Stay strong, be unbroken.

di INeedAHoranHug
(/viewuser.php?uid=185153)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo. ***
Capitolo 2: *** Secondo. ***



Capitolo 1
*** Primo. ***


PRIMO.



Era una giornata piovosa, come tutte le altre in fondo, e Darcey si affrettava a ritornare a casa dopo la mezza giornata di lavoro allo Starbucks. Era un lavoro momentaneo, non la pagavano male e lei aveva bisogno di denaro per le rette universitarie. Era una ragazza ambiziosa, studiava lingue e avrebbe voluto diventare un'interprete e viaggiare. Era il suo sogno nel cassetto. Darcey Payne, 20enne mora bassina e magra al punto giusto, era una ragazza con la testa sulle spalle, responsabile e con un'innato senso dell'umorismo. Nessuno riusciva a parlare con lei senza ridere, era una ragazza molto solare e il suo pregio più grande, se così vogliamo chiamarlo, era quello di nascondere la tristezza dietro un sorriso. Come tutte le persone non era perfetta, era molto orgogliosa, un po' insicura e timida. Viveva a Londra con la famiglia, aveva un fratello di nome Liam. Praticamente era la sua vita. I genitori, Karen e Geoff, lavoravano tutto il tempo così anche i fratelli si tenevano impegnati 5 ore al giorno allo Starbucks. Però quel giorno Darcey era sola poichè Liam si era preso un brutto raffreddore che poi diventò influenza. Dopo 15 minuti di cammino, Darcey arrivò a casa praticamente zuppa. Aprii la porta e, giusto il tempo di abbassare l'ombrello, che si trovò tra le braccia del migliore amico che conosceva da quand'era bambina; Niall.

"Ciao anche a te biondo, se mi lasci respirare magari poso almeno la borsa!" ridacchiò la ragazza.
"Oh scusami, com'è andata a lavoro?" chiese Niall all'amica mentre le dava un bacio sulla guancia.
"Abbastanza bene, c'erano più clienti del solito. Tu invece, che ci fai quì?" rispose Darcey sistemandosi la felpa.
"Sapendo che Liam è malato sono venuto a fargli compagnia, poi volevo rivederti!" disse il ragazzo.
"Niall è da ieri che non ci vediamo..." rise di gusto.
"Già, scherzavo infatti!" rise il biondino.
"Hey, ci sono anch'io! ricordate che sono malato ed ho bisogno d'affetto..." gridò Liam dalla stanza affianco.
"Fratellone, come va?" Darcey corse nel salotto per abbracciare il fratello.
"Ehm un po' meglio, l'antibiotico fa effetto!" rispose da spaparanzato sul comodo divano.
"Te la stai spassando eh?!" rise la sorella notando che la tv era accesa e che stavano trasmettendo un documentario sui fenicotteri rosa.
"Si da morire, non si nota?!" rispose Liam ironicamente.
"Che ne dite di fare qualcosa di divertente? ho portato il Monopoly!" disse Niall a mo di sfida.
"Vuoi ipotecarti tutte le proprietà come l'altra volta, biondo?!" rispose Darcey.
"Certo che no, costriurò quanti più alberghi possibili per farti perdere, si sa che il mago del monopoly sono io!" gridò Horan aggiungendo alla fine una risatina malefica.
"Come no, intanto sei sempre tu quello che perde!" rise Liam tossendo.
"Zitto tu malaticcio. Vado a prendere il monopoly e torno!" Niall corse in cucina.
"Fratellone, dove le abbiamo le banconote di riserva?" bisbigliò Darcey.
"In quel cassetto sotto la tv, sbrigati a prenderle!" le indicò faticosamente il fratello.
"Perfetto, eccole!" ridacchiò la ragazza.
"Eccomi, pronti a pagarmi?" gridò il biondino balzando nel salotto.
"Certo, poi vedremo chi dovrà pagare chi!" risposero i fratelli che, come sempre, si coalizzavano per imbrogliare.

Dopo mezz'ora;
"Ti prego, fallo per me!" disse Niall a mo di supplica.
"Te lo sogni." Darcey gli fece la lingua.
"Ti prego, mi manca solo quello e posso costriure le case! cosa vuoi in cambio?" chiese il ragazzo preso dallo sconforto.
"Beh, quella proprietà rosa, il Parco Della Vittoria più 500 euro." rispose facendo la faccia d'angioletto.
"Ma tu sei pazza." sgranò gli occhi Horan.
"Perdente!!!!" rise Liam e crepa pelle.
"E io dovrei darti tutta sta roba per una misera proprietà rossa? te lo puoi scordare bella." rispose offeso il biondo.
"Fa nulla, tanto sei tu a perderci." rispose Darcey ridacchiando.
"Uffà che palle, tieni e non aggiungere altro." rispose seccato Niall.
"Sei un tesoro!" gli disse la ragazza schioccandogli un bacio sulla guancia.
"Lo so... tutta questa perdita di soldi mi ha fatto venire fame e a voi?" continuò il biondo massaggiandosi la pancia.
"In effetti... vado a preparare due panini col prosciutto!" rispose Darcey alzandosi dal divano.
"E a me nulla?" chiese Liam alla sorella.
"Hai appena finito di mangiare schifezze, basta!" ridacchiò la ragazza.
"Va bene mamma... che palle però! devo pur sostenermi no?" rispose il ragazzo.
"Dopo ti faccio un po' di pastina." gridò la sorella dalla cucina.
"Preferisco starmene digiuno allora..." bisbigliò Liam mentre Niall lo derideva.
"Ecco a te il panino, dov'eravamo rimasti poveraccio?" rise Darcey abbracciata al fratello.

