e quella camera di Hotel...

di Hayley_91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** deja vu ***
Capitolo 2: *** Hurricane ***
Capitolo 3: *** naked ***
Capitolo 4: *** complicated ***



Capitolo 1
*** deja vu ***


E quella camera di hotel...
 

-Introduzione


“Mi ricordo così quella notte... le goccie della pioggia battente che si infrangevano sull’asfalto. Il tepore primaverile sembrava essersi annientato di fronte a quell’improvviso acquazzone e la nebbia,che si diradava in mezzo al traffico e ai fari delle automobili,dava un senso di solitudine, sebbene i rumori dei mezzi si facessero sentire in una metropoli come Roma. Non sembrava pesarmi così tanto quell’angoscia.. l’euforia era troppa per poter pensare  già alle cose negative. Potevo solo sorridere per ciò che avevo vissuto. L’adrenalina a mille che percorreva tutto il mio corpo non mi faceva sentire niente che riguardasse  il mondo esterno.Guardai la mia amica e presi coscenza che, forse dopo essere così a lungo rimaste sotto la pioggia,sarebbe stato il caso di tornarcene nella nostra camera di albergo. Corremmo a più non posso cercando di riparare dalla pioggia i nostri poster appena comprati. Arrivate in stanza l’unica cosa che fecimo fu buttarci nel letto e  continuare per tutta la notte a parlare di quelle ultime ore che ci avevano cambiato la vita ,senza pensare, che forse quella felicità avrebbe portato ancora più sofferenza dopo.

Dopo quasi quattro anni ormai ,ogni volta che arriva il mese di aprile , mi sento così...”

