanor e Deborah. Secondo tutti sto correndo troppo. Lei è tutto per me, all’inizio c’era l’amore e adesso, solo l’abitudine. La voglio posare perché sono sicuro che mi ama e non mi userà. Ecco ho paura.  Non voglio lasciarla perché ho paura di rimanere da solo. Single non rimenerò per sempre ma le ragazze mi useranno come hanno fatto con Niall e Harry. Louis e Liam sono fortunati ad avere Eleanor e Deborah. Sinceramente invidio Liam e anche tanto, lui ha tutto quello che voglio, una famiglia. Lui, Debby e la piccola Gloria. Non vedo l’ora di vedere la mia nipotina, mi manca tantissimo. A soli due anni sa parlare abbastanza bene, beh almeno si capisce qualcosa. Quando inizio a parlare di bambini con Perrie, lei cerca di cambiare l’ argomento oppure mi dice che siamo troppo giovani.
- Zayn non spaventarla, è il suo primo giorno. - mi disse Liam
- Non ho fatto niente di male.- risposi continuando a mangiare
Vidi Hope tornare a testa bassa, a quanto pare era timida. Non riuscivo a togliere gli occhi da lei. Qualcosa di sovrannaturale mi invitava a guardarla, a scoprire il motivo del suo tormento. Lei mi ricordava qualcosa o meglio qualcuno. 
Non capisco perché vedendola mi sento in colpa. Una colpa che non mi dava pace da tre anni.
 
POV HOPE
Verso le sei andammo all’albergo. C’erano tantissime fans fuori, era abbastanza difficile arrivare all’ingresso principale. Tutte chiedevano autografi, baci, abbracci e foto. Le capisco, capisco le loro emozioni, la felicità che provano. 
Entrando nell’hotel rimasi a bocca aperta davanti a cosi tanto lusso. Il mio povero vocabolario non riuscirà mai a descrivere questa meraviglia.
Una ragazza ci accompagnò fino alle stanze.
- Signori Malik e Horan - disse fermandosi davanti alla porta col numero 312.
- Signori Tomlinson e Styles - disse indicando la stanza di  fronte.
Io e Liam la seguimmo ancora per un pezzo.
- Domani conoscerai tante persone. - disse velocemente il ragazzo. Ma quanto parla veloce!?! Lo guardai confusa provocandoli un sorriso, magari mi ha preso per una deficiente.
- Domani conoscerai tante persone- disse più lentamente. Capita la frase lo guardai ancora più confusa.
- Tante persone?
- Si, domani vengono le fidanzate di Louis e Zayn, e la mia ragazza con mia figlia.- disse sorridendomi. Ero molto indietro con le notizie. Da quando ha formato una famiglia?
- Non lo sapevi?
- No- dissi timida. Che figura! Come hanno fatto Katy e Emma oscurare questo particolare!?! Le uccido!
Arrivammo alla mia stanza, la ragazza mi diede le chiavi.
- Meglio domani li conoscerai. Dai vado, ci vediamo a cena. Ciao. - disse per poi continuare il suo percorso.
Entrai nella stanza, decisi di mettere un po’ a posto le mie cose. C’era un grande letto, le lenzuola erano color rosso sangue. Mi girai su me stessa, notai il bar con tanti bevande alcoliche, la televisione e la porta del bagno credo. La aprii. Le piastrelle nere facevano un bellissimo contrasto con la luce morbida.
Il telefono dell’albergo suonò per dirmi che la cena era pronta. Mi servì un po’ di tempo per formulare la mia risposta, dato che la voce, anche attraverso una cornetta, sia cosi roca, dolce e sensuale.
- Allora signorina White?- continuò.
- No, non ho fame. - dissi. La mia voce sembrava di una ragazzina in piena crisi ormonale.
- Ci sono dei problemi? Si sente bene?- “Beh se continui a parlare svengo” pensai.
- Beh se con … ah si, si sto bene.- dissi velocemente. Ma cosa stavo per dire!?!
- Allora buona notte.- disse leggermente divertito. Che figura!!!
Erano le otto, decisi di sentire come sta Melissa. Chiamai Katy.
- Hey ciao, come va?- mi chiese la mia migliore amica.
- bene, bene. Invece da voi? Come sta Melissa?- le chiesi preoccupata.
- E’ un po’ difficile senza di te ma ce la stiamo cavando. Adesso Emma le fa la doccia.- il mio cuor che si fermò per qualche secondo riprese a battere. L’hai visto?- mi chiese seria. Mi limitai di rispondere con un si, misto tra dolore, tristezza, ma sinceramente anche con un briciolo di felicità.
Continuammo a parlare, Katy mi disse che Mel continuava a chiedere quando sarei tornata. Il cuore mi stringeva al solo pensiero di farle del male, ma ce la facciamo, mancavano 13 giorni. Decisi di non parlare con mia figlia per non farle ancora più male, al meno non questa sera.
Dopo la chiamata andai farmi la doccia. Era rilassante, l’acqua scivolava sul mio corpo portando con se lo stress ottenuto nel giorno.
Mi cambiai e andai subito nel letto, chiusi gli occhi immaginando … e che cavolo, qualcuno bussava sulla porta. Mi alzai e la apri e vidi Daria.
- Ciao, come mai già a letto? Sei stanca? I ragazzi mi hanno detto che non scesa per la cena.
- Buona sera, sto bene grazie.- dissi facendole spazio per entrare.
- Non essere cosi ufficiale con me. Come ti sono sembrati i ragazzi?- chiese con un sorriso sul volto.
- Sono simpatici.
- Non solo … all’inizio ti possono sembrare dei deficienti viziati, ma sono dei bravi ragazzi, anche le loro ragazze sono simpaticissime. Ah si domani li conoscerai. Dai ti lascio riposare. A domani mattina tesoro. Riposati e buona notte.- disse accarezzandomi il braccio per poi uscire. Se pensavo che Liam parla velocemente Daria batte tutti i record.
Troppe informazioni ed emozioni in un solo giorno.
Ritornai nel mio caldo letto. Mi addormentai con il pensiero che domani avrei incontrato Perrie. Sarebbe stata un giornata pesante. Che tipo di persona è Perrie Edwards? Se nota come guardo Zayn, con odio intendo, con profondo odio, cosa avrebbe fatto? 
 
 
 
 
 
 
 
hey salve ragazze
prima di tutto voglio ringraziare 
 
directioner1994
il banner è sua opera
perciò GRAZIE MILLE MONICA!!!!
ho una cosa molto importante da chiedervi senza la quale non posso andare avanti con la ff
Hope e Perrie: amiche o nemiche?
vi prego mi serve il vostro aiuto!!!
questa decisione può cambiare completmente la ff
beh grazie di aver letto :)

 
 
 
p.s. ragazze devo sapere cosa ne pensate, recensite o inviatemi messaggi. Devo sapere!!! vi prego!! se no non posso andare avanti...

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Capitolo 8
*** I don't know the way to say goodnight ***




 



Ricapitoliamo, due dei miei vecchi idoli sono nella mia stanza e mi chiedo se possono dormire con me, cioè nella stessa camera, e io sto ferma come un idiota e li fisso. Ma che fortuna ho!?!
Proprio in quel istante sono felice e spaventata. Due emozioni completamente diverse, ma credetemi li sto provando entrambe. Sono felice perché, beh avete capito, non succede tutti i giorni trovare due membri della band più famosa del mondo sulla tua porta. Mi prendete per stupida dirvi che ho paura, ma  è cosi, non so perché, me lo sento che non andrà a finire bene. 
Dio stanno ancora aspettando la mia risposta. Sono andata in panico. Risposta, risposta. Dio illuminami, ti prego, infondo anch’io sono tua figlia, aiutami una volta ogni tanto, per piacere. 
- Va bene.- mi venne spontaneo, spero solo di non aver fatto un errore.
- Grazie bella.- disse Harry in italiano (?) mostrandomi uno dei suoi sorrisi che ti fermano il fiato.
- Scusa ancora una volta, prima siamo andati alla reception, ma ci hanno detto che non hanno camere pronte.- disse Niall, mi ero dimenticata come era carino quando si vergognava e le sue guance diventavano rosse. 
Dio sto ritornando ad essere una directioner? No, è impossibile, non si può diventare una directioner a un momento all’altro. Se magari non ho mai smesso di esserlo!?!
- Ragazzi vado a farmi la doccia.- dissi andando a prendere l’intimo e il pigiama.
In questo momento mi serviva solamente una doccia fredda per rinfrescarmi la mente.
I ragazzi facevano un po’ di rumore, cercai di non dargli retta ma non volendo sentii qualcosa.
- Niall hai perso, devi farlo.
- Ma mi prenderà per un maniaco.
- O questo o l’altro, scegli tu,
- Sei un bastardo me la fai pagare.
Dopo sentii la risata di Harry. Continuai con la mia amata doccia. Sinceramente mi sono incuriosita, ma non erano fatti miei, perciò lasciai perdere.
Qualcuno bussò alla porta. Non capisco, gli avevo detto che facevo la doccia. Cosa volevano?
- Am, è occupato.- dissi.
- Hope … - disse Niall, poi sussurrò qualcosa come:’Harry ti ammazzo!’- Hope … non ce la faccio, te lo spiega Harry.
- Ah fifone! Hope, Niall deve entrare in bagno adesso, mentre ti fai la doccia, perché ha perso una scommessa.- disse Harry come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- No!- dissi secca.
- Deve fare questo o domani al meeting li devo abbassare i pantaloni.- continuò il riccio.
Questi non sono normali. Me lo chiedono pure! Nessuna ragazza con cervello abbastanza funzionante accetterà. Mi dispiace per il biondino. Ma anche lui, che stupido accettare una cosa del genere. 
Dio se Emma scopre che tutto il mondo ha visto il culo di Niall per colpa mia, mi ucciderà. Cosa faccio? Non è che ho paura di lei, si invece ho paura perché lei farà di tutto per lui.
La vasca era divisa sia da un vetro bianco sia da una tenda, lo so, è senza senso, comunque lui non può vedere niente,vero? Dio quante cose faccio per non far rimanere mia figlia orfana.
- Niall, entra, girati e chiudi gli occhi.- dissi un po’ insicura.
- Grazie Hope, mi hai salvato la vita!- disse Niall. Sento la porta aprirsi. Che imbarazzo, non si sente niente altro oltre l’acqua che scorre.
- Ma perché hai accettato una cosa del genere?- chiesi curiosa. Non credevo fosse cosi stupido,  lo è?
- Quando abbiamo fatto la scommesse lui non ha mi detto cosa avrei fatto in caso di perdita.- disse a voce molto bassa. Questo ragazzo non è stupido, è solo innocente.
- In che cosa consisteva questa scommessa?
- …. Mmm … io …  iniziò balbettando.
- E’ una cosa pervertita?- chiesi sperando che la risposta sia negativa.
- In effetti si. - Ecco, non sono cresciuti. Tutte le mie speranze sono sparite.
Dopo qualche minuto sono pronta e dico a Niall che può uscire. Quando sento la porta aprirsi e chiudersi, velocemente sposto il vetro per asciugarmi e vestirmi.
Mentre mi lavo i denti sento la risata di Harry, questo pervertito se la rideva prendendo in giro il suo povero amico. Dio che bambino!
Quando esco vedo un cuscino sul divano di fronte al letto e l’altro per terra.
- Chi dormirà sul divano? - chiedo mettendo le braccia incrociate sotto il seno.
- Io perché Niall ha perso!- rispose Harry. Non so perché ma il modo un cui l’ha detto mi ricordò Melissa, quando mi disse di aver indovinato quei tre animali, era cosi felice. Sorrisi involontariamente, non era un sorriso qualunque, era un sorriso malinconico e pieno di amore.
Andai verso il cuscino che si trovava per terra e lo messi sul letto che per fortuna era abbastanza grande.
- Pensi di dormire con Niall!?! Se lo sapevo avrei perso!- disse Harry buttandosi sul divano.
- No, voi due dormite sul letto e io sul divano.- dissi prendendo la mano e cercando di alzare Harry, ma fu impossibile.  
- Non possiamo chiederti una cosa del genere. Hai già fatto … - provò a dire Niall, ma lo fermai.
- Era un ordine.- Ieri ero cosi chiusa, invece oggi mi sento cosi libera, a mi9o agio. La verità è che è grazie alla loro compania.
- Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da te. - disse Harry. Non risposi, mi limitai a sorridere. Sinceramente sorprendevo pure me stessa.
Andai verso l’armadio e presi la prima coperta che trovai, la misi sul divano. Stavo per sdraiarmi ma una voce mi fermò.
-  Dai solo le nonne vanno a dormire a questa ora.- disse il riccio. Aspetta, aspetta, ma a lui piacciono le nonne, cioè le donne ‘adulte’. lasciamo perdere.
- Cosa vuoi fare?- chiesi sdraiandomi.
- Parlare!- disse ovvio. Sbuffai mi misi seduta. 
- Hai delle amiche?- continuò Harry con le stupide domande.
- Si, ovvio.- Cosa cavolo pensava? Che sono un associale!
- Come si chiamano?- intervenne Niall.
- Emma e Katy.
- Sono carine?- continuò il biondino. A quando pare si era sciolto e fa vedere la sua vera parte. Ma non sono sicura che la voglio conoscere, e se è peggio del riccio!?!
- Horan le mie amiche non si toccano!- dissi cercando di sembrare seria. Se ci riuscii? No, infatti si sono messi a ridere. Cosa faccio cosi tanto ridere? Beh mi hanno detto un po’ di volte che faccio facce strane …
- Gelosa?
-  No,tranquillo, aspetta te le faccio vedere.- dissi prendendo il cellulare. 
- La bionda è Katy e la rossa è Emma. - dissi mostrando la mia foto preferita.
Era dell’anno scorso. Eravamo al parco, precisamente sulle altalene. Quel giorno facemmo tantissime foto sia a noi che a Melissa che aveva appena compiuto due anni. Ci divertivamo come bambine, che infondo lo siamo ancora.
- La rossa ha stile!- disse Niall. Vacci piano biondino!  
- Hai ragione.- In questa fono Emma era uscita particolarmente bene. Aveva i capelli in aria, il solito sorriso sulle labbra e gli occhi brillavano. 
- Un giorno ce le fai conoscere!- concluse Harry.
Continuammo a parlare fino a mezza notte. Erano simpaticissimi ma mi facevano troppe domande personali a cui cercai di non rispondere.
 
- Mamma nooo!- gridò Melissa piangendo. Le sue lacrime segnavano il viso angelico. Il cuore mi si strinse a quella scena.
- Zayn ti prego!- gridai correndo verso lui. Zayn prendeva, strappava da me l’unica ragione della mia vita, Melissa.
- Melissa vivrà con me e Perrie! Non la vedrai mai più!- disse andando verso la macchina. L’accese e partì. Mi buttai per terra piangendo. Lui non poteva farmi questo no!
 
Sentii due mani sulle mie stalle. Mi svegliai subito. Ero sudata, avevo a faccia bagnata, probabilmente dal sudore o dalle lacrime che continuavano a scendere. Vidi Harry preoccupato, i suoi occhi trasmettevano sollievo, paura e curiosità. 
- E’ stato solo un incubo.- mi disse abbracciandomi. Il solito incubo che facevo tutte le notti. Da quando avevo parlato con il capo di questa ‘missione’ facevo il solito incubo. Spero che resta solo u sogno.
- Grazie.- sussurrai stringendomi a lui. Harry mi alzò un pochi, prese il cuscino e si siede al suo posto, dopo mise la mia testa sulle sue gambe. Iniziò ad accarezzarmi i capelli, ripeteva che andrà tutto bene. Lo speravo anch’io con tutto il mio cuore.
Mi addormentai con il pensiero di aver trovato un vero amico. Una persona di potevo fidarmi. Cercai di non pensare alle spiegazione che avrei dato il giorno dopo, volevo godermi la tranquillità.
 
 
 
Salve ragazze 
Avete visto!?!
Ho aggiornato più presto del solito.
In questo capitolo Hope e Harry si avvicinano.
Nel prossimo la nostra protagonista dovrebbe spiegare il suo incubo. O.o
Cercherò di non  farvi aspettare tanto, ma dipende tutto dalla scuola.
Se4condo voi Zayn ha fatto il grande passo?
Ok, non rompo più
Spero di leggere qualche vostra recensione, non so come ma leggendole mi vengono idee
E cosi capisco che avete appezzato il mio impegno. 
Non dovete avere paura di criticarmi, non mi arrabbio. =D
questa sotto è una bellissima ff, è vero che è nuova ma è veramente bella, ve la consiglio 

 

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Capitolo 9
*** Now listen to me ***


 
 



Now listen to me 
 
 
POV ZAYN 
E’ assurdo solo due giorni passatimi hanno confuso, da non riuscire più a trovare le ragioni decenti per fare una proposta più che importante,solo questa semplice mossa potrebbe cambiare il corso della mia vita oppure distruggerla definitivamente. Mi piace rischiare, ho sempre rischiato solo che adesso non so se vale la pena, se è questo che voglio. Magari faccio troppa fretta e mi serve il tempo per pensare. Il problema è che è questo che cerco di non fare. 
Sentii una altissima pressione schiacciarmi la testa in maniera insopportabile, pronta di esplodere in ogni istante. Dentro di me tutto stava bollendo, emozioni mischiate tra di loro, la rabbia prevaleva soprattutto per la mia indecisione. Penso di sentirmi in colpa davanti a Perrie, cosi tanto tempo passato insieme mi fece legare a lei. La paura delle conseguenze di un eventuale rottura di quel legame cosi stretto per opera del tempo, mi fece comparire le piccole gocce di sudore sulla fronte. 
Non capisco perché non vado da Perrie in bagno, prima lo facevo sempre.
La verità è che voglio avere la vita simile a quella di mio padre, il mio idolo, il mio eroe, una delle persone che mi è stato sempre vicino.
Ma poi sono sicuro che Perrie è quella giusta? La conosco da circa sei anni. E poi questi anni bastano per conoscere veramente una persona con cui vuoi legarti per sempre. Magari tanti di voi pensano che se non va bene mi posso sempre divorziare. Questo è il problema, per me il matrimonio è una delle poche cose oramai sacre, perché ti dovresti legare sia con l’anima sia con il corpo a quella persona. 
Da una parte voglio formare una famiglia, avere dei bambini, una casa piena di vita, una moglie che mi abbraccia e mi regala un bacio dopo essere tornato dal lavoro. Ma non credo che Perrie sia pronta. Lei non vuole sentire l’argomento ‘bambini’. oggi mi sarebbe piaciuto vederla giocare o semplicemente parlare con Gloria o Lux, invece al suo posto c’era Hope. 
Hope, quando sono vicino a lei sono più distaccato. La, colpa, quella di tre anni fa, non sparisce, anzi cresce con velocità immensa. Non capisco cosa mi ricorda così tanto in lei il mio sbaglio. Quella notte sono stato uno stupido, era la prima e l’ultima volta che ho tradito Perrie. Dopo quella notte non ho più rivisto quella ragazza, non ho mai provato di cercarla, non perché non voglio, ho paura. Sono qui pensieri mi facevano spuntare altre gocce di sudore. Non riuscirò mai a dimenticare quella notte, quelle emozioni , la sensazione di essere completo. Anche se non mi ricordo, il viso, il nome o la voce della ragazza mi colpirono i suoi modi di fare, da bambina indifesa, e l’amore, anche se non l’ha conoscevo riuscivo a sentire tutto l’amore che mi regalerò. E’ assurdo, lo so ì, ma è terribilmente vero. La domanda principale è ascoltare il mio cervello o il cuore? Il cervello mi dire di fare la grande domanda a Perrie, oramai sono sicuro che lei non mi abbandonerà mai, invece il cuore sussurra di aspettare. Ma aspettare cosa? Una ragazza misteriosa!?! Che poi sono circondato da ragazza, tutte uguali, che cercano di farsi vedere, quella no, quella della notte voleva solo divertirsi. Troppa confusione e più prima quando ho parlato con Niall di lasciarmi la camera libera per sta notte, lui mi rispose che sarebbe andato da Hope. Ci rimasi male, volevo dirli di lasciar stare, di non disturbarla, ma alla fine tutte e due sono single. Cosa stanno facendo adesso? Aspetta, non è possibile, loro non fanno niente perché lei è la ragazza di Harry, insomma sta mattina Liam mi ha detto che sono scesi insieme, invece sta sera sembrava una coppietta sposata. Però anche Perrie le vuole far conoscere un suo amico, spero solo che non sia Eric. Lui usa le ragazze e io non voglio che Hope soffrisse, semplicemente perché mi sembra una ‘buona’ persona.
Però mi un po’ stano che lei si è legata cosi tanto con Harry, invece con me non parla neanche. Forse lo sta solo usando, ovvio lo usa per la fama. Dovevo accorgersene prima, lei è come le solite ragazzine viziate. Questa volta non succederà come lo ha programmato. Giuro!
Vero Perrie uscire dal bagno, ha intorno solamente l’asciugamano bianco che avrei volentieri tolto.
- Amore mi dai una maglia?- mi chiese con voce sensuale. Le sorrido malizioso e vado a darle la maglia più corta che ho, lo faccio apposta per bearmi le sue bellissime gambe.
- Grazie.- disse  e mi diede un bacio a stampo poi andò in bagno a cambiarsi. Avevo una voglia matta di farla mia, ma qualcosa mi diceva che non è la risposta dei miei problemi. 
Mi siedi sul letto ad aspettarla, per fortuna non tornò. Venne subito verso di me, si siede sulle mi gambe e inizia a baciarmi il colla. Adesso è il momento, adesso glielo dovevo chiedere, adesso o mai più.
- Perrie?- dissi cercando di spostarla. Lei si allontanò un po’ da me e mi guardò sorpresa. 
- Si amore, dimmi pure.- disse con il solito tono dolce. Forza Zayn, ce la fai.
- Perrie, volevo chiederti, insomma … chi volevi presentare a Hope?- no, no, no, non era questa la domanda. Perché non riesco a porle la domanda? Purtroppo la risposta arrivò immediatamente: ovvio, perché è molto difficile. Più di quanto può sembrare. La possibile risposta può cambiare la mia vita, però, mi devo porre la domanda, voglio subire il cambiamento.  
Lei aggrottò le sopraciglia e mi guardò sorpresa, ma nello stesso tempo infastidita.
- Pensavo ad Eric. - di limitò di rispondere. Subito dopo fa finta di niente e ricomincia a baciarmi. Ma dove sono spariti tutti i miei sentimenti? Sento solamente dei baci, niente di più niente di meno. Non capisco prima c’erano delle emozioni mentre mi baciava, io mi scioglievo, ma adesso no. Magari adesso voglio sentire altre labbra sulla mia pelle. Adesso basta con i pensieri, voglio godermi il momento. 
 
 
POV. HOPE
Mi svegliai con un forte mal di testa, tutto mi girava attorno. Quando aprii gli occhi vidi Harry dormire ancora. Era come un angelo, aveva la bocca semi aperta, gli occhi chiusi, i ricci li ricadevano delicatamente sulla fronte e le mani erano attorno alla mia vita.
Mentre lo guardavo pensavo che lo voglio conoscere, non dal punto di vista di una ex fan, voglio conoscerlo come amica. Non capisco il motivo, c’è qualcosa che mi spinge per conoscerlo meglio, forse perché in questo momento non ci sono le mie amiche  con le solite frasi di saggezza, ma solamente confusione, già nella mia mente c’è solo confusione. In questo momento ho bisogno di una persona con cui posso parlare tranquillamente.
Harry, in lui cerco un fratello maggiore che mi prende in giro, ma nello stesso tempo mi vuole bene. Un padre che vuole proteggere la sua piccola, cerca di aiutarla anche quando combina casini, un padre che non si vergogna di me, semplicemente un padre diverso dal mio.
Quando torno indietro nel tempo mi ricordo i nostri dialoghi, tra padre e figlia. Mi parlava che un giorno avrei avuto dei figli, suoi nipoti, ma che per sempre sarei rimasta la sua principessa, adesso non mi cerca neanche. Parlava pure del mio principe azzurro, il padre dei miei figli, diceva che mi avrebbe amato, stato sempre accanto, adesso mi ritrovo da sola. Solamente illusioni, bugie che adesso fanno male.
Vorrei tornare nel tempo e non ascoltare i discorsi di mio padre, o almeno non crederci. Adesso se ci ripenso ripeto il suo errore con Melissa. Le ripeto le stesse cose, ma io a differenza di suo nonno, non la lascerei mai.
Mi sento terribilmente in colpa. La mia bambina non può chiamare nessuno nonna, nonno, zio e la parola più importante per una creatura cosi fragile, non può chiamare nessuno papà, solo per colpa mia.
Un padre mostra sicurezza, fortezza e lei non ne ha, o meglio ce la, ma li trova solo in me.
Sentivo un vuoto, come un buco nero nel mio cuore.
La sera prima non avevo chiamato per sentire Melissa e mi sentivo male, molto male. Da lontano sembra veramente che l’ho lasciata, ma non è cosi. Coma fai senza acqua o ossigeno, si lei per me è il fonte di vita, l’unica cosa che mi tiene in piedi. Non so perché ho questo legame con lei, magari perché siamo solo noi due contro il mondo. 
Mi manca tantissimo, i suoi occhi vivaci, le labbra sempre tirati all’insù in un bellissimo sorriso, mi manca pure di farle quelle stupide trecce prima di dormire, solo perché anche le principesse facevano cosi. Mi manca la sua faccia mentre mi chiede che la posso truccare e dopo passava l’interno giorno davanti allo specchio con il pettine a farsi i capelli in strane acconciature  e ammirarsi. Anche a questa tenera età assomiglia terribilmente al padre. E poi che padre sarebbe stato? La domanda che continua a torturarmi da tanto è se voglio dire a Zayn dell’esistenza di Melissa. Però mi ricordo subito l’incubo, quella parola detta da mia figlia in quel modo, non la volevo sentire mai cosi. Mi manca sentire quella parola in modo dolce e tenero, quella parola che vuole un giorno sentire ogni donna, mamma. 
Non devo più pensarci, non posso cambiare niente, sono sempre negli guai.
Mi alzai cercando di non svegliare Harry, non vorrei di certo disturbarlo. Già ieri sera ha fatto troppo. Mi giro per vedere Niall. Il letto era in disordine, i cuscini e le lenzuola erano per terra, invece l’irlandese si era fatto piccolo in un angolo del letto. Questo ragazza mi sorprende ogni giorno di più, non stava mai fermo anche quando dorme e poi perché dorme nell’angolo se a disposizione un letto enorme. E’ tutto stano proprio come la sua ammiratrice, Emma. 
Andai a prendere dei jeans neri e una maglia rossa, mi girai ancora verso i ragazzi per assicurarmi di non averli svegliato e corsi sulle punte dei piedi verso il bagno. Entrando andai subito verso lo specchio. Mi spaventai da me stessa, avevo la faccia pallida, gli occhi erano rossi, sembrava che ho pianto almeno da una settimana, i capelli erano sparsi da tutte la parti. Non stavo cosi male anche mentre sono malata.
Mi vestii con calma intanto nessuno mi aspettava, i ragazzi dormivano, ma anche perche mi faceva male il corpo. Non devo mai più dormire sul divano, però ero coccolata da Harry Styles, ok, non devo mai dire mai. 
Decisi pure di farmi la piastra, tanto per cambiare, o per cercare di mettere a posto quel disastro sulla mia testa. A ogni mi stiro mi bruciavo, faceva un male cane, ma siccome sono testarda continuai cercando di stare più attenta, ma ovviamente senza risultato. Pensai pure di truccarmi, fino a qualche anno esageravo, forse perché non mi sentivo abbastanza, ma da quando ho Melissa mi sento importante per qualcuno e ho smesso.
Sentii qualcuno bussare alla porta.
- Ci sono, adesso esco?- dissi cercando di finire la mia opera, che poi opera non lo era, fondotinta , matita e mascara.
Aprii la porta e fui subito spostata. Quando mi risi conto cosa è successo Harry era già dentro, a quanto pare aveva bisogno, tanto bisogno. Mi giro intorno e noto che la stanza è molto disordinata, ‘aspetta ma Niall non era sul letto?’ penso ad alta voce. Vado vicino al letto e noto dei capelli biondi appoggiati su uno dei cuscini sul pavimento, la cosa più strana era che è caduto ma continuava a dormire. Mi avvicinai a lui, li presi le spalle e cominciai a scuoterlo leggermente.
- Niall svegliati!- dissi dolcemente cercando di non spaventarlo. Ma lui non si svegliava anzi iniziò a russare. Non capisco durante la notte ho gridato, ma lui non si è svegliato, adesso è caduto ma continua a dormire. Non potevo lasciarlo dormire per terra, faceva freddo, poteva ammalarsi.
Sento la porta del bagno aprirsi e Harry uscire, mi sorrise leggermente e notò cosa stavo facendo ò al meno cercavo di fare.
- Cosi non lo svegli.- disse avvicinandosi. Mi spostai un pochino e lo lasciai fare. Lui si abbassò all’alterezza della faccia del biondino.
- Niall sveglia!!!- gridò sul suo orecchio.
Il povero biondino alzò bruscamente la testa, era cosi veloce e inaspettato che si scontrò con Harry.
- Porca … Harry sei normale?!?- gridò Niall. Era una scena comica, tutte sue si tenevano le teste e nello stesso tempo si guardavano male.
- Cosa ci faccio per terra?- continuò il biondino notando dove si trova.
- Sei caduto dal letto intelligente e mi hai pure svegliato.- disse Harry continuando a massaggiare la fronte.
- Zayn ti ha inviato un messaggio, diceva che puoi tornare nella camera.- continuò il riccio.
- Va bene.- disse Niall alzandosi- Grazie di tutto Hope, ti devo un favore.- disse guardandomi dritto negli occhi. Non erano come nelle descrizioni dalle fan fiction, erano qualcosa si sovrannaturale. Nessuno scrittore riuscirà a descriverli, nessun pittore riuscirà a disegnarli, allora che sono io per provare?!? Mi sorrise dolcemente e si girò verso Harry.- Con te facciamo i conti dopo.- disse per poi uscire dalla stanza.
Mi guardai intorno  iniziai a mettere a posto, non che avevo tanta voglia, so cosa si aspettava Harry, spiegazione, una cosa che non sono in grado di darli. 
- Allora?- chiese dopo qualche minuto di assoluto silenzio.
- Allora?- dissi continuando a tenermi occupata.
- Hope sai cosa intendo!- disse sbuffando.
- No, non lo so!
- Nel incubo continuavi a ripetere un nome. Chi è Melissa?- disse continuando a stare in mezza alla stanza. Mi fissava, lo sentivo.
- Non sono obbligata a darti spiegazioni.- mi scappò dalla bocca, non volevo dirlo in quel modo. 
- Io ti voglio aiutare.- disse facendo qualche passo verso di me.
- Non voglio dirtelo.
- Sai hai ragione, non sono nessuno. Non ti fidi e ti capisco. So che qualcosa non va.
- Non mi conosci!
- Va bene, arrangiati. Ci vediamo a colazione!- disse uscendo dalla porta.
Perché tutto a me? Meglio cosi. Cosa li avrei detto? Non potevo dirli la verità! Non devo affezionarmi a lui, devo fare il mio lavoro.
Dopo mezza ora uscii e mi diressi verso la sala. Quando entrai vidi tutti i ragazzi intenti a mangiare. Forse ho tratto troppo male Harry. Fottuti sensi di colpa. Mi avvicinai a loro.
- Buon giorno ragazzi.- dissi con un sorriso poco sincero, loro ricambiarono il saluto.
- Harry scusa.- dissi senza pensare, ma nello stesso tempo avevo bisogno di dirlo. Un paio di forti braccia mi circondarono, le stesse che mi tenevano durante tutta la notte, quelle che mi hanno aiutato cosi tanto.
- Tranquilla, me lo dici quando te la senti.- disse allontanandosi e regalandomi uno dei suoi bellissimi sorrisi che ricambiai volentieri.
No, no, no, non ancora, non voglio più sentire questa situazione. Non voglio più sentire questi occhi su di me, ne ho abbastanza.
- Hope possiamo parlare un attimo?- mi chiese quella voce. E’ la prima volta che sentivo il mio nome dalla sua bocca. Non mi piaceva solamente il tono con cui me l’ha detto. Mi alzai senza troppe storie. L’ho seguii verso una parte del salone isolato.
- Vado dritto al punto. So cosa sati facendo.- disse serio con la faccia dura e le braccia incrociate.
Adesso sono nei guai. Cosa intende? Magari ha scoperto che faccio il doppio gioco o ancora peggio, ha scoperto di Melissa. 
Sapevo che osservava il mio volo, aspettava qualche mio sbaglio. Questo mi mette ancora più a disagio. Le mie mani erano sudate, continuavo a mordermi le labbra. Non sapevo cosa dire. Non sapevo cosa sa. Non sapevo cosa vuole da me. Non sapevo semplicemente niente. Avevo la sensazione che il mio cervello stava bruciando, cercava di elaborare una risposta. 
- Non capisco.- uscii con una frase banale. No, lui non mi credeva, continuava a torturarmi.
- Non sono stupido.- disse duro. Cosa cavolo voleva? Perché vuole mettermi a disagio. Era chiaro, lo faceva apposta. Ma perché?
- Zayn dimmi quello che hai da dirmi.- decisi di fare lo stesso gioco. Lo sapevo, mi credeva fragile, lo ero, ma non volevo dargliela vinta.
- Harry, ti dice qualcosa questo nome?.- chiese avvinandosi pericolosamente a me. Aspetta, Harry? Quello Harry? Allora Melissa o il lavoro non c’entrano niente!! Mi sentii più tranquilla.
- Cosa c’entra Harry?- domandai fredda. Lui era troppo vicino a me. Respiravo la sua stessa aria. Lei era davanti a me  e mi guardava. I suoi occhi, quelli che tre anni fa trovavo dolci adesso mi stavano lentamente uccidendo.
- Non sono stupido. Li stai sempre appiccicato.- continuò. Non sapevo quanto tempo sarei resistita a questa pressione.
- Non è vero!- disse decisa più che mai. Ma lui continuò. Era deciso di torturarmi.
- Ah si non è vero!?! Lo stai usando per la fama. Sai quante ragazze hanno fatto la stessa cosa? Tante. Tu non sei la prima e di certo non l’ultima. Quindi sentimi bene Hope. Harry non deve soffrire, ha già sofferto abbastanza. Sono stato chiaro? Stagli lontano!
Ma chi cavolo crede di essere!?! Va bene, è una star famosa ma sta esagerando! Chi crede che io sia? Una puttana? Ero fuori di me. Volevo al meno tirarli uno schiaffo.
- Senti Zayn, non so idee ti sei fatto, ma non parlarmi più cosi. E poi Harry è abbastanza grande per ragionare da solo. Sono stata chiara?- usai lo stesso tono che usò lui. Bello guarda che ripago con le stesse carte. Se fossimo in un cartone animato probabilmente avrei visto uscire dagli orecchi il fumo. Vedevo la sorpresa nei suoi occhi. Mi sentivo soddisfatta di me stessa, non mi sentivo in colpa. Se lo meritava.
- Senti .. - provò a dire ma fu interrotto da Daria che spuntò da non si sa dove.
- Ragazzi su, abbiamo il meeting, Hope vai alla reception, ti devono dare dei documenti.- disse velocemente tonando da dove era venuta. 
Zayn si girò e mi guardò disgustato.
- Finiamo il nostro discorso un’altra volta.- disse con aria di superiorità. 
Si proprio non vedo l’ora. 
Zayn Malik vai a fanculo e  lasciami in pace.
 


 
 
SALVE RAGAZZE =)
LO SCORSO CAPITOLO NON VI E’ PIACIUTO  ù.ù
BEH SINCERAMENTE NEANCHE A ME =/
IN QUESTO CAPITOLO MI SONO DI PIU’ IMPEGNATA
SPERO CHE VI PIACCIA =)
LASCAITEMI QUALCHE RECENSIONE, 
MA NON SENTITEVI OBBBLIGATE, 
E’ SOLO PER SAPERE SE VI E’ PIACIUTO,
E MAGARI SCOPRIRE COSA NE PENSATE.
AGGIORNO DOMENICA PERCHE’ DA LUNEDI FINO A SABATO SONO PIENA DI VERIFICHE =‘(
(quella di scienze umane mi odia )
SCUSATE NON VOLEVO DISTURBARVI 
SPERO VI SIA PIACIUTO
GRAZIE DI AVER LETTO
Ps. È il primo capitolo che faccio cosi lungooooooo 
BY JENNY
<3

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Capitolo 10
*** getting closer ***








getting closer  (sempre più vicino)
 




 
Come fanno delle stupide parole offendermi cosi tanto, provocarmi un dolore immenso. Poi parole di un ragazzo immaturo. L’unica cosa che provavo era delusione.
Mi ricordo quando avevo 16 anni era innamorata persa di una ragazzo. Siamo stati insieme circa cinque mesi, era tutto perfetto, lui era bellissimo e a me importava solo questo. Per il suo compleanno io e i suoi amici facemmo una festa, la musica era altissima, tutti erano molto intimi tra di loro a causa dell’alcol. Io era tra le poche con la testa a posto quella sera. Avevo perso di vista il mio ragazzo, quindi decisi di cercarlo, volevo farli gli auguri. La casa era enorme per ciò era molto difficile trovarlo. Quando i miei occhi finalmente lo incontrarono notai che lui era occupato, molto occupato, con una ragazza con cui andato poco d’accordo. E’ vero che non ho mai voluto passare altre i baci con lui, ma sicuramente non è la giustificazione del suo comportamento.
Dopo quella visione tornai subito a casa. Me ne stavo nella mia camera circa due giorni. Non volevo parlare con nessuno, ero distrutta. Lui mi cercava, più mi cercava, più il mio amore si trasformava in odio. Al terzi giorno Emma mi fece una visita. Stavamo tutto il giorno sotto le coperte con il portatile sulle gambe. Ero cosi depressa che cercai della frasi sulla vita, o qualcosa del genere. La prima che vidi era quella di Martin Luther King. Una delle frasi che non dimenticherò mai: Non ci può essere profonda delusione dove non c’è un amore profondo.
Zayn mi aveva deluso, le sue parole mi colpirono, mi fecero male. Solo ricordando la litigata di prima mi fece trattenere il respiro. Le sue parole erano cosi dure, per non parlare del suo comportamento freddo.
Perché mi devo offendere? Perché mi interessa cosi tanto cosa pensa Zayn di me? In effetti tutti quelli che sapevano che ho una bambina mi davano di ragazza facile, ma sentito da lui è stato un duro colpo. Per colpa sua sono la ragazza di oggi. La ragazza che l’ha da a tutti, cosi stupida di rimanere in cinta a 17 anni. Pregiudizi, solo pregiudizi. La mia vita era segnalata di loro.
Continuavo ad essere nervosa., pensavo e ripensavo all’accaduto. Ero cosi occupata dei miei problemi di non accorgermi di esserci fermati. La macchina su cui ero con Louis e Liam era circondata da fan. 
Le ragazze, certe accompagnate dai loro fratelli più grandi, piangevano, erano lacrime di gioia, non assomigliavano per niente alle mie, lacrime di dolore, tristezza e delusione. I loro occhi erano pieni di felicità al pensiero di incontrare i loro idoli. Cosi innocenti, queste ragazze gridavano i nomi dei cinque ragazzi, mi ritrovai a sorridere a quella scena, un sorriso malinconico ed anche un po’ invidioso. Si li invidiavo, perché gran parte di loro avevano circa 17 anni e si godevano la vita, io invece a quel età tenevo tra le mie braccia una creatura fragile, che a momenti si poteva spezzare lasciandomi vuota.
- Pronta?. Mi chiese Liam con un sorriso, forse cercava di rassicurarmi che tutto sarebbe andato bene. Annuii leggermente e mi girai di nuovo verso la finestra, solo adesso notai lei guardie del corpo che cercavano di tranquillizzare le fan, un lavoro a quanto pare non dava molto risultato.
Scendemmo dalla macchina, i ragazzi si fermarono per fare foto, autografi, cioè realizzare i sogni di tante ragazze, io intanto entrai nell’edificio con l’aiuto di uno dei bodyguard. Mi guardai intorno notando la foto della copertina del loro secondo cd, Take me home, in enorme dimensione. Solo adesso  mi ricordai il motivo del meeting, oggi compievano 5 anni dall’uscita del cd.
Una forte mi prese il praccio e cercò di buttarmi fuori dalla costruzione.
- Dio ma non vedi che non abbiamo ancora aperto. Devi aspettare fuori con le altre fan. - disse una voce maschile.
- Paul lei è con noi, l’aiutante di Daria.- la voce di Louis fece fermare l’uomo, mi lasciò la mano e guardò i ragazzi in modo severo.
- Voi dirmelo prima!?!- i ragazzi sorrisero come per chiedere scusa e andarono verso i loro rispettivi posti.
- Mi dispiace, ti ho preso per una fan. Mi chiamo Paul. - disse porgendomi la mano con cui mi teneva prima il braccio.
- Hope, mi chiamo Hope. Stai tranquillo può succedere a tutti.
 