Dopo un'altra mezz'ora Niall si arrese, i due fratelli erano troppo bravi a Monopoly! aveva ipotecato tutte le proprietà e, fermandosi su uno dei 5 alberghi di Darcey, andò in banca rotta. Il salotto era diventato una specie di porcile, c'erano patatine e briciole per terra per non parlare delle milioni di coperte e cuscini sparsi da tutte le parti! Niall e Darcey pulirono alla meno peggio e fecero ristendere Liam sul divano così che si sarebbe potuto riposare. In men che non si dica il 25enne si addormentò come un bambino, si sentiva debole con la febbre. I due amici socchiusero la porta del salone per non farlo svegliare ed andarono in cucina a chiacchierare. Dopo una decina di minuti il cellulare di Darcey squillò, era Abbey.

"Hey Dar, ti disturbo?" chiese la ragazza dall'altro capo del telefono.
"No Abbey, dimmi tutto!" rispose Darcey.
"Ti volevo chiedere un favore, non è che potresti venire da me per spiegarmi una cosa per la scuola?" chiese gentilmente.
"Certo, cosa ti serve?" chiese.
"Uhm ti cercavo oggi a lavoro per chiederti una regola di francese che non ho proprio capito!" rispose Abbey.
"Oggi ho fatto mezza giornata dato che mio fratello è malato... comunque dimmi solo dove abiti e tra 15 minuti sto da te!" continuò Darcey.
"Grazie mille, sei un bijoux! abito proprio ad Oxford Street, precisamente 7 palazzi più avanti dello Starbucks." rispose.
"Perfetto, adesso capisco perchè vieni tutti i giorni!" ridacchiò la ragazza.
"Eh già, ti aspetto baci." salutò Abbey.
"A tra poco." attaccò Darcey.

Abbey era una ragazza alta, di corporatura normale, con capelli castani con meches bionde ed occhi marroni. Andava ogni giorno allo Starbucks e visto che Darcey ci lavorava avevano fatto amicizia. Ordinava sempre un cappuccino e un leccalecca di cioccolata coi marshmallows, i suoi preferiti. Si conoscevano da circa 8 mesi ed erano diventate amiche e spesso Darcey aiutata Abbey a prepararsi per l'esame di quinta superiore.
La ragazza salutò Niall spiegandogli tutto e si incamminò. Dopo 25 minuti di cammino Darcey riuscì a trovare il palazzo dove avrebbe dovuto abitare Abbey, le pareva che il cognome fosse Malik. Lo cercò sul citofono e la voce della ragazza le rispose di salire. Menomale che la pioggia si era calmata altrimenti Abbey l'avrebbe vista in pessime condizioni. Era la prima volta che andava a casa sua. Salii al quarto piano e trovò Abb fuori alla porta che parlava con un ragazzo alto e riccio che se ne andò dopo che una voce maschile richiamò la ragazza. Lei sembrava dispiaciuta ma mi salutò e mi fece accomodare. Chissà chi era quel ragazzo. L'appartamento era bello e nuovo dato che le raccontò che si erano trasferiti da poco da Bradford, era moderno con le pareti bianche e mobili neri e tavoli di vetro. Una delle poche cose che spiccavano era il piccolo divano rosso che stava davanti ad una tv 52 pollici.