09 aprile 2014

“Ma buongiorno Yle tutto bene? Hai passato una bella serata l’altra notte immagino !” mi disse il capo sorridendomi appena arrivato al locale. Mi girai di scatto e alzando lo sguardo risposi : “ sì grazie... è stata una bella serata dopo tutto..” Non ero dell’umore giusto per poter intraprendere una conversazione di prima mattina e questo lo sapevo,quindi cercai di concludere il discorso lì . “ Ma non essere così scontrosa!Dopo tutto ieri era il tuo compleanno ! Non mi dire che non hai passato una bella serata! “ ribattè lui , nella speranza di continuare il discorso. Gli sorrisi e andai a salutare i primi clienti della giornata. “buon giorno ! Cosa volete ordinare?” Sorridente come sempre mi feci avanti e li guardai prendendo il block notes per le ordinazioni e la penna.
“Lascia stare ci penso io qui!tu vai dietro il banco a servire gli altri “ mi disse lui raggiungendomi. Raggiunsi il bancone e mi misi a pulire. Mi girai verso l’orologio: erano appena le 8. Come poteva passare una giornata se dopo nemmeno un’ora di lavoro avrei voluto mollare tutto e andarmene? Accesi la radio per distrarmi e far passare il tempo.
{buongiorno a tutti amici di radio *** oggi vogliamo iniziare la nostra top 20 con un gruppo che ormai pare essersi perso.. sebbene non si siano sciolti e se ne ricorda la fama per il fatto che abbiano fatto grande scalpore e breccia in migliaia di cuori di teenagers in tutto il mondo, ecco a voi il fantomatico gruppo tedesco che ha segnato negli ultimi anni records ineguagliabili.. ecco a voi i Tokio Hotel con la loro Spring Nicht !}
Mi fermai un attimo e fissai quello stupido apparecchio . Ero già pentita di averlo acceso. Continuai a pulire ma la mia testa ad ogni nota di quella canzone continuava a divagare... Chiusi gli occhi e dentro di me risuonavano le urla,le vibrazioni dei suoni che provenivano dal palcoscenico,gli effetti speciali e le fiamme... fino a continuare a ricordare poi quelle note che ormai,così familiari,sembravano essere state dimenticate volutamente dalla mia ragione.
“Signorina...signorina...??!”
Era bello sentire quelle parole.. calde ma malinconiche sembravano plasmarsi completamente in ogni circostanza della mia vita ,sebbene una vita di una teenagers ,fatta di problemi da ragazzina, ma allo stesso tempo difficile da affrontare,quelle parole mi facevano andare avanti e completare le mie giornate. Sapevo che almeno nel mio mondo c’era quell’angolo tutto mio dove poter racchiudere i miei pensieri e poter dire : va tutto bene . L’unico posto dove non mi sentivo ferita,attaccata,giudicata,e dove solo le braccia di quelle note potevano avvolgermi e farmi sentire al sicuro. “Yle ma che combini...!! Il panino!! Si sta bruciando, tiralo fuori!” la voce del mio superiore interruppe tutto il mio viaggio mentale. Saltai di colpo con gli occhi sgranati eseguì gli ordini e mi scusai a non finire.
“fa niente fa niente ma la prossima volta stai attenta... non puoi bruciare ogni panino che fai.. sono pur sempre solo le 8 del mattino eh... e ora vai a fare una pausa, ne hai bisogno.”mi disse lui con tono rassicurante. E io, scusandomi un’altra volta,uscì dal locale.
Era una mattina soleggiata e il caldo primaverile stava iniziando a farsi sentire insieme al profumo dei fiori e il cinguettare degli uccellini. Mi accesi una sigaretta e mi sedetti su duna sedia al di fuori del bar. Stavo iniziando a far prendere il sopravvento alla mia parte malinconica.
Possibile che era ancora così vivo dentro di me? Quel ricordo.. non poteva essere così vivo.. almeno non come quell’istante. Era inaccettabile.
 Mi squillò il cellulare . Era Marika. “tesoro come stai? Scusami per ieri.. non sono potuta venire a causa del lavoro.. replichiamo stasera quando stacchi?”mi disse lei. “ Ma non preoccuparti.. sai che non mi piace  festeggiare i miei compleanni.. davvero non preoccuparti “ Le risposi io. “lo so ma mi dispiace. Non ti ho fatto nemmeno un regalo!dai vediamoci. “insistette lei. “e va bene dai. Stacco alle 20 vieni qui per quell’ora ok?”le dissi io perchè tanto ormai avevo rinunciato a dirle di no. “va bene ,perfetto.. Purtroppo non potrò farti lo stesso regalo di compleanno di qualche anno fa .. però ti piacerà lo stesso.. almeno credo! Ciao ciao!” concluse lei chiudendo la chiamata.
Era ormai pomeriggio inoltrato,la giornata tutto sommato stava passando anche velocemente.
“sai che mia figlia lavora nella radio locale,ricordi?”mi disse il proprietario che nel frattempo si era avvicinato a me.”ecco , mi ha detto che le hanno dato dei biglietti per un gruppo un pò speciale. “ Lo guardai con aria interrogativa,sbarrando poi gli occhi subito dopo quando lessi il nome che era scritto su quei biglietti. “bè  BUON COMPLEANNO YLE! Anche se in ritardo” mi disse lui sorridendomi.  Mi si illuminarono gli occhi erano due biglietti per andare a vedere i Tokio Hotel al Palalottomatica di Roma il 7 dicembre. “grazie capo non doveva... veramente..” risposi io sorridendogli. “ma figurati e poi erano gratis! Non so che biglietti siano. Mi ha detto che non sono come i biglietti normali. Ma forse solo perchè li regalano in radio.bè resta il fatto che qui ci sono due biglietti e puoi portare con te chi vuoi. Buon divertimento cara.” Concluse.
Si fecero le 20 e come d’accordo Marika arrivò per passarmi a prendere. “bè io vado allora a domani, buonanotte!”salutai e uscì dal bar.
“Come siamo felici tesoro!e io che mi preoccupavo che avessi passato un compleanno triste senza di me, tappata in casa come una casalinga frustrata senza marito “mi disse Mari con tono ironico. “ahahha più o meno!La mia vaschetta di gelato può testimoniare di aver passato tutta la notte con me e che l’ho consumata per bene”risposi io ridendo. “comunque... dove è il mio regalo??” aggiunsi . “calma calma!ti pare che me lo sia dimenticato??!Però non lo vedrai subito.”mi disse lei. “non capisco..”le risposi.
Arrivate a casa sua ci sedemmo sul divano. “Praticamente...siccome so che hai rifiutato l’erasmus con l’università perchè non puoi lasciare il lavoro, ho deciso di proporti  un viaggio spesato a Roma.. Visto che l’hotel dove eravamo andate un pò di anni fa ha fatto delle promozioni  validissime ai vecchi clienti, ho deciso di pagartelo io. Bisogna decidere solo la data l’importante è che abbiano 4 mesi di preavviso.”concluse lei. “potremmo andarci a dicembre per il ponte dell’Immacolata.. ho sempre desiderato vedere Roma con la neve .. magari è più facile che nevichi!”aggiunse lei. “Già.. la neve...” dissi io tra me e me non accorgendomi di parlare ad alta voce. “ok.. va bene vada per il 5 dicembre allora si parte e si torna il 13! “disse Marika esultalte. A sentire quelle date sgranai gli occhi e mi cadde il bicchiere dalle mani. “ma che combini Yle ?stordita che non sei altro!”mi urlò contro lei. “scusami.. non posso.. non per quelle date mi dispiace...scusa..”Presi la borsa,mi alzai dal divano e uscì da casa sua. “ehi aspetta !dove vai!?e la nostra serata??”urlò lei e abbassando lo sguardo vide qualcosa sul pavimento accanto al divano.
“ma questi...”
Stava piovendo a dirotto ed ero sotto la pioggia visto che non avevo minimamente pensato di scappare da casa sua,almeno,non era di certo calcolato! Mi squillò il telefono.. era lei. “ah brava tu. Pensavi di nascondermi una cosa del genere?Ma che ti salta in mente. Ti avrei trascinato a Roma contro il tuo volere ma dopo di ciò a costo di trascinarti dai capelli tu a Roma il 7 dicembre ci sarai....e sali su stupida scimmia che sei senza ombrello!”concluse buttandomi giù. Non avevo altra scelta e riandai da lei.
“povera ingenua... tu vinci o hai (non so come tra l’altro!)dei biglietti per i Tokio Hotel che pare che siano morti e sepolti a L.A visto che non si sa niente di loro da mesi ,non mi dici niente.. e per di più non vuoi andare?? Ti sei fumata il cervello??!”
“ma io....veramente non li volevo.”mi giustificai subito.
“e allora strappali e buttali. Vediamo se hai il coraggio.”replicò lei.Rimasi in silenzio. Non sapevo che dire.
“allora io non so chi sia questo individuo che te li ha regalati ma saranno un’anteprima esclusiva!non sono uscite notizie di un album e ne di un tour !non è possibile.. guarda!”disse lei accendendo il pc e cercando le news che li riguardavano.
Cadde un momento di silenzio davanti a una scritta :  “SONO STATE COMUNICATE LE DATE DEL TOUR 2014-15 DEI TOKIO HOTEL...  7 dicembre Palalottomatica-Roma. Info e vendita biglietti a partire dal 30 agosto 2014. “
Non potevamo crederci... non era possibile.. come potevamo avere dei biglietti 4 mesi prima rispetto alle date di uscita italiane??!
...” Non so che biglietti siano. Mi ha detto che non sono come i biglietti normali. Ma forse solo perchè li regalano in radio.bè resta il fatto che qui ci sono due biglietti e puoi portare con te chi vuoi. Buon divertimento cara.”..
Cosa avrà voluto dire il capo? Resta il fatto che non ci pensammo e continuammo la serata.
 
5dicembre 2014.

Erano passati otto mesi... ormai era arrivato il gran giorno. Alle 6.57 avevamo la freccia rossa che, da Milano ci avrebbe portato a Roma. L’attesa a Milano centrale sembrava non terminare più. Eravamo già stanche dopo la notte insonne appena trascorsa.
Arrivammo a Roma prendemmo la metro linea B e scendemmo alla fermata del Palalottomatica fino ad arrivare davanti alla struttura. C’erano già i manifesti. I loro volti, così ingranditi in una gigantografia, erano ancora più belli forse perchè non ero più abituata a vederli. Arrivammo al nostro vecchio albergo che era in una via poco più in là. Non era cambiato nulla.
Che enorme senso di nostalgia... tutto ciò sembrava ai miei occhi un deja vu che continuava a ripetersi senza interruzione. “cosa ne pensi Mari?” mi girai verso di lei. “penso che se non mi danno la suite stavolta altro che un altro viaggio a Roma.. la pretendo !” disse lei convinta..
Arrivammo alla reception, ci presero le valige e ci accompagnarono alla nostra stanza. E il deja vu continuava... c’era stata affidata la stessa stanza come destino.. n 101.
 