Sono passate due ore, i ragazzi continuano con le foto, le fan non finiscono e io non sapevo cosa fare cosi decisi di uscire. Fuori faceva freddo, avevo i brividi, ma non mi lamentavo. Stavo guardando che ore sono quando una mano mi prese violentemente il braccio, era una presa molto forte, sentivo le dita come se volessero strapparmi la pelle. Ero nel panico, non capivo cosa stava succedendo. I miei occhi si posarono sulla mano con lo sguardo seguii il braccio fino a quando vidi un ragazzo, non più di 19 anni guardarmi con uno sguardo indecifrabile. Mi assali l’ansia. Era un ragazzo con capelli chiari, lisci, occhi verdi che mi mettevano paura, era molto alto rispetto a me. Cosa voleva da me?
- Se la nuova puttanella dei froci? - mi chiese guardandomi dritto negli occhi. La sua voce c’era qualcosa che mi paventò, era cupa e spaventosa. Cercai di parlare, ma dalla mia bocca non usciva neanche un suono. A quanto pare prese il mio silenzio come una risposta positiva. Mi spinse contro il muro, mi prese le mani e li mette sopra la mia testa. Iniziò a baciarmi il collo, sentii un forte dolore, mi aveva morso. Ero spaventata, cercavo di gridare, ma sapevo che avrei peggiorato la situazione.
- Anch’io voglio giocare con te. Adesso capirai come sono i veri uomini. Ricordati il mio nome. Luke.- disse e iniziò il suo lavoro. Cercai di respingerlo, ad ogni mio tentativo lui mi mordeva sullo stesso punto. Mi stava schiacciando. Ero tra lui e il muro, mi mancava l’aria. Pensavo che sarei morta tra poco. Il corpo, lo sentivo, non ce la faceva più. 
- Lasciala!- sentii la voce di una ragazza. Non la vidi, avevo paura di aprire gli occhi e vedere quel mostro che mi procurava cosi tanto dolore. Sentivo il suo respiro sulla mia pelle, mi faceva schifo.
- Eric vieni! Aiutala!- disse la stessa voce riferendosi a qualcuno. Quel mostro Luke non diede importanza alle sue parole, continuò il suo lavoro.
- Figlio di puttana, lasciala!- sentii questa volta una voce maschile, diversa di quella del mostro, era molto roca e potente. Luke continuava, mentre mi mordeva qualcuno lo strappò velocemente da me. Forse mi aveva strappato un pezzo di pelle, sentivo un immenso dolore, avevo paura dio toccare, mi bruciava. Mi lasciai cadere per terra, ero troppo spaventata, tremavo, sudavo, ripetevo e ripetevo la stessa parola. No.
- Hope!?!- disse la voce femminile. Sentii i suoi passi, si avvicinava. Due mani mi circondarono. 
- Ti prego, no.- dissi cercando di spostarmi, ma ero come pietra, i muscoli non mi ascoltavano.
- Hope, sono Perrie, tranquilla.- disse e mi abbracciò solo in quel momento iniziai a piangere, sentivo che era l’unico modo di liberarmi. Magari sarebbe stato mi morivo subito, almeno non avrei sentito tutto questo dolore.
Sentii la porta vicino a noi aprirsi. Non sapevo chi era, non sapevo cosa sarebbe successo.
- Ma che …. ?- era la sua voce. Non lo avevo mai sentito cosi confuso. 
 - Zayn. - sussurrai. 
- Zayn, porta Hope e Perrie dentro!- disse Paul. 
Perrie sciolse l’abbraccio e si allontanò. Dopo poco ero in braccio a qualcuno. Erano le sue mani, quelle mani che tre anni fa mi accarezzavano, quelle mani che non avrei mai dimenticato.
Tutta la paura di prima pian piano scompariva. Mi sentivo al sicuro tra le sue braccia. Avevo i brividi, il mio cuore prese a battere ancora più velocemente. Ero vicino a lui. Sentivo pure il suo cuore, era velocissimo, quasi come il mio, speravo di essere io la causa. Mi porto velocemente dentro e mi mise su qualcosa di morbido, ma non si staccava da me. 
- Perrie vai a chiamare 911.- le ordinò con tono autoritario. Sentii i passi della bionda allontanarsi. Ero rimasta da sola con lui, tra le sue braccia. Ero debole, sono sempre stata debole. 
- Shh, ci sono io adesso tranquilla.- disse stringendomi. Sapevo che era frase detta solo per tranquillizzarmi, ma volevo crederci. In confronto a lui ero piccola. Sembrava una bambina. Non mi resi conto le lacrime continuavano a scendere bagnando la sua maglia. Non riuscivo a tranquillizzarmi del tutto, il collo mi faceva male, ma nella presenza di Zayn tutto era più facile. Non sapevo se c’è una medicina che mi può aiutare altre a lui. 
Zayn si allontanò, mi sorrise e poggiò lo sguardo sulla mia eventuale ferita, i suoi occhi sembravano andare fuori orbite dalla paura, anche se cercò di non farlo vedere tanto. Abbassai lo sguardo, non capivo perché ma mi sentivo in colpa. I suoi occhi bruciavo la mia anima. Sapevo che lui cercava di capire cosa pensavo, il problema era che nella mia testa c’era solo un casino. Come era possibile che una persona mi provocasse cosi tante emozioni, riusciva a arrabbiarmi, ma anche a tranquillizzarmi. 
A un certo punto senza preavviso lui si avvicinò e si abbassò fino ad arrivare alla mia altezza, lasciò che i nostri nasi si sfiorassero. Prese a baciare le mie lacrime. Non riuscivo a capire il motivo del suo comportamento. Mentre cercavo di mettere in ordine i miei pensieri, si stava avvicinando alle mie labbra. Non avevo paura da lui. Non sapevo cosa fare, sembrava che al mio cervello non arrivasse abbastanza ossigeno. Ecco le nostre labbra si sfiorarono, quando la porta si aprì. 
- Zayn, ho … - era Perrie. Zayn si allontanò lentamente e si girò verso la fidanzata.
- Le ha ferito il collo.- disse tranquillo come se prima non stava per fare niente. Come faceva ad essere cosi freddo! Perrie si rilassò evidentemente aveva credulo al suo ragazzo. Dietro di lei c’erano i ragazzi, Paul e un altro ragazzo che non avevo mai visto. Alto con il corpo da dio sotto la maglia che lo custodiva. I capelli ricci si appoggiavano sulle spalle, brillanti e neri come le ali del corvo. Brillavano come dei diamanti sotto la luce della luna. Gli occhi erano blu, ma non era un blu qualsiasi, era un blu di colore della onda marina del mar caldo. Però i suoi occhi non c’era del caldo, al contrario erano freddi e profondi, emettevano una strana oscurità. Ma io non riuscivo a staccare lo sguardo come se qualcosa mi legava ad essi, una strana magia. 
- Dio Hope, mi hai fatto preoccupare!- disse Harry correndo verso me i mi abbracciò. Se vedeva da lontano che era preoccupato.
- Mi dispiace.- dissi aggrappandomi più forte a lui, avevo paura di rimanere sola.
- Hope, cara, lui è Eric, un mio amico, lui ti ha salvato.- disse Perrie. Mi girai verso il mio eroe. Lui mi sorrise. Ero sicura di essere rossa in viso. Mi dispiace di averlo conosciuto in queste condizioni.
- Piacere di conoscerti Hope. - disse porgendomi la grande mano. Ero indecisa se fidarmi di lui o no, ma l’ha strinsi. Solo a un tocco cosi innocente il mio corpo fu percorso da milioni brividi. Mi persi per la seconda volta nei suoi occhi, a quando pare era diventato un vizio.
Il rumore di una finta tosse mi svegliò. Mi guardai intorno, tutti mi fissavano certi contenti, altri curiosi, ma solo uno infastidito. Zayn fissava la mia mano che ancora stringeva quella di Eric. Lasciai la presa e abbassai lo sguardo. Cosa voleva da me? Lui ha Perrie affianco a se e io? Nessuno. Cosa c’è di male essere gentili con la persona che ti ha praticamente salvato la vita?
- Hope dopo dovresti parlare con i poliziotti.- disse Paul guardando la scena.
- Lo faccio subito.- dissi alzandomi. Prima parlo con loro, prima finisce l’inverno.
- Ti accompagno.- disse Eric. Ma come è gentile!!!
- Tranquillo, la accompagno io. - disse Paul serio. Mi aiutò a camminare. Dio mi faceva male tutto il corpo.
- Dopo ti porto dal medico.- disse guardandomi la ferita. A quanto pare era molto male anche di vista. Annuii e continua a camminare. Ero curiosa di sapere cosa è successo con quel mostro, ma decisi di non chiedere, almeno non ancora.
- Hope, so cosa è successo tre anni fa. - disse serio fermandosi.
Cosa? Come? Perché? Cosa succederà? Cosa precisamente sa? Se lo sa lui allora lo sanno anche gli altri? Zayn lo sa? Perché tutto a me? 
 
 
 
Salve belle ;)
Mi dispiace questo capitolo non  è dei migliori
:(
Chiedo perdono …
Hope ha conosciuto Eric
Cosa ne pensate di lui?
Vi piace?
Cosa ne dite se Hope si metterà con Eric?
 
ho notato che gli ultimi due capitoli  non vi piacciono
 Se non vi piace la ff 
Me lo potete dire
Non mi offendo
Non l’ha continuo è basta
Fatemelo sapere
Beh non so più cosa dirvi
A parte che vi voglio bene 
:)
Ciao ciao <3
By Jenny



lui è Eric 

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Capitolo 11
*** I can't believe ***




I can't believe

Come è possibile sapere cosa è successo? Mi sta scoppiando la testa. Paul mi guardava severo e io in questo momento volevo sparire dalla faccia della terra.
- Non capisco- dissi facendo finta di non sapere niente. Rispetto prima la mia paura era cresciuta a dismisura. Il mio fiato era diventato decisamente più corto.
- Hope, so cosa è successo tra anni fa con Zayn-disse continuando a guardarmi dritto negli occhi. Mi sentivo come una bambina sgridata da suo padre. La differenza è che non ero più una bambina.
- Come!?!- dissi incredula. 
- All’inizio avevo dei dubbi, ma dopo quando ti ho vista spaventata, eri come tre anni fa quando mi hai sentito. Sono stato io ad inviare un messaggio a Zayn di andarsene. Quando lui se ne era andato sono venuto nella stanza e ti ho detto di non dire niente a nessuno- disse serio.
Io non capisco, perché non mi ricordavo di aver visto Paul?
 
Flashback
Stavo piangendo, mi sentivo uno schifo. Zayn era appena uscito. Mi sentivo sola e usata. Avevo trascorso una notte con uno dei miei idoli. Mi correggo, la mia prima volta era con Zayn Jawaad Malik dei One Direction. Era un po’ aggressivo, madari perché era ubriaco e non si rendeva conto cosa stava facendo. Ho fatto sesso con una persona ubriaca. 
Mi faceva male la testa, non reggevo l’alcol. Non sentivo le gambe e il mio cuore era spezzato. Il ero innamorata di lui, anche se non lo conoscevo, cercavo di farli capire quanto lo amo con i miei movimenti. E lui se ne usci con ‘Sei stata brava, bimba!’. niente bacio, niente sentimenti, niente carezze. Ma alla fine sapevo che sarebbe andata a finire cosi. Non volevo, non potevo, non dovevo lamentarmi.
Decisi di restare un po’ sul divano, dovevo riprendermi, non potevo uscire in queste condizioni. Cosa avrei detto ad Emma? Lei era ancora giù, magari mi stava cercando. Era la cosa giusta lasciarmi andare con Zayn? Intanto era cosi ubriaco che non si ricorderà niente.
Sentii un rumore dalla porta, mi coprii subito il corpo con i vestiti sparsi per terra. Forse era solo una mia espressione. Nella stanza faceva freddo, ma solo adesso me ne accorsi. Decisi di alzarmi e vestirmi. Non che l’intimo e un vestito cortissimo mi avrebbero riscaldati ma era pur sempre qualcosa. 
- Ragazza quanti anni hai?- mi chiese una voce. Mi buttai subito sul divano presi il vestito e mi coprii una minima parte del corpo. Non riuscivo a capire ancora molto a causa dell’alcol.
- Chi è?- chiesi, non riuscivo a controllare la mia voce, infatti non sapevo anche se mi ha sentito. Avevo paura, poteva essere qualunque anche un maniaco. 
- Stai tranquilla non ti faccio niente. Dimmi solo quanti anni hai.- continuò nervoso. Non riuscivo a vederlo, era buio. Sentivo che era la porta era aperta, faceva ancora più freddo di prima, forse solo grazie al freddo riuscii a collegare i fili. 
- 17- dissi cercando di calmarmi. Qualcosa mi diceva che questa persona non mi avrebbe fatto di male e di solito non sbaglio a valutare la gente, era successa solo una volta, ma era un caso perso. Zayn era un caso perso.
Sentii l’uomo sussurrare qualcosa, sembrava ‘cazzo’. Non sapevo cosa avevo fatto di male. Io non lo conoscevo, nemmeno lui me, allora cosa voleva da me? Perché insisteva? 
Stava zitta e immobile, ma la situazione non era delle migliori. A nessuna ragazza che si definiva normale le sarebbe piaciuto stare nuda davanti un uomo che neanche vede.
- Alzati, vestiti e vattene. Non devi dire niente a nessuno cosa è successo. Intesi?- più chiaro  di cosi non poteva essere. Mi ero cacciata nei guai.
FINE FLASHBACK passandosi 
 
- Oddio!- dissi toccandomi la fronte. A quanto pare ero cosi ubriaca che mi ero dimenticata questa parte. Perché me lo diceva adesso?
- Perché sei tornata?- chiese freddo. Il mio cervello cercava una  risposta decente, anche perché non sapevo cosa perfettamente sa.
- Per lavorare.- dissi ma sapevo che non è cosi stupido. Non poteva credere ad una persona che ‘conosce’ da neanche un giorno.
- Zayn lo sa?- chiese passandosi una mano tra i capelli. Era nervoso si notava, proprio come quella notte. 
- No, volevo iniziare d’accapo. Ti prego non diglielo. Devo lavorare.- disse sperando con tutta me stessa che mi credesse, se no ero fottuta. 
- Hope, non gli dirò niente, ma sappi che farò una ricerca su di te.- disse prendendomi il braccio per poi andare dai poliziotti.
 
Non è bello parlare con i poliziotti di come Luke voleva stuprarmi. Non è bello stare in giro all’ospedale e farti toccare la ferita. Non è bello quando la gente ti osserva. Non è bello quando sai che vogliono fare una ricerca su di te. Non è bello sapere che molto probabilmente scoperanno il segreto che tieni da tre anni. Non è bello vivere nella paura.
Sono finalmente nella stanza, sono al sicuro, nessuno mi può far male. 
Tutto il giorno Harry, Perrie ed Eric mi stavano vicino.
 
Flashback
Eravamo nell’ospedale da mezza ora, nessuno mi cagava e la ferita mi faceva sempre più male.
Vidi in lontananza Eric, si avvicinava con fare il sicuro. 
- Ciao allora?- disse porgendomi un the. Avevo già detto che il suo sorriso era una cosa divina?
- Sto ancora aspettando come vedi.- dissi, forse ero troppo dura con lui. Eric era il mio eroe e io mi comportavo da bambina viziata. 
- Non era uno dei migliori modi conoscerci, ma io voglio rimediare.- disse regalandomi un altro sorriso.  
- Già, mi dispiace un casino, hai ragione.- dissi cercando di sorridere. 
- Allora che ne dici se un giorno andiamo a bere un caffè?
- Mi farebbe molto piacere
Fine flashback 
 
Non sapevo se ho fatto bene ad accettare la proposta di Eric, ma cosa ci potevo perdere. Lei è una persona d’oro, infatti mi teneva la mano quando mi medicavano la ferita. Harry voleva stare sempre accanto a me però il suo posto era rubato pure da Perrie. Mi faceva ridere quando voleva parlarmi o semplicemente abbracciarmi, ma ogni volta qualcuno ci fermava e lui faceva strane facce di disgusto.
Adesso dovevo fare una cosa molto importante. Presi il cellulare e chiamai Robert, non avevo intenzioni di raccontarli cosa è successo oggi.
- Pronto Hope?
- Ciao Robert, mi dispiace anche oggi non ci sono novità.- mi dispiaceva moltissimo mentirli.
- Senti Hope, il tuo lavoro è dirci cosa succede li. Se serve fai le novità, o non ci servi più!
- Mi dispiace
- Se fino a qualche giorno non ci dici una novità torni a casa e in più ti licenziamo. Ciao.
- Robert aspetta!- dissi quasi gridando.- il loro manager vuole fare una ricerca su di me e ho paura che … -  
- Senti tu ci crei solo problemi, adesso devo pure ripaparti il culo. Dio! Ciao!- disse e chiese la chiamata.
Forse sarebbe stato molto meglio andarmene e non rovinare la vita di Zayn. Però lui ha rovinato la mia. Cosa mi fermava di iniziare il mio piano? Ero per questo che ho accettato il lavoro. Vero? Fargliela pagare. E’ tutta colpa del destino? Ma perché devo dare la colpa di tutto a qualcun altro se ho deciso io cosa fare? Sono una codarda, non riesco incotrare i miei problemi, cerco sempre di scappate.
Avevo bisogno di sentire Melissa, non sono una brava madre, sono insensibile. Mi faccio schifo da sola. 
- Pronto! Ciao Hope!- disse contenta Emma
- ciao come state?- chiesi sedendomi sul divano, a quanto pare l’effetto del medicinale era passata, il collo mi faceva male.
- Bene, bene, te?
- Bene, io … -  iniziai ma fui subito interrotta dalla chiacchierona.
- Vuoi parlare con Mel?- chiese tornando seria. Adesso mi resi conto quanto mi mancava anche la mia migliore amica, l’unica che mi è stata vicino dall’inizio. Adoravo il nostro rapporto, eravamo come sorelle, lei  mi capiva subito senza troppe parole.
- Si, si grazie, però non dirle chi sono.- avevo paura dalla reazione della piccola, magari mi odiava, il problema è che avrebbe avuto ragione. Sentii Emma chiamarla, i suoi piccoli e veloci passi si avvicinavano al telefono.
- Pronto?- sentii finalmente la sua vocina, la voce di un angelo. Mi scese una lacrima, dimenticai subito le brutte cose che mi erano successe.
- Ciao piccola- dissi cercando di non trasmetterle le mie emozioni. 
- Mammiiiii! Dove sei? Ti prego torna!- mi supplicò. Questo era il mio limite, iniziai a piangere, magari perché mi mancava, ma anche di gioia per averla sentita finalmente, dopo cosi tanto tempo. Si tre giorni lontano da lei sono troppi.
- Piccola ti prometto ce tra poco torno e ti porto un bel pupazzo.
- Prometti che torni presto perché le zie non sanno fare le trecce.- disse ridendo. Sentii una specie di urlo.
- Mamma zia Emma mi segue! Ah!- ecco la sua risata, me ne ero dimenticata quanto era contagiosa. Sentii una specie di ‘Ma che dici che non sono brava a fare le tracce. Guarda che sono nata parrucchiera!’ dalla mia amica.
- Hey Emma lascia la mia bambina!- dissi ridendo.
- Mamma ahia! Zia voglio parlare con mamma!- disse continuando a ridere. A un certo punto si fermò e continuò a parlare.
- Mamma, quando torni?- chiese tornando subito seria.
- Presto piccola.
- E’ vero che non fai come papà?
- No tranquilla ci sarò sempre. Adesso mamma deve andare. Domani richiama, d’accordo? Buona notte piccola. Baci, ah dici alle zie di non farti le trecce. Ti voglio bene
- Ok, buona notte. Ti voglio bene anch’io
Chiusi la chiamata e mi buttai sul letto. Perché ogni volta dovevo parlare di Zayn con Melissa?
Cosa succederà se Paul scoprirà la verità?
Ed Eric? Cosa faccio con lui? 
Mille domande, mille paure e mille speranze, la verità fa pura.
 
Ciao ragazze
Dio non come ringraziarvi  
Siete carinissime
Non so cosa farei senza di voi
Mi dipice moltissimo questo capitolo è uscito una cacca
Nel prossimo capitolo succederà qualcosa ..
Secondo voi Paul scoprirà qualcosa?
Cosa ne pensate?
Grazie mille ragazze scusate questo capitolo oltre ad essere una cacca 
È pure corto L
Lasciatemi se volete qualche recensione se volete
Ma non sentitevi obbligate, perché vi capisco se non lo farete
Ciao ciao with love by Jenny <3

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Capitolo 12
*** should I ***





 
should I


Domenica, finalmente domenica, oggi potevo rivedere la mia bimba, se solo Paul non mi osservasse. Mi sento come una zebra, il leone sta aspettando solo una mia mossa sbagliata per attaccare. Lo so che cerca informazioni su di me, ma Robert mi ha assicurato  che non troverà niente, ma al meno spero.
Avevo passato la solita notte insonne, tra vari incubi. La paura ogni giorno in me cresceva, la voglia di farla finita pure. Non ce la facevo più. 
Scendo giù a fare colazione e vedo Perrie con Zayn seduti che si tengono le mani. Il mio occhi si posò sulla mano della ragazza. Non ci potevo credere. Quando? Quando Zayn ha proposto a Perrie? Rimasi pietrificata. Non so se mi faceva cosi tanto male la morsa di qualche giorno prima o guardare la scena davanti a me. Il mondo mi cadde addosso che tutte le sue forze spiaccicandomi. Cosa mi aspettavo? Era ovvio, lui aveva detto che vuole sposarla. Nella mia testa c’era solo una domanda, quando Zayn le ha chiesto? Questa domanda si ripeteva milioni di volte in un solo secondo. L’adrenalina sali a dismisure. Magari infondo ci speravo. Ma speravo cosa? Di dirli che ha una figlia cosi facevamo una grande famiglia? Non sono nelle favole, nella vita reale non c’è sempre un lieto fine, almeno non per me, non me lo merito.
Perrie mi vide, saltò dalla sedia e corse ad abbracciarmi. Era felice, contenta, in teoria anch’io dovrei esserlo, vi assicura che vorrei tanto esserlo, me non lo ero. Mentre mi stringeva e saltava come una bambina che ha ricevuto il regalo tanto desiderato, vidi Zayn che ci osservava, quando incontrò il mio sguardo abbassò il capo.
- Hope, Hope diventerò signora Malik!!! - si allontanò da me e mi prese le mani continuando  salvare.
- Congratulazioni!- dissi cercando di sembrare contenta.
- Hope, è vero che mi aiuti con l’abito e la preparazione? Dio sono cosi felice e nervosa, oddio non abbiamo neanche scelto la data! Ahaha- da lontano si vedeva quanto è euforica. Mi sentivo terribilmente in colpa.
Dai Hope le aiuti vero? Sono cosi masochista? Lo sono sempre stata. Venendo a lavorare qui sapevo che mi sarei fatto sono del male.
- Certo!- bugia! Non volevo!
- Sedetevi e non fate le bambine!- disse Paul. Ci sedemmo senza protestare.
- Buongiorno- disse Harry stampandomi un bacio sulla guancia. Come risposta li regalai un sorriso.
- Hope siccome oggi è il nostro giorno libero pensavamo di andare in un parco in bici. Ci stai?- mi chiese Liam. Stavo per dire che non volevo ma ovviamente qualcuno mi precedette. 
- Sempre se sei capace di andare in bici.- disse Louis. Questa era una sfida.
- certo che sono capace!- dissi sicura di me. 
- Allora chiamo Lou e Lux, e andiamo! Liam tu chiama Deborah e dille di portare pure Gloria.- disse Louis facendo l’occhiolino.
Lo fanno apposta, sapevano che avrei detto di no. Lasciai perdere e mi concentrai sulla mia colazione, pane e nutella.
- Ragazzi chiamo Eric, magari vuole venire.- disse alzandosi Perrie. Stava per allontanarsi quando Zayn le prese il braccio.
- Lascialo.- disse duro.
- Perche?- chiese la bionda curiosa. Anch’io mi chiedevo perché. Eric è una persona stupenda. Cosa ha Zayn contro lui. Ah ovvio, ho capito. Che stupida che sono. Zayn voleva la sua fidanzata solo per se stesso. Non ci sono altri motivi.
- Magari … ha da fare- disse facendo una lunga pausa. Si è capito che cerca una scusa.
- Tranquillo amore, sono sicura che è libero- disse Perrie e li regalò un bacio a stampo. Ero disgustata, non volevo essere davanti a loro e guardarli, ma scappando avrei peggiorato la situazione.
 
 
- Ciao Hope!- disse Lux saltandomi addosso.
- ciao bella! - dissi abbracciandola forte.
- Lou non può venire quindi farai con noi. Dai scegli. Con vuoi andare in bici?- chiese Harry mettendosi apposto i capelli.
- Hope!- disse senza pensarci tanto. Harry fece il finto offeso, allora la bambina li si avvicino e lo abbracciò sussurandoli qualcosa.  
- Sali!- Lux sali velocemente sulla bici e partimmo.
- Hope, ti vedo proprio come una madre- disse Liam prendendo in braccio Gloria. 
Eh Liam se sapessi che sono veramente una madre.
Mi girai verso Zayn e notai che mi stava guardando. Aveva gli occhi semi aperti come se si stava sforzando di guardare oltre me. Questo ragazzo è lunatico. Perché non guarda la sua futura sposa? 
- Una madre bellissima- disse Eric sorridendomi.
Abbassai lo sguardo, ho sempre odiato i complimenti. I complimenti sono cose inutili, a volte pure senza senso, detti per far stare meglio una persona. A cosa serve dire ad una persona che è bella se non lo è? Mi fa arrabbiare tantissimo. Magari sono troppo scontrosa e non devo dare cosi tanta importanza alle parole, ma non ci riesco.
- Dai andiamo!- disse Zayn guardando in avanti.
Era bellissimo, i capelli neri erano movimentati dall’aria, il volto sembrava da un re, forte e coraggioso. Il corpo era rigido e muscoloso, sicuramente fatto da uno scultore. La voce roca mi faceva girare la testa, era come qualcosa di sopranaturale, si semplicemente la voce mi faceva impazzire. Zayn mi sembrava crudele ed insensibile, ma non credo che lo sia o magari si.
Dall’altra parte vedo Eric. Lui era perfetto: bello, anzi bellissimo, ogni volta che lo guardavo mi fantasticavo come sarebbe stato bello conoscerlo prima di Zayn. Eric era gentile, mi ascoltava e si prendeva cura di me. Dall’incidente mi è sempre stato accanto però non siamo mai usciti insieme.
Eric non era  come Zayn. Il lunatico, gli ultimi giorni era più stano del solito, precisamente dopo il nostro quasi bacio. Magari prima ci speravo che tra di noi può nascere qualcosa ma questa mattina tutte le mie speranze sono andata in aria. Perché non dare una possibilità ad Eric.
Partimmo tutti. Cercavo di memorizzare ogni singola cosa dalle risate alla natura.
Il paesaggio era bellissimo. Tutto attorno era rosso, giallo o arancione, tranne la piccola strada marrone.  Le foglie degli alberi erano caduti facendo una specie di coperta alla terra.
Lux che era dietro di me continuava a muoversi e a ridere perché Liam cercava di far cadere Louis dalla bicicletta.
La piccola Gloria che era seduta dietro Deborah batteva le ani guardando suo padre.
Perrie ed Eleanor  parlavano e ogni tanto la mora dava un occhiata al suo fidanzato avendo paura che si facesse del mele. Niall ed Harry facevano il tifo per Liam. Zayn guardava la scena sorridente senza fare niente, sembrava che fisicamente fosse con noi ma vagava con il pensiero. Chi sa a cosa stava pensando.
- Sono divertenti vero?- mi chiese Eric che guidava accanto a me.
- si. - Mi limitai a dire continuando ad osservare la scena.
- Hope che ne dici se un giorno usciamo?- mi chiese voltandosi verso di me. Con la cosa dell’occhio vidi che mi sorrideva.
- Va bene
- Hope, devo fare la pipi- disse Lux quando eravamo vicino ad un parco giochi.
- Non riesci ad aspettare?- chiesi
- No!
- Ok, ragazzi noi ci fermiamo un attimo, voi continuate!- gridai sperando che mi avessero sentito.
- Ok!- gridò Harry.
- Vi aspetto- disse Eric. Subito dopo queste affermazione vidi Zayn girarsi, alzo le sopracciglia e sbuffò. Ma che cavolo voleva?
-ci fermammo davanti ad un cespuglio per fortuna coperto ancora di foglie.
- Faccio veloce- disse Lux scendendo dalla bici e correndo verso il cespuglio.
Non passarono neanche due minuti e lei era già pronta.
Partimmo lentamente dato che Lux non riusciva a trovare una posizione comoda. Vidi i ragazzi da lontano
- Mamma!?!- disse una voce lontano da me, ma non troppo per riconoscere la voce. Era questa voce che tre anni fa mi faceva svegliare durante la notte. Dio, cosa ci faceva lai qui? Cazzo se la vedono? Sono fottuta. Oh  cazzo Zayn non girarti!
 
 
 
Salve ragazze
Ecco questo capitolo … 
Non so come ringraziarvi, non mi merito tutti i vostri complimenti
Spero che non avete perso interesse per la storia
Vi piace?
Secondo voi cosa succederà?
E tra Hope ed Eric?
Cosa pensate del matrimonio tra Perrie e Zayn?
Se vi incuriosisce un pochino lasciatemi una recensione
E se non lo fare state tranquille, non mi arrabbio, so che non è il massimo
 
Alla volevo chiedervi un favore
Stavo pensando di mettere una storia che parla:
della guerra, una ragazza e ovviamente ci saranno i ragazzi
Vi piacerebbe leggerla
Se qualcuno dice di si la pubblico 
 
Ok non rompo più 
Ciao ragazze 
With love By Jenny <3

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Capitolo 13
*** father and daughter ***



 
 
padre e figlia

 
*father and daughter*

- Mamma, mamma!!!- continuò a ripetere Melissa. Avevo paura di girarmi. Guardavo dritto, guardavo Zayn. Solo se si girasse … 
Mi gito dietro la mia bambina correre verso di me. Non volevo sapere cosa succederà, volevo solo abbracciarla. Scendo lentamente dalla bici aspettando che scendesse pure Lux. Lascio la bici per terra, fisso il punto in cui Melissa corre, mi inginocchio per poterla abbracciare. La bambina si tuffa tra le mie braccia e mi stringe forte il collo. Mi lasciai scappare qualche lacrima. Mi mancava tantissimo. Mi ero dimenticata come fossero i suoi capelli, cosi morbidi e profumati. Non so quanto tempo restammo cosi, lei continuava a stringermi, sentivo il suo respiro farmi solletico al collo, il suo cuore era letteralmente impazzito a causa della corsa. L’allontanai un pochino da me, presi il suo volto con le mani e lo riempii di baci. Melissa iniziò a ridere. La lasciai in pace e osservai il suo volto sorridente. I suoi occhi non erano più cosi neri, il poco sole che c0era a fine di novembre li illuminava facendo giochi di colore tra chiaro e scuro.
- Mamma non lasciarmi mai più!- disse guardandomi dritto negli occhi. Le sorrisi sapendo che non posso prometterle niente.
- Hope!?!- adesso vidi la mia amica Emma, ci stava fissando con gli occhi lucidi- Cosa ci fai qui?- continuò.
- Siamo venuti a fare un giro. - dissi prendendo in braccio Melissa.
- Siete?- chiese deglutendo.- Tutti?
- si
- Allora noi andiamo- disse avvicinandosi a me e Melissa. Prima di prenderla mi girai. Lux ed Eric guardavano confusi verso di noi. Adesso era l’ora di scoprire se Zayn ha visto qualcosa. Spostai leggermente lo sguardo, sperando con tutta me stessa di no. Ma il destino mi odia. Zayn si era fermato sulla bici, sembrava che non stava respirando, aveva gli occhi fuori orbite, il suo sguardo si spostava da me a Melissa. Ad un certo punto si fermò a guardare la bambina tra le mie braccia. Scese dalla bici e si incamminò verso di noi. Era lento, sembrava che volesse uccidermi lentamente.  Si fermò davanti a noi. Mi guardò sorpreso ma allo stesso tempo arrabbiato, dopo poso lo sguardo su Melissa, i suoi occhi verso di lei erano dolci e teneri. 
- Ciao. - disse con voce ferma e calda, la sorrise leggermente, era completamente placido.
- Ciao. - rispose la bambina facendo un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
- Come ti chiami?- non avevo mai visto Zayn cosi … amorevole, verso qualcosa che non conosce neanche.
- Melissa.- rispose timidamente.
- Piacere di conoscerti, mi chiamo Zayn - disse porgendole la mano. Quando Melissa toccò la sua mano il mondo attorno a me si fermò. Padre e figlia finalmente insieme, ma nessuno di loro sa la verità. Guardavo la scena a bocca aperta. Cercavo di cacciare le lacrime di felicità o afflizione. Due sentimenti completamente diversi. Ero felice di poter immaginare anche per un nano secondo di essere una famiglia normale. Affiliazione perché sapevo che non può succedere mai. Stringevo  forte Melissa come per tenermi i piedi per terra. Dovevo mantenere la calma, indipendentemente dalla condizioni. Consideravo quella scena come una punizione da dio, mi stava facendo soffrire per il mio errore tre anni fa.
Zayn sciolse la stretta. Dopo mi guardò in modo difficile, no impossibile da decifrare.
- Hope possiamo parlare?- chiese cercando di essere pacifico.
- conosci mia mamma?- gli chiese Melissa. Al suono di queste parole Zayn sbiancò, ara evidentemente sorpreso anche se cercò di non farlo vedere.
- si
- allora conosci pure mia zia Emma.
Zayn guardò dietro di noi.
Mi girai e vidi Emma paralizzata. Le lacrime le scendevano dal viso completamente rosso probabilmente perché aveva visto Zayn, uno dei suoi idoli.
- Ciao. - disse Zayn
- Ciao. - rispose insicura.- oddio- sussurrò incredula.  
- Noi andiamo- disse Emma iniziano a prendere in braccio Melissa da me.
- No, aspetta un attimo.- disse Zayn - Melissa ti va di fare un giro?- chiese il moro con una voce stupida alla bambina.
- Si!- rispose tutta eccitata. Oh cavolo. No! No! No! 
- No … Mel adesso tu vai con la zia, mamma sta sera ti chiama, d’accordo?
- No!- disse decisa. Odiavo quando faceva cosi. Questa bambina quando voleva qualcosa faceva di tutto per ottenerla, era una testarda. Ma se ci pensa aveva preso da me. Beh al meno una cosa avevamo in comune.
- Mammi ti prego- disse facendo gli occhi dolci. Come potevo resistere a quei occhioni neri. Mi detestavo. Odiavo il fatto di non riuscire di dirle di no. Guardavo Melissa e vidi che fece un segno a Zayn, ma non capii niente. Mi girai verso lui, eh no. Adesso anche lui ci metteva. Faceva gli occhi dolci e ovviamente aveva il labro inferiore all’infuori. Ecco come ho detto solo la testardaggine avevamo in comune io e mia figlia, per tutte le altre cose era uguale al padre. Si capisce che sono padre e figlia. Si conoscono da meno di due minuti e collaborano perfettamente.
- Va bene.- dissi dandomi per vinta.
- Sii!- dissero in coro per poi battere un cinque. 
- Io mmm … allora … vado … la r-riporti tu? Mi chiese Emma.
- Si. - le risposi sorridendo. 
- Ok, ciao- disse per poi girarsi. A metà strada si rigirò come per rassicurarsi per non fosse solo un sogno. Secondo me non riusciva a credere di aver visto Zayn. 
- Andiamo?- ci chiese il moro. Lasciai per terra Melissa. Lei corse subito verso Zayn e gli prese la mano. Era strano vederli insieme. La piccola mano si perdeva in quella di Zayn. Mi venne da piangere.
Iniziammo a camminare e lasciammo le bici fuori dal parco. Ci girammo, dietro di noi c’erano Eric e Lux.
- Tu non vieni.- disse Zayn guardando dritto negli occhi negli Eric.
- Perché?- chiese il riccio con tono di sfida. Non mi piaceva affatto come andavano le cose.
- Perché devi tornare dagli altri con Lux
- Anche tu devi tornare dalla tua futura moglie
- Devo parlare con Hope, tu vai dagli altri e digli che torniamo più tardi
- Perché dovrei ascoltarti?
- Fallo e basta
Tutti questi toni duri e sguardi di sfida spaventarono Melissa infatti mi prese la mano e la strinse forte. Eric a quanto pare lo vide e capi subito.   
- Ok, Hope ti chiamo più tardi per metterci d’accordo con l’appuntamento- disse Eric calcando sull’ultima parte della frase. Fece salire Lux sulla bici, dopo un sorriso rassicurante partirono. Quanto può essere comprensiva questa persona?!? 
Senza preavviso Zayn prese in braccio Melissa e corse di nuovo vero il parco. Non capisco come fa a cambiare cosi velocemente. Prima stata quasi per picchiare Eric, adesso corre e si diverte con Melissa. Prima credevo di conoscere bene Zayn, ma a quanto pare non è vero. Lui, una persona cosi misteriosa non poteva essere conosciuta fino in fondo. Se vi state chiedendo cosa succederà, la mia risposta è che non lo so. Sinceramente non voglio neanche pensarci, ho paura. Preferisco lasciare tutto al destino.
Andai verso una panchina e mi siedi. Osservai Zayn e Melissa, sembravano una famiglia. Lei era sullo scivolo, quando arrivava giù, Zayn la prendeva velocemente in braccio, dopo la metteva a mo di aereo faceva un giro su se stesso  e alla fine la metteva di nuovo sopra.  La bambina rideva, si vedeva che era felice. In quella scena io non facevo parte, non avevo il permesso si aggiungermi, sarei stata di troppo. 
Zayn dopo al meno al tredicesimo giro si stancò e lasciò Melissa giocare con una bambina bionda.
- Sono diventato vecchio.- disse e si siede accanto a me.
- Hai solo 24 anni, non dire sciocchezze.- dissi girandomi verso lui. I suoi occhi brillavano, aveva le guance arrossite a cause delle corse, delle gocce di sudore cadevano dalla fronte  verso le sopraciglia. La bocca era semiaperta, dio era tanto provocante. Cosa sto dicendo? Si sposerà presto e in più devo aiutare all’organizzazione del matrimonio. 
- Gli altri lo sanno?- chiese continuando a guardare Melissa.
- No e non devono sapere.- tagliai corto.
- Perché?
Presi un grosso respiro e cominciai a parlare.
- Adesso pensi che sono una cattiva madre vero? Sai non mi interessa. Se dico che ho una bambina mi licenzieranno di sicuro.
- Perché?- cos’è? Sa solo chiedere perché? 
- Nessun capo penderà la responsabilità di tenere qualcuno con una bambina piccola.
- Daria non è cosi.- disse girandosi verso me. I suoi occhi hanno avuto sempre possesso su di me, anche quando gli guardavo da un semplice monitor.
- Probabilmente ma non voglio che nessuno lo sappia.- rimase in silenzio osservando di nuovo Melissa. Volevo sapere cosa pensa in questo momento. C’era  qualcosa che mi bruciava chiederglielo, ma non avevo il coraggio di farlo.
Mi girai e guardai Melissa, giocava ancora con quella bambina, ogni tanto si girava verso di noi come per assicurarsi che non l’abbiamo abbandonata.
- Dove è il padre?- spero di non sentire questa domanda. Patetico no? Il ragazzo che mi lasciò in cinta chiede dove è il padre di mia figlia non sapendo che è lui. Fa ridere vero? Certo tanto. Volevo ridergli in faccia, gridare che lui è il padre. Volevo liberarmi da quel peso, sputargli la verità in faccia, ma non potevo. Sorrisi, era un sorriso malinconico, spento. Dovevo trattenermi di non saltargli addosso e riempirgli la faccia di schiaffi.
- Da qualche parte.- risposi abbassando la voce. Tenevo le mani in pugni come per tenere la rabbia in me.
- Lui sa di Melissa?- continuò curioso. 
Ah ma se lo cercava.
- Non gli interessa.- dopo la mia risposta non continuò, rimase zitto a torturarsi le mani. Perché voleva passare del tempo con Melissa? Perché gli era venuto in mente? 
- Sai Melissa mi ricorda tanto le mie sorelle da piccole, è proprio uguale. Lo so è strano no?- rise e continuò- Sembra la mia versione femminile. Guardala.
Guardai Melissa, correva da tutte le parti con un sorriso.  Lo sapevo che erano uguali, eccome se lo sapevo, speravo solo che lui non se ne accorgesse. Era strano parlare con Zayn per lei, insomma come due normali genitori.
- Melissa!- gridò Zayn alzando la mano per farsi notare. La bambina salutò la sua amica e corse subito verso si noi. Saltò in braccio a Zayn e mi sorrise. Erano proprio teneri, mi ricordavano me e mio padre.
- Principessa  vuole una cioccolata calda?- chiese il moro confare lo stupido. Gli occhi della bambina si illuminarono sentendo cioccolata calda. Mi guardò, sapeva che non le permettevo niente di dolce prima di cena, ma guardandola cosi non potei dire di no, cosa cavolo sto dicendo!?! Dovevo essere più dura con lei. Si, dirò di no.
- Posso?- chiese dolcemente. Zayn si girò verso me, mi fece un cenno di si. Non è giusto questi due mi manipolavano facendo gli occhi dolci. Dove era sparito il mi piano di fare la dura? 
- Va bene.- dissi alzandomi e porgendo la mano a Melissa. Lei la prese subito sorridente, porse l’altra a Zayn, lui non ci penso e l’afferrò.
Uscimmo dal parco tutti e tre. Andammo verso un bar vicino e ordinammo tre cioccolate calde. Ero perso nei miei pensieri finché sentii una domanda che mi fece tremare.
 - Mel, quanti anni hai?- chiese Zayn per poi bere dal bicchiere.
- 3- disse fiera Melissa. Il moro aggrottò le ciglia, come se volesse fare qualche collegamento con questo numero. 
- Waw sei grande.- che fortuna che ho. Dio ti prego continua cosi, non permettergli di ricordarsi qualcosa. 
Ad un certo punto Melissa cominciò a ridere, alzai lo sguardo e notai che Zayn si era fatto i baffi. Sorrisi, da tanto tempo non facevo vedere il mio sorriso sincero.
- Hey tu! Si tu piccola strega, perché ridi?- chiese facendo il finto offeso.
- Ahahaha sei sporco.- disse Melissa indicandolo con una mano e con l’altra si teneva la pancia. 
- Qui dove?- chiese il moro aggrottando le sopracciglia.
Presi un tovagliolo, mi alzai un pochino e gli pulii la bocca. Quando il mio dito sfiorò le sue labbra una carica elettrica percosse il mio corpo. Cosa mi stava succedendo? Mi stavo innamorando di nuovo di Zayn? Non era possibile, non potevo. Lo osservai, lui rimase paralizzato ma dopo mi sorrise insicuro. 
- Sei proprio peggio di me!- disse Melissa seria puntando un dito contro Zayn. Questa scena mi fece ridere, ma cercai di trattenermi per non offendere la piccola. Non tutti io giorni si vede una bambina ‘sgridare’ un adulto, che poi Zayn non lo definirei come adulto. 
- Chi? Io? Chi lo dice? Una piccola strega?
- Non sono una strega. Sono la principessa di mia mamma. Vero?- chiese girandosi verso me.
- Certo!- dissi sorridendole per poi finire di bere la mia cioccolata calda. Melissa di girò verso il moro e gli fece la linguaccia.
- Bene, bene, hai vinto. Adesso sei anche la mia principessa.- disse arrendendosi Zayn. 
Solo adesso notai che assomigliavano più di quanto ne pensassi. Dio perché a me?  
 
Erano circa le 6 e noi eravamo ancora in giro per Londra. Ormai era buoi. Per le strade c’era tanta gente che tornava a casa dopo un lungo giorno di lavoro. 
I negozi erano già decorati con agrifoglio, vischio e ogni tanto si notavano dei piccoli alberi di natale coperti con luci colorate, neve finta, palle di vetro, fili d’argento e fiocchi. L’aria natalizia da tutte le parti.
Tenevo la mano di Melissa ricordandomi quando ero piccola. Mi girai verso la bambina, guardava tutto ad occhi aperti, un bellissimo sorriso spuntava ogni tanto. Spostai lo sguardo verso la mano con cui teneva Zayn, era una stretta molto forte, come se avesse paura di perderlo. Guardai bene il moro, il giubbotto scuro lo faceva più maturo, ma il viso danneggiava  tutto, lo faceva sembrare un bambino, guardava tutto molto curioso proprio come sua figlia.
- Hey principessa sei stanca?- chiese Zayn abbassandosi verso Melissa.
- Un po’- rispose calando la testa.
Zayn la prese all’improvviso mettendola sulle sue spalle. La bambina cominciò a ridere e battere le mani sulla testa del moro rovinandogli l’amato ciuffo. 
- Dopo mi metti apposto te i capelli!- disse Zayn cercando di minacciarla, senza risultato perché la bambina cominciò a ridere.
Andammo avanti finché Melissa vide un negozio di giocattoli, cominciò a tirare i capelli del moro verso la direzione del negozio per fargli capire che vuole entrare. Povero Zayn sembrava un cavallo.
Entrammo nel negozio, era pieno di giocattoli, pupazzi finti di neve, peluche, alberi di natale, era un paradiso per i bambini, ma anche per persone come me, non cresciute.
Notai una bellissima stella sulla cima di un albero. Era d’argento con vari decorazioni. Mi incantai a guardarla, era la cosa più elegante, bella e preziosa che avevo mai visto, c’era qualcosa di magico in essa.
- Mamma guarda!- sentii la voce di Melissa. Quando mi girai vidi solo un enorme peluche bianco. An un certo punto la piccola peste saltò da dietro facendomi spaventare. Corse verso me e mi abbracciò.
- Ti piace? Me lo ha preso Zin!.- disse la bambina indicando il peluche.
- Zin?
- Si Zin!- disse indicando Zayn. Oddio non potevo credere! Zin!?! Iniziai a ridere.
- Perché ride?- chiese il moro aggrottando le sopracciglia. La bambina alzò le spalle come per dire che non lo sa.
- Dai usciamo- disse il moro prendendo in braccio Melissa. E l’orso? Se pensavano che lo porto io si sono sbagliati.
- Il peluche chi lo porta?- chiesi incrociando le braccia.
- Tu!- disse insieme con tono ovvio. Sbuffai e lo presi. Mai metterti contro questi due.
 