"Chi era quel ragazzo?" sorrise Darcey.
"Nessuno, un'amico...Ti piace?" chiese Abbey.
"Si molto, davvero bella casa!" sorrise Darcey.
"Possiamo sederci quì, anzi andiamo in camera mia." continuò Abb.
"Per me è lo stesso" rispose la ragazza.
"Madò non lo sopporto..." disse seccata Abbey.
"Cosa?" chiese Darcey.
"Zayn la smetti di fumare in casa? lo sai che non lo sopporto! vattene fuori al balcone! e soprattutto smettila di scocciare." gridò Abbey mentre iniziava a salire delle scale a chiocciola.
"Chi è Zayn?" chiese Darcey. Neanche il tempo di salire il sesto scalino che si trovò il sottoscritto di fronte. Un ragazzo poco più grande di Liam probabilmente, alto, magro, moro con un grande ciuffo e degli occhi color nocciola molto profondi.
"Sono il fratello, e tu?" disse Zayn appoggiandosi alle sbarre con le braccia incrociate.
"Sono Darcey, piacere!" sorrise la ragazza.
"Ah non far caso a mio fratello." s'intromise Abb.
"Piccola tu calmati okay? e cerca di frequentare brava gente non quel puttaniere!" si rivolse ad Abb.
"Tu invece cerca di farti i fatti tuoi, era venuto soltanto a salutarmi!" rispose arrabbiata la ragazza.
"E digli di non farlo più, altrimenti glielo faccio capire io." continuò Zayn.
"Bene, vieni Dar." disse all'amica con voce arrabbiata a causa del fratello.
"Eccomi!" rispose la ragazza dopo aver scambiato un'altra occhiata con il moro.

Le ragazze studiarono o meglio, Abbey seguì attentamente le spiegazioni di Darcey che per lei erano molto preziose, e dopo quasi un'ora ebbero finito. In fondo Abb era brava in francese e non aveva bisogno di chissà quale aiuto. Dopo aver studiato, l'invitò a mangiare una pizza con loro così avrebbe conosciuto i genitori ma Dar non voleva dare fastidio così disse di voler ritornare a casa dal fratello. Prese borsa e giubbino e si diresse alla porta salutando Abbey.
S'incamminò verso casa, sicuramente i genitori erano arrivati stanchi da lavoro così si fermò alla prima pizzeria sulla strada per prendere qualcosa da mangiare altrimenti sarebbero rimasti a digiuno. Ci mise più del previsto, ovviamente il sabato sera c'erano molte persone. Dopo aver preso le 4 pizze ed aver pagato tornò a casa, aprì la porta e come previsto sentì le voci dei genitori che chiedevano a Liam come stesse.

"Mamma, papà, Liam sono tornata con le pizze!" gridò così che tutti l'avrebbero potuta sentire.
"Hey Dar, perfetto!" la salutarono tutti con un bacio sulla guancia.

Posò le pizze sul tavolo della cucina ed aspettò Karen, Geoff e Liam per iniziare a mangiare. Parlarono delle loro giornate di lavoro e, dopo aver pulito tutto, si salutarono per andare a letto. Per fortuna il giorno dopo si sarebbero potuti svegliare più tardi dato ch'era domenica. Darcey si fece una doccia, mise il pigiama e si sedette sul letto. Controllò il cellulare e c'erano due messaggi; la buonanotte di Niall, ovviamente, e uno da un numero sconosciuto... c'era scritto 'Sei Stupenda'.

 
 

                                                                                 Spazio Scrittrici !
 

LET'S GO CRAZY, CRAZY, CRAZY!
ok, ora che abbiamo attirato la vostra attenzione, vogliamo presentarci.:3colonthree
siamo Federica e Mariavittoria, le autrici delle storia. Diciamo che Federica ha svolto la maggior parte del lavoro, quindi voglio un bel applausone u.u *clap clap*
Mariavittoria ha solo letto ed sognato, e dato idee per la storia, spero lo farete anche voi!
non è la vostra prima FF, ma è la nostra prima assieme, quindi..siate bueeeeeene chicas.:3colonthree
FATECI SAPERE COSA NE PENSATE! xx

 

 



 

                                                                                  

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Secondo. ***


SECONDO.



La mattina seguente si svegliò molto tardi, era domenica e non doveva andare a lavoro. In realtà non si svegliò di sua volontà, tanto che era dormigliona sarebbe potuta rimanere a letto per l'intera gioranata ma, il fratello, le tolse le coperte di dosso ed iniziò a saltare sul grande letto ad una piazza e mezza.

"Cosa? chi? perchè?!" queste furono le uniche parole che Darcey riuscì a dire dopo aver aperto gli occhioni marroni di soprassalto.
"Svegliati sorellina dormigliona, sono le undici e mezza!" gridò Liam, sedendosi sul letto con le gambe incrociate.
"Cavolo, ogni domenica è così Liam! la smetti? hai venticinque anni o no?!" bofonchiò la ragazza sciacciando la testa sotto il cuscino.
"Ma si è fatto molto tardi.. e poi non smetterò mai di farlo, mi ricorda quando eravamo davvero piccoli." rispose il fratello spostandole il cuscino dalla faccia.
"Mmm.. ho sonno!" disse Darcey riprendendosi il cuscino.
"Adesso ti alzi? e poi dopo mangiato andiamo a correre!" disse Liam iniziando a farle il solletico.
"Okay, okay, mi arrendo! ma tu non eri il malato della situazione?" disse la sorella che cercava di divincolarsi dalle grandi mani del fratello.
"Si ma adesso mi sento bene perciò voglio andare a correre! e tu Dar verrai con me." disse facendole la lingua.
"Va beh dai, accetto! mamma ti ha detto cosa si mangia? ho una fame.." disse la ragazza massaggiandosi la pancia.
"Credo pollo con patate! vatti a cambiare, mettiti già la tuta che subito dopo mangiato andiamo." continuò Liam.
"Va bene, vado subito." finì Darcey prendendo un leggins nero e una maglietta bianca dal cassetto.
 Si diresse in bagno, fece una doccia calda come piaceva a lei e si vestì. Posò il pigiama in camera e andò in cucina.