 Capitolo 1 – Deja Vu

Posammo le nostre cose... e uscimmo dall’hotel. C’era una fila di ragazzine accampate ormai con tende e provviste,sebbene il freddo pungente di dicembre , sembravano non demordere pur di riuscire a sfiorare le prime file. Le guardai con nostalgia e rimasi a fissarle . “anche noi un tempo eravamo come loro. Cosa è cambiato?”mi disse Mari. “non lo so... vorrei poterlo capire. A quest’ora non farebbe ancora così male.”
Andammo a farci un giro per Roma. Le principali: Piazza di Spagna, Via Condotti,Fontana di Trevi,piazza del Popolo,il Colosseo. Le ricordavo bene... tre mesi a Roma mi avevano aiutato a memorizzarle.

7 dicembre – ore 18:00

Era l’ora di iniziare a metterci in coda , sebbene i nostri posti fossero numerati (e non avevamo capito in quale parte fossimo collocate) era comunque vantaggioso evitare di perdere troppo tempo.
Andammo dai cancelli del retro. File di ragazzine che aspettavano di entrare ai suddetti meet&great. Ci avvicinammo a delle bodyguard al di là del cancello per chiedere informazioni.
“da che cancello dobbiamo entrare noi con questo biglietto?” chiesi avvicinandomi a uno di questi.
“vediamo.... non saprei aspetti che chiedo alla responsabile” rispose andando da una donna a chiedere spiegazioni. Quest’ultima mi si avvicinò.
“Senti ragazza ma quanti anni hai? “mi chiese a me. “23 perchè?”risposi io dubbiosa. “ah.. era una curiosità. Bè ragazze voi,o almeno tu, devi entrare da questa parte, comunque quando vi separeranno saprete dove andare”concluse lei aprendo il cancello.
Separare?? Ma i posti erano attaccati l’uno con l’altro.. come è possibile? E perchè ci sta aprendo il cancello? Cosa significa questa storia?
Marika si stava agitando e non sapevo nemmeno io come comportarmi sinceramente.. ero basita. Ma il mio sesto senso mi diceva di stare calma. “stiamo calme e reggi qualsiasi mio gioco ok?”dissi io a Marika.
Entrammo...Il cortile, le scale del retro .. tutte quelle porte di uscita di emergenza sorvegliate dalle bodyguard.. tutto familiare... un salto nel passato troppo identico per essere reale.
“bene voi due entrerete prima delle altre”disse il signore che ci aveva accompagnato. “come scusi?”gli risposi. “bè voi vi occuperete di intervistarli e poi,a fine intervista,potrete partecipare,da fan, se volete , al meet&great. Come stabilito dal biglietto.”spiegò lui. “buona fortuna reporter di radio *** si narra che questi ragazzi,soprattutto i due bellocci abbiano una bella parlantina!”concluse lui. Marika stava cambiando colore. Da color amaranto stava raggiungendo un colore molto simile al bianco latte. “stai calma reggi il gioco ti prego non so cosa sia ma stai calma”le sussurrai all’orecchio.
Venimmo accompagnate da 2 bodyguard in un camerino. Bene... il count down era iniziato.Sentimmo delle voci provenire dall’esterno e sembravano familiari.
Sedute sul divano bianco aspettammo che qualcuno entrasse. E come non detto così fu.
I nostri sguardi increduli e le nostre bocche che accennavano un sorriso quasi paralizzato insieme al cuore che batteva fino a uscire quasi dal petto ,non erano proprio i requisiti di giornaliste abituate a intervistare vip.Dovevamo mascherare i nostri impulsi.
E la cosa era piuttosto difficile. Li fissai tutti e quattro entrare. Il primo fu Bill, come sempre. Anche l’altra volta era stato lui il primo a salutare con un “hi” che era più solare del sole. E il suo sorriso era lo stesso di 4 anni fa: dolce, caldo .. e infinito.
Seguivano a ruota Georg, Tom, Gustav... il deja vu continuava a mischiarsi con la realtà.
La differenza? Eravamo sole con loro.. e non c’erano le altre fan.
Per il resto,il mio cuore batteva come la prima volta , gli occhi erano lucidi e arrossati , solo che i capelli ben sistemati e il trucco appena fatto mascheravano molto ,al contrario della prima volta.
Ci salutarono e si sedettero accanto a noi su quel divano bianco.
Mi presi di coraggio. Non potevo mandare tutto a troie. Era un’occasione che non avrei potuto lasciare andare.
“ciao ragazzi!Noi siamo qui per la vostra intervista per Radio *** io sono Ylenia e lei e Marika.. molto piacere.. Prima di essere delle giornaliste siamo vostre fan e proprio per questo vogliamo farvi i complimenti per il vostro nuovo album che, nonostante gli anni passati , si è rivelato capace di restare sulla cresta dell’onda e in grado di stupire con grande scalpore tutte le vostre fan e coloro che vi hanno sempre criticato..”

“bè si abbiamo voluto richiamare il passato dei Tokio hotel dando un tocco di maturità nelle nostre canzoni. Diciamo. Canzoni come potevano essere schrei, beichte,leb die sekunde ma con un tocco di maturità e crescita professionale armonizzandoli con i temi anche di zimmer483.”rispose Bill convinto delle sue parole.

Guardai Marika per darle un segno di incoraggiamento ad iniziare una domanda.

“ragazzi siete rimasti delusi forse della diminuzione delle vostre fan? O pensate che molte vi abbiano abbandonato dopo tutti questi anni di pausa forse perchè non hanno più creduto in voi?”

“no.. assolutamente. E’ vero. Sembrano meno di una volta.. ma a noi non è mai interessata la quantità ma abbiamo sempre pensato di qualificare ogni nostro fan uno per uno,perchè ognuno vale in modo diverso..”disse Bill che venne
interrotto da Tom  il quale aggiunge “ anche se noi possiamo avere meno fan l’importante è che rimangano quelle sincere e  quelle che hanno creduto in noi in quanto gruppo musicale e non di bellocci che fanno stragi di ragazzine.” Concluse Bill “e che ci considerino per ciò che gli arriva ascoltando le nostre canzoni non guardando solo le nostre facce.” “ok che sono bello ma in fondo io sono pur sempre un chitarrista” disse Tom ridendo.
L’intervista continuò per circa una mezzora.. stavo iniziando a sentirmi a mio agio.. I loro sorrisi erano così caldi che non potevano mettermi a disagio. Sebbene Bill fosse accanto a me e ogni volta che incrocciassi il suo sguardo il mio cuore si fermava,sapevo che dovevo andare avanti .. dovevo cercare di stargli il più possibile vicina.