Erano le otto,prima eravamo andati in un piccolo ristorante e ‘cenammo’, per dire. Melissa lanciava le patatine fritte a Zayn e lui ovviamente cercava di prenderle con scarsi risultati.
Dopo prendemmo un taxi verso casa mia. Melissa si era addormenta tra le braccia di Zayn. Cosa facevo io? Tenevo quel orso che odiavo già perché i peli mi entravano o in naso o in bocca.
Dopo mi girai verso i due vagabondi. Melissa continuava a dormire mentre Zayn le accarezzava i capelli. Tutto era un sogno per me, ma non volevo svegliarmi, volevo godermelo fino infondo, non mi interessa alle conseguenze. Una famiglia, una di quelle vere, una di quelle che non saremo mai.
-  Hope questo è per te. - disse all’improvviso Zayn tirando fuori dalla tasca una scatola color oro. Lo guardai confusa. Qualche giorno prima mi aveva minacciato adesso mi aveva fatto un regalo. Non riuscivo a capire quel ragazzo, cosi strano, misterioso, ma sincero, nei suoi occhi si leggeva che era un persona di cui ti puoi fidare.
- Non posso- dissi respingendo la scatola.
- Ti prego.- disse facendo di nuovo gli occhi dolci. Ecco da che aveva preso Melissa. 
Presi lentamente la scatola e la aprii. Non ci potevo credere. Gli occhi mi divennero lucidi, non permettendomi di bearmi il regalo. Era la stella. Non ci potevo credere. Avete presente quando vedere un oggetto che vi ricorda l’infanzia? Ecco una semplice stella mi portava indietro nel tempo ricordandomi quando mia nonna mi raccontava che mio nonno rubò il suo cuore regalandole una stella natalizia. Quando me la faceva vedere tremava tutta per l’emozione, era simile a questa. Per voi può essere una cosa stupida ma per lei non lo era. 
- Grazie Zayn- dissi asciugandomi una lacrima silenziosa. Lui mi sorrise come per trasmettermi forze. Il taxi si fermò davanti la costruzione in cui abitavo. Corsi fuori dal taxi per aprire la porta di Zayn. Lui prese in braccio Melissa, disse al tassista di aspettare e andammo dentro l’edificio. Prendemmo l’ascensore e ci dirigemmo subito al terzo piano. Bussai alla porta e mi venne ad aprire Emma.
- Buona sera- disse in imbarazzo. Le sorrisi e feci vedere la camera di Melissa a Zayn. Mentre la metteva sotto le coperte la baciò sulla fronte.
Non ce la facevo più, era troppo. E se glielo dico?
- Zayn .. - disse lasciando l’enorme peluche vicino l’armadio. Lui si girò verso me e mi guardò curioso. Mi fece il segno per continuare ma mi bloccai.
- Grazie.- dissi la prima parola che mi venne in mente. Anche se sembra strano gli ringrazio per tutto, per avermi regalato Melissa, per la stupenda giornata, per tutto. Uscimmo dalla camera. Andai a salutare la mia amica con un abbraccio dicendole che domani le avrei raccontato tutto.
Tornammo all’albergo, nessuno di noi parlava, ma tutte e due avevamo molte domande verso l’altro.
Entrando nell’albergo andai subito verso la mia camera. Prima di entrare qualcosa mi fermò, mi girai e lo vidi. Era Zayn con un espressione seria.
- Domani dobbiamo parlare.- disse più serio che mai. Annuii e lui lasciò la presa allontanandosi, lasciandomi più confusa di prima
Entrai nella camera e mi buttai sul letto sfinita. Mi addormentai senza accorgermene.
La mattina mi svegliai verso le otto, mi faceva male tutto il corpo, di più il mio povero collo. Presi il cellulare e vidi che avevo 17 chiamate perse, 0 di loro erano di Eric e gli altri da Perrie e Harry. Oh cavolo me ne ero dimenticata di Eric.
Mi feci  la doccia e mi preparai velocemente. Scesi per fare colazione, ero da solo, i ragazzi non si erano ancora svegliati. Stavo per bere il mio tè quando qualcosa volò sul tavolo.
- Mi spieghi questo?- gridò arrabbiato Paul. - Cosa cazzo è questo?
Notai che la cosa che era volata è un giornale, non un giornale qualunque, il giornale per cui lavoravo.
Oh mio dio? Mi girò la testa. Non ci potevo credere. E se Paul ha scoperto tutto?
 
Ciao ragazze!!!
Scusate questo capitolo è lungo e noioso
Mi dispiace tantissimo
Spero solo che lo trovate abbastanza decente per lasciarmi una recensione
Se non lo fare state tranquille sono consapevole che fa schifo
Allora in questo capitolo ci sono tanti momenti ‘padre e figlia’
Cosa ne pensate?
Secondo voi cosa c’era sul giornale?
Beh dai vi lascio
An grazie per le recensioni dello scorso capitolo
Siete state tenerissime
With love  by Jenny


l'enorme peluche ù.ù 

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Capitolo 14
*** I know I got a problem ***


 
capitolo
14

Terrore è uno stato di paura incontrollabile per un pericolo immanente ma non necessariamente reale. E’ spesso associato a tremare, panico, confusione e incapacità di razionalizzare le effettive dimensioni di rischio.
Molto probabilmente era la spiegazione scientifica di come mi sentivo.
Paul continuava a guardarmi arrabbiato come se volesse cancellarmi dalla faccia della terra. Ma perché? Perché era cosi arrabbiato? Guardai il titolo dell’articolo “Zayn Malik tradisce Perrie Edwards? Il bad boy è tornato”  sotto c’erano tre foto, due dei quali con Melissa e  l’ultima di quando entravamo nel hotel. Avevano capito male. Non riuscivo a ragionare, nella mia testa era tutto confuso. Mille pensieri, mille preoccupazioni e miliardi preoccupazioni vagavano senza sosta.
- Me lo spieghi cazzo?- gridò Paul. Avevo paura, ma non dell’uomo davanti a me, ma di quello che molo probabilmente sapeva. Se avesse capito tutto?
- Paul non gridare- disse una voce dietro di me. Perché? Perché doveva essere sempre in mezzo lui? Voleva magari difendermi? Cosa voleva? Voleva dire la verità a Paul? 
- Oh, chi abbiamo qui? Signor faccio quello che mi pare?- disse Paul battendo le ani sul tavolo. 
- Calmati. Cosa è successo?- disse Zayn sedendosi sulla sedia più lontano possibile da me.
Paul prese il giornale e lo buttò davanti al moro. Zayn lesse tutto l’articolo e lo lasciò scioccato.
Cosa c’era scritto, non parlava solo di noi tre? Non capivo il motivo di quella faccia. Guardai curiosa il moro. Caddi nel panico. Cosa cazzo c’era scritto?
- Ah la signorina non ha ancora letto? Tenga pure!- disse Paul buttando il giornale di nuovo davanti a me.
- Paul basta! Non gridare!- disse Zayn con voce calma, o al meno cercava di tenerla.
Poggiai li occhi sul testo:
“Il bad boy Zayn Malik di One Direction poco fa ha fatto proposta di matrimonio a Perrie Edwards della band femminile Little Mix. Ieri mattina abbiamo visto la coppia di fidanzati uscire con gli altri componenti della band maschile e le rispettive fidanzate dal hotel. Con loro c’era una ragazza misteriosa. I ’ragazzi’ sono andati a fare una passeggiata in bici in un parco. Al ritorno nel hotel mancavano il Bradford bad boy e la ragazza misteriosa. I due sono stati visti girare per le vie di Londra in compagnia di una bambina. Verso sera sono stati visti tornare insieme nel hotel. Zayn Malik si pente di aver proposta a Perrie Edwards e la tradisce? Da quanto tempo continua questo tradimento? Qual è la ragazza misteriosa? E la bambina? Zayn Malik padre?”
Con ogni frase letta lo spavento cresceva. Hanno scoperto tutto! Zayn ci credeva!?!
- Adesso e lo spieghi?- gridò Paul.
- Melissa è … - iniziò il moro guardandomi dritto negli occhi. Cosa voleva dire? Avevo paura. - nipote di Hope. - disse spostando lo sguardo verso Paul. 
Mi stava aiutando? Ma perché? Ha sempre dimostrato di odiarmi.
- Senti Zayn, stai attento a quello che fai in futuro … sai cosa succederà adesso? Sai cosa faranno a Perrie? Alla band? Attaccheranno pure Hope e non solo … - Paul fece per continuare ma fu interrotto da Zayn.
- Paul non sono un bambino so quello che faccio. Non attaccheranno Hope perché non è colpa sua. A proposito ieri ho spiegato tutto a Perrie e abbiamo deciso pure la data del matrimonio, il 27 marzo.- disse Zayn.
Cosa? 27 marzo? Tra quattro mesi Zayn si sposerà? Tra quattro mesi. Marzo, no. Non potevano marzo. Marzo è un mese fin troppo importante per  me. Il 12 marzo era il compleanno di Melissa. Perché dovevano scegliere quel mese?
 
FLASHBACK
- Grazie di essere con me Katy. - disse aspettando su una sedia.
- Figurati, oggi si scoprirà tutto. Nervosa?- disse mettendo una mano sulla gamba per tranquillizzarmi. 
Annuii. Eccome se ero nervosa, non riuscivo a stare nella pelle.
Ero nel quinto mese, la pancia si faceva un po’ vedere ma non abbastanza. Mangiavo tanto, ma non ingrassavo, infatti i dottori erano preoccupati. 
Era il 15 ottobre, quel giorno dovevo scoprire come sta come sta il bambino e in più il sesso.
Avevo mille nomi in testa. Avevo già comprato tantissimi vestiti bianchi. Avevo tanto tempo in disposizione per pensare a tutto perché non andavo più a scuola. 
In quel momento accanto a me non dovrebbe esserci essere un amica ma il padre della creatura che portavo in me.
- Signorina White venga - disse un infermiera. Il cuore iniziò a battere, adesso avrei scoperto tutto. 
Ero spaventata, avevo rinunciato alla mia vita per quel bambino. In cinque mesi sono cresciuta per quel bambino. Quella creatura doveva sopravvivere.
Entrai nella stanza bianca, c’era una scrivania, un armadio, un lettino e una macchina. Le pareti erano ricoperti di foto di madri in cinta e bambini. 
Iniziai ad immaginarmi il bambino. Il problema era che nella mia immaginazione era simile a Zayn. Non volevo che assomigliasse a lui. Sarebbe stato troppo difficile.  
- Buongiorno Hope.- disse dottor Callen. Un uomo sulla trentina molto gentile e disponibile. Mi ha sempre aiutata.
- Buon giorno.- dissi sedendomi sul lettino.
- Come va?- chiese lui scrivendo qualcosa sul computer. 
Ero un fascio di nervi.
- Mi fa male la schiena, i piedi e mangio come bue ma non ingrasso.- dissi stendendomi lentamente.
- Tranquilla, i dolori sono normali, ma come ti ho già detto sono un po’ preoccupato per il peso.- disse avvicinandosi all'armadio per prendere  qualcosa.
Chiusi gli occhi, avevo paura. Continuavo a ripetermi che tutto sarebbe andato bene, ma non riuscivo comunque a convincermi.
- Alza la maglia.- disse il dottore. Alzai la maglia fino sotto il seno. Sentii qualcosa di freddo. Rabbrividii.
- Lo so fa un po’ freddo, ma devo mettere il gel per proteggere il bambino onde ultrasoniche della ecografia.- disse mettendo quella macchina collegata alla macchina grande (?).
Girai la testa verso il monitor della macchina.
- Questa è la testa.- disse il dottore indicando un punto sul monitor. Era circolare, sembrava più una palla che testa. Non riuscivo a vedere bene perché continuava a muoversi.
Mi scese una lacrima, ero emozionatissima. Era li dentro in me, stava crescendo. Solo in quel momento mi resi veramente conto che sono una madre.
- E’ attivo … guarda questo è ilo suo cuore.- indicò un altro punto nero sul monitor. 
Volevo stringere la mano di qualcuno, volevo condividere quel momento con il padre di quella creatura.
- Non sta fermo … ah ecco … è una femmina.- disse girandosi verso di me.
Una femmina, una bambina. Anche se non lo dicevo, ho sempre voluto una femmina guardai bene il monitor, non capivo niente, ma ero euforica di sapere che quello che vedevo è mia figlia. Era strano dire ‘mia figlia’. 
- La bambina sta bene, al massimo può nascere in sottopeso, ma sta bene, non preoccuparti.- disse dandomi un pezzo di carta per pulirmi la pancia dal gel.
- Ecco una foto alla mamma.- disse porgendomi un foglio con la foto di mia figlia. Le mani iniziarono a tremare. Era lei, la mia bimba. Non l’avrei mai lasciato. 
Da questo momento mi resi veramente conto che ho responsabilità verso mia foglia, che non sono ormai una bambina, ma madre e purtroppo padre.
FINE FLASHBACK
 
- Capito Hope?- chiese Zayn. Cosa dovevo capire?
- Chiesi guardandolo interrogativa, non capivo niente.
- Vai a fare le valigie, torni da Melissa.- disse il moro alzandosi dal tavolo.
- Cosa significa?- chiesi allarmata. Non dovevo più lavorare?
- Mentre tu eri a pensare a non so cosa, ho chiamato Daria e ci siamo messi d’accordo che puoi tornare a casa.- mi sono persa tanto. Aspetta, aspetta, aspetta ciò significa che mi hanno … oddio spero di no.
- Mi avete licenziato?- chiesi tremante. Non capivo la causa. Magari perché dovevo fare ancora il doppio gioco o perché volevo ancora Zayn. Ero diventata masochista, sapevo che vedere il moro mi faceva stare male ma continuavo.
- Cosa!?! No, non ti abbiamo licenziato. Mi sono inventato la scusa che Melissa sia tua nipote e siccome sua madre sta male devi tornare a casa. Tutto qui.- disse nervoso. Perché parlava cosi? Cosa lo metteva cosi tanto a disagio?
 
Andai in camera mia e iniziai a mettere tutto in valigia. Non capivo perché Zayn volevo cosi tanto accompagnarmi. A dire il vero l’ultima setti,mana non capivo più niente. Molto probabilmente tutto era un sogno.
Toccai la ferita al collo, no, non era un sogno, era vero. Mi faceva ancora male.
Il cellulare suonò, iniziai a cercarlo, non ricordavo dove lo avevo messo. Buttai fuori tutte le cose dalla valiagia, non era li. Feci un giro su me stessa e lo vidi sul divano.
- Pronto?- dissi senza guardare chi fosse.
- Brava, hai fatto un bel lavoro.- disse una voce, era Robert. Ero arrabbiata con lui, non mi aveva detta che potessi finire pure io sul giornale.
- Tutti comprano il giornale, non abbiamo mai venduto cosi tante coppie in tre ore. Ti rendi conto!- disse euforico. Restai ferma a fissare i vestiti disordinati. Nella mia mente c’era un casino peggio di quello che avevo davanti ai miei occhi. 
Quante persone hanno letto l’articolo?
- Hope, continua cosi, ti rendi conto eravamo primi a pubblicare la notizia.- continuò a parlare e parlare. Ormai non lo ascoltavo più.
- Robert … non doveva succedere cosi.- dissi passandomi una mano tra i capelli, iniziando a fare avanti indietro.
- Hope, è il tuo lavoro.- disse cercando di calmarmi.
Se solo i ragazzi lo scoprissero mi posso mandare al carcere per non rispettare la loro vita privata. E se mi rinchiudono cosa succederà con melissa? Zayn potrà dice che non sono  capace di badarle e ma la avrebbe presa. Non ce la facevo più.
- Robert per quanto ancora dive fare il doppio gioco? Spiegamelo, perché io non ce la … - mi giri verso la porta. Lui era li. Da quanto tempo era li? Cosa avevo sentito?
Fortuna a fanculo. 


Ciao ragazze 
Scusate se non ho ancora risposto alle recensioni 
Sono pessima …
Io non so come ringraziarvi per le recensioni che mi avete lasciato nello scorso capitolo 
Grazie mille … siete qualcosa di meraviglioso
Scusate se non ho ancora risposto alle recensioni … 
Adesso questo capitolo è molto più corto …
E non è all’altezza dell’altro
Anziché migliorare peggioro 
Beh spero di avervi incuriosito per lasciarmi qualche recensione 
Se non lo fate … no problem … capirò
Volevo ringraziare alle 91 persone che hanno messo la storia nelle seguite, alle 19 nelle ricordate e alle 64 nelle preferite
Grazie mille
with love by Jenny

questa è una mia ff se volete passate a leggrla, non siete obbligati 
vi avverto che ha contenuti forti
Just wanna be accepted for the little that I got 

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Capitolo 15
*** I tip toe around your questions ***






capitolo 15
I tip toe around your questions






POV ZAYN
 
Andai nella camera di Hope per chiamarla, la porta era aperta e decisi di entrare. I vestiti erano sul letto sparsi, lei teneva in mano il cellulare e continuava ad andare avanti e indietro.
- Robert per quanto ancora dive fare il doppio gioco? Spiegamelo, perché io non ce la … - si fermò. 
Che doppio gioco? Cosa significava? Perché si era fermata vedendomi?
Era diventata improvvisamente bianca in viso. I suoi occhi trasmettevano terrore e sorpresa.
- Ti chiamo più tardi- disse staccando la chiamata.
- Cosa ci fai qui? - disse sedendosi sul divano passando una mano tra i capelli rossi.
Era lei che mi faceva domande? Dovevo essere io! Sono io quello che non capisce cosa intendeva per ‘doppio gioco ‘. Sono io quello che ieri è rimasto paralizzato scoprendo che lei ha una figlia che mi assomiglia tantissimo. Sono io quello che deve fare le domande. 
La guardai bene, aveva paura, molto probabilmente dalla domanda che le avrei fatto. 
Ma cosa mi interessava lei e i suoi problemi, niente. Ma sono curioso, curioso di sapere perché tutto attorno a lei è cosi oscuro e misterioso, sembra che la sua vita è circondata da segreti. 
Uno di quelli è Melissa. 
Quella bambina mi rubò il cuore dal primo momento che la vidi. Cosi innocente, mi sembrava un angelo.  
Magari perché volevo cosi molto avere un proprio bambino e in lei avevo trovato quella parte con cui potevo riempire il pezzo mancante del mio cuore.
Lei aveva tre anni. 
Perché quel numero mi perseguitava? 
Colpa di Hope, era tutta colpa sua, lei mi ricordava quella notte. Da quando era venuta continuavo a pensare per il sbaglio che avevo fatto ormai tanto tempo fa. Forse quella sera era stata nella discoteca, l’avevo vista e per questo mi ricordava la cantonata.
Come glielo potevo chiedere? Cosa avrebbe  pensato di me? 
Spostai qualche vestito giusto per sedermi davanti a lei.
Quale era la sua domanda? Ah si cosi ci facevo qui? 
Volevo vederla, volevo assicurarmi che è imperfetta. Volevo  oscurare la confusione che mi aveva provocato e concentrarmi al matrimonio con Perrie. 
Volevo semplicemente convincermi che Hope è qualcosa di sbagliato e non ne valeva la pena distruggere un legame cosi forte tra me e Perrie.
Ogni volta che pensavo a Hope mi veniva in mente la promessa che avevo fatto a Perrie.
Ma dallo scorso giorno era cambiato tutto. Da quando vidi Melissa e avevo conosciuto l’altra parte di Hope. Una parte che era ben nascosta ma che avevo potuto conoscere meglio rimanendo sorpreso. Quella sua parte mi piaceva, ma mi confondeva. 
Con sua figlia Hope era cautela, come se non volesse romperla, attenta, dedicava a quella bambina tutta se stessa. 
- Sono venuto a vedere a che punto sei arrivata, ma come vedo non sei pronta.- dissi al più possibile freddo. 
Non volevo attaccarmi a lei, qualcosa mi diceva che mi avrebbe fatto male, ma c’era un’altra parte di me che mi gridava di buttarmi e conoscerla meglio.
- Adesso mi preparo.- disse evidentemente sollevata. Si spettava che le chiedessi una spiegazione della frase che aveva detto prima. Era vero, ero curioso, ma non credevo fosse il momento adatto, almeno non adesso ma sicuramente più avanti.
Si alzò velocemente dal divano e si avvicino a me per poi iniziare e buttare il modo disordinato i vestiti. 
Osservavo bene i suoi tratti del volto, aveva gli occhi schiusi, le labbra rosee e piene, le guance avevano ripreso il colore naturale.  Volevo toccare quella pelle che sembrava liscia, volevo poggiare le mie labbra sulle sue per poter assaporarla. Volevo parlare con lei di qualunque cosa. Volevo scoprire chi è il padre di sua figlia.  Volevo andare e parlare con quel ragazzo e fargli vedere che errore aveva fatto e fargli capire cosa si aveva perso. Volevo proteggere Hope e Melissa, era un mio istinto.  Volevo, volevo, volevo. Desideravo tante cose che non potevo realizzare.
- Sono pronta.- disse chiudendo la valigia. 
Mi alzai e presi la valigia. 
- Posso fare sola- disse cercando di prenderla. Le nostre mani si toccarono, le sue lisce e calde con le mie fredde. Era una sensazione  strana, senza nessuna spiegazione, mi sentivo bruciare quella piccola parte che mi aveva toccato, ma le sue mani non erano cosi calde. Bruciava perché lei mi faceva questo effetto. Non sapevo cosa fare con lei, cosi impeccabile, mi mandava il cervello in tilt come in quel momento.
- Pesa, faccio io. - dissi spostando la valigia. Perché mi comportavo cosi con lei? Era istintivo un modo per proteggermi dalla sua magia.
 
Eravamo da quindici minuti in macchina e nessuno di noi parlava, questo silenzio mi dava fastidio, non lo supportavo era qualcosa di seccante.
Cercavo di concentrarmi sulla guida, ma era terribilmente difficile. Lei era vicino a me, ma non potevo toccarla e nemmeno sfiorarla, ciò mi faceva arrabbiare perché non dovevo neanche immaginare cose del genere. 
Suo cellulare suonò facendola voltare verso la borsa poggiata sulle gambe. 
- Pronto? - sentii finalmente la sua voce. 
- Ciao Eric. - sentendo quella voce mi girai verso lei per un nano secondo e vidi che aveva sorriso. 
- Si lo so ti dovevo chiamare, ma ero stanca e mi sono addormentata presto. Mi dispiace.- disse Hope.
Da quando lei gli deve dare spiegazioni? Non sono fidanzati.  
- Oggi non posso. - disse con tono dispiaciuto. 
- Si magari domani sera usciamo. - disse torturando con una mano la borsa.
Domani? Cosa sarebbe successo il giorno dopo? 
Solo al pensiero che Hope ed Eric si erano dati appuntamento che fece arrabbiare tantissimo. 
Eric non era adatto a Hope. Lui era un menefreghista, pensava solo a se stesso e al divertimento. Non poteva provare qualcosa per Hope. Lui non poteva, non doveva cadere nella sua trappola. 
Strinsi forte il volante fino a far diventare le nocche bianche. Dovevo in qualche modo lasciare la rabbia uscire da me.
Hope notò subito le mani.
- Eric ti chiamo più tardi. Ciao. - disse e staccò. 
Rimise il cellulare di nuovo nella borsa e si girò verso il finestrino.
Ancora quel silenzio. 
Cosa trovava Hope in Eric? 
Le serviva un padre per sia figlia?
Beh Eric non era adatto. 
- Hope?
- Si? - disse girandosi verso me. 
Non sapevo quello che faccio in quel momento.
- Ti aiuto a cercare il padre di Melissa.- dissi sicuro di me, pensando di fare una bella cosa.
Lei sbiancò. Spalancò gli occhi. Diventò nervosa.
Cosa avevo detto di male?
 
 
 
Salve ragazze
In questo capitolo ci sono solo i pensieri di Zayn 
Siccome l’altro capitolo faceva letteralmente cagare 
Ho pensato di mettere questo come ricompensa 
Due capitoli che fanno cagare fanno uno decente (?)
Non so cosa sto dicendo ….
Spero che mi lasciate qualche recensione 
So che non me lo merito però vi prego … 
Il prossimo capitolo sarà molto lungo …
E non so quando potrò aggiornare …
 
Domani esce Kiss you!!!!!
Balla macarena 
Dsgxcytefc macarena yhgg3f79ct macarena
Cha-cha-cha, tango, flamenco, valzer, hip hop 
E molti altri che non mi vengono in mente
 
Vi lascio in pace 
Ciao bella gente
By Jenny 
 

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Capitolo 16
*** who we are?!? ***



 
Who we are?!?

Ma era completamente pazzo. Non poteva dire una cosa del genere. 
Se solo sapevi brutto bastardo che sei tu.
Se solo sapevi.
Da dove aveva trovato tutto quel coraggio dirmi una cosa del genere?
Cosa dovevo rispondere?
Volevo gridare.
Volevo sputargli in faccia la verità cosi avrebbe smesso di torturarmi.
SEI TU IL PADRE PEZZO DI MERDA!!!!
Queste parole non uscirono dalla mia bocca. Erano intrappolare. 
Lui continuava a guardarmi. Mi metteva in soggezione. 
Odiavo quando faceva cosi.
Odiavo quando mi guardava.
Odiavo quando i miei occhi si perdevano nei suoi.
Odiavo i suoi occhi prepotenti.
Odiavo essere debole davanti a lui.
Odiavo lui.
Odiavo me.
- No. - dissi secca. 
- Perché? Lui deve sapere che ha una figlia. - disse girandosi verso di me per un nano secondo.
Non ci potevo credere, difendeva se stesso. 
- Non merita di sapere niente. - dissi spostando la testa verso il finestrino sperando che la conversazione sarebbe finita li.
- Non puoi decidere al suo posto. - disse con voce calma.
Volevo girarmi e ucciderlo. 
Chi era lui per dirmi cosa devo fare?
Lui era nessuno per me. Una nullità.
- Non sai niente. 
- Allora raccontami. - disse fermandosi al semaforo.
Cosa gli dovevo raccontare? Perché era cosi curioso. 
- Ti sto ascoltando.
Odiavo la sua voce cosi ferma e dura. 
- Lui è uno stronzo.
- E perché questo stronzo non può sapere la verità? - disse alzando il sopracciglio.
- E’ verde.- dissi innervosita da quella conversazione.
- Non mi hai risposto.
- Fai troppe domande.
- Sono una persona curiosa. 
Lui era egoista, menefreghista, prepotente, bastardo, odioso, antipatico e sgradevole.
Eppure aveva un cuore.
 
Scesi dalla macchina seguita dal moro. Non volevo parlargli, non volevo guardarlo, non volevo avere niente a che fare con lui.
Vidi uscire Melissa in mano con Emma, molto probabilmente la mia amica la portava all’asilo.
- Ciao principessa!- rubò le mie parole il moro.
La bambina sentendo queste due semplici parole si girò e fece un enorme sorriso.
- Mamma, Zin! - disse lasciando la mano di Emma e corse verso il moro.
Cosa? Perché verso lui?
Mi sentii il mondo cadere addosso. Mia figlia preferiva lui a e?
No potevo crederci. Mi sentii inutile.
Zayn la teneva in braccio e le diede un bacio sul naso. La bambina rise e lo stinse forte.
Lui era più importante di me per lei.
- Mamma!- disse Melissa aprendo le braccia verso me.
Zayn mi si avvicinò sorridente e me la porse. 
Era vicino a lei e lui. Magari da lontano la gente può pensare che siamo una normale famiglia, ma non so siamo affatto. Io, Zayn e Melissa non siamo una famiglia.
- Mamma sei tornata! - disse Melissa tenendo le braccia aperte.
La guardai bene tra le braccia di Zayn. Era arrivato il momento di dire ad entrambi la verità?
Sentivo il bisogno di liberarmi da quel peso. 
Sapevo benissimo che non ci sarebbe stato un per sempre insieme, lo sapevo.
Tutti e due erano felici di stare insieme, andavano d’accordo e io era come un muro che li separava.
Presi in braccio la bambina beandomi il suo calore anche se ieri era con me, anzi con noi, me e Zayn.
Il moro si mise dietro di me e pizzicò il naso della bimba, ciò la fece ridere, invece il mi sentivo peggio di prima.
Lei appoggiò la testa sulla mia spalla, Zayn le si avvicinò e le baciò la fronte. Per qualche secondo sentivo il suo respiro caldo sulla mia pelle fredda, ciò mi fece rabbrividire.
- Hope cosa faccio? - mi chiese Emma aspettando la mia risposta dato che doveva andare all’università.
- Vai pure. - disse al mio posto Zayn. Ma come si permette, chi è lui prendere decisioni al mio posto?!?
Emma mi guardò come per chiedermi consenso. Le feci un cenno che può andare e lei fece cosi.
- Dai ti porto all’asilo. - disse a Melissa lasciandole un sonoro bacio sulla guancia. Lei mi guardò con i grandi occhi che erano diventati apposta tristi
- Oggi non può saltare? - chiese Zayn mettendosi davanti a me. Melissa gli sorrise.
So cosa volevano fare ma non ci riusciranno.
- No.- dissi mettendola per terra.
- Ti prego promettiamo che facciamo i bravi.- molto probabilmente mi aspettavo una frase del genere da una bambina di tre anni e non da un uomo.
Con Melissa, Zayn sembrava una persona completamente diversa. Con lei era come un bambino, cercava di accontentare ogni suo desiderio, lontano dalle piccola peste tornava maturo e freddo. Ha doppie personalità.
- No.- dissi mettendo la bambina per terra.
- Mamma ti prego!!!- disse Melissa attaccandosi sulla mia gamba.
- Melissa ho detto di no e punto.- dissi dura, fin troppo dura, infatti i suoi occhi divennero lucidi. 
Odiavo vederla triste e poi per colpa mia.
Lei corse verso Zayn e si nascose dietro di lui.
- Mel ti prego non piangere.- dissi avvicinandomi a lei.
- Io voglio stare un po’ con Zin. - rispose.
- Va bene, andiamo dentro che fa freddo.- dissi rassegnandomi.
 
Entrammo nel appartamento, era più disordinato del solito. I vestiti di Melissa erano sparsi nel soggiorno. 
Sbarrai gli occhi, come era possibile. Mi giro verso la piccola e lei capisce al volo che sono arrabbiata.
- Non sapevo cosa mettermi.- risponde tranquillamente.
Mi davano sui nervi la tranquillità di Melissa e Zayn, non prendevano niente sul serio.
Un giorno se ci sarebbe stato un terremoto, posso scommettere che rimarrebbero al loro posto e diranno ’intanto tra poco passa’.
Infondo anche io voglio essere come loro, non pensare al futuro ma vivere il presente.
- Zin vieni ti faccio vedere le mie bambole.- disse Melissa prendendo Zayn per man.
. Prima togli il cappotto.- dissi buttano la borsa sul divano.
Mi sorrise come per dire che ha capito.  
Mentre loro erano impegnati a guardare le bambole io avevo utilizzato il tempo per pulire il disastro.
Dopo non so quanto tempo la casa era diventata il posto adeguato per vivere decentemente, mi girai e vidi l’ora, erano le dieci e mezza.
Andai nella camera di Melissa e li vidi intenti a tagliare i capelli di una barbie bionda.
- Cosa state facendo?- chiesi spostando gli occhi dalla bambola ai capelli per terra che dovevo ovviamente pulire io.
- Stiamo facendo un taglio più moderno a Chanel.- disse Zayn alzando la bambola per farmela vedere meglio.
Povera Chanel le mancavano i capelli dalla parte sinistra invece quelli di destra erano irregolari e da qualche parte colorati di  verde e blu.
Noto Melissa guardarmi aspettando che dicessi qualcosa, ci sparava in qualcosa di positivo.
- La prossima volta me li fate anche a me cosi. - dissi solo per accontentarla. 
Vidi i suoi occhi brillare subito dopo la mia risposta.
- Mamma se vuoi subito.- disse alzandosi.
- No no tranquilla dopo, adesso … devo preparare il pranzo.- dissi andando verso la porta d’uscita.
- Cosa volete mangiate? - chiedo voltandomi.
- Sceglie la principessa.- disse Zayn.
- mmm … voglio … mmh … pollo con patate o patate con pollo.- disse dopo un po’.
La guardo un po’ stranita perché insomma ‘patate con pollo e pollo con patate’ è la stessa cosa.
- Bene, vi chiamo quando è pronto.
Uscii e andai verso la cucina. Aprii il frigorifero e vidi solo succhi, lo rinchiusi. Pensai che fosse strano perché prima di partire avevo fatto la spesa. 
Aprii il freezer, vedo solo cibi congelati, niente vitamine niente proteine, niente di niente, solo cibo congelato c’era in quella casa.
Mi ero rassegnata, mai più lasciare mia figlia con due pazze, anzi una, perché Katy non tornava mai a casa.
Tornai dai miei angeli, volevo dire dal mio angelo e Zayn.
Cosa mi stava succedendo? Perché avevo chiamato Zayn ’mio angelo’?
Aprii la porta senza farmi notare. Zayn cercava di aiutare Melissa di mettere i vestiti a Chanel.
- Vado a fare la spesa.- dissi fissando i capelli della bambola.
- Possiamo venire anche noi?
Avevo detto ’noi’. non ci sarebbe mai stato un noi. Era tutto troppo complicato per diventare un noi. 
- Si dai andiamo.- rispose al mio posto Zayn.
A quanto pare non era una domanda ma una affermazione. 
Melissa sentendo quella frase saltò in piedi e corse a prendere il giubbotto.
- Zin mi aiuti?- disse alzandosi verso il moro.
Mia figlia non aveva bisogno di me, preferiva una sconosciuto che sua madre. 
Chiesi la porta, ero arrabbiata e delusa.
Andai a prendere la borsa dal divano
Loro due entrano e Zayn mi si avvicinò.
- Tutto bene?- chiese appoggiando la mano sulla mia spalla.
Lui mi aveva toccato, mi sentii mancare il respiro, le gambe erano diventate improvvisamente molli, per non parlare delle mani sudate.
Non mi piaceva l’effetto che mi faceva.
Era come una magia. 
- Si tutto bene. Tu piuttosto non devi andare a lavorare? Oggi hai da fare una intervista alla radio.- disse sperando che se ne andasse. Lui mi metteva sempre nei guai.
- Hai ragione, chiamo Liam e gli dico che non vengo.- disse prendendo il cellulare dalla tasca e allontanandosi.
 
- Mamma guarda mi prendi le patatine.- mi chiese Melissa. 
- Abbiamo già preso due pacchetti.- dissi mettendo nel cestino le patate.
Mi allontanai a prendere dell’olio. Quando tornai vidi il cestino pieno di dolci e Zayn vicino ad esso intendo a metterne altri.
- Zayn non possiamo prendere cosi tanti dolci.- dissi mettendo le mani sui fianchi.
- Ma se lei vuole … - 
- Ciò non significa che devi accontentare ogni suo desiderio.
- Si ma i dolci sono buoni.
- Sta sera dormi tu con lei e vedrai cosa succede quando mangia tanti dolci.
- Cosa succede?
- Non dorme.- risposi iniziando a cercare Melissa.
- Dove è Melissa?- chiesi preoccupata.
- E’ qui … - disse Zayn girandosi - Era qui.
- Oh cazzo …. - andai in panico. Passai la mano tra i capelli. 
Poteva succederle di tutto. 
- Cazzo siamo a Londra, ci sono maniaci, ladri e oddio non voglio pensarci- dissi iniziando a camminare avanti e indietro.
- Hope stai calma, sono sicuro che non le è successo niente.- disse Zayn avvinandosi a me.  Mi prese le mani e li abbasso.
- Guardami negli occhi.- disse possessivo - Andrà tutto bene. - continuò.
 
- Melissa?- gridai in presa del panico.
- Melissa dove sei?- sentii Zayn poco lontano da me.
Le persone normali perdono i bambini nel centro commerciale, io nel supermercato. Patetico. 
- Qui non c’è- disse Zayn toccandosi il collo col fare il nervoso.
Era la prima volta nella mia vita vedere il moro preoccupato, di solito era sempre calmo, adesso no. Vedevo dimostrarmi forte, cercare di calmare Zayn, ma dall’altra parte avevo bisogno di buttarmi per terra e piangere. Ero una pessima madre.
Zayn si avvicinò a me lentamente e mi abbracciò. Non avevo mai aspettato una cosa del genere da parte sua.
Mi stinse forte a se e iniziò ad accarezzarmi i capelli e sussurrare che tutto sarebbe andato bene. Mi mancava qual contatto, mi mancava il sentimento di essere protetta. 
- Andiamo a cercarla.- disse allontanandosi da me e porgendomi la mano.
La presi indecisa e lui mi stinse forte come per dirmi e che qui con me. Appezzai il suo gesto.
- Melissa! Dai vieni!- iniziò ad andare velocemente. Non dissi niente, non avevo forze, mi sentivo una sciocca. 
- Zin! Mamma!- sentii la voce della bambina. Iniziai a girare la testa da tutte le parti per cercarla, ma non la trovai.
- Dove sei?- chiese Zayn stringendo più forte la mia mano. Non pensavo al dolore che involontariamente mi stava provocando.
- Sono con Babbo Natale!- disse Melissa. 
Zayn corse verso la direzione portandosi dietro con se.
 Melissa era appoggiata sulle gambe di un Babbo Natale, tutta sorridente e contenta.
Il mio cuore face un enorme salto. Corsi verso di me lasciando la presa di Zayn e la presi subito abbracciandola.
- Mamma … mi stai soffocando.- disse Melissa cercando di liberarsi dalla mia presa.
- Non farlo mai più capito?- disse Zayn severo. La sua voce sembrava parecchio nervosa, si capiva che era molto preoccupato come me.
Melissa lo guardò, non aveva mai visto questo lato del moro. Annui solo per tranquillizzarlo.
- Andiamo.- disse Zayn prendendo dalle mie braccia la bambina e appoggiandola per terra. Lei lo affiancò e prese subito la sua mano, alzò la testa verso alto e gli fece un sorriso angelico. Faceva sempre cosi quando cercava di farsi perdonare e questo suo passo funzionava perfettamente, infatti Zayn avevo ceduto subito. 
Andammo a finire la spesa ormai stanchi. 
 
- Mamma chi canta?- mi chiese Melissa quando eravamo in macchina.
- Little Mix. - disse girandomi verso lei per vedere cosa fa.
Aveva preso un pacchetto di patatine e mangiava tranquillamente mentre guardava fuori dalla finestra. Notai che la metà del pacchetto era sparso attorno a lei. Sbuffai.
- Melissa stai attenta, guarda cosa hai fatto!- dissi severa.
- E’ bella la canzone.- disse la bambina cambiando l’argomento.
Mi girai in avanti e vidi Zayn sorridere.
- Lì canta la mia ragazza.- disse fiero. 
Già, cantava Perrie, lui ama Perrie, lui sposerà Perrie. 
- Come non stai con mia mamma?- disse la bambina sbucando in mezzo ai due sedili.
Zayn diventò tutto rosso. Iniziai a tossire, mi stavo ammazzando con le mia stessa saliva. 
- mmm… no- rispose tanto imbarazzato.
Se mia figlia fosse perfetta in qualcosa sicuramente sarebbe stato mettere in imbarazzo le persone.
Mi chiedevo da dove le venivano queste domande in mente.
- Ah pensavo che vuoi essere mio papà. - rispose la bambina delusa, buttandosi indietro.
Lo sapevo, loro due non si dovevano incontrare. Avevo combinato un enorme guaio.  
Zayn si girò lentamente verso me. Mi guardò severo come per dire che me lo aveva detto. 
- Mel tu hai un papà. - dissi girandomi verso lei.
- Ma lui non mi vuole bene.- rispose decisa.
- Non è vero, lui ti vuole tanto bene te lo già detto. Adesso basta continua a mangiare le patite però prima raccogli quelli sul sedile.
 
 
 AUGURI LOUIS TOMLINSON 
21 ANNI!!!
TI VOGLIAMO TANTO BENE
DALLE TUE PICCOLE/GRANDI CAROTE
 
Salve ragazze 
Potete uccidermi
Solo sono in enorme ritardo
Settimana e mezza.
In teoria il capitolo non doveva finire cosi, ma se lo avessi continuato sarebbe diventato troppo lungo.
Spero di essere perdonata
Secondo voi chi era il babbo natale?
Nel prossimo capitolo succederà qualcosa di molto strano, ma non ho intenzione di dirvi cosa.
Diciamo che scoprirete chi è il babbo natale e capite perché è cosi importante
Vi prego lasciatemi qualche recensione se volete ovviamente
Buone feste
Siete state abbastanza brave quest’ anno per ricevere un regalo domani?
Io no …
Dai vi lascio in pace e spero che il capitolo vi sia piaciuto
Scusate so che è molto lungo, fin troppo
Mi dispiace tantissimo
Scusate ancora una volta
Ciao ciao 
 

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Capitolo 17
*** era impossibile, impossibile... ***



 
 

Capitolo 17:
era impossibile, impossibile... 


- Su entrate che fa freddo fuori.- dissi gridando ai due scemi che correvano fuori.
- Ma mamma stiamo giocando.- disse frenando la corsa Melissa.
- Dai Hope ancora un po’- continuò Zayn aiutando la bambina nel convincermi.
- Avete cinque minuti non di più.- dissi mostrandomi forte.
- Sissignora!- gridò Zayn facendo il militare. Melissa si mise a ridere.
- cosa hai da ridere strega?- chiese il m0ro alla bambina.
Lei sentendo il tono stupido con cui l’aveva detto Zayn si mise a ridere ancora di più. Il moro iniziò a rincorrerla, dopo poco la prese e la alzò in aria.
Chiusi la finestra e andai a vedere le patate al forrno.
Tra dieci minuti dovevano essere pronti.
Andai nel soggiorno e mi buttai sul divano. Sentii il cellulare e lo presi subito. Era un messaggio da Emma: ‘ciao ti posso chiamare, è urgente.’
Cosa poteva succedere di cosi importante?
Sentii un tonfo da fuori. Oddio se sono caduti e si sono rotti qualcosa?
Corsi subito sulla finestra.
- Qualcuno è morto?- gridai parecchio preoccupata.
- Zin ha buttato il vaso di signor Link.- gridò Melissa indicando Zayn.
- Shh non gioco più con te.- disse il moro alzandosi con il vaso rotto tra le mani.
Oddio il vaso di signor Link no. 
Quel vaso era sacro, no, tutte le cose di quel nonnino acido erano sacri, non si dovevano toccare.
Signor Link era un vecchio militare che secondo me odiava i giovani, no, odiava tutti gli essere umani.
Mi ricordavo ancora il primo giorno che lo incontrai, era seduto sulla panchina fuori dell’edificio e fumava una pupa. Tutto il fumo che usciva dalla sua bocca portava con se i brutti ricordi ed emozioni. Si vedeva perfettamente che lo tranquillizzava. Mi ero avvicinata a lui, era l’unico dei miei vicini che non avevo conosciuto. Quando mi aveva visto con il pancione aveva iniziato a dirmi che ormai la gioventù di oggi non aveva scrupoli e cose varie, ma non conosceva la mia storia. Link non poteva sapere come mi sentivo.
- Tornate subito a casa, immediatamente.- dissi gridando, non volevo altri problemi, ce ne avevo già troppi.
Il cellulare aveva suonato. ’cazzo Emma’ pensai. Corsi di nuovo nel soggiorno. 
- Pronto!- dissi a fatica dalle corse che avevo fatto.
- Ciao, quando pensi di rispondere al cellulare?- disse la rossa. Aveva ragione, diciamo che non avevo mai l’abitudine di rispondere ai messaggi.
- Si si scusa, adesso dimmi. Cosa c’è di cosi urgente?
- E’ vero che sei ancora a casa?
- Si resterò qui perché?
- Non resto a casa, i miei vogliono che passi un po’ di tempo con loro.
Sentii la porta aprirsi e dopo dei veloci passi che si avvicinavano a me. Vidi Melissa spuntare sulla porta e sorridermi. Avevo capito che qualcosa non quadrava, sapevo quel sorriso.
- Va bene Emma, domani ci vediamo adesso devo andare ciao.- dissi staccando la chiamata. 
Alzai lo sguardo verso Melissa, non c’era più. 
- Melissa vieni subito qui!- dissi gridando alla bambina. 
La peste mi si avvicinò questa volta lentamente però con lo stesso sorriso. L’ultima volta che aveva  fotto quel sorriso innocente mi aveva perso il cellulare, in quel momento avevo paura di sapere per quale motivo lo facesse.
- Cosa è successo?- chiesi andando subito al nucleo. Non mi sono mai piaciuti tanto i giri di parole.
- Niente.- disse cercando di sorridere ancora di più.
- Dove è Zayn?- chiesi avvicinandomi alla porta d’uscita.
- Qui.- rispose la bambina con non curanza. Non è stata mai brava a  mentire a me. La conoscevo benissimo, era pur sempre la mia figlia.
- Zayn?- gridai sperando che il moro mi sentisse.
- Sono qui.- disse entrando nel soggiorno. Melissa si mise subito a ridere. 
- Cosa è successo?- chiesi di nuovo incrociando le braccia sotto il petto. Sembravo il cattivo poliziotto ma non interessava, dovevo sapere cosa hanno fatto.
- Niente.- disse Zayn sorridendo. 
Mi arrabbiai, nessuno diceva niente, mi rispondevano allo stesso modo. Erano peggio dei pappagalli. 
Melissa si mise a ridere ancora di più. Alzai un sopracciglio, la mia pazienza era sparita.
- Signor Link ha picchiato Zin con il bastone.- disse tra le risate Melissa. 
Mi girai e vidi Zayn sorridermi innocentemente. 
 