"Buongiorno mamma!" gridò balzando sulla povera Karen che stava controllando il pollo in forno.
"Hey piccola, sempre la solita dormigliona eh!? non cambierai mai." disse e baciò la fronte alla figlia.
"Ovvio che no!" scherzò Dar.
"Dai sedetevi ch'è pronto il pollo." gridò la madre così che anche Liam potesse sentire.
"Sto venendo, io voglio il petto!" gridò il ragazzo a sua volta.
"Io le cosce e le ali!" disse Darcey alla madre.
"L'ho detto che non cambierete mai.." rise Karen.

I tre si sedettero al piccolo tavolino per quattro persone e mangiarono il loro pollo con patate. Il padre, di solito, non c'era a casa tutto il giorno e tornava soltanto la sera perchè lavorava in un'industria tessile. Che diamine, anche la domenica doveva stare lontano dalla famiglia!
Dopo mangiato, come promesso, Liam portò a correre alla sorella. Era davvero importante per lui mantenersi in forma e poi amava correre e fare attività fisica. Darcey un po' meno, lo faceva di solito in sua compagnia per divertirsi e anche lei per non stare sempre seduta ed accumulare chili. Con loro portarono soltanto pochi spiccioli e due bottigline d'acqua, non avevano bisogno di molto. Girarono a lungo finchè Dar non si stancò e si fermarono su di una panchina. La ragazza si stravaccò su di essa non curante delle altre persone intorno e iniziò a bestemmiare contro Liam che correva troppo per lei.
Dopo neanche 10 minuti di pausa il fratello non volle sentire scuse e continuarono a correre per tornare a casa. La ragazza, esausta, arrivata quasi a casa, iniziò a camminare lentamente e lasciò correre il fratello da solo. Bastarono due minuti e già si pentii di quello che aveva fatto.

"Ciao Dar!" la chiamò una voce da dietro.
"Oh ciao.." rispose la ragazza che aveva perfettamente riconosciuto la sua voce senza girarsi.
"Da quanto tempo." continuò il ragazzo.
"Già.." rispose Darcey abbassando lo sguardo.
"C-come stai?.." continuò.
"Bene e tu?" sorrise. Bugia, l'avevo detto che era brava a nascondere tutto dietro ad un sorriso.
"Si, anch'io.. ti va di prendere un gelato?" le propose sorridente.
"Uhm.. okay, vada per questo gelato!" rispose la ragazza, anche se non era molto convinta.
"Hey Dar, non vieni?" la chiamò Liam che aveva assistito alla scena da lontano.
"Torno tra una decina di minuti, vado a prendere un gelato con Louis." si rivolse al fratello.

Il fatidico nome, Louis.
Ma non un Louis qualsiasi, Louis William Tomlinson, proprio quello che quasi un'anno fa le aveva spezzato il cuore. Stavano insieme da circa 4 anni ma era come se fosse un'eternità. Si conobbero al liceo, lei era la solita ragazzina impacciata di prima e lui il solito 'cattivo ragazzo' bocciato, in quinta. Fu un colpo di fulmine per la piccola Payne, doveva ammetterlo.

*FLASHBACK*
Darcey Payne stava camminando tranquillamente per il corridoio dell'enorme scuola, era il primo giorno. Erano i dieci minuti nei quali tutti i ragazzi facevano intervallo e si incontravano fuori alle classi o nei giardinetti per chiacchierare. Continuava a camminare e a raccontare dei nuovi professori all' amica di un'altra classe quando si ritrovò quasi per terra.
"Hey, che cavolo..?!" imprecò Darcey cercando di rimanere in piedi. Qualcuno la strinse a se per non farla cadere.
"Oddio scusami!" rispose il ragazzo a 2 centimentri dal viso dell'altra.
"N-non preoccuparti.." balbettò quest'ultima persa nei grandi pozzi blu che si ritrovava lo sconosciuto al posto degli occhi.
"Comunque piacere, Louis Tomlinson!" sorrise ancora attaccato a lei.
"D-darcey Payne" continuò la ragazza sorridendo timidamente. Suonò la campanella e, purtroppo, i due si staccarono.
"Beh, ci si vede in giro Darcey!" si staccò e la salutò con la mano.
"C-ciao Louis." lo salutò a sua volta.
Come ho già spiegato, AMORE A PRIMA (S)VISTA.