“bene ragazzi..è stato un piacere parlare con voi siete stati molto disponibili e vi ringraziamo a nome di tutte quelle fan che fuori dall’arena urlano i vostri nomi.. un saluto ai Tokio Hotel. Questa è radio*** “
Tutti e quattro si alzarono...il mio cuore stava andando in pezzi,battito dopo battito,sentivo che stavo per crollare.. l’ennesima volta.. Bill mi passò davanti...
“eh..sorry...”( ehi..scusa..)dissi a bassa voce mentre mi stava passando accanto . Nel momento in cui stavo per afferrare la sua camica con la mano,mi fermai. “non ce la faccio”.
Abbassai lo sguardo e li lasciai uscire.. mi girai verso Marika.
“per l’ennesima volta non ho fatto nulla..che codarda..”dissi io correndo fuori dalla stanza.
“siamo in due allora .” mi disse lei piangendo appoggiandosi alla mia spalla.Aspettammo il meet&great. Ora eravamo solo fan.Non dovevamo più fingere....
Putroppo Marika non potè entrare nella stanza con le altre ragazze....
Ero sola... ma non era nulla di nuovo...autografi... foto.. Roba già vissuta tempo fa..
Arrivò il mio momento... questa volta ero un pò più carina di 4 anni fa... Mi misi in mezzo a Bill e a Tom andandoglielo a chiedere.. proprio come quel lontano11 aprile 2010..
“Tom Can I stay here?” (tom posso mettermi qui?)
“jajaaaa” risposte Bill. (sììì)
Come quella volta.. mi girai verso Bill stupita e gli sorrisi. Sentì il suo braccio avvolgermi la vita.
E un altro battito stava andando via.
Lo guardavo.. era bellissimo... gli arrivavo sotto il mento .. Non ero cresciuta in questi anni.Sebbene tutti questi nuovi tatuaggi che,a parere mio, lo avevano rovinato, era pur sempre perfetto.
 Il Bill dei miei sogni.
Scattate le 3 foto di prova mi staccai da lui.
Abbracciarlo..era l’unica cosa che avessi voluto fare..
Tornai al mio posto e finirono il giro delle foto.. Erano gli ultimi minuti..gli ultimi autografi.
Tutti e 4 stavano andando verso la porta e si allontavano sempre più da me.
Non posso... il mio sangue ribolliva e una voce interiore,che prima non aveva mai parlato uscì fuori.
Mi avvicinai di scatto e gli andai davanti.
“Bill can..I Hug You?” (Bill posso… abbracciarti?)
Lo avevo detto.. mi ci erano volute più di 4 anni ma ce l’avevo fatta.
Lui mi sorrise come era solito fare e mi abbracciò.
Tutto il mio corpo fu percosso da un brivido . Lo stretti forte a me....
Dovevo parlare.. quella voce non aveva smesso di pulsare dentro la mia testa..
“grazie...grazie per tutto quello che mi dai attraverso le tue parole e la tua musica..sappi che questo gesto è valso più di qualsiasi altra cosa per me...me ne ricorderò per sempre anche se per te sono una tra tante..”
Mi fissava dispiaciuto e perplesso ma mi sorrise mentre io abbassai lo sguardo e mi staccai.. e guardai per terra . Non volevo vederlo andare via...
Il meet&great era finito.Potevo crollare. Mi misi a piangere...
Arrivai nell’arena. Il mio posto era davanti.. Molto lateralmente a destra.. come una volta.
C’era Marika lì ad aspettarmi , con gli occhi  pieni di lacrime.  
Il percorso del deja vu stava finendo.                                                                       
Un’ora abbondante di concerto e uscimmo...
Niente autografi dimenticati nella sala del meet... ma c’era un vuoto ancora più grande di allora.
Il mio cellulare continuava a squillare,non volevo rispondere.. Non ero in vena..  
All’uscita, a nostra sorpresa fuori c’era la neve..
...quella neve che avevamo tanto sognato..

Continua....

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Capitolo 2
*** Hurricane ***


Capitolo 2- Hurricane


La neve candida ,che ricopriva tutto il piazzale, dava un senso di quiete che non avevo mai provato. Non c’era l’adrenalina nel mio corpo... solo amarezza.
“andiamo prima che peggiori a nevicare. “ dissi io a Mari iniziando a camminare.
Questa volta non avevo poster da ne cuscino bianco e fucsia sul cui c’erano i loro autografi. Mi era rimasto ancora meno della prima volta...
Arrivammo in albergo.
“Non importa quante volte
mi hai detto che volevi andartene
non importa quanti respiri hai fatto,
continuavi a non poter respirare
non importa quante notti sei rimasta distesa
ben sveglia per colpa del rumore della pioggia
che smette di scendere”
(hurricane. 30seconds to mars)
Queste parole risuonavano nella mia testa.. questa canzone che risuonava nella stanza era più che appropriata adesso. Appagava il mio senso di malinconia..
Presi il cellulare dalla borsa . 7 chiamate. Chi poteva insistere così tanto? Proprio  quando avevo detto a tutti di non disturbare la mia vacanza.
L’ennesima chiamata... Non risposi.
 