- Mamma vieni.- disse Melissa gridando dal soggiorno. 
Cercai di finire più velocemente di lavare i piatti e andai da lei.
- Zin non sono piccola.- disse la bambina incrociando le braccia. 
Zayn l’aveva messa sulle sue gambe girata verso di lui e le faceva facce strane per farla ridere.
- Caro Zayn non conosci tua … - oh cazzo cosa stavo per dire.
Il moro si giro verso di me e mi face segno di continuare. Vedevo nei suoi occhi una strana luce. 
Cosa dovevo dire adesso!?!
Le mani mi si indebolirono. Il mio cervello cercava una risposta decente, ma non fu facile trovarne una.
- Mamma cosa guardiamo sta sera?- chiese Melissa saltando giù dalle gambe del moro.
Non sapevo cosa avessi fatto senza l’angelo che ritrovavo come figlia.
Zayn continuava a guardarmi, cercava come sempre di leggermi nella mente. Sapevo che mi avrebbe chiesto il significo di quella mezza frase. Avevo imparato di conoscerlo.
- Alla ricerca di Nemo. - dissi facendo finta di non aver capito le intenzioni di Zayn.
 
 Non riuscivo a guardare il film. Ero persa nei miei pensieri. Era brutto mentire a mia figlia e Zayn. Ero diventata una bugiarda. Non ero buon esempio per mia figlia. 
Mi girai verso di loro. Guardavano il film con molta attenzione, sembrava che non volessero perdere niente.
Mi alzai e decisi di uscire un pochino, tutto quel ambiente mi era diventato di troppo.
Presi il capotto e uscii.
Londra era buia, c’erano le luci che mi permettevano di vedere la panchina di fronte all’edificio in cui abitavo.
Mi sedetti e chiusi gli occhi.
Pensavo. Pensavo a molte cose. Pensavo che se potessi tornare nel tempo cambierei tante cose. Dopo nella mia mente comparse  l’immagine di Melissa di quando era nata. 
No, non cambierei niente. 
La mia vita non era perfetta, ma non avrei cambiato niente.
- Non hai freddo?- chiese una voce rocco e vecchia.
Aprii subito gli occhi, vidi signor Link poggiato sul suo bastone.  Lui si avvicino a me e si siede sulla panchina accanto a me.
- Buona sera signor Link. Non ho freddo.- disse voltandomi verso lui e sorridendogli gentilmente.
- Hai sentito cosa ho fatto al tuo amico?- chiese guardando in avanti.
- Si, se lo ha meritato.- dissi girandomi a guardare nella sua stessa direzione.
- Una settimana fa è morta mia figlia.- disse dal punto in bianco. La sua voce da dura e roca si trasformò in un sussurro.
Mi dispiaceva tantissimo. La cosa più brutta per un genitore è perdere il proprio figlio. 
Non volevo immaginarmi la mia vita senza Melissa. Aveva paura.
- Mi dispiace signor Link.- dissi poggiando una mano sulla sua spalla.
- Sono restato solo, Hope.- disse girandosi verso di me. 
I suoi occhi grigi erano pieni di lacrime di dolore. Le sue mani tremavano. Era un nonnino molto forte e mi dispiaceva davvero vederlo cosi.
- Non è da solo, ci siamo io e Melissa con lei.- dissi bracciandolo.
Lui iniziò a piangere. Mi faceva un strano effetto vederlo in quello stato. Fin adesso si era dimostrato sempre forte.
- Signor Link, vuole passare Natale con me e mia figlia?- chiesi accarezzandogli la schiena.
- Tranquilla, devi festeggiarlo con i tuoi genitori, non con me.- disse allontanandosi leggermente.
- Da tre anni passo il natale da sola con mia figlia. Per me sarà un piacere passarlo anche con lei.- dissi guardandolo dritto negli occhi ancora lucidi.
- Sei un tesoro Hope. Grazie.- disse alzandosi.  
- Buona notte figliola.- disse prima di entrate nell’edificio.
- Notte
Rimasi un po’ fuori, non volevo entrare subito. Ripensavo al discorso con il mio vicino. 
Non volevo un giorno restare anch’io sola. 
Pensai subito ad Eric. Mi piace e non poco. Avevo deciso di prore con lui. Non avrei perso niente.
Decisi di entrare, prima passai e prendere le lettere. Come mi aspettavo nessuno durante la mia assenza non si era preoccupato di prenderle.
Andai dritto nell’appartamento. 
Sentii la musica del sottosfondo del film. Entrai nel soggiorno e vidi Zayn e Melissa dormi. Mi avvicinai al moro e lo svegliai. 
Andai in cucina e misi a preparare due caffè.
- Dove è il bagno?- chiese Zayn entrando nella stanza. Era tutto spettinato, ma era comunque bellissimo. 
- L’ultima porta del corridoio e destra.
- Grazie.- disse e uscì.
Guardai le lettere. Il mio sguardo si posò su una di loro. Sulla busta non c’era scritto niente. La presi e mi misi a leggerla.
 
‘Ciao bellissima Hope.
Come sta la mia mamma preferita?
Ti ricordi di me, vero bellezza? Sono il tuo più grande amore.
Oggi ti sei spaventata? Oh poverina.
Non è successo niente alla piccola Melissa, stai tranquilla.
Devo dirti che è proprio come te.
Amore non farmi arrabbiare tanto, stai lontano dal frocio, va bene? Se no mi arrabbio e tu non vuoi vedermi arrabbiato giusto? L’ultima volta che mi hai fatto arrabbiare era costretto a farti del male anche se non volevo.
Ti ricordi il colo? Ti fa ancora male vero?
Cara, mi sono innamorato di te. I tuoi occhi profondi, le tue labbra che mi fanno impazzire e la tua pelle chiara e morbida.
Io t amo e tu cosa fai? Mi fai solo del male.
Quando volevo dimostrarti il mio amore, tu hai iniziato a gridare e hai detto che volevo stuprarti, ma non era vero e tu lo sai.
Ma piccola siccome ti amo sono disposto a perdonarti, però non del tutto. Se ti vedo ancora con quel frocio succederà qualcosa di brutto, magari non ritroverai la piccola Melissa.
Capito amore mio?
Ti prometto che un giorno vengo a prendervi, te e la bimba, e andiamo a vivere insieme, come una grande famiglia.
Ti amo da morire Hope.
Da Luke.’
 
Era un incubo. Non ci potevo credere. 
Era lui. Lui era il babbo natale. 
Questo tipo era malato. Iniziai a piangere.
Era un pianto isterico, pieno di paura.
Lui sapevo di Melissa, sapeva dove abitavo. 
Poteva farmi di tutto.
- Hope? Hei tutto bene?- chiese Zayn. Alzai la testa, lui era sulla soglia della porta. Corse verso di me.
- Perché piangi Hope?- chiese prendendo la mia testa tra le mani.
Guardai la lettera che tenevo ancora tra le mani.
Lui segui il mio sguardo e la vidi. La prese velocemente dalle mie mani e iniziò a leggerla.
Vedevo i suoi occhi correre sulle righe del foglio velocemente. Me sue mani stringevano sempre più forte il foglio. Era arrabbiato e anche tanto.
Buttò la lettera sul tavolo, fece qualche passo avanti indietro. Si fermò e diete un pugno sul tavolo.
Sobbalzai. Continuavo a piangere. Lui lo notò e si avvicino velocemente a me. Chiusi gli occhi. 
Sentii due forti mani circondarmi.
- Ci sono io con te Hope. Non ti succederà niente. Tranquilla. Shhh.- disse coccolandomi.- Domani andiamo in polizia.- disse baciandomi i capelli.
- No Zayn, non voglio farlo arrabbiare ti prego.- dissi stingendolo forte a me.
- Va bene, Hope, ne parliamo domani mattina. Sta notte resto con voi. Stai tranquilla.- disse prendendomi il viso tra le mani e baciandomi la fronte.
 
Salve belle ragazze
Ho appena finito di scrivere il capitolo
Cosa ne pensate?
Lo so non è il massimo.
I’m sorry
The next time i will be better
Luke è il nostro babbo natale
A me sinceramente fa un  po’ paura 
Lo scorso capitolo non è piaciuto e vi capisco
Spero che con questo vi ho fatto incuriosire un pochino
Spero di leggere qualche vostra recensione
Ma se non mi lasciate niente vi capisco non vi preoccupate
Neanche io cagherei questa merda
Adesso vi lascio in pace
Grazie di aver leggo
Ps. Cosa ne pensate del banner? 

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Capitolo 18
*** Baby you don’t know about me ***





Capitolo 18
Baby you don’t know about me


 
La mattina dopo mi svegliai tardi. Avevo un forte mal di testa. Tutto attorno a me girava, sembrava che sono su una di quelle giostre che non ci sarei mai salita.
Mi ricordai la sera precedente.
La paura mi assali. Ansia. 
Luke diceva di amarmi in quella lettera.
Quale perverso amore può permettere di far male alla persona amata.
Luke non mi amava veramente, per lui ero solo un ossessione, ero un brutto gioco della sua mente. Facendomi del male, lui credeva di aiutarmi.
Non lo conoscevo personalmente, ma mi sentivo in colpa. Era colpa mia del suo comportamento.
Intenso turbamento misto di preoccupazione e inquietudine mi assali di nuovo.
Lui poteva fare qualunque cosa per stare con me. Lo aveva dimostrato lo scorso giorno. 
Perché non me ne era accorta che lui era quel fottuto Babbo Natale?
Poteva utilizzare come mezzo pure Melissa. Non potevo permetterglielo. Lui era malato.
Ricordai le lacrime versate la sera precedente sulla spalla di Zayn. 
Tutta la notte mi era stato vicino, ma non doveva ripersi. Lui doveva stare lontano da me e mia figlia.
Le sue parole rimbombavano nella mia testa. Diceva che ci sarebbe stato, non mi avrebbe lasciato. Bugia. Lui lascia tutto, non riusciva a mantenere niente per tanto tempo accanto a se.
Perrie, solo lei. Solamente lei è riuscita a mantenerlo vicino a se.
Lui la amava veramente allora. Certamente se la vuole sposare.
Come potevo mettermi a confronto con Perrie. Bionda, bellissimi occhi azzurri, carriera brillante, corpo perfetto, la ragazza dei sogni di ogni uomo. Io guardandola volevo sparire sotto terra, la mia autostima era pari a zero.
Non ero niente in confronto a lei, anzi portavo solo problemi, in quello ero numero uno.
Andai in cucina, portavo con me tutti i pensieri e dubbi senza dare importanza a ciò che mi circondava.
- Buon giorno- sentii una voce. La conoscevo benissimo in tutte le sue tonalità. In fondo amavo quella voce, anche se no volevo ammettere il suono di quella voce era l’unica che riusciva a tranquillizzarmi.
- Buon giorno- borbottai girando lentamente la testa.
Zayn e Melissa giocavano con un domino di cui non sapevo l’esistenza.
- Il tuo caffè è sul tavolo in cucina, ma credo che sia già freddo.- disse sorridendomi Zayn. Gli feci un cenno di aver capito e andai a bearmi un po’ di tranquillità.
Mentre mi godevo il caffè alzai lo sguardo verso l’orologio appeso sul muro. Segnava le dieci e mezza.
Bene Melissa non era all’asilo, tra un quarto d’ora Zayn doveva andare ad una riunione e io avevo perso un altro giorno di lavoro. Fanculo, non volevo più preoccuparmi.
Andai nel soggiorno e mi appoggiai per terra come gli altri due.
- Vuoi disegnare con noi?- mi chiese Melissa con quei occhioni neri. Scossi la testa. Volevo solo osservare.
Presi il cellulare e vidi tanti messaggi da Harry in cui mi chiedeva spiegazioni e dopo uno di Eric. ‘A quanto pare non vuoi uscire con me, pensavo di avere qualche speranza’. 
Era arrivato il tempo di reagire, dovevo farlo adesso o mai. Gli inviai un messaggio in cui gli dicevo di prendermi alla nove di sera da cosa mia e gli inviai l’indirizzo.
-Con chi messaggi?- chiese avvicinandosi a me, Melissa. 
Ma come era curioso quello diavoletto. 
Buttai il cellulare sul divano e la presi per farle il solletico. La sua risata rimbombava nella stanza.
Melissa continuava a cercare di scappare dalle mie mani, ma non ci riusciva.
- Papà aiutami.- disse Melissa con gli occhi lucidi tenendo le mani verso Zayn.
Mi fermai di scatto, era tutto sbagliato.
Non ci potevo credere, Melissa aveva chiamato Zayn suo padre.
Il moro guardava Melissa, non riuscivo a decifrare i suoi occhi. Poi vidi una strana luce in essi, era felice, contento. La sua bocca si piegò in un sorriso. 
Melissa non rideva più, non capiva l’importanza della parola detta.
Non doveva succedere. 
Mi alzai velocemente dalla terra. Iniziai ad andare avanti ed indietro nel soggiorno. Sentivo due paia di occhi scuri osservarmi. 
Mi girai verso loro ed era vero, mi stavano guardando entrambi curiosi.
Odiavo quella situazione, giorno dopo giorno diventava sempre più difficile, semplicemente insopportabile-
- Melissa, Zayn non è tuo padre.- disse cercando di mantenere la calma. Passai una mano tra i capelli, ero nervosa, fin troppo nervosa, sentivo che tra pochi istanti sarei scoppiata.
Melissa si avvicinò al moro.
- Zin vuoi essere mio papà? Io non ne ho.- chiese la bambina guardando dritto negli occhi il ragazzo. Occhi scuri contro curi. Padre di fronte a sua figlia.
- No!- gridai, ero in una piena crisi isterica. 
Prima Luke e il suo ’amore’ perverso, adesso Melissa chiedeva a Zayn di prendere il posto di suo padre.
 - Melissa, Zayn non sarà mai tuo padre!- gridai- Cazzo capiscilo, Zayn non è tuo padre! Non lo sarà mai!
- Ma mamma … - provò a dire Melissa, ma la fermai.
- Niente ma Melissa, tu hai un padre e punto.- la mia voce tremava dal nervoso, tutto il corpo era scosso. 
- Ma lui non c’è mai.- sussurrò Melissa.
Vidi il suo viso bagnato da lacrime silenziose accompagnate da qualche singhiozzo.
Ciò mi fece arrabbiare ancora di più. La stavo facendo soffrire, ma era la cosa giusta. Ognuno che legavo in qualche modo con Zayn soffriva ed io lo capito personalmente.
- Non puoi chiedere ad ogni uomo  se vuole essere tuo padre!- continuavo a gridare non riuscivo a tranquillizzarmi, la testa mi pulsava.
Melissa corse subito dietro la schiena di Zayn e continuò a piangere.
Dopo quella scena tutto davanti a me fu nero, la rabbia sali fino alle stelle. Non avevo mai alzato le mani su mia figlia e non l’avrei fatto neanche adesso.
- Melissa no! Basta! Vai nella tua camera! Subito!
Dopo quella frase Melissa corse velocemente nella sua camera. Sentivo i suoi singhiozzi. Mi odiavo, ero diventata un mostro.
Mi girai verso Zayn, mi guardava con disprezzo , come se fossi una spazzatura.
Si alzò lentamente con fare il minaccioso. Vidi che teneva le mani in due pugni. Mi si piazzò davanti.
Volevo scappare, nona avevo paura, solo colpa, mi sentivo terribilmente in colpa.
- Non c’era bisogno di gridare! E’ una bambina che vuole un padre! Ma per colpa del tuo fottuto orgoglio non ce la.
Le sue parole mi spiazzarono, era la verità, ma lui non aveva nessun diritto di parlarmi cosi.
- Che ne sai te! Non tu a 17 anni aspettavi un bambino. Non te eri quello giudicato da tutti. Non la tua famiglia si vergogna da te. Non sei te quello cresciuto velocemente. Tu non sai niente di me. No sai quanto ogni giorno soffro perché mia figlia non può avere una vita normale. Non mi conosci!- disse puntandogli un dito contro. 
Nel mio discorso mi ero avvicinata eccessivamente a lei.
- Hai ragione, non ti conosco. Ma come cazzo faccio conoscerti se hai costruito delle enormi mura tra di noi. Ieri sera pensavo di conoscerti, ti sono stato vicino. Avrei fatto di tutto per non vederti piangere per quel maniaco.- la sua voce d’un tratto divenne più calma.
- Cos c’entra quello?- continuai a tenere la voce altra, ormai quella era l’unica cosa che mi teneva a distanza da lui.
- Hai lasciato tutti i tuoi fottuti nervi contro Melissa!- disse facendo un passo indietro.
- Senti Malik … - non riuscii a finire la frase. Lo vidi avvicinarsi velocemente a me. Dopo un millesimo di secondo le sue labbra premevano violentemente sulle mie. Lui mi baciava. mi ero irrigidita. Non riuscivo a pensare. Perché non mi allontanavo?
Come tre anni fa lui mi baciava violentemente, voglioso. Le sue labbra erano morbide come me li ricordavo. 
Mi vennero in mente dei flashback di noi due in quella sera. Violenti, vogliosi, veloci ed eccitati. Dopo tre anni non eravamo cambiati, al meno non lui.
Mi ritrovai a rispondere a quel bacio.
Cosa stavo facendo? Baciavo Zayn, quello che in tre anni, giorno dopo giorno mi faceva soffrire. Quel Zayn, padre di Melissa. Lo stesso Zayn che dopo quattro mesi si doveva sposare.
Mi spostai, pensavo che mi ero calmata. Ero diventata pazza calmarmi con un bacio dato a lui. Non potevo ogni volta che mi arrabbiavo correre da lui e baciarlo. Ma sinceramente non mi dispiacerebbe. Dio cosa stavo dicendo!?!
Vidi Zayn guardarmi, aspettava la mia reazione. Lui voleva sembrare calmo, ma i suoi occhi mi dicevano tutto. Aveva paura di quello che poteva fare d’ora in poi.
- Cosa abbiamo fatto!?!- disse passandosi una mano tra i capelli sparsi in aria.
- Mi hai baciato!?! - disse a voce un po’ troppo alta.
- Beh non credo che mi hai respinto. Abbiamo dato entrambi un contributo.-disse arrogante. 
In quel momento volevo graffiargli la faccia che si ritrovava. Mi strafottenza perché ho risposto al bacio. Sembrava un diciassettenne che si vantava di aver rubato un bacio.
  Tutta quella rabbia che pensavo era sparita tornò più grande di prima.
- Vattene cazzo! Sparisce!- dissi indicando la porta.
Lui fece per dire qualcosa, ma lo fermai.
- Vattene! Non ti voglio vedere!- gridai più forte di prima.
Chiusi gli occhi per calmarmi e dopo sentii la porta aprirsi e chiudersi violentemente. Lui non c’era più.
Mi lasciai cadere per terra. Piangere dal nervoso mi veniva naturale. Senza di lui avevo paura, dovevo ammetterlo.
Dopo mi resi veramente conto di aver baciato Zayn Jawaad Malik, il padre di mia figlia.
 
 
 
Salve ragazze
Ho notato che non vi piace più la ff
Se volete mi fermo, perché non voglio annoiarvi
Sono pronta per sentirlo
Allora Zayn e Hope si sono baciati
Hope è diventata pazza
Melissa piange 
E la vita è brutta ahahaha
Se ci sarà un prossimo capitolo vi dico che succederà qualcosa 
Beh dopo aver detto questo vi volevo chiedere un favore 
Ieri ho provato a scrivere la mia prima OS, vi andrebbe passare? 
Se no, non preoccupatevi al massimo la cancello perché non la trovo soddisfacente  
Era la mia prima OS, non credevo fosse cosi difficile rinchiudere un intera storia in un solo capitolo
Dopo questo vi lascio in pace e grazie mille di aver letto 
 

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Capitolo 19
*** I'm so scared ***


 

 
Capitolo 19
I'm so scared


 
Phone rings
Don't wanna pick it up
I'm so scared

- Hope come sto?- mi chiese Perrie uscendo dal camerino con un lungo e grazioso abito da sposa. Era dir poco bellissima. 
Tutti quei minuti ad aspettarla avevano dato il loro frutto.
- Sei bellissima Perrie!- dissi avvicinandomi a lei.
- Non era quello che mi immaginavo.- disse osservandosi sullo specchio.
Non capivo perché non le piacesse quel abito, era lungo, non troppo scollato, senza spalline, era tutto quello che mi immaginavo. Ah giusto, er5a lei quella che si doveva sposare.
 Beh vado a provare l’altro.- disse eccitata e dopo un secondo era di nuovo nel camerino.
Mi siedi sul divano ad aspettarla di nuovo.
Chiusi gli occhi e mi vennero in mente immagini di me e Zayn, due mesi prima.
Erano passati due mesi e non abbiamo chiarito, nemmeno chi abbiamo parlato, meglio cosi. Grazie a quel bacio e l’allontanamento di Zayn ho potuto impegnarmi meglio sul lavoro. Il giornale per cui lavoravo sapeva ogni passo della famosa boy band.
- Ciao amore.- sentii Eric cingermi in un abbraccio. 
Stavamo insieme da quella sera di due mesi fa. Tutto era andato bene e cosi decidemmo di provarci.
Lo amavo, un sorriso mi si dipingeva ogni volta che lo guardavo. Eric era una persona stupenda, paziente e aveva subito accettato Melissa come sua figlia, ma non sapeva chi è il suo padre. Eric era la perfezione in persona. L’unico problema era che stava poco a Londra. Doveva molto spesso viaggiare, aveva una compagnia i navi. C’era tre giorni su sette con noi, mi dispiaceva moltissimo.
- Ciao bello- dissi dandogli un bacio a stampo.
- Perrie non è ancora pronta vero?- chiese sedendosi accanto a me. Mise un braccio attorno alle mie spalle. Mi piaceva tantissimo il suo profumo, era simile a quello di Zayn, se non mi sbagliavo. 
- Aspettiamo ancora- dissi sbuffando. 
Nella stanza entrò Zayn, aveva la faccia da duro, come ogni volta che c’era in giro pure io. Fece un cenno ad Eric, invece me non degnò con neanche uno sguardo. 
Quei minuti nel aspettare Perrie erano infiniti. Eric mi parlava, io facevo finta di ascoltarlo, ma  in verità stavo pensando. Zayn messaggiava con qualcuno con il cellulare, questo ovviamente non mi interessava. Non capivo solo cosa ci facesse lì, lo sposo non doveva vedere l’abito della sposa prima del matrimonio, se no porta sfortuna. 
Vidi Perrie uscire con un abito molto stile principessa. Era molto voluminoso e fin troppo decorato per i miei gusti, ma a quanto pare a lei piaceva. Aveva gli occhi lucidi e la bocca era piegata in un sorriso. Si, lei amava quel vestito.
- Amore sei qui! Cosa ne pensi?- chiese Perrie a Zayn. Lui la squadrò dalla testa ai piedi e disse un bello, poco convinto. ‘Emozionato il ragazzo’ pensai. 
Perrie si girò verso me e mi guardò, speravo che le facessi i complimenti, ma io odiavo quel vestito, cosa potevo dire?
- Bello
Ecco, un’altra bugia, gli ultimo mesi dicevo solo questo.
Vidi Perrie asciugarsi una lacrima, questo significava che era quello l’abito giusto. 
- Hope andiamo gli altri ci stanno aspettando- disse Zayn girandosi e incamminandosi verso l’uscita. Diedi un veloce bacio ad Eric, salutai Perrie e uscii.
Saremo stati tre giorni a Brighton, una cittadina molto carina da quello che ho sentito che si trovava sulla costa a sud. 
I ragazzi dovevano fare un concerto e un due incontri con delle fan scelte, io e Paul dovevamo fare una specie di guardia perché Daria non poteva venire, ma ci aveva gentilmente dato a disposizione la sua casa lì.
 
Iniziai a mettermi il pigiama, ero stanca di tutto, del viaggio, delle fan che mi insultavano pensando che io sia l’amorosa di qualcuno dei ragazzi e dei continui litigi con Zayn.
Ad esempio a cena abbiamo litigato perché pensava che io lo guardassi male, ma non era assolutamente vero. Non capivo il suo comportamento, era diventato uno stronzo con me. Non mi parlava se non per litigare per sciocchezze. 
Mi sdraiai sul letto, era comodo, eravamo nella casa di Daria, più che casa normale sembrava un palazzo.
Mi misi le cuffie ed ascoltai un po’ di musica, non riuscivo a tranquillizzarmi, ero sempre pronta per la cosa peggiore.
Qualcuno mi prese per il piede. Ero spaventata, mi alzai di scatto.
- Hey scusa non volevo spaventarti.
Era Harry, dopo averlo visto il mio cuore riprese a battere normalmente. Lui si mise accanto a me e mi abbracciò. Solo lui e Zayn sapevano la verità.
- Tranquilla ci sono io adesso.- disse accarezzandomi la schiena.
Erano le stesse parole che mi disse Zayn quella sera. Una delle sue solite promesse non mantenute.
- Sta sera posso dormire qui?- chiese Harold allontanandosi leggermente. Lo guardai stranita, ognuno aveva una camera, non ne capivo il motivo.
- Sono sicuro che non riuscirai a dormire.- disse stendendosi.
Sapevo che era solamente una scusa per non restare solo, non perché avesse paura, gli piaceva essere circondato da persone.
Mi stesi accanto a lui e guardai il soffitto bianco.
- Perché tu e Zayn continuate a litigare?- mi chiese innocentemente. Harry non sapeva del bacio, nemmeno di Melissa, tutti la consideravano come mia nipote. Non ne sapeva non perché non mi fidavo, ma perché non volevo altri problemi.
- Siamo persone molto diverse, le diversità si scontrano.- buttai una cosa senza senso. Sinceramente non capivo neanche io la causa del nostro comportamento.
Riuscivamo a litigare per ogni cosa, dallo sguardo alle persone che ci circondano. Ad esempio tre giorni fa ho parlato tanto con Eric sul telefono e Zayn mi disse che spero il mio tempo in cose inutili.
- Forse è solo nervoso per il matrimonio.- disse sbuffando Harold. Era ancora contro il passo che volevano fare il suo migliore amico e Perrie.
- Perché non accetti che si vogliono sposare?- chiesi curiosa.
Sinceramente non capivo il vero motivo del suo turbamento. Perrie era una persona fantastica da quello che ho potuto vedere.
- E’ troppo giovane, ha 24 anni. Chi vuole sposarsi a questa età?- chiese mettendo le mani dietro la testa.
- Anch’io voglio sposarmi.- disse girandomi verso lui.
- Hai 20 anni, tu non sei normale.- disse iniziando a ridere istericamente.
- Tu ne hai 23, vuoi per caso dire che sono troppo piccola?- dissi alzandomi con aria minacciosa.
- Sto solo dicendo che devi vivere la vita e non correre. Dopo il matrimonio ci saranno i bambini e sei troppo giovane per queste cosa.- disse tirandomi verso lui. 
Ero appoggiata sul petto di Harry a pensare sulle sue ultime parole. Correvo troppo, già. Lui non conosceva la persona di cui diceva di fidarsi. Lui si fidava di me, me non mi conosceva veramente.
- Dormi piccola Hope, domani sarà un giorno pesante.- disse baciandomi la testa. Era bello addormentarsi tra le le forti e rivelanti braccia di Harry.
 
Sentii una suoneria, pensavo che era il cellulare di Harry e mi girai dall’altra parte. Il telefono continuava a suonare con una suoneria molto irritante. A quanto pare la persona dall’altra parte era decisa di parlare con Harry.
Il riccio sbuffò e rispose al cellulare.
- Pronto?- chiese assonnato. 
- No.- continuò sedendosi sul morbido letto che continuava ad invitarsi di addormentarmi di nuovo.
- Hope è il tuo cellulare e stanno cercando te.- disse il riccio muovendomi il braccio avanti e indietro.
Sbuffai e presi il telefono, volevo uccidere la persona che mi chiamava cosi tardi.
- Pronto?- chiesi passandomi una mano tra i capelli.
- Hope seno Emma, siamo all’ospedale. Melissa non sta bene, Hope vieni ti prego.- disse tra i singhiozzi.
- Come sta Melissa? Cosa ha?- chiesi in preda dal panico.
- Non lo sappiamo ancora.- continuò a piangere.
Chiusi la chiamata e mi alzai subito. Presi dei vestiti a caso e andai in bagno.
- Hope cosa è successo?- chiese Harry alzandosi e fermandomi per il braccio.
- Melissa. Oddio!- dissi nel panico.
Lui mi guardava spaventato, non capiva niente.
- Melissa è in ospedale, torno a Londra.
- Aspetta vengo anch’io con te. Aspettami giù- disse correndo fuori dalla mia stanza.
Andai in bagno, mentre mi vestivo mille film mentali mi passarono per la testa. Non volevo immaginarmi niente di quello.
Scesi in cucina, vidi Harry e Niall pronti. Non capivo cosa ci facesse li il biondino, ma non avevo tempo di chiederglielo. Corsi fuori e mi fermai di scatto. Con che cosa dovevamo andare?
Harry come per leggermelo nel pensiero mi prese per la mano e mi portò nel garage. Prese delle chiavi e salimmo su una Toyota nera. Mise subito in moto e partimmo. 
- Cosa è successo?- chiese Niall da dietro.
- Melissa è all’ospedale.- risposi torturandomi le mani.
- Tua nipote?- continuò il biondino.
- Mia figlia.
Non diedi tanta importanza alla mia risposta, era uno sbaglio. Harry si girò subito verso me, era bianco in faccia, non ci poteva credere. Avevo deluso un’altra persona.
Nessuno dei ragazzi disse niente, erano troppo scioccati. 
Harry andò più velocemente, la macchina tagliava la notte con la sua velocità. Appoggiai la testa sul finestrino freddo dell’auto. Guardai l’orologio sul cellulare, segnava le due e un quarto.
Avevo paura, potevo perdere la ragione della mia vita. Potevo perdere tutto.
Chiusi gli occhi e mi ricordai quando avevo scoperto di aspettare un bambino. Un bambino aspettava un altro bambino.
Mi vennero in mente delle scene di quando la presi tra le mie mani, avevo un senso di completezza, lei era il pezzo che mi completava. Quando disse per la prima volta mamma gridai per tutta la casa svegliando Emma e Katy. Oppure quando fece i primi passi corsi per tutta la cosa con Emma.
- Hope siamo arrivati.- disse Niall.
Mi ero addormentata, quando mi toccai la faccia era bagnata, avevo pianto nel mio sonno.
Mi girai verso Harry, non mi guardava, era veramente deluso. 
Scesi dalla macchina, sentivo dietro di me i ragazzi. Andai verso un infermiera e le chiesi dove potevo trovare il reparto per i bambini. Corsi nella direzione detta e vidi un dottore avvicinarsi a Katy ed Emma.
- Lei chi è?- mi chiese il dottore non più di trenta anni.
- Sono la madre.- dissi a fatica dalla corsa.
- Chi è il padre?- continuò l’uomo guardando i ragazzi dietro di me.
- Nessuno dei due, adesso mi può dire come sta mia figli?- chiesi perdendo la pazienza.
Il dottore mi guardò male e abbassò lo sguardo verso il libretto che teneva tra le mani.
- Sua figlia si chiama Melissa White?- chiese leggendo.
- Si
- Melissa ha problemi con il rene, il tavolo che le era caduto addosso a come dire fermato il normale funzionamento dell’organo. Serve fare un trapianto di fegato al più presto possibile. Dobbiamo trovare una persona con lo stesso gruppo sanguino e che sia in buona salute. Tra poco dirò ad una infermiera di chiamare le persone disposte per fare le analisi. Adesso vado.- disse e se n andò.
Rimasi spiazzata. Il fegato, il suo fegato non funzionava. 
Ero la madre peggiore del mondo, dovevo essere lì con lei e niente di questo sarebbe successo.
Mi presi la testa tra le mani, era diventata fin troppo pesante dai pensieri e i problemi. Delle lacrime scesero lungo il mio viso senza il mio permesso. Non volevo dimostrarmi debole. In quel momento avevo bisogno di restare da sola e le ragazze lo sapevano. Magari sarebbe stato molto più facile se lui ci fosse con me, solo lui riusciva a tranquillizzarmi. Quel lui che avevo paura di nominare.
Sentii dei passi, alzai la testa ed era un’infermiera che disse a me e alle ragazze di seguirla.
Lei ci portò in una stanza e mi disse di sedermi. Lo feci e alzai la manica della maglia, chiusi gli occchi, odiavo la vista di sangue. Qualcosa di morbido preparò la parte che doveva essere bucata. Sentii l’ ago andare sotto la mia pelle, no era una bellissima sensazione, ma per mia figlia farei questo e altro.
Dopo un paio di minuti eravamo fuori. Le ragazze dissero a Niall ed Harry di andare dalle infermiera se vogliono e loro lo fecero.
Mi appoggiai sul muro e mi lasciai cadere per terra. Non avevo più forze. Sentivo delle voci che mi parlavano, sembravano cosi lontane.
Qualcuno mi alzò, era Emma. 
- Hope non deprimerti!- disse scuotendomi. Non avevo forze neanche di contraddire.
- Senti fai qualcosa!- gridò Katy. Non sapevo cosa rispondere, tenevo la testa bassa.
- Chiama Zayn.- disse Emma.
- No.- dissi sussurrando.
- Senti Hope molto probabile lui ha lo stesso gruppo di sangue e … - iniziò Katy, non volevo ascoltare.
- No.- dissi liberandomi dalle presa di Emma.
- Senti di a Zayn che lui è il padre di Melissa e … 
D’un tratto Emma sbiancò. I suoi occhi verdi erano fissi su qualcosa che si trovava dietro di me. Era spaventata. Si passò una mano tra i capelli rossi.
La curiosità mi assali, mi girai. Quella cosa o meglio quella persona per cui Emma si era fermata era Harry
-  C- c- cosa? Zayn cosa?- chiese lui in un sussurro.
Ero nella merda.
 
 
 
Salve ragazze
Scusate in teoria dovevo aggiornare ieri, ma è successo un casino
non so cosa dire per questo capitolo 
Diciamo che è un po’ particolare
Ho il prossimo capitolo pronto 
Se mi lasciate tante recensioni domani aggiorno
Scusate se non vi è piaciuto o vi annoio 
Grazie di aver letto 
with love by Jenny

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Capitolo 20
*** hating on me ***






Capitolo 20
hating on me
 
 
- Hope ti prego dimmi che non è vero.-disse Harry avvicinandosi lentamente a me.
Non volevo più mentire, volevo essere onesta. La mia vita si basava su troppe bugie ormai.
Harry mi guardava sperando gli dicessi che tutto fosse solo un brutto gioco. Non lo era.
Lo guardai negli occhi verdi, magari dicendogli la verità avrei perso un amico.
‘Rischia’ gridò una voce proveniente dal cuore. Fidarsi di un organo?
- E’ vero.- ammassi abbattuta. Ormai avevo perso quel ‘gioco’. Non volevo più giocare, autodistruggermi. 
- Che stupido.-disse battendo una mano sulla fronte. Lo avevo perso. Avevo perso una delle poche persone a cui importavo qualcosa.
Lo presi per la mano, non volevo fare scene davanti a tutti. Lui lasciò la mia presa subito, sembrava gli facesse schifo il mio contatto. Mi fece male, tanto male, ma me lo meritavo. Dolore, dovevo sentire male.
- Seguimi.- dissi fredda. Non avevo più sentimenti, erano spariti con la voglia di vivere.
Mi incamminai lungo il corridoi. Osservai le persone che mi circondavano, genitori, dottori, infermieri e bambini. 
Più della metà delle madri era appoggiata sul petto dei padri aspettando delle notizie per i loro figli, invece le altre coccolavano i loro piccoli ringraziando dio di averli salvato.
Una scena mi colpì in particolare, una madre teneva stretta a se un bambino come per non lasciarlo scappare. Esso sembrava poco più grande di mia figlia, era molto probabile che avesse cinque o al massimo sei anni. Sua mamma piangeva a dirotto e lui le sussurrava che una certa Emily sarebbe stata bene. Quella ragazza forse era sua sorella, magari stava pure lottando per la propria vita.
Solo in quel momento capii che avevo continuato a vivere solo grazie a Melissa, lei mi aveva salvato la vita.
Mi accorsi che nell’ospedale c’era un bar ed entrai subito. Era pieno di persone che aspettavano notizie per i propri famigliari come me. 
Mi siedi un uno dei pochi tavoli liberi seguita da Harry.
Guardai intorno, le mura erano dipinte con colori vivaci, ma aveva comunque un aria cupa.
- Vi porto qualcosa da bere?
Solo in quel momento mi accorsi che la mia vista era oscurata da un uomo abbastanza robusto di statura.
- Acqua.- dissi anche se non avevo voglia di prendere niente. Avevo altri pensieri per la testa.
Harry ripeté la mia stessa ordinazione ed iniziò a torturarsi le mani. Aspettava che iniziassi a parlare. Ma da dove potevo iniziare? C’era un vero e proprio inizio?
La mia storia sembrava un intreccio di prese in giro. Chi si prendeva giro di me? Molto probabilmente il destino. Ma perché dargli la colpa della mia stupidità?
- Ecco a voi.- disse il cameriere di prima. 
Guardai l’acqua, pura e trasparente. Perché anche la mia vita non poteva essere cosi? La mia vita era piena di colori scusi, Melissa era l’unico colore vivace.
- Allora?- chiese Harry perdendo la pazienza.
Lo guardai indecisa da dove iniziare. La domanda principale era dirgli tutto o no. Sapevo che potevo fidarmi di Harry, ma avevo paura che mi giudicasse. Avevo paura di deluderlo e restare sola.
- Quasi quattro anni fa incontrai Zayn in una discoteca.- iniziai fissando l’acqua, come se in quel momento mi potesse aiutare- Eravamo entrambi molto ubriache e … lui tradì Perrie con me.- mi vergognavo, solo in quel momento capii cosa era, una troia- Dopo quella sera restai in cinta.- alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi, mi guardava senza trasmettere nessuna emozione.- Lui non lo sa.
- Perché sei venuta a lavorare per Daria sapendo che lui potesse scoprire tutto?- chiese con voce terribilmente fredda a tal punto di farmi venire i brividi.
- Lavoro per un giornale, faccio il doppio gioco.
Avevo iniziato a dire la verità, dovevo al meno dire tutto fino alla fine.
Harry si alzò di scatto e uscì. Ero rimasta ufficialmente da sola.
 
Aspettavo da dieci minuti dopo il mio ritorno dal bar. Non parlavo con nessuno, nessuno provava a parlare con me. 
Sentii Niall prima dire che aveva chiamato i ragazzi e che ora stavano arrivando.
Non volevo pensarci, non volevo pensare alle conseguenze, non mi importava.
- Come è successo?- chiesi fissando la porta dietro la quale si trovava Melissa.
Emma si sedette accanto a me, era nervosa. Iniziò a parlare e la sua voce tremava come una foglia.
- Melissa mi svegliò per fare lo solito spuntino notturno.- iniziò deglutendo rumorosamente.- Andammo in cucina e lei sedette sulla sedia apposta per il suo tavolino.
Sapevo quale tavolo intendeva, l’avevamo comprato qualche giorno fa io ed Eric apposta per Melissa. Era un tavolo piccolo di legno.
- Lei continuava a dondolarsi sulla sedia, le avevo detto di fermarsi, ma non mi ascoltò. Quando mi girai per versare il latte nelle tazze sentii un forte grido. Mi girai subito verso la bambina e la vidi schiacciata dal tavolo.- iniziò a piangere.
Conoscevo bene la mia migliore amica, si sentiva in colpa.
Non feci niente per consolarla. Ero un vivente morto. 
- Abbiamo le analisi pronte.- disse facendo il suo ingresso il dottore.- Nessuno di voi è combattibile.- l’intero peso del mondo mi cadde addosso.- Abbiamo messo la paziente nella lista d’attesa. Se conoscete persone disposte alla donazione vi consiglio di chiamarle.
La voce del dottore non trasmetteva nessuna emozione, era a quanto pare abituato a dire cose del genere, ma io non ero abituata a sentirne, non lo sarei mai stata.
 
- Come sta Melissa?- chiese Zayn piegandosi in due e poggiando le mani sulle ginocchia. Aveva i capelli spettinati e respirava velocemente. La sua voce era molto roca e irregolare segno che era preoccupato. Finalmente vedeva che sa provare delle emozioni. Mi stava guardando, non riuscivo a reggere il suo sguardo per ciò abbassai gli occhi. Mi sentivo in colpa. 
- Stiamo aspettando.- rispose Harry. 
- Hope mi dispiace.- disse Liam toccandomi la spalla. 
Alzai di poco lo sguardo, i suoi occhi erano più scuri del solito, vedevo che provava pena per me. Ero arrivata a tal punto di provocare pietà nelle parsone.
- Loro sanno tutto.- disse Zayn con la voce fredda. Odiavo quando cambiava umore da un secondo all’altro, non lo capivo.
Solo adesso mi resi conto cosa mi aveva detto. Ecco perché si comportava cosi Liam. Loro sapevano che lei e mia figlia.
Dietro Liam, c’erano Louis e Paul, quest’ultimo mi guardava con aria strana, era in sovrappensiero. Dopo una luce nei suoi occhi si accesi. Guardò prima Zayn e dopo me. Era terrorizzato, sembrava avesse visto un fantasma.
- Hope possiamo parlare?- chiese supplicandomi con gli occhi.
Mi alzai a fatica e lo seguii, lui andava abbastanza velocemente, sembrava che volesse chiarire al più presto possibile. Ci allontanammo abbastanza e lui si fermò.
- Zayn è il padre della bambina.- disse spaventato. Più che una domanda sembrava un affermazione.- Lei a quasi quattro anni vero?- continuò torturandosi il colletto della maglia.
Annuii e lui sbiancò.
- Io non dirò niente, ma cerca di dirglielo presto se non lo faccio io.- disse e tornò dagli altri.
Di nuovo da sola.
 
Passò altro tempo, non sapevo che ore sono, tutti entrava è uscivano dalla stanza di Melissa, i ragazzi l’avevano conosciuto, continuavano a ripetere che è una bambina stupenda. Per sino Harry quando la vide si tranquillizzò, sembrava andassero molto d’accordo da quello che sentivo.
Solo io non avevo il coraggio di entrare in quella stanza.
- Salve.- di nuovo la voce del dottore, solo quando parlava sembrava che mi svegliassi.- Come vedo ci sono altre persone.- disse guardando i nuovi arrivati.- Siete disposti di fare analisi del sangue per …
- Si.- saltò Zayn dal posto, gli altri due ragazzi annuirono decisi e seguirono il dottore.
Sperare e aspettare. L’uniche due azioni che potevo fare. Odiavo aspettare e non fare niente, mi sentivo inutile.
 
- Hope vedrai che andrà tutto bene.- disse Louis abbassandosi alla mia altezza.
Aveva la faccia dispiaciuta, magari credeva nelle sue parole, ma io no. Ho sempre portato sfortuna.
- Abbiamo pronte le analisi.- disse il dottore spuntando da qualche parte.
‘Sicuramente notizie brutte’ diceva una vocina in me.
- Signor Malik, lei risponde a tutte le qualità per il trapianto di fegato. E’ disposto … - iniziò il dottore guardando Zayn negli occhi.
- Si, sono pronto.- disse il moro più convinto che mai. Sembrava volesse prendere la figura di un eroe.
- Possiamo farlo subito dopo il consenso dei entrambi i genitori.
 