Dopo quel primo incontro ce ne furono molti altri, tra i corridoi della scuola, in palestra, ovunque.. sembrava perseguitarla. Divennero amici e, dopo molti contrasti e dicerie della gente a causa della diversità d'età, ammisero a loro stessi di essere innamorati l'uno dell'altro. Se ne fregarono di tutti e di tutto, stavano insieme e stavano bene nel mondo che si erano creati. C'erano loro e basta. Il loro era un'amore profondo, destinato a durare.
Poi, un giorno, ad una festa, Darcey trovò la sua amica, Violet, attaccata al suo ragazzo. Inutile dire che fu uno schok per lei, era delusa ed amareggiata. Si lasciarono bruscamente, lo odiava. Lo odiava con tutta se stessa. Lo odiava perchè proprio non riusciva ad odiarlo. Neanche un po'. Lo amava, e non poteva farci nulla. Dopo pochi mesi Darcey si accorse si essere ancora innamorata di lui e la cosa durò a lungo, molto più a lungo di quando potesse immaginare. Lei non voleva ovviamente, non voleva ancora soffrire per lui.
Passò ancora altro tempo e grazie agli amici la ragazza riuscì a distrarsi, giurando a se stessa che non sarebbe più ricaduta nella trappola degli occhi blu oceano di Louis William Tomlinson. Riuscì a voltare pagina, finalmente, e si sentiva felice e sollevata.

Perciò non poteva credere di stare quella domenica con lui, con quello stesso ragazzo. Era strano ma nello stesso momento faceva male, non si sentivano da tantissimo tempo e i ricordi di loro insieme le scorrevano davanti agli occhi come un film.
Smise di pensare, non voleva ricordare quei momenti con lui, tanto ormai era tutto finito. Arrivarono in gelateria e Louis, senza chiederle nulla, le offrì un gelato a vaniglia, il suo preferito. Ovviamente Louis prese quello al cioccolato bianco. In quei pochi minuti che stettero insieme non parlarono molto, i loro sguardi dicevano molte più cose di quando si potesse immaginare. Sembrava che i loro occhi erano fatti per guardarsi. Loro e nessun'altro. A Darcey sembrò di rivivere uno di quei momenti quando stavano insieme sulla spiaggia di Brodstairs per una piccola vacanza.

*FLASHBACK*
"Amore hai freddo?" chiese premurosamente il ragazzo che si stava togliendo la giacca.
"Un pochino ma non toglierti la giacca, abbracciami e basta." rispose Darcey guardandolo. Louis lo fece senza proferire parola. Guardavano il mare scuro di sera seduti sulla bianca sabbia della spiaggetta di Brodstairs.
"Mi prometti una cosa?" le bisbigliò il ragazzo all'orecchio "Se ci lasceremo.." iniziò a parlare.
"Neanche per sogno!" si girò la ragazza.
"Infatti ho detto se!" rise, "Comunque promettimi che non mi dimenticherai. Promettimi che dovunque passeggerai, qualsiasi cosa osserverai, qualsiasi cosa farai, lascerai che ti venga in mente io, che ti venga in mente di NOI. Io lo farò." finì senza altre parole.
La ragazza non sapeva cosa dire, si limitò a baciarlo. Non era il primo bacio quello, ma era come se lo fosse. Con Louis qualsiasi cosa era come fatta per la prima volta, magnifica, inaspettata.

Quel lontano giorno gli promise che non l'avrebbe mai dimenticato e dopo altri 2 anni non l'aveva ancora fatto. Non l'avrebbe mai fatto. Viveva di ricordi, erano tutto ciò che aveva. La promessa che fece a Louis divenne una 'maledizione' da quando si lasciarono.
"Hey, a cosa stai pensando?" le chiese finendo di assaporare il suo gelato.
"A quella sera, a Brodstairs.." rispose con un filo di voce, convinta che non l'avrebbe sentita. Ma i suoi occhi parlavano e quelli di Louis sapevano ascoltarli.
"Oi, sta tranquilla. Neanche io ho mai infranto quella promessa.." le disse a bassa voce come se le avesse letto nel pensiero, afferrandole il braccio.
"Forse è meglio che vada.." continuò Darcey.
"Scusami, non volevo." continuò Louis a testa bassa.
"Neanche io!" rispose la ragazza.
"Intendevo per tutto.." finì la frase.
"Ciao Louis, grazie per il gelato." Lo salutò a mala pena e si incamminò verso casa. Non ce la faceva a stare altro tempo accanto a lui, rincontrare quegli occhi, gli occhi che l'avevano fatta innamorare dalla prima volta, di nuovo. Finì il gelato mentre camminava, aprì la porta e diede un'ultima occhiata a Louis che la stava guardando ancora lì, impalato. La salutò con la mano. Lei non ricambiò.