*
“forse dovremmo ridarlo alla proprietaria non pensi?”
“sì.. però non abbiamo il numero.. come la contattiamo?”
“è una reporter no?avrà lasciato i dati ai responsabili  del Palalottomatica..o non sarebbe potuta entrare..”
“hai ragione Tom. Kyle per favore vieni qui.... abbiamo trovato il portafoglio della reporter che ci ha intervistati oggi pomeriggio nel camerino . Ti prego di andare ad informarti per un eventuale recapito telefonico. “concluse il ragazzo.
“Si certo. .. anche perchè portarlo all’ufficio oggetti smarriti sarebbe inutile. Non mi pare che la ragazza,dai dati sui documenti risulti di questa città e magari oggi stesso dovrà ripartire. “rispose l’assistente andando fuori dalla stanza.
“Che gentiluomo... da quando ti preoccupi per gli altri fratellino? Il tuo indole egoista dove l’hai lasciato? “Disse ironicamente Tom al fratello.
“semplicemente perchè una volta tanto sono gentile e non ne devi fare una questione di stato.. e poi io sono gentile con le mie fan.. specie se loro lo sono con me e lei, lo è stata ..” si difese subito Bill.
“Gentilezza ricambiata..me la segnerò questa tua citazione Bill Kaulitz.”Rise e si alzò dal divano per andare da Georg.
Bill lo guardò e sbuffando, raggiunse la finestra.
“Che bella Roma con la neve ... sarà meglio andare in Hotel.. ormai non ci trattiene nulla qui..” concluse.
“Bill abbiamo trovato il numero di cellulare della ragazza anche se ora dobbiamo andare in hotel la chiamerò io dopo.” Disse l’assistente appena arrivato nella stanza. “ora andiamo che è già tardi” concluse.
I ragazzi si alzarono ,salirono sul loro pullman e arrivarono in hotel.
“lo sapevo anche questa volta ci metteremo un’ora ad entrare” disse Georg con tono divertito.
“non è mia colpa nostra se abbiamo delle fan che ci amano e ci seguono ovunque andiamo .. “aggiunse Tom con un sorriso compiaciuto.
Intanto Bill guardava con lo sguardo languido attraverso il finestrino.
“ragazzi andate senza di me io ho da fare una cosa.. vieni Kyle.” Disse agli altri e scendendo poco prima dell’hotel riuscì a passare  dal retro evitando le fan.
“bene Bill ora se vuoi, possiamo chiamare la ragazza.”
“Pensaci tu Kyle .. Magari passi inosservato. E falla venire qui in hotel.” Concluse aprendo la porta della suite.
*
Mi affacciai sul balcone . Era tutto così silenzioso...
La mia sigaretta stava bruciando al vento e sebbene la guardassi, non facevo nulla per evitarlo..
Questa ero io.. Avevo perso un’altra occasione. Non fare nulla era ormai diventata la mia specialità.
Mi rendevo conto che non avrei potuto fare niente  di più ma questa risposta non mi appagava. Avrei voluto altro.. e sapere di non averlo potuto avere mi tagliava il cuore a pezzettini,come il vento invernale che stava tagliando la mia pelle in questo istante.
“Yle guarda che il tuo telefono continua a squillare.. insomma rispondi o te lo lancio dalla finestra!” mi urlò Marika passandomi il telefono.
Spensi la mia lucky strike e risposi.
“pronto chi parla?”
Sentì una voce straniera al telefono. Ma non riuscivo a collegarla a una persona precisa.
“salve signorina. Ho trovato dentro al palalottomatica il suo portafoglio e tramite i documenti e i dati lasciati allo staff sono riuscito a contattarla. Volevo restituirglielo il prima possibile perchè immagino che lei lo stava già cercando..” continuò questa voce.
“ah... ma certo.. veramente non mi ero nemmeno accorta grazie mille! Allora arrivo al Palalottomatica.” Mi affrettai di dire.
“no mi dispiace . Deve  venire al mio hotel. Purtroppo stavano chiudendo e ho dovuto portarlo via con me.  Sa arrivare all’ Excelsior in via Veneto?
Sgranai gli occhi... di nuovo.
Un’altra volta.
Marika mi guardava dubbiosa. “che succede ?”mi sussurrò.
“va bene sarò li il prima possibile. Chi devo cercare?”
“cerchi  alla reception Kyle Besinger . Loro le indicheranno in quale stanza andare.” Concluse lui chiudendo la chiamata.
“vestiti. Dobbiamo andare all’excelsior.. un uomo dice di aver trovato il mio portafoglio che ho perso dentro al Palalottomatica... ma da sola non ci vado. Potrebbe essere un maniaco!” dissi io convinta delle mie parole.
“un maniaco non sarebbe stato così carino Yle...”
“che centra! Magari le sono piaciuta e me l’ha rubato ed è una trappola..” risposi.
“va bene ho capito andiamo! Ma io ti aspetto fuori.. lo sai che vedere quell’hotel non è che mi faccia molto piacere sapendo che 4 anni fa loro erano lì e noi l’avevamo scoperto troppo tardi.”Replicò.
“muoviamoci!”
Uscimmo dall’hotel presimo un taxi .
Arrivati a via Veneto  lo riconobbi subito.. era maestoso ed elegante.. forse uno degli hotel più belli della capitale. Certamente adatto a dei tipi come loro... ma ovviamente ,questo era in passato . Ora dovevo pensare solo a riprendermi i miei documenti.
“ha bisogno signorina?”
“si cerco Kyle Besinger..” dissi.
“certo settimo piano 4 camera a destra....”
*
“glielo consegno io allora.” Disse Kyle. “dovrebbe essere arrivata...vado”
“uhm.. sì vai.. “concluse Bill.
*
Arrivai al settimo piano vidi un uomo in fondo al corridoio ,sembrava tenere qualcosa in mano.
“salve. . sono la ragazza di prima.” Dissi io titubante.
“ah certo Ylenia giusto? Ah tieni sì . ecco .. controlla pure se c’è tutto.” Mi disse sorridendo.
“non so come ringraziarla...”
Chissà chi era quell’uomo.. un uomo straniero  che sicuro doveva appartenere a uno staff. Ero tentata a fargli delle domande ma avevo paura...
“spero che ti sia piaciuto il concerto.. “ disse lui senza badare.
Mi girai di scatto. Sentì un tonfo..e subito dopo una stretta allo stomaco. Chi era quell’uomo perchè mi parlava di loro??
“sì è stato bellissimo... anche se l’intervista che gli ho fatto è durata poco e mi dispiace..”dissi abbassando lo sguardo.
“avrei voluto....”
 
