Mollò tutto quello che stava facendo.

E di cose da fare ne aveva eccome.

Si alzò dalla sua poltrona e aprì la porta che si ergeva dinnanzi a lui.

La fissò quella porta,ma nella sua testa non c’era alcun pensiero.

L’unico suo scopo era andare,dove non aveva importanza.

In nessun luogo o forse ovunque.

Voleva cambiare il mondo,voleva renderlo un posto migliore,per tutti.

Ma cosa voleva per sé?

Faceva progetti per ogni essere ma non per sé.

O forse per nessuno?

Camminava,passo dopo passo schiacciando quella terra umida sotto il suo peso.

L’andatura decisa. Immateriale.

Andava per le strade di un mondo tutto suo.

Era un posto strano,forse uguale al nostro,ma lontano ,forse inesistente.

Andava e portava se stesso ,con sé qualche pezzo di  realtà,ma ogni passo si lasciava dietro un frammento di quella.

Portava realtà dove di reale non c’era nulla.

In fondo mi assomiglia un po’.

E allora perché non mi ascoltava? Perché non si fermava? Torna qui,lascia la realtà dove è giusto che sia.

La tua terra inesistente non può contenerla.

Perché sei cieco a questa vita? Smettila di osservare il vuoto,guardami,sono qui!

Uomo di dove sei? A cosa appartieni?A chi?

Sei un’anima errante piena di sogni irrealizzabili.

Voltati e analizza il tuo percorso.

Da che prospettiva lo stai guardando?

Ma no,non lo stai facendo.

Non lo farai.

Ti lasci il tempo e lo spazio e crei una scia dietro di te.

Poi sparisce evanescente con te nella nebbia.

Da dove arrivi?

Dove sei diretto?

Uomo di nessun luogo.

Uomo senza meta.

Uomo senza piani.

Uomo inesistente.

I raggi del sole facevano capolino da dietro le nuvole grandi e grigie.

Nonostante  l’aria fresca e triste quell’enorme massa di calore splendeva inesorabilmente nel cielo.
A tratti spariva ma ostinatamente tornava a riaffacciarsi sulla terra.

Tutti erano a bere limonate nei propri giardini perfettamente curati.

Si godevano il sole,non soffrivano il freddo.

Una lieve pioggia iniziò a cadere.

Le gocce sfioravano appena le foglie e appena scivolavano lungo le grondaie  infrangendosi al suolo emettevano un suono simile a mille minuscoli campanellini.

Erano attraversati da fasci di luce simili a diamanti ,brillavano e continuavano a morire nei laghetti circostanti mescolandosi alle compagne.

Diventava sempre più forte.

Ora i giardini erano vuoti,tutti erano corsi al riparo.

Cadeva acqua dal cielo ,tremendamente,ma senza emettere alcun suono che non fosse  godibile da un orecchio umano.

Era un suono dolce,costante,accompagnato da un forte odore di umidità.

Il sole continuava splendere.

Non importa.

Piove.

Ogni giorno è uguale all’altro.

Rischio di impazzire.

Le ore non passano mai e sento il sudore colare dalle mie tempie  le quali,d’altro canto,pulsano dal dolore.

Prendo la mia penna e scrivo a stento qualche rigo,l’inchiostro sta per finire e l’insegnante preme perché noi tutti consegniamo il lavoro.

Ora urla ed io mi sento venir meno. Devo uscire di qui.

Vorrei spaccare ogni cosa,distruggere il male che mi si materializza tra le mani e invece faccio del male alle sole persone che mi amano.

Sono un terribile sbaglio.

Ero un terribile sbaglio.

Ora quei ricordi sono lontani.

Sono su di giri,mi sento esaltata,eccitata,quando tutto attorno a me cambia ,quando abbandono quelle tristi pareti e il vento mi sfiora .

Poi mi volto.

Ci sei tu.

Da quando ci sei tu il mio mondo è nuovo.

Alzo lo sguardo e le nuvole si stanno dissolvendo.

Da quando ci se tu devo ammetter che tutto è migliorato. Tutto è diverso.

Va meglio.

Sto meglio.

Da quando ci sei tu.

Mi alzo questa mattina,come faccio sempre.

Poso lentamente i miei piedi e sento il pavimento freddo sotto di essi.

Provo un fremito.

La finestra è socchiusa,un leggero vento penetra e penetra dritto nelle mie ossa.

Era così facile amarti.

Mi avvolgo nella mia grande coperta.

E’ stato tutto un attimo,tutto sembrava così naturale,così facile.

Una tazza di tè poggiata sul comodino ed una lettera,macchiata ,stropicciata,l’inchiostro è sbiadito ma non i miei ricordi.

Era come un gioco,una partita da vincere ,ed io l’ho persa.

Eppure sembrava così facile.

Apro la lettera ancora una volta.

Le lenzuola sono calde.

Perché non ci sei più? Perché hai portato via il tuo cuore lontano da me?

Non me lo hai detto,lo hai solo fatto.

Carta sprecata,adori i drammi.

Ho sbagliato io forse,forse qualcosa di giusto era andar via.

E’ stato un attimo e non c’eri  più,non mi hai detto perché.

Era ieri,e ieri era tutto facile.

Era Ieri ed io non vedo domani.

Tutto è sfocato,nel domani,ma ieri,ieri era tutto più facile.

Non vedo domani

Ma credo in Ieri.

Mi abbandono sul letto e chiudo gli occhi : sei tu.

Immagine vivida,ancora fresca nei miei ricordi.

Il sole è oscurato da una nuvola,ieri il tempo era splendente.

Oggi io sono sola,i raggi non battono sulla mia pelle,mi oscuro sotto quella massa di grigio.

Tu eri con me,era Ieri.