DUE GIORNI DOPO.
 
''We were both young when I first saw you...i close my eyes and the flashback starts, I’m standing there on a balcony in summer air, see the lights, see the party, the ball
gowns, see you make your way through the crowd...and say hello, little did I know.''

 
'Love story' di Taylor Swift rimbombò tra le pareti lilla della camera della piccola Malik, che aprì gli occhi svogliatamente, guardandosi intorno. Prese il cellulare sul comò accanto al letto per controllare se le erano arrivati messaggi o telefonate, sfortunatamente non trovò nulla. Sbuffò e andò in bagno per lavarsi. Dopo di che uscì e si vestì; indossò un semplice jeans, con una felpa dell'Hollister blu da sopra. Si truccò leggermente e decise di lasciare i capelli sciolti. Non aveva molta autostima in se stessa, non si piaceva per niente. Molto spesso i suoi compagni cercavano sempre di farle cambiare idea, le facevano complimenti su complimenti ma lei non riusciva ad essere serena. Era dura come una roccia, proprio come suo fratello Zayn. Rise a quel pensiero, ai continui battibbecchi tra di loro. Scosse il capo, ritornando alla realtà, notando l'ora.
Scese al piano inferiore, prendendo le ultime cose: borsa e cellulare.
Varcò la soglia della cucina, e trovò il fratello maggiore accendersi un sigaretta. Roteò gli occhi e fece per uscire, quando una voce la bloccò.

"Signorinella, colazione e poi scuola, forza." si girò e guardò in cagnesco il fratello. Lui di tutta risposta sorrise. Odiava vederlo fumare in casa, odiava vederlo fumare e basta. Non voleva litigare di prima mattina, era di buon umore, Harry la sera precedente le aveva promesso che sarebbe venuto a prenderla lui alla fine delle lezioni, e lei era su di giri.
Si avvicinò al frigo ma lo riuchise un attimo dopo, non aveva molta fame quella mattina, era troppo ansiosa, era felice. Sorrise e si morse il labbro.
"Allora? Non hai fame?" le domandò Zayn guardandola incuriosito. Lei scosse il capo sorridendo, Zayn fece altrettanto e spense la sigaretta per poi tossire, e ricominciare a parlare.
"Beh, non essere così felice, so tutto." Tutto? Sapeva tutto? Tutto cosa?
"In che senso? Spiegati." la piccola Abbey si avvicinò a lui, ma non troppo, la puzza di fumo era davvero troppo e lei lo detestava.
"So di Harry, ho letto i tuoi messaggi cucciola, mi spiace c'ho già parlato non se ne fa niente, oggi ti vengo a prendere io." BOOM, quelle semplici parole le rovinarono la giornata. Stava sul punto di mettersi a piangere, ma si trattene. Voleva picchiarlo, prenderlo a pugni, spiegargli quanto Harry fosse importante per lei, e quanti casini stesse combinando. Ma ancora una volta si trattene.
"Zayn..io sto cercando di capire, perchè. Perchè non vuoi. Ca..capisco che non ha una buona fama ma diamine, è la mia vita, fammi sbagliare, mi proteggi da sempre." disse con le lacrime agli occhi. Quella volta non riuscì a trattenersi, l'immagine di Harry le comparve dinanzi agli occhi, e lacrime amare le invasero il volto. Se le asciugò velocemente, quando Zayn si infilò il giubbotto di pelle e cominciò a parlare.
"Abbey è vero, hai ragione. Tutto giusto. Ma tu sei la mia piccol, e voglio che tu stia al sicuro, capisci? DEVI STARE LONTANO DA LUI." sussurrò le ultime due parole.
"Hai capito? sono stanco di litigare con te, di vederti assente mentre ti parlo del mio lavoro, mentre conversiamo o mentre passiamo quei pochi giorni assieme a mamma e papà, ti stai facendo coinvolgere da una persona cattiva, egoista e sfruttatrice. Ti giuro Abbey, se ti fa del mal, io lo ammazzo, intesi?!"
 Non sapeva che dire, rimase senza parole, si guardò intorno e abbassò il capo. Gli andò incontro e lo abbraccio forte, sfogandosi. Zayn la strinse forte a se, baciandole i capelli. Si completavano.
"Andiamo a scuola, senò si fa tardi." prese gli occhiali, ed uscirono di casa. In macchina, non volò una mosca, ma daltronde, nessuno dei due non sapeva pià che dire.