Sentì una porta alle mie spalle aprirsi.
“Kyle ...”
Mi girai di scatto al suono di quella voce e sbiancai di colpo.
Non potevo credere ai miei occhi.
“bè signorina teoricamente è stato lui a interessarsi visto che lo ha trovato nel camerino..”disse l’assistente indicando Bill.
Non riuscivo più a spiccicare parola..
“grazie .. grazie di cuore Bill..”dissi balbettando.
“figurati.. ho ricambiato la tua gentilezza...”mi rispose guardandomi.
Il nostro discorso venne interrotto. Delle bodyguard  bloccaro il passaggio dall’ascensore e dalle scale. Delle fan  e dei giornalisti si erano introdotte dentro l’hotel.
Stavo andando nel panico. E se avessero trovato anche me? Come avrei potuto spiegare che non li stavo spiando?
Di colpo mi sentì prendere per il braccio e sbattei contro qualcosa.
“shh... non parlare..”disse Bill che intanto aveva chiuso la porta e mi aveva tappato la bocca.
Lo fissavo... con un misto di imbarazzo,panico e incredulità.
Ero appiccicata a Bill Kaulitz nella sua suite.
“non devono scoprire che sei qui... o succederà un casino...” concluse lui guardandomi.
Mi tolse la mano e lasciò la presa.
“scusa per i modi bruschi ma c’è mancato davvero poco... molto probabilmente erano entrati pure giornalisti e se mi avessero visto sulla porta della mia suite a parlare con una ragazza,sospetta fan,si sarebbe creato uno scoop.. e vorremo starci alla larga visto che siamo ritornati sulla scena da poco.”


Lo guardavo parlare..lo ascoltavo.. Non mi veniva da fare altro.
L’unica cosa che la mia bocca ebbe il coraggio di dire fu : “e io?”
Bill si girò di scatto e mi guardò con un sorriso malizioso  “ e tu resti qui con me.”
Il mio cuore al suono di quelle parole smise di battere....

 
Continua... 

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Capitolo 3
*** naked ***


 Capitolo 3-  Naked


“tu resti qui..”
“tu resti..”
“tu resti qui..”
“con me..”
“me.. me .. me”

Questa frase mi rimbombava nel cervello. Il battito del mio cuore stava aumentando..

“bè.. siediti. Non vorrai mica stare sulla porta per tutta la notte spero !”mi disse ridendo e facendomi segno con il braccio di sedermi accanto a lui sul divano.
Era un divano color panna..sembrava morbido e comodo...era stupendo.

Ogni cosa di quella stanza lo era.. sembrava un castello..
Il castello di un principe..

Rimasi titubante al mio posto per qualche secondo e poi lo raggiunsi.
“ma io... non posso stare qui!”dissi io in imbarazzo.
“non ti fa piacere?” rispose guardandomi con disappunto.
Sbiancai totalmente e iniziai a sudare freddo.
“no no non volevo dire questo.. è che io ..non lo so... qui... la gente ... le fan... potrebbero vederci e ..io.. io .. io NON VOGLIO ESSERE UN PROBLEMA PER TE...” conclusi facendomi coraggio e completando tutta la frase.

Cadde il silenzio tra noi. Sfortunatamente o no,fu interrotto da una risata molto soddisfatta di quel ragazzo che mi sedeva accanto.
“mi stai forse dicendo che tu potresti crearmi problemi? Guarda che ti ho detto io di rimanere per non crearlo a te il problema.. io posso andare con chiunque.” Mi disse fissandomi dritto negli occhi con uno sguardo impenetrante e divertito.
Ma chi si credeva di essere???! Andare con chiunque??  IO non sono chiunque!e poi..Manco fosse sta bellezza..

Ok Yle tu vaneggi... è una bellezza! è Dio sceso in terra per te! Ok respira... ora tu respiri e ti rilassi,metti in moto il criceto che attiva il tuo cervello e rispondi in modo carino e gli fai le tue scuse...
“vorresti andare con chiunque...ma non ne sei in grado.” dissi io senza accorgermene.
Che cazzo mi era saltato in mente!? Ma da dove poteva essermi uscita una frase del genere?! E tutt questa strafottenza poi? Stavo peggiorando tutto...!
“non sono in grado?!” la sua faccia cambiò di espressione e mi fissò molto male.
“certo... non sei tom !”dissi con tono sempre più di strafottenza.
“Tom?!! “urlo lui incredulo.
Non sapevo cosa dire ne fare.. l’avevo voluto io questo casino e non sapevo nemmeno perchè.
“tom è tanto fumo e niente arrosto.. il vero gemello malvagio sono io .” disse ridendo.
Sembrava gli fosse passata l’arrabbiatura di colpo.

Era strano... bè meglio approfittare e cambiare discorso.
“quanto starete qui a Roma?”dissi io sorridendo.
“non posso dirlo a una fan..o mi spierai”disse divertito mentre mi guardava.
“S..spiare per chi mi hai preso???!ti ricordo che io sono in camera tua perchè tu hai trovato il mio portafoglio ...”dissi per giustificarmi.
“infatti potevi ringraziarmi e andartene...”
“sei tu che mi hai infilato nella tua stanza!”

Mi stavo a dir poco infuriando. Non ero una tipa che si faceva mettere i piedi in testa e anche se era Bill Kaulitz di certo non potevo assorbire tutte le sue frecciatine da donna isterica mestruata.
“anche questo è vero....ahahha vabbè dai come te la prendi .. io scherzavo.” Mi sorrise.
Io lo ammazzo... ok... non avrei mai pensato di dirlo.. ma chi è questo qui??!è davvero chi pensavo fosse da 8 anni a sta parte?!NO diamine!
“uh... hai il balcone!” dissi cambiando discorso  e mi alzai dal divano puntando dritta la finestra davanti a me e aprendola uscì fuori sul balcone,che più che un balcone era un terrazzo grande 3 volte casa mia .

Mi affacciai dalla ringhiera in marmo. Eravamo piuttosto in alto.
Il vento soffiava sulla mia pelle. Era una notte molto fredda..
Aveva smesso di nevicare e si potevano vedere alcune stelle in cielo.. era tutto così magico...
Mi accesi una sigaretta...
Non riuscivo a pensare..non riuscivo a voltarmi verso di lui.
Avevo paura,che come nei miei sogni, nel momento in cui mi fossi girata lui sarebbe sparito...avevo troppa paura.
Mi stavo a dir poco congelando. Quel maglioncino che avevo addosso e quei pantacollant non mi riparavano dal freddo. E stavo iniziando a sentirlo ben bene..
Cosa posso fare?Mi sembra così assurdo.. chiunque per essere al mio posto darebbe via qualsiasi cosa e io... sono qui.. immobile...
I miei sentimenti sono quelli di una semplice fan,contorti da capire.. eppure perchè nel momento in cui lo guardo mi sento così ...