 
 
Salve bellissime befane 
Come ho promesso, oggi ho aggiornato 
Spero di non avervi deluso …
Il prossimo capitolo Hope dovrebbe prendeva una decisione molto importante
Secondo voi quale sarebbe? 
Zayn cerca di fare l’eroe … dio voglio un ragazzo cosi 
Beh mi accontento dei poster lol
Scusate se vi ho annoiato o non vi aspettavate una merda del genere
Se non troverò tante recensioni non mi sorprenderò 
Ragazze grazie di aver letto  

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Capitolo 21
*** NOW OR NEVER ***




Capitolo 21
NOW OR NEVER 


‘Subito dopo il consenso dei entrambi i genitori’
Erano queste le parole del dottore. Ciò significa che era arrivato il momento della verità? 
- Chiamerò il padre.- era la prima frase che mi uscì dopo tante are di silenzio. 
Il padre, dovevo chiamare il padre. Lui i trovava qui, davanti ai miei occhi, ma non avevo il coraggio di dirglielo proprio in quel preciso istante.
Il dottore mi fece un cenno di aver capito e se ne andò. 
Tutti gli sguardi erano rivolti a me, Paul, Harry e le ragazze sapevano quanto mi costava dire tutto.
Zayn mi bruciava viva, osservava ogni mio minimo muscolo, era come per scoprire se dicessi la verità. Se sapesse che lui era la persona con cui dovevo parlare.
Mi alzai, non reggevo più i loro sguardi e andai verso la stanza di Melissa.
Aprii per la prima volta la porta e vidi un corpicino disteso sul letto. Esaminai mia figlia con attenzione. Dormiva. 
La pelle leggermente scura, come quella del padre, aveva perso il suo colore era diventata giallastra. I capelli erano legati in una coda disordinata, fatta sicuramente da una dalle ragazze. Notai un filo che le aveva bucato la pelle sul braccio sinistro. Forse solo quel filo la teneva viva.
La mia vista si oscurò dalle lacrime che volevano scendere. Non dovevo piangere, non dovevo farmi vedere debole davanti a lei. Mi sforzai di cacciare le lacrime indietro, ma una scappò senza essere autorizzata. Cercai subito di asciugarla.
Non volevo guardare Melissa in quello stato, preferivo sentire la sua vocina chiamarmi, ridere, cantare, per fino chiamare Zayn papà. Volevo vedere quei grandi occhioni scuri aperti che trasmettevano vivacità. Invece ero davanti un corpicino che pian piano perdeva la sua vita.
Solo Zayn la poteva salvare da questa lenta agonia, solamente lui. Se dicendogli la verità lui la potrebbe salvare, lo farei subito.
- Mamma?- chiese Melissa in un sussurro. Aprì lentamente gli occhi, erano tristi e molto spaventati. Mi distruggevo vederla cosi. La mia principessa alzò la mano destra verso di me.
- Hey ciao piccola, come stai?- chiesi prendendole la manina, era più fredda del solito. Mi siedi sul letto e le accarezzai i capelli.
- Mi fa la mele qui.- disse indicando l’addome, precisamente dove si trovava il fegato. 
- Mamma ho paura.- disse iniziando a piangere. 
Le lacrime scendevano sul suo viso pallido, erano lente, con quelle gocce g’acqua andava via tutto il mio orgoglio.
Avrei detto tutto a Zayn
Abbracciai Melissa, come se un abbraccio poteva cambiare tutto. Ci speravo, ma dentro, nel mio cuore, sapevo che non era possibile.
- Non devi avere paura, mamma è qui. Dopo chiamo il papà e vedrai che tutto andrà bene.- sussurrai baciandole la fronte. Cercai di tenere la voce calma, ma era difficile. 
Melissa sentendo che avrei chiamato suo padre mi strinse forte, era contenta.
- Davvero chiami papà?- chiese con voce che trasmetteva speranza, stupore. Voleva veramente vederlo, conoscerlo, ma non sapeva che era una persona che conosceva già.
Come si sarebbe sentita scoprire che aveva chiesta a suo padre di essere suo padre. Una cosa assurda.
- Si Mel.- dissi guardando la finestra. 
Volevo buttarmi fuori, morire e magari non soffrire più. Farla finita, ma dopo mi ricordai che dovevo vivere per l’angelo che tenevo tra le mie braccia.
La porta si aprì, ma non mi girai, Melissa iniziò a muoversi per ciò la lasciai. Guardò dietro di me, i suoi occhi si illuminarono e la bocca le si piegò in un sorriso.
Dai suoi atteggiamenti capii che c’era dietro a me.
- Zin, mamma ha detto che chiamerà papà. Lo potrò vedere.- disse contenta la bambina.
Volevo dirle che suo padre, quello vero, quello che cui mi aveva chiesta milioni di volte di lui, quello a cui lei stessa aveva chiesto di essere suo padre, è davanti a lei. Lo avrei fatto presto.
- Sono contento.- rispose Zayn rispose freddo.
Non lo guardavo, ma dal tono della sua voce, non sembrava per niente contento. Secondo me in fondo ci sperava di prendere in qualche modo il posto del padre della bambina.
- Mel adesso riposa, mamma e Zayn devono un attimo uscire per parlare. Dopo torniamo, tesoro.- dissi baciandole la testa.
Mi girai verso Zayn e gli feci il cenno di uscire.
- Dobbiamo parlare.- dissi più seria che mai. Milioni di sensazioni vagavano nel mio corpo, per lo più la paura, quel turbamento di non sapere qualche sarebbe stata la sua reazione.
- Usciamo fuori, devo fumare.- disse incamminandosi verso l’uscita principale.
Mentre camminavo pensavo su un eventuale discorso. Non c’era delle giuste parole per dire ad un padre di aver tenuto nascosta sua figlia per quasi quattro anni. Sembrava tutto contro di me. Ero brava nelle scuse, lo ero sempre stata, ma adesso dovevo reagire, da quello che avrei detto dipendeva la vita di mia figlia.
Zayn si fermò improvvisamente notando tante fan fuori l’ospedale. Le ragazze a quanto pare sapevano ogni suo passo, peggio dei stalker. 
Il moro andò verso un dottore e gli chiese qualcosa. L’uomo gli indicò un punto non definito nel corridoio. Zayn tornò da me prendendo un pacchetto di sigarette dalle tasca.
- Andiamo al retro.- disse facendomi un cenno di seguirlo. Mi sentivo come un cagnolino che doveva obbedire al suo padrone. Ero umiliata? Di sicuro.
Andammo dietro l’ospedale, era una specie di parcheggio, non c’era nessun essere vivente, oltre a ventina di macchine, era meglio cosi.
Zayn tirò fuori dal pacchetto una sigaretta. La guardò bene, pensava a qualcosa, all’improvviso la ritirò indeciso. Si appoggiò sul muro e guardò in aventi, non guardava niente di specifico.
- Quando chiami il padre?- chiese continuando a fissare quel punto. Sembrava gli costasse tanto dire quella semplice frase.
- Ci sto lavorando.- dissi abbassando lo sguardo. Perché le parole non mi venivano? E se non mia avrebbe creduto?
Alzai lo guardo verso il cielo, era grigio e triste,a l meno il tempo era come il mio umore.
- Cazzo Hope mi stai facendo arrabbiare.- disse Zayn con i denti stetti.- Chiamalo!
- Si va bene.
Spostò lo sguardo verso il basso e sorrise, era un sorriso strano e per niente sincero. Alzò lo sguardo e mi  fisso. 
- Come va il tuo lavoro?
Non capivo la sua domanda. Lui sapeva perfettamente come procedeva il mio lavoro, lavoravo con lui. Lo sapevo per forza.
- In che senso?- chiesi corrugando le sopracciglia. Era una domanda senza senso.
- Ti pagano tanto?- chiese malefico. Non capivo il suo cambiamento d’umore, quel ragazzo era stano.
- Cosa vuoi dire?
Non piacevano quelle domande. C’era qualcosa sotto.
- Hope pensi che io sia cosi ignorante da non sapere che lavoro veramente fai? So che lavori un quel giornale!- disse leggermente dispiaciuto.
Lui lo sapevo, ma come? Come cavolo era possibile? Quasi nessuno lo sapevo. Harry. No, lui non poteva essere. 
Iniziai ad agitarmi, non sapevo cosa fare in quella situazione, non ero preparata. Non mi aspettavo trattare in un argomento del genere.
Zayn mi guardava divertito, chi sa quante si era immaginato quella scena. 
- Ti odio!- gridai. Lui si prendeva gioco di me, della mia vita, dei miei sentimenti. Sapeva che non era il momento ma lo aveva fatto.
A quanto pare la mia risposta lo sorprese. Forse si aspettava che lo pregassi, no, non lo avrei mai fatto.
- Perché cazzo ti comporti cosi con me? Perché?- disse prendendomi le mani. Mi stringeva da farmi male. Sentivo le sue dita tenere stette le mie braccia. Voleva farmi del mane, non fisico, ma psicologico.
No trasmettevo nessuna emozione, stavo lì e lo guardavo, senza fare niente.
- Cazzo reagisci!- gridò scuotendomi.
- Vuoi risposte?- chiesi retorica.- Tu sei il padre di Melissa! Lei è tua figlia! Mi hai rovinato la vita e continui a farlo! Ecco perché mi comporto cosi con te! Ecco perché ti odio!- gli gridai nella faccia.
Allargò gli occhi, spalancò la bocca. La presa si rallentò. Zayn si allontanò da me, sembrava avesse paura. Notai delle gocce di sudore cadere dalle sua fronte. Teneva le mani serrate. Elaborava le mie parole.
Zayn era tutto stronzo, bastardo, ma non stupido, si sarebbe presto ricordato di aver tradito la sua amata Perrie con me.
- Tu sei … Oddio!- disse passando la mano tra i capelli neri, il suo movimento era molto irritato.- Te ne sei stata zitta fin adesso! Che razza di donna sei?- continuò tirando un calcio al muro, come se qual gesto lo avrebbe liberato dal nervosismo.
Era difficile ammetterlo, ma Zayn aveva ragione, ero un mostro, codarda. Non potevo contraddirgli, dovevo stare e subire le conseguenze dei miei errori.
Zayn continuava a borbottare qualcosa, non stava fermo. 
- Capisci quello che mi hai appena detto?- chiese mettendosi davanti a me. I suoi occhi trasmettevano paura. Lui era spaventato,  probabilmente per quello che gli avevo appena confessato. Oppure solo adesso aveva capito che Melissa era sua figlia, e magari solo lui la potesse salvare dalla morte.
Stavo per rispondere quando Zayn cadde per terra picchiando la testa. All’inizio non capii niente. Quando i miei sensi tornarono gridai. Mi abbassai subito per vedere come sta. Qualcosa di freddo mi picchiò il capo, sentii un forte dolore e caddi sopra Zayn. Buio.
 




 
Salve ragazze 
Hope ha detto la verità a Zayn.
Zayn adesso sa tutto, del lavoro di Hope e di Melissa
So che la parte della verità non è uscita bene, vi chiedo scusa
Diciamo che mentre la scrivevo avevo le idee confuse 
Dopo ho riprovato a rifarlo, era peggio di prima
Spero che il prossimo capitolo sarà meglio
Ragazze scusate, non vi meritate una cosa del genere
Spero mi lasciate un po’ di recensioni su come vi immaginate il prossimo caoitolo
Secondo voi cosa è successo alla fine?
Perché Zayn e Hope sono svenuti?
 
A parte la merdina 
OGGI ESCE KISS YOU 
Oddio non ci posso credere
Sta mattina in classe continuavo a cantarla e le mie compagne mi guardavano male
Ma dopo si solo lasciate andare
 
Adesso scusate per il capitolo ma prometto che quello dopo sarà meglio
Grazie di aver letto
with love by Jenny

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Capitolo 22
*** Don't have the strength to cry. ***





Capitolo 22
Don't have the strength to cry.

 

What would you do? What would you say?

How does it feel? Pretend it's OK

My eyes deceive me, but it's still the same

Pretend it's OK
 

  

Il capitolo continiene violenza

scusate se fa schifo è la prima volta che scrivo una cosa del genere 
  

 

Gli occhi mi pesavano, non riuscivo ad aprirli, la testa mi pulsava e mi faceva tanto male. Il dolore era insopportabile. Stavo morendo? Mi venne subito in mente la scena quando avevo detto di Melissa a Zayn e dopo niente, il buio totale. Iniziai a muovermi, qualcosa mi bloccava i polsi e i piedi, magari una corda, si era una corda, sentivo che era molto stretta, ad ogni mia mossa provavo dolore. Avevo un peso sul cuore, sentivo un respiro accanto a me ma non riuscivo ad aprire gli occhi. Cercai di tranquillizzarmi e non fare rumore. Vediamo, ero legata, sdraiata su qualcosa di morbido, avevo un terribile mal di testa e non riuscivo ad aprire gli occhi.
Hope, amore ti sei svegliata? – chiese qualcuno.
La voce era maschile ma sicuramente non era quella di Eric, in quella voce c’ era qualcosa di molto spaventoso, in quella voce trovavo qualcosa di molto famigliare, ero sicura di averla gia sentita, una voce del genere non si poteva dimenticare. Una mano inizio ad accarezzarmi la testa, era pesante e sudata, mi dava fastidio anche se i movimenti erano abbastanza delicati. Cercai di spostarmi, non volevo essere toccata.
Amore non scappare da me – disse la voce. Ma chi era? Perche mi chiamava amore? Lo conoscevo? Raccolsi tutte le forze che avevo e aprii gli occhi. All’inizio non riuscivo a vedere niente, era tutto sfocato, pian piano la mia vista miglioro. Due occhi verdi mi guardavano divertiti. Non erano come gli occhi di Harry, quelli erano freddi e spaventosi. Mi ricordai a chi appartenevano. Luke. Lui si avvicinava a me, voleva baciarmi, mi allontanai, non lo volevo cosi vicino, prese i miei capelli e li tirò verso se. Stava per avvicinarsi a me quando sentimmo un cigolio, Luke si fermò, lasciò la prese e mi sorrise.
Adesso ci divertiremo – mi sussurro all’orecchio. Si alzò e solo in quel momento potevo notare Zayn. Il moro era sdraiato su un materasso, vedevo le corde legate sulle sue mani e sui suoi piedi, a quanto pare si stava anche lui svegliando.
Mi sentivo in colpa, era tutta colpa mia se anche lui si trovava in quella situazione. Non avevo paura per me, Luke poteva farmi di tutto, ero ormai senza anima, mi preoccupavo per Zayn, quel maniaco poteva picchiarlo fino alla morte ma lui non si meritava una fine del genere, Zayn doveva salvare Melissa, farla crescere in caso io non ci sia più. Zayn meritava di godersi la vita, doveva sposarsi, avere una famiglia e altri bambini.
Il moro apri gli occhi e mi vide. Nei suoi occhi qualunque persona si poteva perdere, erano spettacolari, sembravano infiniti. Sposto lo sguardo e si guardo attorno quando vide la figura di Luke poco lontano da me si paralizzo. Zayn era coraggioso, speravo soltanto che non facesse una pazzia. Luke sorrise a Zayn, un sorriso vittorioso che faceva paura.
Dormito bene? – chiese arrogante Luke, sapeva che dominava la situazione, tutto era nelle sue mani. Zayn lo uccideva con lo sguardo, non avevo mai visto cosi tanto odio nei suoi occhi, quegli occhi gia scuri di loro erano diventati quasi neri dalla rabbia, cercò di alzarsi ma con scarsi risultati.
Guarda, preferisci un imbecille a me – disse Luke indicando Zayn con disgusto. Non volevo rispondere, la mia risposta era chiara ma non volevo farlo arrabbiare. Luke si avvicino di nuovo a me e posò le sue mani sulle mie guance, avvicino il suo viso al mio, voleva baciarmi. Cercai di spostare il capo ma lui aumentò la presa, mi sorrise e continuò ad avvicinarsi.
Lasciala bastardo! – grido Zayn, Luke si irrigidi, mi lascio un bacio sulla fronte e si alzò lentamente avvicinandosi al moro.
Non chiamarmi cosi. Capito? –disse il biondo prendendo la maglia di Zayn che come risposta gli sputo in faccia. Guardavo la scena sperando che Luke non facesse niente, non volevo vedere Zayn soffrire, quella persona a cui in fondo tenevo tanto. Luke lo lascio, si puli il viso con la manica della maglia e lo fece alzare, una volta che fu alla sua altezza gli tirò un pugno nello stomaco. Era talmente forte che riuscii a sentire il colpo. Sobbalzai. Zayn si piego in due e iniziò a tossire, teneva gli occhi chiusi stretti e sentii il suo respiro veloce, corto ed irregolare. Luke non si fermo a solo un pugno ma continuo a colpirlo fino a farlo finire per terra. Non era giusto il moro era legato e non poteva difendersi, era cosi ingiusto. Mi girai dall’altra parte, non volevo guardare, non ero cosi forte, chiusi gli occhi, mi sentii ancora più sola. Sentii un gemito, voltai il capo verso i due, Zayn era piegato in due e Luke gli tirava calci nello stomaco.
No! –gridai. La forza che poco prima non avevo si fece sentire. Volevo mettere fine a quella tortura. Riuscii ad attirare l’ attenzione di entrambi. Luke mi sorrise e si allontano dal moro.
Hai ragione, non devo sprecare le forze, abbiamo cose molto piu importanti da fare –inizio a togliersi le scarpe con i piedi e si avvicinò a me. Zayn capendo quello che stava per succedere sbianco, cerco di alzarsi ma non ci riusci, Luke non lo noto neanche, era occupato ad osservarmi e a mordersi il labbro inferiore. Si abbasso all’altezza del mio viso e mi accarezzo la guancia, sussurrando un “Ti amo”. No, quella persona non conosceva il significato di quelle due parole. Lui era malato. Io ero la sua malattia. Si mise a cavalcioni su di me, cercai di spostarmi ma il suo peso mi bloccò. So quello che vuole, lo so e non voglio.
Cazzo, lasciala! – grido Zayn con voce roca, piena di odio verso quel essere umano. Luke si giro verso di lui e si arrabbiò.
Vuoi ancora? –chiese retorico– Sarà molto divertente sapere che ci guardi, sai puoi anche imparare –continuò sorridendo.
Zayn provò a rispondere ma lo fermai in tempo mimando un no con la bocca, lui doveva stare bene, doveva salvare sua figlia, ormai io non conto più.
Luke inizio a baciarmi il collo e a toccarmi le gambe. Ogni suo bacio era un pugno, ogni sua carezza un calcio. Si spostava sempre piu in basso, mi faceva schifo. Preferivo essere picchiata, essere uccisa che in quella situazione. Cercavo di allontanarlo ma lo facevo arrabbiare sempre più. Sentii un forte dolore alla spalla destra, dei denti che stringevano la mia pelle, mi aveva morso, di nuovo, avevo paura. Gridavo era l’unica cosa che ero capace di fare.
Non voglio farti del male ma stai ferma –sussurrava sulle mie labbra. Come non voleva farmi del male? Lo stava facendo, stava segnando la mia vita per sempre. Dopo quella frase che trovavo priva di senso cerco di baciarmi e ci riusci.
Stavo soffocando, non mi lasciava spazio per respirare. Era un animale, un mostro che si divertiva con me.
Le sue mani vagavano sui miei jeans, cercava di sbottonarli, tremavo, volevo scappare, ma opponendomi avrei peggiorato le cose.
Dovevo lasciarmi andare, era il mio destino, dovevo soffrire.
Si spostò dalla bocca al petto, mi baciava, mordeva, faceva male, non solo un male fisico, ma psicologico, non sarà facile dimenticare una cosa del genere, una umiliazione, questo dolore lo avrei portato fino alla mia morte.
Girai la testa, non volevo guardarlo, non volevo aiutarlo, dovevo stare ferma e aspettare la mia fine.
Tenevo gli occhi chiusi, cercavo di pensare che tutto fosse solo un incubo. Volevo tornare indietro nel tempo, tre mesi prima, solo io e mia figlia, solo noi due.
Sentii freddo e dopo un tocco con una pelle estranea, Luke mi aveva alzato la maglia e abbassato i jeans.
Timore, dolore, grande paura avvolsero il mio corpo. Ero in ansia, non mi piacevano le sue carezze, i tocchi.
Aprii gli occhi e vidi subito quelli di Zayn, sembrava guardasse un film horror, ma quella era la realtà.
Credere che lo odiassi era la cosa più sbagliata che avevo fatto, non lo odiavo, non era possibile odiarlo.
Notai il suo labbro inferiore spaccato, quel sangue usciva solo per colpa mia.
Sentii un forte male, Luke era in me.
Sussultai, era un dolore insopportabile.
Luke mi prese il volto tra le mani, voleva guardarmi. Non glielo premisi, poteva fare tutto quello che voleva del mio corpo, ma non sarebbe mai entrato nel mio cuore.
Le lacrime mi scendevano dal viso, bagnando le guance e i capelli, fino ad scomparire nel materasso.
Lui lasciò il mio volto, cosi mi girai dall’altra parte dove non potevo neanche guardare Zayn.
Luke faceva il suo lavoro, spingeva, quel mostro godeva, io morivo, con ogni spinta le mie forte sparivano.
Chiusi gli occhi e sorrisi, nella mia mente c’era Melissa, solo lei era in grado di darmi forze di continuare a vivere e non lasciarmi  morire in quel preciso istante.

La mia piccola era nata, la mia vita era cambiata più di quanto avessi mai sognato. Scoprivo di aver sviluppato antenne invisibili che coglievano ogni alternazione del respiro, ogni variazione della temperatura, ogni sfumatura di espressione nella mia bambina. Nessuno mi aveva detto che il cambiamento sarebbe stato irreversibile.
Mentre ragionavo qualcuno me l’ha messa tra le braccia, lei mi ha guardata, ha smesso di piangere. I suoi occhi scuri si fusero con i miei, forgiando un legame in me con un dolce calore. Quella sensazione era cosi bella. Lei era cosi piccola, cosi morbida e calda, come un gattino che si accoccola nel suo padron.
Melissa aveva solo me, le sarei stata sempre vicino.

Un forte dolore nel basso ventre mi aveva tirato fuori dai miei pensieri. Luke mi baciava il seno e stringeva forte i miei fianchi cercando di spingere più fortemente. Sentii la voce di Zayn gridandogli di smetterla, di lasciarmi, come risposta Luke si girò verso il moro, gli sorrise e spinse più forte in me.
Gridai, era la cosa più brutta che poteva capitare ad una donna. Stupro. Violenza. Aggressività. Brutalità. Irruenza. Bestialità. Ferocia. 
- Ti prego … basta.- sussurravo sperando che mi ascoltasse e ragionasse sulle mie parole.
- So che ti piace.- disse tra le spinte Luke.
Non capivo come facesse a non vedere il male che mi stava procurando, non poteva essere cosi cieco. Il suo respiro si fece più veloce,segno che stava arrivando alla massima eccitazione.
Non riuscivo più a reggere l’abuso, girando la testa da un’altra parte non mi aiutava. Solo lei era in grado di aiutarmi, quel piccolo angelo che aspettavo me e sua papà.
 

La bambina aveva appena fatto il bagno ed i suoi capelli erano appiccicati sulla fronte e lei invano cercava di spostarli. Sbuffo e guardò il suo riflesso sullo specchio. Passai una mano sulla sua fronte spostando la ciocca che le dava cosi tanto fastidio, come regalo ricevi un bellissimo sorriso che valeva più di qualunque altra cosa al mondo.
- Mamma voglio essere principessa.- ridacchio Melissa, aveva appena due anni e quattro mesi.
- Vuoi essere principessa? Che ne dici di questa gonna?- tirai fuori una gonna di cotone bianca.
- Yeah!- battè le mani contenta.
- E questa camicia?- presi una maglia rosa con scritto ‘Bad Girl’ di Katy.
Le asciugai i capelli con il phon, nello stesso tempo cercai di tenerla ferma perché aveva paura dal rumore. Lasciai perdere l’idea di asciugarle i capelli, cosi presi una spazzola e glieli pettinai, presi un diadema e gliela misi.
- Ora sei una principessa.

Andai nella stanza di Melissa, dormiva tranquilla, le lenzuola circondavano il corpicino dal freddo.
Era marzo, precisamente dodici marzo, il compleanno di quel angelo che giaceva sul letto. Aveva compiuto tre anni.
Guardandola ogni lacrima versata durante quel tempo ne valeva la pena, il disprezzo della gente spariva dalla mia memoria solo guardando il suo sorriso.
Giravo la testa ad ogni offesa, non li davo importanza, ma anche allontanarmi dalla casa paterna le parole delle persone m perseguitavano.
Mi avvicinai all’armadio prendendo l’album delle fotografia, lo aprii e guardai la prima foto. Era io nel sesto mese, mi ricordai quando mangiava, avevo la matta voglia di pollo con patate, per non parlare di dolci di ogni genere.
Mentre giravo le pagine la mia vita passava come un film davanti i miei occhi. Arrivai alla mia foto preferita, io e Melissa all’ospedale, era il suo primo giorno di vita e il mio nuovo inizio.
Sentii qualcuno abbracciarmi la gamba, abbassai lo sguardo e vidi Melissa assonnata che mi sorrideva. Mi abbassai alla sua altezza e le lasciai un sonoro bacio sulla guancia.
Lei guardò l’album e indicò quella foto che guardavo poco prima.
- Questa sono io?- disse inclinando la testa verso destra.
- Si, sei tu da piccola. Buon Compleanno Mel.- disse prendendola in braccio e andai con lei verso il salotto per darle il regalo che avevo dimenticato sul tavolino.
- Adesso sono grande?- chiese circondandomi il collo con le braccia.
- Adesso sei grande.- risposi lasciandola per terra, le indicai il regalo e lei corse subito verso esso.
 

Tentai di spostarmi, ci riuscii, aprii gli occhi e vidi che Luke non c’era più. A quanto pare avevo perso i sensi. Guardai il mio corpo nudo, era ricoperto di colorazioni bluastre, riuscivo ad individuare i suoi morsi sulla mia pelle e sui fianchi avevo il segno delle sue mani.
Cercavo di ripetermi che tutto vada bene, ma niente andava verso la direzione giusta. Melissa era nell’ospedale, mi avevano stuprato, che vita. Molte volte avevo scritto degli articoli su donne violentate, sapevo che una cosa del genere non si dimenticava facilmente, non si dimenticava mai. Quando mi raccontavano negli loro occhi c’era sempre l’orrore che tutto potesse ricapitare di nuovo, non riuscivano più a fidarsi di nessuno, non riuscivano a dormire, ad avere una vita normale. Prima credevo che tutto fosse bruttissimo, ma adesso quando ho passato la stessa cosa non trovo parole adatte per descrivere il male che sentivo sia non tanto fisicamente che mentalmente.
Perché lo aveva fatto? Perché secondo lui violentare era una cosa normale?
Guardai un angolo scuro della stanza, solo in quel momento notai quanto fosso sporco e buio attorno a me, c’erano solo de finestre in altro che lasciavano pochissima luce, segno che era sera. Sembrava fossimo in un garage.
Qualcosa mi toccò la schiena, era ancora lui? Gridai e mi allontanai subito, non volevo essere di nuovo toccata.
- Hope sono io
Aprii gli occhi al suono di quella voce, davanti a me c’era Zayn con un occhio blu. Luke lo aveva picchiato di uovo.
Zayn mi sorrise, tra me e lui bastava un piccolo gesto per capirci. Quel sorriso significava che mi potevo fidare di lui e io lo facevo, sapevo che non mi avrebbe fatto di male. Lui cercò di avvicinarsi a me, credevo di essere pronta, ma appena la sua mano toccò il mio braccio mi spostai subito, mi ricordai le mani di Luke sulla mia pelle. Avevo paura di essere toccata. Zayn mi guardava dispiaciuto, lo avevo ferito involontariamente. Lui si appoggiò sul muro dietro, non capitolo, era libero, sulle mani non c’erano più le corde, ma come?
- Le corde?- chiesi guardando le sue mani libere.
Lui guardò prima me e poi le mani.
- Avevo nella tasca un accendino e quando quello è uscito l’ho preso e bruciai le corde.- disse toccando il mignolo bruciato. Tirò fuori l’accendino e si avvicino a me.
- Se vuoi li brucio.- disse guardandomi negli occhi, non osava guardare più in basso dato che ero ancora nuda, appezzai quel gesto.
Non risposi e Zayn si avvicinò a me, prese la corda attentamente, per sbaglio mi toccò la mano, cercavo di abbattere la voglia di allontanarmi da lui.
Sentii le mani libere, toccavo il posto dove c’erano le corde, i segni erano rossi e molto doloranti.
Zayn liberò anche le mie gambe e si appoggiò di nuovo sul muro.
Tenevo la testa bassa, mi sentivo in colpa per averlo ferito, io mi fidavo di lui ma avevo paura in generale dagli uomini. Misi a posto i vistiti, mi aveva già visto nuda ma era comunque imbarazzante stare nella sua presenza spoglia.
Alzai lo sguardo verso Zayn. Lui guardava la porta di ferro con rabbia, teneva le mani in un pugno mettendomi paura. Si girò verso di me e mi sorrise, lasciò i pugni e buttò la testa all’indietro sbuffando.
Non pensavo in quel momento e mi buttai sul suo petto, lei era il mio rifugio dal mondo.
Zayn non si aspettava una reazione del genere da me, ma mi stinse forte, nello stesso istante iniziai a piangere liberando il dolore accumulato negli ultimi giorni.
- Andrà tutto bene Hope, vedrai torneremo da nostra figlia, lei starà bene … e io non vi lascerò mai più.
Ti credo’ volevo rispondere, ma mi limitai a stingerlo forte.

 

 

 

Ciao ragazze SCUSATE
Veramente scusate, non aggiorno da due settimane e dopo metto una schifezza del genere
I motivi sono tanti ma non crede che volete saperli, non vi voglio annoiare
Do che stanno succedendo tante cose brute a Zayn Hope,
Ma dopo una cosa brutta ce ne una bella o al meno spero
Voglio ringraziare le persone che hanno recensito la storia
Grazie ragazze
Non sapete quanto mi siete d’aiuto
Questo capitolo è un po’ penoso e ne sono consapevole
Ma spero di non essere uccisa
Mi lasciate qualche recensione?
Se non volete ‘Don’t worry’
Chiedo ancora scusa per tutto.
with love by Jenny

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Capitolo 23
*** I will stand by you forever ***






Capitolo 23:

 

I will stand by you forever

 

 

Fammi essere il tuo eroe
Balleresti se io ti chiedessi di ballare?
Correresti senza mai guardare indietro?
Piangeresti se mi vedessi piangere?
salveresti la mia anima stanotte?
Tremeresti se io toccassi le tue labbra?
Rideresti? oh ti prego dimmi di si
Ora moriresti per l’unica persona che ami?
Tienimi fra le tue braccia stanotte
Posso essere io il tuo eroe, piccola
Posso far sparire il dolore
Ti starò vicino per sempre
Tu riesci a togliermi il respiro
Giureresti che sarai per sempre mia?
Mentiresti, correresti e ti nasconderesti?
Ci sto troppo dentro, ho perso la testa
Non m'interessa, tu sei qui stanotte
posso essere il tuo eroe, piccola
Posso far sparire il dolore
Ti starò vicino per sempre
Tu riesci a togliermi il respiro
Ohhh voglio solo tenerti qui
Voglio solo tenerti,si
Ci sto troppo dentro, ho perso la testa
bene, non m'interessa, tu sei qui stanotte
Posso essere io il tuo eroe, piccola
Posso far sparire il dolore
Ti starò vicino per sempre
Tu riesci a togliermi il respiro
posso essere il tuo eroe
Posso far sparire il dolore
E ti starò vicino per sempre
Tu riesci a togliermi il respiro
Tu riesci a togliermi il respiro
Posso essere io il tuo eroe

 

Svegliarsi abbracciata a qualcuno è la cosa più bella che poteva capitare dopo un incubo del genere. Quel incubo purtroppo era la realtà, ero davvero stata violentata, a questo punto ero metà morta.
Stringevo la maglia di Zayn, ormai bagnata dalle mie lacrime e sporca dal suo sangue, quella notte non avevo dormito, chiudendo gli occhi ripensavo a Luke, alle sue mani, a quei tocchi che mi procuravano tanto dolore. Speravo di poter dimenticare tutto, ogni suo respiro sulla mia pelle, ogni suo bacio, volevo dimenticare lui.
Zayn dormiva, sentivo il suo respiro caldo e pesante tra i miei capelli, la sua testa era appoggiata sulla mia e le sue mani mi stringevano, come se avesse paura di lasciarmi.
Durante la notte presi la decisione più difficile, ma nello stesso tempo la più giusta; avrei salvato Zayn a costo della mia vita. Avrei pregato per fino implorato Luke di liberarlo e se lo avrebbe fatto sarei disposta a stare con lui. Fa ridere pensare quanto ‘odiavo’ il moro e in quel momento mi trovavo a prendere una scelta del genere. Per lui farei di tutto. Sapevo a cosa portava una decisione del genere, violenze ogni giorno, avrei pure accettato di stare lontano da Melissa pur che lei rimanga sana e salva.
Come stava lei?
Le avevo promesso che sarei tornata con suo padre, invece era in un posto sconosciuto.
Sentii una macchina avvicinarsi e spegnersi quasi subito dopo, mi alzai velocemente dal petto di Zayn, fissai spaventata la porta di ferro davanti a me.

- Zayn, Zayn svegliati!- dissi scuotendo energicamente il moro, lui doveva tornare sul suo materasso prima che Luke tornasse se no l’animale lo avrebbe punito.
Zayn miagolò qualcosa di incomprensibile e mi strinse forte a se, volevo stare per sempre con lui, ma non potevo per ciò gli diedi un pizzicotto sulla pancia.
- Porca - iniziò massaggiandosi la parte dolorante, lo zittii mettendogli una mano sulla bocca.
- Lui sta arrivando, vattene.- gli dissi sussurrando, non volevo che veramente se ne andasse, ma in quel momento non c’erano altre scelte.
- No.- rispose il moro togliendomi la mano dalla sua bocca. Prese la mia mano, la intrecciò con la sua per darmi forza e posò l’altra sulla mia guancia per asciugare una mia lacrima. - Non ti lascerò più.- continuò serio.
Non ti lascerò più’ suonava maledettamente bene quella bugia che resterà per sempre incisa nella mia mente e nel mio cuore.
Stavo per rispondergli quando la stanza si illuminò dalla porta. Lui era tornato. Mi girai subito impaurita e vidi la sua faccia arrabbiata, le sue mani che il giorno precedente mi avevano procurato tanto lividi sul corpo erano piegati in due pugni pronti per donare dolore, i suoi occhi verdi crescevano la mia paura bruciando sia me che Zayn vivi. Quel silenzio metteva ancora più ansia nell’aria già spaventosa. Era la mia fine? Decisamente.
- Tu!- gridò indicandomi, la mano che teneva alzata tremava come tutto il corpo, Luke era in una crisi. - Sei una puttana! Troia!- continuò avvicinandosi a me. - Io ti amo, ieri abbiamo fatto l’amore e tu mi tradisci già!
Abbiamo fatto l’amore’ se amore significa far provare del dolore alla persona amata, non voglio amare, non voglio essere malata. Il suo non era amore, era solo un ossessione, la sua anima era invasa di un demone, nessuna persona normale farebbe del male, solo perché ama. Lui non poteva costringermi ad amarlo, non avrei mai amato una persona come lui.
- Tu l’hai stuprata!- disse Zayn a voce alta continuando a stingermi a se.
- No, no, no! Io e Hope ci amiamo. Tu non sai niente. Io la amo. Lei mi ama. Tu non la ami. No.- disse Luke passandosi una mano tra i capelli biondi nervosamente. Iniziò ad andare avanti e indietro sussurrando che lo amassi.

Lui non stava bene e questo suo atteggiamento mi metteva ancora più ansia, di quanto lo sia già.
- Abbiamo una figlia.- disse il moro - Melissa è mia figlia e di Hope.- continuò deciso.
Cosa vuole dire con quelle parole? Che cosa voleva ottenere?
Luke pare si risvegliò nel sentire quelle parole, sbiancò e mi guardò deluso.
- Ti uccido.- disse rivolgendosi a Zayn con una voce minacciosa che mi fece venire la pelle d’oca.
No, non poteva farlo. Non poteva togliermi una delle poche persone che amavo. Zayn era una parte fondamentale della mia vita, lui era l’unica in tutto, solo lui poteva farmi battere il cuore.
- Luke?- dissi sussurrando, era la prima volta che lo chiamassi per nome. Era arrivato il momento di fare la cosa giusta, accettare il mio destino.- Lascia Zayn e io resterò con te.- continuai a bassa testa. Quella frase mi rimbombava in testa lasciandomi forti scosse e sensazioni amare, ma io avrei fatto di tutto per proteggere Zayn.
- Resteresti veramente con me?- chiese Luke a voce bassa, ormai conoscevo le tonalità della sua voce, in poco tempo avevo imparato tanti dei suoi aspetti, il tono i quella voce era carica di speranze.
Nel sentire quelle parole Zayn mi abbracciò, cercavo mi memorizzare il calore perché non lo avrei più sentito, quell’ardore con cui mi sentivo a casa e protetta dal mondo circostante mi sarebbe mancato parecchio.
Luke iniziò ad avvinarsi lentamente, ad ogni suo passo Zayn aumentava la stretta attorno a me.
Quando il mostro era ormai da due passi da noi udii un rumore ed in un nano secondo il garage era pieno di gente. Degli uomini in divisa circondarono Luke e dopo poco lo buttarono per terra procurando un gran tonfo che mi fece spaventare.
Tutto era successo fin troppo velocemente, non riuscivo a capire niente. Luke era steso per terra e mi guardava dritto negli occhi come per chiedermi aiuto, non gli avrei mai aiutato, no, non dopo quello che mi aveva fatto. Potevo sembrare egoista o fin troppo crudele, ma come potevo difendere quella persona?
I suoi occhi verdi chiedevano pietà, quel sentimento di compassione che lui qualche ora fa lui non provava nei miei confronti.
Mi girai verso Zayn e misi la testa nell’incavo del suo collo, presi un grande respiro come per calmarmi, ma non ci riuscivo. Dei pensieri confusi giravano per la mia testa uno dei quali era che il mio infermo era finito, ora potevo vivere, avrei rivisto la mia piccolina e con l’aiuto di Zayn lei sarebbe cresciuta. Zayn e io, noi due insieme avremmo cresciuto Melissa.
Delle grida arrivarono fino alle mie orecchie, Zayn mise una mano sul mio orecchio per non farmi ascoltare niente di quello che dicevano quegli uomini, ma non davo importanza a quelle parole, in quel momento godevo alle carezze di Zayn, lui non mi avrebbe fatto del male, lui non è come gli altri.
Il moro mi accarezzava con la mano libera i capelli con gesti delicati, come se avesse paura di farmi del male e sussurrava che tutto fosse finito.
Si era finito, da quel momento iniziava la mia nuova vita, senza più bugie, avrei cercato di dimenticare il passato e iniziare tutto daccapo.
I suoni che c’erano poco prima scomparsero e in quel garage per qualche secondo regnava il silenzio che mi metteva paura, lui poteva tornare.
Una mano estranea si poso sulla mia spalla facendomi sobbalzare, ma subito dopo strinsi Zayn, solo a lui mi fidavo.
- Venite, l’ambulanza è qui- disse una voce dietro di me ritirando la mano capendo che mi desse fastidio. Sospirai capendo che non era Luke.
Zayn si alzò a piedi in braccio con me, sentii ei suoi muscoli irrigidirsi, provava dolore per colpa dei pugni e dei calci ricevuti la sera prima. Feci per scendere, non volevo essergli di peso, ma lui non me lo permise stingendomi forte a se come un bambino pauroso fa con il suo pupazzo.
- Stai qui.- disse quasi implorandomi. Poggiai la testa di nuovo sul suo petto, ascoltando i battiti del suo cuore, mi tranquillizzai di più quando sentii di nuovo il suo respiro caldo sulla mia fronte.
Chiusi gli occhi, per la prima volta la paura era diminuita, sentivo che ci stavamo muovendo. Dopo qualche minuto ero poggiata a qualcosa di morbido, aprii gli occhi notando che ero in ambulanza, attorno a me c’erano due uomini che a quanto pare avevano intenzione di toccarmi. Mi allontanai al massimo di loro arrivando all’angolo del lettino su cui mi trovavo.
- Non le facciamo del male.- disse uno di loro mostrando le mani aperte davanti al petto.
Non ti faccio del male, ma stai ferma mi vennero in mente le parole di Luke.
Anche loro mi volevo procurare dolore, no, non ce la avrei più fatta. Iniziai a chiamare qualcuno che mi potesse aiutare e dopo due forti braccia mi circondarono, era lui.
- Tranquilla Hope, ti ho promesso che non ti lascerò più, sono qui.- disse la voce calma di Zayn, lui mi fece girare e appoggiare la testa di nuovo sul suo petto, ormai era la mia seconda casa.
Stringevo la sua maglietta, come se in quel momento fosse la mia unica salvezza, Zayn e Melissa erano le uniche medicine che mi servivano in quel preciso istante. Ero ormai dipendente dal moro, non me potevo fare a meno.
Una mano che non conoscevo alzò la manica della mia maglia, iniziai a muovermi opponendo resistenza, ma Zayn mi strinse poggiando le labbra sulla mia testa. Sentii come un pizzico sul braccio.
-Adesso ti tranquillizzerai, adesso dormi.- disse Zayn cullandomi come un bambino.

 

Una luce bianca mi dava fastidio, era qualcosa di terribilmente snervante, mi stava quasi per accecare.
Aprii entrambi gli occhi spostando la testa a destra, vidi una grande macchina che era collegata a me con dei fili posizionati sul mio braccio. Mi sentivo stranamente tranquilla come se metà dei miei problemi erano spariti. Non serviva pensarci tanto, era in ospedale, distesa su un lettino con lenzuola bianche.
Girai la testa e vidi un uomo con una camicia lunga e bianca, non aveva più di quaranta anni, lui mi sorrise, scrisse qualcosa su un foglio e posò lo sguardo di nuovo su di me.
- Come sta?- chiese cercando di toccarmi la fronte con il palmo della mano.
Mi spostai subito, sembrava un uomo normale, ma anche Luke all’inizio lo sembrava e alla fine si mostrò un maniaco.
Il dottore non badò del mio spostamento, a quanto pare lo considerò come un riflesso e cercò di nuovo un contatto. Iniziai a spaventarmi seriamente, perché non capiva che non voglio essere toccata?
Quando il dottore vide che ero spaventata corrugò le sopracciglia e lasciò perdere l’idea di sentire con la mano se avessi la febbre, fece due passi all’indietro e prese qualcosa, fece un giro e arrivò dalla parte destra del letto.
Guardò i dati che la macchina mostrava e fece per sfiorare il braccio collegato allo strumento.
- No.- disse paurosa ritirando il braccio.
- Le devo solo cambiare i fili.- rispose il dottore avvicinandosi di nuovo.
Iniziai a gridare il primo nome che mi venne in mente, il suo nome, volevo lui in quel momento, lui e nessun altro.
Una infermiera entro nella stanca spalancando la porta spaventata, guardò il dottore come per chiedergli cosa fare, lui fece un cenno e lei spari chiudendo velocemente la porta. Iniziai a chiamarlo a voce più alta, non sapevano cosa volesse fare quei due, volevo sentirmi di nuovo protetta tra le sue braccia.
Dopo pochi secondi la porta si apri e una figura altra entrò nella stanza, corse velocemente verso me e mi abbracciò. Ero di nuovo a casa.
Iniziai a lacrimare, non dovevo dimostrarmi debole, ma lo ero.
- Non voglio piangere.- dissi singhiozzando sul suo petto.
Lui come risposta iniziò ad accarezzarmi la schiena con estrema delicatezza.
- Hey anche gli eroi piangono.- disse abbassandosi alla mia altezza, per poi baciarmi la fronte. In quel poco tempo che potevo vedere i suoi occhi notai che erano pieni di lacrime.

 

 

 

Salve ragazze
Allora in teoria dovevo mettere il capitolo domani
Ma ho decisi di farlo adesso
Mi scuso perché non sono riuscita a rileggerlo e non ho la minima idea di come è venuto
Beh me lo dite voi spero
Scusate se fa schifo
Ma ho appena finito di scriverlo
Quindi I’m sorry
Non so più cosa dirvi
Ah grazie mille per le recensioni
Io non mi merito veramente le bellissime parole
Beh adesso non voglio più annoiarvi
Ciao ciao

 

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Capitolo 24
*** I am alone at a crossroads ***


Voglio ringraziare una persona speciale che mi ha aiutato tantissimo
Grazie mille Nutella_Girl, non sai quanto mi hai aiutato <3




Capitolo: 24

 

I am alone at a crossroads

'Sono sola ad un incrocio '

 

Lui mi dice, non aver paura
apri, fammi entrare
Lui mi dice, corri il rischio
ecco la tua canzone, è il momento di ballare

Che cosa farai quando verra per te
Ascolta il tuo cuore
Devi ascoltare il tuo cuore
Ascolta il tuo cuore
Perche non ascolti il tuo cuore?

Lui mi dice, ecco il tuo cielo, non guardare in basso
Insieme possiamo volare
Tu dici, piccolo biscotto
Aspetta, ormai siamo arrivati (ci siamo quasi)

Che cosa farai quando verra per te
Ascolta il tuo cuore
Devi ascoltare il tuo cuore
Ascolta il tuo cuore
Perche non ascolti il tuo cuore?

Non lo sai mai fino a quando non ci provi
Perche tanta paura? quando i nostri cuori non mentono
Spegni il mondo, e chiudi gli occhi
Perditi, e

Ascolta il tuo cuore
Devi ascoltare il tuo cuore
Ascolta il tuo cuore
Perche non ascolti il tuo cuore?