Dopo 10 minuti buoni, arrivarono. Abbey gli baciò una guancia, e uscì dalla macchina.
Era distrutta, sia piscologicamente che fisicamente. Non era pronta per affrontare una giornata scolastica, dopo un'inzio giornata come quello, no.
Attraverso l'enorme parcheggio, ed entrò all'interno dell'edificio. Si guardò intorno, cercando qualche sua amica. Per sua sfortuna non incrociò nessuno, ma arrivata al suo armadietto c'era Madison che l'aspettava sorridente. Madison era una delle sue migliore amiche, il suo punto di riferimento. Erano totalmente differenti, ma insieme si completavano. Era alta e slanciata, con un fisico da far invida a Megan Fox, bionda con dei meravigliosi occhi verdi. Aveva una sorriso che spaccava il cielo.

"Buongiorno." le disse abbracciandola affettusamente.
"Buongiorno a te, bionda." ricambiò l'abbraccio.
"Sei pronta per una nuova giornata scolastica?" le chiese Maddie, sorridendo, prendendo il cellulare dalla borsa.
"Direi di no, ho litigato con Zayn." disse semplicemente, impassibile. Maddie sussurrò un 'Ahia.' per poi accennare un mezzo sorriso.
"Non ti chiedo neanche il perchè, avete chiarito?"
"Si tutto risolto, mi viene a prendere lui, vado da Darcey poi, vieni con me?"
L'amica scosse il capo.
"Non posso, ho ginnastica, tu quando ricominci?"
"Penso domani vengo anch'io, avvisa Serguei."
le sorrise.

 Abbey, assieme a Madison frequentava un corso di ginnastica antistica da quando erano bambine. Era la sua passione, viveva per quello. Grazie a quello si sentiva più sicura, riusciva ed essere se stessa.
Prese i libri, e si avviarono assieme nella classe di Biologia.
 Alla fine delle lazioni, come promesso, Zayn era fuori ad aspettarla. Non scese dalla macchina, rimase ad osservala mentre salutava gli amici. Rivolse un ultimo sorriso a Madison e corse da lui. Salì in macchina e buttò la borsa sui sedili posteriori, poggiò le gambe sul cruscotto e cominciò a fissare il fratello, seria in volto. Era ancora molto arrabbiata con lui, ma stava cercando di superarlo. Era una delle poche volte che lei ed Harry potevano vedersi.

"Cosa c'è?" le chiese togliendosi gli occhiali. Zayn sapeva perfettamente che la rabbia viveva ancora in lei, ne era certo, perciò mise subito in moto e partì. Non fiatarono per ben due minuti, finchè la piccola Abb si decise a parlare.
"Portami da Darcey, da Starbucks, ok?" gli chiese, guardando fuori dal finestrino. Lui spostò lo sguardo su di lei per un nano secondo, per poi ritornare ad osservare la strada. Annuì e girò l'angolo, fermandola difronte alla caffetteria. Prese la borsa, lo salutò con un misero 'ciao.' ed uscì.
Il ragazzo la guardò andare via. Era ancora la sua piccola. Era ancora la bambina di una volta, la bambina che piangeva quando non riusciva a fare una parallela, la stessa bambina a cui le sorridevano gli occhi quando la mamma preparava la pizza fatta in casa. La stessa bambina che lui ama da tutta una vita.
Avrebbe fatto di tutto per proteggerla, tutto. La vide sedersi, e prendere un libro dalla borsa. Sorrise. Accese il motore e partì verso casa.
 
Abbey, appena entrò, sentì un odore inconfondibile di caffè, che lei adorava.
Sorrise e si guardò intorno in cerca di Darcey, erano diventate amiche da un pò, era davvero una ragazza straordinaria, l'aiutava in tutto, non sapeva come ripagarla.
C'erano tanti tavoli occupati, e sperava di scorgere Dar servire a uno di quelli, ma nulla. Si avvicinò al bancone, fece la fila, e quando venne il suo turno, la vide.
 
"Heilà amica! Cosa ti porto?" le chiese gentilemente.
"Il solito Dar, ti ringrazio." le sorrise di rimando e si sedette a un tavolino appartato in fondo al locale. Si guardò per un pò intorno, finchè non le arrivò la sua ordinazione. Dar le si avvicino, sorridendo con un piccolo vassoietto.
"Il tuo espresso, con panna e caramello!" ridacchio e si sedette accanto a lei. Si asciugò un pò di sudore e sorrise. "Allora, novità?" continuò.
"Grazie..e si." fece un sorso e cominciò a raccontagli tutta la faccenda dall'inzio. Dalla litigata con Zayn, dal fatto che non voleva che frequentasse Harry, insomma un vero disastro.
"Diamine, un bel casino, ed ora?" le chiese Dar, corrugando la fronte. Abbey scosse la testa. "Non lo so, non so che fare.."
"Darcey!" la piccola Payne si girò, e dopo un secondo tornò ad guardare Abbey.
"Beh, il lavoro mi attente, chiamami stasera, ok?"
"Certo, buon lavoro, a stasera."
le sorrise, mentre continuava a bere il suo espresso.