Nuda..

Mi sentì di colpo urtare la spalla.
“non pensi che faccia un pochino freddo per stare su un terrazzo senza giacca?” mi disse mentre di colpo lo trovai accanto a me,coi gomiti poggiati sulla ringhiera e lo sguardo perso a fissare il vuoto.
“è così tranquillo quassù... di solito la maggior parte delle serate post concerto amo passarle da solo,nella quiete.
Solo così riesco a fare tesoro dei ricordi migliori che ho vissuto quella sera... e sono tanti quei momenti... e ogni volta che li percorro è tutto un brivido..” concluse.
Quelle parole le ho dette anche io molte volte.... non eravamo poi così diversi io e lui..
“già...vivere i ricordi come se fossero presenti...” dissi.
“ti fa sentire vivo...” concluse lui.
Mi girai verso di lui e lo guardai.
“sì.. non importa se ti lascieranno amarezza o sofferenza... più sofferenza ti lasciano e più sono stati importanti per te..” aggiunsi.
“dai fa freddo.. meglio entrare.. domani io devo cantare non posso prendermi il mal di gola.. o mando te al mio posto!” disse ridendo e con un braccio accompagnò il mio corpo mentre entrai nella stanza.

Eravamo al punto di partenza.. io e lui..

SOLI...
in quella camera di hotel...

“non sei una reporter vero?” disse lui rompendo il silenzio.
Sgranai gli occhi e impallidì di colpo.
Abbassando lo sguardo restai in silenzio.
“se l’avevi capito.. perchè hai accettato la mia intervista...?” dissi io sempre fissando il pavimento.
“mi piace vedere fino a che punto si spingano le fan pur di passare il tempo con noi.. sono così .. CARINE.” Disse lui come se nulla fosse.
“carine.... devo dire che la sensibilità e il tatto non sono il tuo pregio.”dissi con tono fermo e con le parole che uscivano tremanti dalla mia bocca.
“bè non posso dire certo ,come fate voi, che io ami una fan così avendola vista per cinque secondi..”continuò lui.
Questo discorso stava prendendo una piega che non mi piaceva di niente.
Serrai i polsi. Il mio sangue stava iniziando a ribollire.

La voglia di prenderlo a pugni stava iniziando a prevalere su qualsiasi altro sentimento carino che potessi avere nei suoi confronti.
“certissimo. Non capisco questo discorso però.. visto che non ha le basi in partenza,almeno con me.” Dissi con tono fermo per non far trasparire nessuna emozione.
“strano... quando mi hai chiesto di abbracciarti e mi hai detto quelle parole, con quegli occhi lucidi e il corpo tremante,pensavo ci fosse dell’altro.. mi sarò sbagliato.. chiedo scusa..”rispose e come se nulla fosse si girò dall’altra parte,prendendo il suo cellulare dal comodino.

Come poteva essere così crudele?! Comportarsi così.. a quale scopo poi? Non gliel’avevo nemmeno chiesto!
Una coltellata in pieno petto avrebbe fatto meno male! Non c’era bisogno di sottolineare così marcando la realtà, ci arrivavo benissimo da sola.. ormai in questi anni me ne ero fatta una ragione...

Il mio nervoso stava ribollendo e delle piccole lacrime stavano per scoppiare.
I miei occhi non riuscivano più a tenerle bloccate.
“Non hai proprio capito niente allora..”dissi con lo sguardo basso e , prendendo la giacca che era sul divano, mi diressi verso la porta di uscita.
“dove stai andando? ... ehi..”  mi chiese  alzandosi dal letto.
“il più lontano possibile da te.. io  TI ODIO .. Bill Kaulitz...!” mi girai verso di lui con gli occhi pieni di lacrime, aprì la porta e sbattendola uscì.
Non era cambiato.. non era mai stato quello che avevo sempre visto in lui.!

E’ diverso....
Era finita... per me era davvero finita..

.. Continua...

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Capitolo 4
*** complicated ***


Capitolo 4 - complicated


Il suono di quella porta,chiusa con forza alle mie spalle, segnava la fine di tutto.
Mi asciugai su un braccio le lacrime che non cessavano a smettere di scorrere sul mio viso.

Era davvero finita...

Mi presi di coraggio e ,alzando lo sguardo , cercai di individuare un’uscita secondaria per evitare problemi.
Non sarebbe stato opportuno passare dall’entrata.. che cosa avrebbero potuto pensare delle persone che vedevano uscire, dal piano dove c’era la suite di Bill Kaulitz, una ragazza in lacrime... no era escluso.

Mi diressi silenziosamente verso il corridoio secondario.
“ehi tu .. dove stai andando?!”mi disse una voce imponente alle mie spalle.
Mi fermai alle sue parole e mi girai.
“che cosa ci fai in questo piano e chi sei??”continuò.

Non potendo rispondere , l’unica cosa a cui il mio cervello pensò, fu quella di correre, più che potevo , per uscire da quel posto maledetto.
“dove scappi!” urlò inseguendomi.

Purtroppo per me, sbagliai strada e mi ritrovai,a discapito dei miei piani, in un vicolo cieco.

Da quella parte , contrariamente a come avevo supposto, non c’era un corridoio.
“piccola sfrontata.. come sei riuscita ad oltrepassare la sicurezza?”mi disse lui avvicinandosi. “questa è un’aria esclusivamente privata... se provi solo che a rivenire qui io..”
“l’ho invitata io Charles...”disse una voce un pò lontana.
“ah.. scusami.. .se me l’avessi detto non la spaventavo così..”disse lui girandosi verso Bill.
“fa niente... è il tuo lavoro.. bè e tu?che fai ferma lì? Vieni con me no?”mi disse guardandomi.
Non so per quale ragione l’avesse fatto.

Nei suoi occhi si vedeva che era ancora arrabbiato..
Ritornammo nella stanza.

Silenzio.

Cosa potevo fare per farmi perdonare?