Sai cosa fare quando verra per te

Baby, devi ascoltare
Devi ascoltare baby, devi ascoltare
Devi ascoltarlo (il cuore)
Come puoi sentirlo?
Baby, devi ascoltare



 

 

Da cinque minuti fisso la porta con scritto il cognome Doyle, sinceramente non vorrei entrare in quella stanza di nuovo, ma lo avevo promesso ad Emma. Presi il poco coraggio che avevo e bussai sulla porta di legno. Sentii da dentro una voce di darmi il permesso di entrare e cosi feci.

Vidi una donna seduta su una poltrona nera intenta a scrivere qualcosa su una specie di blocco note, quando mi vide fece un sorriso, lasciò i fogli e la penna. Si alzò e venne subito verso me porgendo la mano.
-Ciao Hope.- disse Mae, quella donna che avevo conosciuto una mese prima. Lei mi invitò a sedermi sulla solita poltrona, mi recai verso la mia meta lentamente.
Mae era la mia psicologa, era la quarta volta che ci incontravamo, lei ha i capelli corti e biondi lasciati sempre sciolti, portava degli occhiali leggermente rotondi che nascondevano gli occhi color ghiaccio, non sembrava avesse più di trentacinque anni.
-Come stai oggi?- chiese sedendosi di fronte a me, prese di nuovo il blocco note e la penna pronta per scrivere.
-Come la scorsa volta.- risposi semplicemente, ogni volta lei faceva le stesse domande senza senso a cui rispondo sempre allo stesso modo.
-Hope, se non mi parli dei tuoi problemi io non ti posso aiutare.- disse mettendo apposto gli occhiali.
Odiavo quando gli altri avevano ragione, ma non volevo parlare del ‘passato’, non volevo ricordarmi, non volevo passare le stesse emozioni. Presi un grande respiro e chiusi gli occhi.
-Non dormo da un mese, chiudendo gli occhi ripenso a lui, cerco di non restare mai da sola, tutti mi chiedono come sto non sapendo che mio fanno ricordare lo stupro. Eri e Perrie fanno mille domande, non ce la faccio più.- confessai con voce tremante stringendo i braccioli della poltrona.
Posai la schiena sullo schienale sbuffando, era la prima volta che ne parlavo. Aprii gli occhi e vidi che Mae scriveva la mia risposta, doveva essere contenta perché ci era riuscita a farmi parlare di quell’argomento.
- Ti senti meglio?- chiese con un dolce sorriso.
Se mi sentivo meglio? No, era un peso fin troppo grande per essere liberato solo con una semplice chiacchierata.
Non risposi e lei capì subito.
-Come sta Melissa?- continuò con le domande, sapeva che parlando di Melissa mi tranquillizzavo.
-Sta bene, oggi uscirà dall’ospedale, si riprende molto velocemente.- risposi con un sorriso, uno dei pochi che mi facevo scappare.
-Quando le dirai la verità?
Questa era una domanda alla quale non avevo una risposta, non avevo voglia di pensarci.
- Credo presto, Zayn continua a chiedermelo.- risposi sinceramente ricordandomi quante volte me lo aveva domandato il moro.
- Capiscilo, vuole sentirsi un vero e proprio padre per Melissa.
Mae aveva ragione, ma non volevo il coraggio di dire alla piccola la verità, avevo paura di perderla, allontanarla da me.
-Avete detto la verità ai ragazzi, come è andata?
-In modo alquanto bizzarro. Quattro giorni fa abbiamo organizzato una cena tutti insieme, tranne Eric e Perrie. Niall quando scoprì la verità non parlò per mezz’ora, era strano perché lui parla in continuazione, ma per fortuna si rispese velocemente. Liam si arrabbiò molto, ma la sua ragazza, Deborah, lo tranquillizzò e adesso è più calmo. Louis la prese malissimo, non parlava ne con me che con Zayn fino ad ieri. Harry, beh lui sapeva tutto e da quando sono tornata mi è stato sempre accanto.
-E cosa farete con Eric e Perrie?
-Non lo so, fanno tantissime domande
-Capisco.- rispose ed iniziò a scrivere di nuovo, in quel momento mi sentii più libera.
-Zayn mi ha detto che hanno condannato Luke ad una pena di sei anni. Cosa ne pensi?
Mi presi la testa tra le mani ricordando quante bugie lui aveva detto davanti al giudice. Ero rimasta paralizzata nel sentire le parole che abbiamo fatto ‘amore’ con la mia volontà da quella bestia.
Ero molto grata a Paul che cercò in tutti i modi di far finire velocemente il processo.
- Niente, non penso niente, ormai lui non c’è più.- risposi tenendo la testa bassa sapendo che le lacrime premevano di uscire e io non volevo più piangere.
-Hope, sei una dalle poche forti donne che ho conosciuto.
Nel sentire quella frase mi scese una lacrima, non ero forte, non lo ero per niente, quella non era la mia descrizione.
Alzai la testa e vidi Mae avvicinarsi a me per abbracciarmi.
Avevo superato le mie paure? Probabile.

Andai in direzione della stanza di Melissa nell’ospedale, tra un ora doveva uscire, non vedevo l’ora che lei sia libera.
L’ospedale non mi era mai piaciuto, ma durante questo mese lo il mio odio era cresciuto a dismisure. Quel posto come portava le persone importanti, nello stesso tempo te li poteva togliere. Per l’ospedale eravamo degli ospiti, certi avevano la fortuna di tornare, altri no.
-Salve signorina Hope.- mi saluto Alethea, un’infermiera molto chiacchierona e simpatica, orami conosceva metà del personale nell’ospedale.
-Salve signora Alethea, come sta?- chiesi cortesemente.
-Oh bene tesoro, ho sentito che oggi ve ne andate, sono contentissima per voi, ma devo ammettere che mi mancherete.
-Le posso assicurare che anche a noi ci mancherà
-Dai, vai da Melissa.- rispose con un sorriso dolce, adoravo quella donna.
-Arrivederci.
Continuai il mio cammino, quando stavo per girare l’angolo verso il corridoio della stanza vidi Perrie con gli occhi lucidi andare molto velocemente. Non avevo mai visto la ragazza in quello stato prima, lei era una ragazza a cui non si toglieva facilmente il sorriso, lo stesso sorriso che in quel momento non c’era nessuna traccia.
Le andai incontro cercando di fermarla e capire cosa le era successo.
-Hey tutto bene?- chiesi toccandole la mano, mi faceva sentire male vederla in quel stato.
Lei si spostò subito, mi guardò con odio e delusione, non avevo mai visto quella luce nei suoi occhi prima.
-E’ tutta colpa tua, lasciami!- rispose a tono lasciando disgustata la mia presa.
Nella voce di Perrie erano mischiate tante emozioni dando un tono freddo e distaccato quasi da far paura. La ragazza corse lungo il corridoio con le lacrime che le scendevano.
Andai confusa verso la stanza di Melissa, aprii la porta senza bussare e vidi il suo letto vuoto, spostai lo sguardo cercandola ma vidi solamente Eric e Zayn uno di fronte all’altro accanto alle sedie.
L’aria in quella stanza era tesa, era successo qualcosa, si poteva capire perfettamente dai loto volti, ad entrambi le vene si vedevano sul collo, cercavano di stare tranquilli, pensavano che non me ne sarei accorta, ma si sbagliavano.
-Dove è Melissa?- chiesi prima pensando alla bambina, dopo sicuramente avrei strappato da loro la verità.
-E’ andata con il dottore per fare le ultimi analisi.- disse Zayn freddo e distaccato, da tanto non mi parlava in quel modo, sinceramente ci rimasi molto male, ma cercai di non farlo vedere.
-Ho visto Perrie, cosa è successo?- domandai avvicinandomi verso il letto di Melissa per sedermi.
-Sappiamo tutto.- rispose Eric.
Mi fermai di improvvisamente in mezzo al mio cammino osservando entrambi i ragazzi con aria di confusione.
C’erano poche cose che Perrie ed Eric non sapevano, non poteva essere quello che pensavo, speravo con tutto il mio essere di non essere quello
-Melissa è sua figlia.- disse Eric indicando Zayn.
Guardai il moro infuriata, non aveva nessun permesso di parlare senza il mio consenso, il quel baccano facevo parte anch’io. Non prevedevo niente del genere da parte sua, mi aveva deluso, avevo voglia di saltargli addosso e picchiarlo, tirare pugni, calci per far scomparire la mia rabbia. Zayn mi guardava anche lui arrabbiato, ma nello stesso tempo sembrava che se ne stesso pentendo.
Spostai lo sguardo verso Eric, non si meritava di essere circondato da bugie. I suoi occhi vagavano nella stanza cercando di non posarli su di me, come se avesse paura.
-Vado da Melissa.- disse Zayn uscendo velocemente dalla stanza chiudendo la porta fortemente dietro di se provocando un forte tonfo.
Se cercava di scappare dalla mia ira, non ci sarebbe riuscito molto facilmente, prima o poi avrebbe pagato le conseguenze dai suoi errori.
Mi siedi sul letto, cercai di mettere a posto i pensieri formando una frase decente per scusarmi, ma c’era veramente qualcosa da dire?
-Eric, io - cercai di dire ma la frase morì nell’aria proprio come le mie speranze di essere perdonata.
-Non ti preoccupare per me.- rispose lasciandosi cadere sulla sedia.
Non potevo non preoccuparmi per lui, io lo amavo, non volevo lasciarlo perdere cosi facilmente, ci tenevo a lui. Soltanto lui è stato completamente sincero con me, la cosa che amavo di più in lui era appunto la sincerità, una cosa cosi preziosa che mancava a cosi tante persone.
-Perché non me lo hai detto?- chiese torturandosi le mani.
-Non lo so.- confessai fissando la sua figura sulla sedia. Eric era teso, la gamba sinistra faceva su e giù, quando il piede toccava il freddo pavimento faceva un fastidioso rumore.
-Io lo so, non ti fidi di me, ti fidi solo di lui.- rispose levando in alto la testa la testa, sapevo a chi si riferiva, quel ‘lui’ era Zayn.
Quella frase non era per niente vera, io amavo e mi fidavo ciecamente di Eric.
-Non è vero.- risposi decisa e forse fin troppo dura.
Eric fece un sorriso triste e si alzò, venne lentamente verso me e si mi si fermò davanti, mi guardava dall’alto e io in confronto mi sentivo piccola, quasi insignificante.
-Allora perché quando ti tocco ti rigidi subito e quando lo fai lui sei tranquilla? Il tuo corpo dice il contrario delle tue parole.
Le sue parole mi colpirono, erano terribilmente vere, fino da far male, ma infondo cosi ci potevo fare?
Mi alzai in piedi e mi buttai tra le sue braccia, mi mancava il contatto fisico con lui. Eric mi strinse forte facendomi sorridere.
-Ti amo.- mi feci scappare, adoravo i momenti tra me e lui, solo noi due.
-Ti amo anch’io.- rispose allontanandosi da me per poi posare le sue labbra sulle mie.
Restammo abbracciati finché la porta si aprì e una vocina allegra si fece sentire.
-Ciao.- disse Melissa con un leggero sorriso sulla bocca.
-Ciao bellissima.- risposi allontanandomi da Eric e andai verso la bambina, la prisi attentamente e la misi sul letto.
-Beh io vado, ci vediamo tra quattro giorni amore.- disse Eric cingendomi i fianchi, mi lasciò un bacio sulla guancia e poi si girò verso Melissa - Ciao principessa.- continuò scompigliandole i capelli.
Il riccio uscì dalla stanza, dopo aver sentito il nostro saluto, cosi restammo solo io, Melissa e Zayn, quest’ultimo ancora sulla soglia della porta. Volevo chiedergli delle spiegazioni, volevo dirgli di andare da Perrie per dirle che la ama. Volevo, era una cosa che la mia mente desiderava, ma non il cuore. Molto spesso il cervello non ascolta il cuore e viceversa, il problema era; quale ascoltare.
Lasciai i miei complessi mentale e mi concentrai su Melissa, quel girono io non ero importante, quel giorno era il suo.
-Dove è la valigia?- chiesi cercandola con lo sguardo.
-Io e Zin abbiamo messo a posto i vestiti.- rispose Melissa fiera di se.
‘Lei e Zayn’, ormai sentivo molto spesso quelle tre parole in croce che suonavano maledettamente bene dalla bocca di Melissa. La bambina faceva di tutto per passare del tempo con il moro e all’inverso. Tra loro due c’era un legame molto forte che con parole non si poteva descrivere, potrei semplicemente dire; ’padre e figlia’.
-Andiamo.- disse Paul entrando nella stanza.
Melissa scese velocemente dal letto, corse verso Zayn e gli saltò in braccio, il moro la prese stando attento a non farle male e le lasciò un bacio sulla guancia. Rimasi a guardargli, erano belli anzi perfetti.
Paul mi sorrise e si incamminò con la valigia in avanti, dopo di lui c’erano Zayn e Melissa, dietro io e alla fine un ragazzo dalla guardia del corpo.
Quando uscimmo dall’ospedale eravamo attaccati nel vero senso della parola dai fotoreporter.
Le foto, le domande, sempre la stessa storia, le richieste erano sempre le stesse di cui sicuramente non avrei risposto. I flash ogni volta sembravano che mi stessero per accecare, erano cosi forti.
Non amavo di essere al centro dell’attenzione, ma lo ero e mi dovevo abituare, sapevo che i paparazzi facevano solamente il loro lavoro che era pure mio, infatti preferivo essere dall’altra parte, fare io le domande.
Il ragazzo dietro di me e Paul continuavano a ripetere alle persone di allontanarsi e non darci fastidio, ma senza risultato.
Entrammo con difficoltà e Paul si mise subito alla guida verso casa mia.
Le vie di Londra erano sempre le stesse, gli stessi negozi, le stesse scritte, il tempo sembrava che si fosse fermato.
-Tutto bene li dietro?- chiese Paul guardandoci dal finestrino.
Melissa smise di giocare con la mano di Zayn e fece un sorriso annuendo.
Non riuscivo a crederci quanto velocemente fosse guarita, il colore della sua pelle non era più giallastro, gli occhi non erano più spenti e le sue labbra erano sempre all’in su in un sorriso, ma lei non sapeva quanto la sua vita fosse cambiata. Doveva prendere medicinali fino alla sua vita, non poteva mangiare qualunque cosa volesse, doveva fare tanto sport, ma si era salvata.
Persa nei miei pensieri non mi accorsi che eravamo arrivati a casa.
Scesi e presi in braccio Melissa lasciando che Zayn prendesse la valigia, salutammo Paul e il ragazzo e salimmo le scale.
Quando aprii la porta la bambina scese subito e corse verso la sua camera per vedere tutti i nuovi pupazzi che le avevano regalato i ragazzi.
Feci entrare Zayn in casa e chiusi la porta, andai verso la porta, andai verso il soggiorno per accendere la tele, non mi piaceva quel silenzio, lasciai la borsa e il cappotto sul divano, quando mi girai vidi il moro intento a fissarmi.
-Cosa c’è?- chiesi alzando un sopracciglio, quando faceva cosi significava che doveva dirmi qualcosa che lo turbava.
-Non ce la faccio più, diciamolo a Melissa.- disse supplicandomi.
Non poteva chiedermi una cosa del genere, non ero pronta.
-Zayn non credo che sia il momento giusto.- risposi appoggiandomi sul divano.
-Hope per te non sarà mai il momento giusto.- rispose perdendo la pazienza.
Aveva ragione, ogni volta riuscivo a trovare una scusa, ma prima o poi quel momento doveva arrivare. Annuii poco convinta e vidi il volto di Zayn illuminarsi.
-Melissa vieni un attimo, per favore.- gridò contentissimo, ma in me l’ansia cresceva.
Voglio chiudere e sperare che tutto andrebbe bene.

 

Buon Compleanno Harry

19 anni!!!

 

Salve ragazze

Ho cercato di aggiornare presto il capitolo

Spero adesso avete le idee più chiare

Melissa è viva

Zayn ha ottenuto quello che voleva,

forse potrà sentirsi dire 'papà' da Melissa

Hope si sta riprendendo

Eric – beh nel prossimo capitolo scoprirete qualcosa di più su di lui

Perrie ha preso malissimo la verità, ma credo che la possiamo capire

Scusatemi se ho corso fin troppo con questo capitolo

Ultime cose: Cosa pensate di Eric?

Come credete che Melissa ha preso la notizia?

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Capitolo 25
*** big girls don't cry ***


 

Capitolo: 25

 

Big girls don't cry

 

In a world where no one, no one understands

in un mondo dove nessuno, nessuno capisce

 

 

 

Melissa si recò subito di persona al richiamo del moro, in quel momento non sapevo come comportarmi con mia figlia, avevo terribilmente paura. Se si sarebbe arrabbiata con me? Avevo bisogno del suo amore, della sua presenza, non potevo perdere la mia piccolina, perdendo lei avrei perso la strada per vivere. E cosa ero io senza di lei?

La bambina si avvicinò a Zayn e si sedette sul divano accanto a lui, quando stavano vicini la loro somiglianza era ancora più visibile. Mi avvicinai a loro, il mio corpo gridava di correre, scappare da quella situazione, il cuore invece piangeva, non voleva più mentire a Melissa. Mi sedetti dall’altra parte della bambina, tenevo la testa bassa, con quali occhi potevo guardarla dopo averle mentito per quattro anni?

Sentivo lo sguardo di Zayn su di me, non sapeva come iniziare, ma nemmeno io lo sapevo. Mi chiedevo per chi era più difficile, per me o per lui. Zayn doveva dirle che era il vero padre, io invece le dovevo spiegare tutto.

-Melissa allora - iniziò Zayn grattandosi la nuca imbarazzato e insicuro sul passo che stava per fare. Se aveva cambiato l’idea? No, lui non era come me, il moro era una persona forte e decisa, praticamente il mio contrario.

-Mel dobbiamo parlare di tuo papà.- dissi poggiando la schiena sul divano, volevo aiutare il moro, era il minimo sforzo che potevo fare, ma niente cosi mi sarei sentita meno in colpa verso i suoi confronti.

La bambina si girò verso di me, mi guardava curiosa e aspettava che io continuassi, sicuramente non prevedeva una cosa dl genere. Non avevo mai iniziato fino d’allora a parlare di suo padre.

-Ecco Mel, io sono tuo papà.- disse velocemente Zayn, non si intendeva quasi niente dalla sua affermazione, era cosi veloce ed a tono bassissimo, ma Melissa capì e gli saltò in braccio contenta. La bambina stringeva forte suo padre, come se avesse aspettato sempre quel momento.

Non mi aspettavo una reazione del genere da parte sua, ma era pur sempre una bambina, per loro era tutto più facile, come biasimarla non aveva mai avuto un padre prima, adesso potevo solo immaginarmi tutti i suoi sentimenti.

-Lo sapevo.- sussurrò Melissa ancora abbracciata al moro.

Rimasi spiazzata dalle sue parole, non poteva averlo scoperto, le probabilità che qualcuno glielo avesse detto erano bassissime. Guardavo in un punto indefinito nella stanza pensando a come Melissa avesse scoperto tutto. Non mi veniva niente in mente che potesse essere buona come risposta.

-Come?- domandai continuando a guardare davanti a me, credevo che un punto indefinito nel vuoto mi potesse aiutare? Che illusa che ero. Melissa si allontanò leggermente dal moro e sorrise contenta, i suoi occhi brillavano, si vedeva che era al settimo cielo.

-A Natale avevo chiesto a Babbo Natale se Zin poteva essere mio papà.- rispose allungando di più il sorriso. Lei non aveva capito che Zayn era veramente suo padre, ma volevo realmente che lei sapesse tutto? Potevo lasciarla vivere nell’illusione? Ero cosi egoista?

-Melissa, Zayn è il tuo vero padre.- dissi girandomi verso di lei. Sentii gli occhi che si riempirono di lacrime amare, non mi lasciavo mai piangere davanti la bambina, le ripetevo sempre che le grandi ragazze non piangono, ma perché lo dicevo se io stessa ero sempre la prima a piangere?

La bambina guardò confusa prima Zayn e poi me, scosse la testa un paio di volte, non ci credeva.

-No, mio papà non c’è.- con la pronuncia di quella frase i suoi occhi cominciarono ad essere sempre più lucidi.

Vidi la mano di Zayn piegarsi in un pugno, anche lui soffriva, la sua faccia non faceva vedere i suoi emozioni, ma lo conoscevo abbastanza per capire cosa ha.

-Melissa, Zayn è il tuo vero padre, solo che prima non poteva stare con te.- replicai abbassando lo sguardo verso le mie gambe, la colpa mi assaliva con una velocità immensa.

E’ colpa tua, solamente tua, meriti si soffrire’ gridava una voce che proveniva da me, il mio rumore interso, quelle parole bruciavano ogni piccolo pezzo di valore che mi era restato.

Melissa si girò verso Zayn con gli occhi lucidi, non ci credeva o magari non voleva crederci, non perché non era contenta che il moro fosse suo padre, ma non riusciva a la sua mancanza prima, o magari parchè le avevo mentito.

-Perché non mi volevi bene?- chiese la bambina con voce leggermente tremante, conoscevo bene quei sintomi, lei stava per piangere.

Quella domanda pronunciata poco prima dalla bambina venne dal niente, era completamente inaspettata, ma nello stesso tempo si copivano i motivi da cui veniva.

Zayn si girò verso di me in cerca di aiuto, ma come potevo dire a mia figlia che per colpa mia non aveva mai avuto mai un padre?

-Ti ho sempre voluto bene.- rispose Zayn alla bambina dopo aver visto che non ero in grado di aiutargli.

Quando il moro era girato dalla mia parte avevo potuto vedere i suoi occhi lucidi, mi faceva sempre uno strano effetto vedere gli uomini in quello stato, ma di più Zayn, lui si era sempre mostrato indistruggibile, ma a quanto pare anche gli eroi avevano un punto debole.

-Allora perché non c’eri- continuava a chiedere la bambina, ad ogni sua domanda il mio cuore si stringeva, mi chiedevo se era la mia fine.

-E’ colpa mia, quando eri nella mia pancia non ho detto a Zayn di te.- risposi tra le lacrime che ormai rigavano il mio viso.

La bambina si girò e mi guardò con i grandi occhi neri, la avevo ferita, per molto tempo sono stata l’unica persona che aveva e adesso scopriva che le avevo sempre mentito.

-Perché lo hai fatto?

Melissa continuava a chiedere spiegazioni di cui non avevo delle reali risposte, ma solo ipotesi, idee poco chiare il perché. Come riuscivo a risponderle se io non sapevo la risposta, mille parole giravano nella mia mente senza alcun senso. Volevo scusarmi in qualche modo, dire qualcosa per difendermi, ma ero colpevole.

Continuavo a stare zitta, quel silenzio mi uccideva ma non sapevo cosa dire. Perché effettivamente non avevo detto a Zayn di Melissa? Paura? Si avevo paura, ma le paure si affrontavano, ed io ero troppo debole per farlo. Vergogna? Probabilmente si, avevo vergogna di essere presa per una ragazza leggera. La soluzione era semplice, lo avevo fatto per stupidità, la stessa che mi aveva portato a quel punto. Il mio pianto aumentò, misi le mani sul viso, volevo nascondermi.

Sentii due piccole mani avvolgermi il collo in un debole e caldo abbraccio, era la mia piccola, i suoi singhiozzi si fecero spazio nella mia mente. Tolsi le mani dal volto e spostai la bambina sulle mie ginocchia per poi stringerla forte a me. Sussurravo scusa tra i singhiozzi che non si volevano fermare, la cullai come quando era neonata per addormentarsi.

Melissa si allontanò di poco da me, prese il mio volto tra le mani e spostò i miei capelli appiccicati sulla fronte e fece un bel sorriso che mi riscaldò.

-Ti voglio bene.- disse e mi abbracciò di nuovo, questo gesto mi fece capire quanto lei era cresciuta.

Grazie dio, grazie di avermi dato una figlia come lei’ pensai guardando in alto, in quel momento le lacrime non erano più di dolore, ma di felicità, una felicità assai immensa, ero finalmente libera di quel peso che aveva da parecchio tempo.

All’improvviso due grandi braccia mi circondarono in un abbraccio che mi mancava, ogni suo tocco mi faceva sentire protetta e tranquilla. Patetico vero? Alzai la testa e visi Zayn sorridermi leggermente, si avvicinò al mio viso e mi baciò la fronte delicatamente con fare il protettivo, un gesto cosi piccolo ed insignificante scaldò molto velocemente il mio corpo. Sentivo in quel momento che qualcosa era cambiato.

Sembravano una vera e propria famiglia, Melissa abbracciata e me e Zayn che ci circondava entrambe con le braccia. In quel istante non potevo chiedere di più, qualcosa si riempì me, mi sentivo finalmente completa.

Solo adesso capii una cosa importante che molto tempo cercavo in tutti i modi di negare; ero contenta che Zayn era il padre di mia figlia, nostra figlia. Tra me e lui c’era un forte sentimento che ci legava, non solo Melissa, qualcosa di molto più forte di cui non riuscivo a darmi una spiegazione. Se fosse una specie di amore? Poteva essere questo o era solo un frutto della mia fantasia?

 

 

Salve sexy ladies

Allora non sapete quanto mi dispiace per tutto

- di non aver aggiornato per molto tempo

- di aver messo un capitolo di merda e cosi corto

Quanto l’ho riletto ho capito che non trasmetteva nessuna emozione ma sono troppo stanca per rifarlo

Mi dispiace …

Volevo prima dirvi una cosa per cui sono molto felice

So che penserete che non vi interessa, ma volevo condividere la mia felicità

- ho recuperato quasi tutte le materie che avevo sotto

- quando la prof. Ha finito di interrogarmi di storia mi ha detto che ho una voce molto melodiosa e mette tranquillità (lol)

- tra 16 giorni è il mol compleanno, ma prima c’è quello di Ed Sheeran

E…e…e basta

Ok forse le cose erano più di una

Scusate so che non vi interessano … T.T

Grazie per le recensioni dello scorso capitolo

Spero mi dite cosa ne pensate di questo …

Sono pronta a sentire anche cose brutte … seriamente

Allora ciao ciao sexy ladies

 

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Capitolo 26
*** glass ***


Forse la maggior parte di voi si è dimenticata di questa fan fiction
Vi capisco se siete arrabbiate o non volete più leggerla
Voglio ringraziare tutte quelle ragazze che continuano a seguirla
Cercherò di aggiornare nei prossimi tre o quattro giorni
Spero avrete ancora voglia di leggere le mie schifezze 
Se non volete non posso di certo biasimarvi 
Adesso vi lascio in pace ...
Un ultima cosa sto pensando di scrivere una fan fiction molto particolare
Stile completamente diverso dal mio 
Mi stavo chiedendo se ci sarà un certo interesse da parte vostra …
Ho provato di fare una specie di trailer e ieri l’ho messo su You Tube 
gli date un occhiata?
Se come idea vi piace fatemelo sapere
Bum adesso sparisco per concentrarmi sulla storia 
Grazie mille di aver letto e supportarmi 

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Capitolo 27
*** There’s something about this place ***





Capitolo:26

 

There’s something about this place

(C’è qualcosa in questo posto)

 

Alzo le mie difese, perchè non voglio innamorarmi,
Se l’avessi fatto, penso che avrei un attacco di cuore

Heart Attack – Demi Lovato

 

 

 

Presi a giocare nervosamente con il carrello mentre attraversavo l’aeroporto di Bradford insieme a Melissa e Zayn che parlavano tranquilli tra di loro. Il mio disagio iniziò a crescere quando mi ricordai che dovevo incontrare la famiglia di Zayn, di certo le occhiate che mi lanciavano gli estranei nel luogo pubblico non miglioravano la situazione. Mi sentivo terribilmente fuori luogo, le mie gambe si muovevano automaticamente mentre i miei occhi andavano disperatamente alla ricerca di qualcosa che non mi fu chiaro nella mente, come se qualcosa mi mancasse.

-Eccoli.- indicò Zayn con l’indice verso avanti, si girò mostrandomi un sorriso per rassicurarmi e dopo allungò la mano libera per prendere la mia, accarezzò con il pollice il mio palmo provocandomi la pelle d’oca. Rimasi spiazzata guardando la differenza tra le nostre mani, la sua copriva perfettamente la mia, era calda, stabile e morbida stretta. Mise le dire tra le mie e strinse forte intrecciandole, improvvisamente una forte calura attraversò il mio corpo. Guardavo attentamente le nostre mani, cosi diverse ma nello stesso tempo si completavano come un puzzle, ogni singola piega veniva riempita alla perfezione.

-Zayn!- una voce femminile suonò attirando la mia attenzione.

Verso di noi veniva una donna con i capelli scuri che venivano ondulati dal passo svelto, dietro di lei c’era un uomo adulto, era terribilmente simile al ragazzo vicino a me. Ci potevo scommettere che era il padre di Zayn, l’uomo sorrise guardando il figlio e si avvicinò più lentamente rispetto a sua moglie.

Il moro lasciò a mala voglia la mia mano per poter abbracciare sua madre la quale strinse subito il figlio mormorando un debole ‘mi sei mancato’. Zayn mise la testa nel incavo del collo della madre e la avvicinò di più, ad un certo punto il corpo della donna era leggermente sollevato dal moro e subito dopo rimesso per terra.

In quel momento mi sentii persa, da quando Zayn aveva sciolto la nostra stretta qualcosa nel petto cominciò a pesarmi. Avevo bisogno di lui. Una grande parte del mio corpo diceva di cercare un contatto con il moro, ma c’era pure la coscienza che sussurrava il nome di Eric. Mi spaventava leggermente il fatto che lui non aveva mai avuto un controllo sul mio corpo come Zayn lo aveva e ciò non era assolutamente giusto.

-Ciao, io sono Tricia e tu devi essere Hope.

Guardai nella direzione di cui proveniva la voce, era la donna che poco fa stringeva Zayn. Annuii lentamente mentre la mia bocca si piegava in un sorriso insicuro. Lei ricevendo la mia risposta positiva venne subito verso di me avvolgenti in un caldo abbarraccio. Non mi sarei mai aspettata un benvenuto cosi caloroso da parte sua, ma mi piacque. Chiusi gli occhi lasciandomi al dolce odore della donna, era il profumo di madre. In quella vicinanza sentii tutto il calore che avevo perso negli ultimi anni da mia madre. Mi sentivo come un uccellino appena uscito dal guscio, solo in quel istante mi resi conto di quanto avevo bisogno di una madre. Una donna matura con esperienza di cui posso sempre contare, quella che doveva insegnarmi di vivere, affrontare i problemi.

-Mamma attenta, cosi la soffochi.- rise leggermente Zayn.

La donna si allontanò leggermente da me facendo un sorriso per scusarsi del suo comportamento spontaneo, abbassò lo sguardo e notò la piccola figura accanto a me. I suoi occhi si allargarono dalla sorpresa, magari si era meravigliata dalla grande somiglianza di mia figlia e il moro. Mise la mano sulla bocca aperta, gli occhi divennero velocemente lucidi dalla grande emozione, si fece scappare un gemito e si abbassò.

-Oddio sei uguale.- disse con la voce leggermente rotta. La sua mano si alzò e si avvicinò tremante alla guancia della bambina. Quando le dita della mano toccarono la pelle morbida di mia figlia si sentì un sospiro pesante.

-Nonna.- replicò Melissa con un mezzo sorriso sulle labbra rosee.

Tricia, sentendo quella piccola, ma molto significante parola, avvolse in un abbraccio il corpicino della bambina. La mano della donna si posò sulla testa di Melissa accarezzandole i capelli attentamente.

Quella scena era indescrivibile, piena di emozioni cosi belli e profondi.

Tricia si allontanò leggermente, prese il volto di Melissa e le baciò dolcemente la fronte, le sue mani si poggiarono sugli occhi chiusi della bambina, sulla guance rosse fino alle spalle come per rassicurarsi che fosse vera e non uno scherzo della mente.

Alzai leggermente lo sguardo notando il padre di Zayn guardare sua moglie e la bambina con occhi bagnati. Le iridi scure si posarono sulla mia figura catturando che lo stavo osservando, fece un piccolo sorriso e cenno per salutarmi, dopo si avvicinò a Tricia e Melissa. Toccò la spalla della prima facendole il segno che anche lui volesse conoscere sua nipote. La donna si spostò lasciando spazio al marino e si mise al mio fianco con il volto ancora bagnato dalle lacrime. Yaser si piegò fino ad arrivare all’altezza di Melissa.

-Ciao io sono tuo nonno.- disse porgendo la grande mano verso la bambina, non voleva spaventarla, preferiva andare piano, ma sul sicuro.

La bambina piegò la bocca in un bellissimo sorriso e si gettò tra le sue braccia accompagnato da un leggero grido di gioia. Sentii un leggero sussurro, mi pare che Melissa avesse detto nonno.

Un leggero vento dietro di me mi vece girare, i miei occhi si posarono sulla grande figura di Zayn, lui era visibilmente contento.

-Ti ho detto che tutto sarebbe andata bene.

Dopo un muscoloso braccio venne posato sulle mie spalle attirandomi al moro, ero letteralmente appiccicata a lui e non mi dispiaceva affatto. Chiusi gli occhi e poggiai la testa sulla sua spalla beandomi quella vicinanza.

 

Yaser aprì la porta marroncina della loro casa e ci fece entrare, dopo la chiuse cercando di non far rumore. Tricia teneva Melissa tra le sue braccia e le faceva domande del tipo cosa le piaceva mangiare, il suo colore preferito e altre cosa del genere. Io, invece ,cercavo sempre di sembrare tranquilla, ma dentro speravo che tutto finisse il più veloce possibile, non perché mi stessero antipatici, ma volevo allontanarmi da Zayn per pensare, e lui di certo non mi aiutava cercando sempre di parlarmi oppure lanciandomi occhiate di cui non percepivo il senso.

Lunatica, quella era l’unica parola che potesse descrivermi perfettamente, prima sentivo il bisogno del moro, adesso invece cercavo di evitarlo.

-Ragazze siamo tornati.- gridò Yaser togliendosi il cappotto, il figlio prese dal suo esempio e mi aiutò a togliere il mio. Le sue mani toccarono la manica del mio giubbotto, per sbaglio la sua calda e morbida pelle sfiorò la mia provocandomi un brivido. Il moro come se avesse percepito ciò alzò la testa verso di me e fece piegare le labbra carnose in alto, dopo continuò il suo lavoro sfilandomi completamente il giubbotto. Gli feci un cenno con il capo per ringraziargli e girai subito la testa a lato. Cercavo invano di guardare da tutte le altre parti pur di non incontrare il suo sguardo penetrante.

-Zayn!- una voce poco sviluppata rimbombò nella stanza, dopo neanche un secondo spuntò una testa nera da sopra le scale, le seguirono altre due. Le tre ragazze corsero velocemente verso di noi e la più piccola si lanciò subito al collo di Zayn. Il moro sorpreso fece un passo indietro perdendo l’equilibrio, ma per fortuna aveva le gambe forti e riuscì a mantenersi in piedi.

-Safaa attenta!- disse il padre cercando di riprendere la figlia, ma sul suo volto si vedeva perfettamente un leggero sorriso.

La bambina lasciò perdere le parole del padre e continuò a stringere il fratello che non vedeva da parecchio tempo. I capelli della ragazza erano leggermente disordinati dalla corsa fatta poco prima, Zayn iniziò ad accarezzarglieli mettendoli apposto.

-Anche noi vogliamo salutarlo.- disse la ragazza più grande stufata di aspettare la piccola.

Safaa si allontanò a mala voglia, si girò e le face una linguaccia, dopo la sua attenzione si posò di nuovo sul fratello, si alzò sulla pinta dei piedi e gli lasciò un bacio sulla guancia.

-Finalmente.- esclamarono le due sorelle in coro avvicinandosi al fratello.

-Ben tornato fratellino.- esclamò la più grande pizzicandogli la guancia, il moro sbuffò divertito e la attirò a se avvolgendola con le braccia. La ragazza rise e passò una mano tra i capelli di Zayn spettinandoli.

-Devi sempre rovinare tutto.- disse il moro allontanandola subito e si mise a mettere in ordine i capelli.

La ragazza sorrise prendendosi gioco di lui e fece un passo in avanti lasciandogli un sonoro bacio sulla guancia. Il moro le sorrise e girò la testa verso l’ultima sorella che non aveva salutato.

-cosa aspetti criceto? Dai vieni!- replicò il moro allargando le braccia verso la ragazza che fece una smorfia al nomignolo usato per chiamarla. La mora si avvicinò con le braccia incrociate verso Zayn e lo guardò male.

-Non ti permettere di chiamarmi mai più cosi.- lo rimproverò puntandogli l’indice contro. Il moro annuì e lei gli saltò subito addosso mettendo le mani dietro al collo del ragazzo, lui la sollevò leggermente dalla terra e la lasciò poco dopo.

-Mi sei mancata criceto.- disse Zayn sfiorandole la schiena. Lei si allontanò subito e gli diede un pugno sul braccio facendolo solamente ridere.

-Idiota.- disse facendo finta di essere arrabbiata e girò la testa a lato.

-Waliyha.- disse il padre guardandola male mentre scuoteva la testa.

-Scusa.- si scusò Waliyha abbassando la testa, si vedeva che lo faceva solamente perché era obbligata e non perché si pentisse veramente.

Si sentii un finto schiarimento di voce e subito ci girammo verso la direzione da cui proveniva il rumore, era Tricia che cercava di attirare l’attenzione delle ragazze per presentare sua nipote. Le facce delle figlie si dipinse la stessa espressione della madre poco dopo aver verso Melissa, un misto di sorpresa e sollievo. La più grande fece il primo passo verso la bambina sorridendo leggermente. Quando fu abbastanza vicino le accarezzò il naso con il dito.

-Ciao.- disse molto semplicemente prima di starnutire facendo ridere tutti quanti. La bambina ci guardò curiosa e passò il dorso della mano sul naso.




 

Melissa dormiva tranquillamente sul grande letto matrimoniale, era stanca dal viaggio, in più si aggiungevano le nuove conoscenza e i giochi fatti con Safaa. La famiglia di Zayn era molto accogliente, tutti mi consideravano come parte di loro e mi facevano sentire a mio agio, a parte Doniya che a quanto pare non le stavo molto simpatica al meno le sue occhiate mi facevano capire cosi.

Sentii la mano di Melissa posarsi sulla mia pancia e stringere il tessuto della maglia, la sua testa si spostò automaticamente sul mio petto. Sorrisi sentendo il suo caldo respiro attraversare la maglia, iniziai a giocare con la punta dei suoi capelli arricciandoli leggermente.

Chiusi gli occhi cercando invano di prendere sonno, ma ogni volta l’immagine di Zayn si faceva spazio nella mia mente, quel ragazza era diventato una specie di ossessione. Alzai le palpebre fissando l’armadio bianco davanti al letto, la poca luce che proveniva dalla finestra non mi permetteva di guardare molte cose.

Spostai una ciocca di capelli dal viso di Melissa e le baciai la fronte, dopo poggiai la guancia sulla sua testa. Chiusi nuovamente gli occhi, ma li riaprii subito di nuovo dato che il mio cellulare vibrò dopo pochi secondi dal comodino accanto, allungai la mani e lo presi. “Buona notte piccola” diceva il messaggio di Eric. Sospirai e risposi velocemente con un sorriso sulle labbra. Il mio sguardo cadde sul orologio dello schermo, segnava quasi l’una e io ero ancora sveglia, di solito non restavo mai fino cosi tardi. Sbuffai e presi la mano di Melissa, ci giocai un po’ con le piccole dita, alla fine stufata iniziai ad accarezzargliela.

Perché non riuscivo ad addormentarmi? Forse era il fatto che mi trovassi in una nuova casa, oppure il letto era scomodo o molto semplicemente perché sapevo che Zayn era poco lontano da me. Che effetto mi faceva quel ragazzo? Accanto a lui mi sentivo terribilmente piccola, come se avessi bisogno di protezione, e lui ci stava come se leggesse nella mia mente tutto ciò che pensavo o sentivo. Dovrei essere contenta? Non saprei, perché non vorrei di certo essere dipendente di qualcuno. Sono dipendente di Zayn? Difficile da ammettere, ma si.

Il bisogno di acqua assalì il mio corpo, ma più che bisogno era una scusa per alzarmi.

Presi la mano di Melissa e cercai di spostarla via da me. Fu un impresa al quanto difficile dato che lei si era attaccata alla mia maglia come se fosse la sua unica salvezza. La pare meno complicata era la testa, la alzai con entrambe le mani e la spostai sul cuscino accanto. Tolsi le coperte dal mio corpo e misi uno dei piedi sul freddo pavimento, ebbi l’istinto di tornare indietro, ma sapevo che non ce la avrei fatta addormentarmi. Spostai lo sguardo sul corpicino di Melissa steso sul letto, sembrava cosi tranquilla e felice, per fortuna lei non doveva incontrare i grandi dilemmi nella vita. Mi alzai lentamente cercando di no disturbare la piccola e andai verso la porta e andai verso la porta bianca della stanza. “Vai a sinistra, trovi le scale, quando scendi prendi subito a destra” mi ricordai le parole di Yaser su come arrivare in cucina. Seguii precisamente le sue indicazione cercando di non provocare nessun rumore. Quando arrivai di fronte al mio obbietto vidi che da dentro proveniva una leggera luce giallastra, andai verso la stanza n punta ai piedi.

Quando varcai la soglia vidi quello che in fondo speravo di incontrare. Zayn era di fronte agli scaffali in ricerca di qualcosa, si girò subito verso di me e face una faccia curiosa. A quanto pare il mio intento di fare silenzio non aveva funzionato più di tanto.

-E’ successo qualcosa?- domandò alzando leggermente il nero sopracciglio sinistro, come ogni volta quanto chiedeva qualcosa di cui aveva una piccola preoccupazione di spere la risposta.

Feci un passo in avanti torturandomi le mani che si trovavano dietro di me come se nascondessi qualcosa da lui, forse celavo una cosa di cui neanche io ne e4ra consapevole. Scossi la testa facendo cadere qualche ciocca di capelli davanti il mio viso e mi morsi il labbra inferiore.

-Non avevo sonno.- disse abbassando lo sguardo verso il basso facendo finta di osservare le piastrelle marroncine.

Il moro fece un segno di aver capito serrò le labbra creando una linea dritta.

-Ti vanno dei biscotti?- domandò improvvisamente più sereno e tranquillo.

Lo guardai e mi chiesi se facesse apposta ad essere cosi strano per confondere la gente oppure era una cosa naturale e spontanea da parte sua.

-No.- scossi la testa rimanendo nella posizione di prima.

Il moro mise la testa a lato e tirò l’angolo destro della bocca in alto, scosse subito dopo la testa come per far sparire i pensieri che aveva poco prima e aggrottò le sopraciglia.

-Vuoi del latte caldo?- domandò girandosi verso di nuovo gli scaffali e tirò una scatola di biscotti, a quanto pare aveva cercato quelli.

Sorrisi malinconicamente ricordando che quando era piccola mia madre mi faceva latte caldo ogni volta che non riuscivo a dormire e restava fino a tardi con me a guardare cartoni animati. Mi mori l’intero guancia sentendo la sua mancanza, era stupendo poter contare su qualcuno. Zayn. Il moro era diventato una specie di genitore per me, si preoccupava di me, mi rassicurava, mi abbracciava quanto ero triste e mi apriva gli occhi quando ce ne era bisogno, sembrava che ci tenesse a me o è solamente una frutto della mia mente.

-Hope sei diventata leggermente pallida, stai bene?- chiese Zayn arrivando improvvisamente davanti a me, la sua faccia era preoccupata, i suoi occhi scorrevano velocemente sul mio volto in cerca di una risposta. Annuii e subito dopo sentii una mano calda posarsi sulla mia e dirigermi verso il tavolo nero al centro della stanza. Il moro spostò la sedia facendo spazio per sedermi e dopo la spinse leggermente in avanti.

-Ti preparo il latte e vedrai che ti sentirai meglio.- disse guardandomi negli occhi, solo in quel istante mi accorsi che la sua mano era poggiata sulla mia guancia e con il pollice accarezzava la mia pelle provocandomi dei brividi. Annuii velocemente, lui alzò leggermente un angolo della bocca e si allontanò da me andando verso il frigorifero.

Rimasi in silenzio non sapendo cosa dire, poggiai le mani sulla ginocchi e iniziai a togliere lo smalto nero con le unghie. Alzai lo sguardo e vidi Zayn intento a mettere la tazza blu con il latte nel microonde per riscaldarsi, poggiò le mani ai lati della macchina e si inclinò a guardare dentro.