Si, un casino nel vero senso della parola. Lei provava davvero qualcosa di forte per Harry, lo sentiva, si. Le farfalline, le farfalline nello stomaco ogni volta che lo vedeva, ogni volta che le sorrideva, ogni volta le sfriorava la mano. Era qualcosa di indescrivibile quello che provava per lui.
Ma lui? Lui cosa provava? Questo era il problema. Lei voleva sapere cosa lui provasse nei suoi confronti, non aveva un bella fama con le ragazze, non aveva una bella fama in generale, non proveniva da una buona famiglia. Ma lui era diverso, ne era certa. Forse dovrebbe aspettare un pò, forse dovrebbe informarsi un pò di più su di lui. Oh, ma andiamo! Perchè dovrebbe farlo? Lei si fidava, voleva fidarsi. Imperarà dai suoi sbagli.
Dopo un pò, qualcuno la distolse dal suoi pensieri, e si sedette dinanzi a lei.

"Harry." sussurrò, alzando lo sguardo. Eri lì, davanti a lei, non era un sogno, era lui.
"Abb..scusami per oggi, ma Zayn.." lo interruppe.
"So tutto, c'ho parlato...è un vero disastro mio fratello, scusalo...non lo sopporto più." gli disse abbozzando un sorriso. Lui le sorrise di rimando, le prese la mano e la baciò.
"Va tutto bene, tranquilla, alla fine ci siamo incontrati." si alzò e si mise accanto a lei. La piccola Abb arrossì di colpo e nascose il rossore con un sorriso dolcissimo.
"Abb..io.." non finì la frase, che qualcuno si avvicinò al loro tavolo e prese Harry per il colletto della camicia bianca. Zayn era lì, e sarebbe successo un casino. Sentiva gli occhi pizziccare, non voleva, non voleva che suo fratello picchiasse Harry. NO.
"Malik, fuori di quì..ci stanno guardando tutti."
sussurrò Harry a denti stretti. Zayn lasciò Harry per poi spostare lo sguardo su Abbey che moriva dalla paura. Si guardò intorno e uscì fuori accompagnato da Harry e la sorella minore.
Dar corse velocemente verso Abbey e prima che uscisse l'abbracciò. "Tranquilla, calma, ci sono io, dopo parliamo, esco prima, vai da loro."
Annuì e corse fuori.
 
La piccola Malik li ritrovo litigare, Zayn era fuori di se. Non l'aveva mai visto così, sembrava una belva.
"Styles, io t'avevo avvisato. NON DEVI TOCCARE MIA SORELLA!" gridò Zayn indicando Abbey, che era sul punto di piangere.
"Zayn, io..io voglio stare con lei, ti prego." l'implorò, spostando lo sguardo su Abbey. Se ne stava in disparte, voleva solo essere sicura che non commettesserò sciocchezze. Zayn stava esagerando, dove voleva andare a finire?
"ma..che cazz? smettila, ti prego. Vuoi che le dica tutto?! Ok! Hei Abbey, lo sai che il signorino qui, ieri sera alla festa di Jennifer s'è fatto ben tre ragazze? E vuoi dirle anche di quante cose ti sei sparato? Perchè non le dici niente Harry, dai." Harry chiuse gli occhi vedendo Abbey con gli occhi spalancati, con la bocca serrata che lo guardava.
"Zayn...ti prego."
"Stamattina, t'ho visto con Madison. Si Abbey, Madison, la tua migliore amica. L'accompagnata lui a scuola, si sono baciati. Ma non ti fa schifo neanche un pò?..PROVA AD AVVICINARTI A LEI E TI GIURO SUL BENE CHE LE VOGLIO CHE NON USCIRAI VIVO, L'HO GIURATO."
dopo questo Zayn prese Abbey per un braccio, la portò in macchina e sfecciò verso casa.

Harry rimase lì, impalato.
Cominciò a ripensare alla sua vita, ad Abbey, e a quanto avesse sbagliato con lei.
Si odiava, ma avrebbe ricomciato una nuova vita.




 

SPAZIO SCRITTRICI !

eccoci di nuovo col nostro secondo capitolooooooo :3
Grazie mille alle 50 visualizzazioni e alle 2 recensioni,continuate così!
Per quanto riguarda la storia, questo secondo capitolo è un casino.. Louis che ritorna magicamente (con quel potere che solo gli ex hanno, LOL), Harry che non si capisce cosa vuole fare.. eheh.
Leggendo capirete tutto, come avete visto ci sono i flashback che vi spiegano come è andata la storia c:
Non so, io, da una parte, mi sono innamorata del personaggio di Lou..
è dolcisimo!! (Fede)
Lui e Darcey sono magnifici insieme :') ma non vi assicuro che ritorneranno insieme, anzi..
ahahhahahaha okay, sono davvero crudele(?)
Grazie ancora e continuate a farci sapere cosa ne pensate di questa storia, baci e al prossimo capitolo! :D
Fede & Marvi
<3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1286931