Era di spalle davanti a me.
Mi avvicinai piano piano a lui e, con decisione,  gli sfiorai il braccio quasi come per tirarlo verso di me.
“scusami...mi dispiace..”dissi a bassa voce.
“ti avevo detto di non uscire da qui.”rispose con tono irremovibile.
Non sapevo che dire.. era vero.
“lo so .. ma io... “
Si girò e mi guardò dall’alto al basso.
“non penso che ti dispiaccia tanto.. in fondo hai detto che mi odi.”disse indifferentemente.
“voi pretendete troppo da noi. Come potete pretendere che crediamo ai vostri gesti e alle vostre parole? Sai quante me ne capitano al giorno come te? Ho perso il conto... noi non siamo macchine programmate a fare quello che ci imponiamo di fare. “disse lui abbassando lo sguardo.
“io non ti ho chiesto niente.. hai tratto conclusioni affrettate.. ma non puoi sminurmi così lo capisci?!tu non mi conosci..non sai nulla di me!”dissi per difendermi.
“perchè tu di me sì?”contrattaccò lui.
“voi credete all’immagine di noi che viene data attraverso i media non provate ad arrivare a pensare che dietro tutto ciò ci siano persone esattamente opposte,che magari,come voi , vogliono solo essere capite. E ora vattene.. dirò alla mia bodyguard di farti portare fuori.” Concluse con freddezza e uscì sul terrazzo.

Mi aveva completamente spiazzato.

Credo che essere trattata come una groupies sarebbe stato, a sto punto, meglio che essere umiliata così.
Mi squillò il cellulare. Era Marika.

Risposi con la voce soffocata dai singhiozzi.
“tesoro dove sei? Sono due ore che ti aspetto!qui sta succedendo un macello.. è pieno di paparazzi e bodyguard. Quanto ci metti a uscire?”mi chiese.

Il rumore che sentivo al di là del cellulare intercettava le sue parole.
“Portami via ..ti prego..” scoppiai a piangere al telefono.
“ehi.. che sta succedendo là dentro?spiegati meglio...!” ribattè lei.

Sentì aprire una porta.. alzai lo sguardo...

Il mio telefono cadde a terra.

Il mio problema si era sdoppiato. Da non crederci! Non ne bastava uno giustamente... che doveva arrivare l’amato fratellino a completare l’opera!
“ciao... ci conosciamo io e te..”mi disse avvicinandosi a me e fissandomi per cercare di ricordare il mio volto.
“ahhhh !ecco chi sei! Sei la giornalista di oggi pomeriggio..!”continuò facendo un sorriso.
“mio fratello si era preoccupato così tanto di rifarti avere i tuoi documenti che pensavo non fosse più lui, non è una persona lodata per il suo altruismo..”aggiunse ridendo.

*
“yle?? Yle??.. ma questa voce.. io la conosco... è  Tom... “
Ma che sta succedendo?yle rispondimi.. parla .. dì qualcosa!” continuò marika.
*

Raccolsi il cellulare da terra chiudendo la chiamata.
Lo fissavo..
I suoi rasta neri, e il suo sguardo , che negli ultimi anni sembrava essere diventato più maturo , non potevano non essere notati.
Come il fratello , era stupendo..
“a proposito.. dove è mio fratello?”mi chiese.
“fuori.” Dissi freddamente.
“a gelare? Ma è scemo?” mi chiese raggiungendolo.
 
Vedevo attraverso le vetrate della finestra loro due,vicini , che sembravano stessero discutendo.
Bill era seduto sul muro della ringhiera e stava fumando e , sebbene non fosse per niente basso sotto,non lo vedevo minimamente preoccupato di cadere.
“ma che stai facendo qui scusa?”gli disse Tom perplesso.
“è ancora lì?”rispose Bill girando lo sguardo per evitare che io potessi capire che mi stesse guardando.
“bè sì... l’hai fatta entrare tu in camera tua.. sai come è” replicò Tom.
“quella ragazza mi fa uscire il peggio di me... ha un’influenza negativa e non so il perchè.E’ un lato che non sapevo nemmeno di avere” Aggiunse Bill.
“è una ragazza carina. Pensavo che ridarle i documenti fosse stato solo un pretesto  per rivederla.”affermò Tom sempre più dubbioso.
“macchè.. quello sei tu Tom... anzi, io l’ho trattata pure male” disse Bill accennando un piccolo sorrisetto nervoso.
“ho notato... aveva gli occhi rossi e sembrava molto triste... scusa ma che le hai  detto?”chiese il fratello , sempre più incuriosito.
“lasciamo perdere...”
“certo che sei bravo a complicarti le cose.. comunque ti conviene entrare.. se domani canti male e ci fai fare una figura di merda, me la prenderò con te .” disse Tom.

I due rientrarono.
Bill aveva lo sguardo basso. E allo stesso modo lo avevo anche io.
Tom , che ormai era in mezzo a quella situazione, cercò di tirare su l’atmosfera parlandomi.
“ma sei qui da sola?”mi chiese.

A quelle parole impallidì perchè mi era venuto in mente che Marika era rimasta giù dopo che le avevo chiuso la chiamata.
“oddio.. la mia amica è lì sotto in mezzo a quel casino che mi sta aspettando!”dissi.
“bene vai da lei allora invece che perdere tempo qui.”intervenne Bill in modo pungente.
“non ascoltare questo qui, è solo mestruato, vedrai che tra poco gli passa “disse Tom ridendo.
“bè ma è quella che era con te? Potrebbe pure salire .. per te è un problema Bill?”si girò verso il fratello.
“tsk.. fa’ un pò come vuoi “e con indifferenza si sdraiò sul letto non considerando nessuno dei due.
“chiamala dai.. la faccio portare su da un nostro bodyguard.”concluse Tom chiamando una bodyguard e spiegandogli il suo compito.

*
“signorina deve venire con me” un omone a dir poco gigante si avvicinò a Marika la prese dal braccio e la accompagnò dentro l’hotel.
“ma che sta succedendo? Lei chi è? Che vuole da me?? Mi lasci!” disse lei spaventata e infastidita.
Arrivata su il bodyguard l’accompagnò alla porta della suite numero 7.

Tom aprì la porta spalancandola davanti a lei..
“ciao..Marika” le disse accennando un sorriso.
Guardai la scena..

Lei immobile e paralizzata sulla porta della suite e Tom, davanti a lei ,appoggiato con il braccio destro al braghettone della porta.
I suoi occhi spalancati e sa sua espressione attonita mi ricordavano molto me qualche ora prima..

Tutto sommato la situazione stava prendendo una piega interessante....

.. continua...

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