Dovevo ammettere che anche con una semplice maglia bianca a maniche corte macchiata con qualche goccia scusa di caffè e pantaloncini neri senza forma era veramente bello e provocante. I capelli sparsi in aria senza una direzione precisa come al solito gli davano un aria da duro, ma quando una volta lo sguardo sugli occhi scuri che secondo il suo umore cambiano tonalità si capisce era tutto è stato una semplice maschera che nascondeva un ragazzo dolce. Zayn non era sicuramente un diavolo, ma di certo neanche un angelo come tanti pensavano, lui era semplicemente un umano che era capitato come tutti per puro caso sulla terra per rendere felici tutte le sue fan e la sua famiglia.

-Ecco a te.- disse poggiando la tazza davanti a me per poi prendere il pacchetto di biscotti e sedersi di fronte a me. Avvicinò la scatola verso di me per chiedermi se ne volessi un po’, ma io scossi la testa e presi con entrambe le mani i lati della tazza e la avvicinai alla mia bocca. Guardai il liquido bianco da cui proveniva un leggero fumo, ne bevvi un piccolo sorso e poggiai il bicchiere di nuovo sul tavolo, però continuando a stringerlo per riscaldarmi le mani. L’unico rumore proveniva era dalla bocca di Zayn mentre masticava i biscotti. Restammo in silenzio, nessuno dei due apriva la bocca se non per bere o mangiare. Quando ebbi finito mi alzai e presi la tazza con l’intenzione di lasciarla nel lavandino quando Zayn mi prese la mani fermandomi. Seguii con lo sguardo la mano fino ad arrivare al suo volto.

-Lascia stare, piuttosto dimmi se ti senti meglio.

Parlò con voce eccessivamente sensuale e roca, da quando aveva la voce cosi sexy? Le sue labbra sembravano cosi invitanti ad assaggiarli, la pelle cosi morbida da voler toccarla per non parlare degli occhi che facevano lotta con il suo corpo per ottenere la mia attenzione. Chiusi e riaprii gli occhi cercando di cacciare via gli strani pensieri che vagavano nella mia testa. Mi morsi il labbro inferiore provocandomi più dolore delle mie aspettative e mi concentrai sulle sue parole.

Mi sento molto meglio, grazie.- replicai a voce bassa e mi allontanai leggermente da lui, non dovevo sicuramente stargli vicino, riuscivo a mala pena controllare i miei ormoni che a quanto pare attorno a lei impazzivano.

-Ti va di conoscere Bradford?- domandò in modo innocente.



 

Misi le mani sulle ginocchia e poggiai la testa sulla fredda finestra. Mi lasciai scappare un sospiro e chiusi gli occhi per qualche secondo, quando li riaprii osservai Zayn. Il moro teneva le mani strette attorno al volante nero e gli occhi fissi sulla strada semi buia. Era concentrato sulla guida e non se ne accorse che lo guardavo attentamente. Potevo sembrare pazza e forse lo ero veramente, ma non riuscivo più a capire i miei maledetti sentimenti. Perché avevo accettato di fare quella passeggiata notturna? Magari perché i suoi occhi assunsero un espressione molto simile a quella di Melissa quando voleva qualcosa oppure perché avevo semplicemente voglia di stare nella sua presenza.

-Siamo arrivati.- replicò il moro spegnendo la macchina.

Aprì la porta, prese le chiavi e scese velocemente dall’auto, dopo mi venne ad aprire. Vidi la sua mano in aria che aspettava la mia, voleva aiutarmi di scendere, la presi e mi alzai, in modo teatrale feci un inchino verso di lui e gli provocai una forte risata. Tenendo ancora la mia mano chiuse la porta e mi invitò di seguirlo nel buio. Molto silenziosamente facemmo qualche metro mano nella mano, cosi vicini ma nello stesso tempo divisi da un enorme buco nero.

Zayn si fermò di scatto e si voltò verso di me sorridente, mi fece segno di guardare di fronte a me, sembrava molto eccitato e contento da quello che voleva mostrarmi. Spostai lo sguardo incuriosita e vidi una cosa che non mi sarei mai aspettata, sorrisi come una bambina alla vista di quella meraviglia. Eravamo su una collina abbastanza alta da farci vedere gran parte della città, non c’era differenza tra cielo e terra. Immensi nel buio totale le stelle e le luci dalle case brillavano come piccole ed innocenti lucertole.

Zayn mi strinse leggermente più forte la mano per farmi capire che condividevamo quel momento cosi particolare ed unico. Improvvisamente si sedette per terra e mi tirò a se facendomi finire con il sedere sull’erba leggermente umida.

-Allora, ti piace?- domandò come un bambino che mostrava il suo disegno.

Mi girai verso di lui e realizzai che lui stesse veramente aspettando una mia risposta e la sua domanda non era retorica. Le sue sopracciglia erano alzate in alto e la testa andata su e giù incitandomi di rispondere, mi stupì il fatto di quanto lui ci tenesse al mio parere . In un certo senso mi sentii importante e ciò mi fece sorridere.

-E’ bellissimo.- dissi inclinando la testa a lato per potermi beare la sua faccia fiera.

Zayn si girò verso la città, si stese sul terreno e si poggiò sui gomiti.

-Ho realizzato che non ci conosciamo anche se abbiamo una figlia, pensavo che portandoti qui potessimo scoprire molte cose uno sull’altra.- confessò fissando il cielo scuro con una sguardo leggermente triste.

Mi piegai e strinsi le ginocchia al mio petto, c’era un leggero vento che faceva spostare i miei capelli da tutte le parti facendomi solletico sul volto. Passai una mano sulla testa cercando invano di raccogliere le ciocche svolazzanti, sbuffai e mi strinsi ancora di più.

-Non c’è molto da dire su di me.- ammisi alzando le spalle, ascoltai il silenzio che regnava, non era imbarazzante, ma piuttosto bello e rilassante. Rabbrividii leggermente e cercai di coprirmi meglio il collo con la sciarpa bianca.

-Invece si, non so niente della tua famiglia, delle cose che ti piacciono, ed esempio i film, il cibo, la musica.- replicò girando la testa verso di me.

Non capivo perché avesse il bisogno di conoscermi, non ero niente di particolare, anzi ero alquanto noiosa come persona. Presi un grande respiro e incrociai le gambe, presi un filo di erba e cominciai a giocarci strappandolo in piccolissimi pezzettini che venivano trasportati chi sa dove dal vento.

-Io mio film preferito è Shrek perché fanno vedere che i principi e le principesse non sono perfetti e non bisogna essere bellissimi per avere un lieto fine, basta solamente lavorarci sodo.- iniziai torturandomi il labbro inferiore, era difficile parlare di me stessa, ma lui voleva conoscermi.- Il mio cibo preferito sono i cetrioli, ma anche le olive verdi, li posso mangiare senza sosta. Di musica non ci intendo molto però mi piacciono le vostre canzoni. Nel mio tempo libero mi piace osservare la gente, so che potrebbe sembrare al quanto strano ma è vero .. - confessai ridendo alla mia personalità strana. Alzai la testa e osservai le stelle bianchiste, tirai su con il naso e cominciai la parte di cui non parlavo da molto tempo con nessuno. -Mia madre si chiama Janette, una donna d’arte, pittoresca di grande successo nella sua gioventù. Mio padre, George, è un architetto molto conosciuto nelle sue aree. Ha progettato due dei più grandi edifici a Los Angeles. Non li vedo da un po’ di tempo e cosi.- raccontai sospirando l’ultima parte. In grande linee era tutto quello che potevo raccontare.

Aspettai un commento da parte di Zayn che non ottenni, mi girai pensando che si fosse addormentato, ma no, lui era perfettamente sveglio e mi guardava con la testa a lato. Sorrise e mi fece cenno di sdraiarmi accanto a lui. Allungai le gambe e toccai la terra prima con la schiena e dopo con la testa, poggiai le mani sulla mia pancia e chiusi gli occhi.

-ti ricordi qualcosa di quella sera?

Girai la testa a lato e corrugai le sopracciglia non capendo la sua domanda. Zayn si sdraiò completamente mettendo le mani dietro la testa.

-Insomma la notte in cui io e te insomma abbiamo - iniziò girando la testa a tutti i lati per trovare le parole giuste.

-No, ero troppo ubriaca.- mentii non volendo parlare di quel argomento.

Chiusi gli occhi cercando di cacciare i ricordi di quella notte, la stanza rossa, il divano di pelle nera, i baci violenti che sapevano di whisky.

Sentii una pressione sulle mie labbra e spalancai gli occhi, vidi Zayn sopra di me con le palpebre chiuse. Quando realizzai cosa stesse cercando di fare non mi mossi non sapendo come comportarmi restai ad occhi aperti. Le sue gambe si fecero spazio tra le mie con molta agilità, una delle sue mani era posizionata accanto alla mia testa per reggere tutto il peso del corpo e l’altra si posizionò sotto la mia nuca spingendo la testa verso quella di Zayn. Le sue labbra morbide cercavano di unirsi con le mie, il suo respiro caldo picchiettava sulle mie guance e la sua barba leggermente accennata solleticava le mie guance. Gli ormoni impazziti si svegliarono sta volta incontrollabili. Era colpa di quella città, del buio, del momento, di Zayn, ma anche mia che ci stavo in quel gioco. Poggiai entrambe le mani alle sue guance e lo attirai verso di me, gli morsi il labbro superiore facendolo sospirare e lasciai la sua lingua toccasse la mia. La mani che poco prima si trovava accanto alla mia testa si spostò sotto il giubbotto e la maglia fino ad arrivare al mio fianco nudo, quando mi sfiorò la pelle alzai leggermente la schiena facendo scontare i nostri petti, da entrambi uscì un pesante sospiro che si mescolò con l’altro aumentando la voglia di un maggiore contatto. Le mie mani accarezzarono le sue larghe spalle fino ad arrivare ai morbidi capelli neri, li strinsi in un pugno e li tirai leggermente all’indietro. Le sue labbra si spostarono verso il mio mento e lo sfiorarono molto delicatamente. Come se una magia ci proteggeva dal mondo esterno, uno scudo invisibile. Gli toccai la schiena e lo spinsi ancora verso di me, non volevo lasciarmi perdere un momento cosi delicato e voluto da tempo.

Il vento soffiò più forte facendomi tremare dal freddo, ma il corpo del moro era abbastanza caldo per trasmettermi il calore necessario per riscaldarmi. Zayn sentendo la mia forte scosse si fermò di scatto e poggiò la guancia sul mio seno, riuscivo a sentire il suo respiro veloce ed irregolare. Le sue mani si posarono sotto la mia schiena e mi strinsero a lui, era una presa molto soda, ma nello stesso tempo delicata. Rimasi ferma e quando realizzai che lui si era fermato aprii gli occhi e vidi le stelle sul cielo. Il mio cervello non era in grado di capire cose era successo poco prima, sentivo solamente il petto di Zayn alzarmi e abbassarsi sulla mia pancia in cerca di prendere respiro. Abbassai il volto e vidi la testa nera di Zayn sul mio seno. Il moro prese un forte respiro e tolse le mani da dietro la mia schiena.

-Hai freddo, andiamo.- replicò freddo alzandosi.

So che può sembrare patetico, ma ebbi la sensazione che il mio cuore volesse uscire dal mio petto e saltare nelle mani di Zayn, e se il mio cuore appartenesse già a lui




Salve .. Spero che con questo capitolo mi sono fatta perdonare
Quasi un mese senza aggiornare!!! 
Mi dispiace tantissimo 
Vi piace il capitolo o sto andando troppo velocemente?
Ditemi cosa ne pensate …
Ho notato che la maggior parte di voi è restata 
Grazie mille
Spero di non aver deluso le vostre aspettative 
Adesso sparisco … devo scrivere una relazione di letteratura …
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate … anche cose brutte 
Sono pronta a sentire di tutto
Ciao ciao e buona giornata 

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Capitolo 28
*** walk out my life ***


Capitolo 27
 

 Walk out my life



My pride, my ego, my needs and my selfish ways
Caused a good strong woman like you to walk out my life

Il mio orgoglio, il mio ego, i miei bisogno e i miei modi da egoista
Perchè la donna brava e forte come te è uscita dalla mia vita

"When I Was Your Man" di Bruno Mars


Corsi lungo la strada affollata nella ricerca del bar in cui io ed Emma dovevamo incontrarci. La mia vista era leggermente 
annebbiata dai grandi fiocchi di neve che cadevano veloci, come se facessero lotta tra di loro per chi toccasse la terra per primo. Non riuscivo a spiegarmi come a marzo poteva nevicare, fino a qualche giorno fa il cielo era sereno e gli alberi erano pieni di 
colori vivaci, adesso la possessiva morsa dell’inverno era tornata più forte di prima. 

 

 

Strinsi la borsa sulla mia spalla e girai la testa a destra per poter vedere finalmente quel famoso locale. Mi avvicinai a passo svelto verso la piccola costruzione non badando agli spinti degli estranei attorno a me. Abbassai la maniglia della grande porta di vetro che mi divideva dal calore tanto voluto, spinsi la barriera finché sentissi quel amato calduccio.

Mi diressi verso un tavolo vicino al calorifero e alla finestra. Posai la borsa sul tavolo nero, tolsi il pesante giubbotto rosso e lo poggiai sulla sedia per poi sedermi. Girai la testa osservando la circostanza sconosciuta rimanendo piacevolmente sorpresa, era un locale veramente carino ed accogliente, i colori principali erano marrone chiaro e nero. C'erano circa una ventina di persone sedute su tavoli uguali al mio, ognuno beveva tranquillamente la propria bevanda e parlava con la compagnia che si era portato oppure usavano il cellulare. La mia attenzione fa catturata da un camino con la porticina trasparente lasciando vedere il fuoco.

Presi un grande respiro, afferrai la borsa dal tavolo per poi metterla sulle gambe e la aprii nella ricerca del cellulare, trovandolo schiacciai un bottone a caso per illuminare lo schermo. Vidi la foto che avevo come sfondo, essa raffigurava Zayn mentre lanciava in aria Melissa. Era la mia foto preferita in assoluto, tutto attorno a loro era verde chiaro con qualche fiorellino bianco e rosa qua e là, i lunghi e neri capelli della bambina erano sparsi in aria. Mi ricordavo ancora la sua risata nel lancio. Sotto di lei a braccia aperte la aspettava un Zayn sorridente e felice, il giubbotto nero copriva la maglietta bianca su cui Melissa poco dopo aveva vomitato a causa dei tanti lanci. Il moro viveva i giorni a Bradford a pieno non dando importanza da quello che gli estranei potessero pensare su lui, ma adesso, qui a Londra lui era tornato dalla sua fidanzata e io da Eric come se niente fosse successo.

Ormai per me Bradford era un ricordo, in quella città avevo vissuto il momento più bello con un uomo, era un sogno di cui mi ero sfortunatamente svegliata. In pochi giorni gli sguardi che mi lanciava Zayn erano cambiati, da pavidi ed insicuri a dolci e teneri, trasmettevano di tutto, ma lasciavano attorno a se una nebbia di dubbi.

-Ah sei già cui!- disse una Emma stanca nella ricerca di respiro.

Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi verde scuro, sorrisi pensando a quanto mi era mancata la mia migliore amica gli ultimi giorni.

La ragazza tolse velocemente il giubbotto nero, lo poggiò sulla sedia di fronte a me e si sedette subito dopo. I suoi occhi andarono verso la finestra, che faceva vedere la neve cadere in modo selvaggio, e scosse un paio d volte la testa facendo cadere dai capelli rossi un paio di gocce d'acqua.

-Che tempo!- replicò strisciando le mani una contro l’altra cercando di riscaldarle.

Approvai annuendo, in effetti il tempo non era dei migliori, ma non mi preoccupavo più di tanto alle condizioni climatiche.

-Salve, ordinate?- domandò una ragazza con un grembiule blu legato alla vita. Nelle mani teneva un blocco note e una penna nera per scrivere le nostre ordinazioni. I suoi lunghi capelli neri erano legati in una altra coda lasciando cadere delle ciocche sul grazioso viso. La frangetta copriva la vivacità dei suoi occhi blu, ma lasciava cadere l’attenzione sul grande sorriso stampato sul volto.

-Una cioccolata.- disse Emma dopo aver pensato, era una persona abbastanza indecisa, la sua incertezza le faceva perdere tante cose belle nella vita, ma andava bene cosi, era comunque una persona stupenda.

-Pure io.- replicai sorridente verso la ragazza che scrisse subito le ordinazioni e tornò da dove era venuta.

-Allora pensi ancora di fare finta di niente o iniziare a parlare?- domandò Emma sfidandomi con gli occhi.

Mi morsi il labbro consapevole di quello che voleva sentire, ma non sapevo come esattamente spiegarlo, se una vera spiegazione ci fosse. Mi sedetti meglio sulla sedia e guardai attorno come se qualcuno ci potesse spiare. Mi avvicinai ulteriormente al tavolo e aprii bocca per iniziare una lunga conversazione che molto probabilmente non avrebbe fine.

Prima di iniziare il mio dialogo sentii la suoneria telefonica, presi il cellulare dal tavolo e lessi il nome di Zayn sul desktop. Aggrottai le sopracciglia pensando al motivo per la sua chiamata improvvisa e schiacciai lo schermo per rispondere.

-Pronto?- domandai spostando una ciocca dei capelli che era caduta davanti al mio viso.

-Ciao Hope.- disse Zayn dall’altra parte della cornetta.

-Hey.- mi ritrovai a sorridere sentendo il mio nome dalle sue labbra, mi era sempre piaciuto come suonasse.

-Volevo chiederti se potessi prendere Melissa dall’asilo, voglio passare un po’ di tempo con lei.

-Amh si certo, quando la riporti a casa?-

-Sta sera.-

-Va bene.-

-Ciao a dopo.-

-A dopo.-

Chiusi la chiamata e levai la testa in alto come per poter respirare. Serrai gli occhi e gonfiai le guancie per poi lasciare un pesante respiro fuoriuscire dalle labbra.

-Hmhm.- la finta tosse da parte di Emma mi fece abbassare di nuovo il volto e aprire gli occhi. Mi accorsi che davanti a me ci fosse la cioccolata che poco prima avevo ordinato, a quanto pare mentre parlavo al telefono avevano servito le bevande.

-Devo ancora aspettare?-

Scossi la testa un paio di volte, a volte la testardaggine di Emma aveva il potere di soffocare. Presi a giocare con il mio cellulare poggiato sul tavolo cercando invano delle parole che potessero spiegare la vicenda.

-In realtà non c’è niente da raccontare, ti ho detto tutto nel messaggio.- spiegai spostando la testa a lato. Mi morsi il labbro consapevole che una frase del genere non avrebbe alimentato la sua curiosità.

-Certo perché tutte baciano Zayn Jawaad Malik.- rispose pronta alzando le mani in aria- Hope sono tua amica, sappi che mi puoi dire tutto.- confessò abbassando la testa cercando i miei occhi.

Annuii e sorrisi leggermente, ero consapevole di potermi aprire totalmente con Emma, lei non mi avrebbe mai abbandonato. A volte mi chiedevo come avrei fatto senza di lei, per me è stata sempre un muro su cui appoggiarmi in momenti di bisogno.

-Eravamo in una collina.- iniziai giocherellando con la tazza bianca di fronte a me.- parlavamo di quella sera.- presi un grande respiro e mi preparai alla cosa che stavo per confessare.- ad un certo punto me lo sono ritrovata su di me e … e ci siamo baciati- rilevai imbarazzata.

Il problema di quel bacio era che era voluto, totalmente sbagliato, ma alla fine estremamente dolce e desideroso. Ricordando la morbidezza di quelle labbra che sfioravano le mie come se fossero fatte di piuma, arrossi. Il suo respiro caldo che si mischiava con l’aria fredda e toccava le mie guance o le mani mentre stringevano la mia schiena nella ricerca di affezioni, tutte quelle cose non le avrei mai più provato. Faceva male ammetterlo, ma sarebbe stato troppo difficile illudersi.

-Cosa stai aspettando? Vai da lui!- quasi gridò Emma catturando l’attenzione del intero locale.

Detestavo essere al centro dell’attenzione e in quel momento al meno una ventina paia di occhi mi guardavano curiosi nella ricerca di scoprire quale fosse stato il motivo per quel improvviso grido. Abbassai la testa ed i miei capelli coprirono il mio volto non facendo vedere le mie guance molto probabilmente arrossite dalla vergogna.

Mi ricordai della frase di Emma, odiavo il fatto di quanto facesse le cose semplici, non potevo andare da lui e dirgli … non sapevo nemmeno cosa dirgli.

La ragazza di fronte a me vedendo la mia faccia confusa spostò la frangetta a lato che le era caduta davanti agli occhi e sbuffò.

-Hope?- disse a voce bassa, quasi supplichevole.

Alzai gli occhi e giocherellai con i pollici.

-Ugh?-

-Non voglio spaventarti, ma Zayn tra un mese si sposerà e lo perderai definitivamente se non ti dai una mossa. Per una volta segui il tuo cuore, fidati di esso al meno questa volta. Sono sicura che non ti illuderà.-

 

 

Mi lasciai cadere pesantemente sul divano e poggiai la testa sul morbido cuscino. Relax, era l’unica parola che il mio cervello riusciva a decifrare tra gli altri pensieri messi in disordine.

Chiusi gli occhi immaginando che io sia ad una spiaggia deserta, la sabbia calda che circonda il mio corpo, il mare che crea suoni tranquilli e il leggero vento che scompiglia i miei capelli. Purtroppo la realtà era diversa, era a casa mia, stesa sul divano bianco, non sentivo il mare, ma dalla finestra provenivano il rumore delle macchine. Gonfiai le guance e lasciai un sospiro rassegnato. Lisciai nervosamente il tessuto degli jeans. Pensavo e ripensavo alle parole di Emma, quella frase non usciva dalla mia testa provocando un leggero turbamento in me. Potevo perfettamente decifrare dal suo volto che credeva nella frase detta.

Non potevo lasciare ad un organo il mio futuro. Perché quel bacio doveva suscitare cosi tante emozioni cosi vive ed intense, o meglio dire sentimenti? Le emozioni sono molto forti, ma brevi, solo per l’attimo, invece i sentimenti sono durevoli e molto più coinvolgenti. Perché quei semplici tatti dovevano complicare le relazioni tra le persone? Per quale motivo siamo cosi impulsivi?

Il campanello suonò facendomi sobbalzare. Passai la mano destra sul viso e mi alzai lentamente gridando che stessi arrivando. Lasciai i piedi strisciare sul pavimento, andai vicino alla porta, poggiai una mano sulla maniglia e l’altra sul muro. Aprii lentamente la barriera che divideva me e la persona dall’altra parte e vidi Eric.

-Ciao bella.- disse poggiando un bacio a stampo sulla mia guancia sinistra.

Sorrisi leggermente e mi spostai per fargli spazio per entrare. Lui mi sorpassò e andò verso il divano nel soggiorno, si sedette e picchiettò su esso facendomi segno di avvicinarmi a lui. Mi girai e chiusi la porta lentamente come se volessi fare tutto pur di non avvicinarmi a lui. I passi che facevo verso Eric erano pesanti, mi sentivo in colpa per quello che era successo qualche giorno fa con Zayn. Mi sedetti accanto al riccio e gli sorrisi, sicuramente il sorriso più falso che io abbia mai fatto. Accesi la tele non dando importanza allo sguardo penetrante di Eric verso di me.

-Tutto bene?- domandò preoccupato toccandomi la spalla.

Mi girai verso di lui e mossi la testa su e giù in modo automatico non del tutto convinta. Piegai le ginocchia e misi la testa su di loro fissando la tele, ma non sentivo niente di quello che dicevano, i sensi di colpa erano fin troppo rumorosi in me per lasciarmi in pace.

Eric mi prese il braccio e mi portò vicino a lui. La mia schiena era appiccicata al suo petto, la sua bocca era vicina al mio collo permettendomi di sentire il suo respiro sulla mia pelle.

-Mi sei mancata.- sussurrò lasciandomi un bacio tra la spalla e il collo, dall’altra parte la sua mano massaggiava il mio braccio cercando di rilassarmi.

I suoi tocchi delicati non avevano nessun effetto sul mio corpo, il mio cuore non batteva come quella sera, il mio respiro non accelerava e non andavo fuori di testa.

 

 

-Cara a me sembra viziata, non devi permetterle tutto.

Ascoltavo l’ennesima raccomandazione di una delle zie di Zayn su come educare Melissa. Le donne anziane crittavano sia me che mia figlia. In quattro anni nessuno si era permesso di dire che Melissa sia maleducata o viziata, non che fosse mia figlia, ma la bambina non era affatto niente del genere.

Strinsi forte il bicchiere di vetro nella mia mano nella esasperata ricerca di contenere le parole che stavano per uscire dalle mie labbra.

-E’ cosi quando un bambino cresce senza il padre.- commentò un’altra avvicinando il bordo del bicchiere alle labbra per bere del liquido.

Rimasi spazzata da quella affermazione cosi fredda. Quella frase era pronunciata con tale disgusto da farmi sentire in colpa. In pochi secondi l’intero giardino attorno sembrava avvicinarsi a me schiacciarmi con tale forza da fermare il respiro. Il sangue nelle mie vene accelerò la circolazione, il mio respirò aumentò il suo ritmo, in venti anni non avevo mai sentito una rabbia cosi grande. I miei muscoli avevano bisogno di scaricare la tensione accumulata negli ultimi mesi e quale altro modo se non colpire qualcosa o qualcuno in questo caso.

-Scusate.- disse a denti stretti e feci un cenno alle gentilissime signore i fronte a me.

Mi avviai verso la cucina, cercavo di non perdere controllo alle mie azioni. Entrai finalmente in quella stanza in cui potevo sentirmi leggermente più tranquilla. Mi sedetti sulla sedia poggiando i gomiti sul tavolo e presi i lati della testa con entrambe le mani. Il mio piede si muoveva nervosamente sotto il tavolo e dalle mie labbra uscivano dei veloci respiri come se avessi fatto una competizione di cento metri.

-Hope?- domandò una voce entrando nella stanza. Prima di girarmi due mani famigliari si posarono sulle mie spalle facendo un leggero massaggio sulla mia pelle. Immediatamente il mio corpo si rilassò sotto quel tocco delicato. I pollici di quelle mani si muovevano i modo circolare e con piccola pressione, come se sapessero dove toccare per tranquillizzarmi.

-non ascoltarle, hai fatto un ottimo lavoro con nostra figlia.-soffiò Zayn vicino al mio orecchio spostandomi i capelli a lato.

Come due sere fa il mio cuore battè forte, mi sentii vulnerabile accanto a lui. Solo Zayn Jawaad Malik era in grado di farmi provare certe cose, quello era sicuro.

 

-Hope mi stai ascoltando?- mi domandò Eric scuotendomi leggermente.

Spostai la testa a lato ritrovandomi la sua guancia lisca di fronte al mio volto. Feci un no con la testa e mi allontanai leggermente dal suo corpo per poterlo vedere meglio.

-Stavo dicendo che ti devo parlare.-

Corrugai le sopracciglia curiosa di sapere cosa era cosi importante e gli feci cenno di continuare.

-Ecco diciamo che negli ultimi mesi non ci potremmo vedere più di tanto ..-

- Intanto non vediamo quasi mai.- mi lasciai scappare.

Era vero, Eric non c’era quasi mai con me, potevo capire che doveva viaggiare, ma non si poteva fermare neanche per una settimana intera.

-Lo so piccola e mi dispiace parecchio, prometto che recupereremo il tempo perso.- replicò avvicinandosi a me e sfiorandomi la guancia con l’indice. Mi spostai bruscamente da lui, sapevo che quelle erano parole, niente di significante.

Vidi gli occhi di Eric incupirsi, ci era rimasto malissimo dal mio comportamento, ma non disse niente al riguardò, si alzò e domandò se potesse andare in bagno. Lo lasciai andare e mi buttai interamente sul divano.

Mi dispiaceva il modo in cui lo trattavo, ma non potevo fare a meno. Non potevamo cosi con quella relazione, se tale si potesse chiamare. Eric significava tanto per me, era come un punto di riferimento un buon amico, l’unico che non mi aveva mai mentito.

Una suoneria mi fece sobbalzare, il cellulare di Eric vibrava sul tavolo presa dalla curiosità mi avviai ad esso e aprii il messaggio, ero totalmente consapevole di non doverlo fare, ma qualcosa mi spingeva di compiere questo fatto.

Amore, si muove, mi ha dato un calcio .. Tuo figlio è un vero bullo … ti amo xxx”

Amore? Tuo figlio? Ti amo?

 

 

 

 

Ciao ragazze

Non so da quanto tempo non aggiorno

Tanto?

Troppo?

Vi giuro che ho dei motivi validi questa volta

Mi devo trasferire

Nuova scuola … nuova città e per fino nuovo stato

Gli ultimi giorni cerco di passarli al massimo con la mia migliore amica

Perché non so se un giorno la potrò rivedere …

Insomma sono depressa

.

Un’altra cosa che volevo chiedere …

Se avete presente adesso sto scrivendo un’alta ff

Si chiamerà Crash

Volevo chiedere che qualcuno di voi è disposto ad aiutarmi

-con i versi (come bene si nota non sono il massimo)

-errori grammaticali (non ho tempo di rileggere)

 

Adesso sparisco …

Siccome inizierò la scuola a settembre avrò tanto tempo per pensare alla ff

Ma non so quando posterò, perché i miei genitori devono mettere a posto la faccenda con l’internet

 

 

Per la storia …

Questo capitolo è una merda (scusate il linguaggio)

Non ho riletto perché sono stanca e la testa mi sta per scoppiare

Sarò contenta di leggere cosa ne pensate …

Secondo voi come è realmente Eric?
ah e un altra cosa .. cosa ne pensate del banner?

 

se avete bisogno di chiarimenti il mio twitter: https://twitter.com/jeni_ev

 

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Capitolo 29
*** The Boys ***


Capitolo: 29

The Boys

  

 Tutto quello che devo sapere è: perché?

 

Leggevo e rileggevo quelle parole, erano sbagliate, non erano destinate ad Eric. Lui non poteva avermi mentito, non era capace di farmi questo male. Eric non era come tutti i ragazzi, lui era diverso, mi capiva, mi amava.

Non riuscivo a togliere lo sguardo da quel cellulare che tenevo tra le mani, ero diventata come una statua, non ero in grado di muovere neanche un muscolo. La mia mente cercava di trovare una scusa per quelle parole, una discolpa pure banale.

- Hope?- la voce del mio ragazzo rimbombó nella stanza, non mossi la testa stavo ferma.

Il ragazzo prese il cellulare dalle mie mani e lesse il mesaggio. I miei occhi vagavano sul pavimento, non ero in grado nemmno di guardarlo negli iridi verdi. Stavo aspettando che mi dicesse che non era vero, li avrei pure creduto, ma lui non disse niente, si sedette accando a me. Le parole riempono la mia testa, ma rimango zitta, prego dio che tutto sia solo una presa in un giro, ma non mi credo neppure io.

-Mi odi?

Voltai la testa verso Eric, quello mi bastava per capire che era la realtá. I suoi occhi mi supplicavano di rispondere, ma cosa avrei potuto dire? Abbassai il volto per non fargli vedere i miei occhi lucidi. Mi chiedo perché doveva mentirmi pure lui, amavo quella sinceritá di lui.

- Ti prego guardami- replicó posando la sua mano sotto il mio mento intento a sollevarlo, ma mi spostai da lui. Mi faceva scufo l'idea di essere toccata da lui. Eric sbuffó e poggió la schiena sul divano capendo che avessi ragione.

- Conosco Violet da due anni, i miei genitori la amano, dicono che é pefetta per me, bella, educata e ricca. Ci mettemmo insieme, ma ti giuró che non la amo. Nove mesi fa lei rimase in cinta e le dissi di abortire, non volevo un bambino. Violet ovviamente lo raccontó ai miei e loro mi dissero che dovessi prendere le mie responsabilitá da uomo. Rimasi con Violet, ma eracome se fossi single, no le sono mai stato fedele. Sette mesi fa ci siamo incontrati e mi sono innamorato di te e ti giuro che ti amo ancora tanto. Hope ti prometto che quando il bambino nascerá lasceró Violet e staremo insieme.

Aprii gli occhi sentendo l'ultima frase.

- Quindi lasceresti pure il tuo bambino?- domandai con la paura di sentire la sua probabile risposta.

- Si.- rispose deciso.

Solo in quel momento realizzai che tipo di uomo fosse Eric, mi disgutai da lui. Era patetico, che razza di vero uomo avrebbe detto una cosa del genere.

- Esci da qui, vai dalla tua famiglia, non ti voglio piú vedere! Non voglio essere la puttana che rovina famiglie!- gridai alzandomi in piedi di fronte a lui.

Eric mi guardó con gli occhi supplicanti, non voleva senirsi dire quelle parole, mi amava. Chiusi in una scatola ogni possibilitá di perdonarlo e mi avvicinai alla porta, la aprii e gli indicai l'uscita, lo volevo fuori da casa mia, dalla mia vita pure.

- Hope ... - disse avvicinandosi a me, cercó di accarezzarmi, ma mi spostai subito.

- Ti prego non dire niente. Vattene. - lo fermai. Non volevo scuse, non servivano a niente, potevano solo complicare la situazone.

Eric capí che ero arrabbiata e avevo ragione, si abbassó e posó un bacio sulla mia guancia. Significava addio.

Quando restai sola mi lasciai scivolare per terra. Strinsi i capelli con le mani come se volessi strapparli. Non potevo crederci di aver rovinato una famiglia. Quel bambino ancora protetto nella pancia della madre stava per nascere senza un padre per colpa mia. Un altro bambino sarebbe crescito per colpa mia senza un padre. Prima mia figlia, adesso quel bambino.

***

Stavo da ore seduta sul divano ad osservare la finestra aperta. Cercavo di non pensare a niente, dimenticare quello che era successo poche ore prima, ma tutta la casa mi ricordava Eric. Il suo profumo era ovunque, come se mi perseguitasse. Poggiai la testa sul sedile del diano e sbuffai stanca e confusa. Mi sentii sporca e presa in giro, non volevo credere che Eric mi avesse sempre mentito. Conoscevo realmente quell'uomo di cui di fidavo ciecamente?

Mi alza velocemente ed molto arrabbiata, buttai tutto dal tavolino di fronte a me. Spostai lo sguardo verso l'armadietto in cui tenevo la porcellana, lo aprii e sotto il mio tocco tutto si distrusse. Non usavo piú il cervello, la rabbia e l'offesa schiacciavano il mio buon senso lasciandomi fare quel enorme disastro. Mi svegliai da quella specie di trance quando la mia mano cominció a bruciare. Abbassai gli occhi e vidi delle goccie di sangue scendere verso il basso sporcando il pavento.

Ero diventata pazza, non riuscivo a controllare il mio corpo, la mia mente era da un'altra parte e non con me. Mi spaventai da me stessa e da quel mostro che ero diventata. Andai in bagno e misi la mano sotto l'acqua fredda. I miei occhi si posarono sul riflesso di fronte a me, rabbrividii. Il trucco che c'era attorno ai miei occhi era crollato facendomi sembrare un mostro, i capelli che poco prima erano legati in un coda volavano attorno al mio viso.

Tornai sul divano non preoccupandomi del mio aspetto fisico, mi stesi e poggiai le gambe. Chiusi gli occhi e cercai i non pensare piú a niente, volevo dimenticare per un secondo, solo per un pochino.

***

Pov. Zayn

- Non riuscirai a prendermi!- gridó Melissa in cima alle scale.

Corsi velocemente verso di lei e le presi la vita per poi innalzarla in aria, il suo acuto divertito si diffuse nel corridoio formando un eco. Spostai la frangetta che le era caduta di fronte agli occhi, lei mi sorrise e lasció un delicato bacio sulla mia guancia.

- Visto che ti ho preso, piccola strega.- le sussurrai e la misi seduta sulle mie spalle.

La bambina cominció a giocherellare con i miei capelli tirandoli a volte. Non le dissi niente perché solamente la mia piccola aveva il consenso di toccare i miei capelli.

Arrivai davanti alla porta della casa di Hope e bussi un paio di volte, nessuno venne ad aprirmi per ció provai ad abbassare la maniglia. Restai sopreso quando la porta si aprí facendomi trovare l'intera abitaione nel buio. Entrai lentamente e mi guardai intorno, dalla poca luce che illuminava riuscii ad intravedere degli oggetti sparsi e vasi rotti per terra. Tolsi la bambina dalle mie spalle e la lasciai poggiare i piedi sul pavimento in cui non c'eran possibitá di farsi del male. Girai le testa in modo esasperato in cerca di Hope, i miei occhi avevano il fottuto bisogno di vederla, il mio cuore aveva la necessitá di riscaldarsi con il suo sorriso e le mie mani dovevano urgentemente stringerla. Feci ancora qualche passo e la vidi finalmente, era sdraiata sul divano, le sue gambe erano piegate e i capelli le ricadevano sul viso.Riuscito ormai a respirare in modo regolare mi girai verso la bambina che mi osservava in modo terrorizzato, con il mio comportamento l'avevo preoccupata.

Mi avvicinai a lei e mi abbassai per poter essere all'altezza dei suoi occhi. Le sorrisi poco convinto e la presi in braccio avviandomi verso la camera sua.

- Dove é mamma?- domandó a bassa voce. Le sue manine stringevano il mio collo come per trovare sicurezza, mi maledii mentalmente di averla preoccupata cosi tanto.

-Sta dormendo.- le risposi etrando nella camera. Accesi la luce e lasciai la bambina sul letto solo togliendole il giubbotto e le scarpe, avevo fretta di tornare da Hope e capire cosa era successo.

-Dormi principessa.- le de baciandole la fronte, mi girai veloemente per uscire, ma la sua voce mi fermó.

- Papá?- domandó di nuovo guardandomi dritto negli occhi. La nostra somiglianza era evidente, ma la mia piccola aveva una cosa in piú di e che con gli anni avevo perso, l'innocenza.

-Si?

-Ti voglio bene.

Dopo quella pura frase la bambina si lanció tra le mie braccia. Posai la mano sulla sua testa e la strinsi a me, finalmente nel corso della mia vita mi sentii realmente realizzato, neanche il successo mondiale si poteva confrontare con quella sensazione. Solo in quel istante capii che non sarebbe stato facile fare il padre, magari non ero pure pronto, ma per Melissa avrei fatto di tutto. Chiusi gli occhi e mi appagai a quel momento puro e delicato.

- Buona notte Melissa.- replicai allontanandola

Tornai in soggiorno in cerca di Hope, i miei passi verso il divano sembrava durassero un eternitá e quando pensavo che sarei riscito a tranquillizzarmi nel vedere la ragazza non fu cosi perché non la trovai. Perché ogni volta doveva sparire e preoccuparmi cosi tanto? Perché non era come le altre ed ascoltare i consigli degli altri? Perché doveva fare tutto di testa sua?

Nei mesi in cui le sono stato vicino ho, in un certo senso, imparato di conoscerla. Non era perfetta, teneva i suoi capelli sempre legati e molto raramente potevo vederli sciolti, come a me piacevano. Molto spesso faceva giri di parole quando deve dire qualcosa che la turba. Odio quando é nervosa, inizia a giocherellare con le dita. Odio quando abbassa la testa e mi inpedisce di vedere i suoi occhi. Odio quando non sorride. Odio quando rimane zitta. Odio quando é calma. Hope é piena di imperfezioni che mi fanno impazzire, ma nello stesso tempo la caratterizzano. Passai una mano tra i capelli e sbuffai guardando i pezzettini di ceramica per terra. Mi chiesi cosa fosse successo, ma decisi che dovrei rinchiudere la mia curiositá e scoprire prima dove si fosse cacciata.

-Hope?- dissi andando verso la cucina.

Serrai gli occhi vedendo la scena di fronte a me. La ragazza era seduta per terra e teneva una bottiglia di whiskey in mano. I suoi capelli sciolti coprvano il volto e le sue gambe piegatele facevano sembrare piccola. Non credevo che Hope fosse una ragazza che trovasse appoggio nell'alcol. Mi spaventai guardandola in quello stato pietoso, la madre di mia figlia non era quella persona. La madre di mia figlia combatteva e andava avanti indipendentemente dalle condizioni, lei non beveva.

-Hope- dissi avvicinandomi al corpo per terra. Mi abbassai per arrivare alla sua altezza, avevo bisogno di capire la causa di tutto ció.

-Zayn!- ripose alzando la testa in modo brusco. I suoi occhi scuri erano lucidi, il trucco era sbavato rovinando la sua faccia pura. Non riuscivo piú riconoscerla. Lei alzó la mano libera in segno di saluto e rise sonoramente. Era evidente che fosse ubriaca.

Mi sentivo in colpa guardarla in quello stato, non era la persona che conoscevo. La presi in braccio non preoccupandomi dalle sue lamentele e la portai a sedersi su una sedia accando al tavolo. Si stava rovinando e se da sola non riusciva a capirlo le avrei aiutato io.

-Cosa é successo?- domandai cercando di sembrare duro, volevo farle capire che volevo la veritá e non una stupida scusa.

Hope mi sorrise scuotendo la testa. La sua mano sinistra continuava a stringere la bottiglia dell'alcol come se fosse la sua salvezza. Mi allungai a prenderla, ma lei subito spostó la mano facendola quasi finire per terra.

- Bevi con me.- disse avvicinandosi a me in modo provocante.

Scossi la testa rifiutando la sua offerta.

- Bevi con me e ti racconteró tutto quello che vuoi.- replicó alzando le soppraciglia.

In modo automatio, guidato dalla curiositá mi alzai e andai a prendere due bicchieri di vetro. Tornai da Hope e li poggiai sul tavolo. La castana mi sorrise e riempí i bicchieri del liquido trasparente. Passandomi il bicchiere mi fece un sorriso di cui non ero in grado di decifrare. Bevvi un sorso e mi poggiai sul sedile facendole un segno di iniziare.

- Eric ... - inizió guardando il liquido di fronte a se - Lui é uno stupido, ha una famiglia. - rise in modo isterico - Mi ha mentito da .... da sempre.

La sua voce era diventata improvvisamente bassa, feci molta fatica a capire quello che avesse detto. Rimasi fermo a guardare la ragazza, non sapevo cosa dire. Le parole di solito m venivano in modo spontaneo, ma quella volta erano morte prima di essere pronunciate.

Hope si alzó in piedi afferrando il bicchiere in mano. All improvviso inizió a camminare nervosamente avanti ed indietro. I suoi lunghi capelli venivano ondulati dalla camminata. Anche se sembrasse una barbona c'era qualcosa di amorevole in lei.

- Zayn?-domandó guardandomi dubbiosa di continuare o no.

Non sapevo cosa volesse dirmi, ma sapevo solamente che avrei ascoltato tutto quello che volesse proferire.

- Perché devo sempre innamorarmi di teste di cazzo?- domandó retorica iniziando di nuovo la sua camminata.- Prima te, dopo Eric. Perché voi uomini siete tutti uguali? Perché mentite sempre?

Mi sollevai e andai verso Hope. Non era giusto giudicarmi per un errore che avevo commesso anni fa mentre ero ubriaco. Non mi stavo di certo difendendo, ma di errori non gli avevo fatti solo io.

Hope i guardó con paura mentre la distanza tra di noi diminuiva. La ragazza faceva dei piccoli passi all'indietro cercando di scappare, ma no, questa volta niente mi avrebbe fermato.

- Hope .. - provai a dire, ma lei inizió a picchiarmi. Lanciava dei pugni sul mio petto mentre piangeva. Restai fermo, i pugni non mi facevano cosi male, potevo supportarli, ma non avrei mai accettato che lei si rovinasse a causa degli "uomini".

- Hai rovinato tutto! Ti avevo dimenticato, capisci? Perché devi sempre rovinare la mia vita, Zayn? Perché mi odi cosi tanto? Cosa ti ho fatto? Per quale cazzo di motivo mi odi?

Le presi i polsi per fermarla, Hope fece cadere il bicchiere per terra e cercó di allontanarsi. Non mi interessava che mi potevo tagliare, non mi interessava che la spaventavo. Io non odiavo minimamente Hope, come potevo odiarla. Provavo sentimenti ben diversi dall'odio.

Spinsi la ragazza verso il muro e poggiai le labbra sulle sue. Sapevo che questa volta non mi sarei fermato, forse sarei anche andato oltre ad un bacio. La ragazza cercó di allontanarmi, ma quando le accarezzai la schiena si tranquillizzó. Volevo subito sentire la sua pelle, conoscere anche il suo corpo.

Non ero innamorato, ero pazzo di lei, mi spaventava quanto fossi diverso di fronte a lei. Perché i baci che mi scambiavo con Hope mi facevano sentire il ragazzo piú felice? L'unica scusa che trovavo era che fossi ubriaco. Si perché non potevo innamorarmi di lei, avevo Perrie, ma anche il pensiero della mia fidanzata non mi fermó quella notte.

Io e Hope, due anime diverse si intrecciarono quella notte, provavano ad "amarsi".








  Ciao a tutti che sono arrivati fino qui ...
allora pensavo che sarei aggiornata venerdi, ma ce l'ho fatta anche adesso
ho appena finito il capitolo ...
allora sará banale ripetervi che mi dispiace molto di non riuscire ad aggiornare prso, ma é cosi
Non so quando riusciró ad aggiornare il prossimo capitolo perché sará il piú difficile ... Zayn dovrá parlare con Perrie ... magari faranno pace ... non lo so
sono molto confusa
Allora questa volta il capitolo é venuto in modo orrendo, perché ho trovato difficile trasmettere le emozioni di Hope verso Eric e di Zayn verso Hope ...
scusate di nuovo
volevo ringraziare tutte le persone che continuano a supportarmi, grazie a tutti senza di voi non ce l'avrei mai fatta
siete tutte fantastiche
Non conosco tutte, ma con quelle con cui ho scritto mi hanno molto aiutato
grazie di sostenermi
.... allora lasciando a parte il mio lato sdolcinato volevo chiedervi se volete passare da una ff che ho iniziato a scrivere un po' di tempo fa, ma solo qualche giorno fa ho trovato il coraggio di pubblicare ...
questo é i llink della stora: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1764982&i=1
questo é il trailer della storia : http://www.youtube.com/watch?v=J41nTjGOVSc
 Adesso sparisco e grazie di aver letto
mi farebbe molto piacere leggere quello che pensare della storia ...
grazie mille di nuovo
ciao ciao

 

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Capitolo 30
*** I let fall my heart ***


 






Capitolo: 30

I let fall my heart

Ho lasciato cadere il mio cuore

 

 

 

 

 

 

 

- Siamo pazzi, lo sai?- domandó Hope tracciando di segni dal mio petto verso la pancia. Il suo tocco era molto leggero e delicato a tal punto da farmi venire la pelle d'oca. Era bello essere coccolato dalla ragazza per cui provi .. simpatia? Io non facevo proprio quelle cose con le ragazze che mi stavano simpatiche, ma non sapevo come definire i miei sentimenti verso quella pazza che mandava la mia testa a fanculo. Odiavo essere confuso come in quel momento.
Abbassai la testa e vidi il lenzuolo bianco che copriva i nostri corpi nudi sul letto matrimoniale. Non seppi quanto tempo avessimo parlato, molto probabilmente erano le tre di notte, ma non ero cosi tanto stanco da perdere del tempo prezioso per stare con Hope. Volevo stare con lei ed ascoltarla, a volte baciarla ed incoraggiarla. Parlavamo di tutto pur di non tirare l'argomento che realmente ci interessava; cosa sarebe successo dopo. Non lo sapeva nessuno di noi, ma non ci interessava piú di tanto.
Hope si era mostrata diversa; divertente, pigra e molto provocante. Quei lati mi piacevano da morire. La divertente sparava cose senza senso facendomi divertire. La pigra voleva massaggi sulla schiena solo per sentire le mie mani sul suo corpo. La provocante attaccava le mie labbra e le mordeva volendo giocare. Mi piacevano. Le adoravo, perché era semplicemente lei. Magari molte altre ragazze erano come lei, ma non sarebbe stato lo stesso.
Sentii dei denti stringere la pelle della mi spalla. Mi girai verso la ragazza che teneva poco prima la testa poggita sul mio petto. La gurdai interrogativo e lei mi sorrise strafottente.
- Non mi hai riposto.- disse rimettendo il capo nel modo inizile.
- Mi hai fatto male e non ti scusi?!?
- Scusarmi? Non ci credo proprio.
In pochi istanti Hope era sopra il mio corpo e lasciava dei piccoli baci sul mio petto. Le sue mani erano poggiate sulle mie spalle facendomi un massaggio. Era ancora ubriaca, questo si capiva, ma la cuiositá mi stava brucindo vivo. E se fosse stata cosi anche con Eric? Non volevo pensare al passato, magari potevo fantasticare ad un probabile futuro con Hope. Magari.
- Mi piacciono le tue labbra.
Hope si mise seduta sul mio ventre e tracciava delle linee sulle mie labbra, i suoi occhi fissavano la mia bocca come se fosse d'oro.
- I tuoi occhi non sono marroni, ma un verde scuro verso il marroncino... Sono stupendi.
La mora si abbassó e bació le mie palpebre chiuse. Dopo il piacevole contatto si allontanó di nuovo.
- I tuoi capelli sono piú belli spettinati.
Le sue dita passarono tra i miei capelli spettinandoli velocemente. Hope rise quando feci una faccia strana, mi sentivo realizzato facendola ridere.
- Mi piace l'aria da duro con la barba.
L'indice e il medio pizzicarono la mia guancia destra come si fa con i bambini.
- Mi piacciono tutti i tuoi tatuaggi sul petto.
Abbassandosi bació ogni mio disegno e ogni scritta, sotto quel tocco la mia pelle veniva bruciata, ma voleva di piú, le piacevano quelle attenzione.
Hope poggió la testa sul mio petto e prese un grande respiro. La strinsi a me, non avevo bisogno di farla mia per sentirla vicino, bastava solo abbracciarla.
- Sii il mio teroso per questa notte.- sussurrai spostando i capelli che mi impedivano di vedere il suo viso.
Hope annuii e spostó la sua mano verso la mia, le nostre dita si incrociarono.
- Mi piace il modo in cui tieni il mio corpo. Mi piace il modo in cui tocchi il mio corpo.
- Mi piace il tuo sedere.- confessai abbassando la mano verso il suo lato B. Sapevo perfettamente che dopo una dichiarazione del genere si sarebbe arrabbiata e magari mi avrebbe preso a pugni, ma era divertente.
- Che perverso che sei, Zayn.- replicó Hope impedendo alla mia mano di arrivare fino al punto voluto.
- Oltre ad essere perverso, sono pure bello.
Non ero mai stato bravo con il romanticismo, non era il mio forte. Forse non dovevo apprezzare il suo fondoschiena, ma gli occhi, le labbra, le mani o semplicemente dire che in quel momento era la mia dea preferita. Dicendo quelle cose non sarei stato realmente io, avrei illuso entrambi.
- Il punto é che non posso darti torto, sei bellissimo.
Hope era cosi, da ubriaca diceva tutti i suoi pensieri, senza vergognarsi, proprio come Melissa. Magari Hope voleva mostrarsi grande, una donna vissuta e con tanta esperienza, ma era solamente una bambina. Io di certo a 20 anni non ero maturo come lei, ma Hope batte tutte le ragazze alla sua etá.
- Non potevo desiderare un padre migliore per la mia bimba.
Stavo pensando a lei, pensando a me.
Pensando a noi, cosa saremo ?
Siamo mi stati realmete qualcosa?
Dovrei calmarmi e chiederle adesso la domanda che mi uccide lentamente.
- Hope devo farti una domanda.
Alzai il suo mento, avevo bisogno di vedere i suoi occhi. Non avevo mai visto una spettacolo piú bello. Come milioni di fiocchi d'artificio fossero esplosi nel mio petto. Adesso capii che per lei avrei preso una granata, avrei lasciato la mia vita per lei. Ero troppo giovane, troppo stupido per capire che la amassi. Amavo Hope, amavo il mondo migliore accanto a lei. Il mio orgoglio, il mio ego, le mie esigenze ed i miei modi egoistici mi avevano impedito per cosi tanto tempo capire ció che provassi realmente. Avevo sbagliato di criticarla o trovare scuse per i miei senimenti. Non ero confuso, in quel momento era tutto chiaro. Avevo bisogno di lei, Hope era il mio sorriso, il mio respiro. Accanto a lei non facevo sbagli, entrambi eravamo sbagliati, per questo eravano fatti per stare insieme. Potevo combattere fino allo sfinimento per lei, perché un sentimento scosi forte non avevo mai provato. Nessuno su questa terra mi conosceva meglio di lei, nessuno come lei mi faceva vivere la vita a pieno. Forse un giorno la sua magia non avrá piú potere su di me e un suo bació non mi renderá cosi debole, non riusivo a supportare il modo in cui avevo bisogno di lei.
Ero malato, una malattia peggiore della varicella, una malattia che fermava l'uso del cervello, quella malattia faceva bollire il sangue e il cuore battere. Si chiamava amore. La peggiore. Non faceva dormire nessuno, proprio come me quella notte.
- Hope cosa succederá tra me e te?
Hope mi guardó stranita per qualche secondo, scosse la testa e poggió di nuovo la testa sul mio petto. Avevo bisogno di sapere cosa pensa riguardo a un probabile noi. Se solo mi dicesse che é pronta a dire si, sarei capace di fare qualunque cosa per lei. Ammetterei che la penso tutto il giorno, quando respiro, quando prego, quando sogno. Le daró il mio amore. Prima di addormentarmi le diró che la amo. Tutto per lei e Melissa.
- Non succederá niente. Non posso pretendere che ti lascia Perrie per me. Non devi farlo, rovineresti la tua vita. Non siamo fatti per stare insieme, ci siamo distruggendo a vicenda. É stato bello e credimi non lo dimenticheró mai, ma fino qui. Non voglio che tu lasci Perrie per una notte insignificante come questa. Tutto é successo perché ero triste ed ubrica. Tra poco ti sposerai e avrai una famiglia, non posso impedirtelo.
Volevo fermarla, quelle non erano le parole che volevo sentire. Non lo erano affatto. Lei non mi voleva, questo era il messaggio chiaro e tondo. Avevo capito.
Hope si alzó dal mio corpo e prese il lenzuolo bianco per coprire il suo corpo nudo. Mi guardó in alto, potevo commettere di aver visto i suoi occhi pieni di lacrime. Non capivo era lei quella di pochi secondi prima mi avesse detto di non fare stupidaggini.
Se solo avessi un desiderio,vorrei avere lei al mio fianco. Mi dispiaceva che le cose erano andate a finire cosi.
- Adesso tocca a me fare il tuo ruolo di quattro anni fa.
Detto quella frase uscí dalla stanza senza aggiungere niente altro. Niente cambierá, Hope non si fava di me. Mi consievara un mostro, ma io la amavo.
Passai una mano tra i capelli e sbuffai. Ero stanco di lei, delle sue incertezze. Presi il cuscino sotto la mia testa e lo buttai per terra.
Posso essere duro e forte, ma non lei. Non potevo arrabbiarmi con lei. Faceva piú male ammettare a me stesso che lei a ragione.
Scesi dal letto e mi vestii velocemente, cercando di uscire al piú possibile di questa stanza. Lei era ovunque. Le sue parole viaggiavano nel vuoto.
Quando uscii dalla camera da letto vidi Hope seduta in cucina con una tazza di caffé tra le mani. Appena sentí un rumore giró la testa e mi vide. Si sentiva in colpa.
Presi la gaccia vicino alla sua sedia.
- Mi dispiace per noi.
Non seppi quella frade da dove fosse uscita. Mi maledii, ma era tutto fatto.
- Hey sei tu quello che se ne va.
- E tu quella che non mi ferma.
Non aspettai la sua risposta, sapevo che non sarebbe mai arrivata.
Uscito da quel fottuto edificio alzai le tasta per vederela sua finestra. Niente lei non era lí.

 

 

Ciao a tutti che sono arrivati fin qui
chiedo scusa ... non era il capitolo che vi aspettavate
spero di non essere uccisa per il finale ....
volevo chiedervi se vi piace ancora la storia perché so che non é il massimo
cosa pensate di Zayn?
E Hope?
loro due?
Bhe spero di leggere i vostri commenti
adesso sparisco e scusate se vi rompo c:

 

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Capitolo 31
*** one and only ***


 

Capitolo:31

one and only

 

 

 

 

 

Quando tempo era passato? Due giorni, quattro o una settimana?
Mi sentivo come una ragazzina che é stata appena lasciata dal fidanzato. Non ero io quello che interi giorni stava sul divano a pensare per una cosa che non avrebbe mai avuto. La volevo, desideravo tornare nel tempo e dirle che la amo. Dopo ripensandoci, dovevo accettare la sua scelta.
C'é sempre stato un lato di Hope che non avevo mai conosciuto. Tutte le cose che diceva le piacessero di me, non erano vere, non potevano esserlo, perché ció significava che ci fosse un briciolo di sentimento verso di me, ma le sue parole erano chiare. Hope aveva giocato con me. In quel momento capii il suo piano. Aveva accettato quel lavoro per avere la sua vendetta. Lei aveva vinto.
Chiusi gli occhi e poggiai la testa all'indietro. Nella mia mente delle immagine sfuocate di Hope mi confondevano ancora di piú.
Aprii gli occhi e vidi il buio in cui mi trovavo a mio agio. Nella mia vita in quel momento l'unica luce era Melissa.
Abbassai la testa e vidi i fogli su cui avevo lavorato quei giorni. Presi uno di essi e lo aprii. Quando vidi il disegno un fuoco si accese in me, le mie cicatrici si aprirono di nuovo. Ma si erano chiuse realmente in quei pochi giorni?
Hope poteva avere la mia anima e il mio cuore, ma era fin troppo presa dalla voglia di vendetta per aprire gli occhi e vedere che la vita passa e nessuno la aspetterá. Si era giocata tutto. Il punto era che non sapevo in quale stato fossimo. Dopo l'ultimo incontro con Hope il mio cuore era pieno di amarezza.
Come faceva ad ignorare i momenti passati insieme? Se in quel momento anche lei mi stesse pensando? Magari voleva cancellare i nostri ricordi pensando che fossero sbagliati.
Guardai di nuovo il disegno che avevo cercato di migliorare migliaia di volte. Sapevo perfettamente che le dee non potevano essere dipinte alla perfezione, ma ci avevo lavorato. Hope non era come su quel disegno. Le sue labbra erano piú piene e sempre leggermente piegate all'in su, creando l'illusione che lei stesse sorridendo. I suoi occhi non erano i soliti cerchi trasarenti, i suoi iridi comunicavano sempre. Nessun pittore come Leonardo DaVinci, Picasso o qualunque altro, sarebbe stato in grado di produrre su un semplice foglio di carta, Hope.
Nella mia mente ogni curva del viso di Hope era ben segnato. Ogni sfumatura era profondamente significante.
Ogni giorno mi affezionavo sempre di piú e mi perdevo facendolo, ma non mi fermavo, era incontrollabile, faceva quasi paura. Solo Dio sa perché ci era voluto cosi tanto per scoprire i miei sentimenti.
Volevo chiedere a Hope di dimenticare il passato ed essere mia, credermi, perché non le avrei mai fato del male, al meno non intenzionalmente. Volevo una possiblitá, ma non mi era concessa.
Sentii i passi di qualcuno e quando alzai la testa vidi Perrie. I suoi occhi mi facevano capire quanto fosse sopresa. Abbassai la testa non avendo gli occhi di guardarla perché l avevo tradita di nuovo, ma questa volta alleando anche il cuore.
-Zayn ..- sussurró quasi sconvolta.
Tutto intorno a me era buio e io mi nascondevo in esso, come un cagnolino pauroso. La differenza era che io ero ormai grande e consapevole dalle decisioni che prendevo.
-Cosa é successo?- domandó avvicinandosi a me.
Dopo aver lasciato la borsa per terra si sedette accanto a me sul divano. La sua mano si poggió sulla mia guancia ricoperta da uno strato di barba scura.
-Vai a rinfrescarti e torna qui. Va bene?Perrie si rivolgeva come se io fossi un bambino, ció mi fece sentire maggiormente in colpa, ma non protestai. Meritavo il dolore che stavo provando.

***

 

Quando tornai vidi Perrie con un pezzo di carta tra le mani.
-Questa é Hope vero?- domandó lei. Nella voce coglievo tante emozioni cosi come nessuna.
-É vero quello che dicono i giornalisti? Mi tradisci veramente? Ti prego non startene zitto, ho bisogno di rispose.
-Mi dispiace - fu tutto che riuscii a darle come risposta.
Non volevo perdere Perrie, era troppo importante per me. Avevo condiviso tanti anni con lei, ma alla fine che colpa avevo realmente io di essermi innamorato di un'altra ragazza?
-Dimmi che quando l'hai fatto eri solo confuso e paventato per via del matrimonio.
Le sue parole erano supplicanti, voleva sentire una risposta positiva. Non volevo mentirle, non quella volta, anche se la veritá era dura.
-Ero cosciente.
-Eric aveva ragione.- replicó Perrie poggiando la testa sui parmi delle mani.
La guardai confuso senza capire le sue parole.
-Tra voi c'é sempre stato qualcosa. La prima volta che la vidi capii che lei aveva qualcosa che io avevo perso da tempo. Tu la guardavi in un modo cosi strano. Per questo chiamai Eric, per farla allontanare da te. Quando scoprii che Melissa é tua figlia mi spaventai pensando che ti stessi perdendo, ma ció era sucesso tanto tempo fa.
Rimasi spiazzato da quella dichiarazione. Solo in quel momento capii che in fondo Perrie aveva capito tutto molto prima di me, o forse io sono stato l'ultimo a capirlo. Volevo femarla e dirle che si stesse sbagliando, ma purtroppo non era cosi. Ogni parola proferita era la veritá.
Restai in piedi nascondendomi tra il buio senza pronnciareuna parola.
- Non voglio perderti.- sussurri credendo che la frase rimarebbe solo per me.
Perrie si giró verso di me guardandomi con dolore. I suoi occhi azzurri erano pieni di lacrime e solo per colpa mia.
-Io non voglio combattere in una battaglia che ho giá perso.
Lei aveva ragione, non potevo chiderle di restare con me sapendo che non le potevo promettere amore.
- Concedimi un ultimo bacio.
Perrie si avvicinó lentamente a me e mise le mani ai lati della mia testa. La ragazza poggió le labbra sulle mie come ogni volta, ma che fece provre diversi sentimenti. Un bacio
pieno di sofferenza e aggiunto le lacrime salate, quello era il nostro ultimo bacio. Un "addio". Un "grazie". Un "scusa". E alla fine un "ho paura".
Perrie si alontanó da me e inizió a pettinarmi i capelli con le dita proprio come si fa ad un bambino. Le sue labbra si piegarono all'in su cercando di formare un sorriso, ma che putroppo non uscí.
- Vai da lei e dille che la ami.- disse annuendo.
- Lei non mi vuole.
- Ha solo paura, oppure si sente in colpa. Dille che non sono arrabbiata con lei.

Abbracciai Perrie, come per ringraziarle di tutto. Avevo appena perso una persona meravigliosa che mi amava, ne ero cosapevole.

 

Eccomi qui con un altro capitolo

prima di tutto voglio scusari con le persone che credono che la storia é diventata noiosa

comunque Zayn e Perrie si sono lasciati nella ff ... spero di non essere uccisa da quelli che li amano come coppia

nel prossimo capitolo succederá a cosa molto importante come si puó capire

secondo voi come reagirá Hope?

Vi prego aiutatemi perché perché non ho idea di come fare quella scena ...

scusate gli errori ... il capitolo corto ... I'm sorry.

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Capitolo 32
*** I’m alive ***


Capitolo:32

I’m alive


voglio ringraziare  YouSaveMe ... grazie di avermi aiutato, sei fantastica :)

 

Presi gli ultimi vestiti dallo scaffale e gli misi in una delle scatole sul letto. Sbuffai stanca e spostai le ciocche di capelli che erano cadute davanti al viso. Sentii dei veloci passi avvicinarsi, non avevo le forze nemmeno di voltarmi anche se sapevo perfettamente chi fosse.Dei leggeri bussi sulla porta mi fecero a mala voglia di voltarmi, sulla soglia c'era Melissa sorridente.
- Posso?- domandò timida. Non seppi bene perchè avesse fatto quella domanda, ma non volli nemmeno pensarci.
Mi avvicinai alla bambina e la presi in braccio stando attenta a non farle del male. Spostai qualche scatola dal letto e la misi seduta. Dopo ciò continuai a ritirare i vestiti. Melissa sbuffò in modo finto solo per attirare la mia attenzione.
- Hai preso i medicinali?- domandai piegando una mia camicia bianca.
- Si, me li ha dati zia Emma.
Annuii e mi morsi l'intero guancia. Volevo andarmene al più presto possibile da quella casa, ogni muro mi gridava negli ultimi giorni quanto fossi stupida e fin troppo orgogliosa. Le continue occhiate di Emma non aiutavano per niente, i suoi occhi trasmettevano tutto quello che la sua bocca non voleva pronunciare. Lei sapeva tutto, ma nello stesso momento niente.
Era a conoscenza nei fatti e delle mie paure, solamente la mia amica non giudicava le mie scelte, però mi disse che ormai è arrivato il tempo in cui devo pensare per me stessa. Da tempo volevo cambiare qualcosa nella mia vita, ad esempio trasferirmi e scelsi finalmente di farlo. Ero consapevole che non potevo andare molto lontano senza il consenso di Zayn per la bimba, ma dall'altra parte di Londra era meglio di niente. Per tirarmi fuori dai brutti pensieri cercavo di pensare che io e Melissa avremmo avuto una casa tutta nostra.
- É vero?- domandò la bambina dietro di me.
Mi girai velocemente corrugando le sopracciglia e chiesi il motivo della sua domanda. Melissa abbassò il viso e prese a mangiucchiare le unghie, un vizio che in quel momento giurai di toglierlo.
- Quello che sono brutta. É vero?
Aprii gli occhi per qualche secondo cercando di capire da dove provenisse quella domanda. Le mie mani non si muovevano per un attimo, come se tutto il mio corpo cercasse di decifrare l'enigma appena pronunciato, ma forse non ero abbastanza competente per farlo.
- Non so chi te lo abbia detto, ma non credergli.- mi sedetti per terra di fronte alla mia bambina. Incrociai le gambe e mi sforzai a fare qualcosa di divertente con il volto solo per farle ridere, ma tutti i miei sforzi non ebbero nessun risultato.
- Ma io voglio avere i capelli come zia Katy, gialli e poi ho gli occhi scuri e non azzurri.
Le labbra della bambina si piegarono all' ingiu' e i suoi occhi divennero leggermente umidi. Sorrisi di fronte a quella scena, mi avvicinai maggiormente a lei e misi una mano sul suo ginocchio destro. Iniziai ad accarezzare il tessuto leggero e cercai di dire le parole giuste, e da madre mi venne tutto cosi spontaneo.
- Non c'è bisogno di avere il colore dei capelli gialli e gli occhi azzurri per essere belli. Melissa tu sei molto più importante di quelle cose superficiali, sappi che io ti trovo bellissima cosi come sei.
- Lo dici solo perché sei mia mamma. Sai che i principi si sposano solo con le principesse bionde?
Capii che sotto quelle parole si nascondeva molto di più dal dispiacere fisico, magari lei provava quel sentimento che io cercavo di allontanare negli ultimi giorni, quell'emozione che mi stava soffocando.
- Per ogni ragazza c'è un principe e quando lui verrà non guarderà il colore dei capelli.
Toccai le sue punte dei capelli e li arricciai leggermente. Melissa alzò il volto e sorrise facendo vedere i dentini bianchi.
- Dove è il tuo principe?
Pizzicai le sua guancia e pensai dove lui si stesse trovando, o meglio dire, mi chiedevo se per me ci fosse un principe che mi salverà dalla mia vita e aiuterà a Melissa a portare un po' di luce nella mia quotidianità.
- Il mio principe sta per arrivare, credo.

***

Posai l'ultima scatola per terra nel mio nuovo appartamento e mi sdraiai sul pavimento stanca dalle corse che avevo fatto quel giorno. Chiusi gli occhi respirando irregolarmente, in quel posto non mi piaceva l'aria oppure cercavo una scusa per lasciar stare l'idea di abitare lontano dalle mie amiche. I miei pensieri vagavano nel vuoto senza nessun collegamento, l'unico più chiaro era che cercavo di nuovo di scappare.
Non sapevo bene da che cosa scappavo, quale era la mia grande paura. Magari volevo semplicemente vivere da sola con mia figlia, ma quelle invenzioni erano senza nessuna base. Scappavo dall'amore. Quell'amore che si ricorda per tutta la vita, quello che rimane nella nostra mente inconsapevolmente. Quello che non chiede il consenso di entrare nella mente nel cuore, l'amore nel suo stato più puro. L'amore che insegna l'importanza di vivere, quello che perdona, ma amiche punisce severamente per gli errori. Semplicemente quello che provavo io.
Molte volte l'amore è semplice e vuoto, altre doloroso e pieno di contrasti.
Ci sono molti tipi di amore, da quello dolce a quello colmo d lacrime. Per amare non serve molto, bisogna aprire la porta del nostro core, ma se ci ferisce? La nostra mente stringe le fessure e lascia poca gente raggiungere il nostro cuore.
Il mio cuore non amava piè come si deve amare una persona con cui si vuole trascorrere l'intera vita. Provava affetto verso il frutto proibito, ma troppo dolore, troppe lacrime versate, parole dette e non, chiusero il mio cuore.
Mi alzai e andai verso la finestra per poi aprirla e respirare l'aria di Londra. Mi sedetti sulla soglia della finestra e guardai la mia città. Gli edifici aumentavano e le persone combattevano come sempre contro il tempo che non bastava mai. Nulla era cambiato, solo una personcina come me era cresciuta e man mano vedeva la vita come era realmente senza illusioni.
Non volevo che nella mia mente ci fossero quelle mure grigie fermandomi di pensare positivamente. Volevo la libertà, volare in alto e vedere il sole senza avere paura. Non volevo nei miei sogni pensare come avrei continuato la mia vita senza nessun obbiettivo preciso per il futuro. Tutte le mie speranze dell'invecchiare con una persona al mio fianco, con qualcuno che amavo, non c'era più.
Ci poteva essere un po' di amore per me oppure ero fin troppo egoista?
- La prossima volta chiudi la porta.
Ogni volta che cercavo di scappare dai miei problemi, loro mi perseguitavano. Lui era una questione che non avrei mai risolto.
- Non ci avevo fatto caso.
Zayn si avvicinò a me poggiò la schiena sul muro accanto alla finestra, abbastanza vicino per sentire il suo odore.
- Non mi immaginavo cosi la scena.
Non risposi e continuai a guardare Londra, ma con la periferia potevo vedere perfettamente il moro quando scosse la testa in modo disperato.
- Pensavo di avere il diritto di sapere che ti stessi trasferendo, credevo di essere più importante per te.
I suoi occhi si guardavano intorno curiosi di conoscere la mia abitazione. Le mani erano incrociarti sul petto, aveva un aria di qualcuno che stesse giudicando. Non mi sentivo al mio agio, era come i primi giorni di quando avevo iniziato a lavorare per Daria.
- Vuoi sapere una cosa divertente? Ero andato a casa tua per parlarti, ma scopro che hai portato i bagagli all'altra parte di Londra. Dove vuoi arrivare Hope?
Mentre parlava Zayn pareva perfettamente tranquillo, nessun muscolo fece vedere la sua agitazione mentre pronunciava le parole in modo sicuro tanto da far paura.
- Gioca le carte giuste, non avere paura di parlare. Vai tranquilla tanto da te mi aspetto di tutto.
Potevo impazzire vicino a quell'uomo, niente lo faceva togliere quella fottuta maschera che aveva messo. Perché non diceva chiaro e tondo perché voleva parlare con me e basta, senza nessun giro di parole e torture.
- Adesso fai la vittima.- dissi girandomi verso di lui.
Zayn parve sorpreso, ma non lo fece vedere, solamente alzò le sopracciglia in modo critico.
- Scusa ti ho preso il ruolo.
Il suo tono inviava chiaramente la sua presa in giro. Potevo cavarmela con tante situazioni, ma con Zayn non avrei vinto facilmente e questo mi faceva bollire il sangue.
- Certamente, io sono maligna e tu il povero cucciolo che subisce.
Mentre parlavo andai in mezzo alla stanza come per allontanarmi da lui. Solo Zayn ruisciva a mischiare le mie emozioni e far si di non conoscermi più.
- Hope sai quale è il tuo problema? Non hai mai voluto dimenticarmi e non dire cazzate perché so che è cosi. Ricorderai per sempre mentre ti accarezzavo, i baci, gli sguardi che non voleva dire e le parole che non mi hai fatto dire.
Mi sentii rinchiusa da quelle parole, ognuna faceva male perché erano vere.
- Sei volgare.- sussurrai dandoli le palle.
Passarono minuti senza nessun rumore. Tutto era finito com'era iniziato. Ogni cosa era sbagliata, magari a volte addolcita, ma comunque restava uno sbaglio. Eventualmente un giorno sarà tutto dimenticato e sarò in grado di continuare come sempre da sola, ma in quel momento non lo ero perché una lacrima scese dal mio occhio.
Sentii un bacio umido sul mio collo e un altro vicino all'orecchio. Chiusi gli occhi beandomi quel delizioso momento, il frutto proibito era cosi dolce che non riuscivo ad allontanarmi.
- Ascoltami bene- sussurrò Zayn.- Litigheremo sempre perché sei lunatica.- una delle sue mani spostò leggermente la testa per lasciargli più spazio per i baci.- Litigheremo sempre per sciocchezze. Tu mi dirai che sono pazzo, stronzo ed egoista, io ti risponderò che sei lunatica, noiosa e codarda. Sarà sempre cosi. Dopo mi arrabbierò e ti sbatterò conto il muro e ti bacerò con foga, sicuramente alla fine faremo l'amore. Sul letto tu mi dirai che mi ami e io farò lo stesso. É semplice,ma la tua testolina si ostina di lasciarsi andare.
Tutto quello che era detto era ció che non avrei mai pronunciato, ma che inconsapevolmente avevo capito da tempo. Era qualcosa che non riusciva ad essere spiegato. Era tutto un sogno? Eppure io sentivo quelle frasi cosi reali, non potevano essere frutta dalla mia fantasia, non dovevano.
- Ne sei sicuro?- domandai accarezzando le sue guance con i pollici. Lui era vero.
- Mai stato più sicuro di adesso.
In effetti non avevo mai visto il suo volto in quella luce cosi matura.
- Bene .. sei egoista, pazzo e stronzo.- disse cercando di nascondere il sorriso che premeva di uscire.
- Beh gra... ah .. tu sei lunatica, noiosa e codarda.
Dopo quelle parole ci fu un bacio che mostrava la nostra appartenenza l'un per l'altra. Tutte quelle paure che prima mi fermavano erano sparite lasciando spazio alla felicità.
Spostai le mani dalle sue guance al collo per poi stringerlo maggiormente a me. Lui era mio.
- Ti amo.- dissi allontanandomi leggermente.
- Lo sapevo.- rispose pronto prendendosi gioco di me.




Salve a tutti che sono arrivati fino in fondo
Ho mille cose di dirvi, ma non voglio scusarmi con delle inutili scuse, peró credetemi che sono valide ...
M dispiace che avete aspettato piú di un mese per questa schifezza, volevo scrivere meglio il capitolo, ma non sono abbastanza brava per farlo e spero che avete apprezzato il mio tentativo. Siccome questo sarebbe stato l'ultimo capitolo volevo chiedervi se volete l'epilogo ... ho giá mezza idea e non dovrete aspettare tanto, al massimo una settimana ...
Un'ultima che potrebbe sembrarvi stupida, ma a cui ci tengo tanto é quella di dirmi quele e stato il momento, la scena, la situazio, il capitolo o frase che preferite da questa ff
Adesso vado veramente perché domani mattina ho due esami e devo ripassare ... grazie di tutto, siete fantastiche e dico sul serio xxx

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Capitolo 33
*** your love to me feels just like magic ***


Capitolo:33 (Epilogo)

your love to me feels just like magic
(il tuo amore per me sembra come una magia)





Rileggevo per la seconda volta l'articolo scritto su di noi e mi meravigliai della grande differenza da quello di qualche anno fa. Quello del passato mi avevano fatto passare per una strega e molti fatti erano di pura invenzione, cosi le fans cercarono di difendere il loro idolo da me, peró Zayn é sempre stato al mio fianco. Con il tempo Melissa riuscí a conquistare i cuori delle ragazze e diventó una delle bambine piú amate. Invece nel giornale che tenevo tra le mani, anziché scrivere maggiormente per la beneficienza che aveva fatto Zayn, i paparazzi sottolineavano la nostra vita privata in modo completamente differente dal primo articolo.
Distolsi lo sguardo dal giornale e vidi una scena che non mi piaceva molto.
- Sue, togli la palla dalla bocca.- dissi in modo autoritario.
La bambina anzicché spaventarsi mi sorrise facendo vedere i dentiti che man mano spuntavano. Sue venne verso di me in modo goffo dato che pochi gioni fa aveva fatto i suoi primi passi. La presi in braccio e quando stavo per posarla sulle mie gambe, un forte odore mi invalse. Conoscevo bene quella puzza. Avvicinai il naso al pannolino della bambina e mi allontanai subito. Guardai Sue e lei mi sorrise colpevole, non potevo sgridarla dopo quella contentezza.
- Zayn potresti venire per favore?- gridai per farmi sentire dal moro.
In quel momento Sue inizió a tirarmi leggermente i capelli, per fino portó una ciocca di essi in bocca. Risi e cercai di liberari da quella tortura, ma senza grande risultato putroppo.
- Dai un bacio alla mamma.- dissi e Sue non ascettó nientealtro e posó le labbra sulla mia guancia.
Sentii una finta tosse e mi girai vedendo Zayn che teneva le braccia incrociate. Non era molto cambiato rispetto a qualche anno fa.
- Tocca a te cambiare il pannolino di tua figlia.- dissi indicando con il capo Sue che cercava di prendere la pallina per terra.
Zayn alzó un sopraciglio e venne verso di me, si abbassó e prese nostra figlia dalle mie mani.
- Diventa mia figlia solo quando sporca il pannolino.
Quella frase la conoscevo perfettamente a memoria, conoscevo pure la sua faccia mentre la pronunciava.
- Zayn?- dissi girandomi di nuovo.
Il moro si fermó e si voltó, notai che Sue cercava di tarare pure i suoi capelli, ma lui non faceva niente per fermarla.
- Si?
- Ti amo.- confessai sorridendo.
Sue come per aiutarmi si avvicinó al padre e gli lasció un umido bacio sulla guancia, talmente bagnato che riuscivo a vedere un po' di saliva che scendeva.
Zayn scosse il capo e prese un grande respiro in modo teatrale.
- Siete uguali.- replicó e continuó il suo tragitto.
Risi sonoramente e appoggiai la sciena sullo schenale. Dal mio volto non si toglieva quel stupido sorriso.
Erano passati tre anni da quando io e Zayn avevamo deciso di essere felici e entrambi avevamo capito che separati non poteva succedere. Il moro lavorava molto e mancava spesso in casa, ma non mi lamentavo perché lo amavo veramente tanto. Un anno e tre mesi fa nacque Sue, mi ricordavo ancora la gelosia di Melissa nei primi mesi. La mia piccola Melissa non era ormai cosi piccola, era cresciuta e ogni anno diventava sempre piú bella, uguale al padre insomma. Mel era diventata con il tempo una sorella maggiore molto buona e disponibile, ci aiutava molto spesso con la piccola. Sue, invece, era diversa fisicamente dalla sorella; aveva gli occhi verde scuro e i capelli marroncini, almeno una delle mie figlie aveva preso qualcosa da me.
Anche Sue era leggermente piú viziata di Melissa, loro erano perfette cosi come erano, amavo entrambe molto e per loro avrei fatto di tutto.
- Mamma.
Sentii Sue e dopo la vidi correre verso di me, la presi subito e le baciai la guancia. La bambina mi porse la mano e solo in quel momento vidi che teneva un foglio piegato. Presi la carta leggermente bagnata e la aprii.
La frase che lessi era perfettamente leggibile anche se scritta male.
"Mi vuoi sposare?"
Tutto qui, niente di piú. Tre parole.
Il mio cuore si fermó e dopo inizió a battere all' impazzita. Tutto quello che sentivo era una grande confuione. Voleva alzarmi e mostrare la mia felicitá saltellando qua e lá, ma non riuscii a farlo. Dall'altra parte ero arrabbiata, perché me lo aveva scritto su un foglio e non detto. Stavo ferma con gli occhi poggiati sul foglio.
- Prima di rispondere, pensaci. Io intanto vado a mettere Sue a dormire. Dai andiamo piccola.
Disse il colpevole dietro di me. Non mi diede nemmeno di rispondere e uscí con la bambina.
- Ma che cavolo é appena successo?- domandai a me stessa.
Mi alzai e andai velocemente in veranda. Avevo bisogno di capire che quello non era un sogno, perché si, avevo immaginato molte volte che Zayn un giorno mi avrebbe fatto questa domanda, ma non in quel modo. Mi sedetti su una delle sedie a caso e guardai il mare di fronte a me. Mi sentivo come se avessi picchiato la testa.
Vidi Melissa salutarmi da lontano insieme al suo amico Neely, dopo che li salutai anch'io, loro continuarono  giocare con la sabbia.
- Pensavo che sei scappata.
Quando mi girai , Zayn era ormai seduto molto vicino a me e mi sorrideva.
Sarei diventata signora Malik, moglie di Zayn Malik. Aprii la bocca per dirgli che lo volevo come marito piú di qualunque altra cosa, ma lui mi zittí con la ma.
- Prima di dire qualcosa fammi parlare.
Disse serio e si posizionó di fronte a me con la sedia. Non seppi come, ma le mie mano si trovarono circondate dalle sue.
- Ho ventisette anni. Nel mio carettere non c'é niente di partcolare, a parte che a volte i miei umori cambiano velocemente. Dicono che ho un talento, sai il canto. La mia piú grande qualitá, se si potrebbe dire qualitá, é il senso dell'umorismo.
Zayn sorrise forzamente e alzó finalmente gli occhi dalle mie mani.
- Santo? No. Peccatore? Si, da quelli che si incontrano sempre. La cosa migliore che possiedo é il mio amore verso di te e la mia famiglia.
Guardavo Zayn sbalordita, le sue parole mi avevano colpito tanto, che non riuscii a dire niente.
- Hope, vuoi prendere come marito una persona come me?
Una lacrima cadde, una da quelle che scendevano per la grande felicitá.
Mi buttai sul collo di Zayn e lo strinsi a me.
- Si, si, si! Ti amo, Zayn!
Il mio futuro marito mise il volto nell'incavo del mio collo e mi strinse forte. una delle sue mani accarezzava la mia schiena e l'altra i capelli. Mi sentivo come se la luce avesse finalmente illuminato il mio intero cuore.
Il mio eroe, il mio principe, il mio marito, la mia forza e la mia luce. Tutti lo conoscevano come il cantante Zayn Malik, io lo paragonavo al mio tutto. Mi faceva ridere ricordare come cercavo di smettere di amarlo, ma facendo ció il mio amore cresceva di piú. Io Hope White, futura moglie di Zayn Malik, Hope Malik.
- Possiamo lavorare su un maschietto, che ne dici?
Mi allontanai subito e lo guardai male. Zayn mi sorrise e cercó di nuovo ad abbracciarmi, mi stava prendendo in giro.
- No.- dissi come una bambina viziata.
Non poteva chiedere una cosa del genere, Sue aveva poco piú di un'anno e dovevo badare ancora tanto a lei finché iniziasse ad essere un po' piú indipendente.
- Ma io voglio anche un maschietto.
- Credimi tu sei come un bambino.
Finalmente mi lasciai cullare dalle sue braccia e chiusi gli occhi. Nella mia mente passarono tanti flashback del nostro passato.

- Zayn che cos’è? - mi chiese Harry divertito, interrompendo i miei complessi mentali.
- Come?
- Zayn, come identifichi Zayn? - chiese questa volta Niall.
Come identifico Zayn Jawaad Malik? L’uomo che mi regalò involontariamente la ragione della mia vita? L’uomo che mi fece tanto male, per colui che avevo lasciato la mia famiglia? Non lo so o magari lo so ma non sono cose molto carine.
- Il silenzioso? - dissi la prima cosa che mi venne in mente.
- E’ cosi quando non conosce le persone, ma lui non è per niente silenzioso - disse Liam
- Liam fatti i ..- provò a dire Zayn, ma fu interrotto dalla manager.

 La tensione era altissima, quasi nessuno mangiava, tranne Niall. Era il pranzo più silenzioso e imbarazzante al mondo.
- Mi sembra di averti già visto - disse Zayn guardandomi in modo strano.- Sembra che ti conosco da tempo- continuò. Dalla sua espressione si capiva che cercava collegamenti con me nella sua memoria.
Bum fitta al cuore. Il battito cardiaco si fece sempre più veloce, fino a quando non si fermo. Dio santo, perché mi metti sempre alla prova?
Iniziai a tossire, probabilmente avevo fatto una dalle solite figure. Perché non riesco a controllarmi? Ah si, perché forse mi ha scoperto!?! Cosa faccio? Perché continua a farmi questo effetto?
Tutti mi guardavano preoccupati, tutti tranne “lui” che con lo sguardo mi valutava. Liam iniziò a carezzarmi la schiena cercando di calmarmi.
- Grazie Liam, mi sento meglio.- dissi sorridendo gentilmente. - Zayn credo proprio che mi hai visto a qualche vostro concerto.- dissi cercando di non vedere le mie emozioni.
- Probabilmente- concluse lei freddo.
- Scusatemi, vado in bagno.- dissi alzandomi.

- Shh, ci sono io adesso tranquilla.- disse stringendomi. Sapevo che era frase detta solo per tranquillizzarmi, ma volevo crederci. In confronto a lui ero piccola. Sembravo una bambina. Non mi resi conto che le lacrime continuavano a scendere bagnando la sua maglia. Non riuscivo a tranquillizzarmi del tutto, il collo mi faceva male, ma nella presenza di Zayn tutto era più facile. Non sapevo se c’è una medicina che mi potesse aiutare come lo fa lui.
Zayn si allontanò, mi sorrise e poggiò lo sguardo sulla mia eventuale ferita, i suoi occhi sembravano andare fuori orbite dalla paura, anche se cercò di non farlo vedere tanto. Abbassai lo sguardo, non capivo perché ma mi sentivo in colpa. I suoi occhi bruciavo la mia anima. Sapevo che lui cercava di capire cosa pensavo, il problema era che nella mia testa c’era solo un casino. Come era possibile che una persona mi provocasse cosi tante emozioni, riusciva a arrabbiarmi, ma anche a tranquillizzarmi.
A un certo punto senza preavviso lui si avvicinò e si abbassò fino ad arrivare alla mia altezza, lasciò che i nostri nasi si sfiorassero. Prese a baciare le mie lacrime. Non riuscivo a capire il motivo del suo comportamento. Mentre cercavo di mettere in ordine i miei pensieri, si stava avvicinando alle mie labbra. Non avevo paura da lui. Non sapevo cosa fare, sembrava che al mio cervello non arrivasse abbastanza ossigeno. Ecco le nostre labbra si sfiorarono, quando la porta si aprì.
- Zayn, ho … - era Perrie. Zayn si allontanò lentamente e si girò verso la fidanzata.
- Le ha ferito il collo.- disse tranquillo come se prima non stava per fare niente.


Molti altri momenti passavano come per assicurarmi che avessi preso la decisione giusta, sapevo che era cosi.
- Hope?- sussurró Zayn vicino all'orecchio.
- Mh?
-Ti ho sempre amato.
Zayn non era da quelle persone che diceva spesso "Ti amo", ma quando ció succedeva quel giorno diventava uno dei piú preziosi per me.
Zayn, Melissa, Sue, io e magari un giorno anche un piccolo Malik. Questa era la nostra storia. 


    La piccola Sue ...


L'ultimo capitolo ...
Bene ... ieri sera sono stata fino le tre per scriverlo e spero vi piaccia
É difficile dire addio a Hope, Zayn e Melissa, per non dimenticare anche la piccola Sue.
Ragazze voglio ringraziarvi di aver letto e commenato questa ff ...
É stato bellissimo provare diverse emozioni con questa storia e spero di aver trasmesso anche a voi qualcosa ...
Non sono una di quelle persone che riescono a usare bene le parole per descrivere le mie emozioni, ma sono contenta che molte persone hanno letto questa ff ...
Mi piacerebbe leggere i vostri commenti per un ultima volta ... é molto importante per me sapere cosa ne pensate ...
siete sempre state fantastiche ...
Ciao I know you won’t forget about me

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